“AI PIU’ RICCHI SPETTA IL PARADISO”.

 

“AI PIU’ RICCHI SPETTA IL PARADISO”.

 

L’Italia al bivio: verso la fine della dittatura mondialista

 o verso il Grande Reset di Davos?

Lacrunadellago.net - Cesare Sacchetti- (21 Ottobre 2021 )- ci dice:

 

L’immagine che può esprimere al meglio i moti di Trieste contro il cosiddetto certificato verde è quella di un uomo seduto sulla banchina del varco quattro del porto della città.

L’uomo è un padre di famiglia e probabilmente se qualche anno fa gli avessero detto che un giorno sarebbe stato costretto a fare quello che ha fatto qualche giorno fa, l’uomo probabilmente avrebbe creduto che il suo interlocutore fosse pazzo.

Questo padre di famiglia sedeva assieme ad altri triestini sulla banchina del varco quattro e in lacrime si rivolgeva ai suoi tre figli dichiarando che quello che sta facendo lo fa per loro.

Lo fa perché i suoi figli non siano costretti a vivere in una società autoritaria globale nella quale esistono due categorie di cittadini.

Da un lato, coloro che accettano di vivere da schiavi del totalitarismo del forum di Davos e ai quali vengono concessi alcuni diritti minimi in cambio della loro totale sottomissione al sistema.

Dall’altro, coloro che vogliono continuare a vivere come esseri umani ai quali non può essere strappato ciò che il diritto naturale gli ha donato dalla nascita, ovvero le libertà fondamentali senza le quali un essere umano non può dirsi tale.

Ed è proprio questo il sentimento che accomunava tutte le persone sedute al varco quattro e che nei giorni successivi hanno dato vita a proteste permanenti davanti alla prefettura a piazza dell’Unità, a Trieste.

Altri italiani sono giunti in segno di solidarietà nella città friulana e hanno iniziato a intonare canti come “la gente come noi non molla mai”.

Altre piazze italiane si sono unite alla protesta di Trieste contro il certificato razziale vaccinale dando vita ad una catena umana di unità popolare mai vista durante il corso dell’operazione terroristica del coronavirus.

La risposta del regime di Draghi è stata feroce e infantile al tempo stesso. Feroce perché ha dato vita ad una repressione contro pacifici manifestanti mai vista nella storia della Repubblica italiana.  Sono stati usati idranti e lacrimogeni contro famiglie e lavoratori che non costituivano nessun pericolo per l’incolumità pubblica.

Le immagini di questa brutale repressione hanno fatto il giro del mondo. Tutti ora stanno vedendo qual è la vera natura della dittatura globalista che sta affliggendo il mondo, e in modo particolare l’Italia, da più di un anno a questa parte.

Questa inutile e violenta esibizione di forza contro inermi manifestanti da parte del regime di Draghi ha portato con ogni probabilità ad allargare ancora di più la distanza, ormai siderale, che separa il popolo da una classe politica che non ha nessun altro fine se non quello di eseguire gli ordini dei veri padroni che abitano fuori dai confini nazionali.

Infantile invece perché il regime ha pensato di far sparire tutto il dissenso che stava montando contro di esso spegnendo le webcam puntate sulle varie città italiane nelle quali erano in corso le proteste.

Se si provava ad accendere una di queste telecamere online la sera delle proteste si vedeva una piazza vuota, mentre se si aprivano le riprese fatte dai triestini e dagli altri italiani scesi per le strade si vedevano le piazze stracolme di persone in ogni lato.

Questa probabilmente è l’immagine migliore per poter spiegare a che punto è giunto il regime totalitario nel quale attualmente gli italiani e altri popoli si trovano imprigionati.

Il pensiero alla base del mondialismo ha dovuto creare un mondo che esiste solo nella virtualità mediatica e internet.

In questo mondo, tutto è perfetto. Tutti i cittadini sono felici. Tutti si inoculano il siero sperimentale e tutti sono contenti di usare il certificato razziale vaccinale. L’economia prospera e si parla di “ripresa”.

Nell’altro mondo, quello reale, c’è una marea di cittadini che sono in preda alla disperazione per la devastazione economica perpetrata dai regimi di Conte e Draghi.

In questo mondo, gli studi medici sono affollati da persone che stanno male per gli effetti collaterali dei sieri sperimentali. In questo mondo, c’è una Italia sempre più grande che non accetta più di vivere ridotta al rango di bestie.

La dittatura che stiamo vivendo è quindi fondata sul principio della Matrix, il sistema virtuale descritto nell’omonima pellicola cinematografica.

Tutti coloro che sono collegati a questo sistema credono che tutto quello che gli viene mostrato sia l’effettiva verità e non si rendono conto, e sotto certi aspetti neanche vogliono, che la verità offerta dal potere non è altro che una enorme menzogna.

Questo sistema può funzionare se tutti continuano a credere ciecamente alla menzogna e non escono appunto dalla Matrix.

Per uscire dalla Matrix c’è soltanto un modo ed è quello di prendere la pillola rossa.

Più persone prendono la pillola rossa, più escono persone dall’illusione e iniziano a vedere la verità che il sistema per anni ha taciuto.

È questa la condizione che sta facendo venire meno il consenso al totalitarismo mondialista.

All’inizio dell’operazione terroristica del coronavirus, il dissenso nei confronti di questa tirannia praticamente era ridotto ai minimi termini.

Solamente una esigua minoranza aveva compreso l’inganno sul quale era fondata la falsa pandemia che non è stato altro sin dal principio che una crisi artificiale creata dai poteri che dominano questo mondo.

Questa crisi ha la sua genesi nell’esecuzione del piano del Nuovo Ordine Mondiale, un disegno totalitario che prevede la costruzione di un super-governo globale.

David Rockefeller, uno degli uomini appartenenti ad una delle famiglie più influenti del potere mondialista, ne parlò apertamente in un consesso delle Nazioni Unite nel 1994.

Per poter giungere al fine ultimo di questo piano occorreva un evento così destabilizzante tale da sconvolgere tutti gli equilibri politici precedenti, e riordinare la società a immagine e somiglianza della nuova distopia totalitaria.

Fu così che iniziò tutto a marzo dello scorso anno quando il regime di Conte chiuse l’Italia intera avviando una crisi economica che non si vedeva dai tempi della seconda guerra mondiale.

A questo punto però è semplicemente innegabile constatare che siamo entrati in una fase nuova.

La realtà del mondo quotidiano ha inevitabilmente reciso il cordone ombelicale che legava molte persone alla realtà virtuale nella quale tutto “andava bene”. Un mondo virtuale dove diversi italiani cantavano come idioti nelle terrazze del tutto ignari del futuro da schiavi e da cavie da laboratorio che il sistema aveva in mente per loro.

La vera realtà è arrivata, e la sua forza d’urto dirompente ha riportato milioni di persone nel mondo reale.

Milioni di persone hanno perduto il lavoro, molte altre stanno male per gli effetti collaterali dei vaccini e altre ancora hanno compreso che non si trattava soltanto di fare qualche sacrificio temporaneo.

Il sistema vuole strappare le libertà fondamentali ai popoli per non ridargliele più indietro se non in cambio della sottomissione completa al nuovo mondo di Davos nel quale solo gli schiavi possono ricevere qualche minima concessione.

Molti italiani hanno compreso questo e hanno capito che a questo punto della loro vita non hanno più nulla da perdere.

Se non combattono ora in qualche modo, domani saranno costretti a vivere da automi che si iniettano il siero sperimentale che comunque comprometterà quasi certamente la loro salute.

Non ha alcun senso vivere così. Vivere così è morire. È questo quello che finalmente hanno compreso molti italiani.

L’Italia non è stata comunque scelta per questo piano casualmente. L’Italia è stata scelta dai gruppi quali il Club di Roma, il gruppo Bilderberg e la commissione Trilaterale per delle ragioni molto precise.

La storia millenaria di questo Paese rappresenta e incarna tutti i valori che sono l’antitesi del pensiero mondialista e massonico.

 

L’Italia è la sede della cristianità mondiale. L’Italia è la culla della filosofia greco-romana. L’Italia è un patrimonio di arte e cultura che non ha eguali al mondo.

Per poter procedere nella realizzazione di un ordine mondiale fondato sullo sradicamento della cristianità e dei valori del vero Occidente è proprio questa nazione che occorre colpire.

Questa è la ragione per la quale abbiamo visto che l’Italia è stata scelta sin dal principio come una sorta di laboratorio privilegiato per condurre le prove tecniche di realizzazione del Grande Reset desiderato dal forum di Davos.

Tuttavia i totalitarismi possono funzionare come si accennava precedentemente solamente se esiste un consenso unanime ad essi oppure quando larghissime fasce di popolazione lo sorreggono.

In Italia, sembrano essere venute meno queste condizioni essenziali. Il dissenso non si è allargato solamente ai lavoratori comuni, ma anche alle forze dell’ordine, salvo la parte più infetta e senza scrupoli di cui il regime di Draghi si è servito per attuare la repressione di Trieste.

Sono molti gli agenti di polizia e carabinieri che si stanno mettendo in malattia o che hanno preso delle ferie arretrate per boicottare il certificato razziale vaccinale.

Al Viminale, sono perfettamente informati di questa situazione e sanno che se questo ostruzionismo degli uomini in divisa dovesse continuare a lungo, il regime si troverebbe sprovvisto degli effettivi minimi per poter contenere il dissenso sempre più montante.

Il piano originario di Davos: il governo militare.

A questo proposito, viene in mente un articolo pubblicato sul quotidiano “La Stampa” di proprietà degli Elkann, famiglia imparentata a sua volta con un’altra famiglia considerata al vertice della piramide del potere finanziario mondiale, ovvero i Rothschild.

In quell’articolo a firma di Marcello Sorgi, ex direttore del Tg1, si ventilava l’ipotesi che ad ottobre sarebbe stato necessario un “governo militare” per gestire quella che può essere considerata l’ultima fase della destabilizzazione programmata per trascinare l’Italia verso il Grande Reset.

La manu militari era stata espressamente prevista nel piano originario dei vertici mondialisti ed era stato anticipato lo scorso novembre del 2020 da un informatore inserito negli ambienti della politica canadese per poi essere confermato successivamente da un’altra fonte governativa francese.

Il piano originario prevedeva una sorta di collasso dell’economia mondiale che si sarebbe dovuto verificare la scorsa primavera del 2021 per poi essere seguito da una militarizzazione delle società occidentali.

La legge marziale sarebbe stata ciò che avrebbe costretto i cittadini ormai giunti alla disperazione completa, e privi dei mezzi di sostentamento necessari per poter sopravvivere, ad accettare le condizioni della nuova società autoritaria globale.

Solamente a coloro che avrebbero accettato di inocularsi il siero sperimentale sarebbe stato erogato il cosiddetto reddito universale, l’elemosina elargita dai governi mondiali a coloro che accettavano di entrare in questo nuovo sistema autocratico.

A coloro che invece avrebbero rifiutato queste condizioni sarebbe stata presentata la scelta obbligata di essere deportati in campi di detenzione COVID che in diverse parti del mondo sono stati già costruiti, ad esempio in Canada e in Nuova Zelanda.

In questo senso, l’applicazione del certificato razziale vaccinale per poter lavorare in Italia rappresenta una sorta di anticamera molto vicina all’esecuzione definitiva del Grande Reset.

Tuttavia, abbiamo visto che sul piano globale esistono delle grosse criticità che hanno impedito il definitivo compimento di questo piano.

 

Le grandi potenze globali non sembrano interessate a favorire un riordino globale.

Abbiamo visto più volte che gli Stati Uniti non stanno seguendo minimamente l’agenda del deep state per via di un sempre più probabile commissariamento eseguito da una parta dei militari americani ai quali Trump ha trasferito il potere lo scorso gennaio attraverso la firma dell’atto contro le Insurrezioni, passo necessario per impedire il successo del colpo di Stato elettorale perpetrato nei suoi confronti.

La Russia è uscita da tempo dall’operazione terroristica del coronavirus e l’unico elemento che ancora prova ad applicare l’agenda del Grande Reset nel Paese appare essere il sindaco di Mosca, Sobyanin vicino alla finanza di Londra, che ha recentemente approvato l’uso del riconoscimento facciale nella metropolitana della capitale russa.

È la seconda volta che Sobyanin prova a promuovere il piano del transumanesimo dopo il tentativo fallito della scorsa estate di chiedere i codici QR per entrare nei luoghi pubblici ed è probabile aspettarsi che anche questa volta i moscoviti si comportino come nella prima occasione, ovvero attraverso un boicottaggio completo.

La Cina comunista che per lungo tempo è stata considerata il Paese “modello” della futura dittatura mondiale sta attraversando una fase di scontro con gli stessi poteri finanziari occidentali che l’hanno costruita.

Soros ha persino chiesto apertamente di rimuovere Xi Jinping dal potere perché la sua politica appare essere troppo nazionalista e rappresenta pertanto un ostacolo sulla strada della formazione del Leviatano globale.

Lo scenario internazionale quindi al momento sembra non consentire la costruzione della società autoritaria globale che i poteri finanziari desiderano.

 

Pertanto, l’attenzione e l’assalto del mondialismo si è rivolto al Paese considerato “nemico” per eccellenza, ovvero l’Italia.

La spaccatura profonda nelle forze dell’ordine e nei militari.

Abbiamo visto però che sussiste un problema nella prosecuzione del piano autoritario per l’Italia.

Come accennavano precedentemente, le spaccature sia negli ambienti militari e delle forze dell’ordine sia in quelli istituzionali appaiono essere troppo profonde.

Diversi sindacati dei carabinieri, della polizia e dell’aereonautica militare hanno espresso tutto il loro dissenso nei confronti del pass verde.

La strada della repressione scelta da Draghi appare sotto certi aspetti suicida perché non farà altro che radicalizzare, e aumentare ancora di più il dissenso nei confronti del suo regime.

Al tempo stesso, se Draghi vuole eseguire gli ordini della finanza internazionale e della massoneria che lo hanno messo a palazzo Chigi, deve continuare ad usare la forza e la violenza in una maniera mai vista prima d’ora contro manifestanti pacifici e inermi.

L’uomo del Britannia si trova pertanto confinato in uno scenario che lo vedrebbe comunque perdente. Se deve andare avanti verso la strada del Grande Reset è costretto a ricorrere alla repressione, ma se ricorre alla repressione il suo stesso esecutivo calato dall’alto rischia seriamente di essere travolto.

L’unica cosa che potrebbe mettere al riparo Draghi da proteste sempre più crescenti e persistenti è quella di avere l’appoggio incondizionato e assoluto delle forze dell’ordine e delle forze armate, ma come abbiamo già visto questa condizione minima non appare esserci.

L’Italia pertanto si trova in una situazione dal potenziale esplosivo, e che sembra indicare in ogni caso la fine irreversibile di vecchi equilibri politici che ormai si sono definitivamente infranti.

Nella società attuale ormai dilaga l’astensionismo di massa, ormai maggioritario, perché il popolo si è reso perfettamente conto che nella democrazia liberale le elezioni sono soltanto un gioco truccato.

Qualsiasi cosa esca dalle urne, sono infatti sempre i poteri dietro le quinte che gestiscono i partiti a vincere le elezioni.

La distanza tra la corrotta classe politica della seconda Repubblica e il popolo è pertanto a questo punto incolmabile.

Il Parlamento non è formato altro che da un manipolo di politicanti senza scrupoli il cui unico fine è quello di ingrossarsi le tasche alle spalle di una popolazione che invece sprofonda sempre più nella povertà.

Il parassitismo è la condizione sulla quale vivono questi traditori della patria al soldo della finanza internazionale.

Ed è questa realtà che ha risvegliato una larga parte del popolo italiano che forse a questo punto se non è già maggioranza è ad un passo dal diventarlo.

Questo status quo non conviene a nessuno, se non alla sempre più esigua minoranza composta dalla élite finanziaria e dal capitale transnazionale di Confindustria& C.

Sotto il vertice di questa piramide si agita un mare di disperazione che non può non portare allo scontro.

La frattura è troppo larga a questo punto, e la macchina delle menzogne dei media non riesce più a controllare il popolo in maniera totale come prima.

A questo punto, l’Italia dunque sembra giunta inevitabilmente ad un bivio della sua storia.

Da un lato, si prospetta l’ingresso nella società totalitaria di Davos.

 

Dall’altro invece si profila un possibile crollo del sistema e un nuovo inizio verso il possibile superamento della stessa democrazia liberale.

Se il sistema crede di contenere questo processo di cambiamento storico attraverso la fabbrica dei falsi oppositori, questa volta sotto le mentite spoglie della falsa destra nazionalista, si illude amaramente.

Il popolo italiano ormai è arrivato ai confini del recinto della Matrix e non saranno altri guardiani dei cancelli ad impedirgli di uscire.

In tutto questo, un dato di fondo appare indiscutibile. Ci saranno scontri e disordini perché ormai gli interessi delle élite e del popolo sono in netta contrapposizione.

L’Italia però non è sola in questa sua lotta. Patrioti da tutto il mondo considerano il nostro Paese ormai come un vero e proprio modello nella resistenza alla tirannia del Nuovo Ordine Mondiale.

Il generale Flynn, vicino a Trump, ha espresso sul suo canale Telegram sostegno pubblico e ammirazione per l’Italia e gli italiani impegnati in questa dura lotta contro la tirannia globalista.

Questo ci porta a pensare che anche lo scenario internazionale volge a favore dell’Italia soprattutto in vista di un ritorno ufficiale di Trump alla Casa Bianca.

Possono crearsi le condizioni per stabilire una alleanza tra Stati Uniti, Italia e Russia per contrastare il potere mondialista che vuole trascinare l’umanità verso la schiavitù di massa.

L’Italia in questo senso da laboratorio privilegiato del Grande Reset potrebbe davvero tramutarsi nel Paese chiave per dare la spallata definitiva al Nuovo Ordine Mondiale.

Tutto questo avrebbe un perfetto senso logico. Se il mondialismo sta cercando in tutti i modi di portare avanti la distruzione dell’Italia per tutto ciò che questa rappresenta, deve essere l’Italia in qualche modo a diventare la nazione chiave nella lotta contro l’autoritarismo globale.

Pertanto, l’Italia sta per combattere la battaglia più importante della sua storia. È la battaglia che deciderà la sua esistenza negli anni a venire.

Non siamo soli in questo scontro. Il mondo ci guarda e ci ammira.

Fermiamoci a ragionare per un istante come nel giro di un anno e mezzo la situazione si sia completamente capovolta.

Ieri eravamo il Paese che obbediva ciecamente a qualsiasi ordine, anche il più folle, della società autoritaria globale.

Oggi siamo il Paese disposto a tutto pur di riprenderci la nostra identità e la nostra storia.

Solamente questo ci dice che abbiamo fatto degli enormi passi in avanti per ritornare ad essere ciò che siamo stati per secoli.

E questo non può togliercelo nessuna dittatura al mondo.

 

 

 

La fonte militare:” c’è stato uno scontro militare tra Stati Uniti e Cina nel mare Cinese Meridionale”.

 Lacrunadellago.net-Cesare Sacchetti-(13 Ottobre 2021)- ci dice: 

Sottomarini che si confrontano nelle profondità dell’oceano e che danno vita a delle vere e proprie battaglie marine.

Non si tratta della trama di un romanzo di spie partorito dalla mente di Tom Clancy o di uno scenario accaduto ai tempi della guerra fredda quando sottomarini sovietici e americani si fronteggiavano periodicamente per il controllo dei mari mondiali.

Stavolta si tratta di uno scontro che sarebbe accaduto per davvero e che avrebbe visto direttamente coinvolti gli Stati Uniti da un lato e la Cina dall’altro.

Per comprendere meglio cosa è accaduto dobbiamo citare un episodio di cui si è recentemente parlato nelle cronache dei quotidiani internazionali.

Recentemente è stato riportato infatti che un sottomarino nucleare americano, lo USS Connecticut, avrebbe urtato un oggetto non meglio identificato nelle acque del mare Cinese Meridionale.

L’incidente avrebbe provocato il ferimento di almeno undici marinai americani a bordo del sommergibile, e ha suscitato le proteste di Pechino che ha diramato una nota di protesta ufficiale accusando di “irresponsabilità” la controparte americana.

La Cina ha chiesto più dettagli su quanto è accaduto e ha domandato se l’urto con questo misterioso oggetto abbia portato alla dispersione di materiale radioattivo nelle profondità marine.

Washington non ha dato nessuna spiegazione al riguardo, ma questa versione dei fatti sarebbe apparentemente soltanto quella che nel gergo delle cancellerie internazionali è nota come “storia di copertura”.

Una fonte altamente qualificata del Pentagono si è messa in contatto con questo blog e ha raccontato quello che sarebbe veramente accaduto.

Secondo questa fonte, il sottomarino americano non avrebbe colpito alcun oggetto nel tratto di mare in questione, ma i danni ricevuti sarebbero la diretta conseguenza di un vero e proprio scontro militare avvenuto in quella zona tra Stati Uniti e Cina nella notte tra il 2 e il 3 ottobre.

Le dispute territoriali intorno al Mar Cinese Meridionale.

Prima di procedere però con quanto rivelato dalla fonte militare qualificata del Pentagono, dobbiamo tracciare un breve contesto geopolitico e storico riguardo a questo territorio marino per comprendere quanto esso sia importante e al tempo stesso tremendamente conteso dai Paesi che si affacciano sul Mare Cinese Meridionale.

Le isole Spratly sono una miriade di piccoli atolli al largo del mare in questione, e il loro status territoriale è stato oggetto di innumerevoli controversie tra i Paesi dell’area.

Questi atolli sono contesi da diversi Paesi del Sud Est asiatico, quali Cina, Filippine, Vietnam, Taiwan e Malesia.

Ognuna di queste nazioni rivendica più o meno per sé il controllo delle piccole isolette così come dell’intero tratto marino.

La Cina sostiene che quasi tutta l’intera zona sia di esclusiva sua competenza territoriale in base al cosiddetto principio di quella che è stata denominata come “linea dei nove trattini”, ovvero una sorta di demarcazione stabilita da Pechino stessa nel 1947.

Attraverso questa delimitazione la dittatura comunista cinese si è praticamente assegnata larghissima parte del Mare Cinese Meridionale.

Gli altri Paesi limitrofi hanno contestato più volte quella che è apparsa una demarcazione puramente arbitraria e non fondata sui principi del diritto internazionale.

Non sono stati infatti rari gli episodi di tensione tra la Cina e i suoi vicini. A questo proposito, si ricorda lo scontro avvenuto nel 1974 tra la Cina e il Vietnam del Sud per il controllo delle isole Paracelso, sempre nello stesso tratto costiero, che costò la vita a 18 marinai cinesi e a altri 53 vietnamiti e portò la Cina a controllare le isole in questione.

La situazione non si è mai veramente risolta nemmeno negli anni in seguito a questo scontro militare tanto che nel 1988 vi fu un’altra battaglia marina ancora una volta tra la Cina e il Vietnam per assumere il controllo del Johnson South Reef, un piccolo atollo appartenente proprio alle isole Spratly.

In questa occasione, il bilancio fu persino più pesante dello scontro avvenuto nel 1974. Stavolta furono 70 marinai vietnamiti a perdere la vita mentre la Cina da parte sua vide ridotte al minimo le perdite umane con un solo marinaio deceduto.

 

Anche in questa circostanza Pechino uscì vincitrice e riuscì ad assumersi il controllo di un altro pezzo delle isole Spratly.

Stiamo parlando quindi di una zona marina che si può definire senza dubbio come la più contesa e disputata al mondo. Le ragioni di questo conflitto risiedono anche nella importanza commerciale di questo territorio.

Un terzo delle merci mondiali passano da qui e avere il controllo del Mare Cinese Meridionale assegna in pratica un peso enorme in termini geopolitici al Paese che controlla questo fondamentale snodo per i traffici marittimi internazionali.

Un’altra ragione delle feroci dispute tra i Paesi del Sud Est asiatico è che nei fondali marini di questa zona si pensa che ci siano enormi giacimenti di petrolio e gas naturale che darebbero un enorme vantaggio competitivo al Paese che riuscisse ad accaparrarseli in termini di indipendenza energetica.

La giurisprudenza internazionale ha provato comunque a mettere ordine nel caos di rivendicazioni incrociate dei Paesi che si contendono questa zona, e la recente pronuncia del 2016 emessa dal tribunale della corte permanente di arbitrato dell’Aia sembra aver portato più chiarezza.

Il tribunale in questione ha stabilito nel corso di un giudizio tra le Filippine e la stessa Cina che le rivendicazioni territoriali di Pechino sull’intero mare meridionale sono prive di fondamento.

La cosiddetta linea dei nove trattini della Cina viola tutte le convenzioni sul diritto marittimo internazionale e supera di gran lunga il limite delle acque territoriali delle 12 miglia marine stabilito dalla convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.

Il deep state di Washington ha costruito la potenza economica della Cina.

Gli Stati Uniti nel corso degli anni hanno assunto una posizione più distensiva nei confronti della Cina comunista riguardo a questi conflitti nel Mar Meridionale della Cina.

Dagli anni’90 in poi i rapporti tra Washington e Pechino sono stati pressoché idilliaci perché gli Stati Uniti hanno in pratica consentito alla Cina di giungere alla sua enorme esplosione economica e commerciale praticamente senza ostacoli.

Il cosiddetto deep state di Washington, ovvero l’apparato delle lobby mondialiste che da decenni rappresenta il vero governo degli Stati Uniti, non si è opposto in alcun modo alla crescita del gigante cinese.

Al contrario, il cuore della finanza internazionale di Wall Street ha rivestito un ruolo chiave nello sviluppo dell’economia cinese. La finanza anglosassone è stata il principale finanziatore della Cina e questo non è avvenuto per una mera casualità.

I grandi poteri mondialisti hanno voluto dare vita alla potenza economica della dittatura economista cinese per avviare la globalizzazione. La globalizzazione è fondata sul principio del commercio senza ostacoli soprattutto da Paesi dove il costo del lavoro è irrisorio rispetto a quello del mondo Occidentale.

L’idea dei circoli di Davos e del Club di Roma è quella di portare avanti una deindustrializzazione senza precedenti nel mondo Occidentale per spostare l’intera catena produttiva in Cina e in altri Paesi asiatici.

In questo modo si giunge direttamente alla fine del lavoro per come lo si è conosciuto e i cittadini occidentali per poter sopravvivere sarebbero costretti ad accettare il reddito universale, l’elemosina di governo che verrebbe data solo e soltanto a coloro che accetterebbero di entrare a far parte della società autoritaria globale.

Questa è la ragione per la quale le cosiddette battaglie pseudoambientaliste vengono promosse prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti mentre la Cina e l’India, che sono i Paesi con il più alto impatto inquinante, non vengono minimamente sfiorate dalle critiche degli attivisti climatici quali Greta Thunberg che in quest’ottica recitano la parte degli utili idioti nelle mani di Davos e degli altri gruppi globalisti.

È per questo che gli Stati Uniti ai tempi dell’amministrazione democratica dei Clinton non si opposero in alcun modo all’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, ed è per questa stessa ragione che gli Stati Uniti sotto le successive amministrazioni non hanno mai assunto una posizione veramente ostile nei confronti di Pechino.

La Cina già allora fu scelta dalle grandi famiglie della finanza internazionale quali i Warburg, i Rothschild e i Rockefeller come il Paese “modello” del Nuovo Ordine Mondiale.

Tuttavia come abbiamo fatto notare nei precedenti contributi, questo rapporto si sta incrinando perché la Cina non sembra tanto interessata a favorire il dominio di queste grandi famiglie ma piuttosto a sedere essa stessa sul trono di un impero economico globale.

L’amministrazione Trump ha comunque messo fine all’idillio tra Cina e Stati Uniti come ha spiegato lo stesso accademico cinese Di Dongsheng in un video che ha fatto il giro della rete negli ultimi anni.

Donghsheng è il vice decano della scuola di relazioni internazionali dell’università di Renmin. Nel corso di uno dei suoi interventi pubblici, il professore cinese ha spiegato sostanzialmente come le lobby finanziarie che controllano gli Stati Uniti da tempo abbiano di fatto contribuito ad assicurare al meglio gli interessi della Cina stessa a discapito di quelli americani.

Il potere che domina l’America ha pertanto lavorato alacremente per costruire la superpotenza economica di Pechino.

Questa condizione è giunta ad una fine dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca nel 2016.

La nuova dottrina di “fare di nuovo grande l’America” ha separato gli USA dalla sfera di controllo dei poteri mondialisti, e l’America sotto l’amministrazione Trump ha fatto ciò che i suoi predecessori non hanno mai fatto.

Trump ha tutelato gli interessi nazionali degli Stati Uniti e ha riaffermato il principio dell’inviolabilità della sovranità nazionale di fronte a questi poteri che hanno utilizzato l’America come una nazione al servizio degli interessi privati delle lobby finanziarie transnazionali.

Lo scontro tra Stati Uniti e Cina non si è nemmeno arrestato sotto la cosiddetta amministrazione Biden per una serie di ragioni che sembrano avere a che vedere con la firma di Trump dell’atto contro le insurrezioni avvenuta intorno allo scorso gennaio.

Attraverso questo atto, Trump avrebbe di fatto congelato l’amministrazione in carica e consegnato il potere ai militari in attesa che le perizie elettorali consentano a Trump di tornare ufficialmente in carica e annullare così l’enorme frode elettorale che ha portato all’elezione illegittima del candidato democratico, Joe Biden.

Una delle numerose conferme che abbiamo in questo senso è quella che viene dalla politica estera di Biden che piuttosto che distendere i rapporti con la dittatura comunista cinese li ha resi ancora più tesi.

Quanto avvenuto al largo delle isole Spratly sarebbe soltanto un’altra ulteriore conferma del fatto che Joe Biden non è l’uomo che sta portando avanti l’amministrazione presidenziale né tantomeno lo sono i poteri globalisti che hanno consentito alla sua “elezione”. Biden non risponde ai comandi. È qualcun altro a guidare questa amministrazione. Qualcuno che non ha intenzione di seguire le direttive del deep state di Washington.

Questo affresco geopolitico era indispensabile per permetterci di contestualizzare meglio lo scontro tra Stati Uniti e Cina al largo delle isole Spratly.

La missione segreta dello USS Connecticut: distruggere un obbiettivo militare cinese.

Secondo la fonte del Pentagono citata precedentemente, la storia dell’incidente che ha visto coinvolto lo USS Connecticut sarebbe completamente diversa da quella ufficiale. All’equipaggio del sommergibile americano sarebbe stata assegnata una missione militare top-secret. Quella di individuare e distruggere una base militare cinese su uno degli atolli in questione.

Non ci sarebbe stata pertanto alcuna collisione con un oggetto misterioso. Lo USS Connecticut avrebbe raggiunto le coste vicino alle isole Spratly, e avrebbe sganciato un missile per sabotare il sistema di comunicazioni della base cinese in questione.

L’operazione, riferisce la fonte militare americana, avrebbe avuto successo ma non senza ricevere danni dalla controparte cinese.

I cinesi avrebbero risposto all’attacco e i danni subiti dallo USS Connecticut sarebbero la diretta conseguenza della controffensiva.

Tuttavia pare che la tecnologia stealth della quale è dotato questo sommergibile avrebbe limitato di molto i danni.

La reazione della Cina non si sarebbe fatta attendere e sarebbe stata furiosa. Lo stato maggiore cinese è stato messo in stato di massima allerta ed era pronto anche a intraprendere un’azione ancora più vigorosa contro gli Stati Uniti.

Solo una telefonata giunta da Pechino, pare dai massimi vertici del governo cinese, avrebbe riportato la calma e impedito di arrivare ad uno scontro militare tra Stati Uniti e Cina dalle conseguenze imprevedibili.

La storia riportata dai media internazionali sarebbe pertanto soltanto una copertura per nascondere quanto accaduto, e per impedire che l’episodio venga reso noto all’opinione pubblica probabilmente per contenere la possibilità di una escalation militare tra i due Paesi.

Tutta questa situazione sarebbe stata riportata in un rapporto classificato consegnato ai quartier generali della NATO a Bruxelles.

Washington e Pechino non sarebbero mai stati quindi così vicini ad uno scontro militare e probabilmente non è affatto azzardato affermare che una situazione così tesa tra superpotenze mondiali non si registrava dai tempi della guerra fredda tra USA e URSS.

Tuttavia, queste rivelazioni già clamorose sarebbero superate da quello che è accaduto nei giorni successivi.

Abbiamo avuto modo di vedere nei giorni scorsi un blackout senza precedenti dei social di proprietà di Mark Zuckerberg.

La spiegazione ufficiale fornita dalla società è quella che ci sarebbe stato un “problema di configurazione”.

Secondo la stessa fonte del Pentagono, Facebook avrebbe subito un massiccio attacco cibernetico attuato dalla Cina come ritorsione per quanto accaduto pochi giorni prima al largo delle isole Spratly.

Se questa ricostruzione è corretta, Pechino non avrebbe danneggiato direttamente il campo di Donald Trump e i militari a lui fedeli, ma piuttosto un social che il deep state di Washington avrebbe comunque cercato di colpire indipendentemente da questo attacco cibernetico.

La cosiddetta informatrice di Facebook, Frances Haugen, che sta testimoniando in questi giorni al Congresso contro il social americano è direttamente legata a gruppi di potere del partito democratico.

Gli uomini dei piani alti del mondialismo non sono per nulla soddisfatti di come Zuckeberg sta gestendo il social che, a loro dire, gli è stato praticamente dato in gestione. A questo proposito, George Soros, peso massimo della finanza speculativa internazionale, disse chiaramente lo scorso anno che Facebook andava tolto dalla guida di Zuckerberg perché l’imprenditore non stava facendo un buon lavoro nel censurare i contenuti sgraditi al pensiero unico mondialista.

Se questo scenario complessivo è corretto, tutto questo non farebbe altro che rafforzare quanto abbiamo visto in altre occasioni.

C’è una battaglia sotterranea che si sta combattendo tra il grande potere mondialista, la Cina comunista e l’apparato militare che risponde a Donald Trump.

Questa battaglia è ciò che influenza ciò che avviene in superficie.

Quello che noi vediamo affiorare nella superficie è soltanto la minima parte di quanto avviene nelle profondità del sistema.

Questa battaglia si combatte ogni giorno lontano dagli schermi dei media di regime che hanno il compito di descrivere un mondo immaginario che non esiste nella vera realtà del mondo dietro le quinte che non viene mai raccontato al grande pubblico.

Honoré de Balzac sosteneva che esistevano due tipi di storie. Una era quella falsificata fornita al grande pubblico. L’altra era quella tenuta nascosta, segreta, che determina le vere cause degli eventi.

Quanto sta accadendo recentemente nel periodo storico nel quale ci troviamo è la ennesima conferma che aveva effettivamente ragione.

 

 

 

Green pass per i lavoratori:

l’Italia nel mirino del Nuovo Ordine Mondiale.

 Lacrunadellago.net- Cesare Sacchetti- (30 Settembre 2021 )- ci dice :

Quando Draghi e i suoi ministri si sono presentati in conferenza stampa per presentare una restrizione dei diritti fondamentali senza precedenti nella storia contemporanea fondata sull’uso del certificato verde per poter lavorare si è avuta l’impressione che l’uomo di Goldman Sachs e i membri del suo regime avessero paura.

La voce di Draghi si è interrotta in diversi punti quando spiegava il provvedimento e questo sembrava denotare una certa incertezza e timore nel fare ciò che il presidente del Consiglio stava facendo.

Nessuno si è mai spinto fino a questo punto nell’applicazione del Grande Reset, il piano concepito dal forum di Davos per dare vita ad una società autoritaria globale, nella quale esistono due categorie di cittadini: da un lato coloro che si inoculano il siero sperimentale, e ai quali vengono “concessi” alcuni diritti fondamentali; dall’altro coloro che decidono di non sottoporsi al trattamento da cavie e che soffrono l’esclusione dalla partecipazione alla vita civile per questa loro scelta.

Tutto questo non si è avverato attraverso una riedizione dei totalitarismi del secolo scorso, ma è stata la cosiddetta democrazia liberale a condurre l’Italia e l’Europa in uno dei sistemi più feroci e repressivi della storia dell’umanità.

A questo punto, prima di procedere ulteriormente con questa analisi, occorre fare una seria e indispensabile  riflessione sugli ultimi due secoli di storia che sono stati il parto diretto dell’illuminismo francese e dei suoi pensatori più rappresentativi quali Rousseau e Voltaire.

Probabilmente sono pochi a sapere che questi filosofi erano casualmente anche membri della massoneria e questa informazione cambia già completamente la prospettiva della storia contemporanea.

Tutti quanti hanno dato per assodato un fatto nella società occidentale dei giorni nostri e dei decenni scorsi.

Tutti quanti hanno dato per assodato il fatto che la democrazia fosse il migliore dei sistemi politici a disposizione, e tutti quanti di conseguenza hanno pensato di vivere nel migliore dei mondi possibili.

L’operazione terroristica del coronavirus ha avuto un solo “pregio”, ovvero quello di svelare questo grande inganno plurisecolare.

Per più di duecento anni, le masse hanno vissuto convinte nella illusione di essere le assolute protagoniste e arbitre della storia.

Le masse si sono abbeverate alla fonte del liberalismo che le ha inebriate della falsa dottrina che il sistema politico della democrazia, che in greco significa potere del popolo, consegnasse il potere proprio al popolo.

La verità è emersa tutta insieme ed è esplosa come l’eruzione di un vulcano che dormiva da troppo tempo.

La crisi del coronavirus ha reso evidente a tutti che in democrazia coloro che dominano sono coloro che vivono dietro la scena politica.

Sono coloro che non compaiono quasi mai e che dispongono come meglio credono dei politici che indossano i vari colori assegnati dal potere. Questi stessi politici come utili idioti si limitano ad eseguire gli ordini ricevuti ai piani alti del sistema, laddove abita il vero potere, quello dell’alta finanza internazionale e della massoneria.

Ed è proprio questa la ragione per la quale i più noti illuministi erano massoni. Gli illuministi hanno ingannato il mondo facendo credere che la transizione dalle monarchie alle democrazie avrebbe consegnato il potere al popolo.

Il potere è in realtà passato nelle mani del capitale finanziario che controlla a sua volta la stampa e i moderni mezzi di comunicazione.

La stampa e i mezzi di comunicazione a loro volta hanno il compito peculiare di formare il pensiero delle masse a seconda di come lo vogliono coloro che sono gli azionisti di maggioranza del regime mediatico italiano e internazionale.

L’uomo contemporaneo vive pertanto nella più grande illusione della storia. È convinto di essere un soggetto dotato di libero arbitrio e libero pensiero quando in realtà è in larga parte un prodotto di ingegneria sociale creato e costruito a tavolino dai detentori degli strumenti di indottrinamento popolare.

La massoneria amava e ama la democrazia per questa semplice ragione. Illude il popolo di avere in mano il potere, quando questo è in mano ad associazioni eversive e segrete come quelle dei massoni.

Alla fine, calata la maschera dell’inganno democratico emerge il vero volto autoritario di questo sistema politico che si rivela essere null’altro che la feroce e arbitraria spietata dittatura di una ristretta oligarchia finanziaria che ha contaminato ogni meandro dello Stato, anche il più piccolo, per poi sottometterlo ai suoi scopi.

Questo è il punto nel quale l’umanità si trova in questo momento e questa crisi artificiale pandemica è la diretta conseguenza del piano della massoneria che risale già al XVII secolo.

Il piano ultimo non è null’altro quello del dominio del mondo intero. Una volta calata la ipocrita maschera della filantropia universale emerge un piano di tirannia globale che mira alla costruzione di un super-governo mondiale dominato da queste stesse élite finanziarie.

Oramai è tutto in piena vista. Non bisogna ricorrere ad alcuna particolare recondita lettura per giungere a queste conclusioni.

 

Sono gli stessi politici al servizio di questo disegno autoritario a dire chiaramente che l’umanità deve entrare nel Nuovo Ordine Mondiale, come ha fatto Luca Zaia, governatore leghista del Veneto.

A quello di Zaia si possono aggiungere altri esempi, quali quello del ministro della Salute del Nuovo Galles del Sud in Australia, Brad Hazzard, che ha utilizzato la stessa espressione.

Per Nuovo Ordine Mondiale si intende una società che è la completa negazione della civiltà cristiana e romana per come la si è conosciuta negli ultimi duemila anni.

Lo scopo di questo piano è quello di rovesciare l’ordine del diritto naturale considerato immutabile dalla filosofia greco-romana e dalla religione cristiana per sostituirlo con un disordine generalizzato.

Tutto difatti è capovolto nella società attuale. Il bene è diventato male, e il bianco è diventato nero. La società del Nuovo Ordine Mondiale è un sistema intriso di profondo odio contro il cristianesimo perché essa si ispira ai precetti delle religioni esoteriche e sataniste.

Albert Pike, probabilmente uno dei massoni più influenti della storia, lo scrisse chiaramente nelle sue opere.

Il fine ultimo è quello di sostituire al Dio cristiano il vero dio della massoneria che ha le sembianze di Lucifero.

Pertanto la situazione dell’Occidente e del mondo più in generale non è dovuta ad un mero conflitto per il controllo dei mezzi di produzione come ancora pensa erroneamente il marxismo, una dottrina politica che ha operato proprio per favorire la scristianizzazione del mondo occidentale.

La situazione di caos e disordine attuale nasce da un vuoto di valori e da un’assenza completa di spiritualità.

 

I valori e la fede cristiana erano il bastione che ha contenuto l’esplosione del male in tutti questi anni.

Una volta venuto meno questo bastione, la piena del relativismo e dei falsi valori della democrazia liberale ha travolto la società occidentale.

In questo senso, il passaggio del Concilio Vaticano II che ha reso la Chiesa Cattolica una istituzione al servizio degli ideali massonici è stato fondamentale.

Era compito della Chiesa contenere la deriva attuale mentre invece si è visto che questa istituzione si è fatta portavoce del disordine mondialista fino all’attuale pontificato di Bergoglio, il gesuita che si può considerare come una figura di rilievo assoluto della massoneria internazionale.

Il Nuovo Ordine Mondiale ha avuto un’accelerazione formidabile pertanto per questa ragione. Le istituzioni preposte al suo contenimento sono state tutte infiltrate e si è giunti all’operazione terroristica del coronavirus, una crisi concepita decenni prima dalle potenti famiglie ai vertici del sistema mondiale, quali i Rothschild e i Rockefeller.

L’idea di fondo era tutto basata sul principio della filosofia hegeliana. Per giungere ad un obbiettivo prestabilito, occorre prima creare un problema artificiale e poi proporre la soluzione auspicata da coloro stessi che hanno dato vita ad un problema che prima non c’era.

La crisi artificiale è partita come noto dalla Cina comunista, considerata per molti decenni modello di riferimento dal potere mondialista, nonostante ora siano emersi alcuni gravi problemi conflittuali tra la prima e il secondo.

Sostanzialmente, la Cina ha accettato di partecipare al piano per potersi sedere sul trono di un impero economico mondiale e non tanto perché interessata a dare vita ad un Nuovo Ordine Mondiale.

Da parte sua, la finanza occidentale ha costruito la potenza economica della Cina per accelerare questo piano e non per assecondare esclusivamente i piani di espansionismo economico della dittatura comunista cinese.

Il conflitto a questo punto sembra essere insanabile e sembra che stia per compromettere seriamente i piani dei padroni universali che al momento non dispongono delle potenze strategiche chiave, quali Cina, USA, e Russia, per raggiungere l’obbiettivo designato.

Il mondialismo ha messo nel mirino il Paese che odia di più: l’Italia.

Tuttavia occorre però soffermarsi ancora una volta sull’Italia che in questa partita per il controllo dell’umanità e del mondo riveste un ruolo di enorme rilievo sotto molti profili e aspetti.

Fu proprio in Italia che l’operazione terroristica del coronavirus ebbe un’accelerazione impressionante sin dai suoi inizi, nel marzo del 2020.

Il regime di Conte diede vita a delle restrizioni così rigorose e liberticide mai viste nella storia d’Europa.

L’Italia divenne a tutti gli effetti il laboratorio privilegiato del Nuovo Ordine Mondiale e del forum di Davos.

Molti italiani affetti da una profonda sindrome auto-razzista inculcata nelle loro menti sin dalla tenera età dalle istituzioni scolastiche, infiltrate dal marxismo sin dalla fine degli anni’60, hanno attribuito questa situazione ad una sorta di senso di inferiorità rispetto agli altri popoli.

Non hanno compreso che invece l’aggressione all’Italia è dovuta a tutto ciò che incarna questa nazione.

Questa nazione è semplicemente unica al mondo perché rappresenta tutto ciò che le élite vogliono distruggere.

La storia d’Europa e del mondo Occidentale è iniziata da qui. È iniziata dalla Grecia e da Roma che ha costruito l’impero più grande che il mondo ricordi.

È proseguita con la fondazione della Chiesa Cattolica a Roma. Roma pertanto custodisce il cuore della tradizione della filosofia greco-romana e della religione cristiana.

Roma è tutto ciò che il Nuovo Ordine Mondiale odia e vuole distruggere.

La storia dell’Italia degli ultimi decenni è una storia di tradimenti soprattutto per questa ragione.

I poteri del Club di Roma, potente lobby globalista finanziata dai Rockefeller, si riunirono già negli anni’70 per decretare la distruzione economica di questa nazione.

Quella spirituale era già iniziata negli anni’60 attraverso la convocazione del Concilio Vaticano II che ha avuto lo specifico compito di mettersi al servizio dei piani della massoneria.

Tutto ciò che è accaduto in Italia da allora ad oggi è una conseguenza diretta delle decisioni prese dai vertici del vero potere che si nasconde dietro la democrazia, quello delle grandi banche di Wall Street e Londra e delle varie logge massoniche al servizio della finanza transnazionale.

Se il Nuovo Ordine Mondiale prima ancora di essere un disegno politico è una vera e propria religione di ispirazione anticristiana e di chiaro carattere esoterico, era del tutto naturale che l’attacco più violento nel mondo non fosse perpetrato contro la Spagna o piuttosto contro la Germania.

Doveva essere perpetrato contro la nazione che custodisce l’enorme ed unico patrimonio storico, culturale e religioso rappresentato dalla cristianità e dal pensiero greco-romano.

L’attacco economico attuato nei decenni successivi è stata una diretta conseguenza dell’attacco spirituale e non viceversa.

La stagione delle privatizzazioni degli anni’80 e dei primi anni’90, completata proprio da Draghi, sicario di Goldman Sachs, è stata attuata per spogliare il Paese della sua enorme forza industriale che l’aveva portata ad essere la quarta potenza economica al mondo.

La spoliazione della sovranità monetaria attraverso l’adozione dell’euro è stato l’ultimo passaggio delle decisioni prese dal club di Roma molti anni prima.

Uno Stato senza moneta non è uno Stato. È un’entità ridotta a lesinare prestiti sui mercati della finanza internazionale.

Pertanto non deve sorprendere il giro di vite attuato nuovamente contro l’Italia nel settembre 2021 stavolta dal regime di Draghi che ha sostituito il regime di Conte nella prosecuzione dell’opera.

Le élite hanno un’ossessione nei confronti di questo Paese e stanno cercando di portare avanti i loro piani soprattutto nel luogo dove la contaminazione e l’infiltrazione dei poteri antinazionali è più profonda.

Il Grande Reset sul piano globale sta arretrando.

Tuttavia sul grande scacchiere globale il potere mondialista ha un grave problema. Il Grande Reset sembra non solo non avanzare ma piuttosto indietreggiare.

Nella stessa Europa Occidentale nessuno si è spinto a fare ciò che ha fatto l’Italia. La Spagna non ha fatto nulla del genere. La Gran Bretagna che doveva dare vita ai passaporti vaccinali a settembre ha preferito tornare sui suoi passi. La Germania non ha dato vita a nessun certificato verde come fatto dalla Francia.

La stessa Francia non si è spinta ai livelli dell’Italia attraverso l’estensione del certificato razziale vaccinale per i lavoratori.

 

Fuori dall’Europa Occidentale, la tendenza sembra essere la stessa. Negli Stati Uniti non c’è nessun provvedimento del genere, tantomeno nella Russia di Putin che ha rimosso ogni restrizione e che ha visto fallire miseramente il piano del sindaco di Mosca, Sobyanin elogiato dall’Economist, di riportare in vita l’operazione terroristica del coronavirus.

A questo punto della crisi artificiale pandemica, Davos aveva in mente un grande reset globale tale da spalancare definitivamente le porte alla nuova società mondiale autoritaria.

Per poter giungere a questo traguardo però era necessario avere una partecipazione di tutti i grandi attori della geopolitica globale che invece mancano all’appello.

Gli Stati Uniti che sotto l’amministrazione Biden avrebbero dovuto favorire i piani del globalismo li stanno piuttosto ostacolando e l’ultimo esempio in questo senso viene dall’accordo tra USA e Australia sulla fornitura di sottomarini nucleari che ha praticamente ucciso la NATO.

Questa situazione è dovuta con ogni probabilità ad un’amministrazione mai entrata effettivamente in carica e commissaria dalla parte di militari ancora fedeli a Donald Trump.

Pertanto, le condizioni minime richieste per eseguire il Grande Reset al momento non ci sono.

Le élite quindi hanno lanciato l’attacco al Paese che odiano di più e che per loro rappresenta il nemico assoluto, ovvero l’Italia.

A questo proposito, l’installazione della porta dell’inferno dello scultore francese Rodin davanti al Quirinale sembra quasi rivestire un ruolo simbolico per invocare la manifestazione delle forze demoniache a colpire più di tutti questo Paese.

L’Italia dunque si ritrova ancora una volta bersaglio dei poteri che la detestano di più.

Nonostante questo appare però esserci un elemento di novità rispetto a marzo 2020. Il tempo dell’idiozia delle canzoni cantate nelle terrazze è finito.

Questo è il tempo della presa di coscienza. Questo è il tempo del dolore lasciato da migliaia di fallimenti economici e da un milione di posti di lavoro andati in fumo. Questo è il tempo della sofferenza causata dai sieri sperimentali che hanno procurato gravi effetti collaterali a chi se li è inoculati e che ha portato al fallimento della campagna vaccinale già diversi mesi.

Nonostante i toni trionfalistici del regime, le cifre ufficiali non corrispondo con la realtà dei centri vaccinali vuoti da mesi e con la decisione di estendere l’uso del certificato razziale vaccinale, chiaro segnale che i vaccinati sono molti di meno di quelli dichiarati dal sistema.

L’estensione del green pass non sembra aver spostato nulla. Non sembra esserci stata nessuna corsa al vaccino. I centri vaccinali sono vuoti e hanno persino iniziato a chiudere.

A questo punto, sembra essersi consumata una frattura insanabile tra il regime di Draghi e gli italiani.

Si è giunti ad un punto tale che i mezzi di comunicazione non riescono più a controllare come prima il pensiero degli italiani.

Il dominio era pressoché assoluto.

Ora invece molti non credono più alle menzogne del sistema e sono esausti e disperati perché la situazione reale è completamente opposta a quella dichiarata dai media.

La separazione tra il mondo immaginario dei media e quello della vita reale è troppo ampia a questo punto.

Qualsiasi tentativo di inasprire le misure o di rovesciare altre minacce al popolo esasperato appare sempre più controproducente.

Paradossalmente il regime di Draghi e la corrotta classe politica italiana che lo sostiene potrebbero essersi scavati la fossa da soli.

Potrebbero aver creato quelle condizioni per unire ciò che prima era diviso e accompagnare l’Italia finalmente fuori da questa fase di decadenza.

Saranno decisive in questo senso sia le condizioni interne politiche che si creeranno all’interno del Paese e quelle internazionali soprattutto in vista di un sempre più concreto ritorno ufficiale di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

La perizia di Maricopa ha aperto la breccia e ha provato incontrovertibilmente che c’è stata una massiccia frode elettorale nelle elezioni del 2020 in America.

Tutto questo interessa da vicino il sistema politico italiano perché questo è direttamente legato allo stato profondo di Washington dal dopoguerra in poi, e un crollo del secondo potrebbe portare inevitabilmente ad un crollo del primo.

Sempre in quest’ottica occorre prestare anche particolare attenzione al rinvio a giudizio di Michael Sussman, avvocato della Clinton, nell’ottica dell’inchiesta sulla bufala del Russia-gate che vede un coinvolgimento attivo del deep state italiano.

È questa una fase decisiva dove l’Italia e il mondo potrebbero presto trovarsi di fronte ad una svolta che potrebbe portare finalmente al fallimento definitivo del piano di Davos.Occorre però essere consapevoli che la bestia si dimenerà fino alla fine e cercherà di assestare altri colpi prima di morire del tutto.

Non sarà facile, è bene ricordarlo. Al tempo stesso, una fase di purificazione e di scontro sembra essere inevitabile per passare alla fase decisiva della ricostruzione.

La classe politica della seconda repubblica ormai agonizzante sembra essere fuori controllo. Pur di compiacere i centri di potere che si trovano al di là delle Alpi faranno qualsiasi cosa anche se questo significa accelerare la loro stessa distruzione.

La decisione di estendere il certificato verde ai lavoratori sembra aver spinto il regime di Draghi in un territorio inesplorato. Quello nel quale qualsiasi ulteriore forzatura della dittatura può produrre effetti contrari immensamente più potenti delle restrizioni decise dai tiranni.

In Italia dovrà aprirsi un processo politico che vedrà sul banco degli imputati tutti coloro che si sono prestati a dare vita al più grande colpo di Stato e attentato alla salute pubblica della Storia.

È senz’altro vero che l’Italia è stata vittima di un grande male, ma è altrettanto vero che spesso i grandi mali sono necessari per arrivare ad un bene ancora più grande.

Questi passaggi sembrano essere necessari nella storia per portare a termine un ciclo e aprirne un altro.

Dopo la destabilizzazione, c’è la stabilizzazione. Dopo la tempesta, segue la quiete.

Molti eventi decisivi si prospettano nei prossimi mesi. L’autunno del 2021 sarà un autunno nel quale l’Italia dovrà comunque affrontare la prova più dura della sua storia recente.

 

 

Nuovo scandalo pedofilo in Germania:

 1600 persone nella rete dei mostri.

Lacrunadellago.net. Cesare Sacchetti- (27 Luglio 2021)- ci dice : 

 

Le scatole degli orrori. Sono così che potrebbero essere definiti i fascicoli raccolti dalla polizia bavarese che ha scoperto una enorme rete pedofila.

Almeno 1600 persone sono state identificate come i partecipanti di chat online nel quale circolava materiale pedopornografico e zoofilo, ovvero di sesso con gli animali.

Le autorità tedesche hanno riferito che molti dei sospettati sono minorenni. Peter Kramer, il vicecapo della sezione criminale investigativa della città di Amberg ha lanciato l’allarme sull’espandersi di questo fenomeno.

“La distribuzione della pornografia infantile e adolescenziale è cresciuta notevolmente negli ultimi anni ed è un’area oggetto di attenzione in molte indagini.”

La Germania dunque si trova al centro di un altro enorme scandalo pedofilo, dopo le notizie che hanno rivelato come il Paese sia stato martoriato da abusi pedofili per decenni.

La storia del dottor Helmut Kentler probabilmente non è nota a molti. Il dottor Kentler era un sessuologo tedesco molto noto nel Paese negli anni’60 che si ispirava alle teorie dello psicoanalista marxista Helmuth Reich.

L’idea di Kentler era sostanzialmente quella di sdoganare la pedofilia e di renderla riconosciuta dalle istituzioni pubbliche.

Il governo prese molto sul serio le sue teorie tanto da finanziare le sue case di accoglienza per minori abbandonati che erano gestite direttamente da pedofili stessi.

Gli istituti quindi che avrebbero dovuto proteggere i bambini dai mostri divennero i luoghi degli orrori.

Gli abusi ovviamente proliferarono. Questo però non portò mai le autorità tedesche a mettere fine a questa sorta di esperimento. Al contrario Kentler ha continuato a ricevere fondi pubblici fino ai primi anni 2000.

In una intervista del 1980 rilasciata a Der Spiegel, il sessuologo tedesco parlò apertamente dei pedofili come “benefattori non riconosciuti”.

Alcuni anni dopo, il Senato di Berlino gli commissionò la compilazione di un rapporto che esplorava la possibilità di considerare gli omossessuali come educatori. Kentler scrisse in quella pubblicazione che i rapporti sessuali tra adulti e bambini non erano un problema fino a quando non erano “forzati”.

Nel frattempo, lo psicologo aveva adottato un 13enne e confessava ad un suo amico di vecchia data, Schmidt, di avere intrapreso una relazione sessuale e una “storia d’amore” con il suo figlio adottivo ormai 26enne.

Per decenni, le teorie di Kentler sono stata adottate e riconosciute dal governo tedesco fino a quando lo stesso dottore non le ripudiò.

Il suo figlio adottivo si tolse la vita nei primi anni’90 tormentato probabilmente da decenni di abusi perpetrati contro di lui dallo stesso Kentler.

Fu solo verso gli ultimi anni della sua vita che il sessuologo che elogiava apertamente il sesso con i bambini e che aveva fondato su questo “principio” tutta la sua carriera, ammise che la pedofilia era un disturbo e fece pubblica ammenda per aver divulgato queste teorie che hanno devastato la vita di molti bambini.

Il problema della pedofilia dunque è molto più antico di quello che si crede. La marcia di sdoganamento della pedofilia procede spedita da anni in Germania e in Europa e appare essere uno degli obbiettivi ultimi delle élite liberal-marxiste.

La rinuncia ai principi cristiani ormai messi al bando dall’UE liberale è stato certamente ciò che ha consentito alle élite pedofila di avanzare più speditamente verso il riconoscimento pubblico di questa perversione che il sistema descrive solo come “innocenti affettuosità”.

 

 

 

 

Il piano di Soros per infiltrare i militari USA.

Lacrunadellago.net-Cesare Sacchetti- (27 Luglio 2021)- ci dice: 

Lo speculatore finanziario George Soros da tempo finanzia attivamente diverse ONG che portano avanti la sua idea della “società aperta”.

La “società aperta” è un tipo di società priva di confini e spogliata della sua identità nazionale.

E’ per questa ragione che Soros da tempo è in prima linea nel finanziare le ONG che ormai hanno un ruolo decisivo nel gestire e favorire il traffico di esseri umani dalle coste del Nord Africa verso l’Europa.

Questa volta però il finanziere ungherese di origini askenazite ha in mente se possibile un piano ancora più ambizioso ed eversivo.

Infiltrare i militari americani. La notizia infatti è stata riportata in prima battuta dal quotidiano americano “Daily Caller.”

Il Pentagono ha recentemente dato mandato ad una società esterna, la britannica Moonshot CVE, un acronimo che sta a significare “contrastare la violenza estremista”, di compilare un rapporto nel quale si individuerebbero le frange “estremiste” dell’esercito americano.

Per “estremista” si intende tutto ciò che non è in linea con l’ideologia progressista e globalista che vede nel senso di patria e nella difesa dei confini una pericolosa minaccia da debellare e mettere al bando.

La Moonshot è legata alla fondazione di Obama, l’ex presidente dem, ma è il nome dell’autore del rapporto che rivela che dietro questo piano per individuare i militari più fedeli alla difesa della patria e, soprattutto, sostenitori di Donald Trump, ci sia George Soros.

A condurre questa ricerca è stata infatti Vidhya Ramalingam che nel 2013 aveva già preparato un rapporto sull’immigrazione in Europa finanziato proprio dal magnate americano.

La Ramalingam è anche molto vicino alla lobby progressista dell’Anti Defamation League, l’ADL, che riveste negli Stati Uniti il ruolo di grande fratello dell’ortodossia del politicamente corretto.

L’idea di questa ricerca commissionata dagli elementi del Pentagono più vicini al deep state è quella di far avvicinare i militari al gruppo terrorista Black Lives Matter che lo scorso anno devastò e saccheggiò decine di città americane.

Questa strategia in realtà sembra rivelare un piano preciso di Soros e del governo occulto di Washington. Quella di tornare in qualche modo in controllo delle forze armate americane che non sembrano rispondere al presunto comandate in capo, Joe Biden.

Il dibattito su chi sia effettivamente al comando negli USA è aperto dallo scorso gennaio da quando Trump lasciò la Casa Bianca.

Secondo fonti militari di alto livello, il presidente prima della fine del suo mandato firmò l’atto contro le insurrezioni che avrebbe di fatto consegnato temporaneamente il potere alle forze armate.

Questa ipotesi sembrerebbe essere coerente con quanto accaduto nei mesi successivi dal momento che la cosiddetta amministrazione Biden non ha portato avanti il programma che sulla carta avrebbe dovuto eseguire.

Il mandato di Biden, uomo da anni sul libro paga di Pechino, era quello di ammorbidire la posizione dura e risoluta di Trump nei confronti della dittatura comunista cinese.

Al contrario, non solo i rapporti tra Washington e Pechino non si sono distesi ma sono persino peggiorati.

La Cina ha disdetto un incontro programmato da tempo con il vicesegretario di Stato USA, Wendy Sherman. Pechino è estremamente irritata perché l’amministrazione Biden non ha mostrato alcuna intenzione di rivedere le sue posizioni soprattutto sulle sanzioni contro le imprese cinesi che si sono persino inasprite di più rispetto all’era Trump.

Il nemico per il deep state è tradizionalmente la Russia che da anni rappresenta un solido baluardo contro l’avanzata del mondialismo e Biden avrebbe dovuto sulla carta tornare a intraprendere una politica di accerchiamento verso Mosca.

Nulla di tutto questo sta accadendo e i media anglosassoni nelle mani dei grandi gruppi finanziari, quali il Financial Times, si stanno rendendo conto di quella che ormai appare essere una evidenza troppo grande per essere negata.

Biden si sta comportando come Trump. Tutto questo sembra la diretta conseguenza di quanto trapelato dagli ambienti militari americani, secondo i quali il potere è stato trasferito da Trump alle forze armate in attesa che le perizie elettorali annullino definitivamente la frode dello scorso novembre.

Questo ha portato gli ambienti mondialisti a ripiegare su un’altra strategia. Cercare di infiltrare i militari americani per tornare ad avere in qualche modo il controllo della superpotenza americana.

Senza il controllo degli USA, di fatto qualsiasi passo in avanti verso il Grande Reset è impossibile.

La mossa di Soros e di Obama quindi sembra andare esattamente in questa direzione. La sensazione è che i democratici si troveranno di fronte un muro. Non c’è mai stato un presidente così popolare tra i militari come lo è Donald Trump.

Le perizie elettorali nel frattempo procedono e il tempo della cosiddetta amministrazione Biden sembra sia più vicino allo scadere.

Governo insaziabile… vaccinati al 110%!

Conoscenzealconfine.it- Francesco Carraro-(26 Ottobre 2021)- ci dice :

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31 dicembre 2021… Finita la quarta fase dell’emergenza, inizia la quinta, mentre la sesta ondata si appresta a far posto alla settima. In tutto ciò, il Supremo Consesso del Governo di Unità Nazionale è costretto ad affrontare un problema impensabile: gli italiani si sono vaccinati tutti!

Macché ottanta, macché novanta, macché novantacinque per cento. Le truppe del Generale Figliuolo hanno fatto il miracolo: non c’è più traccia di un solo italiano no-vax. Agli ultimi sono state spezzate metaforicamente le reni, come il duce con la Grecia. Grazie all’introduzione di un obbligo vaccinale con sanzione ripristinatoria.

Con legge costituzionale approvata da un’aula sorda grigia, bivaccata da manipoli di ultra-vax, è passata una riforma concepita, voluta, applaudita dalle migliori teste dell’intellighenzia nazionale.

 Corretto l’articolo 1: “l’Italia è una Repubblica fondata sul vaccino. La sovranità appartiene a Big Pharma che può, a discrezione, escludere i no-vax dal godimento dei diritti fondamentali”.

Alla fine, hanno ceduto tutti, tranne sparuti irriducibili, subito confinati in isolotti periferici del meridione.

Risultato: no-vax estinti, come i no-fax. Restano giusto pochi no-tax i quali, se vaccinati, avranno diritto al condono. Raggiunto il risultato, il “miglior Governo di sempre”, guidato da un premier più amato che mai, si rende conto del terribile errore.

Nel corso di una cabina di regia, durante la notte di San Silvestro, nella spettrale atmosfera di una stanza opaca e fumosa ove giungono, come echi sfuocati, i botti di capodanno, il Ministro della Salute conferma la ferale notizia a Draghi: “Vostra Magnificenza, purtroppo pare sia vero: non ci sono più italiani vaccinabili”.

Il Capo del Governo è livido. Tutti gli si stringono attorno, contriti, silenti, le camicie slacciate, e aloni smisurati di ansiogeno sudore sotto le ascelle. Il leader maximo domanda: “E’ proprio vero?”. Speranza spegne la speranza: “Sì, pare che – una volta esaurita la popolazione e giunti al cento per cento del target – sia matematicamente impossibile ottenere di più”.

Gli scettici leghisti estraggono il cellulare e si cimentano con l’improbo calcolo. Poi annuiscono: non ce la si fa. “Ma allora è finita? È finita davvero? Non possiamo più vaccinare nessuno?”, piagnucola qualcuno. Il ministro dell’istruzione, sentiti gli esperti, attesta l’inevitabile, affranto: “Pare di sì, ho sentito prima il CTS: più del 100 per cento è impossibile. Anche Burioni è d’accordo. Lo dice la scienza“.

Un gelo, più agghiacciante della notte invernale, si propaga nella stanza. Qualche sottosegretario, sotto sotto, piange sottomesso. “Di più non si può, di più non si può!”: le urla strazianti dei fragili squarciano, a brani, l’ammorbante silenzio. Poi, quando tutto sembra perduto, Sileri si accende, ilare: “Potremmo fare il 110 per cento. Noi Cinque Stelle ci siamo già riusciti con l’ecobonus!”. Una febbrile eccitazione si impadronisce degli astanti. Tutti riprendono colore e fissano, fiduciosi, il premier. “Sì, ma come?“.

A quel punto, Enrico Letta si illumina: “Potremmo incoraggiare l’immigrazione clandestina. Ne facciamo venire una caterva, li vacciniamo, e poi gli diamo la nazionalità italiana: soli vaccinati, soli italiani. Il nuovo ius soli!”.

Sono quasi tutti convinti… ma Draghi? I vassalli lo scrutano e colgono un lieve, inequivocabile, cenno del capo. Il futuro uomo del colle ha detto sì. Tutti d’accordo, a parte Forza Italia che ha bisogno dell’assenso del capo. Giro di telefonate, ma Silvio non si trova: sta provando il discorso di capodanno dell’anno dopo. Alla fine, viene rintracciata l’eminenza grigia, Gianni Letta. La risposta fa partire la ola: “Avanti tutta ragazzi, sempre detto che mio nipote è un genio!”.

(Francesco Carraro- francescocarraro.com).

 

 

 

Italia 2030…

Conoscenzealconfine.it-Redazione- Weltanschauung Italia-(27 Ottobre 2021)-

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 “Quando i grandi di questo mondo si mettono ad amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia… È il segnale… È infallibile. È con l’amore che comincia”. (L.F. Céline).

Italia, 2030. Domenica pomeriggio. Dopo un’intensa settimana di lavoro e stress, decidi di dedicarti alla tua famiglia. Finalmente puoi portare i tuoi ragazzi al cinema. Il film sul loro supereroe preferito è finalmente nelle sale. Arrivi, trovi subito parcheggio. I biglietti li hai già fatti on line. L’odore di pop corn e caramelle, le luci, i videogiochi, i sorrisi, l’abbraccio di tua moglie. Tutto è perfetto.

Provvisto del tuo green pass ti avvicini al tizio che controlla le entrate. Diligentemente, tiri fuori il tuo lasciapassare. Qualcosa non va. Il dispositivo che legge il QR code non da esito positivo. Cominci a sudare. I tuoi ti guardano indispettiti e sono impazienti di varcare la porta d’entrata. “Signore, qui qualcosa non va!!”. “Ma come ho appena completato il ciclo delle 10 vaccinazioni anti covid!! Guardi le ho fatte tutte!”. “Ma non è un problema di vaccinazioni”, risponde l’energumeno della security.

“Il sistema ci ha appena segnalato che lei è in ritardo con i pagamenti inerenti alle forniture di luce e gas, che ha una multa arretrata per divieto di sosta e per di più la sua auto risulta essere troppo inquinante e supera di mezzo punto le emissioni massime di CO2 consentite dalle nuove disposizioni sull’emergenza climatica!”.

Deluso guardi i tuoi figli. Il loro occhi mortificati, carichi di lacrime. “Oggi niente ragazzi, sarà per la prossima volta…” Prendi per mano tua moglie e vi avviate verso l’uscita. Le persone in fila mormorano. Ti senti osservato e giudicato. “Ma che vergogna, davanti a tutti presentarsi col pass non valido, che inciviltà”. “Neanche i figli al cinema… ancora esiste ‘sta gente”.

Mentre percorri il viale che porta al parcheggio, ti riaffiorano alla mente le immagini di nove anni fa. Cortei, piazze piene, gli scontri di Trieste. Migliaia di persone che urlavano il loro “No” deciso e protestavano contro l’introduzione del lasciapassare verde. Ora capisci perché l’allora premier e gli organismi internazionali insistevano tanto per abituarti a vivere col green pass.

Tu che credevi lo facessero per la tua salute. Tu che davi dell’incivile e del troglodita a chi esprimeva dubbi sulla reale natura del provvedimento, ora hai dei dubbi. Forse le persone che urlavano “Libertà”, che si opponevano e prendevano l’acqua gelata degli idranti e le manganellate, non erano poi così coglioni. Forse avevano ragione loro. “Ricordati di pagare, io queste figure non le voglio più fare, hai capito?” La voce della tua consorte ti riconnette alla realtà. “Domani ci penso, amore, tranquilla. Ci metteremo in regola e torneremo liberi”.

Siringarsi all’infinito.

L’idea di un green pass svincolato dall’emergenza sanitaria si fa sempre più forte, tangibile, viva. L’obiettivo, neanche troppo celato, è quello di far diventare il lasciapassare uno strumento non più legato all’eccezionale, ma all’ordinario. Non più subordinato alla presunta crisi sanitaria, ma presente  nella quotidianità. Non più un dispositivo ancorato alla fictio della tutela della salute, ma un vero e proprio pass per la vita lavorativa e pubblica.

La farsa dei tamponi, così come il teatro pandemico, non può durare in eterno. La vaccinazione, nei loro piani, dovrà essere necessariamente l’unica via percorribile per ottenere la carta verde, essendo essa un mezzo sicuro ed efficace per i propositi ricattatori dell’autorità. L’ottica di praemium intrinseca nel rilascio del QR code viene, così, ancor più esaltata.

Con la “tessera del partito” si da, de facto, un riconoscimento psicologico all’individuo, che considera i suoi diritti fondamentali non più appartenenti a lui in quanto uomo, ma un permesso a tempo determinato che lo Stato fornisce come ricompensa per la sua buona condotta ed il suo conformismo.

Tutto ciò è inaccettabile, disumano, giuridicamente e moralmente aberrante. Se ciò che è tuo, che compone la tua natura e la tua essenza, ti viene brutalmente tolto e ridato sotto forma di concessione governativa revocabile, nessuno è più al sicuro. Ed a quel punto siringarsi all’infinito, involversi in colabrodo per illudersi di “tornare alla normalità” non servirà a più nulla. Ogni libertà ceduta ora, senza combattere, per il quieto vivere, sarà pressoché irrecuperabile domani. Per questo motivo è vietato mollare. Per tutto ciò che ci è caro al mondo, è vitale non cedere. Oggi più che mai.

(Weltanschauung Italia- sfero.me/)

 

 

Magaldi avverte Draghi:

 avanti così, e addio Quirinale.

Libreidee.org-Gioele Magaldi-(27/10/2021)-ci dice:

 

Caro Mario Draghi, attento a come ti comporti: avanti così, e il Quirinale lo vedrai col binocolo. Sarai infatti impallinato da tanti, insospettabili franchi tiratori, che – nel caso – agiranno come quando, nella corsa al Colle, fu ingloriosamente silurato Prodi.

Il messaggio al “fratello Mario” è esplicito. Lo firma, mettendoci la faccia, Gioele Magaldi, autore del libro “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente dei circuiti massonici “progressisti”, da sempre contrari alle politiche di austerity a lungo perseguite dall’ex capo della Bce. Nella sua visione politologica, anche sulla scorta di cospicue rivelazioni (mai smentite da nessuno), Magaldi propone una particolare lettura degli eventi storico-politici, partendo dal ruolo delle super-logge sovranazionali, elusive e determinanti. Una galassia bifronte di entità che, dietro le quinte, condizionerebbero i governi, nello scontro intestino – ultradecennale – che schiera da un lato i fautori del neoliberismo economico e della post-democrazia di segno “neoaristocratico”, e dall’altro i super-massoni che si dichiarano paladini della prospettiva post-keynesiana e del progressivo sviluppo degli spazi di cittadinanza democratica.

Prima ancora che fossero i sindacati ad alzare la guardia, contestando la severità dell’annunciata riforma delle pensioni, Magaldi ha colto in un dettaglio – il rifiuto di prorogare i bonus edilizi per le facciate degli edifici, richiesto dal ministro Franceschini – il segno dell’ipotetica retromarcia che, dice, a Draghi potrebbe costare carissima: cioè l’addio alla presidenza della Repubblica, che è la meta a cui mira l’ex super-banchiere.

 «Sulla corsa al Colle vi sono molti depistaggi», premette Magaldi, in video-chat con Fabio Frabetti di “Border Nights” il 25 ottobre: «Essendo io stesso parte di un piano, insieme ad altri, per portare Draghi al Quirinale, vi posso dire che l’idea che prosegua a fare il presidente del Consiglio è una falsa pista». Racconta Magaldi: «Ci sono tre strategie diverse, ognuna con un suo piano di depistaggio, con le quali – come in una partita a scacchi – Draghi conta di ascendere al Colle».

 Ma, se non cambia musica, «la strada per il Quirinale gli verrà sbarrata e sabotata, sicuramente da parte dei massoni progressisti». Come? Ricorrendo al cecchinaggio del “fuoco amico”, coperto dall’anonimato.«Al “fratello” Draghi – dice Magaldi – voglio ricordare che in Parlamento ci sono molte persone che, per così dire, hanno dei debiti verso qualcuno, e questi debiti vengono reclamati; ed è così che, poi, emergono i franchi tiratori verso questo o quel candidato».

Aggiunge: «Auspichiamo che non serva risvegliare, richiamare questi debiti, e quindi invitare alcuni insospettabili franchi tiratori a impallinare l’elezione di Draghi». Un avvertimento estremamente preciso. Motivato da che cosa? Proprio dalla risposta rifilata a Franceschini sui bonus edilizi, decisivi per il rilancio dei borghi storici e quindi del turismo. «Dire che “non ci sono abbastanza soldi”, che “la coperta è troppo corta”, significa ritornare a un paradigma della penuria, quello dell’austerity», sottolinea Magaldi: «I denari non dovrebbero mai essere un problema, come lo stesso Draghi aveva spiegato ai giornalisti allarmati per il crescente indebitamento dell’Italia.

Aveva chiarito loro che uno Stato non può mai essere insolvente, e che il “debito buono”, cioè produttivo (in termini di Pil, occupazione e infine anche tasse), non deve preoccupare».Ora, rimettersi invece ad agitare lo spettro del debito – contraddicendo la linea esposta dal “nuovo” Draghi negli ultimi due anni – significa rilanciare «una vecchia canzone stonata, liberista e poi neoliberista: una ricetta che non ha mai funzionato».

Va ricordato che lo stesso Magaldi non ha certo fatto sconti, a Mario Draghi: nel libro “Massoni” lo presenta come autorevole esponente di ben cinque super-logge internazionali di matrice reazionaria, imputandogli una serie inenarrabile di malefatte: dalle privatizzazioni selvagge all’epoca del Britannia fino allo spietato rigore europeo.

Per contro, sempre Magaldi era stato il primo – due anni fa – a segnalare l’inversione di rotta: Draghi avrebbe espresso la volontà di abbandonare i vecchi sodali, arrivando a dire – ancora da presidente della Bce – che sarebbe stato utile azzerare tutte le politiche dell’euro-austerità, ricorrendo persino alla Modern Money Theory (emissione illimitata di denaro, a costo zero). Tesi rilanciata nella drammatica primavera del 2020, in un editoriale sul “Financial Times” che ha fatto il giro del mondo: basta, con la storica demonizzazione il debito; è il momento di investire somme immense sul rilancio dell’economia, senza badare a spese.

Una svolta insincera, se ora Draghi si rimette a denunciare proprio il deficit? «Non penso che Draghi abbia mentito a noi massoni progressisti, prendendoci in giro», ragiona Magaldi. «Non credo che la svolta annunciata due anni fa fosse solo un mezzo per accreditarsi e farsi perdonare le brutte performance del suo passato. Nel caso, certo, mi arrenderò all’evidenza; ma non voglio credere a questo». Alcuni dicono: come si fa a fidarsi di un “lupo” come Draghi? «Rispondo laicamente: va bene chiunque, a prescindere dai suoi trascorsi, se a un certo punto intende intraprendere un percorso virtuoso».

Dice ancora Magaldi: «Io non ho pregiudizi, e penso che il problema di Draghi è che si stia barcamenando: soggetto a mille pressioni, ha scelto di rimanere anche un po’ ambiguo rispetto ai suoi vecchi sodali neoaristocratici, anche perché ci sono i fondi europei da ricevere». Come dire: forse, la “stoccata” a Franceschini serve a non insospettire troppo i suoi ex amici, gli arcigni guardiani del rigore. Come per indurli a pensare: ha solo fatto finta, di aver cambiato casacca, ma in realtà è sempre “uno dei nostri”.

«Credo cioè che Draghi stia cercando di confondere le acque», insiste Magaldi, che comunque avverte: «Capiamo tutto, ma c’è un limite: se rendi concreto il fatto che “non puoi spendere”, su una cosa importante, “perché i soldi non bastano”, allora stai tornando a un paradigma antico. E qui nasce un problema enorme, più grave di quello creato dal Green Pass». Ovvero: «Il “non ci sono abbastanza soldi” avrebbe conseguenze più esiziali rispetto a quelle del Green Pass, che comunque tra qualche mese non esisterà nemmeno più».

Certo, riconosce Magaldi: il “lasciapassare” è ingiusto, per chi deve lavorare. «Ma che dire di chi un lavoro non ce l’ha neppure, perché non si sono ancora create le condizioni per un vero rilancio economico che garantisca più occupazione?». Beninteso: il Movimento Roosevelt (presieduto da Magaldi) resta assolutamente contrario al “lasciapassare”, come esplicitamente messo per iscritto già lo scorso 2 agosto.

«Siamo contrari al Green Pass e, con i nostri avvocati, ora aiuteremo legalmente chiunque voglia resistere a questa vessazione: è uno strumento ipocrita, ideato per costringere le persone a vaccinarsi, senza che il governo si assuma le responsabilità che un obbligo vaccinale comporterebbe».

Sul tema Covid, Magaldi si è espresso ripetutamente, nei mesi scorsi: «Il paese è stato travolto dalle peggiori politiche emergenziali messe in piedi col pretesto di contrastare un virus caratterizzato da un’alta contagiosità, ma con una letalità piuttosto bassa. Nulla che potesse giustificare in alcun modo il “terrorismo sanitario” a reti unificate. Ed è interessante che persino il mainstream abbia ora dato spazio all’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui le persone morte solo a causa del virus (e non anche di altre patologie) non sono le 130.000 sbandierate, ma circa 3.700, appena».

Come affrontare la pandemia? «Sarebbe stato meglio mettere in sicurezza i soggetti fragili (consigliando loro di isolarsi, ma senza obbligarli) e favorire una contaminazione tra i più forti, agevolando così il processo di immunizzazione naturale collettiva». Ancora oggi, Magaldi non ha digerito le imposizioni del governo Conte: «Personalmente trovo che lockdown e coprifuoco fossero misure peggiori del Green Pass, più inaccettabili». E Draghi? «Lo capisco: credo che abbia fatto ricorso al Green Pass (che, ripeto, non approvo) solo per poter essere libero di riaprire velocemente il paese e rilanciare l’economia».

E’ nota l’analisi prospettica che l’autore di “Massoni” ha offerto, riguardo alla manipolazione della crisi-Covid: dietro, vi scorge la mano della stessa élite (che definisce massonica e “neoaristocratica”) che architettò l’omicidio di John Kennedy e il golpe in Cile, fino all’ipotesi terroristica dell’11 Settembre e alle imprese dell’Isis.

 Ultima mossa: la paralisi del pianeta per via “pandemica”, con l’obiettivo di trasformare la dittatura cinese – sorretta sempre da quell’élite reazionaria – in possibile modello per un Occidente non più democratico, spaventato col “terrorismo sanitario” e ridotto in condizioni di sottomissione, con risvolti orwelliani. Di qui una serie di contromosse in atto, dal fronte “progressista” (che sostenne Trump nel 2016), fino all’opzione incarnata dal “nuovo” Draghi. Perché sarebbe un bene, se approdasse al Quirinale?

Per Magaldi, «potrebbe dare all’Italia una centralità che il nostro paese non ha mai avuto». In teoria, il momento è propizio: «Tanti personaggi negativi, finalmente, stanno venendo meno». In Germania, il “falco” Jens Weidmann ha dovuto lasciare la Bundesbank, e la stessa Angela Merkel è appena uscita di scena. Quanto alla Francia, le quotazioni di Macron sono in drammatico ribasso. Draghi al Quirinale per sette anni, dunque? Sì – ribadisce il leader “rooseveltiano” – ma ad una condizione: che non tradisca gli impegni presi coi “progressisti”, visto che quello che sta accadendo oggi è «qualcosa di molto più grave e pericoloso del Green Pass».

 Chiosa Magaldi, ribadendo il suo monito: «Se non si trova un ragionevole compromesso sulla storia del bonus edilizio per le facciate (una vicenda ormai simbolicamente importante), e se Draghi in questi prossimi mesi non si preoccupa di dare segnali inequivocabili per confermare di aver effettivamente sposato il paradigma post-keynesiano, senza lasciare più che si sospetti che vi sia invece un suo ritorno al passato, vi posso dire che il “fratello Mario” fallirà l’elezione al Quirinale».

 

 

Scuola progressista : un fallimento”.

(Paola Mastrocola).

Laverita.info- Alessandro Rico- (25 ottobre 2021)-ci dice :

 

La scrittrice  Paola Mastrocola ha pubblicato ,con il marito Ricolfi , un saggio sul declino dell’istruzione: “La sinistra ,da don Milani a Berlinguer ,l’ha squalificata. Credeva di aiutare i ceti deboli ,ma li ha danneggiati. E la destra non s’è opposta.”

 Il danno scolastico .La scuola progressista come macchina della disuguaglianza”.

Il titolo dell’ultimo saggio dei coniugi  Luca Ricolfi e Paola Mastrocola parla da sé. Due Professori -lui all’università e lei al liceo-raccontano 60 anni di decadenza dell’istruzione in Italia

Dimostrando ,numeri alla mano, che le idee “illuminate” della sinistra ,la crociata contro la scuola  “classista” e per il “diritto al successo formativo”, hanno finito per penalizzare i figli delle famiglie svantaggiate.

Professoressa Mastrocola ,il libro parte dalla sua intuizione di questo paradosso: quando ha capito che la “scuola progressista “(voluta dai Dem USA) danneggiava proprio i ceti bassi”?

“Quando insegnavo .Una decina di anni fa mi è apparso in modo lampante che l’elemento fondamentale per riuscire negli studi è la preparazione ,non le origini familiari”.

Si?

Constatavo che anche i figli di famiglie di ceto alto faticavano ,in primo liceo, perché evidentemente  avevano frequentato scuole …diversamente efficienti”.

Lei individua due tappe cruciali del declino : la riforma della scuola media ,nel 1963 ,e la riforma Berlinguer ,nel 2000.

“Aggiungo : fino al 1969 ,alla maturità si portavano tutte le materie degli ultimi tre anni di liceo”.

E ciò cosa indica ?

“Che ,a un certo punto, non abbiamo più creduto che lo studio in dose così  massiccia fosse utile. E oggi siamo una società  tesa al piacere e al divertimento , lo studio è l’ultima cosa che cerchiamo. In fondo a cosa serve conoscer le guerre puniche?”.

Se il criterio è “come userò un argomento  nel mondo del lavoro” ,il 90 % di ciò che si studia a scuola è destinato a essere cassato?

“Esattamente”.

L’abolizione del latino alle medie ,però, più che dall’utilitarismo , fu ispirata dal progressismo: come lamentava don Lorenzo Milani ,che lei critica  nel libro ,quella materia umiliava i figli dei contadini.

“Questo è il cardine del pensiero progressista (copiato dai Dem USA).L’idea era che una scuola “alta” che fa cose difficili ,come il latino e la letteratura antica ,implica uno studio duro ,cui i figli dei contadini ,che erano  gli alunni di don Milani ,non arrivavano. Quindi era meglio parlar loro degli alberi da frutto…”

La sua tesi al contrario ,è che siano insegnamenti a spingere l’ascensore sociale.

Lasciamo da parte don Milani .Dopo 60 anni ,ci sono ancora classi deboli,ahimé. A questi ragazzi  svantaggiati dobbiamo assolutamente garantire una scuola “alta”, perché loro non hanno altre risorse ,come i ceti elevati”.

A che risorse si riferisce?

“Le famiglie di ceto elevato mandano forsennatamente i loro pargoli a lezione privata. Poi in belle università all’estero. E quando ne escono  li aiutano con le loro conoscenze. Invece i ceti bassi hanno bisogno di una scuola di qualità ,che li prepari ,non che li faccia giocare e divertire”.

Quali sono le colpe della riforma Berlinguer?

“Aver introdotto il Piano per l’offerta formativa”.

Che male c’è ?

Intanto ,nel mondo della scuola è entrata la parola “offerta”, che vedevamo solo nei supermercati”.

Dunque ,è stata la sinistra a inoculare nell’istruzione la logica del mercato?

“Certo ,anche se ciò viene sempre negato. E’ un demerito che viene attribuito alla riforma Gelmini .Ma sa cosa vuol dire pensare che la scuola debba offrire  qualcosa ?”

Che vuol dire ?

“Che la scuola ha svalutato le discipline “normali”. Una scuola  “si offre” non per quanto si occupa di Dante ,di grammatica ,o di algebra .Si offre per il corso di educazione alimentare ,la gita nelle Langhe ,l’educazione alla cittadinanza…La scuola ha abbandonato la sua sostanza culturale per diventare un’agenzia delle educazioni”.

In questo discorso  ,rientra anche l’alternanza scuola-lavoro ,introdotta dal governo Renzi?

Questo fa parte dell’idea per cui la scuola deve essere “utile”. E invece bisognerebbe rivendicare la sublime inutilità ,immediata e non verificabile ,dello studio”.

Si spieghi.    

Quando studio filosofia ,algebra ,letteratura o arte, non so quanto e a cosa tutto ciò mi servirà. Sono d’accordo che la scuola debba preparare al lavoro , perché gli imprenditori non trovano gente che sappia fare qualcosa. Ma non voglio che si sopprimano quella parti di studio apparentemente non spendibili .La parola “spendibile” è una delle più atroci  tra quelle che sono state introdotte a scuola”.

Lo ripete da anni.

Dal 2004 ,quando pubblicai “la scuola raccontata al mio cane”.

E quando criticava la riforma Berlinguer ,veniva osteggiata ?

“Eeeeh…”(Sorriso amaro). “ A scuola ,entrando in sala insegnanti ,trovavo sul tavolo ,appiccicate con il nastro adesivo ,le lettere dei colleghi contro di me”.

Altro paradosso : se quella riforma l’avesse   ideata un governo di destra, l’avrebbe bloccata?

“Ma certo .Allora non si poteva parlar male di quella riforma. Io non capivo : era evidente che stavamo andando verso il disastro, ma quasi tutti mi davano contro”.

I genitori come si comportano ?

Sono strenui paladini dei figli .Se l’insegnante dà un 4,si presenta la madre :”Non  capisco questo voto, mio figlio ha studiato”. L’imputato è l’insegnante ,mai l’allievo”.

E quindi ?

L’insegnante è molto solo : il preside dà ragione quasi sempre ai genitori”.

Come si fa ad essere buoni insegnanti?

“Con la passione per le cose che insegnano .Poi ci vogliono empatia e un profondo desiderio di andare in classe a trasmettere l’amore con cui uno “sa”.

In che misura un buon insegnante può tamponare i difetti della scuola?

“In una buona misura ,secondo me. Ciò che ha salvato la scuola italiana è stata proprio la scollatura tra le riforme e quel che l’insegnante  fa davvero in classe”.

Cioè ?

“Io ,delle riforme, me ne sono sempre   infischiata “.

Ad esempio ?

“La riforma Berlinguer abolì il tema ,sostituendolo con articoli e saggi brevi ,basati su pagine e pagine di fotocopie. Io ho continuato imperterrita dare temi liberi”.

Perché?

“Che i  miei ragazzi imparassero a scrivere la consideravo una priorità. E se lei vuole insegnare a qualcuno a scrivere , gli deve mettere un foglio bianco davanti .Fine”.

Il ministro Patrizio Bianchi sostiene che si debba “ andare oltre la lezione frontale”,per “sperimentare forme alternative di didattica laboratoriale, condivisa ,esperienziale ,emotiva”.

“Mi viene da piangere”.

Ecco…

“Tra tutti i ministri che potevamo avere , perché proprio un invasato di pedagogia?”.

Che ha di male la pedagogia ?

“I pedagogisti insegnano come si insegna.  Ma noi abbiamo bisogno di potenziare l’oggetto dell’insegnamento ,non il metodo .E’ come se lei volesse preparare una torta di mele e io continuassi a inviarle ricette. Dammi gli ingredienti ,fammi fare quella torta!”.

Nel libro ricorda che quando proponeva la traduzione dell’ “Iliade” di Vincenzo Monti (“Cantami o Diva ,del pelide Achille l’ira funesta…”), gli alunni erano estasiati.

“Restavano a bocca aperta”.

Ancora un paradosso : gli studenti vogliono la didattica alta?

“Si , perché non sono stupidi come pensiamo! E capiscono la bellezza! La versione in prosa sarà pure semplice , ma è di una tristezza infinita. Vogliamo dare qualcosa di più ai ragazzi ?

Non glielo stiamo dando?

“La scuola  progressista elimina la difficoltà : una poesia del trecento è troppo difficile, non te la insegno. Magari ci metto un anno , ma alla fine di quell’anno ,se mi segui ,la saprai capire .Non è straordinario ?”.

Perché il centro destra non ha invertito la tendenza?

“Me lo dica lei ,perché me lo chiedo da anni .La destra poteva veramente cavalcare gli sbagli della sinistra sulla scuola ,proponendo un modello diverso. Era nelle sue corde. Perché diavolo non lo ha fatto? Ha continuato tale e quale la riforma Berlinguer.  Non ha mai preso sulle sue spalle il tema della cultura. E così alimenta il luogo comune che, con la cultura, essa non c’entri niente.Peccato”.

Non si può tornare al passato : lo riconoscete anche lei e il professor Ricolfi. E allora ? Che si fa?

“Niente”.

Niente?

Io e Luca abbiamo scritto questo libro per disperazione , ma anche per dovere: volevamo lasciare una testimonianza. Abbiamo raccontato 60 anni di  scuola. Volutamente non abbiamo indicato una via, perché la via è stata già intrapresa: è la via europea ,occidentale. E’ la via dello sfascio culturale”.

Ci lasciamo con questo finale pessimista?

“Le parole del ministro Bianchi ,che lei ha citato ,rappresentano esattamente il futuro che attende la scuola. Anzi, sto rispondendo alla mia domanda di prima”.

Cioè ?

“Hanno nominato Bianchi perché è un esponente di questa visione  pedagogista ,europeista e politicamente corretta.

Arriverà la “cancel culture” ?

“E’ già arrivata . Viviamo sotto una cappa linguistica”.

Una rivoluzione dovrebbe partire dai genitori ?

“Bé , io credo nella ribellione individuale .Possibile  che un genitore ,che si accorge che il figlio non sta imparando niente ,non insorga ?”. 

 

 

Stop al disegno di legge sull'”omotransfobia”.

Il ddl Zan non supera la prova del voto segreto:

il Senato lo affossa, approvata la ‘tagliola’ di Lega e Fdi.

Ilriformista.it- Carmine Di Niro-(27 Ottobre 2021)- ci dice :

 

Il ddl Zan non supera la prova del voto segreto: il Senato lo affossa, approvata la ‘tagliola’ di Lega e Fdi.

Il ddl Zan contro l’omotransfobia non passa la prova del voto segreto al Senato. L’Aula ha infatti approvato con 154 voti favorevoli, 131 contrari e due astenuti le richieste di Lega e Fratelli d’Italia di non passaggio all’esame degli articoli del disegno di legge, la cosiddetta ‘tagliola’.

L’iter in Senato della proposta che porta il nome dell’esponente Dem Alessandro Zan si blocca dunque dopo essere stata approvata dalla Camera. Il destino del disegno di legge pare ormai di ‘morte certa’, almeno in questa legislatura.

 Il ddl infatti, dopo il voto favorevole (ma di fatto di significato contrario) dell’Aula del Senato di oggi, tornerà in Commissione e non potrà essere messo in calendario per sei mesi. Ma con in ballo la legge di Bilancio, salvo sorprese non ci saranno i tempi minimi per provare ad occuparsi nuovamente di una legge contro l’omotransfobia, anche considerando l’inizio di una campagna elettorale con vista 2023 che renderà gli schieramenti sulle barricate sui temi più identitari.

La presidente Elisabetta Casellati in mattinata aveva accolto le richieste firmate da Roberto Calderoli e Ignazio La Russa definendo ammissibile il voto segreto, in base a regolamenti e precedenti, sulle richieste di “non passaggio all’esame degli articoli”. Una decisione, quella della presidente Casellati, contestata in Aula da Partito Democratico, Leu e Movimento 5 Stelle.

(Chi ha votato contro il ddl Zan col voto segreto: il giallo dei 16 ‘infedeli’, sospetti del PD sui renziani.)

Lega e Fratelli d’Italia avevano chiesto infatti di andare direttamente al voto finale evitando così l’esame degli emendamenti al testo su “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”

Illustrando la proposta di non passare all’esame degli articoli del ddl, Calderoli aveva spiegato in aula: “Piuttosto di fare una porcata, e io me ne intendo, preferisco fermarci qui”. Per l’ex vicepresidente dell’Aula “non è una bocciatura di una legge, si può ripartire immediatamente ad esaminare un testo vero, meglio uno stop oggi che un ahimé domani”.

Alessandro Zan al contrario aveva chiesto alla presidente Casellati di non concedere il voto segreto che “avrebbe potuto uccidere la legge”. “La Lega ha chiesto il voto della tagliola, questo dimostra che vuole affossare la legge. Il rinvio è un bluff. Quelli della Lega non hanno detto ‘ritiriamo la tagliola per cercare una mediazione’, hanno detto ‘rinviamo il voto della tagliola’. Ma votarla oggi o tra una settimana non cambia”, ha spiegato Zan a “L’aria che tira” su La7.

Zan che questa mattina si era detto ottimista: “Io sono convinto che Italia Viva voterà con noi e la tagliola non dovrebbe passare. Poi ci sono tanti del gruppo Misto che hanno già dichiarato che voteranno contro la tagliola, sono abbastanza tranquillo che questa operazione della Lega non passerà“.

LE REAZIONI AL VOTO – Immediate le ripercussioni del voto. Elio Vito, deputato di Forza Italia, ha annunciato le dimissioni da responsabile del dipartimento Difesa e sicurezza del partito. “La mia lettera di dimissioni al Presidente Berlusconi da responsabile del dipartimento Difesa e sicurezza di Forza Italia, dopo che è stato annunciato al Senato il nostro voto favorevole al non passaggio agli articoli del #DDLZan”, scrive sui social allegando anche la foto del testo inviato al Cavaliere.

Durissima  la reazione da Italia Viva, che attribuisce le responsabilità dello stop a PD e Movimento 5 Stelle.

 “Quanto appena accaduto in Senato rappresenta una brutta pagina per la storia dei diritti del Paese. Oggi avremmo potuto tutelare chi è vittima di aggressioni contro la comunità Lgbt. E lo avremmo potuto fare da tempo, arrivando ad un compromesso con chi si era già detto disponibile al dialogo in Parlamento.

Parte del Pd e i 5stelle hanno preferito invece andare allo scontro muro contro muro, anche se sapevano che il rischio era questo. Ora i giochi sono fatti. Come Italia Viva abbiamo tentato fino all’ultimo di scongiurare questo esito. Spiace che altri abbiano scelto di giocare sulla pelle dei tanti che, invece, attendevano e meritavano questa legge”, spiega la senatrice Laura Garavini, Vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi.

Il principale artefice del testo, Alessandro Zan, sottolinea invece che “le responsabilità” della bocciatura in Aula “sono chiare”. “Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il Ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà”, ha spiegato il deputato Dem chiamando in causa i renziani.

Pd, che però vede anche una posizione più ambigua, quella dell’ex capogruppo Andrea Marcucci, ‘voce’ più vicina a Renzi tra i Dem. Sono amareggiato per l’esito del voto del Senato. Per mesi ho messo in guardia in tutti i modi per una gestione fallimentare del provvedimento. Alla positiva apertura del segretario Letta, non è seguita una linea volta a trovare un accordo. Credo che il Pd dovrà interrogarsi a fondo su quanto è avvenuto”, ha precisato Marcucci.

Ma da quest’orecchio il segretario Letta non vuole sentire ragioni, anzi: per il neo deputato chi ha votato per la tagliola “ha voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà”.

 Stesso tenore anche nella reazione di Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle, come “l’alleato” Letta, sottolinea che “chi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari”.

(Carmine Di Niro).

 

 

Biglino: “custodi della Terra” minacciati, come aiutarli.

Libreidee.org-Giorgio Cattaneo-Mauro Biglino-( 28/10/2021)-ci dicono:

Un libro non può cambiare il mondo, ma può dare un contributo concreto a una piccola parte di umanità che ha grande rilievo per il mondo.

Il libro è “La Bibbia Nuda”, nel quale Giorgio Cattaneo intervista lo scrittore e studioso esperto di religioni Mauro Biglino; la comunità è quella degli indios del villaggio Jenipapo-Kanindé in Brasile. Due mondi distanti, resi vicini dalla volontà di Biglino di donare il ricavato derivato dai diritti editoriali a un progetto di sostegno alla comunità indigena.

 Quello voluto da un gruppo di donne italiane: il medico Elisabetta Soro, l’imprenditrice alberghiera Emanuela Piazza, entrambe residenti in Italia, e Paola Panzeri, insegnante di yoga in Brasile e braccio operativo sul territorio dell’organizzazione. I popoli indigeni sono i migliori “custodi della Terra” perché da millenni vivono in armonia con la natura preservandone l’integrità. Un’umanità variegata costituita dal 5-6% della popolazione mondiale (circa 400 milioni di persone) capace di tutelare nel loro territorio l’80% della biodiversità mondiale.

Nel Ceará (Nordest del Brasile) vivono 14 popoli, tra i quali gli indios del villaggio Jenipapo-Kanindé. Una realtà nata intorno alla Lagoa Encantada, la laguna incantata sacra ai nativi, dalla quale si dirama una foresta che si arrampica sulle dune fino ad approdare alle spiagge senza fine dell’Oceano Atlantico. Una sorta di paradiso terrestre, dove vivono 476 persone in armonia con la natura. A capeggiarle è stata fino a poco tempo fa Maria de Lourdes Conceição, meglio conosciuta come “Cacique Pequena”, capo di tutte le tribù indigene della regione e prima donna a ricoprire tale ruolo nell’intero Sud America.

Una signora carismatica e piena di energia, capace di preservare le antiche tradizioni indigene sviluppatesi nel corso dei secoli e a trasmetterle alla comunità anche tramite l’insegnamento della lingua d’origine a scuola. Giunta a 75 anni, ha ceduto lo scettro di responsabile comunitaria a un’altra donna, “Cacique Irè”.

Di recente sono arrivate la riduzione dei contributi governativi alla comunità e le politiche ostili di Jair Bolsonaro, il presidente del Brasile. Atteggiamento avverso agli indios, che ha accentuato i tentativi di “conquistare” le terre indigene da parte di speculatori, desiderosi di profittare della bellezza del luogo per farne un resort di lusso o per sfruttarne le risorse naturali. Azioni condotte per lo più con la seduzione del denaro e di promesse di vita felice in città, a volte con arroganza sfociata in alcuni casi in vere e proprie minacce di morte.

 Secondo l’Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile (Apib) la politica anti-indigena «ha incitato e facilitato le invasioni di terre indigene» da parte di gruppi interessati nell’estrazione di materie preziose e legname, «causando deforestazione e contaminazione da mercurio e minerali pesanti o Covid-19, colpendo così la vita, la salute, l’integrità e l’esistenza stessa delle popolazioni indigene in Brasile». Un obiettivo perpetrato anche cercando di smantellare enti destinati alla tutela degli indios, come il Funai (Dipartimento agli Affari Indigeni del Brasile) o il Sesai, il sistema sanitario indigeno.

La situazione critica ha indotto Elisabetta, Emanuela e Paola a escogitare via alternative per supportare il villaggio nella vita quotidiana e a preservare il territorio. In particolare, nel 2020 è stata avviata una raccolta fondi a sostegno degli studenti della scuola elementare della comunità. Iniziativa sfociata nell’acquisto di materiale didattico, della divisa scolastica (obbligatoria in Brasile), delle mascherine e di borracce in fibra di cocco. Parte del ricavato della raccolta ha finanziato le iniziative per la tutela delle culture indigene. In particolare, ha contribuito al viaggio a Brasilia, distante oltre 2.000 chilometri, di 50 donne rappresentanti delle varie comunità indios del Ceará per protestare contro le leggi volute da Bolsonaro per togliere i diritti agli indigeni.

 Attivismo sfociato lo scorso agosto con la presentazione presso il Tribunale penale internazionale dell’Aja, nei Paesi Bassi, di una denuncia per genocidio e crimini contro l’umanità a carico del presidente brasiliano.

Un dossier dove si evidenzia come il governo abbia agito per «sterminare in tutto o in parte» i popoli indigeni, «sia attraverso la morte delle persone per malattia o omicidio, sia attraverso l’annientamento della loro cultura, risultante da un processo di assimilazione». L’impegno delle tre italiane è proseguito nel tempo per fare fronte alle necessità della comunità, come l’appello per recuperare coperte e indumenti pesanti per la trasferta a Brasilia o la lotteria organizzata per raccogliere i soldi per comprare un cellulare a Cacique Irè per mantenere la rete sociale con le altre comunità indigene.

 A volte l’offerta è arrivata da privati, come la donazione di materiale scolastico da parte di una struttura ricreativa locale o di libri per l’infanzia forniti da amici e cittadini comuni. Ora si stanno riprogrammando le visite di scuole al piccolo museo locale e di piccoli gruppi per escursioni nella natura o le degustazioni di cibo locale.L’obiettivo è di raccogliere fondi per realizzare e consegnare tavoli e sedie per la mensa scolastica, sempre realizzate con il riciclo di materiali, in questo caso i pallet per il trasporto delle merci.

 Da fare c’è pure l’ampliamento del tetto della mensa utilizzando elementi naturali come legno e paglia. Le ambizioni, però, sono molte: creare un’area multifunzionale culturale con computer e proiettori, graduale ampliamento della scuola, miglioramento delle strutture igieniche, costruzione di un ambulatorio medico per controlli periodici dei bambini e degli adulti, attivazione di corsi di formazione volti alla consapevolezza ambientale, ecologia, alimentazione e salute.

Un serie di finalità per il quale Mauro Biglino sta fornendo, come anticipato, il proprio apporto devolvendo alla causa i diritti d’autore del suo ultimo libro.

(Estratti dall’articolo “A difesa dei custodi della Terra”, pubblicato da “Slow Revolution” il 25 ottobre 2021).

 

 

 

Con questo Parlamento l'elezione

 per il Quirinale sarà uno show.

 Masn.com-Huffpost- Pietro Salvatori-(27-10-2021)- ci dice :

 

Il tabellone dell'aula del Senato con l'esito della votazione sulla cosiddetta 'tagliola', chiesta da Lega e FdI, Roma, 27 ottobre 2021. A favore, 154 senatori, 131 i contrari e due astenuti. Salta cosi' l'esame degli articoli ed emendamenti del ddl Zan, per cui l'iter si blocca.

Il tabellone dell'aula del Senato con l'esito della votazione sulla cosiddetta 'tagliola', chiesta da Lega e FdI, Roma, 27 ottobre 2021. A favore, 154 senatori, 131 i contrari e due astenuti. Salta cosi' l'esame degli articoli ed emendamenti del ddl Zan…

È Pier Luigi Bersani a dire quel che pensano tutti i leader ma che nessuno ha il coraggio di dire: ”Temo una prova generale per il quarto scrutinio per il Quirinale”. Parla per fatto personale, Bersani, ma parla anche a ragion veduta. Perché nel voto sul ddl Zan si sono palesati tutti gli incubi del centrosinistra allargato ai 5 stelle: i gruppi sono fuori controllo.

Dal pallottoliere mancano almeno 18 voti, che considerando i 149 stimati inizialmente significa che un 15% di quella compagine è fuori controllo. Dice anche Bersani che ”è tempo che il campo progressista prenda piena coscienza della situazione”. Perché in effetti il problema è tutto da quella parte dell’emisfero politico. Almeno sulla legge Zan il centrodestra ha marciato compattamente, incassando più del preventivato.

I giallorossi, così come li avevamo conosciuti ai tempi del secondo governo di Giuseppe Conte, non esistono più. I sospetti di Pd e M5s si addensano tutti su Italia viva, che risponde sdegnata alle accuse. Dice un senatore Dem che “se quelli, che fanno tanto i riformisti, in Sicilia hanno fatto l’accordo con Micciché di cosa stiamo parlando esattamente?”. Se c’era bisogno di una prova che quella compagine non esistesse più eccola servita su un piatto d’argento, nonostante Enrico Letta continui a lavorare sulla sua idea di campo largo, di Ulivo 2.0 con tutti dentro. Una che a Palazzo ne ha viste tante come Emma Bonino lancia un segnale al Nazareno: “Letta valuti bene chi si sceglie come alleato”.

Mentre si consuma la sconfitta, Giuseppe Conte è a Palazzo Madama per incontrare i parlamentari di alcune Commissioni. Il primo pensiero va lì: “Ma sono stati quelli di Italia viva? Ora li dobbiamo attaccare”. I suoi non si fanno pregare, il bersaglio è fin troppo facile. Ma non si possono nascondere i fatti: anche se tutti i renziani presenti avessero votato a favore della tagliola che ha affossato lo Zan, mancherebbero all’appello altri 8 voti. Non una valanga, ma nemmeno pochi se proiettati sui giochi quirinalizi.

E non basta nemmeno il capro espiatorio di Italia Viva per esaurire tutti gli strascichi di un voto che lascerà più di una cicatrice sul campo. Sentite Gianluca Castaldi, che per i 5 stelle è stato sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento: ” L’hanno affossato Italia viva e una decina del Pd”. Castaldi proprio un passante non è, il clima di diffidenza tra quelli che prima del governo insieme sono stati arci nemici si è irrobustito dopo la sconfitta. Dice un senatore pentastellato: “Se pensiamo che basti un pranzo tra Conte e Letta per andare d’amore e d’accordo non abbiamo capito nulla”. A microfoni accesi tutti i 5 stelle sono sicuri: il gruppo ha votato compatto. Appena si spengono nessuno è pronto a mettere la mano sul fuoco che qualche franco tiratore non sia ascrivibile alle loro fila. E d’altronde anche nel Pd sono volati stracci, con la senatrice Valeria Fedeli in lacrime a chiedere che si dimettessero i responsabili di una partita gestita così male e alcuni colleghi che le puntano il dito contro lei e contro i cattolici del partito, di aver ingrossato le fila del centrodestra.

“Una bella prova di forza”, si fa bello un senatore leghista, mentre Ignazio La Russa passa in rassegna i colleghi M5s cantilenando “chi troppo vuole nulla stringe”. Le truppe del Carroccio, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia si sono ingrossate nel voto segreto, un dato che non è passato inosservato nella war room del Pd. Al Nazareno sono consapevoli che, a partire dal quarto scrutinio quando basterà la maggioranza assoluta del collegio elettorale, al centrodestra mancherebbero appena una cinquantina di voti per eleggere un proprio uomo al Colle.

Matteo Salvini gongola, reputa “sconfitta l’arroganza di Pd e 5 stelle, Giorgia Meloni definisce “patetiche” le accuse di Letta e di Conte. Il segretario Dem aveva tuonato: “Hanno voluto fermare il futuro, hanno voluto riportare l’Italia indietro”. Ecco il capo politico M5s: “Chi gioisce del sabotaggio del ddl Zan dovrà renderne conto al paese”.

Non il miglior clima per mettersi tutti insieme intorno al tavolo e scegliere il successore di Sergio Mattarella. Un ministro scrolla le spalle: “C’è un clima strano, diventa ogni giorno più difficile andare avanti”. Rinvigorito dal risultato, Salvini spiega che ha già un po’ di nomi in mente, ma è presto per parlarne.

Vuole essere lui a dare le carte. Francesco Boccia attacca Italia viva attraverso il suo capogruppo al Senato: “Salvini e Faraone dicono le stesse cose, spero che provino un po’ di vergogna”. C’è sempre Renzi nel mirino, ma i problemi sono più profondi. “Molti dei nostri guardano al centrodestra, cercano un modo per ricandidarsi”, commenta un senatore M5s.

 Andrea Marcucci, che del Pd è stato capogruppo a Palazzo Madama, è secco: “Una strategia fallimentare, bisognerà riflettere”. E bisognerà farlo in fretta: al voto sul Quirinale mancano meno di tre mesi.

 

 

 

Covid, la vera "deriva antiscientifica"

 l'ha presa lo Stato...

Affaritaliani.it- Paolo Diodati-(27 ottobre 2021)- ci dice:

 

La giornata odierna, 26/10/21, per me è iniziata con una bella notizia. Bella per quell'istinto animalesco che ogni tanto, (quando è troppo, è troppo...) riemerge. Ho letto testualmente "Di Battista e Speranza vengono alle mani in sala stampa". Poiché dalle foto che si vedono in rete, ci si fa un'idea di un Di Battista alto, sportivo ed ercoluto e di uno Speranza mingherlino e gracilino, ho istantaneamente pensato "Bravo Di Battista... gli ha menato!" Grande delusione per il video: Di Battista, pensando che il poverino potesse chiamare il Pronto Soccorso al solo contatto con un dito dell'urlante apparente picchiatore teneva, prudentemente, le mani dietro la schiena. Quindi niente botte, ma solo insulti e urla.

Di Battista gli strillava di ridursi lo stipendio e Speranza, a corto di argomenti, non poteva che urlargli "fascista!".  Al che l'aitante mancato picchiatore fascista, non poteva che mettersi quasi a piangere per la rabbia.  Quanti argomenti comici, tragici e tragicomici avranno i posteri, dovuti all'attuale psicopatologia ipocondriaca dei nostri auto illuminati e autonominatisi scienziati di serie A, capeggiati da due campioni conclamati dell'anti scientificità, come Mattarella e Speranza. È tanta la fiducia sull'immunità data dai vaccini che Landini & C, bivaccinati e ovviamente con nazi pass, si sono meravigliati per aver dovuto sottoporsi al tampone, prima di poter parlare con il super protetto Super Mario. 

Passiamo a cose che, sembrerebbero, più serie.  Chissà se qualcuno riuscirà mai a far capire a Mattarella la gravità delle sue espressioni riferite a fior di scienziati. Converrebbe inviargli l'elenco delle migliaia di scienziati e professori universitari che hanno firmato richieste inviate all'EMA, per avere risposte ai loro quesiti, senza mai ottenere un minimo di contentino magari con una riga standard "Grazie per le segnalazioni, avrete le risposte appena possibile." Neanche una parola, perché atterriti dai quesiti a cui non sapevano e non sanno rispondere. 

E lui, il super partes, l'arbitro che invece di cercare di comporre le risse (perché, se il sordo presidente non l'avesse capito, siamo alla rissa scientifica oltre che alla prevista guerra civile moderna) mena sempre e, per sua sfortuna (che ben merita) dà botte da orbi a chi ha dimostrato d'avere ragione.

Data la sicurezza e il disprezzo indecente che cotanto illuminato presidente dimostra verso le migliaia di scienziati seri e coscienziosi di tutto il mondo firmatari di dichiarazioni e dubbi che, snobbati totalmente oggi, saranno certamente ricordati e citati nel futuro, perché da democratico quale si professa, non fa organizzare un incontro teletrasmesso a reti unificate, tipo Tribuna Vaccinale, per rispondere al fuoco delle domande di alcuni di quegli scienziati a cui lui attribuisce la colpa della deriva antiscientifica in atto in Italia e nel mondo? Conosce l'attuale posizione dei ricercatori del prestigioso Istituto Mario Negri?

Anche loro responsabili della deriva antiscientifica che aumenterà, in seguito ai loro lavori? Solo un pappagallo, può parlare di deriva antiscientifica in atto, senza avere il minimo dubbio sulla posizione davvero antiscientifica che lui passivamente ha subito dall'inizio, imposta da Speranza per bassi e sballati motivi politici (la celebre egemonia culturale della sinistra, ottenibile grazie alla pandemia).

 E Mattarella ha parlato pochi giorni fa, totalmente a sproposito addirittura a Pisa, all'inaugurazione dell'a.a. 2021-2022, di "deriva antiscientifica" in corso in Italia. E tutti zitti!

 

La deriva antiscientifica è dovuta anche a eroi e medici-ricercatori pazienti e laboriosissimi come Luca Speciani e Fabio Milani. Entrambi, dopo lo sbandamento generale dell'inizio pandemia, sono stati tra i primi a ridimensionare il numero dei morti per covid e a non perdere d'occhio e non sottovalutare i morti da vaccino e quelli con effetti collaterali non trascurabili. Inoltre hanno curato a domicilio sia i propri pazienti affetti da covid che quelli dei loro colleghi, che non andavano dai propri assistiti, temendo d'essere contagiati, quindi entrando nel sempre più folto gruppo di affetti da psicopatologia ipocondriaca degli scienziati governativi.

Efficace affermazione di Fabio Milani: i medici che non vanno a visitare i loro assistiti, possibili malati di Covid, sono come i bagnini che avendo terrore dell'acqua, non vanno a salvare chi sta affogando. Perché, purtroppo per Mattarella, nella deriva antiscientifica c'è proprio lui, che dovrebbe leggere almeno il sunto degli articoli del filosofo della scienza Ermanno Bencivenga (la scienza è sempre confronto tra posizioni diverse) e ascoltare un altro filosofo, Massimo Cacciari, maestro di buon senso, qui proposto come suo successore, per il bene dell'Italia.

Lui, il presidente che ha permesso la deriva, ostinandosi a tenersi Speranza, nemico del confronto con la seria opposizione scientifica e impuntandosi pure cocciutamente, nella deriva presidenziale, non permettendo elezioni anticipate, anche perché la massa sproporzionata di grillini pesi morti, doveva e deve terminare la legislatura per... non perdere la pensione!

 Lui, che ha portato il nostro paese a diventare una dittatura sanitaria affetta da psicopatologia, in cui il governo ipocondriaco s'è messo in testa un programma irrealizzabile di terapia preventiva, imponendo vaccini addirittura con sperimentazione incompiuta, oltre che alle rassegnate pecorelle, anche a gente che aveva scelto, e risceglierebbe, persone come Speciani, Milani, Grimaldi ecc... (ormai in rete si trovano pagine e pagine di medici, gruppi e centri specializzati in cure a domicilio, di cui la dittatura ancora imperante non parla)​.   

E ora, proprio oggi, è arrivato addirittura Crisanti, con l'ovvia ammissione "Gl'Italiani non sono mica stupidi...". Ovvia, ma anche bomba, per avere finalmente e definitivamente incrinato il fronte dei vaccini a oltranza.

Per Crisanti gl'Italiani, di fronte alla terza dose che per alcuni dei veri scienziati di serie A, darebbe la protezione per due mesi, difficilmente seguirebbero i replicanti Speranza, Draghi e Capo, nella loro ipocondriaca terapia preventiva a vita.

Dopo che anche Bassetti ha riconosciuto che a) l'immunità naturale è di gran lunga più sicura di quella traballante da vaccino, b) ci sono cure certamente risolutive per il Covid, la resa dei nazi-talebani dell'ipocondriaco governo terapeutico, magari anche con l'aiuto di qualche psichiatra, sembra finalmente, vicina. Alzeranno una grande bandiera bianca, dicendo "Che fatica ma, alla fine, abbiamo vinto! Ai debiti ci penseranno i prossimi governi!"

 

 

 

 

Afghanistan: “Ho dovuto vendere

 mia Figlia per 500 dollari.”

conocenzealconfine.it- Leone Grotti-(28 Ottobre 2021)- ci dice :

(TelegramTwitterFacebook)

Il paese conquistato dai talebani è piombato in una crisi umanitaria senza precedenti. Un milione di bambini rischia di morire di fame e molte famiglie vendono le bambine più piccole per procurarsi da mangiare.

Continua a peggiorare la crisi umanitaria in Afghanistan. Oltre la metà della popolazione, 22,8 milioni di persone, fatica a trovare da mangiare; la salute di 3,2 milioni di bambini sotto i cinque anni è a rischio per malnutrizione e di questi almeno un milione rischia di morire. Solo il cinque per cento delle famiglie afghane, secondo le Nazioni Unite, ha abbastanza da mangiare ogni giorno. Tanto che molti, rivela la Bbc, sono costretti a vendere i propri figli per sbarcare il lunario.

L’Afghanistan senza aiuti e medicine.

Il 40 per cento del Pil dell’Afghanistan dipende dagli aiuti umanitari. E i finanziamenti, dopo la conquista del paese da parte dei talebani ad agosto, sono stati interrotti. Il reparto dell’ospedale di Medici senza frontiere (Msf) ad Herat, che accoglie bambini gravemente malnutriti è strapieno. Un piccolo su cinque, in media, non riesce a sopravvivere.

“Sento nella mia carne il dolore del mio bambino”, racconta la mamma di due gemelli, ricoverati nell’ospedale di Msf per malnutrizione. “Solo Dio sa che cosa passo quando li guardo. Non abbiamo soldi per comprare da mangiare, mio marito è senza lavoro: il mondo deve aiutare il popolo afghano”.

Medici e infermieri fanno quel che possono per salvare i bambini, ma sono loro stessi in difficoltà: non ricevono lo stipendio da quattro mesi e le scorte di medicinali sono quasi terminate.

“Ho venduto mia figlia per 500 dollari.”

Nelle campagne circostanti la città di Herat la situazione è anche peggiore. “Una delle mie figlie è morta di fame”, spiega una mamma nascondendo dietro un velo pesante la sua identità. “Ecco perché ho dovuto vendere la mia bambina più piccola. Non avrei voluto farlo, ma che scelta avevo?”. Il marito è senza lavoro e non sa come comprare da mangiare ai figli: “In questo momento stiamo morendo di fame. Non abbiamo farina, non abbiamo olio. Non abbiamo niente. Mia figlia è ancora piccola, non conosce il suo futuro. Non so come si sentirà quando lo scoprirà, ma ho dovuto farlo“.

La neonata è stata venduta a una ricca famiglia per 500 dollari. Appena sarà in grado di camminare, verrà consegnata ai suoi nuovi genitori. In teoria, dovrebbe essere sposata al figlio dei compratori, “ma nessuno può saperlo con certezza”. Altre famiglie nel villaggio hanno venduto le figlie per procurarsi da mangiare per alcuni mesi.

(Leone Grotti- tempi.it).

 

 

 

 

BOLIVIA – Ex Presidente Evo MORALES: “Nella politica del Nuovo Ordine Mondiale è prevista la riduzione della popolazione “non necessaria”‘

Detoxed.info - John Cooper-(25 Ottobre 2021 )- ci dice :

L’ex Presidente della Bolivia Evo Morales ha messo in dubbio l’esistenza del coronavirus (Covid 19) durante un evento tenutosi nella città di Oruro. Ha sottolineato che tutto questo avrebbe a che fare con una politica di riduzione della popolazione guidata dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi).

Evo MORALES: “Sono convinto che questa pandemia faccia parte di una guerra biologica”.

In una conferenza stampa, l’ex presidente della Bolivia ha ritenuto che “per il capitalismo, i poveri non sono necessari per lo Stato” ed ha incolpato il “Nuovo Ordine Mondiale” per il Covid 19.

L’ex presidente boliviano Evo Morales giovedì si è detto convinto che la pandemia del Covid 19 sia il prodotto di una “guerra biologica”.

“La pandemia che stiamo affrontando… sono convinto che faccia parte di una guerra biologica. Il capitalismo, l’imperialismo esporta le armi nucleari, le armi chimiche… e persino biologiche. Saranno stati 5 o 6 anni fa che lessi un rapporto del FMI che affermava che nella politica del Nuovo Ordine Mondiale una pianificazione della riduzione della popolazione “non necessaria” era importante “, ha affermato.

“Voglio essere un difensore non solo dei diritti individuali e collettivi, ma anche dei diritti delle persone più umili. Per il capitalismo i poveri non sono necessari per lo Stato, e questa pandemia uccide prima le persone che hanno meno, le persone anziane, le persone con disabilità. Sono convinto che questa pandemia faccia parte di una guerra biologica ” , ha detto.

 

 

 

 

Conduttrice argentina Viviana CANOSA: “Politici, medici complici e media pagheranno per le menzogne sul Covid una volta finita la pandemia.”

Detoxed.info- John Cooper-(5 Settembre 2021)-ci dice :

 

La conduttrice del notiziario argentino A24 Viviana Canosa si sfoga in diretta tv esponendo le menzogne del Covid e mettendo in guardia politici, medici complici e media dal continuare il lavoro sporco che stanno attuando per spaventare e confondere sempre più le persone.

La Canosa fa anche notare che ora molte persone che potrebbero sopravvivere vengono uccise proprio per le cure subite.

Viviana Canosa non si ferma davanti a nulla quando si tratta di dare le sue opinioni forti. In questa, come in altre occasioni, ha attaccato il personale sanitario.

La conduttrice di A24 ha mosso pesanti accuse ai medici. Secondo la versione di Canosa, mentono su alcuni certificati di morte. Ha sollevato in diretta che le diagnosi e le cause di alcuni decessi potrebbero non essere reali. “C’è un lavoro con la pandemia che fa schifo. Penso che ci sveglieremo e non lo permetteremo più“.

“Attenti ai medici, attenti ai traditori, attenti a coloro che firmano cose che non devono firmare. Si facciano le autopsie”, ha avvertito Viviana Canosa .

Lungi dal fermarsi, ha dichiarato: “Sarebbe incredibile pensare o immaginare che un medico segni che muore di Covid -19 ed è una bugia. Non crederò che un medico dica che qualcuno muore di Covid-19 quando non muore di Covid-19″.

“FANNO USO ED ABUSO DELLE PERSONE.”

La Canosa ha spiegato che i parenti di “personaggi molto famosi” l’hanno chiamata per chiederle il numero di medici veri, “non tuttofare”. Ha comunicato che ci sono «molte persone che hanno il Covid-19 e si sentono bene. Gli vogliono però fare ‘piccole cose’”. “Ci sono persone che vengono con la febbre, come ogni anno in questo periodo, ed è Covid-19?” , ha lanciato Viviana .

“Non stanno uccidendo più persone di quante ne muoiano?” ha ipotizzato la giornalista.

 

Inoltre aggiunge: “I medici devono guarirci, devono guarirci, non farci paura. Quando tutto questo sarà finito, molte persone dovranno pagare per tutti i danni che stanno facendo. Che lo facciano i politici, non mi sorprende, ma lo fanno i medici, che hanno studiato per salvarti. Stanno facendo uso e abuso delle persone ”.

“Sapete cosa c’è di buono in tutto questo? Dal momento che tutti possiamo commettere errori, ci costringono a essere migliori. Siamo così migliori di loro, li stiamo schiacciando nella battaglia culturale e li stiamo superando dall’alto. Non solo lo battiamo in modo produttivo, ma siamo anche moralmente superiori ed esteticamente superiori. Siamo più bravi in ​​tutto e gli fa male”.

 

 

 

Rapporto Rockefeller 2013: isolamento sociale

 ed una sanità tecnologica nella nuova società distopica del futuro.

Detoxed.info- Jane Evans-(20 Marzo 2021)-ci dice :

Al vertice globale sulla salute del 2013 a Pechino, in Cina, 112 personalità di spicco provenienti da governi, settore privato, organizzazioni internazionali ed altri gruppi si sono incontrati per discutere di come potrebbero essere i prossimi 100 anni riguardo la salute globale.

Il vertice ha pubblicato un rapporto intitolato: “Sognando il futuro della salute nei prossimi 100 anni”, che è stato finanziato dalla Fondazione Rockefeller.

In una sezione del rapporto hanno descritto nel dettaglio ciò di cui i partecipanti erano relativamente certi. C’è una descrizione della vita che ha molte somiglianze con ciò che è accaduto con la risposta al Covid, compreso l’isolamento ed una vita sempre più virtuale:

“L’abbondanza di dati, il monitoraggio digitale ed il collegare le persone possono significare la ‘morte della privacy‘ e possono sostituire l’interazione fisica con una connessione virtuale transitoria, generando isolamento e sollevando interrogativi su come i valori vengono plasmati nelle reti virtuali… L’istruzione subirà importanti trasformazioni a causa alla convergenza di intuizioni fra psicologia cognitiva ed i nuovi strumenti online (apprendimento mirato, ricerca condivisa, chatroom, corsi online aperti di massa) che creeranno spazi di apprendimento nella forma “molti a molti”, un apprendimento peer-to-peer, al di fuori delle aule formali”( pag.8 ).

Il rapporto passa quindi ad ipotizzare quattro diversi scenari che potrebbero verificarsi nel futuro, in una sezione intitolata: “Svegliandosi nel 2050”.

Nello Scenario 1, “La corsa per le risorse sanitarie”, c’è una rappresentazione distopica di come potrebbe essere la vita nel gennaio 2050:

“Viviamo in un mondo competitivo ed insicuro! Ieri la Società della Salute Globale ha inviato robot armati in una piccola fabbrica clandestina per la stampa di tessuto cutaneo in 3d per la vendita di strada nelle nostre comunità più povere. Il mercato è molto richiesto a causa degli infortuni causati dalla combustione incontrollata di rifiuti per il riscaldamento, poiché molti non possono permettersi le nuove tariffe energetiche. Ci sono molti decessi per ipotermia tra le persone più povere e anziane.

La Società della Salute Globale afferma che la fabbrica non è registrata nel loro fondo patrimoniale, e che il tessuto era scadente e che stavano attuando il contratto globale che hanno per la sorveglianza della salute pubblica. Le persone nelle comunità più povere sono arrabbiate perché hanno fatto affidamento su quella fabbrica per avere prodotti economici, e accusano la Società della Salute Globale di proteggere i loro brevetti. Si dice che alcuni della “Sezione X” della città, conoscano l’area non pianificata in cui vivono i 2046 rifugiati per il brillamento solare. Beh, alcuni di loro hanno strappato i sensori e stanno pianificando un raid alimentare e di carburante nei ricchi sobborghi nel sud” (pag. 13).

La descrizione di come potrebbe essere la vita nel gennaio 2050 continua:

“Molti sono preoccupati per le possibilità che le malattie infettive dalla “Sezione X” si diffondano nel loro quartiere. I loro programmi di gestione della salute privata hanno inviato messaggi rassicuranti sul fatto che nei loro pacchetti sono coperti da un sistema di sorveglianza privo di errori, che è in grado di rilevare qualsiasi malattia, e ricordano di assicurarsi di aver effettuato i controlli annuali dei sensori” (pag.13).

Nello scenario 2: “La salute se facciamo in modo che accada”, il rapporto discute la possibilità di una Agenzia Globale di Riferimento (GSA) a Pechino e di una valuta comune internazionale comune entro gennaio 2050:

“Siamo stati informati in videoconferenza dell’Agenzia Globale di Riferimento di Pechino sulle ultime norme che le città dovrebbero raggiungere in materia di ambiente, benessere, produzione locale e riciclo. Abbiamo espresso la nostra preoccupazione sulle autorità statali che non stanno applicando gli standard. L’Associazione dei produttori di alimenti comunitari (CFPA) ha chiesto perché i risultati della valutazione del 2047 sugli investimenti nell’applicazione delle norme dello stato e dei cittadini non fossero stati attuati. Il rappresentante della GSA ci ha detto che è una questione locale, ma Greg della CFPA ha affermato che i fondi del governo locale sono crollati dopo l’adozione della valuta internazionale comune (CIC) ”(pag.14).

Ci sono molte altre sezioni di questo documento che vale la pena approfondire, poiché forniscono intuizioni su come le reti delle élite vedono il futuro.

Ad esempio, il documento sostiene che ci sarà probabilmente un calo della fertilità, una tendenza che stiamo già vedendo in molti paesi:

“Le persone vivranno più a lungo e la fertilità diminuirà, con le donne che eserciteranno i loro diritti riproduttivi” ( pag.6 ).

Il rapporto rileva che molto probabilmente gli esseri umani “interagiranno maggiormente con l’intelligenza artificiale” e prevede che la reingegnerizzazione possa dare alla luce esseri ibridi uomo-robot:

“Interagiremo maggiormente con l’intelligenza artificiale. L’uso della robotica e della bioingegneria per aumentare il funzionamento umano è già ben avviato e progredirà. La reingegnerizzazione degli esseri umani in forme potenzialmente separate e ineguali attraverso l’ingegneria genetica o robot umani misti solleva dibattiti sull’etica e l’uguaglianza. Si prevede che dopo il 2030 emergerà una nuova demografia di tecnologie (robotica, ingegneria genetica, nanotecnologia) che producono robot, organismi ingegnerizzati, “nanobot” e intelligenza artificiale (AI) in grado di auto-replicarsi. Cresceranno i dibattiti sulle implicazioni di una realtà imminente della vita umana progettata ”( pag.7 ).

In relazione al potere degli stati-nazione, il documento sostiene che il potere degli stati potrebbe diminuire sempre più, dando origine a megalopoli, politiche di identità locale e reti globali:

“Il potere degli stati e la loro capacità di fornire un nesso efficace tra i livelli locale e globale possono diminuire di fronte alla crescita delle megalopoli, delle politiche dell’identità locale, dell’aumento dell’esclusione sociale, dell’aumento dell’influenza privata su tutte le sfere della vita, dell’ampliamento della liberalizzazione e del rafforzamento delle globale reti “( pag.10 ).

Chiaramente, questo rapporto include molte intuizioni riguardanti quello che le reti di potere delle élite mondiali vedono arrivare, dalla morte dell’interazione fisica ad una valuta internazionale globale.

Il futuro però non è deciso e, alla fine, il tuo futuro sarà plasmato da te, da ciò che accetti, rifiuti e desideri.

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