“AI PIU’ RICCHI SPETTA IL PARADISO”.
“AI
PIU’ RICCHI SPETTA IL PARADISO”.
L’Italia
al bivio: verso la fine della dittatura mondialista
o verso il Grande Reset di Davos?
Lacrunadellago.net
- Cesare Sacchetti- (21 Ottobre 2021 )- ci dice:
L’immagine che può
esprimere al meglio i moti di Trieste contro il cosiddetto certificato verde è
quella di un uomo seduto sulla banchina del varco quattro del porto della
città.
L’uomo
è un padre di famiglia e probabilmente se qualche anno fa gli avessero detto
che un giorno sarebbe stato costretto a fare quello che ha fatto qualche giorno
fa, l’uomo probabilmente avrebbe creduto che il suo interlocutore fosse pazzo.
Questo
padre di famiglia sedeva assieme ad altri triestini sulla banchina del varco
quattro e in lacrime si rivolgeva ai suoi tre figli dichiarando che quello che
sta facendo lo fa per loro.
Lo fa
perché i suoi figli non siano costretti a vivere in una società autoritaria
globale nella quale esistono due categorie di cittadini.
Da un
lato, coloro che accettano di vivere da schiavi del totalitarismo del forum di
Davos e ai quali vengono concessi alcuni diritti minimi in cambio della loro
totale sottomissione al sistema.
Dall’altro,
coloro che vogliono continuare a vivere come esseri umani ai quali non può
essere strappato ciò che il diritto naturale gli ha donato dalla nascita,
ovvero le libertà fondamentali senza le quali un essere umano non può dirsi
tale.
Ed è
proprio questo il sentimento che accomunava tutte le persone sedute al varco
quattro e che nei giorni successivi hanno dato vita a proteste permanenti
davanti alla prefettura a piazza dell’Unità, a Trieste.
Altri
italiani sono giunti in segno di solidarietà nella città friulana e hanno
iniziato a intonare canti come “la gente come noi non molla mai”.
Altre
piazze italiane si sono unite alla protesta di Trieste contro il certificato razziale
vaccinale dando
vita ad una catena umana di unità popolare mai vista durante il corso dell’operazione
terroristica del coronavirus.
La
risposta del regime di Draghi è stata feroce e infantile al tempo stesso.
Feroce perché ha dato vita ad una repressione contro pacifici manifestanti mai
vista nella storia della Repubblica italiana.
Sono stati usati idranti e lacrimogeni contro famiglie e lavoratori che
non costituivano nessun pericolo per l’incolumità pubblica.
Le
immagini di questa brutale repressione hanno fatto il giro del mondo. Tutti ora stanno vedendo qual è la
vera natura della dittatura globalista che sta affliggendo il mondo, e in
modo particolare l’Italia, da più di un anno a questa parte.
Questa
inutile e violenta esibizione di forza contro inermi manifestanti da parte del
regime di Draghi ha portato con ogni probabilità ad allargare ancora di più la
distanza, ormai siderale, che separa il popolo da una classe politica che non
ha nessun altro fine se non quello di eseguire gli ordini dei veri padroni che
abitano fuori dai confini nazionali.
Infantile
invece perché il regime ha pensato di far sparire tutto il dissenso che stava
montando contro di esso spegnendo le webcam puntate sulle varie città italiane
nelle quali erano in corso le proteste.
Se si
provava ad accendere una di queste telecamere online la sera delle proteste si
vedeva una piazza vuota, mentre se si aprivano le riprese fatte dai triestini e
dagli altri italiani scesi per le strade si vedevano le piazze stracolme di
persone in ogni lato.
Questa
probabilmente è l’immagine migliore per poter spiegare a che punto è giunto il
regime totalitario nel quale attualmente gli italiani e altri popoli si trovano
imprigionati.
Il
pensiero alla base del mondialismo ha dovuto creare un mondo che esiste solo
nella virtualità mediatica e internet.
In
questo mondo, tutto è perfetto. Tutti i cittadini sono felici. Tutti si
inoculano il siero sperimentale e tutti sono contenti di usare il certificato
razziale vaccinale. L’economia prospera e si parla di “ripresa”.
Nell’altro mondo,
quello reale, c’è una marea di cittadini che sono in preda alla disperazione
per la devastazione economica perpetrata dai regimi di Conte e Draghi.
In
questo mondo, gli studi medici sono affollati da persone che stanno male per
gli effetti collaterali dei sieri sperimentali. In questo mondo, c’è una Italia
sempre più grande che non accetta più di vivere ridotta al rango di bestie.
La
dittatura che stiamo vivendo è quindi fondata sul principio della Matrix, il
sistema virtuale descritto nell’omonima pellicola cinematografica.
Tutti
coloro che sono collegati a questo sistema credono che tutto quello che gli
viene mostrato sia l’effettiva verità e non si rendono conto, e sotto certi
aspetti neanche vogliono, che la verità offerta dal potere non è altro che una
enorme menzogna.
Questo
sistema può funzionare se tutti continuano a credere ciecamente alla menzogna e
non escono appunto dalla Matrix.
Per
uscire dalla Matrix c’è soltanto un modo ed è quello di prendere la pillola
rossa.
Più
persone prendono la pillola rossa, più escono persone dall’illusione e iniziano
a vedere la verità che il sistema per anni ha taciuto.
È
questa la condizione che sta facendo venire meno il consenso al totalitarismo
mondialista.
All’inizio
dell’operazione terroristica del coronavirus, il dissenso nei confronti di
questa tirannia praticamente era ridotto ai minimi termini.
Solamente
una esigua minoranza aveva compreso l’inganno sul quale era fondata la falsa
pandemia che non è stato altro sin dal principio che una crisi artificiale
creata dai poteri che dominano questo mondo.
Questa
crisi ha la sua genesi nell’esecuzione del piano del Nuovo Ordine Mondiale, un
disegno totalitario che prevede la costruzione di un super-governo globale.
David
Rockefeller, uno degli uomini appartenenti ad una delle famiglie più influenti
del potere mondialista, ne parlò apertamente in un consesso delle Nazioni Unite
nel 1994.
Per
poter giungere al fine ultimo di questo piano occorreva un evento così
destabilizzante tale da sconvolgere tutti gli equilibri politici precedenti, e
riordinare la società a immagine e somiglianza della nuova distopia
totalitaria.
Fu
così che iniziò tutto a marzo dello scorso anno quando il regime di Conte
chiuse l’Italia intera avviando una crisi economica che non si vedeva dai tempi
della seconda guerra mondiale.
A
questo punto però è semplicemente innegabile constatare che siamo entrati in
una fase nuova.
La
realtà del mondo quotidiano ha inevitabilmente reciso il cordone ombelicale che
legava molte persone alla realtà virtuale nella quale tutto “andava bene”. Un
mondo virtuale dove diversi italiani cantavano come idioti nelle terrazze del
tutto ignari del futuro da schiavi e da cavie da laboratorio che il sistema
aveva in mente per loro.
La
vera realtà è arrivata, e la sua forza d’urto dirompente ha riportato milioni
di persone nel mondo reale.
Milioni
di persone hanno perduto il lavoro, molte altre stanno male per gli effetti
collaterali dei vaccini e altre ancora hanno compreso che non si trattava
soltanto di fare qualche sacrificio temporaneo.
Il
sistema vuole strappare le libertà fondamentali ai popoli per non ridargliele
più indietro se non in cambio della sottomissione completa al nuovo mondo di
Davos nel quale solo gli schiavi possono ricevere qualche minima concessione.
Molti
italiani hanno compreso questo e hanno capito che a questo punto della loro
vita non hanno più nulla da perdere.
Se non
combattono ora in qualche modo, domani saranno costretti a vivere da automi che
si iniettano il siero sperimentale che comunque comprometterà quasi certamente
la loro salute.
Non ha
alcun senso vivere così. Vivere così è morire. È questo quello che finalmente
hanno compreso molti italiani.
L’Italia
non è stata comunque scelta per questo piano casualmente. L’Italia è stata
scelta dai gruppi quali il Club di Roma, il gruppo Bilderberg e la commissione
Trilaterale per delle ragioni molto precise.
La
storia millenaria di questo Paese rappresenta e incarna tutti i valori che sono
l’antitesi del pensiero mondialista e massonico.
L’Italia
è la sede della cristianità mondiale. L’Italia è la culla della filosofia
greco-romana. L’Italia è un patrimonio di arte e cultura che non ha eguali al
mondo.
Per
poter procedere nella realizzazione di un ordine mondiale fondato sullo
sradicamento della cristianità e dei valori del vero Occidente è proprio questa
nazione che occorre colpire.
Questa
è la ragione per la quale abbiamo visto che l’Italia è stata scelta sin dal
principio come una sorta di laboratorio privilegiato per condurre le prove
tecniche di realizzazione del Grande Reset desiderato dal forum di Davos.
Tuttavia
i totalitarismi possono funzionare come si accennava precedentemente solamente
se esiste un consenso unanime ad essi oppure quando larghissime fasce di
popolazione lo sorreggono.
In
Italia, sembrano essere venute meno queste condizioni essenziali. Il dissenso
non si è allargato solamente ai lavoratori comuni, ma anche alle forze
dell’ordine, salvo la parte più infetta e senza scrupoli di cui il regime di
Draghi si è servito per attuare la repressione di Trieste.
Sono
molti gli agenti di polizia e carabinieri che si stanno mettendo in malattia o
che hanno preso delle ferie arretrate per boicottare il certificato razziale
vaccinale.
Al
Viminale, sono perfettamente informati di questa situazione e sanno che se
questo ostruzionismo degli uomini in divisa dovesse continuare a lungo, il
regime si troverebbe sprovvisto degli effettivi minimi per poter contenere il
dissenso sempre più montante.
Il
piano originario di Davos: il governo militare.
A
questo proposito, viene in mente un articolo pubblicato sul quotidiano “La
Stampa” di proprietà degli Elkann, famiglia imparentata a sua volta con
un’altra famiglia considerata al vertice della piramide del potere finanziario
mondiale, ovvero i Rothschild.
In quell’articolo
a firma di Marcello Sorgi, ex direttore del Tg1, si ventilava l’ipotesi che ad
ottobre sarebbe stato necessario un “governo militare” per gestire quella che
può essere considerata l’ultima fase della destabilizzazione programmata per
trascinare l’Italia verso il Grande Reset.
La
manu militari era stata espressamente prevista nel piano originario dei vertici
mondialisti ed era stato anticipato lo scorso novembre del 2020 da un
informatore inserito negli ambienti della politica canadese per poi essere
confermato successivamente da un’altra fonte governativa francese.
Il
piano originario prevedeva una sorta di collasso dell’economia mondiale che si
sarebbe dovuto verificare la scorsa primavera del 2021 per poi essere seguito
da una militarizzazione delle società occidentali.
La
legge marziale sarebbe stata ciò che avrebbe costretto i cittadini ormai giunti
alla disperazione completa, e privi dei mezzi di sostentamento necessari per
poter sopravvivere, ad accettare le condizioni della nuova società autoritaria
globale.
Solamente
a coloro che avrebbero accettato di inocularsi il siero sperimentale sarebbe
stato erogato il cosiddetto reddito universale, l’elemosina elargita dai
governi mondiali a coloro che accettavano di entrare in questo nuovo sistema
autocratico.
A
coloro che invece avrebbero rifiutato queste condizioni sarebbe stata
presentata la scelta obbligata di essere deportati in campi di detenzione COVID
che in diverse parti del mondo sono stati già costruiti, ad esempio in Canada e
in Nuova Zelanda.
In
questo senso, l’applicazione del certificato razziale vaccinale per poter
lavorare in Italia rappresenta una sorta di anticamera molto vicina
all’esecuzione definitiva del Grande Reset.
Tuttavia,
abbiamo visto che sul piano globale esistono delle grosse criticità che hanno
impedito il definitivo compimento di questo piano.
Le
grandi potenze globali non sembrano interessate a favorire un riordino globale.
Abbiamo
visto più volte che gli Stati Uniti non stanno seguendo minimamente l’agenda del deep state per via di un sempre più probabile
commissariamento eseguito da una parta dei militari americani ai quali Trump ha
trasferito il potere lo scorso gennaio attraverso la firma dell’atto contro le
Insurrezioni, passo necessario per impedire il successo del colpo di Stato
elettorale perpetrato nei suoi confronti.
La
Russia è uscita da tempo dall’operazione terroristica del coronavirus e l’unico
elemento che ancora prova ad applicare l’agenda del Grande Reset nel Paese
appare essere il sindaco di Mosca, Sobyanin vicino alla finanza di Londra, che
ha recentemente approvato l’uso del riconoscimento facciale nella metropolitana
della capitale russa.
È la
seconda volta che Sobyanin prova a promuovere il piano del transumanesimo dopo
il tentativo fallito della scorsa estate di chiedere i codici QR per entrare
nei luoghi pubblici ed è probabile aspettarsi che anche questa volta i
moscoviti si comportino come nella prima occasione, ovvero attraverso un
boicottaggio completo.
La
Cina comunista che per lungo tempo è stata considerata il Paese “modello” della
futura dittatura mondiale sta attraversando una fase di scontro con gli stessi
poteri finanziari occidentali che l’hanno costruita.
Soros
ha persino chiesto apertamente di rimuovere Xi Jinping dal potere perché la sua
politica appare essere troppo nazionalista e rappresenta pertanto un ostacolo
sulla strada della formazione del Leviatano globale.
Lo
scenario internazionale quindi al momento sembra non consentire la costruzione
della società autoritaria globale che i poteri finanziari desiderano.
Pertanto,
l’attenzione e l’assalto del mondialismo si è rivolto al Paese considerato
“nemico” per eccellenza, ovvero l’Italia.
La
spaccatura profonda nelle forze dell’ordine e nei militari.
Abbiamo
visto però che sussiste un problema nella prosecuzione del piano autoritario
per l’Italia.
Come
accennavano precedentemente, le spaccature sia negli ambienti militari e delle
forze dell’ordine sia in quelli istituzionali appaiono essere troppo profonde.
Diversi
sindacati dei carabinieri, della polizia e dell’aereonautica militare hanno
espresso tutto il loro dissenso nei confronti del pass verde.
La
strada della repressione scelta da Draghi appare sotto certi aspetti suicida
perché non farà altro che radicalizzare, e aumentare ancora di più il dissenso
nei confronti del suo regime.
Al
tempo stesso, se Draghi vuole eseguire gli ordini della finanza internazionale
e della massoneria che lo hanno messo a palazzo Chigi, deve continuare ad usare
la forza e la violenza in una maniera mai vista prima d’ora contro manifestanti
pacifici e inermi.
L’uomo
del Britannia si trova pertanto confinato in uno scenario che lo vedrebbe
comunque perdente. Se deve andare avanti verso la strada del Grande Reset è
costretto a ricorrere alla repressione, ma se ricorre alla repressione il suo
stesso esecutivo calato dall’alto rischia seriamente di essere travolto.
L’unica
cosa che potrebbe mettere al riparo Draghi da proteste sempre più crescenti e
persistenti è quella di avere l’appoggio incondizionato e assoluto delle forze
dell’ordine e delle forze armate, ma come abbiamo già visto questa condizione
minima non appare esserci.
L’Italia
pertanto si trova in una situazione dal potenziale esplosivo, e che sembra
indicare in ogni caso la fine irreversibile di vecchi equilibri politici che
ormai si sono definitivamente infranti.
Nella
società attuale ormai dilaga l’astensionismo di massa, ormai maggioritario,
perché il popolo si è reso perfettamente conto che nella democrazia liberale le
elezioni sono soltanto un gioco truccato.
Qualsiasi
cosa esca dalle urne, sono infatti sempre i poteri dietro le quinte che
gestiscono i partiti a vincere le elezioni.
La
distanza tra la corrotta classe politica della seconda Repubblica e il popolo è
pertanto a questo punto incolmabile.
Il
Parlamento non è formato altro che da un manipolo di politicanti senza scrupoli
il cui unico fine è quello di ingrossarsi le tasche alle spalle di una
popolazione che invece sprofonda sempre più nella povertà.
Il
parassitismo è la condizione sulla quale vivono questi traditori della patria
al soldo della finanza internazionale.
Ed è
questa realtà che ha risvegliato una larga parte del popolo italiano che forse
a questo punto se non è già maggioranza è ad un passo dal diventarlo.
Questo
status quo non conviene a nessuno, se non alla sempre più esigua minoranza
composta dalla élite finanziaria e dal capitale transnazionale di Confindustria&
C.
Sotto
il vertice di questa piramide si agita un mare di disperazione che non può non
portare allo scontro.
La
frattura è troppo larga a questo punto, e la macchina delle menzogne dei media
non riesce più a controllare il popolo in maniera totale come prima.
A
questo punto, l’Italia dunque sembra giunta inevitabilmente ad un bivio della
sua storia.
Da un
lato, si prospetta l’ingresso nella società totalitaria di Davos.
Dall’altro
invece si profila un possibile crollo del sistema e un nuovo inizio verso il
possibile superamento della stessa democrazia liberale.
Se il
sistema crede di contenere questo processo di cambiamento storico attraverso la
fabbrica dei falsi oppositori, questa volta sotto le mentite spoglie della
falsa destra nazionalista, si illude amaramente.
Il
popolo italiano ormai è arrivato ai confini del recinto della Matrix e non saranno
altri guardiani dei cancelli ad impedirgli di uscire.
In
tutto questo, un dato di fondo appare indiscutibile. Ci saranno scontri e disordini perché
ormai gli interessi delle élite e del popolo sono in netta contrapposizione.
L’Italia
però non è sola in questa sua lotta. Patrioti da tutto il mondo considerano il
nostro Paese ormai come un vero e proprio modello nella resistenza alla
tirannia del Nuovo Ordine Mondiale.
Il
generale Flynn, vicino a Trump, ha espresso sul suo canale Telegram sostegno
pubblico e ammirazione per l’Italia e gli italiani impegnati in questa dura
lotta contro la tirannia globalista.
Questo
ci porta a pensare che anche lo scenario internazionale volge a favore
dell’Italia soprattutto in vista di un ritorno ufficiale di Trump alla Casa
Bianca.
Possono
crearsi le condizioni per stabilire una alleanza tra Stati Uniti, Italia e
Russia per contrastare il potere mondialista che vuole trascinare l’umanità
verso la schiavitù di massa.
L’Italia
in questo senso da laboratorio privilegiato del Grande Reset potrebbe davvero
tramutarsi nel Paese chiave per dare la spallata definitiva al Nuovo Ordine
Mondiale.
Tutto
questo avrebbe un perfetto senso logico. Se il mondialismo sta cercando in
tutti i modi di portare avanti la distruzione dell’Italia per tutto ciò che
questa rappresenta, deve essere l’Italia in qualche modo a diventare la nazione
chiave nella lotta contro l’autoritarismo globale.
Pertanto,
l’Italia sta per combattere la battaglia più importante della sua storia. È la
battaglia che deciderà la sua esistenza negli anni a venire.
Non
siamo soli in questo scontro. Il mondo ci guarda e ci ammira.
Fermiamoci
a ragionare per un istante come nel giro di un anno e mezzo la situazione si
sia completamente capovolta.
Ieri
eravamo il Paese che obbediva ciecamente a qualsiasi ordine, anche il più
folle, della società autoritaria globale.
Oggi
siamo il Paese disposto a tutto pur di riprenderci la nostra identità e la
nostra storia.
Solamente
questo ci dice che abbiamo fatto degli enormi passi in avanti per ritornare ad
essere ciò che siamo stati per secoli.
E
questo non può togliercelo nessuna dittatura al mondo.
La
fonte militare:” c’è stato uno scontro militare tra Stati Uniti e Cina nel mare Cinese
Meridionale”.
Lacrunadellago.net-Cesare Sacchetti-(13 Ottobre 2021)-
ci dice:
Sottomarini
che si confrontano nelle profondità dell’oceano e che danno vita a delle vere e
proprie battaglie marine.
Non si
tratta della trama di un romanzo di spie partorito dalla mente di Tom Clancy o
di uno scenario accaduto ai tempi della guerra fredda quando sottomarini
sovietici e americani si fronteggiavano periodicamente per il controllo dei
mari mondiali.
Stavolta
si tratta di uno scontro che sarebbe accaduto per davvero e che avrebbe visto
direttamente coinvolti gli Stati Uniti da un lato e la Cina dall’altro.
Per
comprendere meglio cosa è accaduto dobbiamo citare un episodio di cui si è
recentemente parlato nelle cronache dei quotidiani internazionali.
Recentemente
è stato riportato infatti che un sottomarino nucleare americano, lo USS
Connecticut, avrebbe urtato un oggetto non meglio identificato nelle acque del
mare Cinese Meridionale.
L’incidente
avrebbe provocato il ferimento di almeno undici marinai americani a bordo del
sommergibile, e ha suscitato le proteste di Pechino che ha diramato una nota di
protesta ufficiale accusando di “irresponsabilità” la controparte americana.
La
Cina ha chiesto più dettagli su quanto è accaduto e ha domandato se l’urto con
questo misterioso oggetto abbia portato alla dispersione di materiale
radioattivo nelle profondità marine.
Washington
non ha dato nessuna spiegazione al riguardo, ma questa versione dei fatti
sarebbe apparentemente soltanto quella che nel gergo delle cancellerie
internazionali è nota come “storia di copertura”.
Una
fonte altamente qualificata del Pentagono si è messa in contatto con questo
blog e ha raccontato quello che sarebbe veramente accaduto.
Secondo
questa fonte, il sottomarino americano non avrebbe colpito alcun oggetto nel
tratto di mare in questione, ma i danni ricevuti sarebbero la diretta
conseguenza di un vero e proprio scontro militare avvenuto in quella zona tra
Stati Uniti e Cina nella notte tra il 2 e il 3 ottobre.
Le
dispute territoriali intorno al Mar Cinese Meridionale.
Prima
di procedere però con quanto rivelato dalla fonte militare qualificata del
Pentagono, dobbiamo tracciare un breve contesto geopolitico e storico riguardo
a questo territorio marino per comprendere quanto esso sia importante e al
tempo stesso tremendamente conteso dai Paesi che si affacciano sul Mare Cinese
Meridionale.
Le
isole Spratly sono una miriade di piccoli atolli al largo del mare in
questione, e il loro status territoriale è stato oggetto di innumerevoli
controversie tra i Paesi dell’area.
Questi
atolli sono contesi da diversi Paesi del Sud Est asiatico, quali Cina,
Filippine, Vietnam, Taiwan e Malesia.
Ognuna
di queste nazioni rivendica più o meno per sé il controllo delle piccole
isolette così come dell’intero tratto marino.
La
Cina sostiene che quasi tutta l’intera zona sia di esclusiva sua competenza
territoriale in base al cosiddetto principio di quella che è stata denominata
come “linea dei nove trattini”, ovvero una sorta di demarcazione stabilita da
Pechino stessa nel 1947.
Attraverso
questa delimitazione la dittatura comunista cinese si è praticamente assegnata
larghissima parte del Mare Cinese Meridionale.
Gli
altri Paesi limitrofi hanno contestato più volte quella che è apparsa una
demarcazione puramente arbitraria e non fondata sui principi del diritto
internazionale.
Non
sono stati infatti rari gli episodi di tensione tra la Cina e i suoi vicini. A
questo proposito, si ricorda lo scontro avvenuto nel 1974 tra la Cina e il
Vietnam del Sud per il controllo delle isole Paracelso, sempre nello stesso
tratto costiero, che costò la vita a 18 marinai cinesi e a altri 53 vietnamiti
e portò la Cina a controllare le isole in questione.
La
situazione non si è mai veramente risolta nemmeno negli anni in seguito a
questo scontro militare tanto che nel 1988 vi fu un’altra battaglia marina
ancora una volta tra la Cina e il Vietnam per assumere il controllo del Johnson
South Reef, un piccolo atollo appartenente proprio alle isole Spratly.
In
questa occasione, il bilancio fu persino più pesante dello scontro avvenuto nel
1974. Stavolta furono 70 marinai vietnamiti a perdere la vita mentre la Cina da
parte sua vide ridotte al minimo le perdite umane con un solo marinaio
deceduto.
Anche
in questa circostanza Pechino uscì vincitrice e riuscì ad assumersi il
controllo di un altro pezzo delle isole Spratly.
Stiamo
parlando quindi di una zona marina che si può definire senza dubbio come la più
contesa e disputata al mondo. Le ragioni di questo conflitto risiedono anche
nella importanza commerciale di questo territorio.
Un
terzo delle merci mondiali passano da qui e avere il controllo del Mare Cinese
Meridionale assegna in pratica un peso enorme in termini geopolitici al Paese
che controlla questo fondamentale snodo per i traffici marittimi internazionali.
Un’altra
ragione delle feroci dispute tra i Paesi del Sud Est asiatico è che nei fondali
marini di questa zona si pensa che ci siano enormi giacimenti di petrolio e gas
naturale che darebbero un enorme vantaggio competitivo al Paese che riuscisse
ad accaparrarseli in termini di indipendenza energetica.
La
giurisprudenza internazionale ha provato comunque a mettere ordine nel caos di
rivendicazioni incrociate dei Paesi che si contendono questa zona, e la recente
pronuncia del 2016 emessa dal tribunale della corte permanente di arbitrato
dell’Aia sembra aver portato più chiarezza.
Il
tribunale in questione ha stabilito nel corso di un giudizio tra le Filippine e
la stessa Cina che le rivendicazioni territoriali di Pechino sull’intero mare
meridionale sono prive di fondamento.
La
cosiddetta linea dei nove trattini della Cina viola tutte le convenzioni sul
diritto marittimo internazionale e supera di gran lunga il limite delle acque
territoriali delle 12 miglia marine stabilito dalla convenzione delle Nazioni
Unite sul diritto del mare.
Il
deep state di Washington ha costruito la potenza economica della Cina.
Gli
Stati Uniti nel corso degli anni hanno assunto una posizione più distensiva nei
confronti della Cina comunista riguardo a questi conflitti nel Mar Meridionale
della Cina.
Dagli
anni’90 in poi i rapporti tra Washington e Pechino sono stati pressoché
idilliaci perché gli Stati Uniti hanno in pratica consentito alla Cina di
giungere alla sua enorme esplosione economica e commerciale praticamente senza
ostacoli.
Il
cosiddetto deep state di Washington, ovvero l’apparato delle lobby mondialiste che da
decenni rappresenta il vero governo degli Stati Uniti, non si è opposto in alcun modo alla
crescita del gigante cinese.
Al
contrario, il cuore della finanza internazionale di Wall Street ha rivestito un
ruolo chiave nello sviluppo dell’economia cinese. La finanza anglosassone è
stata il principale finanziatore della Cina e questo non è avvenuto per una
mera casualità.
I
grandi poteri mondialisti hanno voluto dare vita alla potenza economica della
dittatura economista cinese per avviare la globalizzazione. La globalizzazione è fondata sul
principio del commercio senza ostacoli soprattutto da Paesi dove il costo del
lavoro è irrisorio rispetto a quello del mondo Occidentale.
L’idea
dei circoli di Davos e del Club di Roma è quella di portare avanti una
deindustrializzazione senza precedenti nel mondo Occidentale per spostare
l’intera catena produttiva in Cina e in altri Paesi asiatici.
In
questo modo si giunge direttamente alla fine del lavoro per come lo si è
conosciuto e i cittadini occidentali per poter sopravvivere sarebbero costretti
ad accettare il reddito universale, l’elemosina di governo che verrebbe data solo e soltanto a
coloro che accetterebbero di entrare a far parte della società autoritaria
globale.
Questa
è la ragione per la quale le cosiddette battaglie pseudoambientaliste vengono
promosse prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti mentre la Cina e
l’India, che sono i Paesi con il più alto impatto inquinante, non vengono
minimamente sfiorate dalle critiche degli attivisti climatici quali Greta
Thunberg che in quest’ottica recitano la parte degli utili idioti nelle mani di
Davos e degli altri gruppi globalisti.
È per
questo che gli Stati Uniti ai tempi dell’amministrazione democratica dei
Clinton non
si opposero in alcun modo all’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale
del Commercio, ed è per questa stessa ragione che gli Stati Uniti sotto le successive
amministrazioni non hanno mai assunto una posizione veramente ostile nei
confronti di Pechino.
La
Cina già allora fu scelta dalle grandi famiglie della finanza internazionale
quali i Warburg, i Rothschild e i Rockefeller come il Paese “modello” del Nuovo
Ordine Mondiale.
Tuttavia
come abbiamo fatto notare nei precedenti contributi, questo rapporto si sta
incrinando perché
la Cina non sembra tanto interessata a favorire il dominio di queste grandi
famiglie ma
piuttosto a sedere essa stessa sul trono di un impero economico globale.
L’amministrazione
Trump ha comunque messo fine all’idillio tra Cina e Stati Uniti come ha
spiegato lo stesso accademico cinese Di Dongsheng in un video che ha fatto il
giro della rete negli ultimi anni.
Donghsheng
è il vice decano della scuola di relazioni internazionali dell’università di
Renmin. Nel corso di uno dei suoi interventi pubblici, il professore cinese ha spiegato
sostanzialmente come le lobby finanziarie che controllano gli Stati Uniti da
tempo abbiano di fatto contribuito ad assicurare al meglio gli interessi della
Cina stessa a discapito di quelli americani.
Il
potere che domina l’America ha pertanto lavorato alacremente per costruire la
superpotenza economica di Pechino.
Questa
condizione è giunta ad una fine dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa
Bianca nel 2016.
La
nuova dottrina di “fare di nuovo grande l’America” ha separato gli USA dalla
sfera di controllo dei poteri mondialisti, e l’America sotto l’amministrazione
Trump ha fatto ciò che i suoi predecessori non hanno mai fatto.
Trump
ha tutelato gli interessi nazionali degli Stati Uniti e ha riaffermato il
principio dell’inviolabilità
della sovranità nazionale di fronte a questi poteri che hanno utilizzato
l’America come una nazione al servizio degli interessi privati delle lobby finanziarie
transnazionali.
Lo
scontro tra Stati Uniti e Cina non si è nemmeno arrestato sotto la cosiddetta
amministrazione Biden per una serie di ragioni che sembrano avere a che vedere
con la firma di Trump dell’atto contro le insurrezioni avvenuta intorno allo
scorso gennaio.
Attraverso
questo atto, Trump avrebbe di fatto congelato l’amministrazione in carica e
consegnato il potere ai militari in attesa che le perizie elettorali consentano
a Trump di tornare ufficialmente in carica e annullare così l’enorme frode
elettorale che ha portato all’elezione illegittima del candidato democratico,
Joe Biden.
Una
delle numerose conferme che abbiamo in questo senso è quella che viene dalla
politica estera di Biden che piuttosto che distendere i rapporti con la
dittatura comunista cinese li ha resi ancora più tesi.
Quanto
avvenuto al largo delle isole Spratly sarebbe soltanto un’altra ulteriore
conferma del fatto che Joe Biden non è l’uomo che sta portando avanti
l’amministrazione presidenziale né tantomeno lo sono i poteri globalisti che hanno
consentito alla sua “elezione”. Biden non risponde ai comandi. È qualcun altro
a guidare questa amministrazione. Qualcuno che non ha intenzione di seguire le direttive
del deep state di Washington.
Questo
affresco geopolitico era indispensabile per permetterci di contestualizzare
meglio lo scontro tra Stati Uniti e Cina al largo delle isole Spratly.
La
missione segreta dello USS Connecticut: distruggere un obbiettivo militare
cinese.
Secondo
la fonte del Pentagono citata precedentemente, la storia dell’incidente che ha
visto coinvolto lo USS Connecticut sarebbe completamente diversa da quella
ufficiale. All’equipaggio del sommergibile americano sarebbe stata assegnata
una missione militare top-secret. Quella di individuare e distruggere una base militare
cinese su uno degli atolli in questione.
Non ci
sarebbe stata pertanto alcuna collisione con un oggetto misterioso. Lo USS
Connecticut avrebbe raggiunto le coste vicino alle isole Spratly, e avrebbe sganciato un missile per
sabotare il sistema di comunicazioni della base cinese in questione.
L’operazione,
riferisce la fonte militare americana, avrebbe avuto successo ma non senza
ricevere danni dalla controparte cinese.
I
cinesi avrebbero risposto all’attacco e i danni subiti dallo USS Connecticut
sarebbero la diretta conseguenza della controffensiva.
Tuttavia
pare che
la tecnologia stealth della quale è dotato questo sommergibile avrebbe limitato di
molto i danni.
La
reazione della Cina non si sarebbe fatta attendere e sarebbe stata furiosa. Lo stato maggiore cinese è stato
messo in stato di massima allerta ed era pronto anche a intraprendere un’azione
ancora più vigorosa contro gli Stati Uniti.
Solo
una telefonata giunta da Pechino, pare dai massimi vertici del governo cinese,
avrebbe riportato la calma e impedito di arrivare ad uno scontro militare tra
Stati Uniti e Cina dalle conseguenze imprevedibili.
La
storia riportata dai media internazionali sarebbe pertanto soltanto una
copertura per nascondere quanto accaduto, e per impedire che l’episodio venga
reso noto all’opinione pubblica probabilmente per contenere la possibilità di
una escalation militare tra i due Paesi.
Tutta
questa situazione sarebbe stata riportata in un rapporto classificato
consegnato ai quartier generali della NATO a Bruxelles.
Washington
e Pechino non sarebbero mai stati quindi così vicini ad uno scontro militare e
probabilmente non è affatto azzardato affermare che una situazione così tesa
tra superpotenze mondiali non si registrava dai tempi della guerra fredda tra USA
e URSS.
Tuttavia,
queste rivelazioni già clamorose sarebbero superate da quello che è accaduto
nei giorni successivi.
Abbiamo
avuto modo di vedere nei giorni scorsi un blackout senza precedenti dei social
di proprietà di Mark Zuckerberg.
La
spiegazione ufficiale fornita dalla società è quella che ci sarebbe stato un
“problema di configurazione”.
Secondo
la stessa fonte del Pentagono, Facebook avrebbe subito un massiccio attacco
cibernetico attuato dalla Cina come ritorsione per quanto accaduto pochi giorni
prima al largo delle isole Spratly.
Se
questa ricostruzione è corretta, Pechino non avrebbe danneggiato direttamente
il campo di Donald Trump e i militari a lui fedeli, ma piuttosto un social che il deep
state di Washington avrebbe comunque cercato di colpire indipendentemente da questo attacco
cibernetico.
La
cosiddetta informatrice di Facebook, Frances Haugen, che sta testimoniando in
questi giorni al Congresso contro il social americano è direttamente legata a gruppi di
potere del partito democratico.
Gli
uomini dei piani alti del mondialismo non sono per nulla soddisfatti di come
Zuckeberg sta gestendo il social che, a loro dire, gli è stato praticamente
dato in gestione. A questo proposito, George Soros, peso massimo della finanza speculativa internazionale, disse chiaramente lo scorso anno
che Facebook andava tolto dalla guida di Zuckerberg perché l’imprenditore non
stava facendo un buon lavoro nel censurare i contenuti sgraditi al pensiero
unico mondialista.
Se
questo scenario complessivo è corretto, tutto questo non farebbe altro che
rafforzare quanto abbiamo visto in altre occasioni.
C’è
una battaglia sotterranea che si sta combattendo tra il grande potere
mondialista, la Cina comunista e l’apparato militare che risponde a Donald
Trump.
Questa
battaglia è ciò che influenza ciò che avviene in superficie.
Quello
che noi vediamo affiorare nella superficie è soltanto la minima parte di quanto
avviene nelle profondità del sistema.
Questa
battaglia si combatte ogni giorno lontano dagli schermi dei media di regime che
hanno il compito di descrivere un mondo immaginario che non esiste nella vera
realtà del mondo dietro le quinte che non viene mai raccontato al grande
pubblico.
Honoré
de Balzac sosteneva che esistevano due tipi di storie. Una era quella falsificata
fornita al grande pubblico. L’altra era quella tenuta nascosta, segreta, che determina le
vere cause degli eventi.
Quanto
sta accadendo recentemente nel periodo storico nel quale ci troviamo è la
ennesima conferma che aveva effettivamente ragione.
Green
pass per i lavoratori:
l’Italia
nel mirino del Nuovo Ordine Mondiale.
Lacrunadellago.net- Cesare Sacchetti- (30 Settembre 2021 )- ci dice :
Quando
Draghi e i suoi ministri si sono presentati in conferenza stampa per presentare
una
restrizione dei diritti fondamentali senza precedenti nella storia
contemporanea fondata sull’uso del certificato verde per poter lavorare si è avuta
l’impressione che l’uomo di Goldman Sachs e i membri del suo regime avessero
paura.
La
voce di Draghi si è interrotta in diversi punti quando spiegava il
provvedimento e questo sembrava denotare una certa incertezza e timore nel fare
ciò che il presidente del Consiglio stava facendo.
Nessuno
si è mai spinto fino a questo punto nell’applicazione del Grande Reset, il piano concepito dal
forum di Davos per dare vita ad una società autoritaria globale, nella quale
esistono due categorie di cittadini: da un lato coloro che si inoculano il
siero sperimentale, e ai quali vengono “concessi” alcuni diritti fondamentali;
dall’altro coloro che decidono di non sottoporsi al trattamento da cavie e che
soffrono l’esclusione dalla partecipazione alla vita civile per questa loro
scelta.
Tutto
questo non si è avverato attraverso una riedizione dei totalitarismi del secolo
scorso, ma
è stata la cosiddetta democrazia liberale a condurre l’Italia e l’Europa in uno
dei sistemi più feroci e repressivi della storia dell’umanità.
A
questo punto, prima di procedere ulteriormente con questa analisi, occorre fare
una seria e indispensabile riflessione sugli ultimi due secoli di storia che
sono stati il parto diretto dell’illuminismo francese e dei suoi pensatori più
rappresentativi quali Rousseau e Voltaire.
Probabilmente
sono pochi a sapere che questi filosofi erano casualmente anche membri della
massoneria e
questa informazione cambia già completamente la prospettiva della storia
contemporanea.
Tutti
quanti hanno dato per assodato un fatto nella società occidentale dei giorni
nostri e dei decenni scorsi.
Tutti
quanti hanno dato per assodato il fatto che la democrazia fosse il migliore dei
sistemi politici a disposizione, e tutti quanti di conseguenza hanno pensato di
vivere nel migliore dei mondi possibili.
L’operazione
terroristica del coronavirus ha avuto un solo “pregio”, ovvero quello di
svelare questo grande inganno plurisecolare.
Per
più di duecento anni, le masse hanno vissuto convinte nella illusione di essere
le assolute protagoniste e arbitre della storia.
Le
masse si sono abbeverate alla fonte del liberalismo che le ha inebriate della
falsa dottrina che il sistema politico della democrazia, che in greco significa potere del
popolo, consegnasse il potere proprio al popolo.
La
verità è emersa tutta insieme ed è esplosa come l’eruzione di un vulcano che
dormiva da troppo tempo.
La
crisi del coronavirus ha reso evidente a tutti che in democrazia coloro che dominano
sono coloro che vivono dietro la scena politica.
Sono
coloro che non compaiono quasi mai e che dispongono come meglio credono dei
politici che indossano i vari colori assegnati dal potere. Questi stessi politici come utili
idioti si limitano ad eseguire gli ordini ricevuti ai piani alti del sistema,
laddove abita il vero potere, quello dell’alta finanza internazionale e
della massoneria.
Ed è
proprio questa la ragione per la quale i più noti illuministi erano massoni. Gli illuministi hanno ingannato il
mondo facendo credere che la transizione dalle monarchie alle democrazie
avrebbe consegnato il potere al popolo.
Il
potere è in realtà passato nelle mani del capitale finanziario che controlla a
sua volta la stampa e i moderni mezzi di comunicazione.
La
stampa e i mezzi di comunicazione a loro volta hanno il compito peculiare di
formare il pensiero delle masse a seconda di come lo vogliono coloro che sono
gli azionisti di maggioranza del regime mediatico italiano e internazionale.
L’uomo
contemporaneo vive pertanto nella più grande illusione della storia. È convinto
di essere un soggetto dotato di libero arbitrio e libero pensiero quando in realtà è in larga parte un
prodotto di ingegneria sociale creato e costruito a tavolino dai detentori
degli strumenti di indottrinamento popolare.
La
massoneria amava e ama la democrazia per questa semplice ragione. Illude il popolo di avere in mano
il potere, quando
questo è in mano ad associazioni eversive e segrete come quelle dei massoni.
Alla
fine, calata
la maschera dell’inganno democratico emerge il vero volto autoritario di
questo sistema politico che si rivela essere null’altro che la feroce e arbitraria spietata
dittatura di una ristretta oligarchia finanziaria che ha contaminato ogni meandro dello
Stato, anche il più piccolo, per poi sottometterlo ai suoi scopi.
Questo
è il punto nel quale l’umanità si trova in questo momento e questa crisi
artificiale pandemica è la diretta conseguenza del piano della massoneria che
risale già al XVII secolo.
Il
piano ultimo non è null’altro quello del dominio del mondo intero. Una volta calata la ipocrita
maschera della filantropia universale emerge un piano di tirannia globale che mira alla costruzione di un super-governo
mondiale dominato da queste stesse élite finanziarie.
Oramai
è tutto in piena vista. Non bisogna ricorrere ad alcuna particolare recondita
lettura per giungere a queste conclusioni.
Sono
gli stessi politici al servizio di questo disegno autoritario a dire
chiaramente che l’umanità deve entrare nel Nuovo Ordine Mondiale, come ha fatto
Luca Zaia, governatore leghista del Veneto.
A
quello di Zaia si possono aggiungere altri esempi, quali quello del ministro
della Salute del Nuovo Galles del Sud in Australia, Brad Hazzard, che ha
utilizzato la stessa espressione.
Per
Nuovo Ordine Mondiale si intende una società che è la completa negazione della
civiltà cristiana e romana per come la si è conosciuta negli ultimi duemila
anni.
Lo
scopo di questo piano è quello di rovesciare l’ordine del diritto naturale
considerato immutabile dalla filosofia greco-romana e dalla religione cristiana
per sostituirlo con un disordine generalizzato.
Tutto
difatti è capovolto nella società attuale. Il bene è diventato male, e il
bianco è diventato nero. La società del Nuovo Ordine Mondiale è un sistema intriso di
profondo odio contro il cristianesimo perché essa si ispira ai precetti delle
religioni esoteriche e sataniste.
Albert
Pike, probabilmente uno dei massoni più influenti della storia, lo scrisse
chiaramente nelle sue opere.
Il
fine ultimo è quello di sostituire al Dio cristiano il vero dio della
massoneria che ha le sembianze di Lucifero.
Pertanto
la situazione dell’Occidente e del mondo più in generale non è dovuta ad un
mero conflitto per il controllo dei mezzi di produzione come ancora pensa
erroneamente il marxismo, una dottrina politica che ha operato proprio per favorire la
scristianizzazione del mondo occidentale.
La
situazione di caos e disordine attuale nasce da un vuoto di valori e da
un’assenza completa di spiritualità.
I
valori e la fede cristiana erano il bastione che ha contenuto l’esplosione del
male in tutti questi anni.
Una
volta venuto meno questo bastione, la piena del relativismo e dei falsi valori
della democrazia liberale ha travolto la società occidentale.
In
questo senso, il passaggio del Concilio Vaticano II che ha reso la Chiesa
Cattolica una istituzione al servizio degli ideali massonici è stato
fondamentale.
Era
compito della Chiesa contenere la deriva attuale mentre invece si è visto che
questa istituzione si è fatta portavoce del disordine mondialista fino
all’attuale pontificato di Bergoglio, il gesuita che si può considerare
come una figura di rilievo assoluto della massoneria internazionale.
Il
Nuovo Ordine Mondiale ha avuto un’accelerazione formidabile pertanto per questa
ragione. Le
istituzioni preposte al suo contenimento sono state tutte infiltrate e si è
giunti all’operazione terroristica del coronavirus, una crisi concepita decenni
prima dalle potenti famiglie ai vertici del sistema mondiale, quali i
Rothschild e i Rockefeller.
L’idea
di fondo era tutto basata sul principio della filosofia hegeliana. Per giungere ad un obbiettivo
prestabilito, occorre prima creare un problema artificiale e poi proporre la
soluzione auspicata da coloro stessi che hanno dato vita ad un problema che
prima non c’era.
La
crisi artificiale è partita come noto dalla Cina comunista, considerata per
molti decenni modello di riferimento dal potere mondialista, nonostante ora siano emersi alcuni
gravi problemi conflittuali tra la prima e il secondo.
Sostanzialmente,
la Cina ha accettato di partecipare al piano per potersi sedere sul trono di un
impero economico mondiale e non tanto perché interessata a dare vita ad un Nuovo Ordine
Mondiale.
Da
parte sua, la finanza occidentale ha costruito la potenza economica della Cina
per accelerare questo piano e non per assecondare esclusivamente i piani di espansionismo
economico della dittatura comunista cinese.
Il
conflitto a questo punto sembra essere insanabile e sembra che stia per
compromettere seriamente i piani dei padroni universali che al momento non dispongono delle
potenze strategiche chiave, quali Cina, USA, e Russia, per raggiungere l’obbiettivo
designato.
Il
mondialismo ha messo nel mirino il Paese che odia di più: l’Italia.
Tuttavia
occorre però soffermarsi ancora una volta sull’Italia che in questa partita per
il controllo dell’umanità e del mondo riveste un ruolo di enorme rilievo sotto
molti profili e aspetti.
Fu
proprio in Italia che l’operazione terroristica del coronavirus ebbe
un’accelerazione impressionante sin dai suoi inizi, nel marzo del 2020.
Il
regime di Conte diede vita a delle restrizioni così rigorose e liberticide mai
viste nella storia d’Europa.
L’Italia
divenne a tutti gli effetti il laboratorio privilegiato del Nuovo Ordine
Mondiale e del forum di Davos.
Molti
italiani affetti da una profonda sindrome auto-razzista inculcata nelle loro
menti sin dalla tenera età dalle istituzioni scolastiche, infiltrate dal
marxismo sin dalla fine degli anni’60, hanno attribuito questa situazione ad
una sorta di senso di inferiorità rispetto agli altri popoli.
Non
hanno compreso che invece l’aggressione all’Italia è dovuta a tutto ciò che
incarna questa nazione.
Questa
nazione è semplicemente unica al mondo perché rappresenta tutto ciò che le
élite vogliono distruggere.
La
storia d’Europa e del mondo Occidentale è iniziata da qui. È iniziata dalla
Grecia e da Roma che ha costruito l’impero più grande che il mondo ricordi.
È
proseguita con la fondazione della Chiesa Cattolica a Roma. Roma pertanto
custodisce il cuore della tradizione della filosofia greco-romana e della
religione cristiana.
Roma è
tutto ciò che il Nuovo Ordine Mondiale odia e vuole distruggere.
La
storia dell’Italia degli ultimi decenni è una storia di tradimenti soprattutto
per questa ragione.
I
poteri del Club di Roma, potente lobby globalista finanziata dai Rockefeller,
si riunirono già negli anni’70 per decretare la distruzione economica di questa
nazione.
Quella
spirituale era già iniziata negli anni’60 attraverso la convocazione del Concilio
Vaticano II che ha avuto lo specifico compito di mettersi al servizio dei piani
della massoneria.
Tutto
ciò che è accaduto in Italia da allora ad oggi è una conseguenza diretta delle
decisioni prese dai vertici del vero potere che si nasconde dietro la democrazia,
quello delle grandi banche di Wall Street e Londra e delle varie logge
massoniche al servizio della finanza transnazionale.
Se il
Nuovo Ordine Mondiale prima ancora di essere un disegno politico è una vera e propria religione di
ispirazione anticristiana e di chiaro carattere esoterico, era del tutto naturale che
l’attacco più violento nel mondo non fosse perpetrato contro la Spagna o
piuttosto contro la Germania.
Doveva
essere perpetrato contro la nazione che custodisce l’enorme ed unico patrimonio
storico, culturale e religioso rappresentato dalla cristianità e dal pensiero
greco-romano.
L’attacco
economico attuato nei decenni successivi è stata una diretta conseguenza
dell’attacco spirituale e non viceversa.
La
stagione delle privatizzazioni degli anni’80 e dei primi anni’90, completata
proprio da Draghi, sicario di Goldman Sachs, è stata attuata per spogliare il
Paese della sua enorme forza industriale che l’aveva portata ad essere la
quarta potenza economica al mondo.
La
spoliazione della sovranità monetaria attraverso l’adozione dell’euro è stato
l’ultimo passaggio delle decisioni prese dal club di Roma molti anni prima.
Uno
Stato senza moneta non è uno Stato. È un’entità ridotta a lesinare prestiti sui
mercati della finanza internazionale.
Pertanto
non deve sorprendere il giro di vite attuato nuovamente contro l’Italia nel
settembre 2021 stavolta dal regime di Draghi che ha sostituito il regime di
Conte nella prosecuzione dell’opera.
Le
élite hanno un’ossessione nei confronti di questo Paese e stanno cercando di
portare avanti i loro piani soprattutto nel luogo dove la contaminazione e
l’infiltrazione dei poteri antinazionali è più profonda.
Il
Grande Reset sul piano globale sta arretrando.
Tuttavia
sul grande scacchiere globale il potere mondialista ha un grave problema. Il
Grande Reset sembra non solo non avanzare ma piuttosto indietreggiare.
Nella
stessa Europa Occidentale nessuno si è spinto a fare ciò che ha fatto l’Italia.
La Spagna non ha fatto nulla del genere. La Gran Bretagna che doveva dare vita
ai passaporti vaccinali a settembre ha preferito tornare sui suoi passi. La Germania non ha dato vita a nessun
certificato verde come fatto dalla Francia.
La
stessa Francia non si è spinta ai livelli dell’Italia attraverso l’estensione
del certificato razziale vaccinale per i lavoratori.
Fuori
dall’Europa Occidentale, la tendenza sembra essere la stessa. Negli Stati Uniti
non c’è nessun provvedimento del genere, tantomeno nella Russia di Putin che ha
rimosso ogni restrizione e che ha visto fallire miseramente il piano del
sindaco di Mosca, Sobyanin elogiato dall’Economist, di riportare in vita
l’operazione terroristica del coronavirus.
A
questo punto della crisi artificiale pandemica, Davos aveva in mente un grande
reset globale tale da spalancare definitivamente le porte alla nuova società
mondiale autoritaria.
Per
poter giungere a questo traguardo però era necessario avere una partecipazione
di tutti i grandi attori della geopolitica globale che invece mancano
all’appello.
Gli
Stati Uniti che sotto l’amministrazione Biden avrebbero dovuto favorire i piani
del globalismo li stanno piuttosto ostacolando e l’ultimo esempio in questo
senso viene dall’accordo tra USA e Australia sulla fornitura di sottomarini
nucleari che ha praticamente ucciso la NATO.
Questa
situazione è dovuta con ogni probabilità ad un’amministrazione mai entrata
effettivamente in carica e commissaria dalla parte di militari ancora fedeli a
Donald Trump.
Pertanto,
le condizioni minime richieste per eseguire il Grande Reset al momento non ci
sono.
Le
élite quindi hanno lanciato l’attacco al Paese che odiano di più e che per loro
rappresenta il nemico assoluto, ovvero l’Italia.
A
questo proposito, l’installazione della porta dell’inferno dello scultore
francese Rodin davanti al Quirinale sembra quasi rivestire un ruolo simbolico
per invocare la manifestazione delle forze demoniache a colpire più di tutti
questo Paese.
L’Italia
dunque si ritrova ancora una volta bersaglio dei poteri che la detestano di
più.
Nonostante
questo appare però esserci un elemento di novità rispetto a marzo 2020. Il tempo dell’idiozia delle canzoni
cantate nelle terrazze è finito.
Questo
è il tempo della presa di coscienza. Questo è il tempo del dolore lasciato da
migliaia di fallimenti economici e da un milione di posti di lavoro andati in
fumo. Questo
è il tempo della sofferenza causata dai sieri sperimentali che hanno procurato
gravi effetti collaterali a chi se li è inoculati e che ha portato al
fallimento della campagna vaccinale già diversi mesi.
Nonostante
i toni trionfalistici del regime, le cifre ufficiali non corrispondo con la realtà dei
centri vaccinali vuoti da mesi e con la decisione di estendere l’uso del certificato
razziale vaccinale, chiaro segnale che i vaccinati sono molti di meno di quelli
dichiarati dal sistema.
L’estensione
del green pass non sembra aver spostato nulla. Non sembra esserci stata nessuna
corsa al vaccino. I centri vaccinali sono vuoti e hanno persino iniziato a
chiudere.
A
questo punto, sembra essersi consumata una frattura insanabile tra il regime di
Draghi e gli italiani.
Si è
giunti ad un punto tale che i mezzi di comunicazione non riescono più a
controllare come prima il pensiero degli italiani.
Il
dominio era pressoché assoluto.
Ora
invece molti non credono più alle menzogne del sistema e sono esausti e
disperati perché la situazione reale è completamente opposta a quella
dichiarata dai media.
La
separazione tra il mondo immaginario dei media e quello della vita reale è
troppo ampia a questo punto.
Qualsiasi
tentativo di inasprire le misure o di rovesciare altre minacce al popolo esasperato
appare sempre più controproducente.
Paradossalmente
il regime di Draghi e la corrotta classe politica italiana che lo sostiene
potrebbero essersi scavati la fossa da soli.
Potrebbero
aver creato quelle condizioni per unire ciò che prima era diviso e accompagnare
l’Italia finalmente fuori da questa fase di decadenza.
Saranno
decisive in questo senso sia le condizioni interne politiche che si creeranno
all’interno del Paese e quelle internazionali soprattutto in vista di un sempre più
concreto ritorno ufficiale di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
La
perizia di Maricopa ha aperto la breccia e ha provato incontrovertibilmente che
c’è stata una massiccia frode elettorale nelle elezioni del 2020 in America.
Tutto
questo interessa da vicino il sistema politico italiano perché questo è
direttamente legato allo stato profondo di Washington dal dopoguerra in poi, e un crollo del secondo potrebbe portare
inevitabilmente ad un crollo del primo.
Sempre
in quest’ottica occorre prestare anche particolare attenzione al rinvio a
giudizio di Michael Sussman, avvocato della Clinton, nell’ottica dell’inchiesta
sulla bufala del Russia-gate che vede un coinvolgimento attivo del deep state
italiano.
È
questa una fase decisiva dove l’Italia e il mondo potrebbero presto trovarsi di
fronte ad una svolta che potrebbe portare finalmente al fallimento definitivo
del piano di Davos.Occorre però essere consapevoli che la bestia si dimenerà
fino alla fine e cercherà di assestare altri colpi prima di morire del tutto.
Non
sarà facile, è bene ricordarlo. Al tempo stesso, una fase di purificazione e di
scontro sembra essere inevitabile per passare alla fase decisiva della ricostruzione.
La
classe politica della seconda repubblica ormai agonizzante sembra essere fuori
controllo. Pur
di compiacere i centri di potere che si trovano al di là delle Alpi faranno
qualsiasi cosa anche se questo significa accelerare la loro stessa distruzione.
La
decisione di estendere il certificato verde ai lavoratori sembra aver spinto il
regime di Draghi in un territorio inesplorato. Quello nel quale qualsiasi
ulteriore forzatura della dittatura può produrre effetti contrari immensamente
più potenti delle restrizioni decise dai tiranni.
In
Italia dovrà aprirsi un processo politico che vedrà sul banco degli imputati
tutti coloro che si sono prestati a dare vita al più grande colpo di Stato e
attentato alla salute pubblica della Storia.
È
senz’altro vero che l’Italia è stata vittima di un grande male, ma è altrettanto vero che spesso i
grandi mali sono necessari per arrivare ad un bene ancora più grande.
Questi
passaggi sembrano essere necessari nella storia per portare a termine un ciclo
e aprirne un altro.
Dopo
la destabilizzazione, c’è la stabilizzazione. Dopo la tempesta, segue la quiete.
Molti
eventi decisivi si prospettano nei prossimi mesi. L’autunno del 2021 sarà un autunno
nel quale l’Italia dovrà comunque affrontare la prova più dura della sua storia
recente.
Nuovo
scandalo pedofilo in Germania:
1600 persone nella rete dei mostri.
Lacrunadellago.net.
Cesare Sacchetti- (27 Luglio 2021)- ci dice :
Le
scatole degli orrori. Sono così che potrebbero essere definiti i fascicoli raccolti
dalla polizia bavarese che ha scoperto una enorme rete pedofila.
Almeno
1600 persone sono state identificate come i partecipanti di chat online nel
quale circolava materiale pedopornografico e zoofilo, ovvero di sesso con gli
animali.
Le
autorità tedesche hanno riferito che molti dei sospettati sono minorenni. Peter
Kramer, il vicecapo della sezione criminale investigativa della città di Amberg
ha lanciato l’allarme sull’espandersi di questo fenomeno.
“La
distribuzione della pornografia infantile e adolescenziale è cresciuta
notevolmente negli ultimi anni ed è un’area oggetto di attenzione in molte
indagini.”
La
Germania dunque si trova al centro di un altro enorme scandalo pedofilo, dopo
le notizie che hanno rivelato come il Paese sia stato martoriato da abusi
pedofili per decenni.
La
storia del dottor Helmut Kentler probabilmente non è nota a molti. Il dottor
Kentler era un sessuologo tedesco molto noto nel Paese negli anni’60 che si
ispirava alle teorie dello psicoanalista marxista Helmuth Reich.
L’idea
di Kentler era sostanzialmente quella di sdoganare la pedofilia e di renderla
riconosciuta dalle istituzioni pubbliche.
Il
governo prese molto sul serio le sue teorie tanto da finanziare le sue case di
accoglienza per minori abbandonati che erano gestite direttamente da pedofili
stessi.
Gli
istituti quindi che avrebbero dovuto proteggere i bambini dai mostri divennero
i luoghi degli orrori.
Gli
abusi ovviamente proliferarono. Questo però non portò mai le autorità tedesche
a mettere fine a questa sorta di esperimento. Al contrario Kentler ha
continuato a ricevere fondi pubblici fino ai primi anni 2000.
In una
intervista del 1980 rilasciata a Der Spiegel, il sessuologo tedesco parlò
apertamente dei pedofili come “benefattori non riconosciuti”.
Alcuni
anni dopo, il Senato di Berlino gli commissionò la compilazione di un rapporto
che esplorava la possibilità di considerare gli omossessuali come educatori. Kentler scrisse in quella
pubblicazione che i rapporti sessuali tra adulti e bambini non erano un
problema fino a quando non erano “forzati”.
Nel
frattempo, lo psicologo aveva adottato un 13enne e confessava ad un suo amico
di vecchia data, Schmidt, di avere intrapreso una relazione sessuale e una
“storia d’amore” con il suo figlio adottivo ormai 26enne.
Per
decenni, le teorie di Kentler sono stata adottate e riconosciute dal governo tedesco
fino a quando lo stesso dottore non le ripudiò.
Il suo
figlio adottivo si tolse la vita nei primi anni’90 tormentato probabilmente da
decenni di abusi perpetrati contro di lui dallo stesso Kentler.
Fu
solo verso gli ultimi anni della sua vita che il sessuologo che elogiava
apertamente il sesso con i bambini e che aveva fondato su questo “principio”
tutta la sua carriera, ammise che la pedofilia era un disturbo e fece pubblica
ammenda per aver divulgato queste teorie che hanno devastato la vita di molti
bambini.
Il
problema della pedofilia dunque è molto più antico di quello che si crede. La marcia di sdoganamento della
pedofilia procede spedita da anni in Germania e in Europa e appare essere uno
degli obbiettivi ultimi delle élite liberal-marxiste.
La
rinuncia ai principi cristiani ormai messi al bando dall’UE liberale è stato
certamente ciò che ha consentito alle élite pedofila di avanzare più
speditamente verso il riconoscimento pubblico di questa perversione che il
sistema descrive solo come “innocenti affettuosità”.
Il
piano di Soros per infiltrare i militari USA.
Lacrunadellago.net-Cesare
Sacchetti- (27
Luglio 2021)- ci dice:
Lo
speculatore finanziario George Soros da tempo finanzia attivamente diverse ONG
che portano avanti la sua idea della “società aperta”.
La
“società aperta” è un tipo di società priva di confini e spogliata della sua
identità nazionale.
E’ per
questa ragione che Soros da tempo è in prima linea nel finanziare le ONG che
ormai hanno un ruolo decisivo nel gestire e favorire il traffico di esseri
umani dalle coste del Nord Africa verso l’Europa.
Questa
volta però il finanziere ungherese di origini askenazite ha in mente se
possibile un piano ancora più ambizioso ed eversivo.
Infiltrare
i militari americani. La notizia infatti è stata riportata in prima battuta dal
quotidiano americano “Daily Caller.”
Il
Pentagono ha recentemente dato mandato ad una società esterna, la britannica
Moonshot CVE, un acronimo che sta a significare “contrastare la violenza estremista”, di compilare un rapporto nel quale
si individuerebbero le frange “estremiste” dell’esercito americano.
Per
“estremista” si intende tutto ciò che non è in linea con l’ideologia progressista e globalista
che vede
nel senso di patria e nella difesa dei confini una pericolosa minaccia da
debellare e mettere al bando.
La
Moonshot è legata alla fondazione di Obama, l’ex presidente dem, ma è il nome
dell’autore del rapporto che rivela che dietro questo piano per individuare i
militari più fedeli alla difesa della patria e, soprattutto, sostenitori di
Donald Trump, ci sia George Soros.
A
condurre questa ricerca è stata infatti Vidhya Ramalingam che nel 2013 aveva
già preparato un rapporto sull’immigrazione in Europa finanziato proprio dal
magnate americano.
La
Ramalingam è anche molto vicino alla lobby progressista dell’Anti Defamation League,
l’ADL, che riveste negli Stati Uniti il ruolo di grande fratello
dell’ortodossia del politicamente corretto.
L’idea
di questa ricerca commissionata dagli elementi del Pentagono più vicini al deep
state è quella di far avvicinare i militari al gruppo terrorista Black Lives
Matter che lo scorso anno devastò e saccheggiò decine di città americane.
Questa
strategia in realtà sembra rivelare un piano preciso di Soros e del governo
occulto di Washington. Quella di tornare in qualche modo in controllo delle
forze armate americane che non sembrano rispondere al presunto comandate in
capo, Joe Biden.
Il dibattito
su chi sia effettivamente al comando negli USA è aperto dallo scorso gennaio da
quando Trump lasciò la Casa Bianca.
Secondo
fonti militari di alto livello, il presidente prima della fine del suo mandato
firmò l’atto contro le insurrezioni che avrebbe di fatto consegnato
temporaneamente il potere alle forze armate.
Questa
ipotesi sembrerebbe essere coerente con quanto accaduto nei mesi successivi dal
momento che la cosiddetta amministrazione Biden non ha portato avanti il
programma che sulla carta avrebbe dovuto eseguire.
Il
mandato di Biden, uomo da anni sul libro paga di Pechino, era quello di
ammorbidire la posizione dura e risoluta di Trump nei confronti della dittatura
comunista cinese.
Al
contrario, non solo i rapporti tra Washington e Pechino non si sono distesi ma
sono persino peggiorati.
La
Cina ha disdetto un incontro programmato da tempo con il vicesegretario di
Stato USA, Wendy Sherman. Pechino è estremamente irritata perché l’amministrazione
Biden non ha mostrato alcuna intenzione di rivedere le sue posizioni
soprattutto sulle sanzioni contro le imprese cinesi che si sono persino
inasprite di più rispetto all’era Trump.
Il
nemico per il deep state è tradizionalmente la Russia che da anni rappresenta un solido
baluardo contro l’avanzata del mondialismo e Biden avrebbe dovuto sulla carta
tornare a intraprendere una politica di accerchiamento verso Mosca.
Nulla
di tutto questo sta accadendo e i media anglosassoni nelle mani dei grandi
gruppi finanziari, quali il Financial Times, si stanno rendendo conto di quella
che ormai appare essere una evidenza troppo grande per essere negata.
Biden
si sta comportando come Trump. Tutto questo sembra la diretta conseguenza di
quanto trapelato dagli ambienti militari americani, secondo i quali il potere è stato
trasferito da Trump alle forze armate in attesa che le perizie elettorali
annullino definitivamente la frode dello scorso novembre.
Questo
ha portato gli ambienti mondialisti a ripiegare su un’altra strategia. Cercare di infiltrare i militari
americani per tornare ad avere in qualche modo il controllo della superpotenza
americana.
Senza
il controllo degli USA, di fatto qualsiasi passo in avanti verso il Grande
Reset è impossibile.
La
mossa di Soros e di Obama quindi sembra andare esattamente in questa direzione.
La
sensazione è che i democratici si troveranno di fronte un muro. Non c’è mai
stato un presidente così popolare tra i militari come lo è Donald Trump.
Le
perizie elettorali nel frattempo procedono e il tempo della cosiddetta
amministrazione Biden sembra sia più vicino allo scadere.
Governo
insaziabile…
vaccinati al 110%!
Conoscenzealconfine.it-
Francesco Carraro-(26 Ottobre 2021)- ci dice :
(TelegramTwitterFacebook)
31
dicembre 2021… Finita la quarta fase dell’emergenza, inizia la quinta, mentre
la sesta ondata si appresta a far posto alla settima. In tutto ciò, il Supremo
Consesso del Governo di Unità Nazionale è costretto ad affrontare un problema
impensabile: gli italiani si sono vaccinati tutti!
Macché
ottanta, macché novanta, macché novantacinque per cento. Le truppe del Generale
Figliuolo hanno fatto il miracolo: non c’è più traccia di un solo italiano
no-vax. Agli ultimi sono state spezzate metaforicamente le reni, come il duce
con la Grecia. Grazie all’introduzione di un obbligo vaccinale con sanzione
ripristinatoria.
Con
legge costituzionale approvata da un’aula sorda grigia, bivaccata da manipoli
di ultra-vax, è passata una riforma concepita, voluta, applaudita dalle
migliori teste dell’intellighenzia nazionale.
Corretto l’articolo 1: “l’Italia è una Repubblica fondata
sul vaccino. La sovranità appartiene a Big Pharma che può, a discrezione,
escludere i no-vax dal godimento dei diritti fondamentali”.
Alla
fine, hanno ceduto tutti, tranne sparuti irriducibili, subito confinati in isolotti
periferici del meridione.
Risultato:
no-vax estinti, come i no-fax. Restano giusto pochi no-tax i quali, se vaccinati, avranno
diritto al condono. Raggiunto il risultato, il “miglior Governo di sempre”,
guidato da un premier più amato che mai, si rende conto del terribile errore.
Nel
corso di una cabina di regia, durante la notte di San Silvestro, nella
spettrale atmosfera di una stanza opaca e fumosa ove giungono, come echi
sfuocati, i botti di capodanno, il Ministro della Salute conferma la ferale
notizia a Draghi: “Vostra Magnificenza, purtroppo pare sia vero: non ci sono
più italiani vaccinabili”.
Il
Capo del Governo è livido. Tutti gli si stringono attorno, contriti, silenti,
le camicie slacciate, e aloni smisurati di ansiogeno sudore sotto le ascelle.
Il leader maximo domanda: “E’ proprio vero?”. Speranza spegne la speranza: “Sì,
pare che – una volta esaurita la popolazione e giunti al cento per cento del
target – sia matematicamente impossibile ottenere di più”.
Gli
scettici leghisti estraggono il cellulare e si cimentano con l’improbo calcolo.
Poi annuiscono: non ce la si fa. “Ma allora è finita? È finita davvero? Non
possiamo più vaccinare nessuno?”, piagnucola qualcuno. Il ministro
dell’istruzione, sentiti gli esperti, attesta l’inevitabile, affranto: “Pare di
sì, ho sentito prima il CTS: più del 100 per cento è impossibile. Anche Burioni è d’accordo. Lo dice la
scienza“.
Un
gelo, più agghiacciante della notte invernale, si propaga nella stanza. Qualche
sottosegretario, sotto sotto, piange sottomesso. “Di più non si può, di più non
si può!”: le urla strazianti dei fragili squarciano, a brani, l’ammorbante
silenzio. Poi, quando tutto sembra perduto, Sileri si accende, ilare: “Potremmo fare il 110 per cento. Noi
Cinque Stelle ci siamo già riusciti con l’ecobonus!”. Una febbrile eccitazione si
impadronisce degli astanti. Tutti riprendono colore e fissano, fiduciosi, il premier.
“Sì, ma come?“.
A quel
punto, Enrico Letta si illumina: “Potremmo incoraggiare l’immigrazione
clandestina. Ne facciamo venire una caterva, li vacciniamo, e poi gli diamo la
nazionalità italiana: soli vaccinati, soli italiani. Il nuovo ius soli!”.
Sono
quasi tutti convinti… ma Draghi? I vassalli lo scrutano e colgono un lieve,
inequivocabile, cenno del capo. Il futuro uomo del colle ha detto sì. Tutti
d’accordo, a parte Forza Italia che ha bisogno dell’assenso del capo. Giro di
telefonate, ma Silvio non si trova: sta provando il discorso di capodanno
dell’anno dopo. Alla fine, viene rintracciata l’eminenza grigia, Gianni Letta.
La risposta fa partire la ola: “Avanti tutta ragazzi, sempre detto che mio nipote è
un genio!”.
(Francesco
Carraro-
francescocarraro.com).
Italia
2030…
Conoscenzealconfine.it-Redazione- Weltanschauung Italia-(27 Ottobre
2021)-
(TelegramTwitterFacebook)
“Quando i grandi di questo mondo si mettono ad
amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia… È il segnale… È
infallibile. È con l’amore che comincia”. (L.F. Céline).
Italia,
2030. Domenica pomeriggio. Dopo un’intensa settimana di lavoro e stress, decidi
di dedicarti alla tua famiglia. Finalmente puoi portare i tuoi ragazzi al
cinema. Il film sul loro supereroe preferito è finalmente nelle sale. Arrivi,
trovi subito parcheggio. I biglietti li hai già fatti on line. L’odore di pop
corn e caramelle, le luci, i videogiochi, i sorrisi, l’abbraccio di tua moglie.
Tutto è perfetto.
Provvisto
del tuo green pass ti avvicini al tizio che controlla le entrate.
Diligentemente, tiri fuori il tuo lasciapassare. Qualcosa non va. Il
dispositivo che legge il QR code non da esito positivo. Cominci a sudare. I
tuoi ti guardano indispettiti e sono impazienti di varcare la porta d’entrata.
“Signore,
qui qualcosa non va!!”. “Ma come ho appena completato il ciclo delle 10
vaccinazioni anti covid!! Guardi le ho fatte tutte!”. “Ma non è un problema di
vaccinazioni”, risponde l’energumeno della security.
“Il
sistema ci ha appena segnalato che lei è in ritardo con i pagamenti inerenti
alle forniture di luce e gas, che ha una multa arretrata per divieto di sosta e
per di più la sua auto risulta essere troppo inquinante e supera di mezzo punto
le emissioni massime di CO2 consentite dalle nuove disposizioni sull’emergenza
climatica!”.
Deluso
guardi i tuoi figli. Il loro occhi mortificati, carichi di lacrime. “Oggi
niente ragazzi, sarà per la prossima volta…” Prendi per mano tua moglie e vi
avviate verso l’uscita. Le persone in fila mormorano. Ti senti osservato e
giudicato. “Ma che vergogna, davanti a tutti presentarsi col pass non valido,
che inciviltà”. “Neanche i figli al cinema… ancora esiste ‘sta gente”.
Mentre
percorri il viale che porta al parcheggio, ti riaffiorano alla mente le
immagini di nove anni fa. Cortei, piazze piene, gli scontri di Trieste. Migliaia di persone che urlavano il
loro “No” deciso e protestavano contro l’introduzione del lasciapassare verde. Ora capisci perché l’allora premier e
gli organismi internazionali insistevano tanto per abituarti a vivere col green
pass.
Tu che
credevi lo facessero per la tua salute. Tu che davi dell’incivile e del
troglodita a chi esprimeva dubbi sulla reale natura del provvedimento, ora hai
dei dubbi.
Forse le persone che urlavano “Libertà”, che si opponevano e prendevano l’acqua
gelata degli idranti e le manganellate, non erano poi così coglioni. Forse avevano ragione loro.
“Ricordati di pagare, io queste figure non le voglio più fare, hai capito?” La
voce della tua consorte ti riconnette alla realtà. “Domani ci penso, amore, tranquilla.
Ci metteremo in regola e torneremo liberi”.
Siringarsi
all’infinito.
L’idea
di un green pass svincolato dall’emergenza sanitaria si fa sempre più forte,
tangibile, viva. L’obiettivo, neanche troppo celato, è quello di far diventare il
lasciapassare uno strumento non più legato all’eccezionale, ma all’ordinario.
Non più subordinato alla presunta crisi sanitaria, ma presente nella quotidianità. Non più un dispositivo ancorato alla
fictio della tutela della salute, ma un vero e proprio pass per la vita
lavorativa e pubblica.
La
farsa dei tamponi, così come il teatro pandemico, non può durare in eterno. La vaccinazione, nei loro piani,
dovrà essere necessariamente l’unica via percorribile per ottenere la carta
verde, essendo essa un mezzo sicuro ed efficace per i propositi ricattatori
dell’autorità. L’ottica di praemium intrinseca nel rilascio del QR code viene, così,
ancor più esaltata.
Con la
“tessera del partito” si da, de facto, un riconoscimento psicologico
all’individuo, che considera i suoi diritti fondamentali non più appartenenti a
lui in quanto uomo, ma un permesso a tempo determinato che lo Stato fornisce come
ricompensa per la sua buona condotta ed il suo conformismo.
Tutto
ciò è inaccettabile, disumano, giuridicamente e moralmente aberrante. Se ciò
che è tuo, che compone la tua natura e la tua essenza, ti viene brutalmente
tolto e ridato sotto forma di concessione governativa revocabile, nessuno è più
al sicuro. Ed
a quel punto siringarsi all’infinito, involversi in colabrodo per illudersi di
“tornare alla normalità” non servirà a più nulla. Ogni libertà ceduta ora, senza
combattere, per il quieto vivere, sarà pressoché irrecuperabile domani. Per questo motivo è vietato mollare.
Per tutto ciò che ci è caro al mondo, è vitale non cedere. Oggi più che mai.
(Weltanschauung
Italia- sfero.me/)
Magaldi
avverte Draghi:
avanti così, e addio Quirinale.
Libreidee.org-Gioele
Magaldi-(27/10/2021)-ci
dice:
Caro
Mario Draghi, attento a come ti comporti: avanti così, e il Quirinale lo vedrai
col binocolo. Sarai infatti impallinato da tanti, insospettabili franchi
tiratori, che – nel caso – agiranno come quando, nella corsa al Colle, fu
ingloriosamente silurato Prodi.
Il
messaggio al “fratello Mario” è esplicito. Lo firma, mettendoci la faccia,
Gioele Magaldi, autore del libro “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente
dei circuiti massonici “progressisti”, da sempre contrari alle politiche di
austerity a lungo perseguite dall’ex capo della Bce. Nella sua visione politologica, anche
sulla scorta di cospicue rivelazioni (mai smentite da nessuno), Magaldi propone
una particolare lettura degli eventi storico-politici, partendo dal ruolo delle
super-logge sovranazionali, elusive e determinanti. Una galassia bifronte di entità
che, dietro le quinte, condizionerebbero i governi, nello scontro intestino –
ultradecennale – che schiera da un lato i fautori del neoliberismo economico e
della post-democrazia di segno “neoaristocratico”, e dall’altro i super-massoni
che si dichiarano paladini della prospettiva post-keynesiana e del progressivo
sviluppo degli spazi di cittadinanza democratica.
Prima
ancora che fossero i sindacati ad alzare la guardia, contestando la severità
dell’annunciata riforma delle pensioni, Magaldi ha colto in un dettaglio – il
rifiuto di prorogare i bonus edilizi per le facciate degli edifici, richiesto
dal ministro Franceschini – il segno dell’ipotetica retromarcia che, dice, a
Draghi potrebbe costare carissima: cioè l’addio alla presidenza della
Repubblica, che è la meta a cui mira l’ex super-banchiere.
«Sulla corsa al Colle vi sono molti depistaggi», premette Magaldi, in video-chat
con Fabio Frabetti di “Border Nights” il 25 ottobre: «Essendo io stesso parte di un piano,
insieme ad altri, per portare Draghi al Quirinale, vi posso dire che l’idea che
prosegua a fare il presidente del Consiglio è una falsa pista». Racconta Magaldi: «Ci sono tre
strategie diverse, ognuna con un suo piano di depistaggio, con le quali – come
in una partita a scacchi – Draghi conta di ascendere al Colle».
Ma, se non cambia musica, «la strada per il Quirinale gli verrà
sbarrata e sabotata, sicuramente da parte dei massoni progressisti». Come? Ricorrendo al cecchinaggio
del “fuoco amico”, coperto dall’anonimato.«Al “fratello” Draghi – dice Magaldi
– voglio ricordare che in Parlamento ci sono molte persone che, per così dire,
hanno dei debiti verso qualcuno, e questi debiti vengono reclamati; ed è così
che, poi, emergono i franchi tiratori verso questo o quel candidato».
Aggiunge:
«Auspichiamo che non serva risvegliare, richiamare questi debiti, e quindi
invitare alcuni insospettabili franchi tiratori a impallinare l’elezione di
Draghi». Un
avvertimento estremamente preciso. Motivato da che cosa? Proprio dalla risposta
rifilata a Franceschini sui bonus edilizi, decisivi per il rilancio dei borghi
storici e quindi del turismo. «Dire che “non ci sono abbastanza soldi”, che “la
coperta è troppo corta”, significa ritornare a un paradigma della penuria,
quello dell’austerity», sottolinea Magaldi: «I denari non dovrebbero mai essere
un problema, come lo stesso Draghi aveva spiegato ai giornalisti allarmati per
il crescente indebitamento dell’Italia.
Aveva
chiarito loro che uno Stato non può mai essere insolvente, e che il “debito
buono”, cioè produttivo (in termini di Pil, occupazione e infine anche tasse),
non deve preoccupare».Ora, rimettersi invece ad agitare lo spettro del debito –
contraddicendo la linea esposta dal “nuovo” Draghi negli ultimi due anni –
significa rilanciare «una vecchia canzone stonata, liberista e poi
neoliberista: una ricetta che non ha mai funzionato».
Va
ricordato che lo stesso Magaldi non ha certo fatto sconti, a Mario Draghi: nel
libro “Massoni” lo presenta come autorevole esponente di ben cinque super-logge
internazionali di matrice reazionaria, imputandogli una serie inenarrabile di
malefatte: dalle
privatizzazioni selvagge all’epoca del Britannia fino allo spietato rigore
europeo.
Per
contro, sempre Magaldi era stato il primo – due anni fa – a segnalare
l’inversione di rotta: Draghi avrebbe espresso la volontà di abbandonare i
vecchi sodali, arrivando a dire – ancora da presidente della Bce – che sarebbe
stato utile azzerare tutte le politiche dell’euro-austerità, ricorrendo persino
alla
Modern Money Theory (emissione illimitata di denaro, a costo zero). Tesi rilanciata nella drammatica
primavera del 2020, in un editoriale sul “Financial Times” che ha fatto il giro
del mondo: basta, con la storica demonizzazione il debito; è il momento di
investire somme immense sul rilancio dell’economia, senza badare a spese.
Una
svolta insincera, se ora Draghi si rimette a denunciare proprio il deficit? «Non penso che Draghi abbia mentito a
noi massoni progressisti, prendendoci in giro», ragiona Magaldi. «Non credo che
la svolta annunciata due anni fa fosse solo un mezzo per accreditarsi e farsi
perdonare le brutte performance del suo passato. Nel caso, certo, mi arrenderò
all’evidenza; ma non voglio credere a questo». Alcuni dicono: come si fa a
fidarsi di un “lupo” come Draghi? «Rispondo laicamente: va bene chiunque, a
prescindere dai suoi trascorsi, se a un certo punto intende intraprendere un
percorso virtuoso».
Dice
ancora Magaldi: «Io non ho pregiudizi, e penso che il problema di Draghi è che
si stia barcamenando: soggetto a mille pressioni, ha scelto di rimanere anche
un po’ ambiguo rispetto ai suoi vecchi sodali neoaristocratici, anche perché ci
sono i fondi europei da ricevere». Come dire: forse, la “stoccata” a Franceschini
serve a non insospettire troppo i suoi ex amici, gli arcigni guardiani del
rigore. Come per indurli a pensare: ha solo fatto finta, di aver cambiato
casacca, ma in realtà è sempre “uno dei nostri”.
«Credo
cioè che Draghi stia cercando di confondere le acque», insiste Magaldi, che
comunque avverte: «Capiamo tutto, ma c’è un limite: se rendi concreto il fatto
che “non puoi spendere”, su una cosa importante, “perché i soldi non bastano”,
allora stai tornando a un paradigma antico. E qui nasce un problema enorme, più
grave di quello creato dal Green Pass». Ovvero: «Il “non ci sono abbastanza
soldi” avrebbe conseguenze più esiziali rispetto a quelle del Green Pass, che
comunque tra qualche mese non esisterà nemmeno più».
Certo,
riconosce Magaldi: il “lasciapassare” è ingiusto, per chi deve lavorare. «Ma
che dire di chi un lavoro non ce l’ha neppure, perché non si sono ancora create
le condizioni per un vero rilancio economico che garantisca più occupazione?». Beninteso: il Movimento Roosevelt
(presieduto da Magaldi) resta assolutamente contrario al “lasciapassare”, come
esplicitamente messo per iscritto già lo scorso 2 agosto.
«Siamo
contrari al Green Pass e, con i nostri avvocati, ora aiuteremo legalmente
chiunque voglia resistere a questa vessazione: è uno strumento ipocrita, ideato
per costringere le persone a vaccinarsi, senza che il governo si assuma le
responsabilità che un obbligo vaccinale comporterebbe».
Sul
tema Covid, Magaldi si è espresso ripetutamente, nei mesi scorsi: «Il paese è stato travolto dalle
peggiori politiche emergenziali messe in piedi col pretesto di contrastare un
virus caratterizzato da un’alta contagiosità, ma con una letalità piuttosto
bassa.
Nulla che potesse giustificare in alcun modo il “terrorismo sanitario” a reti
unificate.
Ed è interessante che persino il mainstream abbia ora dato spazio all’ultimo
report dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui le persone morte solo a
causa del virus (e non anche di altre patologie) non sono le 130.000
sbandierate, ma circa 3.700, appena».
Come
affrontare la pandemia? «Sarebbe stato meglio mettere in sicurezza i soggetti fragili
(consigliando loro di isolarsi, ma senza obbligarli) e favorire una
contaminazione tra i più forti, agevolando così il processo di immunizzazione
naturale collettiva». Ancora oggi, Magaldi non ha digerito le imposizioni del
governo Conte: «Personalmente trovo che lockdown e coprifuoco fossero misure
peggiori del Green Pass, più inaccettabili». E Draghi? «Lo capisco: credo che abbia
fatto ricorso al Green Pass (che, ripeto, non approvo) solo per poter essere
libero di riaprire velocemente il paese e rilanciare l’economia».
E’
nota l’analisi prospettica che l’autore di “Massoni” ha offerto, riguardo alla
manipolazione della crisi-Covid: dietro, vi scorge la mano della stessa élite
(che definisce massonica e “neoaristocratica”) che architettò l’omicidio di
John Kennedy e il golpe in Cile, fino all’ipotesi terroristica dell’11
Settembre e alle imprese dell’Isis.
Ultima mossa: la paralisi del pianeta per via
“pandemica”, con l’obiettivo di trasformare la dittatura cinese – sorretta
sempre da quell’élite reazionaria – in possibile modello per un Occidente non
più democratico, spaventato col “terrorismo sanitario” e ridotto in condizioni
di sottomissione, con risvolti orwelliani. Di qui una serie di contromosse in
atto, dal fronte “progressista” (che sostenne Trump nel 2016), fino all’opzione
incarnata dal “nuovo” Draghi. Perché sarebbe un bene, se approdasse al
Quirinale?
Per Magaldi,
«potrebbe dare all’Italia una centralità che il nostro paese non ha mai avuto».
In teoria, il momento è propizio: «Tanti personaggi negativi, finalmente,
stanno venendo meno». In Germania, il “falco” Jens Weidmann ha dovuto lasciare la
Bundesbank, e la stessa Angela Merkel è appena uscita di scena. Quanto alla
Francia, le quotazioni di Macron sono in drammatico ribasso. Draghi al Quirinale per sette anni,
dunque? Sì – ribadisce il leader “rooseveltiano” – ma ad una condizione: che non tradisca gli impegni presi
coi “progressisti”, visto che quello che sta accadendo oggi è «qualcosa di
molto più grave e pericoloso del Green Pass».
Chiosa Magaldi, ribadendo il suo monito: «Se non si
trova un ragionevole compromesso sulla storia del bonus edilizio per le
facciate (una vicenda ormai simbolicamente importante), e se Draghi in questi prossimi mesi
non si preoccupa di dare segnali inequivocabili per confermare di aver
effettivamente sposato il paradigma post-keynesiano, senza lasciare più che si sospetti
che vi sia invece un suo ritorno al passato, vi posso dire che il “fratello Mario”
fallirà l’elezione al Quirinale».
Scuola
progressista : un fallimento”.
(Paola
Mastrocola).
Laverita.info-
Alessandro Rico- (25 ottobre 2021)-ci dice :
La
scrittrice Paola Mastrocola ha
pubblicato ,con il marito Ricolfi , un saggio sul declino dell’istruzione: “La sinistra ,da don Milani a
Berlinguer ,l’ha squalificata. Credeva di aiutare i ceti deboli ,ma li ha
danneggiati. E la destra non s’è opposta.”
“Il danno scolastico .La scuola progressista come macchina
della disuguaglianza”.
Il
titolo dell’ultimo saggio dei coniugi
Luca Ricolfi e Paola Mastrocola parla da sé. Due Professori -lui all’università
e lei al liceo-raccontano 60 anni di decadenza dell’istruzione in Italia
Dimostrando
,numeri alla mano, che le idee “illuminate” della sinistra ,la crociata contro
la scuola “classista” e per il “diritto
al successo formativo”, hanno finito per penalizzare i figli delle famiglie
svantaggiate.
Professoressa
Mastrocola ,il libro parte dalla sua intuizione di questo paradosso: quando ha
capito che la “scuola progressista “(voluta dai Dem USA) danneggiava proprio i
ceti bassi”?
“Quando
insegnavo .Una decina di anni fa mi è apparso in modo lampante che l’elemento
fondamentale per riuscire negli studi è la preparazione ,non le origini
familiari”.
Si?
“ Constatavo che anche i figli di
famiglie di ceto alto faticavano ,in primo liceo, perché evidentemente avevano frequentato scuole …diversamente
efficienti”.
Lei
individua due tappe cruciali del declino : la riforma della scuola media ,nel
1963 ,e la riforma Berlinguer ,nel 2000.
“Aggiungo
: fino al 1969 ,alla maturità si portavano tutte le materie degli ultimi tre
anni di liceo”.
E ciò
cosa indica ?
“Che
,a un certo punto, non abbiamo più creduto che lo studio in dose così massiccia fosse utile. E oggi siamo una
società tesa al piacere e al
divertimento , lo studio è l’ultima cosa che cerchiamo. In fondo a cosa serve
conoscer le guerre puniche?”.
Se il
criterio è “come userò un argomento nel
mondo del lavoro” ,il 90 % di ciò che si studia a scuola è destinato a essere
cassato?
“Esattamente”.
L’abolizione
del latino alle medie ,però, più che dall’utilitarismo , fu ispirata dal
progressismo: come lamentava don Lorenzo Milani ,che lei critica nel libro ,quella materia umiliava i figli
dei contadini.
“Questo
è il cardine del pensiero progressista (copiato dai Dem USA).L’idea era che una
scuola “alta” che fa cose difficili ,come il latino e la letteratura antica
,implica uno studio duro ,cui i figli dei contadini ,che erano gli alunni di don Milani ,non arrivavano.
Quindi era meglio parlar loro degli alberi da frutto…”
La sua
tesi al contrario ,è che siano insegnamenti a spingere l’ascensore sociale.
“Lasciamo da parte don Milani .Dopo 60
anni ,ci sono ancora classi deboli,ahimé. A questi ragazzi svantaggiati dobbiamo assolutamente garantire
una scuola “alta”, perché loro non hanno altre risorse ,come i ceti elevati”.
A che
risorse si riferisce?
“Le
famiglie di ceto elevato mandano forsennatamente i loro pargoli a lezione
privata. Poi in belle università all’estero. E quando ne escono li aiutano con le loro conoscenze. Invece i
ceti bassi hanno bisogno di una scuola di qualità ,che li prepari ,non che li
faccia giocare e divertire”.
Quali
sono le colpe della riforma Berlinguer?
“Aver
introdotto il Piano per l’offerta formativa”.
Che
male c’è ?
“Intanto ,nel mondo della scuola è
entrata la parola “offerta”, che vedevamo solo nei supermercati”.
Dunque
,è stata la sinistra a inoculare nell’istruzione la logica del mercato?
“Certo
,anche se ciò viene sempre negato. E’ un demerito che viene attribuito alla
riforma Gelmini .Ma sa cosa vuol dire pensare che la scuola debba offrire qualcosa ?”
Che
vuol dire ?
“Che
la scuola ha svalutato le discipline “normali”. Una scuola “si offre” non per quanto si occupa di Dante
,di grammatica ,o di algebra .Si offre per il corso di educazione alimentare
,la gita nelle Langhe ,l’educazione alla cittadinanza…La scuola ha abbandonato
la sua sostanza culturale per diventare un’agenzia delle educazioni”.
In
questo discorso ,rientra anche
l’alternanza scuola-lavoro ,introdotta dal governo Renzi?
“Questo fa parte dell’idea per cui la
scuola deve essere “utile”. E invece bisognerebbe rivendicare la sublime
inutilità ,immediata e non verificabile ,dello studio”.
Si
spieghi.
Quando
studio filosofia ,algebra ,letteratura o arte, non so quanto e a cosa tutto ciò
mi servirà. Sono d’accordo che la scuola debba preparare al lavoro , perché gli
imprenditori non trovano gente che sappia fare qualcosa. Ma non voglio che si
sopprimano quella parti di studio apparentemente non spendibili .La parola
“spendibile” è una delle più atroci tra
quelle che sono state introdotte a scuola”.
Lo
ripete da anni.
Dal
2004 ,quando pubblicai “la scuola raccontata al mio cane”.
E
quando criticava la riforma Berlinguer ,veniva osteggiata ?
“Eeeeh…”(Sorriso
amaro). “ A scuola ,entrando in sala insegnanti ,trovavo sul tavolo
,appiccicate con il nastro adesivo ,le lettere dei colleghi contro di me”.
Altro
paradosso : se quella riforma l’avesse ideata
un governo di destra, l’avrebbe bloccata?
“Ma
certo .Allora non si poteva parlar male di quella riforma. Io non capivo : era
evidente che stavamo andando verso il disastro, ma quasi tutti mi davano
contro”.
I
genitori come si comportano ?
Sono
strenui paladini dei figli .Se l’insegnante dà un 4,si presenta la madre :”Non capisco questo voto, mio figlio ha studiato”.
L’imputato è l’insegnante ,mai l’allievo”.
E
quindi ?
“L’insegnante è molto solo : il
preside dà ragione quasi sempre ai genitori”.
Come
si fa ad essere buoni insegnanti?
“Con
la passione per le cose che insegnano .Poi ci vogliono empatia e un profondo
desiderio di andare in classe a trasmettere l’amore con cui uno “sa”.
In che
misura un buon insegnante può tamponare i difetti della scuola?
“In
una buona misura ,secondo me. Ciò che ha salvato la scuola italiana è stata
proprio la scollatura tra le riforme e quel che l’insegnante fa davvero in classe”.
Cioè ?
“Io
,delle riforme, me ne sono sempre infischiata “.
Ad
esempio ?
“La
riforma Berlinguer abolì il tema ,sostituendolo con articoli e saggi brevi
,basati su pagine e pagine di fotocopie. Io ho continuato imperterrita dare
temi liberi”.
Perché?
“Che
i miei ragazzi imparassero a scrivere la
consideravo una priorità. E se lei vuole insegnare a qualcuno a scrivere , gli
deve mettere un foglio bianco davanti .Fine”.
Il
ministro Patrizio Bianchi sostiene che si debba “ andare oltre la lezione
frontale”,per “sperimentare forme alternative di didattica laboratoriale,
condivisa ,esperienziale ,emotiva”.
“Mi
viene da piangere”.
Ecco…
“Tra
tutti i ministri che potevamo avere , perché proprio un invasato di pedagogia?”.
Che ha
di male la pedagogia ?
“I
pedagogisti insegnano come si insegna.
Ma noi abbiamo bisogno di potenziare l’oggetto dell’insegnamento ,non il
metodo .E’ come se lei volesse preparare una torta di mele e io continuassi a
inviarle ricette. Dammi gli ingredienti ,fammi fare quella torta!”.
Nel
libro ricorda che quando proponeva la traduzione dell’ “Iliade” di Vincenzo
Monti (“Cantami o Diva ,del pelide Achille l’ira funesta…”), gli alunni erano
estasiati.
“Restavano
a bocca aperta”.
Ancora
un paradosso : gli studenti vogliono la didattica alta?
“Si ,
perché non sono stupidi come pensiamo! E capiscono la bellezza! La versione in
prosa sarà pure semplice , ma è di una tristezza infinita. Vogliamo dare
qualcosa di più ai ragazzi ?
Non
glielo stiamo dando?
“La
scuola progressista elimina la difficoltà
: una poesia del trecento è troppo difficile, non te la insegno. Magari ci
metto un anno , ma alla fine di quell’anno ,se mi segui ,la saprai capire .Non
è straordinario ?”.
Perché
il centro destra non ha invertito la tendenza?
“Me lo
dica lei ,perché me lo chiedo da anni .La
destra poteva veramente cavalcare gli sbagli della sinistra sulla scuola
,proponendo un modello diverso. Era nelle sue corde. Perché diavolo non lo ha
fatto? Ha continuato tale e quale la riforma Berlinguer. Non ha mai preso sulle sue spalle il tema
della cultura. E così alimenta il luogo comune che, con la cultura, essa non
c’entri niente.Peccato”.
Non si
può tornare al passato : lo riconoscete anche lei e il professor Ricolfi. E
allora ? Che si fa?
“Niente”.
Niente?
“Io e Luca abbiamo scritto questo
libro per disperazione , ma anche per dovere: volevamo lasciare una testimonianza.
Abbiamo raccontato 60 anni di scuola.
Volutamente non abbiamo indicato una via, perché la via è stata già intrapresa:
è la via europea ,occidentale. E’ la via dello sfascio culturale”.
Ci
lasciamo con questo finale pessimista?
“Le
parole del ministro Bianchi ,che lei ha citato ,rappresentano esattamente il
futuro che attende la scuola. Anzi, sto rispondendo alla mia domanda di prima”.
Cioè ?
“Hanno
nominato Bianchi perché è un esponente di questa visione pedagogista ,europeista e politicamente
corretta.
Arriverà
la “cancel culture” ?
“E’
già arrivata . Viviamo sotto una cappa linguistica”.
Una
rivoluzione dovrebbe partire dai genitori ?
“Bé ,
io credo nella ribellione individuale .Possibile che un genitore ,che si accorge che il figlio
non sta imparando niente ,non insorga ?”.
Stop
al disegno di legge sull'”omotransfobia”.
Il ddl
Zan non supera la prova del voto segreto:
il
Senato lo affossa, approvata la ‘tagliola’ di Lega e Fdi.
Ilriformista.it-
Carmine Di Niro-(27 Ottobre 2021)- ci dice :
Il ddl
Zan non supera la prova del voto segreto: il Senato lo affossa, approvata la
‘tagliola’ di Lega e Fdi.
Il ddl
Zan contro l’omotransfobia non passa la prova del voto segreto al Senato.
L’Aula ha infatti approvato con 154 voti favorevoli, 131 contrari e due
astenuti le richieste di Lega e Fratelli d’Italia di non passaggio all’esame
degli articoli del disegno di legge, la cosiddetta ‘tagliola’.
L’iter
in Senato della proposta che porta il nome dell’esponente Dem Alessandro Zan si
blocca dunque dopo essere stata approvata dalla Camera. Il destino del disegno
di legge pare ormai di ‘morte certa’, almeno in questa legislatura.
Il ddl infatti, dopo il voto favorevole (ma di
fatto di significato contrario) dell’Aula del Senato di oggi, tornerà in
Commissione e non potrà essere messo in calendario per sei mesi. Ma con in
ballo la legge di Bilancio, salvo sorprese non ci saranno i tempi minimi per
provare ad occuparsi nuovamente di una legge contro l’omotransfobia, anche
considerando l’inizio di una campagna elettorale con vista 2023 che renderà gli
schieramenti sulle barricate sui temi più identitari.
La
presidente Elisabetta Casellati in mattinata aveva accolto le richieste firmate
da Roberto Calderoli e Ignazio La Russa definendo ammissibile il voto segreto,
in base a regolamenti e precedenti, sulle richieste di “non passaggio all’esame degli
articoli”.
Una decisione, quella della presidente Casellati, contestata in Aula da Partito
Democratico, Leu e Movimento 5 Stelle.
(Chi
ha votato contro il ddl Zan col voto segreto: il giallo dei 16 ‘infedeli’,
sospetti del PD sui renziani.)
Lega e
Fratelli d’Italia avevano chiesto infatti di andare direttamente al voto finale
evitando così l’esame degli emendamenti al testo su “Misure di prevenzione e contrasto
della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul
genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”
Illustrando
la proposta di non passare all’esame degli articoli del ddl, Calderoli aveva
spiegato in aula: “Piuttosto di fare una porcata, e io me ne intendo, preferisco
fermarci qui”. Per l’ex vicepresidente dell’Aula “non è una bocciatura di una legge, si
può ripartire immediatamente ad esaminare un testo vero, meglio uno stop oggi
che un ahimé domani”.
Alessandro
Zan al contrario aveva chiesto alla presidente Casellati di non concedere il
voto segreto che “avrebbe potuto uccidere la legge”. “La Lega ha chiesto il voto della
tagliola, questo dimostra che vuole affossare la legge. Il rinvio è un bluff.
Quelli della Lega non hanno detto ‘ritiriamo la tagliola per cercare una
mediazione’, hanno detto ‘rinviamo il voto della tagliola’. Ma votarla oggi o
tra una settimana non cambia”, ha spiegato Zan a “L’aria che tira” su La7.
Zan
che questa mattina si era detto ottimista: “Io sono convinto che Italia Viva
voterà con noi e la tagliola non dovrebbe passare. Poi ci sono tanti del gruppo Misto
che hanno già dichiarato che voteranno contro la tagliola, sono abbastanza
tranquillo che questa operazione della Lega non passerà“.
LE
REAZIONI AL VOTO – Immediate le ripercussioni del voto. Elio Vito, deputato di Forza
Italia, ha annunciato le dimissioni da responsabile del dipartimento Difesa e
sicurezza del partito. “La mia lettera di dimissioni al Presidente Berlusconi da
responsabile del dipartimento Difesa e sicurezza di Forza Italia, dopo che è
stato annunciato al Senato il nostro voto favorevole al non passaggio agli
articoli del #DDLZan”, scrive sui social allegando anche la foto del testo
inviato al Cavaliere.
Durissima la reazione da Italia Viva, che attribuisce
le responsabilità dello stop a PD e Movimento 5 Stelle.
“Quanto appena accaduto in Senato rappresenta
una brutta pagina per la storia dei diritti del Paese. Oggi avremmo potuto tutelare chi è
vittima di aggressioni contro la comunità Lgbt. E lo avremmo potuto fare da tempo,
arrivando ad un compromesso con chi si era già detto disponibile al dialogo in
Parlamento.
Parte
del Pd e i 5stelle hanno preferito invece andare allo scontro muro contro muro,
anche se sapevano che il rischio era questo. Ora i giochi sono fatti. Come
Italia Viva abbiamo tentato fino all’ultimo di scongiurare questo esito. Spiace
che altri abbiano scelto di giocare sulla pelle dei tanti che, invece, attendevano
e meritavano questa legge”, spiega la senatrice Laura Garavini, Vicecapogruppo
vicaria Italia Viva-Psi.
Il
principale artefice del testo, Alessandro Zan, sottolinea invece che “le responsabilità” della bocciatura
in Aula “sono chiare”. “Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le
sirene sovraniste che volevano affossare il Ddl Zan è il responsabile del voto
di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo
di civiltà”, ha spiegato il deputato Dem chiamando in causa i renziani.
Pd,
che però vede anche una posizione più ambigua, quella dell’ex capogruppo Andrea
Marcucci, ‘voce’ più vicina a Renzi tra i Dem. Sono amareggiato per l’esito del
voto del Senato. Per mesi ho messo in guardia in tutti i modi per una gestione
fallimentare del provvedimento. Alla positiva apertura del segretario Letta,
non è seguita una linea volta a trovare un accordo. Credo che il Pd dovrà interrogarsi a
fondo su quanto è avvenuto”, ha precisato Marcucci.
Ma da
quest’orecchio il segretario Letta non vuole sentire ragioni, anzi: per il neo
deputato chi ha votato per la tagliola “ha voluto fermare il futuro. Hanno
voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro
inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà”.
Stesso tenore anche nella reazione di Giuseppe
Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle, come “l’alleato” Letta, sottolinea che
“chi
gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi
temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari”.
(Carmine
Di Niro).
Biglino:
“custodi della Terra” minacciati, come aiutarli.
Libreidee.org-Giorgio
Cattaneo-Mauro Biglino-( 28/10/2021)-ci dicono:
Un
libro non può cambiare il mondo, ma può dare un contributo concreto a una
piccola parte di umanità che ha grande rilievo per il mondo.
Il
libro è “La Bibbia Nuda”, nel quale Giorgio Cattaneo intervista lo scrittore e
studioso esperto di religioni Mauro Biglino; la comunità è quella degli indios
del villaggio Jenipapo-Kanindé in Brasile. Due mondi distanti, resi vicini
dalla volontà di Biglino di donare il ricavato derivato dai diritti editoriali
a un progetto di sostegno alla comunità indigena.
Quello voluto da un gruppo di donne italiane:
il medico Elisabetta Soro, l’imprenditrice alberghiera Emanuela Piazza,
entrambe residenti in Italia, e Paola Panzeri, insegnante di yoga in Brasile e
braccio operativo sul territorio dell’organizzazione. I popoli indigeni sono i
migliori “custodi della Terra” perché da millenni vivono in armonia con la
natura preservandone l’integrità. Un’umanità variegata costituita dal 5-6%
della popolazione mondiale (circa 400 milioni di persone) capace di tutelare
nel loro territorio l’80% della biodiversità mondiale.
Nel
Ceará (Nordest del Brasile) vivono 14 popoli, tra i quali gli indios del
villaggio Jenipapo-Kanindé. Una realtà nata intorno alla Lagoa Encantada, la
laguna incantata sacra ai nativi, dalla quale si dirama una foresta che si
arrampica sulle dune fino ad approdare alle spiagge senza fine dell’Oceano
Atlantico. Una sorta di paradiso terrestre, dove vivono 476 persone in armonia
con la natura. A capeggiarle è stata fino a poco tempo fa Maria de Lourdes
Conceição, meglio conosciuta come “Cacique Pequena”, capo di tutte le tribù
indigene della regione e prima donna a ricoprire tale ruolo nell’intero Sud
America.
Una
signora carismatica e piena di energia, capace di preservare le antiche
tradizioni indigene sviluppatesi nel corso dei secoli e a trasmetterle alla
comunità anche tramite l’insegnamento della lingua d’origine a scuola. Giunta a
75 anni, ha ceduto lo scettro di responsabile comunitaria a un’altra donna,
“Cacique Irè”.
Di
recente sono arrivate la riduzione dei contributi governativi alla comunità e
le politiche ostili di Jair Bolsonaro, il presidente del Brasile. Atteggiamento
avverso agli indios, che ha accentuato i tentativi di “conquistare” le terre
indigene da parte di speculatori, desiderosi di profittare della bellezza del
luogo per farne un resort di lusso o per sfruttarne le risorse naturali. Azioni
condotte per lo più con la seduzione del denaro e di promesse di vita felice in
città, a volte con arroganza sfociata in alcuni casi in vere e proprie minacce
di morte.
Secondo l’Articolazione dei Popoli Indigeni
del Brasile (Apib) la politica anti-indigena «ha incitato e facilitato le
invasioni di terre indigene» da parte di gruppi interessati nell’estrazione di
materie preziose e legname, «causando deforestazione e contaminazione da
mercurio e minerali pesanti o Covid-19, colpendo così la vita, la salute,
l’integrità e l’esistenza stessa delle popolazioni indigene in Brasile». Un
obiettivo perpetrato anche cercando di smantellare enti destinati alla tutela
degli indios, come il Funai (Dipartimento agli Affari Indigeni del Brasile) o
il Sesai, il sistema sanitario indigeno.
La
situazione critica ha indotto Elisabetta, Emanuela e Paola a escogitare via
alternative per supportare il villaggio nella vita quotidiana e a preservare il
territorio. In particolare, nel 2020 è stata avviata una raccolta fondi a
sostegno degli studenti della scuola elementare della comunità. Iniziativa
sfociata nell’acquisto di materiale didattico, della divisa scolastica (obbligatoria
in Brasile), delle mascherine e di borracce in fibra di cocco. Parte del
ricavato della raccolta ha finanziato le iniziative per la tutela delle culture
indigene. In particolare, ha contribuito al viaggio a Brasilia, distante oltre
2.000 chilometri, di 50 donne rappresentanti delle varie comunità indios del
Ceará per protestare contro le leggi volute da Bolsonaro per togliere i diritti
agli indigeni.
Attivismo sfociato lo scorso agosto con la
presentazione presso il Tribunale penale internazionale dell’Aja, nei Paesi
Bassi, di una denuncia per genocidio e crimini contro l’umanità a carico del
presidente brasiliano.
Un
dossier dove si evidenzia come il governo abbia agito per «sterminare in tutto
o in parte» i popoli indigeni, «sia attraverso la morte delle persone per
malattia o omicidio, sia attraverso l’annientamento della loro cultura,
risultante da un processo di assimilazione». L’impegno delle tre italiane è
proseguito nel tempo per fare fronte alle necessità della comunità, come
l’appello per recuperare coperte e indumenti pesanti per la trasferta a
Brasilia o la lotteria organizzata per raccogliere i soldi per comprare un
cellulare a Cacique Irè per mantenere la rete sociale con le altre comunità
indigene.
A volte l’offerta è arrivata da privati, come
la donazione di materiale scolastico da parte di una struttura ricreativa
locale o di libri per l’infanzia forniti da amici e cittadini comuni. Ora si
stanno riprogrammando le visite di scuole al piccolo museo locale e di piccoli
gruppi per escursioni nella natura o le degustazioni di cibo locale.L’obiettivo
è di raccogliere fondi per realizzare e consegnare tavoli e sedie per la mensa
scolastica, sempre realizzate con il riciclo di materiali, in questo caso i
pallet per il trasporto delle merci.
Da fare c’è pure l’ampliamento del tetto della
mensa utilizzando elementi naturali come legno e paglia. Le ambizioni, però,
sono molte: creare un’area multifunzionale culturale con computer e proiettori,
graduale ampliamento della scuola, miglioramento delle strutture igieniche,
costruzione di un ambulatorio medico per controlli periodici dei bambini e
degli adulti, attivazione di corsi di formazione volti alla consapevolezza
ambientale, ecologia, alimentazione e salute.
Un
serie di finalità per il quale Mauro Biglino sta fornendo, come anticipato, il
proprio apporto devolvendo alla causa i diritti d’autore del suo ultimo libro.
(Estratti
dall’articolo “A difesa dei custodi della Terra”, pubblicato da “Slow
Revolution” il 25 ottobre 2021).
Con
questo Parlamento l'elezione
per il Quirinale sarà uno show.
Masn.com-Huffpost- Pietro Salvatori-(27-10-2021)- ci
dice :
Il
tabellone dell'aula del Senato con l'esito della votazione sulla cosiddetta
'tagliola', chiesta da Lega e FdI, Roma, 27 ottobre 2021. A favore, 154
senatori, 131 i contrari e due astenuti. Salta cosi' l'esame degli articoli ed
emendamenti del ddl Zan, per cui l'iter si blocca.
Il
tabellone dell'aula del Senato con l'esito della votazione sulla cosiddetta
'tagliola', chiesta da Lega e FdI, Roma, 27 ottobre 2021. A favore, 154
senatori, 131 i contrari e due astenuti. Salta cosi' l'esame degli articoli ed emendamenti
del ddl Zan…
È Pier
Luigi Bersani a dire quel che pensano tutti i leader ma che nessuno ha il
coraggio di dire: ”Temo una prova generale per il quarto scrutinio per il
Quirinale”.
Parla per fatto personale, Bersani, ma parla anche a ragion veduta. Perché nel
voto sul ddl Zan si sono palesati tutti gli incubi del centrosinistra allargato
ai 5 stelle: i gruppi sono fuori controllo.
Dal
pallottoliere mancano almeno 18 voti, che considerando i 149 stimati
inizialmente significa che un 15% di quella compagine è fuori controllo. Dice
anche Bersani che ӏ tempo che il campo progressista prenda piena coscienza
della situazione”. Perché in effetti il problema è tutto da quella parte dell’emisfero
politico. Almeno
sulla legge Zan il centrodestra ha marciato compattamente, incassando più del
preventivato.
I
giallorossi, così come li avevamo conosciuti ai tempi del secondo governo di
Giuseppe Conte, non esistono più. I sospetti di Pd e M5s si addensano tutti su
Italia viva, che risponde sdegnata alle accuse. Dice un senatore Dem che “se
quelli, che fanno tanto i riformisti, in Sicilia hanno fatto l’accordo con
Micciché di cosa stiamo parlando esattamente?”. Se c’era bisogno di una prova
che quella compagine non esistesse più eccola servita su un piatto d’argento,
nonostante Enrico Letta continui a lavorare sulla sua idea di campo largo, di
Ulivo 2.0 con tutti dentro. Una che a Palazzo ne ha viste tante come Emma
Bonino lancia un segnale al Nazareno: “Letta valuti bene chi si sceglie
come alleato”.
Mentre
si consuma la sconfitta, Giuseppe Conte è a Palazzo Madama per incontrare i
parlamentari di alcune Commissioni. Il primo pensiero va lì: “Ma sono stati
quelli di Italia viva? Ora li dobbiamo attaccare”. I suoi non si fanno pregare,
il bersaglio è fin troppo facile. Ma non si possono nascondere i fatti: anche
se tutti i renziani presenti avessero votato a favore della tagliola che ha
affossato lo Zan, mancherebbero all’appello altri 8 voti. Non una valanga, ma
nemmeno pochi se proiettati sui giochi quirinalizi.
E non
basta nemmeno il capro espiatorio di Italia Viva per esaurire tutti gli
strascichi di un voto che lascerà più di una cicatrice sul campo. Sentite
Gianluca Castaldi, che per i 5 stelle è stato sottosegretario ai Rapporti con
il Parlamento: ” L’hanno affossato Italia viva e una decina del Pd”. Castaldi proprio un passante non
è, il clima di diffidenza tra quelli che prima del governo insieme sono stati
arci nemici si è irrobustito dopo la sconfitta. Dice un senatore pentastellato:
“Se
pensiamo che basti un pranzo tra Conte e Letta per andare d’amore e d’accordo
non abbiamo capito nulla”. A microfoni accesi tutti i 5 stelle sono sicuri: il gruppo
ha votato compatto. Appena si spengono nessuno è pronto a mettere la mano sul
fuoco che qualche franco tiratore non sia ascrivibile alle loro fila. E
d’altronde anche nel Pd sono volati stracci, con la senatrice Valeria Fedeli in
lacrime a chiedere che si dimettessero i responsabili di una partita gestita
così male e alcuni colleghi che le puntano il dito contro lei e contro i
cattolici del partito, di aver ingrossato le fila del centrodestra.
“Una
bella prova di forza”, si fa bello un senatore leghista, mentre Ignazio La
Russa passa in rassegna i colleghi M5s cantilenando “chi troppo vuole nulla
stringe”. Le
truppe del Carroccio, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia si sono ingrossate
nel voto segreto, un dato che non è passato inosservato nella war room del Pd. Al Nazareno sono consapevoli che, a
partire dal quarto scrutinio quando basterà la maggioranza assoluta del
collegio elettorale, al centrodestra mancherebbero appena una cinquantina di
voti per eleggere un proprio uomo al Colle.
Matteo
Salvini gongola, reputa “sconfitta l’arroganza di Pd e 5 stelle, Giorgia Meloni
definisce “patetiche” le accuse di Letta e di Conte. Il segretario Dem aveva tuonato:
“Hanno voluto fermare il futuro, hanno voluto riportare l’Italia indietro”. Ecco il capo politico M5s: “Chi gioisce del sabotaggio del ddl
Zan dovrà renderne conto al paese”.
Non il
miglior clima per mettersi tutti insieme intorno al tavolo e scegliere il
successore di Sergio Mattarella. Un ministro scrolla le spalle: “C’è un clima strano,
diventa ogni giorno più difficile andare avanti”. Rinvigorito dal risultato, Salvini
spiega che ha già un po’ di nomi in mente, ma è presto per parlarne.
Vuole
essere lui a dare le carte. Francesco Boccia attacca Italia viva attraverso il
suo capogruppo al Senato: “Salvini e Faraone dicono le stesse cose, spero che provino
un po’ di vergogna”. C’è sempre Renzi nel mirino, ma i problemi sono più
profondi. “Molti
dei nostri guardano al centrodestra, cercano un modo per ricandidarsi”,
commenta un senatore M5s.
Andrea Marcucci, che del Pd è stato capogruppo a
Palazzo Madama, è secco: “Una strategia fallimentare, bisognerà riflettere”. E
bisognerà farlo in fretta: al voto sul Quirinale mancano meno di tre mesi.
Covid, la vera "deriva
antiscientifica"
l'ha presa lo Stato...
Affaritaliani.it-
Paolo Diodati-(27 ottobre 2021)- ci dice:
La
giornata odierna, 26/10/21, per me è iniziata con una bella notizia. Bella per
quell'istinto animalesco che ogni tanto, (quando è troppo, è troppo...)
riemerge. Ho letto testualmente "Di Battista e Speranza vengono alle
mani in sala stampa". Poiché dalle foto che si vedono in rete, ci si fa
un'idea di un Di Battista alto, sportivo ed ercoluto e di uno Speranza
mingherlino e gracilino, ho istantaneamente pensato "Bravo Di Battista...
gli ha menato!" Grande delusione per il video: Di Battista, pensando che
il poverino potesse chiamare il Pronto Soccorso al solo contatto con un dito
dell'urlante apparente picchiatore teneva, prudentemente, le mani dietro la
schiena. Quindi niente botte, ma solo insulti e urla.
Di
Battista gli strillava di ridursi lo stipendio e Speranza, a corto di
argomenti, non poteva che urlargli "fascista!". Al che l'aitante mancato picchiatore fascista, non
poteva che mettersi quasi a piangere per la rabbia. Quanti argomenti comici, tragici e tragicomici avranno
i posteri, dovuti all'attuale psicopatologia ipocondriaca dei nostri auto
illuminati e autonominatisi scienziati di serie A, capeggiati da due campioni
conclamati dell'anti scientificità, come Mattarella e Speranza. È tanta la fiducia sull'immunità data
dai vaccini che Landini & C, bivaccinati e ovviamente con nazi pass, si
sono meravigliati per aver dovuto sottoporsi al tampone, prima di poter parlare
con il super protetto Super Mario.
Passiamo
a cose che, sembrerebbero, più serie. Chissà se qualcuno riuscirà mai a far
capire a Mattarella la gravità delle sue espressioni riferite a fior di
scienziati.
Converrebbe inviargli l'elenco delle migliaia di scienziati e professori
universitari che hanno firmato richieste inviate all'EMA, per avere risposte ai
loro quesiti, senza mai ottenere un minimo di contentino magari con una riga
standard "Grazie per le segnalazioni, avrete le risposte appena
possibile." Neanche una parola, perché atterriti dai quesiti a cui non sapevano e non
sanno rispondere.
E lui,
il super partes, l'arbitro che invece di cercare di comporre le risse (perché,
se il sordo presidente non l'avesse capito, siamo alla rissa scientifica oltre
che alla prevista guerra civile moderna) mena sempre e, per sua sfortuna (che
ben merita) dà botte da orbi a chi ha dimostrato d'avere ragione.
Data
la sicurezza e il disprezzo indecente che cotanto illuminato presidente
dimostra verso le migliaia di scienziati seri e coscienziosi di tutto il mondo
firmatari di dichiarazioni e dubbi che, snobbati totalmente oggi, saranno
certamente ricordati e citati nel futuro, perché da democratico quale si
professa, non fa organizzare un incontro teletrasmesso a reti unificate, tipo
Tribuna Vaccinale, per rispondere al fuoco delle domande di alcuni di quegli
scienziati a cui lui attribuisce la colpa della deriva antiscientifica in atto
in Italia e nel mondo? Conosce l'attuale posizione dei ricercatori del prestigioso
Istituto Mario Negri?
Anche
loro responsabili della deriva antiscientifica che aumenterà, in seguito ai
loro lavori? Solo un pappagallo, può parlare di deriva antiscientifica in atto, senza avere il minimo dubbio sulla
posizione davvero antiscientifica che lui passivamente ha subito dall'inizio,
imposta da Speranza per bassi e sballati motivi politici (la celebre egemonia
culturale della sinistra, ottenibile grazie alla pandemia).
E Mattarella ha parlato pochi giorni fa,
totalmente a sproposito addirittura a Pisa, all'inaugurazione dell'a.a.
2021-2022, di "deriva antiscientifica" in corso in Italia. E tutti
zitti!
La
deriva antiscientifica è dovuta anche a eroi e medici-ricercatori pazienti e
laboriosissimi come Luca Speciani e Fabio Milani. Entrambi, dopo lo sbandamento
generale dell'inizio pandemia, sono stati tra i primi a ridimensionare il numero dei morti
per covid e a non perdere d'occhio e non sottovalutare i morti da vaccino e
quelli con effetti collaterali non trascurabili. Inoltre hanno curato a domicilio sia
i propri pazienti affetti da covid che quelli dei loro colleghi, che non
andavano dai propri assistiti, temendo d'essere contagiati, quindi entrando nel sempre più folto
gruppo di affetti da psicopatologia ipocondriaca degli scienziati governativi.
Efficace
affermazione di Fabio Milani: i medici che non vanno a visitare i loro
assistiti, possibili malati di Covid, sono come i bagnini che avendo terrore
dell'acqua, non vanno a salvare chi sta affogando. Perché, purtroppo per Mattarella,
nella deriva antiscientifica c'è proprio lui, che dovrebbe leggere almeno il
sunto degli articoli del filosofo della scienza Ermanno Bencivenga (la scienza è sempre confronto tra
posizioni diverse) e ascoltare un altro filosofo, Massimo Cacciari, maestro di buon
senso, qui proposto come suo successore, per il bene dell'Italia.
Lui,
il presidente che ha permesso la deriva, ostinandosi a tenersi Speranza, nemico
del confronto con la seria opposizione scientifica e impuntandosi pure
cocciutamente, nella deriva presidenziale, non permettendo elezioni anticipate,
anche perché la massa sproporzionata di grillini pesi morti, doveva e deve
terminare la legislatura per... non perdere la pensione!
Lui, che ha portato il nostro paese a diventare una
dittatura sanitaria affetta da psicopatologia, in cui il governo ipocondriaco
s'è messo in testa un programma irrealizzabile di terapia preventiva, imponendo
vaccini addirittura con sperimentazione incompiuta, oltre che alle rassegnate
pecorelle, anche a gente che aveva scelto, e risceglierebbe, persone come
Speciani, Milani, Grimaldi ecc... (ormai in rete si trovano pagine e pagine di medici,
gruppi e centri specializzati in cure a domicilio, di cui la dittatura ancora
imperante non parla).
E ora,
proprio oggi, è arrivato addirittura Crisanti, con l'ovvia ammissione
"Gl'Italiani non sono mica stupidi...". Ovvia, ma anche bomba, per avere
finalmente e definitivamente incrinato il fronte dei vaccini a oltranza.
Per
Crisanti gl'Italiani, di fronte alla terza dose che per alcuni dei veri
scienziati di serie A, darebbe la protezione per due mesi, difficilmente
seguirebbero i replicanti Speranza, Draghi e Capo, nella loro ipocondriaca
terapia preventiva a vita.
Dopo
che anche Bassetti ha riconosciuto che a) l'immunità naturale è di gran lunga
più sicura di quella traballante da vaccino, b) ci sono cure certamente
risolutive per il Covid, la resa dei nazi-talebani dell'ipocondriaco governo
terapeutico, magari anche con l'aiuto di qualche psichiatra, sembra finalmente,
vicina. Alzeranno
una grande bandiera bianca, dicendo "Che fatica ma, alla fine,
abbiamo vinto! Ai debiti ci penseranno i prossimi governi!"
Afghanistan:
“Ho dovuto vendere
mia Figlia per 500 dollari.”
conocenzealconfine.it-
Leone Grotti-(28 Ottobre 2021)- ci dice :
(TelegramTwitterFacebook)
Il
paese conquistato dai talebani è piombato in una crisi umanitaria senza
precedenti. Un milione di bambini rischia di morire di fame e molte famiglie
vendono le bambine più piccole per procurarsi da mangiare.
Continua
a peggiorare la crisi umanitaria in Afghanistan. Oltre la metà della popolazione,
22,8 milioni di persone, fatica a trovare da mangiare; la salute di 3,2 milioni
di bambini sotto i cinque anni è a rischio per malnutrizione e di questi almeno
un milione rischia di morire. Solo il cinque per cento delle famiglie afghane, secondo le
Nazioni Unite, ha abbastanza da mangiare ogni giorno. Tanto che molti, rivela
la Bbc, sono costretti a vendere i propri figli per sbarcare il lunario.
L’Afghanistan
senza aiuti e medicine.
Il 40
per cento del Pil dell’Afghanistan dipende dagli aiuti umanitari. E i
finanziamenti, dopo la conquista del paese da parte dei talebani ad agosto,
sono stati interrotti. Il reparto dell’ospedale di Medici senza frontiere (Msf)
ad Herat, che accoglie bambini gravemente malnutriti è strapieno. Un piccolo su cinque, in media, non
riesce a sopravvivere.
“Sento
nella mia carne il dolore del mio bambino”, racconta la mamma di due gemelli,
ricoverati nell’ospedale di Msf per malnutrizione. “Solo Dio sa che cosa passo quando
li guardo. Non abbiamo soldi per comprare da mangiare, mio marito è senza
lavoro: il mondo deve aiutare il popolo afghano”.
Medici
e infermieri fanno quel che possono per salvare i bambini, ma sono loro stessi
in difficoltà: non ricevono lo stipendio da quattro mesi e le scorte di medicinali sono
quasi terminate.
“Ho
venduto mia figlia per 500 dollari.”
Nelle
campagne circostanti la città di Herat la situazione è anche peggiore. “Una delle mie figlie è morta di
fame”, spiega una mamma nascondendo dietro un velo pesante la sua identità. “Ecco perché ho dovuto vendere la mia
bambina più piccola. Non avrei voluto farlo, ma che scelta avevo?”. Il marito è senza lavoro e non sa
come comprare da mangiare ai figli: “In questo momento stiamo morendo di fame.
Non abbiamo farina, non abbiamo olio. Non abbiamo niente. Mia figlia è ancora
piccola, non conosce il suo futuro. Non so come si sentirà quando lo scoprirà,
ma ho dovuto farlo“.
La
neonata è stata venduta a una ricca famiglia per 500 dollari. Appena sarà in grado di camminare,
verrà consegnata ai suoi nuovi genitori. In teoria, dovrebbe essere sposata al
figlio dei compratori, “ma nessuno può saperlo con certezza”. Altre famiglie nel villaggio hanno
venduto le figlie per procurarsi da mangiare per alcuni mesi.
(Leone
Grotti- tempi.it).
BOLIVIA
– Ex Presidente Evo MORALES: “Nella politica del Nuovo Ordine Mondiale è
prevista la riduzione della popolazione “non necessaria”‘
Detoxed.info
- John Cooper-(25 Ottobre 2021 )- ci dice :
L’ex
Presidente della Bolivia Evo Morales ha messo in dubbio l’esistenza del
coronavirus (Covid 19) durante un evento tenutosi nella città di Oruro. Ha sottolineato che tutto questo
avrebbe a che fare con una politica di riduzione della popolazione guidata dal
Fondo Monetario Internazionale (Fmi).
Evo
MORALES: “Sono
convinto che questa pandemia faccia parte di una guerra biologica”.
In una
conferenza stampa, l’ex presidente della Bolivia ha ritenuto che “per il
capitalismo, i poveri non sono necessari per lo Stato” ed ha incolpato il
“Nuovo Ordine Mondiale” per il Covid 19.
L’ex
presidente boliviano Evo Morales giovedì si è detto convinto che la pandemia
del Covid 19 sia il prodotto di una “guerra biologica”.
“La
pandemia che stiamo affrontando… sono convinto che faccia parte di una guerra
biologica. Il capitalismo, l’imperialismo esporta le armi nucleari, le armi
chimiche… e persino biologiche. Saranno stati 5 o 6 anni fa che lessi un rapporto del
FMI che affermava che nella politica del Nuovo Ordine Mondiale una
pianificazione della riduzione della popolazione “non necessaria” era
importante “, ha affermato.
“Voglio
essere un difensore non solo dei diritti individuali e collettivi, ma anche dei
diritti delle persone più umili. Per il capitalismo i poveri non sono necessari per lo
Stato, e questa pandemia uccide prima le persone che hanno meno, le persone
anziane, le persone con disabilità. Sono convinto che questa pandemia
faccia parte di una guerra biologica ” , ha detto.
Conduttrice
argentina Viviana CANOSA: “Politici, medici complici e media pagheranno per le
menzogne sul Covid una volta finita la pandemia.”
Detoxed.info-
John Cooper-(5 Settembre 2021)-ci dice :
La
conduttrice del notiziario argentino A24 Viviana Canosa si sfoga in diretta tv
esponendo le
menzogne del Covid e mettendo in guardia politici, medici complici e media dal
continuare il lavoro sporco che stanno attuando per spaventare e confondere
sempre più le persone.
La
Canosa fa anche notare che ora molte persone che potrebbero sopravvivere
vengono uccise proprio per le cure subite.
Viviana
Canosa non si ferma davanti a nulla quando si tratta di dare le sue opinioni
forti. In questa, come in altre occasioni, ha attaccato il personale sanitario.
La
conduttrice di A24 ha mosso pesanti accuse ai medici. Secondo la versione di Canosa, mentono su alcuni certificati di
morte. Ha
sollevato in diretta che le diagnosi e le cause di alcuni decessi potrebbero non
essere reali. “C’è un lavoro con la pandemia che fa schifo. Penso che ci sveglieremo e
non lo permetteremo più“.
“Attenti
ai medici, attenti ai traditori, attenti a coloro che firmano cose che non
devono firmare. Si facciano le autopsie”, ha avvertito Viviana Canosa .
Lungi
dal fermarsi, ha dichiarato: “Sarebbe incredibile pensare o immaginare che un medico segni
che muore di Covid -19 ed è una bugia. Non crederò che un medico dica che
qualcuno muore di Covid-19 quando non muore di Covid-19″.
“FANNO
USO ED ABUSO DELLE PERSONE.”
La
Canosa ha spiegato che i parenti di “personaggi molto famosi” l’hanno chiamata
per chiederle il numero di medici veri, “non tuttofare”. Ha comunicato che ci sono «molte
persone che hanno il Covid-19 e si sentono bene. Gli vogliono però fare
‘piccole cose’”. “Ci sono persone che vengono con la febbre, come ogni anno in questo
periodo, ed è Covid-19?” , ha lanciato Viviana .
“Non
stanno uccidendo più persone di quante ne muoiano?” ha ipotizzato la
giornalista.
Inoltre
aggiunge: “I
medici devono guarirci, devono guarirci, non farci paura. Quando tutto questo sarà finito,
molte persone dovranno pagare per tutti i danni che stanno facendo. Che lo facciano i politici, non mi
sorprende, ma lo fanno i medici, che hanno studiato per salvarti. Stanno facendo uso e abuso delle
persone ”.
“Sapete
cosa c’è di buono in tutto questo? Dal momento che tutti possiamo commettere
errori, ci costringono a essere migliori. Siamo così migliori di loro, li
stiamo schiacciando nella battaglia culturale e li stiamo superando dall’alto. Non solo lo battiamo in modo
produttivo, ma siamo anche moralmente superiori ed esteticamente superiori. Siamo più bravi in tutto e gli fa
male”.
Rapporto
Rockefeller 2013: isolamento sociale
ed una sanità tecnologica nella nuova società
distopica del futuro.
Detoxed.info-
Jane Evans-(20 Marzo 2021)-ci dice :
Al
vertice globale sulla salute del 2013 a Pechino, in Cina, 112 personalità di
spicco provenienti da governi, settore privato, organizzazioni internazionali
ed altri gruppi si sono incontrati per discutere di come potrebbero essere i
prossimi 100 anni riguardo la salute globale.
Il
vertice ha pubblicato un rapporto intitolato: “Sognando il futuro della salute nei
prossimi 100 anni”, che è stato finanziato dalla Fondazione Rockefeller.
In una
sezione del rapporto hanno descritto nel dettaglio ciò di cui i partecipanti
erano relativamente certi. C’è una descrizione della vita che ha molte somiglianze con
ciò che è accaduto con la risposta al Covid, compreso l’isolamento ed una vita
sempre più virtuale:
“L’abbondanza
di dati, il monitoraggio digitale ed il collegare le persone possono
significare la ‘morte della privacy‘ e possono sostituire l’interazione fisica con una
connessione virtuale transitoria, generando isolamento e sollevando interrogativi
su come i valori vengono plasmati nelle reti virtuali… L’istruzione subirà importanti
trasformazioni a causa alla convergenza di intuizioni fra psicologia cognitiva
ed i nuovi strumenti online (apprendimento mirato, ricerca condivisa, chatroom,
corsi online aperti di massa) che creeranno spazi di apprendimento nella forma
“molti a molti”, un apprendimento peer-to-peer, al di fuori delle aule
formali”( pag.8 ).
Il
rapporto passa quindi ad ipotizzare quattro diversi scenari che potrebbero verificarsi
nel futuro, in una sezione intitolata: “Svegliandosi nel 2050”.
Nello
Scenario 1, “La corsa per le risorse sanitarie”, c’è una rappresentazione distopica di
come potrebbe essere la vita nel gennaio 2050:
“Viviamo
in un mondo competitivo ed insicuro! Ieri la Società della Salute Globale ha
inviato robot armati in una piccola fabbrica clandestina per la stampa di
tessuto cutaneo in 3d per la vendita di strada nelle nostre comunità più
povere. Il mercato è molto richiesto a causa degli infortuni causati dalla
combustione incontrollata di rifiuti per il riscaldamento, poiché molti non
possono permettersi le nuove tariffe energetiche. Ci sono molti decessi per
ipotermia tra le persone più povere e anziane.
La
Società della Salute Globale afferma che la fabbrica non è registrata nel loro
fondo patrimoniale, e che il tessuto era scadente e che stavano attuando il
contratto globale che hanno per la sorveglianza della salute pubblica. Le persone nelle comunità più
povere sono arrabbiate perché hanno fatto affidamento su quella fabbrica per
avere prodotti economici, e accusano la Società della Salute Globale di proteggere i
loro brevetti. Si dice che alcuni della “Sezione X” della città, conoscano l’area non
pianificata in cui vivono i 2046 rifugiati per il brillamento solare. Beh, alcuni di loro hanno strappato i
sensori e stanno pianificando un raid alimentare e di carburante nei ricchi
sobborghi nel sud” (pag. 13).
La
descrizione di come potrebbe essere la vita nel gennaio 2050 continua:
“Molti
sono preoccupati per le possibilità che le malattie infettive dalla “Sezione X”
si diffondano nel loro quartiere. I loro programmi di gestione della salute privata
hanno inviato messaggi rassicuranti sul fatto che nei loro pacchetti sono
coperti da un sistema di sorveglianza privo di errori, che è in grado di
rilevare qualsiasi malattia, e ricordano di assicurarsi di aver effettuato i
controlli annuali dei sensori” (pag.13).
Nello
scenario 2: “La salute se facciamo in modo che accada”, il rapporto discute la possibilità
di una
Agenzia Globale di Riferimento (GSA) a Pechino e di una valuta comune
internazionale comune entro gennaio 2050:
“Siamo
stati informati in videoconferenza dell’Agenzia Globale di Riferimento di Pechino sulle
ultime norme che le città dovrebbero raggiungere in materia di ambiente,
benessere, produzione locale e riciclo. Abbiamo espresso la nostra
preoccupazione sulle autorità statali che non stanno applicando gli standard. L’Associazione dei produttori di
alimenti comunitari (CFPA) ha chiesto perché i risultati della valutazione del
2047 sugli investimenti nell’applicazione delle norme dello stato e dei
cittadini non fossero stati attuati. Il rappresentante della GSA ci ha
detto che è una questione locale, ma Greg della CFPA ha affermato che i fondi del
governo locale sono crollati dopo l’adozione della valuta internazionale comune
(CIC) ”(pag.14).
Ci
sono molte altre sezioni di questo documento che vale la pena approfondire,
poiché forniscono intuizioni su come le reti delle élite vedono il futuro.
Ad
esempio, il documento sostiene che ci sarà probabilmente un calo della
fertilità, una tendenza che stiamo già vedendo in molti paesi:
“Le
persone vivranno più a lungo e la fertilità diminuirà, con le donne che
eserciteranno i loro diritti riproduttivi” ( pag.6 ).
Il
rapporto rileva che molto probabilmente gli esseri umani “interagiranno
maggiormente con l’intelligenza artificiale” e prevede che la
reingegnerizzazione possa dare alla luce esseri ibridi uomo-robot:
“Interagiremo
maggiormente con l’intelligenza artificiale. L’uso della robotica e della
bioingegneria per aumentare il funzionamento umano è già ben avviato e
progredirà. La reingegnerizzazione degli esseri umani in forme potenzialmente
separate e ineguali attraverso l’ingegneria genetica o robot umani misti
solleva dibattiti sull’etica e l’uguaglianza. Si prevede che dopo il 2030
emergerà una nuova demografia di tecnologie (robotica, ingegneria genetica,
nanotecnologia) che producono robot, organismi ingegnerizzati, “nanobot” e
intelligenza artificiale (AI) in grado di auto-replicarsi. Cresceranno i dibattiti sulle
implicazioni di una realtà imminente della vita umana progettata ”( pag.7 ).
In
relazione al potere degli stati-nazione, il documento sostiene che il potere
degli stati potrebbe diminuire sempre più, dando origine a megalopoli,
politiche di identità locale e reti globali:
“Il
potere degli stati e la loro capacità di fornire un nesso efficace tra i livelli
locale e globale possono diminuire di fronte alla crescita delle megalopoli,
delle politiche dell’identità locale, dell’aumento dell’esclusione sociale,
dell’aumento dell’influenza privata su tutte le sfere della vita,
dell’ampliamento della liberalizzazione e del rafforzamento delle globale reti
“( pag.10 ).
Chiaramente,
questo rapporto include molte intuizioni riguardanti quello che le reti di
potere delle élite mondiali vedono arrivare, dalla morte dell’interazione
fisica ad una valuta internazionale globale.
Il
futuro però non è deciso e, alla fine, il tuo futuro sarà plasmato da te, da ciò che
accetti, rifiuti e desideri.
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