LA CRICCA DI DAVOS DEVE APPLICARE IL "NUOVO ORDINE MONDIALE " ?
Perché la cricca di Davos deve obbligare la “UE” e tutti gli stati aderenti
ad
applicare il suo “Nuovo Ordine Mondiale “ ?
Davos
2020,
cos’è e perché
è nata
la riunione dell’élite mondiale.
Ilsole24ore.com-
Angela Manganaro -(20 gennaio 2020)- ci dice:
Evoluzione,
agenda, routine dell’appuntamento sulle Alpi svizzere che quest’anno compie
cinquant’anni.
Il
professore Klaus Schwab ha fondato il World Economic Forum di Davos nel 1970,
quest’anno la sua creatura compie cinquanta anni.
Ogni
anno a metà gennaio, un paesotto sulle Alpi svizzere ospita per cinque giorni
presidenti e primi ministri, banchieri centrali e boss di grandi aziende,
industriali, miliardari, influenti accademici, sportivi, attori, rockstar,
innovatori, giovani e non.
Le
origini.
Il
Forum (acronimo WEF) è un’organizzazione internazionale che dà lavoro a circa
800 persone ed è governata da un Board of Trustee che garantisce il rispetto
dei valori e il raggiungimento degli obiettivi. L’ottantaduenne professor
Schwab è il presidente esecutivo e continua a presiedere e presentare gli
incontri con le personalità più importanti che ospita, in una recente intervista con il
Financial Times, ha ricordato che il WEF «è sempre stato concepito come
piattaforma per gli investitori».
In
questo mezzo secolo la piattaforma è diventato altro ma il professore assicura
che non ha mai perso la sua anima.
Certo
l’ha evoluta perché si è adattata ai tempi e i tempi hanno portato con sé più
politica e più personalismi, si è andati oltre le discussioni accademiche attorno al
lavoro dell’economista americano Milton Friedman.
Come è
cambiata l’agenda.
Oggi
non si discute più se Davos sia stata culla della centralità degli azionisti
nella struttura delle aziende. Davos cinquanta anni dopo si offre come levatrice di
un capitalismo etico, e vara un nuovo Manifesto che aggiorna il primo del 1973
e sia guida «per le aziende nell’era della Quarta Rivoluzione Industriale» (nelle scorse settimane, per la prima
volta nella sua storia, il WEF ha pagato inserzioni pubblicitarie per
diffonderne il contenuto).
In
mezzo ci sono stati i frenetici anni Ottanta, la globalizzazione dei Novanta, il
movimento no global che prese Davos come simbolo negativo e bersaglio, la lunga crisi economica iniziata
nel 2007, quindi
inediti discorsi sulla deglobalizzazione, e la deriva di tutto questo, il
populismo e il sovranismo. Quest’anno, al centro dell’agenda, il clima.
Considerato
dai più come vertice esclusivo e inaccessibile - nel tempo si è anche identificato
“l’Uomo di Davos”, ricco, poliglotta, cosmopolita, naturalmente global - è
diventato sempre più un evento coperto dai media: nonostante i suoi detrattori o
forse anche grazie a questi, ha perso quell’aura di gran consesso a porte
chiuse che tanto sospetto ha instillato nei movimenti populisti anti-élite. Di Davos si può sapere tutto,
ospitare i grandi nomi comporta e quindi assicura massima visibilità
(banalmente, molti incontri si possono seguire online sul sito).
A
Davos si raccontano i processi in corso e si tenta di predire il futuro: nel 2004 Bill Gates predisse che il
mondo sarebbe stato travolto da un’epidemia entro il 2006, lo spam.
In generale quando le cose non vanno bene, a
Davos si sente. Nel 2009, piena crisi finanziaria globale, il morale era a
terra, in quel caso non c’era niente da predire, c’era da discutere come
uscirne il più presto possibile, e l’Uomo di Davos sapeva di essere più
responsabile di altri.
Chi
c’è, chi non c’è.
Ogni
anno si gioca a chi c’è e chi non c’è, di solito ci sono quasi tutti e anche le
clamorose defezioni come Donald Trump appena eletto alla Casa Bianca,
rientrano: il
presidente americano che dell’avversione a questi esclusive riunioni ha fatto
un vezzo elettorale, è andato nel 2018 e torna nel 2020.
Due
anni fa ha promosso il suo America First e lanciato frecciate all’Europa e alla
Cina, stavolta torna anche per ribadire il suo credo negazionista sul clima,
non c’è alcun cambiamento climatico in corso, e lo dirà in faccia alla
diciassettenne icona globale dell’ambientalismo, Greta Thunberg.
Davide
contro Golia, si dirà, ma si sa che i simboli, gli esempi, in quest’era come
non mai, valgono più del reale potere di due attori su un palco. Trump lo sa e opporrà il suo ciuffo
alle trecce di Greta, perché almeno mediaticamente su una ribalta imbiancata e
fintamente neutrale come Davos sarà un «uno contro uno».
Quest’anno
non ci saranno il presidente francese Macron e il premier canadese Justin
Trudeau mentre il Regno Unito manda il Cancelliere dello Scacchiere, Sajid
Javid al posto del premier Boris Johnson.
Come
vestirsi.
Il
guardaroba è condizionato dal freddo, molti arrivano con le scarpe da montagna
e non se le tolgono neanche dentro, pochi mollano gli scarponi per costose,
cittadine, scarpe di ricambio. La maggioranza, quelli che restano col moon-boot,
è autorizzata dall’ormai consolidato dress code, quel generico business casual
che vuol dire tutto e niente, spesso il solito: pantalone, camicia e maglioncino,
al massimo un completo ma non la cravatta.
Nessuno
però si presenta in jeans e giacca o in pantalone con le tasche e maglietta,
unica eccezione il fondatore di una azienda tech di successo, specie che ormai
da alcuni anni fa parte dell’habitat Davos e come tale ora si mimetizza.
I miliardari della Silicon Valley non più
novizi si sono allineati in pochi anni, anche troppo, ha scritto il business
editor della Bbc, con il caso limite del fondatore di Facebook, Mark
Zuckerberg, che è passato da un opposto all’altro, dalla felpa del dormitorio
di Harvard alla cravatta, e in entrambi i casi si è ritrovato unico e solo.
Start.
Bonus
psicologo, le domande e le risposte per chiarirsi i dubbi su una misura molto
attesa che vuole mitigare i danni causati da due anni di pandemia. E ancora:
misure anti-covid, si può tornare a consumare...
Come
muoversi.
La
sicurezza non è discreta e non potrebbe essere altrimenti vista la presenza di
politici, banchieri, miliardari, grandi boss di multinazionali, celebrità di
ogni latitudine.
Spazio aereo interdetto, esercito, cecchini
sui tetti, controlli come all’aeroporto a ogni passaggio, controlli già alla
frontiera se arrivi in macchina ma anche sull’autobus e in treno fin che giungi
in cima a 1.500 metri di altitudine.
Poi
quando sei lì, se non sei ricco o ben finanziato, stai in alberghi lontani dal
luogo degli incontri, quindi anche mezzora di navetta al giorno nella neve.
E ti
ritrovi a dover scegliere tra circa 300 incontri in cinque giorni, e non sai
come dividerti e neanche come battere la concorrenza, perché i posti
disponibili si esauriscono in pochi minuti e, se sei un principiante, rischi di
ritrovarti in una sessione sulla creatività nel quotidiano, la mente e le
macchine, il futuro della mobilità, la questione artica, i segreti
dell’universo (qui i sette temi chiave dell’edizione 2020 da cui sviluppano gli
infiniti panel).
Fuori,
prezzi alle stelle e Davos non è neanche un granché, un paesello moderno non il
tipico villaggio da cartolina svizzera, quindi di bello restano le montagne, ma
fa freddo, tanto freddo, a gennaio anche meno 20 gradi, insomma hai voglia a
gridare all’élite: Davos è un servizio faticoso, confessa un esperto cronista,
almeno per chi quella élite la deve raccontare.
Davos,
il centro congressi ospita l’annuale
riunione del World Economic Forum .
Occasione
unica.
Chi
può però a Davos va perché non capita tutti i giorni di vedere riunite le
duemila persone più potenti della Terra in un paesino senza assistenti e
esperti di pubbliche relazioni a fare da barriera.
È
un’occasione unica per parlare, ascoltare, imparare qualcosa di nuovo che ha
l’ambizione di andare oltre l’utilità quotidiana. E non bisogna farsi intimidire, Lord
Digby Jones, habitué del Forum per tanti anni, citato da Bbc, rassicura:
«Sembra che tutti sappiano quello che fanno, in realtà non è così».
Il «Grande reset»: dalla teoria del complotto QAnon sulla «pandemia inventata» alle opinioni di Freccero.
Open.online
- Juanne Pili e David Puente-(25
SETTEMBRE 2021)- ci dicono:
Definita
anche Cabala, questa tesi cospirazionista sembra affascinare anche chi critica
il Green pass.
Il
Great reset è una proposta del World Economic Forum (WEF), presentata nel maggio 2020 dal principe Carlo di Galles e dal
tedesco Klaus Schwab, per costruire una economia sostenibile per il post pandemia
Covid-19.
La
sola idea di un “grande piano” da parte delle élite mondiali di riformare il mondo
“creando una pandemia” è stata recepita come la prova dell’instaurazione del
cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (NWO).
Il
Great reset è così diventata una delle teorie del complotto sostenute da vari
personaggi, dal movimento di estrema destra QAnon fino a intellettuali nostrani
come Carlo Freccero.
La
teoria del complotto del Grande reset si ispira a una iniziativa reale del WEF,
fraintendendo le pubblicazioni di uno dei suoi membri, Klaus Schwab.
Carlo
Freccero cita Schwab facendo riferimento a un Grande reset, volto a creare o
amplificare la pandemia di Covid-19.
Schwab
non ha mai sostenuto nei suoi libri l’idea di inventare le epidemie a scopo
economico, né questo è il proposito del WEF.
Definita
anche Cabala, la teoria cospirativa del Great reset è parte dell’ideologia di
estrema destra che anima il movimento QAnon.
Freccero
non precisa chiaramente se le sue affermazioni sono critiche originali
all’iniziativa reale del WEF o se si rifà precisamente alla omonima teoria
cospirativa.
Analisi.
Ogni
anno si tiene un evento noto come Forum di Davos, dal nome della città svizzera
che lo ospita, a cura dell’organizzazione internazionale World Economic Forum.
All’evento partecipano economisti, scienziati, leader religiosi, imprenditori e
politici: tanto basta per essere considerati quella sorta di élite mal vista
dai complottisti. Basti pensare che tra gli invitati troviamo nomi odiati
dall’estrema destra come George Soros e Greta Thunberg, quest’ultima contestata da un altro
ospite dell’edizione del 2020: Donald Trump.
Secondo
Carlo Freccero, in una lettera pubblicata da La Stampa, il Green pass sarebbe organico al
Grande reset:
«È
destinato a diventare l’embrione della futura tessera di identificazione
digitale a cui mira il Grande Reset in via di attuazione. Per chi non sapesse di cosa si
tratta, rimando a due libri dell’economista Klaus Schwab “Covid 19 The Great Reset” e “Quarta
rivoluzione digitale”.
Secondo
Schwab la pandemia è un’occasione irripetibile per conseguire il “Grande Reset”
già illustrato nel saggio “La quarta rivoluzione industriale”.
Tutto
ciò è confermato dal progetto di Recovery Fund, che si pone come obiettivo lo stesso obiettivo del “Grande Reset”. Credo che la nuova normalità in
cui stiamo vivendo non finirà coi vaccini, ma continuerà nel tempo, con la
rivoluzione digitale e la rivoluzione verde.
Diciamo la verità: non è la pandemia ad avere
causato la crisi economica. È piuttosto la crisi economica ad avere causato la
pandemia, o quanto meno, ad averla amplificata al fine di ultimare il “Grande
Reset”».
Freccero
ha recentemente sostenuto il referendum contro il Green pass, parlando di
«élite che ci governano con la paura».
Si
tratta di una critica originale contro una reale iniziativa economico-politica,
oppure strizza l’occhio ai complottisti, che usano il medesimo termine per
teorizzare una cospirazione mondiale, volta a controllare le nostre vite? Risolvere questa ambiguità dovrebbe
essere compito dello stesso Freccero, onde evitare che tali affermazioni
vengano usate indebitamente per sostenere tesi cospirazioniste.
(Ma in
Cina la popolazione non è controllata con la Quarta Rivoluzione industriale?
Ndr.)
Carlo
Freccero, in risposta a un articolo di Massimo Gramellini sul Corriere della
Sera dal titolo «Il complotto dei Ricchi e Poveri», sostiene: «Nel mio intervento su
il Fatto e la Stampa io non esprimo giudizi sui contenuti [sul Great reset,
ndr], ma
faccio presente che le soluzioni utopistiche del Wef, creative sino a rasentare
la fantascienza e ispirate al transumanesimo più spinto, richiederebbero, prima di essere
applicate ai popoli, il consenso informato ed il loro assenso. In Democrazia e sino a prova
contraria le decisioni spetterebbero al popolo, soprattutto se riguardano l’integrità
fisica dei cittadini».
La
bufala sul libro di Klaus Schwab.
I
teorici del complotto fanno circolare anche screen decontestualizzati, con
passaggi dello stesso libro consigliato da Freccero «Covid-19: The Great Reset» di Klaus Schwab.
L’autore è uno dei membri del WEF, per tanto il «Grande reset» a cui fa
riferimento appartiene al contesto originale, ma non conferma affatto l’idea
cospirazionista in base alla quale la pandemia sarebbe stata prodotta (o
gonfiata) da interessi economici di alcune élite.
Un
falso passaggio del libro di Schwab.
Proprio
i libri di Schwab vengono citati dai cospirazionisti per sostenere che
l’iniziativa del WEF è parte di un piano volto a «organizzare le epidemie». Ad esempio, circola una falsa
citazione del testo dove si attribuisce l’idea di voler eliminare almeno 4
miliardi di individui nel mondo entro il 2050 per mezzo di guerre militari ed
epidemiologiche, ma il testo non è presente nel libro di Schwab: si tratta di un testo tratto dal
libro Conspirators’ Hierarchy: The Story of the Committee of 300 del 1992 di
John Coleman.
La
Cabala dei Poteri forti.
Stando
a quanto riporta la BBC, Schwab è uno degli autori più fraintesi dai cospirazionisti
del Grande reset. In mezzo finisce anche il premier canadese Justin Trudeau,
dalle cui dichiarazioni parte il passa-parola nel web che ha portato alla
teoria cospirazionista attuale.
«Ha
iniziato a fare tendenza a livello globale su Twitter la scorsa settimana,
quando un video dove il primo ministro canadese Justin Trudeau in una riunione
delle Nazioni Unite, ha affermando che la pandemia ha fornito un’opportunità
per un “reset”, è diventato virale – continua l’Emittente britannica -. Ciò ha suscitato nuovi sospetti da
parte delle persone, in Canada e oltre, che una cabala di leader globali stia
usando la pandemia per introdurre una serie di politiche socialiste
-massoniche mondialiste e ambientali dannose».
«Un
video di agosto, che ora ha quasi tre milioni di visualizzazioni su YouTube,
crede che solo Donald Trump possa sventare questo complotto segreto, che usa
Covid-19 per mettere in ginocchio l’economia statunitense in modo che possa
iniziare il “reset” e le persone saranno “accattonate” per i vaccini. Ma il
suggerimento che i politici abbiano pianificato il virus o lo stiano usando per
distruggere il capitalismo mondialista è del tutto privo di prove. Così è anche l’idea che il World
Economic Forum abbia l’autorità di dire ad altri paesi cosa fare, o che stia
coordinando una cabala segreta di leader mondiali».
Di
questa presunta Cabala (chiaro riferimento a pregiudizi antisemiti) si occupò
anche il segretario del Cicap Massimo Polidoro che ne fa accenno in un video
apparso nel suo canale YouTube, nella prima puntata della sua serie su QAnon.
Quello
dove Polidoro spiega più in dettaglio, intitolato con uno dei motti più in uso
dai cospirazionisti per riferirsi al Grande reset – «Crolla cabala crolla!» –
risulta ora rimosso per presunto «bullismo», a seguito di massicce segnalazioni
da parte dei «qanonisti». Polidoro ci conferma di essere ancora in attesa di
spiegazioni da parte della Piattaforma.
Nella
narrativa QAnon l’immagine distorta del Great reset si mischia ad altre, come
quella sull’adrenocromo, fantomatica droga delle élite estratta dai bambini,
nell’ambito di riti pedo-satanici.
L’idea
della pandemia “organizzata.”
Molti
sono i contenuti decontestualizzati per sostenere che la pandemia Covid-19
fosse un progetto organizzato dalle élite, come il caso del noto Event 201 citato
durante un’interrogazione parlamentare di Sara Cunial. Ecco alcuni esempi trattati da Open Fact-checking:
Bill e
Melinda Gates vogliono ridurre la popolazione attraverso il nuovo coronavirus?
Coronavirus.
L’intervento della deputata Sara Cunial e i numerosi complotti sul Covid-19 (e
non solo)
Il
nuovo Coronavirus è stato previsto in un libro sul dark web del 2019?
Il
video complottista che accusa gli americani: «Coronavirus: è stato il
“pipistrello”».
La
profezia di Bill Gates sul coronavirus nel 2015? No! Al contrario, è stato fin
troppo ottimista!
Coronavirus.
Luca Parmitano sapeva dell’epidemia a novembre 2019? No! Un errore di
comunicazione.
A dare
manforte alla teoria del complotto, sostenendo che il virus sia opera degli
ideatori del Great reset, è un documentario francese dal titolo Hold-up. In
questo caso non si sostiene la teoria del virus creato nel laboratorio di
Wuhan, ma presso l’Istituto Pasteur in Francia.
Nasce
un “nuovo ordine mondiale”,
sotto
il segno dell’incertezza.
Ilsole24ore.com-
Adriana Cerretelli-(11 marzo 2020)- ci dice :
Non
sarà la fine del mondo. Forse però il 2020 scriverà la fine ufficiale di un
mondo.
Di
questi tempi i richiami alla crisi finanziaria del 2008 si sprecano, ma servono
più a marcare le differenze che le somiglianze tra il grande sconquasso di ieri
e quello di oggi. E non solo perché questa che si profila è prima di tutto una
crisi economica. Ma perché i suoi prossimi sviluppi potrebbero finire per
liquidare il risultato dei faticosi sforzi di cooperazione internazionale
allora avviati.
Fu
proprio alla fine del 2008 a Washington che il G7, il consesso dei 7 Paesi
occidentali più industrializzati del mondo, decise che fosse giunto il momento
di condividere lo scettro della governance globale nel G-20 (allargato alle
maggiori potenze emergenti, in testa Russia, Cina, India). L’anno dopo a Pittsburgh, la
consacrazione della svolta orchestrata sotto leadership americana, Barack Obama
ai primi passi, il neo-presidente idolatrato da quasi tutti. Allora l’Europa
contava e premeva, ascoltata, per una reazione multilaterale al massimo. La
Russia non aveva ancora invaso la Crimea, la Cina era il colosso che restava
sullo sfondo.
Alla
prova dei fatti e degli interessi conflittuali in campo, quella governance si è
presto rivelata debole e inefficace, i G20 annuali via via sempre più liturgici
e meno incisivi. Il governo della globalizzazione cominciò quasi subito a fare acqua. Il Doha Round per la liberalizzazione
del commercio era fallito da tempo. Per superare la crisi finanziaria ognuno andò per la
sua strada, Obama per primo, ognuno con i suoi piani di salvataggio e le
proprie regole. Anche se un simulacro di coordinamento rimaneva in piedi.
Oggi,
12 anni dopo, tutto questo è trapassato remoto.
Non
sono le prove di governance più o meno riuscite ma quelle di caos globale a
tenere la scena.
Non
solo perché il coronavirus è il nuovo flagello mondiale che ha colto tutti di
sorpresa, fa ballare le Borse, spezza le catene del valore e chiama recessione.
E per di più si incrocia, aggravando ulteriormente il quadro economico
generale, con la guerra del petrolio in atto tra Russia e Arabia Saudita: la
prima spera con i mini-prezzi di affondare la produzione americana da Shale destabilizzando anche Wall Street,
la seconda ha vari conti da regolare dentro e fuori dall’Opec (ammesso che il
gioco non sfugga di mano a entrambe).
A far
barcollare il fragile ordine mondiale nato a Pittsburgh nel 2008, che ben poco
aveva in comune con quello di Yalta saltato nel 1989, è stata la fine degli
ammortizzatori politico-diplomatici che riuscivano in qualche modo a
puntellarne almeno l’architettura formale. È stata la rottura plateale degli
equilibri di potenza che ha scatenato e continua a scatenare una sorta di corsa
al liberi tutti, in cui tutti ma proprio tutti, grandi, medi e piccoli attori,
si sentono autorizzati ad agire fuori da tutti gli schemi e senza limiti
apparenti.
L’America
di Donald Trump è diventata la personificazione stessa degli stravolgimenti
fuori da tutte le righe: sventolando le bandiere dell’America first ha liquidato il
multilateralismo (peraltro in crisi da tempo) per giocare sul doppio tavolo dei
rapporti bilaterali imbevuti di aggressività economico-commerciale e di disimpegno politico-militare in
un’alternanza di stop and go imprevedibili e quasi sempre destabilizzanti per
gli interlocutori. Dalla Cina alla Nato fino all’Europa.
Da
difensori e animatori dell’ordine internazionale, quasi sempre il loro, gli
Stati Uniti ne sono diventati i nuovi destabilizzatori, per raddrizzare i
vecchi e restare al centro dei nuovi equilibri mondiali. Con la Cina di Xi decisa più che mai
a conquistare il ruolo di principale antagonista per cominciare. Con la Russia
di Putin non meno determinata a sedere nel triangolo dei più Grandi. E l’Europa che in poco più di un
decennio è entrata in piena dissolvenza, una comparsa ai limiti
dell’irrilevanza completa ormai su qualsiasi scacchiere decisionale.
Forum Davos, Scholz: dai vaccini all'Ucraina
,
collaborazione per affrontare i temi più caldi.
Rainews.it-
Redazione- (19-1-2022)- ci dice :
Sui vaccini:
"Senza una campagna globale esauriremo presto le lettere in alfabeto greco
per nominare le nuove varianti del virus". Sul clima: "Entro il 2030,
l'80% della nostra energia in Germania proverrà da fonti rinnovabili".
Il
cancelliere tedesco Olaf Scholz è intervenuto al World Economic Forum di Davos in video collegamento come prassi del
periodo pandemico. Un discorso in cui sono stati affrontati tutti i temi più
caldi sul fronte "globale" a cominciare dai vaccini, tema a proposito
del quale Scholz si è più volte speso anche sul terreno nazionale spingendo
verso l’obbligatorietà.
I
vaccini.
"E'
stato qui a Davos nel 2000 che i leader mondiali hanno lanciato l'alleanza
globale per i vaccini. Oggi 21 anni dopo, i vaccini sono di gran lunga il miglior
strumento per lasciarci la pandemia alle spalle ma senza una campagna di
immunizzazione veramente globale, esauriremo presto le lettere in alfabeto
greco per nominare le nuove varianti del virus".
"La
buona notizia - ha aggiunto -è che grazie a una cooperazione lungimirante
abbiamo gli strumenti per spezzare il ciclo.
La
Germania è già il secondo maggior donatore della campagna globale di
vaccinazione e continuerà a fare la sua parte con l'obiettivo di raggiungere il
70% della popolazione mondiale vaccinata entro la metà dell'anno.
Come
parte della nostra attuale presidenza del G7, ci concentreremo sul
miglioramento delle infrastrutture sanitarie internazionali anche nei paesi del
sud del mondo. Tuttavia abbiamo bisogno di partner che si uniscano al nostro
sforzo, in particolare nel settore privato. E' importante lavorare insieme per
finanziare completamente la campagna di vaccinazione globale che rappresenta
anche il booster di cui hanno bisogno le nostre economie".
Emergenza
climatica.
Lo
sguardo si rivolge poi all'emergenza climatica: "La Germania vuole giocare un
ruolo di primo piano in questa svolta" sulla protezione del clima. Abbiamo spiegato le vele, e
vogliamo un nuovo inizio pieno di progressi. Entro il 2030, l'80% della nostra
energia in Germania proverrà da fonti rinnovabili", ha aggiunto. "La
crisi del clima - per Scholz - è un chiaro risultato della cultura del
progresso del passato".
“Serve
un progresso migliore, non ci può essere innovazione tecnologica senza
progresso sociale", ha precisato il cancelliere sottolineando la necessità
di lottare contro il cambiamento climatico e di dare risposte ai problemi
concreti delle persone, come i prezzi dell'energia, "perché non dare risposte -
ha evidenziato Scholz - significa erodere la fiducia".
"Useremo
la presidenza del G7 per un'azione sul clima, non aspetteremo i più lenti e i
meno ambiziosi. Anzi, noi daremo l'esempio e trasformeremo l'azione a favore del clima da
costo a vantaggio competitivo". Quello del "club del clima" - chiama così
Scholz la presidenza tedesca del G7 - non deve essere assolutamente un
club esclusivo, "affrontando questioni come il trasferimento di tecnologia e la finanza
climatica, puntiamo a coinvolgere anche i Paesi emergenti e in via di
sviluppo".
Tensione
Russia-Ucraina.
Secondo
Scholz adesso è presto per capire se ci sarà o meno una de-escalation delle
tensioni con i russi: "ma dopo anni di crescenti tensioni, rimanere in
silenzio non è un'opzione sensata".
"Ecco
perché - ha detto - ci stiamo impegnando in colloqui con Mosca su diversi
proprio per garantire l'integrità territoriale dell'Ucraina.
E' un principio chiave del nostro ordine di pace
europeo comune che i confini non devono essere spostati con la forza. La controparte russa è consapevole
della nostra determinazione e spero che si siano resi conto che i benefici
della cooperazione superano il prezzo di un ulteriore confronto. Su questa base su cui ci stiamo
impegnando perché siamo fortemente convinti che il bene pubblico globale possa
essere preservato solo attraverso la cooperazione internazionale e la
pace".
Miglioramento
UE.
"Una
delle nostre priorità assolute è quella di portare avanti il miglioramento dell'Unione
europea".
Ha detto il cancelliere tedesco a Davos. Rispondendo a una domanda sulla
politica europea di Berlino, Scholz ha risposto sottolineando che nella pandemia si è
mostrata l'efficacia della collaborazione economica e sociale dell'Ue.
“Stiamo
lavorando molto duramente per arrivare a un'Europa migliore, ovvero a un'Unione
migliore e questo è assolutamente importante se si considera che a metà secolo
la popolazione mondiale sarà di 10 miliardi di persone.
Il Recovery è un segno di cosa possiamo fare e
potrebbe anche essere l'idea di come potremmo riuscire a risolvere i problemi
in futuro se coopereremo in vari campi, dalla difesa alla politica estera fino
alla lotta contro il cambiamento climatico. Quindi lavorare alla sovranità europea e alla cooperazione è uno degli
aspetti fondamentali della nostra politica".
(Ma se
la UE non è uno stato, come può ottenere la sovranità ? Ndr.).
“Serve
un’Europa più coesa nel nuovo ordine mondiale dominato da Stati Uniti e Cina”.
Ufficiostampa.provincia.tn.it
- Nathalie Tocci -( 9 luglio 2020)- ci dice :
Oggi
al Festival dell’Economia Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari
Internazionali, su globalizzazione e relazioni internazionali ai tempi del
Covid.
La direttrice
dell’Istituto affari internazionali, Nathalie Tocci, mostra ottimismo circa la
volontà dell’Europa di trovare una coesione interna per riposizionarsi nel
nuovo ordine mondiale, basato sul duopolio tra Cina e Stati Uniti.
“La crisi post Covid obbliga l’Europa, dopo
anni di assenza, a ritrovare una politica interna comune. La discussione sui finanziamenti
comunitari è un primo importante passo a cui però dovranno seguire dei
risultati in linea con le attese dei Paesi dell’Unione. L’Italia - ha spiegato Tocci - è
quindi chiamata a fare la sua parte beneficiando sì dei finanziamenti, per
nulla scontati fino a qualche tempo fa, ma portando a casa dei risultati
concreti.
Non possiamo fallire una seconda volta nella politica dell’Eurozone”.
Nathalie
Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali e professore onorario
all’Università di Tübingen, oltre che Special adviser dell'Alto rappresentante
dell'UE e vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell, è stata
l’ospite del Festival dell’Economia di Trento, all’interno del Format
Intersezioni, dedicato alle relazioni internazionali.
La
pandemia legata a Covid19 - ha esordito Andrea Fracasso, direttore della Scuola
di Studi internazionali di Trento - ha colpito severamente un contesto internazionale
già segnato dalla crisi dell’ordine liberale internazionale instaurato nel
secondo dopoguerra: “Nonostante sia evidente la necessità di adottare misure
coordinate e cooperative per limitare la diffusione del virus e
per
moderarne l’impatto economico e sociale, le maggiori potenze mondiali hanno
inasprito il confronto, accelerando un processo di de-globalizzazione. In
questo contesto, l’Unione Europea si distingue e il tentativo di assumere un
ruolo più centrale nel sistema internazionale rappresenta un incentivo a
rispondere in modo più coeso alla crisi pandemica e alle altre sfide comuni”.
L’Europa
e il duopolio Cina Stati Uniti.
L’analisi
di Nathalie Tocci parte proprio dal dualismo Stati Uniti e Cina che regge il
nuovo ordine mondiale, frutto di un cambiamento avviato da tempo ma accelerato
dalla pandemia Covid: “Lo scontro commerciale Cina e Stati Uniti richiama ad una
seconda Guerra Fredda, diversa dalla prima perché non limitata ad una questione
prevalente (il nucleare) bensì multidimensionale, e quindi più complessa da
redimere. L’Europa è chiamata dai due contendenti a schierarsi oppure a
ritrovare un proprio ruolo, recuperando una forza e una coesione politica che
negli ultimi anni è mancata”.
In
questi anni l’Europa ha mancato i dossier strategici (ad incominciare
dall’economia), preferendo concentrarsi su questioni interne, quali migrazione
e Schengen. “La crisi Covid- ha osservato a riguardo Tocci - ha permesso una
presa di coscienza sulla criticità della
situazione e l’impossibilità di un secondo fallimento dell’Eurozone. Ora è il
tempo di verificare se esiste più consapevolezza, e qualche segnale positivo
sta arrivando, anche se rimango scettica sui risultati”.
La
partita strategica che l’Europa si appresta a giocare è quella relativa ai finanziamenti
comunitari ai Paesi più colpiti dalla crisi Covid. Tra questi c’è a pieno titolo
l’Italia. “Il negoziato - ha spiegato la direttrice - vede quattro blocchi:
Paesi del sud, il motore franco-tedesco (che tende verso noi), i Paesi dell’Est
(‘ammorbiditi’ dalla Ue) e i quattro
piccoli Paesi ‘rompiscatole’ del Nord.
Sulla
trattativa resto ottimista ma poi questi fondi e le priorità di investimento
dei Paesi beneficiari dovranno convergere con le attese e le regole europee. In
questo momento, Italia non sta proiettando un’immagine chiara. Se tutto questo non porterà alla
reale convenienza, soprattutto sull’utilizzo dei soldi, l’effetto boomerang
sarà devastante per l’intera Europa. La Germania sta facendo un bel passo in
avanti, ma se i risultati saranno divergenti, ci saremo giocati tutta la
partita”.
Crisi
Libia.
“Quello
che sta accadendo - ha analizzato la direttrice - potrebbe ricreare per
l’Europa un potenziale per rientrare nella partita. Nel recente passato la
posizione russa sembrava prevalere con la vittoria di una parte. L’entrata in gioco della Turchia ha
cambiato la situazione, affermando la consapevolezza che non esiste la vittoria
assoluta dell’una parte sull’altra. Davanti a noi abbiamo due strade: la
prima, senza l’Europa, con il probabile accordo tra Turchia e Russia per
cessate il fuoco (strategia russa) con la presenza russa fondamentale. La
seconda vede l’Europa consapevole che non è possibile una totale esclusione
della Turchia dal Mediterraneo, e l’aperta ad un dialogo così da evitarle
l’abbraccio cinico di Putin”.
Ue e
diritti fondamentali.
E
proprio sui diritti fondamentali, Tocchi riprende la necessità di un dialogo
con la Turchia e i Paesi confinanti. “E’ essenziale - ha presso la
direttrice - che l’Unione europea ponga l’applicazione del meccanismo di
condizionalità sul quadro politico tra i Paesi aderenti.
Dobbiamo
ritornare a dove eravamo a marzo, quando il Consiglio europeo decise di aprire
negoziati tra Albania e Macedonia del Nord. Durante la pandemia ci siamo
allarmati per le aperture di Belgrado alla Cina, senza renderci conto che i
Balcani non vano da nessuna parte, ne verso Mosca ne verso Pechino.
Spetta all’Europa avere la forza per riaprire
i negoziati con questi Paesi”. Nel caso della Turchia, il discorso più
complesso ma non impossibile. Ancora Tocci: “Si dovrebbe aprire negoziati sulla
modernizzazione dell’unione doganale, considerato che il processo di adesione è
sospeso. L’unione
dogale ci permetterebbe di entrare nei dettagli dell’economia politica della
Turchia e toccare aspetti fondamentali quali lo stato di diritto”.
IL
NUOVO ORDINE MONDIALE.
Edscuola.eu-Word
Press-Paolo Manzelli- (6 aprile 2021)- ci dice :
La
Dittatura come
esigenza dello sviluppo del “Nuovo Ordine Mondiale”.
(Ma se
dobbiamo vivere in una dittatura, cosa ne facciamo della nostra Costituzione democratica ? Ndr.).
Cari
Amici del Cluster Egocreanet è evidente che la dittatura non solo Sanitaria ma come sistematica
restrizione delle liberta individuali( la libera circolazione e stata
sospesa ed il diritto al lavoro e fortemente limitato cosi come e stata
compressa la libera manifestazione del pensiero) , quanto sopra e divenuta una necessità economica della
finanza mondiale , tesa a favorire la costruzione di un “Nuovo Ordine
Mondiale”, la’ dove la pandemia del Covid.19 assume il valore di una buona scusa, per spostare la
precedente ampiezza della distribuzione del mercato verso il prevalente
profitto ricavabile dalla sanità pubblica.
Infatti
oggi la Sanita’ economicamente controllata dagli Stati assorbe più del 80%
delle disponibilità economiche di investimento.
Siamo storicamente giunti ad un sistema
produttivo di “sovra- produzione “di molte aree mercantili e molte di
queste devono divenire residuali, sia
perché per ragioni ecologiche in quanto inquinano ed inoltre poiché sono divenute sempre meno profittevoli
rispetto al valore aggiunto estraibile dalla sanità.
Pertanto
non ci sono criteri alternativi di ragionevolezza da proporre i quali non
abbiano un nesso di netta convenienza con il sistema dominante che riguarda il
“Nuovo Ordine Mondiale” imposto alla gente in modo sempre più dittatoriale facendo leva sulla emergenza del Virus
Pandemico.
“Il
Nuovo Ordine Mondiale”.
E’
FINITA L’EPOCA DEL CONSUMISMO .
La
sovrapproduzione é in crisi mentre il turismo di massa implica elevati consumi
che provocano la insostenibilità del
sistema di sviluppo perché conducono ad uno sperpero delle le risorse naturali che va oltre la loro
capacità di rigenerazione.
Pertanto
diviene necessario favorire un “Nuovo Ordine Mondiale” il cui obiettivo
primario è quello di avere sempre più frequenti malattie.
Infine
quello che è storicamente necessario è il cambiamento socio- eco. ecologico,
mentre la dittatura è una scelta politica – finanziaria in risposta alla
necessita di cambiamento , la quale
utilizza la Pandemia Virale per giustificare come emergenza la dittatura
SANITARIA, come inizio ed abitudine ad una più decisa imposizione illiberale ed
anti-democratica.
“Il
Nuovo Ordine Mondiale” .
L’economista
“Thomas Malthus” (1830) , in antagonismo alla concezione liberale dello
Progresso Economico Industriale di “Adam
Smith” sulla “Ricchezza delle Nazioni” ,
mise in evidenza il fatto che l’aumento della densità demografica procede
secondo una proporzione “geometrica”, di contro ad un incremento non
corrispondente al consumo delle risorse
naturali , che segue invece una crescita solo aritmetica.
Il
nuovo “Malthusianesimo” : Il passaggio proposto da Malthus da uno sviluppo
Esponenziale delle nascite ad un sistema relativo alle possibilità di sviluppo
lineare della economia è stato limitato durante il 1800 e la prima meta del
1900 dall’ incremento esponenziale delle morti causate da guerre e carestie e
da sempre più frequenti malattie, cosi
che solo nei recenti anni ‘90 (e fino
allo scorso 2016 ) il Capitalismo di Stato della Cina comunista , ha riesumato le
concezioni di Malthus , imponendo il
controllo delle nascite in Cina ,obbligando
ciascuna coppia a ridurre le nascite ad un figlio unico.
La
imposizione in Cina del “Figlio Unico” è
stata considerata recentemente fallimentare … nel mentre si è profilata la nuova possibilità di un controllo dei
“ciclo di vita” delle popolazioni per mezzo degli sviluppi delle
“ingegneria genetica “ , applicata alle Vaccinazioni di Massa, quella che
oggi stiamo sperimentando come “cavie-umane”
a livello globale allo scopo di appiattire la curva della crescita
Malthusiana al livello lineare della
capacita di rigenerazione delle risorse naturali.
E’
quindi plausibile che il capitalismo
finanziario mondiale anzichè realizzare un cambio di orientamento del Paradigma
del Profitto, per accumulare
sfrenatamente capitali , oggi preferisca cimentarsi nello scommettere sul
Cambiamento del “Nuovo Ordine Mondiale” , riproponendo la logica (attribuita
fin dal Rinascimento Toscano al
Macchiavelli ) del “ Fine Giustifica i Mezzi”, e quindi predisponendo una strategia di “controllo
genetico del ciclo di vita della popolazione mondiale per mezzo della
contemporanea sperimentazione dei Vaccini –Genetici- Proteina Spike .
La
Cina punta
a un “nuovo
ordine
tecnologico mondiale”: le sfide per l’Occidente.
Agendadigitale.eu-
Redazione-Mario Dal Co- (24- 3-2021)- ci dice :
Mercati
Digitali.
La
Cina sta pianificando uno sviluppo per i prossimi 15 anni che la porti a un
livello generale di benessere comparabile con quello di paesi come l’Italia.
Una sfida ambiziosa, ma questo non significa che il nostro Paese e l’Europa
abbiano tempo a disposizione per prendere le contromisure. Ecco :
La
Cina ha da poco approvato il suo quattordicesimo piano quinquennale dal quale
emerge con evidenza come Xi Jinping abbia intenzione di forzare la marcia:
l’obiettivo è di porre il Paese al centro della scena
mondiale, in un nuovo ordine tecnologico, economico e finanziario
internazionale non più a guida americana.
Sebbene
la strada non sia certo in discesa, e i problemi interni per Pechino siano
complessi almeno quanto quelli sul fronte internazionale, la Ue e l’Occidente non possono più
stare a guardare: serve, anche a livello nazionale, una maggiore ambizione e
uno sguardo puntato sul lungo periodo.
Vediamo
come si delinea l’agenda di Xi Jinping e quali sono le principali sfide.
L’agenda
di Xi Jinping.
Nel
nuovo piano 2021-2025, le cui linee sono state varate a fine ottobre e che
viene approvato nella versione definitiva nella seconda settimana di marzo dal
Congresso Nazionale del Popolo, due concetti si ripetono con insistenza: la “Circolazione duale” e la “Visione
2035”.
Il
primo, introdotto nella prima fase della pandemia da Xi Jinping, inquadra la crisi della globalizzazione nell’ambito della devastazione
portata dalla pandemia e del conflitto commerciale aperto dagli Stati Uniti.
La
circolazione duale punta sulla domanda interna e non più, come prima avveniva,
sulla domanda estera; intende allargare la supply chain interna, riducendo la
dipendenza dall’estero; vuole mobilitare i fattori di produzione, e in particolare la
scienza, le risorse finanziarie e il lavoro, cercando di allentare l’hukou, ossia
il “sistema dei diritti di cittadinanza limitati “ per coloro che sono
residenti fuori dalle grandi città”.(Proprio come ciò che accade oggi in
Italia !Nrd.)
Il
secondo concetto, “Visione 2035” pone il sentiero di sviluppo a lungo termine
nella direzione di una maggiore autosufficienza tecnologica e del superamento
della condizione di “paese in via di sviluppo”, per giungere ad un livello di
reddito pro-capite moderatamente sviluppato, come Spagna e Italia (intorno ai
30.000 dollari pro-capite).
Si
tratta di una sfida molto ambiziosa, dal momento che il reddito pro-capite
cinese supera appena i 10.000 dollari nel 2019 (Banca Mondiale).
Va
segnalato, tuttavia, che per la prima volta il piano quinquennale non pone,
nella sua versione proposta al Congresso, espliciti obiettivi di crescita del
prodotto interno lordo, lasciando così mano libera al Partito comunista cinese.
Non vi
è, invece, traccia di una maggiore libertà concessa ai contadini sulla vendita
o l’affitto della terra, che consentirebbe di ridurre il divario di reddito città-campagna, né vi sono impegni precisi sulla
decarbonizzazione nella produzione energetica, nonostante le dichiarazioni di
Xi Jinping di puntare ad una carbon neutrality entro il 2060.
Il
punto di maggiore impatto sulle relazioni con USA ed Europa è quello della ricerca
e dell’innovazione. Qui si gioca la sfida competitiva tra Cina e paesi
occidentali.
Le
prime mosse dell’amministrazione Biden mostrano la consapevolezza che ormai il
confronto con la Cina è inevitabile e che esso va affrontato dai paesi
democratici con una comune strategia mondialista indicata dalla “cricca di
Davos”.
Obiettivi
e azioni del piano.
Il
quadro di prospettiva offerto dal Piano quinquennale a livello internazionale è
delineato nell’intervento di Xi Jinping a Davos: quattro obiettivi a livello
mondiale e quattro azioni.
Obiettivi:
1)-coordinamento
degli sforzi per uscire dalla recessione determinata dalla pandemia;
2)-coesistenza
pacifica e mutuo rispetto (questa voce è centrale nella strategia internazionale
cinese, significa implicitamente non interferenza in questioni “interne” come
Tibet, Xinjiang, Taiwan, Hong Kong);
3)-riduzione
della distanza tra Nord e Sud del mondo;
4)-cooperazione
globale sui temi della salute e dell’ambiente.
Risposte:
a)-rafforzare il multilateralismo e dare ruolo maggiore al G20 per
guidare il multilateralismo;
b)-rafforzare le regole e le istituzioni multilaterali, come
l’ONU;
c)-confidare nella strategia della consultazione e della
cooperazione, abbandonando la logica del confronto o dello scontro;
d)-dare forza e riformare le istituzioni internazionali, come la World Health Organization, gli Accordi di Parigi sul clima e gli
Obiettivi dello sviluppo sostenibile posti dall’ONU.
Difficile
non concordare con questi obiettivi e con queste risposte, soprattutto nel
momento in cui il maggiore guastatore che li boicottava a livello
internazionale e nel proprio paese, Donald Trump, è uscito di scena.
(Trump
non voleva il globalismo mondialista , ma era favorevole al multilateralismo
tra nazioni sovrane! Ndr.)
Naturalmente,
sollevano obiezioni le pretese cinesi di considerare questioni interne
indiscutibili quelle relative agli Uiguri del Xinjiang, alla colonizzazione del
Tibet, alla restrizione dei diritti politici ad Hong Kong, alla minaccia di
annessione di Taiwan.
La
rule of law a Pechino.
“Il 25
novembre 2020 il gruppo-guida dei membri del Partito nel governo della
Repubblica Popolare (State Council) ha tenuto una riunione di studio del
pensiero di Xi Jinping sulla ‘rule of law’…e ha annunciato che la rule of law è
la linea guida fondamentale del governo della Cina”.
Il
tono esplicitamente maoista di questa dichiarazione del governo dimostra che la
rule of
law è
intesa come strumento per rafforzare la presa del Partito comunista dittatoriale sul governo del Paese.
Xi
Jinping sembra ispirato, nel seguire questa impostazione, assai più che dalle
dottrine marxiste, dalla tradizione “leghista” del pensiero politico e militare
cinese, che avversava la filosofia confuciana rivolta al rispetto della regola
morale e all’affermazione della benevolenza del sovrano.
Quella tradizione svolse un ruolo decisivo
nella costruzione dello Stato. Essa propugnava la severità inflessibile delle
leggi, la standardizzazione del linguaggio, l’unificazione dei pesi e delle
misure, la distruzione del retaggio del pensiero confuciano, la riduzione del
ruolo dei “saggi” a meri funzionari esecutivi, l’obliterazione delle tradizioni
familiari e del culto degli antenati, a favore di un inquadramento rigido del
popolo attraverso le due figure del contadino e del soldato ed il loro
“ordinamento” al servizio della potenza del sovrano. Un deciso progetto di
centralizzazione del potere.
Xi
Jinping intende creare un assetto normativo più stabile e adeguato a un nuovo
ruolo mondiale della Cina.
Da un
lato, il Paese deve dotarsi di strumenti per gestire un contenzioso civilistico
interno che rischia di produrre effetti destabilizzanti dal punto di vista
politico e sociale, dall’altro lato, deve disporre delle capacità e dei mezzi per
potersi confrontare con le imprese multinazionali globaliste.
Sul
primo aspetto, quello del contenzioso, scriveva il prof. Xianchu: “La Cina è diventata una delle società
più conflittuali del mondo, producendo un gran numero di ‘incidenti di massa’,
ossia raduni improvvisati o pianificati con discorsi pubblici, dimostrazioni,
rimostranze pubbliche e anche attacchi violenti contro organi di governo fabbriche o altre
proprietà, usati come mezzi di protesta contro l’abuso di potere”.
Sul
secondo aspetto, quello della regolazione, la lista delle iniziative recenti è
piuttosto corposa, ne ricordiamo alcune:
Codice
Civile (in
forza dal primo gennaio 2021, che abolisce le vecchie norme su: matrimonio,
responsabilità civile, garanzie, contratti, proprietà);
Linee
guida del Comitato Centrale del Partito comunista per costruire una società basata sulla “rule of law” (dicembre 2020);
Legge
sulla crittografia (gennaio 2020) e regolamento sulle transazioni internazionali
concernenti contenuti crittografati (novembre 2020);
SAMR
(Shanghai Administration for Market Regulation) che ha reso più stringenti le
verifiche sulle acquisizioni, in particolare nell’area dei microchip,
aumentando le sanzioni e i poteri di indagine;
CSRC
(China Securities Regulatory Commission) che stringe i requisiti per le IPO
insistendo sui requisiti di governance e di qualità e trasparenza delle
informazioni fornite (dicembre 2020);
Proposta
di Legge sulla protezione dei dati personali (2020);
Legge
antimonopolio (proposta novembre 2020);
Regolazione
provvisoria per l’accesso al piccolo credito online (China Banking and Insurance
Regulatory Commission) (gennaio 2021).Le regole interne vengono rafforzate e
definite con maggiore precisione: la tradizionale indeterminatezza che
caratterizzava la gestione “tutta politica” delle regole lascia spazio ad una
più stringente formalizzazione.
La
leva del mercato interno.
Gli
accenti posti dal presidente Xi Jinping nelle conclusioni di Davos indicano il
passaggio nuovo della politica cinese:
“La
Cina promuoverà l’apertura istituzionale per definire regole, normative,
standard e loro gestione, facendo avanzare un ambiente economico basato sui
principi di mercato, governato dalla legge secondo standard di livello
internazionale e liberare il potenziale del gigantesco mercato cinese e dell’enorme
domanda interna”.
Lo
sviluppo della domanda interna, che intende sostituire la crescita trainata
dalle infrastrutture e dalla domanda estera, viene proposto come una risorsa
per la crescita mondiale, con la Cina posizionata in un ruolo da protagonista nel
determinare le regole e gli standard e quindi anche le modalità di accesso al
grande mercato interno cinese.
Lo
spostamento non è di poco conto: il modello di sviluppo del commercio internazionale
delineato dal WTO e dai rapporti commerciali basati sugli standard occidentali,
deve lasciare spazio ad una governance aperta al contributo della Cina.
Gli
attacchi americani a Huawei, Tencent, Tik Tok aleggiano sullo sfondo come
ferite aperte che vanno rimosse.
Ma
attenzione, questo non significa affatto che la Cina sia disposta ad allentare
le sue regole; anzi, essa sta promuovendo al suo interno un programma normativo
complesso che investe la privacy, la tutela dei dati, i diritti di proprietà,
la regolazione antimonopolistica e quella dei servizi finanziari. E poiché, a fronte di queste nuove
regole, rimangono
le chiusure della Cina nei confronti delle big tech americane, lo scontro maggiore non sarà, su
questo terreno, tra Europa e Cina, nonostante l’irrigidimento delle norme sui due fronti,
ma continuerà ad essere tra Cina e Stati Uniti.
Il
confronto si farà meno duro nelle espressioni, rispetto alla narrazione
trumpiana, ma probabilmente più duro nella sostanza, anche perché il confronto con Big
Tech è già aperto anche all’interno degli Stati Uniti e nell’Unione Europea e
quindi non sarà sopportabile l’ulteriore carico di manovre o infrazioni delle
buone regole da parte cinese.
La
strategia della Cina passa per una riqualificazione della domanda e
dell’offerta: più servizi ad alta tecnologia e più ricerca e innovazione sul
piano interno, ma anche più voce in capitolo nel determinare le regole
internazionali che investono lo sviluppo e l’applicazione delle nuove
tecnologie.
Qui si
aprono le maggiori contraddizioni della linea politica di Xi Jinping.
Un
nuovo ordine tecnologico internazionale.
Alcuni
fatti.
La
Cina ha il tasso di crescita degli investimenti in R&D maggiore, mentre in
valore a parità di potere d’acquisto è seconda solo agli Stati Uniti (371
miliardi di dollari contro 477). Oggi è leader nell’energia nucleare, nei veicoli
elettrici, nella generazione solare, fotovoltaica ed eolica, nell’intelligenza
artificiale, nella robotica (droni).
Negli
ultimi 15 anni ha triplicato il suo impatto sulle pubblicazioni scientifiche,
ha raggiunto il 43% del valore mondiale delle start-up con valore superiore al
milione di dollari.
La
Cina intende essere il paese guida dell’intelligenza artificiale nel 2030, con
un ruolo trainante su tutta l’economia digitale (big data, fintech).
Le big
tech cinesi (Baidu, Alibaba, Tencent – BAT) sono al centro di ecosistemi molto
dinamici, assai più impegnate delle corrispondenti americane (Amazon, Facebook,
Google, Netflix), con il 42% del totale degli investimenti in venture capital
in Cina, contro il 5% delle Big Tech americane negli Stati Uniti..
La
crescita delle big tech cinesi, Alibaba, Baidu, JD.com, Meituan,
Pinduoduo,Tencent, è la dimostrazione del successo dello sviluppo nei settori
avanzati, ma questa crescita pone questioni rilevanti al Partito Comunista:
esso intende controllare gli accessi alla rete, i contenuti, i contatti,
finanche la dimensione ed il ruolo pervasivo che questi giganti hanno nella
società e nell’economia cinese.
Il
caso più rilevante è rappresentato da Alibaba, il gruppo fondato da Jack Ma,
personalità dinamica e non accondiscendente, che si è alienato il sostegno del
Partito, al quale è pure iscritto. In un intervento tenuto il 24 ottobre dello
scorso anno, Jack Ma aveva attaccato i regolatori cinesi in campo finanziario
accusandoli di muoversi secondo la logica del “banco dei pegni” e non di una
finanza moderna, basata sull’intelligenza artificiale ei big data.
Lo
aveva fatto qualche giorno prima che avesse inizio l’offerta iniziale di
acquisto (IPO) più importante della storia delle fintech, quella di Ant, società
del gruppo Alibaba, con un valore atteso della raccolta pari a 34 miliardi di
dollari. Per quale motivo Jack Ma abbia corso un rischio così alto, rimane un
mistero.
Secondo
molti osservatori, la reazione fulminea e distruttiva dell’autorità di
regolazione cinese che ha bloccato l’IPO facendo crollare il valore della
controllante Alibaba, è stata scatenata dal suo attacco contro l’arretratezza
del regolatore.
Anche
se ciò fosse vero, non c’ è dubbio che sia Alibaba sia Ant sia Tencent erano da
tempo sotto osservazione.
Alibaba
per condotta anticoncorrenziale, Ant e Tencent perché interferiscono con
l’attività delle maggiori banche, prevalentemente pubbliche, sottraendo spazio
di mercato in particolare nel finanziamento delle PMI, ma anche nelle
transazioni per pagamenti, con il 55% gestito da Alipay (Alibaba) e il 38% da
WeChat Pay (Tencent).
La
giustificazione, in questo caso, è che il regolatore deve impedire
“un’espansione disordinata del capitale”.
Ma
l’esito dell’ intervento all’ultimo momento sarà quello di danneggiare la
credibilità del sistema regolatorio e di mettere a repentaglio l’affidabilità
cinese riguardo ai diritti di proprietà.
Ciò
conferma che l’accresciuto potere concentratosi nella mani di Xi Jinping
porterà ad una limitazione della proiezione internazionale delle aziende
cinesi, che verrà compensata in parte dalla crescita del mercato interno, ma
con un appesantimento del loro dinamismo, che sarà meno proiettato ad acquisire
competitività e più proiettato ad acquisire i favori del Partito Comunista.
Conclusioni.
La
Cina sta pianificando uno sviluppo per i prossimi 15 anni che la porti ad un
livello generale di benessere comparabile con quello di paesi come l’Italia.
Ma
questo non significa che il nostro Paese e l’Europa abbiano tempo a
disposizione per prendere le contromisure, poiché la velocità della Cina è, in
termini di crescita del prodotto interno lordo, un multiplo della nostra e
anche di quella europea o americana.
Il
dato medio, infatti, cela già oggi l’esistenza di realtà tecnologiche e di
capacità innovative di primo piano.
La
Cina sta investendo in conoscenza e tecnologia in modo determinato, per dotarsi
di una filiera più integrata, per ridurre la dipendenza tecnologica
dall’estero, per affermare nell’ambito dei settori ad alta tecnologia i propri
standard come standard internazionali: la lezione di Huawei, che era solo
uno standard di mercato, ma non aveva acquisito l’autorevolezza e la
credibilità di standard condiviso è stata capita.
Investimenti
in formazione e ricerca da un lato, dall’altro, creazione di regole per poter
governare il mercato interno e le sfide poste dalle big tech cinesi e infine
gli strumenti per gestire un mercato del lavoro e dei capitali che crescono e
che rischiano continuamente di destabilizzare il controllo del Partito sulla
società e sull’economia.
È una
sfida molto ambiziosa:
la
Cina non ha tradizione di regolazione nel campo dei diritti di proprietà, della
tutela della privacy, del diritto societario.
E ha
un sistema giudiziario assai rudimentale. Il Codice Civile entrato in vigore in
questi giorni è, a giudizio degli studiosi cinesi, il primo codice legislativo
del Paese degno di questo nome.
Nel
trattare questioni complesse come la tutela della concorrenza o della privacy,
a fronte di una esperienza consolidata europea e americana, la Cina deve
crearsi il know how e potersi richiamare ai precedenti in sede giudiziaria.
(Quello
che lascia stupiti è che in Cina non esistono aziende private : tutte dipendono
dalla disponibilità monetaria delle grandi banche pubbliche, rigidamente sotto il controllo del Partito comunista
cinese ! Ndr.)
Esauriti
gli spazi di incremento della produttività dovuti allo spostamento della forza
lavoro dalla campagna alla città (ma lo spazio è ancora lontano dall’essere
esaurito), la Cina dovrà affrontare due temi: la competizione sull’innovazione e la
creazione di un welfare più inclusivo che tuteli gli anziani, una quota della
popolazione enormemente crescente nei prossimi anni.
Sul
piano interno la Cina ha molta strada da fare e complessi problemi di libertà e
di consenso che la società pone. Non è affatto scontato che il sistema sempre più rigido che,
passo dopo passo, Xi Jinping sta mettendo in campo, sia in grado di rispondere
a queste domande.
Vi è il rischio che le questioni della sovranità
continentale su Hong Kong e Taiwan, possano servire da collante
all’arroccamento del sistema di potere intorno a Xi Jinping. Mentre la guerriglia tecnologica
sulla rete continuerà a svilupparsi per saggiare la resilienza degli avversari.
Queste
considerazioni non possono consolare i decisori politici europei e occidentali.
Alla
domanda se la Cina di Xi Jinping si avvicini o si allontani, è possibile
rispondere che essa si avvicina a tutti nel mercato mondiale, che sempre di più la vede primeggiare
quale” stato sovrano multilateralista” , e che si allontana, allo stesso tempo, seguendo una
propria via e i propri interessi, con una capacità di imporli attraverso un
potere economico, tecnologico e di ricerca che prima non aveva. I prodotti
cinesi saranno sempre meno “copie”, mentre i servizi cinesi saranno sempre più
“domestici” nel senso di addomesticati.
Se la
trazione Usa, fino ad oggi, aveva consentito all’Europa di vivacchiare nella
sua minuscola dimensione politica all’ombra delle ali dell’aquila dello zio
Sam, ora quell’aquila è spennacchiata. Certo, anche il dragone cinese ha i
suoi problemi che non sono di facile soluzione, e qui ne abbiamo indicati
diversi, ma -a suo modo- li affronta.
L’Unione
si muove sul digitale più velocemente dei paesi membri: è un buon segno.
Ma il
sacrosanto obiettivo di evitare la babele delle normative sovraniste in materia
di digitale, anticipandole con norme europee rischia di appesantire la
regolazione complessiva del mercato. Creare un unico mercato interno digitale,
ma con un fardello di regolazioni e tassazioni punitivo per l’innovazione e la
competizione, sarebbe un risultato peggiore.
Anche
sulla ricerca l’Europa ha un ruolo importante, sia sui temi sia sui mezzi messi
in campo.
Ma è
ai paesi membri che ritorna la palla quando si parla di scuola e di università,
ossia delle competenze per produrre innovazione. Qui, dove si gioca il nostro
futuro, dobbiamo mobilitare le nostre risorse, politiche, istituzionali,
economiche e culturali. Non mancano, ma nessuno sembra interessato a sostenerle
per disegnare la società di domani.
(Mario
Dal Co -Economista e manager, già direttore dell’Agenzia per l’innovazione).
GENESI -LE ORIGINI DEL MONDO E DELL’ UMANITA’.
Vatican.va- Redazione- (6-1-2021)- ci dice :
1 In
principio Dio creò il cielo e la terra.
2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo
spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo
giorno.
6 Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle
acque».
7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle
acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne.
8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo
e appaia l'asciutto». E così avvenne.
10 Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era
cosa buona.
11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da
frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua
specie». E così avvenne:
12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la
propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la
propria specie. Dio vide che era cosa buona.
13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il
giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli
anni
15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così
avvenne:
16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la
luce minore per regolare la notte, e le stelle.
17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra
18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio
vide che era cosa buona.
19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la
terra, davanti al firmamento del cielo».
21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e
brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati
secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei
mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra».
23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie:
bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne:
25 Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo
la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio
vide che era cosa buona.
26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e
domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le
bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina
li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la
terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e
su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta
la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro
cibo.
30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli
esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo
ogni erba verde». E così avvenne.
31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu
mattina: sesto giorno.
1 Così
furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere.
2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e
cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro.
3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato
da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.
4aQueste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
4bQuando il Signore Dio fece la terra e il cielo,
5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era
spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno
lavorava il suolo
6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -;
7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue
narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo
che aveva plasmato.
9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla
vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e
l'albero della conoscenza del bene e del male.
10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e
formava quattro corsi.
11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di
Avìla, dove c'è l'oro
12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra
d'ònice.
13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese
d'Etiopia.
14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto
fiume è l'Eufrate.
15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo
coltivasse e lo custodisse.
16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti
gli alberi del giardino,
17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare,
perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare
un aiuto che gli sia simile».
19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e
tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe
chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi,
quello doveva essere il suo nome.
20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e
a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse
simile.
21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò;
gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto.
22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e
la condusse all'uomo.
23 Allora l'uomo disse: è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si
chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta».
24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie
e i due saranno una sola carne.
25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano
vergogna.
1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie
selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha
detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».
2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi
possiamo mangiare,
3 ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne
dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto!
5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e
diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
6 Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e
desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne
diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.
7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi;
intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
8 Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del
giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli
alberi del giardino.
9 Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?».
10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono
nudo, e mi sono nascosto».
11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato
dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero
e io ne ho mangiato».
13 Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il
serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
14 Allora il Signore Dio disse al serpente: sii tu maledetto più di tutto il
bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e
polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.
15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
16 Alla donna disse: i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai
figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà».
17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato
dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il
suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua
vita.
18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre.
19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».
20 L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.
21 Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e le vestì.
22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per
la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non
prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!».
23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da
dove era stato tratto.
24 Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la
fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.
(…).
( Ma
tu , profeta di Davos , possiedi poteri divinatori ? Ndr.).
IL
POTERE PIEGA
I POPOLI
ABOLENDO
LA PROPRIETÀ PRIVATA.
Opinione.it-
Ruggiero Capone-( 08 gennaio 2021)
Il
rapporto tra popolo e potere (o poteri) non è mai stato idilliaco, e
storicamente le conflittualità sono sempre state mediate da quelli che oggi
definiremmo corpi intermedi, ovvero religioni, tribuni del popolo, mafie,
sacerdoti, maghi, sindacalisti…partiti politici.
Va
detto che il potere ha sempre cercato di comprare i rappresentanti dei corpi
intermedi, quanto meno d’addomesticarli. Inutile ribadire che la storia dei
popoli è diversa, ma presenta comunque similitudini.
Negli ultimi duecento anni le aristocrazie storiche
hanno pian pianino ceduto lo scettro a quelle tecnologico-finanziarie.
Il
rapporto tra popolo e nuovi padroni del potere è stato comunque calmierato da
corpi intermedi come chiesa, sindacati e partiti politici (negli ultimi
settant’anni si sono aggiunte le organizzazioni internazionali).
Ma oggi siamo ad una svolta epocale, ad una
resa di conti, tra popolo e potere. Questo perché il potere non ha più
bisogno del popolo, degli esseri umani.
Il potere non ha più bisogno di braccia che
lavorino nei campi o nelle fabbriche, e nemmeno di tanti addetti alle
manutenzioni edili ed urbane, troppi sono anche insegnanti ed impiegati,
pericolosi gli autonomi dediti ad artigianato e commercio. Questi ultimi
rappresentano per il potere l’insidiosa classe che potrebbe azionare
l’ascensore sociale, tentando la prevaricazione economica nei riguardi del
potere consolidato.
Per
bloccare ogni tumulto, quindi evitare che vengano insidiati i poteri, è stato
siglato un patto di stabilità tra i gruppi mondiali che detengono il potere.
Il patto tra poteri (amministratori di gruppi
finanziari, multinazionali tecnologiche ed industria della sicurezza) prende il
nome di “Great Reset”, ed è stato siglato al Forum di Davos circa vent’anni fa,
nel 2001:
durante
quell’appuntamento, dal titolo “Global information technology report”, si definirono a Davos le basi del
“Great Reset”.
Il 2
gennaio 2021, Maurizio Blondet ha pubblicato un estratto dell’Economist
(settimanale di Sir Evelyn de Rothschild) in cui si acclarano i postulati di
quello storico accordo di Davos:
ovvero
soppressione della proprietà privata, limitazione della mobilità dei popoli,
limiti al lavoro creativo ed individuale, introduzione della moneta elettronica
per scongiurare risparmio individuale ed accumulo di danaro fuori dal controllo
dei sistemi bancari, rafforzamento delle norme di sicurezza al fine di
controllare l’agire degli individui.
Norme
e metodiche che, i potenti di Davos hanno fatto digerire alle politiche
nazionali come antidoto alla distruzione del pianeta.
In pratica la salvaguardia del Pianeta
verrebbe garantita con la schiavitù dei popoli.
Nicoletta
Forcheri ha già documentato la mitica riunione di Davos sulla web-tv ByoBlu,
determinando l’ira del conformismo mediatico italiano: non dimentichiamo che
gran parte dei giornalisti italioti gradivano essere ospiti negli alberghi di
Davos.
Nel
2016 il piano del Forum di Davos viene illustrato dall’Istituto Mises:
ovvero diviene di dominio pubblico la volontà del
potere di abolire la proprietà privata.
Il
titolo di quel rapporto (e programma) è “No privacy, no property: the world
in 2030 according to the Wef”.
Quindi entro il 2030 i potenti della terra contano
d’aver convinto tutti gli stati del pianeta ad abolite per legge la proprietà
di alloggi e strumenti di produzione.
In questo progetto del potere si rivela provvidenziale
la pandemia da Covid, che sta di fatto agevolando la criminalizzazione del
lavoro umano (valutato come primo fattore d’inquinamento), del turismo di massa
e della socializzazione umana in genere.
La pandemia sta anche favorendo il
depauperamento del risparmio individuale di coloro che non sono parte del
sistema: ovvero tutti gli individui che non lavorano per entità statali e
multinazionali globaliste.
Perché
il Great Reset prevede che debbano essere chiuse tutte le attività individuali
artigianali e commerciali, e per favorire l’accordo unico tra grande
distribuzione e commercio elettronico.
Obiettivo
dei signori di Davos è far decollare il reddito universale (la “povertà
sostenibile”) entro il secondo trimestre 2021: sarebbero proprio artigiani e
commercianti a dover per primi abbandonare le rispettive attività per piegarsi
ad un programma di “povertà sostenibile”. La pandemia s’è rivelata fondamentale
per l’opera di convincimento al non lavoro.
“Oltre
la privacy e la proprietà” è una pubblicazione, per il World economic forum,
dell’ecoattivista danese Ida Auken (dal 2011 al 2014 ministro dell’Ambiente
della Danimarca, ancora membro del Parlamento danese) e parla d’un mondo “senza
privacy o proprietà”:
immagina un mondo in cui “non possiedo nulla, non ho
privacy e la vita non è mai stata migliore”.
L’obiettivo
è entro il 2030 (scenario di Ida Auken) che “lo shopping e il possesso sono
diventati obsoleti, perché tutto ciò che una volta era un prodotto ora è un
servizio.
In questo suo nuovo mondo idilliaco, le
persone hanno libero accesso a mezzi di trasporto, alloggio, cibo e tutte le
cose di cui abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana”.
I poteri si sono inseriti in questi disegni
utopici e, per fare propri tutti i beni dei popoli, hanno elaborato la trappola
della “povertà sostenibile”, il reddito di base garantito. Antony Peter Mueller (professore
tedesco di Economia) sottolinea che questo progetto va oltre il comunismo più
estremo.
“L’imminente
esproprio andrebbe oltre anche la richiesta comunista – nota Mueller – questa
vuole abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione, ma lascia spazio ai
beni privati.
La
proiezione del Wef afferma che anche i beni di consumo non sarebbero più
proprietà privata (…)
secondo
le proiezioni dei “Global future Councils” del Wef, la proprietà privata e la
privacy saranno abolite nel prossimo decennio.
Le
persone non possederanno nulla. Le merci sono gratuite o devono essere prestate
dallo Stato”.
“La
proprietà privata è di ostacolo al capitalismo globalista ”, afferma
l’Economist nel suo elogio alle politiche del Forum di Davos.
L’Fmi
(Fondo monetario internazionale) ha sposato il programma del Forum di Davos, infatti è partito il programma
mondiale di reset del debito:
in cambio gli stati con maggiore debito pubblico
sarebbero i primi a dover garantire ai poteri che i cittadini perdano per
sempre la proprietà privata di qualsiasi bene. E chi gestirebbe i beni
confiscati?
Le
élite, che pensano di risolvere il problema abolendo mondialmente la proprietà
privata, hanno già predisposto un unico fondo planetario che controlli i
diritti sui beni e terreni.
L’idea,
davvero utopica, veniva per la prima volta paventata da George Soros nel 1970,
due anni dopo la sua invenzione degli “hedge fund”: il cosiddetto “sistema
finanziario buono” che convinse moltissimi hippie sessantottini a trasformarsi
in yuppies finanziari di successo.
Ora
che il pianeta è ancor più bruciato dai debiti, gli stessi tentano di
reinterpretare Karl Marx e Friedrich Engels, e questa volta lo fanno
raccontandoci che c’è in “dispotismo asiatico buono” e che poggia sull’“assenza
della proprietà privata…chiave della pace per i popoli”.
Un
particolare, non secondario per noi italiani, è che ai passati Forum di Davos
era ospite fisso Gianroberto Casaleggio (fondatore dell’omonima azienda che
controlla i 5 Stelle): ne deriva che, su noi italiani potrebbe abbattersi la
sperimentazione d’abolizione della proprietà privata.
Un
programma che partirebbe certamente con una modifica costituzionale: del resto l’Unione europea chiede da
almeno un decennio che lo stato ponga limiti alla libertà privata in Italia
(circa l’80 per cento dei cittadini italiani vivono in case di proprietà).
Ecco
che i pignoramenti europei, che dovrebbero colpire i proprietari anche per
minimi importi, agevolerebbero la transizione delle proprietà italiane verso un
fondo immobiliare europeo.
Poi la carestia e la mancanza di danaro che
decollerebbero entro luglio 2021 (interruzione programmata delle catene di
rifornimento) darebbero alla società la grande instabilità economica utile alla
svendita dei beni ai grandi gruppi finanziari:
i “compro casa” (collegati alle grandi
finanziarie) stanno affacciandosi al mercato insieme ai “compro oro”.
Di
fatto, i potenti della terra stanno riportando l’orologio della storia al tempo
di sumeri, babilonesi ed egiziani pre-ellenistici: quindi a prima che il
diritto romano desse certezza alla proprietà privata.
Quest’ultima
garantiva la libertà dei cittadini, la loro non sudditanza verso un unico padrone, era
meritocratica perché costruita da colui che lavorava e risparmiava. Ecco perché
lo scrivente condivide le parole (e l’appello) di Maurizio Blondet: “Ciò che viene venduto al pubblico
come promessa di uguaglianza e sostenibilità ecologica è in realtà un brutale
assalto alla dignità umana e alla libertà”.
Del
resto, il discorso di buon anno di Angela Merkel non lascia spazio a
fraintendimenti: la potente tedesca ha detto che necessita colpire giudiziariamente i
pensatori complottisti, istituendo un reato europeo di negazionismo che
permetta di punire chi critica verità processuali, giudiziarie, finanziarie e
scientifiche.
La
proprietà privata, ed il lavoro libero ed individuale, danno all’uomo libertà e
lo sottraggono all’omologazione ordinata dai potenti.
L’Occidente sta accettando supinamente una
dittatura da cui è difficile sortire, perché sicurezza informatica, forze di
polizia (eserciti e security di multinazionali), magistratura e governi sono
illuminati dai potenti di Davos.
Ed i
potenti gestiscono il potere come la propria fattoria, parafrasando il
dittatore paraguaiano Alfredo Stroessner: in Paraguay le forze dell’ordine
giuravano fedeltà al potere. Quest’ultima è consuetudine in tutte le multinazionali
globaliste, le stesse che oggi stanno subentrando al controllo degli stati
democratici.
Davos
2020: di cosa
parlano
i “poteri forti.”
Startingfinance.com
- Cosimo Volpe-(22/01/2020)- ci dice:
Il
World Economic Forum (WEF) del 2020 è in corso, come ogni anno, a Davos, in
Svizzera.
Il piccolo centro abitato ospita dal 21 al 25 gennaio le personalità più
potenti di tutto il globo. Sono presenti capi di Stato e di governo,
innovatori, miliardari ed imprenditori di rilievo ma anche artisti, atleti,
attivisti, scrittori ed altre figure culturalmente influenti. Ad esempio, si
trova a Davos anche l’immagine del movimento ambientalista Greta Thunberg.
Il
World Economic Forum, negli anni precedenti al 2020, è stato spesso dipinto
dalle forze politiche populiste in chiave complottista. Sulla scia dell’immagine di Davos
come riunione a porte chiuse dei “poteri forti” c’è l’esempio di Donald Trump,
che nel 2019 saltò l’evento celebrando il valore della scelta. In realtà il WEF
è seguito dai media di tutto il mondo ed i video degli incontri sono aperti al
pubblico.
I temi
del WEF 2020.
Il
2020 rappresenta un anno importante per il Worl Economic Forum. Infatti l’organizzazione ha
modificato il suo manifesto per la prima volta dal 1973, aggiungendo come
obbiettivo dell’ente quello di porsi come :
<<[…]
guida per le aziende nell’era della Quarta Rivoluzione Industriale>>.
Quindi
il WEF vuole puntare a diventare un punto di riferimento nella trasformazione
in corso dei business esistenti e nel seguire la nascita dei nuovi,
considerando quindi il 2020 come un anno di svolta. Per questo l’Intelligenza Artificiale e la
sostenibilità sociale ed ambientale dell’innovazione sono diventati argomenti
centrali.
Nei 5
giorni previsti saranno tenuti circa 300 incontri, con dei relatori ai quali
potranno poi essere sottoposte domande dal pubblico. Ogni incontro avrà un suo titolo e
sarà inserito in una delle 7 categorie previste:
Salvare
il pianeta -Società e Futuro del lavoro-Tecnologia per il bene-Equità delle
economie- Business migliori-Futures più sani-Oltre la geopolitica.
Storia del World Economic Forum.
Il
World Economic Forum fu fondato nel 1971 dall’economista ed ingegnere tedesco
Klaus Schwab. Nato come centro di discussione sul rapporto fra capitalismo e
liberismo politico, a partire dalle opere di Milton Friedman. Con una
partecipazione limitata alle potenze occidentali, quello che era allora noto
solo come Forum di Davos aveva l’obbiettivo di avvicinare gli europei alla
mentalità imprenditoriale statunitense. In poco tempo, però, i temi e le
partecipazioni all’evento annuale si ampliarono, fino a che non fu ribattezzato
World Economic Forum nel 1987.
Nel
2020 il WEF è un’organizzazione senza scopo di lucro con circa 800 dipendenti.
Klaus Schwab continua dopo 50 anni dalla fondazione a mantenere il suo ruolo di
presidente esecutivo.
SOLDI
E POTERE.
Chi
cospira per la bassa inflazione.
Clericetti.blogautore.repubblica.it
-Carlo Clericetti- (5-2-2016)- ci dice :
"Ci
sono forze nell’economia globale di oggi che cospirano per tenere bassa
l’inflazione", ha detto il presidente della Bce Mario Draghi nel corso di
una lecture alla Suerf Conference organizzata dalla Bundesbank a Francoforte.
Una denuncia clamorosa, considerando chi l'ha pronunciata.
Naturalmente le cose cambiano a seconda del
senso che Draghi aveva intenzione di dare alla frase: la
"cospirazione" può essere oggettiva, ossia derivare da comportamenti
che tendono ad altri scopi: per esempio, i sauditi tengono basso il prezzo del
petrolio, cosa che è tra le cause della debolezza dell'inflazione, ma lo fanno
in funzione anti-Iran e anche per mettere fuori mercato il produttori americani
di shale gas.
E' probabile che la frase di Draghi si debba
interpretare in questo modo, e non come intenzione di denunciare che qualche
"forza
dell'economia globale" stia volontariamente operando per spingere il mondo in
deflazione: se così fosse, il presidente della Bce avrebbe avuto il dovere di essere più
esplicito e di indicare quali siano queste "forze".
In
questo secondo caso, però, si sarebbe trovato di fronte a un paradosso, perché
tra i principali colpevoli della "cospirazione" avrebbe dovuto
indicare prima di tutto i suoi ospiti, e poi metterci anche se stesso.
Perché
l'inflazione così bassa e in molti casi addirittura negativa ha varie cause,
alcune di lungo periodo, ma altre che derivano dalle politiche di questi ultimi
anni, politiche fortemente volute dal governo tedesco e dalla Bundesbank e alle
quali Draghi si è sostanzialmente adeguato, salvo opporvisi in extremis quando
l'ottusità dei tedeschi stava per far precipitare il disastro, ma senza che la
linea di fondo subisse sostanziali mutamenti.
Tutto
comincia negli anni '70, quando il mondo si trova ad affrontare il problema
opposto a quello attuale: un'inflazione ruggente provocata dagli shock
petroliferi e dalle spese americane per la guerra in Vietnam.
Tra
gli economisti comincia a prevalere la teoria quantitativa della moneta,
secondo cui l'inflazione è diretta conseguenza, appunto, della quantità di
moneta in circolazione.
Alla
fine del decennio in Inghilterra e poi negli Usa vanno al potere Thatcher e
Reagan, il cui entourage di quella teoria è un convinto sostenitore. In effetti
l'inflazione viene sconfitta, e tutto il merito ne viene attribuito a quella
teoria economica che così diventa egemone e incontestabile, come una legge
della fisica. Ma non stava accadendo
soltanto quello: con la ventata liberista e conservatrice era iniziato anche un
profondo mutamento nella distribuzione del reddito, che si concentrava sempre
più verso il vertice della piramide sociale - dove aumenta la propensione al
risparmio e diminuisce quella al consumo - mentre i guadagni degli strati
inferiori e anche della classe media ristagnavano o addirittura diminuivano in
termini reali.
Poco
dopo avveniva un'altra svolta epocale: la Cina irrompeva sulla scena della
produzione mondiale, con i suoi salari a un decimo o meno del costo di quelli
dei paesi sviluppati e senza altri costi collaterali per la sicurezza sul
lavoro, la protezione ambientale e altre quisquilie del genere. Seguivano gli alti paesi del Far
East, e
nel frattempo la globalizzazione capitalistica abbatteva le frontiere.
C'erano
dunque vari motivi per il declino dell'inflazione, ma intanto la teoria
quantitativa era diventata egemone e in base ad essa venivano ridisegnati i
compiti delle banche centrali. Lo statuto della Bce è di quel periodo e
incorpora quei principi, ancor più irrigiditi, se possibile, dall'ossessione
tedesca verso l'inflazione.
Quando
esplode la crisi le banche centrali fanno il loro mestiere, cioè vanno in
soccorso delle banche e aumentano la quantità di moneta. Nel 2008 e parte del
2009 i bilanci di Fed e Bce assumono dimensioni più o meno simili. Poi,
dall'autunno 2009 la Fed inizia il quantitative easing e il suo bilancio cresce
ancora, mentre la Bce si ferma e lo mantiene un po' al di sotto del picco del
2009. Poi arriva quella che fu impropriamente chiamata "la crisi dei
debiti pubblici", mentre, come si è visto, era una scommessa dei mercati
sulla rottura dell'euro, e i debiti pubblici erano solo lo strumento per farla.
Il
bilancio della Bce riprende a crescere, e s'impenna per un importo addirittura
maggiore di quello all'inizio della crisi: fino al famoso “whatever it takes”
di Draghi, che stronca di colpo la speculazione contro l'euro.
Si
ricorderà che contro quella frase, che significava che la Bce avrebbe attuato
interventi illimitati per difendere l'integrità della moneta unica, ci fu una
rivolta della Bundesbank e ricorsi tedeschi alla loro Corte costituzionale per
bloccare l'impegno di Draghi. I mercati, per fortuna, dettero più credito al
presidente della Bce che alla follia dei tedeschi. Ma quella presa di posizione non fu priva di
conseguenze. Dall'estate del 2012 tra il bilancio della Fed e quello della Bce si apre
una forbice clamorosa: mentre la prima continua nella sua politica monetaria
espansiva ed anzi la intensifica, la seconda riduce il suo bilancio
riportandolo dov'era prima dell'attacco ai debiti pubblici: circa 1.000
miliardi, mica spiccioli.
Cosa
ci può essere dietro questa mossa se non la fede cieca della Bundesbank e dei
suoi alleati nel legame tra la quantità di moneta e l'inflazione? Questi
movimenti sono ben illustrati da un grafico presentato da Paul De Grauwe nelle
recenti "Lezioni Federico Caffè" alla Sapienza
Draghi-stretta.
Ma
allora è vero, c' un legame stretto tra la quantità di moneta e l'andamento dei
prezzi? Beh,
un nesso c'è, ma l'inflazione non dipende solo da quello, come abbiamo visto. Quando la Fed iniziò il suo
quantitative easing tutti i monetaristi insorsero, predicendo che di lì a poco
l'inflazione sarebbe esplosa. Invece, guarda un po', non è successo.
Come mai?
Il fatto è che quando la maggior parte dei
consumatori ha le tasche vuote è ben difficile che si precipiti ad ingolfare
negozi e supermarket, e se i consumi languono l'inflazione non parte.
La Germania e i tecnocrati della Commissione
non hanno solo fatto pressione per mettere le briglie alla Bce, hanno anche
imposto la politica delle "riforme strutturali" e dei consolidamenti
di bilancio, oltre a lasciare ai paesi in difficoltà la sola strada delle
svalutazioni interne, cioè delle compressioni di salari e pensioni. Willem
Buiter, autorevole capo economista di
Citigroup, non appena queste politiche erano diventate chiare aveva osservato:
"Un
deleveraging di famiglie, banche e Stati tutti insieme? Ma siamo sicuri?".
I
bilanci pubblici bloccati nella loro funzione anticongiunturale (cioè di
spendere quando la crisi frena la spesa dei privati), i salari fermi o in
discesa, una disoccupazione altissima (ancora oggi oltre 17 milioni senza
lavoro nell'eurozona): da dove mai potrebbero venire le pressioni sui prezzi?
E come
si può pensare che, se non si cambiano queste condizioni, basti inondare i
mercati di moneta per farli ripartire? Quella moneta resterà inoperosa,
perché non arriva nelle tasche di chi la spenderebbe e nessuno pensa di
investire se sa che poi mancherà chi compra.
L'inflazione
a zero, dunque, non è che l'altra faccia della politica di austerità,
svalutazione del lavoro, distribuzione del reddito sbilanciata verso una
piccola minoranza.
E se la responsabilità maggiore è dei tedeschi e dei
tecnocrati che ne condividono l'impostazione, Draghi non è innocente, visto che in
tutti i suoi discorsi, dopo aver caldeggiato una ripresa degli investimenti, ha
sempre aggiunto che però bisognava farlo nei limiti stabiliti per il
risanamento dei bilanci e portando a termine le "riforme
strutturali".
Ossia le politiche che "cospirano" per
tenere ai minimi l'inflazione. Verrebbe da dire "Chi è causa del suo mal, pianga
se stesso". Se non fosse che a piangere siamo tutti noi.
Prof.
Massimo Viglione: “la censura è
lo
specchio della dittatura mondialista”
imolaoggi.it-
Prof. Massimo Viglione - (18 Giugno 2021
)- ci dice :
Prof.
Massimo Viglione – Grazie alla caritatevole attività di spionaggio di persone
museruolate nell’anima, sono stato bloccato tre giorni.
Molte
altre persone sono sempre più vittime di questa censura sempre più invasiva.
A
Francesco Toscano hanno chiuso la pagina qui su Facebook.
All’Avvocato
Gianfranco Amato Youtube hanno chiuso di colpo il suo canale cancellando in un
attimo tutti i suoi video.
Dittatura
mondialista-globalista.
(La
vuole : i nazi-comunisti ,massoni-gesuiti-progressisti come i Dem-Usa, in quanto contrari alla proprietà privata. Ndr).
La
censura – che chi ha creato nei secoli questa società descriveva come cosa
mostruosa del Medioevo cristiano – è divenuta oggi lo specchio della dittatura
mondialista-globalista nella quale
stiamo cadendo ogni giorno di più.
Sarebbe
cosa non solo logica, ma assolutamente imprescindibile ai fini della difesa
della libertà politica, civile e di espressione, non solo nostra ma di tutti, compresi le messe sconfinate di
imbecilli che godono a fare la spia e a vedere morire ogni forma di libertà e
dignità umana, che ci organizzassimo politicamente per porre un freno alla deriva
totalitaria.
Occorrerebbe
un partito che presentasse mozioni parlamentari su quanto accade e garantisse
il diritto costituzionale alla libera espressione: qui non stiamo parlando di qualcuno
che dica cose folli o volgarità o bestemmie (in questo caso sarebbe ovviamente
lasciato assolutamente in pace) o avanzi proposte omicide. Qui si censura il libero pensiero di
liberi cittadini che difendono, a proprie spese e a proprio pericolo, il
prossimo e la libertà.
Né può
valere il
principio che i “social” sono entità private: sui social si fanno affari, si fa
pubblicità, si fa politica, si fanno denunce:
solo
che questo è possibile solo se si dicono cose gradite ai poteri di questo
mondo.
Pertanto,
il discorso che sono “privati” non regge affatto, perché tutto il mondo vi
partecipa anche dal punto di vista sociale, commerciale e politico.
Se un
albergatore non può proibire l’accesso al suo Hotel a chi non gli piace, perché
i Social possono togliere la parola a chi non gli piace?
Abbiamo
già in mente l’obiezione degli immancabili genialoidi: “Hanno bloccato Trump, figuriamoci se
non bloccano noi”.
Le
schiere supine che dicono questo sono già perfettamente chinate – al di là di post recriminatori
scritti più per avere attenzione su di sé che per fini nobili – “pecorizzate” al mondialismo.
Come
sempre accade a chi vuole apparire “intelligente” facendo il disincantato, e
altro non è che un perfetto meccanismo di assuefazione alla dissoluzione.
Occorrerebbe,
come dicevamo, un partito di “opposizione” che portasse la questione in
Parlamento e si battesse per la difesa del principio stesso su cui si fonda la
tanto osannata Costituzione italiana.
A
tutti ora viene in mente un partito, come logico che sia: la Lega.
Ma la
Lega si è appecorata ai poteri di questo mondo, a Draghi, al totalitarismo
sanitario, divenendo sostegno dei ricchi contro i poveri, dei padroni contro i
servi.
La
Lega è pienamente – tra una Nutella e qualche pomodoro – con chi censura e
prende per i fondelli i fastidiosi censurati. E non parliamo proprio di Fratelli
d’Italia, che queste cose nemmeno le concepisce.
Ovviamente
qui scatta la seconda ondata di genialoidi della politica: “Tu non capisci! E’ tutto una
strategia per controllare Draghi!”. Dopo mesi, ancora dicono questa fenomenale idiozia.
Questo
tipo di genialoidi è ancora più pericoloso e devastante dei disincantati di cui
sopra: sono
gli “innamorati”… La versione politica dei bergogliani nella Chiesa Cattolica. Ovvero, la negazione spudorata e
pervicace della realtà palese delle cose per quelle che sono.
Disincantati
e innamorati sono la fine della libertà, della dignità e anche – nel contesto
della Rivoluzione sanitaria in corso – della nostra stessa umanità.
Sono
gli urlatori sciocchi che innalzano le palme al post-umanesimo in corso.
In
fondo, sono i moderati e i conservatori, oggi più invasivi che mai, anche nello
stesso mondo legato un tempo alla Tradizione e oggi prono alla Rivoluzione.
Effetti magici della paura di massa.
Dobbiamo
veramente, per quanto possa apparire cosa impossibile, iniziare a pensare a
un’alternativa politica di salvezza nazionale e personale. Chi non lo capisce,
è nelle grinfie dei social: avrà la libertà di mettere le proprie foto “belle”, di
scrivere i propri post “spiritosi” o “intelligenti”, mentre precipita nei campi
di concentramento già pronti o mentre gli ficcano un siero nel corpo.
Il
tempo inizia a stringere.
Forse
è pure inutile continuare e parlare di vaccini e Covid. Chi ancora non ha capito (basterebbe pensare solo
all’Inghilterra: due mesi fa, tutti vaccinati e liberi, oggi tutti chiusi
un’altra volta!) non capirà mai ed è destinato al macello.
Invece
ora è il tempo di pensare alla Politica. Tanto, l’alternativa è…
Non
avete ancora capito?
Siamo
al si salvi chi può. Pertanto, chi può – nel senso che capisce e vuole reagire –
si salvi
unendosi contro Genghiz Khan (o Draghistan).
Poi
torneremo a scannarci nuovamente tra noi una volta fermato Genghiz, ma ora
dobbiamo fare qualcosa per salvare quanto rimane da salvare.
Tornare
a pensare da uomini liberi. Da Europei. Da cristiani.
(Massimo
Viglione).
"Così
salta tutto...". Scatta
l'allarme rosso sul governo.
msn.com-ilgiornale.it- Luca Sablone -(20-2-2022)- ci
dice :
Sul
governo continuano ad aleggiare nubi minacciose, colme di tuoni e burrasche
pronte ad abbattersi appena si entrerà nel vivo dei passaggi politici più
cruciali. Dai referendum alle elezioni amministrative, passando per la campagna
elettorale in vista del ritorno alle urne nel 2023:
sono
tanti gli ostacoli che l'esecutivo guidato da Mario Draghi dovrà superare.
E non
sarà affatto facile. Vuoi per la portata degli appuntamenti e i relativi
atteggiamenti dei partiti, vuoi per le possibili trappole parlamentari. Proprio su quest'ultimo fronte c'è
stato già un piccolo assaggio nei giorni scorsi. Così è scattato l'allarme
rosso su Palazzo Chigi, al corrente della situazione altalenante dei prossimi
mesi.
L'avvertimento
di Zanda.
È
stato Luigi Zanda a mettere tutti sull'attenti e ad avvertire che il governo
può essere mandato in soffitta se liti e spaccature continueranno a
contrassegnare l'operato dell'esecutivo: il senatore del Partito democratico
ha fatto notare che se non ci fosse più un'intesa solida tra il premier Mario
Draghi e i partiti che lo sostengono, allora "il governo non avrebbe più
ragione di esistere".
Non a
caso il presidente del Consiglio ha fatto una strigliata alle formazioni
politiche, richiamandole al senso di responsabilità e alla lealtà reciproca.
Zanda,
intervistato da La Repubblica, si è posto una domanda semplice: da qui alle
elezioni nazionali "a chi converrebbe tirare a campare?".
La
risposta è altrettanto scontata: a nessuno. Infatti "le scaramucce
parlamentari non servono a Draghi, né al Parlamento, né ai partiti".
Il premier ne uscirebbe indebolito, il Parlamento
rischia di ingolfarsi, i partiti temono di perdere le battaglie di bandiera e di
conseguenza le preferenze degli elettori.
L'incidente.
Di
certo non può passare inosservato l'incidente politico dei giorni scorsi,
quando il governo è andato sotto quattro volte durante l'esame delle modifiche
al dl Milleproroghe nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali alla
Camera. Contro il parere dell'esecutivo sono passati gli emendamenti che
prevedono il dietrofront sull'Ilva e sul tetto al contante. Altri temi hanno
riguardato le norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali.
Per
Zanda tutto ciò "non ha riguardato questioni marginali". In tal senso
il centrodestra ha incassato una notevole vittoria sul tetto al contante, che
dallo scorso primo gennaio è sceso a mille euro e ora torna per un anno a 2mila
euro. Infatti la modifica sposta l'entrata in vigore della soglia più bassa dal
primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. "È giusto che Draghi abbia
voluto valutare la tenuta della sua maggioranza. Il punto
politico-istituzionale riguarda il Parlamento", è la posizione di Zanda.
In
effetti all'orizzonte non mancano temi divisivi che rischiano di dividere ulteriormente
la maggioranza.
Le
elezioni amministrative e la campagna elettorale per i referendum sulla
giustizia sono destinati a segnare l'azione del governo, che rischia di
ritrovarsi impantanato tra litigi e veti incrociati.
Non
vanno poi dimenticati i temi come la durata del green pass, lo stato
d'emergenza, le riaperture, le concessioni balneari. Mine pronte a esplodere ma che possono essere ancora
disinnescate onde evitare ripercussioni sulla tenuta della maggioranza.
La
nuova “legge UE” consentirebbe
il
sequestro della Proprietà Privata
durante
le “emergenze” pandemiche.
Gamerlandia.net-
ITALIA DEI DOLORI -(29 Gennaio 2022)- ci
dice :
«Non
avrai più nulla e sarai felice“, World Economic Forum.
UNREDACTED
– Secondo
quanto riferito, l’Unione Europea sta elaborando una legislazione che
consentirebbe a Bruxelles di sottrarre la proprietà privata in caso di
«emergenza pandemica».
In un
messaggio inedito di Capodanno al suo staff, Thierry Breton, Commissario per l’inter-mercato
dell’UE,
ha esposto i suoi piani per la creazione di uno “strumento di emergenza per il
mercato unico” che includerà un “pacchetto di misure” al fine di garantire la “l’erogazione della sicurezza durante
una crisi”.
È
probabile che le misure proposte verranno presentate verso primavera e
potrebbero includere controlli sulle esportazioni e nuovi poteri che consentano
all’UE di raccogliere dati dalle imprese sul loro processo di produzione, sulle
loro scorte e sulle catene di approvvigionamento dei loro prodotti, riferisce
POLITICO .
Nel
suo discorso, Breton ha giustificato la necessità di una nuova autorità affermando che l’Unione Europea «non permetterà agli interessi
aziendali di interferire con il maggiore interesse del popolo europeo» (leggi
“bene comune“, concetto socialista, ndt).Mentre questo sistema in tutto il
continente sarebbe il primo, un certo numero di stati membri dell’Unione
Europea ha già provato a sequestrare oggetti privati destinati ad altri paesi
nel corso della pandemia.
La
Francia è stata accusata di mostrare «mancanza di solidarietà europea» dopo
aver affermato di aver bloccato la consegna di “centinaia di migliaia” di
mascherine in Italia e Spagna per aumentare l’offerta interna.
La
Francia ha anche preso di mira il Regno Unito con politiche di «requisizione»
aggressive; per esempio, quando il governo Macron ha sequestrato tre camionisti
britannici che trasportavano maschere (130.000 unità) e disinfettanti per le
mani per i dipendenti sanitari del Regno Unito. Le forniture sono state
successivamente autorizzate a essere spedite in Gran Bretagna, tuttavia, è
stato solo quando è intervenuto il governo del Regno Unito.
Euroscettico
l’ex leader del Partito conservatore Sir Iain Duncan Smith ha parlato della
situazione: «Questo mostra tutto ciò che si deve sapere sulla cooperazione europea».
Italia
dei Dolori –
Queste «leggi» iniziano sempre allo stato embrionale, presentandosi
apparentemente innocue; ma quel che più conta è il «concetto» in sé.
Così,
potenzialmente, queste “innocue direttive” potrebbero esplodere maturando molto
presto, fino a proiettare l’umanità nell’antica distopia del Mondo Nuovo, al
punto di lasciare l’amaro in bocca ai folli, quei sognatori utopisti della
«Europa dei popoli» o, peggio ancora, a tutta quella massa di terrorizzati
cronici mascherati che dopo 2 anni continuano ad affogare nel lutto
intellettuale; un lutto innato e paralizzante che li mette in grado di non
saper distinguere una formica da un elefante: figuriamoci di riconoscere una
fanta-pandemia di natura teo-politica. Sic!
In
buona sostanza, con questa “legge sulla requisizione” dettata dalla Unione europea, si
aprono ampi ventagli con ulteriori possibilità.
E, tra queste possibilità, con il pretesto dello «stato
emergenziale» perenne (dalla “emergenza fanta-pandemica” alla “emergenza fanta-climatica”
alla “emergenza energetica“), vi rientra l’ideologia deterministica e meccanicistica del
comunismo,
un regime fondantesi prevalentemente sulla violenza politica, sulla preminenza
ontologica, sull’uccisione di Dio con conseguente cancellazione della morale e,
naturalmente, sulla abolizione delle proprietà privata.
Da
siffatta ideologia compulsiva e malata, attualmente nessuno può escludere
che nell’imminente futuro si possano verificare limitazioni delle libertà ancor
più gravi ed infausti eventi, quali: requisizioni delle case, delle
automobili o altro, con la solita giustificazione del «bene comune» o per la
«vostra salute» o per la «vostra sicurezza», naturalmente!
Una
società zombificata, uniformizzata, non ha necessità di eleganti zone
urbanizzate, ma unicamente di spazi delimitati dal fil di ferro; che siano «spazi»
digitali o fisici, poco importa, poiché sempre di prigioni trattasi.
Obiettivo:
Distruzione del Concetto
d’Identità
e di Proprietà Privata.
Gamerlandia.net-
ITALIA DEI DOLORI -( 18 Ottobre 2020)- ci dice :
Come vedete, o cari
figli, lo Spirito ha parlato, ed è stato chiaro.
Non confidate
nell’uomo, ma solo in coloro a cui è concesso legiferare
e condurre il popolo
di Dio fra gli scogli ed i marosi del razionalismo,
del laicismo,
dell’illuminismo, del materialismo, del nichilismo,
del relativismo, del
vandeismo, del cognitivismo, dell’idealismo,
del divismo, del
menefrechismo, del prosciuttivismo,
del panemarmellatismo,
dell’arrostivismo, dell’induttivismo
e del vacanzierismo
intelligente.
L’obbedienza
spontanea supera sempre quella forzata.
(Senofonte).
Il
concetto di uguaglianza che stanno cercando ossessivamente d’infondere –
attraverso media e sistemi informatici – è verosimilmente quello di rendere le
persone UNIFORMATE, portandole così a NON aver più un proprio pensiero, una
propria opinione, nessuna identità né personale né nazionale, ad esser
collettivisti piuttosto che individualisti .
Solo
agendo in modo ladronesco questo (ri)nascente e persistente sistema di
oligarchia plutocratica può manipolare le masse per i lerci scopi mondialisti.
E’
assolutamente necessario che le masse imparino a distinguere ed a riconoscere
il senso delle parole, il loro significato, la loro radice etimologica.
L’oscura ignoranza a livello quasi totale su derivazione e storia delle parole,
è il punto di forza su cui fanno leva questi criminali sociali. Ecco come hanno
cambiato i significati ORIGINALI di questo termine:
UGUAGLIANZA
= UNIFORMARE (parola orrifica), RENDERE TUTTI UGUALI (proprio come tante
marionette seriali).
Orbene,
volendo erudire e diradare la miopia intellettuale di chi ha resistito a
leggere fin qui, giungo a spiegare. Quando le idee arrivano dal passato. Un qualcosa di simile accadde in
passato e – precisamente – nel 1796, dove questa prese il nome de “La Congiura
degli Eguali“.
Fatto
attualissimo e perfettamente il linea con gli obiettivi di “unificazione“,
“uniformità” a scopo mondialista. Questa cospirazione fu organizzata in Francia
nell’anno 1796 nel mese di maggio, da una società definita “degli Eguali” ove –
peraltro – finì per fare un fiasco clamoroso (fortunatamente).
In
buona sostanza, lo scopo principale era quello di estinguere, eliminare la
proprietà privata. Nel caso specifico, si sostenne la tesi dei “frutti della terra che appartenevano
a tutti“,
cosicché si andasse ad indottrinare le menti – già poco illuminate – circa l’inesistenza delle differenze
sociali tra gli uomini.
Naturalmente,
tutto questo portò alla rivolta degli Uguali, i quali insorsero per
ripristinare il significato reale di “uguaglianza“. La congiura fu scoperta e – chi la
ideò e la mise in atto – fu arrestato e processato. Darthé e Babeuf vennero condannati a
morte, mentre Buonarroti fu mandato in esilio perpetuo.
Il
mondo globalizzato cui aspirano i banchieri è in qualche modo prefigurato nel
progetto filosofico di Kant: una sola lingua, quindi – necessariamente – una sola letteratura, un solo tipo di
pensiero in tutto il mondo: questa sarà l’inevitabile conclusione del
“progetto” se non sarà fermato.
Sono
queste le manovre – con spinte verso la moneta elettronica e altre – che
andranno a sommarsi agli ideali simili a quelli di Rousseau, di Mably e di
Morelly allo scopo di far perdere completamente l’identità dell’individuo,
assieme al concetto inviolabile di “proprietà privata“. Tutto realizzato senza alcun
intoppo, grazie
ai rievocatori relativisti dei lamenti di Faust nel suo gabinetto gotico.
Ora – nella più grande ignoranza
intellettuale dei negazionisti (o gatekeepers) – complici di chi ci trascina verso
il baratro dell’assurdo, condannate ed additate pure le masse “complottiste“. Ma – si tenga bene a mente – che
l’inizio della derisione circa complotti e congiure, iniziò appena dal XX
secolo: con l’avvento martellante mediatico. La storia è sempre andata avanti a
complotti e congiure: è tutto alla luce del sole. Fessi.
La
Dittatura Occulta in Italia.
Gamerlandia.net-
ITALIA DEI DOLORI-( 23 Giugno 2021)- ci
dice :
Il
prezzo che noi tutti occidentali pagheremo per la nostra inerzia, (e pagheremo,
pagheremo),
sarà molto alto se i “pianificatori dei popoli” riusciranno a radunare
l’umanità nel loro Nuovo Ordine Mondiale.
Sì, su
molti versanti, i pianificatori sono i Rockefeller, come confessò una volta
l’assistente di John D., Fred Gates:
«Nei
nostri sogni abbiamo risorse illimitate e le persone si abbandoneranno con
perfetta docilità alle nostre mani plasmatrici».
E,
tutto ciò, si è potuto constatare chiaramente con la falsa narrativa della “pandemia” carica di utilitarismo, acciocché queste corporazioni elitarie mondialiste abbiano da corrodere definitivamente le libertà ed i diritti umani.
Ora,
attraverso le ali del tempo, grazie ai contribuenti, i Rockefeller hanno fondi quasi
illimitati:
l’Italia è uno dei loro imperi prediletti che oggi dominano attraverso la loro
Fondazione filantropica, retta da numerosi e devoti lacchè comodamente seduti in
poltrona, pronti
a ricevere gli ordini dai “pianificatori dei popoli“.
Di
conseguenza, la grande massa gelatinosa costituita da tecnocrati, militari e
burocrati senza volto a Roma – che nessuno ha mai eletto e che non si possono
licenziare -, ora dice ai cittadini come gestire le loro attività, chi possono
assumere e chi licenziare, dove e come i loro figli dovranno andare a scuola,
quali prodotti potranno acquistare e persino quali cibi dovranno mangiare e
quali auto dovranno usare, oltre a come doversi “curare”.
Questa
è già una forma occulta di dittatura crescente.
Nel
1901 venne fondata la Rockefeller Institute for Medical Research (oggi Fondazione Rockefeller, molto attiva in Italia): è da
questo momento in poi che Frederick T. GATES iniziò a formulare una serie di strategie per avviare
gli investimenti nella ricerca e nell’educazione medica, tanto quanto nella
salute pubblica.
L’impero
Rockefeller (padre dell’OMS), in tandem con Chase Manhattan Bank (oggi, JP
Morgan Chase), possiede oltre la metà degli interessi farmaceutici in tutti gli
Stati Uniti e oltre.
Così,
sarà solo questione di tempo prima che questi dittatori occulti – i Costruttori – dicano quanti figli vi sarà permesso
avere ed in quale struttura dovrete andare ad abitare.
Queste
forme di dominio dell’Uomo sull’uomo non sono statiche, bensì dinamiche; cioè, tendono ad espandersi sia
orizzontalmente sia verticalmente, fino alla realizzazione della distruzione completa
della “vecchia società”, in cui vi rientra anche l’uomo:
un
uomo che dovrà seguire il “progresso”, permettendo lui stesso di farsi cambiare
biologicamente mediante tecniche eugenetiche (transumanesimo), passaggi già
visti, impiegati nel periodo della Rivoluzione sovietica, prima; nel periodo
nazista, dopo.
Tal
processo evoluzionistico è una storia pazzesca: si fonda tra gli ingranaggi di un
processo politico (oggi, biopolitico) ed un processo eugenetico, allora
coadiuvato da Frederick T. Gates (trisavolo di Bill Gates e “mente attiva” del golpe medico
messo a segno per volere di casa Rockefeller): esso viaggia dal 1870 con la riforma
eliotiana di Harvard, fissandosi nel 1979 per continuare ad oggi…
Infatti,
fu il trisavolo di Bill Gates, Frederick T. Gates, a fare il suo primo vero
regalo a casa Rockefeller, con l’ideazione di un piano ultrasofisticato atto a dominare
l’intero sistema di istruzione medica negli Stati Uniti (espandendosi
progressivamente nel mondo intero): è così che nacque la “Comunità Scientifica“, una struttura coesa al servizio dei capricci
antropofobici e necrofili di famiglia Rockefeller.
Così,
attraverso la dominazione dell’intero quadro d’istruzione medica, atta a
deviare e ad omogeneizzare le menti dei giovani studenti, il primo passo si
compie a favore dell’organizzazione dell’Istituto Rockefeller di Ricerca
Medica.
«NON
RIPOSEREMO FIN QUANDO TUTTO SARÀ DISTRUTTO».
(David
Rockefeller).
Questa
è Storia, signori. Volevo solo dirvi questo.
Morgan
Stanley è insolvente – Il Crollo
Finanziario
è solo una
Questione di Tempo.
Gamerlandia.net-
ITALIA DEI DOLORI-( 18 Ottobre 2020)- ci
dice :
La
caduta della House of Morgan è iniziata da quando i prezzi delle azioni sul mercato
globale della Morgan Stanley (MS) cominciano a crollare nel New York Stock
Exchange (NYSE).
Secondo
Rick Wiles: “Ho sentito alcune voci di un’altra grande casa finanziaria che sta per
implodere. In realtà, il nome che mi è stato dato è Morgan Stanley. . . Sta per esser messo sull’altare sacrificale
dall’élite finanziaria”.
MS –
tecnicamente parlando – è classificata come insolvente su base e valutazione del mark-to-market.
Con la vendita di attività non strategiche, MS
ha potuto “ridurre
la propria esposizione europea” attraverso la manipolazione di fondi hedge e
l’assegnazione dei fondi per mancanza di società finanziarie.
Alcuni
mezzi di comunicazione mainstream affermano che la Federal Reserve Bank entrerà
in azione per assistere MS nella sua insolvenza e che la stessa “semplicemente
non andrà fuori dal mercato in tempi brevi”.
Tuttavia,
sul mercato obbligazionario, MS vien trattata come “una società a rischio”.
Moody – l’agenzia di rating che vende le loro
valutazioni a chi pagherà per uno score di tripla A – ha annunciato il
downgrade di MS che metterebbe a rischio tutte le banche degli Stati Uniti.
Otis
Caset,
direttore della ricerca di credito per la Markit, conferma: “La cosa che ha portato a tutto questa
è – ovviamente – l’Europa. La percezione è – correttamente o meno – che Morgan
Stanley sia una delle banche americane più esposte ai problemi dell’Europa”.
Nel
2008, con la prima esplosione finanziaria premeditata, la causa per il
salvataggio delle banche era una grossa somma di denaro necessaria per
rimborsare rapidamente la Cina che aveva acquistato grandi quantità di titoli
garantiti da ipoteca che sono andati con le gambe per aria quando fu realizzata
la truffa globale.
Quando la Cina si rese conto che era stata ingannata
nell’acquisto senza valore di crediti cartolarizzati che non sarebbero mai
stati rimborsati, ne ha invece demandato l’effettiva proprietà.
I
cinesi erano pronti ad inviare i loro “popolo” sulle coste americane per la
confisca dei beni a loro assegnati, attraverso i contratti di finanziamento
cartolarizzati.
Per
evitare tutto questo, i contribuenti americani sono stati costretti dall’ex
presidente Bush e l’ex Segretario al Tesoro Hank Paulson. Nel corso di tale incidente, è stato
detto al Senato degli Stati Uniti di dover approvare con forza un piano di
salvataggio di 700MLD di dollari, altrimenti la legge marziale sarebbe stata
attuata immediatamente.
Quei
soldi sono stati incanalati attraverso la Federal Reserve Bank e cablati alla
Cina, così come agli altri paesi che chiedevano il rimborso per le operazioni
di cartolarizzazione fraudolente.
Per
evitare un’ulteriore catastrofe finanziaria, così come il debito o le minacce
di sequestro delle strutture da parte dei cinesi, l’euro è stato imploso coinvolgendo
la maggior parte dei paesi europei, in un’insormontabile caduta libera per i
quali non furono mai stati destinati a recuperare.
L’esposizione
di MS ai titoli garantiti da ipoteca ed alle frodi dei derivati, può aver
finalmente portato l’implosione finanziaria in America.
Come Otis sottolinea, è l’esposizione alla
zona euro che era il chiodo nella bara di MS. Solo questo favorisce il fatto
che il collasso finanziario in America sia imminente e che le ripercussioni
siano già disposte.
Tuttavia,
questa implosione programmata delle mega-banche serve solo per soddisfare i
piani della élite globale.
John
Paulson recentemente
ha scambiato le sue azioni in 4.530 mila parti di SPDR Gold Trust (GLD),
investendo in profondità nella “Nova Gold Resources”.
George
Soros ha
anche venduto le sue quote ed interessi in JP Morgan (701,4 mila shares),
Goldman Sachs (120.000 shares) e Citigroup (420.000). Ed ha riallocato questi fondi in oro.
L’insolvenza
di MS significa che i fondi dei clienti che si tengono nella stessa, possono
essere ipotecati-vincolati (o co-misto) da parte della banca nei loro fondi da
utilizzarsi per pagare i crediti e debiti nei confronti della banca stessa.
All’inizio
di questo mese – il 9 agosto – il 7th Circuit Court of Appeals (CCA) ha
stabilito che BNYM potrà esser spostata sulla prima linea di creditori dei
clienti a cui sono stati rubati i beni da Sentinel Management Group (SMG).
Prima
che SMG crolli nel 2007, Eric Bloom – ex amministratore delegato – e Charles
Mosely – capo dell’esecutivo di SMG – avevano guadagnato $500MLN in fondi
garantiti dei clienti e furono incriminati perché esposero i fondi separati dei
clienti in “derivati ad alto rischio“.
La
sentenza della SMG significa che il sistema di regolamentazione della “Federal Deposit Insurance Corporation
(FDIC) e Securities Investor Protection Corporation (SPIC) “non garantirà i
fondi dei clienti, degli investimenti, dei risparmiatori e dei pensionati
titolari di conti in banca.
In
realtà, l’istituto bancario è ora legalmente autorizzato ad utilizzare tali
fondi depositati dei clienti come garanzia, pagamento sui debiti per i prestiti
effettuati od uso gratuito sul mercato azionario per l’acquisto di
investimenti: come la banca riterrà più opportuno.
Quando
un cliente deposita il denaro in una banca, la banca emetterà una promessa di
aver quei fondi a disposizione quando il cliente ritornerà a ritirare la somma
depositata.
Con la
sentenza SMG, quei fondi diventeranno proprietà della banca, una volta che
saranno depositati.
Se la banca è insolvente, sotto coercizione o
depositaria di fallimento, quei fondi depositati dai clienti, potranno esser
mescolati con i fondi della banca ed utilizzati ai fini della banca: senza ricorrere
al cliente.
Come
spiegato nel
Readiness Exercise 1984 (Rex84), la fine del dollaro USA – in combinazione con i disordini
civili – causerebbe
al governo degli Stati Uniti di dichiarare la legge marziale, al fine di
mantenere la continuità del governo.
Dal
2010, tutte le mega-banche negli Stati Uniti hanno presentato dei piani di
risoluzione alla Fed descrivendo come liquidare i beni bancari senza causare
ulteriori danni al sistema fallimentare finanziario.
Vendere
gli “assets non-core” – senza sconvolgere gli azionisti mentre proteggono il
sistema monetario, i contribuenti e creditori – è il lavoro delle mega-banche
che stanno contribuendo solo alla distruzione dei mercati finanziari globali.
Sia
Bank of America che Citibank hanno già iniziato la liquidità con la vendita dei
loro “assets non-core” che dimostrano come queste due istituzioni finanziarie
siano insolventi. Aggiungiamo a questa lista la MS.
Mentre
le mega-banche stanno scaricando i loro assets sotto costrizione, stanno acquisendo
banche più piccole mantenendo i loro nomi per ingannare il pubblico americano a
pensare che siano banche indipendenti come consolidano il potere finanziario
negli Stati Uniti.
In
risposta all’implosione in arrivo, la Federal Reserve Bank sta inventando moneta
elettronica a corso forzoso. In questo modo lo schema Ponzi è in corso [La Grande Truffa – Ponzi Austerity].
In superficie, sembra essere tutto in ordine.
Tuttavia,
sotto copertura e fuori dalla vista del pubblico in genere, la manipolazione
dei tassi di assicurazione, dei valori di mercato e ipoteche stanno
contribuendo direttamente al crollo totale del sistema bancario.
Si
stima che circa il 70% del valore di alcune mega-banche sia fornito dal governo
attraverso sussidi. Il che significa che – senza il denaro fornito dal governo
degli Stati Uniti – queste banche sarebbero già collassate.
E,
guardando il clima finanziario di quanto sta emergendo, sembra che stiamo
proprio andando ad assistervi.
In
combinazione con le sollecitazioni del Department of Homeland Security (DHS) per 1,8 miliardi spesi in
proiettili a punta cava, 1400 chili di materiale esplosivo ad alta densità e le
esercitazioni di guerra urbana in fase di realizzazione in tutta la nazione, è chiaro che l’insolvenza di MS sia
un’altra prova che il diritto civile in coincidenza con il crollo finanziario è
pericolosamente vicino.
Europa
ed Italia non ne sono scevre.
Chi
vuole l’abolizione della proprietà privata.
Corrispondenzaromana.it-
Tommaso Scandroglio-(22 Dicembre 2021)- ci dice :
Il
World Economic Forum (WEF) di Davos ha prodotto uno spot intitolato “8
pronostici per il mondo per il 2030”.
Questi pronostici, che nell’intento dei
realizzatori dovrebbero essere tutti di segno positivo, sono stati indicati dai
membri del World
Economic Forum’s Global Future Councils.
Sulla piattaforma dedicata al WEF gli otto obiettivi
per il 2030 sono introdotti da un’affermazione che la dice lunga
sull’orientamento fortemente ideologico del WEF:
“Come
dimostrano la vittoria della Brexit e di Donald Trump, prevedere anche il
futuro immediato non è un’impresa facile”. Come a dire:
i potenti della Terra avevano stabilito che il
Regno Unito rimanesse in Europa e che un tizio come Trump non potesse mai
sedere alla Casa Bianca, ma le cose, incredibile a dirsi, sono andate
diversamente.
Che
non accada mai più! E dunque ecco che il WEF corre ai ripari e pone degli
obiettivi che dovranno essere raggiunti senza se e senza ma.
Gli
obiettivi sono: fissare un prezzo per la CO2 (la famigerata tassa sull’aria che respiriamo da
battuta da bar si trasformerà a breve in realtà); il tramonto dell’egemonia Usa
a favore di una coalizione di poteri nazionali tra alcune stati;
privilegiare le cure domiciliari rispetto a quelle
ospedaliere;
diminuzione
del consumo di carne;
riorganizzazione
mondiale dei piani di accoglienza degli immigrati;
“i
valori che hanno costruito l’Occidente saranno messi alla prova fino al punto
di rottura”
(ossia uccidere le ultime sacche di resistenza culturale fondate sul connubio
tra filosofia classica di matrice greca, diritto romano e soprattutto
cristianesimo);
immigrazione
verso Marte (sic). Ogni punto meriterebbe una tesi di dottorato, ma qui, per motivi di
spazio, ci soffermiamo su un ottavo obiettivo che, in realtà, è il primo della
lista che viene così presentato: “Tutti i prodotti diventeranno servizi. ‘Non possiedo
niente. Non possiedo un’auto. Non possiedo una casa. Non possiedo
elettrodomestici o vestiti’, scrive la deputata danese Ida Auken.
Lo
shopping è un lontano ricordo nella città del 2030, i cui abitanti hanno
ottenuto energia pulita e preso in prestito ciò di cui hanno bisogno su richiesta”.
Il relativo claim nello spot sopra citato
suona così: “Non possederai niente e sarai felice”. Scritta che compare in
sovraimpressione sopra il viso di un giovane dal sorriso beota.
Dunque
i potenti della Terra vogliono eliminare la proprietà privata e noi tutti
saremo contenti di questo.
Qualche
breve riflessione.
Questo
obiettivo ha una matrice chiaramente comunista: l’abolizione della proprietà
privata è un must del pensiero dei teorici del comunismo puro.
Ogni
bene sarà messo in comune, dunque ognuno, come indicato dal WEF prenderà a
prestito ciò che gli servirà.
Non si
paga nulla e dunque nessun bene è di proprietà di nessuno.
Ecco
perché i prodotti spariranno, intesi come merce acquistabile, e diventeranno
servizi: come
uso del treno per spostarmi, ma il treno non è mio, parimenti userò un’auto per
spostarmi, ma quell’auto non sarà mia.
Lo sharing diventerà universale, ossia riguarderà
tutti, e generale, cioè interesserà tutti i beni.
Si
tratta di un attacco frontale al diritto naturale e al diritto divino che
prevedono in capo ai singoli il diritto alla proprietà privata.
In tal
modo lo Stato si impossesserà dei tuoi beni gestendo in modo ancor più
pervasivo e asfissiante la tua libertà personale.
Non
solo, ma i membri del WEF preconizzano che noi non ci ribelleremo a questo
esproprio non più proletario ma statale, bensì ne saremo entusiasti.
La proprietà, evidentemente per questi
signori, è un cappio al collo, un legame che soffoca, un vincolo che porta solo
crucci, conflitti interpersonali.
Ritorniamo
invece al felice stato di natura dove nessuno possiede nulla perché non vi sono
leggi, con il piccolo aggiustamento che sarà lo Stato ad occuparsi di te dalla
culla, se ci arrivi, alla fossa.
Nulla
di nuovo: è il pensiero illuminista giacobino che con la forza ha tolto i beni
all’aristocrazia e al clero e che trova le sue radici culturali nell’empirismo
inglese del ‘500.
Pensiamo
al filosofo Thomas Hobbes (1588-1679) che, nel suo De Cive, raffigura l’uomo nello stato di
natura come un soggetto che potenzialmente ha diritto su tutto. Un diritto
dunque assoluto. Una volontà di potere che non si appalesa solo nel diritto di
proprietà, ma è anche e soprattutto nel diritto ad un’esistenza pacifica e
serena.
Però
predicare la possibilità di avere e fare tutto ciò che si desidera porta
inevitabilmente ad un conflitto globale: il mio diritto che vuole essere
assoluto incontra il limite del tuo diritto, che anche nelle tue intenzioni
pretenderebbe di essere assoluto.
Questo
contrasto può solo essere evitato tramite la potestas, che genera effetti
coattivi, dello Stato.
Prezzo
da pagare per garantirsi simile tutela è quello della cessione in mano al
princeps dei propri diritti personali, un principe che diventa così Leviatano,
figura che preconizza lo Stato hegeliano come suprema e assoluta entità morale.
Dunque
l’invito, che diventerà una vera e propria imposizione in futuro, sarà quello
di cedere il diritto di proprietà agli Stati e vivere così una vita
spensierata: sarà l’approdo del fenomeno socio-politico conosciuto come
decrescita felice.
Una
sorta di povertà generalizzata e coatta che ci dovrebbe rendere più sereni. Prova che il favore delle masse verso
l’esproprio volontario diventerà realtà è almeno duplice.
Da quasi due anni le popolazioni mondiali devono
attenersi, chi più chi meno, a forme di restrizioni della libertà personali
molto accentuate a motivo della pandemia.
In
alcuni casi tali misure sono giustificate, in altri appaiono irragionevoli.
Eppure
anche in quest’ultima ipotesi buona parte della collettività appoggia non solo
senza fiatare, ma addirittura in modo entusiasta la privazione della libertà
personale assumendo poi il ruolo di delatrice di chi non si allinea.
Il nemico del popolo deve essere stanato e
processato.
Simile
dinamica avviene anche per i temi ambientali: si rinuncia a prodotti che costano
meno per optare per quelli più costosi e in genere meno performanti, però
green.
La
rinuncia anche in questo caso è entusiasta perché viene rivestita di alto
valore etico.
Dunque
lo scenario futuro prossimo sarà quello di una massa di persone volontariamente
povere e felici di esserlo, verso cui non servirà la spada per convincerla a
cedere i propri beni, ma solo la persuasione mass mediatica.
I cittadini obbediranno scodinzolanti, felici
di obbedire.
E’ l’apice del totalitarismo non più duro e
sanguinario, bensì soft e mellifluo. Aldous Huxley, autore de “ll mondo nuovo”, ebbe a scrivere: “La dittatura perfetta avrà sembianza
di democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno
mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro
schiavitù”.
La Ue
abolisce la
proprietà privata
dal
2030: attacco europeo agli italiani.
Ilparagone.it-Redazione-
(10 Dicembre 2021)- ci dice :
Dal
2030 l’Ue abolisce la proprietà privata. Come è possibile? Direte voi. Si
tratterà certamente di una fake news.
E invece no.
“Grazie”
al nuovo fondamentalismo green, è possibile anche questo. A spiegare come
stanno le cose ci ha pensato Daniele Capezzone su La Verità: “La Commissione Ue ha allo studio una
direttiva – letteralmente folle – che subordinerebbe la possibilità di vendere
(e perfino di affittare!) un immobile al fatto che esso appartenga a una
determinata classe energetica. Insomma, in assenza di alcuni standard,
l’immobile sarebbe reso inutilizzabile sul mercato”.
Manca
solo, come ha commentato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa,
che venga introdotto il “reato di possesso di immobile”.
Si respira sempre più un clima di aggressione
contro la proprietà in generale, e in particolare contro gli italiani.
Continua
Capezzone:
“Non va mai dimenticato che il 70% degli
italiani sono proprietari di un immobile: dunque, introdurre norme di questo
tipo (a maggior ragione dopo il massacro fiscale deciso da Mario Monti nel
2011, quando la patrimoniale immobiliare fu quasi triplicata) significa colpire
al cuore la ricchezza delle nostre famiglie”.
Confedilizia
è già mobilitata contro questo sproposito, e, insieme a essa, è in campo anche
I’Uipi (International
union of property owners).
“L’obiettivo
finale della Commissione sarebbe quello di imporre in tutta l’Ue edifici a
emissioni zero. A questo fine, dovrebbe scattare un maxi piano di
ristrutturazione degli edifici esistenti, ancorato ad alcuni standard
energetici.
Sulle date si discute ancora, ma il piano di
battaglia Ue sarebbe questo: applicare i nuovi parametri dal 2027, per avere
già nel 2035 l’intero parco immobiliare improntato agli standard minimi
fissati”.
E qui
scatta la parte sanzionatoria, tale da determinare una sorta di privazione del
valore commerciale dell’immobile.
Secondo
il disegno partorito a Bruxelles, “gli Stati dovrebbero garantire – si legge nella bozza
a cui sta lavorando la Direzione energia della Commissione – che le unità
immobiliari vendute o affittate a un nuovo inquilino (eccezion fatta, in questo
caso, per le unità ricomprese nei condomini) ‘raggiungano almeno la classe di
prestazione energetica E, dopo il primo gennaio 2027; la classe D, dopo il
primo gennaio 2030: la classe C dopo il primo gennaio 2033’.
Come
si vede, obiettivi assurdi in un tempo incredibilmente breve”.
Unica
via d’uscita?
L’unità
immobiliare si può vendere lo stesso, ma l’acquirente deve soddisfare gli
standard entro tre anni. “Insomma, o una stangata prima a danno del vecchio
proprietario, o una stangata dopo a danno del nuovo”.
Il
diritto alla proprietà privata non è intoccabile.
It.linkedin.com-
Massimo F.- (19 ott. 2021)- ci dice :
Non è’
difficile immaginare che il green pass si trasformerà’ tra non molto in una
card unica ove confluiranno dati anagrafici, identità digitale e transazioni
finanziarie. Allora il progetto del Gran Reset delle Oligarchie Internazionali si
concentrerà’ sull’abolizione del contante e successivamente sul diritto alla
proprieta’ privata. Il programma è all’insegna dello slogan “2030, non
possiederai nulla e sarai felice”.
Nel
ripensare la pianificazione sociale dopo il Covid 19, il ministro Francese
della Casa Emanuelle Wargon, auspica alloggi collettivi che esaltino
“l’intensità felice” ed ha qualificato le case individuali “Un non senso
ecologico, economico e sociale”.
l’Economist
dei Rotschild e degli Elkann, in un numero speciale del gennaio 2020 ha disvelato la
buona novella:
“la
proprietà della casa è il più grande errore di politica economica
dell’Occidente. È un’ossessione che mina la crescita, l’equità e la fede
pubblica nel capitalismo… perniciosa è la disfunzione strisciante che
l’edilizia abitativa ha creato nel corso di decenni: città vibranti senza
spazio per crescere; anziani proprietari abitanti in case semivuote desiderosi
di proteggere la propria veduta dalla finestra; e una generazione di giovani
che non possono permettersi facilmente di affittare o comprare e ritengono che
il capitalismo li abbia traditi”.
Ma si
sa, fanno del tutto per il nostro bene, per renderci felici; ma tranquilli
perchè “gli
espropri saranno attuati attraverso l’indebitamento delle famiglie e degli
individui ; il FMI si offrirà di condonare i nostri debiti, che avrà provveduto
a ingigantire e rendere impagabili, in cambio della rinuncia alle nostre
abitazioni di proprietà”.
Una
deputata del PD lo aveva già ipotizzato alcuni mesi orsono: i pensionati possono ipotecare la
propria abitazione per consentirne la sopravvivenza che le misere pensioni non
permettono.
Anche
la Chiesa, con il suo messaggio pseudo-cristiano ci mette del suo; Papa Bergoglio, appena nominato
“guida morale” della Fondazione Rotschild, in un intervista sul Sole 24 Ore del
20 novembre 2020 predicava che “Il diritto alla proprietà privata non è
intoccabile”; e su Repubblica dell’11 aprile 2012:” condividere proprietà non è
comunismo, è cristianesimo allo stato puro. Il diritto di proprietà è un
diritto naturale secondario”
Non
riusciamo a trovare una definizione per questo ossimorico paradigma
neo-comunista-liberista, sta’ di fatto che l’attacco alla proprietà privata è proprio
il logos del comunismo;
un
comunismo gestito dai miliardari di Davos nel loro puro interesse.
Secondo
le previsioni formulate dal World Economic Forum , nel 2030 le persone non possederanno
nulla e «tutti i prodotti saranno diventati servizi».
Ida
Auken, parlamentare danese in un suo articolo per il World Economic Forum ha
descritto come sarà la vita nel 2030 secondo il progetto di Davos: “Non
possiedo nulla. Non possiedo un’auto. Non possiedo una casa. Non possiedo né
elettrodomestici né vestiti. Tutto ciò che era considerato un prodotto, ora è
diventato un servizio, da affittare e noleggiare”.
E’
difficile immaginare una forma di schiavitù più totale di quella che progettano
attraverso una gestione politica di una pandemia indotta.
Diritti
costituzionali alienati, parlamento esautorato, dissensi silenziati, gestione
dell’ordine pubblico da macelleria messicana, una nazione umiliata, cittadini
violentati nell’ assumere una terapia di stato degli esiti incerti .
Non ci
rimane che lottare più strenuamente possibile verso questo mostruoso green pass
foriero di devastazione sociale ed umana. Se non reagiamo ora, finiremo come
il “BONZO” di Enzo Jannacci.
A 50
anni, il
WEF vuole proporre
un
modello di capitalismo globalista migliore.
Swissinfo.ch-
Jessica Davis Pluss- (20 gennaio 2020)- ci dice :
Il
fondatore e "patron" del WEF di Davos, Klaus Schwab, nel 1973 scrisse
il primo manifesto descritto come il codice etico per i dirigenti economici.
Mezzo
secolo dopo il primo incontro, il Forum economico mondiale continua a riunire a
Davos l'élite economica e politica del pianeta. Il WEF deve però dimostrare di
andare oltre le buone intenzioni e gli slogan accattivanti.
Glielo chiede la piazza.
Nel
1973, il mondo era diviso a metà dalla cortina di ferro, dalla guerra fredda e
da due ideologie politiche ed economiche contrapposte. In quegli anni, il
fondatore del WEF Klaus Schwab pubblicò un manifesto in cui sosteneva che le
aziende non dovevano puntare solo sui profitti. Fu un'idea rivoluzionaria, in un
periodo in cui i giovani scendevano in piazza per protestare contro le guerre.
Appena
tre anni prima, nel periodo in cui venne organizzato il primo Forum economico
mondiale,
il premio Nobel per l'economia Milton Friedman indicò in un articolo pubblicato
sul New York Times Magazine che l'unica responsabilità sociale delle imprese
era invece quella di aumentare i profitti.
Nei
decenni seguenti è la teoria di Friedman ad andare per la maggiore, mentre le
idee di Schwab vengono messe in un cassetto, in attesa di tempi migliori.
"Non
è stato per nulla facile far passare i miei concetti e farli accettare al mondo
economico", ha detto Schwab durante una conferenza stampa tenuta la settimana scorsa
e in cui ha condiviso con i giornalisti le sue riflessioni intorno al suo
manifesto del 1973.
In
occasione del 50esimo incontro annuale nella località alpina di Davos, il WEF
rispolvera il manifesto di Schwab, riproponendo il “modello dello stakeholder capitalism”
e ricordando così il mantra del
fondatore del WEF, ossia che ciò che fa bene alla società fa bene anche
all'economia.
Tenere
a bada la regolamentazione.
Il
nuovo manifesto di Davos viene
pubblicato in un momento di grande insicurezza per le imprese. Una situazione dovuta alle continue
proteste di piazza degli attivisti per il clima e al crescente influsso che i
politici vogliono avere sulle attività economiche delle aziende.
E la
risposta del mondo economico non si è fatta attendere. L'anno scorso, ha fatto
notizia negli Stati Uniti la firma da parte di 180 CEO di un testo in cui
vengono ridefiniti gli obiettivi di un'azienda. Gli amministratori delegati hanno
dichiarato che in futuro vogliono impegnarsi a favore di tutti gli americani,
clienti, dipendenti, società e non fare solo gli interessi degli azionisti.
Oliver
Classen dell'ONG Public Eye, organizzazione che negli ultimi anni ha promosso gli eventi anti-WEF, si interroga sulle motivazioni che
hanno spinto gli organizzatori del Forum e le società a fare simili
dichiarazioni.
"Le
imprese non sono mai state tanto sotto pressione come in questi giorni",
dice a swissinfo.ch, ricordando tra l'altro gli incendi in Australia. Le aziende, specialmente quelle
attive nel settore petrolifero e del gas, sono spinte alle corde affinché
adottino misure a favore del clima, ancora prima che vengano varate delle
leggi.
La
pressione dell'opinione pubblica si è fatta sentire anche in Svizzera. Da oltre due anni il parlamento
dibatte sul controprogetto all'iniziativa sulle multinazionali responsabili che
chiede alle aziende con sede in Svizzera e alle loro filiali di rispettare i
diritti umani e l'ambiente anche all'estero. Il testo sarà probabilmente
sottoposto all'elettorato nell'autunno 2020.
Frédéric
Dalsace, professore presso l'Istituto internazionale di gestione dello sviluppo
IMD a Losanna, riassume così l'attuale situazione per le imprese: "È una gara. Le ditte saranno in
grado di definire regole interne al passo con i tempi oppure dovranno
intervenire i governi?".
La
risposta a tutto è il capitalismo globalista degli stakeholder?
Questo
contenuto è stato pubblicato il 20 gen 2020 ma ll 'Manifesto di Davos' lanciato dal Forum
economico mondiale (WEF) non convince l'ong svizzera Public Eye.
Non
solo belletto.
Il
giornale economico-finanziario "The Financial Times" indica che più della metà
delle maggiori aziende statunitensi hanno firmato delle lettere in cui
dichiarano di impegnarsi per lo "scopo". Anche le imprese segnate a dito dalle
ONG cercano di migliorare la loro reputazione.
Per
esempio, la
multinazionale globalista basata in Svizzera Glencore ha titolato il rapporto 2018 "Approvvigionamento responsabile di
materie prime per la vita di tutti i giorni". Tre anni prima, nel 2015 si
descriveva come "un produttore e commerciante di materie prime che opera a livello
mondiale".
Ma non
sempre le aziende sono disposte a cambiare rotta. La multinazionale tedesca Siemens si
è trovata coinvolta in una disputa con gli attivisti per il clima e la stessa
Greta Thunberg, per il suo coinvolgimento nella realizzazione di una miniera di
carbone in Australia.
Nonostante
la pressione dell'opinione pubblica, Siemens ha comunicato che intende
rispettare gli accordi presi. Il CEO della compagnia Joe Kaeser ha dichiarato che "sebbene nutra grande simpatia per le
questioni ambientali, deve mettere sulla bilancia gli interessi dei vari
investitori".
Per
Christy Hoffman, segretaria generale dell'UNI Global Union, federazione internazionale
che unisce i sindacati del settore dei servizi, "non basta affermare di voler
trasformare il mondo in un posto migliore".
"Affinché
sia considerato qualcosa di rivoluzionario e non un testo pieno di buone
intenzioni, il modello dello stakeholder capitalism deve favorire il passaggio del
potere ai lavoratori", spiega a swissinfo.ch.
Altri
sviluppi.
Nel
cuore dell'universo del WEF.
Questo
contenuto è stato pubblicato il 20 gen 2015
. Il fotografo Mark Henley ha
avuto occasione – cosa più unica che rara – di entrare nel quartier generale
del Forum economico mondiale, un centro...
Ci
sono molti esempi di compagnie che stanno cercando soluzioni per rispondere
alle sfide globali o che hanno cambiato completamente la loro gamma di prodotti
o progetti poiché erano incompatibili con i propri valori e la propria etica.
Stando
a Dalsace, i consumatori hanno oggi il potere di influenzare le scelte delle
aziende. Un potere che supera quello delle leggi, degli azionisti o degli
attivisti. "Quando
la Nespresso ha messo sul mercato le cialde del caffè, nessuno si è interrogato
sulla loro sostenibilità", spiega il professore. "Oggi i clienti
chiedono invece un maggior rispetto ambientale e la Nestlé deve proporre un
nuovo prodotto più ecologico".
L'unione
fa la forza.
Oliver
Classen dell'ONG Public Eye teme che il dibattito sul clima distolga l'attenzione dalla
questione fondamentale, ossia la responsabilità delle imprese. "È come se i piromani si definissero
pompieri. Le aziende si presentano come coloro che trovano la soluzione ai
problemi, che loro stesse hanno creato", dice Classen.
Per
l'attivista, l'accordo di partenariato firmato l'anno scorso dal WEF e dalle
Nazioni Unite è il simbolo del problema.
Il testo "disegna un quadro preoccupante
in cui i dirigenti aziendali diventano i consulenti principali delle agenzie
dell'ONU. È l'esempio più scandaloso di presa in ostaggio della governance
mondiale da parte delle aziende a cui abbiamo finora assistito".
L'anno
scorso, immediatamente dopo la firma di questo accordo, 250 organizzazioni
della società civile hanno firmato una lettera in cui chiedevano alle Nazioni Unite di porre
fine all'intesa, sostenendo che la "privatizzazione dell'ONU" avrebbe
delegittimato la stessa organizzazione e avrebbe ridotto il sostegno della
gente.
In
passato, le agenzie dell'ONU sono state criticate per i loro partenariati con
le imprese, per esempio quando l'Organizzazione internazionale del lavoro ha accettato un sostegno finanziario
dall'industria del tabacco.
Klaus
Schwab sostiene che, vista la loro complessità, i problemi possono essere
risolti solo insieme.
"I
governi, il mondo economico o la società civile devono affrontare insieme le
grandi sfide, per esempio quella ambientale o la povertà", ha indicato il
patron del WEF.
Dal
canto suo, Frédéric Dalsace sostiene che non si possono risolvere i problemi
senza coinvolgere le aziende. "Dobbiamo guardare in faccia la
realtà. Ci sono imprese che valgono miliardi di dollari, più del PIL di molti
Paesi. L'ONU deve imparare a discutere con
tutti gli attori economici per trovare una soluzione".
Il
professore indica che nessuno Stato meglio della Svizzera, con tutte le sue
multinazionali e organizzazioni internazionali, sa come portare tutti questi
attori attorno a un tavolo. "È il modo svizzero per trovare compromessi e risolvere
i problemi".
Considerazioni
etiche e giuridiche
sull’obbligatorietà dei vaccini anti CoViD-19.
Gognablog.sherpa-gate.com-
Redazione -Dario Frassy - (12 Settembre
2021)- ci dice :
(altalex-com).
Una
lettura critica dell’art. 4 del D.L. n. 44/2021 che ha introdotto l’obbligo
vaccinale per il personale sanitario.
Considerazioni
etiche e giuridiche sull’obbligatorietà dei vaccini anti CoViD-19.
L’obbligatorietà
della vaccinazione anti CoViD-19, introdotto dall’articolo 4 del decreto-legge
n. 44/2021 per tutte le professioni e gli operatori del comparto sanitario, fa
discutere non soltanto per l’aspetto sanitario, ma soprattutto per le
implicazioni di tipo etico e giuridico che comporta.
L’Italia
è la prima nazione e per ora l’unica ad aver imposto l’obbligo di vaccinazione
anti CoViD-19. La norma seppur temporanea, poiché limitata attualmente nella
sua operatività alla data limite del 31/12/2021, e circoscritta ad uno
specifico settore lavorativo, la sanità, determina importanti riflessi sul
rapporto di lavoro per coloro che non intendono accettare l’obbligo di
vaccinazione.
Il
comma 6 dell’art. 4 sancisce che l’inosservanza dell’obbligo vaccinale da parte
di coloro che “svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie,
sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche o private, nelle farmacie o
parafarmacie e negli studi professionali” determina la sospensione dal diritto
di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o
comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da
SARS-CoV-2.
Al
comma 8 è disposto che “il datore di lavoro adibisce il lavoratore, ove
possibile, a mansioni, anche inferiori, diverse […], con il trattamento
corrispondente alle mansioni esercitate, e che, comunque, non implicano rischi
di diffusione del contagio.
Quando l’assegnazione a mansioni diverse non è
possibile, per il periodo di sospensione […], non è dovuta la retribuzione,
emolumento, comunque denominato”. Il precetto normativo, oltre, alle questioni
di legittimità e costituzionalità, che affronterò in seguito, crea una
macroscopica disparità di conseguenze tra gli operatori del settore sanitario,
poiché i soggetti inseriti in strutture organizzate potenzialmente hanno la
possibilità di essere destinati a funzioni non a contatto con il pubblico, cosa
che evidentemente non è praticabile al singolo professionista che non lavora in
strutture organizzate.
L’obbligatorietà
dei vaccini in Italia non è tema nuovo in quanto era già stato affrontato nel
2017 con il D.L. 73 che aveva reintrodotto l’obbligo di vaccinazione, soppresso
alla fine degli anni ‘90, per determinate malattie.
La norma è stata un parziale compromesso tra i
fautori del vaccino e i “No Vax”. Il D.L. 73/2017, infatti, prevede una
sanzione amministrativa per i genitori che non sottopongono i figli a vaccinazione
obbligatoria, la quale inoltre è “requisito di accesso” limitatamente “i
servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia”.
L’impianto
giuridico e il contesto sociale su cui si poggia ora il nuovo obbligo
introdotto dal D.L. 44/2021 è peraltro profondamente differente da quello a cui
fanno riferimento sia il citato decreto del 2017 sia le pronunce della Corte
Costituzionale in materia di obblighi vaccinali.
La
legittimità dell’art. 4 del D.L. 44/2021 non può che essere valutata in applicazione
dei principi costituzionali e in particolare dell’art. 32 della Costituzione in
cui è sancito che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività … Nessuno può essere obbligato a
un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge
non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona
umana”.
La
norma costituzionale ha una duplice chiave di lettura, da un lato tutela il
cittadino nel suo diritto alla salute e nella sua libertà di scegliere le cure,
dall’altro riconosce un interesse pubblico alla salute, che può comportare
l’obbligo per i singoli a sottostare a trattamenti disposti solo in forza di
legge e nei limiti imposti dal rispetto della persona umana.
La
Corte Costituzionale si è pronunciata più volte sulla materia, a partire dalla
sentenza n. 258/1994 per giungere alla più recente sentenza n. 5/2018,
delineando i presupposti, affinché l’obbligo vaccinale possa ritenersi
compatibile con i principi dell’art. 32 della Costituzione. In particolare la Corte
Costituzionale ha statuito che ”la legge impositiva di un trattamento sanitario
non è incompatibile con l’art. 32 della Costituzione:
a) “se
il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di
salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli
altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come
interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione
dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto
fondamentale (cfr. sentenza 1990 n. 307);
b) se
vi sia “la previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute
di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per
la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento
sanitario e, pertanto, tollerabili” (ivi);
c) se
nell’ipotesi di danno ulteriore alla salute del soggetto sottoposto al
trattamento obbligatorio – ivi compresa la malattia contratta per contagio
causato da vaccinazione profilattica – sia prevista comunque la corresponsione
di una “equa indennità” in favore del danneggiato (cfr. sentenza 307 cit. e v.
ora legge n. 210/1992).
E ciò a prescindere dalla parallela tutela
risarcitoria, la quale “trova applicazione tutte le volte che le concrete forme
di attuazione della legge impositiva del trattamento o di esecuzione materiale
di esso non siano accompagnate dalle cautele o condotte secondo le modalità che
lo stato delle conoscenze scientifiche e l’arte prescrivono in relazione alla
sua natura” (sulla base dei titoli soggettivi di imputazione e con gli effetti
risarcitori pieni previsti dall’art. 2043 c.c.: sentenza n. 307/1990 cit.).”
Per la
Corte i principi costituzionali subordinano la legittimità dell’obbligo
vaccinale all’imprescindibilità di un “corretto bilanciamento tra la tutela
della salute del singolo e la concorrente tutela della salute collettiva,
entrambe costituzionalmente garantite.”
La
scelta del Governo italiano non sembra trovare alcun riscontro nello scenario
mondiale, ove, prescindendo dalle contrastanti analisi e posizioni
medico-scientifiche, nessuno stato o istituzione di diritto internazionale si è
avventurato sul terreno minato dell’obbligatorietà del vaccino anti CoViD-19 .
Il
Consiglio d’Europa ha affrontato recentemente il tema dei vaccini anti CoViD-19
e i relativi riflessi etici e legali, approvando il 27/01/2021 la Risoluzione
2361, nella quale tra l’altro ha espressamente escluso che gli stati possano
rendere obbligatoria la vaccinazione anti CoViD-19 (punto 7.3.1) e ha inoltre
vietato di usarla per discriminare lavoratori o chiunque decida di non
avvalersene (punto 7.3.2).
L’Autorità
Garante per la protezione dei dati personali italiana ha dichiarato che non è
pensabile di poter effettuale un passaporto vaccinale sanitario stante la
delicatezza dei dati che vi sarebbe contenuti, la variabilità e temporaneità
della certificazione stessa in assenza di presupposti scientifici accertati e
certi.
Il
recentissimo Rapporto pubblicato il 13/03/2021 dall’I.S.S. e redatto insieme a
Ministero, A.I.FA. e I.N.A.I.L. mette in chiara evidenza la totale sperimentalità dei
vaccini e le conseguenti incertezze che li accompagnano, rendendo in tale quadro non
applicabile la compressione del diritto costituzionale alla scelta sanitaria
individuale rispetto al limite del supremo bene della tutela della salute
pubblica.
Si
legge nel rapporto che “Una persona vaccinata con una o due dosi deve
continuare a osservare tutte le misure di prevenzione quali il distanziamento
fisico, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani, poiché, come sopra
riportato, non è ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella
prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e/o della sua trasmissione ad
altre persone. … non è ancora noto se le persone vaccinate possano comunque
acquisire l’infezione da SARS-CoV-2 ed eventualmente trasmetterla ad altri
soggetti. … Infine, è verosimile che alcune varianti possano eludere la
risposta immunitaria evocata dalla vaccinazione, e, quindi, infettare i
soggetti vaccinati. Segnalazioni preliminari suggeriscono una ridotta attività
neutralizzante degli anticorpi di campioni biologici ottenuti da soggetti
vaccinati con i vaccini a mRNA nei confronti di alcune VOC, come quella
Sudafricana, e un livello di efficacia basso del vaccino di AstraZeneca nel
prevenire la malattia di grado lieve o moderato nel contesto epidemico
sud-africano. … a persona vaccinata considerata “contatto stretto” deve
osservare, purché sempre asintomatica, un periodo di quarantena di 10 giorni
dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato
in decima giornata ”
E’ di
queste ore la notizia di fonte israeliana che il vaccino Pfizer, l’unico
somministrato in tale nazione, non dia copertura alla variante sudafricana; così come recentissimo lo studio
tedesco secondo il quale il DNA libero nel vaccino AstraZeneca scatena
anticorpi insoliti all’origine delle complicanze spesso fatali di tipo
trombotico;
e poi ancora nel valzer delle incertezze l’alternanza delle indicazioni
medico-scientifiche sulla somministrazione del vaccino AstraZeneca da prima
riservato solo agli under 55 e ora, invece riservato solo agli over 60.
L’art.
4 del D.L. 44/2021 non sembra aver tenuto in conto l’insegnamento delle
pronunce della Corte Costituzionale in materia, né dei principi etici e
giuridici espressi nelle Convenzioni e nei Trattati internazionali.
Allo
stato attuale mancano tutti i presupposti di certezza scientifica per imporre
l’obbligatorietà del vaccino, il quale dovrebbe rispondere al duplice obiettivo di tutela
della salute pubblica, impedendo il contagio dei pazienti da parte del
personale sanitario vaccinato, e di tutela immunitaria del personale sanitario
dal virus, nonché dalla complicanze vaccinali..
La
situazione di sperimentalità dei vaccini anti CoViD-19 non garantisce nessuno
di questi due obiettivi: nessuna certezza di non trasmissibilità del virus da parte
delle persone vaccinate, nessuna certezza di immunità dal virus; evidenze invece – seppur
statisticamente poco rilevanti – di complicanze vaccinali talvolta anche
fatali.
La
consapevolezza dei dubbi e delle incertezze che ruotano intorno ai vaccini è
peraltro manifestata apertamente nel medesimo decreto, che all’art. 3 D.L.
44/2021 introduce
un’esimente penale a favore dei sanitari per i reati di omicidio colposo e
lesioni personali colpose conseguenti a reazioni fatali in sventurati
sottoposti a vaccinazione.
In questa
situazione di incertezza scientifica e di sperimentalità, caratteristica
dell’attuale situazione emergenziale è non solo eticamente doveroso che i
vaccini restino una libera scelta del singolo individuo, ma è anche giuridicamente dovuto
nel rispetto dei massimi principi posti a tutela della persona. In proposito
vanno citati gli artt. 1 e 3 della “Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea” – proclamata a Nizza nel dicembre
2000 e diventata giuridicamente vincolante nella UE con l’entrata in vigore del
trattato di Lisbona, a dicembre 2009 – i quali garantiscono la dignità
umana e l’integrità fisica e psichica di ciascun individuo, nonché il rispetto
del consenso libero e informato della persona in ambito medico e biologico;
l’art. 8, comma 1, della “Convenzione per la salvaguardia dei diritti e delle
libertà fondamentali” – firmata a Roma il 4/11/1950 – che sancisce il diritto
al rispetto della vita privata e familiare; l’art. 5 della “Convenzione sui
Diritti dell’Uomo e la biomedicina”, approvata dal Consiglio d’Europa il
4/4/1997 ad Oviedo, in cui è sancito il principio del consenso personale libero
e informato ai trattamenti sanitari.
E’
giuridicamente infondato, per l’erroneità del contesto, il tentativo di
giustificare l’obbligatorietà della vaccinazione anti CoViD-19 richiamando
l’art. 2087 cod. civ. e il D.Lgs. 81/2008.
Entrambe
le norme chiamano il datore di lavoro alla responsabilità per omessa adozione
delle tutele necessarie a garantire l’integrità fisica dei lavoratori.
Tali disposizioni peraltro vanno interpretate
in base all’obiettivo che si prefiggono, ossia di tutelare il lavoratore dai
rischi inerenti la lavorazione a cui sono addetti, con particolare attenzione
all’adeguatezza e sicurezza del processo produttivo e degli stessi ambienti di
lavoro.
E’ di
tutta evidenza pertanto che l’attenzione richiesta al datore di lavoro è in
relazione unicamente ai processi produttivi e alle condizioni di lavoro da lui
dipendenti.
Una
pandemia non è sicuramente riconducibile tali principi, in quanto è di tutta
evidenza che il datore di lavoro non ha né gli strumenti e le conoscenze per
potervi far fronte.
A
dimostrazione di ciò sono i Protocolli di Sicurezza anti CoViD-19 recepiti
nella legislazione emergenziale, i quali sono ritenuti necessari e sufficienti per
espressa previsione di legge a sgravare il datore di lavoro da ogni
responsabilità nel caso di contagio dei propri dipendenti.
Da un
punto di vista giuridico, prescindendo da ogni considerazione in materia
sanitaria e scientifica, l’incostituzionalità dell’obbligo vaccinale introdotto
dall’art. 4 del DL 44/2021 è più che fondata per l’attuale contesto.
Ai
professionisti e agli operatori sanitari dissenzienti dall’obbligo di
vaccinazione o più semplicemente rivendicanti il diritto di scegliere la
tipologia di vaccino non sarà né facile, né veloce tutelare il loro diritto di
scelta.
Gli
Ordini professionali e i datori di lavoro applicheranno, infatti, il disposto
dell’art. 4 del D.L. 44/2021 e ai lavoratori così penalizzati non resterà che
la via del contenzioso giudiziale innanzi al Giudice del lavoro, che potrà
essere loro favorevole solo in presenza del verificarsi di due condizioni.
Il Giudice dovrà, infatti, ritenere non manifestamente
infondata l’eccezione di incostituzionalità della norma, sospendendo il
giudizio di merito in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che
dovrà accertare l’incostituzionalità della norma impositrice dell’obbligo
vaccinale.
A
conclusione di questa disamina non può non essere ricordato che la Costituzione
ha anche funzione di limite al potere di maggioranza governativo ed è presidio
posto a tutela della democrazia nella sua accezione più pura e nobile;
prevaricarla
sistematicamente in nome dell’emergenza sanitaria – si pensi ai tanti dinieghi di
valori e diritti costituzionali da un anno a questa parte calpestati, quali la
libertà di movimento (confinati a casa), diritto al lavoro (attività chiuse),
diritto all’istruzione (scuole e università chiuse), libertà religiosa
(funzioni e riti sospesi) – non è sicuramente risolutivo della pandemia, ma
foriero di un futuro senza certezze e garanzie per i cittadini.
La Costituzione e il suo rispetto, non sono
solo concetti giuridici astratti per addetti ai lavori, ma sono soprattutto gli
elementi distintivi di una democrazia.
I principi costituzionali e i diritti ivi
affermati sono più importanti che mai in tempi di crisi. Il CORONAVIRUS si è portato via molte
vite e ci ha sottratto molto del nostro quotidiano, la legislazione
emergenziale però ci sta sottraendo i valori fondamentali di una società
libera: la certezza del diritto.
Quali
sono i Paesi che prevedono l’obbligo vaccinale contro il CoViD-19.
(
Annalisa Girardi.)
(pubblicato
su fanpage.it il 6 settembre 2021).
Al
momento nessun Paese in Europa ha disposto l’obbligo di vaccinazione per i
propri cittadini. Molti stanno aspettando che si pronunci l’Agenzia europea del farmaco,
in altri casi la discussione non è aperta. Ma come stanno le cose nel resto del
mondo?
Ci
sono, finora, solo quattro governi al mondo che hanno imposto il vaccino a
tutti i cittadini. Si tratta di Indonesia, Turkmenistan, Tajikistan e gli Stati
federati di Micronesia.
In
Indonesia la vaccinazione contro il coronavirus è obbligatoria per tutta la
popolazione a partire dallo scorso febbraio, ancora prima che iniziasse la
campagna vaccinale nel Paese. Per i trasgressori sono previste multe fino a 5
milioni di rupie, che corrispondono a circa 400 euro. Una somma altissima nel
Paese, dal momento che il salario minimo è di circa 250 euro.
Negli
altri tre Paesi, invece, l’obbligo è stato introdotto durante l’estate per far
fronte alla nuova impennata nella curva dei contagi. In Turkmenistan l’obbligo
è arrivato il 7 luglio 2021 ed è valido per tutti i cittadini e i residenti dai
18 anni in poi. In Tajikistan, invece, il vaccino obbligatorio è stato
introdotto il 3 luglio 2021: si tratta del primo Paese al mondo ad averlo
fatto. Negli Stati federati di Micronesia l’obbligo è arrivato sempre a luglio
nonostante in realtà le rigide misure di contenimento stessero già di per sé
tenendo sotto controllo la circolazione del virus.
C’è
poi il caso del Kazakistan, che a giugno aveva previsto l’obbligo per almeno il
60% dei lavoratori di una serie di settori, tra cui ad esempio sanità e istruzione.
Un mese dopo ne sono stati aggiunti altri, come quello dei trasporti e della
vendita al dettaglio. In Arabia Saudita il vaccino è imposto a tutti i
lavoratori, sia pubblici che privati, che desiderano tornare al posto di lavoro
in presenza. In Australia il vaccino è obbligatorio per il personale sanitario
che lavora nelle case di riposo e negli ospedali, ma anche per i dipendenti
degli hotel quarantena.
Per
quanto riguarda l’Europa, come abbiamo detto, l’Italia è stato il primo Paese a
introdurre l’obbligo di vaccinazione per i sanitari. Poco dopo è stata seguita dalla
Francia, che ha reso il vaccino obbligatorio per il personale sanitario che
lavora negli ospedali, ma anche nelle case di cura e di riposo.
Entro
settembre 2021 anche in Grecia tutto il personale sanitario dovrà essere
vaccinato.
I
"vaccini" Covid stanno causando
micro coaguli di sangue a milioni...
e non
esiste una soluzione medica.
Vaccinedeaths.com-
Ethan Huff-(02/08/2022)- ci dice :
I
milioni di impatti sulla salute segnalati in concomitanza con i
"vaccini" del coronavirus di Wuhan (Covid-19) hanno un legame comune:
coaguli di
sangue microscopici innescati dalle proteine spike.
Ora è
noto che i colpi (vaccini) danneggiano i vasi sanguigni in tutto il corpo. Sono molto peggio, infatti, del covid
stesso.
Mentre
la piena estensione di ciò che fanno queste proteine spike e micro coaguli di
sangue non è ancora completamente nota, è chiaro che non causano altro che danni.
"I
coaguli di sangue che si verificano nei vasi sanguigni più piccoli sono
indicati come trombosi micro-vascolari e riducono il flusso sanguigno", ha
riferito Life Site News. "I sintomi clinici dipendono dagli organi che sono più
fortemente colpiti".
Il
problema con la micro coagulazione del sangue è che non è visibile ad occhio
nudo o anche alle normali scansioni. Eppure il danno che provoca è
prolifico.
Quando
pompato nei polmoni, ad esempio, la micro coagulazione del sangue indotta dalla
proteina spike può portare a embolie polmonari. Se raggiungono il cervello, possono
verificarsi confusione o ictus.
"Se
si depositano nel cuore, possono causare un infarto o promuovere
l'infiammazione", ha aggiunto Life Site News. (Correlato: Una possibile soluzione
per il danno alle proteine spike sono i germogli di broccoli.)
"Se
si depositano nei vasi sanguigni più piccoli che forniscono ossigeno alle mani
o ai piedi, possono causare l'intorpidimento di quegli arti e possibilmente
richiedere l'amputazione. I coaguli in altri organi, come il fegato o i reni,
potrebbero causare il fallimento di tali organi".
Le
proteine spike del "vaccino" Covid sono state progettate per
distruggere il corpo umano.
Poiché
le proteine spike possono depositarsi quasi ovunque nel corpo, il danno
risultante può assumere molte forme. Questo spiega perché i "completamente vaccinati" stanno sviluppando tutti i
tipi di problemi di salute, alcuni dei quali apparentemente non correlati.
Al
momento della stesura di questo documento, più di un milione di segnalazioni di
eventi avversi causati da covid jab sono state segnalate al VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting
System). Sono
stati segnalati anche centinaia di migliaia di morti.
L'esperto
medico Dr.
Peter McCullough ha ripetutamente messo in guardia sui micro coaguli, solo per essere
ignorato dall'establishment.
Ha
affermato all'inizio del pandemico che la proteina spike stessa sta causando
coagulazione e coagulazione del sangue, anche se pochi hanno ascoltato.
La
coagulazione indotta dalla proteina Spike è unica in quanto fa sì che i globuli
rossi si attacchino insieme, così come le piastrine. Questo è un tipo molto diverso di
coagulazione del sangue che ci si aspetterebbe di vedere con importanti coaguli
di sangue nelle arterie e nelle vene.
Il
medico canadese Charles Hoffe è diventato pubblico la scorsa estate con prove
che dimostrano che il 62% delle sue centinaia di pazienti vaccinati ha mostrato
numeri elevati sul test del d-dimero, suggerendo la presenza di micro coaguli
di sangue.
"Un
test d-dimero misura la quantità di fibrina degradata nel sangue", spiega
Life Site News.
Oltre
a rilasciare questa scoperta, Hoffe ha avvertito che le iniezioni di mRNA (RNA
messaggero), che programmano il corpo per produrre le proprie proteine spike, "ucciderebbero la maggior parte
delle persone attraverso l'insufficienza cardiaca", immediatamente o più tardi
lungo la strada.
Nei
prossimi anni, dice Hoffe, quasi tutti coloro che sono stati pugnalati con un
ago di mRNA moriranno di insufficienza cardiaca. Il tempo dirà se la sua valutazione
si realizzerà.
Chiunque
abbia preso il vaccino mRNA da Pfizer-BioNTech o Moderna alla fine, se non l'ha
già fatto, vedrà i propri capillari collegarsi. Ad un certo punto, questo si
tradurrà in un evento cardiovascolare maggiore che potrebbe portare alla morte.
"In
parole povere, ha detto che i colpi di mRNA sono programmati per trasformare il
corpo di una persona in una 'fabbrica' di proteine spike e che nel tempo queste
proteine spike prodotte in serie causano una progressiva coagulazione del
sangue".
Le
ultime notizie sui feriti e le morti causate dai "vaccini" del
coronavirus di Wuhan (Covid-19) possono essere trovate su Genocide.news.
(NaturalNews.com)-(
LifeSiteNews.com).
Gli
individui completamente vaccinati
costituiscono
la maggior parte
dei
casi di COVID e dei ricoveri nel NSW.
Vaccinedeaths.com-
Mary Villareal-(02/07/2022)- ci dice:
Gli
individui vaccinati ora costituiscono la maggior parte dei casi e dei decessi
di coronavirus di Wuhan (COVID-19) nel Nuovo Galles del Sud. L'ultimo rapporto
di sorveglianza COVID dello stato australiano ha mostrato un picco record di
casi da quando l'omicron è arrivato alla fine dello scorso anno e la maggior parte dei casi era stata
collegata in modo schiacciante ai vaccinati.
Dal 26
novembre dello scorso anno fino all'8 gennaio, circa il 90% di coloro che sono
risultati positivi hanno ricevuto due dosi del vaccino.
Escludendo
i bambini sotto i dodici anni che non sono idonei per i vaccini, gli individui
doppiamente vaccinati costituivano il 98% dei casi. Al contrario, gli individui non
vaccinati, o quelli con "nessuna dose efficace" come classificato dal
NSW Health, costituivano meno dell'uno per cento dei casi. Ciò includeva anche chiunque avesse
preso un colpo di un vaccino a due dosi entro 21 giorni dall'esposizione al
COVID.
Anche
gli individui completamente vaccinati hanno costituito la maggior parte dei
ricoveri e dei decessi COVID nello stesso periodo. Per i pazienti ricoverati in ospedale
con COVID, l'82% ha già ricevuto due dosi. Allo stesso modo, gli individui
completamente vaccinati costituivano anche circa i tre quarti dei pazienti in terapia
intensiva e dei decessi COVID.
Il
Nuovo Galles del Sud ha un alto tasso di vaccinazione di 91,5 per gli individui
qualificati a partire dalla fine di novembre 2021. Tuttavia, non ha scoraggiato i casi
dal salire alle stelle a livelli senza precedenti nelle ultime settimane,
poiché lo stato ha visto un numero record di infezioni rivoluzionarie. I ricoveri hanno superato i picchi
precedenti da settembre 2021 e sono raddoppiati nella settimana che si è conclusa l'8
gennaio, rispetto alla settimana precedente.
Al
culmine dell'onda delta, lo stato ha riportato medie di sette giorni di circa
1.400 casi prima che la maggior parte degli australiani fosse
"completamente vaccinata". Tuttavia, i casi giornalieri hanno
raggiunto il picco di oltre 90.000 all'inizio di gennaio. Anche i decessi
correlati al COVID sono aumentati con una media attuale di 40 al giorno,
rispetto a uno solo alla fine di dicembre.
Nonostante
le prove di vaccini falliti, il governo del NSW sta ancora richiedendo ai suoi operatori
sanitari, insegnanti, personale aeroportuale e operatori sanitari senior di
essere completamente vaccinati.
Pandemia
dei vaccinati.
I
numeri del NSW rispecchiano quelli delle tendenze COVID in Europa, dove i dati
recenti provenienti da Danimarca, Regno Unito e Islanda hanno tutti riportato
tassi più elevati di infezione tra gli individui vaccinati, con alcuni che la
chiamano la "pandemia dei vaccinati".
Nel
Regno Unito, i non vaccinati hanno tassi di casi più bassi rispetto agli
individui doppiamente vaccinati in tutte le fasce d'età sopra i 18 anni a fine
gennaio. I vaccinati hanno anche costituito la maggior parte dei decessi COVID
in Gran Bretagna, superando i non vaccinati quasi cinque a uno. (Correlato: Le morti in eccesso
aumentano vertiginosamente in ogni paese in cui l'assorbimento del
"vaccino" covid è elevato: dati.)
I casi
di COVID rimangono curabili per la maggior parte di coloro che lo catturano. I
dati di NSW Health mostrano che il 99,4% degli individui non vaccinati sopra i
12 anni che sono risultati positivi tra il 26 novembre e l'8 gennaio sono stati
in grado di riprendersi dalla malattia. I bambini non vaccinati sotto i 18
anni hanno anche un tasso di mortalità inferiore allo 0,1%.
NSW
Health ha osservato: "Dall'inizio della pandemia, lo 0,2% dei casi [738
persone] sono morti. Questo include 122 residenti di strutture di assistenza
agli anziani. "
Nello
spiegare perché le persone completamente vaccinate hanno ancora covid
abbastanza grave da finire in terapia intensiva, alcuni medici sottolineano che
nessun vaccino è efficace al 100%.
Stephen Warrillow, direttore della terapia intensiva
presso l'Austin Hospital di Melbourne, ha dichiarato: "Eventi molto rari, come ammalarsi
gravemente quando si è in doppia gravidanza, si verificheranno ancora quando si
hanno milioni di persone [che sono vaccinate]".
Ha
anche avvertito che alcune condizioni mediche significano che altre sono più a
rischio di esiti avversi da COVID nonostante siano vaccinati, come i trapiantati, il cui sistema
immunitario è soppresso a causa di farmaci per impedire al loro corpo di rifiutare
nuovi organi.
Warrillow
ha detto che è un momento particolarmente difficile per le persone che sono
immunodepresse perché nonostante facciano tutto bene, come seguire tutti i
consigli sulla salute e fare bene, possono ancora ammalarsi molto.
Altri
fattori che potrebbero portare a casi COVID più gravi includono obesità, età
avanzata, malattie
cardiache e
altre condizioni croniche come il disturbo polmonare ostruttivo.
Altre
storie correlate:
I
numeri non mentono: i bambini britannici hanno 52 volte più probabilità di
morire dopo il vaccino COVID.
CDC
ammette infine che l'immunità naturale è SUPERIORE ai vaccini.
I
media mainstream attaccano i sostenitori della libertà sanitaria per aver
paragonato i mandati vaccinali all'Olocausto.
Il
database del DoD trapelato mostra che le malattie militari statunitensi sono
salite alle stelle a causa dei colpi (vaccini) di covid.
il
mito di COVID-19 come pandemia di non vaccinati.
(Brighteon.com.)-(
LifeSiteNews.com)- (ABC.net.au).
L'ex
dirigente di Blackrock afferma
che
gli scudi di responsabilità di Big Pharma
potrebbero
essere a rischio se venisse scoperta una frode.
Vaccinedeaths.com-
Ethan Huff-(02/04/2022)- ci dice :
Edward
Dowd significa affari. L'ex dirigente di Blackrock e guru degli hedge fund ha
affermato che se Pfizer e la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati
Uniti si rifiutano di rilasciare tutti i dati sugli studi clinici
"vaccino" sul coronavirus di Wuhan (Covid-19), allora assumerà che si sia verificata
una frode.
Poiché
la frode sviscera tutti i contratti – questa è la giurisprudenza – ciò
significherebbe che Pfizer si assume ogni responsabilità per lesioni e decessi
causati dalle sue iniezioni di influenza Fauci.
Lo
stesso vale per gli altri giganti della droga (vaccini) (ad esempio, Moderna e
Johnson & Johnson) se si scopre che anche loro hanno commesso frodi.
Big
Pharma dovrebbe essere una delle industrie più regolamentate del paese, in
particolare con la FDA.
Tuttavia, la dichiarazione generale che i vaccini covid sono "sicuri ed
efficaci" combinata con la piena immunità che è stata concessa alle aziende
farmaceutiche coinvolte nel plandemic suggerisce che questo "gold standard" non è più
affidabile.
"Questo
potrebbe essere un game over per aziende come Moderna e altri produttori di mRNA, poiché la grande assicurazione si sta
preparando a 'quadrare' con Big Pharma sui pagamenti dell'assicurazione sulla
vita legati al vaccino sulla terapia genica COVID", ha riferito il Daily
Exposé. (Correlato: Dowd ha parlato con Steve
Bannon l'altro giorno e ha spiegato di più su questo a lungo.)
"Pfizer
ha ricevuto l'immunità generale dalla responsabilità attraverso l'EUA,
tuttavia, sembra che questo prodotto sia mortale secondo Dowd, ma sono altri
che sono finanziariamente gravati".
La
frode di Big Pharma sta sostenendo Wall Street?
Si
scopre che il settore assicurativo sta assistendo a un forte picco di morti da
quando i vaccini antinfluenzali Fauci sono stati introdotti da Donald Trump
nell'ambito dell'operazione Warp Speed.
Un
attuario ha riportato un aumento del 40% delle richieste di morte, aggiungendo
che questa cifra si applica a tutto il settore.
"Non
è solo una truffa medica", dice Dowd. "È una truffa finanziaria e del
mercato dei capitali".
Nel
caso di Pfizer, il gigante farmaceutico ha ricevuto l'approvazione per il suo
vaccino covid in individui di età pari o superiore a 16 anni il 23 agosto 2021.
Quattro
giorni dopo, è stata presentata una richiesta di Freedom of Information Act
(FOIA).
La FDA
ha affermato all'epoca che il prodotto Pfizer "soddisfa gli elevati standard
di sicurezza, efficacia e qualità della produzione". Tuttavia, numerosi funzionari della
sanità pubblica, media, giornalisti, scienziati, politici e personaggi pubblici
hanno sollevato dubbi sulla validità di queste affermazioni.
A
peggiorare le cose, la FDA ha cercato di sostenere in seguito che ha bisogno
fino al 2076 di rilasciare completamente i documenti Pfizer che sono stati
utilizzati per concedere questa approvazione. Questa tempistica scandalosamente
lunga è attualmente contestata in tribunale.
Ci si
chiede cosa, esattamente, la FDA stia cercando di nascondere per conto di
Pfizer e del suo partner BioNTech, entrambi i quali affermano che i dati non
dovrebbero essere rilasciati perché presumibilmente contengono
"informazioni riservate sul segreto commerciale e commerciale",
nonché le "informazioni sulla privacy personale dei pazienti che hanno
partecipato a studi clinici".
L'Exposé
afferma che entrambe queste aziende e la FDA devono essere costrette a fornire
i risultati degli studi clinici nella loro interezza per la sicurezza del
pubblico, molti dei quali sono bambini.
Dal
momento che sono riluttanti a farlo, Dowd può solo presumere che l'intera
faccenda sia fraudolenta, "e con gli eventi avversi e le morti già noti derivanti
dal loro vaccino di terapia genica, come possiamo non farlo?" ha aggiunto
l'Exposé.
"I
grandi assicuratori e le grandi aziende farmaceutiche sono tutti di proprietà
degli stessi hedge fund (come i maggiori stakeholder), Vanguard, State Street e
Blackrock", ha scritto un lettore. "Il loro denaro deriva da bankster,
reali e altri mafiosi".
"I
grandi assicuratori non 'faranno quadrato' contro big pharma, proprio come la
'Russia' non farà quadrato contro nessuno a meno che gli stessi mafiosi non
vogliano una guerra. Questo è tutto teatro."
Le
ultime notizie sulle iniezioni di virus cinese possono essere trovate su
ChemicalViolence.com.
(DailyExpose.uk)-(
NaturalNews.com).
I 5
VACCINI più TOSSICI mai inventati
e come
mutilano e uccidono
gli esseri umani.
Vaccinedeaths.com-
S.D. Wells -(02/07/2022)- ci dice :
Se i
mass media e i finanziamenti delle grandi case farmaceutiche non fossero dietro
le favole stampate e raccontassero che i vaccini sono "sicuri ed efficaci",
la scienza dimostrerebbe il contrario.
Se i
medici negli Stati Uniti criticano o mettono in discussione i vaccini, vengono
immediatamente zittiti da AMA, CDC e
FDA.
Sono tutti istruiti a incolpare qualsiasi
altra cosa per eventuali lesioni o morti causate da iniezioni e vaccinazioni
che non sono mai state dimostrate sicure o efficaci dalla scienza.
Anche gli studi peer-reviewed sui vaccini sono falsi, falsificati e deformati
per soddisfare i risultati che vogliono pubblicare, infatti, alcuni di quegli
studi si sono già rivelati essere frodi generate dal computer e hanno dovuto
essere ritirati.
La
teoria di come funzionano i vaccini è reale, ma il loro design non è quello di
prevenire le malattie, ma piuttosto di causare disturbi del corpo umano, in
tutti i sistemi.
Il
sistema nervoso, il sistema immunitario, l'apparato digerente e il sistema
vascolare sono ora tutti bombardati da vaccini tossici che causano malattie croniche
e morte, e
questa non è solo una preoccupazione a lungo termine.
Medici e scienziati stanno protestando contro le iniezioni di Covid, che in realtà non sono
affatto vaccini. Un tempo, i vaccini erano progettati per rovinare i batteri
intestinali buoni, ma ora cambiano le cellule umane per creare tossine
dall'interno.
Il
colpo (vaccino)di polio ha diffuso il cancro.
La maggior parte delle persone non lo sa. Simian Virus 40 (SV40) è stato
trovato in vaccini antipolio che sono stati iniettati in 100 milioni di
americani tra il 1955 e il 1963.
Nel
caso in cui non lo sapessi, SV40 è un virus che promuove il cancro e il CDC una
volta aveva una pagina di fatti sul loro sito web a riguardo. È stato stimato che fino a 30
milioni di americani avrebbero potuto ricevere una dose contaminata.
Hai il
cancro?
Controlla gli ingredienti del vaccino elencati
sull'inserto che medici e infermieri non ti hanno mai letto.
Questo
ci porta ai 5 jab più tossici mai inventati che danneggiano il corpo umano:
#1.
Covid mRNA e proteine payload iniezione "vaccini" e
"booster".
#2.
Vaccino antinfluenzale multi-dose (noto anche come vaccino antinfluenzale).
#3.
Vaccino contro il virus del papillomavirus umano (HPV).
#4.
Vaccino contro morbillo / parotite / rosolia (MMR).
#5.
Vaccino contro il rotavirus.
I
vaccini di oggi non solo contengono versioni vive di malattie che non stanno
nemmeno affrontando, ma contengono anche OGM, ormoni di mucche infette, maiali,
polli e scimmie, combinazioni di virus non testati (come H1N1), alluminio,
mercurio, emulsionanti e batteri incrociati di animali, zanzare e esseri umani
malati.
Ecco
alcuni altri vaccini tossici che non avrebbero mai dovuto essere approvati per
l'uso, tanto meno considerati "sicuri ed efficaci".
Vaccino
contro il virus vivo del morbillo: (Attenuvax) Realizzato da Merck. Vengono
somministrate due iniezioni; uno a 1 anno e un altro a 4 anni. Contiene gelatina, sorbitolo, cloruro
di sodio, siero bovino di mucca, proteine dell'uovo e albumina umana.
Vaccino
contro il morbillo e la parotite virus vivo: (M-M-Rvax) Prodotto da Merck.
Iniettato in bambini di un anno. Contiene gelatina, sorbitolo, cloruro
di sodio, siero bovino vaccino e albumina umana.
Vaccino
contro la difterite, il tetano e la poliomielite: cinque iniezioni somministrate tra
i 2 ei 6 anni di età, più richiami "raccomandati" ogni 10 anni. Contiene formaldeide, fenossietanolo
e fosfato di alluminio.
DTaP,
IPV, HBV e Hib: (Difterite, tetano, pertosse; poliomielite; epatite B e Haemophilus
influenza di tipo B) Somministrato a neonati da 2 a 12 mesi con richiami meno
di un anno dopo. Contiene idrossido di alluminio, formaldeide e siero bovino di mucca.
Gardasil
HPV:
vaccino contro il papillomavirus umano prodotto da Merck. Somministrato a
bambini di età inferiore ai nove anni per una rara malattia sessualmente
trasmissibile. Contiene polisorbato 80, cloruro di sodio, alluminio e una forma
"denaturata" (frammentata e indebolita) del virus.
E gli
eventi avversi che provengono da specifici ingredienti del vaccino ...
• Siero bovino di mucca: estratto dalla pelle di mucca.
Quando iniettato provoca disturbi del tessuto connettivo, artrite e lupus;
anche mancanza di respiro, bassa pressione sanguigna, dolore toracico e
reazioni cutanee.
• Sorbitolo: dolcificante sintetico che
metabolizza molto lentamente e aggrava l'IBS e i problemi gastrointestinali.
• Gelatina: derivata dal collagene all'interno
della pelle e delle ossa degli animali. L'iniezione di gelatina comporta il
rischio di infezione da ormoni sintetici della crescita e infettività della BSE
(morbo della mucca pazza).
• Cloruro di sodio: aumenta la pressione sanguigna e
inibisce la contrazione e la crescita muscolare.
• Proteine dell'uovo: i vaccini sono preparati nelle uova
(certamente non biologiche). Può contenere ormoni della crescita, antibiotici e batteri
della salmonella.
Thimerosal:
un
mercurio neurotossico che causa l'autismo: ci sono 25 mcg in un vaccino antinfluenzale
medio e il limite di sicurezza EPA è di 5 microgrammi, quindi i bambini che
vengono vaccinati contemporaneamente a più vaccini * ricevono oltre 10 volte il limite di
sicurezza del mercurio in un giorno.
• Albumina umana: la porzione proteica del sangue dal
plasma venoso umano aggregato; quando iniettato provoca febbre, brividi, orticaria,
eruzione cutanea, mal di testa, nausea, difficoltà respiratorie e frequenza
cardiaca rapida. L'iniezione di "sangue in pool" può causare una perdita di
massa cellulare corporea e causare infezioni da virus dell'immunodeficienza, o contenere
SV40, AIDS, cancro o epatite B da tossicodipendenti.
• Formaldeide: fluido altamente cancerogeno
utilizzato per imbalsamare i cadaveri. Classificato come uno dei composti
più pericolosi per la salute umana; può causare danni al fegato, problemi
gastrointestinali, deformazione riproduttiva, difficoltà respiratorie e cancro. Inoltre, è noto che la formaldeide
non riesce a disattivare il virus che il vaccino è destinato a curare, consentendo così a un virus vivo di
entrare nel sangue e infettare il sistema.
• Fenossietanolo: un etere glicole / chimico; altamente tossico per il sistema
nervoso, i reni e il fegato. La FDA avverte che "può causare arresto del sistema
nervoso centrale (SNC), vomito e dermatite da contatto" nei cosmetici; immagina quando iniettato nel sangue.
• Fosfato di alluminio: aumenta notevolmente la tossicità del
mercurio,
quindi la cautela sulla tolleranza minima al mercurio è quindi gravemente
sottovalutata. Gli scienziati del CDC e tutti i medici ne sono ben consapevoli.
• MSG (glutammato monosodico): Quando iniettato diventa una
neurotossina, causando disturbi del SNC e danni cerebrali nei bambini.
Gli
apologeti del complesso industriale corrotto dei vaccini non sono difficili da
trovare.
Ecco
la storia del Dr. Paul Offit, uno scienziato dei vaccini e pediatra che ha
rastrellato milioni dall'invenzione della mortale iniezione di virus suino che
ha chiamato "RotaTeq".
Lo ha venduto al CDC, finanziando anche i suoi stessi
pazienti che, dopo aver ottenuto il colpo mortale contaminato di proposito con
un virus mortale del maiale chiamato circovirus, i bambini sviluppano orribili traumi
intestinali. L'ironia è che il rotavirus può causare grave diarrea, quindi è la
copertura perfetta.
Come
oggi, con i colpi di "coagulo" covid, tutta la carneficina del
vaccino che si sta svolgendo all'interno della pecora iniettata è incolpata di
condizioni preesistenti o "lungo Covid".
È così che il Dr. Paul Offit ha fatto fortuna, facendo
ammalare milioni di bambini di un virus suino che non avrebbe mai dovuto essere
in un vaccino per il rotavirus.
I vaccini antinfluenzali Fauci NON dovrebbero
contenere istruzioni per le cellule umane per creare miliardi di prioni che
ostruiscono il sangue, gli organi di pulizia e il cervello. Questo non ha nulla
a che fare con la costruzione dell'immunità a nulla.
Eppure,
il pediatra più pericoloso del mondo sta ancora facendo le sue azioni sporche,
infettando i bambini in tutta la nazione e finanziando il processo.
Se i
controlli e gli equilibri adeguati dovessero mai trovare la loro strada per
attraversare il VIC, il complesso industriale dei vaccini, molti medici e
scienziati si ritroveranno in una cella di prigione a fissare quelle barre
verticali per i decenni a venire.
(Pandemia.notizie-
TruthWiki.org- NaturalNews.com -DailyExpose.uk).
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