Lo stato è una organizzazione criminale.

Lo stato è una organizzazione criminale.

 

 

Argentina, Milei da Porro:

“Lo Stato è un’associazione criminale.”

Lapresse.it – Redazione – (12 – 2 – 2024) – ci dice:

 

L'intervista con 'Quarta Repubblica' in occasione della sua visita in Italia.

“Sento un profondo disprezzo per lo Stato.

Ritengo che lo Stato sia il nemico, io penso che lo Stato sia un’associazione criminale “.

Lo ha detto il presidente dell’Argentina Javier Milei, intervistato da Nicola Porro a ‘Quarta Repubblica‘ su "Rete quattro" in occasione della sua visita in Italia.

 “Di fatto lo Stato è un’associazione criminale in cui un insieme di politici si mettono d’accordo e decidono di utilizzare il monopolio per rubare le risorse del settore privato “, ha argomentato Milei.

Milei: lo Stato è un’associazione criminale

, il comunismo una malattia dell’anima.

Ilsole24ore.com – Redazione – (13 – 2 – 2024) – ci dice:  

 

«Filosoficamente sono anarcocapitalista e quindi sento un profondo disprezzo per lo Stato. Io ritengo che lo Stato sia il nemico, penso che lo Stato sia un’associazione criminale», ha detto il presidente argentino.

 

Javier Milei ribadisce i suoi concetti anti-Stato anche in occasione della sua visita di Stato a Roma.

 «Filosoficamente sono anarcocapitalista e quindi sento un profondo disprezzo per lo Stato. Io ritengo che lo Stato sia il nemico, penso che lo Stato sia un’associazione criminale», ha detto il presidente dell’Argentina in un’intervista che andrà in onda questa sera su Retequattro.

 Milei è a Roma per incontrare il Papa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni.

«Lo Stato e un’associazione criminale».

«Di fatto lo Stato è un’associazione criminale in cui un insieme di politici si mettono d’accordo e decidono di utilizzare il monopolio per rubare le risorse del settore privato», dice nell’intervista al programma «Quarta repubblica».

 «Il metodo dello Stato è rubare.

Ogni volta che vai a comprare qualcosa in un luogo, lo Stato ti deruba tramite le tasse;

 quindi, lo Stato ti ruba tutti i giorni», continua il presidente argentino.

«Lo Stato ha il potere di arrestare le persone mentre i politici non vedono conseguenze, non vedono i loro poteri in gioco.

 Ma in questo mi sono reso conto che l’unico modo di entrare nel sistema è dinamitare il sistema», afferma.

«Comunismo malattia dell’anima».

Io originariamente pensavo che il comunismo «fosse un problema mentale», perché «il socialismo puro è stato sconfitto dalla teoria economica e ho pensato prima che fosse un problema di indole, di carattere mentale.

 Ma, poi, mi sono reso conto che era qualcosa di molto peggio, che era una malattia dell’anima.

 Quando il socialismo è stato applicato bene, hanno assassinato più di 6 milioni di esseri umani».

Rispondendo a un commento del conduttore secondo cui «i comunisti non esistono più», il leader argentino ha affermato:

 «Ah, non esistono? Vi sono molti socialisti, che a lungo termine vogliono arrivare a questo.

Sono comunisti vigliacchi».

 

 

 

 

IL “LIBERISMO” DI MILEI E DI BEZOS,

OVVERO IL SOLITO SOCIALISMO PER RICCHI

Comedonchisciotte.org - Redazione CDC – Comidad – (08 Aprile 2024) – ci dice: 

 

“Aleksandr Herzen” diceva che il nichilismo non è il voler ridurre le cose a nulla, bensì riconoscere il nulla quando lo si incontra.

La nulliloquenza non sarebbe difficile da individuare, dato che consiste nel muoversi costantemente su categorie astratte senza mai scendere nel dettaglio concreto.

Purtroppo a volte è sufficiente drammatizzare la mistificazione nel modo giusto per far cascare l’uditorio nell’illusione.

 

Nel gennaio scorso ci hanno raccontato la fiaba sul liberista, “libertario” e “anarco-capitalista”” Xavier Milei”, neo-presidente dell’Argentina, che ha osato addentrarsi nella tana dei lupi, il “Forum di Davos”, per cantarle chiare a quei “comunisti” che vorrebbero renderci “poveri e felici”.

“Milei” ha inondato la sala con un mare di chiacchiere solcato dai vascelli fantasma della libera impresa e del libero mercato.

Meno male che all’ultimo (ma proprio all’ultimo) ha fatto un riferimento, icastico quanto estemporaneo, ad un oggetto fin troppo materiale e “tangibile”;

quindi adeguato al contesto, dato che “Jill Abramson”, ex direttrice del “New York Times”, aveva appunto definito il “World Economic Forum di Davos” un “circolo di segaioli”.

La narrazione di Milei si basa su due soggetti incerti; dei quali il primo (il liberismo) non esiste per niente, è puro narcisismo dei ricchi in chiave mitologica;

mentre il secondo soggetto (il socialismo) esiste sì, ma in due versioni completamente opposte e divergenti, di cui una è assidua e costante (il socialismo per ricchi), e l’altra (il socialismo per poveri) è invece episodica e precaria.

 

A proposito di imbonitori “ultraliberisti”, c’è il precedente della “Thatche”r, quindi sappiamo già dove sta il trucco e dove bisogna andare a scoprirlo.

Vuoi vedere che anche Milei, come la Thatcher, mentre parla di riduzione delle tasse in realtà aumenta le accise sui carburanti?

 Ma guarda un po’, è proprio così.

 Il prezzo della nafta in Argentina, a causa delle nuove tasse di “Milei”, è raddoppiato.

 Ora i cittadini comuni per spostarsi e riscaldarsi devono spendere il doppio.

 Ancora una volta le “false promesse liberiste” si risolvono in uno spostamento del prelievo fiscale dai contribuenti ricchi a quelli poveri attraverso le imposte indirette.

Del resto il governo deve riempire le bolle finanziarie con sussidi e sgravi fiscali alle imprese private; e allora dove si prendono i soldi?

Dai contribuenti poveri.

Il trucco retorico dei “liberisti” sta nel dire “tasse” riferendosi solo alle imposte sul reddito e non a quelle sui consumi, che sono invece le più importanti.

Milei ha detto che lo Stato è un’organizzazione criminale. Appunto, e lui ne è una prova vivente.

La questione però è più complicata, perché il cosiddetto Stato esiste in forma di apparati, purtroppo come soggetto giuridico-politico-istituzionale rimane a livello di astrazione.

I veri attori in campo sono le lobby, la cleptocrazia delle cosche d’affari, che sono trasversali al pubblico ed al privato, ed anche al legale ed all’illegale.

L’impresa capitalista è composta da tre funzioni, quella produttiva (che spesso è la meno importante), poi c’è la finanza, con l’artificiosa lievitazione del valore di un’impresa in Borsa;

 ed infine c’è il lobbying, ovvero l’intreccio tra impresa e potere politico, la commistione tra privato e pubblico, cioè il caro vecchio conflitto di interessi; o, per essere ancora più precisi, la corruzione.

Oltre Milei oggi i “fan della fede liberista” hanno anche un altro idolo, il boss di Amazon, Jeff Bezos, che, ad onta del cognome ispanicheggiante, vanta purissime origini ariane.

Secondo gli ultimi spot pubblicitari Bezos è persino pronto a portarci sulla Luna e su Marte.

Il segreto di Pulcinella alla base del successo di Bezos è la porta girevole tra pubblico e privato.

Il quotidiano “Politico” è riuscito a contare i casi di sessantasei funzionari passati dalla carriera pubblica a posti di rilievo in Amazon.

Con questi metodi Amazon può annoverare tra i suoi clienti non solo i fessi come noi, ma anche la CIA, a cui fornisce servizi informatici.

Si potrebbe anche legittimamente supporre che Bezos (e i vari Jobs, Gates, Zuckerberg, Musk) siano solo dei prestanome e sponde esterne di cosche interne all’apparato governativo.

 Tra le funzioni del lobbying c’è il confondere le carte in tavola, perciò c’è anche un secondo segreto del successo;

 infatti sono necessari esperti di pubbliche relazioni addetti a screditare le denunce della corruzione e del conflitto di interessi;

il trucco è semplicissimo: basta aggiungere ai fatti veri qualche dettaglio demenziale, come i “rettiliani”, e il tutto potrà essere liquidato come teoria del complotto.

Il problema è che i fatti sono lì in evidenza, e non c’è bisogno di ricamarci su o di dare retta agli orpelli posticci.

Gran parte (o la quasi totalità?) della cosiddetta “sinistra” si è innamorata della psico pandemia, vista come grande occasione di affermare valori socialisti e di castigare gli istinti liberisti.

Bisognerebbe rendersi conto che le lobby condiscono i loro spot pubblicitari con qualsiasi ingrediente possa suggestionare il pubblico, perciò tutto fa brodo, va bene pure il collettivismo.

Come volevasi dimostrare, il “socialismo pandemico”, con il divieto della libertà di circolazione per i comuni cittadini, è stato il paradiso del “liberismo” di Amazon.

Per capire se si tratta di socialismo per ricchi o di socialismo per poveri, occorre guardare non genericamente ai “valori”, bensì alla distribuzione del reddito ed alla concentrazione della ricchezza;

ed alla fine si è visto che il “socialismo pandemico” era socialismo ad uso esclusivo dei ricchi.

 

Infrangendo il record di Fatima, esistono anche un terzo ed un quarto segreto di Pulcinella alla base del successo di Amazon.

Il terzo segreto è stare in tutti i teatri di guerra, infatti è lì che girano più soldi.

La porta girevole tra CIA ed Amazon serve a qualcosa, perciò l’azienda di Bezos è diventata la principale fornitrice di servizi informatici del governo ucraino.

Il quarto segreto è che il filantrocapitalismo non guasta mai, perciò Amazon ricicla un po’ di profitti nel paradiso fiscale del “non profit”, cioè nella beneficenza a favore dell’Ucraina.

Il sito di Amazon riporta tutti i passaggi di questa marcia trionfale, ma solo fino all’anno scorso, cioè al fallimento della controffensiva ucraina; dopodiché anche il quotidiano “Washington Post”, che è di proprietà di Bezos, ha cominciato a disinnamorarsi di Zelensky.

Manco a dirlo anche Microsoft si pavoneggiava per l’aiuto fornito all’Ucraina; cento milioni di dollari in servizi tecnologici.

Poca cosa se si considera che le multinazionali si sono spartite una torta di finanziamenti bellici di oltre cento miliardi stanziati da USA e NATO. Alla fine però Zelensky ha portato sfortuna.

 O è stato Bill Gates?

Chi prende sul serio le “buffonate liberiste” di Milei, dovrebbe ricordarsi che i maggiori clienti delle imprese private sono sempre i governi, quindi la spesa pubblica.

E tra i governi clienti di Amazon non poteva mancare il più bellicista di tutti, Israele.

 Visto com’è andata il 7 ottobre scorso, bisogna dire che i servizi di controllo digitale forniti da Amazon al governo israeliano non sono molto “performanti”.

Ma tra i segreti del successo capitalistico c’è anche quello di rifilare costosi bidoni.

(Comidad) – (comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=1207).

 

 

 

LA PROPAGANDA SUL SALARIO

MINIMO È FUMO NEGLI OCCHI

PER MANTENERE PAGHE DA FAME.

ComeDonChisciotte.org - Daniele Ioannilli - Redazione CDC – (10 Aprile 2024) -  ci dice: 

 

Istituito a Bacoli il salario minimo di 9 euro all’ora. Una buona notizia che nasconde una spietata verità.

 La propaganda e la politica spostano sul locale quello che già si potrebbe e si dovrebbe garantire a livello nazionale.

La propaganda sul salario minimo è fumo negli occhi per mantenere paghe da fame.

Nonostante a livello parlamentare l’approvazione del salario minimo nazionale, concordato a 9 euro l’ora, sia ancora in alto mare, a Bacoli, in Campania, il sindaco ha deciso che chiunque si aggiudichi appalti o concessioni pubbliche a quel salario orario si dovrà attenere.

 Una decisione senz’altro da plaudire, specie in quelle zone d’Italia come la Campania dove la normalità per molte persone è lavorare per meno di 5 euro l’ora.

Ma perché allora se può farlo un comune piccolo come Bacoli, non possono farlo altri ben più importanti, per non parlare di realtà ricche come Roma, Firenze o Venezia?

La povertà sarebbe sconfitta!

 

Non si fa perché la realtà è sempre più complessa di uno slogan, purtroppo.

Ma cos’è questo “salario minimo garantito”?

L’ho hanno tutti i paesi europei?

Perché non arriva una bella direttiva europea a mettere tutti d’accordo?

In Europa questo salario minimo, ovvero la paga oraria minima che deve essere corrisposta a un lavoratore, esiste.

Ma non per tutti, su 27 paesi solo 5 non la adottano, e sono Italia, Danimarca, Svezia, Finlandia e Austria.

Paesi molto diversi tra loro e di questi solo l’Italia fa parte dei cattivi “piigs” (ve li ricordate?).

Questo ci dice che già ora il lavoratore può essere retribuito dignitosamente anche senza questo salario minimo.

Per la situazione particolare dell’Italia, questo salario non è stato ancora istituito a livello nazionale perché esistono i contratti collettivi nazionali di categoria (i CCNL) che coprono già un buon 80% dei lavoratori come richiesto dall’Unione Europea.

E molti CCNL sono già sopra i 9 euro l’ora come retribuzione minima oraria.

 Ed inoltre la retribuzione è lasciata alla contrattazione di categoria a mezzo appunto dei CCNL che vengono periodicamente ricontrattati per adeguare le retribuzioni alle condizioni economiche del momento (almeno nelle intenzioni, poi sappiamo bene come vanno le cose…).

Inoltre, notizia alla quale non è stato dato molto risalto, dal 25 marzo scorso è stato approvato il primo CCNL del settore “Multi Manifatturiero” (termine generico che va dal tessile alla chimica alla gomma etc…) che fissa la paga base oraria ad almeno 9 euro.

Anche se per il datore di lavoro non è obbligatorio aderire al CCNL di categoria (per vari motivi) questi è comunque tenuto per legge a rispettare il trattamento economico minimo in esso concordato.

Quindi volendo anche senza una legge nazionale questi 9 euro l’ora il lavoratore li potrebbe già prendere.

 Ma questo continua a non avvenire, perché?

Perché è un illecito!

 Dare 2, 3 o 4 euro l’ora è un comportamento contro la legge e non c’è norma che possa combattere questo ad eccezione del controllo degli organi preposti.

Se lo Stato vuol garantire una retribuzione dignitosa, come prescrive la Costituzione, deve fare solo due cose:

Adeguare per legge il salario alle reali condizioni socio economiche del momento, che con gli strumenti attuali sono obbligare a rinnovare i CCNL annualmente ed in modo vero.

Controllare, che non significa fare lo Stato di Polizia, significa solo controllare.

Perché chi vuol retribuire bene un lavoratore lo può e lo fa già.

 Chi invece vuole sfruttarlo lo farà comunque perché è un illecito e come tale non si cura di cosa prescrive la legge.

Puntare tutta l’attenzione mediatica su questo salario minimo come risolutore dei problemi è solo fumo negli occhi.

(Daniele Ioannilli).

(ansa.it/campania/notizie/2024/04/06/bacoli-vara-il-salario-minimo-9-euro-lora-stop-schiavitu_1f95d38b-5a42-4ba2-892a-770a0b0d3642.html).

 

 

 

 

“Lo Stato Illegale”. Mafia e politica

da Portella della Ginestra a oggi –

di “Gian Carlo Caselli, Guido Lo Forte”

Eurispes.eu – Libro editore La Terza – (10-2-2020) -Gian Carlo Caselli, Guido Lo Forte – ci dicono:

 

Oltre un ventennio ci separa dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio del 1992 e da quelle di Firenze, Milano e Roma del 1993.

Una tragedia nazionale che allora sembrò scuotere definitivamente le coscienze e provocare una reazione finalmente determinata dello Stato contro la mafia.

Eppure, la mafia è rientrata in una fase di integrazione con articolazioni del potere legale, economico e politico che condiziona l’intero Paese.

Occorre quindi interrogarsi sulle ragioni per cui, dopo il decennio alto dell’antimafia giudiziaria seguito alla stagione stragista del 1992-93 (che ha raggiunto, sul piano repressivo, risultati senza precedenti), la mafia sia tornata a essere forte sul territorio.

Per rispondere a questo interrogativo, è necessario volgere indietro lo sguardo e ripercorrere una serie di tappe che prendono le mosse dalla strage di Portella della Ginestra, il 1° maggio 1947, e arrivare fino a oggi.

La tesi che emerge in queste pagine è che le mafie – quella siciliana come le altre – non sono tanto il prodotto di una arretratezza economica e culturale, di una mentalità arcaica, quanto di una specifica caratteristica della società e dello Stato.

Cosa nostra è una organizzazione criminale che ha affermato in maniera sostanzialmente indisturbata la propria ‘sovranità’ di Stato illegale su un territorio ben determinato, che è quello della Sicilia occidentale e che ha in Palermo la sua capitale.

Come tutti gli Stati, anche Cosa nostra ha una sua politica interna, che si attua nell’ambito di una costituzione formale (e, quindi, di una struttura con organi gerarchicamente ordinati), e un suo ordinamento giuridico con un sistema compiuto di istituti, norme e sanzioni.

 E ancora, come tutti gli Stati, pure Cosa nostra ha una sua storia, intessuta di trame e conflitti, che modifica continuamente le relazioni esterne.

La mafia non costituisce, dunque, una semplice anomalia del nostro Paese, ma l’esplicazione di un modello di sviluppo inquinato e inquinante che frena e ostacola lo sviluppo del Mezzogiorno e del Paese.

 

 

 

Cosa si intende per criminalità

organizzata e come funziona.

 Geopop.it – (4 Giugno 2023) - Samantha Maggiolo – ci dice:

 

Gli individui che compongono le organizzazioni criminali condividono una specifica visione del mondo e danno vita ad organizzazioni con lo scopo di delinquere, ma non solo.

Molti di noi conoscono, almeno di nome, alcune delle più famose organizzazioni criminali, anzitutto quelle italiane (le mafie come Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta e le altre) e poi quelle estere come la Triade cinese, il Cartello di Medellín o la Yakuza giapponese.

 In Italia, per molto tempo l’esistenza della mafia è stata negata.

Oltre ad avere radici antiche, è un fenomeno molto complesso che muta nel tempo e nello spazio.

 Anche se ciascun fenomeno di criminalità organizzata è unico e a sé, è possibile individuare alcuni caratteri ricorrenti.

Qui proveremo a darne una panoramica.

 

Cosa si intende per criminalità organizzata.

Le organizzazioni criminali, al pari di qualsiasi altra organizzazione, sono costituite da un insieme di soggetti che intendono perseguire un obiettivo comune.

In questo caso, l’obiettivo è criminoso (riciclaggio di denaro, estorsioni, contraffazione ecc.) e punta al profitto in senso economico.

Tuttavia come vedremo, anche le componenti ideologiche, politiche e sociali sono fondamentali affinché queste organizzazioni durino nel tempo.

Le radici delle organizzazioni criminali sono da ritrovarsi nelle comunità di pirati, briganti e banditi che in passato attaccavano le vie commerciali.

Oggi i gruppi criminali sono sparsi in tutto il mondo e commettono perlopiù reati che riguardano il traffico di droga e di esseri umani (come nel caso della prostituzione), le migrazioni illegali, l'estorsione, il riciclaggio di denaro.

 

Pur se “mafia” fa riferimento allo specifico contesto italiano, in questa sede e nel gergo comune si è soliti utilizzare il termine per fare riferimento a qualsiasi forma di criminalità organizzata, usando il suo significato in senso estensivo.

Le caratteristiche dei sistemi mafiosi.

I fenomeni mafiosi possono essere analizzati secondo diversi approcci, tra cui quello giuridico e quello sociologico.

Il primo si pone come obiettivo “principale” quello di colpire le organizzazioni mafiose e si basa sull’articolo 416 BIS del nostro Codice Penale, che definisce il reato di associazione mafiosa come segue:

L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per gli altri.

L'approccio sociologico ha invece l'obiettivo di spiegare e studiare il fenomeno mafioso, a partire dagli elementi che lo definiscono e lo differenziano da un qualsiasi altro fenomeno organizzativo.

 Questi sono:

il controllo del territorio: la criminalità organizzata cerca di “rendersi invisibile” e allo stesso tempo necessita di essere percepita come presente e influente dalla società.

Si mescola alla società civile, esercita il proprio controllo con alleanze, violenza, potere (denaro e lavoro), eliminando i “nemici” e rendendosi indispensabile (per esempio può mettere a disposizione dei prestiti, offrire lavoro, protezione ecc.);

il patto mafioso e i rapporti di dipendenza personali: nei clan mafiosi l’autonomia non è contemplata se non nel senso del tradimento. Le famiglie stesse offrono ai figli protezione in cambio di fedeltà e obbedienza;

la violenza come mezzo regolatore dei conflitti e per la vendetta;

la capacità organizzativa: le organizzazioni criminali solitamente sono accuratamente strutturate, con ordini gerarchici, duraturi, stabili e una chiara divisione di compiti e ruoli;

una costruzione culturale-ideologica: vivere in una organizzazione criminale significa avere una ben precisa “filosofia di vita”, un modo di pensare, una specifica concezione della società, un codice morale, che riguarda non solo chi ne fa parte direttamente, ma anche chi ha modo di entrarne in contatto (per esempio gli abitanti di un paese, di un quartiere).

 La sottocultura mafiosa viene generalmente tramandata ed appresa in famiglia.

 Le associazioni mafiose usano riti, codici, simboli e linguaggi (anche non verbali, per esempio i tatuaggi);

la famiglia prima dell’individuo: la rappresentazione vuole che la famiglia sia forte e che l’individuo da solo sia debole.

Le famiglie mafiose onorano modelli del coraggio, della magnanimità, della virilità e della forza.

Le donne sono poste in una condizione di subordinazione seppure in alcuni casi possono avere un ruolo molto importante nel mantenimento della cultura mafiosa;

Il concetto di onore, omertà e segreto: l’omertà è trasmessa come un “codice” di generazione in generazione e rappresenta contemporaneamente il senso di appartenenza al gruppo e di distinzione con ciò che sta fuori (lo Stato, ad esempio).

 In questo senso un elemento caratteristico della comunicazione è l’uso dell’oralità.

 I messaggi possono essere tramandati per lunghissimo tempo senza che ci sia la necessità di trascriverli (questo per mantenere la segretezza);

la capacità economica-imprenditoriale: questa non garantisce soltanto l’accumulo di beni e denaro, ma rafforza l’organizzazione consentendole di espandersi risalendo sempre di più le posizioni dominanti nel tessuto economico.

 

Le mafie in Italia: alcune differenze.

Se abbiamo detto che da un lato le organizzazioni di stampo mafioso hanno dei tratti in comune, è bene ricordarsi che ciascuna ha le proprie peculiarità.

Nel caso italiano, ma non solo, le organizzazioni criminali si distinguono per:

l’uso della violenza: in alcuni casi è usata molto raramente e solo per “necessità”, in altri viene perpetrata anche "inutilmente";

i diversi rapporti che hanno con il potere politico: per esempio, alcuni gruppi sono interessati a insediarsi in affari di piccole dimensioni senza esporsi troppo, altri cercano di arrivare ai vertici o di intrattenere rapporti diretti con i vertici della società;

i modelli di organizzazione interna: le organizzazioni possono essere verticali o più “orizzontali”;

le modalità di accesso e iniziazione: ovvero quelle attività che sanciscono un confine e sottolineano il passaggio di chi entra a far parte dell’organizzazione certificandone l’appartenenza;

gli affari economici che gestiscono: si va dall'estorsione, al gioco d'azzardo, al traffico di rifiuti, al commercio di stupefacenti o allo sfruttamento della prostituzione (per esempio, la Sacra Corona Unita è maggiormente inserita nei reati di usura e traffico d’armi, Cosa Nostra nelle gare d’appalto pubbliche);

 

il modo in cui si espandono sul territorio: c'è chi è più interessato a espandersi sul territorio, chi non ha questo obiettivo e preferisce concentrarsi sugli affari;

i rapporti tra famiglie e i clan: troviamo famiglie con una rigorosa differenziazione per genere, dove la gerarchia e l'impostazione patriarcale è al centro e altre in cui le donne hanno maggiori spazi di autonomia (per esempio nella Ndrangheta le donne hanno sempre avuto un ruolo di rilievo);

il rapporto con la religione: alcune organizzazioni trovano la propria legittimità morale nella religione.

 Troviamo poi alcune organizzazioni mafiose particolarmente legate a riti e simbologie cristiane.

(geopop.it/cosa-si-intende-per-criminalita-organizzata-e-come-funziona/).(geopop.it/).

MAFIA.

It.Gariwo.net – (3-4-2024) – Redazione – ci dice:

 

In breve.

Con il termine mafia si designa un particolare tipo di criminalità organizzata non soltanto siciliana, operante sia sul territorio italiano che all’estero.

Attraverso l’uso di intimidazione e violenza ottiene benefici economici per sé e soprattutto il controllo del territorio in cui opera.

Breve excursus storico.

La mafia italiana è nata in Sicilia nel 19° secolo, come braccio armato della nobiltà feudale latifondista e poi suo sostituto e intermediario nei rapporti col ceto contadino.

A metà ‘800, con l’unificazione territoriale dello Stato italiano, il governo italiano si mostra incapace di sottomettere tutti i poteri locali e a fine ‘800 la mafia stringe forti legami col ceto politico e struttura la prassi dello scambio di voti e di favori.

 L’emigrazione meridionale negli USA, all’inizio del ‘900, offre alla mafia una grande opportunità di espansione.

 Tra il 1943 e il 1945 gli americani riconoscono alla mafia il controllo del territorio per sbarcare in Sicilia.

 Negli anni ’60 del ‘900 la mafia, approfittando del boom economico, passa dalle campagne alla città, ampliando così il suo potere.

Il vero salto di qualità avviene, però, col traffico di droga, che procura enormi profitti alle cosche.

 

Lucky Luciano, mafioso italiano naturalizzato statunitense, considerato il padre del moderno crimine organizzato.

L’ 11 giugno 1948 si trova all'Hotel Excelsior di Roma.

Definizione di Mafia:

L’associazione mafiosa è definita nel nostro codice penale dall’art. 416 bis:

 ”…L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in maniera diretta o indiretta la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri…”.

In Italia rispondono a questa definizione numerose associazioni mafiose, tra cui le più note sono Cosa Nostra e la Stidda siciliane, la ‘Ndrangheta calabrese, la Sacra Corona Unita pugliese, la Camorra napoletana. Molte sono le associazioni mafiose analoghe, nate e operanti in altri Paesi: Cina (Triadi), Giappone (Yakuza), Russia, Albania, Cecenia, Turchia, Colombia.

Tutte prevedono dei riti di iniziazione per entrare a far parte dell’organizzazione, millantando un presunto codice d’onore criminale, al cui centro starebbe la difesa dei poveri e degli indifesi contro i ricchi e i potenti.

 In realtà tutte iniziano estorcendo denaro alla gente comune, taglieggiando le attività legali, per poi reinvestire il denaro così accumulato in attività illegali e traffici illeciti.

 

Il Funerale di Peppino Impastato, noto giornalista ed attivista italiano noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, si è svolto il 10 maggio 1978.

A Palermo, strage di Ciaculli: i funerali di Stato si svolsero - per le vittime di Cosa Nostra il 2 luglio 1963.

Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana, fu assassinato dalla mafia, 6 gennaio 1980.

Organizzazione e attività.

Il nostro documento sulla mafia.

L’associazione mafiosa ha come caratteristica principale la ricerca di un assoluto controllo del territorio, che la porta a volersi sostituire allo Stato di diritto nelle sue prerogative (monopolio della violenza, della legislazione e del giudizio), fino a costituirsi come contro stato.

Per realizzare i suoi scopi la criminalità mafiosa, a differenza di altre forme di criminalità organizzata, tende a mescolarsi con la società civile e ad intrattenere rapporti corruttivi col mondo politico, imprenditoriale, finanziario.

 La mafia si comporta come un potere politico totalitario, che persegue ricchezza, potere, impunità.

L’associazione mafiosa ha una struttura interna di tipo gerarchico; mantiene la segretezza sui rapporti interni all’associazione;

ha una programmazione permanente delle azioni delittuose;

si avvale dell’intimidazione, della corruzione e della violenza per mantenere il controllo del territorio;

reinveste gli utili tratti dalla sua attività;

ha un rapporto stabile con uno o più studi legali che lavorano esclusivamente per il gruppo criminale e sono in grado di difenderne costantemente gli associati.

Le attività che caratterizzano le organizzazioni mafiose (principalmente armi, droga, traffico di capitali e di esseri umani, scommesse e gioco d’azzardo, usura, intermediazione commerciale soprattutto in campo agricolo, smaltimento di rifiuti) le portano ad allargare costantemente la loro sfera d’azione, ben oltre i confini nazionali.

Il fatturato complessivo annuo delle attività mafiose è stimato in 130 miliardi di euro.

Ecco Rocco Chinnici sul luogo dell’omicidio di Pio La Torre insieme a Giovanni Falcone, 30 aprile 1982.Giovanni Falcone e Paolo Borsellino durante un convegno a Palermo su “Mafia e Politica”, 27 marzo 1992.

La Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie a Milano, 21 marzo 2010.

Antimafia.

La società civile inquinata dalla mafia perde a poco a poco i propri diritti fondamentali:

 il diritto di voto, il diritto alla proprietà, alla libertà, alla democrazia. Ciò che non si ottiene con l’intimidazione e la corruzione si ottiene con la violenza.

La mafia ha ucciso politici, magistrati, poliziotti, giornalisti, negozianti, braccianti agricoli, sindacalisti, sacerdoti.

Il Parlamento italiano istituisce per la prima volta nel 1962 una “Commissione parlamentare antimafia”, composta da 25 deputati e 25 senatori, per monitorare lo status dei rapporti tra mafia e società civile e l’adeguatezza delle misure di contrasto.

La Commissione verrà rinnovata ad ogni legislatura.

Dal 1991 un’analoga Commissione d’inchiesta e di vigilanza viene istituita in Sicilia dall’Assemblea regionale siciliana, composta da 15 deputati regionali e rinnovata ad ogni legislatura.

I poteri di queste commissioni sono simili a quelli della magistratura. Vista la diffusione a livello nazionale del fenomeno mafioso, anche altre regioni italiane si sono dotate di strutture analoghe.

Rocco Chinnici.

La magistratura si organizza inizialmente attraverso pool di magistrati dedicati al fenomeno.

Il primo pool è ideato da Rocco Chinnici e portato avanti da Antonino Caponnetto.

Nel 1984 era composto da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta.

Chinnici, Falcone e Borsellino pagheranno con la vita il loro impegno: il primo nel 1983 e gli altri nel 1992.

Grazie a questo primo pool si poté celebrare a Palermo il primo maxiprocesso ai criminali appartenenti a Cosa Nostra (1986 – 1992).

Oltre ai pool viene istituita una “Procura nazionale antimafia” e una “Direzione nazionale antimafia” come coordinamento delle procure.

Molto vivace appare la società civile, che con le sue associazioni sostiene l’operato della magistratura e l’azione di contrasto alla mafia dei singoli cittadini.

A partire dai movimenti di studenti e insegnanti, animati dal professor “Nando Benign”o, alle organizzazioni antiracket, nate sull’onda dell’emozione per l’uccisione, nel 1991, dell’imprenditore Libero Grassi. Perché la mafia, per quanti affari illeciti porti avanti, non abbandona mai l’estorsione, il pizzo, primo mattone dell’edificio mafioso.

Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Intervista a Nando Dalla Chiesa.

In seguito all’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, inviato come prefetto a Palermo per il contrasto alla mafia e ucciso lì insieme alla moglie nel 1982, il figlio Nando decide di dedicare la propria attività intellettuale e lavorativa all’impegno antimafia.

Fonda la prima cattedra universitaria dedicata al contrasto alla criminalità organizzata, con tre corsi:

 “Sociologia della criminalità organizzata”, “Sociologia e metodi dell’educazione alla legalità”, “Organizzazioni criminali globali”.

Dal 2004 fonda la “casa editrice Melampo”, per sostenere le attività antimafia.

“Libera”, l’associazione che raccoglie le associazioni contro la mafia, presieduta da “don Luigi Ciotti”, ha proclamato il 21 marzo, primo giorno di primavera, “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafie”.

E dal 1996, ogni anno, il 21 marzo, viene data lettura pubblica di un lungo elenco, che è oggi di quasi mille vittime.

Nelle società inquinate dal potere mafioso non ci sono più cittadini, ma sudditi.

Quel che si perde è il diritto di avere diritti.

 Combattere le infiltrazioni mafiose non è soltanto una battaglia per la legalità, ma per i diritti fondamentali.

Il comportamento totalitario del potere mafioso, che nega i diritti fondamentali dell’individuo e sgretola la società civile nei suoi meccanismi di convivenza, ha portato ad equiparare la resistenza allo strapotere mafioso all’”opposizione dei Giusti nei contesti totalitari”.

 

Creiamo i “Giardini dei Giusti” contro la mafia.

Coloro che vivono quotidianamente la pressione del potere mafioso e vi si oppongono meritano a pieno titolo il nome di Giusti.

La presenza di Giardini dedicati ai Giusti per mafia dimostra che nel sentire collettivo questi valori sono stati largamente recepiti.

Ecco la presenza di Caterina e Giovanni Chinnici alla cerimonia di dedica dell'albero al padre, nel Giardino dei Giusti di Milano il 6 marzo 2015.

Cosi Caterina e Giovanni Chinnici sono presenti alla cerimonia di dedica dell'albero al padre, nel Giardino dei Giusti di Milano il 6 marzo 2015.

 

 

 

 

 

“Porno per Bambini”,

Inquisito chi Denuncia!

Conoscenzealconfine.it – (10 Aprile 2024) - Luca Fazzo – ci dice:

 

L’eurodeputato Carlo Fidanza (FdI) sotto accusa per diffamazione su una mostra intitolata “Porno per bambini”.

Il suo caso alla Consulta.

Un deputato non ha il diritto di attaccare una mostra intitolata “Porno per bambini”, e se lo fa deve essere processato senza potersi avvalere dell’immunità parlamentare, anche se di difendere i diritti dell’infanzia si è sempre occupato come membro del Parlamento.

Questa è la tesi del tribunale di Milano, che pur di processare l’onorevole (ovviamente di destra) ha chiesto l’intervento della “Corte Costituzionale”, per cancellare la delibera della Camera secondo cui si trattava di opinioni espresse nell’ambito del mandato parlamentare, e quindi non processabili.

Saranno così i giudici della Consulta a decidere se Carlo Fidanza, deputato di Fratelli d’Italia, deve finire sul banco degli imputati per rispondere di diffamazione ai danni di un locale milanese.

La colpa dell’europarlamentare, capodelegazione di “FdI” a Strasburgo: essersi ripreso e diffuso sui social nel 2018, quando era deputato a Monteciorio, davanti al locale:

“Siamo qui a Milano davanti a “Santeria Social Club”, locali dati in concessione al Comune di Milano dove il 13 dicembre si sarebbe dovuta aprire questa fantastica mostra ‘Porno per bambini’, che con immagini di dubbio gusto e sicuramente ambigue non avrebbe fatto altro che legittimare la pornografia.

Non ci fermiamo qui, chiediamo di vigilare su quello che viene svolto nei locali che il Comune dà in concessione, ma soprattutto vogliamo difendere i bambini e la loro innocenza da questi pazzi che la vogliono violare“.

Frasi forti, ma che per la giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio rientravano appieno nel ruolo parlamentare di Fidanza.

Invece il giudice Mattia Fiorentini ha ritenuto che fosse una via d’uscita troppo comoda.

 E si è rivolto alla Corte Costituzionale sostenendo che per avvalersi del proprio ruolo fuori da Montecitorio un deputato deve usare paro, paro i termini che usa dal suo scranno, serve “una sostanziale coincidenza con opinioni espresse in sede istituzionale”; il giudice detta anche la cronologia da seguire:

il deputato deve prima adire la sua alla Camera e solo dopo può ridirla (testualmente, si badi) in altri contesti.

Del tutto irrilevante per il giudice milanese è il fatto che le stesse cose Fidanza le abbia messe nero su bianco in una interpellanza parlamentare:

doveva prima fare l’interrogazione, e poi girare il video.

Oggi si saprà se anche la Corte Costituzionale la pensa così.

(Luca Fazzo) - (ilgiornale.it/news/politica/porno-bambini-inquisito-chi-denuncia-2306755.html)

 

 

 

 

La crisi economica e sociale globale

è un "crimine di proporzioni inimmaginabili."

Globalresearch.ca - Dr. Rudolf Hänsel – (10 aprile 2024) – ci dice:

 

L'uomo, in quanto essere auto-responsabile, non deve cedere il potere a nessuno!

Le recenti pubblicazioni sulla crisi globale mi hanno spinto a ripetere un appello già rivolto ai concittadini un anno e mezzo fa:

"Dite NO ai nuovi dittatori e ai loro crimini contro l'umanità!".

Questi hanno già iniziato a "sfoltire" l'umanità con le loro misure di emergenza Corona e vaccini killer, facendola precipitare nel caos sociale ed economico. 

Vale la pena menzionare in questo contesto, da un lato, il nuovo ebook PDF di “Michel Chossudovsky” :

"La crisi mondiale del coronavirus, il colpo di stato globale contro l'umanità" e, dall'altro, un'intervista dello scrittore e politico austriaco “Gerald Grosz” sul fallimento dei governi come "crimine di proporzioni inimmaginabili".

 

Ma non sono solo i politici al governo ad essere "riforniti" da sostenitori senza scrupoli e finanziariamente forti che falliscono vergognosamente:

anche noi cittadini falliamo perché siamo così manipolati dalla nostra educazione tradizionale da parte dello stato e della chiesa che siamo capaci di tutto tranne che di terribile NO.

Di conseguenza, continuiamo a cadere nelle lusinghe di presunte autorità e marciamo insieme a loro, come facevamo una volta sotto Hitler.

La situazione politica mondiale è diventata confusa e più preoccupante.

Quando rifletto sull'attuale situazione politica mondiale, il libro di “Michel Chossudovsky” , pubblicato un quarto di secolo fa,” La globalizzazione della povertà "GLOBAL BRUTAL”.

Mi viene in mente "Commercio mondiale, povertà, guerra" (edizione tedesca):

"L'umanità, dopo l'era della Guerra Fredda, è precipitata in una crisi economica e sociale di rapido impoverimento senza precedenti di gran parte della popolazione mondiale.

 Intere economie sono al collasso, la disoccupazione è dilagante. (...).

 Il Nuovo Ordine Mondiale si nutre della povertà umana e della distruzione dell'ambiente naturale.

Crea apartheid sociale, alimenta il razzismo e le lotte etniche (...) e spesso fa precipitare i paesi in conflitti distruttivi tra diversi gruppi etnici". (...).

 

Questa crisi globale è più devastante della “Grande Depressione” degli anni '30.

Ha implicazioni geopolitiche di vasta portata.

 Le dislocazioni economiche sono accompagnate da guerre regionali, dalla disgregazione di Stati nazionali e, in alcuni casi, dalla distruzione di interi paesi.

 È di gran lunga la crisi economica più grave della storia moderna».

Questi estratti di libri non si applicano all'attuale situazione politica mondiale?

 Ciò che manca è il pericolo di una guerra mondiale nucleare.

Finché l'uomo non si riconoscerà come un essere auto responsabile, ma delegherà ai politici la soluzione dei pressanti problemi dell'umanità, il mondo non cambierà.

Non delegare la soluzione dei problemi dell'umanità ai politici.

Non ci si può fidare dei governi, né oggi né in futuro. Soprattutto negli ultimi anni, molti aspiranti deboli, ignoranti e corrotti sono stati elevati a posizioni politiche autorevoli nel mondo occidentale, sapendo che un giorno benediranno e approveranno i crimini politici architettati dai ben noti "cospiratori del mondo" come “Klaus Schwab” (WEF) e altri.

Già nel secolo scorso, lo scrittore russo” Lev Nikolaevič conte Tolstoj” (1812-1910) scriveva nei suoi opuscoli politici che questo non era un caso:

"Si potrebbe ancora giustificare la subordinazione di un intero popolo a poche persone se coloro che governano fossero le persone migliori;

Ma non è così, non è mai stato così e non potrà mai essere così.

 Spesso comandano le persone peggiori, più insignificanti, più crudeli, più immorali e soprattutto le più mendaci.

E che sia così non è un caso".

Molti adulti guardano a questi governanti come a dei bambini, e questo ha delle conseguenze:

 la fede nell'autorità porta inevitabilmente alla fedeltà all'autorità, che di solito innesca il riflesso di un'assoluta obbedienza spirituale e la paralisi della mente.

Gli adulti non sono più in grado di pensare in modo indipendente e di giudicare razionalmente.

Questo è il motivo per cui consegnano il potere decisionale a politici di professione.

L'uomo, in quanto essere auto-responsabile, non deve cedere il potere a nessuno!

Le persone ignoranti sono così pigre che preferiscono essere guidate da presunte autorità piuttosto che dalla loro esperienza e ragione.

Questo è stato scritto già 250 anni fa dal filosofo illuminista francese “Paul-Henry Thiry d'Holbach” nel suo libro "Sistema della natura".

 

Poiché la storia è un'opera degli esseri umani, gli esseri umani devono essere cambiati quando si vuole cambiare il mondo.

Devono rendersi conto che sono esseri autonomi che possono prendere il proprio destino nelle proprie mani e non devono cedere il potere a nessun altro.

Quando queste persone affrontano il problema della guerra, per esempio, sono in grado di distinguere:

quali persone stanno facendo la guerra?

Sono solo gli altri, i governanti, o anche noi ne facciamo parte?

La psicologia scientifica è lo strumento appropriato per questa conoscenza di sé.

È una scienza sull'uomo, sulla natura umana:

come diventa, come cresce, quali esperienze e conoscenze acquisisce, come trova la sua strada nella vita.

Le sue esperienze gli vengono trasmesse soprattutto dai genitori e dagli insegnanti.

Egli è quindi il prodotto delle sue esperienze e impressioni nell'infanzia.

Già nei primi anni di vita – all'età di cinque o sei anni – il bambino ha una bussola.

Sa quindi come comportarsi.

Ha anche un'opinione sull'altro bambino e sul padre, la madre e i fratelli. Ha già il suo carattere e conosce la sua posizione nel mondo.

L'illuminazione e l'educazione sono le più importanti misure di protezione contro la guerra e tutti gli altri "ordini" disumani e che rubano la libertà delle autorità corrotte.

 L'educazione autoritaria del passato ha creato un tipo di essere umano che conosceva solo le categorie di "governare" e "servire".

Non c'è da stupirsi che questo tipo di persona non sia in grado né di risolvere i problemi sociali né di eliminare la guerra.

Le ideologie religiose e sociali, così come i privilegi nella vita sociale, impediscono alle persone di comprendere l'unità della razza umana.

Così si seminano ripensamenti tra coloro che vorrebbero dipendere da essa per assicurarsi un'esistenza tollerabile su questa terra.

Oggi sappiamo che solo i metodi psicologici dell'educazione – la rinuncia all'autorità inappropriata e all'uso della violenza, così come la comprensione dell'anima del bambino – possono sviluppare persone immuni dagli intrecci della follia del potere e non possedere più una mentalità soggiogata.

Non è ancora possibile dire quando la coscienza dell'umanità, il cui richiamo di ammonimento attraversa i secoli, si farà finalmente sentire. Ma poiché l'esistenza della razza umana dipende dal fatto che le persone professino la solidarietà di tutti gli uomini in misura molto maggiore di prima, non possiamo lasciare nulla di intentato nel prendere le misure psicologiche appropriate.

(Il Dr. Rudolf Lothar Hänsel ha conseguito un dottorato in pedagogia (Dr. paed.) e una laurea in psicologia -Dipl.-Psych.).

 

 

 

 

 

Chi deve andare? Il governo permanente

 contro il popolo.

 "Politica elettorale" e "Lo Stato Profondo".

 

Globalresearch.ca – (07 aprile 2024) - Dott. TP Wilkinson – ci dice:

 

Il presidente Kennedy era furioso con la CIA per averlo ingannato.

Aspettando diversi mesi prima di costringere il direttore della “CIA” Allen Dulles a dimettersi, Kennedy gli disse:

"In un sistema di governo parlamentare sono io che me ne andrei. Ma sotto il nostro sistema sei tu che devi andartene".

Così John F. Kennedy difese l'illusione che il governo degli Stati Uniti, dominato dagli anglofili, avesse trasceso le sue radici aristocratico-monarchiche britanniche.

(Il presidente John F. Kennedy con il direttore della CIA Allen Dulles e il direttore designato John McCone il 27 settembre 1961).

Allen Dulles si dimise dal suo incarico di direttore della “Central Intelligence “per presiedere il comitato che avrebbe smentito l' “ingenua fede di Kennedy in un sistema americano di governo responsabile nelle mani di rappresentanti eletti dal popolo”.

Un amico conservatore del “regime Thatcher” in Gran Bretagna ha creato una serie chiamata "Sì Ministro" (con un seguito"Sì, Primo Ministro" ), in cui è stato messo in discussione il potere della funzione pubblica permanente sul governo parlamentare eletto.

Eppure, dietro il sarcasmo con cui “Sir Humphrey” esibisce il suo malcelato disprezzo per i "barbari" – cioè i comuni sudditi di Sua Maestà si nasconde l'ammissione della semplicità in quello che è stato recentemente chiamato lo "Stato profondo".

Negata dalla maggior parte in Occidente, l'esistenza di quella che “Prouty” chiamava "la squadra segreta" è così ovvia per gli sceneggiatori dell'aristocratico-monarchica “British Broadcasting Corporation” che potrebbe essere pubblicizzata in prima serata.

 La storia dell'attuale regime nella Repubblica Federale di Germania, ignorata dalla maggior parte dei "media liberi" della Germania occupata, era così ovvia che la TV in prima serata della DDR trasmise una serie negli anni '70 che drammatizzava la cooperazione USA-nazisti nella rimilitarizzazione della Germania (ovest) per combattere la guerra ora in realtà imminente contro la Russia.

“Das Unsichtbare Visier” ha raccontato la storia del riarmo segreto utilizzando il nucleo delle SS e di ufficiali affidabili della Wehrmacht e l'uso delle operazioni Gladio della “CIA” per creare un terrorismo di pseudo-sinistra nella strategia della tensione contro la sinistra nominalmente legale nei paesi occupati dalla NATO.

Il meglio che gli Stati Uniti potevano fare era” House of Cards”, che segue il modello di Dallas con alcuni “steroidi cinici”.

Tuttavia, mentre la serie britannica e la DDR ammettono che si tratta di un sistema, la versione americana non è in grado di trascendere la celebrità e la superficialità delle “soap opera” diurne.

Tutte e tre le serie sono state concepite come intrattenimento. Hanno quindi attributi estetici, che permettono allo spettatore di sospendere la fede.

 Tuttavia, la differenza di contesto è notevole.

Mentre la versione della DDR romanza la storia e la versione britannica puzza di compiacimento nella sala comune degli anziani, gli americani nella loro forma più cinica non possono trascendere l'eccezionalismo di Disneyland / Leave it it to Beaver (anche se Beaver ora sarebbe un trannie ) per cui solo l'individuo è buono o cattivo.

Nonostante le candide digressioni e l'opportunismo dei giocatori, la storia parla sempre di corruzione.

I politici sono disonesti e avidi di ricchezza e potere.

 Ma lo sono anche tutti gli altri.

“House of Cards” nasconde gli interessi di potere insiti nel sistema rendendo tutti i partecipanti peccatori con vari gradi di indulgenza e grazia.

 I furbi sono gli eletti (o eletti).

Si afferma il Calvinismo.

L'Impero non nasconde le sue azioni peggiori, si limita a manipolare il modo in cui le persone pensano a loro.

Mentre cercavo le parole di” Kennedy ad Allen Dulles” (non sapendo chi avrebbe registrato lo scambio originale), ho ascoltato alcune delle conferenze stampa di Kennedy.

Posso consigliarli vivamente.

Sono notevoli per il loro studiato candore, privo di quella vacua e manipolatoria messa in scena da parte dei gestori del successivo POTUS.

John F. Kennedy ha fatto campagna elettorale, tra le altre cose, sui presunti indicatori di debolezza degli Stati Uniti rispetto all'Unione Sovietica, il cosiddetto divario missilistico.

Ciò persisteva nei suoi discorsi sul programma spaziale.

 Tuttavia, come POTUS, ha anche lasciato intendere che l'Unione Sovietica o i paesi comunisti fossero davanti agli Stati Uniti nel benessere sociale.

Nella sua conferenza stampa del 21 aprile 1961 rispose a una domanda dicendo non che gli Stati Uniti fossero migliori o più vincenti dell'URSS, ma che credeva che fosse "più durevole".

A questo punto ci si potrebbe chiedere: quale virtù risiede in un sistema durevole ma inferiore?

 Inutile dire che questa domanda non è stata posta.

Sessant'anni dopo il suo assassinio, il sistema statunitense si è dimostrato resiliente e reazionario.

Nonostante i cambiamenti quasi quadriennali nel ramo esecutivo, la resilienza della Reazione continua a stupire, mentre innumerevoli analisti redigono necrologi per la prevista fine del grande impero.

Nel frattempo, gli aumenti a lungo termine del tenore di vita si trovano solo tra i nemici (Russia e Cina).

Per mettere questo in prospettiva, l'Unione Sovietica ha compiuto l'equivalente di due fasi di industrializzazione tra il 1917 e il 1962 (45 anni) nonostante una guerra mondiale, una guerra civile, un'invasione straniera e una "guerra fredda" che sono durate dal 1910 al 1989.

Tutto ciò è stato realizzato sulla base di risorse interne.

La Cina ha realizzato uno sviluppo simile tra il 1949 e il 1989.

Gli Stati Uniti hanno avuto bisogno di un secolo di lavoro schiavo africano e cinese, lo sterminio di un intero continente di popolazioni indigene e circa 182 guerre combattute per dominare l'emisfero occidentale.

La Russia e la Cina superano gli Stati Uniti quantitativamente e qualitativamente, nonostante questi ultimi abbiano la più alta spesa per gli armamenti al mondo.

Chiaramente la durabilità non si traduce in benessere umano.

Kennedy era obliquo, ma in qualche modo consapevole che il sistema statunitense sarebbe stato durevolmente poco attraente se qualcosa di essenziale non fosse cambiato nel paese di cui era diventato il capo dell'esecutivo.

 

Le conferenze stampa rivelano un uomo che sapeva come funzionava la macchina formale del Congresso, ma sembrava ignaro del funzionamento del governo stesso.

La sua esitazione e la sua prudenza tradivano quello status di noviziato. Basti paragonarlo a Lyndon Johnson, Dwight Eisenhower o Richard Nixon.

 I suoi superiori nel settore capivano tutti chiaramente quanto fosse precaria la carica elettiva.

L'addio di Eisenhower potrebbe non essere stato cinico, ma suggeriva che c'era una scelta tra il governo eletto e lo stato permanente.

Come ufficiale di carriera dell'esercito, doveva sapere che non più tardi delle macchinazioni che avevano fatto di Truman il nuovo inquilino della Casa Bianca, il POTUS era diventato una bambola di cupido per i rituali culturali del potere radicato.

L'opposizione patriottica (leale) sopravvaluta cronicamente questo discorso.

Se si crede che il governo sia solo corrotto – anche se questo è già abbastanza grave – allora si è molto tentati di credere che se solo le persone giuste e oneste vengono elette, allora il cambiamento o addirittura la salvezza sono in vista.

Tuttavia, se si inizia con le domande, di cosa ha bisogno la gente comune per vivere una vita dignitosa?

E come vengono soddisfatte queste esigenze?

A quel punto si può affrontare apertamente la minaccia costante che tali esigenze non vengono soddisfatte.

Invece di una libertà astratta e negativa (Isaiah Berlin) in cui si è più o meno liberi di dormire sotto i ponti in mancanza di debiti eterni, si potrebbe giudicare un governo dalla sua disponibilità a spendere forse la metà di ciò che si appropria per uccidere le persone e per mantenere in vita le persone.

Poi, con una proposta così modesta, si potrebbe valutare la volontà e la capacità del proprio governo di facilitare il benessere per tutti, invece di impedirlo deliberatamente.

Ciò potrebbe portare a domande su chi prende le decisioni se non i rappresentanti eletti (a volte fingendo di essere leader)?

Fino alla metà del XIX secolo gli Stati Uniti non avevano un servizio civile permanente come gli inglesi.

Nei libri di storia si possono leggere discussioni deprecatorie sullo "spoils system".

Ogni volta che c'era un cambiamento nella carica elettiva, il nuovo funzionario o il suo partito esercitavano il privilegio di patronato per assumere e licenziare i funzionari pubblici in base ai gusti o alle priorità dei funzionari entranti.

Anche i portalettere e le segretarie dovevano il loro posto al piacere del funzionario.

Nell'era delle riforme, che hanno portato al XX secolo, gli Stati Uniti hanno adottato un sistema di servizio civile competitivo con nomina permanente indipendentemente dal partito.

Gli unici posti che sono rimasti discrezionali sono stati quelli a livello di gabinetto e quelli soggetti alla conferma del Senato.

Questo miglioramento razionale e la professionalizzazione avevano lo scopo di dare qualità ed efficienza al governo e all'amministrazione quotidiana.

Tuttavia, ha anche creato una classe di funzionari il cui interesse primario era la promozione della carriera e non l'attuazione professionale della politica governativa.

La stessa sicurezza che doveva tenerli fuori dalla politica creò una sottocultura politica isolata dalle espressioni della volontà popolare.

Questa casta clericale operava come i suoi predecessori culturali nel clero latino.

 I prelati, cioè i funzionari di gabinetto e i direttori delle agenzie, si affidavano ai funzionari più anziani e ambiziosi per attuare la politica, ma anche per difendere il territorio ministeriale e dei segretari di gabinetto.

 Mentre gli inglesi riempivano questi ranghi dalle famiglie aristocratiche, nuove e vecchie, gli americani riempivano queste preferenze dalla plutocrazia.

Così il servizio civile è stato socialmente prodotto come il servizio britannico con l'equivalente statunitense del privilegio titolato.

Robert F. Kennedy Jr. non è stato il primo a richiamare l'attenzione sulla "cattura" da parte dell'industria delle agenzie di regolamentazione.

 Per quanto seria e giustificata sia questa critica, manca completamente la componente di classe della cattura.

La "porta girevole" che amplifica la "cattura" non è semplicemente corruzione.

È un riflesso diretto di come funziona il sistema di classe americano.

Non c'è capo migliore dell'NIH o del feudo del dottor Anthony Fauci che aspetta solo una selezione onesta per confermare la sua nomina.

Il “dogma DIE” non è una soluzione ma un ulteriore offuscamento del problema.

Non c'è una "CIA migliore" o un "FBI più pulito" più di quanto non ci fosse un'Inquisizione o una Gestapo migliore.

“Philip Agee” è stato chiaro su questo punto, così come “David Atlee Phillips”.

“Moshe Lewin” nella sua discussione sull'eternamente diffamato governo sovietico sotto” Joseph Stalin” ( IL Making of the Soviet System, 1994) ha sottolineato che dall'inizio della Rivoluzione d'Ottobre l'Unione Sovietica era dipendente dalla stragrande maggioranza dei funzionari civili e militari zaristi. E questo accadde  semplicemente perché non c'erano mai abbastanza quadri comunisti istruiti per ricoprire tutte le posizioni amministrative nel vasto territorio russo.

 Questo servizio civile zarista era ancora più rigido di quello dei "moderni" Stati occidentali.

L'unico modo per cambiare politica era cambiare personale.

Quindi, durante l'era staliniana, le cosiddette purghe furono principalmente la punizione o la sostituzione seriale di burocrati recalcitranti e trincerati con quelli istruiti e testati per far rispettare le nuove politiche.

 La maggior parte di coloro che furono epurati, secondo “Lewin”, erano quadri e funzionari del PCUS.

Aggravato dalla guerra, il “Politburo” aveva pochi modi diretti per comunicare la politica e assicurarne l'attuazione, utilizzando una burocrazia contro le altre.

Tale periodico "prosciugamento della palude" è illusorio soprattutto in paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia, dove l'alto funzionario è interamente dominato dalla classe dominante e dai suoi quadri aristocratici-corporativi.

Il termine "stato profondo", un'espressione di “Peter Dale Scott” usata per descrivere l'apparato di "continuità di governo" che si espanse massicciamente sotto Ronald Reagan, è un cliché significativo.

 Nel linguaggio sempre più comune ci indirizziamo verso il fallimento della politica elettorale come mezzo di gestione sociale democratica.

 

La politica elettorale è infatti una strategia applicata dall'oligarchia dominante attraverso l'apparato statale permanente per gestire la popolazione.

Tuttavia non è qualcosa di misterioso, segreto o trascendentale.

Il termine è sorto per sostituire malamente un termine e un concetto ancora proibiti nell'azione politica seria, vale a dire il potere di classe.

 Forse l'ultimo americano a descrivere seriamente questo fenomeno, sia empiricamente che teoricamente, è stato il sociologo rinnegato “C. Wright Mills”.

 Mills la chiamava "l'élite del potere".

Oggi quell'intuizione è stata distorta in modo irriconoscibile dall'ossessione prima per i "ricchi e famosi" e poi per le celebrità.

 Infatti il genere "reality TV" è la volgarizzazione suprema del concetto.

Il fatto che un ex e aspirante POTUS goda di una storia di celebrità mostra anche l'impatto della fantasia sull'inconscio politico.

Il termine "Stato profondo" è un tentativo debole, anche se concertato, di riformulare la domanda:

 se il popolo come elettore non ha potere, allora chi lo ha?

 Chiamatela classe o "élite del potere" o, come disse “George Carlin”, “grande club” – e non ci siete.

 Ed è anche la mazza con cui ti picchiano ... finché “il tuo stato profondo” non è a sei piedi sotto terra.

 

"L'Occidente collettivo", la corruzione,

 i neoconservatori e le elezioni

 presidenziali del 2024.

 Richard C. Cuoco.

 

Globalresearch.ca – (03 aprile 2024) -Redazione – ci dice:

 

Il mio libro “Il nostro Paese ieri e oggi”, ripercorre la storia degli Stati Uniti dalla preistoria dei nativi americani attraverso i primi arrivi europei, attraverso la fase pionieristica dell'insediamento, fino ai disastri del 20 esimo secolo fino ad oggi, quando il nostro governo è sul punto di portarci nella Terza Guerra Mondiale.

Abbiamo avuto due secoli di sviluppo indigeno indiano, bianco e afro-americano, non senza gravi conflitti, prima dell'indipendenza americana nel 1776.

Tante difficoltà, ma tanta nobiltà, bellezza ed eroismo.

A partire dalla Guerra d'Indipendenza, abbiamo avuto una graduale presa di potere da parte della finanza globalista, utilizzando la riserva frazionaria e l'usura come principali strumenti di potere.

Intorno al 1900, l'Impero britannico e il potere monetario degli Stati Uniti iniziarono a fondersi, con gli interessi di “Morgan e Rockefeller” che presero il controllo degli Stati Uniti attraverso il “Federal Reserve Act” del 1913.

 

Questa fusione tra la potenza britannica e quella americana ha dato inizio e ha portato avanti la prima e la seconda guerra mondiale per il controllo del mondo e ora sta cercando di completare il progetto attraverso la terza guerra mondiale che sta ora iniziando.

 Il braccio d'azione dell'illegale e futile imperialismo statunitense sono i "Neocon".

In poche parole, l'"Occidente collettivo" è gestito da pazzi avidi di denaro, che sono anche maniaci genocidi nei confronti della loro stessa popolazione.

 Uno dei loro progetti è la pandemia di Covid, con altri in arrivo con il "trattato" dell'OMS del 2024.

La mia convinzione è che non possono sconfiggere le nazioni combinate dell'Eurasia e del Sud del mondo.

Ma una situazione di stallo permetterebbe agli Stati Uniti di assumere il ruolo che gli spetta come nazione importante tra molte altre, non come egemone mondiale.

 Gli Stati Uniti non devono fingere di essere una nazione "eccezionale" o "indispensabile", né devono salire in cima al mucchio internazionale demonizzando o odiando gli altri.

(Il Nuovo libro: "Il nostro paese, allora e oggi": un viaggio di 400 anni attraverso la storia dell'America. Richard C. Cuoco)

Dovremmo essere amici e collaboratori della Russia, della Cina e dell'Iran, non nemici.

Sulle elezioni presidenziali del 2024 , se, ovviamente, avremo un'elezione e l'amministrazione Biden non la cancellerà, da un certo punto di vista avremo una rivalità molto antica e fondamentale tra il Partito Democratico "internazionalista" gestito da” Big Finance” e i “repubblicani nazionalisti “che si sono ritrovati portavoce di Donald Trump.

 C'è anche molto sostegno per Trump tra i lavoratori dell'establishment della sicurezza nazionale.

Una figura spesso menzionata per un posto di gabinetto è il colonnello “Douglas MacGregor ”, che è un eroe tra gli elettori conservatori.

La questione più importante su cui Trump sta cavalcando è la politica di frontiere aperte dell'”amministrazione Biden” che ha permesso l'ingresso negli Stati Uniti di milioni di immigrati illegali.

 Lo stato del Texas, in particolare, ha preso una posizione forte contro questo fenomeno.

Gli internazionalisti, fortemente sionisti e fortemente sostenitori della guerra in Ucraina, controllano il Partito Democratico e le alte sfere dello Stato Profondo degli Stati Uniti, che ha condotto un tentativo di assassinio al rallentatore contro Trump e sembra stare facendo lo stesso contro Robert F. Kennedy Jr.

RFK Jr. ha poca piattaforma reale, a parte il suo cognome e il suo record come avvocato ambientale, ma ha credi progressisti e potrebbe prendere abbastanza voti da Biden per far oscillare le elezioni. L'affondamento di Biden costituirebbe una potente vendetta contro lo Stato Profondo e le sue infinite macchinazioni.

L'unico candidato che potrebbe fare la differenza in politica è” Jill Stein” , la “Verde”, il cui programma include la pace nel mondo e la riforma monetaria, le due domande che contano davvero.

Ovviamente non ha alcuna possibilità di diventare presidente.

Una volta eletto Biden, o chiunque lo sostituisca, probabilmente vedremo la Terza Guerra Mondiale che è in lavorazione, dal momento che è l'unico modo in cui l'Impero Anglo-Americano-Sionista potrebbe sconfiggere Russia-Cina-Iran/BRICS+, ecc.

 Fu il presidente democratico Harry Truman a bombardare il Giappone.

Un modo per dirlo è che il Partito Democratico, insieme a partiti allineati in modo simile in altre nazioni occidentali e in Israele, è controllato da una forza distruttiva maligna determinata a uccidere o schiavizzare la maggior parte dell'umanità, riducendo il pianeta a un formicaio totalitario.

Questa forza distruttiva è guidata dalla fazione neoconservatrice fortemente filo-israeliana, quella che ci ha portato l'11 settembre e il regime di guerra senza fine.

A mio parere, l'unica risposta a questi dilemmi è spirituale, e ciò implica la rinascita delle religioni tradizionali dell'umanità.

Questo non significa creare religioni di Stato.

Significa che le persone acquisiscono un centro spirituale che guida la loro vita personale, familiare e pubblica, che risveglia la loro coscienza. Significa vivere secondo la legge dell'amore, non dell'odio.

La chiave è la riforma del sistema monetario, essenzialmente la nazionalizzazione della Federal Reserve e l'eliminazione dei prestiti a riserva frazionaria e dell'usura.

MAFIA E SCIOGLIMENTO DEI

COMUNI: INTRODUZIONE STORICA,

NODI APPLICATIVI E CONSEGUENZE GIURIDICHE.

  Ratioiuris.it – (Mar 22, 2024) - Redazione – ci dice:

 

Sommario: 1. Premessa – 2. Definizione di mafia e origini storiche – 3. Caratteristiche principali delle organizzazioni criminali – 4.  L’infiltrazione mafiosa all’interno delle P.A. – 5. Lo scioglimento dei comuni conseguente a fenomeni di infiltrazione mafiosa – 6. Considerazioni conclusive: nodi irrisolti e possibili rimedi

 

Premessa.

L’infiltrazione della criminalità organizzata nei comuni rappresenta una minaccia grave e diffusa per lo stato di diritto e la democrazia locale. Le conseguenze di questa infiltrazione vanno ben oltre la sfera dell’ordine pubblico, compromettendo la gestione dei servizi pubblici, l’equità nelle decisioni amministrative e minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.

Il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa nei comuni italiani è stato oggetto di crescente attenzione e preoccupazione da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della società civile.

Il presente contributo analizza le radici storiche della mafia, le sue caratteristiche principali e il suo impatto sulle pubbliche amministrazioni.

 Particolare attenzione è dedicata allo scioglimento dei comuni coinvolti in fenomeni di infiltrazione mafiosa, evidenziando le implicazioni e i possibili rimedi.

Attraverso un’analisi accompagnata da una riflessione critica, si mira a fornire uno strumento utile per comprendere questo fenomeno, promuovendo la legalità, la trasparenza e la partecipazione democratica.

Definizione di mafia e origini storiche.

Da tempi antichi, giuristi, filosofi, scienziati e rappresentanti della dottrina di vari Paesi hanno cercato di formulare una definizione esaustiva del termine “Mafia”.

 Due principali correnti di pensiero emergono in questa riflessione:

 una si concentra sull’aspetto culturale e valoriale del fenomeno, mentre l’altra lo interpreta come una realtà organizzativa.

Il testo di “Rocco Sciarrone” intitolato “Mafie Vecchie e Mafie Nuove” offre un’analisi attenta e dettagliata di queste due correnti di pensiero e mette in luce i rischi connessi all’estremizzazione di ciascuna di esse.

 La prospettiva culturalista tende a ricondurre la mafia alla cultura predominante nei contesti in cui ha preso forma, mentre quella organizzativa assimila il fenomeno alla struttura della delinquenza organizzata.

Tra i sostenitori della prima prospettiva, vi è” Leopoldo Franchetti”, il quale descrive la mafia come un “sistema sociale al di fuori della legge”.

Anche “Henner Hess”, a sua volta, considera la mafia non come una forma di criminalità organizzata, bensì come un comportamento che si adatta alla specifica subcultura della società locale, manifestandosi attraverso una totale adesione alle norme dell’omertà.

D’altro canto, secondo i sostenitori della corrente di pensiero contrapposta, nel secolo scorso già esistevano numerose associazioni mafiose che potrebbero essere collegate alla regola dell’omertà e del silenzio, fondamentali per la sopravvivenza stessa dell’associazione. Pertanto, in questa prospettiva, l’elemento culturale non viene escluso e non risulta essere decisivo.

È più accurato considerare la mafia come un’organizzazione criminale, radicata in un contesto territoriale e capace di ottenere la cooperazione, sia attiva che passiva, da parte di altri attori sociali esterni.

 In particolare, la mafia è in grado di stabilire relazioni di scambio in vari circuiti (prospettiva organizzativa).

 L’operato della mafia e il perseguimento dei suoi obiettivi avvengono tramite l’uso strategico di codici culturali tradizionali.

Inoltre, i membri della mafia formano una società segreta con chiari vincoli di fedeltà e una gerarchia di comando definita (prospettiva culturale).

 

Di conseguenza, all’interno della mafia si fondono sia l’aspetto strutturale che quello valoriale.

Inoltre, essa si caratterizza per la sua abilità nell’adattare antichi valori alle esigenze del presente, nell’integrarsi con la società civile, nell’impiego di intimidazione e violenza, nella numerosità e nella criminalità dei suoi adepti, nonché nella sua capacità di essere sempre differente; eppure, costantemente coerente con sé stessa.

 

 Caratteristiche principali delle organizzazioni criminali.

Le organizzazioni di criminalità organizzata tendono a suddividersi in piccoli gruppi: affiliazione di individui coinvolti in attività criminali, uniti da legami personali o rapporti di affinità, che riconoscono l’autorità di un singolo “boss” e si strutturano gerarchicamente al fine di controllare le attività illecite nella loro area d’insediamento.

 

Alcune organizzazioni criminali presentano una caratteristica chiamata “Familismo”.

 È stato spesso un errore pensare che questa caratteristica ostacoli la formazione di organizzazioni più estese.

Al contrario, la concezione “familiare” dell’organizzazione di stampo mafioso può essere vista come il centro di regole e organizzazione che conferisce a quest’ultima la sua particolare coesione e stabilità nei confronti dell’esterno.

 

La Mafia si presenta come un fenomeno principalmente locale, poiché esercita il suo controllo e le sue attività criminali in aree geograficamente definite.

 Se il controllo del territorio rappresenta la forma tipica di esercizio del potere mafioso, il capitale sociale è il meccanismo che lo sostiene, lo genera e che permetta la sua prosecuzione.

Per questo motivo possiamo affermare che la capacità di accumulare e utilizzare il capitale sociale, cioè di stabilire relazioni esterne e di poter contare su una vasta e variegata rete di risorse relazionali utilizzabili per diversi fini, che spiega la forza e la persistenza delle organizzazioni criminali mafiose.

Nelle aree in cui si insedia, la criminalità organizzata di stampo mafioso non solo controlla, ma anche modella l’ambiente circostante.

 I mafiosi tendono a mantenere un basso livello di fiducia generale, di tipo impersonale, poiché in questo modo aumenta la richiesta di fiducia personalizzata, che loro offrono e garantiscono.

 In questo modo, lo “Sciarrone” spiega in modo eccellente il concetto di protezionismo mafioso e il tentativo di indebolire il sistema giuridico e assistenziale istituzionale.

 La protezione-estorsione è infatti l’attività tipica della mafia che si manifesta maggiormente a livello locale e rappresenta il carattere distintivo per eccellenza del suo potere, inteso come elemento necessario e funzionale al suo funzionamento e al controllo del territorio.

 

La mafia ha radice profonde e una storia duratura nelle regioni del Mezzogiorno, le quali sono caratterizzate da uno sviluppo economico più lento e che soffre anche di una scarsa qualità delle istituzioni, favorendo così l’espansione di questo fenomeno criminale.

Le organizzazioni criminali possono espandersi più facilmente e rapidamente durante periodi di crisi economica.

Quando le persone e le aziende si trovano in difficoltà finanziarie, potrebbero rivolgersi alle associazioni criminali perché queste sono in grado di fornire denaro in grande quantità e velocemente.

Di conseguenza, le organizzazioni mafiose possono acquisire il controllo di un maggior numero di attività economiche a costi inferiori e allo stesso tempo consolidare il loro sostegno tra la popolazione.

Per quanto attiene invece all’espansione della mafia in nuove aree geografiche, tanto sul piano nazionale-europeo che internazionale, i processi di globalizzazione non appiattiscono il fenomeno locale, ma lo fanno riemergere in nuove forme e in modo sempre più dirompente.

Il potere esercitato dalla mafia può avere diverse forme e ognuna di esse richiede la partecipazione e il consenso di altri soggetti avvalorando la tesi di “Hannah Harendt”, secondo la quale «il potere corrisponde alla capacità umana non solo di agire ma di agire di concerto».

 

La Mafia utilizza vari metodi per ottenere obbedienza e potere, tra cui: la forza, la coercizione, la manipolazione e l’influenza.

Mentre i primi due metodi implicano una imposizione diretta sulla volontà degli individui, costringendoli a prendere decisioni per paura di subire conseguenze negative, i secondi due metodi inducono gli individui a credere che stiano prendendo decisioni autonomamente, quando in realtà la loro coscienza è stata sottoposta in modo subdolo alle credenze e ai valori della Mafia.

Questo concetto è riflessivo nella definizione iniziale dell’associazione di tipo mafioso fornita dal legislatore nel 1982, in cui si afferma che tale associazione “si avvale della forza intimidatrice del legame associativo e della condizione di sottomissione e omertà che ne deriva”.

 

L’infiltrazione mafiosa all’interno degli Enti Locali.

Le organizzazioni mafiose mostrano un particolare interesse per le pubbliche amministrazioni, in modo più accentuato per gli enti locali dopo la riforma del titolo V della Costituzione, che ha conferito loro maggiore autonomia di governo.

Questi enti locali gestiscono ingenti somme di denaro, che la mafia cerca di sfruttare a proprio vantaggio.

Potrebbe sembrare sorprendente che una criminalità così sofisticata e globale continui a cercare di infiltrarsi in piccole amministrazioni regionali, spesso in difficoltà finanziarie.

Tuttavia, la ragione principale di questo interesse risiede nella necessità delle organizzazioni mafiose di radicarsi e mantenere il controllo sul proprio territorio, dimostrando la loro volontà di far prevalere le proprie regole sulla società civile.

La mafia può infiltrarsi nelle istituzioni rappresentative delle entità territoriali in due modi principali:

direttamente, quando i suoi membri o individui affiliati all’organizzazione si candidano per cariche pubbliche, sfruttando il supporto di voti controllati dalla mafia stessa;

oppure indirettamente, mediante la corruzione e/o l’intimidazione di amministratori eletti in modo legittimo.

 La prima forma di infiltrazione è comune in aree con una popolazione relativamente piccola, dove le organizzazioni criminali possono influenzare i risultati elettorali controllando un numero limitato di voti e ottenendo il controllo diretto dell’amministrazione locale.

In questi casi, gli organismi di controllo hanno riscontrato una stretta rete di legami familiari, relazioni di parentela e frequentazioni che collegano i membri degli organi eletti, molti dei quali con precedenti penali o legami con la polizia, a membri delle consorterie criminali locali.

 La seconda forma di infiltrazione è comune in aree con una popolazione più numerosa, dove i voti controllati dalla criminalità non sono sufficienti per ottenere il pieno controllo politico dell’ente locale.

Invece, questi voti diventano una moneta di scambio in un complesso sistema di corruzione e intimidazione, che coinvolge politici collusi, esterni all’organizzazione criminale.

Questo sistema mira a deviare l’azione amministrativa dagli obiettivi istituzionali e coinvolge non solo politici locali, ma anche funzionari pubblici, professionisti e imprenditori.

Da un lato, le organizzazioni mafiose esercitano pressioni estorsive sulle imprese, e dall’altro, assicurano un flusso costante di appalti pubblici attraverso il comportamento illecito di amministratori e funzionari corrotti.

Gli appalti pubblici divengono così “la camera di compensazione tra mafia, economia criminale e pubblica amministrazione infedele”.

 

  Lo scioglimento dei comuni conseguente a fenomeni di infiltrazione mafiosa.

L’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) disciplina lo scioglimento dei Consigli Comunali e Provinciali in caso di infiltrazione o condizionamento mafioso.

 Di solito, questo avviene dopo un’indagine condotta da una Commissione d’accesso nominata dal Prefetto, la quale presenta le proprie conclusioni al Ministro dell’Interno.

Specificatamente, la Commissione esamina attentamente l’attività amministrativa, inclusi i risultati delle indagini giudiziarie sui gruppi criminali locali e le azioni intraprese nei confronti degli amministratori locali e dei dipendenti coinvolti.

 Le conclusioni di questo lavoro vengono trasmesse dal prefetto al Ministro dell’Interno, che valuta se procedere con l’archiviazione o presentare una proposta di scioglimento al Consiglio dei Ministri.

In caso di scioglimento, il Presidente della Repubblica emana un decreto, specificando la composizione della commissione straordinaria incaricata della gestione dell’ente per un periodo iniziale di 18 mesi, prorogabile a 24 mesi.

 Al termine di questo periodo, si tengono nuove elezioni.

 La relazione del prefetto viene anche trasmessa all’autorità giudiziaria per l’adozione di eventuali misure preventive.

Secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza amministrativa, lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose non richiede necessariamente la commissione di reati da parte degli amministratori o prove inconfutabili dei legami tra l’amministrazione e le organizzazioni criminali.

Le conclusioni delle indagini penali o l’adozione di misure preventive possono costituire una base sufficiente per la proposta di scioglimento.

 

Di conseguenza, non è essenziale attendere la conclusione del processo penale per procedere con lo scioglimento dell’ente.

Ciò che conta è lo stato degli atti disponibili al momento della decisione di scioglimento del Comune.

 

Questa impostazione è coerente con l’obiettivo preventivo dello strumento di scioglimento, volto a evitare che l’amministrazione locale resti vulnerabile all’influenza e alle pressioni della criminalità organizzata.

 Ciò è avvalorato dall’orientamento prevalente secondo cui “Lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose non ha natura di provvedimento di tipo sanzionatorio, ma preventivo, con la conseguenza che, per l’emanazione del relativo provvedimento, è sufficiente la presenza di elementi indizianti, che consentano d’individuare la sussistenza di un rapporto inquinante tra l’organizzazione mafiosa e gli amministratori dell’ente considerato infiltrato”.

 

Secondo i dati raccolti, nel periodo dal 1° gennaio 2022 al 30 settembre 2023, sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa ben 18 Enti locali in tutto il territorio nazionale.

Questo dato allarmante conferma il persistente trend degli ultimi anni. Infatti, tra il 1991 e il 30 settembre 2023, sono stati emanati 383 decreti di scioglimento in 11 regioni, di cui solo sei situati nell’area centro-settentrionale del Paese.

 

 Considerazioni conclusive: nodi irrisolti e possibili rimedi.

L’aumento dei casi di scioglimento degli organi elettivi degli enti locali, come previsto dall’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali, comporta la sospensione o la compressione, almeno a livello locale, di principi fondamentali come quello della democraticità e del diritto di partecipazione attiva e passiva di ogni cittadino alle elezioni.

 Questo solleva alcune perplessità che richiedono una valutazione attenta e un bilanciamento tra interessi, valori e principi di portata collettiva.

È necessario prestare particolare attenzione nell’individuare l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’amministrazione locale, al fine di evitare di ledere ingiustificatamente quei principi, la cui limitazione deve essere giustificata da un’azione di bilanciamento con altri principi altrettanto fondamentali, come quelli sanciti agli articoli 3, 97 e 51 della nostra Costituzione:

imparzialità, uguaglianza, efficienza, corretto funzionamento, legalità, ragionevolezza, che devono guidare l’azione di ogni istituzione pubblica verso il perseguimento degli interessi collettivi.

È frequente che i commissariamenti, anziché rappresentare un momento di rinnovamento, si trasformino in periodi di stasi nell’attività degli enti locali;

una paralisi che può essere pericolosa e che porta i cittadini, anche quelli onesti, a rimpiangere le precedenti amministrazioni percepite come più efficienti.

Allora, se il difetto del procedimento risiede nell’assenza di partecipazione dei soggetti destinatari del provvedimento, la soluzione risiede nell’implementare forme partecipative in fasi cruciali del procedimento stesso.

L’opportunità di avviare la partecipazione, esaminando attentamente la disposizione dell’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), potrebbe essere individuata nella fase iniziale, cioè nell’accesso della commissione d’indagine all’interno dell’ente.

La partecipazione dei soggetti interessati nella fase iniziale del procedimento consentirebbe di contestualizzare il materiale probatorio che ha costituito la base del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale, sia in modo diretto che indiretto.

L’inclusione della fase partecipativa durante l’insediamento dei commissari, invece, permetterebbe ai soggetti interni dell’ente di fornire una descrizione ottimale del funzionamento e delle dinamiche affrontate dall’ente stesso.

 

Inoltre, una maggiore partecipazione favorirebbe la trasparenza e l’accountability nel processo decisionale, rafforzando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e contribuendo alla lotta contro la penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico dei territori e, soprattutto, degli enti locali.

 

 

 

 

La ‘ndrangheta è sempre più

una multinazionale del crimine.

Rainews.it – (13/02/2023) - Pierluigi Mele – ci dice:

 

Intervista a “Vincenzo Musacchio”, criminologo forense e docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale presso il “RIACS” di Newark.

 

Professore come definirebbe oggi la ‘ndrangheta?

La definisco una multinazionale del crimine, sempre meno sanguinaria e sempre più transnazionale e mercatistica.

 È un’organizzazione criminale autoctona, oggi diventata transfrontaliera.

 In passato, s’imponeva con la violenza, oggi, s’integra nella società corrompendo.

È potente economicamente, ben equipaggiata militarmente e ha numerosi contatti con la politica, la pubblica amministrazione, la finanza e la massoneria deviata.

 Le radici della ‘ndrangheta sono molto complesse da comprendere poiché è atipica, sia nel suo sistema di regole, sia nella sua organizzazione interna.

 

La ‘ndrangheta ha mantenuto la stessa organizzazione nel corso della sua storia?

Sostanzialmente sì.

La ’ndrina, o cosca, è la cellula fondamentale che aggregata con altre forme il gruppo locale che è capeggiato dal capo-bastone, dal capo-crimine e dal contabile.

 Quest’ultimo si occupa delle finanze, della divisione dei proventi e della cassa comune.

 Il capo-crimine organizza delle azioni criminose.

 Il capo-bastone li controlla entrambi ed ha inoltre diritto di vita e di morte su tutti i suoi sodali, si può dire sia il vero capo del gruppo locale. Questo sistema organizzativo vale in Calabria, in Italia e ovunque la ‘ndrangheta s’insedi.

In cosa si differenzia dalle altre organizzazioni criminali italiane?

La ‘ndrangheta si regge soprattutto sui rapporti di consanguineità. Questa peculiarità le permette di avere un bassissimo numero di pentiti.

Cosa Nostra aveva un’organizzazione di vertice con una cupola o commissione e un capo assoluto.

Ora è in fase di riorganizzazione dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro.

 La camorra si differenzia dalle altre due mafie per la mancanza di un’organizzazione verticistica e questo la porta a una maggiore instabilità e a più guerre tra cosche rivali.

 Vi sono differenze anche a livello di potere.

 La ‘ndrangheta è molto più potente e influente di Cosa Nostra e soprattutto della camorra.

Questo si nota dal fatto che spari molto meno rispetto alle altre due.

La differenza principale fra la ndrangheta e le altre organizzazioni mafiose italiane è la ricchezza economica e la transnazionalità intesa sia come risorse umane, sia economiche.

Gli affiliati sono attivi in moltissimi campi:

 traffico di stupefacenti, sanità, rifiuti, appalti, grande distribuzione commerciale, estorsioni, prostituzione, lavoro nero, frodi e contraffazioni.

 

Perché è ritenuta tra le organizzazioni criminali più potenti al mondo?

Perché è molto forte economicamente.

L’organizzazione mafiosa si è potuta espandere nel mondo proprio grazie alla sua enorme disponibilità economica.

 Il giro d’affari annuo stimato per la ‘ndrangheta è superiore a quello di grandi multinazionali come ad esempio la catena McDonald’s.

 I maggiori guadagni ovviamente arrivano dal traffico internazionale di cocaina e di altri stupefacenti, con guadagni intorno ai trenta miliardi di euro.

Dal riciclaggio del denaro sporco arriva la seconda fonte di guadagno con circa venti miliardi.

 Poi seguono le truffe e le frodi a organi pubblici, il traffico d’armi, le estorsioni e l’usura, gli appalti pubblici, la prostituzione, l’immigrazione clandestina e il lavoro nero che portano cifre molto più modeste.

Secondo “Eurispes” il giro d’affari della ‘ndrangheta si attesta attorno ai sessanta miliardi di euro, pari a più del 3,6% del PIL italiano.

L’organizzazione può contare su circa quattrocento famiglie, per un totale di oltre sessanta mila affiliati in trenta Stati.

Dove circola denaro e ci sono guadagni, lì c’è la ‘ndrangheta.

Questi sono i motivi per cui è ritenuta tra le organizzazioni criminali più potenti al mondo.

 

In quali Paesi è diffusa maggiormente?

È radicata in Canada, negli Stati Uniti, in tutta l’America Latina, in quasi tutta l’Unione europea, in Gran Bretagna, in Australia e in Nuova Zelanda.

In Asia è presente in Thailandia, in Turchia e in Afghanistan.

In Africa è presente in Marocco, in Congo (Repubblica democratica), in Namibia e in Sudafrica.

 

È presente anche nel continente africano. Perché?

 

È interessata ai diamanti sudafricani e al coltan congolese.

Vende armi e scarica rifiuti.

Ha veri e propri centri di stoccaggio in Africa occidentale (Guinea Bissau).

 Il perché è semplice.

 Fa affari e introita ingenti profitti.

 In Africa c’è abbondanza di materie prime che si rinvengono addirittura a cielo aperto.

Si trovano minerali (es. cobalto) fondamentali per i telefonini di ultima generazione che ottimizzano il consumo della corrente elettrica nei microchip utilizzati.

 Gli investigatori di “Europol” hanno raccolto foto e testimonianze della presenza nella “Repubblica Democratica del Congo” di uomini affiliati alle mafie di mezzo mondo tra cui anche i calabresi.

 La ’ndrangheta per convincere i miliziani congolesi, vende loro la droga o le armi - che abbondano nelle disponibilità degli ndranghetisti - e ottiene in cambio quel cobalto che oggi è un elemento essenziale per l’industria che costruisce le batterie ricaricabili delle automobili elettriche.

Nella “Repubblica Democratica del Congo” si sono consolidate anche alleanze criminali impensabili.

Una di queste riguarderebbe la collaborazione tra clan calabresi e triadi cinesi.

La rete, il “dark web”, è la nuova frontiera della ‘ndrangheta?

La 'ndrangheta è sempre più presente in rete.

È al passo con la digitalizzazione e i nuovi sistemi di trasferimento del denaro, come ad esempio le monete virtuali.

Per elevare i margini di profitto, infatti, ha preferito ramificarsi anche nel web dove ha scoperto nuovi modi di guadagno.

Comunica attraverso i social e la messaggistica di Internet.

 La rete ha cambiato anche il mercato della droga durante la pandemia da Covid.

 I consumatori di sostanze stupefacenti non incontrano più lo spacciatore sulle strade.

 Esiste, infatti, uno spaccio online che avviene attraverso i social network o siti specifici.

La ‘ndrangheta è già dentro tutte queste nuove tecnologie.

 

La guerra in Ucraina è un grande affare per le cosche calabresi. È così?

 

Certamente.

Crisi economica, emergenze nazionali, disordini, instabilità di governo, guerre e ricostruzione postbellica sono manna dal cielo per le mafie che su tali disgrazie speculeranno e faranno affari.

 La ‘ndrangheta che ha immense disponibilità finanziarie approfitterà di questa condizione operando a livello transnazionale.

Sia durante il conflitto, sia quando quest’ultimo cesserà, la ‘ndrangheta sarà presente e farà i suoi affari.

 I principali settori su cui accendere i riflettori sono le forniture di armi e munizioni, il traffico di esseri e organi umani e la ricostruzione postbellica.

In materia di traffico d’armi abbiamo un precedente cui fare riferimento.

Nei Balcani, negli anni '90, durante il conflitto e con la fine del medesimo, c’è stato un mercato per la vendita di armi belliche.

Lì, si sono approvvigionati mafiosi e terroristi.

Credo (ma ovviamente spero di sbagliare) che si ripeterà la medesima situazione anche in Ucraina.

Esplosivi, mitragliatrici, bombe e altre armi finiranno sul mercato nero e saranno facilmente accessibili alle reti criminali e ai gruppi terroristici di tutto il mondo.

A rischio sono anche i nuovi flussi di profughi, c’è il settore delle forniture mediche e dei farmaci.

Molti farmaci salvavita non si trovano più nei mercati legali.

 La droga stessa è un altro settore in cui aumenteranno i guadagni. Cresceranno corruzione, riciclaggio di denaro sporco e la ‘ndrangheta (e le altre mafie) avrà la capacità di investire nell’economia e nella finanza ucraina.

 Assisteremo a una sceneggiatura già scritta e vista in altri conflitti di natura bellica.

 

Perché la ’ndrangheta ha continuato a prosperare in Calabria?

Le ragioni sono molteplici. Hanno radici storiche, politiche, economiche e sociali.

 La latitanza dello Stato in Calabria ha certamente favorito un clima fertile per la crescita di consenso della ‘ndrangheta.

 L’altissima disoccupazione e la mancanza di adeguate politiche sociali, hanno fatto il resto rendendo questa mafia uno Stato nello Stato.

 Gli ‘ndranghetisti si fregiano di sostituire le Istituzioni dello Stato e di offrire quello che quest’ultimo non dà (denaro, servizi essenziali, risorse economiche e lavoro). 

È bene tuttavia tenere a mente che la ‘ndrangheta qualora faccia un favore è per avere in seguito un proprio tornaconto.

Dalla schiavitù di questa mafia, come delle altre, si esce soltanto in due modi: con la morte o collaborando con la giustizia.

 

“Nicola Gratteri” è una spina nel fianco di questa ‘ndrangheta che lei ha appena descritto. Qual è il suo punto di forza?

 

Sicuramente non esiste nessun magistrato in Italia e all’estero che conosca la ‘ndrangheta come la conosce lui.

Sa benissimo anche quali siano le dinamiche del traffico internazionale di stupefacenti.

È una spina nel fianco, purtroppo, con le leggi attualmente in vigore, non sufficiente a incidere in maniera decisiva per la sconfitta di una simile multinazionale del crimine.

È sicuramente il magistrato più esposto d’Italia nella lotta contro la ‘ndrangheta.

Ha un grande vantaggio investigativo (simile a quello che ebbero Falcone e Borsellino in Sicilia nella lotta a Cosa Nostra) è calabrese, nato e vissuto lì, per cui, conosce tutte le dinamiche e la mentalità ndranghetista.

Questo sicuramente è un suo punto di forza notevole.

 

Che cosa bisognerebbe fare per assestare colpi mortali a questa nuova ‘ndrangheta?

 

Considerarla per quello che è: mercatistica, transnazionale e silente.

Siamo di fronte ad una nuova mafia con la struttura di una multinazionale che corrompe, ricicla, realizza frodi finanziarie, gode di paradisi fiscali ed ha un sistema bancario proprio.

È ormai un fenomeno criminale con estensione globale.

Per questi motivi occorrerà intensificare la cooperazione internazionale in materia penale come strumento indispensabile per combattere e prevenire questo tipo di criminalità organizzata transnazionale, la corruzione a essa connessa, il traffico internazionale di stupefacenti, il traffico di esseri e organi umani, la criminalità economico-finanziaria.

Questi crimini ormai vanno tutti combattuti secondo regole di extraterritorialità.

Penso si debbano sviluppare nuovi programmi e nuove strategie di lotta, preventive e repressive, a livello transfrontaliero.

 Gli obiettivi di queste azioni devono essere finalizzati a combattere la nuova criminalità organizzata armonizzando la legislazione penale degli Stati membri, migliorando il funzionamento dei sistemi giudiziari e rafforzando lo Stato di diritto.

Per ottenere il massimo effetto nella prevenzione e nella repressione al fenomeno dell’attuale criminalità organizzata le strutture giudiziarie nazionali dovrebbero unire i loro sforzi volti all'attuazione coerente delle strategie più adeguate proprio agli sviluppi e alle nuove peculiarità di queste mafie a livello globale.

(Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra).

 

 

 

 

Bologna: operazione

antidroga, 13 arresti.

Poliziadistato.it – (9-04-2024) – Redazione – ci dice:

A conclusione di un’indagine antidroga condotta dal Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile di Bologna, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, sono stati individuati i componenti di un’organizzazione criminale albanese specializzata nell'importazione di cocaina dalla Germania e dello spaccio in Italia.

L'operazione è stata condotta in collaborazione con la polizia albanese e tedesca e ha portato all'esecuzione di 11 misure cautelari e 2 fermi emessi dalle procure di Milano e Cuneo.

L’organizzazione criminale, con base in provincia di Modena, ma ramificata anche in Piemonte, Lombardia e Toscana, distribuiva in modo capillare lo stupefacente in particolare, ma non esclusivamente, nelle province di Modena e Bologna, principalmente cocaina a favore di una consolidata rete di acquirenti di varia nazionalità.

Principali importatori di droga dell’organizzazione erano due fratelli di nazionalità albanese residenti a Massa che riuscivano a fare arrivare in Italia grossi quantitativi.

L’organizzazione era inoltre in grado di rifornirsi anche di notevoli quantitativi di marjuana.

I due fermi sono stati effettuati nei confronti di un elemento di spicco dell’organizzazione e della sua compagna, entrambi residenti a Milano. Dalle indagini, è emerso che la coppia aveva interessi in Sud America ed in particolare in Ecuador.

Al termine delle indagini risultano indagate anche altre 22 persone, di queste ne sono state arrestate 5 persone in flagranza di reato.

Gli arresti sono stati eseguiti anche in Albania e in Germania, in particolare tre dei destinatari di misura restrittiva sono stati arrestati in Albania con il coordinamento della Direzione centrale Polizia Criminale e della Polizia albanese;

un altro indagato è stato arrestato in Germania con la collaborazione della “Direzione centrale servizi Antidroga” e della Polizia tedesca.

Durante le indagini sono stati monitorati numerosi viaggi dei corrieri albanesi dalla Germania sino in Italia e all’arresto di due di loro: uno con 22,5 chili di cocaina e un altro con 8 chili, nella provincia di Cuneo. Complessivamente sono stati sequestrati anche 11 chili di marjuana.

Alle indagini ha partecipato il “Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia” e l’Ufficio dell’esperto per la sicurezza a Tirana della Direzione centrale della Polizia Criminale, in collaborazione con il dipartimento della Polizia Criminale (Direzione Investigativa CO e Fast Albania) e l’Ufficio centrale nazionale Interpol di Tirana.

 

 

 

Draghi, l”esilio” a Milano

e quei messaggi alla politica:

il declino dell’uomo del Britannia.

 Lacxrunadellago.net - Cesare Sacchetti – (10 -4- 2024) – ci dice:

 

Soltanto 3 anni fa veniva accolto come una sorta di “salvatore” dalla stampa italiana e dalla decadente classe politica della Seconda Repubblica.

Tutti si prostravano ai suoi piedi, convinti forse che Mario Draghi sarebbe stato l’uomo ideale per trascinare l’Italia nell’ultimo girone infernale del famigerato “Nuovo Ordine Mondiale”.

La politica non si nascondeva nemmeno troppo. Personaggi come Luca Zaia, governatore del Veneto, affermavano esplicitamente che il mondo delle vaccinazioni di massa era il “mondo del Nuovo Ordine Mondiale” e ciò, per chi ha ormai famigliarità con questo blog, non dovrebbe suscitare alcuna sorpresa.

La politica italiana nel recinto dell’anglosfera e del golpe di Mani Pulite del 1992 altro non è che una protesi di potentati esteri e di logge massoniche.

Ciò spiega le persecuzioni di massa del biennio 2020-2022.

Ciò spiega quel fiume di dpcm illegali che imponevano restrizioni alla libertà personale e ciò spiega anche i certificati verdi obbligatori imposti dal successore di Conte, Draghi per l’appunto, che avrebbe dovuto portare a termine il lungo assalto più che cinquantennale contro l’Italia.

C’è una guerra del mondo massonico contro questo Paese poiché esso rappresenta tutto ciò che la religione illuminista dei diritti umani vuole cancellare.

L’Italia è la sede della cristianità mondiale.

 L’Italia è Roma e la sua sorella, la Grecia, altro Paese che ha subito feroci attacchi da parte dell’alta finanza anglo sionista e che, come l’Italia, è stata tradita dalla “sua” infame classe politica comprata dai centri finanziari di Londra e New York.

Questo spiega l’odio profondo e viscerale di questi ambienti contro l’Italia che a differenza di quello che pensa qualche sciocco affetto dal morbo dell’auto razzismo è un Paese speciale e unico come nessun altro al mondo.

Draghi era l’uomo che doveva portare a termine il saccheggio. Era colui il quale avrebbe dovuto trascinare l’Italia nel cosiddetto Grande Reset.

Pochi profili hanno tradito l’Italia come lo ha fatto Draghi che iniziò a tramare contro il “suo” Paese già nel lontano 1992 quando salì sul panfilo della regina Elisabetta, altro pezzo fondamentale perduto dalla gerarchia globalista, e liquidò, ancora oggi non si sa autorizzato da chi, tutti i gioielli pubblici dell’industria italiana che erano un vanto nel mondo intero.

La politica, ancora una volta, stese il tappeto rosso al sicario prediletto da Londra e New York e iniziò uno dei periodi più bui della storia italiana.

Gli italiani non vaccinati venivano messi alla porta esattamente come accadeva ai tempi del nazismo per gli ebrei, consegnati dalla lobby sionista nelle mani del fuhrer.

Il paradosso del liberalismo, o meglio tutta la sua ipocrisia, è emerso alla luce di colpo e questo sistema politico ha rivelato di essere la più repressiva delle dittature e la più parassitaria poiché a beneficiare di tale status quo è soltanto un manipolo di oligarchi con le loro corrotte coorti politiche.

Nel 2022 qualcosa però si ruppe.

 Nei ranghi della politica si iniziava a comprendere che non era più possibile proseguire con la repressione.

Non era più possibile avanzare verso il Grande Reset in quanto gli equilibri mondiali non lo permettevano.

L’operazione terroristica del coronavirus era già fallita in molti Paesi e l’opposizione di Paesi quali la Russia e i BRICS assieme al disimpegno americano rendeva impossibile erigere la società voluta dalla famiglia Rockefeller.

Draghi stesso probabilmente lo intuì e chiese di essere trasferito al Quirinale come “ricompensa” per il lavoro svolto.

Draghi, oltre ad attuare il programma vaccinale, spostò l’asse della geopolitica italiana verso Parigi attraverso il “trattato del Quirinale” che ha consegnato l’Italia nella sfera coloniale francese che si sta comunque disgregando per la decolonizzazione in corso in Africa attuata attraverso l’indispensabile contributo della Russia.

Il passaggio di consegne da Conte a Draghi è servito anche a questo in quanto Conte era troppo vicino al partito comunista cinese, nemmeno a “Xi Jinping”, e le élite Occidentali volevano che invece l’Italia fosse saldamente riposizionata sotto l’egida dell’establishment francese.

A questo è servito il cambio da Conte a Draghi e non certo perché il secondo era diventato “sovranista” come una campagna di disinformazione a dir poco indecente orchestrata da canali Telegram a libro paga dei servizi e da ambienti vicini alla Lega hanno provato a far credere.

Nel gennaio del 2022, come si diceva, gli equilibri si spezzano.

Draghi chiede di andar via, e la politica preferisce lasciarlo lì dov’è perché un parafulmine in fondo fa comodo a tutti e la classe politica italiana non può ritornare nella cabina di regia di palazzo Chigi dopo aver perseguitato gli italiani per più di due anni e passa.

La riluttanza della Meloni a voler governare si spiega anche per questa ragione.

La poltrona di palazzo Chigi scotta troppo e non ci si vuole mettere a sedere nessuno.

Chi può sedersi lì e portare avanti un piano che ormai è fallito?

 Nessuno, e oggi si assiste al vuoto governativo della Meloni che già guarda a Bruxelles per le stesse ragioni per le quali Draghi abbandonò la nave che imbarcava acqua.

Il divorzio tra Draghi e la politica non è stato però placido. È stato amaro e pieno di risentimenti e di messaggi nemmeno troppo velati che piovono reciprocamente.

Quando ha lasciato, l’uomo del Britannia ha iniziato instancabilmente a cercare un altro incarico non tanto, crediamo noi, per ragioni pecuniarie ma per questioni di immunità in quanto Draghi è stato l’uomo che nel 2021-2022 ha calpestato, assieme ai partiti che lo assistevano, un considerevole numero di leggi.

Ogni porta però era chiusa.

 Ha provato alla NATO” ma lì la partita nemmeno è iniziata perché gli Stati Uniti si sono allontanati dall’organizzazione e sono in procinto di lasciarla con il ritorno ufficiale di Trump.

Ha provato alla Commissione europea e alla BCE, dove è già stato, ma anche lì ogni porta è rimasta saldamente chiusa.

Nemmeno una campagna stampa chiaramente fatta su commissione ha spostato nulla per l’ex presidente della BCE.

La realtà è semplicemente una sola. Draghi è finito e non serve più al mondo che lui ha servito per così tanti anni.

Quei “velati messaggi” di Draghi alla politica.

Adesso si sente parlare nuovamente di lui in un articolo del Foglio che ha ricevuto molto poca attenzione e al quale gli altri media nemmeno hanno prestato troppa attenzione.

Draghi non vive più a Roma.

Ha lasciato la sua storica casa di viale Bruno Buozzi per andarsene a Milano e questo suscita certamente sorpresa perché Draghi non ha mai vissuto in pianta stabile da quelle parti.

L’ex premier gravitava attorno a Roma, Anzio e la casa di Città della Pieve che no, non è stata quasi certamente incendiata come ha voluto far credere qualche disinformatore intento a raccontare la storiella del Draghi “pericoloso per il sistema”.

Questo trasferimento a Milano ha il sapore di un “esilio”.

Sono interessanti soprattutto i messaggi che manda la moglie, Serenella, che raramente parla alla stampa e che in questa occasione afferma che la politica “teme Draghi”.

Come si è giunti a questo punto?

 Soltanto due anni erano tutti lì adoranti alla corte dell’uomo del Britannia e ora gli stessi servi lo temono.

Chissà che Draghi forse non sia pronto a dire qualcosa su quanto fatto e visto a palazzo Chigi ai tempi del suo governo che potrebbe mettere nei guai la già molto inguaiata classe politica italiana.

C’è come un sapore di vendetta nelle parole di Serenella che afferma anche che il Quirinale era il grande cruccio di suo marito.

L’ex presidente del Consiglio non ha ancora digerito quel tradimento.

Non ha ancora digerito di essere stato abbandonato da quegli ambienti massonici che lo hanno spinto al governo e che poi lo hanno lasciato al suo destino pur di salvare loro stessi.

Ormai in questa fase di crollo del sistema politico italiano ognuno pensa a salvare sé stesso e già si vede l’escalation della guerra tra bande in corso nella politica.

In Puglia si assiste ad una serie di inchieste incrociate che vedono prima colpire la giunta comunale di Decaro a Bari e poi quella regionale di Emiliano in quello che sembra essere chiaramente un botta e risposta tra correnti dello stesso mondo che si fanno la guerra.

Quando crollano i regimi, ci sono strane morti, inchieste ad orologeria e fughe improvvise all’estero e alcuni di questi elementi già li vediamo.

Ancora oggi non è nota la causa di morte di “Bruno Astorre”, senatore del PD, e ancora non sono state nemmeno mostrate le immagini che lo avrebbero immortalato nel suo presunto suicidio nonostante il palazzo dal quale si sarebbe gettato, nel cuore del centro storico di Roma, è uno dei luoghi più sorvegliati di Roma.

Non si sa nemmeno cosa è accaduto alla poliziotta uccisa, sempre a Roma, in servizio a Montecitorio e la versione che è stata raccontata dai media, quella di un delitto passionale commesso da un solitario, è stata smentita dai testimoni che parlavano di due uomini, uno dei quali un poliziotto, presenti sul luogo dove è stato attuato un vero e proprio omicidio su commissione.

L’aria è di dismissione generale e quei messaggi della moglie di Draghi fanno presagire qualche altro possibile colpo di scena in futuro.

Sono gli ultimi giorni di Pompei non solo della Seconda Repubblica ma con ogni probabilità della stessa “Repubblica dell’anglosfera” che difficilmente potrà sopravvivere alla chiusura degli equilibri del 1945.

Adesso è la fase delle vendette incrociate.

Adesso è la fase dove i servi rimasti senza padroni si assaltano con ferocia pur di mettersi in salvo.

Chi avrebbe mai ipotizzato tutto questo tre anni fa?

 In pochissimi e noi eravamo tra quelli non per qualche misteriosa dote taumaturgica ma semplicemente perché erano già venute meno le condizioni politiche per il piano globalista, come ebbe a costatare con amarezza nel 2022 lo stesso Massimo D’Alema.

Saranno mesi arroventati soprattutto dopo le europee.

 Un’epoca si sta chiudendo e ne inizierà presto un’altra.

Altre teste pesanti molto presto rotoleranno.

 

 

Ill nuovo documentario che denuncia

l’allarmismo climatico è l’ultima

vittima della censura delle Big Tech.

Lifesitenews.com – (9 aprile 2024) - Claire Chrétien – ci dice:

 

Vimeo ha temporaneamente rimosso "Climate: The Movie (The Cold Truth)" e YouTube ha inserito un avviso di "contesto" che è ancora presente.

( LifeSiteNews ) – Un documentario che espone l’allarmismo climatico come una “truffa” per aumentare il potere e il profitto globalista è stata l’ultima vittima della censura delle Big Tech, con Vimeo che lo ha temporaneamente rimosso e YouTube che ha lanciato un avvertimento sul “contesto”.

Come riportato da LifeSiteNews ,” Climate: The Movie” (The Cold Truth) mette in luce l’interesse finanziario di molti professionisti nell’alimentare i timori sul cambiamento climatico.

 Si spinge addirittura a criminalizzare il dissenso sull’argomento.

 Gli aderenti alla narrativa ufficiale sul COVID-19 sostenevano una censura altrettanto draconiana nei confronti degli scettici.

 Uno di questi scettici sulla narrativa COVID è il dottor “William Makis”, un medico canadese esperto in radiologia, oncologia e immunologia che ha usato il suo “Substack” per evidenziare la censura di “Climate: The Movie” (The Cold Truth)  pubblicando un  articolo di “Epoch Times” a riguardo.

Dopo l'uscita del film e le richieste di censurarlo, "Vimeo ha rimosso il video dalla sua piattaforma il 24 marzo, citando una 'violazione dei Termini di servizio e/o delle linee guida di Vimeo.'"

"Circa 12 ore dopo che l'ho contattato, si è riattivato", ha detto a “The Epoch Times” il creatore del film, “Martin Durkin” .

“Ma non sappiamo perché.

Presumo che alcuni "verdi" se ne siano lamentati e l'abbiano automaticamente ritirato. Comunque, è stato un bene che Vimeo lo abbia rimesso in piedi."

Lo sbocco continuava:

Il 22 marzo, Food Lies, che ha 44.000 iscritti, ha riferito che quando hanno condiviso per la prima volta il film sul proprio canale, YouTube lo ha “immediatamente” rimosso e Food Lies ha dovuto chiedere un permesso speciale per ripubblicarlo.

Quando il rapporto è stato concesso, YouTube ha aggiunto il seguente riscaldamento contestuale:

“Il cambiamento climatico si riferisce a cambiamenti a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici.

 Le attività umane sono state il principale motore del cambiamento climatico, principalmente a causa dell'uso di combustibili fossili come carbone, petrolio e gas", e includeva un collegamento alla sezione "Che cos'è il cambiamento climatico?" sito web.

L’avviso sul “contesto” e il collegamento al sito web dell’ONU compaiono anche nella versione pubblicata dall’account “Climate The Movie”, che è stata vista 98.000 volte.

Allo stesso modo YouTube inserisce il “contesto” nei video pro-vita accurati dal punto di vista medico.

 Durante il culmine del panico da coronavirus, ha censurato i video critici nei confronti dei lockdown e dei vaccini a mRNA .

“X” (ex Twitter) non ha censurato Climate: The Movie (The Cold Truth) , in linea con gli ideali di libertà di parola che il suo proprietario Elon Musk ha ripetutamente articolato.

L'uccisione di operatori umanitari

da parte di Israele non è casuale.

Fa parte del piano per distruggere Gaza.

 Unz.com - JONATHAN COOK – (9 APRILE 2024) – ci dice:

 

L'isolamento di Gaza è quasi completo. Le leggi di guerra sono state stracciate e l'enclave è ora completamente alla misericordia di Israele.

Dopo sei mesi – e molte decine di migliaia di donne e bambini palestinesi morti e mutilati in seguito – i commentatori occidentali si stanno finalmente chiedendo se ci sia qualcosa che non va nelle azioni di Israele a Gaza.

A quanto pare, Israele ha oltrepassato una linea rossa quando ha ucciso una manciata di operatori umanitari stranieri il 1° aprile, tra cui tre appaltatori della sicurezza britannica.

Tre missili, lanciati nell'arco di diversi minuti, hanno colpito i veicoli di un convoglio di aiuti della “World Central Kitchen” (WCK) che si dirigeva lungo la costa di Gaza su una delle poche strade ancora percorribili dopo che Israele ha trasformato il caso e le strade dell'enclave in macerie.

Tutti i veicoli erano chiaramente contrassegnati.

Tutti si trovavano su un passaggio approvato e sicuro.

 E all'esercito israeliano erano state date le coordinate per tracciare la posizione del convoglio.

Con precisi fori di missili attraverso i tetti dei veicoli che rendono impossibile incolpare Hamas per l'attacco, Israele è stato costretto ad ammettere la responsabilità.

I suoi portavoce hanno affermato che una figura armata è stata vista entrare nell'area di stoccaggio da cui era partito il convoglio di aiuti.

Ma anche questa risposta debole e stereotipata non è riuscita a spiegare perché l'esercito israeliano colpisse le auto in cui si sapeva che c'erano operatori umanitari.

Così Israele si è affrettato a promettere di indagare su quello che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha descritto come un " tragico incidente ".

Presumibilmente, si è trattato di un "tragico incidente" proprio come gli oltre 15.000 altri "tragici incidenti" – quelli di cui siamo a conoscenza – che Israele ha commesso contro i bambini palestinesi giorno dopo giorno per sei mesi.

In questi casi, naturalmente, i commentatori occidentali sono sempre riusciti a produrre qualche razionalizzazione per il massacro.

Non questa volta.

"Tutto questo deve finire."

Sei mesi troppo tardi, con l'intera infrastruttura medica di Gaza distrutta da Israele e una popolazione sull'orlo della fame, il quotidiano britannico “Independent” ha improvvisamente trovato la voce per dichiarare con decisione in prima pagina: " Basta ".

“Richard Madeley”, conduttore di” Good Morning Britain”, alla fine si è sentito obbligato a ritenere che Israele avesse effettuato una "esecuzione" degli operatori umanitari stranieri.

Presumibilmente, 15.000 bambini palestinesi non furono giustiziati, semplicemente "morirono".

Quando si è trattato dell'uccisione del personale della “WCK”, il popolare conduttore di talk show della “LBC” Nick Ferrari ha concluso che le azioni di Israele erano " indifendibili ".

Pensava fosse difendibile che Israele bombardasse e affamasse i bambini di Gaza mese dopo mese?

Come l' “Independent”, anche lui ha proclamato: "Tutto questo deve finire".

L'attacco al convoglio della” WCK “ha cambiato brevemente l'equazione per i media occidentali.

Sette operatori umanitari morti sono stati un campanello d'allarme quando molte decine di migliaia di bambini palestinesi morti, mutilati e orfani non lo erano stati.

Un'equazione davvero salutare.

I politici britannici rassicurarono l'opinione pubblica sul fatto che Israele avrebbe condotto una " indagine indipendente " sugli omicidi.

Cioè, lo stesso Israele che non punisce mai i suoi soldati anche quando le loro atrocità vengono trasmesse in televisione.

 Lo stesso Israele i cui tribunali militari giudicano quasi tutti i palestinesi colpevoli di qualunque crimine di cui Israele scelga di accusarli, se consente loro un processo.

Ma almeno gli operatori umanitari stranieri meritavano un'indagine, per quanto la conclusione fosse scontata.

Questo è più di quanto riceveranno mai i bambini morti di Gaza.

Il programma di Israele.

I commentatori britannici sono apparsi sorpresi al pensiero che Israele avesse scelto di uccidere gli stranieri che lavoravano per la “World Central Kitchen “– anche se quegli stessi giornalisti trattano ancora decine di migliaia di palestinesi morti come sfortunati "danni collaterali" in una "guerra" per "sradicare Hamas".

Ma se avessero prestato maggiore attenzione, questi esperti avrebbero capito che l'omicidio di stranieri non è eccezionale.

 È stato al centro del manuale dell'occupazione israeliana da decenni – e aiuta a spiegare ciò che Israele spera di ottenere con il suo attuale massacro di palestinese a Gaza.

All'inizio degli anni 2000, Israele era in un'altra delle sue furie, distruggendo Gaza e la Cisgiordania come "rappresaglia" per i palestinesi che avevano avuto la temerarietà di ribellarsi a decenni di occupazione militare.

Scioccato dalla brutalità, un gruppo di volontari stranieri, un numero significativo dei quali ebrei, si è avventurato in queste aree per testimoniare e documentare i crimini dell'esercito israeliano e fungere da scudi umani per proteggere i palestinesi dalla violenza.

Sono arrivati sotto il mantello dell' “International Solidarity Movement” (ISM), un'iniziativa guidata dai palestinesi.

 Erano ansiosi di usare quelle che allora erano le nuove tecnologie come le fotocamere digitali, le e-mail ei blog per focalizzare l'attenzione sulle atrocità dell'esercito israeliano.

Alcuni sono diventati una nuova generazione di giornalisti attivisti, incorporati nelle comunità palestinesi per raccontare la storia che i giornalisti dell'establishment occidentale, incorporati in Israele, non sono mai riusciti a coprire.

Israele ha presentato l'ISM come un gruppo terroristico e ha liquidato la sua documentazione filmata come " Pallywood " – un'industria presumibilmente produttrice di fiction equiparata a una “Hollywood palestinese”.

Gaza isolata.

Ma le prove dell'ISM hanno sempre più smascherato "l'esercito più morale del mondo" per quello che era veramente: un'impresa criminale per imporre furti di terra e la pulizia etnica dei palestinesi.

Israele doveva agire con maggiore fermezza.

Le prove suggeriscono che i soldati ricevettero l'autorizzazione a giustiziare gli stranieri nei territori occupati.

Ciò includeva giovani attivisti come” Rachel Corrie” e “Tom Hurndall” ; “James Miller “, un regista indipendente che si è avventurato a Gaza; e persino un funzionario delle Nazioni Unite, “Iain Hook” , con sede in Cisgiordania.

Questa rapida ondata di omicidi – e la mutilazione di molti altri attivisti – ha avuto l'effetto desiderato.

 L'ISM si è in gran parte ritirato dai territori occupati per proteggere i suoi volontari.

Nel frattempo, Israele ha formalmente vietato all'ISM di accedere ai territori occupati.

Nel frattempo, Israele ha negato le credenziali di stampa a qualsiasi giornalista non sponsorizzato da uno stato o da un organo di proprietà di un miliardario, cacciandolo dalla regione.

“Al Jazeera”, l'unico canale arabo critico la cui copertura ha raggiunto il pubblico occidentale, ha trovato i suoi giornalisti regolarmente banditi o uccisi, e i suoi uffici bombardati.

La battaglia per isolare i palestinesi, liberando Israele e permettendogli di commettere atrocità senza controllo, è culminata nel blocco di Gaza da parte di Israele, che dura ormai da 17 anni.

Era sigillato.

Con l'enclave completamente assediata dalla terra, gli attivisti per i diritti umani hanno concentrato i loro sforzi sulla rottura del blocco attraverso l'alto mare.

 Dal 2008 in poi una serie di " flottiglie della libertà " hanno tentato di raggiungere la costa di Gaza.

Israele riuscì presto a fermarne la maggior parte.

La più grande era guidata da “Mavi Marmara”, una nave turca carica di aiuti e medicina.

Nel 2010 un commando navale israeliano ha preso d'assalto illegalmente la nave in acque internazionali, uccidendo 10 operatori umanitari stranieri e attivisti per i diritti umani a bordo e ferendone altri 30.

I media occidentali hanno minimizzato l'assurda caratterizzazione israeliana delle flottiglie come un'impresa terroristica. L'iniziativa si è gradualmente esaurita.

Complicità occidentale.

Questo è il contesto appropriato per comprendere l'ultimo attacco al convoglio di aiuti “WCK”.

Israele ha sempre avuto quattro punti nella sua strategia nei confronti dei palestinesi.

Nel loro insieme, hanno permesso a Israele di perfezionare il suo regime di apartheid, e ora gli permettono di attuare indisturbato le sue politiche di genocidio.

 

Il primo è quello di isolare progressivamente i palestinesi dalla comunità internazionale.

Il secondo è quello di rendere i palestinesi completamente dipendenti dalla buona volontà dell'esercito israeliano e creare condizioni così precarie e imprevedibili che la maggior parte dei palestinesi cerchi di lasciare la loro patria storica, lasciandola libera di essere "giudaizzata".

In terzo luogo, Israele ha schiacciato qualsiasi tentativo da parte di estranei – in particolare i media e gli osservatori dei diritti umani – di esaminare le sue attività in tempo reale o di chiederne conto.

E in quarto luogo, per raggiungere tutto questo, Israele ha dovuto erodere pezzo per pezzo le protezioni umanitarie sancite dal diritto internazionale per fermare il ripetersi delle atrocità comuni contro i civili durante la Seconda Guerra Mondiale.

Questo processo, durato anni e decenni, ha subito una rapida accelerazione dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Così Israele aveva il pretesto per trasformare l'apartheid in genocidio.

L' “Unrwa”, la principale agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha il compito di fornire aiuti ai palestinesi, era da tempo nel mirino di Israele, soprattutto a Gaza.

Ha consentito alla comunità internazionale di mantenere il piede nella porta dell'enclave, mantenendo un'ancora di salvezza per la popolazione indipendente da Israele e creando un quadro autorevole per giudicare le violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

Quel che è peggio, per Israele, l' “Unrwa” ha mantenuto in vita il diritto al ritorno – sancito dal diritto internazionale – dei rifugiati palestinesi espulsi dalle loro terre d'origine in modo che al loro posto potesse essere costruito uno Stato ebraico autoproclamato.

Israele ha colto al volo l'occasione di accusare l' “Unrwa” di essere implicato nell'attacco del 7 ottobre, anche se non ha prodotto alcuna prova a sostegno di tale affermazione.

Con altrettanto entusiasmo, gli stati occidentali hanno chiuso i finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite.

L'amministrazione Biden sembra desiderosa di porre fine al controllo delle Nazioni Unite su Gaza, delegando il suo principale ruolo di aiuto alle aziende private.

 È stato uno degli sponsor principali della “WCK”, guidata da legami con il Dipartimento di Stato americano.

La “WCK”, che sta anche costruendo un molo al largo della costa di Gaza, avrebbe dovuto essere un'aggiunta al piano di Washington di inviare aiuti da Cipro per aiutare quei palestinesi che, nelle prossime settimane, non moriranno di fame.

Il primo obiettivo è stato raggiunto.

La gente di Gaza è sola.

L'Occidente, piuttosto che il suo salvatore, è ora pienamente complice non solo del blocco israeliano di Gaza, ma anche della sua fama.

 

Lotteria della vita e della morte.

In secondo luogo, Israele ha dimostrato al di là di ogni dubbio che considera ogni palestinese a Gaza, anche i suoi figli, come un nemico.

Il fatto che la maggior parte delle case dell'enclave siano ora in macerie dovrebbe servire come prova sufficiente, così come il fatto che molte decine di migliaia di persone sono state uccise violentemente.

 È probabile che sia stata registrata solo una frazione del bilancio delle vittime, data la distruzione da parte di Israele del settore sanitario dell'enclave.

La distruzione degli ospedali da parte di Israele, compreso quello di “al-Shifa” – così come il rapimento e la tortura del personale medico – ha lasciato i palestinesi di Gaza completamente esposti.

 L'eliminazione di un'assistenza sanitaria significativa significa che nascite, lesioni gravi e malattie croniche e acute stanno rapidamente diventando una condanna a morte.

Israele ha intenzionalmente trasformato la vita a Gaza in una lotteria, senza un posto sicuro.

Secondo una nuova indagine, la campagna di bombardamenti israeliana si è basata in larga misura su sistemi sperimentali di intelligenza artificiale che automatizzano in gran parte l'uccisione dei palestinesi.

 Ciò significa che non c'è bisogno della supervisione umana e delle potenziali limitazioni imposte dalla coscienza umana.

Il sito web israeliano “972” ha scoperto che decine di migliaia di palestinesi erano stati inseriti in "liste di eliminazione" generate da un programma chiamato, utilizzando definizioni vaghe di "terrorista" e con un tasso di errore stimato anche dall'esercito israeliano in uno su 10.

Un altro programma chiamato "Dov'è papà?" ha rintracciato molti di questi "obiettivi" nelle loro case di famiglia, dove loro – e potenzialmente dozzine di altri palestinesi abbastanza sfortunati da trovarsi all'interno – sono stati uccisi da attacchi aerei.

Un funzionario dell'intelligence israeliana ha detto al “972”:

"L'IDF li ha bombardati nelle case senza esitazione, come prima opzione. È molto più facile bombardare la casa di una famiglia. Il sistema è costruito per cercarli in queste situazioni".

Poiché molti di questi obiettivi erano considerati operativi "minori", di scarso valore militare, Israele ha preferito usare munizioni non guidate e imprecise - "bombe stupide" - aumentando drammaticamente la probabilità che anche un gran numero di altri palestinesi venisse ucciso.

Oppure, come ha osservato un altro funzionario dell'intelligence israeliana: "Non si vogliono sprecare bombe costose su persone poco importanti – è molto costoso per il paese e c'è una carenza [di bombe intelligenti]".

Questo spiega perché intere famiglie allargate, composte da dozzine di membri, siano stati massacrati così regolarmente.

Questa, riferisce “Haaretz,” è la probabile ragione per cui i soldati hanno ucciso “tre ostaggi israeliani fuggiti” che stavano cercando di arrendersi a loro.

I palestinesi, naturalmente, raramente sanno dove si trovano queste zone di uccisione, mentre perlustrano disperatamente aree sempre più vaste nella speranza di trovare cibo.

Se sono abbastanza fortunati da evitare la morte dal cielo o la morte per fame, rischiano di essere catturati dai soldati israeliani e portati in uno dei siti neri di Israele.

Lì, come ha ammesso la settimana scorsa un medico israeliano che ha denunciato, ai detenuti vengono inflitti orrori indicibili in stile “Abu Ghraib”.

L'obiettivo due è stato raggiunto, lasciando i palestinesi terrorizzati dalla violenza in gran parte casuale dell'esercito israeliano e alla disperata ricerca di una via di fuga dalla roulette russa che Israele sta giocando con le loro vite.

 

Reportage soffocato.

Molto tempo fa, Israele ha impedito agli osservatori dei diritti umani delle Nazioni Unite di accedere ai territori occupati. Ciò ha lasciato l'esame dei suoi crimini in gran parte nelle mani dei media.

I giornalisti stranieri indipendenti sono stati esclusi dalla regione per circa 15 anni, lasciando il campo ai giornalisti dell'establishment al servizio dei media statali e corporativi, dove ci sono forti pressioni per presentare le azioni di Israele nella migliore luce possibile.

Questo è il motivo per cui le storie più importanti sul 7 ottobre e sulle azioni dell'esercito israeliano a Gaza e sul trattamento dei prigionieri palestinesi in Israele sono state divulgate – così come da piccoli organi di informazione occidentali indipendenti che ne hanno evidenziato la copertura.

Dal 7 ottobre, Israele ha vietato a tutti i giornalisti stranieri di entrare a Gaza, e i reporter occidentali hanno obbedito docilmente.

Nessuno ha allertato il proprio pubblico di questo grande assalto al loro presunto ruolo di cani da guardia.

Ai portavoce israeliani, ben addestrati nelle arti oscure dell'inganno e del depistaggio, è stato permesso di riempire il vuoto negli studi londinesi.

Le informazioni sul campo che da Gaza hanno raggiunto il pubblico occidentale – quando non sono state soppresse dai media perché sarebbero troppo angoscianti o perché la loro inclusione avrebbe fatto infuriare Israele – arrivano attraverso i giornalisti palestinesi.

Hanno mostrato il genocidio in corso in tempo reale.

Ma per questo motivo, Israele li ha eliminati uno per uno – proprio come ha fatto in precedenza con “Rachel Corrie” e “Tom Hurndall” – oltre a uccidere le loro famiglie allargate come monito per gli altri.

L'unico canale internazionale che ha molti giornalisti sul campo a Gaza ed è in grado di presentare i suoi reportage in un inglese di alta qualità è “Al Jazeera”.

L'elenco dei giornalisti uccisi da Israele si è allungato costantemente dal 7 ottobre.

 Il capo dell'ufficio di Gaza “Wael al-Dahdouh” ha avuto la maggior parte della sua famiglia giustiziata, oltre ad essere stato ferito lui stesso.

La sua controparte in Cisgiordania, Shireen Abu Akhleh, è stata uccisa da un cecchino dell'esercito israeliano due anni fa.

Forse non sorprende che la settimana scorsa Israele abbia fatto approvare una legge al suo parlamento per vietare ad “Al Jazeera “di trasmettere dalla regione.

Il primo ministro israeliano “Benjamin Netanyahu” lo ha definito un "canale del terrorismo", sostenendo che ha partecipato all'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Al Jazeera aveva appena mandato in onda un documentario che rivisitava gli eventi del 7 ottobre.

Ha dimostrato che Hamas non ha commesso i crimini più barbari di cui Israele lo accusa e che, di fatto, in alcuni casi Israele è stato responsabile delle più orribili atrocità contro i propri cittadini che aveva attribuito a Hamas.

“Al Jazeera e i gruppi per i diritti umani” sono comprensibilmente preoccupati per le ulteriori azioni che Israele potrebbe intraprendere contro i giornalisti del canale per soffocare i suoi reportage.

I palestinesi di Gaza, nel frattempo, temono di perdere l'unico canale che li collega al mondo esterno, raccontando le loro storie e tenendoli informati su ciò che il mondo sa della loro situazione.

Il terzo obiettivo è stato raggiunto.

 Le luci sono in fase di spegnimento.

 Israele può portare avanti nell'oscurità la fase potenzialmente più brutta del suo genocidio, mentre i bambini palestinesi emaciano e muoiono di fame.

 

Regolamento stracciato.

E infine, Israele ha stracciato le regole del diritto internazionale umanitario inteso a proteggere i civili dalle atrocità, così come le infrastrutture su cui fanno affidamento.

Israele ha distrutto università, edifici governativi, moschee, chiese e panifici, oltre che, soprattutto, strutture mediche.

Negli ultimi sei mesi, gli ospedali, un tempo sacrosanti, sono lentamente diventati bersagli legittimi, così come i pazienti all'interno.

 

La punizione collettiva, assolutamente vietata come crimine di guerra, è diventata la norma a Gaza dal 2007, quando l'Occidente è rimasto a guardare mentre Israele assediava l'enclave per 17 anni.

Ora, mentre i palestinesi muoiono di fame, mentre i bambini diventano pelle e ossa, e mentre i convogli umanitari vengono bombardati e i richiedenti aiuti vengono uccisi a colpi di arma da fuoco, c'è ancora apparentemente spazio per il dibattito tra la classe politica e mediatica occidentale sul fatto se tutto ciò costituisca una violazione del diritto internazionale.

Anche dopo sei mesi in cui Israele ha bombardato Gaza, trattando la sua gente come "animali umani" e negando loro cibo, acqua ed elettricità – la definizione stessa di punizione collettiva – il vice primo ministro britannico, “Oliver Dowden”, sembra credere che Israele sia, ingiustamente, trattenuto a "standard incredibilmente elevati".

“David Lammy”, ministro degli Esteri ombra del partito laburista, apparentemente all'opposizione, non nutre altro che " serie preoccupazioni " che il diritto internazionale possa essere stato violato.

Nessuna delle due parti propone ancora di vietare la vendita di armi britanniche a Israele, armi che vengono utilizzate proprio per commettere queste violazioni del diritto internazionale.

Né si fa riferimento alla sentenza della “Corte Internazionale di Giustizia” secondo cui Israele sta "plausibilmente" commettendo un genocidio.

Nel frattempo, il principale dibattito politico in Occidente è ancora impantanato in discorsi deliranti su come rilanciare la favolosa "soluzione dei due Stati", piuttosto che su come fermare un genocidio in accelerazione.

La realtà è che Israele ha stracciato il più fondamentale dei principi del diritto internazionale: "

distinzione" – distinzione tra combattenti e civili – e "proporzionalità" – utilizzando solo la quantità minima di forza necessaria per raggiungere obiettivi militari legittimi.

Le regole della guerra sono a brandelli. Il sistema del diritto internazionale umanitario non è in pericolo, è crollato.

Ogni palestinese a Gaza ora rischia la condanna a morte. E con buona ragione, Israele ritiene che sia intoccabile.

Nonostante il rumore di fondo delle "preoccupazioni" espresse all'infinito dalla Casa Bianca e delle voci di crescenti "tensioni" tra alleati, gli Stati Uniti e l'Europa hanno indicato che il genocidio può continuare – ma deve essere portato avanti in modo più discreto e discreto.

L'uccisione del personale della “World Central Kitchen” è una battuta d'arresto.

Ma la distruzione di Gaza – il piano di Israele che dura da quasi due decenni – è lungi dall'essere finita.

 

 

 

 

 

I globalisti svelano il loro "Piano

Maestro Per l'Umanità":

Il sistema di controllo "Mark Of The Beast"

dell'ID digitale "50 in 5" consentirà

la sorveglianza e il controllo totale

di ogni persona sulla Terra.

Allnewspipeline.com – (10 aprile 2024) - Rhoda Wilson e All News Pipeline – ci dicono:

 

Decine di governi nazionali, insieme alle Nazioni Unite e a Bill Gates, stanno collaborando a un'iniziativa globale chiamata "50 in 5" per implementare una "infrastruttura pubblica digitale" entro cinque anni.

Questa infrastruttura comprende valute digitali della banca centrale, identificazione digitale, sistemi di dati completi e altro ancora, il tutto finalizzato a funzionare oltre i confini nazionali.

 Consentirà la sorveglianza e il controllo totale delle persone, con ogni transazione tracciata e controllata.

Il programma è guidato dalle “Nazioni Unite e da varie élite”, tra cui “Bill Gates” e i “Rockefeller”, con finanziamenti da parte di contribuenti statunitensi ed europei.

Dozzine di governi nazionali si stanno unendo alle Nazioni Unite e al miliardario fanatico del controllo della popolazione Bill Gates in un programma globale per imporre "infrastrutture pubbliche digitali" ("DPI") ai loro cittadini entro cinque anni.

 Questo "DPI" include le valute digitali della banca centrale ("CBDC"), l'identificazione digitale ("ID digitale"), i sistemi di dati completi e altro ancora, tutti funzionali oltre i confini nazionali.

Il nuovo schema, svelato alla fine dello scorso anno e che sta procedendo rapidamente, è noto come "50 in 5" perché 50 governi si aspettano di avere l'"infrastruttura digitale" orwelliana della tirannia in atto entro cinque anni.

Quasi una dozzina di governi, tra cui numerose cleptocrazie corrotte e regimi socialisti, hanno offerto volontariamente le loro popolazioni per servire come paesi "First Mover" finora.

Tuttavia, l'ipotesi dell'ONU è che ogni governo alla fine lo imporrà a ogni persona sulla Terra.

Ciò è chiaramente espresso in tutti i suoi annunci.

"Tutti i paesi, indipendentemente dal livello di reddito, dall'area geografica o da dove si trovano nel loro percorso di trasformazione digitale, possono trarre vantaggio dall'essere parte di 50-in-5", ha dichiarato l'agenzia delle Nazioni Unite dietro il programma.

"Aderire alla campagna aiuta a garantire che i paesi non debbano affrontare l'implementazione del DPI da soli o ricominciare da zero".

Guidata dal “Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo” ("UNDP"), la nuova "infrastruttura digitale" è stata inquadrata come uno strumento per accelerare l'imposizione dei controversi "Obiettivi di sviluppo sostenibile" ("SDG") dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, a cui i principali leader delle Nazioni Unite si sono riferiti nel 2015 come al "Master Plan for Humanity".

 Gli SDG, come sono noti, richiedono una ridistribuzione della ricchezza globale e un drastico aumento del potere del governo sulla vita delle persone a tutti i livelli.

Il regime di omicidi di massa che governa la Cina si vantava di aver svolto un "ruolo cruciale" nello sviluppo del piano.

Gates, che ha avuto una relazione problematica con il trafficante sessuale di minori “Jeffrey Epstein”, ha celebrato il ruolo di queste tecnologie nell'imporre gli SDG delle Nazioni Unite all'umanità.

 "Il G20 ha raggiunto un consenso rivoluzionario sul ruolo delle infrastrutture pubbliche digitali come acceleratore critico degli obiettivi di sviluppo sostenibile", ha dichiarato su Twitter.

 "Sono ottimista sul potenziale del DPI per sostenere un mondo più sicuro, più sano e più giusto".

L'intero programma è guidato dall'ONU e da elitari tra cui Gates e altri come i Rockefeller, finanziatori di lunga data del globalismo, dell'eugenetica e degli schemi di controllo della popolazione.

Molteplici gruppi di facciata guidati da tali "controllori" sono stati creati per lo scopo.

Ma i contribuenti statunitensi ed europei sono stati arruolati per pagare gran parte del conto attraverso le agenzie delle Nazioni Unite e le banche internazionali di "sviluppo".

Se non viene fermata, i critici affermano che la nuova suite di "beni pubblici digitali" e "infrastrutture" creerà un “panopticon tecnologico” che consentirà la sorveglianza e il controllo totale di tutte le persone ovunque.

Infatti, come chiarisce l'Agenda 2030, "nessuno sarà lasciato indietro". Una volta in pieno svolgimento, letteralmente ogni transazione sarebbe tracciata, monitorata e controllata.

I burocrati dell'ONU hanno fatto buon viso a cattivo gioco al programma.

"Per l'UNDP, un approccio DPI che combini una governance incentrata sulle persone è fondamentale per garantire che questa nuova infrastruttura possa accelerare gli SDG [dell'Agenda 2030]", ha affermato” Keyzom Ngodup Massally”, responsabile dei programmi digitali dell'UNDP.

 "Questa campagna “50 in 5” guidata dal paese è una parte fondamentale del modo in cui l'UNDP continua a sostenere una significativa cooperazione digitale globale e rafforza gli ecosistemi locali per progettare e implementare DPI basati sui diritti".

Secondo la “Banca dei regolamenti internazionali” in Svizzera, praticamente tutti i governi nazionali e le banche centrali di tutto il mondo stanno già lavorando alle valute digitali delle banche centrali ("CBDC"), che sta aiutando a guidare e coordinare il lancio di tali valute in tutto il mondo.

Man mano che il contante viene messo da parte e poi scompare, le CBDC creeranno un registro permanente di tutte le transazioni.

Forse ancora più preoccupante, le valute digitali saranno anche programmabili, dicono i principali esperti e funzionari.

Ciò consentirà ai governi un livello di controllo senza precedenti sull'economia e sulle decisioni individuali dei consumatori.

 In effetti, la Casa Bianca di Biden ha persino chiesto alle CBDC di promuovere "l'equità razziale" e le "priorità ambientali".

 I principali luminari hanno chiesto loro di tenere traccia anche dell'impronta di carbonio individuale.

Insieme alle” CBDC”, i governi di tutto il mondo stanno implementando ID digitali per accompagnarle.

 Il Senato australiano ha appena votato per approvare un tale sistema la scorsa settimana.

Diversi governi statali americani, tra cui alcuni controllati interamente dai repubblicani, stanno perseguendo schemi simili.

 E varie organizzazioni associate a Gates, alla dinastia Rockefeller e alle Nazioni Unite hanno promosso tali ID per anni, anche attraverso gruppi come ID2020.

Alla fine, gli ID digitali e le CBDC diventeranno inseparabili.

Il “Financial Times” ha discusso la relazione tra tutti i diversi sistemi del sistema delle infrastrutture digitali in un articolo del 2021 intitolato "Perché le CBDC saranno probabilmente basate sull'ID".

 Rivela come le CBDC e gli ID digitali possono (e saranno) utilizzati insieme per controllare le persone.

"Ciò che la ricerca e la sperimentazione sulle CBDC sembrano mostrare è che sarà quasi impossibile emettere tali valute al di fuori di un sistema nazionale completo di gestione dell'identità digitale", ha scritto “Isabella Kaminsky” del “Financial Times”.

"Ciò significa che le CBDC saranno probabilmente legate ad account personali che includono dati personali, storia creditizia e altre forme di informazioni rilevanti".

Alla fine, l'assistenza sanitaria si intreccerà con tutto questo, come ha spiegato il capo dell'”Organizzazione Mondiale della Sanità” ("OMS") sostenuto dal” PCC “(ed ex leader terrorista etno-marxista) “Tedros Ghebreyesus”.

"La pandemia di covid-19 ha evidenziato il valore delle soluzioni sanitarie digitali nel facilitare l'accesso ai servizi sanitari", ha dichiarato prima di propagandare i "passaporti vaccinali" covid imposti dall'Unione Europea ("UE").

 L'OMS sta ora utilizzando il sistema dell'UE per progettare un regime simile per tutta l'umanità.

I principali globalisti hanno accennato a dove sta andando tutto questo. "Il trucco è costruire un'infrastruttura digitale pubblica, che sia interoperabile, aperta a tutti e affidabile.

 Lasciate che vi faccia un esempio che oggi è realtà", ha detto la "presidente" dell'UE “Ursula von der Leyen” al vertice del G20 a settembre.

 "Molti di voi hanno familiarità con il certificato digitale covid-19.

L'UE l'ha sviluppata per sé stessa. Il modello era così funzionale e affidabile che 51 paesi in 4 continenti lo hanno adottato gratuitamente".

Un punteggio di credito sociale in base al quale ogni persona riceve un rango in base alla sua conformità alle richieste dei tecnocrati è essenzialmente inevitabile anche sotto questo regime, dicono i critici.

 "I sostenitori sono irremovibili sul fatto che il DPI sia essenziale per la partecipazione ai mercati e alla società – proprio come abbiamo visto con i passaporti vaccinali – solo su una portata molto più ampia", ha spiegato l'editore di “The Sociable” “Tim Hinchliffe”, uno dei primi a lanciare l'allarme.

Il potenziale di controllo, ha continuato, è quasi infinito.

 "In caso di successo, il DPI darà ai governi e alle aziende il potere di implementare sistemi di credito sociale in grado di determinare dove e come si può viaggiare, cosa si può consumare e come si sarà in grado di effettuare transazioni con il denaro programmabile", ha aggiunto “Hinchliffe”.

Naturalmente, questo tipo di sistema esiste già nella Cina comunista, qualcosa su cui “The New American” ha messo in guardia per quasi un decennio.

 Il Partito Comunista Cinese ("PCC") funge da "modello", secondo il capo del” World Economic Forum” ("WEF") e” frontman dei Great Reset Klaus Schwab e innumerevoli altri globalisti”.

 E così, è solo una questione di tempo prima che un tale regime venga finalmente svelato in Occidente senza una massiccia opposizione.

Il monitoraggio dei bambini è in cima alla lista delle priorità, secondo il WEF, poiché i dati raccolti vengono utilizzati per prendere decisioni per le persone.

"Fondamentalmente, un'infrastruttura pubblica digitale consente ai dati di fluire senza soluzione di continuità tra settori e sistemi, consentendo così un processo decisionale e politiche basate sui dati", afferma l'organizzazione globalista in un articolo sul monitoraggio dei bambini con DPI.

L'"infrastruttura pubblica digitale" alimenterà anche le crescenti restrizioni alla vita quotidiana, compresa la circolazione in mezzo all'emergere delle “città a 15 minuti”.

Sarà usato per imporre tutti i tipi di mandati, comprese le politiche di "blocco" con pretesti che vanno da presunte emergenze di "salute pubblica" a presunti "cambiamenti climatici" causati dall'uomo, avvertono gli oppositori, citando le dichiarazioni dei venditori ambulanti di questi sistemi.

Ma c'è di più.

 Alla fine di quella che “Schwab “descrive come la "Quarta Rivoluzione Industriale", ci sarà una "fusione delle nostre identità digitali, fisiche e biologiche", ha detto il tecnocrate tedesco in più occasioni.

 Le implicazioni complete di questa visione non sono state elaborate, ma lo stesso “Schwab” promuove spesso microchip da impiantare all'interno del cervello umano, tra gli altri “schemi transumanisti”.

La campagna "50 in 5" per DPI è stata lanciata ufficialmente alla fine dello scorso anno a New York.

 Mira a "ridurre radicalmente" il tempo necessario per digitalizzare tutto, dall'identificazione alla valuta.

Ciò avverrà attraverso la collaborazione tra le Nazioni Unite e i governi, che condivideranno la tecnologia per creare un sistema interoperabile in almeno “50 paesi “entro il 2028.

Ci si aspetta che il mondo intero segua l'esempio.

Oltre all' “UNDP”, alla “Fondazione Gates” e ai “governi che hanno già aderito”, è coinvolta anche una vasta gamma di gruppi” AstroTurf” e “agenzie delle Nazioni Unite”, molti dei quali finanziati dai governi e da profittatori come “Gates “e i suoi “alleati tecnocratici”.

Tra questi, l' “UNICEF”, la “Banca interamericana di sviluppo”, il “Centro per le infrastrutture pubbliche digitali” e l' “Alleanza per i beni pubblici digitali”.

I primi governi a saltare sul carro – la maggior parte con la promessa di denaro "gratuito" estorto ai contribuenti occidentali – includono Bangladesh, Etiopia, Guatemala, Moldavia, Senegal, Sierra Leone, Sri Lanka e Togo.

 Anche una manciata di governi più ricchi, tra cui quelli di Norvegia e Singapore, hanno firmato.

"Questi paesi fungono da fari di progresso e ispirazione per i paesi per costruire le proprie fondamenta digitali e migliorare le loro economie e il benessere delle persone", ha affermato l'“UNDP” in un comunicato stampa che annuncia i primi 11 governi a partecipare all'imposizione di questi strumenti di sorveglianza e controllo digitale alle loro popolazioni.

Coinvolgendo 50 governi nel programma, l'ONU spera che ognuno di essi possa concentrarsi su un'area o un elemento dello schema "DPI".

 Quindi, ogni governo condividerà ciò che ha imparato con altri governi, in modo che l'architettura di sorveglianza e controllo digitale possa essere imposta più rapidamente e in un modo che trascende i confini nazionali.

Il ministro della Comunicazione, della Tecnologia e dell'Innovazione della Sierra Leone, “Salima Monorima Bah”, ha invitato tutti i governi a firmare.

 "La Sierra Leone è entusiasta di far parte di “50-in-5” ed esorta tutti gli altri a unirsi alla campagna:

 i prossimi cinque anni sono la finestra di opportunità per accelerare insieme l'implementazione sicura e inclusiva dei DPI e quindi accelerare i risultati positivi per le persone a livello globale".

“Bah” ha detto.

Anche se i” tecnocrati totalitari” si affrettano a portare avanti queste tecnologie, l'opposizione sta crescendo.

 In Florida, ad esempio, una nuova legge ha ufficialmente vietato le CBDC.

Numerosi altri stati stanno perseguendo misure simili.

Dopo che le devastanti bugie e la tirannia che hanno sostenuto la "pandemia" di covid sono state smascherate, è improbabile che miliardi di persone in tutto il mondo abbiano mai ripristinato la loro fiducia nelle istituzioni, con la maggior parte degli americani che ora afferma che i media sono un "nemico". 

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