Ma chi si credono di essere , i padroni del mondo ?
Ma chi si credono di essere ,
i padroni del mondo ?
Cellule
natural killer (NK) per combattere il Covid.
A che punto sono le cure antivirali.
msn.com-Lastampa.it- ROBERTO CAUDA -(26-11-2021)-ci dice :
ROMA.
“Anticorpi monoclonali
specifici”.
E’
stato condotto uno studio retrospettivo (Berle DM e altri) su 1395 persone vaccinate con ciclo
completo che hanno sviluppato una reinfezione da SARS-COV-2 almeno due
settimane dal completamento del ciclo vaccinale e nelle quali sono stati
utilizzati gli anticorpi monoclonali specifici.
E’ risultato che la probabilità di
ospedalizzazione era associata al numero di co-morbidità presenti e che il
trattamento con anticorpi monoclonali si è associato in maniera significativa
con una minor ospedalizzazione.
Dal momento che questo studio è stato condotto
in un periodo in cui la variante Delta era prevalente emerge che, nonostante la
vaccinazione sia efficace come prevenzione primaria sulla popolazione generale, ci possono essere alcuni soggetti
immuno-defedati o immuno-senescenti nei quali è possibile una reinfezione.
Per
questo motivo è importante sottolineare l’opportunità di somministrare in
particolari circostanze anticorpi monoclonali anche nei soggetti ad alto rischio che
hanno ricevuto la terza dose di vaccino anti SARS- CoV-2.
Tampone.
Nell’ambito degli studi virologici, 149 soggetti sono stati sottoposti
a tampone naso-faringeo (Garcia-Salguero C. e altri), inizialmente come test
antigenico rapido seguito dall’esame molecolare di conferma, al fine di
valutare la validità del test antigenico. A fronte di un alto valore predittivo
positivo del test rapido, è emerso un non ottimale valore predittivo negativo, il che determina la necessità della
conferma della negatività dell’esame attraverso il test molecolare. Va detto
anche che sicuramente nel corso di questa pandemia c’è stata una evoluzione in
senso positivo della diagnostica con un innalzamento del livello di sensibilità
dei test antigenici rapidi, anche se evidentemente ancora sussistono, come
dimostrato da questa ricerca, delle criticità che devono essere colmate.
Uno
studio condotto su un piccolo numero di soggetti (Kerimov D e altri), ha valutato
se il tampone prelevato dalle cavità nasali anteriori poteva avere una capacità
diagnostica sovrapponibile al tampone naso-faringeo. In maniera abbastanza sorprendente,
almeno in considerazioni degli studi fino ad ora condotti, è stato dimostrato che la capacità
diagnostica del tampone eseguito sulle cavità nasali anteriori è equivalente a
quello naso-faringeo. Questo dato è comunque in controtendenza con quanto più volte
segnalato in letteratura e per questo, seppur non privo di interesse, dovrà essere
ulteriormente confermato. Se così fosse, potrebbe rappresentare una alternativa
al tampone naso-faringeo che è comunque più indaginoso.
Parametri.
Nell’ambito
degli studi di terapia intensiva, un’indagine retrospettiva (Ismail K. e altri)
condotta in pazienti ricoverati in rianimazione negli Emirati Arabi, nel
periodo marzo-luglio 2020, ha ancora una volta sottolineato l’importanza che riveste la
polmonite da COVID-19 sulla mortalità e la necessità quindi di disporre di
parametri vitali per poter predire l’evoluzione verso le forme più gravi. E’ emerso che, oltre ad un
punteggio elevato dell’indice di gravità internazionale APACHE 2, è risultato
come elemento predittivo negativo la presenza di diarrea prima del ricovero e
l’alterazione di determinati parametri ematici. In linea con numerosi dati già
apparsi in letteratura, uno studio multicentrico in doppio cieco controllato
(Mazeraud A e altri), condotto in 146 pazienti sottoposti a ventilazione
meccanica associata a COVID-19, ha confermato che il trattamento con
immunoglobuline (su cui molte speranze erano state riposte all’inizio della
pandemia) si è dimostrato inefficace a ridurre la mortalità e a migliorare la
prognosi della malattia.
Antivirali.
Nell’ambito
degli studi immunologici, si segnala un interessante ricerca (Herrera L e altri) in
cui viene prospettata la terapia cellulare in COVID-19 mediante l’impiego di
cellule natural killer (NK), che come è noto hanno una attività antivirale aspecifica,
prelevate dal paziente, espanse in vitro e successivamente infuse nello stesso
paziente.
Il
razionale di questa procedura è che le cellule NK potrebbero eliminare
selettivamente le cellule infettate da SARS-CoV-2. E’ chiaro che nel caso si decidesse
di procedere con una sperimentazione di questo tipo, bisognerà prestare grande
attenzione all’eventuale insorgenza di effetti collaterali gravi, in quanto le
cellule NK potrebbero, in linea teorica, amplificare l’infiammazione, che come
è noto è uno degli aspetti più gravi della malattia.
Malattie
autoimmuni.
In uno
studio multicentrico (Ferri C e altri) è stato analizzato il potenziale ridotto
stimolo protettivo dei vaccini anti SARS- CoV-2 in pazienti affetti da malattie
autoimmuni. Questa risposta è stata valutata come livello degli anticorpi sierici
neutralizzanti dopo il ciclo vaccinale in questi soggetti rispetto ad un gruppo
di controllo. In particolare, si sono osservati livelli anticorpali significativamente più
bassi nei pazienti con patologie autoimmuni che per questo sono candidati
privilegiati per la vaccinazione con la terza dose.
Picco.
Nell’ambito
degli studi epidemiologici, si segnala un’interessante ricerca (Bruhlart M et
al) condotta
per valutare l’impatto della pandemia sulla salute mentale attraverso l’analisi di 8 milioni di
chiamate agli sportelli di ascolto in 19 paesi tra cui USA, Cina, Israele,
Libano e 14 paesi europei.
Sulla
base dell’analisi è risultato che il picco delle richieste è avvenuto nelle
prime 6 settimane di pandemia. Per quel che attiene la richiesta di aiuto, questa era per
lo più motivata dalla paura dell’infezione, dalla solitudine e dalla
preoccupazione per le conseguenze fisiche della malattia. E’ interessante altresì notare che
questi elementi di preoccupazione prendevano il posto di quelli caratteristici
del periodo pre-pandemico. L’intenzionalità suicidaria, anche se meno prevalente
rispetto al periodo pre-pandemico, era in diretta relazione con la messa in
atto di misure pubbliche di maggior restrizione e si riduceva in presenza di
misure di supporto economico. Tutto questo sottintende, vista l’ampia platea di soggetti
coinvolti, l’opportunità di provvedere ad interventi diretti per rendere meno
gravosi gli effetti della perdita di guadagno indotta dal lockdown.
Uno
studio (Akinbami LJ e altri)
condotto
in 1572 operatori sanitari nel Rhode Island e nella città di New York ha posto
in relazione la presenza di sieropositività per SARS-CoV-2 ed il rischio di reinfezione.
Quest’ultimo
è stato piuttosto basso, essendosi osservato nel 2,5% della popolazione
studiata, risultando 4 volte superiore in presenza di una sierologia negativa
rispetto ad una sierologia positiva. Va comunque segnalato che lo studio è
stato condotto prima dell’avvento della variante Delta la cui maggiore
trasmissibilità fa temere una maggior frequenza di reinfezioni visto il declino
della protezione immunitaria dopo sei mesi dalla vaccinazione.
Somministrazione
contemporanea.
Nell’ambito
degli studi sui vaccini, una indagine (Toback S e altri) ha valutato
l’efficacia e la sicurezza della somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2
(Novavax) e di quello antiinfluenzale o contemporaneamente o a distanza di
tempo.
Si è
dimostrato che la somministrazione contemporanea non modifica sostanzialmente
né la sicurezza né l’efficacia, anche se forse si osserva un lieve incremento
degli effetti sistemici, tale però da non precludere questa somministrazione.
Nell’ambito
degli studi di clinica e fisiopatologia, uno studio (Oskotsky CP et al)
condotto su oltre 3401 pazienti in terapia con inibitori selettivi del
re-uptake della serotonina (antidepressivi) con COVID-19, suggerisce che ci
possa essere un qualche vantaggio da parte di fluoxetina o fluvoxamina nel
miglioramento della prognosi clinica.
Questo vantaggio deriverebbe dal fatto che alcuni
anti-depressivi avrebbero un ruolo nel ridurre i livelli di alcune citochine
pro-infiammatorie che, come è noto, caratterizzano le fasi più avanzate e gravi
di COVID-19.
Epitelio
gastrico sotto attacco.
Nell’ambito
degli studi di fisiopatologia e clinica si segnala uno studio (Giobbe GG e
altri) che riguarda la patogenesi dei disturbi gastro-intestinali in COVID-19.
E’ noto che oltre ai disturbi respiratori, che peraltro sono prevalenti, ci
possono essere anche disturbi gastro-intestinali, specie nei bambini. Per questo motivo, sono stati
prodotti in vitro degli organoidi gastrici da biopsie fetali, pediatriche e di
adulto per studiare, in questo modello in vitro, l’eventuale infezione da
SARS-CoV-2. I risultati che si sono osservati hanno indicato che SARS-CoV-2 può
attaccare ed infettare l’epitelio gastrico, il che potrebbe, da un lato,
spiegare i disturbi gastro-intestinale che si osservano nel corso della
malattia e dall’altro suggerire un potenziale ruolo attivo per una trasmissione
oro-fecale.
Uno
studio (D’Agnillo F e altri) condotto su biopsie polmonari in pazienti deceduti
per COVID-19, ha permesso di fare emergere chiaramente l’esistenza di un danno
alveolare progressivo con trombosi e rimodellamento del tessuto polmonare
vascolare.
Questo
danno, che si associa precocemente alla perdita del surfactante a livello delle
cellule alveolari, conferma ancora una volta il ruolo chiave che gioca il
polmone in corso di COVID-19, specie nelle forme più gravi.
Efficacia delle terapie.
Nell’ambito
degli studi di terapia, si segnala un corposo studio condotto dal Recovery
Collaborative Group di tipo randomizzato controllato in aperto per valutare
l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo di aspirina per il trattamento di
COVID-19 stante le note proprietà antitrombotiche ed anti aggreganti di questo
farmaco.
Lo
studio condotto in 177 ospedali nel Regno Unito, due in Indonesia e due in
Nepal, non ha dimostrato l’esistenza di una correlazione tra terapia con aspirina
e la riduzione della mortalità a 28 giorni né con il rischio di progressione
con la ventilazione meccanica o morte. L’utilizzo di aspirina si è associato ad
una riduzione di eventi trombotici pari allo 0,6% ed un aumento di
sanguinamenti maggiori dello 0,6%. Pertanto i risultati di questo studio non sembrano
indicare un qualche beneficio nell’impiego dell’aspirina come terapia anti
aggregante rispetto alla terapia antitrombotica con eparina a basso peso
molecolare e corticosteroidi.
Come
Bill Gates finanzia i media che
dicono
di non essere finanziati dai miliardari.
Visionetv.it-
Rob Lyons- (26-11-2021)- ci dice :
Gli
piace attingere ai suoi lettori per le donazioni affermando che è finanziato da
loro, e non dai ricconi, ma in realtà, i miliardari hanno sborsato e sborsano
milioni per sostenere il principale quotidiano di destra e di centro sinistra
del Regno Unito.
Se
vuoi sapere cosa sta pensando tutto l’entourage di “menti illuminate” che contano- su questioni trendy dal cambiamento
climatico ai diritti dei trans – The Guardian è il giornale da leggere. Mentre le sue vendite di carta stampata sono
diminuite, scendendo negli ultimi dieci anni da 248.775 al giorno a 105.134 nel
luglio di quest’anno, The Guardian è uno dei siti Web di notizie più visitati al
mondo.
Quindi
grande visibilità ma poche entrate.
Quattro
mesi fa, è stato riferito che il Guardian Media Group, che possiede anche The Observer, un giornale domenicale correlato,
aveva perso oltre 10 milioni di sterline nell’anno finanziario precedente, sebbene questo fosse un
miglioramento rispetto alla perdita di 17 milioni di sterline dell’ anno
prima. The Guardian non ha un paywall come
invece hanno altri giornali, ma utilizza quel modo di navigare che si chiama ” nagware
”, il
quale ,con l’apertura costante di finestre apposite ,spinge gli utenti a
registrarsi o a fare donazioni.
Tuttavia,
il gruppo editoriale ha fatto un’affermazione piuttosto falsa sui social media
a sostegno di questa strategia, scrivendo : “Non siamo finanziati da
miliardari. Il sostegno dei nostri
lettori ci dà l’indipendenza di tenere i potenti sotto controllo e questo è
solo l’inizio.” I lettori sono stati certamente generosi.
Secondo una storia del Guardian l’anno scorso: “The Guardian ora ha più di un
milione di abbonati e collaboratori regolari, dopo che il supporto dei lettori
online è cresciuto del 43% in un anno. …
Quando vengono presi in considerazione i contributi una tantum, più di 1,5
milioni di persone hanno sostenuto il Guardian nell’ultimo anno”.
Un
milione di abbonati a £ 5,99 al mese porterebbe a circa £ 6 milioni. Intendiamoci, è una cifra utile, ma che non copre
nemmeno i costi della carta, per non parlare dei costi di gestione complessivi.
Tuttavia,
come ha notato il commentatore climatico Ben Pile, i miliardari adorano The
Guardian e sono molto felici di mettere le mani nelle loro tasche per sostenere i suoi progetti. Ad esempio, secondo l’outlet statunitense “MintPress News”, un accurato vaglio delle donazioni
della Bill
& Melinda Gates Foundation mostra che The Guardian ha ricevuto un
fantastico supporto di $ 12.951.391. In effetti, Gates e la sua ora ex moglie hanno
sparso centinaia di milioni di dollari nel panorama dei media per sostenere il
tipo di giornalismo che approvano.
E i
Gates non sono nemmeno gli unici miliardari a supportare The Guardian.
Una rapida occhiata alla sezione “filantropia”del suo sito web mostra che l’istituto del miliardario
australiano Judith Neilson finanzia il The Guardian Australia’s Pacific Project.
Le
Open Society Foundations, create dal miliardario ungherese George Soros, hanno sostenuto i progetti del
Guardian sulle disuguaglianze ambientali in America e sulla trasformazione
dell’assistenza sanitaria tramite l’intelligenza artificiale.
La “David
and Lucile Packard Foundation”, istituita dal defunto co-fondatore di Hewlett-Packard negli
anni ’60, ha sostenuto il suo lavoro sullo stato degli oceani.
Quindi
l’affermazione che The Guardian non sia finanziata da miliardari sembra
piuttosto dubbia. È vero che il Guardian Media Group è di proprietà
dello Scott Trust piuttosto che di qualche magnate dei media egoista.
Ma
l’implicazione della sua proposta ai lettori di sborsare soldi è che chiunque
sia finanziato dai super-ricchi è di loro proprietà, piuttosto che l’ipotesi
più ragionevole che le organizzazioni cercheranno finanziamenti per impegnarsi
in attività come il giornalismo specializzato che non sono facilmente finanziabile con altri mezzi. In effetti, gli scrittori del Guardian sono stati
veloci nel lanciare attacchi follow-the-money ad hominem quando altri
giornalisti scrivono cose che non sono simpatiche con la visione del mondo di
The Guardian.
In un
saggio dell’anno scorso per il giornale, Paul Vallely ha giustamente indicato le tensioni che derivano dalla
filantropia miliardaria. “Molta filantropia d’élite riguarda le
cause d’élite. Piuttosto che rendere il
mondo un posto migliore, rafforza ampiamente il mondo così com’è. La filantropia molto spesso favorisce i
ricchi e nessuno ritiene che i filantropi rendano conto della cosa.”
L’Organizzazione mondiale della sanità, che ha fatto un tale pasticcio
nella lotta al Covid-19, è ora fortemente finanziata da filantropi come Gates e il
magnate dei media Michael Bloomberg, non seguendo le sue priorità.
Non
sorprende che l’ambientalismo sia un obiettivo privilegiato per le donazioni miliardarie, poiché non c’è progetto più d’élite
che dire al resto di noi come dovremmo vivere le nostre vite.
Come hanno dimostrato i personaggi famosi che hanno volato dentro e
fuori Glasgow per la COP26 su aerei privati, i ricchi amano chiedere al resto del
mondo un’azione sui cambiamenti climatici mentre loro devono poter continuare a
vivere le loro vite dorate senza alcuna interruzione di sorta.
Sia la
stampa che la politica pubblica sono troppo spesso finiscono per essere
distorte dagli interessi dei mega-ricchi.
I media,
i giornalisti, le organizzazioni artistiche e gli enti di beneficenza hanno
dovuto a lungo prendere decisioni pragmatiche legate ai finanziamenti da dover
accettare per poter svolgere il proprio lavoro.
Sta al resto di noi prendere una decisione su ciò che vediamo e
leggiamo. Ciò che non va giù è l’atteggiamento
di The Guardian che si mostra immacolato mentre non lo è, e l’idea di vendita
fuorviante per i suoi lettori.
Ancora
peggio è il fatto che il quotidiano più giusto e trendy del Regno Unito quando
si parla di cambiamento climatico, è sopravvissuto grazie all’acquisto e alla
vendita di automobili. Le enormi perdite
del Guardian Media Group sono state sostenute dalla sua partecipazione nel sito
web di auto usate Auto Trader nel 2014, guadagnando “tra £ 600 milioni e £
700 milioni” sull’accordo.
Forse
The Guardian ha bisogno di risparmiarci le lezioncine e imparare quella famosa
lezione dal Nuovo Testamento: “Perché guardi il granello di sabbia nell’occhio di tuo
fratello ma non presti attenzione alla trave nel tuo occhio?”
(Rob
Lyons).
La
vittoria dei Samurai: il Covid è
ormai
solo un ricordo in Giappone?
Visionetv.it- MARTINA GIUNTOLI-(26-11-2021)-ci
dice:
Era il
marzo 2020 quando un video divenne virale su YouTube. Si trattava di un filmato girato da un certo
Cristiano Aresu, un romano di 41 anni con una laurea in farmacia e con la
passione per i manga che nel momento dello scoppio della pandemia da Sars-Cov2
si trovava appunto in Giappone.
Egli raccontava che gli abitanti del luogo si
stessero salvando dal contagio, riprendendo una vita sostanzialmente normale
grazie ad
un farmaco antivirale dal nome Avigan. Quella fu la prima volta che
sentimmo parlare del Giappone durante la pandemia. Sembra trascorsa una vita intera da
quel momento, eppure sono passati appena venti mesi.
Il
video fece molto scalpore, intervennero i media, i medici TV e tutto
l’establishment compatto, che allora cominciavamo a conoscere per quello che
poi si sarebbe rivelato in seguito, smentendo in blocco quanto affermato dal
giovane, senza possibilità di replica, o
quasi. Lo
stesso Aresu fu costretto a scusarsi in diretta con AIFA e con il ministro
Sileri, poiché il clima creato attorno a lui era diventato davvero bollente.
Durante
questi venti mesi che ci separano da quei primi video, non abbiamo ricevuto notizie anomale
riguardanti la gestione o la diffusione del virus, fino a quando, a campagna
vaccinale avviata, a fine agosto 2021 arrivano dal Sol Levante notizie
preoccupanti prima per alcuni lotti di vaccini
Moderna, poi a metà settembre per diverse fiale di vaccini a firma
Pfizer-Biontech .
La
notizia fa ovviamente scalpore, visto che il dipartimento della salute
nipponico rende noto che ben 1,6 milioni
di vaccini sono stati ritirati dal commercio poiché contaminati con sostanze estranee. La campagna vaccinale sembra
allora soffrire una naturale battuta di
arresto, ma per poco, visto che, secondo le stime ufficiali, circa il 70% della popolazione
sarebbe stato poi vaccinato completamente.
Ma
quale è la situazione oggi? I dati ufficiali attuali ci parlano di una mortalità molto bassa,
ma non solo, mentre negli altri paesi i contagi paiono aumentare all’aumentare
del tasso di vaccinazione, il destino del Giappone pare andare davvero contro
corrente.
Diversi
esperti hanno provato a spiegare i dati, cercando di comprendere la ragione
della bassa mortalità riscontrata nel paese.
Alcuni hanno collegato la cosa al rigorosissimo rispetto delle norme
anti contagio (i giapponesi, si sa, sono per loro cultura abituati ad un
contatto fisico minore e ad indossare la mascherina), altri si sono invece
orientati verso il precoce alto tasso di vaccinazione, altri infine hanno dichiarato che
semplicemente la variante delta era destinata ad auto-estinguersi.
Gli
studiosi che sostengono l’autoestinzione della variante delta hanno notato che,
a causa di un enzima particolare dal nome APOBEC3A e presente solo nella
popolazione asiatica, ma non in quella europea o africana, si sarebbe
verificato il rallentamento dei contagi fino a raggiungere la naturale
scomparsa del virus .
Vi è
poi un’altra ipotesi che si lega alle affermazioni del Dr. Ozaki, il presidente
dell’associazione medici di Tokio, il quale affermava già a febbraio 2021 che a
suo giudizio il trattamento da prediligere per il covid era senza dubbio l’ivermectina.
Quando
il Dr.Ozaki rilasciò le prime dichiarazioni, queste non ebbero molto seguito,
per le stesse ragioni per cui anche in occidente molti medici hanno avuto
problemi nel considerare questo tipo di trattamento. Molti specialisti seguono
pedissequamente ciò che viene loro consigliato dalle organizzazioni ufficiali
sovranazionali, come ad esempio l’OMS, e difficilmente si trovano medici che
decidono di sperimentare per conto proprio.
Tuttavia,
mentre le remore contro il farmaco nel suo utilizzo off-label per i pazienti covid sembrano lentamente
abbandonare anche l’Occidente, i
pazienti di altre nazioni, come ad esempio l’India, hanno già sperimentato il
trattamento precoce con ivermectina con discreti successi.
Un
unico dato ad oggi pare inconfutabile. Il Giappone resta uno dei paesi con
il tasso di mortalità da Covid più basso al mondo. Quanto ognuna delle ipotesi sopra
citate abbia contribuito al miracolo nipponico è davvero molto presto per
dirlo. L’unica cosa da fare adesso è incrociare le dita e sperare che il
successo non sia transitorio, ma che anzi si diffonda nel resto del pianeta, liberandolo definitivamente dall’incubo
Covid19.
(MARTINA
GIUNTOLI).
Già
contagiati dopo
la terza dose,
e in
Israele si parla di fare la quarta.
Visionetv.it-
DON QUIJOTE-(26-11-2021)-
ci dice:
Arrotolare
la manica della camicia, porgere di nuovo il braccio. Se Israele davvero fa da
apripista, l’orizzonte è chiaro: tre o quattro mesi dopo la terza dose,
ricominciano le grane per il Covid.
Non ci
vogliono sei mesi, non ci vuole un anno: Israele ha cominciato a distribuire la
terza dose all’inizio di agosto, per far fronte all’impennata di casi gravi e
di ricoveri che ha dimostrato come l’efficacia della vaccinazione sia
transitoria, e ora è già daccapo.
Il
contagio sta riaccendendosi di nuovo – è la quinta ondata – e soprattutto il 9%
dei casi diagnosticati martedì riguarda persone che hanno ricevuto la terza
dose meno di 120 giorni fa. Così il ministro della Salute dice che non è
irragionevole pensare alla necessità della quarta vaccinazione.
I
vaccini Covid rappresentano un caso, più unico che raro, di cura che viene
sempre più somministrata perché funziona male. A parte questo, è interessante
notare come il caso israeliano scompagini la narrazione ufficiale secondo la
quale la terza dose sarebbe risolutiva.
Certo:
a ben cercare, da tempo vari esperti hanno fatto sommessamente notare la
prevedibile necessità di ulteriori somministrazioni del vaccino. Una volta all’anno, secondo Walter
Ricciardi, consigliere del ministro Speranza. Magari una quarta dose solo per
gli immunodepressi, ipotizza il CDC, l’agenzia che negli Stati Uniti si occupa
di salute pubblica.
Però
sui grandi media passa l’idea che la terza dose sarà l’ultima battaglia, o
almeno l’ultima per i prossimi cinque-dieci anni. Come se gli italiani fossero dei
bambini da persuadere anche con fasulle promesse a comportarsi bene.
E
invece no. Le vaccinazioni contro il Covid – Israele lo sta insegnando – sono
un gioco dell’oca in cui, dopo quattro mesi, si torna al “Via”. Big Pharma può
stare tranquillo: due-tre volte all’anno, gli introiti sono assicurati.
(DON
QUIJOTE).
Trattato
del Quirinale: la Francia parteciperà
ai Consigli dei Ministri del Draghistan.
Visionetv.it-
DEBORA BILLI-( 26-11-2021)-ci
dice :
Alleanza
ambiziosa, resilienza, futuro, europeismo, sostenibilità, amicizia. Bla bla bla, per dirla alla Greta.
Queste le trionfalistiche descrizioni che i
media nostrani usano per il Trattato del Quirinale firmato oggi tra Draghi e
Macron. Ma al di là dei trionfalismi, c’è davvero poco: a differenza di media esteri
importanti come il Financial Times o Bloomberg che da giorni ne parlano, i
giornali italiani hanno brillato per il silenzio sui contenuti dell’accordo.
Contenuti
che sono stati taciuti a tutti, peraltro: perfino il Parlamento, che pure
presto dovrebbe ratificare il Trattato, non è stato degnato neppure di un
riassuntino ed ha dovuto attendere la pubblicazione del testo sul Foglio nella
giornata di oggi, a cose ormai fatte.
Ma
cosa c’è di eclatante nel Trattato del Quirinale? La cessione di terre e mari ai
francesi come sono soliti fare i nostri governanti? No, ma forse c’è di peggio:
i ministri
francesi avranno diritto di partecipare periodicamente ai Consigli dei Ministri
Italiani (e viceversa, naturalmente). C’è da augurarsi che non si trattino
questioni strategiche, in quelle occasioni.
Inoltre,
i due Paesi si impegnano a promuovere la maggioranza qualificata in UE: sembra una piccolezza, ma togliere
l’unanimità su certe decisioni significa eliminare altra sovranità.
E poi
tante chicche interessanti (per la Francia): unità delle forze di Polizia – avremo
la Polizia francese in piazza?; alleanze industriali comuni per la Difesa -Fincantieri e
Leonardo addio?; attività
nello spazio -con vettori francesi, ovviamente.
La
maggioranza della Legion d’Onore festeggia, gli italiani un po’ meno, anche considerando che la Francia è
legata alla Germania dal precedente Trattato di Aquisgrana.
L’Italia
firma un accordo rafforzato con la Francia, che ha già un trattato di ferro
(Aquisgrana) con la Germania. Di fatto abbiamo dato una delega in bianco a Parigi per
trattare a nome nostro. Temo che l’Italia non ci guadagnerà, a differenza del PD.
Così commenta Giorgia Meloni.
Il
comunicato stampa dell’Eliseo si profonde in grandi elogi all’Italia, mentre i
giornali francesi ignorano completamente l’evento. Tipico meccanismo usato oltralpe
quando la Francia firma un trattato con un qualche insignificante Paese
africano che va a depredare. D’altronde il Draghistan non è neppure segnato sulle carte
geografiche, devono aver pensato. E mentre Draghi annuncia sibillino che da oggi “la revisione delle regole di bilancio
è inevitabile”, gli italiani si chiedono se finalmente si uscirà dall’euro… per
adottare il franco africano.( DEBORA BILLI).
“Se la
popolazione aumenta addio transizione”.
Però
non aumenta: cosa stanno cercando di dirci?
Visionetv.it-Andrea
Sartori- (26-11-2021)-ci dice:
Il
Fatto Quotidiano è allarmato: Se la popolazione mondiale sale addio transizione
ecologica. Il nuovo dogma dopo il Santo Vaccino è messo in pericolo da questi
cattivoni che si ostinano a riprodursi. Ma davvero siamo troppi, come
strombazzano allarmati e scrivono i giornaloni?
Prendiamo
ad esempio il caso della Cina: ai tempi di Deng la popolazione cresceva a livelli
impressionanti, tanto che si dovette procedere alla politica del figlio Unico.
Oggi
una delle principali minacce per l’economia cinese è proprio il fatto che si
fanno pochi figli, tanto che si sta pensando di creare un’economia targettizzata
sugli anziani. Il caso del Giappone come Paese più vecchio del mondo è ben
noto, per non parlare dell’Europa.
In
realtà il trend globale parla di invecchiamento della popolazione e di calo
globale della fertilità al punto che la popolazione mondiale è destinata a
diminuire per la fine del secolo. Quindi cosa metterebbe in pericolo questa benedetta
transizione ecologica? La Natura sta mettendo a posto le cose in maniera,
appunto, naturale.
Ma qui
sembra che si abbia una fretta del diavolo. E il problema non pare tanto che
siamo troppi, ma che ci siano troppi anziani considerati improduttivi.
Al di
là delle controverse
dichiarazioni di Attali contenute nel libro “Il futuro della vita” del 1981 sul
“problema” degli ultrasessantacinquenni, o le misure finto-pietose adottate
da Paesi con L’Olanda, rivelatori sono anche semplici tweet di personaggi politici
di infimo ordine come Toti sull’argomento.
Cosa è
la transizione ecologica? Non solo una drastica riduzione della popolazione mondiale
come auspicato
anche dal ministro Cingolani e da altri come lui, ma soprattutto, visto che comunque la popolazione è
destinata a contrarsi, vuol dire liberarsi di quelle categorie considerate
improduttive tra le quali spiccano gli anziani, in aumento principalmente nei
Paesi sviluppati.
E come
fare tutto questo senza un genocidio pianificato? Perché solo in questo modo si può ottenere quella “transizione
ecologica” a cui tanto anelano. Ne vale la pena, sterminare gli improduttivi per
salvare il clima? O meglio: per salvare la loro idea di business mascherata con la scusa
dell’ecologia?
(ANDREA
SARTORI).
La
prossima emergenza
climatica
e il
genocidio venturo.
Visionetv.it-Andrea
Sartori-(20 settembre 2021)- ci dice :
In
questi giorni si è ricominciato a parlare di emergenza climatica, la grande
bufala messa temporaneamente da parte a causa del Covid, ma che fino al 2019
imperversava grazie al personaggio, costruito a tavolino, di Greta Thunberg.
Qualsiasi
climatologo serio vi dirà che il riscaldamento o il raffreddamento terrestre
dipende dall’attività solare. Chi non si ferma a superficiali allarmismi sa perfettamente
che in età antica il clima era più caldo e che, a partire dal Trecento, c’è stata una
“piccola era glaciale” terminata all’inizio del Novecento, quando il clima
prese a salire nuovamente.
Eventi
climatici estremi sono già stati registrati nella storia: si pensi alla nevicata del 1 giugno
1491 a Bologna o il 1816 conosciuto come “anno senza estate”, mentre il grande caldo, e non Nerone o i
cristiani, fu il colpevole del grande incendio di Roma del luglio dell’anno 64.
Lo
stesso Nobel Carlo Rubbia ha confermato la normalità tra grande caldo e piccole
ere glaciali dovute all’attività solare. E forse sull’argomento Rubbia ne sa più
di Al Gore o Greta Thunberg. Oggi però il mantra è diverso: siamo
troppi.
Qualcuno sta cominciando a ripetere a pappagallo questo ritornello, senza
capire cosa comporta. Se siamo troppi, come si fa a ridurre la popolazione
mondiale? O con le sterilizzazioni forzate o col genocidio.
Gli
incendi di questa estate in Italia e in Grecia, in gran parte dolosi come
ammesso dagli stessi sindaci calabresi, hanno riportato l’emergenza clima in
prima pagina. E già nei grandi consessi internazionali hanno cominciato a parlarne
più insistentemente: il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha già detto
che per il clima non c’é vaccino. L’Onu ha già detto che l’emergenza climatica
è “colpa dell’uomo” e Piero Angela, voce della scienza nazionalpopolare, ha
chiaramente detto che il cambiamento climatico sarà la prossima emergenza. Ma dove
vogliono arrivare?
Per
capirlo dobbiamo ascoltare attentamente le parole del parole del direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia
e ministro della “transizione ecologica” Roberto Cingolani che solo pochi
giorni fa ha detto che abbiamo solo dieci anni di tempo. Ma per fare cosa?
Ci
sono due interventi di Cingolani che sono eloquenti su quello cui stiamo
andando incontro, e tutti e due risalgono al 2018.
L’intervento
più recente è quello a Sum#02, il convegno in memoria di Roberto Casaleggio
organizzato a Ivrea il 7 aprile 2018.
Qui
Cingolani dice chiaramente che l’uomo è un “parassita” in quanto “siamo una
specie che consuma e non produce” e “siamo l’unica specie che cambia
l’ecosistema per continuare a proliferare”.
Più
esplicito il suo intervento di qualche mese dopo, il 5 novembre, alla Leopolda di
Firenze intervistato da Matteo Renzi.
“L’analisi deve essere un po’ spietata
– esordisce il futuro ministro della transizione ecologica – il nostro pianeta
è progettato per tre miliardi di terrestri. Questa non è una misura
negoziabile. Noi siamo sette, e tendiamo a dieci nei prossimi decenni”.
Nel prosieguo dell’intervista Cingolani
riprende il discorso della specie umana “parassita” che cambia l’ecosistema a
proprio vantaggio.
“La scienza è chiamata nei prossimi
decenni a mettere toppe – dice Cingolani a Renzi – su danni fatti dalla scienza
precedente che comunque hanno avuto conseguenze. Persino la scienza positiva che ha
allungato la vita a livelli di 80-85 anni poi ha creato tutta una serie di
problemi di sostenibilità perché siamo troppi”.
Il
discorso di Cingolani è molto chiaro: siamo parassiti e siamo troppi. Quindi,
conseguenza logica, bisognerà ridurre la popolazione, possibilmente, stando ai
calcoli di Cingolani, levando di mezzo circa quattro miliardi di persone.
Ovvio
che non lo dica apertamente, ma le conseguenze logiche del discorso del
ministro sono un genocidio al cui confronto Hitler, Stalin, Mao e Gengis Khan
sembrerebbero scolaretti. Questo non è complottismo, sono parole reperibili nei filmati
dei convegni citati e che il sottoscritto ha riportato testualmente. Davanti a queste parole la
“transizione ecologica” pare un eufemismo come lo era la “soluzione finale” di nazionalsocialista memoria.
Inoltre
Cingolani dice un’altra cosa a Renzi, ovvero parla di “quel piano in cui
secondo me l’Italia dovrebbe diventare motore a livello internazionale”. Perché l’Italia, assieme alla
Germania, al Giappone e ora anche alla Cina, è uno dei Paesi più anziani del mondo
e gli anziani “improduttivi” rappresentano “un problema” per lorsignori. Gli
anziani non appartenenti al loto giro, naturalmente.
Non
possiamo ovviamente dirlo con certezza, ma abbiamo come l’impressione che
l’operazione Covid e vaccini sia solo il primo step di una nuova “soluzione finale”:
in fondo anche i nazisti iniziarono col piano Madagascar prima di arrivare ad
Auschwitz.
Greta è il
vero grimaldello del genocidio.
E sono
già in ritardo sulla tabella di marcia, paradossalmente grazie alla vittoria di
Bush su Al Gore, che fu il primo grande sponsor di questo circo.
(ANDREA
SARTORI).
Arriva
lo stato di emergenza permanente.
Ovvero,
siamo ufficialmente in regime totalitario.io
Visionetv.it-Debora
Billi-(25-11-2021)- ci dice :
“Sullo
Stato di Emergenza, come ho già detto un’altra volta, non mi azzardo a dire che
abbiamo deciso niente, un mese prima della scadenza, altrimenti il prof.
Cassese mi sgrida.
Però
la domanda che bisogna porsi è: a noi cosa interessa, prolungare l’emergenza o
avere a disposizione tutta la struttura di vaccinazione, ospedalizzazione, di
mobilitazione sanitaria, di controlli ecc. che ci ha permesso finora di
affrontare l’emergenza?
Io
credo che la risposta sia la seconda, per cui la strada di buonsenso è quella
di chiedersi se è possibile mantenere questa struttura senza necessariamente
promulgare un altro stato di emergenza.
Però
non lo so se questo è possibile, lo vedremo”. ( Mario Draghi).
La
giornata di ieri è stata storica per due ragioni: la prima è l’avvio ufficiale
dell’apartheid in Italia.
E no,
non è un “apartheid
sanitario”
come qualcuno si ostina a definirlo;
è
proprio “un
apartheid tout court”, che circoscrive la libertà dei non vaccinati (o dei “poco
vaccinati”, a breve) su tutti gli aspetti della vita. E anche in senso restrittivo rispetto
ad esempio all’apartheid sudafricano, dove alla gente di colore erano almeno
garantiti i bus riservati, mentre qui l’unica opzione è andare a piedi.
La
seconda ragione è la ricerca del cavillo per giustificare la permanenza ad
oltranza del regime totalitario sanitario. Le affermazioni di Draghi infatti
non lasciano spazio a dubbi: proviamo a tradurle?
Sullo
stato di emergenza non dico altro perché decideremo in zona Cesarini in modo
che nessuno abbia tempo di opporsi. Il professor Cassese sta collaborando
col governo sull’argomento. In fin dei conti non ci serve uno Stato di Emergenza
“ufficiale”, purché si riesca con qualche cavillo a tenere in piedi tutta la
struttura che in questo momento comanda in Italia al posto delle istituzioni:
il CTS, la cabina di regia, i superpoteri a Figliuolo. Se troveremo il cavillo,
non rinnoveremo lo Stato di Emergenza in modo che possiate sentirvi finalmente
“liberi” ma senza esserlo.
Vi
faremo sapere all’ultimo secondo come sempre.
Se
questo dovesse accadere, ed accadrà, sarà ufficialmente la fine della
Repubblica parlamentare. La Costituzione, scudo di carta che ci protegge solo a
patto che qualcuno la faccia valere (la magistratura? la Corte Costituzionale?
il Quirinale? mai pervenuti finora) farà la fine di tutti gli scudi di carta di
fronte ad un esercito in armi: crivellata di colpi e a brandelli.
L’aula
sorda e grigia ridotta a bivacco di manipoli, un Parlamento dove ieri si è
assistito al pietoso spettacolo di una deputata costretta a parlare dalla
piccionaia perché “non vaccinata” e per giunta silenziata con disprezzo dalla
Presidenza.
Le
istituzioni repubblicane e democratiche sono finite: chiunque osi alzare la testa, quei
pochi, infangati dai media finché non si decidono a stare zitti; un governo che mantiene a oltranza
poteri speciali, delegati poi prudentemente a strutture opache di “yes man” di cui si sa poco o nulla.
Questa
è la sorte del nostro Paese, nell’indifferenza dei “lemmings” che corrono
all’hub perché “non voglio problemi”. Fino alla trentesima dose.
(DEBORA
BILLI).
“Noi e
voi”: il
viscido apartheid
paternalista di Draghi.
Visionetv.it-Andrea
Sartori-(25-11-2021)- ci dice:
La
conferenza stampa in cui il Mega Presidente Clamoroso Mario Draghi ha
annunciato il super green pass è un capolavoro di paternalismo. Cos’è il
paternalismo?
E’ una
tipica tecnica degli uomini di potere, ovvero nascondere l’artiglio sotto una
retorica apparentemente conciliante. E così è apparso Draghi, uomo di
levatura intellettuale decisamente superiore ai governatori-mastini stile Toti
o De Luca con le loro sparate: Draghi è parso tendere la mano ai cosiddetti no
vax dicendo che “non bisogna sottovalutare né criminalizzare la diversità di vedute e
comportamenti, bisogna cercare di convincere”.
Ma è
una frase quella che rivela la natura doppia di questo discorso, degno di un
consumato politico: Draghi ha concluso auspicando che “queste persone attualmente
penalizzate dalle misure adottate possano tornare a essere parte della società
come tutti noi“.
E noi,
che combattiamo Draghi, dovremmo essere quindi indotti a fidarci delle sue
parole di miele avvelenato.
Sic
notus Ulixes?
Così vi è noto Ulisse, gridava Laocoonte ai troiani
indicando il fatale cavallo presentato come dono votivo, aggiungendo “Quidquid id est timeo Danaos et dona
ferentes “cioè
qualsiasi cosa sia, temo i Greci anche quando portano doni.
E qui
l’insidia del cavallo di Troia è ben chiara: Draghi auspica che noi “ribelli”
possiamo tornare a far parte della società. In questo momento noi siamo fuori
dalla società. Non dobbiamo essere criminalizzati, ma nemmeno accettati. Questo è il
paternalismo, l’arma più insidiosa di una tirannide.
Di
questa ipocrisia politica la storia è piena.
Possiamo
andare sino alla Storia antica, quando Plinio il Giovane, governatore romano di
Bitinia, chiese a Traiano cosa farne di questi cristiani in mancanza di una
vera legislazione. La risposta dell’imperatore fu un capolavoro di cerchiobottismo e
ipocrisia: non
cercarli, ma se li becchi, mettili a morte.
I
cristiani pentiti lasciali perdere. Perché i cristiani pentiti sono quelli che
“tornano a far parte della società” perché bruciano il grano d’incenso al genio
di Cesare. Il vaccino è il grano d’incenso da bruciare a Cesare, pena le
catacombe.
L’imperatore
non ti impediva di pregare Gesù, ma dovevi sottometterti con un gesto simbolico col
quale riconoscevi Cesare al di sopra di Cristo.
Oppure
ricorda la
pratica islamica della cosiddetta “Dhimma” per cui i monoteisti non musulmani in zone a maggioranza islamica
dovevano pagare una tassa, non potevano portare armi, portare vesti distintive
e sottomettersi a tutta una serie di restrizioni.
Ma il
capolavoro di ipocrisia dei vari califfi era nel fatto che tali restrizioni
erano presentate come “protezione”: ovvero voi non potete portare armi, perché noi vi
proteggiamo, pagate una tassa per finanziare la vostra protezione.
Ecco
il paternalismo. Un discorso dolce che nasconde la trappola, e il diavolo sta nei
dettagli. D’altronde
anche quando Mussolini approvò le Leggi Razziali usò una forma estremamente
ambigua: “discriminare
non significa perseguitare” e lo stesso apartheid sudafricano venne giustificato con la
possibilità di dare alle comunità bianche e nere la possibilità di vivere
secondo i loro costumi evitando conflitti etnici.
Sic notus Ulixes?
Draghi
sembra anche voler usare la tecnica del “poliziotto buono e poliziotto cattivo”
che però si può più facilmente riassumere in quella russa dello “Zar buono e
boiari cattivi”: Ivan il Terribile affidava il lavoro sporco ai suoi boiari,
che poi faceva fuori. Infatti nelle fiabe popolari russe Ivan il Terribile
riveste un ruolo positivo in contrapposizione ai cattivi boiari: il popolino ci era cascato in pieno. Lo stesso faceva Cesare Borgia, e per
questa astuzia viene elogiato dal Machiavelli nel Principe.
Oggi
abbiamo dei governatori di Regione al cui confronto Draghi sembra una persona
ragionevole e conciliante. Chiunque abbia ascoltato sia lo Zar che i boiari non può
non notare come lo Zar paia più ragionevole, meno incline allo scontro.
Ma il
diavolo sta nei dettagli. E il dettaglio è quella frase: “speriamo che i penalizzati possano
tornare a far parte della società”. Oggi noi siamo i paria, i
ghettizzati, il popolo delle catacombe. Viene tesa la mano, ma dobbiamo
pentirci, come gli eretici medievali. Solo pentendoci saremo ammessi nuovamente
nell’umano consesso.
Tattica
vecchia come il cucco.
Non ci
si casca. E non ci si pente. (ANDREA SARTORI).
(NB: Dobbiamo
combattere contro il TIRANNO!).
Tutti
I Leader Mondiali Servono
Il Nuovo Ordine Mondiale.
Sadefensa.blogspot.com-
Dr. Mujahid Kamran -(5-11-2021)-ci dice:
(NewDawnMagazine.com
).
Da
quando sono entrato in politica, mi sono state confidate principalmente le
opinioni in privato. Alcuni dei più grandi uomini degli Stati Uniti, nel campo
del commercio e della manifattura, hanno paura di qualcosa. Sanno che c'è un
potere da qualche parte così organizzato, così sottile, così vigile, così
interconnesso, così completo, così pervasivo, che è meglio che non parlino al
di sopra del loro respiro quando lo condannano. “ Woodrow Wilson, 28° Presidente degli
Stati Uniti (1856-1924).
“Quindi
vedi, mio caro Coningsby, che il mondo è governato da personaggi molto
diversi da quello che immaginano quelli che non stanno dietro le quinte.” – (Benjamin Disraeli, primo ministro
britannico (1804-1881).
L'avvento
della rivoluzione industriale, l'invenzione di un sistema bancario basato
sull'usura e i progressi scientifici e tecnologici degli ultimi tre secoli
hanno avuto tre conseguenze principali. Questi hanno reso possibile
l'incredibile concentrazione della ricchezza in poche mani, hanno portato alla
costruzione di armi sempre più letali culminate in armi di distruzione di
massa, e hanno permesso di plasmare le menti di vaste popolazioni mediante
l'applicazione di tecniche scientifiche attraverso i media e controllo del
sistema educativo.
Le
famiglie più ricche del pianeta Terra dettano legge in ogni grande
sconvolgimento che causano . La loro sfera di attività si estende su tutto il globo, e
anche oltre, la loro ambizione e avidità di ricchezza e potere non conosce
limiti, e per loro, la maggior parte dell'umanità è spazzatura - "spazzatura umana". Il loro
obiettivo è anche spopolare il globo e mantenere una popolazione molto più
bassa rispetto a quella che abbiamo ora.
Fu il
barone Nathan Mayer de Rothschild (1840-1915) a dire una volta:
“Non
mi interessa quale burattino viene posto sul trono d'Inghilterra per governare
l'Impero Britannico su cui il sole non tramonta mai. L'uomo che controlla la moneta
britannica controlla l'impero britannico e io controllo l'offerta della
moneta”.
Ciò
che era vero per l'Impero britannico è altrettanto vero per l'Impero
statunitense, controllato a distanza dall' élite con sede a Londra, attraverso il
Federal Reserve System. A giudicare dalle sue conseguenze, il Federal Reserve System è il più
grande truffatore della storia umana.
È
triste e doloroso che la costruzione più bella dell'uomo e la fonte della
maggior parte del potere e della ricchezza sulla terra, vale a dire la
conoscenza scientifica – l'espressione più sublime, più potente e più organizzata
del dono intrinseco dell'uomo di pensiero, meraviglia e soggezione – divenne uno strumento per
sottomettere l'umanità, uno strumento molto pericoloso nelle mani di un piccolo
gruppo di uomini.
Questi
uomini “assumono” lo scienziato e tolgono, di diritto, il potere che lo
scienziato crea attraverso le sue invenzioni. Questo potere viene quindi utilizzato
per i propri scopi, con un immenso costo umano e materiale per l'umanità. L'obiettivo di questa manciata di
uomini, i membri delle famiglie più ricche del pianeta, l'élite, è un Nuovo Ordine Mondiale , un
governo mondiale unico , sotto il loro controllo.
La
segretezza e l'anonimato sono parte integrante delle operazioni dell'élite,
così come la spietatezza assoluta, l'inganno profondo e lo spionaggio e il
ricatto più sordidi. L'élite mette le nazioni l'una contro l'altra e mira alla
distruzione della religione e di altri valori tradizionali, crea il caos, diffonde
deliberatamente povertà e miseria e poi usurpa il potere mettendo al suo posto
i suoi tirapiedi.
Queste
famiglie “comprano
mentre il sangue scorre ancora nelle strade” (detto Rothschild). Guerre, "rivoluzioni" e
omicidi fanno parte delle loro tattiche per distruggere la civiltà tradizionale
e le religioni tradizionali (come nella Russia sovietica), accumulare ricchezza
e potere, eliminare gli avversari e procedere senza sosta verso il loro
obiettivo dichiarato, generazione dopo generazione. Operano attraverso società
e organizzazioni segrete e palesi.
Il
professor Carroll Quigley ha scritto:
I poteri
del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo di vasta portata,
nientemeno che quello di creare un sistema mondiale di controllo finanziario in
mani private per poter dominare il sistema politico di ogni paese e l'economia
del mondo nel suo insieme. Questo sistema doveva essere controllato in modo feudale
dalle banche centrali del mondo che agiscono di concerto, mediante accordi
segreti, raggiunti in riunioni e conferenze private... La crescita del capitalismo
finanziario ha reso possibile una centralizzazione del controllo economico
mondiale e l'uso di tale potere a diretto vantaggio dei finanziatori e a danno
indiretto di tutti gli altri gruppi economici.
Winston
Churchill, che alla fine "annoiato da tutto", scrisse intorno al 1920:
Dai
giorni di Spartacus-Weishaupt a quelli di Karl Marx , a quelli di Trotsky, Bela
Kun, Rosa Luxembourg ed Emma Goldman, questa cospirazione mondiale per il
rovesciamento della civiltà e la ricostituzione della società sulla base dello
sviluppo arrestato, dell'invidia malevolenza e impossibile uguaglianza, è in
costante crescita. Ha giocato un ruolo decisamente riconoscibile nella tragedia
della Rivoluzione francese. È stata la molla principale di ogni movimento sovversivo
durante il diciannovesimo secolo, e ora finalmente questa banda di straordinarie
personalità del mondo sotterraneo delle grandi città d'Europa e d'America ha
afferrato il popolo russo per i capelli e sono diventate - praticamente- i
padroni indiscussi di quell'immenso impero.
L'alta
cabala smascherata da JFK.
Fu nei
giorni bui della seconda guerra mondiale che Churchill fece riferimento
all'esistenza di un'" Alta Cabala " che aveva provocato uno
spargimento di sangue senza precedenti nella storia umana.
Si
dice anche che Churchill abbia osservato riguardo all'élite:
"Hanno
trasportato Lenin in un camion sigillato come un bacillo della peste dalla
Svizzera alla Russia..." (citato da John Coleman in The Tavistock Institute of
Human Relations, Global Publications 2006). Loro chi sono'?
Considera
la dichiarazione del 1961 del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy
(JFK) davanti ai giornalisti dei media:
La
parola segretezza è ripugnante in una società libera e aperta, e noi come popolo siamo
intrinsecamente e storicamente contrari alle società segrete, ai giuramenti
segreti e ai procedimenti segreti. Perché ci siamo
opposti in tutto il mondo da una cospirazione monolitica e spietata, che si
basa principalmente su mezzi segreti per espandere la sua sfera di influenza.
Dipende
dall'infiltrazione invece che dall'invasione, dalla sovversione invece che
dalle elezioni, dall'intimidazione invece che dalla libera scelta. È un sistema che ha arruolato vaste
risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina strettamente unita
e altamente efficiente che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence,
economiche, scientifiche e politiche.
I suoi
preparativi sono nascosti, non pubblicati, i suoi errori sono sepolti, non
titolati, e i suoi dissidenti sono messi a tacere, non lodati, nessuna spesa è
messa in discussione, nessun segreto rivelato... Chiedo il vostro aiuto nel tremendo
compito di informare e allertare
il
popolo americano .”
Società
segrete, giuramenti segreti, procedimenti segreti, infiltrazione, sovversione,
intimidazione: queste sono le parole usate da JFK!
Il 4
giugno 1963, JFK ordinò la stampa di buoni del Tesoro in dollari invece di
banconote della Federal Reserve (Executive Order 11110 ). Ordinò anche che, una volta
stampate, le banconote della Federal Reserve fossero ritirate e i buoni del
Tesoro messi in circolazione. Pochi mesi dopo (22 novembre 1963) fu ucciso in pieno
giorno davanti a tutto il mondo: il suo cervello esplose.
Dopo
aver assunto il potere, il suo successore, il presidente Lyndon Johnson, ha immediatamente annullato
l'ordine di passare ai buoni del Tesoro, mostrando molto chiaramente il motivo
per cui JFK è stato assassinato. Anche un altro ordine di JFK, di disimpegnarsi
militarmente dall'Estremo Oriente ritirando i "consiglieri" statunitensi dal
Vietnam, è stato immediatamente annullato dopo la sua morte.
Dopo
la crisi cubana, JFK voleva una coesistenza pacifica e non conflittuale con
l'Unione Sovietica e ciò significava nessuna guerra nel mondo. Sapeva che la prossima guerra sarebbe
stata nucleare e non ci sarebbero stati vincitori.
L'industria
della difesa e le banche che fanno soldi con la guerra appartengono all'élite. L'élite aderisce a una filosofia
dialettica hegeliana, come sottolineato da Antony Sutton, in base alla quale
determinano un "conflitto controllato". Le due guerre mondiali erano
'conflitti controllati'!
La
loro arroganza, la loro energia incessante, la loro concentrazione, il loro
totale disprezzo per la vita umana, la loro capacità di pianificare decenni in
anticipo, di agire in base a tale pianificazione e il loro continuo successo
sono sconcertanti e scuotono la fede.
Dichiarazioni
di uomini come Disraeli, Wilson, Churchill, JFK e altri non dovrebbero lasciare
alcun dubbio nella mente del lettore su chi controlla il mondo.
Il
presidente Franklin Delano Roosevelt scrisse nel novembre 1933 al colonnello Edward
House:
"La
vera verità della questione è, come tu e io sappiamo, che un elemento
finanziario nei centri più grandi ha posseduto il governo sin dai tempi di
Andrew Jackson".
Si può
ricordare che Andrew Jackson, presidente degli Stati Uniti dal 1829 al 1837,
era così infuriato dalle tattiche dei banchieri (Rothschild) che disse:
“Siete
un covo di vipere. Ho intenzione di scacciarvi e per l'Eterno Dio vi caccerò.
Se solo la gente capisse l'ingiustizia del nostro sistema monetario e bancario,
ci sarebbe una rivoluzione prima del mattino”.
Struttura
ad incastro di élite Control.
Nel
suo libro Big Oil and Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight
Families and Their Global Intelligence, Narcotics and Terror Network, Dean Henderson afferma:
“Le mie
domande alle agenzie di regolamentazione bancaria in merito alla proprietà di
azioni nelle 25 maggiori holding bancarie statunitensi hanno ricevuto lo status
di Freedom of Information Act, prima di essere negato per motivi di 'sicurezza
nazionale'. Questo è ironico dal momento che molti degli azionisti della banca
risiedono in Europa".
Questo
è, a prima vista, abbastanza sorprendente, ma dimostra che il governo degli
Stati Uniti lavora non per il popolo ma per l'élite. Dimostra anche che la segretezza è fondamentale
negli affari dell'élite.
Nessun
media solleverà questo problema perché l'élite possiede i media. La segretezza
è essenziale per il controllo dell'élite: se il mondo scopre la verità sulla
ricchezza, il pensiero, l'ideologia e le attività dell'élite, ci sarebbe una
rivolta mondiale contro di essa.
Henderson
afferma inoltre:
“I
quattro cavalieri del settore bancario (Bank of America, JP Morgan Chase,
Citigroup e Wells Fargo) possiedono i quattro cavalieri del petrolio (Exxon
Mobil, Royal Dutch/Shell, BP Amoco e Chevron Texaco); in tandem con altri
colossi europei. Ma il loro monopolio sull'economia
globale non finisce ai margini della zona petrolifera. Secondo i documenti depositati
dalla società 10K alla SEC, i Four Horsemen of Banking sono tra i primi dieci azionisti di praticamente tutte le società
Fortune 500.
È noto
che nel 2009, delle 100 maggiori entità economiche del mondo, 44 erano
società. La
ricchezza di queste famiglie, che sono tra i primi 10% azionisti di ciascuna di
esse, è di gran lunga superiore alle economie nazionali. In effetti, il PIL globale totale è
di circa 70 trilioni di dollari.
La
sola ricchezza della famiglia Rothschild è stimata in migliaia di miliardi di dollari . Così è il caso dei Rockefeller che
sono stati aiutati e hanno ricevuto denaro dai Rothschild. Gli Stati Uniti hanno un PIL annuo
compreso tra 14-15 trilioni di dollari. Questo diventa insignificante davanti
alla ricchezza di questi trilionari.
Con il
governo degli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi europei indebitati con
l'élite, non
dovrebbero esserci assolutamente dubbi su chi possiede il mondo e chi lo
controlla.
Per
citare Eustace Mullins dal suo libro The World Order :
“I Rothschild governano gli Stati
Uniti attraverso le loro Fondazioni, il Council on Foreign Relations e il
Federal Reserve System senza serie sfide al loro potere. Vengono regolarmente condotte
costose "campagne politiche", con candidati accuratamente selezionati
che sono impegnati nel programma dell'Ordine Mondiale. Se dovessero deviare dal programma,
avrebbero un 'incidente', sarebbero incastrati con un'accusa di sesso o
incriminati per qualche irregolarità finanziaria”.
I
membri dell'élite operano all'unisono contro il bene pubblico, contro una vita
migliore per l'umanità in cui l'individuo è libero di sviluppare la propria
creatività innata, una vita libera dalla guerra e dallo spargimento di sangue.
James
Forrestal, il primo segretario alla Difesa degli Stati Uniti, venne a
conoscenza degli intrighi dell'élite e, secondo Jim Marrs, aveva accumulato
3000 pagine di appunti da utilizzare per scrivere un libro. Morì in circostanze misteriose e fu
quasi certamente assassinato. I suoi appunti sono stati portati via e una versione
igienizzata resa pubblica dopo un anno!
Poco
prima di morire, quasi quindici mesi prima dello scoppio della guerra di Corea,
aveva rivelato che i soldati americani sarebbero morti in Corea!
Marrs cita
Forrestal:
“Questi
uomini non sono incompetenti o stupidi. La coerenza non è mai stata un segno di
stupidità. Se
fossero semplicemente stupidi, a volte commetterebbero un errore a nostro
favore”.
Il
Gruppo Bilderberg , il Council on Foreign Relations , la Commissione
Trilaterale e la madre di tutti questi, The Royal Institute of International
Affairs,
sono organi in cui vengono prese le decisioni sul futuro dell'umanità. Chi li imposta e li controlla? I
“banchieri internazionali” ovviamente.
Nel
suo libro “The
Secret Team: The CIA and its Allies in Control of the United States and the
World” ,
il colonnello Fletcher Prouty, che è stato il briefing officer del presidente degli
Stati Uniti dal 1955 al 1963, scrive di "un sancta sanctorum di un nuovo ordine
religioso”.
Con
l'espressione Secret Team si intende un gruppo di "individui autorizzati dalla
sicurezza dentro e fuori dal governo che ricevono dati di intelligence segreti
raccolti dalla CIA e dalla National Security Agency (NSA) e che reagiscono a
tali dati".
Egli
dichiara:
“Il potere del Team deriva dalla sua vasta infrastruttura
sotto copertura intra-governativa e dal suo rapporto diretto con grandi
industrie private, fondi comuni di investimento e case di investimento,
università e media, comprese case editrici straniere e nazionali”.
Aggiunge
inoltre:
“Tutti i veri membri del Team
rimangono nel centro di potere, sia in carica con l'amministrazione in carica sia fuori
ufficio con l'insieme hard-core. Semplicemente ruotano da e verso i lavori ufficiali e
il mondo degli affari o il piacevole rifugio dell'accademia".
Formare
i giovani per l'appartenenza all’élite.
È
davvero notevole come "loro" siano in grado di esercitare il
controllo e come "loro" trovino sempre le persone per svolgere il
lavoro, e in che modo "loro" prendono sempre la decisione
"giusta" al momento giusto?
Questo
può essere possibile solo se esiste un programma nascosto di addestramento e
formazione dei quadri mentalmente, ideologicamente, filosoficamente,
psicologicamente e per quanto riguarda le capacità, per periodi di tempo
prolungati e piantandoli nei centri di potere di paesi come gli Stati Uniti, il
Regno Unito, ecc. .. Questa formazione dovrebbe iniziare in giovane età in
generale.
Ci
deve essere anche un metodo di valutazione continua, da parte di piccoli gruppi
di uomini altamente qualificati, di sviluppare situazioni con i
"loro" uomini che sono piantati nei maggiori centri di potere del
mondo in
modo che un'azione "riparatrice" immediata, un'azione che favorisca
sempre Gli interessi dell'élite possono essere presi. Come succede?
È nel
trovare risposte a queste domande che il ruolo delle società segrete e il loro
controllo delle università, in particolare negli Stati Uniti, assume
un'importanza più profonda. Il lavoro svolto da uomini come Antony Sutton, John
Coleman, Eustace Mullins e altri è rivoluzionario.
L'umanità
ha un debito con tali studiosi che soffrono per la verità ma non si arrendono. Ogni volta che si rintraccia la
fonte di denaro di importanti iniziative progettate per provocare grandi
guerre, stabilire politiche per il futuro, rafforzare il controllo dell'élite
sull'umanità, ecc., li troverete immancabilmente legati alle cosiddette famiglie
di banchieri e ai loro tirapiedi che operano all'interno delle Fondazioni.
Nell'aprile
2008 sono stato tra i circa 200 vicerettori, rettori e presidenti di università
di Asia, Africa, Europa e Stati Uniti a un vertice di due giorni
sull'istruzione superiore per lo sviluppo globale, tenutosi presso il
Dipartimento di Stato degli Stati Uniti a Washington DC. Il vertice è stato affrontato da
cinque segretari statunitensi, tra cui il segretario di Stato Condoleezza Rice.
La
vera enfasi durante il Summit è stata solo su una cosa: le università nei paesi in via di
sviluppo operano in collaborazione con le fondazioni in modo che i problemi
globali possano essere risolti! Queste sono fondazioni private e l'unico modo per capire
questa enfasi è rendersi conto che il governo degli Stati Uniti è di proprietà
di coloro che possiedono queste fondazioni.
Per
inciso, il discorso inaugurale è stato pronunciato dal criminale di guerra
responsabile di milioni di morti in Ruanda, addestrato nelle istituzioni
militari statunitensi e insignito di un dottorato: il dottor Paul Kagame!
La
primissima presentazione è stata fatta dal CEO della Agha Khan Foundation!
In un
affascinante studio sulla società segreta di Yale Skull and Bones, Antony Sutton ha scoperto numerosi
aspetti di profonda importanza su questa società.
Nel
suo libro America's Secret Establishment: An Introduction to the Order of Skull
& Bones , Sutton sottolinea che c'è una serie di "Old Line American Families and New
Wealth" che domina l'Ordine (di Skull & Bones) - la famiglia Whitney, la La
famiglia Stimson, la famiglia Bundy, la famiglia Rockefeller, la famiglia
Harriman, la famiglia Taft, la famiglia Bush e così via.
Sottolinea
inoltre che esiste una connessione britannica:
“I
legami tra l'Ordine e la Gran Bretagna passano attraverso Lazard Freres e i
banchieri privati. In particolare, l'establishment britannico fondò anche
un'università, l'Università di Oxford, e in particolare l'All Souls College di
Oxford. L'elemento britannico si chiama 'The Group'. Il gruppo si collega
all'equivalente ebraico attraverso i Rothschild in Gran Bretagna (Lord
Rothschild era un membro originale del "cerchio interno" di Rhodes).
L'Ordine negli Stati Uniti si collega alle famiglie Guggenheim, Schiff e
Warburg... C'è una connessione con gli Illuminati".
Ogni
anno 15 giovani uomini, e recentemente anche donne, sono stati inseriti
nell'Ordine dagli studenti di Yale dal 1832. Chi li seleziona? Uno studio sulle
traiettorie di carriera di molti di questi "eletti" mostra come salgono alla
ribalta nella vita americana e come i loro coetanei si assicurano che questi
uomini penetrino nel tessuto stesso delle importanti istituzioni statunitensi. Sono sempre presenti in posizioni
chiave durante la guerra e la pace, manipolando e osservando incessantemente.
L'influenza
delle famiglie dell’élite sui processi di pensiero delle nazioni viene
effettuata attraverso istituzioni e organizzazioni accademiche, così come i
media. Sutton
scrive:
“Tra le associazioni accademiche,
l'American Historical Association, l'American Economic Association, l'American
Chemical Society e l'American Psychological Association sono state tutte
fondate da membri dell'Ordine o da persone vicine all'Ordine. Queste sono associazioni chiave per
il condizionamento della società. Il fenomeno dell'Ordine come PRIMO sulla scena si
riscontra soprattutto tra le Fondazioni, anche se sembra che l'Ordine mantenga
una presenza continuativa tra gli Amministratori della Fondazione...
“Anche
il PRIMO Presidente di un'organizzazione influente ma quasi sconosciuta fondata
nel 1910 era un membro dell'Ordine. Nel 1920 Theodore Marburg fondò
l'American Society for the Judicial Settlement of Disputes, ma Marburg era solo
il presidente. Il PRIMO Presidente era il membro William Howard Taft. La Società è stata l'antesignana
della League
to Enforce Peace, che si è sviluppata nel concetto della Società delle Nazioni
e infine nelle Nazioni Unite”.
Le
Nazioni Unite sono uno strumento dell'élite progettato per facilitare la
creazione di un governo mondiale sotto il controllo dell'élite. L'edificio
delle Nazioni Unite si trova sulla proprietà dei Rockefeller.
Selezione
dei futuri primi ministri per servire il Nuovo Ordine Mondiale.
Nel
suo articolo, " Oxford University – The Illuminati Breeding Ground ", David Icke racconta un incidente che dimostra
come queste società e gruppi segreti, che lavorano per l'élite, selezionano, addestrano e pianificano
di installare i loro uomini in posizioni chiave.
Nel
1940 un giovane si rivolse a un "gruppo di studio" del Partito
Laburista in una stanza dell'University College di Oxford. Ha sottolineato di appartenere a un
gruppo segreto senza nome che ha pianificato una "acquisizione marxista" della
Gran Bretagna, della Rhodesia e del Sudafrica infiltrandosi nel Parlamento
britannico e nei servizi civili.
Dal momento che gli inglesi non amano gli
estremisti, liquidano i loro critici come "di destra" mentre si
atteggiano a "moderati" (questa sembra l'accusa di antisemitismo dell'ADL, ecc.
ogni volta che Israele viene criticato). Il giovane ha dichiarato di essere a
capo dell'ala politica di quel gruppo segreto e che un giorno si aspettava di
essere nominato Primo Ministro della Gran Bretagna! Il giovane era Harold Wilson che
divenne Primo Ministro della Gran Bretagna (1964-70, 1974-76)!
Tutti
i giovani che studiano nelle università della Ivy League, e in altre, devono
tenere a mente che vengono continuamente esaminati da alcuni dei loro
professori con l'intenzione di selezionare tra loro quelli che serviranno l'élite
e diventeranno parte di una rete globale di società e organizzazioni
interconnesse, nascoste e palesi, che lavorano per il Nuovo Ordine Mondiale .
Alcuni
di quelli già selezionati saranno presenti in mezzo a loro, mescolandosi con
loro e tuttavia, nel loro cuore, separati da loro da un senso di appartenenza a
una fraternità con una missione che dura da tempo. Questi giovani sanno anche che
saranno ricompensati dall'avanzamento di carriera e anche che se vacillano potrebbero
essere uccisi!
La
segretezza assoluta e l'assoluta lealtà sono essenziali per il continuo
successo di questo programma. Questo viene imposto attraverso la paura dell'omicidio
o della bancarotta e attraverso un culto che probabilmente ci riporta ai tempi
delle piramidi e prima.
Filosoficamente
“loro” credono nella dialettica hegeliana attraverso la quale giustificano
l'instaurazione di guerre orribili – eufemisticamente chiamate “conflitti
controllati”.
La loro ideologia politica è il 'collettivismo' per cui l'umanità deve essere 'gestita' da
un gruppo di uomini, 'loro', organizzati allo scopo – una 'minoranza dominante'
nascosta. 'Loro' credono di sapere meglio dei comuni mortali.
Gli
Illuminati , i massoni , i membri di altre società segrete conosciute e
sconosciute, si uniscono tutti sotto la cabala più ricca della storia umana per
portare un'umanità ipnotizzata, dormiente e martoriata da un abisso all'altro.
L'ex
agente dell'MI6 John Coleman fa riferimento a un " Comitato di 300 "
che controlla e guida questo vasto macchinario umano sotterraneo.
Nel
suo libro “Memoirs”
,
pubblicato nel 2002, David Rockefeller, Sr. ha affermato che la sua famiglia
era stata attaccata da "estremisti ideologici" per "più di un secolo... Alcuni credono
addirittura che facciamo parte di una cabala segreta che lavora contro i
migliori interessi del Stati Uniti, definendo me e la mia famiglia come
"internazionalisti" e cospirando con altri in tutto il mondo per
costruire una struttura politica ed economica globale più integrata - un mondo,
se vuoi. Se questa è l'accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono orgoglioso". Questo è tutto!
(Dr.
Mujahid Kamran, NewDawnMagazine.com.)
(Informazioni
sull'autore: Il Prof. Dr. MUJAHID KAMRAN è Vice Cancelliere, Università del
Punjab, Lahore, Pakistan, dove insegna fisica dal 1972. È stato Fullbright
Fellow presso l'Università della Georgia, USA, durante il 1988-89 e professore
di fisica alla King Saud University, Riyadh, dal 2001 al 2004.
Kamran
ha vinto numerosi premi, tra cui l'Abdus Salam Prize (1985), il President's
Pride of Performance Award (1999), l'International Einstein Award for
Scientific Achievement (2010), Sitara-e-Imtiaz (2015), per i suoi eccezionali
contributi alla ricerca , insegnamento e divulgazione della scienza.
Il suo
libro Jadeed Tabiyat Kay Bani ha vinto il premio del National Book Council nel
2000. Il suo libro The Grand Deception – Corporate America and Perpetual War è
stato pubblicato nel 2011 da Sang e Meel Publications, Lahore, Pakistan. Il
sito web del Prof. Kamran è www.mujahidkamran.com.).
Bizzi
e Martini: l’Italia
è in trappola
, come
ne usciremo?
Libreidee.org-Nicola
Bizzi e Mat martini-(27/11/2021)-ci dice:
«A
questo punto, considero realistico che si possa verificare lo scenario
peggiore: e cioè che l’attuale “stato d’assedio” si protragga per il tutto il
2022, visto che l’élite di Davos punta essenzialmente sull’Europa, dove può
contare su governi “amici” per condurre a termine i suoi piani».
Previsione
pessimistica firmata da Matt Martini, co-autore con Nicola Bizzi del bestseller
“Operazione Corona”. Lo stesso “Super Green Pass” non
lascerebbe molte speranze: «Andranno avanti per questa strada e per molti mesi: tutto
sembra lasciarlo presagire».
Nella
trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, condotta insieme a Tom Bosco e allo stesso Bizzi,
Martini insiste: «E’ evidente che sono caduti dei diaframmi, che fino a ieri
tenevano in piedi la possibilità di un progressivo abbandono della narrazione
pandemica: qualcosa è cambiato, a quanto pare, vista l’improvvisa accelerazione
degli eventi».
Meno disperante l’analisi di Bizzi, secondo
cui sarebbe ormai imminente l’approvazione, da parte dell’Ema, dei farmaci
monoclonali:
cosa che farebbe decadere l’attuale campagna “vaccinale”, basata su farmaci
ancora formalmente “sperimentali” fino a tutto il 2023, quindi scartabili non
appena emergesse un’alternativa terapeutica ufficiale.
Beninteso,
Bizzi non risparmia critiche feroci all’establishment nazionale. «Ai miei occhi – scandisce lo
storico, editore di Aurora Boreale – lo Stato italiano ha perso ogni
legittimità: è ormai in guerra contro una parte consistente dei propri cittadini, in
spregio a qualsiasi diritto costituzionale, a qualsiasi legge, a qualsiasi
normativa civile».
Rincara la dose Bizzi: «Li considero criminali: chi segrega
milioni di cittadini in maniera nazista, distopico-orwelliana, non merita più
alcuna legittimazione».
Un
appello ai cittadini: «Quand’è che vi deciderete ad aprire gli occhi? Vi stanno
prendendo il giro da due anni, ormai». Lo stesso Bizzi, all’inizio della
scorsa primavera, aveva anticipato una previsione: in base a un accordo riservato, si
sarebbe verificata una graduale de-escalation dell’emergenza a partire da metà
aprile.
Evento
puntualmente confermato dagli allentamenti attuati a cominciare dalla Gran
Bretagna. «Poi
evidentemente l’accordo si è rotto, qualcuno non è stato ai patti». Possibile
motivo?
«Al
terrore del Covid non sono riusciti a sostituire in modo altrettanto efficace
l’altro terrore emergenziale, quello climatico».
Per
Bizzi, infatti, siamo ai “tempi supplementari” della narrazione-1. Ribadisce l’analista: tutto sarebbe dovuto finire il
31 dicembre 2021. «E
il piano era stato svelato con largo anticipo agli ambienti della politica che
conta, cioè ai segretari dei partiti». Insieme a loro, aggiunge Bizzi,
erano stati informati «i dirigenti dei sindacati e i direttori dei grandi media, ma
anche i responsabili delle grosse catene di supermercati, i dirigenti delle
Poste, i vertici di Confindustria, Confcommercio e Confesercenti».
Tutti
“sapevano” che l’emergenza “pandemica” sarebbe stata sgonfiata, gradualmente,
in questi mesi.
«A loro, fin dall’inizio, avevano
detto che tutta questa pagliacciata, in Italia, sarebbe dovuta finire entro il
2021. Già da settembre – avevano detto – le mascherine sarebbero state
eliminate anche dai luoghi al chiuso, mentre la campagna “vaccinale” si sarebbe
esaurita già entro il mese di agosto».
Non è
andata così, come s’è visto, se siamo davvero arrivati ai “tempi supplementari”
della storia politico-mediatica inaugurata all’inizio del 2020 dal primissimo
lockdown, quello di Wuhan.
«Se
siamo ancora nei guai – dice Bizzi – è perché non riescono a sostituire, in
maniera soft, la narrazione-1 (il Covid) con la narrazione-2, cioè l’emergenza
climatico-ambientale. E sono nel panico: perché c’è una
buona metà del mondo che si sta rifiutando di innescare un’emergenza permanente
motivata da ragioni climatico-ambientali».
Verissimo:
vi si oppongono larga parte degli Stati americani, senza contare grandi potenze
come l’India, il Brasile e tanti altri player mondiali, inclusa la Russia. «I
gestori dell’emergenza sono con le spalle al muro», aggiunge Bizzi: «Per quanto
mi riguarda, hanno già perso. E infatti, per continuare la narrazione-1, hanno
fatto pressioni stratosferiche per rimandare all’infinito – da settembre a
ottobre, poi da ottobre a novembre, e oltre – l’uscita delle terapie basate
sugli anticorpi monoclonali.
Farmaci
finora approvati solo dalla Gran Bretagna e dalla Svizzera, che però sono fuori
dall’Ue».
Ma attenzione: «Se un singolo paese dell’Unione
Europea – uno solo – li approvasse, costringerebbe tutti i paesi Ue ad
archiviare definitivamente la campagna sperimentale in corso», quella basata
sui “non-vaccini” genici. «Lo sanno molto bene, ed è per questo
che sono andati avanti con i “tempi supplementari”. Ma non potranno andare oltre
l’inizio del 2022 – puntualizza sempre Bizzi – perché l’Ema ormai è prossima
all’approvazione di quei farmaci, nell’area Ue.
E
Stati come la Germania e la Spagna (probabilmente anche la Polonia) sono in
dirittura d’arrivo per l’approvazione. La stessa Francia, come anche la
Germania, ne sta già acquistando enormi quantitativi». Per contro, Matt Martini
si sforza di mettere a fuoco lo scenario peggiore: quello che, per ora, si sta
manifestando in tutta la sua devastante virulenza. Sta infatti ripartendo – in
quasi tutta l’Europa, in particolare l’Eurozona – il vecchio refrain del 2020
(quello dei lockdowm) con in più le imposizioni “vaccinali” cui viene
condizionata la residua possibilità di circolazione delle persone.
Esistono
eccezioni importanti come la Spagna e la Danimarca, oltre alla Svezia, ma il
trend sembra preoccupante: e allinea anche paesi come Israele e Sudafrica.
Dell’Italia,
sottoposta alla Premiata Macelleria Draghi, non è nemmeno il caso di parlare.
«A proposito: se si fosse creduto
convintamente nella possibilità del referendum per abrogare il Green Pass, per
il quale andava presentato mezzo milione di firme entro il 30 ottobre, non
credo che oggi ci ritroveremmo in una situazione così buia». Secondo Martini,
«il governo non avrebbe osato premere sull’acceleratore». Se lo ha fatto – è la
tesi – è anche perché non è stato fronteggiato, sul piano politico, da una massa
visibile di cittadini. Cosa aspettarsi per l’immediato futuro? Niente di buono,
purtroppo, secondo la previsione più pessimistica.
«Come da copione, ora il mainstream racconta
che le “varianti”, in sostanza, “bucano” i vaccini attualmente disponibili. Il
primo a lasciar capire come sarebbe potuta andare a finire, questa storia, è
stato Bill Gates: disse che, per chiudere il capitolo Covid, avremmo avuto
bisogno di “vaccini di nuova generazione”.
Non mi stupirei se fossero in arrivo: vorrebbe
dire tornare al piano iniziale della gestione “pandemica”, quello che allarma chi teme che
l’operazione comprenda anche il proposito di “de-popolare” parte del pianeta».
Gli
americani si sentono e si credono
ancora i padroni del mondo.
Ariannaeditrice.it-Massimo
Fini- (22-11-2021)- ci dice:
Donald
Trump, detto familiarmente “The Donald”, fuor d’America ha sempre goduto di pessima stampa sia quando
era al potere sia, forse soprattutto, adesso che, pur recalcitrante, lo sta per
abbandonare.
Per
me, devo dirlo, “The Donald” è stata una vera manna perché non ero più il solo
a criticare i gloriosi United States of America.
“The
Donald” non piace all’impronta per il suo aspetto esteriore, per quei suoi
capelli che sembrano, e probabilmente sono, posticci come i peli tirati di un
gatto, con improbabili riflessi biondi (ma il Berlusca, che pur in Italia gode
dell’appoggio di una buona metà della stampa, tanto che si candida alla
Presidenza della Repubblica, non è rifatto da capo a piedi?) per la sua innata
trivialità e per i suoi tweet che trasudano maschilismo, razzismo,
omofobia.
Oggi
in politica, e non solo, l’apparenza e il modo di comunicare sono tutto, o
quasi, tanto che esiste una particolare specializzazione, quella del coach aziendale che insegna ai manager come fare i
manager, non dal punto di vista pratico (e i risultati si vedono) ma estetico e del porgersi.
Ho
avuto una fidanzata, Chiara, che faceva questo mestiere, e lei e i suoi simili
facevano fare ai manager degli esilaranti “giochi di ruolo” con biglie,
calcetto ed altri esperimenti del genere. Io che con le donne sono vilissimo
ascoltavo pazientemente, ma sbottai una volta che mi disse che una delle
metodiche (“metodiche”, “tempistiche”, “problematiche” sono termini che oggi fan parte
dello pseudo-italiano, ma non sarebbe più semplice dire metodi, tempi,
problemi?) per valutare le capacità di leadership di un manager era metterlo
davanti a un cavallo e osservare le sue reazioni, del tipo, non del cavallo.
Le
dissi: ”Scusa,
Chiara, non credo che al-Baghdadi per conquistare la leadership si sia messo
davanti a un cavallo, forse l’avrà montato, più probabilmente avrà estratto il
kalashnikov al momento opportuno”.
Per
noi che apparteniamo al passato, e fra breve al trapassato, più che di queste
sciocchezze ci importa la sostanza. E se guardiamo l’attività di “The Donald” da questo
punto di vista il giudizio diventa un poco diverso.
E’ con
Trump che è iniziato il ritiro delle forze americane dall’Afghanistan ed è
sotto la sua presidenza che è stato annunciato quello dall’Iraq (sia detto di
passata: una guerra costata, in modo diretto o indiretto, 650mila morti
infintamente di più di quanti ne abbia fatti Saddam Hussein, secondo un calcolo
molto semplice fatto da una rivista medica britannica che ha messo a raffronto
i morti durante gli anni del potere del raìs di Baghdad e lo stesso numero di
anni dell’occupazione yankee). Sia pure nel suo modo goliardico, giocando a chi “ce l’ha
più grosso”, Trump ha trovato il modo di allentare l’eterna tensione con la
Corea del Nord.
Storicamente
gli americani sono “isolazionisti” e Donald Trump, che pur è un repubblicano
anomalo, sembra continuare questa tradizione, spezzata brutalmente da George W.
Bush che ha disseminato il mondo, soprattutto quello mediorientale, di guerre
che sono venute regolarmente in culo all’Europa finendo per creare il “mostro”
Isis (ma
neanche i democraticissimi Clinton, guerra alla Serbia del 1999, e Obama,
guerra alla Libia in supporto ai francesi, hanno scherzato).
Per
quel che si può giudicare da qui Joe Biden sembra una brava persona, certamente
molto meno urticante di Trump che però aveva un pregio proprio nella sua
brutale schiettezza che, a mio modo di vedere, è meglio dell’ipocrisia.
Non
credo però che con Biden possa cambiare la sostanza delle cose. L’America è un
paese imperiale e imperialista. Gli americani si sentono e si credono ancora i
padroni del mondo. Il Novecento è stato il “secolo americano”, ma il futuro non è più “iuessei”, è
della Cina che
senza fare stupide guerre con droni e bombardieri punta sull’economia e ha già
conquistato mezza Africa e parti dell’Europa e anche del mondo islamico,
radicale e non, o forse, dell’Isis.
L'emergenza
finirà solo quando non ci sarà
più chi si arroga la facoltà di
"risolverla."
Ariannaeditrice.it-
Berto Selis - (25/11/2021)- ci dice:
(Weltanschauung
Italia).
«All’infuori
del lavoro tutto era vietato, camminare per strada, distrarsi, cantare,
ballare, riunirsi…»
(George
Orwell - 1984).
Non ci
siamo fermati il 15 ottobre, ci siamo illusi che bastasse fare il tampone fino
al 31 dicembre e loro alzano il tiro, guerra aperta e nemico oggettivo.
Siamo
una generazione avariata, cresciuta con il mito della democrazia liberale, del
mercato che regna, della competizione sfrenata. Abbiamo creduto che le sole cose
importanti fossero i titoli di studio, la posizione sociale, la carriera. Pensavamo solo di doverci preoccupare
giusto di dove andare in vacanza o dello scatto di carriera, ma la Storia aveva altri progetti.
Ora
siamo qui: se vogliamo salvare la posizione sociale dobbiamo offrire il nostro
corpo e quello dei nostri figli. All'infinito.
Oppure
rischiare tutto per avere la Vita e la Dignità.
Possiamo
restare eterni adolescenti con la Grande Madre Stato che ti dice anche come
respirare o possiamo diventare adulti.
Possiamo
ancora fermarci e creare realtà alternative, ma occorre rischiare tutto
insieme. E fare comunione.
Nessuno
può scegliere per voi. Ognuno è di fronte alla propria coscienza e a Dio.
Non è
una pandemia. È una ristrutturazione della società secondo la modalità del
controllo, non dei liberi cittadini.
La
democrazia liberale ha fallito.
E ora?
Nulla,
perché l'emergenza finirà solo quando non ci sarà più chi si arroga la facoltà
di "risolverla", perché esso stesso è la vera emergenza, la
"pandemia" non lo è.
Sul
resto, bisogna comprendere che essendo i rapporti di forza sfavorevoli ai
giusti le cose da evitare sono la solitudine e l'isolamento, riunirsi e fare
comunità con chi adesso la pensa alla stessa maniera o perlomeno ha il medesimo
fine.
Bisognerà
andare oltre i legami di parentela e persino sentimentali, le idee politiche e
persino la religione, perché molto probabilmente si avrà accanto un estraneo
con cui prima non si pensava minimamente di affiancarsi piuttosto che qualcuno
conosciuto da una vita.
Gli
schemi "tradizionali" salteranno, coppie, famiglie, amicizie, classi
sociali, ruoli, camerati, compagni e
colleghi, tutto si ridurrà in obbedienti e disobbedienti, in privilegiati e
discriminati, accettati e reietti.
Il
futuro sarà la segregazione completa, l'unica soluzione risiederà in comunità
parallele del tutto indipendenti e autosufficienti, completamente staccate da questa
società oramai in putrefazione destinata alla schiavitù
"ecosostenibile" marchiata di verde.
Restare
tutti sulla stessa barca
per vedere se davvero non affonda?
Ariannaeditrice.it-
Sergio Cabras - (25/11/2021)- ci dice:
Guardando
le cose in un’ottica un po’ più ampia che lo stretto ed immediato contingente
si vede sempre che, dentro e sotto ciò che avviene, ci sono passaggi che si
aprono la strada e si radicano nella mentalità delle persone – o nella mente
collettiva, se vogliamo chiamarla così; nella cultura generalmente condivisa.
E
questi sono spesso l’aspetto più pesante, più preoccupante e pericoloso delle
situazioni contingenti ed anche quello che porterà poi i frutti più velenosi.
Che
quella in atto sia una sperimentazione condotta su scala dell’intera umanità
(anche se per loro fortuna ce ne sono ancora parti difficilmente raggiungibili
e poco globalizzate, che quindi ne resteranno fuori) non lo nascondono più
nemmeno i suoi fautori.
Ma di
fronte all’innegabilità del fatto che si tratta di un esperimento, si afferma
che è un esperimento necessario: l’unica possibilità che abbiamo e che quindi è un
dovere civico parteciparvi (che sia l’unica possibilità è ampiamente dimostrato essere
falso,
dati i molteplici tipi di cure, domestiche e non, sperimentati ma che sono
state tenute sotto silenzio quando non anche proibite, ma tant’è).
L’idea
che sta passando è che allo scopo di “salvarsi” da eventuali pericoli (anche
piuttosto ipotetici, nella gravità in cui vengono presentati, ma resi “veri” da
una propaganda martellante) è possibile e giustificato fare esperimenti che
coinvolgano, non solo singoli individui sostanzialmente non informati – al di
là di ciò che gli si fa firmare -, non un’intera società, ma l’intera umanità.
Ed
altrettanto l’idea che passa è che parteciparvi sia un dovere e che non farlo,
perfino opporvisi, equivalga ad essere nemici, non solo della “Scienza” e del
progresso, ma dell’umanità stessa. Perfino avere dei dubbi a riguardo, che non si
sciolgano alle prime quattro chiacchiere dell’ “esperto” accreditato in TV, non
è ammesso ed è sufficiente a venire etichettato come qualcuno da mettere al
bando.
Oggi
si tratta di “riconoscersi tutti sulla stessa barca” per salvarsi da un
pericolo (diciamo), ma quanto breve sarà il prossimo passo quando verrà il
momento di farlo per partecipare tutti insieme ad un “miglioramento”
dell’umanità? Magari per lo sviluppo di tecniche o tecnologie, digitali o genetiche,
per un essere umano “aumentato” o di una specie umana a cui applicare passaggi
evolutivi artificialmente prodotti? Chi sarà tanto cieco ed egoista, ad
esempio, da rifiutare di farsi installare un qualche chip o sequenza di DNA
ingegnerizzato che ovviamente migliorerà la sua vita, ma poi permetterà di
eliminare determinate malattie dalla faccia della terra, di allungare la durata
della vita umana, di aumentare la capacità di provare (buoni) sentimenti, di
amplificare l’intelligenza ecc…. per la propria o magari per future
generazioni? Quale condanna meriterà chi si assumerà la responsabilità di lasciare i
propri simili ed i propri discendenti nella misera condizione in cui gli esseri
umani hanno vissuto finora, in balìa di ogni precarietà ed imperfezione, quando la tecnologia e la “Scienza”
ora possono permetterci di diventare esseri superiori e prendere nelle nostre
mani il nostro destino evolutivo?
C’è da
aspettarsi che un tale giorno qualcuno non troverebbe strano nemmeno mettere
tali reietti antisociali e nemici del progresso e dei propri simili in
condizione, se non proprio di scomparire fisicamente, almeno di non diffondere e replicare
i propri geni antiquati passandoli ad un’altra generazione.
Mentre
la mentalità diffusa si sta avviando su questa strada, ovviamente in nome del
progresso e per il bene dell’umanità (anche Hitler, del resto, era convinto
di migliorare la razza umana eliminandone la componente genetica del popolo ebraico),
scompare, al tempo stesso, l’inclinazione un tempo diffusa al pensiero critico.
Nello
specifico si fa più rara la considerazione del fatto che esperimenti di una
portata simile possono essere condotti esclusivamente da entità, economiche,
finanziarie, politiche, di dimensioni tali da poterlo fare (e come ci sono
arrivate ad avere queste dimensioni?); e diventa più rara, perfino
sconveniente, l’abitudine a domandarsi se questi soggetti così potenti non
perseguano soprattutto, se non esclusivamente, i propri interessi e non abbiano
mezzi tali da piegare gli interessi (di carriera, di visibilità, di successo,
di ritorni economici, di quieto vivere…) di molti a coincidere con i propri e
quindi se non siano perfettamente in grado di uniformare i comportamenti di
tantissime persone ed istituzioni a ciò che è utile ai loro fini.
Quando
si dice “prendere nelle nostre mani il nostro destino evolutivo” (forse non
sarebbe una buona idea in assoluto, ma, anche lo fosse), parliamo di metterlo
nelle mani di chi, in realtà?
Non
possiamo ancora sapere se e quanto sia pericoloso l’esperimento attualmente in
corso: è
invece evidentissimo quanto terrificanti siano gli effetti che sta portando
nell’accettazione pubblica dei cambiamenti che spianano la strada, da parte di
chi vuol farlo (e lo sta facendo), a progetti transumanisti.
A
volte viene da chiedersi come dovremmo definire il sistema
politico-tecnologico-culturale che caratterizzerà l’epoca distopica nella quale
stiamo entrando: io credo che “totalitarismo transumanista” sarebbe la definizione più
appropriata.
Temo
che ce ne accorgeremo presto.
Nel
momento più difficile.
Ariannaeditrice.it-
Carlo Brevi - (25/11/2021)- ci dice:
NEL
MOMENTO PIU' DIFFICILE, ALCUNE RAGIONI PER UN CAUTO, MA FONDATO, OTTIMISMO.
Come
abbiamo più volte avuto modo di ribadire, tutti noi nella vita facciamo dei progetti,
abbiamo degli obiettivi.
Poi
non sempre le cose vanno come avevamo programmato, perché non tutto dipende
dalla nostra volontà.
Ci
sono i nostri limiti, gli imprevisti.
Fa
parte delle regole della vita.
E così
come questa legge universale vige per noi, nello stesso modo è valida per i
padroni del discorso, per coloro che hanno il potere, con i loro proclami e i
loro editti, di decidere per le nostre vite.
Anche
loro hanno degli obiettivi, anche loro hanno un piano, ed anche per loro ci
sono degli imprevisti.
Sin
dall'inizio di questa "emergenza" pareva evidente, per chi si fosse
sforzato di analizzare con accortezza la sequenza degli eventi, che tutta la
narrativa diffusa in maniera unanime dai governi e dai mezzi di comunicazione -
nella loro totalità piegati a far da megafono alle indicazioni governative - che il punto di arrivo sarebbe
coinciso con l'imposizione di una serie di strumenti di controllo coercitivi, e il tutto sarebbe passato per
mezzo di una campagna vaccinale universale che nella sostanza sarebbe stata
resa obbligatoria.
Un
anno fa questa consapevolezza veniva denigrata e catalogata nel calderone delle
ridicole "teorie della cospirazione", oggi è semplice cronaca degli
eventi.
Questo
era il piano sin dall'inizio, e consapevoli o meno, tutti noi l'abbiamo visto
compiersi.
Ora,
in questo momento, le maglie si stanno sempre più stringendo, e pare essere
partita, da parte del governo, l'offensiva finale, di proporzioni tanto vaste,
e di una essenza liberticida di una portata tale da far nascere qualche dubbio
anche in molti di coloro che fino a ieri sostenevano con convinzione ogni
misura intrapresa.
C'E'
UNO SCENARIO NUOVO NELL'ORIZZONTE.
Un
anno fa ogni posizione critica nei confronti della politica intrapresa dai governanti
si scontrava contro un muro di gomma.
I
vaccini stavano per essere proposti alla popolazione, le speranze erano ai
massimi livelli, chi ne metteva in dubbio l'efficacia, oppure più a monte criticava la
gestione della "pandemia" nel suo insieme, veniva subito zittito, dal momento che tutto ancora doveva
essere valutato.
Ora,
con la campagna vaccinale conclusa, nella sua prima fase, appare evidente il
suo totale fallimento.
Ovviamente
una grande parte della popolazione crederà senza esitazione alle flebili
giustificazioni dei padroni del discorso, avrà del tutto dimenticato le
rassicurazioni, espresse quali certezze, secondo le quali coi vaccini "ne
saremo usciti".
Ma
questa parte della popolazione, seppur numerosa, non rappresenta più la
maggioranza, come poteva esserlo, con percentuali schiaccianti, un anno fa.
Perché
nei piani dei governanti quasi tutto è andato secondo programma, con la
popolazione pronta a credere a tutto quanto propagandato, impaurita e pronta ad
ogni "sacrificio" richiesto.
Ma un piccolo
particolare è sfuggito al controllo, è successo qualcosa che probabilmente non
era stato previsto, qualcosa che rischia di mettere in dubbio tutta la
narrativa anche nelle menti di coloro che fino a poco fa ponevano massima
fiducia nelle istituzioni.
IL
TALLONE D'ACHILLE DELLA NARRAZIONE.
Quello
che è andato storto nel grande piano di riprogrammazione sociale messo in atto
riguarda espressamente il fallimento dei vaccini, ed in particolar modo i loro
innumerevoli, e non insabbiabili, effetti avversi.
Coloro
che hanno imposto la campagna vaccinale ed hanno puntato tutto sulla diffusione
di sieri genici di nuova tecnologia, mai testati prima sull'uomo, sapevano di
avere tra le mani un prodotto ancora imperfetto
(e la sperimentazione sugli animali degli scorsi anni aveva dato esiti
disastrosi), ma probabilmente non si aspettavano una fallacia così diffusa, con un
numero di effetti avversi non celabile, sproporzionato, universale.
E non
si sta parlando solo delle decine, centinaia, di morti improvvise seguenti la
vaccinazione, alcune accertate anche dalle magistrature, o delle migliaia di malori improvvisi
"senza correlazione" che riempiono le pagine dei giornali locali.
Le
reazioni avverse sono state universali, a partire dai classici "febbre e
malessere", attesi e "nella norma" che hanno riguardato
praticamente tutti, a quegli effetti gravi ma non abbastanza da rientrare nei
casi segnalati.
Si
parla di persone che hanno avuto mal di testa per settimane, altre che hanno
difficoltà a camminare dopo mesi, altri ancora che hanno smarrito le forze e si
trovano in uno stato di costante affanno e stanchezza.
Questi
casi riguardano milioni di persone.
Alcuni
ne parlano, altri si tengono i loro acciacchi in silenzio nel timore di essere
catalogati quali "no vax", nel caso esprimessero qualche dubbio.
Ma
queste persone, e sono milioni, non hanno più l'entusiasmo di un anno fa
nell'aderire alle infinite campagne vaccinali che il governo prospetta.
Ovviamente
se costretti, ricattati, cederanno, a malincuore, ma una cosa è certa: il
governo ha perso il sostegno della maggioranza, sostegno che deteneva a mani
basse fino a pochi mesi fa.
Le
ultime misure annunciate sono una chiara conseguenza di questa consapevolezza: il governo ora usa il pugno duro
anche nei confronti di chi era dalla sua parte fino a ieri.
Le
minacce ai "no vax" sono in realtà rivolte a tutti gli altri, si
tratta di un monito in stile ricattatorio-mafioso, del genere "attenti che
se non continuate a fare come diciamo finirete come quelli, vi annienteremo come
stiamo annientando quelli là".
Questo
è il vero cambio di paradigma di questo momento: fino a ieri le minacce e i ricatti
erano rivolti ad una piccola minoranza di irriducibili, con il pieno sostegno della
maggioranza, mentre adesso quelle minacce sono dirette alla maggioranza stessa.
Questo
è un cambio decisivo: ogni regime infatti si regge necessariamente sul consenso
della maggioranza, e il modo in cui i nostri governanti si sono prodigati a
monopolizzare tutti i mezzi di comunicazione, predicando una unica vulgata, ne
è un chiaro segno.
Quando
quel consenso viene meno i regimi passano alle maniere forti, alle minacce e
alla violenza, ma si tratta sempre, e la storia lo dimostra, di un passaggio
rischioso.
L'intensificarsi
della campagna propagandistica, l'asprezza dei toni dello scontro, elevati a livelli impensabili in una società
"democratica", indicano che i governanti sono consapevoli di aver perso la
fiducia dei sudditi.
Si
sono quindi lanciati nella stretta finale, nella classica mossa dei disperati,
del tutto o niente.
Potrebbe
andare a buon fine, per loro, ma avrebbero comunque vinto su di una popolazione
sottomessa e vittima dei loro ricatti, con un malcontento che alla lunga
potrebbe creare grossi problemi.
Oppure
potrebbero aver tentato il passo più lungo della gamba, facendo crollare per la
fretta la loro torre di carte tirata su troppo precipitosamente.
Adesso
sta a noi, noi tutti: quelli che avevano compreso sin dall'inizio, e quelli che
bugia dopo bugia si sono resi conto che c'è qualcosa nella narrativa ufficiale
di terribilmente sbagliato.
Il
gruppo di intelligence militare
da
“film di spionaggio” al centro dell’offensiva
per il
passaporto vaccinale in USA.
Ariannaeditrice.it-
Jeremy Loffredo e Max Blumenthal - (25/11/2021)- ci dice:
(Bye
Bye Uncle Sam).
Descritta
come “l’organizzazione più importante di cui non avete mai sentito parlare”, “MITRE”
fa soldi a palate con enormi contratti statali per la fornitura di servizi per
la sicurezza facendo da pioniere nella tecnologia di spionaggio invasiva. Ora è
alla base di una campagna per implementare “i passaporti vaccinali digitali”.
Mentre
i passaporti vaccinali sono stati commercializzati come una manna per la salute
pubblica, promettendo sicurezza, riservatezza e convenienza per coloro che sono
stati vaccinati contro il Covid-19, il ruolo cruciale che sta svolgendo
un’ambigua organizzazione di intelligence militare nella spinta
all’implementazione del sistema in forma digitale ha sollevato serie
preoccupazioni per le libertà civili.
Conosciuta
come MITRE, l’organizzazione è una società senza scopo di lucro guidata quasi interamente da
professionisti dell’intelligence militare e sostenuta da ragguardevoli
contratti con il Dipartimento della Difesa, l’FBI e il settore della sicurezza
nazionale.
Lo
sforzo “per
espandere i passaporti vaccinali con codice QR al di là di Stati come la California
e New York”
ruota ora attorno a una partnership pubblico-privata nota come Iniziativa per
le Credenziali sui Vaccini (Vaccine Credential Initiative, VCI). E il VCI ha
riservato a MITRE un ruolo determinante nella sua coalizione.
Descritto
da Forbes come un “laboratorio misterioso [di ricerca e sviluppo]” che è “l’organizzazione più importante di
cui non avete mai sentito parlare”, MITRE ha sviluppato alcune delle tecnologie di
sorveglianza più invasive usate ad oggi dalle agenzie di spionaggio statunitensi. Fra i suoi prodotti più innovativi
c’è un sistema creato per l’FBI che cattura le impronte digitali delle persone
dalle immagini inserite sulle piattaforme delle reti sociali.
La
coalizione paravento per il COVID-19, di cui fa parte la stessa Mitre, include In-Q-Tel, il ramo finanziario della CIA, e Palantir, un’azienda di spionaggio privata
macchiata da scandali.
Elizabeth
Renieris,
il direttore fondatore dei laboratori di etica per la tecnologia di Notre Dame
e della IBM, ha avvertito che “sebbene le società tecnologiche e di sorveglianza che
dominano i mercati” come MITRE “perseguano nuovi flussi di ricavi nei servizi
sanitari e finanziari… essendo di proprietà privata e avendo operato sui sistemi di
identificazione digitale con modelli di business tesi alla massimizzazione dei
profitti minacciano la riservatezza, la sicurezza e altri diritti fondamentali degli
individui e delle comunità”.
Infatti,
il coinvolgimento dell’apparato di intelligence militare nello sviluppo di un
sistema di passaporto vaccinale digitale è l’ennesima indicazione del fatto che
dietro la parvenza delle preoccupazioni per la salute pubblica, lo Stato di sorveglianza degli Stati
Uniti potrebbe avere in programma di aumentare il suo controllo su una
popolazione sempre più recalcitrante.
L’Iniziativa
per le Credenziali sui Vaccini, un veicolo neoliberista consigliato da professionisti
dell’intelligence militare.
Come
dettagliato nella prima puntata di questa serie, gli
oligarchi dell’alta tecnologia come Bill Gates e centri nevralgici per
la politica capitalista a livello globale come il World Economic Forum hanno mandato avanti sistemi di identificazione digitale e di
valuta elettronica in tutto il Sud del mondo per raccogliere dati e
profitti da popolazioni che in precedenza erano fuori portata.
L’avvento
dei passaporti vaccinali che forniscono accesso all’occupazione lavorativa e
alla vita pubblica è diventato il vettore chiave per accelerare la loro agenda
in Occidente.
Come la
società di consulenza finanziaria, Aite-Novarica, dichiarò questo settembre, i passaporti vaccinali digitali per il COVID-19
“espandono gli argomenti a favore del
sistema di identificazione digitale
oltre la sola vaccinazione COVID-19 e potenzialmente servono sia come
sistema di identificazione digitale che
come fonte più completa e universale di informazioni sull’identità…”.
Sebbene
i passaporti vaccinali escludano milioni in tutto l’Occidente, suscitando proteste
furiose e scioperi selvaggi, il World Economic Forum sta lavorando con i suoi partner per
implementarli in forma digitale.
Guidato
dall’economista tedesco Klaus Schwab, che dice di essere propugnatore di
una “Quarta
rivoluzione industriale” che sta cambiando il modo in cui le persone “vivono, lavorano e si relazionano gli
uni agli altri”, il World Economic Forum (Forum Economico Mondiale) è una rete internazionale di alcuni
dei più ricchi e politicamente potenti individui del pianeta. Con sede a Davos, in Svizzera, il
World Economic Forum si posiziona come punto di riferimento del capitalismo
globale.
A
Gennaio del 2021, diversi partner del World Economic Forum, compresi Microsoft, Oracle, Sales-force e
altre multinazionali, annunciarono una coalizione per lanciare l’Iniziativa per le
Credenziali sui Vaccini (Vaccine Credential Initiative, VCI), che mira a
istituire passaporti vaccinali basati su codice QR negli Stati Uniti.
L’obiettivo
dichiarato dell’Iniziativa per le Credenziali sui Vaccini è quello di
implementare un’unica “tessera sanitaria SMART” che possa essere riconosciuta
“oltre i confini organizzativi e giurisdizionali”.
Negli
USA, alcuni Stati stanno già distribuendo tessere digitali sanitarie SMART
sviluppate dall’Iniziativa per le Credenziali sui Vaccini. Queste tessere sanitarie SMART
hanno posto le basi per uno standard nazionale di fatto riguardante le
credenziali sui vaccini.
Un’organizzazione
no-profit istituita dalla Rockfeller Foundation e denominata The Commons Project sta guidando la campagna di lobbying
per le smart card digitali attraverso l’Iniziativa per le Credenziali sui
Vaccini che ha co-fondato. E si dà il caso che il direttore generale di Commons
Project,
Paul Meyer,
sia stato allevato nell’ambito del World Economic Forum come un “giovane leader”.
In
qualità di volto pubblico dell’Iniziativa per le Credenziali sui Vaccini, Meyer
propugna l’agenda della campagna di lobbying nel linguaggio dell’inclusione progressista, martellando costantemente su temi
come la “responsabilizzazione” nelle comunicazioni pubbliche.
“L’obiettivo
dell’Iniziativa per le Credenziali sui Vaccini è facilitare alle persone l’accesso digitale ai registri sul loro
status vaccinale in modo che possano usare strumenti come Common Pass per tornare in sicurezza
a viaggiare, lavorare, ad andare a scuola e alla loro vita, proteggendo al
contempo la riservatezza dei loro dati”, sosteneva Meyer.
In un
comunicato stampa che annunciava la creazione dell’Iniziativa per le Credenziali sui
Vaccini, MITRE faceva eco al linguaggio preoccupato di Meyer, dichiarando di aver
aderito alla partnership “per garantire che le popolazioni svantaggiate abbiano
accesso a questo tipo di verifica sul vaccino digitale.”
Ma
cos’è MITRE, e perché un’organizzazione nota per la sorveglianza di massa e la
tecnologia militare potrebbe essere al centro di un’iniziativa che offre la
possibilità di un monitoraggio senza precedenti della popolazione globale? L’organizzazione non ha risposto alle
domande inviate via e-mail da The Grayzone sulla sua partecipazione
all’Iniziativa per le Credenziali sui Vaccini, comunque, la sua storia
documentata genera induce inquietanti pensieri.
Collaborazione
nelle guerre al Vietnam e alla marijuana, sviluppo di tecnologia di spionaggio
“straordinariamente agghiacciante”
Con
sede nel nord della Virginia, MITRE è un think tank di esperti di intelligence
militare finanziato per 2 miliardi di dollari l’anno da agenzie governative
USA, compreso il Dipartimento della Difesa. È guidato quasi interamente da ex
funzionari del Pentagono ed ex agenti dei servizi segreti.
MITRE
fu fondato nel 1958 come progetto congiunto della US Air Force (Aeronautica
militare statunitense) e del Massachusetts Institute of Technology (MIT) per
sviluppare sistemi di “comando e controllo” per la guerra nucleare e
convenzionale, come la rivista Science and Revolution metteva in evidenza.
Nel
1963, MITRE selezionò un giovane brillante linguista del MIT chiamato Noam
Chomsky, per assistere allo “sviluppo di un programma per formare un linguaggio
naturale che avesse funzione di linguaggio operativo per il comando e il
controllo”.
Dopo alcuni anni di lavoro su progetti come questi, Chomsky disse: “Non potevo più guardarmi allo
specchio” e si lanciò nell’attivismo contro la guerra.
Alla
fine degli anni ‘60, MITRE disse che “stava impegnando quasi un quarto
delle sue risorse totali per i sistemi di comando, controllo e comunicazione
necessari alla condotta del conflitto in Vietnam.”
La
società finanziata da fonti militari venne presa di mira dagli attivisti contro
la guerra quando sviluppò una “recinzione elettronica” composta principalmente di acustica
e sensori progettati per localizzare i movimenti dei Vietcong e delle truppe
nordvietnamite in modo tale che i militari statunitensi potessero prenderli di
mira per distruggerli.
Inoltre
alla fine degli anni ‘60, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America
stipulò un contratto con MITRE per condurre una campagna di sradicamento aereo
della cannabis in Messico. MITRE consigliò agli agenti statunitensi di spruzzare ampi
tratti della campagna messicana con un erbicida tossico chiamato paraquat, che veniva descritto come sicuro
sulla base di una discutibile interpretazione dei test sugli animali. Quando il Dipartimento di Stato
perseguì la strategia consigliata da MITRE, le coltivazioni alimentari
divennero contaminate e la salute delle comunità contadine locali fu messa in
pericolo.
Nel
frattempo, la marijuana cominciò ad arrivare nelle strade americane inzuppata di paraquat, innescando una causa legale contro
il Dipartimento di Stato da parte della Organizzazione Nazionale per la Riforma
delle Leggi sulla Marijuana la quale sosteneva che l’erbicida avesse causato malattie
respiratorie fra i fumatori di marijuana.
Quando
il Dipartimento di Stato perse la causa, accordò a MITRE un contratto di
255.211 dollari per produrre uno studio d’impatto sull’irrorazione di paraquat
che in conclusione consigliava i fumatori di marijuana di mitigare gli effetti
dell’erbicida consumandola con pipe ad acqua o sotto forma di dolcetti.
In
anni recenti, MITRE ha progettato tecnologia di sorveglianza per l’FBI che
raccoglie impronte umane dalle piattaforme delle reti sociali come Facebook,
Instagram, e Twitter. Ha anche aiutato fornito assistenza all’FBI per istituire
un sistema di Identificazione di Prossima Generazione, a quanto si dice il più grande
database di informazioni biometriche del mondo, nonché il Database per
l’Intelligence Modernizzato dell’agenzia federale.
Secondo
l’ex vicedirettore dell’FBI William Bayse, il Database di Intelligence Modernizzato
dell’FBI consentiva ai programmatori della polizia di collegare gli attivisti
alle loro cause politiche, ai loro colleghi, datori di lavoro, alle loro fedine
penali, foto segnaletiche e impronte, alle loro abitudini d’acquisto e persino
ai loro dati fiscali.
Mediante
centinaia di richieste basate sul Freedom of Information Act (FOIA) e interviste con attuali e
precedenti funzionari di MITRE, Forbes è venuta a sapere che MITRE ha progettato “uno
strumento prototipo che può violare smartwatch, fitness tracker e termometri da
parete per scopi di sicurezza nazionale interna… e uno studio per determinare se la puzza di sudore
di qualcuno possa rivelare che sta mentendo.”
MITRE
è anche sede dello “ATT&CKProgram”, un modulo di sicurezza informatica che
la società descrive come “una base di conoscenza accessibile globalmente di
tattiche avversarie e tecniche di intelligence basate su osservazioni dal mondo
reale”. Adam
Pennington, capo del progetto ATT&CK di MITRE, “ha speso più di dieci anni
con MITRE a studiare e predicare l’uso dell’inganno per la raccolta di
informazioni”.
Il
procuratore legale di ACLU (The American Civil Liberties Union), Nate Wessler,
ha definito i progetti di sorveglianza di MITRE “straordinariamente agghiaccianti”,
lanciando l’avvertimento che essi “sollevano seri problemi di riservatezza.”
Da
parte sua, il materiale promozionale dell’appaltatore militare sembra vantarsi
del suo lascito di innovazione nel settore della sorveglianza: “Potreste non saperlo ma MITRE entra
nelle vostre vite ogni giorno.”
Mesi
dopo che la pandemia per il nuovo coronavirus fu dichiarata nel marzo 2020,
MITRE fece leva sulla sua competenza nel monitorare le popolazioni per produrre
il sistema di tracciamento dei contatti Sara Alert. Un video pubblicitario di MITRE
spiega come il sistema permetta alle autorità sanitarie pubbliche di tracciare
gli utenti: “Le persone che sono contagiate dalla malattia saranno messe in isolamento
a casa… Per le persone che sono esposte alla malattia ma non mostrano sintomi,
Sara Alert li segue mentre sono in quarantena per 14 giorni”.
Il
Sara Alert di MITRE entrò in uso in una manciata di Stati, con iscrizioni
limitate. Se fosse stato implementato a livello nazionale, avrebbe potuto costringere
una sostanziale parte di popolazione statunitense ad andare in autoquarantena
su basi continue, persino se le persone non avessero presentato sintomi.
Come
il Brookings
Institute faceva
notare in un articolo accademico mettendo in discussione l’utilità di app come
Sara Alert,
“Una
persona lo può sopportare per una volta o due, ma dopo alcuni falsi allarmi e
l’eccessivo inconveniente di autoisolamento protratto, prevediamo che molti
ignoreranno gli avvertimenti”.
MITRE
ha anche lavorato per sopprimere le narrative che potessero minare l’agenda
delle agenzie governative che lo finanziano. L’applicazione del plugin per il browser detta SQUINT dell’appaltatore, per esempio “consente una rapida consapevolezza
situazionale della disinformazione sulle reti sociali relativa al COVID-19 per
i funzionari della sanità pubblica mediante una copertura basata su fonti
collettive”,
secondo il relativo materiale promozionale.
MITRE
sta ora lavorando per implementare i passaporti vaccinali digitali negli Stati
Uniti D’America, e non solo.
Società
private di spionaggio e un’azienda della CIA fra le società facenti parte della
coalizione di MITRE per il COVID-19-
Come
membro del gruppo direttivo al governo dell’Iniziativa per le Credenziali sui
Vaccini (VCI), MITRE gestisce la sua propria “Coalizione Sanitaria per il
COVID-19” mentre si descrive come “un partner affidabile di lunga data per le
comunità di intelligence e di difesa”.
Fra i
membri della coalizione per il COVID-19 della stessa MITRE c’è Palantir, un’azienda privata di intelligence
fondata nel 2003 da Peter Thiel, cofondatore di Paypal.
Palantir si è consolidata come una società
leader nei programmi di sorveglianza predittiva e faceva soldi a palate in
lucrosi contratti con la CIA. L’azienda una volta partecipò in una campagna diffamatoria
proposta contro attivisti contrari allo strapotere delle multinazionali e
contro critici giornalistici, compreso Glenn Greenwald.
Avril
Haines, l’attuale Direttore dell’Intelligence Nazionale e precedente
Vicedirettore della CIA fu pagata 180.000 dollari come consulente per Palantir
– un lavoretto cancellato dalla sua biografia.
Haines fu anche fra i principali
partecipanti alla simulazione pandemica denominata “Event 201” avvenuta nell’Ottobre
2019 e sponsorizzata dalla Gates Foundation, dal World Economic Forum, e dal
John Hopkins Center for Health and Security. Durante tale esercitazione,
funzionari della salute pubblica e dell’intelligence nonché uomini d’affari simularono una ipotetica epidemia di
coronavirus che avrebbe ucciso 65 milioni di persone nel mondo.
Haines
enfatizzò ai colleghi relatori il bisogno di controbattere alle critiche
rivolte alla gestione ufficiale della pandemia tramite “l’inondazione dello spazio
informativo con fonti fidate” dei media e degli opinionisti “al fine di cercare
di amplificare il messaggio che si vuole trasmettere”.
Palantir ha anche fornito la tecnologia per
il tracciamento dei dati sul Covid al Ministero della Sanità del Regno Unito, insieme a Microsoft, Google e Amazon. Lo stratega politico britannico
conservatore, Dominic Cummings, che gode di collegamenti con Palantir e fornì
all’azienda un accesso speciale al gabinetto del Primo Ministro, ha consigliato
Boris Johnson e il Gruppo Consultivo Scientifico per le Emergenze sulle
politiche da attuare per la gestione del Covid.
Tornando
a parlare degli Stati Uniti, Palantir è stato il fornitore per il Dipartimento della Sicurezza
Nazionale e il Centro per il Controllo delle Malattie di varie tecnologie
correlate al Covid.
L’azienda
finanziaria della CIA, In-Q-Tel, è anche nella lista delle società facenti parte
della Coalizione Sanitaria per il Covid-19 di MITRE.
Lo
scorso settembre, il Vicepresidente del personale tecnico di In-Q-Tel, Dan
Hanfling, fu citato dal Washington Post per aver sostenuto che alle persone non vaccinate dovrebbe
essere negata l’assistenza sanitaria retrocedendole nel sistema di
priorità al pronto soccorso: “Quel gruppo di persone che volontariamente hanno scelto di
non vaccinarsi, per ragioni illegittime, sarebbe corretto metterli in fondo
alla linea d’attesa”, ha asserito Hanfling….
Il
Washington Post non fece notare l’affiliazione di Hanfling con la CIA; invece lo descrisse semplicemente
come un “medico
di pronto soccorso”.
In-Q-Tel
non è
affatto l’unica società collegata ai servizi di intelligence fra quelle che
fanno parte dell’Iniziativa per le Credenziali sui Vaccini. C’è anche Oracle, membro fondatore della stessa
iniziativa, che nacque come un progetto della CIA.
Uno
sguardo al gruppo dirigente di MITRE mostra come l’organizzazione sia
strettamente connessa con il più ampio settore dell’intelligence militare.
“Falchi”,
spie e fantasmi guidano MITRE.
Il
Presidente del consiglio di amministrazione di MITRE, Donald Kerr, è l’ex Vicedirettore
principale dell’intelligence nazionale. Prima di questo ruolo, Kerr era stato Vicedirettore per la
scienza e tecnologia presso la CIA, dove ricevette l’Illustre Medaglia CIA per
alti servizi resi all’intelligence statunitense.
Il
Vicepresidente del consiglio di amministrazione di MITRE, Mike Rogers, è l’ex
Presidente repubblicano del comitato permanente di selezione sull’intelligence
della Camera degli Stati Uniti. Prima di servire al Congresso, il signor Rogers era un ufficiale
dell’esercito degli Stati Uniti e un agente speciale dell’FBI.
Essendosi
distinto al Congresso come uno dei più schietti oppositori della riservatezza
digitale, accusando le comunicazioni crittografate di gravi attacchi
terroristici, Rogers fu il conduttore e produttore esecutivo di una serie televisiva in
sei parti intitolata “Desegretato: storie inedite di spie americane per la CNN”. Il programma era una pubblicità
virtuale per l’apparato di intelligence degli Stati Uniti, “accurata descrizione di casi
importanti, missioni e operazioni degli agenti dell’intelligence americana”,
secondo la CNN.
Rogers
è anche un illustre membro dell’Hudson Institute, un think tank neoconservatore con sede a Washington DC finanziato
da Northrop Grumman, Lockheed Martin, gruppi farmaceutici impegnati in attività
di lobbying e società tecnologiche supportate dalla CIA come Oracle.
Nei
ruoli direttivi in MITRE ci sono ex funzionari di alto livello dell’intelligence e del
Pentagono come Robert Work, che servì come Vice Segretario alla Difesa sotto tre diversi
Segretari prima di passare attraverso la porta girevole al consiglio di
amministrazione di Raytheon che è un gigante dell’industria degli armamenti.
Il
membro del consiglio di amministrazione di MITRE Paul Kaminski è il Direttore
Generale di Technovation, Inc., un’azienda di consulenza che “promuove l’innovazione, lo sviluppo
del business e le strategie di investimento relative alla tecnologia della
difesa”.
Kaminski
fu Sottosegretario alla Difesa per l’acquisizione e la tecnologia dal 1994 al
1997 e fu due volte Presidente del comitato del Consiglio Scientifico della
Difesa che collabora col Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
A
Kaminski di Mitre è stato assegnato il “Premio di Direttore dell’Intelligence
Centrale” che è dato a coloro che “incoraggiano l’obiettivo di un’eccezionale
raccolta di intelligence umana e la segnalazione di informazioni di valore
significativo per la comunità di intelligence degli Stati Uniti.”
L’amministratore
delegato di MITRE è Jason Providakes. Secondo la sua biografia ufficiale
fornita da MIT.
Per
Mario Draghi 8 milioni di italiani
non
fanno parte della "nostra società."
Ariannaeditrice.it-
Valerio Benedetti - (25/11/2021)-ci dice:
(Il
Primato Nazionale).
Il
popolo italiano è sempre più spaccato, lacerato al suo interno da una ferita
profondissima. Ci si guarda con diffidenza, quasi in cagnesco. È il risultato di quasi due anni di
una propaganda vomitevole. Una costante di questa campagna comunicativa è la ricerca
spasmodica di un capro espiatorio a cui addossare la colpa dei contagi. In
principio furono i runner e gli accompagnatori di cani, poi i «negazionisti» e ora i non vaccinati. Allo stato attuale, si tratta di
circa 8 milioni italiani che, secondo Mario Draghi, neanche fanno più parte
della «nostra società».
Il
reuccio è nudo.
Queste
parole gravissime sono state pronunciate ieri dal presidente del Consiglio
durante la conferenza stampa che annunciava il varo del «super green pass». La cosa più irritante è l’ipocrisia
con cui Draghi ostenta moderazione e comprensione, laddove dilata la divisione
sociale e impone discriminazioni inaudite: «Non bisogna sottovalutare né
criminalizzare la diversità di vedute e comportamenti» dei non vaccinati, ha
detto il premier, che poi insiste sull’opera di «convincimento» dei renitenti. Naturalmente, in assenza di obbligo,
vale la libertà di scelta. Ma se ai non vaccinati si impedisce di vivere o di lavorare
(che poi è la stessa cosa), allora la scelta non è libera, ma condizionata. In questo modo, la tanto decantata
«libertà» diventa solo la foglia di fico che tenta goffamente di mascherare una
misura autoritaria e intollerabile.
Cittadini
di Serie B.
La
questione non è tanto la liceità o l’efficacia della campagna vaccinale. Di
questo abbiamo già parlato in svariate altre occasioni. Il problema è rappresentato da un
presidente del Consiglio che, con le sue parole, ha espulso 8 milioni di
italiani dal consesso civile: «Bisogna che anche coloro che da oggi saranno oggetto di
restrizioni, o a cui saranno riservate le restrizioni, possano tornare ad essere
parte della società con tutti noi», ha detto Draghi con la sua retorica
melliflua e biforcuta. Il messaggio è chiaro: siete liberi di farvi o non farvi il
vaccino, ma chi non si vaccina non fa più parte della società.
La
tirannia della maggioranza.
Al di
là del proprio orientamento politico, un presidente del Consiglio dovrebbe
essere il presidente di tutti gli italiani. Questo, però, non è possibile se si
trattano 8 milioni di cittadini come degli appestati e degli untori. Tanto più se sappiamo che l’«epidemia
dei non vaccinati» è una bufala. L’espulsione dal consesso civile deve rimanere
riservata agli eversori e ai traditori. Cosa che i non vaccinati
evidentemente non sono, qualunque cosa si possa pensare del vaccino. Draghi questo lo sa, ma continua
imperterrito nella sua opera di polarizzazione e spaccatura della società. Dove la democrazia diventa tirannia
della maggioranza, e anche un «vile liquidatore» può atteggiarsi a statista.
La
“maledizione” del PIL e il
Green-washing degli pseudo ecologisti.
Ariananeditrice.it-
Fabrizio Cortesi - (24/11/2021)- ci dice:
(Sostenibilità
equità solidarietà).
Credevo
e speravo che fosse ormai chiaro a tutti che crescita e ben-essere non sono
identificabili, che la crescita del PIL di una nazione non è sovrapponibile con
prosperità, salute, serenità del suo popolo.
Invece
no: non sono bastati i fatti, i dati scientifici e le catastrofi, che hanno
dimostrato ormai nei decenni e in ogni modo che lo studio del Club di Roma, dal quale già del 1972 si evincevano
precisamente quali fossero “i limiti dello sviluppo”, era perfettamente corretto, ma non
sono bastati nemmeno gli ammonimenti di un fresco premio Nobel come Giorgio
Parisi in Parlamento, a togliere il brutto vizio dei nostri “condottieri politici”, di vedere tutto solo in chiave di
crescita economica e di PIL.
Il
nostro ammiratissimo Parisi non aveva fatto nemmeno in tempo a finire l’ultima
frase in Parlamento sul PIL, che già il ministro Brunetta, quasi per istinto ribelle
neoliberista, richiamava all’ordine gli statali dal regime di smart working in
ufficio,
perché la loro presenza, consumazioni ai bar, pendolarismi, parole sue,
potranno contribuire ad alzare il PIL di almeno mezzo punto. Di lì a pochi giorni, Mario Draghi
avrebbe promesso al paese una mirabolante crescita per il 2021 del 5 o 6%
sull’anno precedente (dato strano visto che la stessa Cina prevede la sua crescita
inferiore a quei numeri!).
Cosa
ci potremmo aspettare, del resto, da un governo tecnocratico, al cui capo è
stato messo dall’Europa, per l’ennesima volta senza elezioni democratiche
nazionali, il signor Mario Draghi, un super tecnico di finanza internazionale,
re assoluto delle tecniche finanziarie e contabili delle banche centrali per
spingere PIL, contabilità e crescite degli stati, e cosa da un governo che, non
casualmente, per mettere a punto i suoi piani strategici come il PNRR, si avvale solo delle raccomandazioni
di ex amministratori delegati di aziende multinazionali di telecomunicazioni (che incidentalmente e impudicamente han
messo il 5G tra le priorità di sviluppo, cercando di abbattere tutte le
possibili barriere ostative per la sua implementazione), economisti, imprenditori, esperti di
finanza internazionale?
Ossia,
quando la
catastrofe climatica è dimostrato essere stata causata proprio dalla cultura della
crescita e dello sviluppo sfrenati, cosa ci si può aspettare quando a concepire il piano di ripresa PNRR è una
task-force composta proprio da coloro che per eccellenza sono gli
inventori-esecutori delle stesse strategie di crescita e sviluppo? Non potrai certo andare a chiedere a
costoro di fermare la crescita, o addirittura parlare di decrescita: ecco perché G20 e COP26 falliscono.
E poi
viene lo “Sviluppo Sostenibile”, parola all’ordine del giorno anche agli ultimi
vertici ONU, popolati più da lobbisti e affaristi-green-washers del settore
fossile e nucleare che da funzionari di Stato.
Premesso
che già vari studiosi e agenzie europee (ad esempio l’EEB, la EEA) hanno praticamente dimostrato che è
impossibile disgiungere in modo assoluto la crescita (o sviluppo) dall’impatto
ambientale,
nessuna innovazione o efficientamento tecnologico sarà mai in grado di rendere
ecologicamente sostenibile la crescita della produzione di merci o di servizi:, ossia la green economy non è
sufficiente al perseguimento della vera sostenibilità, al più allontana di poco
il punto di collasso della biosfera e delle società.
La
terminologia ammaliante “sviluppo sostenibile” fu inventata nel 1987 dalla “Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo”
dell’ONU e
definita come «Uno sviluppo che soddisfi i bisogni delle generazioni presenti senza
compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri».
Di
fatto questa locuzione-slogan, purtroppo tuttora sulla bocca di troppi
sedicenti ecologisti, fu utilizzata come cavallo di Troia del consumismo, per giustificare il proseguimento
indisturbato dell’economia finalizzata alla crescita della produzione di merci
e servizi.
In
questo slogan, che va davvero analizzato bene per capirne l’inganno e gli
intenti, il concetto prevalente, il sostantivo, è SVILUPPO, mentre l’aggettivo
è SOSTENIBILE, che va semplicemente a connotare il sostantivo principale, ossia
lo sviluppo economico, affinché esso possa soddisfare non solo i bisogni delle
generazioni umane attuali, ma anche di quelle future. Il focus insomma, non è l’equilibro
con la biosfera, con le altre specie, che non vengono nemmeno nominate, ma le esigenze della specie umana
di continuare a sviluppare i propri interessi, anche nelle generazioni future: ecco perché deve essere
sostenibile, a parole. Non risponde a sensibilità ecologica, ma a interesse
antropocentrico, alle sole esigenze della nostra specie.
Lo
“Sviluppo sostenibile”, insomma, non mira necessariamente a tutelare
l’ambiente, ma la prosecuzione dello sviluppo. Peccato che uno sviluppo o crescita
infinita, non è per definizione sostenibile, né nell’equilibrio con le risorse
e la natura, né in durata, proprio per la finitezza delle risorse e del mondo
stesso.
La
riduzione dell’impatto ambientale, se incidentalmente si persegue qui, non
viene considerata come un valore in sé, ma in modo strumentale, come la
condizione necessaria per consentire la continuità del nostro sviluppo. L’aggettivo Sostenibile, in altri
termini, è intercambiabile con durevole, il che abbiamo dimostrato facilmente
sopra essere impossibile in un mondo finito, se riferito alla crescita.
Anche
se lo sviluppo fosse oggi in equilibrio con la biosfera, continuando a crescere
arriverebbe comunque a un punto di rottura in cui non lo sarebbe più. È pura aritmetica, addizione e
sottrazione, non servono né moltiplicazione e divisione, né tanto meno un
premio Nobel a dimostrarlo.
Ebbene,
oggi l’over-shoot
day arriva a Luglio - Agosto, ossia ci stiamo consumando due pianeti, vedete voi come si
possa ancora sperare di crescere senza impattare.
Fanno
sorridere gli pseudo ambientalisti quando ripetono macchinalmente, come un
mantra, che la salvezza è la green economy, perché è il mezzo per raggiungere
lo sviluppo sostenibile.
Sviluppo
e crescita sono usati in modo intercambiabile, uno con connotazione più
qualitativa, l’altro quantitativa, ma tutte le volte che i suoi paladini si
esibiscono con l’accostamento di questi sostantivi con aggettivi come (crescita)
green, sostenibile, qualitativa, si noti
che il sostantivo è sempre lo stesso e gli aggettivi sono utilizzati per
attenuare verbalmente il significato di un concetto che implica un aumento del
consumo di risorse e delle emissioni di sostanze di scarto, cioè proprio dei fattori della crisi
ambientale che si pretende di esorcizzare con quegli aggettivi.
Passiamo
poi alla più recente locuzione “economia circolare”, usata quasi a voler trasmettere la
rassicurante ma velleitaria illusione del moto perpetuo produttivo a ridotto o nullo
impatto ambientale, grazie al riutilizzo dei materiali contenuti negli oggetti dismessi per
continuare a produrre quantità sempre maggiori di oggetti, come se tutti i materiali fossero
riciclabili all’infinito, l’aumento
annuale della produzione non comportasse un fabbisogno di materia superiore
alla quantità di materia utilizzata per produrre gli oggetti dismessi negli
anni precedenti (anche se l’efficienza fosse del 100%, cosa molto lontana dalla
realtà) e il riciclo non richiedesse un consumo energetico importante. Neanche
questa, ahimè, è la chiave della sostenibilità, semmai un altro palliativo.
Concludendo:
è davvero
tardi ormai per salvare il salvabile sull’unico pianeta che abbiamo, ma se
vogliamo avere qualche chance, sarebbe tempo di finirla con la farsa delle
illusioni e dei giochi di parole rassicuranti per prendere tempo e continuare
tutto come prima; occorrerebbe piuttosto subito una nuova classe politica, che incidesse
sul cambiamento di cultura, della società e dell’economia di ogni nazione, spostando drasticamente l’obiettivo
dell’economia dalla crescita della produzione di merci e servizi, e quindi dei
consumi, al solo riequilibrio della nostra specie con gli altri esseri viventi
e con tutti i cicli biochimici della biosfera: solo a quel punto sarebbe più
chiaro a tutti che l’unica crescita accettabile e perseguibile è quella che misura la serenità,
l’armonia, il ben-essere, l’equità diffusa, la sostenibilità.
Il
saggista-filosofo Maurizio Pallante, da cui ho preso in prestito e sviluppato
alcuni di questi concetti, chiama questa vera transizione la “conversione economica
dell’ecologia”.
La
comunità universitaria e le “tane”
neofasciste. Una lettera al neorettore Tomaso
Montanari.
Ariannaeditrice.it-
Luca Tedesco - (23/11/2021)- ci dice:
(Il
pensiero storico).
Caratteristica
indefettibile di uno scienziato dovrebbe essere la curiosità. Andiamo, allora,
a cercarli questi neofascisti nei loro “covi”, proprio come fa l’orco della
fiaba di Bloch con le sue prede o don Milani con i suoi Gianni, anche a rischio
di trovare porte sbarrate e di essere derisi.
Caro
collega,
diverse
sono le ragioni che mi hanno portato ad apprezzare il tuo discorso di
insediamento a rettore dell’Università per Stranieri di Siena (roars.it/online/luniversita-una-comunita-aperta-critica-antifascista/).
Cito,
ma solo a titolo esemplificativo, l’accenno che hai fatto all’opportunità di
suddividere, di delegare il potere, non per mortificarlo ma perché esso diventi
esercizio di responsabilità.
Vorrei
però richiamare l’attenzione, tua e di chi vorrà prendersi la briga di leggere
questa mia, sull’insistenza nel tuo discorso della necessità di fare di quella
universitaria «una comunità antifascista».
Ho un
anno più di te. Ricordo, ero una matricola, come, in occasione delle elezioni
per le rappresentanze studentesche nel 1989 alla Sapienza di Roma, alcuni
docenti avessero diffuso un appello in cui esprimevano «viva preoccupazione e netto dissenso
di fronte all’ipotesi di una lista che acco[gliesse] rappresentanti di gruppi
cattolici ed esponenti del Fronte della Gioventù» (l’organizzazione giovanile, lo
ricordo per i più giovani, del Movimento Sociale Italiano).
Il riferimento era all’intesa tra questi
ultimi e i «Cattolici popolari»; questa era la denominazione del braccio
politico di Comunione e Liberazione. Grazie a questo patto elettorale, si puntualizzava
nel documento, «ci sono, da oggi, nuove opportunità e nuove motivazioni perché questi
‘nostalgici’ condizionino in modo macabro la vita di questo ateneo».
Quindici
anni prima Pier Paolo Pasolini aveva scritto (rinvio ai suoi Scritti corsari)
come circolasse ancora nel Paese «una forma di antifascismo archeologico che è poi un
buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale. Si tratta di un antifascismo facile
che ha per oggetto ed obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e che non
esisterà mai più», per poi precisare che «buona parte dell’antifascismo di
oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo […] dà battaglia o
finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e sepolto, archeologico appunto,
che non può più far paura a nessuno.
È, insomma, un antifascismo comodo e di tutto
riposo». Tale antifascismo era tanto più esecrabile quanto più «tutti sapevamo, nella nostra vera
coscienza, che quando uno di quei giovani decideva di essere fascista, ciò era
puramente casuale, non era che un gesto, immotivato e irrazionale: sarebbe
bastata forse una sola parola perché ciò non accadesse. Ma nessuno di noi ha
mai parlato con loro o a loro. Li abbiamo subito accettati come rappresentanti
inevitabili del Male».
Nessuna
concessione, contaminazione o resa all’altro da sé, quindi, da parte di
Pasolini, ma
la consapevolezza che fosse più comodo per l’antifascismo, per l’appunto, «di
comodo», la trasfigurazione demoniaca dell’avversario.
In
verità, ci fu chi, anche all’interno della cultura antifascista, tentò di
superare tabù e pigrizie. Antonello Trombadori, già gappista durante l’occupazione
nazista della Capitale, partecipò nel mese di marzo, sempre del 1989, a un
dibattito promosso da Fare Fronte alla Facoltà di Economia e commercio, ancora
una volta della Sapienza, dal titolo Spegnere il fuoco della violenza.
La
reazione del Pci e della Federazione giovanile comunista fu durissima.
Trombadori si sarebbe difeso sulle colonne del «Tempo» con le seguenti parole: «mi sono rivolto anche ai promotori
del dibattito, e non so fino a che punto sono riuscito a far capire a questi
ragazzi che si chiamano fascisti l’importanza della democrazia e della
Costituzione repubblicana, ma credo di aver introdotto fra di loro qualche argomento
di riflessione». Riflettendo qualche anno dopo sul senso di quell’iniziativa, Trombadori
avrebbe aggiunto in un’intervista al «Corriere della Sera»: «quattro anni fa fui invitato dal
Fronte della Gioventù ad un’assemblea all’università La Sapienza per discutere
sul tema della violenza politica. Io parlai col sottofondo dei fischi e degli
insulti dei ragazzi della Fgci e degli applausi dei missini. Per il solo fatto di aver partecipato
ad un incontro con i fascisti, fui quasi ripudiato da una parte del mio
partito».
Anche qui, nessuna condivisione delle ragioni
degli altri, quindi, ma riconoscimento che, lì dove si creavano le condizioni di
una libera discussione, non avesse diritto di cittadinanza la figura del
reietto, del paria.
Mi e
ti domando, allora: oggi il neofascismo, certo anche quello che dà l’assalto alla
sede nazionale della Cgil, deve destare più allarme che negli anni Settanta, quelli a cui si riferiscono i brani
citati di Pasolini, gli anni, per intenderci, di Ordine Nuovo, Avanguardia
Nazionale e poi del terrorismo nero? Pasolini era forse un ingenuo?
Può
darsi. Eppure, mi e ti domando nuovamente, questi neofascisti nostrani perché si
dichiarano tali? Perché hanno letto Evola, Gentile, Spirito, Drieu La Rochelle
o Codreanu? Accanto a una, immagino, minoranza che ha coltivato e coltiva il suo
neofascismo in biblioteca, la maggior parte di coloro che si definiscono neofascisti non
lo fa forse anche per un sentimento di frustrazione, rancore, rabbia, livore,
nei confronti di uno Stato democratico, tacciato, a torto o ragione, di essere
il responsabile delle condizioni di precarietà, marginalità ed incertezza
economica in cui versano? Questo neofascismo non abita forse più nelle periferie che
nei centri storici?
Se
così è, mi e ti domando, lo prometto, per l’ultima volta, se la comunità universitaria non
debba aprire le proprie porte ed accoglierli, questi fascisti, sia il fascista
tale proprio per, cito dal tuo discorso, le «letture tendenziose» che ha fatto,
sia quello che lo è «perché povero culturalmente e materialmente» (con la
consapevolezza, peraltro, che l’antifascista può essere culturalmente non meno
modesto).
Non possiamo difatti escludere che un giovane possa arrivare a qualificarsi
neofascista proprio perché ha fatto ciò che Franco Antonicelli, come tu
ricordi, consigliava ai portuali di Livorno: «cercate sempre i libri che vi
tormentano, cioè che vi conducono avanti, i libri che vi gettano lo scrupolo di
coscienza: questi sono i libri, i libri non di fede accertata, ma di fede
incerta».
Hai
sottolineato «la fatica e la felicità dell’attraversamento» di chi ti ha
preceduto e lo scienziato sociale di Bloch, l’«orco della fiaba», sempre a
caccia dell’uomo, la sua preda naturale.
Le nostre prede, però, non abitano solo, e
neanche principalmente, le aule universitarie, luoghi sempre più elitari, ma
sono rintanate in quelle che certo linguaggio antifascista militante
chiamerebbe i covi, le fogne. Andiamo a cercarli lì allora, proprio come, secondo il don
Lorenzo Milani che menzioni, dovrebbe fare ogni professore o ogni professoressa
con il suo Gianni: «cerchereste nel suo sguardo distratto l’intelligenza che
Dio ci ha messa certo eguale agli altri […]. Andreste a cercarlo a casa se non
torna. Non vi dareste pace».
Insegno
a Scienze della Formazione, a Roma Tre. Il polo didattico è in piena zona
Esquilino. Spesso per andare a lezione passo accanto alla sede di CasaPound, a
via Napoleone III, e dico a me stesso: «adesso citofono, busso», ma non lo
faccio.
Anche
se mi facessero entrare non so esattamente cosa direi ma la tentazione di dare
un’occhiata, di curiosare nella ‘tana neofascista’ è forte, fortissima ma, ahimè, la
codardia lo è ancora di più e il timore di non saper gestire la probabile
diffidenza, l’ostilità, mi costringe alla ritirata.
Di
questo comportamento metto ogni tanto a parte qualche mio collega che cerca di
rincuorarmi assicurandomi che non è vigliaccheria la mia ma manifestazione di «alta coscienza civile che mi
impedisce di frequentare certa canaglia». Io ringrazio ma so che si tratta di
viltà e nient’altro perché so che caratteristica indefettibile di uno
scienziato dovrebbe essere la curiosità e non quella di impalcarsi a
precettore, pure a rischio di trovare le porte sbarrate, se non addirittura lo
scherno o un sonoro calcio nel culo («non provano curiosità per
nient’altro, perché ciò potrebbe indebolire la forza dei loro argomenti»; del
bellissimo monito di Wislawa Szymborska, che ricordi e non conoscevo, penso
debbano farne tesoro tutti).
«Le
brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto», scriveva Ute
Ehrhardt. Io penso che lo scienziato debba essere una ragazza cattiva.
Che
dici allora, ci caliamo assieme nelle fogne?
(Luca
Tedesco è Professore associato in Storia contemporanea presso l'Università
degli Studi Roma Tre. Collabora, tra gli altri, con la Fondazione Luigi Einaudi
di Roma, l'Istituto di studi Luigi Sturzo, e l'Associazione nazionale per gli
Interessi del Mezzogiorno d'Italia. Scrive su riviste scientifiche italiane,
inglesi e spagnole.)
Grandi
notizie all'orizzonte.
Ariannaeditrice.it-
Andrea Zhok - (27/11/2021)- ci dice:
La
variante B.1.1.529 promette di aggirare l'efficacia degli attuali vaccini.
E' una
grande notizia per tutti noi che dopo il Super Green Pass per costringere a
vaccinare anche le nutrie, già temevamo un momento di stanca nell'attuale
spassosa caccia all'untore.
Invece,
più grande il fallimento della strategia "Il-vaççino-è-la-sola-salvezza-e-chi-ne-dubita-è-un-infedele", più ferma si dovrà dimostrare la
fede, la cui saldezza si dimostra proprio quando ogni ragione viene meno.
Con un
virus che tutti sapevano dall'inizio essere mutevolissimo, e di cui, sin
dall'inizio, si disperava di poter trovare vaccini efficaci, puntare tutto, con
unilaterale ferocia, sulla strategia "vaccino o morte" è stato,
diciamolo, uno schietto colpo di genio.
I
pastori che da lassù si curano di condurre quell'indisciplinato gregge di
peccatori che noi siamo, si sono garantiti così di poter tenere occupato ed accorpato
il gregge illimitatamente.
Possiamo
correre di emergenza in emergenza come cani dietro alla lepre di pezza, in
circolo, per tutta l'eternità.
E
intanto i pastori, naturalmente, nella loro infinita saggezza
"auspicano".
Essi
fanno soprattutto questo, essendo proverbialmente buoni, essi costantemente
"auspicano".
Come
si è espresso - con la pacatezza dei forti e dei generosi - il Conte-Duca, essi auspicano "che coloro cui oggi sono riservate le
restrizioni possano tornare ad essere parte della società come tutti noi."
Poi
non prendetevela con noi se voi, in barba ai nostri auspici, vi dimostrate
indegni. Noi
siamo qui per "salvare il Natale", "per salvare vite",
"per salvare il commercio", "per salvare l'economia",
"per salvare il paese"; noi siamo i salvatori.
E così
a breve su questi schermi, in questa rincorsa alla salvezza, si affaccerà il
super-vaccino, ancora più innovativo, con ancora più gadget, con ancora più
mirabolanti promesse, cui tutti verremo chiamati a genufletterci con un
Super-Super-Green-Pass, mentre ogni fallimento e frustrazione potrà essere
sfogato sui dissenzienti.
(Intanto
i mono-vaccinati che non dovessero balzare con entusiasmo sulla giostra,
diverranno i nuovi no-vacss, su cui sarà legittimo, ed anzi raccomandato,
esercitare tutto il proprio disprezzo).
Ecco,
non capite, noi non ce l'abbiamo con voi.
Noi
auspichiamo l'armonia.
Basta
che qualunque cosa ci inventiamo voi obbediate, e andremo perfettamente d'accordo.
La
Proteina Spike del Vaccino Covid mRNA
compromette
la Riparazione del DNA.
Conoscenzealconfine.it-Redazione-(28
Novembre 2021)-ci dice:
Questo
post non vuole fare terrorismo psicologico ma cerca di mettere in guardia le
persone e spero che questo venga compreso.
Le
notizie vengono diffuse perché chi spera di sopravvivere all’olocausto del
vaccino, purtroppo sbaglia… perché è davvero una “bomba genetica” contro l’umanità.
Il
vaccino, sopprimendo il meccanismo naturale di riparazione del DNA nel corpo – noto come NHEJ, o Non-Homologous End
Joining –
rende le persone altamente suscettibili a mutazioni cancerose devastanti, anche se esposte a livelli molto
bassi di radiazioni ionizzanti come l’esposizione alla luce solare o la
mammografia.
Con il
NHEJ soppresso dalla proteina spike, il corpo non può più riparare il suo
DNA danneggiato e le cellule mutano senza controllo, devastando l’intero corpo e
provocando la disintegrazione genetica dell’organismo.
Lo
studio che documenta tutto ciò è stato pubblicato sulla rivista MDPI “Viruses” ed è stato condotto da scienziati
dell’Università di Stoccolma, in Svezia:
( doi.org/10.3390/v13102056 ) del vaccino Covid mRNA.
Lo
studio mostra che l’efficienza del NHEJ crolla in presenza della proteina spike
del vaccino Covid mRNA. Nessun organismo vivente sul pianeta può sopravvivere senza
integrità genetica. Il NHEJ fa parte di ogni cellula di ogni pianta, animale ed
essere umano vivente sul pianeta.
Il
vaccino contro le proteine spike è un attacco all’integrità genetica degli
esseri umani e coloro che prendono il vaccino saranno in gran parte incapaci di
riprodursi, i bambini verranno abortiti a causa di mutazioni genetiche.
Questo
è il motivo per cui l’82% delle donne in gravidanza che assumono vaccini Covid
durante il primo trimestre di gravidanza finisce per perdere i propri bambini a
causa di aborti spontanei.
È
importante sottolineare che una volta che gli esseri del pianeta saranno in
gran parte iniettati con il vaccino Covid, i globalisti potrebbero pensare di
scatenare un incidente nucleare (o terrorismo nucleare) per distribuire
radiazioni in tutto il pianeta. Anche un basso livello di esposizione al cesio-137 (o
stronzio-91, iodio-131, ecc.) scatenerebbe un’ondata di tumori mortali tra coloro che sono
stati vaccinati. Mentre le persone normali e sane potrebbero riparare il danno al DNA
causato da bassi livelli di esposizione alle radiazioni ionizzanti, le persone vaccinate riuscirebbero a
malapena a eseguire poche riparazioni (presentando circa il 90% di
soppressione della capacità di riparazione del proprio DNA).
Pertanto,
i tassi di cancro salirebbero alle stelle tra i vaccinati e le morti potrebbero essere attribuite al
cancro piuttosto che ai vaccini. Quindi questa disposizione di armi binarie
consentirebbe ai globalisti che incentivano i vaccini, di sfuggire all’accusa per i danni da
questi creati. Le morti da vaccino verrebbero classificate come morti per
cancro.
Tutto
ciò di cui hanno bisogno è un’altra Chernobyl, Fukushima o un’esplosione
nucleare da qualche parte nell’emisfero settentrionale – quasi ovunque – e di
aspettare che i venti diffondano i radioisotopi su metà del pianeta,
raggiungendo anche con bassi livelli di radiazioni ionizzanti, lo scopo di
trasformare le persone vaccinate in mutanti malati di cancro con morti accelerate.
È
inoltre molto improbabile che gli individui vaccinati che non vengono uccisi
dai tumori siano in grado di produrre una prole vitale, a causa del danno
genetico a sperma e ovaie. Una volta che diventerà ovvio che gli individui vaccinati non
possono tollerare la luce solare senza subire mutazioni genetiche, questi
eviteranno la luce del giorno e diventeranno “creature notturne”…
Coloro
che invece rifiuteranno i vaccini Covid saranno come dei “purosangue”. Saranno gli unici che saranno in
grado di mantenere l’integrità genetica per le generazioni a venire, il che significa che il futuro
della razza umana appartiene a coloro che rifiutano i vaccini Covid!
(doi.org/10.3390/v13102056)-(
t.me/gutyop).
I
vaccini Covid: una dichiarazione
di
guerra ai bambini.
Visionetv.it-Stella
Paul-(27-11-2021)-ci dice:
I
primi duri colpi sui bambini nella guerra contro o per il Covid sono stati con il lockdown ,
costringendoli all’isolamento, privandoli dell’istruzione, soffocandoli con
mascherine, strangolando letteralmente
la loro gioia e voglia di vivere innate e negando loro il contatto con
le immagini dei volti umani che Il Signore Dio ha creato.
I
tiranni hanno vinto quelle prime battaglie, sconfiggendo solo per il momento i
ragazzi. Ci sono stati purtroppo giovani che si sono
suicidati, e anche la loro salute non è mai
stata così cagionevole come adesso con tassi terrificanti di obesità e diabete. Il loro sviluppo intellettuale e
sociale inoltre langue e i ragazzi stanno soffrendo tutti, chi più chi meno.
Ora ,
con i bambini più malati e più deboli che mai, e con i genitori alla disperata
ricerca di un barlume di ritorno alla “normalità”, i tiranni hanno vita facile e si
stanno muovendo per dare un altro colpo questa volta con i vaccini.
La Pop Culture Brigade ha scatenato
Big Bird (
personaggio molto noto ai bambini piccoli, parte di un programma televisivo
americano dal nome Sesame Street) affinché twittasse quanto è bello farsi il vaccino.
Il
pupazzo pennuto ha promesso ai bambini superpoteri che però si ottengono solo
previa vaccinazione in un annuncio pubblicitario della Pfizer piuttosto
grottesco nei modi e nei contenuti. Lo
stesso gruppo ha inoltre invitato una pop star alla Casa Bianca per spingere lo
slogan “Mettiamo fine a questa pandemia” insieme ai bambini.
L’establishment
medico si è unito compatto all’attacco.
L’American
Medical Association ha esortato i genitori a “cogliere l’opportunità di vaccinare i
bambini più piccoli contro il Covid-19”, avvertendoli: “Ora è tempo che i
genitori agiscano“.
L’American
Academy of Pediatrics ha spinto la necessità di un’approvazione istantanea della
FDA, mentre la sua filiale di New York ha chiesto che fossero emanati mandati
di vaccinazione per i bambini per frequentare la scuola, con la specifica che “non dovrebbero
essere concesse esenzioni religiose o filosofiche” (. come invece solitamente si fa
per ogni altro vaccino da sempre negli Stati Uniti). E, naturalmente, il governo ha colto
la palla al balzo e ha colpito duramente
con il suo potere di coercizione.
La
California (
la California era già stata il primo stato in America a voler togliere le
esenzioni di ogni tipo per i vaccini già nel 2017) è diventata il primo stato a imporre
vaccini sui bambini dai 5 anni in su, negando ai bambini fin dall’asilo l’ingresso
alle strutture educative se non ad
avvenuta e certificata vaccinazione. New York, dopo aver avuto una
diffusione del Covid tale da uccidere 15.000 residenti in case di cura, si è
concentrata sui bambini con una campagna di corruzione talmente malvagia da non
poter essere stata concepita altrove se non direttamente all’inferno .
Il sindaco de Blasio ha annunciato che i
bambini vaccinati avrebbero avuto diritto a un regalo di $ 100, che sarebbe servito “per comprare un sacco di caramelle”.
Lo zucchero
distrugge il sistema immunitario e predispone i bambini a una vita intera di
disfunzioni metaboliche, ma tanto a chi importa? I vaccini non sono forse fatti apposta per
la loro salute? I tiranni sono stati almeno coerenti
nel loro attacco fin dall’inizio: una vita sana e l’immunità naturale non hanno
alcun ruolo nel superare il Covid. Solo il dono divino degli esperimenti
farmaceutici può conferire la redenzione dal demone virale.
Ora i tiranni stanno letteralmente sbavando per i profitti che si possono
realizzare con la vaccinazione dei più piccoli.
Già,
Pfizer si vanta che guadagnerà tanto denaro dal suo vaccino contro il Covid nel
2021 quanto da tutti i suoi prodotti messi insieme nel 2020. E la casa farmaceutica non vede
l’ora che arrivi il 2022, quando Fauci ci assicurerà che anche neonati e bambini
piccoli saranno chiamati a farsi pungere!
I tiranni hanno decretato il loro diritto di
colonizzare e sfruttare i corpi dei vostri figli, e il vostro compito di
genitori è ringraziarli, pagarli e sottomettervi.
Di
fronte a questa guerra lampo di intimidazione e coercizione come possono i
genitori proteggere i propri figli?
Quali armi hanno i genitori per combattere?
Come
in ogni guerra, sicuramente un’arma a disposizione è il coraggio, poi l’unità e infine la conoscenza del
nemico. Ecco altre informazioni da
conoscere e condividere. Il vaccino si è già dimostrato
pericoloso. Il 12 novembre, il CDC ha
pubblicato gli ultimi dati del VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) (l’equivalente
della Farmacovigilanza italiana).
Ad
oggi, i bambini di età compresa tra 12 e 17 anni hanno subito 22.782 eventi
avversi totali, di cui 1.400 classificati come gravi e 29 decessi segnalati.
Tra i
morti: una ragazza di 17 anni di Washington, una ragazza di 12 anni della
Carolina del Sud, una ragazza di 13 anni del Maryland e una ragazza di 17 anni
del Texas.
In
questa fascia di età sono stati segnalati 59 casi di shock anafilattico
pericoloso per la vita, con il 96% attribuito al vaccino di Pfizer.
Sono stati segnalati 552 casi di miocardite e
pericardite (infiammazione del cuore), di cui solo 10 non attribuibili alla
vaccinazione con Pfizer e 131 casi di disturbi della coagulazione del sangue,
con il 100% attribuibile a Pfizer.
Le
lesioni da vaccino nei bambini vengono censurate dai media e nascoste dalla
FDA. Maddie de Garay è una ragazza di 13
anni dell’Ohio, la cui madre l’ha iscritta alla sperimentazione clinica del
vaccino contro il Covid di Pfizer. Ora è
completamente disabile ed è stata ricoverata tre volte negli ultimi mesi.
Eppure Comcast ( corporation americana che riunisce
diversi canali televisivi) ha rifiutato di mostrare un annuncio di Maddie, frustrando la madre di Maddie che
sperava che costringesse i responsabili ad ammettere i disturbi di Maddie.
Puoi
vedere il messaggio di Maddie. La signora de Garay ha documentato le cartelle
cliniche di Maddie e le ha presentate al CDC, alla FDA e al National Institute
of Neurological Disorders and Stroke del NIH senza tuttavia ottenere alcuna
risposta significativa. Pfizer ha
classificato le lesioni sistemiche di Maddie come “dolore addominale funzionale”.
Svezia,
Danimarca, Finlandia e Taiwan hanno smesso di vaccinare i gruppi più giovani a
causa di danni cardiaci segnalati e altre lesioni. Tutti e quattro i paesi riportano tassi preoccupanti
di miocardite e pericardite, che causano infiammazione del cuore, nei giovani a
cui sono stati iniettati vaccini Covid.
E in Germania, i dati federali mostrano che i bambini di età compresa
tra 12 e 17 anni avevano molte più probabilità di essere danneggiati dai
vaccini Covid che dal Covid stesso. I bambini
sono stati ricoverati in ospedale dopo il vaccino con miocardite, pericardite,
trombosi, embolia polmonare e sindrome di Guillain-Barre.
In
tutto il mondo ci sono bambini che hanno subito effetti avversi da vaccini per
il Covid. Pfizer non ha condotto studi a
lungo termine sull’impatto del vaccino sui bambini: nessuno, nada, none.
Pfizer ammette , nella sua domanda alla FDA
,che studieranno gli effetti a lungo termine sui bambini soltanto DOPO aver ricevuto l’autorizzazione.
Gli studi clinici di Pfizer consistono in appena due piccoli studi su
circa 2.000 bambini ciascuno. Un gruppo è stato
seguito per circa due settimane dopo la vaccinazione, l’altro per due
mesi. Questo è tutto. Due mesi!
Questa
è l’intera base scientifica su cui si baserebbe la Pfizer per iniettare a
milioni di bambini vaccini sperimentali che hanno conseguenze sconosciute per
la loro salute genetica, riproduttiva, neurologica, immunologica, respiratoria
e cardiovascolare. Cosa diamine succede
al nostro futuro se qualcosa va storto?
Fauci e la FDA ammettono di non sapere se i vaccini
sono sicuri per i piccoli. “La vera domanda a
cui non abbiamo ancora risposto sono i dati sulla sicurezza di un vaccino mRNA
nei giovani per quel che riguarda la miocardite“, ha detto Fauci a Reuters a ottobre.
E il
dottor Eric Rubin, un membro votante del panel della FDA che ha approvato il
vaccino ed e’ caporedattore del New England Journal of Medicine, ha osservato
con tranquillità disarmante: “Non sapremo mai quanto sia sicuro il vaccino a meno che
non iniziamo a somministrarlo. È così
che funziona “.
In
altre parole, ciò che è importante per questi “esperti” non è proteggere i tuoi
figli, bensì proteggere il vaccino, utilizzando i tuoi figli come sfortunate
cavie capitate nel loro laboratorio.
Il
rischio che i più piccoli hanno di
morire per COVID lo sappiamo, è molto molto basso. Ampi studi in Gran Bretagna confermano che il rischio
dei bambini di essere ricoverati in ospedale o morire di Covid è praticamente
trascurabile.
25
bambini appena su 12 milioni in Gran Bretagna sono morti di Covid e la maggior
parte di loro aveva gravi comorbilità.
Inoltre, i bambini non sono vettori significativi di infezione e non
rappresentano quasi nessun rischio per gli adulti. Non vengono infettati frequentemente e, se lo fanno,
in genere hanno sintomi lievi.
Alcuni
Medici di spicco hanno formato “The Unity Project” per aiutare genitori e associazioni
di genitori a combattere gli obblighi vaccinali per i bambini.
Pensa
alla malvagità della cosa: questi tiranni hanno orchestrato il tutto in maniera
che paradossalmente tu sia obbligato a modificare in modo permanente la
biologia dei tuoi figli con sostanze sconosciute, per proteggerli da una malattia per la quale
non sono a rischio.
In
tempi di caos e disperazione, torna alle basi che si sono dimostrate stabili e
vere nel tempo. Il modo migliore per proteggere i
tuoi figli è rafforzare il loro sistema immunitario dato da Dio con cibi
integrali sani, sole, gioco, sorrisi ed esercizio fisico, sonno e tempo
trascorso in famiglia.
La
guerra sarà vinta dai genitori che proteggono i loro figli. Fino alla fine.
(Stella
Paul, traduzione di Martina Giuntoli).
«Nella Polonia antiabortista
essere
donne è un dramma».
Espresso.repubblica.it
-Francesco Castagna - (11 novembre 20’21)-ci dice:
Ma ora
arriva la condanna del Parlamento europeo.
Non si
fermano le proteste dopo la morte di Izabela. Ma dalle testimonianze che
abbiamo raccolto il disagio è palpabile: «Piango a ogni Tg. Uomini in giacca e
cravatta credono di essere i nostri padroni». Intanto arriva una relazione di
condanna alla legge:
«Il governo si adoperi per
trattamenti sicuri, legali e gratuiti»
Sembra
una protesta silenziosa quella delle donne in memoria di Izabela, la trentenne
polacca, che, ricoverata in un ospedale di Pszczyna, è morta per infezione dopo
un aborto negato. Invece silenziosa non lo è affatto.
Le
strade di Varsavia e Cracovia, ma anche delle cittadine più piccole, si sono
riempite di una folla ogni giorno più numerosa, pronta a scagliarsi contro la
decisione dell’Alta Corte del 2020, poi varata dal governo sovranista di Andrej
Duda il 27 gennaio del 2021, che vieta l’aborto anche in caso di malformazione
del feto.
Donne
adulte, ragazze, ragazzi e uomini di ogni età per dire basta a queste continue
restrizioni dei diritti. E durissimo è lo sfogo sui social. Si leggono commenti
come “per
favore, smettetela di uccidere le persone innocenti che vogliono solo la
felicità” o
anche “E
ora otterranno l'assoluzione e avranno la coscienza pulita”, riferendosi al personale sanitario
dell’ospedale di Pszczyna.
Sotto
l’hashtag “#anijednejwięcej”, che in italiano significa
#nonunadipiù, si riuniscono tutte le donne della Polonia con delle candele
accese alle finestre. Ma il fulmine rosso che
rappresenta le proteste di “Ogólnopolski Strajk Kobiet”, il movimento che difende i diritti
delle donne, è più forte di prima e più compatto e si muove già per un gran
segnale di dissenso.
Basta
vedere le foto degli ultimi giorni per capire che la società civile di tutto il
mondo ha reagito a questa violenza e al rapporto sempre più stretto che le
sette fanatiche, legate alla Chiesa Cattolica polacca, hanno stretto con il
governo Duda.
Luci
accese nelle piazze di Berlino, Parigi, Londra, Roma con “NonUnaDiMeno” e tanta gente a manifestare. Non
avendo confini territoriali infatti l’aborto è un diritto per il quale le donne
devono lottare ovunque costantemente. Già dal 2012 si hanno notizie prima di
una trentunenne indiana, Savita Halappanavar, morta a Dublino, poi di Valentina Milluzzo, morta per la stessa decisione dei
medici nel 2016. “Oggi” è il caso di Izabela. Ma
di quante non conosciamo il loro percorso?
In
Polonia l’orientamento politico c’entra ma solo in parte e anche molte famiglie
cattoliche ormai stentano a sostenere le decisioni dell’Alta Corte polacca e
del governo sovranista a guida di Andrzej Duda.
A
Jędrzejów, città a nord di Cracovia, vivono sia Martyna che Elzbieta, due giovani donne furiose per le
decisioni prese dal governo ma al tempo stesso spaventate da un destino
incerto.
«Penso di essere una donna forte e coraggiosa»
– ci racconta Elzbieta, femminista convinta - «ma allo stesso tempo intimidita
e triste a causa della svolta degli eventi e per colpa di uomini in giacca e
cravatta che vogliono controllarci, per sottometterci alla loro visione di
essere i padroni di tutti. Essere una donna in Polonia è un dramma e piango
ogni volta che guardo il telegiornale».
Come
se ormai si trattasse di un destino ineluttabile, in cui una donna nulla può
davanti al divieto inappellabile dell’interruzione di gravidanza. «Penso che in Polonia ci siano
ginecologi in grado di consigliare e sostenere, ma non ce ne sono abbastanza. Tutti hanno paura delle conseguenze
legali, e se resti incinta dovrai semplicemente partorire, non importa se il
bambino è sano o non è in grado di vivere più di due giorni, se hai soldi e
condizioni per crescere un figlio, un lavoro, un compagno, se non finisci sotto
un ponte. Devi partorire e il resto non è importante. Per questo non voglio diventare madre».
Le
storie come quelle di Martyna e Elzbieta sono tante, troppe, donne costrette ad
andare in Repubblica Ceca per poter abortire. Ragazze a cui è rimasto un trauma sia
a causa del rifiuto da parte dei medici di praticare l’interruzione di
gravidanza, sia per quel viaggio che ricorderanno a vita.
Ma il
Parlamento europeo non è rimasto a guardare e ha votato a maggioranza una
relazione dove condanna la legge che limita fortemente l’interruzione di
gravidanza, condannando il Tribunale Costituzionale polacco e chiedendo al
governo di Varsavia di permettere pienamente aborti legali, sicuri e gratuiti.
Nella
relazione i parlamentari europei hanno sollecitato inoltre gli altri paesi
dell’Unione Europea a garantire un accesso transnazionale ai servizi abortivi.
In
occasione della Giornata internazionale dell’aborto sicuro (28 settembre)
intanto, il ministero della sanità del Belgio insieme all’associazione “Abortion without borders” hanno comunicato di voler offrire
alle donne polacche bisognose di aiuto la possibilità di abortire
gratuitamente, o si faranno carico delle spese se queste decidessero di
interrompere la loro gravidanza in un altro paese. Al momento si tratta di un
progetto pilota, una volta finite le risorse per questa iniziativa verrà
valutato un importo ulteriore.
L’aborto
in Polonia è quindi una questione culturale a cui la politica obbedisce
ciecamente.
«La scuola non ti instrada all’uso dei contraccettivi – spiega Elzbieta - non
si parla mai di aborto e in alcuni casi le classi vengano separate
appositamente per dividere i maschi dalle femmine. Perché invece di materie come
educazione sessuale si insegnano materie come “educazione alla vita familiare”,
dove non si parla nemmeno di sesso sicuro, figuriamoci di aborto».
A
Varsavia, racconta Martyna, le manifestazioni si tengono ogni giorno ma il
clima è molto diverso da quello di un anno fa: «Le persone sono molto più arrabbiate
ma decisamente più tristi». Ma la Polonia che resiste, combatte e mette in campo ogni
mezzo per contrastare le decisioni del governo di Duda c’è. «Operano grazie a raccolte e
donazioni. Lo so da Internet perché fino a
poco
tempo fa era un argomento tabù in Polonia», afferma Elzbieta. Oltre al movimento “Strajk Kobiet” e all’opposizione parlamentare
infatti esiste legalnaaborcja.pl o aborcjabezgranic.pl, due associazioni che aiutano le
donne in tema di aborto e diritti, per farle sentire meno sole. Anche se
Elzbieta pensa che l’unica via per resistere a questo clima sia la
manifestazione di piazza: «Penso che ci sia bisogno di protestare, ma finora
non abbiamo avuto alcun effetto, loro (chi ci governa) fanno ciò che vogliono.
Proprio quando pensavamo che non avrebbero attraversato un altro confine,
continuano a farlo. Una donna è morta a causa loro. Quindi credo che l’unico modo
aspettare le elezioni del 2025 ed eleggere un nuovo governo».
Al
momento ciò che emerge dalle dichiarazioni del ministro della Salute polacco, Adam Niedzelski, è che ci sarà un’indagine per
accertare le cause della morte. Qualora il personale sanitario avesse agito per
tutelare la vita del feto a discapito della madre i sanitari potrebbero
incorrere in una sospensione dal servizio di cinque anni. La risposta da parte dell’ospedale di
Pszczyna è che le pratiche sono state svolte osservando scrupolosamente la
legislazione e le procedure vigenti in Polonia. Martyna non è per niente favorevole
alla temporanea sospensione del personale sanitario che si è occupato di
Izabela, nel senso che la trova un’operazione di facciata dove il governo si
trova costretto a condannare ciò che è successo. Elzbieta evidenzia invece un altro
aspetto importante
“I medici sono stati sospesi dal lavoro. Credo che non siano irreprensibili, ma
questa ragazza è morta perché hanno dovuto scegliere se rischiare la vita e la
carriera e rimuovere il feto o aspettare che la vita della ragazza fosse in
pericolo?
Non auguro a nessuno questa decisione, credo che abbiano fatto il meglio che
potevano.
Se non fosse per questa legge, che vieta l'aborto in caso di gravi danni al
feto, la ragazza sarebbe probabilmente viva».
Che
cosa hanno in comune” Pfizer,
BlackRock,
Facebook e le banche”?
Econopoly.ilsole24ore.com- Francesco Mercadante-( 02
Febbraio 2021)-ci dice:
(Michaela
Odderoli, web analyst).
Pfizer,
entità inafferrabile da 214 miliardi di dollari, è la terza azienda
farmaceutica al mondo.
Per
descriverla, nella recente letteratura giornalistica, si sono sprecati appellativi
e similitudini d’ogni genere e specie: “(…) come un Titano” qualcuno scrive,
rievocando le ancestrali forze cosmogoniche; altri la associa con Moloch, la
temibile divinità cananea dell’Antico Testamento; non manca poi chi ricorre
alla spaventosa figura del Leviatano, anch’essa veterotestamentaria; si è
giunti pure a Humbaba, il terrificante guardiano della foresta nell’epopea di
Gilgameš.
Insomma,
s’è lasciata la fantasia a briglie sciolte e, come spesso accade, s’è ecceduto
allontanandosi molto dai fatti. Noi, però, già che ci siamo, vogliamo contribuire ad
arricchire la lista e aggiungiamo l’immagine di Briareo: non già per
partecipare al gioco di differimento, bensì per offrire un medium di
pertinenza: Briareo, figlio di Urano e Gea, ha cinquanta teste e cento mani;
non a caso, è altrimenti noto come centimani.
Ci proponiamo, infatti, di guidare il lettore
all’interno della selva oscura di quegli intrecci finanziari che caratterizzano
il mondo del farmaco e, oggi, in particolare dei vaccini anti-covid.
Intendiamoci,
a scanso di equivoci: d’una parte della selva! Questo è un articolo, non un dossier; e si comprende bene che, invece,
occorrerebbe un congruo carteggio.
Per
l’appunto, dicevamo di Briareo, metafora mitologica dalle cinquanta teste e
dalle cento mani; la qual cosa non deve portarci di filato all’idea del
complotto dei plutocrati occulti.
Sarebbe
ridicolo e qualunquistico, oltre che impertinente. Abbiamo il dovere, tuttavia,
di osservare con rigore i dati e le circostanze in cui questi si sono formati.
Cominciamo col dire che, nell’azionariato della Pfizer compaiono alcuni
insormontabili giganti degli investimenti come Vanguard, BlackRock e Wellington, che possiedono, rispettivamente,
l’8,12%, il 7,46% e il 4,22% del colosso farmaceutico statunitense.
Anche
se non hanno bisogno di presentazioni, per dovere di cronaca diciamo chi sono,
di cosa si occupano e che valore hanno sul mercato. BlackRock è la più potente e ricca
società d’investimenti al mondo, è una statunitense purosangue, gestisce un
patrimonio di più di 8.000 miliardi di dollari ed è stata definita “banca
mondiale ombra”, “roccia invisibile” et similia. Vanguard Group è un’altra
società d’investimenti statunitense, ha asset per oltre 5.000 miliardi e, in
quanto a negoziazione di fondi, è seconda sola a BlackRock. La più piccola del
gruppo – “piccola”… si fa per dire – è la Wellington Management Company, altra
società d’investimento statunitense, con una gestione di circa 1.500 miliardi
di dollari. Quest’ultima, tra le altre cose, è strettamente ‘imparentata’
proprio con la Vanguard.
Fin
qui, null’altro se non un quadro di finanza internazionale ordinario. Senza
troppa fatica, però, si scopre che BlackRock e Vanguard sono pure i maggiori investitori
istituzionali di Facebook: BlackRock col 6,59%, Vanguard col 7,71%; in pratica, si
tratta dei primi due.
E la
Wellington? Non sta di certo a guardare, giacché, a propria volta, è dentro la
BlackRock col 3,36%. La metafora delle cinquanta teste e delle cento mani comincia
a farsi efficace. Vanguard e Wellington, inoltre, sono presenti
nell’azionariato della Pfizer anche attraverso i fondi comuni: Vanguard-Wellington Fund 0,96%,
Vanguard Specialized-Health Care Fund 1,31%, Vanguard 500 Index Fund 2,05%, Vanguard
Total Stock Market Index Fund 2,80%.
Se, da una parte, non possiamo – né intendiamo
– giungere a conclusioni strampalate circa le forme di controllo della salute
globale, dall’altra, non possiamo di certo fare a meno d’interrogarci sul
valore che assumono alcuni dati, in specie quelli di un social network ormai
noto per
aver venduto a Spotify, Netflix, Amazon e Microsoft gli accessi degli utenti.
Alla
luce dell’accertato legame finanziario tra il settore farmaceutico, quello
finanziario e quello dei social network, sorgono per lo meno dei dubbi in
materia di vigilanza. Chi può controllarne l’operato? Qual è – se mai esiste –
il criterio con cui definire questo operato? Forse, è impossibile ricavarne una
definizione vera e propria.
Aggiungiamo,
adesso, che tra i grandi azionisti di Pfizer troviamo anche le grandi banche: Bank of America, Deutsche Bank,
Morgan Stanley, JP Morgan et al. Se passiamo ad AstraZeneca, il leitmotiv non
cambia. BlackRock ne possiede il 7,7%, Wellington il 5,9% e Vanguard il 3,5%,
unitamente al solito comparto bancario.
E non si può di certo tacere che BlackRock, Vanguard e Wellington hanno solide e cospicue
partecipazioni azionarie nella maggior parte delle multinazionali che producono
armi, tra
le quali possiamo citare Lockheed Martin Corporation, Raytheon RTN, Bae
Systems, Northrop Grumman Corporation & Orbital ATK e General Dinamics.
Nell’ultima
escursione di questa mini-verifica, è doveroso ricordare che l’inarrivabile
BlackRock è la maggiore azionista di UniCredit col 5,2% e possiede il 5,7% di
MPS, il 5% di Intesa e il 4,8% di Telecom Italia.
Ma non mancano poi le
partecipazioni in Atlantia, Azimut, Prysmian, Ubi et cetera. Il ‘caso volle
che’, all’epoca degli stress test EBA del 2016 e del 2018, proprio BlackRock e
Vanguard fossero le società incaricate della consulenza in materia di
vigilanza, cioè le società che avevano – e hanno tuttora – partecipazioni nelle
banche da controllare. E non finisce qui.
Se
consideriamo che Wellington è titolare del 6,1% delle azioni di CERVED Group,
la società italiana che valuta il merito creditizio e la classe di rischio
delle nostre imprese, mentre Vanguard ha un’esposizione a Piazza Affari per più
di 9 miliardi, allora s’impone come preminente il dovere di trovare una
‘definizione’ per l’operato delle lobby, delle loro estensioni e delle loro
combinazioni.
La
‘definizione’, cui s’è fatto cenno in precedenza, non è affatto il capriccio di
chi trovi diletto nell’uso del metodo scientifico; non è il diversivo
filosofico d’una politica inerme o il tentativo di riscatto d’una comunità
religiosa. È, invece,
soprattutto, il presupposto di un ‘riconoscimento’ logico della questione,
l’indispensabile premessa epistemologica all’individuazione delle differenze
tra il bene e il male, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Non aspiriamo di certo a
possedere chissà quale panacea, ma la creazione di un quadro legislativo
adeguato deve passare dal riconoscimento, come già detto, concreto e lineare di
un fenomeno.
Ignorarne alcuni o anche uno di essi vuol dire
farsi carico d’una gravissima colpa storica, lasciare che accada tutto e il
contrario di tutto. La superficialità con cui, molto di frequente, i governi
fingono di non vedere e non sapere è allarmante, tant’è che, a un certo punto,
la gente si scandalizza per frasi del genere: “Il titolo della Pfizer ha guadagnato
parecchi punti dopo l’annuncio dell’efficacia del vaccino”; frasi usate all’interno di articoli
pieni di allusioni e insinuazioni e i cui autori credono di aver fatto chissà
quale scoperta, laddove non hanno fatto altro che attestare che il pozzo è
umido. Pensiamo forse che i mercati non
premino un’azienda farmaceutica che ha appena scoperto un vaccino
anti-pandemia?
Purtroppo,
non è facile, in un periodo di grande tensione politico-economica e sanitaria,
mostrare buona capacità di discernimento, sebbene, nello stesso tempo, non si
possano trascurare – ci si conceda l’espressione! – i requisiti di
‘onorabilità’. Una decina d’anni fa, la Pfizer fu condannata per aver messo in
circolazione in modo illegale dei farmaci; ne uscì quasi indenne pagando una
multa di 2,3 miliardi di dollari. 2,3 miliardi di dollari, per una società che
ha un fatturato annuo di oltre 50 miliardi e un utile netto di più di 16
miliardi, non rappresentano una multa; si tratta – né più né meno –
d’un’imposta sui ricavi.
Qualcosa
del genere è accaduto, per esempio, alle grandi banche che per anni hanno
alterato i tassi d’interesse: hanno subito delle ‘multe’, che, naturalmente, a
fronte dei profitti, rientrano sempre nel campo dell’imposizione fiscale
‘indiretta’. L’espressione si presta alla metafora: è evidente; ma non c’è
spazio per l’ironia di contorno.
Di qui, non si può fare a meno di richiamare
ancora una volta l’attenzione sul problema della ‘definizione’. La
relazione di causa ed effetto tra il dolo e la sanzione può essere ridotta
unicamente a una stima economica, che peraltro non è mai direttamente
proporzionale al danno causato? In una società evoluta può accettarsi
una tale distanza tra il giudizio che si emette sull’uomo comune, quello che
non ha alcun potere contrattuale, e quello che si emette sulle sovrastrutture
economiche del pianeta, non altrimenti che se esistesse una legge extra
ordinem? Forse, sarebbe il momento opportuno di tentare la via della risposta.
Nel
2000, il Washington Post, nel condurre un’inchiesta sulla Pfizer, portò
all’attenzione del grande pubblico proprio il controverso caso d’una grave
epidemia in cui l’azienda farmaceutica aveva interpretato un ruolo – a dir poco
– spettrale e inquietante.
In particolare, i fatti risalgono al 1996,
allorché alcuni bambini della città nigeriana di Kano, colpiti da meningiti da
meningococco, furono sottoposti a una sperimentazione senza alcun tipo di
autorizzazione. In quell’occasione, la sperimentazione passò dalla somministrazione della
trova-floxacina, un farmaco sperimentale, per
l’appunto, e che, secondo le accuse causò, in alcuni casi, la morte dei malati
e, in altri, danni irreparabili.
L’ennesima
grossolana – e conclusiva – riflessione che sentiamo l’obbligo di fare non
rinvia al senso dello scandalo, giacché, molto probabilmente, la frode non
nasce con l’uomo, ma prima dell’uomo. Lo stesso può dirsi per le trame
finanziarie.
Essa
afferisce, invece, alla già rilevata e netta separazione tra lo statuto morale
del cittadino e quello dei potentati economici.
Il
problema – si badi bene! – esiste ed è serio: se è vero e inconfutabile che
certi imperi non si possono condannare e far crollare perché il loro crollo
genererebbe una tale quantità di sciagure economiche che la società civile si
riprenderebbe a fatica – Lehman Brothers docet – è altrettanto vero che un cittadino
comune, per errori molto meno determinanti, rischia la disfatta
social-giudiziaria. Eppure, oggi, il Covid si è abbattuto ‘principalmente’ sui
cittadini comuni.
(Twitter @FscoMer- Sito
francescomercadante.it).
Dignità,
forza e fragilità.
Tratto dal libro di Don Chino Pezzoli :”
Tracce di moralita’ .“
Promozioneumanitaria.it-Redazione-(7
agosto 2021)-ci dice <.
La
dignità umana è forza nella fragilità. Da qualche parte si è scritto che sono
in aumento il numero dei suicidi; al di là della notizia è significativo e
paradossale al contempo che l’uomo, disperato perché la vita lo mette alla
prova, decida di togliersela.
Ci si lascia morire in modi diversi: con una vita
disordinata, intossicata da alcol e droghe, con condotte depressive e
soprattutto pensando che non valga la pena continuare a vivere e così togliersi
di mezzo. Il nostro è un tempo in cui dilaga una fragilità estesa, dove la
paura del vivere, di soffrire è spesso aggravata dal timore di essere giudicati
da una società che scruta con sospetto la sofferenza fisica e psichica,
marchiando chi la vive, come persona inutile.
Anche per questo si ha paura di vivere, perché
l’emarginazione è sempre al varco e non esita a vedere nella persona debole
interiormente un male che la rende “strana” e per questo oggetto di rifiuto. Non basta stare bene economicamente,
se viene a mancare nella persona fragile il desiderio di vivere, di ridarsi
speranza, di tenere stretta la vita.
Saper
vivere.
Cari
giovani, il nostro è un tempo storico in cui chi soffre lo deve fare in
silenzio, nella propria emarginazione e isolamento. L’ignoranza e egoismo di coloro che
stanno bene economicamente e socialmente, eliminano dalla società le persone
deboli, depresse. I
fragili psicologicamente, gli anziani, sono da emarginare (eliminare) perché la
loro presenza nella società è un costo. Gli animi inariditi del nostro tempo,
fanno dimenticare che esistono i diritti, primo fra tutti, quello che tutte le
persone devono poter stare bene. L’uomo si è consegnato totalmente ad una
civiltà materialista, credendo che l’avere, il possedere significasse essere
padroni del mondo.
Ne ha
pagato un prezzo altissimo: sottomesso alle leggi del consumismo, è diventato
schiavo del suo stesso mondo e ha perso la forza della propria coscienza e
libertà. Non
può essere sempre colpa degli altri (società, tasse, governo, lavoro, famiglia)
se le cose non funzionano o accadono, se c’è un esteso degrado umano. Basterebbe forse, una cosa dal sapore
antico: essere consapevoli di questa fragilità e con umiltà chiedere aiuto in
famiglia, nel gruppo degli amici, ma a sua volta far leva sulle proprie risorse
interiori perché si compia un atto di responsabilità verso la propria vita e
non ci si lasci cadere le braccia.
Recupero
delle capacità.
Eppure
le risorse esistono e le scienze umanistiche possono essere utili per imparare
a fermarci e avere il coraggio di trovare una risposta esauriente per
promuovere le capacità di recupero della propria persona. Alcune persone che ci stanno
accanto possono essere uno strumento di recupero delle nostre capacità di
scelta, di recupero della dignità umana. Sono costoro guide che credono
nell’altra persona e desiderano aiutarla a sentirsi protagonista attiva della
propria quotidianità. Ciò non vuol dire avere qualcuno che imbriglia la nostra
vita, nessuno è “padrone” di un altro, ma solo amico che porta in sé il sano
desiderio di far conoscere alla persona fragile le sue qualità e risorse
affinché torni a volere il bene per sé e a sentire la gioia di esserci, di
vivere. I
genitori, gli educatori, le persone che credono nel valore della vita,
suggeriscono a voi giovani, iniziative da compiere insieme, propongono il senso
del vivere, la sua dignità e libertà, affinché la persona fragile esca dal
cinismo e dalla pigrizia, ricordandosi che vale e non può cadere in basso,
annullarsi.
Una
sfida dovuta.
La
dignità della persona sta in una sfida coraggiosa, cari giovani, che non trova
sbocchi in chi si accascia nella facile stanchezza, in chi ricerca emozioni a
breve termine, ma è presente nella persona che sa di avere una mente aperta e
un cuore palpitante e libero di amare e di amarsi. La ripresa della persona fragile
parte sempre dalla stessa che scopre la consapevolezza della sua dignità. Non serve compassionarla,
sostituirla, giustificare le sue passività. Al mattino si deve alzare,
riordinare la casa, recarsi al lavoro, conversare con gli altri, riempire la
giornata d’impegni e alla sera coltivare alcuni interessi. Siamo consapevoli che la società
abbandona i deboli.
Il
diffuso decadimento valoriale e morale di tante persone, richiederebbe forze
solidali ben più massicce per essere recuperato. Per uscire tuttavia da una
stanchezza psichica che blocca la mente e inaridisce il cuore, sono importanti
l’impegno personale, la sensibilità e l’onestà intellettuale di ogni persona,
nonché la responsabilità, il carattere e le attese personali che contribuiscono
ad evolvere interiormente. Nessuno può stare “fermo” pensando che la sua fragilità e non
senso che minano la sua dignità, possano essere risolte casualmente. La vita è
per tutti un viaggio, spesso da ricominciare con quella necessaria scorta di
volontà.
(Dal libro di don Chino Pezzoli: “Tracce di
moralità”).
La dignità umana è
forza nella fragilità. Da qualche
parte si è scritto
che sono in aumento il numero dei suicidi; al di là della
notizia è
significativo e paradossale al contempo che l’uomo, disperato perché
la vita lo mette
alla prova, decida di togliersela. Ci si lascia morire in modi
diversi: con una
vita disordinata, intossicata da alcol e droghe, con condotte
depressive e
soprattutto pensando che non valga la pena continuare a vivere e
così togliersi di
mezzo. Il nostro è un tempo in cui dilaga una fragilità estesa, dove la paura
del
vivere, di soffrire
è spesso aggravata dal timore di essere giudicati da una
società che scruta
con sospetto la sofferenza fisica e psichica, marchiando chi
la vive, come
persona inutile. Anche per questo si ha paura di vivere, perché
l’emarginazione è
sempre al varco e non esita a vedere nella persona debole
interiormente un
male che la rende “strana” e per questo oggetto di rifiuto.
Non basta stare bene
economicamente, se viene a mancare nella persona fragile
il desiderio di
vivere, di ridarsi speranza, di tenere stretta la vita.
Saper vivere.
Cari giovani, il
nostro è un tempo storico in cui chi
soffre lo deve fare
in silenzio,
nella propria
emarginazione e isolamento. L’ignoranza e egoismo di coloro che
stanno bene
economicamente e socialmente, eliminano dalla società le persone
deboli,
depresse. I fragili
psicologicamente,
gli anziani, sono da emarginare (eliminare) perché la loro
presenza nella
società è un costo. Gli animi inariditi del nostro tempo, fanno
dimenticare che
esistono i diritti, primo fra tutti, quello che tutte le
persone devono poter
stare bene. L’uomo si è consegnato totalmente ad una civiltà materialista,
credendo che
l’avere, il
possedere significasse
essere padroni del
mondo. Ne ha pagato un prezzo altissimo: sottomesso
alle leggi del
consumismo, è diventato schiavo del suo stesso mondo e ha perso
la forza della
propria coscienza
e libertà. Non può
essere sempre
colpa degli altri
(società, tasse, governo, lavoro, famiglia) se le cose non
funzionano o
accadono, se c’è un esteso degrado umano. Basterebbe forse, una
cosa dal sapore
antico: essere consapevoli
di questa fragilità
e con umiltà chiedere aiuto in famiglia, nel gruppo
degli amici, ma a
sua volta far leva sulle proprie risorse interiori perché si compia un atto di responsabilità
verso la propria
vita e non ci si lasci cadere le braccia.
Recupero delle
capacità.
Eppure le risorse
esistono e le scienze umanistiche
possono essere utili
per imparare a fermarci e avere il coraggio di trovare una
risposta esauriente
per promuovere le capacità di recupero della propria
persona. Alcune
persone che ci stanno accanto possono essere uno strumento di
recupero delle
nostre capacità di scelta, di recupero della dignità umana. Sono
costoro guide che
credono nell’altra persona e desiderano aiutarla a sentirsi
protagonista attiva
della propria quotidianità. Ciò non vuol dire avere
qualcuno che
imbriglia la nostra vita, nessuno è “padrone” di un altro, ma solo
amico che porta in
sé il sano desiderio di far conoscere alla persona fragile
le sue qualità e
risorse affinché torni a volere il bene per sé e a sentire la
gioia di esserci, di
vivere. I genitori, gli educatori, le persone che credono
nel valore della
vita, suggeriscono a voi giovani, iniziative da compiere insieme,
propongono il senso
del vivere, la sua dignità e libertà, affinché la persona
fragile esca dal
cinismo e dalla pigrizia, ricordandosi che vale e non può
cadere in basso,
annullarsi.
Una sfida dovuta.
La dignità della
persona sta in una
sfida coraggiosa,
cari giovani, che non trova sbocchi in chi si accascia nella
facile stanchezza,
in chi ricerca emozioni a breve termine, ma è presente nella
persona che sa di
avere una mente aperta e un cuore palpitante e libero di
amare e di amarsi.
La ripresa della persona fragile parte sempre dalla stessa
che scopre la
consapevolezza della sua dignità. Non serve compassionarla,
sostituirla,
giustificare le sue passività. Al mattino si deve alzare,
riordinare la casa,
recarsi al lavoro, conversare con gli altri, riempire la
giornata d’impegni e
alla sera coltivare alcuni interessi. Siamo consapevoli
che la società
abbandona i deboli. Il diffuso decadimento valoriale e morale di
tante persone,
richiederebbe forze solidali ben più massicce per essere
recuperato. Per
uscire tuttavia da una stanchezza psichica che blocca la mente
e inaridisce il
cuore, sono importanti l’impegno personale, la sensibilità e l’onestà
intellettuale
di ogni persona,
nonché la responsabilità, il carattere e le attese personali che contribuiscono
ad
evolvere
interiormente. Nessuno può stare “fermo” pensando che la sua fragilità
e non senso che
minano la sua dignità, possano essere risolte casualmente. La
vita è per tutti un
viaggio, spesso da ricominciare con quella necessaria
scorta di volontà.
(Dal libro di don Chino Pezzoli: “Tracce di moralità”). ( your-app.it/promozioneumana).
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