GLI UOMINI UMILIATI NELL’ONORE E NELLA DIGNITA’ DAI GLOBALISTI.
GLI UOMINI UMILIATI NELL’ONORE E NELLA
DIGNITA’ DAI GLOBALISTI-
MONDIALISTI del “NWO” e del “NWE”.
Transevolution. L'era della decostruzione umana ,
di Daniel Estulin .
ariannaeditrice.it -Libro di Daniel Estulin -Redazione
-( 10-2 2022 )- ci dice :
Descrizione.
Utilizzando
un rapporto del governo del Regno Unito, “Tendenze strategiche 2007-2036”, Daniel Estulin crea un'immagine 3D
del futuro per spiegare come i progressi scientifici e tecnologici, distruzione
economica, la sovrappopolazione, conquista dello spazio e la gara per l'immortalità si scontrano in una lotta mortale tra i super
ricchi e resto dell'umanità.
Senza
dubbio, stiamo assistendo ad una esplosione senza precedenti nella conoscenza
scientifica e abbiamo imparato di più negli ultimi 50 anni che in tutta la
storia umana. Grazie alle meraviglie della scienza. Estulin in questa nuova opera ci
spiega che ora, attraverso la genetica, la robotica, le tecnologie
dell'informazione e la nanotecnologia, abbiamo i mezzi per controllare la
materia, l'energia e la vita stessa.
Non
abbiamo mai visto nulla di simile prima e questo solleva profonde domande su
ciò che significa "essere umano".
UN
MONDO PERVERSO DI MALVAGI.
Accademianuovaitalia.it-
Francesco Lamendola-(4 -2-2022)- ci dice :
Il mondo perverso onora i malvagi e
perseguita i santi. Vaccinati che odiano i non vaccinati? Tra "fascino del
male" e libero arbitrio: lo spettacolo sconcertante e pauroso di una
maggioranza che odia visceralmente la minoranza .
(
Francesco Lamendola). ( accademianuovaitalia.it/images/gif/Italia/Volonte/0-COMPLETO_SUPER.gif).
Fino a
quando la malvagità rimane entro certi limiti, suscita scandalo, orrore e
disgusto; la gente evita i malvagi, e perfino le persone moralmente mediocri si
tengono alla larga dai peggiori, con i quali non s’identificano affatto.
Ma
quando la malvagità si diffonde a macchia d’olio e non trova alcuna resistenza;
quando i mezzi d’informazione e d’intrattenimento veicolano in continuazione lo
spettacolo del brutto, del deforme, del sacrilego; quando artisti, scrittori,
registi, pensatori (o sedicenti tali, il che non è la stessa cosa, ma i palati
grossi non colgono la differenza) fanno a gara nel lodare, esaltare, celebrare
la perversione e nel rovesciare il bene in male e il male in bene: a quel punto non solo cessano le
reazioni, ma si direbbe che la maggior parte delle persone si abitui a vivere,
per così dire, nel fango e nell’infamia.
Non
trova più nulla di strano nel fatto che l’immoralità sia divenuta la regola, e
che i galantuomini siano derisi e sbeffeggiati; non si stupisce, né s’indigna se i
malvagi incontrano le lodi e l’approvazione della cultura dominante, magari col pretesto che hanno
sfatato dei tabù, che hanno spezzato delle catene, che hanno contribuito, sia
pure alla loro maniera, a una non meglio precisata “liberazione” dell’uomo.
E a quel punto ha inizio la fine:
la società è giunta al capolinea e la sua
estinzione è solo questione di tempo, perché se le mele marce infettano tutto
il cesto, non c’è più speranza di salvezza e la diffusione della lussuria,
della superbia, della cupidigia, dissolvono uno ad uno i nodi e i tessuti che tengono
insieme la vita sociale, a cominciare dalle istituzioni pubbliche, per
terminare con la società fondamentale, la più necessaria e la più vera: la
famiglia naturale formata da un uomo, una donna e, se possibile, dei bambini
nati dal loro amore.
Il
mondo perverso onora i malvagi e perseguita i santi ?
L'esempio del subdolo meccanismo che si è
instaurato in rete, con la comparsa di figure quali gli influencer, i quali a loro volta possono
generare una sotto-categoria che non ha un modello da ammirare ed imitare, ma
solo un bersaglio da odiare, gli heaters.
E ce
ne sono a migliaia, a milioni.
Questo
deve far riflettere: nella società attuale esistono milioni di persone il cui
principale hobby è manifestare il proprio odio, la propria avversione, il
proprio disprezzo nei confronti di qualcun altro!
Quando
una società è sprofondata nel disordine morale, l’indizio più certo di ciò non
è tanto l’attenzione benevola, per non
dire l’ammirazione spinta fino all’entusiasmo idolatrico, che essa rivolge alle
persone cattive, quanto, più ancora, il disprezzo, l’odio e la persecuzione che
si abbattono sulle persone buone.
È quello l’indizio decisivo.
Quando
una società perseguita i santi, vuol dire che è arrivata al suo più basso
livello morale, e sta covando con furiosa pazzia il male che la condurrà
all’auto-distruzione.
Perseguita i santi perché la loro stessa
esistenza è un implicito rimprovero dell’abiezione generale: finché essi
vivono, finché godono di un certo rispetto, finché vengono ascoltati anche da
pochi, rappresentano la condanna vivente del loro sistema di vita e quasi uno
schiaffo permanente a ciò che essa, invece, persegue con la massima
determinazione: la ricerca del vantaggio e del piacere attraverso il male.
I
santi devono sparire, e se non li si può sopprimere, li si deve demolire con
l’arma della calunnia, perché se ci sono loro il diavolo non ha partita vinta,
e le sorti della grande battaglia fra il Cielo e l’Inferno per il possesso
delle anime sono ancora fluttuanti ed incerte.
Del
resto, quelli che il mondo non odia né perseguita, vuol dire che santi non
sono: perché solo i santi danno fastidio alle forze del male e hanno la
capacità di farle infuriare.
Attenzione:
questo non vuol dire che tutti i perseguitati siano dei santi, ma è certo che i
veri santi, a un certo punto, suscitano l’ira del principe del mondo e attirano su di sé delle
persecuzioni, sovente già all’interno della Chiesa stessa, come prova, fra le
altre, la vicenda terrena di Padre Pio.
Il che
prova che non esistono oasi felici, aree protette o zone affrancate dal male:
il male può insinuarsi ovunque e nella Chiesa più che mai, per la semplice ragione che
la Chiesa, da sempre e per la sua stessa natura, è il suo principale Katechon,
nonché il semenzaio dei santi, e dunque è contro di essa che le forze
dell’Inferno si gettano con tutta la rabbia, ma anche con tutta la perfida
astuzia, di cui sono capaci.
I
grandi burattinai e il loro "Golpe Pandemico" ?
Le
persone avrebbero potuto non ascoltarli, vedere l’inganno e reagire: ma la
maggior parte non era più in grado di farlo perché da tempo aveva abdicato
all’uso del libero arbitrio. Pertanto è da qui che bisogna ripartire: dall’uso del libero
arbitrio!
Scriveva
Rino Cammilleri nella sua Vita di Padre Pio (Piemme, 1993, e Mondadori, 2006, pp. 303-304):
Quel
che stupisce è il paragone tra questa vicenda [ossia la persecuzione di padre
Pio, specie la seconda, quella del 1960] e le prediche in mezzo alle quali
siamo nati e con le orecchie piene delle quali moriremo.
Certo
clero straripa “solidarietà”, “carità” e “accoglienza” anche dalle narici. Ce
n’è per tutti: gay, tossicodipendenti, profughi, immigrati, zingari, indios
amazzonici, animali in via d’estinzione, terroristi e criminali comuni.
Per i
teologi del dissenso, per gli eretici e per i pagani, poi, il trattamento è
ancor più di favore. Per fortuna i comunisti dichiarati sono quasi scomparsi,
perché per essi c’era un’attenzione privilegiata, così come ci fu a suo tempo
per abortisti, divorzisti e radicali vari.
Per
Padre Pio, “prudenza”. E sbarre di ferro. Tutto a difesa del “popolo di Dio”,
anche se tale popolo, così immaturo e infantile da non capire qual era il suo
vero bene, di tanta difesa non sapeva che farsene. Anzi, nella sua insipienza arrivava
più volte al punto di minacciare fisicamente i suoi difensori.
Sono
misteri della fede cristiana. Anzi, cattolica.
Torna
in mente l’aneddoto del sant’uomo (medioevale, perché è da quell’epoca che
viene il novantanove dell’aneddotica edificante) cui Dio concesse per un
momento di vedere i demoni nell’aria su una grande città ce n’era solo uno, che
aleggiava pigramente, ma sopra un povero conventino di campagna infuriava una torma
intera.
Spiegazione:
in quel conventino i monaci si sforzavano di restare fedeli a Dio, gli uomini
della grande città si sforzavamo di peccare a più non posso (per cui di diavoli
ne bastava uno, tanto per controllare che non cambiassero idea). Morale: è sulla Chiesa Cattolica
che l’intero Inferno insiste, cercando di seminare disordine e confusione.
Niente paura, è tutto previsto: “non praevalebunt”.
La
responsabilità che hanno gli intellettuali e gli uomini e le donne di
spettacolo? Sono essi che hanno una vasta presa sulle masse, anche se, a loro volta,
sono stati gonfiati e trasformati in personaggi “autorevoli” dai mass-media,
senza i quali sparirebbero nella folla con la stessa subitaneità con la quale
ne sono emersi!
E sul
peccato dilagante nella società al punto da trasformare quest’ultima, che fino
a un tempo relativamente recente era vissuta nel santo timor di Dio, in una
vera e propria Città del Diavolo, per dirla alla maniera di Sant’Agostino,
sempre lo stesso Autore ha parole chiare e illuminanti, specie sulla
”rivoluzione” del ‘68 (op. cit., p. 342):
Era il
1968 e il “Sessantotto” cominciava a dilagare.
I “campus” americani e la Sorbona francese
aprivano le dighe della contestazione. Chitarre, slogan e miti acquariani
avrebbero fatto letteralmente impazzire una generazione e lasciato senza punti
di riferimento quella successiva.
Vecchie ideologie ammuffite si sarebbero
inserite nel fermento generale e, spacciandosi per novità, avrebbero portato i
figli a uccidere i padri per il trionfo dell’utopia.
Da
quel momento sarà una sequenza di orrori: terrorismo, droga, aborto, nichilismo,
satanismo.
Il mondo se ne sarebbe andato verso l’abisso, per usare le parole di
Solzenicyn, al ritmo di una musica assordante. La ribellione contro tutto ciò che
c’era, in nome del futuro, si sarebbe rivolta principalmente contro il
cristianesimo, considerato l’ideologia dell’Occidente capitalistico gobalista. E il messaggio d’amore del Vangelo che un
rispolverato freudismo da bar avrebbe chiamato “repressione”.
Dopo la bufera, contati i morti e i carcerati,
la schiuma che nei rivolgimenti sempre viene a galla si sarebbe trasformata nel
cane da guardia del Sistema che diceva di voler abbattere. E avrebbe additato, dai posti di
potere nei mezzi di comunicazione di massa, l’ultima utopia: il nulla.
Un
giorno forse si scoprirà che Padre Pio era il titano che tratteneva la diga con
le sue spalle («Questa è l’epoca dello ‘scatascio’ aveva detto poco tempo
prima). Morto
lui, la scristianizzazione e lo «spirito borghese allo stato puro», secondo la
parola del filosofo Del Noce, procedettero a passi rapidissimi.
E' dal
'68 che il "Senso morale" è svanito, anche grazie all'opera dei
persuasori occulti della stampa e della televisione: allora come oggi, al tempo della “Grande
Menzogna pandemica”, sono loro che predispongono la massa ad accogliere nuove
idee e nuovi comportamenti e stili di vita, per quanto aberranti e mostruosi!
Sì, è
vero: col Sessantotto l’attacco contro i valori e lo stile di vita cristiano
entra nella fase decisiva, e si instaura la rivoluzione permanente dei costumi,
specie in ambito sessuale.
Tuttavia, se si vuol essere onesti, il
disordine morale eretto a sistema si era gradualmente affermato a partire da
molto prima: il ’68 ha fatto solo da detonatore di una carica distruttiva che
era già stata posta in essere.
Ed è proprio
per quello che non vi è stata praticamente reazione; proprio per quello le
anime e le intelligenze si sono arrese, e le volontà si sono liquefatte: perché
non c’erano più linee di resistenza, non c’erano più caratteri ben formati e
pronti per la lotta.
Quando
il nemico attacca, è il momento di battersi.
Ma se
l’esercito non c’è, o è in vacanza, o i suoi capi lo hanno persuaso che la
guerra è finita, allora non si combatterà nemmeno, e il nemico pianterà
trionfante le sue bandiere sulle fortezze conquistate senza sparare un colpo.
Questo
è quanto è avvenuto allora: non c’erano più le condizioni perché si
combattesse; più che un assalto da parte delle forze del male, è stata una marcia
trionfale, culminata in una solenne e definitiva presa di possesso.
Lo si è visto con i referendum sul divorzio e
sull’aborto, quando la maggioranza degli italiani ha scelto il male contro il
bene; e quando perfino alcuni (indegni) sacerdoti si sono spesi per la vittoria
della conferma di quelle inique leggi, specie la seconda, quella che trasforma la soppressione
criminale del nascituro, magari a vantaggio delle multinazionali farmaceutiche
le quali faranno un satanico commercio dei suoi organi espiantati, in una
cosiddetta conquista di civiltà.
Che
altro dire? È evidente che già allora, e parliamo di quasi mezzo secolo fa, il
senso morale era fuggito via dalla nostra società, ed essa si era
tranquillamente adattata a chiamare male il bene, e bene il male.
Opera,
in larga misura, dei persuasori occulti, stampa e televisione: allora come
oggi, al tempo della Grande Menzogna pandemica, sono loro che predispongono la
massa ad accogliere nuove idee e nuovi comportamenti e stili di vita, per
quanto aberranti e mostruosi.
Vaccinati
che odiano i non vaccinati?
Tra "fascino del male" e libero arbitrio: oggi assistiamo allo spettacolo
inverecondo, sconcertante, per certi aspetti pauroso, di una maggioranza di
persone comuni che odia visceralmente la minoranza: i vaccinati odiano i non
vaccinati, perché i mass-media hanno descritto questi ultimi come dei criminali
incoscienti che attentano alla sicurezza e alla vita di tutti!
Non si
può tuttavia sottovalutare la responsabilità che hanno anche gli artisti, gli
intellettuali e gli uomini e le donne di spettacolo.
Sono
essi che hanno una vasta presa sulle masse, anche se, a loro volta, sono stati
gonfiati e trasformati in personaggi “autorevoli” dai mass-media, senza i quali
sparirebbero nella folla con la stessa subitaneità con la quale ne sono emersi. Lo stesso meccanismo si è instaurato anche in
rete, con
la comparsa di figure quali gli influencer e i loro cosiddetti followers, i
quali a loro volta possono generare una sotto-categoria che non ha un modello
da ammirare ed imitare, ma solo un bersaglio da odiare, gli heaters.
Oggi
assistiamo allo spettacolo inverecondo, sconcertante, per certi aspetti
pauroso, di una maggioranza di persone comuni che odia visceralmente la
minoranza: i vaccinati odiano i non vaccinati, perché i mass-media hanno
descritto questi ultimi come dei criminali incoscienti che attentano alla
sicurezza e alla vita di tutti. Le cose dunque sono giunte a un punto tale che il
male, aiutato dal condizionamento mentale, ha messo radici molto profonde nella
società e genera continuamente ingiustizia, sofferenza, discriminazione. Come
si può uscire da un simile vicolo cieco, da una spirale tanto distruttiva?
Viviamo
in una radicale distorsione della verità e del bene dove i popoli è come se
fossero vittime di una "Diabolica ipnosi": non vedono più le cose in maniera
oggettiva, ma deformate e capovolte in una prospettiva ingannevole e seducente,
finalizzate alla loro distruzione!
In un
certo senso, quel che sta accadendo ora, ai tempi della falsa emergenza sanitaria, lo si può estendere alla società in
generale, anche al mondo di prima del marzo 2020 (che non era, come abbiamo
visto, il paradiso terrestre):
si può
paragonare il male a una sorta di fascinazione, e infatti si usa comunemente
l’espressione il fascino del male; e che altro è la fascinazione se non una
sorta d’ipnosi?
Così come oggi le masse sono state ipnotizzate dalla
narrazione terroristica, incessante, martellante, monotona e ossessiva della
Grande Menzogna, cioè di una radicale distorsione della verità e del bene, allo
stesso modo le persone e i popoli che cadono in preda ai demoni della lussuria,
della superbia e della cupidigia, è come se fossero vittime di una diabolica
ipnosi:
non
vedono più le cose in maniera oggettiva, ma deformate e capovolte in una prospettiva
ingannevole e seducente, finalizzate alla loro distruzione. Il male, cioè,
chiede la collaborazione dell’uomo affinché si auto-elimini, sia moralmente
sia, spesso, materialmente.
È
logico che sia così: l’uomo è stato
dotato da Dio del bene incalcolabile del libero arbitrio: dunque, per
convincerlo a fare una cosa tanto stupida, bisogna persuaderlo in qualche modo. E quale metodo migliore se
non presentare il male come ammantato di bene, e il bene come una forma di
male?
È esattamente ciò che i grandi burattinai
stanno facendo in questo tragico frangente. Le persone avrebbero potuto non
ascoltarli, vedere l’inganno e reagire: ma la maggior parte non era più in
grado di farlo perché da tempo aveva abdicato all’uso del libero arbitrio.
Pertanto è da qui che bisogna ripartire: dall’uso del libero arbitrio.
( 04
Febbraio 2022).
Daniel
Estulin: «La democrazia è una farsa con le lettere maiuscole».
Ultimahora.es-Redazione-(16-10-2020)-
ci dice :
I suoi
libri sul Club Bilderberg sono stati pubblicati in 81 paesi e tradotti in 51
lingue.
Estulin proporrà una conferenza dal titolo "The Bilderberg Club: I segreti
dei maestri del mondo".
Sostiene
che coloro che governano il mondo sono persone che sono al di sopra dei governi.
In altre parole, Zapatero, Obama o Sarkozy agiscono come burattini, nascondendo
allo stesso tempo l'identità dei loro veri padroni...
Xisco
Busquets .- Come puoi dimostrarlo?
Daniel
Estulin. -
Per il successo di tutte le mie previsioni. Dal 1996 ho avuto ragione in più
del 90% dei casi, tra cui la data esatta della guerra in Iraq, il prezzo
dell'oro e dell'argento, il crollo immobiliare in Spagna, tre anni prima che
accadesse... Perché tutti questi eventi sono stati discussi alle riunioni del
Bilderberg Club.
XB - Chi partecipa?
DA- I
presidenti di tutti i paesi europei, USA, Canada. Gli amministratori delegati
delle più importanti aziende del mondo capitalista occidentale. Tutte le
famiglie reali europee. I presidenti delle maggiori banche. In totale, circa
120 persone.
XB - Che ruolo giocano i reali?
DE -
Molto importante. Tieni presente che le radici del Bilderberg risalgono
all'antica nobiltà nera veneziana e risalgono al periodo della Quarta Crociata,
intorno al 1204. La radice di tutte le famiglie reali sono i Frescobaldi, i
nobili veneziani. Pertanto, il ruolo dei reali è molto più importante,
all'interno del club, di quanto si pensi.
XB - E vuoi che io creda che attraverso il
Club Bilderberg si promuovono guerre come quella in Kosovo, in Iraq...?
DE - Il Bilderberg è un incontro di tre
giorni all'anno. Tutti partecipano. Tutti contribuiscono. Se conoscevo la data della
guerra in Iraq un anno prima, cosa facile da verificare da migliaia di articoli
pubblicati su media alternativi negli Stati Uniti sulle mie previsioni, lo
sapevano anche quelli che sono venuti.
XB - Quindi l'idea di un unico governo
Onu, un'unica Banca Mondiale, il FMI, l'OMS... non è positiva per l'umanità?
DE - Intendono distruggere, apposta, l'ideale più importante
degli ultimi 600 anni: il concetto di Stato-nazione. I burocrati di Bruxelles, per esempio, non lavorano per il
bene di spagnoli, francesi, irlandesi, greci... ma per gli interessi dell'élite
finanziaria mondiale.
XB - Quindi tutto questo sulla democrazia
è una farsa...!
DE -
Una farsa con la maiuscola.
Negli
Usa tutti i candidati dei due partiti fanno parte di qualche organizzazione
segreta o club privato come il Bilderberg. Quando controlli entrambi i candidati,
vinci sempre. Confronta i discorsi di Carter e Reagan, sono identici. Bush e
Obama seguono la stessa politica in Iraq, Afghanistan, Iran, la guerra non dichiarata contro la
Russia.
XB- In altre parole, le persone di
"sinistra" che votano per il PSOE e leggono "El País" sono
quelle che vivono più ingannate...
DE- El País non è un giornale di
sinistra.
È uno
dei media più estremisti al mondo. La sua linea editoriale è contro uno Stato-nazione,
contro la libertà di pensiero, contro il progresso e lo sviluppo. Un media che è contro l'energia
nucleare è contro l'umanità. L'obiettivo dell'essere umano è sopravvivere come specie da
qui a 500.000 anni. Come lo faremo con i mulini a vento?
XB - E perché Aznar non è voluto nel Club
Bilderberg dopo i "meriti" che ha ottenuto con Bush e Blair alle
Azzorre?
“ Vale
a dire, puoi uccidere, rubare, imbrogliare, ma devi farlo in modo sottile, in
modo che la gente non se ne accorga .
DE - Perché è goffo e prevedibile.
Cioè,
puoi uccidere, rubare, imbrogliare, ma devi farlo in modo sottile, in modo che
le persone non se ne accorgano. Aznar aveva metà del paese contro di lui ea
morte. Quando
15 milioni di persone sono scese in piazza in Spagna per dire "No alla
guerra", il Bilderberg e la compagnia sono diventati molto nervosi. Infatti Kissinger è venuto in
Spagna per chiedere ad Aznar maggiore discrezione e Aznar gli ha detto di non
parlare. Lui
e il suo amico Bush avrebbero insegnato a Saddam i valori della libertà.
XB - E
la Chiesa, che ruolo gioca in tutto questo?
DA-
Importante.
Tenete
presente che tutta la diffamazione che oggi viene fatta alla Chiesa, ricorrendo
a casi di pedofilia, è strettamente correlata alla riduzione della popolazione
mondiale.
La
Chiesa è l'unica istituzione che, storicamente, ha il curriculum di scommettere
sulla vita. Peccato che se sei nell'élite hai bisogno di ridurre la popolazione.
Pertanto,
hanno bisogno di screditare la Chiesa in qualsiasi modo. Ovviamente i casi di pedofilia sono
orribili, ma chi lo sta denunciando oggi lo sapeva decenni fa.
XB - La conclusione sarebbe che i
Bilderberger sono interessati a indebolire gli stati-nazione in modo che,
attraverso le organizzazioni internazionali (ONU, NATO, FMI, OMS...) abbiano il
potere?
DA- In
effetti, solo i paesi deboli senza una propria costituzione, moneta, leggi,
interessi nazionali possono essere conquistati. L'obbligo di un paese è verso i suoi
cittadini.
XB - Quindi tutta questa crisi è stata
creata da loro...?
DE - Si tratta di distruggere apposta
l'economia mondiale. Che i poveri spendano meno, abbiano meno figli e,
ovviamente, questo ha delle ripercussioni sul risparmio delle risorse naturali
del pianeta. Se leggi i rapporti del Club di Roma, del Council on Foreign Relations e
del Bilderberg parlano tutti dello stesso obiettivo: distruggere l'economia
mondiale e impoverire le masse.
XB-
Hai venduto 4 milioni di copie dei tuoi libri sul Bilderberg Club. Sei mai stato denunciato per
diffamazione?
DA- Mai e, in nessun paese. Questo dovrebbe
dirti qualcosa. Si noti che il Bilderberg è stato venduto in 81 paesi e in 51 lingue.
XB - Hanno mai provato ad assassinarlo?
DE -
Diverse volte. Sono in Africa da più di tre anni, dedicandomi al sabotaggio
militare in Sudan, Darfur, Ciad, Zaire contro gli interessi degli USA. Tu
spari, loro ti sparano. Tu uccidi o loro uccidono te, fa parte di questo gioco,
perché alla fine è un gioco. Almeno, per me è sempre stato un gioco. Con veri
proiettili e veri morti, ma un gioco.
XB -
Perché hai avviato queste indagini?
DE- Su insistenza di mio nonno che era
colonnello del KGB in Unione Sovietica. Mi ha presentato un ragazzo
estremamente strano che mi ha fatto conoscere questo mondo di fumo e specchi.
Ed eccomi qui, ancora agganciato, quasi 20 anni dopo.
Introduzione
- Transevolution -
Libro
di Daniel Estulin.
Macrolibrarsi.it
-Daniel Estulin -(1-2-2022)- ci dice :
Un
estratto dal libro di Daniel Estulin "Transevolution".
L'anno
è il 2015.
È
un'epoca di grande innovazione e progresso tecnologico e, contemporaneamente, è
anche un tempo di caos e di cospirazioni: un'era di collasso finanziario che
attraversa il mondo, di popoli spinti via in massa dalle proprie terre di
origine, nonché di ricchi che diventano sempre più ricchi, più potenti e
persino più temuti giorno dopo giorno.
Nel
2015 i grandi colossi finanziari del pianeta hanno ormai più potere degli
stessi governi nazionali. Questi conglomerati hanno messo sul lastrico i governi e li
hanno in tal modo asserviti agli interessi della loro potente élite. La fase finale del processo di
fusione che porterà alla nascita definiva della "società per azioni del mondo unico" è già innanzi a noi.
«L'era
dorata dell'energia a basso costo è ormai storia vecchia. La competizione per
le risorse energetiche» domina la scena economica.
Il
peggioramento delle condizioni ambientali, l'uso sempre più frequente delle
coltivazioni intensive e il ritmo dell'urbanizzazione hanno via via ridotto la
fertilità delle terre coltivabili.
La mancanza di cibo è alla radice degli spostamenti di
massa di popolazioni su scala globale.
Si
registra una grave scarsità di risorse idriche in alcune delle aree più
popolate del mondo, come India, Cina e Pakistan, il che contribuisce a
scatenare delle frizioni (da cui a loro volta vengono provocate azioni militari
e spostamenti di popolazione su larga scala) in regioni dall'equilibrio già
fragile in partenza.
L'umanità
è in pericolo. Un cambiamento, a questo punto, diviene necessario.
Non siamo ancora alla fine del mondo, ma
possiamo intravederla dal punto in cui ci troviamo ora. Potete sentirla
nell'aria e toccarla con la punta delle vostre dita.
Quale
futuro ci aspetta? Cosa accadrà domani? Tra un anno? Nella prossima generazione?
Diverse
ricerche governative con il massimo livello di riservatezza, tanto negli Stati
Uniti quanto in Gran Bretagna, dipingono un futuro a tinte fosche: nell'arco dei prossimi venticinque
anni il mondo si tramuterà in una distopia orwelliana, in cui ristrette élite
prospereranno alle spalle di una popolazione ridotta sempre più alla fame.
«I
concetti di democrazia e libertà saranno scomparsi, rimpiazzati da una
dittatura ad alta tecnologia fondata sulla sorveglianza, il controllo e il lavaggio del
cervello da parte dei mass media, sulla repressione poliziesca e su una
rigidissima separazione tra i diversi ceti della società.
La grande maggioranza degli individui vivrà in
condizioni paragonabili a quelle del Terzo Mondo e sarà sottoposta al pericolo
costante» di povertà, carestia, malattie e sterminio fisico»
Giunti
al 2015, l'oligarchia globalista vede a portata di mano la possibilità di far
precipitare l'umanità intera in una nuova "epoca oscura" manipolando scientemente la
teoria evoluzionistica a sfondo razziale elaborata da Darwin, fondata sulla
selezione naturale ("la sopravvivenza del più forte"), che ha inoltre
disinvoltamente applicato ai principi sociali andando a creare il cosiddetto "darwinismo sociale".
Ai più
ciò potrebbe apparire come un film di fantascienza hollywoodiano ambientato in
un fosco futuro, eppure vi posso assicurare che è tutto concreto. Anzi, accade già attorno a noi.
Queste
sono le conclusioni a cui è giunto un rapporto commissionato dalle autorità
britanniche.
Nel
dicembre del 2006, infatti, il ministero della Difesa del Regno Unito ha
redatto nel massimo riserbo un documento in cui si delineava l'evoluzione
futura del genere umano.
Tale
studio era a sua volta frutto di alcuni riservatissimi scambi di vedute
avvenuti in coda alla conferenza del Bilderberg del 2005, svoltasi presso
l'albergo Dornit Sofitel Uberfahrt a Rottach-Egern (Germania).
Il
gruppo di studio era stato selezionato dal comitato direttivo del Bilderberg
nel gennaio del 2005, ben prima dello svolgimento della conferenza vera e
propria (cominciata il 5 maggio e protrattasi per tre giorni e mezzo).
Il
pomeriggio dell'8 maggio, appena la maggior parte dei convitati aveva lasciato
l'incontro, un ristretto e selezionato gruppo di membri del Bilderberg si ritirò
nell'esclusivo castello di Ringberg, affacciato sul lago di Tegernsee ai piedi
delle Alpi Bavaresi. Il palazzo era stato voluto dal duca Leopoldo di Baviera,
membro della casata dei Wittelsbach, che governò la Baviera per ottocento anni.
Cinque
mesi prima, nel gennaio del 2005, nell'ambito di un incontro di preselezione
del Bilderberg, ai delegati nazionali del gruppo era stato chiesto (con un
accordo di massima segretezza) di assemblare un gruppo di ricerca e preparare
dei rapporti dettagliati incentrati su densità di popolazione, disponibilità
delle risorse naturali, prevenzione del conflitto, questioni economiche e così
via.
Le
conclusioni di tale rapporto sarebbero poi state ulteriormente approfondite nel
corso degli incontri riservati del 9 e 10 maggio al castello di Ringberg,
unitamente a quelle della conferenza tenutasi qualche giorno prima.
Nessuno
era a conoscenza dello svolgimento di quest'evento (tenutosi, quindi,
separatamente dalla conferenza ufficiale), eccetto il comitato direttivo del
Bilderberg e un gruppo selezionato dei membri più influenti
dell'organizzazione. Quest'incontro avrebbe delineato il futuro dell'umanità e i
suoi obiettivi erano definibili addirittura come "prometeici".
Tra
gli individui selezionati, figuravano i più alti papaveri dell'elite del
Bilderberg: Etienne Davignon, per lungo tempo a capo dell'organizzazione, nonché
vicepresidente di Suez-Tractebe; Francisco Finto Balsemào, ex primo ministro portoghese e una
delle figure più potenti nell'ambito delle manovre politiche sopranazionali; David Rockefeller (uomo che non ha bisogno di alcuna
presentazione); Timothy F. Geithner, a quel tempo alla presidenza della Federai Reserve Bank di
New York e più tardi segretario al Tesoro nel primo mandato di Obama; Richard N. Haass, presidente del potente think tank
statunitense noto come Council on Foreign Relations;
Victor
Halberstadt, professore di Economia all'Università di Leiden ed ex presidente del
Bilderberg; Allan B. Hubbard, assistente in Politica economica di George W. Bush e direttore del Consiglio economico
nazionale;
James L.
Jones,
comandante del SHAPE (Supreme Headquarters AUied Powers Europe, Quartier generale supremo
delle potenze alleate in Europa); Henry Kissinger;
Henry
R. Kravis,
socio fondatore della Kohlberg Kravis Roberts & Co., in compagnia di sua moglie Marie-Josée Kravis, membro associato dell'Hudson Institute; la regina
Beatrice dei Paesi Bassi;
Matìas
Rodriguez Inciarte, vicepresidente esecutivo del Gruppo Santander, in qualità di rappresentante degli
interessi della famiglia Botin; Peter D. Sutherland, presidente di Goldman Sachs e British Petroleum; Jean-Claude Trichet, governatore della Banca centrale
europea;
Jacob
Wallenberg,
esponente della più potente famiglia di Svezia; James D. Wolfensohn, presidente della
Banca mondiale, e Paul
Wolfowitz,
che era al tempo il suo successore già designato.
Questo
gruppo di uomini e donne si era riunito per decidere niente di più e niente di
meno che il futuro dell'umanità.
Quanto
venne deliberato dietro ai cancelli chiusi del castello di Ringberg sarebbe poi
divenuto, un paio di anni più tardi, la base fondante del rapporto più
ambizioso mai stilato nella storia umana.
Strategie
Trends 2007-2036 è un rapporto di 91 pagine che, usando il governo britannico come punto
di partenza poi da rimuovere o sostituire, funge da modello per le strategie
nazionali future del Regno Unito attraverso le analisi dei fattori di rischio
principali e le crisi che nel futuro andranno a riguardare diversi settori e
mercati, come quello finanziario, economico, politico, demografico e
tecnologico in tutto il mondo.
Il punto più rilevante del rapporto si concentra su
un'analisi multidimensionale del quadro futuro delle politiche di difesa
nell'arco di una generazione.
Lo studio Strategie Trends rappresenta la vera e propria spina
dorsale della politica difensiva del Regno Unito. Il futuro, stando a quanto riferito nel
rapporto,
«...è
connotato da un numero sconcertante di variabili correlate tra loro».
Nell'anno
2015 si stima che più del 50% della popolazione mondiale viva in ambienti
urbani, anziché rurali. II documento recita:
«Si
assisterà a una crescita sostanziale delle baraccopoli e di quartieri cittadini
non studiati a tavolino e nati senza pianificazione, andando in questa maniera
a incrementare il dispendio di risorse e l'impatto ambientale».
Degrado
urbano, infrastrutture scadenti, emarginazione di ampie fasce di popolazione
visibile a occhio nudo, vari livelli di povertà e un generale senso di sfiducia
aumenteranno, con il passare del tempo, fino ad assumere l'aspetto di questioni
politiche di notevole importanza
«...fondate
su istanze di giustizia morale che scavalcano i confini nazionali, compreso un
attivismo di matrice violenta di diversità e impatto variabili».
Il
rapporto sostiene esplicitamente che
«in
tutte le società, a eccezione di quelle più ricche, la maggior parte
dell'umanità continuerà a sperimentare avversità... e la povertà assoluta
continuerà a essere una sfida globale».
E si
spinge anche oltre, identificando le minacce militari potenziali del futuro e
concentrandosi in particolare sugli sviluppi in aree destinate a modellare il
più ampio contesto strategico, in cui la Difesa si troverà a dover interagire. Un tema chiave del documento riguarda
la quantità di popolazione e le risorse disponibili sulla Terra.
Si
paventa, con
parole nette «...un rischio maggiore di catastrofi
umanitarie, causato da un insieme di fattori come il cambiamento climatico, la
carenza delle risorse naturali, l'iniqua distribuzione della ricchezza, lo
scoppio di epidemie e il fallimento delle autorità nella gestione della
crescita della popolazione e del fenomeno dell'urbanizzazione».
Nell'arco
di una sola generazione, tra il 2007 e il 2036, il boom della popolazione mondiale
porterà a un incremento di persone da 7 a quasi 10 miliardi; il 98% di questa crescita su
scala mondiale riguarderà i Paesi meno sviluppati.
Si
stima che nel 2036 i due terzi circa della popolazione mondiale vivranno in
aree con accesso limitato a fonti idriche.
La
carenza di cibo, di acqua, di medicinali, di condizioni igieniche adeguate e di
beni necessari di primaria importanza potrebbe portare a una situazione di
collasso.
Lo studio sostiene esplicitamente, senza mezze parole, che
«...il divario in costante crescita tra la
maggioranza della popolazione e un ristretto numero di super-ricchi altamente
esposti in pubblico rappresenta, con ogni probabilità, un pericolo per l'ordine
e la stabilità sociale. Di fronte a queste sfide, le fasce non garantite della
popolazione mondiale potrebbero unirsi tra loro, sfruttando l'accesso alle
fonti di conoscenza e a risorse e abilità utili, per dare vita a processi
transnazionali, onde tutelare i propri interessi particolari».
Il
risultato di un crescente senso di disperazione diffuso in tutto il mondo
porterà a
«...guerra
civile, violenza tra diverse comunità, insorgenze di vario genere, criminalità
diffusa e disordine generalizzato».
A
fronte di una spirale di caduta infernale verso il basso dei mercati finanziari
e di un collasso economico su scala globale, lo studio predice «...uno sconvolgimento dei prezzi di
grande impatto, provocato da un picco nei prodotti energetici oppure da una
serie di carestie alimentari» da cui potrebbe
«...essere
messo in moto un effetto domino tale da causare un crollo dei mercati di
primaria importanza a livello internazionale, che potrebbe riguardare diversi
settori».
Gli
effetti di una simile implosione, ripercuotendosi lungo l’intera filiera
dell’economia globalizzata, potrebbero a loro volta portare al crollo del
sistema politico internazionale e alla caduta definitiva dell’economia mondiale.
Tutto
ciò significa che l’intera umanità è in pericolo? Ebbene no. Questo perché, anche in caso di
«erosione delle libertà civili fondamentali» i super-ricchi saranno protetti
attraverso «nuove scoperte tecnologiche e strette misure di sorveglianza».
Unita
a «banche dati di controllo invadenti,
altamente efficaci e accessibili, la nascita di una cosiddetta “società del
controllo” andrà a mettere progressivamente in discussione le conquiste
consolidate sulla riservatezza dei dati privati dei singoli individui, con
conseguenti effetti in tema di libertà civili e diritti umani».
Con la
fine degli Stati nazionali così come li conosciamo oggi, e l’emergere di grandi blocchi
economici interconnessi gli uni con gli altri dal mercato globale, ai Paesi
indipendenti «si sostituiranno le mega-città».
Il
rapporto definisce una mega-città come «un vasto ambiente urbano, sorto in una
regione in via di sviluppo», che può contare su una popolazione base di oltre
20 milioni di abitanti.
A
causa di enormi migrazioni di popolazione, le città finiranno per espandersi
fino a proporzioni inimmaginabili «...che andranno ad alimentare situazioni
già presenti di sacche endemiche di illegalità ed elevati livelli di violenza».
Le
mega-città,
presumibilmente, si riveleranno incapaci di gestire un simile afflusso di
popolazione e «...falliranno prima del 2035. Gli effetti saranno equivalenti…
ai fallimenti degli Stati, che anzi quello delle città potrebbe a sua volta
favorire».
Data
la lezione di alcune recenti esperienze registrate negli USA, è plausibile che una stabilizzazione
manu militari di una metropoli debba rendere necessaria l’applicazione della
legge marziale o, come il rapporto cerca di far passare in modo ingannevole, «...un approccio completo, che
preveda la collaborazione tra diverse agenzie di sicurezza, competenze
specialistiche e un continuo impegno operativo».
L’innovazione
tecnologica e lo strapotere della tecnica faranno sì che le guerre vengano
combattute non più tra gli Stati, ma sotto forma di
«...conflitto
endemico in teatri urbani di tipo asimmetrico contro avversari che possono
contare su elevate capacità di sopravvivenza in un simile ambiente e con
capacità di combattimento».
Queste
vengono definite turbolenze sociali.
LA
TURBOLENZA SOCIALE.
Eric
Trist e Frederick Emery, due eminenti psicologi, hanno formulato una teoria della
turbolenza sociale per una “riduzione del danno degli effetti delle crisi future”; sostanzialmente, in essa si afferma la possibilità di
sottomettere i popoli ricorrendo a fenomeni di massa come crisi energetiche,
collassi economici e finanziari o attacchi terroristici.
«Se
questi “shock” dovessero arrivare ravvicinati e se fossero scatenati con una
scala di intensità crescente, sarebbe possibile portare un’intera società a uno
stato di psicosi di massa», hanno sostenuto Trist ed Emery. Inoltre, hanno puntualizzato:
«I
singoli individui potrebbero cadere in uno stato di dissociazione mentale, nel
momento in cui cercassero una via di fuga al terrore provocato da questi
avvenimenti, alla realtà dei fatti; la gente potrebbe pertanto entrare in uno
stato di rifiuto, rifugiandosi in campi come gli intrattenimenti e i diversivi
di massa, pur essendo però esposta al rischio di esplosioni improvvise di
rabbia incontrollata».
Come
si rapporta, però, il documento Strategic Trends con questioni come la turbolenza sociale, le psicosi di
massa e l’asservimento dei popoli?
«Le
forze militari regolari verrebbero dispiegate con sempre maggior frequenza
negli scenari in cui sono attive forze armate irregolari, assembramenti di miliziani, bande,
criminali comuni, compagnie militari private (Private Militare Companies, PMC),
terroristi e insorti, spesso nel ruolo di avversari, ma in taluni casi neutrali
o persino alleati».
Una
simile tattica è etichettata come metodo per spezzare il morale attraverso una
strategia del terrore. Di fatto, con uno scenario simile stiamo parlando di due
facce della stessa medaglia. Da una parte si conduce una sottile e coperta opera di
manipolazione e controllo del pensiero e della coscienza umana, ricorrendo al
potere della televisione, in particolare, e in generale dell’intrattenimento,
«utilizzati
sia su una
lista in continua crescita di coloro che vengono additati come nemici
dell’America, sia sullo stesso pubblico americano, confuso e in perenne stato di
tensione, per cui i grandi canali televisivi di informazione configurano e
spacciano una narrazione dei fatti sempre più superficiale, facendosi
concorrenza in una sorta di teatro Kabuki di correttezza ed equilibrio».
In
contemporanea, dall’altra parte,
«...si
registra uno spostamento diretto e sfacciato dei paradigmi, mutando le
concezioni di base, ampliando i parametri, cambiando il campo e tutte le regole
del gioco che caratterizzano l’identità di una società in un arco
eccezionalmente corto di tempo».
Una
delle figure di spicco coinvolte nel progetto della guerra psicologica contro
le popolazioni tramite la turbolenza sociale indotta è Kurt Lewin, un pioniere degli studi sulla
psicologia delle masse, che fece parte fin dall’inizio della cosiddetta “Scuola
di Francoforte” e scappò dalla Germania con l’ascesa al potere di Hitler.
Il
seguente brano, tratto dal suo libro “Prospettiva temporale e morale del
gruppo”,
mostra bene come intendeva Lewin la guerra psicologica:
«Una
delle tecniche principali per spezzare il morale attraverso una “strategia del
terrore” consiste precisamente nella seguente tattica:
mantenere
l’individuo in uno stato di dubbio perenne, relativamente alla sua posizione e
semplicemente a ciò che lo potrebbe aspettare.
Aggiungendo a ciò frequenti oscillazioni tra
l’introduzione di rigide misure di controllo sociale alternate a promesse di un
buon trattamento, assieme alla diffusione di notizie contraddittorie, il “quadro cognitivo” della situazione
viene reso ulteriormente nebbioso, in modo che un individuo possa cessare di essere
cosciente persino di quando un piano conduca o meno all’obiettivo da lui
voluto.
In
tali condizioni, anche coloro che hanno finalità ben definite, e sono disposti
a correre dei rischi per perseguirle, saranno ingabbiati da profondi conflitti
interiori riguardo a quanto mettere in pratica».
Nel
corso degli ultimi cinquant’anni la ricerca in settori quali quello della
psicologia, della sociologia e della psichiatria ha evidenziato che sussistono
dei limiti chiaramente marcati nella quantità e nella natura dei cambiamenti
con cui la mente umana è in grado di rapportarsi.
Secondo
l’Unità di ricerca sulla scienza politica (Science Policy Research Unit, SPRU) dell’Istituto Tavistock presso
l’università del Sussex, le “crisi future” sono inneschi di «malessere fisico e
psicologico, derivato dal sovraccarico registrato dal meccanismo decisionale
della mente umana». In altre parole,
«...una
catena di eventi che si succedono a una tale rapidità da rendere impossibile
alla mente umana l’assorbimento dell’informazione».
Uno
scenario possibile causato da questo quadro viene definito come scenario della superficialità.
Secondo Emery e Trist, dopo essere stata sottoposta a
continui shock, la maggior parte della popolazione presa di mira scopre di non avere più
la volontà necessaria per compiere qualsiasi scelta, e riduce pertanto il «valore delle proprie intenzioni… Questa strategia può essere
perseguita solo attraverso la negazione scientifica delle radici più profonde
dell’umanità, che relazionano... gli individui gli uni con gli altri a un
livello personale, andando a cancellare quella che è la loro psiche
individuale».
In un
simile scenario prende costantemente piede un senso generale di apatia, spesso
preceduto da esplosioni insensate di violenza, ben rappresentate da quanto
avvenuto negli anni Sessanta e Ottanta a Los Angeles con il fenomeno delle
bande di strada, in quella che Emery e Trist ribattezzano come risposta sociale
organizzata alla dissociazione; per intenderci, qualcosa di simile a quanto raccontato nelle pagine del romanzo Arancia
meccanica di Anthony Burgess, con una società in preda a una rabbia simile a
quella dei cuccioli di animale.
«Un
gruppo sociale di questo tipo diventa facile da controllare ed eseguirà
docilmente qualsiasi ordine gli venga impartito senza ribellarsi, il che è il
vero obiettivo ultimo del processo»,
aggiungono
Trist ed
Emery.
Va detto, inoltre, che gli elementi adulti dissociati non
sono in grado di esercitare alcuna autorità morale sui propri bambini, dal
momento che sono essi stessi troppo coinvolti dai deliri infantili inculcati
loro dal televisore.
Se
state per caso dubitando di quanto si sta sostenendo, notate come la generazione più
avanzata di oggi abbia accettato passivamente la decadenza etica della
generazione nichilista dei suoi figli e badate a come gli adulti siano giunti
ad accettare, senza resistenza alcuna, uno standard morale così basso rispetto
al passato.
Proprio
come avviene nella società distopica dipinta da Il mondo nuovo di Huxley, in tale contesto non è contemplata
la possibilità di giungere ad alcuna decisione netta, nel campo dell’etica e
della sfera privata; un perfetto esempio di tale deriva possono essere i “figli
dei fiori” e la ribellione, all'epoca della guerra del Vietnam, con il suo
smodato uso di droghe.
Le
“frequenti oscillazioni” cui si accennava in precedenza, che portano al
disorientamento dell’individuo, possono passare attraverso diversi stadi:
«Una fase di stabilità, in cui gli individui hanno più o
meno la possibilità di adattarsi a quanto accade loro, oppure di turbolenza, in
cui i singoli che vi si trovano coinvolti hanno di fronte la possibilità di
intraprendere azioni per alleviare la tensione o di accettare il nuovo ambiente
sociale caratterizzato dall'insicurezza.
Nel
caso in cui la turbolenza non cessi, ma addirittura si intensifichi, si giunge
a un punto di rottura in cui diviene impossibile, per gli individui, trovare
una via di adattamento positiva.
Sempre
secondo Trist ed Emery, è in questo frangente che la capacità di adattamento volge al
negativo, dal momento che le persone, in risposta al costante stato di
insicurezza in cui vivono, optano per una reazione che porta a un peggioramento
oggettivo della qualità delle loro vite: cominciano a rifiutare la realtà, a
negarne l’esistenza e a costruirsi vie di fuga irreali sempre più infantili per
far fronte a un simile quadro generale.
Sottoposta
a condizionamenti di aumentata turbolenza sociale, la gente diventa più malleabile nel
cambiare la propria scala di valori, accettando standard etici nuovi e più
bassi, allontanandosi
dall'umanità e regredendo sempre più a uno stato quasi animale».
Il
secondo scenario cui si accennava consiste nella
«...segmentazione
della società in parti più piccole. In questo quadro, ogni gruppo (di natura
etnica, razziale e sessuale) finisce per scagliarsi contro l’altro. Le nazioni
subiscono processi di balcanizzazione su scala regionale e, a loro volta, le
nuove realtà saranno interessate da spinte centrifughe di natura etnica,
spezzettandosi ulteriormente».
Trist
ed Emery si
riferiscono a questo fenomeno come a un
«...rafforzamento
dei pregiudizi all'interno di un gruppo sociale e verso l’esterno, man mano che
gli individui cercano di semplificare la propria sfera decisionale. Emergono,
pertanto, le linee naturali delle divisioni sociali, che diventano vere e
proprie barricate».
Lo
studio Strategic Trends ha – nemmeno a dirlo – una risposta pronta anche per questo
scenario. Gli
attori non statali saranno sempre più
«...sfruttati
da un più ampio spettro di individui e di agenzie di socializzazione, persino
da criminali, terroristi e gruppi sovversivi, come strumenti di appoggio per le
loro attività di natura più coercitiva e violenta.
I raggruppamenti sociali derivati risulteranno
altamente instabili, dissolvendosi di volta in volta o appena gli interessi per
cui erano nati saranno stati soddisfatti, oppure qualora si presentassero
opportunità più favorevoli rispetto a quelle presenti; l’uso del soft power per vincere il consenso sarà con ogni probabilità appannaggio
degli attori meno vincolati alla responsabilità legale o a considerazioni di
tipo morale».
La
risposta della società a questo processo di disintegrazione psicologica e
politica risiede in uno stato autoritario orwelliano, modellato cioè su quello
delineato da George Orwell nel libro 1984.
In quest’opera, le vite e i conflitti tra gli
individui che compongono la società sono sottoposti alla volontà del “Grande
Fratello”; un conflitto senza via di uscita
«...è
diretto da ciascuna élite di ogni gruppo sociale contro i suoi stessi membri;
l’obiettivo della guerra non è promuovere o impedire la conquista di territori,
ma tenere intatta la struttura della società».
Lo
stesso tipo di conflitto senza soluzione di continuità viene predetto anche dal
rapporto Strategic
Trends. È
prevedibile che
«La
tecnologia delle comunicazioni informatiche (Information Communications
Technology, ICT) divenga talmente invasiva da arrivare al punto che gli individui siano
connessi permanentemente a una rete online o a un flusso binario di scambio di
dati, con conseguenti implicazioni in ambito di libertà civili; anzi, il non essere connessi
potrebbe essere considerato motivo di sospetto».
L’onnipresenza
in costante aumento dell’ICT renderà possibile la rapida formazione di comunità
di singoli accomunati dai medesimi interessi, così come la mobilitazione veloce
e coordinata di significative masse di individui.
«Una
simile mobilitazione rapida – ben rappresentata dal fenomeno dei flash mob –
potrebbe, in linea teorica, essere impiegata pure da Stati, da organizzazioni
terroristiche e criminali, oltre a coinvolgere gruppi di persone che vadano
anche oltre i confini nazionali, costituendo in tal modo una vera e propria
sfida per le agenzie di sicurezza, che dovranno confrontarsi con questo
potenziale di agibilità e fluidità».
Un
requisito fondamentale consiste nel fatto che
«...un
simile livello di sofisticatezza avrà bisogno di un’applicazione concertata e
completa di tutti gli strumenti e delle agenzie a disposizione del potere
statale, assieme a una cooperazione tra tutte le autorità e gli organismi
competenti che abbiano un ruolo nella risoluzione di una crisi o nel porre fine
a un conflitto».
Che
cosa significa quanto descritto, per sintetizzare? Molto semplice: legge marziale.
Una
volta piegate le residue forme di resistenza, si assiste al terzo possibile
scenario degli “shock futuri”, il più drammatico, che vede un ripiegamento e una ritirata
esistenziale
«...nella
sfera privata, accompagnata a un ripudio di quei legami sociali che potrebbero
comportare il coinvolgimento nelle questioni che riguardano altri individui».
Trist
ed Emery sono
portati a ritenere che gli individui saranno sempre più docili nell'accettare «la perversa disumanità dell’essere
umano che ha caratterizzato le società autoritarie». Per intenderci: i due non parlano tanto di un ritorno
alla struttura statale di una dittatura quanto piuttosto del quadro morale che
lo caratterizza.
Per
sopravvivere in un simile contesto, gli uomini non avranno altre scelte all'infuori
di sottomettersi allo Stato o entrare in clandestinità. Sempre per citare il documento
Strategic Trends,
«se
mirano ad aggirare il controllo, le intercettazioni e le capacità invasive
delle forze di sicurezza (dotate di tecnologia avanzata), con particolare
menzione per i reparti provvisti di piattaforme e sistemi satellitari, tutti i
potenziali oppositori non potranno che riconoscere i vantaggi della
clandestinità. Nel futuro gli Stati mirano a sistemare in clandestinità la maggior parte
delle loro strutture strategiche, nonché del loro potenziale di deterrenza
strategica. Allo stesso modo, gli elementi irregolari dell’opposizione si troveranno
a organizzarsi in reti clandestine per finalità sia offensive che difensive,
soprattutto in intricati ambienti urbani».
Le
tattiche per spezzare le forze di resistenza: il ricorso illimitato a tutti gli
strumenti e alle agenzie in mano al potere statale, la mobilitazione rapida, i
flash mob, la sempre più invasiva “tecnologia delle comunicazioni informatiche”, la frammentazione della struttura
sociale, l’illegalità
endemica ed elevati livelli di violenza diffusa, le banche dati di controllo
invadenti, altamente efficaci e accessibili, l’emergere di una “società della
sorveglianza”, l’erosione delle libertà civili, le catastrofi umanitarie.
Ecco
come appare il futuro prossimo. Istintivamente siamo portati a non credere a
simili conclusioni, anche se esistono solide prove di tutto questo in un rapporto
preparato su committenza del Bilderberg e di un governo nazionale.
«In
ogni caso, dobbiamo avere il coraggio di lasciare che le prove parlino da sé,
dal momento che, come il lettore avrà modo di constatare, la posta in gioco non
è semplicemente la nostra idea di cosa sia o meno veritiero. Al di là del fatto che la nostra
visione del mondo possa essere messa in crisi o mandata in mille pezzi dalle
rivelazioni contenute nel materiale preso in esame, il nocciolo della questione
non cambia: ovvero che una cospirazione sia assolutamente concreta, che sia
tuttora in atto e che l’11 settembre 2001 sia stato solamente l’antipasto di
quanto era stato preparato per noi».
Siamo,
è veramente il caso di dirlo, alla soglia di svolte apocalittiche e il bivio che ci troviamo ad
affrontare proprio in questi tempi stabilirà se vivremo il XXI secolo da uomini liberi in
nazioni libere oppure se diventeremo un branco di schiavi asserviti,
selezionati come bestie e privati della nostra umanità.
La Cancellazione
dell’Umano.
Fisicaquantistica.it-Roberto
Pecchioli- (8-3-2021)- ci dice :
Nella
tempesta del Covid 19, del Grande Reset e dell’Agenda 2030 dell’ONU, si perde
di vista l’essenziale, ossia la rapidissima cancellazione dell’umano e del
naturale. Assistiamo alla creazione di una specie post umana e all’imposizione
di un “essere nel mondo” assolutamente diverso rispetto a quello della vecchia,
antiquata umanità.
La
disumanizzazione inizia sempre con la lingua: il ...
L’uomo
diventa (definitivamente?) materiale disponibile. L’Occidente terminale nega se
stesso e i fondamenti di trenta secoli di civiltà, e trascina nel suo delirio
di onnipotenza “tecnica” la specie, corpo vile di un progetto dagli esiti
indefiniti.
Al
riguardo, spiace dover constatare l’afasia di buona parte del mondo liberale e
conservatore, come sempre in tutt’altre faccende affaccendato. Del resto,
mentre Sagunto era espugnata, a Roma ci si limitava a discutere. Per fortuna non tutto è silenzio, e
ci piace ricordare un giornalista di sinistra come Fulvio Grimaldi, che parla
apertamente di disastro pianificato dalle oligarchie.
La
follia neoliberista della “distruzione creativa (J. Schumpeter) ha azzerato le
necessità immateriali dell’uomo “che nutrono lo spirito e fondano la socialità”.
Sono
l’arte, lo sport, la cultura, lo spettacolo, la convivialità, tutto ciò che
rende la vita degna di essere vissuta.
Giorgio Agamben parla di vita ridotta a
sopravvivenza (zòe), deprivata di ogni elemento di nobiltà e grandezza,
sacrificata alla mera durata biologica.
Un altro pensatore, Byung Chul Han, coreano di
lingua e residenza tedesca (ex “Oriente lux”?) avverte che la società dominata
dall’isteria della sopravvivenza (fisica) è una società di “non morti”.
La
prognosi si spinge più in là: nella preoccupazione rivolta unicamente alla sopravvivenza
noi siamo uguali al virus, questa creatura non morta che si limita a
moltiplicarsi, a sopravvivere senza vivere.
Da
tutto si inferisce che è in atto una guerra contro l’uomo, ovvero contro lo
spirito.
Non
riusciamo a immaginare una società più radicalmente materialista, più ostile
alla trascendenza, al pensiero, cioè alla persona umana nella sua unità
inscindibile di corpo, anima e spirito, di quella contemporanea.
Spaventa
il silenzio della Chiesa e di parte della cultura cristiana. Sostituito Dio con
l’uomo – la cosiddetta scelta antropologica – sono venuti meno gli strumenti
per reagire e persino per parlare. L’umanesimo cristiano contemporaneo diventa silente, poiché
non ha più nulla da comunicare all’uomo, ed è quasi altrettanto materialista
delle culture dominanti, ai cui piedi le chiese si sono accucciate. Nulla
rimane perfino dell’equivoco umanesimo integrale di Maritain, che certo non
escludeva Dio.
Avvertiva
Chesterton che quando si sottrae ogni realtà alla dimensione soprannaturale,
questa non diventa naturale, ma antinaturale.
Corriamo
a tappe forzate verso un homo animalis ontologicamente uguale agli altri mammiferi.
Pochi
giorni fa, ascoltavamo un conoscente disprezzare l’arte perché “non dà da
mangiare”.
Che ne
penserebbe l’antenato che nella grotta di Altamira disegnò per primo –
eternizzandolo – ciò che vedeva fuori dalla caverna?
“Non
di solo pane vive l’uomo”, disse qualcuno che neppure la Chiesa forse considera
più figlio di Dio.
Dante dette voce all’ansia di scoperta, all’eccedenza invincibile dello
spirito umano rispetto alla nuda vita in una straordinaria terzina
dell’Inferno: “considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma
per seguir virtute e canoscenza”.
(blogvacanza.com/wp-content/uploads/2012/04/Altamira-2.jpg).
All’occidentale
contemporaneo non importa nulla della “semenza”, ovvero di se stesso come
specie e civiltà.
Prigioniero
del principio di piacere, è interessato unicamente a prolungare la sua vita
(non esistenza, che presuppone autocoscienza, senso del Sé). Lo stesso Dante fa
dire a Ulisse “dei remi facemmo ali al folle volo”.
L’uomo
ha per vocazione di volare, andare oltre come Icaro, ma la mitologia greca
condanna l’assenza di limite, la hybris della creatura che si sostituisce agli
Dei.
Fu il
cristianesimo a risolvere la contraddizione ed è sempre Dante a tagliare corto.
“State
contenti, umana gente al quia, che se potuto aveste veder tutto, mestier non
era parturir Maria”.
Tutto
superato: in alto, un’oligarchia decisa a oltrepassare l’uomo nel transumano,
ibridandolo con la macchina.
In
basso, per il resto dell’umanità il destino sembra essere quello di una vita
animale, senza scopi diversi dalle funzioni biologiche e dai piaceri volgari.
Sostituiti dal robot nel lavoro, dai cervelli
elettronici e dagli apparati artificiali nelle decisioni, assomiglieremo sempre
più al leone sazio che sonnecchia e aspetta i morsi successivi della fame. La novità è l’estensione
dell’operazione in atto, per il resto nulla di nuovo: panem et circenses come
al tempo dei Romani.
Si è
stabilita, all’ombra della tecnologia e della scienza convertite in culto
obbligatorio, un’alleanza tra materialismo e individualismo che non distrugge
solo la comunità e la società, ma cancella l’umano.
L’uomo diventa definitivamente lupo a se
stesso, o sciacallo, nello stesso momento in cui si riduce a gregge, puntino
esonerato dal pensiero la cui zavorra è l’anima.
Il
sacro è deriso e sfrattato da zòe.
La
forza del rito e la funzione dei simboli è negata, incompresa, celata dietro le
luci dello spettacolo.
Ancora
Byung Chul
Han mette
in guardia da quest’ulteriore perdita. L’ossessione narcisista, la costante
ricerca del nuovo e dell’inedito, la bulimia consumistica dell’usa e getta
determinano la scomparsa delle forme simboliche e delle pratiche rituali,
privando l’uomo di gesti atemporali dal potere unificante.
Il
silenzio, il raccoglimento, il senso di sacralità necessari allo svolgimento
del rito fondano un legame tra il sé e l’Esterno, tra il sé e l’Altro,
“oggettivano il mondo, strutturano un rapporto con il mondo, creando una
comunità senza comunicazione”.
Alla comunità senza comunicazione, propria della
società rituale, Han contrappone la comunicazione senza comunità, il baccano in
cui il soggetto-atomo si ritrova a girare a vuoto attorno a se stesso in un
mondo radicalmente disincantato, ossia disumanizzato.
Serve
una controrivoluzione, cioè, con il vocabolario di Joseph De Maistre, il
contrario della rivoluzione che ci ha condotto fin qui.
La vita “pratica” (vita activa, nel linguaggio di
Hannah Arendt) non esaurisce né soddisfa l’uomo, ma lo precipita in un
cortocircuito in cui la mancanza di senso conduce alla noia assoluta o alla
paura che si fa orrore e poi sgomento, poiché ogni paura umana è, alla
fine, terrore della morte, la “mia” morte.
In
questo senso e dal suo punto di vista, il potere ha lavorato benissimo.
Prima
ha cancellato la religione, poi l’idea di Dio, quindi la spiritualità umana,
infine ha sostituito il Creatore con il creato e la creatura.
Lo
snodo finale è la regressione animale priva dell’innocenza e con il tarlo della
fine: l’uomo
è l’unico animale che muore davvero, poiché conosce il suo destino.
Ridotto
a esemplare d’allevamento, ha dimenticato la trascendenza, spento la luce
dell’anima e confuso lo spirito con un’equivoca emotività.
La
paura della morte che ci ha cambiato così a fondo nel fatidico 2020 è
connaturata all’essere umano. I popoli e i tempi che hanno mantenuto la fede
religiosa sono riusciti a non farsene sopraffare. A differenza dell’individualismo materialista
disumanizzato che ci ha fatto ignorare la fine dei nostri cari e a tacere dinanzi al
divieto dell’assistenza e delle onoranze funebri, è la dimensione spirituale,
non la coscienza comune della morte, a generare condotte solidali verso chi è
fragile, empatia autentica con il malato e il sofferente, lasciati invece
morire come cani rognosi.
Dove
la fede è sparita, la paura della fine si è esacerbata, determinando panico e
angoscia generalizzata, mascherate da emotività presto trasformata in fatalismo
disperato, come nella lirica Aspettando i barbari di Konstantinos Kavafis.
“Perché
i valenti oratori non vengono a snocciolare i loro discorsi, come sempre? Oggi
arrivano i barbari: sdegnano la retorica e le arringhe. Perché d’un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti come si son fatti seri). Perché rapidamente le strade e
piazze si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?”
Distanziamento
sociale: problema o opportunità? - artimax.
Il
rancore reciproco, la sfiducia, la lontananza guardinga sono la stazione
terminale della disperazione atea. A volte essa si esprime con violenza, come lo
scorpione che scalcia nell’agonia, altre volte diventa la silenziosa fuga di
chi si rinchiude.
Unico obiettivo: prolungare la vita-zòe di un altro
po’.
Osservava Giuseppe Prezzolini che quand’anche
la vita umana durasse cinquantamila anni, sarebbe sempre un limite, una
frontiera irrevocabile.
Da un anno, pare tramontato anche il nebuloso
concetto di “qualità della vita”. Nel regno della quantità, conta la durata. L’assalto
ai vaccini (nell’illusione di trovarvi la salvezza – ndr) ne è la prova: chi ha
potere e denaro scavalca tutti gli altri… l’unica vita che importa è la
propria. Nulla conta che sia mercificata integralmente ed il corpo fisico,
sotto il biopotere, sia oggetto di compravendita.
Si
acquistano i figli, gli organi (parti e pezzi staccati di uomo) si commerciano
umori biologici come lo sperma, si immette nel circuito produttivo il feto
umano abortito, assai ambito in certe produzioni industriali, si affitta
l’utero della donna povera.
Perché mai l’uomo dovrebbe essere ancora
considerato un valore in sé, o, come tentava di spiegare Kant ai suoi amici
illuministi, un fine e non un mezzo?
Tutt’al più, è un fine (individuale) il corpo.
Lo dice
Ernst Juenger: “il segreto nella moderna sensibilità sta nel fatto che essa
corrisponde a un mondo in cui il corpo è il valore supremo”. Dunque, siamo
oggetti: la reificazione dell’uomo.
La
salute, attraverso la medicalizzazione totale della vita, è un’obbligazione
scandita dagli ordini impartiti dagli esperti. L’uomo scompare anche nella perdita
progressiva di autonomia: molte funzioni – fisiche e cognitive – sono delegate
alle macchine.
Gettiamo
anche la “memoria”: non solo quella storica, ma la capacità prodigiosa di
apprendere e trattenere le conoscenze. A che serve lo sforzo, se dentro un
minuscolo apparato elettronico ci sono tutte le risposte?
Così
riflettevamo in “Tecnopolis” (Roberto Pecchioli, Effepi, 2019): Arnold Gehlen,
maestro dell’antropologia filosofica del Novecento, definiva l’uomo essere che
prende posizione.
Una specie priva di una sicura condotta
determinata dagli istinti che guidano gli animali, quindi manchevole, lacunosa,
non specializzata. (…) La specializzazione nostra è la cultura, la capacità di
accumulo di conoscenze, la tendenza all’azione, la volontà di potenza.
Attraverso tali caratteristiche, l’uomo si “esonera”.
L’esonero (entlastung) è la somma sempre aperta a
nuovi addendi di prestazioni cognitive che moltiplicano le possibilità ed il
padroneggiamento dell’esistenza da parte dell’uomo a patto che sussista
un’apertura al mondo.
L’uomo
è tanto più esonerato quanto più avanza la sua capacità di indagine sulla
realtà. I suoi mezzi principali sono il linguaggio ed il pensiero astratto, le
prestazioni esonerate sono le abitudini, le idee elaborate.
La
novità è che siamo ad una svolta della storia dell’umanità in cui la specie
esonera se stessa e si affida a ciò che è altro da sé, le macchine da lei
stessa costruite, sino alle nuovissime forme artificiali di vita “cosciente”. I pericoli sono immensi, e fanno
ritenere che il cammino verso l’uomo 2.0 sia irreversibile. Gli interessi in gioco, nonché le
conseguenze civili, economiche, antropologiche ed esistenziali sono
incalcolabili, e le derive riguardano tutti, con la possibilità che i
meccanismi sfuggano dalle mani, pessime ma ancora umane, di chi è ai vertici e
negli stati maggiori del progetto.
Il
problema è la progressiva incapacità di fare domande, ovvero di abdicare alla
condizione umana.
Dipendente
dalla parola salvifica degli esperti, dagli strumenti tecnici e dal desiderio
che non si sazia, alimentato dal meccanismo del cane di Pavlov, che sbava alla
semplice idea del cibo, l’uomo postmoderno si esonera da se stesso, dipendente
come mai prima dalla volontà altrui.
Non ha più in tasca il “suo” denaro, ma una
carta fornita da qualcuno che può revocarla o bloccarla; non ha più gusti o
desideri propri, prigioniero della narrazione pubblicitaria, scambiata per verità nella
confusione di messaggi e nel sovraccarico di “news” contraddittorie.
A ogni
avanzamento della tecnologia, egli affida una parte ulteriore di sé, delle sue
capacità e funzioni biologiche e cognitive a qualcun altro, chi controlla e
possiede il mezzo tecnico. Bastano le dita per pigiare sui tasti e azionare i comandi di
strumenti che fanno al posto nostro ogni gesto, ossia si sostituiscono a noi.
L’automazione
renderà superfluo il lavoro umano in moltissime attività. Si diffonderà, oltre
a un’ulteriore dipendenza dalla macchina, la subordinazione a redditi di
sussistenza, antidoto alla rabbia sociale.
La
specie umana – o buona parte di essa – vivrà lontana dal lavoro,
dall’aggregazione comunitaria, dalla creatività e dalla dignità che ne deriva,
in attesa dell’accredito del sussidio.
Un’
ulteriore dipendenza, aggravata dal fatto che il reddito verrà attribuito in
forma elettronica e non potrà essere speso se non nei modi, nelle forme, per
beni e servizi decisi dall’alto. Il rischio è di generare due umanità distinte e
incomunicabili: l’oligarchia, sempre più ricca, potente, orientata al
transumanesimo e una massa sottostante, non plebe, ma sottospecie largamente
animalizzata e forse modificata – a lungo termine – dalle radiazioni e dalle
sostanze chimiche contenute nei medicinali e nel cibo. L’inveramento
tecnologico degli “ultimi uomini” ammiccanti di Nietzsche.
Sono
un Essere Umano...
Il
fenomeno, spiega Giorgio Agamben, va considerato nella prospettiva della
specie. Un
secolo fa, lo scienziato olandese Ludwik Bolk aveva previsto che “gli apparati
tecnici cui l’uomo si affida in misura crescente per poter sopravvivere
avrebbero raggiunto un punto di esasperazione estrema, in cui si sarebbero
rovesciati nel loro opposto e avrebbero finito per causare la fine della specie”.
Altri
mostrarono che l’esternalizzazione delle funzioni degli organi corporei produce
la loro progressiva disattivazione per affidarle a strumenti artificiali. A
ogni progresso tecnico corrisponde un regresso funzionale, che, se spinto oltre
un certo limite, può mettere in questione il futuro della specie.
Agamben
conclude con un moto di speranza rintracciato nelle parole di un grande della
Grecia classica, Euripide: “ciò che ci aspettavamo non si è compiuto e gli Dei
trovano una via per l’insperato”.
Un
ulteriore problema è la rarefazione del linguaggio, la sua sostituzione con
cifre e algoritmi. Sentiamo ancora Agamben: “la verità si sposta dall’ambito
delle parole e della lingua in quello dei numeri e della matematica, il
linguaggio, ridotto a sistema di segni convenzionali, senza più rapporto con la
verità, può diventare una prigione. Forse gli uomini non sono mai stati così
inermi e passivi di fronte a un linguaggio che li determina in misura
crescente.” E che finisce per essere un elemento ulteriore di disumanizzazione.
Se questo è vero, la via per l’insperato invocata da Euripide è il ritorno di
un umanesimo aperto alla trascendenza. È la tesi di Eugenio Capozzi, autore del
recente “L’autodistruzione dell’Occidente”.
Si
tratta di recuperare le radici della visione dell’uomo fondata dalla civiltà
greca e romana, portata a sintesi nell’incontro dei popoli d’Europa con il
cristianesimo, educati al rispetto della persona umana e alla libertà di
coscienza.
Una civiltà, tuttavia, sussiste solo finché ci
si sente accomunati da una medesima visione del mondo che adotta princìpi
comuni e si riconosce nello stesso patrimonio simbolico.
L’umanesimo
europeo, negata la matrice comune, ha sviluppato un virus potente quanto
insidioso, l’odio di sé, un’autocritica radicale e distruttiva, la tendenza
all’ auto relativizzazione, ossia a decostruire se stessa sino a non credere
più in alcuno dei suoi principi.
Prima,
l’umanesimo europeo, diventato occidentale (mutazione che è stata l’inizio
della fine) possedeva una fede tanto potente in se stessa da considerarla base
autoevidente di una cultura universale.
Da mezzo secolo, dopo il 1968, ha preso a
immaginare i suoi principi come i peggiori al mondo. Il testimone inascoltato
fu Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI.
La sua definizione resta la più pregnante:
dittatura del relativismo “che non riconosce nulla di definitivo e lascia come
ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”.
Più di
recente, dall’America abbiamo importato una variante del virus demolitrice, il
relativismo diversitario che per Capozzi conduce “alle estreme conseguenze la
cancellazione dei fondamenti religiosi del costituzionalismo, del liberalismo e
della democrazia; ha promosso il ritorno a una concezione tribale e castale dei
diritti soggettivi; ha legittimato su quella base la violazione del diritto
alla vita, ha degradato l’essere umano a una condizione pari a quella animale,
a ospite non essenziale dell’ecosistema. Ha amplificato a dismisura l’abisso
tra élites ultra-borghesi persuase di poter ambire all’onnipotenza e masse
destinate a fungere da materiale per i loro progetti di dominio.”
Ha
determinato altresì un passaggio sorprendente dal libertarismo edonista a un
autoritarismo di ritorno, esito di una visione integralmente relativista e
materialista.
Non
c’è possibilità di realizzare un recupero dell’umanesimo originale se non
all’interno delle civiltà europee di matrice cristiana.
Non vi
sono alternative, non funziona un umanesimo alternativo a quello prodotto dalla
nostra storia.
Ogni
contaminazione o pretesa di universalismo non può che sfociare in nuovo
relativismo o nel nichilismo della “cultura della cancellazione “di cui siamo testimoni sconcertati.
Fuori
dal ritorno al reale, dal recupero di ciò che siamo diventati nel lungo
processo di stratificazione storica che ha condotto alla “scoperta” della
persona umana, della sua dignità e trascendenza, l’eredità possente che parte da
Omero e passa per Atene, Roma e il cristianesimo, non c’è che una rapida
disgregazione. Paul Valéry, dopo la prima guerra mondiale scrisse che le civiltà, da
allora, sapevano di poter morire. Sempre, si tratta di suicidio.
(Roberto
Pecchioli -
ereticamente.net/2021/03/la-cancellazione-dellumano-roberto-pecchioli.html).
La
Macchina Mediatica
è partita.
Conoscenzealconfine.it- WI -
( 1 Marzo 2022)-ci dice :
Gli
ingranaggi si sono attivati sin da subito, togliendoci il respiro.
Dismessa
la lurida pezza sul volto, adeguatamente riposta in naftalina per esser tirata
fuori al bisogno (magari questo ottobre prossimo ), i trasformisti
dell’informazione non hanno indugiato ad indossare elmetto e giubbotto
antiproiettile. La scenografia è imponente.
I
monumenti delle nostre città, fino a ieri deturpati da un osceno ”arcobaleno”,
si colorano di giallo e blu. Le piazze, sino a ieri brulicanti di esseri in
museruola, si riempiono di soggetti strappati agli aperitivi ed alla “lotta
lgbt”, catapultati a comando in buffi girotondi e sbandierate.
Il
popolo, a cui è stato tolto tutto, dalla dignità al lavoro, dalla possibilità
di scegliere se assumere o no un farmaco al dominio sulla propria esistenza,
sembra ancora non rendersi conto della grande opera di distrazione di massa.
Mentre
infatti “lasciapassare” e narrativa covid sembrano non trovare più spazio nei
grotteschi salotti televisivi nostrani per lasciare posto al racconto bellico,
tutto si cristallizza, ogni abominio si solidifica.
I
plastificati volti ed i sorrisi di porcellana del mainstream nostrano, novelli
esperti di strategie militari anche nelle trasmissioni di cucina, si
improvvisano giocatori di risiko col chiaro intento di congelare il pacchetto
pandemico per ritirarlo fuori al momento giusto, mentre Qr code e punture forzate,
temporaneamente accantonate, continuano a condizionare impunemente le nostre
esistenze.
Tutto
ciò non può e non potrà mai essere normalità, teniamolo bene a mente. Occhi aperti e sguardo vigile.
Vietato mollare.
( WI- t.me/weltanschauungitaliaofficial).
Italia…
Stato di Emergenza Infinito!
Conoscenzealconfine.it - Gianni Lannes - (28 Febbraio 2022)- ci dice
:
Il
consiglio dei ministri col pretesto dell’Ucraina, ha deliberato altri tre mesi
di cosiddetto stato di emergenza.
Il
consiglio dei ministri, presieduto dall’
non eletto Mario Draghi, col pretesto dell’Ucraina, ha deliberato altri
tre mesi di cosiddetto stato di emergenza, ovvero uno stato di eccezione non
contemplato assolutamente dalla Costituzione repubblicana italiana.
In tal
modo, ha disposto col “rafforzamento della postura militare”, l’intervento sul
fronte di guerra di 3.970 militari sotto il famigerato comando NATO.
Si
tratta, di fatto, di una deliberazione di guerra (potere che spetta al
Parlamento) solo in caso di difesa sul territorio nazionale: atto fuorilegge, anticostituzionale,
antidemocratico e liberticida di stampo dittatoriale che porta la firma anche
dell’inqualificabile ministro grullino, tale Luigi Di Maio.
Mister
Britannia, affossatore dell’Italia già dal 1992, in contemporanea con
l’eliminazione stragistica dei giudici Falcone e Borsellino con relative scorte
di Polizia, al soldo del sistema di dominio globale, va destituito e processato per
direttissima.
Peraltro, l’articolo 11 della nostra
Costituzione è chiaro: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali…”.
Le
conseguenze dannose saranno ancora a carico della popolazione italiana, in gran
parte già lobotomizzata e siringata a ripetizione. In Italia, ormai, la tecnocrazia
imperante ha soppiantato la democrazia incompiuta.
(Gianni
Lannes-
sulatestagiannilannes.blogspot.com/2022/02/italia-stato-di-emergenza-infinito.html).
Il
Punto della Situazione della Guerra in Ucraina
e sue Ripercussioni
generali e in particolare in Italia.
Conoscenzealconfine.it- Claudio Martinotti Doria - (27 Febbraio
2022)- ci dice :
Noi
italiani saremo il popolo che pagherà il prezzo più alto di questa guerra,
anche e soprattutto a causa della servile, inetta e parassitaria classe
politica di cui disponiamo.
Putin
ha un grosso limite, nell’azione da lui ordinata in Ucraina, che deriva dalla
coerenza con quanto dichiarato pubblicamente; la guerra è rivolta alle Forze
Armate Ucraine per eradicare i nazisti dal paese e demilitarizzarlo senza
coinvolgere i civili, e in una guerra garantire l’incolumità dei civili è
impresa ardua che costa vite umane tra le proprie forze armate, perché
impedisce di ricorrere prevalentemente se non esclusivamente all’artiglieria e
ai bombardamenti aerei e missilistici, dovendo agire prevalentemente con truppe
a terra.
Le
forze armate ucraine, soprattutto quelle naziste che sono prive di scrupoli, si
rifugiano appunto in città tra i civili per ridurre il rischio di venire colpite.
Ecco
perché vi sono gravi perdite da entrambe le parti e non solo tra i militari
ucraini.
Putin non vuole venire accusato di far strage
di civili, è comprensibile, ma questo non impedisce ai media mainstream
occidentali di accusarlo ugualmente.
A lui
interessa soprattutto non perdere il consenso tra i russi e siccome tra gli
ucraini i russi sono parecchi, deve evitare di colpirli seppur accidentalmente.
Ecco perché la guerra lampo non potrà essere tanto
veloce come auspicato inizialmente. Lo sarebbe stata se i russi avessero potuto
ricorrere alla loro netta superiorità bellica tecnologica, limitandosi a
bombardamenti mirati o all’uso di armi avveniristiche di cui dispongono.
Il
fatto che tra gli obiettivi che sono stati colpiti finora in Ucraina, vi siano
località nelle quali non risultano ufficialmente insediamenti militari ucraini,
non deve trarre in inganno, probabilmente si tratta dei laboratori di ricerca e
produzione di armi biologiche che sappiamo gli USA hanno collocato segretamente
in decine di aree dei paesi compiacenti tutto attorno alla Russia, in
prossimità dei confini. Probabilmente con intenti offensivi nei confronti della
Russia, la quale ha provveduto ad eliminarli, quantomeno quelli posti in
Ucraina orientale.
In
estrema sintesi direi che i russi vogliano ripulire l’Ucraina dai criminali
nazisti e oligarchi corrotti (forti coi deboli e deboli coi forti), ovviamente
quelli non ancora fuggiti all’estero col bottino del loro saccheggio.
Poi vogliono smilitarizzare il paese, renderlo
inoffensivo e fare in modo che diventi territorio neutrale sotto stretto
controllo russo, in modo che i farabutti americani (che trattano gli alleati
come vassalli e li scaricano quando non servono più ai loro scopi) e la NATO
(braccio armato degli USA) non vi mettano mai più piede.
Ovviamente
non intendono farlo da soli, ma hanno dalla loro parte pressappoco la metà
della popolazione ucraina, soprattutto quella residente nella la parte
orientale del paese, che infatti ha accolto favorevolmente le truppe russe. Del
resto, non si tratta di un’invasione, non potrebbero permetterselo, ma dal loro
punto di vista si tratta di una “liberazione” della popolazione russa dalla dittatura
discriminatoria e vessatoria dei nazisti e nazionalisti russo-fobici, filo-occidentali
globalisti per convenienza.
Gli
USA e i loro vassalli e satelliti applicheranno sanzioni cui la Russia è già da
tempo preparata, tra l’altro dirottando verso l’Asia (Cina e India che da soli
fanno 3 miliari di abitanti e raddoppieranno i consumi energetici nei prossimi
anni) il loro giro di affari e forniture di materie prime.
Il
pericolo sarà rappresentato soprattutto dai paesi vicini all’Ucraina, russo-fobici
anche loro, in primis Polonia e le tre Repubbliche Baltiche, che faranno di
tutto per convincere la NATO e gli USA a intervenire direttamente, anche perché
in questo momento probabilmente avvertono un forte bruciore dove non batte il
sole, alimentando le loro paranoie.
Gli
imprenditori europei non tollereranno le sanzioni imposte dagli USA e dai
farabutti che governano l’UE e i suoi vari stati e li manderanno a quel paese
dopo qualche tempo (non subito, per salvare le apparenze) e continueranno a
fare affari con la Russia, diversamente chiuderebbero i battenti. Già in
seguito alla prima tranche di sanzioni, le aziende italiane ci hanno rimesso
parecchie decine di miliardi, adesso le perdite rischiano di quadruplicare. Una
situazione che non può essere sopportata, soprattutto nelle attuali condizioni.
Ricordiamoci
che i prezzi dell’energia sono già aumentati a dismisura a causa
dell’incompetenza e demenzialità della dirigenza UE che ha imposto alla Russia
di sostituire i vecchi contratti a lungo termine con prezzi prefissati e
mantenuti per tutta la durata, con una contrattazione a breve, spesso
addirittura a prezzo spot di giornata. Forse pensavano di danneggiare i russi,
mentre al contrario hanno pesantemente danneggiato le loro popolazioni e
attività imprenditoriali. Ma di questa scelta devastante e stupida non mi pare
i media mainstream ne abbiano parlato e attribuito le giuste responsabilità
alla dirigenza europea.
Biden
è un pupazzo tenuto in piedi dai farmaci per limitare la demenza senile, e
quella che crede una vittoria politico-mediatica diverrà presto una sonora
sconfitta che gli si ritorcerà contro come un boomerang, perché quest’arma di
distrazione di massa verso l’opinione pubblica interna farà comunque perdere di
credibilità e affidabilità agli USA, che sono già ai minimi storici. Di questo
passo il tramonto degli USA come superpotenza mondiale subirà un’accelerazione.
Nessuno
statunitense approverebbe di essere coinvolti in una guerra in Ucraina, anche
se gli americani non subiranno alcun danno economico, solo gli europei avranno
aumenti di prezzi iper-inflattivi a tre cifre, peggio della Turchia. Il
petrolio e altre materie prime schizzeranno alle stelle, salirà anche oro e
argento.
In
Italia, i parassiti corrotti e inetti che siedono in parlamento non sono in
grado di scontrarsi con Draghi, il quale essendo un clone di laboratorio creato dalle
élite finanziarie globaliste, andrà avanti come un caterpillar nell’eseguire gli ordini
che ha ricevuto, come già dimostrato durante la psico-pandemia adottando misure
liberticide totalitarie senza eguali nel mondo.
Noi
italiani saremo il popolo che pagherà il prezzo più alto di questa guerra, anche e soprattutto a causa della
servile, inetta e parassitaria classe politica di cui disponiamo. Di Maio
docet.
(Claudio
Martinotti Doria). (cavalieredimonferrato.it/).
Putin:
“Ci impegniamo per la Smilitarizzazione
e la Denazificazione dell’Ucraina”.
Conoscenzealconfine.it-Redazione-
(25-2-2022)- ci dice :
Putin:
“L’obiettivo è proteggere le persone che sono state sottoposte ad abusi e genocidio
da parte del regime di Kiev per 8 anni”.
L’attacco
è stato sferrato dopo l’annuncio in tv poco dopo le sei del mattino di ieri 24
febbraio, orario di Mosca. Il presidente russo Vladimir Putin, in un discorso
ai russi, ha fatto sapere di aver deciso un’operazione militare speciale nel
Donbass, scrive Il Tempo.
“Le
circostanze richiedono un’azione decisa e immediata. Le Repubbliche popolari
del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto. A questo
proposito, ai sensi dell’articolo 51, parte 7 della Carta delle Nazioni Unite,
con l’approvazione del Consiglio della Federazione e in virtù dei trattati di
amicizia ratificati dall’Assemblea federale e di mutua assistenza con DPR e
LPR, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale“, ha detto Putin in
un discorso televisivo ai russi.
Una
“versione” in contrasto con quanto denunciato dall’Occidente con Europa e Stati
Uniti che condannano quella che appare come una invasione militare a tutti gli
effetti.
Il
presidente russo Putin ha avvertito che un attacco alla Russia “porterebbe a
gravi conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore”. “Nessuno dovrebbe avere
dubbi sul fatto che un attacco diretto al nostro Paese porterà alla sconfitta e
a terribili conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore”, “coloro che
rivendicano il dominio del mondo, pubblicamente, impunemente e, sottolineo,
senza alcun motivo, dichiarano noi, la Russia, il loro nemico”.
“Hanno
davvero grandi capacità finanziarie, scientifiche, tecnologiche e militari. Lo
sappiamo e valutiamo oggettivamente le minacce che ci vengono costantemente
rivolte in ambito economico, così come la nostra capacità di resistere a questo
ricatto sfacciato e permanente”, ha continuato. “Per quanto riguarda la sfera
militare, la Russia moderna, anche dopo il crollo dell’Urss e la perdita di una
parte significativa del suo potenziale, è oggi una delle più potenti potenze
nucleari del mondo ed è in vantaggio in numerosi degli ultimi tipi di armi“, si
legge su Il Tempo.
“I
nostri piani non sono di occupare l’Ucraina, non abbiamo intenzione di imporci
a nessuno”, ha spiegato Putin che si muove su un crinale molto pericoloso.
“L’obiettivo è proteggere le persone che sono state sottoposte ad abusi e
genocidio da parte del regime di Kiev per 8 anni. E a tal fine, ci impegneremo per la
smilitarizzazione e la ‘denazificazione’ dell’Ucraina, nonché per consegnare
alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi e sanguinosi crimini contro i
civili, compresi i cittadini russi“, le parole del presidente russo.
(lapekoranera.it/2022/02/24/putin-ci-impegniamo-per-la-smilitarizzazione-e-la-denazificazione-dellucraina).
Ops …
ora gli italiani
non si
vaccinano più.
Visionetv.it-Debora
Billi- (1 Marzo 2022 )- ci dice :
Avete notato?
Da quando è cominciata la guerra in Ucraina, sono magicamente quasi sparite le
mascherine in strada. Tutti gli zelanti che continuavano ad indossarla malgrado
l’abolizione dell’obbligo, ora non ne sentono più il bisogno. Sono gli stessi
che seguono avidamente i messaggi televisivi, per cui nella loro testa deve
essere scattato il clic “se la tv non ne parla più, allora non serve più”.
Il
micidiale meccanismo del Green Pass, degli obblighi ai lavoratori, dell’oppressione dei
nonni in Posta rimane però immutato: non sarà una guerricciola a far
decadere le persecuzioni verso i cittadini italiani che tante soddisfazioni
hanno arrecato alla sadica classe dirigente del Paese.
Neppure le bombe atomiche riuscirebbero a
convincerli che ora basta.
D’altronde,
da gente sfacciata come il nostro Draghi che ha il coraggio di asserire “La guerra in Ucraina è un attacco ai
nostri valori di libertà e democrazia“, come aspettarsi un comportamento
sensato?
Lo stesso Draghi ha appena ricordato che lui è
dispostissimo ad approvare i sacrifici che poi dovranno fare gli italiani.
Non
voglio qui menzionare l’aforisma romano reso immortale dal faccendiere Stefano
Ricucci, perché sono una signora; però ci starebbe benissimo.
Però…
c’è un però. La macchina perfettamente oliata del lavaggio del cervello mediatico si
sta rivoltando contro lorsignori.
Finché
era solo Covid 24/7, era anche tutto un mascherine-vaccini e dalli al novax;
non appena si è smesso, cadono le maschere e ci si dimentica di vaccinarsi (i
russi, invece, sono i nuovi “novax” da perseguitare).
La
guerra è appena cominciata, non si sa neanche se durerà, ma negli hub del
generale Figliuolo si è già prodotto il deserto.
Lo racconta il Sole24Ore: dall’inizio di
febbraio, il mese in cui sono entrate in vigore le oppressioni peggiori, si è
verificato un crollo sia delle prime che delle terze dosi.
Crollo
che è diventato una valanga nell’ultima settimana, quando si sono sottoposte
alla prima dose appena 49mila persone.
E dire
che i “novax”, compresi i bambini, sono ancora ben 5 milioni. A tutti costoro
vanno aggiunti quelli senza terza dose (sottoposti alle medesime vessazioni,
ricordiamolo), circa 14 milioni. Un terzo degli italiani è senza Pass, e sembra che non
importi un bel nulla a nessuno.Sicuramente c’è tanta resistenza. Ma anche tanta
influenza dei media: chi non ha fatto la terza dose ora sta pensando che la
guerra distrarrà l’attenzione dalla furia vaccinale, e quindi perché
sottoporsi? Non a torto, forse.
Forse.
Perché 20 milioni di persone senza Green Pass implicano danni enormi
all’economia, a cui si aggiungono quelli ancora più enormi arrecati dagli
imminenti razionamenti, blackout, sanzioni e altre vessazioni all’indirizzo
dell’Italia (molto più che della Russia) e delle sue categorie produttive,
nonché del funzionamento come Nazione. E siccome la classe dirigente stile
Zelenski che ci governa sembra puntare proprio al sistematico disfacimento del
Paese, il mix sanzioni + green pass deve apparire come manna da cielo. La fast
track del disfacimento.
(DEBORA
BILLI).
Dalla
Uefa a Pornhub: le sanzioni idiote contro
i
russi nascondono una realtà più inquietante.
Visionetv.it-Redazione-
(1 Marzo 2022 )-ci dice:
Pornhub
sanziona la Russia. Niente video hard per chi si collega dal Paese degli Zar. I
giornali riportano questa come una grande trovata, come se i russi non avessero
più belle donne “che gas” e dovessero ricorrere a quelle offerte dalle
multinazionali americane.
La
nazionale di calcio russa, che aveva ospitato gli ultimi mondiali, sarà invece esclusa
dai Mondiali del 2022 che si terranno in quel paradiso dei diritti umani e
della democrazia di nome Qatar. Parimenti le squadre di club verranno escluse
dalle coppe. Abbiamo visto durante le Olimpiadi di Pechino gesti di fraternità
tra atleti russi ed ucraini e siamo certi che i calciatori non vogliono la
guerra. Fa
nulla: bisogna punirli.
Ma non
solo la Uefa fa virtue signaling. Anche le federazioni di tennis e quelle di
equitazione hanno deciso di bloccare le gare in Russia. Medaglia d’oro, poi, al
Comitato Olimpico, che nel pieno di quello spirito olimpico che
contraddistingue le gare fin dai tempi di Atene, ha buttato fuori i
rappresentanti russi.
Ma è
l’Euro-vision che ha inflitto il castigo più duro: niente più russi all’Euro-festival,
il festival delle canzonette europeista. A Mosca saranno disperati senza
Maneskin.
Altro
caso: secondo il difensore civico dei Diritti Umani della Federazione Russa Tatiana
Moskalkova diversi studenti russi sarebbero stati espulsi dalle università
europee come ritorsione dei fatti in Ucraina: la notizia è stata derubricata a
bugia di propaganda e ci auguriamo che sia così: quantomeno Bologna sta seguendo gli
studenti sia ucraini che russi.
Anche
le compagnie aeree si sono messe tutto sull’attenti. Tra queste la KLM, ha comunicato
anche di essere costretta a gettare la spugna: niente più voli verso l’intero
Oriente. Circumnavigare la Russia sarebbe troppo costoso. E’ davvero un affare d’oro correre a
mostrarsi obbedienti.
Ma in
realtà tutto il discorso sulle “sanzioni ridicole”, da Pornhub in poi, ha un
sottotesto sinistro: colpire la gente comune. Volete sanzionare direttamente
Putin e Lavrov? Ha un senso. Volete sanzionare i politici? Certo, hanno avuto
un ruolo nell’invasione. Volete colpire gli oligarchi come ha fatto Boris
Johnson? Certo,
è una strategia per sperare in una congiura di palazzo che rovesci lo Zar.
Pornhub,
lo sport e le canzonette sono invece la punta dell’iceberg per colpire i cittadini
russi.
D’altronde, questa è la logica delle sanzioni statunitensi da Cuba in poi. Ricordiamo l’agghiacciante
affermazione di Madeleine Albright, segretario di Stato sotto Bill Clinton:
alla domanda “In Iraq sono morti più di mezzo milione di bambini a causa delle
sanzioni, più ancora che a Hiroshima: è un prezzo giusto da pagare?” la
Albright rispose “Sì, è un prezzo giusto“.
Finché
si tratta di Pornhub o del calcio è un conto, ci si può anche ridere. Quando leggi che per le sanzioni
Sberbank, la più grande banca statale russa, è sull’orlo del fallimento sai che
quella cosa non tocca, o tocca relativamente, Putin e gli oligarchi. Tocca invece la gente comune nella
stessa tragica maniera con cui le politiche da presidente della BCE dell’attuale mercante
d’armi Mario Draghi toccarono il greco comune.
Non si
sta facendo una guerra solo a Putin, ma a tutti i russi, in un delirio di
colpevolizzazione di un intero popolo.
Che,
ad onore del vero, a questo giro sembra voler davvero abbandonare il presidente.
La guerra
è estremamente impopolare al punto che diversi personaggi noti si sono esposti
e persino Lisa Peskova, figlia del portavoce del Cremlino Peskov, ha attaccato
Putin su Instagram.
Missione
compiuta, America: forse riuscirete a metterci un altro Eltsin.
(VISIONE
TV).
Mangi
carne? Allora sei sessista,
razzista
e xenofobo.
Visionetv.it-Ian
Miles - (1 Marzo 2022 )-ci dice:
Imperterrita
nella sua spinta a diffamare il cosiddetto “dualismo di genere”
diviso tra maschile e femminile, e introdurre nuove strutture
gerarchiche per ripristinare lo status quo, la sinistra progressista rimane
sempre sul pezzo per problematizzare
tutto.
Il suo
ultimo obiettivo? La Carne.
A
novembre, l’Oxford Union ha tenuto un dibattito sul consumo di carne chiamato “Questa casa andrebbe oltre la carne”, presentato dalla femminista vegana
Carol J. Adams, e il procedimento farsesco è diventato virale a febbraio dopo che le clip
sono arrivate sui social media.
Adams,
l’autrice
di “The
Sexual Politics of Meat: A Feminist-Vegetarian Critical Theory” e “The
Pornography of Meat”, ha rigurgitato l’argomento vecchio di decenni secondo cui il consumo di carne non è
solo problematico nel senso che sfrutta gli animali a fini di sostentamento di
base (come spesso ripetuto dai vegani in generale), ma anche che il consumo di
carne ha componenti intrinseche relative a genere e razza.
In “The Pornography of Meat”, Adams “disegna il confronto visivo tra la carne
pubblicizzata su uno scaffale e le donne ritratte in particolari pubblicità o
riviste”. E
lei “suggerisce che l’idea di consumo gioca un ruolo significativo in una
cultura che paragona le donne ai prodotti”.
Sebbene
la metafora possa funzionare per spiegare l’oggettivazione sessuale, le
argomentazioni di Adams assumono una dimensione molto letterale nel suo attacco
al consumo di carne al dibattito dell’Oxford Union. In effetti, in quel senso il
consumo di carne è razzista, sessista e xenofobo.
“Il consumo di animali nel 21° secolo
richiede una rinnovata complicità in un nuovo colonialismo“, afferma Adams. “Questi eventi colpiscono
soprattutto le ragazze e le giovani donne. Il tuo hamburger arriva già con una
buona dose di misoginia.”
“Il
presupposto che la migliore proteina provenga dai cadaveri è una convinzione
razzista“,
continua, armando
le ramificazioni “problematiche” del consumo di carne con parole d’ordine
politiche per farlo sembrare degno di una causa.
No,
non è una questione politica, bensì è un dato di fatto che le migliori proteine
provengano da fonti animali. Senza farmaci moderni e integratori vitaminici, è
impossibile mantenere una dieta puramente vegana. Come notato dalla Vegan Society, “è
difficile per chiunque assumere un’assunzione giornaliera di “vitamina D” di 10
mcg dal cibo“.
Semplicemente
non esiste una fonte affidabile di vitamina D a parte integratori o cibi
vitaminizzati, almeno per i vegani. Per tutti gli altri ci sono pesce,
uova e carne rossa.
Lo
stesso vale per la vitamina B12.
Vegani e vegetariani che non assumono integratori
soffrono di un alto rischio di carenza di quella che è una vitamina necessaria
per il corretto funzionamento di molti
processi corporei, compreso il metabolismo delle proteine e la formazione dei
globuli rossi. Anche quello viene dalla carne.
Adams
chiede: “Come
fai a sapere che proprio quell’animale ti avrebbe scelto per nutrirsi del suo
cadavere?” Chiaramente,
nessun animale sceglierebbe qualcuno per nutrirsi del proprio cadavere.
L’istinto di un animale è sopravvivere e
mantenersi in vita, proprio come gli esseri umani, che sono essi stessi
animali, e per farlo devono consumare carne. Non solo per vivere, ma per stare
bene. Non possiamo negare i nostri adattamenti evolutivi.
Più
avanti nel dibattito, Adams osserva che il consumo di carne è sessista, citando come la cultura popolare
sia “inondata
di riferimenti a mucche sexy, maiali sexy, polli sexy, pesci sexy, che vogliono
solo divertirsi“.
Costumi
di Halloween a parte, che potrebbero includere una varietà infinita di abiti
“sexy”, non
c’è posto al mondo in cui gli animali siano considerati “sexy”. Di fatto, la zoofilia non è
soltanto illegale nella maggior parte del mondo, ma la punizione raccomandata per
avere rapporti sessuali con animali è la morte, in ben due sezioni della
Bibbia. La Adams la fa sembrare quasi la
norma.
Forse
visto che finisce gli argomenti, sostiene allora che: “La mascolinità, un costrutto del
binario di genere, di fronte alla costante destabilizzazione si sente sempre
minacciata e mangiare animali è il suo metodo di protezione“.
Non è
certo questo il suo punto saliente. Un giudizio di valore soggettivo non
costituisce certo un argomento oggettivo. Sputare sentenze e creare questioni
politiche su qualcosa che gli umani e i loro antenati primati hanno fatto per
centinaia di migliaia di anni non va a
favore delle sue argomentazioni.
Stranamente,
nonostante le risate fastidiose e rauche che Adams ha dovuto affrontare durante
il dibattito, la vegana ha vinto con 115 voti a 105, dimostrando una volta per tutte che
i sentimenti non si preoccupano dei fatti. Si può solo sperare che il verdetto
sia stato emesso per pietà.
In
definitiva, il dibattito dell’Oxford Union è solo uno dei tanti argomenti
accademici inutili tenuti nelle università e nei college di tutto l’Occidente:
il
prodotto di élite sociali indifferenti ai problemi di tutti i giorni affrontati
dalla classe operaia che non ha il lusso di consumare integratori troppo cari e
latte di mandorla.
( Ian
Miles Cheong, traduzione Martina Giuntoli).
Il
presidente dell'Ucraina segue
il
copione globalista e chiede l'adesione all'UE.
The
Last Refuge.co - Redazione -(28 febbraio 2022)-ci dice :
(Sundance).
Mentre
in occidente prosegue la beatificazione di san Zelenskyj, il presidente ucraino
firma una richiesta di adesione all'Ue. La propaganda è ovviamente fitta poiché
queste cose devono anni. Tuttavia, quando l'ottica dei social media di World
War Reddit ha bisogno di un'angolazione, beh, la star dei selfie è obbligata a
conformarsi.
La
campagna di propaganda occidentale continua in forma sbalorditiva mentre il Dipartimento di Stato
americano coordina la collaborazione delle élite globali nella loro campagna
contro la Russia. Tuttavia, ci sono alcune voci conservatrici negli Stati Uniti e le
persone fuori dalla tangenziale che hanno iniziato a capire tutto questo, cominciando a chiedersi se l'assemblea
della sinistra globale sia davvero il cocktail vuole party ucraino a cui
partecipare.
Tutto
ciò che circonda la spinta propagandistica continua senza sosta, poiché
l'immagine pubblica di Volodymyr Zelenskyy è conservata dai migliori sforzi di
Madison Avenue, Hollywood e Silicon Valley. Tutte le persone migliori, sai, le
"élite", stanno fluendo in una direzione.
A
questo punto della dinamica, i gruppi di social media Big Tech hanno
soddisfatto le richieste della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato, delle
agenzie di intelligence, delle Nazioni Unite, dell'UE, della NATO, del World
Economic Forum, di George Soros e del Comitato per le relazioni esteri degli
Stati Uniti, e hanno radunato il l'Occidente collettivo per sconfiggere la
Russia usando l'arma culturale della simpatia sociale .
È
verboten parlare del guerriero Zelenskyy con qualcosa di diverso dall'eroismo.
Si raccomandano riferimenti a Davide e Golia.
BRUXELLES,
28 febbraio (Reuters) – I leader dell'Unione
europea potrebbero discutere la possibilità
dell'adesione dell'Ucraina in un vertice informale a marzo, ha affermato lunedì
un alto funzionario dell'UE, aggiungendo che la questione è importante per l' Ucraina
nelle discussioni con la Russia sulla fine del conflitto.
Il
presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha dichiarato lunedì di aver firmato una
richiesta per l'adesione dell'Ucraina al blocco. "Pensa che è importante per i
motivi per cui questo è importante per il presidente Zelenskiy sia anche in alcune delle discussioni con la Russia
sulla via d'uscita ha detto il funzionario al conflitto.
"Sulla
domanda (dell'Ucraina per l'adesione all'UE) penso che sia non anticipare noi
stessi", ha detto il funzionario, che ha chiesto di non essere nominato. "Ovviamente non è stato ancora
ricevuto, ma l'intera questione della situazione in Ucraina è qualcosa che è
molto nelle menti dei leader".
Josep
Borrell ha affermato che la priorità principale era immediata per il supporto
all'Ucraina per l'invasione della Russia, discutendo che il termine potrebbe
richiedere anni
Mentre
la battaglia politica occidentale per i cuori e le menti del mondo continua, il
cattivo hanno nella sceneggiatura, il presidente russo Vladimir Putin, sembra
concentrare i suoi sforzi per liberare l'orientale dalle unità militari che
bombardato la regione del Donbas da circa 8 anni.
Una
differenza dell'approccio ai centristi, sembra probabile se ci sarà pietà per
l'esercito ucraino in quel del Paese.
Tecnocrazia: il sistema operativo per il nuovo
ordine
internazionale basato su regole.
Nworeport.me-
Nwo Report -Iain Davis - (1 marzo 2022)-
ci dice :
L'International
Rules-Based Order (IRBO) è minacciato e il potere globale si sta spostando.
Mentre
l'Oriente e l'Occidente riaccendono vecchie inimicizie, siamo portati a credere
che questa lotta determinerà il futuro delle relazioni internazionali e la
direzione degli Stati nazionali.
Tuttavia,
la trasformazione globale non è guidata dai governi nazionali, ma da una rete
globale di parti interessate e la tecnocrazia globale è il loro obiettivo.
In
questo articolo, esploreremo la vera natura dell'ordine internazionale basato
sulle regole (IRBO) ed esamineremo le forze che lo modellano. Considereremo se
le narrazioni che ci vengono comunemente alimentate si accumulano.
È
ampiamente accettato che l'IRBO stia subendo cambiamenti dirompenti. Questa trasformazione è spesso
segnalata come uno spostamento verso est nell'equilibrio di potere tra gli
stati nazionali.
Si
dice che questo nuovo, emergente ordine internazionale sarà fondato su un
sistema multipolare globale di stati sovrani e diritto internazionale.
Questo nuovo sistema si trova presumibilmente in opposizione al
modello occidentale "basato sulle regole".
Questa
volta, piuttosto che fare affidamento sull'imperialismo occidentale, il nuovo sistema basato sul diritto
internazionale enfatizzerà la cooperazione multipolare, il commercio e il
rispetto della sovranità nazionale.
Sarà invece guidato da un blocco di potere economico e
tecnologico eurasiatico.
L'apparente,
continuo antagonismo della geopolitica sembra destinato a mantenere il divario
Est-Ovest con cui abbiamo familiarità. Tuttavia, ciò che ora viene
inquadrato come l'ordine multipolare è, in realtà, l'ordine multistakeholder.
Come
scopriremo, gli Stati nazionali non sono la forza trainante dell'attuale
ristrutturazione della governance globale. Le narrazioni geopolitiche che ci
vengono date sono spesso superficiali.
Coloro
che guidano la trasformazione non hanno fedeltà a nessuno stato nazionale, solo alla propria rete globalista e
alle proprie aspirazioni collettive. Nelle loro mani, il diritto internazionale non è più un
impedimento alle loro ambizioni che un vago impegno per le "regole".
I
governi nazionali sono partner all'interno di questa rete formata da attori
statali e non statali. Nonostante le animosità professate, hanno collaborato per
decenni per modellare il complesso di governance globale che ora sta emergendo.
Non
importa chi si dice che lo guidi, l'IRBO è destinato a continuare in una nuova
forma.
Mentre
il sistema post-seconda guerra mondiale si ritira, il quadro imposto per prendere il
suo posto è completamente estraneo alle persone che vivono nelle ex democrazie
liberali occidentali.
Pertanto,
anche noi dobbiamo essere trasformati se vogliamo accettare il riallineamento. Siamo condizionati a credere nella
promessa del nuovo IRBO e nella tecnocrazia globale su cui è costruito.
TRENDING:
Il blocco popolare in Australia
L'International
Rules Based Order (IRBO).
Nel 2016,
Stewart Patrick del Council on Foreign Relations (CFR) ha pubblicato World
Order: What, Exactly, are the Rules? In esso, ha descritto l'era post-seconda
guerra mondiale come "l'ordine internazionale basato sulle regole"
(IRBO).
Radicato
saldamente nell'eccezionalismo americano, Patrick ha descritto come il
cosiddetto IRBO abbia agito come un meccanismo per il controllo egemonico della
politica globale, dell'economia mondiale e del sistema monetario e finanziario
internazionale (FMI):
Ciò
che distingue l'ordine occidentale post-1945 è che è stato modellato in modo
schiacciante da un'unica potenza, gli Stati Uniti.
Operando
nel più ampio contesto del bipolarismo strategico, ha costruito, gestito e
difeso i regimi dell'economia mondiale capitalista [...]
Nella
sfera commerciale, l'egemone preme per la liberalizzazione e mantiene un
mercato aperto; nella sfera monetaria, fornisce una valuta internazionale
liberamente convertibile, gestisce i tassi di cambio, fornisce liquidità e
funge da prestatore di ultima istanza; e nella sfera finanziaria, serve come
fonte di investimenti e sviluppo internazionali".
Mentre
il diritto internazionale è una componente dell'IRBO, non è di per sé legge. Il professor Malcolm Chalmers, scrivendo per il Royal United
Services Institute (RUSI) del Regno Unito, ha descritto l'IRBO come una combinazione di sicurezza
universale e sistemi economici combinati con accordi internazionali e processi
di risoluzione dei conflitti.
L'attuale
IRBO è presumibilmente un sistema occidentale di norme e istituzioni
internazionali. Sulla base degli insediamenti post-prima guerra mondiale e
della seconda guerra mondiale, ciò che viene suggerito come ordine è poco più di una
realizzazione del "potere è giusto" sulla scena internazionale.
Azioni
non parole.
In
Occidente, siamo stati educati ad avere fiducia nell'IRBO.
Ci viene venduto come un accordo che
stabilisce un comportamento normativo per gli stati nazionali. Una base per le relazioni internazionali
è presumibilmente concordata e un comportamento accettabile ordinato.
Lungi
dall'essere un insieme di regole per facilitare la coesistenza pacifica tra
stati nazionali, l'IRBO è sempre stato uno strumento di manipolazione. La
domanda è: chi lo maneggia?
La
recente dichiarazione congiunta tra la Federazione Russa e la Repubblica
Popolare Cinese sembra ridefinire esplicitamente l'attuale IRBO. L'accordo dei
presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping recitava, in parte:
"Oggi,
il mondo sta attraversando cambiamenti epocali e l'umanità sta entrando in una
nuova era di rapido sviluppo e profonda trasformazione. Vede lo sviluppo di
processi e fenomeni come il multipolarismo, la globalizzazione economica,
l'avvento della società dell'informazione, la diversità culturale, la
trasformazione dell'architettura di governance globale e l'ordine mondiale. [.
. .] è emersa una tendenza verso la
ridistribuzione del potere nel mondo. [. . .] l'ordine mondiale
internazionale basato sul diritto, cerca un autentico multipolarismo con le
Nazioni Unite e il suo Consiglio di Sicurezza che svolgono un ruolo centrale e
di coordinamento".
(Vladimir
Putin e Xi Jinping nel 2018 Foto: WikiCommons – kremlin.ru).
Al
contrario, il discorso pronunciato dal ministro degli Esteri britannico Liz
Truss al Lowy Institute, un think-tank politico australiano sostenuto dai
Rothschild con particolare attenzione alla regione Asia-Pacifico, ha illustrato
la posizione occidentale. Ha detto:
"Russia
e Cina stanno lavorando insieme sempre di più, mentre si sforzano di stabilire
gli standard in tecnologie come l'intelligenza artificiale, affermano il loro
dominio sul Pacifico occidentale. [. . .] Stanno destabilizzando l'ordine
internazionale basato sulle regole e stanno distruggendo i valori che lo
sostengono.
[. . .] Crediamo
nella libertà e nella democrazia. [. . .] Come ha detto il primo ministro Scott
Morrison, "sappiamo dalle prove della storia umana che le democrazie sono
la sala macchine del cambiamento". [. . .] La tecnologia ha dato potere alle
persone consentendo un'incredibile libertà, ma sappiamo che può essere
sfruttata da altri per promuovere la paura. [. . .] Unendo le forze con gli Stati
Uniti stiamo dimostrando la nostra determinazione a proteggere la sicurezza e
la stabilità in tutta la regione".
Preso
sul valore nominale, concluderemmo inevitabilmente che, mentre l'asse è in
movimento, lo stallo contraddittorio continua. In larga misura, questa è
un'invenzione.
Discutendo
dell'IRBO, ci imbattiamo immediatamente in un problema di nomenclatura. A volte indicato come "ordine
internazionale basato su regole"; altre volte "ordine
internazionale" o "sistema basato su regole"; o occasionalmente
il "sistema internazionale basato su regole", ora apparentemente abbiamo
bisogno di aggiungere "ordine mondiale basato sul diritto internazionale".
Mentre
non esiste una definizione consolidata per questo presunto sistema di
governance globale, tutto equivale alla stessa cosa. Il fulcro potrebbe essersi
spostato, ma lo stratagemma rimane intatto.
Questo
problema di definizione illustra il difetto principale di qualsiasi nozione di
ordine globale basato su regole. È mal definito e transitorio.
Si basa più sulla realpolitik del giorno che
su qualsiasi autentico precetto morale, legale o politico.
Mentre
Truss ha accuratamente delineato come quel cosiddetto ordine può essere
sequestrato e sfruttato, ha ingannato il suo pubblico su chi sono gli
abusatori. Né
l'IRBO esistente è fondato sulla democrazia e sulla libertà. Le sue
affermazioni erano un inganno.
Recentemente
il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti (DHS) ha dichiarato
che minare la fiducia nel governo è stato raggiunto da individui che diffondono
narrazioni "false" e che ciò equivale al terrorismo. In altre parole, nessun cittadino
statunitense ha il diritto di mettere in discussione la politica del governo. Se lo fanno, stanno diffondendo
disinformazione. Di conseguenza, il DHS suggerisce che non fidarsi del governo dovrebbe
essere perseguito come un crimine.
Questa
è la presunta giustificazione per l'attenzione della nuova unità di terrorismo
interno che lavora a fianco della Divisione per la sicurezza nazionale del
Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L'assistente procuratore generale
Matthew Olsen ha detto a una commissione giudiziaria del Senato che l'unità è stata creata per combattere
la crescente minaccia di "estremismo", che apparentemente include
"ideologie anti-governative e anti-autorità".
Mettere
in discussione "autorità" o "governo" è una posizione
estremista, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e il DHS.
Non c'è spazio per la libertà di parola nell'ideologia estremista del governo.
Senza libertà di parola, la democrazia degli Stati Uniti è finita.
Allo
stesso modo, in Nuova Zelanda, il primo ministro Jacinda Ardern (un giovane leader globalista del
World Economic Forum) ha ammesso l'intenzione del suo governo di ignorare il
diritto inalienabile delle persone a spostarsi a meno che non si sottopongano alla
vaccinazione. Lo stesso vale per la Commissione europea, il cui certificato digitale COVID
dell'UE limita la libertà di circolazione solo ai cittadini che hanno i
prodotti farmaceutici giusti iniettati in loro.Questi "certificati" di
vaccino sono la porta d'accesso all'ID digitale completo per tutti i cittadini
conformi. Parlando
nel giugno 2021, la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen,
ha dichiarato:
"Vogliamo offrire agli europei una
nuova identità digitale. Un'identità che garantisce fiducia e protegge gli
utenti online. [. . .] Consentirà a tutti di controllare la propria identità
online e di interagire con governi e imprese in tutta l'UE".
In
altre parole, lo status vaccinale dei cittadini dell'UE, che costituirà una
parte fondamentale dell'identità digitale secondo i piani dell'UE, sarà
richiesto anche per l'accesso a beni e servizi. Senza l'autorizzazione
appropriata, saranno esclusi dalla società.
Recentemente,
alcuni governi sono sembrati fare marcia indietro sui loro piani di passaporto
vaccinale (certificato). Questa è semplicemente una breve cessazione di fronte alla
crescente protesta pubblica.
L'impegno
per l'identità digitale, controllando ogni aspetto della nostra vita, è
inerente all'obiettivo di sviluppo sostenibile 16.9 delle Nazioni Unite. La
traiettoria politica verso l'identità digitale è globale, indipendentemente da
chi presumibilmente guida l'IRBO.
Nessuna
di queste politiche indica, come sosteneva Truss, alcuna credenza di fondo in
"libertà e democrazia". Tra le nazioni Five Eyes e in tutta l'UE, tutto ciò
che vediamo è un impegno per la dittatura autoritaria.
(Elizabeth Truss: Scambio di politiche).
Nel
Regno Unito, dove Truss è una figura di spicco del governo, i piani per una
dittatura sono in una fase avanzata. Lo stato del Regno Unito ha sfruttato lo
pseudo-pandemico per progredire e promulgare una serie di leggi dittatoriali.
Il
Covert Human Intelligence Sources (Criminal Conduct) Act 2020 autorizza lo stato a commettere
qualsiasi crimine che gli piace e rimuove ogni responsabilità legale dai suoi
agenti; il
Police, Crimes, Sentencing & Courts Bill mette effettivamente fuori legge
tutte le proteste pubbliche e, sebbene attualmente in stallo dopo che la Camera dei Lord
ha respinto il disegno di legge, alcuni emendamenti minori lo vedranno quasi
certamente approvato in legge; il disegno di legge sulla sicurezza online, una
volta promulgato, porrà fine alla libertà di parola online e alle modifiche
proposte ai segreti ufficiali, al controspionaggio; e la legislazione antiterrorismo
eliminerà la difesa del giornalista di agire nell'interesse pubblico, ponendo fine di fatto al giornalismo
investigativo e di whistleblowing nel Regno Unito.
Tutti
questi cambiamenti tirannici sono esemplificati dalle riforme proposte dal
governo britannico per la legge sui diritti umani.
Il
loro comunicato stampa dimostra come la loro pretesa di rispettare i diritti
individuali, le libertà e la democrazia non sia altro che propaganda progettata
per ingannare un pubblico ignaro.
Mentre
parlano di diversità e di un impegno storico per la libertà, cospargendo il
loro comunicato stampa di soffici morsi sonori, le loro azioni smentiscono il
loro intento. Essi affermano:
"Il
governo vuole introdurre una Carta dei diritti in un modo che protegga i
diritti fondamentali delle persone salvaguardando al contempo l'interesse
pubblico più ampio [. . .] La crescita di una "cultura dei diritti" [. . .] ha spostato la dovuta attenzione alla
responsabilità personale e all'interesse pubblico. [. . .] Mentre i diritti umani sono universali, una Carta dei diritti potrebbe
richiedere ai tribunali di prestare maggiore attenzione al comportamento dei
ricorrenti e al più ampio interesse pubblico nell'interpretazione e nel
bilanciamento dei diritti qualificati. [. . .] Lo spostamento del potere legislativo
dal Parlamento verso i tribunali, nel definire i diritti e nel soppesarli con
l'interesse pubblico più ampio, ha portato a un deficit democratico. [. . .] L'espressione non può
essere un diritto assoluto se bilanciata con la necessità di proteggere la
sicurezza nazionale, mantenere i cittadini al sicuro e adottare misure per
proteggersi dai danni agli individui".
Mentre
lo stato del Regno Unito afferma che "i diritti umani sono
universali", chiaramente non lo sono se sono "diritti
qualificati" basati su qualsiasi cosa il governo decida di essere più
importante.
Gli individui che fanno pressione sui loro diritti in tribunale hanno
ostacolato i programmi del governo. Questo è considerato un "deficit
democratico". Pertanto, la Nuova Carta dei Diritti proteggerà il potere e
l'autorità del governo al di là delle libertà del popolo.
Il
governo del Regno Unito definirà la "sicurezza nazionale". Proteggerla, come meglio credono,
prevarrà su tutti i diritti individuali. La libertà di muoversi, di parola e
di espressione non sarà tollerata dallo stato del Regno Unito. Invece un impegno per
l'"interesse pubblico", la "sicurezza" e la protezione
della popolazione da qualche nebulosa nozione di "danno", sostituirà
la libertà e la democrazia.
Su
entrambe le sponde dell'Atlantico, e nel sud globale dei Cinque Occhi, sta emergendo un nuovo sistema che
facilita quello che Mussolini descrisse come lo Stato fascista:
"La
concezione fascista della vita sottolinea l'importanza dello Stato e accetta
l'individuo solo nella misura in cui i suoi interessi coincidono con quelli
dello Stato.
[. . .] Il liberalismo negava lo Stato in nome dell'individuo; Il fascismo riafferma i diritti dello
Stato come espressione della vera essenza dell'individuo. [. . .] La concezione fascista dello Stato
è tutta avvolgente; al di fuori di esso nessun valore umano o spirituale può
esistere, tanto meno avere valore. Così inteso, il fascismo è totalitario, e lo
Stato fascista – una sintesi e un'unità che comprende tutti i valori –
interpreta, sviluppa e potenzia l'intera vita di un popolo.
È
l'alleanza guidata dagli Stati Uniti delle “nazioni Five Eyes” e dell'Unione
Europea che si dichiarano i protettori dell'ordine internazionale basato sulle
regole.
Con il loro impegno per una nuova forma di nazi-fascismo globale, l'idea che l'IRBO ci tenga al sicuro
è discutibile. In verità, l'attuale IRBO non ha mai effettivamente promosso né la
libertà né la democrazia.
È
consuetudine che i presunti leader dell'IRBO pratichino due pesi e due misure. Guerre illegali, prolungate campagne
terroristiche contro le proprie popolazioni, sostegno alle insurrezioni
terroristiche straniere, crudeli sanzioni economiche e coinvolgimento in operazioni
internazionali di contrabbando di stupefacenti caratterizzano le attività degli
Stati nazionali che rivendicano la proprietà dell'IRBO.
Mentre
l'egemonia occidentale insiste sul fatto che tutti seguono le loro regole, non
si attengono allo stesso modo. Alcuni esempi recenti, tra i tanti, hanno visto
il ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal “Joint Comprehensive Plan of Action”
(JCPOA),
spesso indicato come l'accordo nucleare iraniano;
La
NATO rinnega le assicurazioni, date all'ultimo presidente sovietico Mikhail
Gorbaciov, che non si espanderà "di un pollice verso est"; e
l'incarcerazione dei giornalisti.
Questo
non vuol dire che i presunti oppositori dell'attuale IRBO, in particolare
Russia, Cina e Iran, siano al di sopra di ogni rimprovero. Tuttavia, è insostenibile per le "nazioni
leader" dell'IRBO esistente requisire qualsiasi supremazia morale.
Politici
come Truss promuovono l'IRBO come pietra angolare della pace e della sicurezza
internazionale, ma queste sono banalità senza senso. Non c'è nulla di
intrinsecamente pacifico o sicuro in questo.
Il
vero IRBO.
L'attuale
IRBO è ritratto come un progetto di stati occidentali, precedentemente liberali
e democratici che hanno capitalizzato il dominio economico e militare degli
Stati Uniti.
Tuttavia, nonostante questo sia il modo in cui i media mainstream (MSM), il
mondo accademico e i think-tank lo presentano, questo non è ciò che l'ordine
internazionale basato sulle regole è oggi.
L'IRBO
può essere più accuratamente descritto come un veicolo per una rete capitalista di stakeholder
mondiale per
manipolare gli stati nazionali nel perseguimento della propria agenda
prevalentemente privata e aziendale. In effetti, potremmo sostenere che è tutto ciò che è
mai stato.
Una
rete veramente globale di aziende, think-tank, fondazioni private,
organizzazioni intergovernative, ONG e governi lavorano in collaborazione per
convertire le agende politiche globali in politiche e legislazione a livello di
governo nazionale e locale. Questo è il “Global Public-Private Partnership
(G3P)” e
la sua portata si estende a ogni nazione.
Possiamo
vedere la mappa politica globale come un mosaico di nazioni sovrane, esistenti
in uno stato di anarchia (nessuno le governa), ma il G3P no.
Ciò
che la “rete
capitalista globale degli stakeholder” (G3P) vede è una struttura
autoritaria e compartimentata da manipolare per raggiungere il loro obiettivo,
con l'obiettivo di creare un sistema coeso di governance globale sotto il loro
dominio.
(Iain
Davis su Unlimited Hangout Podcast).
Durante
lo pseudo-pandemico, il World Economic Forum (WEF) ha collaborato con
organizzazioni governative e intergovernative per promuovere la sua agenda politica
del Grande Reset. Il
G3P è l'incarnazione di ciò che il WEF chiama il “modello multistakeholder di
governance globale”.
Nell'ottobre
2019, poco prima dell'inizio della pseudo-pandemia , il WEF ha pubblicato “Global Technology Governance”: A Multistakeholder Approach.
Assumendo l'autorità di chiedere che il mondo accetti l'intrusione della sua
pianificata 4a rivoluzione industriale, il G3P, rappresentato dal WEF, si è lamentato di ciò che
consideravano la mancanza di progressi verso la governance globale.
In
questo sistema
multistakeholder, i governi eletti sono solo una delle tante parti interessate.
La
maggior parte dei principali partner del G3P sono società private, come la Banca dei Regolamenti Internazionali, o rappresentano interessi aziendali
privati, ad esempio il “World Business Council for Sustainable Development”.
La
nostra supervisione democratica raggiunge solo la misura in cui l'influenza del
nostro governo nazionale come stakeholder G3P consente. Possiamo apprezzare la portata di
questa responsabilità democratica se consideriamo i commenti di Dominic
Cummings, ex consigliere capo del primo ministro britannico. Nella
testimonianza resa a una commissione parlamentare nel maggio 2021 , Cummings ha detto:
"A marzo ho iniziato a ricevere
chiamate da varie persone che dicevano che questi nuovi vaccini a mRNA
potrebbero distruggere la saggezza convenzionale.
Persone
come Bill Gates e quel tipo di rete così dicevano.
Essenzialmente
quello che è successo è che c'è una rete di persone, persone tipo Bill Gates,
che dicevano di ripensare completamente il paradigma di come si fa questo [...]
Quello che Bill Gates e persone del genere stavano dicendo a me, e ad altri nel
numero 10, era che devi pensare a questo molto più come ai classici programmi
del passato.
il
Progetto Manhattan nella seconda guerra mondiale, il programma Apollo [...] Ma quello che Bill Gates e la gente
stavano dicendo [...] era che l'effettivo rendimento atteso su questo è così
alto che anche se si rivela essere tutto miliardi sprecati è ancora una buona
scommessa, ed è essenzialmente quello che abbiamo fatto. "
Cummings
stava parlando della risposta del governo britannico alla politica di salute
pubblica a una presunta pandemia globale. Queste erano decisioni che avrebbero
avuto un impatto sulla salute di ogni uomo, donna e bambino nel paese.
I suoi
commenti rivelano che il governo del Regno Unito stava semplicemente seguendo
gli ordini emessi dalla rete di "persone tipo Bill Gates". Lo stato del Regno Unito ha
progettato una politica nazionale cruciale per volere della Bill and Melinda Gates Foundation
(BMGF). Agivano sotto l'istruzione di una
fondazione privata esente da imposte.
Il
BMGF è tra i principali stakeholder all'interno del G3P. Come il WEF, i loro
partenariati con il governo e le organizzazioni intergovernative sono ampi.
Come
ora sappiamo, le presunte affermazioni sulla sicurezza e l'efficacia dei
vaccini fatte dal BMGF e dai politici che hanno implementato la politica di
salute pubblica per loro, non erano nemmeno lontanamente accurate. Sappiamo anche che questo fallimento
è irrilevante per il BMGF perché il "ritorno su questo è così alto"
che non importa.
I
think-tank politici sono al centro del G3P. Collaborano con altri partner
stakeholder del G3P per elaborare le agende politiche che i governi poi
applicano alle loro popolazioni.
I
think-tank, come il Royal Institute for Interantional Affairs (RIIA – Chatham House), sono invariabilmente formati da
rappresentanti di multinazionali (comprese le banche centrali), istituzioni
finanziarie, ONG, fondazioni filantropiche, donatori privati, organizzazioni
intergovernative, istituzioni accademiche e governi, ecc.
Ad
esempio, i membri di Chatham House includono le Nazioni Unite, la Bill and Melinda Gates
Foundation, la Open Society Foundation, la Bank of England, Astrazeneca, GlaxoSmithKline,
Bloomberg, The Guardian, The City of London, The European Commission &
Union, BAE systems, Goldman Sachs, De Beers, BlackRock, China International
Capital Corporation, Huawei, Kings College London, London School of Economics
(LSE), Oxfam, l'esercito britannico e i governi di tutto il mondo. L'elenco potrebbe
continuare.
Immaginare
che queste
organizzazioni globaliste siano effettivamente impotenti ed esistano semplicemente per
aiutare i governi a escogitare politiche è estremamente ingenuo. Una sintesi più accurata è stata
offerta da alcuni accademici. Il Prof. Hartwig Pautz ha scritto:
"Cercano di influenzare i responsabili
politici e il pubblico in generale, e che cercano di farlo attraverso canali
informali e formali e facendo uso della loro posizione ben collegata in reti politiche
spesso transnazionali che comprendono partiti politici, gruppi di interesse,
società, organizzazioni internazionali, organizzazioni della società civile e
burocrazie della funzione pubblica. [. . .] I produttori di policy hanno sempre
più bisogno di curatori, arbitri o filtri che li aiutino a decidere quali
informazioni, dati e competenze politiche utilizzare nei loro processi
decisionali.
Tuttavia,
basta guardare i commenti di persone come Dominic Cummings o Hillary Clinton
per riconoscere che anche le osservazioni di Pautz sono insufficienti.
Come
allora Segretario di Stato degli Stati Uniti, Clinton disse che il ruolo del
Council on Foreign Relations (CFR) – come think-tank di politica estera degli Stati Uniti
– era quello di dire al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti "cosa
dovremmo fare e come dovremmo pensare al futuro".
I
governi, compresi quelli di Stati Uniti, Russia e Cina, sono parti interessate
del G3P. Nel
2017, parlando a un seminario di Harvard, il fondatore e presidente esecutivo
del WEF, Klaus Schwab, ha dichiarato:
"La
signora Merkel, persino Vladimir Putin, e così via, sono stati tutti giovani
leader globali del World Economic Forum.
Ma ciò
di cui siamo davvero orgogliosi ora con le giovani generazioni come il primo
ministro Trudeau, il presidente dell'Argentina e così via, è che penetriamo nei
gabinetti. Così ieri ero a un ricevimento per il primo ministro Trudeau e so
che metà di questo gabinetto, o anche più della metà di questo gabinetto, sono
per il nostro ... in realtà Giovani Leader Globali del World Economic Forum."
Questo
non era un vanto ozioso. Leader politici come Tony Blair, Jacinda Ardern, Emmanuel
Macron, Alexander De Croo (primo ministro belga), Sanna Marin (primo ministro
finlandese) e molti altri pesi massimi politici hanno attraversato il programma
YGL. Ecco
perché, in un discorso alla nazione canadese nel novembre 2020, in riferimento
diretto al cosiddetto Great Reset del WEF, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha dichiarato:
"Ricostruire
meglio significa ottenere sostegno ai più vulnerabili mantenendo lo slancio
sull'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli SDG. [. . .] Questa pandemia
ha fornito l'opportunità di un reset.
Questa è la nostra occasione per accelerare i nostri
sforzi pre-pandemia per re-immaginare sistemi economici che affrontino effettivamente sfide
globali come la povertà estrema, la disuguaglianza e il cambiamento
climatico".
Trudeau
è uno dei tanti YOUNG Global Leaders (YGL) del WEF e membri del suo programma precedente
chiamato Global
Leaders of Tomorrow, che hanno plasmato la risposta politica globale allo pseudo-pandemico.
Come
laureato YGL, il suo compito era quello di convincere il pubblico canadese ad
abbracciare l'agenda politica del Great Reset del G3P.
Nonostante
le affermazioni di Schwab, il presidente russo Vladimir Putin non sembra essere
stato tra i protetti YGL del WEF. Eppure, parlando nel 2019 al presidente Quesada del Costa
Rica, Klaus Schwab ha ripetuto la sua dichiarazione su Putin:
"La
signora Merkel, Tony Blair, erano tutti, anche il presidente Putin, erano tutti
giovani leader globali".
Nel
1993, quando iniziò il programma Global Leaders of Tomorrow, Putin aveva 41 anni e il limite
massimo di età per l'ingresso nel programma era presumibilmente di 38 anni. Sembra improbabile che Putin fosse
"ufficialmente" un tirocinante del WEF YGL.
Dopo
16 anni di servizio nel KGB sovietico, Putin stava costruendo la sua
reputazione di politico nel 1993, agendo come vice del sindaco di San Pietroburgo,
Anatoly Sobchak. Sobchak successivamente è stato co-autore della Costituzione della
Federazione Russa.
Putin
al World Economic Forum 2009.
Putin
è stato determinante nell'incoraggiare gli investimenti stranieri nella città
ed è stato
durante il suo periodo a San Pietroburgo che Putin ha apparentemente sviluppato
una stretta relazione con Klaus Schwab. Nel suo discorso al raduno virtuale
di Davos del WEF del 2021, Putin ha detto:
"Signor
Schwab, caro Klaus, [. . .] Sono stato a Davos molte volte, partecipando agli
eventi organizzati dal signor Schwab, anche nel 1990. Klaus ha appena ricordato che ci
siamo incontrati nel 1992. In effetti, durante il mio periodo a San Pietroburgo, ho
visitato questo importante forum molte volte. [. . .] È difficile trascurare i cambiamenti
fondamentali nell'economia globale, nella politica, nella vita sociale e nella
tecnologia. La pandemia di coronavirus [. . .] ha stimolato e accelerato i
cambiamenti strutturali".
In
termini di partnership G3P, quella russa è forse una delle più vicine al WEF. L'esercitazione annuale di formazione
sulla sicurezza informatica globale Cyber-Polygon del WEF è orchestrata da Bi.Zone, una sussidiaria di Sberbank.
Bi.Zone
è responsabile della progettazione e dell'esecuzione degli scenari e degli
esercizi di Cyber Polygon.
Sberbank
è una banca russa a maggioranza statale ed è tra i membri fondatori del “WEF
Centre For Cybersecurity” (CCS).
Altri
partner del CCS includono il principale think-tank di politica estera degli
Stati Uniti, il Carnegie Endowment for International Peace (CEIP), Europol (che rappresenta i governi dell'UE),
INTERPOL, l'Organizzazione degli Stati
americani (che rappresenta i governi dei subcontinenti nordamericani e
sudamericani) e centri nazionali di sicurezza informatica di Israele, Regno Unito, Corea,
Arabia Saudita e Svizzera (sede della BRI).
Delle
molte società coinvolte in Cyber Polygon 2021, le società russe hanno formato il
più grande contingente di ogni singola nazione. Inoltre, il WEF collabora con il Forum economico internazionale di San
Pietroburgo (SPIEF).
La
Fondazione Internazionale SPIEF è stata costituita a San Pietroburgo nel 1998
sotto la direzione di Herman Gref. All'epoca stava servendo come vice governatore della
città.
Nel
1993, Gref era anche uno stretto collaboratore di Anotoly Sobchak a San
Pietroburgo, dove Putin era il consigliere senior di Sobchak. Gref è
attualmente CEO e Presidente di Sberbank.
Nel
2017, Schwab ha riconosciuto che lo SPIEF e la Russia erano leader globali
nella regolamentazione internazionale e ha dichiarato:
"Nel
nuovo contesto economico e nel rispetto delle ultime scoperte tecnologiche, ci
troviamo di fronte alla necessità di nuovi formati di cooperazione. [. . .] Sono assolutamente convinto che la
Russia, come uno dei leader nella regolamentazione globale responsabile, debba
svolgere un ruolo centrale nel determinare nuove forme di convivenza nell'era
della quarta rivoluzione industriale".
La
Russia e lo SPIEF fanno parte della rete G3P e sono fortemente coinvolti nella
sicurezza informatica globale e, in particolare, nella regolamentazione della
tecnologia.
È chiaro che, attraverso partner come il CFR, il BMGF e il WEF, il Global
Public-Private Partnership (G3P)sta spingendo un'agenda politica globale sostenuta da
entrambe le parti del divario Est-Ovest.
Le
risorse del WEF, come Trudeau e altri funzionari compromessi, sono posizionate
per garantire che la distribuzione delle politiche sia il più agevole possibile. I governi russo e, come vedremo,
cinese sono parti interessate altrettanto attive negli sforzi di governance
globale del G3P.
Se
credessimo al MSM occidentale, questo presenterebbe un enigma apparentemente
insondabile. Mentre questi stati nazionali sono partner del G3P, ci viene detto che
stanno anche minando l'IRBO. Qualcosa non quadra.
Secondo
Reuters,
le banche europee devono prepararsi agli attacchi informatici russi. La CBS afferma che il DHS è in piena
allerta per l'incombente guerra informatica, mentre i media britannici hanno
riportato le stesse storie spaventose.
Forbes ha riferito che la Russia aveva
condotto una guerra informatica contro l'Occidente per 20 anni e il Guardian ha
affermato che questa era la tariffa tipica per la Federazione Russa.
Tutto
ciò sembra estremamente strano dato che le società globali occidentali come IBM, Deutsche Bank e Santander erano impegnate in esercitazioni di
preparazione ai poligoni informatici che erano in gran parte gestite da una
banca statale russa.
Se una
qualsiasi delle affermazioni del MSM è anche lontanamente plausibile, il
rischio di spionaggio industriale da solo sembrerebbe essere stato fuori dalle
classifiche.
I
governi di tutto il mondo occidentale partecipano al WEF Cyber Security Centre che è stato fondato, in parte, da
Sberbank.
Allo stesso tempo, continuano ad avvertire le
loro popolazioni del pericolo di attacchi informatici russi.
Francamente,
queste storie di minacce informatiche russe sono puerili. I governi e le società occidentali,
che sembrano seguire alla lettera gli ordini G3P, sono apparentemente contenti
di essere guidati dalla valutazione e dalle raccomandazioni sulla sicurezza
informatica di una banca statale russa.
Una
logica molto più credibile per queste storie di MSM e la paura del governo è
che sono progettati per prepararci, e fornire giustificazione, per la
trasformazione digitale del settore finanziario. Nel loro rapporto sulle
minacce informatiche del 2020, il Carnegie Endowment for International Peace (CEIP) ha dichiarato che lo pseudo-pandemico
aveva reso necessario questo cambiamento.
In un
riferimento appena nascosto a Russia e Cina, il CEIP ha affermato che gli
attacchi informatici da parte degli stati nazionali erano inevitabili.
Hanno
poi previsto che la risposta a questo attacco apparentemente inevitabile
sarebbe stata quella di fondere le attività delle banche, delle autorità finanziarie
e dell'apparato di sicurezza nazionale degli Stati nazionali.
Centralizzare
l'autorità, soprattutto sui sistemi finanziari, è sempre la soluzione per
quanto riguarda il G3P. Principalmente perché si assumono il diritto di
esercitare tale autorità.
Sulle
questioni principali, i governi non formano la politica e la politica è invece
curata dai think-tank G3P come il CEIP. Non dobbiamo illuderci che i
think-tank offrano semplicemente suggerimenti. Hanno il potere finanziario,
economico e politico di prendere decisioni sulla scena globale e lo hanno fatto
per generazioni.
Nessuno
vota per i think-tank. In questo senso, la cosiddetta democrazia rappresentativa è
una farsa.
Noi, il popolo, non abbiamo mai avuto voce in capitolo sulle "grandi
questioni". Per quelli di noi che vivono nelle democrazie occidentali, la magnanimità
del governo serve semplicemente a convincerci che siamo in qualche modo
rappresentati nelle deliberazioni. È essenzialmente un trucco di fiducia.
Questo
è il contesto in cui possiamo arrivare a comprendere l'Ordine Internazionale Basato sulle
Regole.
Mentre attualmente si basa su quella che sembra essere l'egemonia occidentale e
sta passando verso un sistema multipolare guidato dall'Eurasia, entrambi sono solo meccanismi convenienti
attraverso i quali il G3P esercita potere e autorità.
Come
notato da molti commentatori, tra cui il WEF, l'IRBO sta cambiando. Mentre lo fa, ci avviciniamo tutti sempre più a un
IRBO basato sul modello cinese di tecnocrazia.
Tecnocrazia:
una storia d'amore G3P.I think-tank G3P, forse in particolare, ma non esclusivamente, la Commissione Trilaterale, hanno perseguito il sogno di creare
una Technate
globale per quasi un secolo. Il mantra pseudo-pandemico spesso sentito di "guidato
dalla scienza" esemplifica la tecnocrazia.
La
tecnocrazia è cresciuta dal movimento di efficienza durante l'era progressista degli
Stati Uniti all'inizio del 20 ° secolo. Ha capitalizzato i principi della gestione scientifica
suggeriti da Frederick Winslow Taylor e le idee economiche dell'economista
sociale come Thorstein Veblan, che ha notoriamente coniato il termine "consumo
cospicuo".
Veblan
è stato tra i membri fondatori di un'iniziativa di ricerca privata a New York finanziata da John D. Rockefeller chiamata “New School For Social Research”. Ciò portò presto alla creazione dell'Alleanza Tecnica.
Howard
Scott, il leader della Technical Alliance, successivamente si unì a M. King
Hubbert alla Columbia University. Nel 1934, pubblicarono il corso di studio Technocracy Inc.
Questo
era un progetto per un Technate nordamericano. Ha proposto una società guidata dalla
scienza, dall'ingegneria e dal mondo accademico piuttosto che dalla politica. Hubbert ha scritto:
"La
tecnocrazia scopre che la produzione e la distribuzione di un'abbondanza di
ricchezza fisica su scala continentale per l'uso di tutti i cittadini
continentali può essere realizzata solo da un controllo tecnologico
continentale, una governance della funzione, un Technate."
La
tecnocrazia esige che l'attività di ogni cittadino sia continuamente registrata
e controllata. Richiede una sorveglianza costante della popolazione.
Ciò
consente di calcolare in tempo reale il dispendio energetico totale di
Technate. I
dati vengono quindi raccolti e analizzati in modo che il comitato centrale dei
tecnocrati possa gestire e distribuire le risorse del Technate fino al livello
dell'individuo.
Scott
e Hubbert progettarono
un nuovo
sistema monetario basato sul consumo di energia, con beni e servizi valutati in base
al costo energetico di produzione. Ai cittadini verrebbe assegnata la nuova valuta sotto
forma di "certificati energetici".
Negli
Stati Uniti del 1930, questo era un compito tecnologicamente impossibile. Sebbene
popolare per un decennio o giù di lì, la gente si rese conto che il
Technate suggerito era qualcosa di assurdo.
Nonostante
il sistema apparentemente assurdo proposto da Scott e Hubbert, i Rockefeller in particolare
potevano vedere il potenziale per usare la tecnocrazia per migliorare il loro
controllo della società. Hanno continuato a finanziare il movimento tecnocratico e i
programmi associati, per molti anni, indipendentemente dal declino dell'interesse
pubblico.
(Incorpora
da Getty Images.
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Nel
1970, il professor Zbigniew Brzezinski pubblicò Between Two Ages: America's Role In The Technetronic
Era.
A quel
tempo, era professore di scienze politiche alla Columbia University, dove Scott
aveva incontrato Hubbert nel 1932.
Era
già stato consigliere di entrambe le campagne di Kennedy e Johnson e in seguito
sarebbe diventato consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli
Stati Uniti Jimmy Carter (1977-1981).
Attraverso
un sottile velo di cautela, Brzezinski ha scritto con entusiasmo su come un'élite scientifica globale potrebbe non solo usare la propaganda onnipervasiva, la
manipolazione economica e politica per determinare la direzione della società, ma potrebbe anche sfruttare la
tecnologia e la scienza comportamentale per fare il lavaggio del cervello e
alterare il comportamento delle popolazioni. Descrivendo la forma di questa
società e il potenziale per il controllo autoritario, ha scritto:
"Una
tale società sarebbe dominata da un'élite la cui pretesa di potere politico si
baserebbe su un know-how scientifico presumibilmente superiore. Non ostacolata
dalle restrizioni dei valori liberali tradizionali, questa élite non esiterebbe a
raggiungere i suoi fini politici utilizzando le più recenti tecniche moderne per influenzare il comportamento
pubblico e mantenere la società sotto stretta sorveglianza e controllo”.
Anche
se non ha usato la parola "tecnocrazia", Brzezinski ha comunque
descritto un Technate.
Rendendosi conto che la tecnologia si stava
rapidamente avvicinando al punto in cui la tecnocrazia sarebbe stata fattibile,
ha descritto come la tecnologia digitale avrebbe dominato l'"era tecnotronica" per trasformare la società, la
cultura, la politica e l'equilibrio globale del potere politico.
Nel
1973, Brzezinski si unì a David Rockefeller per formare la Commissione
Trilaterale.
Il loro scopo dichiarato non avrebbe potuto essere più chiaro:
"Lo
scopo più immediato era quello di riunire [. . .] il gruppo non ufficiale di
più alto livello possibile per esaminare insieme i principali problemi comuni.
[. . .] . Qui c'era la sensazione che gli Stati Uniti non fossero più in una
posizione di leadership così singolare come lo erano stati nei precedenti anni del
secondo dopoguerra. [. . .] , e che sarebbe necessaria una forma più condivisa di
leadership [.
. .] affinché il sistema internazionale possa affrontare con successo le
principali sfide dei prossimi anni. [. . .] La "crescente
interdipendenza" che ha così impressionato i fondatori della Commissione
Trilaterale nei primi anni 1970 si è approfondita nella "globalizzazione". [. . .] I dubbi su se e come
questo primato cambierà [. . .] hanno intensificato la necessità di tenere
conto della drammatica trasformazione del sistema internazionale. [. . ] La nostra adesione si è ampliata per
riflettere cambiamenti più ampi nel mondo. Pertanto, il Gruppo Giapponese è
diventato un Gruppo dell'Asia del Pacifico, includendo nel 2009 sia membri
cinesi che indiani".
Nel 1973,
i trilateralisti avevano già identificato che il primato degli Stati Uniti
sarebbe stato drammaticamente trasformato. Ciò derivava dalla consapevolezza
di Brzezinski che le società globali nell'era tecnotronica avrebbero superato
gli stati nazionali non solo in termini di potere finanziario ed economico, ma
anche nella loro capacità di innovare e dirigere le attività di miliardi di
cittadini. In
Between Two Ages scrisse:
"Lo
stato-nazione come unità fondamentale della vita organizzata dell'uomo ha
cessato di essere la principale forza creativa: le banche internazionali e le
multinazionali agiscono e pianificano in termini che sono molto più avanti dei
concetti politici dello stato-nazione".
Pienamente
impegnati nel processo di globalizzazione, i Trilateralisti hanno iniziato a
creare il nuovo IRBO. Piuttosto che sul potere economico e militare degli Stati
Uniti, il
nuovo ordine mondiale si baserebbe su un impegno comunitario per la gestione
efficiente delle risorse e, attraverso tale meccanismo, il controllo sociale.
Gli
stati nazionali lascerebbero il posto a una rete globale formata dalla fusione di stato e società. Questa rete gestirebbe le popolazioni
e l'attività imprenditoriale attraverso un nuovo sistema monetario basato sulle
risorse e una pianificazione economica centrale.I singoli cittadini e le imprese
sarebbero costantemente monitorati e il loro comportamento limitato e ordinato.
Ciò
consentirebbe al G3P la capacità di governance globale che cercavano.
Brzezinski
ha suggerito come questo futuro potrebbe essere assicurato. La tecnocrazia
consentirebbe la trasformazione:
"Sia
la crescente capacità di calcolo istantaneo delle interazioni più complesse che
la crescente disponibilità di mezzi biochimici di controllo umano aumentano la
portata potenziale della direzione scelta consapevolmente. [. . .] Nella società tecnologica
la tendenza sembra essere quella di aggregare il sostegno individuale di milioni
di cittadini non organizzati [. . .] e sfruttare efficacemente le più
recenti tecniche di comunicazione per manipolare le emozioni e controllare la
ragione.
[. . .] Sebbene l'obiettivo di formare una comunità delle nazioni sviluppate
sia meno ambizioso dell'obiettivo del governo mondiale, è più raggiungibile. [.
. .] In
Cina il conflitto sino-sovietico ha già accelerato l'inevitabile sinificazione
del comunismo cinese. [. . .] Questo può sia diluire la tenacia ideologica del
regime sia
portare a sperimentazioni più eclettiche nel plasmare la strada cinese verso la
modernità".
La
modernizzazione della Cina è stata vista come un'opportunità per sviluppare una società
tecnocratica avanzata che, pur sviluppandosi sia economicamente che
tecnologicamente, sarebbe rimasta una dittatura. Questo ha presentato al G3P un
banco di prova perfetto per la costruzione di un Technate.
La
tecnocrazia fornisce un'autorità centralizzata su un sistema capitalista
gestito. Permette
alle imprese di prosperare purché aderiscano ai diktat dei tecnocrati.
Il
nuovo IRBO non si baserà sul primato degli Stati nazionali o sulla loro
imposizione di valori o norme concordati. Piuttosto, sarà fondato sul sistema multistakeholder, dove le soluzioni nominalmente
pragmatiche a una crisi dichiarata formano l'imperativo morale. Multi-stake-holding significa una
fusione tra stato e società.
Questa
trasformazione dell'IRBO è stata sottolineata dal WEF nel suo white paper
politico del 2019 Globalization 4.0. Plasmare una nuova architettura globale
nell'era della quarta rivoluzione industriale.
"Dopo
la seconda guerra mondiale, i leader hanno lavorato insieme per sviluppare
nuove strutture istituzionali e quadri di governance. [. . .] Il mondo è
cambiato radicalmente da allora. [. . .] Il contesto per la governance e la cooperazione sta
cambiando a causa della quarta rivoluzione industriale. [. . .] Siamo entrati in un'era
decisamente nuova in cui molte delle ipotesi dei periodi precedenti non sono
più valide. [. . .] Mentre le tecnologie emergenti trasformano i nostri sistemi
di salute, trasporto, comunicazione, produzione, distribuzione ed energia, per
citarne solo alcuni, dovremo costruire una nuova sinergia tra le politiche
pubbliche e le istituzioni da un lato, e il comportamento e le norme aziendali
dall'altro. [. . .] In qualità di Organizzazione internazionale per la cooperazione pubblico-privata, il Forum prevede di utilizzare la
sua piattaforma per far progredire tale pensiero e azione collettiva attraverso
il dialogo
multilaterale.
Questo
approccio dal basso verso l'alto o induttivo che coinvolge attori governativi
nazionali, non statali e subnazionali può aiutare ad accelerare il ritmo delle
innovazioni di governance necessarie nel 21 ° secolo e migliorare la
legittimità e il grado di fiducia del pubblico
in esso . "
La
fiducia è un prodotto della fede e ci viene ordinato di credere nel nuovo IRBO
resiliente e sostenibile – uno basato, non sul dominio degli stati nazionali
che rivendicano l'autorità morale, ma su un'alleanza globalista multistakeholder tra governi
nazionali e interessi privati che ci terranno "al sicuro".
Il WEF
sottolinea la necessità che le persone abbiano fiducia nel progetto globalista
del G3P. Uno
dei temi chiave dell'incontro di Davos del 2021 è stato ricostruire la fiducia
e per il 2022 ripristinare la fiducia. Riferendosi alla presunta crisi
globale della fiducia, Klaus Schwab ha dichiarato:
"Vediamo
un degrado della fiducia nel mondo, e la fiducia si costruisce solo attraverso
le relazioni personali. [. . .] Abbiamo bisogno di uno slogan. Lo slogan è
'Lavorare insieme, ripristinare la fiducia'".
La
fiducia è fondamentale perché le decisioni che hanno un impatto su di noi a
livello locale saranno prese a livello globale da un organo decisionale che è
prevalentemente un progetto di società private non elette. Dobbiamo mettere da parte qualsiasi
nozione di responsabilità democratica o di supervisione e accettare che il G3P
ne sappia di più.
Questa
struttura multistakeholder e globalista userà la tecnocrazia per condurre le
sue politiche. Ci verrà offerta l'illusione della democrazia sotto forma di società
civile. Tuttavia,
attraverso la tecnocrazia, saremo derubati di ogni agenzia e mezzo politico.
La
Cina come motore per il nuovo IRBO.
Nel
1977 la Commissione
Trilaterale scrisse un documento intitolato Paper No. 15 on East-West Relations
(pubblicato nel 1978) in cui annotavano:
"La Cina è una potenza con un enorme
potenziale in termini di risorse umane e di altro tipo, e i suoi leader hanno
intrapreso un percorso di modernizzazione razionale destinato a trasformarla in
una potenza mondiale leader [...] La Cina non ha mai acquisito una sfera di influenza
corrispondente alla sua forza [...] L'Occidente non dovrebbe accontentarsi di
difendere i suoi valori fondamentali [...] Dovrebbe porsi l'obiettivo di
influenzare i processi naturali di cambiamento [...] in una direzione
favorevole piuttosto che sfavorevole a quei valori. [...] Sembra che esistano modi sufficienti
per aiutare la Cina in forme accettabili con tecnologia civile avanzata [...]
Concedere alla Cina condizioni favorevoli nelle relazioni economiche è
sicuramente nell'interesse politico dell'Occidente".
Un
fiorente mercato di esportazione in Cina e l'allargamento della divisione
sino-sovietica erano negli interessi politici ed economici degli stati
nazionali occidentali. Tuttavia, costruire una nuova superpotenza per rivaleggiare
con l'Unione Sovietica significava anche costruirne una in grado di sfidare
l'IRBO esistente.
Come
think-tank G3P, la Commissione Trilaterale è tra coloro che sostengono di
essere poco più che negozi parlanti per gli individui più potenti sulla Terra.
Come
per tutti i think-tank, si ritraggono come fondamentalmente reattivi piuttosto
che proattivi. Sostengono di offrire agende politiche suggerite, ma di non avere
l'autorità per imporre l'adozione di tali politiche.
Tuttavia,
queste agende politiche raccomandate spesso si svolgono esattamente come
"suggerito" dai think-tank. Le multinazionali (MNC) di tutto il
mondo hanno apparentemente risposto all'agenda dei trilateralisti impegnandosi
in uno sforzo concertato per "influenzare il naturale processo di
cambiamento" in Cina e per consentirle di acquisire "una sfera di
influenza corrispondente alla sua forza".
La
rivoluzione economica, industriale e tecnologica in Cina è stata notevole, ma
non è avvenuta per caso. La Cina ora si pone come la prima Technate del mondo e le
democrazie occidentali e liberali sono destinate alla stessa trasformazione.
I
media statali cinesi hanno riferito che, tra il 1983 e il 1991, gli
investimenti diretti esteri in Cina sono aumentati da $ 920 milioni a 4,37 miliardi.
Entro il 2019, aveva eclissato $ 2,1 trilioni. Nel 1994, in termini di
investimenti all'estero negli Stati Uniti, la Cina si è classificata al 30 °
posto. Nel
2000, era l'11 °, poiché le multinazionali hanno quadruplicato i loro IDE in
Cina tra il 1994 e il 2001.La pseudo-pandemica ha visto un rallentamento iniziale del
42% negli IDE globali.
Tuttavia,
gli investimenti in Cina sono effettivamente aumentati del 4%, superando gli
Stati Uniti per diventare il principale destinatario mondiale di investimenti
diretti esteri. Dato l'enorme crollo nel corso del 2020, inevitabilmente gli IDE
globali sono rimbalzati nel 2021.
Secondo
quanto riferito, gli IDE, esclusi i servizi finanziari, sono aumentati di un
ulteriore 20% (in termini di dollari) per raggiungere un massimo record annuale
di $ 178,48 miliardi in Cina.
Nel
1979, gli Stati Uniti concessero alla Cina il pieno riconoscimento diplomatico;
nel 1982, l'impegno è stato riaffermato nel terzo comunicato congiunto; nel
1984, a Pechino fu permesso di acquistare hardware militare statunitense; nel
1994, la Casa Bianca di Clinton intervenne per eliminare l'embargo della guerra
fredda sull'esportazione di "tecnologia sensibile" in Cina (e
Russia); il 2000 US – China Relations Act è stato firmato dal presidente
Clinton (membro della Commissione Trilateralista), stabilendo ulteriori
miglioramenti alle relazioni commerciali; e, nel 2005, l'allora vice segretario
di Stato Robert B. Zoellick, ha invitato la Cina a prendere il suo posto come
"stakeholder responsabile". Poi, nel 2008, la Cina è diventata il principale creditore
statunitense al mondo.
Questo
non vuol dire che il rapporto tra l'egemonia occidentale e la crescente
superpotenza fosse tutto semplice. Ad esempio, la notizia del bombardamento "accidentale"
della NATO del 1999 contro l'ambasciata cinese a Belgrado non è stata accolta
bene in Cina. Ci sono stati anche periodi marcati di apparente inimicizia politica tra
gli Stati Uniti, i loro alleati occidentali e la Cina.
Nel
2001, mentre i media mainstream riportavano scontri su aerei spia abbattuti e
accuse taglienti da parte della Cina di favoreggiamento e favoreggiamento dei
suoi nemici, il progetto Trilateralista (G3P) è rimasto in corso.
Allo
stesso tempo, gli Stati Uniti hanno sostenuto l'ingresso della Cina
nell'Organizzazione mondiale del commercio e subito dopo l'amministrazione Bush
ha stabilito relazioni commerciali normali permanenti (PNTR) con la Cina.
Tuttavia,
uno sguardo superficiale ai media mainstream occidentali (MSM) e la persistente
retorica di politici come il ministro degli Esteri del Regno Unito,
suggeriscono che dovremmo avere paura e che la Cina è una minaccia per l'ordine
occidentale.
Come possiamo conciliare queste accuse mentre, allo stesso tempo, l'ordine
occidentale ha investito e trasferito tecnologia per realizzare la
trasformazione della Cina?
Nonostante
l'iperbole superficiale, gli occasionali scambi al vetriolo e i presunti
incidenti militari, la traiettoria politica, nella sfera politica, economica e
persino militare, era coerente. Proprio come la Commissione Trilateralista
"consigliava", l'ordine egemonico occidentale si è inclinato verso
l'ascesa della Cina sia come tecnocrazia che come superpotenza.
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George
Soros è un insider trader condannato, gestore di hedge fund, speculatore
valutario e investitore. La sua Open Society Foundation, esente da tasse, ha
finanziato campagne politiche, movimenti attivisti e colpi di stato in tutto il
mondo per decenni. Anche se oggi sta invecchiando, in precedenza è stato membro
della Commissione Trilaterale.
Come
tale, Soros è stato tra i "leader di pensiero" politici, finanziari e
aziendali globali che hanno incoraggiato la modernizzazione della Cina. In
un'intervista del 2009 al Financial Times, ha detto:
"Avete davvero bisogno di portare la
Cina nella creazione di un nuovo ordine mondiale; un ordine finanziario
mondiale [...] Penso che sia necessario un nuovo ordine mondiale che la Cina
deve essere parte del processo di creazione e devono comprare. Devono possederlo allo stesso modo
in cui, diciamo, gli Stati Uniti possiedono il consenso di Washington [...] Un
calo del valore del dollaro è necessario per compensare il fatto che l'economia
statunitense rimarrà piuttosto debole [...] La Cina sarà il motore che la
spingerà in avanti e gli Stati Uniti saranno in realtà un trascinamento che
viene trascinato attraverso un graduale declino del valore del dollaro.
Anni
dopo, l'amministrazione Trump degli Stati Uniti del 2016-2020 ha assunto quella
che sembrava essere una posizione aggressiva contro la Cina. Di particolare presunta
preoccupazione è stato il deficit commerciale bilaterale degli Stati Uniti fino
a $ 500 miliardi all'anno. Ne seguì una guerra commerciale e le tariffe furono
scambiate.
Parlando
a Pechino nel 2017, l'allora presidente Trump ha detto:
"L'America
ha un enorme deficit commerciale annuale con la Cina [. . .] sorprendentemente,
centinaia di miliardi di dollari ogni anno. Le stime arrivano fino a 500
miliardi di dollari all'anno. Dobbiamo affrontare immediatamente le pratiche
commerciali sleali che guidano questo deficit, insieme agli ostacoli al
successo del mercato. Dobbiamo davvero guardare all'accesso, al trasferimento
forzato di tecnologia e al furto di proprietà intellettuale, che di per sé sta
costando agli Stati Uniti e alle sue aziende almeno 300 miliardi di dollari
all'anno".
L'amministrazione
Trump si è lamentata amaramente dei cosiddetti trasferimenti forzati di
tecnologia (FTT) stipulati dalla Cina in cambio dell'accesso al loro mercato. Parlando della presunta guerra
commerciale tra i leader dell'attuale IRBO e la Cina, il think-tank CFR è stato
tra coloro che hanno criticato l'apparente protezionismo della Cina e suggerito
il furto di proprietà intellettuale.
Queste
accuse e la dichiarata ostilità commerciale sembravano essere poco più di un
diversivo progettato per il consumo pubblico occidentale. In verità, sia gli accordi pubblici
che quelli privati con la Cina sono stati costantemente costruiti su accordi di
TTF.
Nel
2018, l'amministrazione Trump ha iniziato a imporre tariffe fino al 25% sulle
importazioni dalla Cina. I cinesi presto ricambiarono.
Come
il più grande creditore singolo degli Stati Uniti, recentemente eclissato dal
Giappone, gli Stati Uniti correvano il rischio che la Cina scaricasse trilioni
di dollari di titoli del Tesoro USA – un'opzione nucleare, in termini
economici, che significherebbe anche enormi perdite per la Cina.
Mentre
una piccola riduzione del deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina è
stata raggiunta nel 2019, le tensioni commerciali globali hanno aumentato il
deficit degli Stati Uniti verso il resto del mondo.
All'inizio
della pseudo-pandemica, il deficit commerciale complessivo degli Stati Uniti
non era cambiato. Nel 2020, ha raggiunto livelli record. Durante il crollo degli IDE nel 2020,
gli unici vincitori degli investimenti sono stati Cina e India.
Oltre
ad approvare continuamente i trasferimenti di tecnologia, le principali nazioni
IRBO hanno aumentato significativamente le loro partnership di ricerca e
sviluppo (R & S) con la Cina nello stesso periodo. Indipendentemente dal circo mediatico
di Trump, un rapporto del 2019 della Banca Mondiale, che fa riferimento agli
investimenti in ricerca e sviluppo pubblico-privato delle nazioni occidentali
in Cina, ha osservato:
"I
governi di altri paesi ad alto reddito hanno sostenuto tecnologie e industrie
specifiche, in particolare mirando alla ricerca e allo sviluppo (R & S).
Negli Stati Uniti, agenzie governative come la “Defense Advanced Research Projects
Agency” (DARPA)
del Dipartimento della Difesa e il National Institutes of Health hanno fornito finanziamenti critici
per le tecnologie chiave. [. . .] Queste politiche sono integrate dal sostegno alle
tecnologie e alle industrie abilitanti chiave, come le industrie spaziali,
della difesa, automobilistiche e siderurgiche, anche attraverso vari fondi,
come i Fondi strutturali e di investimento europei (cinque fondi per un valore
di oltre 450 miliardi di euro) e Orizzonte 2020 (77 miliardi di euro per il
periodo 2014-2020).
Il
governo cinese ha dichiarato apertamente la sua intenzione che la Cina diventi
una superpotenza manifatturiera. La degradazione dell'influenza degli Stati Uniti e
il rafforzamento della Cina erano stati cablati nella politica economica e
industriale estera occidentale e nelle strategie di investimento delle
multinazionali per più di una generazione. È difficile vedere come l'attuale
nazione IRBO, o società occidentale, sia stata "costretta" a
condividere la tecnologia o i diritti di proprietà intellettuale contro la sua
volontà.
Sebbene
il MSM e i politici occidentali abbiano insistito sul fatto che la Cina stesse
agendo contro l'IRBO, chiaramente ciò non era vero. Gli stati occidentali, e i loro
partner aziendali, erano pienamente impegnati in un processo di modernizzazione
della Cina e di trasformazione dell'ordine internazionale.
In
risposta all'annuncio della Cina del 2015 della strategia "Made In China
2025", Klaus Schwab ha affermato che la Cina sarebbe diventata "il
leader nella quarta rivoluzione industriale". Questo è proprio come Soros
e i suoi colleghi trilateralisti avevano pianificato.
Il
WEF, non i governi nazionali, è stato il principale sostenitore della quarta
rivoluzione industriale (4IR). Con la Cina chiaramente impostata come il
"motore" che guida la trasformazione tecnologica globale e la Russia
che guida la regolamentazione, è evidente che, nonostante il tintinnio di sciabole
dei politici, i governi e le corporazioni occidentali sono stati complici
volontari.
Cina:
la prima tecnologia al mondo.
La
tecnocrazia è un sistema di governo dittatoriale basato sull'allocazione delle
risorse. Nel 1938, Technocrat Magazine lo descrisse come segue:
"La
tecnocrazia è la scienza dell'ingegneria sociale, il funzionamento scientifico
dell'intero meccanismo sociale per produrre e distribuire beni e servizi a
tutta la popolazione".
Un po'
come il feudalesimo, la distribuzione delle risorse è controllata da
un'autorità centralizzata, che gestisce l'accesso alle risorse in base al
comportamento del cittadino. Questo è il metodo preferito di "credito sociale"
per il controllo della popolazione in Cina. Un numero crescente di cittadini
cinesi ha
bisogno di un buon punteggio di credito sociale per accedere alle risorse e
alla società.
L'intero
sistema è amministrato da pianificatori centrali all'interno di un organo
politico subordinato al Consiglio di Stato chiamato National Development and Reform
Commission (NDRC). Supervisionano un'operazione di data mining, raccolta e analisi su una
scala immensa.
(Congresso
Nazionale del Popolo cinese: Xinhua).
Senza
alcun controllo democratico, la tecnocrazia in Cina stabilisce che il popolo si
fida degli editti dei tecnocrati. Essi sono tenuti a credere, o almeno a dichiarare
pubblicamente, che le decisioni sono prese nell'interesse del bene generale.
Se non
si conformano, il Technate può utilizzare i suoi sistemi di sorveglianza per
identificare i trasgressori e punirli per il loro comportamento egoistico.
Nel
suo documento del 2014 Planning A Social Credit System, la Repubblica Popolare Cinese (RPC)
ha parlato della loro intenzione di "costruire un ambiente di credito
sociale di onestà, autodisciplina, affidabilità e fiducia reciproca". Hanno annunciato:
"Il
nostro Paese è attualmente in un periodo chiave di trasformazione economica e
sociale. Le
entità degli stakeholder sono più diversificate [. . .] le forme di organizzazione e
gestione sociale stanno subendo profondi cambiamenti. Far progredire in modo completo
l'istituzione di un sistema di credito sociale è un metodo efficace per
rafforzare l'affidabilità creditizia della società, promuovere la fiducia
reciproca nella società e ridurre le contraddizioni sociali, ed è un requisito
urgente per rafforzare e innovare nella governance sociale. [. . .] L'istituzione di un sistema
di credito sociale è una base importante per attuare in modo completo il punto
di vista scientifico dello sviluppo. [. . .] Accelerare e far progredire la
creazione del sistema di credito sociale è una precondizione importante per
promuovere l'allocazione ottimizzata delle risorse".
Questa
è l'epitome della tecnocrazia. È una monocultura in cui tutti sono asserviti allo
stato tecnocratico.
Ci
sono due bracci per il sistema di credito sociale in Cina. Sia i singoli cittadini che le
aziende ricevono una valutazione basata sull'aggregazione e l'analisi dei dati
raccolti dalle loro vite e pratiche commerciali.
Circa
l'80% delle province cinesi ha implementato una qualche forma di sistema di
credito sociale.
Mentre
sono ancora in fase di sviluppo, i sistemi di sorveglianza e controllo individuali sono
più pervasivi nelle città.
Le persone possono essere inserite in una "lista
nera", limitando le loro libertà, o in una "lista rossa" che
consente loro di impegnarsi nella società in un modo ritenuto appropriato dal
Technate. Le punizioni includono la negazione dell'accesso ai trasporti
pubblici, i pagamenti rifiutati, la vergogna pubblica o le opportunità di
lavoro limitate.
A
livello nazionale, l'attenzione si è concentrata sulla costruzione del Corporate Social Credit System (CSCS). Milioni di aziende in Cina sono
tenute a dimostrare il loro impegno per il bene generale, come definito dal
Technate. Finché
lo faranno, sarà permesso loro di prosperare. Se non obbediscono, non lo
faranno.
Per
numerose ragioni, esplorate dal Prof. Liu Yongmou nei Benefici della
Tecnocrazia in Cina, il sistema politico cinese si è prestato bene alla creazione
del primo Technate al mondo:
"In
Cina oggi esiste un atteggiamento più favorevole nei confronti della
tecnocrazia rispetto a quello che si trova altrove. [. . .] Nella misura in cui
si tratta di scientismo applicato alla politica, i cinesi tendono ad avere un
atteggiamento positivo nei confronti della tecnocrazia. [. . .] La tecnocrazia si adatta anche alla
tradizione cinese della politica d'élite e all'ideale, per fare riferimento a
una frase confuciana, di "esaltare i virtuosi e i capaci". [. . .] la conoscenza era più
importante della rappresentazione degli interessi di coloro che erano
governati. [. . .] Sullo sfondo dell'eredità cinese di una lunga cultura
feudale, la tecnocrazia è un modo migliore per affrontare i problemi sociali
rispetto alla politica autoritaria separata dalle competenze tecniche.
Il
WEF, la Commissione Trilaterale e altri think-tank del G3P hanno incoraggiato
lo sviluppo necessario affinché l'NDRC del Consiglio di Stato della RPC
costruisca il fiorente Technate.
Gli
investimenti stranieri e l'infusione di tecnologia, dalle attuali nazioni
leader dell'IRBO esistente, hanno portato la Cina in una posizione in cui fornirà
l'impulso economico, politico e culturale per un nuovo ordine mondiale.
La
tecnocrazia, come sperimentato in Cina, è ora in fase di implementazione a
livello globale. La sovranità e le libertà individuali, la base morale
rivendicata per l'attuale IRBO, vengono sostituite da un impegno per
l'efficienza e la gestione delle risorse nell'interesse del "bene
generale". In Occidente, lo conosciamo come "sviluppo sostenibile".
Un
tale sistema è perfetto per coloro che vogliono esercitare il supremo potere
autocratico, che è esattamente il motivo per cui il G3P ha a lungo desiderato
installare la tecnocrazia a livello globale. È il motivo per cui hanno aiutato
la costruzione di un Technate in Cina. Il nuovo IRBO sarà guidato dal
tecnocrate e servirà il “Global Public-Private Partnership”.
Tecnocrazia:
un sistema operativo per il nuovo IRBO.
Il
nuovo IRBO non ha nulla a che fare con i principi democratici rappresentativi.
È completamente estraneo a concetti come la libertà di parola e di espressione,
la responsabilità democratica, la libertà di stampa, la libertà di vagare ed
evita tutti i diritti inalienabili.
Si
basa su una fusione tra lo stato politico e le corporazioni globali. Recentemente abbiamo visto questo
messo in
effetti devastanti nella nazione Five Eyes del Canada.
Il 14
febbraio 2022, in risposta alle proteste in corso a livello nazionale del Truckers Freedom Convoy, il vice
primo ministro canadese e ministro delle finanze Chrystia Freeland ha
dichiarato che il governo aveva arbitrariamente deciso "di ampliare la
portata delle norme canadesi antiriciclaggio e finanziamento del
terrorismo".
A
partire dal crowdfunding e dalle piattaforme di pagamento, compresi gli scambi
di criptovaluta, queste società private erano tenute a segnalare tutte le
transazioni "sospette" al governo.
Questo
è rapidamente progredito fino a congelare i conti bancari dei manifestanti.
Freeland ha detto che le società private stavano "collaborando in modo corretto ed
efficace".
Questo
è esattamente il modo in cui il modello tecnocratico di credito sociale della
Cina è progettato per funzionare. Coloro che mettono in dubbio l'autorità del G3P
saranno schiacciati. Chrystia Freeland è una fiduciaria del World Economic Forum
Board.
Come
accennato in precedenza, questa sintesi governo-corporanza riecheggia lo Stato
fascista descritto da Mussolini. In particolare, l'uso della tecnocrazia per gestire
il comportamento sia dell'individuo che delle società incarna i principi che ha
descritto:"Lo
Stato fascista pretende di governare in campo economico non meno che in altri.
[. . .] Lo Stato fascista organizza la nazione, ma lascia all'individuo un
adeguato margine di manovra. Ha ridotto le libertà inutili o dannose, preservando quelle
che sono essenziali. In tali questioni l'individuo non può essere il giudice,
ma solo lo Stato".
La
tradizione democratica degli individui sovrani, che esercitano i loro diritti e
si uniscono per perseguire i loro interessi condivisi è ciò che il governo
britannico chiama il "deficit democratico".
La loro intenzione, con la loro proposta per
la loro nuova Carta dei Diritti, è quella di consentire a coloro che rispettano
i loro diktat una "stanza del gomito" di vivere un'esistenza
relativamente "normale".
Tuttavia,
definendo ciò che è nel "più ampio interesse pubblico", ridurranno le
libertà che ritengono inutili o dannose. "L'individuo non può essere il
giudice, ma solo lo Stato".
Ad esempio, le note esplicative per l'imminente Online Safety Act, Il governo del Regno Unito ha
annunciato:
"Il
disegno di legge sulla sicurezza online stabilisce un nuovo regime normativo
per affrontare i contenuti illegali e dannosi online, con l'obiettivo di
prevenire danni alle persone".
L'attuale
disegno di legge definisce tutto ciò che il governo ritiene essere
disinformazione o disinformazione come "contenuto dannoso per gli adulti".
La
libertà di parola e di espressione online sarà effettivamente interrotta dalla
prossima legislazione. Lo stato del Regno Unito non consentirà agli utenti dei
social media di condividere alcuna informazione senza l'approvazione ufficiale.
Ciò
equivale all'attuale situazione in Cina.
Proprio
come il CSCS cinese, al recente vertice COP26, il presidente della
International Financial Reporting Standards (IFRS) Foundation, Erkki Liikänen,
ha annunciato l'International Sustainability Standards Board (ISSB). Ciò supervisionerà gli
standard contabili per le aziende di tutto il mondo che saranno tenute a
presentare le loro informazioni sulla sostenibilità per soddisfare gli
obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).
L'ISSB
afferma:
"Gli investitori internazionali con
portafogli di investimento globali chiedono sempre più spesso alle società una
rendicontazione di alta qualità, trasparente, affidabile e comparabile sul
clima e su altre questioni ambientali, sociali e di governance (ESG). [. . .] L'intenzione è che l'ISSB
fornisca una linea di base globale completa degli standard di informativa
relativi alla sostenibilità che forniscano agli investitori e ad altri
partecipanti al mercato dei capitali informazioni sui rischi e le opportunità
legati alla sostenibilità delle società per aiutarli a prendere decisioni
informate".
Gli
standard ISSB richiedono alle aziende di impegnarsi a raggiungere gli SDG, con
investimenti valutati utilizzando le metriche del capitalismo degli stakeholder
del WEF. Queste
metriche assegneranno un rating ambientale, sociale e di governance (ESG) ai
potenziali investimenti. Qualsiasi azienda che desideri raccogliere capitali
avrà bisogno di un buon rating ESG.
Si
potrebbe immaginare che le multinazionali si opporrebbero a questi regolamenti
aggiuntivi. Tuttavia, come con il sistema CSCS in Cina, coloro che lavorano in
collaborazione con il governo faranno molto bene in questo accordo. Parlando nel 2019, l'inviato
speciale delle Nazioni Unite per l'azione e la finanza per il clima Mark Carney
ha dichiarato:
"Le
aziende che non si adattano, comprese le società del sistema finanziario,
falliranno senza dubbio. [Ma] ci saranno grandi fortune fatte lungo questo
percorso allineate con ciò che la società vuole".
Il G3P
decreta "ciò che la società vuole", proprio come i suoi beni
governativi determinano ciò che è nel "più ampio interesse pubblico". Promuovendo la collaborazione
lavorativa tra stato e corporazione, come tutti i buoni tecnocrati, i leader
del G3P possono assicurare che coloro che sono fedeli a loro e alla loro agenda
prospereranno, mentre quelli che non lo sono falliranno.
Rispondendo
all'annuncio di Liikänen, il Ministero delle Finanze cinese si è offerto di
ospitare l'ISSB. Questo controllo centralizzato sulle imprese e sull'economia
esemplifica la tecnocrazia che il G3P ha coltivato in Cina. Il ministro delle Finanze, Liu Kun,
ha dichiarato:
"Lo sviluppo di un unico set di
standard di sostenibilità di alta qualità, comprensibili, applicabili e
accettati a livello globale dall'ISSB è di grande importanza".
Sviluppare
un'autorità di governance globale e stabilire l'agenda politica in ogni sfera
dello sforzo umano, è stato l'obiettivo del G3P per generazioni. La tecnocrazia consentirà loro di
gestire la transizione globale verso quel sistema e la tecnocrazia sarà lo
strumento attraverso il quale far rispettare il loro dominio.
L'elemento
chiave per il successo della tecnocrazia è la riforma del sistema monetario. Nel 1934, Scott e Hubbert suggerirono
che i "certificati energetici" avrebbero dovuto sostituire il
dollaro. Stavano
cercando un modo per usare il denaro sia come mezzo di sorveglianza che come
mezzo per controllare il comportamento della cittadinanza.
La
Cina ha condotto prove operative della sua versione di Central Bank Digital Currency (yuan
digitale – e-RMB) nella città di Shenzhen nel 2020. Da allora, afferma di aver condotto
transazioni per miliardi di dollari utilizzando l'e-RMB. La People's Bank of China ha ora
emesso il suo portafoglio digitale (e-CNY) per dispositivi Android e iOS.
Cina e
Russia sono all'avanguardia nella corsa per introdurre la valuta digitale della
banca centrale (CBDC) a livello globale. Recentemente, la Bank of America ha
affermato che una CBDC statunitense era "inevitabile" mentre la
Federal Reserve statunitense esplorava la possibilità.
La Banca d'Inghilterra e la Banca centrale europea
stanno cercando di introdurre lo stesso e la Banca di Russia è un po 'più
avanti, avendo lanciato il suo pilota CBDC nel giugno 2021.
La
CBDC è una passività delle banche centrali (sono sempre i loro soldi, non gli
utenti) ed è programmabile. Ciò significa che le transazioni possono essere consentite o
negate dalla banca centrale emittente al momento del pagamento.
In un
mondo CBDC, i partner G3P, come il governo canadese, non avranno bisogno di
estendere la legislazione oppressiva per sequestrare i conti bancari dei
manifestanti. Semplicemente
disabiliteranno la loro capacità di acquistare qualsiasi cosa. La BBC ha accennato al tipo di impatto
che questo avrebbe avuto sulla società:
"I
pagamenti potrebbero essere integrati con elettrodomestici a casa o casse nei
negozi. I
pagamenti delle tasse potrebbero essere indirizzati a HM Revenue and Customs
presso il punto vendita [. . .] contatori elettrici che pagano direttamente i
fornitori [. . .] consentendo pagamenti come per pochi pence ogni volta per
leggere singoli articoli di notizie . "
La
valutazione della BBC ha appena toccato il grado di controllo che la CBDC offre
ai tecnocrati G3P. Se la CBDC dovesse diventare l'unica forma di valuta a
nostra disposizione, non avremo soldi nostri.
Tutto
il denaro sarà controllato dalle banche centrali del G3P. Decideranno cosa possiamo acquistare
con le loro CBDC.
Mentre
la tecnocrazia era un sogno impossibile nel 1930, oggi è eminentemente
realizzabile. Proprio come Brzezinski aveva previsto, ora esiste la capacità
tecnologica richiesta.
Quando
Klaus Schwab e George Soros hanno detto che la Cina sarebbe stata il motore del
nuovo IRBO e dei leader della 4a rivoluzione industriale, non intendevano dire
che la Cina sarebbe diventata il centro di un'egemonia politica, come lo sono
stati gli Stati Uniti.
Piuttosto,
la Cina è l'esempio della tecnocrazia, fornendo un modello operativo per il
nuovo sistema globale accanto alla crescita economica presumibilmente
necessaria.
Questo
nuovo IRBO è l'ordine mondiale progettato dal G3P. È una tecnocrazia globale
neofeudale, tecno-nazi-fascista, guidata da una rete mondiale multistakeholder
di interessi privati acquisiti.
I
governi che eleggeremo applicheranno l'agenda politica del G3P. Il compito
degli MSM, che sono sia partner all'interno che propagandisti per il G3P, è
quello di convincerci a comprarlo.
Il
nostro è quello di garantire che non ci cadiamo.
Iain
Davis è un
giornalista investigativo indipendente, blogger e autore di Portsmouth nel
Regno Unito. Il suo obiettivo è quello di ampliare la consapevolezza dei
lettori di prove che non sono comunemente riportate dai cosiddetti media
mainstream. Attraverso i suoi scritti spera di incoraggiare la messa in
discussione dell'autorità e di stimolare il dibattito pubblico. Frequente
collaboratore della UK Column, il lavoro di Iain è stato presentato dal Corbett
Report, dall'OffGuardian, da Lew-Rockwell, da Zero Hedge e da altri organi di
informazione indipendenti.
(Leggi
altri suoi articoli sul suo blog:in-this-together.com.)
(UnlimitedHangout.com.).
Putin
contro i globalisti.
Liberopensiero.com-
Mauro Mauri- Piero Cammerinesi-( 28 febbraio 2022)- ci dicono :
Il
silenzio dei Media quando i massacri sono provocati dalla politica globalista.
Putin
cattivone perché ha invaso l'Ucraina ed il suo esercito uccide civili ucraini
innocenti. Certo, ma a decorrere dal 2014, milizie ultranazionaliste ucraine di
matrice nazista, col placet governativo, nel Donbass massacrarono migliaia di
civili russi, si dice 14.000, nel totale silenzio dei Media, con i big della
politica mondiale che ignorarono le lamentele di Putin.
Facile
ipotizzare perché ad uccidere era chi faceva il gioco del globalismo. Così all'estero passò tutto
inosservato e niente manifestazioni per la pace, niente pacifisti, niente paci-finti
e niente paci-fessi.
Classica
ipocrisia da sinistrati, come per certe battute casarecce: se a lanciarle è un politico di
destra, lapidazione mediatica, ma se è un politico di sinistra, silenzio,
indifferenza degli stessi Media, ipocriti su cui gravano pesantissime colpe,
ancor più di quelle imputabili ai soldati che uccidono, infatti da sempre, la
prima vittima, in ogni guerra, è sempre la verità.
Truppe
ultranazionaliste autori di stragi della minoranza russa, nel silenzio dei
Media.
Media
asserviti al più becero e straricco potere finanziario che in tutto il pianeta
plasma la politica globalista delle sinistre odierne, contrapposte al
sovranismo, con le presstitute che ovunque divulgano menzogne e mezze verità atte a
confondere le masse, indottrinate non a ragionare a 360 gradi in base ad eventi
e prospettive future, bensì a ragliare, belare, ringhiare in coro.
Non è facile capire le motivazioni che hanno indotto
Putin ad attaccare l'Ucraina, appunto perché ben pochi hanno potuto informarsi
sul contesto reale, sia mondiale che a Kiev e dintorni, partendo dal recente
passato, da
quando nel 2014 il governo filorusso del Presidente Viktor Ianukovitch di
fronte a proteste di piazza promosse dall'estero, dovette dimettersi per
tutelare pace e coesione sociale.
Ma fin
dalla frantumazione dell'Unione Sovietica, talvolta con avvallo governativo,
per mano di ultra nazionalisti di destra, iniziarono aggressioni alla minoranza
russa.
Anche da ciò la necessità di annettersi alla Russia, sfociata nel riconoscimento delle
Repubbliche del Donbass.
In
guerra è fondamentale dapprima studiare l'avversario, per poi colpirlo
all'improvviso così da precludergli di parare il colpo ed organizzare una
reazione.
Anche
questo da sempre, come asserì nel V secolo AC il condottiero e filosofo cinese Sun Tzu nel trattato "L'arte
della guerra" che enfatizza l'importanza del confondere il nemico anche
divulgando falsità che distolgono l'attenzione.
Così
ha fatto Putin, privo di alternative, di fronte alla prospettiva di Kiev
nella Nato,
attese fine dei Giochi Olimpici ed avvallo di Pechino per attaccare l'Ucraina, con la successiva mossa costituita
dall'hackerare le comunicazioni avversarie, appunto per precludere di
organizzare una risposta militare, in un modo o nell'altro assistita dai paesi NATO, che ambiscono a trascinare con loro
l'Ucraina, come già accaduto per i paesi baltici ex URSS. Ed è questo il
principale "casus belli".
Provocazioni
ed ingerenze molto sottili da parte di NATO ed Occidente, a decorrere dalla
caduta del muro di Berlino, una NATO indirizzata dall'America, sia repubblicani che
democratici, contrapposti in politica interna ma uniti in politica estera,
dopodiché arrivò Trump a scompigliare le carte, in America ed all'estero,
persino all'interno del Partito Repubblicano, ora su posizioni ben diverse
rispetto ai tempi dei Bush guerraioli.
Al
contempo, a decorrere dagli inizi del 2000, lo speculatore-filantropo George
Soros tramite OSF (Open Society Foundation) ed ONG che finanzia organizzò in
alcuni paesi ex sovietici le cosiddette "rivoluzioni colorate" che
portarono Ucraina, Armenia e Georgia a governi filo americani.
Con
l'Ucraina ha avuto pazienza Putin –sostengono i suoi estimatori – due anni
addietro preoccupato dal rischio che cadesse anche il fedele alleato bielorusso
Alexander Lukashenko.
A
sinistra l'ex presidente Petro Poroshenko con George Soros e a destra Alex
Soros che esprime sostegno al governo di Zelensky
Non a caso, nel Giugno 2021 Putin chiuse la sede
russa di OSF, arrestando il direttore Andrei Pivovarov, fatto scendere dall'aereo
poco prima che da San Pietroburgo decollasse diretto a Varsavia. Ma l'ideologia globalista ha
intaccato Mosca.
Putin
intende sradicare il globalismo che minaccia sovranità ed identità culturale
russa.
Oltre
a sradicare il nazismo, concetto di facile impatto comunicativo, Putin, di visione sovranista, dunque ben diversa
dall'imperialismo sovietico, intende soprattutto sradicare l'avanzata dell'ideologia
globalista,
che avviene in parallelo con l'avanzata della NATO, per evitare che prosegua
fino a Mosca, sfruttando il burattino Zelensky, il Beppe Grillo dei
Carpazi.
Non
agisce di "motu proprio" il Presidente ucraino, de facto piazzato al
potere tramite strategie riconducibili a Soros e Klaus Schwab, ideologo del totalitarismo dal volto
umano costituito dal New World Order, il Nuovo Ordine Mondiale, preludio al
"Grande Reset" che incombe sull'intera umanità, con la vaccinazione
passaggio di fondamentale importanza.
Alle
élite finanziarie ultra ricche non premono le sorti del popolo ucraino bensì i
giacimenti minerari e divulgare la loro visione sociopolitica, fondamentale per
gestire l'economia.
Così
manovrano l'intero pianeta, riunendosi annualmente a Davos, il cosiddetto "Club di Davos", dove dal 1971, con il patrocinio di Commissione
Europea e big dell'economia mondiale, si celebra annualmente il World Economic
Forum (WEF) ideato da Schwab, ex professore di Economia a Ginevra. In sostanza i big di
politica, economia e Media si incontrano per decidere il futuro dell'umanità,
lontano da riflettori, niente telecamere e taccuini, vietati persino i
cellulari.
Nel
2016 durante una conferenza pubblica, Putin espresse seria preoccupazione per
la sovranità nazionale russa, stante l'avanzata del degrado dovuto al New World
Order che avrebbe corroso i valori morali della cristianità, con il politically correct che spianava la strada al
propagandare pedofilia, infatti tuonò contro chi promuove teorie gender e diritti dei bambini a
cambiare sesso, follia quasi sdoganata in Europa e USA.
Al
contempo, a Kiev la comunità LGBT manifestava per chiedere protezione dei
bambini transessuali: come a dire che un bimbo sia libero ed autonomo nel
decidere di cambiar sesso, non soggetto a condizionamento sociale.
Nel
medesimo periodo, Zelensky, comico trash, sotto i riflettori suonava il
pianoforte col, non in senso metaforico ma fisico, visto che suonava proprio con
l'organo sessuale. Come da video.
Ed
ecco il volto della persona votata dagli ucraini, ingannati dai Media che lo
lanciarono in politica, e che ora lo hanno elevato al rango di statista, manco
fosse Giggino Di Maio.
Il
nemico di Putin non è l'America, nemmeno l'Ucraina, bensì il globalismo, che
nei paesi dell'ex blocco sovietico si è presentato con rivoluzioni colorate,
prodromiche al "Grande Reset".
A
sinistra: Zelensky al World Economic Forum del 2020.
A
destra: Klaus Schwab, ideatore del WEF nonché ideologo del Great Reset, con il
Premier canadese Justin Trudeau, uno dei suoi pupilli.
Nessun
conflitto se in America ci fosse stato Trump al potere.
Non ci
sarebbe stato alcun conflitto se alla Casa Bianca ci fosse stato il legittimo
vincitore delle elezioni del Novembre 2020, se Donald Trump non fosse stato depredato della
vittoria dalla cricca straricca globalista che ha piazzato al suo posto il
burattino farfugliante Joe Biden, che sta creando seri imbarazzi, infatti in
privato deve essergli detto cosa deve dire in pubblico.
Putin
abbatte i confini e si muove in modo estremamente diretto, un pò come Trump, mentre il globalismo agisce subdolo,
inganna, manovra i Media per manipolare l'opinione pubblica per indurre le
masse a scendere in piazza a protestare contro governi e politici sgraditi al
NWO, così da sovvertire il potere e piazzare politici che portino avanti la
visione globalista, come accaduto in Ucraina, Armenia e Georgia.
Tra
Putin e Trump c'è stima reciproca, a conferma le foto dei loro incontri, da comparare
con la gelida accoglienza dallo Zar riservata a Macron, in precedenza
palesemente snobbato ad un evento pubblico, sotto gli occhi delle telecamere che
ritrassero lo sguardo esterrefatto di sua moglie mentre osserva Putin passare
senza degnare di uno sguardo il giovin marito.
Putin
teme la guerra biologica, infatti ha distrutto i bio-laboratori.
In
sostanza Putin ha parlato (picchiato) alla moglie (l'Ucraina) affinché capisse
la suocera (l'America dei demok.rats globalisti).
Ma c'è
un altro importante obiettivo, ovviamente non sbandierato, ovviamente ignorato
dai Media allineati: impedire un’ ipotetica ma plausibile guerra biologica, infatti l'esercito russo ha
distrutto alcuni dei quindici bio-laboratori finanziati dall'America sul suolo
ucraino.
Plausibile
che la guerra al Covid abbia insegnato qualcosa a Zar Vladimir, infatti l'ha
combattuta adottando il metodo del plasma iperimmune, di fatto il metodo
elaborato dal prof. Giuseppe De Donno, deriso dai Media italiani al punto che
venne indotto al suicidio, anche se c'è chi pensa non sia stato un suicidio.
Altro
alleato nel combattere il covid l'ivermectina, messa al bando in Italia ma approvata
in India e di recente usata anche dalla Regina Elisabetta.
Per
capire i motivi dell'attacco di Putin all'Ucraina si devono conoscere gli obiettivi globali del Nuovo Ordine
Mondiale,
ma alle élite finanziare non interessa se la gente soffre e se muoiono civili
ed innocenti, infatti hanno deciso di sfidare Putin sul territorio
ucraino.
(Mauro
Mauri).
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