Cosa è la sovranità di uno stato.
Cosa è
la sovranità di uno stato.
Europa
sovrana?
Intervista
a Dieter Grimm.
Panoramarivista.it – (13 luglio 2023) - Matteo
Bozzon – intervista a Dieter Grimm - ci dice:
Pubblichiamo
questa intervista con l’intento di presentare al lettore una posizione
significativa all’interno della discussione sulle forme giuridiche e politiche
dell’integrazione europea, sostenuta da “Dieter Grimm”, esponente di rilievo
del dibattito tedesco sul tema, uno dei più vivi ancorché poco conosciuto in
Italia.
Grimm
è professore emerito di Diritto pubblico della “Humboldt-Universität ” di
Berlino ed è stato giudice della Corte costituzionale della Repubblica federale
tedesca.
Per Laterza è recentemente uscito “Sovranità.
Origine e futuro di un concetto chiave”.
In un
articolo apparso sulla “Frankfurter Allgemeine Zeitung” il 13 settembre dello
scorso anno dal titolo “Quale sovranità?”, lei ha preso posizione rispetto alla
proposta di creare una “Europa sovrana”.
Come è
noto, tale richiesta non solo è stata posta all’ordine del giorno dal
Presidente francese” Emmanuel Macron” fin dal suo discorso alla Sorbona nel
2017 (e ribadita nel corso della sua presidenza dell’Unione, così come, non
senza polemiche, recentemente nel suo discorso al “Nexus Institute” dell’Aia),
ma è stata fatta propria anche dal “Cancelliere tedesco Olaf Scholz” nel suo
discorso sull’Europa presso l’”Università Carolina di Praga”, sullo sfondo
della tragedia della guerra in Ucraina.
In
occasione delle celebrazioni per il 60º anniversario del Trattato dell’Eliseo a
Parigi il 22 gennaio di quest’anno, l’esigenza di un’Europa sovrana è stata
avanzata da entrambi all’unisono.
Nel suo articolo, lei poneva l’accento sulla natura
sfuggente del concetto di sovranità, da un lato, e sull’importanza di distinguere un
significato giuridico e uno politico del termine, dall’altro.
Può aiutarci a capire questa distinzione e per
quale ragione è rilevante per il dibattito attuale?
Dieter
Grimm:
Ci
sono in effetti due concetti di sovranità tra loro non coincidenti, uno
giuridico e uno politico.
Con il concetto giuridico di sovranità ci si
riferisce al diritto di autodeterminazione degli Stati, sia all’interno sia
verso l’esterno.
All’interno, ci si riferisce anzitutto
all’autonoma determinazione dell’ordinamento politico e giuridico di uno Stato;
verso l’esterno, alla configurazione da parte di uno
Stato, secondo la propria visione, delle relazioni con gli altri Stati e le
organizzazioni internazionali.
Con il
concetto politico di sovranità, invece, ci si riferisce alla forza di un Paese
di imporsi nel contesto internazionale, vale a dire alla capacità di far valere
i propri interessi nei confronti di altre potenze.
La differenza tra i due concetti è quindi
quella tra “potere” nel senso di “avere il permesso di fare qualcosa” e
“potere” nel senso di “avere la capacità di fare qualcosa”.
Il
diritto di autodeterminazione spetta ugualmente a tutti gli Stati, cionondimeno
i rapporti di forza tra di essi differiscono.
Sotto il profilo giuridico, o si è sovrani o non lo si
è;
sotto il profilo politico, si può essere più o
meno sovrani a seconda delle circostanze.
Per
chiarire ciò con un esempio:
dal
punto di vista giuridico, il Liechtenstein è sovrano tanto quanto lo è la Cina;
tuttavia, dal punto di vista politico, il Liechtenstein può forse competere con
il Principato di Monaco, non di certo con la Cina.
Nei
discorsi pronunciati da Macron e Scholz non è sempre chiaro a quale delle due
sovranità si alluda.
È
probabile che per lo più si intenda la sovranità politica.
Questo si può ammettere soprattutto quando è in
discussione una maggiore sovranità in determinati settori: quando si richiede per l’Europa una
maggiore sovranità militare, digitale, finanziaria.
Nei
riguardi di tali rivendicazioni non ho alcuna obiezione.
Quando
però si parla di sovranità dell’Unione Europea come entità politica, come affermato
nell’accordo di coalizione dell’attuale governo tedesco, si intende la sovranità in senso
giuridico.
Ritengo
che questo sia molto più problematico.
Le sue riserve e i suoi timori sono dunque relativi
all’ipotesi di un trasferimento della sovranità giuridica a livello europeo:
quali sarebbero le implicazioni di questo trasferimento?
Dieter
Grimm:
Se
l’elemento distintivo della sovranità in senso giuridico è l’autodeterminazione
di un’unità politica, allora, con il conseguimento della sovranità, l’Unione
Europea si libererebbe dalla sua attuale dipendenza dagli Stati membri,
divenendo un’entità del tutto autonoma e autosufficiente.
Finora
non è stato così.
In tutte le questioni essenziali, non si è
determinata da sé, ma è stata determinata dall’esterno – vale a dire che è
stata l’opposto di un’entità sovrana.
La sua esistenza, le sue finalità, il suo
fondamento giuridico, la sua organizzazione e i suoi poteri sono determinati
esclusivamente dagli Stati membri.
L’Unione
è l’oggetto, non il soggetto.
In
un’Europa sovrana, il rapporto sarebbe invertito:
l’UE
otterrebbe il diritto di autodeterminazione, mentre gli Stati membri lo
perderebbero.
Non solo rinuncerebbero al potere di disporre
dell’Ue, ma non sarebbero più liberi di determinare i propri compiti.
Non sarebbero più gli Stati membri a stabilire quali
poteri trasferire all’Ue, sarebbe invece l’Europa a decidere quali poteri
sottrarre agli Stati membri.
In
questo modo, però, l’Unione stessa diverrebbe uno Stato, indipendentemente dal
fatto che si sia o meno consapevoli di ciò.
Europa
sovrana in senso giuridico è sinonimo di Stato europeo.
La
vera questione in relazione alla sovranità è pertanto se uno Stato europeo sia
o meno desiderabile.
Mettendo
da parte le richieste di Macron e Scholz, sul concetto di sovranità si è
soffermata la Corte costituzionale federale tedesca nella nota sentenza su
Lisbona: la Corte ha ribadito con forza come la Repubblica Federale avrebbe conservato
la propria sovranità anche dopo la ratifica del Trattato di Lisbona.
Può aiutarci a comprendere la posizione della
Corte a questo proposito, soffermandosi in particolare da una parte sulla
distinzione tra “sovranità” e “prerogative sovrane” e, dall’altra, sulle
ragioni dell’impiego di questo concetto da parte della Corte?
Dieter
Grimm:
In
effetti, la Corte distingue tra il trasferimento della sovranità, cioè del
diritto di autodeterminazione, e il trasferimento di singole prerogative
sovrane all’Unione Europea.
La
base giuridica è l’articolo 23 della Legge fondamentale, il quale permette il
trasferimento di prerogative sovrane all’UE.
Di
contro, se ne deduce che la sovranità non possa essere ceduta.
Secondo
la Corte, questo impedimento non può essere superato con una modifica della
Legge fondamentale, perché in Germania gli emendamenti costituzionali sono
decisi dai rappresentanti del popolo, e non dal popolo direttamente.
Tuttavia, il popolo non avrebbe autorizzato i suoi
rappresentanti a rinunciare alla statualità sovrana della Germania.
Questa
decisione potrebbe essere presa solamente dal popolo tedesco: richiederebbe
pertanto una nuova Costituzione.
Al tema della sovranità lei ha dedicato un contributo
fondamentale dal titolo “Souveränität. Herkunft und Zukunft eines
Schlüsselbegriffs” (“Sovranità. Origine e futuro di un concetto chiave”), del
2009.
Come
specificato nella prefazione, il libro non intende ricostruire la storia della
sovranità o del concetto di sovranità, ma rispondere, attraverso un approccio
storicamente consapevole, alla domanda se a tale concetto corrisponda ancora un
oggetto e se, all’inizio del XXI secolo, esso assolva ancora una funzione che
ne giustifichi l’utilizzo.
Tra le
ragioni che motivano l’urgenza di riconsiderare il concetto di sovranità, lei
menziona il venir meno dell’identità tra “autorità pubblica” e “potere
statale”, che segna la storia del concetto nel secondo Dopoguerra.
Sebbene
l’attuale Unione non sia uno Stato, il processo di integrazione europea ha
avuto un notevole impatto sulla sovranità dei suoi membri e ha contribuito a
rendere problematica la capacità del concetto di sovranità di dare ragione
della realtà politica europea:
come devono essere comprese le trasformazioni della
sovranità degli Stati membri indotte dal diritto europeo?
Dieter
Grimm:
Nel
suo senso originario, sovranità significava il pieno possesso dell’autorità
pubblica, quindi non il possesso di alcune, singole, prerogative sovrane.
Oggi
questo vale solamente per gli Stati che non sono membri dell’ONU.
Tutti
gli Stati appartenenti all’ONU non sono più sovrani in senso classico perché
hanno ceduto prerogative sovrane, che l’ONU può ora esercitare in modo
indipendente nei loro confronti, senza che gli Stati possano invocare la loro
sovranità contro le sue decisioni.
Successivamente si sono formate altre
istituzioni sovranazionali, a cui sono state trasferite prerogative sovrane da
parte degli Stati, prima fra tutte l’UE.
Chi tiene fermo il concetto classico di sovranità deve
quindi concludere che con il venir meno dell’identità tra “autorità pubblica” e
“potere statale”, che perdurava da trecento anni, è scomparsa anche la
sovranità.
Quando
ho scritto il libro sulla sovranità, tuttavia, il mio intento era quello di
dimostrare come questo concetto non sia mai stato del tutto fuori discussione.
E
questo già solo per il fatto che nel XVI secolo, quando si è formato, pressoché
nessuna entità politica concentrava in sé le prerogative sovrane tutte insieme.
Nella maggior parte delle unità politiche,
esse si trovavano piuttosto ripartite tra numerosi detentori indipendenti gli
uni dagli altri.
Questi sistemi di governo non costituivano
dunque ancora uno Stato.
Il termine “Stato” come concetto per le entità
politiche è emerso piuttosto solo sulla scorta della sovranità.
Un’unità
politica, in cui le prerogative sovrane, prima disperse, si erano condensate in
un’autorità pubblica onnicomprensiva, si qualificava allora come Stato.
L’idea di sovranità, tuttavia, ha dispiegato
da subito un’enorme forza attrattiva. Anche entità in cui le prerogative
sovrane erano ancora frammentate volevano essere uno Stato.
Ma
questo era possibile solo se ci si discostava dal concetto classico di
sovranità. Pertanto, è sempre esistita l’idea di una sovranità parziale,
divisibile o relativa.
Particolari
difficoltà poneva la formazione degli Stati federali, vale a dire di Stati
composti di Stati.
Supponendo che la sovranità potesse essere divisa, era
sufficiente che lo Stato centrale e gli Stati membri possedessero il diritto di
autodeterminazione nel rispettivo ambito di competenza.
Se si manteneva il concetto classico di
sovranità, bisognava chiarire a chi fosse attribuibile la sovranità:
se
spettava agli Stati membri, si parlava di “confederazione di Stati”;
se
spettava allo Stato centrale, si parlava di Stato federale.
Carl
Schmitt volle
discostarsi da tale dicotomia con lo sviluppo del concetto di “federazione”
(Bund), che si caratterizzava per il fatto di lasciare aperta la questione
della sovranità – e di venir meno non appena tale questione veniva posta.
Tuttavia,
tale questione non può essere aggirata, perché da essa ne dipendono di
ulteriori che richiedono di essere sciolte.
Nell’Impero tedesco, la discussione sulla
sovranità, che fu condotta con grande intensità, terminò con l’affermazione di “Georg
Jellinek” secondo cui, in uno Stato federale, sovrano è chi possiede la
cosiddetta competenza sulla competenza: sovrano è dunque chi decide sulla
ripartizione delle competenze tra Stato centrale e Stati membri.
Questo
è anche il modo in cui la “Corte costituzionale federale” considera oggi la
questione nei confronti dell’Unione Europea, a mio parere giustamente.
È vero
che l’UE sopravanza tutte le altre istituzioni sovranazionali sia per numero di
competenze sia per la densità della sua organizzazione.
Essa fa saltare lo schema binario di
confederazione di Stati e Stato federale.
La
questione della sovranità si pone quindi in modo nuovo in Europa.
In tale situazione, molti fanno ricorso al
concetto di sovranità (con)divisa. Sovranità (con)divisa, tuttavia, vuol dire
pur sempre sovranità.
Ritengo
tuttavia che sia difficile considerare sovrana un’entità politica come l’UE che
non può determinare la propria esistenza, le proprie finalità, il proprio
fondamento giuridico, la propria organizzazione, i propri poteri.
La
sovranità continua a rimanere piuttosto nelle mani degli Stati membri.
Tuttavia,
si può immaginare una situazione in cui gli Stati membri abbiano ceduto così
tante competenze da non potere essere più considerati sovrani.
La
Corte costituzionale tedesca cerca di impedire che una situazione del genere si
verifichi proprio ponendo dei limiti alla cessione di competenze nell’interesse
della sovranità nazionale e della democrazia.
In
relazione a quest’ultimo scenario, c’è un modo per determinare in anticipo il
verificarsi di uno svuotamento irreversibile della sovranità?
Dieter
Grimm:
Ritengo che questo sia difficile, ma non impossibile.
L’opzione
più semplice sarebbe quella di individuare alcuni settori che devono
necessariamente rimanere di competenza degli Stati membri, affinché possano
ancora essere definiti sovrani (ad esempio, la difesa).
Ma la
Corte costituzionale non vuole seguire questa strada.
Se si
esclude ciò, l’unica opzione che resta è la ponderazione.
Le
competenze che rimangono allo Stato devono essere messe a confronto con quelle
cedute, in termini di numero e di importanza.
In
questo modo sarebbe possibile stabilire da che parte pende l’ago della
bilancia.
Anche
in Italia ha trovato grande eco la diatriba tra lei e “Jürgen Habermas”
risalente alla metà degli anni Novanta sulla questione se l’Europa abbia (o
meno) bisogno di una costituzione.
Meno
noti, forse, sono gli sviluppi più recenti di tale confronto, che si condensano
proprio intorno al tema della sovranità.
In
relazione alla configurazione assunta dall’”Unione col Trattato di Lisbona”, “Habermas”
ha suggerito il concetto di sovranità (con)divisa, già ricordato, ma anche di “pouvoir
constituant mixte”, (con)diviso tra i popoli degli Stati membri e i cittadini
dell’Unione.
Il suo
intento è quello di immaginare una federazione sovranazionale non statale, in
cui la democrazia sarebbe trans nazionalizzata.
Come
valuta la proposta di Habermas? Quali punti critici e quali punti di forza
presenta a suo avviso?
Dieter
Grimm:
La
avverto: la domanda non è facile e la risposta pertanto non sarà breve. “Habermas” vuole dimostrare che anche
un’organizzazione sovranazionale come l’Unione Europea può essere posta su una
base a pieno titolo democratica.
Il suo ordinamento giuridico fondamentale deve quindi
avere origine dal popolo, non dagli Stati membri come è stato finora.
Il popolo deve avere nelle proprie mani, per
così dire, il potere costituente dell’UE (specifico “per così dire”, in quanto
il fondamento giuridico dell’UE non è una costituzione in senso stretto).
Tuttavia, un’istituzione sovranazionale come l’Unione
non conosce un “popolo” nel senso del popolo dello Stato, come quello degli
Stati membri.
Essa
ha nondimeno dei “cittadini dell’Unione”.
Ecco
perché Habermas propone un doppio potere costituente per l’UE:
esso è formato dai cittadini dell’Unione, da
un lato, e dai popoli degli Stati membri, dall’altro.
Poiché, tuttavia, i cittadini dell’Unione e
cittadini degli Stati sono identici, la conseguenza è che l’elettore esprime
due voti:
una volta in qualità di cittadino dell’Unione
e una volta in qualità di cittadino dello Stato membro.
Nell’attuale
stato giuridico dell’Unione, cioè nel “Trattato di Lisbona”, il concetto
dualistico di Habermas non trova alcun riscontro.
Non
c’è alcun potere costituente (con)diviso tra i popoli degli Stati membri e i
cittadini dell’Unione.
Il banco di prova è rappresentato dalla procedura di
revisione del Trattato.
Chi è
autorizzato a modificare i trattati detiene, per così dire, il potere
costituente dell’UE ed esercita, dunque, il diritto di sovranità.
Il Trattato di Lisbona ha introdotto una
variazione in proposito rispetto al Trattato di Maastricht, ma solo per quanto
concerne l’approntamento degli emendamenti, che è affidato a una Convenzione,
la quale, tuttavia, non è né eletta dai cittadini, né formata da essi.
La decisione finale continua a spettare alla “Conferenza
dei Capi di Stato e di Governo degli Stati membri”, seguita dalla ratifica in
base alle disposizioni delle rispettive costituzioni nazionali.
Quindi,
a parte alcune insignificanti questioni marginali, restano ancora gli Stati
membri a decidere sulle modifiche dei trattati.
I
cittadini hanno voce in capitolo solo in quanto cittadini degli Stati membri,
non in quanto cittadini dell’Unione – e, in quanto cittadini degli Stati
membri, solo se le costituzioni nazionali prevedono l’istituto referendario per
le modifiche dei trattati.
Se
Habermas ritenesse quindi la sua idea di un potere costituente (con)diviso tra
l’UE e gli Stati membri già realizzata nel Trattato di Lisbona, si sbaglierebbe.
Ma
Habermas non è un giurista, è un filosofo, e pertanto ci si deve chiedere se
sarebbe possibile una concezione secondo cui gli individui decidono sul
fondamento giuridico dell’UE nella loro duplice veste di cittadini dello Stato
e di cittadini dell’Unione.
Tradotto
praticamente, ciò equivarrebbe probabilmente a due referendum (uno in ciascun
Stato nazionale e uno nell’Unione), i quali, ci si potrebbe figurare, si
svolgerebbero in contemporanea.
L’elettore dovrebbe rispondere due volte alla
stessa domanda: sei d’accordo con il Trattato X? Sì o no.
Questo
svela l’artificialità della costruzione.
Naturalmente,
l’elettore potrebbe anche votare in modo differente nei due casi:
in
quanto cittadino dell’Unione, con il sì; in quanto cittadino di uno Stato
membro, con il no – o viceversa.
Se i referendum si tenessero nello stesso
momento, sarebbe improbabile, ma non sarebbe di per sé vietato.
Se si
svolgessero in tempi diversi, tra i due referendum potrebbero verificarsi
eventi tali da indurre gli elettori a mutare la propria opinione.
Con
questa soluzione di compromesso, il potere costituente per l’UE sarebbe
effettivamente passato ai cittadini, ma non solo ai cittadini in quanto
cittadini dell’Unione, bensì anche ai cittadini in quanto cittadini dello Stato.
Ci sarebbe quindi un potere costituente
(con)diviso.
Gli Stati avrebbero rinunciato al loro potere
costituente esclusivo, l’UE non lo avrebbe ottenuto a sua volta.
Indubbiamente, entrambe le parti dovrebbero
essere d’accordo nel loro sì a un nuovo trattato o ad una modifica di quello in
essere.
Se una
delle parti è per il no, la modifica non entra in vigore.
Per il
lato dell’Unione, regna in tal senso la chiarezza: a decidere è la maggioranza
di coloro che votano o hanno diritto di voto.
Ma quale è la situazione dal lato degli Stati
membri?
La
decisione scaturisce dalla somma dei referendum nazionali, cioè dalla
maggioranza complessiva dei cittadini?
Oppure il Trattato fallisce già nel momento in
cui un singolo referendum nazionale o un certo numero di referendum nazionali
hanno esito negativo?
Nel
primo caso, il voto dei popoli degli Stati membri diventerebbe un secondo
referendum a livello dell’Unione.
L’obiettivo del potere costituente (con)diviso
verrebbe mancato.
Nel
secondo caso, alcuni popoli degli Stati potrebbero essere messi in minoranza,
quindi la loro volontà democratica nazionale sarebbe irrilevante.
Il principio dello Stato verrebbe così
infranto, l’uguaglianza dei due processi elettorali verrebbe meno.
Il referendum nello Stato membro conterebbe
meno del referendum nell’Unione. La “doppia” sovranità sarebbe quindi una sovranità
“claudicante”.
Questo, a sua volta, richiederebbe una
giustificazione, e Habermas dovrebbe prendere posizione a riguardo. Pensata
fino in fondo, la sua concezione non mi sembra funzionare.
Nel
suo libro Europa ja – aber welches? (“Europa sì – ma quale?”) del 2016,
lei constata una carenza di fiducia nell’Unione da parte dei suoi cittadini;
al contempo sostiene la necessità dell’integrazione
europea, la quale dovrebbe però prendere una strada diversa da quella attuale.
A ben vedere, già nel suo noto saggio “Una
costituzione per l’Europa” (Braucht Europa eine Verfassung?, 1995), lei sottolineava l’esigenza di
sviluppare l’Unione «nella sua specificità di istituzione sovranazionale», al
di là dell’imitazione del modello dello Stato nazionale.
In che
direzione è allora pensabile, in termini concreti e (pro)positivi, un’effettiva
politicizzazione dell’Europa, che possa superare la disaffezione dei cittadini?
Dieter
Grimm:
Ho due
proposte in merito. La prima conduce in modo indiretto ad un rafforzamento
della partecipazione dei cittadini dell’Unione, la seconda in modo diretto.
La
prima proposta mira a frenare le conseguenze de-democratizzanti della
costituzionalizzazione dei Trattati.
La
costituzionalizzazione dei Trattati è l’esito di due importanti sentenze della
Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), risalenti al 1963 e al 1964, le
quali hanno conferito ai Trattati l’efficacia diretta e il primato sul diritto
nazionale:
in altre parole, esse hanno dato ai trattati l’effetto
di una costituzione.
Tuttavia,
tutto ciò che è regolato sul piano costituzionale è così sottratto al processo
democratico.
In rapporto a ciò, le elezioni restano senza
seguito.
A
causa del loro effetto restrittivo sulla democrazia, tuttavia, le costituzioni
si limitano a regolare formalmente e materialmente il processo decisionale
democratico, lasciando le decisioni stesse alla politica, che le prende in base
alle preferenze espresse dagli elettori attraverso il voto.
I
trattati europei, invece, non sono caratterizzati da una limitazione di questo
tipo. Sono loro stessi a prendere decisioni politiche.
Sono
pieni di materie e questioni che in qualsiasi Stato sarebbero regolate sul
piano della legge ordinaria, in modo tale da poter essere modificate in
qualsiasi momento con una decisione a maggioranza.
Nell’UE,
invece, tutte queste norme assumono il rango costituzionale dei Trattati e sono
quindi rese immuni dal processo democratico.
Ciò
conferisce alla CGUE una posizione del tutto peculiare:
essa
decide su tutto ciò che è regolato a livello dei trattati, da sola e senza
possibilità di rettifica.
Di
conseguenza, le questioni di maggior peso politico – ad esempio, la questione
di ciò che deve essere lasciato al mercato, di ciò che lo Stato deve mantenere
nelle proprie mani – vengono sottratte agli organi legittimati e responsabili
democraticamente, dunque anche all’influenza dei cittadini, e decise in modo
non politico.
Questa
è una delle cause più importanti, ma al contempo più trascurate, della
debolezza democratica dell’UE.
Nell’interesse della democrazia, è necessario riaprire
tutto questo ambito in favore delle decisioni democratiche e, quindi,
all’influenza dei cittadini.
Per
fare questo, tuttavia, tutto ciò che per sua natura non è diritto
costituzionale, bensì diritto ordinario, deve essere espunto dai trattati e
abbassato al rango del cosiddetto diritto europeo “derivato”.
Naturalmente questo può essere fatto solo
modificando i trattati: perciò non è facilmente realizzabile.
La
seconda proposta riguarda le elezioni del Parlamento europeo.
Nella loro forma attuale, esse danno ai
cittadini poche possibilità di influenzare la politica dell’Unione.
Le elezioni si svolgono in base alle leggi
elettorali nazionali, in modo nazionalmente frazionato;
possono
candidarsi solo i partiti nazionali, i quali fanno campagna elettorale su
questioni nazionali.
Dopo le elezioni, tuttavia, questi partiti –
attualmente più di 200 – non svolgono alcun ruolo nel Parlamento europeo.
Un
ruolo è svolto piuttosto dai gruppi parlamentari europei, che riuniscono
partiti nazionali tra loro affini, senza che questi gruppi possano essere
votati a loro volta e senza che siano radicati o in contatto con alcuna società.
La legittimità democratica veicolata dalle
elezioni alla politica europea è quindi relativamente bassa.
Ecco perché sarebbe urgente europeizzare le elezioni
europee in modo che fin dall’inizio si candidino solo partiti europei, offrendo
agli elettori programmi europei, sui quali poter decidere.
Questa proposta non richiede alcuna modifica
dei Trattati, in quanto tutti i presupposti sono già fissati in essi.
È
quindi più facile da realizzare rispetto alla prima.
Ma un
tale sviluppo non sarebbe in un certo senso ancora una replica del modello di
democrazia dello Stato nazionale?
E
l’idea di un tale rafforzamento della democrazia non porterebbe inevitabilmente
a un conflitto tra il piano sovranazionale e nazionale?
Dieter
Grimm:
No,
non esattamente. La proposta di riorganizzare l’Unione Europea secondo il
modello statale, che molti auspicano possa porre rimedio al deficit democratico
dell’Europa, è a mio avviso inappropriata.
Secondo
questa proposta, il Parlamento europeo verrebbe posto al centro della struttura
istituzionale, la Commissione diventerebbe un governo dipendente dal Parlamento
e il Consiglio, l’unica istituzione in cui sono rappresentati gli Stati membri,
decadrebbe al livello di una seconda Camera del Parlamento europeo.
Ciò significa che l’UE passerebbe da una
legittimazione dualistica – mediata, in parte, dagli Stati membri, che sono
essi stessi democratici, nel Consiglio e, in parte, attraverso il Parlamento
europeo, che è eletto dai cittadini dell’Unione – a una legittimazione
monistica.
Finora l’UE ha attinto principalmente la
propria legittimazione democratica da quella che le deriva dagli Stati membri.
Questo flusso di legittimazione verrebbe ora
interrotto:
l’onere della legittimazione sarebbe sostenuto
esclusivamente dall’elezione del Parlamento europeo.
Ma è
ben noto che le elezioni, pur essendo la condizione minima per una democrazia,
non garantiscono da sole una democrazia sostanziale.
Per
poter garantire ciò, devono essere parte, a livello europeo, di una discussione
permanente della società, che devono rappresentare.
Questo discorso esteso a tutta l’Europa
dipende a sua volta dall’esistenza di mezzi di comunicazione europei, in grado
di mantenerlo in vita.
Tuttavia,
i presupposti per tutto questo sono straordinariamente deboli nell’UE e non
possono essere prodotti nel breve periodo.
Sotto il profilo democratico, senza questo
presupposto, un’Unione europea organizzata secondo il modello degli Stati
sarebbe quindi più debole di quella attuale.
È
stato fatto notare (penso in particolare ad alcune osservazioni critiche di “Christoph
Möllers”) che, nel suo modo di intendere il nesso tra sovranità e costituzione,
la considerazione dell’elemento specificamente federale passa del tutto in
secondo piano e rischia di venir riassorbito in quella contrapposizione tra
Stato federale e confederazione di Stati, che, tuttavia, non è in grado di dare
ragione dell’Unione come unità politica. La valorizzazione dell’elemento
federale non potrebbe essere una chiave per lo sviluppo dell’integrazione nella
direzione da lei suggerita?
Dieter
Grimm:
L’UE è un’entità federale straordinariamente
innovativa, che non rientra nello schema della confederazione e dello Stato
federale.
Questo
è ciò che ho sempre sottolineato.
Ma questa struttura non è organizzata come uno
Stato: è proprio qui che sta l’aspetto innovativo.
Tuttavia, ciò si traduce anche in un limite
per l’intensificazione dell’elemento federale (se questo va a detrimento
dell’esistenza politica degli Stati membri).
Per
concludere, vorrei porle una domanda ancora sul tema della democrazia europea.
Quando
si dibatte in merito ad essa si possono trascurare tutte quelle linee di
discussione che pongono l’attenzione sulla crisi della democrazia
rappresentativa a livello nazionale, come accade per lo più?
E la
consapevolezza di ciò può aiutare nel compito di pensare a una democrazia
europea?
Dieter
Grimm:
No,
non è possibile trascurarle.
Per
quale ragione proprio il Parlamento europeo dovrebbe essere immune dalle
debolezze della rappresentanza parlamentare che hanno attanagliato tutti gli
Stati democratici?
Nonostante tutti i deficit della democrazia
statale, le condizioni per la partecipazione democratica restano nondimeno
ancora notevolmente più favorevoli negli Stati che nelle istituzioni
sovranazionali.
(Matteo
Bozzon).
Salvini
e Borghi attaccano
Mattarella:
oggi
non è la festa della sovranità Ue.
Schlein:
gravissimo, Meloni prenda le distanze.
Tajani:
solidarietà al Quirinale.
Msn.com -Il sole24ore - Redazione Roma – (2
giugno 2024) – ci dice:
«È il
2 giugno, è la Festa della Repubblica Italiana.
Oggi
si consacra la sovranità della nostra nazione.
Se il
presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che
dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non
avrebbe più senso».
Lo ha scritto su “X” il senatore della Lega
Claudio Borghi, postando la foto di un articolo sulle dichiarazioni del
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al corpo diplomatico accreditato
in Italia e riunito nel salone dei Corazzieri in occasione della Festa della Repubblica.
In
quell’occasione il capo dello Stato ha detto tra l’altro che «la vita della
nostra collettività è inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione
Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del
continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del
Parlamento Europeo, la sovranità».
All’attacco
di “Borghi” si è aggiunto l’affondo del leader della Lega “Matteo Salvini”, che
a “In mezz’ora” su Rai Tre, commentando il tweet del senatore del Carroccio
noto per le sue posizioni euroscettiche, ha detto:
«Oggi è la festa degli italiani, della
Repubblica, non della sovranità europea.
Abbiamo
un presidente della Repubblica perché c’è la Repubblica, io penso all’Europa
come stati sovrani che si mettono insieme, ma la sovranità nazionale è
fondamentale. Non mi arrenderò mai a un super Stato europeo dove comandano
quelli che hanno i soldi»
Immediate
le proteste di tutti i partiti di opposizione.
«E’
gravissimo l’attacco che oggi è arrivato dalla Lega» al Presidente della
Repubblica, un attacco «senza precedenti. Vorrei che la premier si esprimesse e
prendesse le distanze da quell’attacco.
Lo
facciamo noi ringraziando il Presidente della Repubblica».
Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly
Schlein, nel comizio al Testaccio, a Roma. «Non si è mai visto un attacco del
genere nel giorno della festa della Repubblica. Spero che Salvini prenda le
distanze al più presto da quanto ha dichiarato Borghi» ha aggiunto Schlein a
Zona Bianca, su Rete 4.
«È una
polemica indegna, richiedere le dimissioni del presidente Mattarella è una cosa
non commentabile, talmente grave e talmente sconclusionata» ha detto il
presidente del M5s Giuseppe Conte a Foggia.
Conte
ha aggiunto che «una campagna elettorale, per quanto si possano alzare i toni e
si possa anche agire strumentalmente, non giustifica una richiesta del genere.
Il
presidente Mattarella ha detto delle cose ovvie.
Siamo
in Europa e semplicemente bisogna andare in Europa a testa alta e non come
questo governo che ha accettato la proposta franco-tedesca che addirittura
comporta dei tagli di 13 miliardi l’anno»
Se
Fratelli d’Italia tace, va registrata nel centrodestra la presa di distanza
dalla Lega del leader di Forza Italia Antonio Tajani.
«Siamo italiani ed europei, questa è la nostra
identità. Questa è la nostra civiltà. Ogni scelta anti europea è deleteria per
l’Italia.
Fa bene Mattarella a sottolineare la nostra
prospettiva europea. Gli esprimo la mia solidarietà per gli attacchi che ha
ricevuto”.
Lo
scrive su “X” il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
«Salvini non ha la dignità e l’onore
per rispettare il presidente della Repubblica. Forse gli manca anche di sapere
che i “Trattati istitutivi dell’Unione Europea sono recepiti e considerati
anche in base anche alla nostra Costituzione”.
Mi
rendo conto però che sia troppo complicato.
La
cosa che dovrebbe fare è cercare di tenere almeno un comportamento educato perché
quando non si sa che cosa dire si tace», è il commento di Carlo Calenda,
leader di Azione.
«L’endorsement
di Salvini al tweet del leghista Borghi in cui viene avanzata la richiesta di
dimissioni di Sergio Mattarella rappresenta un attacco eversivo da parte del
vicepremier del Governo Meloni al Capo dello Stato nel giorno in cui si celebra
la Festa della Repubblica, i cui valori sono incarnati proprio dal Presidente
della Repubblica.
Proprio
su questo si giocano le prossime europee:
tra
chi vuole +Europa come noi degli Stati Uniti d’Europa, e chi vuole meno Europa,
come Salvini, Vannacci e Meloni.
Da parte nostra, massima solidarietà al
presidente Mattarella, che rappresenta una guida per tutti gli italiani»
afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
La
Calabria è l’”Area
51” d’Europa?
Conoscenzealconfine.it
– (2 Giugno 2024) - Manlio Lo Presti – ci dice:
Questa
regione italiana è l’unica a possedere le caratteristiche morfologiche
dell’Area 51.
Non ci
sono filiere commerciali decenti, nessuna attività manifatturiera privata salvo
rarissimi impianti pubblici, nessun ceto operaio e quindi nessun flusso di
reddito che potrebbe spingere i consumi e un decente sviluppo economico.
Mortalità
scolastica elevatissima.
E
coloro che arrivano alla laurea emigrano immediatamente, continuando
l’emorragia di lavoratori qualificati nei Paesi dove vengono acquisiti a costo
zero!
Allo
stesso tempo, la ex-Italia riceve flussi più o meno migratori di gente priva di
istruzione qualificata o comunque sottoutilizzata per attività manuali di
scarso valore aggiunto a cui sono collegate paghe da fame imposte da un
dilagante caporalato.
Le
strutture esistenti sono tenute in piedi per far credere che esiste qualcosa
che si muove, ma è solo rappresentazione di stile, ma in senso negativo.
Rispetto
alla media dei territori che patiscono i medesimi deficit economici, sociali,
sociali, produttivi, il suo livello di desertificazione è insolito, è più vasto
comprendendo tutta la regione in modo omogeneo.
Per la
regione Calabria tutto ciò che avviene è diverso, più contorto, più estremo,
anche a causa della sua particolare posizione geopolitica.
Un
fatto, questo, che dovrebbe suscitare più di un sospetto e dovrebbe altresì
indurre i politici (quali?) a porre rimedio.
Come
avviene per quasi tutto il territorio dello Stato italiano, anche in questa
regione sono installati congegni militari segretissimi della” N.S.A” di cui non
si conosce né l’ubicazione né il loro numero, né la reale diffusione di
radiazioni sulla scarsa popolazione locale.
I dati
sanitari in merito sono una chimera, ovviamente.
Le
strutture segretissime sono catalogabili nel comparto della guerra elettronica
e sono puntati contro obietti situati nell’est Europa, con particolare
concentrazione contro località della Russia.
Per questo motivo, la” N.S.A” (National
Security Agency – Agenzia per la Sicurezza Nazionale) intorno ai suoi impianti
sconosciuti non vuole turisti, traffici automobilistici, treni, movimenti di
persone, commercio, filiere distributive, ecc.
Tutto
quello che dovrebbe avere una regione con un normale sviluppo democratico,
economico e sociale.
Insomma, nessuno deve intromettersi, nessuno
deve creare ostacoli agli americani.
Questo è il vero motivo che nessuno intende
citare.
L’organizzazione
criminale della regione è la più violenta, la più feroce e brilla per sua
efficiente pericolosità anche rispetto alle altre sette mafie liberamente
operanti nella ex-Italia.
Anche questa struttura non fa eccezione:
opera in esecuzione di precise direttive dei
servizi nazionali e di via Veneto 121.
Si è ben inserita nei punti di snodo della
finanza del nord.
Ricicla,
compra, vende, uccide anche se recentemente in misura minore.
Nel
1991 ha creato e duramente controllato un ben noto partito nel nordest.
Questa
bellissima regione sembra non avere alternative se non quella della desertificazione
e della inerzia totale per non disturbare i manovratori nemici eterni della
Russia.
Tutto
calcolato, ma intanto una parte della ex-Italia muore nella totale indifferenza
dell’intera classe politica italiana che pensa esclusivamente alla propria
sopravvivenza.
(Manlio
Lo Presti)
(lapekoranera.it/2024/05/11/la-calabria-e-larea-51-deuropa/).
Lo
strano suicidio del sindaco di
Corte
Palasio e quella furiosa
guerra
dentro la massoneria.
Lacrunadellago.net
– Cesare Sacchetti – (31-5-2024) – ci dice:
Soltanto
pochi giorni fa commentavamo la notizia della strana morte di “Angelo Onorato”,
marito della eurodeputata “Francesca Donato”, rinvenuto morto nella sua vettura
in via della Regione Siciliana, in circostanze che fanno pensare all’omicidio e
sulle quali torneremo successivamente.
Non
sono intanto nemmeno passati quattro giorni da quella morte che subito ce n’è
un’altra improvvisa e anche questa poco chiara.
È
quella del sindaco di un Paese del lodigiano di 1500 anime, Corte Palasio,
laddove il sindaco “Claudio Manara” si sarebbe improvvisamente tolto la vita
senza nessuna apparente spiegazione se non quella, propinata dai media, che le
liti nell’assemblea comunale lo avrebbero spinto all’estremo gesto.
Eppure
se si dovesse dare retta a questa versione dei fatti, allora ogni sindaco di
ogni paesino si dovrebbe togliere la vita poiché non è certo un segreto che le
riunioni comunali spesso si scaldano, e “Manara” non era nemmeno un novellino
in quanto era già sindaco da alcuni anni.
Nessun
biglietto lasciato dal sindaco, nessuna dichiarazione per spiegare l’estremo
gesto e ciò che colpisce è come alcuni quotidiani a poco più di un’ora di
distanza davano già la notizia e avevano già pronta la versione del” suicidio
di Manara”.
È il
caso, ad esempio, della Gazzetta del Sud che mostra un inconsueto interesse per
la morte di un sindaco di un piccolo Paese del lodigiano che alle ore 22:41 già
pubblicava la notizia del presunto suicidio di Manara.
La
Gazzetta del Sud riporta la notizia della morte del sindaco alle 22:41 del 29
maggio.
Stando
a quanto si legge su alcuni media, ad esempio “Sky News 24”, il corpo del
sindaco di Corte Palasio sarebbe stato trovato intorno alle ore 21:00, a breve
distanza dalla conclusione della sua ultima intensa riunione in comune.
I
media scrivono che il corpo di Manara è stato ritrovato alle 21:00.
Alle
22:41, alcuni quotidiani, come la citata “Gazzetta”, diramavano già la notizia
e non si può fare a meno di essere impressionati da questa rapidità che a
momenti sfiora la cronaca in tempo reale di questo estremo gesto.
Da
riscontrare poi almeno due differenti versioni sul luogo dove Manara si sarebbe
tolto la vita.
In una
si afferma che lo avrebbe fatto nel chiuso del suo studio comunale;
in
un’altra invece nella tromba delle scale, dove si sarebbe presumibilmente
impiccato stringendosi una corda o un laccio attorno al collo.
Nessun
testimone, e ora dovrà essere l’istituto medico legale di “Pavia” a stabilire
cosa sia successo al sindaco, ma tutto come sempre dipenderà o meno dalla
volontà degli inquirenti di fare più o meno luce sul caso.
Nell’ultimo
contributo abbiamo ricordato i casi di tre clamorosi suicidi davvero mal mascherati
come quelli del 1992 di Gardini, Castellari e Gabriele Cagliari, con i primi
due che per qualche sconosciuto prodigio alla scienza medico-legale sarebbero
stati in grado di posare l’arma con la quale si sarebbero sparati alla tempia
sulla propria scrivania, nel caso di Gardini, e dentro i pantaloni, nel caso di
Castellari.
Non è
un segreto che anche gli omicidi si possano mascherare come suicidi da
impiccagione e a questo proposito raccomandiamo questo articolo di esperti del
settore a coloro che fossero interessati a saperne di più, ma tutto, come si
diceva poco fa, dipende dalla volontà di fare o meno luce sul caso.
La
“maledizione” di Corte Palasio.
Ciò
che colpisce è che in questo paesino dove tutto lascerebbe pensare che nulla di
losco o tragico possa accadere, ci siano degli strani, e forse dovremmo dire
inquietanti, precedenti.
Nell’agosto
del 2005, quasi 20 anni fa a togliersi la vita era un altro sindaco sempre
dello stesso Paese ovvero “Raffaele Rapaccioli” che, per una strana e macabra
coincidenza, si sarebbe a sua volta impiccato proprio come accaduto a Manara, e
i motivi del gesto non sono mai stati chiariti.
Gli
inquirenti all’epoca non sembrarono molto interessati ad approfondire altre
piste e l’inchiesta, se davvero ci fu, fu rapidamente parcheggiata sul binario
del suicidio avvenuto per motivi mai del tutto realmente chiariti.
Arriviamo
poi alla morte di un altro sindaco di questo piccolo comune, “Pierangelo
Repanati”, che è stato primo cittadino di Corte Palasio dal 2004 al 2009 ed era
molto conosciuto, almeno apparentemente, come un devoto cattolico che aveva una
predilezione per la celebrazione delle messa cattolica nella forma del “vetus
ordo”, così inviso e detestato da Jorge Mario Bergoglio e dalla chiesa
post-conciliare che si è impegnata non poco per mettere al bando un rito che ha
quasi duemila anni di storia.
“Repanati”
è morto in circostanze ancora più anomale.
I primi resoconti relativi al suo caso parlano
di un’aggressione da parte di qualcuno che sarebbe entrato in casa e lo avrebbe
sgozzato con un’arma da taglio mai realmente identificata.
I
quotidiani riferiscono chiaramente che si sarebbe trattato di una spedizione
punitiva e non di una rapina perché l’ex sindaco della città non era certo noto
per avere ricchezze nella sua abitazione.
“Repanati”
grida “aiuto” quando subisce l’aggressione e i vicini sentono distintamente le
sue grida, e alcuni di loro si recano davanti alla porta d’ingresso della sua
casa, per trovarlo disteso morto con “due coltellate alla gola”.
Questa
versione poi incredibilmente viene cambiata. Niente più aggressione in casa.
Niente
più coltellate.
“Repanati”
sarebbe morto inciampando da solo contro la porta a vetri della sua casa che in
qualche modo misterioso sarebbe andata in frantumi, per poi tagliarsi la gola
da solo attraverso due frammenti di vetro della porta rotta.
Sarebbe
interessante avere il parere di uno statistico sulle probabilità che una simile
morte possa essere possibile, ma personalmente siamo convinti che le
probabilità sono davvero remote, non molto dissimili da quelle di essere
colpiti da un fulmine dentro la propria casa con fuori il cielo sereno.
La
ricostruzione poi confermata dai vicini confligge non poco con la versione
dell’incidente domestico.
Se “Repanati”
aveva gridato “aiuto” come è stato riferito dalle persone che lo hanno sentito,
come avrebbe potuto farlo se si era già tagliato incredibilmente la gola da
solo frantumando la sua porta a vetri con una non precisata caduta?
Sembra
più probabile che in quel preciso istante in cui l’ex sindaco di Corte Celesio
è entrato in casa, che abbia trovato qualcuno, armato probabilmente di
coltello, che non era lì per rubare nulla, ma per ucciderlo e le grida di
soccorso siano venute come disperata richiesta di” Repanati” di sfuggire al
pericolo mortale.
La
porta a vetri, se è stata infranta, è molto più probabile che lo sia stata
perché l’assassino aggredendo l’ex sindaco possa averlo poi spinto contro di
essa riducendola in frantumi.
Una
ricostruzione che a noi modestamente appare più logica ma che invece non lo è
parsa agli inquirenti che hanno preferito archiviare il tutto come semplice
“incidente domestico” senza nemmeno starsi troppo a preoccupare dell’altro
strano precedente che riguardava la morte, ancora una volta, di un sindaco di
quella città.
Difficile
capire quale sia il nesso che accomuna queste tre morti se non quello, davvero
singolare, che tutti e tre i personaggi morti in circostanze non del tutto
chiare erano stati, o lo erano ancora nel caso di Manara, sindaci di questo
piccolo comune che forse per qualcuno deve avere una rilevanza che sfugge ai
più.
“Angelo
Onorato” e il “suicidio” impossibile.
Si
diceva poi in precedenza della morte di” Onorato”.
L’autopsia,
si legge in vari articoli, non avrebbe riscontrato segni di violenza tranne gli
ematomi sul collo, e già qui siamo al paradosso perché gli ematomi sono segni
di violenza a meno che qualcuno non propenda per l’ipotesi che Angelo Onorato
si sia strangolato da solo con la sua fascetta da elettricista, sfidando ogni
logica medico-legale, poiché, a memoria, non si ricorda un “suicidio” del
genere che sarebbe poi praticamente impossibile da eseguire.
L’ipotesi
del “suicidio” poi va contro le evidenze riscontrate sulla scena del delitto,
dove è stata trovata una seconda fascetta da elettricista fuori dalla vettura
di Onorato, che aveva anche lo sportello posteriore aperto, a conferma che su
quella macchina c’era almeno una seconda persona che probabilmente ha
strangolato il marito di “Francesca Donato “con la prima o la seconda fascetta
trovata al di fuori della macchina.
“Onorato”
poi è stato trovato senza mocassini ai piedi e anche questo lascerebbe pensare
che le scarpe si siano sfilate in un tentativo di difesa dell’architetto
palermitano che probabilmente si è dimenato durante lo strangolamento fino a
perdere le scarpe, a meno che qualche inquirente non si voglia cimentare con la
straordinaria ipotesi di un suicida per auto-strangolamento che si sarebbe
anche tolto le scarpe prima del gesto.
Non
mettiamo confini al territorio nel quale può addentrarsi la magistratura per
tutta la letteratura dei precedenti casi già citati.
E’
fondamentale però a nostro parere respingere ancora una volta con forza il
tentativo di alcuni falsi contro informatori che si stanno adoperando non poco
per sostenere la “falsa narrazione “di un Onorato ucciso come forma di vendetta
nei riguardi di “Francesca Donato”, che è stata una oppositrice controllata sin
dal primo istante e il suo ultimo passaggio con” Cuffaro”, già condannato per
favoreggiamento alla mafia, e la sua apologia della NATO dovrebbe essere
soltanto l’ultima di una lunga serie di prove che lo dimostrano.
Le
vere motivazioni di questo omicidio, soprattutto per le modalità con le quali è
stato eseguito, appaiono molto lontane da quelle di un potere in
contrapposizione stato profondo e alle sue diramazioni, ma piuttosto fanno
pensare ad una violenta faida interna.
Intanto
ieri si è celebrato il funerale di Onorato, e alcuni media riferiscono che la “DIGOS”
avrebbe filmato il tutto, e ciò, se è vero, è a dir poco “irrituale” perché ci
pare a prima vista che questa “ripresa” non rispetti molto i crismi della
legalità e voglia in qualche modo accertarsi di quali erano le persone vicine
all’architetto ucciso.
Strano
anche che i media ne abbiano dato notizia a meno che qualcuno non abbia voluto
intenzionalmente far sapere a” Francesca Donato” e ai “suoi amici” che sono
“osservati” per così dire e che dovranno porre attenzione nella loro “ricerca
della verità”, sempre che questa strada voglia essere veramente intrapresa fino
in fondo dai diretti interessati.
Se a
questa morte aggiungiamo poi quella del rettore della Cattolica, “Franco Anell”i,
morto in un apparente suicidio per precipitazione dopo essersi gettato dal
sesto piano del suo palazzo, i cadaveri “eccellenti” salgono a tre.
Poco
prima di morire,” Anelli” avrebbe mandato un misterioso e criptico messaggio ai
suoi amici con la scritta “Game over, il gioco è finito”.
Secondo
quanto riferiscono i quotidiani, gli inquirenti della procura di Milano
avrebbero già derubricato questo messaggio come legato a motivi “strettamente
personali” ma non si comprende come abbiano fatto in così poco tempo a tirare
tale conclusione, se si considera che l’indagine, se c’è, sulla morte del
rettore, è a malapena iniziata.
Probabilmente
è colpa nostra che non sappiamo apprezzare a pieno le formidabili doti
investigative dei magistrati milanesi che già in passato con il “suicidio” di “Gardini”
hanno dato prova di un acume investigativo invidiabile.
Un’altra
strana, o forse inquietante,
circostanza è quella che riguarda Famiglia
Cristiana, che pochi giorni dopo il suicidio, presunto o meno, pubblicava una
vignetta “umoristica” con la scritta “Game Over” in calce, in quello che è
stato letto da alcuni come un messaggio simbolico carico di significati,
alquanto oscuri e forse anche “iniziatici”.
Esiste
la vignetta di Famiglia Cristiana di domenica 26 maggio.
La
nostra personale sensazione è che esista un minimo comun denominatore da questa
scia di strane morti che non si arresta, ma che prosegue di settimana in
settimana.
E’
singolare costatare che il nome di “Franco Anelli” sia riportato in una pagina
del “Grande Oriente d’Italia”, “GOI”, nella quale si dà notizia di una
celebrazione massonica del 2017 alla quale avrebbe partecipato lo stesso
Anelli.
Non è
da escludersi che si tratti di un omonimo, e probabilmente lo è, ma quando si
parla di massoneria non può venire in mente quella feroce guerra a colpi di
carte bollate che i liberi muratori si stanno facendo dopo che c’è stata una
contestazione da parte di diversi correnti degli ultimi risultati dell’elezione
del successore del precedente gran maestro, “Stefano Bisi”.
Dentro
il GOI stanno fioccando le espulsioni e stanno rotolando le teste di molti
influenti massoni quali il” Sovrano del
Rito Scozzese Antico ed Accettato, “Gian Paolo Barb”i, e “Tonino Sansone”, già
presidente del “Collegio dei Maestri Venerabili della Lombardia” in opposizione
alla corrente dell’attuale gran maestro, “Antonio Seminario”, e vicini invece
al suo rivale, “Leo Taroni”.
Non è
da escludersi che ci sia una guerra in superficie combattuta dalla massoneria
nei tribunali e un’altra invece più sanguinosa combattuta nelle profondità
della società segreta che si trova di fronte ad un momento cruciale della sua
esistenza.
Nella
massoneria sono sempre esistiti tremendi conflitti di potere e vendette nei
riguardi di chi ha “osato” violare il giuramento di segretezza dei veri fini
delle logge come capitato a” William Morgan,” massone americano ucciso dai suoi
“fratelli” che ormai lo ritenevano una minaccia.
E come
non ricordare anche il caso di “Filippo Carabi,” massone ucciso su ordine di “Adriano
Lemmi”, gran maestro del “Grande Oriente d’Italia”, che aveva un satanico odio
nei confronti della cristianità tanto da fargli porre il crocefisso sugli
orinali delle logge, come racconta l’”ex massone pentito “Domenico Margiotta”.
Non ci
si aspetti di trovare tutto questo nella biografia ufficiale di Lemmi sul GOI,
poiché, si ricordi sempre, che i massoni sono “filantropi”.
Noi
abbiamo comunque l’impressione che ci sarà un’escalation successiva di strane
morti e di suicidi mascherati.
La
massoneria italiana, che fa riferimento all’obbedienza di Londra, è stata
lasciata sola dai suoi protettori esteri in quanto tutto il potere massonico
attraversa una grave crisi dopo il fallimento della farsa pandemica e del
Grande Reset che essa avrebbe dovuto portare.
Siamo
alla fase della resa dei conti.
Siamo
alla fase della guerra spietata tra bande che cercano disperatamente di
sopravvivere ad una fase storica che ha rimesso completamente in discussione
decenni e decenni di equilibri e di potere incontrastato delle logge.
La
farsa democratica dell’Europa.
Politico.eu
– (3 giugno 2024) - NICOLAI VON ONDARZA – ci dice:
(Nicolai
von Ondarza è uno scienziato politico e capo della divisione di ricerca
UE/Europa presso l'Istituto tedesco per gli affari internazionali e di
sicurezza -SWP).
Prepararsi
ai negoziati postelettorali che cambieranno il Parlamento europeo tanto quanto
le scelte degli elettori.
Per
molti elettori, queste fluide affiliazioni ai partiti europei rendono le
prossime elezioni ancora meno comprensibili.
Quest'estate
la composizione del Parlamento europeo subirà un cambiamento significativo, che
deriverà non solo dalle decisioni degli elettori ma anche dalle manovre
intraprese dagli stessi gruppi parlamentari.
Sebbene
il discorso dell’UE tratti spesso i gruppi partitici – come il Partito popolare
europeo (PPE) o l’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici (S&D) –
come attori omogenei, nel complesso, rimangono alleanze di partiti nazionali
che possono cambiare in qualsiasi momento, alterare facilmente la composizione
del Parlamento.
E
questa volta, questa fluidità è più evidente tra i partiti di estrema destra
dell’UE, che sembrano prepararsi per una significativa riconfigurazione
post-elettorale.
Normalmente,
oltre ad alcuni cambiamenti di alto profilo, si trascura il numero di
cambiamenti che avvengono tra i gruppi politici del Parlamento.
Prendiamo,
ad esempio, il PPE di centrodestra, il più grande e, per molti versi, il meglio
organizzato di questi gruppi.
Secondo
i dati di “Europe Elects” , solo durante l'attuale legislatura sono passati al
PPE 12 deputati di altri gruppi politici, sette dei quali facevano parte in
precedenza di uno dei due gruppi di estrema destra.
Al contrario, 19 deputati hanno lasciato il
gruppo, primi fra tutti gli 11 deputati ungheresi di” Fidesz”, che hanno
lasciato il gruppo nel marzo 2021 per evitare di essere espulsi.
Tuttavia,
come minimo, sembra che possiamo aspettarci che tutti gli attuali partiti
membri del PPE rimangano nel gruppo entro un paio di mesi.
Lo
stesso non si può dire, tuttavia, per il “gruppo liberale Renew” – esso stesso
un’alleanza di diversi partiti europei.
“Renew”
è il terzo gruppo più numeroso nell’attuale Parlamento e ha spesso assunto il
ruolo di” kingmaker”.
Ma è
stato anche un serbatoio, accettando 10 eurodeputati provenienti da quasi tutti
gli altri gruppi politici – compresi i Verdi, i S&D, il PPE, fino ai
Conservatori e Riformisti europei (ECR).
E
attualmente, “Renew” sta discutendo se espellere il “Partito popolare olandese
per la libertà e la democrazia “– uno dei suoi membri fondatori – per aver
concordato una coalizione con il “Partito per la libertà” di estrema destra di
“Geert Wilders”.
Il “gruppo
S&D”, invece, ha registrato una perdita netta, reclutando “solo” cinque
deputati provenienti da altri gruppi dal 2019, perdendone 13 lungo il percorso.
Eppure,
nonostante tutto questo avanti e indietro, i maggiori cambiamenti in corso sono
tra i gruppi di partiti di estrema destra divisi nell’UE.
Nel
Parlamento di oggi, questi gruppi includono il “nazional-conservatore ECR” –
che ospita Fratelli d'Italia del primo ministro italiano Giorgia Meloni e il
partito polacco Diritto e Giustizia (PiS);
il
gruppo Identità e Democrazia (ID), di destra, da populista a estremista, che
riunisce il “Raggruppamento Nazionale” della leader dell'opposizione francese
“Marine Le Pen” con la “Lega italiana” e il “Partito della Libertà “austriaco;
e infine ci sono i partiti di estrema destra non allineati, come “Fidesz” e
“Alternativa per la Germania” (AfD).
Con il
primo ministro ungherese “Viktor Orbán” alla ricerca di una nuova sede politica
per il suo partito “Fidesz” e la recente espulsione dell'”AfD”, è in programma
un'importante riconfigurazione.
E
questo significa che ci troviamo di fronte a tre distinte possibilità:
Il
primo è la
continuazione dello status quo, dove sia l’ECR che l’ID ottengono seggi alle
elezioni, ma l’espulsione dell’AfD rende l’ECR il più grande dei due.
Negli
sforzi guidati dalla Meloni e dalla presidente della Commissione europea Ursula
von der Leyen, l’ECR cercherebbe quindi di lavorare con il “PPE £come partner
negoziale “mainstreamed”, lasciando l’”ID” ai margini.
La
seconda possibilità è che un” ID” rinnovato si unisca a” Fidesz” – e
potenzialmente al “PiS” dell’”ECR”.
Sebbene
il gruppo rimarrebbe ancora ai margini, in questo scenario l’”ID” potrebbe
scavalcare l’”ECR” per diventare il terzo gruppo più grande in Parlamento.
L’”EXR”,
nel frattempo, sarebbe ancora più aperta alla cooperazione con l’”EEPP”.
Infine,
il terzo scenario sarebbe una fusione tra “ECR”, “ID” e “Fidesz”.
Un supergruppo di estrema destra così grande
comporterebbe enormi differenze politiche – non ultimo su come trattare con la
Russia – ed è l’ ambizione dichiarata di” Le Pen” e considerata un’”opzione da”
Meloni” .
Ciò
avverrebbe anche a costo di ri-tossicizzare l’ “ECR”, che probabilmente
perderebbe alcuni dei suoi partiti più di centro a favore del “PPE”.
Un
gruppo del genere diventerebbe il secondo più grande in Parlamento – e sarebbe
inaccettabile come partner del “PPE” – alterando significativamente gli
equilibri di potere.
Queste
tre possibilità illustrano tutte quanto il Parlamento potrebbe apparire molto
diverso a seconda non solo delle scelte degli elettori, ma anche dei negoziati
dietro le quinte post-elettorali.
Sottolineano
anche la grande decisione che Meloni dovrà affrontare:
se accettare la mano aperta offerta dal
centrodestra o tentare di forgiare una più ampia alleanza nazionale
conservatrice/populista.
Per
molti elettori, queste fluide affiliazioni ai partiti europei rendono le
prossime elezioni ancora meno comprensibili.
Anche
gli addetti ai lavori di Bruxelles non possono prevedere a quale gruppo
partitico europeo apparterranno le più grandi delegazioni nazionali provenienti
da Francia, Italia, Ungheria, Paesi Bassi o Austria, dopo tutti gli accordi
dietro le quinte.
E
questo aumenta la disconnessione tra le scelte degli elettori e la politica
dell’UE.
L’era
delle pandemie da 5G.
Mittdolcino.com
– RobertoX – (3 Giugno 2024) – ci dice:
E se
il virus del covid non fosse neanche mai esistito?
Redazione:
ormai pochi osano negare che la “Pandemia di Covid” sia stata quantomeno molto
strana.
Con un “virus” capace di viaggiare in pochi
giorni per migliaia di km saltando da un continente all’altro, colpendo
duramente certe zone ma saltandone completamente molte altre.
Altrettando
strani sono stati i sintomi del “virus”, la carenza di ossigeno nel sangue e le
micro-trombosi che affliggevano i polmoni, con gente a Wuhan che cadeva per
terra mentre camminava o le migliaia di morti a Bergamo (cremati prontamente
senza autopsia), con un’incidenza di decessi mai più verificatasi in nessuna
altra parte del mondo.
Per
non parlare della risposta sanitaria dai risvolti autoritari imposta in
perfetta sincronia in tutti i paesi occidentali, con lockdown, mascherine e
protocolli assurdi fino all’obbligo (di fatto) vaccinale, con annessa censura e
criminalizzazione del dissenso.
“Non
c’è nessun virus. Non c’è stata nessuna fuga da un laboratorio.”
Perché mai qualcuno dovrebbe supporre che ci siano
solo due possibili narrazioni per spiegare quanto è avvenuto negli ultimi anni?
In
tutti gli eventi geopolitici ci sono almeno 2 narrazioni.
Una
mainstream, di solito falsa [esempio: il virus proviene da un pangolino infetto ndr] e almeno un’altra, di solito
altrettanto falsa [esempio: il virus proviene da una fuga di laboratorio ndr].
… poi
c’è la verità (di solito qualcosa di completamente diverso e tabù).
Non
c’è mai stato un virus?
La
sequenza genetica fornita all’OMS e distribuita in tutto il mondo non era
derivata da un campione puro.
Era
contaminata con cellule renali di scimmia, cellule fetali, antibiotici e altri
“additivi” standard.
È stata centrifugata mediante test PCR e la
zuppa risultante è stata filtrata per individuare frammenti di RNA.
Le
sequenze genetiche sono state inserite in un computer e ricombinate per
produrre una sintesi che non è MAI esistita in vivo.
Il
codice genetico utilizzato per realizzare i vaccini era solo nel silicio…
scritto in codice informatico.
Quindi
non c’è stata alcuna fuga del virus da un laboratorio?
È
impossibile che sfugga qualcosa che non è mai realmente esistito.
La
sequenza genetica che chiamiamo “SARS-Cov-2” non è altro che un qualcosa
progettato da un computer.
Ciò è
stato dimostrato nel dicembre 2020 dagli scambi di e-mail con l’ “MHRA” del
Regno Unito (il corrispettivo dell’EMA europeo ndr).
Nel
frattempo, la causa principale di ipossia, palpitazioni, dispnea, neuropatia,
perdita di capelli, ictus, attacchi cardiaci, convulsioni e morte veniva
probabilmente trasmessa silenziosamente nelle città di tutto il mondo chiuse
per i lockdown.
Già,
perché se si presta davvero attenzione alle mosse totalitarie globali, non si
può infatti non correlare l’introduzione del 5G con l’incidenza dei sintomi
fisici etichettati come Covid-19.
Sintomi
noti per essere associati a determinate microonde.
Wuhan
è stata dotata di 10.000 torri e ai cittadini sono stati forniti nuovi telefoni
predisposti per il 5G, tutto giusto in tempo per il 16 ottobre 2019, la
cerimonia di apertura dei Giochi militari delle Nazioni Unite. Casualmente
molti partecipanti ai giochi si sono ammalati nel silenzio generale.
Successivamente
la tecnologia a microonde 5G è stata attivata a Bergamo, nel nord Italia.
Quindi
Teheran ha testato le sue nuove installazioni 5G.
Poi
Londra, New York ecc.
Sarebbe
quindi logico pensare che sia stata questa la causa e che non ci sia stata
nessuna “fuga da laboratorio”.
C’erano
invece radiazioni elettromagnetiche che sovraccaricavano i nostri circuiti
naturali, ma alcuni ancora insistono sul fatto che ci fosse un virus… anche se
non ne hanno mai visto uno e le prove della loro esistenza sono più deboli di
quelle relative all’esistenza dei folletti.
Perché
l’influenza è una malattia elettrica?
Quando si considerano le risposte a problemi
complessi, la spiegazione più semplice è spesso quella giusta.
Prima
di poter trovare risposte alle origini e alla causa di una pandemia globale
come l’influenza russa del 1889, l’influenza spagnola del 1918 o il Covid19,
dobbiamo fare le domande giuste.
1.
Perché le pandemie del 1889, 1918, 1957, 1968 e 2020 sono coincise, tutte, con
un aumento esponenziale delle radiazioni?
2.
Perché l’influenza colpisce così spesso i giovani adulti e risparmia i neonati
e gli anziani?
3. Se
l’influenza del 1918 era contagiosa, perché i pazienti a cui era stata
iniettata la saliva del sangue di pazienti malati non si ammalavano?
4. Se
l’influenza del 1918 era una malattia respiratoria che colpiva le vie nasali,
perché oltre la metà di tutti i pazienti affetti da influenza non presentavano
i sintomi iniziali di naso che cola, starnuti e mal di gola? Perché molti
sintomi erano neurologici, tra cui la schizofrenia e l’emorragia cerebrale? (oltre il 40% dei pazienti di
influenza nella Marina ha riportato sangue dal naso e spesso è morto annegato
nel proprio sangue).
5. Se
l’influenza del 1889 cominciò in Russia a settembre, ed era contagiosa, come è
possibile che viaggiò più veloce dei treni dell’epoca, raggiungendo la Scozia
in ottobre, e il Sud Africa a novembre?
6. Se
il Covid19 è causato dalla SARS-CoV-2, che è una malattia respiratoria, perché
i sintomi comuni includono mancanza di gusto, cambiamento del ciclo mestruale,
eruzione cutanea, nonché depressione e ansia?
7.
Perché le epidemie di influenza e le pandemie si verificano in periodi di
elevato numero di macchie solari e aumento della “tensione atmosferica”?
Forze
cosmiche.
Sin
dai tempi antichi, l’influenza era conosciuta come una malattia imprevedibile,
che devastava paesi e villaggi contemporaneamente e senza preavviso e svaniva
con la stessa rapidità con cui era arrivata, a volte non ritornando che anni o
decenni dopo.
I nostri antenati credevano che non fosse
contagiosa e si pensava che il suo arrivo fosse governato dall’“influenza”
delle stelle.
È da qui che l’influenza prese originariamente
il suo nome.
Tuttavia
nel 1889 il comportamento di questa misteriosa malattia cambiò.
Dopo il 1889, l’influenza cominciò a ritornare
ogni anno, e da allora ci ha accompagnato qui e in ogni parte del mondo.
Nel
1992, una delle autorità mondiali sull’epidemiologia dell’influenza, “R. Edgar
Hope-Simpson”, pubblicò un libro in cui sottolineava che i fatti essenziali
conosciuti non supportavano la teoria del contagio per contatto diretto da uomo
a uomo.
Simpson
suggerì anche che l’innesco dell’influenza fosse collegato alle differenze
stagionali nella radiazione solare e che potesse avere una natura
elettromagnetica, come avevano proposto molti dei suoi predecessori nei due
secoli precedenti.
Un
medico danese di nome “Johannes Mygge” aveva anche dimostrato come le pandemie
influenzali tendessero a manifestarsi durante gli anni di massima attività
solare e che il numero di casi in Danimarca aumentasse e diminuisse con il
numero di macchie solari.
Le macchie solari aumentano la “tensione
atmosferica”, o carica, nel nostro ambiente e recentemente sono state correlate
anche a cambiamenti psicologici.
Il
dottor “Mygge” aveva tenuto un accurato diario della sua salute per nove mesi,
e in seguito confrontò le sue registrazioni con quelle del potenziale elettrico
dell’atmosfera, che registrò tre volte al giorno per dieci anni.
Le sue
emicranie invalidanti, insieme a episodi di insonnia, vertigini, irritabilità,
ronzii alla testa, battito cardiaco irregolare e pressione al petto, si sono
verificate quasi sempre lo stesso giorno o il giorno prima di un forte e
improvviso aumento o calo della tensione atmosferica.
Nel
2001, l’astronomo canadese “Ken Tapping”, insieme ad altri due medici della
Colombia britannica, furono gli ultimi a confermare che almeno negli ultimi tre
secoli le pandemie influenzali hanno avuto maggiori probabilità di verificarsi
intorno al culmine di ciascun ciclo solare di undici anni, quando le forze
magnetiche del sole sono al loro apice.
Almeno
dal 1799, alcuni scienziati hanno collegato l’influenza alle macchie solari e
ai drastici cambiamenti del voltaggio atmosferico.
La
ricerca storica ha anche dimostrato che durante il minimo di Maunder
(1645-1715), un periodo di attività solare e macchie solari estremamente basse, non si
verificarono epidemie di influenza.
Il
nostro corpo elettrico.
Avete
mai fatto un elettrocardiogramma o un elettroencefalogramma?
Spesso
pensiamo al nostro cuore come a una pompa.
Ma
quale forza fa funzionare questa pompa?
Nel
suo libro del 1985 “The Body Electric,” il chirurgo ortopedico “Robert Becker”
ha confermato che i nostri corpi operano su un circuito elettrico DC (corrente
continua) e che tutti i nostri processi metabolici avvengono attraverso lo
scambio di elettroni (-) e protoni (+).
La medicina, a quanto pare, è in realtà più
fisica quantistica che chimica, poiché le forze magnetiche agiscono sulle
nostre strutture elettriche cristalline dei nervi e delle ossa, eccitando le
molecole dentro di noi per influenzare uno spostamento nella direzione della
crescita, o dell’infiammazione.
Prima
del 1889 e dell’adozione globale di massa dell’elettricità e delle lampadine,
la Terra forniva una quantità costante della propria elettricità statica.
Ogni
volta che cadeva un fulmine, la nostra atmosfera risuonava al ritmo di 8
impulsi al secondo.
Chiamato “risonanza di Schumann”, questo ritmo
prende il nome dal fisico tedesco che ne intuì l’esistenza.
Le
frequenze di questi toni vanno principalmente da 8 a 32 battiti al secondo (Hz)
e fanno risuonare tutta la vita sulla Terra al loro ritmo.
La
frequenza primaria del nostro cervello, nella vita adulta, funziona esattamente
a questo ritmo di 8 battiti al secondo, chiamati “onde alfa”.
Quando
Edison perfezionò il progetto della lampadina nel 1889, l’industria aveva
ancora bisogno di un modo economico per fornire elettricità alle masse.
Di
conseguenza, il sistema di alimentazione AC (corrente alternata e pulsata) di
Tesla è stato implementato in tutto il mondo.
Ricordate
che i nostri corpi sono pensati per funzionare con la corrente continua,
principalmente tra 8 e 30 Hz.
Una
volta che l’energia elettrica è stata distribuita e la luce elettrica si è
riversata sulle città di tutto il mondo i nostri ritmi biologici hanno dovuto
tenere conto di questo cambiamento alieno.
Per
coincidenza si verificò l’influenza “russa” del 1889.
Quando
nel 1918 iniziò l’era della radio, scoppiò un’altra pandemia.
La radio a onde corte sviluppata da “Marconi”
funzionava a frequenze di circa 30 megahertz (MHz), ovvero circa 30.000.000 di
volte più veloci delle frequenze delle onde alfa del nostro cervello.
Queste
radiazioni rimbalzano e perforano anche la fragile ionosfera della Terra,
abbattendosi sulle popolazioni ignare.
Come
possiamo aspettarci che il nostro corpo reagisca a uno spostamento così
improvviso e violento di elettricità?
Come
l’elettricità ha creato malattie cardiache.
Conosciuto
come il padre della radio e inventore del telegrafo, “Guglielmo Marconi” ebbe
dieci attacchi di cuore dopo aver iniziato a lavorare con l’elettricità.
Marconi
aveva 63 anni quando lo uccise il decimo ed ultimo infarto…
“Il contagio da solo non è sufficiente
a spiegare l’improvvisa epidemia della malattia contemporaneamente in paesi
molto lontani, e il modo curioso in cui è noto che attacca gli equipaggi delle
navi in mare, dove la comunicazione con luoghi o persone infette era
impossibile”
(Sir Morell Mackenzie, MD -1893-, Rassegna quindicinale).
L’elettricità
viaggia più velocemente delle persone, soprattutto nel 1800 quando il mezzo di
trasporto più veloce era il treno.
Quando
nel settembre del 1889 scoppiò l’influenza russa, si supponeva che provenisse
dalla Siberia, e l’opinione del tempo era che questa “malattia misteriosa”
avrebbe proceduto in modo ordinato a infettare il resto del mondo.
Tuttavia,
quando l’influenza raggiunse Mosca in ottobre, la malattia veniva già segnalata
in Sud Africa e Scozia.
Canada e Giamaica hanno segnalato epidemie a
novembre.
Anche
l’Africa centro-orientale è stato colpito nello stesso periodo della Russia.
L’influenza non era mai comparsa prima in questa parte dell’Africa.
Come
l’influenza del 1889, molti presumevano che l’influenza spagnola del 1918 fosse
contagiosa.
Ma le
mascherine, la quarantena e l’isolamento sono stati tutti senza effetto. Anche
nell’isolata Islanda l’influenza si diffuse universalmente, nonostante la messa
in quarantena delle sue vittime.
Ammetto
che questa potrebbe non essere la prova definitiva.
Tuttavia
un’altra prova che la teoria del contagio delle pandemie è falsa è illustrata
dagli esperimenti condotti nel 1918 e nel 1919 da un team medico che lavorava
per il “Servizio Sanitario Pubblico degli Stati Uniti a Boston”, che fallirono
miseramente:
“Abbiamo
raccolto le secrezioni mucose della bocca, del naso, della gola e dei bronchi
dai casi della malattia e le abbiamo trasferite ai nostri volontari.
Otteniamo
del muco bronchiale tossendo, e poi tamponiamo la superficie mucosa delle
narici e della gola… Ciascuno dei volontari… ha ricevuto 6 cc della miscela
mista che ho descritto.
Lo
ricevettero in ciascuna narice, lo ricevettero nella gola e negli occhi…
Nessuno di loro si ammalò”. (Firstenberg. L’arcobaleno invisibile , pp. 107-108)
Quando
questo esperimento non ha funzionato, i ricercatori hanno iniettato ai
volontari sani le mucose, poi il sangue, di pazienti malati.
“Nessuno
di questi si è ammalato in alcun modo.”
Il dottor “Milton Rosenau” ha concluso: “se
abbiamo imparato qualcosa, è che non siamo del tutto sicuri di ciò che sappiamo
sulla malattia”.
La
correlazione non implica causalità.
La
confusione crebbe ulteriormente quando il virus dell’”influenza A” nei furetti
fu “isolato” nel 1933.
Da allora, l’influenza umana è stata
identificata nell’organismo che causa il contagio, piuttosto che con i suoi
sintomi.
Sebbene
questi virus siano stati correlati con le epidemie, non è mai stato dimostrato
che ne siano la causa.
La pandemia di oggi crea ancora più
confusione, poiché abbiamo persone che risultano positive a un virus che non è
stato isolato.
Potete
verificarlo voi stessi a pagina 42 del documento CDC .
Qual è
stato allora il fattore scatenante?
Cosa
ha sempre preceduto le epidemie di influenza?
Perché
nel 1889 e nel 1918 morirono così tanti giovani?
Se
l’influenza fosse causata dall’infezione di un organismo contagioso, allora
dovrebbe causare qualche sospetto il fatto che muoiano prima quelli con un
sistema immunitario robusto.
Tuttavia,
entrambe queste pandemie hanno ucciso giovani nel fiore degli anni. Due terzi
dei decessi dovuti all’influenza spagnola avevano tra i diciotto ei
quarant’anni.
Sembra
che l’influenza spagnola abbia avuto origine negli Stati Uniti all’inizio del
1918, diffondendosi in tutto il mondo sulle navi della Marina.
Poi a settembre l’epidemia colpì il mondo
intero, apparentemente tutto in una volta.
Ciò
che sconcertava maggiormente i medici dell’epoca era l’enorme quantità di
sanguinamento.
Circa
il quaranta per cento dei pazienti di influenza nella Marina soffriva di sangue
dal naso, altri sanguinavano dalle orecchie, dalla pelle, dallo stomaco, dai
reni, dall’utero, dal cervello e dai polmoni.
Le vittime spesso annegavano nel proprio
sangue.
Già
nel 1799 scienziati come “Gerhard” dimostrarono come le onde radio potessero
avere questo effetto sul sangue.
Quando
entrò nella prima guerra mondiale nel 1917, l’esercito americano dispiegò per
la prima volta la radio su vasta scala globale.
All’inizio del 1918, la Marina gestiva la più
grande rete radiofonica del mondo.
Una
delle stazioni radio più potenti della Terra a quel tempo si trovava a “New
Brunswick”, nel New Jersey.
Un
apicoltore vicino a quella città, che gestiva oltre 300 colonie, riferì che
“migliaia di (api) morte giacevano e migliaia strisciavano nelle vicinanze
dell’alveare… praticamente tutte le api operaie adulte ”
Il
rasoio di Occam.
Non ho
una laurea in medicina né dichiaro di sapere come funzionano i ceppi virali.
Tuttavia esiste una legge scientifica che mi piace applicare alle sfide della
vita chiamata il “rasoio di Occam,” secondo la quale se hai due idee in
competizione per spiegare lo stesso fenomeno, dovresti preferire quella più
semplice.
“Quando
senti battere gli zoccoli pensa ai cavalli, non alle zebre”.
-Anonimo.
Ecco
alcuni fatti da considerare:
Nel 1889 nacque l’era dell’elettricità, poiché
Edison e Tesla fornirono elettricità e luce su scala globale.
Nello stesso anno, l’attività magnetica
naturale della Terra cominciò a essere soppressa da quella artificiale.
La pandemia di influenza russa del 1889 arrivò
quando le linee elettriche iniziarono a irradiare la nostra atmosfera.
Nel 1918 iniziò l’era della radio che alterò
la nostra magnetosfera con nuove frequenze.
Ne
seguì la pandemia di influenza spagnola del 1918.
Nel 1957 venne lanciata l’era dei radar, lanciando
milioni di watt di energia a microonde verso i nostri cieli.
La
pandemia di influenza asiatica iniziò nel 1957.
Nel 1968 iniziò l’era dei satelliti. È
iniziata la pandemia influenzale di Hong Kong.
Le reti commerciali 5G sono state attivate a Wuhan nel
2019.
Il
Covid19 è iniziato a Wuhan.
La
nostra coltre elettrica.
Dove
andiamo da qui?
I
satelliti vengono lanciati da “SpaceX “e altri nella coltre protettiva della
nostra Terra, la ionosfera, a un ritmo allarmante e vertiginoso.
“Anche
la prima flotta di 28 satelliti militari lanciata dagli Stati Uniti causò una
pandemia mondiale di influenza quando divenne operativa il 13 giugno 1968.
L’influenza
di Hong Kong iniziò nel giugno del 1968, durò fino all’aprile del 1970 e uccise
fino a quattro milioni di persone in tutto il mondo”.
Il
24-25 marzo 2021, un record di 96 satelliti sono stati lanciati nello spazio in
un solo giorno – 60 da “SpaceX” e 36 da “OneWeb” – e nello stesso giorno “SpaceX”
ha aumentato notevolmente la velocità delle sue connessioni Internet
satellitari.
Quel
giorno, le persone di tutto il mondo improvvisamente non riuscivano a dormire,
erano deboli ed esauste, avevano spasmi muscolari e soffrivano e prudevano
ovunque, specialmente ai piedi e alle gambe.
Avevano
eruzioni cutanee, avevano vertigini e nausea, avevano dolori di stomaco e
diarrea.
Il
ronzio nelle loro orecchie fu improvvisamente amplificato.
I loro
occhi erano infiammati e la loro vista improvvisamente peggiorò.
Avevano
aritmie cardiache e la loro pressione sanguigna era fuori controllo.
Alcuni
avevano sangue dal naso o tossivano sangue.
Erano
ansiosi, depressi o con tendenze suicide e irritabili.
I loro gatti, cani, galline, capre e mucche si
ammalarono contemporaneamente.
Il 25
marzo ha registrato il secondo numero più alto di decessi per “COVID-19” nel
2021 e il quinto più alto dall’inizio della “pandemia”.
L’unico
modo in cui possiamo fermare questo assalto alla vita è limitare l’uso della
tecnologia usando la nostra forza collettiva per chiedere che termini
immediatamente questo assalto elettromagnetico contro l’umanità.
Dobbiamo
rivendicare la nostra Madre Terra, prima che sia troppo tardi.
L’EU
vuole la guerra in Europa:
il
commissario EU Oliver Varhelyi
minaccia
il premier Giorgiano di far
e la
tragica fine di Robert Fico.
Mittdolcino.com
– Redazione -Mitt Dolcino – corruzione di Bruxelles – 24 maggio 2024 – ci dice:
Di
norma non commentiamo tragedie specifiche, cerchiamo piuttosto di considerarle
nella loro valenza.
Cio’
vale fino a quando non vengono fuori azzardi da parte dei diretti coinvolti.
Vale
per la morte di “Raisi”, dove un’intervista ad uno dei piloti dell’elicottero
di scorta spiega che non c’è stata nessuna esplosione, semplicemente il mezzo
di Raisi è caduto nel bosco, dove c’era nebbia bassa (nessun attentato dunque,
o meglio, solo una questione interna all’Iran può spiegare tale ipotetico
guasto).
Lo
stesso vale per il tentato omicidio del Premier ceco filo Putin, “Robert Fico”.
Su cui
però sembrano emergere pesanti ombre, ossia possibili coinvolgimenti,
indovinate di chi: dell’EU nata sulle ceneri del nazismo…
Il Cui
Prodest è sempre il primo esercizio da fare nei casi diciamo critici.
A chi
conveniva ad esempio la morte del premier ceco filo russo, Robert Fico?
Semplicemente, all’EU, che con lui si era portato in casa un politico di
massima grandezza comunitaria CONTRARIO alle politiche anti-russe dell’EU
stessa.
Oggi
leggiamo che il commissario Europeo Oliver Varhelyi avrebbe addirittura
minacciato il Premier Georgiano Kobakhidze di fare la fine di Robert Fico a
causa della sua proposta di legge per considerare ingerenze straniere le ONG
che ottengono la maggior parte dei fondi dall’estero.
Osservare
è fondamentale… da tempo, sempre col solito “Cui Prodest”, ripetiamo l’ovvio:
tutto depone che sia l’Europa a volere la guerra in Ucraina e dintorni, da
spartire per tenere in piedi l’EU stessa, nel più classico “Drang nach Osten”
di memoria nazista.
Tutto
questo capita – che caso – proprio mentre combatto col solito correttore del
computer, che cerca di evitare in ogni modo che si scriva la parola “nazista”,
in qualsiasi forma, correggendola ex post nei termini più inusitati…
È
chiaro infatti che l’EU non sta più in piedi, non è sostenibile.
Ma è
parimenti palese che l’EU non può crollare, pena azzerare i privilegi della
classe dirigente europea che da secoli manda regolarmente al macello le proprie
genti.
Sempre le stesse élites per altro:
le famiglie notabili tedesche al tempo del
Kaiser tedesco, circa 100 anni fa, erano più o meno le stesse di oggi.
E le
famiglie importanti di Firenze del 1492, idem, sono circa le stesse di oggi.
L’Europa
è questa, l’Europa dei popoli non è mai esistita, esiste invece l’Europa delle
élites.
Ecco
perché la farsa della democrazia, alla prima vera crisi, si scioglierà come
neve al sole, lo sta già facendo in realtà (le elezioni in Sardegna di febbraio
scorso sembra siano ancora in corso, fino a circa un mese fa era così, scriveva
la magistratura incaricata del riconteggio, oggi del caso si sono perse tracce
sui media, intendo come risultato dello spoglio contestato; le ultime elezioni
presidenziali francesi invece terminarono in circa due ore: in entrambi i casi,
due faccende direi poco spiegabili, basterebbe usare un po’ il cervello…).
Resta
la considerazione, fattuale, non negata nemmeno dall’interessato (si è solo commentato, “frase
estrapolata dal contesto”) della minaccia fatta al premier georgiano addirittura da un
commissario EU, succitato, fatto gravissimo.
Questo
per farvi capire che è proprio la cupola EU a volere una nuova guerra per i
propri popoli (la famiglia di Ursula von der Layen presenta profonde radici fu naziste,
ndr).
Va
capito se gli stessi popoli europei saranno d’accordo a farsi eliminare in
guerra, de popolando come è successo tante e tante volte nei secoli passati,
con l’unico fine di difendere – con le guerre – gli interessi delle élites al
comando.
In tal
contesto speriamo di non doverci attendere attentati diffusi in tutti i paesi
EU contrari alla guerra alla Russia nei prossimi mesi, i metodi nazisti li
conosciamo (Marinus
van del Lubbe docet)(…).
Due
parole su Americani ed Inglesi:
i primi NON sono Europei e non vogliono alcun coinvolgimento
diretto militare nella guerra ucraina.
I
secondi, europei, come entente cordiale, ossia come alleanza Franco-inglese da oltre 110
anni, sono alleati per difendere quel che resta del loro impero coloniale.
È
ormai chiaro anche ai più fessi che Macron, élite dell’élite francese, vuole la
guerra.
Mentre
l’élite al governo inglese, un indiano, ossia un ex colonizzato diventato ben
più ricco del colonizzatore, la vuole solo “più o meno”.
Nel
senso che, da non inglese il premier “R. Sunak” lascerà presto il potere
esecutivo avendo incredibilmente annunciato nuove elezioni.
Che
perderà, già lo sa.
A tal
punto i laburisti pro-EU, britannici DOC, senza un indiano al comando,
sceglieranno di seguire i loro cugini Europei, come fu ai tempi del Kaiser, di
Giorgio V e dello Zar, tra loro cugini durante la WWI:
dunque
guerra in Europa, in Ucraina e dintorni, per far sopravvivere i privilegi
elitari europei (“Hitler” ed il davosiano ante litteram “Chamberlain” non si
scontrarono, mai dimenticarlo, lasciando campo aperto ai nazisti in Europa: ci
volle un “hard core british” come Churchill per far cambiare strada a Londra,(
vedasi dimissioni forzate del re filo nazista Edoardo VIII, ndr).
Che
poi le elezioni britanniche (elezioni assai critiche per il futuro di Londra, ormai
spogliata dell’Impero, infatti giungono alla fine del processo di
decolonizzazione voluto da F. D. Roosevelt, ndr) siano state fissate per il prossimo 4
Luglio, giorno in cui – lo ricordo – in America si festeggia l’Indipendenza (prima di tutto indipendenza dagli
inglesi, ma anche dai francesi, ndr) sembra un segnale addirittura
inequivocabile!
Ben
sapendo che Trump, secondo molti ancora oggi il vero presidente degli States se
non ci fossero stati i brogli che pian piano stanno emergendo, ha già affermato
urbi et orbi di NON volere alcuna guerra con Mosca, da novembre prossimo:
ciò ha
fatto adirare Bruxelles ed i cacicchi degli imperi centrali Europei;
viceversa l’Italia si è schierata con
Washington, con il ministro italiano della Difesa G. Crosetto, guarda il caso
sempre più malato (sembrerebbe fattualmente e consequenzialmente emergere, base
patologia ed effetti collaterali attesi, si possa trattare di effetti
collaterali del preparato mRNA COVID, ndr).
In
mezzo, i popoli europei, imbelli, visto che bellamente ignorano quanto stia
covando sotto la cenere (gli analfabeti italiani orfani dell’immenso Pasolini manco
li considero).
(Mitt
Dolcino)
VINCITORI
E VINTI DELLA
(ORMAI
MORTA) GLOBALIZZAZIONE.
Comedonchisciotte.org
- Markus – (03 Giugno 2024) - Black Mountain Analysis - bmanalysis.substack.com
– ci dice:
Un
viaggio nell'ignoto.
Recentemente,
un lettore ha fatto un’osservazione interessante nella sezione dei commenti di
un mio articolo.
Ha
deriso le mie continue affermazioni secondo cui l’economia europea sarebbe
finita, mentre allo stesso tempo i mercati azionari europei salgono in
continuazione.
Devo ammettere che ha ragione.
È
stato un errore fare questa affermazione senza spiegare la situazione attuale.
Ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo.
Per
prima cosa, per capire la situazione nella sua interezza, è necessario
distinguere tra considerazioni a breve e a lungo termine.
Spiegherò il mio pensiero al riguardo.
Tuttavia,
approfitterò di questa occasione per condividere con voi anche altre
riflessioni.
Risorse.
Ho
scritto altri articoli su ciò che intendo approfondire ora. Per capire meglio
il mio punto di vista, vi consiglio di leggere prima i seguenti articoli:
Economia
e Imperi 1: Il quadro generale.
Economia
e Imperi 2: La Germania.
Economia
e Imperi 4: Considerazioni sull’Asia
L’economia
europea.
Terminologia.
Innanzitutto,
cos’è l’Europa?
È
l’Unione Europea? È il continente europeo?
Mi
occuperò di entrambi separatamente.
Tuttavia,
l’Europa è il continente europeo e non l’aspirante dittatura chiamata “Unione
delle Repubbliche Socialiste Europee” (UESR), che contiene anche elementi di
fascismo.
Oh, scusate… volevo dire “Unione Europea”, ho
solo confuso i termini.
Il
continente europeo è composto da tutti questi bellissimi Stati nazionali
(precedentemente indipendenti).
E io
amo la mia Europa (indipendente e libera)!
Tranne
per il fatto che attualmente NON è indipendente e libera.
Il
valore dell’UE.
Ora
scriverò alcune cose su cui alcuni, soprattutto i miei lettori tedeschi,
potrebbero, a prima vista, non essere d’accordo.
Credo che le cose saranno più chiare in
seguito, quando approfondiremo l’argomento.
Inizialmente,
l’UE era stata una buona idea perché aveva portato molti vantaggi:
Libera
circolazione (Schengen) e diritto di residenza.
Nessuna
tariffa tra gli Stati dell’Unione.
Era
davvero stata una buona idea?
Come
ho detto, molto probabilmente, inizialmente, era stata una buona idea.
Si
trattava di un’Unione tra industrie e nazioni simili.
Quindi,
essenzialmente, questi punti erano vantaggiosi per tutti.
E credo che abbia continuato ad essere
vantaggiosa, in una certa misura, anche se non allo stesso modo per tutti, fino
al crollo del socialismo nell’Europa orientale.
Dopo
che tutti i piccoli Paesi slavi avevano aperto i loro mercati e avviato le
privatizzazioni in accordo con i loro “consiglieri” occidentali, le cose erano
cambiate.
L’UE è diventata sempre più un blocco politico
e si è evoluta di anno in anno fino a diventare qualcosa di simile al comitato
di pianificazione centrale di alcune ex nazioni socialiste.
Anche se non siamo ancora a quel punto.
Concentra
sempre più potere politico e ora cerca di portare a Bruxelles anche le
competenze militari.
Questo
è l’opposto di “libero e indipendente” se consideriamo tutti i nostri
bellissimi Stati nazionali come Francia, Italia, Spagna, ecc.
Rivediamo
ora i due vantaggi dell’UE sopra citati dopo l’allargamento dell’UE all’Europa
orientale e l’introduzione di una moneta comune, l’euro.
Niente
tariffe.
Questo
si è rivelato una benedizione per i Paesi produttori (nazionali o esteri, non
importa) ed esportatori.
Soprattutto
per la Germania.
Si è
rivelato un disastro per la maggior parte dei Paesi ex socialisti, ma non per
tutti.
Questi
infatti avevano una catena di approvvigionamento e di vendita ben consolidata
all’interno dell’ex blocco socialista.
Dopo
il crollo del socialismo in Europa, la maggior parte di queste imprese e catene
di approvvigionamento che prima funzionavano bene si erano arrestate ed erano
rapidamente diventate non competitive sui mercati internazionali. Soprattutto
nel mercato dell’UE, poiché non esistevano dazi doganali.
La
maggior parte di questi Paesi si era trasformata da Paesi produttori e
consumatori in Paesi importatori e consumatori, il che è un disastro.
La
maggior parte degli ex lavoratori era rimasta disoccupata e, col tempo, aveva
trovato solo lavori in attività meno remunerative, come camerieri o commessi.
Non
fraintendetemi.
Non ho
detto che era stato un peccato che questi Paesi avessero abbandonato il
socialismo.
O che
il socialismo fosse migliore.
Spetta
agli individui decidere cosa è/era meglio nella loro situazione.
Sono
le persone interessate a dover decidere, non gli osservatori esterni.
Voglio
dire che il modo in cui si è svolta la vicenda è stato un disastro.
Avrebbero
dovuto gestire da soli la transizione all’economia di mercato, invece di aprire
le porte e lasciare che decine di migliaia di “consulenti” occidentali
dicessero loro come convertirsi all’economia di mercato “in pochi giorni”.
Avrebbero
dovuto farlo da soli, nel tempo e alle loro condizioni.
Aprire
lentamente con un passo alla volta e poi adattarsi.
Invece
è successo un epico stupro di noi slavi.
E una spinta economica per le grandi economie
dell’UE, soprattutto per quella della Germania, per i due decenni successivi.
L’essenza
di questi piccoli Paesi slavi (non tutti) è stata letteralmente divorata.
Penso
anche che questa tendenza si invertirà lentamente e le cose miglioreranno. Ma, per un certo periodo, questa
conversione forzata dell’Europa orientale in un’economia di mercato è stata
essenzialmente una grande rapina, in cui l’Europa occidentale e centrale ha
saccheggiato il meglio dell’Europa orientale.
Anche
in questo caso, le cose stanno migliorando e miglioreranno, non grazie all’UE,
ma grazie ad “altri” fattori.
Libera
circolazione e diritto di soggiorno.
La
libera circolazione è quasi sempre un’ottima idea.
Forse
non durante una guerra o quando uno Stato nemico cerca di infiltrarsi, ma credo
che sia buona in tutti gli altri casi.
È un
arricchimento per le persone e per i Paesi se le persone possono viaggiare e
conoscere altre culture, cercare di capirle e lavorare con loro.
Non ci
sono molti casi in cui si possa etichettare questo come un male.
È
completamente diverso dal diritto di residenza nell’UE.
Tra
pari, non ha importanza.
Alcune
persone si sposteranno sempre dal “Paese X” al “Paese Y” e viceversa.
Ma il
diritto di residenza tra una nazione grande e potente e un paese piuttosto
povero con alti problemi di disoccupazione (dovuti al crollo del sistema
economico socialista) è una storia completamente diversa.
Per la
grande nazione è una benedizione.
Ottiene
una forza lavoro adulta, istruita, qualificata e a basso costo per le sue
industrie.
Non ha
bisogno di investire centinaia di migliaia di euro per crescerli e istruirli.
D’altra
parte, i Paesi piccoli e poveri hanno investito tutto questo denaro e hanno
cresciuto e istruito queste persone, che poi vengono “risucchiate” da un Paese
potente e ricco.
E
questo è particolarmente facile con il “diritto di residenza”.
Il
razionale è, senza dubbio, che questi Paesi non sono semplicemente abbastanza
competitivi.
Se lo
fossero, la gente non sarebbe incentivata a trasferirsi. Giusto.
E qui arriviamo alla “Economia di scala “, che
ho descritto in dettaglio in “Economia e Imperi”.
La
conclusione è che è impossibile per un piccolo Paese con una popolazione
ridotta e risorse naturali limitate competere con un Paese più ricco.
Quando
c’era il blocco socialista, questi problemi non esistevano perché anche lì
vigeva l’economia di scala
Era un mercato molto grande, comune e
coordinato.
Poi tutto questo è scomparso e i vari Paesi
sono diventati immediatamente non competitivi.
Questo
significa che i piccoli Paesi, che non sono naturalmente in grado di competere
con i Paesi grandi e potenti, dovrebbero perdere la loro statualità e unirsi
semplicemente ad un Paese più grande?
Significa
che questi Paesi non hanno bisogno della loro gente perché non sono competitivi
e quindi possono “donare” i loro abitanti abili al lavoro ad un Paese più
grande che ha bisogno di manodopera a basso costo?
Non
credo.
Penso
che questi Paesi debbano proteggersi e agire di conseguenza in base ai loro
interessi nazionali.
E
operare con un ritmo che permetta loro di adattarsi alle nuove realtà.
E
chiudere il proprio mercato, se necessario.
Noi
della Repubblica Srpska, della Serbia e del Montenegro non siamo nell’UE.
Ma veniamo essere lentamente ma costantemente
spopolati da questo processo appena discusso.
Questa
è la differenza tra considerazioni a breve termine e considerazioni a lungo
termine.
Nel
breve periodo, alcuni politici potrebbero vedere i vantaggi di un gran numero
di persone disoccupate che lasciano il Paese, perché in questo modo
causerebbero meno problemi.
A lungo termine, si tratta di una catastrofe
demografica e sociale che, alla fine, nel corso di decenni o secoli, farà sì
che questi Paesi semplicemente spariscano.
Avete
problemi di disoccupazione?
Perché
importare tutto ciò che serve dall’estero?
Se si
ha un alto tasso di disoccupazione, è CRIMINALE importare beni che si
potrebbero produrre anche da soli con la forza lavoro disponibile e
investimenti ragionevoli.
Che ne
dite invece di sostenere le startup come massima priorità?
Sostenere
l’imprenditorialità?
Sviluppare piani per le materie prime che
devono essere prodotte a livello nazionale e fornire agevolazioni fiscali e
sussidi alle startup e alle altre aziende nazionali che producono o innovano in
questo settore.
Naturalmente, i “consulenti” occidentali
forniscono consigli su come aprire i mercati, privatizzare tutto e svendere il
Paese.
Tuttavia,
nessuno di questi “consulenti” dice come promuovere l’imprenditorialità e lo
spirito delle startup nel Paese.
Nelle università. Nelle scuole. ecc.
Nei
Balcani, la maggior parte degli adolescenti frequenta la scuola e studia.
E dopo il diploma finisce a fare il cameriere
o il commesso.
Congratulazioni.
Oppure partono per l’estero.
Ma no,
il nostro Egemone (?) non vuole che noi si abbia un successo interno.
Vuole
che compriamo le sue merci e che prendiamo la nostra gente.
Il
miglior esempio attuale è l’Ucraina.
È
prevedibile che milioni di ucraini giovani e istruiti (russi per l’appunto)
verranno “rubati” per sempre.
L’euro.
L’euro
è stata una cattiva idea fin dall’inizio.
Se
volete avere successo sui mercati internazionali, dovete essere in grado di
adattare la vostra valuta alle fluttuazioni della domanda interna ed estera.
Soprattutto se si è fortemente dipendenti dal commercio estero, che si tratti
di importazioni, esportazioni o entrambi.
Se avete un’Unione di Paesi, questo è
impossibile.
Ogni Paese ha esigenze e requisiti
individuali.
Alcuni
Paesi hanno bisogno di un euro più forte per prosperare.
Altri
hanno bisogno di un euro più debole.
In
teoria, il valore dell’euro non corrisponderà alle esigenze di NESSUN paese.
In
teoria.
In
realtà, corrisponde assolutamente alle esigenze di un solo Paese: la Germania.
La Germania è un grande esportatore.
E trae
grandi benefici, nell’ambito del suo attuale modello commerciale, dall’Unione
Europea.
E, a
sua volta, molti altri Paesi dell’UE traggono vantaggio da una forte economia
tedesca.
Pertanto,
è vantaggioso per l’UE allineare il valore della propria valuta alle esigenze
della Germania.
Se la
Germania prospera con il suo modello basato sulle esportazioni, anche la
maggior parte degli altri Paesi “industriali” dell’UE prospera.
Considerando
le esigenze e le necessità di ogni Stato dell’UE, si potrebbe concludere che
per alcuni di essi l’euro è un veleno.
Potrebbero prosperare molto meglio senza
sacrificarsi per il “bene comune” dell’UE se avessero valute nazionali.
Potrebbero collocare meglio i loro prodotti
sui mercati internazionali, rendendo meno conveniente per le imprese nazionali
importare prodotti di base.
Creando
così una domanda interna e promuovendo, nel migliore dei casi,
l’imprenditorialità e le start-up.
Ho
scritto una lunghissima introduzione per giungere infine ad una delle mie prime
(di molte) conclusioni.
La
Germania è guidata da una certa gerarchia.
E all’interno di questa gerarchia, la
democrazia gioca un ruolo molto ridotto, così come nel resto dell’Occidente.
Ecco
la piramide del potere in Germania.
Nota: la maggior parte del potere è in cima.
Quindi,
per placare e sottomettere gli oligarchi tedeschi (alcune famiglie industriali
molto ricche) e assicurarsi così il controllo sulla Germania, è stato permesso
alla Germania di diventare l’egemone dell’UE.
In altre parole, l’UE è stata fin da subito
costruita intorno alla Germania per soddisfare le sue esigenze.
Dopo
il crollo del blocco socialista, alla Germania è stato permesso di diventare un
egemone all’interno dell’UE e un padrone coloniale/imperiale dei Balcani (ne parleremo più avanti).
Questo
per poter assimilare rapidamente i Paesi dell’Europa orientale alle economie
occidentali (divorandoli).
E,
successivamente, per mantenere tutti i Paesi dell’UE sotto un unico centro di
influenza.
Tutto
questo è venuto meno di recente.
L’UE ha concentrato così tanto potere che la
Germania non è più necessaria per svolgere questo ruolo.
Inoltre,
per poter competere con la Cina, gli Stati Uniti sono costretti a
reindustrializzarsi e a sviluppare mercati per le loro merci.
La Germania è stata tradizionalmente un grande
fornitore di beni industriali sui mercati mondiali.
Pertanto, gli Stati Uniti devono distruggere
l’industria tedesca per eliminare uno dei loro maggiori concorrenti per i beni
industriali.
Il
crollo dell’economia europea.
Perché
scrivo così tanto della Germania?
Perché
è stata scelta come egemone dell’UE.
Quindi,
ciò che accade alla Germania ha un impatto diretto e importante sugli altri
Paesi europei.
Quindi,
la pretesa è che la Germania o l’Europa in generale stiano ancora andando bene
e vedano alti valori di borsa.
Guardate
la figura successiva:
La
Germania si sta già deindustrializzando!
A
giudicare da queste cifre ufficiali, si sta deindustrializzando rapidamente.
Lo
stesso vale per gli ordini non evasi dell’industria manufatturiera tedesca:
La
direzione è chiara.
In
Germania, le piccole e medie imprese erano la spina dorsale dell’industria.
E ora
non possono sopportare il peso dell’aumento dei prezzi dell’energia e di tutte
le normative relative alla transizione verso l’energia verde.
Stanno
morendo o stanno cercando di trasferirsi negli Stati Uniti o altrove.
Le
grandi aziende industriali, quelle quotate nel DAX (l’indice azionario
tedesco), sono in una posizione migliore per far fronte alle difficoltà,
sebbene anch’esse stiano lottando.
Tuttavia,
in una certa misura, stanno beneficiando della morte o della delocalizzazione
dei concorrenti più piccoli o di medie dimensioni.
Il che si chiama centralizzazione.
Inoltre,
la maggior parte delle grandi imprese produce anche all’estero, ma la
contabilità è basata in Germania.
Quindi,
possono ancora produrre in luoghi competitivi (non in Germania) e scrivere
cifre positive in Germania.
Spiegherò
più avanti come sarà il colpo di grazia, ma la maggior parte degli industriali
è consapevole di ciò che sta per accadere.
Quindi, portare gli indici azionari a livelli
irrealistici li aiuterà a ritirare le attività prima del crollo e a
reinvestirle in materie prime come gli immobili o l’oro.
Sono
sicuro che questi oligarchi, che detengono soprattutto azioni di industrie
tedesche, avranno informazioni privilegiate prima del crollo e agiranno di
conseguenza.
Non ne
ho le prove, ma questo è lo schema usuale.
Sono
in corso tre eventi che porteranno alla fine della Germania e quindi
dell’attuale ordine europeo:
1.
Quando la Russia avrà definitivamente sconfitto l’Ucraina, cosa che dovrebbe
avvenire entro la fine di quest’anno (se non ci saranno gravi escalation
esterne), avrà un ponte terrestre verso l’Ungheria e la Serbia.
Ciò darà a questi Paesi l’opportunità di scegliere
liberamente i mercati e i fornitori attraverso i meccanismi di un’economia di
libero mercato e non attraverso ricatti e pressioni (UE).
Dal
momento che i Paesi limitrofi dell’UE otterranno un accesso graduale a questa
nuova ancora di salvezza economica, è prevedibile che un numero maggiore di
Paesi europei sceglierà di commerciare con i BRICS, invece di essere costretti
a farlo con Paesi in cui pagano il doppio del prezzo.
Inoltre, potranno vendere i loro prodotti in
altre valute e tornare ad essere competitivi.
2. La
Germania dipende fortemente dal commercio con la Cina, sia per le importazioni
che per le esportazioni.
Per i
dati dettagliati, consultare il mio Economia e Imperi 2.
Se la Germania perdesse l’accesso alla Cina,
sarebbe un colpo mortale per l’economia tedesca.
È molto difficile immaginare come la Germania
possa sopravvivere con il suo attuale modello di business.
Ma
perché la Germania dovrebbe perdere l’accesso alla Cina?
Non è un suicidio?
Esatto.
La
Germania perderà l’accesso alla Cina esattamente come ha perso l’accesso al gas
russo a basso costo.
Gli americani hanno fatto saltare il gasdotto
Nord Stream e faranno saltare anche le relazioni e gli scambi commerciali della
Germania con la Cina.
Molto
probabilmente attraverso alcune folli regolamentazioni dell’UE che sono già in
fase di elaborazione (si vedano le tariffe statunitensi sulle auto elettriche
cinesi). E attraverso sabotatori interni come il Partito Verde tedesco.
3.
Infine, la Germania ha anche un grande mercato negli Stati Uniti.
Gli
Stati Uniti non vogliono più avere la Germania nel loro mercato, poiché
vogliono reindustrializzarsi.
Gli Stati Uniti accettano le aziende tedesche
nei loro mercati solo se queste trasferiscono la loro produzione negli Stati
Uniti.
A
parte questo, fanno di tutto per rendere le imprese tedesche non competitive,
come far saltare i gasdotti e imporre alla Germania progetti di trasformazione
ecologica del tutto irrealistici attraverso i loro sabotatori del “Partito
Verde”.
Quindi,
i tedeschi non perderanno solo il mercato americano.
Si
trasformeranno anche da produttori ed esportatori di beni a consumatori e
importatori di beni.
Soprattutto
dalla Cina a breve termine e dagli Stati Uniti a lungo termine (se questi piani
avranno successo, cosa ancora da vedere).
E, con
una Germania in crisi (forse addirittura in disintegrazione), il panorama politico e militare
europeo cambierà radicalmente.
Questa
è la differenza tra il pensiero a breve termine e la pianificazione/pensiero
strategico.
Attualmente,
le cose potrebbero essere mascherate e sembrare “a posto”, ma i grandi colpi non sono ancora
arrivati.
Arriveranno entro i prossimi tre anni.
IN
MANO A DROGATI LUDOPATICI.
Comedonchisciotte.org
- Francesco Pisanu – (02 Giugno 2024) – ci dice:
Più
pèrdono più rilanciano: vogliono la guerra mondiale.
La
caratteristica del drogato da gioco di azzardo, il cosiddetto ludopatico, è che
quando
perde, anziché accettare la malasorte, lui non si rassegna.
No,
lui prosegue verso l’autodistruzione, ossessionato dall’idea che la fortuna
prima o poi gli sorriderà.
Così
sempre più senza controllo dilapida il patrimonio, poi si indebita… fino alla
sua catastrofe esistenziale.
È
evidente che noi, europei / occidentali, siamo guidati da ludopatici, drogati
di potere ma resi pazzi dalla loro impotenza verso il fato avverso che li sta
bastonando.
Luridi
farabutti, ladri e assassini, che non stanno scommettendo il loro patrimonio
bensì il nostro, vita inclusa.
Il
loro ultimo rilancio da pokerista squinternato consiste nel mettere sul piatto
l’intervento diretto di truppe di alcuni paesi Nato e soprattutto dare carta
bianca agli ucraini per colpire con armi Nato strutture militari e produttive
in territorio russo.
Il
rischio più grave di questa prassi spregiudicata lo si è già avvertito nei
recenti attacchi ucraini alle basi di allerta precoce (early warning radar).
Queste
basi servono alla Russia per monitorare i territori circostanti con radar
potentissimi allo scopo di individuare immediatamente un eventuale attacco
missilistico nucleare e poter quindi reagire in tempo.
I russi dispongono di dieci unità di allerta e
gli ucraini ne hanno già bombardate due, senza però riuscire a comprometterne
la funzionalità.
Domandiamoci
cosa sarebbe potuto succedere se gli attacchi fossero andati a segno, con armi
di paesi Nato.
Semplicemente si sarebbe trattato di un’azione
di guerra nucleare, in quanto avrebbe reso cieco il sistema russo a fronte di
possibili attacchi nucleari del nemico.
In
siffatta circostanza la dottrina strategica russa prescrive la reazione
immediata.
Un
automatismo dettato dalla necessità di non venire sopraffatti in uno scontro le
cui sorti si decidono in pochi minuti.
“I
compulsive gambler “che ci hanno portato sull’orlo di questo abisso infernale
hanno un nome: Stoltenberg, Macron, Scholz, Tusk, Trudeau, Borrell…
Praticamente
quasi tutti i leader occidentali sono allineati sull’impostazione
criminal-ludopatica.
Una
rassegna di ignobili pokeristi che trova complemento nel ceto intellettuale:
giornalisti scrittori gente assortita dello spettacolo… un residuo umano che fa
il tifo per i fenomeni al potere.
Spregevoli
servi che glorificano la tossicomania dei loro padroni.
(Francesco
Pisanu)
(Soundtrack:
improvisation on Virtual Insanity, by f.pisanu)
Guardare
Washington
fomentare
la guerra nucleare.
Globalresarch.ca
- Paul Craig Roberts – (03 giugno 2024) – ci dice:
"Per
due anni Biden è stato assolutamente irremovibile sul fatto che nessuna arma
statunitense poteva essere usata per colpire la Russia. Ora inverte la politica
– ovvero, ha mentito.
Allora,
dov'è il respingimento? Congresso, media? Cosa c'è di più importante che
mandare il paese in guerra con una superpotenza nucleare?"
(Michael
Tracey)
I
popoli del mondo occidentale sono così completamente indifferenti da non
accorgersi che i loro politici li stanno spingendo in un conflitto diretto con
la Russia?
Sembra
che gli ungheresi siano l'unico popolo europeo che abbia un po' di buon senso.
Il
Cremlino non potrebbe lanciare avvertimenti più terribili, e in risposta i
politici occidentali idioti provocano più duramente.
Non
sono in grado di capire che stanno provocando una guerra nucleare, o stanno
cercando di provocare una guerra nucleare?
Biden,
Blinken e la NATO hanno fatto un'altra inversione a U.
I
missili a lungo raggio che l'Ucraina non ha potuto utilizzare per attacchi sul
territorio russo possono ora essere utilizzati in questo modo, ma, per ora,
solo su obiettivi militari.
Ma la
separazione tra obiettivi militari e non militari è una separazione senza
significato né sostanza.
Tutte
le guerre moderne sono attacchi contro i civili e le infrastrutture.
L'argomento
che ha portato alla rimozione delle restrizioni sui missili a lungo raggio è
che per difendere l'Ucraina deve essere in grado di utilizzare le armi fornite
da Washington per attaccare l'infrastruttura militare che la Russia utilizza
per attaccare l'Ucraina.
La
Russia attaccherà semplicemente i siti da cui viene attaccata, quindi i missili
a lungo raggio non contribuiranno in alcun modo alla difesa dell'Ucraina.
Peggio
ancora:
come
il Cremlino sa che i missili devono essere programmati con informazioni di
puntamento da parte del personale degli Stati Uniti e della NATO.
La
Russia considera i paesi responsabili dell'attacco come combattenti e bersagli.
Siamo sull'orlo dell'allargamento definitivo della guerra.
Poiché
ogni precedente no-no è diventato un sì-sì, il Cremlino deve presumere che il
divieto no-no di inviare truppe della NATO diventerà presto un sì-sì.
Se il
realismo prevale al Cremlino, questo costringe Putin ad abbandonare la sua
limitata operazione militare e a mettere fuori combattimento l'Ucraina prima
che si riempia di soldati della NATO.
Fin
dall'inizio è stato ovvio per me che l'operazione militare limitata era un
errore strategico che avrebbe permesso all'Occidente di essere coinvolto, con
la conseguenza di allargare la guerra.
Ed è proprio quello che è successo.
Siamo arrivati al punto in cui Putin sta
dicendo all'Occidente di fare marcia indietro o di rinunciare alle armi
nucleari.
Ma
nessuno in Occidente sente.
Washington
non si preoccupa degli ucraini più di quanto non si preoccupi dei palestinesi.
Il
conflitto in Ucraina è un modo per Washington di costringere la Russia a una
risposta che può essere utilizzata per giustificare un attacco USA/NATO alla
Russia.
A che
cosa serve questo?
È una
forma di suicidio per l'Occidente.
Dov'è
un leader occidentale responsabile per disperdere questa pericolosa situazione?
Perché
non ce ne sono?
Mantenere
il Donbas russo in Ucraina, dove non avrebbe mai dovuto essere messo, non vale
la guerra che si sta fomentando.
Poiché
i missili a lungo raggio non possono migliorare le prestazioni dell'Ucraina sul
campo di battaglia, il loro unico scopo è quello di essere utilizzati per
provocazioni.
Chiunque
guardi la situazione e pensa che siano necessarie più provocazioni è folle.
È
sbalorditivo vedere i leader occidentali fomentare una guerra nucleare.
Non
c'è opposizione da parte del Congresso.
Nessuno dalla stampa e dai media televisivi.
Nessuno
dai governi europei, tranne l'Ungheria.
I
popoli occidentali sono troppo spensierati per capire che sono sull'orlo
dell'annientamento.
"Siamo
a pochi centimetri dalla distruzione" - Il primo ministro ungherese
Viktor Orban.
Alcuni
che trovano la realtà troppo sconvolgente non sono d'accordo con i miei
avvertimenti su quanto siamo vicini a una guerra finale.
Ho
acquisito un nuovo riconoscimento: "allarmista"
Ma non sono l'unica persona consapevole sulla
terra.
Il dottor “Postal” del MIT comprende la
gravità della situazione, così come” Mike Whitney”, “Steven Starr”, “Gilbert
Doctorow”, “Scott Ritter” e “Viktor Orban”. Anche il sobrio e non provocatorio
Putin ora capisce che la Russia si trova di fronte a una guerra, non a
un'operazione militare limitata per liberare i russi del Donbass.
Il
primo ministro Orban afferma che ogni settimana vede sempre più segnali che
l'UE e la NATO si stanno preparando per un'azione militare.
I governi occidentali, ha concluso Orban,
"vogliono sconfiggere la Russia, vogliono ottenere il successo militare ad
ogni costo".
Il costo sarà la vita sul pianeta.
Perché l'adesione dell'Ucraina alla NATO è più
importante della massiccia perdita di vite umane e forse della vivibilità della
vita sul pianeta?
È
straordinario che il mondo occidentale non faccia nulla per fermare il
genocidio israeliano dei palestinesi, ma sia pronto a distruggere la vita
sulla terra per i confini artificiali di un paese artificiale chiamato Ucraina,
che è
conosciuto storicamente come "l'Ucraina", cioè come una provincia di
un paese più grande.
Gli
Stati Uniti cercano un "punto di svolta" in Ucraina dopo gli attacchi
russi
Orban
dice la verità.
Dice
che "la NATO è una forte alleanza difensiva creata per proteggere i suoi
Stati membri, non per intervenire in un'altra guerra".
Orban
dice che farà il possibile per evitare che l'Ungheria venga trascinata nel
vortice.
"Questa
non è la nostra guerra, e gli ungheresi non dovrebbero soffrire per
questo".
Ma
l'Ungheria, insieme a tutti i sopravvissuti e alla stessa Madre Terra e a tutte
le sue creature e piante, soffrirà per i massicci incendi, la radioattività,
forse un inverno nucleare, l'interruzione totale di tutte le catene di
approvvigionamento globale e così attraverso.
I paesi che sopravviveranno, se ce ne saranno,
saranno quelli ben lontani dalle zone di esplosione, con venti carichi di
radioattività e autosufficienti nella produzione alimentare.
Tutte
le economie che dipendono dalle relazioni globali saranno distrutte.
Il
mondo, così com'è organizzato oggi, non può sopravvivere a una grande guerra.
Come potranno essere sostenute le città di milioni di persone quando le catene
di approvvigionamento non esisteranno più?
Senza
guerra Città del Messico con i suoi 20 milioni di abitanti è quasi senz'acqua.
Posso
continuare a fare questo tipo di domande, alle quali non ci sono risposte.
Ma è
inutile.
Il
problema è che, ad eccezione di Orban e Putin, tutti i leader politici
occidentali sono impegnati in guerra senza una ragione giustificabile.
Non
c'è alcuna ragione per la guerra in corso.
L'Ucraina può esistere come stato neutrale.
Washington
può ritirare la sua presenza ai confini della Russia.
L'insensata
richiesta dei neoconservatori americani per l'egemonia degli Stati Uniti può
essere abbandonata. Qualunque siano le conseguenze dell'accettazione della
realtà, sono meglio della guerra nucleare.
Perché
nessuno nel mondo occidentale capisce la minaccia alla vita?
Qual è
la spiegazione per cui Biden si avvicina ora alla fine del suo quarto anno in
carica NON AVENDO MAI INCONTRATO PUTIN NEL TENTATIVO DI RISOLVERE LA CRISI PIÙ
PERICOLOSA DELLA STORIA UMANA?
Gli
idioti che ci governano non capiscono che le armi termonucleari di oggi essere
mille volte più potenti delle bombe atomiche che gli Stati Uniti hanno
sganciato su due città civili giapponesi.
Le armi oggi non si limitano a distruggere
grandi città, ma distruggono vaste regioni.
Steven
Starr e altri esperti hanno espresso le loro preoccupazioni sul fatto che una
guerra nucleare potrebbe riempire l'atmosfera di polvere e detriti che
bloccherebbero il sole per anni fino a quando non si sarà stabilizzato.
In
quegli anni ci può essere una stagione di crescita limitata o inesistente.
Pertanto, tutta la vita può essere la vittima.
Da una
presentazione del Dr. “Theodore Postal” , “Massachusetts Institute of
Technology”:
Il
sistema di allerta nucleare russo (EWS) ad Amir è stato danneggiato da un
attacco.
La decisione di attaccare l'EWS russo è stata
presa a Washington.
I droni sono stati guidati verso i loro
obiettivi utilizzando la ricognizione aerea e satellitare statunitense (devono
intraprendere più azioni evasive nel corso dei loro voli per eludere i sistemi
radar russi, e questo può essere fornito solo tramite informazioni di
puntamento in tempo reale fornite dagli Stati Uniti).
Gli
operatori dei droni erano probabilmente mercenari addestrati negli Stati Uniti
o truppe statunitensi fuori uniforme.
La Russia lo sa e quindi lo considera un
attacco degli Stati Uniti al suo sistema di allerta precoce nucleare.
L'attacco
è stato sconsiderato al di là di ogni comprensione.
Qualsiasi
attacco di questo tipo contro il sistema EWS utilizzato per proteggere la
Russia da un attacco nucleare può giustificare, secondo la legge russa, un
attacco nucleare di rappresaglia.
Gli
Stati Uniti/NATO/Ucraina hanno precedentemente condotto diversi attacchi con
droni contro la base aerea russa di Engels, dove la Russia tiene i suoi
bombardieri nucleari strategici a lungo raggio.
Sembra
che almeno in uno di questi attacchi, un bombardiere nucleare strategico sia
stato danneggiato.
La
base aerea di Engels si trova a centinaia di chilometri all'interno della
Russia ei droni non avrebbero potuto raggiungere la base senza le informazioni
di puntamento in tempo reale fornite dalla ricognizione aerea e satellitare
degli Stati Uniti.
I
pianificatori militari russi devono considerare questi attacchi come un
possibile preludio a un primo attacco nucleare contro la Russia da parte degli
Stati Uniti.
Anche
gli Stati Uniti e la NATO si stanno preparando a inviare F-16 in Ucraina.
La Russia ha annunciato che li considererà
sistemi d'arma nucleari e li tratterà di conseguenza, anche colpendo qualsiasi
base da cui queste armi vengono lanciate, all'interno o all'esterno
dell'Ucraina (cioè in Polonia e Romania).
Biden
oggi ha autorizzato attacchi all'interno della Russia utilizzando armi a lungo
raggio statunitensi.
Francia
e Germania hanno poi seguito gli Stati Uniti, dando la loro approvazione
all'uso di armi fornite dall'Occidente per attaccare obiettivi all'interno
della Russia.
La
situazione in Ucraina si sta aggravando al punto da essere fuori controllo.
Eppure i mass media occidentali ignorano questi eventi e l'opinione pubblica
rimane beatamente ignara del fatto che i loro leader continuano a intensificare
la guerra in Ucraina fino al punto in cui può diventare una guerra nucleare che
distruggerà tutte le nazioni e i popoli.
“Gilbert
Doctorow” spiega che il sistema di lancio russo "Dead Hand" non può
essere scoraggiato da un primo attacco.
Gilbert
Doctorow ci ricorda che i russi hanno un sistema di lancio "a mani
morte". Anche se ogni centro di comando e controllo russo venisse spazzato
via in un primo attacco contro la Russia, verrebbero lanciati missili
sufficienti a spazzare via gli Stati Uniti e l'Europa occidentale.
In
altre parole, non c'è alcun vantaggio in un primo attacco degli Stati Uniti
contro la Russia.
Doctorow
ci ricorda anche che basta un missile ipersonico non intercettabile Sarmat a
testata multipla per radere al suolo un paese delle dimensioni del Regno Unito,
e solo diversi per cancellare gli Stati Uniti dalla mappa.
Va ben oltre la follia per l'Europa e gli
Stati Uniti coltivare il proprio suicidio.
I
media nascondono tutte le informazioni al pubblico, che non è a conoscenza del fatto
che la sua esistenza è in discussione.
Ecco “Scott
Ritter” sulle probabili conseguenze degli attacchi all'interno della Russia:
Scott
Ritter ci ricorda che le armi usate per colpire all'interno della Russia devono
essere programmate dai paesi USA/NATO che le forniscono.
L'Ucraina è accessoria al processo.
La
Russia lo capisce e ha dichiarato che attaccherà i paesi responsabili.
Ecco
un riassunto del video di “Scott Ritter” fornito da un esperto che condivide la
mia preoccupazione che Washington stia spingendo il mondo verso una guerra
nucleare:
“Scott
Ritter” spiega che qualsiasi ulteriore attacco a siti strategici russi o
attacchi sul territorio russo utilizzando missili o missili da crociera
comporterà che la Russia contrattacchi tutti gli obiettivi della NATO –
all'interno e all'esterno dell'Ucraina – responsabili di tali attacchi.
"Ciò include le risorse di
ricognizione aerea statunitense: satelliti statunitensi, AWACS e droni Reaper;
include
tutti i quartier generali e le basi aeree della NATO che sono stati coinvolti
nella preparazione, nella programmazione, nel targeting e nel lancio dei
missili a lungo raggio e dei droni utilizzati per colpire il territorio russo.
Ciò
include basi in Francia, Regno Unito, Germania e possibilmente negli Stati
Uniti.
"Ritter
afferma che tali attacchi comporterebbero che le nazioni della NATO colpite da
attacchi di rappresaglia russi invochino l'articolo V della Carta della NATO,
sostenendo di essere state attaccate dalla Russia.
Ritter
dice che se gli stati membri della NATO intraprendono questa azione e si
uniscono in guerra contro la Russia, allora la Russia lancerà un massiccio
attacco nucleare contro tutte queste nazioni.
Spero
che si sbagli.
"Dato
che gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Germania hanno tutti
firmato l'uso di armi a lungo raggio contro la Russia, anche se in un'area
'limitata' della Russia, penso che siamo vicini allo scenario suggerito da “Ritter”
perché l'area 'limitata' della Russia soggetta ad attacco si espanderà.
Si
creerà una situazione in cui Putin sarà costretto a contrattaccare in modo
decisivo contro la Russia – chiameranno gli attacchi russi "aggressione
non provocata" e un atto di guerra.
"Gli
Stati Uniti e la NATO si sono nascosti dietro la menzogna che è l'Ucraina a
combattere la Russia, non l'Occidente a combattere la Russia.
Quando
le armi statunitensi, britanniche, francesi e tedesche arrivano in Ucraina,
diventano "armi ucraine" ", e quindi l'Ucraina, non l'Occidente,
è resa responsabile di tutto ciò che viene fatto con loro, qualunque obiettivo
colpiscano.
"La
Russia non accetterà più la menzogna che solo l'Ucraina, non l'Occidente, è in
guerra con la Russia.
Anche
Putin ha dichiarato che le armi ad alta tecnologia a lungo raggio sono armi
degli Stati Uniti e della NATO, programmate, gestite, guidate e lanciate dalle
truppe USA/NATO.
Gli
obiettivi sono decisi dagli Stati Uniti, non dall'Ucraina.
Le
armi devono utilizzare la guida in tempo reale della ricognizione aerea e
satellitare degli Stati Uniti, quindi la Russia distruggerà i satelliti, i
droni e gli AWAC che forniscono le informazioni sul bersaglio.
Tutte
le componenti degli attacchi alla Russia saranno prese di mira.
"La
Russia non sta bluffando. La Russia non si tirerà indietro".
È
straordinario che l'intera leadership politica del mondo occidentale stia
spingendo il mondo verso una guerra nucleare.
Perché l'Occidente cerca la propria
distruzione?
Che cosa c'è da guadagnare?
Durante
la Guerra Fredda del XX secolo, in cui sono stato intimamente coinvolto sia
come fiduciario del “Comitato sul Pericolo Presente”, sia come membro di un “Comitato
Presidenziale segreto” con l'autorità di indagare sull'opposizione della CIA al
tentativo del presidente Reagan di porre fine alla Guerra Fredda e normalizzare
le relazioni con l'Unione Sovietica, posso dire con sicurezza che anche gli
anticomunisti intransigenti cercavano di ridurre le tensioni invece di
provocare la guerra.
Quello
a cui ho assistito nel 21° secolo è la più eclatante coltivazione della guerra
da parte del governo degli Stati Uniti nella storia dell'umanità, e nessuno
nella stampa o nei media televisivi ci dice le conseguenze.
(Paul
Craig Roberts è un rinomato autore e accademico, presidente dell'Institute for
Political Economy, dove questo articolo è stato originariamente pubblicato. Il
Dr. Roberts è stato in precedenza redattore associato ed editorialista per il
Wall Street Journal. È stato Assistente Segretario del Tesoro per la Politica
Economica durante l'amministrazione Reagan. Collabora regolarmente con Global
Research”).
Il
cancelliere tedesco spinge verso
la
Terza Guerra Mondiale dichiarando
che
“l'azione difensiva dell'Ucraina
non si
limita” al proprio territorio.
Naturalnews.com – (03/06/2024) - Ethan Huff –
ci dice:
In un
completo ribaltamento di quanto affermato in precedenza, il cancelliere tedesco
“Olaf Scholz” improvvisamente sostiene il bombardamento da parte dell’Ucraina
del territorio all’interno della Russia.
Parlando
al fianco del presidente francese “Emmanuel Macron” in una recente apparizione,
“Scholz” ha cercato di sostenere che l’Ucraina ha il diritto di “difendersi”
secondo il diritto internazionale perché è stata “attaccata” dalla Russia.
Anche
se gli attacchi ucraini sul suolo russo, in particolare quelli che coinvolgono
armi prodotte dagli Stati Uniti o da altri alleati occidentali, peggiorerebbero
la situazione con Mosca, “Scholz” ritiene che debba essere consentito in modo
che Kiev possa "neutralizzare i siti militari... da dove... L'Ucraina è
attaccata."
Il
giorno dopo” Scholz” ha detto questo, il portavoce “Steffen Hebestreit” ha
chiarito che la Germania ora crede che "l'azione difensiva di Kiev non è
limitata al proprio territorio, ma [può] essere estesa anche al territorio
dell'aggressore".
Alla
domanda su quali accordi siano stati raggiunti tra Germania e Ucraina sull'uso
delle armi fornite dalla Germania per attaccare la Russia, la cancelleria ha
rifiutato di fornire ulteriori dettagli.
(la “NATO”
così come esiste attualmente è una cabala criminale globale che spinge la
pedofilia e la perversione transgender nel mondo.)
L’Occidente
vuole uno scenario game over con la Russia.
Per
mesi, la Germania ha rifiutato di inviare all’Ucraina i suoi missili “Taurus” a
lungo raggio perché “Scholz” aveva precedentemente affermato che così facendo
non avrebbe fatto altro che aggravare la situazione con la Russia.
L’unico
modo in cui un simile risultato potrebbe essere “sostenibile”, ha indicato “Scholz”,
è se Berlino riuscisse a stabilire da sola gli obiettivi.
Ciò,
però, renderebbe la Germania un partecipante diretto alla guerra, esponendo il
paese a un attacco da parte della Russia.
Ora,
all’improvviso,” Scholz” cambia rotta all’improvviso confermando che il suo
regime è “favorevole a consentire l’uso di armi occidentali contro obiettivi
all’interno della Russia”.
Le
cose sono cambiate dopo che diversi altri paesi della NATO hanno espresso
sostegno agli attacchi ucraini all’interno della Russia.
Il
segretario generale “Jens Stoltenberg” ha guidato il gruppo su questo
argomento, esortando la scorsa settimana tutti i membri della NATO a
"considerare se dovrebbero eliminare alcune delle restrizioni che hanno
imposto sull'uso delle armi che hanno donato all'Ucraina".
La
Russia ha ripetutamente indicato che qualsiasi ulteriore escalation verso
questo obiettivo rappresenterà una linea rossa, eppure l’Occidente
apparentemente non sta ascoltando.
Se
l’Ucraina utilizzasse armi fornite dall’Occidente per attaccare il profondo
territorio russo, la partita potrebbe essere finita per l’Ucraina e i suoi
alleati.
L’unico
ostacolo a tutto questo in questo momento sono gli Stati Uniti, che si mostrano
riluttanti ad approvare il cambiamento politico proposto da “Stoltenberg”.
Alcuni
all’interno dell’attuale regime, incluso il segretario di Stato americano “Antony
Blinken”, lo sostengono mentre altri no.
L’esercito
russo si sta già preparando per un’escalation mentre il portavoce del Cremlino “Dmitry
Peskov” ha lanciato un ultimo avvertimento sul cambiamento di politica che
avrebbe portato al superamento della linea rossa.
Secondo
il ministro degli Esteri russo “Sergey Lavrov”, le armi occidentali vengono già
utilizzate dall’Ucraina per colpire le infrastrutture civili all’interno della
Russia, il che significa che la linea rossa è già stata superata.
"Il
vero cancelliere della Germania è Joe Biden", ha scritto un commentatore
di” RT” spiegando perché secondo lui” Scholz “ha fatto questo improvviso
voltafaccia.
"Olaf
Scholz” è solo il barboncino di “Joe Biden”, seduto e abbaiando come detto. “Scholz”
deve ottenere l'approvazione di “Joe” prima di parlare o dovrà correggere le
sue parole pochi minuti dopo aver parlato."
Un
altro ha scherzato più o meno allo stesso modo dicendo che “Scholz” non è un
leader, ma è semplicemente un burattino che fa quello che gli viene detto.
"Olaf
è un clown, e per giunta molto patetico", ha scritto scherzosamente questa
persona.
Quanto
tempo pensi che passerà prima che la Terza Guerra Mondiale sia evidente a tutti?
(RT.com)
(NaturalNews.com)
Mentre
l’Ucraina rimane senza soldati
per
combattere la Russia, l’Europa pianifica
di
reclutare giovani europei riluttanti
per
una guerra su larga scala.
Naturalnews.com
– (3/06/2024) - Ethan Huff – ci dice:
In un
incontro di questa settimana con i ministri degli Esteri dell’Unione Europea
(UE), il ministro degli Esteri ungherese “Péter Szijjártó” ha rivelato che la
prossima fase della guerra in Ucraina comporterà probabilmente l’arruolamento
forzato di giovani europei ben al di fuori della zona di battaglia per
combattere la Russia.
Secondo
“Szijjártó”, un numero eccezionalmente elevato di vittime, unito ai problemi in
Ucraina nel reclutamento o addirittura nel reperimento di più corpi da inserire
nella macchina da guerra, significa che i “globalisti filantropi” ora vogliono che altri paesi europei si
facciano avanti per sacrificare anche i loro giovani.
"Le
vittime ucraine stanno diventando sempre più insopportabili, agli uomini
ucraini non è permesso lasciare l'Ucraina e ora vogliono arruolare in guerra i
giovani europei", ha detto “Szijjártó” in una dichiarazione alla stampa.
"E
ovviamente, poiché l'escalation colpisce per primo questo quartiere, si può
quasi chiaramente sentire l'argomentazione secondo cui i soldati dovrebbero
essere inviati prima dalla vicinanza geografica."
"Tutto
ciò significa che vogliono mandare in guerra i giovani dell'Europa centrale,
compresi quelli ungheresi, con la coscrizione obbligatoria europea".
(Sapevate che alcuni soldati israeliani
potrebbero pianificare un ammutinamento se la guerra a Gaza finisse prima che
si raggiunga la “vittoria completa”?)
L’Ungheria
dice all’UE: tieni le mani lontane dai nostri figli
Per
essere chiari, “Szijjártó” afferma di essere fermamente contrario allo sforzo
di coscrizione obbligatoria dell'UE.
Ha
detto ai media e ai governi che monitorano la situazione che è necessario
tenere "le mani lontane" dai cittadini dell'Europa centrale e dai
giovani ungheresi.
"Non
permetteremo che i giovani ungheresi siano coinvolti nella guerra perché questa
non è la nostra guerra", ha detto” Szijjártó”.
“Szijjártó”
non ha rivelato quali ministri degli Esteri o stati membri dell’UE stiano
progettando un piano di coscrizione obbligatoria, ma sappiamo dai titoli
recenti che alcuni paesi, tra cui la Francia e diversi Stati baltici, lo stanno
apertamente prendendo in considerazione.
L’establishment
dei” filantropi di sinistra di Bruxelles” ha anche parlato del potenziale
tentativo di creare una forza militare europea che possa essere chiamata in un
attimo a eseguire gli ordini dei globalisti combattendo le loro guerre su
richiesta.
"Secondo
tale proposta, potrebbe verificarsi un potenziale sforzo di coscrizione che si
applicherebbe a tutti gli Stati membri dell'UE", ha riferito” RMX.news”
riguardo all'idea.
Tieni
presente anche che le elezioni del Parlamento europeo si avvicinano presto. La
tensione derivante da questi argomenti era palpabile al recente incontro del
“Council on Foreign Relations “(CFR) a Bruxelles.
“Szijjártó”
era presente al raduno del CFR e lo ha descritto come un umore peggiorato dopo
che i massimi esponenti dell’UE hanno sollevato la questione dell’invio di
altri 6,5 miliardi di euro (circa 7,02 miliardi di dollari) al regime di “Volodymyr
Zelenskyj”.
“Szijjártó” ha detto ai presenti che questa è
una cattiva idea perché non farà altro che intensificare ulteriormente la
guerra.
"E
qui c'era un grosso pasticcio", ha detto “Szijjártó” riguardo alla
risposta che ha ricevuto a questo suggerimento.
"I
colleghi tedeschi, lituani, irlandesi, polacchi e altri si sono scagliati
contro di me su questo argomento, ma questo non ha potuto scuotere la nostra
posizione, nonostante le grida dei politici europei favorevoli alla guerra.
Pensano
che se gridano da più direzioni, allora io diciamo che va bene, va bene, però
dovrebbero già conoscerci abbastanza bene per sapere che questo non accadrà.
Nel
caso in cui ve lo foste perso, il capo dell’UE Ursula von der Leyen ha anche
proposto la creazione di una sorta di “vaccino” mentale che “proteggerà” la
struttura “democratica” dell’UE dal controllo.
“Von
der Leyen” afferma di temere la diffusione della “disinformazione” e della
“disinformazione” e quindi di voler adottare misure formidabili per impedire
agli europei di parlare liberamente di questioni “sensibili” online.
(RMX.news)
(NaturalNews.com).
Il CEO
di Doomsday, Bob Nardelli,
afferma
che l’economia americana
“è
pronta al crack.”
Naturalnews.com
– (03/06/2024) - Ethan Huff – ci dice:
Se l’economia
degli Stati Uniti fosse una gigantesca linea di faglia, allora, beh, il
rimbombo del terremoto è già iniziato.
Secondo
“Bob Nardelli”, ex capo di “Home Depot e Chrysler”, l’economia americana è
“pronta a crollare” – e lui dovrebbe saperlo, visto che ha correttamente
previsto l’apocalisse del commercio al dettaglio.
Attribuendo
la responsabilità di gran parte dei problemi attuali al presidente “Biden,””
Nardelli” teme che le cose stiano per peggiorare molto per il sistema
finanziario, soprattutto se “Biden” dovesse vincere la rielezione.
Anche
se il presidente “Trump” o “Robert F. Kennedy Jr.” dovessero vincere nel 2024,
entrambi i ragazzi avranno un compito arduo da affrontare una volta che il
castello di carte economico inizierà davvero a crollare.
"Quello
che ho visto negli ultimi tre anni e mezzo è che una serie di debacle e passi
falsi hanno creato un'enorme pressione sulle linee di faglia della nostra
economia, e sono quasi pronte a crollare", ha detto “Nardelli”.
"Chiunque
otterrà il prossimo mandato alla Casa Bianca verrà colpito da una palla da
demolizione nel tentativo di correggere i passi falsi e le spese eccessive
dell'attuale amministrazione.
Quindi ci troviamo in un momento difficile,
direi."
(Se
riesce a farla franca, il miliardario eugenetista e filantropo Bill Gates
scatenerà la “Pandemia 2” per completare il lavoro di distruzione economica
iniziato con la “Pandemia 1”, nota anche come “pandemia” del coronavirus di
Wuhan [COVID-19.”)
A meno
che le cose non cambino rotta, di’ addio alla prosperità.
Lo
scorso aprile, Nardelli ha parlato pubblicamente dei problemi che stava
affrontando il settore della vendita al dettaglio americano, avvertendo che
"vedremo molti fallimenti", ed è quello che è successo.
Da
quando Nardelli ha affermato tutto ciò, più di 5.000 negozi statunitensi hanno
chiuso nel 2023, con altri 3.600 che hanno chiuso solo nei primi quattro mesi
del 2024.
Quando
gli è stato chiesto su FOX cosa pensa della cosiddetta agenda “verde” di Biden
da quando è entrato in carica nel gennaio 2021, Nardelli ha risposto indicando
la terribile condizione dei consumatori statunitensi e delle famiglie americane
in difficoltà in generale.
"Il
gasdotto inflazionistico ha una lunga coda e l'ho visto in molti settori, sia
sulle materie prime che sulla manodopera", ha detto Nardelli,
sottolineando che la "guerra ai combustibili fossili" di Biden ha
fatto salire massicciamente i prezzi dell'energia, insieme a quelli dei generi
alimentari e gli affitti.
“È
davvero deprimente vedere l’impatto sul patrimonio netto e sui livelli di
reddito della famiglia”.
Per
quanto riguarda il leggero aumento dei salari, Nardelli afferma che questo non
è affatto sufficiente per mantenere gli americani sani e prosperi come lo erano
una volta.
"Anche
se in alcuni casi abbiamo visto aumenti salariali del 40%, questi sono stati
totalmente assorbiti dall'inflazione e dal costo della vita", ha detto.
Durante
gli anni di “Biden”, il patrimonio netto della famiglia americana media è
rimasto, nella migliore delle ipotesi, stagnante.
Ciò,
afferma” Jamie Dimon”, CEO di JPMorgan Chase, fa parte del “duro atterraggio”
che probabilmente sta arrivando per l’economia statunitense.
Questo
duro atterraggio potrebbe anche essere accompagnato dalla stagflazione, ha
detto “Dimon” alla “CNBC “, essendo questa una situazione economica
caratterizzata da un’inflazione in costante aumento e da una crescente
disoccupazione.
L’ultima
volta che l’economia americana ha assistito alla stagflazione risale agli anni
’70.
È peggio di una recessione ed è generalmente
accompagnato da un crollo del mercato azionario e da tutto ciò che è collegato
a quel mercato azionario, ad esempio 401k e risparmi pensionistici.
L'attuale
economia americana, ha detto “Dimon” in un'altra intervista, "assomiglia
più a quella degli anni '70 di quanto abbiamo visto prima".
Anche
se il mercato azionario si aggira intorno ai massimi storici, potrebbe, e
probabilmente lo farà, prendere una brutta piega che coglierà molti di
sorpresa.
L'economista americano di punta di “Citigroup”, “Andrew
Hollenhorst”, afferma che le crepe della linea di faglia nell'economia che
molti vedono potrebbero accelerare in una "palla di neve" piuttosto
rapidamente, il che garantirebbe un "atterraggio molto duro".
(Le
ultime notizie sul crollo dell’economia americana possono essere trovate su
Collapse.news.)
(DailyMail.co.uk)
(NaturalNews.com)
L'imminente
“Novus Ordo Seclorum”,
Cambiamento
che dobbiamo fare;
Non
c'è scelta!
Unz.com - ALASTAIR CROOKE – (3 GIUGNO 2024) –
ci dice:
Tentare
di usare la razionalità secolare come strumento analitico predominante per
comprendere gli eventi geopolitici può significare commettere un errore.
Durante
una visita a Oxford qualche settimana fa, “Josep Borrell,” l'Alto
rappresentante dell'UE, (scrive Walter Münchau), ha fatto un'osservazione
interessante:
" La diplomazia è l'arte di gestire due
pesi e due misure ".
“Münchau”
ha illustrato la sua intrinseca ipocrisia contrapponendo l'entusiasmo con cui i
leader dell'UE hanno sostenuto la decisione del CPI di chiedere un mandato di
arresto contro Putin l'anno scorso, e "ancora di non accettarlo –
quando colpisce un membro della tua squadra" (cioè Netanyahu).
L'esempio
più eclatante di questo doppio "pensiero" riguarda il suo correlato:
la "gestione" occidentale delle realtà create.
Viene
creato un doppio standard – una "narrazione" di noi che
"vinciamo" – e poi contrapposto a una narrazione di "loro che
falliscono".
Ricorrere
alla fabbricazione di narrazioni di vincita (invece di fare effettivamente la
vittoria)
può sembrare piuttosto intelligente, ma l'incertezza che la provocazione può
avere conseguenze impreviste potenzialmente disastrose.
Ad
esempio, le minacce deliberatamente offuscate dal “presidente Macron” di
inviare forze della NATO in servizio in Ucraina, il che ha solo contribuito a
far sì che la Russia si preparasse a una guerra più ampia contro tutta la NATO,
accelerando le sue operazioni offensive.
Invece
di dissuadere – come probabilmente intendeva Macron – ha portato un avversario
più determinato, con Putin che ha avvertito che la Russia avrebbe ucciso
qualsiasi "invasore" della NATO.
Non
era così intelligente, dopotutto...
Prendiamo
come esempio più concreto la risposta del “Presidente Putin” a una domanda
della stampa durante la sua visita in Uzbekistan:
"Questi
rappresentanti dei paesi della NATO, specialmente in Europa, ... prima ci ha
provocato nel Donbass; ci ha preso per il naso per otto anni, ci ha
deliberatamente ingannato facendoci credere che [l'Occidente] volesse risolvere
le cose pacificamente – nonostante il loro tentativo apparentemente contrario
di forzare la situazione "verso la pace" – con mezzi armati.
"Poi
ci hanno ingannato durante il processo negoziale", ha continuato Putin,
"avendo deciso a priori in segreto di sconfiggere la Russia sul campo di
battaglia – e quindi di infliggerle una sconfitta strategica. Questa costante
escalation può portare a gravi conseguenze (Putin probabilmente si riferisce a
uno scambio di missili a cricchetto che si concluderà – addirittura – con armi
nucleari). Se queste gravi conseguenze si verificheranno in Europa, come si
comporteranno gli Stati Uniti di fronte alla nostra parità di armi strategiche?
dirlo...
Vediamo
cosa succederà dopo", ha concluso.
(Questa
è una parafrasi di quella che è stata una lunga ed estesa sessione di domande e
risposte da parte del presidente Putin).
Naturalmente,
alcuni in Occidente diranno che questa è solo una "storia" russa e
che l'Occidente ha agito in modo ragionevole in risposta alle azioni di Mosca.
Il
"pensiero razionale" e la ragionevolezza sono pretenziosamente
considerate le qualità che identificano l'Occidente (ereditate da Platone e
Aristotele).
Tuttavia,
tentare di utilizzare la razionalità secolare come strumento analitico
predominante per comprendere gli eventi geopolitici può significare commettere
un errore.
Perché uno strumento così limitato costringe a
una brutale amputazione delle dinamiche più profonde della storia e del
contesto, che rischia di produrre analisi distorte e risposte politiche errate.
Tanto
per essere chiari: che cosa ha ottenuto questa diplomazia ingannevole? Ne è
derivata la completa sfiducia di Mosca nei confronti dei leader europei e il
desiderio di non avere più nulla a che fare con loro.
È
"razionale" lasciare attori come Putin a chiedersi se davvero la
Russia si trova di fronte a un Occidente determinato a "infliggerle una
sconfitta strategica", o se Washington vuole solo creare una
"narrativa vincente" in vista di novembre?
Putin
ha sottolineato (durante la conferenza stampa) che le armi a lungo raggio ad
alta precisione situate in Ucraina (come l'ATACMS) sono preparate sulla base di
"intelligence spaziale e riconoscimento", che poi viene tradotta
automaticamente nelle impostazioni appropriate del missile bersaglio (con gli agenti che forse non
capiscono nemmeno quali coordinate stanno inserendo come bersaglio).
Questo
complesso compito di preparare un missile ad alta precisione, tuttavia, non è
stato preparato da militari ucraini, ma da rappresentanti dei paesi della NATO,
ha sottolineato Putin.
Putin
sta dicendo: "Voi – europei, che fornite e gestite tali armi – siete già
in guerra con la Russia".
Cercare
di "gestire questi due pesi e due misure" non funzionerà; non si può
pretendere, da un lato, che una volta trasportate le munizioni, diventino
magicamente "ucraina", dall'altro "narrando" che la NATO –
le sue risorse di sorveglianza; i suoi tecnici ISR ei suoi gestori di missili –
non si traducono in "guerra con la Russia".
Nelle
sue risposte esplicite, Putin ha dato all'Occidente un chiaro avvertimento:
questi rappresentanti dei paesi della NATO – specialmente in Europa;
soprattutto nei paesi più piccoli, dovrebbero essere consapevoli "di ciò
con cui stanno giocando".
Eppure,
in Europa l'idea di colpire in profondità all'interno della Russia è presentata
come del tutto razionale, nonostante si sappia che tali attacchi in Russia non
cambieranno il corso della guerra.
In parole povere, Putin sta effettivamente
dicendo che la Russia può solo interpretare le dichiarazioni e le azioni
occidentali come un intento per una guerra più ampia.
Si può
dire che le stesse "doppie narrazioni" valgano anche per Israele.
Netanyahu
e il suo governo, da un lato, sono presentati come un'entità messianica, che
persegue un'apocalisse biblica.
Al
contrario, l'Occidente sostiene che sta semplicemente perseguendo la propria
comprensione razionale di ciò che è nel vero interesse di Israele, cioè una
soluzione a due stati.
Può
essere scomodo dirlo, ma lo zeitgeist "non laico, non razionalista"
di Netanyahu probabilmente riflette una pluralità di opinioni oggi in Israele.
In
altre parole, che piaccia o no – e quasi tutto il mondo non lo fa – è comunque
autentico.
È
quello che è, e non ha molto senso, quindi, elaborare politiche strettamente
laiche che semplicemente ignorano questa realtà (a meno che non ci sia la volontà di
cambiarla radicalmente con la forza, cioè imporre uno stato palestinese con la
forza).
La
realtà è che in Medio Oriente si sta verificando una prova di forza.
E
sulla sua scia – con l'uno o l'altro partito esausto – una corrente politica, o
un cambiamento nello spirito del tempo (se Israele dovrebbe riconsiderare i
diritti speciali per un gruppo di popolazione rispetto a un altro che vive su
una terra condivisa), potrebbe aprire un percorso più produttivo verso una
"soluzione", in un modo o nell'altro.
Ancora
una volta, l'insistenza su un'ottica laica e materialista invita a una lettura
errata del terreno, e può peggiorare le cose (mettendo Israele all'angolo nella
massiccia escalation sull'orlo del quale ci troviamo).
Quando
Gantz – considerato una possibile e più ragionevole alternativa a Netanyahu –
chiede alle elezioni anticipate, lo sta chiedendo, scrive” Roger Alpher” su “Haaretz”,
"di
rinnovare il contratto tra il popolo e il governo e di mobilitarsi per una
seconda guerra d'indipendenza. Secondo la nuova visione, Israele è all'inizio
di una lunga guerra sanguinosa per la sopravvivenza".
"Gantz
non è una persona laica; la sua mentalità è religiosa... Quando accusa
Netanyahu di portare secondi fini nel "sancta sanctorum", come ha
detto lui – cioè considerazioni di difesa – sta esprimendo la sua fede
religiosa nella fede della nazione.
Lo
Stato è santo, lo Stato prima di ogni altra cosa".
"Le
sue divergenze di opinione con Netanyahu stanno offuscando un ampio consenso –
tra cui “Yair Golan”,” Bezalel Smotrich”, “Yair Lapid”,” Avigdor Lieberman”, “Naftali
Bennett”, “Yossi Cohen” e il “partito Likud” con o senza Netanyahu – sul fatto
che la guerra sia la cosa L'opinione pubblica israeliana è un eroe a causa
della guerra.
Dà il
meglio di sé durante le guerre: una nazione non ha giustamente un'elevazione
spirituale più grande dell'amore per il sacrificio nel "portare la
barella", come dicono gli esperti israeliani".
In
parole povere, Gantz – come Netanyahu – non appartiene al campo laico liberale
occidentale.
Ed è
qui che entra in gioco il meme di “Josep Borrell” sulla "gestione dei due
pesi e delle due misure":
l'Europa o gli Stati Uniti possono continuare
a tollerare una visione del mondo sionista così "irragionevole", con
tutte le sue implicazioni negativo per un'egemonia statunitense sempre più
volatile?
Ebbene,
c'è una certa "razionalità" nella visione di Netanyahu, ma non è
radicata nella nostra ontologia meccanica.
Forse
anche i riferimenti biblici di Netanyahu ad Amalek (il popolo che il re Saul aveva
ordinato di annientare), toccano i nervi scoperti dell'Occidente: l'Illuminismo
Scientifico non avrebbe dovuto porre fine a quell'"altra" ontologia?
Ricordate all'Occidente i suoi "peccati" coloniali?
Il
professore “Michael Vlaho”s, che ha insegnato guerra e strategia alla” Johns
Hopkins University” e all'”US Naval War College”, ed è stato direttore del “Centro
di Studi Esteri” presso il Dipartimento di Stato, sostenendo che anche
l'America è "una religione" consumata dall'apocalisse eternamente
ricorrente, e che la guerra è il suo "rituale di purificazione" :
"I
Fondatori, i nostri "creatori", avevano immaginato più di una
nazione... Avevano anche abbozzato l'arco narrativo di un viaggio divinamente
eroico, incentrato sugli Stati Uniti come culmine (che sarà) della Storia.
Questa
è la narrazione sacra dell'”America” Fin dalla loro fondazione, gli Stati Uniti
hanno perseguito, con ardente fervore religioso, una chiamata superiore a
redimere l'umanità, punire i malvagi e battere un millennio d'oro sulla terra.
Mentre
la Francia, la Gran Bretagna, la Germania e la Russia si aggiravano per il
mondo alla ricerca di nuove colonie e conquiste, l'America è rimasta fermamente
fedele alla sua visione unica della missione divina come " Nuovo Israele
di Dio ".
Così,
tra tutte le rivoluzioni scatenate dalla Modernità, gli Stati Uniti dichiarano
di essere – nelle loro scritture – il pioniere e il pioniere dell'umanità.
L'America
è la nazione eccezionale, la singolare, la pura di cuore, la battezzatrice e la
redentrice di tutti i popoli disprezzati e oppressi: "l'ultima, la
migliore speranza della terra".
Il
presidente Biden ha pronunciato questo catechismo proprio a “West Point” il 25
maggio 2024:
"Grazie
alle Forze Armate degli Stati Uniti, facendo stiamo quello che solo l'America
può fare come nazione indispensabile... l'unica superpotenza del mondo e la
principale democrazia del mondo: gli Stati Uniti che si oppongono ai
tiranni" in tutto il mondo: stanno "proteggendo la libertà e
l'apertura".
"Siamo
di fronte a un uomo [Putin] che conosco bene da molti anni, un tiranno brutale.
Non possiamo - noi - e non lo faremo - non ce ne andremo".
Questo
è il catechismo della "Religione Civile Americana"; Il professor “Vlahos”
spiega:
"Agli
occhi del mondo, tutto questo può sembrare un rituale di vanità egoistica,
eppure la religione civile è l'articolo di fede nazionale per gli americani.
È la
Sacra Scrittura, che prende forma retorica attraverso ciò che gli americani
devono alla Storia.
"La
religione civile americana è indissolubilmente legata alla Riforma, al
cristianesimo calvinista e alla sanguinosa storia del protestantesimo, con la
narrazione sacra dell'America plasmata e battezzata attraverso il primo e il
secondo Grande Risveglio del paese.
Anche
se la sua lettura delle Scritture divenne secolare nell'era progressista, la
religione americana rimase ancora legata alle sue radici formative.
In effetti, anche la nostra contemporanea
"Chiesa di Woke" non può sfuggire ai suoi originari tuberi cristiani
calvinisti.
Dal
2014, una nuova setta in rapida crescita – "La Chiesa di Woke" – ha
cercato di trasformare e possedere pienamente la religione civile americana,
per regnare come fede successore.
Ironia
della sorte, il fervore del suo evangelismo incanala il post-millenarismo del
Primo Grande Risveglio, il cui messianismo è stato codificato nel “Novus Ordo
Seclorum” (Nuovo Ordine delle Ere)".
Qual è
il punto?
“Hubert
Védrine”, ex ministro degli Esteri francese e segretario generale della
presidenza francese sotto il presidente Mitterrand, afferma che l'Occidente
(vale a dire, abbracciando anche l'Europa) – i "discendenti della
cristianità [latina]" – è "consumato nello spirito del proselitismo
".
"Che
il "va' ed evangelizza tutte le nazioni" di san Paolo è diventato
"va' e diffonde i diritti umani in tutto il mondo"...
E che questo proselitismo è profondamente
radicato nel nostro DNA: "Anche i meno religiosi, totalmente atei, hanno
ancora questo in mente, anche se non da dove vengono".
È
questo il nervo scoperto?
"Gli
Stati Uniti come il nuovo Israele" – secondo il racconto del professor “Vlahos”
– che non può essere guardato direttamente negli occhi? Ma se ci guardiamo allo
specchio, è questo che vediamo?
"Questa
è di gran lunga la questione più profonda e importante che l'Occidente deve
affrontare", afferma “Védrine”.
È
capace di "accettare l'alterità, che può vivere con gli altri e accettarli
per quello che sono... un Occidente che non fa proselitismo, e non
interventista?", si chiede.
Al che
lui ribatte: "Non c'è scelta ". Assolutamente no...
"Non
diventeremo i padroni del 'mondo che verrà'. Così siamo costretti a pensare
oltre; siamo costretti a immaginare un nuovo rapporto per il futuro tra il
mondo occidentale e il famoso “Sud del mondo".
"E
cosa succede se non riusciamo ad accettarlo?
Allora continueremo ad essere emarginati –
sempre più tagliati fuori dal resto del mondo – e sempre più disprezzati per il
nostro malriposto senso di superiorità".
(Il Novus Ordo Seclorum è latino – 'un
nuovo ordine delle età'. La frase è uno dei due motti latini sul retro del”
Gran Sigillo” degli Stati Uniti. L'altro motto – Annuit cœptis – si traduce
come "Egli favorisce (o ha favorito) le nostre imprese").
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