IL DESTINO DELL’ UMANITA’ .

 

“IL DESTINO DELL’ UMANITA’ NON PUO’

PIU ‘ ESSERE AFFIDATO ALLE SOLE PAROLE. “

 

Compleanno Papa Francesco: gli auguri

del Patriarca Kirill, abbiamo una responsabilità

speciale per il destino dell’umanità e possiamo lavorare insieme.

Agensir.it- Redazione-Kiril- (17 Dicembre 2021)- ci dice :

 

Gli auguri oggi a Papa Francesco anche dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. “Come primati delle due più grandi Chiese cristiane del mondo – si legge in un messaggio pubblicato sul sito del Patriarcato russo con una foto che ritrae Papa Francesco e il Patriarca Kirill -, abbiamo una responsabilità speciale per il destino dell’umanità.

Questa responsabilità ha una dimensione globale, come dimostrato dal nostro incontro all’Avana e dalla Dichiarazione congiunta adottata in quell’occasione. Sono lieto di testimoniare che, pur rimanendo fedeli alle proprie tradizioni, le nostre Chiese hanno al tempo stesso raggiunto un alto livello di interazione, grazie al quale possiamo lavorare insieme per la gloria del nome di Dio su tutta la terra, per la diffusione dei principi morali nella società, per lo sviluppo del dialogo interreligioso e per dare risposte degne alle sfide moderne”.

Nel messaggio di augurio, Kirill ringrazia Francesco per “i molti anni al servizio del Signore”, per la sua “disponibilità a chiunque chieda, di rendere conto della tua speranza”, per l’attitudine a “dare una risposta con mitezza e rispetto”, e per l’impegno a “richiamare i tuoi contemporanei a vivere secondo i comandamenti di Dio”. “Congratulandomi con Vostra Santità – conclude Kirill – prego per il rafforzamento della tua forza mentale e fisica, in modo che tu possa continuare diligentemente a non indebolirti, ardere nello spirito, servire il Signore (Rom. 12:11), riuscendo a svolgere l’opera del Primate”.

Sul volo di ritorno da Atene, il Papa, rispondendo ad una domanda, ha detto di essere “disposto sempre ad andare a Mosca” per incontrare il patriarca Kiril. Con una nota, il metropolita russo Hilarion, praticamente il numero 2 del Patriarcato, ha confermato la possibilità di un nuovo incontro tra il Kirill e Francesco precisando però che né il luogo nè la data “sono ancora stati determinati”. Era il 12 febbraio del 2016 quando sull’isola di Cuba, a L’Avana, Papa Francesco e il Patriarca Kirill scrissero una pagina di storia nelle relazioni tra le due Chiese.

L’incontro – il primo tra i due primati, dallo scisma del 1054 – avvenne nell’aeroporto internazionale “Jose Marti” a L’Avana. Fu sigillato con la firma ad una Dichiarazione comune che dettò poi l’agenda dei rapporti negli anni a venire.

Anche in quella occasione, la prima parola che pronunciò Papa Francesco al Patriarca, fu “fratello”. “Finalmente, fratello – disse -: è chiaro che questa è la volontà di Dio”. E Kirill rispose: “Anche se le nostre difficoltà non si sono ancora appianate c’è la possibilità di incontrarci e questo è bello”.

(M.C.B.)

 

 

 

 

 

Obbligo vaccinale: quando

 è possibile  secondo la Costituzione.

Lavoce.info- GIOVANNI MARIA DI LIETO -( 10/11/2021)- ci dice:

 IN SANITÀ.

Il vaccino anti-Covid non è più sperimentale, ha ottenuto ora una piena approvazione. Lo stato può dunque imporne l’obbligatorietà? La Corte costituzionale si è pronunciata più volte sul tema. E ha delineato i presupposti dell’obbligo vaccinale.

Vaccini obbligatori per legge.

Nel 2017, il decreto legge n. 73 ha reintrodotto l’obbligo di vaccinazione per determinate malattie, soppresso alla fine degli anni Novanta. L’obbligatorietà della vaccinazione anti Covid-19, invece, è stata imposta dall’articolo 4 del decreto legge n. 44/2021 per tutte le professioni e gli operatori del comparto sanitario. Si tratta perciò di capire se ricorrano i presupposti e le condizioni per poterla dichiarare obbligatoria per legge per tutti i cittadini, trattata alla stessa stregua degli altri vaccini obbligatori.

La Costituzione (articolo 32) dispone che il trattamento sanitario non può essere imposto a nessuno, se non per disposizione di legge (è il caso dei cosiddetti trattamenti sanitari obbligatori). Secondo l’articolo 32 della Costituzione, la salute non è soltanto un “diritto dell’individuo”, ma è anche un “interesse della collettività”. L’importanza anche “collettiva” della salute può talora giustificare trattamenti sanitari obbligatori, come per esempio l’obbligatorietà di alcuni vaccini nei casi strettamente previsti dalla legge. Lo ha riconosciuto la Corte costituzionale, respingendo il ricorso della Regione Veneto, che aveva censurato la obbligatorietà dei vaccini previsti dal cosiddetto “decreto Lorenzin”, n. 73/2017 (Corte costituzionale n. 5/2018, sentenza Cartabia).

In particolare, la Corte costituzionale ha stabilito che la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art 32 Costituzione se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri.

La Corte enuncia una serie di principi che disciplinano il bilanciamento dei diritti e delle posizioni in campo: diritto alla salute, libertà personale e autodeterminazione del soggetto. Soprattutto, la Corte opera una valutazione tenendo conto della dimensione collettiva della salute, basata sul principio di solidarietà fra l’individuo e la collettività, ricavabile dall’articolo 2 Costituzione.

Vaccini sperimentati e vaccini sperimentali.

( Medici e infermieri: una bussola per calcolare il vero fabbisogno).

Il punto è che il decreto Lorenzin n. 73/2017 riguardava vaccini scientificamente sperimentati da lungo tempo, che avevano avuto un’autorizzazione al commercio di tipo standard. Con i vaccini anti-Covid non siamo nella stessa situazione (almeno fino a qualche tempo fa). Tutti i vaccini anti-Covid erano stati autorizzati dall’Ema (Agenzia europea per i medicinali) con una procedura speciale detta “autorizzazione condizionata” al commercio, cioè con una procedura abbreviata e d’emergenza. Il quadro è di recente cambiato. Ora, la Food and Drug Administration americana ha dato l’approvazione completa e definitiva al vaccino anti-Covid della Pfizer. La decisione è arrivata dopo gli ultimi dati aggiornati su test clinici, compresi quelli più a lungo termine. Si è passati cioè dall’autorizzazione d’emergenza all’approvazione definitiva. Secondo gli esperti, la decisione conferma che il vaccino in questione, così come gli altri vaccini autorizzati per uso clinico in uso emergenziale o secondo il criterio dell’approvazione condizionata in Europa, rispondono ai criteri scientifici più stringenti relativi al processo di produzione, al profilo di sicurezza ed efficacia immunizzante.

Per il legislatore, il passaggio successivo potrebbe essere quello di introdurre provvedimenti di legge che possano imporre l’obbligo della vaccinazione.

Le sentenze della Corte costituzionale.

La Corte costituzionale si è pronunciata più volte sulla materia, a partire dalla sentenza n. 258/1994 per giungere appunto alla n. 5/2018, delineando i presupposti affinché l’obbligo vaccinale possa ritenersi compatibile con i principi dell’art. 32 della Costituzione.

In particolare, la Corte costituzionale ha stabilito che “la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 della Costituzione”: a) “se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale (cfr. sentenza 1990 n. 307); b) se vi sia “la previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili”); c) se nell’ipotesi di danno ulteriore alla salute del soggetto sottoposto al trattamento obbligatorio sia prevista comunque la corresponsione di una “equa indennità” in favore del danneggiato (cfr. sentenza 307 cit. e v. ora legge n. 210/1992)”.

Per la Corte, i principi costituzionali subordinano la legittimità dell’obbligo vaccinale all’imprescindibilità di un “corretto bilanciamento tra la tutela della salute del singolo e la concorrente tutela della salute collettiva, entrambe costituzionalmente garantite”.

 

( Il Covid-19 fa male alla salute mentale dei giovani).

Lo stato può imporre, ricorrendone i presupposti e le condizioni, sacrifici al godimento da parte del singolo del diritto di autodeterminarsi in ordine alle scelte che investono la propria salute, al fine di perseguire quegli interessi superindividuali che – senza tale compressione dei diritti individuali – verrebbero messi in pericolo. La facoltà dello stato di imporre limitazioni siffatte trova fondamento, innanzitutto, nel principio solidaristico enunciato dall’articolo 2 Costituzione (“doveri di solidarietà politica, economica e sociale”).

In conclusione, la questione sulla legittimità dell’obbligo vaccinale disposto per legge passa da quella dei rapporti tra libertà individuale e principio di solidarietà.

Ad avviso di chi scrive, il diritto di autodeterminazione del singolo deve risultare recessivo rispetto all’interesse pubblico alla tutela della salute nel contesto della grave epidemia in atto; tale interesse pubblico deve costituire l’oggetto primario delle valutazioni e delle scelte del legislatore, nella prospettiva del massimo contenimento del rischio.

 

 

 

 

Come farà la Nasa a impedire che

l’umanità faccia la fine dei dinosauri?

Starmag.it- Giulia Alfieri- Nasa-( 23-novembre 2021)- ci dice :

 

La Nasa non solo il 24 novembre lancerà una missione storica con l’obiettivo di salvare l’umanità in caso di un Armageddon ma progetta anche di portare una rete elettrica sulla luna per le prime colonie umane che nasceranno con il programma Artemis.

Tutti i dettagli.

Grande fermento in queste ore presso la Nasa. L’agenzia spaziale americana ha annunciato che il 24 novembre lancerà una missione per sperimentare la prima deviazione dell’orbita di un asteroide. Ma non finisce qui. Tra gli altri progetti, ci sarebbe anche l’intenzione di portare il nucleare sulla luna.

COME DEVIARE UN ASTEROIDE E NON FARE LA FINE DEI DINOSAURI.

Per cercare di alterare l’orbita di un asteroide – ed evitare all’umanità di fare la stessa fine dei dinosauri, scrive il Guardian – la Nasa domani tenterà una missione storica: cercare di interferire nel movimento gravitazionale del sistema solare, andando a lanciare un veicolo spaziale proprio contro l’asteroide.

La missione della Nasa, denominata Double Asteroid Redirection Test (Dart), è il primo tentativo che mira a testare se un simile progetto è realistico. L’obiettivo, infatti, è quello di raccogliere dati per capire come allontanare l’Armageddon dalla Terra.

IL PIANO.

L’agenzia spaziale per mettere in pratica la missione ha intenzione di usare la navicella Dart che è programmata per decollare domani alle 6:21 circa, ora del Regno Unito, dalla Vandenberg Space Force Base in California a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9.

610 kg che puntano a colpire il sistema Didymos, una coppia di asteroidi che, mentre orbitano intorno al sole, di tanto in tanto passano relativamente vicino alla Terra. Il piano è far schiantare Dart contro uno dei due asteroidi quando si troverà nel punto più vicino – indicativamente tra il 26 settembre e il 1° ottobre 2022.

COME VERRANNO RACCOLTI I DATI.

Circa 10 giorni prima dell’impatto, fa sapere il Guardian, un satellite miniaturizzato chiamato Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids (LICIACube), si separerà dalla navicella principale per trasmettere sulla Terra le immagini dell’impatto.

Queste, combinate con le osservazioni dei telescopi a terra e una telecamera a bordo che catturerà gli ultimi momenti prima della collisione, dovrebbero consentire agli scienziati di calcolare il grado in cui l’impatto ha alterato l’orbita dell’asteroide.

 

QUANTE POSSIBILITÀ CI SONO CHE UN ASTEROIDE DISTRUGGA TERRA?

Il nostro pianeta, come ricorda il quotidiano britannico, è costantemente bombardato da piccoli pezzi di detriti, che però solitamente vengono bruciati o frantumati molto prima che arrivino sulla Terra. Una volta ogni tanto, però, qualcosa di abbastanza grande da fare danni significativi colpisce il suolo.

Circa 66 milioni di anni fa, si pensa che una di queste collisioni abbia messo fine al regno dei dinosauri, espellendo grandi quantità di polvere e detriti nell’atmosfera, che hanno oscurato il sole e causato il collasso delle catene alimentari.

Un giorno, secondo gli esperti, qualcosa di simile potrebbe mettere ugualmente fine all’umanità – a meno che non troviamo un modo per evitarlo.

IMPORTARE IL NUCLEARE SULLA LUNA.

Oltre a questa missione rivoluzionaria, la Nasa ha anche annunciato di voler costruire una rete elettrica sulla luna e l’energia di cui vuole servirsi è quella nucleare. Come parte del programma Artemis, che vuole riportare le persone sulla Luna – e forse anche su Marte – l’agenzia spaziale ha proposto di lanciare il primo dispositivo entro 10 anni.

A COSA SERVE.

L’elettricità è indispensabile per la vita e, infatti, il motivo che potrebbe portare alla costruzione di un reattore nucleare sull’unico satellite naturale della Terra sarebbe mantenere in vita gli astronauti che ci abiteranno.

Secondo i piani della Nasa, gli astronauti vi passeranno periodi lunghi fino a due mesi quando la luna diventerà un punto di partenza per missioni più lontane nel sistema solare.

“L’abbondanza di energia sarà la chiave per la futura esplorazione dello spazio”, ha detto Jim Reuter, amministratore della Space Technology Mission Directorate (STMD) della NASA.

IL REATTORE.

Il reattore nucleare, fanno sapere, dovrà essere molto più piccolo di quelli utilizzati sulla Terra e, se sopravvive al lancio e all’atterraggio, deve essere trasportabile e dove produrrà almeno 40 kilowatt di potenza continua per un massimo di 10 anni.

Inoltre, secondo il bando pubblicato dalla Nasa e rivolto alle aziende statunitensi, “il reattore deve essere completamente autonomo” poiché “non può fare affidamento su alcuna potenza esterna o supporto robotico, né sul coinvolgimento degli astronauti per l’avvio, lo spegnimento, il funzionamento o la manutenzione del sistema”.

POSSIBILI OSTACOLI.

La tecnologia però, scrive Euronews, presenta alcuni importanti ostacoli. Il reattore funzionerebbe a temperature superiori a 2.500 gradi, il che significa che qualsiasi materiale circostante dovrebbe sopravvivere al calore estremo generato.

 

 

 

 

Adr, Hikvision e le telecamere cinesi.

L’inchiesta di Report.

Starmag.it- Maria Scopece-(22-12-2021)- ci dice :

 

Quanto è rischioso affidare a telecamere cinesi la sicurezza nazionale? Questa è la domanda di fondo del servizio di Report “Il ritorno del Dragone” a cura di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella.

Il giorno nero per la sicurezza informatica a Fiumicino.

Il 1° aprile del 2015 le telecamere dell’aeroporto internazionale di Fiumicino fu vittima di un attacco informatico.

Un responsabile della sicurezza informatica si accorse che oltre 100 telecamere erano vittime di malfunzionamento e inviò una segnalazione interne.                                            Il documento, di cui Report è entrato in possesso, metteva in guardia circa un grave problema con le telecamere di Hikvision che cercavano di registrarsi presso un server esterno, un indirizzo IP a oggi sconosciuto. Nel giro di un’ora ci sono stati 11mila tentativi di connessione.

Le finalità sono ancora sconosciute ma potrebbe essere la volontà di trasferire dati o di consentire a qualcuno di controllare il sistema di videosorveglianza in un luogo strategico per l’Italia.

Hikvision: dall’Italia filo diretto con Pechino .

Le telecamere di Hikvision sono presenti in numerosi palazzi istituzionali italiani: Ministeri, Tribunali, palazzi dei servizi di sicurezza e addirittura Palazzo Chigi. 

Report sottolinea che il controllo di Hikvision è nelle mani di CETC, un’azienda dello Stato cinese che sviluppa software militari, infrastrutture di difesa, armi elettroniche.

Insomma Hikvision è, per il 46%, nelle mani di un gigante strettamente legato allo stato militare cinese, l’amministratore è un parlamentare del partito comunista cinese.

Un attacco per rendere inutilizzabili le telecamere.

La segnalazione in quelle ore fu girata anche alla GSG, la società italiana che gestiva i software del sistema di videosorveglianza.

“Il problema non dipendeva dal software ma dalle telecamere che cercavano di dialogare con un server esterno all’aeroporto e cercavano di aprire una porta per uscire – ha detto ai microfoni di Report Antonmarco Catania, Presidente GSG Italia -.

 l firewall dell’aeroporto sono intervenuti. Per quello che sappiamo, la trasmissione non inviava immagini. Forse è stato un attacco ai server per far crashare i sistemi dell’aeroporto”.

Il sospetto, quindi, è che la rete di telecamere possa essere usata come una botnet per attacchi informatici, significa che le telecamere sono prima infettate e poi, da remoto, all’insaputa del produttore e dell’utilizzatore, usate per colpire altre reti o sistemi informatici dell’aeroporto. In pratica, se si riesce a saturare il traffico di una videocamera, si impedisce che questa telecamera comunichi e, dunque, registri.

Genetec: “Non supportiamo più Hikvision”.

L’attacco di Fiumicino non è passato inosservato al settore della cyber sicurezza. Anche Genetec, un gigante mondiale per le tecnologie per la sicurezza, si interessò alla vicenda.

 “Sono rimasto sorpreso da quell’incidente, il settore IT dell’aeroporto conta su persone capaci – ha detto Pierre Racz, presidente di Genetec -. Noi, dopo quell’incidente, abbiamo smesso di supportare Hikvision”.

Enrico Borghi: “Attività organizzata dalla Cina”.

“In Cina questo tipo di attività non solo è consentito ma è organizzato, pianificato e messo in campo nell’ambito di una specifica organizzazione della società cinese”.

A dirlo è Enrico Borghi, deputato membro del Comitato permanente per la sicurezza. L’onorevole Borghi, il 22 novembre 2021, ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla sicurezza delle telecamere Hikvision e, attraverso una mappa speciale, ha mostrato migliaia di dispositivi Hikvisoin sono esposti in rete. Così anche le telecamere che sorvegliano le nostre case sono rintracciabili e persino attaccabili

Fortinet: migliaia di telecamere Hikvision sotto attacco informatico.

Come rilevato da Report, pochi giorni fa l’azienda di cyber security Fortinet ha scoperto che migliaia di telecamere Hikvision stanno subendo un attacco informatico da un botnet, una rete robotica che viene usata dagli hacker per sottrarre informazioni sensibili o per attaccare siti strategici.

Le telecamere Hikvision in Rai.

I giornalisti di Report hanno fatto un esperimento con le telecamere che ogni giorno controllano gli ingressi dei dipendenti della Rai.

 Con Francesco Zorzi, consulente esperto di cyber-sicurezza, sono penetrati nel sistema di video sorveglianza della Rai per capire cosa accade ai dati catturati dalle telecamere ogni volta che riescono a connettersi alla rete.

 La scoperta non è stata affatto rassicurante perché le telecamere parlano tra di loro, si inviano i dati e, se connesse a internet, aprono la connessione con un soggetto esterno, un server situato negli USA e poi in Cina, nella regione dove ha sede Hikvision, l’azienda produttrice delle stesse.

Le risposta di Consip.

Dopo l’inchiesta di Report sulle telecamere Hikvision in Rai, Consip, la centrale acquisti per la PA, ha preso in mano lo scottante dossier.

 La prima sfida è stata la gara da 65 milioni di euro per la videosorveglianza aggiudicata in modo quasi definitivo a ottobre.

I vincitori si apprestavano a installare massicciamente prodotti Hikvision.

Consip si è così rivolta ai servizi di intelligence e all’agenzia della cyber sicurezza. “Noi abbiamo avuto un’interlocuzione con questi soggetti preposti alla sicurezza nazionale. Ai soggetti aggiudicatari di questi 10 lotti chiederemo di rispettare alcune condizioni (tra le quali la comunicazione con l’esterno) – dice ai microfoni di Report Cristiano Cannarsa AD Consip –. Se non dovessero rispettarle noi lo renderemo noto, in sede di aggiudicazione, alle Amministrazioni. Così, per lo meno, sapranno cosa stanno comprando”.

Hikvision e Dahua perdono il certificato ONVIF.

Inoltre alcune telecamere costruite in Cina come le Hikvision hanno perso il certificato ONVIF, un documento che certifica la loro capacità di dialogare con telecamere costruite da altri marchi.

A perdere la certificazione ONVIF anche le telecamere di Dahua Technology, uno dei leader del settore a cui appartiene circa un terzo delle telecamere vendute in Italia, sorvegliano la città del Vaticano.

 “Io vedo una discriminazione razziale nell’esclusione di Dahua technology della certificazione ONVIF”, dice Pasquale Totaro, general manager Dahua Italia. “In realtà si chiama evoluzione tecnologica”, replica Cristiano Cannarsa AD Consip.

Gran Bretagna e USA chiudono alle telecamere cinesi.

In Gran Bretagna il Ministero della Difesa ha deciso di non installare telecamere Hikvision nei luoghi sensibili.

Dal 2020 negli USA è vietato installare telecamere nei luoghi federali senza un’autorizzazione della difesa,e hanno vietato installazione di telecamere Hikvision, Dahua e Huawei.

 “Negli USA la sicurezza nazionale permette di realizzare delle ‘liste di proscrittiì’ nei settori dell’alta tecnologia – dice a Report Roberto Baldoni, direttore agenzia cybersicurezza nazionale -.

In Europa non esiste.

Quello che si sta mettendo su in Europa è un contesto di certificazione di cybersecurity”.

Roberto Baldoni è uno dei massimi esperti nazionali in cyber sicurezza, viene dal DIS, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il coordinamento dei nostri servizi segreti. “In Italia c’è una gestione del rischio che viene fatta rispetto all’oggetto che devo installare e dove lo vado a installare. Ma la problematica va approfondita in futuro”, conclude Baldoni.

 

 

 

Ecco i piani dell’Italia

nello spazio secondo Draghi.

Starmag.it- Chiara Rossi-(22-12-2021)- ci dice:

 

Spazio: che cosa ha annunciato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa di fine anno.

L’Italia punta a un ruolo da protagonista nel settore spazio. E lo dimostra mettendo sul piatto risorse per oltre 4 miliardi di euro.

“Tra le varie iniziative che abbiamo intrapreso c’è la strategia italiana dello Spazio, che in totale impegna 4,5 miliardi di euro”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la conferenza stampa di fine anno.

“L’Italia lancerà la maggiore costellazione europea di satelliti per l’osservazione della Terra in orbita bassa, importante per la protezione ambientale e climatica e anche per sviluppo servizi innovativi” aggiunge Draghi.

La scorsa settimana infatti, in occasione della giornata nazionale dello spazio, il ministro per l’Innovazione Vittorio Colao, titolare della delega per lo spazio, e il direttore generale dell’Agenzia spaziale europea (Esa), Josef Aschbacher, hanno firmato l’accordo per lo sviluppo di una Costellazione per l’Osservazione Terra e di una nuova famiglia di motori per il trasporto spaziale.

Tutti i dettagli.

DRAGHI: PER LO SPAZIO ITALIA LANCERÀ COSTELLAZIONE DI SATELLITI PER OSSERVAZIONE DELLE TERRA.

L’Italia lancerà la costellazione di satelliti per osservazione della terra in orbita bassa. Lo ha ribadito oggi il presidente del Consiglio Draghi nella conferenza stampa di fine anno dopo l’annuncio del ministro Colao della scorsa settimana.

IL CONTRATTO SIGLATO DA COLAO E ASCHBACHER.

“L’Italia ha messo nel Pnrr il lancio della più importante costellazione dell’Osservazione della Terra per circa 1,2 miliardi e oggi abbiamo firmato con Esa, in accordo con Asi, il piano di attuazione, quello che nei prossimi 5 anni porterà questi satelliti ad essere in orbita e a mandare informazioni utili sia per scopi governativi che ambientali”, ha spiegato Colao dopo la firma dell’accordo il 16 dicembre.

L’OBIETTIVO DELLA COSTELLAZIONE.

Inoltre, Colao ha sottolineato che “la costellazione avrà scopi governativi e sarà utilizzata anche a sostegno alla Protezione Civile, per realizzare misure contro il dissesto idrogeologico, per la tutela delle coste e per contrastare incendi ma avrà anche applicazioni commerciali che dovranno essere sviluppate dalle industrie del settore”.

LA COLLABORAZIONE CON ESA.

“Credo che la collaborazione con Esa sia strategica” perché “questi progetti devono essere di ampio respiro. È importante la collaborazione internazionale”, ha rilevato ancora Colao sottolineando che “Esa sarà l’orchestratore e Asi darà un grande contributo in termini di persone”, aveva riportato Key4biz.

Tra l’altro l’Esa gestirà 1,3 miliardi di euro di fondi del Pnrr per lo spazio destinati all’Italia. È quanto ha deciso all’unanimità il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint) durante l’ultima riunione, presieduta da Colao.

Come ha sottolineato il prof Ezio Bussoletti su Startmag, “il Ministro Colao aveva ritenuto necessario siglare un contratto con l’Esa affinché fosse l’agenzia europea a farsi carico della selezione dei contratti potenzialmente finanziabili e assumendo anche la responsabilità del loro controllo in fase di realizzazione; questo per avere la certezza di una gestione trasparente, rapida e, soprattutto, capace di rispettare i tempi di esecuzione previsti dal Pnrr che, ricordiamolo, rappresentano un prestito all’Italia. L’operazione copre attività di Osservazione della Terra per 1070 milioni di euro più 217.5 milioni per gli sviluppi del Vega. Di questi 880 sono di provenienza Pnrr e il resto su fondi nazionali il che rende ancora più chiaro il messaggio al riguardo della valutazione di affidabilità”.

COME SI CHIAMERÀ LA COSTELLAZIONE.

Infine, tornando al progetto made in Italy della costellazione di Osservazione della Terra per conoscerne il nome si deve attendere l’anno prossimo.

“Il nome della costellazione sarà proposto dalle giovani e dai giovani italiani con un concorso a inizio 2022 e lo faremo scegliere ai nostri astronauti, guidati da Samantha Cristoforetti che volerà di nuovo nello spazio l’anno prossimo” ha precisato Draghi alla conferenza stampa di fine anno.

 

 

 

 

 

 

 

Covid-19: giganti farmaceutici, Gates, Fauci,

 funzionari britannici accusati di crimini

 contro l'umanità nella

denuncia della Corte penale internazionale(ICC).

Riotimeonline.com- ICC dell’AJA-Rio Times-( 19 dicembre 2021)- ci dice :

 

Inoltre, hanno sostenuto che i trattamenti efficaci per COVID-19, come l'idrossiclorochina e l'ivermectina, sono stati soppressi, con un conseguente numero più significativo di decessi COVID-19 di quanto avrebbe dovuto verificarsi.

Di Il Rio Times -19 dicembre 2021.

COVID-19, Covid-19: giganti farmaceutici, Gates, Fauci, funzionari britannici accusati di crimini contro l'umanità nella denuncia della Corte penale internazionale dell’AJA (Olanda).

RIO DE JANEIRO, BRASILE – Funzionari del Regno Unito e le figure più influenti della sanità pubblica sono accusati di genocidio, citando una serie di statistiche sull'impatto dei "vaccini" e delle politiche imposte con il pretesto di "mitigare il COVID".

Un gruppo che include l'ex vicepresidente di Pfizer Dr. Michael Yeadon ha presentato una denuncia alla Corte penale internazionale (ICC) (che vale la pena leggere) a nome di cittadini britannici contro Boris Johnson e funzionari britannici, Bill e Melinda Gates, controllore delegati di importanti aziende farmaceutiche, presidente esecutivo del World Economic Forum Klaus Schwab e altri per crimini contro l'umanità.

La CPI ha riconosciuto il caso e ha attribuito il seguente numero di riferimento OTP-CR-473/21.

 

Tra i convenuti figurano:

Il Dott. Antonio Fauci;

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS);

June Raine, direttore esecutivo dell'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA);

Il Dott. Radiv Shah, presidente della Fondazione Rockefeller; e

Dr. Peter Daszak, presidente di EcoHealth Alliance, come "responsabile di numerose violazioni del Codice di Norimberga ... crimini di guerra e crimini di aggressione" nel Regno Unito e in altri paesi.

Albert Bourla, CEO di Pfizer.

Stephane Bancel, CEO di AstraZeneca.

Pascal Soriot, CEO di Moderna.

Alex Gorsky, CEO di Johnson and Johnson.

Boris Johnson, Primo Ministro del Regno Unito.

Christopher Whitty, consigliere medico capo del Regno Unito.

Matthew Hancock, ex Segretario di Stato assistenza britannica per la sanità e l'sociale.

Klaus Schwab, Presidente del World Economic Forum.

Dopo ripetuti tentativi infruttuosi di portare un caso davanti al sistema giudiziario inglese, i querelanti hanno fatto fare ricorso a chiedere con "la massima urgenza" che la CPI "fermi la distribuzione dei vaccini COVID, l'introduzione di passa di vaccinazione illegale e tutti gli altri tipi di guerra illegale ... essere condotto contro il popolo del Regno Unito".

La denuncia del gruppo presentato il 6 dicembre 2021 presenta prove che i "vaccini" COVID-19 sono terapie geniche sperimentali con la ricerca sul guadagno di funzionalità del coronavirus dei pipistrelli, che questi "vaccini" hanno causato morti e che massicci e che il governo del Regno Unito non ha indagato su tali morti e segnalati.

Che il numero di casi e decessi di COVID è stato gonfiato artificialmente; che le maschere sono dannose per ipossia, ipercapnia e altre cause;

e i test PCR sono "completamente inaffidabili" e "contengono ossido di etilene cancerogeno".

Inoltre, hanno sostenuto che i trattamenti efficaci per COVID-19, come l'idrossiclorochina e l'ivermectina, sono stati soppressi, con un conseguente numero più significativo di decessi COVID-19 di quanto avrebbe dovuto verificarsi.

Sostengono che i blocchi  (vaccinazioni)sono stati emanati con il pretesto di infezioni artificialmente gonfiate e numeri di morte da un virus modificato, così come i "vaccini" sperimentali che ne sono derivati.

Massicci danni e decessi a breve termine, con almeno 395.049 reazioni avverse segnalate ai "vaccini" COVID nel solo Regno Unito;

un forte aumento delle chiamate ChildLine da parte di vulnerabilità durante i lockdown;

"Ricchezza e distruzione delle imprese" attraverso lockdown imposti".

"Grave privazione della libertà fisica in regola delle regole fondamentali del diritto internazionale", compresi i divieti di viaggio e di riunione, la quarantena forzata e l'autoisolamento;

apartheid a causa della segregazione per possesso o passaporto di vaccinazione;

e "riduzione attesa dell'infertilità" dopo la "vaccinazione", tra gli altri effetti fisici e psicologici dannosi.

Inoltre, i firmatari sostengono che "la soppressione di trattamenti alternativi ed efficaci per Covid-19 equivale a omicidio e giustificato un'indagine completa da parte del tribunale".

Hanno notato che oltre alla censura delle informazioni online e alla promozione di questi trattamenti alternativi, "alcune riviste accademiche stanno bloccando la pubblicazione di studi che dimostrano l'efficacia di farmaci come l'ivermectina e l'idrossiclorochina".

I firmatari hanno anche citato citazioni di sopravvissuti all'Olocausto che hanno tracciato "forti parallelismi tra le norme del Covid e l'inizio dell'Olocausto".

In una lettera, i sopravvissuti all'Olocausto aperta hanno chiesto alle autorità di regolamentazione medica di "fermare immediatamente questo empio esperimento medico sull'umanità", che sostengono violi il Codice di Norimberga.

 

Sostengono addirittura che "davanti ai nostri occhi, un altro olocausto di maggiore portata sta avvenendo". Una sopravvissuta, Vera Sharav, ha osservato in un'intervista citata nella denuncia:

"La dura lezione dell'Olocausto è che ogni volta che i medici uniscono le forze con il governo e deviano dal loro impegno personale, professionale e clinico per non danneggiare l'individuo, la medicina può pervertire da una professione di guarigione e cura a un  apparato omicida".

"Ciò che distingue l'Olocausto da tutti i genocidi di massa è il ruolo fondamentale svolto dall'establishment medico, dall'intero establishment medico. L'establishment medico accademico e professionale ha supportato ogni fase del processo omicida.

Medici e prestigiose società e istituzioni mediche hanno dato la patina di legittimità all'infanticidio, all'omicidio di massa di civili".

Secondo i firmatari, tutte le conseguenze dannose dei "vaccini", dei recinti e del virus soddisfano i criteri di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra contro il popolo britannico, perché i colpevoli "membri del governo britannico e leader mondiali hanno conoscenza e intento rispetto a questi presunti crimini".

In effetti, affermano che le conseguenze distruttive di "vaccini", blocchi e virus modifiche sono possibili deliberati di spopolamento e destabilizzazione sociale come parte di un piano coordinato a livello globale per consolidare ricchezza e potere nelle mani di pochi.

COVID-19, Covid-19: giganti farmaceutici, Gates, Fauci, funzionari britannici accusati di crimini contro l'umanità nella denuncia della Corte penale internazionale. Pertanto, affermano che queste misure raggiungono anche un "crimine di aggressione", cioè lo sforzo di esercitare il controllo o dirigere l'azione politica o di militare".

In questo caso, sostengono, l'obiettivo è quello di "smantellare tutti gli Stati Nazionali Democratici, passo dopo passo", e "distruggere le piccole e medie imprese, trasferendo quote di mercato alle più grandi corporazioni", di proprietà degli ultra-ricchi , per dare a questo gruppo "d'élite" un maggiore controllo politico e monetario.

Puoi trovare il riconoscimento da parte del tribunale, incluso il numero di riferimento del caso al link sottostante e tutti gli aggiornamenti relativi al caso saranno pubblicati anche qui.

 Scarica il ricorso di 46 pagine.

(Unisciti a noi su Telegram: t.me/theriotimes).

 

                        

 

 

Lettera aperta della Madre

di Julian Assange al Mondo

 

Conoscenzealconfine.it- Christine Assange - ( 28 Dicembre 2021)- ci dice:

Molte sono rimasti schoccati nel vedere una superpotenza vendicativa che usa le sue risorse illimitate per intimorire e distruggere un singolo individuo indifeso.

“Cinquant’anni fa, quando ho partorito per la prima volta come giovane madre, pensavo che non ci potesse essere dolore più grande, ma l’ho dimenticato presto quando ho tenuto tra le braccia il mio bellissimo bambino. L’ho chiamato Julian.

Ora mi rendo conto che mi sbagliavo. Esiste un dolore più grande. L’incessante dolore di essere la madre di un giornalista pluripremiato che ha avuto il coraggio di pubblicare la verità sui crimini governativi di alto livello e sulla corruzione.

Il dolore di vedere mio figlio, che ha cercato di pubblicare importanti verità, infangato a livello globale. Il dolore di vedere mio figlio, che ha rischiato la vita per denunciare l’ingiustizia, incastrato e privato del diritto a un giusto processo legale, più e più volte.

Il dolore di vedere un figlio sano deperire lentamente, perché gli sono state negate cure mediche e sanitarie adeguate in anni e anni di detenzione. L’angoscia di vedere mio figlio sottoposto a crudeli torture psicologiche nel tentativo di spezzare il suo immenso spirito.

L’incubo costante che venga estradato negli Stati Uniti, per poi passare il resto dei suoi giorni sepolto vivo in completo isolamento. La paura costante che la CIA riesca a realizzare i suoi piani per assassinarlo. L’ondata di tristezza quando ho visto il suo fragile corpo crollare esausto per un mini-ictus nell’ultima udienza a causa dello stress cronico.

Molte persone sono rimaste traumatizzate vedendo una superpotenza vendicativa che usa le sue risorse illimitate per intimorire e distruggere un singolo individuo indifeso. Desidero ringraziare tutti i cittadini per bene e solidali che protestano a livello globale contro la brutale persecuzione politica subita da Julian.

Per favore, continuate ad alzare la voce con i vostri politici fino a quando sarà l’unica cosa che sentiranno. La sua vita è nelle vostre mani.”

(Christine Assange).

(pressenza.com/it/2021/12/lettera-aperta-della-madre-di-julian-assange-al-mondo/).

 

 

 

 

Blackout: la Svizzera trema dopo

la Chiusura di alcune Centrali Francesi.

Conoscenzealconfine.it -Giuseppina Perlasca -(  27 Dicembre 2021)-ci dice:

 

La situazione dell’approvvigionamento elettrico in Francia è attualmente estremamente tesa e crea dei problemi anche ai paesi confinanti.

L’elettricità delle centrali nucleari francesi soddisfa infatti anche la fame di energia delle famiglie e delle aziende svizzere, e la chiusura di alcune di esse per manutenzione rischia di mettere al buio parte della svizzera.

Prima di tutto alcuni numeri: in media la Svizzera importa dai paesi vicini, soprattutto la Francia, quattro Tera-Watt/h di energia al giorno. Berna non ha raggiunto un accordo quadro con la UE sull’energia, per questo sta puntando a raggiungere l’autarchia, con un aumento di due TW/h di accumulo e di generazione, ma intanto la dipendenza c’è.

“Data la situazione tesa, RTE, il gestore della rete di trasmissione di energia, non fornisce alcuna informazione sull’approvvigionamento energetico da più di un mese”, avverte Nicolas Charton, direttore dell’ufficio E-CUBE Strategy Consultants a Losanna.

La ragione di questa incertezza nelle forniture è nota e viene dalla vicina Francia. Negli ultimi giorni, non meno di 15 dei 56 reattori nucleari sono stati chiusi per lavori di manutenzione o guasti. Normalmente, in questi casi, dovrebbero partire le centrali a carbone e a olio pesante anche in un paese che punta sul nucleare, come la Francia, ma ora queste fonti sono pesantemente segnate dai costi per le emissioni di carbonio. Quindi i prezzi sono andati alle stelle. L’uso del gas naturale è stato penalizzato dai costi alle stelle, oltre 10 volte il 2015, legati all’incertezza sulla fornitura del gas russo.

A tutto questo si aggiungono ora le preoccupazioni per il parco delle centrali nucleari francesi. “Con la mancanza di altre quattro centrali elettriche con una potenza totale di circa 6.000 megawatt, i prezzi in Francia sono aumentati notevolmente rispetto a quelli dei paesi vicini”, afferma Simon Witschi, capo della sezione Segreteria della Commissione federale per l’elettricità (ElCom).

Perfino nella ricca Svizzera l’elettricità è salita alle stelle, tanto che diverse aziende energy intesive, ad alto uso di elettricità, stanno pensano di sospendere le proprie produzioni, almeno in via temporanea. Il prezzo del MW/h è passato dai 30-60 euro ai 100 – 200 euro, e a questi livelli si chiude.

Il problema per la Svizzera è di tempistica: con poche centrali nucleari gran parte dell’elettricità svizzera proviene dall’idroelettrico, che è insufficiente in inverno. Normalmente non c’è problema: la Federazione importa in inverno ed esporta in estate, ma il boom dei prezzi energetici di quest’inverno rischia di far saltare un equilibrio esistente, ma precario.

La Federal Electricity Commission sta cercando di calmare gli animi: “La sicurezza dell’approvvigionamento energetico del Paese non è al momento a rischio“, afferma Simon Witschi. “Le centrali elettriche in Svizzera, ma anche in Germania e in Italia, stanno attualmente producendo elettricità sufficiente e le reti per le importazioni di elettricità sono ancora disponibili”. Tuttavia, non tutto è roseo.

“Anche se attualmente non vi è alcun rischio di mancanza di energia, la rete elettrica è ancora sensibile a un incidente, ad esempio, un difetto in una linea di grandi dimensioni”, avverte l’analista energetico Charton.

Secondo un rapporto del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), diversi fattori dovrebbero concorrere per far sì che l’elettricità scarseggi per alcuni giorni. “Se l’indisponibilità del parco atomico francese raggiunge la soglia del 30 percento, potrebbe diventare scarsa”, afferma. Se questo si combinasse con un guasto alle centrali nucleari svizzere di Beznau 1 e 2, si creerebbero le condizioni per un blackout svizzero.

Anche i produttori di energia elettrica svizzeri (BKW FMB Energie, EBM, Alpiq, ecc.) hanno una delle chiavi per prevenire il peggio, sia ora sia in futuro: “La Svizzera ha molte riserve idriche e capacità di produzione”, e la soluzione più semplice per il futuro potrebbe essere quella di alzare le dighe per aumentarne la capacità, mentre nel breve le società elettriche potrebbero essere tentate di sfruttare di più le riserve idriche, rischiando però di trovarsi senza per il futuro in caso di una siccità.

(Giuseppina Perlasca).

(scenarieconomici.it/blackout-la-svizzera-trema-dopo-la-chiusura-delle-centrali-francesi/).

 

 

 

Sono Trascorsi due Anni

e nulla è Cambiato…

Conoscenzealconfine.it   -Luigi Miano- ( 27 Dicembre 2021)- ci dice :

Breve giro desolante nel quartiere (26 dicembre) mi è bastato per osservare alcune cose drammatiche. Siamo esattamente al punto di origine, come se il tempo si fosse fermato al marzo 2020.

Le stesse scene che si ripetono. Gente che se ti incontra sul marciapiede vuoto, attraversa la strada o si sposta o si alza repentinamente la mascherina terrorizzata. Persone che vagano come zombie in preda a stati di paura cronicizzati e lo sguardo perso nel vuoto. Con la differenza che sono trascorsi 2 anni e la gran parte sono molto più stanchi o meglio sfiniti. Il vaccino è stato fatto prevalentemente per paura e questa paura anziché svanire si è insediata ancora più profondamente occupando ormai stabilmente la psiche e il corpo.

La gran parte ormai convive stabilmente con questi stati interiori. È bastato spingere di nuovo sull’acceleratore e subito si è manifestata la risposta allo stimolo, proprio come i cani nell’esperimento di Pavlov. Perché la gran parte agisce e reagisce esattamente come una bestia (con tutto il rispetto per le bestie). Il veicolo del virus è la paura e il suo propulsore la comunicazione dei media. Funziona tutto così, semplicemente. Soltanto che questi umani che funzionano con l’istinto non sono in grado di osservarsi e proiettano tutto fuori di loro.

Sono trascorsi due anni e nulla è cambiato se non per un maggior numero di guerrieri dell’anima – risvegliati che si mantengono sempre vigili e presenti. Per il resto? Mi duole scriverlo ma è un’umanità nel baratro, in un vicolo cieco e destinata ad estinguersi per inerzia.

Tutte le loro paure più grandi si materializzeranno poiché le hanno rese ormai reali, solide. Il siero ha amplificato questo terrore della malattia, della morte e della vita, dell’altro. Si è pensato di scacciare attraverso la materia ciò che agisce nel sottile. Una ingenuità raccapricciante. Un infantilismo senza anima   di un’umanità così distante dal perfezionamento interiore…

Questo atteggiamento ha fatto sì che questa massa entrasse in un limbo di “non vita” da cui non si uscirà più. Basterà sempre un click per fare entrare le “bestie” tremanti nel recinto. C’è da scorgere la perfezione divina anche in questo. Tutto ha un senso. Amen.

(Luigi Miano- t.me/c/1283407336/17347).

 

 

 

 

Nuovo Mondo, il talento.

dell’arcangelo: dare il meglio di sé.

Libreidee.org-Franco Borrelli- (28-12-2021)- ci dice :

 

Il mio maestro, in India, mi diceva: «Non ti preoccupare, al massimo muori: mica succede niente di grave».                                                                                               Ma te lo diceva con un sorriso tale, per cui quella verità la sentivi, perché lui era già lì.

Vi assicuro che è stata dura, tornare a lavorare come fotografo nelle serate di moda dopo aver imparato a fare pratica di meditazione, in India.

Così, con lo sguardo al cielo, un giorno ho chiesto un lavoro che fosse sulle mie corde: e subito è apparsa la Sacra di San Michele, che mi ha commissionato un libro.

Da lì mi si è aperto un mondo, e ogni volta che salivo alla Sacra – l’ho fatto per due anni, anche dormendovi – mi si accendeva dentro un piccolo fuoco, che mi faceva stare bene.

Da allora sono rimasto connesso, con quel luogo speciale. E nei giorni del primo lockdown, in testa mi risuonava una frase: bisogna portare luce.

D’un tratto mi chiama una persona che non conoscevo: il marketing manager della Space-cannon, l’azienda che ha creato l’installazione luminosa al posto delle Torri Gemelle, a Ground Zero.

E scopro, con mia grande sorpresa, che questa persona – che aveva fatto quella cosa così importante, a New York – abita vicino a me, proprio sotto la Sacra. Pensavo mi proponesse qualche lavoro, invece ci limitavamo a prendere il caffè insieme; però c’era risonanza, restava la sensazione di dover fare qualcosa insieme. Al terzo caffè, guardando la Sacra, gli dico: e se creassimo un fascio di luce che rappresenta la Spada di Michele? Al che, sondo lo scrittore Michele Peyrani, autore di libri sull’arcangelo Michele. Giorni dopo, Peyrani mi risponde: sì, l’idea è voluta dall’alto; però dovete muovere più energie. Così, la mattina dopo, contattiamo amici giornalisti.

 E il pomeriggio stesso arriva inatteso il via libera della Sacra: ok, la cosa si fa.                          Da lì è esplosa questa avventura, la Spada dell’Arcangelo, accesa il 29 settembre 2021, giorno di San Michele.

Poi, attraverso il web, mi hanno contattato moltissime persone: mi dicevano “grazie”, da tutto il mondo. Il fascio di luce saliva nel cielo per 15 chilometri; praticamente si vedeva anche da Torino, nelle serate terse.

E in quel momento ho sentito questo: non l’ho fatta io, quella roba; se c’è, è perché “è arrivata” qui. Sì, ha attraversato me: ma semplicemente perché ero quello più vicino alla Sacra, tra quelli che potevano recepire il messaggio.

Davvero, ho sentito una forza, in quella cosa: è vero, simboleggiava la Spada dell’Arcangelo, ma ha portato davvero luce in mezzo a tanto buio.

Gli arcangeli? Credo siano energie, a disposizione di chi le chiama.                               Sincronicità: proprio mentre accendevamo il faro per la prima volta, sotto di noi – in valle di Susa – pare transitasse la Porta dell’Inferno, l’opera di Auguste Rodin diretta a Roma. In quei giorni erano migliaia, le persone che salivano alla Sacra a vedere la Spada da vicino, la strada che sale all’abbazia era letteralmente intasata di auto.

 Ora, al di là delle singole appartenenze religiose, io percepisco un’energia che riguarda proprio tutti, e che davvero ci può contattare. E tutto è nato da intuizioni istantanee, non da ragionamenti. E’ qualcosa che arriva, semplicemente, nel momento in cui “fai spazio” e ti metti a disposizione, anche in modo umile. Nessuno di noi ha intascato un euro, da questa operazione: credevamo che la cosa potesse portare luce, tutto qui. O forse, questa cosa ci ha essenzialmente attraversato: ed è stato davvero emozionante.

 Non avevo mai visto una folla simile, lassù. La sera che ci siamo radunati a recitare l’Om al Sepolcro dei Monaci, io piangevo.                                                                                                      Col tempo, ho imparato a distinguere quando a parlare è la mia testa, o quando è un’intuizione che arriva da un’altra parte. Quando riconosci questa differenza, dentro di te senti affiorare un coraggio, nell’andare avanti.

 E penso che proprio nell’estrema durezza del momento storico che stiamo vivendo vi sia un’opportunità ancora maggiore di contattare l’Altrove, di seguire un percorso e di tirare fuori – ciascuno di noi – il proprio talento.

Siamo piccole gocce: ma ognuno di noi è fondamentale, per dare vita a questo Nuovo Mondo che siamo chiamati a creare. Non credo ci si debba scontrare, col Vecchio Mondo. Il nostro compito è portare una nuova energia: creare qualcosa di nuovo. E anche incoraggiare gli altri.

Pensiamoci: oggi, il Vecchio Mondo ha semplicemente paura. Chi ha fatto certe scelte lo ha fatto per paura, o perché obbligato. Fa parte del gioco. E quando capisci che è un gioco, mi dico: almeno, scegliamoci il personaggio che più ci si addice, in questo gioco.

(Franco Borrelli, dichiarazioni rilasciate il 27 dicembre 2021 nella diretta “The World United Italia II”, sul canale YouTube di Luca Nali.)

 

 

 

 

 

Chi può salvare l’umanità e

stravolgere il nostro destino?

It.godfootsteps.org-Redazione-(11 Ottobre 2021)- ci dice:

 

Quando si parla di destino, la maggior parte delle persone è convinta che denaro, prestigio e successo facciano ben presagire, mentre i poveri, gli sconosciuti, coloro che soffrono calamità e difficoltà, vittime del disprezzo altrui, abbiano un cattivo destino.

Di conseguenza, per cambiarlo, perseguono con fervore la conoscenza, sperando così di ottenere ricchezza e prestigio, e quindi cambiare le proprie sorti. Avere denaro, prestigio e successo nella vita significa davvero avere un buon destino? Le calamità e la sfortuna sono davvero indice di un cattivo destino? In pochissimi comprendono questo fatto e perseguono ancora intensamente la conoscenza per cambiare il proprio destino. Ma essa è sufficiente per ottenere una cosa simile? Chi può davvero salvare l’umanità e stravolgere il nostro destino? Oggi approfondiamo questa domanda.

Chi può salvare l’umanità e stravolgere il nostro destino?

Nella vita quotidiana, possiamo vedere che spesso chi ottiene la conoscenza può anche guadagnare denaro e prestigio, avere una vita agiata, l’ammirazione generale, e il successo, cose che fanno pensare a un grande destino. Ma è proprio così? Sono davvero persone felici? Possono avere potere e influenza e sembrare illustri, eppure hanno comunque una sensazione di vuoto e infelicità, e perdono la loro scintilla vitale. Alcuni addirittura si drogano o si tolgono la vita.

E altri sfruttano il loro potere e la loro influenza per fare quello che vogliono, compiendo il male e commettendo reati, e finiscono in carcere, in totale disgrazia. Ma essi non sono per lo più intellettuali?

 Perché quelli che sembrano così assennati e capiscono la legge farebbero cose tanto terribili? O talmente ridicole? Perché alla fine si rivelano in questo modo?                  Al giorno d’oggi, tutti vogliono un’istruzione e perseguono la conoscenza, e le classi dirigenti di ogni popolo e nazione sono formate da intellettuali. Sono loro che detengono il potere, sono loro la meritocrazia nel mondo intero.

 Ci si aspetta che, con gli intellettuali al comando, il genere umano dovrebbe diventare sempre più civile e amorevole. E invece cosa sta realmente accadendo al mondo? Sta cadendo nel pandemonio e nel caos, e le persone si imbrogliano, combattono o addirittura si uccidono a vicenda.

Tutti rinnegano Dio e Gli resistono, odiano la verità ed esaltano il male senza alcun desiderio di pentimento, incitando l’ira di Dio e l’indignazione degli uomini. I disastri si susseguono e il pianeta è costantemente sull’orlo di una grande guerra. È chiaro che gli intellettuali al potere e la meritocrazia non portano a società pacifiche e felici, ma al contrario accrescono disastri e sofferenze.

Le pandemie sono in aumento, i conflitti armati scoppiano senza sosta, e seguono terremoti e carestie. La gente è in preda alla paura, come se fosse arrivata la fine del mondo. Qual è la vera causa? Perché quando le persone ottengono conoscenza, potere e prestigio, fanno cose terribili e in così grande numero?

Perché avere intellettuali e una meritocrazia porta tanti disastri a un Paese e a un popolo? Si tratta di un argomento assolutamente degno di considerazione!

 L’acquisizione del sapere può migliorarci e liberarci dal peccato? Può renderci gentili e impedirci di compiere il male? Può salvarci dal peccato e dalle forze di Satana? Può cambiare il destino di una persona? Ho sempre più dubbi al riguardo. Perché, dopo aver acquisito conoscenza e prestigio, la maggior parte diventa sempre più arrogante e ipocrita? Perché più sanno, più sono presuntuosi?                        Una volta al potere, diventano perversi e arbitrari, portando scompiglio e provocando disastri.

Sembra che una migliore istruzione e il progresso scientifico possano garantire un governo più efficiente, maggiore civiltà, felicità e salute.

Ma è mai esistito davvero un Paese del genere? No, mai. Ed è un pensiero che toglie il sonno! Ho letto questo nelle parole di Dio: “Da quando l’umanità ha inventato le scienze sociali, la mente dell’uomo è occupata dalla scienza e dalla conoscenza. La scienza e la conoscenza, quindi, sono divenute strumenti per governare l’umanità, e per l’uomo non vi è più spazio sufficiente per adorare Dio, né ci sono più le condizioni favorevoli per farlo.

La posizione di Dio è precipitata ancora più in basso nel cuore dell’uomo. Senza la presenza di Dio nel cuore dell’uomo, il suo mondo interiore è tetro, vuoto e senza speranza. E così sono sorti molti sociologi, storici e politici che hanno espresso teorie di scienze sociali, la teoria dell’evoluzione umana e altre teorie che contraddicono la verità della creazione dell’uomo da parte di Dio, per riempire il cuore e la mente dell’uomo.

 In questo modo, coloro che credono che Dio abbia creato ogni cosa sono divenuti sempre di meno, mentre coloro che credono nella teoria dell’evoluzione sono divenuti sempre più numerosi. Sempre più persone considerano miti e leggende le testimonianze dell’opera di Dio e le Sue parole durante l’età dell’Antico Testamento.

Nel loro cuore, le persone divengono indifferenti alla dignità e alla grandezza di Dio, al principio dell’esistenza di Dio e del Suo dominio su tutte le cose. La sopravvivenza dell’umanità e il destino di paesi e nazioni non sono più importanti per loro.

 L’uomo vive in un mondo vacuo, interessato solo a mangiare, a bere e alla ricerca del piacere… Poche persone si assumono il compito di cercare dove Dio svolge la Sua opera oggi, o di scoprire come Egli presiede e predispone la destinazione dell’uomo.

 In tal modo, a insaputa dell’uomo, la civiltà umana è sempre meno in grado di attenersi ai desideri dell’uomo, e vi sono persino molte persone che avvertono che, vivendo in un mondo simile, sono meno felici di coloro che già se ne sono andati. Persino le popolazioni di paesi che sono da tempo considerati tra i più civilizzati esprimono tali rimostranze.

Poiché, senza la guida di Dio, per quanto governanti e sociologi si spremano le meningi per preservare la civiltà umana, tutto ciò non sortisce alcun effetto. Nessuno può colmare il vuoto nel cuore dell’uomo, poiché nessuno può esserne la vita, e nessuna teoria sociale può liberare l’uomo dal vuoto che lo affligge. Scienza, conoscenza, libertà, democrazia, svago, comodità non sono che temporanei palliativi. Anche con queste cose, comunque l’uomo inevitabilmente pecca e depreca le ingiustizie della società. Queste cose non possono contenere la bramosia e il desiderio dell’uomo di esplorare. […] L’uomo, dopo tutto, è uomo. La posizione e la vita di Dio non possono essere rimpiazzate da alcun uomo.

 L’umanità non ha bisogno solo di una società equa in cui tutti gli uomini siano ben nutriti, godano di pari diritti e libertà, ma ha bisogno anche della salvezza da parte da Dio, e che Egli infonda in essa la vita.

Solo quando l’uomo ottiene la salvezza di Dio e il Suo dono di vita, i bisogni, la brama di esplorare e il vuoto spirituale dell’uomo possono trovare soluzione.

Se la popolazione di un paese o di una nazione non è in grado di ricevere la salvezza e la cura di Dio, tale paese o nazione calcheranno il sentiero che conduce alla rovina, verso le tenebre, e verranno annientati da Dio” (“Dio sovrintende al destino dell’intera umanità” in “La Parola appare nella carne”).

Le parole di Dio sono così giuste e rivelano davvero la verità della questione. Come si produce effettivamente la conoscenza? Senza dubbio, essa proviene da quei famosi e grandi personaggi che sono oggetto di adulazione nel corso della storia. C’è il confucianesimo, la teoria dell’evoluzione di Darwin, il Manifesto Comunista di Marx e la teoria del comunismo. L’ateismo, il materialismo e la teoria dell’evoluzione derivano tutti dai pensieri e dalle teorie che queste persone famose hanno scritto nei libri, e sono il fondamento della scienza e della teoria nella nostra società moderna. Tutte queste dottrine e teorie sono state promosse dalle classi dirigenti nel corso dei secoli.

 Sono entrate nei libri di testo e nelle aule scolastiche, e sono diventate massime per l’umanità. Hanno istruito, corroso e intorpidito generazione dopo generazione, diventando strumenti delle classi dominanti per ingannare e corrompere l’uomo.

L’umanità intera, sottoposta all’istruzione e all’influenza del sapere e della scienza, è diventata sempre più corrotta e così l’oscurità e il caos sociale sono cresciuti, al punto che sia Dio che l’uomo sono infuriati.

Ora i disastri sono sempre più frequenti e le calamità non cessano mai di colpire. Grandi guerre potrebbero scoppiare in qualsiasi momento. La gente vive nella paura, come se stesse affrontando la fine del mondo. Questo ci porta davvero a chiederci se la scienza e il sapere siano effettivamente la verità o no.

 La gente persegue e accetta sempre di più queste cose, però non riesce a sfuggire al peccato o a trovare la felicità, mentre vede crescere la propria corruzione e malvagità, sprofondando nel peccato e nel dolore da cui non può fuggire. Diamo un’occhiata alla vera essenza di quelle persone grandi e famose, adorate da tutti. Sono atei ed evoluzionisti che rinnegano e rifiutano Dio. Nessuno escluso. Non credono che Egli esista, né che regni su ogni cosa. In particolare, non accettano le verità che Dio esprime. In tutti i loro discorsi, non esiste una parola che metta a nudo l’oscurità della società, o l’essenza e la realtà della corruzione umana a opera di Satana; o la natura e l’essenza malvagia delle classi dominanti; non vi è testimonianza dell’esistenza di Dio e della Sua opera, delle Sue azioni e del Suo amore; i loro discorsi non sono in linea con la verità delle parole di Dio. Non sono altro che eresie e fallacie, rinnegano Dio e Gli si oppongono.

Tutto sommato, mirano interamente a sostenere gli interessi delle classi dominanti, a ingannare, corrompere e danneggiare l’umanità, e come risultato hanno portato l’umanità su un sentiero oscuro e malvagio, trasformandola nella stirpe di Satana che resiste a Dio e Lo tradisce.

 Che tipo di persone fa parte della classe dirigente? Sono virtuosi e saggi? Per niente. Deve ancora trovarsene uno così. La loro cosiddetta virtù e saggezza è stata dimostrata per quello che è, e ogni loro reato commesso dietro le quinte è venuto alla luce. È evidente che nell’intera storia della corruzione umana da parte di Satana, non ci sono stati governanti virtuosi o saggi, ma solo incarnazioni di Satana e demoni. Quali delle loro idee e teorie hanno corrotto più profondamente l’umanità?

L’ateismo, il materialismo, l’evoluzionismo e il comunismo. Hanno diffuso innumerevoli eresie e falsità, tra cui “Questo mondo è privo di Dio”, “Non c’è mai stato alcun Salvatore”, “Il destino è nelle proprie mani” e “Il sapere ti cambia il destino”. Queste cose mettono radici nel cuore delle persone fin dalla giovane età e crescono gradualmente. Quali sono le conseguenze? Cominciamo a negare Dio e quanto viene da Lui, persino che Egli ha creato il cielo, la terra e ogni cosa, e governa su tutto.

 L’uomo è stato creato da Dio, ma noi neghiamo questo fatto, e distorciamo la verità, dicendo che ci siamo evoluti dalle scimmie, come se appartenessimo alla stessa categoria degli animali.

Queste teorie intellettuali fallaci e assurde si impadroniscono della nostra mente, occupando i nostri cuori e diventando parte della nostra natura, così tutti rinneghiamo Dio e ci allontaniamo da Lui ed è sempre più difficile accettare la verità.

Cresce, inoltre, la nostra arroganza, malvagità e corruzione. Perdiamo completamente coscienza e ragionevolezza, oltre all’umanità, e non abbiamo più speranza di ottenere la salvezza. Questo è il modo in cui gli uomini sono stati corrotti da Satana fino a diventare demoni. Ecco il terribile esito che attende chi persegue la conoscenza e la usa per cambiare il proprio destino. I fatti dimostrano che la scienza e il sapere non sono la verità e non possono diventare la nostra vita, anzi sono contrari alla verità e incompatibili con essa. Non possono fare altro che corrompere, ferire e distruggere l’umanità.

Allora perché si dice che queste cose non sono la verità? È perché la conoscenza non viene da Dio, ma dalla corruzione umana a opera di Satana. Viene da quei grandi e famosi personaggi che l’umanità corrotta adora. Quindi possiamo dire con certezza che la conoscenza non è la verità.

“Primo, essa non può aiutare le persone a conoscere la propria essenza corrotta o se stessi. Secondo, non può purificare un’indole corrotta, ma solo accrescere l’arroganza. Terzo, non può salvare gli uomini dal peccato e purificarli. Quarto, non può aiutare le persone a imparare la verità, a conoscere Dio e a sottomettersi a Lui. Quinto, non può aiutare a ottenere la vera felicità, non può portare la luce, e soprattutto non può offrire una bella destinazione.”

 

E così, la conoscenza non è la verità, e non può salvare l’uomo dal peccato o dalle forze di Satana. Quindi possiamo essere sicuri che essa non può cambiare il destino di una persona. Solo ciò che viene da Dio è la verità; soltanto le Sue parole sono la verità. Solamente la verità può essere la vita delle persone e purificare la loro corruzione, permettendo loro di sfuggire al peccato e diventare santi, di recuperare la coscienza e la ragionevolezza e di vivere una vera parvenza umana.

 Nient’altro può dare alle persone una vera direzione e obiettivi nella vita, e può aiutarle a conoscere Dio, ottenere le Sue benedizioni e una bella destinazione. Ecco perché solo la verità espressa da Dio nella carne può salvare l’uomo dalle forze di Satana, permettendogli di volgersi completamente verso Dio. Soltanto il Salvatore può salvare l’umanità e stravolgere il suo destino, dandoci una destinazione meravigliosa.

Allora perché la conoscenza non può salvare l’uomo? È perché l’uomo è troppo profondamente corrotto da Satana, possiede una natura satanica e vive in un’indole satanica, peccando costantemente e compiendo il male. Ed è capace di qualsiasi empietà nelle giuste circostanze. Nel momento in cui ottiene il potere, mostra la sua vera natura, a briglie sciolte. E la conoscenza viene dall’umanità corrotta, da Satana, quindi essa non è la verità.

 L’umanità corrotta può imparare tutto ciò che vuole, ma non può conoscere l’essenza e la verità della propria corruzione, e davvero non può pentirsi e rivolgersi a Dio sinceramente. La conoscenza, per quanto grande, non può eliminare la natura peccaminosa di una persona, tanto meno cambiare la sua indole corrotta. Non importa quanto sapere possieda, non può sfuggire al peccato o alle forze di Satana e giungere alla santità.

Senza accettare la verità, non può raggiungere la sottomissione a Dio, e non potrà mai eliminare la propria natura peccaminosa. Quanto più elevata è la conoscenza corrotta dell’umanità, tanto più difficile è accettare la verità e più è probabile che si rinneghi Dio, resistendogli.

 

Quando le persone perseguono un maggiore sapere, diventano più arroganti ed egoiste, e più ambiziose. Non riescono a evitare la via del peccato. Ecco perché la conoscenza può solo corrompere, danneggiare e distruggere. Molti non riescono a vedere la vera essenza del sapere o a cosa serva veramente. Non riescono a individuare la provenienza, la fonte della conoscenza, ma si limitano ad adorarla ciecamente e la perseguono invece di perseguire la verità. Perché, una volta ottenuto il potere, tutte quelle persone famose fanno così tanto male, portando sofferenza alla gente e danneggiando il Paese, causando ogni sorta di calamità, commettendo torti orribili al di là di ogni redenzione?

Quando si adora e si persegue la conoscenza, ecco le conseguenze. Questo ci mostra che essa non può cambiare il destino di una persona. Non importa quanto sia portentosa, non possiamo essere salvati da Dio se non abbiamo fede e non accettiamo la verità. Non saremo benedetti da Lui, non avremo un buon destino, per quanto sia elevata la nostra conoscenza, e alla fine andremo all’inferno. Dio è giusto e governa i destini degli uomini, quindi chi non ottiene la Sua approvazione o benedizione non può avere un buon destino, ma solo distruzione, perdizione e dannazione.

Ora i saggi hanno smesso di adulare la conoscenza e desiderano ardentemente la venuta del Santo, la discesa del Salvatore. Nessuno spera che qualche persona famosa e importante salvi l’umanità. Non possono nemmeno salvare se stessi, quindi come potrebbero salvare l’umanità intera? I fatti ci mostrano che il sapere non può assicurare un buon destino; l’idea che lo sviluppo avviene attraverso la scienza e l’istruzione è una sciocchezza e basta. Solo il Salvatore può salvare l’uomo dal peccato e dalle forze di Satana; solo il Salvatore che esprime la verità può condurci sul sentiero di luce; solo accettando tutte le verità espresse dal Salvatore può liberarci dalla corruzione di Satana in modo da poter essere pienamente salvati da Dio e ottenere la Sua approvazione e le Sue benedizioni.

Questo è l’unico modo per cambiare completamente il nostro destino. È chiaro che il destino di una persona cambia solo dopo aver accettato la manifestazione e l’opera del Salvatore, tutte le verità da Lui espresse negli ultimi giorni, e il giudizio di Dio degli ultimi giorni, un giudizio che purifica. In poche parole, l’unico modo per rivoluzionare veramente il destino di qualcuno è accettare la verità.

 

Dio Onnipotente dice: “Dio ha creato questo mondo, ha creato il genere umano ed è stato, inoltre, l’architetto dell’antica cultura greca e della civiltà umana. Solo Dio consola questa umanità, e solo Dio Si prende cura di questa umanità notte e giorno. Lo sviluppo e il progresso umano non sono separabili dalla sovranità di Dio, e la storia e il futuro dell’umanità sono inestricabilmente vincolati ai disegni di Dio. Se sei un autentico cristiano, allora sicuramente crederai che il sorgere e il tramontare di ogni paese o nazione avvengano conformemente ai disegni di Dio. Dio solo conosce il destino di un paese o di una nazione e Dio solo controlla il corso dell’intera umanità. Se l’umanità desidera avere un buon destino, se un paese desidera avere un buon destino, allora l’uomo deve prostrarsi dinanzi a Dio in adorazione, pentirsi e confessarsi davanti a Dio, altrimenti il fato e il destino dell’uomo saranno un’inevitabile catastrofe” (“Dio sovrintende al destino dell’intera umanità” in “La Parola appare nella carne”).

 

Ora è chiaro che gli intellettuali non possono nemmeno salvare se stessi, figuriamoci l’umanità. Solo il Salvatore può salvare l’uomo dal peccato, e donargli luce, felicità e una bella destinazione. Chi è dunque il Salvatore? Non c’è dubbio che Egli è Dio incarnato in forma umana, venuto tra gli uomini per l’opera di salvezza.

Egli è il nostro Salvatore. Possiamo dire che è l’incarnazione di Dio, che è Dio rivestito di carne umana. Ecco cosa è l’incarnazione. Pertanto, Dio incarnato è il Salvatore sceso tra noi. Dio si è incarnato due volte per salvare l’umanità sin dalla sua creazione.

2.000 anni fa, Egli Si fece carne come il Signore Gesù e disse in un sermone: “Ravvedetevi, perché il Regno dei Cieli è vicino” (Matteo 4:17). Ha espresso molte verità e alla fine fu crocifisso per redimere l’umanità, offrendo Se Stesso per redimerci.

Fu una chiara dimostrazione dell’amore di Dio per l’uomo. Persone da tutto il mondo hanno accettato il Signore Gesù come loro Salvatore, confessandosi e pentendosi a Dio, e hanno ottenuto il perdono dei peccati. Hanno goduto della pace e della gioia da Lui donate insieme a tanta della Sua grazia. Il Signore Gesù, terminata l’opera di redenzione, profetizzò molte volte “Io vengo presto” e “la venuta del Figlio dell’uomo”. “Perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà” (Matteo 24:44).

Ecco perché tutti coloro che hanno accettato il Signore Gesù come proprio Salvatore stanno aspettando che Egli venga negli ultimi giorni, che il Salvatore scenda per salvarli e portarli nel Regno dei Cieli. Il Signore Gesù ha profetizzato: “Ho ancora molte cose da dirvi, ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto Lui, lo Spirito della verità, Egli vi guiderà in tutta la verità” (Giovanni 16:12-13).

“Santificali nella verità: la Tua parola è verità” (Giovanni 17:17). In base alle Sue profezie, Dio si farà carne come Figlio dell’uomo negli ultimi giorni ed esprimerà le verità per purificare e salvare completamente l’umanità, per portarla verso una destinazione meravigliosa. Pertanto, Dio incarnato negli ultimi giorni è il Salvatore che appare agli uomini. Quindi, come dovremmo accogliere il Salvatore?

 

Il Signore Gesù disse: “Le Mie pecore ascoltano la Mia voce” (Giovanni 10:27). “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Apocalisse 2:7). Il Signore Gesù ci ha ricordato ripetutamente che la chiave per accogliere il Signore è ascoltare la voce di Dio, e accettare le verità da Lui espresse quando ritornerà negli ultimi giorni.

 I disastri sono proprio davanti ai nostri occhi ora. Possiamo vedere che, nel mondo intero, solo Dio Onnipotente ha espresso tutte le verità che salvano l’umanità, e nessun altro lo ha fatto. Ciò dimostra che Dio Onnipotente è il Signore Gesù ritornato, che Egli è il Salvatore venuto a salvare l’umanità negli ultimi giorni. Questa è una notizia straordinaria. L’unico modo in cui possiamo cambiare il nostro destino è accettare la salvezza del Salvatore, e le verità espresse da Dio.

Dio Onnipotente dice: “Cristo degli ultimi giorni utilizza una serie di verità per insegnare all’uomo, rivelarne l’essenza e analizzarne le parole e le azioni. Queste parole comprendono diverse verità, quali il dovere dell’uomo, come l’uomo dovrebbe obbedire a Dio, come dovrebbe essergli fedele, come dovrebbe vivere la normale umanità, così come la saggezza e l’indole di Dio, e così via. Queste parole sono tutte dirette all’essenza dell’uomo e alla sua indole corrotta. In particolare, le parole che rivelano come l’uomo rifiuta Dio vengono pronunciate a proposito di come l’uomo sia la personificazione di Satana e una forza nemica di Dio. Quando Dio comincia l’opera di giudizio, Egli non Si limita semplicemente a chiarire la natura dell’uomo con poche parole, ma compie la rivelazione, il trattamento e la potatura a lungo termine. Tale metodo di rivelazione, di trattamento e di potatura non può essere sostituito con parole ordinarie, ma con la verità che l’uomo non possiede affatto. Solo tale modo di lavoro viene considerato giudizio; solamente attraverso tale giudizio l’uomo può essere assoggettato, pienamente convinto a sottomettersi a Dio e inoltre può ottenere la vera conoscenza di Dio.

Ciò che l’opera di giudizio realizza è la comprensione da parte dell’uomo del vero volto di Dio e la verità riguardo alla sua ribellione. L’opera di giudizio permette all’uomo di ottenere molta comprensione della volontà di Dio, dello scopo della Sua opera e dei misteri che per l’uomo sono incomprensibili. Inoltre, consente all’uomo di individuare e conoscere la sua sostanza corrotta e le radici della sua corruzione, come pure di scoprire la sua bruttezza.

Questi effetti si realizzano tutti tramite l’opera di giudizio, perché la sua sostanza è di fatto l’opera di svelare la verità, la via e la vita di Dio a tutti coloro che hanno fede in Lui. Quest’opera è l’opera di giudizio svolta da Dio” (“Cristo compie l’opera di giudizio attraverso la verità” in “La Parola appare nella carne”).

Dio Onnipotente ha espresso così tante verità, che sono raccolte in libri (di parole di Dio) come “La parola appare nella carne”, per un totale di milioni di parole. Sono tutte verità espresse da Dio per la Sua opera di giudizio negli ultimi giorni, e sono assai più numerose di quelle espresse da Dio nell’Età della Legge e nell’Età della Grazia. Dio Onnipotente ha rivelato tanti misteri: quelli relativi al Suo piano di gestione per salvare l’umanità, quelli legati alla Bibbia, che la gente non ha mai capito, e anche la verità della corruzione umana da parte di Satana e della nostra natura satanica che si oppone a Dio.

In questo modo, possiamo riconoscere la radice della nostra peccaminosità e la verità della nostra corruzione. Poste di fronte ai fatti, le persone si convincono tutte pienamente e cominciano a odiare se stesse, a provare rimpianto e vero pentimento.

 Dio esprime anche tutte le verità che la gente deve mettere in pratica e in cui accedere, così possiamo vivere secondo le Sue parole una vera parvenza umana e una parvenza della verità. Questo è l’unico modo per ottenere le promesse e le benedizioni di Dio.

Dio Onnipotente ha espresso così tante verità, che servono tutte a purificare la corruzione dell’umanità e salvarci dalle forze di Satana in modo che possiamo volgerci verso Dio e conoscerLo. Queste verità sono le uniche vere massime esistenziali e gli insegnamenti per ottenere la salvezza, e sono sufficienti a cambiare radicalmente il destino di una persona, permettendo di accedere a una destinazione meravigliosa: il Regno di Dio.

 

I grandi disastri sono già iniziati. L’unico modo per avverare le nostre speranze è accettare la manifestazione e l’opera del Salvatore, e tutte le verità espresse da Dio Onnipotente, solo così possiamo ottenere l’approvazione di Dio, la Sua protezione e le benedizioni mentre infuriano i grandi disastri, per sopravvivere a essi ed essere portati da Dio nel Suo Regno. Se non accettiamo tutte le verità espresse dal Salvatore, ma aspettiamo semplicemente che un falso dio, frutto della nostra immaginazione, o uno spirito maligno venga a salvarci dal disastro, allora siamo degli illusi.

 

Ci ritroveremo a mani vuote, e i nostri sforzi saranno stati vani. I falsi dei e gli spiriti maligni non possono salvare le persone. Solo Dio nella carne, il Salvatore, può salvare l’umanità, e questo è l’unico modo per ottenere un buon destino e una buona destinazione. Dio Onnipotente dice: “Il Cristo degli ultimi giorni dona la vita e offre la via duratura e perpetua della verità. Questa verità è il cammino attraverso cui l’uomo guadagna la vita, ed è l’unico cammino con cui egli conoscerà Dio e sarà da Lui approvato. Se non cerchi la via della vita, offerta dal Cristo degli ultimi giorni, non otterrai mai l’approvazione di Gesù e non avrai mai i requisiti per varcare la porta del Regno dei Cieli” (“Solo il Cristo degli ultimi giorni può offrire all’uomo la via della vita eterna” in “La Parola appare nella carne”).

“Coloro che desiderano guadagnare la vita senza fare affidamento sulla verità pronunciata da Cristo sono le persone più ridicole della terra, e coloro che non accettano la via della vita apportata da Cristo sono persi nella fantasticheria. Per questo, dico che coloro che non accettano il Cristo degli ultimi giorni saranno per sempre disprezzati da Dio.

Cristo è la porta dell’uomo verso il Regno durante gli ultimi giorni, e non c’è nessuno che possa eluderLo. Nessuno può essere reso perfetto da Dio se non attraverso Cristo. Tu credi in Dio e così devi accettare la Sua parola e obbedire alla Sua via. Non puoi pensare soltanto ad acquisire benedizioni quando non sei in grado di ricevere la verità e di accettare l’approvvigionamento di vita. Cristo viene negli ultimi giorni affinché tutti coloro che veramente credono in Lui possano essere dotati di vita. La Sua opera ha lo scopo di concludere la vecchia età e inaugurare quella nuova, ed è il cammino che va intrapreso da tutti coloro che vogliono accedere alla nuova età. Se sei incapace di riconoscerLo, e invece Lo condanni, Lo bestemmi o perfino Lo perseguiti, sei destinato a bruciare per l’eternità e non entrerai mai nel Regno di Dio.

 Infatti questo Cristo è Egli Stesso espressione dello Spirito Santo, espressione di Dio, Colui a cui Dio ha affidato la Sua opera in terra. Per questo, dico che, se non riesci ad accettare tutto ciò che viene fatto dal Cristo degli ultimi giorni, tu bestemmi lo Spirito Santo. La giustizia divina a cui andranno incontro coloro che bestemmiano lo Spirito Santo è evidente a tutti” (“Solo il Cristo degli ultimi giorni può offrire all’uomo la via della vita eterna” in “La Parola appare nella carne”).

 

 

 

 

 

“Mind the economy”.

«The great resignation» spiegata

con il tunnel del San Gottardo.

Ilsole24ore.com- Vittorio Pelligra-(28 novembre 2021)- ci dice:

 

Il crollo dell’offerta di lavoro inteso come fallimento della «condivisione del rischio» tra aziende e dipendenti. Come ai tempi degli scavi con l’esplosivo.

(Lavoro, come è cambiato nel dopo Covid-I punti chiave-La lezione del «trenino verde»-Linea lunga e tortuosa o breve ed economica?

Il rischio di «azzardo morale» -Il caso del tunnel del San Gottardo-Il principio di «condivisione del rischio».).

Nel 1921, esattamente cento anni fa, lo scrittore inglese D.H. Lawrence, autore tra gli altri de L’amante di Lady Chatterley, assieme alla moglie Frieda, compie un viaggio in Sardegna.

 Ne fornisce il resoconto nel bellissimo Mare e Sardegna (Illisso). «Prenderemo il treno delle Secondarie ovunque esso vada», scrive.                                                                                      «Era meraviglioso correre nel luminoso mattino verso il cuore della Sardegna. Salivamo sempre.

La linea faceva grandi curve così che quando si guardava fuori dal finestrino, più di una volta si trasaliva vedendo un trenino correre davanti a noi, in direzione divergente, tra grandi sbuffi di vapore. Ma guarda, era la nostra piccola motrice che si lanciava in una curva lì davanti (…) È una strana ferrovia – continua lo scrittore - mi piacerebbe sapere chi l’ha costruita.

Sfreccia su per le colline e giù per le valli e attorno a curve improvvise con la massima noncuranza, non come fanno le vere, grandi ferrovie, che avanzano grugnendo in profonde trincee e appestando l’aria nelle gallerie, ma corre su per una collina come un cagnetto affannato, e si guarda attorno, e parte in un’altra direzione scuotendoci dietro a lui, con grande indifferenza. Questo sistema è molto più divertente di quello a gallerie e trincee».

La lezione del «trenino verde».

Il viaggio si rivela affascinante e divertente per Lawrence e la moglie, certamente più che se la ferrovia fosse stata una «vera, grande» ferrovia, con gallerie per oltrepassare le montagne e viadotti per superare le vallate.

 E invece il «trenino verde», così oggi si chiama quella linea, costeggia tortuosamente le spalle dei colli, si inerpica sui pendii aspri e scoscesi e percorre, per questa ragione, nel doppio del tempo una distanza che si sarebbe potuta dimezzare se solo il tragitto fosse stato realizzato come quello di una «vera, grande» ferrovia.

Certo i turisti alla ricerca di esperienze esotiche avrebbero perso qualcosa, ma i cittadini sardi che per più di un secolo hanno usato quella linea per spostarsi quotidianamente per lavoro e le altre necessità della vita ne avrebbero tratto un grande beneficio.

Linea lunga e tortuosa o breve ed economica?

Eppure, si decise di costruire la linea in questo modo, di seguire un tracciato oltremodo tortuoso. Perché? Perché non si adottarono soluzioni più efficienti come quelle che caratterizzano altre linee montane come, per esempio il «Glacier Express» svizzero che collega Zermatt a St. Moritz attraversando 291 ponti e 91 tunnel?

 Le curve e i tornanti rappresentavano per la compagnia inglese che costruì la linea in Sardegna un’alternativa decisamente più economica rispetto alle gallerie e ai ponti e, siccome il contratto che venne sottoscritto prevedeva il pagamento in base alle miglia «costruite» e non a quelle «necessarie», non sorprende che la scelta di un tragitto tortuoso, più lungo ma più economico, per il costruttore, abbia prevalso su quella di una linea più diretta, breve e migliore per la collettività.

Questo esempio mostra in maniera chiara ciò che può accadere nell’ambito di una relazione contrattuale quando siamo in presenza di informazioni asimmetriche e quando questa asimmetria riguarda, in particolare, le cosiddette «azioni nascoste»: dopo la stipula di un contratto, un accordo anche tacito o un patto, una delle due parti, convenzionalmente definita «principale», perde il controllo sulle azioni dell’altra parte, di solito chiamata «agente».

Nel caso narrato da Lawrence il principale, cioè l’amministrazione pubblica, sottoscrive un contratto di fornitura con l’agente, l’impresa di costruzioni e, da questo momento, perde la possibilità di controllare in maniera precisa il suo operato.

Certamente c’è sempre la possibilità di verificare, alla fine, il risultato del lavoro o di valutare lo stato di avanzamento dei lavori, ma, nonostante questo, non sarà mai del tutto possibile controllare in maniera costante e precisa ogni scelta che verrà presa nella fase di costruzione e che contribuirà a determinare il risultato, il livello di adesione del prodotto alle specifiche del contratto e, in ultimo, la soddisfazione del committente.

Il problema sorge a causa di due fattori concorrenti. Il primo lo abbiamo già individuato: la presenza di asimmetrie informative nella forma di informazioni private sulle azioni dell’agente; il secondo, invece, riguarda il fatto che tra le parti esiste un conflitto di interessi: sempre stando all’esempio della ferrovia, l’amministrazione pubblica desidera il miglior risultato al minimo costo e l’impresa è interessata a minimizzare i costi per massimizzare il profitto.

Il rischio di «azzardo morale».

L’azione congiunta di questi due elementi fa sorgere il rischio di «azzardo morale»: un comportamento opportunistico reso possibile dall’impossibilità di una verifica puntuale sulle azioni dell’agente. Si tratta di un problema pervasivo che affligge ambiti diversissimi della vita sociale, politica ed economica. È un problema che nasce per il semplice fatto di aver bisogno di affidare a qualcun altro ciò che non possiamo fare direttamente da noi. È la necessità di «delegare» ad altri – i cittadini ai politici, gli azionisti ai manager, i pazienti al medico, i risparmiatori alla banca, solo per fare qualche esempio – la cura nostri propri interessi.

Come sottolinea il premio Nobel Kenneth Arrow, «per definizione, l’agente viene selezionato per le sue conoscenze specialistiche e il principale non può mai sperare di controllare completamente le sue azioni e le sue scelte».

 

Ci si affida ai medici, ai politici, ai manager, agli insegnanti, agli avvocati, agli ingegneri, alle banche, proprio in virtù delle loro conoscenze specialistiche che noi, in genere, non possediamo. È la divisione del lavoro che caratterizza ogni sistema sociale moderno. Ne parlava già Adam Smith quando ragionava intorno all’efficienza di una fabbrica di spilli rispetto alla produzione fai-da-te. Ma questo, se da una parte apre indubbie possibilità di progresso, crea, allo stesso tempo, l’asimmetria informativa e lo spazio per l’opportunismo, l’azzardo morale. I contratti sono gli strumenti attraverso i quali il rischio di azzardo morale dovrebbe venire mitigato. Alla base ci sono gli incentivi che i contratti codificano e rendono operativi. Ma il risultato non è scontato, come l’esempio della linea ferroviaria descritta da Lawrence, mostra. In quel caso gli incentivi considerati si sono rivelati, come non era, del resto, difficile da prevedere in partenza, del tutto inefficaci a svolgere adeguatamente il loro ruolo.

Il caso del tunnel del San Gottardo.

Ma ciò che l’economia dell’informazione e la teoria dei contratti ci insegna è che maneggiare gli schemi di incentivi non è mai facile, come un altro caso tratto dalla storia delle costruzioni ferroviarie – il tunnel del San Gottardo – efficacemente ci ricorda. Lungo 15 km, scavato tra il 1872 e il 1881, il tunnel rappresentò, per i tempi, un’impresa colossale. Un’opera strategica per collegare il Nord dell’Europa con il Sud. Se ne aggiudicò la realizzazione l’ingegnere svizzero Louis Favre. Un personaggio da romanzo, figlio di un umile carpentiere, ingegnere autodidatta. Le clausole del contratto erano perentorie: il tunnel doveva essere realizzato entro otto anni dall’inizio dei lavori al prezzo pattuito di 56 milioni di franchi. Anche gli incentivi (e le sanzioni) erano rigidissimi: un premio di 5mila franchi per ogni giorno risparmiato rispetto alla scadenza prevista e una penale analoga per ogni giorno di ritardo.

Una volta superati i sei mesi di ritardo la penale sarebbe passata a 10mila franchi al giorno. I lavori si dimostrano subito complicati a causa delle caratteristiche geologiche del sito. Il progetto si rivela immediatamente una corsa contro il tempo. Nei giorni di massimo impegno, 3.800 lavoratori si alternavano in tre turni di otto ore ciascuno a temperature che superavano spesso i 35 gradi. La combinazione di queste condizioni di lavoro estreme, la pressione dei vincoli temporali e la minaccia delle penali, crearono un mix ingestibile per Favre. Gli incidenti si moltiplicarono. Il numero finale dei morti sul lavoro fu di 177, senza contare i feriti, molti dei quali gravi e gravissimi. Nel 1875 scoppiò una rivolta delle maestranze che venne soffocata, dai militari, nel sangue: 4 persone persero la vita e altre 13 vennero ferite. I lavori ripresero.

Per accelerare i tempi si iniziò a sperimentare l’uso della nuova «polvere esplosiva di Nobel», la dinamite. La cosa non fece altro che aumentare i rischi e gli incidenti. Ma il destino di Favre, il geniale ingegnere autodidatta, era, comunque, segnato. Soccombette al peso della responsabilità, alla pressione del tempo, alla minaccia delle penali e, forse, anche ai sensi di colpa per il numero impressionante di vittime. Morì, stroncato da un infarto, il 19 luglio 1879.

Sette mesi prima dell’abbattimento dell'ultimo diaframma che separava le sezioni nord e sud del tunnel. La foto di Favre, trasportata da carrello ferroviario, fu il primo «passeggero» ad attraversare il tunnel in tutta la sua interezza.

Questa storia mette in luce un elemento fondamentale che emerge dall’analisi dei problemi connessi all’azzardo morale e alle sue potenziali soluzioni. Per ridurre il rischio di comportamenti opportunistici da parte dell’agente, il principale può proporre contratti che siano «responsabilizzanti», che rendano, cioè, gli interessi dell'agente almeno parzialmente coincidenti con quelli del principale. Le pesanti sanzioni previste nel caso di ritardo erano, infatti, volte ad allineare gli interessi di Favre con quelli della committenza.

(A Berlusconi mancano 52 voti per arrivare al Quirinale.

L'elezione del nuovo presidente della Repubblica si avvicina e noi proviamo a fare i conti: al momento Berlusconi con il centrodestra può contare su 452 voti, il centrosinistra su 436. Capodanno con il...

Ascoltalo ora.)

Il principio di «condivisione del rischio».

Questo genere di accordi si basano sulla condivisione del rischio: se qualcosa va male entrambe le parti ne devono sopportarne il costo. Ciò che la teoria dei contratti ci spiega, però, e che la triste storia di Favre esemplifica, è che non tutte le forme di condivisione del rischio sono ottimali. Buoni contratti, buoni accordi, buoni patti devono prevedere non solo degli schemi di incentivi capaci di allineare interessi divergenti, ma anche determinare una ripartizione del rischio che sia sostenibile per le diverse parti.

L’avversione al rischio, la capacità, cioè, di sopportare esiti imprevisti e costosi, di una amministrazione pubblica o di una impresa non può essere paragonata a quella di un singolo appaltatore o di un lavoratore dipendente. Un contratto ottimale non può non tener conto delle differenze nell'atteggiamento nei confronti del rischio dei diversi soggetti coinvolti.

Esiste la concreta possibilità che certe forme contrattuali, si pensi per esempio alla crescente precarizzazione del lavoro, scarichino su una parte, in genere la più debole, un rischio decisamente eccessivo e, spesso, insopportabile.

Fenomeni oggi di grande attualità come la «great resignation», che vedono una forte riduzione dell’offerta di lavoro in mercati particolarmente rischiosi (sanità, istruzione, logistica…) a causa della ricerca di lavori più degni e carichi di senso, possono forse essere letti come la conseguenza dei fallimenti nella condivisione ottimale del rischio.

Una forma di rivolta contro la prepotenza contrattuale esercitata da datori di lavoro incapaci di comprendere la sottile logica di una ingiusta condivisione del rischio.

Perché se l’azzardo morale è, certamente, una malattia da curare, la medicina prescritta non può certo rivelarsi più dannosa del male stesso.

 

 

 

 

Chiedere al potere di riformare

il potere. Che ingenuità!

 

Vicenzareport.it- Redazione-Enzo Trentin-(13 novembre 2018)- ci dice:

 Era il 27 dicembre 1947 Il presidente della Repubblica Enrico De Nicola firma la Costituzione della Repubblica Italiana (1947).

Vicenza – Mi sia consentito d’iniziare parafrasando Giovannino Guareschi al fine di speculare su espressioni, comportamenti e conseguenze civili e politiche sui nostri giorni.

 Chi sono? Sono un ex giornalista che adopera trecento o più parole. Federalista in una repubblica contraddistinta dall’accentramento dei poteri anche quando propone un regionalismo che spaccia per decentramento amministrativo.

Ho in uggia i partiti politici in un Paese che continua a destreggiarsi tra pseudo sinistra-destra e sovranisti-populisti. Sostengo l’iniziativa privata in tempi di statalismo becero e inefficiente.

Sono assertore di un nuovo progetto politico di autodeterminazione in tempi di antinazionalismo. Non sono un indipendente, bensì un anarchico, un uomo libero, ma sovversivo.

Il fatto è che un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. L’idea di una repubblica fondata sulla partitocrazia non era quella per la quale gli Alleati vincitori della seconda guerra mondiale stimolarono e affrettarono l’avvio dei lavori della Costituente le cui sedute si svolsero fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948, perché nella visione degli Alleati c’era la nascita di uno Stato federale, come avvenne per la Repubblica Federale Tedesca (Rft) o Germania Ovest.

Che la repubblica italiana abbia qualche “peccato originale” lo si rileva consultando la prima relazione antimafia, dalla quale emerge che nella Costituente c’erano numerosi mafiosi, più alcune decine di massoni dichiarati. In un rapporto segreto del 18 febbraio 1946, il generale dei carabinieri Amedeo Branca scrisse:  «II movimento agrario separatista siciliano e la mafia da diverso tempo hanno fatto causa comune; anzi, i capi di tale movimento, tra i quali don Lucio Tasca, si debbono identificare per lo più con i capi della mafia nell’Isola.»

Tra i costituenti c’era anche Bernardo Mattarella, padre di  Sergio, attuale presidente della Repubblica Italiana, che nella fase iniziale del secondo dopoguerra era stato sospettato da alcuni di essere «…tra i referenti nel rapporto tra la DC e la mafia».

 Di questo nel 1992 venne accusato anche dall’ex ministro Claudio Martelli: “Bernardo Mattarella secondo gli atti della Commissione antimafia e secondo Pio La Torre (1976), fu il leader politico che traghettò la mafia siciliana dal fascismo, dalla monarchia e dal separatismo, verso la DC“.

Secondo lo storico Giuseppe Casarrubea, Mattarella era ritenuto vicino al boss di Alcamo Vincenzo Rimi, considerato in quegli anni al vertice di Cosa nostra.

Un altro “padre costituente in pectore” fu Frank B. Gigliotti, mafioso e massone 33esimo livello, componente Oss, ora Cia. Lucky Luciano fornì a Gigliotti i nomi da contattare in Sicilia per favorire lo sbarco degli Alleati del 10 luglio 1943 (vedi qui).

Tornò in Italia nel 1947, per influenzarne la politica. Quanto è credibile una Costituzione che da pseudo democratica è diventata partitocratica? Nel suo ultimo saggio, Dimitri Orlov nota che: «se la cultura e la società restano intatte, il resto dell’umanità, una volta che si renda conto che il sistema è truccato a suo danno in favore dello 0,01%, può organizzare una rivoluzione. Ma se la società e la cultura sono minate e distrutte prima, non avranno la coesione sociale e lo spirito pubblico necessario a questa impresa».

Le lotte tra fazioni partitocratiche sono governate dal pensiero così ben formulato dal sindacalista e rivoluzionario russo Michail Pavlovič Tomskij: «Un partito al potere e tutti gli altri in prigione».

È così che sul continente europeo, il totalitarismo è diventato il peccato originale dei partiti. Il fatto che esistano non è in alcun modo un motivo per conservarli. Soltanto il bene è un motivo legittimo di conservazione. Il male dei partiti politici salta agli occhi.

La questione da esaminare è se ci sia in essi un bene che abbia la meglio sul male e renda così la loro esistenza desiderabile. Ma se individui appassionati, inclini per via della passione al crimine e alla menzogna, si compongono allo stesso modo in un popolo vero e giusto, allora è bene che il popolo sia sovrano. Una costituzione democratica è buona se per prima cosa realizza nel popolo questo stato di equilibrio, e soltanto in seguito fa in modo che le volontà del popolo siano eseguite.

L’autorità del popolo, in democrazia, non dipende affatto da sue presunte qualità sovrumane come l’onnipotenza e l’infallibilità. Dipende invece dalla ragione esattamente contraria, dall’assunzione cioè di tutti gli uomini, e del popolo tutto intero, come necessariamente limitati e fallibili.

Questo punto a prima vista sembra contenere una contraddizione che deve essere chiarita. Come ci si può affidare alla decisione di qualcuno, come gli si può attribuire autorità, quando gli si riconoscono non meriti e virtù, ma vizi e manchevolezze? La risposta sta nella generalità, per l’appunto, dei vizi e delle manchevolezze.

Del resto i partiti post-ideologici sono “illegittimi” nel modo più radicale. Sotto i loro artigli, lo Stato è diventato uno spazio vuoto, pieno solo del denaro dei contribuenti; una res nullius esposta al saccheggio.

Per pensare a un rimedio, bisognerebbe essere capaci di ripensare radicalmente la democrazia contemporanea. E avere il coraggio di pensare a una democrazia senza partiti. Quanto alla favola del voto “democratico” consiglio la visione di questo breve filmato.

 

Stante questa situazione egemonica e insoddisfacente della partitocrazia, e constatato che lo Stato italiano sta letteralmente crollando sotto l’incapacità, l’incuria, la corruzione e le mafie, molti cittadini hanno rivolto la loro attenzione e le loro speranze all’autodeterminazione dei popoli per rifondare nuove strutture sociali.

Ma costoro cosa fanno? Fondano nuovi partiti! E addirittura molti sedicenti “sovversivi” dall’indipendentismo sono ripiegati all’autonomia.                                                      Giusto quello che pare delinearsi in Catalogna.                                                                                        Ma l’autonomia promessa da Luca Zaia & Co. quale sarà? Le indiscrezioni sinora giunte non sono rassicuranti. Per i tempi poi… malgrado le promesse e i proclami stiamo ancora aspettando!

Alcuni di questi “sovversivi” si giustificano dicendo: «Se non passasse l’autonomia Veneta, non ci perderebbe solamente la faccia il ministro delle autonomie Erika Stefani, ma sarebbe una sconfitta cocente anche per Luca Zaia e Matteo Salvini. Un errore politico che pagherebbero carissimo.

Attualmente un elettore su due in Veneto propende per votare Lega, ma se l’autonomia non arrivasse, sarebbe un errore politico che costerebbe molto al loro partito. […] La lega non potrebbe permettersi un errore del genere, l’effetto domino nefasto, sarebbe alimentato in tutto lo stivale e quello che Salvini ha costruito con fatica sarebbe irrimediabilmente perduto. Perché i Veneti hanno una caratteristica. Non scordano mai un torto subito!»

Sulla questione: “perdere la faccia”, Umberto Bossi ha sicuramente perso la sua, tuttavia siede ancora in Parlamento. E se mi dovessero chiedere un elenco di chi ha perso la faccia e siede ancora nelle istituzioni, mi rifiuterei di prestarmi all’opera.

Troppo vasto il lavoro per un anziano pensionato come me. Eppoi non trascuriamo che molti politici sono persone “eccezionali”, hanno la faccia come il culo…! Ma quello che sorprende di questi autonomisti pseudo indipendentisti – privi di un progetto istituzionale condiviso – che ad ogni piè sospinto citano l’esperienza catalana, è che sembrano scordare quanto è successo da quelle parti.

Come viene scritto qui: Gli indipendentisti sembrano anche aver trascurato numerosi aspetti strategici, giuridici e amministrativi. Intanto la questione essenziale della sicurezza delle frontiere terrestri, marittime e aeree di un futuro Stato, e quella di un programma fiscale degno di questo nome che permetta di finanziare l’insieme delle amministrazioni sono state accennate in un modo molto evanescente. […]

Indubbiamente la Catalogna possiede una cultura ed una lingua ricche, è dotata di confini geografici ben identificati, d’altra parte la sua popolazione non condivide un progetto politico comune, poiché più della metà di essa si dice favorevole al fatto che la regione rimanga parte integrante del regno spagnolo.

 […] “Il problema è che c’è una carenza di maturità politica del campo indipendentista”, confida un vecchio compagno di strada di Carles Puigdemont, deluso, che chiede l’anonimato.

“Non ci prende sul serio nessuno in Europa, perché non abbiamo saputo dimostrare di avere un programma, e neanche una visione politica o economica di ciò che intendiamo realizzare.

Restiamo centrati sul fatto che vogliamo l’indipendenza, ma rifiutiamo di seguire le regole, anche quelle del diritto internazionale […] diciamo che vogliamo restare in Europa, ma non vogliamo accettare il fatto che se la Catalogna ottiene l’indipendenza, ne sarà esclusa d’ufficio.

Questo modo di fare politica era destinato alla sconfitta”. E conclude: “Se vogliamo veramente l’indipendenza, dobbiamo accettare che bisogna seguire un processo legale che richiederà degli anni”.

I fondatori di nuovi partiti o movimenti indipendentisti veneti trascurano il fatto che, non solo in Catalogna come in Spagna, in Italia e da qualche altra, parte uno dei problemi che più preoccupano i cittadini oggi, dopo la disoccupazione, la corruzione e la crisi economica, è quello della politica e dei politici.

La cattiva reputazione dei politici, che deteriora le istituzioni, ha le sue radici nelle malformazioni tipiche delle avariate democrazie contemporanee: i poteri del Parlamento sono largamente esercitati dai partiti, ed essi non rispettano la democrazia sostanziale, ovvero eludono le regole e gli strumenti della democrazia diretta.

Sulla «inutilità» dei sedicenti indipendentisti l’ennesimo esempio ci viene fornito dal Consigliere Regionale Antonio Guadagnini. Egli si guarda bene dall’agire per eliminare il ridicolo referendum consultivo, o sostenere le proposte popolari di democrazia diretta che giacciono da anni in Regione Veneto. Pensa d’agire da indipendentista promuovendo la presentazione del libro del Prof. Andrea Favaro dal titolo “Io Sovrano, discussione sui fondamenti teorici dell’autodeterminazione” (Mercoledì 14 novembre alle ore 12, presso il Consiglio Regionale del Veneto a palazzo Ferro-Fini).

 Un’azione che indipendentemente dal valore dell’opera e del suo autore, corrisponde a pestare l’acqua nel mortaio; ossia fa una fatica inutile. Mentre si guarda bene dal progettare un nuovo assetto sociale per la organizzazione di quel “potere costituente” che propaganda di perseguire.

Questa reticenza implica un tipo di corruzione che la legge penale non punisce, ma che incoraggia l’espansione di altre forme punibili. E quando hai rinunciato a supportare ciò che nell’interesse della collettività veneta, gettando via princìpi e convinzioni, l’unico compenso è assicurarsi un beneficio personale.

Insomma, la mancanza di un progetto politico-istituzionale che faccia da supporto all’autodeterminazione del Veneto, è la stessa mancanza che viene imputata agli indipendentisti catalani.

 Ma mentre i catalani portano in piazza milioni di persone, la manifestazione più numerosa degli indipendentisti veneti fu a Bassano del Grappa, (vedi qui) il primo dicembre 2013, con circa tremila persone. Quello che gli autonomisti-indipendentisti non sembrano considerare è che Giordano Bruno già sapeva come funzionavano le cose, e infatti fu messo al rogo il 17 febbraio 1600 in Campo dé Fiori a Roma. Da allora ad oggi, a parte i roghi, non è cambiato nulla, e le sue parole certi autonomisti-indipendentisti dovrebbero scolpirsele nella mente e nel cuore: «Che mortificazione! Chiedere al potere di riformare il potere. Che ingenuità!»

(Enzo Trentin).

 

 

 

 

Perché Draghi non può

andare al Quirinale.

msn.com-Huffpost- Roberto Frega-(28-12-2021)- ci dice:

 

Draghi non può andare al Quirinale. Per ragioni squisitamente istituzionali. Farlo significherebbe snaturare l’impianto costituzionale del nostro sistema politico, svendendo il prestigio dell’istituzione politica più importante per motivi rispettabili ma pur sempre pragmatici e di corto respiro. Garantire la stabilità dei conti, presiedere alla corretta implementazione del PNRR, ecc.

Diciamolo ancora una volta: l’Italia è una Repubblica parlamentare, non presidenzialista. Il nostro sistema politico, per quanto fragile, si regge su un principio molto chiaro, ovvero che la prima carica dello stato non ha potere esecutivo ma di mera garanzia. Presiede il CSM, dichiara la guerra, può sciogliere le camere, nomina il Presidente del Consiglio, promulga le leggi approvate dal Parlamento, ecc. Può svolgere questi indispensabili ruoli di garanzia proprio perché è fuori dalla mischia dell’azione. Egli non governa. Sovrintende, al massimo, all’esercizio degli altri poteri, ciascuno sovrano nella propria sfera di autonomia. Non interferisce nell’esercizio corrente dei poteri esecutivo, legislativo, o giudiziario. È un arbitro e non un giocatore.

Il suo ruolo non è e non può essere esecutivo perché solo a questa condizione, di essere fuori dalla mischia, il presidente della Repubblica può esercitare il proprio ruolo di arbitro imparziale dotato. Proprio questo status di attore super partes gli conferisce quell’autorità morale che si è rivelata più volte indispensabile per risolvere i conflitti politici e sociali più gravi. Si tratta di un ruolo fondamentale, indispensabile, il solo che sino ad ora si è rivelato capace di traghettato il paese fuori dai suoi momenti più bui.

Se Draghi muovesse da Palazzo Chigi al Quirinale l’equilibrio che regge l’edificio costituzionale sarebbe di fatto compromesso.                   Per poter continuare ad esercitare il proprio ruolo di guida autorevole, infatti, Draghi dovrebbe, ancorché informalmente, portare al Quirinale funzioni esecutive che sono di competenze esclusiva di Palazzo Chigi. Senza questa violazione degli equilibri costituzionali, Draghi non potrebbe continuare a fare ciò per cui si desidera farlo diventare Presidente della Repubblica, ovvero prendere decisioni esecutive, cioè governare.

Il paradosso sta tutto qui: nel voler Draghi al Quirinale per prolungare gli effetti positivi del suo ruolo come capo dell’esecutivo quando il ruolo del presidente della Repubblica è tutt’altro.

Non solo Draghi presidente della Repubblica non avrebbe l’autorità per indirizzare l’esecutivo ma, più gravemente, questa forzatura degli equilibri produrrebbe un gravissimo vulnus istituzionale.

Da esattamente trent’anni, quando esplose Mani Pulite, l’Italia è nel mezzo di una transizione incompiuta che ha visto succedersi riforme sempre parziali e non coordinate (del sistema elettorale, della composizione delle Camere, del potere delle Regioni). In questo quadro, solo la presidenza della Repubblica, come carica istituzionale, ha permesso di tenere fermo il timone e garantire stabilità al Paese. Compromettere questo ancoraggio in cambio di un po’ di Draghi in più rappresenta una visione miope e di corto periodo le cui conseguenze di lungo periodo sono imprevedibili. A questo argomento istituzionale contro l’elezione di Draghi a presidente della Repubblica si aggiunge poi un argomento pragmatico: oltre che essere istituzionalmente catastrofica, questa soluzione sarebbe anche inutile. Comprometteremmo le nostre istituzioni politiche in modo irreversibile senza nemmeno ottenere i risultati che desideriamo.

Questa soluzione, al massimo, garantirebbe la sopravvivenza dell’attuale compagine di governo fino alle elezioni del 2023.

Con l’elezione di un nuovo parlamento e di un nuovo esecutivo, quale sarebbe il margine di manovra di Draghi Presidente della Repubblica?               E’ difficile pensare che la sua capacità di persuasione, una volta scollegata dal potere formale, sarebbe sufficiente a dare al nuovo governo un chiaro indirizzo.

Più probabilmente, Draghi diventerebbe il facile capro espiatorio di leader politici di nuovo esposti alla ricerca del consenso, non totalmente liberi di agire a loro discrezione, tentati dalla ricerca di un colpevole su cui scaricare la responsabilità di scelte inevitabili di cui non vogliono assumersi la paternità. Ecco allora che il nonno d’Italia prenderebbe il posto dell’Europa: ciò che una volta i partiti dicevano di fare perché ‘ce lo chiede l’Europa’, ora potrebbero più semplicemente dire di farlo perché ‘ce lo chiede Mario Draghi’.

Il risultato sarebbe una sistematica e profonda delegittimazione della carica più importante della nostra Costituzione, la perdita dei quell’aura morale possibile in quanto e soltanto perché il presidente della Repubblica è un player fuori della mischia.

Si lasci dunque Draghi a fare il suo dovere fino alla scadenza naturale del suo mandato. La politica ha il dovere di riprendere le proprie funzioni come sempre ha fatto dopo l’intervento di Presidenti del Consiglio dal profilo super partes. Prima di Draghi ci sono stati Lamberto Dini, Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti. Tecnici prestati alla politica per il tempo necessario per realizzare riforme urgenti e strutturali. Ciampi è successivamente salito al Colle, ma in un ruolo che non si prestava ad alcuna confusione istituzionale. Tra il termine del suo incarico da Presidente del Consiglio e la sua elezione a Presidente della Repubblica sono passati cinque anni.

Se oggi Mario Draghi fosse eletto presidente della Repubblica, la motivazione non sarebbe quella, stabilita dalla Costituzione, di eleggere una personalità super partes alla più alta carica dello stato, ma quella di rispondere in modo maldestro all’incapacità del sistema politico di assumersi la responsabilità di assicurare al paese il governo autorevole e rappresentativo di cui ha bisogno. In questo Mario Draghi ha mille volte ragione: nessuno, lui compreso, è indispensabile. I partiti devono avere il coraggio delle loro scelte: difendere le istituzioni, schierarsi al loro fianco e eleggere un bravo servitore dello stato alla più alta carica. I nomi non mancano.

Draghi al Quirinale? Partiti spiazzati .

 

 

 

 

FICHTE: I TRATTI FONDAMENTALI DELL’EPOCA PRESENTE.

Homolaicus.com-Giuseppe Bailone-(11-gennaio 2016)- ci dice :

 

Tra il 1804 e il 1805, Fichte tiene diciassette lezioni di filosofia “popolare” su                         “I tratti fondamentali dell’epoca presente”, che pubblica nel 1806.

Egli è convinto di vivere un momento storico particolarmente importante, intenso e di transizione. Si tratta, infatti, del tempo della rivoluzione americana, della rivoluzione francese, dell’impresa napoleonica, che hanno cambiato il volto della storia e impresso una forte accelerazione al suo corso.

Nella prima lezione, tenuta la domenica del 4 novembre 1804, fissa i concetti fondamentali della sua filosofia della storia.

Fichte, filosofo rigorosamente sistematico, comincia con il precisare che cosa intende per “quadro filosofico dell’epoca attuale”.

È “filosofica solo quella visione che riconduce un molteplice esistente dell’esperienza all’unità del principio uno e comune, e di nuovo spiega e deduce esaustivamente da questa unità quel molteplice”.

Ci sono due modi radicalmente diversi di parlare del proprio tempo, quello del “cronista” e quello del filosofo.

Il cronista è un empirista, che raccoglie e narra “taluni fenomeni rilevanti nel modo in cui gli si presentano nell’osservazione contingente, senza poter mai esser sicuro di averli colti nella loro interezza, e senza poter mai indicare una connessione dei medesimi diversa da quella in cui essi sono ora raccolti proprio in un solo e medesimo tempo”.

Il filosofo del proprio tempo, invece, “cercherà un concetto dell’epoca indipendente da ogni esperienza, che in quanto concetto non può comparire in alcuna esperienza, ed esporrà i modi in cui questo concetto compare nell’esperienza, in quanto fenomeni necessari di quest’epoca; in questa esposizione poi egli avrà esaurito dal punto di vista concettuale i fenomeni, avendoli dedotti tra loro nella necessità della loro connessione mediante il concetto fondamentale a loro comune”.

Il cronista si ferma al contingente, il filosofo arriva alla “necessità”. Il primo registra i fatti e cerca di farne una composizione d’insieme, il secondo parte dall’unità concettuale. Entrambi compiono un’analisi e una sintesi, ma il filosofo lo fa a partire dal principio unitario, che orienta sia l’analisi sia la sintesi; il cronista si limita a raccogliere i singoli elementi nella loro particolarità senza vederli come parte di un tutto, e poi costruisce un tutto come messa insieme di quegli elementi, facendo operazioni che non possono, pertanto, mai essere esaustive. La differenza la fa l’elemento a priori, fondamentale nel lavoro del filosofo, assente in quello del cronista.

Fare filosofia, per Fichte, significa non limitarsi ai fatti così come si presentano nell’esperienza, ma approfondirne il significato, riconducendoli a quell’unità concettuale a priori che li sistema in un ordine necessario.

Per capire filosoficamente il proprio tempo, però, questo non basta: il proprio tempo è solo una parte del tempo tutto, un elemento della totalità temporale.

S’impone, quindi, la necessità filosofica di coglierlo nel suo rapporto necessario con la totalità temporale di cui è parte. Anche qui, però, non ci si può fermare al contingente, come fa il cronista. Bisogna poter contare su una comprensione unitaria dell’avventura umana, su una filosofia della storia.

 

“È chiaro pertanto che, per caratterizzare correttamente sia pure una singola epoca e, se ne ha intenzione, il filosofo deve aver compreso semplicemente a priori e penetrato nell’intimo l’intero tempo e tutte le sue possibili epoche.

Questa comprensione dell’intero tempo ne presuppone, al pari di ogni comprensione filosofica, un concetto unitario, il concetto di un compimento predeterminato quantunque progressivo di questo tempo, nel quale ogni successivo anello è condizionato da quello antecedente; o, volendo esprimere ciò più concisamente e nella maniera usuale, essa presuppone un piano universale, di cui si possa chiaramente intendere l’unità e da cui si possano dedurre appieno e vedere in maniera distinta le epoche capitali della vita umana sulla terra, così nella loro origine come nella loro reciproca connessione. Il primo, vale a dire quel piano, è il concetto unitario dell’intera vita dell’uomo sulla terra; le ultime, ovvero le epoche capitali di questa vita, sono i concetti unitari di ogni epoca particolare, or ora menzionati, da cui devono essere nuovamente dedotti i suoi fenomeni.

Abbiamo quanto segue: anzitutto, un concetto unitario dell’intera vita, che si scinde in differenti epoche intelligibili solo l’una assieme all’altra e mediante l’altra; indi, ognuna di queste epoche particolari è di nuovo concetto unitario di una particolare era e si manifesta in molteplici fenomeni”.

Compaiono subito con nettezza, in questi passi citati dalla prima lezione, i due tratti, l’unilinearità e la necessità, dell’idea di progresso storico destinata ad affermarsi ampiamente nell’Ottocento e oltre.

Il primo fondamentale concetto, “la prima pietra dell’edificio da costruire”, è il senso unitario e necessario della vicenda umana sulla terra.

“Lo scopo della vita dell’umanità sulla terra è di istituirvi con libertà tutti i rapporti secondo ragione”.

La ragione che si realizza progressivamente e unilinearmente nella storia non è quella facoltà umana limitata di cui parlavano i filosofi illuministi: è la ragione assoluta, che si realizza, di volta in volta, nelle realtà umane finite e determinate, ma non si esaurisce in esse.

 

La storia umana è opera di un principio infinito, divino, che si fa umanità concreta e ne determina il cammino storico.

Fichte, aggrappandosi all’imperativo categorico e alla ragion pratica assoluta di Kant, è andato molto oltre la concezione illuministica della ragione: la ragione di cui parla in queste lezioni è Dio stesso, inteso come Provvidenza storica. È questo il vero e unitario soggetto della storia umana.

Colto il senso unitario della storia tutta, questa può essere studiata nelle sue articolazioni: la storia, infatti, è una, ma è fatta di parti e va quindi divisa.

La prima divisione della storia è da farsi in due “capitali epoche ed ere”.

C’è una prima grande epoca, “in cui il genere vive ed è, senza aver ancora istituito con libertà i suoi rapporti secondo ragione”; e una seconda, in cui il genere umano “realizza con libertà questa istituzione secondo ragione”.

Fichte spiega e precisa: “Dal fatto che il genere umano non ha ancora istituito con libero atto i suoi rapporti secondo ragione, non ne consegue che questi rapporti in generale non si indirizzino verso quest’ultima, e perciò insieme alla prima cosa non si deve assolutamente asserire la seconda.

 Sarebbe possibile che la ragione, per se stessa e per forza propria, abbia determinato e ordinato i rapporti dell’umanità, senza alcun concorso della libertà umana. E così, poi, è realmente. La ragione è la legge fondamentale della vita di una umanità come di ogni vita spirituale;                                                                e in questo e in nessun altro modo andrà assunto in queste conferenze il termine «ragione».

 Senza l’efficacia di questa legge un genere umano non può affatto venire all’esistenza, o, se potesse venirvi, non può persistervi un attimo in assenza di essa. Di conseguenza, là dove non può ancora operare tramite la libertà, come nella prima epoca, la ragione opera come legge e come forza naturale; tuttavia in maniera tale da sopravvivere e mostrarsi all’opera nella coscienza, senza però cognizione dei principi e pertanto nel sentimento oscuro (così designiamo infatti la coscienza priva della cognizione dei principi).

Detto in breve e con linguaggio ordinario: la ragione opera come oscuro istinto là dove non può operare tramite la libertà”.

È del tutto evidente che il cronista della storia, col suo affidarsi all’accertamento empirico dei fatti, non può assolutamente arrivare a cogliere in questi il manifestarsi della ragione assoluta come “oscuro istinto”. Ci vuole da subito un avvio aprioristico, come solo il filosofo è in grado di fare.

La storia la fa la ragione, prima e dopo l’affermarsi progressivo della libertà.

In questa filosofia fichtiana della storia l’umanità è sempre considerata come genere, nel suo insieme, senza fermarsi ai diversi individui umani.

Una seconda articolazione della storia prospetta cinque grandi epoche, che Fichte presenta sinteticamente più volte, quasi sempre negli stessi termini, nelle prime lezioni.

“L’epoca del dominio incondizionato della ragione mediante l’istinto: stato di innocenza del genere umano.

L’epoca in cui l’istinto di ragione è mutato in un’autorità esercitante una costrizione esteriore: l’età dei sistemi di dottrina e di vita positivi, che mai risalgono ai principi ultimi e per questo non sono capaci di convincere, ma hanno brama di costringere, esigendo fede cieca e obbedienza incondizionata: stato dell’incipiente peccato. [Nella quinta lezione c’è, nella definizione di quest’epoca, un elemento in più, che la rende meglio: “Quella in cui questo istinto, che è divenuto più debole e si esprime ancora solo in pochi eletti, viene trasformato da costoro in un’autorità esteriore costrittiva per tutti”]

L’epoca della liberazione, immediatamente dall’autorità imperante, mediatamente dall’egemonia dell’istinto di ragione e della ragione in generale, in tutte le sue forme: l’età dell’assoluta indifferenza verso ogni verità e dell’assoluta sfrenatezza senza un filo conduttore: stato della completa peccaminosità. [Nella quinta lezione: “Quella in cui questa autorità, e con essa la ragione nell’unica forma in cui essa è finora esistita, sono rigettate”]

L’epoca della scienza della ragione: l’età in cui la verità viene riconosciuta come ciò che è supremo e viene amata nel modo più elevato: stato della nascente giustificazione.

L’epoca dell’arte della ragione: l’età in cui l’umanità con mano sicura e infallibile si erige essa stessa nella copia precisa della ragione: stato della compiuta giustificazione e santificazione”.

“L’intero cammino – continua Fichte – che secondo questa enumerazione l’umanità ha percorso quaggiù non è altro però che un ritorno al punto in cui già si trovava in principio, e non si propone che di far ritorno alla propria origine.

Solo che l’umanità deve compiere questo cammino con le proprie gambe: affidandosi alle proprie forze, essa deve fare nuovamente da sé ciò che è stata senza alcun apporto da parte sua; e per questo motivo essa doveva cessare di essere tale.

 Se non potesse fare di sé in prima persona ciò che è in se stessa, l’umanità non sarebbe precisamente una vita in atto; e in generale, poi, nessuna vita sarebbe effettivamente divenuta, ma tutto sarebbe perdurato in un essere morto, immobile e rigido.

 In Paradiso – per servirmi di una nota immagine – nel Paradiso del retto agire e dell’esser retto senza sapere, sforzo e arte, l’umanità si desta alla vita. Appena ha preso l’ardire di rischiare la propria vita, giunge l’angelo armato di spada di fuoco che [/] costringe a esser giusto, e la caccia dalla sede della sua innocenza e della sua pace.

Senza requie e fuggitiva, l’umanità va errando ora per i desolati deserti, a stento azzardandosi a fissare dimora, per paura che ogni suolo sprofondi sotto i suoi passi. Divenuta più audace per la necessità, essa s’insedia infine miseramente, e col sudore della sua fronte dissoda il suolo dalle spine e dai cardi dell’imbarbarimento per coltivare l’amato frutto della conoscenza.

Il piacere che le procura le apre gli occhi e rende ferma la sua mano, ed essa si costruisce da sé il suo Paradiso a immagine di quello perduto; cresce per lei l’albero della vita, essa tende la sua mano verso il frutto, e mangia, e vive nell’eternità”.

La storia umana è un viaggio di ritorno. Il suo punto d’arrivo è dato dal suo inizio, che va riguadagnato con un lungo percorso della coscienza, intesa come progressiva comprensione dell’ordine razionale, necessario, divino, che eternamente governa il mondo. E la libertà è da intendersi come coscienza di questa necessità. Il percorso è preordinato: le grandi epoche della storia sono cinque, aprioristicamente dedotte; non ce ne sono altre.

Questo percorso, come già abbiamo notato, riguarda l’umanità come genere.

Gli individui di una stessa epoca possono trovarsi in posizioni diverse: non tutti “sono realmente prodotti del proprio tempo e nei quali questo tempo si esprime nel modo più chiaro. Qualcuno può essere in ritardo sulla propria epoca, perché nel corso della propria formazione non è mai venuto a contatto con una massa sufficiente dell’individualità universale, mentre la cerchia ristretta in cui si è formato è ancora un residuo del tempo passato. Un altro può essere in anticipo sulla propria epoca e recare già in petto l’esordio del tempo nuovo, mentre tutt’intorno domina il tempo per lui passato, ma in verità effettivo, presente ed attuale”.

All’inizio della seconda lezione, Fichte ripete la sua idea di storia: “La vita del genere umano non dipende dal cieco caso, né è dappertutto uguale a se stessa, come spesso si lascia percepire in superficie, talché sempre sarebbe stata e sempre rimarrà com’è ora; bensì essa compare e avanza secondo un piano stabilito che deve necessariamente essere conseguito, e perciò lo sarà di sicuro”.

Poi, ripetute anche le cinque epoche storiche, passa a parlare di quella attuale, la terza, quella che “si libera dall’istinto di ragione impostole con una costrizione imperiosa”.

Precisa subito che in quest’epoca non colloca “tutti gli individui viventi, ma solo quelli che sono prodotti del tempo e nei quali la loro epoca si esprime in maniera chiara e pura”.

E fa per le nazioni un’analoga puntualizzazione: “Chiaramente, si può giudicare e conoscere un’epoca solo in quelle nazioni che si trovano al culmine della cultura; ma poiché la cultura è passata da un popolo all’altro, anche una medesima epoca potrebbe facilmente passare con questa cultura da un popolo all’altro, restando invariabilmente la stessa nel suo principio, malgrado ogni mutamento del clima e del suolo, e, dunque, in virtù del fine di unificare tutti popoli in una grande comunità, il tempo potrebbe arrestarsi nel medesimo luogo per un considerevole tratto del tempo cronologico e costringere per così dire all’immobilità il corso del tempo. In particolare, potrebbe verificarsi con un’epoca come quella che abbiamo da descrivere in cui dei mondi affatto avversi si scontrino e si combattano tra loro, sforzandosi di raggiungere lentamente un equilibrio e con ciò di ottenere l’estinzione spontanea del tempo antico”.

Ecco allora la massima di coloro che si collocano pienamente nell’epoca attuale: “Non ammettere assolutamente nulla come esistente e vincolante, se non quanto si comprende e si concepisce chiaramente”.

Gli uomini, in un primo tempo guidati dall’istinto della ragione, poi dall’autorità di pochi individui, si liberano, adesso, di ogni autorità e guida. Diventano maggiorenni, autonomi; ma, per Fichte, quest’autonomia è ancora immatura e produce scetticismo generalizzato.

In questa terza epoca, infatti, l’umanità, avendo imparato a servirsi della ragione, lo fa imponendo il suo punto di vista particolare. Genera così una babele caotica di posizioni e di teorie. Avviene, cioè, che gli uomini, avendo imparato a fare qualche passo da soli, si liberano di ogni autorità e si perdono nel vuoto.

“In quanto avversaria dichiarata di ogni cieco istinto di ragione e di ogni autorità, questa terza epoca – sostiene Fichte nella quinta lezione – ha eretto a massima di non accordare semplicemente a null’altro validità che a quanto essa concepisce – va da sé – immediatamente con il sano intelletto dell’uomo, già esistente ed ereditato senza sforzo e lavoro da parte sua. […]

La ragione, quale che sia la forma in cui si presenta, se in quella dell’istinto o in quella della scienza, si volge sempre alla vita del genere in quanto tale; eliminata e soppressa che sia la ragione, null’altro resta che la semplice vita personale dell’individuo; di conseguenza, alla terza epoca, che si sbarazza della ragione, non resta altro che quest’ultima vita; ovunque essa si sia manifestata realmente in se stessa e sia giunta a coerenza e chiarezza, non resta null’altro che il mero egoismo puro e nudo; da ciò segue allora in maniera del tutto naturale che l’innato e saldo intelletto della terza epoca non possa assolutamente essere né contenere nient’altro che l’accortezza di promuovere il proprio vantaggio personale.

I mezzi per la conservazione e il benessere della vita personale possono essere rinvenuti unicamente attraverso l’esperienza, poiché né l’istinto animale, come nella bestia, né la ragione che ha per scopo soltanto la vita del genere, sono istruttivi in proposito; e di qui deriva, come un tratto caratteristico di una tale epoca, la magnificazione dell’esperienza come unica fonte del sapere. […]

In breve, la fondamentale proprietà permanente e il carattere di tale epoca è di fare solo per sé e per il suo proprio utile ogni autentico prodotto della medesima, tutto quel che essa pensa e fa; allo stesso modo che il principio opposto di una vita conforme a ragione è consistito nel fatto che ognuno sacrifica la propria vita a quella del genere, o – poiché si è trovato in seguito che il modo in cui la vita del genere è entrata nella coscienza ed è diventata forza e impulso nella vita dell’individuo si chiama idea – nel fatto che ognuno pone la sua vita personale e ogni forza e ogni piacere della medesima a servizio delle idee. […]

Anzitutto, è nella differenza indicata, secondo che la vita sia posta unicamente al servizio di ciò che è personale e vi sia assorbita, o sia sacrificata all’idea, che risiede in generale la differenza tra la vita contraria e quella conforme alla ragione; e per ciò che riguarda l’ultima non fa qui alcuna differenza se quest’idea si manifesti interiormente come oscuro istinto nella prima epoca, o se sia suscitata dall’esterno con autorità imperiosa nella seconda, o se sia presente nella scienza in maniera limpida e chiara nella quarta, o domini con uguale chiarezza, in quanto arte della ragione, nella quinta. A questo riguardo, la terza epoca non si oppone affatto a una delle restanti in particolare, ma, assolutamente contraria alla ragione quanto al contenuto, si oppone a tutto il resto del tempo ugualmente conforme alla ragione quanto al contenuto, solo ogni volta sotto un’altra forma esteriore”.

La storia è governata dalla ragione prima e dopo l’epoca attuale, quella della “compiuta peccaminosità”. Questa, tuttavia, è un momento necessario perché si affermi consapevolmente e liberamente la ragione nella storia.

La critica all’illuminismo, come età della critica, dell’individualismo, dei diritti individuali, dell’egoismo e dell’utilitarismo, non poteva essere più radicale: esso è il momento della perdita di ogni rapporto con la ragione, con l’idea, dello smarrimento dell’umanità nel particolarismo empirico; ma questo, come la notte, prepara il nuovo giorno della storia umana. Fiche, formatosi in ambiente culturale illuministico, ne prepara il superamento, che è, nello stesso tempo, un recupero del passato e della tradizione in forma nuova.

Nell’epoca presente domina il concetto, in assenza dell’idea.

Fiche usa qui il termine “concetto” con un significato riduttivo, per distinguerlo dall’idea. Distingue, infatti, “i concetti che possono venire nell’intelletto dell’uomo meramente sensibile per via dell’esperienza, e le idee che, senza il minimo concorso dell’esperienza, si infiammano in colui che è ispirato grazie alla vita in se stessa autonoma”.

Sostiene di aver “storicamente provato che da sempre si è vissuto nelle e mediante le idee, e che tutto ciò che di grande e di buono si trova adesso nel mondo è prodotto di questo modo di vita”.

L’epoca presente, invece, si presenta sì come l’epoca della scienza, ma di una scienza costruita solo con concetti. È quindi un’epoca che della scienza ha solo la forma vuota, “dato che le difetta del tutto ciò per mezzo del quale soltanto la scienza riceve un contenuto: l’idea”.

Infatti, “l’idea, là dove essa prende a vivere, dona una forza e un’energia incommensurabili, e da essa soltanto scaturisce forza; pertanto, un’epoca che faccia a meno delle idee sarà un’epoca debole e molle, e tutto quel che ancora fa e in cui dà segni di vita lo attuerà in modo fiacco e malsano”.

Ecco, allora, che le comunicazioni scientifiche di quest’epoca “somigliano a della sabbia lanciata in aria, in cui ogni granello è precisamente per sé anche un tutto, e tutti non son tenuti assieme che dall’aria vuota. Una trovata magistrale per l’esposizione di un’epoca simile sarebbe se si riuscisse a presentare le scienze secondo l’ordine alfabetico”.

Ecco colpita e affondata, come in un gioco a battaglia navale, l’impresa più significativa della cultura illuministica, l’Enciclopedia!

Ben diversa è la comunicazione delle idee.

 

“Non è così per chi ha da comunicare delle idee e viene spinto da esse alla comunicazione. Non è lui stesso che parla, ma è l’idea che parla o scrive in lui servendosi di tutta la forza insita in essa; e buona è solo quella conferenza in cui non è l’oratore a voler presentare la cosa, ma la cosa stessa si esprime e si configura in parole attraverso l’organo dell’oratore. Che almeno un tempo vi siano state conferenze simili, e che da sempre non si sia evitato di infervorare il lettore e l’ascoltatore, lo provano gli scritti che ancora ci restano dell’antichità classica, di cui la terza epoca, se è carente, cercherà di abolire lo studio, e di far passare di moda l’apprendimento delle loro lingue, perché essa soltanto abbia il pregio e l’onore nelle sue opere.

L’idea, e solo l’idea, riempie, appaga e vivifica l’animo; pertanto, un’epoca priva delle idee deve necessariamente avvertire un gran vuoto, che si manifesta come noia infinita, da cui non ci si può mai sollevare a fondo e che sempre ritorna; essa deve tanto provare quanto procurare noia. Presa da questo spiacevole sentimento, tale epoca cerca di ricorrere a quel che le appare come l’unico antidoto: l’arguzia”. Questa, però, le rimane negata, “perché solo chi è capace di idee è anche capace di fare dello spirito”.

Gli uomini si perdono nella “compiuta peccaminosità”, ma questa non è la fine del mondo e della storia: la fortissima tensione etica, che l’ha sempre sostenuto, porta Fiche a pensare che, toccato il fondo, l’uomo si rialza, che il peccato è la condizione del riscatto morale. Anche e soprattutto perché la storia non la fa l’uomo con i suoi limiti, ma la ragione assoluta, che in quei limiti si cala per realizzarsi.

Manca ancora mezzo secolo alla pubblicazione dell’idea di Darwin, ma, Fichte, nella nona lezione, si presenta già nettamente contrario a un’antropologia che non ponga una distanza radicale tra l’uomo e gli altri animali.

Respinge, infatti, la collocazione che Linneo fa dell’homo sapiens nell’ordine dei primati e i tentativi dei naturalisti legati all’impresa dell’Enciclopedia di spiegare, anche con il soccorso dei racconti di esploratori sulle condizioni dei popoli ancora molto lontani dalla civiltà europea, la nascita progressiva della cultura a partire dallo stato selvaggio umanità:

“Le travagliate ipotesi che si sono […] accumulate nei resoconti di viaggio, sono, a nostro avviso, fatica e lavoro sprecati. Da nulla si guardino maggiormente sia la storia che una certa semi-filosofia che dalla fatica completamente irrazionale e ognora vana di innalzare alla ragione la sragionevolezza attraverso una progressiva diminuzione del suo grado, e – se si concede loro una serie sufficiente di millenni – di far discendere infine da un orangutan un Leibniz o un Kant!”.

L’ottimismo e il provvidenzialismo, che caratterizzeranno molte filosofie della storia ottocentesche, sono già ben presenti in queste lezioni.

“Una tale epoca del puro e semplice concetto di esperienza – scrive Fichte all’inizio dell’ottava lezione – e del mero sapere formale provoca, già per la sua essenza, il contrasto con sé, e reca in se stessa il fondamento della propria reazione contro se stessa”. Nel male stesso c’è il suo antidoto: “Non può invero mancare che singoli individui, o perché avvertono l’arida desolazione e la terribile vacuità dei risultati del principio stabilito, o per semplice desiderio di avviare qualcosa di assolutamente nuovo – desiderio che abbiamo finanche rinvenuto tra i tratti fondamentali dell’epoca – non può mancare, dico, che questi individui, rovesciando, addirittura il principio dell’epoca, additino appunto come la rovina e come la fonte dei suoi errori la pretesa di voler concepire tutto”.

Rovesciando, però, un principio sbagliato si trova sì un rimedio simmetrico opposto, ma altrettanto sbagliato: infatti, continua Fichte, costoro erigono “a proprio principio l’inconcepibile in quanto tale e in nome della sua inconcepibilità, come l’unico di cui vi sia bisogno, come la vera fonte di ogni guarigione”.

Affermare questo principio non apre affatto l’epoca nuova, la quarta, “poiché questa non biasima affatto quella massima della concepibilità in sé e per sé, dato che la riconosce piuttosto come sua, ma biasima solo il concetto cattivo e inadeguato che è posto a fondamento di questo concepire e di cui si fa il criterio di ogni validità”. Infatti, “quel principio dell’inconcepibilità contraddice la forma della scienza ancor più immediatamente di quanto faccia il principio della concepibilità di ogni cosa attraverso il semplice concetto sensibile di esperienza. Infine, questo principio dell’inconcepibilità, in quanto tale, non è nemmeno un’eredità del passato. […]

 L’assolutamente inconcepibile dell’antichità pagana e giudaica – il Dio che procede arbitrariamente, che non si può mai prevedere ma sempre temere, con cui non ci si poteva che affidare alla buona sorte – si imponeva loro contro il loro volere, ben lungi dal fatto che essi l’avessero cercato e volentieri ne sarebbero stati liberati. L’inconcepibile della Chiesa cristiana fu stabilito invece come verità, non perché era inconcepibile, ma – senza riguardo al fatto che era riuscito in qualche modo inconcepibile – perché poggiava nella parola scritta, nella tradizione e nei canoni ecclesiali. Mentre la massima che noi abbiamo introdotto stabilisce tout court l’inconcepibile in quanto tale, e precisamente in nome della sua inconcepibilità, come ciò che vi è di supremo; e per tale ragione è un fenomeno del tutto nuovo della terza epoca”. E, così, anche questo fenomeno “per quanto sembri essere apertamente contrario alla terza epoca, rientra tuttavia tra i fenomeni necessari di quest’epoca e non deve andar perduto di vista in una compiuta caratteristica della medesima”.

Per completare il quadro della terza epoca, Fichte, nella nona lezione, prende in considerazione lo Stato. Egli è, infatti, convinto che “i restanti tratti e le determinazioni caratteristiche di ogni epoca poggiano sulla natura della condizione sociale e più in particolare dello Stato, e vi vengono determinati”. Avvalendosi della filosofia della storia, si tratta di “esporre come s’è realizzato tra gli uomini il concetto razionale dello Stato e in quale stadio di sviluppo dello Stato assoluto si trovi la nostra epoca”.

Ma, che cos’è lo Stato assoluto per Fichte?

“A nostro avviso, lo Stato assoluto – scrive nella decima lezione – è, nella sua forma, un istituto artificiale, volto a indirizzare tutte le forze individuali alla vita del genere e a fondervele, dunque a realizzare e a rappresentare esteriormente negli individui la forma dell’idea sopra descritta”.

Ci sono ancora elementi del contrattualismo, ma, si sta approdando a un’altra concezione, quella organicistica dello Stato.

Nello Stato, “l’individualità di tutti è interamente e assolutamente assorbita in questa costituzione, nel genere di tutti; e ognuno riottiene quel che ha dato in contributo per la forza generale, rafforzato dalla forza generale di tutti gli altri.                                 Lo scopo dell’individuo isolato è il proprio piacere, ed egli adopera le sue forze come suo mezzo; lo scopo del genere è la cultura e la dignitosa sussistenza ne è la condizione. Nello Stato ognuno non impiega le proprie forze immediatamente per il proprio piacere, ma per lo scopo del genere; ed egli ne riottiene l’intero stato culturale in cui si trova il genere e in più la sua dignitosa sussistenza personale”.

Lo Stato “non è i singoli ma il permanente rapporto dell’uno con l’altro, di cui il lavoro dei singoli – quali esistono nello spazio – è il fattore di sopravvivenza e di trasformazione”.

La piena e consapevole realizzazione dello Stato assoluto richiede che si affermi l’epoca della ragione delle due ultime epoche. Nelle epoche precedenti la realizzazione di questo fine è affidato all’«arte della natura», cioè all’azione della ragione assoluta che opera, nella prima epoca, attraverso l’istinto e, nella seconda, mediante l’autorità.

Fichte vede nel tempo presente, soprattutto in Germania, i segni di un movimento progressivo verso la realizzazione dello Stato assoluto o perfetto, che, per lui, è del tutto coincidente con la destinazione finale del genere umano.

“Lo scopo dello Stato – scrive nell’undicesima lezione – non è altro che quello dello stesso genere umano: che tutti i suoi rapporti vengano istituiti in base alla legge della ragione. Ora, lo Stato non si figurerà con chiara coscienza questo scopo che dopo l’epoca della scienza della ragione, nell’epoca dell’arte della ragione. Fino a quel momento esso continua a promuoverlo senza che lo sappia o che lo voglia in maniera ponderata, spinto dalla legge naturale dello sviluppo del nostro genere, e avendo di vista tutt’altro scopo; uno scopo, il suo, a cui la natura ha indissolubilmente legato quel primo che riguarda l’intero genere”.

Il compito di realizzare la destinazione dell’umanità, che il Fichte di formazione illuministica affidava agli individui, passa adesso a quelle soggettività complesse e organiche che sono le formazioni politiche.                      Il saggio su Machiavelli del 1707 e la valorizzazione della ragion di Stato e, poi, i Discorsi alla nazione tedesca, iniziati nel dicembre del 1707, portano a maturazione il particolarissimo nazionalismo tedesco fichtiano.

(Torino 11 gennaio 2016).

 

5G, ecco perché ”Inwit” strattona

un po’ il governo sul Pnrr.

Starmag.it- Chiara Rossi- Giovanni Ferigo-     (2 dicembre 2021)- ci dice :

 

Cosa ha detto su Pnrr e 5G Giovanni Ferigo, amministratore delegato di “Inwit”, la società delle torri partecipata indirettamente anche da Tim, in occasione del summit “5G Italy, organizzato da Cnit”.

 “Fondamentale lo sviluppo delle reti 5G. Il Governo si sta muovendo sicuramente nella giusta direzione per raggiungere nei tempi previsti gli obiettivi sulla “Gigabit Society”.

Lo ha detto Giovanni Ferigo, amministratore delegato di “Inwit”, la società delle torri partecipata da Tim, in occasione del summit 5G Italy, organizzato da Cnit.

“Tuttavia, per continuare questo percorso e realizzare tutti i progetti sulle “Reti Ultraveloci” previsti dal Pnrr – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza -, si dovrà rafforzare il processo di semplificazione e velocizzazione delle procedure per l’attuazione dei progetti, superando gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato la capacità di spesa e la modernizzazione del Paese” ha precisato il numero uno di “Inwit”.

Ma non solo. Secondo Ferigo, per consentire la realizzazione veloce delle reti 5G, è indispensabile l’adeguamento dei limiti di emissioni elettromagnetiche agli standard europei.

Inoltre “nel Pnrr forse qualche risorsa andrebbe dedicato alle location chiuse, come università, stazioni, luoghi di lavoro” auspica il numero uno di” Inwit”. Ricordiamo che il Pnrr italiano destina 6,71 miliardi alle reti ultraveloci e 5G (di competenza del ministro per la Transizione digitale Vittorio Colao).

Tutti i dettagli.

ADEGUAMENTO DEI LIMITI DI EMISSIONE ELETTROMAGNETICHE AGLI STANDARD EUROPEI.

“La semplificazione e lo snellimento delle procedure rappresenta solo un primo passo per sfruttare a pieno il potenziale delle reti di quinta generazione” ha evidenziato l’ad di “Inwit”. “Un altro elemento indispensabile per evitare ritardi nello sviluppo del 5G in Italia è l’adeguamento dei limiti di emissioni elettromagnetiche agli standard europei (i cd “limiti CEM”). Quelli italiani sono molto più stringenti rispetto a quelli vigenti negli altri Paesi dell’Ue (100 volte più bassi in termine di potenza)”.

Al momento in Italia i limiti sono a 6 volt per metro quadrato, soglia fissata ben 20 anni fa e 10 volte inferiore a quella applicata nei paesi dell’Unione europea, tra cui Germania, Francia e Spagna, con i quali il nostro paese è in competizione sul mercato globale delle esportazioni.

Negli ultimi tempi gli operatori telefonici esortano l’esecutivo a intervenire sulla revisione dei limiti di campo elettromagnetico.

VELOCIZZARE LA RICHIESTA DEI PERMESSI.

Inoltre, per il roll out del 5G l’Ad di Inwit ha detto che “ci sono degli ostacoli in merito alla velocità richiesta dai fondi stanziati; c’è stato un decreto di semplificazione a luglio ma di fatto non è stato adottato da nessuna città. Quindi arriviamo a 210 giorni di attesa” per avere un permesso per costruire una torre, 210 giorni cioè “un anno, mentre fra tre anni bisogna avere investito questi soldi per avere il 5G e quindi diventa un tema complicatissimo”.

COPERTURA CAPILLARE DELLA RETE MOBILE ANCHE INDOOR.

“Le reti di quinta generazione, secondo i dati del Desi Index 2021, hanno iniziato a coprire le prime zone abitate. Implementando una copertura capillare della rete mobile ultraveloce non soltanto in outdoor, con le torri di telecomunicazioni, ma anche all’interno dei luoghi di maggiore frequentazione pubblica con sistemi DAS (Distributed Antenna System) come abbiamo fatto alla nuvola di Fuksas per il G20 o small-cells come nel caso del comune di Sorrento, si può costruire un futuro sostenibile” ha spiegato Giovanni Ferigo.

FERIGO: “DAL PNRR RISORSE ANCHE PER LE LOCATION CHIUSE

“Va considerato che un cliente 4G consuma già in media 10 Gbyte/mese e che addirittura l’80% dei dati mobili è originato da indoor. Con il 5G è ragionevole pensare che questi numeri aumenteranno esponenzialmente: più dati (in media 10 volte più del 4G), più veloci (circa 10 volte meno degli attuali) e moltissime connessioni”.

Proprio per il numero uno di “Inwit” ha auspicato che “nel Pnrr forse qualche risorsa andrebbe dedicato alle location chiuse, come università, stazioni, luoghi di lavoro”.

D’altronde la società delle torri si occupa di “infrastrutture sia con macro-torri ma anche con coperture indoor”. Per questo — ha spiegato l’ad Ferigo — operiamo attraverso Das (Distributed Antenna System ) o small cell, piccole antenne che emettono pochissimi watt e si adattano a qualsiasi contesto”.

COSA C’È SCRITTO NEL PNRR.

In effetti, nel Pnrr, “nella Missione 1 Componente 2: Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo” non si menziona la copertura indoor.

“In particolare, sono state stanziate risorse — si legge nel Pnrr — per:

Portare la connettività a 1 Gbps (Piano “Italia a 1 Giga”) a circa 8,5 milioni di famiglie, imprese ed enti nelle aree grigie e nere NGA a fallimento di mercato, puntando alla piena neutralità tecnologica e facendo leva sulle migliori soluzioni tecnologiche disponibili, sia fissa che FWA. Nel piano sono ricomprese anche circa 450.000 unità immobiliari situate nelle aree remote (cosiddette case sparse), non ricomprese nei piani di intervento pubblici precedenti.

Completare il Piano “Scuola connessa”, per assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps ai 9.000 edifici scolastici rimanenti (pari a circa il 20 per cento del totale).

Assicurare connettività adeguata (da 1 Gbps fino a 10 Gbps simmetrici) agli oltre 12.000 punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale (Piano “Sanità connessa”).

Dotare 18 isole minori di un back-hauling sottomarino in fibra ottica (Piano “Collegamento isole minori”) per migliorare i collegamenti esistenti e rispondere alle crescenti esigenze di connettività BUL delle famiglie, imprese ed enti presenti.

Incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G nelle aree mobili a fallimento di mercato (Piano “Italia 5G”), ovvero le zone dove sono state sviluppate solamente reti mobili 3G e non è pianificato lo sviluppo di reti 4G o 5G nei prossimi anni.

 Nel Piano sono inclusi interventi per accelerare la diffusione della copertura 5G lungo oltre 2.000 km di corridoi di trasporto europei e 10.000 km di strade extra-urbane, per abilitare lo sviluppo di servizi a supporto della sicurezza stradale, della mobilità, della logistica e del turismo”.

E sull’importanza delle location chiuse Ferigo sottolinea che “Noi ci crediamo molto, stiamo proponendo sul mercato varie soluzioni. Siamo pronti a cogliere le sfide che ci sono, la nostra missione e creare infrastrutture micro e macro per ospitare tutti gli operatori, mobili e fixed wireless access”.

I BENEFICI DEL 5G SUL PIL.

Il numero di “Inwit” ha fatto presente che investendo nel 5G ne beneficerà anche il Pil.

“Da un’indagine di Analysys Mason, pubblicata a ottobre 2020 si stima che l’adozione di casi d’uso “full 5G” porterà benefici sul Pil europeo di circa 210 miliardi di euro e di oltre 14,2 miliardi di euro per l’Italia.                        I vantaggi riguarderanno tutti gli aspetti principali del vivere quotidiano: la penetrazione del 5G aprirà a grandi opportunità organizzative per imprese e pubbliche amministrazioni e permetterà di trasformare le città in smart cities dove servizi evoluti, innovazione e attenzione alle esigenze dei cittadini costituiranno gli assi portanti del nuovo sviluppo urbano” ha spiegato Ferigo.

SMART CITIES PIÙ SICURE CON IL 5G SECONDO STUDIO MCKINSEY.

Inoltre, “Secondo lo studio del McKinsey Global Institute (MGI), con il 5G le Smart Cities saranno più sicure (-10% incidenti, -30% furti), più veloci (-45/65% del tempo in uffici pubblici), più green (-10/15% emissioni) e più sostenibili (+3% occupazione e minor costo della vita).”

TORRI PIÙ SOSTENIBILI.

E proprio sulla sostenibilità punta la società delle torri.

“L’impegno per la sostenibilità di “Inwit” è anche quello di rendere le torri sempre più sostenibili” ha evidenziato l’ad Giovanni Ferigo. “Un esempio per tutte la nostra recente realizzazione della prima torre per le telecomunicazioni mobili strutturata in legno lamellare, lungo l’autostrada A51 Tangenziale Est di Milano.  La torre è costituita completamente da materiale sostenibile e circolare, essendo il legno una risorsa rinnovabile, in linea con le direttrici del nostro Piano di Sostenibilità 2021-2023”.

LA PARTNERSHIP CON ENEL.

Infine, “sempre in ottica di accelerare il percorso di crescita sostenibile del nostro Paese, abbiamo recentemente siglato la partnership con Enel Italia del nostro Paese. Questa importante partnership, della durata di tre anni, si pone l’obiettivo sfidante di abbattere le emissioni di CO2 e ottimizzare l’utilizzo delle risorse economiche, in linea con l’impegno delle due aziende a favore della sostenibilità” ha concluso l’ad di” Inwit”.

N.B.-(L’ultima  variante del virus Covid 19 prenderà  il nome di “variante 5G”).

 

 

Il Codacons vuole

 denunciare Draghi.

msn.com-Notizie.it- Chiara Nava-(28-12-2021)- ci dice :

Il Codacons sta minacciando di denunciare Mario Draghi a causa di un errore molto grave che riguarda il numero dei morti per Covid. Gli hanno chiesto immediatamente di rettificare.

Mario Draghi, il Codacons minaccia di denunciarlo: “Errore sul numero di morti per Covid”

Il Codacons, Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori, chiede a Mario Draghi di rettificare il “grave errore sul numero di decessi da Covid“. L’associazione ha pubblicato sul suo sito un’accusa molto forte nei confronti del presidente del Consiglio, riportando anche data e luogo delle parole che hanno chiesto di rettificare.

“Draghi viene invitato a rettificare le affermazioni rese in occasione della conferenza stampa del 22 dicembre scorso. Nel corso del suo intervento il Presidente del Consiglio ha affermato che ‘dei decessi, tre quarti non sono vaccinati’” si legge sul sito.

Mario Draghi, il Codacons minaccia di denunciarlo: la smentita delle parole del premier.

Le parole del premier riportano dati completamente sbagliati.

La smentita, come ha ricordato dal Codacons, è arrivata subito. “Numeri smentiti dagli ultimi dati disponibili pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (ISS), secondo cui dal 22 ottobre al 21 novembre i morti per COVID-19 in Italia sono stati 1.755: tra loro 722 non erano vaccinati, mentre 1.033 avevano ricevuto almeno la prima dose del vaccino” si legge sul sito. Questo significa che il 58,9% dei morti aveva ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre il 41,1% non era vaccinato. Una cifra che deve essere contestualizzata, tenendo conto che i vaccinati con almeno una dose sono 48 milioni e i non vaccinati sono 7 milioni.

In ogni caso, i dati riportati dal premier in conferenza stampa sono sbagliati.

 

Mario Draghi, il Codacons minaccia di denunciarlo: “È l’opposto di quanto affermato dal premier”

“Esattamente l’opposto di quanto affermato da Draghi” ha sottolineato il Codacons. Questo errore, secondo l’associazione, è da considerare imperdonabile, visto “che possiamo capire che un premier possa esagerare nelle sue dichiarazioni ma sui dati, specie se così delicati perché relativi a un’emergenza sanitaria in atto, deve sempre mantenere una serietà assoluta, per evitare di provocare paure e sofferenze inutili, specie durante le festività” ha scritto ancora il Codacons.

“Per tale motivo il Codacons invita oggi il premier Draghi a rettificare le errate informazioni fornite ai cittadini, altrimenti sarà inevitabile una denuncia in Procura per procurato allarme” è la richiesta del Codacons, che minaccia di denunciare il premier.

(N.B. … nella denuncia al Tribunale  Internazionale dell’AJA (PCI)- presentato  il 6 dicembre 2021- si denuncia anche che (…) “il numero dei casi e decessi COVID è stato gonfiato artificialmente  e i Test PCR  sono completamente inaffidabili”… ).

 

 

 

 

L’evoluzione del Codacons: dalla guerra

ai no vax, alla guerra a Draghi. Una crepa si apre?

Visionetv.it- Andrea Sartori- (28-12-2021)- ci dice :

Il Codacons pronto a denunciare Mario Draghi per procurato allarme. E sarebbe anche ora, dato che i toni di Draghi hanno superato in allarmismo e terrorismo quelli di Conte: ricordiamo l’emblematico “Non ti vaccini, ti ammali, muori”. Il Codacons però in questo caso prende di mira la conferenza stampa tenuta dal Drago lo scorso 22 dicembre, quando l’ex carnefice della Grecia aveva sostenuto che “dei decessi, tre quarti non sono vaccinati”.

I numeri sono falsi, replica il Codacons in una nota: ” dagli ultimi dati disponibili pubblicati dall’ Istituto superiore di sanità (ISS), secondo cui dal 22 ottobre al 21 novembre i morti per COVID-19 in Italia sono stati 1.755: tra loro 722 non erano vaccinati, mentre 1.033 avevano ricevuto almeno la prima dose del vaccino. Il 58,9% dei morti, quindi, aveva ricevuto almeno una dose e il 41,1% non era vaccinato. Esattamente l’opposto di quanto affermato da Draghi

Il Codacons quindi aggiunge che il primo ministro deve mantenere assoluta serietà per “evitare di procurare paure e sofferenze inutili”. Quindi conclude “invitiamo oggi il Premier Draghi a rettificare le errate informazioni fornite ai cittadini, altrimenti sarà inevitabile una denuncia in Procura per procurato allarme”.

Va detto che la sanzione per procurato allarme è leggera, soprattutto per uno come Draghi: l’articolo 658 del Codice Penale prevede un’ammenda da dieci a 516 euro. Prevede però anche l’arresto per sei mesi che non sarebbe una gran pubblicità per il messia profetizzato da Bruno Vespa.

Ovviamente di illusioni qui non ce ne facciamo: a Draghi non accadrà nulla, anche in caso di denuncia. Al momento è un intoccabile. Però non male accorgersi che qualcosa si muove, e qualcuno comincia ad avere il coraggio di andare a far le pulci al Mega Presidente Clamoroso.

Tutto bene? Ovviamente no. Anche se si notano progressi. A settembre il Codacons aveva domandato di sospendere pensioni e reddito di cittadinanza a “tutti coloro che arbitrariamente scelgono di non sottoporsi al vaccino”.

“Staremo a vedere se seguiranno risposte ufficiali da Palazzo Chigi all’ipotesi proposta dal Codacons in queste ore” concludeva quella nota del Codacons. Ora, quelle ore” erano lo scorso 19 settembre ed evidentemente non sono seguite risposte ufficiali da Palazzo Chigi. Ora sarebbe un po’ difficile dialogare con uno che vuoi denunciare per procurato allarme.

Noi, come gli antichi àuguri romani che interpretavano il volo degli uccelli, non possiamo che cercare di interpretare questi segni contraddittori. Ma, visto l’evidente fallimento della campagna vaccinale, fallimento urlato dalle ultime misure, non è che la stella di Mario Draghi si sta appannando esattamente come quella di Giuseppe Conte un anno fa? La luna di miele col messia pare finita, e questi paiono i segnali.

La campagna vaccinale per Mario Draghi sta diventando come la Campagna di Russia per Napoleone. E l’inverno sta arrivando.

(ANDREA SARTORI).

 

 

 

 

Il Dott. McCullough, nel suo celebre podcast,

ribatte al cupo messaggio di Biden.

Visionetv.it- Peter  McCullough-(27 Dicembre 2021)-ci dice :  

 

(NDT. Il Dott. McCullough, medico di medicina generale,  è internista e cardiologo, specializzato nelle complicanze da Covid 19 e operativo a Dallas, Texas. E’, tra le altre cose, autore del McCullough Report, un’analisi dei dati epidemiologici della pandemia, che ha raccontato agli americani e a tutti coloro che hanno avuto il piacere di ascoltare il podcast, come stavano le cose in termini di mortalità e soprattutto del rapporto rischi-benefici della campagna vaccinale.   McCullough scienziato riconosciuto a livello internazionale per il suo modo di vedere la problematica COVID (e tutta la medicina in generale) in maniera molto eterodossa, rispetto ai canali mainstream, dove pure riesce a farsi breccia attraverso la  spessa cortina di menzogne, in questi ultimi 24 mesi ha messo a frutto l’esperienza fatta in anni di corsia, in ospedali sia americani, sia in giro per il mondo. Dall’esplosione della pandemia, è stato attivo anche nel campo delle pubblicazioni scientifiche ufficiali con peer-review, circa una cinquantina.)

Gli americani hanno ascoltato il messaggio più oscuro e minaccioso della storia mentre ci avviciniamo alle festività, rivolto in modo particolare agli anziani della nostra nazione già devastati dal COVID 19, mentre il presidente Biden ha minacciato un inverno buio e mortale per i non vaccinati.

Il dottor McCullough è intervenuto per la sua nazione ed ha partecipato ad un programma in onda sulla rete TV Fox News con la conduttrice Jesse Watters e ha dato un esplosivo  messaggio di speranza, gioia e compassione di cui si impregnino le cure rivolte ai malati di COVID-19, indipendentemente dal fatto che siano vaccinati o meno.

Questo ad appena una settimana da quando lo stesso  Dr. McCullough aveva stabilito un nuovo record di ascolti del podcast del leggendario podcaster.                             La notizia che avrebbe fatto un bilancio imparziale della questione covid della durata di ben 3 ore si è diffusa in tutto il mondo con traduzioni e riassunti scritti.                                   Il dottor McCullough ha fatto a Rogan le stesse osservazioni che ha fatto a Tucker Carlson su Tucker Carlson Today sei mesi fa.

La differenza era che ci sono dati ancora più favorevoli, trattamenti migliori e maggiori preoccupazioni sulla sicurezza del vaccino e sulla perdita di efficacia. Inutile dire che questo nuovo ciclo di studi ha colpito in modo molto forte non solo la nazione, ma il mondo intero.

C’è quindi un breve aggiornamento sulla variante Omicron nel suo discorso e poi un’ampia discussione con il biologo molecolare e medico ricercatore, il dottor Robert W. Malone, a cui è stato attribuito un lavoro fondamentale sui vaccini mRNA.

C’è anche un aggiornamento relativo ad una recente analisi del Dott. Pantazatos e del Dott. Seligmann della Columbia University sui decessi indotti dal vaccino COVID-19 che sono apparsi sul server di Research Gate. Utilizzando il censimento degli Stati Uniti e i dati sulla mortalità, nonché i dati pubblicamente a nostra disposizione sulle iniezioni di vaccino COVID-19, ecco l’abstract e le conclusioni dello studio:

“Stime accurate degli eventi avversi gravi e dei tassi di mortalità indotti dal vaccino COVID sono fondamentali per le analisi del rapporto rischio-beneficio della vaccinazione e dei richiami contro il coronavirus SARS-CoV-2 in diversi gruppi di età. Tuttavia, gli studi di sorveglianza esistenti non sono progettati per stimare in modo affidabile eventi potenzialmente letali o tassi di mortalità indotti dal vaccino (VFR) (ndt. acronimo per Vaccine Fatality Rates). Qui, la variazione regionale dei tassi di vaccinazione è stata utilizzata per prevedere la mortalità attribuibile a tutte le cause e i decessi non COVID in periodi di tempo successivi utilizzando due set di dati indipendenti e pubblicamente disponibili negli Stati Uniti ed in Europa (rispettivamente dati per mese e settimana).

La vaccinazione era correlata negativamente con la mortalità 6-20 settimane dopo l’iniezione, ed era collegata ad una mortalità aumentata per le cause piu’ diverse da  0 a 5 settimane dopo l’iniezione in quasi tutti i gruppi di età e con un modello temporale correlato all’età coerente con il lancio della campagna vaccinale negli Stati Uniti.

 I risultati delle rette di regressione adattate (p<0,05 FDR corretto) suggeriscono una VFR media nazionale statunitense dello 0,04% e una VFR più elevata con l’età (VFR=0,004% tra 0 e 17 anni che aumenta allo 0,06% per gli over 75) e da 146.000 a 187.000 decessi negli Stati Uniti associati al vaccino tra febbraio e agosto 2021.

Si noti che  la vaccinazione degli adulti ha aumentato la mortalità dei giovani non vaccinati (<18, USA; <15, Europa). Il confronto della nostra stima con il VFR riportato dal CDC (0,002%) suggerisce che i decessi secondo il VAERS (Ndt. Piattaforma che raccoglie i dati sugli effetti avversi da vaccinazione) sono sottostimati di un fattore pari a 20, coerentemente con i dati VAERS relativi ad accertamenti parziali. Il confronto dei nostri VFR stratificati per età con i tassi di mortalità per infezione da coronavirus (IFR) stratificati per età pubblicati suggerisce che i rischi dei vaccini e dei richiami COVID superano i benefici nei bambini, nei giovani adulti e negli anziani con basso rischio professionale o precedente esposizione al coronavirus.                            I nostri risultati sollevano importanti domande sulle attuali strategie di vaccinazione di massa contro il COVID e giustificano ulteriori indagini e revisioni”.

Quest’analisi suggerisce che l’oscurità menzionata da Biden e l’inverno della morte sono più da attribuirsi all’aggressivo programma di vaccinazione di massa rispetto alla malattia respiratoria SARS-CoV-2.

Quindi seguiamo la verità, facciamoci sentire, su America Out Loud Talk Radio, questo è The McCullough Report!

(Peter McCullough).

 

 

 

 

 

George Orwell aveva ragione.

Se controlli le parole, controlli il mondo.

Visionetv.it- Bill Rice Jr - ( 27 Dicembre 2021 )- ci dice :  

Di tutti gli elementi costitutivi della “Nuova Normalità” di oggi, il più inquietante è l’aver cambiato i significati di parole o termini precedentemente accettati. Il seguente glossario illustra come le modifiche al nostro vocabolario abbiano avuto un ruolo centrale nel rendere il mondo dove viviamo un luogo più pericoloso e spaventoso.

New Normal -la  “Normalità” è qualcosa che è stato a lungo la norma ed è accettato come norma. Il punto cruciale è che la “vecchia” normalità ora non si applica più. Questo piccolo, seppur grande cambiamento, ha fornito all’autorità  la licenza di attuare riforme che non sarebbero state mai così ampiamente accettate in passato.

Nella vecchia normalità, un cittadino poteva non rispettare gli obblighi, ma nella Nuova Normalità, la maggior parte lo farà… sempre che si accetti la premessa che ora abbiamo una Nuova Normalità, una premessa, anch’essa, che la maggior parte delle persone ora accetta.

Vaccino — In precedenza un vaccino era un’iniezione che forniva “immunità” o preveniva malattie, nonché la diffusione di malattie.

Oggi, almeno per quanto riguarda i “vaccini” COVID, i vaccini semplicemente (e presumibilmente) riducono la probabilità che qualcuno sviluppi un caso grave di questa malattia o muoia a causa di questa malattia. Ed è considerato sicuro un qualcosa  che non è pericoloso o non causa danni.

Secondo i funzionari della sanità pubblica e quasi tutti i medici, i vaccini COVID sono infatti “sicuri ed efficaci”. Secondo VAERS, invece, circa un milione di americani ritiene di aver subito reazioni mediche avverse ai vaccini COVID, con circa 20.000 decessi probabilmente causati dai sieri. Si pensi che diversi studi hanno concluso che VAERS mostra solo una piccola parte di tali eventi avversi.

Efficace — Certamente oggi “efficace” non significa che i vaccini COVID prevengano l’infezione o la diffusione del virus. In molti paesi con alto numero di vaccinati, questi rappresentano una percentuale maggiore di nuovi casi di COVID rispetto ai non vaccinati.

Danno–qualcosa che ferisce, forse addirittura uccide, o provoca dolore o disagio a qualcuno. Il cambiamento chiave qui è che il “danno” ora può essere causato dalle stesse parole. Tuttavia il nesso che farebbe risalire inequivocabilmente qualsiasi presunto danno a qualsiasi insieme di parole è nebuloso e di fatto impossibile da provare.

Si pensi che comunque, un soggetto che utilizza parole o formi discorsi atti  a includere “informazione manipolata” o “disinformazione” è ritenuto colpevole di causare potenziali danni alle persone che potrebbero leggere. Tale persona può essere censurata, diffamata, perdere il lavoro o persino essere perseguita legalmente. Nella nostra Vecchia Normalità, questo accadeva raramente. Nella nostra Nuova Normalità, accade ogni giorno.

Misinformazione o disinformazione – Nei suoi termini più semplici, questa sarebbe un’informazione che è possibile dimostrare esser falsa.

Nella nostra “Nuova normalità”, la misinformazione o la disinformazione è semplicemente qualsiasi informazione che metta in discussione la veridicità delle dichiarazioni fatte da esperti o autorità autorizzati. Ad esempio, il dottor Anthony Fauci, la principale autorità sanitaria pubblica americana, non può essere accusato di produrre “disinformazione”, ma lo scettico Robert F. Kennedy, Jr. può e dovrebbe esserlo.

Inoltre, nel New Normal di oggi, molte persone censurano i propri pensieri poiché sanno che la “libertà di parola” può causare danni personali o professionali. Siamo arrivati ad un punto in cui ormai i censori non devono nemmeno censurare, perché le persone lo fanno già da sole.

Scienza e “La scienza” — Una teoria ampiamente accettata dalla comunità scientifica e dal pubblico.

La “scienza” era il processo di verifica di un’ipotesi e non era quasi mai “decisa una volta per tutte”. In passato, uno scettico che esaminava o metteva in discussione le conclusioni dei pari si dedicava egli stesso al fare scienza.

Oggi, “La scienza” è ciò che gli scienziati e i funzionari autorizzati presso le burocrazie della sanità pubblica dicono che è, e non possono o non dovrebbero essere sfidati da altri “scienziati…” che forse non dovrebbero nemmeno essere chiamati scienziati e dovrebbero ora essere etichettati come  negazionisti della “scienza”». O come…

No Vax— Tecnicamente, questa sarebbe una persona che si oppone a tutti i vaccini. In neolingua, significa chiunque sia contrario ai vaccini COVID obbligatori. In pratica, questo termine è usato come un insulto per denigrare chiunque metta in dubbio le dichiarazioni delle autorità. Se ti opponi ai vaccini COVID obbligatori per qualsiasi motivo, sei un “negazionista della scienza” o “anti-scienza…” e, come tale, puoi e dovresti essere punito o censurato perché potresti causare “danno” al pubblico.

Libero o libertà — Anche nella “terra dei liberi” (ndt. negli Stati Uniti )                            la definizione di libertà è stata radicalmente cambiata.

Oggi, alcuni americani sono “liberi” di mantenere il lavoro o di andare in un ristorante o di vedere uno spettacolo soltanto se possono dimostrare di aver ricevuto almeno due dosi di un vaccino sperimentale (un vaccino in cui i vaccinati sanno di non poter far causa se subiscono un danno futuro).

Agli americani potrebbe essere permesso di esercitare la “libertà di parola” sui social media… ma solo se dicono le cose giuste.

Non sono solo gli argomenti “COVID” che ora vengono regolati. Se pubblichi discorsi “estremisti” o discorsi politicamente scorretti che possono essere etichettati come “dannosi” o “pericolosi”, puoi anche perdere il lavoro o la libertà di parola.

Avendo stabilito poco sopra che la parola può causare “danno” e che il ruolo primario del governo è proteggere le persone dai danni, il danno di essere “offesi” dalla parola è ora un reato sanzionabile.

Patriottismo o patriota — In passato, un “patriota” era colui che si opponeva ai governi tirannici o mostrava un grande amore per il proprio paese. Oggi, per molti americani, un patriota è colui che si attiene agli editti del proprio governo e aiuta ad attaccare o mettere in imbarazzo coloro che sfidano l’autorità governativa.

Proprio questa settimana, il presidente Biden ha sentenziato che gli americani che si fanno vaccinare stanno facendo esattamente il loro dovere di patrioti. Questa affermazione si basa sul tema “noi-contro-loro”, la narrativa americana buona contro quella cattiva.

Salute pubblica: questo termine una volta indicava lo stato di salute generale di centinaia di milioni di persone che compongono “il pubblico”. Negli ultimi due anni, ha assunto il significato di “salute” di persone che potrebbero o meno avere il COVID-19.

Oggi, cancro, malattie cardiache, diabete, salute mentale, obesità – tutte le condizioni che uccidono e danneggiano le persone – sono nulla rispetto alla “salute COVID”.

Tutto quanto sopra è stato reso possibile dai cambiamenti avvenuti nella lingua e dal fatto che i cambiamenti sono stati accettati. George Orwell aveva ragione. Se vuoi controllare le persone, controlla prima la lingua.

Il COVID, un virus che non rappresenta un rischio significativo per la salute del 98 percento della popolazione, ci ha dato una “Nuova Normalità” dove i “vaccini” non sono vaccini, dove la “libertà” è ora un privilegio concesso a coloro che obbediscono,  e dove i funzionari non eletti della sanità pubblica hanno guadagnato miliardi di dollari per le aziende farmaceutiche.

( Bill Rice Jr).

 

 

 

 

La strana idea di “ripartenza”

del mondo dello spettacolo.

Visionetv.it- Antonello Cresti-(28 Dicembre 2021)- ci dice :  

Da quando è iniziata l’era delle pandemie il mondo dello spettacolo non ha certo dato buona dimostrazione di sé. Certamente, tutti sappiamo che l’arte e il mondo della cultura sono per così dire vincolati alle istituzioni per poter portare avanti il proprio discorso.

Ma questa forma di vincolo appare oggi più come una sorta di servitù psicologica volontaria, che è entrata profondamente nella coscienza degli individui che a tali mondi afferiscono.

Prima si è trattato di accettare le chiusure senza opporre neanche per un attimo l’idea che la cultura non dovesse fermare il proprio corso neanche all’interno di un emergenza (vera o presunta che sia).

Poi si è trattato di credere alla fandonia secondo cui lo streaming sarebbe stata una opportunità per ampliare i propri orizzonti e il proprio pubblico di riferimento.

Ci si è adeguati senza eccepire alcunché all’idea del rientro “in sicurezza” con distanziamento, mascherine di ordinanza, in una sorta di clinicizzazione dello spettacolo che è quanto di più lontano dalla idea di comunità attraverso l’evento artistico che si possa immaginare.

Ma lo scarto finale, e quello probabilmente più preoccupante, è avvenuto qualche settimana fa quando si è barattato la promessa di un ritorno alla piena capienza dei luoghi di spettacolo con l’accettazione supina del Green Pass.

La domanda che ci facciamo è questa: che strana idea hanno di “ripartenza” o di “normalità” i protagonisti del mondo dello spettacolo? Quando si trovano a fare esibizioni di fronte a persone di fatto sottoposte a una cernita arbitraria come avviene attraverso il lasciapassare verde, si sentono nella “normalità”?

Inoltre: se i reprobi ai quali non è concesso l’ingresso agli spettacoli sono stimabili in milioni di unità, anche da un punto di vista di mera strategia utilitaristica è evidente che è difficile pensare a un ritorno alle piene capienze escludendo una fetta di pubblico così ampio. Oppure i teatri e i concerti non erano mai stati frequentati dai cattivoni “no vax” che –si sa- sono brutti e ignoranti?

Si fa dunque un torto etico alla idea che arte e cultura debbano essere rivolti a tutti senza nessuna forma di esclusione o di discriminazione, ma si dimostra anche-  e questo forse ancora più penoso -di navigare completamente a vista perché si pensa che non eccependo nulla o cedendo anche alle norme più assurde in qualche maniera si riceverà una qualche forma di ricompensa.

All’apparir del Vero” – direbbe Leopardi – è chiaro che le cose non stanno così. Dopo due anni di martirio il mondo dello spettacolo deve soggiacere alla discriminazione totale dei propri spettatori, eppure, proprio in queste settimane, contemporaneamente, assistiamo a intere tournée musicali o teatrali cancellate, spettacoli di piazza pensati per gli eventi natalizi annullati.

E quotidianamente sale da concerto, locali di musica dal vivo ci informano che non riprenderanno mai più la attività. Tutto senza un sussulto di orgoglio, senza essersi interrogati neanche un attimo sui perché reali. Fatalità, pensano

La verità è che non c’è limite alla foga distruttrice dei fautori del Great Reset e sarebbe il caso che il mondo dello spettacolo se ne accorgesse e prendesse le proprie contromosse. A furia di dire sì, si troveranno sepolti da una valanga dalla quale non riusciranno più a uscire.

A volte vendere l’anima non è così conveniente come si crede…

(ANTONELLO CRESTI).

 

 

 

 

 

La politica mondiale e l'Anticristo.

Sebirru.blogspot.com - Maurizio Blondet-(8-5-2018)- ci dice :

(Ecco un interessantissimo articolo di Maurizio Blondet che, anche se non recente, è oggi più che mai valido.)

Il (falso) Messia porterà pace sulla terra. Tutti vivranno più a lungo. E sotto un solo governo mondiale. Come vuole la globalizzazione. Questa è la visione ebraica della storia. La Chiesa e Cristo, invece, rimandano ad una Giustizia infallibile, ma nel mondo che verrà.

Un paio d'anni fa intervistai David Golinkin, giovane simpatico rabbino nato in Usa, che insegna a Gerusalemme. Gli chiesi come l'ebraismo concepisce l'al di là, il destino dell'uomo dopo la morte.

Rabbi Golinkin si spazientì allegramente: «Siete voi cristiani ad essere "altromondisti".  La nostra non è una fede nell'altro mondo».

Ma quando verrà il Messia, come immaginate la redenzione? «Fra noi, c'è chi dice che quando il Messia arriverà, tutto sarà come prima, salvo che non ci saranno più guerre.»

Dunque un evento politico, pace universale, liberazione degli ebrei dal dominio degli altri popoli.

"Il giudaismo - ha scritto il massimo studioso ebreo del messianismo, Gershom Scholem - ha sempre riguardato la redenzione come un evento pubblico che deve prodursi sulla scena della storia e all'interno della comunità ebraica; un evento visibile esteriore.

Al contrario, il cristianesimo vede la redenzione come qualcosa che accade nello spirituale e nell'invisibile, un evento che si gioca nell'anima e che chiama ad una trasformazione interiore senza che ciò modifichi necessariamente il corso della storia . Ciò appare all'Ebreo come una scappatoia."

Per Israele, è scontato. L'Alleanza fra Dio e il popolo eletto comporta la promessa di un regno nell'al di qua. Perciò Gesù, che diceva: "II mio Regno non è di questo mondo", non poteva essere per loro il Messia. Dal loro punto di vista, rifiutarlo fu persino doveroso.

II fatto è che la storia, oggi, sembra dare ragione ai "fratelli maggiori", e torto a quel Gesù con le Sue speranze celesti. Con l'organizzazione mondialistica in corso, l'Onu, il «superamento degli stati nazionali», i commerci globali e così via, la «pace universale» sembra alle porte.

E il popolo d'Israele è tornato nella sua terra, massimo «segno dei tempi», vistoso indizio dell'imminenza degli anni messianici; per gli antichi profeti, gli israeliti stanno procedendo alla propria redenzione storica.

"L'idea ebraica di un principio unico che abbraccia tutta l'Umanità [nell'al di qua] ha trovato la sua incipiente realizzazione nell'era globale in cui il mondo si è effettivamente introdotto" - ha notato il filosofo Franco Volpi nel suo saggio Il Nichilismo (Laterza 1966) - è un bel progetto, a cui i cattolici dovrebbero dare la loro adesione cordiale. E molti, moltissimi la danno.

Perché un credente in Gesù non dovrebbe compiacersi del fatto che l'Umanità «migliori», che si stia «redimendo», che sia meglio istruita, che mangi meglio, che faccia meno guerre?

Non era affatto il pensiero del grande filosofo della politica, Carl Schmitt. Cattolico, peccatore ma cattolico, egli reputava che solo due concezioni contassero nel mondo, l'ebraica e la cattolica, quella che vede la redenzione nell'al di qua e quella che l'attende nell'al di là. Due versioni «in lotta» da secoli.

E ancora Schmitt, nella creazione delle Nazioni Unite, paventò che "L'escatologia cristiana, basata sulla redenzione dell'uomo nell'al di là, si stesse rivelando l'interpretazione perdente nella storia universale", ha riportato sempre Franco Volpi.

"Sarebbe vincente, invece, quella ebraica: l'Umanità in cammino graduale verso «il regno di pace» futuro, la nuova Gerusalemme, lontana nel tempo, ma situata nell'al di qua".

In questo "radioso" avvenire, Schmitt preconizzava «La fine del cattolicesimo romano come forza frenante l'Anticristo» Strane, tremende parole.

Perché mai quel «buon» progetto di progresso secolarizzato, la volontà di attuare il miglioramento umanitario nell'al di qua (con la conseguente eclisse del pensiero escatologico cristiano) dovrebbe portare l'avvento dell'Anticristo?

Pensiamoci. La Chiesa, il Cristo, rimandano ad una Giustizia escatologica e infallibile nell'al di là. In rapporto a tale Giustizia assoluta, che spetta a Dio, i poteri politici, gli Stati, i governi e l'Onu, sono (inevitabilmente) manchevoli.

La Giustizia promessa da Cristo è in qualche modo «l'ultima risorsa», in cui i deboli e gli oppressi nell'al di qua possano contare contro i forti, e le nazioni insieme ai potenti devono tenerne conto.In un quadro futuro del mondo, dal quale l'al di là come timore e speranza sia cancellato, l'estremo ricorso diventerebbe invece la potenza politica, in definitiva la forza, l'astuzia, il successo pratico.

Non ci sarebbe una Giustizia superiore a cui gli ultimi possano appellarsi, ammonendo i potenti del divino castigo che li attende. Ma nemmeno un criterio assoluto per giudicare il potere, e trovarlo mancante o deviante.

E lo stesso potere potrà dichiarare buono, santo addirittura, ciò che lui vuole e impone. Come farà l'Anticristo - dice San Paolo: "Si porrà al di sopra di tutto ciò che è chiamato Dio". Il suo regno sarà magari «buono» e progressista, ma privo di Verità, e perciò di Giustizia.

Ben Gurion, il grande statista israeliano, confidò alla rivista Look nel 1962 la sua immagine del mondo futuro: "Tutti gli eserciti saranno aboliti. In Gerusalemme le Nazioni Unite edificheranno un Tempio per celebrare l'unione federata di tutti i continenti.

Sarà la Corte Suprema dell'Umanità a dirimere le controversie tra i popoli associati, come profetizzato da Isaia. Ogni persona avrà una migliore educazione. Una pillola per prevenire la gravidanza abbasserà la crescita demografica esplosiva. La media raggiungerà i cento anni".

È la visione ebraica della storia, ed è ormai qui. Valida in apparenza: vita lunga, governo dell'Onu, tribunale dell'Umanità e poi anche la pillola. Già.

Quando non c'è riferimento ad una Giustizia assoluta, ad un Giudizio infallibile che verrà da Dio, nel «buono» può mescolarsi anche qualche offesa all'uomo, qualche violazione della Giustizia divina. Questo, nell'interesse dei poteri costituiti, diventati l'ultima istanza, contro cui non ci si può appellare.

Ad maiorem Dei Gloriam!

Ricorda:

«Che nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà venire l'apostasia e dovrà manifestarsi l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra tutto quello che gli uomini adorano e chiamano Dio o divinità, fino a sedersi nel Tempio di Dio (a Gerusalemme), additando se stesso come Dio». (San Paolo, II lettera ai Tessalonicesi, 2: 3-4).

(Maurizio Blondet: kattoliko.it).

 

 

 

 

Le scomode verità.

medbunker.it-Dott.Salvo Di Grazia-(21 dicembre 2021)-ci dice :

 

Covidiots.

Il fatto che i media chiedano a filosofi cosa ne pensano delle vaccinazioni, a comici (un po' fuori dai riflettori) come giudichino la campagna vaccinale, a conduttori radiofonici cosa pensano dell'immunità umorale dovrebbe far sorgere agli amanti dei complotti e di chi dice che si sparge "cattiva informazione" qualche sospetto.

Non dico sospetti di chissà cosa ma il sospetto che l'informazione, più che a...informare, punti a intrattenere, creare un intrattenimento scottante, "caldo", agitato, magari condito da urla, fatto da persone che si insultano e due schieramenti così da far riconoscere il pubblico che guarda in uno o l'altro fronte.

Quell'informazione che per tanti è "manipolata" deve insospettire quando fornisce notizie stupide (cosa ce ne frega del pensiero di un ingegnere aerospaziale sull'opportunità di vaccinare i bambini?), inutili (cosa me ne faccio dell'opinione di un allenatore di calcio sugli effetti collaterali dei vaccini?). Questa è informazione manipolata.

L'informazione utile è quella che mi fornisce un dato, se è difficile da capire (perché non tutti capiamo i dati che non abbiamo imparato a capire) spiegarlo con qualcuno (riconosciuto per la sua competenza e correttezza) che lo spiega e basta. Questo se parliamo di cose serie, ovvio che se si parla di moda sarà giusto discutere di cappelli o foulard, di nastri rosa o tacchi a spillo, anche ridendo.

Ma su cose serie no.

Sentire l'opinione del calciatore o del regista televisivo non ha importanza, non serve, è inutile. Se un programma di informazione informa male è di basso livello, non serve, è inutile e pure dannoso.

E se vuoi informazioni e non capisci questo sei parte del problema. In fondo sei parte del sistema che tanto dici di combattere. Sei ignorante se non sai, non capisci e se formi le tue idee su basi inventate.

A me questa informazione ha stancato da tempo. Vedo con dispiacere il tentativo di qualche professionista dell'informazione di mantenersi integro, onesto e corretto nel dare le notizie ma purtroppo annega nel mare dei vari opinionisti e esperti da salotto.

Certo che ci sono stati anche professionisti della salute competenti (che lo sono davvero) che hanno sbagliato tutto. Ditemi il senso del fare previsioni a sei mesi o su ciò che accadrà tra un anno su una cosa in continua evoluzione e che ha mille variabili.

Ditemi a cosa serve parlare nei talk show dell'efficacia al 95 o al 91% dei vaccini. Oppure ditemi a chi serve spiegare che "certo, con un vaccino si può pure morire" nel programma della sera, perché poi lo spettatore medio capisce che "sì, con il vaccino si muore" e il ciarlatano rilancia "certo, i vaccini uccidono, lo ha detto anche il professore in TV!".

Non è divulgazione, non è medicina (che si fa all'università, non in TV) è spettacolo. Show, di basso livello e se a questo si aggiunge un po' di voglia di fama e di diventare "opinion leader" (condizione che per un medico è molto vantaggiosa) il danno è fatto.

Perché spesso questi professionisti, bravissimi nel loro lavoro, non sanno parlare con gli altri. Lo vedo ogni giorno. Quando c'è da comunicare una diagnosi infausta spero sempre che questa cosa venga fatta dal collega che sa spiegare e sa comunicare.

C'è molta differenza tra il dire "signora lei ha un tumore e purtroppo è brutto, in genere non lascia speranza, ora vada a prenotare una visita oncologica così inizierà la chemioterapia" e "signora, ci sono delle cellule anomale, tumorali, ci mettiamo assieme a ragionare come fare per ottenere il miglior risultato possibile, intanto rifletta e resto a disposizione per qualsiasi chiarimento".

Lo capite?

Io qui non mi rivolgo a chi si fida della scienza a chi pensa "io non ne capisco niente e chiedo a lui" ma a chi si beve le bufale, a chi va dietro a guru e ciarlatani convinto siano "ribelli" e "contro" un sistema rappresentato dai cattivi quando invece stanno andando dietro a poveri cristi spesso con problematiche personali che li portano a cercare seguito, autostima, apprezzamento e che si sono infilati in questo circo del Covid per farsi notare, a volte mitomani, gente in cerca di riflettori.

 Personaggi dimenticati da tempo, politici prossimi alle elezioni, giornalisti mandati allo sbaraglio...che si deve fare per campare...

Non a caso tanti "guru" che urlano contro i vaccini si sono vaccinati di corsa.

Ma a noi piace parteggiare, tifare, anche se il tifo è stupido, animalesco, cieco.

È "bello" però fare parte di una squadra.

Medico no-vax chiede ai suoi colleghi di rinunciare a Satana. Un contributo fondamentale in una pandemia.

Io mi sento sveglio e che ho capito tutto e così non mi vaccino, insulto il ministro, disegno draghi con la faccia verde e le corna da diavolo, mi sono vendicato di anni di problemi economici, nervosismo, stress, non arrivo a fine mese, la colpa deve essere di qualcuno.

 Cerco quindi di stare con chi ha i miei stessi problemi così mi sentirò parte di una comunità, avere problemi da solo ti fa sentire peggio.

Così se qualcuno mi dice che il ministro mi vuole morto, i medici mi fanno un farmaco velenoso e gli infermieri mi pompano aria nelle vene per uccidermi ho finalmente qualcuno con cui prendermela. E ho pure la mia comunità. Con tanto di "guru".

Se il mio guru è violento e volgare fa quello che in fondo vorrei fare io ma tanto nessuno mi ascolterebbe quindi mi accodo alle sue parole.

Dall'altro lato c'è la squadra dei vaccinati: seri, colti, hanno capito e sono dalla parte giusta. Perché dall'altra parte c'è un piccolo gruppo di idioti, un po' rintronati, con il cappello di stagnola che credono al microchip e ai vaccini velenosi, che poi sono gli stessi che prima credevano agli UFO, alle scie chimiche e al falso sbarco sulla Luna: complottisti. Quale miglior bersaglio per la mia comunità di un gruppo di mezzi stonati che credono ai vaccini pericolosi?

Mi unisco al gruppo e tifo per la mia parte.

I primi chiamano i secondi con un soprannome "covidiots" ovvero "gli idioti del Covid", sono i cretini, quelli che non hanno capito niente.

Poi hanno iniziato anche i secondi a chiamare i primi con un soprannome: "covidiots", "gli idioti del Covid", perché sono quelli stupidi, che muoiono perché non vaccinati.

Una riga in mezzo e facciamo una partita.

Ecco, le due squadre sono allettanti, gustose. Ci riuniamo in gruppo e prendiamo in giro gli altri, noi siamo nel giusto, loro sono una massa di cretini. Oggi vinco io, è morto un no-vax, poveraccio, non si era vaccinato perché credeva ai vaccini assassini, glielo aveva detto un medico amico. Domani vince il no-vax, è morto un vaccinato, quattordici dosi. Ahaha!

Perché va così. Tra i giusti ogni tanto muore qualcuno perché il vaccino non può proteggerti se qualche infetto ti sputa in faccia cento miliardi di virus. E i no-vax ridono. Poi tra i no-vax muore un altro perché è stupido pensare che il ciclamino rosa possa proteggerti da un virus, quello se ti contagia e tu lo prendi male ti invade i polmoni e ti fa morire soffocato, come con la testa infilata dentro un sacchetto di plastica.                                                      E i colti vaccinati ridono (di nascosto perché non si può fare in pubblico, non siamo bestie volgari come loro, siamo bestie discrete).

Bene, grande risultato. Hai vinto.

Hanno vinto anche gli altri.

E come facciamo a capire chi ha ragione? Se ne sentono di tutti i colori...

 

E il microchip! Che sciocchezza!

Ma in Svezia hanno iniziato a mettere il microchip.

Ma il grafene? Scherzi?

Eh, c'è uno studio che ha trovato grafene in un vaccino.

E i vaccinati si contagiano come in non vaccinati. Che cretinata!

Ma c'è uno studio e poi lo ha detto Mario Trombolini, professore di sociologia dell'antartide a Vienna.

Non finirà mai. E probabilmente mai ci sarà "pace" tra i due gruppi. Perché sono normali in uno stadio fatto di caos, informazione disordinata e inconsistente e politica che cavalca le insoddisfazioni.

Poi ci sono quelli psicologicamente provati, magari cercano qualcosa da spaccare perché i vaccini con i micro-sensori 5G non li vogliono e spaccano computer, macchine e muri. D'altra parte la persona che si barrica a casa e mangia con un buco nella mascherina non è, pure lei, ormai psicologicamente provata?

Ce l'hanno con il ministro o il capo del governo? Macché, sono solo esauriti. Gente che va alle manifestazioni, urla "assassino" al poliziotto e quando questo lo tocca si rotola a terra urlando "mi ha aggredito io non stavo facendo niente".

Allora ci deve essere qualcosa che rimetta tutto a posto. Impossibile. Questa linea divisoria è l'unico modo per fare diventare l'argomento interessante. Interessante per chi vende notizie ovviamente, come potremmo tenere il pubblico attaccato alla TV?

Dedichiamo una puntata alla gestione degli hub vaccinali e vediamo come va? Spieghiamo il paradosso di Simpson o la scala logaritmica dei contagi? Che dite?

Perché in fondo stiamo vivendo una cosa normalissima, inutile girarci.

Siamo un'umanità, miliardi in questo pianeta.

Una volta c'era la peste, poi l'influenza, in America persino il vaiolo. E ora è arrivato il Covid.

Con la peste, l'influenza e il vaiolo morivano tutti o quasi ma morivano a milioni. Con il Covid anche ma (nelle parti del mondo che possono permetterselo) tra terapie e vaccinazioni ne salviamo tanti. È successo e succederà.

Fine.

Hanno creato il vaccino, bene, ne vuoi approfittare? Vai, sei fortunato in fondo a essere nato in questo chilometro quadrato e in questo secolo.

Vai e fallo. Ti presenti, ti vaccini e molto probabilmente sei protetto. Sì sì, qualcuno ha febbre, io ho avuto una stanchezza immane per due giorni, sembra che qualcuno sia pure morto per colpa del vaccino (in Italia probabilmente circa venti persone ma saranno di più) se però contiamo le dosi fatte (104 milioni in Italia, quasi 5 miliardi nel mondo) è davvero un rischio assolutamente minimo.

Pochi sanno che nei primi anni della vaccinazione antipolio centinaia di bambini si ammalavano di poliomielite e tanti morivano perché quel vaccino aveva questo effetto collaterale, causava la malattia che doveva prevenire ma davanti agli 8000 casi di paralisi da poliomielite in un anno si accettava quel dolore, quel sacrificio. Era talmente evidente il dramma delle nostre famiglie che i genitori, con la paura nel cuore, portavano i bambini alla vaccinazione, era una speranza, una protezione. Dopo due anni i casi di polio in Italia furono 500, dopo venti anni la poliomielite scomparve dal nostro paese.

Non ti vuoi vaccinare?

Temi il 5G, hai sentito Montesano e "due domande me le faccio"? E non ti vaccinare. Secondo me rischi grosso e non ne vale la pena ma va bene, fai tamponi di controllo e così puoi uscire, andare al mercato, mangiare la pizza e lavorare. Che te ne frega? Non è la prima volta.

C'era anche allora, ai tempi della polio, chi non voleva fare il vaccino e anche allora c'erano i gruppi no-vax e le manifestazioni. C'erano i gruppi contro l'elettricità, i pali del telegrafo e contro gli aerei. Nei congressi medici dell'ottocento c'era chi non voleva le donne in sala operatoria perché "deboli e isteriche". Ci sono sempre stati quelli dalla parte giusta e gli altri da quella sbagliata.

C'erano i buoni e i cattivi.

I giusti e gli stupidi.

Non è cambiato nemmeno il fatto che qualcuno manipolava i due gruppi (i "giusti" erano per ovvi motivi più numerosi, molti di più). Servivano. Per motivi politivi, sociali, perché distraevano l'opinione pubblica da temi più difficili. Ciarlatani, personaggi strani e saltimbanchi hanno sempre fatto parte dell'umanità varia.

Oggi riempiono giornali e palinsesti, oggi facciamo parlare Pippi Franchi e Montesani di malattie infettive e li ascoltiamo in prima serata.                                   Se non succedesse si parlerebbe del gol della Salernitana o del colore della tuta di Madonna che faceva jogging. Serve davvero sapere cosa pensa Heather Parisi (ex soubrette e ballerina della TV italiana) della proteina S?

Invece c'è un'intera filiera che vive di notizie e noi siamo avidi di news. Ma cosa cambia per noi sapere se il virus è a mRNA o a DNA? Per noi cittadini, dico.

Perché certo interesserà scienziati e medici, biologi e bioingegneri ma alla signora Alda pasticcera da Cremona o a Nunzio imbianchino di Avola, cosa interesserà? Niente.

Di questa notizia non se ne farà nulla. Niente. Perché quello che sta succedendo, una malattia infettiva che contagia e uccide, è sempre successo. Una civiltà seria dovrebbe prendere le giuste contromisure, ci sono anche i vaccini, usiamoli, attenzione, pazienza e ne usciremo fuori. Speriamo.

Eppure in TV invitano un critico televisivo, esperto di programmi di intrattenimento, che dice che "lui conosce persone che hanno avuto conseguenze negative dal vaccino" e lo dice così, come se dicesse di aver visto Babbo Natale ma più grave.

 "Lui" li conosce (io per esempio no, pur essendo medico ma questo non lo direi mai in pubblico) e quindi dobbiamo discutere con lui se esistono le conseguenze negative del vaccino.

 Immaginate quanta esperienza medica possa avere questo personaggio. Quanti malati curati, quanti farmaci somministrati, terapie endovena, interventi chirurgici, intubazioni o dosaggi avrà curato per poter dire la sua agli italiani, in pubblico, in televisione, sulle conseguenze negative dei vaccini. Immaginate a cosa possa servire questa sua importante opinione.

Questa persona conosce chi "ha avuto conseguenze negative dal vaccino".

Se quindi un critico televisivo conosce persone che hanno avuto conseguenze negative, non un immunologo, un patologo clinico, un internista, uno pneumologo, non l'istituto superiore di sanità o l'agenzia del farmaco ma un critico televisivo, esperienza fondamentale e decisiva nell'ambito della lotta alla pandemia di Covid, ecco che possiamo riprendere a discuterne, animatamente, da ora.

Giusti e stupidi ascoltano e iniziano a scannarsi. Sul nulla.

SUL NULLA.( Covidiots.).

Le difese già le hai.

Mediabunker.it-Salvo Di Grazia- ( 13 dicembre 2021) ci dice :

Le nostre difese immunitarie sono composte da un gruppo di strutture del nostro organismo.

Già la cute è una difesa immunitaria. Una barriera fisica ma anche chimica, visto che la pelle, le vie respiratorie, il cavo orale e altri organi producono sostanze protettive e persino direttamente antibiotiche, contro le "aggressioni" del mondo esterno.

Non potremmo sopravvivere altrimenti. Se poi un'aggressione riuscisse a penetrare queste prime difese ne abbiamo altre, più profonde, che ci proteggono.

Gli anticorpi (ne esistono di vari tipi), i leucociti, i linfociti che sono cellule presenti nel sangue e in certi organi, letteralmente "attaccano", distruggono l'agente estraneo.

Ma anche altre sostanze chimiche (tipiche dell'infiammazione) che si attivano quando c'è un'aggressione in corso.

Il sistema immunitario è una cosa complessa ed efficientissima (quando è  normale) che ci permette di resistere in un mondo che ci attacca continuamente dall'esterno: funghi, batteri, virus, corpi estranei, veleni, tossine, sono tutti agenti potenzialmente mortali ma nel corso dei millenni abbiamo sviluppato le barriere necessarie. Funzionano.

Quando non funzionano ce ne accorgiamo proprio perché ci ammaliamo. Un sistema immunitario carente fa sviluppare una condizione detta "immunodeficienza", spesso congenita (cioè già presente alla nascita, per esempio per colpa di una malattia genetica) o acquisita (cioè successa dopo, per colpa di una nuova malattia o una nuova situazione). L'immunodeficienza è una malattia e come tale va trattata.

Al contrario, quando il sistema immunitario è "troppo attivo", anche quando non dovrebbe esserlo, siamo sempre in una condizione di malattia ma nel senso opposto: questa immunità attacca non solo gli "aggressori" ma pure noi, le nostre strutture e così esistono le malattie autoimmuni, causate da un "errore" del nostro sistema immunitario. Un esempio su tutti alcune malattie della tiroide.

In maniera semplice ecco descritto il sistema immunitario.                 Ha senso "migliorarlo"? In realtà c'è poco da migliorare, se funziona va bene così. Sappiamo però che una vita sana, uno stile di vita che evita abitudini dannose, mantiene efficiente il sistema immunitario.

 Bere alcol lo danneggia, così come fumare o fare una vita sedentaria. Sono abitudini che danneggiano gradualmente proprio quelle "barriere" nei confronti delle aggressioni esterne. Ecco, ha senso mantenerlo attivo, sano, efficiente. Non ha senso, perché proprio non significa nulla, "migliorarlo".

C'è chi pensa che bisogna "rinforzare", sostenere il sistema immunitario.

In realtà questa convinzione ci è stata inculcata nei decenni. Le generazioni uscite dalle grandi guerre avevano vissuto un'epoca di stenti, fame, di malnutrizione e carenza di alimenti. In quel caso (il motivo era evidente) servivano i "ricostituenti" (termine che chi ha i capelli bianchi ricorderà sicuramente), ovvero sostanze (vitamine soprattutto) che integravano le varie carenze alimentari causate da anni di guerra e povertà.

Poi arrivò il benessere, il consumismo, l'eccesso e il problema diventò quello opposto: non più carenza di alimenti ma eccesso, abbondanza, cattiva alimentazione.

Oggi il problema non è il bambino che non può mangiare ma quello che mangia troppo (e non è un problema minore, è un'epidemia).

Oggi gli adulti pagano per farsi dire come mangiare bene, si fa la dieta per dimagrire, non per ingrassare. E dire che basterebbe mangiare normalmente. Bene, in maniera equilibrata, sana e il nostro corpo sarebbe in forma (sono io il primo a dirlo a me stesso eh?). Non abbiamo nulla da integrare oggi, al limite da togliere, da disintegrare.

Integratore per "rinforzare le difese immunitarie dei bambini". Contiene sostanze di comune consumo (e facilissimo reperimento) in quantitativi disponibili con una normale alimentazione.

È questo il motivo per il quale l'enorme business degli integratori, tra i più fiorenti al mondo e che ormai è un vero e proprio mercato dell'ipocondria, ha tanto successo.

 Si vendono prodotti che non servono a niente, che non devono dimostrare di servire e che per legge non possono curare nulla.

 Però sono comprati da tantissime persone. Si è creata la falsa convinzione che certe sostanze, utili alla nostra vita, esistano solo in forma di pillole e sciroppi, compresse o bustine.

Le vitamine sono contenute negli alimenti, è lì che nascono e quasi sempre in quelli più comuni (e non è un caso). Frutta, verdura, legumi, pesce, olio. Sono alimenti quotidiani che ci assicurano il normale apporto di vitamine e di sostanze fondamentali alla vita.

Le medicine si danno ai malati (ma va?). Questo equivoco mi ricorda quello che mi diceva un'amica: suo figlio era convinto che le tigri vivessero negli zoo e non che fossero animali liberi, rinchiusi negli zoo per il piacere umano (non certo loro). Le vitamine sono sostanze che si assumono alimentandosi, non comprandole in farmacia.

A chi possono servire gli integratori? Semplice: a chi ha carenze di vario tipo, in caso contrario non servono a niente, costano e possono avere pure qualche rischio.

Malattie, periodi particolari della vita (gravidanza, anzianità, convalescenza, puerperio, post operatorio...), difficoltà ad alimentarsi correttamente, allergie reali ad alimenti fondamentali, attività fisica importante. Poche condizioni quindi. In linea generale gli integratori servono solo a fare guadagnare chi li produce. Il primo modo per mantenere attivo (non "migliorare", non "stimolare" ma mantenere normale) il nostro sistema immunitario è curare lo stile di vita. Fine.

Il resto sono speculazioni per creare una discussione su un argomento che non ne avrebbe bisogno. Gli integratori vitaminici non hanno praticamente nessun ruolo nel prevenire o ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, tumorali o la mortalità, sono una spesa inutile.

Chi mi segue sa infatti che da sempre mi batto per fare capire una cosa ovvia.

 E il fatto che, nonostante tutto, alcuni non la capiscano significa che in fondo siamo fatti per farci fregare. Integrare significa aggiungere qualcosa quando c'è carenza. Se manca acqua aumento, integro l'apporto di acqua, berrò di più.

Se mancasse ferro al mio organismo perché ho una malattia o una condizione che causa questa mancanza (chiamata anemia sidero-penica) cercherò di integrarlo, ne mangerò di più. Semplice. Ovvio.

Com'è ovvio che per avere un adeguato apporto di nutrienti serva semplicemente alimentarsi normalmente. Frutta, verdura, acqua, proteine, carboidrati, grassi. In giusto equilibrio, variando, limitando al massimo le cattive abitudini. Fine.

 Eppure questo concetto è difficile da far digerire. Vogliamo la pillola miracolosa, quella che ci fa "stare meglio" perché, anche se stiamo bene, vogliamo stare meglio.

Pillole, bustine e beveroni sarebbero da riservare ai malati ("Che sta male in salute, che è colpito da malattia; ammalato, infermo").

L'integrazione di vitamine farmacologica è fondamentalmente senza rischi seri.

In rari casi è possibile un'intossicazione (un vero avvelenamento, anche letale, come può avvenire con l'eccesso di vit. D o con la A  dovuta a eccessivo consumo. Per questo motivo gli integratori sono un mercato florido per industrie serie e ciarlatani.

Di moda negli ambienti alternativi sono un vantaggio solo per chi le vende.

 E se proprio volessimo prendere alla lettera la possibilità di "rinforzare il sistema immunitario" esiste un solo modo al mondo per farlo: vaccinarsi. Ma chissà perché gli amanti dell'"alternativo" fuggono dai vaccini e comprano bustine inutili.

Ci siamo innamorati (ci hanno fatto innamorare rendendoli fondamentali, necessari) degli integratori. Che sono quei prodotti che non sono medicinali, non possono avere effetti curativi, non devono essere sottoposti a studi scientifici per dimostrare che funzionano ma sono vendutissimi, ricercati, comprati con ingordigia. Ci sono integratori per tutti i gusti e nella stagione invernale ecco che tra i più venduti ci sono quelli per i bambini. Per aiutarne la crescita, per rinforzare le difese immunitarie, per proteggerli dal raffreddore. Hanno una caratteristica in comune: non servono a niente (e costano tantissimo).

Il problema è che spesso queste sostanze sono prescritte da medici. Vuoi per ignoranza, a volte per accontentare genitori ansiosi, a volte perché si vuole favorire un produttore, per tanti motivi. Non è difficile capire la loro inutilità.

 Se avessimo un sistema immunitario carente saremmo malati.                    Il nostro sistema immunitario non deve essere rinforzato (abbiamo visto che quando il sistema immunitario lavora troppo si è malati), deve semplicemente funzionare bene e questo succede se si vive normalmente, in maniera sana.                                 Mi ha scritto un lettore che chiedeva l'utilità di un integratore (per "rinforzare le difese immunitarie del figlio") prescritto dal pediatra, che contiene un quantitativo di vitamina D inferiore (meno della metà!) a quello di un uovo o di 100 grammi di pesce comune e un contenuto di vit. C simile a quello di un kiwi.

Con il pesce o il Kiwi, oltre alla vitamina utile, assumi anche altre sostanze, sali minerali, proteine, altre vitamine. L'esposizione al Sole è un modo semplice, gratuito e persino piacevole di produzione endogena di vitamina D che così può svolgere egregiamente il suo compito di sostegno delle difese immunitarie e alla salute generale.

Non c'è confronto e non c'è bisogno, per un bambino sano che conduce una vita normale, di nessuna integrazione. Ma allora perché il pediatra ha prescritto quell'integratore? Io glielo chiederei ma prima devo raccontarvi dell'altro pediatra che ha prescritto alle mie nipotine, gemelline, l'Oscillo-coccinum, cuore di anatra omeopatico che contiene solo zucchero, niente altro.

Non sapeva che le gemelline sono le nipoti di MedBunker.

 

Con questo articolo ne approfitto per augurarvi buone feste. Godetevele.

Alla prossima.

 

Bufala in vigile attesa.

Medbunker.it- Dott. Salvo Di  Grazia -(29 novembre 2021)- ci dice:

Si dice che tra i mezzi più efficaci della propaganda vi sia quello di ripetere una falsa notizia (ovviamente utile a chi la diffonde) tante volte, continuamente, come uno slogan, fino a renderla realtà.

Tachipirina e vigile attesa.

Quante volte l'avete sentita?

Sarebbe la cura che "il governo" (perché chi ha un'idea semplice del mondo pensa a un potere supremo che decide tutto, comprese le cure che dovrebbero fare i poveri cittadini) avrebbe consigliato per mesi a chi si fosse ammalato di Covid.

Ovviamente inutile (cosa vuoi che faccia una compressina e l'attesa con una malattia grave come il Covid?), ovviamente letale (sì, hanno scritto pure questo) e ovviamente dovuta all'ignoranza del ministro della Salute.

Dall'altra parte, eroi altruisti che invece di Tachipirina e vigile attesa prescrivono farmaci anti infiammatori, eparina, antiparassitari, vitamine e tante altre cose. Che guariscono (anche qui, ovviamente) quasi tutti i malati, anche il 95% di chi si contagia. Questi gruppi (e la loro mentalità) sono molto in voga tra i no-vax, anche perché "accarezzano" le loro superstizioni tipiche: i vaccini fanno male, la malattia è banale, il potere ci vuole uccidere e ci sono pochi e coraggiosi che vogliono salvare l'umanità. Pane per i denti dei più ingenui.

Questa è la propaganda. Tachipirina e vigile attesa, Tachipirina e vigile attesa, Tachipirina e vigile attesa e tutti credono che, Tachipirina e vigile attesa, siano state le cure "ufficiali" e inefficaci per questa malattia.

Bufala.

Uno: il Covid è (fortunatamente) letale solo in certe condizioni, molto subdolo, colpisce gravemente soprattutto (ma non solo) anziani e persone con la salute compromessa.

Il 95%  di chi si ammala guarisce (spontaneamente).

Non è una novità, vero? Eppure nonostante il 95% dei malati guarisca spontaneamente c'è chi si vanta di guarire con le sue personali cure il 95% dei malati. E c'è chi ci crede.

 Oltretutto i guaritori miracolosi non curano in ospedale o in terapia intensiva ma a domicilio, dando indicazioni per telefono e senza nemmeno visitare le persone, capita la comodità? Una sorta di "servizio a domicilio" della salute. I "pony express" del Covid.

Due: le malattie infettive virali sono difficilissime da curare (per arrivare a rendere gestibile l'AIDS ci abbiamo messo decenni) e anche in questo caso non c'è nessuna cura o pillola miracolosa. Quello che invece dicono i ciarlatani che si definiscono i paladini delle "cure domiciliari".

E queste cure "miracolose" che ottengono la guarigione di chi già guarisce da solo quali sarebbero?

Prendiamo come esempio uno dei gruppi di "cure domiciliari" nati come funghi per spillare soldi ai disperati.

Vitamina D, C, A, esperidina, quercetina, lattoferrina e altri intrugli inutili. Poi suffumigi (inalazione di vapori caldi). Aggiungere Ivermectina (un antiparassitario), Azitromicina (un antibiotico), Idrossiclorochina (un antimalarico), Colchicina (un farmaco per la gotta), Acetilcisteina (un farmaco per il catarro) e altro.

 Così, senza uno studio o una sperimentazione.

Tutto a caso, con dosaggi e posologia scelti a intuito, senza che vi sia un ragionamento, un protocollo esistente e naturalmente ogni prescrittore ci metteva del suo: prendine due, prendine quattro, no, cinque.                    La mattina, la sera, prima dei sintomi, dopo i pasti, un'ora prima, un'ora dopo.                     A caso. Tanto non esiste uno studio, un dato ufficiale, un confronto.                                                A caso, a giudizio di chi ti contatta via Facebook.                                                                                                                            Da notare che oltre all'inutilità di vitamine e pozioni varie, farmaci come l'Idrossiclorochina o l'Ivermectina sono apparsi inutili, inefficaci e pure con qualche rischio in diversi studi scientifici.

Insomma, la solita sciocchezza da geni incompresi che si inventano un "metodo" ideandolo di sana pianta, lo spacciano per soluzione definitiva e riescono non solo a convincere i malati (e qui si potrebbero trovare delle giustificazioni) ma anche ad avere giornalisti e media che li ascoltano (e questo è molto grave).

Ovviamente loro sono vittime di un complotto, non realizzano documenti scientifici (li annunciano sempre ma, mistero, non riescono mai a realizzarli) ma basano tutto su pubblicità sui social e internet, non vogliono soldi ma hanno il conto in banca in Svizzera dove accettano solo (poverini...) donazioni.

Classico. Il perfetto ritratto dei ciarlatani.

Ma è vero che le cure ufficiali sarebbero rappresentate da Tachipirina e vigile attesa?

Macché. Già dalla prima linea guida (quando si sapeva poco di questa malattia, novembre 2020) non parlano assolutamente di una cosa del genere e il successivo aggiornamento (aprile 2021) conferma la prima con l'aggiunta di nuove terapie scoperte nel frattempo (le trovate tutte e due qui).

 La Tachipirina (che è giustificata, è un noto farmaco per diminuire la temperatura corporea) è solo parte della terapia.

In particolare: per persone asintomatiche o con pochi sintomi si devono somministrare farmaci sintomatici (Tachipirina o FANS, ovvero anti infiammatori come Aspirina o Ibuprofene, che diminuiscono la febbre, il malessere), monitorando attentamente le proprie condizioni (prima tra tutte la saturazione), idratandosi, facendo attenzione all'alimentazione, se entro 72 ore il quadro non migliorasse richiedendo supporto di ossigeno si possono usare i cortisonici.

In caso di immobilità è consigliato l'uso di eparina.

Se il quadro facesse pensare a un problema batterico è bene usare antibiotici.

Nelle fasi precoci della malattia è possibile usare anticorpi monoclonali (anche se su questi ci sono dei limiti soprattutto organizzativi ma anche perché bisogna scegliere questa categoria di farmaci con molta attenzione). Durante questa fase iniziale (e asintomatica o con pochi sintomi) della malattia è fondamentale il monitoraggio delle proprie condizioni e della situazione generale.

Questo, come si può leggere, non è "tachipirina e vigile attesa", una bufala sparsa a turno, da ignoranti e persone in malafede. Non fatevi fregare.

Tutto ciò certamente per quanto riguarda la malattia in fase iniziale, senza ricovero ospedaliero perché se il quadro peggiorasse richiedendo un ricovero ovviamente questo andrà fatto e la terapia cambierà.

Ecco la famosa "Tachipirina e vigile attesa" diventata uno slogan, ecco la "cura letale" che qualche giornale incosciente ha diffuso ai propri lettori e che poi no-vax ed esaltati sbandierano come incredibile prova di inefficacia sanitaria nazionale. Propaganda. Fake news.

Non c'è solo la Tachipirina, non c'è solo la "vigile attesa" e si fa quello che si deve fare (e che fanno in tutte le nazioni civili). Tutti i servizi sanitari del mondo (l'americano NIH, l'inglese NICE ma anche tutti gli altri dei paesi moderni e il nostro) hanno usato questo tipo di approccio perché è l'unico scientificamente ragionevole.

Chi diffonde la bufala ha uno scopo ben preciso, confondere, creare sfiducia, dubbio, chi la legge rischia di crederci e diventare vittima della stessa e, com'è accaduto, vittima reale, credendo a queste sciocchezze fino a rischiare la vita. Questa gente (guidata non da scienziati ma da avvocati, dentisti, politici, imprenditori) organizza manifestazioni, proteste, linciaggi, aggressioni.

Non sono lì perché preoccupati della salute degli altri ma per scopi molto più personali e materiali e nelle ultime settimane, sentito il "fiato" delle indagini a loro carico (e il rischio di conseguenze giudiziarie era reale) hanno iniziato a ridimensionarsi, a essere più anonimi, silenziosi o addirittura a scomparire.

Il problema è che hanno giocato e giocano con la salute delle persone e dovrebbero essere le persone stesse a evitare questa gente.

Poi se fa più piacere diffonde una sciocchezza o credere a una bufala così, tanto per fare i ribelli pazienza, ognuno sceglie come comportarsi nella vita. La paura fa brutti scherzi, certo e i furbi sanno dove colpirci per convincerci ma non ci cascate. Sono subdoli e pericolosi, come una malattia infettiva.

Alla prossima.

 

 

Pfizer Gate: cosa è successo con i vaccini Pfizer?

Medbunker.it- Dott. Salvo Di  Grazia -(5 novembre 2021)- ci dice :

 

C'è uno scandalo legato alla produzione del vaccino anti-Covid Pfizer?

Su internet si legge "Pfizergate" (scandalo Pfizer) e la notizia è rimbalzata (ovviamente urlata dagli anti-vax) dovunque.                                 Un problema c'è stato ma forse non tutti sanno esattamente cosa è successo. Potrei urlare come i no-vax amplificando lo scandalo o minimizzare cercando di renderlo "inesistente": Invece la cosa migliore secondo me è semplicemente raccontarlo. Dire cosa è successo e solo alla fine due righe di commento.

Ognuno potrà farsi un'idea.

Il vaccino anti-Covid prodotto dall'azienda farmaceutica Pfizer è tra i più utilizzati. Prima gli studi e poi l'applicazione sul campo ne hanno confermato efficacia e sicurezza. Di questo dobbiamo certamente ringraziare gli studiosi e i produttori, i farmaci non cadono dal cielo ma la gratitudine non deve accecare e se c'è qualcosa che non va è bene ufficializzarla, anche per rendere trasparente un processo spesso "misterioso" e sconosciuto alla maggioranza delle persone.

Per vendere un farmaco, dopo averlo scoperto, bisogna ottenere l'autorizzazione delle autorità sanitarie. Questo avviene presentando studi, statistiche, dati, tutto ciò che dimostra che quel farmaco è efficace e sicuro e così avviene per i vaccini ed è avvenuto per il vaccino Pfizer.

Così l'azienda farmaceutica Pfizer ha impostato e organizzato lo studio da sottoporre alle autorità mediche e poi ottenere il permesso per vendere il suo vaccino.

L'azienda farmaceutica ha quindi "arruolato" 44.000 persone per effettuare questa ricerca. Ovviamente non è possibile riunire più di quarantamila persone in un posto e sottoporle alle procedure per lo studio ed è difficilissimo organizzarsi da soli e quindi (come succede praticamente sempre) la Pfizer ha diviso gli individui da studiare in piccole parti, assegnando a "terzi" (società che si occupano di queste cose e che sono attrezzate per farlo ma anche università o grandi cliniche) l'organizzazione di tanti piccoli gruppi. Una di queste società si chiama "Ventavia" ed era incaricata di studiare circa 1000 persone in tre sue sedi. In totale le sedi incaricate di creare questi dati erano 153.

Alla fine dello studio ogni società incaricata invia i risultati dei singoli gruppi alla sede centrale che li processa e li sottopone a chi deve sistemarli e crearne un unico studio che sarà presentato alle autorità per ottenere l'autorizzazione alla vendita del farmaco (in questo caso il vaccino).

La FDA (l'ente che si occupa dei farmaci in America) esegue dei controlli periodici in questi siti per assicurarsi che le procedure siano seguite e li fa "a campione" (essendo difficile controllare tutto i controlli sono fatti "a caso", a sorpresa), nel caso della Pfizer riguardo alla produzione del vaccino anti-Covid, sono stati ispezionati nove dei 153 siti di sperimentazione.

Un impiegato dalla società Ventavia aveva notato delle irregolarità nelle procedure del trial affidato all'azienda in cui lavorava e ha pensato bene di avvertire proprio la FDA. Nel frattempo ha scattato foto, copiato documenti e appuntato tutto quello che vedeva.

Quando la FDA ha chiesto alla Ventavia spiegazioni per quello che stava succedendo, immediatamente,  la società ha licenziato l'impiegato "infedele" (per loro), il giorno dopo il suo messaggio alle autorità.

 Di tutta questa storia la Pfizer (che ne era al corrente) non ha informato la FDA al momento della richiesta di autorizzazione alla vendita del vaccino.

Questo è quello che è successo.

Ma cosa ha visto questo impiegato?

Lo dice lui stesso. Perché dopo essere stato licenziato ha pensato (e ha fatto bene) di scrivere al BMJ (British Medical Journal) che è una delle riviste mediche più importanti e prestigiose del mondo. Alla rivista ha inviato foto e documenti e così è uscito un editoriale dove si racconta la storia: questo.

Le accuse alla Ventavia sono abbastanza precise e sono state prese seriamente dalle autorità (che hanno chiesto spiegazioni alla stessa società). La Ventavia ha comunicato di aver sistemato alcune irregolarità, risolto alcuni problemi e ha accettato nuove ispezioni (soprattutto alla documentazione esistente, visto che lo studio è ormai finito) da parte di chi controlla.

Quali sono queste irregolarità?

Alcune "pratiche", per esempio atti di cattiva gestione. Siringhe dei vaccini buttate nei contenitori non adatti, pazienti lasciati in corridoio dopo la vaccinazione e non monitorati costantemente o lo stesso licenziamento del loro impiegato, non certo un gesto nobile. Ovviamente queste non sono attività che condizionano i risultati delle ricerche ma sintomo di cattiva organizzazione e scarsa buona volontà e persino un altro (ex) impiegato della Ventavia ha confermato: "mai vista tanta superficialità". Poi ci sono state delle irregolarità nello studio vero e proprio. Alcune di queste irregolarità avrebbero potuto falsare i dati, i risultati finali.

Per esempio alcuni vaccini non sono (non sarebbero) stati conservati alle temperature adatte, alcune etichette che dovevano essere solo numerate contenevano nomi e tipo di contenuto, alterando così l'esperimento (che se è in "cieco" significa che nessuno deve sapere cosa contiene la fiala e a chi andrà tra i soggetti studiati, serve a non condizionare i risultati). Sembrano più errori di "pigrizia", di brutta gestione e non in malafede o per "truccare" consapevolmente i risultati (cosa che invece è successa in altri casi in maniera evidente). Quest'ultimo particolare (le etichette identificative nei vaccini) è stato documentato con foto (in possesso del BMJ) ma lo stesso impiegato ha detto che probabilmente il problema si è risolto prima di diventarlo, perché la società se ne era accorta e ha corretto l'errore in tempo.

Un altra irregolarità ha riguardato il "follow up" (il controllo) degli effetti collaterali. Il protocollo prevedeva la segnalazione entro 24 ore mentre Ventavia ha impiegato anche tre giorni per farlo. Non ci sono però evidenze o testimonianze di "falsificazione" dei dati (di manipolazione diretta, volontaria, dei dati) come qualcuno aveva lasciato capire, né ne parla la testimonianza dell'ex dipendente Ventavia.

Commento.

Visto l'esiguo numero di soggetti coinvolti nella porzione di ricerca gestita da Ventavia è davvero improbabile che queste irregolarità (visto anche il loro tipo, solo indirettamente di tipo scientifico) possano aver condizionato i risultati.

Mi sembra più una storia di disorganizzazione che di "cattiva scienza".

 Si tratta sicuramente di un allarme, che è stato lanciato anche da organizzazioni a difesa dei consumatori. La FDA ha personale inadeguato per eseguire controlli e verifiche, ne servirebbe molto di più. È stato stimato che solo l'1% dei siti di ricerca coinvolti in sperimentazioni di farmaci abbiano avuto controlli e ispezioni delle autorità. Pochissimi, troppo pochi.

Non vedo quindi un problema sanitario ma burocratico. Chi controlla deve farlo e chi sbaglia deve essere messo nelle condizioni di non poterlo fare più.

Aggiungo, a costo di essere politicamente scorretto, che le "irregolarità" riscontrate sono spesso comuni, diffuse, dovute a superficialità, pigrizia, abitudine, scarso addestramento. Sono le stesse che possiamo trovare in molti uffici, in ospedale, nei laboratori. Se chiedessi quanti ospedali rispettano le linee guida di sicurezza e buona pratica medica, si risponderebbe "quasi tutti" ma se li ispezionassi, secondo voi, quanti lo farebbero davvero?

Siamo noi, anche se aumentiamo il rischio personale, a non rispettare le norme, perché ci stufiamo o non siamo abituati a farlo.

Questo ovviamente non è una difesa per l'azienda o per chi non rispetta le regole, anzi, è bene ed è giusto raccontare cos'è successo e spiegarlo e non so se in questa storia sia colpevole la Pfizer (il produttore) o la FDA (il controllore).

La Pfizer ha in ogni caso rescisso il contratto con Ventavia .

Alla prossima.

 

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