Il governo unico mondiale dei globalisti occidentali.
Il
governo unico mondiale dei globalisti occidentali.
“Maga” media sale su Giorgia Meloni
la
leader più di estrema destra
d’Italia
dai tempi di Mussolini.
Ultimenotizie.live
– Elisa Lo Duca – (29-9-2022) – ci dice:
(thedailybeast.com)
MAGA
Media sale su Giorgia Meloni, la leader più di estrema destra d’Italia dai
tempi di Mussolini.
I
media di destra si sono rallegrati questa settimana per la notizia che l’Italia
aveva eletto il suo leader di estrema destra da quando il fascista Benito
Mussolini fu deposto dopo la seconda guerra mondiale, descrivendo la vittoria
di Giorgia Meloni e del suo partito Fratelli d’Italia come “l’ascesa del nazionalismo cristiano.
“
Con il
flirt dell’Italia con il fascismo che ha provocato onde d’urto in tutta Europa
e nel mondo occidentale, gli esperti del MAGA hanno tentato di dipingere l’ideologia
di Meloni come “una via di mezzo”, suggerendo che non avrebbe potuto essere “di
estrema destra” se avesse vinto le elezioni.
In
pochi anni Meloni ha contribuito a portare i Fratelli d’Italia da un gruppo di
destra marginale al partito più potente del suo paese. E oltre a guidare il
primo governo di estrema destra della nazione dopo Mussolini, Meloni fa anche
la storia diventando la prima donna premier d’Italia.
Non
sono solo le sue posizioni populiste intransigenti contro l’aborto,
l’immigrazione, i diritti LGBTQ, l’Unione Europea e altre questioni sociali che
l’hanno portata ad essere etichettata con la temuta f-parola: il suo partito ha
letteralmente origini nel neo- movimento sociale italiano fascista, fondato dai
sostenitori di Mussolini dopo la sua morte, e usa ancora come logo la fiamma
tricolore del gruppo.
E sebbene abbia denunciato l’antisemitismo e
sconfessato parti dell’eredità di Mussolini, ha anche elogiato apertamente il
dittatore fascista in gioventù. “Mussolini era un buon politico, in quanto
tutto quello che faceva lo faceva per l’Italia”, ha detto alla televisione
francese una 19enne Meloni.
Gran
parte della sua fulminea ascesa può essere attribuita all’ex capo stratega di
Trump Steve Bannon, che ha iniziato a sostenerla durante le elezioni del 2018 e
ha parlato ai suoi eventi ultranazionalisti.
L’influencer
“MAGA” ha anche spinto per farla diventare una relatrice in primo piano alla “Conservative
Political Action Convention” (CPAC) di quest’anno, dove ha avuto un successo
simile come il leader ungherese di estrema destra Viktor Orban, che considera
uno spirito affine e un caro amico.
La
vittoria elettorale di Meloni è stata quindi accolta con molta festa da quella
di Bannon “Sala della Guerra”: Pandemia spettacolo il lunedì.
Insieme
all’organizzatore
del CPAC Matt Schlapp, l’ex consigliere di Trump ha esclamato con entusiasmo che
la sua vittoria è stata “l’ascesa del nazionalismo cristiano” mentre
l’establishment tradizionale era “in pieno tracollo”.
Schlapp,
nel frattempo, ha dichiarato di essere “salita alle stelle” verso la vittoria,
che è stata un “colpo di avvertimento proveniente dall’Italia”.
Bannon
e Schlapp hanno anche gettato le basi per un argomento di discussione che è
diventato rapidamente prevalente nell’ecosfera dei media pro-Trump. “Lei è per Dio, il suo paese e la sua
famiglia. Non sembra poi così radicale. Non mi sembra poi così radicale”, ha
dichiarato Bannon.
“Lei è
pro-vita, è pro-Costituzione, è pro-famiglia ed è anti-globalista”, ha
osservato Schlapp.
“E si adatta perfettamente al termine di ciò
che chiamiamo conservatore qui in America, quindi quando le persone iniziano a
leggere questi media di propaganda dicendo che è una specie di fascista,
ricorda solo che ci hanno chiamato tutti fascisti”.
Il conduttore
di tabloid britannico Piers Morgan, che di recente si è unito a Fox Nation e
alla rete britannica di proprietà di Murdoch TalkTV, ha insistito Meloni “non è
‘di estrema destra’”, affermando che chiunque la etichetti ha bisogno di
“rispolverare la tua storia nazista-fascista” perché è davvero di
“centro-destra”.
Charlie
Kirk, fondatore dell’organizzazione studentesca devota a Trump Turning Point
USA, ha anche affermato che la politica di Meloni era in gran parte
incontrastata. “Non è fascista. È buon senso, è normale, è in mezzo alla strada”, squillò sul suo podcast.
Apparendo
nel programma di notizie di punta della sua rete Rapporto speciale lunedì sera,
l’ex
membro del Congresso del GOP, diventato conduttore di Fox News, Trey Gowdy si è lamentato dei media
definendo Meloni “di estrema destra” mentre suggerendo che la sua vittoria
dimostrava la sua buona fede centrista.
“Immagino
che quello che mi chiedo è se stai vincendo le elezioni, se sei ciò che la
gente vuole, a che punto questo diventa il centro?” si chiese Gowdy. “Chi può
dire cosa è di estrema destra o cosa è di estrema destra?”
Oltre
all’aspirante concorrente di Fox News Newsmax, il commento incorporava un vero
e proprio cheerleading e una storia revisionista.
L’autore
conservatore Sam Sorbo (moglie di Ercole l’attore e attivista di destra Kevin
Sorbo) si è sfogato su Meloni, insistendo sul fatto che “non vediamo
neofascismo” con il premier in arrivo. Inoltre, secondo Sorbo, il fascismo è in realtà un’ideologia
di sinistra globalista.
“Il
fascismo ha tutto a che fare con il socialismo”, disse ai creduloni conduttori
di Newsmax. “Ecco perché Mussolini si unì a Hitler durante la seconda guerra
mondiale. E Hitler non era un fascista, Hitler era un socialista. Mussolini era
un fascista”.
Il
conduttore di Newsmax e il plagiatore seriale Benny Johnson, che ha trascorso
lunedì online delirio per “Based” Meloni, si è anche rivolto alle onde radio
del suo canale per elogiare con entusiasmo il nuovo premier.
“Meloni
non vuole il controllo globalista, non vuole che gli italiani siano
essenzialmente fusi in un piatto di tutti gli europei e trattati come un numero
invece che come un essere umano unico e individuale”, ha proclamato. “Il
populismo è popolare”.
Alla
fine, però, è toccato all’ospite della trasmissione più seguita in prima serata
sui telegiornali a dare il suo marchio di approvazione a Meloni. Tucker
Carlson, che ha incessantemente potenziato Orban e Il presidente autoritario
del Brasile Jair Bolsonaro, lunedì sera, ha espresso a pieni voti
l’approvazione del primo ministro italiano entrante. E ha chiesto un candidato
simile negli Stati Uniti.
“Le
famiglie americane stanno affrontando lo stesso assalto dalle stesse ideologie
velenose”, ha affermato Carlson con enfasi. “La differenza è che in questo Paese
è riconosciuto raramente, se non ai margini. Meloni non è ai margini. È il
nuovo primo ministro italiano, lo sarà, e lo sta dicendo ad alta voce”. Prima di riprodurre una clip di un
discorso di Meloni, la star della Fox ha aggiunto: “Mentre guardi questo, chiediti se
voteresti per un candidato come questo se ne avessi la possibilità nel nostro
Paese”.
(Elisa Lo Duca) -(thedailybeast.com).
(“Make
America Great Again” -” it.wikipedia.org”, l'enciclopedia libera.
Slogan
utilizzato da Trump. Slogan utilizzato da Reagan. Slogan stampato su un
berretto.
Make
America Great Again (in italiano “Facciamo l'America di nuovo grande”), spesso
abbreviato con l'acronimo MAGA, è uno slogan utilizzato nella politica
statunitense, reso popolare da Donald Trump nella sua campagna elettorale
presidenziale del 2016.)
Salvini, punta i piedi e chiede
per sé
il Viminale (e la Lega indica
altri 3 ministeri chiave).
Spettro
tempi lunghi per il governo.
msn.com - Redazione Web – il Mattino –
(4-10-2022) – ci dice:
«Avanti
tutta» è questo il motto che potrebbe riassumere il Consiglio Federale della
Lega tenutosi oggi negli uffici della Camera dei Deputati.
L'obiettivo
del Carroccio è quello di ottenere, dopo decenni di battaglie, la piena
autonomia amministrativa per le regioni del Nord.
In
quest'ottica il consiglio, con una nota conclusiva approvata all'unanimità, ha
ribadito il «pieno mandato a Salvini», che vede dunque la sua posizione
consolidata dopo che il risultato elettorale ne aveva messo in dubbio la
permanenza alla segretaria.
Il
leader del Carroccio può così dimostrare di aver rotto in parte quell'«Assedio
a Salvini» con cui titolava oggi il quotidiano La Repubblica, mostrato ai
partecipanti dal segretario prima di iniziare i lavori.
«Contro di me c'è un brutto clima», ha
dichiarato. «Questa situazione di crescente tensione, con un paese in grave
crisi, rischia di alimentare odio e violenza politica».
(Matteo Salvini, pieno mandato dal
Consiglio federale Lega. Si insiste su Viminale, Turismo e Riforme)
Draghi:
«Italia unita contro le mafie, serve coesione. Politica collabori»
Dopo
l'appoggio a Salvini, la nota del consiglio si sofferma poi sui temi più
urgenti che il nuovo governo dovrà affrontare, come il caro bollette, per poi
rilanciare gli altri temi su cui la Lega ha puntato forte in campagna
elettorale: la flat tax al 15% estesa a tutti i redditi fino a 100mila euro e
Quota 41 al posto della Legge Fornero per permettere ai lavoratori di
anticipare la data della pensione.
I nodi
da sciogliere.
(Salvini: "Se gli italiani
scelgono la lega per 5 anni il Governo non cambia”).
La
nota della Lega ignora totalmente il monito lanciato ieri dal presidente di
Confindustria Carlo Bonomi che aveva dichiarato esplicitamente: «Il sistema
economico italiano non può permettersi la flat tax e Quota 41».
Ma il Carroccio tira dritto e punta sulla
revisione del reddito di cittadinanza e il taglio della burocrazia per
recuperare le risorse necessarie.
(Gianfranco
Fini rassicura la stampa estera: Giorgia Meloni è affidabile.)
Nel
mezzo delle discussioni per la formazione del nuovo governo non poteva mancare
un capitolo dedicato ai ministri che il partito punta ad accaparrarsi.
Dalla
riunione è uscita anche un documento ufficiale che il segretario potrà portare
con sé al momento di negoziare con Giorgia Meloni. Non contiene una lista di
nomi, ma di dicasteri:
il
Carroccio vuole per sé il ministero dell'Agricoltura (che qualcuno Salvini
all'evento di Coldiretti ha ventilato di chiamare della Sovranità Alimentare),
Infrastrutture, Riforme e Autonomia e gli Interni.
Su
quest'ultimo è emerso l'unico nome di cui si è discusso in riunione. Oltre a
pieno mandato, a Salvini viene ribadito l'appoggio di tutto il partito nella
sua richiesta di tornare al Viminale.
Sarà
questo lo scoglio più duro da superare nelle trattive con l'alleata Giorgia,
che nel suo governo di alto profilo non prevede il ritorno del capitano agli
Interni. Salvini
non intende fare sconti su questo punto ed è pronto ad andare anche allo
scontro frontale, con il rischio che questo allunghi molto i tempi per la
formazione del nuovo governo.
Delle
trattative prolungate spegnerebbero ogni speranza che il nuovo esecutivo possa
essere in carica per il Consiglio Europeo del 20 ottobre, in cui si discuterà
del tema dell'approvvigionamento energetico, fondamentale per stabilire una
strategia europea comune contro il caro bollette che morde sempre di più sulle
famiglie italiane.
La mossa di Salvini rischia di paralizzare la
politica italiana in un momento in cui tutti, a partire dal Capo dello Stato
Sergio Mattarella, chiedono di non perdere tempo per fronteggiare la crisi
economica.
Uscendo
dalla riunione anche Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico col
governo uscente, ha però rafforzato la linea intransigente del partito davanti
alla stampa: «Il Viminale solo per Salvini, mi sembra il candidato naturale».
Al
momento di rivolgersi ai giornalisti, il segretario della Lega non ha voluto
dare adito alle voci che lo vogliono in contrasto con gli alleati ed è tornato
a rilanciare a sua volta il tema energia:
«Bloccare
l'aumento delle bollette di luce e gas sarà la priorità del prossimo governo»,
ha ribadito, pur senza evocare quello scostamento di bilancio più volte chiesto
in campagna elettorale e a cui Meloni è contraria.
Nonostante
i nodi da sciogliere e le vedute divergenti all'interno della coalizione,
Salvini si è mostrato comunque fiducioso: «Siamo pronti a un esecutivo politico
che duri cinque anni senza beghe e litigi, come si augurerebbero a sinistra».
Dagli
Insetti all’Etichetta
“nutriscore”: tutte le Follie a Tavola.
Conoscenzealconfine.it-
(4 Ottobre 2022) -agenzianova.com – ci dice:
È
quanto denunciano gli agricoltori della Coldiretti al Villaggio di Milano.
Dai
piatti a base di insetti all’etichetta nutriscore che boccia l’olio d’oliva,
dal vino de-alcolato ai kit con le polveri per fare vino e formaggi fino alla
carne e al pesce in provetta, non sembrano conoscere freni le follie globali
nel piatto.
È
quanto denunciano gli agricoltori della Coldiretti al Villaggio di Milano
(Parco Sempione, ingresso viale Gadio, lato acquario) con la prima mostra degli
orrori a tavola che rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare
della Dieta Mediterranea e il sistema produttivo italiano, basato sulla qualità
e su tradizioni millenarie.
Mentre
è avviato l’iter per la carne in provetta, la Ue – evidenzia Coldiretti – ha
già autorizzato la vendita, come cibo da portare in tavola, di grilli domestici
(Acheta domesticus) come nuovo alimento.
L’insetto – sottolinea la Coldiretti – potrà
essere prodotto e venduto sul mercato Ue intero, congelato, essiccato o in
polvere e destinato alla commercializzazione come snack o ingrediente
alimentare.
Si
tratta – continua la Coldiretti – del terzo via libera nell’Unione all’utilizzo
alimentare umano di un insetto ai sensi del regolamento (Ue) 2015/2283 sui
Novel Food, dopo quelle per la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e
per la Locusta migratoria.
Ma
l’orrore a livello globale (introdotto dai governanti globalisti occidentali! Ndr) può arrivare nel piatto sotto varie
forme – spiega Coldiretti – dalla vodka allo scorpione ai vermi all’italiana,
dagli scarabei ai grilli alla thai, dallo scorpione dorato agli insetti alla
paprika, al sale marino, al curry, dai vermi delle palme al verme gigante, dal
millepiedi alla pasta ai grilli, dal misto insetti ai grilli in salsa barbecue.
Novità bocciate – sottolinea Coldiretti – dal
54 per cento degli italiani contrari agli insetti a tavola mentre, il 24 per
cento è indifferente, il 16 per cento favorevole e il 6 pento non risponde,
secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
In
ambito alimentare l’Unione Europea (globalista)ha spinto negli anni verso
l’omologazione al ribasso delle caratteristiche degli alimenti, mettendo spesso in crisi – sottolinea
la Coldiretti – le produzioni tradizionali per effetto di una concorrenza sleale fondata
sull’inganno legalizzato.
(Ma
non si possono denunciare - al tribunale europeo - gli attuali governanti Ue?
Ndr).
Basti
pensare all’autorizzazione Ue sull’uso di polvere di latte per produrre
formaggi, yogurt e latte alimentare, senza dimenticare la possibilità di
aggiungere zucchero per aumentare la gradazione del vino, oppure di togliere
l’alcool dal vino, fino ai fermentati di frutta varia che possono essere
chiamati “vino di…” senza aver mai visto un chicco d’uva.
E non
mancano neppure – continua la Coldiretti – i kit fai da te che promettono di ottenere
a casa, ovviamente senza alcuna possibilità di assomigliare neppure
lontanamente agli originali, il meglio della produzione enogastronomica Made in
italy, dai vini ai formaggi. Si tratta di confezioni per la produzione di
Parmigiano o Romano o di Mozzarella Cheese.
Nell’Unione
Europea circolano anche – continua la Coldiretti – bottiglie di pseudo vino
ottenuto da polverine miracolose, contenute in wine kit che promettono di
ottenere in pochi giorni le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella,
Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano, mentre
i veri vini nascono solo dalle uve, dall’attento lavoro dei viticoltori e
dall’invecchiamento, anche di anni, in cantina.
Sempre
sul vino – aggiunge la Coldiretti – la Ue sostiene la pratica dell’aggiunta di
zucchero per aumentare la gradazione alcolica oppure quella di togliere
l’alcool per ridurlo a una bevanda a base di succo. Per questo non può essere
permesso di chiamare ancora vino un prodotto – sottolinea la Coldiretti – in
cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per
effetto di un trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di
trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino.
Senza
dimenticare – aggiunge Coldiretti – la proposta di Bruxelles di mettere
etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino per scoraggiare il consumo.
“In questo contesto a preoccupare è la diffusione in
Europa dei sistemi di etichettatura nutriscore e a semaforo, fuorvianti,
discriminatori ed incompleti, che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta
alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole, per favorire prodotti artificiali
di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta” afferma il presidente di
Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che “basandosi sulla presenza di
determinate sostanze calcolate su 100 grammi di prodotto e non sulle effettive
quantità utilizzate, questo tipo di etichetta finisce per sconsigliare l’olio
extravergine d’oliva e promuovere bevande gassate dietetiche prodotte con
sostanze artificiali e di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.
Le
scelte dell’Unione europea – afferma Coldiretti – non possono tradursi in
decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli
prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale
– conclude la Coldiretti – va ricercato tra i diversi cibi consumati nella
dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto.
(agenzianova.com/news/dagli-insetti-alletichetta-nutriscore-tutte-le-follie-a-tavola/)
(La
truffa green è organizzata dai “globalisti al governo della UE” sotto la
direzione di Klaus Schwab e soci! Ndr).
IL
GOVERNO DELL’OCCIDENTE.
Politicamntecorretto.com
-Vincenzo Olita - Giornale – (Ottobre 2, 2022) – ci dice:
A dar
retta ai leader politici di minoranza una loro affermazione avrebbe significato
un massiccio mutamento della società, con la soddisfazione di bisogni e
necessità, dello stesso tenore le garanzie della maggioranza: insomma, un
corale preavviso di felicità. Allora, un’inevitabile retorica s’impone: ma dove
erano finora?
Esattamente
dove sono, con le stesse capacità, intuizioni strategiche, visioni del mondo
ma, soprattutto, con gli stessi vincoli, dipendenze culturali, subordinazioni
economiche-politiche, assoggettamenti e sottomissioni anche psicologiche verso
potentati globali.
Fino
alla svolta del secolo avremmo parlato di commistione tra politica e poteri
forti, quando la prima s’interfacciava dialetticamente con la grande industria,
i suoi interessi e i suoi sottoprodotti, come l’informazione cartacea, con le
convinzioni Vaticane, con gli USA e le sue utilità planetarie.
Un
intreccio in larga parte superato, la Chiesa vive di relativismo, non più di
certezze, il capitalismo industriale è surclassato dal globalismo finanziario,
l’informazione protesa solo nella sua servizievole funzionalità alla politica,
tutti per un consolidato sovranismo dell’europeismo burocratico: prosegue la
visione imperiale USA indebolita, però, anche dalle trasformazioni al suo
interno.
Già,
il mutamento delle governance, una costante nella storia dell’umanità, che con
il trascorrere dei secoli è sempre meno palese, trasparente e soprattutto
comprensibile.
Benjamin
Disraeli, Primo ministro del Regno Unito dal 1874 al 1880, già diceva: Il mondo è governato da tutt’altre
persone che neppure immaginano coloro il cui occhio non giunge dietro le
quinte.
Club
esclusivi tra chi persegue obiettivi ed interessi comuni sono stati
caratteristica della storia dell’Umanità. Tralasciando Mondo antico e Medio
Evo, la nascita della Massoneria, nel primo ventennio del ‘700, è il primo
rilevante esempio di una struttura esclusiva tesa al cambiamento di specifiche
articolazioni della Società.
Nel
1954 l’Occidente su iniziativa di David Rockefeller vide la nascita del Gruppo
Bilderberg il cui interesse inizialmente era per la strategia militare, oggi
per geopolitica e tecnologia.
Nel 1973 nasce la commissione Trilaterale,
circa 400 membri americani, giapponesi e europei, su iniziativa dello stesso
David Rockefeller, già presidente della Chase Manhattan Bank.
Il club si occupa particolarmente di governo ed
istituzioni globali, di commercio internazionale, energia, clima. Una rilevante
attenzione viene riservata da ambedue i club all’integrazione europea. Non a caso il Trattato di Lisbona
del 2007 che istituì la Comunità europea, fu fondamentalmente istruito, nelle
sue linee generali, in ambito Trilaterale.
Mario
Monti, Enrico Letta, Mario Draghi, John Philip Elkann, sono tra i nomi italiani
che ricorrono in questi club, poi le banche Goldman Sachs, Barclays e
naturalmente la J. P. Morgan che ha visto nella sua dirigenza e consulenza
proprio Monti, Prodi e Draghi. Certamente non è un caso che nella seconda
repubblica i Presidenti del Consiglio non solo devono essere membri di
esclusivi club ma anche provenienti dal board o dalla consulenza della banca
d’affari americana.
I
curricula dei politici del dopoguerra non fanno potere, la residenza del potere
è cambiata, non è più nei ministeri incapaci di parlare del futuro o nella
miriade di strutture, sovrastrutture e inutilità, spesso in conflitto tra loro,
ma tutte protese a gestire quotidianità senza orizzonti, pronti a mobilitarsi
per la prossima competizione elettorale.
Il
potere, intendendo capacità e strumenti per la costruzione del futuro, non è
più nel Parlamento esautorato nella funzione primaria di fucina di idee ed
elaboratore di visioni.
Parlamento: una residenza triste in cui non vi
è entusiasmo né gioia per una politica politicante funzionale ed utile solo al
chiacchiericcio da lavanderia della nostra informazione.
Con il
XXI secolo il pianeta, nel suo versante occidentale, ha visto l’affermazione di
un élite finanziaria in larga parte statunitense che disponendo di colossali
risorse, i
primi venti patrimoni equivalgono al Pil italiano, partendo dal presupposto di
dover implementare la loro missione, quella di orientare visioni del mondo,
stili di vita, la società nel suo complesso e il futuro della stessa Umanità, hanno ritenuto di dover operare, in
particolare attraverso la filantropia, per influenzare quotidianità, rapporti
sociali, politiche governative e strutture statali per il disegno di un nuovo
mondo globalizzato e dal pensiero unico.
È
quello che Klaus
Schwab,
fondatore del World Economic Forum di Davos, ha chiamato la Grande Narrazione
in cui avverte:
“I
politici sono incapaci di offrire governi rappresentativi ed efficienti, noi
come essere umani continuiamo ad avere la possibilità di dare forma al mondo
che vorremmo”.
È
l’effettivo Manifesto del Forum, finanziato da circa un migliaio di soggetti
tra multinazionali, banche d’affari e fondazioni delle famiglie tra le più
abbienti del pianeta.
Un
concentramento del gotha economico-finanziario che periodicamente s’interfaccia
con i vertici politici e dove prendono corpo e si propagano globalmente politiche,
orientamenti e indicazioni. Ridotta ad asse di trasmissione la politica
dell’Occidente ha un ruolo ripetitivo della progettualità altrui, progettualità
che presuppone tre priorità: un mondo più resiliente, più inclusivo, più verde.
Resilienza, divenuta irritante parola d’ordine, vuol
significare che ad ogni crisi si accompagna un’opportunità, quindi, se tutto è resilienza, ogni
crisi può presupporre una falsa speranza e per le nostre illusioni già si
lavora ad un Consiglio mondiale della resilienza.
Per Klaus
Schwab, poi, non dobbiamo evitare i rischi perché i benefici sono per le
società affinché possano progredire e prosperare.
Per
alcuni aspetti potrebbe sembrare un chiacchiericcio planetario che ha
surclassato il chiacchiericcio domestico, ma il Forum vede il coinvolgimento di
troppi qualificati decisori per essere derubricato ad un’agorà culturale. Il
cammino intrapreso disegna un triste scenario per l’Umanità, almeno per quella
occidentale, il Grande Reset per cui lavora Schwab, avviato e favorito con il
Covid -19, ci riserva una predisposizione alla felice accoglienza per crisi e
rischi, un asfissiante martellamento sulla transizione ecologica, entusiasmante
solo per gli studenti e i loro scioperi per il clima del venerdì che riducono
la loro settimana a quattro giorni. Con la Quarta rivoluzione industriale
annunciata da Klaus Schwab a Davos, in cui robotica, intelligenza artificiale,
veicoli autonomi, biotecnologia, ci assicurano un mondo più inclusivo e
sostenibile, dove le stesse distanze tra ambienti fisici e biologici tenderanno
al decremento.
Siamo
alla tecnologia per il miglioramento biologico della specie, siamo sul cammino
del Transumanesimo.
“Non
avrai nulla e sarai felice”, anticipa Schwab ai prossimi cittadini del mondo
indirizzati verso il veganesimo e il consumo di carne sintetica, e sì, la governance mondiale necessita di
un controllo sociale che si va affermando in virtù di una falsa amorevolezza di chi
prospetta un mondo migliore anche favorendo una malthusiana riduzione della
popolazione.
Una
ristretta élite finanziaria, in sintonia con organismi sovranazionali, pensiamo
all’Agenda 2030 dell’ONU, al WTO – Organizzazione Mondiale del Commercio,
all’OMS, al FMI, alla Commissione
europea – con banche d’affari, l’informazione globale, le big-tech, ambienti
politici e statuali, in virtù di una percezione della propria onnipotenza associa
una riconsiderazione di un degenerato capitalismo planetario al futuro delle
genti il cui destino terreno non è più nelle mani né di Dio né del tradizionale
Cesare.
A
Davos si elaborano progetti e ci si adopera per il disegno del mondo migliore.
Per lo stesso obiettivo, una strategica e diffusa operatività viene espressa
dai guru della finanza, dai padroni delle big-tech, dai controllori delle
piattaforme digitali, dalle Fondazioni di famose dinastie.
Warren
Buffett, Mark Zurkerberg di Facebook, Jeff Bezos di Amazon, Tim Cook di Apple,
la dirigenza di Google, George Soros, le Fondazioni Bill & Melinda Gates,
Ford, Bloomberg, Rockefeller, Walt Disney, Rothschild e la Open Society
Foundations, dello stesso Soros, che il 16 settembre 1992 con un attacco
finanziario costrinse la lira ad uscire dallo SME, si adoperano,
quotidianamente, per l’affermazione di un patologico cosmopolitismo ammantato
di un relativismo teso al superamento della tradizione anche con la cultura
della cancellazione.
Soros,
in particolare, lavora per una Società Aperta, malintesa interpretazione della
fondamentale concezione di Karl Popper, che nella visione globalista, è il
contenitore in cui si allentano i legami di comunità e gli stessi rapporti
umani: coniugi, parentele, amicizie ed altri vincoli saranno, semplicemente, sostituibili.
Dalla
persona ad isolati atomi: questo il traguardo che si auspica per l’Umanità con la
capacità finanziaria di miliardi di dollari ammantata di una veste
filantropica.
Centinaia
di ONG influenzano e condizionano, in svariati settori, governi, parti
politiche, istituzioni, dall’OMS all’ONU con le sue diramazioni. In questo
quadro, ad esempio, si inscrive la minore rilevanza nell’insegnamento delle
materie tradizionali a favore di competenze non cognitive, introdotte anche
nella scuola italiana con una legge dello scorso gennaio, votata all’unanimità,
e la
valutazione espressa da una commissione ONU che, sulla spinta globalista, ha
sancito il lavoro domestico delle donne come forma di schiavitù.
Sempre
la Open Society Foundations ha finanziato in 5 anni una Fondazione di Gesuiti
con 1,700 ml di dollari ed altre organizzazioni progressiste cattoliche con il
dichiarato intento di far uscire la Chiesa dal Medioevo; così come è
attivissima nel sostenere l’emigrazione dal nord Africa attraverso sostanziali
contributi di mezzi e personale. Stati e confini, infatti, non avranno
cittadinanza nella Società Aperta. A vario titolo, OSF interviene in 120 Paesi
dove interessi e visioni della finanza globale incidono nella quotidianità
delle Genti e della politica. Nella legislatura 2014-19, Soros ammise
l’affidabilità di 226 Eurodeputati su 705. Nessuna meraviglia, allora, se
l’elezione di Macron fu supportata da Goldman-Sachs 2.145 Ml, Soros 2.365 Ml
Rothschild 976 mila per complessivi 5.486 Ml di dollari.
La filantropia
sorosiana non ha trascurato il finanziamento alla tenera Greta Tintin Thunberg
e più modestamente alle Sardine bolognesi, ma la vera attenzione in Italia è
per la ex pannelliana Emma Bonino e il suo strumento politico +Europa, che ben s’interfaccia con
l’europeismo della Commissione europea e culturalmente con Davos e Klaus Schwab.
Dai finanziamenti al Centro Europeo per la legge e la
Giustizia, in collaborazione con la Fondazione di Bill Gates, al Consiglio
d’Europa, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, alla Corte Penale
Internazionale si deduce il livello di penetrazione della finanza globalista
nelle istituzioni giudiziarie europee.
Personaggi
politici e mezzi di comunicazione di rilevanza mondiale, come quelli supportati
da Bill Gates (BBC, NBC, CNN, Financial Times, The Guardian, Der Spiegel, Le
Monde, El Pais) al Washington Post di Jeff Bezos, al New York Times di Gregg
Sulzberger, ai domestici Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX degli Agnelli,
sono gli strumenti indispensabili alla persuasione e al coinvolgimento di massa
tramite il politicamente corretto, in nome e per conto del reset e della
mondialista Società Aperta.
La
filantropia finanziaria si concretizza poi su sempre interessati interventi: ad
esempio, nella Banca Mondiale, nelle agenzie dell’ONU come Unesco, UNCHR e
Unicef, in Save the Children, nel supporto a svariate Università.
Si
potrebbero elencare ancora le innumerevoli sfere d’intervento di questo
postmoderno capitalismo finanziario, ma crediamo che le più rilevanti
connotazioni della Società Aperta siano comprensibili, a noi preme sottolineare che la
politica, intesa come un insieme di sistemi di pensiero, che non cancella il
passato delle genti e si adopera per il futuro dell’Umanità, stante così gli
equilibri, è avviata al tramonto.
Per i
cortesi padroni del caos e le loro possenti risorse è agevole stravolgere, in
particolare, la cultura dell’Occidente e adoperarsi per il grande Reset.
In
mancanza di reazioni, di opposizione e di una presa d’atto, per la prima volta
nella storia, andiamo incontro ad una società con larghe dipendenze in cui non
si avvertono né tiranni né padroni.
Il
cammino è verso un orizzonte atomistico in cui il Leviatano di Thomas Hobbes
annullerà libertà, responsabilità e proprietà individuali, a meno che, la
nostra eresia, elevando un canto nuovo, ci consenta di abbandonare vecchi e
sterili lamenti per una liturgia politica che appartiene, ormai, solo al mondo
di ieri.
(Vincenzo
Olita - Direttore Società Libera.)
BISOGNA
COMBATTERE IL GLOBALISMO
DELL’ORDINE
UNICO MONDIALE –
L’ASCESA
E LA CADUTA DELLA BESTIA.
Comedonchisciotte.org
– Peter Koenig -globalresearch.ca- Markus-
(14 Agosto 2022) – ci dicono:
La
leggenda narra che quando tutto va male e la gente spera in tempi migliori, le
cose devono peggiorare, prima che possa emergere una nuova era di pace e di
armonia.
Forse
ora ci troviamo a questo bivio. La Bestia sta crescendo. Ma la sua caduta è in vista.
Dobbiamo
capire che la Bestia è grande. È enorme. È così straordinariamente grande che
l’umanità non ha mai affrontato qualcosa di simile nella storia conosciuta.
Quindi,
è meglio essere ben preparati.
Immaginate
che un piccolo fazzoletto o un fazzoletto da taschino (un minuscolo accessorio
decorativo per il bavero della giacca) sia nel bel mezzo di un enorme lenzuolo,
cinque volte le dimensioni normali, e che il suo obiettivo sia quello di
controllare il lenzuolo.
Questa
è l’élite del culto globalista, che mira a convertire la popolazione mondiale
in un Ordine Unico Mondiale (OWO). Non accadrà. È un’immagine così assurda che
potrebbe essere stata concepita solo da un megalomane – che è ciò che sono il
WEF, il suo padrone, Klaus Schwab e i suoi controllori, che elargiscono i soldi
da dietro le quinte.
Non
importa quanto potenti pensino di essere, e tiranneggino il mondo intero per
renderlo loro schiavo, noi, il Popolo, faremo in modo che ciò non accada. Le
fratture nei ranghi dell’OWO sono già chiaramente visibili.
Il
nuovo motto è: ciao ciao all’OWO-Globalismo e benvenuto al nuovo mondo
multipolare.
In
realtà, è un mondo che sta gradualmente polarizzandosi in direzione est-ovest,
con un Occidente che sta decadendo sempre più velocemente e in modi diversi –
dal punto di vista monetario, in termini di etica politica, nel sostegno
vacillante dei governi occidentali (e di quelli che finora si sono considerano
occidentali) e con due terzi, almeno, dei cittadini occidentali, che si
oppongono con veemenza ai loro governi.
Attenzione,
non siamo ancora arrivati al punto di collasso dell’Occidente.
Tuttavia,
la crepa nel muro, da cui traspare la luce [parafrasando una famosa canzone di
Leonard Cohen], ci dà una grossa speranza che la luce prevalga.
Il
Grande Quadro: cos’è?
Il
Grande Quadro ha tre rami principali, tre obiettivi principali che la Bestia
deve raggiungere. Immaginate la Bestia come una mostruosa piovra dai molteplici
tentacoli. I punti non sono necessariamente elencati in ordine di priorità, ma
piuttosto come un approccio simultaneo e comprendono:
i) Lo
spopolamento generalizzato, un genocidio, in tutto il mondo; un’agenda eugenista
su cui i Gates, i Rockefeller ed altri hanno già lavorato per decenni, tenendo
presente che anche le generazioni precedenti erano ossessionate
dall’eugenetica. Meno persone, meno “mangiatori inutili” – e consumatori di
risorse scarse e non rinnovabili. Così lo presenta senza mezzi termini Yuval Noah
Hariri, “intellettuale” israeliano e stretto consigliere di Klaus Schwab,
l’eterno CEO del WEF.
ii) Il
trasferimento di ricchezza dalle fasce basse e medie ai vertici – l’élite, i miliardari, gli
individui, la finanza multinazionale, come BlackRock, Vanguard, State Street;
altri attori possono includere Fidelity, City Bank, Bank of America ecc.
I primi
tre gruppi, da soli, hanno un azionariato interconnesso e possono agire come
un’unica entità, controllando in tutto il mondo una cifra stimata di 25
trilioni di dollari, il che conferisce loro un potere di leva finanziaria di
gran lunga superiore ai 100 trilioni di dollari (come metro di paragone il PIL
mondiale è di circa 90 trilioni di dollari), avendo così il controllo virtuale
su ogni Paese del mondo.
iii)
La digitalizzazione generale, per collegare tutto con tutto, con le
potentissime onde ultracorte 5G e presto 6G. Attraverso queste onde
elettromagnetiche, potrebbero accedere al nostro cervello. È il sogno proibito di Klaus Schwab. Include passaporti vaccinali
digitali unificati a livello mondiale, gestiti attraverso il famigerato QR-code
o simili, con una capacità di memorizzazione delle informazioni praticamente
illimitata.
Attualmente
[il QR-code] ha un potenziale di memorizzazione di oltre 30.000 informazioni
per ciascuno di noi. Chi gestisce il QR-code vi conosce meglio di quanto vi
conosciate voi stessi. È una versione aggiornata dell’Agenda ID2020 di Bill Gates.
La
digitalizzazione potrebbe, come primo passo, includere un chip sotto la pelle
di ogni cittadino sopravvissuto – attualmente su base volontaria in alcuni
Paesi nordici, come Svezia e Danimarca, che memorizza e monitora ogni
informazione su di voi, comprese le cartelle cliniche, i conti bancari, con chi
parlate, dove viaggiate, dove e cosa acquistate – e un sacco di altre cose,
penso abbiate capito.
In
seguito, sarà probabilmente solo un’impronta digitale elettronica nella forma o
nella capacità di un codice QR o di un suo successore, che verrà inserita nei
nostri corpi attraverso un campo elettromagnetico iniettato nel nostro flusso
sanguigno – ad esempio con l’ossido di grafene – all’interno di un vaccino
Covid o, eventualmente, di un qualsiasi vaccino inventato e imposto alla
popolazione.
Il
prossimo potrebbe essere il “nuovo” vaccino antinfluenzale, già annunciato come
una novità, praticamente non testato, ma pronto per la stagione autunnale.
Siate consapevoli e attenti!
Il
denaro digitale, che già domina ampiamente il Nord globale, diventerà la norma
entro la scadenza dell’Agenda 2030, o prima, se NOI, il Popolo, non lo
fermeremo.
– E sì, possiamo farlo. Il denaro digitale ci renderebbe schiavi digitali; il denaro digitale potrebbe essere
bloccato a piacimento dalla Congrega del Culto, o addirittura rubato, a seconda
del nostro comportamento.
Non
c’è da preoccuparsi: secondo Klaus Schwab, alla fine non possederemo nulla ma
saremo felici – questo è il finale parafrasato del Grande Reset.
La nostra mente non penserà più in modo
autonomo, ma
il 5G e l’ossido di grafene iniettato dal vaccino Covid e da altri vaccini
ancora da venire, trasformeranno gli esseri umani nei cosiddetti “transumani” (espressione usata da Klaus Schwab
in un’intervista del 2016 alla TV svizzera francese), sostanzialmente degli schiavi inutili
e sacrificabili, dal momento che i robot e l’intelligenza artificiale (IA)
avranno sostituito gli esseri umani nei loro ruoli.
Questi
obiettivi sono tutti affrontati in un modo o nell’altro nel Great Reset del
WEF. Può valere la pena darci un’occhiata. La maggior parte delle biblioteche
contattate ha risposto con un sorriso: non hanno il libro, preferiscono non
associarsi a questo piano mostruoso.
Il
programma globalista si sta gradualmente disintegrando. Si veda questo articolo
sulla tendenza anti-globalista del WEF di Davos, maggio 2022.
Eppure,
i globalisti continuano a combattere. Un gioco senza speranza.
Potrebbero
essere in grado di estendere la loro spinta globalista ancora per un po’, con
continue menzogne, enormi ricchezze finanziarie acquisite immoralmente e, in
gran parte, illegalmente, potrebbero causare milioni di vittime – e, Dio non voglia, portarci alla
Terza Guerra Mondiale, che potrebbe trasformarsi in una guerra nucleare vera e
propria.
La
Bestia sta ancora crescendo. Questo però non significa che stia vincendo.
Molti
di noi potrebbero non accorgersene. È discreta, ma letale. Nonostante tutta la sua discrezione,
continua ad annunciare ciò che sta pianificando, ciò che ha in serbo per
l’umanità. Il Culto, il Culto Luciferiano, a cui probabilmente appartiene la
Bestia, per avere successo deve annunciare le sue azioni con largo anticipo.
Per evitare che loro, quelli del Culto, possano non prosperare.
Gli
avvertimenti del Culto.
Negli
ultimi 50 anni, il Culto ci aveva ripetutamente messo in guardia. Ci aveva
sempre detto con largo anticipo cosa loro e i loro tirapiedi stavano
progettando. E questo con crescente intensità negli ultimi due o tre decenni.
Solo alcuni esempi. La maggior parte di noi ha convenientemente ignorato i loro
avvertimenti.
Il
Vertice della Terra di Rio del 1992 – nome ufficiale Conferenza delle
Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED) – si era tenuto a Rio de
Janeiro, in Brasile, dal 3 al 14 giugno 1992.
Si
basava sulla famosa (e infame) pubblicazione del Club di Roma del 1971 “Limits
to Growth, A Simulation Model of World Population, Environment and Economics.”
Il modello prevedeva un disastro ambientale nei prossimi 50-100 anni, cioè a
partire da adesso.
Il
Club di Roma, alias il Vertice della Terra, aveva dato l’impulso a quella che
oggi è nota come l’Agenda del Riscaldamento Globale e del Cambiamento
Climatico, con il suo contorno commerciale, il Green New Deal.
Dovete
sapere che il Club di Roma non era un’invenzione europea, come il nome potrebbe
farvi credere. Era stata un’iniziativa dei Rockefeller.
L’11
settembre era stato l’evento mortale e violento che aveva annunciato una nuova
era: un’era di aumento del controllo totale, di privazione delle libertà
personali, di restrizioni con controlli di sicurezza aeroportuali spesso
umilianti e imbarazzanti.
Poche
settimane dopo l’orrenda e ben organizzata devastazione dell’11 settembre, dal
Congresso era stato approvato il Patriot Act. Era stato preparato molto prima
dell’11 settembre. Privava i cittadini statunitensi di quasi il 90% dei loro
diritti umani e di cittadinanza.
Leggi
simili di tipo emergenziale sono state approvate con facilità in Europa e negli
altri cosiddetti “Paesi occidentali,” e ci riferiamo ai Paesi che seguono la
dottrina politica e monetaria statunitense.
La maggior parte del Nord globale, o Occidente
(che comprende anche Australia, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda), vive
attualmente sotto una sorta di “legislazione d’emergenza,” che, in larga misura, scavalca i
parlamenti nazionali per le questioni che riguardano il programma del Grande
Reset.
La
maggior parte delle loro popolazioni non ha la minima idea che i loro
Parlamenti sono stati in gran parte esautorati.
Il
Rapporto Rockefeller del 2010 suddivideva i contenuti dell’Agenda 2030 delle
Nazioni Unite in quattro capitoli. Il primo descrive lo scenario Lockstep. Più
o meno quello che il mondo, i 193 Paesi membri dell’ONU, hanno vissuto dopo il
lockdown a livello mondiale per la plandemia di Covid-19. A passo di marcia,
ogni governo ha seguito le stesse severe regole di distruzione dei diritti
umani, dettate dall’OMS e inculcate e rese obbligatorie con la paura. Si veda
il Rapporto Rockefeller 2010 – i capitoli “Il quadro dello scenario” e
“Narrazioni dello scenario” sono di particolare interesse.
Bill
Gates –
TedTalk febbraio 2010 a San Diego – aveva sostenuto che:
“Se
facciamo un buon lavoro (vaccinando), possiamo ridurre la popolazione mondiale
del 10-15%.”
Si
trattava solo di un test per valutare la reazione della gente.
Era
però anche un annuncio di ciò che sarebbe accaduto in futuro. Come ormai
sappiamo, il loro obiettivo finale per quel che riguarda popolazione mondiale è
nell’ordine del mezzo miliardo di persone, come indicato sulle Georgia
Guidestones, che sono state recentemente vandalizzate.
Non
c’è da preoccuparsi, la cabala non arriverà mai a questo genocidio di massa. Ma
ha già fatto danni immensi e, se non viene fermata, continuerà ad uccidere le
persone, molte delle quali nei modi più atroci.
L’OMS
aveva dichiarato nel 2014 il decennio delle vaccinazioni – riferendosi al
decennio dal 2020 al 2030, cioè all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Qualcuno ha prestato attenzione? –
Come faceva l’OMS a saperlo? Forse Bill Gates sussurrava gli ordini nelle “sale
dell’OMS” dove si raccolgono le “donazioni.” Convenientemente, ogni riferimento a
questo avvertimento dell’OMS è scomparso da Internet.
Giugno
2016 – inaugurazione
del tunnel svizzero del Gottardo – una bizzarra e diabolica celebrazione, con
danze sessuali luciferiane, strane uccisioni e morti – lontanamente collegate
alla costruzione del tunnel. Pieno di simbolismo.
La
spiegazione di Google – “Sebbene i tunnel simboleggino certamente i viaggi,
essi rappresentano più spesso il passaggio da una fase all’altra della vita.
Nel suo significato più primordiale, il tunnel simboleggia il canale del parto.
Proprio come un feto si evolve e viaggia verso l’esterno, così fanno i
personaggi di una storia.”
È
certamente un passaggio attraverso le tenebre. Non c’è da sorprendersi. Né il male né Lucifero hanno mai
progettato un mondo di luce per noi, la gente comune. Al contrario, più ci
tengono nell’oscurità, più paura instillano, più controllo ottengono. E questo
è ciò che sembra vogliano fare. Non avranno successo. Non ci riusciranno.
Event
201 del 18 ottobre 2019 a New York – Il 18 ottobre 2019 a New York, il Johns Hopkins
Center for Health Security, in collaborazione con il World Economic Forum (WEF)
e la Bill and Melinda Gates Foundation, aveva ospitato l’Event 201,
un’esercitazione di alto livello contro le pandemie.
Il
sito web dell’evento descrive l’esercitazione come “un evento in cui i
partenariati pubblico/privato saranno necessari durante la risposta ad una
grave pandemia, al fine di ridurne le conseguenze economiche e sociali su larga
scala.” L’obiettivo reale dell’esercitazione era proprio l’opposto, tramite un
coronavirus.
Per
una strana coincidenza, poche settimane dopo, all’inizio del 2020, si era
diffuso un coronavirus chiamato SARS-Cov-2, alias Covid-19. L’OMS lo aveva dichiarato pandemico
l’11 marzo 2020, quando i decessi segnalati, a livello mondiale, erano meno di
5000. Sapendo ciò che sappiamo oggi, ci si può chiedere: quanto sono affidabili
questi rapporti sui decessi – allora e oggi?
Confrontate
questo dato con i 52.000 decessi legati all’influenza negli Stati Uniti durante
la stagione influenzale 2017/2018. L’influenza comune non è mai stata dichiarata pandemia. Si veda.
Ora
veniamo avvertiti dell’imminente scarsità di cibo e di energia che porterà ad
un inverno freddo e ad una carestia; e poi ad una grossa recessione preceduta
da un’orrenda inflazione a due cifre – che a sua volta scatenerà fallimenti,
disoccupazione, povertà, miseria – e altre morti.
L’ascesa
della Bestia non è indisturbata. Ci sono forze che spingono in altre direzioni, che
tentano di farla crollare, di metterla di traverso e che la faranno a pezzi.
L’enorme crepa nel muro, che lascia trasparire la Luce, diventa sempre più
grande. Quando la luce raggiungerà un numero sufficiente di persone, una massa
critica, il regno della Bestia potrebbe essere vicino alla fine.
Non
siamo ancora a quel punto. Purtroppo. Ma dobbiamo pensare positivo. Ispirarci a
vicenda spiritualmente. Creare un’unione mentale e spirituale. Noi, popolo risvegliato, possiamo
porre fine a questa era diabolica.
Seguendo
lo schema menzionato sopra, la Bestia può essere rappresentata come una
mostruosa piovra dai molteplici tentacoli. Ogni tentacolo ha la sua missione
mortale. Molti tentacoli hanno dei sotto-tentacoli. Nel caso in cui un
tentacolo venga tagliato, gli altri continueranno la loro opera e quello
mozzato ricrescerà con ancora più vigore. Questo è il concetto.
Dobbiamo
essere consapevoli e coscienti di questi scenari multipli e del quadro generale
che costituiscono, in modo da non lasciare che la nostra attenzione venga
deviata da un singolo scenario – ad esempio, la narrazione sulla plandemia e
sul vaccino. Sebbene sia importante, deve essere collegata a tutti gli altri
“scenari-tentacolo,” per non perdere di vista gli obiettivi generali
dell’Agenda del Grande Reset, alias Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Vogliamo
fermare questa criminale epidemia artificiale di miseria e morte nel suo
complesso, nella sua interezza. Se lo facciamo a compartimenti stagni, le
nostre possibilità di sconfiggere la Bestia diminuiscono notevolmente. La Congrega del Culto conta sul fatto
che siamo distratti da uno o due tentacoli, mentre gli altri continuano a
lavorare – quasi indisturbati – per raggiungere gradualmente i loro obiettivi.
È
importantissimo essere consapevoli che tutti i tentacoli sono collegati tra
loro. In questa guerra non ci sono coincidenze e non c’è un solo fronte. L’intera umanità, indipendentemente
da dove ci troviamo al mondo, è in prima linea. Questo significa anche che non
c’è scampo.
A meno
che, e questo è fondamentale, non ci svegliamo. Questa è la nostra via di fuga.
Noi, il Popolo, dobbiamo vedere la luce e salire ad un altro livello, dove
l’oscurità della Bestia non potrà più raggiungerci. Abbiamo bisogno di una
massa critica perché il nostro Potere Popolare sia abbastanza forte da
trascinare noi, e tutta l’umanità, su un piano diverso, più alto e illuminato.
Per
fare questo, per coloro che sono già svegli, che vedono la Bestia, che vedono i
tentacoli e le loro macchinazioni come strumenti per uccidere, è estremamente importante che non
perdano di vista l’obiettivo generale del Grande Reset, l’Agenda 2030 delle
Nazioni Unite e la Quarta Rivoluzione Industriale, cioè il Grande Quadro.
Quando
combattiamo un tentacolo, ad esempio la narrazione Covid, che pure è
importante, dobbiamo sempre ricordare che ce ne sono altri, e che la Covid è
solo un dente della ruota, nell’ingranaggio distruttivo del Grande Reset.
Il
tentacolo Covid ha molti sotto-tentacoli: Big Pharma è uno di questi; l’obbligo
vaccinale è un altro; l’inutile e socialmente degradante mascheramento forzato,
il distanziamento sociale e il lavoro a distanza sono tutti modi per umiliare,
separare e isolare gli individui. E così via.
Tutti
questi sistemi si integrano perfettamente l’uno con l’altro, rafforzandosi a
vicenda, psicologicamente con la paura, e, fisicamente, con varie malattie,
diverse da quelle riconducibili alla Covid, cioè tutti i tipi di cancro,
leucemie, insufficienze epatiche, renali e cardiache – e molto altro ancora;
tutte patologie potenzialmente mortali. In effetti, hanno già causato un numero
di morti esponenzialmente superiore a quello che si dice abbia causato la
pandemia Covid.
Non
sarebbe quindi saggio concentrare tutte le nostre conoscenze scientifiche nel
dibattito sui vaccini o sull’infezione da coronavirus (è vero o non è vero?).
Non ha importanza.
Perché,
così facendo, facciamo il gioco del diavolo.
Sebbene
sia d’obbligo identificare la frode Covid – descrivendo scientificamente la
truffa da parte di medici, virologi e altri scienziati, questo non è di gran
lunga sufficiente. Il grande pubblico deve capire l’imbroglio, in modo da
potersi liberare dalla paura che distrugge il sistema immunitario.
Gli
obiettivi generali del Reset sono sotto gli occhi di tutti. Pertanto, dobbiamo
smascherare e collegare a tutti gli altri tentacoli della Piovra-Bestia la
frode del Culto e la paura che essa provoca. Dobbiamo combattere l’intera
Narrativa del GRANDE RESET nel suo insieme e in modo solidale.
Gli
altri tentacoli della Piovra-Bestia.
La
paura, già menzionata in precedenza, è un altro tentacolo mortale. È ben noto in psicologia che la
paura – la tensione costante causata dalla paura – abbassa le difese immunitarie.
Ci rende sempre più vulnerabili a tutti i tipi di
malattie, tra cui una miriade di tumori diversi e varie patologie degli organi
vitali.
Tutte queste malattie possono essere fatali, e, a quel punto, sarà quasi
impossibile risalire alla causa della malattia e del decesso, che era stata causata dal tossico
“vaccino Covid.”
La
paura è una delle armi più potenti della Bestia. Non solo la paura distrugge la nostra
immunità naturale, ma ci rende ciechi e obbedienti. Ciechi ai nostri diritti
umani. Per paura, vi rinunciamo, sperando che la Bestia ci protegga. Invece,
stiamo diventando schiavi – schiavi dei nostri governi, che, a loro volta, sono
servi del WEF – e della Bestia.
Il
cambiamento climatico – l’agenda sempre più ferocemente propagandata secondo cui il
pianeta si riscalderà, e che noi esseri umani siamo i colpevoli, in quanto
utilizziamo quantità eccessive di combustibili fossili, creando i cosiddetti
gas serra e portando le temperature del pianeta alle stelle. Come già detto, questa è la continuazione
dell’agenda del Club di Roma avviata dai Rockefeller per schiavizzare il mondo
(occidentale) attraverso il senso di colpa.
Noi,
del credo o della cultura giudaico-cristiana del Nord occidentale e globale,
siamo preda del senso di colpa come parte della nostra educazione basata
proprio sul senso di colpa.
Fa parte della nostra eredità religiosa e
culturale. Pertanto,
siamo estremamente vulnerabili quando ci viene detto che noi, esseri umani,
siamo colpevoli della morte e della distruzione causate dal cambiamento
climatico.
La
Bestia gioca su questa vulnerabilità. E con grande successo.
Come a
rafforzare l’agenda verde, la narrazione del cambiamento climatico, i Paesi
dell’Europa meridionale – Spagna, Grecia, Portogallo, Francia, Italia e gli
Stati Uniti transatlantici – sono afflitti da ondate di caldo estremo, spesso
interrotte da alluvioni improvvise e mortali.
Nel
frattempo, gli incendi boschivi provocati dall’uomo distruggono le foreste,
quegli stessi polmoni che forniscono ossigeno alla vita sulla Terra. Lo scopo è quello di rafforzare
l’agenda sul cambiamento climatico.
Guardate
questo video di 1 minuto, ripreso da un vigile del fuoco, in cui un “elicottero
di soccorso” appicca il fuoco alle foreste della Spagna meridionale. Il testo è
in spagnolo, ma il video si spiega da solo; non c’è bisogno di un testo.
La
verità ci viene nascosta o addirittura censurata. L’universo, compresa la
nostra cara e generosa Madre Terra, non è mai fermo. È costantemente in
movimento. Non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista della temperatura.
Il
nostro egocentrismo ci fa credere che noi, con la nostra breve vita – in media
meno di 100 anni -, siamo al centro dell’universo, che tutto ciò che accade
avviene nel corso della nostra vita, cioè i cambiamenti-modifiche climatiche
estreme.
Negli
ultimi due mesi il Nord del mondo ha vissuto ondate di calore mai viste prima e
periodi record senza pioggia. Come riferito da Francia, Spagna, Germania,
Svizzera e altri Paesi europei, nonché da alcune parti degli Stati Uniti, si
tratta di periodi di caldo e siccità mai sperimentati da quando sono iniziate
le misurazioni meteorologiche, in alcuni Paesi già nel XVII secolo. In altri
all’inizio del XX secolo. Il caldo incessante in Europa, così come negli Stati
Uniti, sta distruggendo le colture alimentari, contribuendo alla carenza di
cibo a livello mondiale, che porterà alla carestia, alla disperazione e,
infine, alla morte.
Come
sotto-tentacolo della Bestia, ancora più paura, perdita dei raccolti, carestia
– morte.
Sebbene
non sia menzionato né dimostrato, questo fenomeno record (ancora da analizzare
e accertare) sembrerebbe quasi un “clima ingegnerizzato.”
Rientrerebbe
tipicamente nel tipo di ricerca DARPA e nella tecnologia rilasciata dalla
DARPA. La DARPA è un think-tank sponsorizzato dal Pentagono. I modelli
meteorologici modificati sono armi potenti. Lavorano in silenzio, causando
carenze alimentari, carestie e morte – e contribuendo in più modi all’agenda
del Grande Reset.
Riduzione
dei terreni agricoli – Anche uno sforzo concertato di riduzione dei terreni
agricoli fa parte dell’agenda del Grande Reset. Bill Gates sta acquistando
terreni agricoli in tutti gli Stati Uniti e anche in altre parti del mondo. Si
dice che possieda già un sacco di terreni agricoli in Ucraina.
Ormai
Gates possiede circa 300.000 ettari dei terreni agricoli più produttivi,
soprattutto negli Stati Uniti ma anche in altre parti del mondo.
I
terreni agricoli di proprietà di Gates non produrranno carne bovina, con il
pretesto del gas metano che contribuirebbe all’allarme globale. Secondo il
concetto di Gates di riduzione del cibo, i suoi terreni agricoli potrebbero non
produrre affatto raccolti alimentari, accelerando gli Hunger Games.
Allo
stesso modo, il governo olandese guidato da Mark Rutte, un discepolo
dell’Accademia per giovani leader globali di Klaus Schwab, è deciso a ridurre
del 30% i terreni agricoli olandesi. I Paesi Bassi sono il secondo esportatore
mondiale di prodotti agricoli, dopo gli Stati Uniti.
Gli
agricoltori olandesi sono scesi in piazza da quasi due mesi per protestare
contro la confisca forzata dei loro terreni da parte del governo per ridurre la
produzione. Finora senza alcun risultato.
La
riduzione dei trasporti internazionali.
L’industria
del trasporto aereo è gravemente colpita dalle riduzioni dei voli, a causa di
carenze di personale, in gran parte artificiali, e di restrizioni Covid assai
poco attraenti (obbligo vaccinale per il personale di molte compagnie aeree).
Si dice che questo abbia portato a significative riduzioni dei voli, proprio
durante le vacanze estive del Nord globale.
La
situazione finanziaria di molte compagnie aeree occidentali è precaria e
potrebbe diventarle ancora di più, dato che i prezzi di kerosene, benzina ed
energia continuano a salire.
I
padroni del Grande Reset non vogliono persone che viaggiano. Non sono facili da
controllare come chi non si muove.
Questo
tentacolo ha almeno due scopi: i) mantiene le persone ferme, più isolate le une
dalle altre e dai movimenti globali; e ii) le persone che non possono muoversi
possono essere più timorose e meglio controllabili.
Energia
– Gas, benzina, elettricità, carenza di energia.
Le
conseguenze sono molteplici. Come il cambiamento climatico, la scarsità di energia ha
ripercussioni su tutto. La spinta alla crescita delle nostre economie si basa
sull’energia. La carenza di energia porta alla recessione, alla diminuzione della
produzione economica, alla riduzione della forza lavoro e alla povertà,
miseria, malattie e, sì, alla morte.
Ma non
siamo in una situazione di carenza energetica. La carenza di energia è stata
creata artificialmente – con il pretesto della guerra tra Ucraina e Russia, che, a
sua volta, è stata creata per servire l’agenda del Grande Reset: stragi, crolli economici, bancarotte,
povertà – con conseguente spostamento di beni dal basso e dal centro verso la
piccola élite in cima – e l’accelerazione dell’ascesa di una digitalizzazione totale –
dal denaro al cervello umano.
Ma non
c’è alcuna carenza di energia. È stato tutto creato artificialmente dai maestri del
WEF e del Grande Reset di Klaus Schwab.
Naturalmente
ci sono molti altri “tentacoli,” sotto-tentacoli e motivazioni per ciò che
stiamo vivendo nei mesi estivi caldi e senza pioggia del Nord globale. Ma il
concetto è chiaro. Se vi chiedete costantemente: “Cui bono?” O “Chi ne
beneficia?” – La risposta vi condurrà sempre alla stessa vile piovra con i suoi
molteplici e mortali tentacoli, chiamata Grande Reset.
Questo
modello di mondo desiderato e descritto da Klaus Schwab e da altri del WEF, è
un mondo che va verso un sistema ultra-neoliberale, con gli esseri umani in
gran parte ridotti di numero, mentre quelli che sopravviveranno saranno
diventati “transumani” (termine di Schwab), manipolabili dal 5G e presto dal
6G, per essere felici di non possedere nulla.
Per
riassumere il tutto, ricordiamoci dei pericoli legati al controllo digitale
onnipresente:
Attenzione
al QR-Code; Ricordate l’Agenda ID2020?
Come
nota finale, un breve video del Dr. Vernon Coleman, sul pericoloso vaccino per la nuova
influenza, e, se avete a cuore i vostri bambini, leggete questo, come parte di
un file pdf inserito nel video:
Queste
sono le ultime parole del dottor Coleman:
“Siate consapevoli. Fate attenzione.
Non
credete a ciò che dicono i governi. Mettete in guardia tutti. Ricordate che non
siete soli. Sempre più persone si stanno svegliando.
E, una volta sveglie, non torneranno a
dormire. Siamo già una forza molto più grande di quanto i cospiratori vogliano
far credere.
Se
vogliamo vincere questa guerra, dobbiamo combattere con passione, con la verità
e con determinazione. Nessuna mascherina, nessun test, nessun vaccino. Non fidatevi del governo, dei mass
media e
ricordate: abbiamo Dio dalla nostra parte.”
(Peter
Koenig- globalresearch.ca
globalresearch.ca/rise-fall-beast/5789391)
MATTARELLA
INVOCA LA PACE,
DRAGHI
LAVORA PER LA GUERRA.
Comedonchisciotte.it
- Sara Iannaccone- (05 Ottobre 2022 ) – ci dice:
4
Ottobre 2022: Mattarella ad Assisi per le celebrazioni di San Francesco; aria
mite e dichiarazioni interessanti annunciando la volontà di un ritorno alla
pace.
“Paesi
e istituzioni sono chiamati al dialogo” ha affermato il nostro Presidente.
I suoi
auspici durante la ricorrenza fanno sperare che il rischio di una escalation
bellica possa essere scongiurato, nonostante le notizie dal fronte siano
tutt’altro che tranquillizzanti.
Non ci
arrendiamo alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle
persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta
rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E
allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E
allora il dialogo. Per interrompere questa spirale.
La
pace non è soltanto assenza di combattimenti bensì, ci ricorda san Francesco, è
connaturata all’armonia con il Creato. Quando si consumano a dismisura le
risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i
popoli, quando si inaridisce il destino delle generazioni future, ci si
allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire. È la grande urgenza della
nostra epoca. E non abbiamo altro tempo oltre questo. È un compito che riguarda
tutti noi, nessuno è irrilevante. È un compito che va svolto insieme.
Belle
parole.
Eppure soltanto pochi giorni fa, il 28 settembre, il nostro premier – ancora in
carica – ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente Zelensky.
Draghi gli ha assicurato che l’Italia non
riconoscerà l’esito dei referendum popolari che hanno dato il via libera
all’annessione dei territori ex ucraini alla Federazione Russa e ha confermato
il “continuo sostegno da parte del Governo italiano alle Autorità e alla
popolazione ucraina in tutti gli ambiti “.
Mattarella
parla di pace e Draghi lavora per la guerra.
Obiettivi
contrastanti o strategia NATO?
(Sara
Iannaccone)
(ansa.it/umbria/notizie/2022/10/04/mattarella-ad-assisi-per-le-celebrazioni-di-san-francesco_8167e5c7-fec8-4342-b5d3-2f3e09cc14be.html
ansa.it/sito/notizie/politica/2022/09/29/draghi-a-zelensky-litalia-non-riconoscera-il-referendum_811afe25-b5fc-4f57-97bb-49e07ef6f645.html)
I
Tempi Gravosi richiedono Maggiore
Senso
di Responsabilità ma anche
Severità
da parte di Ognuno di Noi.
Conoscenzealconfine.it
– (5 Ottobre 2022) - Claudio Martinotti Doria – ci dice:
È
tipico dei tempi gravosi, difficili, caotici, come quelli che stiamo vivendo,
provocare confusione e disorientamento, sarebbe strano se così non fosse.
In
primo luogo è fondamentale non cadere nella trappola delle “tifoserie”, anche
se non siete tifosi, il rischio è comunque concreto. Tutti i media inducono a farvi cadere
in questa trappola. Cioè farvi tifare per la squadra che loro vorrebbero
imporvi, perché questo è il loro compito, facendo propaganda. Della serie “ha
stato Putin”.
Sabotano
i gasdotti nel Mar Baltico, area sotto stretto controllo NATO: sono stati i
russi che amano farsi dei danni da soli, così come si sono auto-bombardati
mentre controllavano la centrale nucleare di Zaporizia.
Questo,
per quanto possa sembrare ridicolo e patetico, è quanto hanno riportato i media
mainstream, che sopravvivono solo grazie ai finanziamenti pubblici, cioè coi
nostri soldi.
Quindi
finiamola di dare spazio ai media mainstream, sono solo uffici stampa che
riportano veline, fanno propaganda e mentono spudoratamente, quindi sono privi
di qualsiasi credibilità e valore morale.
I
media cartacei vendono poche decine di migliaia di copie, le altre finiscono al
macero, le tv riportano la rassegna stampa come se avesse qualche valore, cioè
si reggono a vicenda sostenendo le menzogne che raccontano reciprocamente.
La tv
ha ancora qualche seguito, ma sempre meno, mi riferisco ovviamente ai tg e ai
programmi che pretenderebbero di informare. Sono guardati da coloro che ancora
non sanno o non vogliono utilizzare la rete, perché richiede impegno mentre
ormai sono abituati ad essere soggetti passivi.
Ma
anche in internet occorre prestare la massima attenzione. Oltre agli “infiltrati”, cioè
coloro che simulano di essere liberi e indipendenti e imparziali mentre in
realtà sono finanziati dal sistema, in tutte le sue molteplici componenti, vi
sono molti che seppur in buona fede seguono dei copioni che sono stantii e
fanno il gioco degli avversari, ad esempio, riprendendo e proponendo estratti
dai media di regime per commentarli o confutarli.
In
questo modo si valorizzano pur volendo criticarli e pur avendo la nobile
missione di cercare di risvegliare qualche sprovveduto che ancora si abbevera a
quelle fonti. In questo modo si alimenta un circolo vizioso, col quale i media
mainstream finiscono per ricevere sostegno involontario, se li volete veramente
boicottare smettete di citarli, sono spazzatura e come tale va trattata, cioè
buttata negli appositi cassonetti.
Se un
romanzo fa schifo ed è scritto in un italiano approssimativo non credo che voi
lo consigliereste a qualcuno, fate lo stesso con i giornali e le tv.
Meritano
solo disprezzo e vanno evitati, se qualcuno li segue sono problemi suoi, perché
far soffrire le persone che da anni li hanno abbandonati riproponendo i loro
contenuti?
Per
farci capire quanto sono fasulli e vacui?
Ma chi
non l’ha ancora capito credete che vi segua in internet? In questo modo soffrite voi e fate
soffrire chi vi segue. I media mainstream vanno semplicemente evitati, come non
esistessero. Col tempo o si adegueranno ai mutamenti sociali e culturali o
spariranno.
Sarà
la situazione contingente quando diverrà tragica che fornirà loro il colpo di
grazia.
Quando
le aziende chiuderanno e vi saranno milioni di disoccupati, quando ci saranno
le bollette da pagare con importi triplicati, quando non si troverà cibo a
sufficienza nei supermercati o lo si troverà a prezzi inaccessibili, quando con
temperature sotto zero non ci si potrà scaldare in casa, quando ci saranno i
blackout energetici, ecc., i media mainstream cosa scriveranno per confortare
la cittadinanza ridotta alla disperazione?
Noi
della libera informazione in rete questi rischi li avevamo descritti e rivelati
con mesi se non anni di anticipo, solo con le proprie capacità di analisi e
previsione. Come mai i media mainstream con tutti i mezzi e le risorse a loro
disposizione hanno fatto il contrario rispetto a noi? Cioè hanno falsificato la
realtà?
La
gente, per quanto possa essere analfabeta funzionale e sprovveduta, a quel
punto se lo chiederà.
Perché
vedrà che alcuni erano preparati mentre loro che si abbeveravano dalla tv per
informarsi non sapevano nulla, anzi pensavano che la situazione fosse sotto
controllo, che lo Stato avrebbe provveduto.
Mai
nessuno tramite la tv gli aveva spiegato che è lo Stato il vero problema, in
quanto gli oligarchi che lo gestiscono non fanno gli interessi della
popolazione ma quelli dei loro veri datori di lavoro che sono strutture di
potere sovranazionale.
Anche
nella libera informazione in rete quasi nessuno ad esempio ha avuto il coraggio
o la capacità di spiegare che l’unico modo per delegittimare un sistema di
potere corrotto e degenerato è non recarsi a votare, perché nel momento in cui
si entra nel seggio, anche se si vota scheda bianca o nulla o si fanno
dichiarazioni da verbalizzare si è comunque fatto il gioco del potere
legittimandolo.
Anzi
in molti hanno invitato a votare, chiunque purché si voti. In questo modo ci si
è prestati a perpetuare l’inganno, perché il sistema non lo cambi dall’interno,
una volta che sei dentro, anche se in buona fede e con le migliori intenzioni,
il sistema ti contaminerà o ti emarginerà. Il sistema lo potrai cambiare solo
delegittimandolo, con un 50% di astensionismo sarebbe stato delegittimato.
Non
credete a quelli che dicono che il sistema se ne frega se la metà della
popolazione non vota, perché accade già in molte altre pseudo-democrazie
occidentali, perché non è così.
Il loro più grande timore era proprio
l’astensionismo, ecco perché invitavano a votare chiunque purché votiate.
È una
contraddizione e ingenuità invitare alla disobbedienza civile e poi sollecitare
a recarsi alle urne, perché la prima e fondamentale disubbidienza civile è
proprio il rifiuto di votare, e non perché nessuno ci rappresenta, perché sono
solo un teatrino della politica, ma perché è proprio il sistema che è fasullo e
deve essere sostituito dalle fondamenta.
Occorre sostituirlo non con una democrazia (fasulla)
rappresentativa ma partecipativa e decentralizzata, con uno stato snello,
leggero, ridotto ai minimi termini e il resto del potere lasciato gestire dalle
autonomie locali territoriali a stretto contatto e controllo delle popolazioni.
Questo deve essere il vero obiettivo.
Quindi
smettetela di far riferimento ai media mainstream e ai teatranti della
partitocrazia che recitano un copione scritto da altri, e fate riferimento alle
vostre fonti, quelle che avete selezionato e che ritenete attendibili e
riportate il vostro autentico pensiero, senza timore di censura e se vi
censurano cambiate piattaforma, trasferitevi dove non vi censureranno.
Questa
è l’unica strada percorribile se volete veramente cambiare questo stato di
cose; soprattutto adesso che stiamo per affrontare una crisi sistemica epocale,
cioè senza precedenti nella storia dell’umanità, occorre essere all’altezza
della situazione.
Timori
e paure sono ora di lasciarle alle spalle, gli ultimi tre anni che abbiamo
trascorso ci dovrebbero aver insegnato qualcosa, soprattutto che per farsi
rispettare occorre disporre degli attributi, e vi accorgerete che quelli che vi
minacciano sono in realtà degli eunuchi.
(Cav.
Dottor Claudio Martinotti Doria – cavalieredimonferrato.it/)
Onu,
intervento del Presidente
Draghi
al
"Global Covid-19 Summit"
Governo.it
– Mario Draghi – (22 Settembre 2021) – ci dice:
Il Presidente
del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto in videoconferenza alla sessione
conclusiva del “Global Covid-19 Summit: Ending the Pandemic and Building Back Better
Health Security to Prepare for the next”, organizzato nell’ambito della
76esima Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Segretario
Blinken,
Signore
e Signori,
Vorrei
ringraziare il Segretario Blinken per aver presieduto questa riunione e per
avermi dato l'opportunità di condividere alcune osservazioni conclusive.
La
cooperazione globale è essenziale per porre fine a questa pandemia e prevenire
future emergenze sanitarie.
Il
Global Health Summit tenutosi lo scorso maggio a Roma è un buon esempio di ciò
che un efficace multilateralismo (globalismo-ndr) può ottenere.
Paesi
e aziende farmaceutiche hanno promesso dosi di vaccini e finanziamenti per i
paesi vulnerabili.
E
nella Dichiarazione di Roma ci siamo impegnati in una serie di principi comuni
per essere meglio preparati ad affrontare la prossima minaccia per la salute.
Da
allora abbiamo fatto grandi progressi.
Più di
2,5 miliardi di persone sono completamente vaccinate in tutto il mondo.
E
quasi un miliardo in più sono in parte vaccinati.
Tuttavia,
come molti altri hanno notato in questa discussione, stiamo ancora assistendo a
grandi disuguaglianze nella disponibilità di vaccini in tutto il mondo.
I
meccanismi multilaterali, come ACT-Accelerator e COVAX, rimangono i modi più
efficaci per fornire vaccini in modo efficiente e per costruire la capacità
necessaria per somministrarli.
Dobbiamo
mantenere gli impegni che abbiamo fatto a questi programmi ed essere pronti a
farne di più generosi.
Dobbiamo
anche offrire un adeguato supporto logistico per garantire che i vaccini
raggiungano coloro che ne hanno più bisogno.
Perché,
con l'espansione della capacità produttiva, la sfida principale sarà come
trasportare i vaccini, non come produrli.
Al
Global Health Summit, l'Italia si è impegnata a donare 15 milioni di dosi entro
la fine dell'anno, principalmente attraverso COVAX.
Quasi
la metà di questi è già stata distribuita.
Oggi
sono lieto di annunciare che siamo pronti a triplicare i nostri sforzi.
Doneremo
30 milioni di dosi aggiuntive entro la fine dell'anno, raggiungendo i 45
milioni.
Mentre
lavoriamo per porre fine a questa pandemia, dobbiamo migliorare la nostra
preparazione per quelle future.
Abbiamo
bisogno di espandere la capacità di produzione dei vaccini e di tutti gli
strumenti medici nel mondo, e soprattutto nei paesi più vulnerabili.
Sosteniamo
il piano dell'Unione Europea di destinare 1 miliardo di euro per sviluppare una
serie di poli produttivi regionali in Africa e favorire il trasferimento
tecnologico.
Accogliamo
inoltre con favore la nuova agenda UE-USA per promuovere i nostri sforzi comuni
per la vaccinazione globale.
Uno dei
punti deboli della nostra risposta globale alla pandemia di Covid-19 è stato
l'insufficiente coordinamento tra le autorità sanitarie e finanziarie.
In
qualità di Presidenza del G20, intendiamo istituire il “Global Health and
Finance Board”.
Questo
forum strutturato migliorerà la cooperazione globale nella governance e nel
finanziamento della prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie.
Sosterrà
la collaborazione tra il G20, l'OMS, la Banca Mondiale e altre organizzazioni
internazionali.
Accogliamo
con favore la proposta statunitense di istituire un Fondo per intermediari
finanziari.
Questa
iniziativa sarebbe completamente complementare con il Global Health and Finance
Board.
La
salute è un bene pubblico globale e deve essere preservata ovunque.
(Ma anche la fine delle attività
economiche minori, essendo queste un bene pubblico, non può essere accettata
dal popolo! Ndr)
Consentitemi
di ringraziare ancora il presidente Biden per la sua guida nella promozione di
questo evento.
Siate certi
che il prossimo vertice del G20 a Roma si baserà sui risultati di oggi.
Grazie.
La
‘strana’ vicenda della stazione
metropolitana
di Brooklyn.
Ildesk.it-
Antonio Sparano – (12 Maggio 2022) – ci dice:
Riceviamo
e pubblichiamo integralmente.
In
questi ultimi due mesi l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale è tutta
rivolta al conflitto bellico tra Russia e Ucraina.
D’un
tratto è sparita l’emergenza sanitaria che per due anni ha monopolizzato masse
di dormienti, in particolare, quelle appartenenti all’emisfero occidentale o,
comunque, al cosiddetto Primo Mondo, lasciando spazio al nuovo “incubo” di
milioni di lobotomizzati.
A
questo giro, il protagonista del Truman Show in cui da più di due anni siamo
costretti a vivere tutti noi, coscienti e dormienti, è, come ho accennato al
principio, la “guerra”.
I media generalisti, al servizio dei
globalisti, hanno sostituito le terapie intensive con le trincee ucraine e
sostituito il “nemico invisibile”, il corona-virus, con un’intera nazione, la
Russia.
Ma il copione ideato dai signori di Davos, comandati da Klaus Schwab, per realizzare i loro
tirannici piani, l’Agenda 2030, ha come scenografia l’intero globo, ovvero, si
recita contemporaneamente su più fronti ed ha come protagonisti la maggioranza
dei capi di stato occidentali:
Emmanuel
Macron, Justin Trudeau, Ursula Von der Leyen, Andrés Manuel López Obrador,
Mario Draghi, Pedro Sánchez, Volodymyr Zelensky, e ovviamente, John Biden.
Uno di set principali di questa grande
tragicommedia, che ha come spettatrice inconsapevole buona parte dell’umanità,
sono gli Stati Uniti, il cuore di tutte le operazioni del Deep State
finalizzate all’edificazione del Nuovo Ordine Mondiale.
Ma in
questi anni di “pandemia” il gigante nordamericano ha dato non pochi grattacapi
a Bill Gates, George Soros e compagnia: a differenza degli europei, gli
statunitensi si sono mostrati restii ad accettare le misure liberticide imposte
da alcuni stati federali durante l’emergenza sanitaria.
In
molti casi, le proteste cittadine hanno costretto i governi locali e anche
quello centrale a rinunciare, per il momento, ai loro piani di controllo
sociale sull’intera popolazione.
Ma che cosa ha impedito ai globalisti di accelerare il
loro progetto tirannico anche negli Stati Uniti?
La
risposta a questa domanda risiede in buona parte nel secondo emendamento della
loro Costituzione, ovvero, in quel passo oramai famoso che sancisce il diritto di ciascun
cittadino ad armarsi in difesa della propria libertà e che recita così: “Essendo necessaria, alla sicurezza
di uno Stato libero, una milizia ben regolamentata, il diritto dei cittadini di
detenere e portare armi non potrà essere infranto.”.
So
bene che tirare in ballo questo tema farà storcere più di un naso, ma lo scopo
di questo articolo non è né la sua apologia né la sua critica. In altri termini: mi asterrò da
qualsiasi giudizio morale, limitandomi all’analisi degli accadimenti e delle
loro probabili cause.
Partiamo dai fatti. Martedì 12 aprile, intorno alle 8:30
del mattino, all’arrivo nella stazione di Sunset Park della metropolitana di
Brooklyn, un afro-americano di 62 anni, Frank James, armato di una pistola
Glock 9 millimetri, ha iniziato ad aprire il fuoco contro i passeggeri del
vagone su cui viaggiava causando ventinove feriti.
L’uomo,
che indossava una maschera antigas ed il tipico gilet arancione del personale
tecnico, si è poi dato alla fuga approfittando del caos seguito alla
sparatoria.
L’attentatore
è stato arrestato dopo una caccia all’uomo durata 40 ore: fermato da due agenti
a Manhattan, mentre camminava per le strade dell’East Village come se nulla
fosse, al momento dell’arresto James non ha opposto resistenza.
Come è facile immaginare, i fatti di
Brookliyn hanno sollevato non pochi interrogativi, alimentati anche dalle
infelici dichiarazioni del capo della polizia della Grande Mela, la femminista
Keechant Sewell, la quale, subito dopo l’arresto dell’attentatore, si è
affrettata a dichiarare che il caso non sarebbe stato trattato come un atto
terroristico, suscitando così non poco stupore nell’opinione pubblica.
Le affermazioni della Sewell, infatti, si
discostano dalla definizione stessa di “terrorismo” nonché dal senso comune
della società: con quale altro fine, infatti, si può sparare in una stazione della metro
se non per infondere terrore?
Ma al di là di possibili deduzioni di buon
senso, sono molte gli aspetti della sparatoria di Sunset Park che non tornano:
perché James ha sparato indiscriminatamente?
Perché,
pur avendo esploso così tanti proiettili 9 millimetri in uno spazio così
stretto e compatto, qual è il vagone di una metropolitana, non è riuscito ad
assassinare nessuno dei passeggeri?
Veramente
la sua intenzione era quella di uccidere o voleva solo creare il panico?
E perché, nonostante la presenza di migliaia
di telecamere di sorveglianza, l’autore della sparatoria ha potuto allontanarsi
tranquillamente dalla stazione ed evitare la cattura da parte della polizia per
più di un giorno?
Proverò a dare delle risposte a questa serie
di domande attraverso un’ipotesi su quanto accaduto la mattina del 12 aprile
nella stazione di Sunset Park del distretto di Brooklyn e, soprattutto, su ciò che si cela
dietro quello che il mainstream ha liquidato rapidamente come il gesto
sconsiderato di un folle.
Innanzitutto, va chiarito chi è veramente
l’autore della sparatoria e come si è procurato l’arma con cui ha attuato.
Il sessantaduenne Frank James è un militante del
Partito Democratico statunitense, lo stesso del presidente Biden, il quale,
insieme al suo gabinetto, lo ha definito un malato mentale.
Ebbene,
questo presunto squilibrato non ha agito armato di una gost gun, un’arma fantasma, priva di
numero di serie e fatta con pezzi montati a casa, acquistabili online, come ha
falsamente dichiarato il governo statunitense: la 9 millimetri del “folle” James era
registrata a suo nome ed era stata acquistata tre mesi prima in un’armeria del
Connecticut.
Ma non è tutto. Fino al giorno della sparatoria
questo “folle” signore ha potuto usufruire liberamente del suo canale Youtube, Prophet oftruth88, attraverso il quale ha postato
molteplici video in cui si proclama “profeta del destino” e minaccia di morte
l’intera umanità.
Mentre
milioni di utenti della rete sociale subiscono quotidianamente la censura dai
giganti della Sillicon Valley solo per esprimere idee contrarie al pensiero
unico globalista, Frank James ha potuto pubblicare per mesi filmati in cui annuncia i
suoi deliranti piani senza mai subire alcuna sospensione o men che minima
limitazione.
In una delle clip questo militante
“progressista” afferma esplicitamente di averne passate tante, di aver subito
molte angherie nella sua vita, e di aver voglia di impugnare un’arma ed
ammazzare quanta più gente possibile.
Sembra però che queste minacce siano state
prese sottogamba non solo da Youtube, ma anche dalle stesse autorità federali,
sebbene gli siano giunte almeno quattro segnalazioni relative al comportamento
alquanto temerario di questo soggetto, tra cui quella dell’agenzia in cui ha
affittato il furgoncino che ha utilizzato per realizzare l’attentato.
Alla
polizia di New York, a cui si erano rivolti per denunciare James, i suoi
impiegati hanno infatti raccontato che l’uomo era armato e sembrava fuori di sé
e che quando hanno cercato di parlargli ha afferrato con violenza le chiavi del
veicolo, ha lasciato i soldi sul bancone dell’agenzia ed è uscito
frettolosamente.
Dunque,
nonostante le denunce, l’antiterrorismo statunitense non ha fatto nulla per
detenere James, il che suonerebbe alquanto sorprendente se non ci fossero già
dei precedenti in tal senso.
Infatti, come direbbe il premio Pulizter Glenn
Greenwald, che ha investigato sugli intrighi politici che da sempre coinvolgono
quest’agenzia governativa: non sarebbe la prima volta che l’FBI, pur
identificando un potenziale terrorista, invece di approfondire le indagini sul
suo conto e, se è il caso, arrestarlo, lascia che realizzi il crimine affinché si installi
nella società quel senso di insicurezza favorevole al governo per imporre
misure liberticide come lo spionaggio massivo e le limitazioni ai diritti
politici.
In altri termini, la sparatoria alla stazione di
Sunset Park sarebbe l’ennesimo esempio della strategia della tensione, che
l’intelligence statunitense perpetra da più di settanta anni all’esterno, ma anche all’interno dei propri
confini nazionali al fine di spaventare gli abitanti delle cosiddette
“democrazie liberali”, inclusi gli USA, e renderli acquiescenti verso i provvedimenti
politici che il Deep State detta alle loro marionette, la maggioranza dei
governi nazionali, con lo scopo di ridurre progressivamente le libertà
fondamentali dei loro cittadini facendone, di fatto, i futuri schiavi del Nuovo
Ordine Mondiale.
Come ho
premesso al principio, la mia è solo un’ipotesi; eppure, oltre alle
argomentazioni già fornite a suo favore, ce n’è ancora una che non ho
affrontato e che rende l’ipotesi di “auto terrorismo” ancora più che plausibile.
Nel
riportare la notizia relativa ai fatti di New York del 12 aprile i media
generalisti hanno tralasciato l’aspetto più rilevante dell’accaduto: il sincronismo tra il folle attacco
alla metropolitana di Sunset Park e l’annuncio della Casa Bianca di nuove
limitazioni al secondo emendamento.
Il giorno prima della sparatoria, infatti, il
presidente John Biden ha annunciato una nuova regolamentazione al possesso di
armi da fuoco.
Secondo le dichiarazioni dell’inquilino della Casa
Bianca, il motivo di questa nuova iniziativa è quello di frenare la
proliferazione delle gost gun, la stessa tipologia d’arma che, solo poco ore dopo
l’attacco, alcuni membri del suo governo hanno falsamente spacciato come quella
utilizzata da James durante la sparatoria.
Nella conferenza stampa di annuncio del nuovo
provvedimento Biden ha affermato che chiunque, incluso un terrorista, può
acquistare online il kit di un’arma fantasma, montarla e commettere un crimine.
Da qui
la necessità che anche le gost gun siano dotate di un numero di serie che
consenta di rintracciarle in tutto il Paese.
Il
provvedimento prevede, inoltre, una serie di requisiti per l’acquisto di
qualsiasi tipi d’arma, tra cui quello di non avere antecedenti penali, i quali
saranno aggiornati nel corso degli anni.
In altre parole, si tratta del primo passo
verso l’annichilimento del secondo emendamento.
Come
prevedibile, nel giro di qualche anno tale diritto costituzionale sarà precluso
non solo a chi ha commesso reati gravi, come omicidio, furto a mano armata o
stupro, ma anche a chi, ad esempio, ha commesso una semplice infrazione
stradale, che negli Stati Uniti è già considerata un antecedente penale, fino
ad arrivare ad un perfetto monopolio statale delle armi, che è di fatto l’obiettivo
dell’oligarchia statunitense, ovvero, di una delle fazioni più influenti del
gruppo di Davos.
Sia chiaro: chi scrive non ho alcun
pregiudizio nei confronti dell’amministrazione nordamericana, ma questa
iniziativa sembra spinta più dalla smania di controllo sociale del Deep State
che dalla reale volontà di proteggere la comunità politica statunitense.
Suona
infatti alquanto ipocrita e falso tale proposito del governo Biden dato che il
principale pericolo per l’incolumità dei suoi cittadini viene proprio dalle
istituzioni. Negli USA, la percentuale di omicidi prodotti da arma da fuoco,
più del 60%, è frutto della violenza di stato, ovvero, provocati dalla polizia,
che quasi sempre resta impunita. Inoltre, gli Stati Uniti continuano ad essere
il principale esportatore di armi al mondo: sono 96 i paesi, più della metà in
Medio Oriente e in Africa, che incrementano costantemente il loro arsenale con
armi prodotti dalla superpotenza nordamericana. Il numero di clienti del
Military-Industrial Complex include, ovviamente, anche dittature sanguinarie
che utilizzano queste armi per reprimere le popolazioni civili.
Ma a rendere ancora più sospetta questa
iniziativa di Biden e della sua vice, Kamala Harris, è la vera regia che si
cela dietro quest’ambizioso piano anti-arma.
Come
riportato dalla pagina web della Casa Bianca, tra i suoi patrocinatori figurano
la Microsoft Corporation di Bill Gates e la Open Society Foundations di George
Soros, ovvero, due degli artefici e sostenitori economici dell’ultima farsa
mondiale: la “pandemia”.
Durante
i due anni di “emergenza sanitaria” i piani di tirannia globale di questi due signori e dei loro
amici di merenda del Word Economic Forum di Davos di Klaus Schwab hanno
incontrato nel secondo emendamento della Costituzione statunitense uno dei
principali ostacoli.
Se ancora non fosse chiaro: a rallentare
l’avanzata di una tirannia globale dominata da folli oligarchi con deliri di
onnipotenza non sono state né la resilienza di chi si opposto pacificamente al
loro progetto, né le molteplici manifestazioni di piazza viste durante i due
anni di stato d’eccezione globale, ma la possibilità del popolo nordamericano
di potersi armare per difendere la propria libertà e la resistenza di parte
della popolazione mondiale ad abbandonare la moneta reale in cambio della
virtuale.
I globalisti sanno bene che fino a quando non
riusciranno a piegare la popolazione della principale economia mondiale, gli
Stati Uniti, e ad imporre una moneta unica virtuale che consenta un controllo
sociale alla cinese a livello globale, il loro progetto di dominio assoluto non
potrà realizzarsi.
Il
Nuovo Ordine Mondiale progettato dai Rockefeller, dai Rothschild, dai Gates, dai
Soros e dagli altri pochi padroni dell’economia globale prevede individui
inermi e privi di beni materiali:
schiavi che in cambio della mera
sopravvivenza, elargita sotto forma di credito sociale o reddito universale,
accettino qualsiasi tipo di ricatto (l’obbligo vaccinale è solo il preludio
alla società del controllo prevista da questi signori).
Ma
tutto ciò gli è impossibile fino a quando nel mondo ci saranno individui e popoli, come
quello statunitense, disposti anche ad armarsi pur di difendere la loro libertà da
uno Stato che non è Stato, ma solo un’accozzaglia di lacchè al soldo di folli
criminali.
(Antonio
Sparano)
Teoria
del complotto del
Nuovo
ordine mondiale.
It.wikipedia.org-
enciclopedia libera – (20-3-2022) – ci dice:
(La
banconota da un dollaro statunitense col motto “Novus Ordo Seclorum”)
La
teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale (più semplicemente come nuovo
ordine mondiale, in inglese anche con l'acronimo NWO per new world order) è una
delle più vaste e principali tesi complottiste secondo la quale un presunto
gruppo di potere oligarchico e segreto si adopererebbe per prendere il
controllo di ogni Paese del mondo in maniera totalitaria al fine di ottenere il
dominio della Terra.
(…)
Idee
generali sull'attuazione.
Secondo
alcuni complottisti è verosimile che il Nuovo ordine mondiale sarà generato da
un colpo militare, usando le Nazioni Unite e, possibilmente le truppe
statunitensi contro tutte le nazioni del mondo per costruire un unico governo
mondiale.
Prima
del 2000, alcuni complottisti hanno creduto che questo processo fosse regolato
dal movimento di crisi che avrebbe dovuto generarsi con il Millennium bug.
Altri
complottisti credono che gli Stati Uniti giochino un ruolo centrale nella
creazione del NWO e che essi siano controllati dalle truppe delle Nazioni
Unite, controllate anch'esse da un gruppo al di sopra di tutto (talvolta
denominato "Prima Fazione").
Altri
componenti eterogenei del presunto complotto vengono dal campo scientifico,
come la dispersione degli agenti chimici nell'atmosfera via aerea, nel caso
della teoria del complotto sulle scie chimiche, la promozione del
transumanesimo, esperimenti riguardanti la manipolazione meteorologica (come
nel caso dello HAARP), il controllo della mente (MK-ULTRA), nonché l'influenza
di extraterrestri, l'Area 51, la Base Dulce e le teorie di David Icke.
Un'altra
teoria complottista è quella riguardante il presunto "controllo della
mente", secondo cui sarebbero stati usati il condizionamento e la
disinformazione dai regimi totalitari.
La
teoria del complotto del signoraggio sarebbe collegata all'abolizione del
denaro contante il quale, secondo i sostenitori, andrebbe gradualmente
sostituito da quello elettronico utilizzabile sotto forma di carte magnetiche o
microchip a bassa frequenza impiantati sottopelle.
Secondo
i sostenitori di detta teoria, una volta preso saldamente il potere, il NWO
potrebbe controllare ogni singolo essere umano sia negli spostamenti che nelle
transazioni di denaro, ricattando all'occorrenza chiunque possa agire contro
gli interessi della nuova dirigenza planetaria.
L’invasione
dell’Ucraina?
È
colpa dell’Occidente!
Che
noia i putiniani de noantri.
Libertaeguale.it
- Vittorio Ferla – (2 Marzo 2022) – ci dice:
Non
c’è niente da fare. Neanche l’invasione dell’Ucraina con i carri armati è
sufficiente per far desistere gli avversari dei valori delle democrazie
liberali in servizio permanente effettivo dall’idea che ogni crisi che avvenga
sul pianeta è colpa del mondo occidentale.
Reporter
di Mamma Rai inviati a Mosca. Intellettuali progressisti dal sopracciglio
alzato. Giornalisti delle testate populiste di destra e di sinistra. Pacifisti
antiamericani allevati nel mito del Vietnam. Politici di antica fede putiniana.
Spaccatori del solito capello “né con Mosca né con Washington”. Analisti del
“ma in fondo Putin ha le sue ragioni”. E via elencando.
È
lunga la lista delle persone che, in questi giorni, esordiscono con la condanna
dell’invasione dell’Ucraina, ma nel giro di pochi secondi inanellano una serie
di motivi per cui, in fondo, l’Ucraina se l’è andata a cercare e, tutto
sommato, la povera Russia offesa e vilipesa non poteva non reagire all’attacco
dell’Occidente. Ma cosa ha cercato l’Ucraina? E quand’è che l’Occidente ha
attaccato?
Il
primo argomento usato da questa lista di personaggi è che la responsabilità
dell’escalation sia dovuta agli occidentali, principalmente agli Stati Uniti.
Si
tratta di un evergreen della cultura antisistema occidentale che, sulla base
dell’armamentario classico dell’anticapitalismo e dell’antiliberalismo, campa
da decenni sulle ‘colpe dell’occidente’.
In questo caso, l’argomento utilizzato è
quello dell’allargamento a est della Nato: una iniziativa sconsiderata che
avrebbe di fatto minacciato la sicurezza e l’esistenza stessa della Russia. Un
argomento che si può anche comprendere nella manipolazione sistematica tipica
della propaganda di un regime autoritario, ma che appare grottesca se
pronunciata da questa parte del mondo.
L’argomento
è del tutto infondato. Subito dopo il crollo dell’Urss la Nato propose alla
Russia un partenariato per la pace.
Nel 1991 il segretario della Nato assunse con
Gorbaciov un impegno a non attaccare la Russia.
Il
tanto vituperato Occidente ha accolto molto rapidamente la Russia nel Consiglio
d’Europa e nel G7.
Dell’ingresso
dell’Ucraina nella Nato si parla fin dal 2008 ma, non a caso, nessun paese ha
forzato in quella direzione, proprio per evitare di irritare Mosca.
Se un
errore ha commesso l’Occidente è stato semmai quello di sottovalutare in questi
anni il pericolo del revanscismo russo.
Nel sostanziale silenzio dell’Occidente, Putin
ha praticato una strategia di conquista sulle regioni vicine: Cecenia, Georgia,
Crimea, Bielorussia, Donbass.
L’etno-nazionalismo
russo si è rafforzato approfittando della indifferenza dell’Occidente che oggi
si è finalmente svegliato grazie all’allarme lanciato da Biden prima e alla
protervia dell’attacco di Putin adesso.
Il
secondo argomento utilizzato dai simpatizzanti di Putin è che, in fondo, Mosca
ha ragioni storiche, culturali e strategiche per chiedere l’annessione
dell’Ucraina. In realtà, le basi di questo argomento sono assai scarse.
Certo,
ucraini e russi hanno molte cose in comune. Ma è altrettanto certo storicamente
che Mosca ha sempre visto l’Ucraina come una colonia sulla quale esercitare la
propria volontà di potenza e gli ucraini come un popolo minore asservito al
progetto della Grande Madre Russia.
La
verità che emerge dalla storia recente va nella direzione completamente
opposta. Dopo la fine dell’Unione sovietica, il 90 per cento degli ucraini ha
scelto chiaramente l’autonomia da Mosca. Ma questa scelta porta con sé una
tacita conseguenza: la scelta per la democrazia, per la libertà, per il
benessere.
Ovvero per l’Occidente. Il desiderio di
democrazia è talmente forte e contagioso che ogni giorno gli ucraini ricordano
a tutto il mondo di essere Europa e che la Russia, attaccandoli, attacca
l’Europa. È il motivo che ha scatenato una solidarietà vastissima e che ha
portato milioni di europei nelle strade al nuovo grido di Putin go home.
Qualcosa
che sconvolge completamente i cliché consolidati tra intellettuali antisistema
e militanti ideologici abituati a urlare le stesse cose contro l’America.
Questi personaggi – che un giorno sì e l’altro pure si stracciano le vesti nel
nome dell’antifascismo – hanno osservato senza battere ciglio l’invasione russa
della Crimea o del Donbass, dimenticando che la giustificazione di base è la
stessa che usò la Germania per invadere i Sudeti nel 1939.
Si tratta di eventi che avrebbero dovuto
ricordare la tragedia della Seconda Guerra mondiale e scatenare una reazione
risoluta. E che, viceversa, sono stati letti come una rivincita sull’arroganza
dell’Occidente e come l’occasione della Russia per uscire da un presunto
accerchiamento.
La
verità è tutt’altra. Da una parte, c’è Putin che, ormai da diversi anni, ha
sposato una visione ideologica nazionalista e imperialista basata sul mito di
una Russia cristiana e arcaica che vede nella modernità occidentale un nemico
giurato. Nel
nome di questa ossessione autoritaria di impronta ‘asiatica’, il leader russo
tiene in vita un regime burocratico-mafioso che pretende di violare il
principio di sovranità degli stati contigui e i diritti umani riconosciuti
nelle carte internazionali.
Dall’altra,
ci sono gli ucraini che cercano disperatamente di fuggire da questo incubo e
che hanno tutto il diritto di scegliere il loro destino. Che altro non è se non
quello di abbracciare i valori dell’Occidente. Una scelta che fa storcere la
bocca ai putiniani “de noantri”.
(Vittorio
Ferla)
DIMISSIONI
DELLA LAGARDE
CONTRO
LE ÉLITES GLOBALISTE.
Socialismoitaliano1892.it
- Maurizio Ballistreri – (14 Marzo 2020) – ci dice:
Non si
comprende la sorpresa registrata dopo le affermazioni di Christine Lagarde,
presidente della Bce, sull’indifferenza rispetto allo spread che sale, a causa
della grave situazione provocata dalla terribile epidemia del Coronavirus.
No,
non si è trattato di superficialità né di impreparazione, ma, invece, la
rappresentazione del pensiero di una esponente dell’élites globaliste, nonché
di organizzazioni di tendenza sinarchica come il Gruppo Bildelberg alle cui
riunioni “riservate” non a caso la Lagarde, che sembra emula di Crudelia Demon
ne “La carica dei 101” di Walt Disney”, partecipa sistematicamente assieme alla
presidente Ursula von der Leyen.
Si
tratta di élites il cui unico obiettivo è il primato del mercato, attraverso la
costante e sistematica messa in questione dei diritti sociali e della sovranità
popolare.
Nel
gennaio 2013, su “Foreign Affairs” dedicato agli Stati Uniti, uno studioso del
pensiero unico globalista, Fareed Zakaria, ha parlato di “nuova crisi della
democrazia”, con un esplicito riferimento al rapporto The Crisis of Democracy
della Trilateral Commission del 1975, preparato dal gruppo di politologi e
sociologi formato da Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki.
Zakaria ha sottolineato nel saggio le oscillazioni
degli Stati Uniti nell’affrontare i problemi economici e di bilancio, e di
tutte le democrazie occidentali destinate, arrivate secondo Zakaria, “non alla
morte, ma alla sclerosi”.
Quando
nel 1975 la Trilateral si chiese perché i governi del mondo industrializzato
avevano cessato di funzionare, incombevano la crisi petrolifera e il conflitto
con il mondo arabo;
di lì
a poco l’Unione sovietica si sarebbe preparata a invadere l’Afghanistan nel
1979 e Komehini a realizzare la rivoluzione teocratica e integralista in Iran.
Nel
1984 la Commissione Trilaterale (ritenuta anch’essa espressione del presunto “governo
occulto” del Mondo, secondo le teorie sulla sinarchia) pubblicò un nuovo rapporto intitolato
“La democrazia deve funzionare”, preparato da David Owen, leader del partito
socialdemocratico britannico (di orientamento centrista e, quindi, diverso da quello
storico laburista), Saburo Okita ex ministro degli esteri giapponese e Zbigniew
Brzezinski già assistente per la sicurezza nazionale del presidente Jimmy
Carter e fondatore della Trilateral.
Le
crisi del decennio precedente erano passate, Ronald Reagan aveva rilanciato gli
States secondo la dottrina liberista, mentre in Unione sovietica covava
l’implosione, Deng Jiaoping stava introducendo il mercato nella Cina maoista, la
democrazia si espandeva nel mondo, e cinque anni dopo sarebbe caduto il muro di
Berlino.
Se nel
1975 il problema in occidente era la ricerca del consenso e l’estensione della
democrazia, a metà degli anni ’80 diventava l’efficienza capitalistica.
Insomma, si trattava di gettare le
basi della globalizzazione, anche se allora non la si chiamava così e di sostituire al potere della
politica rappresentativa quello delle tecnocrazie al servizio di una finanza
preponderante rispetto alla produzione e al lavoro, senza scomodare le teorie
cospirazioniste di destra, il “complotto demo-plutocratico-giudaico-massonico”
nato con i falsi Protocolli di Sion scritti dalla polizia zarista, e di
sinistra, lo “Stato imperialista delle multinazionali” di derivazione dalla vulgata
leninista.
Nel
nostro Paese il paradigma è stato il governo di Mario Monti, che ha sospeso la democrazia e la
cui onda lunga arriva sino ai giorni nostri, impoverendo la società italiana
con l’esplosiva miscela di più tasse, meno Welfare, austerity dei ceti deboli
per favorire il mercato ed espressiva proprio della visione della “crisi della
democrazia”, basata su classi dirigenti politiche che possono essere in competizione o
in accordo, ma, comunque, subalterne al pensiero unico globalista.
Ecco
perché chiedere le dimissioni della Lagarde da parte del Governo italiano,
presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Milano ove ha sede la
Borsa, per aggiotaggio, alla luce delle colossali speculazioni finanziarie
originatesi dalle dichiarazioni della presidente delle BCE.
Si
tratterebbe di una coerente iniziativa politica con l’autorevole presa di
posizione del presidente Mattarella, assumendo il significato di uno stop al
primato delle tecnocrazie globaliste e dei suoi corifei (come il ministro
dell’Economia Gualtieri) e la riscoperta della democrazia e dei diritti sociali
come argine a un tempo al mondialismo e ai nazionalismi.
(SocialismoItaliano1892)
La
nuova mappa del potere.
Ilfoglio.it
- SABINO CASSESE – (25 SET. 2021) – ci dice:
Un misto di universalismo e nazionalismo, con
poteri che si affacciano e altri che escono di scena: effetti della pandemia.
Dunque avremo più stato, più globalizzazione o un ritorno al locale?
Nel
breve volgere di un anno e mezzo, si sono verificati eventi che ripetono o
rievocano alcuni dei maggiori rivolgimenti del passato.
Sviluppatasi
in Cina, l’epidemia è rapidamente diventata pandemia.
Tutti
i paesi del mondo hanno dovuto affrontare le stesse circostanze. Se i problemi
erano eguali (prevenire e curare), le soluzioni sono state spesso divergenti o
con tempistiche diverse. Esse hanno spesso richiesto la chiusura delle
frontiere. Di qui un misto di universalismo e nazionalismo. Ora, nuovi poteri
si affacciano, altri si indeboliscono o escono di scena.
Come
si riorganizzano le autorità pubbliche, gli organismi globali, gli stati, gli
organi sub-statali? Sotto quali spinte? Quale è la nuova dislocazione del
potere?
Muove
nella direzione della ri-statalizzazione (come affermano coloro che sostengono
che ritorna in campo lo stato), oppure nel senso di un rafforzamento della
globalizzazione, o almeno della ricerca di nuove forme di collaborazione a
livello sovrastatale o, invece, è vero che il potere si sposta a livello più
locale, regionale?
Una
risposta a questi interrogativi è importante perché spesso, nel passato,
accadimenti fondamentali non furono notati dai contemporanei.
Ad
esempio, quello che successe nel settembre del 476 d.C., cioè la caduta
dell’impero romano d’Occidente, che era durato 1.303 anni, passò fra la totale
indifferenza dei contemporanei – l’osservazione è di Lellia Cracco Ruggini,
Come Bisanzio vide la fine dell’impero di Occidente, in La fine dell’impero
romano d’Occidente, Roma, Istituto di studi romani, 1978, p. 72 – e
l’importanza di quella cesura venne colta solo qualche decennio più tardi,
tanto che un grande studioso come Arnaldo Momigliano ha scritto un saggio
intitolato La caduta senza rumore di un impero nel 476 (in “Annali della Scuola
Normale Superiore di Pisa”, serie III, 3, 2, 1973, pp. 397-418).
Per
questo motivo, è importante sentire l’opinione di un globalista, di un
europeista, di uno statalista e di un regionalista.
Globalista: La grande nave Ever Given, che si è
incagliata nel marzo del 2021 nel canale di Suez, è giapponese, ma di proprietà
di una compagnia taiwanese, gestita da un’impresa tedesca, con equipaggio
indiano, e si è bloccata in territorio egiziano.
Già
solo questo dovrebbe consentire di capire che la globalizzazione è un processo
inarrestabile. Ma ci sono altri elementi per dimostrarlo.
L’Organizzazione mondiale della sanità è stata
un riferimento per tutti gli stati durante la pandemia e la stessa produzione
dei vaccini, pur nazionale, ha avuto una destinazione mondiale, perché ha
dovuto tener conto di una richiesta universale.
Le
unioni settoriali, di tipo governativo e di tipo non governativo, si sono
moltiplicate.
Organizzazioni transnazionali si trovano ormai
dovunque e lo stesso fenomeno si ripete nel mondo della scienza, dove ogni
disciplina ha una sua proiezione internazionale in quelle che vengono definite
società epistemiche.
La forza della globalizzazione è anche dimostrata
dalla debolezza o dai fallimenti degli stati. Basta pensare alla rapidità con
la quale è evaporato lo sforzo di alcuni degli stati più potenti del mondo,
durato 20 anni, in Afghanistan.
Statalista:
Macché
globalizzazione! Sono le grandi potenze statali a dominare il mondo.
È
cambiato l’aspetto dimensionale.
Mazzini,
nell’800, poteva identificare nella dimensione nazionale (a quell’epoca 30-40
milioni di abitanti) la soglia minima per la formazione dello stato-nazione. Oggi le dimensioni sono
necessariamente maggiori, anche perché bisogna tener testa alla rinascita della
Cina, un impero piuttosto che uno stato, con alle sue spalle una durata
superiore a quella dell’impero romano d’Occidente, una struttura
multinazionale, ma ferreamente dominata, al centro, da una potente e
meritocratica burocrazia (leggere Daniel A. Bell, Il modello Cina. Meritocrazia
politica e limiti della democrazia, tradotto in italiano a cura della Luiss
University Press, Roma, nel 2019, con una prefazione di Sebastiano Maffettone:
un libro molto discusso e criticato, ma molto utile per avere una chiave per la
comprensione della struttura pubblica cinese).
Comunque, è lo stato che riprende piede. Due esempi simmetrici sono, in
Italia, la
normativa sulla “golden share” e quella in corso di esame sulla delocalizzazione.
La
prima introduce una barriera statale agli investimenti stranieri in Italia.
La seconda introduce una barriera statale agli
investimenti delle imprese italiane all’estero. Mi sembrano due ottimi esempi
di colbertismo allo stato puro.
Europeista.
Ma gli
stati-nazione non bastano più. La stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, fondata
sui 193 stati membri, riflette poco la realtà del potere del mondo.
Vi
sono stati che non hanno struttura di nazione, perché composti da etnie o da
governi regionali e vi sono stati che sono troppo piccoli per dimensione per
poter interloquire in un mondo di giganti.
Di qui
sia l’importanza di unioni di stati a livello regionale, sia il carattere
recessivo della reviviscenza di regionalismi subnazionali, come quello catalano
o quello scozzese.
Il vero vincitore, nella vicenda della pandemia, è stata
l’Unione europea: ha emesso titoli di debito pubblico, (eurobond) e i fondi raccolti sono
stati distribuiti in maniera diseguale tra gli stati membri.
È
diventata acquirente unico dei vaccini, poi distribuiti agli stati nazionali.
In
particolare, l’avere acquisito uno “spending power” ha enormemente rafforzato l’Unione
europea.
Quindi,
con la pandemia essa ha fatto un salto in avanti, non un salto indietro, come
molti dicono. Inoltre, non bisogna dimenticare quello che è stato acutamente
osservato da Nicola Verola in un fondamentale libro intitolato Il punto di
incontro. Il
negoziato nell’Unione europea, edito dalla Luiss University Press nel 2020, che
l’Unione europea è un insieme di negoziati, con un enorme intreccio di
interessi, spesso divergenti, ma tenuti insieme da un interesse superiore,
quello di non far cadere l’Unione.
Statalista:
Ma se
non ci fossero stati gli stati, come poteva essere fatta la vaccinazione e,
prima ancora, chi poteva assicurare il rispetto delle complicate regole alle quali
tutti abbiamo obbedito, durante il cosiddetto lockdown?
Regionalista:
Il vero potere non va cercato né a livello
sovranazionale, né a livello statale, bensì a livello locale, nella dimensione
regionale. Le regioni non hanno deluso le aspettative. Hanno sopportato tutto
il peso del contrasto alla pandemia, è a livello regionale che si sono
registrati i maggiori successi.
Statalista:
Se la
risposta di alcune regioni, tuttavia, è stata efficace, non lo è stata quella
di altre regioni.
In
secondo luogo, la diversa velocità realizzativa e la diversa capacità
amministrativa delle regioni, nonché la loro continua contrapposizione allo
stato, hanno prodotto un forte lacerazione nel tessuto di organismi che sono
definiti, in tutti i paesi, “nazionali”, proprio perché hanno due
caratteristiche: sono a rete, diffusi sul territorio, e assicurano prestazioni
essenziali per realizzare diritti fondamentali dei cittadini, che non possono
essere differenziati zona per zona. Penso alla sanità, all’istruzione, nonché
alla protezione civile e alla statistica.
Gli
anelli di congiunzione che dovrebbero assicurare uniformità di prestazioni
nella rete sono venuti a mancare perché vi sono troppe asimmetrie tra le
regioni e tra le regioni e lo stato, e perché vi è stata una assenza di quella
solidarietà orizzontale che avrebbe potuto assicurare il tessuto connettivo di
cui c’era bisogno per un’impresa nazionale a cui concorrevano sia poteri
statali, sia poteri regionali.
Bisogna
quindi ricostituire il tessuto lacerato e questo non può essere fatto che a
livello nazionale, per iniziativa dello stato. Un altro motivo della debolezza
delle regioni è costituito dal fatto che i poteri pubblici più vicini ai
cittadini sono i comuni ed è sui comuni che si scarica la richiesta dei servizi
più essenziali da parte dei cittadini.
Per questo, non si capisce perché vi sia stata
tanta insistenza da parte dei presidenti delle regioni nel sottolineare che gli
enti che essi gestiscono sono quelli più vicini al cosiddetto territorio, cioè
alla popolazione. Inoltre, in tutto il mondo acquistano importanza le grandi
città: come nell’impero romano, erano le civitates che contavano.
Due
esempi: l’associazione di 200 città di 38 paesi, che coinvolge una popolazione
di 130 milioni di persone, costituita nel 1986 con il nome “Eurocities”, e
l’atto anti-sovranista firmato da molti sindaci di più città a Budapest il 16
settembre scorso.
Infine,
la storia e le tradizioni locali giocano un ruolo molto importante e quindi vi
sono regioni amministrate meglio e regioni amministrate peggio, con conseguenze
negative sulla fruizione delle prestazioni essenziali. Questo è un vero
paradosso, perché proprio le istituzioni che dovrebbero assicurare
l’uguaglianza sostanziale finiscono per essere causa di diseguaglianze.
Globalista: Alcuni fenomeni si ripetono a più
livelli. Anche nella dimensione globale c’è sempre un problema di ottimo
equilibrio tra un minimo di uniformità e il rispetto della molteplicità e della
diversità. Lo stesso problema si è posto negli stati: in Francia e in Germania
per secoli vi sono state costellazioni di poteri locali, più o meno tenuti a
freno da regole generali uniformi imposte dalle necessità militari e
finanziarie.
Statalista: Ma per i governi settoriali globali
(commercio, lavoro, ambiente, sanità, uso degli oceani, eccetera) è facile
dettare principi e standard, difficile farli rispettare, e ancora più difficile
renderli coerenti con quelli dettati dagli altri regolatori globali settoriali.
Mancano regole di secondo livello, cioè regole sulle regole.
Globalista: In alcune aree, questa difficoltà è
superata stabilendo legami, “linkages”: un sistema di regole fa riferimento a
un altro sistema di regole, e viceversa (ad esempio, gli standard dettati
dall’Organizzazione mondiale del commercio debbono andar d’accordo con quelli
fitosanitari dettati da altre autorità globali). Così norme globali si
rafforzano reciprocamente, traendo vigore ed efficacia concreta l’una
dall’altra.
Statalista:
Ma non
riescono a perdere la loro debolezza di fondo, prodotta dalla legittimazione
solo indiretta, attraverso gli stati, e dall’eccessivo ricorso a procedure di
tipo giudiziario, che sono necessariamente caso per caso, lente, interstiziali,
incrementali.
Globalista: Vorrei introdurre una nuova
prospettiva, quella che il grande storico francese Fernand Braudel chiamava la
“longue durée”. Questi mutamenti nella dislocazione dei poteri non si producono
sul tempo breve. Vanno valutati sulla lunga durata. Organi globali, imperi, stati,
regioni, nascono, si sviluppano, decadono nell’arco di un lungo spazio di tempo
e, quindi, questa analisi deve tener conto di qualcosa di più del dell’ultimo
anno e mezzo. Per questo oggi molti studiosi si interrogano su perché le
istituzioni falliscono.
Regionalista: Questi interrogativi sono
prevalentemente rivolti allo stato. Basta ricordare il libro di Daron Acemoglu
e di James Robinson, intitolato Perché le nazioni falliscono. Alle origini di
potenza, prosperità e povertà, uscito negli stati Uniti nel 2012 e tradotto in
italiano nel 2013 per i tipi del Saggiatore e quello successivo degli stessi
due autori, intitolato La strettoia. Come le nazioni possono essere libere,
uscito negli Stati Uniti nel 2019 e pubblicato in Italia nel 2020 sempre dal
Saggiatore. Quindi, bisogna partire dalla obsolescenza dello stato. La regione
rappresenta il futuro, non è piccola come il comune, non è grande come lo
stato. Ha quindi le dimensioni adatte a raccogliere la domanda delle
collettività. Può essere più facilmente valutata dalle collettività
territoriali.
Globalista: Se lo stato è in crisi, la regione è
ente di dimensioni troppo ridotte per essere presente e far sentire la propria
voce in un mondo sempre più comunicante. Inoltre, per tornare all’argomento
della decadenza, non si riflette abbastanza sui cicli di vita dei poteri
pubblici.
Faccio
un esempio. Nello stesso anno, il 1776, venne dichiarata l’indipendenza degli Stati
Uniti dall’impero britannico, Edward Gibbon pubblicò il libro famoso sul declino
e la caduta dell’impero romano e Adam Smith il suo libro ancora più famoso
sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni.
Bisogna
ricordare che i due studiosi britannici, uno scozzese, l’altro inglese, autori
di quei libri, si conoscevano e ambedue si ponevano lo stesso interrogativo.
Gibbon redasse la sua storia – ha scritto Arnaldo Momigliano nel suo dotto e
acuto saggio Edward Gibbon fuori e dentro la cultura italiana, in La fine
dell’impero romano d’Occidente, Roma, Istituto di studi romani, 1978, p. 11 e
seguenti – quando l’Inghilterra stava perdendo il suo impero in America e
scrisse in una lettera che il declino dei due imperi, quello britannico e
quello romano procedeva di pari passo.
Diderot,
nel suo messaggio del 1778 agli insorti americani, osservò che tutte le cose
del mondo sono destinate ad avere una nascita, un periodo di vigore, una
decrepitezza e una fine.
Una visione forse un po’ troppo deterministica, ma
confortata da molte esperienze vissute nella storia del mondo. È importante
accertare le logiche interne che hanno eroso le grandi accumulazioni di potere.
Come è noto, Gibbon pensava a più cause, il cristianesimo, la formazione di un
esercito professionalizzato, la sua divisione in milizia di palazzo e milizie
confinarie, la situazione morale dell’impero romano, la degradazione dei
commerci e l’incremento delle tasse.
Regionalista: Penso anch’io che sia il momento di
studiare i cicli e i loro tempi, perché i cicli diventano più rapidi, lo spazio
influenzato dai cicli di sviluppo e decadenza, le cause di questi fenomeni, le
attese per l’inizio di nuovi cicli. Solo così si possono identificare
quelli che i tedeschi chiamano “Wendepunkte”, i punti di svolta. In
quest’ambito, il ciclo delle regioni collocate negli stati nazione europei è
nella fase iniziale.
Globalista: Ma, a loro volta, i cicli possono
riguardare intere zone del mondo. Una intervista di Silvio Berlusconi al Giornale del 18
agosto scorso faceva riferimento alla “rassegnazione dell’Occidente”.
Un
articolo pubblicato sullo stesso quotidiano da Augusto Minzolini, il giorno
prima, faceva riferimento specifico al famoso libro di Oswald Spengler sul
Tramonto dell’Occidente e Carlo Bastasin nel 2019 ha scritto un libro
intitolato Viaggio al termine dell’Occidente.
La divergenza secolare e l’ascesa del
nazionalismo (Luiss University Press). Da un secolo viene segnalato il tramonto
dell’Occidente (Michela Nacci ha esaminato tutta la letteratura nel suo volume
Tecnica e cultura della crisi (1914-1939), Torino, Loescher, 1982). Si tratta quindi di un’accelerazione
di tendenze già evidenziate.
Statalista. Non si può negare che vi sia, in
tutti i paesi, una tensione crescente tra due forze che vanno in direzioni
opposte. Da
un lato, verso l’alto, la verticalizzazione del potere.
Dall’altro,
verso il basso, la partecipazione popolare.
La prima è prodotta da molti fattori, a
partire dallo sviluppo di organismi sovranazionali nei quali può partecipare
solo una persona in rappresentanza di uno stato, a finire con la dissoluzione
quasi dovunque dei partiti politici, che sono diventati amebe (basta ricordare i
continui rinvii, che fanno le forze politiche italiane, dei loro congressi,
oppure l’inesistenza di una vera e propria organizzazione di partito, oppure il
ricorso alla “agorà”, cioè la piazza, che è il riconoscimento dell’inesistenza
del partito).
La seconda è prodotta dai movimenti populisti
che rinnegano la democrazia rappresentativa e propugnano forme di democrazia
diretta (ad esempio, un ampliamento del ruolo e del ricorso al referendum).
Dove
possono trovare un equilibrio queste due forze, che spingono in direzioni
opposte, se non nello stato?
Regionalista: Tirare una conclusione da queste
diagnosi è molto difficile. Questo mondo dominato dalle asimmetrie e da interessi
convergenti e divergenti, incerto sul peso che avranno nel futuro i vari poteri
pubblici nel mondo, condurrà a una fase di passaggio in cui saranno prevalenti
le “Politikverflechtungen” studiate dal sociologo tedesco Fritz Sharpf.
Il futuro prossimo, quindi, vedrà un intreccio
di politiche integrative a più livelli, dove, come scrive Nicola Verola, la
politica diviene “prolungamento dell’azione amministrativa” (questa osservazione è a p. 171 del
libro sopra citato).
Si decide collegialmente, partendo dal basso piuttosto
che dall’alto, negoziando, con alcuni protagonisti che svolgono il ruolo di
orchestrazione, ma debbono contare su bravi orchestrali.
Questo presenta tutti i vantaggi della
cooperazione e della continuità crescente delle politiche, a condizione che prevalga sempre
l’interesse di fondo a cooperare e con gli svantaggi di una incerta
dislocazione dei poteri.
La Bce
"scarica" il debito
italiano: cosa significa?
msn.com-Il
giornale – Andrea Muratore – (6 -10-2022) – ci dice:
Nei
giorni successivi alle elezioni arriva sull'Italia una "mina" che
andrà gestita con attenzione nei prossimi mesi perché avente a che fare con
l'indebolimento dello scudo che ha difeso il Paese negli ultimi anni,
soprattutto dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19: il piano di acquisto
titoli della Banca centrale europea.
La
stretta estiva sugli acquisti annunciata da Christine Lagarde con lo stop al Pandemic Emergence Purchase Plan
(Pepp)
varato durante la pandemia è entrata in vigore a fine luglio e i dati sui movimenti dell'Eurotower
sui debiti sovrani tra agosto e settembre mostrano una ritirata della copertura
della Bce sulle obbligazioni sovrane dell'Italia e di altri Paesi.
Tra
agosto e settembre la Bce ha fatto infatti un passo indietro sugli acquisti di
bond, riducendo di 1,243 miliardi di euro la quota di Btp detenuti, comunque
vicina ai 300 miliardi di euro in seno al Pepp. Una mossa non isolata, dato che
l'Eurotower non ha rinnovato oltre un miliardo di titoli spagnoli e greci nello
stesso periodo.
Tutto
questo dopo che nel bimestre giugno-luglio la Bce aveva dato un aiuto ai titoli
della periferia dell'Eurozona, contribuendo a ridurne i differenziali di
rendimento e a contenere lo spread, con oltre 17 miliardi di acquisti netti
complessivi, 10 dei quali riservati all'Italia.
Siamo
entrando nel cosiddetto quantitative tightening, ovvero la grande ritirata dai piani
di acquisto titoli inaugurati da Mario Draghi nel 2015 e rafforzati dalla
Lagarde col Covid?
Non
secondo l'Eurotower.
"È solo un ricalibramento fisiologico", spiegano fonti interne
sentite da La Stampa, che richiamano alle conclusioni del recente Consiglio
Direttivo e segnalano che la posizione della Bce resta quella di un mese fa, e cioè che la Bce "intende
reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del
programma almeno sino alla fine del 2024", dopo che a giugno l'annuncio
parallelo di rialzi ai tassi e ritirata dal quantitative easing da parte della
Lagarde aveva scatenato un caos sui mercati.
Ma di
fatto ad agosto-settembre la Bce ha, per la prima volta dall'inizio della
pandemia, disinvestito e scelto di rinnovare titoli per un controvalore di 4,3
miliardi di euro detenuti nel portafoglio complessivo di bond europei.
Fonti
finanziarie sentite dall'Ansa ricordano invece che a loro avviso la Bce
potrebbe non aver ancora voluto ancora reinvestire titoli italiani che aveva
nel portafoglio e che sono giunti a scadenza. Non attivando dunque, non
ritenendo fosse il caso farlo, lo scudo anti-spread annunciato a luglio.
Cosa
significa per l'Italia tutto ciò?
Una
prima interpretazione è quella di una Bce attendista, che lavora sui tassi e in
questa fase si tiene cauta sui titoli per evitare di irritare i
"falchi" che chiedono lo stop totale al quantitativo easing in assenza di ulteriori necessità di
stimolo dell'economia.
Per l'Italia questo significa che l'Eurotower
interverrebbe su spread o debito solo in caso di estrema necessità. Ad oggi il
differenziale col Bund tedesco si aggira attorno ai 240 punti: ancora ben
lontano dal livello di guardia, ma più che raddoppiato rispetto alla fase più
attiva del Pepp, in cui era attorno o addirittura sotto i 100 punti base.
Una
seconda prospettiva è quella di un messaggio politico volto a
"saggiare" l'europeismo della coalizione vincitrice alle urne guidata
da Giorgia Meloni.
Dimostrando
di poter a suo piacimento aprire o chiudere i rubinetti per i titoli di un
Paese l'Eurotower potrebbe aver voluto mandare un velato messaggio: abbiamo
scelto di non reinvestire oggi, potremmo scegliere di non farlo anche domani,
per esempio in caso di braccio di ferro tra la Meloni e Bruxelles su Pnrr o
manovra, e dunque questo mostra a Roma che rimane Francoforte l'attore decisivo
per la sicurezza finanziaria di Roma.
Terza
ipotesi è
legata alla volontà di capire fino a che livello gli investitori e i mercati
possono, in questa fase, essere "supplenti" dell'investitore
comunitario nel sostenere i debiti dei Paesi dell'Eurozona per ricalibrare
futuri piani di acquisti dentro o fuori lo scudo anti-spread.
Il ragionamento,
in quest'ottica, è legato al fatto che con debiti decennali europei che toccano
rendimenti tra il 4,5 e il 5% in Paesi come l'Italia e i partner dell'Europa
mediterranea e meridionale il rischio-Paese sia adeguatamente compensato dalle
cedole prospettate per il futuro.
Ultimo
scenario è
legato alla prospettiva che, politicamente, il terreno per l'applicazione dello
scudo anti-spread e degli acquisti di titoli in forma emergenziale per aiutare
i Paesi dell'Eurozona in difficoltà su rendimenti e differenziali non abbia
ancora trovato una definizione precisa.
Sopra che soglia intervenire per sanare una
forbice eccessiva? Con che tempismo? Con quali misure partire? Tutte domande
che la Bce si pone mentre nel Consiglio Direttivo si confrontano diverse
vedute, da quella del falco tedesco Isabel Schnabel che spinge per tassi alti e
ridotti reinvestimenti a quella della "colomba" irlandese Philip
Lane, capo economista che ha dato anche consigli sul coordinamento tra politica
monetaria e fiscale per la riduzione delle disuguaglianze.
Lo
scudo anti-spread, si è capito, avrà una forte componente di discrezionalità e
in quest'ottica le mosse della Bce possono aprire tanto a una fase di stallo, e
dunque incertezza finanziaria per l'Italia, quanto mostrare fiducia per le
prospettive dell'Italia.
In
quest'ottica per l'Italia mosse di questo tipo impongono di essere pronti a
garantire il decisivo presidio politico sull'Eurotower per indirizzare, quando
e se necessario, su Roma gli stimoli e togliere a falchi e rigoristi il potere
di vita e di morte sui piani di riacquisto che, questo va tenuto in conto, non
sono scontati.
L'Italia
può contare in un presidio fondamentale alla Bce nel membro del board e
fedelissimo di Mario Draghi, Fabio Panetta, di cui molto spesso si parla come
prossimo Ministro dell'Economia e delle Finanze.
Ma ora
più che mai il ruolo di Panetta deve essere quello di pontiere tra Roma e
Francoforte e garante della possibilità che mai le mosse della Bce si ritorcano
in un disinvestimento di massa dei Btp dovuto a pregiudizi politici verso il
governo nascente.
Davos
esulta: siamo
ridotti a gregge.
Laverita.info
– Boni Castellane – (6 ottobre 2022) ci dice:
(Gli
uomini di Davos, con a capo Klaus Schwab e i soci globalisti arcobaleno, ci
hanno ridotto a gregge seguendo la loro dottrina. Ndr)
Uno
studio del “Word Economic Forum” conferma che i divieti Covid ci hanno
preparato a obbedire ai sacrifici bellici.
Basta
che le nostre élite dicano che sono in nome del bene.
Di una
cosa possiamo essere certi: non stiamo vivendo tempi ordinari; qui qualcosa sta
cambiando radicalmente. Lo scorso 14 settembre 2022 il Word economic forum ha
pubblicato uno studio in cui si dice apertamente che le misure adottate per la
pandemia da Covid-19 dimostrano come le persone possano essere forzate, anche
profondamente, ad adottare comportamenti virtuosi.
Il
testo dello studio si trova sul sito Web e della sua inquietante presenza ci ha
già informato Alessandro Rico ai tempi, si tratta di un report relativo agli
incontri dal titolo “Sustainable develoment impact”.
Il
relatore, come in un film di genere distopico, è un oscuro funzionario del
ministero indiano per gli Affari urbani. Tentiamo una lettura sincopale dell’evento,
per circoscrivere le vere intenzioni e le linee guida di lungo termine che
questa misteriosa organizzazione, che ci tiene così tanto ad attirare l’attenzione
su di sé e sull’ immenso potere, cerca di imporre ai governi di tutto il mondo,
che, guarda caso, spesso accettano il consiglio.
Nel
documento si dice chiaramente che il mondo ha sopportato con la rassegnazione
del gregge misure improvvise, inedite, non spiegate, di non diretta
accertabilità, contradditorie, invasive e lesive delle libertà personali, in
nome del bene, cioè del contrasto al CVovid-19.
Il
candore con cui i membri del WEF cercano di emulare i personaggi del Dott. Stranamore di Stanley Kubrick ci deve far riflettere su come l’apparato
coreografico sia indispensabile per convincere una popolazione di meri utenti
social. Se solo, ad esempio, riflettessimo per un attimo della sorprendente
mutazione dei militanti della sinistra estrema, quelli che una volta si
chiamavano “no global”, dall’adesione totale alla ricostruzione di Michael Moore,
sull’
11 settembre all’andare in macchina da soli con mascherina Ffp2, ci
convinceremmo che è stato il sistema emotivo e parafernale a convincerli e non
certo gli argomenti.
E
proprio a questa cosa si riferisce lo studio del WEF: la gente, se condotta dai
media e dalla politica in maniera coordinata, sviluppa un effetto gregge talmente
efficace che le si può ordinare qualsiasi cosa.
Nulla
di nuovo sotto il sole, lo disse già un centinaio di anni fa Gustave Le Bon – lettura privilegiata dei dittatori
del novecento – e tutto il marketing da Vance Packard in poi, non ha fatto
altro che ribadirlo.
E che
dire di quella grande struttura pedagogica, distante e ostile che prende il
nome di Unione europea i cui vertici hanno inanellato nel corso degli anni errori
su errori facendoli tutti pagare ai sistemi produttivi dei vari Paesi membri?
Che
dire dello smantellamento degli approvvigionamenti autonomi, delle reti gas gestite
dai vari Paesi secondo le esigenze di ciascuno, che la Ue ha imposto in questi vent’anni
per mero pregiudizio ideologico?
Che
dire delle demenziali auto-sanzioni che non porteranno ad altro che all’inverno
del nostro scontento, fatto di temperature glaciali nelle case e di distacchi
elettrici da stato di guerra, giustificati dalle favole sulle rinnovabili e
sulla “rivoluzione green” decisa da chissà chi, chissà quando?
Dando
per scontato che il Word Economic Forum di Klaus Schwab (costruttore di bombe atomiche in Sud
Africa! Ndr)
e l’Unione europea agiscano nel totale ed esclusivo interesse del bene, del
resto il nome già parla chiaro, come dubitare? Quale retrogrado complottista
potrà mai negare che se è per ottenere il bene con ogni mezzo è lecito e ogni sacrificio
giustificato? Se il fine ultimo è il conseguimento del bene, cosa sarà ami mettere
una mascherina, stare in casa, perdere il lavoro e iniettarsi numerose e ravvicinate
dosi di un vaccino appena inventato o, come consiglia Emmanuel Macron (uomo di Davos! Ndr), mettersi un maglione in più per
combattere il freddo nelle case?
Si
arriva così alla logica conclusione: visto che la gente in questi due anni ha accettato
tutto (evidentemente non se l’aspettavano), si può ritenere dimostrato che
chiedere a quelle stesse persone i lockdown climatici per diminuire le emissioni di
anidride carbonica o per mantenere le sanzioni alla Russia è una cosa possibile,
anzi auspicabile.
E qui
occorre non cade nella trappola delle obiezioni nel merito: dire che un bene imposto non è più bene, che la libertà è
sacra e che ridurre l’umanità a gregge
va contro l’imperativo categorico Kantiano, significa non vere l’aspetto in realtà più pericoloso: l’esistenza di entità
internazionali avulse da ogni controllo che, il maniera totalmente autonoma,
elaborano strategie politiche che toccano la vita umana in ogni suo aspetto e
le comunicano ai governi mondiali sotto forma di agenda da eseguire.
Ma se
il bene è già deciso dal Word Economic Forum di Klaus Schwab o dalla Ue, a cosa
servono, non dico Dio, ma i governi eletti dalle varie nazioni?
Non
sarà che questo susseguirsi di idiozie a la Philip K. Dick presentate come verità calate dall’alto,
nasconda il vero tentativo e cioè il superamento della democrazia stessa e l’approdo
nella post-democrazia?
Non
sarà che i “PASTORI” che governano il pianeta ritengono ormai superfluo tenere
in piedi lo spettacolo democratico e preparano il nuovo mondo della semplice conduzione
del gregge tramite conferenze internazionali e influencer addomesticati?
Alexander
Dugin: "Il Governo Lega-M5s”
è
stata un'occasione storica persa.
Meloni?
Avrà futuro"
Huffpostpost.it -Redazione- (3-5- 2022) -ci dice:
Il
filosofo considerato l'ideologo del Cremlino all'Adnkronos: "Putin non
ascolterà né il Papa né Salvini: inutili i viaggi a Mosca".
“Cosa direbbero Papa Francesco o
Salvini a Putin? Fermare tutto immediatamente.
Ma
Putin lo sa in anticipo e non ascolterà".
Parla
così Aleksandr Dugin, filosofo e politologo considerato l’ideologo del
presidente russo Vladimir Putin, in un’intervista rilasciata all'AdnKronos
commentando le ipotesi di trasferte a Mosca, a partire da quella del Papa, di
cui il santo Padre parla oggi con il Corriere della Sera.
Dugin
cita anche Matteo Salvini, che secondo rumors circolati sulla stampa italiana
potrebbe organizzare una missione per la pace a Mosca (ipotesi smentita dallo
stesso leader della Lega).
Per Dugin, quindi, le trasferte a Mosca non
avrebbero alcun risultato, mentre "è importante evitare che la situazione
peggiori, cioè che l'Ue sia coinvolta in un confronto militare diretto con la
Russia. Ma per questo non c'è bisogno di incontrare Putin", sottolinea.
“L'unico
consiglio che posso dare agli europei in questo momento è di scegliere la vita
sulla morte e di non farsi coinvolgere nell'alimentare il conflitto chiedendo
un intervento diretto delle truppe della Nato.
Questo
porterà alla Terza Guerra Mondiale e all'annientamento nucleare
dell'umanità", prosegue Aleksandr Dugin dicendo la sua sul ruolo della Ue
nella guerra.
"Per
la Russia - avverte - la vittoria in questa operazione equivale alla domanda:
essere o non essere. L'Europa stessa non interessa i russi, nessuno la invade".
Dugin
parla poi dei rapporti tra il nostro Paese e Mosca.
"L'Italia
è sempre stata un paese amico e molto vicino alla Russia.
Lo
abbiamo sempre apprezzato e valorizzato. Ma dopo la fine del governo
gialloverde, il potere in Italia, ahimè, è finito nelle mani dei liberali
globalisti, che sono totalmente dipendenti dalle politiche dei democratici
(Biden-Soros) a Washington", dice il filosofo.
Per
l'ultra-nazionalista vicino al Cremlino "non ci sono poteri sovrani in Europa
in grado di perseguire una qualsiasi politica nazionale o europea propria.
L'Italia, quando Salvini era un populista di destra e i Cinque stelle populisti
di sinistra, e quando potevano accordarsi tra di loro, aveva una possibilità
storica". "Oggi si sente la mancanza. Non credo sarà così per sempre,
ma per un po'", conclude il filosofo russo riferendosi all'asse
Lega-Movimento 5 Stelle.
"Ho
un buon presentimento sulla Meloni.
Per
quanto riguarda il partito Fratelli d'Italia, penso che sia stata la più
critica nei confronti delle misure anti-Covid e la più lontana dalle politiche
fallimentari del globalista e liberale Draghi", ha aggiunto Aleksandr
Dugin.
E
ancora: "Ma non c'è un ruolo per lei o per chiunque altro in questa crisi
- dice con riferimento allo scontro Russia-Ucraina -. È al di là del suo potere
e anche del potere dell'Italia intera.
È al
di là del potere dell'Ue. Perché la Russia è sovrana e l'Ue no. Ma in futuro il ruolo della Meloni,
se seguirà rigorosamente gli ideali e i valori che proclama, sarà, secondo me,
molto significativo", prevede l'ideologo russo.
"Quando
l'Italia - con la Meloni o chiunque altro - diventerà sovrana, allora e solo
allora le cose cominceranno ad andare.
Ma i
russi amano l'Italia e gli italiani e non sono arrabbiati per le sanzioni. Capiamo molto bene che siete sotto
l'occupazione globalista atlantista. Che Dio vi dia la vera libertà. Gli
italiani sono un popolo grande e bello. Io credo in loro", conclude Dugin.
Il
Great Reset fase 2: Guerra.
Sinistrainrete.info-
Paolo Selmi – (29 -3 2022) – ci dice:
(nogeoingegneria.com/timeline/progetti/benvenuti-nella-seconda-fase-del-great-reset-la-guerra/)
(winteroak.org.uk/2022/03/09/the-great-reset-phase-2-war/)
Mentre
la pandemia ha acclimatato il mondo al lockdown, normalizzato l’accettazione di
farmaci sperimentali, accelerato il più grande trasferimento di ricchezza alle
multinazionali decimando le PMI e adattato la memoria muscolare delle
operazioni della forza lavoro in preparazione per un futuro cibernetico, è
stato necessario un vettore aggiuntivo per accelerare il collasso economico
prima che le nazioni possano “ricostruire meglio “.
Di
seguito presento diversi modi in cui l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina è
il prossimo catalizzatore dell’agenda Great Reset del World Economic Forum di Klaus
Schwab, facilitato da una rete interconnessa di stakeholder globali e da una
rete diffusa di partenariati pubblico-privato.
1. La
guerra tra Russia e Ucraina sta già provocando un’interruzione senza precedenti
delle catene di approvvigionamento globali, esacerbando la carenza di
carburante e inducendo livelli cronici di inflazione.
Mentre
le tensioni geopolitiche si trasformano in un conflitto prolungato tra la NATO
e l’asse sino-russo, una seconda contrazione potrebbe far precipitare l’economia
nella stagflazione.
Negli
anni a venire, la combinazione di crescita inferiore alla media e inflazione
incontrollata costringerà una sottoclasse economica globale a contratti di
micro-lavoro e posti di lavoro a basso salario in una gig economy emergente.
Un’altra
recessione aggraverà la sete di risorse globali, restringerà la portata
dell’autosufficienza e aumenterà significativamente la dipendenza dai sussidi
governativi.
Con
l’impoverimento di una parte significativa della forza lavoro mondiale che si profila
all’orizzonte, questo potrebbe ben essere un preludio all’introduzione di un
reddito di base universale, che porta a un ordine neofeudale altamente
stratificato.
Pertanto,
la minacciosa previsione del World Economic Forum che “non possederemo nulla e
saremo felici” entro il 2030 sembra svolgersi con una rapidità terrificante.
2. Le
ricadute economiche della guerra porteranno a un drastico ridimensionamento
della forza lavoro globale.
Gli
architetti del Great Reset di Klaus Schwab hanno anticipato questa tendenza per
diversi anni e sfrutteranno questa turbolenza economica spingendo il ruolo
delle tecnologie dirompenti per affrontare le sfide globali e alterare
radicalmente i modelli di business tradizionali per stare al passo con i rapidi
cambiamenti tecnologici.
Come
la pandemia, la preparazione alle catastrofi nell’era del conflitto si baserà
in modo significativo sulla volontà di abbracciare innovazioni tecnologiche
specifiche nella sfera pubblica e privata in modo che le generazioni future
possano soddisfare la domanda di lavoro del Grande Reset.
Un
tema ricorrente in Shaping the Future of the Fourth Industrial Revolution di
Klaus Schwab è che le innovazioni tecnologiche e scientifiche rivoluzionarie non
saranno più relegate nel mondo fisico che ci circonda, ma diventeranno
estensioni di noi stessi. (Transumano).
Sottolinea
il primato delle tecnologie emergenti in una forza lavoro di prossima
generazione e sottolinea l’urgenza di portare avanti piani per digitalizzare
diversi aspetti della forza lavoro globale attraverso soluzioni scalabili
basate sulla tecnologia.
Coloro
che guidano il Grande Reset di Klaus Schwab cercano di gestire il rischio
geopolitico creando nuovi mercati che ruotano attorno a innovazioni digitali,
strategie elettroniche, lavoro di telepresenza, intelligenza artificiale,
robotica, nanotecnologie, Internet delle cose e Internet dei corpi.
La
velocità vertiginosa con cui vengono implementate le tecnologie di intelligenza
artificiale suggerisce che l’ottimizzazione di tali tecnologie riguarderà
inizialmente le industrie e le professioni tradizionali che offrono una rete di
sicurezza per centinaia di milioni di lavoratori, come l’agricoltura, la
vendita al dettaglio, la ristorazione, la produzione e le industrie dei
corrieri.
Molti
dei posti di lavoro che andranno persi negli anni a venire si stavano già
avviando verso la ridondanza ed è improbabile che vengano recuperati una volta
che la polvere si sarà depositata.
Tuttavia,
l’automazione sotto forma di robot, software intelligente e apprendimento
automatico non si limiterà a lavori di routine, ripetitivi e prevedibili.
I
sistemi di intelligenza artificiale sono sull’orlo dell’automazione
all’ingrosso di vari lavori impiegatizi, in particolare in aree che coinvolgono
l’elaborazione delle informazioni e il riconoscimento di schemi come
contabilità, risorse umane e posizioni dirigenziali intermedie.
Sebbene
anticipare le tendenze future dell’occupazione non sia un compito facile, è
sicuro affermare che la minaccia combinata di pandemie e guerre significa che
la forza lavoro è sull’orlo di un rimpasto senza precedenti con la tecnologia
che rimodella la logistica, minacciando potenzialmente centinaia di milioni di
impiegati e impiegati. , determinando il più grande e rapido spostamento di
posti di lavoro nella storia e prefigurando un cambiamento del mercato del
lavoro che prima era inconcepibile.
Sebbene
sia stato a lungo previsto che il maggiore utilizzo della tecnologia nel
settore privato comporterebbe enormi perdite di posti di lavoro, i blocchi
pandemici e l’imminente interruzione causata da una guerra accelereranno questo
processo e molte aziende non avranno altra scelta che licenziare il personale e
sostituirlo con soluzioni tecnologiche creative solo per la sopravvivenza delle
loro attività.
In
altre parole, molti dei posti di lavoro che andranno perduti negli anni a
venire stavano già andando verso la ridondanza ed è improbabile che vengano
recuperati una volta che la polvere si sarà depositata.
3. La
guerra ha ridotto significativamente la dipendenza dell’Europa dal settore
energetico russo e ha rafforzato la centralità degli Obiettivi di sviluppo
sostenibile delle Nazioni Unite e le emissioni nette zero che sono al centro
del Grande Reset.
I
politici che hanno marciato al passo con il Grande Reset hanno sfruttato le
dure sanzioni contro la Russia accelerando il passaggio all’energia “verde” e ribadendo l’importanza della
decarbonizzazione come parte della “lotta contro il cambiamento climatico”.
Tuttavia,
sarebbe molto miope presumere che il Great Reset sia in definitiva orientato
verso l’equa distribuzione di idrogeno “verde” e combustibili sintetici a
emissioni zero in sostituzione di benzina e diesel.
Sebbene
gli SDG delle Nazioni Unite siano cruciali per la ripresa post-pandemia, ancora
più importante, sono fondamentali per il restyling del capitalismo degli azionisti che
ora viene decantato dalle élite di Davos diretta da Klaus Schwab come “capitalismo
degli stakeholder “.
Ciò
accentrerà il potere nelle mani degli stakeholder capitalisti con il pretesto
benevolo di reinventare il capitalismo attraverso mezzi più equi e più
ecologici.
In
termini economici, questo si riferisce a un sistema in cui i governi non sono
più gli arbitri finali delle politiche statali poiché le società private non
elette diventano i fiduciari de facto della società, assumendosi la
responsabilità diretta di affrontare le sfide sociali, economiche e ambientali
del mondo attraverso la cooperazione macroeconomica e un modello
multi-stakeholder di governance globale.
In un
tale costrutto economico, i conglomerati di asset holding possono reindirizzare
il flusso di capitale globale allineando gli investimenti agli SDG delle
Nazioni Unite e configurandoli come conformi alla governance ambientale,
sociale e aziendale (ESG) in modo che nuovi mercati internazionali possano
essere costruiti sul disastro e miseria di potenzialmente centinaia di milioni
di persone che stanno vacillando per il collasso economico causato dalla
guerra.
Pertanto,
la guerra offre un enorme impulso ai governi che spingono il ripristino a
perseguire attivamente l’indipendenza energetica, modellare i mercati verso una
“crescita verde e inclusiva” e infine spostare le popolazioni verso un sistema
cap-and-trade, altrimenti noto come economia del credito di carbonio.
Questo
accentrerà il potere nelle mani degli stakeholder capitalisti con il pretesto
benevolo di reinventare il capitalismo attraverso mezzi più equi ed ecologici, usando slogan ingannevoli come “Build
Back Better” senza sacrificare l’imperativo di crescita perpetua del
capitalismo.
4. La
carenza di cibo creata dalla guerra offrirà un grande vantaggio all’industria
della biologia sintetica poiché la convergenza delle tecnologie digitali con la
scienza dei materiali e la biologia trasformerà radicalmente il settore
agricolo e incoraggerà l’adozione di alternative a base vegetale e coltivate in
laboratorio su un piano scala globale.
Russia
e Ucraina sono entrambi panieri del mondo e la grave carenza di cereali,
fertilizzanti, oli vegetali e alimenti essenziali catapulterà l’importanza
della biotecnologia per la sicurezza alimentare e la sostenibilità e darà vita a diverse start-up di imitazioni
di carne simili a “Cibi impossibili” che è stato cofinanziato da Bill Gates.
Ci si
può quindi aspettare che una maggiore regolamentazione del governo inaugurerà
una drastica revisione della produzione e della coltivazione industriale di
alimenti, a beneficio in ultima analisi, degli investitori dell’agrobusiness e
delle biotecnologie, poiché i sistemi alimentari saranno riprogettati
attraverso tecnologie emergenti per coltivare proteine ”sostenibili” e
colture brevettate geneticamente CRISPR.
5.
L’esclusione della Russia da SWIFT (The Society for Worldwide Interbank Financial
Telecommunication) prefigura un ripristino economico che genererà esattamente
il tipo di contraccolpo necessario per rinchiudere vaste fasce della
popolazione mondiale in una griglia di controllo tecnocratica.
Come
hanno affermato diversi economisti, l’armamento di SWIFT, CHIPS (The Clearing
House Interbank Payments System) e del dollaro USA contro la Russia stimolerà
solo rivali geopolitici come la Cina ad accelerare il processo di
de-dollarizzazione.
Il
principale benefattore delle sanzioni economiche contro la Russia sembra essere
la Cina, che può rimodellare il mercato eurasiatico incoraggiando gli stati
membri della Shanghai Cooperation Organization (SCO) e dei BRICS a bypassare
l’ecosistema SWIFT e regolare i pagamenti internazionali transfrontalieri in
Yuan digitale.
Mentre
la domanda di criptovalute vedrà un enorme picco, è probabile che ciò incoraggi
molti governi a regolamentare sempre più il settore attraverso blockchain
pubbliche e imporre un divieto multilaterale sulle criptovalute
decentralizzate.
Il
passaggio alle criptovalute potrebbe essere la prova generale per accelerare
eventualmente i piani per denaro programmabile supervisionato da un regolatore
federale, portando a un maggiore accrescimento di potere nelle mani di una
potente tecnocrazia globale e sigillando così la nostra schiavitù alle
istituzioni finanziarie.
Credo
che questa guerra porterà le valute alla parità, annunciando quindi un nuovo momento
di Bretton Woods che promette di trasformare il funzionamento della
cooperazione bancaria internazionale e macroeconomica attraverso la futura
adozione delle valute digitali della banca centrale.
6.
Questa guerra segna un importante punto di svolta nell’aspirazione globalista a
un nuovo ordine internazionale basato su regole ancorato in Eurasia.
Come
ha affermato il “padre della geopolitica” Halford Mackinder più di un secolo
fa, l’ascesa di ogni egemone globale negli ultimi 500 anni è stata possibile
grazie al dominio sull’Eurasia. Allo stesso modo, il loro declino è stato
associato alla perdita del controllo su quella massa fondamentale.
Questo
nesso causale tra geografia e potere non è passato inosservato alla rete
globale di parti interessate che rappresentano il WEF, molti dei quali hanno
anticipato la transizione verso un’era multipolare e il ritorno alla
competizione tra le grandi potenze tra l’influenza politica ed economica
sfuggente dell’America e un urgente bisogno di ciò che i tecnocrati chiamano
globalizzazione intelligente .
Mentre
l’America cerca disperatamente di aggrapparsi al suo status di superpotenza,
l’ascesa economica della Cina e le ambizioni regionali della Russia minacciano
di capovolgere i punti assiali strategici dell’Eurasia (Europa occidentale e
Asia Pacifico).
La
regione in cui l’America in precedenza godeva di un’egemonia incontrastata non
è più impermeabile alle crepe e potremmo assistere a un cambio della guardia
che altera drammaticamente il calcolo della proiezione della forza globale.
Sebbene
l’ambiziosa Belt and Road Initiative (BRI) cinese abbia il potenziale per unificare il
mondo insulare (Asia, Africa ed Europa) e causare un cambiamento tettonico nel
luogo del potere globale, la recente invasione dell’Ucraina avrà conseguenze di vasta
portata per Trasporto ferroviario Cina-Europa.
Il
presidente ucraino Zelensky ha affermato che l’Ucraina potrebbe fungere da
porta della BRI verso l’Europa. Pertanto, non possiamo ignorare l’enorme
partecipazione della Cina alle recenti tensioni sull’Ucraina, né possiamo
ignorare l’ambizione di fondo della NATO di frenare l’ascesa della Cina nella
regione limitando la vendita di risorse ucraine alla Cina e facendo tutto ciò
che è in sua capacità per contrastare la moderna Via della Seta.
Poiché
le sanzioni spingono la Russia a consolidare i legami bilaterali con la Cina e
a integrarsi pienamente con la BRI, un blocco commerciale pan-eurasiatico
potrebbe essere il riallineamento che costringe a una governance condivisa dei
beni comuni globali e a un ripristino dell’era dell’eccezionalismo statunitense.
7. Con
l’aumento delle speculazioni sull’impatto a lungo termine della guerra sui
flussi commerciali bilaterali tra Cina ed Europa, il conflitto Russia-Ucraina
catapulterà Israele, uno dei principali sostenitori del Grande Reset, a
un’importanza ancora maggiore a livello internazionale.
Israele
è un mercato BRI molto attraente per la Cina e il PCC è profondamente
consapevole dell’importanza di Israele come avamposto strategico che collega
l’Oceano Indiano e il Mar Mediterraneo attraverso il Golfo di Suez.
Inoltre,
il governo cinese ha riconosciuto per molti anni il primato di Israele come hub
tecnologico globale e ha sfruttato le capacità di innovazione di Israele per
aiutare ad affrontare le proprie sfide strategiche.
Pertanto,
è probabile che la mediazione di Naftali Bennet tra Mosca e Kiev influisca sul
ruolo strumentale della Belt and Road Initiative (BRI) nell’espansione
dell’impronta strategica regionale e globale della Cina e di Israele.
Lo
status di Israele come uno dei principali hub tecnologici del futuro e gateway
che collega l’Europa e il Medio Oriente è indissolubilmente legato alla rete di
infrastrutture fisiche, come strade, ferrovie, porti e gasdotti che la Cina ha
costruito negli ultimi dieci anni.
Israele
è nelle fasi formative dell’esternalizzazione dei suoi interessi di sicurezza
lontano dagli Stati Uniti e della copertura delle sue scommesse sull’asse
sino-russo?
Già
una potenza nel campo delle auto-tecnologie, della robotica e della sicurezza
informatica, Israele aspira a essere la nazione centrale nel regno millenario e
si prevede che le startup tecnologiche del paese svolgeranno un ruolo chiave
nella quarta rivoluzione industriale spiegata da Klaus Schwab.
Rafforzare
le sue relazioni in evoluzione con la Cina nel mezzo della crisi Russia-Ucraina
potrebbe aiutare a spingere Israele in un egemone regionale per eccellenza con
un’ampia quota di potere economico e tecnologico centralizzato che converge a
Gerusalemme.
Mentre
Israele intraprende gli sforzi per diversificare i suoi mercati di esportazione
e gli investimenti lontano dagli Stati Uniti, pone una domanda importante.
Israele
è nelle fasi formative dell’esternalizzazione dei suoi interessi di sicurezza
lontano dagli Stati Uniti e della copertura delle sue scommesse sull’asse
sino-russo?
8. È
ormai risaputo da Klaus Schwab che gli
ID digitali sono un elemento centrale nell’agenda del Great Reset del World
Economic Forum e devono essere semplificati in tutti i settori, nelle catene di
approvvigionamento e nei mercati come un modo per far avanzare gli SDG delle
Nazioni Unite 2030 e fornire servizi personalizzati e integrati in città
intelligenti del futuro.
Molti
hanno riflettuto su come una tale piattaforma può essere utilizzata per
inaugurare un sistema globale di controllo e conformità tecnocratica della
popolazione, incorporando l’umanità in una nuova catena del valore aziendale in
cui i cittadini vengono estratti come data commodities per gli investitori ESG
e i mercati delle obbligazioni del capitale umano e assegnati un punteggio
sociale e climatico basato su quanto si confrontano con gli SDG delle Nazioni
Unite.
Questa
verifica continua delle persone e dei dispositivi connessi in ambienti
intelligenti può aver luogo solo una volta che i nostri dati biometrici, le
cartelle cliniche, le finanze, le trascrizioni dell’istruzione, le abitudini
dei consumatori, l’impronta di carbonio e l’intera somma delle esperienze umane
sono archiviati su un database interoperabile per determinare la nostra
conformità con gli SDG delle Nazioni Unite, forzando così un cambiamento
monumentale al nostro contratto sociale.
I
passaporti vaccinali sono stati inizialmente pubblicizzati da partenariati
pubblico-privato come punto di ingresso per gli ID digitali. Ora che tale
logica ha fatto il suo corso, come potrebbero le attuali tensioni geopolitiche
contribuire a ridimensionare quello che è il nodo chiave in un nuovo ecosistema
digitale?
Le
voci delle razioni potrebbero essere registrate sui registri blockchain sull’ID
digitale per tenere traccia della nostra impronta di carbonio e delle abitudini
di consumo durante un’emergenza nazionale.
L’Ucraina
è stata tradizionalmente chiamata il paniere d’Europa e, insieme alla Russia,
entrambe le nazioni sono i principali fornitori globali di cereali di base.
Pertanto, la guerra ha tutte le caratteristiche di un cigno nero per le merci e
l’inflazione.
Con
un’economia sull’orlo del collasso a causa di una crisi dell’offerta globale,
credo che i tremori economici che ne deriveranno scateneranno emergenze in
tempo di guerra in tutto il mondo e al pubblico verrà detto di prepararsi al
razionamento.
Una
volta che ciò avviene, l’adozione multilaterale di ID digitali che si
interfacciano con le valute digitali della banca centrale può essere
pubblicizzata come la soluzione per gestire e distribuire in modo efficiente le
razioni domestiche in uno stato di emergenza ed eccezione senza precedenti.
La
Banca d’Inghilterra ha già lanciato la prospettiva di contanti programmabili
che possono essere spesi solo per beni essenziali o beni che un datore di
lavoro o un governo ritengono sensati.
Una
volta che all’emittente viene concesso il controllo su come viene speso dal
destinatario, diventerà quasi impossibile funzionare adeguatamente senza un ID
digitale, che sarà necessario per ricevere pacchi alimentari e ottenere un
mezzo di sussistenza di base. Pensa a UBI (Universal Basic Income).
Se
l’inflazione alimentare continua su una traiettoria al rialzo senza segni di
cedimento, i governi potrebbero istituire controlli sui prezzi sotto forma di
razionamento e le voci delle razioni potrebbero essere registrate su registri
blockchain sull’ID digitale per tenere traccia della nostra impronta di
carbonio e delle abitudini di consumo durante un’emergenza nazionale.
9.
L’Europa è direttamente sulla linea di tiro una volta che è in corso una guerra
ibrida tra la NATO e l’asse sino-russo.
Sarebbe
negligente ignorare il pericolo chiaro e presente rappresentato da un attacco
informatico a banche e infrastrutture critiche o anche da uno scambio nucleare
provvisorio e tattico con missili balistici intercontinentali (ICBM).
Non
riesco a vedere come una parte in guerra non sarà limitata dalla dottrina della
distruzione reciprocamente assicurata, quindi è improbabile una ricaduta
termonucleare.
Tuttavia,
l’uso di tecnologie di accesso remoto per cancellare la memoria di sistema
dall’apparato bancario SWIFT o dal sistema di pagamento interbancario
transfrontaliero può potenzialmente rendere non operativa gran parte
dell’economia internazionale e mandare in tilt il dollaro.
Se si
verificasse un evento di tali proporzioni catastrofiche, ciò comporterebbe
senza dubbio crescenti richieste di revisione della sicurezza informatica. Le ricadute di un tale evento
potrebbero benissimo stabilire un nuovo protocollo di sicurezza globale in base
al quale i cittadini devono possedere un ID digitale come misura di sicurezza
nazionale necessaria.
Si può
immaginare come l’accesso a Internet o ai servizi pubblici a seguito di un
attacco informatico a livello nazionale possa richiedere ai cittadini di
utilizzare un ID digitale per autenticare che le loro attività e transazioni
online provengono da una fonte legittima e non dannosa.
Ci
sono poche coincidenze in politica.
10. Le
implicazioni economiche di questa guerra saranno così disastrose che i governi
e il settore pubblico richiederanno un’iniezione significativa di capitale
privato per far fronte alla carenza di finanziamenti.
Ciò
renderà effettivamente obsoleta la tradizionale separazione dei poteri tra le
istituzioni bancarie centrali e i governi, poiché i primi saranno posizionati
per influenzare in modo sproporzionato la traiettoria fiscale degli stati
nazione, la
cui sovranità sarà svuotata dalla cattura all’ingrosso di governi da parte
delle banche centrali e hedge fund.
Pertanto,
il modello di stato nazione viene gradualmente ribaltato da una tecnocrazia
globale, costituita da un consorzio non eletto di leader dell’industria,
oligarchi delle banche centrali e istituzioni finanziarie private, la maggior
parte dei quali sono prevalentemente attori corporate non statali che tentano
di ristrutturare la governance globale e arruolare stessi nel processo
decisionale globale.
Pertanto,
il futuro delle relazioni internazionali e della trasformazione sociale,
economica e politica che il mondo sta attraversando alla luce della pandemia e
del conflitto Russia-Ucraina non sarà deciso dal multilateralismo e dai
rappresentanti eletti degli Stati sovrani.
Piuttosto,
sarà deciso attraverso una rete di partenariati multi-stakeholder che sono
motivati dalla politica dell’opportunità e non responsabili nei confronti di
alcun elettorato o obbligati a nessuno stato e per i quali concetti come
sovranità e diritto internazionale sono privi di significato.
I
GLOBALISTI SONO ENTRATI NELLA FASE DI UCCISIONE DEL GREAT RESET; RICORDATE LE
PREVISIONI DI DEAGEL SULLA POPOLAZIONE? ORA HA COMPLETAMENTE SENSO.
Nogeoingegneria.com-
Leo Hohmann – (30 MAGGIO 2022) - ci dice:
(leohohmann.com/2022/05/26/globalists-have-entered-the-kill-phase-of-great-reset-remember-the-deagel-population-forecast-it-now-makes-total-sense/)
Questa
è stata una settimana importante per i globalisti. Sentono che è arrivato il
loro momento, il momento di lanciare la fase più difficile del Grande Reset, in
modo da poter procedere con quella che chiamano la Quarta Rivoluzione
Industriale di Klaus Schwab.
La
Quarta Rivoluzione Industriale, come spiega il guru del World Economic Forum
Klaus Schwab, porterà alla “fusione” delle identità fisiche, biologiche e digitali
di ogni essere umano. Si tratta in sostanza dell’alba di una nuova era basata
sul transumanesimo e sulla tecnocrazia, qualcosa di simile a quanto descritto
nel romanzo Brave New World. Ma non possono arrivarci finché non resettano
tutto. Uccidere il vecchio. Portare il nuovo.
Per
resettare il mondo non basta premere un pulsante. Richiede una serie di crisi
globali ben progettate, come Schwab e il suo principale consigliere Yuval Noah
Hariri hanno detto in più di un’occasione.
Questa
settimana i globalisti si sono riuniti a Ginevra in occasione di World Health
Assembly e a Davos in occasione del World Economic Forum summit. Le due città,
Ginevra e Davos, si trovano entrambe in Svizzera, a circa tre ore di distanza
in auto. Tra questi due incontri, la classe predatrice globalista riceverà le
istruzioni su cosa fare e cosa aspettarsi nei prossimi 12 mesi. Definisco
questa finestra di 12 mesi la salvezza iniziale dalla fase di uccisione del
Great Reset.
Schwab
ha aperto l’incontro di Davos affermando che “il futuro non sta solo accadendo;
il futuro è costruito da noi, da una comunità potente, come voi qui in questa
sala”.
Schwab
ha detto che “dobbiamo prepararci a un mondo più arrabbiato”, io lo considero
un brutto segnale il fatto che i globalisti stanno diventando ansiosi, sentendo
che se non prendono presto provvedimenti drastici, tutti i loro piani per
erigere un governo globale potrebbero andare sprecati.
Schwab
ha aggiunto che “abbiamo i mezzi per migliorare lo stato del mondo, ma sono
necessarie due condizioni:
“La
prima è che agiamo tutti come stakeholder di comunità più grandi.
“La
seconda è che collaboriamo”.
La mia
domanda a Klaus è questa: Collaborare su cosa?
E cosa
intende esattamente per “migliorare” lo stato del mondo?
Miglioramenti
per chi? Credo che si riferisca al miglioramento delle condizioni per l’1% che
gestisce le grandi banche, le aziende e i loro tirapiedi, che potrebbero
arrivare al 3 o 4%. Per il resto di noi, hanno in programma la miseria.
È il
momento di fare una cernita.
Se
guardiamo all’agenda del WEF/ONU, sostenuta con convinzione dai governi di
Stati Uniti, Regno Unito, Unione Europea, Canada e Australia, tutto fa pensare
a un abbattimento di massa della popolazione umana. Hanno innescato la fase di
uccisione.
A loro
avviso, possiamo dedurre dalla loro retorica, l’abbattimento è necessario per
salvare il pianeta e le sue risorse per loro, le élite globaliste rappresentate
questa settimana a Davos e Ginevra.
Ci
hanno anticipato i loro piani. Lo fanno sempre. Non possederemo nulla, non
avremo privacy e impareremo ad apprezzare la totale dipendenza dal governo e
dai suoi partner aziendali per la nostra stessa sopravvivenza.
David
Beasley, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite,
è intervenuto a Davos e ha dato notizie positive. Guardate i suoi brevi
commenti.
Nel
suo discorso ufficiale al WEF, Beasley ha spiegato che la situazione alimentare
globale era già grave prima della guerra in Ucraina, ma che da allora la
situazione si è aggravata fino a diventare quella che ha definito la peggiore
crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale.
Poi
c’è l’inquietante copertina dell’Economist Magazine. Si tratta di una
pubblicazione di proprietà dei Rothschild che si rivolge all’élite dei
globalisti. La copertina raffigura un campo di grano, con i chicchi di grano
rappresentati come teschi, e il titolo è “La catastrofe alimentare in arrivo”.
Conservative
Playlist riporta che la Fondazione Rockefeller, un altro club globalista con
legami con Bill Gates, Schwab e il WEF, ha recentemente avvertito che una crisi
alimentare globale di proporzioni bibliche dovrebbe arrivare alle nostre porte
entro cinque o sei mesi.
Il
presidente della Fondazione Rockefeller, Rajiv Shah, ha descritto ciò che si
prospetta come una “crisi alimentare massiccia e immediata” che colpirà il
mondo intero, senza lasciare alcun Paese indenne.
Non si
tratta di comunismo perché, se lo fosse, le grandi aziende non sarebbero tutte
coinvolte. Si
tratta di tecnocrazia, che utilizza il potere della raccolta dei dati e della
tecnologia di sorveglianza avanzata, che sfrutta in ogni punto di contatto: in campo medico, nei media e nei
social media, nella scienza, nell’istruzione, a livello di vendita al dettaglio,
a livello militare e di biosicurezza.
Ma
come, si chiede la gente, faranno in modo che non possediamo nulla e affittiamo
tutto dai miliardari e multimilionari?
Dico a
queste persone che se fossero sveglie vedrebbero la risposta alla loro domanda
in tempo reale.
Creando
sempre più denaro e facendo deliberatamente scendere il valore del dollaro, la
Federal Reserve e il sistema bancario vi costringono a pagare di più per meno.
Per
sopravvivere, sia che apparteniate al ceto medio-basso, al ceto medio-alto o al
ceto medio-alto, pagherete di più per lo stesso litro di benzina, gli stessi
generi alimentari e gli stessi vestiti che avevate prima.
Per un
po’ di tempo si può risparmiare comprando meno e riducendo gli sprechi, ma dopo
un po’ si cercherà di ridimensionare l’auto, la casa, il cibo, tutto.
Ecco
perché Mayer Rothschild ha detto: “Non mi interessa chi fa le leggi di un paese
finché controllo i suoi soldi”.
Il
piano è di farti pagare tutto al punto da prendere in affitto un piccolo
appartamento in città vicino a una linea ferroviaria, sostituendo il tuo SUV
con una mini auto elettrica (se te lo puoi permettere) o anche una bicicletta.
Guarda la Cina. Questo è il futuro che hanno pianificato per noi.
Più
dolore viene causato, più le élite si avvicinano alla possibilità di attuare il
loro Grande Reset, con codici digitali QR attaccati a ogni essere umano che
contengono tutte le vostre cartelle cliniche su un’applicazione per cellulare e
che collegano l’applicazione anche al vostro conto bancario e alla vostra
capacità di accedere a Internet. Questo è l’obiettivo.
Ma
ecco l’inghippo.
Le
élite globaliste miliardarie sanno che il loro piano è impopolare.
Sanno
che almeno la metà della popolazione dei Paesi ricchi non accetterà mai di buon
grado questo piano. Dovranno essere costretti in un momento di crisi orribile
come la guerra o un’ondata di “emergenze di salute pubblica” e l’estrema
privazione che tali crisi causano.
Poiché
la stragrande maggioranza degli americani soffre di un pregiudizio di estrema
normalità, non può vedere cosa sta per accadere. Saranno colti completamente
alla sprovvista. Le sporadiche carenze che vedono ora nei negozi di alimentari,
queste persone credono che si tratti solo di un inconveniente temporaneo che si
risolverà presto. Niente di cui preoccuparsi.
Non
vedono che la guerra e la carestia sono proprio dietro l’angolo. Quindi, quando
arriveranno, saranno dominati dalla paura e dalla confusione. I livelli di
ansia saranno alle stelle.
La
maggior parte si sottometterà al sistema bestiale che viene eretto sulla scia
di queste crisi prestabilite.
Per la
regola dei terzi, il 25 e il 30% non si sottometterà mai a questo tipo di
sistema. Lo abbiamo visto l’anno scorso con i vaccini, quando circa il 70%
degli americani ha ceduto alla pressione del “fai la puntura”, ma il 30% ha
resistito con forza.
Ora
Stephane Bancel, amministratore delegato di Moderna, ammette che nessuno vuole
i suoi vaccini e che deve buttarli via, 30 milioni di dosi per l’esattezza.
È molto triste.
Il
punto cruciale per le élite è questo: La popolazione è troppo grande e
ingestibile per il tipo di società basata sulle risorse e sul controllo totale
richiesto dalla loro tecnocrazia distopica, e se c’è qualcosa che una
tecnocrazia non può tollerare è una popolazione consistente di persone che non
sanno stare al loro posto. Credono ancora nella libertà di parola, nel Primo e nel
Secondo Emendamento, nel fatto che le persone nascono maschi o femmine, cose
all’antica come queste. Devono essere eliminati.
La
fase di uccisione: Come si fa ad abbattere la popolazione?
Per
questo motivo, siamo entrati nella fase di eliminazione del Grande Reset.
Tutto
ciò che stanno facendo in questo momento, le cosiddette parti interessate, sta
causando la morte prematura delle persone in alcuni Paesi chiave, dove abbiamo
grandi popolazioni della classe media che sono abituate a vivere in modo
relativamente libero.
Non
sono adatti alla società della sorveglianza totale, in cui i vostri movimenti
sono monitorati in tempo reale, le vostre abitudini di spesa sono monitorate e
valutate, le vostre abitudini alimentari sono monitorate (la carne sarà un
“trattamento raro”, dice il WEF). Tutte le attività della vostra vita saranno
monitorate per calcolare e tracciare la vostra impronta di carbonio e valutare
il vostro punteggio complessivo di credito sociale.
Diamo
un’occhiata ai punti di attrito nella società in questo momento, fomentati
dalle élite globaliste che gestiscono tutto, dai sistemi monetari e bancari
alle grandi aziende, ai media, a Big Pharma e Big Tech.
Crolli
di catene di approvvigionamento fabbricati e carenze di cibo, fertilizzanti e
carburante, che porteranno alla carestia. Guardate il video qui sotto del
deragliamento di un treno domenica scorsa ad Alberta, in Canada: il treno
trasportava 43 container di potassa per il fertilizzante azotato di cui c’è
disperato bisogno.
Promuovere
vaccini killer e richiami, con il ritorno dell’obbligo vaccinale probabile
entro l’autunno.
Fomentare
i disordini civili, le sparatorie di massa e il conseguente gaslighting dei
proprietari di armi americani con la retorica incendiaria proveniente dalla
Casa Bianca. I media faranno da spalla all’amministrazione Biden quando questa
si impegnerà per l’adozione di misure di controllo delle armi a livello
nazionale.
Joe
Scarborough e Mika Brzezinski della MSNBC sono solo due dei tanti media che
fanno propaganda per conto delle agenzie di intelligence statunitensi. Dopo le
sparatorie di massa a Buffalo e a Uvalde, in Texas, Mika e Joe hanno ribadito
il messaggio che è giunto il momento che il governo dichiari illegali alcuni
fucili.
Questo
tipo di retorica, che minaccia di disarmare gli americani rispettosi della
legge in un momento in cui la criminalità è fuori controllo, non farà altro che
aumentare la voglia di comprare armi per proteggersi.
L’escalation
della loro guerra per procura contro la Russia in una guerra regionale e infine
mondiale. La Cina si giocherà la partita per Taiwan e l’Iran potrebbe
prendersela con Israele. La Russia e la Cina sono semplicemente più preparate a
questa guerra rispetto agli Stati Uniti e all’Europa.
Alimentare
l’ossessione globalista per la mania dei transgender LGBTQ, al punto che è
sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto dei vostri figli, a scuola, nei campi
estivi, nei Boy Scout e nelle Girl Scout, persino in molte chiese. Questo
indebolisce ulteriormente il bacino di giovani confondendoli sul proprio genere
e, insieme alla spinta di gay e lesbiche, fa sì che nascano meno bambini.
Tutte
le politiche sopra descritte mirano a un unico obiettivo: lo spopolamento di
massa.
Torno
all’analisi fatta dalla Deagel Corp. diversi anni fa.
Deagel
è un appaltatore militare che nel 2014 ha pubblicato una previsione di
massiccia riduzione della popolazione fino all’anno 2025, quando l’America
sarebbe scesa a soli 99 milioni di persone dagli oltre 330 milioni del 2014. Le
nazioni dell’Europa occidentale, in particolare il Regno Unito e la Germania,
vedrebbero un calo demografico altrettanto drastico.
In
base ai calcoli di Deagel, ammesso che si rivelino anche solo lontanamente
accurati, i luoghi più insicuri in cui vivere nei prossimi tre anni saranno gli
Stati Uniti e il Regno Unito, seguiti dalla Germania e poi dal resto dei Paesi
dell’Unione Europea. Questa previsione demografica è stata così controversa,
mostrando riduzioni della popolazione dell’80% negli Stati Uniti e tra il 50 e
l’80% per quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale, tanto che lo studio è
misteriosamente scomparso dal sito web di Deagel post Covid nel marzo 2022.
Fino
all’impatto della “pandemia” Covid e della conseguente campagna di vaccinazione
di massa, molti ricercatori si grattavano la testa osservando i fogli di
calcolo di Deagel. Ma ora cominciano ad avere più senso.
Il
ricercatore Craig Paardekooper ha
recentemente pubblicato il suo
rapporto sulle previsioni dello
spopolamento globale basato su un aggiornamento dei numeri di Deagel . Puoi
vedere le sue previsioni aggiornate per ogni paese. Mostra che gli Stati Uniti
perdono il 70,2% della loro popolazione e il Regno Unito che perde il 78,5%
entro il 2025.
[N.D.R.
di OZ ALESSIA C. F. ALKA, vi giro qua sotto una analisi fatta dal mio caro
amico, GRAZIE BERNY.]
Le
previsioni di Deagel sembravano così inverosimili nel 2014 che alcuni hanno
accusato Deagel di essere impegnato in un’operazione psichica. Ma forse Deagel
aveva buone fonti a sostegno della sua analisi. Dopo tutto, la Fondazione
Rockefeller aveva pubblicato la sua analisi “Lockstep” nel 2010, garantendo che
le grandi pandemie avrebbero spazzato via decine di milioni di persone, e Bill
Gates, l’uomo più ricco del mondo, era già entrato nella fase dei vaccini nel
2014, avendo spostato la sua attenzione qualche anno prima dai computer ai
vaccini.
Naturalmente
sappiamo che la prima “linea guida” incisa sul monumento delle Georgia
Guidestones recita: “Mantenere l’umanità al di sotto di 500.000.000 di persone
in perenne equilibrio con la natura”, il che rappresenta una riduzione di oltre
il 90% degli abitanti della Terra. Un obiettivo che sembrava oltraggioso fino a quando
non si è capito il senso della morte per avvelenamento e la prospettiva di una
carestia globale e della Terza Guerra Mondiale, appena al di là dell’orizzonte
dei titoli dei giornali quotidiani.
In
conclusione: Viviamo in tempi strani, e credo che siano i tempi della fine.
Dobbiamo tutti concentrarci sul temprare noi stessi fisicamente, mentalmente ed
emotivamente per ciò che sta arrivando in America nei prossimi tre anni,
rendendoci conto che il regno più importante è quello di temprare noi stessi
spiritualmente.
Dio vi
benedica tutti mentre vi preparate.
(leohohmann.com/2022/05/26/globalists-have-entered-the-kill-phase-of-great-reset-remember-the-deagel-population-forecast-it-now-makes-total-sense/)
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