“La grande truffa.”

 “La grande truffa.”

 

Le voci sull’arresto di Klaus Schwab

si stanno diffondendo su Twitter,

 è stato davvero arrestato?

Grandeinganno.it-Redazione- (13 Novembre 2021 )-ci dice:

 

Le voci sull’arresto di Klaus Schwab si stanno diffondendo su Twitter, facebook e altri social, ma è stato davvero arrestato? Se cerchiamo su internet, possiamo vedere qualche notizia ma nulla sui i canali ufficiali fin ad ora.

Su twitter ad esempio si legge che Klaus Schwab, presidente del WEF (World Economic Forum) sarebbe stato arrestato dalla polizia svizzera il 13 novembre.

La polizia lo avrebbe arrestato direttamente da casa sua.

Klaus Schwab è un ingegnere ed economista tedesco che lavora attivamente come presidente esecutivo e fondatore del World Economic Forum dove tiene attivamente incontri annuali con molte personalità d’élite provenienti da diverse parti del mondo.

Perché il presidente del WEF Klaus Schwab sarebbe stato arrestato? Che crimine avrebbe commesso?

La polizia sarebbe andata ad arrestare Klaus Schwab nella sua casa a Cologny, in Svizzera. L’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione tra le forze dell’ordine avrebbe registrato una denuncia contro Schwab.

Il motivo dell’arresto del presidente del WEF Klaus Schwab sarebbe un crimine commesso durante la fase della pandemia COVID-19.  Secondo le accuse insieme ad un élite globale avrebbe testato misure totalitarie come la vaccinazione obbligatoria, le carte d’identità digitali e l’espropriazione della proprietà privata.

Sfortunatamente, alcuni di questi tentativi avrebbero avuto un gran parte successo. Il suo avvocato fornirà presto i dettagli riguardanti il ​​suo arresto e la sua richiesta.

Sembrerebbe che non sia la prima volta che Klaus venga accusato di frodi del genere ci sarebbero dei precedenti in passato e ora sarebbe sotto custodia.

Ma le voci sull’arresto di Klaus Schwab che stanno dilagando sui social, sono vere o false?

L’unica fonte che ha pubblicato notizie sul suo arresto è dal sito canadese chiamato Conservative Beaver. Oltre a questo sito, non c’è una sola notizia su internet riguardo all’arresto di Klaus. L’arresto del direttore esecutivo del WEF è una storia troppo grossa e non avere una sola notizia in merito e questo solleva numerosi dubbi sulla veridicità delle voci sul suo arresto.

Il 5 novembre il sito Conservative Beaver aveva pubblicato un articolo sull’arresto dell’amministratore delegato di Pfizer, poi rivelatosi falsa. La notizia fu pubblicata anche su Facebook e anche all’epoca attirò l’attenzione di molte persone. Quindi, c’è un’alta possibilità che l’arresto di Schwab sia una clamorosa Bufala.

 

La figlia di Mario Draghi, Federica Draghi

 si tuffa in affari nelle farmaceutiche.

Grandeinganno.it-Redazione-(2 Novembre 2021)-ci dice: 

Cresciuta in una delle grandi firme della biotecnologia in Italia, Genextra, la primogenita di Draghi ha fondato la scorsa primavera il gruppo Xgen partners di cui ha il 30% del capitale insieme a Daniele Timothy Scarinci (30%) e Paolo Fundarò (40%).

Con la società nel giugno scorso è stata fondata anche la “Xgen sgr” (le quote sono le stesse) in attesa delle autorizzazioni ad operare, alla cui presidenza è stato chiamato Carlo Marchetti, che è anche consigliere di amministrazione della Fc Internazionale Milano (la squadra di calcio Inter) e della Colussi. E insieme hanno progettato il lancio del” fondo Life science “che secondo verbale del consiglio amministrativo del 5 agosto scorso della sgr, avrà “una politica di investimento focalizzata su start-up e Pmi innovative ad alto contenuto tecnologico e in grado di definire nuove tecnologie, categorie o evoluzioni di prodotto nel settore life science, con particolare focus sulle imprese impegnate nello sviluppo e nella commercializzazione di nuove terapie, farmaci, dispositivi medici, applicativi diagnostici e soluzioni nel campo digital healthcare”.

Il Fondo quindi investirà nel farmaceutico e para-farmaceutico oltre che nel settore biotecnologico, settori che sono ritenuti di vitale importanza anche dal governo presieduto da papà. Bisognerà stare attenti ai possibili conflitti di interesse sempre in agguato, tanto più che la nuova avventura finanziaria è stata decisa dopo lo sbarco di super-Mario a palazzo Chigi.

 

 

 

Clamoroso studio: I non vaccinati (novax)

verso l’immunità di gregge, vaccinati verso infezioni continue.

Grandeinganno.it-Redazione-(13 Novembre 2021)- ci dice: 

 

I completamente vaccinati soffrono di tassi di infezione molto più alti rispetto ai non vaccinati e peggiorano di giorno in giorno; non c’è alcuna giustificazione per i passaporti dei vaccini.

L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito pubblica statistiche Covid dettagliate che, per le ultime sette settimane, sono state registrate per gruppo di età e stato di vaccinazione. Questo permette ora di rispondere a domande importanti.

L’Agenzia sostiene che la maggior parte dei vaccinati soffre di tassi di infezione sostanzialmente più alti e il suo ultimo grafico fornisce un’istantanea.

Tutti gli over 30 vaccinati nel Regno Unito ora sopportano tassi di infezione molto più alti delle loro controparti non vaccinate. Tuttavia, questo non ci dice nulla su come questo sia successo, o su come possa evolvere. Qui ripresentiamo i dati dell’agenzia in una serie temporale, per promuovere una migliore comprensione delle tendenze e delle implicazioni.

Il Regno Unito ha per lo più vaccinato la sua popolazione in ordine di età, dal più vecchio al più giovane, e molto recentemente ha iniziato a vaccinare la sua coorte sotto i 18 anni. Essendo i più recenti vaccinati nel Regno Unito, hanno un grado molto alto di resistenza all’infezione da Covid.

Questa ondata di persone appena vaccinata beneficia di un miglioramento del 90% nei loro tassi di infezione, il che significa che la loro incidenza di casi è 10 volte migliore di quella delle loro controparti non vaccinate. Questo è impressionante e fa sorgere la domanda su quanto possa durare questo alto grado di protezione.

La risposta, purtroppo, sembra non essere molto lunga.

Il precedente gruppo di età del Regno Unito ad essere vaccinato era la coorte 18-29 anni, la metà dei quali è stata vaccinata completamente circa 9 settimane fa. Anche se stanno ancora meglio dei non vaccinati nella loro fascia d’età, hanno perso la maggior parte della loro resistenza relativa all’infezione. Se continuano la loro traiettoria, alla 12esima settimana quel beneficio sarà completamente scomparso.

Il gruppo di età che è stato vaccinato più presto è stato quello dei 30-39 anni. La metà era completamente vaccinata intorno alla settimana 27, e alla settimana 39 (di nuovo circa 12 settimane dopo) aveva perso la sua maggiore resistenza all’infezione. Almeno per queste due , sembra che la loro resistenza indotta dal vaccino sia stata ridotta a zero in meno di 3 mesi.

Sfortunatamente, non si ferma qui; seguendo i dati si vede che i vaccinati scendono in territorio negativo, il che ci può portare a chiederci come stanno facendo ora tutte le persone precedentemente vaccinate.

In termini di vulnerabilità alle infezioni, la risposta non è così buona:

L’intera comunitá di persone dei 40-79 anni vaccinati è profondamente negativa, ora sotto il meno 50%, il che significa che soffrono più del doppio del tasso di infezione delle loro controparti non vaccinate, e non c’è una fine ovvia in vista; data la tendenza costante e fortemente negativa per tutte le coorti di adulti, è impossibile indovinare dove o quando queste traiettorie potrebbero raggiungere il fondo.

Ma la tendenza è il risultato di una maggiore vulnerabilità tra i vaccinati, o si sta sviluppando una maggiore resistenza tra i non vaccinati?

La risposta sembra essere entrambe le cose.

Gli adulti non vaccinati stanno godendo di tassi di infezione significativamente più bassi, ma gli adulti vaccinati stanno chiaramente andando nella direzione opposta.

Questo porta alla domanda:

Perché i vaccinati devono subire tassi crescenti di infezione, mentre i tassi di casi dei non vaccinati sono diminuiti e sono più bassi? Sicuramente dovremmo aspettarci che i vaccinati se la passino meglio, certamente non peggio.

Tuttavia, per tutta la comunitá di adulti, tranne una, è vero l’esatto contrario, e anche per loro, sembra, non per molto.

È stato suggerito che l’infezione tra i non vaccinati ha indotto una forte immunità naturale che porta alla loro immunità di gregge. Questo può essere un fattore, ma, come abbiamo visto, anche i vaccinati sono stati infettati e almeno nei soggetti dai 40-79 anni, a tassi molto più alti.

Perché questo non dovrebbe beneficiare anche i vaccinati?

Dobbiamo capire che l’infezione post-vaccinazione potrebbe non produrre un’immunità ampia simile?

La vaccinazione mira ad alterare la risposta immunitaria post-infezione, che è, ovviamente, l’obiettivo; è concepibile che questa risposta alterata possa mettere a tacere lo sviluppo di un’immunità ampia e duratura che altrimenti risulta normalmente dall’infezione naturale. Questo potrebbe lasciare i vaccinati più esposti alla reinfezione, e potrebbe aiutare a spiegare questi risultati. Ma questa rimane una speculazione, semplicemente non lo sappiamo oggi.

Quello che sappiamo, dai dati del Regno Unito, è che chiunque sia stato vaccinato più di qualche mese fa ha un rischio molto più alto di infezione da Covid, ed è quindi molto più probabile che venga infettato rispetto alle controparti non vaccinate.

Molto è stato detto e scritto per dimostrare che i vaccinati sono ugualmente capaci di trasmettere il Covid. Tuttavia, poiché i loro sintomi tendono ad essere più lievi, è anche più probabile che siano in giro e con l’aumento dei tassi di infezione, non c’è dubbio che i vaccinati sono ora il maggior rischio di trasmissione del Covid.

Alla luce di ciò, i passaporti di vaccinazione sono chiaramente privi di significato; non sono altro che un invito al contagio, per il quale non può più esserci alcuna giustificazione.

(Fonte dei dati: UK Health Safety Agency COVID-19 Vaccine Surveillance Reports settimane 36-42.)

(Leggi il rapporto UKHSA qui).

 

 

 

 

 

Jean-Claude Van Damme crea panico in TV:

 Rothschild e Rockefeller comandano il mondo.

Grandeinganno.it-Redazione- (7 Novembre 2021)-ci dice :

L’attore belga Jean-Claude Van Damme durante una trasmissione televisiva in una TV francese ha esternato la sua opinione sui politici.

Si trattava di un programma sulle elezioni americane ma egli ha velocemente dirottato il dibattito su Rothschild e Rockefeller e su come essi controllino occultamente il mondo attraverso i politici.

 Notate i conduttori televisivi i quali cercano, come in tutti questi casi, di interrompere per poi con un applauso passare alla pubblicità.

 

 

 

 

L’allarme del Dr. Robert Malone, l’inventore

della tecnica mRNA : “Hanno fretta di uccidere bambini.”

Grandeinganno.it-Redazione-(15 Novembre 2021 )- ci dice :

 

“La sfortunata verità è che dovremo far morire molti bambini prima che le persone si sveglino. Questo è ciò che accadrà.”

Ed è proprio questo che fa arrabbiare i fondatori del Progetto Unity in questo momento: è che ci stiamo affrettando, volenti o nolenti, a danneggiare e uccidere i bambini.

E ora lanceranno sperimentazioni cliniche praticamente su bambini molto piccoli dai due ai tre anni, ok? E ci sarà la morte infantile.

Ci saranno danni infantili.

“E sembra che dovremo farlo perché le persone si “sveglino”, per superare questa nebbia nel cervello che stanno soffrendo tutti”.” (Dott. Robert Malone – 12 novembre 2021).“

Il Dr. Malone non usa mezzi termini per definire quello che l’élite ha intenzione di fare.

I bambini rappresentano l’Uomo di domani. Avvelenare ed uccidere loro, vuol dire devastare e sabotare l’intera Umanità.

Chi non si smarca è complice.

 

 

 

 

E ora la Pfizer fa affari d’oro anche con il farmaco per trattare la miocardite e con la terapia anticoagulante.

Grandeinganno.it-Redazione-(26 Ottobre 2021 )-  ci dice:

Le vendite del farmaco Pfizer Vyndaqel/Vyndamax per il trattamento della miocardite, nel secondo trimestre del 2021 sono aumentate negli Stati Uniti del 77%.

Il vaccino Pfizer contro il COVID-19 partner di BioNTech continua a fare guadagni, con le vendite hanno portato un totale di $ 7,8 miliardi nel solo secondo trimestre.

Nel secondo trimestre i ricavi di Pfizer sono aumentati dell’86% a livello operativo a 19 miliardi di dollari – se si escludono le vendite del vaccino BNT162b2 , i ricavi sono ancora aumentati del 10% a 11 miliardi di dollari.

Altri guadagni notevoli nel trimestre includono il farmaco per la miocardite Vyndaqel/Vyndamax, che è aumentato del 77%, mentre le vendite della sua terapia anticoagulante Eliquis sono aumentate del 13%.

 

 

 

 

Celine Dion, paralisi dopo il vaccino,

malattia più grave del previsto: “Paralizzata e con dolori.

 Garndeinganno.it- redazione- (3 Novembre 2021 )- ci dice:

 

Celine Dio ha annullato i suoi tuor per l’aggravarsi della sua malattia: “Ha avuto spasmi muscolari gravi” annuncia il suo staff.

“Ho il cuore spezzato“. Così Celine Dion ha commentato sui social lo stop, dovuto a problemi di salute, per le date degli spettacoli dal 5 al 20 novembre 2021 e dal 19 gennaio al 5 febbraio 2022 a Las Vegas.

 

La cantante, 53 anni, è stata anche costretta a riprogrammare il tour mondiale, a marzo 2022. L’artista – si legge nel comunicato stampa del suo staff diffuso sui social – “ha avuto spasmi muscolari gravi e persistenti che le impediscono di esibirsi.

Celine Dion si è vaccinata, ma la paralisi di cui soffre secondo i “fact check” non c’entra con il vaccino… nonostante migliaia di segnalazioni simili in VAERS tra i vaccinati, ma per Celine Dion la causa è “non chiara”.

 

 

 

 

Ideologia al potere.

Per Biden le famiglie (in USA)

sono covi di terroristi.

Laverita.info-Stefano Graziosi-(18 novembre 2021)- ci dice:

L’amministrazione Biden (in USA) ha un nuovo nemico: i genitori statunitensi.

Un pericolo a quanto pare rilevante, visto   che il Dipartimento di Giustizia ha addirittura mobilitato la sezione antiterrorismo dell’FBI.

A fine settembre , la National School Boards Association (NSBA) aveva inviato una lettera a Joe Biden , chiedendo aiuto contro quei genitori che si oppongono all’inserimento nei curricula scolastici della cosiddetta Critical race theory:un insieme di teorie sociologiche che mira a rileggere la storia secondo le categorie del razzismo sistemico . La lettera invocava il ricorso al Patriot Act  e bollava alcuni genitori in questione come terroristi interni. In particolare ,la missiva era stata firmata dal Ceo ad interim della NSBA Chip Slavea,il quale è legato al Partito democratico ,avendo lavorato nello Staff di Bob Wise: ex deputato ed ex governatore “Dem” della West Virginia.

 

E’ così che il Dipartimento di Giustizia ha emesso ,il 4 ottobre 2021 ,un controverso memorandum in cui si dà incarico all’FBI di occuparsi  della faccenda. Per carità : è vero che si sono verificati alcuni casi di genitori che avevano tenuto dei comportamenti di protesta esagerati  o sgradevoli contro i consigli scolastici. Ma si trattava appunto di singoli casi ,laddove l’opposizione all’indottrinamento nelle scuole coinvolge associazioni di carattere nazionale ,come Parents Defending Education.

Parlare di “terrorismo interno” e mobilitare addirittura l’FBI lascia non solo perplessi ,ma configura una potenziale violazione del  Primo emendamento, che tutela la libertà di espressione. Non solo :  nonostante in un primo momento Biden avesse cercato di  evitare le polemiche scaricando la responsabilità sul Dipartimento di Giustizia , nei giorni scorsi è emerso  che, prima di inviare la missiva di settembre ,la NSBA si fosse coordinata con la Casa Bianca. Segno che si è trattato di uno sforzo politico organizzato ai più alti livelli delle istituzioni USA.  

 

In questo clima, durante una testimonianza alla commissione Giustizia della Camera  il 21 ottobre 2021 ,il procuratore generale , Merrick Garland ,aveva cerato di minimizzare il suo stesso memo , dichiarando : “Non riesco  a immaginare una circostanza in cui i genitori sarebbero etichettati come terroristi interni”.Peccato che le cose stiano diversamente .L’altro ieri , i deputati repubblicani   hanno ottenuto  e pubblicato un’email interna dell’FBI ,datata 20 ottobre2021 e firmata dal vicedirettore della sezione antiterrorismo del Bureau ,Timoty Langan. Ebbene in questo documento -dedicato ai consigli scolastici -si riporta la creazione di un “tag di minaccia” e si prescrivono operazioni di “tracciamento”. Ne consegue  che, nonostante le minimizzazioni di Garland , i genitori ostili all’indottrinamento scolastico siano  trattati dal Bureau alla stregua di terroristi interni.

 

In tal senso ,il deputato repubblicano ,Jim Jordan   ha inviato una lettera di fuoco al procuratore generale. ”Se eri a conoscenza  delle azioni dell’FBI al momento della tua testimonianza ,questa prova mostra che hai volutamente ingannato la commissione” ha tuonato. Fedelissimo di Donald Trump , Jordan è il deputato attorno a cui si è verificato un piccolo “giallo “relativo al recente viaggio della guardasigilli , Marta Cartabia, negli Stati Uniti : in un primo comunicato pubblicato dal sito del ministero della Giustizia italiano il 13 novembre 2021 (e successivamente cancellato),la Cartabia avrebbe infatti dovuto incontrare  Jordan ,in quanto membro della commissione Giustizia della Camera dei rappresentanti. Un meeting che è stato espunto  dal comunicato successivo ,datato 15 novembre 2021 ,in cui si parlava invece genericamente di un incontro con “selezionati interlocutori USA”.

 

Ora non è chiaro se il meeting si saltato (o comunque non più pubblicizzato )perché attraverso Jordan ,la Cartabia temesse di essere politicamente associata a Trump e magari irritare qualche ambiente che conta (non è del resto un mistero che la guardasigilli sia una papabile candidata al quirinale, nonostante ieri abbia smentito ,dicendo di “non saperne niente”.

Tuttavia ,se realmente i rapporti istituzionali   fossero stati subordinati a considerazioni di tipo politico ,allora si dovrebbe porre un tema di opportunità anche per il suo colloquio -questo ,si, avvenuto-con l’omologo Garland  che sta adottando una linea controversa (e un po' inquietante ) sui genitori e sull’indottrinamento scolastico; tanto più  che la stessa NSBA,il 22 ottobre 2021,ha fatto marcia indietro ,scusandosi pubblicamente  per la lettera di fine settembre. In altre parole ,se di opportunità politica si è trattato, allora la cosa avrebbe dovuto valere per tutti, non solo per qualcuno.

Tutto ciò   ,mentre è proprio sul tema dell’indottrinamento  che i Dem Usa (comunisti) hanno perso le ultime elezioni governatoriali in Virginia : segno ,questo ,di una debolezza che potrebbe portare i repubblicani a riconquistare l’intero Congresso l’anno prossimo.

 

Quei repubblicani che in Italia certi ambienti  si ostinano a snobbare ,non rendendosi conto  che ciò potrebbe rivelarsi un grosso errore per il futuro.

 

 

 

 

 

Borghi: interrogazione su quanto detto

da Locatelli su “Nessun vaccinato in terapia intensiva.”

 

 Scenarieconomici.it-  Guido da Landriano- (Novembre 17, 2021)-ci dice:

 

Eravamo abbastanza sicuri che le parole di Franco Locatelli, presidente del Comitato Tecnico Scientifico, che ha affermato in una conferenza stampa che “Non ci sono vaccinati in terapia intensiva” avrebbe provocato delle reazioni, e, infatti, queste ci sono state.

 

Claudio Borghi, deputato della Lega, ha presentato un’interrogazione in materia di cui vi proponiamo il testo:

Venerdì 12 novembre 2021, seduta n. 594

CLAUDIO BORGHI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

 

il 5 novembre 2021 si è svolta a Palazzo Chigi la conferenza stampa sulla prosecuzione della campagna vaccinale, alla quale hanno partecipato il Ministro della salute, Roberto Speranza, il Commissario straordinario per l’emergenza da COVID-19, Francesco Paolo Figliuolo e il Presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. I temi affrontati in tale occasione sono stati dall’accelerazione sulle terze dosi, alle precauzioni da continuare a seguire per evitare la diffusione del virus;

 

il professore Franco Locatelli ha esordito parlando di «pandemia di non vaccinati», prendendo come spunto la medesima affermazione del Ministro della salute della Germania, Jens Spahn.

Secondi Locatelli è, infatti, evidente il rischio che ci troviamo di fronte a uno scenario epidemiologico composito, dove la possibilità di essere infettati e di sviluppare una patologia grave – tale da richiedere ricovero nelle rianimazioni e ancora di più il rischio di sviluppare patologie fatali – è significativamente diverso tra chi è vaccinato e chi non lo è;

infatti, Franco Locatelli ha affermato che secondo un’analisi dell’Istituto superiore di sanità è stato documentato che, in Italia, fino ai 59 anni di età, nessuno dei vaccinati è stato ricoverato nelle terapie intensive;

 

secondo il bollettino prodotto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) «Epidemia COVID-19. Aggiornamento nazionale 3 novembre 2021 – ore 12:00» pubblicato il 5 novembre 2021, che riporta i dati della sorveglianza integrata dei casi di infezione da virus Sars-CoV-2 riportati sul territorio nazionale e coordinata dall’Iss ai sensi dell’ordinanza n. 640 del 27 febbraio 2020, risultano delle incongruenze con quanto affermato da Franco Locatelli durante la conferenza stampa. Infatti, dalla tabella del documento che riporta i casi di COVID-19 diagnosticati, ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti negli ultimi 30 giorni (dal 24 settembre al 24 ottobre 2021) per stato vaccinale e classe d’età si può rilevare che per la fascia d’età 40-59 anni sono 2 (1,7 per cento) i vaccinati con ciclo incompleto e 14 (12,2 per cento) coloro che sono stati sottoposti a ciclo completo di vaccinazione;

 

un ulteriore grafico contenuto nel medesimo bollettino dall’Istituto superiore di sanità (Iss), pubblicato il 5 novembre 2021, presenta il confronto della popolazione italiana e casi di COVID-19 diagnosticati, ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti per settimana di diagnosi e per stato vaccinale nella classe d’età 40-59 anni. Nella settimana dall’11 al 18 ottobre 2021 i ricoveri in terapia intensiva sono stati del 20 per cento per i vaccinati e del 5 per cento per i ricoverati con ciclo incompleto; per quanto riguarda i decessi, il 25 per cento hanno riguardato i vaccinati con ciclo completo, nella settimana di riferimento –:

 

come si spieghi l’affermazione secondo cui nessun vaccinato è finito in terapia intensiva del professore Franco Locatelli, nonché portavoce del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) quale sommo organo di consulenza del Ministero della salute per il superamento della pandemia, considerato che la stessa appare sbagliata e incongruente rispetto ai dati raccolti e pubblicati nel bollettino dall’Istituto superiore di sanità (Iss);

 

quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere per evitare che vengano diffusi, nuovamente e durante una conferenza stampa nazionale, informazioni non corrette sull’andamento della pandemia e delle ospedalizzazioni da COVID-19, con il solo fine di promuovere la campagna vaccinale senza tener conto dei dati reali.

 

Siamo piuttosto curiosi di sapere che cosa risponderà il ministro Speranza, se mai risponderà. Speriamo che non c’abbia Judo…

 

 

 

 

 

 

 

Petrolio: Biden alla disperazione chiede

aiuto alla Cina e lancia indagini federali.

 

Scenarieconomici.it- Giuseppina Perlasca-( Novembre 17, 2021)- ci dice:

 

 Inutile nascondere che Joe Biden è disperato per gli elevati prezzi dell’energia che, negli USa, sono legati soprattutto alla crescita nei prezzi del petrolio e quindi dei carburanti, Purtroppo le riserve USA sono già molto basse e non è possibile al Presidente ordinare il rilascio di ulteriori quantità. Ecco un grafico esplicativo della situazione riserve.

 

Per questo motivo, e per una crisi energetica di cui lui, con i governatori democratici, è il principale colpevole, Biden si è risolto a prendere due decisioni effettivamente estreme:

 

secondo SCMP si è dovuto abbassare a chiedere alla Cina di rilasciare parte delle proprie riserve strategiche per aiutare a contenere il prezzo mondiale dell’oro nero, rendendosi in questo modo debole di fronte ad una potenza non amichevole e desiderosa di prendere il suo posto come leader mondiale;

Ha inviato una lettera al presidente della FTC (Federal Trade Commission), Lina Khan, chiedendole di tenere sotto controllo i prezzi dei carburanti perché, a suo dire, c’è il pericolo che “Gli americani stiano pagando di più per i prezzi del carburante a causa dei comportamenti anti competitivi e potenzialmente illegali delle aziende petrolifere“.

 

Quest’ultima parte è, con tutta evidenza, una minaccia bella e buona alle società petrolifere, anche perché Biden non ha nessuna prova di questi comportamenti collusivi, ma , nonostante questo, chiede a un ente federale di utilizzare specificamente tutti gli strumenti a propria disposizione per indagare.

 

Vi roviniamo la sorpresa rivelandovi il finale dell’indagine: non verrà trovato alcun illecito. Del resto , riguardo gli enormi profitti delle società petrolifere, dov’era la Casa Bianca l’anno scorso quando tutte le compagnie energetiche erano sull’orlo del fallimento per il prezzo del petrolio WTI andato in negativo,  costringendole a fare  decine di miliardi di debiti appena sopravvivere, mentre la benzina era la più economica degli ultimi anni? Magari Biden aveva Judo, e con lui tutti i democratici.

 

Del resto il prezzo della benzina sta seguendo pedissequamente quello del petrolio

Biden è disperato perché, con i prezzi dell’energia alle stelle, si riduce al lumicino la speranza di vincere, o almeno limitare i danni, nelle elezioni di Midterm. In questa situazione le camere cambieranno colore il prossimo anno, salvo colpi di scena.

 

 

 

 

 

 

 

 

Svizzera: il 28 novembre votano referendum

sul Covid-pass. Un esempio di democrazia.

 

Scenarieconomici.it- Guido da Landriano-( Novembre 18, 2021)- ci dice:

 

 

Pare che, ai confini dell’Italia, sia possibile una consultazione popolare, un referendum, sulle politiche relative al covid-19 di un governo nazionale. Una cosa stupefacente, incredibile, per chi abita da “Trieste in giù”.

 

Che succede nella Federazione Elvetica? Il 28 novembre si terranno tre referendum dei quali il più interessante è quello per cancellare le modifiche alla legge Covid-19 locale approvate con un altro referendum il 13 giugno 2021.

Come spiega il sito federale informativo, con questa norma, il Parlamento ha esteso gli aiuti finanziari a chi aveva ricevuto un sostegno troppo limitato o non ne aveva ricevuto nessuno. Il sistema di tracciamento dei contatti è stato ulteriormente sviluppato al fine di interrompere le catene di contagio ed è stato stabilito che la Confederazione avrebbe promosso i test COVID-19 e ne avrebbe coperto i costi. Inoltre, il Parlamento ha istituito la base legale per il certificato COVID che aveva chiesto di rilasciare alle persone guarite, vaccinate o sottoposte a test, al fine di agevolare i viaggi all’estero e consentire lo svolgimento di determinati eventi.

 

Praticamente la norma del marzo 2021, confermata con referendum, poneva la base per l’emissione di certificati Covid-19 svizzeri. Ora un comitato per il no vuole cancellare questa legge, ovviamente per la parte dei certificati.

 

Che dice il comitato per l’abolizione? Il problema è molto simile a quello vissuto in Italia, e lo presentiamo con le stesse parole dei promotori.

 

Molte delle norme attualmente vigenti nella legge Covid-19 comportano che le persone che non possono o non vogliono essere vaccinate sono escluse da molti ambiti della vita quotidiana. Ciò colpisce in modo particolarmente duro gli studenti ai quali, senza un certificato Covid, viene negato l’accesso a università e scuole superiori, nonché i dipendenti i cui datori di lavoro ri-chiedono tale certificato sul posto di lavoro con la minaccia di licenziamento se non adempiono a tale richiesta. A questo proposito non si tiene conto del fatto che il certificato Covid è già di per sé incostituzionale e che sempre più studi dimostrano che le persone vaccinate possono trasmettere il virus Sars-Cov2 allo stesso modo delle persone non vaccinate: proprio nei Paesi in cui la copertura vaccinale è molto elevata, il numero di casi sono in forte aumento.

 

Da qualche tempo, la Confederazione non ha quindi più parlato del suo obiettivo auto-dichiarato di raggiungere un’«immunità di gregge», ma solo del fatto che la vaccinazione ha lo scopo di proteggere dai decorsi gravi. A questo proposito, tuttavia, l’UFSP (così come il Robert-Koch-Institut) ha dovuto ammettere che i contagi da vaccino sono superiori a quanto precedentemente ipotizzato e che sono stati sottostimati.

Tuttavia, ciò non sorprende, tanto più che l’UFSP non registra nemmeno lo stato vaccinale di coloro che risultano positivi e, di conseguenza, i contagi da vaccino, per cui non esiste alcun controllo sulla riduzione della protezione delle vaccinazioni tanto decantate contro il Sars-Cov227. Per concludere, un No alla legge Covid non ha effetti negativi su nessuno, mentre un Sì danneggerebbe in molti modi tutta la nostra società.

Da qui il seguente appello a tutti i vaccinati, guariti e non vaccinati:

 

Chi non vuole essere limitato nella vita e nella libertà di movimento,

chi non è disposto a farsi somministrare un vaccino a mRNA/vettore – la cui omologazione è tuttora temporanea – ogni pochi mesi e sotto la pressione del governo,

chi non vuole essere responsabile dell’esclusione di altre persone dalla vita pubblica e sociale o addirittura del fatto che queste persone perdano il lavoro e quindi il loro sostentamento a causa dell’obbligo di un certificato,

chi vuole difendere i diritti fondamentali di tutti i cittadini in Svizzera e

chi vuole porre fine a questa società a due classi e alla divisione della comunità provocata dal Consiglio federale, il 28 novembre 2021voterà:

NO alla modifica del 19 marzo 2021 della legge Covid-19!

 

Ovviamente il governo federale sostiene una visione opposta, che senza il certificato covid-19 vi sarebbe un blocco della libertà di movimento dei cittadini elvetici, soprattutto verso l’estero, oppure che vi sarebbero forti limitazione alle attività anche in Svizzera, affermazione che vengono contestate dalla controparte.  Comunque è veramente esemplare come, in modo molto civile, un popolo possa venir chiamato a pronunciarsi su una questione così importante, il tutto senza gli spettacoli indecorosi e disinformativi che siamo costretti a sorbirci spesso qui in Italia.

 

 

 

 

 

Vaiolo: trovate fiale in laboratorio Mercks,

 dove non dovevano essere! FBI indaga.

 

Scenarieconomici.it- Guido da Landriano- (Novembre 18, 2021)- ci dice:

 

 

Fiale di Vaiolo e di vaccino per il vaiolo sono state scoperte dove assolutamente non dovevano essere, lanciando un allarme gravissimo che porterà alle indagini della FBI e fa dubitare della sicurezza del sistema internazionale di laboratori. In Pennsylvania, presso un laboratorio Mercks, sono state trovate 15 fiale, di cui cinque marchiate con il nome “Vaiolo” e dieci come Vaccino per il vaiolo”.

 

Peccato che, come da accordi del OMS, il vaiolo e il suo vaccino debbano trovarsi solo in due laboratori al mondo, il primo nella sede del CDC in Atlanta e il secondo in Russia, nel laboratorio di stato di Koltsovo, in Siberia. Questo perché il virus umano è stato debellato definitivamente negli anni settanta, con l’ultimo caos registrato nel 1979 in Etiopia, e dal 1980 non si procede più alla vaccinazione di massa. Che ci facevano in un laboratorio privato, dove non avrebbe mai dovuto essere?

 

Il Vaiolo è una malattia pericolosissima, altamente contagiosa, con una mortalità dal 30% al 35%, che, quando va bene, lascia ampie chiazze sulla pelle, quando va male conduce alla morte, alla cecità o alla deformità degli arti. Si calcola che abbia infestato il mondo dal II millennio A.C. e perfino il faraone Ramses V ne ha sofferto. In media, fino al XVIII secolo, uccideva 400 mila europei all’anno, soprattutto bambini.

L’inglese Jenner creò il primo vaccino utilizzando il Vaiolo Bovino (cioè “Vaccino”, delle vacche) alla fine del XVIII secolo e le ampie campagne vaccinali del XIX e XX secolo lo hanno cancellato dalla terra, tranne che, appunto, in due laboratori, dove viene conservato solo per precauzione. Non doveva essere assolutamente nel laboratori Mercks.

 

La fuga del virus avrebbe conseguenze devastanti, dato che dagli anni ottanta la popolazione non è più vaccinata contro la malattia. Ecco perché questa violazione risulta essere un caso gravissimo e molto preoccupante, tanto che, appunto, ora la CDC e la FBI stanno investigando per capire come queste fiale siano potute trovarsi in quel laboratorio. Sarebbe meglio non scherzare con certi virus.

Comunque una conseguenza, forse, c’è stata: le azioni della Siga Technologies, produttrice dell’antivirale Tpoxx, attivo contro questo tipo di malattie, sono cresciute potentemente.

Bisogna dire che la causa però potrebbe essere un caso di vaiolo delle scimmie, non preoccupante, riscontrata in Maryland da una persona che era stata in visita in Nigeria.

 

 

 

 

 

 

 

 

Australia: il governo rischia di spendere decine

di milioni in rimborsi per gli effetti aversi al vaccino Covid.

 

Scenarieconomici.it- Fabio Lugano-( Novembre 18, 2021)- ci dice:

 

 

Il governo australiano potrebbe essere costretto a spendere decine di milioni in rimborsi dopo aver ricevuto più di 10.000 richieste di risarcimento da persone che hanno subito effetti collaterali e perdita di reddito a causa dei vaccini Covid-19. Il tutto derivante da una norma che dà solo rimborsi limitati, a fronte di una rinuncia a cause civili.

 

In base al suo schema d’indennizzo automatico, senza riconoscimento di colpa per il governo,   i richiedenti ritenuti idonei possono richiedere importi di risarcimento compresi tra AU $ 5.000 (circa 3200 Euro) e AU $ 20.000 (circa  13 mila euro) a risarcimento di  per spese mediche e la perdita di salario a causa di ricovero in ospedale dopo la vaccinazione. Importi superiori di rimborso sono possibili, ma con una procedura diversa. Il portale online dello schema dovrebbe essere lanciato il prossimo mese, ma è possibile già pre- iscriversi.

 

I dati ufficiali fanno capire che oltre 10.000 persone hanno già manifestato l’intenzione di presentare un reclamo dall’apertura della registrazione sul sito Web ufficiale, e questo solo nel mese di settembre. Se ogni richiesta fosse approvata, il governo potrebbe affrontare un conto di almeno 50 milioni di dollari australiani (32  milioni di euro), senza considerare che non si sa quanti abbiano manifestato il proprio interesse in ottobre.

 

Secondo la Therapeutic Goods Administration,  al 7 novembre in Australia si sono verificati circa 78.880 eventi avversi alla vaccinazione correlata al Covid. La maggior parte degli effetti collaterali sono stati minori, inclusi mal di testa, nausea e dolore alle braccia, ma evidentemente i casi maggiori non sono pochi.

 

Lo schema australiano è molto rapido, anche se il rimborso garantito è piuttosto esiguo e appare, francamente, inadeguato. Per chi ha avuto almeno una notte di degenza il rimborso è automatico, sotto presentazione di prove, ancora non chiarite. Se però la richiesta supera i 20 mila dollari australiani, comprese quelle per decessi correlati al vaccino, allora il giudizio dovrebbe passare a una commissione di esperti indipendenti che emetterà un giudizio sulla cifra ritenuta congrua.

 

I rimborsi potranno essere su varie patologie riscontrate come effetti collaterali della vaccinazione, dalla trombocitopenia alle miocarditi e pericarditi, a tutti gli altri disturbi correlati.

 

 

 

 

 

Ecco perché siamo in pieno

Segregazionismo.

 

Conoscenzealconfine.it- Dott.Davide Lovat-(18 Novembre 2021)-ci dice:

( TelegramTwitterFacebook).

 

 

 

 

La cosa che più risalta ai miei occhi nell’osservare l’operato del Governo guidato dal cittadino Mario Draghi è la sua impronta chiaramente segregazionista.

 

Mi spiego bene, perché probabilmente non si sta facendo mente locale sulla deriva antidemocratica e, appunto, fondata sulla discriminazione verso una parte degli esseri umani che è in corso nella Repubblica italiana.

Anche i bambini delle elementari sanno che i tre princìpi morali su cui si fondano le democrazie moderne sono libertà, fraternità e uguaglianza. Anche i ragazzi delle medie sanno che nessun cittadino può venire discriminato, né privato dei suoi diritti umani e civili, se rispetta la legge e la Costituzione vigente. Ebbene, l’introduzione del green pass con le modalità italiane, del tutto diverse da quelle previste in sede europea, accompagnata dalla propaganda che enfatizza lo stato d’emergenza sanitaria, ha violato tutti questi princìpi nel modo che è opportuno descrivere per meglio ragionarci sopra.

 

Bisogna iniziare dalla violenza verbale consentita nei confronti di chi si avvale della facoltà di non sottoporsi a un trattamento sanitario come l’assunzione consensuale dei preparati medicinali proposti dallo Stato per prevenire la malattia da Covid 19. Queste persone sono state grossolanamente bollate, facendo di tutta l’erba un fascio, con la definizione stigmatizzante di “no vax” e nei loro confronti sono state dette impunemente cose gravissime, impronunciabili verso qualunque altra categoria umana.

 

Tra le più gravi cito, ma solo come campione di uno sterminato elenco: un virologo spesso presente in tv li ha chiamati “sorci”, un giornalista ha invitato i riders che consegnano il cibo a domicilio “a sputare nelle pietanze dei no vax”, una figura istituzionale della città portuale di Trieste li ha paragonati a “disertori, ovvero traditori che in tempo di guerra andavano messi al muro e fucilati alla schiena”.

 

Agli ormai pochi che si occupano di politica avendo letto qualcosa di inerente alla materia, potrebbe venire in mente la definizione di “chandala” usata da Nietzsche e poi strumentalizzata dai nazisti per creare concettualmente la categoria razziale degli “untermensch” (subumano).

 

Chiedo: è falso affermare che il green pass nega a cittadini che rispettano la legge, persone che si avvalgono del loro diritto riconosciuto alla libertà terapeutica, l’accesso a servizi, invece permesso a chi in nome dello stesso diritto compie una scelta diversa? È falso affermare che il diritto al lavoro in condizioni di parità, fondamento della Costituzione, è pregiudicato dall’obbligo di dover dimostrare a proprie spese la propria condizione naturale di essere umano sano?

 

È dissimile dalla realtà rilevare che mille volte al giorno, in tv e sui giornali, si opera la distinzione fra “vaccinati” e “no vax”, con tanto di percentuali per definire la proporzione dei due gruppi, ovvero gli “obbedienti” e i “dissidenti”, in seno alla cittadinanza? È senza fondamento affermare che si sta parlando e scrivendo di ulteriori misure restrittive verso chi è sprovvisto di green pass, come confinamenti mirati e sospensione di diritti alle cure?

 

Non sono tutti questi fatti assodati e certi? Simili provvedimenti non rendono forse i destinatari delle restrizioni dei “subumani” – gli “untermensch”, appunto – che per mantenere in parte i propri diritti devono ogni quarantotto ore farsi concedere dallo Stato la patente di “sano” che è invece una condizione naturale dell’uomo? Non si capisce che attribuendo allo Stato questo potere, e riducendo l’essere umano dalla condizione di “sano” a quella di “malato fino a prova contraria”, si distrugge la democrazia governata secondo princìpi filosofici, giuridici e morali, e si istituzionalizza il dominio della tecnica, trasformando lo Stato in una tecnocrazia governata invece secondo parametri arbitrari di tipo sanitario o economico?

 

Se non si comprende che una tale transizione diventerà irreversibile anche a danno di chi è attualmente obbediente ai parametri momentanei, almeno si provi a riflettere sul significato della parola libertà in rapporto al modo di utilizzare il green pass; su quello della parola uguaglianza paragonando tra loro cittadini parimenti sani e parimenti rispettosi della legge, ma con opinioni diverse in materia sanitaria; per non dire di quello della parola fraternità in presenza di un clima d’odio e di esecrazione perpetua, fomentato contro chi non ritiene vantaggioso, utile o congruo un trattamento sanitario per una malattia che ha un tasso di letalità assai basso, certificato dalle statistiche.

 

Non entrando nel merito delle valutazioni che stanno a monte delle scelte sanitarie di ciascuno, ma soffermandomi sull’aspetto strettamente politico della vicenda, ribadisco l’allarme per l’uso spregiudicato di uno strumento discriminatorio come il green pass, la preoccupazione per l’intenzione paventata da esponenti del governo Draghi di voler estendere lo stato d’emergenza oltre i termini previsti dalla legge finora in vigore, ma soprattutto denuncio la natura segregazionista e repressiva che l’esecutivo sta palesando anche con i provvedimenti verso le manifestazioni di dissenso, garantite costituzionalmente, perseguite con mezzi gravemente sproporzionati rispetto alla necessità.

 

Ritengo che non sia necessario aspettare il ripetersi di una tragedia, passo per passo fino all’ultima vittima, per poter evidenziare le analogie con quanto già visto in passato. Credo invece che il passato serva come “vaccino” per generare gli anticorpi contro una nuova aggressione all’umanità da parte del “virus” del totalitarismo.

Prima si interviene a fermare la deriva segregazionista del “gabinetto” comandato dal cittadino Mario Draghi, usando il “vaccino” delle elezioni politiche per riordinare il Parlamento e ristabilire la corretta rappresentanza democratica mutata dagli eventi recenti, prima avremo speranze di uscire da questo incubo autoritario e segregazionista.

 

Ecco, in questo caso, essere “no vax” può avere elementi di colpevolezza morale assai più gravi di quelli attribuibili a chi non vuole che il suo bambino di sei anni debba sottoporsi a un trattamento sanitario coatto per poter andare a scuola o fare attività ricreative in condizioni di parità con i coetanei.

 

(Articolo di Davide Lovat  – dottore magistrale in Scienze politiche, filosofo del diritto, dottore in Scienze religiose

Fonte: https://www.aldomariavalli.it/2021/11/14/ecco-perche-siamo-in-pieno-segregazionismo/)

 

 

 

 

 

 

 

Siamo noi, i veri protagonisti

di questo tempo decisivo.

 

Libreidee.org-Michele Giovagnoli-(18/11/2021)-ci dice:

 

Il nostro “stare fermi” per 21 giorni, a partire dall’11 dicembre, basterà per chiudere questa storia? Sicuramente no. Però quei 21 giorni di inattività e di festa sono indispensabili, fondamentali. Quand’è che finalmente arriveremo a chiuderla, questa faccenda? Quando si sarà raggiunto un livello di maturazione, nelle persone, tale da creare un terreno che non potrà più ospitare questo tipo di situazione.

Questa operazione – stare fermi – ci sta facendo crescere. Noi stiamo crescendo, letteralmente, alla velocità della luce: stiamo crescendo nella luce, dentro i fotoni che stanno arrivando dal Sole, carichi di informazioni. E questo tempo ha proprio questa funzione: farci crescere. Inesorabilmente cresciamo, ci trasformiamo. Giorno dopo giorno, diventiamo più veri. Più puliti, più raffinati.

Prova a guardarti: com’eri, quattro mesi fa? Come reagivi, di fronte a certe situazioni? Che idea avevi, del mondo? E poi prova a guardarti adesso. Ecco: noti che sei cambiato, ti sei raffinato. E questo ti ha portato a ospitare, dentro di te, uno stato totalmente nuovo.Nei nostri incontri quotidiani, e anche nel vivere la pressione a cui siamo sottoposti, stiamo facendo come il carbone: lentamente, il carbone si trasforma in diamante.

 

Il diamante è carbone, sottoposto a pressioni particolari. E allora assume forme differenti: si cristallizza. E noi stiamo facendo la stessa cosa. Per loro, questa pressione ormai è inevitabile: se la allentano, gli crolla tutto addosso. Per noi invece è funzionale, perché ci sta trasformando: giorno dopo giorno, ci sta facendo diventare più belli. Migliori, più forti. Giorno dopo giorno, conquistiamo l’arte della fermezza.

 

 E riscopriamo quando è bello stare insieme alla gente della propria specie. Quanto ci è mancata, la spiritualità, in momenti così particolari come quello del Natale? Giorno dopo giorno scopriamo quanta fame abbiamo, di vivere gesti che portino del bene a qualcun altro. Giorno dopo giorno ci stiamo raffinando: le nostre cellule cambiano.

Ognuna di queste giornate induce delle mutazioni genetiche. E ci stiamo accordando su note sempre più alte. Fino a un punto in cui la nostra consapevolezza – il nostro stato, la nostra vibrazione – sarà talmente alta, che non sarà più possibile che, su questo suolo, succedano certe cose. Quand’è che, “di là”, salteranno per aria?

 

Quando noi avremo cambiato l’atmosfera che c’è, in questo pianeta: il suo stato. Il progetto ostile è mondiale, non esistono zone-rifugio. Quindi siamo condannati a “scappare dentro noi stessi”. E ciò rende speciale questo tempo: rende speciali tutte quelle cose che, fino a un po’ di tempo fa, ci facevano sentire “diversi” e “sbagliati”. La bellezza che ho incontrato, nel vivere, è che questo tempo sta dando senso a tutto quello che era successo prima: questo tempo giustifica tutte le sofferenze che ho vissuto in precedenza. Perché io sono nato per questo tempo. E’ il tempo della mia fioritura, della tua.

 

E’ il tempo in cui darò i frutti migliori del mio albero, e così anche tu.Sapere di cosa si soffre aiuta a soffrire meno? Siamo andati già oltre: questo stato di cose che stiamo vivendo, il sentirsi orfani e clandestini, si sta trasformando in una visione: riusciamo a vedere da dove siamo arrivati. Ricordiamo cos’eravamo, quali bilanci avevano fatto. Avevamo degli ideali, per i quali all’inizio ci deridevano. Un po’ alla volta, invece, queste cose sono diventate una integrità, dentro di noi. Si sono cristallizzate e sono diventate delle colonne. E tutte queste colonne hanno accolto poi un abbraccio, da parte della volta celeste, fino a diventare un tempio. Noi siamo proprio delle colonne, che fanno sì che la Terra e il Cielo diventino un tempio: e siamo noi a sostenerlo.

 

L’essere umano consapevole, l’essere “solare”, è la colonna di un tempio, che ha per base il cuore di questo pianeta e ha per volta la volta celeste. Non appena ne abbiamo individuato il senso, questo tempo diventa bellissimo.Dici: sto soffrendo, non posso più andare nemmeno al ristorante? Però tutto questo ha un senso, perché stai “portando il nuovo”.

E pensi: è normale, che non mi vogliano più, là, perché io ho una frequenza più alta. E’ normale, sto portando una realtà nuova. E loro mi stanno semplicemente dicendo: guarda, questa realtà (vecchia) non fa più per te. E io la sto vedendo, questa cosa. Vedo tutto l’iter che ho fatto, quindi individuo tutte le cause: e c’è una logica, che ci fa sentire i veri protagonisti di questo tempo.

 

Esseri umani, uomini e donne che hanno scelto di far arrivare, su questo pianeta, una frequenza diversa. Siamo tutti “angeli”, portatori di novità. Il peso che sentivamo era quello delle ali chiuse. Quando ci incontriamo, quando stiamo insieme, provo una leggerezza che non avevo mai provato. Me ne rendo conto: mi unisco alle ali degli altri, alla loro leggerezza.

 

Noi uniamo delle leggerezze, degli entusiasmi, della luce. E questo ci consegna al tempo – realmente – da imperatori, da imperatrici. Abbiamo già vinto, perché la vittoria era arrivare integri, sin qui. Non ci hanno cambiato, non hanno cambiato il nostro progetto animico.

 

 Volevamo esseri fedeli ai nostri valori, e ci siamo riusciti. Volevano essere fedeli a quella frequenza, e l’abbiamo mantenuta. E’ questa, la grande vittoria. Possono cacciarti da una piazza, possono multarti, possono proibirti di accedere a spazi, di prendere un treno. Ma oltre quella soglia non possono andare. Da lì in avanti c’è tutto il tuo mondo, che per loro è irraggiungibile. E questo mondo ha la facoltà di avvolgere il vecchio, e di chiuderlo. Guardiamo quanti siamo, ascoltiamoci. Non siamo prossimi ad un termine. Al contrario, siamo partiti: noi siamo, letteralmente, l’inizio. E quindi le cose possono solo migliorare, per noi.

 

(Michele Giovagnoli, estratti dal video-intervento su Facebook il 16 novembre 2021).

 

 

 

 

 

 

Robert Kennedy e la sparizione dalle tv

della tabella con i vaccinati morti.

 

Affaritaliani.it- Antonio Amorosi- (14 novembre 2021)-ci dice :

 

 

Lettera aperta a Vespa, Merlino, Gruber, Berlinguer, Formigli, Floris, Giletti, Annunziata e chi ne segue la linea: dove sono finite le domande scomode?

 

Covid: la sparizione della realtà, dei dati e delle domande scomode

Ieri c'era Robert Kennedy jr a Milano e non c'era nessuna tv mainstream.

 

Manifestazione No Green Pass con Kennedy, Moratti tra la folla? Giallo.

 

Per sentire le affermazioni del leader americano con le proprie orecchie e capire se è un disinformatore No Vax, come lo descrivono giornali e tv, o un avvocato ambientalista da sempre dalla parte dei più deboli e che solleva dubbi sulle condizioni della libertà nel mondo, bisognava cercare le dirette web.

 

Nello spiegare le responsabilità dei governi, cosa sia questa nuova forma di controllo della società con il Green Pass, di sparizione dei dati, di manipolazione delle coscienze con la paura, Kennedy ha portato un esempio:

“Nel 1967 hanno fatto un esperimento sociale. Sulla base di una calamità presunta, un'autorità sanitaria ha chiesto alla popolazione di fare qualcosa che violasse i propri diritti, valori e coscienza. Alla fine dell’esperimento, per tentare di uscire da quella situazione, il 67% della popolazione ha fatto quello che gli veniva chiesto dalle autorità sanitarie, calpestando i propri valori e la propria coscienza”.

 

In questi giorni il Washington Post ha scritto che l’Italia è il laboratorio politico mondiale per eccellenza: per la prima volta si sperimentano limitazioni dei diritti mai visti in nessun Paese a democrazia avanzata.

D’altronde noi italiani viviamo in uno stato di nevrosi collettiva da 2 anni: abbiamo paura della pandemia, ci fidiamo di governi, case farmaceutiche e virologi che la gestiscono con risultati discutibili, non li contestiamo pubblicamente ma sotto sotto ne vediamo limiti e magagne.

E i media ripetono il mantra del governo Draghi che bisogna vaccinarsi altrimenti si muore: se ti vaccini contro il Covid, a differenza dei No vax, non finisci in ospedale e non sviluppi la malattia grave.

Cosa ripetono tv e giornali a canali unificati? Che i vaccinati non muoiono, alcuni finiscono in terapia intensiva, è un paradosso perché sono tantissimi i vaccinati, ma non muoiono.

In questa nevrosi collettiva ciò che è scomparso sono i dati, il mondo reale e le domande, fatti di 137.000 morti.

 

Qualche giorno fa si è tenuto a Torino un convegno critico sulle politiche pandemiche. C’erano scienziati, medici, ricercatori, filosofi, giuristi italiani di stampo internazionale che hanno smontato pezzo dopo pezzo cosa è stato detto sulla pandemia negli ultimi due anni. Sarebbe bastato dargli spazio con continuità su un media mainstream per avere oggi una rappresentazione completamente diversa di quanto accaduto.

 

Figure della capacità dialettica di un patologo, esperto di sistemi complessi come il professor Mariano Bizzarri de la Sapienza, filosofi che conosciamo come Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, giuristi come Ugo Mattei, il massmediologo Carlo Freccero e chi più ne ha più ne metta.

 

Si preferisce non ascoltarli e se gli si dà spazio li si aggredisce verbalmente, impedendogli di parlare, preferendo leader approssimativi e discutibili, come Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, che scaricano i loro insuccessi sui comportamenti della gente. In tv le critiche al governo non sono ben viste.

Le critiche si fanno alle persone che non hanno potere, mostrandone casomai le contraddizioni ben che vada o meglio si invita un estremista strampalato (più lo è meglio funziona), lo si dipinge come un rappresentante dei contestatari e lo si ridicolizza. Chi dissente è diventato un problema. E’ un mondo alla rovescia. Come con gli asintomatici trattati né più né meno da untori.

O il contagio: lo si vede nelle piazze che protestano e per questo si vietano le manifestazioni-assembramenti ma contemporaneamente si chiede che lo stadio Olimpico sia pieno per la partita Italia-Svizzera. Contraddizioni senza giustificazioni che hanno fatto sparire tutti i diritti, privilegiando solo quello alla salute. 

 

L'assenza delle tv mainstream con Kennedy ne è l'ennesima prova. La propaganda mondiale a traino dei governi è l’unica via. In realtà in piazza i tg mainstream c'erano e in prima serata, dopo il classico servizio di morte e distruzione, con immagini delle terapie intensive stracolme di intubati non vaccinati, (non è vero: in questo momento l’occupazione delle terapie intensive non supera il 10%) e il contagio che semina il panico in Europa, hanno fatto un ritratto del leader americano in piazza, intento in una sorta di delirio negazionista ad arringare la folla.

 

Addirittura oggi è stato deriso sul Corriere della Sera da Beppe Severgnini che lo ha ridicolizzato in modo paternalistico chiamando in causa il padre ucciso “che interceda per noi” con il signore, visto che il figlio è svitato.

 Quasi che Robert Kennedy jr sia un esagitato privo di sostanza e lo ha descritto pure “senza voce”, quando almeno su questo bastava documentarsi un minimo per sapere che Kennedy soffre di una disfonia spasmodica alla laringe che gliela fa tremare. Bisogna vivere la richiesta di libertà come una colpa, in questa epoca in cui la scienza è dominata dagli affari e utilizzata strumentalmente dai governanti.

 

Cari colleghi, ma dove è finita la realtà, il giornalismo? Cosa si fa per informare correttamente i cittadini? Ci fidiamo solo ciecamente dei governi?

Cari colleghi che organizzate i talk show, Myrta Merlino, Bruno Vespa, Giovanni Floris, Corrado Formigli, Bianca Berlinguer, Lilli Gruber, Massimo Giletti, Lucia Annunziata e tutti quelli che ne seguono la linea, dove sono finite le domande scomode?

Tra voi ci sono persone che stimo. Ma non sentite il dovere di farle ai governi, invece che alla gente inerme che quando è invitata viene ridicolizzata e derisa? Alcuni di voi queste domande le hanno fatte, va detto. Ma non vedete una sproporzione ciclopica di trattamento? Dove sono finiti il potere, la realtà e i suoi numeri?

 

Eppure avete colleghi, troupe, risorse. In controtendenza sono nate migliaia di web tv, pagine di social, siti di persone che si sono stancate del racconto della vostra tv. La realtà anche per loro è sparita e non intendono più aspettare: la raccontano con i loro mezzi e scendono in piazza a contestare la stampa. Ma ci rendiamo conto? Sono tutti invasati? Possibile?

Facciamo un esempio per capirci. Se ne potrebbero fare a centinaia ma ne porto uno degli ultimi giorni. C’è una tabella che nessun effetto paradosso può nascondere e che da settimane è sulle scrivanie di tutti, una piccola tabella pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità (DATA PUBBLICAZIONE: 29 OTTOBRE 2021). La tabella dice che negli ultimi 30 giorni tra i decessi in Italia abbiamo avuto 511 non vaccinati e 461 vaccinati.

 

Qui c’è una piccola, grandissima verità che non compare nei vostri dibattiti e collide con l’etica giornalistica. Non è che si può nasconderla con l’effetto paradosso. Non è vero che i vaccinati, quando malauguratamente finiscono in terapia intensiva, non muoiano. Ne muoiono tantissimi, troppi! Tra questi 337 sono ultra ottantenni, così come della stessa età ne muoiono tanti che non sono vaccinati. Sono addirittura morte 16 persone vaccinate con un’età compresa tra i 12 ai 59 anni.

E allora sorge la domanda: non è che la realtà è un po' più complessa della narrativa messa in piedi fino ad oggi? Non sarebbe il caso di farsi qualche domanda in più?

Non è che le misure adottate dai governi sono sbagliate? E bisognava fare come Corea del Sud e Svezia, che da inizio pandemia hanno un numero ridottissimo di morti, non hanno mai avuto un lockdown e la nostra crisi sociale, ma proteggono gli ultra anziani e fanno circolare il virus nel resto della popolazione per fargli perdere carica virale?

Non l’avete vista questa tabella? Ve ne siete dimenticati?

 

L’effetto paradosso, di Simpson, fa si che il numero assoluto tra infezioni, ospedalizzazioni e decessi possa essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, vista la percentuale elevata di vaccinati e la minoranza di non vaccinati.

 A fronte di questi dati parziali pubblicati, il vaccino incide in modo positivo. Ma nell'insieme non dovrebbero esserci percentuali così elevate di decessi tra i vaccinati.

La condizione di ognuno, il rapporto costi-benefici, andrebbe sempre valutata caso per caso, persona per persona, considerando gli indici non trascurabili di reazioni avverse post vaccinazione, resi pubblici nei report degli organismi di vigilanza. Oltretutto nei media mainstream italiani si continua a dire, senza voci discordanti, che i vaccinati si ammalano gravemente ma tendenzialmente non muoiono.

 

 

 

 

 

 

Il grande inganno dell’Intelligenza artificiale.

Money.it- Riccardo Lozzi-(18 Ottobre 2021)- ci dice:

 

 

Lavoratori precari, sistemi tecnologici non funzionanti e investimenti da miliardi di dollari. Ecco cosa si nasconde dietro l’Intelligenza artificiale.

 

L’Intelligenza artificiale rappresenta uno dei settori più importanti e affascinanti del nostro tempo, soprattutto in un’ottica in cui questa tecnologia deve essere messa a servizio di un miglioramento delle condizioni sociali, sanitarie ed economiche della popolazione mondiale.

 

Negli ultimi 10 anni i finanziamenti privati a favore di startup e imprese operanti in questo settore sono aumentati in maniera progressiva, con una forte accelerazione impressa in particolare nell’ultimo anno.

Come è stato evidenziato in un rapporto dell’OCSE, gli investimenti da parte dei Venture Capitalist nelle aziende dell’Intelligenza artificiale sono passati da un volume complessivo di 3 miliardi di dollari registrato nel 2012, a un valore di circa 75 miliardi di dollari nel 2020.

 

Questo mercato, che sta osservando un’espansione economica a ritmi elevatissimi, tuttavia nasconde una serie di pratiche poco trasparenti, dando vita a quello che potrebbe essere definito come il grande inganno dell’Intelligenza artificiale.

 

Finanza: le persone si fidano più dei robot che degli umani per gestire i propri soldi

Cosa si nasconde dietro l’Intelligenza artificiale.

Per descrivere meglio questo tipo di funzionamento è stato coniato il termine “AI washing”, riprendendo il concetto di green-washing e applicandolo in questo caso all’Artificial Intelligence.

 

Vale a dire che diverse startup, per accedere a una maggiore fetta di finanziamenti, quantificabile fino al 50% in più rispetto a quelli a cui riescono ad arrivare altre società di software, dichiarano di sviluppare tecnologie di machine learning, senza però che questo sia effettivamente riscontrabile.

MMC Ventures, uno dei maggiori fondi di Venture Capital nel settore tecnologico, nel 2019 ha pubblicato un report in cui è stato rilevato come il 40% delle startup che affermavano di sviluppare soluzioni e prodotti di Intelligenza artificiale, non abbiano pubblicato alcuna prova a supporto di una reale innovazione tecnologica.

In molti dei casi riscontrati, infatti, è possibile osservare l’intervento umano da parte di lavoratori che alimentano in maniera decisiva le funzioni che dovrebbero invece essere realizzate dalle macchine autonomamente.

 

Le conseguenze di questo grande inganno.

Le conseguenze di questo genere di pratiche scorrette si palesano in diverse forme. Da un lato le persone impiegate nel settore non sono riconosciute ufficialmente come dipendenti con queste mansioni a livello contrattuale.

 

Dall’altro, viene provocata una distorsione del mercato, in cui è sempre più difficile distinguere quali siano le imprese in grado di apportare una reale innovazione da quelle che invece falsificano i propri risultati.

 

Tra le aree in cui si è maggiormente investito nell’ultimo decennio per sviluppare soluzioni del genere, i primi due posti sono occupati dalla mobilità e dall’assistenza sanitaria. In particolare quest’ultima, nel 2020, in concomitanza con lo scoppio della pandemia da Covid-19, ha rappresentato il 16% sul totale degli investimenti a livello mondiale.

Il rischio è quindi che i risultati falsati dall’intervento umano portino a prospettive irrealistiche rispetto alla capacità informatica dell’Intelligenza artificiale attuale in settori di fondamentale importanza per la società.

 

L’intervento umano nelle soluzioni AI.

 

In diversi casi, gli algoritmi che dovrebbero funzionare in maniera autonoma, non sono realmente in grado di lavorare da soli. Si passa così da una responsabilità di semplice sorveglianza a un vero e proprio intervento da parte di queste figure professionali che svolgono il lavoro delle macchine.

 

Come riportato da alcuni analisti, si va da situazioni in cui i lavoratori intervengono come moderatori, come nel caso di Facebook per contrastare il fenomeno delle fake news, fino all’elaborazione manuale di servizi venduti come automatizzati, tra cui, ad esempio, servizi di contabilità o di segreteria virtuale.

Nel saggio Ghost Work viene offerta un’analisi approfondita del sistema. I due autori, l’antropologa Mary L. Gray e il computer scientist Siddharta Suri, hanno introdotto la definizione di “lavoratori fantasma”, ovvero una nuova forza lavoro invisibile ma essenziale nel settore digitale, i quali fanno apparire “Internet più intelligente di quanto sia realmente”.

 

I lavoratori al servizio dell’Intelligenza artificiale

Nella maggior parte dei casi, si tratta di lavoratori precari con mansioni ad alto valore tecnologico. Questi però non possono contare su nessuna garanzia contrattuale, tra cui le giornate di malattia retribuite, e possono veder interrotto il proprio rapporto lavorativo senza preavviso.

Viene stimato come circa l’8% della popolazione statunitense sia stata impiegata almeno una volta in questa economia nascosta. Un numero destinato a crescere nei prossimi anni.

 

Inoltre, secondo Gray e Suri, in caso il settore venisse regolamentato, si potrebbero creare enormi opportunità per una crescita economica più equa e, contestualmente, il settore informatico potrebbe ulteriormente evolvere così da sviluppare realmente quanto viene promesso dalle imprese che accedono a miliardi di dollari di finanziamenti.

Allo stato attuale, invece, si è arrivati al paradosso per cui non è l’Intelligenza artificiale a essere a servizio degli uomini, ma, al contrario, sono migliaia di gig worker senza tutele che vengono sfruttati per far apparire l’AI migliore di quanto sia nella realtà dei fatti.

 

 

 

 

 

 

Le strane tesi sul Coronavirus dell’onorevole

Berlato, tra No vax e No Green pass.

 

Open.online - David Puente -(7 NOVEMBRE 2021)- ci dice:

 

 

Non solo aveva interpretato male una risposta della Commissione europea sul Green Pass italiano, ma condivide le “battaglie” dei personaggi simbolo della disinformazione sulla Covid e i vaccini.

 

«Covid-19: il tempo della ragione» è il titolo delle live streaming dell’eurodeputato Sergio Berlato (FdI) trasmesse tramite la sua pagina Facebook ufficiale, un appuntamento dove vengono proposte diverse teorie come quella della “dittatura sanitaria” e del “vaccino non vaccino” contro la Covid-19. Al fine di sostenere l’esistenza di un “grande inganno”, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia ospita diversi personaggi come Silvana De Mari e Stefano Scoglio, entrambi seguito dagli ambienti No Vax e del negazionismo della Covid-19.

 

Ricordiamo che l’Onorevole Sergio Berlato è protagonista di un’interrogazione parlamentare dove, secondo lui, la Commissione europea gli avrebbe dato ragione sulla presunta illegittimità del Green Pass italiano. Leggendo l’intera risposta della Commissione, presente sia in lingua inglese che italiana sul sito istituzionale, tali affermazioni non trovano riscontro (ne parliamo qui).

 

Sergio Berlato e Silvana De Mari.

Durante la diretta del 2 settembre 2021, Sergio Berlato introduce i suoi ospiti, la Dott.ssa Silvana De Mari e il conduttore radiofonico Fabio Duranti di RadioRadio, definendoli due «veri combattenti» e dichiarandosi accomunato alle loro battaglie: «Ringrazio e ammiro sia Silvana che Fabio per le battaglie che quotidianamente hanno deciso di combattere per garantire una corretta informazione, battaglie che combattono per fare in modo che la gente non si senta né sola, né abbandonata, né rassegnata, perché sapete che coloro che stanno gestendo questo grande imbroglio vogliono farci rassegnare».

 

Ricordiamo che la Dott.ssa De Mari è stata recentemente sospesa dall’Ordine dei Medici, così come ricordiamo che l’emittente radiofonica RadioRadio, citata in diversi articoli di Open e dei colleghi di Facta , abbia dato spazio e credibilità a personaggi come il Dott. Stramezzi e la deputata complottista Sara Cunial, così come a uno dei guru del complottismo sul Coronavirus: il Dr. Ayyadurai Shiva.

 

Ospite della diretta Facebook del 2 settembre 2021: Silvana De Mari .

L’europarlamentare, durante la sua introduzione della puntata del 2 settembre, definisce i vaccini come «sostanze geniche sperimentali» per poi parlare degli effetti collaterali e di fantomatici ordini di censura: «Pretendo rispetto per tutti coloro che hanno scelto liberamente di non farsi inoculare nelle vene queste sostanze geniche sperimentali, soprattutto alla luce dei tantissimi effetti collaterali negativi che sentiamo tutti i giorni che vengono minimizzati, perché l’ordine è quello di non creare mai, anche per i medici, nessuna correlazione tra l’inoculazione di queste sostanze geniche sperimentali e gli effetti gravi in alcuni casi… in molti casi mortali».

 

I morti per Covid-19.

Le diagnosi e le terapie sarebbero state tutte sbagliate, secondo il rappresentante eletto di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo: «Le diagnosi e le terapie erano sbagliate, perché lasciare le persone malate in vigile attesa ai quali veniva somministrata per telefono, perché ai medici veniva detto di non andare a visitarli, la sola Tachipirina… è un atteggiamento criminale, però un riscontro oggettivo che era sbagliata sia la diagnosi che la terapia». Silvana De Mari, intervenendo su questo punto, sconsiglia a chiunque di assumere la Tachipirina perché secondo il suo parere favorirebbe l’azione del virus. Non solo, afferma che bisognava dare subito medicinali come l’idrossiclorochina e il plasma iperimmune, citando l’esempio delle Mauritius del Movimento Ippocrate durante un contestato evento al Senato.

 

I morti Covid? L’On. Berlato afferma di non fidarsi dei dati ufficiali: «I dati dei morti per Covid sono stati palesemente gonfiati, tutti venivano classificati come morti per Covid anche coloro che morivano per altre patologie, eppure questo serviva per alimentare il clima del terrore». Una teoria già trattata nel marzo 2020 , tornata a galla a seguito di un articolo de Il Tempo  nonostante sia ben chiaro come vengono classificati i decessi .

 

Non si deve vaccinare durante una pandemia? Secondo l’On. Berlato non si dovrebbe e a sostegno della sua posizione cita personaggi citando Luc Montagnier, Didier Raoult e Vanden Bossche: «Vaccinare durante una pandemia in corso è una cosa demenziale, è una cosa che serve solo a scatenare le varianti, e purtroppo si è dimostrato così». Teorie che non trovano fondamento, come abbiamo spiegato in diversi articoli .

 

Le «sostanze geniche sperimentali».

Le dirette risultano molto lunghe, superando entrambe oltre un’ora di riprese. Passiamo alle dichiarazioni rese dall’europarlamentare durante quella del 4 novembre 2021 che vedeva come ospite Stefano Scoglio, presentato come «autorevolissimo rappresentante del mondo della medicina» oltre che «candidato Premio Nobel per la medicina nel 2018» nonostante tali candidature non siano affatto pubbliche. Un presunto candidato Premio Nobel per la medicina che ancora oggi mette in dubbio l’esistenza del Sars-Cov-2: «Secondo me non c’è nessuna prova che sia stato mai isolato questo virus, quindi io mi pongo anche il problema se esiste veramente questo virus». Ricordiamo che il Sars-Cov-2 è stato isolato e che tutte le informazioni sono disponibili pubblicamente all’interno del database Biodefense and Emerging Infections Research .

 

Ospite della diretta Facebook del 4 novembre 2021: Stefano Scoglio.

L’Onorevole Berlato giustifica l’uso del termine «sostanze geniche sperimentali» per parlare dei vaccini:

 «Uso questo termine perché viene utilizzato non solo dalle industrie farmaceutiche, ma viene utilizzato anche dalla Commissione europea, dall’EMA, che è l’agenzia europea per i medicinali e dall’Aifa, che è l’agenzia italiana per il farmaco, viene utilizzata anche da altri istituti a livello mondiale, che ci dicono tutti che siamo in una fase sperimentale.

 

 Questa fase sperimentale concluderà il primo ciclo nel dicembre 2023, quindi fino a che non sarà finita questa fase sperimentale, tra le altre cose, gli Stati membri non possono neanche renderlo obbligatorio questo vaccino o presunto tale». Come abbiamo ricordato più volte, le tre fasi di sperimentazione si sono concluse nel 2020 senza le quali i vaccini non sarebbero mai stati autorizzati ne dalla FDA ne dall’EMA.

Secondo alcuni teorici seguiti dai No Vax ci troveremo addirittura nella fase 3 della sperimentazione, mentre in realtà ci troviamo in quella che riguarda la comune «sorveglianza post marketing» e nota come «farmacovigilanza» che viene tutt’oggi praticata per qualunque farmaco immesso sul mercato per valutare eventuali reazioni avverse rare.

 

I test dei tamponi.

Sempre durante la diretta del 4 novembre, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia riporta un’altra teoria per sostenere l’esistenza di un terrorismo sanitario attraverso il test dei tamponi:

 «Un’altra narrazione che è stata utilizzata ad arte e che ha spacciato per malati tutti coloro che sono risultati positivi dopo aver… essersi sottoposti a dei tamponi di cui affidabilità lascia a desiderare».

Berlato, per fondare le sue affermazioni, cita lo stesso Scoglio: «Il Prof. Scoglio ci ha già parlato ampiamente dell’attendibilità di questi tamponi». Ricordiamo che il personaggio in questione fa parte del team del test antiscientifico del tampone rapido e il kiwi, così come risulta firmatario di una “dichiarazione congiunta” dove, insieme a Stefano Montanari, Antonietta Gatti e Fabio Franchi, riportante affermazioni negazioniste sulla Covid.

 

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Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati

 dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento.

 

Swissmedic.ch- Redazione- (15.10.2021)-ci dice :

 

 

Periodo di riferimento 01.01.2021–12.10.2021

8757 notifiche di casi sospetti di reazioni avverse dei vaccini anti-COVID-19 analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini

Fino al 12 ottobre 2021 sono state esaminate 8757 notifiche di sospette reazioni avverse da medicamenti in correlazione temporale con una vaccinazione anti-Covid-19. La maggior parte delle notifiche, ossia 5779 (66 %), è stata classificata come non seria, mentre 2978 (34 %) sono state le notifiche di casi seri.

 

Notifiche esaminate.

8757

Totale notifiche di effetti indesiderati della vaccinazione

Reazioni

28148

Reazioni per notifica*

Non gravi

5779 (66 %)

Notifiche casi sospetti di EIV considerati non gravi

Gravi

2978 (34 %)

Notifiche EIV considerati gravi

Dosi somministrate

10 763 264

Dosi di vaccino somministrate CH e FL (21.12.2020 – 12.10.2021)

Persone vaccinate

5 646 797

Persone vaccinate con min. 1 dose (12.10.2021)

*La maggior parte delle notifiche riporta più di una reazione.

 

Circa la metà delle notifiche è stata inoltrata da operatori sanitari, 4206 (48 %) notifiche, ossia un numero relativamente grande, sono state inviate direttamente dalle persone colpite o dai pazienti.

 

Qualificazione del rilevatore primario

0

1,000

2,000

3,000

4,000

5,000

Medico

Farmacista

Altro professionista

della salute

Avvocato

Pazienti, cittadini

3595 (41,1 %)

668 (7,6 %)

287 (3,3 %)

287 (3,3 %)

1 (0,0 %)

1 (0,0 %)

4206 (48 %)

Annotatore primario      Numero

Medico         3,595

Farmacista 668

Altro professionista della salute         287

Avvocato     1

Pazienti, cittadini 4,206

Numero di SAR al mese (storia)

Gennaio 2021

Febbraio 2021

Marzo 2021

Aprile 2021

Maggio 2021

Giugno 2021

Iuglio 2021

Agosto 2021

Settembre 2021

Ottobre 2021

0

1,000

2,000

41

41

372

684

474

755

816

1464

1606

1803

469

Mese Numero

Gennaio 2021        41

Febbraio 2021       372

Marzo 2021 684

Aprile 2021 474

Maggio 2021         755

Giugno 2021           816

Iuglio 2021  1,464

Agosto 2021           1,606

Settembre 2021    1,803

Ottobre 2021         469

Le persone colpite avevano in media 53,3 anni, di questi 14,7% aveva un’età pari o superiore ai 75 anni. Nei casi classificati come seri l’età media era di 56,1 anni, mentre nei casi notificati in relazione temporale con i decessi era di 79,8 anni. In 150 casi gravi le persone sono decedute a differenti intervalli di tempo dalla vaccinazione. Nonostante un’associazione temporale con la vaccinazione, non vi sono in nessun caso indizi concreti che la causa del decesso sia stata la vaccinazione.

 

Età delle persone

0

500

1,000

1,500

2,000

2,500

3,000

>= 75 anni

65 - 74 anni

45 - 64 anni

18 - 44 anni

12 - 17 anni

2 - 11 anni

28 giorni a 23 mesi

0 - 27 giorni

sconosciuto

1283

936

2790

2606

58

58

0

0

4

4

0

0

848

Età     Numero

>= 75 anni   1,283

65 - 74 anni 936

45 - 64 anni 2,790

18 - 44 anni 2,606

12 - 17 anni 58

2 - 11 anni   0

28 giorni a 23 mesi           4

0 - 27 giorni 0

sconosciuto 848

Le notifiche riguardavano in gran parte le donne e in alcune notifiche non è stato indicato il genere.

 

Genere delle persone coinvolte

Uomini

Femmine

Sconosciuto

65%

32.1%

Genere          Dati

Uomini         2,815

Femmine      5,695

Sconosciuto 247

Valutazioni di vaccini individuali.

6021 (68,8%) delle notifiche si riferiscono al vaccino anti-COVID-19 Spikevax® di Moderna (il vaccino impiegato per circa il 66% delle dosi somministrate e il più utilizzato in Svizzera) e 2578 (29,4%) al vaccino Comirnaty® di Pfizer/BioNTech (utilizzato per circa il 34% delle dosi somministrate). In 158 (1,8%) notifiche non è stato specificato il vaccino.

 

Numero di rapporti di sospetto (cumulativo) per vaccino (numeri assoluti e percentuali).

Vaccino        Totale delle segnalazioni          Non gravi     Gravi Dosi totali di vaccino *            Numero di persone compl. vaccinate *

Spikevax® (Moderna)     6021 (68,8%)          4180 (70,7%)          1841 (61,8%)          7 074 669 (65,73%)      3 475 368 (65,95%)

Comirnaty® (Pfizer/BioNTech) 2578 (29,4%)          1521 (28%) 1057 (35,5%)          3 683 840 (34.22%)      3 683 840 (33,96%)

Sconosciuto/altri  158 (1,8%)   78 (1,3%)     80 (2,7%)     4755 (0.05%)         4710 (0.09%)

Totale           8757 (100%)           5779 (100%)           2978 (100%)           10 763 264  5 269 749

* Svizzera e Principato del Liechtenstein, 21.12.2020 - 12.10.2021 (Fonte: UFSP)

Sistemi di organi più frequentemente colpiti/effetti collaterali più comuni

 COVID-19 Vaccine Moderna

 Comirnaty®

Le notifiche di effetti indesiderati finora ricevute e analizzate non incidono sul profilo rischi-benefici positivo dei vaccini anti-COVID-19 utilizzati in Svizzera. Gli effetti collaterali noti dei vaccini anti-COVID-19 sono elencati nelle informazioni sul medicamento e vengono costantemente aggiornati e pubblicati sul sito www.swissmedicinfo.ch.

 

Le notifiche pervenute di presunte reazioni avverse da medicamenti successive alle vaccinazioni contro il COVID-19, vengono esaminate in collaborazione con i centri regionali di farmacovigilanza, soprattutto con il centro di riferimento ticinese presso l’Ente Ospedaliero Cantonale EOC.

Il prossimo rapporto di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera verrà pubblicato il 5 novembre 2021.

Il rapporto più recente sulle notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti COVID-19 in Svizzera è disponibile al seguente permalink: (swissmedic.ch/covid-19-vaccines-safety-update-it)

Informazioni di Swissmedic su determinati aspetti relativi alla sicurezza

 

Miocardite / pericardite.

Dopo la vaccinazione con i vaccini a mRNA anti-COVID-19 sono stati riportati molto raramente casi di miocardite e pericardite (infiammazione del muscolo cardiaco/del pericardio). I casi si sono verificati generalmente nei 14 giorni successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e in uomini più giovani. Dopo aver valutato tutti i dati disponibili si è concluso che è perlomeno probabile una relazione causale tra i vaccini e la miocardite/pericardite. Il personale medico dovrebbe prestare attenzione ai segni e ai sintomi di miocardite e pericardite e consigliare alle persone vaccinate di richiedere immediatamente una consultazione o assistenza medica in caso di dolore toracico, respiro affannoso, palpitazioni cardiache o aritmie. Se si manifestano tali sintomi, si dovrebbero evitare elevati sforzi fisici fino a quando non viene chiarita la causa.

 

Recentemente, alcuni Paesi scandinavi hanno sospeso la somministrazione del vaccino anti-COVID-19 di Moderna per le persone di età inferiore ai 30 anni (Svezia, Finlandia) e inferiore ai 18 anni (Danimarca). A fare da sfondo a queste misure sono stati i risultati di uno studio condotto in Scandinavia, che ha mostrato un aumento del rischio di miocardite, ancora raramente riscontrata, in persone in questa fascia di età dopo la vaccinazione con Spikevax di Moderna.

 

Anche nelle notifiche spontanee svizzere vi sono evidenti differenze nei tassi di notifica per i due vaccini. Fino al 12 ottobre sono state esaminate 173 notifiche di casi sospetti di miocardite e/o pericardite. 30 di questi casi si sono verificati in relazione alla vaccinazione con Comirnaty e 140 con Spikevax, in 3 casi non si sa ancora di quale vaccino si tratti. Le persone colpite erano prevalentemente di sesso maschile (n = 136) e l’età media era di 38 anni (mediana 53, fascia d’età 14-88 anni).

 

Tuttavia, nell’interpretare questi dati, va tenuto presente che in Svizzera è stato somministrato il vaccino Moderna a un numero significativamente maggiore di persone (vedere tabella), e le notifiche spontanee, per ragioni metodologiche, sono adatte solo in misura limitata per confronti diretti tra singoli vaccini. Swissmedic esaminerà attentamente i risultati dello studio scandinavo e gli altri dati disponibili sulla miocardite per quanto riguarda le misure eventualmente necessarie e ne informerà tempestivamente il pubblico. A tal fine, avrà luogo anche uno scambio con altre autorità internazionali. Swissmedic sottolinea che la miocardite è una reazione rara dopo la vaccinazione e che l’incidenza di miocardite dopo l’infezione da coronavirus è significativamente più alta in tutta la popolazione.

 

DHPC – Vaccini a mRNA anti-COVID-19 (COVID-19 Vaccine Moderna e Comirnaty)

 

Vedi anche

Notifica di effetti indesiderati

Rapporti precedenti

Informazioni complementari

Quando un effetto indesiderato di un medicamento o di un vaccino deve essere classificato come «serio»?

 

Indagine sui casi di miocarditi notificati in relazione

ai vaccini a mRNA anti-COVID-19.

Informazione per gli operatori sanitari.

 

Sicurezza dei vaccini anti-COVID-19: notifiche di reazioni locali ritardate

Informazioni per gli operatori sanitari riguardanti la comparsa sporadica di arrossamenti e gonfiori circa una settimana dopo la vaccinazione.

 

Vaccini anti-COVID-19 e reazioni allergiche incl. Anafilassi – indicazioni per gli operatori sanitari.

Prime conclusioni in merito alle reazioni allergiche.

Sorveglianza del mercato dei vaccini anti-COVID-19: notificare correttamente i sospetti effetti collaterali

Notifica di reazioni avverse da medicamenti per medici e farmacisti

Notifica di presunte reazioni avverse da medicamenti da parte dei pazienti

 

24.09.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19

7571 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini.

03.09.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19

6603 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini.

13.08.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

5304 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini

23.07.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

4319 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini

02.07.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

3419 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini

18.06.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

2944 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini

04.06.2021

 

Effetti collaterali dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

Esaminate 2701 notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

21.05.2021

 

Effetti collaterali dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

Esaminate 2269 notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

07.05.2021

 

Effetti collaterali dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

Esaminate 1953 notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

22.04.2021

 

Effetti collaterali dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

Esaminate 1485 notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

09.04.2021

 

Effetti collaterali dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

Esaminate 1174 notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

11.03.2021

 

Effetti collaterali dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

Esaminate 597 notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

26.02.2021

 

Effetti collaterali dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

Esaminate 364 notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

05.02.2021

 

Notifiche di sospette reazioni avverse ai vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – aggiornamento

Finora sono state valutate 63 notifiche di effetti collaterali in relazione alle vaccinazioni COVID-19 in Svizzera

22.01.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

Le notifiche finora pervenute corrispondono al profilo di rischio noto

03.09.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19

6603 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini

13.08.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

5304 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini

23.07.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento

4319 notifiche analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini

02.07.2021

 

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Esaminate 364 notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

05.02.2021

 

Notifiche di sospette reazioni avverse ai vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – aggiornamento

Finora sono state valutate 63 notifiche di effetti collaterali in relazione alle vaccinazioni COVID-19 in Svizzera

22.01.2021

 

Notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera

Le notifiche finora pervenute corrispondono al profilo di rischio noto

Come viene sorvegliata la sicurezza dei vaccini? (Video, 03:18)

 

COVID-19 Svizzera: rapporto sulla situazione

 

(covid19.admin.ch/it)

Indicazioni per l’interpretazione dei dati.

 

Per interpretare i dati qui riportati occorre tenere conto di quanto segue a causa della metodologia del sistema basato su notifiche spontanee:

 

le informazioni contenute in questo rapporto si basano su notifiche di casi sospetti che sono state inoltrate a Swissmedic da operatori sanitari, persone colpite o aziende farmaceutiche e che sono state registrate nella banca dati dopo l’esame e la valutazione.

Tutte le reazioni notificate sono casi sospetti. Questo significa che nel singolo caso non si può stabilire se la reazione notificata sia stata semplicemente osservata nello stesso periodo della vaccinazione o se sia stata effettivamente causata dalla vaccinazione. Nell’ambito dell’accurata analisi dei casi si chiarisce anche se si può parlare di causalità. Poiché non tutte le reazioni vengono notificate, dai dati riportati non è possibile trarre conclusioni attendibili sul numero di reazioni effettivamente verificatesi.

Il numero di notifiche di casi sospetti per vaccino può dipendere molto da quante persone hanno ricevuto il relativo vaccino nel periodo preso in considerazione.

Le informazioni sui casi sospetti di reazioni ai vaccini sono solo uno dei diversi elementi costitutivi per valutare continuamente il profilo rischi-benefici dei vaccini. Swissmedic incorpora le informazioni delle notifiche spontanee nella valutazione scientifica di tutti i dati disponibili per trarre conclusioni corrette sul profilo di sicurezza di un vaccino.

 

 

 

 

 

 

 

 

Del green pass, delle reazioni avverse

ai vaccini  e di altre cianfrusaglie pandemiche

come problemi biogiuridici.

Elementi per una riflessione di Aldo Rocco Vitale.

 

Giustiziainsieme.it-Aldo Rocco Vitale-(15 settembre 2021)- ci dice:

 

 

SCRITTO DA ALDO ROCCO VITALE  DIRITTO DELL’EMERGENZA COVID-19 E RECOVERY FUND  MERCOLEDÌ, 15 SETTEMBRE 2021 

Giustizia insieme, in linea con la sua linea editoriale, ospita due approfondimenti di diverso orientamento sul tema dell'obbligo vaccinale e del Green pass a firma del Prof. Antonio Ruggeri, emerito di diritto costituzionale dell'Università  di Messina e del dott. Aldo Rocco Vitale, culture della materia in biogiuridica.

La redazione 15.9.2021.

 

Del green pass, delle reazioni avverse ai vaccini e di altre cianfrusaglie pandemiche come problemi biogiuridici: elementi per una riflessione di Aldo Rocco Vitale* .  

 

«I molti non colgono la vera natura delle cose in cui si imbattono, né

 le conoscono dopo averle apprese, ma se ne costruiscono un’opinione»

(Eraclito, Dell'origine, Feltrinelli, Milano, 2007, pag. 148, Fr. 86.)

 

Sommario: 1. Introduzione - 2. Status artis - 3. Il green pass - 4. La tutela delle reazioni avverse - 5. Altre cianfrusaglie pandemiche - 6. Conclusioni.    

 

1. Introduzione

 

«Talvolta accade che l’errore sia così simile alla verità che a nessuno può passare per la mente l’idea che si tratti di errore»: così Lev Sestov ha sintetizzato il sottile confine tra la comprensione della realtà o il suo fraintendimento.

 

In questa direzione di assottigliamento dei confini si è mossa la crisi sanitaria del covid-19 in cui si sono sempre più sbiaditi i perimetri della conoscenza reale rispetto a quella presunta, si sono sempre confusi i limiti delle cosiddette “scienze dure” rispetto a quelle cosiddette “umane”, si sono smorzati i margini tra ciò che è scienza e ciò che non lo è, come tra ciò che è giuridico e ciò che è anti-giuridico.

 

In questo annebbiarsi delle destinazioni del pensiero sembrano essersi offuscate anche le dimensioni identitarie distintive tra scienza e fede e tra scienza e diritto.

 

In primo luogo, è emersa la singolare pretesa da parte della comunità scientifica, molto meno occasionale di ciò che può apparire trovando una compiuta – sebbene inefficace – sistematizzazione teoretico-accademica, di essere destinataria della fede e della fiducia indiscussa da parte dell’opinione pubblica.

 

Una simile pretesa disvela un sostanziale travisamento della natura della scienza che invece vive del dubbio, avanza con le ipotesi, e si sugella con la falsificazione.

 

Una predetta visione non soltanto tradisce la reale concezione della conoscenza scientifica, ma per di più esibisce una anti-storica prospettiva epistemologica con un ritorno al dogmatismo scientifico verificazionista che fino ad oggi era da considerarsi superato.

 

Soprattutto la medicina, nel vuoto lasciato dalla secolarizzazione a tappe forzate della civiltà occidentale, sembra essere maggiormente assurta a nuova categoria escatologica in grado di dar conto di tutto il senso della vita, della sofferenza e della morte umana, essa, come è stato argutamente notato proprio dalla critica di una personalità medica, «ha finito per sostituirsi alla religione come oppio de popoli».

 

Il tramonto del dogmatismo scientifico del verificazionismo ha segnato, infatti, il passaggio dal pan-razionalismo critico, per cui tutto ciò che non può essere oggetto di osservazione e verificazione scientifico-sperimentale non esiste, al razionalismo pan-critico, per il quale, nulla può essere giustificato e ogni cosa può essere criticata in quanto, come ha osservato William Warren Bartley III, soltanto così viene preservata la razionalità della scienza poiché «il razionalista è colui che intende lasciare ogni asserzione e senz’altro ogni sua asserzione, compresi i suoi più fondamentali criteri, obiettivi e decisioni nonché la sua stessa posizione filosofica di base, aperti alla critica».

 

Si rivela, insomma, una visione meno confacente alla scienza e più tipica dello scientismo, cioè di quella forma di sublimazione ideologica della scienza che rinnega la scienza medesima e la sua natura che, invece, è strutturalmente aperta al dialogo, al confronto, alla critica, come, in fondo, ha insegnato tra i tanti Richard Feynman per il quale, infatti, «un'altra caratteristica della scienza è che insegna il valore del pensiero razionale e l'importanza della libertà di pensiero, come pure la necessità di dubitare, di non dare per scontata alcuna verità[…]. Gli esperti che vi guidano possono sbagliare».

 

In secondo luogo, si sono rimodulati durante il periodo pandemico i rapporti tra scienza e diritto con il secondo ridotto ad una funzione di subalternità rispetto alla prima come se fosse privo di una propria autonomia e dignità epistemica e come se la scienza, ancora una volta nelle vesti dello scientismo secondo l’accezione evidenziata da Augusto Del Noce, fosse l’unica chiave interpretativa del fenomeno pandemico.

 

Sebbene le due dimensioni abbiano tratti comuni strutturali e funzionali, entrambe si fondono con la realtà, entrambe sono strumenti di comprensione della realtà, entrambe si avvalgono di principi generali e leggi specifiche, è anche pur vero che le differenze metodologiche, epistemologiche e teleologiche le distinguono in maniera netta e inderogabile.

 

Mentre la scienza, infatti, si avvale del dubbio, è analitica e tende alla quantità del dato di realtà sottoposto alla sua conoscenza, il diritto, invece, esige certezza, è sintetico e tende alla qualità del dato di realtà poiché nella sua vocazione essenziale è sempre riferito direttamente o indirettamente alla persona.

 

In questa prospettiva sebbene sia ovvio che il diritto debba tener conto delle risultanze della scienza, è anche necessario che non si appiattisca acriticamente sacrificando se stesso e la dimensione assiologica che lo vivifica dall’interno.

 

Se il diritto, infatti, non tutelasse la propria autonomia rischierebbe di essere annullato oltre che nella dimensione puramente teoretica anche in quella prassistica, perché se si lasciasse plasmare inesorabilmente e placidamente dalle risultanze scientifiche sarebbe inutile, per esempio, la figura del iudex peritus peritorum: si potrebbe semplicemente di volta in volta sostituire il giudice con un comitato di scienziati (biologi, medici, ingegneri, chimici, fisici, statistici ecc) a cui sarebbe semplicemente demandato il compito di applicare meccanicamente la legge alla luce delle risultanze delle proprie discipline particolari.

 

La pandemia, insomma, ha aperto una finestra sulla crisi dei rapporti reciproci tra scienza e diritto, così che essendosi il diritto ridotto a mero ratificatore formale delle impellenze scientifiche dirette a fronteggiare l’epidemia – trascurando la propria autonomia valoriale – occorre adesso sottrarlo a quella forma di “imperialismo scientistico” a cui l’emergenza l’ha subordinato, poiché come ha precisato già da tempo John Dupré «esistono materie che richiedono una visione più sinottica e integrata di quella offerta dai metodi analitici propri della scienza». 

 

2. Status artis.

 

Prima di entrare nel cuore dei problemi è inevitabile porre attenzione alle risultanze scientifiche fino ad oggi registrate e dar conto, seppur brevemente, dello status artis della campagna vaccinale che evidentemente è correlata alla principale questione del green pass e alle successive problematiche di cui in questa sede s’intende discutere.

 

Allo stato dell’arte, pur essendo certa l’alta efficacia dei vaccini di recente creazione e le risibili reazioni di breve periodo, è altrettanto senza dubbio impossibile conoscere se e quali possano essere gli eventuali effetti collaterali di lungo periodo, così come del resto non si conoscono molti altri aspetti del quadro generale, come affermato dalla stessa AIFA, secondo la quale non c’è attuale certezza sulla effettiva durata della protezione per i vaccinati (oscillando da 9 a 12 mesi), non si sa se i vaccinati possono comunque infettare a loro volta in modo asintomatico le altre persone, se vi possono essere particolari effetti collaterali per le persone con patologie autoimmuni, se vi sono possibili interferenze con altre vaccinazioni, se il vaccino impedisce soltanto la manifestazione della malattia o se invece impedisce anche la trasmissione dell’infezione.

 

Senza dubbio la campagna vaccinale ha drasticamente diminuito le ospedalizzazioni, le complicazioni in caso di infezione e la mortalità in caso di complicazioni come risulta dal rapporto dell’ISS secondo cui la vaccinazione completa – per ora consistente in una doppia dose – garantisce una copertura dal ricovero in ospedale nel 94,6% dei casi, dal ricovero in terapia intensiva nel 97,3% dei casi e dal decesso nel 95,8% dei casi.

 

Ciò nonostante, la diffusione della cosiddetta variante delta pare sia in grado di rendere contagiosi anche i vaccinati, come dimostrano il caso di Israele da cui risulta che il vaccino garantisce soltanto una bassa protezione dal contagio pari al 39%,[12] e soprattutto i dati forniti dal CDC statunitense relativi ad una ricognizione nello stato del Massachussetts in cui nel solo mese di luglio 2021 si sono registrati 469 casi nonostante la copertura vaccinale sia pari al 69% tra la popolazione e che di questi ben il 74%, cioè 346, riguardano persone completamente vaccinate.

 

In questa direzione si muove il report stilato sempre dal CDC statunitense, pubblicato il 24 agosto 2021, secondo il quale con la diffusione della variante delta del coronavirus l’efficacia dei vaccini scende dal 90% al 66%, diminuendo anche l’efficacia degli stessi nella protezione dal contagio.

A riprova di ciò, al netto del cosiddetto “paradosso di Simpson” con cui alcuni hanno tentato di spiegare il fenomeno, si consideri il rapporto del Public Health England pubblicato il 20 agosto da cui risulta che la maggior parte dei nuovi contagi siano registrati proprio tra coloro che hanno completato il doppio ciclo vaccinale, a differenza di chi non è vaccinato, con, rispettivamente, ben 32.828 casi di contagio nel primo caso e soltanto 4.891 nel secondo.

Al fine di un più esaustivo scenario occorre peraltro aggiungere che recentissimi studi hanno comprovato la riduzione graduale della protezione del vaccino nell’arco di un semestre, come risultante dai dati sintetizzati in uno studio pubblicato dal BMJ e condotto su ben 42.000 persone secondo il quale – fatta salva la validità nella protezione contro le forme gravi del covid – l'efficacia del vaccino Pfizer nel prevenire il contagio diminuisce progressivamente nell'arco di sei mesi.

 

A completamento del quadro, inoltre, proprio mentre si raccolgono le presenti riflessioni, occorre dar atto del dibattito apertosi nella comunità scientifica sui rapporti tra vaccinazione di massa e insorgenza delle varianti, come, tra i molteplici esempi possibili, attesta lo studio pubblicato sulla nota e prestigiosa rivista Nature il 30 luglio 2021 in cui gli autori asseriscono che «counterintuitively, when a relaxation of non-pharmaceutical interventions happened at a time when most individuals of the population have already been vaccinated the probability of emergence of a resistant strain was greatly increased. Consequently, we show that a period of transmission reduction close to the end of the vaccination campaign can substantially reduce the probability of resistant strain establishment. Our results suggest that policymakers and individuals should consider maintaining non-pharmaceutical interventions and transmission-reducing behaviours throughout the entire vaccination period».

 

Ciò considerato, il quadro è chiaramente parziale e in evoluzione su tutti i fronti. 

 

3. Il green pass

 

Avendo chi scrive già ampiamente trattato il tema, soprattutto in riferimento anche alla indubbia legittimità dell’eventuale obbligo vaccinale, con ampio anticipo rispetto alla maturazione dei tempi, in questa sede si tenterà di approfondire le problematiche bio-giuridiche più specifiche relative a ciò che è stato inaugurato come “green pass”.

 

La pandemia, come oramai è stato accertato con ammissione esplicita anche da parte dei più reticenti, ha causato lo stress del sistema immunitario individuale e collettivo, ma anche e soprattutto del sistema pubblico costituzionale, nonché la sovversione del sistema delle fonti, la contorsione del principio della separazione dei poteri oltre che del principio di legalità, la compressione della garanzia di intangibili diritti costituzionali,e perfino dei diritti umani in quanto tali considerati.

 

Si è sostanzialmente quasi istituzionalizzato il cosiddetto “stato d’eccezione”, fino ad ora mera ipotesi storica o accademica, che, infatti, nell’esperienza politica e giuridica del secondo dopoguerra in Italia non aveva mai vissuto una concreta effettività neanche nei momenti più difficili della storia repubblicana legati alla legislazione emergenziale varata per far fronte al fenomeno brigatistico, mafioso o terroristico, tanto da far ribadire a costituzionalisti autorevoli come Sabino Cassese che la pandemia non è uno “stato di guerra” ex articolo 78 della Costituzione e che pertanto i poteri “illimitati” che il Governo si è arrogato nella gestione della cosiddetta “prima ondata” dell’inverno-primavera 2020 sono del tutto illegittimi e contrari alla Costituzione, rappresentando una «inedita sospensione nell’esercizio dei diritti», fino ad avvertire la giusta esigenza che «la Costituzione torni ad essere la bussola dell’emergenza».

 

In questo scenario occorre comprendere che dispositivi come il green pass possono comportare seri pregiudizi di carattere sistematico sull’intera struttura dei fondamenti ordinamentali e sulla concezione dello stesso Stato di diritto.

 

Come è stato evidenziato, infatti, mezzi di controllo di tal natura comportano il reale rischio «che misure temporanee di sorveglianza accettate inizialmente per limitati periodi emergenziali diventino progressivamente prassi e consuetudini delle nostre società, modificando i rapporti interpersonali e, soprattutto, il rapporto bio-politico dei cittadini con l’autorità e lo Stato».

 

Tenendo presente questi scenari, occorre chiarire che il green pass appare come un dispositivo giuridicamente problematico almeno sotto tre profili: a) logico-fattuale; b) sistematico-normativo; c) onto-assiologico. 

 

a) Sotto il profilo strettamente logico-fattuale il green pass appare difficilmente giustificabile per due ragioni che pur tra loro opposte conducono alla medesima evidenza: se il vaccino evita in modo totale il contagio, il green pass appare inutile poiché la garanzia è offerta dalla somministrazione del ritrovato vaccinale e non certo dalla sua certificazione; se, invece, il vaccino non evita il contagio – come appunto pare – il green pass è ugualmente inutile in considerazione del fatto che anche il titolare del green pass medesimo potrebbe essere veicolo di infezione come colui che ne fosse sprovvisto avendo entrambi la medesima carica virale (almeno secondo le ultime recentissime e autorevoli risultanze).

 

In applicazione del semplice buon senso e della ordinaria prudentia iuris, oltre che del principio di non contraddizione, e del principio di precauzione anche come comunitariamente recepito, dunque, ritenere il green pass strettamente legato alla diminuzione del contagio e quindi talmente necessario da potersi giustificare o addirittura pretendere una restrizione dei diritti fondamentali costituzionalmente garantiti è del tutto illogico e controfattuale. 

 

b) Sotto il profilo sistematico-normativo occorre effettuare alcune considerazioni oltre quelle puntualissime già emerse.

 

In primo luogo: posta la mancanza di una obbligatorietà generalizzata del vaccino anti-Covid sorge spontaneo chiedersi se l’utilizzo del green pass costituisca una forma di obbligo vaccinale de facto.

 

Sul punto occorre chiarezza, poiché se al quesito si risponde negativamente, non si comprende su quale assunto poter imporre un simile dispositivo; se invece si risponde positivamente, sembrano sorgere più problemi (soprattutto giuridici) di quanti si vorrebbe risolvere.

 

Sebbene, infatti, agli occhi dei non giuristi o dei giuristi più inesperti possa apparire soltanto come una questione teorica, la differenza tra obbligo di fatto e obbligo di diritto, così astratta non è, in quanto il fatto in sé non è detto che sia legittimo proprio in virtù della sua stessa autoreferenziale fenomenicità, mentre il diritto – anche in virtù dei controlli anteriori e posteriori che l’ordinamento assicura ai fini dell’emanazione di una legge – lo è sempre e comunque.

 

L’eventuale obbligo di fatto introdotto tramite il green pass è un modo istituzionalmente e giuridicamente scorretto per indurre la popolazione a vaccinarsi senza le cautele giuridiche opportune che sono necessarie in uno Stato di diritto in genere, specialmente alla luce del principio personalistico che informa l’intera Carta costituzionale.

 

L’articolo 32 della nostra Carta fondamentale, infatti, sancisce che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”, chiarendo in modo inequivoco, anche come più volte ha ribadito nel corso del tempo la Corte costituzionale, che soltanto per legge, per legge dello Stato, si può imporre un trattamento sanitario obbligatorio alla popolazione.

 

Non a caso il Tar del Lazio ha recentemente annullato l’ordinanza del Presidente della Regione Lazio che aveva introdotto la vaccinazione anti-influenzale obbligatoria.

L’obbligo di un trattamento sanitario, dunque, se non può essere introdotto da provvedimenti di carattere regionale, non può neanche essere introdotto da provvedimenti di rango primario che però lo disciplinano in maniera obliqua e non diretta, tramite introduzione surrettizia e non reale.

 

In secondo luogo: l’obbligo vaccinale di fatto, a differenza di quello di diritto, non appare in grado di tutelare compiutamente e in modo giuridicamente congruo la popolazione poiché si aggira il problema degli eventuali indennizzi per coloro che dovessero subire gli effetti collaterali della vaccinazione.

 

La stessa Corte Costituzionale, infatti, nella celebre sentenza 5/2018 ha chiarito quanto segue:«Il singolo, sottoponendosi al trattamento obbligatorio, adempie a uno dei doveri inderogabili di solidarietà sociale, che hanno fondamento nell’art. 2 Cost. L’intervento pubblico non è unidirezionale, ma bidirezionale e reciproco: si esprime non solo nel senso della solidarietà della collettività verso il singolo, ma anche in quello del singolo verso la collettività; è per questa stessa ragione che, quando il singolo subisce un pregiudizio a causa di un trattamento previsto nell’interesse della collettività, quest’ultima si fa carico dell’onere indennitario».

 

L’indennizzo, dunque, rappresenta – proprio alla luce della costante e consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale – l’espressione del dovere di solidarietà della collettività e delle istituzioni nei confronti del cittadino che si sottopone ai trattamenti sanitari, divenendo mezzo imprescindibile di integrazione della tutela effettiva del diritto alla salute individuale e collettiva, e non soltanto in ossequio al tenore letterale dell’articolo 1 della legge 210/1992, ma anche e soprattutto in osservanza dei principi di diritto enunciati recentemente dalla Corte Costituzionale sul punto, la quale, chiarendo la reciprocità del dovere di solidarietà, ha perfino esteso la tutela offerta dall’indennizzo ben oltre le vaccinazioni obbligatorie, cioè anche alle vaccinazioni soltanto raccomandate poiché «in presenza di una effettiva campagna a favore di un determinato trattamento vaccinale, è naturale che si sviluppi negli individui un affidamento nei confronti di quanto consigliato dalle autorità sanitarie: e ciò di per sé rende la scelta individuale di aderire alla raccomandazione obiettivamente votata alla salvaguardia anche dell’interesse collettivo, al di là delle particolari motivazioni che muovono i singoli. Questa Corte ha conseguentemente riconosciuto che, in virtù degli artt. 2, 3 e 32 Cost., è necessaria la traslazione in capo alla collettività, favorita dalle scelte individuali, degli effetti dannosi che da queste eventualmente conseguano. La ragione che fonda il diritto all’indennizzo del singolo non risiede quindi nel fatto che questi si sia sottoposto a un trattamento obbligatorio: riposa, piuttosto, sul necessario adempimento, che si impone alla collettività, di un dovere di solidarietà, laddove le conseguenze negative per l’integrità psico-fisica derivino da un trattamento sanitario (obbligatorio o raccomandato che sia) effettuato nell’interesse della collettività stessa, oltre che in quello individuale. Per questo, la mancata previsione del diritto all’indennizzo in caso di patologie irreversibili derivanti da determinate vaccinazioni raccomandate si risolve in una lesione degli artt. 2, 3 e 32 Cost.: perché sono le esigenze di solidarietà costituzionalmente previste, oltre che la tutela del diritto alla salute del singolo, a richiedere che sia la collettività ad accollarsi l’onere del pregiudizio da questi subìto, mentre sarebbe ingiusto consentire che l’individuo danneggiato sopporti il costo del beneficio anche collettivo».

 

L’incidenza del green pass sui diritti fondamentali, del resto, è non soltanto sufficientemente evidente, ma anche potenzialmente discriminatoria.

 

In tale direzione si consideri, infatti, che l’attuale scenario disciplinato dal D.L. 105/2021 che introduce il green pass è gravemente ipotecato da quella forma di discriminazione economica, già denunciata dal CNB nel suo pur favorevole parere per il green pass, cristallizzata dalla mancanza di gratuità dei tamponi per chi non ha potuto o voluto vaccinarsi.

 

In tal senso, inoltre, viene in rilievo anche il parere del Garante per la Protezione dei Dati Personali che ha ricordato come ai fini della legittimità del green pass «si ritiene utile evidenziare l’opportunità che sia normativamente previsto che la presentazione della certificazione verde, come misura di sanità pubblica, non operi per quelle attività che comportano l’accesso a luoghi in cui si svolgono attività quotidiane (es. ristoranti, luoghi di lavoro, negozi, ecc.) o a quelli legati all’esercizio di diritti e libertà fondamentali (es. diritto di riunione, libertà di culto, ecc.)».

Il green pass, in sostanza, rischia di creare storture giuridiche e violazioni dei diritti fondamentali, così che appare fin troppo evidente come l’obbligo vaccinale possa essere introdotto non surrettiziamente, ma soltanto ex lege, poiché, del resto, occorre tener massimamente presente che il diritto è sempre superiore al fatto, essendo infatti questo secondo disciplinato dal primo e non il contrario secondo la più genuina prudenza giuridica e l’antica sapienza classica per la quale, infatti, vige il principio da mihi factum dabo tibi ius.

 

In terzo luogo: emergono ulteriori profili di carattere sistematico.

 

Ritenere, come da parte di taluni s’è ritenuto, che il green pass sia inequivocabilmente misura di garanzia della libertà tanto da poter essere paragonato alla patente di guida, al porto d’armi o al divieto di fumo nei luoghi pubblici, significa trascurare indebitamente le differenti realtà giuridiche chiamate in causa, e ciò per diverse ragioni.

 

1) La patente di guida e il porto d’armi, infatti, sono tipologie di “certificazione” che comportano la verifica di determinate abilità tecniche che devono essere possedute dal loro titolare non incidendo strettamente sulla persona fisica del titolare medesimo. 2) Non esiste un diritto costituzionalmente sancito alla patente o al porto d’armi. 3) Anche in caso di detenzione illecita di armi da fuoco o di guida senza patente, al netto di tutte le eventuali sanzioni civili, penali e amministrative, i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti (lavoro, associazione, culto, insegnamento, istruzione, circolazione ecc.) del trasgressore non vengono meno. Tutt’al più sono temporaneamente compressi, ma sicuramente non soppressi come invece si rischia tramite l’introduzione del green pass per coloro che non sono vaccinati.

 

Per ciò che riguarda l’analogia con il divieto di fumo nei luoghi pubblici occorre constatare che anche in questo caso non esiste un diritto costituzionale al fumo che potrebbe essere rivendicato dall’eventuale fumatore a cui fosse impedito di fumare in un luogo pubblico come un ristorante o un cinema. Il fumatore può – come di fatto accade – fumare al di fuori dei locali per poi farvi ritorno in totale libertà senza che i suoi diritti fondamentali siano pregiudicati. Inoltre, occorre considerare che, mentre è oramai scientificamente comprovato che il fumo, anche quello passivo, è altamente tossico per chi fuma e per chi vi sta intorno, non è altrettanto scientificamente garantito – come più sopra acclarato – che il vaccino (sulla cui base si fonda il green pass) escluda il contagio.

 

Insomma, mentre la patente, il porto d’armi e le leggi anti-fumo non impediscono l’esercizio di libertà e diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, il green pass, invece, si muove esattamente in questa direzione rischiando di impedire al lavoratore di lavorare, al cittadino di riunirsi liberamente, al fedele di professare il proprio culto.

 

Si assiste, dunque, con l’approvazione del green pass ad un bizzarro capovolgimento dell’ordine delle fonti e degli atti che fino ad ora ha contraddistinto il sistema giuridico italiano, per cui dalla sua entrata in vigore non sono più valutate la legittimità, l’effettività e l’efficacia di un certificato come il green pass alla luce dei diritti fondamentali, ma sono l’efficacia, l’effettività e la legittimità dei diritti fondamentali valutate alla luce di un certificato come il green pass con evidente stravolgimento di ogni gerarchia dei principi giuridici, venendo alla mente proprio le parole di un fine osservatore dell’assurdo come Eugène Ionesco per il quale «non c’è più niente di normale da quando l’anormale è diventato la norma». 

 

c) Sotto il profilo onto-assiologico, dinnanzi a provvedimenti come quelli che istituiscono dispositivi come il green pass, occorre chiedersi se si possono privare dei diritti fondamentali costituzionalmente garantiti (circolazione, lavoro, associazione, culto ecc) alcuni soggetti per tutelare quelli di altri consociati.

 

Non si tratta, con tutta evidenza, né di un problema politico, sebbene sia stato gravemente ideologizzato, né strettamente medico; non si tratta nemmeno di un confronto orizzontale pro-vax e no-vax, ma verticale poiché la questione è prettamente giuridica in quanto si consuma tra un potere - l'Esecutivo - che presumendosi assoluto (cioè svincolato da norme e principi ad esso anteriori e superiori), in maniera del tutto inedita, obbliga di fatto (e non di diritto) ad un trattamento sanitario senza assumersi le correlate responsabilità e i cittadini obbligati di fatto (e non di diritto) senza le garanzie minime essenziali a tutela dei loro diritti costituzionali.

 

Delle due l’una: o i diritti fondamentali sono tali, e lo sono sempre e per tutti, cioè sostanzialmente pre-ordinamentali (tanto che la Carta costituzionale utilizza il verbo “riconoscere” e non “costituire”), pre-costituzionali, ultra-statali, sovra-politici, meta-normativi, poiché ancorati e ancorabili alla struttura ultima dell’essere umano, ovvero alla sua umanità, essendo cioè il riflesso giuridico della sua dimensione ontologica, oppure non lo sono e quindi diventano manipolabili o eliminabili in base alle circostanze anche se emergenzialmente giustificate.

 

Proprio uno dei maestri della scienza giuridica italiana come Francesco Santoro-Passarelli, evidenziando peraltro il ruolo centrale del principio personalistico che illumina la Costituzione, ha avuto modo di chiarire, infatti, che «la persona è il valore centrale, quello a cui si riconducono gli altri valori[…]. La nostra Costituzione contiene un lungo elenco di libertà, che non possono essere tolte alla persona e sono inviolabili da parte dello stesso Stato[…]. Le altre libertà, libertà personale, libertà di opinione, libertà di associazione, libertà religiosa, sono tutte libertà essenziali, riconosciute ugualmente a tutti e a tutti egualmente spettanti[…]. La garanzia contro i pericoli e gli abusi dell’azione dello Stato è costituita dalla libertà e dalla struttura pluralistica di questa forma di Stato[…]. Di qui il riconoscimento nella Costituzione, e non la concessione, delle ricordate libertà inviolabili; di qui il limite essenziale dell’azione dello Stato».

 

Per quanto sia certamente vero che la stessa Costituzione consenta delle limitazioni, per esempio per la tutela della pubblica incolumità, è anche altrettanto vero che ammettere le compressioni non significa ammettere anche le eventuali soppressioni, come parrebbe fare l’introduzione del Green pass che esclude senza limiti dalle attività lavorative o ricreative chi fosse sprovvisto di copertura vaccinale, peraltro in un contesto normativo quale è quello attuale che non prevede l’obbligo vaccinale anti-Covid come misura generalizzata di salvaguardia della pubblica incolumità.

 

Le misure anti-pandemiche, per quanto emergenziali o eccezionali, devono, volenti o nolenti, sempre essere incorniciate all’interno della struttura dello Stato di diritto, per evitare di essere essenzialmente anti-giuridiche.

 

Ancora sotto il profilo sistematico, è altresì necessario ribadire che, a parte il diritto alla vita che “silenziosamente” – mancando una espressa norma che formalmente lo riconosca – fonda l’intera struttura della Costituzione, occorre anche riconoscere con onestà intellettuale e umiltà che non esiste una gerarchia tra i diritti fondamentali in base alla quale si possa ritenere che alcuno di essi sia sovraordinato rispetto ad altri, per cui il diritto alla salute è tanto fondamentale quanto quello al lavoro, quello di circolazione lo è tanto quanto quello di professare liberamente il proprio culto, quello di espressione del pensiero lo è tanto quanto quello di insegnamento o istruzione.

 

Se così non fosse, chi si incaricasse di dichiarare il contrario dovrebbe principalmente dimostrare tale presunta gerarchia e i criteri logico-giuridici utilizzati per la sua ordinazione. Mettere in scontro i diritti fondamentali, come avviene sostanzialmente con l’istituzione del green pass, come fossero cavalieri in giostra l’un contro l’altro armati, significa disconoscere la natura degli stessi e della stessa dimensione assiologica del diritto in quanto tale.

 

La differenza tra lo Stato di diritto e lo Stato totalitario consiste, infatti, in quella sottile linea rossa per cui nel primo per raggiungere il giusto fine si deve adoperare necessariamente anche il giusto mezzo, mentre nel secondo, prescindendo dalla giustizia del fine, si può prescindere anche dalla giustizia del mezzo utilizzato per raggiungerlo.

 

Negare una simile verità non significa tanto distaccarsi da certe astratte dimensioni teoretiche, ma negare lo Stato di diritto nella sua concretezza e fondabilità, poiché, come ha correttamente osservato Norberto Bobbio, «chi non crede alla verità, sarà tentato di rimettere ogni decisione, ogni scelta, alla forza, secondo il principio che, siccome non si può comandare ciò che è giusto, è giusto ciò che è comandato», significa cioè sottomettere la comunità, l’ordinamento e il diritto al principio volontaristico sottraendolo a quello di ragione e di giustizia.

 

Lo stesso Bobbio, del resto, ha precisato come sia tipico del pensiero giuridico-politico autocratico trattare i cittadini non secondo i loro propri diritti fondamentali, ma come bambini o malati da educare e dirigere.

 

Sebbene molti, anche nella convulsa e caotica comunità dei giuristi, abbiano avuto modo di convincersi durante il lungo tempo della pandemia che lo Stato di diritto possa essere sospeso per far fronte all’emergenza sanitaria, così non è, poiché senza seguire la via del diritto non si può seguire la via della giustizia, come del resto conferma – a contrario – la storia del XX secolo in cui tutti i regimi totalitari si sono dimostrati sistemi radicalmente antigiuridici poiché votati alla negazione dei diritti fondamentali riflesso policromatico di quell’unica fonte di luce emanata dal diritto naturale che illumina i passi della storia nella direzione dello Stato di diritto.

 

Ecco, dunque, che la voce del diritto naturale riemerge chiara e tonda nella contorta vicenda giuridico-normativa del green pass, poiché, come da taluni attenti osservatori come Massimo Cacciari è stato giustamente osservato «quando subiremo qualsiasi provvedimento o norma senza chiederne la ragione e senza considerarne le possibili conseguenze, la democrazia si ridurrà alla più vuota delle forme, a un fantasma ideale».

 

Il green pass, dunque, pur essendo pienamente legale, è e rimane intrinsecamente anti-giuridico, poiché, come ha ricordato Aleksandr Zinov’ev, sintetizzando la tragica esperienza storica del XX secolo, «non è detto che una normativa (o legalità) qualsiasi sia indice di una società basata sul diritto». 

 

4. La tutela delle reazioni avverse ai vaccini

 

La vaccinazione di massa ha comportato due effetti, di cui uno benefico e l’altro nocivo: alla benefica riduzione dei casi di covid si è misteriosamente affiancata anche la riduzione dello spirito critico di una parte del mondo giuridico, così da apparire che alla immunizzazione dal virus corrisponda anche l’effetto collaterale della immunizzazione alla ratio iuris e ai principi generali che fondano lo Stato di diritto.

 

Nel contesto pandemico si è posta una attenzione mai prima d’ora storicamente determinata a favore di concetti come il dovere di solidarietà, il diritto alla salute e alla vita, il bene comune; a fronte di una risonanza mediatico-politica di tali concetti, tuttavia, non sembra aver corrisposto una equivalente tutela giuridica che sarebbe dovuta essere naturalmente correlata specialmente da quando sono stati comprovati i collegamenti tra eventi trombotici e vaccini anti-covid,[54] oltre che tra questi ultimi e le miocarditi, come del resto denunciato dallo stesso CDC statunitense nel suo rapporto del 9 luglio 2021.

 

Anche in questo caso, tuttavia, occorre partire dai dati così che si possa più agevolmente transitare da quella dimensione che è definibile come mera “etica dei numeri” a quella che si sarebbe dovuta imporre come “numeri dell’etica”.

 

Secondo le stime del settimo rapporto dell’AIFA datato 26 luglio 2021 su 65.926.591 dosi vaccinali somministrate sono state registrate 84.322 reazioni avverse, di cui 87,1% non gravi e 12,8% gravi. Tra le reazioni gravi il 58% ha avuto come esito la “risoluzione completa” o il “miglioramento dell’evento”, mentre il 25% è risultato non ancora guarito al momento della segnalazione.

 

Tra le reazioni gravi 498 segnalazioni riportano l’esito “decesso” con un tasso di segnalazione di 0,75/100.000 dosi somministrate; tra i suddetti decessi, 343 sono stati registrati dopo la prima dose e 145 dopo la seconda. Il 59% delle segnalazioni a esito fatale presenta una valutazione di causalità con l’algoritmo utilizzato nell’ambito della vaccinovigilanza (algoritmo OMS), in base al quale il 59,9% dei casi è non correlabile, il 33,2% indeterminato e il 4,5% inclassificabile per mancanza di informazioni necessarie all’applicazione dell’algoritmo. In 7 casi (2.4 % del totale), la causalità è risultata correlabile.

 

Posto ovviamente che nessun ritrovato farmaceutico garantisce una sicurezza totale al 100%, e questo è ovvio – sebbene nessuno lo ribadisca con la dovuta accortezza – è doveroso chiedersi come mai nessuno abbia ancora sollevato la questione della tutela giuridica del diritto alla salute dei soggetti che hanno subito reazioni avverse gravi.

 

Se davvero si intende ragionare giuridicamente – ammesso che lo si possa ancora pretendere in tempi di pandemia – occorre riconoscere i diritti di tutti costoro (e per ovvi motivi di giustizia perfino degli indeterminati e degli inclassificabili) che sono deceduti per cui si possono effettuare in tale direzione alcune considerazioni.

 

In primo luogo: che l’intera procedura di controllo e verifica delle reazioni avverse debba dipendere da un algoritmo può essere una circostanza tecnicamente corretta e scientificamente evoluta, ma non giuridicamente sufficiente poiché l’algoritmo dispiega la sua funzione nella dimensione quantitativa e non in quella qualitativa come è quella tipica del diritto alla vita degli esseri umani.

 

Come è stato giustamente osservato, infatti, questa predominanza algoritmica preclude la valutazione dei profili morali e giuridici incentrati sulla libertà e quindi sulla responsabilità, poiché «gli algoritmi non fanno che estendere le funzioni rituali di controllo e di ripartizione dei numeri in modi che possono diventare inaccessibili, autoritari e categorici: uno strumento utile alla società, ma anche un rischio di sbilanciamento nel delicato rapporto fra categoricità e spontaneità, fra l’estrema imperiosità del meccanismo e la libertà di coscienza».

 

In secondo luogo: l’irrilevanza statistica dei pochi decessi a causa delle vaccinazioni non si può tradurre automaticamente né in una loro insignificanza etica, né soprattutto in una loro corrispettiva irrilevanza giuridica, specialmente se si intende tutelare realmente il diritto alla salute, in applicazione del dovere di solidarietà, in vista del bene comune.

 

L’idea di poter tanto macchinosamente quanto ingenuamente trasformare le incerte risultanze scientifiche in certe discipline giuridiche è aberrante sia sotto l’aspetto scientifico, quanto soprattutto sotto l’aspetto giuridico.

 

Sarebbe quanto mai opportuno, quindi, che oltre le asettiche statistiche e i rassicuranti protocolli sanitari, si cominciasse a rispolverare quella tradizione di pensiero che problematizzando i numeri indica la via etica e giuridica che sta oltre gli stessi.

 

In questa direzione, tra i molteplici esempi possibili, maggiormente adeguato appare il celebre brano del dialogo tra Alëša e Ivan, in cui Dostoevskij chiarisce che il bene dei molti non si può costruire sul sacrificio dei pochi, neanche se si trattasse di uno solo:«Ti sfido, rispondimi: immagina che tocchi a te innalzare l'edificio del destino umano allo scopo finale di rendere gli uomini felici e di dare loro pace e tranquillità, ma immagina pure che per far questo sia necessario e inevitabile torturare almeno un piccolo esserino, ecco, proprio quella bambina che si batteva il petto con il pugno, immagina che l'edificio debba fondarsi sulle lacrime invendicate di quella bambina -accetteresti di essere l'architetto a queste condizioni?».  

 

Come ha precisato Nikolaj Berdjaev, infatti, «l’eudemonismo sociale si oppone alla libertà. Nulla rimane all’infuori di un’organizzazione forzata della felicità sociale, se non c’è la Verità», e, in questo caso, la verità consiste nella consapevolezza che la più o meno bassa statistica dei decessi non può mai comportare un venir meno della tutela giuridica di quei diritti fondamentali di coloro che per massima sventura in tale statistica si vengono a trovare, poiché come ha evidenziato Vladimir Soloviev «le verità matematiche hanno un significato universale, ma riescono indifferenti dal punto di vista morale».

 

Se così non fosse, se cioè in nome dell’emergenza, anzi dello Stato di eccezione in cui da mesi si versa, si decidesse di abdicare ai principi fondanti della civiltà giuridica – honeste vivere, neminem laedere, unicuique suum tribuere – sottomettendo la tutela dei diritti dei pochi al dominio del numero, si transiterebbe dalla dimensione dello Stato di diritto a quella della tirannia, dovendosi constatare con Arthur Koestler che «sembra che noi si sia dinanzi a un movimento pendolare della Storia, che oscilla dall’assolutismo alla democrazia e dalla democrazia di nuovo alla dittatura assoluta». 

 

5. Altre cianfrusaglie pandemiche.

 

A margine dei problemi principali più sopra considerati occorre, prima delle conclusioni, soffermarsi seppur brevemente su due proposte che, sebbene per ora confinate a livello ipotetico, dovrebbero comunque destare l’allarme di chiunque abbia sviluppato un minimo di sensus iuris e ratio humanitatis per il loro contenuto radicalmente anti-giuridico.

 

La prima proposta, sostenuta peraltro anche dall’ex Presidente dell’Inps, che è stata veicolata dai mezzi di informazione di massa,[61] si sostanzia nell’idea di far pagare gli eventuali costi del ricovero a chi ha deciso di non vaccinarsi infettandosi subito e venendo ospedalizzato.

 

In questa logica non soltanto si dimentica che già con l’ordinario assolvimento degli oneri fiscali di legge – come per esempio l’Irap – tutti i cittadini contribuiscono al finanziamento del Sistema sanitario nazionale, prescindendo dal proprio stato di salute, per cui sarebbe ben paradossale che dopo decenni di pagamenti di tasse non si possa usufruire del Servizio sanitario nazionale soltanto come ripicca per la propria opzione etica (giusta o ingiusta che sia), ma anche qui emerge una sinistra attitudine antigiuridica di carattere sostanziale che si palesa soltanto a chi ha potuto sviluppare una acuta visione giuridica del mondo.

 

L’idea di poter subordinare un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito (come quello alla salute) all’approvazione delle scelte di vita del paziente – specialmente in assenza di obblighi legali che ne coartino la volontà in un senso piuttosto che in un altro – è tanto contraria alla vocazione etica della professione medica quanto al buon senso e ai principi generali dell’ordinamento giuridico di uno Stato di diritto che in virtù del principio di uguaglianza (art. 3 Cost.) formale e sostanziale non può abbandonarsi a simili spericolatezze giuridiche.

 

La seconda proposta ha aspetti ancor più concreti poiché ha innescato un vero e proprio dibattito negli USA e consiste nell’idea di non curare coloro che non si sono vaccinati e che, una volta infettatisi, necessitano delle cure e delle terapie intensive.

 

Si ribalta la situazione: se fino ad ora, in epoca pandemica, gli altri diritti fondamentali sono stati subordinati al diritto alla salute – come comprova il green pass –, adesso invece si intende subordinare il diritto alla salute ad una logica premiale, per cui si intenderebbe garantire le cure in base alle opzioni etiche del singolo individuo.

 

Seguendo la medesima logica allora si potrebbe estendere il ragionamento anche ai fumatori, agli obesi, agli atleti di discipline pericolose. E allora, perché no, anche a coloro che soffrono di patologie genetiche o ereditarie o croniche e non guaribili.

 

Perché, allora, garantire le cure anche per il detenuto condannato per mafia, o per stupro, o per pedofilia o per terrorismo? Dove porre il limite? Chi lo dovrebbe porre tale limite? Secondo quali criteri?

 

E perché allora non escludere dal diritto di assistenza sanitaria anche tutti coloro che dovrebbero essere esclusi in virtù di ragioni meramente economico-contabili?

 

In men che non si dica, tuttavia, ci si ritroverebbe dinnanzi ad una situazione problematica sotto un triplice profilo: etico, logico e giuridico.

 

Dal punto di vista etico si verrebbe ad instaurare un sistema sostanzialmente e inequivocabilmente eugenetico, anche se socialmente determinato, difficilmente giustificabile dopo gli orrori del XX secolo e, soprattutto, dopo il consolidamento di alcuni principi come quello di non discriminazione sulla base delle condizioni personali, sociali o di salute ufficialmente sancito da diverse carte internazionali, oltre che ovviamente dall’articolo 3 della Costituzione italiana.

 

Dal punto di vista logico, invece, un sistema come quello predetto finirebbe per garantire paradossalmente l’assistenza sanitaria soltanto ai sani, escludendo i malati: ma, a questo punto, ci si dovrebbe chiedere a cosa servirebbe l’assistenza sanitaria per coloro che sono sani. E chi potrebbe garantire il diritto alla salute dei malati?

 

Dal punto di vista giuridico, infine, non soltanto si equivocherebbe la natura giuridica del diritto alla salute, ma anche quella del diritto alla vita che verrebbe ridimensionato, attraverso una vera e propria forma di riduzionismo, al suo ambito meramente biologistico, dimenticando invece che la vita è biologicamente strutturata, ma non soltanto biologicamente determinata.

 

Lo scivolamento dallo Stato di diritto allo Stato d’eccezione sarebbe così del tutto compiuto e la stessa funzione del diritto sarebbe stravolta, poiché non più tesa alla giustizia, ma sottomessa alla pura necessità politica.

 

Si ripresenterebbero, insomma, le più oscure nubi di un passato che è stato quanto mai catastrofico per il diritto e per l’intera umanità, dovendosi, quindi, ricordare le parole di chi, come Giuseppe Capograssi, ebbe a vivere e riflettere su quell’esperienza tramandandola affinché le persone, e soprattutto i giuristi, delle generazioni future non commettessero gli stessi micidiali errori:

 

«La catastrofe, immergendo l'umanità in un mondo caratterizzato dalla morte e dall'incubo, ha messo in condizioni l'uomo di capire, che cosa è che difende e assicura la vita dalla morte e dall'incubo. Sarebbe preferibile che non ci fosse bisogno delle catastrofi per capire; ma l'uomo è fatto in modo che ha bisogno della terribile pedagogia della storia. Il guaio è che, per capire, questa è condizione necessaria, ma non sufficiente[...]. Si può dire, che in questa epoca si è manifestato e si è svolto il vero e consapevole ateismo, perché sono nati uomini i quali hanno avuto, e hanno dimostrato con la loro azione, la certezza - che se non fosse diabolica si potrebbe dire eroica - che Dio non esiste, e che quindi, secondo la centrale parola di Dostojewski, -se Dio non esiste, tutto è permesso-. Di questi uomini il tipo grandioso, anche per la grandiosità demoniaca delle visioni di demenza a cui ha ispirato la sua azione storica, è stato Hitler. Nelle mani di questi uomini la storia è diventata veramente creazione, cioè arbitrio: in un vero processo di immanenza essa ha dimostrato di non essere legata a nessuna verità, di essere veramente libera (negativamente, da ogni legame o legge), di essere gratuita; la scienza, dandole i mezzi di distruggere la vita, le dà il modo di attuare veramente la libertà come assoluta liberazione da ogni legge e da ogni verità, nel senso più pieno, perché quale maggiore libertà che avere il potere di distruggere, di far essere o non essere, a proprio arbitrio la vita? Il guaio è che questa libertà coincide con la morte e non con la vita[...]. Il fondamento di un ordine giuridico e la fonte di tutti i suoi valori deve essere là dove è, nel valore centrale della libera esistenza dell'individuo e del suo connaturale destino di svolgere la propria libera natura[...]. Perciò l'unico possibile fondamento a un ordine, che voglia essere un ordinamento di vita e non di morte, è niente altro che questa intima costituzione della vita; rispettare la vita come è, con le leggi le esigenze i fini le condizioni che sono sue, lasciare che la vita viva e svolga secondo le profonde leggi che fanno sua la verità. Ma rispettare la vita significa appunto, per dirla in termini semplici, fare in modo che la vita sia vita per tutti. Rispettare la vita dovunque e cioè, dove la vita è in potenza in ogni individuo, fare che sia in atto in ogni individuo; dove la vita è ma non si può sviluppare come vita umana per le condizioni che sono in contrasto a questo svolgersi, fare che si possa sviluppare. Questo significa rispettare la vita[...]. Qui diventa precisa la connessione tra diritto e libertà[...]. Non la persona ha il diritto, ma la persona è il diritto». 

 

6. Conclusioni

 

In conclusione, non possono che presentarsi degli inevitabili interrogativi: si possono davvero limitare, comprimere e fin’anche sopprimere i diritti fondamentali di alcuni per la tutela di quelli dei molti? Si possono davvero limitare i diritti fondamentali in ragione delle condizioni di salute del singolo? Si può subordinare la tutela del diritto alla salute a interessi ed esigenze di politica economica? Non si rischia di ritrovarsi, ben oltre ogni discriminazione, sul pendio scivoloso di una forma di selezione eugenetica socialmente determinata di cui nessuno potrebbe garantire né la controllabilità né, soprattutto, la legittimità giuridica?

 

Il green pass e tutti i problemi ad esso connessi dimostrano la necessità oramai improcrastinabile di ricondurre l’intera gestione pandemica entro i margini dello Stato di diritto, entro i limiti fissati dalla Costituzione, entro l’alveo della prudenza legale e della iuris sapientia, l’unica in grado di illuminare il senso autentico della libertà giuridicamente intesa, come ha precisato Enrico Opocher allorquando ha chiarito che «ad ogni singola libertà corrisponde puntualmente un dovere, il che chiaramente fonda l’aspetto eteronomo del diritto, il cui fenomeno è perciò ad un tempo di libertà e coercizione. E ciò necessariamente determina una indissolubile sovrapposizione, nell’idea del diritto, dell’eguaglianza alla libertà: la libertà giuridica è, in questo senso, indivisibile; o tutti sono liberi o nessuno lo è».[69]

 

Soltanto recuperando una prospettiva onto-assiologica del diritto – e ad essa subordinando la gestione pandemica – si può evitare di cadere in equivoci grossolani o, peggio, in nefaste conseguenze che potrebbero indurre a ritenere, un domani, il visitatore occasionale della storia che si ritrovasse a leggere le narrazioni dei fatti odierni, che quella attuale sia stata un’epoca sostanzialmente barbarica di radicale disconoscimento del diritto.

 

In questo senso valgono ancora oggi, come nel futuro prossimo, le illuminanti riflessioni di Salvatore Satta che sul punto ha così insegnato:«Il diritto appare oggi veramente come un'entità inafferrabile, un'ombra vana fuor che nell'aspetto, e talora anche nell'aspetto, una parola e un mito[…]. Giuristi e non giuristi, noi ci chiediamo che cosa è il diritto con lo stesso stato d'animo di Pilato che si chiedeva — e nella domanda era già la triste risposta — che cosa è la verità. Ma questa domanda per il giurista diventa un'angoscia profonda, perchè essa comporta il crollare intorno a lui e in lui dell'oggetto stesso della sua conoscenza[…]. Che cosa è dunque avvenuto, per cui noi oggi[…], guardiamo al diritto come a uno sconosciuto e stentiamo a ravvisarne le fattezze nell'incomposto svolgersi della vita?[…]. Il problema del diritto – attraverso il chiarimento che la grande crisi porta con sè – si riduce a nient'altro che questo: a stabilire se il diritto sia o non sia un valore[…]. Il valore, se c'è, è intrinseco al diritto, è proprio il suo essere diritto, e non può come tale risolversi nella mera validità formale di una norma estrinsecamente posta[…]. L'onnipotenza del legislatore è stata tempre universalmente condannata, e le dottrine moderne, quando pongono come unico limite della norma la validità formale, continuano a conclamarla. Ma se il diritto è un valore, se il rapporto umano ha nel diritto un essere, è chiaro che il legislatore tutto può fare, operando sul contenuto di quel rapporto, descrivendolo — come è stato detto — nelle sue norme imperative, meno che negare il rapporto stesso. Se ciò facesse negherebbe il diritto, cioè negherebbe se stesso come creatore di diritto. Ora, i nostri padri, per i quali il diritto non era uno sconosciuto, avevano concettualizzato il rapporto umano, la intrinseca normatività del rapporto umano, da un lato nel diritto soggettivo, espressione giuridica della libertà, dall'altro nello Stato, espressione giuridica della giustizia. È, come abbiamo visto, l'erosione e la deformazione di questi concetti che ha reso sconosciuto il diritto; è nella riscoperta di essi che noi riacquistiamo la sua conoscenza».

Aldo Rocco Vitale :

* Dottore di ricerca in Storia e Teoria Generale del Diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma “Tor Vergata” e docente a contratto di biogiuridica presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.

 

L’FBI (USA) sta indagando sull’inquietante ritrovamento.

Fiale con la scritta “VAIOLO “ in un laboratorio della Merck.

 

Laverita. Info- Redazione- (19-11-2021)- ci dice:

 

L’FBI sta indagando 15 fiale  scoperte in un laboratorio farmaceutico della Merck  di Filadelfia (USA)  martedì sera , perché 5 di queste  erano etichettate  come “VAIOLO”  e altre 10 come “VACCINO”.

A trovarle  è stato un tecnico di laboratorio  intento a pulire  un congelatore.

Non è noto come le fiale  siano finite  presso lo stabilimento MERCK e se contengono  davvero il virus letale.

Le fiale sono state  immediatamente messe in sicurezza .

“Merck  sta cerando di capire perché fossero lì”

ha detto mercoledì  una fonte alla NBC.

 

 

 

 

Undici accademici italiani  lanciano l’allarme

“I sieri che ci danno non sono vaccini”.

 

Laverita. Info- Redazione- (19-11-2021)- ci dice:

 

La lettera  di un gruppo di scienziati: ”Si stanno  somministrando   terapie geniche alla popolazione

 senza i controlli necessari”.

Un “vaccino” è un preparato biologico  prodotto allo scopo di procurare una  immunità  acquisita attiva  contro un particolare  tipo di infezione.

 

Un “farmaco” (terapia genica), invece , è un prodotto realizzato con principi attivi (naturali o sintetici), imprescindibilmente conformi alle norme di  buona fabbricazione ,definite da  specifiche regole, procedure e linee guida ,in grado di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente.

I vaccini vengono somministrati a persone “SANE” con l’obbiettivo   di conseguire  un beneficio “FUTURO” (azione di profilassi o prevenzione).

I farmaci (terapia genica)vengono dati a persone “MALATE” con l’obbiettivo di conseguire un risultato immediato.

Ne consegue che la sicurezza (inclusi gli effetti a lungo termine) dei primi  in quanto somministrati a persone sane , è assai più rilevante rispetto ai secondi che vengono somministrati a individui  più o meno gravemente malati.   

Nel primo caso non si deve comunque compromettere una condizione che-in partenza- si ritiene essere di buona salute. Nel secondo ci si propone di modificare la condizione attuale di malattia.

Mentre nel “secondo caso” l’eventuale comparsa di eventi avversi potrebbe anche essere ascritta all’evoluzione della malattia o alla sua risposta al trattamento, gli effetti secondari dopo  somministrazione del vaccino NON potrebbero NON essere ascritti al vaccino stesso , dato che la condizione di partenza è per definizione quella di “buona salute”.

 

Queste sostanziali differenze fanno sì che le autorizzazioni all’immissione in commercio di vaccini o farmaci siano soggette a differenti regolamentazioni e controlli demandati ad organi diversi.

Negli USA, i farmaci sono super-visionati dal Center for drug evaluation and researh (CDER), mentre i vaccini sono super-visionati dal Center for biologics evaluation and researh ( CBER), entrambi regolati dalla Food and drug administration (FDA).

Anche la vigilanza circa gli eventi avversi è  demandata a istituti distinti :

per il vaccino al Center for disease control di Atlanta : per i farmaci alla stessa FDA.

Per un farmaco , come la terapia genica, è obbligatorio valutare  la mutagenicità e la cancerogenicità, due capisaldi  della farmacovigilanza .

Per i vaccini questo step valutativo non è invece -paradossalmente - richiesto.

Di fatto ,molte  domande pertinenti  la sicurezza e l’efficacia dei vaccini a mRNA

restano  a tutt’oggi inevase, come denunciato  con forza dal British medical journal.

I vaccini Pfizer e Moderna (per non parlare di quelli a DNA) non sono in realtà VACCINI , ma esempi di “terapia genica”, come descritto in numerosi articoli Scientifici e sottolineato da recenti dichiarazioni ufficiali del presidente della Bayer.

Questi prodotti contengono acidi nucleici (Dna o Rna) che stimolano la produzione della proteina virale e hanno la capacità di interferire significativamente con le funzioni cellulari.

L’utilizzo di  questi “ vaccini genetici” ,il cui uso è stato  finora limitato a campi limitati  e in presenza di malattie (immunoterapia del cancro, terapia genica di malattie genetiche),è stato ampliato enormemente a tutta la popolazione  sana  senza i necessari controlli di sicurezza ,soprattutto a lungo termine.

L’approvazione dei “vaccini” a mRNA in regime di urgenza  ha permesso di “risolvere” i dubbi e la doverosa  necessità di studi sulla sicurezza a breve e  medio-lungo termine che ,nel corso degli ultimi  vent’anni ,hanno impedito alla terapia genica di imporsi come metodo generalizzato  di cura (senza per altro evidenza di efficacia).

L’obbiettivo è chiaro: soppiantare l’apparato farmacologico tradizionale   in cui la cura  o la profilassi sono basate sull’evidenza ,con una miriade  di farmaci -vaccini  basati sulla sequenza dell’ Rna (o Dna) , poco controllati , gestiti da poche  multinazionali del farmaco e utilizzati  su ampia scala.

 

Questo spiega bene perché i media si industrino a negare il fatto che i due nuovi vaccini (?) siano forme di terapia genica e perché lo stravolgimento  delle regole  normalmente seguite per l’immissione in commercio dei vaccini (?) sia stato avallato tanto avventatamente.

 Queste preoccupazioni neritano di essere  affrontate con laica razionalità in ambito scientifico e legislativo ,senza nascondersi dietro il paravento  degli slogan  e della propaganda , ma propugnando il ritorno ad una scienza indipendente  che non si pieghi ad essere serva di interessi economici od altro. 

(Marco Cosentino, Stefano Dumontet, David Conversi ,Marta Luisa Chiusano, Nicola Schiavone, Leonardo Vignoli

,Salvatore Valiante, Marco Milanesi, Carlo Gambacorti-Passerini, Monica Facco, Daniele Porretta.) .

 

 

 

 

Covid e vaccini: ecco gli effetti collaterali

descritti dall'Aifa per Pfizer, Moderna,

 AstraZeneca e Johnson & Johnson.

 

Gazzettadelsud-it-Redazione-(31 Maggio 2021)- ci dice:

 

 

Ecco gli effetti collaterali dei vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) e a vettore virale (AstraZeneca e Johnson & Johnson). Tutti i dettagli pubblicati sul sito dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco).

 

L’Agenzia Europea per i medicinali e l’AIFA hanno finora autorizzato due vaccini anti COVID-19 a vettore virale. Un vaccino a vettore virale utilizza un virus (generalmente un adenovirus incompetente per la replicazione) per portare all'interno della cellula la sequenza del codice genetico che codifica per la proteina spike. Il sistema immunitario si attiva contro la proteina e produce degli anticorpi che, qualora il soggetto entrasse a contatto con il virus, lo proteggeranno dall'infezione. I vaccini a vettore virale autorizzati da EMA e AIFA sono Vaccino Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen (Johnson & Johnson).

 

Tutte le informazioni sono disponibili su questa pagina de sito Aifa.

 

Possibili effetti indesiderati del Vaccino Vaxzevria (dal Foglio illustrativo)

Come tutti i medicinali, questo vaccino può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino. Se nota la comparsa di qualsiasi effetto indesiderato non menzionato in questo foglio illustrativo, informi il medico, il farmacista o l'infermiere.

 

Richieda assistenza medica urgente se si manifestano sintomi di grave reazione allergica. Tali reazioni possono includere una combinazione di uno qualsiasi dei seguenti sintomi:

 

- sensazione di svenimento o stordimento

- cambiamenti nel battito cardiaco

- fiato corto

- respiro sibilante

- gonfiore delle labbra, del viso o della gola

- orticaria o eruzione cutanea

- nausea o vomito

- mal di stomaco.

 

Con Vaxzevria possono verificarsi i seguenti effetti indesiderati:

Molto comuni (possono interessare più di 1 persona su 10)

 

- dolorabilità, dolore, calore, prurito o lividi nel punto in cui viene praticata l'iniezione

- sensazione di stanchezza (affaticamento) o sensazione di malessere generale

- brividi o sensazione di febbre

- mal di testa

- sensazione di malessere (nausea)

- dolore alle articolazioni o dolore muscolare

 

Comuni (possono interessare fino a 1 persona su 10)

 

- gonfiore o arrossamento nel punto in cui viene praticata l'iniezione

- febbre (>38 °C)

- malessere (vomito) o diarrea

- bassi livelli di piastrine nel sangue

 

Non comuni (possono interessare fino a 1 persona su 100)

 

- sonnolenza o sensazione di vertigini

- diminuzione dell'appetito

- ingrossamento dei linfonodi

- sudorazione eccessiva, prurito o eruzione cutanea

 

Molto rari (possono interessare fino a 1 persona su 10.000)

 

- coaguli di sangue spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), associati a bassi

livelli di piastrine nel sangue

 

Segnalazione degli effetti indesiderati

Se manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, si rivolga al medico, al farmacista o all’infermiere. Può inoltre segnalare gli effetti indesiderati direttamente.

 

Quali reazioni avverse sono state osservate durante la campagna vaccinale con Vaxzevria?

Le reazioni avverse più frequentemente osservate durante la campagna vaccinale in corso sono la febbre, il mal di testa, i dolori muscolari o articolari. Si tratta di reazioni non gravi, di entità lieve o moderata che, seppur fastidiose, si risolvono in poche ore o pochi giorni, spesso senza nemmeno ricorrere a trattamenti sintomatici (antidolorifico o simili).

 

Come per tutti i farmaci, sono inoltre possibili, seppur rarissime, reazioni di tipo allergico fino allo shock anafilattico. Per questo le vaccinazioni vengono eseguite in contesti sicuri da personale addestrato ed è previsto un periodo di osservazione di almeno 15 minuti dopo la vaccinazione. Un altro aspetto di cui si tiene conto è che, in seguito all’iniezione, si possono verificare anche reazioni di tipo ansioso con fenomeni vaso-vagali che vanno dalla sensazione di stare per svenire fino allo svenimento vero e proprio, per cui il personale presta attenzione a evitare traumatismi da caduta.

 

Il monitoraggio delle reazioni avverse viene descritto nei rapporti mensili di sorveglianza disponibili qui.

 

 

 

Possibili effetti indesiderati del vaccino Janssen - Johnson & Johnson (dal Foglio illustrativo)

Come tutti i vaccini, COVID-19 Vaccine Janssen può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. La maggior parte degli effetti indesiderati si è verificata entro 1-2 giorni dalla vaccinazione.

 

Richieda assistenza medica urgente se manifesta sintomi di una grave reazione allergica. Queste reazioni possono comprendere una combinazione di alcuni dei seguenti sintomi:

 

* sensazione di svenimento o di testa leggera

* alterazioni del battito cardiaco

* fiato corto

* respiro sibilante

* gonfiore alle labbra, al viso o alla gola

* orticaria o eruzione cutanea

* nausea o vomito

* mal di stomaco.

Con questo vaccino possono verificarsi i seguenti effetti indesiderati.

Molto comuni: possono interessare più di 1 persona su 10

 

* mal di testa

* nausea

* dolori muscolari

* dolore nel punto in cui viene eseguita l’iniezione

* sensazione di estrema stanchezza

Comuni: possono interessare fino a 1 persona su 10

 

* rossore nel punto in cui viene eseguita l’iniezione

* gonfiore nel punto in cui viene eseguita l’iniezione

* brividi

* dolori articolari

* febbre

* tosse

Non comuni: possono interessare fino a 1 persona su 100

 

* eruzione cutanea

 * debolezza muscolare

 * dolore alle braccia o alle gambe

 sensazione di debolezza

 * sensazione di malessere generale

 * starnuto

 * mal di gola

 * dolore alla schiena

 * tremore

 * sudorazione eccessiva

Rari: possono interessare fino a 1 persona su 1.000

 

 * reazione allergica

* orticaria

Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

 

* reazione allergica grave

 

 

VACCINI A MRNA (PFIZER E MODERNA).

L'Agenzia Europea per i Medicinali e l’AIFA hanno autorizzato due vaccini anti COVID-19: Pfizer mRNABNT162b2 (Comirnaty) e COVID-19 Vaccine Moderna mRNA -1273.

 

Pfizer e Moderna: Quali reazioni avverse sono state osservate?

Le reazioni avverse osservate più frequentemente (più di 1 persona su 10) nello studio sul vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) sono stati in genere di entità lieve o moderata e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione.

Tra queste figuravano dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre.

Arrossamento nel sito di iniezione e nausea si sono verificati in meno di 1 persona su 10

. Prurito nel sito di iniezione, dolore agli arti, ingrossamento dei linfonodi, difficoltà ad addormentarsi e sensazione di malessere sono stati effetti non comuni, che hanno interessato meno di 1 persona su 100.

Debolezza nei muscoli di un lato del viso (paralisi facciale periferica acuta) si è verificata raramente, in meno di 1 persona su 1000.

 

L’unica reazione avversa severa è stata l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche. Si tratta, comunque, di una patologia benigna che guarisce da sola. In generale, le reazioni sistemiche sono state più frequenti e pronunciate dopo la seconda dose. Nei Paesi dove è già stata avviata la somministrazione di massa del vaccino sono cominciate anche le segnalazioni delle reazioni avverse, da quelle meno gravi a quelle più significative, comprese le reazioni allergiche. Tutti i Paesi che avviano la somministrazione del vaccino estesa a tutta la popolazione stanno raccogliendo e valutando ogni segnalazione pervenuta al sistema di farmacovigilanza delle reazioni averse al vaccino, così da poter definire con sempre maggior precisione il tipo di profilo di rischio legato alla vaccinazione. Per maggiori dettagli si rimanda alla sezione Farmacovigilanza su vaccini COVID-19.

 

Quali reazioni avverse sono state osservate durante la campagna vaccinale in corso con i vaccini a mRNA?

Le reazioni avverse più frequentemente osservate durante la campagna vaccinale in corso sono la febbre, il mal di testa, i dolori muscolari o articolari, le reazioni in sede di iniezione e la stanchezza. Si tratta di reazioni non gravi, di entità lieve o moderata che, seppur fastidiose, si risolvono in poche ore o pochi giorni, spesso senza nemmeno ricorrere a trattamenti sintomatici (antidolorifico o simili).

 

Come per tutti i farmaci, sono inoltre possibili, seppur rarissime, reazioni di tipo allergico fino allo shock anafilattico. Per questo le vaccinazioni vengono eseguite in contesti sicuri da personale addestrato ed è previsto un periodo di osservazione di almeno 15 minuti dopo la vaccinazione. Un altro aspetto di cui si tiene conto è che, in seguito all’iniezione, si possono verificare anche reazioni di tipo ansioso con fenomeni vaso-vagali che vanno dalla sensazione di stare per svenire fino allo svenimento vero e proprio, per cui il personale presta attenzione a evitare traumatismi da caduta.

 

Il monitoraggio delle reazioni avverse viene descritto nei rapporti mensili di sorveglianza disponibili .

 

 

 

 

 

 

Green Pass falsi su Internet: ecco cosa sta succedendo.

Alcuni Green Pass falsificati in vendita su Internet

superano i test di validità.

Ecco come.

 

Kaspersky.i- Serge Malenkovich-(29 Ott 2021)- ci dice:

 

 

Dei truffatori non identificati stanno vendendo Green Pass (certificati necessari per viaggiare e accedere a molti luoghi pubblici ed eventi nell’Unione Europea) sui forum di hacker e nei canali Telegram. Per dimostrare le loro capacità e attirare potenziali clienti, hanno creato un Green Pass rilasciato a nome di Adolf Hitler. Tuttavia, la cosa più preoccupante, è che il codice QR passa la verifica dell’app come valido. Questo solleva una serie di domande, a cui cercheremo di rispondere in questo post.

 

Cos’è il Green Pass?

Il Green Pass è un certificato che attesta che il suo proprietario si è vaccinato, è guarito recentemente dal COVID-19 o ha ricevuto un risultato negativo del test non più di 48 (per il test rapido) o 72 (per il molecolare) ore prima. Il certificato contiene un codice QR che può essere convalidato con un’applicazione. È un documento standard nei paesi dell’Unione Europea e in alcuni altri, in Israele (dove è stato inizialmente sviluppato), Turchia, Islanda, Ucraina, Svizzera, Norvegia e altri.

 

Di solito, sono le istituzioni mediche a rilasciare i certificati Green Pass. A seconda del paese, un Green Pass può essere richiesto per viaggiare, per entrare nei bar, ristoranti, musei ed eventi pubblici, nelle istituzioni educative, e anche per lavorare. Il Green Pass esiste anche in forma cartacea, ma più spesso è un’applicazione che mostra un codice QR per la verifica del certificato.

 

Come i truffatori possono creare certificati falsi.

Alcuni “commercianti” su Internet e sui canali Telegram, in particolare, stanno vendendo falsi certificati Green Pass apparentemente rilasciati dai servizi sanitari in Polonia o in Francia. Diverse ipotesi spiegano come abbiano potuto avere successo: secondo una, i criminali hanno in qualche modo ottenuto una chiave cifrata segreta che permette loro di emettere tali certificati. Se fosse vero, i legittimi certificati Green Pass dovranno probabilmente essere riemessi.

 

Secondo un’altra teoria, invece, i venditori hanno complici nei sistemi sanitari in Francia e Polonia. In questo caso, la riemissione della chiave cifrata non sarebbe di grande aiuto, le forze dell’ordine dovrebbero, in questo caso, trovare i colpevoli.

 

Aggiornato il 2 novembre 2021: Secondo le ultime informazioni dei rappresentanti della Commissione Europea, l’incidente non è stato causato da un problema di cifratura con la generazione dei certificati, o con la conservazione delle chiavi di firma. Molto probabilmente, “persone con credenziali valide per accedere ai sistemi informatici nazionali, o qualcuno che abusa di tali credenziali valide,” hanno creato i certificati falsi.

 

I certificati Green Pass rilasciati in Polonia e Francia saranno revocati?

Le autorità dell’UE stanno conducendo delle indagini. Nel peggiore dei casi, la Polonia e la Francia dovranno riemettere i certificati, ma non necessariamente tutti. Se i truffatori non riescono a manipolare le date di emissione, allora solo alcuni dovranno essere sostituiti.

 

Si può comprare un Green Pass falso?

Beh, non c’è niente che vi impedisca di spendere i vostri soldi. Tuttavia, visitare i paesi dell’UE con un certificato falso non è una buona idea. In primo luogo, i certificati falsi saranno revocati, e anche se molto probabilmente perdereste solo un po’ di soldi, è anche possibile che i clienti vengano catturati nella stessa rete delle autorità giudiziarie dei truffatori. Con un Green Pass falso, avete buona probabilità di vincere una lunga conversazione con gli agenti delle forze dell’ordine europee.

 

Abbiamo ragione di credere che questo sia tutt’altro che l’ultimo tentativo di frode riguardante il sistema del Green Pass. Probabilmente appariranno nuove truffe molto presto. Tuttavia, questo incidente attirerà ancora più attenzione da parte delle forze dell’ordine. Per questo e per altri motivi, non raccomandiamo di ottenere un Green Pass da nessun luogo che non sia un’istituzione medica europea ufficiale.

 

 

 

 

 

Obbligo vaccinale: profili di costituzionalità

 e risarcimento del danno.

 

Altalex.com -Avv.Camilla  Giovagnoli-(07/09/2021)- ci dice:

 

 

Il dibattito sul vaccino obbligatorio anti-Covid: diritto alla salute, dovere di solidarietà, bilanciamento tra minimizzazione dei rischi e massimizzazione dei vantaggi.

vaccino anti Covid-19La pandemia di Covid-19 ha causato un’emergenza sanitaria senza precedenti, e, pertanto, la protezione della salute pubblica è diventata una priorità assoluta per tutti gli Stati che hanno adottato normative finalizzate al contenimento dei contagi mediante misure astrattamente limitative dell’esercizio del diritto alla libera circolazione dei cittadini e ad imporre di fatto ad alcune categorie di soggetti l’obbligo di vaccinarsi.

 

In particolare, l’articolo 4 del decreto legge del 1 aprile 2021 n. 44, convertito dalla legge 28 maggio n. 76, il nostro legislatore ha previsto l’obbligo vaccinale per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura ed assistenza.

 

La questione è di particolare rilevanza in quanto alcuni sostengono che la somministrazione del vaccino comporterebbe il rischio di reazioni avverse e di pregiudizi per la salute dei vaccinati, più gravi di quelli che con le vaccinazioni si intendono prevenire, ritenendo pertanto che il legislatore non dovrebbe imporre coattivamente tale trattamento sanitario.

 

Al contrario si ritiene che soltanto la più ampia vaccinazione dei cittadini possa costituire misura necessaria e idonea a garantire la loro salute e di proteggere, grazie al raggiungimento dell’obiettivo dell’immunità di “gregge”, la salute delle fasce più deboli (anziani e malati) o di coloro che, per particolari patologie, non possono vaccinarsi.

 

Occorre rilevare che, secondo quanto ritenuto dalla Commissione Speciale del Consiglio di Stato, nel parere n. 2065 del 27.09.2017, la Costituzione “non riconosce un’incondizionata e assoluta libertà di non curarsi o di non essere sottoposti a trattamenti sanitari obbligatori(anche in relazione a terapie preventive quali sono i vaccini) per la semplice ragione che, soprattutto nelle patologie ad alta diffusività, una cura sbagliata o la decisione individuale di non curarsi può danneggiare la salute di molti altri essere umani e, in particolare, la salute dei più deboli.

 

Obbligo vaccinale: profili di legittimità costituzionale.

Il tema dell’obbligo vaccinale presenta profili di particolare complessità in quanto va ad interessare fondamentali valori e diritti costituzionali, tra i quali il diritto alla salute di cui all’articolo 32 della Costituzione ed il dovere di solidarietà sociale previsto dall’articolo 2.

 

Premesso che il trattamento sanitario obbligatorio può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente in maniera rilevante sullo stato di salute di colui che ad esso è assoggettato, occorre effettuare un necessario bilanciamento tra la minimizzazione dei rischi e la massimizzazione dei vantaggi mediante l’individuazione di una soglia di pericolo accettabile da compiersi sulla base di una completa e accreditata letteratura medico scientifica.

 

Nel caso della pandemia di Covid-19, con riferimento al vaccino, non sono state ancora accertate le reazioni avverse e le complicanze derivanti dalla somministrazione dello stesso, stante il ridotto lasso temporale della sua somministrazione.

 

Alla stregua dell’articolo 32 della Costituzione, la salute non è solo oggetto di un diritto individuale, inteso come diritto alla cura e diritto di non curarsi, ma anche un interesse della collettività.

 

Al riguardo la Corte Costituzionale con sentenza n. 307 del 22.06.1990, ha precisato che “la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’articolo 32 della Costituzione se il trattamento sia diretto a migliorare o a preservare lo Stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale”.

 

Ed ancora la Corte Costituzionale, con sentenza n. 218 del 02.06.1994, ha stabilito che la tutela della salute implica anche il “dovere dell’individuo di non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui, in osservanza del principio generale che vede il diritto di ciascuno trovare un limite nel reciproco riconoscimento e nell’eguale protezione del coesistente diritto degli altri”.

 

La Corte costituzionale con la sentenza n. 268/2017 ha stabilito che gli obblighi di vaccinazioni obbligatorie possono essere considerati necessari in una società democratica.

 

È evidente che la copertura vaccinale può essere imposta ai cittadini dalla legge solo con forme di coazione indiretta come quella relativa al possesso del Green Certificate o quella di inibire lo svolgimento di determinate attività in assenza di vaccinazione, quali ad esempio quelle sanitarie.

 

Riteniamo, che, come stabilito dal Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 2021/953 del 14.06.2021, al considerando 36, “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid -19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate” (ndr. Rettifica del regolamento (UE) 2021/953).

 

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Risarcimento ed indennizzo a seguito di effetti avversi causati dalla somministrazione del vaccino.

Recentemente sono innumerevoli le richieste risarcitorie avanzate da soggetti che hanno riportato effetti avversi a seguito della somministrazione di vaccini anti Covid-19. Come affermato dalla sopra richiamata sentenza della Corte Costituzionale n. 307 del 1990 ”un trattamento sanitario può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiono normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili, quali ad esempio astenia, aumento della temperatura corporea, dolori alla parte del corpo oggetto di inoculazione del vaccino.

 

Il problema si pone quando a seguito della vaccinazione obbligatoria derivi un danno alla salute patito da colui che vi si è sottoposto.

 

Al riguardo, l’articolo 1 della legge 25.02.1992, n.210, stabilisce che “chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge, o per ordinanza, di un’autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente dell’integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato”.

 

Quindi il legislatore ha previsto, a prescindere, da valutazioni negative sul grado di affidabilità scientifica delle vaccinazioni, un indennizzo da parte dello Stato in favore del soggetto che, a seguito di vaccinazione, abbia riportato delle lesioni o infermità permanenti.

 

Restano pertanto esclusi dal diritto all’indennizzo gli effetti sopra indicati, ma anche le lesioni o infermità temporanee.

 

La legge sembrerebbe riconoscere il diritto all’indennizzo soltanto nell’ipotesi di vaccinazione obbligatoria.

 

Ma così non è.

 

Infatti, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 27 del 26.02.1998,con la quale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della legge 210/1992, ha precisato che “non è costituzionalmente lecito alla stregua degli articoli 2 e 32 della Costituzione, richiedere che il singolo esponga a rischio la propria salute per un interesse collettivo, senza che la collettività stessa sia disposta a condividere, come è possibile, il peso delle eventuali conseguenze negative; non vi è ragione di differenziare, dal punto di vista del suddetto principio, il caso in cui il trattamento sanitario sia imposto per legge da quello in cui esso sia, in base ad una legge, promosso dalla pubblica autorità in vista della sua diffusione capillare nella società” (nello stesso senso vedi v.Corte Costituzionale 22.06.1990, n. 307 e 16.10.2000, n. 423).

 

Quindi è ragionevole ritenere che l’indennizzo previsto dalla predetta legge 16.10.1992 n.210, possa essere riconosciuto, secondo un’interpretazione costituzionalmente orientata, anche nel caso di vaccinazioni non obbligatorie, ma fortemente consigliate dallo Stato, come nel caso di specie.

 

Per completezza occorre rilevare che l’attribuzione di detto indennizzo non pregiudica assolutamente il diritto del danneggiato dalla somministrazione del vaccino ad ottenere l’integrale risarcimento del danno, che trova il suo fondamento in un fatto illecito, contrajus, imputabile a titolo di dolo o colpa secondo la disciplina generale in tema di responsabilità civile di cui all’art. 2043 c.c.

 

Il danno subito dal soggetto sottoposto a vaccinazione obbligatoria o facoltativa, può essere causato sia da chi materialmente ha somministrato il vaccino, sia dal produttore dello stesso.

 

Certo è che solo in presenza di un vaccino difettoso è possibile ottenere un risarcimento del danno a seguito delle lesioni subite in quanto l’articolo 4 della Direttiva 85/374/CEE del 25.07.1985, in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi, prevede per quanto qui interessa, che “il danneggiato deve provare il danno, il difetto, e la connessione causale tra difetto e danno”.

 

Non è affatto semplice dare prova del nesso causale tra vaccinazione e danno alla salute.

 

Al riguardo, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sezione II con sentenza del 21.06.2017 (C-621/15), ha stabilito che “il giudice di merito, chiamato a pronunciarsi su un azione diretta ad accertare la responsabilità del produttore di un vaccino per danno derivante da un asserito difetto di quest’ultimo, può ritenere, nell’esercizio del libero apprezzamento conferitogli al riguardo, che, nonostante la costatazione che la ricerca medica non stabilisce né esclude l’esistenza di un nesso tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza della malattia da cui è affetto il danneggiato, taluni elementi in fatto invocati dal ricorrente costituiscano indizi gravi, precisi e concordanti, i quali consentono di ravvisare la sussistenza di un difetto del vaccino e di un nesso di causalità tra detto difetto e tale malattia”.

 

Poiché la vaccinazione anti Covid-19 comporta un rischio per il singolo a beneficio sia dello stesso ma anche della collettività, appare ragionevole prevedere in ipotesi di lesioni o infermità derivanti da vaccinazione obbligatoria o facoltativa, non solo un indennizzo, ma anche un risarcimento del danno laddove sussistano i requisiti di cui all’art. 2043 c.c.

 

 

 

 

 

Covid, obbligo di vaccino:

prima l’ok Aifa, poi servirà la legge.

Per chi varrà e il nodo sanzioni.

 

 

Repubblica.it-Viola Giannoli-(03 SETTEMBRE 2021) -ci dice:

 

 

Il calendario per arrivare all’obbligo vaccinale. A fine mese è prevista l’autorizzazione definitiva del farmaco

È possibile introdurre in Italia l'obbligo vaccinale per tutti contro il Covid-19?

Sì, "è una possibilità che resta potenzialmente a disposizione delle istituzioni, del Governo e del Parlamento", ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Numerosi costituzionalisti, interpellati in questi mesi anche da Repubblica non hanno dubbi: "Lo Stato può introdurlo legittimamente alla luce dell'articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto fondamentale alla salute come interesse della collettività", ribadisce il presidente emerito della Consulta, Giovanni Maria Flick.

 

Quando potrà essere introdotto?

Il vaccino dovrà anzitutto essere dichiarato dall'Ema (Agenzia europea del farmaco) e dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) non più farmaco emergenziale ma ordinario. Così è accaduto ad esempio negli Stati Uniti dove la Fda (Food and drug administration) ha approvato in via definitiva il vaccino Pfizer dai 16 anni in su, mentre persiste l'uso emergenziale per i ragazzi tra 12 e 15 anni e per gli immunodepressi. Il pronunciamento Ema, fanno sapere dal ministero, è atteso entro fine settembre. Ma è solo il primo step, perché poi dovrà avviarsi l'iter legislativo su cui si preannuncia battaglia politica.

 

Draghi in conferenza stampa: verso l'obbligo di vaccinazione e sì a terza dose. Sulla Lega contro il Green Pass: "Il governo va avanti".

 

Quale sarà l'iter per l'approvazione?

L'introduzione potrebbe passare da un decreto legge del governo che dovrà essere poi riconvertito e quindi discusso ed eventualmente modificato dal Parlamento.

In Italia il vaccino anti-Covid è già obbligatorio per qualcuno?

Sì, il decreto legge del 1° aprile 2021 ha imposto l'obbligo vaccinale per i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario. Per chi rifiuta la somministrazione scatta la sospensione dal lavoro, il demansionamento e la decurtazione dello stipendio.

 

A chi verrà esteso?

L'obbligo vaccinale potrebbe riguardare l'intera popolazione compresa nella campagna vaccinale (dunque al momento gli over 12), solo alcune fasce di età o alcune categorie di lavoratori più a rischio contagio e trasmissione del virus.

 

Vaccini, la Lega dice no all'obbligo. Ma il partito si spacca: Giorgetti e i governatori del Nord contrari alla linea Salvini.

di Matteo Pucciarelli

02 Settembre 2021.

 

Chi potrà essere esentato?

Di certo chi non è compreso nella campagna vaccinale perché non esistono farmaci approvati in via definitiva dall'Aifa e coloro che per accertato pericolo di salute non possono sottoporsi alla somministrazione.

 

Quali sanzioni potrebbero scattare?

È uno dei temi più dibattuti ma ancora non si è entrati nella fase esecutiva. Le ipotesi variano dalla sanzione amministrativa (cioè una multa salata) a quella penale fino alla sospensione dal lavoro o al divieto di frequentare alcune attività.

 

Ci sono già vaccini obbligatori in Italia?

Sì. Fino al 2017 erano quattro. Poi, il Decreto vaccini del ministro Lorenzin, convertito in legge nel luglio di quell'anno, ha portato il numero di vaccinazioni obbligatorie nell'infanzia e nell'adolescenza a dieci. Per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni e per i minori stranieri non accompagnati sono obbligatorie le vaccinazioni contro la poliomielite, la difterite, il tetano, l'epatite B, la pertosse, l'Haemophilus influenzae tipo b, il morbillo, la rosolia, la parotite e la varicella. Senza quelle niente iscrizione a scuola.

 

L'obbligo vaccinale dura per sempre?

No, ad esempio la vaccinazione contro il vaiolo, introdotta in Italia a fine '800, è stata sospesa nel 1977 e abolita nel 1981, una volta eradicata la malattia.

 

Il vaccino anti-Covid è già obbligatorio in qualche Paese?

In Turkmenistan e in Indonesia è obbligatorio per tutta la popolazione. In altri Paesi solo per alcune categorie, come in Italia: in Grecia e in Ungheria per il personale sanitario, in Francia anche per chi è a contatto con i fragili e per i pompieri, nel Regno Unito lo sarà da ottobre per chi lavora nelle case di cura.

 

Il piano del governo Draghi per il Green Pass

 per lavorare e l’obbligo vaccinale.

 

Open.online- Alessandro D’Amato-(3 SETTEMBRE 2021)- ci dice :

 

 

Il governo Draghi è pronto a varare un piano per l’obbligo vaccinale e per l’estensione ai lavoratori del Green Pass. Ma prima è necessario l’ok al vaccino da parte di Ema e Aifa. In arrivo per fine settembre.

 

Il governo Draghi è pronto a varare un piano per l’obbligo vaccinale. E vuole estendere il Green Pass obbligatorio per i lavoratori della Pubblica Amministrazione e quelli a contatto con il pubblico. Lo ha cominciato a dire il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa ieri. E prevede una road map in due step. Il primo è quello dell’estensione del Certificato Verde Covid-19, che secondo l’esecutivo può costituire un incentivo alla vaccinazione per tutti. Il secondo è quello di varare la legge che introduce l’obbligo, che è fattibile in tempi brevi secondo i costituzionalisti e potrebbe riguardare alla fine soltanto alcune categorie o fasce di età (quelle più a rischio contagio e morte).

 

Ma prima ha bisogno di un passo decisivo. Ovvero è necessario che anche in Italia e in Europa con i vaccini succeda quello che è accaduto negli Stati Uniti, dove la Fda ha approvato il farmaco di Pfizer. Il vaccino dovrà anzitutto essere dichiarato dall’Ema (Agenzia europea del farmaco) e dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) non più farmaco emergenziale ma ordinario.

 

La Food and drug administration ha approvato in via definitiva il vaccino Pfizer dai 16 anni in su, mentre persiste l’uso emergenziale per i ragazzi tra 12 e 15 anni e per gli immunodepressi. L’Ema deve esprimersi entro la fine di settembre. Soltanto a quel punto potrà partire l’iter legislativo per portare il vaccino obbligatorio in Parlamento.

E, ragiona oggi La Stampa, se alla fine si arriverà all’obbligo, anche solo per alcune categorie o fasce specifiche della popolazione, vorrà dire che non la campagna di vaccinazione di massa non è riuscita a convincere quei 10 milioni di italiani al di sopra dei 12 senza nemmeno una dose, tra i quali oltre 3 milioni di ultracinquantenni. Il raggiungimento dell’obiettivo dell’80% di copertura della vaccinazione, che è comunque possibile toccare a fine settembre, non basterà visto che la variante Delta mette più a rischio contagio.

 

Lo scenario delineato oggi da la Repubblica prevede che il governo vari l’obbligo vaccinale attraverso un decreto legge che dovrà poi essere convertito dal parlamento.

 Già oggi l’obbligo vaccinale vale per alcune categorie (medici, infermieri e personale sanitario) con il decreto 44 del 1 aprile 2021. Chi rifiuta il vaccino rischia la sospensione dal lavoro e dallo stipendio e la destinazione ad altro incarico. Ma questa vale soltanto fino al 31 dicembre 2021, data di scadenza fissata dalla legge.

 

L’obbligo vaccinale, spiega ancora il quotidiano, potrebbe riguardare l’intera popolazione compresa nella campagna vaccinale (dunque al momento gli over 12), solo alcune fasce di età o alcune categorie di lavoratori più a rischio contagio e trasmissione del virus. Potrebbe essere esentato chi non è compreso nella campagna vaccinale perché non esistono farmaci approvati in via definitiva dall’Aifa e coloro che per accertato pericolo di salute non possono sottoporsi alla somministrazione.

 

Il Green Pass per lavorare.

Nel decreto dovranno però essere definite anche le sanzioni per chi decide di non vaccinarsi. Potrebbe trattarsi di una multa, una responsabilità penale o la sospensione dal lavoro o dalle attività che prevedranno l’obbligo.

 

 Il precedente legislativo c’è: il decreto vaccini del ministro Lorenzin, convertito in legge nel luglio 2017, ha portato il numero di vaccinazioni obbligatorie a dieci per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni e per i minori stranieri non accompagnati. Sono obbligatorie le vaccinazioni contro la poliomielite, la difterite, il tetano, l’epatite B, la pertosse, l’Haemophilus influenzae tipo b, il morbillo, la rosolia, la parotite e la varicella. Altrimenti non ci si può iscrivere a scuola. Attualmente l’obbligo vaccinale contro Covid-19 è in vigore in Turkmenistan e in Indonesia. In Grecia e Ungheria, come in Italia, l’obbligo vale per il personale sanitario mentre in Francia è stato esteso ad alcune categorie come i pompieri.

 

Per il Green Pass obbligatorio per lavorare invece il percorso potrebbe essere graduale. I primi saranno i dipendenti pubblici, con un provvedimento simile a quello che ha introdotto il lasciapassare nella scuola. Una norma del genere potrebbe essere inserita nel decreto 6 agosto in fase di conversione in Parlamento.

 

Per dire addio allo smart working per i lavoratori statali. Questo costituirebbe un primo passo per poi andare in tempi brevi verso l’obbligo per i lavoratori del settore privato. In Commissione alla Camera sono stati approvati la proroga di due mesi per i tamponi a prezzo calmierato (fino al 30 novembre) e il riconoscimento della validità dei test salivari molecolari ai fini del rilascio del Green Pass. Per i lavoratori privati si immagina di muoversi prima nei confronti dei settori a contatto con il pubblico: trasporti, ristorazione, eventi culturali, sport. E cominciando da quei luoghi in cui vige il paradosso dell’obbligo per l’utenza ma non per il personale.

 

I test salivari per il Green Pass.

I tamponi a prezzo calmierato nelle farmacie saranno intanto disponibili fino al 30 novembre. E basterà anche un test salivare per ottenere il certificato verde provvisorio, mentre sarà valido 12 mesi per i vaccinati e per i guariti. Il via libera in Commissione Affari sociali della Camera: per ottenere il Green Pass valido 48 ore, oltre ai test antigenici e naso-faringei, sarà valido anche il test salivare, più facile da utilizzare soprattutto con i bambini. In base ai tassi di contagio, invece, nell’aggiornamento settimanale della mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) finisce in rosso il Lazio (oltre il 4% con Basilicata, Calabria, Marche, Sardegna, Sicilia e Toscana) mentre la Campania torna in giallo.

 

L’obbligo è comunque legittimo. L’articolo 32 della Costituzione infatti, chiarisce il giurista Amedeo Santosuosso dell’Università di Pavia, «prevede la possibilità di imporre un trattamento sanitario obbligatorio attraverso una legge determinando così un obbligo generale per i cittadini. Una legge di questo tipo sarebbe giustificata dai benefici documentati che il trattamento, in questo caso il vaccino, porterebbe alla comunità ed ai singoli».

 

Gli studi scientifici, rileva, «dimostrano infatti gli effetti positivi dei vaccini ed un requisito alla base di una legge che prevede l’obbligo per un trattamento sanitario è proprio il vantaggio per la comunità e anche per i singoli individui. Ci sarebbero dunque tutti i requisiti per una legge di questo tipo».

 

Quanto ai tempi, afferma, «questi dipendono dal Parlamento: in questo caso si tratta di una questione politica più che giuridica». Ad ogni modo, precisa l’esperto, «è comunque possibile, anche in mancanza di una legge nazionale, procedere a obblighi vaccinali specifici per singole categorie lavorative».

 

 

 

 

 

 

 

 

La “Visione” futura di Jeff Bezos:

gli Esseri Umani nasceranno

nello Spazio e visiteranno la Terra.

 

Conoscenzealconfine.it- Arianna Guastella-(19 Novembre 2021)- ci dice:

 

 

Discutendo la politica degli Stati Uniti nello spazio in un forum a Washington DC, il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, ha affermato che nei prossimi secoli, gli esseri umani nasceranno nello spazio e lo chiameranno casa.

Attraverso la sua compagnia spaziale, Blue Origin, attualmente Bezos offre alle persone un breve viaggio nello “spazio”, ma ha anche in programma di creare parchi commerciali orbitanti in futuro. Nel parlare Bezos rivela le sue ambizioni, in cui gli umani vivranno completamente al di fuori del pianeta. Jeff Bezos ha fatto questi commenti alla presenza dell’amministratore della NASA, Bill Nelson, e del direttore della National Intelligence, Avril Haines, all’Ignatius Forum 2021, mentre si discuteva della politica degli Stati Uniti nello spazio.

 

Le Colonie Spaziali di Jeff Bezos.

Questa non è la prima volta che Jeff Bezos delinea i suoi piani per lo spazio. Business Insider riporta che l’ossessione di Bezos per le colonie spaziali risale ai tempi del liceo, e vede le colonie spaziali come la risposta alle minacce esistenziali sulla Terra, dovute all’aumento dell’inquinamento e della popolazione (l’unica minaccia per la vita

sulla Terra sono “esseri” come lui… )

 

Come ha notato Jeff Bezos, le colonie imiterebbero il clima terrestre e l’attrazione gravitazionale e includerebbero persino fiumi, foreste e fauna selvatica. Sarebbero giganteschi cilindri rotanti nello spazio che avrebbero la capacità di ospitare un milione di persone.

 

Le persone nasceranno quindi nelle colonie, dove vivranno la loro vita mentre la Terra diventerebbe una sorta di parco protetto, con poche persone che potrebbero visitarla di tanto in tanto. Bezos aveva citato una visione simile nel 2019 , ma Elon Musk l’aveva snobbata.

 

Musk con la sua SpaceX nutre intenzioni simili, ma crede che la “terraformazione”, ovvero l’apportare deliberatamente modifiche all’atmosfera, alla superficie, all’ecologia e alla temperatura di un pianeta o di un altro corpo celeste per imitare le condizioni della Terra, sia un approccio più appropriato. La NASA ha escluso questo approccio.

 

Jeff Bezos ha però osservato che la terraformazione sarebbe “drammatica” e “impegnativa”. “Anche se avesse successo, avremmo raddoppiato la Terra e saremmo passati da 10 a 20 miliardi di persone. Le colonie spaziali sono un’opzione migliore rispetto al tentativo di riavviare la vita su un altro pianeta”, ha affermato.

Intanto, però, non sappiamo quante persone potranno contenere le colonie spaziali di Jeff Bezos e come intende costruirle. Per ora, gli occhi di tutti sono puntati sul ritorno sulla Luna che è in ritardo rispetto al suo programma.

Ma quante buffonate…

(Arianna Guastella- reccom.org/colonie-oneill-un-sogno-che-dura-da-decenni-per-la-colonizzazione-dello-spazio/)

(reccom.org/jeff-bezos-esseri-umani-nasceranno-nello-spazio/).

 

 

 

 

 

 

 

Obbligo vaccinale,

si apre il dibattito:

ecco chi lo vuole.

 

Ilgiornale.it-Francesca Gallici-(19 Novembre 2021)- ci dice:

 

 L'aumento dei casi di coronavirus preoccupa anche l'Italia: avanza l'ipotesi di estendere l'obbligo vaccinale ad altre categorie di lavoratori.

L'epidemia di coronavirus in Europa ha ripreso la sua corsa. Per il momento l'Italia sembra reggere, a differenza di altri Paesi, nonostante l'incremento di casi importante dell'ultima settimana. Negli ospedali al momento la situazione è tranquilla, gli ospedalizzati sono una frazione molto ridotta rispetto ai nuovi contagi. Tuttavia, gli esperti hanno lanciato l'allarme per la possibilità che nelle prossime settimane si possa assistere a quanto sta già accadendo alle porte dell'Italia, soprattutto in Germania e in Austria, dove sono già state adottate nuove restrizioni e varati provvedimenti maggiormente stringenti per fermare il contagio, che contemplano l'obbligo vaccinale per tutti o, in alternativa, per un'altra fetta di lavoratori.

 Alcune misure potrebbero essere introdotte anche nel nostro Paese. Da una parte i governatori spingono affinché il governo vari un lockdown per i non vaccinati oppure introduca la regola delle 2g per l'ingresso nei locali, come già avviene in Germania. Dall'altra l'esecutivo al momento frena e temporeggia per capire in che modo si evolve l'epidemia, così da prendere provvedimenti adeguati e non eccessivi. In questa situazione, ovviamente, sono tante le voci che si levano e che spingono per una strategia preventiva piuttosto che di tamponamento. E il governo, anche se prende tempo, sta comunque ragionando le prossime mosse, per lo più votate a implementare la campagna vaccinale.

 Lo ha anticipato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ai microfoni di Radio anch'io su Rai Radio 1: "Siamo stati il primo Paese in Europa a introdurre l'obbligo vaccinale per i sanitari e io non escludo di poter fare una riflessione e valutare se è opportuno introdurre l'obbligo per altre categorie che hanno un contatto costante con il pubblico, le forze dell'ordine, coloro che operano nella grande distribuzione".

 Anche Antonio Tajani è sulla linea dell'obbligo per alcuni lavoratori: "Serve una grande campagna per la terza dose e credo che debba essere obbligatoria per tutti coloro che operano nel mondo della sanità. Con il vaccino si sconfigge il coronavirus, con il vaccino si vive, non è una limitazione della libertà. Anzi dobbiamo difendere la libertà di chi si è vaccinato, una piccola minoranza non può conculcare la libertà della maggioranza".

 Una soluzione che trova il consenso anche di Giovanni Toti, che ha ribadito: "Spero che il governo intervenga, come ho chiesto ieri attraverso la Conferenza delle Regioni, con un provvedimento articolato che preveda l'obbligo della terza dose di vaccino almeno per le categorie che lo hanno avuto obbligatorio per la prima e la seconda e l'estensione dell'obbligo vaccinale a categorie particolarmente esposte". Ma il governatore della Liguria è tornato anche a suggerire l'idea del lockdown per i non vaccinati: "Se dovesse tornare a salire il Covid, e qualche regione dovesse tornare in zona arancione, o peggio rossa, quelle misure di contenimento sociale dovranno valere solo per le persone più esposte per loro volontà, ovvero per chi non si è vaccinato".

 Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha espresso un concetto simile: "Purtroppo abbiamo una recrudescenza dei numeri dei contagi di Covid che non ci fa stare tranquilli. Credo che il Green pass fosse lo strumento in quel momento che potevamo utilizzare, però l'unica cosa che ci può mettere al sicuro è l'obbligo vaccinale, quindi quello è un percorso su cui dobbiamo avere il coraggio di fare una riflessione seria".

 Sull'ipotesi dell'obbligo vaccinale, Massimiliano Fedriga si pone delle domande: "La conseguenza dell'obbligo vaccinale è che dovremmo licenziare gli italiani che non si vaccinano?". Il governatore del Friuli Venezia Giulia, però, sottolinea: "Cerchiamo piuttosto di accompagnare il Paese". Fedriga suggerisce che sarebbe meglio implementare la comunicazione, perché "il grande nemico da sconfiggere non sono i no vax incalliti, ma la paura, da sconfessare attraverso appunto l'informazione".

 Totalmente a favore dell'obbligo vaccinale è Francesco Boccia, deputato Pd e responsabile Regioni: "Non vedo altra strada rispetto all'obbligo vaccinale. La scelta dell'Austria a favore dell'obbligo da febbraio è una dura e disperata rincorsa dopo le scelte parziali fatte nei mesi scorsi. Evitiamo di trovarci nella stessa condizione. Per quanto ci riguarda, lo diciamo da mesi e abbiamo sempre sostenuto iniziative improntate sul massimo rigore".

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