“IN NOME DI UNA FALSA PANDEMIA”

“IN NOME DI UNA FALSA  

PANDEMIA” .

 

Gli Ultimi Giorni

 del “Culto Covid.”

Conoscenzealconfine.it -C. J. Hopkins - ( 24 Gennaio 2022)- ci dice :

 

La narrativa ufficiale del Covid sta finalmente andando in pezzi, o viene frettolosamente smontata, o storicamente rivista, proprio davanti ai nostri occhi.

Non sarà carino, gente. Raramente accade la caduta di un culto della morte. Si udiranno lamenti e stridore di denti, chiacchiere fanatiche incoerenti e tentativi di cancellazione di massa di tweet imbarazzanti.

Ci sarà un vero e proprio tsunami di disperate razionalizzazioni, faticose negazioni, spudorati tentativi di modificare le responsabilità e altre forme di para-culaggine, mentre improvvisamente gli ex membri della setta Covidiana proveranno una fuga dell’ultimo minuto nella giungla.

Sì, è vero, come sono sicuro che avrai notato, la narrativa ufficiale del Covid sta finalmente andando in pezzi, o viene frettolosamente smontata, o storicamente rivista, proprio davanti ai nostri occhi. Gli “esperti” e le “autorità” stanno finalmente riconoscendo che le statistiche “decessi Covid” e “ricoveri in ospedale” sono stati gonfiati artificialmente e totalmente inaffidabili, e stanno ammettendo che i loro “vaccini” miracolosi non funzionano (a meno che non si cambi la definizione della parola “vaccino”), e che hanno ucciso alcune persone, o forse più di alcune persone, e che i blocchi (Look-down ) sono stati probabilmente “un grave errore”.

 

Non mi occuperò di ulteriori citazioni. Puoi navigare in Internet e rendertene conto da solo. Il punto è che la PSYOP “Pandemia apocalittica” ha raggiunto la sua data di scadenza. Dopo quasi due anni di isteria di massa per un virus che causa sintomi di raffreddore o influenza da lieve a moderata (o assolutamente nessun sintomo di sorta) in circa il 95% degli infetti e il cui tasso di mortalità generale per infezione è di circa tra lo 0,1 % e lo 0,5%, i nervi delle persone sono a pezzi.

Siamo tutti esausti.

Anche i cultisti covidiani sono esausti. E stanno iniziando ad abbandonare il culto in massa. Era sempre per lo più solo una questione di tempo. Come ha detto Klaus Schwab:

“la pandemia ha rappresentato una finestra di opportunità rara ma ristretta per riflettere, re-immaginare e ripristinare il nostro mondo“. Non è finita, ma quella finestra si sta chiudendo e il nostro mondo non è stato “re-immaginato” e “reimpostato”… non irrevocabilmente, non ancora. Chiaramente, il Capitalismo globale ha sottovalutato la potenziale” resistenza al Great Reset” e il tempo necessario per schiacciare quella resistenza.

 

E ora il tempo stringe, e la resistenza non è schiacciata… anzi, sta crescendo. E non c’è niente che Globo-Cap possa fare per fermarlo, a parte mostrarsi apertamente totalitario, cosa che non può, poiché sarebbe un suicidio.

 Come ho notato in un recente articolo: “Il totalitarismo New Normal – e qualsiasi forma di totalitarismo capitalista globale non può mostrarsi come totalitarismo, o addirittura autoritarismo.

Non può riconoscere la sua natura politica. Per esistere, non deve esistere. Soprattutto, deve cancellare la sua violenza (la violenza a cui alla fine si riduce tutta la politica) e ci appare come una risposta essenzialmente benefica a una legittima ‘crisi sanitaria globale’…”

La “crisi sanitaria globale” simulata è, a tutti gli effetti, finita.

 Il fatto è che, se hai intenzione di mantenere le masse in balia di una frenesia insensata di paranoia per una “pandemia globale apocalittica”, a un certo punto, devi produrre una vera pandemia globale apocalittica.

 Statistiche e propaganda false ti trasporteranno emotivamente per un po’, ma alla fine le persone avranno bisogno di sperimentare qualcosa che almeno assomigli a una vera piaga mondiale devastante.

 

Inoltre, Globo-Cap ha seriamente esagerato con i “vaccini” miracolosi. I cultisti Covid credevano davvero che i “vaccini” li avrebbero protetti dalle infezioni. E ora guardano a un futuro in cui dovranno sottoporsi a “vaccinazioni” e “richiami” ogni tre o quattro mesi per mantenere aggiornati i loro “certificati di conformità”, per poter svolgere un lavoro, frequentare una scuola, o mangiare in un ristorante, che, va bene, ai cultisti più accaniti sta bene, ma ci sono milioni di persone che si sono conformate, non perché sono fanatici deliranti che avvolgerebbero la testa dei loro figli nel cellophan se Anthony Fauci glielo ordinasse, ma puramente per “solidarietà”, o convenienza, o istinto di gregge, o… codardia.

Molte di queste persone (cioè i non fanatici) stanno iniziando a sospettare che forse quello che noi – “estremisti con il cappello di carta stagnola, negazionisti del Covid, anti-vax, teorici della cospirazione” – abbiamo detto loro negli ultimi 22 mesi, potrebbero non essere così folli come pensavano inizialmente.

Stanno facendo marcia indietro, razionalizzando, rivedendo la storia e inventando ogni tipo di stronzata egoistica, come siamo ora in “un mondo post-vaccino” o come “la scienza è cambiata” o come “Omicron è diverso”, per evitare di essere costretti ad ammettere di essere vittime di una PSYOP e dell’isteria di massa mondiale che ha generato.

Il che… da una parte è un bene, lascia che dicano tutto ciò di cui hanno bisogno per il bene della loro vanità, o della loro reputazione di giornalisti investigativi, celebrità di sinistra o rivoluzionari di Twitter.

Se pensi che questi membri della setta Covidiana riconosceranno mai pubblicamente tutti i danni che hanno fatto alla società, alle persone e alle loro famiglie, da marzo 2020, tanto meno scusarsi per tutti gli abusi che hanno riversato su quelli di noi che hanno riportato i fatti… beh, ti sbagli.

Non lo faranno.

Ci gireranno intorno, equivocheranno, razionalizzeranno e mentiranno a denti stretti, qualunque cosa serva per convincere sé stessi e il loro pubblico sarà fatta. Manda queste persone all’inferno se ne hai bisogno… Mi sento arrabbiato e tradito come te. Ma non perdiamo di vista la posta in gioco finale. Sì, la narrativa ufficiale si sta finalmente sgretolando e il Culto Covid sta iniziando a implodere, ma ciò non significa che questa lotta sia finita.

 

Globo-Cap e i suoi burattini al governo non annulleranno l’intero programma “New Normal”, faranno finta che gli ultimi due anni non siano mai accaduti e si ritireranno con grazia nei loro sontuosi bunker in Nuova Zelanda e nei loro mega yacht. I movimenti totalitari e i culti della morte in genere non finiscono con grazia. Di solito cadono in un’orgia gratuita di violenza sfrenata e nichilista, mentre il culto o il movimento tenta disperatamente di mantenere la presa sui suoi membri vacillanti e di difendersi dall’invasione della realtà. Ed è qui che siamo in questo momento… o dove saremo molto presto.

Città, stati e paesi di tutto il mondo stanno portando avanti l’attuazione della società di biosicurezza New Normal, nonostante non ci sia più alcuna giustificazione plausibile per essa. Non so cosa accadrà. Non sono un oracolo. Ma ci stiamo avvicinando pericolosamente al punto in cui Globo-Cap dovrà mostrarsi per il fascista in piena regola che è, se vuole finire ciò che ha iniziato. E se ciò accade, le cose potrebbero diventare molto brutte.

Lo so… le cose sono già brutte, ma sto parlando di un tipo completamente diverso di brutto. E’ ciò che accade ai movimenti totalitari e ai culti della morte una volta che l’incantesimo è rotto e le loro narrazioni ufficiali vanno in pezzi. Quando cadono, cercano di portare con sé il mondo intero.

Non so… ma spero che saremo in grado di evitarlo. In ogni caso da quello che ho sentito e letto, non ci sarà da divertirsi.

 C. J. Hopkins.– (cjhopkins.com -- consentfactory.org)-(Consentfactory.org/2022/01/18/the-last-days-of-the-covidian-cult/).

 

 

 

 

 

La Russia dichiara la morte

del green pass, e torna a vivere.

Visionetv.it- Tim Kirby-(24-1-2022)- ci dice :

 

Una cosa che l’individuo può fare è resistere, e quando la maggior parte della popolazione decide di dare uno stop alle ruote il motore si ferma.

La somma di tutte le massime paure per il russo medio è stata appena scongiurata.

Il grande pacchetto di risposte totalitarie a un problema di discutibile grandezza è stato avviato dalla Duma di Stato.

C’è stata un’aria di terrore tra la popolazione che stava aspettando di vedere se la legislazione nazionale sul codice QR sarebbe diventata legge distruggendo le loro vite e le loro attività per separare i vaccinati dagli appestati.

 C’era la paura che in una sorta di dialettica hegeliana la legge del QR code rimanesse nelle vite dei russi. Per fortuna, per il bene dell’economia russa e della sanità mentale stessa, ora non è più così. Questa decisione di eliminare completamente il codice QR dell’apartheid non solo arriva in un momento storico interessante, ma ha una grande rilevanza per la stessa Russia e le questioni relative al Covid-19 su scala globale.

 Ma perché  il pubblico era così preoccupato per la storia del QR code?                                                  Non dovremmo pensare solo a combattere il Covid-19?

C’è stata una sorta di prova di questo sistema di codici QR a Mosca.

Non è durata molto a lungo e fin dall’inizio è stato chiaro che le masse russe non avrebbero lasciato che le leggi ostacolassero le loro attività quotidiane come fanno da sempre.

 Qualsiasi processo di filtraggio agli ingressi della metropolitana è stato un disastro che ha causato un completo collasso dei trasporti ed è durato circa 48 ore in totale.

La versione ridotta di questa idea si applicava principalmente ai ristoranti che erano costretti a controllare gli ospiti richiedendo il pass vaccinale.

C’è stata molta resistenza a questo, e alcuni astuti ristoratori hanno pensato bene di convincere il governo che sebbene stessero applicando le restrizioni del codice QR,  lasciavano comunque che chiunque varcasse la porta.

Dopo il ritorno di Putin da uno dei suoi viaggi all’estero, questo sistema, sempre così critico per la nostra sicurezza, è svanito nel nulla, ma ha sicuramente lasciato l’amaro in bocca al pubblico e a molti ristoranti in bancarotta.

Successivamente un progetto simile è stato messo in atto in Tatarstan con risultati ancora più violentemente contrastati. Forse se ciò fosse accaduto a livello nazionale in un colpo solo avrebbe potuto distruggere l’economia russa.

La follia QR a Mosca/Tatarstan da San Pietroburgo a Vladivostok sarebbe stata molto più devastante di tutti i pacchetti di sanzioni di Washington messi insieme.

Forse è stata quindi una scelta saggia per un noto presidente mantenere la questione dei “diritti degli Stati” e riaffermare ripetutamente che la vaccinazione è una scelta personale.

Allora perché è successo ora?

La gente mi chiede da un po’ di tempo notizie su quanto accade in Russia in merito alle misure anti-Covid e su cosa sta facendo il governo.

Il problema è che per capire la Russia di oggi semplicemente non si può pensare allo Stato come a un blocco monolitico. Non c’è la dittatura di Putin sotto un culto schiacciante della personalità con tutte le strade del potere che portano a una specie di Dio-Imperatore spesso a torso nudo. La Russia non è il Cubo Borg.

C’è stata un’enorme guerra invisibile in corso dietro le mura delle istituzioni governative per la pandemia, il che spiega perché le politiche Covid qui sono arrivate e se ne sono andate apparentemente a caso in varie regioni. Anche a livello macroscopico, c’è stata una spinta morbida (con la minaccia di una spinta dura) per la vaccinazione eppure lo stesso Putin qualche settimana fa ha detto qualcosa di molto importante sul ceppo Omicron…

“Anche se dicono che (Omicron) non sia cosi  dannoso, alcuni esperti lo chiamano persino vaccinazione in tempo reale. (…) Non anticipiamo noi stessi”.

In termini politici, questo sembrava un grande appello a lasciar andare l’intera situazione del Covid pur avendo la possibilità di ritrattare questa affermazione in poche settimane, se necessario. È anche una risposta molto russa a un problema per cui le cose si risolvono magicamente da sole. Per chi è incline alla cospirazione è interessante che questa variante Omicron auto-vaccinale del Covid-19 che Putin ha portato all’attenzione del pubblico sia accusata di essere stata creata artificialmente dai media mainstream. Questo è sicuramente uno spunto di riflessione.

Andando oltre sul terreno della cospirazione, potrebbe esserci una connessione tra il fallimento assoluto dei negoziati tra Russia e Stati Uniti e l’abbandono definitivo di questa legislazione sul codice QR. La Russia non ha ottenuto nulla di ciò che voleva dai globalisti, quindi forse è per questa ragione che i globalisti non riceveranno nulla dalla Russia? La partecipazione di Mosca alla grande recita scolastica potrebbe essere finita per sempre.

 

Cosa significa questo per la Russia?

Entrambe le parti della lotta contro il Covid in Russia hanno fatto un buon lavoro nel costruire liste di nemici e un profondo odio radicato di un gruppo verso l’altro.

 Quando una parte vince in questo tipo di scenario, possiamo tutti indovinare cosa accadrà dopo. Potrebbero esserci alcune importanti ristrutturazioni e licenziamenti in arrivo entro il prossimo anno poiché il momento della vendetta è sicuramente vicino.

Per le masse russe questo dimostrerà che l’ostinazione paga. Molto spesso le persone di dubbia intelligenza sovrastimano enormemente la capacità dell’individuo di apportare cambiamenti nella società, ma una cosa che l’individuo può fare è resistere e quando la maggior parte della popolazione decide di dare uno stop alle ruote il motore si ferma. La mentalità dei russi ha salvato la situazione e i tratti culturali russi relativi al completo disprezzo delle regole e della brutale ostinazione sono stati riconfermati tali  per almeno un’altra generazione.

Cosa significa questo nel contesto di Covid-19 a livello globale?

Ora c’è una grande nazione che ha sostanzialmente rinunciato alle misure anti-Covid. E la Russia è anche un attore globale sia sui media che su Internet che di fatto adesso possono pubblicizzare questo fatto. Mentre gli australiani vengono picchiati e gasati per non aver indossato una mascherina in qualche bar, la Russia probabilmente dirà al mondo quanto sia bello aver sconfitto il Covid usando misure che hanno avuto un impatto minimo sui diritti dei cittadini e ora tutto è tornato alla vecchia normalità. Potrebbero persino trasmettere l’idea che Omicron sia una soluzione passiva al problema e che non ci sia più alcuna minaccia.

 

Ciò renderà la Russia ancora più attraente per i conservatori occidentali e dovremmo aspettarci un’ondata di immigrazione anti-vaxxer nella terra degli orsi e della neve. Sei libero di ridere di quello che sto raccontando, ma quando si ricevono e-mail su questo problema ogni giorno, le cose sembrano molto diverse.

Ma ovviamente, se la Russia abbandona completamente la sua guerra al Covid, ciò significa che i russi presenteranno improvvisamente un “pericolo” per le popolazioni di nazioni straniere e potrebbero essere banditi dal viaggiare nella maggior parte se non in tutto l’Occidente indipendentemente dal loro status vaccinale.

 E andare in Russia da occidentale potrebbe significare la morte da viaggiatore, poiché sei stato contaminato dalla loro mancanza di misure anti-Covid. Può sembrare folle, ma è burocraticamente logico e un passo successivo naturale nel conflitto monopolare e multipolare in continua evoluzione in cui ci troviamo tutti contro la nostra volontà.

( Tim Kirby, traduzione Martina Giuntoli).

 

 

 

I diritti sono subordinati al green pass.

 L’onorevole  dott.sa Cunial non può votare.

Visionetv.it- Giulia Burgazzi- (25-1-2022)- ci dice :

 

Non ha il green pass e non ha nemmeno il Covid. L’onorevole Sara Cunial, ex M5S ed ora nel gruppo misto, non ha potuto votare ieri, lunedì 24 gennaio, alla prima chiamata per l’elezione del Presidente della Repubblica. Minaccia ricorsi per fare invalidare tutte le operazioni.

All’onorevole Cunial era vietato raggiungere i grandi elettori che sono ammessi a Montecitorio in virtù del possesso del green pass. Le è stato vietato anche di comportarsi come i grandi elettori malati di Covid, in quarantena o in isolamento. Sono privi di green pass e per loro è stato allestito un seggio drive in fuori dal palazzo.

La vicenda dell’onorevole Cunial è surreale e riconducibile al concetto del bacio della pantofola. Ovvero, i politici che contestano le scelte del Governo in materia di gestione del Covid devono innanzitutto piegarsi a quelle stesse scelte che essi contestano. Detto in altre parole, devono munirsi del green pass. L’onorevole Cunial rifiuta il green pass. Non ce l’ha nemmeno nell’effimera versione base che si ottiene col tampone.

Si possono apprezzare o criticare le posizioni e gli atti dell’onorevole Cunial, ma una cosa le va comunque riconosciuta. E’ l’unica che conduce una battaglia senza quartiere, senza se e senza ma, contro il green pass. Ne vuole la cancellazione. Di conseguenza, non ha modo di far valere la sua volontà.

Riassunto delle puntate precedenti. L’elezione del Presidente della Repubblica, oltre a somigliare ad una lotta nel fango fra caimani e forze oscure, si svolge nell’era del Covid. Diversi grandi elettori sono positivi al virus o anche malati.

Un decreto legge contiene le disposizioni che consentono anche a loro di votare. Come si legge in premessa, esso discende da due ordini del giorno del Parlamento “che impegnano il Governo a garantire ogni forma di collaborazione per permettere a tutti i 1.009 delegati di partecipare” alla scelta del prossimo Presidente.

 

Il frutto di questo decreto legge è l’inedito voto in un drive in fuori da Montecitorio per i grandi elettori sprovvisti di green pass in quanto malati, contagiati o in isolamento: ad essi infatti è accordato il permesso di lasciare, a determinate condizioni, le loro abitazioni. E chi non ha il green pass perché semplicemente rifiuta il principio? Forse che non fa parte dei 1.009 grandi elettori?

E’ il caso dell’onorevole Cunial, appunto. Ha chiesto di votare anche lei al seggio drive in e la risposta è stata no. Ci è andata lo stesso, accompagnata dal suo avvocato. I commessi non l’hanno fatta passare. Cacciata via come un cane in chiesa.

Qui siamo al di là della politica e anzi ben al di sotto della politica: i diritti – perfino quelli dei parlamentari – sono subordinati al green pass e al tampone. Alle prossime elezioni toccherà anche a noi?

(GIULIA BURGAZZI).

 

 

 

 

 

OMS: possibile fine della pandemia

 in Europa. L’Italia continuerà ad andare controcorrente?

Visionetv.it- Andrea Sartori- (24 gennaio 2022)- ci dice :

 

Brutte notizie per il governo italiano. Non sono solo quei cattivoni antieuropeisti degli inglesi a sostenere che Omicron condurrà alla fine della pandemia. Ora lo dice persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità. La pandemia potrebbe finire in Europa: sono le parole del direttore di Oms Europa Hans Kluge.

La direzione della pandemia va compresa guardando la nazione che è stata usata come “canarino in miniera” in questa follia, ovvero Israele: è stata la prima nazione a introdurre il green pass, è la prima (o quasi) a levarlo. Ora l’Oms stessa dichiara la quasi fine in Europa di una pandemia, tra l’altro mai dichiarata ufficialmente come tale, ma, con un’acrobazia verbale, come “qualcosa di simile”.

Non solo: l’OMS ha fatto capire che anche le restrizioni per viaggiare potrebbero essere alleggerite o tolte del tutto.. Anche qui il Regno Unito ha fatto da apripista: Boris Johnson aveva già abolito il tampone.

E quindi?

Abbiamo compreso che quel che accade a Londra e Tel Aviv a cascata si riverbera quantomeno sul mondo occidentale (ad eccezione delle colonie britanniche in Oceania, che tornano ad essere bagni penali) e che quindi la cosa sta finendo.

E qui ci domandiamo: perché ieri è circolata la voce di un green pass eterno per i tridosati?

 Che il green pass, a differenza di quello che sta accadendo in Uk, Irlanda, Israele e Spagna, diventerà permanente?

 Lo stesso primo ministro francese Castex ha detto che il “pass vaccinal” sarà levato qualora calino i contagi.

Questo ha allarmato molti, ma va subito detto che si tratta di ipotesi, e abbiamo visto come alcune ipotesi diffuse dai quotidiani si siano rivelate non vere se non autentiche psy op governative per tastare il polso della situazione attraverso le reazioni della gente sui social.

 L’Europa sta addirittura valutando il modello spagnolo e questo fa crollare l’ultima bugia di questi anni: che quello italiano fosse il modello che l’Europa voleva seguire.

Ai nostri politicanti certamente le restrizioni eterne piacerebbero: il chihuauhua dei Baskerville lo ha detto chiaramente.

Ma a questo punto l’Italia diventerebbe un paria internazionale. Se lo può permettere?

(Andrea Sartori).

 

 

 

 

Basta cappuccino e vaccino:

tira aria nuova allo Spallanzani,

che va controcorrente.

Visionetv.it-Martina Giuntoli-(25 Gennaio 2022)- ci dice : 

Anno nuovo, aria nuova anche per gli ospedali di regime. Negli ultimi giorni all’ospedale Spallanzani  di Roma il direttore Francesco Vaia si è lanciato in una serie di affermazioni che fanno dell’istituto romano uno dei primi a fare dietrofront al diktat di regime.

A dire il vero già ad inizio gennaio lo stesso Vaia aveva azzardato dichiarazioni contro corrente, annusando in anticipo su tutti il profondo cambiamento di narrativa che di lì a poco sarebbe avvenuto. Affermava infatti in tale occasione che nella sua esperienza “il COVID era ormai diventato semplicemente una malattia endemica stagionale”, vale a dire un’influenza.

Tuttavia con oggi  la sanità italiana si apre ufficialmente ad approcci diversi, più ragionevoli, più consoni alla gestione di un’endemizzazione del virus e quel che è più importante si smette di parlare di emergenza.

Ed è lo stesso Vaia a proporre l’interruzione del bollettino di guerra quotidiano che va avanti ininterrotto ormai da due anni.

“Ad oggi non ha più senso parlare continuamente di malati e di morti, quando è possibile affrontare il COVID in maniera tempestiva , ambulatoriale e con terapie precoci”.

 Cosa? Terapie precoci?

 Solo a pronunciare queste due parole fino a qualche settimana fa si veniva bollati come no-vax, ora pare la normalità per Vaia.

“Basta anche con i tamponifici.

 Non abbiamo bisogno di testare tutti indiscriminatamente. Chi non ha sintomi, faccia la sua vita”,

continua il direttore, che afferma questo dopo aver predicato per due anni che il miglior modo di uscire dalla pandemia fosse quello di testare tutti e tracciare tutti. Ricordate?

 Test, test, test.

 Per non parlare della App Immuni, uno dei poco discussi fallimenti del regime sanitario.

E vogliamo parlare della quarantena?

 Mentre la Ardern solo ieri minacciava isolamenti mensili in Nuova Zelanda, lo Spallanzani è nuovamente all’avanguardia, visto che gli asintomatici escono dalla quarantena dopo appena 5 giorni “proprio come in America”.

Vietatissimo fare confronti con altre nazioni prima d’ora.

Ma adesso va bene, anzi benissimo,  come lo fosse sempre stato.

 

Altro tabù infranto da Vaia , il vaccino russo Sputnik su cui ha effettuato uno studio in collaborazione con l’Istituto Gamaleya. Il siero di Putin è stato valutato in una comparazione sul potere neutralizzante e sulla durata degli anticorpi all’antigene confrontando i risultati con quelli ottenuti con Pfizer.

Finora guai a parlare di Sputnik, ma con Omicron tutto diventa possibile, persino aprire gli orizzonti a est. Omicron è imprevedibile, buca i vaccini, ma a quanto pare anche la narrativa.

A dirla tutta, Vaia anche sul vaccino fece affermazioni decisamente contro corrente già un paio di settimane fa dichiarando “ non è che possiamo fare cappuccino e vaccino. Se la casa non ha l’impianto a norma non è che posso continuare con le candele a vita, metto a posto quello che non va nell’impianto. Ugualmente non posso fare quattro o cinque dosi dello stesso farmaco ad un soggetto quando so che non serve”.

A questo punto ci chiediamo se questo approccio privo di allarmismi e di stress non fosse più adatto fin dall’inizio della vicenda COVID. Sicuramente era possibile e avrebbe prodotto minor danno sia agli individui che alle economie.

Sono stati necessari due anni, ma verosimilmente si accoderanno anche altri alla inesorabile variante della verità per cui non c’è vaccino che tenga.

(MARTINA GIUNTOLI).

 

 

 

 

La protesta dei camionisti in Canada:

decine di migliaia in carovana contro l’obbligo vaccinale

visionetv.it-Joanne Lee Yoyng-(25 Gennaio 2022)- ci dice:

 

Si snoda per ormai 70 chilometri  su vari percorsi, e conta circa 50mila camion, la carovana senza precedenti che sta percorrendo le strade del Canada in direzione Ottawa. L’iniziativa, convocata in risposta all’obbligo vaccinale transfrontaliero tra Canada e Stati Uniti, sta raccogliendo milioni di dollari nonché l’entusiasmo dell’intero Paese che sostiene i camionisti e li applaude lungo le strade. Ecco un articolo del “Vancouver Sun” che riassume quanto accade.

I camionisti sono partiti domenica da Metro Vancouver e Northern BC unendosi ad un convoglio che attraversa il paese verso Ottawa per protestare contro l’ordine federale di vaccinazione obbligatoria per i camionisti.

Il convoglio di protesta è iniziato quando il Canada si è unito agli Stati Uniti nell’obbligo vaccinale per il COVID-19 per i camionisti frontalieri con obbligo anche di pass vaccinale da esibire al confine.  Le restrizioni statunitensi, che si applicano anche al confine tra Stati Uniti e Messico, si applicano a tutte le persone non statunitensi che viaggiano per motivi sia essenziali che non essenziali. In precedenza, i conducenti di camion erano stati esentati come fornitori di servizi essenziali.

Il 15 gennaio, il Canada ha iniziato a richiedere ai camionisti americani l’obbligo vaccinale e ai camionisti canadesi non vaccinati di stare in quarantena per 14 giorni.

Il fatto che la vaccinazione sia richiesta sia da Ottawa che da Washington non sta scoraggiando nessun camionista del British Columbia dal protestare. “Se il Canada smette di richiedere l’obbligo vaccinale, gli Stati Uniti lasceranno entrare i camionisti non vaccinati e noi li lasceremo tornare a casa“, ha detto Sean Tiessen, un autista di Grand Forks che guida autocarri da 23 anni.

 

Egli quest’anno non ha potuto  iniziare il suo lavoro invernale di trasporto di legname oltre confine proprio a causa dell’obbligo di vaccino a cui non aveva ottemperato.

“Non credo che sarebbe così difficile per (Stati Uniti e Canada) fare un cambiamento. Sono partner commerciali globali”.

Grandi camion si sono radunati presso la bilancia Nordel Way a Delta all’inizio di domenica e nel pomeriggio Sean Tiessen si stava già dirigendo verso Kelowna sperando di raggiungere la sua prima tappa a Calgary.

Altri camionisti si stanno contemporaneamente  dirigendo da Prince George a Calgary, dove Tiessen prevede che il gruppo, che si sta autodefinendo Convoy for Freedom 2022, crescerà di dimensioni.

Una pagina GoFundMe creata per aiutare i conducenti a coprire spese come carburante, cibo e alloggio durante i loro viaggi ha raccolto, entro domenica, oltre 2,6 milioni di dollari.(…)

La Canadian Trucking Alliance si è espressa contro il convoglio in una dichiarazione rilasciata 24 ore prima della partenza dei camionisti.

Ha detto che la “grande maggioranza” dei camionisti canadesi è vaccinata e che il tasso di immunizzazione è alla pari con quello del resto della popolazione.

Tuttavia, “questo regolamento non sta cambiando, quindi, come parte del settore, dobbiamo adattarci e rispettare questo obbligo“, ha affermato il presidente dell’Associazione Stephen Laskowski.

 In una dichiarazione rilasciata alla stampa, l’associazione dice che “non sostiene e disapprova fortemente qualsiasi protesta su strade pubbliche, autostrade e ponti. CTA ritiene che tali azioni, in particolare quelle che interferiscono con la sicurezza pubblica, non siano il modo in cui dovrebbero essere espressi i disaccordi con le politiche del governo“.

( Joanne Lee Young, traduzione Martina Giuntoli).

 

 

Fuga dalle Poste: gli italiani senza pass

si mettono in coda per ritirare i risparmi?

Visionetv.it- Arnaldo Vitangeli -( 25 Gennaio 2022  )- ci dice :

Mancano pochi giorni allo scadere del conto alla rovescia per l’entrata in vigore delle nuove durissime norme contenute nell’ultimo DPCM, e sui social gli utenti raccontano di file chilometriche davanti agli uffici postali.

Si tratta di cittadini che, sprovvisti di green pass, non potranno più recarsi all’ufficio postale per ritirare la pensione o fare qualsiasi operazione sui loro conti. Come riferiscono sul web, hanno quindi deciso di chiudere i conti e ritirare il denaro prima di trovarsi impossibilitati ad accedervi.

La decisione del governo di bloccare l’accesso agli uffici postali va nella direzione di imporre a quei milioni di italiani over 50 che hanno rifiutato il siero sperimentale di continuare a vivere senza piegare la testa ai diktat di Speranza e ai progetti di Big Pharma.

Dopo aver di fatto imposto ai lavoratori dipendenti del pubblico e del privato la punturina magica per poter continuare a ricevere lo stipendio, il governo del banchiere Draghi ha deciso di affrontare la questione dei tanti pensionati che,  non ricattabili dal punto di vista lavorativo, continuano a resistere sbarrandogli le porte di banche e uffici postali.

Cavallo che vince non si cambia, avrà pensato l’aspirante presidente della Repubblica, dopo che i greci erano stati ricondotti all’ordine con il blocco dell’erogazione di contanti da parte dei bancomat ellenici.

Impedirgli di accedere al servizio dove gli viene accreditata la pensione e dove custodiscono i loro risparmi deve essere stato visto come il modo migliore per costringere gli anziani riottosi ad obbedire, ma la decisione potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze del ritiro della liquidità da parte di tanti nostri concittadini?

L’economia sta vivendo un momento difficilissimo; inflazione e crisi energetica stanno colpendo le imprese e minando la tanto decantata ripresa, mentre il settore finanziario, mai messo al sicuro dopo la grande crisi, continua a essere a rischio crollo.

Cdp, che gestisce il risparmio postale degli italiani, nei primi sei mesi dell’anno ha visto la raccolta toccare quota 386 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto al dato di fine 2020.

 In particolare, la raccolta del risparmio postale è stata di 279 miliardi di euro,  ovvero +2,9 miliardi di euro rispetto al 2020. Ma in questi ultimi anni sono diminuiti gli italiani che scelgono di custodire nella posta i propri risparmi e attualmente il primo posto nella gestione del risparmio privato è saldamente in mano al gruppo Intesa-Sanpaolo.

La Cassa Depositi e Prestiti, che svolge un ruolo vitale nel sistema industriale italiano ed ha sopperito in questi anni alla mancanza di una banca pubblica che consenta e tuteli lo sviluppo industriale del Paese in settori strategici, di tutto ha bisogno meno che di essere indebolita.

Se migliaia di cittadini italiani chiuderanno i loro conti o liquidano i loro investimenti, per avere il danaro in contante, per acquistare un bene immobile che non si svaluti o per protesta politica contro un governo che gli vuole imporre un trattamento sanitario obbligatorio, a pagarne le spese non sarà soltanto la Cassa Depositi e Prestiti, ma l’intero settore produttivo italiano, comprese imprese strategiche che fanno gola ai nostri competitori internazionali. Draghi lo sa bene, ma evidentemente la cosa non lo preoccupa.

(ARNALDO VITANGELI).

Putin dichiara guerra al bitcoin:

riuscirà a vincerla?

Visionetv.it- Andrea Sartori- ( 25 Gennaio 2022)- ci dice : 

 

Non ci sono solo i venti di guerra che spirano in Ucraina: la Russia sta portando avanti anche un’altra battaglia, quella contro le criptovalute. Sì, perché la Banca Centrale Russa ha proposto di vietare gli investimenti in bitcoin.

Non è la prima volta che la Russia dichiara guerra alle criptovalute. Sono anni che Mosca vuole chiudere la partita col bitcoin, dicendo che è all’origine del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo. La realtà è un’altra: le criptovalute stanno preoccupando il governo anche per la loro crescente popolarità presso i russi.

Il volume attuale di transazioni in crypto fatte dai russi ammonta a cinque milioni di dollari.

 Il governatore della Banca Centrale Russa Ksenia Yudaeva sostiene che il governo è seriamente preoccupato per la crescente popolarità del bitcoin e si propone di seguire l’esempio cinese di rendere totalmente illegali le crypto.

Ma il bando cinese non ha intaccato più di tanto le criptovalute. Ma a questo giro le criptovalute sono crollate, per una combinazione di eventi: non solo il ban russo, ma anche la Fed che alza i tassi d’interesse.

Come detto la Yudaeva ha parlato di crescente popolarità del bitcoin tra i russi. Tutto ciò ricorda la guerra di Putin a Telegram: una guerra che il Cremlino perse. In realtà è un segno della lotta impari tra lo Zar e una parte del suo popolo: Putin è notoriamente un dinosauro tecnologico (in ambienti vicini al Cremlino si dice che neppure usi la mail) mentre i russi sono oramai completamente abituati alla tecnologia. Sono anni che il Roskomnandzor, l’agenzia federale sulle Telecomunicazioni, tenta di bandire i social occidentali. Sono altrettanti anni che questo ban resta sulla carta e basta, mentre i russi fanno uso compulsivo di Instagram e Facebook. L’unico ban parzialmente riuscito è quello su Telegram, che però è un’applicazione Made in Russia.

I bitcoin non sono ancora ufficialmente banditi in Russia: i rappresentati della Banca Centrale stanno cercando il modo per riuscirci. Con quanto successo, visti i precedenti, non sappiamo. I ragazzi russi, che hanno continuato ad usare Telegram anche quando era oscurato (i dipendenti di Yandex lo usavano proprio per sfuggire alle orecchie del governo), probabilmente troveranno una scappatoia anche con le criptovalute?

(ANDREA SARTORI).

 

 

 

Green Pass “eterno”?

Cos’ha fatto Draghi agli italiani.

Libreidee.org-Roberto Dal Bosco- (25/1/2022)- ci dice :

 

«È legittimo dunque porsi la domanda di fondo. Il Green Pass serve a spingere la vaccinazione di massa o il contrario?».

 Un articolo di importanza capitale è apparso sul quotidiano “La Verità”.

Il pezzo, complesso e dettagliato, si intitola “La card non è un mezzo ma lo scopo: erogherà “diritti” solo agli schedati”.

Le rivelazioni dei due giornalisti Claudio Antonelli e Giulia Aranguena, che hanno indagato sull’architettura legale e informatica del Green Pass, confermano quanto “Renovatio 21” scriveva qualche giorno fa: il Green Pass è il mezzo sul quale correrà l’euro digitale promesso dalla Lagarde alla Bce.

 Cioè, l’installazione di una società del controllo totale, dove il cittadino è sottomesso biologicamente, economicamente, elettronicamente al potere centrale.

 «La creazione di questa grande piattaforma di sorveglianza del cittadino – addirittura di capillarità più profonda di quella cinese – è il vero grande compito che i padroni del vapore si sono dati in questi anni», scrivevamo.

«Con l’euro digitale, come con il Green Pass, voi dipendete dall’Istituzione: persino per le attività più basilari, perfino per i diritti “prepolitici”: mangiare, bere, muoversi…».

Ora l’identità profonda delle due cose – Green Pass ed euro digitale – è dimostrata dal reportage del giornale milanese, che ha scavato a fondo nei documenti.

Il Green Pass, essenzialmente, è una piattaforma elettronica pensata per esistere anche senza il vaccino: «Il Green Pass nudo e crudo è quindi un account che mira ad attestare il possesso di determinate condizioni in base alle quali un utente può dirsi abilitato e verificato rispetto a una piattaforma che eroga diritti e libertà (vedi il semaforo verde) concessi dal gestore.

 In questo caso il gestore della piattaforma è lo Stato, la piattaforma è proprietaria e a totale controllo statale, i diritti e le libertà di accesso a un determinato luogo vengono restituiti sotto forma di concessione da parte del gestore stesso».

L’Europa ha emesso un regolamento (2021/953 del 14 giugno 2021) attraverso cui è stato creato il Dgcg – Digital Green Certificate Gateway.

Tale euro-gateway è costituito da una rete di database «in ordine all’interoperabilità dei certificati verdi e alla capacità di riconoscimento reciproco tra Stati membri, definiti come semplici punti di backend della rete».

Si tratta di una grande operazione informatico-amministrativa «essenzialmente riconducibile ai tecnocrati dell’e-Health network, il gruppo di soggetti pubblici istituito dalla Direttiva 2011/24/Eu» che raggruppa enti sanitari digitali di vari stati membri.

 I progetti, che vertevano sull’integrazione dei sistemi di identità digitale, erano stati lanciati anni prima della pandemia ma sono stati implementati da una “decisione esecutiva” della Commissione solo il 28 giugno 2021.

Su questa base, si è mosso con velocità e precisione impressionanti il governo dell’ex capo della Bce Mario Draghi.«Il governo Draghi, già dallo scorso aprile con il Decreto Sostegni, poi a maggio e giugno, rispettivamente con l’introduzione della governance per il Pnrr ex decreto 31 maggio 2021 e con il decreto del 17 giugno 2021, ha tirato in piedi, non certo dal nulla, la ciclopica macchina della piattaforma nazionale Digital Green Certificate (Pn-Dgc) per l’emissione, il rilascio e la verifica dei certificati verdi».

 Il tema al centro è sempre quello della comunicazione tra database.

Così, Draghi «ha reso interoperabili le banche dati dell’anagrafe nazionale vaccinale (Anv) e quelle regionali, e le ha collegate al sistema della tessera sanitaria gestita dal ministero dell’economia e dell’Eu-Dgcg sopra menzionata, facendo diventare il tutto il “gateway” portante dell’intera infrastruttura digitale. Il compito della certificazione è stato affidato, per l’Italia, al Poligrafico della Zecca dello Stato».

Si tratta insomma dell’unificazione di tutte le banche dati in un unico sistema elettronico.

I due giornalisti del quotidiano milanese risalgono la morfologia, criptica, opaca, del sistema e della sua genesi.

 «In pratica, il cuore stesso del Green Pass si basa sulla tecnologia della blockchain, destinata a conservare e aggiornare tutte le chiavi pubbliche di firma attribuite alle autorità di certificazione designate nei singoli Stati membri per convalidare i certificati verdi, prima della loro definitiva convalida, nonché tutte le aggregazioni alle chiavi private corrispondenti all’identità di ciascun “holder” abilitato dal possesso certificato di una delle tre condizioni di rilascio del pass (vaccinazione, tampone negativo o guarigione)».

La struttura «grazie a questa forte interoperabilità (finanche con i “framework” in corso di sviluppo a livello internazionale, come quello dell’Oms datato agosto 2021)» si conforma quindi «come un sistema complessivamente dotato di modularità e scalabilità, costruito cioè come idoneo ad adattarsi a picchi di carico improvvisi senza diminuire il livello di servizio (…) adatto quindi anche a impieghi addizionali, usi, scenari e tipologie di certificazione diverse».

«È facile allora concludere che il Gp account non è null’altro che la stessa identità digitale pubblica degli utenti, o portatori di certificazione verde, da custodire nei portafogli digitali iOS e Android istallati sui cellulari». Quindi «tale Id account sembra proprio essere subordinato nel rilascio alla tenuta di una determinata condotta o al possesso di un determinato status da porre in essere sulla propria persona senza alcuna reale possibilità di libera scelta».

 «Insomma, siamo di fronte a uno strumento di censimento anagrafico nella sua forma più evoluta. Il cittadino diventa così un Id account a cui sarà possibile collegare funzioni, servizi e diritti di varia natura».

 Cioè: siamo sicuri che il vaccino sia il fine ultimo di tutta l’immensa architettura elettronica del Green Pass?

«Dinanzi a una siffatta potenza del lasciapassare verde e l’immensa impalcatura della blockchain si può forse dedurre che la vaccinazione non sia il suo fine ultimo o surrettizio. Ma che il Green Pass sia fine a sé stesso. E una volta messo a terra, non ci sarà marcia indietro».

«È chiaro che una volta ottenuta e rilasciata a tutti gli italiani l’Id digitale pubblica, per ora condizionata a condotte sanitarie, tale identità digitale possa essere in futuro non solo condizionabile, ma anche plasmabile facilmente per altre esigenze.

Controlli fiscali, pagamenti, multe. Anche se la più importante si candida a essere l’applicazione dell’euro digitale, che così come previsto dalla Bce non potrebbe mai essere introdotto senza un’autostrada blockchain come quella del Green Pass».

In pratica, dietro al Green Pass vaccinale c’è lo stesso software, lo stesso sistema (informatico e legale) che può stravolgere le nostre vite: con il Green Pass pagherete le tasse, con il Green Pass salderete le multe.

Anzi, non farete nulla: il danaro vi sarà direttamente prelevato senza che voi facciate nulla, perché tutto sarà gestito da un potere centrale che vuole la trasparenza totale.

La trasparenza delle vostre finanze, la trasparenza del vostro stato di salute: la privacy non è più un diritto e nemmeno un valore.

L’euro digitale mira all’abolizione totale del contante. Con esso l’Europa potrebbe portarsi persino più avanti della Cina nell’evoluzione dello Stato moderno verso il totalitarismo della sorveglianza assoluta.

Con l’euro digitale, ogni vostro acquisto sarà tracciato.

Quanto spendete in cibo, vestiti, servizi. I prodotti stessi che consumate: la marca dei gelati, la griffe del maglione, il titolo del film, il medicinale omeopatico per l’ansia.

Dove andate in vacanza, in che albergo, quale ristorante. Tutti dati che al fisco interessano – e non solo al fisco. Interessano alla sanità, al ministero degli interni, a quello degli esteri. Interessano anche a «terze parti». I dati sono il petrolio del XXI secolo, si dice.

Il Green Pass è un’automobile che vi costringono a comprare per attaccarvi al nuovo ciclo del combustibile. Di più: ogni vostra transazione può essere impedita. Avete il diabete? Il sistema potrebbe impedirvi di comprare la Nutella. Domenica senz’auto? Vi possono impedire di acquistare la benzina. Voglia di approfondire? Certi libri no-vax non si possono comperare – su Amazon, lo sapete, è già così: tanti autori sono spariti.

Tutto può essere controllato in tempo reale da algoritmi talmente potenti da non poter nemmeno spiegare se stessi. Incrociano i dati in modi incomprensibili per la mente umana, e danno un responso che decide della vita di una persona: è quello che si vede in Cina, dove il sistema del pass è stato implementato immediatamente durante la pandemia, con le persone controllate all’uscita della metropolitana – se ti capitava il coloro rosso, dovevi ritornartene a casa e metterti in quarantena. Nessuna spiegazione.

 Lo Stato e il suo cervellone non ve ne devono alcuna. Questa è la destinazione del mondo moderno: la sottomissione dell’individuo. La nuova schiavitù economica, informatica e biotica che tocca al XXI secolo.

Qualche lettore potrà dire: comodo, non avere più la rogna di pagare più le multe, ora che te lo potranno prelevare direttamente. La realtà è che alla vostra comodità non pensano minimamente. L’idea è quella di abolire ogni passo intermedio, cioè lo spazio per la reazione ad una decisione calata dall’alto: non avrete il tempo di opporvi, subirete la sentenza e basta.

È la disruption, la disintermediazione dello Stato di diritto. Lo stiamo già vedendo con i social media, che bannano e censurano, “de-piattaformano” migliaia di persone senza nemmeno dire loro cosa hanno fatto che non va.

Nessun processo, tantomeno un “giusto processo”. È la nuova civiltà autoritaria che si nasconde dietro il mito della trasparenza. E, visto che parliamo di processi, pensiamo davvero a cosa succederà al sistema legale. Sarà più facile, sarà immediato, ottenere i danari in un decreto ingiuntivo – o vederveli sottratti.

Al contempo, immaginate quando un giudice potrà bloccare o cancellare tutti i vostri beni con un clic. Non avrete più di che vivere, perché non ne avrete nemmeno di nascosti sotto il materasso, perché il contante sarà illegale, e anche l’elemosina avverrà (se sarà ancora consentita) per via digitale – quindi potranno stopparvi anche quella. Ora capiamo meglio perché hanno insistito tanto con il vaccino.

Ora capiamo meglio perché per il Green Pass sono andati allo scontro totale con la società e con un numero cospicuo di lavoratori – con il rischio di innescare un autunno di lotte operaie che potrebbe paralizzare l’Italia e l’Europa. I pagamenti saranno facili e rapidissimi, spariranno i bancomat e forse anche le cassiere.

Tanti ebeti (quelli che hanno votato, magari, un partito il cui guru aveva promesso in effetti tutto questo) saranno felicissimi: “Io non ho niente da nascondere”. Con l’Id account del Green Pass, avremo il conto dove metteranno gli euro digitali creati dal niente della Eurotower.

Magari, per aiutarci ad iniziare a usarli, potrebbero addirittura regalarcene in quantità. Milioni cadranno nella trappola. Qualsiasi cosa faranno, dovrà avere il marchio elettronico.

 Il futuro prossimo dello Stato moderno, e delle nostre vite, passa di lì. Un sistema di sorveglianza totalitario che non ha precedenti nella storia.

Un sistema che, tuttavia, ci era stato descritto da migliaia di anni. «Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome» (“Apocalisse” 13, 16-17).

(Roberto Dal Bosco.)

 

 

 

 

L'inganno del Covid è

una presa di potere.

Paulcraigroberts.org- Paul Craig Roberts-( gennaio 23, 2022)- ci dice :

 

In una recente intervista con Geopolitics & Empire(guadalajarageopolitics.com/2022/01/18/paul-craig-roberts-it-may-well-be-the-end-of-the-world/ )– Hrvoje Moric mi ha chiesto se ci fosse una spiegazione per l'uniformità delle politiche Covid dei paesi con persino il "mondo libero" che chiude le libertà civili con blocchi tirannici, mandati di mascherine, vaccini e passaporti e dati falsi su pandemia e morte.

Ho detto che assomigliava molto a una cospirazione, ma che non capivo come una cospirazione così lontana potesse essere organizzata e mi chiedevo se fosse semplicemente stupidità e lemming che seguivano i lemming oltre la scogliera.

Se avessi letto prima dell'intervista il nuovo libro di Kees Van Der Pijl, States of Emergency (Clarity Press, 2022, amazon.com/States-Emergency-Keeping-Global- population/dp/1949762483/ref=sr_1_1?crid=2BSTKPISXM0JT&keywords=States+of+Emergency&qid=1642866367&s=books&sprefix=states+of+emergency%2Cstripbooks%2C81&sr=1-1), avrei avuto una risposta migliore.

Kees Van Der Pijl, autore di distinzione, scrive che la classe dominante globale o l'oligarchia ha usato il Covid-19 per prendere il potere dichiarando lo stato di emergenza globale. Spiega che la rivoluzione dell'Information Technology attraverso la creazione di un sistema globale di informazione e comunicazione stava inaugurando una trasformazione sociale ostile all'egemonia dell'oligarchia sulla società.

 Per fermare questa trasformazione, l'élite globale ha usato lockdown, mandati, censura e narrazioni controllate per prendere il controllo sulle popolazioni.

Van Der Pijl fa un argomento convincente. Dimostra che la "pandemia" è un'emergenza politica, non medica.

Il suo scopo era quello di sopprimere le popolazioni e la transizione verso uno stato autoritario e una struttura sociale. L'abbandono del compromesso di classe da parte delle élite ha portato a movimenti populisti contro il controllo delle élite.

Per impedire l'emergere di una forza rivoluzionaria, una "crisi Covid" è stata utilizzata per promuovere l'autoritarismo e ignorare le obiezioni del popolo e degli scienziati medici indipendenti.

 La "pandemia" orchestrata ha fornito una copertura perfetta per stabilire una società di sorveglianza sulla base dell'emergenza medica senza dover usare violenza palese.

La "Pandemia di Covid" emerge come l'esempio più minaccioso fino ad oggi di Capitalismo dei Disastri in cui le catastrofi sono orchestrate al fine di far avanzare le agende economiche e politiche.

Van Der Pijl crede che la presa di potere dell'élite globale fallirà. È troppo controfattuale e colpisce gli interessi delle élite in modo diverso, dando origine a conflitti all'interno dell'oligarchia globale.

Dice che quando diventerà chiaro che siamo stati ingannati, l'élite e le loro istituzioni perderanno autorità, e la strada sarà chiara per una società democratica migliore e più aperta.

Van Der Pijl ci ha fornito un libro molto interessante e illuminante. Se il suo libro sarà ampiamente letto, le persone otterranno l'immunità alle narrazioni egoistiche dell'élite globale.

 

 

 

 

La follia dell'Occidente accelera.

Paulcraigroberts.org- Paul Craig Roberts-( gennaio 24, 2022)- ci dice :

 

Il New York Times riferisce che Biden sta per prevenire l'aggressione russa contro l'Ucraina schierando tra 1.000 e 5.000 soldati statunitensi al confine con la Russia ed è pronto ad aumentare il numero di truppe di dieci volte da 10.000 a 50.000 soldati. Un esercito russo mangerebbe questo piccolo numero per uno spuntino in 5 minuti. Chiaramente lo scopo del dispiegamento non è militare. Lo scopo è quello di aumentare la "minaccia russa" nelle menti della gente prima di un evento sotto falsa bandiera che sarà incolpato del Cremlino.

Se Biden vuole scoraggiare la Russia, tutto ciò che deve fare è dare alla Russia la garanzia di sicurezza di cui dice di aver bisogno. Perché Biden vuole che la Russia sia insicura?

La causa del problema è ovvia. Nel 2014 gli Stati Uniti nel tentativo di privare la Russia della sua base navale del Mar Nero hanno rovesciato un governo ucraino amico della Russia e democraticamente eletto e hanno installato un regime neonazista che ha iniziato la guerra contro gli abitanti russi della regione del Donbass dell'Ucraina orientale, ex parti della Russia che erano state trasferite durante l'era sovietica nella provincia ucraina dell'Unione Sovietica.

Per stabilizzare la situazione, la Russia ha elaborato l'accordo di Minsk, ma né l'Ucraina né i firmatari occidentali hanno mantenuto l'accordo.

La Russia non vuole l'Ucraina distrutta e problematica. La Russia vuole solo che l'Ucraina non diventi un luogo per le basi missilistiche statunitensi.

È una semplice richiesta facile da accettare nell'interesse della pace.

Ma la pace non è redditizia ed è l'ultima cosa che il complesso militare - di sicurezza degli Stati Uniti vuole.

 Pertanto Washington sta rispondendo ai colloqui di sicurezza russo/USA/NATO schierando truppe ai confini della Russia.

Gli stupidi britannici stanno agitando la pentola dell'"aggressione russa" ritirando il personale dell'ambasciata da Kiev.(rt.com/russia/546916-uk-begins-evacuation-diplomats/).

Abbiamo sentito da molto tempo da STATI UNITI  e  NATO sulla "crescente minaccia russa". Cosa succede alla credibilità che è già danneggiata se non c'è un'invasione russa? Sembra che Washington e i suoi burattini della NATO siano così lontani dalla comprensione  che devono semplicemente provocare un'invasione russa.

I russi stanno aspettando invano la risposta scritta di Washington alla loro proposta di sicurezza reciproca. Washington ha risposto con più accuse, più provocazioni.

Il Cremlino ha difficoltà a capire:

 (1) -che Trump è stato rimosso dall'incarico perché ha detto di voler normalizzare le relazioni con la Russia,

(2) -che la Russia è il nemico necessario per il potere e il profitto del complesso militare - di sicurezza degli Stati Uniti, e

(3) -la Russia è considerata l'ostacolo all'egemonia degli Stati Uniti? Com'è possibile che di fronte a tutte le prove contrarie il Cremlino abbia l'illusione che Washington sia interessata a che i russi si sentano al sicuro.

Mentre il Cremlino perde tempo, le armi si riversano in Ucraina e i media occidentali preparano il loro popolo per "l'aggressione russa". Le proteste russe delle intenzioni a lei attribuite sono inutili. I media occidentali conoscono la narrativa richiesta e non sono interessati a nessun fatto.

La domanda è davvero se la Russia può accettare di avere un nemico.

 

 

 

Il regime di Biden pensa che 'inflazione

del 7% non sia abbastanza alta.

Paulcraigroberts.org- Paul Craig Roberts-( gennaio 25, 2022)- ci dice :

 

Impedito dai tribunali federali statunitensi di imporre i suoi mandati illegali sui vaccini, il criminale e folle regime di Biden ha fatto ricorso all'imposizione di mandati vietando ai camionisti non vaccinati (comunque questa condizione sia attualmente definita) di consegnare merci negli Stati Uniti dal Canada e dal Messico. Per un paese che ha delocalizzato gran parte della produzione di cui ha bisogno, ridurre le consegne con stupide e inefficaci "politiche Covid" garantisce l'inflazione.

Il corrotto e stupido segretario ai trasporti Alejandro Mayorkas ha giustificato l'interferenza del regime di Biden con il commercio come "impegno del regime a proteggere la sicurezza pubblica".

Questo è straordinario. Con un fatto ormai provato e incontestato che il "vaccino", non importa quanti colpi (di vaccinazione), non protegge dal Covid ma causa lesioni e morte, il stupido Segretario dei Trasporti ci sta proteggendo riducendo l'offerta di beni e facendo salire il tasso di inflazione!

Ora impareremo il vero costo del globalismo.

Avendo delocalizzato quasi tutto, compresa la produzione alimentare, gli americani sperimenteranno com'è la vita in un paese del terzo mondo.

(zerohedge.com/economics/us-close-borders-unvaccinated-canadian-mexican-truckers-Saturday).

 

 

 

 

DI NUOVO DITTATURA.

Comedonchisciotte .org- Giovanna Pagani -( 22 Novembre 2021  )- ci dice :

(Nestor Halak).

Oramai non ci sono più ragionevoli dubbi: l’intervallo è finito, l’Italia, dopo quasi settanta anni è di nuovo sotto dittatura. Dobbiamo farcene una ragione ed agire di conseguenza.

Come quasi sempre accade, non è cominciata all’improvviso, ha avuto dei preparativi, ma la sua manifestazione palese è arrivata nel 2020: bella cifra tonda, penso che possiamo indicare il 2020 come anno primo dell’era covid, inizio ufficiale della nuova dittatura stile ventunesimo secolo e questa volta, signore e signori MONDIALE!

La dittatura di cent’anni fa, quella che hanno conosciuto i nostri padri e i nostri nonni, aveva ovviamente caratteristiche differenti, ma anche molti punti in comune, tra cui, naturalmente, la trasformazione dell’informazione in propaganda.

 Per informarsi davvero, ora come allora occorre evitare i media di regime oppure essere in grado di leggere tra le righe della propaganda, che permea oramai tutto, dalla pubblicità commerciale ai film, per non parlare dei programmi che chiamano informativi, che hanno la propaganda come proprio oggetto specifico.

La dittatura fascista aveva come propria caratterizzazione di fondo un orientamento nazionalista e militarista, quindi anche virile e un poco trucido, con il culto dell’eroismo e della morte (specie quando era lontana).

 La guerra era in qualche misura implicita al fascismo che infatti ha finito per invischiarsi in una guerra che a posteriori è facile riconoscere come impossibile da vincere e che ne ha decretato la fine.

La dittatura, infatti è durata poco più di vent’anni, un periodo breve, inferiore addirittura ai tempi di preparazione di quella in corso.

Certamente, se avesse evitato di intervenire in una guerra più grande di lei, sarebbe durata più a lungo e si sarebbe probabilmente spenta di serena vecchiaia. Il regime attuale appare purtroppo molto più solido, soprattutto perché non è isolato, ma collegato a tutto il sistema occidentale.

La sua caratterizzazione di fondo è quasi il contrario di quella fascista: sanitaria, svirilizzante, invalidante, infantilizzante.

Al contrario del fascismo, non vuole radunare la gente sotto i vessilli e gagliardetti e portarla in piazza, ma dividerla, isolarla, chiuderla in casa, renderla malata e impotente, dipendente per vivere da medicinali, sussidi, app, telefonini. In questo gli ideali appena sotto la superficie sono quasi all’opposto.

Non l’uomo virile, intrepido, pronto a servire nelle guerre che il regime riterrà opportuno intraprendere, ma l’uomo malato che necessita sempre di assistenza (virtuale), e della sua dose periodica di siero anche solo per sopravvivere tossicchiando.

 

L’altra differenza di fondo, è che cent’anni fa l’Italia era uno stato sovrano in grado di determinare la sua politica interna ed estera, la dittatura, di conseguenza, era una dittatura italiana, cui si contrapponevano all’estero realtà completamente diverse.

L’ironia del destino ha voluto che proprio le scelte del fascismo, che voleva rievocare i fasti di Roma imperiale, abbiano portato alla fine della sovranità dello stato italiano.

 Oggi l’Italia è un paese occupato e colonizzato il cui governo reale si trova, in ultima istanza, a Washington, per cui la dittatura in corso non può che essere approvata e sostenuta da Washington, altrimenti semplicemente non sarebbe.

Il nostro capo non eletto è un viceré. Non ci sono pertanto soluzioni o vie d’uscita locali: come colonia, l’Italia seguirà il destino della metropoli e solo l’evoluzione degli eventi nella metropoli potrà portare ad una conferma, ad un aggravamento oppure alla fine della dittatura stessa.

Quel che è certo è che è molto più difficile combattere una dittatura a livello mondiale che non una in un solo paese, più difficile ancora prevedere se e come possa finire, anche perché nulla di simile è mai accaduto in precedenza.

Con ciò non c’è dubbio che prima o poi finirà: la terra stessa finirà, persino il sole, tanto più la razza umana, tanto più una semplice dittatura che è solo una delle tante forme di governo nella storia. Probabilmente la più comune, se si fa iniziare la storia dal neolitico. In fondo, le cosiddette democrazie, pur con tutti i loro limiti, sono state solo una fugace apparizione. L’oppressione di una ristretta casta privilegiata sulle masse miserabili, è sempre stata la norma.

 

Abbiamo visto che la dittatura fascista è finita a causa di immane bagno di sangue con decine di milioni di morti: anche la presente dittatura potrebbe finire con una guerra?

 E’ possibile, per quanto non mi sembri troppo probabile. Naturalmente stavolta la guerra la dovrebbero fare i nostri padroni di Washington e noi saremmo coinvolti di riflesso: le decine di basi con le bombe atomiche dentro, non ci consentirebbero certo di rimanerne fuori. Mi pare poco probabile perché persiste il cosiddetto equilibrio del terrore ereditato dalla guerra fredda: difficile pensare di uscire vincitori e relativamente indenni da un conflitto nucleare.

Ma non si può escluderlo: il caso, la disperazione di una potenza egemone che si sente progressivamente, ma inesorabilmente superata, l’ambizione smodata di una potenza minore, chi può dirlo? Ma in questo caso, lo capite da soli, il rimedio (la guerra), sarebbe peggiore del male (la dittatura).

Più probabilmente dovremo conviverci ben più di un ventennio, il che, per molti di noi, significa per sempre.

Vorrei essere più ottimista, ma non vedo chi e come potrebbe invertire il percorso che hanno preso gli eventi. Pensate anche solo alle ultime elezioni americane, a come è stato facile truccarle, a come sia arrogante, eppure impunito, il gesto di portare alla presidenza un uomo che ha scritto in faccia di essere un burattino di altri.

 Ancora di più: come un’azienda “privata” possa far tacere Trump quando era presidente degli Stati Uniti, “l’uomo più potente del mondo” come piace dire agli americani: fosse accaduto ai tempi di Kennedy, la notte stessa twitter sarebbe stato occupato dall’F.B.I. e i capi arrestati.

Tra poco anche da noi ci  sarà l’elezione del presidente e, se Draghi viene eletto, come pare probabile, l’Italia si trasformerà di fatto in repubblica presidenziale e i rettiliani avranno molti anni per conformare il paese a loro immagine e somiglianza.

Immagine mascherata e con le scaglie, naturalmente.

 Chi si potrà opporre? Salvini è arrivato al punto di far cadere il suo stesso governo, dove era ministro dell’interno, mica robetta, per aprire la strada a Draghi: pensate a quanto devono essere state convincenti le paroline che gli hanno sussurrato all’orecchio.

Ma non c’è solo la guerra. Il regime potrebbe cadere anche per gli effetti collaterali a medio termine del vaccino, se sono così devastanti e non mascherabili come certi dicono, ma anche in questo caso il rimedio comporterebbe milioni di morti e parrebbe maggiore del male.

C’è anche da considerare l’esistenza di un’oligarchia di industriali veri (auto, petrolio, beni di consumo), che probabilmente non è molto entusiasta di cedere il potere ai pazzi estremisti di Wall Street e di Silicon Valley, Trump pare essere una loro espressione, e questa fazione potrebbe in parte contrastare la parte dominante.

Oppure una vera rivolta popolare negli USA, ma roba grande.

Ma secondo me, la possibilità più concreta è che il nefasto piano mondiale sia realmente troppo follemente ambizioso e cada sotto il suo stesso peso, per le sue contraddizioni interne. Ci sono indizi in tal senso.

 

Le misure prese contro la pandemia, ma anche tutta l’ideologia che per brevità raggruppo sotto le etichette neo liberista e politicamente corretto, sembrano intrinsecamente incompatibili con la prosecuzione della civiltà umana, sembrano adatte a causare solo un immane disastro economico e sociale col quale gli oligarchi potrebbero in realtà tagliare il ramo sul quale poggiano. In altre parole, ciò che sta succedendo oggi ha tutta l’aria di essere un suicidio.

Ma ancora una volta, chi ha voglia di passare attraverso un immane disastro? Verosimilmente ci rimani secco in un immane disastro. Speriamo nel popolo americano (sic!) e in come si metteranno le cose in ambito geopolitico.

Quanto a noi, cosa possiamo fare? Ci opporremo, certo, fin che è possibile. Remeremo contro, per quanto ci riesce, ma invertire il corso degli eventi mi pare un compito troppo arduo.  Pensate al problema più imminente, che probabilmente è solo un assaggio di ciò che verrà: il vaccino. Si trattasse di prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista o quella del PD o quella del partito rettiliano, si potrebbe anche fare, ma il vaccino non è solo un simbolo di sottomissione, potrebbe seriamente danneggiare la nostra salute: è un passo ben più pericoloso.

 E poi non è che basti rischiare una volta, oramai è palese che continueranno a vaccinare a oltranza. Come cavarsela? Mettetela come volete, ma è molto difficile.

Il sistema napoletano di non ribellarsi apertamente, ma poi fare come ci pare lo stesso, è forse adottabile, ma funziona poco con le tecnologie di controllo di cui oramai il potere è in possesso: sarebbero state il sogno di Mussolini.

 Forse non avranno neppure più bisogno di lager e galere (per quanto non ci giurerei): gli basterà sottrarci i mezzi per vivere e continuare ad oltranza. Purtroppo non abbiamo più organizzazioni che stiano dalla nostra parte: i partiti popolari hanno tradito, i sindacati hanno tradito, la magistratura ha tradito, chi altro rimane?

La resistenza è tutta da organizzare, lo spontaneismo non basta. Non esiste nemmeno più un’ideologia o, se la parola vi disturba, degli “ideali coerenti” attorno ai quali radunare le persone.

 Un capopopolo serio non riesce ad emergere perché i media gli vietano l’accesso.

Appoggi all’estero non ce ne sono: anche le élite di potere non occidentali sembrano vedere nel virus una buona occasione per rafforzare il loro controllo. Da che parte sta la Cina? Chissà.

Dalla sua, probabilmente.  Confrontate, per esempio, la presente situazione con l’organizzazione, l’unità, l’ideologia e la determinazione di un partito comunista clandestino sotto il fascismo. Nulla di anche vagamente paragonabile sembra esistere oggi.

 

 

 

Israele elimina il Green Pass. Il Ministro

 Liberman : “Nessuna Logica sanitaria.

Si ammalano anche i Vaccinati”.

 

Conoscenzealconfine.it -Clara Ventura -  (25 Gennaio 2022)- ci dice :

Israele, una delle nazioni più severe al mondo in fatto di vaccini e una delle prime a introdurre il famigerato lasciapassare vaccinale, si è arresa all’evidenza e toglierà il green pass entro fine gennaio.

Lo ha annunciato il ministro per le Finanze di Israele, Avigdor Liberman, in un tweet che letteralmente recita:

“Non c’é logica medica ed epidemiologica nel green pass e su questo sono d’accordo molti esperti. Ha invece un impatto diretto sull’economia, sulla vita quotidiana e ha inoltre contribuito al panico tra la popolazione. Collaborerò con tutte le parti per levare il green pass e riportare la normalità. Il numero di persone che contrae il virus nonostante il vaccino o la guarigione è salito alle stelle con la variante Omicron, e tale sistema dunque va cancellato“.

Queste affermazioni si contrappongono con le folli misure del duo Draghi-Speranza.

Lieberman si rende conto che il green pass provoca solo due cose: panico e crisi economica.

 In tutto l’Occidente il green pass sta per essere accantonato.

 La Corte Suprema Usa l’ha dichiarato illegale per chi lavora.

 Nel Regno Unito il green pass sarà abolito il prossimo 26 gennaio.

Ma Londra è stata già preceduta dall’europeista Scozia e dal Galles, dove le restrizioni sono già cadute, incluso pass e persino mascherine.

Anche qui tutto parte dal ministro della Salute, Sajid Javid, che ha detto che queste misure “non dovevano restare se non quando erano assolutamente necessarie” e ora pare che quel tempo sia finito.

In Italia invece quando sarà la svolta?

(Clara Ventura)-(tgnews24.com/israele-elimina-il-green-pass-il-ministro-liberman-nessuna-logica-sanitaria-si-ammalano-anche-i-vaccinati/).

 

 

 

 

“SE C’È UN RISCHIO DEVE ESSERCI UNA SCELTA.

 NEGARLO È NEGARE LA DIGNITÀ UMANA” –

 Discorso di Robert Malone a Washington.

Byoblu.com -Davide G. Porro -  ( 25 Gennaio 2022)- ci dice :   

 

Sulla sommità della scalinata del Lincoln Memorial, a Washington, il dott. Robert Malone ha tenuto un accorato discorso riguardo i vaccini contro il Covid-19.

Lo scienziato è l’ideatore del metodo genico mRNA utilizzato negli attuali sieri anti covid19.

Durante la manifestazione contro l’obbligo vaccinale, “Defeat the Mandates” (sconfiggi gli obblighi), organizzata da diverse associazioni e medici statunitensi, Malone ha fatto riferimento ai valori fondamentali della dignità, integrità e comunità come strumenti per superare questo momento buio, ricordando come la verità abbia la forza di autoaffermarsi.

Riguardo all’obbligo vaccinale Malone ha dichiarato che:

“Se c’è un rischio deve essere mantenuta la possibilità di scegliere”, aggiungendo, “questa è una verità fondamentale della bioetica moderna. Tutte le pratiche mediche, i vaccini e i farmaci hanno dei rischi. Tutti noi abbiamo il diritto di comprenderli e decidere da soli se accettarli volentieri”.

Malone ha poi chiarito che “questi vaccini non possono essere utili a raggiungere l’immunità di gregge e sconfiggere il Covid-19”.

Il virologo americano ha fatto anche un forte richiamo alla vaccinazione dei bambini e alle sue implicazioni.

“Vi imploro, per favore, informatevi sui possibili rischi che i vostri figli possano essere danneggiati da questi prodotti farmaceutici sperimentali”,

ha detto Malone.

 

 

 

 

DATI SULLA VACCINAZIONE PEDIATRICA:

LA VERGOGNOSA RISPOSTA DI “AIFA”.

Comedonchisciotte.org- Gianluigi Paragone- (25 Gennaio 2022  )- ci dice :

 

Paragone : i  dati vaccinazioni pediatriche AIFA non li abbiamo.

Dopo aver notificato e depositato al Tar il ricorso contro Aifa sul diniego di rilascio della documentazione medico-scientifica che sarebbe stata esaminata per autorizzare la vaccinazione per la fascia 5-11 anni, l’Agenzia Italiana del Farmaco risponde al senatore Gianluigi Paragone.

Riportiamo di seguito le richieste di rilascio della documentazione con relative risposte, lasciando ai lettori le debite conclusioni.

Studio registrativo che ha rappresentato la base dell’autorizzazione rilasciata da EMA, come indicato nel parere del Cts del 1/12/2021, relativo all’autorizzazione alla vaccinazione per i bimbi della fascia 5-11 anni;

Risposta AIFA a domanda 1 di Paragone…

Dati di farmacovigilanza raccolti negli USA a seguito della somministrazione di Comirnaty in bambini di 5-11 anni esaminati dal Cts nella seduta del 1/12/2021;

Risposta AIFA a domanda 2 Paragone…

Dati relativi all’andamento di contagi ed ospedalizzazioni nella fascia di età 5-11 anni;

Risposta AIFA a domanda 3 Paragone…

Studio epidemiologico effettuato da Aifa con riferimento alla somministrazione del Cominarty alla fascia di età 5-11;

Risposta AIFA a domanda 4 paragone…

(Filippo Della Santa, 25.01.2022). (ilparagone.it/attualita/aifa-risposta-paragone-vaccini-bambini/).

 

 

 

 

BHAKDI/BURKHARDT: “I REPERTI AUTOPTICI

MOSTRANO CHE IL 93% DEI DECESSI DOPO

LA VACCINAZIONE ERANO STATI CAUSATI DAL VACCINO COVID”

Comedonchisciotte.org-Steve Kirsch- (1-1-2022)- ci dice :

 

(Steve Kirsch-stevekirsch.substack.com)

 

I vaccini portano cattive notizie. Sono stati esaminati quindici cadaveri (tutti morti da 7 giorni a 6 mesi dopo la vaccinazione; età da 28 a 95 anni). Il coroner o il pubblico ministero non avevano associato il vaccino come causa di morte in nessuno dei casi. Tuttavia, un ulteriore esame ha rivelato che il vaccino era implicato nelle morti di 14 dei 15 casi. L’organo più attaccato era il cuore (in tutte le persone morte), ma erano stati colpiti anche altri organi. Le implicazioni possibili sono enormi e comportano milioni di morti. I vaccini dovrebbero essere immediatamente bloccati.

Non c’è bisogno di preoccuparsi. È improbabile che succeda una cosa del genere perché il lavoro non è stato pubblicato in una rivista peer-reviewed e quindi sarà ignorato dalla comunità scientifica. Questo è solo il modo in cui funziona.

Il documento.

Recentemente ho ricevuto un’email da Mike Yeadon, ex VP di Pfizer, che mi esortava a controllare un video. Mi ha scritto questa e-mail il 12/4/21:

“Steve,

Questo è il peggior 15min che abbia mai visto.

La vaccinazione di massa covid19 sta portando all’omicidio di massa.”

Mike Yeadon.

Il video fa riferimento a questo documento, pubblicato il 10 dicembre 2021, On COVID (vaccines: why they cannot work, and irrefutable evidence of their causative role in deaths after vaccination, di Sucharit Bhakdi, MD e Arne Burkhardt, MD). Ha subito suscitato molta attenzione.

Guardate il numero di like e retweet… solo nelle prime 3 ore!

Gli autori hanno fatto l’autopsia a 15 pazienti morti (da 7 giorni a 6 mesi) dopo aver ricevuto il vaccino COVID. Questi erano tutti casi in cui il medico legale aveva stabilito che [i decessi] NON erano stati causati dal vaccino.

Hanno scoperto che in 14 dei 15 pazienti c’erano prove evidenti che l’organismo aveva attaccato se stesso, cosa mai vista prima. Il cuore era stato colpito in tutti i 14 casi.

Un certo numero di aspetti salienti dominava in tutti i tessuti colpiti di tutti i casi:

1. eventi infiammatori nei piccoli vasi sanguigni (endotelite), caratterizzati da un’abbondanza di linfociti T e cellule endoteliali sequestrate e morte nel lume dei vasi;

2. l’ampio accumulo perivascolare di linfociti T;

3. una massiccia infiltrazione linfocitaria di linfociti T in organi o tessuti non linfatici circostanti.

L’infiltrazione linfocitaria si era occasionalmente verificata in combinazione con un’intensa attivazione linfocitaria e con la formazione di follicoli. Dove questi erano presenti, erano di solito accompagnati dalla distruzione del tessuto.

Ecco il video di presentazione dei risultati.

VAERS così come altri studi indipendenti (per esempio, vedi questo documento sulle lesioni da vaccino) mostra che i vaccini stanno uccidendo le persone e che gli eventi cardiaci sono molto frequenti. Lo studio è coerente con questi risultati.

Questo lavoro convalida in modo indipendente l’analisi di Peter Schimacher, che aveva dimostrato almeno il 30% – 40% delle morti dopo la vaccinazione erano state causate dal vaccino stesso.

La reazione di uno scienziato con la testa sul collo (la riporto in forma anonima, per proteggerlo da eventuali attacchi).

Se i risultati dell’autopsia saranno confermati da altri patologi con ulteriori casi, e se sono compatibili con i risultati del Dr. Hoffe (>60% dei destinatari dell’inoculante hanno test del D-dimero elevati e prove di coagulazione) e del Dr. Cole (aumento dei tumori dopo l’inoculazione, incluso un aumento di venti volte del cancro all’utero), stiamo assistendo ad un disastro di proporzioni inimmaginabili.

La conclusione (se supportata da ulteriori dati) è che, in pratica, OGNI destinatario dell’inoculazione subisce danni, che peggiorano dopo ogni iniezione.

 Data la gravità e i tipi di danno (malattie autoimmuni, cancro, infezioni dormienti riemergenti, coagulazione/ictus, danni cardiaci, ecc.), questi effetti si tradurranno in una riduzione dell’aspettativa di vita, [e la causa dei decessi] dovrebbe essere attribuita alla vaccinazione.

Quindi, negli Stati Uniti, dove ~200 milioni di persone sono state completamente inoculate, i morti non saranno i 10.000 circa riportati nel VAERS o gli oltre 150.000 decessi, opportunamente corretti, [estrapolabili dai dati] VAERS, ma potrebbero essere più vicini a decine di milioni quando gli effetti dell’inoculazione si faranno sentire!

Ciò che mostrano i risultati dei tre ricercatori di cui sopra (Burkhart, Hoffe, Cole, e sospetto anche di molti altri che non si sono ancora fatti avanti) è che gli effetti post-inoculazione non sono eventi rari (come riportato dai media e dal governo), ma sono in realtà eventi frequenti. Possono essere, infatti, universali, con gravità e tipi di lesioni diversi per ogni ricevente.

La domanda che mi pongo è se sia possibile invertire questi eventi avversi dovuti all’inoculazione. Il sistema immunitario innato può essere completamente ripristinato? La micro-coagulazione può essere annullata? L’autoimmunità può essere bloccata? Ho visto un ampio spettro di opinioni sulla possibilità di questo evento, nessuna delle quali è però eccessivamente convincente.

Ci stiamo dirigendo verso una situazione in cui un ~30% di non vaccinati dedicherà la propria vita a far funzionare ciò che resta dell’infrastruttura economica e a fare da badante ai vaccinati?

Mi rendo conto che quanto sopra sembra estremo e, forse, quando si saranno raccolti più dati da un numero maggiore di fonti credibili, i risultati e le conclusioni potrebbero cambiare, ma, al momento, i dati di cui sopra sembrano essere coerenti con i meccanismi di danno sottostanti dimostrati. Inoltre, sembra che stiamo raddoppiando le inoculazioni, con il quarto richiamo proposto per Israele e il Regno Unito e questo fa pensare a richiami trimestrali.

La reazione del Dr. Ryan Cole.

Sono d’accordo con i risultati e le conclusioni.

È molto importante [sapere] che i vaccini non inducono la produzione di IgA secretorie. Ultimamente l’ho ribadito in numerosi interventi. Questo è il motivo per cui i vaccinati hanno un’alta carica virale.

Gli infiltrati delle cellule T sono organo-lesivi. Mi piacerebbe vedere uno studio sull’accumulo di proteina spike a livello degli organi sede di questi infiltrati. Uno studio del genere potrebbe essere fatto con un particolare colorante tissutale. Di casi del genere dovremmo vederne ancora molti di più.

Il lavoro originale di Bhakdi e Burkhardt [traduzione integrale].

Sui vaccini COVID: perché non possono funzionare e prove inconfutabili del loro ruolo causale nelle morti dopo vaccinazione.

Sucharit Bhakdi, MD e Arne Burkhardt, MD.

Questo testo è un riassunto scritto delle presentazioni del Dr. Bhakdi e del Dr. Burkhardt al simposio Doctors for COVID Ethics trasmesso in diretta da UKColumn il 10 dicembre 2021. Le due presentazioni possono essere viste all’inizio della registrazione video del simposio.

Gli autori.

Il Dr. Bhakdi ha passato la vita praticando, insegnando e facendo ricerca sulla microbiologia medica e sulle malattie infettive. Ha presieduto l’Istituto di Microbiologia Medica e Igiene presso la Johannes Gutenberg Unversity di Mainz, Germania, dal 1990 fino al suo pensionamento nel 2012. Ha pubblicato più di 300 articoli di ricerca nel campo dell’immunologia, batteriologia, virologia e parassitologia e, dal 1990 al 2012, è stato caporedattore di Medical Microbiology and Immunology, una delle prime riviste scientifiche di questo campo, che era stata fondata da Robert Koch nel 1887.

 

Il Dr. Arne Burkhardt è un patologo che ha insegnato all’Università di Amburgo, Berna e Tubinga. È stato professore invitato/visitatore in Giappone (Nihon University), Stati Uniti (Brookhaven National Institute), Corea, Svezia, Malesia e Turchia. Ha diretto l’Istituto di Patologia di Reutlingen per 18 anni. Successivamente, ha lavorato come patologo praticante indipendente con contratti di consulenza in vari laboratori negli Stati Uniti. Burkhardt ha pubblicato più di 150 articoli in riviste scientifiche tedesche ed internazionali, ha anche contribuito alla stesura di manuali in tedesco, inglese e giapponese. Per molti anni ha controllato e certificato gli istituti di patologia tedeschi.

Le prove.

Con la presente presentiamo prove scientifiche che richiedono la sospensione immediata della somministrazione dei vaccini COVID-19 basati sui geni. Per prima cosa spieghiamo perché questi agenti non possono proteggere dall’infezione virale. Anche se non ci si possono aspettare effetti positivi, mostriamo che i vaccini possono innescare processi autodistruttivi che portano a malattie debilitanti e alla morte.

Perché i vaccini non possono proteggere dall’infezione.

Un errore fondamentale alla base dello sviluppo dei vaccini COVID-19 è stato quello di trascurare la distinzione funzionale tra le due principali categorie di anticorpi che l’organismo produce per proteggersi dagli agenti patogeni.

La prima categoria (IgA secretorie) è prodotta dalle cellule immunitarie (linfociti) che si trovano direttamente sotto le membrane mucose che rivestono il tratto respiratorio e intestinale. Gli anticorpi prodotti da questi linfociti sono secreti attraverso e verso la superficie delle mucose.

 

Questi anticorpi sono quindi già sul posto per incontrare i virus trasportati per via aerea e sono in grado di prevenire il legame virale e l’infezione delle cellule.

La seconda categoria di anticorpi (IgG e IgA circolanti) si trova nel sangue. Questi anticorpi proteggono gli organi interni dagli agenti infettivi che cercano di diffondersi attraverso il flusso sanguigno.

I vaccini che vengono iniettati nel muscolo – cioè all’interno del corpo – inducono solo IgG e IgA circolanti, non IgA secretorie.

Tali anticorpi non possono proteggere e non proteggeranno efficacemente le membrane mucose dall’infezione da SARS-CoV-2. Quindi, le “infezioni di rottura” attualmente osservate in individui vaccinati non fanno altro che confermare i fondamentali difetti di progettazione di questi vaccini.

La misurazione degli anticorpi ematici non potrà mai fornire alcuna informazione sul vero stato dell’immunità contro l’infezione del tratto respiratorio.

 L’incapacità degli anticorpi indotti dai vaccini di prevenire le infezioni da coronavirus è stata riportata in recenti pubblicazioni scientifiche.

I vaccini possono scatenare l’autodistruzione.

Un’infezione naturale da SARS-CoV-2 (coronavirus) nella maggior parte degli individui rimarrà localizzata al tratto respiratorio.

Al contrario, i vaccini fanno sì che le cellule in profondità nel nostro corpo esprimano la proteina spike virale, cosa che non avrebbero mai fatto naturalmente.

Ogni cellula che esprime questo antigene estraneo verrà attaccata dal sistema immunitario, che userà sia gli anticorpi IgG che i linfociti T citotossici. Questo può avvenire in qualsiasi organo. Stiamo vedendo ora che in molti giovani viene colpito il cuore e si può arrivare alla miocardite o addirittura all’arresto cardiaco improvviso e alla morte. Come e perché queste tragedie potessero essere causalmente legate alla vaccinazione era una questione di congetture perché mancavano le prove scientifiche. Questa situazione è stata ora corretta.

Studi istopatologici: i pazienti.

Le analisi istopatologiche sono state eseguite sugli organi di 15 persone morte dopo la vaccinazione. L’età, il sesso, lo status di vaccinazione e il momento della morte dopo la vaccinazione di ciascun paziente sono elencati nella tabella sottostante. I seguenti punti sono della massima importanza:

*Prima della morte, solo 4 dei 15 pazienti erano stati trattati in terapia intensiva per più di 2 giorni. La maggior parte non era mai stata ricoverata in ospedale ed è morta a casa (5), per strada (1), al lavoro (1), in macchina (1) o in casa di riposo (1). Pertanto, nella maggior parte dei casi, è improbabile che un intervento terapeutico possa aver influenzato significativamente i risultati autoptici.

*Nessun decesso era stato messo in relazione con la vaccinazione dal medico legale o dal pubblico ministero; questa associazione è stata stabilita solo dai nostri risultati autoptici.

*Anche le autopsie tradizionali, eseguite al momento del decesso, non avevano rivelato alcun indizio evidente di un possibile ruolo della vaccinazione, perché l’aspetto macroscopico degli organi era, nel complesso, non dissimile dalla norma. Nella maggior parte dei casi, era stata ipotizzata come causa di morte “un’insufficienza cardiaca ritmica.”

Le nostre successive analisi istopatologiche hanno poi portato ad una completa inversione di tendenza. Quello che segue è un riassunto dei risultati principali.

Studi istopatologici: risultati.

Risultati istopatologici di natura simile sono stati rilevati negli organi di 14 dei 15 deceduti

. I più frequentemente colpiti sono stati il cuore (14 casi su 15) e il polmone (13 casi su 15). Alterazioni patologiche sono state inoltre osservate nel fegato (2 casi), nella tiroide (Tiroidite di Hashimoto, 2 casi), nelle ghiandole salivari (Sindrome di Sjögren; 2 casi) e nel cervello (2 casi).

Un certo numero di aspetti salienti ha dominato in tutti i tessuti colpiti di tutti i casi:

1. eventi infiammatori nei piccoli vasi sanguigni (endotelite), caratterizzati da un’abbondanza di linfociti T e cellule endoteliali morte sequestrate nel lume del vaso;

2. un esteso accumulo perivascolare di linfociti T;

3. una massiccia infiltrazione linfocitaria in organi o tessuti non linfatici circostanti con linfociti T.

L’infiltrazione linfocitaria si è verificata occasionalmente in combinazione con un’intensa attivazione linfocitaria e con la formazione di follicoli. Dove questi erano presenti, erano solitamente accompagnati da distruzione tissutale.

Questa combinazione di patologia multifocale, dominata dai linfociti T, che riflette chiaramente un processo di auto-attacco immunologico, è senza precedenti.

Poiché la vaccinazione era il singolo comune denominatore tra tutti i casi, non ci può essere alcun dubbio che sia stato il fattore scatenante dell’autodistruzione in questi individui deceduti.

Conclusione.

L’analisi istopatologica mostra una chiara evidenza di patologia autoimmune indotta dal vaccino in più organi. È inoltre anche evidente che bisogna aspettarsi che la miriade di eventi avversi derivanti da tali processi di auto-attacco si verifichi molto frequentemente in tutti gli individui [vaccinati], in particolare dopo le iniezioni di richiamo.

 

Al di là di ogni dubbio, la somministrazione di vaccini COVID-19 basati sul gene pone la vita umana a rischio di malattia e di morte. Notiamo che tra questi casi sono rappresentati sia i vaccini a base di mRNA che quelli a base di vettori virali , così come tutti e quattro i principali produttori.

(stevekirsch.substack.com/p/bhakdiburkhardt-pathology-results).

 

 

 

 

Certificato verde definitivo

 in Israele? No, non proprio…

 lacrunadellago.net- Cesare Sacchetti-(25 Gennaio 2022)- ci dice : 

 

Alcuni lettori hanno chiesto un parere e chiarimenti in merito a questo articolo pubblicato da “Come Don Chisciotte” (CDC) nel quale si annuncia perentoriamente nel titolo che il “green pass in Israele diventa legge” facendo credere quindi che l’eventualità di una sua rimozione nel Paese sia quindi molto distante. Per comprendere se è effettivamente così, allora diamo prima uno sguardo all’articolo originale riportato dal Jerusalem Post, e scopriamo che le premesse del titolo scelto da CDC non rispondono esattamente a quanto scrive il quotidiano israeliano.

Intanto è già sbagliato parlare di “legge” perché questo testo è stato approvato dal Comitato per la Giustizia, la Legge e la Costituzione ma ancora deve essere portato davanti al Parlamento israeliano, la Knesset, per la sua approvazione definitiva.

Se poi guardiamo quanto scrive il Jerusalem Post, vediamo che questo testo per prima cosa non amplia i poteri del governo in materia di emergenza sanitaria ma al contrario inizia a restringerli.

Il Jerusalem Post scrive così al riguardo:

” la legge propone il ripristino della sorveglianza parlamentare riguardo le decisioni sul COVID-19 e pone dei limiti nella sua facoltà di introdurre nuove restrizioni relative alla pandemia.”

Dunque la proposta di legge del Comitato per la Giustizia vuole cercare di contenere i poteri del governo e non di espanderli. Ciò che ha consentito ai governi durante l’operazione terroristica del coronavirus di sopprimere tutte le libertà essenziali è stata l’assoluta mancanza di controlli e limitazioni posti dalle assemblee legislative che hanno avuto il ruolo di passive spettatrici mentre gli esecutivi cancellavano i diritti fondamentali dei cittadini.

Successivamente vediamo che nel testo della legge in questione si vuole fare una distinzione tra “una ondata attiva di coronavirus” e l’intervallo tra le varie ondate dove i cosiddetti casi di COVID viaggiano ad un ritmo ancora più contenuto.

 Il senso di questa proposta legislativa è quello di fare una differenziazione tra cosiddette emergenze pandemiche e i periodi che non lo sono che vengono definiti “situazioni di sanità speciali.”

Questa proposta impedisce di fatto al governo di attivare a proprio piacimento i poteri emergenziali dal momento che se un organo governativo ha intenzione di mettere mano alle restrizioni COVID durante gli intervalli delle “emergenze pandemiche” non potrà farlo senza prima passare da un’approvazione del Parlamento e del Comitato in questione che dovrà comunque dare il suo consenso definitivo almeno cinque giorni prima che le proposte di modifica del governo entrino in vigore.

 

Qualora invece dovesse esserci uno stato di emergenza pandemica dichiarato il governo non sarà tenuto a chiedere una approvazione previa delle restrizioni COVID al Comitato per la Giustizia, che potrà comunque essere consultato per discutere le modifiche del governo e dare il suo parere favorevole e contrario entro 48 ore dalle proposte dell’esecutivo. Il limite precedente era di 24 ore.

A questo punto, il testo legislativo del Comitato prevede effettivamente una regolamentazione legislativa del certificato verde che fino ad ora non c’era. È vero che in questa proposta si prevede che il certificato possa essere utilizzato in “luoghi pubblici, posti di lavoro, eventi privati, istituzioni educative” ma al tempo stesso si prevede anche di limitare la discrezionalità del governo di “applicarlo a luoghi che vendono o forniscono servizi essenziali.”

Ora la linea di demarcazione tra i luoghi pubblici citati nel primo paragrafo, e quelli che forniscono servizi essenziali citati nel secondo è piuttosto esigua e per comprendere effettivamente dove sarà veramente necessario il certificato verde e dove non lo sarà occorrerebbe attendere che la Knesset elabori meglio questo testo.

 

Il sito CDC però giunge affrettatamente alle conclusioni già nel titolo e nel testo del suo articolo omette di citare questa distinzione fondamentale. La proposta fatta dal Comitato per la Giustizia è ancora troppo vaga e generica per comprendere se il passaporto vaccinale diventerà necessario per legge in ogni luogo pubblico oppure no.

Soprattutto CDC partendo da premesse completamente sbagliate sostiene che le notizie relative agli allentamenti sul pass verde in Israele siano state riportate dai media italiani che a loro volta avrebbero ripreso un editoriale del Jerusalem Post sulla questione.

Questo però non corrisponde assolutamente al vero perché la notizia della rimozione del certificato vaccinale in Israele non viene dal quotidiano israeliano, ma dallo stesso governo israeliano.

È stato infatti lo stesso ministro della Salute israeliano Avigdor Liberman ad annunciare pubblicamente che il pass verde va rimosso.

Queste la parole del ministro in questione.

“Non c’è alcuna logica medica ed epidemiologica nel certificato verde e molti esperti concordano al riguardo.”

Liberman poi aggiunge che il passaporto vaccinale “è un danno diretto all’economia” e contribuisce significativamente a “diffondere il panico tra il pubblico.”

Il ministro chiosa affermando chiaramente di “essere al lavoro con tutti i partiti per eliminare il certificato verde e preservare una normale routine per ognuno di noi.”

Dunque non si tratta di una malevola interpretazione dei media italiani come sostiene CDC. Si tratta di una dichiarazione ufficiale del ministro che si occupa della gestione della crisi COVID e non può certo essere liquidata come una “psy-op”.

Eppure nonostante questo il sito CDC arriva chiaramente a definire le notizie sugli allentamenti come una sorta di depistaggio.

Queste sono le loro parole in merito.

“Israele è la prova di come gli “allentamenti” sono una psy-op, una vera e propria strategia bellica nel contesto dell’instaurazione della dittatura sanitaria con la quale si è spalancata la porta all’aggressione del corpo umano e sua conversione in flussi di dati, cibo primario del capitalismo della sorveglianza, premessa necessaria per l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale.”

C’è molta carne al fuoco in queste considerazioni ma ciò che manca di più è il senso logico. Come possono infatti definirsi una “psy-op” le notizie degli allentamenti in Israele quando invece abbiamo visto che non sono i media italiani ad essersele inventate, ma sono stati gli stessi esponenti dell’esecutivo di Israele ad esprimersi in tal senso?

Soprattutto come si possono definire una psy-op gli allentamenti quando tutto l’articolo di CDC parte dalla premessa sbagliata che il certificato verde in Israele è diventato “legge” mentre in realtà siamo ancora lontani da un inquadramento legislativo definitivo e netto in questo senso?

L’arte della psy-op è quella di ingannare per indurre a far credere una determinata circostanza, falsa, al posto di un’altra, vera.

Se il fine ultimo è quello di aumentare le inoculazioni dei sieri sperimentali per poter ridurre la popolazione mondiale allora la cosa più sensata da fare è quella di far credere che le restrizioni diventeranno permanenti in modo così da indurre le persone a cedere e a inocularsi il siero.

Se invece i governi, ufficialmente e non perché lo dichiarano i media, annunciano e mettono in essere delle retromarce sull’applicazione delle restrizioni COVID non si spinge certo i cittadini a inocularsi i vaccini.

Se c’è una psy-op è esattamente al contrario di quella che sostiene CDC e altri canali informativi. La psy-op è quella di chiudere completamente l’orizzonte ai dissidenti facendo credere loro falsamente che non c’è più nulla da fare perché tanto ormai il Grande Reset procede speditamente nonostante le evidenze del contrario siano sempre più numerose.

La battaglia che si sta combattendo in questa fase finale dell’operazione terroristica del coronavirus non è una battaglia combattuta con armi convenzionali, quanto una battaglia psicologica che ha come unico fine quello di controllare il pensiero delle persone.

Esiste un apparato di falsa controinformazione che sta lavorando alacremente a questo fine e ne abbiamo fornito anche nei precedenti contributi numerose prove al riguardo.

L’ultimo esempio, e forse il più clamoroso, è quello relativo alla vera psy-op del caso Biscardi nel quale questo apparato di disinformazione ha cercato di far passare uno sconosciuto truffatore del casertano per un eminente ricercatore scientifico che aveva fatto scoperte scomode sui sieri.

In quel caso, il fine era quello di ingannare il pubblico per fargli credere che chi parla di determinati argomenti muore precocemente in circostanze misteriose.

Ci sono però altri numerosi esempi al riguardo. Su Telegram ormai non si contano i proclami terroristici di questi canali. Da mesi i vari dis-informatori dei servizi tormentano le persone con i più assurdi e delinquenziali scenari di deportazioni dei non sierati.

Al potere mondialista ormai in declino è rimasto soltanto questo strumento. Quello di ingannare il lettore facendogli credere che ormai il cerchio del Grande Reset si sta chiudendo quando in realtà i fatti provano il contrario.

L’arte della guerra è soprattutto questa come insegnava Sun Tzu. L’arte della guerra è l’arte dell’inganno.

 

 

 

 

 

 

La partita del Quirinale sarà

 il detonatore che farà saltare

 il sistema politico dell’Italia?

Lacrunadellago.net- Cesare Sacchetti-( 23 Gennaio 2022  )- ci dice :

 

Berlusconi ha sciolto la sua riserva sulla candidatura al Quirinale.

L’ex cavaliere non parteciperà alla corsa.

Le chance di Berlusconi di salire al Colle erano comunque praticamente inesistenti. Questa candidatura appariva più essere come il moto di orgoglio di un uomo che sembra chiedere qualcosa in cambio al sistema per i servigi che gli ha reso.

La storia di Silvio Berlusconi in politica è una storia di interessi personali. All’imprenditore che fondò l’impero mediatico della Fininvest – e che ha cambiato per sempre i modelli culturali del Paese inondando gli schermi mediatici di quella che correttamente fu definita tv spazzatura – non ha in realtà mai importato molto delle sorti dell’Italia.

Il ritratto di Silvio Berlusconi non è certamente il ritratto di un patriota. Al contrario, è il ritratto di un affarista che ha sempre perseguito gli interessi economici e finanziari del suo impero mediatico e della sua famiglia.

Quando Berlusconi si trovò nel 2011 di fronte al bivio che vedeva da un lato la salvezza economica dell’Italia attraverso l’uscita dalla moneta unica, e dall’altro la salvezza delle sue aziende crivellate dai colpi della finanza speculativa in borsa, non ci pensò un istante.

Berlusconi abdicò all’istante e permise il colpo di Stato finanziario i cui fili venivano tirati dal Quirinale allora occupato da Giorgio Napolitano.

L’ex premier quindi lasciò il campo libero e consentì a Monti, uomo del gruppo Bilderberg, di imprimere una ulteriore accelerazione all’agenda che il Club di Roma aveva stabilito decenni prima per l’Italia.Per poter restare nella gabbia della moneta unica ci sono delle regole precise. Questa moneta è concepita espressamente per impedire agli Stati che la adottano di fare spesa pubblica e di far crescere così il Paese.

Nel momento stesso in cui si adotta l’euro si perde la capacità di creare denaro dal nulla senza la quale uno Stato non può condurre alcuna seria politica economica indipendente.

Senza questa capacità lo Stato è rimesso alla mercé dei mercati di capitali internazionali. Non disponendo della possibilità di avere una sua banca centrale in grado di emettere moneta, lo Stato deve rivolgersi inevitabilmente alle banche private.

E le banche private sono nelle mani di quelle grandi famiglie quali i Rothschild e i Morgan che siedono ai vertici del Nuovo Ordine Mondiale.

Sono in qualche modo questi i veri ideatori e proprietari dell’euro. Sono questi i nomi che controllano in maniera occulta l’Italia e l’Europa da molti decenni.

Attraverso la sua abdicazione, Berlusconi ha lasciato quindi che queste famiglie lanciassero l’assedio definitivo all’Italia in cambio della salvaguardia delle sue imprese.

Questa velleità di salire al Colle dell’ex cavaliere appariva anche come una sorta di compensazione per ciò che Berlusconi ha fatto per questi poteri.

È come se l’ex premier in cuor suo volesse il Quirinale per avere una sorta di risarcimento per aver rinunciato dieci anni orsono alla presidenza del Consiglio.

La candidatura di Berlusconi non aveva però alcuna seria possibilità di farcela.

Solamente il centrodestra avrebbe votato l’uomo di Arcore mentre il centrosinistra composto da PD e M5S avrebbe ripiegato su un suo candidato di riferimento, probabilmente Liliana Segre, o qualche altro personaggio di riferimento della sinistra progressista liberale.

I partiti non hanno un candidato condiviso: verso lo stallo.

 

Personaggi che invece non verrebbero votati dal centrodestra e quindi è altamente probabile che per il Quirinale si assisterà al gioco dei veti incrociati.

Nessuno è disposto a votare il candidato dell’altro a meno che non emerga una figura terza considerata l’interlocutore privilegiato dei poteri esteri che comandano la politica italiana da tempo.

Quella figura potrebbe essere Mario Draghi, ma ci sono molte incertezze che i partiti siano disposti veramente ad avallare il suo trasferimento da palazzo Chigi al Quirinale.

La candidatura di Draghi in realtà è voluta fortemente dagli ambienti finanziari che hanno costruito tutta la sua carriera da sicario delle banche.

La carriera di Draghi inizia a bordo del panfilo della regina Elisabetta, il famigerato Britannia, il 2 giugno del 1992 quando si consumò uno dei più infami tradimenti della storia d’Italia.

A bordo di quella nave, si riunivano gli uomini dello Stato che piuttosto che difendere gli interessi nazionali svendevano a prezzo di saldo tutti i gioielli pubblici dell’industria italiana.

Draghi ha scalato le gerarchie di Wall Street e della City di Londra perché ha servito fedelmente questi poteri.

La sua venuta a palazzo Chigi nel 2021 si può definire la naturale conclusione del suo percorso da uomo al soldo del Nuovo Ordine Mondiale.

Il mandato che è stato assegnato dalla massoneria a Draghi è di ultimare il lavoro iniziato nel 1992. Stavolta però non c’è soltanto la spoliazione economica che purtroppo procede inesorabile con la perdita di altri storici gioielli, quali l’Hotel Danieli di Venezia, acquistato da uno degli architetti della falsa pandemia, Bill Gates.

Stavolta è anche peggio perché Draghi sta condizionando la partecipazione della vita sociale e lavorativa alla somministrazione di un siero sperimentale al grafene.

Stavolta l’obbiettivo è proprio portare avanti il genocidio del popolo italiano, il popolo più odiato da questi poteri occulti per i suoi storici legami culturali e religiosi con il cattolicesimo e la Roma antica.

Appare però esserci un grave intralcio sulla strada del Quirinale per Draghi. Il passaggio non sembra essere più scontato come poteva esserlo qualche mese fa.

I partiti che compongono la seconda Repubblica si sono tutti inchinati a Draghi quando lo scorso anno, l’UE, la Bce e tutte le altre istituzioni globaliste lo inviarono a palazzo Chigi.

L’uomo era il referente assoluto di questi mondi in Italia e praticamente nessun partito ha osato opporsi ai desiderata dei centri di potere sovranazionali.

Draghi medita la fuga da palazzo Chigi in ogni caso.

Draghi ha portato avanti l’agenda richiesta sin dove poteva e ora è lo stesso uomo del Britannia che cerca una via di uscita da palazzo Chigi.

Draghi sa che ormai ciò che poteva fare per compiacere i suoi referenti è stato fatto e si è spinto sin troppo in là nel suo giro di vite autoritario.

È per questo che il premier si sta guardando intorno e vuole lasciare palazzo Chigi. La poltrona da presidente del Consiglio inizia a scottare e Draghi vuole lasciarla prima che il Paese precipiti definitivamente nel disastro socio-economico dove lui stesso l’ha trascinata.

È per questo che Draghi guarda al Colle e, secondo fonti vicine ai palazzi del potere, anche a Bruxelles.

In ogni caso pare che il premier abbia già deciso di non restare e lasciare comunque l’incarico di presidente del Consiglio.

Draghi non vuole farsi trovare al posto di comando quando ci saranno altri fallimenti economici e quando altre persone moriranno in seguito alla somministrazione dei sieri sperimentali.

Al tempo stesso, l’ex governatore della Bce è perfettamente consapevole di non avere più il controllo dei partiti e sa che la politica lo vuole lì dov’è per utilizzarlo come parafulmine per i fallimenti in arrivo.

Questa è la ragione per la quale Draghi si sta guardando intorno e questa è la ragione per la quale i partiti non vogliono lasciarlo andare.

Il centrodestra e il centrosinistra sono accomunati dallo stesso fine, ovvero quello di cercare di lasciare immutato lo status quo e di tirare a campare ancora per po’.

A questo proposito, Berlusconi, non appena ha sciolto la riserva per la sua candidatura, è stato chiaro. Draghi resti dove si trova.

C’è poi un’altra incognita che riguarda la salute di Draghi che secondo fonti istituzionali sarebbe in peggioramento per una seria patologia per la quale l’uomo del Britannia si sta curando nella massima discrezione.

I media sanno che la salute del premier non è delle migliori ma hanno ricevuto ordine di non menzionare in nessun modo questa circostanza.

A questo punto, proviamo comunque a prendere in considerazione l’ipotesi che vuole un trasferimento di Draghi al Colle lasciando vacante il posto di presidente del Consiglio.

La classe politica non ha in realtà pronto nessun sostituto per colmare quel vuoto e i nomi che i media stanno proponendo per sostituire Draghi sono semplicemente risibili.

Addirittura Libero è arrivato ad avanzare l’ipotesi Brunetta che in realtà al massimo potrebbe essere sostenuta solo da Forza Italia, nemmeno tutto il centrodestra, perché gli altri partiti non accetterebbero mai di avallare un candidato premier politico.

Solamente un tecnocrate che è sorretto in maniera massiccia dai circoli del Bilderberg e della Trilaterale potrebbe unire i partiti e farli piegare ancora una volta all’agenda transnazionale.

Al momento però l’unico nome di peso in questo senso sembra essere proprio quello di Draghi. Gli altri non sono disponibili o bruciati, come Monti o Prodi. Anche riportare in vita un eventuale governo Conte ter sembra del tutto impraticabile a questo punto e i partiti andrebbero ognuno per la loro strada. Ed è proprio quello che i poteri forti non vogliono.

I poteri forti vogliono la grande ammucchiata. Vogliono che tutti quanti i partiti come un sol uomo eseguano gli ordini senza discutere e senza creare intralci ai piani di Bill Gates o di George Soros.

Al momento quindi il nome di Draghi appare insostituibile salvo che qualcuno faccia un passo indietro che nessuno sembra voler fare. Se Draghi lascia vacante il suo posto la macchina sarà ingovernabile perché nessun partito in realtà se la sente di sedersi al comando per occupare il posto da premier visto il disastro che sta per arrivare.

Serve un tecnocrate pesante spendibile da usare subito e spostare successivamente all’estero per fare questo lavoro sporco ma non sembrano esserci nomi disponibili come accennavamo sopra.

Se quindi i partiti decideranno di lasciare Draghi dov’è, a quel punto si presenta il problema di trovare un nome condiviso per il Colle che al momento non pare esserci.

Al momento ci sono solo candidature di scuderia che hanno poche chance di farcela per il gioco dei veti incrociati.

La soluzione allo stallo potrebbe essere data da un Mattarella bis che in questi giorni ha ripreso quota perché tutti sembrano sapere che non sembra esserci un altro modo per risolvere l’impasse delle elezioni presidenziali.

C’è comunque un elemento che appare essere fuori discussione. Questo sistema politico appare ormai avviato verso una decomposizione inarrestabile.

Qualsiasi sarà l’esito della partita del Quirinale è del tutto evidente che questa classe politica composta da spregiudicati capitani di ventura pronti a mandare il Paese al macero pur di eseguire gli ordini dei loro referenti sovranazionali ha perduto ogni legittimità possibile.

Lo ha riconosciuto persino Bill Gates. Il rapporto tra governi e popoli è ormai irrimediabilmente incrinato e compromesso.

Lo strappo aperto dall’operazione terroristica del coronavirus non si ricuce più perché i popoli ormai hanno compreso che il gioco della democrazia è truccato.

Il paradosso di questa crisi artificiale creata dai poteri forti è che ha accelerato la fine del sistema di governo preferito dagli stessi poteri forti, ovvero le democrazie liberali.

La crisi del sistema politico italiano appare irreversibile.

Per ciò che riguarda il caso italiano, la crisi del vecchio sistema parlamentare ha conosciuto una accelerazione irreversibile dopo il golpe giudiziario del 1992.

 Il precedente sistema è definitivamente morto quell’anno quando con un colpo di spugna le toghe rimossero chirurgicamente una intera classe dirigente su ordine dello stato profondo di Washington.

La vecchia classe dirigente della Prima Repubblica non serviva più al Nuovo Ordine Mondiale. Andava rimossa per lasciare il campo libero al nuovo polo post-comunista, il PDS, che avrebbe traghettato l’Italia senza ostacoli dentro la prigione finanziaria dell’euro e della globalizzazione economica.

La crisi del 1992 però affonda le sue radici nella stessa fragilità della Repubblica parlamentare che vide definitivamente la luce nel 1948 attraverso il varo della Costituzione. I sistemi democratici costituzionali hanno dimostrato di essere perfettamente manovrabili da potenze straniere e club privati di banchieri e finanziari sin dalla loro nascita.

La Repubblica costituzionale del 1948 non è una creazione spontanea voluta dalla classe politica italiana e dal suo popolo.

La Repubblica costituzionale del 1948 è una creazione in laboratorio voluta dallo stato profondo di Washington e dalle lobby occulte che comandano l’America e il mondo da lungo tempo.

Se la Repubblica Italiana è in mano a questi poteri dalla sua stessa esistenza non dobbiamo sorprenderci se poi nel 1992 questi stessi poteri si sono liberati di un sistema e di una classe politica che non gli serviva più.

Il centro delle decisioni della Repubblica Italiana non è mai stato realmente a Roma, ma a Washington. È qui che si tracciavano le linee di politica estera del Paese. Quando uomini coraggiosi e patrioti come Aldo Moro hanno provato a recidere quel filo che legava il destino di Roma a Washington, furono minacciati dai membri del Bilderberg come Henry Kissinger per poi essere barbaramente uccisi.

Il peccato originale dell’Italia repubblicana è quello di non essere mai stata veramente libera, indipendente e pienamente sovrana.

L’esito della storia dell’Italia repubblicana non poteva essere pertanto quello che stiamo vedendo ora davanti ai nostri occhi. I titoli di coda della Repubblica del 1948 sono la diretta conseguenza della sua nascita nata sotto la stella di una menzogna.

La Costituzione repubblicana per quanto possa contenere delle perle soprattutto per la sua dottrina economica ispirata allo Stato imprenditore è una Costituzione senza anima e senza valori.

Come può un Paese millenario come l’Italia definirsi “fondato sul lavoro”? Come può la storia di una nazione unica al mondo per i suoi valori culturali e religiosi ridursi solo a questo?

L’Italia è molto di più di tutto questo e per iniziare a riscoprire sé stessa dovrà necessariamente guardare indietro al suo passato.

Ecco perché l’attuale crisi politica potrebbe non essere poi una cattiva notizia dopotutto.

Il sistema era profondamente malato da tempo. La falsa pandemia ha fatto emergere tutto il marcio che si era depositato e sedimentato in ogni angolo delle istituzioni.

Ogni istituzione del Paese ha mostrato di essere infetta e contaminata da poteri quali la massoneria che ormai è penetrata talmente a fondo delle radici dello Stato da averlo trasformato in una emanazione diretta delle stesse logge massoniche.

Lo Stato come tale non esiste più in quanto è ridotto ad un simulacro giuridico dove si impone la volontà di questa società segreta che a sua volta trova i suoi referenti altrove, ancora una volta fuori dai confini nazionali.

Il paradosso della democrazia è che comandano tutti, tranne che il popolo. La democrazia mente già nel suo stesso nome perché il popolo in questo metodo di governo non dispone di alcun vero potere. In democrazia si impone la dittatura del denaro. Chi ne ha di più, controlla tutta la vita pubblica e privata di una nazione.

Questa è la ragione per la quale tutti hanno soggiaciuto alla morte dell’Italia. Magistratura, medici, politici, uomini dello spettacolo, avvocati, giornalisti e dirigenti della pubblica amministrazione.

Larga parte di queste istituzioni non ha nemmeno provato a opporsi allo scempio che stiamo vedendo.

Tutti sono proni alle forze occulte che dirigono i fili della democrazia.

Questo male doveva quindi uscire fuori. Era necessario vedere che sotto la patina perbenista e ipocrita della democrazia liberale si nascondeva un mare di corruzione e di infedeli devoti alla causa dei nemici che vogliono distruggere questa nazione unica al mondo.

La partita del Quirinale potrebbe quindi non fare altro che accentuare e accelerare il processo di disgregazione in atto.

Alla fine di questa crisi, difficilmente si tornerà al sistema precedente. Nessun partito avrà alcuna legittimità politica per porsi al comando del Paese. Nessun partito probabilmente sopravviverà a questa crisi che potrebbe spazzare via tutta la classe politica che ha compiuto il più grande crimine contro la propria patria.

L’Italia sembra quindi giunta alla fine di un ciclo storico e alla fine di un viaggio. Sullo sfondo internazionale la crisi pandemica sembra volgere definitivamente al termine con una sequela di Paesi che annunciano la rimozione di ogni restrizione.

Presto toccherà anche all’Italia e alla sua classe politica che probabilmente potrebbe essere l’ultima a restare con il cerino in mano della falsa pandemia.

C’è una bomba piazzata nel cuore del sistema politico italiano. La partita del Quirinale e la guerra tra bande dei vari partiti potrebbe essere la miccia che potrebbe farlo saltare definitivamente in aria.

 

 

 

La morte di “Domenico Biscardi”: l’ultima

 psy-op della falsa controinformazione.

Lacrunadellago.net- Cesare Sacchetti  -( 13 Gennaio 2022)- ci dice :

 

In questi ultimi due giorni, diversi lettori mi hanno chiesto di frequente perché non avessi commentato la morte del dottor Domenico Biscardi.

La risposta è sincera e al tempo stessa brutale. Non avevo letteralmente idea di chi fosse. Non l’avevo mai sentito nominare.

L’unica cosa che ho ascoltato di lui è un messaggio audio che sta circolando molto in queste ore su WhatsApp.

Nel messaggio in questione, Biscardi afferma che sono state trovate le prove della presenza del grafene nei sieri sperimentali e dei cosiddetti quantum dots.

Ora chi segue questo blog sa che in più di un’occasione abbiamo avuto modo di parlare della questione del grafene nei sieri e ne abbiamo parlato perché sono state mostrate le prove scientifiche al riguardo.

I ricercatori del sito spagnolo “La Quinta Columna” hanno mostrato le analisi di laboratorio dei sieri Pfizer e sono stati persino in grado di dire con certezza da quale lotto proviene la fiala analizzata.

 

Ricardo Delgado, il ricercatore biostatistico del sito in questione, si è detto pronto ad andare in qualsiasi corte di Giustizia per mostrare le prove del suo lavoro.

Non risulta che nessuna casa farmaceutica si sia mossa per smentire le sue affermazioni o per denunciare Delgado, e questo probabilmente lascia pensare che nessuno ha interesse a portarlo in giudizio.

Fino a prova contraria, Delgado sta dicendo la verità e se i produttori di questi sieri e i governi che li hanno approvati non agiscono in via giudiziale contro di lui è perché con ogni probabilità non sono in grado di smentire quanto da lui affermato e dimostrato con analisi di laboratorio.

Biscardi nell’audio di cui parlavamo in precedenza afferma che lui collaborava con i ricercatori spagnoli ma questo non risulta essere vero.

Biscardi divulgava come facevano molti altri le ricerche de La Quinta Columna ma non risultava fare parte del gruppo dei ricercatori spagnoli.

È senz’altro vero che il sito spagnolo gli ha dedicato un piccolo scritto su Telegram all’indomani della sua morte, ma nell’articolo in questione i ricercatori iberici non definiscono Biscardi come un loro collaboratore, ma come “una delle figure più importanti in Italia nella opposizione alle iniezioni”.

Spero che La Quinta Columna non ce ne voglia ma in realtà Biscardi era alquanto lontano dall’essere un personaggio noto o uno dei più importanti nel mondo di chi si oppone alla distribuzione dei sieri.

Probabilmente ai ricercatori spagnoli è stata raccontata questa storia dall’estero da fonti inaffidabili, ma se andiamo a vedere meglio la storia di questo dottor Biscardi ci sono altri punti che non tornano.

Se leggiamo tutti gli articoli dedicati alla sua morte, apprendiamo che il medico e ricercatore aveva 45 anni era di Caserta ed esercitava la professione in questa città.

A questo punto abbiamo fatto l’unica cosa che era sensato fare. Abbiamo provato effettivamente a vedere se ci fosse un Domenico Biscardi iscritto all’ordine dei medici, ma non abbiamo trovato nulla.

Se andiamo a dare uno sguardo al portarle dell’albo online dei medici chirurgi in Italia troviamo soltanto sei Biscardi e nessuno di loro è Domenico.

L’unica conclusione possibile che se ne può dedurre è pertanto che Domenico Biscardi non fosse affatto un medico.

Il “medico” però si presentava anche come un farmacista e abbiamo provato dunque a vedere se il suo nome risultasse negli albi di Caserta. Anche in questo caso non è emerso nulla.

Non c’è nessun Biscardi iscritto all’ordine dei farmacisti di Caserta né in altre città campane, quali Napoli.

A questo punto appare evidente che c’è qualcosa che non torna nella storia che riguarda questo presunto medico.

Negli articoli dedicati alla sua morte, apprendiamo anche che sarebbe stato un biologo e un genetista, ma gli esperti in questo campo generalmente lasciano dietro di sé una scia di pubblicazioni e di curriculum depositati in istituti attivi in questi settori.

Nel caso di Biscardi non c’è nulla di nulla. Non c’è una traccia che provi che Biscardi fosse veramente quello che diceva di essere.

C’è solo un documento PDF che riporta il CV di Biscardi ma tutto quello che è scritto lì non trova riscontro da nessuna parte.

In questo documento PDF Biscardi sostiene di aver conseguito una specializzazione presso l’università di New York nel 2008, e inoltre annovera una laurea in farmacia conseguita presso l’università Federico II di Napoli.

Abbiamo però visto in precedenza che non c’è nessun Biscardi iscritto all’ordine dei farmacisti di Napoli.

E dunque? Chi era o chi è veramente costui? Sempre nel suo CV, Biscardi sotto mette alcuni link di quotidiani che parlano di lui.

Ci sono articoli che parlerebbero di lui nel sito del Metodo Di Bella e altri del Corriere di San Nicola.

C’è però qualcosa di strano. Questi link sono morti e il contenuto al loro interno è stato rimosso.

Per vedere il contenuto occorre utilizzare un sito chiamato “Wayback Machine” e vediamo che nel PDF presente nel sito del Metodo Di Bella ci sarebbe una presunta ricerca di cinque pagine fatta da Biscardi su alcuni pazienti in Africa.

Il documento però appare tutto tranne che una ricerca scientifica seria corroborata da solidi dati scientifici. Assomiglia più a una descrizione alquanto informale dei presunti trattamenti somministrati da Biscardi in Africa durante il suo periodo da medico volontario.

Resta però da comprendere come Biscardi potesse fare il medico in Africa se effettivamente non era iscritto all’ordine dei medici.

In questo caso, saremmo di fronte ad una truffa vera e propria ma andiamo avanti con la nostra ricerca.

Se continuiamo a guardare attentamente i link dei quotidiani riportati da Biscardi sul suo CV, troviamo una sua intervista rilasciata a “Il Giornale” pubblicata il 29 marzo del 2012 e dedicata alla sua “opera”.

Anche in questo caso l’articolo è stato misteriosamente rimosso dal quotidiano di Berlusconi e per recuperarlo dobbiamo ricorrere ancora una volta al sito “Wayback Machine”.

Una volta compiuta questa operazione apprendiamo che nell’intervista del 2012 Biscardi dichiara di avere 45 anni e questo appare in netta contraddizione con quello che leggiamo riguardo alla sua presunta morte.

Negli articoli che parlano della presunta scomparsa di Biscardi leggiamo che il sedicente dottore sarebbe morto a 45 anni.

Questo però appare impossibile perché Biscardi nel 2012 dichiarava di avere 44 anni quindi oggi avrebbe dovuto averne almeno 53.

Dunque quando è nato veramente questo personaggio? Le incongruenze e le contraddizioni però non sono terminate.

Il sedicente ricercatore dichiara al Giornale che lui stava curando i pazienti con il Metodo Di Bella e che aveva già iniziato nel 2008.

Queste le sue parole.

“Al momento ho in cura una trentina di persone. In alcuni casi ho visto risultati sorprendenti dopo pochi mesi, senza intervento chirurgico. Una ragazza di 19 anni, all’inizio del 2008 si è presentata con perdite al seno, ghiandole linfatiche già intaccate e metastasi epatica.”

Nel 2008 però Biscardi scrive nel suo curriculum che si trovava presumibilmente a New York a conseguire una laurea in medicina mentre in questa intervista dichiara che già stava curando dei pazienti.

Dunque delle due l’una. O Biscardi non era a New York nel 2008 e quindi quel curriculum è quasi certamente un falso oppure Biscardi curava delle persone nel 2008 senza però essere laureato in medicina che formalmente è ancora un reato nel nostro ordinamento, anche se negli ultimi tempi lo stato di diritto in Italia e in Europa è stato seppellito da una mole impressionante di illeciti di ogni tipo.

La risposta a chi era veramente Domenico Biscardi potrebbe venire paradossalmente in uno dei vari articoli che lo riguardano.

Questo personaggio era già finito nelle cronache nazionali e locali anni addietro e non certo per i suoi meriti da presunto ricercatore o medico.

Biscardi era stato arrestato a Caserta nel 2005 per associazione a delinquere e riciclaggio perché già in quegli anni si spacciava per medico quando in realtà non lo era.

Tutte queste informazioni e prove ci portano dunque ad una unica conclusione. Biscardi non era ciò che diceva di essere. Era un impostore e un figuro già finito nelle maglie della giustizia per le sue attività illegali.

A questo punto, tutta la storia che riguarda la sua morte potrebbe essere una montatura. Difatti non risulta nemmeno ai carabinieri e alla polizia che questo truffatore sia deceduto.

Siamo di fronte quindi con ogni probabilità ad una psy-op. Questo è quello che probabilmente potrebbe essere accaduto. Qualche apparato che controlla la falsa informazione alternativa ha ripescato questo personaggio dimenticato e gli ha affibbiato il ruolo di finto eroe “no vax” per infiltrare la base di chi sta denunciando i danni dei sieri sperimentali.

Dopo di ché gli agenti della falsa controinformazione hanno diffuso la notizia della sua presunta morte e in questo modo si è veicolata l’idea che chi denuncia il siero possa morire improvvisamente in circostanze misteriose.

Altri giornalisti in buonafede hanno riportato la notizia cadendo purtroppo in questa trappola.

Chi ha concepito questa psy-op comunque aveva il preciso obbiettivo sin dal principio di seminare paura e panico tra i dissidenti.

È esattamente ciò che non si deve fare e in questo particolare momento il vero nemico non sono neanche più i media ufficiali come ci era capitato di dire in precedenza.

Il vero nemico in questo momento è la falsa controinformazione che ha ricevuto il compito di girare al massimo la manopola della paura per far credere che chi denuncia il regime può essere messo a tacere in maniera violenta.

Questa è un’altra conferma che in questo momento il regime di Mario Draghi è alle corde e l’unica arma che gli è rimasta per ritardare la sua caduta è quella di seminare il terrore nella speranza che altri cedano e si pieghino ai suoi ricatti.

La sensazione è che anche questa volta coloro che hanno organizzato questo depistaggio andranno incontro ad un altro inevitabile fallimento.

 

 

 

Miguel Bosé rincara la dose: “Solo io possiedo

 la verità. Questa falsa pandemia

creata dai supermiliardari psicopatici del Forum di Davos”.

Ilfattoquotidiano.it- Redazione-(20 APRILE 2021)- ci dice :

 

Miguel Bosé rincara la dose di dichiarazioni negazioniste contro la pandemia di Covid. Lo fa in nella seconda parte della discussa intervista con il conduttore Jordi Evole andata in onda domenica sera sull'emittente televisiva La Sexta.

“Solo io possiedo la verità, altro che bufale. Sono negazionista e lo dico a testa alta. Non mi interessa ciò che pensano gli altri, se avessi dato peso alle parole di altri non avrei mai avuto questa carriera – ha detto il cantante -. Dov’è il virus? Io non lo vedo. Questo è solo un complotto per sottomettere i popoli e vendere i vaccini, io mi sono informato e documentato. Non ci servono i vaccini, ma le cure”.

“Questa falsa pandemia non è nata dalla Cina, ma da un cartello di supermiliardari psicopatici che rispondono al nome di Forum di Davos – ha incalzato quindi Bosé -.

 Hanno pianificato tutto questo da 10-15 anni, basta cercare le informazioni sul web e troverete tutto.

Queste persone si credono padroni dell’umanità e del pianeta perché sono molto ricchi e molto arroganti. Ma vedrete: cadranno tutti, uno dopo l’altro. Politici, scienziati e imprenditori farmaceutici: non potranno più uscire di casa tranquilli. Ci sarà un’altra Norimberga e coinvolgerà tutto il sistema, da destra a sinistra. Voglio un mondo nuovo e lo avremo”.

E quando il conduttore Evole lo ha invitato a confrontarsi con uno scienziato, Miguel Bosé si è rifiutato:

“Non sono un professionista, non ho le conoscenze adeguate per parlare con uno scienziato.

Ma sono molto informato e sono dalla parte della verità – ha replicato -. Questa faccenda non ha neanche il potenziale per poter essere una epidemia, l’hanno voluta trasformare in una pandemia. E sono particolarmente accreditato a parlare di questo argomento, visto che mi ha toccato direttamente e ho avuto modo di approcciarlo”, ha aggiunto riferendosi, probabilmente, alla morte della madre, ufficialmente deceduta nel marzo del 2020 proprio a causa del Covid.

Sono tornato a essere più lucido di tanti anni fa ed è per questo che so la verità“, ha quindi concluso in toni profetici.

 

 

 

 

Alessandro Meluzzi choc dalla D'Urso:

 «Coronavirus è una falsa pandemia,

malati pompati con terapie sbagliate».

Ilmattino.it- Ida Di Grazia- (22 Giugno 2020  )- ci dice :

Alessandro Meluzzi choc dalla D'Urso: «Coronavirus è una falsa pandemia, malati pompati con terapie sbagliate». Nell'ultima puntata di Live non è la D'Urso sono tornati gli sferrati, tra loro anche il professor Meluzzi che supportando le teorie complottistiche ha affermato l'inesistenza del coronavirus e da cui Barbara D'Urso si è subito dissociata.

Dopo l'intervento a “Live non è la d'Urso” del ministro della Salute Roberto Speranza prima e di Giorgia Meloni poi, in studio da Barbara D'Urso è intervenuto tra gli altri il professor Alessandro Meluzzi che ha rilasciato delle dichiarazioni choc:

«Abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto. Ora bisogna cominciare una narrazione diversa nei confronti del colossale imbroglio costruito anche intorno alla narrazione di questa falsa pandemia.

Quando conteremo i numeri alla fine dell’anno, quelli dei morti generali, non solo quelli da Covid-19, capiremo che questa narrazione è stata distorta».

Interviene la D'Urso che si dissocia duramente:

«Meluzzi io non sono d’accordo con quello che stai dicendo. Falsa pandemia mi rifiuto di ascoltarlo. Tu non ci sei stato negli ospedali e nei reparti di terapia intensiva dove morivano anche i ragazzi».

Ma Meluzzi non sembra interessato e anzi aggiungo un ulteriore carico affermando che le persone ricoverate in realtà fossero: «Pompate con terapie sbagliate e con l’ossigeno. Mi assumo la responsabilità di ciò che dico. Ci sono state terapie sbagliate». Ancora una volta Barbara D'Urso è costretta a intervenire cercando di riportare la calma.

 

 

 

 

 

L’OMS NON HA MAI DICHIARATO CHE «LA PROSSIMA

 PANDEMIA SARÀ IL MARBURG VIRUS»

Facta.news-Redazione- (Ott 21, 2021)- ci dice : 

 

Il 21 ottobre 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 16 ottobre su Facebook, che riporta una presunta «dichiarazione Oms».

 Nel post segnalato si legge che l’Organizzazione mondiale della sanità starebbe «già parlando» della «prossima (FINTA) pandemia di Marburg virus», ma che questa sarà dovuta agli «effetti avversi degli attuali vaccini per il covid (trombosi) che verranno spacciati per i sintomi del Marburg e la gente ci crederà».

Il post prosegue spiegando che «hanno già creato il test (PCR) per il Marburg anche se non è ancora ufficiale» e «stanno già creando il vaccino per il Marburg», il cui «ingrediente primario è la Ricina, «uno dei veleni più pericolosi della terra».

Le informazioni riportate nel post sono false.

Innanzitutto, il Marburg virus appartiene alla stessa famiglia del virus Ebola ed è responsabile di una febbre emorragica ad elevata mortalità, una condizione mai segnalata come possibile evento avverso dei vaccini contro la Covid-19. Il virus è stato identificato per la prima volta nel 1967 a Belgrado, nell’attuale Serbia, e nella cittadina tedesca di Marburg, da cui prende il nome.

Nello scorso mese di agosto, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha confermato un caso di infezione da Marburg virus in Guinea, ufficializzando così il primo contagio umano conosciuto nell’Africa occidentale. Si tratta tuttavia di un singolo caso, conclusosi con il decesso del paziente. L’Oms non ha mai parlato di una possibile pandemia, ma solo di un’epidemia, che è stata in ogni caso dichiarata conclusa il 15 settembre 2021.

Attualmente non esiste alcuna terapia efficace per contrastare gli effetti del Marburg virus e nessun vaccino è stato approvato in tal senso.

 La teoria di un candidato vaccino che conterrebbe la ricina (una proteina ad alta tossicità in grado di causare la morte cellulare)  arriva da questo video circolato a settembre 2021 negli ambienti no-vax, dove dal minuto 8:25 si fa riferimento a un «vaccino a base di ricina contro la presunta pandemia da Marburg virus».

 L’autore del video è Kieran Morrissey, antivaccinista e negazionista della Covid autodefinitosi «whistleblower di un’azienda biotech», che in un articolo pubblicato il 22 settembre 2021 aveva puntato il dito contro il candidato vaccino Ri-Vax, definito «vaccino a base di ricina contro la febbre emorragica da Marburg».

Un candidato vaccino chiamato Ri-Vax esiste davvero, appartiene all’azienda biofarmaceutica statunitense Soligenix ed è attualmente nella fase 1 di sperimentazione.

Come spiega il sito dell’azienda, tuttavia, non ha nulla a che fare con il Marburg virus, ma serve a prevenire la morte da esposizione alla ricina, in grado di portare al decesso dopo 48/72 ore.

L’8 dicembre 2020 Soligenix aveva ufficializzato l’avvio di «programmi di ricerca per identificare e sviluppare nuovi candidati vaccini contro l’infezione virale, tra cui Ebola, Marburg e SARS-CoV-2», ma al momento in cui scriviamo non è nota la formulazione di nessuno di essi.

 

 

L’invenzione di un’epidemia.

Quodlibet.it-Giorgio Agamben- ( 26-2-2020)- ci dice :

 

Di fronte alle frenetiche, irrazionali e del tutto immotivate misure di emergenza per una supposta epidemia dovuta al virus corona, occorre partire dalle dichiarazioni del CNR, secondo le quali non solo «non c’è un'epidemia di SARS-CoV2 in Italia», ma comunque «l’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi.

 Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva».

Se questa è la situazione reale, perché i media e le autorità si adoperano per diffondere un clima di panico, provocando un vero e proprio stato di eccezione, con gravi limitazioni dei movimenti e una sospensione del normale funzionamento delle condizioni di vita e di lavoro in intere regioni?

Due fattori possono concorrere a spiegare un comportamento così sproporzionato. Innanzitutto si manifesta ancora una volta la tendenza crescente a usare lo stato di eccezione come paradigma normale di governo.

 Il decreto-legge subito approvato dal governo «per ragioni di igiene e di sicurezza pubblica» si risolve infatti in una vera e propria militarizzazione «dei comuni e delle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio di virus».

Una formula così vaga e indeterminata permetterà di estendere rapidamente lo stato di eccezione in tutte le regioni, poiché è quasi impossibile che degli altri casi non si si verifichino altrove.

Si considerino le gravi limitazioni della libertà previste dal decreto:

 a) divieto di allontanamento dal comune o dall’area interessata da parte di tutti gli individui comunque presenti nel comune o nell’area;

b) divieto di accesso al comune o all’area interessata;

c) sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in un luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico;

d) sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, salvo le attività formative svolte a distanza;

e) sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché l’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero e gratuito a tali istituti e luoghi; f) sospensione di ogni viaggio d’istruzione, sia sul territorio nazionale sia estero;

g) sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;

h) applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva fra gli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusa.

La sproporzione di fronte a quella che secondo il CNR è una normale influenza, non molto dissimile da quelle ogni anno ricorrenti, salta agli occhi. Si direbbe che esaurito il terrorismo come causa di provvedimenti d’eccezione, l’invenzione di un’epidemia possa offrire il pretesto ideale per ampliarli oltre ogni limite.

L’altro fattore, non meno inquietante, è lo stato di paura che in questi anni si è evidentemente diffuso nelle coscienze degli individui e che si traduce in un vero e proprio bisogno di stati di panico collettivo, al quale l’epidemia offre ancora una volta il pretesto ideale. Così, in un perverso circolo vizioso, la limitazione della libertà imposta dai governi viene accettata in nome di un desiderio di sicurezza che è stato indotto dagli stessi governi che ora intervengono per soddisfarlo.

(Giorgio Agamben).

 

 

 

 

Il bias cognitivo di chi pensa

che non si stia facendo abbastanza

contro la pandemia.

Linkiesta.it - Gilberto Corbellini- Alberto Mingardi-(15 dicembre 2021)- ci dice:

 

 

È vero che dopo due anni non abbiamo una cura efficace contro il Covid, ma trovare cure contro le malattie virali non è mai stato facile. Intanto coloro che sostengono che i vaccini stiano diffondendo una falsa sicurezza non fanno altro che portare acqua al mulino degli esitanti.

L’idea che non si stia facendo abbastanza contro le pandemie da Covid-19 è singolare. Ma non inattesa.

Non c’è contesto nel quale non si chieda alla politica di fare “di più”, come se “di più” fosse sempre necessario e far “di più” fosse sinonimo col far meglio.

Questo, a maggior ragione, se a ogni pie’ sospinto, come l’incremento temporanei del numero di positivi o decessi o l’arrivo di una variante, siamo minacciati da nuove misure draconiane o ascoltiamo invocazioni di nuovi lockdown, di super-green pass, di zone gialle, arancioni e rosse, ecc.

C’è sempre qualcuno a cui non basta mai, come coloro che sostengono che i vaccini stiano diffondendo una falsa sicurezza. Che cosa significa, non è ben chiaro. Forse si vuol dire che la vaccinazione non basta ad evitare qualsiasi infezione. Forse si vuol dire che ogni tanto capita anche a una persona vaccinata di ammalarsi in modo grave: ma questo può accadere o perché il suo sistema immunitario non è abbastanza efficiente (per esempio la persona è immunodepressa) o più in generale perché il sistema immunitario non è fatto di leve, pulegge e bottoni per attivarlo a piacere.

Forse si vuole dire che i vaccini lasciano circolare il virus, il che non è necessariamente negativo se le persone sono vaccinate. Parlare di falsa sicurezza sollecita l’ego dei profeti di sventura ma vuol dire, insomma, ben poco. Quale è la vera sicurezza, poi? Prima del Covid non avevamo certo strumenti di qualsiasi tipo in grado di evitarci il rischio di ammalarci e morire.

Non abbiamo mai avuto a disposizione così tante conoscenze e tecnologie per combattere un patogeno da quando la nostra specie è comparsa sulla terra, ma insistiamo a pensare e a dire che quello che stiamo facendo non basta. È vero che dopo due anni non abbiamo una cura efficace contro la malattia, ma trovare cure contro le malattie virali non è mai stato facile.

 

In pochi giorni dalla sua apparizione i virologi disponevano della sequenza genomica del virus e in nove mesi sono stati approvati vaccini efficaci negli Stati Uniti e in Europa (anche in Cina e in Russia, ma sulla loro efficacia siamo meno sicuri, non avendo affrontato il vaglio delle autorità occidentali). Una malattia infettiva e la sua diffusione pandemica, al di là dell’immaginario con cui vengono descritte, sono alimentate da complessi processi evolutivi e non ci sono garanzie di riuscire a capire come neutralizzare il virus più o meno rapidamente.Né l’andamento dell’epidemia è solo una questione di Rt, indicatore che rappresenta un quadro statistico ex post ma dice poco sulle reali dinamiche del contagio. È un bene che in tanti abbiano familiarizzato con il concetto, ma l’impressione è che siano convinti che esso implica che davvero una persona infetta ne fa ammalare una e mezzo prima di smettere di diffondere il virus.

Prima di piegare la statistica al gusto di spaventare la gente, sarebbe il caso di accorgersi che grazie ai progressi dell’immunologia e della vaccinologia siamo in grado di insegnare al sistema immunitario ad allestire un’orchestrata attività di vigilanza per neutralizzare gli effetti patogeni del virus se questo riesce a infettarci. È su questo che dobbiamo concentrarci, non nel chiedere sacrifici alle persone come se per liberarci di Covid-19 dovessimo placare una qualche divinità, irritata con la nostra società globalizzata e il nostro stile di vita.

È un’inclinazione umana, un bias, pensare che si potrebbe fare di più per risolvere qualche problema, o che ci sia qualche perverso complotto per cui non converrebbe a chi governa non fare quello che noi sappiamo essere necessario, ecc. Di fronte a una minaccia che si sta protraendo da due anni, senza che se ne intraveda una definitiva uscita, questi ragionamenti di senso comune inquinano anche il pensiero di persone di solito lucide.

Coloro i quali dicono che non si fa abbastanza o che bisognerebbe assumere misure più aggressive sono anche quelli che hanno creduto o credono, mentre il virus è endemico sul pianeta da oltre un anno, che si debba perseguire una strategia di eradicazione (CovidZero). Hanno sbagliato già una volta, ma fanno fatica a imparare.

Abbiamo più volte scritto che la storia non è fonte di insegnamenti, in positivo. Ma per evitare di avvitarsi in autoinganni ridicoli, qualche spunto lo fornisce.

In primo luogo, suggerisce di pesare razionalmente le situazioni nelle quali ci si trova. Per esempio, l’influenza Spagnola uccise in Italia 466mila persone in circa un anno e mezzo (70mila erano militari, esposti quindi all’ambiente insalubre delle trincee), su una popolazione complessiva di circa 30milioni di persone la cui speranza di vita alla nascita era intono a 50 anni.

In circa due anni Covid-19 ha mietuto un terzo di vittime su una popolazione che è doppia e dove la speranza di vita alla nascita è di 82 anni. Nel 1919 non poterono fare altro che aspettare che le pandemie facesse il loro corso, e così è stato per le pandemie influenzali fino a quando non è diventata disponibile la tecnologia, nel secondo dopoguerra, per fare e adattare annualmente i vaccini anti-influenzali. Noi disponiamo contro Covid-19 di efficaci vaccini – più efficaci di quelli antinfluenzali – e di eccellenti sistemi logistici. Ma serve sempre… ben altro.

L’unica misura di contrasto della pandemia, ovvero l’unico intervento che sulla base di prove sappiamo essere risultato efficace, è stata dunque la vaccinazione. Non ci sarebbe nulla di sorprendente se per alcuni anni dovessimo tenere a bada il coronavirus con periodiche vaccinazioni. Meglio che morire o chiuderci in casa.

Quello che non dovremmo fare è disinformare sui vaccini. Dire che i vaccini danno un falso senso di sicurezza significa portare acqua al mulino degli esitanti. Il fatto è che le comunità umane dovrebbero cercare di tornare a funzionare come società aperte, ripristinando relazioni basate sulla fiducia e sulla simpatia reciproca, vedendo l’altro come amico, controparte commerciale, collega e non come vettore di infezione.

In questo, davvero regge il paragone con una tipica stagione influenzale. I vaccini antinfluenzali proteggono meno del vaccino anti-covid ma nessuno dice che vaccinarsi contro l’influenza dà un falso senso di sicurezza.

 Se si è vaccinati contro entrambe le infezioni si fanno le malattie in forme più lievi. Cosa cambia?

Solo che Covid-19 a causa dei danni che provoca e del tempo occorso per disporre di una protezione sembra più minaccioso di quello che verosimilmente è. Se lo si paragona con numerose altre infezioni non è così.

Se il coronavirus ha causato le maggiori devastazioni nel mondo sviluppato è anche perché lo straordinario guadagno di salute, dovuto a igiene, farmaci e innovazioni mediche, ha creato un terreno a lui favorevole, cioè ha “prodotto” con l’aumento della speranza di vita persone anziane e immunodepresse, sistemi immunitari meno stimolati naturalmente da parassiti, mentre l’esistenza di reparti ospedalieri di cure intensive consente di considerare curabili malati che prima non lo erano ma determina paradossalmente affollamento e paralisi degli ospedali a danno anche di pazienti che stanno rinunciando a trattamenti.

Nemmeno le società aperte possono essere preveggenti, cioè anticipare la comparsa di patogeni con particolari caratteristiche, ma a differenza di quelle chiuse consentono di mobilitare rapidamente e in modi pertinenti le risorse conoscitive ed economiche per affrontare nella misura in cui è possibile, con razionalità e nel rispetto delle persone, le minacce.

È uno scenario complesso, che per rispondere alle aspettative più intuitive tendiamo a semplificare. In realtà, serve pensare a strategie praticabili e basate sulla responsabilità più che su presunte soluzioni tecnocratiche. Destinate a fallire perché la realtà sociale, per nostra fortuna dipende dai comportamenti di milioni di persone che, come già diceva Adam Smith, non sono semplici pedine da disporre sulla scacchiera.

La figura dell’esperto che va in televisione o nei media e che non è lo scienziato che sta in laboratorio a fare esperimenti col virus, o il manager in volo tra un centro di ricerca e un sito di produzione del vaccino, o il clinico che conduce sperimentazioni in ospedale; ovvero che nel tepore del suo studio casalingo legge tutto quel che gli capita e poi lo rilancia davanti alla luce di riflettori guidato dal bias di conferma, è un interessante esemplare della comunicazione pandemica.

Questo esperto si innamora di qualche idea, quasi mai sua e quasi mai meditata criticamente, e poi va a pesca di aneddoti e argomenti retorici per difenderla e sostenere che è la vera soluzione che serve contro la pandemia. Di norma viene selezionato dai media dato che è pessimista e prevede sconquassi. Cassandra, per carità, aveva ragione. Ma non basta fare la Cassandra per avere ragione.

Se fossimo moralisti, diremmo che è una speculazione sulla malattia. Non lo siamo e pensiamo che più che in malafede le nostre Cassandre siano convinte. Convinte che le soluzioni ai problemi non siano l’esito di tentativi ed errori di una realtà multiforme e complessa come la comunità scientifica internazionale, ma il risultato diretto dei pensieri da loro maturati la mattina facendosi la barba. Convinte che siccome i vaccini innescano meccanismi automatici di risposta immunitaria, e non esigono “sacrifici” volontari e gravosi da chi si vaccina, siano alternative per forza solo parzialmente efficaci. Convinte che la pandemia sia una grande occasione per salvare la società da tutti i mali che l’affliggono, perché la gente non possa più usare il proprio tempo in modo frivolo ma debba imparare a comportarsi come l’esperto ritenga sia “bene”.

Convinte che esista un metodo per fermare magicamente Sars-Cov-2 e coincida sempre e per forza con i loro pensieri, più o meno statisticamente argomentati. È difficile dire dove finiscano le convinzioni e cominci il delirio.

 

 

 

 

 

La Nave di Teseo.

Fisicaquantistica.it- Roberto Pecchioli - (18 Gennaio 2022)- ci dice :

 

È l’epoca degli ultimi uomini in un doppio senso. Ultimi in quanto un pugno di criminali ha previsto un futuro transumano, da animali e propaggini della tecnologia.

Ultimi perché indegni della scintilla divina, folla indistinta nell’alveare urbano, incapaci di percepire la perdita di identità, massa che vede bianco e dice nero, se questa è la volontà del domatore.

L’ideologia dominante è sempre l’ideologia della classe dominante.

Marx azzeccò molte diagnosi, equivocandosi sulla prognosi e sulla terapia. Su questo punto l’autore de “Il Capitale” non sbagliava. È inutile guardare al presente con la lente deformante del complottismo, deplorare il “marxismo culturale” come sentina di ogni male o rimpiangere i bei tempi andati del liberalismo conservatore, un ossimoro per un’ideologia che fa del cambiamento continuo la sua ragion d’essere.

Joseph Schumpeter parlò di distruzione creatrice, John M. Keynes di spiriti animali. La verità è che il capitalismo globalista vincente sta modellando il mondo a sua immagine e che – conoscendo la naturale opposizione dei popoli alle sue ricette – lavora attivamente per cambiare noi, la trascurabile maggioranza.

Il suo è un progetto antropologico di lungo periodo che conduce alla formazione di un’umanità nuova, l’uomo-trans.

Tran-sessuale nelle pulsioni, trans-nazionale nella tensione cosmopolita, transumano nella sostanza, ibridato con la macchina e sottratto alla sua essenza naturale.

La domanda è: l’uomo della terza decade del Terzo Millennio è ancora tale o è una specie nuova?

È il paradosso della nave di Teseo, la questione metafisica della persistenza dell’identità originaria di un’entità completamente modificata nel tempo.

 La creatura-uomo rimane sé stessa se tutte le sue componenti sono cambiate e perfino il cervello – sede del pensiero e dello spirito – appare riconfigurato secondo una volontà calata dall’alto?

Nel racconto greco, la nave su cui viaggiò Teseo nell’avventura che lo portò a sfidare e uccidere il Minotauro – uno dei miti fondanti d’Occidente – si era conservata intatta nel corso degli anni, nonostante fosse stata sostituita nel tempo ognuna delle sue componenti, dalla chiglia ai remi alle vele.

 Giunse un momento in cui tutte le parti originali erano state sostituite, benché la nave conservasse la sua apparenza originaria. Era stata completamente rifatta, ma allo stesso tempo era rimasta la stessa, era ancora la nave di Teseo. La questione metafisica è: l’umanità ha conservato la sua essenza oppure no? Ovvero, l’entità modificata nella sostanza ma senza apparenti variazioni nella forma, è ancora la stessa?

Continuiamo ad avere due gambe, due braccia, due occhi e una testa, ma siamo ancora noi stessi? La domanda è diventata urgente dalla primavera del 2020, alba scura dell’ “epidemia”, ma galleggiava nell’aria da trent’anni, dal trionfo epocale del mercato. Il pensiero corre a un’opera pittorica tra le più significative del secolo passato, “La persistenza della memoria” di Salvador Dalì, il dipinto degli orologi molli.

Il quadro raffigura una landa deserta dominata dalla presenza di alcuni orologi dalla consistenza quasi fluida, che, squagliandosi, assumono la foggia dei loro sostegni.

Si è sempre sottolineata la rappresentazione dell’elasticità del tempo, ma non si è indagato abbastanza sul secondo significato, la portata del cambiamento. Gli orologi di Dalì, diventati pressoché liquidi, segnano ciascuno un’ora diversa, ma sono ancora strumenti capaci di scandire il tempo? L’homo sapiens sapiens è lo stesso di “prima” o si è liquefatto per l’azione dell’ingegneria sociale?

La risposta – forse – è in un’intuizione di Antonio Gramsci, il concetto di “rivoluzione passiva”, il mutamento significativo, ma non immediato di un sistema politico, sociale ed esistenziale.

Per il pensatore sardo la trasformazione è attuata dalla classe dominante al fine di prevenire un processo rivoluzionario dal basso che ne metterebbe in discussione il dominio.

La rivoluzione è passiva nel senso che è subita, poiché l’iniziativa è nelle mani del potere.

Ogni tanto avvengono degli strappi, momenti decisivi della trasformazione impressa. Nell’ultimo trentennio, nell’ordine, il crollo del comunismo sovietico, l’attentato delle Torri Gemelle, la crisi finanziaria del 2007-2008 e dal 2020 la pandemia in cui siamo ancora immersi.

Tutti cambiamenti che hanno scandito varie tappe di una trasformazione profonda dell’uomo, avvenuti prima che scattasse una reazione, una rivolta contro la distopia liberista (mondialista massonica) , in nome delle ferite sociali, morali, antropologiche inferte a popoli, persone, generazioni.

Il livello più alto del potere corre sempre un passo avanti al resto dell’umanità e sa cogliere le opportunità anche nelle tragedie. La pandemia è l’esempio più significativo. In due anni la nave di Teseo è stata smontata pezzo dopo pezzo a velocità crescente e l’esito più stupefacente non è il cambiamento in sé, pur immenso, ma il fatto che sia stato accettato senza reazione, non percepito nella sua estensione eccezionale e accompagnato da un consenso che le oligarchie avevano in gran parte perduto.

Per questo, la domanda che poniamo riguarda la nostra identità, personale, individuale e collettiva. Siamo ancora gli uomini di “prima” o il cambiamento ci ha resi “altro da sé”? Il quesito non è ozioso o astratto, giacché dalla risposta dipende la possibilità di una reazione. Possibilità di reazione, non reazione. Il dubbio, infatti, è che – guardandoci allo specchio – siamo diventati insensibili a ciò che vediamo, che non importi più se siamo ancora “noi”. Il processo di mutazione è penetrato nel profondo del Sé con un’accelerazione che sgomenta.

La nave di Teseo è stata cambiata dall’interno, a partire dalla diminuzione delle libertà concrete e dallo svuotamento della democrazia, totem massimo del nostro tempo.

Se ne accorgono anche le statistiche. Il settimanale The Economist elabora il Democracy Index: secondo i parametri del vangelo vivo dell’economia liberista, solo l’8,4 per cento degli abitanti del pianeta vive in democrazia piena, ovvero in un regime che rispetta le libertà politiche e civili, in cui esistono mezzi di comunicazione indipendenti, un sistema di controlli e di contrappesi. L’indice diminuisce costantemente da quindici anni. Chissà perché non ne siamo affatto meravigliati. Sarebbe interessante valutare secondo i criteri dell’Economist le misure anti epidemiche italiane, il green pass obbligatorio, gli applausi scroscianti dei giornalisti all’apparizione di Draghi – l’uomo della provvidenza – alla conferenza stampa natalizia.

D’altra parte, quale democrazia può sussistere (indipendentemente dal giudizio sul principio) in una società-mercato in cui il consumatore ha rimpiazzato il cittadino? L’intero fasciame della nave di Teseo è stato sostituito alacremente nell’ultimo biennio: basta libertà di movimento, obblighi di ogni tipo, limitazioni di libertà intollerabili, quel che restava della comunità e della solidarietà cancellato in nome del distanziamento sociale e della nuda vita biologica.

E poi il confinamento, la creazione del nemico nella persona del famigerato “no vax”, che è poi chi pone le domande che la democrazia liberale riteneva ineludibili. Inoltre, l’arsenale ideologico del Grande Reset, l’ecologismo climatico; la sorveglianza totale, biocratica, la digitalizzazione dell’intera vita; la negazione della natura; il divieto di riunione mascherato dall’ossessione securitaria anti-assembramento. La nave assomiglia sinistramente al Titanic.

La spirale del cambiamento, da rivoluzione passiva in senso gramsciano si è trasformata in alacre distruzione degli spazi di comunità, discussione e libertà, una spirale che non può essere compresa con gli strumenti intellettuali del tramontato “Stato di diritto”.

L’unica definizione di democrazia che ci soddisfa è quella di Arthur Moeller Van den Bruck: la partecipazione di un popolo al suo destino. Tre parole altamente simboliche, partecipazione, destino, popolo. I loro significati sembrano dissolti: la partecipazione non è solo sconsigliata, ma proibita. Decide qualcuno, dall’alto, insindacabilmente, con l’ausilio degli “esperti”.

Quale popolo può sussistere senza uno straccio di progetto comune, di polis in cui riunirsi, dibattere e riconoscersi?

 In quanto al destino, conta esclusivamente quello individuale, scandito dal ritmo delle vaccinazioni che non assicurano immunità e neppure vita; neanche il vaccino è tale. L’inganno è colossale, eppure nello stato di vita sospesa la maggioranza assoluta è con il potere, sostiene con gli stessi applausi dei media servili ogni nuova limitazione di libertà.

Quando c’è la salute c’è tutto, dicono. E intanto falliscono nell’intento, nonostante la Dea Scienza, nonostante l’immenso apparato di manipolazione, nonostante un attacco senza precedenti alla nostra sanità mentale.

Che dire del fatto che, saliti su un bus o su un treno, siamo assaliti da un costante bombardamento acustico a base di mascherine “correttamente indossate”, ordini di distanziamento, minaccia di sanzioni?

 Per alcuni, la minoranza cattiva, ribelle, facinorosa, è una tortura, per molti è una rassicurazione, la prova che un potere benevolo veglia su di noi.

Non parliamo della televisione, in cui le trasmissioni più neutre sono le televendite, mentre la pubblicità, diventata da tempo politicamente, razzialmente e sessualmente corretta, comincia a mostrare il mondo in maschera, il consumatore felice dal volto invisibile.

Lo schiavo è invitato a non vedere le catene, anzi ad amarle in ossequio all’ossessione della sicurezza che ha messo k.o. la libertà. “Le tue catene son fatte di fior” era un’aria famosa di un’operetta, Cincillà… Sbalordisce che ci crediamo.

In un dipinto fosco e drammatico, “Dos forasteros”, noto come “Duello rusticano” (ma l’originale, due forestieri, due estranei è ben più pregnante) Francisco Goya rappresenta un duello mortale tra due poveracci già sanguinanti nel fondale arido di una sierra, luogo che allude alla prigionia e alla fatalità. I due combattono una lotta feroce con furia cieca. L’artista fa capire che lottano per nulla e che stanno perdendo la loro umanità. È la vittoria più grande del potere di ogni tempo: dividere chi è già vinto, renderci reciprocamente ostili. Cambiano le motivazioni, non l’isteria irrazionale contro il nemico di turno.

I peggiori istinti dell’essere umano vengono a galla per volontà di chi comanda. Se è una prova generale di totalitarismo, l’esperimento sta riuscendo oltre le più rosee aspettative dei manipolatori.

Un gruppo di esseri umani, è il turno dei no-vax, denominazione derisoria, errata, semplificatoria ma proprio per questo efficace, viene esposto all’odio, alla ripugnanza, alla demonizzazione, e la sua oppressione è spacciata per dovere civico dalla politica, dai mezzi di comunicazione, dall’economia, finanche dalla chiesa. La maggioranza approva istericamente. Hanno modificato la nostra umanità: la nave non è più di Teseo.

Proviamo a immaginare, davanti alla TV, se il film che stiamo guardando, risalente a dieci, venti, trent’anni fa, rispecchia le idee, i modi di dire ed essere del presente e soprattutto se potrebbe essere ancora prodotto senza incorrere nella polizia del pensiero, cioè nel divieto per motivi razziali, di linguaggio, per una battuta “sessista”, per un’allusione politicamente scorretta a una delle comunità protette e rancorose, perché, orrore… parla di una famiglia o di una vita normale.

Non ci accorgiamo più di nulla per sovraccarico, perché la manipolazione ha raggiunto vertici di perfezione, per sovrana indifferenza (in-differenza: nulla è distinto).

Crediamo a tutto per indifferenza più che per ignoranza. Forse un cambio di paradigma passerà anche per il ripristino del reato di abuso della credulità popolare.

La nuova discriminante è tra i consenzienti e coloro che “non la bevono”(gli àpoti di Giuseppe Prezzolini) e continuano a porsi domande, esercitare il giudizio, usare il cervello.

Colpisce la crescente compiacenza della maggioranza schierata con il più forte, soddisfatta di vedere discriminati, puniti “gli altri”, i sediziosi. Non conta il contenuto di ciò in cui si crede, importa avere la determinazione a difendere principi e convinzioni, la volontà di seguire la propria bussola interiore. Accettare di essere esclusi è difficile, ma è il solo modo per vedere con i propri occhi, rendersi conto che il panorama è cambiato in profondità, che la nave non è di Teseo, è un’altra, a cui siamo estranei, passeggeri casuali e paganti.

È l’epoca degli ultimi uomini in un doppio senso. Ultimi in quanto un pugno di criminali ha previsto un futuro transumano, da animali e propaggini della tecnologia. Ultimi perché indegni della scintilla divina, folla indistinta nell’alveare urbano, incapaci di percepire la perdita di identità, massa che vede bianco e dice nero se questa è la volontà del domatore.

Coloro per i quali è indifferente la nave di Teseo o di qualunque altro, che non inizierebbero mai il viaggio dell’eroe – troppo pericolo, chi glielo fa fare? – sono gli ultimi uomini di Zarathustra.

“Ahimè! giunge il tempo del più spregevole tra gli uomini che non sa più disprezzare sé stesso. Guardate! Io vi mostro l’ultimo uomo. Che cosa è amore? Che cosa è creazione? Che cosa è nostalgia? Che cosa è astro? – così chiede l’ultimo uomo ammiccando.

 La terra sarà divenuta allora piccina e su di lei saltellerà l’ultimo uomo che impicciolisce ogni cosa. La sua razza è indistruttibile come quella della pulce; l’ultimo uomo vive più a lungo di tutti. Noi abbiamo inventato la felicità – dicono gli ultimi uomini e ammiccano”.

Un gregge addomesticato: che abbia ragione chi ci incatena e meritiamo il nostro destino?

(Roberto Pecchioli). (ricognizioni.it/la-nave-di-teseo/).

 

 

 

 

Ex colonnello russo: la falsa “pandemia

è un’operazione speciale di poteri nascosti

per ridurre la popolazione.

Liberopensiero2019.blogspot.com- John Cooper-( marzo 27, 2021)-ci dice:

Un’intervista approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti obbiettivi.

E’ quella che il colonnello Vladimir Vasilievich Kvachkov, già membro del Direttorato principale per l’informazione, l’apparato dei servizi segreti di intelligente militari russi, e delle Spetsnaz, le forze speciali russe, ha rilasciato al canale Studiya Rubezh.

Kvachkov è stato già onorato dell’Ordine della Stella Rossa ai tempi dell’ex Unione Sovietica e dopo il crollo del Muro di Berlino con la nascita della Federazione russa è stato insignito di altre prestigiose onorificenze militari, quale l’ordine del coraggio.

La disamina del militare esperto di intelligence è semplicemente disarmante.

L’intervista integrale del colonnello Kvachkov.

Il coronavirus non avrebbe in alcun modo le caratteristiche di una vera pandemia globale ne quella di una epidemia mortale, ma sarebbe in realtà una operazione su scala mondiale scatenata dalle élite globaliste per arrivare al raggiungimento finale dei loro obbiettivi.

Il colonnello non gira intorno alla questione e spiega subito la vera natura del coronavirus.

“Il fenomeno coronavirus che viene falsamente definito una pandemia ha bisogno di essere esaminato dalla prospettiva dei poteri globali. E’ un fenomeno religioso, politico, finanziario, economico e nazionale.

Permettetemi di dire che non c’è nessuna pandemia, è una menzogna, va considerata come una operazione strategica globale. E’ esattamente questo il modo in cui va pensata questa operazione. Questi è un’esercitazione di comando e personale dei poteri mondiali che sono dietro le quinte, per controllare l’umanità.”

L’umanità quindi non sarebbe in alcun modo di fronte ad un fenomeno di natura sanitario, ma piuttosto ad una vera e propria operazione terroristica per ridisegnare completamente la nuova mappa geopolitica del mondo.

Il pianeta sostanzialmente, nel decennio che è appena iniziato, andrà incontro ad una radicale trasformazione e il coronavirus sarà il mezzo attraverso il quale le grandi élite globali che governano il mondo da dietro le quinte, per utilizzare una definizione ricorrente di Kvachkov, riusciranno a perseguire i loro obbiettivi.

Il primo importante fine delle grandi élite è quello della riduzione della popolazione mondiale.

“E’ questo l’obbiettivo del coronavirus. Lo ripeterò ancora una volta, abbiamo poca fede in Dio e ancora meno nell’esistenza di Satana, il nemico della razza umana. L’obbiettivo delle forze sioniste e finanziarie mondiali dietro le quinte è la riduzione della popolazione mondiale. È la loro idea fissa, pensano che ci siano troppe persone nel mondo”

Come si vede, l’esperto di intelligence russo introduce anche un elemento di carattere escatologico nella sua analisi. La matrice ideologica che sosterrebbe le grandi élite internazionali sarebbe strettamente legata alla religione satanica, in antitesi ed acerrima nemica del cristianesimo.

Il mondo dopo il coronavirus.

Il misterioso virus di Wuhan sarebbe il mezzo ideale per creare una sorta di società a due livelli, nella quale la classe media sostanzialmente uscirebbe di scena.

Nel mondo post-covid, la piramide del potere infatti sarebbe composta da una élite che dispone di illimitati mezzi economici e finanziari, sotto la quale si trova una moltitudine di persone povere che farebbero fatica a ricevere i basilari mezzi per il sostentamento quotidiano.

La globalizzazione quindi accelererebbe verso la sua ultima fase terminale per ampliare ancora di più le differenze socio-economiche a favore del vertice della piramide, ma non prima di aver ridotto consistentemente il numero di persone presenti sul pianeta, passaggio fondamentale per erigere il nuovo ordine globalista.

“Dovrebbero esserci 100 milioni appartenenti alle élite, e un miliardo massimo di persone sulla Terra per servirli.

 Allora si vivrebbe di abbondanza sulla Terra. Perché noi, il popolo, siamo troppi per i poteri mondiali dietro le quinte. Ecco perché il coronavirus e la crisi finanziaria è emersa quasi immediatamente dopo sono legate indistricabilmente le une alle altre.”

Il de-popolamento non sarebbe infatti dovuto alla portata letale del coronavirus. Se si guarda infatti al conteggio ufficiale dei morti da coronavirus, anche considerando tutte le persone morte con altre gravi patologie, la percentuale in rapporto alla popolazione mondiale è solamente pari allo 0,0002%.

Il vero fattore che porterebbe ad un abbattimento del numero di persone nel mondo verrebbe invece dagli effetti devastanti sull’economia globale che la quarantena forzata sta provocando.

Nel solo caso dell’Italia, si pensi che la perdita di PIL sarebbe pari a -15% solamente nel primo semestre. Si tratta di una recessione senza precedenti nella storia del Paese.

In questa nuova società quindi il welfare economico dell’Occidente sparirebbe definitivamente e si andrebbe incontro ad un processo di grecizzazione economica generalizzata.

Kvachkov si sofferma anche a considerare la nuova condizione dell’ordine globalista. I cittadini non sarebbero più tali, non avrebbero in altre parole quei diritti politici che sono stati abituati a considerare imprescindibili nel corso della loro esistenza.

Le masse sarebbero rimesse ai diktat e alle angherie delle grandi élite internazionali, ed è esattamente quanto si vede accadere in Italia in questo momento.

Si assiste infatti alla fine dello Stato di diritto per come lo si conosceva e al tramonto dei diritti costituzionali fondamentali, sostituiti da ordini amministrativi in aperta violazione della carta costituzionale.

Il coronavirus è l’11 settembre globale del mondo

L’ex membro delle Spetsnaz ricorda che questo non è stato il primo tentativo per arrivare a questo obbiettivo e cita a questo proposito l’11 settembre.

“Il primo tentativo di portare via quei diritti al popolo è avvenuto l’11 settembre 2001. Non molti sembrano ricordarlo che dopo il cosiddetto attacco contro le Torri gemelle, il Pentagono e la Casa Bianca, negli USA è stata dichiarata la guerra mondiale al terrorismo. I poteri mondiali che sono dietro le quinte hanno creato gli eventi dell’11 settembre. Adesso hanno bisogno di un’altra scusa per avere un controllo maggiore sull’umanità. Ecco perché sono venuti fuori con il coronavirus.”

Se l’11 settembre è stato certamente il fattore scatenante tale da poter giustificare tutte le guerre degli Stati Uniti in Medio Oriente, il coronavirus in questo caso assumerebbe la stessa funzione a livello mondiale per poter erigere la società che hanno in mente le élite globaliste.

Allora come oggi, i grandi poteri transnazionali avrebbero avuto un ruolo decisivo nella creazione di questi eventi, senza i quali sarebbe stato praticamente impossibile arrivare al passaggio successivo.

A questo proposito, si ricordi un importante documento firmato dai neocon americani, dal titolo “Progetto per un nuovo secolo americano”.

In questo manifesto del 1997, si parla esplicitamente della necessità di avere un “evento catalizzante catastrofico come una nuova Pearl Harbor” per poter giustificare le guerre del deep state di Washington in Medio Oriente.

4 anni dopo, diversi firmatari di quel documento, tra i quali Dick Cheney e Donald Rumsfeld, facevano il loro ingresso nella Casa Bianca e un evento catastrofico aveva effettivamente luogo, ovvero l’11 settembre.

Ora per Kvachkov il coronavirus avrebbe la stessa funzione, ma su una scala di proporzioni ancora più vasta.

“Riceviamo informazioni speciali di propaganda politica, una sorta di psico-propaganda informativa. Si tratta di un’operazione psico-informativa speciale delle potenze mediatiche globaliste internazionali che sono al soldo dei poteri liberali sionisti che stanno creando questo terrore. Adesso stanno osservando chi obbedisce e chi no.”

I media quindi in quest’ottica avrebbero avuto la funzione di sommergere la popolazione con messaggi terroristici senza dare spazio ad un serio contradditorio scientifico sulla effettiva pericolosità del Covid.

Questa sarebbe solo la fase preliminare nella quale si verifica chi è disposto a sottomettersi al regime globalista e chi no.

Per il colonnello, il prossimo obbiettivo sarebbe proprio la Russia, il Paese più disallineato alle grandi forze globaliste dove nel quale la crisi da coronavirus non avrebbe infatti avuto lo stesso impatto che sta avendo in Occidente.

Si può essere in disaccordo con l’analisi dell’esperto militare russo, ma molti elementi portati alla luce dall’ex membro del GRU, coincidono perfettamente con quanto sta accadendo.

Il coronavirus si sta rivelando il mezzo ideale per ridisegnare completamente i rapporti di forza della società occidentale per come la si conosceva.

Un mondo che assomiglia terribilmente a quanto descritto nel rapporto del 2010 pubblicato dalla famiglia Rockefeller, nel quale la pandemia è annunciata con largo anticipo e porta esattamente al tipo di sistema politico di cui parla il colonnello.

L’ultimo passo è la costruzione di un governo unico mondiale nel quale i cittadini sono spogliati dei loro diritti e ridotti al rango di sudditi.

Un sistema distopico folle che riflette una versione perversa e anticristiana dell’umanità. Un sistema che purtroppo sembra terribilmente vicino alla sua realizzazione definitiva.

(detoxed.info/ex-colonnello-russo-la-falsa-pandemia-e-unoperazione-speciale-dei-poteri-mondiali-per-ridurre-la-popolazione/)-

(lacrunadellago.net/2020/04/27/il-colonnello-kvachkov-ex-dei-servizi-segreti-militari-russicoronavirus-operazione-terroristica-per-controllare-la-popolazione-mondiale/)-

(detoxed.info).

 

 

 

 

 

NORIMBERGA 2.0- CODICE DI RIFERIMENTO-

N. 6029679/21.

Liberopensiero2019.blogspot.com- Redazione -( gennaio 17, 2022).

(tobago60.com-Norimberga2 è dietro l’angolo…).

 

 Se ne parla da tanto e ora in via ufficiale si stanno avviando le pratiche relative al processo del secolo chiamato Norimberga 2, certamente si farà, ma come in tutte le formalità legislative giudiziarie, ogni cosa avverrà una volta capitolato il potere costituito…..che al momento vede i diretti interessati saldamente al posto di comando.

I processi si fanno sono alla fine e con il ruolo di vincitori, non bisogna mai dimenticarlo.

Il processo di Norimberga 2.0 si sta preparando intensamente, si sta preparando una class action sostenuta da migliaia di avvocati e medici e da molti altri professionisti medici e legali di tutto il mondo, guidati dall’avvocato tedesco-americano Reiner Fuellmich, per perseguire tutti i responsabili dello scandalo Covid-19 e del genocidio dei vaccini creato dal forum truccato di Davos (WEF).

A questo proposito, vale ancora la pena ricordare che il nome Reiner Fuellmich è un importante avvocato che è riuscito a portare il gigante automobilistico Volkswagen in tribunale nel caso delle marmitte catalitiche falsificate e ha vinto quel processo, così come è riuscito a condannare Deutsche Bank come impresa criminale.

Tuttavia, secondo Reiner Fuellmich, tutte le frodi commesse da varie aziende tedesche fino ad oggi sono, in realtà, completamente ridicole rispetto al danno sociale, economico e sanitario complessivo che la falsa pandemia e l’abuso della crisi Covid-19 artificialmente indotta hanno causato e continuano a causare.

Ma questa crisi sanitaria globale chiamata Covid-19 dovrebbe piuttosto essere rinominata “scandalo globale Covid-19” e tutte le persone responsabili dovrebbero essere perseguite per i danni civili causati dalle loro manipolazioni e protocolli di test falsificati, vaccinazioni forzate, ecc.

Una rete internazionale di avvocati commerciali si è unita per redigere una causa sul caso assolutamente più grande di tutti i tempi, la frode e lo scandalo Covid-19, che si è già trasformato nel più grande crimine contro l’umanità mai commesso nella storia dell’umanità.

La Commissione d’inchiesta su Covid-19 è stata istituita nel luglio 2020 su iniziativa di un gruppo di importanti avvocati tedeschi con l’obiettivo di avviare una class action internazionale utilizzando il diritto anglosassone.

Ecco quello che Reiner Fuellmich ha avuto da dire sui risultati dell’indagine e sulle domande a cui rispondere nel prossimo processo contro l’OMS e i leader mondiali per crimini contro l’umanità:

“Nel frattempo, le audizioni di circa 100 scienziati, medici, economisti e avvocati di fama internazionale, condotte dal 10/7/2020 dalla Commissione d’inchiesta di Berlino sull’affare Covid-19, hanno dimostrato con una probabilità vicina alla certezza che lo scandalo Covid-19 non è mai stato un problema sanitario.

È stato piuttosto l’ulteriore consolidamento del potere illegittimo (illegittimo perché ottenuto con metodi fraudolenti e criminali) della corrotta “cricca di Davos”, trasferendo tutta la ricchezza del popolo ai membri del Forum di Davos, distruggendo, tra l’altro, le piccole, medie e soprattutto grandi imprese.

Le multinazionali e il complesso finanziario-digitale e le piattaforme come Amazon, Google, Uber, ecc. potrebbero appropriarsi della loro quota di mercato e della loro ricchezza in questo modo.

Le tre domande principali a cui bisogna rispondere nel contesto del procedimento giudiziario e del corretto approccio allo scandalo Corona sono:

1)- C’è una pandemia di coronavirus o c’è solo una pandemia di test PCR? In particolare, ogni risultato positivo del test PCR significa che la persona testata è infettata dal Covid-19, o non significa assolutamente nulla nel contesto dell’infezione da Covid-19?

2)- Le cosiddette misure anti-covid come le chiusure, i veti obbligatori, l’allontanamento sociale e le varie norme di quarantena servono effettivamente a proteggere la popolazione mondiale dal coronavirus?

O queste misure servono solo a far credere alla gente, senza fare domande, che la loro vita è davvero a rischio in modo che le industrie farmaceutiche e tecnologiche possano alla fine generare i loro enormi profitti dalla vendita di test PCR, test di anticorpi antigenici e vaccini, così come dalla raccolta del nostro materiale genetico?

3)- È vero che il governo tedesco è stato massicciamente pressato, più del governo di qualsiasi altro paese, dai principali protagonisti di questa cosiddetta pandemia di corona (il signor Drosten, virologo dell’ospedale Charité di Berlino; Il signor Wieler, veterinario e capo dell’equivalente tedesco del CDC statunitense, l’RKI; e il signor Tedros, capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o OMS), perché la Germania è conosciuta come un paese particolarmente disciplinato e quindi avrebbe dovuto diventare un modello per il resto del mondo per la sua rigorosa e, naturalmente, riuscita osservanza delle misure “contro il Covid-19”?

Le risposte a queste tre domande sono davvero necessarie e urgenti, perché questo presunto nuovo e pericolosissimo coronavirus non ha effettivamente causato un numero eccessivo di morti in tutto il mondo, e certamente non in Germania.

Ma le “misure” anti-vovid, la cui unica base sono i risultati dei test PCR, che a loro volta sono tutti basati sul test tedesco Drosten, hanno nel frattempo causato la perdita di innumerevoli vite umane e distrutto l’esistenza economica di innumerevoli aziende e individui in tutto il mondo.

Ecco le conclusioni della commissione:

La crisi del Covid deve essere rinominata “scandalo Coronavirus”.

Lo è:

Il più grande reato penale di tutti i tempi.

Il più grande crimine contro l’umanità mai commesso nel mondo.

I responsabili devono essere:

Processati per crimini contro l’umanità

Citati per danni

Morti:

Non c’è mai stato un eccesso di mortalità in nessun paese.

La mortalità da coronavirus è equivalente all’influenza stagionale.

Il 94% dei decessi a Bergamo è stato causato dal trasferimento di pazienti malati in case di cura dove hanno infettato persone anziane con un sistema immunitario debole.

Medici e ospedali di tutto il mondo sono stati pagati per dichiarare i morti vittime del Covid-19.

Gli stati americani con e senza chiusura hanno statistiche di malattie e mortalità del tutto comparabili.

Le autopsie hanno dimostrato:

I decessi erano quasi tutti dovuti a condizioni gravi e preesistenti.

Quasi tutti i deceduti erano persone molto anziane.

La Svezia (nessuna restrizione) e la Gran Bretagna (restrizioni severe) hanno statistiche di malattie e mortalità comparabili.

Salute:

Gli ospedali rimangono vuoti e alcuni rischiano la bancarotta.

La popolazione ha un’immunità naturale delle cellule T dalle precedenti ondate influenzali.

L’immunità di gregge ha bisogno solo del 15-25% dell’infezione sperimentata nella popolazione e questo è stato raggiunto da tempo.

L’infezione può essere contagiosa solo se una persona ha dei sintomi.

test:

Molti scienziati la chiamano pandemia da test PCR, non pandemia da corona.

Anche persone perfettamente sane e non infettive possono risultare positive al test.

La probabilità di risultati falsi positivi è dell’89-94% o quasi certa.

Il Prof. Drosten ha sviluppato il suo test PCR dal vecchio virus della SARS senza aver mai visto il vero virus “Wuhan” dalla Cina.

Il test PCR non è basato su fatti scientifici per quanto riguarda le infezioni.

I test PCR sono inutili per rilevare le infezioni.

Un test PCR positivo non significa che sia presente un’infezione o che sia stato trovato un virus intatto.

L’amplificazione dei campioni dopo 35 cicli non è affidabile, ma l’OMS raccomanda fino a 45 cicli.

Illegalità:

Il governo tedesco ha bloccato la società, ha ordinato l’allontanamento sociale e l’uso di maschere sulla base di una sola opinione.

L’isolamento è stato imposto quando il virus si stava già ritirando.

Le chiusure erano basate su casi inesistenti di infezione.

L’ex presidente della Corte costituzionale federale tedesca ha messo in dubbio la costituzionalità delle misure contro il coronavirus.

L’ex giudice della Corte Suprema del Regno Unito Lord Sumption ha anche concluso che non c’era alcuna base fattuale per il panico, né alcuna base legale per le misure contro il coronavirus.

L’RKI tedesco (l’equivalente del CDC) ha raccomandato di non eseguire autopsie

Le misure del Coronavirus non hanno una base fattuale o giuridica sufficiente, sono incostituzionali e devono quindi essere abolite immediatamente.

Nessuno scienziato serio considera fondati i falsi modelli informatici di Neil Ferguson che avvertono di milioni di morti.

I media mainstream hanno completamente fallito nel riportare qualsiasi fatto vero della cosiddetta pandemia.

La democrazia è in pericolo reale di essere sostituita da modelli totalitari fascisti in tutti i paesi.

Drosten (del test PCR), Tedros dell’OMS e altri hanno commesso crimini contro l’umanità come definito nel codice penale internazionale.

I politici possono evitare di essere etichettati come ciarlatani e criminali lanciando immediatamente il tanto atteso dibattito scientifico pubblico.

Complotto:

I politici e i media mainstream hanno deliberatamente gettato nel panico la popolazione.

I bambini sono stati deliberatamente costretti e manipolati a sentirsi responsabili “delle morti dolorose e torturanti dei loro genitori e nonni se non avessero seguito le regole di Corona-virus”.

Un test PCR inadeguato e disfunzionale è usato solo per indurre paura e non per diagnosticare.

Non si può parlare di una seconda, terza, quarta … ondata.

Ferite e danni:

Prove di enormi danni alla salute e all’economia della popolazione.

Misure anti-coronariche:

Hanno ucciso innumerevoli persone.

Hanno distrutto innumerevoli aziende e individui in tutto il mondo.

I bambini sono stati allontanati ingiustamente dai loro genitori.

I bambini sono traumatizzati in massa.

Si prevedono numerosi fallimenti di piccole e medie imprese.

Rimedio:

Le cause collettive devono essere presentate negli Stati Uniti , in Canada, Gran Bretagna con tutte le parti interessate in tutto il mondo che hanno l’opportunità di unirsi.

Le imprese e i lavoratori autonomi devono essere compensati per le loro perdite e i loro danni.

Le cause sono già state presentate, e i documenti di Reiner Fuellmich ci dicono che persone come il signor Gates, Hancock, Fauci e i loro “amici” non hanno alcuna possibilità.

È una buona idea fornire il numero di riferimento di questo caso penale alla vostra polizia, per esempio, forse proprio insieme alla vostra denuncia penale contro un “sconosciuto” perpetratore di crimini contro l’umanità e genocidio, o ai direttori di varie istituzioni sanitarie pubbliche, e ai media mainstream e aziendali.

Il crimine contro l’umanità COVID19 e la vaccinazione contro di esso è stato assegnato n. 6029679/21 .

  

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