“IN NOME DI UNA FALSA PANDEMIA”
“IN NOME DI UNA FALSA
PANDEMIA” .
Gli
Ultimi Giorni
del “Culto Covid.”
Conoscenzealconfine.it
-C. J. Hopkins - ( 24 Gennaio 2022)- ci dice :
La
narrativa ufficiale del Covid sta finalmente andando in pezzi, o viene
frettolosamente smontata, o storicamente rivista, proprio davanti ai nostri
occhi.
Non
sarà carino, gente. Raramente accade la caduta di un culto della morte. Si
udiranno lamenti e stridore di denti, chiacchiere fanatiche incoerenti e
tentativi di cancellazione di massa di tweet imbarazzanti.
Ci
sarà un vero e proprio tsunami di disperate razionalizzazioni, faticose
negazioni, spudorati tentativi di modificare le responsabilità e altre forme di
para-culaggine, mentre improvvisamente gli ex membri della setta Covidiana
proveranno una fuga dell’ultimo minuto nella giungla.
Sì, è
vero, come sono sicuro che avrai notato, la narrativa ufficiale del Covid sta
finalmente andando in pezzi, o viene frettolosamente smontata, o storicamente
rivista, proprio davanti ai nostri occhi. Gli “esperti” e le “autorità” stanno
finalmente riconoscendo che le statistiche “decessi Covid” e “ricoveri in
ospedale” sono stati gonfiati artificialmente e totalmente inaffidabili, e
stanno ammettendo che i loro “vaccini” miracolosi non funzionano (a meno che non si cambi la
definizione della parola “vaccino”), e che hanno ucciso alcune persone, o forse più di alcune persone, e
che i blocchi (Look-down ) sono stati probabilmente “un grave errore”.
Non mi
occuperò di ulteriori citazioni. Puoi navigare in Internet e rendertene conto
da solo. Il
punto è che la PSYOP “Pandemia apocalittica” ha raggiunto la sua data di
scadenza.
Dopo quasi due anni di isteria di massa per un virus che causa sintomi di
raffreddore o influenza da lieve a moderata (o assolutamente nessun sintomo di
sorta) in circa il 95% degli infetti e il cui tasso di mortalità generale per
infezione è di circa tra lo 0,1 % e lo 0,5%, i nervi delle persone sono a
pezzi.
Siamo
tutti esausti.
Anche
i cultisti covidiani sono esausti. E stanno iniziando ad abbandonare il culto in massa.
Era sempre per lo più solo una questione di tempo. Come ha detto Klaus Schwab:
“la
pandemia ha rappresentato una finestra di opportunità rara ma ristretta per
riflettere, re-immaginare e ripristinare il nostro mondo“. Non è finita, ma quella finestra
si sta chiudendo e il nostro mondo non è stato “re-immaginato” e “reimpostato”…
non irrevocabilmente, non ancora. Chiaramente, il Capitalismo globale ha sottovalutato
la potenziale” resistenza al Great Reset” e il tempo necessario per schiacciare
quella resistenza.
E ora
il tempo stringe, e la resistenza non è schiacciata… anzi, sta crescendo. E non
c’è niente che Globo-Cap possa fare per fermarlo, a parte mostrarsi apertamente
totalitario, cosa che non può, poiché sarebbe un suicidio.
Come ho notato in un recente articolo: “Il totalitarismo New Normal – e qualsiasi forma di totalitarismo capitalista globale – non può mostrarsi come totalitarismo,
o addirittura autoritarismo.
Non
può riconoscere la sua natura politica. Per esistere, non deve esistere. Soprattutto, deve cancellare la sua
violenza (la
violenza a cui alla fine si riduce tutta la politica) e ci appare come una risposta
essenzialmente benefica a una legittima ‘crisi sanitaria globale’…”
La
“crisi sanitaria globale” simulata è, a tutti gli effetti, finita.
Il fatto è che, se hai intenzione di mantenere
le masse in balia di una frenesia insensata di paranoia per una “pandemia globale
apocalittica”, a un certo punto, devi produrre una vera pandemia globale
apocalittica.
Statistiche e propaganda false ti
trasporteranno emotivamente per un po’, ma alla fine le persone avranno
bisogno di sperimentare qualcosa che almeno assomigli a una vera piaga mondiale
devastante.
Inoltre,
Globo-Cap ha seriamente esagerato con i “vaccini” miracolosi. I cultisti Covid credevano davvero
che i “vaccini” li avrebbero protetti dalle infezioni. E ora guardano a un futuro in cui
dovranno sottoporsi a “vaccinazioni” e “richiami” ogni tre o quattro mesi per
mantenere aggiornati i loro “certificati di conformità”, per poter svolgere un
lavoro, frequentare una scuola, o mangiare in un ristorante, che, va bene, ai cultisti più accaniti sta bene, ma ci sono milioni di persone che
si sono conformate, non perché sono fanatici deliranti che avvolgerebbero la
testa dei loro figli nel cellophan se Anthony Fauci glielo ordinasse, ma puramente per
“solidarietà”, o convenienza, o istinto di gregge, o… codardia.
Molte
di queste persone (cioè i non fanatici) stanno iniziando a sospettare che forse
quello che noi – “estremisti con il cappello di carta stagnola, negazionisti del Covid,
anti-vax, teorici della cospirazione” – abbiamo detto loro negli ultimi
22 mesi, potrebbero non essere così folli come pensavano inizialmente.
Stanno
facendo marcia indietro, razionalizzando, rivedendo la storia e inventando ogni
tipo di stronzata egoistica, come siamo ora in “un mondo post-vaccino” o come “la scienza è cambiata” o come
“Omicron è diverso”, per evitare di essere costretti ad ammettere di essere
vittime di una PSYOP e dell’isteria di massa mondiale che ha generato.
Il
che… da una parte è un bene, lascia che dicano tutto ciò di cui hanno bisogno
per il bene della loro vanità, o della loro reputazione di giornalisti
investigativi, celebrità di sinistra o rivoluzionari di Twitter.
Se
pensi che questi membri della setta Covidiana riconosceranno mai pubblicamente
tutti i danni che hanno fatto alla società, alle persone e alle loro famiglie,
da marzo 2020, tanto meno scusarsi per tutti gli abusi che hanno riversato su
quelli di noi che hanno riportato i fatti… beh, ti sbagli.
Non lo
faranno.
Ci
gireranno intorno, equivocheranno, razionalizzeranno e mentiranno a denti
stretti, qualunque cosa serva per convincere sé stessi e il loro pubblico sarà
fatta. Manda queste persone all’inferno se ne hai bisogno… Mi sento arrabbiato
e tradito come te. Ma non perdiamo di vista la posta in gioco finale. Sì, la
narrativa ufficiale si sta finalmente sgretolando e il Culto Covid sta
iniziando a implodere, ma ciò non significa che questa lotta sia finita.
Globo-Cap
e i suoi burattini al governo non annulleranno l’intero programma “New Normal”,
faranno finta che gli ultimi due anni non siano mai accaduti e si ritireranno
con grazia nei loro sontuosi bunker in Nuova Zelanda e nei loro mega yacht. I
movimenti totalitari e i culti della morte in genere non finiscono con grazia. Di solito cadono in un’orgia
gratuita di violenza sfrenata e nichilista, mentre il culto o il movimento
tenta disperatamente di mantenere la presa sui suoi membri vacillanti e di
difendersi dall’invasione della realtà. Ed è qui che siamo in questo momento… o
dove saremo molto presto.
Città,
stati e paesi di tutto il mondo stanno portando avanti l’attuazione della
società di biosicurezza New Normal, nonostante non ci sia più alcuna
giustificazione plausibile per essa. Non so cosa accadrà. Non sono un oracolo. Ma ci stiamo avvicinando
pericolosamente al punto in cui Globo-Cap dovrà mostrarsi per il fascista in piena
regola che è, se vuole finire ciò che ha iniziato. E se ciò accade, le cose potrebbero
diventare molto brutte.
Lo so…
le cose sono già brutte, ma sto parlando di un tipo completamente diverso di
brutto. E’
ciò che accade ai movimenti totalitari e ai culti della morte una volta che
l’incantesimo è rotto e le loro narrazioni ufficiali vanno in pezzi. Quando cadono, cercano di portare
con sé il mondo intero.
Non
so… ma spero che saremo in grado di evitarlo. In ogni caso da quello che ho sentito
e letto, non ci sarà da divertirsi.
C. J. Hopkins.– (cjhopkins.com -- consentfactory.org)-(Consentfactory.org/2022/01/18/the-last-days-of-the-covidian-cult/).
La
Russia dichiara la morte
del
green pass, e torna a vivere.
Visionetv.it-
Tim Kirby-(24-1-2022)- ci dice :
Una
cosa che l’individuo può fare è resistere, e quando la maggior parte della
popolazione decide di dare uno stop alle ruote il motore si ferma.
La
somma di tutte le massime paure per il russo medio è stata appena scongiurata.
Il
grande pacchetto di risposte totalitarie a un problema di discutibile grandezza
è stato avviato dalla Duma di Stato.
C’è
stata un’aria di terrore tra la popolazione che stava aspettando di vedere se
la legislazione nazionale sul codice QR sarebbe diventata legge distruggendo le loro vite e le loro
attività per separare i vaccinati dagli appestati.
C’era la paura che in una sorta di dialettica
hegeliana la legge del QR code rimanesse nelle vite dei russi. Per fortuna, per il bene
dell’economia russa e della sanità mentale stessa, ora non è più così. Questa
decisione di eliminare completamente il codice QR dell’apartheid non solo arriva in un
momento storico interessante, ma ha una grande rilevanza per la stessa Russia e
le questioni relative al Covid-19 su scala globale.
Ma perché il
pubblico era così preoccupato per la storia del QR code?
Non dovremmo pensare solo a
combattere il Covid-19?
C’è
stata una sorta di prova di questo sistema di codici QR a Mosca.
Non è
durata molto a lungo e fin dall’inizio è stato chiaro che le masse russe non
avrebbero lasciato che le leggi ostacolassero le loro attività quotidiane come
fanno da sempre.
Qualsiasi processo di filtraggio agli ingressi
della metropolitana è stato un disastro che ha causato un completo collasso dei
trasporti ed è durato circa 48 ore in totale.
La
versione ridotta di questa idea si applicava principalmente ai ristoranti che
erano costretti a controllare gli ospiti richiedendo il pass vaccinale.
C’è
stata molta resistenza a questo, e alcuni astuti ristoratori hanno pensato bene
di convincere il governo che sebbene stessero applicando le restrizioni del codice QR,
lasciavano comunque che chiunque varcasse la porta.
Dopo
il ritorno di Putin da uno dei suoi viaggi all’estero, questo sistema, sempre
così critico per la nostra sicurezza, è svanito nel nulla, ma ha sicuramente
lasciato l’amaro in bocca al pubblico e a molti ristoranti in bancarotta.
Successivamente
un progetto simile è stato messo in atto in Tatarstan con risultati ancora più
violentemente contrastati. Forse se ciò fosse accaduto a livello nazionale in un colpo
solo avrebbe potuto distruggere l’economia russa.
La
follia QR a Mosca/Tatarstan da San Pietroburgo a Vladivostok sarebbe stata
molto più devastante di tutti i pacchetti di sanzioni di Washington messi
insieme.
Forse
è stata quindi una scelta saggia per un noto presidente mantenere la questione dei “diritti degli
Stati” e riaffermare ripetutamente che la vaccinazione è una scelta personale.
Allora
perché è successo ora?
La
gente mi chiede da un po’ di tempo notizie su quanto accade in Russia in merito
alle misure anti-Covid e su cosa sta facendo il governo.
Il
problema è che per capire la Russia di oggi semplicemente non si può pensare
allo Stato come a un blocco monolitico. Non c’è la dittatura di Putin sotto
un culto schiacciante della personalità con tutte le strade del potere che
portano a una specie di Dio-Imperatore spesso a torso nudo. La Russia non è il
Cubo Borg.
C’è
stata un’enorme guerra invisibile in corso dietro le mura delle istituzioni
governative per la pandemia, il che spiega perché le politiche Covid qui sono
arrivate e se ne sono andate apparentemente a caso in varie regioni. Anche a livello macroscopico, c’è
stata una spinta morbida (con la minaccia di una spinta dura) per la
vaccinazione eppure lo stesso Putin qualche settimana fa ha detto qualcosa di
molto importante sul ceppo Omicron…
“Anche
se dicono che (Omicron) non sia cosi
dannoso, alcuni esperti lo chiamano persino vaccinazione in tempo reale.
(…) Non anticipiamo noi stessi”.
In
termini politici, questo sembrava un grande appello a lasciar andare l’intera
situazione del Covid pur avendo la possibilità di ritrattare questa
affermazione in poche settimane, se necessario. È anche una risposta molto russa a un
problema per cui le cose si risolvono magicamente da sole. Per chi è incline alla cospirazione
è interessante che questa variante Omicron auto-vaccinale del Covid-19 che
Putin ha portato all’attenzione del pubblico sia accusata di essere stata
creata artificialmente dai media mainstream. Questo è sicuramente uno spunto di
riflessione.
Andando
oltre sul terreno della cospirazione, potrebbe esserci una connessione tra il
fallimento assoluto dei negoziati tra Russia e Stati Uniti e l’abbandono
definitivo di questa legislazione sul codice QR. La Russia non ha ottenuto nulla di
ciò che voleva dai globalisti, quindi forse è per questa ragione che i
globalisti non riceveranno nulla dalla Russia? La partecipazione di Mosca alla
grande recita scolastica potrebbe essere finita per sempre.
Cosa
significa questo per la Russia?
Entrambe
le parti della lotta contro il Covid in Russia hanno fatto un buon lavoro nel
costruire liste di nemici e un profondo odio radicato di un gruppo verso
l’altro.
Quando una parte vince in questo tipo di
scenario, possiamo tutti indovinare cosa accadrà dopo. Potrebbero esserci alcune
importanti ristrutturazioni e licenziamenti in arrivo entro il prossimo anno
poiché il momento della vendetta è sicuramente vicino.
Per le
masse russe questo dimostrerà che l’ostinazione paga. Molto spesso le persone
di dubbia intelligenza sovrastimano enormemente la capacità dell’individuo di
apportare cambiamenti nella società, ma una cosa che l’individuo può fare
è resistere e quando la maggior parte della popolazione decide di dare uno stop
alle ruote il motore si ferma. La mentalità dei russi ha salvato la situazione e i tratti culturali russi relativi
al completo disprezzo delle regole e della brutale ostinazione sono stati
riconfermati tali per almeno un’altra
generazione.
Cosa
significa questo nel contesto di Covid-19 a livello globale?
Ora
c’è una grande nazione che ha sostanzialmente rinunciato alle misure
anti-Covid. E la Russia è anche un attore globale sia sui media che su Internet che
di fatto adesso possono pubblicizzare questo fatto. Mentre gli australiani vengono
picchiati e gasati per non aver indossato una mascherina in qualche bar, la Russia probabilmente dirà al mondo
quanto sia bello aver sconfitto il Covid usando misure che hanno avuto un
impatto minimo sui diritti dei cittadini e ora tutto è tornato alla vecchia
normalità.
Potrebbero persino trasmettere l’idea che Omicron sia una soluzione passiva al
problema e che non ci sia più alcuna minaccia.
Ciò
renderà la Russia ancora più attraente per i conservatori occidentali e
dovremmo aspettarci un’ondata di immigrazione anti-vaxxer nella terra degli
orsi e della neve. Sei libero di ridere di quello che sto raccontando, ma quando si
ricevono e-mail su questo problema ogni giorno, le cose sembrano molto diverse.
Ma
ovviamente, se la Russia abbandona completamente la sua guerra al Covid, ciò
significa che i russi presenteranno improvvisamente un “pericolo” per le
popolazioni di nazioni straniere e potrebbero essere banditi dal viaggiare
nella maggior parte se non in tutto l’Occidente indipendentemente dal loro
status vaccinale.
E andare in Russia da occidentale potrebbe significare
la morte da viaggiatore, poiché sei stato contaminato dalla loro mancanza di
misure anti-Covid. Può sembrare folle, ma è burocraticamente logico e un passo
successivo naturale nel conflitto monopolare e multipolare in continua
evoluzione in cui ci troviamo tutti contro la nostra volontà.
( Tim Kirby, traduzione Martina
Giuntoli).
I
diritti sono subordinati al green pass.
L’onorevole
dott.sa Cunial non può votare.
Visionetv.it-
Giulia Burgazzi- (25-1-2022)- ci dice :
Non ha
il green pass e non ha nemmeno il Covid. L’onorevole Sara Cunial, ex M5S ed ora
nel gruppo misto, non ha potuto votare ieri, lunedì 24 gennaio, alla prima
chiamata per l’elezione del Presidente della Repubblica. Minaccia ricorsi per
fare invalidare tutte le operazioni.
All’onorevole
Cunial era vietato raggiungere i grandi elettori che sono ammessi a
Montecitorio in virtù del possesso del green pass. Le è stato vietato anche di
comportarsi come i grandi elettori malati di Covid, in quarantena o in
isolamento.
Sono privi di green pass e per loro è stato allestito un seggio drive in fuori
dal palazzo.
La
vicenda dell’onorevole Cunial è surreale e riconducibile al concetto del bacio
della pantofola. Ovvero, i politici che contestano le scelte del Governo in materia di
gestione del Covid devono innanzitutto piegarsi a quelle stesse scelte che essi
contestano. Detto in altre parole, devono munirsi del green pass. L’onorevole Cunial rifiuta il green
pass. Non
ce l’ha nemmeno nell’effimera versione base che si ottiene col tampone.
Si
possono apprezzare o criticare le posizioni e gli atti dell’onorevole Cunial,
ma una cosa le va comunque riconosciuta. E’ l’unica che conduce una battaglia
senza quartiere, senza se e senza ma, contro il green pass. Ne vuole la
cancellazione. Di conseguenza, non ha modo di far valere la sua volontà.
Riassunto
delle puntate precedenti. L’elezione del Presidente della Repubblica, oltre a
somigliare ad una lotta nel fango fra caimani e forze oscure, si svolge
nell’era del Covid. Diversi grandi elettori sono positivi al virus o anche
malati.
Un
decreto legge contiene le disposizioni che consentono anche a loro di votare.
Come si legge in premessa, esso discende da due ordini del giorno del
Parlamento “che
impegnano il Governo a garantire ogni forma di collaborazione per permettere a
tutti i 1.009 delegati di partecipare” alla scelta del prossimo Presidente.
Il
frutto di questo decreto legge è l’inedito voto in un drive in fuori da Montecitorio
per i grandi elettori sprovvisti di green pass in quanto malati, contagiati o
in isolamento: ad essi infatti è accordato il permesso di lasciare, a
determinate condizioni, le loro abitazioni. E chi non ha il green pass perché
semplicemente rifiuta il principio? Forse che non fa parte dei 1.009 grandi
elettori?
E’ il
caso dell’onorevole Cunial, appunto. Ha chiesto di votare anche lei al
seggio drive in e la risposta è stata no. Ci è andata lo stesso, accompagnata
dal suo avvocato. I commessi non l’hanno fatta passare. Cacciata via come un
cane in chiesa.
Qui
siamo al di là della politica e anzi ben al di sotto della politica: i diritti – perfino quelli dei
parlamentari – sono subordinati al green pass e al tampone. Alle prossime elezioni toccherà
anche a noi?
(GIULIA
BURGAZZI).
OMS:
possibile fine della pandemia
in Europa. L’Italia continuerà ad andare
controcorrente?
Visionetv.it-
Andrea Sartori- (24 gennaio 2022)- ci dice :
Brutte
notizie per il governo italiano. Non sono solo quei cattivoni antieuropeisti degli
inglesi a sostenere che Omicron condurrà alla fine della pandemia. Ora lo dice persino l’Organizzazione
Mondiale della Sanità. La pandemia potrebbe finire in Europa: sono le parole
del direttore di Oms Europa Hans Kluge.
La
direzione della pandemia va compresa guardando la nazione che è stata usata
come “canarino in miniera” in questa follia, ovvero Israele: è stata la prima nazione a
introdurre il green pass, è la prima (o quasi) a levarlo. Ora l’Oms stessa dichiara la quasi
fine in Europa di una pandemia, tra l’altro mai dichiarata ufficialmente come
tale, ma, con un’acrobazia verbale, come “qualcosa di simile”.
Non
solo: l’OMS
ha fatto capire che anche le restrizioni per viaggiare potrebbero essere
alleggerite o tolte del tutto.. Anche qui il Regno Unito ha fatto da apripista: Boris Johnson aveva già abolito il
tampone.
E
quindi?
Abbiamo
compreso che quel che accade a Londra e Tel Aviv a cascata si riverbera
quantomeno sul mondo occidentale (ad eccezione delle colonie britanniche in
Oceania, che tornano ad essere bagni penali) e che quindi la cosa sta finendo.
E qui
ci domandiamo: perché ieri è circolata la voce di un green pass eterno per i tridosati?
Che il green pass, a differenza di quello che
sta accadendo in Uk, Irlanda, Israele e Spagna, diventerà permanente?
Lo stesso primo ministro francese Castex ha detto che
il “pass vaccinal” sarà levato qualora calino i contagi.
Questo
ha allarmato molti, ma va subito detto che si tratta di ipotesi, e abbiamo
visto come alcune ipotesi diffuse dai quotidiani si siano rivelate non vere se
non autentiche psy op governative per tastare il polso della situazione attraverso le reazioni
della gente sui social.
L’Europa sta addirittura valutando il modello spagnolo
e questo fa crollare l’ultima bugia di questi anni: che quello italiano fosse
il modello che l’Europa voleva seguire.
Ai
nostri politicanti certamente le restrizioni eterne piacerebbero: il chihuauhua dei Baskerville lo ha
detto chiaramente.
Ma a
questo punto l’Italia diventerebbe un paria internazionale. Se lo può
permettere?
(Andrea
Sartori).
Basta
cappuccino e
vaccino:
tira
aria nuova allo Spallanzani,
che va
controcorrente.
Visionetv.it-Martina
Giuntoli-(25 Gennaio 2022)- ci dice :
Anno
nuovo, aria nuova anche per gli ospedali di regime. Negli ultimi giorni
all’ospedale Spallanzani di Roma il
direttore Francesco Vaia si è lanciato in una serie di affermazioni che fanno
dell’istituto romano uno dei primi a fare dietrofront al diktat di regime.
A dire
il vero già ad inizio gennaio lo stesso Vaia aveva azzardato dichiarazioni
contro corrente, annusando in anticipo su tutti il profondo cambiamento di
narrativa che di lì a poco sarebbe avvenuto. Affermava infatti in tale occasione
che nella sua esperienza “il COVID era ormai diventato semplicemente una
malattia endemica stagionale”, vale a dire un’influenza.
Tuttavia
con oggi la sanità italiana si apre
ufficialmente ad approcci diversi, più ragionevoli, più consoni alla gestione
di un’endemizzazione del virus e quel che è più importante si smette di parlare
di emergenza.
Ed è
lo stesso Vaia a proporre l’interruzione del bollettino di guerra quotidiano
che va avanti ininterrotto ormai da due anni.
“Ad
oggi non ha più senso parlare continuamente di malati e di morti, quando è
possibile affrontare il COVID in maniera tempestiva , ambulatoriale e con
terapie precoci”.
Cosa? Terapie precoci?
Solo a pronunciare queste due parole fino a
qualche settimana fa si veniva bollati come no-vax, ora pare la normalità per
Vaia.
“Basta
anche con i tamponifici.
Non abbiamo bisogno di testare tutti
indiscriminatamente. Chi non ha sintomi, faccia la sua vita”,
continua
il direttore, che afferma questo dopo aver predicato per due anni che il
miglior modo di uscire dalla pandemia fosse quello di testare tutti e tracciare
tutti. Ricordate?
Test, test, test.
Per non parlare della App Immuni, uno dei poco
discussi fallimenti del regime sanitario.
E
vogliamo parlare della quarantena?
Mentre la Ardern solo ieri minacciava
isolamenti mensili in Nuova Zelanda, lo Spallanzani è nuovamente
all’avanguardia, visto che gli asintomatici escono dalla quarantena dopo appena 5 giorni
“proprio come in America”.
Vietatissimo
fare confronti con altre nazioni prima d’ora.
Ma
adesso va bene, anzi benissimo, come lo
fosse sempre stato.
Altro
tabù infranto da Vaia , il vaccino russo Sputnik su cui ha effettuato uno
studio in collaborazione con l’Istituto Gamaleya. Il siero di Putin è stato
valutato in una comparazione sul potere neutralizzante e sulla durata degli
anticorpi all’antigene confrontando i risultati con quelli ottenuti con Pfizer.
Finora
guai a parlare di Sputnik, ma con Omicron tutto diventa possibile, persino
aprire gli orizzonti a est. Omicron è imprevedibile, buca i vaccini, ma a quanto pare
anche la narrativa.
A
dirla tutta, Vaia anche sul vaccino fece affermazioni decisamente contro
corrente già un paio di settimane fa dichiarando “ non è che possiamo fare
cappuccino e vaccino. Se la casa non ha l’impianto a norma non è che posso
continuare con le candele a vita, metto a posto quello che non va nell’impianto.
Ugualmente
non posso fare quattro o cinque dosi dello stesso farmaco ad un soggetto quando
so che non serve”.
A
questo punto ci chiediamo se questo approccio privo di allarmismi e di stress
non fosse più adatto fin dall’inizio della vicenda COVID. Sicuramente era possibile e avrebbe
prodotto minor danno sia agli individui che alle economie.
Sono
stati necessari due anni, ma verosimilmente si accoderanno anche altri alla
inesorabile variante della verità per cui non c’è vaccino che tenga.
(MARTINA
GIUNTOLI).
La
protesta dei camionisti in Canada:
decine
di migliaia in carovana contro l’obbligo vaccinale
visionetv.it-Joanne
Lee Yoyng-(25 Gennaio 2022)- ci dice:
Si
snoda per ormai 70 chilometri su vari
percorsi, e conta circa 50mila camion, la carovana senza precedenti che sta
percorrendo le strade del Canada in direzione Ottawa. L’iniziativa, convocata
in risposta all’obbligo vaccinale transfrontaliero tra Canada e Stati Uniti,
sta raccogliendo milioni di dollari nonché l’entusiasmo dell’intero Paese che
sostiene i camionisti e li applaude lungo le strade. Ecco un articolo del “Vancouver Sun” che riassume quanto accade.
I
camionisti sono partiti domenica da Metro Vancouver e Northern BC unendosi ad
un convoglio che attraversa il paese verso Ottawa per protestare contro
l’ordine federale di vaccinazione obbligatoria per i camionisti.
Il
convoglio di protesta è iniziato quando il Canada si è unito agli Stati Uniti
nell’obbligo vaccinale per il COVID-19 per i camionisti frontalieri con obbligo
anche di pass vaccinale da esibire al confine.
Le restrizioni statunitensi, che si applicano anche al confine tra Stati
Uniti e Messico, si applicano a tutte le persone non statunitensi che viaggiano
per motivi sia essenziali che non essenziali. In precedenza, i conducenti di camion
erano stati esentati come fornitori di servizi essenziali.
Il 15
gennaio, il Canada ha iniziato a richiedere ai camionisti americani l’obbligo
vaccinale e ai camionisti canadesi non vaccinati di stare in quarantena per 14
giorni.
Il
fatto che la vaccinazione sia richiesta sia da Ottawa che da Washington non sta
scoraggiando nessun camionista del British Columbia dal protestare. “Se il Canada smette di richiedere
l’obbligo vaccinale, gli Stati Uniti lasceranno entrare i camionisti non
vaccinati e noi li lasceremo tornare a casa“, ha detto Sean Tiessen, un autista
di Grand Forks che guida autocarri da 23 anni.
Egli
quest’anno non ha potuto iniziare il suo
lavoro invernale di trasporto di legname oltre confine proprio a causa
dell’obbligo di vaccino a cui non aveva ottemperato.
“Non
credo che sarebbe così difficile per (Stati Uniti e Canada) fare un
cambiamento. Sono partner commerciali globali”.
Grandi
camion si sono radunati presso la bilancia Nordel Way a Delta all’inizio di
domenica e nel pomeriggio Sean Tiessen si stava già dirigendo verso Kelowna
sperando di raggiungere la sua prima tappa a Calgary.
Altri
camionisti si stanno contemporaneamente
dirigendo da Prince George a Calgary, dove Tiessen prevede che il
gruppo, che si sta autodefinendo Convoy for Freedom 2022, crescerà di dimensioni.
Una
pagina GoFundMe
creata per
aiutare i conducenti a coprire spese come carburante, cibo e alloggio durante i
loro viaggi ha raccolto, entro domenica, oltre 2,6 milioni di dollari.(…)
La Canadian Trucking Alliance si è espressa contro il convoglio in
una dichiarazione rilasciata 24 ore prima della partenza dei camionisti.
Ha
detto che la “grande maggioranza” dei camionisti canadesi è vaccinata e che il
tasso di immunizzazione è alla pari con quello del resto della popolazione.
Tuttavia,
“questo regolamento non sta cambiando, quindi, come parte del settore, dobbiamo
adattarci e rispettare questo obbligo“, ha affermato il presidente dell’Associazione Stephen Laskowski.
In una dichiarazione rilasciata alla stampa,
l’associazione dice che “non sostiene e disapprova fortemente qualsiasi
protesta su strade pubbliche, autostrade e ponti. CTA ritiene che tali azioni, in
particolare quelle che interferiscono con la sicurezza pubblica, non siano il
modo in cui dovrebbero essere espressi i disaccordi con le politiche del
governo“.
(
Joanne Lee Young, traduzione Martina Giuntoli).
Fuga
dalle Poste: gli italiani senza pass
si
mettono in coda per ritirare i risparmi?
Visionetv.it-
Arnaldo Vitangeli -( 25 Gennaio 2022 )-
ci dice :
Mancano
pochi giorni allo scadere del conto alla rovescia per l’entrata in vigore delle
nuove durissime norme contenute nell’ultimo DPCM, e sui social gli utenti
raccontano di file chilometriche davanti agli uffici postali.
Si
tratta di cittadini che, sprovvisti di green pass, non potranno più recarsi
all’ufficio postale per ritirare la pensione o fare qualsiasi operazione sui
loro conti. Come riferiscono sul web, hanno quindi deciso di chiudere i conti e
ritirare il denaro prima di trovarsi impossibilitati ad accedervi.
La decisione
del governo di bloccare l’accesso agli uffici postali va nella direzione di
imporre a quei milioni di italiani over 50 che hanno rifiutato il siero
sperimentale di continuare a vivere senza piegare la testa ai diktat di
Speranza e ai progetti di Big Pharma.
Dopo
aver di fatto imposto ai lavoratori dipendenti del pubblico e del privato la
punturina magica per poter continuare a ricevere lo stipendio, il governo del
banchiere Draghi ha deciso di affrontare la questione dei tanti pensionati che, non ricattabili dal punto di vista
lavorativo, continuano a resistere sbarrandogli le porte di banche e uffici
postali.
Cavallo
che vince non si cambia, avrà pensato l’aspirante presidente della Repubblica, dopo che i greci erano stati
ricondotti all’ordine con il blocco dell’erogazione di contanti da parte dei
bancomat ellenici.
Impedirgli
di accedere al servizio dove gli viene accreditata la pensione e dove
custodiscono i loro risparmi deve essere stato visto come il modo migliore per
costringere gli anziani riottosi ad obbedire, ma la decisione potrebbe
rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Ma
quali potrebbero essere le conseguenze del ritiro della liquidità da parte di
tanti nostri concittadini?
L’economia
sta vivendo un momento difficilissimo; inflazione e crisi energetica stanno
colpendo le imprese e minando la tanto decantata ripresa, mentre il settore
finanziario, mai messo al sicuro dopo la grande crisi, continua a essere a
rischio crollo.
Cdp, che gestisce il risparmio postale
degli italiani, nei primi sei mesi dell’anno ha visto la raccolta toccare quota
386 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto al dato di fine 2020.
In particolare, la raccolta del risparmio
postale è stata di 279 miliardi di euro,
ovvero +2,9 miliardi di euro rispetto al 2020. Ma in questi ultimi anni sono
diminuiti gli italiani che scelgono di custodire nella posta i propri risparmi
e attualmente il primo posto nella gestione del risparmio privato è saldamente
in mano al gruppo Intesa-Sanpaolo.
La
Cassa Depositi e Prestiti, che svolge un ruolo vitale nel sistema industriale
italiano ed ha sopperito in questi anni alla mancanza di una banca pubblica che
consenta e tuteli lo sviluppo industriale del Paese in settori strategici, di
tutto ha bisogno meno che di essere indebolita.
Se
migliaia di cittadini italiani chiuderanno i loro conti o liquidano i loro
investimenti, per avere il danaro in contante, per acquistare un bene immobile
che non si svaluti o per protesta politica contro un governo che gli vuole
imporre un trattamento sanitario obbligatorio, a pagarne le spese non sarà
soltanto la Cassa Depositi e Prestiti, ma l’intero settore produttivo italiano,
comprese imprese strategiche che fanno gola ai nostri competitori
internazionali. Draghi lo sa bene, ma evidentemente la cosa non lo preoccupa.
(ARNALDO
VITANGELI).
Putin
dichiara guerra al bitcoin:
riuscirà
a vincerla?
Visionetv.it-
Andrea Sartori- ( 25 Gennaio 2022)- ci dice :
Non ci
sono solo i venti di guerra che spirano in Ucraina: la Russia sta portando
avanti anche un’altra battaglia, quella contro le criptovalute. Sì, perché la
Banca Centrale Russa ha proposto di vietare gli investimenti in bitcoin.
Non è
la prima volta che la Russia dichiara guerra alle criptovalute. Sono anni che
Mosca vuole chiudere la partita col bitcoin, dicendo che è all’origine del
riciclaggio e del finanziamento al terrorismo. La realtà è un’altra: le
criptovalute stanno preoccupando il governo anche per la loro crescente
popolarità presso i russi.
Il
volume attuale di transazioni in crypto fatte dai russi ammonta a cinque milioni di dollari.
Il governatore della Banca Centrale Russa
Ksenia Yudaeva sostiene che il governo è seriamente preoccupato per la crescente
popolarità del bitcoin e si propone di seguire l’esempio cinese di rendere
totalmente illegali le crypto.
Ma il
bando cinese non ha intaccato più di tanto le criptovalute. Ma a questo giro le criptovalute sono
crollate, per una combinazione di eventi: non solo il ban russo, ma anche la
Fed che alza i tassi d’interesse.
Come
detto la Yudaeva ha parlato di crescente popolarità del bitcoin tra i russi. Tutto ciò ricorda la guerra di Putin
a Telegram: una guerra che il Cremlino perse. In realtà è un segno della lotta
impari tra lo Zar e una parte del suo popolo: Putin è notoriamente un dinosauro
tecnologico (in ambienti vicini al Cremlino si dice che neppure usi la mail)
mentre i russi sono oramai completamente abituati alla tecnologia. Sono anni che il Roskomnandzor, l’agenzia federale
sulle Telecomunicazioni, tenta di bandire i social occidentali. Sono altrettanti anni che questo ban
resta sulla carta e basta, mentre i russi fanno uso compulsivo di Instagram e
Facebook.
L’unico ban parzialmente riuscito è quello su Telegram, che però è
un’applicazione Made in Russia.
I
bitcoin non sono ancora ufficialmente banditi in Russia: i rappresentati della Banca
Centrale stanno cercando il modo per riuscirci. Con quanto successo, visti i
precedenti, non sappiamo. I ragazzi russi, che hanno continuato ad usare Telegram anche
quando era oscurato (i dipendenti di Yandex lo usavano proprio per sfuggire alle
orecchie del governo), probabilmente troveranno una scappatoia anche con le
criptovalute?
(ANDREA
SARTORI).
Green
Pass “eterno”?
Cos’ha
fatto Draghi agli italiani.
Libreidee.org-Roberto
Dal Bosco- (25/1/2022)- ci dice :
«È
legittimo dunque porsi la domanda di fondo. Il Green Pass serve a spingere la
vaccinazione di massa o il contrario?».
Un articolo di importanza capitale è apparso sul
quotidiano “La Verità”.
Il
pezzo, complesso e dettagliato, si intitola “La card non è un mezzo ma lo scopo:
erogherà “diritti” solo agli schedati”.
Le
rivelazioni dei due giornalisti Claudio Antonelli e Giulia Aranguena, che hanno
indagato sull’architettura legale e informatica del Green Pass, confermano
quanto “Renovatio 21” scriveva qualche giorno fa: il Green Pass è il mezzo sul
quale correrà l’euro digitale promesso dalla Lagarde alla Bce.
Cioè, l’installazione di una società del controllo
totale, dove il cittadino è sottomesso biologicamente, economicamente, elettronicamente
al potere centrale.
«La creazione di questa grande piattaforma di
sorveglianza del cittadino – addirittura di capillarità più profonda di quella
cinese – è il vero grande compito che i padroni del vapore si sono dati in
questi anni», scrivevamo.
«Con
l’euro digitale, come con il Green Pass, voi dipendete dall’Istituzione:
persino per le attività più basilari, perfino per i diritti “prepolitici”:
mangiare, bere, muoversi…».
Ora
l’identità profonda delle due cose – Green Pass ed euro digitale – è dimostrata
dal reportage del giornale milanese, che ha scavato a fondo nei documenti.
Il
Green Pass, essenzialmente, è una piattaforma elettronica pensata per esistere
anche senza il vaccino: «Il Green Pass nudo e crudo è quindi un account che
mira ad attestare il possesso di determinate condizioni in base alle quali un
utente può dirsi abilitato e verificato rispetto a una piattaforma che eroga
diritti e libertà (vedi il semaforo verde) concessi dal gestore.
In questo caso il gestore della piattaforma è
lo Stato, la piattaforma è proprietaria e a totale controllo statale, i diritti
e le libertà di accesso a un determinato luogo vengono restituiti sotto forma
di concessione da parte del gestore stesso».
L’Europa
ha emesso un regolamento (2021/953 del 14 giugno 2021) attraverso cui è stato
creato il Dgcg
– Digital Green Certificate Gateway.
Tale
euro-gateway è costituito da una rete di database «in ordine
all’interoperabilità dei certificati verdi e alla capacità di riconoscimento
reciproco tra Stati membri, definiti come semplici punti di backend della rete».
Si
tratta di una grande operazione informatico-amministrativa «essenzialmente
riconducibile ai tecnocrati dell’e-Health network, il gruppo di soggetti pubblici
istituito dalla Direttiva 2011/24/Eu» che raggruppa enti sanitari digitali di
vari stati membri.
I progetti, che vertevano sull’integrazione
dei sistemi di identità digitale, erano stati lanciati anni prima della
pandemia ma sono stati implementati da una “decisione esecutiva” della
Commissione solo il 28 giugno 2021.
Su
questa base, si è mosso con velocità e precisione impressionanti il governo
dell’ex capo della Bce Mario Draghi.«Il governo Draghi, già dallo scorso aprile
con il Decreto Sostegni, poi a maggio e giugno, rispettivamente con l’introduzione
della governance per il Pnrr ex decreto 31 maggio 2021 e con il decreto del 17
giugno 2021, ha tirato in piedi, non certo dal nulla, la ciclopica macchina
della piattaforma nazionale Digital Green Certificate (Pn-Dgc) per l’emissione,
il rilascio e la verifica dei certificati verdi».
Il tema al centro è sempre quello della
comunicazione tra database.
Così,
Draghi «ha reso interoperabili le banche dati dell’anagrafe nazionale vaccinale
(Anv) e quelle regionali, e le ha collegate al sistema della tessera sanitaria
gestita dal ministero dell’economia e dell’Eu-Dgcg sopra menzionata, facendo
diventare il tutto il “gateway” portante dell’intera infrastruttura digitale.
Il compito della certificazione è stato affidato, per l’Italia, al Poligrafico
della Zecca dello Stato».
Si
tratta insomma dell’unificazione di tutte le banche dati in un unico sistema
elettronico.
I due
giornalisti del quotidiano milanese risalgono la morfologia, criptica, opaca,
del sistema e della sua genesi.
«In pratica, il cuore stesso del Green Pass si basa
sulla tecnologia della blockchain, destinata a conservare e aggiornare tutte le
chiavi pubbliche di firma attribuite alle autorità di certificazione designate
nei singoli Stati membri per convalidare i certificati verdi, prima della loro
definitiva convalida, nonché tutte le aggregazioni alle chiavi private
corrispondenti all’identità di ciascun “holder” abilitato dal possesso
certificato di una delle tre condizioni di rilascio del pass (vaccinazione,
tampone negativo o guarigione)».
La
struttura «grazie a questa forte interoperabilità (finanche con i “framework”
in corso di sviluppo a livello internazionale, come quello dell’Oms datato
agosto 2021)» si conforma quindi «come un sistema complessivamente dotato di
modularità e scalabilità, costruito cioè come idoneo ad adattarsi a picchi di
carico improvvisi senza diminuire il livello di servizio (…) adatto quindi
anche a impieghi addizionali, usi, scenari e tipologie di certificazione
diverse».
«È
facile allora concludere che il Gp account non è null’altro che la stessa
identità digitale pubblica degli utenti, o portatori di certificazione verde,
da custodire nei portafogli digitali iOS e Android istallati sui cellulari».
Quindi «tale Id account sembra proprio essere subordinato nel rilascio alla
tenuta di una determinata condotta o al possesso di un determinato status da
porre in essere sulla propria persona senza alcuna reale possibilità di libera
scelta».
«Insomma, siamo di fronte a uno strumento di
censimento anagrafico nella sua forma più evoluta. Il cittadino diventa così un
Id account a cui sarà possibile collegare funzioni, servizi e diritti di varia
natura».
Cioè: siamo sicuri che il vaccino sia il fine
ultimo di tutta l’immensa architettura elettronica del Green Pass?
«Dinanzi
a una siffatta potenza del lasciapassare verde e l’immensa impalcatura della
blockchain si può forse dedurre che la vaccinazione non sia il suo fine ultimo
o surrettizio. Ma che il Green Pass sia fine a sé stesso. E una volta messo a
terra, non ci sarà marcia indietro».
«È
chiaro che una volta ottenuta e rilasciata a tutti gli italiani l’Id digitale pubblica, per ora condizionata a condotte
sanitarie, tale identità digitale possa essere in futuro non solo
condizionabile, ma anche plasmabile facilmente per altre esigenze.
Controlli
fiscali, pagamenti, multe. Anche se la più importante si candida a essere
l’applicazione dell’euro digitale, che così come previsto dalla Bce non
potrebbe mai essere introdotto senza un’autostrada blockchain come quella del
Green Pass».
In
pratica, dietro al Green Pass vaccinale c’è lo stesso software, lo stesso
sistema (informatico e legale) che può stravolgere le nostre vite: con il Green
Pass pagherete le tasse, con il Green Pass salderete le multe.
Anzi,
non farete nulla: il danaro vi sarà direttamente prelevato senza che voi
facciate nulla, perché tutto sarà gestito da un potere centrale che vuole la
trasparenza totale.
La
trasparenza delle vostre finanze, la trasparenza del vostro stato di salute: la
privacy non è più un diritto e nemmeno un valore.
L’euro
digitale mira all’abolizione totale del contante. Con esso l’Europa potrebbe
portarsi persino più avanti della Cina nell’evoluzione dello Stato moderno
verso il totalitarismo della sorveglianza assoluta.
Con
l’euro digitale, ogni vostro acquisto sarà tracciato.
Quanto
spendete in cibo, vestiti, servizi. I prodotti stessi che consumate: la marca
dei gelati, la griffe del maglione, il titolo del film, il medicinale
omeopatico per l’ansia.
Dove
andate in vacanza, in che albergo, quale ristorante. Tutti dati che al fisco
interessano – e non solo al fisco. Interessano alla sanità, al ministero degli
interni, a quello degli esteri. Interessano anche a «terze parti». I dati sono
il petrolio del XXI secolo, si dice.
Il
Green Pass è un’automobile che vi costringono a comprare per attaccarvi al
nuovo ciclo del combustibile. Di più: ogni vostra transazione può essere
impedita. Avete il diabete? Il sistema potrebbe impedirvi di comprare la
Nutella. Domenica senz’auto? Vi possono impedire di acquistare la benzina.
Voglia di approfondire? Certi libri no-vax non si possono comperare – su
Amazon, lo sapete, è già così: tanti autori sono spariti.
Tutto
può essere controllato in tempo reale da algoritmi talmente potenti da non
poter nemmeno spiegare se stessi. Incrociano i dati in modi incomprensibili per
la mente umana, e danno un responso che decide della vita di una persona: è
quello che si vede in Cina, dove il sistema del pass è stato implementato
immediatamente durante la pandemia, con le persone controllate all’uscita della
metropolitana – se ti capitava il coloro rosso, dovevi ritornartene a casa e
metterti in quarantena. Nessuna spiegazione.
Lo Stato e il suo cervellone non ve ne devono
alcuna. Questa è la destinazione del mondo moderno: la sottomissione
dell’individuo. La nuova schiavitù economica, informatica e biotica che tocca
al XXI secolo.
Qualche
lettore potrà dire: comodo, non avere più la rogna di pagare più le multe, ora
che te lo potranno prelevare direttamente. La realtà è che alla vostra comodità
non pensano minimamente. L’idea è quella di abolire ogni passo intermedio, cioè
lo spazio per la reazione ad una decisione calata dall’alto: non avrete il
tempo di opporvi, subirete la sentenza e basta.
È la
disruption, la disintermediazione dello Stato di diritto. Lo stiamo già vedendo con i social
media, che bannano e censurano, “de-piattaformano” migliaia di persone senza
nemmeno dire loro cosa hanno fatto che non va.
Nessun
processo, tantomeno un “giusto processo”. È la nuova civiltà autoritaria che si
nasconde dietro il mito della trasparenza. E, visto che parliamo di processi,
pensiamo davvero a cosa succederà al sistema legale. Sarà più facile, sarà
immediato, ottenere i danari in un decreto ingiuntivo – o vederveli sottratti.
Al
contempo, immaginate quando un giudice potrà bloccare o cancellare tutti i
vostri beni con un clic. Non avrete più di che vivere, perché non ne avrete
nemmeno di nascosti sotto il materasso, perché il contante sarà illegale, e
anche l’elemosina avverrà (se sarà ancora consentita) per via digitale – quindi
potranno stopparvi anche quella. Ora capiamo meglio perché hanno insistito
tanto con il vaccino.
Ora
capiamo meglio perché per il Green Pass sono andati allo scontro totale con la
società e con un numero cospicuo di lavoratori – con il rischio di innescare un
autunno di lotte operaie che potrebbe paralizzare l’Italia e l’Europa. I
pagamenti saranno facili e rapidissimi, spariranno i bancomat e forse anche le
cassiere.
Tanti
ebeti (quelli che hanno votato, magari, un partito il cui guru aveva promesso
in effetti tutto questo) saranno felicissimi: “Io non ho niente da nascondere”.
Con l’Id account del Green Pass, avremo il conto dove metteranno gli euro
digitali creati dal niente della Eurotower.
Magari,
per aiutarci ad iniziare a usarli, potrebbero addirittura regalarcene in
quantità. Milioni cadranno nella trappola. Qualsiasi cosa faranno, dovrà avere
il marchio elettronico.
Il futuro prossimo dello Stato moderno, e
delle nostre vite, passa di lì. Un sistema di sorveglianza totalitario che non
ha precedenti nella storia.
Un
sistema che, tuttavia, ci era stato descritto da migliaia di anni. «Faceva sì che tutti, piccoli e
grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano
destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere
tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome» (“Apocalisse” 13, 16-17).
(Roberto
Dal Bosco.)
L'inganno
del Covid è
una
presa di potere.
Paulcraigroberts.org-
Paul Craig Roberts-( gennaio 23, 2022)- ci dice :
In una
recente intervista con Geopolitics & Empire – (guadalajarageopolitics.com/2022/01/18/paul-craig-roberts-it-may-well-be-the-end-of-the-world/
)– Hrvoje Moric mi ha chiesto se ci
fosse una spiegazione per l'uniformità delle politiche Covid dei paesi con
persino il "mondo libero" che chiude le libertà civili con blocchi
tirannici, mandati di mascherine, vaccini e passaporti e dati falsi su pandemia
e morte.
Ho
detto che assomigliava molto a una cospirazione, ma che non capivo come una
cospirazione così lontana potesse essere organizzata e mi chiedevo se fosse
semplicemente stupidità e lemming che seguivano i lemming oltre la scogliera.
Se
avessi letto prima dell'intervista il nuovo libro di Kees Van Der Pijl, States
of Emergency (Clarity
Press, 2022, amazon.com/States-Emergency-Keeping-Global- population/dp/1949762483/ref=sr_1_1?crid=2BSTKPISXM0JT&keywords=States+of+Emergency&qid=1642866367&s=books&sprefix=states+of+emergency%2Cstripbooks%2C81&sr=1-1), avrei avuto una risposta migliore.
Kees
Van Der Pijl, autore di distinzione, scrive che la classe dominante globale o l'oligarchia
ha usato il Covid-19 per prendere il potere dichiarando lo stato di emergenza
globale. Spiega che la rivoluzione
dell'Information Technology attraverso la creazione di un sistema globale di
informazione e comunicazione stava inaugurando una trasformazione sociale ostile
all'egemonia dell'oligarchia sulla società.
Per fermare questa trasformazione, l'élite
globale ha usato lockdown, mandati, censura e narrazioni controllate per
prendere il controllo sulle popolazioni.
Van
Der Pijl fa un argomento convincente. Dimostra che la "pandemia" è
un'emergenza politica, non medica.
Il suo
scopo era quello di sopprimere le popolazioni e la transizione verso uno stato
autoritario e una struttura sociale. L'abbandono del compromesso di classe da parte delle élite ha
portato a movimenti populisti contro il controllo delle élite.
Per
impedire l'emergere di una forza rivoluzionaria, una "crisi Covid" è stata
utilizzata per promuovere l'autoritarismo e ignorare le obiezioni del popolo e
degli scienziati medici indipendenti.
La "pandemia" orchestrata ha fornito una
copertura perfetta per stabilire una società di sorveglianza sulla base
dell'emergenza medica senza dover usare violenza palese.
La
"Pandemia di Covid" emerge come l'esempio più minaccioso fino ad oggi di Capitalismo dei Disastri in cui le catastrofi sono orchestrate al
fine di far avanzare le agende economiche e politiche.
Van
Der Pijl crede che la presa di potere dell'élite globale fallirà. È troppo controfattuale e colpisce
gli interessi delle élite in modo diverso, dando origine a conflitti
all'interno dell'oligarchia globale.
Dice
che quando diventerà chiaro che siamo stati ingannati, l'élite e le loro
istituzioni perderanno autorità, e la strada sarà chiara per una società democratica
migliore e più aperta.
Van
Der Pijl ci ha fornito un libro molto interessante e illuminante. Se il suo libro sarà ampiamente
letto, le persone otterranno l'immunità alle narrazioni egoistiche dell'élite
globale.
La
follia dell'Occidente accelera.
Paulcraigroberts.org-
Paul Craig Roberts-( gennaio 24, 2022)- ci dice :
Il New
York Times riferisce che Biden sta per prevenire l'aggressione russa contro
l'Ucraina schierando tra 1.000 e 5.000 soldati statunitensi al confine con la
Russia ed è pronto ad aumentare il numero di truppe di dieci volte da 10.000 a
50.000 soldati. Un esercito russo mangerebbe questo piccolo numero per uno spuntino in
5 minuti. Chiaramente lo scopo del dispiegamento non è militare. Lo scopo è quello di aumentare la
"minaccia russa" nelle menti della gente prima di un evento sotto
falsa bandiera che sarà incolpato del Cremlino.
Se
Biden vuole scoraggiare la Russia, tutto ciò che deve fare è dare alla Russia
la garanzia di sicurezza di cui dice di aver bisogno. Perché Biden vuole che la
Russia sia insicura?
La
causa del problema è ovvia. Nel 2014 gli Stati Uniti nel tentativo di privare la Russia
della sua base navale del Mar Nero hanno rovesciato un governo ucraino amico
della Russia e democraticamente eletto e hanno installato un regime neonazista
che ha iniziato la guerra contro gli abitanti russi della regione del Donbass
dell'Ucraina orientale, ex parti della Russia che erano state trasferite
durante l'era sovietica nella provincia ucraina dell'Unione Sovietica.
Per stabilizzare
la situazione, la Russia ha elaborato l'accordo di Minsk, ma né l'Ucraina né i
firmatari occidentali hanno mantenuto l'accordo.
La
Russia non vuole l'Ucraina distrutta e problematica. La Russia vuole solo che
l'Ucraina non diventi un luogo per le basi missilistiche statunitensi.
È una
semplice richiesta facile da accettare nell'interesse della pace.
Ma la
pace non è redditizia ed è l'ultima cosa che il complesso militare - di
sicurezza degli Stati Uniti vuole.
Pertanto Washington sta rispondendo ai
colloqui di sicurezza russo/USA/NATO schierando truppe ai confini della Russia.
Gli
stupidi britannici stanno agitando la pentola dell'"aggressione
russa" ritirando il personale dell'ambasciata da Kiev.(rt.com/russia/546916-uk-begins-evacuation-diplomats/).
Abbiamo
sentito da molto tempo da STATI UNITI e NATO sulla "crescente minaccia russa". Cosa succede alla credibilità
che è già danneggiata se non c'è un'invasione russa? Sembra che Washington e i
suoi burattini della NATO siano così lontani dalla comprensione che devono semplicemente provocare
un'invasione russa.
I
russi stanno aspettando invano la risposta scritta di Washington alla loro
proposta di sicurezza reciproca. Washington ha risposto con più accuse, più
provocazioni.
Il
Cremlino ha difficoltà a capire:
(1) -che Trump è stato rimosso dall'incarico
perché ha detto di voler normalizzare le relazioni con la Russia,
(2) -che
la Russia è il nemico necessario per il potere e il profitto del complesso
militare - di sicurezza degli Stati Uniti, e
(3) -la
Russia è considerata l'ostacolo all'egemonia degli Stati Uniti? Com'è possibile
che di fronte a tutte le prove contrarie il Cremlino abbia l'illusione che
Washington sia interessata a che i russi si sentano al sicuro.
Mentre
il Cremlino perde tempo, le armi si riversano in Ucraina e i media occidentali
preparano il loro popolo per "l'aggressione russa". Le proteste russe delle intenzioni
a lei attribuite sono inutili. I media occidentali conoscono la narrativa richiesta e
non sono interessati a nessun fatto.
La
domanda è davvero se la Russia può accettare di avere un nemico.
Il
regime di
Biden pensa
che 'inflazione
del 7%
non sia abbastanza alta.
Paulcraigroberts.org-
Paul Craig Roberts-( gennaio 25, 2022)- ci dice :
Impedito
dai tribunali federali statunitensi di imporre i suoi mandati illegali sui
vaccini, il criminale e folle regime di Biden ha fatto ricorso all'imposizione
di mandati vietando ai camionisti non vaccinati (comunque questa condizione sia
attualmente definita) di consegnare merci negli Stati Uniti dal Canada e dal
Messico. Per un paese che ha delocalizzato gran parte della produzione di cui
ha bisogno, ridurre le consegne con stupide e inefficaci "politiche
Covid" garantisce l'inflazione.
Il
corrotto e stupido segretario ai trasporti Alejandro Mayorkas ha giustificato
l'interferenza del regime di Biden con il commercio come "impegno del regime a
proteggere la sicurezza pubblica".
Questo
è straordinario. Con un fatto ormai provato e incontestato che il "vaccino",
non importa quanti colpi (di vaccinazione), non protegge dal Covid ma causa
lesioni e morte, il stupido Segretario dei Trasporti ci sta proteggendo
riducendo l'offerta di beni e facendo salire il tasso di inflazione!
Ora
impareremo il vero costo del globalismo.
Avendo
delocalizzato quasi tutto, compresa la produzione alimentare, gli americani sperimenteranno com'è
la vita in un paese del terzo mondo.
(zerohedge.com/economics/us-close-borders-unvaccinated-canadian-mexican-truckers-Saturday).
DI
NUOVO DITTATURA.
Comedonchisciotte
.org- Giovanna Pagani -( 22 Novembre 2021
)- ci dice :
(Nestor
Halak).
Oramai
non ci sono più ragionevoli dubbi: l’intervallo è finito, l’Italia, dopo quasi
settanta anni è di nuovo sotto dittatura. Dobbiamo farcene una ragione ed agire
di conseguenza.
Come
quasi sempre accade, non è cominciata all’improvviso, ha avuto dei preparativi,
ma la sua manifestazione palese è arrivata nel 2020: bella cifra tonda, penso
che possiamo indicare il 2020 come anno primo dell’era covid, inizio ufficiale
della nuova dittatura stile ventunesimo secolo e questa volta, signore e
signori MONDIALE!
La
dittatura di cent’anni fa, quella che hanno conosciuto i nostri padri e i
nostri nonni, aveva ovviamente caratteristiche differenti, ma anche molti punti
in comune, tra cui, naturalmente, la trasformazione dell’informazione in
propaganda.
Per informarsi davvero, ora come allora
occorre evitare i media di regime oppure essere in grado di leggere tra le
righe della propaganda, che permea oramai tutto, dalla pubblicità commerciale
ai film, per non parlare dei programmi che chiamano informativi, che hanno la
propaganda come proprio oggetto specifico.
La
dittatura fascista aveva come propria caratterizzazione di fondo un
orientamento nazionalista e militarista, quindi anche virile e un poco trucido,
con il culto dell’eroismo e della morte (specie quando era lontana).
La guerra era in qualche misura implicita al
fascismo che infatti ha finito per invischiarsi in una guerra che a posteriori
è facile riconoscere come impossibile da vincere e che ne ha decretato la fine.
La
dittatura, infatti è durata poco più di vent’anni, un periodo breve, inferiore
addirittura ai tempi di preparazione di quella in corso.
Certamente,
se avesse evitato di intervenire in una guerra più grande di lei, sarebbe
durata più a lungo e si sarebbe probabilmente spenta di serena vecchiaia. Il regime attuale appare purtroppo
molto più solido, soprattutto perché non è isolato, ma collegato a tutto il
sistema occidentale.
La sua
caratterizzazione di fondo è quasi il contrario di quella fascista: sanitaria,
svirilizzante, invalidante, infantilizzante.
Al
contrario del fascismo, non vuole radunare la gente sotto i vessilli e
gagliardetti e portarla in piazza, ma dividerla, isolarla, chiuderla in casa, renderla
malata e impotente, dipendente per vivere da medicinali, sussidi, app,
telefonini. In questo gli ideali appena sotto la superficie sono quasi
all’opposto.
Non
l’uomo virile, intrepido, pronto a servire nelle guerre che il regime riterrà
opportuno intraprendere, ma l’uomo malato che necessita sempre di assistenza (virtuale),
e della sua dose periodica di siero anche solo per sopravvivere tossicchiando.
L’altra
differenza di fondo, è che cent’anni fa l’Italia era uno stato sovrano in grado
di determinare la sua politica interna ed estera, la dittatura, di conseguenza,
era una dittatura italiana, cui si contrapponevano all’estero realtà
completamente diverse.
L’ironia
del destino ha voluto che proprio le scelte del fascismo, che voleva rievocare
i fasti di Roma imperiale, abbiano portato alla fine della sovranità dello stato
italiano.
Oggi l’Italia è un paese occupato e
colonizzato il cui governo reale si trova, in ultima istanza, a Washington, per
cui la dittatura in corso non può che essere approvata e sostenuta da
Washington, altrimenti semplicemente non sarebbe.
Il
nostro capo non eletto è un viceré. Non ci sono pertanto soluzioni o vie
d’uscita locali: come colonia, l’Italia seguirà il destino della metropoli e
solo l’evoluzione degli eventi nella metropoli potrà portare ad una conferma,
ad un aggravamento oppure alla fine della dittatura stessa.
Quel
che è certo è che è molto più difficile combattere una dittatura a livello
mondiale che non una in un solo paese, più difficile ancora prevedere se e come
possa finire, anche perché nulla di simile è mai accaduto in precedenza.
Con
ciò non c’è dubbio che prima o poi finirà: la terra stessa finirà, persino il
sole, tanto più la razza umana, tanto più una semplice dittatura che è solo una
delle tante forme di governo nella storia. Probabilmente la più comune, se si
fa iniziare la storia dal neolitico. In fondo, le cosiddette democrazie, pur
con tutti i loro limiti, sono state solo una fugace apparizione. L’oppressione di una ristretta casta
privilegiata sulle masse miserabili, è sempre stata la norma.
Abbiamo
visto che la dittatura fascista è finita a causa di immane bagno di sangue con
decine di milioni di morti: anche la presente dittatura potrebbe finire con una
guerra?
E’ possibile, per quanto non mi sembri troppo
probabile. Naturalmente
stavolta la guerra la dovrebbero fare i nostri padroni di Washington e noi
saremmo coinvolti di riflesso: le decine di basi con le bombe atomiche dentro,
non ci consentirebbero certo di rimanerne fuori. Mi pare poco probabile perché
persiste il cosiddetto equilibrio del terrore ereditato dalla guerra fredda:
difficile pensare di uscire vincitori e relativamente indenni da un conflitto
nucleare.
Ma non
si può escluderlo: il caso, la disperazione di una potenza egemone che si sente
progressivamente, ma inesorabilmente superata, l’ambizione smodata di una
potenza minore, chi può dirlo? Ma in questo caso, lo capite da soli, il rimedio (la
guerra), sarebbe peggiore del male (la dittatura).
Più
probabilmente dovremo conviverci ben più di un ventennio, il che, per molti di noi,
significa per sempre.
Vorrei
essere più ottimista, ma non vedo chi e come potrebbe invertire il percorso che
hanno preso gli eventi. Pensate anche solo alle ultime elezioni americane, a
come è stato facile truccarle, a come sia arrogante, eppure impunito, il gesto
di portare alla presidenza un uomo che ha scritto in faccia di essere un
burattino di altri.
Ancora di più: come un’azienda “privata” possa
far tacere Trump quando era presidente degli Stati Uniti, “l’uomo più potente
del mondo” come piace dire agli americani: fosse accaduto ai tempi di Kennedy,
la notte stessa twitter sarebbe stato occupato dall’F.B.I. e i capi arrestati.
Tra
poco anche da noi ci sarà l’elezione del
presidente e, se Draghi viene eletto, come pare probabile, l’Italia si trasformerà
di fatto in repubblica presidenziale e i rettiliani avranno molti anni per
conformare il paese a loro immagine e somiglianza.
Immagine
mascherata e con le scaglie, naturalmente.
Chi si potrà opporre? Salvini è arrivato al
punto di far cadere il suo stesso governo, dove era ministro dell’interno, mica
robetta, per aprire la strada a Draghi: pensate a quanto devono essere state
convincenti le paroline che gli hanno sussurrato all’orecchio.
Ma non
c’è solo la guerra. Il regime potrebbe cadere anche per gli effetti collaterali a
medio termine del vaccino, se sono così devastanti e non mascherabili come
certi dicono, ma anche in questo caso il rimedio comporterebbe milioni di morti
e parrebbe maggiore del male.
C’è
anche da considerare l’esistenza di un’oligarchia di industriali veri (auto,
petrolio, beni di consumo), che probabilmente non è molto entusiasta di cedere
il potere ai pazzi estremisti di Wall Street e di Silicon Valley, Trump pare
essere una loro espressione, e questa fazione potrebbe in parte contrastare la
parte dominante.
Oppure
una vera rivolta popolare negli USA, ma roba grande.
Ma
secondo me, la possibilità più concreta è che il nefasto piano mondiale sia
realmente troppo follemente ambizioso e cada sotto il suo stesso peso, per le sue
contraddizioni interne. Ci sono indizi in tal senso.
Le
misure prese contro la pandemia, ma anche tutta l’ideologia che per brevità
raggruppo sotto le etichette neo liberista e politicamente corretto, sembrano
intrinsecamente incompatibili con la prosecuzione della civiltà umana, sembrano
adatte a causare solo un immane disastro economico e sociale col quale gli
oligarchi potrebbero in realtà tagliare il ramo sul quale poggiano. In altre
parole, ciò che sta succedendo oggi ha tutta l’aria di essere un suicidio.
Ma
ancora una volta, chi ha voglia di passare attraverso un immane disastro?
Verosimilmente ci rimani secco in un immane disastro. Speriamo nel popolo americano (sic!)
e in come si metteranno le cose in ambito geopolitico.
Quanto
a noi, cosa possiamo fare? Ci opporremo, certo, fin che è possibile. Remeremo
contro, per quanto ci riesce, ma invertire il corso degli eventi mi pare un
compito troppo arduo. Pensate al problema più imminente,
che probabilmente è solo un assaggio di ciò che verrà: il vaccino. Si trattasse
di prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista o quella del PD o quella
del partito rettiliano, si potrebbe anche fare, ma il vaccino non è solo un
simbolo di sottomissione, potrebbe seriamente danneggiare la nostra salute: è
un passo ben più pericoloso.
E poi non è che basti rischiare una volta,
oramai è palese che continueranno a vaccinare a oltranza. Come cavarsela? Mettetela come
volete, ma è molto difficile.
Il
sistema napoletano di non ribellarsi apertamente, ma poi fare come ci pare lo
stesso, è forse adottabile, ma funziona poco con le tecnologie di controllo di
cui oramai il potere è in possesso: sarebbero state il sogno di Mussolini.
Forse non avranno neppure più bisogno di lager
e galere (per quanto non ci giurerei): gli basterà sottrarci i mezzi per
vivere e continuare ad oltranza. Purtroppo non abbiamo più organizzazioni che stiano
dalla nostra parte: i partiti popolari hanno tradito, i sindacati hanno tradito,
la magistratura ha tradito, chi altro rimane?
La
resistenza è tutta da organizzare, lo spontaneismo non basta. Non esiste nemmeno più un’ideologia
o, se la parola vi disturba, degli “ideali coerenti” attorno ai quali radunare
le persone.
Un capopopolo serio non riesce ad emergere
perché i media gli vietano l’accesso.
Appoggi
all’estero non ce ne sono: anche le élite di potere non occidentali sembrano
vedere nel virus una buona occasione per rafforzare il loro controllo. Da che
parte sta la Cina? Chissà.
Dalla
sua, probabilmente. Confrontate, per esempio, la presente
situazione con l’organizzazione, l’unità, l’ideologia e la determinazione di un
partito comunista clandestino sotto il fascismo. Nulla di anche vagamente
paragonabile sembra esistere oggi.
Israele
elimina il Green
Pass. Il
Ministro
Liberman : “Nessuna Logica sanitaria.
Si
ammalano anche i Vaccinati”.
Conoscenzealconfine.it
-Clara Ventura - (25 Gennaio 2022)- ci
dice :
Israele,
una delle nazioni più severe al mondo in fatto di vaccini e una delle prime a
introdurre il famigerato lasciapassare vaccinale, si è arresa all’evidenza e
toglierà il green pass entro fine gennaio.
Lo ha
annunciato il ministro per le Finanze di Israele, Avigdor Liberman, in un tweet
che letteralmente recita:
“Non
c’é logica medica ed epidemiologica nel green pass e su questo sono d’accordo
molti esperti. Ha invece un impatto diretto sull’economia, sulla vita
quotidiana e ha inoltre contribuito al panico tra la popolazione. Collaborerò
con tutte le parti per levare il green pass e riportare la normalità. Il numero
di persone che contrae il virus nonostante il vaccino o la guarigione è salito
alle stelle con la variante Omicron, e tale sistema dunque va cancellato“.
Queste
affermazioni si contrappongono con le folli misure del duo Draghi-Speranza.
Lieberman
si rende conto che il green pass provoca solo due cose: panico e crisi economica.
In tutto l’Occidente il green pass sta per essere
accantonato.
La Corte Suprema Usa l’ha dichiarato illegale
per chi lavora.
Nel Regno Unito il green pass sarà abolito il prossimo
26 gennaio.
Ma
Londra è stata già preceduta dall’europeista Scozia e dal Galles, dove le
restrizioni sono già cadute, incluso pass e persino mascherine.
Anche
qui tutto parte dal ministro della Salute, Sajid Javid, che ha detto che queste
misure “non
dovevano restare se non quando erano assolutamente necessarie” e ora pare che quel tempo sia
finito.
In
Italia invece quando sarà la svolta?
(Clara
Ventura)-(tgnews24.com/israele-elimina-il-green-pass-il-ministro-liberman-nessuna-logica-sanitaria-si-ammalano-anche-i-vaccinati/).
“SE
C’È UN RISCHIO DEVE ESSERCI UNA SCELTA.
NEGARLO È NEGARE LA DIGNITÀ UMANA” –
Discorso di Robert Malone a Washington.
Byoblu.com
-Davide G. Porro - ( 25 Gennaio 2022)-
ci dice :
Sulla
sommità della scalinata del Lincoln Memorial, a Washington, il dott. Robert
Malone ha tenuto un accorato discorso riguardo i vaccini contro il Covid-19.
Lo
scienziato è l’ideatore del metodo genico mRNA utilizzato negli attuali sieri
anti covid19.
Durante
la manifestazione contro l’obbligo vaccinale, “Defeat the Mandates” (sconfiggi
gli obblighi), organizzata da diverse associazioni e medici statunitensi,
Malone ha fatto riferimento ai valori fondamentali della dignità, integrità e
comunità come strumenti per superare questo momento buio, ricordando come la
verità abbia la forza di autoaffermarsi.
Riguardo
all’obbligo
vaccinale Malone
ha dichiarato che:
“Se
c’è un rischio deve essere mantenuta la possibilità di scegliere”, aggiungendo,
“questa è una verità fondamentale della bioetica moderna. Tutte le pratiche
mediche, i vaccini e i farmaci hanno dei rischi. Tutti noi abbiamo il diritto di
comprenderli e decidere da soli se accettarli volentieri”.
Malone
ha poi chiarito che “questi vaccini non possono essere utili a raggiungere
l’immunità di gregge e sconfiggere il Covid-19”.
Il
virologo americano ha fatto anche un forte richiamo alla vaccinazione dei
bambini e alle sue implicazioni.
“Vi
imploro, per favore, informatevi sui possibili rischi che i vostri figli
possano essere danneggiati da questi prodotti farmaceutici sperimentali”,
ha
detto Malone.
DATI
SULLA VACCINAZIONE PEDIATRICA:
LA
VERGOGNOSA RISPOSTA DI “AIFA”.
Comedonchisciotte.org-
Gianluigi Paragone- (25 Gennaio 2022 )-
ci dice :
Paragone
: i dati vaccinazioni pediatriche AIFA
non li abbiamo.
Dopo
aver notificato e depositato al Tar il ricorso contro Aifa sul diniego di
rilascio della documentazione medico-scientifica che sarebbe stata esaminata
per autorizzare la vaccinazione per la fascia 5-11 anni, l’Agenzia Italiana del
Farmaco risponde al senatore Gianluigi Paragone.
Riportiamo
di seguito le richieste di rilascio della documentazione con relative risposte,
lasciando ai lettori le debite conclusioni.
Studio
registrativo che ha rappresentato la base dell’autorizzazione rilasciata da
EMA, come indicato nel parere del Cts del 1/12/2021, relativo
all’autorizzazione alla vaccinazione per i bimbi della fascia 5-11 anni;
Risposta
AIFA a domanda 1 di Paragone…
Dati
di farmacovigilanza raccolti negli USA a seguito della somministrazione di
Comirnaty in bambini di 5-11 anni esaminati dal Cts nella seduta del 1/12/2021;
Risposta
AIFA a domanda 2 Paragone…
Dati
relativi all’andamento di contagi ed ospedalizzazioni nella fascia di età 5-11
anni;
Risposta
AIFA a domanda 3 Paragone…
Studio
epidemiologico effettuato da Aifa con riferimento alla somministrazione del
Cominarty alla fascia di età 5-11;
Risposta
AIFA a domanda 4 paragone…
(Filippo
Della Santa, 25.01.2022). (ilparagone.it/attualita/aifa-risposta-paragone-vaccini-bambini/).
BHAKDI/BURKHARDT: “I REPERTI AUTOPTICI
MOSTRANO
CHE IL 93%
DEI DECESSI DOPO
LA
VACCINAZIONE ERANO STATI CAUSATI DAL VACCINO COVID”
Comedonchisciotte.org-Steve
Kirsch- (1-1-2022)- ci dice :
(Steve
Kirsch-stevekirsch.substack.com)
I
vaccini portano cattive notizie. Sono stati esaminati quindici cadaveri (tutti
morti da 7 giorni a 6 mesi dopo la vaccinazione; età da 28 a 95 anni). Il
coroner o il pubblico ministero non avevano associato il vaccino come causa di
morte in nessuno dei casi. Tuttavia, un ulteriore esame ha rivelato che il
vaccino era implicato nelle morti di 14 dei 15 casi. L’organo più attaccato era
il cuore (in tutte le persone morte), ma erano stati colpiti anche altri
organi. Le implicazioni possibili sono enormi e comportano milioni di morti. I
vaccini dovrebbero essere immediatamente bloccati.
Non
c’è bisogno di preoccuparsi. È improbabile che succeda una cosa del genere
perché il lavoro non è stato pubblicato in una rivista peer-reviewed e quindi sarà
ignorato dalla comunità scientifica. Questo è solo il modo in cui funziona.
Il
documento.
Recentemente
ho ricevuto un’email da Mike Yeadon, ex VP di Pfizer, che mi esortava a controllare un
video. Mi
ha scritto questa e-mail il 12/4/21:
“Steve,
Questo
è il peggior 15min che abbia mai visto.
La
vaccinazione di massa covid19 sta portando all’omicidio di massa.”
Mike
Yeadon.
Il
video fa riferimento a questo documento, pubblicato il 10 dicembre 2021, On
COVID (vaccines:
why they cannot work, and irrefutable evidence of their causative role in
deaths after vaccination, di Sucharit Bhakdi, MD e Arne Burkhardt, MD). Ha subito suscitato molta attenzione.
Guardate
il numero di like e retweet… solo nelle prime 3 ore!
Gli
autori hanno fatto l’autopsia a 15 pazienti morti (da 7 giorni a 6 mesi) dopo
aver ricevuto il vaccino COVID. Questi erano tutti casi in cui il medico legale
aveva stabilito che [i decessi] NON erano stati causati dal vaccino.
Hanno
scoperto che in 14 dei 15 pazienti c’erano prove evidenti che l’organismo aveva
attaccato se stesso, cosa mai vista prima. Il cuore era stato colpito in tutti
i 14 casi.
Un
certo numero di aspetti salienti dominava in tutti i tessuti colpiti di tutti i
casi:
1.
eventi infiammatori nei piccoli vasi sanguigni (endotelite), caratterizzati da
un’abbondanza di linfociti T e cellule endoteliali sequestrate e morte nel lume
dei vasi;
2.
l’ampio accumulo perivascolare di linfociti T;
3. una
massiccia infiltrazione linfocitaria di linfociti T in organi o tessuti non
linfatici circostanti.
L’infiltrazione
linfocitaria si era occasionalmente verificata in combinazione con un’intensa
attivazione linfocitaria e con la formazione di follicoli. Dove questi erano
presenti, erano di solito accompagnati dalla distruzione del tessuto.
Ecco
il video di presentazione dei risultati.
VAERS
così come altri studi indipendenti (per esempio, vedi questo documento sulle lesioni
da vaccino) mostra che i vaccini stanno uccidendo le persone e che gli eventi
cardiaci sono molto frequenti. Lo studio è coerente con questi risultati.
Questo
lavoro convalida in modo indipendente l’analisi di Peter Schimacher, che aveva dimostrato almeno il 30% – 40% delle morti dopo la
vaccinazione erano state causate dal vaccino stesso.
La
reazione di uno scienziato con la testa sul collo (la riporto in forma anonima,
per proteggerlo da eventuali attacchi).
Se i
risultati dell’autopsia saranno confermati da altri patologi con ulteriori
casi, e se sono compatibili con i risultati del Dr. Hoffe (>60% dei
destinatari dell’inoculante hanno test del D-dimero elevati e prove di
coagulazione) e del Dr. Cole (aumento dei tumori dopo l’inoculazione, incluso
un aumento di venti volte del cancro all’utero), stiamo assistendo ad un disastro di
proporzioni inimmaginabili.
La
conclusione (se supportata da ulteriori dati) è che, in pratica, OGNI destinatario dell’inoculazione
subisce danni, che peggiorano dopo ogni iniezione.
Data la gravità e i tipi di danno (malattie
autoimmuni, cancro, infezioni dormienti riemergenti, coagulazione/ictus, danni
cardiaci, ecc.), questi effetti si tradurranno in una riduzione
dell’aspettativa di vita, [e la causa dei decessi] dovrebbe essere attribuita
alla vaccinazione.
Quindi,
negli Stati Uniti, dove ~200 milioni di persone sono state completamente
inoculate, i morti non saranno i 10.000 circa riportati nel VAERS o gli oltre
150.000 decessi, opportunamente corretti, [estrapolabili dai dati] VAERS, ma potrebbero essere più vicini a
decine di milioni quando gli effetti dell’inoculazione si faranno sentire!
Ciò
che mostrano i risultati dei tre ricercatori di cui sopra (Burkhart, Hoffe, Cole, e sospetto
anche di molti altri che non si sono ancora fatti avanti) è che gli effetti post-inoculazione
non sono eventi rari (come riportato dai media e dal governo), ma sono in realtà eventi frequenti.
Possono essere, infatti, universali, con gravità e tipi di lesioni diversi per
ogni ricevente.
La
domanda che mi pongo è se sia possibile invertire questi eventi avversi dovuti
all’inoculazione. Il sistema immunitario innato può essere completamente ripristinato?
La micro-coagulazione può essere annullata? L’autoimmunità può essere bloccata?
Ho visto un ampio spettro di opinioni sulla possibilità di questo evento,
nessuna delle quali è però eccessivamente convincente.
Ci
stiamo dirigendo verso una situazione in cui un ~30% di non vaccinati dedicherà
la propria vita a far funzionare ciò che resta dell’infrastruttura economica e
a fare da badante ai vaccinati?
Mi
rendo conto che quanto sopra sembra estremo e, forse, quando si saranno
raccolti più dati da un numero maggiore di fonti credibili, i risultati e le
conclusioni potrebbero cambiare, ma, al momento, i dati di cui sopra sembrano
essere coerenti con i meccanismi di danno sottostanti dimostrati. Inoltre, sembra che stiamo
raddoppiando le inoculazioni, con il quarto richiamo proposto per Israele e il
Regno Unito e questo fa pensare a richiami trimestrali.
La
reazione del Dr. Ryan Cole.
Sono
d’accordo con i risultati e le conclusioni.
È
molto importante [sapere] che i vaccini non inducono la produzione di IgA
secretorie. Ultimamente l’ho ribadito in numerosi interventi. Questo è il
motivo per cui i vaccinati hanno un’alta carica virale.
Gli
infiltrati delle cellule T sono organo-lesivi. Mi piacerebbe vedere uno studio
sull’accumulo di proteina spike a livello degli organi sede di questi
infiltrati.
Uno studio del genere potrebbe essere fatto con un particolare colorante
tissutale. Di
casi del genere dovremmo vederne ancora molti di più.
Il
lavoro originale di Bhakdi e Burkhardt [traduzione integrale].
Sui
vaccini COVID: perché non possono funzionare e prove inconfutabili del loro
ruolo causale nelle morti dopo vaccinazione.
Sucharit
Bhakdi, MD e Arne Burkhardt, MD.
Questo
testo è un riassunto scritto delle presentazioni del Dr. Bhakdi e del Dr.
Burkhardt al simposio Doctors for COVID Ethics trasmesso in diretta da UKColumn
il 10 dicembre 2021. Le due presentazioni possono essere viste all’inizio della
registrazione video del simposio.
Gli
autori.
Il Dr.
Bhakdi ha
passato la vita praticando, insegnando e facendo ricerca sulla microbiologia
medica e sulle malattie infettive. Ha presieduto l’Istituto di Microbiologia
Medica e Igiene presso la Johannes Gutenberg Unversity di Mainz, Germania, dal
1990 fino al suo pensionamento nel 2012. Ha pubblicato più di 300 articoli di
ricerca nel campo dell’immunologia, batteriologia, virologia e parassitologia
e, dal 1990 al 2012, è stato caporedattore di Medical Microbiology and Immunology,
una delle prime riviste scientifiche di questo campo, che era stata fondata da
Robert Koch nel 1887.
Il Dr.
Arne Burkhardt è un patologo che ha insegnato all’Università di Amburgo, Berna e
Tubinga. È stato professore invitato/visitatore in Giappone (Nihon University),
Stati Uniti (Brookhaven National Institute), Corea, Svezia, Malesia e Turchia.
Ha diretto l’Istituto di Patologia di Reutlingen per 18 anni. Successivamente,
ha lavorato come patologo praticante indipendente con contratti di consulenza
in vari laboratori negli Stati Uniti. Burkhardt ha pubblicato più di 150
articoli in riviste scientifiche tedesche ed internazionali, ha anche
contribuito alla stesura di manuali in tedesco, inglese e giapponese. Per molti
anni ha controllato e certificato gli istituti di patologia tedeschi.
Le
prove.
Con la
presente presentiamo prove scientifiche che richiedono la sospensione immediata
della somministrazione dei vaccini COVID-19 basati sui geni. Per prima cosa spieghiamo perché
questi agenti non possono proteggere dall’infezione virale. Anche se non ci si
possono aspettare effetti positivi, mostriamo che i vaccini possono
innescare processi autodistruttivi che portano a malattie debilitanti e alla
morte.
Perché
i vaccini non possono proteggere dall’infezione.
Un
errore fondamentale alla base dello sviluppo dei vaccini COVID-19 è stato
quello di trascurare la distinzione funzionale tra le due principali categorie
di anticorpi che l’organismo produce per proteggersi dagli agenti patogeni.
La
prima categoria (IgA secretorie) è prodotta dalle cellule immunitarie (linfociti) che si
trovano direttamente sotto le membrane mucose che rivestono il tratto
respiratorio e intestinale. Gli anticorpi prodotti da questi linfociti sono secreti
attraverso e verso la superficie delle mucose.
Questi
anticorpi sono quindi già sul posto per incontrare i virus trasportati per via
aerea e sono in grado di prevenire il legame virale e l’infezione delle cellule.
La
seconda categoria di anticorpi (IgG e IgA circolanti) si trova nel sangue.
Questi anticorpi proteggono gli organi interni dagli agenti infettivi che
cercano di diffondersi attraverso il flusso sanguigno.
I
vaccini che vengono iniettati nel muscolo – cioè all’interno del corpo –
inducono solo IgG e IgA circolanti, non IgA secretorie.
Tali
anticorpi non possono proteggere e non proteggeranno efficacemente le membrane
mucose dall’infezione da SARS-CoV-2. Quindi, le “infezioni di rottura”
attualmente osservate in individui vaccinati non fanno altro che confermare i
fondamentali difetti di progettazione di questi vaccini.
La
misurazione degli anticorpi ematici non potrà mai fornire alcuna informazione
sul vero stato dell’immunità contro l’infezione del tratto respiratorio.
L’incapacità degli anticorpi indotti dai
vaccini di prevenire le infezioni da coronavirus è stata riportata in recenti
pubblicazioni scientifiche.
I
vaccini possono scatenare l’autodistruzione.
Un’infezione
naturale da SARS-CoV-2 (coronavirus) nella maggior parte degli individui
rimarrà localizzata al tratto respiratorio.
Al
contrario, i vaccini fanno sì che le cellule in profondità nel nostro corpo
esprimano la
proteina spike virale, cosa che non avrebbero mai fatto naturalmente.
Ogni
cellula che esprime questo antigene estraneo verrà attaccata dal sistema
immunitario, che userà sia gli anticorpi IgG che i linfociti T citotossici. Questo può avvenire in qualsiasi
organo. Stiamo vedendo ora che in molti giovani viene colpito il cuore e si può
arrivare alla miocardite o addirittura all’arresto cardiaco improvviso e alla
morte. Come
e perché queste tragedie potessero essere causalmente legate alla vaccinazione
era una questione di congetture perché mancavano le prove scientifiche. Questa
situazione è stata ora corretta.
Studi
istopatologici: i pazienti.
Le
analisi istopatologiche sono state eseguite sugli organi di 15 persone morte
dopo la vaccinazione. L’età, il sesso, lo status di vaccinazione e il momento
della morte dopo la vaccinazione di ciascun paziente sono elencati nella tabella
sottostante. I seguenti punti sono della massima importanza:
*Prima
della morte, solo 4 dei 15 pazienti erano stati trattati in terapia intensiva
per più di 2 giorni. La maggior parte non era mai stata ricoverata in ospedale
ed è morta a casa (5), per strada (1), al lavoro (1), in macchina (1) o in casa
di riposo (1). Pertanto, nella maggior parte dei casi, è improbabile che un intervento
terapeutico possa aver influenzato significativamente i risultati autoptici.
*Nessun
decesso era stato messo in relazione con la vaccinazione dal medico legale o
dal pubblico ministero; questa associazione è stata stabilita solo dai nostri
risultati autoptici.
*Anche le autopsie tradizionali,
eseguite al momento del decesso, non avevano rivelato alcun indizio evidente di
un possibile ruolo della vaccinazione, perché l’aspetto macroscopico degli
organi era, nel complesso, non dissimile dalla norma. Nella maggior parte dei casi, era
stata ipotizzata come causa di morte “un’insufficienza cardiaca ritmica.”
Le
nostre successive analisi istopatologiche hanno poi portato ad una completa
inversione di tendenza. Quello che segue è un riassunto dei risultati
principali.
Studi
istopatologici: risultati.
Risultati
istopatologici di natura simile sono stati rilevati negli organi di 14 dei 15
deceduti
. I
più frequentemente colpiti sono stati il cuore (14 casi su 15) e il polmone (13
casi su 15). Alterazioni patologiche sono state inoltre osservate nel fegato (2
casi), nella tiroide (Tiroidite di Hashimoto, 2 casi), nelle ghiandole salivari
(Sindrome di Sjögren; 2 casi) e nel cervello (2 casi).
Un
certo numero di aspetti salienti ha dominato in tutti i tessuti colpiti di
tutti i casi:
1.
eventi infiammatori nei piccoli vasi sanguigni (endotelite), caratterizzati da
un’abbondanza di linfociti T e cellule endoteliali morte sequestrate nel lume
del vaso;
2. un
esteso accumulo perivascolare di linfociti T;
3. una
massiccia infiltrazione linfocitaria in organi o tessuti non linfatici circostanti
con linfociti T.
L’infiltrazione
linfocitaria si è verificata occasionalmente in combinazione con un’intensa
attivazione linfocitaria e con la formazione di follicoli. Dove questi erano
presenti, erano solitamente accompagnati da distruzione tissutale.
Questa
combinazione di patologia multifocale, dominata dai linfociti T, che riflette
chiaramente un processo di auto-attacco immunologico, è senza precedenti.
Poiché
la vaccinazione era il singolo comune denominatore tra tutti i casi, non ci può essere alcun dubbio che
sia stato il fattore scatenante dell’autodistruzione in questi individui
deceduti.
Conclusione.
L’analisi
istopatologica mostra una chiara evidenza di patologia autoimmune indotta dal
vaccino in più organi. È inoltre anche evidente che bisogna aspettarsi che la
miriade di eventi avversi derivanti da tali processi di auto-attacco si
verifichi molto frequentemente in tutti gli individui [vaccinati], in
particolare dopo le iniezioni di richiamo.
Al di
là di ogni dubbio, la somministrazione di vaccini COVID-19 basati sul gene pone
la vita umana a rischio di malattia e di morte. Notiamo che tra questi casi
sono rappresentati sia i vaccini a base di mRNA che quelli a base di vettori
virali , così come tutti e quattro i principali produttori.
(stevekirsch.substack.com/p/bhakdiburkhardt-pathology-results).
Certificato
verde definitivo
in Israele? No, non proprio…
lacrunadellago.net- Cesare Sacchetti-(25 Gennaio 2022)-
ci dice :
Alcuni
lettori hanno chiesto un parere e chiarimenti in merito a questo articolo
pubblicato da “Come Don Chisciotte” (CDC) nel quale si annuncia perentoriamente
nel titolo che il “green pass in Israele diventa legge” facendo credere quindi che
l’eventualità di una sua rimozione nel Paese sia quindi molto distante. Per
comprendere se è effettivamente così, allora diamo prima uno sguardo all’articolo originale riportato dal
Jerusalem Post, e scopriamo che le premesse del titolo scelto da CDC non rispondono
esattamente a quanto scrive il quotidiano israeliano.
Intanto
è già sbagliato parlare di “legge” perché questo testo è stato approvato dal
Comitato per la Giustizia, la Legge e la Costituzione ma ancora deve essere
portato davanti al Parlamento israeliano, la Knesset, per la sua approvazione
definitiva.
Se poi
guardiamo quanto scrive il Jerusalem Post, vediamo che questo testo per prima
cosa non amplia i poteri del governo in materia di emergenza sanitaria ma al
contrario inizia a restringerli.
Il
Jerusalem Post scrive così al riguardo:
” la
legge propone il ripristino della sorveglianza parlamentare riguardo le
decisioni sul COVID-19 e pone dei limiti nella sua facoltà di introdurre nuove
restrizioni relative alla pandemia.”
Dunque
la proposta di legge del Comitato per la Giustizia vuole cercare di contenere i poteri
del governo e non di espanderli. Ciò che ha consentito ai governi durante
l’operazione terroristica del coronavirus di sopprimere tutte le libertà
essenziali è stata l’assoluta mancanza di controlli e limitazioni posti dalle
assemblee legislative che hanno avuto il ruolo di passive spettatrici mentre
gli esecutivi cancellavano i diritti fondamentali dei cittadini.
Successivamente
vediamo che nel testo della legge in questione si vuole fare una distinzione
tra “una
ondata attiva di coronavirus” e l’intervallo tra le varie ondate dove i cosiddetti casi
di COVID viaggiano ad un ritmo ancora più contenuto.
Il senso di questa proposta legislativa è
quello di fare una differenziazione tra cosiddette emergenze pandemiche e i periodi che non lo sono che
vengono definiti “situazioni di sanità speciali.”
Questa
proposta impedisce di fatto al governo di attivare a proprio piacimento i
poteri emergenziali dal momento che se un organo governativo ha intenzione di
mettere mano alle restrizioni COVID durante gli intervalli delle “emergenze
pandemiche” non potrà farlo senza prima passare da un’approvazione del
Parlamento e del Comitato in questione che dovrà comunque dare il suo consenso
definitivo almeno cinque giorni prima che le proposte di modifica del governo
entrino in vigore.
Qualora
invece dovesse esserci uno stato di emergenza pandemica dichiarato il governo
non sarà tenuto a chiedere una approvazione previa delle restrizioni COVID al
Comitato per la Giustizia, che potrà comunque essere consultato per discutere
le modifiche del governo e dare il suo parere favorevole e contrario entro 48
ore dalle proposte dell’esecutivo. Il limite precedente era di 24 ore.
A
questo punto, il testo legislativo del Comitato prevede effettivamente una
regolamentazione legislativa del certificato verde che fino ad ora non c’era. È vero che in questa proposta si
prevede che il certificato possa essere utilizzato in “luoghi pubblici, posti di lavoro,
eventi privati, istituzioni educative” ma al tempo stesso si prevede anche di
limitare
la discrezionalità del governo di “applicarlo a luoghi che vendono o forniscono servizi
essenziali.”
Ora la
linea di demarcazione tra i luoghi pubblici citati nel primo paragrafo, e
quelli che forniscono
servizi essenziali citati nel secondo è piuttosto esigua e per comprendere effettivamente dove
sarà veramente necessario il certificato verde e dove non lo sarà occorrerebbe attendere che la Knesset
elabori meglio questo testo.
Il
sito CDC però giunge affrettatamente alle conclusioni già nel titolo e nel
testo del suo articolo omette di citare questa distinzione fondamentale. La
proposta fatta dal Comitato per la Giustizia è ancora troppo vaga e generica
per comprendere se il passaporto vaccinale diventerà necessario per legge in
ogni luogo pubblico oppure no.
Soprattutto
CDC partendo da premesse completamente sbagliate sostiene che le notizie
relative agli allentamenti sul pass verde in Israele siano state riportate dai
media italiani che a loro volta avrebbero ripreso un editoriale del Jerusalem
Post sulla questione.
Questo
però non corrisponde assolutamente al vero perché la notizia della rimozione
del certificato vaccinale in Israele non viene dal quotidiano israeliano, ma
dallo stesso governo israeliano.
È
stato infatti lo stesso ministro della Salute israeliano Avigdor Liberman ad
annunciare pubblicamente che il pass verde va rimosso.
Queste
la parole del ministro in questione.
“Non
c’è alcuna logica medica ed epidemiologica nel certificato verde e molti
esperti concordano al riguardo.”
Liberman
poi aggiunge che il passaporto vaccinale “è un danno diretto all’economia” e contribuisce
significativamente a “diffondere il panico tra il pubblico.”
Il
ministro chiosa affermando chiaramente di “essere al lavoro con tutti i partiti
per eliminare il certificato verde e preservare una normale routine per ognuno
di noi.”
Dunque
non si tratta di una malevola interpretazione dei media italiani come sostiene
CDC. Si
tratta di una dichiarazione ufficiale del ministro che si occupa della gestione
della crisi COVID e non può certo essere liquidata come una “psy-op”.
Eppure
nonostante questo il sito CDC arriva chiaramente a definire le notizie sugli
allentamenti come una sorta di depistaggio.
Queste
sono le loro parole in merito.
“Israele
è la prova di come gli “allentamenti” sono una psy-op, una vera e propria
strategia bellica nel contesto dell’instaurazione della dittatura sanitaria con la quale si è spalancata la porta
all’aggressione del corpo umano e sua conversione in flussi di dati, cibo primario del capitalismo della
sorveglianza, premessa necessaria per l’instaurazione del Nuovo Ordine
Mondiale.”
C’è
molta carne al fuoco in queste considerazioni ma ciò che manca di più è il
senso logico. Come possono infatti definirsi una “psy-op” le notizie degli
allentamenti in Israele quando invece abbiamo visto che non sono i media
italiani ad essersele inventate, ma sono stati gli stessi esponenti dell’esecutivo di
Israele ad esprimersi in tal senso?
Soprattutto
come si possono definire una psy-op gli allentamenti quando tutto l’articolo di
CDC parte dalla premessa sbagliata che il certificato verde in Israele è
diventato “legge” mentre in realtà siamo ancora lontani da un inquadramento
legislativo definitivo e netto in questo senso?
L’arte
della psy-op è quella di ingannare per indurre a far credere una determinata
circostanza, falsa, al posto di un’altra, vera.
Se il
fine ultimo è quello di aumentare le inoculazioni dei sieri sperimentali per
poter ridurre la popolazione mondiale allora la cosa più sensata da fare è
quella di far credere che le restrizioni diventeranno permanenti in modo così
da indurre le persone a cedere e a inocularsi il siero.
Se
invece i governi, ufficialmente e non perché lo dichiarano i media, annunciano e mettono in essere delle
retromarce sull’applicazione delle restrizioni COVID non si spinge certo i
cittadini a inocularsi i vaccini.
Se c’è
una psy-op è esattamente al contrario di quella che sostiene CDC e altri canali
informativi.
La psy-op è quella di chiudere completamente l’orizzonte ai dissidenti facendo
credere loro falsamente che non c’è più nulla da fare perché tanto ormai il Grande
Reset procede speditamente nonostante le evidenze del contrario siano sempre
più numerose.
La
battaglia che si sta combattendo in questa fase finale dell’operazione terroristica del
coronavirus non è una battaglia combattuta con armi convenzionali, quanto una
battaglia psicologica che ha come unico fine quello di controllare il pensiero
delle persone.
Esiste
un apparato di falsa controinformazione che sta lavorando alacremente a questo fine e ne
abbiamo fornito anche nei precedenti contributi numerose prove al riguardo.
L’ultimo
esempio, e forse il più clamoroso, è quello relativo alla vera psy-op del caso
Biscardi nel quale questo apparato di disinformazione ha cercato di far passare
uno sconosciuto truffatore del casertano per un eminente ricercatore
scientifico che aveva fatto scoperte scomode sui sieri.
In
quel caso, il fine era quello di ingannare il pubblico per fargli credere che
chi parla di determinati argomenti muore precocemente in circostanze misteriose.
Ci
sono però altri numerosi esempi al riguardo. Su Telegram ormai non si contano i
proclami terroristici di questi canali. Da mesi i vari dis-informatori dei
servizi tormentano le persone con i più assurdi e delinquenziali scenari di
deportazioni dei non sierati.
Al
potere mondialista ormai in declino è rimasto soltanto questo strumento. Quello
di ingannare il lettore facendogli credere che ormai il cerchio del Grande
Reset si sta chiudendo quando in realtà i fatti provano il contrario.
L’arte
della guerra è soprattutto questa come insegnava Sun Tzu. L’arte della guerra è
l’arte dell’inganno.
La
partita del Quirinale sarà
il detonatore che farà saltare
il sistema politico dell’Italia?
Lacrunadellago.net-
Cesare Sacchetti-( 23 Gennaio 2022 )- ci
dice :
Berlusconi
ha sciolto la sua riserva sulla candidatura al Quirinale.
L’ex
cavaliere non parteciperà alla corsa.
Le
chance di Berlusconi di salire al Colle erano comunque praticamente
inesistenti. Questa candidatura appariva più essere come il moto di orgoglio di
un uomo che sembra chiedere qualcosa in cambio al sistema per i servigi che gli
ha reso.
La
storia di Silvio Berlusconi in politica è una storia di interessi personali.
All’imprenditore che fondò l’impero mediatico della Fininvest – e che ha
cambiato per sempre i modelli culturali del Paese inondando gli schermi
mediatici di quella che correttamente fu definita tv spazzatura – non ha in
realtà mai importato molto delle sorti dell’Italia.
Il
ritratto di Silvio Berlusconi non è certamente il ritratto di un patriota. Al
contrario, è il ritratto di un affarista che ha sempre perseguito gli interessi
economici e finanziari del suo impero mediatico e della sua famiglia.
Quando
Berlusconi si trovò nel 2011 di fronte al bivio che vedeva da un lato la
salvezza economica dell’Italia attraverso l’uscita dalla moneta unica, e
dall’altro la salvezza delle sue aziende crivellate dai colpi della finanza
speculativa in borsa, non ci pensò un istante.
Berlusconi
abdicò all’istante e permise il colpo di Stato finanziario i cui fili venivano
tirati dal Quirinale allora occupato da Giorgio Napolitano.
L’ex
premier quindi lasciò il campo libero e consentì a Monti, uomo del gruppo
Bilderberg, di imprimere una ulteriore accelerazione all’agenda che il Club di
Roma aveva stabilito decenni prima per l’Italia.Per poter restare nella gabbia
della moneta unica ci sono delle regole precise. Questa moneta è concepita
espressamente per impedire agli Stati che la adottano di fare spesa pubblica e
di far crescere così il Paese.
Nel
momento stesso in cui si adotta l’euro si perde la capacità di creare denaro
dal nulla senza la quale uno Stato non può condurre alcuna seria politica
economica indipendente.
Senza
questa capacità lo Stato è rimesso alla mercé dei mercati di capitali
internazionali. Non disponendo della possibilità di avere una sua banca centrale in grado
di emettere moneta, lo Stato deve rivolgersi inevitabilmente alle banche
private.
E le banche
private sono nelle mani di quelle grandi famiglie quali i Rothschild e i Morgan
che siedono ai vertici del Nuovo Ordine Mondiale.
Sono
in qualche modo questi i veri ideatori e proprietari dell’euro. Sono questi i
nomi che controllano in maniera occulta l’Italia e l’Europa da molti decenni.
Attraverso
la sua abdicazione, Berlusconi ha lasciato quindi che queste famiglie
lanciassero l’assedio definitivo all’Italia in cambio della salvaguardia delle
sue imprese.
Questa
velleità di salire al Colle dell’ex cavaliere appariva anche come una sorta di
compensazione per ciò che Berlusconi ha fatto per questi poteri.
È come
se l’ex premier in cuor suo volesse il Quirinale per avere una sorta di
risarcimento per aver rinunciato dieci anni orsono alla presidenza del
Consiglio.
La
candidatura di Berlusconi non aveva però alcuna seria possibilità di farcela.
Solamente
il centrodestra avrebbe votato l’uomo di Arcore mentre il centrosinistra
composto da PD e M5S avrebbe ripiegato su un suo candidato di riferimento, probabilmente
Liliana Segre, o qualche altro personaggio di riferimento della sinistra
progressista liberale.
I
partiti non hanno un candidato condiviso: verso lo stallo.
Personaggi
che invece non verrebbero votati dal centrodestra e quindi è altamente probabile
che per il Quirinale si assisterà al gioco dei veti incrociati.
Nessuno
è disposto a votare il candidato dell’altro a meno che non emerga una figura
terza considerata l’interlocutore privilegiato dei poteri esteri che comandano
la politica italiana da tempo.
Quella
figura potrebbe essere Mario Draghi, ma ci sono molte incertezze che i
partiti siano disposti veramente ad avallare il suo trasferimento da palazzo
Chigi al Quirinale.
La
candidatura di Draghi in realtà è voluta fortemente dagli ambienti finanziari
che hanno costruito tutta la sua carriera da sicario delle banche.
La
carriera di Draghi inizia a bordo del panfilo della regina Elisabetta, il
famigerato Britannia, il 2 giugno del 1992 quando si consumò uno dei più infami
tradimenti della storia d’Italia.
A
bordo di quella nave, si riunivano gli uomini dello Stato che piuttosto che
difendere gli interessi nazionali svendevano a prezzo di saldo tutti i gioielli
pubblici dell’industria italiana.
Draghi
ha scalato le gerarchie di Wall Street e della City di Londra perché ha servito
fedelmente questi poteri.
La sua
venuta a palazzo Chigi nel 2021 si può definire la naturale conclusione del suo
percorso da uomo al soldo del Nuovo Ordine Mondiale.
Il
mandato che è stato assegnato dalla massoneria a Draghi è di ultimare il lavoro iniziato nel
1992. Stavolta
però non c’è soltanto la spoliazione economica che purtroppo procede
inesorabile con la perdita di altri storici gioielli, quali l’Hotel Danieli di
Venezia, acquistato da uno degli architetti della falsa pandemia, Bill Gates.
Stavolta
è anche peggio perché Draghi sta condizionando la partecipazione della vita
sociale e lavorativa alla somministrazione di un siero sperimentale al grafene.
Stavolta
l’obbiettivo è proprio portare avanti il genocidio del popolo italiano, il popolo più odiato da questi
poteri occulti per i suoi storici legami culturali e religiosi con il
cattolicesimo e la Roma antica.
Appare
però esserci un grave intralcio sulla strada del Quirinale per Draghi. Il
passaggio non sembra essere più scontato come poteva esserlo qualche mese fa.
I
partiti che compongono la seconda Repubblica si sono tutti inchinati a Draghi
quando lo scorso anno, l’UE, la Bce e tutte le altre istituzioni globaliste lo
inviarono a palazzo Chigi.
L’uomo
era il referente assoluto di questi mondi in Italia e praticamente nessun
partito ha osato opporsi ai desiderata dei centri di potere sovranazionali.
Draghi
medita la fuga da palazzo Chigi in ogni caso.
Draghi
ha portato avanti l’agenda richiesta sin dove poteva e ora è lo stesso uomo del Britannia
che cerca una via di uscita da palazzo Chigi.
Draghi
sa che ormai ciò che poteva fare per compiacere i suoi referenti è stato fatto e si è spinto sin troppo in là nel suo
giro di vite autoritario.
È per
questo che il premier si sta guardando intorno e vuole lasciare palazzo Chigi. La poltrona da presidente del
Consiglio inizia a scottare e Draghi vuole lasciarla prima che il Paese
precipiti definitivamente nel disastro socio-economico dove lui stesso l’ha
trascinata.
È per
questo che Draghi guarda al Colle e, secondo fonti vicine ai palazzi del
potere, anche a Bruxelles.
In
ogni caso pare che il premier abbia già deciso di non restare e lasciare
comunque l’incarico di presidente del Consiglio.
Draghi
non vuole farsi trovare al posto di comando quando ci saranno altri fallimenti
economici e quando altre persone moriranno in seguito alla somministrazione dei
sieri sperimentali.
Al
tempo stesso, l’ex governatore della Bce è perfettamente consapevole di non avere più
il controllo dei partiti e sa che la politica lo vuole lì dov’è per utilizzarlo
come parafulmine per i fallimenti in arrivo.
Questa
è la ragione per la quale Draghi si sta guardando intorno e questa è la ragione
per la quale i partiti non vogliono lasciarlo andare.
Il
centrodestra e il centrosinistra sono accomunati dallo stesso fine, ovvero
quello di cercare di lasciare immutato lo status quo e di tirare a campare
ancora per po’.
A
questo proposito, Berlusconi, non appena ha sciolto la riserva per la sua
candidatura, è stato chiaro. Draghi resti dove si trova.
C’è
poi un’altra incognita che riguarda la salute di Draghi che secondo fonti istituzionali
sarebbe in peggioramento per una seria patologia per la quale l’uomo del
Britannia si sta curando nella massima discrezione.
I
media sanno che la salute del premier non è delle migliori ma hanno ricevuto ordine di non
menzionare in nessun modo questa circostanza.
A
questo punto, proviamo comunque a prendere in considerazione l’ipotesi che vuole un
trasferimento di Draghi al Colle lasciando vacante il posto di presidente del
Consiglio.
La
classe politica non ha in realtà pronto nessun sostituto per colmare quel vuoto
e i nomi che i media stanno proponendo per sostituire Draghi sono semplicemente
risibili.
Addirittura
Libero è arrivato ad avanzare l’ipotesi Brunetta che in realtà al massimo potrebbe
essere sostenuta solo da Forza Italia, nemmeno tutto il centrodestra, perché
gli altri partiti non accetterebbero mai di avallare un candidato premier
politico.
Solamente
un tecnocrate che è sorretto in maniera massiccia dai circoli del Bilderberg e
della Trilaterale potrebbe unire i partiti e farli piegare ancora una volta
all’agenda transnazionale.
Al momento
però l’unico nome di peso in questo senso sembra essere proprio quello di
Draghi.
Gli altri non sono disponibili o bruciati, come Monti o Prodi. Anche riportare in vita un eventuale
governo Conte ter sembra del tutto impraticabile a questo punto e i partiti
andrebbero ognuno per la loro strada. Ed è proprio quello che i poteri forti
non vogliono.
I
poteri forti vogliono la grande ammucchiata. Vogliono che tutti quanti i partiti
come un sol uomo eseguano gli ordini senza discutere e senza creare intralci ai piani di
Bill Gates o di George Soros.
Al
momento quindi il nome di Draghi appare insostituibile salvo che qualcuno
faccia un passo indietro che nessuno sembra voler fare. Se Draghi lascia vacante il suo
posto la macchina sarà ingovernabile perché nessun partito in realtà se la sente di
sedersi al comando per occupare il posto da premier visto il disastro che sta
per arrivare.
Serve
un tecnocrate pesante spendibile da usare subito e spostare successivamente
all’estero per fare questo lavoro sporco ma non sembrano esserci nomi
disponibili come accennavamo sopra.
Se
quindi i partiti decideranno di lasciare Draghi dov’è, a quel punto si presenta
il problema di trovare un nome condiviso per il Colle che al momento non pare
esserci.
Al
momento ci sono solo candidature di scuderia che hanno poche chance di farcela
per il gioco dei veti incrociati.
La
soluzione allo stallo potrebbe essere data da un Mattarella bis che in questi giorni ha ripreso quota
perché
tutti sembrano sapere che non sembra esserci un altro modo per risolvere
l’impasse delle elezioni presidenziali.
C’è
comunque un elemento che appare essere fuori discussione. Questo sistema politico appare ormai
avviato verso una decomposizione inarrestabile.
Qualsiasi
sarà l’esito della partita del Quirinale è del tutto evidente che questa classe
politica composta da spregiudicati capitani di ventura pronti a mandare il
Paese al macero pur di eseguire gli ordini dei loro referenti sovranazionali ha perduto ogni legittimità
possibile.
Lo ha riconosciuto
persino Bill Gates. Il rapporto tra governi e popoli è ormai irrimediabilmente
incrinato e compromesso.
Lo
strappo aperto dall’operazione terroristica del coronavirus non si ricuce più
perché i popoli ormai hanno compreso che il gioco della democrazia è
truccato.
Il
paradosso di questa crisi artificiale creata dai poteri forti è che ha accelerato la fine del
sistema di governo preferito dagli stessi poteri forti, ovvero le democrazie liberali.
La
crisi del sistema politico italiano appare irreversibile.
Per
ciò che riguarda il caso italiano, la crisi del vecchio sistema parlamentare ha
conosciuto una accelerazione irreversibile dopo il golpe giudiziario del 1992.
Il precedente sistema è definitivamente morto
quell’anno quando con un colpo di spugna le toghe rimossero chirurgicamente una
intera classe dirigente su ordine dello stato profondo di Washington.
La
vecchia classe dirigente della Prima Repubblica non serviva più al Nuovo Ordine
Mondiale.
Andava rimossa per lasciare il campo libero al nuovo polo post-comunista, il PDS, che avrebbe traghettato l’Italia
senza ostacoli
dentro la prigione finanziaria dell’euro e della globalizzazione economica.
La
crisi del 1992 però affonda le sue radici nella stessa fragilità della
Repubblica parlamentare che vide definitivamente la luce nel 1948 attraverso il
varo della Costituzione. I sistemi democratici costituzionali hanno dimostrato di
essere perfettamente manovrabili da potenze straniere e club privati di
banchieri e finanziari sin dalla loro nascita.
La
Repubblica costituzionale del 1948 non è una creazione spontanea voluta dalla
classe politica italiana e dal suo popolo.
La
Repubblica costituzionale del 1948 è una creazione in laboratorio voluta dallo
stato profondo di Washington e dalle lobby occulte che comandano l’America e il
mondo da lungo tempo.
Se la
Repubblica Italiana è in mano a questi poteri dalla sua stessa esistenza non
dobbiamo sorprenderci se poi nel 1992 questi stessi poteri si sono liberati di
un sistema e di una classe politica che non gli serviva più.
Il
centro delle decisioni della Repubblica Italiana non è mai stato realmente a
Roma, ma a Washington. È qui che si tracciavano le linee di politica estera del
Paese. Quando
uomini coraggiosi e patrioti come Aldo Moro hanno provato a recidere quel filo
che legava il destino di Roma a Washington, furono minacciati dai membri del
Bilderberg come Henry Kissinger per poi essere barbaramente uccisi.
Il
peccato originale dell’Italia repubblicana è quello di non essere mai stata
veramente libera, indipendente e pienamente sovrana.
L’esito
della storia dell’Italia repubblicana non poteva essere pertanto quello che
stiamo vedendo ora davanti ai nostri occhi. I titoli di coda della Repubblica
del 1948 sono la diretta conseguenza della sua nascita nata sotto la stella di
una menzogna.
La
Costituzione repubblicana per quanto possa contenere delle perle soprattutto per la sua
dottrina economica ispirata allo Stato imprenditore è una Costituzione senza anima e
senza valori.
Come
può un Paese millenario come l’Italia definirsi “fondato sul lavoro”? Come può la
storia di una nazione unica al mondo per i suoi valori culturali e religiosi
ridursi solo a questo?
L’Italia
è molto di più di tutto questo e per iniziare a riscoprire sé stessa dovrà
necessariamente guardare indietro al suo passato.
Ecco
perché l’attuale crisi politica potrebbe non essere poi una cattiva notizia
dopotutto.
Il
sistema era profondamente malato da tempo. La falsa pandemia ha fatto emergere
tutto il marcio che si era depositato e sedimentato in ogni angolo delle
istituzioni.
Ogni
istituzione del Paese ha mostrato di essere infetta e contaminata da poteri
quali la massoneria che ormai è penetrata talmente a fondo delle radici dello
Stato da averlo trasformato in una emanazione diretta delle stesse logge
massoniche.
Lo
Stato come tale non esiste più in quanto è ridotto ad un simulacro giuridico
dove si impone la volontà di questa società segreta che a sua volta trova i
suoi referenti altrove, ancora una volta fuori dai confini nazionali.
Il
paradosso della democrazia è che comandano tutti, tranne che il popolo. La democrazia mente già nel suo
stesso nome perché il popolo in questo metodo di governo non dispone di alcun
vero potere.
In
democrazia si impone la dittatura del denaro. Chi ne ha di più, controlla tutta la
vita pubblica e privata di una nazione.
Questa
è la ragione per la quale tutti hanno soggiaciuto alla morte dell’Italia.
Magistratura, medici, politici, uomini dello spettacolo, avvocati, giornalisti
e dirigenti della pubblica amministrazione.
Larga
parte di queste istituzioni non ha nemmeno provato a opporsi allo scempio che
stiamo vedendo.
Tutti
sono proni alle forze occulte che dirigono i fili della democrazia.
Questo
male doveva quindi uscire fuori. Era necessario vedere che sotto la patina perbenista e
ipocrita della democrazia liberale si nascondeva un mare di corruzione e di
infedeli devoti alla causa dei nemici che vogliono distruggere questa nazione
unica al mondo.
La
partita del Quirinale potrebbe quindi non fare altro che accentuare e
accelerare il processo di disgregazione in atto.
Alla
fine di questa crisi, difficilmente si tornerà al sistema precedente. Nessun
partito avrà alcuna legittimità politica per porsi al comando del Paese. Nessun
partito probabilmente sopravviverà a questa crisi che potrebbe spazzare via
tutta la classe politica che ha compiuto il più grande crimine contro la
propria patria.
L’Italia
sembra quindi giunta alla fine di un ciclo storico e alla fine di un viaggio.
Sullo sfondo internazionale la crisi pandemica sembra volgere definitivamente
al termine con una sequela di Paesi che annunciano la rimozione di ogni
restrizione.
Presto
toccherà anche all’Italia e alla sua classe politica che probabilmente potrebbe essere
l’ultima a restare con il cerino in mano della falsa pandemia.
C’è
una bomba piazzata nel cuore del sistema politico italiano. La partita del
Quirinale e la guerra tra bande dei vari partiti potrebbe essere la miccia che
potrebbe farlo saltare definitivamente in aria.
La
morte di “Domenico Biscardi”: l’ultima
psy-op della falsa controinformazione.
Lacrunadellago.net-
Cesare Sacchetti -( 13 Gennaio 2022)- ci
dice :
In
questi ultimi due giorni, diversi lettori mi hanno chiesto di frequente perché
non avessi commentato la morte del dottor Domenico Biscardi.
La
risposta è sincera e al tempo stessa brutale. Non avevo letteralmente idea di chi
fosse. Non l’avevo mai sentito nominare.
L’unica
cosa che ho ascoltato di lui è un messaggio audio che sta circolando molto in
queste ore su WhatsApp.
Nel
messaggio in questione, Biscardi afferma che sono state trovate le prove della
presenza del grafene nei sieri sperimentali e dei cosiddetti quantum dots.
Ora
chi segue questo blog sa che in più di un’occasione abbiamo avuto modo di
parlare della questione del grafene nei sieri e ne abbiamo parlato perché sono state mostrate le prove
scientifiche al riguardo.
I
ricercatori del sito spagnolo “La Quinta Columna” hanno mostrato le analisi di laboratorio dei sieri Pfizer e sono stati persino in grado di dire con certezza da
quale lotto proviene la fiala analizzata.
Ricardo
Delgado,
il ricercatore biostatistico del sito in questione, si è detto pronto ad andare in
qualsiasi corte di Giustizia per mostrare le prove del suo lavoro.
Non
risulta che nessuna casa farmaceutica si sia mossa per smentire le sue
affermazioni o per denunciare Delgado, e questo probabilmente lascia pensare
che nessuno ha interesse a portarlo in giudizio.
Fino a
prova contraria, Delgado sta dicendo la verità e se i produttori di questi sieri e i
governi che li hanno approvati non agiscono in via giudiziale contro di lui è
perché con ogni probabilità non sono in grado di smentire quanto da lui affermato
e dimostrato con analisi di laboratorio.
Biscardi
nell’audio di cui parlavamo in precedenza afferma che lui collaborava con i
ricercatori spagnoli ma questo non risulta essere vero.
Biscardi
divulgava come facevano molti altri le ricerche de La Quinta Columna ma non risultava fare parte del
gruppo dei ricercatori spagnoli.
È
senz’altro vero che il sito spagnolo gli ha dedicato un piccolo scritto su
Telegram all’indomani della sua morte, ma nell’articolo in questione i ricercatori iberici non definiscono
Biscardi come un loro collaboratore, ma come “una delle figure più importanti
in Italia nella opposizione alle iniezioni”.
Spero
che La
Quinta Columna non ce ne voglia ma in realtà Biscardi era alquanto lontano
dall’essere un personaggio noto o uno dei più importanti nel mondo di chi si
oppone alla distribuzione dei sieri.
Probabilmente
ai ricercatori spagnoli è stata raccontata questa storia dall’estero da fonti
inaffidabili, ma se andiamo a vedere meglio la storia di questo dottor Biscardi
ci sono altri punti che non tornano.
Se
leggiamo tutti gli articoli dedicati alla sua morte, apprendiamo che il medico
e ricercatore aveva 45 anni era di Caserta ed esercitava la professione in
questa città.
A
questo punto abbiamo fatto l’unica cosa che era sensato fare. Abbiamo provato effettivamente a vedere se ci fosse
un Domenico Biscardi iscritto all’ordine dei medici, ma non abbiamo trovato
nulla.
Se
andiamo a dare uno sguardo al portarle dell’albo online dei medici chirurgi
in Italia troviamo soltanto sei Biscardi e nessuno di loro è Domenico.
L’unica
conclusione possibile che se ne può dedurre è pertanto che Domenico Biscardi
non fosse affatto un medico.
Il
“medico” però si presentava anche come un farmacista e abbiamo provato dunque a
vedere se il suo nome risultasse negli albi di Caserta. Anche in questo caso non è emerso
nulla.
Non
c’è nessun Biscardi iscritto all’ordine dei farmacisti di Caserta né in altre
città campane, quali Napoli.
A
questo punto appare evidente che c’è qualcosa che non torna nella storia che
riguarda questo presunto medico.
Negli
articoli dedicati alla sua morte, apprendiamo anche che sarebbe stato un
biologo e un genetista, ma gli esperti in questo campo generalmente lasciano dietro
di sé una scia di pubblicazioni e di curriculum depositati in istituti attivi
in questi settori.
Nel
caso di Biscardi non c’è nulla di nulla. Non c’è una traccia che provi che
Biscardi fosse veramente quello che diceva di essere.
C’è
solo un documento PDF che riporta il CV di Biscardi ma tutto quello che è
scritto lì non trova riscontro da nessuna parte.
In
questo documento PDF Biscardi sostiene di aver conseguito una specializzazione
presso l’università di New York nel 2008, e inoltre annovera una laurea in
farmacia conseguita presso l’università Federico II di Napoli.
Abbiamo
però visto in precedenza che non c’è nessun Biscardi iscritto all’ordine dei
farmacisti di Napoli.
E
dunque? Chi era o chi è veramente costui? Sempre nel suo CV, Biscardi sotto
mette alcuni link di quotidiani che parlano di lui.
Ci
sono articoli che parlerebbero di lui nel sito del Metodo Di Bella e altri del
Corriere di San Nicola.
C’è
però qualcosa di strano. Questi link sono morti e il contenuto al loro interno
è stato rimosso.
Per
vedere il contenuto occorre utilizzare un sito chiamato “Wayback Machine” e vediamo che nel PDF presente nel sito del Metodo Di Bella ci sarebbe
una presunta ricerca di cinque pagine fatta da Biscardi su alcuni pazienti in
Africa.
Il
documento però appare tutto tranne che una ricerca scientifica seria
corroborata da solidi dati scientifici. Assomiglia più a una descrizione
alquanto informale dei presunti trattamenti somministrati da Biscardi in Africa
durante il suo periodo da medico volontario.
Resta
però da comprendere come Biscardi potesse fare il medico in Africa se
effettivamente non era iscritto all’ordine dei medici.
In
questo caso, saremmo di fronte ad una truffa vera e propria ma andiamo avanti
con la nostra ricerca.
Se
continuiamo a guardare attentamente i link dei quotidiani riportati da Biscardi
sul suo CV, troviamo una sua intervista rilasciata a “Il Giornale” pubblicata il 29 marzo
del 2012 e dedicata alla sua “opera”.
Anche
in questo caso l’articolo è stato misteriosamente rimosso dal quotidiano di
Berlusconi e per recuperarlo dobbiamo ricorrere ancora una volta al sito “Wayback
Machine”.
Una
volta compiuta questa operazione apprendiamo che nell’intervista del 2012
Biscardi dichiara di avere 45 anni e questo appare in netta contraddizione con
quello che leggiamo riguardo alla sua presunta morte.
Negli
articoli che parlano della presunta scomparsa di Biscardi leggiamo che il
sedicente dottore sarebbe morto a 45 anni.
Questo
però appare impossibile perché Biscardi nel 2012 dichiarava di avere 44 anni
quindi oggi avrebbe dovuto averne almeno 53.
Dunque
quando è nato veramente questo personaggio? Le incongruenze e le contraddizioni
però non sono terminate.
Il
sedicente ricercatore dichiara al Giornale che lui stava curando i pazienti con
il Metodo Di Bella e che aveva già iniziato nel 2008.
Queste
le sue parole.
“Al
momento ho in cura una trentina di persone. In alcuni casi ho visto risultati
sorprendenti dopo pochi mesi, senza intervento chirurgico. Una ragazza di 19 anni, all’inizio
del 2008 si è presentata con perdite al seno, ghiandole linfatiche già
intaccate e metastasi epatica.”
Nel
2008 però Biscardi scrive nel suo curriculum che si trovava presumibilmente a
New York a conseguire una laurea in medicina mentre in questa intervista
dichiara che già stava curando dei pazienti.
Dunque
delle due l’una. O Biscardi non era a New York nel 2008 e quindi quel curriculum è quasi
certamente un falso oppure Biscardi curava delle persone nel 2008 senza però
essere laureato in medicina che formalmente è ancora un reato nel nostro
ordinamento, anche se negli ultimi tempi lo stato di diritto in Italia e in
Europa è stato seppellito da una mole impressionante di illeciti di ogni tipo.
La
risposta a chi era veramente Domenico Biscardi potrebbe venire paradossalmente
in uno dei vari articoli che lo riguardano.
Questo
personaggio era già finito nelle cronache nazionali e locali anni addietro e
non certo per i suoi meriti da presunto ricercatore o medico.
Biscardi
era stato arrestato a Caserta nel 2005 per associazione a delinquere e
riciclaggio perché già in quegli anni si spacciava per medico quando in realtà
non lo era.
Tutte
queste informazioni e prove ci portano dunque ad una unica conclusione. Biscardi non era ciò che diceva di essere.
Era un impostore e un figuro già finito nelle maglie della giustizia per le sue
attività illegali.
A
questo punto, tutta la storia che riguarda la sua morte potrebbe essere una
montatura. Difatti non risulta nemmeno ai carabinieri e alla polizia che questo
truffatore sia deceduto.
Siamo
di fronte quindi con ogni probabilità ad una psy-op. Questo è quello che probabilmente
potrebbe essere accaduto. Qualche apparato che controlla la falsa informazione alternativa ha ripescato questo personaggio
dimenticato e gli ha affibbiato il ruolo di finto eroe “no vax” per infiltrare la base
di chi sta denunciando i danni dei sieri sperimentali.
Dopo
di ché gli agenti della falsa controinformazione hanno diffuso la notizia della
sua presunta morte e in questo modo si è veicolata l’idea che chi denuncia il
siero possa morire improvvisamente in circostanze misteriose.
Altri
giornalisti in buonafede hanno riportato la notizia cadendo purtroppo in questa
trappola.
Chi ha
concepito questa psy-op comunque aveva il preciso obbiettivo sin dal principio
di seminare paura e panico tra i dissidenti.
È
esattamente ciò che non si deve fare e in questo particolare momento il vero
nemico non sono neanche più i media ufficiali come ci era capitato di dire in
precedenza.
Il
vero nemico in questo momento è la falsa controinformazione che ha ricevuto il compito di girare
al massimo la manopola della paura per far credere che chi denuncia il regime
può essere messo a tacere in maniera violenta.
Questa
è un’altra conferma che in questo momento il regime di Mario Draghi è alle
corde e l’unica arma che gli è rimasta per ritardare la sua caduta è quella di
seminare il terrore nella speranza che altri cedano e si pieghino ai suoi
ricatti.
La
sensazione è che anche questa volta coloro che hanno organizzato questo
depistaggio andranno incontro ad un altro inevitabile fallimento.
Miguel
Bosé rincara
la dose: “Solo io possiedo
la verità. Questa falsa pandemia
creata
dai supermiliardari psicopatici del Forum di Davos”.
Ilfattoquotidiano.it-
Redazione-(20 APRILE 2021)- ci dice :
Miguel
Bosé rincara
la dose di dichiarazioni negazioniste contro la pandemia di Covid. Lo fa in
nella seconda parte della discussa intervista con il conduttore Jordi Evole andata in onda domenica sera sull'emittente televisiva La Sexta.
“Solo
io possiedo la verità, altro che bufale. Sono negazionista e lo dico a testa
alta. Non
mi interessa ciò che pensano gli altri, se avessi dato peso alle parole di
altri non avrei mai avuto questa carriera – ha detto il cantante -. Dov’è il virus? Io non lo vedo.
Questo è solo un complotto per sottomettere i popoli e vendere i vaccini, io mi
sono informato e documentato. Non ci servono i vaccini, ma le cure”.
“Questa
falsa pandemia non è nata dalla Cina, ma da un cartello di supermiliardari
psicopatici che rispondono al nome di Forum di Davos – ha incalzato quindi Bosé
-.
Hanno pianificato tutto questo da 10-15 anni, basta
cercare le informazioni sul web e troverete tutto.
Queste
persone si credono padroni dell’umanità e del pianeta perché sono molto ricchi
e molto arroganti. Ma vedrete: cadranno tutti, uno dopo l’altro. Politici,
scienziati e imprenditori farmaceutici: non potranno più uscire di casa
tranquilli.
Ci sarà un’altra Norimberga e coinvolgerà tutto il sistema, da destra a
sinistra. Voglio un mondo nuovo e lo avremo”.
E
quando il conduttore
Evole lo
ha invitato a confrontarsi con uno scienziato, Miguel Bosé si è rifiutato:
“Non
sono un professionista, non ho le conoscenze adeguate per parlare con uno
scienziato.
Ma
sono molto informato e sono dalla parte della verità – ha replicato -. Questa faccenda non ha neanche il
potenziale per poter essere una epidemia, l’hanno voluta trasformare in una
pandemia.
E sono particolarmente accreditato a parlare di questo argomento, visto che mi
ha toccato direttamente e ho avuto modo di approcciarlo”, ha aggiunto
riferendosi, probabilmente, alla morte della madre, ufficialmente deceduta nel marzo del
2020 proprio a causa del Covid.
“Sono tornato a essere più lucido di
tanti anni fa ed è per questo che so la verità“, ha quindi concluso in toni
profetici.
Alessandro
Meluzzi choc dalla D'Urso:
«Coronavirus è una falsa pandemia,
malati
pompati con terapie sbagliate».
Ilmattino.it-
Ida Di Grazia- (22 Giugno 2020 )- ci
dice :
Alessandro
Meluzzi choc dalla D'Urso: «Coronavirus è una falsa pandemia, malati pompati
con terapie sbagliate». Nell'ultima puntata di Live non è la D'Urso sono
tornati gli sferrati, tra loro anche il professor Meluzzi che supportando
le teorie complottistiche ha affermato l'inesistenza del coronavirus e da cui
Barbara D'Urso si è subito dissociata.
Dopo
l'intervento a “Live non è la d'Urso” del ministro della Salute Roberto Speranza prima e di
Giorgia Meloni poi, in studio da Barbara D'Urso è intervenuto tra gli altri il
professor Alessandro Meluzzi che ha rilasciato delle dichiarazioni choc:
«Abbiamo
sentito tutto e il contrario di tutto. Ora bisogna cominciare una narrazione
diversa nei confronti del colossale imbroglio costruito anche intorno alla
narrazione di questa falsa pandemia.
Quando
conteremo i numeri alla fine dell’anno, quelli dei morti generali, non solo
quelli da Covid-19, capiremo che questa narrazione è stata distorta».
Interviene
la D'Urso che si dissocia duramente:
«Meluzzi
io non sono d’accordo con quello che stai dicendo. Falsa pandemia mi rifiuto di
ascoltarlo. Tu non ci sei stato negli ospedali e nei reparti di terapia
intensiva dove morivano anche i ragazzi».
Ma
Meluzzi non sembra interessato e anzi aggiungo un ulteriore carico affermando
che le persone ricoverate in realtà fossero: «Pompate con terapie sbagliate e con
l’ossigeno. Mi assumo la responsabilità di ciò che dico. Ci sono state terapie
sbagliate». Ancora una volta Barbara D'Urso è costretta a intervenire cercando di
riportare la calma.
L’OMS NON HA MAI DICHIARATO CHE «LA
PROSSIMA
PANDEMIA SARÀ IL MARBURG VIRUS»
Facta.news-Redazione-
(Ott 21, 2021)- ci dice :
Il 21
ottobre 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di
verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 16 ottobre su
Facebook, che riporta una presunta «dichiarazione Oms».
Nel post segnalato si legge che l’Organizzazione mondiale della
sanità starebbe «già parlando» della «prossima (FINTA) pandemia di Marburg
virus», ma
che questa sarà dovuta agli «effetti avversi degli attuali vaccini per il covid (trombosi)
che verranno spacciati per i sintomi del Marburg e la gente ci crederà».
Il
post prosegue spiegando che «hanno già creato il test (PCR) per il Marburg anche se non è
ancora ufficiale» e «stanno già creando il vaccino per il Marburg», il cui
«ingrediente primario è la Ricina, «uno dei veleni più pericolosi della terra».
Le
informazioni riportate nel post sono false.
Innanzitutto,
il Marburg virus appartiene alla stessa famiglia del virus Ebola ed è
responsabile di una febbre emorragica ad elevata mortalità, una condizione mai segnalata come
possibile evento avverso dei vaccini contro la Covid-19. Il virus è stato identificato per la
prima volta nel 1967 a Belgrado, nell’attuale Serbia, e nella cittadina tedesca
di Marburg, da cui prende il nome.
Nello
scorso mese di agosto, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha confermato un caso di infezione
da Marburg virus in Guinea, ufficializzando così il primo contagio umano
conosciuto nell’Africa occidentale. Si tratta tuttavia di un singolo caso, conclusosi
con il decesso del paziente. L’Oms non ha mai parlato di una possibile
pandemia, ma solo di un’epidemia, che è stata in ogni caso dichiarata conclusa
il 15 settembre 2021.
Attualmente
non esiste alcuna terapia efficace per contrastare gli effetti del Marburg
virus e nessun vaccino è stato approvato in tal senso.
La teoria di un candidato vaccino che
conterrebbe la ricina (una proteina ad alta tossicità in grado di causare la morte
cellulare) arriva da questo video
circolato a settembre 2021 negli ambienti no-vax, dove dal minuto 8:25 si fa
riferimento a un «vaccino a base di ricina contro la presunta pandemia da Marburg
virus».
L’autore del video è Kieran Morrissey, antivaccinista e
negazionista della Covid autodefinitosi «whistleblower di un’azienda biotech», che in un articolo pubblicato il 22 settembre 2021 aveva puntato il dito contro il candidato vaccino Ri-Vax, definito
«vaccino a base di ricina contro la febbre emorragica da Marburg».
Un
candidato vaccino chiamato Ri-Vax esiste davvero, appartiene all’azienda biofarmaceutica statunitense
Soligenix
ed è attualmente nella fase 1 di sperimentazione.
Come
spiega il sito dell’azienda, tuttavia, non ha nulla a che fare con il Marburg virus, ma serve a prevenire la morte da
esposizione alla ricina, in grado di portare al decesso dopo 48/72 ore.
L’8
dicembre 2020 Soligenix aveva ufficializzato l’avvio di «programmi di ricerca
per identificare e sviluppare nuovi candidati vaccini contro l’infezione virale,
tra cui Ebola, Marburg e SARS-CoV-2», ma al momento in cui scriviamo non è nota
la formulazione di nessuno di essi.
L’invenzione
di un’epidemia.
Quodlibet.it-Giorgio
Agamben- ( 26-2-2020)- ci dice :
Di
fronte alle frenetiche, irrazionali e del tutto immotivate misure di emergenza
per una supposta epidemia dovuta al virus corona, occorre partire dalle
dichiarazioni del CNR, secondo le quali non solo «non c’è un'epidemia di
SARS-CoV2 in Italia», ma comunque «l’infezione, dai dati epidemiologici oggi
disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una
specie di influenza) nell’80-90% dei casi.
Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il
cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4%
dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva».
Se
questa è la situazione reale, perché i media e le autorità si adoperano per
diffondere un clima di panico, provocando un vero e proprio stato di eccezione,
con gravi limitazioni dei movimenti e una sospensione del normale funzionamento
delle condizioni di vita e di lavoro in intere regioni?
Due
fattori possono concorrere a spiegare un comportamento così sproporzionato. Innanzitutto si manifesta ancora una
volta la tendenza crescente a usare lo stato di eccezione come paradigma
normale di governo.
Il decreto-legge subito approvato dal governo «per
ragioni di igiene e di sicurezza pubblica» si risolve infatti in una vera e
propria militarizzazione «dei comuni e delle aree nei quali risulta positiva
almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o
comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da
un’area già interessata dal contagio di virus».
Una
formula così vaga e indeterminata permetterà di estendere rapidamente lo stato
di eccezione in tutte le regioni, poiché è quasi impossibile che degli altri
casi non si si verifichino altrove.
Si
considerino le gravi limitazioni della libertà previste dal decreto:
a) divieto di allontanamento dal comune o
dall’area interessata da parte di tutti gli individui comunque presenti nel
comune o nell’area;
b)
divieto di accesso al comune o all’area interessata;
c)
sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di
ogni forma di riunione in un luogo pubblico o privato, anche di carattere
culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi
aperti al pubblico;
d)
sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e
grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione
superiore, salvo le attività formative svolte a distanza;
e)
sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri
istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni
culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.
42, nonché l’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero e
gratuito a tali istituti e luoghi; f) sospensione di ogni viaggio d’istruzione,
sia sul territorio nazionale sia estero;
g)
sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici,
fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;
h)
applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva fra gli
individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia
infettiva diffusa.
La
sproporzione di fronte a quella che secondo il CNR è una normale influenza, non
molto dissimile da quelle ogni anno ricorrenti, salta agli occhi. Si direbbe che esaurito il
terrorismo come causa di provvedimenti d’eccezione, l’invenzione di un’epidemia possa
offrire il pretesto ideale per ampliarli oltre ogni limite.
L’altro
fattore, non meno inquietante, è lo stato di paura che in questi anni si è
evidentemente diffuso nelle coscienze degli individui e che si traduce in un
vero e proprio bisogno di stati di panico collettivo, al quale l’epidemia offre
ancora una volta il pretesto ideale. Così, in un perverso circolo vizioso,
la limitazione della libertà imposta dai governi viene accettata in nome di un
desiderio di sicurezza che è stato indotto dagli stessi governi che ora
intervengono per soddisfarlo.
(Giorgio
Agamben).
Il bias cognitivo di chi pensa
che
non si stia facendo abbastanza
contro
la
pandemia.
Linkiesta.it
- Gilberto Corbellini- Alberto Mingardi-(15 dicembre 2021)- ci dice:
È vero
che dopo due anni non abbiamo una cura efficace contro il Covid, ma trovare
cure contro le malattie virali non è mai stato facile. Intanto coloro che sostengono che i
vaccini stiano diffondendo una falsa sicurezza non fanno altro che portare
acqua al mulino degli esitanti.
L’idea
che non si stia facendo abbastanza contro le pandemie da Covid-19 è singolare.
Ma non inattesa.
Non
c’è contesto nel quale non si chieda alla politica di fare “di più”, come se
“di più” fosse sempre necessario e far “di più” fosse sinonimo col far meglio.
Questo,
a maggior ragione, se a ogni pie’ sospinto, come l’incremento temporanei del
numero di positivi o decessi o l’arrivo di una variante, siamo minacciati da
nuove misure draconiane o ascoltiamo invocazioni di nuovi lockdown, di
super-green pass, di zone gialle, arancioni e rosse, ecc.
C’è
sempre qualcuno a cui non basta mai, come coloro che sostengono che i vaccini
stiano diffondendo una falsa sicurezza. Che cosa significa, non è ben
chiaro. Forse si vuol dire che la vaccinazione non basta ad evitare qualsiasi
infezione. Forse si vuol dire che ogni tanto capita anche a una persona
vaccinata di ammalarsi in modo grave: ma questo può accadere o perché il suo
sistema immunitario non è abbastanza efficiente (per esempio la persona è
immunodepressa) o più in generale perché il sistema immunitario non è fatto di
leve, pulegge e bottoni per attivarlo a piacere.
Forse
si vuole dire che i vaccini lasciano circolare il virus, il che non è
necessariamente negativo se le persone sono vaccinate. Parlare di falsa sicurezza sollecita
l’ego dei profeti di sventura ma vuol dire, insomma, ben poco. Quale è la vera
sicurezza, poi? Prima del Covid non avevamo certo strumenti di qualsiasi tipo in grado
di evitarci il rischio di ammalarci e morire.
Non
abbiamo mai avuto a disposizione così tante conoscenze e tecnologie per
combattere un patogeno da quando la nostra specie è comparsa sulla terra, ma
insistiamo a pensare e a dire che quello che stiamo facendo non basta. È vero che dopo due anni non abbiamo
una cura efficace contro la malattia, ma trovare cure contro le malattie
virali non è mai stato facile.
In
pochi giorni dalla sua apparizione i virologi disponevano della sequenza
genomica del virus e in nove mesi sono stati approvati vaccini efficaci negli
Stati Uniti e in Europa (anche in Cina e in Russia, ma sulla loro efficacia
siamo meno sicuri, non avendo affrontato il vaglio delle autorità occidentali).
Una
malattia infettiva e la sua diffusione pandemica, al di là dell’immaginario con
cui vengono descritte, sono alimentate da complessi processi evolutivi e non ci
sono garanzie di riuscire a capire come neutralizzare il virus più o meno
rapidamente.Né l’andamento dell’epidemia è solo una questione di Rt, indicatore che rappresenta un quadro
statistico ex post ma dice poco sulle reali dinamiche del contagio. È un bene
che in tanti abbiano familiarizzato con il concetto, ma l’impressione è che siano convinti
che esso implica che davvero una persona infetta ne fa ammalare una e mezzo
prima di smettere di diffondere il virus.
Prima
di piegare la statistica al gusto di spaventare la gente, sarebbe il caso di
accorgersi che grazie ai progressi dell’immunologia e della vaccinologia siamo
in grado di insegnare al sistema immunitario ad allestire un’orchestrata
attività di vigilanza per neutralizzare gli effetti patogeni del virus se
questo riesce a infettarci. È su questo che dobbiamo concentrarci, non nel chiedere
sacrifici alle persone come se per liberarci di Covid-19 dovessimo placare una
qualche divinità, irritata con la nostra società globalizzata e il nostro stile
di vita.
È
un’inclinazione umana, un bias, pensare che si potrebbe fare di più per risolvere qualche
problema, o che ci sia qualche perverso complotto per cui non converrebbe a chi
governa non fare quello che noi sappiamo essere necessario, ecc. Di fronte a una minaccia che si sta
protraendo da due anni, senza che se ne intraveda una definitiva uscita, questi
ragionamenti di senso comune inquinano anche il pensiero di persone di solito
lucide.
Coloro
i quali dicono che non si fa abbastanza o che bisognerebbe assumere misure più
aggressive sono anche quelli che hanno creduto o credono, mentre il virus è
endemico sul pianeta da oltre un anno, che si debba perseguire una strategia di
eradicazione (CovidZero). Hanno sbagliato già una volta, ma fanno fatica a imparare.
Abbiamo
più volte scritto che la storia non è fonte di insegnamenti, in positivo. Ma
per evitare di avvitarsi in autoinganni ridicoli, qualche spunto lo fornisce.
In
primo luogo, suggerisce di pesare razionalmente le situazioni nelle quali ci si
trova. Per
esempio, l’influenza Spagnola uccise in Italia 466mila persone in circa un anno
e mezzo (70mila erano militari, esposti quindi all’ambiente insalubre delle
trincee), su una popolazione complessiva di circa 30milioni di persone la cui
speranza di vita alla nascita era intono a 50 anni.
In
circa due anni Covid-19 ha mietuto un terzo di vittime su una popolazione che è
doppia e dove la speranza di vita alla nascita è di 82 anni. Nel 1919 non poterono fare altro
che aspettare che le pandemie facesse il loro corso, e così è stato per le
pandemie influenzali fino a quando non è diventata disponibile la tecnologia,
nel secondo dopoguerra, per fare e adattare annualmente i vaccini
anti-influenzali. Noi disponiamo contro Covid-19 di efficaci vaccini – più
efficaci di quelli antinfluenzali – e di eccellenti sistemi logistici. Ma serve
sempre… ben altro.
L’unica
misura di contrasto della pandemia, ovvero l’unico intervento che sulla base di
prove sappiamo essere risultato efficace, è stata dunque la vaccinazione. Non ci sarebbe nulla di
sorprendente se per alcuni anni dovessimo tenere a bada il coronavirus con
periodiche vaccinazioni. Meglio che morire o chiuderci in casa.
Quello
che non dovremmo fare è disinformare sui vaccini. Dire che i vaccini danno un
falso senso di sicurezza significa portare acqua al mulino degli esitanti. Il fatto è che le comunità umane
dovrebbero cercare di tornare a funzionare come società aperte, ripristinando
relazioni basate sulla fiducia e sulla simpatia reciproca, vedendo l’altro come
amico, controparte commerciale, collega e non come vettore di infezione.
In
questo, davvero regge il paragone con una tipica stagione influenzale. I vaccini antinfluenzali proteggono
meno del vaccino anti-covid ma nessuno dice che vaccinarsi contro l’influenza
dà un falso senso di sicurezza.
Se si è vaccinati contro entrambe le infezioni
si fanno le malattie in forme più lievi. Cosa cambia?
Solo
che Covid-19 a causa dei danni che provoca e del tempo occorso per disporre di
una protezione sembra più minaccioso di quello che verosimilmente è. Se lo si
paragona con numerose altre infezioni non è così.
Se il
coronavirus ha causato le maggiori devastazioni nel mondo sviluppato è anche
perché lo straordinario guadagno di salute, dovuto a igiene, farmaci e
innovazioni mediche, ha creato un terreno a lui favorevole, cioè ha “prodotto”
con l’aumento della speranza di vita persone anziane e immunodepresse, sistemi
immunitari meno stimolati naturalmente da parassiti, mentre l’esistenza di
reparti ospedalieri di cure intensive consente di considerare curabili malati
che prima non lo erano ma determina paradossalmente affollamento e paralisi
degli ospedali a danno anche di pazienti che stanno rinunciando a trattamenti.
Nemmeno
le società aperte possono essere preveggenti, cioè anticipare la comparsa di
patogeni con particolari caratteristiche, ma a differenza di quelle chiuse
consentono di mobilitare rapidamente e in modi pertinenti le risorse
conoscitive ed economiche per affrontare nella misura in cui è possibile, con
razionalità e nel rispetto delle persone, le minacce.
È uno
scenario complesso, che per rispondere alle aspettative più intuitive tendiamo
a semplificare. In realtà, serve pensare a strategie praticabili e basate sulla
responsabilità più che su presunte soluzioni tecnocratiche. Destinate a fallire perché la realtà
sociale, per nostra fortuna dipende dai comportamenti di milioni di persone
che, come già diceva Adam Smith, non sono semplici pedine da disporre sulla
scacchiera.
La
figura dell’esperto che va in televisione o nei media e che non è lo scienziato
che sta in laboratorio a fare esperimenti col virus, o il manager in volo tra
un centro di ricerca e un sito di produzione del vaccino, o il clinico che
conduce sperimentazioni in ospedale; ovvero che nel tepore del suo studio
casalingo legge tutto quel che gli capita e poi lo rilancia davanti alla luce
di riflettori guidato dal bias di conferma, è un interessante esemplare della comunicazione
pandemica.
Questo
esperto si innamora di qualche idea, quasi mai sua e quasi mai meditata
criticamente, e poi va a pesca di aneddoti e argomenti retorici per difenderla
e sostenere che è la vera soluzione che serve contro la pandemia. Di norma viene selezionato dai
media dato che è pessimista e prevede sconquassi. Cassandra, per carità, aveva
ragione. Ma
non basta fare la Cassandra per avere ragione.
Se
fossimo moralisti, diremmo che è una speculazione sulla malattia. Non lo siamo
e pensiamo che più che in malafede le nostre Cassandre siano convinte. Convinte che le soluzioni ai problemi
non siano l’esito di tentativi ed errori di una realtà multiforme e complessa
come la comunità scientifica internazionale, ma il risultato diretto dei
pensieri da loro maturati la mattina facendosi la barba. Convinte che siccome i vaccini
innescano meccanismi automatici di risposta immunitaria, e non esigono
“sacrifici” volontari e gravosi da chi si vaccina, siano alternative per forza
solo parzialmente efficaci. Convinte che la pandemia sia una grande occasione per salvare
la società da tutti i mali che l’affliggono, perché la gente non possa più
usare il proprio tempo in modo frivolo ma debba imparare a comportarsi come
l’esperto ritenga sia “bene”.
Convinte
che esista un metodo per fermare magicamente Sars-Cov-2 e coincida sempre e per
forza con i loro pensieri, più o meno statisticamente argomentati. È difficile dire dove finiscano le
convinzioni e cominci il delirio.
La
Nave di Teseo.
Fisicaquantistica.it-
Roberto Pecchioli - (18 Gennaio 2022)- ci dice :
È
l’epoca degli ultimi uomini in un doppio senso. Ultimi in quanto un pugno di
criminali ha previsto un futuro transumano, da animali e propaggini della
tecnologia.
Ultimi
perché indegni della scintilla divina, folla indistinta nell’alveare urbano,
incapaci di percepire la perdita di identità, massa che vede bianco e dice
nero, se questa è la volontà del domatore.
L’ideologia
dominante è sempre l’ideologia della classe dominante.
Marx
azzeccò molte diagnosi, equivocandosi sulla prognosi e sulla terapia. Su questo
punto l’autore de “Il Capitale” non sbagliava. È inutile guardare al presente con
la lente deformante del complottismo, deplorare il “marxismo culturale” come
sentina di ogni male o rimpiangere i bei tempi andati del liberalismo
conservatore, un ossimoro per un’ideologia che fa del cambiamento continuo la
sua ragion d’essere.
Joseph
Schumpeter parlò di distruzione creatrice, John M. Keynes di spiriti animali.
La verità è che il capitalismo globalista vincente sta modellando il mondo a
sua immagine e che – conoscendo la naturale opposizione dei popoli alle sue
ricette – lavora attivamente per cambiare noi, la trascurabile maggioranza.
Il suo
è un progetto antropologico di lungo periodo che conduce alla formazione di
un’umanità nuova, l’uomo-trans.
Tran-sessuale
nelle pulsioni, trans-nazionale nella tensione cosmopolita, transumano nella
sostanza, ibridato con la macchina e sottratto alla sua essenza naturale.
La
domanda è: l’uomo
della terza decade del Terzo Millennio è ancora tale o è una specie nuova?
È il
paradosso della nave di Teseo, la questione metafisica della persistenza
dell’identità originaria di un’entità completamente modificata nel tempo.
La creatura-uomo rimane sé stessa se tutte le sue
componenti sono cambiate e perfino il cervello – sede del pensiero e dello
spirito – appare riconfigurato secondo una volontà calata dall’alto?
Nel
racconto greco, la nave su cui viaggiò Teseo nell’avventura che lo portò a
sfidare e uccidere il Minotauro – uno dei miti fondanti d’Occidente – si era
conservata intatta nel corso degli anni, nonostante fosse stata sostituita nel
tempo ognuna delle sue componenti, dalla chiglia ai remi alle vele.
Giunse un momento in cui tutte le parti
originali erano state sostituite, benché la nave conservasse la sua apparenza
originaria. Era stata completamente rifatta, ma allo stesso tempo era rimasta
la stessa, era ancora la nave di Teseo. La questione metafisica è:
l’umanità ha conservato la sua essenza oppure no? Ovvero, l’entità modificata
nella sostanza ma senza apparenti variazioni nella forma, è ancora la stessa?
Continuiamo
ad avere due gambe, due braccia, due occhi e una testa, ma siamo ancora noi
stessi? La
domanda è diventata urgente dalla primavera del 2020, alba scura dell’
“epidemia”, ma galleggiava nell’aria da trent’anni, dal trionfo epocale del
mercato. Il pensiero corre a un’opera pittorica tra le più significative del
secolo passato, “La persistenza della memoria” di Salvador Dalì, il dipinto
degli orologi molli.
Il
quadro raffigura una landa deserta dominata dalla presenza di alcuni orologi
dalla consistenza quasi fluida, che, squagliandosi, assumono la foggia dei loro
sostegni.
Si è
sempre sottolineata la rappresentazione dell’elasticità del tempo, ma non si è
indagato abbastanza sul secondo significato, la portata del cambiamento. Gli orologi di Dalì, diventati
pressoché liquidi, segnano ciascuno un’ora diversa, ma sono ancora strumenti
capaci di scandire il tempo? L’homo sapiens sapiens è lo stesso di “prima” o si è
liquefatto per l’azione dell’ingegneria sociale?
La
risposta – forse – è in un’intuizione di Antonio Gramsci, il concetto di “rivoluzione passiva”, il mutamento
significativo, ma non immediato di un sistema politico, sociale ed esistenziale.
Per il
pensatore sardo la trasformazione è attuata dalla classe dominante al fine di
prevenire un processo rivoluzionario dal basso che ne metterebbe in discussione
il dominio.
La
rivoluzione è passiva nel senso che è subita, poiché l’iniziativa è nelle mani
del potere.
Ogni
tanto avvengono degli strappi, momenti decisivi della trasformazione impressa. Nell’ultimo trentennio, nell’ordine,
il crollo del comunismo sovietico, l’attentato delle Torri Gemelle, la crisi
finanziaria del 2007-2008 e dal 2020 la pandemia in cui siamo ancora immersi.
Tutti
cambiamenti che hanno scandito varie tappe di una trasformazione profonda
dell’uomo, avvenuti prima che scattasse una reazione, una rivolta contro la distopia liberista (mondialista
massonica) ,
in nome delle ferite sociali, morali, antropologiche inferte a popoli, persone,
generazioni.
Il
livello più alto del potere corre sempre un passo avanti al resto dell’umanità
e sa cogliere le opportunità anche nelle tragedie. La pandemia è l’esempio più
significativo. In due anni la nave di Teseo è stata smontata pezzo dopo pezzo a
velocità crescente e l’esito più stupefacente non è il cambiamento in sé, pur
immenso, ma il fatto che sia stato accettato senza reazione, non percepito nella sua estensione
eccezionale e accompagnato da un consenso che le oligarchie avevano in gran parte
perduto.
Per
questo, la domanda che poniamo riguarda la nostra identità, personale,
individuale e collettiva. Siamo ancora gli uomini di “prima” o il cambiamento ci ha
resi “altro da sé”? Il quesito non è ozioso o astratto, giacché dalla risposta
dipende la possibilità di una reazione. Possibilità di reazione, non reazione. Il dubbio, infatti, è che –
guardandoci allo specchio – siamo diventati insensibili a ciò che vediamo, che
non importi più se siamo ancora “noi”. Il processo di mutazione è penetrato nel
profondo del Sé con un’accelerazione che sgomenta.
La
nave di Teseo è stata cambiata dall’interno, a partire dalla diminuzione delle
libertà concrete e dallo svuotamento della democrazia, totem massimo del nostro
tempo.
Se ne
accorgono anche le statistiche. Il settimanale The Economist elabora il Democracy
Index: secondo i parametri del vangelo vivo dell’economia liberista, solo l’8,4
per cento degli abitanti del pianeta vive in democrazia piena, ovvero in un regime che rispetta le
libertà politiche e civili, in cui esistono mezzi di comunicazione
indipendenti, un sistema di controlli e di contrappesi. L’indice diminuisce
costantemente da quindici anni. Chissà perché non ne siamo affatto
meravigliati. Sarebbe interessante valutare secondo i criteri dell’Economist le misure
anti epidemiche italiane, il green pass obbligatorio, gli applausi scroscianti
dei giornalisti all’apparizione di Draghi – l’uomo della provvidenza – alla
conferenza stampa natalizia.
D’altra
parte, quale
democrazia può sussistere (indipendentemente dal giudizio sul principio) in una
società-mercato in cui il consumatore ha rimpiazzato il cittadino? L’intero fasciame della nave di
Teseo è stato sostituito alacremente nell’ultimo biennio: basta libertà di movimento, obblighi
di ogni tipo, limitazioni di libertà intollerabili, quel che restava della
comunità e della solidarietà cancellato in nome del distanziamento sociale e
della nuda vita biologica.
E poi
il confinamento, la creazione del nemico nella persona del famigerato “no vax”, che è poi
chi pone le domande che la democrazia liberale riteneva ineludibili. Inoltre,
l’arsenale ideologico del Grande Reset, l’ecologismo climatico; la sorveglianza
totale, biocratica, la digitalizzazione dell’intera vita; la negazione della
natura; il divieto di riunione mascherato dall’ossessione securitaria
anti-assembramento. La nave assomiglia sinistramente al Titanic.
La
spirale del cambiamento, da rivoluzione passiva in senso gramsciano si è
trasformata in alacre distruzione degli spazi di comunità, discussione e
libertà, una spirale che non può essere compresa con gli strumenti
intellettuali del tramontato “Stato di diritto”.
L’unica
definizione di democrazia che ci soddisfa è quella di Arthur Moeller Van den
Bruck: la
partecipazione di un popolo al suo destino. Tre parole altamente simboliche,
partecipazione, destino, popolo. I loro significati sembrano dissolti: la partecipazione non è solo
sconsigliata, ma proibita. Decide qualcuno, dall’alto, insindacabilmente, con
l’ausilio degli “esperti”.
Quale
popolo può sussistere senza uno straccio di progetto comune, di polis in cui
riunirsi, dibattere e riconoscersi?
In quanto al destino, conta esclusivamente quello
individuale, scandito dal ritmo delle vaccinazioni che non assicurano immunità
e neppure vita; neanche il vaccino è tale. L’inganno è colossale, eppure nello
stato di vita sospesa la maggioranza assoluta è con il potere, sostiene con gli
stessi applausi dei media servili ogni nuova limitazione di libertà.
Quando
c’è la salute c’è tutto, dicono. E intanto falliscono nell’intento, nonostante
la Dea Scienza, nonostante l’immenso apparato di manipolazione, nonostante un
attacco senza precedenti alla nostra sanità mentale.
Che
dire del fatto che, saliti su un bus o su un treno, siamo assaliti da un
costante bombardamento acustico a base di mascherine “correttamente indossate”, ordini
di distanziamento, minaccia di sanzioni?
Per alcuni, la minoranza cattiva, ribelle, facinorosa,
è una tortura, per molti è una rassicurazione, la prova che un potere benevolo
veglia su di noi.
Non
parliamo della televisione, in cui le trasmissioni più neutre sono le
televendite, mentre la pubblicità, diventata da tempo politicamente, razzialmente e
sessualmente corretta, comincia a mostrare il mondo in maschera, il consumatore
felice dal volto invisibile.
Lo
schiavo è invitato a non vedere le catene, anzi ad amarle in ossequio
all’ossessione della sicurezza che ha messo k.o. la libertà. “Le tue catene son fatte di fior”
era un’aria famosa di un’operetta, Cincillà… Sbalordisce che ci crediamo.
In un
dipinto fosco e drammatico, “Dos forasteros”, noto come “Duello rusticano” (ma
l’originale, due forestieri, due estranei è ben più pregnante) Francisco Goya rappresenta un duello
mortale tra due poveracci già sanguinanti nel fondale arido di una sierra,
luogo che allude alla prigionia e alla fatalità. I due combattono una lotta feroce con
furia cieca.
L’artista fa capire che lottano per nulla e che stanno perdendo la loro
umanità. È
la vittoria più grande del potere di ogni tempo: dividere chi è già vinto,
renderci reciprocamente ostili. Cambiano le motivazioni, non l’isteria
irrazionale contro il nemico di turno.
I
peggiori istinti dell’essere umano vengono a galla per volontà di chi comanda.
Se è una prova generale di totalitarismo, l’esperimento sta riuscendo oltre le
più rosee aspettative dei manipolatori.
Un
gruppo di esseri umani, è il turno dei no-vax, denominazione derisoria, errata,
semplificatoria ma proprio per questo efficace, viene esposto all’odio, alla
ripugnanza, alla demonizzazione, e la sua oppressione è spacciata per dovere
civico dalla politica, dai mezzi di comunicazione, dall’economia, finanche
dalla chiesa. La maggioranza approva istericamente. Hanno modificato la nostra
umanità: la nave non è più di Teseo.
Proviamo
a immaginare, davanti alla TV, se il film che stiamo guardando, risalente a
dieci, venti, trent’anni fa, rispecchia le idee, i modi di dire ed essere del
presente e
soprattutto se potrebbe essere ancora prodotto senza incorrere nella polizia
del pensiero, cioè nel divieto per motivi razziali, di linguaggio, per una
battuta “sessista”, per un’allusione politicamente scorretta a una delle
comunità protette e rancorose, perché, orrore… parla di una famiglia o di una
vita normale.
Non ci
accorgiamo più di nulla per sovraccarico, perché la manipolazione ha raggiunto
vertici di perfezione, per sovrana indifferenza (in-differenza: nulla è
distinto).
Crediamo
a tutto per indifferenza più che per ignoranza. Forse un cambio di paradigma passerà
anche per il ripristino del reato di abuso della credulità popolare.
La
nuova discriminante è tra i consenzienti e coloro che “non la bevono”(gli àpoti
di Giuseppe Prezzolini) e continuano a porsi domande, esercitare il giudizio,
usare il cervello.
Colpisce
la crescente compiacenza della maggioranza schierata con il più forte,
soddisfatta di vedere discriminati, puniti “gli altri”, i sediziosi. Non conta il contenuto di ciò in
cui si crede, importa avere la determinazione a difendere principi e
convinzioni, la volontà di seguire la propria bussola interiore. Accettare di essere esclusi è
difficile, ma è il solo modo per vedere con i propri occhi, rendersi conto che
il panorama è cambiato in profondità, che la nave non è di Teseo, è un’altra, a
cui siamo estranei, passeggeri casuali e paganti.
È
l’epoca degli ultimi uomini in un doppio senso. Ultimi in quanto un pugno di
criminali ha previsto un futuro transumano, da animali e propaggini della
tecnologia. Ultimi perché indegni della scintilla divina, folla indistinta
nell’alveare urbano, incapaci di percepire la perdita di identità, massa che
vede bianco e dice nero se questa è la volontà del domatore.
Coloro
per i quali è indifferente la nave di Teseo o di qualunque altro, che non
inizierebbero mai il viaggio dell’eroe – troppo pericolo, chi glielo fa fare? –
sono gli
ultimi uomini di Zarathustra.
“Ahimè!
giunge il tempo del più spregevole tra gli uomini che non sa più disprezzare sé
stesso. Guardate! Io vi mostro l’ultimo uomo. Che cosa è amore? Che cosa è
creazione? Che cosa è nostalgia? Che cosa è astro? – così chiede l’ultimo uomo
ammiccando.
La terra sarà divenuta allora piccina e su di
lei saltellerà l’ultimo uomo che impicciolisce ogni cosa. La sua razza è indistruttibile come
quella della pulce; l’ultimo uomo vive più a lungo di tutti. Noi abbiamo
inventato la felicità – dicono gli ultimi uomini e ammiccano”.
Un
gregge addomesticato: che abbia ragione chi ci incatena e meritiamo il nostro
destino?
(Roberto
Pecchioli). (ricognizioni.it/la-nave-di-teseo/).
Ex
colonnello russo: la falsa “pandemia”
è
un’operazione speciale di poteri nascosti
per
ridurre la popolazione.
Liberopensiero2019.blogspot.com-
John Cooper-( marzo 27, 2021)-ci dice:
Un’intervista
approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del
fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti
obbiettivi.
E’
quella che il colonnello Vladimir Vasilievich Kvachkov, già membro del
Direttorato principale per l’informazione, l’apparato dei servizi segreti di
intelligente militari russi, e delle Spetsnaz, le forze speciali russe, ha
rilasciato al canale Studiya Rubezh.
Kvachkov
è stato già onorato dell’Ordine della Stella Rossa ai tempi dell’ex Unione
Sovietica e dopo il crollo del Muro di Berlino con la nascita della Federazione
russa è stato insignito di altre prestigiose onorificenze militari, quale
l’ordine del coraggio.
La
disamina del militare esperto di intelligence è semplicemente disarmante.
L’intervista
integrale del colonnello Kvachkov.
Il
coronavirus non avrebbe in alcun modo le caratteristiche di una vera pandemia
globale ne quella di una epidemia mortale, ma sarebbe in realtà una operazione
su scala mondiale scatenata dalle élite globaliste per arrivare al
raggiungimento finale dei loro obbiettivi.
Il
colonnello non gira intorno alla questione e spiega subito la vera natura del
coronavirus.
“Il
fenomeno coronavirus che viene falsamente definito una pandemia ha bisogno di
essere esaminato dalla prospettiva dei poteri globali. E’ un fenomeno religioso, politico,
finanziario, economico e nazionale.
Permettetemi
di dire che non c’è nessuna pandemia, è una menzogna, va considerata come una
operazione strategica globale. E’ esattamente questo il modo in cui va pensata questa
operazione. Questi è un’esercitazione di comando e personale dei poteri mondiali che
sono dietro le quinte, per controllare l’umanità.”
L’umanità
quindi non sarebbe in alcun modo di fronte ad un fenomeno di natura sanitario, ma piuttosto ad una vera e propria
operazione terroristica per ridisegnare completamente la nuova mappa
geopolitica del mondo.
Il
pianeta sostanzialmente, nel decennio che è appena iniziato, andrà incontro ad
una radicale trasformazione e il coronavirus sarà il mezzo attraverso il quale le grandi
élite globali che governano il mondo da dietro le quinte, per utilizzare una
definizione ricorrente di Kvachkov, riusciranno a perseguire i loro obbiettivi.
Il
primo importante fine delle grandi élite è quello della riduzione della
popolazione mondiale.
“E’
questo l’obbiettivo del coronavirus. Lo ripeterò ancora una volta, abbiamo poca
fede in Dio e ancora meno nell’esistenza di Satana, il nemico della razza
umana. L’obbiettivo
delle forze sioniste e finanziarie mondiali dietro le quinte è la riduzione
della popolazione mondiale. È la loro idea fissa, pensano che ci siano troppe
persone nel mondo”
Come
si vede, l’esperto di intelligence russo introduce anche un elemento di
carattere escatologico nella sua analisi. La matrice ideologica che sosterrebbe
le grandi élite internazionali sarebbe strettamente legata alla religione
satanica, in antitesi ed acerrima nemica del cristianesimo.
Il
mondo dopo il coronavirus.
Il
misterioso virus di Wuhan sarebbe il mezzo ideale per creare una sorta di
società a due livelli, nella quale la classe media sostanzialmente uscirebbe di
scena.
Nel
mondo post-covid, la piramide del potere infatti sarebbe composta da una élite che
dispone di illimitati mezzi economici e finanziari, sotto la quale si trova una
moltitudine di persone povere che farebbero fatica a ricevere i basilari mezzi
per il sostentamento quotidiano.
La
globalizzazione quindi accelererebbe verso la sua ultima fase terminale per
ampliare ancora di più le differenze socio-economiche a favore del vertice
della piramide, ma non prima di aver ridotto consistentemente il numero di persone
presenti sul pianeta, passaggio fondamentale per erigere il nuovo ordine
globalista.
“Dovrebbero
esserci 100 milioni appartenenti alle élite, e un miliardo massimo di persone
sulla Terra per servirli.
Allora si vivrebbe di abbondanza sulla Terra. Perché
noi, il popolo, siamo troppi per i poteri mondiali dietro le quinte. Ecco perché
il coronavirus e la crisi finanziaria è emersa quasi immediatamente dopo sono
legate indistricabilmente le une alle altre.”
Il de-popolamento
non sarebbe infatti dovuto alla portata letale del coronavirus. Se si guarda infatti al conteggio
ufficiale dei morti da coronavirus, anche considerando tutte le persone morte
con altre gravi patologie, la percentuale in rapporto alla popolazione mondiale
è solamente pari allo 0,0002%.
Il
vero fattore che porterebbe ad un abbattimento del numero di persone nel mondo verrebbe invece dagli effetti
devastanti sull’economia globale che la quarantena forzata sta provocando.
Nel
solo caso dell’Italia, si pensi che la perdita di PIL sarebbe pari a -15%
solamente nel primo semestre. Si tratta di una recessione senza precedenti nella storia del
Paese.
In
questa nuova società quindi il welfare economico dell’Occidente sparirebbe
definitivamente e si andrebbe incontro ad un processo di grecizzazione
economica generalizzata.
Kvachkov
si sofferma anche a considerare la nuova condizione dell’ordine globalista. I
cittadini non sarebbero più tali, non avrebbero in altre parole quei diritti
politici che sono stati abituati a considerare imprescindibili nel corso della
loro esistenza.
Le
masse sarebbero rimesse ai diktat e alle angherie delle grandi élite
internazionali, ed è esattamente quanto si vede accadere in Italia in questo
momento.
Si
assiste infatti alla fine dello Stato di diritto per come lo si conosceva e al
tramonto dei diritti costituzionali fondamentali, sostituiti da ordini
amministrativi in aperta violazione della carta costituzionale.
Il
coronavirus è l’11 settembre globale del mondo
L’ex
membro delle Spetsnaz ricorda che questo non è stato il primo tentativo per arrivare
a questo obbiettivo e cita a questo proposito l’11 settembre.
“Il
primo tentativo di portare via quei diritti al popolo è avvenuto l’11 settembre
2001. Non
molti sembrano ricordarlo che dopo il cosiddetto attacco contro le Torri
gemelle, il Pentagono e la Casa Bianca, negli USA è stata dichiarata la guerra
mondiale al terrorismo. I poteri mondiali che sono dietro le quinte hanno creato
gli eventi dell’11 settembre. Adesso hanno bisogno di un’altra scusa per avere un controllo
maggiore sull’umanità. Ecco perché sono venuti fuori con il coronavirus.”
Se
l’11 settembre è stato certamente il fattore scatenante tale da poter
giustificare tutte le guerre degli Stati Uniti in Medio Oriente, il coronavirus in questo caso
assumerebbe la stessa funzione a livello mondiale per poter erigere la società
che hanno in mente le élite globaliste.
Allora
come oggi, i
grandi poteri transnazionali avrebbero avuto un ruolo decisivo nella creazione
di questi eventi, senza i quali sarebbe stato praticamente impossibile arrivare al
passaggio successivo.
A
questo proposito, si ricordi un importante documento firmato dai neocon
americani, dal titolo “Progetto per un nuovo secolo americano”.
In
questo manifesto del 1997, si parla esplicitamente della necessità di avere un “evento catalizzante catastrofico come
una nuova Pearl Harbor” per poter giustificare le guerre del deep state di
Washington in Medio Oriente.
4 anni
dopo, diversi firmatari di quel documento, tra i quali Dick Cheney e Donald
Rumsfeld, facevano il loro ingresso nella Casa Bianca e un evento catastrofico
aveva effettivamente luogo, ovvero l’11 settembre.
Ora
per Kvachkov il coronavirus avrebbe la stessa funzione, ma su una scala di
proporzioni ancora più vasta.
“Riceviamo
informazioni speciali di propaganda politica, una sorta di psico-propaganda
informativa. Si tratta di un’operazione psico-informativa speciale delle potenze
mediatiche globaliste internazionali che sono al soldo dei poteri liberali
sionisti che stanno creando questo terrore. Adesso stanno osservando chi
obbedisce e chi no.”
I
media quindi in quest’ottica avrebbero avuto la funzione di sommergere la
popolazione con messaggi terroristici senza dare spazio ad un serio
contradditorio scientifico sulla effettiva pericolosità del Covid.
Questa
sarebbe solo la fase preliminare nella quale si verifica chi è disposto a
sottomettersi al regime globalista e chi no.
Per il
colonnello, il prossimo obbiettivo sarebbe proprio la Russia, il Paese più
disallineato alle grandi forze globaliste dove nel quale la crisi da
coronavirus non avrebbe infatti avuto lo stesso impatto che sta avendo in
Occidente.
Si può
essere in disaccordo con l’analisi dell’esperto militare russo, ma molti elementi portati alla luce
dall’ex membro del GRU, coincidono perfettamente con quanto sta accadendo.
Il
coronavirus si sta rivelando il mezzo ideale per ridisegnare completamente i
rapporti di forza della società occidentale per come la si conosceva.
Un
mondo che assomiglia terribilmente a quanto descritto nel rapporto del 2010
pubblicato dalla famiglia Rockefeller, nel quale la pandemia è annunciata con
largo anticipo e porta esattamente al tipo di sistema politico di cui parla il
colonnello.
L’ultimo
passo è la costruzione di un governo unico mondiale nel quale i cittadini sono
spogliati dei loro diritti e ridotti al rango di sudditi.
Un
sistema distopico folle che riflette una versione perversa e anticristiana
dell’umanità. Un sistema che purtroppo sembra terribilmente vicino alla sua
realizzazione definitiva.
(detoxed.info/ex-colonnello-russo-la-falsa-pandemia-e-unoperazione-speciale-dei-poteri-mondiali-per-ridurre-la-popolazione/)-
(lacrunadellago.net/2020/04/27/il-colonnello-kvachkov-ex-dei-servizi-segreti-militari-russicoronavirus-operazione-terroristica-per-controllare-la-popolazione-mondiale/)-
(detoxed.info).
NORIMBERGA
2.0- CODICE DI RIFERIMENTO-
N.
6029679/21.
Liberopensiero2019.blogspot.com-
Redazione -( gennaio 17, 2022).
(tobago60.com-Norimberga2
è dietro l’angolo…).
Se ne parla da tanto e ora in via ufficiale si
stanno avviando le pratiche relative al processo del secolo chiamato Norimberga
2, certamente si farà, ma come in tutte le formalità legislative giudiziarie,
ogni cosa avverrà una volta capitolato il potere costituito…..che al momento
vede i diretti interessati saldamente al posto di comando.
I
processi si fanno sono alla fine e con il ruolo di vincitori, non bisogna mai
dimenticarlo.
Il
processo di Norimberga 2.0 si sta preparando intensamente, si sta preparando
una class action sostenuta da migliaia di avvocati e medici e da molti altri
professionisti medici e legali di tutto il mondo, guidati dall’avvocato tedesco-americano
Reiner Fuellmich, per perseguire tutti i responsabili dello scandalo Covid-19 e del
genocidio dei vaccini creato dal forum truccato di Davos (WEF).
A
questo proposito, vale ancora la pena ricordare che il nome Reiner Fuellmich è
un importante avvocato che è riuscito a portare il gigante automobilistico
Volkswagen in tribunale nel caso delle marmitte catalitiche falsificate e ha
vinto quel processo, così come è riuscito a condannare Deutsche Bank come
impresa criminale.
Tuttavia,
secondo Reiner Fuellmich, tutte le frodi commesse da varie aziende tedesche
fino ad oggi sono, in realtà, completamente ridicole rispetto al danno sociale,
economico e sanitario complessivo che la falsa pandemia e l’abuso della crisi
Covid-19 artificialmente indotta hanno causato e continuano a causare.
Ma
questa crisi sanitaria globale chiamata Covid-19 dovrebbe piuttosto essere
rinominata “scandalo globale Covid-19” e tutte le persone responsabili dovrebbero essere
perseguite per i danni civili causati dalle loro manipolazioni e protocolli di
test falsificati, vaccinazioni forzate, ecc.
Una
rete internazionale di avvocati commerciali si è unita per redigere una causa
sul caso assolutamente più grande di tutti i tempi, la frode e lo scandalo
Covid-19, che si è già trasformato nel più grande crimine contro l’umanità mai
commesso nella storia dell’umanità.
La
Commissione d’inchiesta su Covid-19 è stata istituita nel luglio 2020 su
iniziativa di un gruppo di importanti avvocati tedeschi con l’obiettivo di avviare una class
action internazionale utilizzando il diritto anglosassone.
Ecco
quello che Reiner Fuellmich ha avuto da dire sui risultati dell’indagine e
sulle domande a cui rispondere nel prossimo processo contro l’OMS e i leader
mondiali per crimini contro l’umanità:
“Nel
frattempo, le audizioni di circa 100 scienziati, medici, economisti e avvocati
di fama internazionale, condotte dal 10/7/2020 dalla Commissione d’inchiesta di
Berlino sull’affare Covid-19, hanno dimostrato con una probabilità vicina alla
certezza che lo scandalo Covid-19 non è mai stato un problema sanitario.
È
stato piuttosto l’ulteriore consolidamento del potere illegittimo (illegittimo
perché ottenuto con metodi fraudolenti e criminali) della corrotta “cricca di
Davos”, trasferendo tutta la ricchezza del popolo ai membri del Forum di Davos,
distruggendo, tra l’altro, le piccole, medie e soprattutto grandi imprese.
Le
multinazionali e il complesso finanziario-digitale e le piattaforme come
Amazon, Google, Uber, ecc. potrebbero appropriarsi della loro quota di mercato
e della loro ricchezza in questo modo.
Le tre
domande principali a cui bisogna rispondere nel contesto del procedimento
giudiziario e del corretto approccio allo scandalo Corona sono:
1)-
C’è una pandemia di coronavirus o c’è solo una pandemia di test PCR? In particolare, ogni risultato
positivo del test PCR significa che la persona testata è infettata dal
Covid-19, o non significa assolutamente nulla nel contesto dell’infezione da
Covid-19?
2)- Le cosiddette misure anti-covid come
le chiusure, i veti obbligatori, l’allontanamento sociale e le varie norme di
quarantena servono effettivamente a proteggere la popolazione mondiale dal
coronavirus?
O
queste misure servono solo a far credere alla gente, senza fare domande, che la
loro vita è davvero a rischio in modo che le industrie farmaceutiche e
tecnologiche possano alla fine generare i loro enormi profitti dalla vendita di
test PCR, test di anticorpi antigenici e vaccini, così come dalla raccolta del
nostro materiale genetico?
3)- È
vero che il governo tedesco è stato massicciamente pressato, più del governo di
qualsiasi altro paese, dai principali protagonisti di questa cosiddetta
pandemia di corona (il signor Drosten, virologo dell’ospedale Charité di Berlino;
Il signor Wieler, veterinario e capo dell’equivalente tedesco del CDC
statunitense, l’RKI; e il signor Tedros, capo dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità o OMS), perché la Germania è conosciuta come un paese
particolarmente disciplinato e quindi avrebbe dovuto diventare un modello per il
resto del mondo per la sua rigorosa e, naturalmente, riuscita osservanza delle
misure “contro il Covid-19”?
Le
risposte a queste tre domande sono davvero necessarie e urgenti, perché questo presunto nuovo e
pericolosissimo coronavirus non ha effettivamente causato un numero eccessivo
di morti in tutto il mondo, e certamente non in Germania.
Ma le
“misure” anti-vovid, la cui unica base sono i risultati dei test PCR, che a
loro volta sono tutti basati sul test tedesco Drosten, hanno nel frattempo causato la
perdita di innumerevoli vite umane e distrutto l’esistenza economica di innumerevoli
aziende e individui in tutto il mondo.
Ecco
le conclusioni della commissione:
La
crisi del Covid deve essere rinominata “scandalo Coronavirus”.
Lo è:
Il più
grande reato penale di tutti i tempi.
Il più
grande crimine contro l’umanità mai commesso nel mondo.
I
responsabili devono essere:
Processati
per crimini contro l’umanità
Citati
per danni
Morti:
Non
c’è mai stato un eccesso di mortalità in nessun paese.
La
mortalità da coronavirus è equivalente all’influenza stagionale.
Il 94%
dei decessi a Bergamo è stato causato dal trasferimento di pazienti malati in
case di cura dove hanno infettato persone anziane con un sistema immunitario
debole.
Medici
e ospedali di tutto il mondo sono stati pagati per dichiarare i morti vittime
del Covid-19.
Gli
stati americani con e senza chiusura hanno statistiche di malattie e mortalità
del tutto comparabili.
Le
autopsie hanno dimostrato:
I
decessi erano quasi tutti dovuti a condizioni gravi e preesistenti.
Quasi
tutti i deceduti erano persone molto anziane.
La
Svezia (nessuna restrizione) e la Gran Bretagna (restrizioni severe) hanno
statistiche di malattie e mortalità comparabili.
Salute:
Gli
ospedali rimangono vuoti e alcuni rischiano la bancarotta.
La
popolazione ha un’immunità naturale delle cellule T dalle precedenti ondate
influenzali.
L’immunità
di gregge ha bisogno solo del 15-25% dell’infezione sperimentata nella
popolazione e questo è stato raggiunto da tempo.
L’infezione
può essere contagiosa solo se una persona ha dei sintomi.
test:
Molti
scienziati la chiamano pandemia da test PCR, non pandemia da corona.
Anche
persone perfettamente sane e non infettive possono risultare positive al test.
La
probabilità di risultati falsi positivi è dell’89-94% o quasi certa.
Il
Prof. Drosten ha sviluppato il suo test PCR dal vecchio virus della SARS senza
aver mai visto il vero virus “Wuhan” dalla Cina.
Il
test PCR non è basato su fatti scientifici per quanto riguarda le infezioni.
I test
PCR sono inutili per rilevare le infezioni.
Un
test PCR positivo non significa che sia presente un’infezione o che sia stato
trovato un virus intatto.
L’amplificazione
dei campioni dopo 35 cicli non è affidabile, ma l’OMS raccomanda fino a 45
cicli.
Illegalità:
Il
governo tedesco ha bloccato la società, ha ordinato l’allontanamento sociale e
l’uso di maschere sulla base di una sola opinione.
L’isolamento
è stato imposto quando il virus si stava già ritirando.
Le
chiusure erano basate su casi inesistenti di infezione.
L’ex
presidente della Corte costituzionale federale tedesca ha messo in dubbio la
costituzionalità delle misure contro il coronavirus.
L’ex
giudice della Corte Suprema del Regno Unito Lord Sumption ha anche concluso che
non c’era alcuna base fattuale per il panico, né alcuna base legale per le
misure contro il coronavirus.
L’RKI
tedesco (l’equivalente del CDC) ha raccomandato di non eseguire autopsie
Le
misure del Coronavirus non hanno una base fattuale o giuridica sufficiente,
sono incostituzionali e devono quindi essere abolite immediatamente.
Nessuno
scienziato serio considera fondati i falsi modelli informatici di Neil Ferguson
che avvertono di milioni di morti.
I
media mainstream hanno completamente fallito nel riportare qualsiasi fatto vero
della cosiddetta pandemia.
La
democrazia è in pericolo reale di essere sostituita da modelli totalitari
fascisti in tutti i paesi.
Drosten
(del test PCR), Tedros dell’OMS e altri hanno commesso crimini contro l’umanità
come definito nel codice penale internazionale.
I
politici possono evitare di essere etichettati come ciarlatani e criminali
lanciando immediatamente il tanto atteso dibattito scientifico pubblico.
Complotto:
I
politici e i media mainstream hanno deliberatamente gettato nel panico la
popolazione.
I
bambini sono stati deliberatamente costretti e manipolati a sentirsi
responsabili “delle morti dolorose e torturanti dei loro genitori e nonni se
non avessero seguito le regole di Corona-virus”.
Un
test PCR inadeguato e disfunzionale è usato solo per indurre paura e non per
diagnosticare.
Non si
può parlare di una seconda, terza, quarta … ondata.
Ferite
e danni:
Prove
di enormi danni alla salute e all’economia della popolazione.
Misure
anti-coronariche:
Hanno
ucciso innumerevoli persone.
Hanno
distrutto innumerevoli aziende e individui in tutto il mondo.
I
bambini sono stati allontanati ingiustamente dai loro genitori.
I bambini
sono traumatizzati in massa.
Si
prevedono numerosi fallimenti di piccole e medie imprese.
Rimedio:
Le
cause collettive devono essere presentate negli Stati Uniti , in Canada, Gran Bretagna
con tutte le parti interessate in tutto il mondo che hanno l’opportunità di
unirsi.
Le
imprese e i lavoratori autonomi devono essere compensati per le loro perdite e
i loro danni.
Le
cause sono già state presentate, e i documenti di Reiner Fuellmich ci dicono
che persone come il signor Gates, Hancock, Fauci e i loro “amici” non hanno
alcuna possibilità.
È una
buona idea fornire il numero di riferimento di questo caso penale alla vostra
polizia, per esempio, forse proprio insieme alla vostra denuncia penale contro
un “sconosciuto” perpetratore di crimini contro l’umanità e genocidio, o ai
direttori di varie istituzioni sanitarie pubbliche, e ai media mainstream e
aziendali.
Il
crimine contro l’umanità COVID19 e la vaccinazione contro di esso è stato
assegnato n. 6029679/21 .
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