Cosa è la sovranità di uno stato.

 

Cosa è la sovranità di uno stato.

 

 

 

Europa sovrana?

Intervista a Dieter Grimm.

 Panoramarivista.it – (13 luglio 2023) - Matteo Bozzon – intervista a Dieter Grimm - ci dice:

 

Pubblichiamo questa intervista con l’intento di presentare al lettore una posizione significativa all’interno della discussione sulle forme giuridiche e politiche dell’integrazione europea, sostenuta da “Dieter Grimm”, esponente di rilievo del dibattito tedesco sul tema, uno dei più vivi ancorché poco conosciuto in Italia.

Grimm è professore emerito di Diritto pubblico della “Humboldt-Universität ” di Berlino ed è stato giudice della Corte costituzionale della Repubblica federale tedesca.

 Per Laterza è recentemente uscito “Sovranità. Origine e futuro di un concetto chiave”.

 

In un articolo apparso sulla “Frankfurter Allgemeine Zeitung” il 13 settembre dello scorso anno dal titolo “Quale sovranità?”, lei ha preso posizione rispetto alla proposta di creare una “Europa sovrana”.

 

Come è noto, tale richiesta non solo è stata posta all’ordine del giorno dal Presidente francese” Emmanuel Macron” fin dal suo discorso alla Sorbona nel 2017 (e ribadita nel corso della sua presidenza dell’Unione, così come, non senza polemiche, recentemente nel suo discorso al “Nexus Institute” dell’Aia), ma è stata fatta propria anche dal “Cancelliere tedesco Olaf Scholz” nel suo discorso sull’Europa presso l’”Università Carolina di Praga”, sullo sfondo della tragedia della guerra in Ucraina.

In occasione delle celebrazioni per il 60º anniversario del Trattato dell’Eliseo a Parigi il 22 gennaio di quest’anno, l’esigenza di un’Europa sovrana è stata avanzata da entrambi all’unisono.

 Nel suo articolo, lei poneva l’accento sulla natura sfuggente del concetto di sovranità, da un lato, e sull’importanza di distinguere un significato giuridico e uno politico del termine, dall’altro.

 Può aiutarci a capire questa distinzione e per quale ragione è rilevante per il dibattito attuale?

 

Dieter Grimm:

Ci sono in effetti due concetti di sovranità tra loro non coincidenti, uno giuridico e uno politico.

 Con il concetto giuridico di sovranità ci si riferisce al diritto di autodeterminazione degli Stati, sia all’interno sia verso l’esterno.

All’interno, ci si riferisce anzitutto all’autonoma determinazione dell’ordinamento politico e giuridico di uno Stato;

 verso l’esterno, alla configurazione da parte di uno Stato, secondo la propria visione, delle relazioni con gli altri Stati e le organizzazioni internazionali.

Con il concetto politico di sovranità, invece, ci si riferisce alla forza di un Paese di imporsi nel contesto internazionale, vale a dire alla capacità di far valere i propri interessi nei confronti di altre potenze.

 La differenza tra i due concetti è quindi quella tra “potere” nel senso di “avere il permesso di fare qualcosa” e “potere” nel senso di “avere la capacità di fare qualcosa”.

Il diritto di autodeterminazione spetta ugualmente a tutti gli Stati, cionondimeno i rapporti di forza tra di essi differiscono.

 Sotto il profilo giuridico, o si è sovrani o non lo si è;

 sotto il profilo politico, si può essere più o meno sovrani a seconda delle circostanze.

Per chiarire ciò con un esempio:

dal punto di vista giuridico, il Liechtenstein è sovrano tanto quanto lo è la Cina; tuttavia, dal punto di vista politico, il Liechtenstein può forse competere con il Principato di Monaco, non di certo con la Cina.

Nei discorsi pronunciati da Macron e Scholz non è sempre chiaro a quale delle due sovranità si alluda.

È probabile che per lo più si intenda la sovranità politica.

 Questo si può ammettere soprattutto quando è in discussione una maggiore sovranità in determinati settori: quando si richiede per l’Europa una maggiore sovranità militare, digitale, finanziaria.

Nei riguardi di tali rivendicazioni non ho alcuna obiezione.

Quando però si parla di sovranità dell’Unione Europea come entità politica, come affermato nell’accordo di coalizione dell’attuale governo tedesco, si intende la sovranità in senso giuridico.

Ritengo che questo sia molto più problematico.

 

 Le sue riserve e i suoi timori sono dunque relativi all’ipotesi di un trasferimento della sovranità giuridica a livello europeo: quali sarebbero le implicazioni di questo trasferimento?

Dieter Grimm:

Se l’elemento distintivo della sovranità in senso giuridico è l’autodeterminazione di un’unità politica, allora, con il conseguimento della sovranità, l’Unione Europea si libererebbe dalla sua attuale dipendenza dagli Stati membri, divenendo un’entità del tutto autonoma e autosufficiente.

Finora non è stato così.

 In tutte le questioni essenziali, non si è determinata da sé, ma è stata determinata dall’esterno – vale a dire che è stata l’opposto di un’entità sovrana.

 La sua esistenza, le sue finalità, il suo fondamento giuridico, la sua organizzazione e i suoi poteri sono determinati esclusivamente dagli Stati membri.

L’Unione è l’oggetto, non il soggetto.

In un’Europa sovrana, il rapporto sarebbe invertito:

l’UE otterrebbe il diritto di autodeterminazione, mentre gli Stati membri lo perderebbero.

 Non solo rinuncerebbero al potere di disporre dell’Ue, ma non sarebbero più liberi di determinare i propri compiti.

 Non sarebbero più gli Stati membri a stabilire quali poteri trasferire all’Ue, sarebbe invece l’Europa a decidere quali poteri sottrarre agli Stati membri.

In questo modo, però, l’Unione stessa diverrebbe uno Stato, indipendentemente dal fatto che si sia o meno consapevoli di ciò.

Europa sovrana in senso giuridico è sinonimo di Stato europeo.

La vera questione in relazione alla sovranità è pertanto se uno Stato europeo sia o meno desiderabile.

 

Mettendo da parte le richieste di Macron e Scholz, sul concetto di sovranità si è soffermata la Corte costituzionale federale tedesca nella nota sentenza su Lisbona: la Corte ha ribadito con forza come la Repubblica Federale avrebbe conservato la propria sovranità anche dopo la ratifica del Trattato di Lisbona.

 Può aiutarci a comprendere la posizione della Corte a questo proposito, soffermandosi in particolare da una parte sulla distinzione tra “sovranità” e “prerogative sovrane” e, dall’altra, sulle ragioni dell’impiego di questo concetto da parte della Corte?

Dieter Grimm:

In effetti, la Corte distingue tra il trasferimento della sovranità, cioè del diritto di autodeterminazione, e il trasferimento di singole prerogative sovrane all’Unione Europea.

La base giuridica è l’articolo 23 della Legge fondamentale, il quale permette il trasferimento di prerogative sovrane all’UE.

Di contro, se ne deduce che la sovranità non possa essere ceduta.

Secondo la Corte, questo impedimento non può essere superato con una modifica della Legge fondamentale, perché in Germania gli emendamenti costituzionali sono decisi dai rappresentanti del popolo, e non dal popolo direttamente.

 Tuttavia, il popolo non avrebbe autorizzato i suoi rappresentanti a rinunciare alla statualità sovrana della Germania.

Questa decisione potrebbe essere presa solamente dal popolo tedesco: richiederebbe pertanto una nuova Costituzione.

 

 Al tema della sovranità lei ha dedicato un contributo fondamentale dal titolo “Souveränität. Herkunft und Zukunft eines Schlüsselbegriffs” (“Sovranità. Origine e futuro di un concetto chiave”), del 2009.

Come specificato nella prefazione, il libro non intende ricostruire la storia della sovranità o del concetto di sovranità, ma rispondere, attraverso un approccio storicamente consapevole, alla domanda se a tale concetto corrisponda ancora un oggetto e se, all’inizio del XXI secolo, esso assolva ancora una funzione che ne giustifichi l’utilizzo.

Tra le ragioni che motivano l’urgenza di riconsiderare il concetto di sovranità, lei menziona il venir meno dell’identità tra “autorità pubblica” e “potere statale”, che segna la storia del concetto nel secondo Dopoguerra.

Sebbene l’attuale Unione non sia uno Stato, il processo di integrazione europea ha avuto un notevole impatto sulla sovranità dei suoi membri e ha contribuito a rendere problematica la capacità del concetto di sovranità di dare ragione della realtà politica europea:

 come devono essere comprese le trasformazioni della sovranità degli Stati membri indotte dal diritto europeo?

 

Dieter Grimm:

Nel suo senso originario, sovranità significava il pieno possesso dell’autorità pubblica, quindi non il possesso di alcune, singole, prerogative sovrane.

Oggi questo vale solamente per gli Stati che non sono membri dell’ONU.

Tutti gli Stati appartenenti all’ONU non sono più sovrani in senso classico perché hanno ceduto prerogative sovrane, che l’ONU può ora esercitare in modo indipendente nei loro confronti, senza che gli Stati possano invocare la loro sovranità contro le sue decisioni.

 Successivamente si sono formate altre istituzioni sovranazionali, a cui sono state trasferite prerogative sovrane da parte degli Stati, prima fra tutte l’UE.

 Chi tiene fermo il concetto classico di sovranità deve quindi concludere che con il venir meno dell’identità tra “autorità pubblica” e “potere statale”, che perdurava da trecento anni, è scomparsa anche la sovranità.

Quando ho scritto il libro sulla sovranità, tuttavia, il mio intento era quello di dimostrare come questo concetto non sia mai stato del tutto fuori discussione.

E questo già solo per il fatto che nel XVI secolo, quando si è formato, pressoché nessuna entità politica concentrava in sé le prerogative sovrane tutte insieme.

 Nella maggior parte delle unità politiche, esse si trovavano piuttosto ripartite tra numerosi detentori indipendenti gli uni dagli altri.

 Questi sistemi di governo non costituivano dunque ancora uno Stato.

 Il termine “Stato” come concetto per le entità politiche è emerso piuttosto solo sulla scorta della sovranità.

Un’unità politica, in cui le prerogative sovrane, prima disperse, si erano condensate in un’autorità pubblica onnicomprensiva, si qualificava allora come Stato.

 L’idea di sovranità, tuttavia, ha dispiegato da subito un’enorme forza attrattiva. Anche entità in cui le prerogative sovrane erano ancora frammentate volevano essere uno Stato.

Ma questo era possibile solo se ci si discostava dal concetto classico di sovranità. Pertanto, è sempre esistita l’idea di una sovranità parziale, divisibile o relativa.

Particolari difficoltà poneva la formazione degli Stati federali, vale a dire di Stati composti di Stati.

 Supponendo che la sovranità potesse essere divisa, era sufficiente che lo Stato centrale e gli Stati membri possedessero il diritto di autodeterminazione nel rispettivo ambito di competenza.

 Se si manteneva il concetto classico di sovranità, bisognava chiarire a chi fosse attribuibile la sovranità:

se spettava agli Stati membri, si parlava di “confederazione di Stati”;

se spettava allo Stato centrale, si parlava di Stato federale.

Carl Schmitt volle discostarsi da tale dicotomia con lo sviluppo del concetto di “federazione” (Bund), che si caratterizzava per il fatto di lasciare aperta la questione della sovranità – e di venir meno non appena tale questione veniva posta.

Tuttavia, tale questione non può essere aggirata, perché da essa ne dipendono di ulteriori che richiedono di essere sciolte.

 Nell’Impero tedesco, la discussione sulla sovranità, che fu condotta con grande intensità, terminò con l’affermazione di “Georg Jellinek” secondo cui, in uno Stato federale, sovrano è chi possiede la cosiddetta competenza sulla competenza: sovrano è dunque chi decide sulla ripartizione delle competenze tra Stato centrale e Stati membri.

Questo è anche il modo in cui la “Corte costituzionale federale” considera oggi la questione nei confronti dell’Unione Europea, a mio parere giustamente.

È vero che l’UE sopravanza tutte le altre istituzioni sovranazionali sia per numero di competenze sia per la densità della sua organizzazione.

 Essa fa saltare lo schema binario di confederazione di Stati e Stato federale.

La questione della sovranità si pone quindi in modo nuovo in Europa.

 In tale situazione, molti fanno ricorso al concetto di sovranità (con)divisa. Sovranità (con)divisa, tuttavia, vuol dire pur sempre sovranità.

Ritengo tuttavia che sia difficile considerare sovrana un’entità politica come l’UE che non può determinare la propria esistenza, le proprie finalità, il proprio fondamento giuridico, la propria organizzazione, i propri poteri.

La sovranità continua a rimanere piuttosto nelle mani degli Stati membri.

Tuttavia, si può immaginare una situazione in cui gli Stati membri abbiano ceduto così tante competenze da non potere essere più considerati sovrani.

La Corte costituzionale tedesca cerca di impedire che una situazione del genere si verifichi proprio ponendo dei limiti alla cessione di competenze nell’interesse della sovranità nazionale e della democrazia.

 

In relazione a quest’ultimo scenario, c’è un modo per determinare in anticipo il verificarsi di uno svuotamento irreversibile della sovranità?

 

Dieter Grimm:

 Ritengo che questo sia difficile, ma non impossibile.

L’opzione più semplice sarebbe quella di individuare alcuni settori che devono necessariamente rimanere di competenza degli Stati membri, affinché possano ancora essere definiti sovrani (ad esempio, la difesa).

Ma la Corte costituzionale non vuole seguire questa strada.

Se si esclude ciò, l’unica opzione che resta è la ponderazione.

Le competenze che rimangono allo Stato devono essere messe a confronto con quelle cedute, in termini di numero e di importanza.

In questo modo sarebbe possibile stabilire da che parte pende l’ago della bilancia.

Anche in Italia ha trovato grande eco la diatriba tra lei e “Jürgen Habermas” risalente alla metà degli anni Novanta sulla questione se l’Europa abbia (o meno) bisogno di una costituzione.

Meno noti, forse, sono gli sviluppi più recenti di tale confronto, che si condensano proprio intorno al tema della sovranità.

In relazione alla configurazione assunta dall’”Unione col Trattato di Lisbona”, “Habermas” ha suggerito il concetto di sovranità (con)divisa, già ricordato, ma anche di “pouvoir constituant mixte”, (con)diviso tra i popoli degli Stati membri e i cittadini dell’Unione.

Il suo intento è quello di immaginare una federazione sovranazionale non statale, in cui la democrazia sarebbe trans nazionalizzata.

Come valuta la proposta di Habermas? Quali punti critici e quali punti di forza presenta a suo avviso?

 

Dieter Grimm:

La avverto: la domanda non è facile e la risposta pertanto non sarà breve. “Habermas” vuole dimostrare che anche un’organizzazione sovranazionale come l’Unione Europea può essere posta su una base a pieno titolo democratica.

 Il suo ordinamento giuridico fondamentale deve quindi avere origine dal popolo, non dagli Stati membri come è stato finora.

 Il popolo deve avere nelle proprie mani, per così dire, il potere costituente dell’UE (specifico “per così dire”, in quanto il fondamento giuridico dell’UE non è una costituzione in senso stretto).

 Tuttavia, un’istituzione sovranazionale come l’Unione non conosce un “popolo” nel senso del popolo dello Stato, come quello degli Stati membri.

Essa ha nondimeno dei “cittadini dell’Unione”.

Ecco perché Habermas propone un doppio potere costituente per l’UE:

 esso è formato dai cittadini dell’Unione, da un lato, e dai popoli degli Stati membri, dall’altro.

 Poiché, tuttavia, i cittadini dell’Unione e cittadini degli Stati sono identici, la conseguenza è che l’elettore esprime due voti:

 una volta in qualità di cittadino dell’Unione e una volta in qualità di cittadino dello Stato membro.

Nell’attuale stato giuridico dell’Unione, cioè nel “Trattato di Lisbona”, il concetto dualistico di Habermas non trova alcun riscontro.

Non c’è alcun potere costituente (con)diviso tra i popoli degli Stati membri e i cittadini dell’Unione.

 Il banco di prova è rappresentato dalla procedura di revisione del Trattato.

Chi è autorizzato a modificare i trattati detiene, per così dire, il potere costituente dell’UE ed esercita, dunque, il diritto di sovranità.

 Il Trattato di Lisbona ha introdotto una variazione in proposito rispetto al Trattato di Maastricht, ma solo per quanto concerne l’approntamento degli emendamenti, che è affidato a una Convenzione, la quale, tuttavia, non è né eletta dai cittadini, né formata da essi.

 La decisione finale continua a spettare alla “Conferenza dei Capi di Stato e di Governo degli Stati membri”, seguita dalla ratifica in base alle disposizioni delle rispettive costituzioni nazionali.

Quindi, a parte alcune insignificanti questioni marginali, restano ancora gli Stati membri a decidere sulle modifiche dei trattati.

I cittadini hanno voce in capitolo solo in quanto cittadini degli Stati membri, non in quanto cittadini dell’Unione – e, in quanto cittadini degli Stati membri, solo se le costituzioni nazionali prevedono l’istituto referendario per le modifiche dei trattati.

Se Habermas ritenesse quindi la sua idea di un potere costituente (con)diviso tra l’UE e gli Stati membri già realizzata nel Trattato di Lisbona, si sbaglierebbe.

Ma Habermas non è un giurista, è un filosofo, e pertanto ci si deve chiedere se sarebbe possibile una concezione secondo cui gli individui decidono sul fondamento giuridico dell’UE nella loro duplice veste di cittadini dello Stato e di cittadini dell’Unione.

Tradotto praticamente, ciò equivarrebbe probabilmente a due referendum (uno in ciascun Stato nazionale e uno nell’Unione), i quali, ci si potrebbe figurare, si svolgerebbero in contemporanea.

 L’elettore dovrebbe rispondere due volte alla stessa domanda: sei d’accordo con il Trattato X? Sì o no.

Questo svela l’artificialità della costruzione.

Naturalmente, l’elettore potrebbe anche votare in modo differente nei due casi:

in quanto cittadino dell’Unione, con il sì; in quanto cittadino di uno Stato membro, con il no – o viceversa.

 Se i referendum si tenessero nello stesso momento, sarebbe improbabile, ma non sarebbe di per sé vietato.

Se si svolgessero in tempi diversi, tra i due referendum potrebbero verificarsi eventi tali da indurre gli elettori a mutare la propria opinione.

Con questa soluzione di compromesso, il potere costituente per l’UE sarebbe effettivamente passato ai cittadini, ma non solo ai cittadini in quanto cittadini dell’Unione, bensì anche ai cittadini in quanto cittadini dello Stato.

 Ci sarebbe quindi un potere costituente (con)diviso.

 Gli Stati avrebbero rinunciato al loro potere costituente esclusivo, l’UE non lo avrebbe ottenuto a sua volta.

 Indubbiamente, entrambe le parti dovrebbero essere d’accordo nel loro sì a un nuovo trattato o ad una modifica di quello in essere.

Se una delle parti è per il no, la modifica non entra in vigore.

Per il lato dell’Unione, regna in tal senso la chiarezza: a decidere è la maggioranza di coloro che votano o hanno diritto di voto.

 Ma quale è la situazione dal lato degli Stati membri?

La decisione scaturisce dalla somma dei referendum nazionali, cioè dalla maggioranza complessiva dei cittadini?

 Oppure il Trattato fallisce già nel momento in cui un singolo referendum nazionale o un certo numero di referendum nazionali hanno esito negativo?

Nel primo caso, il voto dei popoli degli Stati membri diventerebbe un secondo referendum a livello dell’Unione.

 L’obiettivo del potere costituente (con)diviso verrebbe mancato.

Nel secondo caso, alcuni popoli degli Stati potrebbero essere messi in minoranza, quindi la loro volontà democratica nazionale sarebbe irrilevante.

 Il principio dello Stato verrebbe così infranto, l’uguaglianza dei due processi elettorali verrebbe meno.

 Il referendum nello Stato membro conterebbe meno del referendum nell’Unione. La “doppia” sovranità sarebbe quindi una sovranità “claudicante”.

 Questo, a sua volta, richiederebbe una giustificazione, e Habermas dovrebbe prendere posizione a riguardo. Pensata fino in fondo, la sua concezione non mi sembra funzionare.

Nel suo libro Europa ja – aber welches? (“Europa sì – ma quale?”) del 2016, lei constata una carenza di fiducia nell’Unione da parte dei suoi cittadini;

 al contempo sostiene la necessità dell’integrazione europea, la quale dovrebbe però prendere una strada diversa da quella attuale.

 A ben vedere, già nel suo noto saggio “Una costituzione per l’Europa” (Braucht Europa eine Verfassung?, 1995), lei sottolineava l’esigenza di sviluppare l’Unione «nella sua specificità di istituzione sovranazionale», al di là dell’imitazione del modello dello Stato nazionale.

In che direzione è allora pensabile, in termini concreti e (pro)positivi, un’effettiva politicizzazione dell’Europa, che possa superare la disaffezione dei cittadini?

 

Dieter Grimm:

Ho due proposte in merito. La prima conduce in modo indiretto ad un rafforzamento della partecipazione dei cittadini dell’Unione, la seconda in modo diretto.

La prima proposta mira a frenare le conseguenze de-democratizzanti della costituzionalizzazione dei Trattati.

La costituzionalizzazione dei Trattati è l’esito di due importanti sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), risalenti al 1963 e al 1964, le quali hanno conferito ai Trattati l’efficacia diretta e il primato sul diritto nazionale:

 in altre parole, esse hanno dato ai trattati l’effetto di una costituzione.

Tuttavia, tutto ciò che è regolato sul piano costituzionale è così sottratto al processo democratico.

 In rapporto a ciò, le elezioni restano senza seguito.

A causa del loro effetto restrittivo sulla democrazia, tuttavia, le costituzioni si limitano a regolare formalmente e materialmente il processo decisionale democratico, lasciando le decisioni stesse alla politica, che le prende in base alle preferenze espresse dagli elettori attraverso il voto.

I trattati europei, invece, non sono caratterizzati da una limitazione di questo tipo. Sono loro stessi a prendere decisioni politiche.

Sono pieni di materie e questioni che in qualsiasi Stato sarebbero regolate sul piano della legge ordinaria, in modo tale da poter essere modificate in qualsiasi momento con una decisione a maggioranza.

Nell’UE, invece, tutte queste norme assumono il rango costituzionale dei Trattati e sono quindi rese immuni dal processo democratico.

Ciò conferisce alla CGUE una posizione del tutto peculiare:

essa decide su tutto ciò che è regolato a livello dei trattati, da sola e senza possibilità di rettifica.

Di conseguenza, le questioni di maggior peso politico – ad esempio, la questione di ciò che deve essere lasciato al mercato, di ciò che lo Stato deve mantenere nelle proprie mani – vengono sottratte agli organi legittimati e responsabili democraticamente, dunque anche all’influenza dei cittadini, e decise in modo non politico.

Questa è una delle cause più importanti, ma al contempo più trascurate, della debolezza democratica dell’UE.

 Nell’interesse della democrazia, è necessario riaprire tutto questo ambito in favore delle decisioni democratiche e, quindi, all’influenza dei cittadini.

Per fare questo, tuttavia, tutto ciò che per sua natura non è diritto costituzionale, bensì diritto ordinario, deve essere espunto dai trattati e abbassato al rango del cosiddetto diritto europeo “derivato”.

 Naturalmente questo può essere fatto solo modificando i trattati: perciò non è facilmente realizzabile.

La seconda proposta riguarda le elezioni del Parlamento europeo.

 Nella loro forma attuale, esse danno ai cittadini poche possibilità di influenzare la politica dell’Unione.

 Le elezioni si svolgono in base alle leggi elettorali nazionali, in modo nazionalmente frazionato;

possono candidarsi solo i partiti nazionali, i quali fanno campagna elettorale su questioni nazionali.

 Dopo le elezioni, tuttavia, questi partiti – attualmente più di 200 – non svolgono alcun ruolo nel Parlamento europeo.

Un ruolo è svolto piuttosto dai gruppi parlamentari europei, che riuniscono partiti nazionali tra loro affini, senza che questi gruppi possano essere votati a loro volta e senza che siano radicati o in contatto con alcuna società.

 La legittimità democratica veicolata dalle elezioni alla politica europea è quindi relativamente bassa.

 Ecco perché sarebbe urgente europeizzare le elezioni europee in modo che fin dall’inizio si candidino solo partiti europei, offrendo agli elettori programmi europei, sui quali poter decidere.

 Questa proposta non richiede alcuna modifica dei Trattati, in quanto tutti i presupposti sono già fissati in essi.

È quindi più facile da realizzare rispetto alla prima.

 

Ma un tale sviluppo non sarebbe in un certo senso ancora una replica del modello di democrazia dello Stato nazionale?

E l’idea di un tale rafforzamento della democrazia non porterebbe inevitabilmente a un conflitto tra il piano sovranazionale e nazionale?

 

Dieter Grimm:

No, non esattamente. La proposta di riorganizzare l’Unione Europea secondo il modello statale, che molti auspicano possa porre rimedio al deficit democratico dell’Europa, è a mio avviso inappropriata.

Secondo questa proposta, il Parlamento europeo verrebbe posto al centro della struttura istituzionale, la Commissione diventerebbe un governo dipendente dal Parlamento e il Consiglio, l’unica istituzione in cui sono rappresentati gli Stati membri, decadrebbe al livello di una seconda Camera del Parlamento europeo.

 Ciò significa che l’UE passerebbe da una legittimazione dualistica – mediata, in parte, dagli Stati membri, che sono essi stessi democratici, nel Consiglio e, in parte, attraverso il Parlamento europeo, che è eletto dai cittadini dell’Unione – a una legittimazione monistica.

 Finora l’UE ha attinto principalmente la propria legittimazione democratica da quella che le deriva dagli Stati membri.

 Questo flusso di legittimazione verrebbe ora interrotto:

 l’onere della legittimazione sarebbe sostenuto esclusivamente dall’elezione del Parlamento europeo.

Ma è ben noto che le elezioni, pur essendo la condizione minima per una democrazia, non garantiscono da sole una democrazia sostanziale.

Per poter garantire ciò, devono essere parte, a livello europeo, di una discussione permanente della società, che devono rappresentare.

 Questo discorso esteso a tutta l’Europa dipende a sua volta dall’esistenza di mezzi di comunicazione europei, in grado di mantenerlo in vita.

Tuttavia, i presupposti per tutto questo sono straordinariamente deboli nell’UE e non possono essere prodotti nel breve periodo.

 Sotto il profilo democratico, senza questo presupposto, un’Unione europea organizzata secondo il modello degli Stati sarebbe quindi più debole di quella attuale.

 

È stato fatto notare (penso in particolare ad alcune osservazioni critiche di “Christoph Möllers”) che, nel suo modo di intendere il nesso tra sovranità e costituzione, la considerazione dell’elemento specificamente federale passa del tutto in secondo piano e rischia di venir riassorbito in quella contrapposizione tra Stato federale e confederazione di Stati, che, tuttavia, non è in grado di dare ragione dell’Unione come unità politica. La valorizzazione dell’elemento federale non potrebbe essere una chiave per lo sviluppo dell’integrazione nella direzione da lei suggerita?

Dieter Grimm:

 L’UE è un’entità federale straordinariamente innovativa, che non rientra nello schema della confederazione e dello Stato federale.

Questo è ciò che ho sempre sottolineato.

 Ma questa struttura non è organizzata come uno Stato: è proprio qui che sta l’aspetto innovativo.

 Tuttavia, ciò si traduce anche in un limite per l’intensificazione dell’elemento federale (se questo va a detrimento dell’esistenza politica degli Stati membri).

Per concludere, vorrei porle una domanda ancora sul tema della democrazia europea.

Quando si dibatte in merito ad essa si possono trascurare tutte quelle linee di discussione che pongono l’attenzione sulla crisi della democrazia rappresentativa a livello nazionale, come accade per lo più?

E la consapevolezza di ciò può aiutare nel compito di pensare a una democrazia europea?

Dieter Grimm:

No, non è possibile trascurarle.

Per quale ragione proprio il Parlamento europeo dovrebbe essere immune dalle debolezze della rappresentanza parlamentare che hanno attanagliato tutti gli Stati democratici?

 Nonostante tutti i deficit della democrazia statale, le condizioni per la partecipazione democratica restano nondimeno ancora notevolmente più favorevoli negli Stati che nelle istituzioni sovranazionali.

(Matteo Bozzon).

Salvini e Borghi attaccano Mattarella:

oggi non è la festa della sovranità Ue.

Schlein: gravissimo, Meloni prenda le distanze.

Tajani: solidarietà al Quirinale.

  Msn.com -Il sole24ore - Redazione Roma – (2 giugno 2024) – ci dice:

 

«È il 2 giugno, è la Festa della Repubblica Italiana.

Oggi si consacra la sovranità della nostra nazione.

Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso».

 Lo ha scritto su “X” il senatore della Lega Claudio Borghi, postando la foto di un articolo sulle dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al corpo diplomatico accreditato in Italia e riunito nel salone dei Corazzieri in occasione della Festa della Repubblica.

In quell’occasione il capo dello Stato ha detto tra l’altro che «la vita della nostra collettività è inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità».

All’attacco di “Borghi” si è aggiunto l’affondo del leader della Lega “Matteo Salvini”, che a “In mezz’ora” su Rai Tre, commentando il tweet del senatore del Carroccio noto per le sue posizioni euroscettiche, ha detto:

«Oggi è la festa degli italiani, della Repubblica, non della sovranità europea.

Abbiamo un presidente della Repubblica perché c’è la Repubblica, io penso all’Europa come stati sovrani che si mettono insieme, ma la sovranità nazionale è fondamentale. Non mi arrenderò mai a un super Stato europeo dove comandano quelli che hanno i soldi»

Immediate le proteste di tutti i partiti di opposizione.

«E’ gravissimo l’attacco che oggi è arrivato dalla Lega» al Presidente della Repubblica, un attacco «senza precedenti. Vorrei che la premier si esprimesse e prendesse le distanze da quell’attacco.

Lo facciamo noi ringraziando il Presidente della Repubblica».

 Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, nel comizio al Testaccio, a Roma. «Non si è mai visto un attacco del genere nel giorno della festa della Repubblica. Spero che Salvini prenda le distanze al più presto da quanto ha dichiarato Borghi» ha aggiunto Schlein a Zona Bianca, su Rete 4.

«È una polemica indegna, richiedere le dimissioni del presidente Mattarella è una cosa non commentabile, talmente grave e talmente sconclusionata» ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte a Foggia.

Conte ha aggiunto che «una campagna elettorale, per quanto si possano alzare i toni e si possa anche agire strumentalmente, non giustifica una richiesta del genere.

Il presidente Mattarella ha detto delle cose ovvie.

Siamo in Europa e semplicemente bisogna andare in Europa a testa alta e non come questo governo che ha accettato la proposta franco-tedesca che addirittura comporta dei tagli di 13 miliardi l’anno»

Se Fratelli d’Italia tace, va registrata nel centrodestra la presa di distanza dalla Lega del leader di Forza Italia Antonio Tajani.

 «Siamo italiani ed europei, questa è la nostra identità. Questa è la nostra civiltà. Ogni scelta anti europea è deleteria per l’Italia.

 Fa bene Mattarella a sottolineare la nostra prospettiva europea. Gli esprimo la mia solidarietà per gli attacchi che ha ricevuto”.

Lo scrive su “X” il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

«Salvini non ha la dignità e l’onore per rispettare il presidente della Repubblica. Forse gli manca anche di sapere che i “Trattati istitutivi dell’Unione Europea sono recepiti e considerati anche in base anche alla nostra Costituzione”.

Mi rendo conto però che sia troppo complicato.

La cosa che dovrebbe fare è cercare di tenere almeno un comportamento educato perché quando non si sa che cosa dire si tace», è il commento di Carlo Calenda, leader di Azione.

«L’endorsement di Salvini al tweet del leghista Borghi in cui viene avanzata la richiesta di dimissioni di Sergio Mattarella rappresenta un attacco eversivo da parte del vicepremier del Governo Meloni al Capo dello Stato nel giorno in cui si celebra la Festa della Repubblica, i cui valori sono incarnati proprio dal Presidente della Repubblica.

Proprio su questo si giocano le prossime europee:

tra chi vuole +Europa come noi degli Stati Uniti d’Europa, e chi vuole meno Europa, come Salvini, Vannacci e Meloni.

 Da parte nostra, massima solidarietà al presidente Mattarella, che rappresenta una guida per tutti gli italiani» afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

 

 

 

La Calabria è l’”Area 51” d’Europa?

Conoscenzealconfine.it – (2 Giugno 2024) - Manlio Lo Presti – ci dice:

Questa regione italiana è l’unica a possedere le caratteristiche morfologiche dell’Area 51.

Non ci sono filiere commerciali decenti, nessuna attività manifatturiera privata salvo rarissimi impianti pubblici, nessun ceto operaio e quindi nessun flusso di reddito che potrebbe spingere i consumi e un decente sviluppo economico.

Mortalità scolastica elevatissima.

E coloro che arrivano alla laurea emigrano immediatamente, continuando l’emorragia di lavoratori qualificati nei Paesi dove vengono acquisiti a costo zero!

Allo stesso tempo, la ex-Italia riceve flussi più o meno migratori di gente priva di istruzione qualificata o comunque sottoutilizzata per attività manuali di scarso valore aggiunto a cui sono collegate paghe da fame imposte da un dilagante caporalato.

Le strutture esistenti sono tenute in piedi per far credere che esiste qualcosa che si muove, ma è solo rappresentazione di stile, ma in senso negativo.

Rispetto alla media dei territori che patiscono i medesimi deficit economici, sociali, sociali, produttivi, il suo livello di desertificazione è insolito, è più vasto comprendendo tutta la regione in modo omogeneo.

Per la regione Calabria tutto ciò che avviene è diverso, più contorto, più estremo, anche a causa della sua particolare posizione geopolitica.

Un fatto, questo, che dovrebbe suscitare più di un sospetto e dovrebbe altresì indurre i politici (quali?) a porre rimedio.

Come avviene per quasi tutto il territorio dello Stato italiano, anche in questa regione sono installati congegni militari segretissimi della” N.S.A” di cui non si conosce né l’ubicazione né il loro numero, né la reale diffusione di radiazioni sulla scarsa popolazione locale.

I dati sanitari in merito sono una chimera, ovviamente.

Le strutture segretissime sono catalogabili nel comparto della guerra elettronica e sono puntati contro obietti situati nell’est Europa, con particolare concentrazione contro località della Russia.

 Per questo motivo, la” N.S.A” (National Security Agency – Agenzia per la Sicurezza Nazionale) intorno ai suoi impianti sconosciuti non vuole turisti, traffici automobilistici, treni, movimenti di persone, commercio, filiere distributive, ecc.

Tutto quello che dovrebbe avere una regione con un normale sviluppo democratico, economico e sociale.

 Insomma, nessuno deve intromettersi, nessuno deve creare ostacoli agli americani.

 Questo è il vero motivo che nessuno intende citare.

L’organizzazione criminale della regione è la più violenta, la più feroce e brilla per sua efficiente pericolosità anche rispetto alle altre sette mafie liberamente operanti nella ex-Italia.

 Anche questa struttura non fa eccezione:

 opera in esecuzione di precise direttive dei servizi nazionali e di via Veneto 121.

 Si è ben inserita nei punti di snodo della finanza del nord.

Ricicla, compra, vende, uccide anche se recentemente in misura minore.

Nel 1991 ha creato e duramente controllato un ben noto partito nel nordest.

Questa bellissima regione sembra non avere alternative se non quella della desertificazione e della inerzia totale per non disturbare i manovratori nemici eterni della Russia.

 

Tutto calcolato, ma intanto una parte della ex-Italia muore nella totale indifferenza dell’intera classe politica italiana che pensa esclusivamente alla propria sopravvivenza.

(Manlio Lo Presti)

(lapekoranera.it/2024/05/11/la-calabria-e-larea-51-deuropa/).

 

 

 

 

Lo strano suicidio del sindaco di

Corte Palasio e quella furiosa

guerra dentro la massoneria.

Lacrunadellago.net – Cesare Sacchetti – (31-5-2024) – ci dice:

 

Soltanto pochi giorni fa commentavamo la notizia della strana morte di “Angelo Onorato”, marito della eurodeputata “Francesca Donato”, rinvenuto morto nella sua vettura in via della Regione Siciliana, in circostanze che fanno pensare all’omicidio e sulle quali torneremo successivamente.

Non sono intanto nemmeno passati quattro giorni da quella morte che subito ce n’è un’altra improvvisa e anche questa poco chiara.

È quella del sindaco di un Paese del lodigiano di 1500 anime, Corte Palasio, laddove il sindaco “Claudio Manara” si sarebbe improvvisamente tolto la vita senza nessuna apparente spiegazione se non quella, propinata dai media, che le liti nell’assemblea comunale lo avrebbero spinto all’estremo gesto.

Eppure se si dovesse dare retta a questa versione dei fatti, allora ogni sindaco di ogni paesino si dovrebbe togliere la vita poiché non è certo un segreto che le riunioni comunali spesso si scaldano, e “Manara” non era nemmeno un novellino in quanto era già sindaco da alcuni anni.

Nessun biglietto lasciato dal sindaco, nessuna dichiarazione per spiegare l’estremo gesto e ciò che colpisce è come alcuni quotidiani a poco più di un’ora di distanza davano già la notizia e avevano già pronta la versione del” suicidio di Manara”.

È il caso, ad esempio, della Gazzetta del Sud che mostra un inconsueto interesse per la morte di un sindaco di un piccolo Paese del lodigiano che alle ore 22:41 già pubblicava la notizia del presunto suicidio di Manara.

La Gazzetta del Sud riporta la notizia della morte del sindaco alle 22:41 del 29 maggio.

Stando a quanto si legge su alcuni media, ad esempio “Sky News 24”, il corpo del sindaco di Corte Palasio sarebbe stato trovato intorno alle ore 21:00, a breve distanza dalla conclusione della sua ultima intensa riunione in comune.

I media scrivono che il corpo di Manara è stato ritrovato alle 21:00.

Alle 22:41, alcuni quotidiani, come la citata “Gazzetta”, diramavano già la notizia e non si può fare a meno di essere impressionati da questa rapidità che a momenti sfiora la cronaca in tempo reale di questo estremo gesto.

Da riscontrare poi almeno due differenti versioni sul luogo dove Manara si sarebbe tolto la vita.

In una si afferma che lo avrebbe fatto nel chiuso del suo studio comunale;

in un’altra invece nella tromba delle scale, dove si sarebbe presumibilmente impiccato stringendosi una corda o un laccio attorno al collo.

Nessun testimone, e ora dovrà essere l’istituto medico legale di “Pavia” a stabilire cosa sia successo al sindaco, ma tutto come sempre dipenderà o meno dalla volontà degli inquirenti di fare più o meno luce sul caso.

Nell’ultimo contributo abbiamo ricordato i casi di tre clamorosi suicidi davvero mal mascherati come quelli del 1992 di Gardini, Castellari e Gabriele Cagliari, con i primi due che per qualche sconosciuto prodigio alla scienza medico-legale sarebbero stati in grado di posare l’arma con la quale si sarebbero sparati alla tempia sulla propria scrivania, nel caso di Gardini, e dentro i pantaloni, nel caso di Castellari.

Non è un segreto che anche gli omicidi si possano mascherare come suicidi da impiccagione e a questo proposito raccomandiamo questo articolo di esperti del settore a coloro che fossero interessati a saperne di più, ma tutto, come si diceva poco fa, dipende dalla volontà di fare o meno luce sul caso.

La “maledizione” di Corte Palasio.

Ciò che colpisce è che in questo paesino dove tutto lascerebbe pensare che nulla di losco o tragico possa accadere, ci siano degli strani, e forse dovremmo dire inquietanti, precedenti.

Nell’agosto del 2005, quasi 20 anni fa a togliersi la vita era un altro sindaco sempre dello stesso Paese ovvero “Raffaele Rapaccioli” che, per una strana e macabra coincidenza, si sarebbe a sua volta impiccato proprio come accaduto a Manara, e i motivi del gesto non sono mai stati chiariti.

Gli inquirenti all’epoca non sembrarono molto interessati ad approfondire altre piste e l’inchiesta, se davvero ci fu, fu rapidamente parcheggiata sul binario del suicidio avvenuto per motivi mai del tutto realmente chiariti.

Arriviamo poi alla morte di un altro sindaco di questo piccolo comune, “Pierangelo Repanati”, che è stato primo cittadino di Corte Palasio dal 2004 al 2009 ed era molto conosciuto, almeno apparentemente, come un devoto cattolico che aveva una predilezione per la celebrazione delle messa cattolica nella forma del “vetus ordo”, così inviso e detestato da Jorge Mario Bergoglio e dalla chiesa post-conciliare che si è impegnata non poco per mettere al bando un rito che ha quasi duemila anni di storia.

“Repanati” è morto in circostanze ancora più anomale.

 I primi resoconti relativi al suo caso parlano di un’aggressione da parte di qualcuno che sarebbe entrato in casa e lo avrebbe sgozzato con un’arma da taglio mai realmente identificata.

I quotidiani riferiscono chiaramente che si sarebbe trattato di una spedizione punitiva e non di una rapina perché l’ex sindaco della città non era certo noto per avere ricchezze nella sua abitazione.

“Repanati” grida “aiuto” quando subisce l’aggressione e i vicini sentono distintamente le sue grida, e alcuni di loro si recano davanti alla porta d’ingresso della sua casa, per trovarlo disteso morto con “due coltellate alla gola”.

Questa versione poi incredibilmente viene cambiata. Niente più aggressione in casa.

Niente più coltellate.

“Repanati” sarebbe morto inciampando da solo contro la porta a vetri della sua casa che in qualche modo misterioso sarebbe andata in frantumi, per poi tagliarsi la gola da solo attraverso due frammenti di vetro della porta rotta.

Sarebbe interessante avere il parere di uno statistico sulle probabilità che una simile morte possa essere possibile, ma personalmente siamo convinti che le probabilità sono davvero remote, non molto dissimili da quelle di essere colpiti da un fulmine dentro la propria casa con fuori il cielo sereno.

La ricostruzione poi confermata dai vicini confligge non poco con la versione dell’incidente domestico.

Se “Repanati” aveva gridato “aiuto” come è stato riferito dalle persone che lo hanno sentito, come avrebbe potuto farlo se si era già tagliato incredibilmente la gola da solo frantumando la sua porta a vetri con una non precisata caduta?

Sembra più probabile che in quel preciso istante in cui l’ex sindaco di Corte Celesio è entrato in casa, che abbia trovato qualcuno, armato probabilmente di coltello, che non era lì per rubare nulla, ma per ucciderlo e le grida di soccorso siano venute come disperata richiesta di” Repanati” di sfuggire al pericolo mortale.

La porta a vetri, se è stata infranta, è molto più probabile che lo sia stata perché l’assassino aggredendo l’ex sindaco possa averlo poi spinto contro di essa riducendola in frantumi.

Una ricostruzione che a noi modestamente appare più logica ma che invece non lo è parsa agli inquirenti che hanno preferito archiviare il tutto come semplice “incidente domestico” senza nemmeno starsi troppo a preoccupare dell’altro strano precedente che riguardava la morte, ancora una volta, di un sindaco di quella città.

Difficile capire quale sia il nesso che accomuna queste tre morti se non quello, davvero singolare, che tutti e tre i personaggi morti in circostanze non del tutto chiare erano stati, o lo erano ancora nel caso di Manara, sindaci di questo piccolo comune che forse per qualcuno deve avere una rilevanza che sfugge ai più.

“Angelo Onorato” e il “suicidio” impossibile.

 

Si diceva poi in precedenza della morte di” Onorato”.

L’autopsia, si legge in vari articoli, non avrebbe riscontrato segni di violenza tranne gli ematomi sul collo, e già qui siamo al paradosso perché gli ematomi sono segni di violenza a meno che qualcuno non propenda per l’ipotesi che Angelo Onorato si sia strangolato da solo con la sua fascetta da elettricista, sfidando ogni logica medico-legale, poiché, a memoria, non si ricorda un “suicidio” del genere che sarebbe poi praticamente impossibile da eseguire.

L’ipotesi del “suicidio” poi va contro le evidenze riscontrate sulla scena del delitto, dove è stata trovata una seconda fascetta da elettricista fuori dalla vettura di Onorato, che aveva anche lo sportello posteriore aperto, a conferma che su quella macchina c’era almeno una seconda persona che probabilmente ha strangolato il marito di “Francesca Donato “con la prima o la seconda fascetta trovata al di fuori della macchina.

“Onorato” poi è stato trovato senza mocassini ai piedi e anche questo lascerebbe pensare che le scarpe si siano sfilate in un tentativo di difesa dell’architetto palermitano che probabilmente si è dimenato durante lo strangolamento fino a perdere le scarpe, a meno che qualche inquirente non si voglia cimentare con la straordinaria ipotesi di un suicida per auto-strangolamento che si sarebbe anche tolto le scarpe prima del gesto.

Non mettiamo confini al territorio nel quale può addentrarsi la magistratura per tutta la letteratura dei precedenti casi già citati.

E’ fondamentale però a nostro parere respingere ancora una volta con forza il tentativo di alcuni falsi contro informatori che si stanno adoperando non poco per sostenere la “falsa narrazione “di un Onorato ucciso come forma di vendetta nei riguardi di “Francesca Donato”, che è stata una oppositrice controllata sin dal primo istante e il suo ultimo passaggio con” Cuffaro”, già condannato per favoreggiamento alla mafia, e la sua apologia della NATO dovrebbe essere soltanto l’ultima di una lunga serie di prove che lo dimostrano.

Le vere motivazioni di questo omicidio, soprattutto per le modalità con le quali è stato eseguito, appaiono molto lontane da quelle di un potere in contrapposizione stato profondo e alle sue diramazioni, ma piuttosto fanno pensare ad una violenta faida interna.

Intanto ieri si è celebrato il funerale di Onorato, e alcuni media riferiscono che la “DIGOS” avrebbe filmato il tutto, e ciò, se è vero, è a dir poco “irrituale” perché ci pare a prima vista che questa “ripresa” non rispetti molto i crismi della legalità e voglia in qualche modo accertarsi di quali erano le persone vicine all’architetto ucciso.

Strano anche che i media ne abbiano dato notizia a meno che qualcuno non abbia voluto intenzionalmente far sapere a” Francesca Donato” e ai “suoi amici” che sono “osservati” per così dire e che dovranno porre attenzione nella loro “ricerca della verità”, sempre che questa strada voglia essere veramente intrapresa fino in fondo dai diretti interessati.

Se a questa morte aggiungiamo poi quella del rettore della Cattolica, “Franco Anell”i, morto in un apparente suicidio per precipitazione dopo essersi gettato dal sesto piano del suo palazzo, i cadaveri “eccellenti” salgono a tre.

Poco prima di morire,” Anelli” avrebbe mandato un misterioso e criptico messaggio ai suoi amici con la scritta “Game over, il gioco è finito”.

Secondo quanto riferiscono i quotidiani, gli inquirenti della procura di Milano avrebbero già derubricato questo messaggio come legato a motivi “strettamente personali” ma non si comprende come abbiano fatto in così poco tempo a tirare tale conclusione, se si considera che l’indagine, se c’è, sulla morte del rettore, è a malapena iniziata.

Probabilmente è colpa nostra che non sappiamo apprezzare a pieno le formidabili doti investigative dei magistrati milanesi che già in passato con il “suicidio” di “Gardini” hanno dato prova di un acume investigativo invidiabile.

Un’altra strana, o forse inquietante,

  circostanza è quella che riguarda Famiglia Cristiana, che pochi giorni dopo il suicidio, presunto o meno, pubblicava una vignetta “umoristica” con la scritta “Game Over” in calce, in quello che è stato letto da alcuni come un messaggio simbolico carico di significati, alquanto oscuri e forse anche “iniziatici”.

Esiste la vignetta di Famiglia Cristiana di domenica 26 maggio.

 

La nostra personale sensazione è che esista un minimo comun denominatore da questa scia di strane morti che non si arresta, ma che prosegue di settimana in settimana.

E’ singolare costatare che il nome di “Franco Anelli” sia riportato in una pagina del “Grande Oriente d’Italia”, “GOI”, nella quale si dà notizia di una celebrazione massonica del 2017 alla quale avrebbe partecipato lo stesso Anelli.

Non è da escludersi che si tratti di un omonimo, e probabilmente lo è, ma quando si parla di massoneria non può venire in mente quella feroce guerra a colpi di carte bollate che i liberi muratori si stanno facendo dopo che c’è stata una contestazione da parte di diversi correnti degli ultimi risultati dell’elezione del successore del precedente gran maestro, “Stefano Bisi”.

Dentro il GOI stanno fioccando le espulsioni e stanno rotolando le teste di molti influenti massoni quali  il” Sovrano del Rito Scozzese Antico ed Accettato, “Gian Paolo Barb”i, e “Tonino Sansone”, già presidente del “Collegio dei Maestri Venerabili della Lombardia” in opposizione alla corrente dell’attuale gran maestro, “Antonio Seminario”, e vicini invece al suo rivale, “Leo Taroni”.

Non è da escludersi che ci sia una guerra in superficie combattuta dalla massoneria nei tribunali e un’altra invece più sanguinosa combattuta nelle profondità della società segreta che si trova di fronte ad un momento cruciale della sua esistenza.

Nella massoneria sono sempre esistiti tremendi conflitti di potere e vendette nei riguardi di chi ha “osato” violare il giuramento di segretezza dei veri fini delle logge come capitato a” William Morgan,” massone americano ucciso dai suoi “fratelli” che ormai lo ritenevano una minaccia.

E come non ricordare anche il caso di “Filippo Carabi,” massone ucciso su ordine di “Adriano Lemmi”, gran maestro del “Grande Oriente d’Italia”, che aveva un satanico odio nei confronti della cristianità tanto da fargli porre il crocefisso sugli orinali delle logge, come racconta l’”ex massone pentito “Domenico Margiotta”.

Non ci si aspetti di trovare tutto questo nella biografia ufficiale di Lemmi sul GOI, poiché, si ricordi sempre, che i massoni sono “filantropi”.

Noi abbiamo comunque l’impressione che ci sarà un’escalation successiva di strane morti e di suicidi mascherati.

La massoneria italiana, che fa riferimento all’obbedienza di Londra, è stata lasciata sola dai suoi protettori esteri in quanto tutto il potere massonico attraversa una grave crisi dopo il fallimento della farsa pandemica e del Grande Reset che essa avrebbe dovuto portare.

Siamo alla fase della resa dei conti.

Siamo alla fase della guerra spietata tra bande che cercano disperatamente di sopravvivere ad una fase storica che ha rimesso completamente in discussione decenni e decenni di equilibri e di potere incontrastato delle logge.

 

 

 

La farsa democratica dell’Europa.

Politico.eu – (3 giugno 2024) - NICOLAI VON ONDARZA – ci dice:

(Nicolai von Ondarza è uno scienziato politico e capo della divisione di ricerca UE/Europa presso l'Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza -SWP).

 

Prepararsi ai negoziati postelettorali che cambieranno il Parlamento europeo tanto quanto le scelte degli elettori.

Per molti elettori, queste fluide affiliazioni ai partiti europei rendono le prossime elezioni ancora meno comprensibili.

Quest'estate la composizione del Parlamento europeo subirà un cambiamento significativo, che deriverà non solo dalle decisioni degli elettori ma anche dalle manovre intraprese dagli stessi gruppi parlamentari.

Sebbene il discorso dell’UE tratti spesso i gruppi partitici – come il Partito popolare europeo (PPE) o l’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici (S&D) – come attori omogenei, nel complesso, rimangono alleanze di partiti nazionali che possono cambiare in qualsiasi momento, alterare facilmente la composizione del Parlamento.

E questa volta, questa fluidità è più evidente tra i partiti di estrema destra dell’UE, che sembrano prepararsi per una significativa riconfigurazione post-elettorale.

Normalmente, oltre ad alcuni cambiamenti di alto profilo, si trascura il numero di cambiamenti che avvengono tra i gruppi politici del Parlamento.

Prendiamo, ad esempio, il PPE di centrodestra, il più grande e, per molti versi, il meglio organizzato di questi gruppi.

Secondo i dati di “Europe Elects” , solo durante l'attuale legislatura sono passati al PPE 12 deputati di altri gruppi politici, sette dei quali facevano parte in precedenza di uno dei due gruppi di estrema destra.

 Al contrario, 19 deputati hanno lasciato il gruppo, primi fra tutti gli 11 deputati ungheresi di” Fidesz”, che hanno lasciato il gruppo nel marzo 2021 per evitare di essere espulsi.

Tuttavia, come minimo, sembra che possiamo aspettarci che tutti gli attuali partiti membri del PPE rimangano nel gruppo entro un paio di mesi.

Lo stesso non si può dire, tuttavia, per il “gruppo liberale Renew” – esso stesso un’alleanza di diversi partiti europei.

“Renew” è il terzo gruppo più numeroso nell’attuale Parlamento e ha spesso assunto il ruolo di” kingmaker”.

Ma è stato anche un serbatoio, accettando 10 eurodeputati provenienti da quasi tutti gli altri gruppi politici – compresi i Verdi, i S&D, il PPE, fino ai Conservatori e Riformisti europei (ECR).

E attualmente, “Renew” sta discutendo se espellere il “Partito popolare olandese per la libertà e la democrazia “– uno dei suoi membri fondatori – per aver concordato una coalizione con il “Partito per la libertà” di estrema destra di “Geert Wilders”.

Il “gruppo S&D”, invece, ha registrato una perdita netta, reclutando “solo” cinque deputati provenienti da altri gruppi dal 2019, perdendone 13 lungo il percorso.

Eppure, nonostante tutto questo avanti e indietro, i maggiori cambiamenti in corso sono tra i gruppi di partiti di estrema destra divisi nell’UE.

Nel Parlamento di oggi, questi gruppi includono il “nazional-conservatore ECR” – che ospita Fratelli d'Italia del primo ministro italiano Giorgia Meloni e il partito polacco Diritto e Giustizia (PiS);

il gruppo Identità e Democrazia (ID), di destra, da populista a estremista, che riunisce il “Raggruppamento Nazionale” della leader dell'opposizione francese “Marine Le Pen” con la “Lega italiana” e il “Partito della Libertà “austriaco; e infine ci sono i partiti di estrema destra non allineati, come “Fidesz” e “Alternativa per la Germania” (AfD).

Con il primo ministro ungherese “Viktor Orbán” alla ricerca di una nuova sede politica per il suo partito “Fidesz” e la recente espulsione dell'”AfD”, è in programma un'importante riconfigurazione.

E questo significa che ci troviamo di fronte a tre distinte possibilità:

Il primo è la continuazione dello status quo, dove sia l’ECR che l’ID ottengono seggi alle elezioni, ma l’espulsione dell’AfD rende l’ECR il più grande dei due.

Negli sforzi guidati dalla Meloni e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, l’ECR cercherebbe quindi di lavorare con il “PPE £come partner negoziale “mainstreamed”, lasciando l’”ID” ai margini.

 

La seconda possibilità è che un” ID” rinnovato si unisca a” Fidesz” – e potenzialmente al “PiS” dell’”ECR”.

Sebbene il gruppo rimarrebbe ancora ai margini, in questo scenario l’”ID” potrebbe scavalcare l’”ECR” per diventare il terzo gruppo più grande in Parlamento.

L’”EXR”, nel frattempo, sarebbe ancora più aperta alla cooperazione con l’”EEPP”.

 

Infine, il terzo scenario sarebbe una fusione tra “ECR”, “ID” e “Fidesz”.

 Un supergruppo di estrema destra così grande comporterebbe enormi differenze politiche – non ultimo su come trattare con la Russia – ed è l’ ambizione dichiarata di” Le Pen” e considerata un’”opzione da” Meloni” .

Ciò avverrebbe anche a costo di ri-tossicizzare l’ “ECR”, che probabilmente perderebbe alcuni dei suoi partiti più di centro a favore del “PPE”.

Un gruppo del genere diventerebbe il secondo più grande in Parlamento – e sarebbe inaccettabile come partner del “PPE” – alterando significativamente gli equilibri di potere.

Queste tre possibilità illustrano tutte quanto il Parlamento potrebbe apparire molto diverso a seconda non solo delle scelte degli elettori, ma anche dei negoziati dietro le quinte post-elettorali.

Sottolineano anche la grande decisione che Meloni dovrà affrontare:

 se accettare la mano aperta offerta dal centrodestra o tentare di forgiare una più ampia alleanza nazionale conservatrice/populista.

Per molti elettori, queste fluide affiliazioni ai partiti europei rendono le prossime elezioni ancora meno comprensibili.

Anche gli addetti ai lavori di Bruxelles non possono prevedere a quale gruppo partitico europeo apparterranno le più grandi delegazioni nazionali provenienti da Francia, Italia, Ungheria, Paesi Bassi o Austria, dopo tutti gli accordi dietro le quinte.

E questo aumenta la disconnessione tra le scelte degli elettori e la politica dell’UE.

 

 

 

L’era delle pandemie da 5G.

 

Mittdolcino.com – RobertoX – (3 Giugno 2024) – ci dice:

E se il virus del covid non fosse neanche mai esistito?

Redazione: ormai pochi osano negare che la “Pandemia di Covid” sia stata quantomeno molto strana.

 Con un “virus” capace di viaggiare in pochi giorni per migliaia di km saltando da un continente all’altro, colpendo duramente certe zone ma saltandone completamente molte altre.

Altrettando strani sono stati i sintomi del “virus”, la carenza di ossigeno nel sangue e le micro-trombosi che affliggevano i polmoni, con gente a Wuhan che cadeva per terra mentre camminava o le migliaia di morti a Bergamo (cremati prontamente senza autopsia), con un’incidenza di decessi mai più verificatasi in nessuna altra parte del mondo.

Per non parlare della risposta sanitaria dai risvolti autoritari imposta in perfetta sincronia in tutti i paesi occidentali, con lockdown, mascherine e protocolli assurdi fino all’obbligo (di fatto) vaccinale, con annessa censura e criminalizzazione del dissenso.

“Non c’è nessun virus. Non c’è stata nessuna fuga da un laboratorio.”

 Perché mai qualcuno dovrebbe supporre che ci siano solo due possibili narrazioni per spiegare quanto è avvenuto negli ultimi anni?

In tutti gli eventi geopolitici ci sono almeno 2 narrazioni.

Una mainstream, di solito falsa [esempio: il virus proviene da un pangolino infetto ndr] e almeno un’altra, di solito altrettanto falsa [esempio: il virus proviene da una fuga di laboratorio ndr].

… poi c’è la verità (di solito qualcosa di completamente diverso e tabù).

Non c’è mai stato un virus?

La sequenza genetica fornita all’OMS e distribuita in tutto il mondo non era derivata da un campione puro.

Era contaminata con cellule renali di scimmia, cellule fetali, antibiotici e altri “additivi” standard.

 È stata centrifugata mediante test PCR e la zuppa risultante è stata filtrata per individuare frammenti di RNA.

Le sequenze genetiche sono state inserite in un computer e ricombinate per produrre una sintesi che non è MAI esistita in vivo.

Il codice genetico utilizzato per realizzare i vaccini era solo nel silicio… scritto in codice informatico.

Quindi non c’è stata alcuna fuga del virus da un laboratorio?

È impossibile che sfugga qualcosa che non è mai realmente esistito.

La sequenza genetica che chiamiamo “SARS-Cov-2” non è altro che un qualcosa progettato da un computer.

Ciò è stato dimostrato nel dicembre 2020 dagli scambi di e-mail con l’ “MHRA” del Regno Unito (il corrispettivo dell’EMA europeo ndr).

Nel frattempo, la causa principale di ipossia, palpitazioni, dispnea, neuropatia, perdita di capelli, ictus, attacchi cardiaci, convulsioni e morte veniva probabilmente trasmessa silenziosamente nelle città di tutto il mondo chiuse per i lockdown.

Già, perché se si presta davvero attenzione alle mosse totalitarie globali, non si può infatti non correlare l’introduzione del 5G con l’incidenza dei sintomi fisici etichettati come Covid-19.

Sintomi noti per essere associati a determinate microonde.

Wuhan è stata dotata di 10.000 torri e ai cittadini sono stati forniti nuovi telefoni predisposti per il 5G, tutto giusto in tempo per il 16 ottobre 2019, la cerimonia di apertura dei Giochi militari delle Nazioni Unite. Casualmente molti partecipanti ai giochi si sono ammalati nel silenzio generale.

Successivamente la tecnologia a microonde 5G è stata attivata a Bergamo, nel nord Italia.

Quindi Teheran ha testato le sue nuove installazioni 5G.

Poi Londra, New York ecc.

Sarebbe quindi logico pensare che sia stata questa la causa e che non ci sia stata nessuna “fuga da laboratorio”.

C’erano invece radiazioni elettromagnetiche che sovraccaricavano i nostri circuiti naturali, ma alcuni ancora insistono sul fatto che ci fosse un virus… anche se non ne hanno mai visto uno e le prove della loro esistenza sono più deboli di quelle relative all’esistenza dei folletti.

Perché l’influenza è una malattia elettrica?

 Quando si considerano le risposte a problemi complessi, la spiegazione più semplice è spesso quella giusta.

Prima di poter trovare risposte alle origini e alla causa di una pandemia globale come l’influenza russa del 1889, l’influenza spagnola del 1918 o il Covid19, dobbiamo fare le domande giuste.

1. Perché le pandemie del 1889, 1918, 1957, 1968 e 2020 sono coincise, tutte, con un aumento esponenziale delle radiazioni?

2. Perché l’influenza colpisce così spesso i giovani adulti e risparmia i neonati e gli anziani?

3. Se l’influenza del 1918 era contagiosa, perché i pazienti a cui era stata iniettata la saliva del sangue di pazienti malati non si ammalavano?

4. Se l’influenza del 1918 era una malattia respiratoria che colpiva le vie nasali, perché oltre la metà di tutti i pazienti affetti da influenza non presentavano i sintomi iniziali di naso che cola, starnuti e mal di gola? Perché molti sintomi erano neurologici, tra cui la schizofrenia e l’emorragia cerebrale? (oltre il 40% dei pazienti di influenza nella Marina ha riportato sangue dal naso e spesso è morto annegato nel proprio sangue).

5. Se l’influenza del 1889 cominciò in Russia a settembre, ed era contagiosa, come è possibile che viaggiò più veloce dei treni dell’epoca, raggiungendo la Scozia in ottobre, e il Sud Africa a novembre?

6. Se il Covid19 è causato dalla SARS-CoV-2, che è una malattia respiratoria, perché i sintomi comuni includono mancanza di gusto, cambiamento del ciclo mestruale, eruzione cutanea, nonché depressione e ansia?

7. Perché le epidemie di influenza e le pandemie si verificano in periodi di elevato numero di macchie solari e aumento della “tensione atmosferica”?

Forze cosmiche.

Sin dai tempi antichi, l’influenza era conosciuta come una malattia imprevedibile, che devastava paesi e villaggi contemporaneamente e senza preavviso e svaniva con la stessa rapidità con cui era arrivata, a volte non ritornando che anni o decenni dopo.

 I nostri antenati credevano che non fosse contagiosa e si pensava che il suo arrivo fosse governato dall’“influenza” delle stelle.

 È da qui che l’influenza prese originariamente il suo nome.

Tuttavia nel 1889 il comportamento di questa misteriosa malattia cambiò.

 Dopo il 1889, l’influenza cominciò a ritornare ogni anno, e da allora ci ha accompagnato qui e in ogni parte del mondo.

Nel 1992, una delle autorità mondiali sull’epidemiologia dell’influenza, “R. Edgar Hope-Simpson”, pubblicò un libro in cui sottolineava che i fatti essenziali conosciuti non supportavano la teoria del contagio per contatto diretto da uomo a uomo.

Simpson suggerì anche che l’innesco dell’influenza fosse collegato alle differenze stagionali nella radiazione solare e che potesse avere una natura elettromagnetica, come avevano proposto molti dei suoi predecessori nei due secoli precedenti.

Un medico danese di nome “Johannes Mygge” aveva anche dimostrato come le pandemie influenzali tendessero a manifestarsi durante gli anni di massima attività solare e che il numero di casi in Danimarca aumentasse e diminuisse con il numero di macchie solari.

 Le macchie solari aumentano la “tensione atmosferica”, o carica, nel nostro ambiente e recentemente sono state correlate anche a cambiamenti psicologici.

 

Il dottor “Mygge” aveva tenuto un accurato diario della sua salute per nove mesi, e in seguito confrontò le sue registrazioni con quelle del potenziale elettrico dell’atmosfera, che registrò tre volte al giorno per dieci anni.

Le sue emicranie invalidanti, insieme a episodi di insonnia, vertigini, irritabilità, ronzii alla testa, battito cardiaco irregolare e pressione al petto, si sono verificate quasi sempre lo stesso giorno o il giorno prima di un forte e improvviso aumento o calo della tensione atmosferica.

Nel 2001, l’astronomo canadese “Ken Tapping”, insieme ad altri due medici della Colombia britannica, furono gli ultimi a confermare che almeno negli ultimi tre secoli le pandemie influenzali hanno avuto maggiori probabilità di verificarsi intorno al culmine di ciascun ciclo solare di undici anni, quando le forze magnetiche del sole sono al loro apice.

 

Almeno dal 1799, alcuni scienziati hanno collegato l’influenza alle macchie solari e ai drastici cambiamenti del voltaggio atmosferico.

La ricerca storica ha anche dimostrato che durante il minimo di Maunder (1645-1715), un periodo di attività solare e macchie solari estremamente basse, non si verificarono epidemie di influenza.

Il nostro corpo elettrico.

Avete mai fatto un elettrocardiogramma o un elettroencefalogramma?

Spesso pensiamo al nostro cuore come a una pompa.

Ma quale forza fa funzionare questa pompa?

Nel suo libro del 1985 “The Body Electric,” il chirurgo ortopedico “Robert Becker” ha confermato che i nostri corpi operano su un circuito elettrico DC (corrente continua) e che tutti i nostri processi metabolici avvengono attraverso lo scambio di elettroni (-) e protoni (+).

 La medicina, a quanto pare, è in realtà più fisica quantistica che chimica, poiché le forze magnetiche agiscono sulle nostre strutture elettriche cristalline dei nervi e delle ossa, eccitando le molecole dentro di noi per influenzare uno spostamento nella direzione della crescita, o dell’infiammazione.

Prima del 1889 e dell’adozione globale di massa dell’elettricità e delle lampadine, la Terra forniva una quantità costante della propria elettricità statica.

Ogni volta che cadeva un fulmine, la nostra atmosfera risuonava al ritmo di 8 impulsi al secondo.

 Chiamato “risonanza di Schumann”, questo ritmo prende il nome dal fisico tedesco che ne intuì l’esistenza.

Le frequenze di questi toni vanno principalmente da 8 a 32 battiti al secondo (Hz) e fanno risuonare tutta la vita sulla Terra al loro ritmo.

La frequenza primaria del nostro cervello, nella vita adulta, funziona esattamente a questo ritmo di 8 battiti al secondo, chiamati “onde alfa”.

Quando Edison perfezionò il progetto della lampadina nel 1889, l’industria aveva ancora bisogno di un modo economico per fornire elettricità alle masse.

Di conseguenza, il sistema di alimentazione AC (corrente alternata e pulsata) di Tesla è stato implementato in tutto il mondo.

Ricordate che i nostri corpi sono pensati per funzionare con la corrente continua, principalmente tra 8 e 30 Hz.

Una volta che l’energia elettrica è stata distribuita e la luce elettrica si è riversata sulle città di tutto il mondo i nostri ritmi biologici hanno dovuto tenere conto di questo cambiamento alieno.

Per coincidenza si verificò l’influenza “russa” del 1889.

Quando nel 1918 iniziò l’era della radio, scoppiò un’altra pandemia.

 La radio a onde corte sviluppata da “Marconi” funzionava a frequenze di circa 30 megahertz (MHz), ovvero circa 30.000.000 di volte più veloci delle frequenze delle onde alfa del nostro cervello.

Queste radiazioni rimbalzano e perforano anche la fragile ionosfera della Terra, abbattendosi sulle popolazioni ignare.

Come possiamo aspettarci che il nostro corpo reagisca a uno spostamento così improvviso e violento di elettricità?

 

Come l’elettricità ha creato malattie cardiache.

Conosciuto come il padre della radio e inventore del telegrafo, “Guglielmo Marconi” ebbe dieci attacchi di cuore dopo aver iniziato a lavorare con l’elettricità.

Marconi aveva 63 anni quando lo uccise il decimo ed ultimo infarto…

Il contagio da solo non è sufficiente a spiegare l’improvvisa epidemia della malattia contemporaneamente in paesi molto lontani, e il modo curioso in cui è noto che attacca gli equipaggi delle navi in mare, dove la comunicazione con luoghi o persone infette era impossibile” (Sir Morell Mackenzie, MD -1893-, Rassegna quindicinale).

L’elettricità viaggia più velocemente delle persone, soprattutto nel 1800 quando il mezzo di trasporto più veloce era il treno.

Quando nel settembre del 1889 scoppiò l’influenza russa, si supponeva che provenisse dalla Siberia, e l’opinione del tempo era che questa “malattia misteriosa” avrebbe proceduto in modo ordinato a infettare il resto del mondo.

Tuttavia, quando l’influenza raggiunse Mosca in ottobre, la malattia veniva già segnalata in Sud Africa e Scozia.

 Canada e Giamaica hanno segnalato epidemie a novembre.

Anche l’Africa centro-orientale è stato colpito nello stesso periodo della Russia. L’influenza non era mai comparsa prima in questa parte dell’Africa.

Come l’influenza del 1889, molti presumevano che l’influenza spagnola del 1918 fosse contagiosa.

Ma le mascherine, la quarantena e l’isolamento sono stati tutti senza effetto. Anche nell’isolata Islanda l’influenza si diffuse universalmente, nonostante la messa in quarantena delle sue vittime.

 

Ammetto che questa potrebbe non essere la prova definitiva.

Tuttavia un’altra prova che la teoria del contagio delle pandemie è falsa è illustrata dagli esperimenti condotti nel 1918 e nel 1919 da un team medico che lavorava per il “Servizio Sanitario Pubblico degli Stati Uniti a Boston”, che fallirono miseramente:

“Abbiamo raccolto le secrezioni mucose della bocca, del naso, della gola e dei bronchi dai casi della malattia e le abbiamo trasferite ai nostri volontari.

Otteniamo del muco bronchiale tossendo, e poi tamponiamo la superficie mucosa delle narici e della gola… Ciascuno dei volontari… ha ricevuto 6 cc della miscela mista che ho descritto.

Lo ricevettero in ciascuna narice, lo ricevettero nella gola e negli occhi… Nessuno di loro si ammalò”. (Firstenberg. L’arcobaleno invisibile , pp. 107-108)

Quando questo esperimento non ha funzionato, i ricercatori hanno iniettato ai volontari sani le mucose, poi il sangue, di pazienti malati.

“Nessuno di questi si è ammalato in alcun modo.”

 Il dottor “Milton Rosenau” ha concluso: “se abbiamo imparato qualcosa, è che non siamo del tutto sicuri di ciò che sappiamo sulla malattia”.

La correlazione non implica causalità.

La confusione crebbe ulteriormente quando il virus dell’”influenza A” nei furetti fu “isolato” nel 1933.

 Da allora, l’influenza umana è stata identificata nell’organismo che causa il contagio, piuttosto che con i suoi sintomi.

Sebbene questi virus siano stati correlati con le epidemie, non è mai stato dimostrato che ne siano la causa.

 La pandemia di oggi crea ancora più confusione, poiché abbiamo persone che risultano positive a un virus che non è stato isolato.

Potete verificarlo voi stessi a pagina 42 del documento CDC .

Qual è stato allora il fattore scatenante?

Cosa ha sempre preceduto le epidemie di influenza?

Perché nel 1889 e nel 1918 morirono così tanti giovani?

Se l’influenza fosse causata dall’infezione di un organismo contagioso, allora dovrebbe causare qualche sospetto il fatto che muoiano prima quelli con un sistema immunitario robusto.

Tuttavia, entrambe queste pandemie hanno ucciso giovani nel fiore degli anni. Due terzi dei decessi dovuti all’influenza spagnola avevano tra i diciotto ei quarant’anni.

Sembra che l’influenza spagnola abbia avuto origine negli Stati Uniti all’inizio del 1918, diffondendosi in tutto il mondo sulle navi della Marina.

 Poi a settembre l’epidemia colpì il mondo intero, apparentemente tutto in una volta.

Ciò che sconcertava maggiormente i medici dell’epoca era l’enorme quantità di sanguinamento.

Circa il quaranta per cento dei pazienti di influenza nella Marina soffriva di sangue dal naso, altri sanguinavano dalle orecchie, dalla pelle, dallo stomaco, dai reni, dall’utero, dal cervello e dai polmoni.

 Le vittime spesso annegavano nel proprio sangue.

Già nel 1799 scienziati come “Gerhard” dimostrarono come le onde radio potessero avere questo effetto sul sangue.

Quando entrò nella prima guerra mondiale nel 1917, l’esercito americano dispiegò per la prima volta la radio su vasta scala globale.

 All’inizio del 1918, la Marina gestiva la più grande rete radiofonica del mondo.

Una delle stazioni radio più potenti della Terra a quel tempo si trovava a “New Brunswick”, nel New Jersey.

Un apicoltore vicino a quella città, che gestiva oltre 300 colonie, riferì che “migliaia di (api) morte giacevano e migliaia strisciavano nelle vicinanze dell’alveare… praticamente tutte le api operaie adulte ”

Il rasoio di Occam.

Non ho una laurea in medicina né dichiaro di sapere come funzionano i ceppi virali. Tuttavia esiste una legge scientifica che mi piace applicare alle sfide della vita chiamata il “rasoio di Occam,” secondo la quale se hai due idee in competizione per spiegare lo stesso fenomeno, dovresti preferire quella più semplice.

“Quando senti battere gli zoccoli pensa ai cavalli, non alle zebre”.

-Anonimo.

Ecco alcuni fatti da considerare:

 Nel 1889 nacque l’era dell’elettricità, poiché Edison e Tesla fornirono elettricità e luce su scala globale.

 Nello stesso anno, l’attività magnetica naturale della Terra cominciò a essere soppressa da quella artificiale.

 La pandemia di influenza russa del 1889 arrivò quando le linee elettriche iniziarono a irradiare la nostra atmosfera.

 

 Nel 1918 iniziò l’era della radio che alterò la nostra magnetosfera con nuove frequenze.

Ne seguì la pandemia di influenza spagnola del 1918.

 

 Nel 1957 venne lanciata l’era dei radar, lanciando milioni di watt di energia a microonde verso i nostri cieli.

La pandemia di influenza asiatica iniziò nel 1957.

 Nel 1968 iniziò l’era dei satelliti. È iniziata la pandemia influenzale di Hong Kong.

 Le reti commerciali 5G sono state attivate a Wuhan nel 2019.

Il Covid19 è iniziato a Wuhan.

La nostra coltre elettrica.

Dove andiamo da qui?

I satelliti vengono lanciati da “SpaceX “e altri nella coltre protettiva della nostra Terra, la ionosfera, a un ritmo allarmante e vertiginoso.

“Anche la prima flotta di 28 satelliti militari lanciata dagli Stati Uniti causò una pandemia mondiale di influenza quando divenne operativa il 13 giugno 1968.

L’influenza di Hong Kong iniziò nel giugno del 1968, durò fino all’aprile del 1970 e uccise fino a quattro milioni di persone in tutto il mondo”.

Il 24-25 marzo 2021, un record di 96 satelliti sono stati lanciati nello spazio in un solo giorno – 60 da “SpaceX” e 36 da “OneWeb” – e nello stesso giorno “SpaceX” ha aumentato notevolmente la velocità delle sue connessioni Internet satellitari.

Quel giorno, le persone di tutto il mondo improvvisamente non riuscivano a dormire, erano deboli ed esauste, avevano spasmi muscolari e soffrivano e prudevano ovunque, specialmente ai piedi e alle gambe.

Avevano eruzioni cutanee, avevano vertigini e nausea, avevano dolori di stomaco e diarrea.

Il ronzio nelle loro orecchie fu improvvisamente amplificato.

I loro occhi erano infiammati e la loro vista improvvisamente peggiorò.

Avevano aritmie cardiache e la loro pressione sanguigna era fuori controllo.

Alcuni avevano sangue dal naso o tossivano sangue.

Erano ansiosi, depressi o con tendenze suicide e irritabili.

 I loro gatti, cani, galline, capre e mucche si ammalarono contemporaneamente.

Il 25 marzo ha registrato il secondo numero più alto di decessi per “COVID-19” nel 2021 e il quinto più alto dall’inizio della “pandemia”.

L’unico modo in cui possiamo fermare questo assalto alla vita è limitare l’uso della tecnologia usando la nostra forza collettiva per chiedere che termini immediatamente questo assalto elettromagnetico contro l’umanità.

Dobbiamo rivendicare la nostra Madre Terra, prima che sia troppo tardi.

 

 

 

L’EU vuole la guerra in Europa:

il commissario EU Oliver Varhelyi

minaccia il premier Giorgiano di far

e la tragica fine di Robert Fico.

Mittdolcino.com – Redazione -Mitt Dolcino – corruzione di Bruxelles – 24 maggio 2024 – ci dice:

 

Di norma non commentiamo tragedie specifiche, cerchiamo piuttosto di considerarle nella loro valenza.

Cio’ vale fino a quando non vengono fuori azzardi da parte dei diretti coinvolti.

Vale per la morte di “Raisi”, dove un’intervista ad uno dei piloti dell’elicottero di scorta spiega che non c’è stata nessuna esplosione, semplicemente il mezzo di Raisi è caduto nel bosco, dove c’era nebbia bassa (nessun attentato dunque, o meglio, solo una questione interna all’Iran può spiegare tale ipotetico guasto).

Lo stesso vale per il tentato omicidio del Premier ceco filo Putin, “Robert Fico”.

Su cui però sembrano emergere pesanti ombre, ossia possibili coinvolgimenti, indovinate di chi: dell’EU nata sulle ceneri del nazismo…

Il Cui Prodest è sempre il primo esercizio da fare nei casi diciamo critici.

A chi conveniva ad esempio la morte del premier ceco filo russo, Robert Fico? Semplicemente, all’EU, che con lui si era portato in casa un politico di massima grandezza comunitaria CONTRARIO alle politiche anti-russe dell’EU stessa.

Oggi leggiamo che il commissario Europeo Oliver Varhelyi avrebbe addirittura minacciato il Premier Georgiano Kobakhidze di fare la fine di Robert Fico a causa della sua proposta di legge per considerare ingerenze straniere le ONG che ottengono la maggior parte dei fondi dall’estero.

Osservare è fondamentale… da tempo, sempre col solito “Cui Prodest”, ripetiamo l’ovvio: tutto depone che sia l’Europa a volere la guerra in Ucraina e dintorni, da spartire per tenere in piedi l’EU stessa, nel più classico “Drang nach Osten” di memoria nazista.

Tutto questo capita – che caso – proprio mentre combatto col solito correttore del computer, che cerca di evitare in ogni modo che si scriva la parola “nazista”, in qualsiasi forma, correggendola ex post nei termini più inusitati…

È chiaro infatti che l’EU non sta più in piedi, non è sostenibile.

Ma è parimenti palese che l’EU non può crollare, pena azzerare i privilegi della classe dirigente europea che da secoli manda regolarmente al macello le proprie genti.

 Sempre le stesse élites per altro:

 le famiglie notabili tedesche al tempo del Kaiser tedesco, circa 100 anni fa, erano più o meno le stesse di oggi.

E le famiglie importanti di Firenze del 1492, idem, sono circa le stesse di oggi.

L’Europa è questa, l’Europa dei popoli non è mai esistita, esiste invece l’Europa delle élites.

Ecco perché la farsa della democrazia, alla prima vera crisi, si scioglierà come neve al sole, lo sta già facendo in realtà (le elezioni in Sardegna di febbraio scorso sembra siano ancora in corso, fino a circa un mese fa era così, scriveva la magistratura incaricata del riconteggio, oggi del caso si sono perse tracce sui media, intendo come risultato dello spoglio contestato; le ultime elezioni presidenziali francesi invece terminarono in circa due ore: in entrambi i casi, due faccende direi poco spiegabili, basterebbe usare un po’ il cervello…).

Resta la considerazione, fattuale, non negata nemmeno dall’interessato (si è solo commentato, “frase estrapolata dal contesto”) della minaccia fatta al premier georgiano addirittura da un commissario EU, succitato, fatto gravissimo.

 

Questo per farvi capire che è proprio la cupola EU a volere una nuova guerra per i propri popoli (la famiglia di Ursula von der Layen presenta profonde radici fu naziste, ndr).

Va capito se gli stessi popoli europei saranno d’accordo a farsi eliminare in guerra, de popolando come è successo tante e tante volte nei secoli passati, con l’unico fine di difendere – con le guerre – gli interessi delle élites al comando.

In tal contesto speriamo di non doverci attendere attentati diffusi in tutti i paesi EU contrari alla guerra alla Russia nei prossimi mesi, i metodi nazisti li conosciamo (Marinus van del Lubbe docet)(…).

Due parole su Americani ed Inglesi:

 i primi NON sono Europei e non vogliono alcun coinvolgimento diretto militare nella guerra ucraina.

I secondi, europei, come entente cordiale, ossia come alleanza Franco-inglese da oltre 110 anni, sono alleati per difendere quel che resta del loro impero coloniale.

È ormai chiaro anche ai più fessi che Macron, élite dell’élite francese, vuole la guerra.

Mentre l’élite al governo inglese, un indiano, ossia un ex colonizzato diventato ben più ricco del colonizzatore, la vuole solo “più o meno”.

Nel senso che, da non inglese il premier “R. Sunak” lascerà presto il potere esecutivo avendo incredibilmente annunciato nuove elezioni.

Che perderà, già lo sa.

A tal punto i laburisti pro-EU, britannici DOC, senza un indiano al comando, sceglieranno di seguire i loro cugini Europei, come fu ai tempi del Kaiser, di Giorgio V e dello Zar, tra loro cugini durante la WWI:

dunque guerra in Europa, in Ucraina e dintorni, per far sopravvivere i privilegi elitari europei (“Hitler” ed il davosiano ante litteram “Chamberlain” non si scontrarono, mai dimenticarlo, lasciando campo aperto ai nazisti in Europa: ci volle un “hard core british” come Churchill per far cambiare strada a Londra,( vedasi dimissioni forzate del re filo nazista Edoardo VIII, ndr).

Che poi le elezioni britanniche (elezioni assai critiche per il futuro di Londra, ormai spogliata dell’Impero, infatti giungono alla fine del processo di decolonizzazione voluto da F. D. Roosevelt, ndr) siano state fissate per il prossimo 4 Luglio, giorno in cui – lo ricordo – in America si festeggia l’Indipendenza (prima di tutto indipendenza dagli inglesi, ma anche dai francesi, ndr) sembra un segnale addirittura inequivocabile!

Ben sapendo che Trump, secondo molti ancora oggi il vero presidente degli States se non ci fossero stati i brogli che pian piano stanno emergendo, ha già affermato urbi et orbi di NON volere alcuna guerra con Mosca, da novembre prossimo:

ciò ha fatto adirare Bruxelles ed i cacicchi degli imperi centrali Europei;

 viceversa l’Italia si è schierata con Washington, con il ministro italiano della Difesa G. Crosetto, guarda il caso sempre più malato (sembrerebbe fattualmente e consequenzialmente emergere, base patologia ed effetti collaterali attesi, si possa trattare di effetti collaterali del preparato mRNA COVID, ndr).

In mezzo, i popoli europei, imbelli, visto che bellamente ignorano quanto stia covando sotto la cenere (gli analfabeti italiani orfani dell’immenso Pasolini manco li considero).

(Mitt Dolcino)

 

 

 

 

 

 

VINCITORI E VINTI DELLA

(ORMAI MORTA) GLOBALIZZAZIONE.

Comedonchisciotte.org - Markus – (03 Giugno 2024) - Black Mountain Analysis - bmanalysis.substack.com – ci dice:

 

Un viaggio nell'ignoto.

Recentemente, un lettore ha fatto un’osservazione interessante nella sezione dei commenti di un mio articolo.

Ha deriso le mie continue affermazioni secondo cui l’economia europea sarebbe finita, mentre allo stesso tempo i mercati azionari europei salgono in continuazione.

 Devo ammettere che ha ragione.

È stato un errore fare questa affermazione senza spiegare la situazione attuale. Ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo.

Per prima cosa, per capire la situazione nella sua interezza, è necessario distinguere tra considerazioni a breve e a lungo termine.

 Spiegherò il mio pensiero al riguardo.

Tuttavia, approfitterò di questa occasione per condividere con voi anche altre riflessioni.

Risorse.

Ho scritto altri articoli su ciò che intendo approfondire ora. Per capire meglio il mio punto di vista, vi consiglio di leggere prima i seguenti articoli:

Economia e Imperi 1: Il quadro generale.

Economia e Imperi 2: La Germania.

Economia e Imperi 4: Considerazioni sull’Asia

L’economia europea.

 

Terminologia.

Innanzitutto, cos’è l’Europa?

È l’Unione Europea? È il continente europeo?

Mi occuperò di entrambi separatamente.

Tuttavia, l’Europa è il continente europeo e non l’aspirante dittatura chiamata “Unione delle Repubbliche Socialiste Europee” (UESR), che contiene anche elementi di fascismo.

 Oh, scusate… volevo dire “Unione Europea”, ho solo confuso i termini.

Il continente europeo è composto da tutti questi bellissimi Stati nazionali (precedentemente indipendenti).

E io amo la mia Europa (indipendente e libera)!

Tranne per il fatto che attualmente NON è indipendente e libera.

Il valore dell’UE.

Ora scriverò alcune cose su cui alcuni, soprattutto i miei lettori tedeschi, potrebbero, a prima vista, non essere d’accordo.

 Credo che le cose saranno più chiare in seguito, quando approfondiremo l’argomento.

Inizialmente, l’UE era stata una buona idea perché aveva portato molti vantaggi:

Libera circolazione (Schengen) e diritto di residenza.

Nessuna tariffa tra gli Stati dell’Unione.

Era davvero stata una buona idea?

Come ho detto, molto probabilmente, inizialmente, era stata una buona idea.

Si trattava di un’Unione tra industrie e nazioni simili.

Quindi, essenzialmente, questi punti erano vantaggiosi per tutti.

 E credo che abbia continuato ad essere vantaggiosa, in una certa misura, anche se non allo stesso modo per tutti, fino al crollo del socialismo nell’Europa orientale.

Dopo che tutti i piccoli Paesi slavi avevano aperto i loro mercati e avviato le privatizzazioni in accordo con i loro “consiglieri” occidentali, le cose erano cambiate.

 L’UE è diventata sempre più un blocco politico e si è evoluta di anno in anno fino a diventare qualcosa di simile al comitato di pianificazione centrale di alcune ex nazioni socialiste.

 Anche se non siamo ancora a quel punto.

Concentra sempre più potere politico e ora cerca di portare a Bruxelles anche le competenze militari.

Questo è l’opposto di “libero e indipendente” se consideriamo tutti i nostri bellissimi Stati nazionali come Francia, Italia, Spagna, ecc.

Rivediamo ora i due vantaggi dell’UE sopra citati dopo l’allargamento dell’UE all’Europa orientale e l’introduzione di una moneta comune, l’euro.

Niente tariffe.

Questo si è rivelato una benedizione per i Paesi produttori (nazionali o esteri, non importa) ed esportatori.

Soprattutto per la Germania.

Si è rivelato un disastro per la maggior parte dei Paesi ex socialisti, ma non per tutti.

Questi infatti avevano una catena di approvvigionamento e di vendita ben consolidata all’interno dell’ex blocco socialista.

Dopo il crollo del socialismo in Europa, la maggior parte di queste imprese e catene di approvvigionamento che prima funzionavano bene si erano arrestate ed erano rapidamente diventate non competitive sui mercati internazionali. Soprattutto nel mercato dell’UE, poiché non esistevano dazi doganali.

La maggior parte di questi Paesi si era trasformata da Paesi produttori e consumatori in Paesi importatori e consumatori, il che è un disastro.

La maggior parte degli ex lavoratori era rimasta disoccupata e, col tempo, aveva trovato solo lavori in attività meno remunerative, come camerieri o commessi.

Non fraintendetemi.

Non ho detto che era stato un peccato che questi Paesi avessero abbandonato il socialismo.

O che il socialismo fosse migliore.

Spetta agli individui decidere cosa è/era meglio nella loro situazione.

Sono le persone interessate a dover decidere, non gli osservatori esterni.

Voglio dire che il modo in cui si è svolta la vicenda è stato un disastro.

Avrebbero dovuto gestire da soli la transizione all’economia di mercato, invece di aprire le porte e lasciare che decine di migliaia di “consulenti” occidentali dicessero loro come convertirsi all’economia di mercato “in pochi giorni”.

Avrebbero dovuto farlo da soli, nel tempo e alle loro condizioni.

Aprire lentamente con un passo alla volta e poi adattarsi.

Invece è successo un epico stupro di noi slavi.

 E una spinta economica per le grandi economie dell’UE, soprattutto per quella della Germania, per i due decenni successivi.

L’essenza di questi piccoli Paesi slavi (non tutti) è stata letteralmente divorata.

Penso anche che questa tendenza si invertirà lentamente e le cose miglioreranno. Ma, per un certo periodo, questa conversione forzata dell’Europa orientale in un’economia di mercato è stata essenzialmente una grande rapina, in cui l’Europa occidentale e centrale ha saccheggiato il meglio dell’Europa orientale.

Anche in questo caso, le cose stanno migliorando e miglioreranno, non grazie all’UE, ma grazie ad “altri” fattori.

Libera circolazione e diritto di soggiorno.

La libera circolazione è quasi sempre un’ottima idea.

Forse non durante una guerra o quando uno Stato nemico cerca di infiltrarsi, ma credo che sia buona in tutti gli altri casi.

È un arricchimento per le persone e per i Paesi se le persone possono viaggiare e conoscere altre culture, cercare di capirle e lavorare con loro.

Non ci sono molti casi in cui si possa etichettare questo come un male.

È completamente diverso dal diritto di residenza nell’UE.

Tra pari, non ha importanza.

Alcune persone si sposteranno sempre dal “Paese X” al “Paese Y” e viceversa.

Ma il diritto di residenza tra una nazione grande e potente e un paese piuttosto povero con alti problemi di disoccupazione (dovuti al crollo del sistema economico socialista) è una storia completamente diversa.

 

Per la grande nazione è una benedizione.

Ottiene una forza lavoro adulta, istruita, qualificata e a basso costo per le sue industrie.

Non ha bisogno di investire centinaia di migliaia di euro per crescerli e istruirli.

D’altra parte, i Paesi piccoli e poveri hanno investito tutto questo denaro e hanno cresciuto e istruito queste persone, che poi vengono “risucchiate” da un Paese potente e ricco.

E questo è particolarmente facile con il “diritto di residenza”.

 

Il razionale è, senza dubbio, che questi Paesi non sono semplicemente abbastanza competitivi.

Se lo fossero, la gente non sarebbe incentivata a trasferirsi. Giusto.

 E qui arriviamo alla “Economia di scala “, che ho descritto in dettaglio in “Economia e Imperi”.

La conclusione è che è impossibile per un piccolo Paese con una popolazione ridotta e risorse naturali limitate competere con un Paese più ricco.

Quando c’era il blocco socialista, questi problemi non esistevano perché anche lì vigeva l’economia di scala

 Era un mercato molto grande, comune e coordinato.

 Poi tutto questo è scomparso e i vari Paesi sono diventati immediatamente non competitivi.

Questo significa che i piccoli Paesi, che non sono naturalmente in grado di competere con i Paesi grandi e potenti, dovrebbero perdere la loro statualità e unirsi semplicemente ad un Paese più grande?

Significa che questi Paesi non hanno bisogno della loro gente perché non sono competitivi e quindi possono “donare” i loro abitanti abili al lavoro ad un Paese più grande che ha bisogno di manodopera a basso costo?

Non credo.

Penso che questi Paesi debbano proteggersi e agire di conseguenza in base ai loro interessi nazionali.

E operare con un ritmo che permetta loro di adattarsi alle nuove realtà.

E chiudere il proprio mercato, se necessario.

Noi della Repubblica Srpska, della Serbia e del Montenegro non siamo nell’UE.

 Ma veniamo essere lentamente ma costantemente spopolati da questo processo appena discusso.

Questa è la differenza tra considerazioni a breve termine e considerazioni a lungo termine.

 

Nel breve periodo, alcuni politici potrebbero vedere i vantaggi di un gran numero di persone disoccupate che lasciano il Paese, perché in questo modo causerebbero meno problemi.

 A lungo termine, si tratta di una catastrofe demografica e sociale che, alla fine, nel corso di decenni o secoli, farà sì che questi Paesi semplicemente spariscano.

Avete problemi di disoccupazione?

Perché importare tutto ciò che serve dall’estero?

Se si ha un alto tasso di disoccupazione, è CRIMINALE importare beni che si potrebbero produrre anche da soli con la forza lavoro disponibile e investimenti ragionevoli.

Che ne dite invece di sostenere le startup come massima priorità?

Sostenere l’imprenditorialità?

 Sviluppare piani per le materie prime che devono essere prodotte a livello nazionale e fornire agevolazioni fiscali e sussidi alle startup e alle altre aziende nazionali che producono o innovano in questo settore.

 Naturalmente, i “consulenti” occidentali forniscono consigli su come aprire i mercati, privatizzare tutto e svendere il Paese.

Tuttavia, nessuno di questi “consulenti” dice come promuovere l’imprenditorialità e lo spirito delle startup nel Paese.

 Nelle università. Nelle scuole. ecc.

 

Nei Balcani, la maggior parte degli adolescenti frequenta la scuola e studia.

 E dopo il diploma finisce a fare il cameriere o il commesso.

Congratulazioni. Oppure partono per l’estero.

Ma no, il nostro Egemone (?) non vuole che noi si abbia un successo interno.

Vuole che compriamo le sue merci e che prendiamo la nostra gente.

Il miglior esempio attuale è l’Ucraina.

È prevedibile che milioni di ucraini giovani e istruiti (russi per l’appunto) verranno “rubati” per sempre.

 

L’euro.

L’euro è stata una cattiva idea fin dall’inizio.

Se volete avere successo sui mercati internazionali, dovete essere in grado di adattare la vostra valuta alle fluttuazioni della domanda interna ed estera. Soprattutto se si è fortemente dipendenti dal commercio estero, che si tratti di importazioni, esportazioni o entrambi.

 Se avete un’Unione di Paesi, questo è impossibile.

 Ogni Paese ha esigenze e requisiti individuali.

Alcuni Paesi hanno bisogno di un euro più forte per prosperare.

Altri hanno bisogno di un euro più debole.

In teoria, il valore dell’euro non corrisponderà alle esigenze di NESSUN paese.

In teoria.

In realtà, corrisponde assolutamente alle esigenze di un solo Paese: la Germania. La Germania è un grande esportatore.

E trae grandi benefici, nell’ambito del suo attuale modello commerciale, dall’Unione Europea.

E, a sua volta, molti altri Paesi dell’UE traggono vantaggio da una forte economia tedesca.

Pertanto, è vantaggioso per l’UE allineare il valore della propria valuta alle esigenze della Germania.

Se la Germania prospera con il suo modello basato sulle esportazioni, anche la maggior parte degli altri Paesi “industriali” dell’UE prospera.

Considerando le esigenze e le necessità di ogni Stato dell’UE, si potrebbe concludere che per alcuni di essi l’euro è un veleno.

 Potrebbero prosperare molto meglio senza sacrificarsi per il “bene comune” dell’UE se avessero valute nazionali.

 Potrebbero collocare meglio i loro prodotti sui mercati internazionali, rendendo meno conveniente per le imprese nazionali importare prodotti di base.

Creando così una domanda interna e promuovendo, nel migliore dei casi, l’imprenditorialità e le start-up.

Ho scritto una lunghissima introduzione per giungere infine ad una delle mie prime (di molte) conclusioni.

La Germania è guidata da una certa gerarchia.

 E all’interno di questa gerarchia, la democrazia gioca un ruolo molto ridotto, così come nel resto dell’Occidente.

Ecco la piramide del potere in Germania.

 Nota: la maggior parte del potere è in cima.

Quindi, per placare e sottomettere gli oligarchi tedeschi (alcune famiglie industriali molto ricche) e assicurarsi così il controllo sulla Germania, è stato permesso alla Germania di diventare l’egemone dell’UE.

 In altre parole, l’UE è stata fin da subito costruita intorno alla Germania per soddisfare le sue esigenze.

Dopo il crollo del blocco socialista, alla Germania è stato permesso di diventare un egemone all’interno dell’UE e un padrone coloniale/imperiale dei Balcani (ne parleremo più avanti).

Questo per poter assimilare rapidamente i Paesi dell’Europa orientale alle economie occidentali (divorandoli).

E, successivamente, per mantenere tutti i Paesi dell’UE sotto un unico centro di influenza.

Tutto questo è venuto meno di recente.

 L’UE ha concentrato così tanto potere che la Germania non è più necessaria per svolgere questo ruolo.

Inoltre, per poter competere con la Cina, gli Stati Uniti sono costretti a reindustrializzarsi e a sviluppare mercati per le loro merci.

 La Germania è stata tradizionalmente un grande fornitore di beni industriali sui mercati mondiali.

 Pertanto, gli Stati Uniti devono distruggere l’industria tedesca per eliminare uno dei loro maggiori concorrenti per i beni industriali.

Il crollo dell’economia europea.

Perché scrivo così tanto della Germania?

Perché è stata scelta come egemone dell’UE.

Quindi, ciò che accade alla Germania ha un impatto diretto e importante sugli altri Paesi europei.

Quindi, la pretesa è che la Germania o l’Europa in generale stiano ancora andando bene e vedano alti valori di borsa.

Guardate la figura successiva:

La Germania si sta già deindustrializzando!

A giudicare da queste cifre ufficiali, si sta deindustrializzando rapidamente.

Lo stesso vale per gli ordini non evasi dell’industria manufatturiera tedesca:

La direzione è chiara.

In Germania, le piccole e medie imprese erano la spina dorsale dell’industria.

E ora non possono sopportare il peso dell’aumento dei prezzi dell’energia e di tutte le normative relative alla transizione verso l’energia verde.

Stanno morendo o stanno cercando di trasferirsi negli Stati Uniti o altrove.

Le grandi aziende industriali, quelle quotate nel DAX (l’indice azionario tedesco), sono in una posizione migliore per far fronte alle difficoltà, sebbene anch’esse stiano lottando.

Tuttavia, in una certa misura, stanno beneficiando della morte o della delocalizzazione dei concorrenti più piccoli o di medie dimensioni.

 Il che si chiama centralizzazione.

Inoltre, la maggior parte delle grandi imprese produce anche all’estero, ma la contabilità è basata in Germania.

Quindi, possono ancora produrre in luoghi competitivi (non in Germania) e scrivere cifre positive in Germania.

Spiegherò più avanti come sarà il colpo di grazia, ma la maggior parte degli industriali è consapevole di ciò che sta per accadere.

 Quindi, portare gli indici azionari a livelli irrealistici li aiuterà a ritirare le attività prima del crollo e a reinvestirle in materie prime come gli immobili o l’oro.

Sono sicuro che questi oligarchi, che detengono soprattutto azioni di industrie tedesche, avranno informazioni privilegiate prima del crollo e agiranno di conseguenza.

Non ne ho le prove, ma questo è lo schema usuale.

Sono in corso tre eventi che porteranno alla fine della Germania e quindi dell’attuale ordine europeo:

1. Quando la Russia avrà definitivamente sconfitto l’Ucraina, cosa che dovrebbe avvenire entro la fine di quest’anno (se non ci saranno gravi escalation esterne), avrà un ponte terrestre verso l’Ungheria e la Serbia.

 Ciò darà a questi Paesi l’opportunità di scegliere liberamente i mercati e i fornitori attraverso i meccanismi di un’economia di libero mercato e non attraverso ricatti e pressioni (UE).

Dal momento che i Paesi limitrofi dell’UE otterranno un accesso graduale a questa nuova ancora di salvezza economica, è prevedibile che un numero maggiore di Paesi europei sceglierà di commerciare con i BRICS, invece di essere costretti a farlo con Paesi in cui pagano il doppio del prezzo.

 Inoltre, potranno vendere i loro prodotti in altre valute e tornare ad essere competitivi.

2. La Germania dipende fortemente dal commercio con la Cina, sia per le importazioni che per le esportazioni.

Per i dati dettagliati, consultare il mio Economia e Imperi 2.

 Se la Germania perdesse l’accesso alla Cina, sarebbe un colpo mortale per l’economia tedesca.

 È molto difficile immaginare come la Germania possa sopravvivere con il suo attuale modello di business.

 

Ma perché la Germania dovrebbe perdere l’accesso alla Cina?

 Non è un suicidio?

Esatto.

La Germania perderà l’accesso alla Cina esattamente come ha perso l’accesso al gas russo a basso costo.

 Gli americani hanno fatto saltare il gasdotto Nord Stream e faranno saltare anche le relazioni e gli scambi commerciali della Germania con la Cina.

Molto probabilmente attraverso alcune folli regolamentazioni dell’UE che sono già in fase di elaborazione (si vedano le tariffe statunitensi sulle auto elettriche cinesi). E attraverso sabotatori interni come il Partito Verde tedesco.

3. Infine, la Germania ha anche un grande mercato negli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti non vogliono più avere la Germania nel loro mercato, poiché vogliono reindustrializzarsi.

 Gli Stati Uniti accettano le aziende tedesche nei loro mercati solo se queste trasferiscono la loro produzione negli Stati Uniti.

A parte questo, fanno di tutto per rendere le imprese tedesche non competitive, come far saltare i gasdotti e imporre alla Germania progetti di trasformazione ecologica del tutto irrealistici attraverso i loro sabotatori del “Partito Verde”.

Quindi, i tedeschi non perderanno solo il mercato americano.

Si trasformeranno anche da produttori ed esportatori di beni a consumatori e importatori di beni.

Soprattutto dalla Cina a breve termine e dagli Stati Uniti a lungo termine (se questi piani avranno successo, cosa ancora da vedere).

E, con una Germania in crisi (forse addirittura in disintegrazione), il panorama politico e militare europeo cambierà radicalmente.

Questa è la differenza tra il pensiero a breve termine e la pianificazione/pensiero strategico.

Attualmente, le cose potrebbero essere mascherate e sembrare “a posto”, ma i grandi colpi non sono ancora arrivati.

 Arriveranno entro i prossimi tre anni.

 

IN MANO A DROGATI LUDOPATICI.

Comedonchisciotte.org - Francesco Pisanu – (02 Giugno 2024) – ci dice: 

 

Più pèrdono più rilanciano: vogliono la guerra mondiale.

La caratteristica del drogato da gioco di azzardo, il cosiddetto ludopatico, è che

quando perde, anziché accettare la malasorte, lui non si rassegna.

No, lui prosegue verso l’autodistruzione, ossessionato dall’idea che la fortuna prima o poi gli sorriderà.

Così sempre più senza controllo dilapida il patrimonio, poi si indebita… fino alla sua catastrofe esistenziale.

È evidente che noi, europei / occidentali, siamo guidati da ludopatici, drogati di potere ma resi pazzi dalla loro impotenza verso il fato avverso che li sta bastonando.

Luridi farabutti, ladri e assassini, che non stanno scommettendo il loro patrimonio bensì il nostro, vita inclusa.

Il loro ultimo rilancio da pokerista squinternato consiste nel mettere sul piatto l’intervento diretto di truppe di alcuni paesi Nato e soprattutto dare carta bianca agli ucraini per colpire con armi Nato strutture militari e produttive in territorio russo.

Il rischio più grave di questa prassi spregiudicata lo si è già avvertito nei recenti attacchi ucraini alle basi di allerta precoce (early warning radar).

Queste basi servono alla Russia per monitorare i territori circostanti con radar potentissimi allo scopo di individuare immediatamente un eventuale attacco missilistico nucleare e poter quindi reagire in tempo.

 I russi dispongono di dieci unità di allerta e gli ucraini ne hanno già bombardate due, senza però riuscire a comprometterne la funzionalità.

Domandiamoci cosa sarebbe potuto succedere se gli attacchi fossero andati a segno, con armi di paesi Nato.

 Semplicemente si sarebbe trattato di un’azione di guerra nucleare, in quanto avrebbe reso cieco il sistema russo a fronte di possibili attacchi nucleari del nemico.

In siffatta circostanza la dottrina strategica russa prescrive la reazione immediata.

Un automatismo dettato dalla necessità di non venire sopraffatti in uno scontro le cui sorti si decidono in pochi minuti.

“I compulsive gambler “che ci hanno portato sull’orlo di questo abisso infernale hanno un nome: Stoltenberg, Macron, Scholz, Tusk, Trudeau, Borrell

Praticamente quasi tutti i leader occidentali sono allineati sull’impostazione criminal-ludopatica.

Una rassegna di ignobili pokeristi che trova complemento nel ceto intellettuale: giornalisti scrittori gente assortita dello spettacolo… un residuo umano che fa il tifo per i fenomeni al potere.

Spregevoli servi che glorificano la tossicomania dei loro padroni.

(Francesco Pisanu)

(Soundtrack: improvisation on Virtual Insanity, by f.pisanu)

 

 

 

 

 

Guardare Washington

fomentare la guerra nucleare.

Globalresarch.ca - Paul Craig Roberts – (03 giugno 2024) – ci dice:

"Per due anni Biden è stato assolutamente irremovibile sul fatto che nessuna arma statunitense poteva essere usata per colpire la Russia. Ora inverte la politica – ovvero, ha mentito.

Allora, dov'è il respingimento? Congresso, media? Cosa c'è di più importante che mandare il paese in guerra con una superpotenza nucleare?" 

(Michael Tracey)

I popoli del mondo occidentale sono così completamente indifferenti da non accorgersi che i loro politici li stanno spingendo in un conflitto diretto con la Russia?

Sembra che gli ungheresi siano l'unico popolo europeo che abbia un po' di buon senso.

Il Cremlino non potrebbe lanciare avvertimenti più terribili, e in risposta i politici occidentali idioti provocano più duramente.

Non sono in grado di capire che stanno provocando una guerra nucleare, o stanno cercando di provocare una guerra nucleare?

Biden, Blinken e la NATO hanno fatto un'altra inversione a U.

I missili a lungo raggio che l'Ucraina non ha potuto utilizzare per attacchi sul territorio russo possono ora essere utilizzati in questo modo, ma, per ora, solo su obiettivi militari.

Ma la separazione tra obiettivi militari e non militari è una separazione senza significato né sostanza.

Tutte le guerre moderne sono attacchi contro i civili e le infrastrutture.

L'argomento che ha portato alla rimozione delle restrizioni sui missili a lungo raggio è che per difendere l'Ucraina deve essere in grado di utilizzare le armi fornite da Washington per attaccare l'infrastruttura militare che la Russia utilizza per attaccare l'Ucraina.

La Russia attaccherà semplicemente i siti da cui viene attaccata, quindi i missili a lungo raggio non contribuiranno in alcun modo alla difesa dell'Ucraina.

Peggio ancora:

come il Cremlino sa che i missili devono essere programmati con informazioni di puntamento da parte del personale degli Stati Uniti e della NATO.

La Russia considera i paesi responsabili dell'attacco come combattenti e bersagli. Siamo sull'orlo dell'allargamento definitivo della guerra.

Poiché ogni precedente no-no è diventato un sì-sì, il Cremlino deve presumere che il divieto no-no di inviare truppe della NATO diventerà presto un sì-sì.

Se il realismo prevale al Cremlino, questo costringe Putin ad abbandonare la sua limitata operazione militare e a mettere fuori combattimento l'Ucraina prima che si riempia di soldati della NATO.

Fin dall'inizio è stato ovvio per me che l'operazione militare limitata era un errore strategico che avrebbe permesso all'Occidente di essere coinvolto, con la conseguenza di allargare la guerra.

 Ed è proprio quello che è successo.

 Siamo arrivati al punto in cui Putin sta dicendo all'Occidente di fare marcia indietro o di rinunciare alle armi nucleari.

Ma nessuno in Occidente sente.

Washington non si preoccupa degli ucraini più di quanto non si preoccupi dei palestinesi.

Il conflitto in Ucraina è un modo per Washington di costringere la Russia a una risposta che può essere utilizzata per giustificare un attacco USA/NATO alla Russia.

A che cosa serve questo?

È una forma di suicidio per l'Occidente.

Dov'è un leader occidentale responsabile per disperdere questa pericolosa situazione?

Perché non ce ne sono?

Mantenere il Donbas russo in Ucraina, dove non avrebbe mai dovuto essere messo, non vale la guerra che si sta fomentando.

Poiché i missili a lungo raggio non possono migliorare le prestazioni dell'Ucraina sul campo di battaglia, il loro unico scopo è quello di essere utilizzati per provocazioni.

Chiunque guardi la situazione e pensa che siano necessarie più provocazioni è folle.

È sbalorditivo vedere i leader occidentali fomentare una guerra nucleare.

Non c'è opposizione da parte del Congresso.

 Nessuno dalla stampa e dai media televisivi.

Nessuno dai governi europei, tranne l'Ungheria.

I popoli occidentali sono troppo spensierati per capire che sono sull'orlo dell'annientamento.

"Siamo a pochi centimetri dalla distruzione" - Il primo ministro ungherese Viktor Orban.

Alcuni che trovano la realtà troppo sconvolgente non sono d'accordo con i miei avvertimenti su quanto siamo vicini a una guerra finale.

Ho acquisito un nuovo riconoscimento: "allarmista"

 Ma non sono l'unica persona consapevole sulla terra.

 Il dottor “Postal” del MIT comprende la gravità della situazione, così come” Mike Whitney”, “Steven Starr”, “Gilbert Doctorow”, “Scott Ritter” e “Viktor Orban”. Anche il sobrio e non provocatorio Putin ora capisce che la Russia si trova di fronte a una guerra, non a un'operazione militare limitata per liberare i russi del Donbass.

Il primo ministro Orban afferma che ogni settimana vede sempre più segnali che l'UE e la NATO si stanno preparando per un'azione militare.

 I governi occidentali, ha concluso Orban, "vogliono sconfiggere la Russia, vogliono ottenere il successo militare ad ogni costo".

 Il costo sarà la vita sul pianeta.

 Perché l'adesione dell'Ucraina alla NATO è più importante della massiccia perdita di vite umane e forse della vivibilità della vita sul pianeta?

È straordinario che il mondo occidentale non faccia nulla per fermare il genocidio israeliano dei palestinesi, ma sia pronto a distruggere la vita sulla terra per i confini artificiali di un paese artificiale chiamato Ucraina, che è conosciuto storicamente come "l'Ucraina", cioè come una provincia di un paese più grande.

Gli Stati Uniti cercano un "punto di svolta" in Ucraina dopo gli attacchi russi

Orban dice la verità.

Dice che "la NATO è una forte alleanza difensiva creata per proteggere i suoi Stati membri, non per intervenire in un'altra guerra".

Orban dice che farà il possibile per evitare che l'Ungheria venga trascinata nel vortice.

"Questa non è la nostra guerra, e gli ungheresi non dovrebbero soffrire per questo".

Ma l'Ungheria, insieme a tutti i sopravvissuti e alla stessa Madre Terra e a tutte le sue creature e piante, soffrirà per i massicci incendi, la radioattività, forse un inverno nucleare, l'interruzione totale di tutte le catene di approvvigionamento globale e così attraverso.

 I paesi che sopravviveranno, se ce ne saranno, saranno quelli ben lontani dalle zone di esplosione, con venti carichi di radioattività e autosufficienti nella produzione alimentare.

Tutte le economie che dipendono dalle relazioni globali saranno distrutte.

Il mondo, così com'è organizzato oggi, non può sopravvivere a una grande guerra. Come potranno essere sostenute le città di milioni di persone quando le catene di approvvigionamento non esisteranno più?

Senza guerra Città del Messico con i suoi 20 milioni di abitanti è quasi senz'acqua.

Posso continuare a fare questo tipo di domande, alle quali non ci sono risposte.

Ma è inutile.

Il problema è che, ad eccezione di Orban e Putin, tutti i leader politici occidentali sono impegnati in guerra senza una ragione giustificabile.

Non c'è alcuna ragione per la guerra in corso.

 L'Ucraina può esistere come stato neutrale.

Washington può ritirare la sua presenza ai confini della Russia.

L'insensata richiesta dei neoconservatori americani per l'egemonia degli Stati Uniti può essere abbandonata. Qualunque siano le conseguenze dell'accettazione della realtà, sono meglio della guerra nucleare.

Perché nessuno nel mondo occidentale capisce la minaccia alla vita?

Qual è la spiegazione per cui Biden si avvicina ora alla fine del suo quarto anno in carica NON AVENDO MAI INCONTRATO PUTIN NEL TENTATIVO DI RISOLVERE LA CRISI PIÙ PERICOLOSA DELLA STORIA UMANA?

Gli idioti che ci governano non capiscono che le armi termonucleari di oggi essere mille volte più potenti delle bombe atomiche che gli Stati Uniti hanno sganciato su due città civili giapponesi.

  Le armi oggi non si limitano a distruggere grandi città, ma distruggono vaste regioni.

Steven Starr e altri esperti hanno espresso le loro preoccupazioni sul fatto che una guerra nucleare potrebbe riempire l'atmosfera di polvere e detriti che bloccherebbero il sole per anni fino a quando non si sarà stabilizzato.

In quegli anni ci può essere una stagione di crescita limitata o inesistente. Pertanto, tutta la vita può essere la vittima.

Da una presentazione del Dr. “Theodore Postal” , “Massachusetts Institute of Technology”:

Il sistema di allerta nucleare russo (EWS) ad Amir è stato danneggiato da un attacco.

 La decisione di attaccare l'EWS russo è stata presa a Washington.

 I droni sono stati guidati verso i loro obiettivi utilizzando la ricognizione aerea e satellitare statunitense (devono intraprendere più azioni evasive nel corso dei loro voli per eludere i sistemi radar russi, e questo può essere fornito solo tramite informazioni di puntamento in tempo reale fornite dagli Stati Uniti).

Gli operatori dei droni erano probabilmente mercenari addestrati negli Stati Uniti o truppe statunitensi fuori uniforme.

 La Russia lo sa e quindi lo considera un attacco degli Stati Uniti al suo sistema di allerta precoce nucleare.

L'attacco è stato sconsiderato al di là di ogni comprensione.

Qualsiasi attacco di questo tipo contro il sistema EWS utilizzato per proteggere la Russia da un attacco nucleare può giustificare, secondo la legge russa, un attacco nucleare di rappresaglia.

Gli Stati Uniti/NATO/Ucraina hanno precedentemente condotto diversi attacchi con droni contro la base aerea russa di Engels, dove la Russia tiene i suoi bombardieri nucleari strategici a lungo raggio.

Sembra che almeno in uno di questi attacchi, un bombardiere nucleare strategico sia stato danneggiato.

La base aerea di Engels si trova a centinaia di chilometri all'interno della Russia ei droni non avrebbero potuto raggiungere la base senza le informazioni di puntamento in tempo reale fornite dalla ricognizione aerea e satellitare degli Stati Uniti.

I pianificatori militari russi devono considerare questi attacchi come un possibile preludio a un primo attacco nucleare contro la Russia da parte degli Stati Uniti.

Anche gli Stati Uniti e la NATO si stanno preparando a inviare F-16 in Ucraina.

 La Russia ha annunciato che li considererà sistemi d'arma nucleari e li tratterà di conseguenza, anche colpendo qualsiasi base da cui queste armi vengono lanciate, all'interno o all'esterno dell'Ucraina (cioè in Polonia e Romania).

Biden oggi ha autorizzato attacchi all'interno della Russia utilizzando armi a lungo raggio statunitensi.

Francia e Germania hanno poi seguito gli Stati Uniti, dando la loro approvazione all'uso di armi fornite dall'Occidente per attaccare obiettivi all'interno della Russia.

La situazione in Ucraina si sta aggravando al punto da essere fuori controllo. Eppure i mass media occidentali ignorano questi eventi e l'opinione pubblica rimane beatamente ignara del fatto che i loro leader continuano a intensificare la guerra in Ucraina fino al punto in cui può diventare una guerra nucleare che distruggerà tutte le nazioni e i popoli.

“Gilbert Doctorow” spiega che il sistema di lancio russo "Dead Hand" non può essere scoraggiato da un primo attacco.

Gilbert Doctorow ci ricorda che i russi hanno un sistema di lancio "a mani morte". Anche se ogni centro di comando e controllo russo venisse spazzato via in un primo attacco contro la Russia, verrebbero lanciati missili sufficienti a spazzare via gli Stati Uniti e l'Europa occidentale.

In altre parole, non c'è alcun vantaggio in un primo attacco degli Stati Uniti contro la Russia.

Doctorow ci ricorda anche che basta un missile ipersonico non intercettabile Sarmat a testata multipla per radere al suolo un paese delle dimensioni del Regno Unito, e solo diversi per cancellare gli Stati Uniti dalla mappa.

 Va ben oltre la follia per l'Europa e gli Stati Uniti coltivare il proprio suicidio.

I media nascondono tutte le informazioni al pubblico, che non è a conoscenza del fatto che la sua esistenza è in discussione.

Ecco “Scott Ritter” sulle probabili conseguenze degli attacchi all'interno della Russia:

Scott Ritter ci ricorda che le armi usate per colpire all'interno della Russia devono essere programmate dai paesi USA/NATO che le forniscono.

 L'Ucraina è accessoria al processo.

La Russia lo capisce e ha dichiarato che attaccherà i paesi responsabili.

Ecco un riassunto del video di “Scott Ritter” fornito da un esperto che condivide la mia preoccupazione che Washington stia spingendo il mondo verso una guerra nucleare:

“Scott Ritter” spiega che qualsiasi ulteriore attacco a siti strategici russi o attacchi sul territorio russo utilizzando missili o missili da crociera comporterà che la Russia contrattacchi tutti gli obiettivi della NATO – all'interno e all'esterno dell'Ucraina – responsabili di tali attacchi.

"Ciò include le risorse di ricognizione aerea statunitense: satelliti statunitensi, AWACS e droni Reaper;

include tutti i quartier generali e le basi aeree della NATO che sono stati coinvolti nella preparazione, nella programmazione, nel targeting e nel lancio dei missili a lungo raggio e dei droni utilizzati per colpire il territorio russo.

Ciò include basi in Francia, Regno Unito, Germania e possibilmente negli Stati Uniti.

"Ritter afferma che tali attacchi comporterebbero che le nazioni della NATO colpite da attacchi di rappresaglia russi invochino l'articolo V della Carta della NATO, sostenendo di essere state attaccate dalla Russia.

Ritter dice che se gli stati membri della NATO intraprendono questa azione e si uniscono in guerra contro la Russia, allora la Russia lancerà un massiccio attacco nucleare contro tutte queste nazioni.

Spero che si sbagli.

"Dato che gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Germania hanno tutti firmato l'uso di armi a lungo raggio contro la Russia, anche se in un'area 'limitata' della Russia, penso che siamo vicini allo scenario suggerito da “Ritter” perché l'area 'limitata' della Russia soggetta ad attacco si espanderà.

Si creerà una situazione in cui Putin sarà costretto a contrattaccare in modo decisivo contro la Russia – chiameranno gli attacchi russi "aggressione non provocata" e un atto di guerra.

 

"Gli Stati Uniti e la NATO si sono nascosti dietro la menzogna che è l'Ucraina a combattere la Russia, non l'Occidente a combattere la Russia.

Quando le armi statunitensi, britanniche, francesi e tedesche arrivano in Ucraina, diventano "armi ucraine" ", e quindi l'Ucraina, non l'Occidente, è resa responsabile di tutto ciò che viene fatto con loro, qualunque obiettivo colpiscano.

"La Russia non accetterà più la menzogna che solo l'Ucraina, non l'Occidente, è in guerra con la Russia.

Anche Putin ha dichiarato che le armi ad alta tecnologia a lungo raggio sono armi degli Stati Uniti e della NATO, programmate, gestite, guidate e lanciate dalle truppe USA/NATO.

Gli obiettivi sono decisi dagli Stati Uniti, non dall'Ucraina.

Le armi devono utilizzare la guida in tempo reale della ricognizione aerea e satellitare degli Stati Uniti, quindi la Russia distruggerà i satelliti, i droni e gli AWAC che forniscono le informazioni sul bersaglio.

Tutte le componenti degli attacchi alla Russia saranno prese di mira.

"La Russia non sta bluffando. La Russia non si tirerà indietro".

È straordinario che l'intera leadership politica del mondo occidentale stia spingendo il mondo verso una guerra nucleare.

 Perché l'Occidente cerca la propria distruzione?

 Che cosa c'è da guadagnare?

Durante la Guerra Fredda del XX secolo, in cui sono stato intimamente coinvolto sia come fiduciario del “Comitato sul Pericolo Presente”, sia come membro di un “Comitato Presidenziale segreto” con l'autorità di indagare sull'opposizione della CIA al tentativo del presidente Reagan di porre fine alla Guerra Fredda e normalizzare le relazioni con l'Unione Sovietica, posso dire con sicurezza che anche gli anticomunisti intransigenti cercavano di ridurre le tensioni invece di provocare la guerra.

Quello a cui ho assistito nel 21° secolo è la più eclatante coltivazione della guerra da parte del governo degli Stati Uniti nella storia dell'umanità, e nessuno nella stampa o nei media televisivi ci dice le conseguenze.

(Paul Craig Roberts è un rinomato autore e accademico, presidente dell'Institute for Political Economy, dove questo articolo è stato originariamente pubblicato. Il Dr. Roberts è stato in precedenza redattore associato ed editorialista per il Wall Street Journal. È stato Assistente Segretario del Tesoro per la Politica Economica durante l'amministrazione Reagan. Collabora regolarmente con Global Research”).

 

 

 

 

Il cancelliere tedesco spinge verso

la Terza Guerra Mondiale dichiarando

che “l'azione difensiva dell'Ucraina

non si limita” al proprio territorio.

 Naturalnews.com – (03/06/2024) - Ethan Huff – ci dice:

In un completo ribaltamento di quanto affermato in precedenza, il cancelliere tedesco “Olaf Scholz” improvvisamente sostiene il bombardamento da parte dell’Ucraina del territorio all’interno della Russia.

Parlando al fianco del presidente francese “Emmanuel Macron” in una recente apparizione, “Scholz” ha cercato di sostenere che l’Ucraina ha il diritto di “difendersi” secondo il diritto internazionale perché è stata “attaccata” dalla Russia.

 

Anche se gli attacchi ucraini sul suolo russo, in particolare quelli che coinvolgono armi prodotte dagli Stati Uniti o da altri alleati occidentali, peggiorerebbero la situazione con Mosca, “Scholz” ritiene che debba essere consentito in modo che Kiev possa "neutralizzare i siti militari... da dove... L'Ucraina è attaccata."

Il giorno dopo” Scholz” ha detto questo, il portavoce “Steffen Hebestreit” ha chiarito che la Germania ora crede che "l'azione difensiva di Kiev non è limitata al proprio territorio, ma [può] essere estesa anche al territorio dell'aggressore".

Alla domanda su quali accordi siano stati raggiunti tra Germania e Ucraina sull'uso delle armi fornite dalla Germania per attaccare la Russia, la cancelleria ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli.

(la “NATO” così come esiste attualmente è una cabala criminale globale che spinge la pedofilia e la perversione transgender nel mondo.)

L’Occidente vuole uno scenario game over con la Russia.

Per mesi, la Germania ha rifiutato di inviare all’Ucraina i suoi missili “Taurus” a lungo raggio perché “Scholz” aveva precedentemente affermato che così facendo non avrebbe fatto altro che aggravare la situazione con la Russia.

L’unico modo in cui un simile risultato potrebbe essere “sostenibile”, ha indicato “Scholz”, è se Berlino riuscisse a stabilire da sola gli obiettivi.

Ciò, però, renderebbe la Germania un partecipante diretto alla guerra, esponendo il paese a un attacco da parte della Russia.

Ora, all’improvviso,” Scholz” cambia rotta all’improvviso confermando che il suo regime è “favorevole a consentire l’uso di armi occidentali contro obiettivi all’interno della Russia”.

Le cose sono cambiate dopo che diversi altri paesi della NATO hanno espresso sostegno agli attacchi ucraini all’interno della Russia.

Il segretario generale “Jens Stoltenberg” ha guidato il gruppo su questo argomento, esortando la scorsa settimana tutti i membri della NATO a "considerare se dovrebbero eliminare alcune delle restrizioni che hanno imposto sull'uso delle armi che hanno donato all'Ucraina".

La Russia ha ripetutamente indicato che qualsiasi ulteriore escalation verso questo obiettivo rappresenterà una linea rossa, eppure l’Occidente apparentemente non sta ascoltando.

Se l’Ucraina utilizzasse armi fornite dall’Occidente per attaccare il profondo territorio russo, la partita potrebbe essere finita per l’Ucraina e i suoi alleati.

L’unico ostacolo a tutto questo in questo momento sono gli Stati Uniti, che si mostrano riluttanti ad approvare il cambiamento politico proposto da “Stoltenberg”.

Alcuni all’interno dell’attuale regime, incluso il segretario di Stato americano “Antony Blinken”, lo sostengono mentre altri no.

L’esercito russo si sta già preparando per un’escalation mentre il portavoce del Cremlino “Dmitry Peskov” ha lanciato un ultimo avvertimento sul cambiamento di politica che avrebbe portato al superamento della linea rossa.

Secondo il ministro degli Esteri russo “Sergey Lavrov”, le armi occidentali vengono già utilizzate dall’Ucraina per colpire le infrastrutture civili all’interno della Russia, il che significa che la linea rossa è già stata superata.

"Il vero cancelliere della Germania è Joe Biden", ha scritto un commentatore di” RT” spiegando perché secondo lui” Scholz “ha fatto questo improvviso voltafaccia.

"Olaf Scholz” è solo il barboncino di “Joe Biden”, seduto e abbaiando come detto. “Scholz” deve ottenere l'approvazione di “Joe” prima di parlare o dovrà correggere le sue parole pochi minuti dopo aver parlato."

Un altro ha scherzato più o meno allo stesso modo dicendo che “Scholz” non è un leader, ma è semplicemente un burattino che fa quello che gli viene detto.

"Olaf è un clown, e per giunta molto patetico", ha scritto scherzosamente questa persona.

Quanto tempo pensi che passerà prima che la Terza Guerra Mondiale sia evidente a tutti?

(RT.com)

(NaturalNews.com)

 

 

 

Mentre l’Ucraina rimane senza soldati

per combattere la Russia, l’Europa pianifica

di reclutare giovani europei riluttanti

per una guerra su larga scala.

Naturalnews.com – (3/06/2024) - Ethan Huff – ci dice:

 

In un incontro di questa settimana con i ministri degli Esteri dell’Unione Europea (UE), il ministro degli Esteri ungherese “Péter Szijjártó” ha rivelato che la prossima fase della guerra in Ucraina comporterà probabilmente l’arruolamento forzato di giovani europei ben al di fuori della zona di battaglia per combattere la Russia.

Secondo “Szijjártó”, un numero eccezionalmente elevato di vittime, unito ai problemi in Ucraina nel reclutamento o addirittura nel reperimento di più corpi da inserire nella macchina da guerra, significa che i “globalisti filantropi”  ora vogliono che altri paesi europei si facciano avanti per sacrificare anche i loro giovani.

"Le vittime ucraine stanno diventando sempre più insopportabili, agli uomini ucraini non è permesso lasciare l'Ucraina e ora vogliono arruolare in guerra i giovani europei", ha detto “Szijjártó” in una dichiarazione alla stampa.

"E ovviamente, poiché l'escalation colpisce per primo questo quartiere, si può quasi chiaramente sentire l'argomentazione secondo cui i soldati dovrebbero essere inviati prima dalla vicinanza geografica."

"Tutto ciò significa che vogliono mandare in guerra i giovani dell'Europa centrale, compresi quelli ungheresi, con la coscrizione obbligatoria europea".

(Sapevate che alcuni soldati israeliani potrebbero pianificare un ammutinamento se la guerra a Gaza finisse prima che si raggiunga la “vittoria completa”?)

L’Ungheria dice all’UE: tieni le mani lontane dai nostri figli

Per essere chiari, “Szijjártó” afferma di essere fermamente contrario allo sforzo di coscrizione obbligatoria dell'UE.

Ha detto ai media e ai governi che monitorano la situazione che è necessario tenere "le mani lontane" dai cittadini dell'Europa centrale e dai giovani ungheresi.

"Non permetteremo che i giovani ungheresi siano coinvolti nella guerra perché questa non è la nostra guerra", ha detto” Szijjártó”.

“Szijjártó” non ha rivelato quali ministri degli Esteri o stati membri dell’UE stiano progettando un piano di coscrizione obbligatoria, ma sappiamo dai titoli recenti che alcuni paesi, tra cui la Francia e diversi Stati baltici, lo stanno apertamente prendendo in considerazione.

L’establishment dei” filantropi di sinistra di Bruxelles” ha anche parlato del potenziale tentativo di creare una forza militare europea che possa essere chiamata in un attimo a eseguire gli ordini dei globalisti combattendo le loro guerre su richiesta.

"Secondo tale proposta, potrebbe verificarsi un potenziale sforzo di coscrizione che si applicherebbe a tutti gli Stati membri dell'UE", ha riferito” RMX.news” riguardo all'idea.

 

Tieni presente anche che le elezioni del Parlamento europeo si avvicinano presto. La tensione derivante da questi argomenti era palpabile al recente incontro del “Council on Foreign Relations “(CFR) a Bruxelles.

“Szijjártó” era presente al raduno del CFR e lo ha descritto come un umore peggiorato dopo che i massimi esponenti dell’UE hanno sollevato la questione dell’invio di altri 6,5 miliardi di euro (circa 7,02 miliardi di dollari) al regime di “Volodymyr Zelenskyj”.

 “Szijjártó” ha detto ai presenti che questa è una cattiva idea perché non farà altro che intensificare ulteriormente la guerra.

"E qui c'era un grosso pasticcio", ha detto “Szijjártó” riguardo alla risposta che ha ricevuto a questo suggerimento.

"I colleghi tedeschi, lituani, irlandesi, polacchi e altri si sono scagliati contro di me su questo argomento, ma questo non ha potuto scuotere la nostra posizione, nonostante le grida dei politici europei favorevoli alla guerra.

Pensano che se gridano da più direzioni, allora io diciamo che va bene, va bene, però dovrebbero già conoscerci abbastanza bene per sapere che questo non accadrà.

Nel caso in cui ve lo foste perso, il capo dell’UE Ursula von der Leyen ha anche proposto la creazione di una sorta di “vaccino” mentale che “proteggerà” la struttura “democratica” dell’UE dal controllo.

“Von der Leyen” afferma di temere la diffusione della “disinformazione” e della “disinformazione” e quindi di voler adottare misure formidabili per impedire agli europei di parlare liberamente di questioni “sensibili” online.

(RMX.news)

(NaturalNews.com).

 

 

 

 

Il CEO di Doomsday, Bob Nardelli,

afferma che l’economia americana

“è pronta al crack.”

 

Naturalnews.com – (03/06/2024) - Ethan Huff – ci dice:

Se l’economia degli Stati Uniti fosse una gigantesca linea di faglia, allora, beh, il rimbombo del terremoto è già iniziato.

Secondo “Bob Nardelli”, ex capo di “Home Depot e Chrysler”, l’economia americana è “pronta a crollare” – e lui dovrebbe saperlo, visto che ha correttamente previsto l’apocalisse del commercio al dettaglio.

Attribuendo la responsabilità di gran parte dei problemi attuali al presidente “Biden,”” Nardelli” teme che le cose stiano per peggiorare molto per il sistema finanziario, soprattutto se “Biden” dovesse vincere la rielezione.

Anche se il presidente “Trump” o “Robert F. Kennedy Jr.” dovessero vincere nel 2024, entrambi i ragazzi avranno un compito arduo da affrontare una volta che il castello di carte economico inizierà davvero a crollare.

"Quello che ho visto negli ultimi tre anni e mezzo è che una serie di debacle e passi falsi hanno creato un'enorme pressione sulle linee di faglia della nostra economia, e sono quasi pronte a crollare", ha detto “Nardelli”.

"Chiunque otterrà il prossimo mandato alla Casa Bianca verrà colpito da una palla da demolizione nel tentativo di correggere i passi falsi e le spese eccessive dell'attuale amministrazione.

 Quindi ci troviamo in un momento difficile, direi."

(Se riesce a farla franca, il miliardario eugenetista e filantropo Bill Gates scatenerà la “Pandemia 2” per completare il lavoro di distruzione economica iniziato con la “Pandemia 1”, nota anche come “pandemia” del coronavirus di Wuhan [COVID-19.”)

A meno che le cose non cambino rotta, di’ addio alla prosperità.

Lo scorso aprile, Nardelli ha parlato pubblicamente dei problemi che stava affrontando il settore della vendita al dettaglio americano, avvertendo che "vedremo molti fallimenti", ed è quello che è successo.

Da quando Nardelli ha affermato tutto ciò, più di 5.000 negozi statunitensi hanno chiuso nel 2023, con altri 3.600 che hanno chiuso solo nei primi quattro mesi del 2024.

Quando gli è stato chiesto su FOX cosa pensa della cosiddetta agenda “verde” di Biden da quando è entrato in carica nel gennaio 2021, Nardelli ha risposto indicando la terribile condizione dei consumatori statunitensi e delle famiglie americane in difficoltà in generale.

"Il gasdotto inflazionistico ha una lunga coda e l'ho visto in molti settori, sia sulle materie prime che sulla manodopera", ha detto Nardelli, sottolineando che la "guerra ai combustibili fossili" di Biden ha fatto salire massicciamente i prezzi dell'energia, insieme a quelli dei generi alimentari e gli affitti.

 

“È davvero deprimente vedere l’impatto sul patrimonio netto e sui livelli di reddito della famiglia”.

Per quanto riguarda il leggero aumento dei salari, Nardelli afferma che questo non è affatto sufficiente per mantenere gli americani sani e prosperi come lo erano una volta.

"Anche se in alcuni casi abbiamo visto aumenti salariali del 40%, questi sono stati totalmente assorbiti dall'inflazione e dal costo della vita", ha detto.

Durante gli anni di “Biden”, il patrimonio netto della famiglia americana media è rimasto, nella migliore delle ipotesi, stagnante.

Ciò, afferma” Jamie Dimon”, CEO di JPMorgan Chase, fa parte del “duro atterraggio” che probabilmente sta arrivando per l’economia statunitense.

Questo duro atterraggio potrebbe anche essere accompagnato dalla stagflazione, ha detto “Dimon” alla “CNBC “, essendo questa una situazione economica caratterizzata da un’inflazione in costante aumento e da una crescente disoccupazione.

L’ultima volta che l’economia americana ha assistito alla stagflazione risale agli anni ’70.

 È peggio di una recessione ed è generalmente accompagnato da un crollo del mercato azionario e da tutto ciò che è collegato a quel mercato azionario, ad esempio 401k e risparmi pensionistici.

 

L'attuale economia americana, ha detto “Dimon” in un'altra intervista, "assomiglia più a quella degli anni '70 di quanto abbiamo visto prima".

Anche se il mercato azionario si aggira intorno ai massimi storici, potrebbe, e probabilmente lo farà, prendere una brutta piega che coglierà molti di sorpresa.

 L'economista americano di punta di “Citigroup”, “Andrew Hollenhorst”, afferma che le crepe della linea di faglia nell'economia che molti vedono potrebbero accelerare in una "palla di neve" piuttosto rapidamente, il che garantirebbe un "atterraggio molto duro".

(Le ultime notizie sul crollo dell’economia americana possono essere trovate su Collapse.news.)

(DailyMail.co.uk)

(NaturalNews.com)

 

 

L'imminente “Novus Ordo Seclorum”,

Cambiamento che dobbiamo fare;

Non c'è scelta!

 

 Unz.com - ALASTAIR CROOKE – (3 GIUGNO 2024) – ci dice:

 

Tentare di usare la razionalità secolare come strumento analitico predominante per comprendere gli eventi geopolitici può significare commettere un errore.

Durante una visita a Oxford qualche settimana fa, “Josep Borrell,” l'Alto rappresentante dell'UE, (scrive Walter Münchau), ha fatto un'osservazione interessante:

 " La diplomazia è l'arte di gestire due pesi e due misure ".

“Münchau” ha illustrato la sua intrinseca ipocrisia contrapponendo l'entusiasmo con cui i leader dell'UE hanno sostenuto la decisione del CPI di chiedere un mandato di arresto contro Putin l'anno scorso, e "ancora di non accettarlo – quando colpisce un membro della tua squadra" (cioè Netanyahu).

L'esempio più eclatante di questo doppio "pensiero" riguarda il suo correlato: la "gestione" occidentale delle realtà create.

Viene creato un doppio standard – una "narrazione" di noi che "vinciamo" – e poi contrapposto a una narrazione di "loro che falliscono".

Ricorrere alla fabbricazione di narrazioni di vincita (invece di fare effettivamente la vittoria) può sembrare piuttosto intelligente, ma l'incertezza che la provocazione può avere conseguenze impreviste potenzialmente disastrose.

Ad esempio, le minacce deliberatamente offuscate dal “presidente Macron” di inviare forze della NATO in servizio in Ucraina, il che ha solo contribuito a far sì che la Russia si preparasse a una guerra più ampia contro tutta la NATO, accelerando le sue operazioni offensive.

Invece di dissuadere – come probabilmente intendeva Macron – ha portato un avversario più determinato, con Putin che ha avvertito che la Russia avrebbe ucciso qualsiasi "invasore" della NATO.

Non era così intelligente, dopotutto...

 

Prendiamo come esempio più concreto la risposta del “Presidente Putin” a una domanda della stampa durante la sua visita in Uzbekistan:

"Questi rappresentanti dei paesi della NATO, specialmente in Europa, ... prima ci ha provocato nel Donbass; ci ha preso per il naso per otto anni, ci ha deliberatamente ingannato facendoci credere che [l'Occidente] volesse risolvere le cose pacificamente – nonostante il loro tentativo apparentemente contrario di forzare la situazione "verso la pace" – con mezzi armati.

 

"Poi ci hanno ingannato durante il processo negoziale", ha continuato Putin, "avendo deciso a priori in segreto di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia – e quindi di infliggerle una sconfitta strategica. Questa costante escalation può portare a gravi conseguenze (Putin probabilmente si riferisce a uno scambio di missili a cricchetto che si concluderà – addirittura – con armi nucleari). Se queste gravi conseguenze si verificheranno in Europa, come si comporteranno gli Stati Uniti di fronte alla nostra parità di armi strategiche? dirlo...

Vediamo cosa succederà dopo", ha concluso.

(Questa è una parafrasi di quella che è stata una lunga ed estesa sessione di domande e risposte da parte del presidente Putin).

Naturalmente, alcuni in Occidente diranno che questa è solo una "storia" russa e che l'Occidente ha agito in modo ragionevole in risposta alle azioni di Mosca.

Il "pensiero razionale" e la ragionevolezza sono pretenziosamente considerate le qualità che identificano l'Occidente (ereditate da Platone e Aristotele).

Tuttavia, tentare di utilizzare la razionalità secolare come strumento analitico predominante per comprendere gli eventi geopolitici può significare commettere un errore.

 Perché uno strumento così limitato costringe a una brutale amputazione delle dinamiche più profonde della storia e del contesto, che rischia di produrre analisi distorte e risposte politiche errate.

Tanto per essere chiari: che cosa ha ottenuto questa diplomazia ingannevole? Ne è derivata la completa sfiducia di Mosca nei confronti dei leader europei e il desiderio di non avere più nulla a che fare con loro.

È "razionale" lasciare attori come Putin a chiedersi se davvero la Russia si trova di fronte a un Occidente determinato a "infliggerle una sconfitta strategica", o se Washington vuole solo creare una "narrativa vincente" in vista di novembre?

 

Putin ha sottolineato (durante la conferenza stampa) che le armi a lungo raggio ad alta precisione situate in Ucraina (come l'ATACMS) sono preparate sulla base di "intelligence spaziale e riconoscimento", che poi viene tradotta automaticamente nelle impostazioni appropriate del missile bersaglio (con gli agenti che forse non capiscono nemmeno quali coordinate stanno inserendo come bersaglio).

Questo complesso compito di preparare un missile ad alta precisione, tuttavia, non è stato preparato da militari ucraini, ma da rappresentanti dei paesi della NATO, ha sottolineato Putin.

Putin sta dicendo: "Voi – europei, che fornite e gestite tali armi – siete già in guerra con la Russia".

Cercare di "gestire questi due pesi e due misure" non funzionerà; non si può pretendere, da un lato, che una volta trasportate le munizioni, diventino magicamente "ucraina", dall'altro "narrando" che la NATO – le sue risorse di sorveglianza; i suoi tecnici ISR ei suoi gestori di missili – non si traducono in "guerra con la Russia".

Nelle sue risposte esplicite, Putin ha dato all'Occidente un chiaro avvertimento: questi rappresentanti dei paesi della NATO – specialmente in Europa; soprattutto nei paesi più piccoli, dovrebbero essere consapevoli "di ciò con cui stanno giocando".

Eppure, in Europa l'idea di colpire in profondità all'interno della Russia è presentata come del tutto razionale, nonostante si sappia che tali attacchi in Russia non cambieranno il corso della guerra.

 In parole povere, Putin sta effettivamente dicendo che la Russia può solo interpretare le dichiarazioni e le azioni occidentali come un intento per una guerra più ampia.

Si può dire che le stesse "doppie narrazioni" valgano anche per Israele.

Netanyahu e il suo governo, da un lato, sono presentati come un'entità messianica, che persegue un'apocalisse biblica.

Al contrario, l'Occidente sostiene che sta semplicemente perseguendo la propria comprensione razionale di ciò che è nel vero interesse di Israele, cioè una soluzione a due stati.

Può essere scomodo dirlo, ma lo zeitgeist "non laico, non razionalista" di Netanyahu probabilmente riflette una pluralità di opinioni oggi in Israele.

In altre parole, che piaccia o no – e quasi tutto il mondo non lo fa – è comunque autentico.

È quello che è, e non ha molto senso, quindi, elaborare politiche strettamente laiche che semplicemente ignorano questa realtà (a meno che non ci sia la volontà di cambiarla radicalmente con la forza, cioè imporre uno stato palestinese con la forza).

 

La realtà è che in Medio Oriente si sta verificando una prova di forza.

E sulla sua scia – con l'uno o l'altro partito esausto – una corrente politica, o un cambiamento nello spirito del tempo (se Israele dovrebbe riconsiderare i diritti speciali per un gruppo di popolazione rispetto a un altro che vive su una terra condivisa), potrebbe aprire un percorso più produttivo verso una "soluzione", in un modo o nell'altro.

 

Ancora una volta, l'insistenza su un'ottica laica e materialista invita a una lettura errata del terreno, e può peggiorare le cose (mettendo Israele all'angolo nella massiccia escalation sull'orlo del quale ci troviamo).

 

Quando Gantz – considerato una possibile e più ragionevole alternativa a Netanyahu – chiede alle elezioni anticipate, lo sta chiedendo, scrive” Roger Alpher” su “Haaretz”,

"di rinnovare il contratto tra il popolo e il governo e di mobilitarsi per una seconda guerra d'indipendenza. Secondo la nuova visione, Israele è all'inizio di una lunga guerra sanguinosa per la sopravvivenza".

"Gantz non è una persona laica; la sua mentalità è religiosa... Quando accusa Netanyahu di portare secondi fini nel "sancta sanctorum", come ha detto lui – cioè considerazioni di difesa – sta esprimendo la sua fede religiosa nella fede della nazione.

Lo Stato è santo, lo Stato prima di ogni altra cosa".

"Le sue divergenze di opinione con Netanyahu stanno offuscando un ampio consenso – tra cui “Yair Golan”,” Bezalel Smotrich”, “Yair Lapid”,” Avigdor Lieberman”, “Naftali Bennett”, “Yossi Cohen” e il “partito Likud” con o senza Netanyahu – sul fatto che la guerra sia la cosa L'opinione pubblica israeliana è un eroe a causa della guerra.

Dà il meglio di sé durante le guerre: una nazione non ha giustamente un'elevazione spirituale più grande dell'amore per il sacrificio nel "portare la barella", come dicono gli esperti israeliani".

 

In parole povere, Gantz – come Netanyahu – non appartiene al campo laico liberale occidentale.

Ed è qui che entra in gioco il meme di “Josep Borrell” sulla "gestione dei due pesi e delle due misure":

 l'Europa o gli Stati Uniti possono continuare a tollerare una visione del mondo sionista così "irragionevole", con tutte le sue implicazioni negativo per un'egemonia statunitense sempre più volatile?

Ebbene, c'è una certa "razionalità" nella visione di Netanyahu, ma non è radicata nella nostra ontologia meccanica.

Forse anche i riferimenti biblici di Netanyahu ad Amalek (il popolo che il re Saul aveva ordinato di annientare), toccano i nervi scoperti dell'Occidente: l'Illuminismo Scientifico non avrebbe dovuto porre fine a quell'"altra" ontologia? Ricordate all'Occidente i suoi "peccati" coloniali?

Il professore “Michael Vlaho”s, che ha insegnato guerra e strategia alla” Johns Hopkins University” e all'”US Naval War College”, ed è stato direttore del “Centro di Studi Esteri” presso il Dipartimento di Stato, sostenendo che anche l'America è "una religione" consumata dall'apocalisse eternamente ricorrente, e che la guerra è il suo "rituale di purificazione" :

"I Fondatori, i nostri "creatori", avevano immaginato più di una nazione... Avevano anche abbozzato l'arco narrativo di un viaggio divinamente eroico, incentrato sugli Stati Uniti come culmine (che sarà) della Storia.

Questa è la narrazione sacra dell'”America” Fin dalla loro fondazione, gli Stati Uniti hanno perseguito, con ardente fervore religioso, una chiamata superiore a redimere l'umanità, punire i malvagi e battere un millennio d'oro sulla terra.

Mentre la Francia, la Gran Bretagna, la Germania e la Russia si aggiravano per il mondo alla ricerca di nuove colonie e conquiste, l'America è rimasta fermamente fedele alla sua visione unica della missione divina come " Nuovo Israele di Dio ".

Così, tra tutte le rivoluzioni scatenate dalla Modernità, gli Stati Uniti dichiarano di essere – nelle loro scritture – il pioniere e il pioniere dell'umanità.

L'America è la nazione eccezionale, la singolare, la pura di cuore, la battezzatrice e la redentrice di tutti i popoli disprezzati e oppressi: "l'ultima, la migliore speranza della terra".

Il presidente Biden ha pronunciato questo catechismo proprio a “West Point” il 25 maggio 2024:

"Grazie alle Forze Armate degli Stati Uniti, facendo stiamo quello che solo l'America può fare come nazione indispensabile... l'unica superpotenza del mondo e la principale democrazia del mondo: gli Stati Uniti che si oppongono ai tiranni" in tutto il mondo: stanno "proteggendo la libertà e l'apertura".

"Siamo di fronte a un uomo [Putin] che conosco bene da molti anni, un tiranno brutale. Non possiamo - noi - e non lo faremo - non ce ne andremo".

Questo è il catechismo della "Religione Civile Americana"; Il professor “Vlahos” spiega:

"Agli occhi del mondo, tutto questo può sembrare un rituale di vanità egoistica, eppure la religione civile è l'articolo di fede nazionale per gli americani.

È la Sacra Scrittura, che prende forma retorica attraverso ciò che gli americani devono alla Storia.

"La religione civile americana è indissolubilmente legata alla Riforma, al cristianesimo calvinista e alla sanguinosa storia del protestantesimo, con la narrazione sacra dell'America plasmata e battezzata attraverso il primo e il secondo Grande Risveglio del paese.

Anche se la sua lettura delle Scritture divenne secolare nell'era progressista, la religione americana rimase ancora legata alle sue radici formative.

 In effetti, anche la nostra contemporanea "Chiesa di Woke" non può sfuggire ai suoi originari tuberi cristiani calvinisti.

 

Dal 2014, una nuova setta in rapida crescita – "La Chiesa di Woke" – ha cercato di trasformare e possedere pienamente la religione civile americana, per regnare come fede successore.

Ironia della sorte, il fervore del suo evangelismo incanala il post-millenarismo del Primo Grande Risveglio, il cui messianismo è stato codificato nel “Novus Ordo Seclorum” (Nuovo Ordine delle Ere)".

Qual è il punto?

“Hubert Védrine”, ex ministro degli Esteri francese e segretario generale della presidenza francese sotto il presidente Mitterrand, afferma che l'Occidente (vale a dire, abbracciando anche l'Europa) – i "discendenti della cristianità [latina]" – è "consumato nello spirito del proselitismo ".

"Che il "va' ed evangelizza tutte le nazioni" di san Paolo è diventato "va' e diffonde i diritti umani in tutto il mondo"...

 E che questo proselitismo è profondamente radicato nel nostro DNA: "Anche i meno religiosi, totalmente atei, hanno ancora questo in mente, anche se non da dove vengono".

 

È questo il nervo scoperto?

"Gli Stati Uniti come il nuovo Israele" – secondo il racconto del professor “Vlahos” – che non può essere guardato direttamente negli occhi? Ma se ci guardiamo allo specchio, è questo che vediamo?

"Questa è di gran lunga la questione più profonda e importante che l'Occidente deve affrontare", afferma “Védrine”.

È capace di "accettare l'alterità, che può vivere con gli altri e accettarli per quello che sono... un Occidente che non fa proselitismo, e non interventista?", si chiede.

Al che lui ribatte: "Non c'è scelta ". Assolutamente no...

"Non diventeremo i padroni del 'mondo che verrà'. Così siamo costretti a pensare oltre; siamo costretti a immaginare un nuovo rapporto per il futuro tra il mondo occidentale e il famoso “Sud del mondo".

"E cosa succede se non riusciamo ad accettarlo?

 Allora continueremo ad essere emarginati – sempre più tagliati fuori dal resto del mondo – e sempre più disprezzati per il nostro malriposto senso di superiorità".

(Il Novus Ordo Seclorum è latino – 'un nuovo ordine delle età'. La frase è uno dei due motti latini sul retro del” Gran Sigillo” degli Stati Uniti. L'altro motto – Annuit cœptis – si traduce come "Egli favorisce (o ha favorito) le nostre imprese").

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