LA CRICCA DI DAVOS DEVE APPLICARE IL "NUOVO ORDINE MONDIALE " ?

 Perché la cricca di Davos  deve obbligare la “UE” e tutti gli stati aderenti

ad applicare il suo “Nuovo Ordine Mondiale “ ?

 

Davos 2020, cos’è e perché

è nata la riunione dell’élite mondiale.

Ilsole24ore.com- Angela Manganaro -(20 gennaio 2020)- ci dice:

 

 

Evoluzione, agenda, routine dell’appuntamento sulle Alpi svizzere che quest’anno compie cinquant’anni.

Il professore Klaus Schwab ha fondato il World Economic Forum di Davos nel 1970, quest’anno la sua creatura compie cinquanta anni.

Ogni anno a metà gennaio, un paesotto sulle Alpi svizzere ospita per cinque giorni presidenti e primi ministri, banchieri centrali e boss di grandi aziende, industriali, miliardari, influenti accademici, sportivi, attori, rockstar, innovatori, giovani e non.

Le origini.

Il Forum (acronimo WEF) è un’organizzazione internazionale che dà lavoro a circa 800 persone ed è governata da un Board of Trustee che garantisce il rispetto dei valori e il raggiungimento degli obiettivi. L’ottantaduenne professor Schwab è il presidente esecutivo e continua a presiedere e presentare gli incontri con le personalità più importanti che ospita, in una recente intervista con il Financial Times, ha ricordato che il WEF «è sempre stato concepito come piattaforma per gli investitori».

In questo mezzo secolo la piattaforma è diventato altro ma il professore assicura che non ha mai perso la sua anima.

Certo l’ha evoluta perché si è adattata ai tempi e i tempi hanno portato con sé più politica e più personalismi, si è andati oltre le discussioni accademiche attorno al lavoro dell’economista americano Milton Friedman.

Come è cambiata l’agenda.

Oggi non si discute più se Davos sia stata culla della centralità degli azionisti nella struttura delle aziende. Davos cinquanta anni dopo si offre come levatrice di un capitalismo etico, e vara un nuovo Manifesto che aggiorna il primo del 1973 e sia guida «per le aziende nell’era della Quarta Rivoluzione Industriale» (nelle scorse settimane, per la prima volta nella sua storia, il WEF ha pagato inserzioni pubblicitarie per diffonderne il contenuto).

In mezzo ci sono stati i frenetici anni Ottanta, la globalizzazione dei Novanta, il movimento no global che prese Davos come simbolo negativo e bersaglio, la lunga crisi economica iniziata nel 2007, quindi inediti discorsi sulla deglobalizzazione, e la deriva di tutto questo, il populismo e il sovranismo. Quest’anno, al centro dell’agenda, il clima.

Considerato dai più come vertice esclusivo e inaccessibile - nel tempo si è anche identificato “l’Uomo di Davos”, ricco, poliglotta, cosmopolita, naturalmente global - è diventato sempre più un evento coperto dai media: nonostante i suoi detrattori o forse anche grazie a questi, ha perso quell’aura di gran consesso a porte chiuse che tanto sospetto ha instillato nei movimenti populisti anti-élite. Di Davos si può sapere tutto, ospitare i grandi nomi comporta e quindi assicura massima visibilità (banalmente, molti incontri si possono seguire online sul sito).

A Davos si raccontano i processi in corso e si tenta di predire il futuro: nel 2004 Bill Gates predisse che il mondo sarebbe stato travolto da un’epidemia entro il 2006, lo spam.

 In generale quando le cose non vanno bene, a Davos si sente. Nel 2009, piena crisi finanziaria globale, il morale era a terra, in quel caso non c’era niente da predire, c’era da discutere come uscirne il più presto possibile, e l’Uomo di Davos sapeva di essere più responsabile di altri.

Chi c’è, chi non c’è.

Ogni anno si gioca a chi c’è e chi non c’è, di solito ci sono quasi tutti e anche le clamorose defezioni come Donald Trump appena eletto alla Casa Bianca, rientrano: il presidente americano che dell’avversione a questi esclusive riunioni ha fatto un vezzo elettorale, è andato nel 2018 e torna nel 2020.

Due anni fa ha promosso il suo America First e lanciato frecciate all’Europa e alla Cina, stavolta torna anche per ribadire il suo credo negazionista sul clima, non c’è alcun cambiamento climatico in corso, e lo dirà in faccia alla diciassettenne icona globale dell’ambientalismo, Greta Thunberg.

Davide contro Golia, si dirà, ma si sa che i simboli, gli esempi, in quest’era come non mai, valgono più del reale potere di due attori su un palco. Trump lo sa e opporrà il suo ciuffo alle trecce di Greta, perché almeno mediaticamente su una ribalta imbiancata e fintamente neutrale come Davos sarà un «uno contro uno».

Quest’anno non ci saranno il presidente francese Macron e il premier canadese Justin Trudeau mentre il Regno Unito manda il Cancelliere dello Scacchiere, Sajid Javid al posto del premier Boris Johnson.

Come vestirsi.

Il guardaroba è condizionato dal freddo, molti arrivano con le scarpe da montagna e non se le tolgono neanche dentro, pochi mollano gli scarponi per costose, cittadine, scarpe di ricambio. La maggioranza, quelli che restano col moon-boot, è autorizzata dall’ormai consolidato dress code, quel generico business casual che vuol dire tutto e niente, spesso il solito: pantalone, camicia e maglioncino, al massimo un completo ma non la cravatta.

Nessuno però si presenta in jeans e giacca o in pantalone con le tasche e maglietta, unica eccezione il fondatore di una azienda tech di successo, specie che ormai da alcuni anni fa parte dell’habitat Davos e come tale ora si mimetizza.

 I miliardari della Silicon Valley non più novizi si sono allineati in pochi anni, anche troppo, ha scritto il business editor della Bbc, con il caso limite del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che è passato da un opposto all’altro, dalla felpa del dormitorio di Harvard alla cravatta, e in entrambi i casi si è ritrovato unico e solo.

Start.

Bonus psicologo, le domande e le risposte per chiarirsi i dubbi su una misura molto attesa che vuole mitigare i danni causati da due anni di pandemia. E ancora: misure anti-covid, si può tornare a consumare...

Come muoversi.

La sicurezza non è discreta e non potrebbe essere altrimenti vista la presenza di politici, banchieri, miliardari, grandi boss di multinazionali, celebrità di ogni latitudine.

 Spazio aereo interdetto, esercito, cecchini sui tetti, controlli come all’aeroporto a ogni passaggio, controlli già alla frontiera se arrivi in macchina ma anche sull’autobus e in treno fin che giungi in cima a 1.500 metri di altitudine.

Poi quando sei lì, se non sei ricco o ben finanziato, stai in alberghi lontani dal luogo degli incontri, quindi anche mezzora di navetta al giorno nella neve.

E ti ritrovi a dover scegliere tra circa 300 incontri in cinque giorni, e non sai come dividerti e neanche come battere la concorrenza, perché i posti disponibili si esauriscono in pochi minuti e, se sei un principiante, rischi di ritrovarti in una sessione sulla creatività nel quotidiano, la mente e le macchine, il futuro della mobilità, la questione artica, i segreti dell’universo (qui i sette temi chiave dell’edizione 2020 da cui sviluppano gli infiniti panel).

Fuori, prezzi alle stelle e Davos non è neanche un granché, un paesello moderno non il tipico villaggio da cartolina svizzera, quindi di bello restano le montagne, ma fa freddo, tanto freddo, a gennaio anche meno 20 gradi, insomma hai voglia a gridare all’élite: Davos è un servizio faticoso, confessa un esperto cronista, almeno per chi quella élite la deve raccontare.

Davos, il centro congressi  ospita l’annuale riunione del World Economic Forum .

Occasione unica.

Chi può però a Davos va perché non capita tutti i giorni di vedere riunite le duemila persone più potenti della Terra in un paesino senza assistenti e esperti di pubbliche relazioni a fare da barriera.

È un’occasione unica per parlare, ascoltare, imparare qualcosa di nuovo che ha l’ambizione di andare oltre l’utilità quotidiana. E non bisogna farsi intimidire, Lord Digby Jones, habitué del Forum per tanti anni, citato da Bbc, rassicura: «Sembra che tutti sappiano quello che fanno, in realtà non è così».

 

Il «Grande reset»: dalla teoria del complotto  QAnon sulla «pandemia inventata» alle opinioni di Freccero.

Open.online -  Juanne Pili e David Puente-(25 SETTEMBRE 2021)- ci dicono:

 

Definita anche Cabala, questa tesi cospirazionista sembra affascinare anche chi critica il Green pass.

Il Great reset è una proposta del World Economic Forum (WEF), presentata nel maggio 2020 dal principe Carlo di Galles e dal tedesco Klaus Schwab, per costruire una economia sostenibile per il post pandemia Covid-19.

La sola idea di un “grande piano” da parte delle élite mondiali di riformare il mondo “creando una pandemia” è stata recepita come la prova dell’instaurazione del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (NWO).

Il Great reset è così diventata una delle teorie del complotto sostenute da vari personaggi, dal movimento di estrema destra QAnon fino a intellettuali nostrani come Carlo Freccero.

La teoria del complotto del Grande reset si ispira a una iniziativa reale del WEF, fraintendendo le pubblicazioni di uno dei suoi membri, Klaus Schwab.

Carlo Freccero cita Schwab facendo riferimento a un Grande reset, volto a creare o amplificare la pandemia di Covid-19.

Schwab non ha mai sostenuto nei suoi libri l’idea di inventare le epidemie a scopo economico, né questo è il proposito del WEF.

Definita anche Cabala, la teoria cospirativa del Great reset è parte dell’ideologia di estrema destra che anima il movimento QAnon.

Freccero non precisa chiaramente se le sue affermazioni sono critiche originali all’iniziativa reale del WEF o se si rifà precisamente alla omonima teoria cospirativa.

Analisi.

Ogni anno si tiene un evento noto come Forum di Davos, dal nome della città svizzera che lo ospita, a cura dell’organizzazione internazionale World Economic Forum. All’evento partecipano economisti, scienziati, leader religiosi, imprenditori e politici: tanto basta per essere considerati quella sorta di élite mal vista dai complottisti. Basti pensare che tra gli invitati troviamo nomi odiati dall’estrema destra come George Soros e Greta Thunberg, quest’ultima contestata da un altro ospite dell’edizione del 2020: Donald Trump.

Secondo Carlo Freccero, in una lettera pubblicata da La Stampa, il Green pass sarebbe organico al Grande reset:

«È destinato a diventare l’embrione della futura tessera di identificazione digitale a cui mira il Grande Reset in via di attuazione. Per chi non sapesse di cosa si tratta, rimando a due libri dell’economista Klaus Schwab “Covid 19 The Great Reset” e “Quarta rivoluzione digitale”.

Secondo Schwab la pandemia è un’occasione irripetibile per conseguire il “Grande Reset” già illustrato nel saggio “La quarta rivoluzione industriale”.

Tutto ciò è confermato dal progetto di Recovery Fund, che si pone come obiettivo lo stesso obiettivo del “Grande Reset”. Credo che la nuova normalità in cui stiamo vivendo non finirà coi vaccini, ma continuerà nel tempo, con la rivoluzione digitale e la rivoluzione verde.

 Diciamo la verità: non è la pandemia ad avere causato la crisi economica. È piuttosto la crisi economica ad avere causato la pandemia, o quanto meno, ad averla amplificata al fine di ultimare il “Grande Reset”».

Freccero ha recentemente sostenuto il referendum contro il Green pass, parlando di «élite che ci governano con la paura».

Si tratta di una critica originale contro una reale iniziativa economico-politica, oppure strizza l’occhio ai complottisti, che usano il medesimo termine per teorizzare una cospirazione mondiale, volta a controllare le nostre vite? Risolvere questa ambiguità dovrebbe essere compito dello stesso Freccero, onde evitare che tali affermazioni vengano usate indebitamente per sostenere tesi cospirazioniste.

(Ma in Cina la popolazione non è controllata con la Quarta Rivoluzione industriale? Ndr.) 

 

Carlo Freccero, in risposta a un articolo di Massimo Gramellini sul Corriere della Sera dal titolo «Il complotto dei Ricchi e Poveri», sostiene: «Nel mio intervento su il Fatto e la Stampa io non esprimo giudizi sui contenuti [sul Great reset, ndr], ma faccio presente che le soluzioni utopistiche del Wef, creative sino a rasentare la fantascienza e ispirate al transumanesimo più spinto, richiederebbero, prima di essere applicate ai popoli, il consenso informato ed il loro assenso. In Democrazia e sino a prova contraria le decisioni spetterebbero al popolo, soprattutto se riguardano l’integrità fisica dei cittadini».

La bufala sul libro di Klaus Schwab.

I teorici del complotto fanno circolare anche screen decontestualizzati, con passaggi dello stesso libro consigliato da Freccero «Covid-19: The Great Reset» di Klaus Schwab.

 L’autore è uno dei membri del WEF, per tanto il «Grande reset» a cui fa riferimento appartiene al contesto originale, ma non conferma affatto l’idea cospirazionista in base alla quale la pandemia sarebbe stata prodotta (o gonfiata) da interessi economici di alcune élite.

Un falso passaggio del libro di Schwab.

Proprio i libri di Schwab vengono citati dai cospirazionisti per sostenere che l’iniziativa del WEF è parte di un piano volto a «organizzare le epidemie». Ad esempio, circola una falsa citazione del testo dove si attribuisce l’idea di voler eliminare almeno 4 miliardi di individui nel mondo entro il 2050 per mezzo di guerre militari ed epidemiologiche, ma il testo non è presente nel libro di Schwab: si tratta di un testo tratto dal libro Conspirators’ Hierarchy: The Story of the Committee of 300 del 1992 di John Coleman.

La Cabala dei Poteri forti.

Stando a quanto riporta la BBC, Schwab è uno degli autori più fraintesi dai cospirazionisti del Grande reset. In mezzo finisce anche il premier canadese Justin Trudeau, dalle cui dichiarazioni parte il passa-parola nel web che ha portato alla teoria cospirazionista attuale.

«Ha iniziato a fare tendenza a livello globale su Twitter la scorsa settimana, quando un video dove il primo ministro canadese Justin Trudeau in una riunione delle Nazioni Unite, ha affermando che la pandemia ha fornito un’opportunità per un “reset”, è diventato virale – continua l’Emittente britannica -. Ciò ha suscitato nuovi sospetti da parte delle persone, in Canada e oltre, che una cabala di leader globali stia usando la pandemia per introdurre una serie di politiche socialiste -massoniche  mondialiste  e ambientali dannose».

«Un video di agosto, che ora ha quasi tre milioni di visualizzazioni su YouTube, crede che solo Donald Trump possa sventare questo complotto segreto, che usa Covid-19 per mettere in ginocchio l’economia statunitense in modo che possa iniziare il “reset” e le persone saranno “accattonate” per i vaccini. Ma il suggerimento che i politici abbiano pianificato il virus o lo stiano usando per distruggere il capitalismo mondialista è del tutto privo di prove. Così è anche l’idea che il World Economic Forum abbia l’autorità di dire ad altri paesi cosa fare, o che stia coordinando una cabala segreta di leader mondiali».

 

Di questa presunta Cabala (chiaro riferimento a pregiudizi antisemiti) si occupò anche il segretario del Cicap Massimo Polidoro che ne fa accenno in un video apparso nel suo canale YouTube, nella prima puntata della sua serie su QAnon.

Quello dove Polidoro spiega più in dettaglio, intitolato con uno dei motti più in uso dai cospirazionisti per riferirsi al Grande reset – «Crolla cabala crolla!» – risulta ora rimosso per presunto «bullismo», a seguito di massicce segnalazioni da parte dei «qanonisti». Polidoro ci conferma di essere ancora in attesa di spiegazioni da parte della Piattaforma.

Nella narrativa QAnon l’immagine distorta del Great reset si mischia ad altre, come quella sull’adrenocromo, fantomatica droga delle élite estratta dai bambini, nell’ambito di riti pedo-satanici.

L’idea della pandemia “organizzata.”

Molti sono i contenuti decontestualizzati per sostenere che la pandemia Covid-19 fosse un progetto organizzato dalle élite, come il caso del noto Event 201 citato durante un’interrogazione parlamentare di Sara Cunial. Ecco alcuni esempi trattati da Open Fact-checking:

Bill e Melinda Gates vogliono ridurre la popolazione attraverso il nuovo coronavirus?

Coronavirus. L’intervento della deputata Sara Cunial e i numerosi complotti sul Covid-19 (e non solo)

Il nuovo Coronavirus è stato previsto in un libro sul dark web del 2019?

Il video complottista che accusa gli americani: «Coronavirus: è stato il “pipistrello”».

La profezia di Bill Gates sul coronavirus nel 2015? No! Al contrario, è stato fin troppo ottimista!

Coronavirus. Luca Parmitano sapeva dell’epidemia a novembre 2019? No! Un errore di comunicazione.

A dare manforte alla teoria del complotto, sostenendo che il virus sia opera degli ideatori del Great reset, è un documentario francese dal titolo Hold-up. In questo caso non si sostiene la teoria del virus creato nel laboratorio di Wuhan, ma presso l’Istituto Pasteur in Francia.

 

 

Nasce un “nuovo ordine mondiale”,

sotto il segno dell’incertezza.

Ilsole24ore.com- Adriana Cerretelli-(11 marzo 2020)- ci dice :

 

Non sarà la fine del mondo. Forse però il 2020 scriverà la fine ufficiale di un mondo.

Di questi tempi i richiami alla crisi finanziaria del 2008 si sprecano, ma servono più a marcare le differenze che le somiglianze tra il grande sconquasso di ieri e quello di oggi. E non solo perché questa che si profila è prima di tutto una crisi economica. Ma perché i suoi prossimi sviluppi potrebbero finire per liquidare il risultato dei faticosi sforzi di cooperazione internazionale allora avviati.

Fu proprio alla fine del 2008 a Washington che il G7, il consesso dei 7 Paesi occidentali più industrializzati del mondo, decise che fosse giunto il momento di condividere lo scettro della governance globale nel G-20 (allargato alle maggiori potenze emergenti, in testa Russia, Cina, India). L’anno dopo a Pittsburgh, la consacrazione della svolta orchestrata sotto leadership americana, Barack Obama ai primi passi, il neo-presidente idolatrato da quasi tutti. Allora l’Europa contava e premeva, ascoltata, per una reazione multilaterale al massimo. La Russia non aveva ancora invaso la Crimea, la Cina era il colosso che restava sullo sfondo.

Alla prova dei fatti e degli interessi conflittuali in campo, quella governance si è presto rivelata debole e inefficace, i G20 annuali via via sempre più liturgici e meno incisivi. Il governo della globalizzazione cominciò quasi subito a fare acqua. Il Doha Round per la liberalizzazione del commercio era fallito da tempo. Per superare la crisi finanziaria ognuno andò per la sua strada, Obama per primo, ognuno con i suoi piani di salvataggio e le proprie regole. Anche se un simulacro di coordinamento rimaneva in piedi.

Oggi, 12 anni dopo, tutto questo è trapassato remoto.

Non sono le prove di governance più o meno riuscite ma quelle di caos globale a tenere la scena.

Non solo perché il coronavirus è il nuovo flagello mondiale che ha colto tutti di sorpresa, fa ballare le Borse, spezza le catene del valore e chiama recessione. E per di più si incrocia, aggravando ulteriormente il quadro economico generale, con la guerra del petrolio in atto tra Russia e Arabia Saudita: la prima spera con i mini-prezzi di affondare la produzione americana da Shale destabilizzando anche Wall Street, la seconda ha vari conti da regolare dentro e fuori dall’Opec (ammesso che il gioco non sfugga di mano a entrambe).

A far barcollare il fragile ordine mondiale nato a Pittsburgh nel 2008, che ben poco aveva in comune con quello di Yalta saltato nel 1989, è stata la fine degli ammortizzatori politico-diplomatici che riuscivano in qualche modo a puntellarne almeno l’architettura formale. È stata la rottura plateale degli equilibri di potenza che ha scatenato e continua a scatenare una sorta di corsa al liberi tutti, in cui tutti ma proprio tutti, grandi, medi e piccoli attori, si sentono autorizzati ad agire fuori da tutti gli schemi e senza limiti apparenti.

L’America di Donald Trump è diventata la personificazione stessa degli stravolgimenti fuori da tutte le righe: sventolando le bandiere dell’America first ha liquidato il multilateralismo (peraltro in crisi da tempo) per giocare sul doppio tavolo dei rapporti bilaterali imbevuti di aggressività economico-commerciale e di disimpegno politico-militare in un’alternanza di stop and go imprevedibili e quasi sempre destabilizzanti per gli interlocutori. Dalla Cina alla Nato fino all’Europa.

Da difensori e animatori dell’ordine internazionale, quasi sempre il loro, gli Stati Uniti ne sono diventati i nuovi destabilizzatori, per raddrizzare i vecchi e restare al centro dei nuovi equilibri mondiali. Con la Cina di Xi decisa più che mai a conquistare il ruolo di principale antagonista per cominciare. Con la Russia di Putin non meno determinata a sedere nel triangolo dei più Grandi. E l’Europa che in poco più di un decennio è entrata in piena dissolvenza, una comparsa ai limiti dell’irrilevanza completa ormai su qualsiasi scacchiere decisionale.

 

Forum Davos, Scholz: dai vaccini all'Ucraina

, collaborazione per affrontare i temi più caldi.

Rainews.it- Redazione- (19-1-2022)- ci dice :

 

Sui vaccini: "Senza una campagna globale esauriremo presto le lettere in alfabeto greco per nominare le nuove varianti del virus". Sul clima: "Entro il 2030, l'80% della nostra energia in Germania proverrà da fonti rinnovabili".

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è intervenuto al World Economic Forum di Davos in video collegamento come prassi del periodo pandemico. Un discorso in cui sono stati affrontati tutti i temi più caldi sul fronte "globale" a cominciare dai vaccini, tema a proposito del quale Scholz si è più volte speso anche sul terreno nazionale spingendo verso l’obbligatorietà.

I vaccini.

"E' stato qui a Davos nel 2000 che i leader mondiali hanno lanciato l'alleanza globale per i vaccini. Oggi 21 anni dopo, i vaccini sono di gran lunga il miglior strumento per lasciarci la pandemia alle spalle ma senza una campagna di immunizzazione veramente globale, esauriremo presto le lettere in alfabeto greco per nominare le nuove varianti del virus".

"La buona notizia - ha aggiunto -è che grazie a una cooperazione lungimirante abbiamo gli strumenti per spezzare il ciclo.

La Germania è già il secondo maggior donatore della campagna globale di vaccinazione e continuerà a fare la sua parte con l'obiettivo di raggiungere il 70% della popolazione mondiale vaccinata entro la metà dell'anno.

Come parte della nostra attuale presidenza del G7, ci concentreremo sul miglioramento delle infrastrutture sanitarie internazionali anche nei paesi del sud del mondo. Tuttavia abbiamo bisogno di partner che si uniscano al nostro sforzo, in particolare nel settore privato. E' importante lavorare insieme per finanziare completamente la campagna di vaccinazione globale che rappresenta anche il booster di cui hanno bisogno le nostre economie".

Emergenza climatica.

Lo sguardo si rivolge poi all'emergenza climatica: "La Germania vuole giocare un ruolo di primo piano in questa svolta" sulla protezione del clima. Abbiamo spiegato le vele, e vogliamo un nuovo inizio pieno di progressi. Entro il 2030, l'80% della nostra energia in Germania proverrà da fonti rinnovabili", ha aggiunto. "La crisi del clima - per Scholz - è un chiaro risultato della cultura del progresso del passato".

“Serve un progresso migliore, non ci può essere innovazione tecnologica senza progresso sociale", ha precisato il cancelliere sottolineando la necessità di lottare contro il cambiamento climatico e di dare risposte ai problemi concreti delle persone, come i prezzi dell'energia, "perché non dare risposte - ha evidenziato Scholz - significa erodere la fiducia".

"Useremo la presidenza del G7 per un'azione sul clima, non aspetteremo i più lenti e i meno ambiziosi. Anzi, noi daremo l'esempio e trasformeremo l'azione a favore del clima da costo a vantaggio competitivo". Quello del "club del clima" - chiama così Scholz la presidenza tedesca del G7 - non deve essere assolutamente un club esclusivo, "affrontando questioni come il trasferimento di tecnologia e la finanza climatica, puntiamo a coinvolgere anche i Paesi emergenti e in via di sviluppo".

Tensione Russia-Ucraina.

Secondo Scholz adesso è presto per capire se ci sarà o meno una de-escalation delle tensioni con i russi: "ma dopo anni di crescenti tensioni, rimanere in silenzio non è un'opzione sensata".

"Ecco perché - ha detto - ci stiamo impegnando in colloqui con Mosca su diversi proprio per garantire l'integrità territoriale dell'Ucraina.

 E' un principio chiave del nostro ordine di pace europeo comune che i confini non devono essere spostati con la forza. La controparte russa è consapevole della nostra determinazione e spero che si siano resi conto che i benefici della cooperazione superano il prezzo di un ulteriore confronto. Su questa base su cui ci stiamo impegnando perché siamo fortemente convinti che il bene pubblico globale possa essere preservato solo attraverso la cooperazione internazionale e la pace".

Miglioramento UE.

"Una delle nostre priorità assolute è quella di portare avanti il miglioramento dell'Unione europea". Ha detto il cancelliere tedesco a Davos. Rispondendo a una domanda sulla politica europea di Berlino, Scholz ha risposto sottolineando che nella pandemia si è mostrata l'efficacia della collaborazione economica e sociale dell'Ue.

“Stiamo lavorando molto duramente per arrivare a un'Europa migliore, ovvero a un'Unione migliore e questo è assolutamente importante se si considera che a metà secolo la popolazione mondiale sarà di 10 miliardi di persone.

 Il Recovery è un segno di cosa possiamo fare e potrebbe anche essere l'idea di come potremmo riuscire a risolvere i problemi in futuro se coopereremo in vari campi, dalla difesa alla politica estera fino alla lotta contro il cambiamento climatico. Quindi lavorare alla sovranità europea e alla cooperazione è uno degli aspetti fondamentali della nostra politica".

(Ma se la UE non è uno stato, come può ottenere la sovranità ? Ndr.).

 

 

 

 

“Serve un’Europa più coesa nel nuovo ordine mondiale dominato da Stati Uniti e Cina”.

Ufficiostampa.provincia.tn.it - Nathalie Tocci -( 9 luglio 2020)- ci dice :

 

Oggi al Festival dell’Economia Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali, su globalizzazione e relazioni internazionali ai tempi del Covid.

La direttrice dell’Istituto affari internazionali, Nathalie Tocci, mostra ottimismo circa la volontà dell’Europa di trovare una coesione interna per riposizionarsi nel nuovo ordine mondiale, basato sul duopolio tra Cina e Stati Uniti.

 “La crisi post Covid obbliga l’Europa, dopo anni di assenza, a ritrovare una politica interna comune. La discussione sui finanziamenti comunitari è un primo importante passo a cui però dovranno seguire dei risultati in linea con le attese dei Paesi dell’Unione. L’Italia - ha spiegato Tocci - è quindi chiamata a fare la sua parte beneficiando sì dei finanziamenti, per nulla scontati fino a qualche tempo fa, ma portando a casa dei risultati concreti. Non possiamo fallire una seconda volta nella politica dell’Eurozone”.

Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali e professore onorario all’Università di Tübingen, oltre che Special adviser dell'Alto rappresentante dell'UE e vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell, è stata l’ospite del Festival dell’Economia di Trento, all’interno del Format Intersezioni, dedicato alle relazioni internazionali.

La pandemia legata a Covid19 - ha esordito Andrea Fracasso, direttore della Scuola di Studi internazionali di Trento - ha colpito severamente un contesto internazionale già segnato dalla crisi dell’ordine liberale internazionale instaurato nel secondo dopoguerra: “Nonostante sia evidente la necessità di adottare misure coordinate e cooperative per limitare la diffusione del virus e

per moderarne l’impatto economico e sociale, le maggiori potenze mondiali hanno inasprito il confronto, accelerando un processo di de-globalizzazione. In questo contesto, l’Unione Europea si distingue e il tentativo di assumere un ruolo più centrale nel sistema internazionale rappresenta un incentivo a rispondere in modo più coeso alla crisi pandemica e alle altre sfide comuni”.

L’Europa e il duopolio Cina Stati Uniti.

L’analisi di Nathalie Tocci parte proprio dal dualismo Stati Uniti e Cina che regge il nuovo ordine mondiale, frutto di un cambiamento avviato da tempo ma accelerato dalla pandemia Covid: “Lo scontro commerciale Cina e Stati Uniti richiama ad una seconda Guerra Fredda, diversa dalla prima perché non limitata ad una questione prevalente (il nucleare) bensì multidimensionale, e quindi più complessa da redimere. L’Europa è chiamata dai due contendenti a schierarsi oppure a ritrovare un proprio ruolo, recuperando una forza e una coesione politica che negli ultimi anni è mancata”.

In questi anni l’Europa ha mancato i dossier strategici (ad incominciare dall’economia), preferendo concentrarsi su questioni interne, quali migrazione e Schengen. “La crisi Covid- ha osservato a riguardo Tocci - ha permesso una presa di coscienza  sulla criticità della situazione e l’impossibilità di un secondo fallimento dell’Eurozone. Ora è il tempo di verificare se esiste più consapevolezza, e qualche segnale positivo sta arrivando, anche se rimango scettica sui risultati”.

La partita strategica che l’Europa si appresta a giocare è quella relativa ai finanziamenti comunitari ai Paesi più colpiti dalla crisi Covid. Tra questi c’è a pieno titolo l’Italia. “Il negoziato - ha spiegato la direttrice - vede quattro blocchi: Paesi del sud, il motore franco-tedesco (che tende verso noi), i Paesi dell’Est (‘ammorbiditi’ dalla Ue) e i  quattro piccoli Paesi ‘rompiscatole’ del Nord.

Sulla trattativa resto ottimista ma poi questi fondi e le priorità di investimento dei Paesi beneficiari dovranno convergere con le attese e le regole europee. In questo momento, Italia non sta proiettando un’immagine chiara. Se tutto questo non porterà alla reale convenienza, soprattutto sull’utilizzo dei soldi, l’effetto boomerang sarà devastante per l’intera Europa. La Germania sta facendo un bel passo in avanti, ma se i risultati saranno divergenti, ci saremo giocati tutta la partita”.

Crisi Libia.

“Quello che sta accadendo - ha analizzato la direttrice - potrebbe ricreare per l’Europa un potenziale per rientrare nella partita. Nel recente passato la posizione russa sembrava prevalere con la vittoria di una parte. L’entrata in gioco della Turchia ha cambiato la situazione, affermando la consapevolezza che non esiste la vittoria assoluta dell’una parte sull’altra. Davanti a noi abbiamo due strade: la prima, senza l’Europa, con il probabile accordo tra Turchia e Russia per cessate il fuoco (strategia russa) con la presenza russa fondamentale. La seconda vede l’Europa consapevole che non è possibile una totale esclusione della Turchia dal Mediterraneo, e l’aperta ad un dialogo così da evitarle l’abbraccio cinico di Putin”.

Ue e diritti fondamentali.

E proprio sui diritti fondamentali, Tocchi riprende la necessità di un dialogo con la Turchia e i Paesi confinanti. “E’ essenziale - ha presso la direttrice - che l’Unione europea ponga l’applicazione del meccanismo di condizionalità sul quadro politico tra i Paesi aderenti.

Dobbiamo ritornare a dove eravamo a marzo, quando il Consiglio europeo decise di aprire negoziati tra Albania e Macedonia del Nord. Durante la pandemia ci siamo allarmati per le aperture di Belgrado alla Cina, senza renderci conto che i Balcani non vano da nessuna parte, ne verso Mosca ne verso Pechino.

 Spetta all’Europa avere la forza per riaprire i negoziati con questi Paesi”. Nel caso della Turchia, il discorso più complesso ma non impossibile. Ancora Tocci: “Si dovrebbe aprire negoziati sulla modernizzazione dell’unione doganale, considerato che il processo di adesione è sospeso. L’unione dogale ci permetterebbe di entrare nei dettagli dell’economia politica della Turchia e toccare aspetti fondamentali quali lo stato di diritto”.

 

 

 

 

IL NUOVO ORDINE MONDIALE.

Edscuola.eu-Word Press-Paolo Manzelli- (6 aprile 2021)- ci dice :

 

La Dittatura come esigenza dello sviluppo del “Nuovo Ordine Mondiale”.

(Ma se dobbiamo vivere in una dittatura, cosa ne facciamo della  nostra Costituzione  democratica ? Ndr.).

Cari Amici del Cluster Egocreanet è evidente che la dittatura  non solo Sanitaria ma come sistematica restrizione delle liberta individuali( la libera circolazione e stata sospesa ed il diritto al lavoro e fortemente limitato cosi come e stata compressa la libera manifestazione del pensiero) ,  quanto sopra e divenuta una necessità economica della finanza mondiale , tesa a favorire la costruzione di un “Nuovo Ordine Mondiale”, la’ dove la pandemia del Covid.19 assume  il valore di una buona scusa, per spostare la precedente ampiezza della distribuzione del mercato verso il prevalente profitto ricavabile dalla sanità pubblica.

Infatti oggi la Sanita’ economicamente controllata dagli Stati assorbe più del 80% delle disponibilità economiche di investimento.

 Siamo storicamente giunti ad un sistema produttivo di “sovra- produzione “di molte aree mercantili e molte di queste  devono divenire residuali, sia perché per ragioni ecologiche in quanto inquinano ed inoltre  poiché sono divenute sempre meno profittevoli rispetto al valore aggiunto estraibile dalla sanità.

 

Pertanto non ci sono criteri alternativi di ragionevolezza da proporre i quali non abbiano un nesso di netta convenienza con il sistema dominante che riguarda il “Nuovo Ordine Mondiale” imposto alla gente in modo sempre più dittatoriale  facendo leva sulla emergenza del Virus Pandemico.

“Il Nuovo Ordine Mondiale”.

E’ FINITA L’EPOCA DEL CONSUMISMO .

La sovrapproduzione é in crisi mentre il turismo di massa implica elevati consumi che provocano la  insostenibilità del sistema di sviluppo perché conducono ad uno sperpero delle  le risorse naturali che va oltre la loro capacità di rigenerazione.

Pertanto diviene necessario favorire un “Nuovo Ordine Mondiale” il cui obiettivo primario è quello di avere sempre più frequenti malattie. 

Infine quello che è storicamente necessario è il cambiamento socio- eco. ecologico, mentre la dittatura è una scelta politica – finanziaria in risposta alla necessita di cambiamento , la quale  utilizza la Pandemia Virale per giustificare come emergenza la dittatura SANITARIA, come inizio ed abitudine ad una più decisa imposizione illiberale ed anti-democratica.

“Il Nuovo Ordine Mondiale” .

 

L’economista “Thomas Malthus” (1830) , in antagonismo alla concezione liberale dello Progresso  Economico Industriale di “Adam Smith” sulla “Ricchezza delle Nazioni”  , mise in evidenza il fatto che l’aumento della densità demografica procede secondo una proporzione “geometrica”, di contro ad un incremento non corrispondente al consumo delle  risorse naturali , che segue invece una crescita solo aritmetica.

Il nuovo “Malthusianesimo” : Il passaggio proposto da Malthus da uno sviluppo Esponenziale delle nascite ad un sistema relativo alle possibilità di sviluppo lineare della economia è stato limitato durante il 1800 e la prima meta del 1900 dall’ incremento esponenziale delle morti causate da guerre e carestie e da sempre più frequenti malattie,  cosi che solo nei recenti anni ‘90  (e fino allo scorso 2016 ) il Capitalismo di Stato della Cina comunista , ha riesumato le concezioni di Malthus , imponendo  il controllo delle nascite in Cina ,obbligando  ciascuna coppia a ridurre le nascite ad un figlio unico.

La imposizione in Cina  del “Figlio Unico” è stata considerata recentemente fallimentare … nel mentre si è profilata  la nuova possibilità di un controllo dei “ciclo di vita” delle popolazioni  per mezzo degli sviluppi delle “ingegneria genetica “ , applicata alle Vaccinazioni di Massa, quella  che  oggi stiamo sperimentando come “cavie-umane”  a livello globale allo scopo di appiattire la curva della crescita Malthusiana al  livello lineare della capacita di rigenerazione delle risorse naturali.    

E’ quindi plausibile che  il capitalismo finanziario mondiale anzichè realizzare un cambio di orientamento del Paradigma del Profitto,  per accumulare sfrenatamente capitali , oggi preferisca cimentarsi nello scommettere sul Cambiamento del “Nuovo Ordine Mondiale” , riproponendo la logica (attribuita fin dal Rinascimento  Toscano al Macchiavelli ) del “ Fine Giustifica i Mezzi”, e quindi  predisponendo una strategia di “controllo genetico del ciclo di vita della popolazione mondiale per mezzo della contemporanea sperimentazione dei Vaccini –Genetici- Proteina Spike .

 

 

 

 

La Cina punta a un “nuovo ordine

tecnologico mondiale”: le sfide per l’Occidente.

Agendadigitale.eu- Redazione-Mario Dal Co- (24- 3-2021)- ci dice :

 

Mercati Digitali.

La Cina sta pianificando uno sviluppo per i prossimi 15 anni che la porti a un livello generale di benessere comparabile con quello di paesi come l’Italia. Una sfida ambiziosa, ma questo non significa che il nostro Paese e l’Europa abbiano tempo a disposizione per prendere le contromisure. Ecco :

La Cina ha da poco approvato il suo quattordicesimo piano quinquennale dal quale emerge con evidenza come Xi Jinping abbia intenzione di forzare la marcia:

 l’obiettivo è di porre il Paese al centro della scena mondiale, in un nuovo ordine tecnologico, economico e finanziario internazionale non più a guida americana.

Sebbene la strada non sia certo in discesa, e i problemi interni per Pechino siano complessi almeno quanto quelli sul fronte internazionale, la Ue e l’Occidente non possono più stare a guardare: serve, anche a livello nazionale, una maggiore ambizione e uno sguardo puntato sul lungo periodo.

Vediamo come si delinea l’agenda di Xi Jinping e quali sono le principali sfide.

L’agenda di Xi Jinping.

Nel nuovo piano 2021-2025, le cui linee sono state varate a fine ottobre e che viene approvato nella versione definitiva nella seconda settimana di marzo dal Congresso Nazionale del Popolo, due concetti si ripetono con insistenza: la “Circolazione duale” e la “Visione 2035”.

Il primo, introdotto nella prima fase della pandemia da Xi Jinping, inquadra la crisi della globalizzazione nell’ambito della devastazione portata dalla pandemia e del conflitto commerciale aperto dagli Stati Uniti.

La circolazione duale punta sulla domanda interna e non più, come prima avveniva, sulla domanda estera; intende allargare la supply chain interna, riducendo la dipendenza dall’estero; vuole mobilitare i fattori di produzione, e in particolare la scienza, le risorse finanziarie e il lavoro, cercando di allentare l’hukou, ossia il “sistema dei diritti di cittadinanza limitati “ per coloro che sono residenti fuori dalle grandi città”.(Proprio come ciò che accade oggi in Italia !Nrd.)

 

Il secondo concetto, “Visione 2035” pone il sentiero di sviluppo a lungo termine nella direzione di una maggiore autosufficienza tecnologica e del superamento della condizione di “paese in via di sviluppo”, per giungere ad un livello di reddito pro-capite moderatamente sviluppato, come Spagna e Italia (intorno ai 30.000 dollari pro-capite).

Si tratta di una sfida molto ambiziosa, dal momento che il reddito pro-capite cinese supera appena i 10.000 dollari nel 2019 (Banca Mondiale).

Va segnalato, tuttavia, che per la prima volta il piano quinquennale non pone, nella sua versione proposta al Congresso, espliciti obiettivi di crescita del prodotto interno lordo, lasciando così mano libera al Partito comunista cinese.

Non vi è, invece, traccia di una maggiore libertà concessa ai contadini sulla vendita o l’affitto della terra, che consentirebbe di ridurre il divario di reddito città-campagna, né vi sono impegni precisi sulla decarbonizzazione nella produzione energetica, nonostante le dichiarazioni di Xi Jinping di puntare ad una carbon neutrality entro il 2060.

Il punto di maggiore impatto sulle relazioni con USA ed Europa è quello della ricerca e dell’innovazione. Qui si gioca la sfida competitiva tra Cina e paesi occidentali.

Le prime mosse dell’amministrazione Biden mostrano la consapevolezza che ormai il confronto con la Cina è inevitabile e che esso va affrontato dai paesi democratici con una comune strategia mondialista indicata dalla “cricca di Davos”.

Obiettivi e azioni del piano.

Il quadro di prospettiva offerto dal Piano quinquennale a livello internazionale è delineato nell’intervento di Xi Jinping a Davos: quattro obiettivi a livello mondiale e quattro azioni.

Obiettivi:

1)-coordinamento degli sforzi per uscire dalla recessione determinata dalla pandemia;

2)-coesistenza pacifica e mutuo rispetto (questa voce è centrale nella strategia internazionale cinese, significa implicitamente non interferenza in questioni “interne” come Tibet, Xinjiang, Taiwan, Hong Kong);

3)-riduzione della distanza tra Nord e Sud del mondo;

4)-cooperazione globale sui temi della salute e dell’ambiente.

Risposte:

a)-rafforzare il multilateralismo e dare ruolo maggiore al G20 per guidare il multilateralismo;

b)-rafforzare le regole e le istituzioni multilaterali, come l’ONU;

c)-confidare nella strategia della consultazione e della cooperazione, abbandonando la logica del confronto o dello scontro;

d)-dare forza e riformare le istituzioni internazionali, come la World Health Organization, gli Accordi di Parigi sul clima e gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile posti dall’ONU.

Difficile non concordare con questi obiettivi e con queste risposte, soprattutto nel momento in cui il maggiore guastatore che li boicottava a livello internazionale e nel proprio paese, Donald Trump, è uscito di scena.

(Trump non voleva il globalismo mondialista , ma era favorevole al multilateralismo tra nazioni sovrane! Ndr.)

Naturalmente, sollevano obiezioni le pretese cinesi di considerare questioni interne indiscutibili quelle relative agli Uiguri del Xinjiang, alla colonizzazione del Tibet, alla restrizione dei diritti politici ad Hong Kong, alla minaccia di annessione di Taiwan.

La rule of law a Pechino.

“Il 25 novembre 2020 il gruppo-guida dei membri del Partito nel governo della Repubblica Popolare (State Council) ha tenuto una riunione di studio del pensiero di Xi Jinping sulla ‘rule of law’…e ha annunciato che la rule of law è la linea guida fondamentale del governo della Cina”.

Il tono esplicitamente maoista di questa dichiarazione del governo dimostra che la rule of law è intesa come strumento per rafforzare la presa del Partito comunista  dittatoriale sul governo del Paese.

Xi Jinping sembra ispirato, nel seguire questa impostazione, assai più che dalle dottrine marxiste, dalla tradizione “leghista” del pensiero politico e militare cinese, che avversava la filosofia confuciana rivolta al rispetto della regola morale e all’affermazione della benevolenza del sovrano.

 Quella tradizione svolse un ruolo decisivo nella costruzione dello Stato. Essa propugnava la severità inflessibile delle leggi, la standardizzazione del linguaggio, l’unificazione dei pesi e delle misure, la distruzione del retaggio del pensiero confuciano, la riduzione del ruolo dei “saggi” a meri funzionari esecutivi, l’obliterazione delle tradizioni familiari e del culto degli antenati, a favore di un inquadramento rigido del popolo attraverso le due figure del contadino e del soldato ed il loro “ordinamento” al servizio della potenza del sovrano. Un deciso progetto di centralizzazione del potere.

Xi Jinping intende creare un assetto normativo più stabile e adeguato a un nuovo ruolo mondiale della Cina.

Da un lato, il Paese deve dotarsi di strumenti per gestire un contenzioso civilistico interno che rischia di produrre effetti destabilizzanti dal punto di vista politico e sociale, dall’altro lato, deve disporre delle capacità e dei mezzi per potersi confrontare con le imprese multinazionali globaliste.

Sul primo aspetto, quello del contenzioso, scriveva il prof. Xianchu: “La Cina è diventata una delle società più conflittuali del mondo, producendo un gran numero di ‘incidenti di massa’, ossia raduni improvvisati o pianificati con discorsi pubblici, dimostrazioni, rimostranze pubbliche e anche attacchi violenti contro organi di governo fabbriche o altre proprietà, usati come mezzi di protesta contro l’abuso di potere”.

Sul secondo aspetto, quello della regolazione, la lista delle iniziative recenti è piuttosto corposa, ne ricordiamo alcune:

Codice Civile (in forza dal primo gennaio 2021, che abolisce le vecchie norme su: matrimonio, responsabilità civile, garanzie, contratti, proprietà);

Linee guida del Comitato Centrale del Partito comunista  per costruire una società basata sulla “rule of law” (dicembre 2020);

Legge sulla crittografia (gennaio 2020) e regolamento sulle transazioni internazionali concernenti contenuti crittografati (novembre 2020);

SAMR (Shanghai Administration for Market Regulation) che ha reso più stringenti le verifiche sulle acquisizioni, in particolare nell’area dei microchip, aumentando le sanzioni e i poteri di indagine;

CSRC (China Securities Regulatory Commission) che stringe i requisiti per le IPO insistendo sui requisiti di governance e di qualità e trasparenza delle informazioni fornite (dicembre 2020);

Proposta di Legge sulla protezione dei dati personali (2020);

Legge antimonopolio (proposta novembre 2020);

Regolazione provvisoria per l’accesso al piccolo credito online (China Banking and Insurance Regulatory Commission) (gennaio 2021).Le regole interne vengono rafforzate e definite con maggiore precisione: la tradizionale indeterminatezza che caratterizzava la gestione “tutta politica” delle regole lascia spazio ad una più stringente formalizzazione.

La leva del mercato interno.

Gli accenti posti dal presidente Xi Jinping nelle conclusioni di Davos indicano il passaggio nuovo della politica cinese:

“La Cina promuoverà l’apertura istituzionale per definire regole, normative, standard e loro gestione, facendo avanzare un ambiente economico basato sui principi di mercato, governato dalla legge secondo standard di livello internazionale e liberare il potenziale del gigantesco mercato cinese e dell’enorme domanda interna”.

Lo sviluppo della domanda interna, che intende sostituire la crescita trainata dalle infrastrutture e dalla domanda estera, viene proposto come una risorsa per la crescita mondiale, con la Cina posizionata in un ruolo da protagonista nel determinare le regole e gli standard e quindi anche le modalità di accesso al grande mercato interno cinese.

Lo spostamento non è di poco conto: il modello di sviluppo del commercio internazionale delineato dal WTO e dai rapporti commerciali basati sugli standard occidentali, deve lasciare spazio ad una governance aperta al contributo della Cina.

Gli attacchi americani a Huawei, Tencent, Tik Tok aleggiano sullo sfondo come ferite aperte che vanno rimosse.

Ma attenzione, questo non significa affatto che la Cina sia disposta ad allentare le sue regole; anzi, essa sta promuovendo al suo interno un programma normativo complesso che investe la privacy, la tutela dei dati, i diritti di proprietà, la regolazione antimonopolistica e quella dei servizi finanziari. E poiché, a fronte di queste nuove regole, rimangono le chiusure della Cina nei confronti delle big tech americane, lo scontro maggiore non sarà, su questo terreno, tra Europa e Cina, nonostante l’irrigidimento delle norme sui due fronti, ma continuerà ad essere tra Cina e Stati Uniti.

Il confronto si farà meno duro nelle espressioni, rispetto alla narrazione trumpiana, ma probabilmente più duro nella sostanza, anche perché il confronto con Big Tech è già aperto anche all’interno degli Stati Uniti e nell’Unione Europea e quindi non sarà sopportabile l’ulteriore carico di manovre o infrazioni delle buone regole da parte cinese.

La strategia della Cina passa per una riqualificazione della domanda e dell’offerta: più servizi ad alta tecnologia e più ricerca e innovazione sul piano interno, ma anche più voce in capitolo nel determinare le regole internazionali che investono lo sviluppo e l’applicazione delle nuove tecnologie.

Qui si aprono le maggiori contraddizioni della linea politica di Xi Jinping.

Un nuovo ordine tecnologico internazionale.

Alcuni fatti.

La Cina ha il tasso di crescita degli investimenti in R&D maggiore, mentre in valore a parità di potere d’acquisto è seconda solo agli Stati Uniti (371 miliardi di dollari contro 477). Oggi è leader nell’energia nucleare, nei veicoli elettrici, nella generazione solare, fotovoltaica ed eolica, nell’intelligenza artificiale, nella robotica (droni).

Negli ultimi 15 anni ha triplicato il suo impatto sulle pubblicazioni scientifiche, ha raggiunto il 43% del valore mondiale delle start-up con valore superiore al milione di dollari.

La Cina intende essere il paese guida dell’intelligenza artificiale nel 2030, con un ruolo trainante su tutta l’economia digitale (big data, fintech).

Le big tech cinesi (Baidu, Alibaba, Tencent – BAT) sono al centro di ecosistemi molto dinamici, assai più impegnate delle corrispondenti americane (Amazon, Facebook, Google, Netflix), con il 42% del totale degli investimenti in venture capital in Cina, contro il 5% delle Big Tech americane negli Stati Uniti..

 

La crescita delle big tech cinesi, Alibaba, Baidu, JD.com, Meituan, Pinduoduo,Tencent, è la dimostrazione del successo dello sviluppo nei settori avanzati, ma questa crescita pone questioni rilevanti al Partito Comunista: esso intende controllare gli accessi alla rete, i contenuti, i contatti, finanche la dimensione ed il ruolo pervasivo che questi giganti hanno nella società e nell’economia cinese.

Il caso più rilevante è rappresentato da Alibaba, il gruppo fondato da Jack Ma, personalità dinamica e non accondiscendente, che si è alienato il sostegno del Partito, al quale è pure iscritto. In un intervento tenuto il 24 ottobre dello scorso anno, Jack Ma aveva attaccato i regolatori cinesi in campo finanziario accusandoli di muoversi secondo la logica del “banco dei pegni” e non di una finanza moderna, basata sull’intelligenza artificiale ei big data.

Lo aveva fatto qualche giorno prima che avesse inizio l’offerta iniziale di acquisto (IPO) più importante della storia delle fintech, quella di Ant, società del gruppo Alibaba, con un valore atteso della raccolta pari a 34 miliardi di dollari. Per quale motivo Jack Ma abbia corso un rischio così alto, rimane un mistero.

Secondo molti osservatori, la reazione fulminea e distruttiva dell’autorità di regolazione cinese che ha bloccato l’IPO facendo crollare il valore della controllante Alibaba, è stata scatenata dal suo attacco contro l’arretratezza del regolatore.

Anche se ciò fosse vero, non c’ è dubbio che sia Alibaba sia Ant sia Tencent erano da tempo sotto osservazione.

Alibaba per condotta anticoncorrenziale, Ant e Tencent perché interferiscono con l’attività delle maggiori banche, prevalentemente pubbliche, sottraendo spazio di mercato in particolare nel finanziamento delle PMI, ma anche nelle transazioni per pagamenti, con il 55% gestito da Alipay (Alibaba) e il 38% da WeChat Pay (Tencent).

La giustificazione, in questo caso, è che il regolatore deve impedire “un’espansione disordinata del capitale”.

Ma l’esito dell’ intervento all’ultimo momento sarà quello di danneggiare la credibilità del sistema regolatorio e di mettere a repentaglio l’affidabilità cinese riguardo ai diritti di proprietà.

Ciò conferma che l’accresciuto potere concentratosi nella mani di Xi Jinping porterà ad una limitazione della proiezione internazionale delle aziende cinesi, che verrà compensata in parte dalla crescita del mercato interno, ma con un appesantimento del loro dinamismo, che sarà meno proiettato ad acquisire competitività e più proiettato ad acquisire i favori del Partito Comunista.

Conclusioni.

La Cina sta pianificando uno sviluppo per i prossimi 15 anni che la porti ad un livello generale di benessere comparabile con quello di paesi come l’Italia.

Ma questo non significa che il nostro Paese e l’Europa abbiano tempo a disposizione per prendere le contromisure, poiché la velocità della Cina è, in termini di crescita del prodotto interno lordo, un multiplo della nostra e anche di quella europea o americana.

Il dato medio, infatti, cela già oggi l’esistenza di realtà tecnologiche e di capacità innovative di primo piano.

La Cina sta investendo in conoscenza e tecnologia in modo determinato, per dotarsi di una filiera più integrata, per ridurre la dipendenza tecnologica dall’estero, per affermare nell’ambito dei settori ad alta tecnologia i propri standard come standard internazionali: la lezione di Huawei, che era solo uno standard di mercato, ma non aveva acquisito l’autorevolezza e la credibilità di standard condiviso è stata capita.

Investimenti in formazione e ricerca da un lato, dall’altro, creazione di regole per poter governare il mercato interno e le sfide poste dalle big tech cinesi e infine gli strumenti per gestire un mercato del lavoro e dei capitali che crescono e che rischiano continuamente di destabilizzare il controllo del Partito sulla società e sull’economia.

 

È una sfida molto ambiziosa:

la Cina non ha tradizione di regolazione nel campo dei diritti di proprietà, della tutela della privacy, del diritto societario.

E ha un sistema giudiziario assai rudimentale. Il Codice Civile entrato in vigore in questi giorni è, a giudizio degli studiosi cinesi, il primo codice legislativo del Paese degno di questo nome.

Nel trattare questioni complesse come la tutela della concorrenza o della privacy, a fronte di una esperienza consolidata europea e americana, la Cina deve crearsi il know how e potersi richiamare ai precedenti in sede giudiziaria.

(Quello che lascia stupiti è che in Cina non esistono aziende private : tutte dipendono dalla disponibilità monetaria delle grandi banche pubbliche, rigidamente  sotto il controllo del Partito comunista cinese ! Ndr.)

Esauriti gli spazi di incremento della produttività dovuti allo spostamento della forza lavoro dalla campagna alla città (ma lo spazio è ancora lontano dall’essere esaurito), la Cina dovrà affrontare due temi: la competizione sull’innovazione e la creazione di un welfare più inclusivo che tuteli gli anziani, una quota della popolazione enormemente crescente nei prossimi anni.

Sul piano interno la Cina ha molta strada da fare e complessi problemi di libertà e di consenso che la società pone. Non è affatto scontato che il sistema sempre più rigido che, passo dopo passo, Xi Jinping sta mettendo in campo, sia in grado di rispondere a queste domande.

 Vi è il rischio che le questioni della sovranità continentale su Hong Kong e Taiwan, possano servire da collante all’arroccamento del sistema di potere intorno a Xi Jinping. Mentre la guerriglia tecnologica sulla rete continuerà a svilupparsi per saggiare la resilienza degli avversari.

 

Queste considerazioni non possono consolare i decisori politici europei e occidentali.

Alla domanda se la Cina di Xi Jinping si avvicini o si allontani, è possibile rispondere che essa si avvicina a tutti nel mercato mondiale, che sempre di più la vede primeggiare quale” stato sovrano multilateralista” , e che si allontana, allo stesso tempo, seguendo una propria via e i propri interessi, con una capacità di imporli attraverso un potere economico, tecnologico e di ricerca che prima non aveva. I prodotti cinesi saranno sempre meno “copie”, mentre i servizi cinesi saranno sempre più “domestici” nel senso di addomesticati.

Se la trazione Usa, fino ad oggi, aveva consentito all’Europa di vivacchiare nella sua minuscola dimensione politica all’ombra delle ali dell’aquila dello zio Sam, ora quell’aquila è spennacchiata. Certo, anche il dragone cinese ha i suoi problemi che non sono di facile soluzione, e qui ne abbiamo indicati diversi, ma -a suo modo- li affronta.

L’Unione si muove sul digitale più velocemente dei paesi membri: è un buon segno.

Ma il sacrosanto obiettivo di evitare la babele delle normative sovraniste in materia di digitale, anticipandole con norme europee rischia di appesantire la regolazione complessiva del mercato. Creare un unico mercato interno digitale, ma con un fardello di regolazioni e tassazioni punitivo per l’innovazione e la competizione, sarebbe un risultato peggiore.

Anche sulla ricerca l’Europa ha un ruolo importante, sia sui temi sia sui mezzi messi in campo.

Ma è ai paesi membri che ritorna la palla quando si parla di scuola e di università, ossia delle competenze per produrre innovazione. Qui, dove si gioca il nostro futuro, dobbiamo mobilitare le nostre risorse, politiche, istituzionali, economiche e culturali. Non mancano, ma nessuno sembra interessato a sostenerle per disegnare la società di domani.

(Mario Dal Co -Economista e manager, già direttore dell’Agenzia per l’innovazione).

 

GENESI -LE ORIGINI DEL MONDO E DELL’ UMANITA’.

Vatican.va- Redazione- (6-1-2021)- ci dice :

 

123, (…)

Capitolo 1.

1 In principio Dio creò il cielo e la terra.
2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
6 Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque».
7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne.
8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne.
10 Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona.
11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne:
12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona.
13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni
15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne:
16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle.
17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra
18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona.
19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo».
21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra».
23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne:
25 Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.
30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.
31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

Capitolo 2

1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere.
2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro.
3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.
4aQueste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. 
4bQuando il Signore Dio fece la terra e il cielo,
5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo
6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -;
7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi.
11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro
12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice.
13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia.
14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate.
15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,
17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile».
19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.
20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile.
21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto.
22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.
23 Allora l'uomo disse: è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta».
24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 
25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

Capitolo 3

1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».
2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare,
3 ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto!
5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
6 Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.
7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
8 Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
9 Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?».
10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato».
13 Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
14 Allora il Signore Dio disse al serpente: sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.
15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
16 Alla donna disse: i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà».
17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.
18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre.
19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».
20 L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.
21 Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e le vestì.
22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!».
23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto.
24 Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.

(…).

( Ma tu , profeta di Davos , possiedi poteri divinatori ? Ndr.).

 

 

 

IL POTERE PIEGA I POPOLI

ABOLENDO LA PROPRIETÀ PRIVATA.

Opinione.it- Ruggiero Capone-( 08 gennaio 2021)

Il rapporto tra popolo e potere (o poteri) non è mai stato idilliaco, e storicamente le conflittualità sono sempre state mediate da quelli che oggi definiremmo corpi intermedi, ovvero religioni, tribuni del popolo, mafie, sacerdoti, maghi, sindacalisti…partiti politici.

Va detto che il potere ha sempre cercato di comprare i rappresentanti dei corpi intermedi, quanto meno d’addomesticarli. Inutile ribadire che la storia dei popoli è diversa, ma presenta comunque similitudini.

 Negli ultimi duecento anni le aristocrazie storiche hanno pian pianino ceduto lo scettro a quelle tecnologico-finanziarie.

Il rapporto tra popolo e nuovi padroni del potere è stato comunque calmierato da corpi intermedi come chiesa, sindacati e partiti politici (negli ultimi settant’anni si sono aggiunte le organizzazioni internazionali).

 Ma oggi siamo ad una svolta epocale, ad una resa di conti, tra popolo e potere. Questo perché il potere non ha più bisogno del popolo, degli esseri umani.

 Il potere non ha più bisogno di braccia che lavorino nei campi o nelle fabbriche, e nemmeno di tanti addetti alle manutenzioni edili ed urbane, troppi sono anche insegnanti ed impiegati, pericolosi gli autonomi dediti ad artigianato e commercio. Questi ultimi rappresentano per il potere l’insidiosa classe che potrebbe azionare l’ascensore sociale, tentando la prevaricazione economica nei riguardi del potere consolidato.

Per bloccare ogni tumulto, quindi evitare che vengano insidiati i poteri, è stato siglato un patto di stabilità tra i gruppi mondiali che detengono il potere.

 Il patto tra poteri (amministratori di gruppi finanziari, multinazionali tecnologiche ed industria della sicurezza) prende il nome di “Great Reset”, ed è stato siglato al Forum di Davos circa vent’anni fa, nel 2001:

durante quell’appuntamento, dal titolo “Global information technology report”, si definirono a Davos le basi del “Great Reset”.

Il 2 gennaio 2021, Maurizio Blondet ha pubblicato un estratto dell’Economist (settimanale di Sir Evelyn de Rothschild) in cui si acclarano i postulati di quello storico accordo di Davos:

ovvero soppressione della proprietà privata, limitazione della mobilità dei popoli, limiti al lavoro creativo ed individuale, introduzione della moneta elettronica per scongiurare risparmio individuale ed accumulo di danaro fuori dal controllo dei sistemi bancari, rafforzamento delle norme di sicurezza al fine di controllare l’agire degli individui.

Norme e metodiche che, i potenti di Davos hanno fatto digerire alle politiche nazionali come antidoto alla distruzione del pianeta.

 In pratica la salvaguardia del Pianeta verrebbe garantita con la schiavitù dei popoli.

Nicoletta Forcheri ha già documentato la mitica riunione di Davos sulla web-tv ByoBlu, determinando l’ira del conformismo mediatico italiano: non dimentichiamo che gran parte dei giornalisti italioti gradivano essere ospiti negli alberghi di Davos.

 

Nel 2016 il piano del Forum di Davos viene illustrato dall’Istituto Mises:

 ovvero diviene di dominio pubblico la volontà del potere di abolire la proprietà privata.

Il titolo di quel rapporto (e programma) è “No privacy, no property: the world in 2030 according to the Wef”.

 Quindi entro il 2030 i potenti della terra contano d’aver convinto tutti gli stati del pianeta ad abolite per legge la proprietà di alloggi e strumenti di produzione.

 In questo progetto del potere si rivela provvidenziale la pandemia da Covid, che sta di fatto agevolando la criminalizzazione del lavoro umano (valutato come primo fattore d’inquinamento), del turismo di massa e della socializzazione umana in genere.

 La pandemia sta anche favorendo il depauperamento del risparmio individuale di coloro che non sono parte del sistema: ovvero tutti gli individui che non lavorano per entità statali e multinazionali globaliste.

Perché il Great Reset prevede che debbano essere chiuse tutte le attività individuali artigianali e commerciali, e per favorire l’accordo unico tra grande distribuzione e commercio elettronico.

Obiettivo dei signori di Davos è far decollare il reddito universale (la “povertà sostenibile”) entro il secondo trimestre 2021: sarebbero proprio artigiani e commercianti a dover per primi abbandonare le rispettive attività per piegarsi ad un programma di “povertà sostenibile”.                       La pandemia s’è rivelata fondamentale per l’opera di convincimento al non lavoro.

 

“Oltre la privacy e la proprietà” è una pubblicazione, per il World economic forum, dell’ecoattivista danese Ida Auken (dal 2011 al 2014 ministro dell’Ambiente della Danimarca, ancora membro del Parlamento danese) e parla d’un mondo “senza privacy o proprietà”:

 immagina un mondo in cui “non possiedo nulla, non ho privacy e la vita non è mai stata migliore”.

L’obiettivo è entro il 2030 (scenario di Ida Auken) che “lo shopping e il possesso sono diventati obsoleti, perché tutto ciò che una volta era un prodotto ora è un servizio.

 In questo suo nuovo mondo idilliaco, le persone hanno libero accesso a mezzi di trasporto, alloggio, cibo e tutte le cose di cui abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana”.

 I poteri si sono inseriti in questi disegni utopici e, per fare propri tutti i beni dei popoli, hanno elaborato la trappola della “povertà sostenibile”, il reddito di base garantito. Antony Peter Mueller (professore tedesco di Economia) sottolinea che questo progetto va oltre il comunismo più estremo.

“L’imminente esproprio andrebbe oltre anche la richiesta comunista – nota Mueller – questa vuole abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione, ma lascia spazio ai beni privati.

La proiezione del Wef afferma che anche i beni di consumo non sarebbero più proprietà privata (…)

secondo le proiezioni dei “Global future Councils” del Wef, la proprietà privata e la privacy saranno abolite nel prossimo decennio.

Le persone non possederanno nulla. Le merci sono gratuite o devono essere prestate dallo Stato”.

“La proprietà privata è di ostacolo al capitalismo globalista ”, afferma l’Economist nel suo elogio alle politiche del Forum di Davos.

L’Fmi (Fondo monetario internazionale) ha sposato il programma del Forum di Davos, infatti è partito il programma mondiale di reset del debito:

 in cambio gli stati con maggiore debito pubblico sarebbero i primi a dover garantire ai poteri che i cittadini perdano per sempre la proprietà privata di qualsiasi bene. E chi gestirebbe i beni confiscati?

Le élite, che pensano di risolvere il problema abolendo mondialmente la proprietà privata, hanno già predisposto un unico fondo planetario che controlli i diritti sui beni e terreni.

L’idea, davvero utopica, veniva per la prima volta paventata da George Soros nel 1970, due anni dopo la sua invenzione degli “hedge fund”: il cosiddetto “sistema finanziario buono” che convinse moltissimi hippie sessantottini a trasformarsi in yuppies finanziari di successo.

Ora che il pianeta è ancor più bruciato dai debiti, gli stessi tentano di reinterpretare Karl Marx e Friedrich Engels, e questa volta lo fanno raccontandoci che c’è in “dispotismo asiatico buono” e che poggia sull’“assenza della proprietà privata…chiave della pace per i popoli”.

Un particolare, non secondario per noi italiani, è che ai passati Forum di Davos era ospite fisso Gianroberto Casaleggio (fondatore dell’omonima azienda che controlla i 5 Stelle): ne deriva che, su noi italiani potrebbe abbattersi la sperimentazione d’abolizione della proprietà privata.

Un programma che partirebbe certamente con una modifica costituzionale: del resto l’Unione europea chiede da almeno un decennio che lo stato ponga limiti alla libertà privata in Italia (circa l’80 per cento dei cittadini italiani vivono in case di proprietà).

Ecco che i pignoramenti europei, che dovrebbero colpire i proprietari anche per minimi importi, agevolerebbero la transizione delle proprietà italiane verso un fondo immobiliare europeo.

 Poi la carestia e la mancanza di danaro che decollerebbero entro luglio 2021 (interruzione programmata delle catene di rifornimento) darebbero alla società la grande instabilità economica utile alla svendita dei beni ai grandi gruppi finanziari:

 i “compro casa” (collegati alle grandi finanziarie) stanno affacciandosi al mercato insieme ai “compro oro”.

Di fatto, i potenti della terra stanno riportando l’orologio della storia al tempo di sumeri, babilonesi ed egiziani pre-ellenistici: quindi a prima che il diritto romano desse certezza alla proprietà privata.

Quest’ultima garantiva la libertà dei cittadini, la loro non sudditanza verso un unico padrone, era meritocratica perché costruita da colui che lavorava e risparmiava. Ecco perché lo scrivente condivide le parole (e l’appello) di Maurizio Blondet: “Ciò che viene venduto al pubblico come promessa di uguaglianza e sostenibilità ecologica è in realtà un brutale assalto alla dignità umana e alla libertà”.

Del resto, il discorso di buon anno di Angela Merkel non lascia spazio a fraintendimenti: la potente tedesca ha detto che necessita colpire giudiziariamente i pensatori complottisti, istituendo un reato europeo di negazionismo che permetta di punire chi critica verità processuali, giudiziarie, finanziarie e scientifiche.

La proprietà privata, ed il lavoro libero ed individuale, danno all’uomo libertà e lo sottraggono all’omologazione ordinata dai potenti.

 L’Occidente sta accettando supinamente una dittatura da cui è difficile sortire, perché sicurezza informatica, forze di polizia (eserciti e security di multinazionali), magistratura e governi sono illuminati dai potenti di Davos.

Ed i potenti gestiscono il potere come la propria fattoria, parafrasando il dittatore paraguaiano Alfredo Stroessner: in Paraguay le forze dell’ordine giuravano fedeltà al potere. Quest’ultima è consuetudine in tutte le multinazionali globaliste, le stesse che oggi stanno subentrando al controllo degli stati democratici.

 

 

 

Davos 2020: di cosa

parlano i “poteri forti.”

Startingfinance.com - Cosimo Volpe-(22/01/2020)- ci dice:

 

Il World Economic Forum (WEF) del 2020 è in corso, come ogni anno, a Davos, in Svizzera. Il piccolo centro abitato ospita dal 21 al 25 gennaio le personalità più potenti di tutto il globo. Sono presenti capi di Stato e di governo, innovatori, miliardari ed imprenditori di rilievo ma anche artisti, atleti, attivisti, scrittori ed altre figure culturalmente influenti. Ad esempio, si trova a Davos anche l’immagine del movimento ambientalista Greta Thunberg.

Il World Economic Forum, negli anni precedenti al 2020, è stato spesso dipinto dalle forze politiche populiste in chiave complottista. Sulla scia dell’immagine di Davos come riunione a porte chiuse dei “poteri forti” c’è l’esempio di Donald Trump, che nel 2019 saltò l’evento celebrando il valore della scelta. In realtà il WEF è seguito dai media di tutto il mondo ed i video degli incontri sono aperti al pubblico.

I temi del WEF 2020.

Il 2020 rappresenta un anno importante per il Worl Economic Forum. Infatti l’organizzazione ha modificato il suo manifesto per la prima volta dal 1973, aggiungendo come obbiettivo dell’ente quello di porsi come :

<<[…] guida per le aziende nell’era della Quarta Rivoluzione Industriale>>.

Quindi il WEF vuole puntare a diventare un punto di riferimento nella trasformazione in corso dei business esistenti e nel seguire la nascita dei nuovi, considerando quindi il 2020 come un anno di svolta. Per questo l’Intelligenza Artificiale e la sostenibilità sociale ed ambientale dell’innovazione sono diventati argomenti centrali.

Nei 5 giorni previsti saranno tenuti circa 300 incontri, con dei relatori ai quali potranno poi essere sottoposte domande dal pubblico. Ogni incontro avrà un suo titolo e sarà inserito in una delle 7 categorie previste:

Salvare il pianeta -Società e Futuro del lavoro-Tecnologia per il bene-Equità delle economie- Business migliori-Futures più sani-Oltre la geopolitica.

 Storia del World Economic Forum.

Il World Economic Forum fu fondato nel 1971 dall’economista ed ingegnere tedesco Klaus Schwab. Nato come centro di discussione sul rapporto fra capitalismo e liberismo politico, a partire dalle opere di Milton Friedman. Con una partecipazione limitata alle potenze occidentali, quello che era allora noto solo come Forum di Davos aveva l’obbiettivo di avvicinare gli europei alla mentalità imprenditoriale statunitense. In poco tempo, però, i temi e le partecipazioni all’evento annuale si ampliarono, fino a che non fu ribattezzato World Economic Forum nel 1987.

Nel 2020 il WEF è un’organizzazione senza scopo di lucro con circa 800 dipendenti. Klaus Schwab continua dopo 50 anni dalla fondazione a mantenere il suo ruolo di presidente esecutivo.

 

 

SOLDI E POTERE.

Chi cospira per la bassa inflazione.

Clericetti.blogautore.repubblica.it -Carlo Clericetti-  (5-2-2016)- ci dice :

"Ci sono forze nell’economia globale di oggi che cospirano per tenere bassa l’inflazione", ha detto il presidente della Bce Mario Draghi nel corso di una lecture alla Suerf Conference organizzata dalla Bundesbank a Francoforte. Una denuncia clamorosa, considerando chi l'ha pronunciata.

 Naturalmente le cose cambiano a seconda del senso che Draghi aveva intenzione di dare alla frase: la "cospirazione" può essere oggettiva, ossia derivare da comportamenti che tendono ad altri scopi: per esempio, i sauditi tengono basso il prezzo del petrolio, cosa che è tra le cause della debolezza dell'inflazione, ma lo fanno in funzione anti-Iran e anche per mettere fuori mercato il produttori americani di shale gas.

 E' probabile che la frase di Draghi si debba interpretare in questo modo, e non come intenzione di denunciare che qualche "forza dell'economia globale" stia volontariamente operando per spingere il mondo in deflazione: se così fosse, il presidente della Bce avrebbe avuto il dovere di essere più esplicito e di indicare quali siano queste "forze".

In questo secondo caso, però, si sarebbe trovato di fronte a un paradosso, perché tra i principali colpevoli della "cospirazione" avrebbe dovuto indicare prima di tutto i suoi ospiti, e poi metterci anche se stesso.

Perché l'inflazione così bassa e in molti casi addirittura negativa ha varie cause, alcune di lungo periodo, ma altre che derivano dalle politiche di questi ultimi anni, politiche fortemente volute dal governo tedesco e dalla Bundesbank e alle quali Draghi si è sostanzialmente adeguato, salvo opporvisi in extremis quando l'ottusità dei tedeschi stava per far precipitare il disastro, ma senza che la linea di fondo subisse sostanziali mutamenti.

Tutto comincia negli anni '70, quando il mondo si trova ad affrontare il problema opposto a quello attuale: un'inflazione ruggente provocata dagli shock petroliferi e dalle spese americane per la guerra in Vietnam.

Tra gli economisti comincia a prevalere la teoria quantitativa della moneta, secondo cui l'inflazione è diretta conseguenza, appunto, della quantità di moneta in circolazione.

Alla fine del decennio in Inghilterra e poi negli Usa vanno al potere Thatcher e Reagan, il cui entourage di quella teoria è un convinto sostenitore. In effetti l'inflazione viene sconfitta, e tutto il merito ne viene attribuito a quella teoria economica che così diventa egemone e incontestabile, come una legge della fisica.  Ma non stava accadendo soltanto quello: con la ventata liberista e conservatrice era iniziato anche un profondo mutamento nella distribuzione del reddito, che si concentrava sempre più verso il vertice della piramide sociale - dove aumenta la propensione al risparmio e diminuisce quella al consumo - mentre i guadagni degli strati inferiori e anche della classe media ristagnavano o addirittura diminuivano in termini reali.

Poco dopo avveniva un'altra svolta epocale: la Cina irrompeva sulla scena della produzione mondiale, con i suoi salari a un decimo o meno del costo di quelli dei paesi sviluppati e senza altri costi collaterali per la sicurezza sul lavoro, la protezione ambientale e altre quisquilie del genere. Seguivano gli alti paesi del Far East, e nel frattempo la globalizzazione capitalistica abbatteva le frontiere.

 

C'erano dunque vari motivi per il declino dell'inflazione, ma intanto la teoria quantitativa era diventata egemone e in base ad essa venivano ridisegnati i compiti delle banche centrali. Lo statuto della Bce è di quel periodo e incorpora quei principi, ancor più irrigiditi, se possibile, dall'ossessione tedesca verso l'inflazione.

Quando esplode la crisi le banche centrali fanno il loro mestiere, cioè vanno in soccorso delle banche e aumentano la quantità di moneta. Nel 2008 e parte del 2009 i bilanci di Fed e Bce assumono dimensioni più o meno simili. Poi, dall'autunno 2009 la Fed inizia il quantitative easing e il suo bilancio cresce ancora, mentre la Bce si ferma e lo mantiene un po' al di sotto del picco del 2009. Poi arriva quella che fu impropriamente chiamata "la crisi dei debiti pubblici", mentre, come si è visto, era una scommessa dei mercati sulla rottura dell'euro, e i debiti pubblici erano solo lo strumento per farla. Il bilancio della Bce riprende a crescere, e s'impenna per un importo addirittura maggiore di quello all'inizio della crisi: fino al famoso “whatever it takes” di Draghi, che stronca di colpo la speculazione contro l'euro.

Si ricorderà che contro quella frase, che significava che la Bce avrebbe attuato interventi illimitati per difendere l'integrità della moneta unica, ci fu una rivolta della Bundesbank e ricorsi tedeschi alla loro Corte costituzionale per bloccare l'impegno di Draghi. I mercati, per fortuna, dettero più credito al presidente della Bce che alla follia dei tedeschi.  Ma quella presa di posizione non fu priva di conseguenze. Dall'estate del 2012 tra il bilancio della Fed e quello della Bce si apre una forbice clamorosa: mentre la prima continua nella sua politica monetaria espansiva ed anzi la intensifica, la seconda riduce il suo bilancio riportandolo dov'era prima dell'attacco ai debiti pubblici: circa 1.000 miliardi, mica spiccioli.

Cosa ci può essere dietro questa mossa se non la fede cieca della Bundesbank e dei suoi alleati nel legame tra la quantità di moneta e l'inflazione? Questi movimenti sono ben illustrati da un grafico presentato da Paul De Grauwe nelle recenti "Lezioni Federico Caffè" alla Sapienza

Draghi-stretta.

Ma allora è vero, c' un legame stretto tra la quantità di moneta e l'andamento dei prezzi? Beh, un nesso c'è, ma l'inflazione non dipende solo da quello, come abbiamo visto. Quando la Fed iniziò il suo quantitative easing tutti i monetaristi insorsero, predicendo che di lì a poco l'inflazione sarebbe esplosa. Invece, guarda un po', non è successo.

 Come mai?

 Il fatto è che quando la maggior parte dei consumatori ha le tasche vuote è ben difficile che si precipiti ad ingolfare negozi e supermarket, e se i consumi languono l'inflazione non parte.

 La Germania e i tecnocrati della Commissione non hanno solo fatto pressione per mettere le briglie alla Bce, hanno anche imposto la politica delle "riforme strutturali" e dei consolidamenti di bilancio, oltre a lasciare ai paesi in difficoltà la sola strada delle svalutazioni interne, cioè delle compressioni di salari e pensioni. Willem Buiter,  autorevole capo economista di Citigroup, non appena queste politiche erano diventate chiare aveva osservato: "Un deleveraging di famiglie, banche e Stati tutti insieme? Ma siamo sicuri?".

I bilanci pubblici bloccati nella loro funzione anticongiunturale (cioè di spendere quando la crisi frena la spesa dei privati), i salari fermi o in discesa, una disoccupazione altissima (ancora oggi oltre 17 milioni senza lavoro nell'eurozona): da dove mai potrebbero venire le pressioni sui prezzi?

E come si può pensare che, se non si cambiano queste condizioni, basti inondare i mercati di moneta per farli ripartire? Quella moneta resterà inoperosa, perché non arriva nelle tasche di chi la spenderebbe e nessuno pensa di investire se sa che poi mancherà chi compra.

L'inflazione a zero, dunque, non è che l'altra faccia della politica di austerità, svalutazione del lavoro, distribuzione del reddito sbilanciata verso una piccola minoranza.

 E se la responsabilità maggiore è dei tedeschi e dei tecnocrati che ne condividono l'impostazione, Draghi non è innocente, visto che in tutti i suoi discorsi, dopo aver caldeggiato una ripresa degli investimenti, ha sempre aggiunto che però bisognava farlo nei limiti stabiliti per il risanamento dei bilanci e portando a termine le "riforme strutturali".

 Ossia le politiche che "cospirano" per tenere ai minimi l'inflazione. Verrebbe da dire "Chi è causa del suo mal, pianga se stesso". Se non fosse che a piangere siamo tutti noi.

 

 

 

Prof. Massimo Viglione: “la censura è

lo specchio della dittatura mondialista”

imolaoggi.it- Prof. Massimo  Viglione - (18 Giugno 2021 )- ci dice :

 

Prof. Massimo Viglione – Grazie alla caritatevole attività di spionaggio di persone museruolate nell’anima, sono stato bloccato tre giorni.

Molte altre persone sono sempre più vittime di questa censura sempre più invasiva.

A Francesco Toscano hanno chiuso la pagina qui su Facebook.

All’Avvocato Gianfranco Amato Youtube hanno chiuso di colpo il suo canale cancellando in un attimo tutti i suoi video.

Dittatura mondialista-globalista.

(La vuole : i nazi-comunisti ,massoni-gesuiti-progressisti come  i Dem-Usa, in quanto  contrari alla proprietà privata. Ndr).

La censura – che chi ha creato nei secoli questa società descriveva come cosa mostruosa del Medioevo cristiano – è divenuta oggi lo specchio della dittatura mondialista-globalista  nella quale stiamo cadendo ogni giorno di più.

Sarebbe cosa non solo logica, ma assolutamente imprescindibile ai fini della difesa della libertà politica, civile e di espressione, non solo nostra ma di tutti, compresi le messe sconfinate di imbecilli che godono a fare la spia e a vedere morire ogni forma di libertà e dignità umana, che ci organizzassimo politicamente per porre un freno alla deriva totalitaria.

Occorrerebbe un partito che presentasse mozioni parlamentari su quanto accade e garantisse il diritto costituzionale alla libera espressione: qui non stiamo parlando di qualcuno che dica cose folli o volgarità o bestemmie (in questo caso sarebbe ovviamente lasciato assolutamente in pace) o avanzi proposte omicide. Qui si censura il libero pensiero di liberi cittadini che difendono, a proprie spese e a proprio pericolo, il prossimo e la libertà.

Né può valere il principio che i “social” sono entità private: sui social si fanno affari, si fa pubblicità, si fa politica, si fanno denunce:

solo che questo è possibile solo se si dicono cose gradite ai poteri di questo mondo.

Pertanto, il discorso che sono “privati” non regge affatto, perché tutto il mondo vi partecipa anche dal punto di vista sociale, commerciale e politico.

Se un albergatore non può proibire l’accesso al suo Hotel a chi non gli piace, perché i Social possono togliere la parola a chi non gli piace?

Abbiamo già in mente l’obiezione degli immancabili genialoidi: “Hanno bloccato Trump, figuriamoci se non bloccano noi”.

Le schiere supine che dicono questo sono già perfettamente chinate – al di là di post recriminatori scritti più per avere attenzione su di sé che per fini nobili – “pecorizzate” al mondialismo.

Come sempre accade a chi vuole apparire “intelligente” facendo il disincantato, e altro non è che un perfetto meccanismo di assuefazione alla dissoluzione.

Occorrerebbe, come dicevamo, un partito di “opposizione” che portasse la questione in Parlamento e si battesse per la difesa del principio stesso su cui si fonda la tanto osannata Costituzione italiana.

A tutti ora viene in mente un partito, come logico che sia: la Lega.

Ma la Lega si è appecorata ai poteri di questo mondo, a Draghi, al totalitarismo sanitario, divenendo sostegno dei ricchi contro i poveri, dei padroni contro i servi.

La Lega è pienamente – tra una Nutella e qualche pomodoro – con chi censura e prende per i fondelli i fastidiosi censurati. E non parliamo proprio di Fratelli d’Italia, che queste cose nemmeno le concepisce.

Ovviamente qui scatta la seconda ondata di genialoidi della politica: “Tu non capisci! E’ tutto una strategia per controllare Draghi!”. Dopo mesi, ancora dicono questa fenomenale idiozia.

Questo tipo di genialoidi è ancora più pericoloso e devastante dei disincantati di cui sopra: sono gli “innamorati”… La versione politica dei bergogliani nella Chiesa Cattolica. Ovvero, la negazione spudorata e pervicace della realtà palese delle cose per quelle che sono.

Disincantati e innamorati sono la fine della libertà, della dignità e anche – nel contesto della Rivoluzione sanitaria in corso – della nostra stessa umanità.

Sono gli urlatori sciocchi che innalzano le palme al post-umanesimo in corso.

In fondo, sono i moderati e i conservatori, oggi più invasivi che mai, anche nello stesso mondo legato un tempo alla Tradizione e oggi prono alla Rivoluzione. Effetti magici della paura di massa.

Dobbiamo veramente, per quanto possa apparire cosa impossibile, iniziare a pensare a un’alternativa politica di salvezza nazionale e personale. Chi non lo capisce, è nelle grinfie dei social: avrà la libertà di mettere le proprie foto “belle”, di scrivere i propri post “spiritosi” o “intelligenti”, mentre precipita nei campi di concentramento già pronti o mentre gli ficcano un siero nel corpo.

Il tempo inizia a stringere.

Forse è pure inutile continuare e parlare di vaccini e Covid. Chi ancora non ha capito (basterebbe pensare solo all’Inghilterra: due mesi fa, tutti vaccinati e liberi, oggi tutti chiusi un’altra volta!) non capirà mai ed è destinato al macello.

Invece ora è il tempo di pensare alla Politica. Tanto, l’alternativa è…

Non avete ancora capito?

Siamo al si salvi chi può. Pertanto, chi può – nel senso che capisce e vuole reagire – si salvi unendosi contro Genghiz Khan (o Draghistan).

Poi torneremo a scannarci nuovamente tra noi una volta fermato Genghiz, ma ora dobbiamo fare qualcosa per salvare quanto rimane da salvare.

Tornare a pensare da uomini liberi. Da Europei. Da cristiani.

(Massimo Viglione).

 

 

 

 

 

"Così salta tutto...". Scatta

 l'allarme rosso sul governo.

 msn.com-ilgiornale.it- Luca Sablone -(20-2-2022)- ci dice :

 

Sul governo continuano ad aleggiare nubi minacciose, colme di tuoni e burrasche pronte ad abbattersi appena si entrerà nel vivo dei passaggi politici più cruciali. Dai referendum alle elezioni amministrative, passando per la campagna elettorale in vista del ritorno alle urne nel 2023:

sono tanti gli ostacoli che l'esecutivo guidato da Mario Draghi dovrà superare.

E non sarà affatto facile. Vuoi per la portata degli appuntamenti e i relativi atteggiamenti dei partiti, vuoi per le possibili trappole parlamentari. Proprio su quest'ultimo fronte c'è stato già un piccolo assaggio nei giorni scorsi. Così è scattato l'allarme rosso su Palazzo Chigi, al corrente della situazione altalenante dei prossimi mesi.

L'avvertimento di Zanda.

È stato Luigi Zanda a mettere tutti sull'attenti e ad avvertire che il governo può essere mandato in soffitta se liti e spaccature continueranno a contrassegnare l'operato dell'esecutivo: il senatore del Partito democratico ha fatto notare che se non ci fosse più un'intesa solida tra il premier Mario Draghi e i partiti che lo sostengono, allora "il governo non avrebbe più ragione di esistere".

Non a caso il presidente del Consiglio ha fatto una strigliata alle formazioni politiche, richiamandole al senso di responsabilità e alla lealtà reciproca.

Zanda, intervistato da La Repubblica, si è posto una domanda semplice: da qui alle elezioni nazionali "a chi converrebbe tirare a campare?".

La risposta è altrettanto scontata: a nessuno. Infatti "le scaramucce parlamentari non servono a Draghi, né al Parlamento, né ai partiti".

 Il premier ne uscirebbe indebolito, il Parlamento rischia di ingolfarsi, i partiti temono di perdere le battaglie di bandiera e di conseguenza le preferenze degli elettori.

L'incidente.

Di certo non può passare inosservato l'incidente politico dei giorni scorsi, quando il governo è andato sotto quattro volte durante l'esame delle modifiche al dl Milleproroghe nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali alla Camera. Contro il parere dell'esecutivo sono passati gli emendamenti che prevedono il dietrofront sull'Ilva e sul tetto al contante. Altri temi hanno riguardato le norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali.

Per Zanda tutto ciò "non ha riguardato questioni marginali". In tal senso il centrodestra ha incassato una notevole vittoria sul tetto al contante, che dallo scorso primo gennaio è sceso a mille euro e ora torna per un anno a 2mila euro. Infatti la modifica sposta l'entrata in vigore della soglia più bassa dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. "È giusto che Draghi abbia voluto valutare la tenuta della sua maggioranza. Il punto politico-istituzionale riguarda il Parlamento", è la posizione di Zanda.

In effetti all'orizzonte non mancano temi divisivi che rischiano di dividere ulteriormente la maggioranza.

Le elezioni amministrative e la campagna elettorale per i referendum sulla giustizia sono destinati a segnare l'azione del governo, che rischia di ritrovarsi impantanato tra litigi e veti incrociati.

Non vanno poi dimenticati i temi come la durata del green pass, lo stato d'emergenza, le riaperture, le concessioni balneari. Mine pronte a esplodere ma che possono essere ancora disinnescate onde evitare ripercussioni sulla tenuta della maggioranza.

 

 

 

La nuova “legge UE” consentirebbe

il sequestro della Proprietà Privata

durante le “emergenze” pandemiche.

Gamerlandia.net- ITALIA DEI DOLORI  -(29 Gennaio 2022)- ci dice :

 

«Non avrai più nulla e sarai felice“, World Economic Forum.

UNREDACTED – Secondo quanto riferito, l’Unione Europea sta elaborando una legislazione che consentirebbe a Bruxelles di sottrarre la proprietà privata in caso di «emergenza pandemica».

In un messaggio inedito di Capodanno al suo staff, Thierry Breton, Commissario per l’inter-mercato dell’UE, ha esposto i suoi piani per la creazione di uno “strumento di emergenza per il mercato unico” che includerà un “pacchetto di misure” al fine di garantire la “l’erogazione della sicurezza durante una crisi”.

È probabile che le misure proposte verranno presentate verso primavera e potrebbero includere controlli sulle esportazioni e nuovi poteri che consentano all’UE di raccogliere dati dalle imprese sul loro processo di produzione, sulle loro scorte e sulle catene di approvvigionamento dei loro prodotti, riferisce POLITICO .

Nel suo discorso, Breton ha giustificato la necessità di una nuova autorità affermando che l’Unione Europea «non permetterà agli interessi aziendali di interferire con il maggiore interesse del popolo europeo» (leggi “bene comune“, concetto socialista, ndt).Mentre questo sistema in tutto il continente sarebbe il primo, un certo numero di stati membri dell’Unione Europea ha già provato a sequestrare oggetti privati ​​destinati ad altri paesi nel corso della pandemia.

 

La Francia è stata accusata di mostrare «mancanza di solidarietà europea» dopo aver affermato di aver bloccato la consegna di “centinaia di migliaia” di mascherine in Italia e Spagna per aumentare l’offerta interna.

La Francia ha anche preso di mira il Regno Unito con politiche di «requisizione» aggressive; per esempio, quando il governo Macron ha sequestrato tre camionisti britannici che trasportavano maschere (130.000 unità) e disinfettanti per le mani per i dipendenti sanitari del Regno Unito. Le forniture sono state successivamente autorizzate a essere spedite in Gran Bretagna, tuttavia, è stato solo quando è intervenuto il governo del Regno Unito.

Euroscettico l’ex leader del Partito conservatore Sir Iain Duncan Smith ha parlato della situazione: «Questo mostra tutto ciò che si deve sapere sulla cooperazione europea».

Italia dei Dolori – Queste «leggi» iniziano sempre allo stato embrionale, presentandosi apparentemente innocue; ma quel che più conta è il «concetto» in sé.

Così, potenzialmente, queste “innocue direttive” potrebbero esplodere maturando molto presto, fino a proiettare l’umanità nell’antica distopia del Mondo Nuovo, al punto di lasciare l’amaro in bocca ai folli, quei sognatori utopisti della «Europa dei popoli» o, peggio ancora, a tutta quella massa di terrorizzati cronici mascherati che dopo 2 anni continuano ad affogare nel lutto intellettuale; un lutto innato e paralizzante che li mette in grado di non saper distinguere una formica da un elefante: figuriamoci di riconoscere una fanta-pandemia di natura teo-politica. Sic!

In buona sostanza, con questa “legge sulla requisizione” dettata dalla Unione europea, si aprono ampi ventagli con ulteriori possibilità.

 E, tra queste possibilità, con il pretesto dello «stato emergenziale» perenne (dalla “emergenza fanta-pandemica” alla “emergenza fanta-climatica” alla “emergenza energetica“), vi rientra l’ideologia deterministica e meccanicistica del comunismo, un regime fondantesi prevalentemente sulla violenza politica, sulla preminenza ontologica, sull’uccisione di Dio con conseguente cancellazione della morale e, naturalmente, sulla abolizione delle proprietà privata.

Da siffatta ideologia compulsiva e malata, attualmente nessuno può escludere che nell’imminente futuro si possano verificare limitazioni delle libertà ancor più gravi ed infausti eventi, quali: requisizioni delle case, delle automobili o altro, con la solita giustificazione del «bene comune» o per la «vostra salute» o per la «vostra sicurezza», naturalmente!

Una società zombificata, uniformizzata, non ha necessità di eleganti zone urbanizzate, ma unicamente di spazi delimitati dal fil di ferro; che siano «spazi» digitali o fisici, poco importa, poiché sempre di prigioni trattasi.

 

 

 

Obiettivo: Distruzione del Concetto

d’Identità e di Proprietà Privata.

Gamerlandia.net- ITALIA DEI DOLORI -( 18 Ottobre 2020)- ci dice :

 

Come vedete, o cari figli, lo Spirito ha parlato, ed è stato chiaro.

Non confidate nell’uomo, ma solo in coloro a cui è concesso legiferare

e condurre il popolo di Dio fra gli scogli ed i marosi del razionalismo,

del laicismo, dell’illuminismo, del materialismo, del nichilismo,

del relativismo, del vandeismo, del cognitivismo, dell’idealismo,

del divismo, del menefrechismo, del prosciuttivismo,

del panemarmellatismo, dell’arrostivismo, dell’induttivismo

e del vacanzierismo intelligente.

L’obbedienza spontanea supera sempre quella forzata.

(Senofonte).

 

Il concetto di uguaglianza che stanno cercando ossessivamente d’infondere – attraverso media e sistemi informatici – è verosimilmente quello di rendere le persone UNIFORMATE, portandole così a NON aver più un proprio pensiero, una propria opinione, nessuna identità né personale né nazionale, ad esser collettivisti piuttosto che individualisti .

Solo agendo in modo ladronesco questo (ri)nascente e persistente sistema di oligarchia plutocratica può manipolare le masse per i lerci scopi mondialisti.

E’ assolutamente necessario che le masse imparino a distinguere ed a riconoscere il senso delle parole, il loro significato, la loro radice etimologica. L’oscura ignoranza a livello quasi totale su derivazione e storia delle parole, è il punto di forza su cui fanno leva questi criminali sociali. Ecco come hanno cambiato i significati ORIGINALI di questo termine:

UGUAGLIANZA = UNIFORMARE (parola orrifica), RENDERE TUTTI UGUALI (proprio come tante marionette seriali).

Orbene, volendo erudire e diradare la miopia intellettuale di chi ha resistito a leggere fin qui, giungo a spiegare. Quando le idee arrivano dal passato. Un qualcosa di simile accadde in passato e – precisamente – nel 1796, dove questa prese il nome de “La Congiura degli Eguali“.

Fatto attualissimo e perfettamente il linea con gli obiettivi di “unificazione“, “uniformità” a scopo mondialista. Questa cospirazione fu organizzata in Francia nell’anno 1796 nel mese di maggio, da una società definita “degli Eguali” ove – peraltro – finì per fare un fiasco clamoroso (fortunatamente).

In buona sostanza, lo scopo principale era quello di estinguere, eliminare la proprietà privata. Nel caso specifico, si sostenne la tesi dei “frutti della terra che appartenevano a tutti“, cosicché si andasse ad indottrinare le menti – già poco illuminate – circa l’inesistenza delle differenze sociali tra gli uomini.

Naturalmente, tutto questo portò alla rivolta degli Uguali, i quali insorsero per ripristinare il significato reale di “uguaglianza“. La congiura fu scoperta e – chi la ideò e la mise in atto – fu arrestato e processato. Darthé e Babeuf vennero condannati a morte, mentre Buonarroti fu mandato in esilio perpetuo.

Il mondo globalizzato cui aspirano i banchieri è in qualche modo prefigurato nel progetto filosofico di Kant: una sola lingua, quindi – necessariamente – una sola letteratura, un solo tipo di pensiero in tutto il mondo: questa sarà l’inevitabile conclusione del “progetto” se non sarà fermato.

Sono queste le manovre – con spinte verso la moneta elettronica e altre – che andranno a sommarsi agli ideali simili a quelli di Rousseau, di Mably e di Morelly allo scopo di far perdere completamente l’identità dell’individuo, assieme al concetto inviolabile di “proprietà privata“. Tutto realizzato senza alcun intoppo, grazie ai rievocatori relativisti dei lamenti di Faust nel suo gabinetto gotico.

Ora – nella più grande ignoranza intellettuale dei negazionisti  (o gatekeepers) – complici di chi ci trascina verso il baratro dell’assurdo, condannate ed additate pure le masse “complottiste“. Ma – si tenga bene a mente – che l’inizio della derisione circa complotti e congiure, iniziò appena dal XX secolo: con l’avvento martellante mediatico. La storia è sempre andata avanti a complotti e congiure: è tutto alla luce del sole. Fessi.

 

 

 

 

La Dittatura Occulta in Italia.

Gamerlandia.net- ITALIA DEI DOLORI-(  23 Giugno 2021)- ci dice :

Il prezzo che noi tutti occidentali pagheremo per la nostra inerzia, (e pagheremo, pagheremo), sarà molto alto se i “pianificatori dei popoli” riusciranno a radunare l’umanità nel loro Nuovo Ordine Mondiale.

Sì, su molti versanti, i pianificatori sono i Rockefeller, come confessò una volta l’assistente di John D., Fred Gates:

«Nei nostri sogni abbiamo risorse illimitate e le persone si abbandoneranno con perfetta docilità alle nostre mani plasmatrici».

E, tutto ciò, si è potuto constatare chiaramente con la falsa narrativa della “pandemia” carica di utilitarismo, acciocché queste corporazioni elitarie mondialiste  abbiano da corrodere definitivamente le libertà ed i diritti umani.

Ora, attraverso le ali del tempo, grazie ai contribuenti, i Rockefeller hanno fondi quasi illimitati: l’Italia è uno dei loro imperi prediletti che oggi dominano attraverso la loro Fondazione filantropica, retta da numerosi e devoti lacchè comodamente seduti in poltrona, pronti a ricevere gli ordini dai “pianificatori dei popoli“.

Di conseguenza, la grande massa gelatinosa costituita da tecnocrati, militari e burocrati senza volto a Roma – che nessuno ha mai eletto e che non si possono licenziare -, ora dice ai cittadini come gestire le loro attività, chi possono assumere e chi licenziare, dove e come i loro figli dovranno andare a scuola, quali prodotti potranno acquistare e persino quali cibi dovranno mangiare e quali auto dovranno usare, oltre a come doversi “curare”.

Questa è già una forma occulta di dittatura crescente.

Nel 1901 venne fondata la Rockefeller Institute for Medical Research (oggi Fondazione Rockefeller, molto attiva in Italia): è da questo momento in poi che Frederick T. GATES iniziò a formulare una serie di strategie per avviare gli investimenti nella ricerca e nell’educazione medica, tanto quanto nella salute pubblica.

L’impero Rockefeller (padre dell’OMS), in tandem con Chase Manhattan Bank (oggi, JP Morgan Chase), possiede oltre la metà degli interessi farmaceutici in tutti gli Stati Uniti e oltre.

Così, sarà solo questione di tempo prima che questi dittatori occulti – i Costruttori – dicano quanti figli vi sarà permesso avere ed in quale struttura dovrete andare ad abitare.

Queste forme di dominio dell’Uomo sull’uomo non sono statiche, bensì dinamiche; cioè, tendono ad espandersi sia orizzontalmente sia verticalmente, fino alla realizzazione della distruzione completa della “vecchia società”, in cui vi rientra anche l’uomo:

un uomo che dovrà seguire il “progresso”, permettendo lui stesso di farsi cambiare biologicamente mediante tecniche eugenetiche (transumanesimo), passaggi già visti, impiegati nel periodo della Rivoluzione sovietica, prima; nel periodo nazista, dopo.

Tal processo evoluzionistico è una storia pazzesca: si fonda tra gli ingranaggi di un processo politico (oggi, biopolitico) ed un processo eugenetico, allora coadiuvato da Frederick T. Gates (trisavolo di Bill Gates e “mente attiva” del golpe medico messo a segno per volere di casa Rockefeller): esso viaggia dal 1870 con la riforma eliotiana di Harvard, fissandosi nel 1979 per continuare ad oggi

Infatti, fu il trisavolo di Bill Gates, Frederick T. Gates, a fare il suo primo vero regalo a casa Rockefeller, con l’ideazione di un piano ultrasofisticato atto a dominare l’intero sistema di istruzione medica negli Stati Uniti (espandendosi progressivamente nel mondo intero): è così che nacque la “Comunità Scientifica“, una struttura coesa al servizio dei capricci antropofobici e necrofili di famiglia Rockefeller.

Così, attraverso la dominazione dell’intero quadro d’istruzione medica, atta a deviare e ad omogeneizzare le menti dei giovani studenti, il primo passo si compie a favore dell’organizzazione dell’Istituto Rockefeller di Ricerca Medica.

«NON RIPOSEREMO FIN QUANDO TUTTO SARÀ DISTRUTTO».

(David Rockefeller).

Questa è Storia, signori. Volevo solo dirvi questo.

 

 

 

 

 

 

Morgan Stanley è insolvente – Il Crollo

Finanziario è solo una Questione di Tempo.

Gamerlandia.net- ITALIA DEI DOLORI-(  18 Ottobre 2020)- ci dice :

 

La caduta della House of Morgan è iniziata da quando i prezzi delle azioni sul mercato globale della Morgan Stanley (MS) cominciano a crollare nel New York Stock Exchange (NYSE).

Secondo Rick Wiles: “Ho sentito alcune voci di un’altra grande casa finanziaria che sta per implodere. In realtà, il nome che mi è stato dato è Morgan Stanley. . .  Sta per esser messo sull’altare sacrificale dall’élite finanziaria”.

MS – tecnicamente parlando – è classificata come insolvente su base e valutazione del mark-to-market.

 Con la vendita di attività non strategiche, MS ha potuto “ridurre la propria esposizione europea” attraverso la manipolazione di fondi hedge e l’assegnazione dei fondi per mancanza di società finanziarie.

Alcuni mezzi di comunicazione mainstream affermano che la Federal Reserve Bank entrerà in azione per assistere MS nella sua insolvenza e che la stessa “semplicemente non andrà fuori dal mercato in tempi brevi”.

Tuttavia, sul mercato obbligazionario, MS vien trattata come “una società a rischio”.

 Moody – l’agenzia di rating che vende le loro valutazioni a chi pagherà per uno score di tripla A – ha annunciato il downgrade di MS che metterebbe a rischio tutte le banche degli Stati Uniti.

Otis Caset, direttore della ricerca di credito per la Markit, conferma: “La cosa che ha portato a tutto questa è – ovviamente – l’Europa. La percezione è – correttamente o meno – che Morgan Stanley sia una delle banche americane più esposte ai problemi dell’Europa”.

Nel 2008, con la prima esplosione finanziaria premeditata, la causa per il salvataggio delle banche era una grossa somma di denaro necessaria per rimborsare rapidamente la Cina che aveva acquistato grandi quantità di titoli garantiti da ipoteca che sono andati con le gambe per aria quando fu realizzata la truffa globale.

 Quando la Cina si rese conto che era stata ingannata nell’acquisto senza valore di crediti cartolarizzati che non sarebbero mai stati rimborsati, ne ha invece demandato l’effettiva proprietà.

I cinesi erano pronti ad inviare i loro “popolo” sulle coste americane per la confisca dei beni a loro assegnati, attraverso i contratti di finanziamento cartolarizzati.

Per evitare tutto questo, i contribuenti americani sono stati costretti dall’ex presidente Bush e l’ex Segretario al Tesoro Hank Paulson. Nel corso di tale incidente, è stato detto al Senato degli Stati Uniti di dover approvare con forza un piano di salvataggio di 700MLD di dollari, altrimenti la legge marziale sarebbe stata attuata immediatamente.

Quei soldi sono stati incanalati attraverso la Federal Reserve Bank e cablati alla Cina, così come agli altri paesi che chiedevano il rimborso per le operazioni di cartolarizzazione fraudolente.

Per evitare un’ulteriore catastrofe finanziaria, così come il debito o le minacce di sequestro delle strutture da parte dei cinesi, l’euro è stato imploso coinvolgendo la maggior parte dei paesi europei, in un’insormontabile caduta libera per i quali non furono mai stati destinati a recuperare.

L’esposizione di MS ai titoli garantiti da ipoteca ed alle frodi dei derivati, può aver finalmente portato l’implosione finanziaria in America.

 Come Otis sottolinea, è l’esposizione alla zona euro che era il chiodo nella bara di MS. Solo questo favorisce il fatto che il collasso finanziario in America sia imminente e che le ripercussioni siano già disposte.

Tuttavia, questa implosione programmata delle mega-banche serve solo per soddisfare i piani della élite globale.

John Paulson recentemente ha scambiato le sue azioni in 4.530 mila parti di SPDR Gold Trust (GLD), investendo in profondità nella “Nova Gold Resources”.

George Soros ha anche venduto le sue quote ed interessi in JP Morgan (701,4 mila shares), Goldman Sachs (120.000 shares) e Citigroup (420.000). Ed ha riallocato questi fondi in oro.

L’insolvenza di MS significa che i fondi dei clienti che si tengono nella stessa, possono essere ipotecati-vincolati (o co-misto) da parte della banca nei loro fondi da utilizzarsi per pagare i crediti e debiti nei confronti della banca stessa.

All’inizio di questo mese – il 9 agosto – il 7th Circuit Court of Appeals (CCA) ha stabilito che BNYM potrà esser spostata sulla prima linea di creditori dei clienti a cui sono stati rubati i beni da Sentinel Management Group (SMG).

Prima che SMG crolli nel 2007, Eric Bloom – ex amministratore delegato – e Charles Mosely – capo dell’esecutivo di SMG – avevano guadagnato $500MLN in fondi garantiti dei clienti e furono incriminati perché esposero i fondi separati dei clienti in “derivati ad alto rischio“.

La sentenza della SMG significa che il sistema di regolamentazione della “Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) e Securities Investor Protection Corporation (SPIC) “non garantirà i fondi dei clienti, degli investimenti, dei risparmiatori e dei pensionati titolari di conti in banca.

In realtà, l’istituto bancario è ora legalmente autorizzato ad utilizzare tali fondi depositati dei clienti come garanzia, pagamento sui debiti per i prestiti effettuati od uso gratuito sul mercato azionario per l’acquisto di investimenti: come la banca riterrà più opportuno.

Quando un cliente deposita il denaro in una banca, la banca emetterà una promessa di aver quei fondi a disposizione quando il cliente ritornerà a ritirare la somma depositata.

Con la sentenza SMG, quei fondi diventeranno proprietà della banca, una volta che saranno depositati.

 Se la banca è insolvente, sotto coercizione o depositaria di fallimento, quei fondi depositati dai clienti, potranno esser mescolati con i fondi della banca ed utilizzati ai fini della banca: senza ricorrere al cliente.

Come spiegato nel Readiness Exercise 1984 (Rex84), la fine del dollaro USA – in combinazione con i disordini civili – causerebbe al governo degli Stati Uniti di dichiarare la legge marziale, al fine di mantenere la continuità del governo.

Dal 2010, tutte le mega-banche negli Stati Uniti hanno presentato dei piani di risoluzione alla Fed descrivendo come liquidare i beni bancari senza causare ulteriori danni al sistema fallimentare finanziario.

Vendere gli “assets non-core” – senza sconvolgere gli azionisti mentre proteggono il sistema monetario, i contribuenti e creditori – è il lavoro delle mega-banche che stanno contribuendo solo alla distruzione dei mercati finanziari globali.

Sia Bank of America che Citibank hanno già iniziato la liquidità con la vendita dei loro “assets non-core” che dimostrano come queste due istituzioni finanziarie siano insolventi. Aggiungiamo a questa lista la MS.

Mentre le mega-banche stanno scaricando i loro assets sotto costrizione, stanno acquisendo banche più piccole mantenendo i loro nomi per ingannare il pubblico americano a pensare che siano banche indipendenti come consolidano il potere finanziario negli Stati Uniti.

In risposta all’implosione in arrivo, la Federal Reserve Bank sta inventando moneta elettronica a corso forzoso. In questo modo lo schema Ponzi è in corso [La Grande Truffa – Ponzi Austerity].

 In superficie, sembra essere tutto in ordine.

Tuttavia, sotto copertura e fuori dalla vista del pubblico in genere, la manipolazione dei tassi di assicurazione, dei valori di mercato e ipoteche stanno contribuendo direttamente al crollo totale del sistema bancario.

Si stima che circa il 70% del valore di alcune mega-banche sia fornito dal governo attraverso sussidi. Il che significa che – senza il denaro fornito dal governo degli Stati Uniti – queste banche sarebbero già collassate.

E, guardando il clima finanziario di quanto sta emergendo, sembra che stiamo proprio andando ad assistervi.

In combinazione con le sollecitazioni del Department of Homeland Security (DHS) per 1,8 miliardi spesi in proiettili a punta cava, 1400 chili di materiale esplosivo ad alta densità e le esercitazioni di guerra urbana in fase di realizzazione in tutta la nazione, è chiaro che l’insolvenza di MS sia un’altra prova che il diritto civile in coincidenza con il crollo finanziario è pericolosamente vicino.

Europa ed Italia non ne sono scevre.

 

Chi vuole l’abolizione della proprietà privata.

Corrispondenzaromana.it- Tommaso Scandroglio-(22 Dicembre 2021)- ci dice :

 

Il World Economic Forum (WEF) di Davos ha prodotto uno spot intitolato “8 pronostici per il mondo per il 2030”.

 Questi pronostici, che nell’intento dei realizzatori dovrebbero essere tutti di segno positivo, sono stati indicati dai membri del World Economic Forum’s Global Future Councils.

 Sulla piattaforma dedicata al WEF gli otto obiettivi per il 2030 sono introdotti da un’affermazione che la dice lunga sull’orientamento fortemente ideologico del WEF:

“Come dimostrano la vittoria della Brexit e di Donald Trump, prevedere anche il futuro immediato non è un’impresa facile”. Come a dire:

 i potenti della Terra avevano stabilito che il Regno Unito rimanesse in Europa e che un tizio come Trump non potesse mai sedere alla Casa Bianca, ma le cose, incredibile a dirsi, sono andate diversamente.

Che non accada mai più! E dunque ecco che il WEF corre ai ripari e pone degli obiettivi che dovranno essere raggiunti senza se e senza ma.

Gli obiettivi sono: fissare un prezzo per la CO2 (la famigerata tassa sull’aria che respiriamo da battuta da bar si trasformerà a breve in realtà); il tramonto dell’egemonia Usa a favore di una coalizione di poteri nazionali tra alcune stati;

 privilegiare le cure domiciliari rispetto a quelle ospedaliere; diminuzione del consumo di carne;

riorganizzazione mondiale dei piani di accoglienza degli immigrati;

“i valori che hanno costruito l’Occidente saranno messi alla prova fino al punto di rottura” (ossia uccidere le ultime sacche di resistenza culturale fondate sul connubio tra filosofia classica di matrice greca, diritto romano e soprattutto cristianesimo);

immigrazione verso Marte (sic). Ogni punto meriterebbe una tesi di dottorato, ma qui, per motivi di spazio, ci soffermiamo su un ottavo obiettivo che, in realtà, è il primo della lista che viene così presentato: “Tutti i prodotti diventeranno servizi. ‘Non possiedo niente. Non possiedo un’auto. Non possiedo una casa. Non possiedo elettrodomestici o vestiti’, scrive la deputata danese Ida Auken.

Lo shopping è un lontano ricordo nella città del 2030, i cui abitanti hanno ottenuto energia pulita e preso in prestito ciò di cui hanno bisogno su richiesta”.

 Il relativo claim nello spot sopra citato suona così: “Non possederai niente e sarai felice”. Scritta che compare in sovraimpressione sopra il viso di un giovane dal sorriso beota.

Dunque i potenti della Terra vogliono eliminare la proprietà privata e noi tutti saremo contenti di questo.

Qualche breve riflessione.

Questo obiettivo ha una matrice chiaramente comunista: l’abolizione della proprietà privata è un must del pensiero dei teorici del comunismo puro.

Ogni bene sarà messo in comune, dunque ognuno, come indicato dal WEF prenderà a prestito ciò che gli servirà.

Non si paga nulla e dunque nessun bene è di proprietà di nessuno.

Ecco perché i prodotti spariranno, intesi come merce acquistabile, e diventeranno servizi: come uso del treno per spostarmi, ma il treno non è mio, parimenti userò un’auto per spostarmi, ma quell’auto non sarà mia.

 Lo sharing diventerà universale, ossia riguarderà tutti, e generale, cioè interesserà tutti i beni.

Si tratta di un attacco frontale al diritto naturale e al diritto divino che prevedono in capo ai singoli il diritto alla proprietà privata.

In tal modo lo Stato si impossesserà dei tuoi beni gestendo in modo ancor più pervasivo e asfissiante la tua libertà personale.

Non solo, ma i membri del WEF preconizzano che noi non ci ribelleremo a questo esproprio non più proletario ma statale, bensì ne saremo entusiasti.

 La proprietà, evidentemente per questi signori, è un cappio al collo, un legame che soffoca, un vincolo che porta solo crucci, conflitti interpersonali.

Ritorniamo invece al felice stato di natura dove nessuno possiede nulla perché non vi sono leggi, con il piccolo aggiustamento che sarà lo Stato ad occuparsi di te dalla culla, se ci arrivi, alla fossa.

Nulla di nuovo: è il pensiero illuminista giacobino che con la forza ha tolto i beni all’aristocrazia e al clero e che trova le sue radici culturali nell’empirismo inglese del ‘500.

Pensiamo al filosofo Thomas Hobbes (1588-1679) che, nel suo De Cive, raffigura l’uomo nello stato di natura come un soggetto che potenzialmente ha diritto su tutto. Un diritto dunque assoluto. Una volontà di potere che non si appalesa solo nel diritto di proprietà, ma è anche e soprattutto nel diritto ad un’esistenza pacifica e serena.

Però predicare la possibilità di avere e fare tutto ciò che si desidera porta inevitabilmente ad un conflitto globale: il mio diritto che vuole essere assoluto incontra il limite del tuo diritto, che anche nelle tue intenzioni pretenderebbe di essere assoluto.

Questo contrasto può solo essere evitato tramite la potestas, che genera effetti coattivi, dello Stato.

Prezzo da pagare per garantirsi simile tutela è quello della cessione in mano al princeps dei propri diritti personali, un principe che diventa così Leviatano, figura che preconizza lo Stato hegeliano come suprema e assoluta entità morale.

Dunque l’invito, che diventerà una vera e propria imposizione in futuro, sarà quello di cedere il diritto di proprietà agli Stati e vivere così una vita spensierata: sarà l’approdo del fenomeno socio-politico conosciuto come decrescita felice.

 

Una sorta di povertà generalizzata e coatta che ci dovrebbe rendere più sereni. Prova che il favore delle masse verso l’esproprio volontario diventerà realtà è almeno duplice.

 Da quasi due anni le popolazioni mondiali devono attenersi, chi più chi meno, a forme di restrizioni della libertà personali molto accentuate a motivo della pandemia.

In alcuni casi tali misure sono giustificate, in altri appaiono irragionevoli.

Eppure anche in quest’ultima ipotesi buona parte della collettività appoggia non solo senza fiatare, ma addirittura in modo entusiasta la privazione della libertà personale assumendo poi il ruolo di delatrice di chi non si allinea.

 Il nemico del popolo deve essere stanato e processato.

Simile dinamica avviene anche per i temi ambientali: si rinuncia a prodotti che costano meno per optare per quelli più costosi e in genere meno performanti, però green.

La rinuncia anche in questo caso è entusiasta perché viene rivestita di alto valore etico.

Dunque lo scenario futuro prossimo sarà quello di una massa di persone volontariamente povere e felici di esserlo, verso cui non servirà la spada per convincerla a cedere i propri beni, ma solo la persuasione mass mediatica.

 I cittadini obbediranno scodinzolanti, felici di obbedire.

 E’ l’apice del totalitarismo non più duro e sanguinario, bensì soft e mellifluo. Aldous Huxley, autore de “ll mondo nuovo”, ebbe a scrivere: “La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù”.

 

 

 

La Ue abolisce la proprietà privata

dal 2030: attacco europeo agli italiani.

Ilparagone.it-Redazione- (10 Dicembre 2021)- ci dice :

Dal 2030 l’Ue abolisce la proprietà privata. Come è possibile? Direte voi. Si tratterà certamente di una fake news.

 E invece no.

“Grazie” al nuovo fondamentalismo green, è possibile anche questo. A spiegare come stanno le cose ci ha pensato Daniele Capezzone su La Verità: “La Commissione Ue ha allo studio una direttiva – letteralmente folle – che subordinerebbe la possibilità di vendere (e perfino di affittare!) un immobile al fatto che esso appartenga a una determinata classe energetica. Insomma, in assenza di alcuni standard, l’immobile sarebbe reso inutilizzabile sul mercato”.

Manca solo, come ha commentato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che venga introdotto il “reato di possesso di immobile”.

 Si respira sempre più un clima di aggressione contro la proprietà in generale, e in particolare contro gli italiani.

Continua Capezzone:

 “Non va mai dimenticato che il 70% degli italiani sono proprietari di un immobile: dunque, introdurre norme di questo tipo (a maggior ragione dopo il massacro fiscale deciso da Mario Monti nel 2011, quando la patrimoniale immobiliare fu quasi triplicata) significa colpire al cuore la ricchezza delle nostre famiglie”.

 

Confedilizia è già mobilitata contro questo sproposito, e, insieme a essa, è in campo anche I’Uipi (International union of property owners).

“L’obiettivo finale della Commissione sarebbe quello di imporre in tutta l’Ue edifici a emissioni zero. A questo fine, dovrebbe scattare un maxi piano di ristrutturazione degli edifici esistenti, ancorato ad alcuni standard energetici.

 Sulle date si discute ancora, ma il piano di battaglia Ue sarebbe questo: applicare i nuovi parametri dal 2027, per avere già nel 2035 l’intero parco immobiliare improntato agli standard minimi fissati”.

E qui scatta la parte sanzionatoria, tale da determinare una sorta di privazione del valore commerciale dell’immobile.

Secondo il disegno partorito a Bruxelles, “gli Stati dovrebbero garantire – si legge nella bozza a cui sta lavorando la Direzione energia della Commissione – che le unità immobiliari vendute o affittate a un nuovo inquilino (eccezion fatta, in questo caso, per le unità ricomprese nei condomini) ‘raggiungano almeno la classe di prestazione energetica E, dopo il primo gennaio 2027; la classe D, dopo il primo gennaio 2030: la classe C dopo il primo gennaio 2033’.

Come si vede, obiettivi assurdi in un tempo incredibilmente breve”.

Unica via d’uscita?

L’unità immobiliare si può vendere lo stesso, ma l’acquirente deve soddisfare gli standard entro tre anni. “Insomma, o una stangata prima a danno del vecchio proprietario, o una stangata dopo a danno del nuovo”.

 

 

 

Il diritto alla proprietà privata non è intoccabile.

It.linkedin.com- Massimo F.- (19 ott. 2021)- ci dice :

Non è’ difficile immaginare che il green pass si trasformerà’ tra non molto in una card unica ove confluiranno dati anagrafici, identità digitale e transazioni finanziarie. Allora il progetto del Gran Reset delle Oligarchie Internazionali si concentrerà’ sull’abolizione del contante e successivamente sul diritto alla proprieta’ privata. Il programma è all’insegna dello slogan “2030, non possiederai nulla e sarai felice”.

Nel ripensare la pianificazione sociale dopo il Covid 19, il ministro Francese della Casa Emanuelle Wargon, auspica alloggi collettivi che esaltino “l’intensità felice” ed ha qualificato le case individuali “Un non senso ecologico, economico e sociale”.

l’Economist dei Rotschild e degli Elkann, in un numero speciale del gennaio 2020 ha disvelato la buona novella:

“la proprietà della casa è il più grande errore di politica economica dell’Occidente. È un’ossessione che mina la crescita, l’equità e la fede pubblica nel capitalismo… perniciosa è la disfunzione strisciante che l’edilizia abitativa ha creato nel corso di decenni: città vibranti senza spazio per crescere; anziani proprietari abitanti in case semivuote desiderosi di proteggere la propria veduta dalla finestra; e una generazione di giovani che non possono permettersi facilmente di affittare o comprare e ritengono che il capitalismo li abbia traditi”.

Ma si sa, fanno del tutto per il nostro bene, per renderci felici; ma tranquilli perchè “gli espropri saranno attuati attraverso l’indebitamento delle famiglie e degli individui ; il FMI si offrirà di condonare i nostri debiti, che avrà provveduto a ingigantire e rendere impagabili, in cambio della rinuncia alle nostre abitazioni di proprietà”.

Una deputata del PD lo aveva già ipotizzato alcuni mesi orsono: i pensionati possono ipotecare la propria abitazione per consentirne la sopravvivenza che le misere pensioni non permettono.

Anche la Chiesa, con il suo messaggio pseudo-cristiano ci mette del suo; Papa Bergoglio, appena nominato “guida morale” della Fondazione Rotschild, in un intervista sul Sole 24 Ore del 20 novembre 2020 predicava che “Il diritto alla proprietà privata non è intoccabile”; e su Repubblica dell’11 aprile 2012:” condividere proprietà non è comunismo, è cristianesimo allo stato puro. Il diritto di proprietà è un diritto naturale secondario”

Non riusciamo a trovare una definizione per questo ossimorico paradigma neo-comunista-liberista, sta’ di fatto che l’attacco alla proprietà privata è proprio il logos del comunismo;

un comunismo gestito dai miliardari di Davos nel loro puro interesse.

Secondo le previsioni formulate dal World Economic Forum , nel 2030 le persone non possederanno nulla e «tutti i prodotti saranno diventati servizi».

Ida Auken, parlamentare danese in un suo articolo per il World Economic Forum ha descritto come sarà la vita nel 2030 secondo il progetto di Davos: “Non possiedo nulla. Non possiedo un’auto. Non possiedo una casa. Non possiedo né elettrodomestici né vestiti. Tutto ciò che era considerato un prodotto, ora è diventato un servizio, da affittare e noleggiare”.

E’ difficile immaginare una forma di schiavitù più totale di quella che progettano attraverso una gestione politica di una pandemia indotta.

Diritti costituzionali alienati, parlamento esautorato, dissensi silenziati, gestione dell’ordine pubblico da macelleria messicana, una nazione umiliata, cittadini violentati nell’ assumere una terapia di stato degli esiti incerti .

Non ci rimane che lottare più strenuamente possibile verso questo mostruoso green pass foriero di devastazione sociale ed umana. Se non reagiamo ora, finiremo come il “BONZO” di Enzo Jannacci.

 

 

A 50 anni, il WEF vuole proporre

un modello di capitalismo globalista migliore.

Swissinfo.ch- Jessica Davis Pluss- (20 gennaio 2020)- ci dice :

 

Il fondatore e "patron" del WEF di Davos, Klaus Schwab, nel 1973 scrisse il primo manifesto descritto come il codice etico per i dirigenti economici.

Mezzo secolo dopo il primo incontro, il Forum economico mondiale continua a riunire a Davos l'élite economica e politica del pianeta. Il WEF deve però dimostrare di andare oltre le buone intenzioni e gli slogan accattivanti.

 Glielo chiede la piazza.

Nel 1973, il mondo era diviso a metà dalla cortina di ferro, dalla guerra fredda e da due ideologie politiche ed economiche contrapposte. In quegli anni, il fondatore del WEF Klaus Schwab pubblicò un manifesto in cui sosteneva che le aziende non dovevano puntare solo sui profitti. Fu un'idea rivoluzionaria, in un periodo in cui i giovani scendevano in piazza per protestare contro le guerre.

Appena tre anni prima, nel periodo in cui venne organizzato il primo Forum economico mondiale, il premio Nobel per l'economia Milton Friedman indicò in un articolo pubblicato sul New York Times Magazine che l'unica responsabilità sociale delle imprese era invece quella di aumentare i profitti.

Nei decenni seguenti è la teoria di Friedman ad andare per la maggiore, mentre le idee di Schwab vengono messe in un cassetto, in attesa di tempi migliori.

"Non è stato per nulla facile far passare i miei concetti e farli accettare al mondo economico", ha detto Schwab durante una conferenza stampa tenuta la settimana scorsa e in cui ha condiviso con i giornalisti le sue riflessioni intorno al suo manifesto del 1973.

In occasione del 50esimo incontro annuale nella località alpina di Davos, il WEF rispolvera il manifesto di Schwab, riproponendo il “modello dello stakeholder capitalism”  e ricordando così il mantra del fondatore del WEF, ossia che ciò che fa bene alla società fa bene anche all'economia.

Tenere a bada la regolamentazione.

Il nuovo manifesto di Davos  viene pubblicato in un momento di grande insicurezza per le imprese. Una situazione dovuta alle continue proteste di piazza degli attivisti per il clima e al crescente influsso che i politici vogliono avere sulle attività economiche delle aziende.

E la risposta del mondo economico non si è fatta attendere. L'anno scorso, ha fatto notizia negli Stati Uniti la firma da parte di 180 CEO di un testo in cui vengono ridefiniti gli obiettivi di un'azienda. Gli amministratori delegati hanno dichiarato che in futuro vogliono impegnarsi a favore di tutti gli americani, clienti, dipendenti, società e non fare solo gli interessi degli azionisti.

Oliver Classen dell'ONG Public Eye, organizzazione che negli ultimi anni ha promosso gli eventi anti-WEF, si interroga sulle motivazioni che hanno spinto gli organizzatori del Forum e le società a fare simili dichiarazioni.

"Le imprese non sono mai state tanto sotto pressione come in questi giorni", dice a swissinfo.ch, ricordando tra l'altro gli incendi in Australia. Le aziende, specialmente quelle attive nel settore petrolifero e del gas, sono spinte alle corde affinché adottino misure a favore del clima, ancora prima che vengano varate delle leggi.

La pressione dell'opinione pubblica si è fatta sentire anche in Svizzera. Da oltre due anni il parlamento dibatte sul controprogetto all'iniziativa sulle multinazionali responsabili che chiede alle aziende con sede in Svizzera e alle loro filiali di rispettare i diritti umani e l'ambiente anche all'estero. Il testo sarà probabilmente sottoposto all'elettorato nell'autunno 2020.

Frédéric Dalsace, professore presso l'Istituto internazionale di gestione dello sviluppo IMD a Losanna, riassume così l'attuale situazione per le imprese: "È una gara. Le ditte saranno in grado di definire regole interne al passo con i tempi oppure dovranno intervenire i governi?".

La risposta a tutto è il capitalismo globalista  degli stakeholder?

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 gen 2020 ma  ll 'Manifesto di Davos' lanciato dal Forum economico mondiale (WEF) non convince l'ong svizzera Public Eye.

Non solo belletto.

Il giornale economico-finanziario "The Financial Times" indica che più della metà delle maggiori aziende statunitensi hanno firmato delle lettere in cui dichiarano di impegnarsi per lo "scopo". Anche le imprese segnate a dito dalle ONG cercano di migliorare la loro reputazione.

Per esempio, la multinazionale  globalista basata in Svizzera Glencore ha titolato il rapporto 2018 "Approvvigionamento responsabile di materie prime per la vita di tutti i giorni". Tre anni prima, nel 2015 si descriveva come "un produttore e commerciante di materie prime che opera a livello mondiale".

Ma non sempre le aziende sono disposte a cambiare rotta. La multinazionale tedesca Siemens si è trovata coinvolta in una disputa con gli attivisti per il clima e la stessa Greta Thunberg, per il suo coinvolgimento nella realizzazione di una miniera di carbone in Australia.

Nonostante la pressione dell'opinione pubblica, Siemens ha comunicato che intende rispettare gli accordi presi. Il CEO della compagnia Joe Kaeser ha dichiarato che "sebbene nutra grande simpatia per le questioni ambientali, deve mettere sulla bilancia gli interessi dei vari investitori".

Per Christy Hoffman, segretaria generale dell'UNI Global Union, federazione internazionale che unisce i sindacati del settore dei servizi, "non basta affermare di voler trasformare il mondo in un posto migliore".

"Affinché sia considerato qualcosa di rivoluzionario e non un testo pieno di buone intenzioni, il modello dello stakeholder capitalism deve favorire il passaggio del potere ai lavoratori", spiega a swissinfo.ch.

Altri sviluppi.

Nel cuore dell'universo del WEF.

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 gen 2015  .  Il fotografo Mark Henley ha avuto occasione – cosa più unica che rara – di entrare nel quartier generale del Forum economico mondiale, un centro...

Ci sono molti esempi di compagnie che stanno cercando soluzioni per rispondere alle sfide globali o che hanno cambiato completamente la loro gamma di prodotti o progetti poiché erano incompatibili con i propri valori e la propria etica.

Stando a Dalsace, i consumatori hanno oggi il potere di influenzare le scelte delle aziende. Un potere che supera quello delle leggi, degli azionisti o degli attivisti. "Quando la Nespresso ha messo sul mercato le cialde del caffè, nessuno si è interrogato sulla loro sostenibilità", spiega il professore. "Oggi i clienti chiedono invece un maggior rispetto ambientale e la Nestlé deve proporre un nuovo prodotto più ecologico".

L'unione fa la forza.

Oliver Classen dell'ONG Public Eye teme che il dibattito sul clima distolga l'attenzione dalla questione fondamentale, ossia la responsabilità delle imprese. "È come se i piromani si definissero pompieri. Le aziende si presentano come coloro che trovano la soluzione ai problemi, che loro stesse hanno creato", dice Classen.

Per l'attivista, l'accordo di partenariato firmato l'anno scorso dal WEF e dalle Nazioni Unite è il simbolo del problema.

 Il testo "disegna un quadro preoccupante in cui i dirigenti aziendali diventano i consulenti principali delle agenzie dell'ONU. È l'esempio più scandaloso di presa in ostaggio della governance mondiale da parte delle aziende a cui abbiamo finora assistito".

L'anno scorso, immediatamente dopo la firma di questo accordo, 250 organizzazioni della società civile hanno firmato una lettera  in cui chiedevano alle Nazioni Unite di porre fine all'intesa, sostenendo che la "privatizzazione dell'ONU" avrebbe delegittimato la stessa organizzazione e avrebbe ridotto il sostegno della gente.

In passato, le agenzie dell'ONU sono state criticate per i loro partenariati con le imprese, per esempio quando l'Organizzazione internazionale del lavoro ha accettato un sostegno finanziario dall'industria del tabacco.

Klaus Schwab sostiene che, vista la loro complessità, i problemi possono essere risolti solo insieme.

"I governi, il mondo economico o la società civile devono affrontare insieme le grandi sfide, per esempio quella ambientale o la povertà", ha indicato il patron del WEF.

Dal canto suo, Frédéric Dalsace sostiene che non si possono risolvere i problemi senza coinvolgere le aziende. "Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Ci sono imprese che valgono miliardi di dollari, più del PIL di molti Paesi. L'ONU deve imparare a discutere con tutti gli attori economici per trovare una soluzione".

Il professore indica che nessuno Stato meglio della Svizzera, con tutte le sue multinazionali e organizzazioni internazionali, sa come portare tutti questi attori attorno a un tavolo. "È il modo svizzero per trovare compromessi e risolvere i problemi".

 

 

 

Considerazioni etiche e giuridiche

sull’obbligatorietà dei vaccini anti CoViD-19.

Gognablog.sherpa-gate.com- Redazione -Dario Frassy -  (12 Settembre 2021)- ci dice :

(altalex-com).

Una lettura critica dell’art. 4 del D.L. n. 44/2021 che ha introdotto l’obbligo vaccinale per il personale sanitario.

Considerazioni etiche e giuridiche sull’obbligatorietà dei vaccini anti CoViD-19.

L’obbligatorietà della vaccinazione anti CoViD-19, introdotto dall’articolo 4 del decreto-legge n. 44/2021 per tutte le professioni e gli operatori del comparto sanitario, fa discutere non soltanto per l’aspetto sanitario, ma soprattutto per le implicazioni di tipo etico e giuridico che comporta.

L’Italia è la prima nazione e per ora l’unica ad aver imposto l’obbligo di vaccinazione anti CoViD-19. La norma seppur temporanea, poiché limitata attualmente nella sua operatività alla data limite del 31/12/2021, e circoscritta ad uno specifico settore lavorativo, la sanità, determina importanti riflessi sul rapporto di lavoro per coloro che non intendono accettare l’obbligo di vaccinazione.

 

Il comma 6 dell’art. 4 sancisce che l’inosservanza dell’obbligo vaccinale da parte di coloro che “svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche o private, nelle farmacie o parafarmacie e negli studi professionali” determina la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da SARS-CoV-2.

 

Al comma 8 è disposto che “il datore di lavoro adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni, anche inferiori, diverse […], con il trattamento corrispondente alle mansioni esercitate, e che, comunque, non implicano rischi di diffusione del contagio.

 Quando l’assegnazione a mansioni diverse non è possibile, per il periodo di sospensione […], non è dovuta la retribuzione, emolumento, comunque denominato”. Il precetto normativo, oltre, alle questioni di legittimità e costituzionalità, che affronterò in seguito, crea una macroscopica disparità di conseguenze tra gli operatori del settore sanitario, poiché i soggetti inseriti in strutture organizzate potenzialmente hanno la possibilità di essere destinati a funzioni non a contatto con il pubblico, cosa che evidentemente non è praticabile al singolo professionista che non lavora in strutture organizzate.

L’obbligatorietà dei vaccini in Italia non è tema nuovo in quanto era già stato affrontato nel 2017 con il D.L. 73 che aveva reintrodotto l’obbligo di vaccinazione, soppresso alla fine degli anni ‘90, per determinate malattie.

 La norma è stata un parziale compromesso tra i fautori del vaccino e i “No Vax”. Il D.L. 73/2017, infatti, prevede una sanzione amministrativa per i genitori che non sottopongono i figli a vaccinazione obbligatoria, la quale inoltre è “requisito di accesso” limitatamente “i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia”.

L’impianto giuridico e il contesto sociale su cui si poggia ora il nuovo obbligo introdotto dal D.L. 44/2021 è peraltro profondamente differente da quello a cui fanno riferimento sia il citato decreto del 2017 sia le pronunce della Corte Costituzionale in materia di obblighi vaccinali.

La legittimità dell’art. 4 del D.L. 44/2021 non può che essere valutata in applicazione dei principi costituzionali e in particolare dell’art. 32 della Costituzione in cui è sancito che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività … Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

La norma costituzionale ha una duplice chiave di lettura, da un lato tutela il cittadino nel suo diritto alla salute e nella sua libertà di scegliere le cure, dall’altro riconosce un interesse pubblico alla salute, che può comportare l’obbligo per i singoli a sottostare a trattamenti disposti solo in forza di legge e nei limiti imposti dal rispetto della persona umana.

La Corte Costituzionale si è pronunciata più volte sulla materia, a partire dalla sentenza n. 258/1994 per giungere alla più recente sentenza n. 5/2018, delineando i presupposti, affinché l’obbligo vaccinale possa ritenersi compatibile con i principi dell’art. 32 della Costituzione. In particolare la Corte Costituzionale ha statuito che ”la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 della Costituzione:

a) “se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale (cfr. sentenza 1990 n. 307);

b) se vi sia “la previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili” (ivi);

c) se nell’ipotesi di danno ulteriore alla salute del soggetto sottoposto al trattamento obbligatorio – ivi compresa la malattia contratta per contagio causato da vaccinazione profilattica – sia prevista comunque la corresponsione di una “equa indennità” in favore del danneggiato (cfr. sentenza 307 cit. e v. ora legge n. 210/1992).

 E ciò a prescindere dalla parallela tutela risarcitoria, la quale “trova applicazione tutte le volte che le concrete forme di attuazione della legge impositiva del trattamento o di esecuzione materiale di esso non siano accompagnate dalle cautele o condotte secondo le modalità che lo stato delle conoscenze scientifiche e l’arte prescrivono in relazione alla sua natura” (sulla base dei titoli soggettivi di imputazione e con gli effetti risarcitori pieni previsti dall’art. 2043 c.c.: sentenza n. 307/1990 cit.).”

Per la Corte i principi costituzionali subordinano la legittimità dell’obbligo vaccinale all’imprescindibilità di un “corretto bilanciamento tra la tutela della salute del singolo e la concorrente tutela della salute collettiva, entrambe costituzionalmente garantite.”

La scelta del Governo italiano non sembra trovare alcun riscontro nello scenario mondiale, ove, prescindendo dalle contrastanti analisi e posizioni medico-scientifiche, nessuno stato o istituzione di diritto internazionale si è avventurato sul terreno minato dell’obbligatorietà del vaccino anti CoViD-19 .

Il Consiglio d’Europa ha affrontato recentemente il tema dei vaccini anti CoViD-19 e i relativi riflessi etici e legali, approvando il 27/01/2021 la Risoluzione 2361, nella quale tra l’altro ha espressamente escluso che gli stati possano rendere obbligatoria la vaccinazione anti CoViD-19 (punto 7.3.1) e ha inoltre vietato di usarla per discriminare lavoratori o chiunque decida di non avvalersene (punto 7.3.2).

L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali italiana ha dichiarato che non è pensabile di poter effettuale un passaporto vaccinale sanitario stante la delicatezza dei dati che vi sarebbe contenuti, la variabilità e temporaneità della certificazione stessa in assenza di presupposti scientifici accertati e certi.

Il recentissimo Rapporto pubblicato il 13/03/2021 dall’I.S.S. e redatto insieme a Ministero, A.I.FA. e I.N.A.I.L. mette in chiara evidenza la totale sperimentalità dei vaccini e le conseguenti incertezze che li accompagnano, rendendo in tale quadro non applicabile la compressione del diritto costituzionale alla scelta sanitaria individuale rispetto al limite del supremo bene della tutela della salute pubblica.

Si legge nel rapporto che “Una persona vaccinata con una o due dosi deve continuare a osservare tutte le misure di prevenzione quali il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani, poiché, come sopra riportato, non è ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e/o della sua trasmissione ad altre persone. … non è ancora noto se le persone vaccinate possano comunque acquisire l’infezione da SARS-CoV-2 ed eventualmente trasmetterla ad altri soggetti. … Infine, è verosimile che alcune varianti possano eludere la risposta immunitaria evocata dalla vaccinazione, e, quindi, infettare i soggetti vaccinati. Segnalazioni preliminari suggeriscono una ridotta attività neutralizzante degli anticorpi di campioni biologici ottenuti da soggetti vaccinati con i vaccini a mRNA nei confronti di alcune VOC, come quella Sudafricana, e un livello di efficacia basso del vaccino di AstraZeneca nel prevenire la malattia di grado lieve o moderato nel contesto epidemico sud-africano. … a persona vaccinata considerata “contatto stretto” deve osservare, purché sempre asintomatica, un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato in decima giornata ”

E’ di queste ore la notizia di fonte israeliana che il vaccino Pfizer, l’unico somministrato in tale nazione, non dia copertura alla variante sudafricana; così come recentissimo lo studio tedesco secondo il quale il DNA libero nel vaccino AstraZeneca scatena anticorpi insoliti all’origine delle complicanze spesso fatali di tipo trombotico; e poi ancora nel valzer delle incertezze l’alternanza delle indicazioni medico-scientifiche sulla somministrazione del vaccino AstraZeneca da prima riservato solo agli under 55 e ora, invece riservato solo agli over 60.

L’art. 4 del D.L. 44/2021 non sembra aver tenuto in conto l’insegnamento delle pronunce della Corte Costituzionale in materia, né dei principi etici e giuridici espressi nelle Convenzioni e nei Trattati internazionali.

Allo stato attuale mancano tutti i presupposti di certezza scientifica per imporre l’obbligatorietà del vaccino, il quale dovrebbe rispondere al duplice obiettivo di tutela della salute pubblica, impedendo il contagio dei pazienti da parte del personale sanitario vaccinato, e di tutela immunitaria del personale sanitario dal virus, nonché dalla complicanze vaccinali..

La situazione di sperimentalità dei vaccini anti CoViD-19 non garantisce nessuno di questi due obiettivi: nessuna certezza di non trasmissibilità del virus da parte delle persone vaccinate, nessuna certezza di immunità dal virus; evidenze invece – seppur statisticamente poco rilevanti – di complicanze vaccinali talvolta anche fatali.

La consapevolezza dei dubbi e delle incertezze che ruotano intorno ai vaccini è peraltro manifestata apertamente nel medesimo decreto, che all’art. 3 D.L. 44/2021 introduce un’esimente penale a favore dei sanitari per i reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose conseguenti a reazioni fatali in sventurati sottoposti a vaccinazione.

In questa situazione di incertezza scientifica e di sperimentalità, caratteristica dell’attuale situazione emergenziale è non solo eticamente doveroso che i vaccini restino una libera scelta del singolo individuo, ma è anche giuridicamente dovuto nel rispetto dei massimi principi posti a tutela della persona. In proposito vanno citati gli artt. 1 e 3 della “Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea” – proclamata a Nizza nel dicembre 2000 e diventata giuridicamente vincolante nella UE con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, a dicembre 2009 – i quali garantiscono la dignità umana e l’integrità fisica e psichica di ciascun individuo, nonché il rispetto del consenso libero e informato della persona in ambito medico e biologico; l’art. 8, comma 1, della “Convenzione per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali” – firmata a Roma il 4/11/1950 – che sancisce il diritto al rispetto della vita privata e familiare; l’art. 5 della “Convenzione sui Diritti dell’Uomo e la biomedicina”, approvata dal Consiglio d’Europa il 4/4/1997 ad Oviedo, in cui è sancito il principio del consenso personale libero e informato ai trattamenti sanitari.

E’ giuridicamente infondato, per l’erroneità del contesto, il tentativo di giustificare l’obbligatorietà della vaccinazione anti CoViD-19 richiamando l’art. 2087 cod. civ. e il D.Lgs. 81/2008.

Entrambe le norme chiamano il datore di lavoro alla responsabilità per omessa adozione delle tutele necessarie a garantire l’integrità fisica dei lavoratori.

 Tali disposizioni peraltro vanno interpretate in base all’obiettivo che si prefiggono, ossia di tutelare il lavoratore dai rischi inerenti la lavorazione a cui sono addetti, con particolare attenzione all’adeguatezza e sicurezza del processo produttivo e degli stessi ambienti di lavoro.

E’ di tutta evidenza pertanto che l’attenzione richiesta al datore di lavoro è in relazione unicamente ai processi produttivi e alle condizioni di lavoro da lui dipendenti.

Una pandemia non è sicuramente riconducibile tali principi, in quanto è di tutta evidenza che il datore di lavoro non ha né gli strumenti e le conoscenze per potervi far fronte.

A dimostrazione di ciò sono i Protocolli di Sicurezza anti CoViD-19 recepiti nella legislazione emergenziale, i quali sono ritenuti necessari e sufficienti per espressa previsione di legge a sgravare il datore di lavoro da ogni responsabilità nel caso di contagio dei propri dipendenti.

Da un punto di vista giuridico, prescindendo da ogni considerazione in materia sanitaria e scientifica, l’incostituzionalità dell’obbligo vaccinale introdotto dall’art. 4 del DL 44/2021 è più che fondata per l’attuale contesto.

Ai professionisti e agli operatori sanitari dissenzienti dall’obbligo di vaccinazione o più semplicemente rivendicanti il diritto di scegliere la tipologia di vaccino non sarà né facile, né veloce tutelare il loro diritto di scelta.

Gli Ordini professionali e i datori di lavoro applicheranno, infatti, il disposto dell’art. 4 del D.L. 44/2021 e ai lavoratori così penalizzati non resterà che la via del contenzioso giudiziale innanzi al Giudice del lavoro, che potrà essere loro favorevole solo in presenza del verificarsi di due condizioni.

 Il Giudice dovrà, infatti, ritenere non manifestamente infondata l’eccezione di incostituzionalità della norma, sospendendo il giudizio di merito in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che dovrà accertare l’incostituzionalità della norma impositrice dell’obbligo vaccinale.

A conclusione di questa disamina non può non essere ricordato che la Costituzione ha anche funzione di limite al potere di maggioranza governativo ed è presidio posto a tutela della democrazia nella sua accezione più pura e nobile;

prevaricarla sistematicamente in nome dell’emergenza sanitaria – si pensi ai tanti dinieghi di valori e diritti costituzionali da un anno a questa parte calpestati, quali la libertà di movimento (confinati a casa), diritto al lavoro (attività chiuse), diritto all’istruzione (scuole e università chiuse), libertà religiosa (funzioni e riti sospesi) – non è sicuramente risolutivo della pandemia, ma foriero di un futuro senza certezze e garanzie per i cittadini.

 La Costituzione e il suo rispetto, non sono solo concetti giuridici astratti per addetti ai lavori, ma sono soprattutto gli elementi distintivi di una democrazia.

 I principi costituzionali e i diritti ivi affermati sono più importanti che mai in tempi di crisi. Il CORONAVIRUS si è portato via molte vite e ci ha sottratto molto del nostro quotidiano, la legislazione emergenziale però ci sta sottraendo i valori fondamentali di una società libera: la certezza del diritto.

 

Quali sono i Paesi che prevedono l’obbligo vaccinale contro il CoViD-19.

( Annalisa Girardi.)

(pubblicato su fanpage.it il 6 settembre 2021).

 

Al momento nessun Paese in Europa ha disposto l’obbligo di vaccinazione per i propri cittadini. Molti stanno aspettando che si pronunci l’Agenzia europea del farmaco, in altri casi la discussione non è aperta. Ma come stanno le cose nel resto del mondo?

Ci sono, finora, solo quattro governi al mondo che hanno imposto il vaccino a tutti i cittadini. Si tratta di Indonesia, Turkmenistan, Tajikistan e gli Stati federati di Micronesia.

In Indonesia la vaccinazione contro il coronavirus è obbligatoria per tutta la popolazione a partire dallo scorso febbraio, ancora prima che iniziasse la campagna vaccinale nel Paese. Per i trasgressori sono previste multe fino a 5 milioni di rupie, che corrispondono a circa 400 euro. Una somma altissima nel Paese, dal momento che il salario minimo è di circa 250 euro.

Negli altri tre Paesi, invece, l’obbligo è stato introdotto durante l’estate per far fronte alla nuova impennata nella curva dei contagi. In Turkmenistan l’obbligo è arrivato il 7 luglio 2021 ed è valido per tutti i cittadini e i residenti dai 18 anni in poi. In Tajikistan, invece, il vaccino obbligatorio è stato introdotto il 3 luglio 2021: si tratta del primo Paese al mondo ad averlo fatto. Negli Stati federati di Micronesia l’obbligo è arrivato sempre a luglio nonostante in realtà le rigide misure di contenimento stessero già di per sé tenendo sotto controllo la circolazione del virus.

C’è poi il caso del Kazakistan, che a giugno aveva previsto l’obbligo per almeno il 60% dei lavoratori di una serie di settori, tra cui ad esempio sanità e istruzione. Un mese dopo ne sono stati aggiunti altri, come quello dei trasporti e della vendita al dettaglio. In Arabia Saudita il vaccino è imposto a tutti i lavoratori, sia pubblici che privati, che desiderano tornare al posto di lavoro in presenza. In Australia il vaccino è obbligatorio per il personale sanitario che lavora nelle case di riposo e negli ospedali, ma anche per i dipendenti degli hotel quarantena.

Per quanto riguarda l’Europa, come abbiamo detto, l’Italia è stato il primo Paese a introdurre l’obbligo di vaccinazione per i sanitari. Poco dopo è stata seguita dalla Francia, che ha reso il vaccino obbligatorio per il personale sanitario che lavora negli ospedali, ma anche nelle case di cura e di riposo.

Entro settembre 2021 anche in Grecia tutto il personale sanitario dovrà essere vaccinato.

 

 

 

I "vaccini" Covid stanno causando

 micro coaguli di sangue a milioni...

e non esiste una soluzione medica.

Vaccinedeaths.com- Ethan Huff-(02/08/2022)- ci dice :

I milioni di impatti sulla salute segnalati in concomitanza con i "vaccini" del coronavirus di Wuhan (Covid-19) hanno un legame comune: coaguli di sangue microscopici innescati dalle proteine spike.

Ora è noto che i colpi (vaccini) danneggiano i vasi sanguigni in tutto il corpo. Sono molto peggio, infatti, del covid stesso.

Mentre la piena estensione di ciò che fanno queste proteine spike e micro coaguli di sangue non è ancora completamente nota, è chiaro che non causano altro che danni.

"I coaguli di sangue che si verificano nei vasi sanguigni più piccoli sono indicati come trombosi micro-vascolari e riducono il flusso sanguigno", ha riferito Life Site News. "I sintomi clinici dipendono dagli organi che sono più fortemente colpiti".

Il problema con la micro coagulazione del sangue è che non è visibile ad occhio nudo o anche alle normali scansioni. Eppure il danno che provoca è prolifico.

Quando pompato nei polmoni, ad esempio, la micro coagulazione del sangue indotta dalla proteina spike può portare a embolie polmonari. Se raggiungono il cervello, possono verificarsi confusione o ictus.

"Se si depositano nel cuore, possono causare un infarto o promuovere l'infiammazione", ha aggiunto Life Site News. (Correlato: Una possibile soluzione per il danno alle proteine spike sono i germogli di broccoli.)

 

"Se si depositano nei vasi sanguigni più piccoli che forniscono ossigeno alle mani o ai piedi, possono causare l'intorpidimento di quegli arti e possibilmente richiedere l'amputazione. I coaguli in altri organi, come il fegato o i reni, potrebbero causare il fallimento di tali organi".

Le proteine spike del "vaccino" Covid sono state progettate per distruggere il corpo umano.

Poiché le proteine spike possono depositarsi quasi ovunque nel corpo, il danno risultante può assumere molte forme. Questo spiega perché i "completamente vaccinati" stanno sviluppando tutti i tipi di problemi di salute, alcuni dei quali apparentemente non correlati.

Al momento della stesura di questo documento, più di un milione di segnalazioni di eventi avversi causati da covid jab sono state segnalate al VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System). Sono stati segnalati anche centinaia di migliaia di morti.

L'esperto medico Dr. Peter McCullough ha ripetutamente messo in guardia sui micro coaguli, solo per essere ignorato dall'establishment.

Ha affermato all'inizio del pandemico che la proteina spike stessa sta causando coagulazione e coagulazione del sangue, anche se pochi hanno ascoltato.

La coagulazione indotta dalla proteina Spike è unica in quanto fa sì che i globuli rossi si attacchino insieme, così come le piastrine. Questo è un tipo molto diverso di coagulazione del sangue che ci si aspetterebbe di vedere con importanti coaguli di sangue nelle arterie e nelle vene.

Il medico canadese Charles Hoffe è diventato pubblico la scorsa estate con prove che dimostrano che il 62% delle sue centinaia di pazienti vaccinati ha mostrato numeri elevati sul test del d-dimero, suggerendo la presenza di micro coaguli di sangue.

"Un test d-dimero misura la quantità di fibrina degradata nel sangue", spiega Life Site News.

Oltre a rilasciare questa scoperta, Hoffe ha avvertito che le iniezioni di mRNA (RNA messaggero), che programmano il corpo per produrre le proprie proteine spike, "ucciderebbero la maggior parte delle persone attraverso l'insufficienza cardiaca", immediatamente o più tardi lungo la strada.

Nei prossimi anni, dice Hoffe, quasi tutti coloro che sono stati pugnalati con un ago di mRNA moriranno di insufficienza cardiaca. Il tempo dirà se la sua valutazione si realizzerà.

Chiunque abbia preso il vaccino mRNA da Pfizer-BioNTech o Moderna alla fine, se non l'ha già fatto, vedrà i propri capillari collegarsi. Ad un certo punto, questo si tradurrà in un evento cardiovascolare maggiore che potrebbe portare alla morte.

"In parole povere, ha detto che i colpi di mRNA sono programmati per trasformare il corpo di una persona in una 'fabbrica' di proteine spike e che nel tempo queste proteine spike prodotte in serie causano una progressiva coagulazione del sangue".

Le ultime notizie sui feriti e le morti causate dai "vaccini" del coronavirus di Wuhan (Covid-19) possono essere trovate su Genocide.news.

(NaturalNews.com)-( LifeSiteNews.com).

 

 

 

 

Gli individui completamente vaccinati

costituiscono la maggior parte

dei casi di COVID e dei ricoveri nel NSW.

Vaccinedeaths.com- Mary Villareal-(02/07/2022)- ci dice:

 

Gli individui vaccinati ora costituiscono la maggior parte dei casi e dei decessi di coronavirus di Wuhan (COVID-19) nel Nuovo Galles del Sud. L'ultimo rapporto di sorveglianza COVID dello stato australiano ha mostrato un picco record di casi da quando l'omicron è arrivato alla fine dello scorso anno e la maggior parte dei casi era stata collegata in modo schiacciante ai vaccinati.

Dal 26 novembre dello scorso anno fino all'8 gennaio, circa il 90% di coloro che sono risultati positivi hanno ricevuto due dosi del vaccino.

Escludendo i bambini sotto i dodici anni che non sono idonei per i vaccini, gli individui doppiamente vaccinati costituivano il 98% dei casi. Al contrario, gli individui non vaccinati, o quelli con "nessuna dose efficace" come classificato dal NSW Health, costituivano meno dell'uno per cento dei casi. Ciò includeva anche chiunque avesse preso un colpo di un vaccino a due dosi entro 21 giorni dall'esposizione al COVID.

Anche gli individui completamente vaccinati hanno costituito la maggior parte dei ricoveri e dei decessi COVID nello stesso periodo. Per i pazienti ricoverati in ospedale con COVID, l'82% ha già ricevuto due dosi. Allo stesso modo, gli individui completamente vaccinati costituivano anche circa i tre quarti dei pazienti in terapia intensiva e dei decessi COVID.

Il Nuovo Galles del Sud ha un alto tasso di vaccinazione di 91,5 per gli individui qualificati a partire dalla fine di novembre 2021. Tuttavia, non ha scoraggiato i casi dal salire alle stelle a livelli senza precedenti nelle ultime settimane, poiché lo stato ha visto un numero record di infezioni rivoluzionarie. I ricoveri hanno superato i picchi precedenti da settembre 2021 e sono raddoppiati nella settimana che si è conclusa l'8 gennaio, rispetto alla settimana precedente.

Al culmine dell'onda delta, lo stato ha riportato medie di sette giorni di circa 1.400 casi prima che la maggior parte degli australiani fosse "completamente vaccinata". Tuttavia, i casi giornalieri hanno raggiunto il picco di oltre 90.000 all'inizio di gennaio. Anche i decessi correlati al COVID sono aumentati con una media attuale di 40 al giorno, rispetto a uno solo alla fine di dicembre.

Nonostante le prove di vaccini falliti, il governo del NSW sta ancora richiedendo ai suoi operatori sanitari, insegnanti, personale aeroportuale e operatori sanitari senior di essere completamente vaccinati.

Pandemia dei vaccinati.

I numeri del NSW rispecchiano quelli delle tendenze COVID in Europa, dove i dati recenti provenienti da Danimarca, Regno Unito e Islanda hanno tutti riportato tassi più elevati di infezione tra gli individui vaccinati, con alcuni che la chiamano la "pandemia dei vaccinati".

Nel Regno Unito, i non vaccinati hanno tassi di casi più bassi rispetto agli individui doppiamente vaccinati in tutte le fasce d'età sopra i 18 anni a fine gennaio. I vaccinati hanno anche costituito la maggior parte dei decessi COVID in Gran Bretagna, superando i non vaccinati quasi cinque a uno. (Correlato: Le morti in eccesso aumentano vertiginosamente in ogni paese in cui l'assorbimento del "vaccino" covid è elevato: dati.)

I casi di COVID rimangono curabili per la maggior parte di coloro che lo catturano. I dati di NSW Health mostrano che il 99,4% degli individui non vaccinati sopra i 12 anni che sono risultati positivi tra il 26 novembre e l'8 gennaio sono stati in grado di riprendersi dalla malattia. I bambini non vaccinati sotto i 18 anni hanno anche un tasso di mortalità inferiore allo 0,1%.

NSW Health ha osservato: "Dall'inizio della pandemia, lo 0,2% dei casi [738 persone] sono morti. Questo include 122 residenti di strutture di assistenza agli anziani. "

Nello spiegare perché le persone completamente vaccinate hanno ancora covid abbastanza grave da finire in terapia intensiva, alcuni medici sottolineano che nessun vaccino è efficace al 100%.

 Stephen Warrillow, direttore della terapia intensiva presso l'Austin Hospital di Melbourne, ha dichiarato: "Eventi molto rari, come ammalarsi gravemente quando si è in doppia gravidanza, si verificheranno ancora quando si hanno milioni di persone [che sono vaccinate]".

Ha anche avvertito che alcune condizioni mediche significano che altre sono più a rischio di esiti avversi da COVID nonostante siano vaccinati, come i trapiantati, il cui sistema immunitario è soppresso a causa di farmaci per impedire al loro corpo di rifiutare nuovi organi.

Warrillow ha detto che è un momento particolarmente difficile per le persone che sono immunodepresse perché nonostante facciano tutto bene, come seguire tutti i consigli sulla salute e fare bene, possono ancora ammalarsi molto.

Altri fattori che potrebbero portare a casi COVID più gravi includono obesità, età avanzata, malattie cardiache e altre condizioni croniche come il disturbo polmonare ostruttivo.

Altre storie correlate:

I numeri non mentono: i bambini britannici hanno 52 volte più probabilità di morire dopo il vaccino COVID.

CDC ammette infine che l'immunità naturale è SUPERIORE ai vaccini.

I media mainstream attaccano i sostenitori della libertà sanitaria per aver paragonato i mandati vaccinali all'Olocausto.

Il database del DoD trapelato mostra che le malattie militari statunitensi sono salite alle stelle a causa dei colpi (vaccini) di covid.

il mito di COVID-19 come pandemia di non vaccinati.

(Brighteon.com.)-( LifeSiteNews.com)- (ABC.net.au).

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ex dirigente di Blackrock afferma

che gli scudi di responsabilità di Big Pharma

potrebbero essere a rischio se venisse scoperta una frode.

Vaccinedeaths.com- Ethan Huff-(02/04/2022)- ci dice :

 

Edward Dowd significa affari. L'ex dirigente di Blackrock e guru degli hedge fund ha affermato che se Pfizer e la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti si rifiutano di rilasciare tutti i dati sugli studi clinici "vaccino" sul coronavirus di Wuhan (Covid-19), allora assumerà che si sia verificata una frode.

Poiché la frode sviscera tutti i contratti – questa è la giurisprudenza – ciò significherebbe che Pfizer si assume ogni responsabilità per lesioni e decessi causati dalle sue iniezioni di influenza Fauci.

Lo stesso vale per gli altri giganti della droga (vaccini) (ad esempio, Moderna e Johnson & Johnson) se si scopre che anche loro hanno commesso frodi.

Big Pharma dovrebbe essere una delle industrie più regolamentate del paese, in particolare con la FDA.

 Tuttavia, la dichiarazione generale che i vaccini covid sono "sicuri ed efficaci" combinata con la piena immunità che è stata concessa alle aziende farmaceutiche coinvolte nel plandemic suggerisce che questo "gold standard" non è più affidabile.

"Questo potrebbe essere un game over per aziende come Moderna e altri produttori di mRNA, poiché la grande assicurazione si sta preparando a 'quadrare' con Big Pharma sui pagamenti dell'assicurazione sulla vita legati al vaccino sulla terapia genica COVID", ha riferito il Daily Exposé. (Correlato: Dowd ha parlato con Steve Bannon l'altro giorno e ha spiegato di più su questo a lungo.)

"Pfizer ha ricevuto l'immunità generale dalla responsabilità attraverso l'EUA, tuttavia, sembra che questo prodotto sia mortale secondo Dowd, ma sono altri che sono finanziariamente gravati".

La frode di Big Pharma sta sostenendo Wall Street?

Si scopre che il settore assicurativo sta assistendo a un forte picco di morti da quando i vaccini antinfluenzali Fauci sono stati introdotti da Donald Trump nell'ambito dell'operazione Warp Speed.

Un attuario ha riportato un aumento del 40% delle richieste di morte, aggiungendo che questa cifra si applica a tutto il settore.

"Non è solo una truffa medica", dice Dowd. "È una truffa finanziaria e del mercato dei capitali".

Nel caso di Pfizer, il gigante farmaceutico ha ricevuto l'approvazione per il suo vaccino covid in individui di età pari o superiore a 16 anni il 23 agosto 2021. Quattro giorni dopo, è stata presentata una richiesta di Freedom of Information Act (FOIA).

La FDA ha affermato all'epoca che il prodotto Pfizer "soddisfa gli elevati standard di sicurezza, efficacia e qualità della produzione". Tuttavia, numerosi funzionari della sanità pubblica, media, giornalisti, scienziati, politici e personaggi pubblici hanno sollevato dubbi sulla validità di queste affermazioni.

A peggiorare le cose, la FDA ha cercato di sostenere in seguito che ha bisogno fino al 2076 di rilasciare completamente i documenti Pfizer che sono stati utilizzati per concedere questa approvazione. Questa tempistica scandalosamente lunga è attualmente contestata in tribunale.

Ci si chiede cosa, esattamente, la FDA stia cercando di nascondere per conto di Pfizer e del suo partner BioNTech, entrambi i quali affermano che i dati non dovrebbero essere rilasciati perché presumibilmente contengono "informazioni riservate sul segreto commerciale e commerciale", nonché le "informazioni sulla privacy personale dei pazienti che hanno partecipato a studi clinici".

L'Exposé afferma che entrambe queste aziende e la FDA devono essere costrette a fornire i risultati degli studi clinici nella loro interezza per la sicurezza del pubblico, molti dei quali sono bambini.

Dal momento che sono riluttanti a farlo, Dowd può solo presumere che l'intera faccenda sia fraudolenta, "e con gli eventi avversi e le morti già noti derivanti dal loro vaccino di terapia genica, come possiamo non farlo?" ha aggiunto l'Exposé.

"I grandi assicuratori e le grandi aziende farmaceutiche sono tutti di proprietà degli stessi hedge fund (come i maggiori stakeholder), Vanguard, State Street e Blackrock", ha scritto un lettore. "Il loro denaro deriva da bankster, reali e altri mafiosi".

"I grandi assicuratori non 'faranno quadrato' contro big pharma, proprio come la 'Russia' non farà quadrato contro nessuno a meno che gli stessi mafiosi non vogliano una guerra. Questo è tutto teatro."

Le ultime notizie sulle iniezioni di virus cinese possono essere trovate su ChemicalViolence.com.

(DailyExpose.uk)-( NaturalNews.com).

 

 

 

 

I 5 VACCINI più TOSSICI mai inventati

e come mutilano e uccidono gli esseri umani.

Vaccinedeaths.com- S.D. Wells -(02/07/2022)- ci dice :

Se i mass media e i finanziamenti delle grandi case farmaceutiche non fossero dietro le favole stampate e raccontassero che i vaccini sono "sicuri ed efficaci", la scienza dimostrerebbe il contrario.

Se i medici negli Stati Uniti criticano o mettono in discussione i vaccini, vengono immediatamente zittiti  da AMA, CDC e FDA.

 Sono tutti istruiti a incolpare qualsiasi altra cosa per eventuali lesioni o morti causate da iniezioni e vaccinazioni che non sono mai state dimostrate sicure o efficaci dalla scienza.

 Anche gli studi peer-reviewed sui vaccini sono falsi, falsificati e deformati per soddisfare i risultati che vogliono pubblicare, infatti, alcuni di quegli studi si sono già rivelati essere frodi generate dal computer e hanno dovuto essere ritirati.

La teoria di come funzionano i vaccini è reale, ma il loro design non è quello di prevenire le malattie, ma piuttosto di causare disturbi del corpo umano, in tutti i sistemi.

Il sistema nervoso, il sistema immunitario, l'apparato digerente e il sistema vascolare sono ora tutti bombardati da vaccini tossici che causano malattie croniche e morte, e questa non è solo una preoccupazione a lungo termine.

 Medici e scienziati stanno protestando contro  le iniezioni di Covid, che in realtà non sono affatto vaccini. Un tempo, i vaccini erano progettati per rovinare i batteri intestinali buoni, ma ora cambiano le cellule umane per creare tossine dall'interno.

 

Il colpo (vaccino)di polio ha diffuso il cancro.

 La maggior parte delle persone non lo sa. Simian Virus 40 (SV40) è stato trovato in vaccini antipolio che sono stati iniettati in 100 milioni di americani tra il 1955 e il 1963.

Nel caso in cui non lo sapessi, SV40 è un virus che promuove il cancro e il CDC una volta aveva una pagina di fatti sul loro sito web a riguardo. È stato stimato che fino a 30 milioni di americani avrebbero potuto ricevere una dose contaminata.

Hai il cancro?

 Controlla gli ingredienti del vaccino elencati sull'inserto che medici e infermieri non ti hanno mai letto.

Questo ci porta ai 5 jab più tossici mai inventati che danneggiano il corpo umano:

#1. Covid mRNA e proteine payload iniezione "vaccini" e "booster".

#2. Vaccino antinfluenzale multi-dose (noto anche come vaccino antinfluenzale).

#3. Vaccino contro il virus del papillomavirus umano (HPV).

#4. Vaccino contro morbillo / parotite / rosolia (MMR).

#5. Vaccino contro il rotavirus.

I vaccini di oggi non solo contengono versioni vive di malattie che non stanno nemmeno affrontando, ma contengono anche OGM, ormoni di mucche infette, maiali, polli e scimmie, combinazioni di virus non testati (come H1N1), alluminio, mercurio, emulsionanti e batteri incrociati di animali, zanzare e esseri umani malati.

Ecco alcuni altri vaccini tossici che non avrebbero mai dovuto essere approvati per l'uso, tanto meno considerati "sicuri ed efficaci".

Vaccino contro il virus vivo del morbillo: (Attenuvax) Realizzato da Merck. Vengono somministrate due iniezioni; uno a 1 anno e un altro a 4 anni. Contiene gelatina, sorbitolo, cloruro di sodio, siero bovino di mucca, proteine dell'uovo e albumina umana.

Vaccino contro il morbillo e la parotite virus vivo: (M-M-Rvax) Prodotto da Merck.

 Iniettato in bambini di un anno. Contiene gelatina, sorbitolo, cloruro di sodio, siero bovino vaccino e albumina umana.

Vaccino contro la difterite, il tetano e la poliomielite: cinque iniezioni somministrate tra i 2 ei 6 anni di età, più richiami "raccomandati" ogni 10 anni. Contiene formaldeide, fenossietanolo e fosfato di alluminio.

DTaP, IPV, HBV e Hib: (Difterite, tetano, pertosse; poliomielite; epatite B e Haemophilus influenza di tipo B) Somministrato a neonati da 2 a 12 mesi con richiami meno di un anno dopo. Contiene idrossido di alluminio, formaldeide e siero bovino di mucca.

Gardasil HPV: vaccino contro il papillomavirus umano prodotto da Merck. Somministrato a bambini di età inferiore ai nove anni per una rara malattia sessualmente trasmissibile. Contiene polisorbato 80, cloruro di sodio, alluminio e una forma "denaturata" (frammentata e indebolita) del virus.

E gli eventi avversi che provengono da specifici ingredienti del vaccino ...

Siero bovino di mucca: estratto dalla pelle di mucca. Quando iniettato provoca disturbi del tessuto connettivo, artrite e lupus; anche mancanza di respiro, bassa pressione sanguigna, dolore toracico e reazioni cutanee.

Sorbitolo: dolcificante sintetico che metabolizza molto lentamente e aggrava l'IBS e i problemi gastrointestinali.

Gelatina: derivata dal collagene all'interno della pelle e delle ossa degli animali. L'iniezione di gelatina comporta il rischio di infezione da ormoni sintetici della crescita e infettività della BSE (morbo della mucca pazza).

Cloruro di sodio: aumenta la pressione sanguigna e inibisce la contrazione e la crescita muscolare.

 

Proteine dell'uovo: i vaccini sono preparati nelle uova (certamente non biologiche). Può contenere ormoni della crescita, antibiotici e batteri della salmonella.

Thimerosal: un mercurio neurotossico che causa l'autismo: ci sono 25 mcg in un vaccino antinfluenzale medio e il limite di sicurezza EPA è di 5 microgrammi, quindi i bambini che vengono vaccinati contemporaneamente a più vaccini * ricevono oltre 10 volte il limite di sicurezza del mercurio in un giorno.

Albumina umana: la porzione proteica del sangue dal plasma venoso umano aggregato; quando iniettato provoca febbre, brividi, orticaria, eruzione cutanea, mal di testa, nausea, difficoltà respiratorie e frequenza cardiaca rapida. L'iniezione di "sangue in pool" può causare una perdita di massa cellulare corporea e causare infezioni da virus dell'immunodeficienza, o contenere SV40, AIDS, cancro o epatite B da tossicodipendenti.

Formaldeide: fluido altamente cancerogeno utilizzato per imbalsamare i cadaveri. Classificato come uno dei composti più pericolosi per la salute umana; può causare danni al fegato, problemi gastrointestinali, deformazione riproduttiva, difficoltà respiratorie e cancro. Inoltre, è noto che la formaldeide non riesce a disattivare il virus che il vaccino è destinato a curare, consentendo così a un virus vivo di entrare nel sangue e infettare il sistema.

Fenossietanolo: un etere glicole / chimico; altamente tossico per il sistema nervoso, i reni e il fegato. La FDA avverte che "può causare arresto del sistema nervoso centrale (SNC), vomito e dermatite da contatto" nei cosmetici; immagina quando iniettato nel sangue.

Fosfato di alluminio: aumenta notevolmente la tossicità del mercurio, quindi la cautela sulla tolleranza minima al mercurio è quindi gravemente sottovalutata. Gli scienziati del CDC e tutti i medici ne sono ben consapevoli.

 

MSG (glutammato monosodico): Quando iniettato diventa una neurotossina, causando disturbi del SNC e danni cerebrali nei bambini.

Gli apologeti del complesso industriale corrotto dei vaccini non sono difficili da trovare.

Ecco la storia del Dr. Paul Offit, uno scienziato dei vaccini e pediatra che ha rastrellato milioni dall'invenzione della mortale iniezione di virus suino che ha chiamato "RotaTeq".

 Lo ha venduto al CDC, finanziando anche i suoi stessi pazienti che, dopo aver ottenuto il colpo mortale contaminato di proposito con un virus mortale del maiale chiamato circovirus, i bambini sviluppano orribili traumi intestinali. L'ironia è che il rotavirus può causare grave diarrea, quindi è la copertura perfetta.

Come oggi, con i colpi di "coagulo" covid, tutta la carneficina del vaccino che si sta svolgendo all'interno della pecora iniettata è incolpata di condizioni preesistenti o "lungo Covid".

 È così che il Dr. Paul Offit ha fatto fortuna, facendo ammalare milioni di bambini di un virus suino che non avrebbe mai dovuto essere in un vaccino per il rotavirus.

 I vaccini antinfluenzali Fauci NON dovrebbero contenere istruzioni per le cellule umane per creare miliardi di prioni che ostruiscono il sangue, gli organi di pulizia e il cervello. Questo non ha nulla a che fare con la costruzione dell'immunità a nulla.

Eppure, il pediatra più pericoloso del mondo sta ancora facendo le sue azioni sporche, infettando i bambini in tutta la nazione e finanziando il processo.

Se i controlli e gli equilibri adeguati dovessero mai trovare la loro strada per attraversare il VIC, il complesso industriale dei vaccini, molti medici e scienziati si ritroveranno in una cella di prigione a fissare quelle barre verticali per i decenni a venire.

(Pandemia.notizie- TruthWiki.org- NaturalNews.com -DailyExpose.uk).

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