“La grande truffa.”
“La grande truffa.”
Le
voci sull’arresto di Klaus Schwab
si
stanno diffondendo su Twitter,
è stato davvero arrestato?
Grandeinganno.it-Redazione-
(13 Novembre 2021 )-ci
dice:
Le
voci sull’arresto di Klaus Schwab si stanno diffondendo su Twitter, facebook e
altri social, ma è stato davvero arrestato? Se cerchiamo su internet, possiamo
vedere qualche notizia ma nulla sui i canali ufficiali fin ad ora.
Su
twitter ad esempio si legge che Klaus Schwab, presidente del WEF (World
Economic Forum) sarebbe stato arrestato dalla polizia svizzera il 13 novembre.
La
polizia lo avrebbe arrestato direttamente da casa sua.
Klaus
Schwab è un ingegnere ed economista tedesco che lavora attivamente come
presidente esecutivo e fondatore del World Economic Forum dove tiene
attivamente incontri annuali con molte personalità d’élite provenienti da
diverse parti del mondo.
Perché
il presidente del WEF Klaus Schwab sarebbe stato arrestato? Che crimine avrebbe
commesso?
La
polizia sarebbe andata ad arrestare Klaus Schwab nella sua casa a Cologny, in
Svizzera. L’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione tra le forze
dell’ordine avrebbe registrato una denuncia contro Schwab.
Il
motivo dell’arresto del presidente del WEF Klaus Schwab sarebbe un crimine commesso durante la fase della pandemia COVID-19. Secondo le accuse insieme ad un élite globale
avrebbe testato misure totalitarie come la vaccinazione obbligatoria, le carte
d’identità digitali e l’espropriazione della proprietà privata.
Sfortunatamente,
alcuni di questi tentativi avrebbero avuto un gran parte successo. Il suo
avvocato fornirà presto i dettagli riguardanti il suo arresto e la sua
richiesta.
Sembrerebbe
che non sia la prima volta che Klaus venga accusato di frodi del genere ci
sarebbero dei precedenti in passato e ora sarebbe sotto custodia.
Ma le
voci sull’arresto di Klaus Schwab che stanno dilagando sui social, sono vere o
false?
L’unica
fonte che ha pubblicato notizie sul suo arresto è dal sito canadese chiamato
Conservative Beaver. Oltre a questo sito, non c’è una sola notizia su internet
riguardo all’arresto di Klaus. L’arresto del direttore esecutivo del WEF è una storia
troppo grossa e non avere una sola notizia in merito e questo solleva numerosi
dubbi sulla veridicità delle voci sul suo arresto.
Il 5
novembre il sito Conservative Beaver aveva pubblicato un articolo sull’arresto
dell’amministratore delegato di Pfizer, poi rivelatosi falsa. La notizia fu pubblicata
anche su Facebook e anche all’epoca attirò l’attenzione di molte persone.
Quindi, c’è un’alta possibilità che l’arresto di Schwab sia una clamorosa
Bufala.
La
figlia di Mario Draghi, Federica Draghi
si tuffa in affari nelle farmaceutiche.
Grandeinganno.it-Redazione-(2
Novembre 2021)-ci dice:
Cresciuta
in una delle grandi firme della biotecnologia in Italia, Genextra, la
primogenita di Draghi ha fondato la scorsa primavera il gruppo Xgen partners di
cui ha il 30% del capitale insieme a Daniele Timothy Scarinci (30%) e Paolo
Fundarò (40%).
Con la
società nel giugno scorso è stata fondata anche la “Xgen sgr” (le quote sono le stesse) in attesa
delle autorizzazioni ad operare, alla cui presidenza è stato chiamato Carlo Marchetti, che è anche consigliere di
amministrazione della Fc Internazionale Milano (la squadra di calcio Inter) e della
Colussi. E insieme hanno progettato il
lancio del”
fondo Life science “che secondo verbale del consiglio amministrativo del 5
agosto scorso della sgr, avrà “una politica di investimento focalizzata su start-up e
Pmi innovative ad alto contenuto tecnologico e in grado di definire nuove
tecnologie, categorie o evoluzioni di prodotto nel settore life science, con particolare focus sulle imprese
impegnate nello sviluppo e nella commercializzazione di nuove terapie, farmaci,
dispositivi medici, applicativi diagnostici e soluzioni nel campo digital
healthcare”.
Il
Fondo quindi investirà nel farmaceutico e para-farmaceutico oltre che nel
settore biotecnologico, settori che sono ritenuti di vitale importanza anche dal
governo presieduto da papà. Bisognerà stare attenti ai possibili conflitti di interesse
sempre in agguato, tanto più che la nuova avventura finanziaria è stata decisa
dopo lo sbarco di super-Mario a palazzo Chigi.
Clamoroso
studio: I
non vaccinati (novax)
verso
l’immunità di gregge, vaccinati verso infezioni continue.
Grandeinganno.it-Redazione-(13
Novembre 2021)- ci dice:
I
completamente vaccinati soffrono di tassi di infezione molto più alti rispetto
ai non vaccinati e peggiorano di giorno in giorno; non c’è alcuna
giustificazione per i passaporti dei vaccini.
L’Agenzia
per la sicurezza sanitaria del Regno Unito pubblica statistiche Covid
dettagliate che, per le ultime sette settimane, sono state registrate per
gruppo di età e stato di vaccinazione. Questo permette ora di rispondere a
domande importanti.
L’Agenzia
sostiene che la maggior parte dei vaccinati soffre di tassi di infezione
sostanzialmente più alti e il suo ultimo grafico fornisce un’istantanea.
Tutti
gli over 30 vaccinati nel Regno Unito ora sopportano tassi di infezione molto
più alti delle loro controparti non vaccinate. Tuttavia, questo non ci dice nulla
su come questo sia successo, o su come possa evolvere. Qui ripresentiamo i dati dell’agenzia
in una serie temporale, per promuovere una migliore comprensione delle tendenze
e delle implicazioni.
Il
Regno Unito ha per lo più vaccinato la sua popolazione in ordine di età, dal
più vecchio al più giovane, e molto recentemente ha iniziato a vaccinare la sua
coorte sotto i 18 anni. Essendo i più recenti vaccinati nel Regno Unito, hanno
un grado molto alto di resistenza all’infezione da Covid.
Questa
ondata di persone appena vaccinata beneficia di un miglioramento del 90% nei
loro tassi di infezione, il che significa che la loro incidenza di casi è 10
volte migliore di quella delle loro controparti non vaccinate. Questo è impressionante e fa
sorgere la domanda su quanto possa durare questo alto grado di protezione.
La
risposta, purtroppo, sembra non essere molto lunga.
Il
precedente gruppo di età del Regno Unito ad essere vaccinato era la coorte
18-29 anni, la metà dei quali è stata vaccinata completamente circa 9 settimane
fa. Anche
se stanno ancora meglio dei non vaccinati nella loro fascia d’età, hanno perso la maggior parte della
loro resistenza relativa all’infezione. Se continuano la loro traiettoria,
alla 12esima settimana quel beneficio sarà completamente scomparso.
Il gruppo
di età che è stato vaccinato più presto è stato quello dei 30-39 anni. La metà era completamente vaccinata
intorno alla settimana 27, e alla settimana 39 (di nuovo circa 12 settimane dopo) aveva
perso la sua maggiore resistenza all’infezione. Almeno per queste due , sembra che la
loro resistenza indotta dal vaccino sia stata ridotta a zero in meno di 3 mesi.
Sfortunatamente,
non si ferma qui; seguendo i dati si vede che i vaccinati scendono in
territorio negativo, il che ci può portare a chiederci come stanno facendo ora
tutte le persone precedentemente vaccinate.
In
termini di vulnerabilità alle infezioni, la risposta non è così buona:
L’intera
comunitá di persone dei 40-79 anni vaccinati è profondamente negativa, ora
sotto il meno 50%, il che significa che soffrono più del doppio del tasso di
infezione delle loro controparti non vaccinate, e non c’è una fine ovvia in
vista;
data la tendenza costante e fortemente negativa per tutte le coorti di adulti,
è impossibile indovinare dove o quando queste traiettorie potrebbero
raggiungere il fondo.
Ma la
tendenza è il risultato di una maggiore vulnerabilità tra i vaccinati, o si sta
sviluppando una maggiore resistenza tra i non vaccinati?
La
risposta sembra essere entrambe le cose.
Gli
adulti non vaccinati stanno godendo di tassi di infezione significativamente
più bassi, ma gli adulti vaccinati stanno chiaramente andando nella direzione
opposta.
Questo
porta alla domanda:
Perché
i vaccinati devono subire tassi crescenti di infezione, mentre i tassi di casi
dei non vaccinati sono diminuiti e sono più bassi? Sicuramente dovremmo aspettarci che i
vaccinati se la passino meglio, certamente non peggio.
Tuttavia,
per tutta la comunitá di adulti, tranne una, è vero l’esatto contrario, e anche
per loro, sembra, non per molto.
È
stato suggerito che l’infezione tra i non vaccinati ha indotto una forte
immunità naturale che porta alla loro immunità di gregge. Questo può essere un fattore, ma,
come abbiamo visto, anche i vaccinati sono stati infettati e almeno nei soggetti
dai 40-79 anni, a tassi molto più alti.
Perché
questo non dovrebbe beneficiare anche i vaccinati?
Dobbiamo
capire che l’infezione post-vaccinazione potrebbe non produrre un’immunità
ampia simile?
La
vaccinazione mira ad alterare la risposta immunitaria post-infezione, che è,
ovviamente, l’obiettivo; è concepibile che questa risposta alterata possa mettere a
tacere lo sviluppo di un’immunità ampia e duratura che altrimenti risulta
normalmente dall’infezione naturale. Questo potrebbe lasciare i vaccinati più esposti
alla reinfezione, e potrebbe aiutare a spiegare questi risultati. Ma questa
rimane una speculazione, semplicemente non lo sappiamo oggi.
Quello
che sappiamo, dai dati del Regno Unito, è che chiunque sia stato vaccinato più
di qualche mese fa ha un rischio molto più alto di infezione da Covid, ed è
quindi molto più probabile che venga infettato rispetto alle controparti non
vaccinate.
Molto
è stato detto e scritto per dimostrare che i vaccinati sono ugualmente capaci
di trasmettere il Covid. Tuttavia, poiché i loro sintomi tendono ad essere più
lievi, è
anche più probabile che siano in giro e con l’aumento dei tassi di infezione,
non c’è dubbio che i vaccinati sono ora il maggior rischio di trasmissione del
Covid.
Alla
luce di ciò, i passaporti di vaccinazione sono chiaramente privi di
significato; non sono altro che un invito al contagio, per il quale non può più
esserci alcuna giustificazione.
(Fonte
dei dati: UK Health Safety Agency COVID-19 Vaccine Surveillance Reports
settimane 36-42.)
(Leggi
il rapporto UKHSA qui).
Jean-Claude
Van Damme crea panico in TV:
Rothschild e Rockefeller comandano il mondo.
Grandeinganno.it-Redazione-
(7 Novembre 2021)-ci dice :
L’attore
belga Jean-Claude Van Damme durante una trasmissione televisiva in una TV
francese ha esternato la sua opinione sui politici.
Si
trattava di un programma sulle elezioni americane ma egli ha velocemente
dirottato il dibattito su Rothschild e Rockefeller e su come essi controllino occultamente
il mondo attraverso i politici.
Notate i conduttori televisivi i quali
cercano, come in tutti questi casi, di interrompere per poi con un applauso
passare alla pubblicità.
L’allarme
del Dr. Robert Malone, l’inventore
della
tecnica mRNA : “Hanno fretta di uccidere bambini.”
Grandeinganno.it-Redazione-(15
Novembre 2021 )-
ci dice :
“La
sfortunata verità è che dovremo far morire molti bambini prima che le persone
si sveglino. Questo è ciò che accadrà.”
Ed è
proprio questo che fa arrabbiare i fondatori del Progetto Unity in questo momento: è che ci stiamo
affrettando, volenti o nolenti, a danneggiare e uccidere i bambini.
E ora
lanceranno sperimentazioni cliniche praticamente su bambini molto piccoli dai due
ai tre anni, ok? E ci sarà la morte infantile.
Ci
saranno danni infantili.
“E
sembra che dovremo farlo perché le persone si “sveglino”, per superare questa
nebbia nel cervello che stanno soffrendo tutti”.” (Dott. Robert Malone – 12 novembre
2021).“
Il Dr.
Malone non usa mezzi termini per definire quello che l’élite ha intenzione di
fare.
I
bambini rappresentano l’Uomo di domani. Avvelenare ed uccidere loro, vuol dire
devastare e sabotare l’intera Umanità.
Chi
non si smarca è complice.
E ora la Pfizer fa affari d’oro anche con il farmaco
per trattare la miocardite e con la terapia anticoagulante.
Grandeinganno.it-Redazione-(26
Ottobre 2021 )- ci dice:
Le
vendite del farmaco Pfizer Vyndaqel/Vyndamax per il trattamento della miocardite,
nel secondo trimestre del 2021 sono aumentate negli Stati Uniti del 77%.
Il
vaccino Pfizer contro il COVID-19 partner di BioNTech continua a fare guadagni,
con le vendite hanno portato un totale di $ 7,8 miliardi nel solo secondo
trimestre.
Nel
secondo trimestre i ricavi di Pfizer sono aumentati dell’86% a livello
operativo a 19 miliardi di dollari – se si escludono le vendite del vaccino
BNT162b2 , i ricavi sono ancora aumentati del 10% a 11 miliardi di dollari.
Altri
guadagni notevoli nel trimestre includono il farmaco per la miocardite Vyndaqel/Vyndamax, che è aumentato del 77%, mentre le
vendite della sua terapia anticoagulante Eliquis sono aumentate del 13%.
Celine
Dion, paralisi dopo il vaccino,
malattia
più grave del previsto: “Paralizzata e con dolori.”
Garndeinganno.it- redazione- (3 Novembre 2021 )- ci dice:
Celine
Dio ha annullato i suoi tuor per l’aggravarsi della sua malattia: “Ha avuto
spasmi muscolari gravi” annuncia il suo staff.
“Ho il
cuore spezzato“. Così Celine Dion ha commentato sui social lo stop, dovuto a problemi di
salute, per le date degli spettacoli dal 5 al 20 novembre 2021 e dal 19 gennaio
al 5 febbraio 2022 a Las Vegas.
La
cantante, 53 anni, è stata anche costretta a riprogrammare il tour mondiale, a
marzo 2022. L’artista – si legge nel comunicato stampa del suo staff diffuso
sui social – “ha avuto spasmi muscolari gravi e persistenti che le impediscono
di esibirsi.
Celine
Dion si è vaccinata, ma la paralisi di cui soffre secondo i “fact check” non
c’entra con il vaccino… nonostante migliaia di segnalazioni simili in VAERS tra i
vaccinati, ma per Celine Dion la causa è “non chiara”.
Ideologia
al potere.
Per
Biden le famiglie
(in USA)
sono
covi di terroristi.
Laverita.info-Stefano
Graziosi-(18 novembre 2021)- ci dice:
L’amministrazione
Biden (in USA) ha un nuovo nemico: i genitori statunitensi.
Un pericolo a quanto
pare rilevante, visto che il
Dipartimento di Giustizia ha addirittura mobilitato la sezione antiterrorismo
dell’FBI.
A fine settembre ,
la National School Boards Association (NSBA) aveva inviato una lettera a Joe
Biden , chiedendo aiuto
contro quei genitori che si oppongono all’inserimento nei curricula scolastici
della cosiddetta Critical
race theory:un insieme di
teorie sociologiche che mira a rileggere la storia secondo le categorie del
razzismo sistemico . La
lettera invocava il ricorso al Patriot Act
e bollava alcuni genitori in questione come terroristi interni. In
particolare ,la missiva era stata firmata dal Ceo ad interim della NSBA Chip
Slavea,il quale è legato al Partito democratico ,avendo lavorato nello Staff di
Bob Wise: ex deputato ed ex governatore “Dem” della West Virginia.
E’ così che il
Dipartimento di Giustizia ha emesso ,il 4 ottobre 2021 ,un controverso
memorandum in cui si dà incarico all’FBI di occuparsi della faccenda. Per carità : è vero che si
sono verificati alcuni casi di genitori che avevano tenuto dei comportamenti di
protesta esagerati o sgradevoli contro i consigli scolastici. Ma si trattava appunto
di singoli casi ,laddove l’opposizione all’indottrinamento nelle scuole
coinvolge associazioni di carattere nazionale ,come Parents Defending Education.
Parlare di
“terrorismo interno” e mobilitare addirittura l’FBI lascia non solo perplessi
,ma configura una potenziale violazione del
Primo emendamento, che tutela la libertà di espressione. Non solo :
nonostante in un primo momento Biden avesse cercato di evitare le polemiche scaricando la
responsabilità sul Dipartimento di Giustizia , nei giorni scorsi è emerso che, prima di inviare la missiva di settembre
,la NSBA si fosse coordinata con la Casa Bianca. Segno che si è trattato di uno
sforzo politico organizzato ai più alti livelli delle istituzioni USA.
In questo clima,
durante una testimonianza alla commissione Giustizia della Camera il 21 ottobre 2021 ,il procuratore generale ,
Merrick Garland ,aveva cerato di minimizzare il suo stesso memo ,
dichiarando : “Non riesco a immaginare
una circostanza in cui i genitori sarebbero etichettati come terroristi
interni”.Peccato che le cose stiano diversamente .L’altro ieri , i deputati
repubblicani hanno ottenuto
e pubblicato un’email interna dell’FBI ,datata 20 ottobre2021 e firmata
dal vicedirettore della sezione antiterrorismo del Bureau ,Timoty Langan. Ebbene in questo documento -dedicato ai consigli
scolastici -si riporta la creazione di un “tag di minaccia” e si prescrivono operazioni
di “tracciamento”. Ne
consegue che, nonostante le
minimizzazioni di Garland , i genitori ostili all’indottrinamento scolastico
siano trattati dal Bureau alla stregua
di terroristi interni.
In tal senso ,il
deputato repubblicano ,Jim
Jordan ha inviato una lettera di fuoco al procuratore generale. ”Se eri a conoscenza delle azioni dell’FBI al momento della tua
testimonianza ,questa prova mostra che hai volutamente ingannato la
commissione” ha tuonato. Fedelissimo di Donald Trump , Jordan è il deputato attorno a cui si è verificato
un piccolo “giallo “relativo al recente viaggio della guardasigilli , Marta Cartabia, negli Stati Uniti : in un primo comunicato
pubblicato dal sito del ministero della Giustizia italiano il 13 novembre 2021
(e successivamente cancellato),la Cartabia avrebbe infatti dovuto
incontrare Jordan ,in quanto membro
della commissione Giustizia della Camera dei rappresentanti. Un meeting che è
stato espunto dal comunicato successivo
,datato 15 novembre 2021 ,in cui si parlava invece genericamente di un incontro
con “selezionati interlocutori
USA”.
Ora non è chiaro se
il meeting si saltato (o comunque non più pubblicizzato )perché attraverso
Jordan ,la Cartabia temesse di essere politicamente associata a Trump e magari
irritare qualche ambiente che conta (non è del resto un mistero che la
guardasigilli sia una papabile candidata al quirinale, nonostante ieri abbia
smentito ,dicendo di “non saperne niente”.
Tuttavia ,se
realmente i rapporti istituzionali fossero stati subordinati a considerazioni di
tipo politico ,allora si dovrebbe porre un tema di opportunità anche per il suo
colloquio -questo ,si, avvenuto-con l’omologo Garland che sta adottando una linea controversa (e un
po' inquietante ) sui genitori e sull’indottrinamento scolastico; tanto più che la stessa NSBA,il 22 ottobre 2021,ha fatto
marcia indietro ,scusandosi pubblicamente
per la lettera di fine settembre. In altre parole ,se di opportunità
politica si è trattato, allora la cosa avrebbe dovuto valere per tutti, non
solo per qualcuno.
Tutto ciò ,mentre è proprio sul tema
dell’indottrinamento che i Dem Usa
(comunisti) hanno perso le ultime elezioni governatoriali in Virginia : segno
,questo ,di una debolezza che potrebbe portare i repubblicani a riconquistare
l’intero Congresso l’anno prossimo.
Quei repubblicani
che in Italia certi ambienti si ostinano
a snobbare ,non rendendosi conto che ciò
potrebbe rivelarsi un grosso errore per il futuro.
Borghi:
interrogazione su quanto detto
da Locatelli su
“Nessun vaccinato in terapia intensiva.”
Scenarieconomici.it- Guido da
Landriano- (Novembre 17, 2021)-ci dice:
Eravamo abbastanza
sicuri che le parole di Franco Locatelli, presidente del Comitato Tecnico
Scientifico, che ha affermato in una conferenza stampa che “Non ci sono vaccinati
in terapia intensiva” avrebbe provocato delle reazioni, e, infatti, queste ci
sono state.
Claudio Borghi,
deputato della Lega, ha presentato un’interrogazione in materia di cui vi
proponiamo il testo:
Venerdì 12 novembre
2021, seduta n. 594
CLAUDIO BORGHI. — Al
Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il 5 novembre 2021
si è svolta a Palazzo Chigi la conferenza stampa sulla prosecuzione della
campagna vaccinale, alla quale hanno partecipato il Ministro della salute,
Roberto Speranza, il Commissario straordinario per l’emergenza da COVID-19,
Francesco Paolo Figliuolo e il Presidente del Consiglio superiore di sanità,
Franco Locatelli. I temi
affrontati in tale occasione sono stati dall’accelerazione sulle terze dosi,
alle precauzioni da continuare a seguire per evitare la diffusione del virus;
il professore Franco
Locatelli ha esordito parlando di «pandemia di non vaccinati», prendendo come spunto la medesima affermazione del Ministro della
salute della Germania, Jens Spahn.
Secondi Locatelli è,
infatti, evidente il rischio che ci troviamo di fronte a uno scenario
epidemiologico composito, dove la possibilità di essere infettati e di
sviluppare una patologia grave – tale da richiedere ricovero nelle rianimazioni
e ancora di più il rischio di sviluppare patologie fatali – è
significativamente diverso tra chi è vaccinato e chi non lo è;
infatti, Franco Locatelli ha affermato che secondo un’analisi dell’Istituto superiore di
sanità è stato documentato che, in Italia, fino ai 59 anni di età, nessuno dei vaccinati è stato ricoverato nelle terapie
intensive;
secondo il
bollettino prodotto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) «Epidemia COVID-19. Aggiornamento nazionale 3 novembre
2021 – ore 12:00»
pubblicato il 5 novembre 2021, che riporta i dati della sorveglianza integrata
dei casi di infezione da virus Sars-CoV-2 riportati sul territorio nazionale e
coordinata dall’Iss ai sensi dell’ordinanza n. 640 del 27 febbraio 2020, risultano delle incongruenze con quanto affermato da
Franco Locatelli durante la conferenza stampa. Infatti, dalla tabella del documento che riporta i
casi di COVID-19 diagnosticati, ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva
e deceduti negli ultimi 30 giorni (dal 24 settembre al 24 ottobre 2021) per
stato vaccinale e classe d’età si può rilevare che per la fascia d’età 40-59
anni sono 2 (1,7 per cento) i vaccinati con ciclo incompleto e 14 (12,2 per cento) coloro che sono stati sottoposti
a ciclo completo di vaccinazione;
un ulteriore grafico
contenuto nel medesimo bollettino dall’Istituto superiore di sanità (Iss),
pubblicato il 5 novembre 2021, presenta il confronto della popolazione italiana
e casi di COVID-19 diagnosticati, ospedalizzati, ricoverati in terapia
intensiva e deceduti per settimana di diagnosi e per stato vaccinale nella
classe d’età 40-59 anni. Nella settimana dall’11 al 18 ottobre 2021 i ricoveri
in terapia intensiva sono stati del 20 per cento per i vaccinati e del 5 per
cento per i ricoverati con ciclo incompleto; per quanto riguarda i decessi, il 25 per cento hanno
riguardato i vaccinati con ciclo completo, nella settimana di riferimento –:
come si spieghi
l’affermazione secondo cui nessun vaccinato è finito in terapia intensiva del
professore Franco Locatelli, nonché portavoce del Comitato Tecnico Scientifico
(Cts) quale sommo organo di consulenza del Ministero della salute per il
superamento della pandemia, considerato che la stessa appare sbagliata e
incongruente rispetto ai dati raccolti e pubblicati nel bollettino
dall’Istituto superiore di sanità (Iss);
quali iniziative di
competenza il Governo intenda intraprendere per evitare che vengano diffusi,
nuovamente e durante una conferenza stampa nazionale, informazioni non corrette
sull’andamento della pandemia e delle ospedalizzazioni da COVID-19, con il solo
fine di promuovere la campagna vaccinale senza tener conto dei dati reali.
Siamo piuttosto
curiosi di sapere che cosa risponderà il ministro Speranza, se mai risponderà.
Speriamo che non c’abbia Judo…
Petrolio: Biden alla disperazione chiede
aiuto alla Cina e
lancia indagini federali.
Scenarieconomici.it-
Giuseppina Perlasca-( Novembre 17, 2021)- ci dice:
Inutile nascondere che Joe Biden è disperato per gli elevati prezzi
dell’energia che, negli USa, sono legati soprattutto alla crescita nei prezzi
del petrolio e quindi dei carburanti, Purtroppo le riserve USA sono già molto
basse e non è possibile al Presidente ordinare il rilascio di ulteriori
quantità. Ecco un grafico
esplicativo della situazione riserve.
Per questo motivo, e
per una crisi energetica di cui lui, con i governatori democratici, è il
principale colpevole, Biden si è risolto a prendere due decisioni
effettivamente estreme:
secondo SCMP si è
dovuto abbassare a chiedere alla Cina di rilasciare parte delle proprie riserve
strategiche per aiutare a contenere il prezzo mondiale dell’oro nero,
rendendosi in questo modo debole di fronte ad una potenza non amichevole e
desiderosa di prendere il suo posto come leader mondiale;
Ha inviato una
lettera al presidente della FTC (Federal Trade Commission), Lina Khan,
chiedendole di tenere sotto controllo i prezzi dei carburanti perché, a suo
dire, c’è il pericolo che “Gli
americani stiano pagando di più per i prezzi del carburante a causa dei
comportamenti anti competitivi e potenzialmente illegali delle aziende
petrolifere“.
Quest’ultima parte
è, con tutta evidenza, una minaccia bella e buona alle società petrolifere, anche perché Biden non ha nessuna prova di questi
comportamenti collusivi, ma , nonostante questo, chiede a un ente federale di utilizzare specificamente
tutti gli strumenti a propria disposizione per indagare.
Vi roviniamo la
sorpresa rivelandovi il finale dell’indagine: non verrà trovato alcun illecito. Del resto , riguardo gli enormi profitti delle
società petrolifere, dov’era
la Casa Bianca l’anno scorso quando tutte le compagnie energetiche erano
sull’orlo del fallimento per il prezzo del petrolio WTI andato in negativo,
costringendole a fare decine di
miliardi di debiti appena sopravvivere, mentre la benzina era la più economica
degli ultimi anni? Magari Biden aveva Judo, e con lui tutti i democratici.
Del resto il prezzo
della benzina sta seguendo pedissequamente quello del petrolio
Biden è disperato
perché, con i prezzi dell’energia alle stelle, si riduce al lumicino la
speranza di vincere, o almeno limitare i danni, nelle elezioni di Midterm. In
questa situazione le camere cambieranno colore il prossimo anno, salvo colpi di
scena.
Svizzera: il 28
novembre votano referendum
sul Covid-pass. Un
esempio di democrazia.
Scenarieconomici.it-
Guido da Landriano-( Novembre 18, 2021)- ci dice:
Pare che, ai confini
dell’Italia, sia possibile una consultazione popolare, un referendum, sulle
politiche relative al covid-19 di un governo nazionale. Una cosa stupefacente,
incredibile, per chi abita da “Trieste in giù”.
Che succede nella
Federazione Elvetica? Il 28 novembre si terranno tre referendum dei quali il
più interessante è quello per cancellare le modifiche alla legge Covid-19
locale approvate con un altro referendum il 13 giugno 2021.
Come spiega il sito
federale informativo, con questa norma, il Parlamento ha esteso gli aiuti
finanziari a chi aveva ricevuto un sostegno troppo limitato o non ne aveva
ricevuto nessuno. Il
sistema di tracciamento dei contatti è stato ulteriormente sviluppato al fine
di interrompere le catene di contagio ed è stato stabilito che la Confederazione
avrebbe promosso i test COVID-19 e ne avrebbe coperto i costi. Inoltre, il Parlamento ha istituito la base legale per
il certificato COVID che aveva chiesto di rilasciare alle persone guarite,
vaccinate o sottoposte a test, al fine di agevolare i viaggi all’estero e consentire lo svolgimento di
determinati eventi.
Praticamente la
norma del marzo 2021, confermata con referendum, poneva la base per l’emissione
di certificati Covid-19 svizzeri. Ora un comitato per il no vuole cancellare
questa legge, ovviamente per la parte dei certificati.
Che dice il comitato
per l’abolizione? Il problema è molto simile a quello vissuto in Italia, e lo
presentiamo con le stesse parole dei promotori.
Molte delle norme
attualmente vigenti nella legge Covid-19 comportano che le persone che non
possono o non vogliono essere vaccinate sono escluse da molti ambiti della vita
quotidiana. Ciò colpisce in
modo particolarmente duro gli studenti ai quali, senza un certificato Covid,
viene negato l’accesso a università e scuole superiori, nonché i dipendenti i
cui datori di lavoro ri-chiedono tale certificato sul posto di lavoro con la
minaccia di licenziamento se non adempiono a tale richiesta. A questo proposito
non si tiene conto del fatto che il certificato Covid è già di per sé
incostituzionale e che sempre più studi dimostrano che le persone vaccinate
possono trasmettere il virus Sars-Cov2 allo stesso modo delle persone non
vaccinate: proprio nei Paesi in cui la copertura vaccinale è molto elevata, il
numero di casi sono in forte aumento.
Da qualche tempo, la
Confederazione non ha quindi più parlato del suo obiettivo auto-dichiarato di
raggiungere un’«immunità di gregge», ma solo del fatto che la vaccinazione ha
lo scopo di proteggere dai decorsi gravi. A questo proposito, tuttavia, l’UFSP (così come il
Robert-Koch-Institut) ha
dovuto ammettere che i contagi da vaccino sono superiori a quanto
precedentemente ipotizzato e che sono stati sottostimati.
Tuttavia, ciò non
sorprende, tanto più che l’UFSP non registra nemmeno lo stato vaccinale di coloro che risultano positivi e, di
conseguenza, i contagi da vaccino, per cui non esiste alcun controllo sulla riduzione della protezione
delle vaccinazioni tanto
decantate contro il Sars-Cov227. Per concludere, un No alla legge Covid non ha effetti negativi su
nessuno, mentre un Sì danneggerebbe in molti modi tutta la nostra società.
Da qui il seguente
appello a tutti i vaccinati, guariti e non vaccinati:
Chi non vuole essere
limitato nella vita e nella libertà di movimento,
chi non è disposto a
farsi somministrare un vaccino a mRNA/vettore – la cui omologazione è tuttora
temporanea – ogni pochi mesi e sotto la pressione del governo,
chi non vuole essere
responsabile dell’esclusione di altre persone dalla vita pubblica e sociale o
addirittura del fatto che queste persone perdano il lavoro e quindi il loro
sostentamento a causa dell’obbligo di un certificato,
chi vuole difendere
i diritti fondamentali di tutti i cittadini in Svizzera e
chi vuole porre fine
a questa società a due classi e alla divisione della comunità provocata dal
Consiglio federale, il 28 novembre 2021voterà:
NO alla modifica del
19 marzo 2021 della legge Covid-19!
Ovviamente il
governo federale sostiene una visione opposta, che senza il certificato
covid-19 vi sarebbe un blocco della libertà di movimento dei cittadini
elvetici, soprattutto verso l’estero, oppure che vi sarebbero forti limitazione
alle attività anche in Svizzera, affermazione che vengono contestate dalla
controparte. Comunque è veramente esemplare come, in modo molto
civile, un popolo possa venir chiamato a pronunciarsi su una questione così
importante, il tutto senza
gli spettacoli indecorosi e disinformativi che siamo costretti a sorbirci
spesso qui in Italia.
Vaiolo: trovate
fiale in laboratorio Mercks,
dove non dovevano essere! FBI indaga.
Scenarieconomici.it-
Guido da Landriano- (Novembre
18, 2021)- ci dice:
Fiale di Vaiolo e di
vaccino per il vaiolo sono state scoperte dove assolutamente non dovevano
essere, lanciando un allarme gravissimo che porterà alle indagini della FBI e
fa dubitare della sicurezza del sistema internazionale di laboratori. In
Pennsylvania, presso un laboratorio Mercks, sono state trovate 15 fiale, di cui
cinque marchiate con il nome “Vaiolo” e dieci come Vaccino per il vaiolo”.
Peccato che, come da
accordi del OMS, il vaiolo e il suo vaccino debbano trovarsi solo in due
laboratori al mondo, il primo nella sede del CDC in Atlanta e il secondo in
Russia, nel laboratorio di stato di Koltsovo, in Siberia. Questo perché il
virus umano è stato debellato definitivamente negli anni settanta, con l’ultimo
caos registrato nel 1979 in Etiopia, e dal 1980 non si procede più alla
vaccinazione di massa. Che ci facevano in un laboratorio privato, dove non
avrebbe mai dovuto essere?
Il Vaiolo è una
malattia pericolosissima, altamente contagiosa, con una mortalità dal 30% al
35%, che, quando va bene, lascia ampie chiazze sulla pelle, quando va male
conduce alla morte, alla cecità o alla deformità degli arti. Si calcola che
abbia infestato il mondo dal II millennio A.C. e perfino il faraone Ramses V ne
ha sofferto. In media, fino al XVIII secolo, uccideva 400 mila europei
all’anno, soprattutto bambini.
L’inglese Jenner
creò il primo vaccino utilizzando il Vaiolo Bovino (cioè “Vaccino”, delle
vacche) alla fine del XVIII secolo e le ampie campagne vaccinali del XIX e XX
secolo lo hanno cancellato dalla terra, tranne che, appunto, in due laboratori,
dove viene conservato solo per precauzione. Non doveva essere assolutamente nel laboratori Mercks.
La fuga del virus
avrebbe conseguenze devastanti, dato che dagli anni ottanta la popolazione non
è più vaccinata contro la malattia. Ecco perché questa violazione risulta essere un caso gravissimo e
molto preoccupante, tanto che, appunto, ora la CDC e la FBI stanno investigando per capire
come queste fiale siano potute trovarsi in quel laboratorio. Sarebbe meglio non
scherzare con certi virus.
Comunque una
conseguenza, forse, c’è stata: le azioni della Siga Technologies, produttrice dell’antivirale Tpoxx,
attivo contro questo tipo di malattie, sono cresciute potentemente.
Bisogna dire che la
causa però potrebbe essere un caso di vaiolo delle scimmie, non preoccupante,
riscontrata in Maryland da una persona che era stata in visita in Nigeria.
Australia: il
governo rischia di spendere decine
di milioni in
rimborsi per gli effetti aversi al vaccino Covid.
Scenarieconomici.it-
Fabio Lugano-( Novembre 18,
2021)- ci dice:
Il governo
australiano potrebbe essere costretto a spendere decine di milioni in rimborsi
dopo aver ricevuto più di 10.000 richieste di risarcimento da persone che hanno
subito effetti collaterali e perdita di reddito a causa dei vaccini Covid-19.
Il tutto derivante da una norma che dà solo rimborsi limitati, a fronte di una
rinuncia a cause civili.
In base al suo
schema d’indennizzo automatico, senza riconoscimento di colpa per il
governo, i richiedenti ritenuti idonei
possono richiedere importi di risarcimento compresi tra AU $ 5.000 (circa 3200
Euro) e AU $ 20.000 (circa 13 mila euro)
a risarcimento di per spese mediche e la
perdita di salario a causa di ricovero in ospedale dopo la vaccinazione.
Importi superiori di rimborso sono possibili, ma con una procedura diversa. Il
portale online dello schema dovrebbe essere lanciato il prossimo mese, ma è
possibile già pre- iscriversi.
I dati ufficiali
fanno capire che oltre 10.000 persone hanno già manifestato l’intenzione di
presentare un reclamo dall’apertura della registrazione sul sito Web ufficiale,
e questo solo nel mese di settembre. Se ogni richiesta fosse approvata, il
governo potrebbe affrontare un conto di almeno 50 milioni di dollari
australiani (32 milioni di euro), senza
considerare che non si sa quanti abbiano manifestato il proprio interesse in
ottobre.
Secondo la Therapeutic Goods Administration, al 7 novembre
in Australia si sono verificati circa 78.880 eventi avversi alla vaccinazione
correlata al Covid. La maggior parte degli effetti collaterali sono stati
minori, inclusi mal di testa, nausea e dolore alle braccia, ma evidentemente i
casi maggiori non sono pochi.
Lo schema
australiano è molto rapido, anche se il rimborso garantito è piuttosto esiguo e
appare, francamente, inadeguato. Per chi ha avuto almeno una notte di degenza
il rimborso è automatico, sotto presentazione di prove, ancora non chiarite. Se
però la richiesta supera i 20 mila dollari australiani, comprese quelle per
decessi correlati al vaccino, allora il giudizio dovrebbe passare a una
commissione di esperti indipendenti che emetterà un giudizio sulla cifra
ritenuta congrua.
I rimborsi potranno
essere su varie patologie riscontrate come effetti collaterali della
vaccinazione, dalla trombocitopenia alle miocarditi e pericarditi, a tutti gli
altri disturbi correlati.
Ecco perché siamo in
pieno
Segregazionismo.
Conoscenzealconfine.it-
Dott.Davide Lovat-(18
Novembre 2021)-ci dice:
(
TelegramTwitterFacebook).
La cosa che più
risalta ai miei occhi nell’osservare l’operato del Governo guidato dal
cittadino Mario Draghi è la sua impronta chiaramente segregazionista.
Mi spiego bene,
perché probabilmente non si sta facendo mente locale sulla deriva
antidemocratica e, appunto, fondata sulla discriminazione verso una parte degli
esseri umani che è in corso nella Repubblica italiana.
Anche i bambini
delle elementari sanno che i tre princìpi morali su cui si fondano le
democrazie moderne sono libertà, fraternità e uguaglianza. Anche i ragazzi
delle medie sanno che nessun cittadino può venire discriminato, né privato dei
suoi diritti umani e civili, se rispetta la legge e la Costituzione vigente. Ebbene, l’introduzione del green pass con le
modalità italiane, del tutto diverse da quelle previste in sede europea,
accompagnata dalla propaganda che enfatizza lo stato d’emergenza sanitaria, ha
violato tutti questi princìpi nel modo che è opportuno descrivere per meglio
ragionarci sopra.
Bisogna iniziare
dalla violenza verbale consentita nei confronti di chi si avvale della facoltà
di non sottoporsi a un trattamento sanitario come l’assunzione consensuale dei
preparati medicinali proposti dallo Stato per prevenire la malattia da Covid
19. Queste persone sono
state grossolanamente bollate,
facendo di tutta l’erba un fascio, con la definizione stigmatizzante di “no
vax” e nei loro confronti sono state dette impunemente cose gravissime, impronunciabili verso qualunque altra categoria
umana.
Tra le più gravi
cito, ma solo come campione di uno sterminato elenco: un virologo spesso presente in tv li ha chiamati
“sorci”, un giornalista ha invitato i riders che consegnano il cibo a domicilio
“a sputare nelle pietanze dei no vax”, una figura istituzionale della città
portuale di Trieste li ha paragonati a “disertori, ovvero traditori che in
tempo di guerra andavano messi al muro e fucilati alla schiena”.
Agli ormai pochi che
si occupano di politica avendo letto qualcosa di inerente alla materia,
potrebbe venire in mente la definizione di “chandala” usata da Nietzsche e poi
strumentalizzata dai nazisti per creare concettualmente la categoria razziale
degli “untermensch” (subumano).
Chiedo: è falso
affermare che il green pass nega a cittadini che rispettano la legge, persone
che si avvalgono del loro diritto riconosciuto alla libertà terapeutica,
l’accesso a servizi, invece permesso a chi in nome dello stesso diritto compie
una scelta diversa? È falso
affermare che il diritto al lavoro in condizioni di parità, fondamento della
Costituzione, è
pregiudicato dall’obbligo di dover dimostrare a proprie spese la propria
condizione naturale di essere umano sano?
È dissimile dalla
realtà rilevare che mille volte al giorno, in tv e sui giornali, si opera la
distinzione fra “vaccinati” e “no vax”, con tanto di percentuali per definire
la proporzione dei due gruppi, ovvero gli “obbedienti” e i “dissidenti”, in
seno alla cittadinanza? È
senza fondamento affermare che si sta parlando e scrivendo di ulteriori misure
restrittive verso chi è sprovvisto di green pass, come confinamenti mirati e
sospensione di diritti alle cure?
Non sono tutti
questi fatti assodati e certi? Simili provvedimenti non rendono forse i destinatari delle restrizioni dei “subumani” –
gli “untermensch”, appunto – che per mantenere in parte i propri diritti devono
ogni quarantotto ore farsi concedere dallo Stato la patente di “sano” che è
invece una condizione naturale dell’uomo? Non si capisce che attribuendo allo Stato questo
potere, e riducendo l’essere umano dalla condizione di “sano” a quella di
“malato fino a prova contraria”, si distrugge la democrazia governata secondo princìpi filosofici, giuridici
e morali, e si istituzionalizza il dominio della tecnica, trasformando lo Stato
in una tecnocrazia governata invece secondo parametri arbitrari di tipo
sanitario o economico?
Se non si comprende
che una tale transizione diventerà irreversibile anche a danno di chi è
attualmente obbediente ai parametri momentanei, almeno si provi a riflettere
sul significato della parola libertà in rapporto al modo di utilizzare il green
pass; su quello della
parola uguaglianza paragonando tra loro cittadini parimenti sani e parimenti
rispettosi della legge, ma con opinioni diverse in materia sanitaria; per non
dire di quello della parola fraternità in presenza di un clima d’odio e di
esecrazione perpetua, fomentato contro chi non ritiene vantaggioso, utile o
congruo un trattamento sanitario per una malattia che ha un tasso di letalità
assai basso, certificato dalle statistiche.
Non entrando nel
merito delle valutazioni che stanno a monte delle scelte sanitarie di ciascuno,
ma soffermandomi sull’aspetto strettamente politico della vicenda, ribadisco
l’allarme per l’uso spregiudicato di uno strumento discriminatorio come il
green pass, la preoccupazione per l’intenzione paventata da esponenti del
governo Draghi di voler estendere lo stato d’emergenza oltre i termini previsti
dalla legge finora in vigore, ma
soprattutto denuncio la natura segregazionista e repressiva che l’esecutivo sta palesando anche con i
provvedimenti verso le manifestazioni di dissenso, garantite
costituzionalmente, perseguite con mezzi gravemente sproporzionati rispetto
alla necessità.
Ritengo che non sia
necessario aspettare il ripetersi di una tragedia, passo per passo fino
all’ultima vittima, per poter evidenziare le analogie con quanto già visto in
passato. Credo invece che il passato serva come “vaccino” per generare gli
anticorpi contro una nuova aggressione all’umanità da parte del “virus” del
totalitarismo.
Prima si interviene
a fermare la deriva segregazionista del “gabinetto” comandato dal cittadino
Mario Draghi, usando il “vaccino” delle elezioni politiche per riordinare il
Parlamento e ristabilire la corretta rappresentanza democratica mutata dagli
eventi recenti, prima avremo speranze di uscire da questo incubo autoritario e
segregazionista.
Ecco, in questo
caso, essere “no vax” può avere elementi di colpevolezza morale assai più gravi
di quelli attribuibili a chi non vuole che il suo bambino di sei anni debba
sottoporsi a un trattamento sanitario coatto per poter andare a scuola o fare
attività ricreative in condizioni di parità con i coetanei.
(Articolo di Davide
Lovat – dottore magistrale in Scienze
politiche, filosofo del diritto, dottore in Scienze religiose
Fonte:
https://www.aldomariavalli.it/2021/11/14/ecco-perche-siamo-in-pieno-segregazionismo/)
Siamo noi, i veri
protagonisti
di questo tempo
decisivo.
Libreidee.org-Michele
Giovagnoli-(18/11/2021)-ci
dice:
Il nostro “stare
fermi” per 21 giorni, a partire dall’11 dicembre, basterà per chiudere questa
storia? Sicuramente no. Però quei 21 giorni di inattività e di festa sono
indispensabili, fondamentali. Quand’è che finalmente arriveremo a chiuderla,
questa faccenda? Quando si sarà raggiunto un livello di maturazione, nelle
persone, tale da creare un terreno che non potrà più ospitare questo tipo di
situazione.
Questa operazione –
stare fermi – ci sta facendo crescere. Noi stiamo crescendo, letteralmente,
alla velocità della luce: stiamo crescendo nella luce, dentro i fotoni che
stanno arrivando dal Sole, carichi di informazioni. E questo tempo ha proprio
questa funzione: farci crescere. Inesorabilmente cresciamo, ci trasformiamo.
Giorno dopo giorno, diventiamo più veri. Più puliti, più raffinati.
Prova a guardarti:
com’eri, quattro mesi fa? Come reagivi, di fronte a certe situazioni? Che idea
avevi, del mondo? E poi prova a guardarti adesso. Ecco: noti che sei cambiato,
ti sei raffinato. E questo ti ha portato a ospitare, dentro di te, uno stato totalmente
nuovo.Nei nostri incontri quotidiani, e anche nel vivere la pressione a cui
siamo sottoposti, stiamo facendo come il carbone: lentamente, il carbone si
trasforma in diamante.
Il diamante è
carbone, sottoposto a pressioni particolari. E allora assume forme differenti:
si cristallizza. E noi stiamo facendo la stessa cosa. Per loro, questa
pressione ormai è inevitabile: se la allentano, gli crolla tutto addosso. Per noi invece è funzionale, perché ci sta
trasformando: giorno dopo giorno, ci sta facendo diventare più belli. Migliori,
più forti. Giorno dopo giorno, conquistiamo l’arte della fermezza.
E riscopriamo quando è bello stare insieme alla gente della propria
specie. Quanto ci è mancata, la spiritualità, in momenti così particolari come
quello del Natale? Giorno
dopo giorno scopriamo quanta fame abbiamo, di vivere gesti che portino del bene
a qualcun altro. Giorno dopo giorno ci stiamo raffinando: le nostre cellule
cambiano.
Ognuna di queste
giornate induce delle mutazioni genetiche. E ci stiamo accordando su note
sempre più alte. Fino a un punto in cui la nostra consapevolezza – il nostro
stato, la nostra vibrazione – sarà talmente alta, che non sarà più possibile
che, su questo suolo, succedano certe cose. Quand’è che, “di là”, salteranno
per aria?
Quando noi avremo
cambiato l’atmosfera che c’è, in questo pianeta: il suo stato. Il progetto ostile
è mondiale, non esistono zone-rifugio. Quindi siamo condannati a “scappare
dentro noi stessi”. E ciò rende speciale questo tempo: rende speciali tutte
quelle cose che, fino a un po’ di tempo fa, ci facevano sentire “diversi” e
“sbagliati”. La bellezza che ho incontrato, nel vivere, è che questo tempo sta
dando senso a tutto quello che era successo prima: questo tempo giustifica
tutte le sofferenze che ho vissuto in precedenza. Perché io sono nato per
questo tempo. E’ il tempo della mia fioritura, della tua.
E’ il tempo in cui
darò i frutti migliori del mio albero, e così anche tu.Sapere di cosa si soffre
aiuta a soffrire meno? Siamo andati già oltre: questo stato di cose che stiamo
vivendo, il sentirsi orfani e clandestini, si sta trasformando in una visione:
riusciamo a vedere da dove siamo arrivati. Ricordiamo cos’eravamo, quali
bilanci avevano fatto. Avevamo degli ideali, per i quali all’inizio ci
deridevano. Un po’ alla volta, invece, queste cose sono diventate una
integrità, dentro di noi. Si sono cristallizzate e sono diventate delle colonne. E tutte queste colonne hanno accolto poi un
abbraccio, da parte della volta celeste, fino a diventare un tempio. Noi siamo
proprio delle colonne, che fanno sì che la Terra e il Cielo diventino un
tempio: e siamo noi a sostenerlo.
L’essere umano
consapevole, l’essere “solare”, è la colonna di un tempio, che ha per base il
cuore di questo pianeta e ha per volta la volta celeste. Non appena ne abbiamo
individuato il senso, questo tempo diventa bellissimo.Dici: sto soffrendo, non
posso più andare nemmeno al ristorante? Però tutto questo ha un senso, perché stai “portando
il nuovo”.
E pensi: è normale,
che non mi vogliano più, là, perché io ho una frequenza più alta. E’ normale,
sto portando una realtà nuova. E loro mi stanno semplicemente dicendo: guarda,
questa realtà (vecchia) non fa più per te. E io la sto vedendo, questa cosa.
Vedo tutto l’iter che ho fatto, quindi individuo tutte le cause: e c’è una
logica, che ci fa sentire i veri protagonisti di questo tempo.
Esseri umani, uomini
e donne che hanno scelto di far arrivare, su questo pianeta, una frequenza
diversa. Siamo tutti “angeli”, portatori di novità. Il peso che sentivamo era
quello delle ali chiuse. Quando ci incontriamo, quando stiamo insieme, provo
una leggerezza che non avevo mai provato. Me ne rendo conto: mi unisco alle ali
degli altri, alla loro leggerezza.
Noi uniamo delle
leggerezze, degli entusiasmi, della luce. E questo ci consegna al tempo –
realmente – da imperatori, da imperatrici. Abbiamo già vinto, perché la
vittoria era arrivare integri, sin qui. Non ci hanno cambiato, non hanno
cambiato il nostro progetto animico.
Volevamo esseri fedeli ai nostri valori, e ci siamo riusciti. Volevano
essere fedeli a quella frequenza, e l’abbiamo mantenuta. E’ questa, la grande
vittoria. Possono cacciarti da una piazza, possono multarti, possono proibirti
di accedere a spazi, di prendere un treno. Ma oltre quella soglia non possono andare. Da lì in
avanti c’è tutto il tuo mondo, che per loro è irraggiungibile. E questo mondo
ha la facoltà di avvolgere il vecchio, e di chiuderlo. Guardiamo quanti siamo,
ascoltiamoci. Non siamo prossimi ad un termine. Al contrario, siamo partiti:
noi siamo, letteralmente, l’inizio. E quindi le cose possono solo migliorare,
per noi.
(Michele Giovagnoli,
estratti dal video-intervento su Facebook il 16 novembre 2021).
Robert Kennedy e la
sparizione dalle tv
della tabella con i
vaccinati morti.
Affaritaliani.it-
Antonio Amorosi- (14
novembre 2021)-ci dice :
Lettera aperta a
Vespa, Merlino, Gruber, Berlinguer, Formigli, Floris, Giletti, Annunziata e chi
ne segue la linea: dove sono finite le domande scomode?
Covid: la sparizione
della realtà, dei dati e delle domande scomode
Ieri c'era Robert
Kennedy jr a Milano e non c'era nessuna tv mainstream.
Manifestazione No
Green Pass con Kennedy, Moratti tra la folla? Giallo.
Per sentire le
affermazioni del leader americano con le proprie orecchie e capire se è un
disinformatore No Vax, come lo descrivono giornali e tv, o un avvocato
ambientalista da sempre dalla parte dei più deboli e che solleva dubbi sulle
condizioni della libertà nel mondo, bisognava cercare le dirette web.
Nello spiegare le
responsabilità dei governi, cosa sia questa nuova forma di controllo della
società con il Green Pass, di sparizione dei dati, di manipolazione delle
coscienze con la paura, Kennedy ha portato un esempio:
“Nel 1967 hanno
fatto un esperimento sociale. Sulla
base di una calamità presunta, un'autorità sanitaria ha chiesto alla
popolazione di fare qualcosa che violasse i propri diritti, valori e coscienza. Alla fine dell’esperimento, per tentare di uscire da
quella situazione, il 67%
della popolazione ha fatto quello che gli veniva chiesto dalle autorità
sanitarie, calpestando i propri valori e la propria coscienza”.
In questi giorni il
Washington Post ha scritto che l’Italia è il laboratorio politico mondiale per
eccellenza: per la prima
volta si sperimentano limitazioni dei diritti mai visti in nessun Paese a
democrazia avanzata.
D’altronde noi
italiani viviamo in uno stato di nevrosi collettiva da 2 anni: abbiamo paura
della pandemia, ci fidiamo di governi, case farmaceutiche e virologi che la
gestiscono con risultati discutibili, non li contestiamo pubblicamente ma sotto
sotto ne vediamo limiti e magagne.
E i media ripetono
il mantra del governo Draghi che bisogna vaccinarsi altrimenti si muore: se ti
vaccini contro il Covid, a differenza dei No vax, non finisci in ospedale e non
sviluppi la malattia grave.
Cosa ripetono tv e
giornali a canali unificati? Che i vaccinati non muoiono, alcuni finiscono in
terapia intensiva, è un paradosso perché sono tantissimi i vaccinati, ma non
muoiono.
In questa nevrosi
collettiva ciò che è scomparso sono i dati, il mondo reale e le domande, fatti
di 137.000 morti.
Qualche giorno fa si
è tenuto a Torino un convegno critico sulle politiche pandemiche. C’erano scienziati, medici, ricercatori, filosofi,
giuristi italiani di stampo internazionale che hanno smontato pezzo dopo pezzo
cosa è stato detto sulla pandemia negli ultimi due anni. Sarebbe bastato dargli spazio con continuità su un
media mainstream per avere oggi una rappresentazione completamente diversa di
quanto accaduto.
Figure della
capacità dialettica di un patologo, esperto di sistemi complessi come il
professor Mariano Bizzarri de la Sapienza, filosofi che conosciamo come Massimo
Cacciari e Giorgio Agamben, giuristi come Ugo Mattei, il massmediologo Carlo
Freccero e chi più ne ha più ne metta.
Si preferisce non
ascoltarli e se gli si dà spazio li si aggredisce verbalmente, impedendogli di
parlare, preferendo leader approssimativi e discutibili, come Roberto Speranza
e Luciana Lamorgese, che scaricano i loro insuccessi sui comportamenti della
gente. In tv le critiche al governo non sono ben viste.
Le critiche si fanno
alle persone che non hanno potere, mostrandone casomai le contraddizioni ben
che vada o meglio si invita un estremista strampalato (più lo è meglio
funziona), lo si dipinge come un rappresentante dei contestatari e lo si
ridicolizza. Chi dissente è
diventato un problema. E’ un mondo alla rovescia. Come con gli asintomatici
trattati né più né meno da untori.
O il contagio: lo si
vede nelle piazze che protestano e per questo si vietano le
manifestazioni-assembramenti ma contemporaneamente si chiede che lo stadio
Olimpico sia pieno per la partita Italia-Svizzera. Contraddizioni senza
giustificazioni che hanno fatto sparire tutti i diritti, privilegiando solo
quello alla salute.
L'assenza delle tv
mainstream con Kennedy ne è l'ennesima prova. La propaganda mondiale a traino dei governi è
l’unica via. In realtà in piazza i tg mainstream c'erano e in prima serata,
dopo il classico servizio di morte e distruzione, con immagini delle terapie
intensive stracolme di intubati non vaccinati, (non è vero: in questo momento l’occupazione delle
terapie intensive non supera il 10%) e il contagio che semina il panico in Europa, hanno
fatto un ritratto del leader americano in piazza, intento in una sorta di
delirio negazionista ad arringare la folla.
Addirittura oggi è
stato deriso sul Corriere della Sera da Beppe Severgnini che lo ha
ridicolizzato in modo paternalistico chiamando in causa il padre ucciso “che
interceda per noi” con il signore, visto che il figlio è svitato.
Quasi che Robert Kennedy jr sia un esagitato
privo di sostanza e lo ha descritto pure “senza voce”, quando almeno su questo bastava documentarsi un minimo
per sapere che Kennedy soffre di una disfonia spasmodica alla laringe che
gliela fa tremare. Bisogna
vivere la richiesta di libertà come una colpa, in questa epoca in cui la scienza è dominata dagli
affari e utilizzata strumentalmente dai governanti.
Cari colleghi, ma
dove è finita la realtà, il giornalismo? Cosa si fa per informare correttamente
i cittadini? Ci fidiamo solo ciecamente dei governi?
Cari colleghi che
organizzate i talk show, Myrta Merlino, Bruno Vespa, Giovanni Floris, Corrado
Formigli, Bianca Berlinguer, Lilli Gruber, Massimo Giletti, Lucia Annunziata e
tutti quelli che ne seguono la linea, dove sono finite le domande scomode?
Tra voi ci sono
persone che stimo. Ma non sentite il dovere di farle ai governi, invece che
alla gente inerme che quando è invitata viene ridicolizzata e derisa? Alcuni di
voi queste domande le hanno fatte, va detto. Ma non vedete una sproporzione
ciclopica di trattamento? Dove sono finiti il potere, la realtà e i suoi
numeri?
Eppure avete
colleghi, troupe, risorse. In controtendenza sono nate migliaia di web tv,
pagine di social, siti di persone che si sono stancate del racconto della
vostra tv. La realtà anche per loro è sparita e non intendono più aspettare: la
raccontano con i loro mezzi e scendono in piazza a contestare la stampa. Ma ci
rendiamo conto? Sono tutti invasati? Possibile?
Facciamo un esempio
per capirci. Se ne potrebbero fare a centinaia ma ne porto uno degli ultimi
giorni. C’è una tabella che
nessun effetto paradosso può nascondere e che da settimane è sulle scrivanie di
tutti, una piccola tabella pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità (DATA
PUBBLICAZIONE: 29 OTTOBRE 2021). La tabella dice che negli ultimi 30 giorni tra
i decessi in Italia abbiamo avuto 511 non vaccinati e 461 vaccinati.
Qui c’è una piccola,
grandissima verità che non compare nei vostri dibattiti e collide con l’etica
giornalistica. Non è che si può nasconderla con l’effetto paradosso. Non è vero che i vaccinati, quando malauguratamente
finiscono in terapia intensiva, non muoiano. Ne muoiono tantissimi, troppi! Tra
questi 337 sono ultra ottantenni, così come della stessa età ne muoiono tanti
che non sono vaccinati. Sono addirittura morte 16 persone vaccinate con un’età
compresa tra i 12 ai 59 anni.
E allora sorge la
domanda: non è che la realtà è un po' più complessa della narrativa messa in
piedi fino ad oggi? Non sarebbe il caso di farsi qualche domanda in più?
Non è che le misure
adottate dai governi sono sbagliate? E bisognava fare come Corea del Sud e
Svezia, che da inizio pandemia hanno un numero ridottissimo di morti, non hanno
mai avuto un lockdown e la nostra crisi sociale, ma proteggono gli ultra
anziani e fanno circolare il virus nel resto della popolazione per fargli
perdere carica virale?
Non l’avete vista
questa tabella? Ve ne siete dimenticati?
L’effetto paradosso,
di Simpson, fa si che il numero assoluto tra infezioni, ospedalizzazioni e
decessi possa essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, vista la
percentuale elevata di vaccinati e la minoranza di non vaccinati.
A fronte di questi dati parziali pubblicati,
il vaccino incide in modo positivo. Ma nell'insieme non dovrebbero esserci percentuali
così elevate di decessi tra i vaccinati.
La condizione di
ognuno, il rapporto costi-benefici, andrebbe sempre valutata caso per caso,
persona per persona, considerando gli indici non trascurabili di reazioni
avverse post vaccinazione, resi pubblici nei report degli organismi di
vigilanza. Oltretutto nei
media mainstream italiani si continua a dire, senza voci discordanti, che i
vaccinati si ammalano gravemente ma tendenzialmente non muoiono.
Il grande inganno dell’Intelligenza artificiale.
Money.it- Riccardo
Lozzi-(18 Ottobre 2021)- ci dice:
Lavoratori precari,
sistemi tecnologici non funzionanti e investimenti da miliardi di dollari. Ecco
cosa si nasconde dietro l’Intelligenza artificiale.
L’Intelligenza
artificiale rappresenta uno dei settori più importanti e affascinanti del
nostro tempo, soprattutto in un’ottica in cui questa tecnologia deve essere
messa a servizio di un miglioramento delle condizioni sociali, sanitarie ed economiche
della popolazione mondiale.
Negli ultimi 10 anni
i finanziamenti privati a favore di startup e imprese operanti in questo
settore sono aumentati in maniera progressiva, con una forte accelerazione
impressa in particolare nell’ultimo anno.
Come è stato
evidenziato in un rapporto dell’OCSE, gli investimenti da parte dei Venture
Capitalist nelle aziende dell’Intelligenza artificiale sono passati da un
volume complessivo di 3 miliardi di dollari registrato nel 2012, a un valore di
circa 75 miliardi di dollari nel 2020.
Questo mercato, che
sta osservando un’espansione economica a ritmi elevatissimi, tuttavia nasconde
una serie di pratiche poco trasparenti, dando vita a quello che potrebbe essere definito come
il grande inganno dell’Intelligenza artificiale.
Finanza: le persone
si fidano più dei robot che degli umani per gestire i propri soldi
Cosa si nasconde
dietro l’Intelligenza artificiale.
Per descrivere
meglio questo tipo di funzionamento è stato coniato il termine “AI washing”, riprendendo il concetto di green-washing e
applicandolo in questo caso all’Artificial Intelligence.
Vale a dire che
diverse startup, per accedere a una maggiore fetta di finanziamenti,
quantificabile fino al 50% in più rispetto a quelli a cui riescono ad arrivare
altre società di software, dichiarano di sviluppare tecnologie di machine
learning, senza però che questo sia effettivamente riscontrabile.
MMC Ventures, uno
dei maggiori fondi di Venture Capital nel settore tecnologico, nel 2019 ha
pubblicato un report in cui è stato rilevato come il 40% delle startup che
affermavano di sviluppare soluzioni e prodotti di Intelligenza artificiale, non
abbiano pubblicato alcuna prova a supporto di una reale innovazione
tecnologica.
In molti dei casi
riscontrati, infatti, è possibile osservare l’intervento umano da parte di
lavoratori che alimentano in maniera decisiva le funzioni che dovrebbero invece
essere realizzate dalle macchine autonomamente.
Le conseguenze di
questo grande inganno.
Le conseguenze di questo
genere di pratiche scorrette si palesano in diverse forme. Da un lato le
persone impiegate nel settore non sono riconosciute ufficialmente come
dipendenti con queste mansioni a livello contrattuale.
Dall’altro, viene
provocata una distorsione del mercato, in cui è sempre più difficile
distinguere quali siano le imprese in grado di apportare una reale innovazione
da quelle che invece falsificano i propri risultati.
Tra le aree in cui
si è maggiormente investito nell’ultimo decennio per sviluppare soluzioni del
genere, i primi due posti sono occupati dalla mobilità e dall’assistenza
sanitaria. In particolare
quest’ultima, nel 2020, in concomitanza con lo scoppio della pandemia da
Covid-19, ha rappresentato il 16% sul totale degli investimenti a livello
mondiale.
Il rischio è quindi
che i risultati falsati dall’intervento umano portino a prospettive
irrealistiche rispetto alla capacità informatica dell’Intelligenza artificiale
attuale in settori di fondamentale importanza per la società.
L’intervento umano
nelle soluzioni AI.
In diversi casi, gli
algoritmi che dovrebbero funzionare in maniera autonoma, non sono realmente in
grado di lavorare da soli. Si passa così da una responsabilità di semplice
sorveglianza a un vero e proprio intervento da parte di queste figure
professionali che svolgono il lavoro delle macchine.
Come riportato da
alcuni analisti, si va da situazioni in cui i lavoratori intervengono come
moderatori, come nel caso di Facebook per contrastare il fenomeno delle fake news,
fino all’elaborazione manuale di servizi venduti come automatizzati, tra cui,
ad esempio, servizi di contabilità o di segreteria virtuale.
Nel saggio Ghost
Work viene offerta un’analisi approfondita del sistema. I due autori,
l’antropologa Mary L. Gray e il computer scientist Siddharta Suri, hanno
introdotto la definizione di “lavoratori
fantasma”, ovvero una nuova
forza lavoro invisibile ma essenziale nel settore digitale, i quali fanno
apparire “Internet più
intelligente di quanto sia realmente”.
I lavoratori al
servizio dell’Intelligenza artificiale
Nella maggior parte
dei casi, si tratta di lavoratori precari con mansioni ad alto valore
tecnologico. Questi però non possono contare su nessuna garanzia contrattuale,
tra cui le giornate di malattia retribuite, e possono veder interrotto il
proprio rapporto lavorativo senza preavviso.
Viene stimato come
circa l’8% della popolazione statunitense sia stata impiegata almeno una volta
in questa economia nascosta. Un
numero destinato a crescere nei prossimi anni.
Inoltre, secondo
Gray e Suri, in caso il settore venisse regolamentato, si potrebbero creare
enormi opportunità per una crescita economica più equa e, contestualmente, il
settore informatico potrebbe ulteriormente evolvere così da sviluppare realmente
quanto viene promesso dalle imprese che accedono a miliardi di dollari di
finanziamenti.
Allo stato attuale,
invece, si è arrivati al paradosso per cui non è l’Intelligenza artificiale a
essere a servizio degli uomini, ma, al contrario, sono migliaia di gig worker
senza tutele che vengono sfruttati per far apparire l’AI migliore di quanto sia
nella realtà dei fatti.
Le strane tesi sul
Coronavirus dell’onorevole
Berlato, tra No vax e No Green pass.
Open.online - David
Puente -(7 NOVEMBRE 2021)- ci dice:
Non solo aveva
interpretato male una risposta della Commissione europea sul Green Pass
italiano, ma condivide le “battaglie” dei personaggi simbolo della
disinformazione sulla Covid e i vaccini.
«Covid-19: il tempo
della ragione» è il titolo delle live streaming dell’eurodeputato Sergio
Berlato (FdI) trasmesse tramite la sua pagina Facebook ufficiale, un
appuntamento dove vengono proposte diverse teorie come quella della “dittatura
sanitaria” e del “vaccino non vaccino” contro la Covid-19. Al fine di sostenere l’esistenza di un “grande inganno”, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia ospita
diversi personaggi come Silvana
De Mari e Stefano Scoglio, entrambi seguito dagli ambienti No Vax e del
negazionismo della Covid-19.
Ricordiamo che
l’Onorevole Sergio Berlato è protagonista di un’interrogazione parlamentare dove, secondo lui, la Commissione europea
gli avrebbe dato ragione sulla presunta illegittimità del Green Pass italiano. Leggendo l’intera risposta della Commissione,
presente sia in lingua inglese che italiana sul sito istituzionale, tali
affermazioni non trovano riscontro (ne parliamo qui).
Sergio Berlato e
Silvana De Mari.
Durante la diretta
del 2 settembre 2021, Sergio Berlato introduce i suoi ospiti, la Dott.ssa
Silvana De Mari e il conduttore radiofonico Fabio Duranti di RadioRadio,
definendoli due «veri combattenti» e dichiarandosi accomunato alle loro
battaglie: «Ringrazio e
ammiro sia Silvana che Fabio per le battaglie che quotidianamente hanno deciso
di combattere per garantire una corretta informazione, battaglie che combattono
per fare in modo che la gente non si senta né sola, né abbandonata, né
rassegnata, perché sapete che coloro che stanno gestendo questo grande
imbroglio vogliono farci rassegnare».
Ricordiamo che la
Dott.ssa De Mari è stata recentemente sospesa dall’Ordine dei Medici, così come ricordiamo che l’emittente radiofonica
RadioRadio, citata in diversi articoli di Open e dei colleghi di Facta , abbia dato spazio e credibilità a personaggi come il
Dott. Stramezzi e la deputata complottista Sara Cunial, così come a uno dei
guru del complottismo sul Coronavirus: il Dr. Ayyadurai Shiva.
Ospite della diretta
Facebook del 2 settembre 2021: Silvana De Mari .
L’europarlamentare,
durante la sua introduzione della puntata del 2 settembre, definisce i vaccini come «sostanze geniche
sperimentali» per poi
parlare degli effetti collaterali e di fantomatici ordini di censura: «Pretendo
rispetto per tutti coloro che hanno
scelto liberamente di non farsi inoculare nelle vene queste sostanze geniche
sperimentali, soprattutto alla luce dei tantissimi effetti collaterali negativi che sentiamo tutti i giorni che vengono minimizzati, perché l’ordine è quello di non creare mai, anche per
i medici, nessuna correlazione tra l’inoculazione di queste sostanze geniche
sperimentali e gli effetti gravi in alcuni casi… in molti casi mortali».
I morti per Covid-19.
Le diagnosi e le terapie
sarebbero state tutte sbagliate, secondo il rappresentante eletto di Fratelli
d’Italia al Parlamento europeo:
«Le diagnosi e le terapie erano sbagliate, perché lasciare le persone malate in
vigile attesa ai quali veniva somministrata per telefono, perché ai medici
veniva detto di non andare a visitarli, la sola Tachipirina… è un atteggiamento
criminale, però un riscontro oggettivo che era sbagliata sia la diagnosi che la
terapia». Silvana De Mari,
intervenendo su questo punto, sconsiglia
a chiunque di assumere la Tachipirina perché secondo il suo parere favorirebbe
l’azione del virus. Non
solo, afferma che bisognava dare subito medicinali come l’idrossiclorochina e il plasma iperimmune, citando l’esempio delle Mauritius del Movimento
Ippocrate durante un contestato evento al Senato.
I morti Covid? L’On. Berlato afferma di non fidarsi dei dati
ufficiali: «I dati dei
morti per Covid sono stati palesemente gonfiati, tutti venivano classificati
come morti per Covid anche coloro che morivano per altre patologie, eppure
questo serviva per alimentare il clima del terrore». Una teoria già trattata nel marzo 2020 , tornata a
galla a seguito di un articolo de Il Tempo
nonostante sia ben chiaro come vengono classificati i decessi .
Non si deve
vaccinare durante una pandemia? Secondo l’On. Berlato non si dovrebbe e a sostegno della sua posizione
cita personaggi citando Luc
Montagnier, Didier Raoult e Vanden Bossche: «Vaccinare
durante una pandemia in corso è una cosa demenziale, è una cosa che serve solo
a scatenare le varianti, e purtroppo si è dimostrato così». Teorie che non trovano fondamento, come abbiamo
spiegato in diversi articoli .
Le «sostanze geniche
sperimentali».
Le dirette risultano
molto lunghe, superando entrambe oltre un’ora di riprese. Passiamo alle dichiarazioni rese dall’europarlamentare
durante quella del 4 novembre 2021 che vedeva come ospite Stefano Scoglio,
presentato come «autorevolissimo rappresentante del mondo della medicina» oltre
che «candidato Premio Nobel per la medicina nel 2018» nonostante tali
candidature non siano affatto pubbliche. Un presunto candidato Premio Nobel per la medicina
che ancora oggi mette in dubbio l’esistenza del Sars-Cov-2: «Secondo me non c’è nessuna prova che sia stato mai
isolato questo virus, quindi io mi pongo anche il problema se esiste veramente
questo virus». Ricordiamo
che il Sars-Cov-2 è stato isolato e che tutte le informazioni sono disponibili
pubblicamente all’interno del database Biodefense and Emerging Infections Research .
Ospite della diretta
Facebook del 4 novembre 2021: Stefano Scoglio.
L’Onorevole Berlato
giustifica l’uso del termine «sostanze geniche sperimentali» per parlare dei
vaccini:
«Uso questo termine perché viene utilizzato
non solo dalle industrie farmaceutiche, ma viene utilizzato anche dalla
Commissione europea, dall’EMA, che è l’agenzia europea per i medicinali e
dall’Aifa, che è l’agenzia italiana per il farmaco, viene utilizzata anche da
altri istituti a livello mondiale, che ci dicono tutti che siamo in una fase
sperimentale.
Questa fase sperimentale concluderà il primo
ciclo nel dicembre 2023, quindi fino a che non sarà finita questa fase
sperimentale, tra le altre cose, gli Stati membri non possono neanche renderlo obbligatorio questo
vaccino o presunto tale».
Come abbiamo ricordato più volte, le tre fasi di sperimentazione si sono concluse nel 2020 senza le quali i vaccini non sarebbero mai stati
autorizzati ne dalla FDA ne dall’EMA.
Secondo alcuni
teorici seguiti dai No Vax ci troveremo addirittura nella fase 3 della
sperimentazione, mentre in
realtà ci troviamo in quella che riguarda la comune «sorveglianza post marketing» e nota come «farmacovigilanza» che viene tutt’oggi praticata per qualunque farmaco
immesso sul mercato per valutare eventuali reazioni avverse rare.
I test dei tamponi.
Sempre durante la
diretta del 4 novembre, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia riporta
un’altra teoria per sostenere l’esistenza di un terrorismo sanitario attraverso
il test dei tamponi:
«Un’altra narrazione che è stata utilizzata ad
arte e che ha spacciato per
malati tutti coloro che
sono risultati positivi dopo aver… essersi sottoposti a dei tamponi di cui
affidabilità lascia a desiderare».
Berlato, per fondare
le sue affermazioni, cita lo stesso Scoglio: «Il Prof. Scoglio ci ha già parlato ampiamente
dell’attendibilità di questi tamponi». Ricordiamo che il personaggio in
questione fa parte del team del test antiscientifico del tampone rapido e il
kiwi, così come risulta firmatario di una “dichiarazione congiunta” dove, insieme a Stefano Montanari, Antonietta Gatti
e Fabio Franchi, riportante affermazioni negazioniste sulla Covid.
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Scienza». Cosa intendeva Doshi (Bmj) con il suo appello a favore dei dati
aperti sui vaccini?
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perché vaccinata: «Licenziati come me o do fuoco a tutto»: il marito No vax non
può più tornare a casa sua
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vaccinato è stato ricoverato in terapia intensiva? I dati che smentiscono
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Lo “strano” legame
tra Green Pass e il Ministero dell’Economia? Così i post senza contesto
disinformano
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possono contagiare perché gli danno il Green pass? Il meme che disinforma
Lo show di Silvana
De Mari: «Questo è uno stupro farmacologico. Smettete di usare il Green pass» –
Il video.
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento.
Swissmedic.ch-
Redazione- (15.10.2021)-ci dice :
Periodo di
riferimento 01.01.2021–12.10.2021
8757 notifiche di
casi sospetti di reazioni avverse dei vaccini anti-COVID-19 analizzate – le notifiche
confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini
Fino al 12 ottobre
2021 sono state esaminate 8757 notifiche di sospette reazioni avverse da
medicamenti in correlazione temporale con una vaccinazione anti-Covid-19. La
maggior parte delle notifiche, ossia 5779 (66 %), è stata classificata come non
seria, mentre 2978 (34 %) sono state le notifiche di casi seri.
Notifiche esaminate.
8757
Totale notifiche di
effetti indesiderati della vaccinazione
Reazioni
28148
Reazioni per notifica*
Non gravi
5779 (66 %)
Notifiche casi
sospetti di EIV considerati non gravi
Gravi
2978 (34 %)
Notifiche EIV
considerati gravi
Dosi somministrate
10 763 264
Dosi di vaccino
somministrate CH e FL (21.12.2020 – 12.10.2021)
Persone vaccinate
5 646 797
Persone vaccinate
con min. 1 dose (12.10.2021)
*La maggior parte
delle notifiche riporta più di una reazione.
Circa la metà delle
notifiche è stata inoltrata da operatori sanitari, 4206 (48 %) notifiche, ossia
un numero relativamente grande, sono state inviate direttamente dalle persone
colpite o dai pazienti.
Qualificazione del
rilevatore primario
0
1,000
2,000
3,000
4,000
5,000
Medico
Farmacista
Altro professionista
della salute
Avvocato
Pazienti, cittadini
3595 (41,1 %)
668 (7,6 %)
287 (3,3 %)
287 (3,3 %)
1 (0,0 %)
1 (0,0 %)
4206 (48 %)
Annotatore primario Numero
Medico 3,595
Farmacista 668
Altro professionista
della salute 287
Avvocato 1
Pazienti, cittadini 4,206
Numero di SAR al
mese (storia)
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Iuglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
0
1,000
2,000
41
41
372
684
474
755
816
1464
1606
1803
469
Mese Numero
Gennaio 2021 41
Febbraio 2021 372
Marzo 2021 684
Aprile 2021 474
Maggio 2021 755
Giugno 2021 816
Iuglio 2021 1,464
Agosto 2021 1,606
Settembre 2021 1,803
Ottobre 2021 469
Le persone colpite
avevano in media 53,3 anni, di questi 14,7% aveva un’età pari o superiore ai 75
anni. Nei casi classificati
come seri l’età media era di 56,1 anni, mentre nei casi notificati in relazione
temporale con i decessi era di 79,8 anni. In 150 casi gravi le persone sono decedute a
differenti intervalli di tempo dalla vaccinazione. Nonostante un’associazione temporale con la
vaccinazione, non vi sono
in nessun caso indizi concreti che la causa del decesso sia stata la
vaccinazione.
Età delle persone
0
500
1,000
1,500
2,000
2,500
3,000
>= 75 anni
65 - 74 anni
45 - 64 anni
18 - 44 anni
12 - 17 anni
2 - 11 anni
28 giorni a 23 mesi
0 - 27 giorni
sconosciuto
1283
936
2790
2606
58
58
0
0
4
4
0
0
848
Età Numero
>= 75 anni 1,283
65 - 74 anni 936
45 - 64 anni 2,790
18 - 44 anni 2,606
12 - 17 anni 58
2 - 11 anni 0
28 giorni a 23 mesi 4
0 - 27 giorni 0
sconosciuto 848
Le notifiche
riguardavano in gran parte le donne e in alcune notifiche non è stato indicato
il genere.
Genere delle persone
coinvolte
Uomini
Femmine
Sconosciuto
65%
32.1%
Genere Dati
Uomini 2,815
Femmine 5,695
Sconosciuto 247
Valutazioni di
vaccini individuali.
6021 (68,8%) delle
notifiche si riferiscono al vaccino anti-COVID-19 Spikevax® di Moderna (il
vaccino impiegato per circa il 66% delle dosi somministrate e il più utilizzato
in Svizzera) e 2578 (29,4%) al vaccino Comirnaty® di Pfizer/BioNTech
(utilizzato per circa il 34% delle dosi somministrate). In 158 (1,8%) notifiche
non è stato specificato il vaccino.
Numero di rapporti
di sospetto (cumulativo) per vaccino (numeri assoluti e percentuali).
Vaccino Totale delle segnalazioni Non gravi Gravi Dosi totali di
vaccino * Numero di persone
compl. vaccinate *
Spikevax® (Moderna) 6021 (68,8%) 4180 (70,7%) 1841
(61,8%) 7 074 669 (65,73%) 3 475 368 (65,95%)
Comirnaty®
(Pfizer/BioNTech) 2578 (29,4%) 1521 (28%) 1057 (35,5%) 3 683 840
(34.22%) 3 683 840 (33,96%)
Sconosciuto/altri 158 (1,8%) 78
(1,3%) 80 (2,7%) 4755 (0.05%) 4710 (0.09%)
Totale 8757 (100%) 5779 (100%) 2978
(100%) 10 763 264 5 269 749
* Svizzera e
Principato del Liechtenstein, 21.12.2020 - 12.10.2021 (Fonte: UFSP)
Sistemi di organi
più frequentemente colpiti/effetti collaterali più comuni
COVID-19 Vaccine Moderna
Comirnaty®
Le notifiche di
effetti indesiderati finora ricevute e analizzate non incidono sul profilo
rischi-benefici positivo dei vaccini anti-COVID-19 utilizzati in Svizzera. Gli
effetti collaterali noti dei vaccini anti-COVID-19 sono elencati nelle
informazioni sul medicamento e vengono costantemente aggiornati e pubblicati
sul sito www.swissmedicinfo.ch.
Le notifiche
pervenute di presunte reazioni avverse da medicamenti successive alle
vaccinazioni contro il COVID-19, vengono esaminate in collaborazione con i
centri regionali di farmacovigilanza, soprattutto con il centro di riferimento
ticinese presso l’Ente Ospedaliero Cantonale EOC.
Il prossimo rapporto
di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera
verrà pubblicato il 5 novembre 2021.
Il rapporto più
recente sulle notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini
anti COVID-19 in Svizzera è disponibile al seguente permalink: (swissmedic.ch/covid-19-vaccines-safety-update-it)
Informazioni di
Swissmedic su determinati aspetti relativi alla sicurezza
Miocardite /
pericardite.
Dopo la vaccinazione
con i vaccini a mRNA anti-COVID-19 sono stati riportati molto raramente casi di
miocardite e pericardite (infiammazione del muscolo cardiaco/del pericardio). I casi si sono verificati generalmente nei 14 giorni
successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e in uomini più
giovani. Dopo aver valutato
tutti i dati disponibili si è concluso che è perlomeno probabile una relazione causale tra i
vaccini e la miocardite/pericardite. Il personale medico dovrebbe prestare attenzione ai segni e ai
sintomi di miocardite e pericardite e consigliare alle persone vaccinate di richiedere
immediatamente una consultazione o assistenza medica in caso di dolore
toracico, respiro affannoso, palpitazioni cardiache o aritmie. Se si
manifestano tali sintomi, si dovrebbero evitare elevati sforzi fisici fino a
quando non viene chiarita la causa.
Recentemente, alcuni
Paesi scandinavi hanno sospeso la somministrazione del vaccino anti-COVID-19 di
Moderna per le persone di età inferiore ai 30 anni (Svezia, Finlandia) e
inferiore ai 18 anni (Danimarca). A fare da sfondo a queste misure sono stati i
risultati di uno studio condotto in Scandinavia, che ha mostrato un aumento del
rischio di miocardite, ancora raramente riscontrata, in persone in questa
fascia di età dopo la vaccinazione con Spikevax di Moderna.
Anche nelle
notifiche spontanee svizzere vi sono evidenti differenze nei tassi di notifica
per i due vaccini. Fino al
12 ottobre sono state esaminate 173 notifiche di casi sospetti di miocardite
e/o pericardite. 30 di questi casi si sono verificati in relazione alla
vaccinazione con Comirnaty e 140 con Spikevax, in 3 casi non si sa ancora di
quale vaccino si tratti. Le persone colpite erano prevalentemente di sesso
maschile (n = 136) e l’età media era di 38 anni (mediana 53, fascia d’età 14-88
anni).
Tuttavia,
nell’interpretare questi dati, va tenuto presente che in Svizzera è stato
somministrato il vaccino Moderna a un numero significativamente maggiore di
persone (vedere tabella), e le notifiche spontanee, per ragioni metodologiche,
sono adatte solo in misura limitata per confronti diretti tra singoli vaccini.
Swissmedic esaminerà attentamente i risultati dello studio scandinavo e gli
altri dati disponibili sulla miocardite per quanto riguarda le misure
eventualmente necessarie e ne informerà tempestivamente il pubblico. A tal
fine, avrà luogo anche uno scambio con altre autorità internazionali. Swissmedic sottolinea che la miocardite è una
reazione rara dopo la vaccinazione e che l’incidenza di miocardite dopo
l’infezione da coronavirus è significativamente più alta in tutta la
popolazione.
DHPC – Vaccini a
mRNA anti-COVID-19 (COVID-19 Vaccine Moderna e Comirnaty)
Vedi anche
Notifica di effetti
indesiderati
Rapporti precedenti
Informazioni
complementari
Quando un effetto
indesiderato di un medicamento o di un vaccino deve essere classificato come
«serio»?
Indagine sui casi di
miocarditi notificati in relazione
ai vaccini a mRNA
anti-COVID-19.
Informazione per gli
operatori sanitari.
Sicurezza dei
vaccini anti-COVID-19: notifiche di reazioni locali ritardate
Informazioni per gli
operatori sanitari riguardanti la comparsa sporadica di arrossamenti e gonfiori
circa una settimana dopo la vaccinazione.
Vaccini
anti-COVID-19 e reazioni allergiche incl. Anafilassi – indicazioni per gli
operatori sanitari.
Prime conclusioni in
merito alle reazioni allergiche.
Sorveglianza del
mercato dei vaccini anti-COVID-19: notificare correttamente i sospetti effetti
collaterali
Notifica di reazioni
avverse da medicamenti per medici e farmacisti
Notifica di presunte
reazioni avverse da medicamenti da parte dei pazienti
24.09.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19
7571 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini.
03.09.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19
6603 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini.
13.08.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento
5304 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini
23.07.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento
4319 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini
02.07.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento
3419 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini
18.06.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento
2944 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini
04.06.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 2701
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
21.05.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 2269
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
07.05.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 1953
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
22.04.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 1485
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
09.04.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 1174
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
11.03.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 597
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
26.02.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 364
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
05.02.2021
Notifiche di
sospette reazioni avverse ai vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – aggiornamento
Finora sono state
valutate 63 notifiche di effetti collaterali in relazione alle vaccinazioni
COVID-19 in Svizzera
22.01.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera
Le notifiche finora
pervenute corrispondono al profilo di rischio noto
03.09.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19
6603 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini
13.08.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento
5304 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini
23.07.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento
4319 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini
02.07.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento
3419 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei vaccini
18.06.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera –
Aggiornamento
2944 notifiche
analizzate – le notifiche confermano il profilo rischi-benefici positivo dei
vaccini
04.06.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 2701
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
21.05.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 2269
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
07.05.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 1953
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
22.04.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 1485
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
09.04.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 1174
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
11.03.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 597
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
26.02.2021
Effetti collaterali
dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – Aggiornamento
Esaminate 364
notifiche di casi sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in
Svizzera
05.02.2021
Notifiche di
sospette reazioni avverse ai vaccini anti-COVID-19 in Svizzera – aggiornamento
Finora sono state
valutate 63 notifiche di effetti collaterali in relazione alle vaccinazioni
COVID-19 in Svizzera
22.01.2021
Notifiche di casi
sospetti di effetti indesiderati dei vaccini anti-COVID-19 in Svizzera
Le notifiche finora
pervenute corrispondono al profilo di rischio noto
Come viene
sorvegliata la sicurezza dei vaccini? (Video, 03:18)
COVID-19 Svizzera:
rapporto sulla situazione
(covid19.admin.ch/it)
Indicazioni per
l’interpretazione dei dati.
Per interpretare i
dati qui riportati occorre tenere conto di quanto segue a causa della
metodologia del sistema basato su notifiche spontanee:
le informazioni
contenute in questo rapporto si basano su notifiche di casi sospetti che sono
state inoltrate a Swissmedic da operatori sanitari, persone colpite o aziende
farmaceutiche e che sono state registrate nella banca dati dopo l’esame e la
valutazione.
Tutte le reazioni
notificate sono casi sospetti.
Questo significa che nel singolo caso non si può stabilire se la reazione
notificata sia stata semplicemente osservata nello stesso periodo della
vaccinazione o se sia stata effettivamente causata dalla vaccinazione.
Nell’ambito dell’accurata analisi dei casi si chiarisce anche se si può parlare
di causalità. Poiché non
tutte le reazioni vengono notificate, dai dati riportati non è possibile trarre
conclusioni attendibili sul numero di reazioni effettivamente verificatesi.
Il numero di
notifiche di casi sospetti per vaccino può dipendere molto da quante persone
hanno ricevuto il relativo vaccino nel periodo preso in considerazione.
Le informazioni sui
casi sospetti di reazioni ai vaccini sono solo uno dei diversi elementi
costitutivi per valutare continuamente il profilo rischi-benefici dei vaccini.
Swissmedic incorpora le informazioni delle notifiche spontanee nella
valutazione scientifica di tutti i dati disponibili per trarre conclusioni
corrette sul profilo di sicurezza di un vaccino.
Del green pass, delle reazioni avverse
ai vaccini e di altre cianfrusaglie pandemiche
come problemi
biogiuridici.
Elementi per una riflessione
di Aldo Rocco Vitale.
Giustiziainsieme.it-Aldo
Rocco Vitale-(15 settembre 2021)- ci dice:
SCRITTO DA ALDO
ROCCO VITALE DIRITTO DELL’EMERGENZA
COVID-19 E RECOVERY FUND MERCOLEDÌ, 15
SETTEMBRE 2021
Giustizia insieme,
in linea con la sua linea editoriale, ospita due approfondimenti di diverso
orientamento sul tema dell'obbligo vaccinale e del Green pass a firma del Prof.
Antonio Ruggeri, emerito di diritto costituzionale dell'Università di Messina e del dott. Aldo Rocco Vitale,
culture della materia in biogiuridica.
La redazione
15.9.2021.
Del green pass,
delle reazioni avverse ai vaccini e di altre cianfrusaglie pandemiche come
problemi biogiuridici: elementi per una riflessione di Aldo Rocco Vitale* .
«I molti non colgono
la vera natura delle cose in cui si imbattono, né
le conoscono dopo averle apprese, ma se ne
costruiscono un’opinione»
(Eraclito,
Dell'origine, Feltrinelli, Milano, 2007, pag. 148, Fr. 86.)
Sommario: 1.
Introduzione - 2. Status artis - 3. Il green pass - 4. La tutela delle reazioni
avverse - 5. Altre cianfrusaglie pandemiche - 6. Conclusioni.
1. Introduzione
«Talvolta accade che
l’errore sia così simile alla verità che a nessuno può passare per la mente
l’idea che si tratti di errore»: così Lev Sestov ha sintetizzato il sottile
confine tra la comprensione della realtà o il suo fraintendimento.
In questa direzione
di assottigliamento dei confini si è mossa la crisi sanitaria del covid-19 in
cui si sono sempre più sbiaditi i perimetri della conoscenza reale rispetto a
quella presunta, si sono sempre confusi i limiti delle cosiddette “scienze
dure” rispetto a quelle cosiddette “umane”, si sono smorzati i margini tra ciò
che è scienza e ciò che non lo è, come tra ciò che è giuridico e ciò che è
anti-giuridico.
In questo
annebbiarsi delle destinazioni del pensiero sembrano essersi offuscate anche le
dimensioni identitarie distintive tra scienza e fede e tra scienza e diritto.
In primo luogo, è
emersa la singolare pretesa da parte della comunità scientifica, molto meno
occasionale di ciò che può apparire trovando una compiuta – sebbene inefficace
– sistematizzazione teoretico-accademica, di essere destinataria della fede e
della fiducia indiscussa da parte dell’opinione pubblica.
Una simile pretesa
disvela un sostanziale travisamento della natura della scienza che invece vive
del dubbio, avanza con le ipotesi, e si sugella con la falsificazione.
Una predetta visione
non soltanto tradisce la reale concezione della conoscenza scientifica, ma per
di più esibisce una anti-storica prospettiva epistemologica con un ritorno al
dogmatismo scientifico verificazionista che fino ad oggi era da considerarsi
superato.
Soprattutto la
medicina, nel vuoto lasciato dalla secolarizzazione a tappe forzate della
civiltà occidentale, sembra essere maggiormente assurta a nuova categoria
escatologica in grado di dar conto di tutto il senso della vita, della
sofferenza e della morte umana, essa, come è stato argutamente notato proprio
dalla critica di una personalità medica, «ha finito per sostituirsi alla
religione come oppio de popoli».
Il tramonto del
dogmatismo scientifico del verificazionismo ha segnato, infatti, il passaggio
dal pan-razionalismo critico, per cui tutto ciò che non può essere oggetto di
osservazione e verificazione scientifico-sperimentale non esiste, al
razionalismo pan-critico, per il quale, nulla può essere giustificato e ogni
cosa può essere criticata in quanto, come ha osservato William Warren Bartley
III, soltanto così viene
preservata la razionalità della scienza poiché «il razionalista è colui che
intende lasciare ogni asserzione e senz’altro ogni sua asserzione, compresi i
suoi più fondamentali criteri, obiettivi e decisioni nonché la sua stessa
posizione filosofica di base, aperti alla critica».
Si rivela, insomma,
una visione meno confacente alla scienza e più tipica dello scientismo, cioè di
quella forma di sublimazione ideologica della scienza che rinnega la scienza
medesima e la sua natura che, invece, è strutturalmente aperta al dialogo, al
confronto, alla critica, come, in fondo, ha insegnato tra i tanti Richard
Feynman per il quale, infatti, «un'altra caratteristica della scienza è che
insegna il valore del pensiero razionale e l'importanza della libertà di
pensiero, come pure la necessità di dubitare, di non dare per scontata alcuna
verità[…]. Gli esperti che vi guidano possono sbagliare».
In secondo luogo, si
sono rimodulati durante il periodo pandemico i rapporti tra scienza e diritto
con il secondo ridotto ad una funzione di subalternità rispetto alla prima come
se fosse privo di una propria autonomia e dignità epistemica e come se la
scienza, ancora una volta nelle vesti dello scientismo secondo l’accezione
evidenziata da Augusto Del Noce, fosse l’unica chiave interpretativa del
fenomeno pandemico.
Sebbene le due
dimensioni abbiano tratti comuni strutturali e funzionali, entrambe si fondono
con la realtà, entrambe sono strumenti di comprensione della realtà, entrambe
si avvalgono di principi generali e leggi specifiche, è anche pur vero che le
differenze metodologiche, epistemologiche e teleologiche le distinguono in
maniera netta e inderogabile.
Mentre la scienza,
infatti, si avvale del dubbio, è analitica e tende alla quantità del dato di
realtà sottoposto alla sua conoscenza, il diritto, invece, esige certezza, è
sintetico e tende alla qualità del dato di realtà poiché nella sua vocazione
essenziale è sempre riferito direttamente o indirettamente alla persona.
In questa
prospettiva sebbene sia ovvio che il diritto debba tener conto delle risultanze
della scienza, è anche necessario che non si appiattisca acriticamente
sacrificando se stesso e la dimensione assiologica che lo vivifica
dall’interno.
Se il diritto,
infatti, non tutelasse la propria autonomia rischierebbe di essere annullato
oltre che nella dimensione puramente teoretica anche in quella prassistica,
perché se si lasciasse plasmare inesorabilmente e placidamente dalle risultanze
scientifiche sarebbe inutile, per esempio, la figura del iudex peritus
peritorum: si potrebbe semplicemente di volta in volta sostituire il giudice
con un comitato di scienziati (biologi, medici, ingegneri, chimici, fisici,
statistici ecc) a cui sarebbe semplicemente demandato il compito di applicare
meccanicamente la legge alla luce delle risultanze delle proprie discipline
particolari.
La pandemia,
insomma, ha aperto una finestra sulla crisi dei rapporti reciproci tra scienza
e diritto, così che essendosi il diritto ridotto a mero ratificatore formale
delle impellenze scientifiche dirette a fronteggiare l’epidemia – trascurando
la propria autonomia valoriale – occorre adesso sottrarlo a quella forma di “imperialismo scientistico” a cui l’emergenza l’ha subordinato, poiché come ha
precisato già da tempo John Dupré «esistono materie che richiedono una visione più sinottica e integrata
di quella offerta dai metodi analitici propri della scienza».
2. Status artis.
Prima di entrare nel
cuore dei problemi è inevitabile porre attenzione alle risultanze scientifiche
fino ad oggi registrate e dar conto, seppur brevemente, dello status artis
della campagna vaccinale che evidentemente è correlata alla principale
questione del green pass e alle successive problematiche di cui in questa sede
s’intende discutere.
Allo stato
dell’arte, pur essendo certa l’alta efficacia dei vaccini di recente creazione
e le risibili reazioni di breve periodo, è altrettanto senza dubbio impossibile
conoscere se e quali possano essere gli eventuali effetti collaterali di lungo
periodo, così come del resto non si conoscono molti altri aspetti del quadro
generale, come affermato dalla stessa AIFA, secondo la quale non c’è attuale certezza
sulla effettiva durata della protezione per i vaccinati (oscillando da 9 a 12
mesi), non si sa se i vaccinati possono comunque infettare a loro volta in modo
asintomatico le altre persone, se vi possono essere particolari effetti
collaterali per le persone con patologie autoimmuni, se vi sono possibili
interferenze con altre vaccinazioni, se il vaccino impedisce soltanto la
manifestazione della malattia o se invece impedisce anche la trasmissione
dell’infezione.
Senza dubbio la
campagna vaccinale ha drasticamente diminuito le ospedalizzazioni, le
complicazioni in caso di infezione e la mortalità in caso di complicazioni come
risulta dal rapporto dell’ISS secondo cui la vaccinazione completa – per ora
consistente in una doppia dose – garantisce una copertura dal ricovero in
ospedale nel 94,6% dei casi, dal ricovero in terapia intensiva nel 97,3% dei
casi e dal decesso nel 95,8% dei casi.
Ciò nonostante, la
diffusione della cosiddetta variante delta pare sia in grado di rendere
contagiosi anche i vaccinati, come dimostrano il caso di Israele da cui risulta
che il vaccino garantisce soltanto una bassa protezione dal contagio pari al
39%,[12] e soprattutto i dati forniti dal CDC statunitense relativi ad una
ricognizione nello stato del Massachussetts in cui nel solo mese di luglio 2021
si sono registrati 469 casi nonostante la copertura vaccinale sia pari al 69%
tra la popolazione e che di questi ben il 74%, cioè 346, riguardano persone
completamente vaccinate.
In questa direzione
si muove il report stilato sempre dal CDC statunitense, pubblicato il 24 agosto
2021, secondo il quale con la diffusione della variante delta del coronavirus
l’efficacia dei vaccini scende dal 90% al 66%, diminuendo anche l’efficacia
degli stessi nella protezione dal contagio.
A riprova di ciò, al
netto del cosiddetto “paradosso
di Simpson” con cui alcuni
hanno tentato di spiegare il fenomeno, si consideri il rapporto del Public Health England pubblicato il 20 agosto da cui risulta che la maggior parte dei nuovi contagi
siano registrati proprio tra coloro che hanno completato il doppio ciclo
vaccinale, a differenza di chi non è vaccinato, con, rispettivamente, ben
32.828 casi di contagio nel primo caso e soltanto 4.891 nel secondo.
Al fine di un più
esaustivo scenario occorre peraltro aggiungere che recentissimi studi hanno
comprovato la riduzione graduale della protezione del vaccino nell’arco di un
semestre, come risultante dai dati sintetizzati in uno studio pubblicato dal
BMJ e condotto su ben 42.000 persone secondo il quale – fatta salva la validità
nella protezione contro le forme gravi del covid – l'efficacia del vaccino
Pfizer nel prevenire il contagio diminuisce progressivamente nell'arco di sei
mesi.
A completamento del
quadro, inoltre, proprio mentre si raccolgono le presenti riflessioni, occorre
dar atto del dibattito apertosi nella comunità scientifica sui rapporti tra
vaccinazione di massa e insorgenza delle varianti, come, tra i molteplici
esempi possibili, attesta lo studio pubblicato sulla nota e prestigiosa rivista
Nature il 30 luglio 2021 in cui gli autori asseriscono che «counterintuitively,
when a relaxation of non-pharmaceutical interventions happened at a time when
most individuals of the population have already been vaccinated the probability
of emergence of a resistant strain was greatly increased. Consequently, we show
that a period of transmission reduction close to the end of the vaccination
campaign can substantially reduce the probability of resistant strain
establishment. Our results suggest that policymakers and individuals should
consider maintaining non-pharmaceutical interventions and transmission-reducing
behaviours throughout the entire vaccination period».
Ciò considerato, il
quadro è chiaramente parziale e in evoluzione su tutti i fronti.
3. Il green pass
Avendo chi scrive
già ampiamente trattato il tema, soprattutto in riferimento anche alla indubbia
legittimità dell’eventuale obbligo vaccinale, con ampio anticipo rispetto alla
maturazione dei tempi, in questa sede si tenterà di approfondire le
problematiche bio-giuridiche più specifiche relative a ciò che è stato
inaugurato come “green pass”.
La pandemia, come
oramai è stato accertato con ammissione esplicita anche da parte dei più
reticenti, ha causato lo stress del sistema immunitario individuale e
collettivo, ma anche e soprattutto del sistema pubblico costituzionale, nonché
la sovversione del sistema delle fonti, la contorsione del principio della
separazione dei poteri oltre che del principio di legalità, la compressione
della garanzia di intangibili diritti costituzionali,e perfino dei diritti
umani in quanto tali considerati.
Si è sostanzialmente
quasi istituzionalizzato il cosiddetto “stato d’eccezione”, fino ad ora mera
ipotesi storica o accademica,
che, infatti, nell’esperienza politica e giuridica del secondo dopoguerra in
Italia non aveva mai vissuto una concreta effettività neanche nei momenti più
difficili della storia repubblicana legati alla legislazione emergenziale
varata per far fronte al fenomeno brigatistico, mafioso o terroristico, tanto
da far ribadire a costituzionalisti autorevoli come Sabino Cassese che la
pandemia non è uno “stato di guerra” ex articolo 78 della Costituzione e che
pertanto i poteri “illimitati” che il Governo si è arrogato nella gestione
della cosiddetta “prima ondata” dell’inverno-primavera 2020 sono del tutto
illegittimi e contrari alla Costituzione, rappresentando una «inedita sospensione nell’esercizio
dei diritti», fino ad avvertire la giusta esigenza che «la Costituzione torni
ad essere la bussola dell’emergenza».
In questo scenario
occorre comprendere che dispositivi come il green pass possono comportare seri
pregiudizi di carattere sistematico sull’intera struttura dei fondamenti
ordinamentali e sulla concezione dello stesso Stato di diritto.
Come è stato
evidenziato, infatti, mezzi di controllo di tal natura comportano il reale
rischio «che misure
temporanee di sorveglianza accettate inizialmente per limitati periodi
emergenziali diventino progressivamente prassi e consuetudini delle nostre
società, modificando i rapporti interpersonali e, soprattutto, il rapporto
bio-politico dei cittadini con l’autorità e lo Stato».
Tenendo presente
questi scenari, occorre chiarire che il green pass appare come un dispositivo
giuridicamente problematico almeno sotto tre profili: a) logico-fattuale; b) sistematico-normativo; c)
onto-assiologico.
a) Sotto il profilo
strettamente logico-fattuale il green pass appare difficilmente giustificabile
per due ragioni che pur tra loro opposte conducono alla medesima evidenza: se il vaccino evita in modo totale il contagio, il
green pass appare inutile poiché la garanzia è offerta dalla somministrazione
del ritrovato vaccinale e non certo dalla sua certificazione; se, invece, il
vaccino non evita il contagio – come appunto pare – il green pass è ugualmente
inutile in considerazione del fatto che anche il titolare del green pass
medesimo potrebbe essere veicolo di infezione come colui che ne fosse
sprovvisto avendo entrambi la medesima carica virale (almeno secondo le ultime
recentissime e autorevoli risultanze).
In applicazione del
semplice buon senso e della ordinaria prudentia iuris, oltre che del principio
di non contraddizione, e del principio di precauzione anche come
comunitariamente recepito, dunque, ritenere il green pass strettamente legato
alla diminuzione del contagio e quindi talmente necessario da potersi
giustificare o addirittura pretendere una restrizione dei diritti fondamentali
costituzionalmente garantiti è del tutto illogico e controfattuale.
b) Sotto il profilo
sistematico-normativo occorre effettuare alcune considerazioni oltre quelle puntualissime
già emerse.
In primo luogo:
posta la mancanza di una obbligatorietà generalizzata del vaccino anti-Covid
sorge spontaneo chiedersi se l’utilizzo del green pass costituisca una forma di
obbligo vaccinale de facto.
Sul punto occorre
chiarezza, poiché se al quesito si risponde negativamente, non si comprende su
quale assunto poter imporre un simile dispositivo; se invece si risponde
positivamente, sembrano sorgere più problemi (soprattutto giuridici) di quanti
si vorrebbe risolvere.
Sebbene, infatti,
agli occhi dei non giuristi o dei giuristi più inesperti possa apparire
soltanto come una questione teorica, la differenza tra obbligo di fatto e
obbligo di diritto, così astratta non è, in quanto il fatto in sé non è detto
che sia legittimo proprio in virtù della sua stessa autoreferenziale
fenomenicità, mentre il diritto – anche in virtù dei controlli anteriori e
posteriori che l’ordinamento assicura ai fini dell’emanazione di una legge – lo
è sempre e comunque.
L’eventuale obbligo
di fatto introdotto tramite il green pass è un modo istituzionalmente e
giuridicamente scorretto per indurre la popolazione a vaccinarsi senza le
cautele giuridiche opportune che sono necessarie in uno Stato di diritto in
genere, specialmente alla luce del principio personalistico che informa
l’intera Carta costituzionale.
L’articolo 32 della
nostra Carta fondamentale, infatti, sancisce che “nessuno può essere obbligato
a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”,
chiarendo in modo inequivoco, anche come più volte ha ribadito nel corso del
tempo la Corte costituzionale, che soltanto per legge, per legge dello Stato,
si può imporre un trattamento sanitario obbligatorio alla popolazione.
Non a caso il Tar
del Lazio ha recentemente annullato l’ordinanza del Presidente della Regione
Lazio che aveva introdotto la vaccinazione anti-influenzale obbligatoria.
L’obbligo di un
trattamento sanitario, dunque, se non può essere introdotto da provvedimenti di
carattere regionale, non può neanche essere introdotto da provvedimenti di
rango primario che però lo disciplinano in maniera obliqua e non diretta,
tramite introduzione surrettizia e non reale.
In secondo luogo:
l’obbligo vaccinale di fatto, a differenza di quello di diritto, non appare in
grado di tutelare compiutamente e in modo giuridicamente congruo la popolazione
poiché si aggira il problema degli eventuali indennizzi per coloro che
dovessero subire gli effetti collaterali della vaccinazione.
La stessa Corte
Costituzionale, infatti, nella celebre sentenza 5/2018 ha chiarito quanto segue:«Il singolo, sottoponendosi al trattamento
obbligatorio, adempie a uno dei doveri inderogabili di solidarietà sociale, che
hanno fondamento nell’art. 2 Cost. L’intervento pubblico non è unidirezionale,
ma bidirezionale e reciproco: si esprime non solo nel senso della solidarietà
della collettività verso il singolo, ma anche in quello del singolo verso la
collettività; è per questa stessa ragione che, quando il singolo subisce un
pregiudizio a causa di un trattamento previsto nell’interesse della
collettività, quest’ultima si fa carico dell’onere indennitario».
L’indennizzo,
dunque, rappresenta – proprio alla luce della costante e consolidata
giurisprudenza della Corte Costituzionale – l’espressione del dovere di solidarietà
della collettività e delle istituzioni nei confronti del cittadino che si
sottopone ai trattamenti sanitari, divenendo mezzo imprescindibile di
integrazione della tutela effettiva del diritto alla salute individuale e
collettiva, e non soltanto in ossequio al tenore letterale dell’articolo 1
della legge 210/1992, ma anche e soprattutto in osservanza dei principi di
diritto enunciati recentemente dalla Corte Costituzionale sul punto, la quale,
chiarendo la reciprocità del dovere di solidarietà, ha perfino esteso la tutela
offerta dall’indennizzo ben oltre le vaccinazioni obbligatorie, cioè anche alle
vaccinazioni soltanto raccomandate poiché «in presenza di una effettiva
campagna a favore di un determinato trattamento vaccinale, è naturale che si sviluppi
negli individui un affidamento nei confronti di quanto consigliato dalle
autorità sanitarie: e ciò di per sé rende la scelta individuale di aderire alla
raccomandazione obiettivamente votata alla salvaguardia anche dell’interesse
collettivo, al di là delle particolari motivazioni che muovono i singoli.
Questa Corte ha conseguentemente riconosciuto che, in virtù degli artt. 2, 3 e
32 Cost., è necessaria la traslazione in capo alla collettività, favorita dalle
scelte individuali, degli effetti dannosi che da queste eventualmente
conseguano. La ragione che fonda il diritto all’indennizzo del singolo non
risiede quindi nel fatto che questi si sia sottoposto a un trattamento
obbligatorio: riposa, piuttosto, sul necessario adempimento, che si impone alla
collettività, di un dovere di solidarietà, laddove le conseguenze negative per
l’integrità psico-fisica derivino da un trattamento sanitario (obbligatorio o
raccomandato che sia) effettuato nell’interesse della collettività stessa,
oltre che in quello individuale. Per questo, la mancata previsione del diritto
all’indennizzo in caso di patologie irreversibili derivanti da determinate
vaccinazioni raccomandate si risolve in una lesione degli artt. 2, 3 e 32
Cost.: perché sono le esigenze di solidarietà costituzionalmente previste,
oltre che la tutela del diritto alla salute del singolo, a richiedere che sia
la collettività ad accollarsi l’onere del pregiudizio da questi subìto, mentre
sarebbe ingiusto consentire che l’individuo danneggiato sopporti il costo del beneficio
anche collettivo».
L’incidenza del
green pass sui diritti fondamentali, del resto, è non soltanto sufficientemente
evidente, ma anche potenzialmente discriminatoria.
In tale direzione si
consideri, infatti, che l’attuale scenario disciplinato dal D.L. 105/2021 che
introduce il green pass è gravemente ipotecato da quella forma di
discriminazione economica, già denunciata dal CNB nel suo pur favorevole parere
per il green pass, cristallizzata dalla mancanza di gratuità dei tamponi per
chi non ha potuto o voluto vaccinarsi.
In tal senso,
inoltre, viene in rilievo anche il parere del Garante per la Protezione dei
Dati Personali che ha ricordato come ai fini della legittimità del green pass
«si ritiene utile evidenziare l’opportunità che sia normativamente previsto che
la presentazione della certificazione verde, come misura di sanità pubblica,
non operi per quelle attività che comportano l’accesso a luoghi in cui si
svolgono attività quotidiane (es. ristoranti, luoghi di lavoro, negozi, ecc.) o
a quelli legati all’esercizio di diritti e libertà fondamentali (es. diritto di
riunione, libertà di culto, ecc.)».
Il green pass, in
sostanza, rischia di creare storture giuridiche e violazioni dei diritti
fondamentali, così che appare fin troppo evidente come l’obbligo vaccinale
possa essere introdotto non surrettiziamente, ma soltanto ex lege, poiché, del
resto, occorre tener massimamente presente che il diritto è sempre superiore al
fatto, essendo infatti questo secondo disciplinato dal primo e non il contrario
secondo la più genuina prudenza giuridica e l’antica sapienza classica per la
quale, infatti, vige il principio da mihi factum dabo tibi ius.
In terzo luogo:
emergono ulteriori profili di carattere sistematico.
Ritenere, come da
parte di taluni s’è ritenuto, che il green pass sia inequivocabilmente misura
di garanzia della libertà tanto da poter essere paragonato alla patente di
guida, al porto d’armi o al divieto di fumo nei luoghi pubblici, significa
trascurare indebitamente le differenti realtà giuridiche chiamate in causa, e
ciò per diverse ragioni.
1) La patente di
guida e il porto d’armi, infatti, sono tipologie di “certificazione” che
comportano la verifica di determinate abilità tecniche che devono essere
possedute dal loro titolare non incidendo strettamente sulla persona fisica del
titolare medesimo. 2) Non esiste un diritto costituzionalmente sancito alla
patente o al porto d’armi. 3) Anche in caso di detenzione illecita di armi da
fuoco o di guida senza patente, al netto di tutte le eventuali sanzioni civili,
penali e amministrative, i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti
(lavoro, associazione, culto, insegnamento, istruzione, circolazione ecc.) del
trasgressore non vengono meno. Tutt’al più sono temporaneamente compressi, ma
sicuramente non soppressi come invece si rischia tramite l’introduzione del
green pass per coloro che non sono vaccinati.
Per ciò che riguarda
l’analogia con il divieto di fumo nei luoghi pubblici occorre constatare che
anche in questo caso non esiste un diritto costituzionale al fumo che potrebbe
essere rivendicato dall’eventuale fumatore a cui fosse impedito di fumare in un
luogo pubblico come un ristorante o un cinema. Il fumatore può – come di fatto
accade – fumare al di fuori dei locali per poi farvi ritorno in totale libertà
senza che i suoi diritti fondamentali siano pregiudicati. Inoltre, occorre
considerare che, mentre è oramai scientificamente comprovato che il fumo, anche
quello passivo, è altamente tossico per chi fuma e per chi vi sta intorno, non
è altrettanto scientificamente garantito – come più sopra acclarato – che il
vaccino (sulla cui base si fonda il green pass) escluda il contagio.
Insomma, mentre la
patente, il porto d’armi e le leggi anti-fumo non impediscono l’esercizio di
libertà e diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, il green pass,
invece, si muove esattamente in questa direzione rischiando di impedire al
lavoratore di lavorare, al cittadino di riunirsi liberamente, al fedele di
professare il proprio culto.
Si assiste, dunque,
con l’approvazione del green pass ad un bizzarro capovolgimento dell’ordine
delle fonti e degli atti che fino ad ora ha contraddistinto il sistema
giuridico italiano, per cui dalla sua entrata in vigore non sono più valutate
la legittimità, l’effettività e l’efficacia di un certificato come il green
pass alla luce dei diritti fondamentali, ma sono l’efficacia, l’effettività e
la legittimità dei diritti fondamentali valutate alla luce di un certificato
come il green pass con evidente stravolgimento di ogni gerarchia dei principi
giuridici, venendo alla mente proprio le parole di un fine osservatore
dell’assurdo come Eugène Ionesco per il quale «non c’è più niente di normale da
quando l’anormale è diventato la norma».
c) Sotto il profilo
onto-assiologico, dinnanzi a provvedimenti come quelli che istituiscono
dispositivi come il green pass, occorre chiedersi se si possono privare dei
diritti fondamentali costituzionalmente garantiti (circolazione, lavoro,
associazione, culto ecc) alcuni soggetti per tutelare quelli di altri
consociati.
Non si tratta, con
tutta evidenza, né di un problema politico, sebbene sia stato gravemente
ideologizzato, né strettamente medico; non si tratta nemmeno di un confronto
orizzontale pro-vax e no-vax, ma verticale poiché la questione è prettamente
giuridica in quanto si consuma tra un potere - l'Esecutivo - che presumendosi
assoluto (cioè svincolato da norme e principi ad esso anteriori e superiori),
in maniera del tutto inedita, obbliga di fatto (e non di diritto) ad un
trattamento sanitario senza assumersi le correlate responsabilità e i cittadini
obbligati di fatto (e non di diritto) senza le garanzie minime essenziali a
tutela dei loro diritti costituzionali.
Delle due l’una: o i
diritti fondamentali sono tali, e lo sono sempre e per tutti, cioè
sostanzialmente pre-ordinamentali (tanto che la Carta costituzionale utilizza
il verbo “riconoscere” e non “costituire”), pre-costituzionali, ultra-statali,
sovra-politici, meta-normativi, poiché ancorati e ancorabili alla struttura
ultima dell’essere umano, ovvero alla sua umanità, essendo cioè il riflesso
giuridico della sua dimensione ontologica, oppure non lo sono e quindi
diventano manipolabili o eliminabili in base alle circostanze anche se emergenzialmente
giustificate.
Proprio uno dei
maestri della scienza giuridica italiana come Francesco Santoro-Passarelli,
evidenziando peraltro il ruolo centrale del principio personalistico che
illumina la Costituzione, ha avuto modo di chiarire, infatti, che «la persona è
il valore centrale, quello a cui si riconducono gli altri valori[…]. La nostra
Costituzione contiene un lungo elenco di libertà, che non possono essere tolte
alla persona e sono inviolabili da parte dello stesso Stato[…]. Le altre libertà,
libertà personale, libertà di opinione, libertà di associazione, libertà
religiosa, sono tutte libertà essenziali, riconosciute ugualmente a tutti e a
tutti egualmente spettanti[…]. La garanzia contro i pericoli e gli abusi
dell’azione dello Stato è costituita dalla libertà e dalla struttura
pluralistica di questa forma di Stato[…]. Di qui il riconoscimento nella
Costituzione, e non la concessione, delle ricordate libertà inviolabili; di qui
il limite essenziale dell’azione dello Stato».
Per quanto sia certamente
vero che la stessa Costituzione consenta delle limitazioni, per esempio per la
tutela della pubblica incolumità, è anche altrettanto vero che ammettere le
compressioni non significa ammettere anche le eventuali soppressioni, come
parrebbe fare l’introduzione del Green pass che esclude senza limiti dalle
attività lavorative o ricreative chi fosse sprovvisto di copertura vaccinale,
peraltro in un contesto normativo quale è quello attuale che non prevede
l’obbligo vaccinale anti-Covid come misura generalizzata di salvaguardia della
pubblica incolumità.
Le misure
anti-pandemiche, per quanto emergenziali o eccezionali, devono, volenti o
nolenti, sempre essere incorniciate all’interno della struttura dello Stato di
diritto, per evitare di essere essenzialmente anti-giuridiche.
Ancora sotto il
profilo sistematico, è altresì necessario ribadire che, a parte il diritto alla
vita che “silenziosamente” – mancando una espressa norma che formalmente lo
riconosca – fonda l’intera struttura della Costituzione, occorre anche
riconoscere con onestà intellettuale e umiltà che non esiste una gerarchia tra
i diritti fondamentali in base alla quale si possa ritenere che alcuno di essi
sia sovraordinato rispetto ad altri, per cui il diritto alla salute è tanto fondamentale
quanto quello al lavoro, quello di circolazione lo è tanto quanto quello di
professare liberamente il proprio culto, quello di espressione del pensiero lo
è tanto quanto quello di insegnamento o istruzione.
Se così non fosse,
chi si incaricasse di dichiarare il contrario dovrebbe principalmente
dimostrare tale presunta gerarchia e i criteri logico-giuridici utilizzati per
la sua ordinazione. Mettere
in scontro i diritti fondamentali, come avviene sostanzialmente con
l’istituzione del green pass, come fossero cavalieri in giostra l’un contro
l’altro armati, significa disconoscere la natura degli stessi e della stessa
dimensione assiologica del diritto in quanto tale.
La differenza tra lo
Stato di diritto e lo Stato totalitario consiste, infatti, in quella sottile linea rossa per
cui nel primo per raggiungere il giusto fine si deve adoperare necessariamente
anche il giusto mezzo, mentre nel secondo, prescindendo dalla giustizia del
fine, si può prescindere anche dalla giustizia del mezzo utilizzato per
raggiungerlo.
Negare una simile
verità non significa tanto distaccarsi da certe astratte dimensioni teoretiche,
ma negare lo Stato di diritto nella sua concretezza e fondabilità, poiché, come
ha correttamente osservato Norberto Bobbio, «chi non crede alla verità, sarà tentato di rimettere
ogni decisione, ogni scelta, alla forza, secondo il principio che, siccome non
si può comandare ciò che è giusto, è giusto ciò che è comandato», significa
cioè sottomettere la comunità, l’ordinamento e il diritto al principio
volontaristico sottraendolo a quello di ragione e di giustizia.
Lo stesso Bobbio,
del resto, ha precisato come sia tipico del pensiero giuridico-politico
autocratico trattare i cittadini non secondo i loro propri diritti
fondamentali, ma come bambini o malati da educare e dirigere.
Sebbene molti, anche
nella convulsa e caotica comunità dei giuristi, abbiano avuto modo di
convincersi durante il lungo tempo della pandemia che lo Stato di diritto possa
essere sospeso per far fronte all’emergenza sanitaria, così non è, poiché senza
seguire la via del diritto non si può seguire la via della giustizia, come del
resto conferma – a contrario – la storia del XX secolo in cui tutti i regimi
totalitari si sono dimostrati sistemi radicalmente antigiuridici poiché votati
alla negazione dei diritti fondamentali riflesso policromatico di quell’unica
fonte di luce emanata dal diritto naturale che illumina i passi della storia
nella direzione dello Stato di diritto.
Ecco, dunque, che la
voce del diritto naturale riemerge chiara e tonda nella contorta vicenda
giuridico-normativa del green pass, poiché, come da taluni attenti osservatori
come Massimo Cacciari è stato giustamente
osservato «quando subiremo qualsiasi provvedimento o norma senza chiederne la
ragione e senza considerarne le possibili conseguenze, la democrazia si ridurrà
alla più vuota delle forme, a un fantasma ideale».
Il green pass,
dunque, pur essendo pienamente legale, è e rimane intrinsecamente anti-giuridico,
poiché, come ha ricordato Aleksandr Zinov’ev, sintetizzando la tragica
esperienza storica del XX secolo, «non è detto che una normativa (o legalità) qualsiasi sia indice di una
società basata sul diritto».
4. La tutela delle
reazioni avverse ai vaccini
La vaccinazione di
massa ha comportato due effetti, di cui uno benefico e l’altro nocivo: alla
benefica riduzione dei casi di covid si è misteriosamente affiancata anche la
riduzione dello spirito critico di una parte del mondo giuridico, così da
apparire che alla immunizzazione dal virus corrisponda anche l’effetto
collaterale della immunizzazione alla ratio iuris e ai principi generali che
fondano lo Stato di diritto.
Nel contesto
pandemico si è posta una attenzione mai prima d’ora storicamente determinata a
favore di concetti come il dovere di solidarietà, il diritto alla salute e alla
vita, il bene comune; a fronte di una risonanza mediatico-politica di tali
concetti, tuttavia, non sembra aver corrisposto una equivalente tutela
giuridica che sarebbe dovuta essere naturalmente correlata specialmente da
quando sono stati comprovati i collegamenti tra eventi trombotici e vaccini
anti-covid,[54] oltre che tra questi ultimi e le miocarditi, come del resto
denunciato dallo stesso CDC statunitense nel suo rapporto del 9 luglio 2021.
Anche in questo
caso, tuttavia, occorre partire dai dati così che si possa più agevolmente
transitare da quella dimensione che è definibile come mera “etica dei numeri” a
quella che si sarebbe dovuta imporre come “numeri dell’etica”.
Secondo le stime del
settimo rapporto dell’AIFA datato 26 luglio 2021 su 65.926.591 dosi vaccinali
somministrate sono state registrate 84.322 reazioni avverse, di cui 87,1% non
gravi e 12,8% gravi. Tra le reazioni gravi il 58% ha avuto come esito la
“risoluzione completa” o il “miglioramento dell’evento”, mentre il 25% è
risultato non ancora guarito al momento della segnalazione.
Tra le reazioni
gravi 498 segnalazioni riportano l’esito “decesso” con un tasso di segnalazione
di 0,75/100.000 dosi somministrate; tra i suddetti decessi, 343 sono stati
registrati dopo la prima dose e 145 dopo la seconda. Il 59% delle segnalazioni
a esito fatale presenta una valutazione di causalità con l’algoritmo utilizzato
nell’ambito della vaccinovigilanza (algoritmo OMS), in base al quale il 59,9%
dei casi è non correlabile, il 33,2% indeterminato e il 4,5% inclassificabile
per mancanza di informazioni necessarie all’applicazione dell’algoritmo. In 7
casi (2.4 % del totale), la causalità è risultata correlabile.
Posto ovviamente che
nessun ritrovato farmaceutico garantisce una sicurezza totale al 100%, e questo
è ovvio – sebbene nessuno lo ribadisca con la dovuta accortezza – è doveroso
chiedersi come mai nessuno abbia ancora sollevato la questione della tutela
giuridica del diritto alla salute dei soggetti che hanno subito reazioni
avverse gravi.
Se davvero si
intende ragionare giuridicamente – ammesso che lo si possa ancora pretendere in
tempi di pandemia – occorre riconoscere i diritti di tutti costoro (e per ovvi
motivi di giustizia perfino degli indeterminati e degli inclassificabili) che
sono deceduti per cui si possono effettuare in tale direzione alcune
considerazioni.
In primo luogo: che
l’intera procedura di controllo e verifica delle reazioni avverse debba
dipendere da un algoritmo può essere una circostanza tecnicamente corretta e
scientificamente evoluta, ma non giuridicamente sufficiente poiché l’algoritmo
dispiega la sua funzione nella dimensione quantitativa e non in quella
qualitativa come è quella tipica del diritto alla vita degli esseri umani.
Come è stato
giustamente osservato, infatti, questa predominanza algoritmica preclude la
valutazione dei profili morali e giuridici incentrati sulla libertà e quindi
sulla responsabilità, poiché «gli algoritmi non fanno che estendere le funzioni
rituali di controllo e di ripartizione dei numeri in modi che possono diventare
inaccessibili, autoritari e categorici: uno strumento utile alla società, ma
anche un rischio di sbilanciamento nel delicato rapporto fra categoricità e
spontaneità, fra l’estrema imperiosità del meccanismo e la libertà di
coscienza».
In secondo luogo:
l’irrilevanza statistica dei pochi decessi a causa delle vaccinazioni non si
può tradurre automaticamente né in una loro insignificanza etica, né
soprattutto in una loro corrispettiva irrilevanza giuridica, specialmente se si
intende tutelare realmente il diritto alla salute, in applicazione del dovere
di solidarietà, in vista del bene comune.
L’idea di poter
tanto macchinosamente quanto ingenuamente trasformare le incerte risultanze
scientifiche in certe discipline giuridiche è aberrante sia sotto l’aspetto
scientifico, quanto soprattutto sotto l’aspetto giuridico.
Sarebbe quanto mai
opportuno, quindi, che oltre le asettiche statistiche e i rassicuranti
protocolli sanitari, si cominciasse a rispolverare quella tradizione di
pensiero che problematizzando i numeri indica la via etica e giuridica che sta
oltre gli stessi.
In questa direzione,
tra i molteplici esempi possibili, maggiormente adeguato appare il celebre
brano del dialogo tra Alëša e Ivan, in cui Dostoevskij chiarisce che il bene
dei molti non si può costruire sul sacrificio dei pochi, neanche se si
trattasse di uno solo:«Ti sfido, rispondimi: immagina che tocchi a te innalzare
l'edificio del destino umano allo scopo finale di rendere gli uomini felici e
di dare loro pace e tranquillità, ma immagina pure che per far questo sia
necessario e inevitabile torturare almeno un piccolo esserino, ecco, proprio
quella bambina che si batteva il petto con il pugno, immagina che l'edificio
debba fondarsi sulle lacrime invendicate di quella bambina -accetteresti di
essere l'architetto a queste condizioni?».
Come ha precisato
Nikolaj Berdjaev, infatti, «l’eudemonismo
sociale si oppone alla libertà. Nulla rimane all’infuori di un’organizzazione
forzata della felicità sociale, se non c’è la Verità», e, in questo caso, la verità consiste nella
consapevolezza che la più o meno bassa statistica dei decessi non può mai
comportare un venir meno della tutela giuridica di quei diritti fondamentali di
coloro che per massima sventura in tale statistica si vengono a trovare, poiché
come ha evidenziato Vladimir Soloviev «le verità matematiche hanno un
significato universale, ma riescono indifferenti dal punto di vista morale».
Se così non fosse,
se cioè in nome dell’emergenza, anzi dello Stato di eccezione in cui da mesi si
versa, si decidesse di abdicare ai principi fondanti della civiltà giuridica –
honeste vivere, neminem laedere, unicuique suum tribuere – sottomettendo la
tutela dei diritti dei pochi al dominio del numero, si transiterebbe dalla
dimensione dello Stato di diritto a quella della tirannia, dovendosi constatare
con Arthur Koestler che «sembra che noi si sia dinanzi a un movimento pendolare
della Storia, che oscilla dall’assolutismo alla democrazia e dalla democrazia
di nuovo alla dittatura assoluta».
5. Altre
cianfrusaglie pandemiche.
A margine dei
problemi principali più sopra considerati occorre, prima delle conclusioni,
soffermarsi seppur brevemente su due proposte che, sebbene per ora confinate a
livello ipotetico, dovrebbero comunque destare l’allarme di chiunque abbia
sviluppato un minimo di sensus iuris e ratio humanitatis per il loro contenuto
radicalmente anti-giuridico.
La prima proposta,
sostenuta peraltro anche dall’ex Presidente dell’Inps, che è stata veicolata
dai mezzi di informazione di massa,[61] si sostanzia nell’idea di far pagare
gli eventuali costi del ricovero a chi ha deciso di non vaccinarsi infettandosi
subito e venendo ospedalizzato.
In questa logica non
soltanto si dimentica che già con l’ordinario assolvimento degli oneri fiscali
di legge – come per esempio l’Irap – tutti i cittadini contribuiscono al
finanziamento del Sistema sanitario nazionale, prescindendo dal proprio stato
di salute, per cui sarebbe ben paradossale che dopo decenni di pagamenti di
tasse non si possa usufruire del Servizio sanitario nazionale soltanto come
ripicca per la propria opzione etica (giusta o ingiusta che sia), ma anche qui
emerge una sinistra attitudine antigiuridica di carattere sostanziale che si
palesa soltanto a chi ha potuto sviluppare una acuta visione giuridica del
mondo.
L’idea di poter
subordinare un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito (come quello
alla salute) all’approvazione delle scelte di vita del paziente – specialmente
in assenza di obblighi legali che ne coartino la volontà in un senso piuttosto che
in un altro – è tanto contraria alla vocazione etica della professione medica
quanto al buon senso e ai principi generali dell’ordinamento giuridico di uno
Stato di diritto che in virtù del principio di uguaglianza (art. 3 Cost.)
formale e sostanziale non può abbandonarsi a simili spericolatezze giuridiche.
La seconda proposta
ha aspetti ancor più concreti poiché ha innescato un vero e proprio dibattito
negli USA e consiste nell’idea di non curare coloro che non si sono vaccinati e
che, una volta infettatisi, necessitano delle cure e delle terapie intensive.
Si ribalta la
situazione: se fino ad ora, in epoca pandemica, gli altri diritti fondamentali
sono stati subordinati al diritto alla salute – come comprova il green pass –,
adesso invece si intende subordinare il diritto alla salute ad una logica
premiale, per cui si intenderebbe garantire le cure in base alle opzioni etiche
del singolo individuo.
Seguendo la medesima
logica allora si potrebbe estendere il ragionamento anche ai fumatori, agli
obesi, agli atleti di discipline pericolose. E allora, perché no, anche a
coloro che soffrono di patologie genetiche o ereditarie o croniche e non
guaribili.
Perché, allora,
garantire le cure anche per il detenuto condannato per mafia, o per stupro, o
per pedofilia o per terrorismo? Dove porre il limite? Chi lo dovrebbe porre
tale limite? Secondo quali criteri?
E perché allora non
escludere dal diritto di assistenza sanitaria anche tutti coloro che dovrebbero
essere esclusi in virtù di ragioni meramente economico-contabili?
In men che non si
dica, tuttavia, ci si ritroverebbe dinnanzi ad una situazione problematica
sotto un triplice profilo: etico, logico e giuridico.
Dal punto di vista
etico si verrebbe ad instaurare un sistema sostanzialmente e inequivocabilmente
eugenetico, anche se socialmente determinato, difficilmente giustificabile dopo
gli orrori del XX secolo e, soprattutto, dopo il consolidamento di alcuni
principi come quello di non discriminazione sulla base delle condizioni
personali, sociali o di salute ufficialmente sancito da diverse carte
internazionali, oltre che ovviamente dall’articolo 3 della Costituzione
italiana.
Dal punto di vista
logico, invece, un sistema come quello predetto finirebbe per garantire
paradossalmente l’assistenza sanitaria soltanto ai sani, escludendo i malati:
ma, a questo punto, ci si dovrebbe chiedere a cosa servirebbe l’assistenza
sanitaria per coloro che sono sani. E chi potrebbe garantire il diritto alla
salute dei malati?
Dal punto di vista
giuridico, infine, non soltanto si equivocherebbe la natura giuridica del
diritto alla salute, ma anche quella del diritto alla vita che verrebbe
ridimensionato, attraverso una vera e propria forma di riduzionismo, al suo
ambito meramente biologistico, dimenticando invece che la vita è biologicamente
strutturata, ma non soltanto biologicamente determinata.
Lo scivolamento
dallo Stato di diritto allo Stato d’eccezione sarebbe così del tutto compiuto e
la stessa funzione del diritto sarebbe stravolta, poiché non più tesa alla
giustizia, ma sottomessa alla pura necessità politica.
Si
ripresenterebbero, insomma, le più oscure nubi di un passato che è stato quanto
mai catastrofico per il diritto e per l’intera umanità, dovendosi, quindi,
ricordare le parole di chi, come Giuseppe Capograssi, ebbe a vivere e
riflettere su quell’esperienza tramandandola affinché le persone, e soprattutto
i giuristi, delle generazioni future non commettessero gli stessi micidiali
errori:
«La catastrofe,
immergendo l'umanità in un mondo caratterizzato dalla morte e dall'incubo, ha
messo in condizioni l'uomo di capire, che cosa è che difende e assicura la vita
dalla morte e dall'incubo. Sarebbe preferibile che non ci fosse bisogno delle
catastrofi per capire; ma l'uomo è fatto in modo che ha bisogno della terribile
pedagogia della storia. Il guaio è che, per capire, questa è condizione
necessaria, ma non sufficiente[...]. Si può dire, che in questa epoca si è
manifestato e si è svolto il vero e consapevole ateismo, perché sono nati
uomini i quali hanno avuto, e hanno dimostrato con la loro azione, la certezza
- che se non fosse diabolica si potrebbe dire eroica - che Dio non esiste, e
che quindi, secondo la centrale parola di Dostojewski, -se Dio non esiste,
tutto è permesso-. Di
questi uomini il tipo grandioso, anche per la grandiosità demoniaca delle
visioni di demenza a cui ha ispirato la sua azione storica, è stato Hitler.
Nelle mani di questi uomini la storia è diventata veramente creazione, cioè
arbitrio: in un vero processo di immanenza essa ha dimostrato di non essere
legata a nessuna verità, di essere veramente libera (negativamente, da ogni
legame o legge), di essere gratuita; la scienza, dandole i mezzi di distruggere
la vita, le dà il modo di attuare veramente la libertà come assoluta
liberazione da ogni legge e da ogni verità, nel senso più pieno, perché quale
maggiore libertà che avere il potere di distruggere, di far essere o non
essere, a proprio arbitrio la vita? Il guaio è che questa libertà coincide con
la morte e non con la vita[...]. Il fondamento di un ordine giuridico e la
fonte di tutti i suoi valori deve essere là dove è, nel valore centrale della
libera esistenza dell'individuo e del suo connaturale destino di svolgere la
propria libera natura[...]. Perciò l'unico possibile fondamento a un ordine,
che voglia essere un ordinamento di vita e non di morte, è niente altro che
questa intima costituzione della vita; rispettare la vita come è, con le leggi
le esigenze i fini le condizioni che sono sue, lasciare che la vita viva e
svolga secondo le profonde leggi che fanno sua la verità. Ma rispettare la vita
significa appunto, per dirla in termini semplici, fare in modo che la vita sia
vita per tutti. Rispettare la vita dovunque e cioè, dove la vita è in potenza
in ogni individuo, fare che sia in atto in ogni individuo; dove la vita è ma
non si può sviluppare come vita umana per le condizioni che sono in contrasto a
questo svolgersi, fare che si possa sviluppare. Questo significa rispettare la
vita[...]. Qui diventa precisa la connessione tra diritto e libertà[...]. Non
la persona ha il diritto, ma la persona è il diritto».
6. Conclusioni
In conclusione, non
possono che presentarsi degli inevitabili interrogativi: si possono davvero
limitare, comprimere e fin’anche sopprimere i diritti fondamentali di alcuni
per la tutela di quelli dei molti? Si possono davvero limitare i diritti
fondamentali in ragione delle condizioni di salute del singolo? Si può
subordinare la tutela del diritto alla salute a interessi ed esigenze di
politica economica? Non si rischia di ritrovarsi, ben oltre ogni
discriminazione, sul pendio scivoloso di una forma di selezione eugenetica
socialmente determinata di cui nessuno potrebbe garantire né la controllabilità
né, soprattutto, la legittimità giuridica?
Il green pass e
tutti i problemi ad esso connessi dimostrano la necessità oramai
improcrastinabile di ricondurre l’intera gestione pandemica entro i margini
dello Stato di diritto, entro i limiti fissati dalla Costituzione, entro
l’alveo della prudenza legale e della iuris sapientia, l’unica in grado di
illuminare il senso autentico della libertà giuridicamente intesa, come ha
precisato Enrico Opocher allorquando ha chiarito che «ad ogni singola libertà
corrisponde puntualmente un dovere, il che chiaramente fonda l’aspetto
eteronomo del diritto, il cui fenomeno è perciò ad un tempo di libertà e
coercizione. E ciò necessariamente determina una indissolubile sovrapposizione,
nell’idea del diritto, dell’eguaglianza alla libertà: la libertà giuridica è,
in questo senso, indivisibile; o tutti sono liberi o nessuno lo è».[69]
Soltanto recuperando
una prospettiva onto-assiologica del diritto – e ad essa subordinando la
gestione pandemica – si può evitare di cadere in equivoci grossolani o, peggio,
in nefaste conseguenze che potrebbero indurre a ritenere, un domani, il
visitatore occasionale della storia che si ritrovasse a leggere le narrazioni
dei fatti odierni, che quella attuale sia stata un’epoca sostanzialmente
barbarica di radicale disconoscimento del diritto.
In questo senso
valgono ancora oggi, come nel futuro prossimo, le illuminanti riflessioni di
Salvatore Satta che sul punto ha così insegnato:«Il diritto appare oggi
veramente come un'entità inafferrabile, un'ombra vana fuor che nell'aspetto, e
talora anche nell'aspetto, una parola e un mito[…]. Giuristi e non giuristi,
noi ci chiediamo che cosa è il diritto con lo stesso stato d'animo di Pilato
che si chiedeva — e nella domanda era già la triste risposta — che cosa è la
verità. Ma questa domanda per il giurista diventa un'angoscia profonda, perchè
essa comporta il crollare intorno a lui e in lui dell'oggetto stesso della sua
conoscenza[…]. Che cosa è dunque avvenuto, per cui noi oggi[…], guardiamo al
diritto come a uno sconosciuto e stentiamo a ravvisarne le fattezze
nell'incomposto svolgersi della vita?[…]. Il problema del diritto – attraverso
il chiarimento che la grande crisi porta con sè – si riduce a nient'altro che
questo: a stabilire se il diritto sia o non sia un valore[…]. Il valore, se
c'è, è intrinseco al diritto, è proprio il suo essere diritto, e non può come
tale risolversi nella mera validità formale di una norma estrinsecamente
posta[…]. L'onnipotenza del legislatore è stata tempre universalmente
condannata, e le dottrine moderne, quando pongono come unico limite della norma
la validità formale, continuano a conclamarla. Ma se il diritto è un valore, se
il rapporto umano ha nel diritto un essere, è chiaro che il legislatore tutto
può fare, operando sul contenuto di quel rapporto, descrivendolo — come è stato
detto — nelle sue norme imperative, meno che negare il rapporto stesso. Se ciò
facesse negherebbe il diritto, cioè negherebbe se stesso come creatore di
diritto. Ora, i nostri
padri, per i quali il diritto non era uno sconosciuto, avevano concettualizzato
il rapporto umano, la intrinseca normatività del rapporto umano, da un lato nel
diritto soggettivo, espressione giuridica della libertà, dall'altro nello
Stato, espressione giuridica della giustizia. È, come abbiamo visto, l'erosione
e la deformazione di questi concetti che ha reso sconosciuto il diritto; è
nella riscoperta di essi che noi riacquistiamo la sua conoscenza».
Aldo Rocco Vitale :
* Dottore di ricerca
in Storia e Teoria Generale del Diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza
dell’Università di Roma “Tor Vergata” e docente a contratto di biogiuridica
presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
L’FBI (USA) sta
indagando sull’inquietante
ritrovamento.
Fiale con la scritta
“VAIOLO “ in un laboratorio della Merck.
Laverita. Info-
Redazione- (19-11-2021)- ci dice:
L’FBI sta indagando
15 fiale scoperte in un laboratorio
farmaceutico della Merck di Filadelfia
(USA) martedì sera , perché 5 di queste
erano etichettate come
“VAIOLO” e altre 10 come “VACCINO”.
A trovarle è stato un tecnico di laboratorio intento a pulire un congelatore.
Non è noto come le
fiale siano finite presso lo stabilimento MERCK e se
contengono davvero il virus letale.
Le fiale sono state immediatamente messe in sicurezza .
“Merck sta cerando di capire perché fossero lì”
ha detto
mercoledì una fonte alla NBC.
Undici accademici
italiani lanciano l’allarme
“I sieri che ci
danno non sono vaccini”.
Laverita.
Info- Redazione- (19-11-2021)- ci dice:
La
lettera di un gruppo di scienziati: ”Si
stanno somministrando terapie geniche alla popolazione
senza i controlli necessari”.
Un “vaccino” è un preparato biologico prodotto allo scopo di procurare una
immunità acquisita attiva contro un particolare tipo di infezione.
Un “farmaco”
(terapia genica), invece , è un prodotto realizzato con principi attivi (naturali o sintetici),
imprescindibilmente conformi alle norme di
buona fabbricazione ,definite da
specifiche regole, procedure e linee guida ,in grado di indurre
modificazioni funzionali in un organismo vivente.
I vaccini vengono
somministrati a persone “SANE” con l’obbiettivo
di
conseguire un beneficio “FUTURO” (azione di profilassi o prevenzione).
I farmaci (terapia genica)vengono dati a persone “MALATE” con l’obbiettivo di conseguire un risultato immediato.
Ne consegue che la sicurezza (inclusi gli effetti a lungo termine) dei primi
in quanto somministrati a persone sane , è
assai più rilevante rispetto ai secondi che vengono
somministrati a individui più o meno
gravemente malati.
Nel primo caso non si deve comunque compromettere una condizione che-in partenza- si ritiene essere di buona salute. Nel secondo ci si propone di modificare la condizione attuale di malattia.
Mentre nel
“secondo caso” l’eventuale comparsa di eventi avversi potrebbe anche essere ascritta all’evoluzione della
malattia o alla sua risposta al trattamento, gli
effetti secondari dopo somministrazione del
vaccino NON potrebbero NON essere ascritti al vaccino stesso , dato che la
condizione di partenza è per definizione quella di “buona salute”.
Queste sostanziali
differenze fanno sì che le autorizzazioni all’immissione in commercio di vaccini o farmaci siano soggette a differenti regolamentazioni e controlli demandati ad organi diversi.
Negli USA, i farmaci sono super-visionati dal Center for drug evaluation and researh (CDER), mentre i vaccini sono
super-visionati dal Center
for biologics evaluation and researh ( CBER), entrambi regolati dalla Food and drug administration (FDA).
Anche la vigilanza circa
gli eventi avversi è demandata a
istituti distinti :
per il vaccino al Center for disease control di Atlanta : per i farmaci alla stessa FDA.
Per un farmaco , come la terapia genica, è
obbligatorio valutare la mutagenicità e la cancerogenicità, due capisaldi della
farmacovigilanza .
Per i vaccini
questo step valutativo non
è invece -paradossalmente - richiesto.
Di fatto ,molte domande pertinenti la sicurezza e l’efficacia dei vaccini a mRNA
restano a tutt’oggi inevase, come denunciato con forza dal British medical journal.
I vaccini Pfizer e
Moderna (per non parlare di
quelli a DNA) non sono in realtà VACCINI , ma esempi di “terapia genica”, come descritto in numerosi articoli Scientifici e
sottolineato da recenti dichiarazioni ufficiali del presidente della Bayer.
Questi prodotti contengono
acidi nucleici (Dna o Rna) che stimolano la produzione della proteina virale e hanno
la capacità di interferire significativamente con le funzioni cellulari.
L’utilizzo di questi “ vaccini genetici” ,il cui uso è stato
finora limitato a campi limitati
e in presenza di malattie (immunoterapia del cancro, terapia genica di
malattie genetiche),è stato ampliato enormemente a tutta la popolazione sana senza i necessari controlli di sicurezza ,soprattutto a lungo termine.
L’approvazione dei “vaccini” a mRNA in regime di urgenza
ha permesso di “risolvere” i dubbi e la doverosa necessità di studi sulla sicurezza a breve e medio-lungo termine che ,nel corso degli ultimi vent’anni ,hanno impedito alla terapia genica di imporsi come metodo generalizzato
di cura (senza per
altro evidenza di efficacia).
L’obbiettivo è
chiaro: soppiantare l’apparato farmacologico tradizionale in cui la cura o la profilassi sono basate sull’evidenza
,con una miriade di farmaci
-vaccini basati sulla sequenza dell’ Rna
(o Dna) , poco controllati , gestiti da poche
multinazionali del farmaco e utilizzati
su ampia scala.
Questo spiega bene
perché i media si industrino a negare il fatto che i due nuovi vaccini (?)
siano forme di terapia
genica e perché lo
stravolgimento delle regole normalmente seguite per l’immissione in
commercio dei vaccini (?) sia stato avallato tanto avventatamente.
Queste preoccupazioni neritano di essere affrontate con laica razionalità in ambito
scientifico e legislativo ,senza nascondersi dietro il paravento degli slogan
e della propaganda , ma propugnando il ritorno ad una scienza
indipendente che non si pieghi ad essere
serva di interessi economici od altro.
(Marco Cosentino,
Stefano Dumontet, David Conversi ,Marta Luisa Chiusano, Nicola Schiavone,
Leonardo Vignoli
,Salvatore Valiante,
Marco Milanesi, Carlo Gambacorti-Passerini, Monica Facco, Daniele Porretta.) .
Covid e vaccini: ecco gli effetti collaterali
descritti dall'Aifa
per Pfizer, Moderna,
AstraZeneca e Johnson & Johnson.
Gazzettadelsud-it-Redazione-(31
Maggio 2021)- ci dice:
Ecco gli effetti
collaterali dei vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) e a vettore virale
(AstraZeneca e Johnson & Johnson). Tutti i dettagli pubblicati sul sito
dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco).
L’Agenzia Europea
per i medicinali e l’AIFA hanno finora autorizzato due vaccini anti COVID-19 a
vettore virale. Un vaccino a vettore virale utilizza un virus (generalmente un
adenovirus incompetente per la replicazione) per portare all'interno della
cellula la sequenza del codice genetico che codifica per la proteina spike. Il
sistema immunitario si attiva contro la proteina e produce degli anticorpi che,
qualora il soggetto entrasse a contatto con il virus, lo proteggeranno
dall'infezione. I vaccini a vettore virale autorizzati da EMA e AIFA sono
Vaccino Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen (Johnson & Johnson).
Tutte le
informazioni sono disponibili su questa pagina de sito Aifa.
Possibili effetti
indesiderati del Vaccino Vaxzevria (dal Foglio illustrativo)
Come tutti i
medicinali, questo vaccino può causare effetti indesiderati sebbene non tutte
le persone li manifestino. Se nota la comparsa di qualsiasi effetto
indesiderato non menzionato in questo foglio illustrativo, informi il medico,
il farmacista o l'infermiere.
Richieda assistenza
medica urgente se si manifestano sintomi di grave reazione allergica. Tali
reazioni possono includere una combinazione di uno qualsiasi dei seguenti
sintomi:
- sensazione di
svenimento o stordimento
- cambiamenti nel
battito cardiaco
- fiato corto
- respiro sibilante
- gonfiore delle
labbra, del viso o della gola
- orticaria o
eruzione cutanea
- nausea o vomito
- mal di stomaco.
Con Vaxzevria
possono verificarsi i seguenti effetti indesiderati:
Molto comuni
(possono interessare più di 1 persona su 10)
- dolorabilità,
dolore, calore, prurito o lividi nel punto in cui viene praticata l'iniezione
- sensazione di
stanchezza (affaticamento) o sensazione di malessere generale
- brividi o
sensazione di febbre
- mal di testa
- sensazione di
malessere (nausea)
- dolore alle
articolazioni o dolore muscolare
Comuni (possono
interessare fino a 1 persona su 10)
- gonfiore o
arrossamento nel punto in cui viene praticata l'iniezione
- febbre (>38 °C)
- malessere (vomito)
o diarrea
- bassi livelli di
piastrine nel sangue
Non comuni (possono
interessare fino a 1 persona su 100)
- sonnolenza o
sensazione di vertigini
- diminuzione
dell'appetito
- ingrossamento dei
linfonodi
- sudorazione
eccessiva, prurito o eruzione cutanea
Molto rari (possono
interessare fino a 1 persona su 10.000)
- coaguli di sangue
spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), associati
a bassi
livelli di piastrine
nel sangue
Segnalazione degli
effetti indesiderati
Se manifesta un
qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio,
si rivolga al medico, al farmacista o all’infermiere. Può inoltre segnalare gli
effetti indesiderati direttamente.
Quali reazioni
avverse sono state osservate durante la campagna vaccinale con Vaxzevria?
Le reazioni avverse
più frequentemente osservate durante la campagna vaccinale in corso sono la
febbre, il mal di testa, i dolori muscolari o articolari. Si tratta di reazioni
non gravi, di entità lieve o moderata che, seppur fastidiose, si risolvono in
poche ore o pochi giorni, spesso senza nemmeno ricorrere a trattamenti
sintomatici (antidolorifico o simili).
Come per tutti i
farmaci, sono inoltre possibili, seppur rarissime, reazioni di tipo allergico
fino allo shock anafilattico. Per questo le vaccinazioni vengono eseguite in
contesti sicuri da personale addestrato ed è previsto un periodo di
osservazione di almeno 15 minuti dopo la vaccinazione. Un altro aspetto di cui
si tiene conto è che, in seguito all’iniezione, si possono verificare anche
reazioni di tipo ansioso con fenomeni vaso-vagali che vanno dalla sensazione di
stare per svenire fino allo svenimento vero e proprio, per cui il personale
presta attenzione a evitare traumatismi da caduta.
Il monitoraggio
delle reazioni avverse viene descritto nei rapporti mensili di sorveglianza
disponibili qui.
Possibili effetti
indesiderati del vaccino Janssen - Johnson & Johnson (dal Foglio
illustrativo)
Come tutti i
vaccini, COVID-19 Vaccine Janssen può causare effetti indesiderati, sebbene non
tutte le persone li manifestino. La maggior parte degli effetti indesiderati si
è verificata entro 1-2 giorni dalla vaccinazione.
Richieda assistenza
medica urgente se manifesta sintomi di una grave reazione allergica. Queste
reazioni possono comprendere una combinazione di alcuni dei seguenti sintomi:
* sensazione di
svenimento o di testa leggera
* alterazioni del
battito cardiaco
* fiato corto
* respiro sibilante
* gonfiore alle
labbra, al viso o alla gola
* orticaria o
eruzione cutanea
* nausea o vomito
* mal di stomaco.
Con questo vaccino
possono verificarsi i seguenti effetti indesiderati.
Molto comuni:
possono interessare più di 1 persona su 10
* mal di testa
* nausea
* dolori muscolari
* dolore nel punto
in cui viene eseguita l’iniezione
* sensazione di
estrema stanchezza
Comuni: possono
interessare fino a 1 persona su 10
* rossore nel punto
in cui viene eseguita l’iniezione
* gonfiore nel punto
in cui viene eseguita l’iniezione
* brividi
* dolori articolari
* febbre
* tosse
Non comuni: possono
interessare fino a 1 persona su 100
* eruzione cutanea
* debolezza muscolare
* dolore alle braccia o alle gambe
sensazione di debolezza
* sensazione di malessere generale
* starnuto
* mal di gola
* dolore alla schiena
* tremore
* sudorazione eccessiva
Rari: possono
interessare fino a 1 persona su 1.000
* reazione allergica
* orticaria
Non nota (la
frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
* reazione allergica
grave
VACCINI A MRNA
(PFIZER E MODERNA).
L'Agenzia Europea
per i Medicinali e l’AIFA hanno autorizzato due vaccini anti COVID-19: Pfizer
mRNABNT162b2 (Comirnaty) e COVID-19 Vaccine Moderna mRNA -1273.
Pfizer e Moderna:
Quali reazioni avverse sono state osservate?
Le reazioni avverse
osservate più frequentemente (più di 1 persona su 10) nello studio sul vaccino
COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) sono stati in genere di entità lieve o
moderata e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione.
Tra queste
figuravano dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa,
dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre.
Arrossamento nel
sito di iniezione e nausea si sono verificati in meno di 1 persona su 10
. Prurito nel sito
di iniezione, dolore agli arti, ingrossamento dei linfonodi, difficoltà ad
addormentarsi e sensazione di malessere sono stati effetti non comuni, che
hanno interessato meno di 1 persona su 100.
Debolezza nei
muscoli di un lato del viso (paralisi facciale periferica acuta) si è
verificata raramente, in meno di 1 persona su 1000.
L’unica reazione
avversa severa è stata l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche. Si tratta,
comunque, di una patologia benigna che guarisce da sola. In generale, le
reazioni sistemiche sono state più frequenti e pronunciate dopo la seconda
dose. Nei Paesi dove è già
stata avviata la somministrazione di massa del vaccino sono cominciate anche le
segnalazioni delle reazioni avverse, da quelle meno gravi a quelle più
significative, comprese le reazioni allergiche. Tutti i Paesi che avviano la somministrazione del
vaccino estesa a tutta la popolazione stanno raccogliendo e valutando ogni
segnalazione pervenuta al sistema di farmacovigilanza delle reazioni averse al
vaccino, così da poter definire con sempre maggior precisione il tipo di
profilo di rischio legato alla vaccinazione. Per maggiori dettagli si rimanda alla sezione
Farmacovigilanza su vaccini COVID-19.
Quali reazioni
avverse sono state osservate durante la campagna vaccinale in corso con i
vaccini a mRNA?
Le reazioni avverse
più frequentemente osservate durante la campagna vaccinale in corso sono la
febbre, il mal di testa, i dolori muscolari o articolari, le reazioni in sede
di iniezione e la stanchezza. Si tratta di reazioni non gravi, di entità lieve
o moderata che, seppur fastidiose, si risolvono in poche ore o pochi giorni,
spesso senza nemmeno ricorrere a trattamenti sintomatici (antidolorifico o
simili).
Come per tutti i
farmaci, sono inoltre possibili, seppur rarissime, reazioni di tipo allergico fino
allo shock anafilattico.
Per questo le vaccinazioni vengono eseguite in contesti sicuri da personale
addestrato ed è previsto un periodo di osservazione di almeno 15 minuti dopo la
vaccinazione. Un altro
aspetto di cui si tiene conto è che, in seguito all’iniezione, si possono
verificare anche reazioni di tipo ansioso con fenomeni vaso-vagali che vanno
dalla sensazione di stare per svenire fino allo svenimento vero e proprio, per
cui il personale presta attenzione a evitare traumatismi da caduta.
Il monitoraggio
delle reazioni avverse viene descritto nei rapporti mensili di sorveglianza
disponibili .
Green Pass falsi su
Internet: ecco cosa sta
succedendo.
Alcuni Green Pass
falsificati in vendita su Internet
superano i test di
validità.
Ecco come.
Kaspersky.i- Serge
Malenkovich-(29 Ott 2021)- ci dice:
Dei truffatori non
identificati stanno vendendo Green Pass (certificati necessari per viaggiare e
accedere a molti luoghi pubblici ed eventi nell’Unione Europea) sui forum di
hacker e nei canali Telegram. Per dimostrare le loro capacità e attirare
potenziali clienti, hanno creato un Green Pass rilasciato a nome di Adolf
Hitler. Tuttavia, la cosa più preoccupante, è che il codice QR passa la
verifica dell’app come valido. Questo solleva una serie di domande, a cui
cercheremo di rispondere in questo post.
Cos’è il Green Pass?
Il Green Pass è un
certificato che attesta che il suo proprietario si è vaccinato, è guarito
recentemente dal COVID-19 o ha ricevuto un risultato negativo del test non più
di 48 (per il test rapido) o 72 (per il molecolare) ore prima. Il certificato
contiene un codice QR che può essere convalidato con un’applicazione. È un
documento standard nei paesi dell’Unione Europea e in alcuni altri, in Israele
(dove è stato inizialmente sviluppato), Turchia, Islanda, Ucraina, Svizzera,
Norvegia e altri.
Di solito, sono le
istituzioni mediche a rilasciare i certificati Green Pass. A seconda del paese,
un Green Pass può essere richiesto per viaggiare, per entrare nei bar,
ristoranti, musei ed eventi pubblici, nelle istituzioni educative, e anche per
lavorare. Il Green Pass esiste anche in forma cartacea, ma più spesso è
un’applicazione che mostra un codice QR per la verifica del certificato.
Come i truffatori
possono creare certificati falsi.
Alcuni
“commercianti” su Internet e sui canali Telegram, in particolare, stanno
vendendo falsi certificati Green Pass apparentemente rilasciati dai servizi
sanitari in Polonia o in Francia. Diverse ipotesi spiegano come abbiano potuto
avere successo: secondo una, i criminali hanno in qualche modo ottenuto una
chiave cifrata segreta che permette loro di emettere tali certificati. Se fosse
vero, i legittimi certificati Green Pass dovranno probabilmente essere
riemessi.
Secondo un’altra
teoria, invece, i venditori hanno complici nei sistemi sanitari in Francia e
Polonia. In questo caso, la riemissione della chiave cifrata non sarebbe di
grande aiuto, le forze dell’ordine dovrebbero, in questo caso, trovare i
colpevoli.
Aggiornato il 2
novembre 2021: Secondo le ultime informazioni dei rappresentanti della
Commissione Europea, l’incidente non è stato causato da un problema di
cifratura con la generazione dei certificati, o con la conservazione delle
chiavi di firma. Molto probabilmente, “persone con credenziali valide per
accedere ai sistemi informatici nazionali, o qualcuno che abusa di tali
credenziali valide,” hanno creato i certificati falsi.
I certificati Green
Pass rilasciati in Polonia e Francia saranno revocati?
Le autorità dell’UE
stanno conducendo delle indagini. Nel peggiore dei casi, la Polonia e la
Francia dovranno riemettere i certificati, ma non necessariamente tutti. Se i truffatori
non riescono a manipolare le date di emissione, allora solo alcuni dovranno
essere sostituiti.
Si può comprare un
Green Pass falso?
Beh, non c’è niente
che vi impedisca di spendere i vostri soldi. Tuttavia, visitare i paesi dell’UE
con un certificato falso non è una buona idea. In primo luogo, i certificati
falsi saranno revocati, e anche se molto probabilmente perdereste solo un po’
di soldi, è anche possibile che i clienti vengano catturati nella stessa rete
delle autorità giudiziarie dei truffatori. Con un Green Pass falso, avete buona probabilità di
vincere una lunga conversazione con gli agenti delle forze dell’ordine europee.
Abbiamo ragione di
credere che questo sia tutt’altro che l’ultimo tentativo di frode riguardante
il sistema del Green Pass. Probabilmente appariranno nuove truffe molto presto.
Tuttavia, questo incidente attirerà ancora più attenzione da parte delle forze
dell’ordine. Per questo e
per altri motivi, non raccomandiamo di ottenere un Green Pass da nessun luogo
che non sia un’istituzione medica europea ufficiale.
Obbligo vaccinale: profili di costituzionalità
e risarcimento del danno.
Altalex.com
-Avv.Camilla Giovagnoli-(07/09/2021)- ci
dice:
Il dibattito sul
vaccino obbligatorio anti-Covid: diritto alla salute, dovere di solidarietà,
bilanciamento tra minimizzazione dei rischi e massimizzazione dei vantaggi.
vaccino anti
Covid-19La pandemia di Covid-19 ha causato un’emergenza sanitaria senza
precedenti, e, pertanto, la protezione della salute pubblica è diventata una
priorità assoluta per tutti gli Stati che hanno adottato normative finalizzate
al contenimento dei contagi mediante misure astrattamente limitative
dell’esercizio del diritto alla libera circolazione dei cittadini e ad imporre
di fatto ad alcune categorie di soggetti l’obbligo di vaccinarsi.
In particolare,
l’articolo 4 del decreto legge del 1 aprile 2021 n. 44, convertito dalla legge
28 maggio n. 76, il nostro legislatore ha previsto l’obbligo vaccinale per gli esercenti le professioni
sanitarie e gli operatori di interesse sanitario al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere
adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura ed
assistenza.
La questione è di
particolare rilevanza in quanto alcuni sostengono che la somministrazione del
vaccino comporterebbe il rischio di reazioni avverse e di pregiudizi per la
salute dei vaccinati, più gravi di quelli che con le vaccinazioni si intendono
prevenire, ritenendo pertanto che il legislatore non dovrebbe imporre
coattivamente tale trattamento sanitario.
Al contrario si
ritiene che soltanto la più ampia vaccinazione dei cittadini possa costituire
misura necessaria e idonea a garantire la loro salute e di proteggere, grazie
al raggiungimento dell’obiettivo dell’immunità di “gregge”, la salute delle
fasce più deboli (anziani e malati) o di coloro che, per particolari patologie,
non possono vaccinarsi.
Occorre rilevare
che, secondo quanto ritenuto dalla Commissione Speciale del Consiglio di Stato,
nel parere n. 2065 del 27.09.2017, la Costituzione “non riconosce un’incondizionata e assoluta libertà di
non curarsi o di non essere sottoposti a trattamenti sanitari obbligatori(anche
in relazione a terapie preventive quali sono i vaccini) per la semplice ragione
che, soprattutto nelle patologie ad alta diffusività, una cura sbagliata o la
decisione individuale di non curarsi può danneggiare la salute di molti altri
essere umani e, in particolare, la salute dei più deboli.
Obbligo vaccinale:
profili di legittimità costituzionale.
Il tema dell’obbligo
vaccinale presenta profili di particolare complessità in quanto va ad
interessare fondamentali valori e diritti costituzionali, tra i quali il diritto alla salute di cui all’articolo
32 della Costituzione ed il dovere di solidarietà sociale previsto
dall’articolo 2.
Premesso che il
trattamento sanitario obbligatorio può essere imposto solo nella previsione che
esso non incida negativamente in maniera rilevante sullo stato di salute di
colui che ad esso è assoggettato, occorre effettuare un necessario bilanciamento tra la minimizzazione
dei rischi e la massimizzazione dei vantaggi mediante l’individuazione di una
soglia di pericolo accettabile da compiersi sulla base di una completa e
accreditata letteratura medico scientifica.
Nel caso della
pandemia di Covid-19, con riferimento al vaccino, non sono state ancora
accertate le reazioni avverse e le complicanze derivanti dalla somministrazione
dello stesso, stante il ridotto lasso temporale della sua somministrazione.
Alla stregua dell’articolo
32 della Costituzione, la salute non è solo oggetto di un diritto individuale,
inteso come diritto alla cura e diritto di non curarsi, ma anche un interesse
della collettività.
Al riguardo la Corte Costituzionale con sentenza n. 307 del 22.06.1990, ha precisato che “la legge impositiva di un trattamento sanitario non è
incompatibile con l’articolo 32 della Costituzione se il trattamento sia
diretto a migliorare o a preservare lo Stato di salute di chi vi è
assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è
proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della
collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione
dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto
fondamentale”.
Ed ancora la Corte
Costituzionale, con sentenza n. 218 del 02.06.1994, ha stabilito che la tutela
della salute implica anche il “dovere dell’individuo di non ledere né porre a
rischio con il proprio comportamento la salute altrui, in osservanza del
principio generale che vede il diritto di ciascuno trovare un limite nel
reciproco riconoscimento e nell’eguale protezione del coesistente diritto degli
altri”.
La Corte
costituzionale con la sentenza n. 268/2017 ha stabilito che gli obblighi di
vaccinazioni obbligatorie possono essere considerati necessari in una società
democratica.
È evidente che la
copertura vaccinale può essere imposta ai cittadini dalla legge solo con forme
di coazione indiretta come quella relativa al possesso del Green Certificate o
quella di inibire lo svolgimento di determinate attività in assenza di
vaccinazione, quali ad esempio quelle sanitarie.
Riteniamo, che, come
stabilito dal Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 2021/953
del 14.06.2021, al considerando 36, “è necessario evitare la discriminazione diretta o
indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici,
perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid
-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non
hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non
essere vaccinate” (ndr. Rettifica del regolamento (UE) 2021/953).
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Provalo subito.
Risarcimento ed
indennizzo a seguito di effetti avversi causati dalla somministrazione del
vaccino.
Recentemente sono
innumerevoli le richieste risarcitorie avanzate da soggetti che hanno riportato
effetti avversi a seguito della somministrazione di vaccini anti Covid-19. Come
affermato dalla sopra richiamata sentenza della Corte Costituzionale n. 307 del
1990 ”un trattamento
sanitario può essere imposto solo nella previsione che esso non incida
negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che
per quelle conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiono
normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili, quali ad esempio
astenia, aumento della temperatura corporea, dolori alla parte del corpo
oggetto di inoculazione del vaccino.
Il problema si pone
quando a seguito della vaccinazione obbligatoria derivi un danno alla salute
patito da colui che vi si è sottoposto.
Al riguardo,
l’articolo 1 della legge 25.02.1992, n.210, stabilisce che “chiunque abbia
riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge, o per ordinanza, di
un’autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata
una menomazione permanente dell’integrità psico-fisica, ha diritto ad un
indennizzo da parte dello Stato”.
Quindi il
legislatore ha previsto, a prescindere, da valutazioni negative sul grado di affidabilità
scientifica delle vaccinazioni, un indennizzo da parte dello Stato in favore
del soggetto che, a seguito di vaccinazione, abbia riportato delle lesioni o
infermità permanenti.
Restano pertanto
esclusi dal diritto all’indennizzo gli effetti sopra indicati, ma anche le
lesioni o infermità temporanee.
La legge sembrerebbe
riconoscere il diritto all’indennizzo soltanto nell’ipotesi di vaccinazione
obbligatoria.
Ma così non è.
Infatti, la Corte
Costituzionale, con la sentenza n. 27 del 26.02.1998,con la quale ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della legge 210/1992, ha
precisato che “non è
costituzionalmente lecito alla stregua degli articoli 2 e 32 della
Costituzione, richiedere
che il singolo esponga a rischio la propria salute per un interesse collettivo, senza che la collettività stessa sia disposta a
condividere, come è possibile, il peso delle eventuali conseguenze negative;
non vi è ragione di differenziare, dal punto di vista del suddetto principio,
il caso in cui il trattamento sanitario sia imposto per legge da quello in cui
esso sia, in base ad una legge, promosso dalla pubblica autorità in vista della
sua diffusione capillare nella società” (nello stesso senso vedi v.Corte
Costituzionale 22.06.1990, n. 307 e 16.10.2000, n. 423).
Quindi è ragionevole
ritenere che l’indennizzo previsto dalla predetta legge 16.10.1992 n.210, possa
essere riconosciuto, secondo un’interpretazione costituzionalmente orientata,
anche nel caso di vaccinazioni non obbligatorie, ma fortemente consigliate
dallo Stato, come nel caso di specie.
Per completezza
occorre rilevare che l’attribuzione di detto indennizzo non pregiudica
assolutamente il diritto del danneggiato dalla somministrazione del vaccino ad
ottenere l’integrale risarcimento del danno, che trova il suo fondamento in un
fatto illecito, contrajus, imputabile a titolo di dolo o colpa secondo la
disciplina generale in tema di responsabilità civile di cui all’art. 2043 c.c.
Il danno subito dal
soggetto sottoposto a vaccinazione obbligatoria o facoltativa, può essere
causato sia da chi materialmente ha somministrato il vaccino, sia dal
produttore dello stesso.
Certo è che solo in
presenza di un vaccino difettoso è possibile ottenere un risarcimento del danno
a seguito delle lesioni subite in quanto l’articolo 4 della Direttiva
85/374/CEE del 25.07.1985, in materia di responsabilità per danno da prodotti
difettosi, prevede per quanto qui interessa, che “il danneggiato deve provare
il danno, il difetto, e la connessione causale tra difetto e danno”.
Non è affatto
semplice dare prova del nesso causale tra vaccinazione e danno alla salute.
Al riguardo, la
Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sezione II con sentenza del 21.06.2017
(C-621/15), ha stabilito che “il
giudice di merito, chiamato a pronunciarsi su un azione diretta ad accertare la
responsabilità del produttore di un vaccino per danno derivante da un asserito
difetto di quest’ultimo, può ritenere, nell’esercizio del libero apprezzamento
conferitogli al riguardo, che, nonostante la costatazione che la ricerca medica
non stabilisce né esclude l’esistenza di un nesso tra la somministrazione del
vaccino e l’insorgenza della malattia da cui è affetto il danneggiato, taluni elementi in fatto invocati dal ricorrente
costituiscano indizi gravi, precisi e concordanti, i quali consentono di
ravvisare la sussistenza di un difetto del vaccino e di un nesso di causalità
tra detto difetto e tale malattia”.
Poiché la vaccinazione
anti Covid-19 comporta un rischio per il singolo a beneficio sia dello stesso
ma anche della collettività, appare
ragionevole prevedere in ipotesi di lesioni o infermità derivanti da
vaccinazione obbligatoria o facoltativa, non solo un indennizzo, ma anche un
risarcimento del danno laddove sussistano i requisiti di cui all’art. 2043 c.c.
Covid, obbligo di
vaccino:
prima l’ok Aifa, poi
servirà la legge.
Per chi varrà e il
nodo sanzioni.
Repubblica.it-Viola
Giannoli-(03 SETTEMBRE 2021) -ci dice:
Il calendario per
arrivare all’obbligo vaccinale. A fine mese è prevista l’autorizzazione
definitiva del farmaco
È possibile
introdurre in Italia l'obbligo vaccinale per tutti contro il Covid-19?
Sì, "è una
possibilità che resta potenzialmente a disposizione delle istituzioni, del
Governo e del Parlamento", ha spiegato il ministro della Salute, Roberto
Speranza. Numerosi costituzionalisti, interpellati in questi mesi anche da
Repubblica non hanno dubbi: "Lo Stato può introdurlo legittimamente alla
luce dell'articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto fondamentale
alla salute come interesse della collettività", ribadisce il presidente
emerito della Consulta, Giovanni Maria Flick.
Quando potrà essere
introdotto?
Il vaccino dovrà
anzitutto essere dichiarato dall'Ema (Agenzia europea del farmaco) e dall'Aifa
(Agenzia italiana del farmaco) non più farmaco emergenziale ma ordinario. Così
è accaduto ad esempio negli Stati Uniti dove la Fda (Food and drug administration)
ha approvato in via definitiva il vaccino Pfizer dai 16 anni in su, mentre
persiste l'uso emergenziale per i ragazzi tra 12 e 15 anni e per gli
immunodepressi. Il pronunciamento Ema, fanno sapere dal ministero, è atteso
entro fine settembre. Ma è solo il primo step, perché poi dovrà avviarsi l'iter
legislativo su cui si preannuncia battaglia politica.
Draghi in conferenza
stampa: verso l'obbligo di vaccinazione e sì a terza dose. Sulla Lega contro il
Green Pass: "Il governo va avanti".
Quale sarà l'iter
per l'approvazione?
L'introduzione
potrebbe passare da un decreto legge del governo che dovrà essere poi
riconvertito e quindi discusso ed eventualmente modificato dal Parlamento.
In Italia il vaccino
anti-Covid è già obbligatorio per qualcuno?
Sì, il decreto legge
del 1° aprile 2021 ha imposto l'obbligo vaccinale per i medici, gli infermieri
e tutto il personale sanitario. Per chi rifiuta la somministrazione scatta la
sospensione dal lavoro, il demansionamento e la decurtazione dello stipendio.
A chi verrà esteso?
L'obbligo vaccinale
potrebbe riguardare l'intera popolazione compresa nella campagna vaccinale
(dunque al momento gli over 12), solo alcune fasce di età o alcune categorie di
lavoratori più a rischio contagio e trasmissione del virus.
Vaccini, la Lega
dice no all'obbligo. Ma il
partito si spacca: Giorgetti e i governatori del Nord contrari alla linea
Salvini.
di Matteo
Pucciarelli
02 Settembre 2021.
Chi potrà essere
esentato?
Di certo chi non è
compreso nella campagna vaccinale perché non esistono farmaci approvati in via
definitiva dall'Aifa e coloro che per accertato pericolo di salute non possono
sottoporsi alla somministrazione.
Quali sanzioni
potrebbero scattare?
È uno dei temi più
dibattuti ma ancora non si è entrati nella fase esecutiva. Le ipotesi variano
dalla sanzione amministrativa (cioè una multa salata) a quella penale fino alla
sospensione dal lavoro o al divieto di frequentare alcune attività.
Ci sono già vaccini
obbligatori in Italia?
Sì. Fino al 2017
erano quattro. Poi, il Decreto vaccini del ministro Lorenzin, convertito in
legge nel luglio di quell'anno, ha portato il numero di vaccinazioni
obbligatorie nell'infanzia e nell'adolescenza a dieci. Per i minori di età
compresa tra 0 e 16 anni e per i minori stranieri non accompagnati sono
obbligatorie le vaccinazioni contro la poliomielite, la difterite, il tetano,
l'epatite B, la pertosse, l'Haemophilus influenzae tipo b, il morbillo, la
rosolia, la parotite e la varicella. Senza quelle niente iscrizione a scuola.
L'obbligo vaccinale
dura per sempre?
No, ad esempio la
vaccinazione contro il vaiolo, introdotta in Italia a fine '800, è stata
sospesa nel 1977 e abolita nel 1981, una volta eradicata la malattia.
Il vaccino
anti-Covid è già obbligatorio in qualche Paese?
In Turkmenistan e in
Indonesia è obbligatorio per tutta la popolazione. In altri Paesi solo per
alcune categorie, come in Italia: in Grecia e in Ungheria per il personale
sanitario, in Francia anche per chi è a contatto con i fragili e per i
pompieri, nel Regno Unito lo sarà da ottobre per chi lavora nelle case di cura.
Il piano del governo
Draghi per il Green Pass
per lavorare e l’obbligo vaccinale.
Open.online-
Alessandro D’Amato-(3 SETTEMBRE 2021)- ci dice :
Il governo Draghi è
pronto a varare un piano per l’obbligo vaccinale e per l’estensione ai
lavoratori del Green Pass. Ma prima è necessario l’ok al vaccino da parte di
Ema e Aifa. In arrivo per fine settembre.
Il governo Draghi è
pronto a varare un piano per l’obbligo vaccinale. E vuole estendere il Green
Pass obbligatorio per i lavoratori della Pubblica Amministrazione e quelli a
contatto con il pubblico. Lo ha cominciato a dire il presidente del Consiglio
durante la conferenza stampa ieri. E prevede una road map in due step. Il primo
è quello dell’estensione del Certificato Verde Covid-19, che secondo
l’esecutivo può costituire un incentivo alla vaccinazione per tutti. Il secondo
è quello di varare la legge che introduce l’obbligo, che è fattibile in tempi
brevi secondo i costituzionalisti e potrebbe riguardare alla fine soltanto
alcune categorie o fasce di età (quelle più a rischio contagio e morte).
Ma prima ha bisogno
di un passo decisivo. Ovvero è necessario che anche in Italia e in Europa con i
vaccini succeda quello che è accaduto negli Stati Uniti, dove la Fda ha
approvato il farmaco di Pfizer. Il vaccino dovrà anzitutto essere dichiarato
dall’Ema (Agenzia europea del farmaco) e dall’Aifa (Agenzia italiana del
farmaco) non più farmaco emergenziale ma ordinario.
La Food and drug
administration ha approvato in via definitiva il vaccino Pfizer dai 16 anni in
su, mentre persiste l’uso emergenziale per i ragazzi tra 12 e 15 anni e per gli
immunodepressi. L’Ema deve esprimersi entro la fine di settembre. Soltanto a
quel punto potrà partire l’iter legislativo per portare il vaccino obbligatorio
in Parlamento.
E, ragiona oggi La
Stampa, se alla fine si arriverà all’obbligo, anche solo per alcune categorie o
fasce specifiche della popolazione, vorrà dire che non la campagna di
vaccinazione di massa non è riuscita a convincere quei 10 milioni di italiani
al di sopra dei 12 senza nemmeno una dose, tra i quali oltre 3 milioni di
ultracinquantenni. Il raggiungimento dell’obiettivo dell’80% di copertura della
vaccinazione, che è comunque possibile toccare a fine settembre, non basterà
visto che la variante Delta mette più a rischio contagio.
Lo scenario
delineato oggi da la Repubblica prevede che il governo vari l’obbligo vaccinale
attraverso un decreto legge che dovrà poi essere convertito dal parlamento.
Già oggi l’obbligo vaccinale vale per alcune
categorie (medici, infermieri e personale sanitario) con il decreto 44 del 1
aprile 2021. Chi rifiuta il
vaccino rischia la sospensione dal lavoro e dallo stipendio e la destinazione
ad altro incarico. Ma
questa vale soltanto fino al 31 dicembre 2021, data di scadenza fissata dalla
legge.
L’obbligo vaccinale,
spiega ancora il quotidiano, potrebbe riguardare l’intera popolazione compresa
nella campagna vaccinale (dunque al momento gli over 12), solo alcune fasce di
età o alcune categorie di lavoratori più a rischio contagio e trasmissione del
virus. Potrebbe essere esentato chi non è compreso nella campagna vaccinale
perché non esistono farmaci approvati in via definitiva dall’Aifa e coloro che
per accertato pericolo di salute non possono sottoporsi alla somministrazione.
Il Green Pass per
lavorare.
Nel decreto dovranno
però essere definite anche le sanzioni per chi decide di non vaccinarsi.
Potrebbe trattarsi di una multa, una responsabilità penale o la sospensione dal
lavoro o dalle attività che prevedranno l’obbligo.
Il precedente legislativo c’è: il decreto
vaccini del ministro Lorenzin, convertito in legge nel luglio 2017, ha portato
il numero di vaccinazioni obbligatorie a dieci per i minori di età compresa tra
0 e 16 anni e per i minori stranieri non accompagnati. Sono obbligatorie le
vaccinazioni contro la poliomielite, la difterite, il tetano, l’epatite B, la
pertosse, l’Haemophilus influenzae tipo b, il morbillo, la rosolia, la parotite
e la varicella. Altrimenti non ci si può iscrivere a scuola. Attualmente
l’obbligo vaccinale contro Covid-19 è in vigore in Turkmenistan e in Indonesia.
In Grecia e Ungheria, come in Italia, l’obbligo vale per il personale sanitario
mentre in Francia è stato esteso ad alcune categorie come i pompieri.
Per il Green Pass
obbligatorio per lavorare invece il percorso potrebbe essere graduale. I primi
saranno i dipendenti pubblici, con un provvedimento simile a quello che ha
introdotto il lasciapassare nella scuola. Una norma del genere potrebbe essere
inserita nel decreto 6 agosto in fase di conversione in Parlamento.
Per dire addio allo
smart working per i lavoratori statali. Questo costituirebbe un primo passo per
poi andare in tempi brevi verso l’obbligo per i lavoratori del settore privato.
In Commissione alla Camera sono stati approvati la proroga di due mesi per i
tamponi a prezzo calmierato (fino al 30 novembre) e il riconoscimento della
validità dei test salivari molecolari ai fini del rilascio del Green Pass. Per
i lavoratori privati si immagina di muoversi prima nei confronti dei settori a
contatto con il pubblico: trasporti, ristorazione, eventi culturali, sport. E
cominciando da quei luoghi in cui vige il paradosso dell’obbligo per l’utenza
ma non per il personale.
I test salivari per
il Green Pass.
I tamponi a prezzo
calmierato nelle farmacie saranno intanto disponibili fino al 30 novembre. E
basterà anche un test salivare per ottenere il certificato verde provvisorio,
mentre sarà valido 12 mesi per i vaccinati e per i guariti. Il via libera in
Commissione Affari sociali della Camera: per ottenere il Green Pass valido 48
ore, oltre ai test antigenici e naso-faringei, sarà valido anche il test
salivare, più facile da utilizzare soprattutto con i bambini. In base ai tassi
di contagio, invece, nell’aggiornamento settimanale della mappa del Centro
europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) finisce in
rosso il Lazio (oltre il 4% con Basilicata, Calabria, Marche, Sardegna, Sicilia
e Toscana) mentre la Campania torna in giallo.
L’obbligo è comunque
legittimo. L’articolo 32
della Costituzione infatti, chiarisce il giurista Amedeo Santosuosso
dell’Università di Pavia,
«prevede la possibilità di imporre un trattamento sanitario obbligatorio
attraverso una legge determinando così un obbligo generale per i cittadini. Una
legge di questo tipo sarebbe giustificata dai benefici documentati che il
trattamento, in questo caso il vaccino, porterebbe alla comunità ed ai singoli».
Gli studi
scientifici, rileva, «dimostrano
infatti gli effetti positivi dei vaccini ed un requisito alla base di una legge
che prevede l’obbligo per un trattamento sanitario è proprio il vantaggio per
la comunità e anche per i singoli individui. Ci sarebbero dunque tutti i
requisiti per una legge di questo tipo».
Quanto ai tempi, afferma,
«questi dipendono dal Parlamento: in questo caso si tratta di una questione
politica più che giuridica». Ad ogni modo, precisa l’esperto, «è comunque
possibile, anche in mancanza di una legge nazionale, procedere a obblighi
vaccinali specifici per singole categorie lavorative».
La “Visione” futura
di Jeff Bezos:
gli Esseri Umani
nasceranno
nello Spazio e
visiteranno la Terra.
Conoscenzealconfine.it-
Arianna Guastella-(19 Novembre 2021)- ci dice:
Discutendo la
politica degli Stati Uniti nello spazio in un forum a Washington DC, il
fondatore di Amazon, Jeff Bezos, ha affermato che nei prossimi secoli, gli
esseri umani nasceranno nello spazio e lo chiameranno casa.
Attraverso la sua
compagnia spaziale, Blue Origin, attualmente Bezos offre alle persone un breve
viaggio nello “spazio”, ma ha anche in programma di creare parchi commerciali
orbitanti in futuro. Nel parlare Bezos rivela le sue ambizioni, in cui gli
umani vivranno completamente al di fuori del pianeta. Jeff Bezos ha fatto
questi commenti alla presenza dell’amministratore della NASA, Bill Nelson, e
del direttore della National Intelligence, Avril Haines, all’Ignatius Forum
2021, mentre si discuteva della politica degli Stati Uniti nello spazio.
Le Colonie Spaziali
di Jeff Bezos.
Questa non è la
prima volta che Jeff Bezos delinea i suoi piani per lo spazio. Business Insider
riporta che l’ossessione di Bezos per le colonie spaziali risale ai tempi del
liceo, e vede le colonie spaziali come la risposta alle minacce esistenziali sulla Terra,
dovute all’aumento dell’inquinamento e della popolazione (l’unica minaccia per la vita
sulla Terra sono
“esseri” come lui… )
Come ha notato Jeff
Bezos, le colonie imiterebbero il clima terrestre e l’attrazione gravitazionale
e includerebbero persino fiumi, foreste e fauna selvatica. Sarebbero
giganteschi cilindri rotanti nello spazio che avrebbero la capacità di ospitare
un milione di persone.
Le persone
nasceranno quindi nelle colonie, dove vivranno la loro vita mentre la Terra
diventerebbe una sorta di parco protetto, con poche persone che potrebbero
visitarla di tanto in tanto. Bezos aveva citato una visione simile nel 2019 ,
ma Elon Musk l’aveva snobbata.
Musk con la sua
SpaceX nutre intenzioni simili, ma crede che la “terraformazione”, ovvero
l’apportare deliberatamente modifiche all’atmosfera, alla superficie,
all’ecologia e alla temperatura di un pianeta o di un altro corpo celeste per
imitare le condizioni della Terra, sia un approccio più appropriato. La NASA ha
escluso questo approccio.
Jeff Bezos ha però
osservato che la terraformazione sarebbe “drammatica” e “impegnativa”. “Anche
se avesse successo, avremmo raddoppiato la Terra e saremmo passati da 10 a 20
miliardi di persone. Le colonie spaziali sono un’opzione migliore rispetto al
tentativo di riavviare la vita su un altro pianeta”, ha affermato.
Intanto, però, non
sappiamo quante persone potranno contenere le colonie spaziali di Jeff Bezos e
come intende costruirle. Per ora, gli occhi di tutti sono puntati sul ritorno
sulla Luna che è in ritardo rispetto al suo programma.
Ma quante buffonate…
(Arianna Guastella-
reccom.org/colonie-oneill-un-sogno-che-dura-da-decenni-per-la-colonizzazione-dello-spazio/)
(reccom.org/jeff-bezos-esseri-umani-nasceranno-nello-spazio/).
Obbligo vaccinale,
si apre il
dibattito:
ecco chi lo vuole.
Ilgiornale.it-Francesca
Gallici-(19 Novembre 2021)- ci dice:
L'epidemia di
coronavirus in Europa ha ripreso la sua corsa. Per il momento l'Italia sembra
reggere, a differenza di altri Paesi, nonostante l'incremento di casi
importante dell'ultima settimana. Negli ospedali al momento la situazione è
tranquilla, gli ospedalizzati sono una frazione molto ridotta rispetto ai nuovi
contagi. Tuttavia, gli esperti hanno lanciato l'allarme per la possibilità che
nelle prossime settimane si possa assistere a quanto sta già accadendo alle
porte dell'Italia, soprattutto in Germania e in Austria, dove sono già state
adottate nuove restrizioni e varati provvedimenti maggiormente stringenti per
fermare il contagio, che contemplano l'obbligo vaccinale per tutti o, in
alternativa, per un'altra fetta di lavoratori.
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