La libertà di opinione non viene accettata.
La
libertà di opinione non viene accettata.
Salvini
elogia Trump dopo scontro
con Zelensky: “Forza”.
Meloni:
“Divisioni ci indeboliscono.”
Msn.com
– fanpage.com - Giulia Casula – (28-2- 2025) – ci dice:
Salvini
elogia Trump dopo scontro con Zelensky: “Forza”. Meloni: “Divisioni ci
indeboliscono.”
"Obiettivo
pace, basta con questa guerra! Forza Donald Trump".
Sono le parole di Matteo Salvini dopo lo
scontro tra il presidente degli Stati Uniti e il premier ucraino Volodymyr
Zelensky.
Il
leader della Lega ha elogiato il tycoon condividendo sul suo profilo” X” il
video della lite alla Casa Bianca.
Nell'incontro
dentro lo Studio Ovale il presidente americano ha rivolto dure parole nei
confronti di Zelensky accusandolo di non essere riconoscente verso gli Usa e di
"non avere le carte di mano" per un accordo.
"Dovete
ringraziarci", ha detto.
"State
giocando con le vite di milioni di persone, giocando con la Terza guerra
mondiale, quello che stai facendo è una mancanza di rispetto per il nostro
Paese".
In
tarda serata sono arrivate anche le dichiarazioni della presidente del
Consiglio. "Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e
favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà.
Non del suo potere o della sua influenza, ma
dei principi che l'hanno fondata, primo fra tutti la libertà.
Una divisione non converrebbe a nessuno",
ha detto Meloni.
"È
necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per
parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a
partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle
che saremo chiamati ad affrontare in futuro.
È la proposta che l'Italia intende fare ai
suoi partner nelle prossime ore", ha aggiunto.
Quanto
accaduto tra Washington e Kiev ha scatenato la reazione indignata delle
opposizioni, che si sono scagliate contro il presidente americano.
"Trump ha scelto di stare con Putin, ha
umiliato con violenza inaudita un popolo aggredito da un dittatore in
un'imboscata che è puro bullismo istituzionale contro il Presidente Zelensky.
Il governo italiano esprima solidarietà e
sostegno al popolo ucraino e al suo presidente.
Giorgia Meloni non può più procrastinare la
scelta:
o con
Trump, i suoi miliardi e i suoi interessi economici o con la democrazia e
l'Europa", ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein.
Il
ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che si tratta di "un momento
di grande tensione, per questo bisogna tenere i nervi saldi, reagire con grande
calma e vedere quale sarà l'evoluzione dopo questo colloquio, che certamente
non è andato bene", ha dichiarato ai microfoni di Radio Uno
.
"Vediamo come si sviluppa la situazione anche della trattativa che ci
dovrà essere tra Stati Uniti, Russia, anche l'Ucraina ci dovrà essere, ed anche
l'Europa, che deve essere unita e parlare con una voce sola.
È un passaggio delicato, dobbiamo essere molto
prudenti", ha aggiunto.
Secondo
Giuseppe Conte "andava assolutamente evitato lo scontro che è avvenuto
alla Casa Bianca a favore di telecamere: rischia di avvantaggiare Putin, nel
complesso negoziato che è stato avviato.
Questo negoziato deve essere affrontato e
portato avanti tutelando duramente ed efficacemente le ragioni dell’Ucraina,
che rimane il Paese aggredito", ha scritto su “X” il leader del Movimento
5 Stelle.
"Anche
per questo occorreva un'Europa forte e in prima linea per i negoziati di pace e
non un'Europa subalterna a Washington, che ha inseguito in questi anni la folle
strategia dell'escalation militare e delle armi a oltranza.
Una
strategia fallimentare che ora condanna l'Europa e l'Italia a una totale
irrilevanza davanti a questi sviluppi.
Con
un’aggravante per il nostro Paese: di Meloni si sono perse proprio le
tracce", ha concluso.
Come
Schlein, anche il leader di Azione Carlo Calenda ha parlato di bullismo per
definire l'atteggiamento tenuto da Trump e dal suo vice Jd Vance.
"Bulli
che aggrediscono nello studio ovale, davanti alla stampa, un leader coraggioso
che guida un popolo che difende la sua libertà dall’aggressione di un dittatore
assassino.
A
questo sono ridotti gli USA oggi.
I
leader europei dovrebbero mostrare meno compiacenza e più forza.
I bulli si affrontano così. #StandWithUkraine
oggi e sempre", ha scritto su “X”.
"Qualcuno
immaginava che Zelensky sarebbe stato remissivo e arrendevole.
Ma ha
chiaramente detto che prima si definiscono le condizioni di sicurezza
dell’Ucraina (e dell’Europa) e poi si parla di business", ha commentato
Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato.
"Ora
non può essere lasciato solo, e l’Europa deve assolutamente fare la propria
parte.
E, in
proposito, dopo quello che è successo la premier Meloni non può rifugiarsi nel
silenzio.
Dopo
che Tusk e Macron sono usciti per stigmatizzare e prima del vertice di Londra
lei rimane silente senza chiarire in Parlamento?", ha aggiunto.
"Lo
diciamo da mesi. Ma dopo quello che è successo questa sera alla Casa Bianca, è
più urgente che mai la costruzione di una Unione Europea vera, seria, Politica.
Senza Politica, con la p maiuscola, il mondo rischia l'impazzimento.
Sveglia,
Europa", ha scritto il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
"Nello
studio ovale è andata in scena la rappresentazione plastica del bullismo
diplomatico con cui la nuova amministrazione americana intenderebbe governare
il mondo.
Trump
bullizza e umilia Zelensky e attraverso di lui il popolo ucraino che da tre
anni resiste alla violenta aggressione russa, difendendo i confini e con essi i
valori dell’Europa", ha commentato il segretario di +Europa, Riccardo
Magi.
"Cosa
ne pensa Meloni dell’atteggiamento indegno del suo amico Trump verso Zelensky?
La
premier condannerà l’atteggiamento del presidente americano o fuggirà anche
stavolta facendo finta di nulla?", ha domandato.
Per
l'europarlamentare Pd Matteo Ricci, lo spettacolo messo in piedi oggi da Trump
è un esempio di "arroganza al potere".
"Altro
che buon negoziatore.
Trump
in diretta tv manca di rispetto a una intera nazione, attaccando frontalmente
il suo presidente.
Risultato?
Saltano
gli accordi e Putin si rafforza.
Cosa ne pensano Meloni e gli amici italiani di
Trump", ha chiesto il dem.
"Uno spettacolo indegno e spaventoso il
presidente Usa che si comporta da bullo contro il presidente di un paese
europeo invaso e martoriato", ha aggiunto
Debora Serracchiani.
"Anche
Meloni dovrebbe essere preoccupata e capire che l'unica sponda solida è la
nostra Europa.
Trump
e Putin sono sempre più vicini e sembrano sempre più simili.
Confidiamo in noi e nelle forze americane che
credono nella democrazia e nella libertà".
"Donald
Trump ha invitato il Presidente Zelensky alla Casa Bianca credendo di
intimidire il presidente ucraino.
Pensava che fosse un rituale farsa, e invece
Zelensky si è presentato lì da vero capo di Stato in difesa dei diritti del suo
paese", ha dichiarato Ivan Scalfarotto, senatore e responsabile Esteri di
Italia Viva.
"Trump,
con fare da bullo, voleva imporre le sue condizioni di pace, ma non ha
considerato il coraggio e la fermezza di Zelensky.
Che
sia un esempio anche per l'Unione Europea tutta.
Bisogna
agire uniti e senza cedere ai ricatti. Cominciamo dalla piazza per l'Europa
nelle città italiane".
"Dopo
le oscenità su Gaza, ora l'intimidazione, la minaccia, l'umiliazione in
mondovisione del leader del popolo ucraino, popolo aggredito.
L'Europa
ora deve proporre un'idea di pace, di giustizia, di libertà, di relazioni
internazionali che non lasci il campo a queste di Trump", ha scritto su “X”
Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri nella segreteria nazionale del Pd.
Anche per Enzo Amendola quanto accaduto oggi
rappresenta "un'aggressione diplomatica vergognosa in diretta tv.
Rispetto per un popolo aggredito e solidarietà
a una nazione invasa sono merce rara per Trump.
Alla
Casa Bianca il mondo alla rovescia:
i più forti che colpiscono solo i deboli.
Nel
silenzio degli alleati di Trump in Italia", ha scritto il capogruppo
democratico nella commissione Esteri della camera.
"Due
parole al presidente americano Donald Trump: sei un pericolo per la democrazia.
Noi stiamo con l’Ucraina, per la pace e per
l’Europa", ha commentato Sandro Ruotolo, componente della segreteria
nazionale del Pd ed europarlamentare.
Bavaglio
in Romania – Georgescu
“Libero” Ma Silenziato.
Conoscenzealconfine.it
– (28 Febbraio 2025) - Andrea Tomasi – ci dice:
Il
politico che non piace viene silenziato. Succede in Romania, nel cuore
dell’Unione europea.
“Călin Georgescu”, il candidato che
aveva vinto il primo turno delle elezioni presidenziali (poi annullate per
presunte interferenze russe) è stato liberato (dopo esser stato arrestato) ma
con una serie di limitazioni.
L’arresto
ha lasciato sotto shock i due milioni di romeni che lo hanno votato. Georgescu è sotto indagine per
rovesciamento dell’ordine costituzionale e diffusione di informazioni false.
Il
Leader Politico è Diventato “Osservato Speciale.”
Georgescu,
dopo un interrogatorio di cinque ore, adesso è a piede libero ma osservato
speciale.
È stato messo sotto controllo giudiziario per
60 giorni. Il che significa che non può lasciare il Paese.
Inoltre
non può avere rapporti diretti con i media e non può accedere ai suoi account
social.
Le Elezioni
Annullate e il Bavaglio: il Mutismo Europeo e la Reazione dell’Amministrazione
Trump.
Insomma
si tratta di un bavaglio che non può non far discutere nell’Europa dei diritti.
Silenziato lui e ignorata (o quasi) la sua
vicenda sulla grande stampa europea.
A non ignorare e anzi a mettere sotto i
riflettori questa anomalia è l’amministrazione americana a guida repubblicana.
Il
vicepresidente “JD Vance” aveva fatto notare che l’annullamento del voto in
Romania rappresenta la non-condivisione dei valori promossi dagli Stati Uniti,
mentre Elon Musk (a capo del Dipartimento dell’efficientamento governativo, ma
super presente nel panorama globale con il suo social X) ha etichettato il
giudice capo della corte suprema romena come un “tiranno”.
I Suoi
Sostenitori: Uomo Politico che Dà Fastidio e Quindi da “Disinnescare”
Georgescu,
espressione della destra del Paese, lontano dalle politiche della Nato, è stato
una vera sorpresa nelle elezioni.
Quando
è risultato vincitore nel confronto elettorale, è stato detto che una grande
spinta è arrivata da “Tik Tok”, il social Made in China, dove conta più di 300
mila followers.
Troppo
vicino a Pechino e a Mosca: personaggio da disinnescare.
I suoi
sostenitori, che in queste ore protestano, parlano di complotto, di un disegno
per farlo fuori dopo l’annullamento del voto.
Vedremo
quali saranno gli sviluppi.
Difficilmente l’esponente della destra del suo
Paese – fermato dalla polizia di Bucarest – avrà il tempo per togliersi di
dosso certe macchie.
La
Romania – ricordiamo – è un Paese strategico nella geopolitica: ospita basi
Nato e confina con l’Ucraina.
(Andrea
Tomasi)
(byoblu.com/2025/02/27/romania-georgescu-libero-ma-silenziato-vietato-parlare/).
La
cospirazione
del
"razzismo."
Unz.com
- Andrew Anglin – (28 febbraio 2025) – ci dice:
Il
termine "razzismo" insieme a termini come "supremazia
bianca" è stato usato selvaggiamente per oltre un decennio.
Incredibilmente,
il termine "razzismo" non è stato definito in modo serio, ma
l'implicazione del termine è che ci sono persone che odiano le persone per
nessun'altra ragione se non "il colore della loro pelle".
Non ha molto senso che qualcuno provi questa
emozione, ma il numero di persone che provano questa emozione, e il motivo per
cui hanno questa emozione, non è qualcosa che è stato indagato.
Ci viene semplicemente detto che molte
persone, in realtà tutti i bianchi, hanno questa emozione, e devono essere
fermati.
Molte
persone che indagano su questo fenomeno del conflitto razziale che
all'improvviso è diventato la questione più importante del mondo hanno
sottolineato che i media mainstream hanno iniziato a usare questi termini
abbondantemente dopo la crisi finanziaria del 2008 e l'inizio del movimento “Occupy
Wall Street”, quando l'élite bancaria aveva motivo di tentare di dividere la
popolazione per paura che destra e sinistra possano essere unite dietro un
movimento anti-banchiere.
I
media hanno iniziato a parlare costantemente della minaccia del razzismo, e poi
la popolazione, facilmente influenzata com'è dall'isteria dei media, ha
iniziato a credere che il razzismo fosse il problema centrale della società.
Alcuni
grafici sembrano parlare da soli.
È uno
stratagemma astuto, certo.
Mentre
la corruzione delle banche e del governo che lavora per loro è un problema che
potrebbe essere risolto, le persone che hanno uno stato emotivo segreto non è
qualcosa che può mai essere risolto.
Puoi
cercarlo per tutta l'eternità.
Reindirizzando
l'attenzione del pubblico su questo tipo di spettro, hai annullato la minaccia
che potrebbe unirsi in opposizione a un problema del mondo reale che ha una
soluzione nel mondo reale.
Il
fatto che i media hanno creato un panico morale di massa su questa segreta
emozione di "razzismo" è affascinante, ma nonostante ciò che molti a
destra sosterrebbero, non racconta l'intera storia del conflitto razziale in
America.
Una cospirazione
segreta dei suprematisti bianchi?
Una
delle cose che i promotori del razzismo dei media hanno fatto è stato
sottolineare che i neri sono imprigionati a un tasso molto più alto dei
bianchi.
Hanno
anche sottolineato che i neri hanno un reddito medio molto più basso dei
bianchi.
Ciò
che sostenevano era che l'unica spiegazione possibile per queste differenze nei
risultati sociali era il "razzismo".
La premessa di base, che di solito non veniva
dichiarata, era che "tutti sono uguali".
Se
ogni persona di ogni razza ha le stesse capacità, allora se i risultati sono
diversi, ci deve essere un diabolico complotto segreto da parte dei bianchi per
trattenere i non bianchi.
Sfortunatamente,
quelli di destra si sono rifiutati di rispondere con l'ovvia spiegazione del
perché i neri e le altre razze hanno risultati peggiori dei bianchi, ovvero che
sono biologicamente diversi dai bianchi, e quindi non ci si può aspettare che
abbiano gli stessi risultati.
Se non
sei disposto a dichiarare questa realtà ovvia perché hai paura di essere
chiamato "razzista", allora non c'è modo di rispondere alle
affermazioni fatte dai promotori del razzismo.
Se
tutte le persone sono esattamente uguali, allora è semplicemente un fatto che
se hanno risultati diversi, l'unica spiegazione è che c'è una cospirazione
segreta contro di loro.
Tuttavia,
non ha senso che le diverse razze siano esattamente le stesse.
Non hanno lo stesso aspetto.
Hanno
storie decisamente diverse.
Perché
dovrebbero avere le stesse capacità intellettuali o la stessa propensione alla
violenza?
Nessuno
lo ha mai spiegato, e invece ci viene semplicemente detto che sarebbe molto
maleducato e offensivo parlarne.
È estremamente anti-intellettuale affermare
che, poiché una verità è dolorosa, dovrebbe essere nascosta, ma anche se si è
estremamente preoccupati di evitare di ferire i sentimenti di qualcuno, non
potrebbero facilmente sostenere che la negazione della differenza tra le razze
ha portato a molto più dolore di qualsiasi sentimento sarebbe ferito
riconoscendolo?
Inoltre,
l'affermazione che c'è una cospirazione razzista segreta, che i bianchi che
hanno fatto così paura di essere chiamati "razzisti" da consegnare la
loro intera società a una folla di sinistra stanno complottando segretamente
per ferire i neri per pura cattiveria, e inoltre che è impossibile scoprire
provare di questa cospirazione, è un po' scandaloso, non è vero?
Appoggiare
tutta la vostra visione del mondo sulla teoria di una cospirazione di massa che
non può essere rintracciata non ha senso, eppure questo è stato permesso a
causa della cultura del silenzio intorno alla questione delle differenze
razziali.
Al
fine di spiegare la necessità di questa massiccia cospirazione di ferire i
sentimenti dei non bianchi o la cattiveria, la teoria avanzata del razzismo ha
avuto l'idea che i bianchi siano razzisti senza nemmeno sapere di esserlo.
Sono
programmati come i candidati della Manciuria da forze non specifiche con un
desiderio di fondo di odiare le persone per il colore della loro pelle, senza
una ragione specifica.
Sembra
ancora più stupido, no?
La
razza è molto ovvia.
Le
persone sono consapevoli che le persone intelligenti tendono ad avere figli
intelligenti.
Sono consapevole che le persone alte tendono
ad avere figli alti.
Sono
consapevoli che i tratti genetici sono ereditabili.
Quindi,
perché allora tra i gruppi genetici non dovrebbero condividere i tratti?
Oh, ma
hanno dei tratti in comune.
Gli africani hanno la pelle nera, ad esempio,
un tratto condiviso tra la loro coorte genetica.
Hanno
nasi più grandi e piatti, hanno crani di forma diversa, sono più veloci, hanno
più massa muscolare magra, hanno livelli più alti di testosterone libero.
Se c'è
una cospirazione suprematista bianca per tenere i neri fuori dalla “Ivy League”,
sembra che ci sarebbe bisogno anche di una cospirazione suprematista nera per
tenere i bianchi fuori dall'”NBA”.
In
effetti, la differenza nel colore della pelle rivela la verità sulla differenza
nelle capacità intellettuali.
Le pressioni biologiche in Africa, dove il
sole è molto caldo, sono diverse da quelle dell'Europa, che è stata ricoperta
di ghiaccio per gran parte della sua storia.
I neri
hanno sviluppato la pelle scura perché questo è molto utile per le persone che
sono fuori al sole tutto il giorno.
La
ragione per cui i neri venivano portati come schiavi è che era molto più facile
per loro lavorare al sole tutto il giorno in una piantagione del Sud, perché
erano geneticamente adattati al sole in un modo che i bianchi non lo sono.
Nell'epoca
preistorica, prima che la tecnologia fornisse alle persone un facile conforto,
gli esseri umani dovevano preoccuparsi di soddisfare i loro bisogni primari di
cibo e calore, prima di ogni altra cosa.
In un luogo senza inverno, non devi
preoccuparti di morire congelato.
Inoltre,
il cibo è molto abbondante, tutto l'anno.
Ciò significa che i neri non avevano bisogno
dell'intelletto per fare piani per evitare di congelarsi, le capacità di
accumulare abbastanza cibo per l'inverno, quando non ci sarebbe stato cibo
disponibile.
Se una persona in Europa non riuscisse a fare
questi piani, morirebbe e verrebbe rimosso dal pool genetico, e quindi solo
coloro che hanno l'intelligenza necessaria per pianificare e attuare una
strategia per superare l'inverno vivrebbero per vedere i loro geni trasmessi
alla generazione successiva.
L'inverno europeo ha avuto un modo per
rimuovere dal pool genetico coloro che avevano l'intelligenza più bassa.
Nel
frattempo, l'Africa aveva un modo per rimuovere dal pool genetico coloro che
non riuscivano a correre più veloce di un leone.
Tutto
questo dovrebbe essere molto ovvio, e dovrebbe essere qualcosa che un bambino
intelligente potrebbe funzionare logicamente senza che glielo spieghi, se gli
venisse chiesto di analizzare perché i neri hanno prestazioni medie così basse
in una società sviluppata rispetto ai bianchi.
L'altra
ragione per promuovere le teorie del "razzismo"
Mentre
i dati sui media che promuovono l'irrisolvibile questione delle differenze
razziali come una cospirazione suprematista bianca al fine di impedisce che la
questione risolvibile della corruzione dell'élite venga affrontata sono
convincenti, c'è un'altra ragione per cui i media hanno iniziato a promuovere
questa isteria artificiale sul razzismo quando lo hanno fatto, ed è perché
durante questo periodo, c'è stata una massiccia spinta per i bianchi ad
accettare l'immigrazione sostitutiva da paesi non bianchi.
La
quantità di immigrazione a cui abbiamo assistito negli ultimi 20 anni,
praticamente tutta da paesi non bianchi, è totalmente sorprendente.
In circostanze normali, nessuno lo
tollererebbe, ma lo sviluppo della teoria del "razzismo", della
teoria secondo cui chiunque riconosce le differenze razziali è ontologicamente
malvagio, ha creato una situazione in cui i bianchi hanno paura di parlare.
Quando
parlano, rimangono con argomenti flaccidi sul fatto che non sono
"razzisti", e non sono contrari all'essere sostituiti con persone di
colore, semplicemente si oppongono all'immigrazione "illegale" senza
restrizioni.
Questo ovviamente non è vero.
I bianchi che sono infastiditi
dall'immigrazione sono infastiditi da ragioni relative alle differenze razziali
delle persone che arrivano.
Tutti i somali, per esempio, che hanno invaso
gli Stati Uniti dagli anni '90, sono stati portati qui "legalmente".
Nessuno
preferirebbe un somalo "legale" a una casalinga "illegale",
e se esistesse una cosa come un norvegese "illegale", la gente non
parlerebbe affatto di un afflusso di norvegesi.
Picchiare
le persone sulla testa con immagini di "persone malvagie" che
"odiano il colore della pelle" ha neutralizzato l'opposizione
all'agenda di sostituire razzialmente i bianchi con i non bianchi.
È
interessante notare che sono gli stessi banchieri di Wall Street, le élite
aziendali e i funzionari governativi che volevano che la gente smettesse di
parlare della” corruzione delle élite”, seppellendoli nell'isteria razziale,
che volevano inondare l'America di non-bianchi in primo luogo.
Hanno
diverse ragioni per questo.
La
ragione più ovvia è che inondare il mercato dell'operatività a basso costo
abbassa i salari.
Se i
salari reali fossero rimasti statici dalla metà degli anni '70, i lavoratori di
McDonald's nel 2025 sarebbero pagati vicino ai 50 dollari l'ora, e il modo più
grande in cui questi salari sono stati abbassati artificialmente è stato quello
di portare immigrati non bianchi dai paesi poveri.
Una
ragione più grande e forse più esoterica è la spinta tra le élite a
omogeneizzare l'intera popolazione globale, a distruggere le differenze tra le
persone, al fine di creare una sorta di sistema mondiale unico.
Dopotutto,
se non ci sono differenze demografiche tra le nazioni, allora qual è lo scopo
delle nazioni?
Potremmo
anche avere un unico sistema mondiale per prevenire guerre e abusi da parte di
"nazioni canaglia".
È estremamente
spiacevole che un programma di ingegneria sociale così massiccio e distruttivo
possa basarsi su qualcosa di così stupido come l'affermazione che "tutte
le razze sono uguali e chiunque la pensi diversamente è malvagio e vuole ferire
persone innocenti per pura meschinità."
Ma è quello che è successo.
E ora siamo entrati nelle fasi finali di
questo programma, poiché i bianchi sono una minoranza in America e i bambini
bianchi una minoranza praticamente in ogni capitale dell'Europa occidentale.
Le
persone dovranno solo superare la paura di essere insultate.
Per
cercare di cambiare questa situazione, le persone dovranno sentirsi a proprio
agio con l'essere etichettate come "razziste" per aver riconosciuto
le differenze razziali.
Non c'è modo di combattere contro questo
schema per sostituirci senza affrontare il fatto che no, non tutte le razze
sono uguali.
È
stato incoraggiante vedere la resistenza contro il piano di “Elon Musk “a
sostituire i lavoratori bianchi americani con gli indiani.
C'è stato un tempo, non molto tempo fa, in cui
“Musk “spiegava semplicemente che questi immigrati erano stati portati
"legalmente" sarebbe stato sufficiente per mettere a tacere qualsiasi
critica conservatrice al suo programma di sostituzione razziale, ma questa
volta le persone erano disposte a dire "Non mi interessa se è legale, non
voglio quelle persone nel mio paese".
Detto
questo, la maggior parte delle persone ha ancora paura di dire che le persone
di colore sono incompatibili con la società occidentale a causa della loro
genetica, e sembra ancora che siamo molto lontani da questo.
Ma
queste cose possono cambiare rapidamente.
E con “Trump
“che sta davvero duro andando contro molte delle vacche sacre della sinistra,
sembra che ora sia il momento di scivolare con le idee relative alla razza.
Anche
se i conservatori hanno seguito la narrativa del "non sono razzista,
ma", guidati dai cosiddetti "conservatori ebrei" come “Ben
Shapiro”, molte delle idee della sinistra che sono state adottate dalla destra
sono ora messe in discussione, e sembra che ci sia meno paura di ferire i
sentimenti della gente mentre la situazione diventa sempre più terribile per
gli americani bianchi.
La
maggior parte della storia umana è stata definita dalla violenza fisica su
larga scala, quindi è davvero straziante guardare agli ultimi decenni in
America, quando la paura di una sorta di "violenza emotiva" è
diventata sufficiente per le persone per permettere che il futuro dei loro
figli venisse loro rubato.
I
bianchi sono diventati incredibilmente morbidi, e questo dovrà cambiare se
vogliamo invertire la rotta mentre precipitiamo in una spirale verso il basso.
La
speranza è che l'"antirazzismo" da cui siamo stati inondati negli
ultimi decenni sia per lo più un retaggio dell'”ideologia utopica dei baby
boomer”, e che man mano che i giovani hanno più influenza sulla società, questo
pensiero utopico comincerà a svanire.
Affinché ciò accada, tuttavia, le persone
dovranno essere coraggiose e iniziare a iniettare idee sulle differenze
razziali nel discorso pubblico.
Trump-Zelensky,
alla Casa Bianca
la
realtà capovolta in tre punti chiave.
Msn.com
- REDAZIONE – Fabio Insenga – (1 – 03- 2025) – ci dice:
(Adnkronos)
– Del clamoroso confronto di venti minuti nello Studio Ovale alla Casa Bianca
tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky resteranno alla storia frasi mai
ascoltate prima in un confronto fra leader e toni mai così lontani dalle
abitudini diplomatiche.
Si è
parlato, comprensibilmente, di fine della diplomazia, di agguato premeditato,
di cinica strategia negoziale.
Ci sono però almeno tre punti chiave emersi
dallo scontro di venerdì che costituiscono un vero e proprio capovolgimento
della realtà.
Il primo, il più evidente, riguarda lo spazio
negoziale dell'Ucraina e del presidente Zelensky.
Quel 'non hai carte da giocare' ripetuto più volte è
per Donald Trump la premessa per arrivare a sostenere che si può arrivare alla
pace solo attraverso la resa, di fatto incondizionata, di Kiev.
L'accordo
è sul tavolo ma è scritto secondo le condizioni concordate con Vladimir Putin
direttamente da Trump.
All'Ucraina
non resta che una possibilità: accettare.
E,
come conseguenza, la fine della guerra a qualsiasi condizione, anche quelle
imposte da Putin.
Non
conta quello che è accaduto dal 24 febbraio 2022 in poi, non contano i morti,
non conta la devastazione, non conta la sofferenza di un intero popolo
schiacciato dalla potenza militare di un invasore.
Il secondo, che al primo si lega sia come
causa sia come effetto, riguarda il ruolo degli Stati Uniti.
'Senza di noi, sei finito', è il senso di una
serie di frasi che partono da una guerra che sarebbe finita in due settimane
senza l'appoggio degli Stati Uniti, passano per la rinnovata censura al
sostegno, economico e militare, garantito dall'amministrazione Biden a Kiev, e
arrivano allo snodo principale della svolta trumpiana:
la Casa Bianca è un arbitro tra Russia e
Ucraina, non esiste più un aggressore e un aggredito.
Saltano, nella rappresentazione trumpiana
della realtà, tutte le ragioni che per tre anni hanno spinto l'Occidente a
stare dalla parte dell'Ucraina e di Zelensky.
Il
terzo punto chiave riguarda il ruolo dell'Europa.
Semplicemente,
nella rappresentazione che va in scena nello studio Ovale, non esiste.
Non
c'è spazio, nell'approccio sempre più orientato a una transazione commerciale
del tycoon americano, per il disturbo di un terzo soggetto che non siano i due
giocatori e l'arbitro.
Come
se non ci fosse di mezzo l'elemento geografico e geopolitico a definire gli
interessi strategici ed economici di un intero continente.
Come se la sicurezza dell'Europa non sia
strettamente legata a come finisce la guerra in Ucraina e cosa sarà della
libertà di movimento di Putin.
Come
se l'Ucraina non fosse un pezzo di Europa invaso da chi l'Europa la vorrebbe in
buona parte riassorbita in un perimetro che possa riprodurre lo spazio
dell'Unione sovietica.
Quello
che non è successo, la mancata firma dell'accordo sulle terre rare, rappresenta
bene il senso di quello che è successo.
La firma su quell'accordo, nella testa di
Trump, doveva essere la firma sua una resa incondizionata.
Il primo passaggio necessario a consegnare il
destino dell'Ucraina prima nelle sue mani e poi, in una estensione a quattro
mani, in quelle sue e di Putin.
Con
l'Europa a guardare.
A
partire dal vertice di Londra di domani, l'Occidente senza Stati Uniti, con
l'Europa e il Regno Unito a guidare, dovrà provare a cercare e trovare una
risposta. (Fabio Insenga).
La
svolta.
Theburningplatform.com
– Robert Gore – (1-3-2025) – ci dice:
(Straight
Line Logic)
Questo
funziona o è una rivoluzione.
Il
modo migliore per capire Trump è anche il più semplice: è un uomo d'affari.
Da
questo punto di vista, poco di ciò che sta facendo è così inspiegabile o
sorprendente come molti lo dipingono.
L'inspiegabilità
deriva da una generale ignoranza degli affari.
La
maggior parte degli americani ha poca conoscenza o comprensione di come
funzionano le imprese private americane, sebbene generino la maggior parte dei
29 trilioni di dollari del PIL degli Stati Uniti e ne impieghino molte.
Trump
è ora amministratore delegato del governo federale.
Quell'impresa ha oltre 36 trilioni di dollari
di passività dirette e passività non finanziate nell'ordine delle centinaia di
trilioni.
Il suo costo del credito è in aumento e il
servizio del debito sta prendendo una quota sempre più ampia dei suoi ricavi.
Evidentemente, non può continuare il suo corso
attuale.
L'elemento
comune dei turnaround aziendali di successo è che non emergono da cambiamenti
lenti e incrementali all'interno del sistema.
Qualcuno
entra e somministra una terapia d'urto.
Gli
artisti del turnaround non sono mai popolari.
Molte
persone vengono licenziate, le operazioni non redditizie vengono scartate, le
finanze vengono ristrette, le filosofie aziendali ripensate e la direzione
dell'azienda viene radicalmente resettata.
Poiché
la situazione dell'azienda è disastrosa, tutto questo deve essere fatto
rapidamente, con gli azionisti che ululano e i creditori che bussano alla
porta.
Si
inizia con i numeri.
Nelle imprese in fallimento, spesso puzzano di
falsificazione, autoregolamentazione e corruzione.
Analizzi
i numeri e continui a fare domande finché non scopri le vere risposte.
Ciò
che Musk e DOGE stanno facendo sarebbe una procedura operativa standard in una
situazione aziendale comparabile;
in effetti Musk ha fatto la stessa cosa quando
ha rilevato Twitter.
Applicato
al governo, è considerato rivoluzionario, ma quanti politici o burocrati hanno
mai gestito un'impresa?
Il
fatto che il “Dipartimento della Difesa” non abbia mai superato un audit e che
la Federal Reserve vi resista tenacemente vi dice tutto ciò che c'è da sapere
sui numeri del governo.
Trovare
le "anomalie" è come sparare a un pesce in un barile.
Risolverli
scopre invariabilmente sordidi segreti.
La
segretezza è la decomposizione che alimenta la corruzione delle paludi.
Pubblicamente, le creature della palude stanno urlando sulla
"democrazia" e sull'accesso del DOGE alle informazioni sacre del
governo.
In
privato, effettuano il check-in su conti bancari all'estero, avvocati difensori
e agenti immobiliari mentre aggiornano i loro profili LinkedIn.
Ci
sono valide preoccupazioni di sicurezza, sicurezza informatica e legali,
persino costituzionali, sul modo in cui DOGE sta operando che non sarebbero
presenti in una situazione aziendale.
Si può contare sulle vittime di DOGE per
discutere di queste questioni e i tribunali possono imporre restrizioni.
Ci sarà anche un respingimento dall'interno
della burocrazia, anche da parte degli incaricati di Trump.
Kash
Patel ha già detto ai dipendenti dell'FBI di non archiviare le e-mail di Musk
su cosa ho fatto la scorsa settimana.
I
tribunali e le resistenze potrebbero far deragliare il progetto, nel qual caso
la rivoluzione sarebbe l'unica strada rimasta per sconfiggere il Blob.
A
Twitter, Musk ha licenziato l'80% della forza lavoro, riflettendo la saggezza
aziendale secondo cui il 20% di qualsiasi forza lavoro svolge l'80% del lavoro.
Per
quanto riguarda il governo, queste cifre dovrebbero essere riviste a 10 e 90.
Tuttavia, parte del lavoro è utile?
Spesso
è controproducente, producendo risultati contrari al suo scopo dichiarato. Le
guerre dichiarate dal governo contro la povertà, la droga e il terrorismo hanno
prodotto più impoverimento, tossicodipendenza e terroristi, sprecando miliardi.
Queste agenzie di "guerra" e molte altre dovrebbero essere chiuse.
Trump
ha deciso che l'operazione Ucraina deve essere terminata.
L'errore dei costi irrecuperabili – buttare
soldi buoni dopo soldi cattivi – è costato al governo degli Stati Uniti
trilioni, in particolare nei suoi sforzi militari.
L'errore giustifica la spesa futura e, nel
caso dell'esercito, più distruzione e morte, per un progetto fallimentare (come
l'Afghanistan) citando il denaro già speso e le vite già perse, costi
irrecuperabili.
Tali
costi sono irrilevanti per decidere se proseguire o meno un progetto; conta
solo la probabilità di successo futuro.
Gli
uomini d'affari che buttano soldi buoni dopo quelli cattivi vanno in
bancarotta. Non hanno soldi fiat o dollari delle tasse per perpetuare i loro
errori.
Trump non ha intenzione di gettare altri soldi
nel buco del topo ucraino.
Sta
parlando di dimezzare il bilancio militare, e l'unico modo per farlo è
rinunciare a questi fiaschi per sempre.
Il
denaro già speso per l'Ucraina richiede un illuminante audit riga per riga.
Se
succede, guarda gli scarafaggi disperdersi, compresi i Biden e i Clinton.
Sembra
che Trump e il suo team abbiano deciso che l'unipolarismo – l'equivalente del
monopolio in politica estera – deve cedere il passo al multipolarismo –
l'equivalente in politica estera dell'oligopolio.
Come uomo d'affari, Trump preferisce
indubbiamente il monopolio, ma la realtà richiede il riconoscimento di
concorrenti che sono troppo grandi per essere eliminati.
Trump
ora riconosce la Russia come un oligopolista alla pari, e ovviamente lo è anche
la Cina (vedi "Russia and China Are Facts of Life", SLL, 28/01/25).
È
sempre un rischio cercare di indovinare il pensiero di Trump.
Tuttavia,
a quanto pare vuole sistemare rapidamente la brutta faccenda dell'Ucraina e
andare avanti con l'oligopolio tripartitico in cui gli oligopolisti a volte
cooperano e a volte competono – si spera economicamente e diplomaticamente, non
militarmente.
Il sangue, come ha notato l'uomo d'affari
Virgil Sollozzo nel “Il Padrino”, è una grande spesa.
L'oligopolio potrebbe essere stato il pensiero
di Trump nel suo primo mandato (vedi "L'aquila, il drago e l'orso",
SLL, 21/06/18).
Tuttavia,
la” bufala del Russia gate” gli ha impedito persino di fare aperture in quella
direzione.
Tutti
gli altri, compresa l'Europa, saranno di secondo o terzo livello, anche se la
lotta per i mercati e l'ottenimento di accordi favorevoli per l'estrazione
delle risorse saranno aspetti importanti della competizione oligopolistica.
Come molti oligopoli, ci sarà una dimensione
territoriale.
Senza
ammetterlo, Trump cederà l'Eurasia alla Cina e alla Russia, mentre puntellerà
la base statunitense in Nord e Sud America.
Questo
potrebbe essere il pensiero dietro la retorica di Trump riguardo alla
Groenlandia, al Canada e al Canale di Panama.
L'Africa e i poli saranno un territorio aperto
su cui si contenderanno gli oligopolisti.
Il
Medio Oriente e Israele hanno tormentato i presidenti dai tempi di Truman.
Se non avesse petrolio, il Medio Oriente
sarebbe un deserto arretrato, un ossimoro.
Gli
Stati Uniti hanno un sacco di petrolio e gas naturale.
Poteva
acquistare petrolio del Medio Oriente quando i prezzi erano favorevoli e
altrimenti rimanere fuori dalla regione.
Tuttavia,
c'è il rapporto con Israele, che ne ricava molto di più degli Stati Uniti.
Questo è intollerabile dal punto di vista degli affari, ma è una necessità
politica per Trump.
La
relazione potrebbe distruggere la presidenza Trump se i due paesi dichiarassero
guerra all'Iran.
Dati i
legami dell'Iran con la Russia e la Cina, una guerra del genere potrebbe
degenerare nella Terza Guerra Mondiale.
Mentre
la prospettiva imprenditoriale di Trump porta un nuovo modo di pensare e un po'
di onestà al governo, ci sono momenti in cui è grossolanamente inappropriata.
Dal
1948, i palestinesi sono stati schiacciati in aree sempre più piccole della
terra precedentemente nota come Palestina, ed è chiaro che Netanyahu e Trump
vogliono che siano completamente sfrattati.
Sbarazzarsi
di loro e trasformare Gaza in una lussuosa località balneare può avere una
logica commerciale a sangue freddo, ma è una soluzione palesemente ingiusta per
il "problema" palestinese.
Il video di Trump su Gaza recentemente
pubblicato su “Truth Social” è oltre il grottesco.
Tornati
a casa, Trump e molti americani capiscono che il governo degli Stati Uniti è un
buco di topi.
In
effetti, è risaputo dai tempi del New Deal di Roosevelt, che trasformò una
recessione in una Grande Depressione sulla base dei mantra idioti secondo cui i
burocrati del governo sono onniscienti e la spesa pubblica è la chiave della
prosperità.
Sfortunatamente,
l'americano medio non ha il potere di costringere il governo a rivelare
informazioni o a cambiare i suoi modi.
Le
inversioni di tendenza sono affari dall'alto verso il basso, motivo per cui
così tante speranze ripongono su Trump, Musk e DOGE.
Non si
possono tagliare i costi della prosperità; I turnaround di successo richiedono
nuovi ricavi.
Nel
caso di un'inversione di tendenza del governo, ciò non significa che il governo
trovi nuovi modi per assorbire l'economia privata produttiva.
Significa che il governo si toglie di mezzo e
lascia che gli imprenditori, il capitalismo e i mercati facciano le loro cose
generatrici di entrate e ricchezza. Leggi, regolamenti ed estorsioni
burocratiche sono cirripedi che incrostano l'economia della U.S.S., fermandola
nell'acqua.
Né i
redditi del settore privato corretti per l'inflazione né l'economia reale sono
cresciuti negli ultimi anni. (Il settore pubblico se la sono cavata bene,
però.)
Se
Trump e Musk licenziano i dipendenti governativi, ma migliaia di leggi e
regolamenti non vengono bruciati, i loro sforzi saranno vani.
La
legislazione redatta dagli ignoranti soffoca le industrie che non capiscono.
Molti
uomini d'affari devono spiegare "educatamente" alle autorità di
regolamentazione l'attività che presumono di regolamentare.
Il
fatto che le loro tasse paghino gli stipendi di questi parassiti, spesso con
"tasse" aggiuntive riscosse “sotto il tavolo”, aggrava l'assurda
ingiustizia.
Le
grandi imprese socialiste clientelari possono assorbire i costi, ingannando il
sistema per sovvenzionarsi e soffocare la concorrenza.
In
definitiva, sono gli imprenditori e le piccole imprese tanto annunciati ma
molto abusati ad essere schiacciati.
L'Europa ha quasi completamente spento la sua
innovazione e il suo dinamismo economico.
Gli
Stati Uniti sono ben avviati sulla stessa strada.
Sfortunatamente,
Trump vuole che il governo "aiuti" le imprese invece di togliersi
semplicemente di mezzo.
Si
suppone che le imprese prospereranno dietro i muri tariffari, ma saranno le
grandi imprese socialiste clientelari a beneficiarne.
Il “progetto
Stargate “di Trump getterà mezzo trilione di dollari ai benestanti gruppi della
Silicon Valley per sviluppare l'intelligenza artificiale.
La cinese “DeepSeek” e l'ultima iterazione di “Grok”
di Musk hanno reso Stargate obsoleto prima che spenda il suo primo dollaro.
L'unica
cosa che Trump e la sua squadra possono fare per aiutare tutte le imprese è
tagliare la spesa, riducendo il drenaggio del governo sull'economia e la
pressione al rialzo del debito nazionale sui tassi di interesse.
Gli
uomini d'affari onesti e di successo – e gli Stati Uniti ne hanno ancora in
abbondanza – devono fare i conti con la realtà.
Devono produrre un bene o un servizio a un
costo inferiore a quello che il mercato pagherà per esso.
Il miracolo del profitto spinge la produzione
e il progresso.
Eppure, è il cattivo nei mondi irreali del
governo, del mondo accademico, dei media mainstream e dell'intrattenimento,
nessuno dei quali sopravviverebbe un giorno se qualcuno là fuori non generasse
profitto.
L'America
è costruita sul profitto, non sulla politica.
Il
riconoscimento generale di questo fatto ripristinerebbe un po' di sanità
mentale in quello che viene altezzosamente chiamato il "discorso
nazionale".
Gli
affari dell'America sono stati e devono essere affari.
Trump non può spiegare una difesa come quella
di “Ayn Rand” per la moralità della libera impresa, della produzione e del
profitto.
Tuttavia,
si rende conto che l'elemento produttivo della società sta sostenendo i propri
distruttori parassiti.
Né può
spiegare una difesa alla “John Quincy Adams” di una politica estera in cui
l'America si fa gli affari suoi.
Tuttavia,
a quanto pare riconosce che l'impero non può essere sostenuto.
Resta
da vedere se Trump e la sua squadra riusciranno a risollevare l'America in
patria e all'estero.
Stanno
affrontando una” potente Over class “che produce molto meno di quanto prende, distrugge molto più di quanto crea
e combatterà con le unghie e con i denti per preservare le sue sinecure.
Una
cosa è chiara.
Senza
il riconoscimento della dura realtà e di una drammatica inversione di tendenza,
il governo americano farà la fine di altre imprese fallite che non sono
riuscite a cambiare rotta, prima piuttosto che dopo.
L'Europa
sta cadendo e ha
bisogno
di una guerra
con la
Russia.
Theburningplatform.com
- Guest Post di Greg Hunter's USAWatchdog.com – (2-3-2025) –
Redazione
-ci dice:
“Martin
Armstrong”, leggendario analista del ciclo finanziario e geopolitico, è tornato
con un nuovo avvertimento sulla guerra in arrivo in Europa.
Potreste aver visto l'acceso scambio di
battute tra il presidente Trump e il presidente ucraino Zelensky di venerdì.
In
caso contrario, dovresti.
Alcuni
dei punti salienti di Trump sono: "Il presidente Zelensky non è pronto per
la pace. . . (Zelensky sta) giocando d'azzardo con la Terza Guerra Mondiale, e
o fai un accordo o siamo fuori".
Sembra
che Zelensky abbia intenzionalmente iniziato una lotta con Trump alla Casa
Bianca.
Sembra
anche che tutti i paesi europei stiano sostenendo ulteriori guerre in Ucraina.
E ora
si ricomincia a parlare di un esercito dell'UE.
Armstrong
dice:
"Perché? Perché tutti loro si trovano di
fronte al collasso dell'Unione europea. Il debito è semplicemente incredibile
. Non
si sono mai consolidati.
Tra
Covid, Climate Change e sanzioni alla Russia, l'economia tedesca si è ridotta.
. . Dal 3% al 5%.
La crescita economica (dell'UE) è spaventosa.
L'Europa sta cadendo, ed è per questo che ha
bisogno della guerra. Quindi, stanno sostenendo Zelensky".
In un
nuovo rapporto pubblicato ieri, Armstrong espone il motivo per cui la guerra in
Europa sta arrivando e sta arrivando.
Armstrong sottolinea: "In questo
rapporto, ho raccolto un mucchio di titoli: London Financial Times, qual è il
titolo?
"L'America
è ora il nemico dell'Occidente".
Questo
è il motivo per cui Trump sta dicendo 'Siamo fuori'.
Zelensky
ha ammesso che manca il 58% dei 350 miliardi di dollari che gli Stati Uniti gli
hanno dato.
Tagli
i finanziamenti e scoprirai la verità.
Trump dovrebbe tagliare ogni singolo
centesimo.
Tira
fuori tutto.
Zelensky conta sull'Europa per sostituire gli
Stati Uniti.
Questo
è il motivo per cui è così arrogante. . .
Trump dovrebbe andarsene dalla NATO, al più presto".
Allora,
perché negli ultimi mesi sono usciti tutti questi rapporti sull'oro che arriva
in America dall'Europa?
Armstrong dice: "La scorsa settimana ero
al telefono, e non posso dirvi quanto, ma quando state per entrare in guerra,
il capitale si muove. . .
In questo momento, sono preoccupato dal 15
maggio in poi. . .. Il nostro computer (Socrate) dice che l'Europa sta entrando
in guerra, e io lo metto in questo rapporto, l'Europa perderà.
Questo
è il motivo per cui l'oro sta arrivando in America".
Armstrong
sostiene anche che ci si può dimenticare delle previsioni di un crollo del
dollaro USA in qualsiasi momento presto, ma non lo farà.
Armstrong
dice: "L'euro si estinguerà".
Armstrong
prevede anche: "Ho pubblicato ciò che il computer "Socrate" ha
pubblicato sull'Ucraina.
È una
linea piatta, e non l'ho mai vista in nessun altro paese.
È una
linea piatta. Sta per morire. Questo è tutto".
L'elezione
del presidente Trump ha forse fermato uno scambio termonucleare con la Russia?
Armstrong
dice: "Assolutamente!
C'era
Dick Cheney che appoggiava Kamala. . . Liz Cheney e Adam Kinzinger facevano
parte del Comitato J6.
Entrambi
sono neoconservatori.
Adam
Kinzinger ha detto: "Potremmo sconfiggere la Russia in tre giorni".
Non
fanno altro che propaganda tutto il tempo".
C'è
molto di più nell'intervista approfondita di 70 minuti.
(Unisciti
a Greg Hunter di USAWatchdog.com mentre fa a tu per tu con Martin Armstrong
mentre fornisce la sua analisi sulla guerra in arrivo nell'UE, che si collega
al nuovo rapporto di Armstrong intitolato "Il colpo di stato
neoconservatore dell'Europa – Perché Zelensky non vuole la pace", per il
3.1.25.)
Perché
l'Europa
vuole
la guerra.
Theburningplatform.com
– Redazione – (2-3-2025) - Guest Post di Martin Armstrong -ci dice:
La
guerra è un ottimo modo per andare in default sui debiti.
Si arriva a formare un nuovo governo, e loro
rinnegano sempre i debiti del governo precedente.
Il
nuovo governo degli Stati Uniti affermò che avrebbe onorato i debiti del
precedente Congresso Continentale, ma non lo fece mai.
Questo
è il motivo per cui è ancora possibile acquistare valuta continentale anche su
eBay perché non è mai stata riscattata nonostante l'articolo VI della
Costituzione, clausola 1 garantisca diversamente.
Articolo
VI, Clausola 1:
Tutti
i debiti contratti e gli impegni assunti, prima dell'adozione di questa
Costituzione, saranno validi nei confronti degli Stati Uniti in base a questa
Costituzione, come sotto la Confederazione.
Questa
disposizione, nota come “Clausola sui debiti,” prevede che gli Stati Uniti
riconoscano i debiti e gli impegni dei governi che li hanno preceduti, vale a
dire i Congressi continentali e il governo federale in base agli Articoli della
Confederazione.
Questa proposizione dichiarativa assicurava ai
creditori stranieri degli Stati Uniti, in particolare, che l'adozione della
Costituzione non aveva l'effetto magico di dissolvere gli obblighi morali degli
Stati Uniti.
Sono
andati in default su” We the People”.
PIL
tedesco 1991- 2024.
L'Europa
sta commettendo un suicidio economico.
Tra i
lockdown per il COVID-19, il cambiamento climatico NET-ZERO e poi le sanzioni
alla Russia che hanno raddoppiato i costi del carburante, non si potrebbe
chiedere un gruppo di politici più cerebralmente morti che non hanno alcuna
comprensione di come funziona l'economia e che vedono il loro dominio nel
mantenere il potere a tutti i costi.
L'Europa
si è rifiutata di consolidare i suoi debiti, e tutto ciò che ha fatto è stato
spostare la volatilità dai mercati valutari a quelli obbligazionari.
Hanno
la peggiore crescita economica grazie a queste politiche mescolate con il
marxismo, rendendoli il periodo economico più oppresso.
Tutti
vedono i loro ostinati programmi economici e i loro folli guerrafondai, e c'è
stato un esodo di massa degli investimenti europei.
Invece di ascoltare e riformare, sono troppo a
sinistra e insistono sul fatto che hanno ragione.
Hanno
parlato di conquistare la Russia e di spartirsi i suoi 75 trilioni di dollari
di beni, e poi l'Europa varrà il doppio del debito nazionale degli Stati Uniti,
e poi gli Stati Uniti saranno declassati a colonia ancora una volta.
Questo
è il motivo per cui si stanno dando pacche sulle spalle e perché Macron e Tusk
hanno parlato con Zelensky e hanno detto che l'UE è dietro di lui un Trump
"F".
Hanno
bisogno della guerra perché non possono sostenere l'UE perché è stata creata
con falsi pretesti.
Ho
tracciato la trama sbagliata e ho deciso di dire tutta la verità.
Documenti
declassificati hanno rivelato che sono stati proprio i neoconservatori e la CIA
a finanziare e creare la Comunità Europea del dopoguerra fino al Tesoro di
Roma.
DISTRAZIONE.
I
politici daranno sempre la colpa dei loro fallimenti a qualche altra entità o
persona.
Biden
ha incolpato l'aumento della benzina, definendolo l'inflazione di Putin.
Non si
è assunto alcuna responsabilità per l'imposizione delle sanzioni alla Russia
che hanno provocato un aumento dei prezzi dell'energia.
L'UE
crollerà, e loro lo sanno.
La
guerra servirà come distrazione in modo che possano incolpare la Russia.
MODELLO
DI CONQUISTA.
La
guerra ha due motivi fondamentali.
Naturalmente,
il primo è la sicurezza nazionale.
La
minaccia di un'invasione.
Il
modello CONQUEST è stato l'espansione del proprio territorio, che è comunemente
noto come costruzione di un impero.
Tutti
avevano i loro piani per conquistare la Cina e portarla su come bottino. Questa
è ora l'UE che guarda alla Russia.
L'UE
vuole la guerra per profitto.
1931_GB
abbandona l'oro.
Nel
1931, l'Europa andò in default sui propri debiti.
Avviano
nuovi governi e non onorano mai i debiti dei precedenti, proprio come gli Stati
Uniti sono andati in default sulla valuta del Congresso Continentale.
Tempi
moderni e antiche verità.
Theburninglatform.com
– Redazione - Guest Post di Edward Curtin – (2-e3-2025) – ci dice:
Ottantanove
anni fa questo mese usciva il film “Tempi moderni”, con “Charlie Chaplin”.
Considerato uno dei più grandi film di sempre,
era una critica comica ma selvaggia del capitalismo industriale e un atto
d'accusa preveggente della vita moderna alienata a venire, poiché il
personaggio di Chaplin,” il Piccolo Vagabondo,” lavorava in una catena di
montaggio dove soffriva di un esaurimento nervoso a causa dello stress e della
natura ripetitiva del lavoro.
Ma il
film si conclude con una nota di speranza, quando il “Piccolo Vagabondo” e la
sua amata” Ellen “si mettono in viaggio e si allontanano dalla vita
meccanizzata.
È un
richiamo poetico a sostituire la ferrea disciplina della vita meccanica con la
spontaneità ribelle.
In “All
Consuming Images: The Politics of Style in Contemporary Culture” (Basic Books,
1988), “Stuart Ewen” scrive:
Nei
tempi moderni ci troviamo di fronte a un mondo di fabbrica che usurpa sempre
più l'iniziativa umana.
Nell'ambito
del film, le persone sono intrappolate sotto il controllo della produttività, i
loro corpi e le loro anime modellati e sopraffatti dalla catena di montaggio.
Le priorità di un tale mondo sommergono i
bisogni umani; La miseria e i senzatetto abbondano.
Le persone sono viste come utili solo se
possono essere inserite nell'apparato produttivo.
Altrimenti
vengono gettati via come spazzatura.
Oggi,
il “Piccolo Vagabondo”, è stato sostituito dal grande “Trump” e dal suo
aiutante, “Elon Musk”, proprietari e operatori del nuovo sistema Internet della
fabbrica “AI Digital£, che si atteggiano a salvatori del Piccolo Vagabondo.
Proprio
l'altro giorno, “Musk”, con un luccichio immaginario negli occhi e un sorriso
da ragazzino, ha twittato sul suo megafono X (Twitter):
"Siamo all'orizzonte degli eventi della
singolarità".
Per
"Singolarità" si intende il momento in cui le macchine – computer e
intelligenza artificiale – superano il controllo umano e dominano la società.
Per i
tecnologi come Musk e i suoi simili, dentro e fuori dal governo e nella Silicon
Valley, l'idea di un mondo gestito da macchine è il paradiso in terra.
Un
luogo dove la morte sarà sconfitta con mezzi sintetici e l'amore ridotto a una
tecnica senza passione.
Questo
è il mito della macchina che è passata da un culto superstizioso a una
religione mondiale con il cellulare come oggetto di culto.
Su nel
lago e giù nel fiume il ghiaccio si sta rompendo.
In casa sono apparsi alcuni piccoli insetti
neri.
La
linfa dell'acero sta scorrendo.
E
abbiamo visto stormi di pettirossi e ali di cera di cedro mangiare le bacche
avanzate che si sono aggrappate ai cori nudi e rovinati degli alberi e dei
cespugli. Anche gli avvoltoi tacchini sono tornati ad appollaiarsi ovunque,
guardando in basso come insegnanti premurosi sui banchi degli studenti, come a
dire: svegliatevi, guardatevi intorno, questi sono i giorni della resurrezione.
Alla
fine degli anni '80, il "Piccolo Vagabondo" stava lanciando computer
per IBM in una serie di pubblicità.
I suoi problemi furono ancora una volta
descritti come causati dal caos industriale, ma come scrive “Ewen”:
Ma
questa volta la soluzione è diversa. Charlie assediato viene salvato dal
computer, lo strumento moderno per eccellenza dell'ordine, del controllo, della
sorveglianza.
Qui le
condizioni frenetiche della vita moderna sono risolte dalla tecnologia moderna.
Il film del 1936 aveva indicato una via
d'uscita idealistica.
L'annuncio
indica la via del ritorno. La critica è stata capovolta, confezionata e usata
contro sé stessa.
Ora lo
"smartphone" viene venduto come la via d'uscita e la via d'entrata,
mentre la resurrezione combatte la singolarità.
Anche
gli orsi si stanno svegliando da queste parti.
Un
ragazzo che conosco ha detto che l'altra sera, tornando a casa, ne ha visto uno
che camminava lungo” Main Street”.
Ora
questa è una graziosa cittadina turistica nel” Berkshires” del “Massachusetts
occidentale”, non una città nel nord del Canada, quindi sono rimasto un po'
sorpreso dal suo avvistamento.
È diventato un po' più chiaro dopo che gli ho
chiesto da dove venisse e lui ha detto che era stato giù al “The Well,” un bar
locale, a bere qualche drink con una vecchia ragazza che gli aveva detto che
era sempre stato il suo vero amore, ma che doveva sposare il capo della polizia
locale per proteggerlo.
Confuso,
le chiese da cosa avesse bisogno di protezione.
Quando
lei ha detto – vita, e si è alzata e ha detto buona notte, lui ha ordinato un
altro giro.
Poco
dopo apparve l'orso.
Ora
siamo passati in un paese guidato da un uomo e dal suo aiutante così malati che
non c'è bisogno di parole.
L'uso dell'intelligenza artificiale sta
realizzando il sogno di” Filippo Tommaso Marinetti”, il fascista italiano,
amico di Mussolini e fondatore del movimento artistico chiamato “futurismo”, la
cui affermazione era che "l'intero dramma umano ruota attorno alla
macchina".
Era
uno stratagemma per il potere nascosto all'interno di un manifesto artistico
basato sulla convinzione che la macchina fosse il nuovo dio con poteri
soprannaturali al di là del controllo umano – molto simile all'intelligenza
artificiale e alla presunta venuta finale della singolarità.
"La
guerra – diceva Marinetti – è il padre di tutte le cose... la sintesi
culminante e perfezionatrice del progresso".
Chiunque
pensi che questo sia ciò che significa rendere l'America di nuovo grande
farebbe meglio a pensarci in fretta: sei stato illuso.
Questo video è il risultato scioccante,
psicopatico e appropriato di anni di genocidio sostenuto dagli Stati Uniti a
Gaza.
Attendo
con ansia il Mercoledì delle Ceneri il 5 marzo, il giorno in cui da giovane
andai in chiesa per farmi strofinare la cenere sulla fronte dal prete e dire:
"Ricordati, “Ed”, che sei polvere e tornerai in polvere".
Non
vado più dai sacerdoti, ma sentirò ancora le ceneri e quelle parole sacre.
Lo
farò su un piccolo calpestio in riva al lago e nel bosco, dove forse rileverò
le tracce di quell'orso che il mio amico ha visto passeggiare per la città.
Egli
esiste in tutti noi.
E la
notte prima di quella passeggiata, berrò profondamente dal pozzo – quello che
mio padre imparò a chiamare "i sorrisi" da suo zio irlandese Tim, un
fabbro dei vigili del fuoco di New York, che così chiamava il “whisky irlandese”
che beveva – e sorriderò, sapendo che morirò con l'inverno e risorgerò in
primavera quando la linfa salirà.
È
tempo di Resurrezione e, nonostante le persone delle macchine, Dio risorge in
tutti noi mentre resistiamo ai loro sogni meccanici e gioiamo.
QUESTO
GIORNO NELLA STORIA.
Bobby
Kennedy propone un piano
per
porre fine alla guerra – 1967.
Theburningplatform.com
– Redazione - Via History.com – (2-3-2025) – ci dice:
Il
senatore “Robert Kennedy “(Democratico di New York) propone un piano in tre
punti per aiutare a porre fine alla guerra.
Il piano includeva la sospensione dei
bombardamenti statunitensi sul Vietnam del Nord e il ritiro graduale delle
truppe statunitensi e nordvietnamite dal Vietnam del Sud con la sostituzione
con una forza internazionale.
Il segretario di Stato “Dean Rusk “rifiutò la
proposta di Kennedy perché credeva che i nordvietnamiti non avrebbero mai
accettato di ritirare le loro truppe.
Kennedy
era stato procuratore generale sotto suo fratello, il presidente John F.
Kennedy.
Quando il vecchio Kennedy fu assassinato,
Robert rimase a servire il suo successore, “Lyndon B. Johnson”, ma si dimise
dal suo incarico nel 1964 per candidarsi al Senato.
Al
Senato, “Kennedy “inizialmente continuò a sostenere gli sforzi degli Stati
Uniti in Vietnam nonostante la sua crescente apprensione per la guerra, in
particolare per il massiccio bombardamento del Vietnam del Nord, perché era
riluttante a non essere d'accordo con l'amministrazione Johnson e la sua
gestione della guerra.
Con
l'intensificarsi dei conflitti razziali e della violenza urbana, insieme al
crescente sentimento contro la guerra, tuttavia, Kennedy trovò sempre più
difficile rimanere in silenzio.
La
campagna presidenziale del 1968 gli aprì la porta per agire in base alle sue
preoccupazioni.
Kennedy
annunciò le sue intenzioni di candidarsi il 16 marzo.
Quando
il presidente Johnson annunciò che non avrebbe cercato la rielezione, Kennedy
emerse rapidamente come un serio contendente alla presidenza.
Il 4 giugno 1968 vinse le primarie della
California, diventando così il favorito del suo partito.
Quella
notte, dopo aver parlato ai suoi sostenitori all'Ambassador Hotel di Los
Angeles, fu colpito da “Sirhan Sirhan”.
Morì
il giorno seguente all'età di 42 anni.
Gli
addetti ai lavori della CIA minacciano
di far
trapelare segreti se Trump li licenzia,
esponendo
la lealtà allo Stato Profondo.
Naturalnews.com – Redazione – (03/01/2025) -
Cassie B. – ci dice:
I
dipendenti della CIA possono far trapelare segreti sensibili ad avversari
stranieri se licenziati, sollevando preoccupazioni sulla lealtà e la sicurezza
nazionale.
La CNN
avverte che i licenziamenti di massa potrebbero creare minacce interne, con ex
dipendenti vulnerabili al reclutamento da parte di nazioni ostili.
I
critici sostengono che la narrativa protegge lo "Stato profondo" e i
suoi alleati dei media, non la sicurezza nazionale.
Il
rapporto evidenzia le contraddizioni: questi dipendenti sono valutati come
attività o passività con bassa integrità?
La
situazione sottolinea le sfide che Trump deve affrontare per riformare il
governo e ritenere responsabile la comunità dell'intelligence.
In una
rivelazione che sottolinea la profonda resistenza all'interno della comunità
dell'intelligence alle iniziative di riduzione dei costi del presidente Donald
Trump, sono emersi rapporti che suggeriscono che i dipendenti della CIA
scontenti potrebbero far trapelare segreti di stato sensibili ad avversari
stranieri se vengono licenziati.
Questa
allarmante minaccia, evidenziata per la prima volta in un inquietante articolo
della “CNN” del 24 febbraio, ha sollevato seri interrogativi sulla lealtà e
l'integrità di alcuni agenti dell'intelligence e dei loro alleati nei media.
L'articolo
della CNN, intitolato "Come le mosse di Trump per tagliare il governo
rischiano di esporre i segreti della CIA", ha avvertito che i
licenziamenti di massa contro la CIA potrebbero creare un pool di ex dipendenti
finanziariamente vulnerabili o risentiti maturi per il reclutamento da parte di
servizi di intelligence stranieri come la Cina o la Russia.
L'articolo citava fonti anonime che
sostenevano che alti funzionari della CIA stavano discutendo silenziosamente
dei rischi che ex dipendenti scontenti condividessero informazioni classificate
con nazioni ostili.
Ma si
tratta di una preoccupazione legittima o di una minaccia sottilmente velata da
parte del cosiddetto "Stato profondo" per minare gli sforzi di Trump
per semplificare le operazioni governative?
Una
relazione intima tra la “CNN” e il “Deep State.”
L'articolo
della CNN, scritto da quattro giornalisti, tra cui “Katie Bo Lillis”, coinvolta
in un caso di diffamazione che ha esposto la storia delle fake news della CNN,
si basava molto su fonti anonime.
Questi
funzionari anonimi hanno suggerito che la spinta di Trump a ridimensionare la
CIA e altre agenzie federali potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza
nazionale creando minacce interne.
Tuttavia,
i critici sostengono che questa narrazione riguarda meno la protezione
dell'America e più la protezione della presa del potere dello Stato Profondo.
Come ha sottolineato” Beth Brelje” di “The
Federalist”, il servizio della CNN si legge come un avvertimento a Trump:
tenete
questi dipendenti sul libro paga, o rischiate fughe di notizie.
"È
una minaccia della CIA?" Ha chiesto “Brelje.”
"La CNN sta riferendo che Trump dovrebbe
mantenere tutti occupati perché, se non lo fa, gli ex agenti della CIA
riveleranno segreti degli Stati Uniti ai nostri nemici?
A quanto pare è così".
Questo
rapporto intimo tra la CNN e la comunità dell'intelligence non è una novità.
Durante la bufala della collusione con la Russia, gli addetti ai lavori della
CIA hanno fornito alla CNN e ad altri organi di stampa false informazioni per
promuovere una narrativa politicamente motivata.
Ora, a quanto pare, lo stesso copione viene
utilizzato per proteggere lo Stato Profondo dalle responsabilità.
La
vera minaccia sono i dipendenti che mancano di integrità.
Se si
deve credere al rapporto della CNN, gli stessi dipendenti che potrebbero far
trapelare informazioni sensibili sono quelli che la CIA dovrebbe essere più
ansiosa di licenziare.
Come
ha osservato “The Federalist”, "Coloro che hanno troppo poca integrità per
andarsene con grazia non dovrebbero essere impiegati in lavori con accesso a
informazioni sensibili".
L'articolo
ha anche evidenziato l'assurdità dell'argomentazione della CNN:
questi dipendenti sono apprezzati, sono
ufficiali dell'intelligence modello o sono passivi a bocca aperta?
I
messaggi contraddittori dei media suggeriscono un'agenda più profonda:
proteggere le loro fonti all'interno della comunità dell'intelligence e
mantenere la loro capacità di pubblicare propaganda.
"Se
Trump licenzia le loro fonti, sarà più difficile per i media colludere con la
comunità dell'intelligence per creare propaganda da vendere al pubblico",
ha scritto “Brelje”.
"Il
collegamento tra la “CNN” e lo “Stato Profondo” è stato troppo accogliente per
troppo tempo".
Una
prova di lealtà.
L'articolo
della CNN e le minacce che descrive sono un promemoria delle sfide che il
presidente Trump deve affrontare per prosciugare la palude.
Lo
Stato Profondo e i suoi alleati mediatici stanno combattendo con le unghie e
con i denti per preservare il loro potere, anche se ciò significa ricorrere
all'allarmismo e a minacce sottilmente velate.
La
vera prova di lealtà non sta nel proteggere i posti di lavoro, ma nel
salvaguardare i segreti dell'America da coloro che li tradiscono.
Gli
sforzi del presidente Trump per ridurre gli sprechi del governo e ritenere
responsabile la comunità dell'intelligence sono attesi da tempo.
Se la
risposta dello Stato Profondo è quella di minacciare il tradimento, ciò
dimostra solo perché queste riforme sono così disperatamente necessarie.
(ZeroHedge.com).
Post
di Antonio D'Amore.
L'Intelligenza
Artificiale:
La
nuova corsa di Donald Trump.
It.linkedin.com
– (3-2-2025) – Post di Antonio D’Amore – ci dice:
(Antonio
D'Amore -Docente universitario presso Università degli studi di Napoli Federico
II).
Da
poche ore, #DonaldTrump si è insediato alla Casa Bianca e ha lanciato una sfida
epocale: trasformare l'Intelligenza Artificiale (IA) nella colonna portante
della politica nazionale in USA.
Con un
gesto strategico, ha aggregato l’élite tecnologica mondiale:
Elon Musk: il visionario che sta riscrivendo
le regole dell’automazione e dell’esplorazione spaziale.
Jeff Bezos: il genio che ha reinventato la logistica e il retail
globale.
Mark Zuckerberg: l’innovatore che sta modellando il
metaverso, fondendo realtà e intelligenza artificiale.
E poi
ancora, #SamAltman - #OpenAI, #TimCook - Apple e altri.
Quello
che in molti non percepiscono è che non si tratta solo di miliardari che hanno
fatto soldi sfruttando la tecnologia, ma di una rivoluzione totale, di un
cambiamento epocale:
lavoro,
istruzione, industria, persino i nostri comportamenti quotidiani.
Eppure,
mentre questo piano prende forma, i media italiani restano bloccati su dettagli
superficiali come il cappello di Melania o le battute sui colori.
Non vedono che gli Stati Uniti stanno scavando
un solco profondo tra la vecchia Europa e una nuova America, veloce, ambiziosa,
proiettata verso il futuro.
Cosa
significa tutto questo?
Stanno
andando verso un’accelerazione dell’AGI (Artificial General Intelligence) e la
Super Intelligenza, cambiando le regole del gioco globale.
Opportunità
gigantesche per chi saprà leggere e sfruttare questa trasformazione.
Il
rischio è quello che si crei un divario irreparabile per i paesi che restano a
guardare.
Non è
più questione di sé, ma di QUANDO.
L'IA
non sarà solo una tecnologia: sarà la lente attraverso cui vivremo, lavoreremo
e impareremo.
È
tempo di cambiare paradigma, prepararsi e diventare protagonisti di questa
nuova era.
Trump
potrà piacere o meno, ma di certo ha già scritto una prima pagina storica.
Nel
31° anniversario di Oslo,
la
sinistra deve rinunciare all'odio.
Ilvangelo-israele.it
- Caroline Glick – (2 – 3 – 2024) – ci dice:
Il
problema della politica dell'odio è che l'odio è un'abitudine difficile da
spezzare.
Il 13
settembre 1993 è stato il giorno in cui la classe dirigente israeliana ha
abbandonato il sionismo. Il giorno in cui l'allora primo ministro Yitzhak Rabin
si presentò nel Giardino delle Rose della Casa Bianca e riconobbe ufficialmente
l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina - tra gli applausi
entusiasti dei suoi sostenitori in patria - fu il momento in cui l'élite
israeliana rinunciò collettivamente all'attaccamento alla propria nazione.
L'OLP
era molte cose. Era un'organizzazione terroristica. È stata l'architetto del
terrorismo moderno, compresi i dirottamenti aerei, i rapimenti, l'assassinio di
famiglie, l'uccisione di massa di bambini e l'assassinio di diplomatici.
L'OLP
ha addestrato chiunque, dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche di
Khomeini all'Armata Rossa giapponese, alla Banda Baader-Meinhof e alle Pantere
Nere. Ha riunito terroristi di ogni provenienza ideologica e li ha forgiati in
un conglomerato rivoluzionario unito dal desiderio di distruggere gli Stati
Uniti, l'Occidente, gli ebrei e il loro Stato di Israele.
L'OLP
era un gruppo di guerra politica. Ha portato l'odio genocida per gli ebrei
nella sinistra radicale dell'Occidente. Ha usato i media per romanzare i
barbari omicidi di massa e le brutali torture mentre li eseguiva.
Attraverso
i suoi lacchè occidentali, l'OLP è riuscita a ristabilire l'odio per gli ebrei
come strumento di mobilitazione politica e come forza culturale importante,
appena 20 anni dopo l'Olocausto. Attraverso le sue operazioni di propaganda,
l'OLP ha convinto giovani ignoranti con la coscienza sporca che i loro genitori
nazisti erano in realtà vittime. Il sionismo è stato demonizzato come un nuovo
nazismo, peggiore del primo. Nel 1975, 30 anni dopo la liberazione di
Auschwitz, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione
3374, che etichettava il sionismo come una forma di razzismo.
Il
sionismo viene spesso definito come il movimento di liberazione nazionale
ebraico. Anche questo è vero, ma questa definizione oscura più che illuminare.
Il sionismo è semplicemente ebraismo.
L'ebraismo
ha tre fondamenti: la Torah, la nazione di Israele e la terra di Israele. Ci
sono stati secoli di campagne per convertire con la forza gli ebrei ad altre
fedi, con tanto di roghi di massa di libri sacri con l'obiettivo di sradicare
la Torah e distruggere gli ebrei distruggendo fisicamente i loro testi sacri e
imprigionandoli spiritualmente attraverso la rinuncia forzata alla loro fede.
Le
campagne di annientamento del popolo ebraico - attraverso il genocidio, le
espulsioni di massa, il Codice napoleonico o i diktat comunisti che imponevano
agli ebrei di abbandonare la loro fedeltà nazionale - miravano a distruggere
fisicamente gli ebrei o a costringerli a rifiutare la rilevanza della propria
identità.
Il
sionismo ha preceduto sia la Torah che il popolo di Israele. L'ebraismo è
iniziato nel momento in cui Dio disse ad Abramo di lasciare la terra dei suoi
padri e di trasferirsi nella terra d'Israele, dove sarebbe diventato una
nazione organizzata secondo le leggi prescritte da Dio. La nazione ebraica è
nata nella terra d'Israele. E lì è nata la fede di Israele. Né la legge né la
nazione hanno alcun significato senza la terra d'Israele.
E
questo è il punto: ognuno dei tre fondamenti degli ebrei è inseparabile dagli
altri.
L'OLP
ha avuto tre fondatori: Yasser Arafat, il presidente egiziano Gamal Abdel
Nasser e il KGB. Per Arafat, l'OLP era un mezzo per ereditare l'eredità del
fondatore del nazionalismo palestinese, l'agente nazista Hai Amin el Hussein.
Husseini era il leader della moderna jihad contro gli ebrei e gli inglesi in
tutto il mondo arabo. Usò l'antisemitismo come mezzo per convincere gli inglesi
e altri a sostenere i suoi sforzi contro gli ebrei, mentre dirigeva i suoi
seguaci a fare la guerra contro la Gran Bretagna.
Con
l'aiuto dei suoi sponsor sovietici, Arafat ha condotto un'operazione politica
simile tra i radicali occidentali. Come Hussein, Arafat cercò di consolidare il
sostegno panarabo per la distruzione di Israele nel lungo periodo.
L'OLP
servì gli obiettivi di Nasser in due modi. Quando fondò il gruppo terroristico
nel 1964, Nasser pensava che esso avrebbe consolidato la sua posizione di
leader indiscusso del mondo arabo. Dopo la sua schiacciante sconfitta nella
Guerra dei Sei Giorni, tre anni dopo, vide l'OLP come un proxy che doveva
servire come avanguardia della guerra panaraba per distruggere Israele e
tenerlo nei titoli dei giornali mentre gli arabi ricostruivano le loro forze e
si organizzavano per un nuovo round di guerra.
Per i
sovietici, l'OLP era un mezzo per minare la sensibilità morale dell'Occidente
guidato dagli Stati Uniti. Lo Stato ebraico era il fondamento paradigmatico
dello Stato nazionale occidentale. I padri fondatori degli Stati Uniti
cercarono di stabilire una nuova Gerusalemme nel Nuovo Mondo, basata sulla
legge di Dio e sulla fede nella fallibilità intrinseca dell'uomo.
L'OLP,
che sosteneva che Israele fosse un avamposto razzista e colonialista, era uno
strumento per delegittimare Israele e, per estensione, gli Stati Uniti e il
mondo occidentale. Se Israele era nato nel peccato, allora la Bibbia era una
menzogna e gli stessi Stati Uniti erano stati fondati sulla convinzione
immorale di una supremazia razzista ed europea.
Per
quanto riguarda Israele, il duplice terrorismo e guerra politica dell'OLP
mirava alla balcanizzazione della società israeliana. I surrogati e i
simpatizzanti dell'OLP corteggiavano avidamente prima gli ebrei americani di
sinistra e poi gli attivisti israeliani di sinistra per allontanarli dalla
stragrande maggioranza degli ebrei americani e israeliani che riconoscevano
l'insidiosità delle azioni politiche dell'OLP e la pura malvagità del suo
terrorismo. L'idea era di convincerli che la “pace” avrebbe prevalso se Israele
avesse semplicemente accettato la legittimità dell'OLP.
Questi
attivisti, a loro volta, lanciarono campagne nella comunità ebraica americana e
in Israele per demonizzare gli israeliani che rifiutavano l'OLP come
guerrafondai atavici. Col tempo, i loro sforzi sono stati ripagati. Quando la
destra israeliana salì al potere per la prima volta nel 1977 con il sostegno
degli israeliani religiosi e della classe operaia, prevalentemente sefardita,
la legittimazione dell'OLP divenne sempre più un mezzo per unire la sinistra in
un'opposizione coesa e in una classe sociale.
Data
la natura, l'obiettivo e il modus operandi dell'OLP, riconoscere la legittimità
dell'OLP al suo inizio significava rifiutare la legittimità del sionismo o
dello Stato degli ebrei. Per gli israeliani e gli ebrei della diaspora, ciò
significava attivismo sociale e politico volto a legittimare l'odio verso le
comunità israeliane i cui membri rifiutavano di indebolire i loro legami con
l'ebraismo. Questo vale sia per l'ebraismo tradizionale degli ebrei sefarditi,
sia per l'ultra- ortodossia degli Haredim, sia per l'attaccamento della
comunità religiosa nazionale israeliana alla terra d'Israele, in particolare
alla Giudea e alla Samaria.
La
decisione di Rabin di riconoscere la legittimità dell'OLP alla Casa Bianca, il
13 settembre 1993, ha fatto di questo atteggiamento odioso e antiebraico nei
confronti del popolo di Israele e della sua identità nazionale la strategia
nazionale del governo israeliano.
Tuttavia,
essa è completamente fallita.
È
fallita completamente per due motivi. In primo luogo, l'obiettivo dell'OLP non
è mai stato la pace. È sempre stato la distruzione di Israele - di tutto
Israele. Pertanto, non ha mai potuto essere un vero partner per nessun
israeliano, per quanto di sinistra, che non fosse convinto che Israele dovesse
scomparire completamente. E anche loro hanno avuto un problema. Perché si
scoprì che l'OLP era solo una droga di passaggio per Hamas, che non voleva
nemmeno fare la distinzione tra ebrei post-sionisti e sionisti.
La
seconda ragione del fallimento è che la narrazione della criminalità e
dell'immoralità di Israele non è mai stata vera e la maggior parte degli
israeliani non ci ha mai creduto. La maggior parte degli israeliani non ha mai
accettato la distinzione tra ebrei “buoni” e “cattivi”. Non hanno mai accettato
che ci sia qualcosa di moralmente riprovevole nel sionismo, nella Torah o nel
popolo israeliano. Per quanto la sinistra ci abbia provato, non è mai riuscita
a far accettare alla maggioranza degli israeliani il principio fondamentale che
guida le sue politiche e le sue azioni.
Certo,
gli israeliani vogliono la pace. Ma non credono di essere il motivo per cui lo
Stato ebraico e il popolo ebraico non hanno ottenuto la pace. Si rifiutano di
incolpare se stessi per l'aggressione e l'odio contro il loro popolo e il loro
Paese.
Il
problema della politica dell'odio è che l'odio è un'abitudine difficile da
spezzare. Se siete stati condizionati a credere che il vostro futuro dipenda
dalla sconfitta dell'oggetto del vostro odio, potete cambiare idea solo se
smettete di odiare. Dal 1993, l'OLP ha dimostrato più volte di essere il nemico
di Israele e non il suo partner di pace. Ma accettare la verità significava
accettare che la sinistra aveva portato il Paese al disastro e che gli oggetti
del loro odio - gli ebrei che si rifiutavano di rinunciare a qualsiasi aspetto
della loro identità - avevano sempre avuto ragione.
In
altre parole, l'accettazione del fallimento imponeva loro di ridefinire la
propria identità di classe o di abbandonarla. La sinistra scelse di
reinventarsi. Ha abbracciato il concetto di “Start-Up Nation” per garantire il
proprio potere economico e culturale, prendendo le distanze dal resto della
società. Impadronendosi del nuovo elisir dell'alta tecnologia, la sinistra è
entrata a far parte dell'élite globale con le sue capitali a Davos e nella
Silicon Valley.
Ma per
entrare nel regno della nuova élite globalista bisogna pagare. I padroni si
battono per una forma di governo post-nazionalista e internazionalista. Le loro
radici ideologiche non sono nel capitalismo americano. Piuttosto, i leader
della nuova classe dirigente globale, educati nelle università d'élite radicate
nell'anti-occidentalismo sovietico, sono post-nazionalisti e sottoscrivono la
visione sovietica secondo cui il sionismo, l'apoteosi delle aspirazioni
nazionaliste, è illegittimo. Per entrare nel loro club, i titani della
tecnologia israeliana hanno dovuto rinnegare la loro fedeltà ai loro
compatrioti “coloni violenti” e “ultraortodossi”.
In
altre parole, anche quando hanno cercato di sfuggire all'elisir dell'OLP che ha
portato alla catastrofe dello Stato del terrore palestinese nel cuore di
Israele, si sono trovati di fronte alla stessa scelta.
Ha
funzionato, più o meno, fino al 7 ottobre. Quel giorno sono accadute due cose.
In primo luogo, i terroristi palestinesi, con i loro parapendii, i loro pick-up
Toyota, i loro bazooka e la loro sadica sete di sangue, hanno fatto esplodere
il mito che la tecnologia libererà Israele dalla necessità di difendersi con i
fratelli che la sinistra sperava disperatamente di abbandonare. Tutte le
applicazioni militari della Start-Up Nation - i sensori ad alta tecnologia, i
segnali di intelligence, i recinti intelligenti, l'aviazione - hanno fallito
completamente il 7 ottobre. L'unica cosa che ha funzionato quel giorno è stato
l'eroismo e il patriottismo sfrenato dei civili e delle forze di sicurezza
ebraiche che si sono precipitati a sud, senza alcun preavviso, per salvare le
famiglie e le comunità che venivano invase.
La
seconda cosa che accadde fu che il jet set internazionale, l'élite globale,
abbandonò ogni distinzione tra ebrei “buoni” e “cattivi”. Le foto degli ostaggi
di Be'eri e di Kfar Azza sono state oggetto dello stesso odio che per lungo
tempo era stato rivolto solo ai “coloni violenti” o agli “ebrei
identificabili”. I detrattori degli ebrei universitari non hanno più sentito il
bisogno di fingere che alcuni israeliani fossero accettabili.
Negli
ultimi 11 mesi, i membri del settore post-sionista hanno lottato per venire a
patti con la frantumazione delle loro illusioni. I loro leader stanno cercando
di consolidare la loro posizione. Ma la loro insistenza sul fatto che i
problemi risiedano nel Primo Ministro Benjamin Netanyahu, negli Haredim, nei
coloni messianici o negli imbecilli che scoppiano in lacrime alle canzoni su Al
Israel trova sempre meno sostenitori. Ogni protesta si spegne dopo pochi
giorni. L'emozione non c'è più. Senza le foglie di fico della “pace” o della
“Start Up Nation” dietro cui nascondersi, l'odio è tutto ciò che rimane.
Trentuno
anni dopo aver abbracciato l'OLP e l'odio, la sinistra deve finalmente
abbandonarlo. La sopravvivenza di Israele dipende da questo.
(Israel
Heute, 17 settembre 2024 - trad. ilvangelo-israele.it).
L'Ucraina
«cede» all'accordo con Trump
per le
terre rare. Il Cremlino boccia
la
forza di pace con truppe europee.
Corriere.it
- Lorenzo Cremonesi e Fabrizio Dragosei – (27 – 2 – 2025) – ci dicono:
Il
leader Usa: «Zelensky qui venerdì? Se vuole per me va bene».
Il Cremlino boccia la forza di peacekeeping
dell'Unione europea
Terre
rare, Ucraina verso l'Ok a Trump.
L'Ucraina
ha accettato di cedere agli Stati Uniti i proventi derivanti dallo sfruttamento
di alcuni suoi giacimenti di minerali preziosi (le «terre rare»).
Un
accordo che, ci si augura a Kiev, servirebbe a migliorare le relazioni con
l’amministrazione Trump e preparare il terreno per l’impegno Usa a lungo
termine per garantire la sicurezza militare dell’Ucraina.
Nella
notte italiana, Donald Trump ha affermato che in cambio dell'accordo l'Ucraina
avrebbe ottenuto «il diritto di continuare a combattere».
«Sono molto coraggiosi», ha detto il
presidente Usa ai giornalisti, ma «senza gli Stati Uniti, i loro soldi e il
loro equipaggiamento militare, questa guerra sarebbe finita in un lasso di
tempo molto breve».
Alla
domanda fino a quando le forniture di equipaggiamento e munizioni statunitensi
all'Ucraina continueranno, Trump ha risposto:
«Forse finché non avremo un accordo con la
Russia... Dobbiamo avere un accordo, altrimenti continuerà».
Trump
ha aggiunto che, in seguito a un eventuale accordo di pace, sarebbe necessaria
«una qualche forma di mantenimento della pace» in Ucraina, ma questa dovrebbe
essere «accettabile per tutti».
Certo
non sono le solide garanzie di sicurezza che erano state chieste da Kiev.
Ma
anche Washington ha dovuto rivedere al ribasso la propria richiesta di un
diritto a 500 miliardi di dollari di potenziali entrate derivanti dallo
sfruttamento delle risorse naturali:
si tratterebbe
comunque di una cifra (non resa nota) che è più alta di quanto gli Usa hanno
speso finora per l’Ucraina, ha detto Trump.
La
svolta avviene nello spirito delle intenzioni manifestate dallo stesso Zelensky
negli ultimi giorni.
«Voglio
essere pragmatico. Per noi l’amicizia con gli Stati Uniti e soprattutto i loro
aiuti militari restano vitali per la nostra difesa. Così sono pronto a passare
sopra a tutte le offese personali», ha ribadito il presidente ucraino, dicendo
di non prendersela per le parole di Trump, che l’aveva definito «un dittatore
impopolare che ha causato la guerra del 2022».
Cooperazione
per le risorse.
Alti
ufficiali ucraini ieri sera hanno dunque confermato di essere pronti a firmare
l’accordo che prevede la cooperazione con le aziende americane per lo
sfruttamento delle loro risorse minerarie nazionali, che includono anche
petrolio e gas.
«L’accordo è soltanto parte di un quadro più
ampio. Così ci hanno assicurato gli americani», ha detto al Financial Times”,
la vice premier e ministra della giustizia ucraina “Olha Stefanishyna”.
L’accordo
«capestro» (come lo bollava la stampa locale) imposto inizialmente da
Washington prevedeva che venisse concepito come il pagamento per gli aiuti
militari e finanziari garantiti dagli Stati Uniti dall’inizio dell’invasione.
Nessun
riferimento alle garanzie di sicurezza.
La
versione finale del nuovo patto sembra che contempli la creazione di un fondo a
cui gli ucraini contribuiranno al 50 per cento per lo sfruttamento delle
risorse del Paese e paghi anche la logistica necessaria.
Pare che non includa attività estrattive che
già contribuiscono al budget pubblico ucraino e non sembra coinvolga “Naftogaz”
e “Ukrnafta”, rispettivamente le due più importanti società nazionali per gas e
petrolio.
Tuttavia
nel testo dell’accordo non vi sono riferimenti diretti alle garanzie di
sicurezza americane, come Kiev aveva subito chiesto.
Restano aperte questioni cruciali come la
dimensione del coinvolgimento americano nel fondo e non si scioglie il nodo
della «proprietà condivisa» dei giacimenti.
Su
questi punti si negozierà nel prossimo futuro.
Zelensky dovrebbe recarsi a Washington venerdì
28 febbraio per la cerimonia della firma ufficiale con Trump, che ha commentato
così:
«Ho
sentito dire che verrà, per me va bene se ne ha voglia».
La
speranza ucraina resta che quello sia il momento giusto per essere coinvolti
direttamente nei contatti bilaterali che intanto Trump sta avendo con Putin.
Il
nodo del contingente europeo, il ruolo della Cina.
A Kiev
alte fonti diplomatiche europee ribadiscono che in verità nulla di chiaro è
stato ancora concluso con Mosca e lo stesso Trump potrebbe presto scoprire che
la volontà di Putin resta quella di avere il pieno controllo dell’Ucraina.
Tra i
punti controversi resta la questione della presenza del contingente europeo in
Ucraina.
Ufficialmente
a Mosca nessuno dice che la proposta di Trump di affidare a Paesi europei il
controllo di un eventuale tregua sia stata accettata.
Anzi,
Peskov, il portavoce del Cremlino, spiega che la risposta è già stata espressa
con chiarezza dal ministro degli Esteri Lavrov: «niet».
Poi però Putin in persona aveva detto ok al
coinvolgimento europeo, ma assieme agli Stati del gruppo Bric e con la Cina in
testa.
La
lite fra Trump e Zelensky.
Peacelink.it
– (1° marzo 2025) - Alessandro Marescotti – ci dice:
Uno
scontro che svela l’impasse della guerra in Ucraina.
Trump,
rimproverato per la sua apparente morbidezza con Putin, ieri ha replicato con
una frase emblematica:
“Vuoi che sia duro? Posso essere più duro di
qualsiasi essere umano tu abbia mai visto, potrei essere durissimo, ma così non
otterrai mai un accordo, ecco come stanno le cose”.
Lo
scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky offre uno spunto di riflessione
importante su un conflitto armato che, dopo tre anni, appare sempre più
avvitato in una dinamica militare sbilanciata a favore della Russia e senza
sbocchi reali per l’Ucraina.
È
importante notare che Trump, pur essendo un personaggio politicamente
inquietante e discutibile sotto molti aspetti, abbia chiarissimo un punto
cruciale:
la strategia attuale non sta portando alla
pace, ma solo a un prolungamento del conflitto a danno della stessa Ucraina.
L’azzardo
di Zelensky.
Abbiamo
più volte documentato su PeaceLink come Zelensky abbia giocato con il fuoco,
spingendo per un coinvolgimento diretto della NATO, come dimostrato dalla sua
richiesta di una no-fly zone che, se accettata, avrebbe significato il rischio
di uno scontro diretto tra potenze nucleari.
È stato lo stesso Biden a trattenere l’Ucraina
dal compiere mosse ancora più azzardate.
Trump,
rimproverato per la sua apparente morbidezza con Putin, ieri ha replicato con
una frase emblematica:
“Vuoi
che sia duro? Posso essere più duro di qualsiasi essere umano tu abbia mai
visto, potrei essere durissimo, ma così non otterrai mai un accordo, ecco come
stanno le cose”.
Qui
Trump coglie un dato di fatto:
se non
si inverte la rotta, l’Ucraina rischia di arrivare al tavolo delle trattative
in una posizione di debolezza ancora maggiore di quella attuale.
La
guerra simmetrica favorisce il più forte.
Questo
ci porta al nodo centrale del problema:
un conflitto militare simmetrico tra un forte
e un debole vede sempre vincitore il più forte.
La
Russia ha una capacità militare superiore, una produzione bellica che non si
esaurisce e il tempo gioca a suo favore.
L’Ucraina,
invece, si trova in un logoramento crescente, con risorse che si assottigliano
e un Occidente sempre meno efficace nel sostenere una guerra senza prospettive.
A
questo punto la domanda è: ha senso proseguire su tale linea?
Se
l’Ucraina avesse dalla sua un forte consenso popolare ma una intrinseca
debolezza militare, allora la soluzione non può essere la guerra simmetrica,
bensì un cambio strategico verso la strategia di resistenza civile diffusa.
E qui
entra in gioco la riflessione sulla resistenza nonviolenta, che ha dimostrato
storicamente di funzionare meglio della risposta armata quando si ha un forte
sostegno popolare.
Dalla
logica militare a quella della resistenza civile.
La
strategia militare di Zelensky sta portando l’Ucraina verso un vicolo cieco.
L’alternativa sarebbe trasformare il conflitto simmetrico in uno asimmetrico
spostandolo dal piano militare a quello della resistenza civile e della
delegittimazione dell’occupante.
Non è
un discorso astratto:
esistono
numerosi esempi storici di lotte nonviolente che hanno sconfitto eserciti più
potenti senza ricorrere alla guerra convenzionale.
Se
Zelensky avesse il consenso potrebbe pensare a una "intifada" nei
territori occupati, esponendo ovunque la bandiera ucraina e facendo sit-in
popolari dimostrativi sotto le telecamere in mondovisione.
Sempre che vi sia consenso verso Kiev nelle
zone occupate.
Il
problema è che il modello dominante è ancora quello della guerra tradizionale,
con una narrazione che impedisce di pensare fuori dagli schemi classici, in
questo caso perdenti.
Ed è
proprio tale punto che il movimento pacifista può essere efficace per proporre
un’alternativa credibile alla guerra.
L’Ucraina
oggi ha due strade davanti a sé:
continuare
un conflitto bellico che la sta logorando rendendola sempre più debole o
rivendicare una soluzione che possa fermare la distruzione e aprire a una vera
trattativa.
Zelensky sembra voler proseguire sulla prima, ma la
storia insegna che la seconda potrebbe essere l’unica via per salvare davvero
il suo paese.
Che
fare?
Quale
strada rivendicare?
Quella
di un ritorno agli accordi di Minsk per dare autonomia alle aree contese e di
conflitto.
Occorre
far votare le popolazioni e sostituire i colpi di cannone con le schede
elettorali.
Tutte
le soluzioni devono essere basate sul consenso e non sulla logica del più
forte.
E anche se vincesse "genuinamente" il più
forte con le schede elettorali, senza brogli elettorali, occorre che il più
debole venga tutelato dallo spirito di autonomia che era alla base degli
accordi di Minsk.
Il debole ha diritto alla sua lingua, alla sua
cultura, alle sue tradizioni, alla sua storia e alla sua visione della storia.
Bisogna porre fine alla cancellazione
culturale dell'avversario e ripristinare la convivenza e il pluralismo.
La vera prospettiva non è la guerra giusta ma
la giusta convivenza fra popoli in conflitto.
Perché, lo si voglia ammettere o no, quella in
Ucraina è principalmente una guerra civile.
Il
Regno Unito può tornare nella Ue?
Brexit
andata e ritorno, quali sono
gli
scenari e cosa può accadere.
Italiaoggi.it
– Redazione – (02 – 03 – 2025) - ci
dice:
Allo
stato attuale non esiste un piano concreto affinché il Regno Unito possa
tornare nell’UE. Tuttavia, le relazioni con Bruxelles stanno evolvendo: è
possibile un ritorno? E in che modo?
La
Brexit ha segnato una svolta storica per il Regno Unito e l’Unione Europea.
Cinque anni dopo l’uscita ufficiale, i rapporti tra Londra e Bruxelles sono in
fase di ridefinizione, e una parte crescente dell’opinione pubblica britannica
si interroga sulla possibilità di un ritorno nel blocco comunitario.
Ma
quanto è realistico un rientro? Quali sarebbero le condizioni e gli ostacoli?
L’opinione
pubblica post-Brexit.
Dai
sondaggi più recenti emerge un dato chiaro:
il
malcontento per la Brexit sta crescendo.
Secondo una ricerca YouGov, il 55% dei
britannici ritiene che l’uscita dall’UE sia stata un errore e il 62% la
considera un fallimento.
Tuttavia, il governo laburista di “Keir
Starmer”, pur mostrando un’apertura a una maggiore cooperazione con l’UE, non
ha intenzione di promuovere un nuovo referendum nel breve termine.
Questo
rende difficile immaginare un processo di reintegrazione rapido e diretto.
Ma
quale sarebbe la procedura di rientro?
La
procedura per il rientro del Regno Unito nell'Ue.
Se il
Regno Unito volesse tornare nell'Unione Europea, dovrebbe seguire il processo
di adesione previsto dall'Articolo 49 del Trattato sull'Unione Europea (TUE). I
passaggi principali sarebbero i seguenti:
1)
Domanda ufficiale di adesione.
Per
avviare il processo, il governo britannico dovrebbe formalizzare la richiesta
di adesione presso il Consiglio dell’Unione Europea, sottoponendo una
candidatura ufficiale che attesti l'intenzione di rientrare nel blocco
comunitario.
Il
Parlamento britannico dovrebbe approvare questa decisione, con la possibilità
di indire un nuovo referendum popolare per legittimare la scelta.
2)
Valutazione della candidatura.
La
Commissione Europea esaminerebbe la domanda per verificare che il Regno Unito
soddisfi i criteri di Copenaghen, che includono:
Stabilità
delle istituzioni democratiche.
Stato
di diritto e rispetto dei diritti umani.
Economia
di mercato funzionante e capacità di rispettare le regole dell'UE.
3)
Negoziazioni di adesione
Se la
candidatura venisse accettata, si aprirebbe una fase di negoziati bilaterali
per stabilire le condizioni del rientro.
L'Unione
Europea potrebbe richiedere al Regno Unito di l'adozione dell'euro, accettare
la libera circolazione delle persone e rispettare il diritto comunitario
pienamente.
Londra
dovrebbe inoltre reintegrare i regolamenti doganali, fiscali e commerciali
dell’UE.
4)
Approvazione unanime degli Stati membri.
Al
termine dei negoziati, il trattato di adesione dovrebbe essere approvato
all’unanimità dai 27 Stati membri.
Alcuni
paesi, come Francia e Spagna, potrebbero opporsi o porre condizioni specifiche
(es. gestione dei flussi migratori e politiche di pesca).
5)
Ratifica da parte del Parlamento Europeo e degli Stati membri
Il
Parlamento Europeo dovrebbe approvare la nuova adesione con maggioranza
assoluta.
Gli
Stati membri dell'UE dovrebbero ratificare il trattato di adesione secondo le
proprie procedure interne, che in alcuni casi potrebbero prevedere referendum
nazionali.
6)
Entrata in vigore dell'adesione.
Una
volta completate tutte le ratifiche, il Regno Unito potrebbe ufficialmente
tornare a far parte dell’UE.
Il
paese dovrebbe poi nominare i propri commissari europei, europarlamentari e
giudici per la Corte di Giustizia UE.
Perché
il rientro nella Ue non è semplice: ostacoli
Il
percorso per un eventuale rientro del Regno Unito nell'UE non sarebbe né
semplice né rapido. Ci sono diversi fattori che potrebbero influenzare la
durata e la fattibilità di questo processo:
Durata:
Il processo potrebbe richiedere tra 5 e 10 anni, a seconda della complessità
delle negoziazioni e delle condizioni imposte dagli Stati membri.
Ostacoli
politici: L'UE potrebbe chiedere al Regno Unito maggiore integrazione rispetto
al passato, il che potrebbe incontrare resistenze politiche interne.
Modifiche
economiche: Il Regno Unito dovrebbe adattarsi di nuovo alla normativa comunitaria,
rivedere accordi commerciali internazionali e riorganizzare la propria
economia.
Questa
procedura mostra come un eventuale ritorno nell’UE non sarebbe né immediato né
scontato, ma richiederebbe un forte consenso interno e il superamento di
numerosi ostacoli diplomatici e politici.
Il
Regno Unito nella Ue, quali scenari.
Se il
Regno Unito decidesse di rientrare nell’UE, esistono diversi scenari possibili,
ognuno con complessità e condizioni specifiche:
a)
Rientro completo tramite l’Articolo 49 del TUE.
L’opzione
più diretta sarebbe quella di presentare una domanda di adesione ai sensi
dell’Articolo 49 del Trattato sull’Unione Europea. Questo comporterebbe:
Approvazione
unanime dei 27 Stati membri, con la possibilità di veti politici da parte di
paesi che potrebbero opporsi per non creare un precedente per altri paesi che
potrebbero uscire e poi chiedere il rientro nell'UE a condizioni più
favorevoli.
Adozione
dell’euro e reintegro nella libera circolazione: l’UE difficilmente
concederebbe deroghe come in passato, rendendo politicamente difficile
l’accettazione di queste condizioni nel Regno Unito. Inoltre, la Francia
potrebbe insistere su una maggiore integrazione britannica in materia di
immigrazione e affari interni.
Adesione
a tutte le regole UE, inclusi i regolamenti fiscali e commerciali. Il ritorno
del Regno Unito implicherebbe un rientro in un’UE molto diversa da quella
lasciata, con nuove normative in materia di sovvenzioni statali e governance
economica.
Perdita
dell’autonomia decisionale: il Regno Unito, che prima godeva di uno status
speciale con deroghe su diversi aspetti dell’integrazione europea, non avrebbe
la stessa flessibilità e dovrebbe allinearsi a tutte le direttive UE senza
eccezioni.
b)
Rientro parziale: il modello Spazio Economico Europeo (SEE)
Un’alternativa
meno vincolante sarebbe l’adesione al SEE, come Norvegia, Islanda e
Liechtenstein. Questo garantirebbe:
Accesso
al mercato unico con minori barriere commerciali.
Libera
circolazione delle merci, servizi e capitali, ma anche delle persone, un tema
politicamente sensibile nel Regno Unito.
Accettazione
di molte regolamentazioni UE senza avere un ruolo nei processi decisionali, uno
svantaggio per Londra.
c) Un
accordo speciale con l’UE (modello Svizzera)
Il
Regno Unito potrebbe negoziare accordi bilaterali specifici con l’UE,
garantendo:
Accesso
parziale al mercato unico, limitato a settori strategici.
Contribuzione
economica per beneficiare di programmi UE senza adesione completa.
Regolamentazione
condivisa, mantenendo però una maggiore autonomia rispetto all’appartenenza
all’UE.
L'UE
Sarebbe disposta a riaccogliere il Regno Unito?
Anche
se Londra decidesse di rientrare, l’UE sarebbe disponibile? Alcuni punti
critici:
Condizioni
più rigide rispetto al passato: non ci sarebbero più le deroghe di cui il Regno
Unito ha beneficiato prima della Brexit.
Possibili
veti nazionali: paesi come Francia e Spagna potrebbero opporsi per evitare un
precedente di "uscita e ritorno".
Processo
di allargamento già in corso: l’UE sta già valutando l’ingresso di Ucraina,
Moldova e paesi dei Balcani, rendendo un’ulteriore adesione più complessa.
"Brexit
Reset": un ritorno parziale?
Il
concetto di "Brexit Reset" si riferisce alla strategia del governo
laburista di “Keir Starmer” rivolta a ridefinire le relazioni tra il Regno
Unito e l'Unione Europea, ma senza un ritorno formale all'intendo dell'UE.
Questo
approccio mira a migliorare la cooperazione in settori chiave, mantenendo però
l'autonomia britannica post-Brexit.
Il
governo britannico vuole eliminare alcune barriere commerciali, migliorare la
collaborazione in sicurezza e difesa e rilanciare programmi giovanili.
Tuttavia, l'UE chiede garanzie su pesca e
mobilità, mentre “Starmer “deve equilibrare i rapporti con Bruxelles e
Washington, specialmente dopo le minacce di dazi da parte di Trump.
Ad oggi, il "reset" è più realistico
di un ritorno nell’UE, ma senza passi concreti verso una riadesione.
Alcuni
passi già compiuti:
Ritorno
nel programma scientifico Horizon Europe.
Accordi
di cooperazione in sicurezza e difesa.
Possibile
ripristino di un programma di mobilità giovanile tra UE e Regno Unito.
Impatti
economici della Brexit e incentivi al ritorno.
L'uscita
del Regno Unito dall'UE ha avuto conseguenze economiche rilevanti, incidendo su
commercio, investimenti e inflazione. Un'eventuale reintegrazione potrebbe
alleviare alcune difficoltà, ma comporterebbe anche costi politici e negoziali.
Di seguito, alcuni degli impatti principali:
La
Brexit ha ridotto gli investimenti del 23% rispetto alle proiezioni pre-uscita.
I
prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 25% a causa delle barriere
commerciali.
Un
ritorno nell’UE potrebbe migliorare la situazione? Sì, ma solo a lungo termine,
e con costi politici elevati.
Ritorno
possibile, ma non probabile.
Nonostante
la crescente insoddisfazione per la Brexit e il desiderio di molti britannici
di rivedere le relazioni con l’UE, un ritorno nel blocco comunitario resta
un’ipotesi complessa. Il percorso sarebbe lungo e pieno di ostacoli, sia
politici che economici. Ecco alcuni punti chiave:
Nessun
percorso rapido: il rientro richiederebbe anni di negoziati e nuove condizioni.
Il
"reset" è più realistico del rientro: l’attuale strategia britannica
mira a rafforzare i legami senza adesione formale.
Ruolo
dell’opinione pubblica: un cambiamento nell’umore politico potrebbe accelerare
un ripensamento, ma l’UE ha altre priorità.
Al
momento, il Regno Unito non ha un piano concreto per tornare nell’UE. Tuttavia,
le relazioni con Bruxelles stanno evolvendo, e nei prossimi anni potremmo
assistere a un riavvicinamento graduale, se non a un vero e proprio ritorno.
Ucraina,
Starmer: «Mantere flusso
di
aiuti militari a Kiev».
Italiaoggi.it
– Redazione – (03/03/2025) – ci dice:
Secondo
Starmer «un certo numero» di Paesi potrebbe unirsi a Gran Bretagna e Francia e
schierare truppe in Ucraina in caso di cessate il fuoco tra Kiev e Mosca
Mantenere
il flusso di aiuti militari a Kiev e la pressione economica sulla Russia,
garantire la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina e formare una «coalizione di
volenterosi» per far rispettare un possibile accordo di pace.
Ma senza rompere con Washington che rimane un
«alleato affidabile».
Il
primo ministro britannico, “Keir Starmer,” sintetizza così l'esito del vertice
dei 18 leader che si sono incontrati a Londra nella giornata del 2 marzo.
«Siamo
a un bivio nella storia», ha detto Starmer, annunciando che i paesi europei
aumenteranno le loro spese militari.
«Siamo
riuniti qui perché questo è un momento che capita una volta in una generazione
per la sicurezza dell'Europa, e tutti noi dobbiamo fare un passo avanti - ha
detto il premier britannico - ottenere un buon risultato per l'Ucraina non è
solo una questione di giusto e sbagliato, è vitale per la sicurezza di ogni
Nazione».
Nessuna
decisione concreta raggiunta.
Nessuna
decisione concreta è stata presa al summit, soprattutto sull'invio di forze di
mantenimento della pace in Ucraina.
E le posizioni delle cancellerie restando
diverse su vari punti.
Ma secondo Starmer «un certo numero» di Paesi
potrebbe unirsi a Gran Bretagna e Francia e schierare truppe in Ucraina in caso
di cessate il fuoco tra Kiev e Mosca.
Quello
che è necessario però è il sostegno americano, ha continuato il premier
britannico:
gli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump
sono ancora un alleato affidabile, ha detto Starmer, che ha detto di aver
parlato del piano anglo-francese al presidente Usa.
Macron:
«Necessario che l’Italia ci sia».
Un
appello all'Italia a schierarsi con «il concerto delle Londra e Parigi arriva
dal presidente francese Emmanuel Macron, che in una intervista esclusiva al
Foglio. È necessario che l'Italia sia al nostro fianco, che si impegni in
questo percorso, e che lo faccia da grande paese europeo, sulla scia di quanto
ha fatto Mario Draghi», ha detto Macron.
Nuovo
stanziamento di 1,6 miliardi.
Il
Regno Unito si intesta l'iniziativa e la promessa del primo ministro inglese è
che Londra è pronta a sostenere un piano di pace «con gli stivali a terra e gli
aerei in aria», ha detto Starmer, che ha annunciato un nuovo finanziamento da
1,6 miliardi di sterline per le esportazioni di armi in Ucraina, che consentirà
a Kiev di «acquistare più di 5.000 missili di difesa aerea».
Il segretario generale della Nato “Mark Rutte”,
ha confermato che diversi paesi della Nato hanno segnalato i loro piani per
aumentare la spesa per la difesa.
«Dobbiamo
riarmare urgentemente l'Europa», ha aggiunto la presidente della Commissione
europea Ursula von der Leyen, aggiungendo che Bruxelles rafforzerà l'Ucraina
con aiuti economici e militari con l'obiettivo di trasformare il Paese in
"un porcospino d'acciaio indigesto per i potenziali invasori".
Nuovi
piani di spesa per l’Ucraina.
I
piani saranno svelati la settimana prossima, ha detto il primo ministro polacco
Donald Tusk.
Piani
che secondo Varsavia, possono «inviare un impulso molto chiaro che dimostri a
Putin e alla Russia che nessuno qui in Occidente intende arrendersi al suo
ricatto e alla sua aggressione».
Tusk ha anche confermato che i paesi alleati
non sono completamente allineati nel sequestro dei beni russi in Occidente,
poiché alcuni paesi «temono le conseguenze per l'euro o per il sistema
bancario».
Anche
il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz ribadisce il sostegno di Berlino a
Kiev, sulla stessa linea del capo del governo in pectore, Freidrick Merz, con
cui lo stesso Scholz è stato in contatto durante il summit.
Una
appassionata difesa di Volodymyr Zelensky dopo l'aggressione dello Studio Ovale
è stata offerta dal primo ministro canadese Justin Trudeau, anche lui sotto il
tiro di Trump che più volte ha detto di voler fare del Canada il 51esimo Stato
Usa.
Zelensky,
ha detto Trudeau, «ha sottolineato con molte parole che Vladimir Putin è un
bugiardo e un criminale e non ci si può fidare che mantenga la parola data in
alcun modo».
Content
Revolution.
Zelensky
nuova apertura verso la Casa Bianca, «Usa partner strategico»
Zelensky,
sempre secondo quanto riporta il “Guardian,” ha aggiunto che lo sforzo per la
pace guidato da Regno Unito e Francia e discusso dai leader europei al vertice
di Londra darà i suoi frutti «nelle prossime settimane»
(Maria
Mantero)
Dopo
l’incontro tra Zelensky e Trump alla casa Bianca «non ci sono stati più
contatti» a riferito il presidente ucraino che però fa sapere di essere pronto
per la firma di un accordo con gli Stati Uniti per lo sfruttamento congiunto
dei minerali nel suo Paese.
Il
presidente ucraino Volodymyr Zelensky da Londra, riporta il Guardian si dice
quindi disposto a riprovarci.
Zelensky,
sempre secondo quanto riporta il quotidiano britannico, ha aggiunto che lo
sforzo per la pace guidato da Regno Unito e Francia e discusso dai leader
europei al vertice di Londra darà i suoi frutti «nelle prossime settimane».
Nessun
commento invece sulla proposta anglo-francese di una tregua di un mese nei
combattimenti.
«Quello che è successo nello Studio Ovale è
meglio lasciarlo alla storia».
Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr
Zelensky, alle domande dei giornalisti a Londra che chiedevano un commento
sull'incontro alla Casa Bianca di venerdì scorso.
Gli
Usa sono un "partner strategico", "penso che la nostra relazione
continuerà" ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
L’identità
e la libertà.
Storia
breve dell’indipendentismo ucraino.
Linkiesta.it
– (24 -02 – 2025) - Christian Rocca – ci dice:
“L’Ucraina
siamo noi” di Christian Rocca racconta le radici storiche dell’Ucraina come
Stato sovrano che risalgono a un’epoca lontana.
L’attaccamento
degli ucraini all’idea di Stato indipendente e a un’identità nazionale non
nasce certo nel 1991, al momento del dissolvimento dell’Unione sovietica né,
tantomeno, dopo l’attacco russo del 24 febbraio 2022, come si tende a credere
in Occidente.
Prima
ancora del 1991, nello stesso Ventesimo secolo, l’indipendenza di tutto o parte
del territorio ucraino è stata proclamata almeno cinque volte, ma si deve
andare ancora più indietro, fino alla metà del Diciassettesimo secolo, per
trovare le radici storiche dell’attuale Stato ucraino.
Sono
stati poi gli intellettuali ucraini d’inizio Novecento a descrivere le
caratteristiche civili ed etniche del popolo ucraino e a definire l’estensione
geografica dello Stato, a codificare una forma scritta della sua lingua e a
ricostruire la storia per legittimare l’esistenza di un popolo ucraino e il suo
diritto all’autonomia statuale, culturale e politica.
Nel
medioevo, la “Rus’ di Kyjiv” fu il primo esempio di entità ucraina che si
estendeva oltre l’attuale Ucraina fino a comprendere anche la Bielorussia e
buona parte della Russia europea.
Putin
oggi afferma che la Russia sia la “Rus’ di Kyjiv”, ma è uno strafalcione
storico.
Lo
storico ucraino “Yaroslav Hrytsak” ha spiegato in un’intervista a” Yaryna
Grusha” su Linkiesta che quella russa è una presunzione grottesca, come se la
Romania – che ha preso il nome dalla capitale dell’Impero romano – oggi
pretendesse di conquistare l’Italia perché proprio da Roma ha preso il nome.
Dopo
il dissolvimento, la “Rus’ di Kyjiv “continuò ancora per oltre un secolo con il
nome di “Regno di Galizia-Volhynia”, in una forma più ridotta e limitata
all’attuale Ucraina occidentale.
Poi ci
fu l’”Etmanato”, più o meno nell’attuale Ucraina centrale, creato nel 1649 dal
capo cosacco di Zaporizhzhya, “Bohdan Khmelnytskyy,” durato oltre un secolo,
fino a quando fu abolito nel 1780 dall’imperatrice “Caterina II di Russia”.
Nel
Diciannovesimo secolo, le terre ucraine erano divise tra l’Impero russo a Est e
l’Impero austro-ungarico a Ovest.
Gli
Asburgo incoraggiarono il movimento nazionale ucraino di Lviv, mentre gli
zaristi tentarono di sopprimere il movimento nazionale ucraino di Kyjiv.
Alla fine dell’Ottocento, gli intellettuali e
i partiti politici ucraini cominciarono a coltivare l’idea di uno Stato
indipendente che comprendesse le terre abitate dagli ucraini di entrambi gli
imperi.
All’inizio
del Novecento, con il crollo dell’Impero russo e poi del successivo governo
liberale e infine con la Rivoluzione bolscevica, cambiò tutto.
I bolscevichi ci misero alcuni anni a
sconfiggere i nemici interni e a fondare l’Unione Sovietica e gli ucraini
utilizzarono questo lasso di tempo (1917-1921 ) per fondare la Repubblica
popolare e nazionale ucraina che diventò « lo Stato indipendente del popolo
ucraino, non soggetto a nessuno, libero e sovrano ».
Per
popolo ucraino già allora si intendevano non solo gli ucraini etnici ma tutti
gli abitanti dell’Ucraina, e quindi anche quel 30 per cento del totale della
popolazione composto da russi, polacchi, ebrei e altre minoranze, tanto che le
rispettive comunità avevano dei propri rappresentanti al governo per tutelare i
propri interessi e la propria autonomia.
Sulle
banconote, oltre all’ucraino, comparivano la lingua russa, polacca e yiddish.
La
Repubblica aveva un esercito nazionale autonomo per difendere le nove province
abitate dagli ucraini nell’ex Impero russo e fu riconosciuta dalle potenze
centrali con il Trattato di Brest-Litovsk ( febbraio-marzo 1918 ), tanto che la
Germania e l’Impero austro-ungarico inviarono loro truppe per proteggere
l’Ucraina dalla Russia sovietica.
La
Germania insediò a Kyjiv un leader filotedesco, l’”Etmano Pavlo Skoropadskyi”,
messo a capo dello Stato ucraino con il “titolo di Etmano” che richiamava la
lunga tradizione risalente all’ “Etmanato cosacco” del Diciassettesimo e
Diciottesimo secolo.
Dopo
la resa della Germania agli Alleati, nel novembre 1918, lo Stato ucraino
filotedesco crollò, ma la statualità ucraina sopravvisse con l’immediata
restaurazione della Repubblica nazionale ucraina.
Seguì
una guerra civile, ma l’esistenza della Repubblica indipendente fu confermata
sulla scena internazionale da venticinque Paesi e come tale essa fu accettata
dentro varie organizzazioni internazionali.
Ben
consapevoli della realtà e della forza del movimento nazionale ucraino, e
dell’importanza della statualità ucraina come collante ideale per le persone
che si identificavano come ucraine, i bolscevichi risposero proclamando nel
dicembre 1917 la Repubblica nazionale ucraina sovietica, con capitale a
Kharkiv.
La
presunta necessità di proteggere la Repubblica sovietica ucraina fornì alla
Russia bolscevica la giustificazione “legale” per inviare l’Armata Rossa in
Ucraina, al fine di cacciare le forze della Repubblica indipendente di Kyjiv,
con una modalità simile a quella vista più recentemente in Donbas e in Crimea e
con un analogo ricorso alle menzogne.
Nel
1918 fu istituita a” Lviv “una Repubblica nazionale ucraina occidentale che si
unì con la Repubblica nazionale ucraina di” Kyjiv”.
Entrambe erano impegnate in una lotta per la
sopravvivenza: la Repubblica nazionale ucraina occidentale si difendeva dalla
Polonia; la Repubblica nazionale ucraina di Kyjiv combatteva contro la Russia
sovietica, contro le forze antibolsceviche della Russia bianca e contro vari
eserciti contadini insorti che operavano nelle terre ucraine dell’ex Impero
russo ( il
romanzo “L’orecchio di Kiev di Andrei Kurkov” fornisce una descrizione
letteraria ma fedele di quei tumultuosi e caotici tempi ).
Entrambe
le Repubbliche ucraine furono sconfitte dai polacchi e dai russi, nonostante la
mobilitazione di centinaia di migliaia di persone pronte a combattere e a
morire per il loro Paese, l’Ucraina.
La
forza dell’indipendentismo ucraino convinse i leader sovietici di Mosca che la
Russia sovietica poteva sperare di mantenere il controllo sull’Ucraina solo se
avesse inviato l’Armata Rossa a invadere e occupare il Paese, naturalmente in
cooperazione con il Partito comunista ucraino che dal 1919 governava lo Stato
ucraino sovietico strettamente alleato del Cremlino, ma amministrativamente
separato dalla Russia.
L’Ucraina
sovietica rimase per un certo periodo uno Stato sovrano, con il controllo del
settore agricolo, della giustizia, dell’istruzione e degli affari esteri, e fu
percepita all’esterno come uno Stato indipendente, tanto da mantenere una
rappresentanza diplomatica in diversi Paesi ( Polonia, Cecoslovacchia, Austria,
Lituania, Lettonia, Estonia, Turchia ) e da concludere degli accordi bilaterali
con altri.
La
sovranità dell’Ucraina sovietica terminò formalmente nel luglio 1923, quando
nacque la federazione delle Repubbliche nazionali con Russia, Bielorussia,
Ucraina e Transcaucasia, ovvero l’Unione Sovietica, cui si aggiunsero su base
“volontaria” altre Repubbliche sovietiche dell’Asia centrale. All’interno di
questa unione nominalmente federale, l’Ucraina sovietica funzionava come uno
spazio politico a sé stante, i cui residenti si identificavano con un’entità
statuale chiamata Ucraina che per alcuni anni ha goduto di una certa autonomia
da Mosca.
Ad
esempio, l’Ucraina sovietica continuò per un certo periodo a mantenere il
controllo sul proprio sistema di istruzione e sullo sviluppo culturale. Con
l’incoraggiamento delle autorità di Mosca, il governo dell’Ucraina sovietica
avviò con Lenin nel 1923 un programma noto come ucrainizzazione ( ed è per
questo che Putin, falsificando la storia, giustifica l’invasione spiegando ai
suoi sudditi che le pretese statuali degli ucraini sono artificiali perché
nascono da una precisa e arbitraria scelta di Lenin ).
L’obiettivo
strategico del programma di ucrainizzazione, ovviamente, era quello di
legittimare l’autorità del Partito comunista ucraino, attirando nelle sue file
una più ampia fetta di popolazione locale. Riconoscendo la forza genuina del
sentimento nazionale ucraino, il Partito comunista sperava di ricevere maggiore
sostegno e nuove iscrizioni promuovendo la lingua ucraina e tutte le forme di
cultura ucraina.
Il programma di ucrainizzazione ebbe un
notevole successo, tanto che nel 1929 tre quarti degli studenti della
Repubblica frequentavano scuole in cui l’ucraino era la lingua di insegnamento.
Aumentò enormemente anche il numero di pubblicazioni e di istituzioni culturali
( enti scientifici, biblioteche, teatri, musei ) che utilizzavano la lingua
ucraina. Lo status dell’Ucraina Sovietica fu potenziato nel 1945, quando
addirittura divenne uno dei membri fondatori delle Nazioni Unite, dove era
presente all’Assemblea generale come una nazione autonoma e indipendente.
Il
programma ebbe troppo successo, tanto che le autorità comuniste di Mosca, con
Stalin al potere, si accorsero che stava involontariamente contribuendo ad
alimentare il nazionalismo ucraino. Stalin avviò allora il primo Piano
quinquennale dell’Unione Sovietica per industrializzare più rapidamente il
Paese e per collettivizzare il settore agricolo con la forza. L’Ucraina risentì
in modo particolare della collettivizzazione forzata, con la deportazione di
oltre mezzo milione di agricoltori privati ( i kurkuli in ucraino, i kulaki in
russo ) e all’imposizione di una carestia genocida, nota come Holodomor, o
Grande carestia, che solo nel 1932-1933 causò quasi quattro milioni di morti.
Questi
tragici sviluppi furono accompagnati dal completo smantellamento del programma
di ucrainizzazione e da un attacco frontale ai leader intellettuali e culturali
ucraini. La cancellazione fisica e culturale, nei primi anni Trenta, dei
contadini e degli intellettuali delle città ucraine non eliminò il sentimento
nazionale ucraino, anzi costituì il fondamento di una memoria comune ucraina
che è riaffiorata ogni volta che le circostanze politiche hanno permesso una
rinascita del movimento nazionale.
Quando,
alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, l’Unione Sovietica entrò in un
periodo di trasformazione con la perestroika di Michail Gorbačëv, aumentarono
le richieste per il ripristino di un’Ucraina sovrana, ma rimasero inascoltate
anche dopo la catastrofe di Chornobyl’, in Ucraina, quando i leader sovietici
( ed erano i riformatori di Gorbačëv ) deliberatamente non avvertirono gli
ucraini delle radiazioni nucleari.
Solo
alla caduta dell’impero sovietico, nel 1991, nacque un’Ucraina pienamente
indipendente.
Il 24
agosto 1991, il Parlamento dell’Ucraina sovietica, la Verkhovna Rada, dichiarò
l’Ucraina uno “Stato democratico indipendente”, poco dopo il tentato colpo di
Stato a Mosca organizzato per rovesciare Gorbačëv. In seguito al fallimento del
colpo di Stato, il Parlamento ucraino dichiarò comunque l’indipendenza e
indisse un referendum nazionale. Ai cittadini venne chiesto di approvare o
respingere la dichiarazione del Parlamento. Il 92 per cento degli elettori
ucraini approvò la dichiarazione di indipendenza, anche nelle zone del Paese
che sembravano più legate a Mosca ( a Donetsk e a Luhansk il “sì” ottenne l’84
per cento; in Crimea il 54 per cento ).
Nelle
settimane successive al referendum del primo dicembre 1991, l’Unione Sovietica
cessò di esistere ( 26 dicembre 1991 ). Nei mesi a seguire, l’indipendenza
dell’Ucraina fu riconosciuta dalla maggior parte dei Paesi del mondo, dalle
Nazioni Unite e dai suoi vicini post-sovietici, comprese la Federazione Russa e
la Bielorussia.
Come
Stato indipendente, l’Ucraina intraprese un periodo di transizione in cui le
sue priorità principali furono il passaggio da un’economia statale a
un’economia di mercato libero; la trasformazione istituzionale da un modello
autoritario a un modello democratico; e una più stretta associazione con
l’Unione Europea e il Nord America al posto della infelice dipendenza dall’ex
mondo sovietico.
In
quel momento, l’Ucraina controllava il terzo arsenale nucleare mondiale, con
circa cinquemila tra testate strategiche e tattiche. Su insistenza degli
americani, il governo ucraino scelse la strada della denuclearizzazione e tra
il 1994 e il 1996 trasferì tutte le armi alla Russia. Insomma, in
quell’occasione, gli ucraini si fidarono della Russia e cedettero alle
pressioni occidentali alimentate dall’ideologia della fine della storia e della
vittoria irreversibile della democrazia liberale. Il risultato di quella scelta
fu, invece, la ripresa delle mire imperialiste di Mosca che è la base
dell’attuale conflitto.
La
Costituzione dell’Ucraina, adottata nel 1996, ha previsto una struttura statale
unitaria con un governo guidato da un presidente eletto direttamente dal popolo
e con un parlamento a Camera singola, la Verkhovna Rada. L’eccezione è la
Crimea, riconosciuta come Repubblica autonoma all’interno dell’Ucraina e dotata
di un proprio Parlamento. L’evoluzione dell’Ucraina dalla sua fondazione nel
1991, e in particolare in seguito alle due rivoluzioni politiche ( la
Rivoluzione arancione del 2004 e la Rivoluzione della dignità di Euromaidan del
2013-2014 ), mostra che Kyjiv si muove con convinzione verso l’obiettivo di
diventare una nazione in cui l’ucrainità è definita principalmente dal
principio civico enunciato nella sua Costituzione: ovvero quello per cui il
popolo ucraino è composto dai cittadini dell’Ucraina appartenenti a tutte le
nazionalità e a tutte le etnie.
L’identità
civica ucraina si fonda su un impegno a favore di uno Stato governato dai
valori democratici europei e di un’enfasi sulla libertà di espressione, i
diritti umani e lo Stato di diritto. La forza del principio civico è stata
confermata oltre ogni aspettativa dalla reazione all’invasione russa del 2022,
durante la quale i cittadini ucraini di tutte le regioni, nazionalità, etnie e
lingue resistono, combattono e muoiono difendendo lo Stato con cui si
identificano pienamente.
Questo
Stato è l’Ucraina.
L’Ucraina
non è un Paese perfetto, tutt’altro. È pur sempre una nazione che si è liberata
dalla morchia sovietica da poco più di trent’anni e come quasi tutti i Paesi
soggiogati da Mosca è uscita dal comunismo affrontando anni di povertà estrema,
di far west sociale e di razzie economiche da parte degli oligarchi. Volodymyr
Zelensky è stato eletto nel 2019 con un programma elettorale populista per
fermare le ruberie di Stato, ma lui stesso ha avuto rapporti ambigui con due
oligarchi con immensi interessi economici, dai media alla finanza, uno dei
quali nell’estate 2023 è finito nei guai giudiziari. Ma la guerra ha accelerato
i processi di modernizzazione dello Stato e di avvicinamento agli standard dei
Paesi europei. Il predecessore di Zelensky, Petro Poroshenko, è egli stesso un
piccolo oligarca con interessi industriali di ampio genere, anche nei media.
Tutti gli ucraini che conosco sufficientemente bene da avergli potuto chiedere
se alle elezioni del 2019 avessero votato Poroshenko o Zelensky mi hanno risposto
di aver votato Poroshenko. Nessuno ha scelto Zelensky, benché quest’ultimo alle
Presidenziali abbia ottenuto più del 73 per cento.
Poroshenko,
pur con tutti i dubbi legati ai suoi interessi personali, è considerato colui
che ha costruito da zero l’esercito ucraino e quindi il salvatore preventivo
del Paese, assieme all’attuale presidente e comandante in capo Zelensky.
Agli
stessi interlocutori ho domandato che cosa voterebbero se si andasse presto a
elezioni, nel pieno della guerra, come chiedono gli americani. La risposta non
è stata univoca e nemmeno banale: tutti stimano Zelensky, perché è il loro
presidente e il comandante in capo che ha respinto i russi, e perché ha gestito
da statista consumato l’arena internazionale, eppure in caso di elezioni non
sono così certi di votarlo, pur sapendo che un’eventuale quanto improbabile
bocciatura di Zelensky da parte dei cittadini ucraini sarebbe manna dal cielo
per i propagandisti russi. Gli ucraini che conosco, prima di decidere, vorranno
vedere quali saranno le alternative al presidente, e non nascondono l’idea che
cambiare non sarebbe male, anche perché, prima o poi, l’atteggiamento
attendista di Zelensky nei giorni precedenti l’invasione del 24 febbraio, e in
particolare il suo iniziale fidarsi dei russi che ha fatto infuriare anche Joe
Biden e il suo staff, dovrà essere raccontato e spiegato.
Una
risposta, questa dei miei interlocutori, che da un lato smentisce la propaganda
secondo cui gli ucraini sarebbero un popolo plagiato da un guerrafondaio
fanatico e dalla Nato, e dall’altro conferma che l’Ucraina sta facendo grandi
passi avanti sul fronte democratico, visto che nel mezzo della guerra si
discute apertamente se votare o no l’eroe della resistenza e si guardano
comunque con sospetto le attività di mobilitazione globale a favore
dell’Ucraina organizzate da altri oligarchi.
Su
pressione dell’Occidente, Zelensky ha già approvato varie riforme, alcune caute
e altre meno caute, per far rientrare l’Ucraina nei parametri europei ( ma
dovrà ancora affrontare quella della giustizia ). E ha licenziato numerosi
funzionari pubblici e di governo per allontanare le accuse di ruberie sugli
appalti militari.
L’Ucraina è un Paese moderno e complicato, con
start up innovative nate durante la guerra, un business agricolo tradizionale e
un expertise e delle capacità industriali militari a questo punto senza
paragoni nell’Europa continentale.
Alcuni
servizi sono antiquati, altri tecnologicamente avanzati e su tutto incombono
gli oligarchi, ma l’anomalia post sovietica è in via di contenimento: prima
della guerra, per esempio, la Banca mondiale aveva imposto la nazionalizzazione
di una banca privata tecnologicamente all’avanguardia anche rispetto agli
standard occidentali, perché la raccolta privata era investita prevalentemente
a beneficio delle aziende degli oligarchi, uno dei quali era il principale
sostenitore di Zelensky.
Gli
ucraini, ha scritto Thomas Friedman, hanno «hands, brains and grains ,
manodopera, cervelli e grano, non molti altri Paesi possono vantare queste tre
cose.
C’è ancora tanto da fare, ma la direzione è
quella giusta e la volontà civile e politica è univoca. Prima però serve che
finisca la guerra: e la guerra può finire in tre soli modi:
con il
ritiro unilaterale della Russia, con la sconfitta sul campo dell’esercito di
Mosca oppure facendo entrare l’Ucraina nella Nato garantendo a Kyjiv la sicurezza
globale prevista dall’articolo 5 del Trattato atlantico, quello che impegna
tutti i Paesi dell’Alleanza a difendere militarmente chi subisce un attacco
esterno.
(Questo
brano è tratto dal libro “L’Ucraina siamo noi”, di Christian Rocca, pubblicato
da Linkiesta Books.)
Riscoprire
un’America progressista.
Saluteinternazionale.info – (18 Novembre 2024)
- Richard Horton – The Lancet – ci dice:
“In
passato, chiamavamo queste questioni i determinanti sociali della salute.
Ora
sono diventati piuttosto fuori moda, in un’epoca che si concentra quasi
esclusivamente sulla fornitura di servizi sanitari.
La comunità sanitaria ha ristretto la sua
visione di cosa significhi una società giusta e cosa aspiri ad essere.
Se la
nostra visione si è ristretta, se la nostra difesa si è indebolita,
difficilmente si possono biasimare i politici per aver seguito il nostro
esempio.”
Presidente
Trump. Di nuovo.
La
prima volta, un ex caporedattore di una rivista medica americana si è rifiutato
di permettere che il Presidente venisse chiamato “Presidente” sulle sue pagine.
Una sorta di resistenza.
Cosa
possiamo aspettarci da Trump 2.0?
Ritirerà
gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, come ha fatto
durante la pandemia di COVID-19?
Toglierà
di nuovo l’America dall’accordo di Parigi sul clima?
Il
trauma e il dolore tra gli osservatori più liberali della politica statunitense
sono palpabili.
Ma quelli
di noi che non avrebbero votato per quest’uomo dovrebbero chiedersi perché ci
sentiamo così.
Dopotutto, ha ottenuto il sostegno di oltre la
metà dell’elettorato (oltre 74 milioni di persone) in un’elezione democratica.
L’America
non è uno stato autoritario.
Non dovremmo celebrare un pacifico
trasferimento di potere?
Stiamo
davvero suggerendo che i sostenitori di Trump sono “deplorevoli”, per usare il
famoso epiteto dispregiativo del 2016 di Hillary Clinton?
Potremmo
sostenere che la disinformazione ha minato ogni speranza di elezioni eque.
O che la semplice misoginia è stata usata come
strumento per ferire l’avversaria di Trump, Kamala Harris.
O che il ritiro tardivo del presidente Biden
dalla candidatura ha reso impossibile per Harris presentarsi adeguatamente al
pubblico americano.
Ci
sarà tempo per un’autopsia politica, tempo anche per le recriminazioni.
Ma
prima, potremmo riflettere sugli errori che i democratici potrebbero aver
commesso quando hanno chiesto agli elettori americani la loro fiducia.
Cosa
definisce il progresso per la società americana?
Una
risposta, informata dai principi della salute pubblica, è un’ampia copertura di
assistenza tra gli americani.
Un
rafforzamento dei legami di interdipendenza tra le comunità.
Eliminare lo stigma e la discriminazione
contro i gruppi vulnerabili o emarginati. Un’apertura alla natura mutevole
della famiglia.
Rafforzare i diritti riproduttivi.
Atteggiamenti empatici verso coloro che arrivano negli Stati Uniti da altre
parti del mondo.
Comprendere
e imparare dall’eredità della schiavitù.
Apprezzare la diversità dell’identità di
genere.
Cercare
soluzioni ai problemi sociali non all’interno del sistema di giustizia penale,
ma applicando protezioni sociali più forti.
Rafforzare
i diritti umani.
Chiedere
azioni più decisive per affrontare la crisi climatica.
In altre parole, una società più gentile, più
dolce e più compassionevole.
Questi
elementi (e altro) si intrecciano per creare quello che noi della salute
potremmo considerare come un movimento fortemente progressista.
Ma,
dobbiamo anche ammettere che un movimento progressista è stato sconfitto nelle
elezioni della scorsa settimana.
Ma non
esageriamo: non è stata una sconfitta schiacciante.
Kamala Harris ha ricevuto oltre 70 milioni di
voti.
Sarebbe
sbagliato concludere che la vittoria di Trump segnali un rifiuto totale delle
politiche progressiste.
Tuttavia,
è stata comunque una sconfitta, che potrebbe avere importanti conseguenze
internazionali, incoraggiando i partiti politici nazionalisti in Francia,
Germania, Italia e Regno Unito o incoraggiando i governi (in Russia e Israele,
ad esempio) ad agire con ancora maggiore impunità di quanto non facciano oggi.
Quale
dovrebbe essere la risposta progressista al mercato della paura di Trump? Paura
per il declino americano.
Paura per l’immigrazione.
Paura
per le minacce immaginarie provenienti da altre nazioni.
I democratici avevano troppo poche risposte a
queste domande.
Peggio
ancora, le loro politiche interne erano spesso vaghe e considerate non
sufficientemente rilevanti per la vita di molti americani.
Harris
non è riuscita a trovare un linguaggio che attirasse un numero sufficiente di
elettori.
Quale
dovrebbe essere quel linguaggio?
Uno
che non sacrifichi i principi di una politica progressista (e della salute
pubblica), ma uno che motivi gli elettori a credere che un candidato e un
partito politico siano più preoccupati del loro benessere che di (quello che
alcuni critici descrivono come) cause liberali astratte.
Innanzitutto, migliorare la vita quotidiana di
ogni cittadino:
ciò significa lavori dignitosi e ben pagati e
condizioni di lavoro sicure;
un
solido sistema educativo;
programmi
per sostenere lo sviluppo infantile precoce;
fornitura
di alloggi di qualità a prezzi accessibili; migliore accesso a cibi sani;
solide protezioni sociali; ambienti sicuri;
e
accesso universale a un’assistenza sanitaria di alta qualità.
In
secondo luogo, affrontare l’ingiusta distribuzione di denaro e potere che
mantiene i poveri più poveri e i ricchi più ricchi.
In
passato, chiamavamo queste questioni i determinanti sociali della salute.
Sono diventati piuttosto fuori moda ora, in
un’epoca che si concentra quasi esclusivamente sulla fornitura di servizi
sanitari.
La
comunità sanitaria ha ristretto la sua visione di cosa significhi una società
giusta e cosa aspiri a essere.
Se la nostra visione si è ristretta, se la
nostra difesa si è indebolita, difficilmente si possono biasimare i politici
per aver seguito il nostro esempio.
Non
hai le carte.
Unz.com
- Andrew Anglin – (1° marzo 2025 ) – ci dice:
Beh,
finalmente è successo la cosa migliore che sia mai accaduta.
Come probabilmente
saprai.
Volonodonomodor
Zeeleniniskiyey è venuto alla Casa Bianca per incontrare Donald Trump e si è
trasformato nel crollo diplomatico più pubblico della storia conosciuta.
In
primo luogo, “James Bowman”, che era presente alla riunione per qualche motivo,
ha iniziato a dare lezioni a Zelensky con tutti i punti di discussione di cui
tutti coloro che sanno qualcosa sono già a conoscenza, parlando di come
l'Ucraina sta perdendo e costringendo le persone a coscrivere e che hanno bisogno
di un accordo per porre fine alla guerra.
Poi,
Zelenskyj ha iniziato a comportarsi come un bambino petulante, chiamando Bowman
una " sottovoce ma abbastanza forte da essere captato dal microfono”, e
poi ha iniziato a scagliarsi contro Trump.
Trump
non lo avrebbe tollerato e ha iniziato a rimproverare Zelensky nel modo in cui
gli adulti rimproverano i bambini che si comportano male.
Come
farà un bambino fuori controllo, Zelenskyj continuava a interrompere l'adulto e
Trump è arrivato al punto di spingerlo, fisicamente, con la mano, per farlo
stare zitto.
A un
certo punto ha detto a Zelensky: "non hai le carte" e Zelensky ha
affermato che non stava giocando a carte, al che Trump ha risposto:
"stai
giocando a carte e stai giocando con la vita di milioni di persone e giocando
con la guerra nucleare".
Trump
ha poi spiegato che non ci sarebbe stato alcun accordo, che Zelenskyj non è
pronto per un accordo e lo ha cacciato dalla Casa Bianca.
Hanno
saltato il pranzo e la prevista conferenza stampa congiunta, con Zelensky
costretto ad andarsene per la vergogna.
Ci
sono un sacco di screen shot divertenti dell'incontro, ma il mio preferito è
stato il mio:
Incrociare
le braccia in quel modo era una mossa così stupida che chiunque avrebbe dovuto
essere in grado di dirgli di non farlo mai in una riunione.
Trump
ha fatto qualcosa di esilarante sostituendo la stampa con i blogger, perché
mentre stava salendo sul suo camion dei servizi segreti, qualcuno urlando
"perché ha mancato di rispetto al presidente, signor Zelensky?"
Inoltre,
durante l'incontro nello Studio Ovale, uno dei blogger gli ha chiesto perché
non indossasse un abito.
Trump
l'ha fatto nel modo più divertente possibile.
Ciò è
avvenuto dopo che Trump lo ha preso in giro quando è arrivato, dicendo che era
"tutto vestito".
“Candace
Owens” sostiene di meritare il merito di aver preso in giro il suo costume per
primo.
Odio
quel tweet.
Innanzitutto,
sono stato il primo a prendere in giro il suo costume, e lo sanno tutti,
Candace compreso.
In
secondo luogo, nessuno può affermare che si siano inventati prendendo in giro
il suo costume, perché è molto ovvio che va in giro con un costume, ed è ovvio
che questo è stato testato da un focus group con donne bianche occidentali, che
sono la prima fascia demografica a sostenere la guerra.
Era
spacciato non appena prese la decisione di indossare quella stupida divisa
militare alla Casa Bianca.
Dimostra
che vede l'intera faccenda come una grande partita e non ha alcun desiderio di
fingere di fare sul serio.
Ha accettato di distruggere completamente
l'Ucraina come parte di un piano degli Stati Uniti per indebolire la Russia in
cambio di un sacco di soldi.
Ha già
i soldi, quindi penseresti che sarebbe pronto a concludere con un po' di
dignità, ma a quanto pare vuole più soldi.
La
gente dice che Zelensky era sotto l'effetto di droghe e ha mandato tutto a…
Sebbene
probabilmente fosse sotto l'effetto di droghe, ho visto un video in cui faceva
il suo comportamento standard di "sniffatrice di cocaina", che
abbiamo visto tutti in molti video in precedenza.
Ma ho un'opinione molto più forte di quella secondo
cui si è trattato solo di un crollo emotivo alimentato dalla droga.
Penso
che questo sia stato pianificato in anticipo.
È
entrato lì con l'intenzione di fare la parte della "resistenza", di
"opporsi al fascismo di Trump", di fare un grande spettacolo di
quanto sia indignato per il fatto che Trump non starà dalla parte della
democrazia.
A un certo punto, dopo che Zelensky ha affermato che
l'Ucraina era "tutta sola", Trump ha detto che non erano soli,
avevano 350 miliardi di dollari dagli Stati Uniti, e se non li avrebbero avuti,
avrebbero perso in due settimane, e Zelensky ha detto "tre giorni, secondo
Putin".
Trump
ha risposto: "forse meno".
Questo
faceva parte del piano, paragonare Trump a Putin, affermare che Trump sta
lavorando con Putin.
È
ovvio che Trump sia intenzionato a porre fine alla guerra, quindi non c'era un
vero scopo nell'assecondare il piano di Trump.
Ebbene,
lo scopo sarebbe stato quello di cercare di convincere Trump che l'Ucraina non
ha bisogno di elezioni, in modo che Zelensky potesse andarsene con una certa
dignità, e probabilmente questa sarebbe stata l'opzione migliore per Zelensky
personalmente.
Ma
quello che ha fatto nel creare questa scena è stato fare appello ai media
ebraici e all'establishment europeo per promuovere la narrativa di Trump che
lavora per Putin, che attualmente stanno suscitando di nuovo, perché non hanno
altre opzioni.
Zelenskyj
voleva interrompere la discussione in pubblico e voleva che Trump si
arrabbiasse e lo rimproverasse.
Penso
che abbia sopravvalutato le proprie capacità di improvvisazione, e avesse
immaginato che sarebbe stato in grado di avere un "momento di sfida contro
il fascismo in nome della democrazia".
Non
credo che sia andata come aveva pianificato, perché sembra solo una
piagnucolosa, presuntuosa ed esigente.
Questo
porterà ancora gli europei e le donne bianche a dire "oh, guarda il povero
bambino, che viene così meschinamente abusato dal cattivissimo padre
arancione", ma la maggior parte delle persone guarderà questa scena e dirà
"come fa quel monello a governare un paese?
Perché
abbiamo dato 350 miliardi di dollari a questo piccolo diavoletto ingrato?"
Quindi,
è andata molto male per Zelenskyj, ma non proprio nel modo in cui la maggior
parte delle persone dice.
Voleva
creare la scena, ma pensava che sarebbe stato in grado di mettere in scena un
"momento di sfida", e Trump ha chiaramente capito quello che stava
facendo e ha fatto in modo di umiliarlo completamente.
Una
grande vittoria per “Bowman”.
Il
vincitore più grande qui, a parte America e Russia, è stato James Bowman, che
viene celebrato per la sua performance e per il rimprovero a Zelensky.
Personalmente non ne sono rimasto del tutto impressionato, soprattutto in
confronto a Trump.
Non mi
piace affatto Bowman come successore di Trump e sono certo che questa sarà la
narrazione dopo la sua performance in questo incontro.
Preferirei
“Tucker Carlson”, o chiunque altro:
Non ha
una moglie indiana, e Non dice "Israele è il nostro più grande alleato."
Ma
sinceramente non mi interessa poi tanto la politica degli Stati Uniti, vorrei
solo vedere puniti i miei nemici.
È
finita così.
Questa
è stata la fine dell'era ucraina. Da qui non si torna più indietro.
Alcune
persone dicevano che Trump avrebbe forse continuato la guerra e avrebbe
semplicemente affermato che l'Ucraina stava pagando gli Stati Uniti per essa
attraverso i diritti minerari, ma non è mai stato questo il piano e se lo fosse
stato, non lo è più dopo questo disastro.
Di nuovo, se ci fosse stata una possibilità
che Trump salisse a bordo della guerra, Zelensky non l'avrebbe fatto.
Non è
così stupido.
Aveva personale dell'intelligence,
presumibilmente del Regno Unito, che gli diceva che non c'era alcuna
possibilità che Trump avrebbe sostenuto la guerra, quindi la cosa migliore che
potesse fare in questo incontro è creare il momento ispiratore "opporsi al
fascismo" nella speranza che ciò avrebbe aiutato a convincere gli europei
a continuare a finanziarlo (come se gli europei avessero anche solo quella
capacità).
Dopodiché,
finirà rapidamente. Trump inizierà a chiedere elezioni in Ucraina, taglierà
completamente tutti i finanziamenti, insisterà sul fatto che se Zelenskyj pensa
di avere il sostegno del suo popolo, ha bisogno di fare le elezioni.
Zelenskyj
sta ovviamente pianificando di fuggire con i suoi miliardi.
Potrebbe
essere troppo sperare, ma spero davvero che possa essere accusato di crimini di
guerra sulla base del fatto che sapeva che la guerra non poteva essere vinta e
ha comunque mandato centinaia di migliaia o milioni di persone a morire invano.
Il suo
esercito ha anche commesso molti crimini di guerra individuali contro gli
ucraini, molti dei quali sono in video, così come crimini di guerra nel
prendere di mira intenzionalmente i civili nel Donbass e all'interno dei
confini russi del 2022, e si potrebbe facilmente dimostrare che era a
conoscenza e ha ordinato queste azioni.
Prima
delle elezioni ero convinto che Trump avrebbe posto fine alla guerra in
Ucraina, ma dopo questo visto venerdì, ora mi chiedo se potrei ottenere più di
quanto avessi mai sperato.
Ci
sono molte cose dell'agenda Trump che non apprezzo, in particolare in relazione
a questi ebrei e alla loro agenda globale, ma queste cose sono una questione
separata e nessuno dovrebbe permettere che ciò influisca sulla loro gioia per
il fatto che il pasticcio dell'Ucraina sta finalmente finendo e che tutte
queste persone, i media e il governo e tutte quelle donne, che continuavano a
parlare della gloria dell'Ucraina, stanno affrontando la più grande di tutte le
umiliazioni mentre tutto ciò che il popolo anti-Ucraina ha detto si avvera.
La
possibilità per un nuovo mondo.
Unz.com - Paul Craig Roberts – (2 marzo 2025)
– ci dice:
Per la
prima volta in molti anni c'è speranza.
L'assalto DEI/Woke/Democrat agli americani
bianchi è stato fermato almeno da quattro anni.
Per un po' non dovrò preoccuparmi che l'FBI mi
sfonda la porta perché a qualche maniaco non piace quello che ho scritto o
detto in un'intervista.
Dal momento che la mia supposizione è che la
guerra alla libertà di parola sia stata annullata, posso rilassarmi un po'.
E mi
piacerebbe.
Inoltre,
la guerra contro la Russia è stata fermata e si spera che Trump non ne inizi
una con Cina e Iran.
La
preoccupazione principale è la misura in cui Israele determinerà la politica
mediorientale di Trump.
Netanyahu
è determinato a mettere l'America in guerra con l'Iran per Israele. Un'America
che funge da burattino di Israele non è certamente di nuovo una gran cosa.
Avrei
potuto andare in pensione 20 anni fa.
Ho provato ad andare in pensione 15 anni fa,
ma i lettori si sono lamentati. Abbiamo fatto un accordo che avrei continuato
finché i lettori avessero supportato il sito web, e i lettori lo hanno fatto.
Marzo
è arrivato, portando con sé la mia richiesta trimestrale di supporto ai
lettori.
I donatori mensili sostengono il sito web, ma
hanno bisogno di un supporto trimestrale per mantenere lo status di fondazione
pubblica del sito.
Oppormi
a 12 anni di aggressione democratica di Obama/Biden contro gli americani
bianchi, alla cittadinanza americana con confini aperti, alla Russia e al Medio
Oriente, alla normalità sessuale, ai bambini con drag queen e all'educazione
precoce alla sessualizzazione, con l'avanzamento del male in ogni possibile
direzione, con l'assalto durato 8 anni a Donald Trump, mi ha lasciato pronto
per un po' di tempo per me.
Combattere
per la verità è stata una faccenda quotidiana e non mi ha lasciato tempo per la
mia vita.
Con
Trump, Bondi, Tulsi, Elon, Kash e RFK Jr al loro posto, sto pensando di
pubblicare tre volte a settimana, magari lunedì, mercoledì e venerdì oppure
martedì, giovedì e domenica.
C'è
ancora molto di cui preoccuparsi.
La sostituzione di denaro contante e assegni con la
valuta digitale ci porterebbe alla tirannia.
L'intelligenza
artificiale è un altro atto suicida in cui gli esseri umani si rendono
irrilevanti e non occupabili.
L'intelligenza artificiale sminuisce
l'umanità, quindi perché viene sviluppata e impiegata?
A cosa
serve produrre beni e servizi tramite macchine che privano le persone di
redditi con cui acquistare beni e servizi?
Come
ha ammesso Elon Musk, l'intelligenza artificiale significa comunismo, un
reddito uniforme, la fine delle ricompense basate sul merito.
Perché
decenni di resistenza al comunismo solo per sottomettersi ad esso alla fine
sotto forma di intelligenza artificiale?
Cosa
faranno le persone?
Vivranno una vita senza senso con droghe e
intrattenimento olografico?
Supponendo
che la sostituzione delle persone con l'intelligenza artificiale possa essere
fermata, i lavori manifatturieri possono essere riportati negli Stati Uniti
dall'Asia e dal Messico?
Gli Stati Uniti possono tornare
all'autosufficienza alimentare?
Le tariffe possono sostituire l'imposta sul
reddito che ha creato una forma di schiavitù in cui il governo possiede una
percentuale sostanziale del tuo lavoro proprio come un proprietario di schiavi
possedeva il lavoro dello schiavo?
Il
Bene può reprimere il Male che è stato liberato?
Il
carattere del popolo americano può essere ricostruito?
E,
naturalmente, Trump e la sua squadra dovranno essere ritenuti responsabili e
mantenuti in campo, quindi ci sarà molto di cui scrivere.
Continuerò, anche se forse con meno post, se
il supporto e i lettori continueranno.
Pravda
americana: cospirazioni politiche e la Rivoluzione francese.
Unz.com
- RON UNZ – (3 marzo 2025) – ci dice:
Qualche
settimana fa ho pubblicato un lungo articolo sui “Protocolli dei Savi di Sion”,
esaminando le prove disponibili su quel famigerato documento del primissimo
Novecento e tentando di valutarne la credibilità e la provenienza.
Il mio
verdetto finale è stato piuttosto monotono. Conclusi che l'opera era
probabilmente immaginaria, ma probabilmente rifletteva una diffusa comprensione
silenziosa dell'enorme influenza nascosta dei gruppi ebraici in tutta Europa,
sia come banchieri, consiglieri politici o rivoluzionari.
Un
paio di generazioni prima, i romanzi popolari di “Benjamin Disraeli”,
l'influente primo ministro britannico di origine ebraica, avevano fatto
esattamente questo tipo di affermazione, con un personaggio che rappresentava” Lord
Rothschild” che spiegava che una rete di ebrei che operava dietro le quinte
dominava segretamente la maggior parte dei principali governi europei.
Queste
nozioni sono probabilmente servite da un'importante ispirazione per me” i Protocolli”.
All'epoca
in cui i Protocolli vennero alla luce, simili sentimenti erano diffusi anche
nei circoli più rispettabili.
Ad
esempio, il dott. “David Starr Jordan”, presidente fondatore della “Stanford
Universit”y e uno dei più importanti intellettuali pubblici americani, pubblicò
“Un seen Empire” nel 1913.
In quell'opera, recensirà favorevolmente
nell'influente” Literary Digest” , sosteneva che una rete di famiglie di
banchieri ebrei sposati tra loro aveva silenziosamente ottenuto il controllo
finanziario su tutti i principali paesi europei e quindi esercitava una
maggiore influenza reale sulle loro politiche governative rispetto a qualsiasi
delle loro varie legislature elette, re o imperatori.
In
effetti, i Protocolli iniziarono ad attrarre una vasta attenzione
internazionale solo dopo che la leadership della Rivoluzione bolscevica fu
riconosciuta come prevalentemente ebraica.
Quel movimento radicale aveva preso il
controllo del potente Impero russo nel 1917, e poi aveva tentato senza successo
di fare lo stesso nel resto d'Europa, con rivolte fallite in Germania, Ungheria
e altre località.
Sebbene
pensassi che i Protocolli fossero stati probabilmente inventati, notai che
molte fonti contemporanee molto stimate li avevano almeno inizialmente
considerati come la testimonianza fattuale di una cospirazione ebraica che
cercava di rovesciare tutti i governi cristiani d'Europa e infine di prendere
il “controllo del mondo”.
Ad esempio, ho trasmesso il resoconto di “Douglas
Reed”, un importante corrispondente del “Times of London” di quell'epoca:
Come
Reed raccontò la storia.
Questi
articoli citavano ripetutamente le opere di “Nesta Webster” , una scrittrice
britannica che aveva pubblicato un'ampia analisi storica della Rivoluzione
francese un anno prima, e due dei suoi contributi personali alla serie del “Morning
Post” sui Protocolli erano inclusi anche alla fine del volume, mentre è
possibile che abbia contribuito in modo più significativo all'intera serie
anonima...
L'anno
seguente” Webster” pubblicò” World Revolution” , la sua opera molto più lunga
su temi strettamente correlati, che descriveva la comparsa e la crescita di
movimenti segreti e cospiratori volti a rovesciare tutte le monarchie cristiane
consolidate in Europa e a sostituirle con governi radicali e socialisti.
L'autrice
ricondusse tutto questo al movimento degli Illuminati del XVIII secolo di “Adam
Weishaupt”, sostenendo che questo progetto aveva gradualmente sovvertito le
logge massoniche esistenti in Francia e nel resto dell'Europa continentale, per poi utilizzare la Massoneria come
veicolo per i suoi pericolosi complotti rivoluzionari.
Sebbene
Webster sostenesse che gli ebrei fossero stati solo un elemento insignificante
all'inizio di questo movimento cospiratorio, a metà del diciannovesimo secolo
impiegarono la loro enorme ricchezza per ottenere un'enorme influenza in quel
progetto, diventandone probabilmente la forza trainante.
Dedicò
gran parte dell'ultimo capitolo del suo libro ai Protocolli, considerandone il
contenuto come un eccellente riassunto dei piani segreti di quei movimenti
sovversivi, indipendentemente dal fatto che il documento in sé fosse
effettivamente ciò che pretendeva di essere.
Sulla
base della mia lettura storica molto tradizionale, avevo sempre considerato i
discorsi sui complotti rivoluzionari segreti da parte degli Illuminati, dei Massoni o di gruppi
simili quasi come l'epitome della follia pazzesca, e avevo a malapena sentito parlare
di Webster, che era stato il principale scrittore su tali domande. Tuttavia,
scoprii che alcuni dei contemporanei di spicco della Webster erano rimasti
molto colpiti dalla sua erudizione e avevano raggiunto conclusioni in qualche
modo simili.
L'esempio
più notevole di tale sostegno alla ricerca di Webster venne dal ministro del
governo britannico Winston Churchill.
Più o meno nello stesso periodo in cui il “Morning”
Post stava iniziando la sua lunga serie sui Protocolli , Churchill pubblicò un
importante articolo sull' “Illustrated Sunday Herald “che sembrava assumere una
posizione simile sui pericolosi complotti degli ebrei internazionali
sovversivi, mentre sceglieva Webster per gli elogi, in particolare notando la
sua importante ricerca sulla Rivoluzione francese.
(American
Pravda: I Protocolli dei Savi di Sion -Ron Unz · Ron Unz · • 20 gennaio 2025)
Anche se avevo a malapena sentito parlare di Webster,
durante i primi decenni del ventesimo secolo sembrava essere stata una figura
molto più influente di quanto avessi mai immaginato, con la sua ricerca che
sembrava diventare una fonte importante per le opinioni e gli scritti di
Winston Churchill, Douglas Reed e altri.
Ho
anche scoperto che proveniva da un ambiente molto elitario, dato che suo padre
era stato una figura di spicco della” Barclays Bank”, una delle principali
istituzioni finanziarie britanniche.
Nel
1924 pubblicò, che apparentemente riassumeva la sua ricerca accumulata su quel
controverso argomento, e includeva un'Appendice nei racconti che erano apparsi
sui media durante i due anni precedenti.
Secondo, a quel tempo Hilaire Belloc, una
delle principali figure letterarie britanniche, lui stesso ampiamente accusato
di antisemitismo, aveva iniziato a denunciarla privatamente come
"antisemita" e il suo lavoro come "lunatico", e in seguito
divenne una sostenitrice attiva della “British Union of Fascisti” di Sir Oswald
Mosley.
Lessi
attentamente il suo libro del 1924 e trovai molte delle sue teorie stravaganti
e molto dubbie.
Ha sostenuto l'esistenza di un movimento cospirativo
secolare dedicato alla distruzione della civiltà cristiana, con le sue prime
radici che risalgono al famigerato “Ordine degli Assassini” del Medio Oriente. Secondo Webster, alcune delle
dottrine di quel famigerato culto musulmano erano state assorbite dai “Cavalieri
Templari”, la ricchissima e potente organizzazione fondata durante le Crociate.
Nel
1307 il re Filippo IV di Francia aveva soppresso i Templari, arrestando molti
dei loro capi di punta, torturandoli per farli confessare il satanismo e poi
bruciandoli sul rogo, con il Papa che sciolse ufficializzò l'ordine pochi anni
dopo.
I miei
libri di storia avevano sempre sostenuto che il motivo di Filippo era
probabilmente stato quello di cancellare i grandi debiti finanziari che aveva
nei confronti di quell'organizzazione, eliminando anche un potente rivale
politico.
Ma Webster sosteneva che le accuse del re
francese erano vere, e che i vertici dei Templari erano effettivamente
diventati segretamente adoratori di Satana.
Inoltre,
in seguito all'uccisione dei suoi leader e alla sua repressione generale, la
società segreta sopravvissuta era diventata un elemento fondante del successivo
movimento massoneria nell'Europa continentale, conservando una leggenda distorta
del tradimento e dell'assassinio del suo leader supremo e un'amara antipatia
sia verso la Chiesa cattolica che verso la monarchia francese.
Secondo
“Webster”, un altro filone molto importante in queste società segrete dedite a
sovvertire l'ordine europeo stabilito era il “cabalismo ebraico”, che era una
delle principali
radici del sostegno alla magia e ai rituali soprannaturali che spesso si
trovavano in quelle organizzazioni.
Il
libro di Webster includeva quasi 900 note a piè di pagina che facevano
riferimento a vari testi medievali e storie accademiche di quell'epoca scritte
in inglese, francese e tedesco, oltre a opere sulle origini della massoneria.
Ma mi mancavano le conoscenze e l'inclinazione
per indagare su tutto quel materiale.
E sebbene il movimento massonico sia stato
davvero molto influente durante il XVIII e XIX secolo, il suo articolo di
Wikipedia di 16.000 parole contenuto solo un breve riferimento a Webster come
scrittore anti-massonico.
C'erano
anche articoli correlati sulle teorie del complotto massoniche e sulla teoria
del complotto giudeo-massonica che coprivano tali argomenti in modo più
dettagliato, ma questi non includevano alcuna menzione di Webster o delle sue
opere.
Così,
sulla base delle prove odierne, Webster si presentò come un pazzo marginale,
qualcuno la cui ricerca difficilmente sarebbe stata presa sul serio nei circoli
rispettabili, con la menzione favorevole, anche se molto breve, da parte di
Churchill che era solo un'anomalia sconcertante.
Tuttavia, ho scoperto che in realtà non era
così.
Durante
i primi anni 2000, avevo passato un certo numero di anni a costruire un sistema
di archiviazione dei contenuti che conteneva gli archivi quasi completi di un
paio di centinaia delle nostre principali pubblicazioni degli ultimi 150 anni,
e si è rivelato molto utile per ottenere una valutazione molto più equilibrata
di Webster e delle sue opere.
Alcune
di queste recensioni, specialmente quelle apparse su periodici liberali o di
sinistra, erano state aspramente critiche, sfidando la sua lettura
"cospirativa" degli eventi storici più o meno allo stesso modo in cui
lo facevano quasi uniformemente gli scrittori moderni.
Ma
aveva anche avuto i suoi forti difensori.
Ad
esempio, “Wilbur Cortez Abbott”, professore di storia all'Università di
Harvard, pubblicò nel 1920 una lunga e molto favorevole recensione del suo
libro sulla Rivoluzione francese, che definisce "straordinariamente
interessante" nella sua prima frase.
Anche
se ha continuato ad ammettere che la sua tesi "non era del tutto
nuova", ha sottolineato che non era mai stata "elaborata in modo così
dettagliato", né con tale completezza.
Di
conseguenza, ha detto che il libro deve "essere preso in considerazione da
chiunque desideri riconoscere e comprendere le molle dei movimenti popolari,
allora o oggi".
La lunga
recensione del New York Times ha certamente accettato tutte le sue ricerche
sulla vera storia di quell'evento come importanti e corrette.
Anche
i periodici accademici erano eterogenei.
Si
sottolineava la "grande quantità di materiale contemporaneo" che
aveva portato a sostegno della sua "interpretazione più innovativa e
sorprendente del grande evento del XVIII secolo".
E sebbene la discussione sull'”American “fosse
piuttosto negativa , ammetteva comunque che le pubblicazioni inglesi erano
state "molto colpite" dal suo libro, spiegando che lo lo avevo
dichiarato "una vera e propria rivelazione".
Questa
ampia divergenza di verdetti sulla Webster e sulle sue opere fu sottolineata
diversi anni dopo dal Prof. Abbott, che aprì la sua recensione del 1925 sul suo
libro” Società segrete” nella prestigiosa “Saturday Review” dichiarando:
Non
c'è nessuna persona ora impegnata a scrivere la storia riguardo al cui lavoro
ci sia una divergenza di opinioni così netta come ce n'è riguardo alla signora
Webster... è stata oggetto di più elogi e di molti più attacchi di quasi tutti
i tempi di Macaulay.
Questa
circostanza è dovuta sia alla sua scelta dell'argomento, al suo punto di vista
e al suo metodo di approccio.
La rivoluzione è sempre un argomento
straordinariamente difficile da trattare storicamente.
Le sue
passioni sopravvivono a lungo ai suoi eventi... l'editore che avvertì la
signora Webster dei probabili risultati del suo lavoro le disse: "Ricordati che se prendi una
linea antirivoluzionaria avrai l'intero mondo letterario contro di te".
Così,
cento anni fa un importante storico di Harvard, scrivendo in una delle
pubblicazioni più influenti d'America, aveva ripetutamente elogiato la ricerca
di Webster.
Ma un
secolo di implacabile pressione ideologica aveva successivamente emarginato lei
e i suoi libri a tal punto che erano stati liquidati e quasi dimenticati come
le sciocchezze cospirative di un pazzo marginale.
Questa
notevole trasformazione è probabilmente passata inosservata da quasi tutti gli
accademici mainstream di oggi, per i quali Webster è rimasto invisibile.
Nel
loro insieme, queste valutazioni di eminenti studiosi del passato mi hanno
persuaso a prendere sul serio il suo lavoro, in particolare il suo lungo volume
sulla Rivoluzione francese che aveva così impressionato Churchill.
La Rivoluzione
francese si è certamente classificata come uno dei più grandi spartiacque
politici degli ultimi cento anni di storia mondiale, ispirando la Rivoluzione
russa che seguì più di un secolo dopo e molte altre.
La
Francia è stata a lungo la più grande potenza continentale d'Europa.
Tre generazioni prima, la monarchia
assolutista stabilita durante i settant'anni di regno di Luigi XIV – il
"Re Sole" – influenzò notevolmente tutti gli altri troni europei,
anche se i suoi eserciti si avvicinarono a stabilire la sua egemonia politica
sull'intero continente nella lunga serie di guerre che condusse.
Il
francese divenne la lingua diffusa della diplomazia e delle corti reali,
parlata sia da “Federico il Grande di Prussia “che dagli zar russi, dando a
quel paese il tipo di egemonia culturale che il Re Sole non era riuscito a
raggiungere militarmente.
Nel
frattempo, durante l'Età della Ragione del XVIII secolo, i grandi filosofi francesi
come Voltaire, Diderot e Rousseau avevano esercitato una grande influenza
intellettuale sui principali pensatori europei.
Così,
quando finalmente la rivoluzione arrivò in Francia, l'impatto internazionale fu
di gran lunga maggiore di quello che sarebbe stato in qualsiasi altro paese. L'improvvisa trasformazione della più
potente monarchia assolutista d'Europa nella sua prima grande repubblica diede
presto il via a una serie di guerre che durarono per un'intera generazione,
prima sotto il suo nuovo governo repubblicano e poi sotto Napoleone, con la
Francia che fece un potente tentativo di soggiogare tutta l'Europa, fino a
quando non fu definitivamente sconfitta da un'alleanza di tutte le altre grandi
potenze.
La
Rivoluzione francese ci ha dato i termini ideologici "sinistra" e
"destra" sulla base della disposizione casuale dei posti a vedere dei
membri più e meno radicali dell'Assemblea Costituente.
Nella
loro ansia di cancellare ogni traccia dell'odiato regime feudale che avevano
rovesciato, i leader rivoluzionari crearono il sistema metrico di metri, litri
e grammi, ora utilizzato quasi ovunque nel mondo al di fuori degli Stati Uniti.
Eppure,
nonostante l'immensa importanza della Rivoluzione Francese, prima di leggere la
lunga e cospiratoria storia di Webster su quell'evento, non credo di aver mai
letto un solo libro sull'argomento, con la mia precedente comprensione
proveniente dai brevi trattamenti nei miei libri di testo introduttivi di
storia e da ciò che aveva successivamente assorbito da decenni di copertura
occasionale nei media.
Come
ricordavo vagamente, le radici della rivoluzione erano state l'intervento
francese nella guerra d'indipendenza americana.
Sebbene
la Francia avesse avuto successo militare nell'indebolire il suo acerrimo
rivale sostenere i coloni americani nella loro richiesta di indipendenza, i
costi finanziari della lunga guerra erano stati rovinosi, spingendo la
monarchia verso l'insolvenza fiscale.
Come
risultato di quella pressione finanziaria, Luigi XVI, il pronipote piuttosto
debole del” Re Sole assolutista”, aveva convocato il parlamento francese in
sessione per la prima volta in due secoli, sperando di attuare la riforma
fiscale e mettere il suo paese su una base finanziaria più solida.
Ispirati
dal fermento intellettuale di Rousseau e di altri pensatori illuministi, che
avevano promosso "i diritti dell'uomo", i parlamentari più radicali
si erano scontrati con il loro re, chiedendo la fine della monarchia
assolutista.
Anche
se queste concessioni furono fatte, generazioni di rabbia accumulata contro il
privilegio aristocratico portarono presto a una rivoluzione violenta e
completa, segnata dalla famosa "Presa della Bastiglia ",una fortezza
governativa a Parigi che simboleggiava l'oppressione, con quell'incidente
considerato come l'inizio della rivoluzione.
Negli
anni successivi, la rivoluzione divenne sempre più estrema, con ogni fazione
politica dominante messa da parte e rovesciata come troppo moderatamente da
elementi più radicali e assetati di sangue.
La ghigliottina fu inventata come un mezzo di
esecuzione nuovo e molto efficiente, e il successivo Regno del Terrore le diede
presto una grande utilità.
Re Luigi, la sua regina e i loro vari parenti
furono infine decapitati, insieme a monarchici, aristocratici e moderati.
Una
volta che rimasero solo i rivoluzionari radicali, presto iniziarono a purgarsi
e a decapitarsi a vicenda, fino a quando quasi tutte le figure di spicco della
rivoluzione, siano esse monarchiche, moderate o radicali, furono uccisi.
La
paura e la stanchezza fecero sì che le cose si calmassero un po', fino a quando
un generale di successo di nome Napoleone prese il potere e poi si proclamò
imperatore, ristabilendo così lo stesso tipo di autocrazia che era stata
rovesciata un decennio prima.
I
fatti di base contenuti in queste poche frasi sono stati confermati in modo
molto più esteso quando ho letto il volume di 600 pagine di Webster.
Ma il problema che dovevo affrontare era che
la mia conoscenza della Rivoluzione francese era troppo rudimentale per
separare il suo grano dalla sua pula.
Sapevo che il suo lavoro, preso nel suo
insieme, era considerato molto controverso e non ortodosso dagli storici
attuali, ma senza una buona comprensione della narrazione standard, era
difficile per me giudicare quali parti del suo racconto rientrassero in quale
categoria.
Il nostro sito web molto poco moderato attrae
una varietà estremamente ampia di commentatori, che vanno dagli eruditi agli
squilibrati, includendo anche una certa sovrapposizione tra queste due
categorie.
Un
partecipante di lunga data si fa chiamare "Alde" e la mia menzione
delle teorie cospirative di Webster ha provocato il seguente scambio:
Nesta
Webster ha assolutamente ragione... Il problema è che praticamente ogni storia
della Rivoluzione Francese in inglese è scritta dal punto di vista massonico e
della supremazia britannica.
Interessante.
Non avevo mai incontrato in precedenza la teoria della Rivoluzione francese di
Webster e, in base ai suoi riferimenti, sembrava che fosse stata la prima
autrice moderna in lingua inglese a presentarla.
Quindi
quali sono state le tue fonti per quella stessa teoria?
C'è un
libro recente sulla Rivoluzione Francese di “Simon Shama”. Non entra molto nel
ruolo di Orleans. Ma è molto, molto meglio della solita propaganda massonica. È
una lettura veloce.
Hmmm...
Sembra che tu stia parlando di cittadini. Ma non è così recente dal momento che
è stato pubblicato nel 1989 e dato che dura 948 pagine, non lo definirei
esattamente una "lettura veloce".
Esatto,
cittadini. 35 anni fa, non recenti, è una lettura veloce anche se lunga.
Controlla tutto, vero?
Buon
per te. La tua mente matematica scientifica.
Come
professore di Harvard nato in Gran Bretagna, Shama aveva pubblicato la sua
magistrale storia narrativa “Citizens: A Croniche of the French Revolutionnel “1989”,
in occasione del duecentesimo anniversario di quell'evento storico. Quando è
apparso, era stato ampiamente elogiato in tutti i miei giornali e riviste e
qualche anno fa ne avevo preso una copia immacolata per un paio di dollari in
una vendita di libri usati.
Ma
intimidito dalla sua enorme lunghezza non avevo mai pensato di leggerlo.
Tuttavia,
ora cerco di comprendere meglio la storia standard odierna per determinare dove
Webster si fosse discostato da essa, e il libro di Shama sembrava l'ideale per
quello scopo.
La
combinazione della sua grande lunghezza, delle sue enormi vendite e delle sue
recensioni entusiastiche suggeriva che era diventato una base fondamentale
della nostra attuale comprensione, avendo persino una sua breve pagina
Wikipedia . Così alla fine decisi di affrontarlo, dedicando diversi giorni alla
lettura del testo molto lungo.
Secondo
uno dei recensori più competenti, “Citizens” ha suscitato grande scalpore
rompendo bruscamente con una tradizione accademica di decenni influenzata dal
marxismo, che aveva presentato la Rivoluzione francese in una luce estremamente
favorevole.
Secondo
quella precedente narrazione, il violento sconvolgimento era stato il
rovesciamento assolutamente necessario di un regime dispotico e insulare
aristocratico da parte delle classi emergenti della borghesia e dei lavoratori
proletari.
Nel
frattempo, la copertura dell'estremo spargimento di sangue scatenato era stata
messa da parte o minimizzata.
Il
ritratto di Shama era molto diverso.
Secondo lui, la società francese era sulla buona
strada per sostituire il tradizionale privilegio feudale con un sistema molto
più meritocratico basato sul successo finanziario.
Non solo c'era stato un rapido sviluppo
economico e la crescita del commercio e dell'industria primitiva, ma gli imprenditori di successo
potevano facilmente entrare nella nobiltà, una situazione che contraddiceva
fortemente l'idea di una casta aristocratica chiusa e arrogantemente arretrata.
In
effetti, gran parte della cruciale pressione rivoluzionaria iniziale per
trasformare la Francia in una monarchia costituzionale proveniva da
aristocratici francesi di mentalità progressista, e anche dopo che la
rivoluzione alla fine prese una piega radicale e sanguinosa, un numero
sorprendente di ferventi rivoluzionari erano ancora precedentemente titolati
aristocratici.
L'esempio
più estremo di ciò fu sicuramente il cugino del re, “Luigi Filippo, duca
d'Orléans”, enormemente ricco e uno dei più grandi nobili di Francia, a solo un
paio di punti dall'erede al trono.
Luigi
Filippo era stato un importante mecenate rivoluzionario e presto si ribattezzò
Philippe-Égalité ("Uguaglianza").
Come deputato eletto, votò personalmente per
l'esecuzione del re.
Insieme
a una gran parte di tutte le altre figure politiche di spicco di quell'epoca
coinvolte nella rivoluzione, indipendentemente dall'ideologia radicale o
moderata, anche lo stesso Filippo era stato alla fine decapitato.
Ma
anche se la sua storia in particolare è stata minimamente discussa da Shama, la
violenza massiccia, sia organizzata che non organizzata, che il suo destino
finale ha esemplificato è stato un tema centrale dell'intero libro.
L'autore
ha anche sostenuto che la rapida crescita delle esecuzioni governative,
culminata nel famigerato “Regno del Terrore”, era stata probabilmente in parte
intesa a ridurre l'enorme quantità di violenza spontanea da parte della folla
parigina selvaggia e assetata di sangue, responsabile di numerosi massacri e
molte distruzioni, nonostante gli sforzi infruttuosi dei funzionari
rivoluzionari eletti per limitare questo caos non autorizzato.
In
misura considerevole, quest'ultima situazione ha svolto un ruolo importante
nello spingere i regimi rivoluzionari successivi in una direzione sempre più
radicale. Una volta che ogni governo rivoluzionario era salito al potere, aveva
ragionevolmente tentato di ristabilire l'ordine affermando il suo monopolio
sulla violenza letale e frenando le depredazioni della folla urbana.
Ma
questo di solito fornisce un'apertura per una fazione più radicale per allearsi
con quegli elementi popolari violenti e rovesciare la fazione regnante, solo
per trovarsi presto di fronte allo stesso dilemma del suo predecessore.
Questo modello politico sembra essersi
verificato diverse volte nella narrazione di Shama.
L'esecuzione
dei Girondini.
In un
esempio molto notevole, una folla armata e violenta di Parigi fece irruzione
nella “Convenzione Nazionale” e chiese che più di due dozzine di leader
girondini, la fazione che aveva precedentemente dominato il governo
rivoluzionario, furono rimossi e arrestati per il loro "tradimento",
intimidendo con successo i deputati eletti a farlo.
L'esecuzione
in massa di questi girondini che seguì è spesso considerata l'inizio del “Regno
del Terrore”, e presto provocò un'ondata di rivolte in tutto il paese da parte
di elementi regionali favorevoli ai Girondini, indignati per quello che
consideravano il controllo illegittimo e antidemocratico parigino del governo
nazionale.
“Charlotte Corday”, una girondina di
24 anni della Normandia, si recò a Parigi e assassinò “Marat”, uno dei leader
giacobini che considerava più responsabili di quei massacri in corso.
Un
aspetto interessante della situazione che il racconto di Shama mi ha fatto
capire è stata la completa assenza di partiti politici organizzati, che non
erano ancora nati.
Così,
le varie fazioni che spesso si contendevano in modo letale il controllo
politico erano informali e organizzate in modo molto approssimativo, di solito
centrate su uno o più leader particolarmente influenti o carismatici e su
coloro che li seguivano, essendo spesso basato sui particolari club politici
che frequentavano insieme, sulle pubblicazioni che leggevano o su dove
prendevano i loro pasti.
I
giacobini notoriamente radicali erano semplicemente quegli attivisti politici
che frequentavano regolarmente i club giacobini, e i Cordeliers ancora più
radicali frequentavano quei club rivali.
I girondini
moderatamente radicali avevano dominato un periodo del governo rivoluzionario e
avevano sempre vagamente supposto che fossero organizzati in qualche modo, ma
era stato dato loro quel nome informale solo perché molti dei loro deputati
eletti provenivano dalla regione della Gironda nel sud-ovest, e a volte erano
anche chiamati” brissotisti” dal nome dell'influente direttore ed editore che
generalmente seguivano.
I Montagnardi, molto più radicali, erano stati
chiamati così perché generalmente sedevano insieme nei posti più alti della
sala del Congresso Nazionale.
Date
queste associazioni politiche libere e informali, amici e alleati potevano
spesso cambiare rapidamente.
All'inizio
di febbraio del 1794 Robespierre considerava ancora Danton come uno dei suoi
più stretti alleati rivoluzionari, ma solo poche settimane dopo ordinò
l'arresto e l'esecuzione di quest'ultimo, prima di subire lui stesso la stessa
sorte alcuni mesi dopo.
Tutta
questa situazione era totalmente diversa da quella della rivoluzione russa,
quando partiti politici relativamente organizzati come i bolscevichi, i
menscevichi, i socialrivoluzionari, i cadetti e altri si contendevano
direttamente il controllo del sistema politico e del paese.
Avevo
anche in gran parte dimenticato parte dell'estremo radicalismo ideologico dei
rivoluzionari francesi.
Non solo avevano sostituito il tradizionale
sistema di pesi e misure con il più razionale sistema metrico, ma tentarono di
fare lo stesso anche con il loro calendario, sostituendo le settimane di sette
giorni con decenni di dieci giorni, e dichiarando che la loro rivoluzione era
l'anno uno di un sistema di datazione cronologica completamente nuovo.
Il cristianesimo cattolico tradizionale era
ampiamente considerato come un acerrimo nemico da sradicare, con alcuni dei
radicali favorevoli all'eliminazione di tutte le religioni, mentre Robespierre cercò di
sostituire il cristianesimo con un culto deista dell'Essere Supremo.
Alcune
regioni della Francia rurale erano profondamente impegnate nelle loro credenze
religiose tradizionali e, guidate dai loro preti cattolici locali, si
ribellarono in parte per questo motivo.
La
sanguinosa guerra controrivoluzionaria nella Vandea, nella Francia occidentale, ne fu
l'esempio più notevole, finalmente soppressa dal governo rivoluzionario dopo
anni di brutali combattimenti in quella che equivaleva a una guerra di
sterminio.
Secondo
alcune stime, almeno un paio di centinaia di migliaia di vittime furono
massacrate, forse un terzo dell'intera popolazione locale.
Data
la sua grande lunghezza, il resoconto di Shama ha fornito un'enorme quantità di
dettagli sulla società francese di quell'epoca e sul corso della rivoluzione
che l'ha improvvisamente rovesciata.
Ma la
sua narrazione mancava molto vistosamente di qualsiasi spiegazione diretta del
perché si verificò quel colossale sconvolgimento, suggerendo invece che la
Rivoluzione francese fu il risultato di una combinazione di fattori ed eventi
contingenti e imprevisti.
Due
anni di cattivi raccolti avevano fatto salire il prezzo del pane e gli errori
grossolani del re e di alcuni dei suoi ministri avevano provocato l'incendio
politico spontaneo che aveva fatto crollare la loro monarchia millenaria,
mentre ulteriori errori spostavano gradualmente la rivoluzione in una direzione
sempre più radicale e sanguinosa.
Questo
costituiva il principale contrasto con il resoconto di Webster, che invece
presentava un'interpretazione molto diversa dei fatti storici più o meno gli
stessi. Ritrasse
la Rivoluzione francese in termini strettamente cospirativi come il risultato
deliberatamente pianificato di particolari complotti politici.
Alcune
delle sue teorie sembravano piuttosto improbabili.
Il suo libro è stato scritto durante l'apice
della propaganda anti-tedesca della Prima Guerra Mondiale.
Pertanto,
sulla base di prove estremamente scarse, suggerì che prima della sua morte nel
1786, Federico il Grande di Prussia aveva cercato di indebolire la monarchia
francese e la
sua alleanza austriaca promuovendo la propaganda massonica contro la regina
Maria Antonietta, figlia dell'imperatrice austriaca Maria Teresa, che per
decenni era stata il suo principale avversario geopolitico.
Ma la
cospirazione principale che Webster descrisse non era certo implausibile, senza
che il movimento né i mezzi fossero stravaganti, e lei attinse pesantemente a
fonti contemporanee per la sua analisi.
L'individuo che lei additava come il
principale orchestratore della Rivoluzione francese era stato anche discusso da
Shama, ma gli era stato dato solo una copertura superficiale.
Come
ho accennato in precedenza, Filippo, il ricchissimo duca d'Orléans, era il
cugino del re e uno stretto erede al trono, appena dietro il fratello minore di
Luigi XVI.
Eppure,
piuttosto notevolmente, divenne uno dei principali mecenati del movimento
rivoluzionario, ribattezzandosi persino ufficializzare "Égalité" come
segno del suo sostegno.
Uno
dei primi casi di violenza urbana di massa a Parigi fu una grande rivolta in
una fabbrica di carta da parati, che portò a più di due dozzine di morti, e
questa importante storia fu raccontata a lungo sia da Shama che da Webster.
Philippe
ha visitato la scena durante l'incidente e ha lanciato piccoli sacchi di denaro
ai rivoltisi esultanti.
Il
loro attacco alla fabbrica fu inizialmente bloccato dalle truppe governative,
ma dopo che queste ultime furono costrette ad aprire le loro linee per
consentire il passaggio della carrozza della moglie di Filippo, i rivoltisi si
riversarono attraverso quel varco e distrussero sia la fabbrica che la casa del
suo influente proprietario. Entrambi gli autori riportarono tutti questi stessi fatti, ma
solo Webster li trattò in modo molto sospetto.
Secondo
Webster, questo era solo uno dei tanti esempi di questo tipo.
Sosteneva
che Filippo impiegava le sue vaste ricchezze per reclutare migliaia di briganti
violenti, che lanciavano attacchi contro le strutture governative e le
infrastrutture civili, tutti volti a favorire la diffusione dell'illegalità, i
disordini violenti e le conseguenti voci selvagge che avrebbero indebolito la
presa del re e provocato una rivolta.
In
effetti, a un certo punto Shama ammise liberamente che "le generazioni
successive di storici monarchici" avevano affermato che molti di questi
incidenti erano stati orchestrati da Filippo e dai suoi compagni cospiratori al
fine di minare l'autorità del governo e permettergli di impadronirsi del trono.
Ma l'autore non ha fatto alcuno sforzo per
esplorare o confutare quelle accuse.
Un
paio di mesi dopo quella prima grande rivolta, Filippo giocò un ruolo cruciale nel
guidare la rivolta politica della maggior parte del parlamento francese
tradizionale contro l'autorità monarchica, e questi membri formarono presto la
nuova Assemblea Nazionale al suo posto.
Più
tardi, nello stesso anno, una folla di manifestanti parigini guidati da donne
marciò su Versailles prese d'assalto violentemente la residenza del re e della
regina, che riuscirono a salvarsi per un pelo.
Filippo
fu in seguito accusato di aver pianificato il loro omicidio finanziando quei
rivoltosi, che potenzialmente potevano assumere il suo nome come loro nuovo re.
Ancora una volta, Webster enfatizzò pesantemente questi fatti, mentre Shama li
minimizzò.
Webster
notò anche che i colori adottati all'inizio dalle forze rivoluzionarie –
bianco, blu e rosso – corrispondevano esattamente ai colori della famiglia
Orléans di Filippo.
Forse
è stata una semplice coincidenza, ma forse no.
Date
le sue future aree di interesse storico, Webster ha anche naturalmente
sottolineato che Philippe ha servito come” Gran Maestro della Massoneria
francese”, dandogli una grande rete di influenza nascosta sugli elementi
d'élite della sua società, qualcosa ovviamente molto utile per rovesciare un
regime. Shama ha completamente omesso questo fatto potenzialmente importante, e
invece ha esplicitamente respinto tutte queste nozioni cospiratorie in poche
frasi:
Agli
scrittori controrivoluzionari, guardando indietro al disastro del 1789, la
proliferazione di materiale sedizioso e diffamatorio sembrava ancora più
sinistra, prova di una cospirazione ordita tra gli atei seguaci di Voltaire e
Rousseau, i massoni e il duca d'Orléans.
Il Palais-Royal non era forse uno dei più noti
covi di iniquità, dove persino la polizia non poteva piombare sui venditori
ambulanti di spazzatura letteraria?
Comprensibilmente,
gli storici moderni si sono tenuti alla larga da qualsiasi cosa che potesse
essere interpretata come adesione alla teoria della cospirazione letteraria
della Rivoluzione francese.
Wikipedia
è nota per rappresentare la prospettiva istituzionalista sugli eventi storici e
per evitare qualsiasi discutibile affermazione cospirativa. Ma sebbene la
pagina su Phillip e non faccia menzione di Webster, il resoconto fattuale che
ha fornito sembrava più vicino alla sua analisi che a quella di Shama.
Non
dovremmo ignorare del tutto un'interessante eco storica che arrivò decenni
dopo.
Dopo
la sconfitta finale di Napoleone, la monarchia dei Borboni fu restaurata in
Francia e due dei fratelli minori di Luigi XVI salirono al trono.
Ma nella seconda rivoluzione francese del 1830, Carlo
X fu rovesciato e sostituito dal cugino Luigi Filippo d'Orléans, figlio
sopravvissuto di Filippo, che così finalmente raggiunse l'obiettivo che il suo
defunto padre aveva presumibilmente cercato.
Giudicare
il lavoro di Webster e soppesare le sue conclusioni rispetto a quelle di schema
è ovviamente difficile per un non specialista come me, ma posso certamente
capire perché il suo libro fosse così apprezzato da almeno alcuni studiosi
quando apparve nel 1919.
La sua
principale analisi storica sembrava solidamente basata su fonti affidabili di
quell'epoca, molte delle quali erano disponibili solo in francese, e si sforzò
di soppesarle tra loro e valutarne la credibilità. Il suo testo includeva ben
oltre 1.000 note a piè di pagina a tale materiale di origine cruciale, mentre
quello di Shama non ne forniva affatto, limitandosi invece a elencare le opere
principali a cui attingeva per ogni singolo capitolo.
Quindi,
in una certa misura, il libro di Webster rappresentava una nuova ricerca
accademica, mentre Shama aveva prodotto quella che equivaleva a una sintesi e
presentazione molto corposa di materiale preesistente.
Tutto
ciò solleva l'interessante questione del perché l'enorme volume di Shama abbia
liquidato e ignorato così casualmente l'analisi cospirativa avanzata da Webster
più di tre generazioni prima.
La
possibilità che un membro ambizioso di una dinastia regnante potesse cercare di
sovvertire il regno di un'altra e sostituirla sul trono non è affatto
sconosciuta alla storia.
Webster
aveva raccolto una grande quantità di prove dettagliate a sostegno di tale
ipotesi, prove che avevano apparentemente impressionato alcuni dei principali
studiosi della sua epoca.
Per
gran parte del XX secolo, una lunga serie di volumi storici molto spessi ha
occupato un posto di rilievo sugli scaffali delle librerie di molte famiglie
istruite, anche se la maggior parte dei loro membri può aver letto raramente,
se non mai, il testo. Pubblicato tra il 1935 e il 1975, “The Story of
Civilization” di Will e Ariel Durant comprendeva undici volumi, ciascuno di
mille pagine o più, con la loro narrazione che si estendeva dalle radici del
Vicino Oriente della civiltà occidentale alla sconfitta finale di Napoleone a
Waterloo. Questa gigantesca opera storica ha rappresentato l'apice assoluto del
pensiero mainstream e rispettabile.
Il
penultimo volume, “Rousseau e la rivoluzione” vinse il Premio Pulitzer nel
1968, e la recente discussione delle teorie cospirative di Webster spinse un
commentatore esperto a citare alcuni dei suoi contenuti, che in seguito
confermai:
In
queste folle inferocite il duca d'Orléans vide un possibile strumento per le
sue ambizioni... (il suo matrimonio) lo rese l'uomo più ricco di Francia...
dopo il 1789, attraverso la sua difesa di cause popolari, fu conosciuto come “Philippe
Egalité”...
Tornato
presto a Parigi, decise di farsi un idolo del popolo, sperando di poter essere
scelto per succedere al cugino Luigi XVI nel caso in cui il re vessato avesse
abdicato o fosse stato deposto.
Diede con
generosità ai poveri, raccomandò la nazionalizzazione delle proprietà
ecclesiastiche e aprì al pubblico il giardino e alcune stanze del suo
Palais-Royal nel cuore di Parigi... (che) divenne il fulcro della Rivoluzione
... I suoi compagni massoni gli diedero un sostegno sostanziale... Si sostiene
ed è probabile, ma non certo, che il denaro del duca... abbia avuto un ruolo
nell'organizzazione dell'attacco alla fabbrica di Reveillon in Rue St.-Antoine.
Pertanto,
tali cospirazioni weberiane erano ancora considerate del tutto diffuse e
rispettabili nel 1968, ma erano diventate troppo estreme e improbabili nel 1989
per giustificare più di una o due frasi sprezzanti nel magistrale volume di
Shama, per non parlare di un trattamento serio in uno qualsiasi dei miei libri
di testo introduttivi.
Una
possibilità è che nel 1989 una grande quantità di studi accademici più recenti
noti a Shama avesse in qualche modo ribaltato e definitivamente smentito quelle
idee, nonostante le forti prove storiche che sembravano sostenerle.
Ma
dubito che questo fosse il caso, data l'esplicita affermazione di Shama secondo
cui gli storici moderni si erano accuratamente "tenuti alla larga" da
qualsiasi "teoria del complotto della Rivoluzione francese".
Invece,
penso che quelle idee siano state considerate troppo ideologicamente tossiche
per essere prese in considerazione o anche solo per tentare di confutare
piuttosto che semplicemente ignorarle.
Shama
scrisse quando aveva ancora poco più di 40 anni, e un recensore notò che il suo
lavoro cercava di sfidare e ribaltare l'agiografia della Rivoluzione francese,
di lunga data, influenzata da Marx, che aveva dominato la comunità accademica
per decenni.
Quindi Shama potrebbe aver creduto molto
ragionevolmente che includere sostanzialmente una qualsiasi delle nozioni
cospirative un tempo avanzate da Webster e altri avrebbero potuto spingere il
suo difficile progetto oltre il suo punto di rottura.
Il suo ponderoso volume storico divenne una
selezione principale del Club del Libro del Mese, garantendogli così
automaticamente mezzo milione di vendite, e forse avrebbe potuto perdere
quell'opportunità se avesse preso in seria considerazione le controverse
possibilità di cospirazione.
Nel
2016 ho pubblicato un articolo in cui osservavo che, all'indomani della seconda
guerra mondiale, un importante cambiamento nella teoria politica aveva causato
un enorme declino nella rispettabilità di qualsiasi spiegazione
"cospiratoria" degli eventi storici:
Per
decenni prima di quel conflitto, uno dei nostri più importanti studiosi e
intellettuali pubblici era stato lo storico “Charles Beard” , i cui influenti
scritti si erano concentrati pesantemente sul ruolo dannoso di varie
cospirazioni d'élite nel plasmare la politica americana a beneficio di pochi a
spese di molti, con i suoi esempi che spaziavano dalla storia più antica degli
Stati Uniti fino all'entrata della nazione nella prima guerra mondiale.
Ovviamente,
i ricercatori non hanno mai affermato che tutti i principali eventi storici
avessero cause nascoste, ma era ampiamente accettato che alcuni di essi lo
avessero, e tentare di indagare su queste possibilità era ritenuto un'impresa
accademica perfettamente accettabile.
“Beard
“era da tempo una figura intellettuale di spicco, ricoprendo sia la carica di
presidente dell'”American Political Science Association” che quella di
presidente dell'”American Historical Association”.
Ma dopo la sua morte nel 1948 le sue opinioni
vennero estremamente marginalizzate e molti giovani studiosi di simile risma
vennero espulsi dai media e persino dalla comunità accademica.
Questa
diffusa condanna delle nozioni cospirative accelererà ulteriormente sulla scia
dell'assassinio di JFK del 1963:
Nel
1964, questa rivoluzione intellettuale era stata in gran parte completata, come
indicato dalla reazione straordinariamente positiva al famoso articolo del
politologo “Richard Hofstadter “che criticava il cosiddetto "stile
paranoico" nella politica americana, che egli denunciava come la causa
sottostante della diffusa credenza popolare in teorie del complotto non
plausibili. In misura considerevole, sembrava attaccare gli uomini di paglia,
raccontando e ridicolizzando le convinzioni cospirative più stravaganti, mentre
sembrava ignorare quelle che si stavano dimostrando corrette.
Ad esempio, descrisse come alcuni degli
anticomunisti più isterici sostenevano che decine di migliaia di soldati cinesi
rossi erano nascosti in Messico, preparando un attacco a San Diego, mentre non
riuscivano nemmeno a riconoscere che per anni le spie comuniste avevano
effettivamente prestato servizio vicino ai vertici del governo degli Stati
Uniti.
Nemmeno
l'individuo più cospiratorio suggerisce che tutte le presunte cospirazioni
siano vere, ma solo che alcune di esse potrebbero esserlo.
La
maggior parte di questi cambiamenti nel sentimento pubblico si sono verificati
prima che bambino io nascessi o quando ero un molto piccolo, e le mie opinioni
sono state plasmate dalle narrazioni mediatiche piuttosto convenzionali che ho
assorbito.
Quindi,
per quasi tutta la mia vita, ho sempre automaticamente respinto tutte le
cosiddette "teorie del complotto" come ridicole, senza mai nemmeno
considerare che qualcuna di esse potesse essere vera.
(American
Pravda: come la CIA ha inventato le "teorie del complotto"
Ron
Unz •The Unz Review• 5 settembre 2016).
Lo
storico “Will Durant” era nato nel 1885 e le sue opinioni si erano formate
molto prima di quella transizione ideologica, mentre la sua statura pubblica e
quella della sua serie erano sufficientemente grandi alla fine degli anni '60
da far sì che le poche frasi cospirative nel suo volume del 1968 passassero
senza contestazioni.
Ma uno
studioso molto più giovane come Shama, che scriveva direttamente sulla
Rivoluzione francese alla fine degli anni '80, si trovò di fronte a pressioni
completamente diverse.
Pertanto,
l'analisi cospirativa altamente plausibile di Webster su un evento storico di
tale importanza epocale come la Rivoluzione francese è stata completamente
cancellata dai nostri libri di testo di storia e dalla copertura mediatica.
Dato questo esempio, dovremmo essere molto cauti nell'accettare senza dubbio le
nostre altre narrazioni odierne.
Invece,
dovremmo cercare regolarmente opere di cinquanta o cento anni fa come
potenziali correttivi utili ai nostri attuali pregiudizi storici e ai nostri
punti ciechi.
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