“LA POPOLAZIONE VIENE UCCISA.”

 “LA POPOLAZIONE VIENE  UCCISA.”

 

La popolazione viene uccisa

con i "vaccini" Covid mRNA.

UNZ.COM- PAUL CRAIG ROBERTS •( 6 GENNAIO 2022)- ci dice :

 

Uno studio scientifico recentemente pubblicato da ricercatori britannici ha scoperto che per gli uomini sotto i quarant'anni il rischio di miocardite è quasi raddoppiato dopo il primo jab di Pfizer. Il rischio è raddoppiato di nuovo dopo il secondo jab, ed è raddoppiato di nuovo dopo il terzo jab a otto volte il rischio di base. Per la versione Moderna, i rischi erano 16 volte il rischio di base dopo il secondo jab.(alexberenson.substack.com/p/more-bad-news-on-covid-vaccines-and/comments).

Perché allora ci sono mandati sui vaccini? Questa è stupidità o un programma di spopolamento? Questa è una domanda legittima.

Gli effetti avversi, o effetti collaterali, dei "vaccini" mRNA che sono sottostimati al VAERS non sono effetti collaterali nel senso tradizionale, come una risposta allergica a un vaccino o l'effetto di una sostanza contenuta in un vaccino su un persona sensibile a quella sostanza.

Quelli che vengono chiamati effetti avversi sono le conseguenze del "vaccino" che ha trasformato il sistema immunitario umano in un'arma contro il proprio corpo, come descritto dal Dr. Sucharit Bahkdi e altri: (paulcraigroberts.org/2022/01/ 05/video-dr-sucharit-bhakdi-questi-vaccini-stanno-uccidendo-i-giovani-e-i-vecchi-stanno-uccidendo-i-nostri-bambini/).

Quello che si dice essere un immunogeno è in realtà un patogeno progettato per essere distribuito in tutto il corpo e per attaccare cuore, polmoni, cervello, ovaie e tutti gli organi vitali. Ne risultano disabilità e decessi.

Ci sono valide ragioni per sospettare che sia il virus che il vaccino siano agenti patogeni ingegnerizzati.

Uno è che entrambi erano in fase di sviluppo da molto tempo.

 Un altro motivo è che al fine di generare un alto livello di paura per preparare le persone a mettersi in fila per la "protezione" del vaccino, il trattamento è stato sospeso per massimizzare il tasso di mortalità e le cure note come HCQ e Ivermectina sono state demonizzate e bandito dall'uso.

 E ora il malvagio regime di Biden ha preso il controllo di un terzo trattamento, gli anticorpi monoclonali, e li sta nascondendo ai pazienti. (realclearpolitics.com/video/2022/01/03/desantis_biden_admin_has_seized_control_of_monoclonal_antibodies_not_distributing_it_the_way_it_should_be.html).

 

Il motivo per sospendere le cure è aumentare il tasso di vaccinazione.

Un altro motivo per cui la "pandemia" è sospetta è che tutte le discussioni e le prove indipendenti vengono soppresse dai media corrotti e dall'establishment medico.

 La narrativa è controllata e la vaccinazione è presentata come l'unica alternativa anche se ora è ammesso che il vaccino è inefficace contro il Covid-19 e le sue varianti.

 L'attuale motivazione del vaccino è stata espressa l'altro giorno dall'incompetente Segretario alla Difesa che, a triplo attacco, ha comunque preso il Covid e ha spiegato che i jab lo proteggevano dall'avere un caso più grave.

Quindi abbiamo un vaccino che non funziona contro i casi lievi del virus ma funziona contro i casi gravi! Come funziona?

L'evidenza medica e scientifica è del tutto chiara che l'intera narrativa Covid è controfattuale e che le autorità lo sanno.

Eppure continuano a spingere, usando la coercizione, per ulteriori vaccinazioni.

La vaccinazione non protegge. Fa male. Quindi l'unico motivo per applicarlo è uccidere le persone.

L'incapacità delle persone di diffidare delle "autorità" e l'incapacità delle persone di informarsi e pensare da sole garantisce che milioni di persone moriranno per essere vaccinati.

 Quando vedi migliaia di medici e scienziati medici indipendenti che condannano il vaccino solo per essere ignorato dalle organizzazioni burocratiche di "salute pubblica", hai prove evidenti che la vera autorità non sta parlando.

Viene soppresso.

Ogni volta che il dibattito e l'informazione vengono soppressi, sai che qualcosa viene nascosto e che è in funzione un'agenda segreta.

La "pandemia Covid" orchestrata è un enorme crimine contro l'umanità. Gli permetteremo di farla franca? O rimarranno troppo pochi di noi per fare qualcosa al riguardo?

Addendum:

Un esperto mi ha fatto notare che chiaramente alle autorità mediche non importa se il vaccino sta uccidendo le persone, e le morti sono coerenti con l'intento di Bill Gates-World Economic Forum di ridurre la popolazione mondiale.

Tuttavia, un obiettivo intermedio è il passaggio al passaporto vaccinale come in Germania, Austria, Italia, Grecia e con Francia, Belgio e Paesi Bassi che stanno per aderire alla richiesta di un ID digitale che consenta di tracciare tutti e ogni interazione e, quindi, il controllo della popolazione con ricompense e punizioni come il sistema di credito sociale cinese. Ciò consente alle popolazioni controllate di essere capro espiatorio per il caos causato dallo spopolamento.

Questa è una spiegazione ragionevole per l'enfasi sui passaporti Covid.

Come è noto e ammesso che il vaccino è inefficace come protezione contro il virus, e poiché il virus è pericoloso principalmente per i pazienti non trattati con comorbilità, il passaporto è inutile per qualsiasi scopo diverso dal controllo. Il passaporto non fornisce alcuna protezione contro la diffusione del virus e l'attacco del sistema immunitario agli organi vitali del corpo.

 

 

 

Difendono il clima mentre

preparano la fine del mondo.

Globalresearch.ca,  Manlio Dinucci- ( November 02, 2021)-ci dice

(ilmanifesto.it).

 

Agli inizi di ottobre l’Italia ha ospitato la riunione preparatoria della Conferenza Onu sul cambiamento climatico, attualmente in corso a Glasgow.

Due settimane dopo l’Italia ha ospitato un altro evento internazionale che, a differenza del primo ampiamente reclamizzato, è stato passato sotto silenzio dal governo: l’esercitazione Nato di guerra nucleare Steadfast Noon nei cieli dell’Italia settentrionale e centrale.

 Vi hanno partecipato per sette giorni, sotto comando Usa, le forze aeree di 14 paesi Nato, con cacciabombardieri a duplice capacità nucleare e convenzionale dislocati nelle basi di Aviano e Ghedi.

 Ad Aviano è schierata in permanenza la 31a squadriglia Usa. con cacciabombardieri F-16C/D e bombe nucleari B61.

A Ghedi il 6° Stormo dell’Aeronautica italiana con cacciabombardieri Tornado PA-200 e bombe nucleari B61.

La Federazione degli Scienziati Americani conferma nel 2021 che «all’Aeronautica italiana sono assegnate missioni di attacco nucleare con bombe Usa, mantenute in Italia sotto controllo della US Air Force, il cui uso in guerra deve essere autorizzato dal Presidente degli Stati uniti».

Le basi di Aviano e Ghedi sono state ristrutturate per accogliere i caccia F-35A armati delle nuove bombe nucleari B61-12.

Lo scorso ottobre è stato effettuato nel Nevada il test finale con lo sgancio di B61-12 inerti da due caccia F-35A.

Tra non molto le nuove bombe nucleari arriveranno in Italia: nella sola base di Ghedi possono essere schierati 30 caccia italiani F-35A, pronti all’attacco sotto comando Usa con 60 bombe nucleari B61-12.

All’armi, il nemico è alle porte.

Una settimana dopo aver partecipato all’esercitazione di guerra nucleare, l’Italia ha partecipato alla Conferenza Onu sul cambiamento climatico, presieduta dal Regno Unito in partenariato con l’Italia.

Il premier britannico Boris Johnson ha avvertito che «manca un minuto a mezzanotte e abbiamo bisogno di agire ora» contro il riscaldamento globale che sta distruggendo il pianeta.

Usa in tal modo strumentalmente il simbolico Orologio dell’Apocalisse, che in realtà segna a quanti minuti siamo dalla mezzanotte nucleare.

 Lo stesso Boris Johnson pochi mesi fa, in marzo, ha annunciato il potenziamento dei sottomarini britannici da attacco nucleare: gli Astute (prezzo 2,2 miliardi di dollari ciascuno), armati di missili nucleari Usa da crociera Tomahawk IV con raggio di 1.500 km, e i Vanguard, armati di 16 missili balistici Usa Trident D5 con raggio di 12.000 km, dotati di oltre 120 testate nucleari.

Questi ultimi verranno presto sostituiti dagli ancora più potenti sottomarini della classe Deadnough.

 I sottomarini britannici da attacco nucleare, che incrociano in profondità lungo le coste della Russia, navigano ora anche lungo quelle della Cina, partendo dall’Australia a cui Usa e Gran Bretagna forniranno sottomarini nucleari.

 La Gran Bretagna, che ospita la Conferenza per salvare il pianeta dal riscaldamento globale, contribuisce in tal modo alla corsa agli armamenti che porta il mondo verso la catastrofe nucleare.

Su questo sfondo è fuorviante il video promozionale della Conferenza:

 il Dinosauro, simbolo di una specie estinta, che dal podio delle Nazioni Unite avverte gli umani di salvare la loro specie dal riscaldamento globale.

In realtà, confermano studi scientifici, i dinosauri si estinsero non per il riscaldamento, ma per il raffreddamento della Terra dopo l’impatto di un enorme meteorite che, sollevando nubi di polveri, oscurò il Sole.

Esattamente ciò che avverrebbe in seguito a una guerra nucleare:

 oltre a catastrofiche distruzioni e alla ricaduta radioattiva sull’intero pianeta, essa provocherebbe, in aree urbane e forestali, enormi incendi che immetterebbero nell’atmosfera una coltre di fumo fuligginoso, oscurando il Sole.

Ciò determinerebbe un raffreddamento climatico della durata anche di anni: l’inverno nucleare. Si estinguerebbe di conseguenza la maggior parte delle specie vegetali e animali, con effetti devastanti anche sull’agricoltura. Il freddo e la denutrizione ridurrebbero la capacità di sopravvivenza dei pochi superstiti, portando la specie umana all’estinzione.(Manlio Dinucci- ilmanifesto.it).

 

 

 

 

 

CORONAVIRUS.

Il covid-19 ha causato quasi un milione di morti.

Come ci siamo arrivati?

Internazionale.it- Adam Vaughan, New Scientist, Regno Unito-(21 settembre 2020)-ci dice:

 

(Ecco ,ufficiali del governo trasportano una bara finta per mettere in guardia la popolazione sui rischi del covid-19 a Jakarta, Indonesia, 28 agosto 2020. Dita Alangkara, Ap/LaPresse).

Tutto è cominciato il 9 gennaio. In un ospedale di Wuhan, in Cina, un uomo di 61 anni è diventato la prima persona al mondo ufficialmente morta a causa di un nuovo coronavirus. All’epoca gli scienziati non credevano che ci fossero prove chiare di una trasmissione tra esseri umani.

Ora ci stiamo avvicinando a un bilancio globale di un milione di morti, con il virus che da Wuhan si è diffuso in tutto il mondo. Il vero numero delle vittime è molto più alto e non sarà determinato per anni, perché molte delle persone uccise dal virus non sono state sottoposte a test. Cosa è successo?

Alcune settimane dopo la notizia del primo decesso in Cina, sono emersi alcuni casi in Thailandia, Giappone e Corea del Sud. La prima vittima al di fuori della Cina è stata confermata il 2 febbraio nelle Filippine. L’11 marzo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato una pandemia.

Inizio graduale.

Nei mesi successivi praticamente nessun paese è stato risparmiato dal covid-19 o dal nuovo coronavirus che lo provoca. Solo alcuni stati-isola, come Saint Lucia e le Seychelles, e stati poco trasparenti, come l’Eritrea, non hanno registrato alcun caso. In termini assoluti, e non relativi alla popolazione, gli Stati Uniti sono di gran lunga il paese più colpito, con più di 199mila decessi, seguito da Brasile, India, Messico e Regno Unito.

Inizialmente l’aumento dei morti per covid-19 è stato graduale. Sono occorsi due mesi perché il bilancio superasse i 774 morti dell’epidemia di sars del 2003, causata a sua volta da un altro coronavirus. Poi le cose hanno subìto un’accelerazione. Alla malattia sono stati sufficienti tre mesi e mezzo per uccidere duecentomila persone. I successivi duecentomila morti sono arrivati in poco meno di due mesi, e gli ulteriori duecentomila in un lasso di tempo analogo. Alla fine di agosto è servito appena un altro mese perché altre duecentomila persone perdessero la vita.

“La crescita più rapida è stata registrata proprio tra la fine di luglio e buona parte del mese di agosto. Oggi osserviamo un leggero rallentamento del tasso di mortalità”, dice Hannah Ritchie del sito di studi scientifici Our world in data, che raccoglie dati sulla pandemia fin dall’inizio.

Il cuore della pandemia negli ultimi nove mesi si è spostato da un continente all’altro

Ogni giorno, nelle ultime settimane, tra le cinque e le seimila persone nel mondo sono morte di una malattia di cui nessuno aveva sentito parlare un anno fa. Queste cifre sono rimaste stabili nell’ultimo mese, ma niente garantisce che lo rimarranno. “Una combustione lenta può comunque essere devastante a lungo termine”, dice Jennifer Dowd dell’università di Oxford. “Siamo di fronte a un incendio incontrollato che cerchiamo di spegnere. Buona parte del mondo è ancora vulnerabile, e c’è quindi ancora molta materia infiammabile. Credo che la situazione varierà, come un incendio incontrollato, nel tempo e nello spazio”.

Il cuore della pandemia negli ultimi nove mesi si è spostato da un continente all’altro. Ma quando a febbraio hanno cominciato a esserci casi mortali in tutto il mondo, la maggioranza era ancora in Cina. Sono state necessarie severe limitazioni di movimento perché il numero delle vittime nel paese calasse, a marzo.

Il paese successivo è stato l’Iran. Alla metà di febbraio ha annunciato le prime morti confermate per covid-19 in Medio Oriente, anche se successive fughe di notizie hanno rivelato che i primi decessi erano stati registrati a gennaio. Poi le morti hanno cominciato a crescere in Europa. La prima è stata l’Italia, seguita da Spagna e Regno Unito, dove i giornali hanno dedicato le copertine ai primi morti, prima che i numeri diventassero troppo alti per registrare nel dettaglio ogni decesso.

“Le persone si chiedevano quanto grave fosse la cosa, rispetto all’influenza. Poi alla decima settimana (quella cominciata il 2 marzo), all’undicesima, alla dodicesima e alla tredicesima settimana, ci siamo accorti che non era solo un’influenza, ma qualcosa di enorme”, dice “Lasse Vestergaard di EuroMomo” (un osservatorio della mortalità in Europa), creato dopo la pandemia d’influenza A/H1N1 (detta suina) del 2009 e 2010 come sistema di segnalazione rapida per le future pandemie, e che monitora le morti in eccesso in 24 paesi europei.

I nuovi decessi, a partire da maggio, sono stati perlopiù nel continente americano. “Gli Stati Uniti sono stati colpiti duramente, e lo stesso vale per l’America Latina, al livello regionale”, dice Ritchie. I morti a New York sono stati più numerosi che in qualsiasi altro stato degli Stati Uniti. Più di metà delle morti globali finora è stata registrata nelle Americhe.

Nelle ultime settimane c’è stata una nuova svolta, con l’India che è diventata il secondo paese con il maggior numero di casi, dopo gli Stati Uniti. È seguito un aumento del numero dei morti, che a oggi ha superato gli 85mila. “Da alcuni mesi l’India ha avuto una traiettoria costantemente in rialzo, e non ci sono segnali di un rallentamento. Ma se confrontati al totale della popolazione, si tratta di una percentuale ancora molto bassa”, spiega Oliver Watson dell’Imperial college di Londra.

Differenze tra paesi ricchi e meno ricchi.

All’inizio della pandemia, una capacità limitata di effettuare i test ha ridotto le possibilità degli stati e dei ricercatori di determinare quante persone la malattia stesse davvero uccidendo. “In quel momento eravamo piuttosto confusi dalla distribuzione geografica”, dice Ritchie. “Non conoscevamo davvero la situazione in altri luoghi del mondo, in particolare nei paesi a basso reddito”.

 

Nonostante la situazione si sia fatta più chiara, rimangono alcuni dubbi. “Credo che la principale sorpresa siano stati i paesi a basso reddito, soprattutto in Africa”, dice Dowd. “Se crediamo alle statistiche sulla mortalità, le cose lì non sono andate male come si credeva”. Il conteggio ufficiale delle vittime nei paesi africani è rimasto basso. L’eccezione è il Sudafrica, con quindicimila vittime.

I ricercatori stanno ancora cercando di capire perché il numero di casi sia limitato in molti paesi a basso reddito. Tra i possibili motivi ci sono la mancanza di dati, la giovane età media della popolazione, o semplicemente il fatto che molti di essi abbiano rapidamente imposto misure di confinamento. Un’altra spiegazione è che non siano stati altrettanto colpiti da infezioni derivanti dagli spostamenti aerei.

Gli esperti sostengono che gli effetti della pandemia sulla mortalità saranno di lunga durata.

Questi spostamenti spiegherebbero perché, con il passare del tempo, la concentrazione dei decessi sia comunque in buona parte passata dai paesi ad alto reddito a quelli a minor reddito. Stando a quanto osservato fino all’8 settembre, Watson ha rilevato che il 45 per cento dei decessi si è verificato in paesi ad alto reddito, il 40,5 per cento in paesi a reddito medio-alto, il 13 per cento in paesi dal reddito medio-basso, e lo 0,6 per cento in paesi a basso reddito.

Quanto al rischio personale, quando si sono registrate le prime morti in ciascun paese, i mezzi d’informazione si sono concentrati unicamente sul fatto che le vittime avessero o meno problemi di salute pregressi, come un’alta pressione sanguigna. “Le domande iniziali sono state sull’effettiva letalità del virus, e sul fatto che colpisse o meno solo i più malati e fragili”, dice Dowd. Sono stati fatti molti paragoni con l’influenza, che uccide tra le 290mila e le 650mila persone all’anno su scala globale.

Morti in eccesso.

Quel che è diventato evidente è che il covid-19 non sta uccidendo solo le persone che sarebbero probabilmente morte presto. “In media queste persone avevano ancora un’alta speranza di vita davanti a loro”, dice Dowd. “Secondo alcune stime a ogni morto di covid restavano ancora, in media, undici anni da vivere”.

Anche dalle statistiche sulle morti in eccesso emerge che buona parte delle persone morte a causa del covid-19 non sarebbero decedute a breve. Gli Stati Uniti hanno già registrato più di duecentomila morti in eccesso quest’anno, e il Regno Unito più di sessantamila. Se il covid-19 avesse semplicemente anticipato le morti di alcuni mesi, il numero di morti mediamente registrati sul lungo periodo, dopo il picco delle infezioni da covid-19, sarebbe stato molto più basso. Così non è stato e sembra improbabile che accada, dice Dowd.

Tuttavia esistono problemi di salute cronici che effettivamente aumentano il rischio di morte da covid-19, tra cui il diabete o i casi più gravi di asma. Negli Stati Uniti il 94 per cento delle persone morte di covid-19 aveva anche altri problemi di salute, noti come comorbilità, con una media di 2,6 disturbi a persona. Queste cifre sono state usate ad agosto per sostenere erroneamente, come ha fatto anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che solo il 6 per cento fosse davvero morto di covid-19. In realtà molte di queste comorbilità erano state determinate proprio dal covid-19, come la polmonite.

In alcuni paesi anche il fatto di essere di sesso maschile, più povero, più anziano, oppure nero o dell’Asia meridionale – invece che bianco – è stato associato a un aumento del rischio di morire di questa malattia. In Inghilterra, per esempio, il tasso di mortalità è stato più altro tra i neri e gli asiatici che tra i bianchi, anche perché le loro tipologie di lavoro li portavano più spesso a essere esposti al virus.

“Il più evidente fattore di rischio è l’età”, dice Ritchie. “Dai sessant’anni in poi, scatta un aumento del rischio. E quando si hanno più di ottant’anni, il tasso di mortalità è molto più alto”. Nonostante tutto la malattia resta imprevedibile, e sono morte anche persone giovani e in salute. “La cosa riguarda soprattutto gli anziani, ma persone di mezz’età e i più giovani non sono risparmiati”, afferma Vestergaard. Statistiche compilate da EuroMomo mostrano che il 90 per cento dei decessi ha riguardato persone di 65 anni o più, l’8 per cento quelle di età compresa tra 45 e 64 anni, e l’1 per cento persone tra i cinque e i 44 anni.

Anche se sono le morti immediate a essere oggetto d’attenzione oggi, gli esperti sostengono che gli effetti della pandemia sulla mortalità saranno di lunga durata. “L’impatto sulla salute sarà di lungo periodo, forse di anni”, dice Ritchie. “Il punto non è solo chi sta morendo ora, perché gli effetti sulla salute si accumulano nel tempo”. Potrebbero volerci uno o due anni per vedere, per esempio, gli effetti di diagnosi tardive dei tumori, dovute alla pressione esercitata sui sistemi sanitari, o delle mancate vaccinazioni contro malattie come la tubercolosi.

Analogamente, dice Dowd, stiamo cominciando solo ora a capire gli effetti cronici del covid-19, o del “covid a lungo termine”. “È una cosa che fa pensare”, dice. “Anche se ora abbassiamo la mortalità, non sappiamo quali altre cicatrici sulla salute e quali tendenze determinerà il covid-19”.

 

Nel frattempo, nei luoghi dove si sono concentrate più morti da covid-19, i decessi non si fermano. Molte persone muoiono ogni giorno in America Latina, in particolare in Brasile, Perù, Argentina e Messico. In Asia è l’India a contribuire maggiormente al numero di morti. E nonostante oggi gli Stati Uniti controllino meglio l’epidemia, il covid-19 continua a uccidere migliaia di persone ogni settimana.

Ci sono alcune buone notizie. Grazie al modo in cui il mondo si è adattato alla pandemia, dalle mascherine protettive al distanziamento sociale, passando da diagnosi precoci e cure migliori, una ripetizione del rapido aumento di morti visto all’inizio anno appare improbabile. “Non riesco davvero a immaginare che le morti s’impennino come all’inizio. Abbiamo imparato tanto”, dice Dowd.

Da sapere.

Possiamo fidarci dei numeri?

Conteggiare le morti da covid-19 e confrontarle tra paesi è incredibilmente difficile. Anche se i ricercatori vorrebbero avere metodi affidabili di conteggio, la realtà è molto diversa. Alcuni paesi considerano che un decesso è dovuto al covid-19 solo se la persona è risultata positiva al cosiddetto tampone, un test molecolare che si basa sulla reazione a catena della polimerasi (Pcr). La mancanza di test del genere in alcuni paesi può rendere difficile un conteggio accurato dei decessi.

Alcuni paesi includono anche le morti probabili, ovvero quei casi dove sintomi e andamenti clinici suggeriscono che il covid-19 sia stato la causa del decesso, ma non è stato effettuato alcun test. In alcuni paesi europei, per esempio, se esiste un caso confermato di covid-19 in una casa di cura, e altre persone muoiono più o meno nello stesso periodo, i decessi di questi ultimi sono registrati come morti da covid-19. La cosa induce probabilmente a stime eccessive, secondo Oliver Watson dell’Imperial college di Londra.

I metodi di conteggio, inoltre, cambiano nel corso del tempo, e a seconda dei luoghi in cui il decesso avviene. Conteggiare le morti in ospedale è una pratica condivisa, ma in alcuni paesi le morti nelle case di cura sono state aggiunte ai conteggi ufficiali solo alcuni mesi dopo l’inizio dell’epidemia. Ad aprile il conto dei morti di Wuhan, in Cina, è salito del 50 per cento, dopo che le autorità hanno aggiunto i decessi avvenuti al di fuori degli ospedali. A volte il conteggio è stato rivisto al ribasso. Il Regno Unito ha rimosso più di cinquemila decessi dal suo computo ufficiale ad agosto, dopo che i ricercatori hanno fatto notare che il covid-19 era stato considerato la causa della morte di chiunque fosse risultato positivo a un test e fosse morto in seguito, anche molto tempo dopo. Ora solo i decessi avvenuti entro 28 giorni da un test positivo sono conteggiati.

Per tutti questi motivi si ritiene che il metodo migliore sia quello di calcolare le morti in eccesso. Per farlo solitamente si confrontano i dati settimanali di tutte le morti in un paese con la media degli ultimi cinque anni in quella stessa settimana. Ma spesso nei paesi a basso reddito mancano i dati di riferimento, il che significa che servono altri metodi per colmare il divario. Uno dei metodi che i ricercatori potranno usare sarà quello di indagare sui decessi nelle famiglie a livello locale, estrapolando poi i dati a livello nazionale.

(Traduzione di Federico Ferrone).

 

 

 

 

 

World Health Statistics 2021.

Oms: “Il Covid è diventato una delle principali

 cause di morte e i decessi reali sono almeno

il doppio se non il triplo di quelli accertati”

quotidianosanita.it -(OMS-Rapporto-2021)- 21 maggio 2021- ci dice :

 

Presentato oggi a Ginevra il rapporto annuale dell’Oms con i principali dati sulla salute della popolazione mondiale. Quest’anno il report è ovviamente segnato dalla pandemia che ha toccato, seppur in misura diversa, tutto il pianeta. Europa e America le regioni più colpite dove si sono verificati rispettivamente il 34% e il 48% dei decessi a livello globale. (IL RAPPORTO :                     quotidianosanita.it/allegati/allegato5346379.pdf).

21 MAG .2021- L’Oms ha diffuso oggi il suo rapporto sulle statistiche di salute il “Global Heath Statistics 2021” che ogni anno raccoglie i principali dati sanitari mondiali.

 

Quest’anno il rapporto è ovviamente segnato dalla pandemia Covid che ha rappresentato un evento inatteso quanto devastante che coinvolto, anche se in misura diversa, tutto il pianeta.

 Al 1 maggio sono stati segnalati all'OMS oltre 153 milioni di casi confermati di COVID-19 e 3,2 milioni di decessi correlati. La regione delle Americhe e la regione europea sono state le più colpite, facendo registrare al loro interno oltre tre quarti dei casi segnalati a livello globale, con i rispettivi tassi di casi per 100.000 abitanti di 6.114 e 5.562 e quasi la metà (48%) di tutti i decessi COVID-19 nella regione delle Americhe e un terzo (34%) nella regione europea.

Dei 23,1 milioni di casi segnalati fino ad oggi nella regione del sud-est asiatico, oltre l'86% è invece attribuito all'India. Nonostante l'ampia diffusione del virus, fino ad oggi i casi di COVID-19 sembrano concentrarsi prevalentemente nei paesi ad alto reddito. I 20 paesi di questa fascia più colpiti raccolgono quasi la metà (45%) dei casi cumulativi di COVID-19 nel mondo, ma rappresentano solo un ottavo (12,4%) della popolazione globale.

COVID-19 è diventata comunque una delle principali cause di morte, causando indirettamente anche un numero considerevole di decessi aggiuntivi a livello globale, regionale e nazionale e ha inevitabilmente accorciato l'aspettativa di vita in molti paesi, con un impatto a lungo termine ancora sconosciuto.

 Le stime preliminari dell'OMS suggeriscono che il totale globale di morti in eccesso attribuibili a COVID-19, sia direttamente che indirettamente, ammonta ad almeno 3 milioni nel 2020 ovvero ben 1,2 milioni di morti in più rispetto agli 1,8 milioni di decessi globali per COVID-19 segnalati l’anno scorso.

 Una stima che ha fatto dire a Samira Asma, vicedirettore generale dell'Oms parlando con i giornalisti a Ginevra nel corso della presentazione del rapporto, che le persone morte direttamente o indirettamente a causa del Covid "sono almeno il doppio, il triplo di quelle ufficiali".

 Ma l’Oms sottolinea che indipendentemente dalla pandemia, le disuguaglianze esistenti, sia all'interno dei paesi che tra i paesi, impediscono interventi adeguatamente mirati in campo sanitario. Nonostante i recenti guadagni di salute globale, le persone in tutto il mondo continuano ad affrontare una complessa miscela di minacce interconnesse per la loro salute e il loro benessere. Molte di queste minacce sono radicate nelle disuguaglianze sociali, politiche, economiche e di genere e in altri determinanti della salute.

 

Del resto è anche vero che proprio il COVID-19 ha permesso di puntare i riflettori su queste disuguaglianze e sull'importanza di utilizzare dati tempestivi e di alta qualità per affrontarle. Uno dei principali vantaggi dei dati disaggregati, in particolare i dati suddivisi per reddito, sesso ed età, è che possono rivelare queste disuguaglianze più profonde e invisibili.

Aspettativa di vita e aspettativa di vita in buona salute.

La popolazione mondiale continua a vivere più a lungo e vivere più anni in buona salute. Tra il 2000 e il 2019, l'aspettativa di vita globale alla nascita è aumentata da 66,8 anni nel 2000 a 73,3 anni nel 2019 e l'aspettativa di vita in buona salute è aumentata da 58,3 anni a 63,7 anni. Nonostante la condivisione di tendenze in aumento simili, i due indicatori risultano comunque più elevati tra le donne rispetto agli uomini e in ogni caso appaiono in relazione al livello di reddito delle popolazioni dei diversi Paesi.

 Anche se, proprio per il forte gap esistente tra “ricchi e poveri” oggi si registra un miglioramento più marcato (+11 anni in aspettativa di vita e +5 in buona salute) proprio tra i paesi più poveri, soprattutto grazie ai notevoli progressi compiuti nella riduzione della mortalità tra i bambini sotto i 5 anni di età negli ultimi 20 anni.

 Le principali cause di morte nel mondo.

Grazie a continui sforzi globali, continuano a verificarsi progressi significativi, in particolare nella riduzione del numero di decessi causati da condizioni trasmissibili, materne, perinatali e nutrizionali.

 D’altra parte questi progressi (in particolare tra i bambini sotto i 5 anni di età) hanno portato a uno speculare incremento della quota globale di decessi per malattie non trasmissibili che è passata dal 60,8% nel 2000 al 73,6% nel 2019.

 Tra i fattori determinanti del calo delle morti per malattie trasmissibili c’è il grande progresso nelle terapie contro alcune malattie come l’Hiv-Aids e la tubercolosi che ormai non figurano più tra le prime 10 cause globali di morte nel 2019.

 Tanto che nello stesso anno sette delle prime 10 cause di morte sono malattie non trasmissibili rispetto alle quattro presenti tra e prime 10 cause nel 2000.

 

La tubercolosi rimane comunque la principale causa di morte al mondo per un singolo agente infettivo. A livello globale, si stima che 10 milioni (intervallo, 8,9-11 milioni) di persone si siano ammalate di tubercolosi nel 2019, un numero che è diminuito molto lentamente negli ultimi anni ma non abbastanza velocemente da raggiungere la pietra miliare del 2020 di una riduzione del 20% tra il 2015 e il 2020.

 Le nuove infezioni da HIV sono state ridotte del 40% dal picco nel 1998. Nel 2019, circa 1,7 milioni di persone sono state recentemente infettate dall'HIV, più di un milione in meno rispetto al 1998. Tuttavia, questo è lontano dal traguardo globale del 2020 inferiore a 500 000 nuove infezioni.

 Il tasso di mortalità per malaria è stato più che dimezzato: da 25 decessi per 100.000 abitanti a rischio nel 2000 a solo 10 per 100.000 abitanti a rischio nel 2019. Il numero totale di decessi per malaria nel mondo è sceso da 736.000 nel 2000 a 409.000 nel 2019.

Un progresso notevole, tuttavia, la riduzione del 18% del tasso di mortalità per malaria nel 2019 rispetto al 2015 è ben lungi dall'essere il traguardo di una riduzione del 40% entro il 2020 e ancora lontanissimi dal traguardo di una riduzione di almeno il 90% entro il 2030.

 L'andamento dei decessi dovuti alle quattro principali malattie non trasmissibili (cancro, malattie cardiovascolari, diabete e malattie respiratorie croniche in tutte le età) è stato determinato da diversi cambiamenti nelle regioni nel 2000-2019.

 A livello globale, il calo maggiore della mortalità è stato osservato per diabete e malattie croniche respiratorie, con un calo del 37% in tutte le età, seguito da quello per malattie cardiovascolari e cancro rispettivamente del 27% e del 16%.

 La mortalità prematura globale per malattie non trasmissibili - misurata dalla probabilità di morire di una delle quattro principali malattie non trasmissibili di età compresa tra 30 e 70 anni - è scesa di oltre un quinto dal 22,9% nel 2000 al 17,8% nel 2019.

 C'è stata anche una diminuzione costante della mortalità per suicidio, omicidio, avvelenamento accidentale e morti per incidenti stradali dal 2000.

 A livello globale, il 63% dei decessi per avvelenamento involontario e il 69% dei decessi per suicidio si sono verificati tra ragazzi e uomini. Questa disuguaglianza è ancora maggiore per i morti per incidenti stradali e gli omicidi: il 75% e l'80% dei decessi nel mondo nel 2019 sono stati uomini e ragazzi.

 

Nel complesso, gli uomini corrono un rischio maggiore di morire a causa di lesioni. Nel 2019, gli uomini rappresentavano il 66% dei decessi per lesioni non intenzionali (contro il 34% delle donne) e il 73% dei decessi per lesioni intenzionali (contro il 27% delle donne).

 La pandemia minaccia di far deragliare i progressi compiuti in salute.

Dati di salute, quindi, in progressivo miglioramento ma, questa l’amara conclusione dell’Oms, dal 2020, la pandemia COVID-19 minaccia di far deragliare i progressi compiuti verso gli obiettivi di salute sostenibili fissati dalla Nazioni Unite nel 2015.

E del resto un altro elemento è emerso con chiarezza: “Nessun paese del mondo si è dimostrato in grado di affrontare una pandemia di tale portata e impatto”. (quotidianosanita.it/allegati/allegato5346379.pdf).

 

 

 

 

 

Variante Delta, morta bambina

di 11 anni contagiata dalla sorella.

Ilgiorno.it- Redazione -( 27 luglio 2021)- ci dice :

 

La piccola era intubata da due settimane all'ospedale Di Cristina di Palermo. Colpiti dal Covid anche i genitori: nessuno era vaccinato

(Articolo Cremona, la piccola Viola uccisa dal Covid a 10 anni.

Articolo Covid, morta bambina di 10 anni ricoverata da un mese in terapia intensiva.)

  

Una terapia intensiva.

Palermo - E' morta nel primo pomeriggio di oggi all'ospedale Di Cristina di Palermo la bambina di 11 anni ricoverata nel reparto di terapia intensiva Covid con la variante Delta.

La bimba soffriva di una malattia metabolica rara.

A contagiarla era stata la sorella maggiore di ritorno da un viaggio in Spagna.

I genitori della piccola vittima non sono vaccinati e sono risultati positivi al virus.

 Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha rivelato che i genitori sono "no-vax". Migliorano invece le condizioni di salute del piccolo di due mesi, anche lui positivo al Covid, ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Cervello.

Il direttore sanitario: "Dimenticarla sarà difficile".

"Questa morte ci colpisce forse più delle altre". A parlare all'agenzia Adnkronos è Salvatore Requirez, direttore sanitario dell'ospedale dei bambini di Palermo, dove è morta la bambina di 11 anni. "La piccola è rimasta per due settimane in terapia intensiva intubata, la situazione era compromessa da diversi giorni, e oggi la situazione è precipitata".

 "Sebbene la criticità della situazione era apparsa, da diversi giorni, in tutta la sua gravità questa morte ci colpisce forse più delle altre - dice - L'infezione da Sars-CoV2 nella variante Delta ha definitivamente destabilizzato il precario equilibrio organico di una paziente che da anni soffriva di una patologia rara e congenita".

"La Direzione Strategica dell'Arnas Civico è, con sentito cordoglio, vicina ai genitori della piccola che per anni sono stati in prima linea nella difesa dei diritti delle associazioni e dei malati per gli interessi dei quali si battevano - aggiunge - Ma offre anche solidarietà e ringraziamento a quanti tra medici, infermieri e operatori sanitari tutti si sono prodigati, in tutti questi anni, nell'assistenza alla piccola, sia a livello ambulatoriale che in reparto di ricovero, divenuta, nel tempo una persona di famiglia.

 Molti di loro, domani, chiudendo per sempre la sua cartella clinica, il suo diario ambulatoriale, leggeranno quel nome con commozione. Non sarà facile dimenticarlo. Anche quando quelle carte passeranno in archivio. Perché è il simbolo agghiacciante dell'atrocità di una malattia che non ha pietà di colpire le persone più deboli e indifese". Requirez preferisce non parlare dei familiari della bimba che non sono vaccinati.

 

Lo studio dell'Iss sui decessi.

Per quanto riguarda le vittime di Covid, secondo l'approfondimento contenuto nel report dell'Istituto superiore di Sanità, quasi 99 deceduti su 100 dallo scorso febbraio non avevano terminato il ciclo vaccinale e fra quelli che invece lo avevano completato si riscontra un'età media più alta e un numero medio di patologie pregresse maggiori rispetto alla media.

L'1 febbraio, spiega l'Iss, è scelto come data indice perché corrisponde alle cinque settimane necessarie per il completamento del ciclo vaccinale a partire dall'inizio della campagna.
L'analisi è basata su un campione di 70 cartelle cliniche dei 423 decessi Sars-Cov-2 positivi avvenuti fino al 21 luglio
in vaccinati con "ciclo vaccinale completo" (16.5%).

Rispetto alla totalità dei decessi per cui sono state analizzate le cartelle cliniche, rileva l'Iss, nel campione dei deceduti con "ciclo vaccinale completo" l'età media risulta decisamente elevata (88.6 contro 80 anni).

Inoltre, il numero medio di patologie osservate in questo gruppo di decessi è di 5, molto più elevato rispetto ai decessi della popolazione generale (3,7).

Dopo l'insufficienza respiratoria acuta, le sovra-infezioni sono le complicanze maggiormente diffuse nelle persone decedute con ciclo vaccinale completo.

Terapia antibiotica e steroidea sono le terapie più utilizzate su questi pazienti.

"I risultati qui presentati - conclude il report - possono avere due possibili spiegazioni.

 In primis, i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all'infezione e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati.

In secondo luogo, questo risultato può essere spiegato dal fatto che è stata data priorità per la vaccinazione alle persone più anziane e vulnerabili e che quindi questa rappresenta la popolazione con maggiore prevalenza di vaccinazione a ciclo completo alla data in cui è stata eseguita questa valutazione".

 

 

 

 

Sconvolgenti rivelazioni su genetica e covid19: Joseph Tritto .

 Casiciclici.it -Franco Fracassi interroga il Prof. Joseph Tritto- (Gennaio 4, 2022 )- ci dice:

 

Questa intervista è sconvolgente e rivela fatti mai ascoltati prima, parzialmente contenuti nel libro del professor   Joseph Tritto, qui intervistato dal giornalista Franco Fracassi.

 Parla di virus e organismi chimera, manipolazioni genetiche al limite dalla fantasia e della moralità, usate come  armi biologiche da tutti i paesi del mondo, in primis Cina, USA, Francia e Israele.

Cita lo scienziato Craig Venter e le cellule sintetiche, cioè costruite ex novo in laboratorio, ma anche le già note sperimentazioni “gain of function”.

 Il tutto sviluppato in ambito militare, sia il virus Covid, che il suo presunto vaccino.

Il virus Covid non è di origine animale, perché lo prova la presenza della “Furina”, un ezima che è soltanto umano, e non appartiene né a pipistrelli né a pangolini.

Interrogativi sul Prof. Joseph Tritto.

Vorrei però far notare che tale professore attribuisce totale credibilità ai dati e alle statistiche sulla pandemia diffuse dal governo e dai mass media.                                                          Invece le posizioni dei no-vax e dei no-pass, sono completamente diverse.                       Quindi una parte del discorso di Tritto, non sta in piedi. Principalmente la sua posizione allarmistica e senza scampo.

In secondo luogo, si nota che sicuramente è competente e molto informato. Presumibilmente ha connessioni con quello stesso mondo che denuncia, per poter operare ad un livello così elevato.

Su questo non si può sapere nulla.

Ma è anche vero che in tutta l’intervista non ha mai citato, neanche di sfuggita, la parola “grafene” o “ossido di grafene” che è stato dimostrato essere presente nei vaccini di cui lui parla.

 Infatti parla come se l’unico ingrediente dei vaccini covid fosse il substrato attivo del meccanismo a mRNA. Non c’è il minimo accenno al NWO!

Infine, non abbiamo alcuna idea se, qualcuno così informato come lui, con tali presumibili connessioni, abbia qui rivelato tutto ciò che sa o abbia taciuto aspetti magari rilevanti. Notiamo semplicemente le sue continue e isteriche risate, forse dovute all’imbarazzo, all’ansia o ad un senso di colpa. Forse.

 

Libro di Tritto e commenti.

Il libro di Joseph Tritto è però uscito nel 2020, a quanto mi risulta, quindi non può contenere tutte le novità di cui parla qui. Pur essendo sicuramente interessante e ricco.

Un utente (“Kimera”) ha commentato, su Luogocomune.net: «Affermare che FDA “abbia inteso il Virus come un attacco da arma biologica” mi suona molto male, infatti è stato ampiamente dimostrato che Fauci e compagni (anche politici) hanno il controllo di FDA attraverso la NFAD che ha eseguito pedissequamente quanto loro ordinato, si vuole giustificare l’ingiustificabile ? Sapevano perfettamente che le cure erano altrettanto efficaci.»

(● Link al canale Youtube OVAL di Franco Fracassi.

● Libro di Joseph Tritto, “Cina Covid-19”, Cantagalli, 2020.

● Articolo del quotidiano “Libero” su Joseph Tritto: «Coronavirus, il professor Joseph Tritto: “Nato in laboratorio. Tracce di Hiv nel genoma, perché è la prova definitiva”»

● Sito web di Franco Fracassi con tutte le interviste.

● Davvero TV: IL VIRUS, LA CHIMERA CHE STA CAMBIANDO IL MONDO – Joseph Tritto.).

 

 

 

 

 

 

ALLERTA GLOBALE: 10 MILIONI DI PERSONE

AL GIORNO SONO A RISCHIO LETALE .

Globalnews.it- Michele Forina -(7-1-2022 )- ci dice :

(Mike Adams - Brighteon -health-ranger-report- (Jan 4, 2022).

 

 Allerta globale: 10 milioni di persone al giorno sono in rotta con la morte da vaccino - by Mike Adams.

Questo è un allarme rosso per l’umanità. Abbiamo meno tempo rimanente di quanto tu possa pensare.

Dopo aver fatto dei calcoli approssimativi, ed è oltremodo allarmante, tutto ciò significherà per l’umanità la fine della civiltà, se non fermiamo l’olocausto da vaccino nei prossimi 365 giorni.

Finché i vaccini covid “a colpo di coagulo” vengono somministrati in tutto il mondo, a circa dieci milioni di persone ogni giorno viene avviato un conto alla rovescia irreversibile verso la morte da vaccino.

Ecco perché rimane meno tempo di quanto si possa pensare. Ed è per questo che ai fanatici del vaccino non importa se vengono fermati nei prossimi 2-3 anni dai ricorsi in tribunale. A quel punto sarà troppo tardi per l’umanità.

(allerta-globale-10-milioni-di-persone-al-giorno-sono-a-rischio-img_20220106_213015).

Come mostrano le stime e le proiezioni di seguito, fintanto che i vaccini covid a “colpo di coagulo” vengono somministrati in tutto il mondo, circa dieci milioni di persone ogni giorno iniziano un conto alla rovescia irreversibile verso la morte da vaccino.

Per ogni giorno in cui questi vaccini continuano ad essere somministrati, in altre parole, circa dieci milioni di persone probabilmente moriranno nel prossimo decennio, sulla base di queste proiezioni.

Questo spiega perché Biden e altri leader mondiali non si preoccupano delle sfide legali e dello stato di diritto.

Sanno che se riescono a imporre questi vaccini alle persone per un solo anno in più, uccideranno oltre 3,5 miliardi di esseri umani in più a causa delle morti indotte dai vaccini che si verificheranno nel prossimo decennio.

Ecco perché ci rimane meno tempo di quanto tu possa pensare. Ed è per questo che ai fanatici del vaccino, dei veri seguaci del genocidio, non importa se vengono fermati nei prossimi 2-3 anni da ricorsi in tribunale. A quel punto sarà troppo tardi per l’umanità.

Anche se fermiamo tutti i vaccini per il covid in questo momento, è probabile che nel prossimo decennio assisteremo comunque ad eventi avversi tra uno e due miliardi di morti, poiché le morti da vaccino avranno il loro tributo.

Dichiarazione di non responsabilità: i numeri presentati qui sono stime e proiezioni basate sui primi dati disponibili ora. Queste stime possono migliorare o peggiorare sostanzialmente man mano che nuovi dati diventano disponibili. Queste conclusioni sono soggette a modifiche sulla base di nuovi dati man mano che vengono rilasciati per la mortalità totale, i decessi per cancro e altri fattori. Queste conclusioni non sono sottoposte a revisione paritaria. Commenti e suggerimenti sono ben accetti. Vedi sotto per tutti i dettagli.

(allerta-globale-10-milioni-di-persone-al-giorno-sono-a-rischio-hrr-2022-01-04-situation-update-1).

A proposito, ricordiamo che i “fact checkers” (fattori di verifica) di Reuters sono tutti compromessi perché Reuters è il braccio di propaganda di Pfizer. Le due società condividono addirittura alcuni degli stessi membri nei rispettivi consigli d’amministrazione. Il compito di Reuters è pompare la disinformazione di Pfizer ed etichettarla come “fatti”. Questi cosiddetti “fatti”(definiti scienza pura) vengono quindi utilizzati per sopprimere la verità su piattaforme di social media come Facebook. È tutta una grande cospirazione malvagia che coinvolge Pfizer, Reuters, Facebook ed un reale programma di spopolamento per l’omicidio di massa di miliardi di esseri umani.

L’”evento di massa” è iniziato.

Come ha recentemente sottolineato il dottor Robert Malone, stiamo vivendo un “evento di omicidi di massa” che assomiglia molto a un genocidio                (i nostri riassunti sono in corsivo) :

Mi sembra che il più grande esperimento sugli esseri umani mai registrato nella storia sia fallito.

 E, se questo rapporto piuttosto secco di un dirigente senior di assicurazioni sulla vita dell’Indiana è vero, allora la spinta di Reiner Fuellmich per “Crimini contro l’umanità” per convocare nuovi processi di Norimberga inizia a sembrare molto meno donchisciottesca e molto più profetica.

PEGGIORMENTE, questo rapporto implica che i mandati federali sui vaccini sul posto di lavoro hanno guidato quello che sembra essere un vero crimine contro l’umanità.

Ingenti perdite di vite in (presumibilmente) lavoratori che sono stati costretti ad accettare un vaccino tossico con una frequenza più elevata rispetto alla popolazione generale dell’Indiana.

Questo articolo si legge come una descrizione secca di un evento evitabile di incidenti di massa causato da una procedura medica sperimentale obbligatoria. Uno per il quale tutte le opportunità per le vittime di informarsi autonomamente sui potenziali rischi sono state metodicamente cancellate sia da Internet che dalla consapevolezza pubblica da una cabala corrotta internazionale che opera sotto la bandiera della “Trusted News Initiative”.

 George Orwell si starà rigirando nella tomba.

Guardando le prove.

Il sistema VAERS sta attualmente segnalando circa 21.000 decessi post-vaccino in America. Un URF (Under Reporting Factor) ben documentato in tempi normali è di circa 40. Ciò rivela che almeno 840.000 americani sono già morti a causa dei vaccini covid.

Eppure sappiamo anche da fonti credibili come l’avvocato Thomas Renz e l’informatore di Medicare che i dati VAERS sono indietro di mesi rispetto all’immissione dei dati.

Il processo di inserimento dei record nel VAERS è stato intenzionalmente rallentato per impedire che questi numeri crescano rapidamente. Inoltre, e in modo critico, medici, ospedali e amministratori ordinano attivamente agli infermieri di evitare di inviare rapporti VAERS relativi ai vaccini covid.

Questo è ampiamente documentato in articoli come questo di “CitizensJournal.us”:

Angela, infermiera da oltre 25 anni, conferma che nel pronto soccorso del suo ospedale, dicono di vedere più problemi cardiaci nei giovani adulti, che non vengono mai segnalati al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) come potenziali reazioni avverse al COVID “vaccinazioni”.

Un’altra infermiera, Jennifer, afferma che le infermiere del pronto soccorso affermano in privato di vedere “tutta la coagulazione, il sanguinamento e le cose che ti aspetteresti dal vaccino sei mesi dopo: emorragie cerebrali, attacchi di cuore nei giovani di 50 anni. Nessun medico ammetterà che questo deriva dal vaccino. Non faranno il rapporto del VAERS”.

Quando Daniel ha chiesto alle altre infermiere e ai praticanti se facevano rapporto al VAERS, lo hanno guardato come: “Cos’è quello?”

Tutte le infermiere intervistate affermano di vedere risultati di “opacità a vetro smerigliato” nelle scansioni TC dei polmoni delle persone che hanno recentemente assunto i vaccini sperimentali e che questo non è mai stato segnalato al VAERS.

Sappiamo anche da prove aneddotiche che un numero impressionante di medici statunitensi non ha idea di cosa sia il VAERS. Non fanno alcun rapporto e non sono nemmeno a conoscenza dell’esistenza di questo sistema. Questo fatto, combinato con la consapevolezza che agli infermieri viene ordinato attivamente di evitare le segnalazioni VAERS sui vaccini covid, significa che l’URF di 40 è troppo basso. Dato l’ambiente di estrema soppressione ora livellato contro medici e infermieri per cercare di coprire le lesioni da vaccino, una stima più legittima dell’URF sarebbe di 200.

Se accurato, ciò significherebbe che finora 21.000 rapporti VAERS si sono effettivamente tradotti in 4,2 milioni di morti negli Stati Uniti per questi vaccini.

Aggiungi questo pensiero ai segnalibri mentre guardiamo altri numeri che dipingono un’immagine davvero spaventosa.

I vaccini uccidono le persone in tre fasi, impiegando fino a un decennio prima che si verifichino tutte le morti per cancro indotte dai vaccini.

Sebbene tutti abbiamo visto persone letteralmente crollare a causa di attacchi di cuore indotti dai vaccini, la maggior parte delle persone che sono sulla buona strada per morire a causa dei vaccini covid non muoiono subito. Ci sono tre fasi della mortalità da vaccino contro il covid, descritte in questa tabella qui sotto:

(three-phases-covid-vaccine-mortality-600).

 

 Ricorda che secondo il dottor Ryan Cole, un anatomo-patologo formato dalla Mayo Clinic e certificato dal consiglio di amministrazione, il 62% dei pazienti iniettati con vaccini mRNA mostra micro-coaguli di sangue. Il Dr. Cole presenta queste prove nel seguente video del White Coat Summit:

La micro-coagulazione del sangue è un segno precoce di danno vascolare e danno cardiaco. Le persone che ricevono vaccini covid vengono spesso diagnosticate con miocardite, che ha un tasso di mortalità del 56% in cinque anni.

Uno studio pubblicato dall’American Heart Association – poi ampiamente censurato da Big Tech – ha scoperto che i vaccini covid mRNA aumentano notevolmente il rischio di infiammazione vascolare e quindi di attacchi di cuore e altri eventi vascolari. Secondo questo studio, il rischio di infarto da solo è aumentato del 127% in un gruppo di 500 pazienti.

Come spiega “DailyExpose.uk”:

Un nuovo studio suggerisce che le iniezioni di mRNA prodotte sia da Pfizer che da Moderna stanno aumentando i marcatori ematici infiammatori utilizzati per stimare il rischio che una persona soffra di infarto.

Il dottor Aseem Malhotra, un cardiologo consulente, sottolinea che nel Regno Unito ci sono state 10.000 morti in eccesso non dovute al Covid, molte delle quali dovute a infarto e ictus.

Pochi giorni dopo la pubblicazione di questi risultati inquietanti, un informatore e un ricercatore di un altro gruppo hanno contattato il dottor Aseem Malhotra per dire che negli studi di imaging hanno riscontrato un’infiammazione nelle arterie coronarie dopo la vaccinazione.

 Ma hanno deciso di non pubblicarlo ancora perché temono di perdere i soldi delle sovvenzioni future dell’industria farmaceutica. L’informatore era piuttosto arrabbiato per questo.

Il Dr. Charles Hoffe (Canada) sta anche segnalando aumenti sostanziali della coagulazione del sangue tra coloro che prendono il vaccino mRNA.

Tramite “Life-Site-News”:

Il problema principale che ha riscontrato sono i coaguli microscopici nei più piccoli capillari dei suoi pazienti. Ha detto: “Coaguli di sangue che si verificano a livello capillare. Questo non è mai stato visto prima. Questa non è una malattia rara. Questo è un fenomeno assolutamente nuovo”.

Soprattutto, ha sottolineato che questi micro-coaguli sono troppo piccoli per essere visualizzati su scansioni TC, risonanza magnetica e altri test convenzionali, come gli angiogrammi, e possono essere rilevati solo utilizzando l’analisi del sangue del D-dimero, un test standard che indica se i coaguli di sangue si stanno attivamente formando da qualche parte all’interno del sistema vascolare di una persona.

Usando quest’ultimo, ha scoperto che il 62 % dei suoi pazienti iniettati con un colpo di mRNA erano positivi per la coagulazione, non una piccola frazione che può essere facilmente eliminata.

(Hand,In,Blue,Glove,Holding,Vaccine,And,Syringe,Injection,For).

 

Morti per miocardite e inibizione della riparazione del danno al DNA.

Attraverso semplici calcoli, se prendiamo il 62% delle persone vaccinate contro il covid che mostrano micro-coaguli di sangue – che portano alla miocardite – e moltiplichiamo per il noto tasso di mortalità del 56% di miocardite in cinque anni, questo da solo significherebbe che il 36% di coloro che prendono il vaccino mRNA sarà morto in cinque anni.

 Certo, questo presuppone che tutte le persone con micro-coaguli di sangue finiscano con la miocardite e che la relazione non sia ancora documentata in modo soddisfacente. Quindi questo 36%, basato interamente sui decessi per infarto, potrebbe essere troppo alto da solo.

Eppure questo inizia solo a raccontare la storia delle morti per altre cause come il cancro indotto dai vaccini. Un altro fatto che ora sappiamo è che una volta che i vaccini mRNA iniziano a produrre nanoparticelle di proteine ​​spike nel corpo di una persona, una certa percentuale di quelle proteine ​​spike entra nei nuclei cellulari e raggiunge circa il 90% di soppressione del meccanismo NHEJ, che è il meccanismo di riparazione cromosomica che mantiene la genetica integrità per il corpo.

Vedi questo articolo del 2 novembre 2021: La proteina spike del vaccino entra nei nuclei cellulari, sopprime il motore di riparazione del DNA del corpo umano, scatenerà l’esplosione di cancro, immunodeficienza, malattie autoimmuni e invecchiamento accelerato.

Questo articolo cita un documento di ricerca critico intitolato “Il picco SARS-CoV-2 compromette la riparazione del danno al DNA e inibisce la ricombinazione V (D) J in vitro”, scritto da Hui Jiang e Ya-Fang Mei, presso il Dipartimento di bioscienze molecolari, The Wenner–Gren Institute, Università di Stoccolma, SE-10691 Stoccolma, Svezia, e Dipartimento di Microbiologia Clinica, Virologia, Università di Umeå, SE-90185 Umeå, Svezia, rispettivamente.

Puoi vedere un PDF archiviato di questo studio su:

(naturalnews.com/files/viruses-13-02056-v2.pdf).

Nella conclusione del documento, gli autori scrivono: “Abbiamo scoperto che la proteina spike ha inibito notevolmente la formazione di focolai sia BRCA1 che 53BP1 (Figura 3D-G). Insieme, questi dati mostrano che la proteina spike a lunghezza intera SARS-CoV-2 inibisce la riparazione del danno al DNA ostacolando il reclutamento della proteina di riparazione del DNA».

(mdpi-sars-cov-2-spike-dna-damage-repair-figure-1-600).

Lo studio rileva che la soppressione dell’attività NHEJ mostra una risposta dose-dipendente alla presenza della proteina spike. Ciò significa che le proteine spike nelle cellule causeranno la soppressione dei meccanismi di riparazione cromosomica, portando alla perdita dell’integrità genetica nel tempo.

In effetti, una volta che le persone vengono iniettate con vaccini mRNA, quando sono successivamente esposte a fonti anche lievi di radiazioni ionizzanti – luce solare, mammografia, voli commerciali ad alta quota, prodotti chimici per la plastica alimentare, ecc. – i loro corpi possono iniziare la crescita di nuovi tumori del cancro che non possono essere soppressi perché il sistema NHEJ non funziona più.

In effetti, le persone diventeranno mutanti perché non possono più mantenere l’integrità genetica a causa della soppressione della proteina spike del meccanismo di riparazione NHEJ.

Stiamo già assistendo a segnalazioni di allarmanti aumenti dei tumori tra i vaccinati. Ad esempio, come riportato da “Cancer.news”:

Le donne recentemente iniettate con vaccini covid sperimentali mostrano sintomi di CANCRO AL SENO.

Un gruppo di medici dello Utah ha scoperto qualcosa di terrificante nei recenti screening mammografici effettuati al Breast Care Center di Salt Lake City, nello Utah.

 Le donne che sono state recentemente iniettate con vaccini sperimentali COVID soffrono di un’infiammazione anormale dei linfonodi nei loro seni. Secondo i medici di Inter-mountain Healthcare, le donne che assumono i vaccini per il covid-19 mostrano sintomi di cancro al seno.

Il dottor Brett Parkinson, MD., avverte: “Ogni volta che li vediamo su una normale mammografia di screening, richiamiamo quei pazienti perché può significare carcinoma mammario metastatico che viaggia ai linfonodi o linfoma o leucemia”. Invece di affrontare la causa di questo problema (i vaccini), i medici ora dicono alle donne di non fare mammografie dopo la vaccinazione.

E da “Vaccines.news”: Il medico dell’Idaho riferisce di “20 volte aumento” del cancro tra quelli “vaccinati” per il covid.

In un video prodotto dal progetto “Capitol Clarity” del governo dello stato dell’Idaho, Cole ha rivelato come ora stia assistendo a un aumento del 2.000 percento di malattie croniche nelle persone che hanno preso [il vaccino].

“Dal 1 gennaio, in laboratorio, vedo un aumento di 20 volte dei tumori dell’endometrio rispetto a quello che vedo su base annuale”, ha affermato Cole nel video.

“Non esagero affatto perché guardo i miei numeri anno dopo anno e sono tipo ‘Accidenti, non ho mai visto così tanti tumori dell’endometrio prima.”

In un anno “normale”, ci sono circa 600.000 morti per cancro negli Stati Uniti. Con la proteina spike che sopprime l’NJEH del 90% e con i medici che hanno già segnalato un aumento del 2000% di un tipo di cancro (endometrio) dall’inizio del 2020, è chiaro che le morti per cancro aumenteranno sostanzialmente nei prossimi anni a causa dei vaccini covid.

Aggiungi questa raccolta dati al quadro generale.

Un aumento del 40% della mortalità per tutte le cause, afferma il CEO dell’assicurazione sulla vita.

Fornendo un ulteriore indizio a tutto questo, abbiamo recentemente riportato la scioccante intervista a Scott Davison, CEO di OneAmerica, compagnia di assicurazioni sulla vita.

Davison rivela che la mortalità per tutte le cause è aumentata del 40% tra i titolari di polizze assicurative sulla vita, che copre una vasta gamma di persone, di età compresa tra 18 e 64 anni. Davison si riferisce a ciò come “i più alti tassi di mortalità che abbiamo visto nella storia di questo business, non solo in OneAmerica.”

Questa osservazione si basa sui dati del terzo trimestre del 2021. I numeri per il quarto trimestre sembreranno molto peggiori a causa del fatto ben documentato che i numeri VE (efficacia del vaccino) diminuiscono ogni settimana che passa dopo la vaccinazione, rappresentando una continua distruzione del sistema immunitario.

Con il passare del tempo, coloro che hanno assunto i vaccini hanno un sistema immunitario sempre più debole, il che li rende più vulnerabili alle infezioni comuni e ai ceppi influenzali che normalmente sarebbero di scarsa minaccia.

Ciò è confermato dai dati ufficiali del governo del Regno Unito e da ricerche indipendenti come questo studio del Francis Crick Institute nel Regno Unito: il vaccino Pfizer distrugge le cellule T, indebolisce il sistema immunitario – studio:

Uno studio del Francis Crick Institute nel Regno Unito ha scoperto che il vaccino Pfizer-BioNTech Wuhan contro il coronavirus (COVID-19) distrugge le cellule T e indebolisce il sistema immunitario… Ha scoperto che solo il 50 percento delle persone che hanno ricevuto una singola dose di il vaccino Pfizer ha avuto una risposta anticorpale neutralizzante quantificabile contro la variante alfa di COVID-19. Questo numero è diminuito ulteriormente fino ad appena il 32% e il 25% rispettivamente per le varianti delta e beta.

Un aumento del 40% della mortalità per tutte le cause, se applicato a tutte le fasce d’età, significa che ogni giorno muoiono altri 3.100 americani. Sono oltre 90.000 persone al mese uccise dal vaccino a partire dal terzo trimestre del 2021. (Il normale tasso di mortalità pre-covid è di circa 7.700 al giorno negli Stati Uniti.)

Stimiamo che quando saranno disponibili i dati del primo trimestre del 2022, assisteremo probabilmente a un aumento fino al 60% della mortalità per tutte le cause, portando a ulteriori 4.600 decessi al giorno. Questo da solo è quasi 1,7 milioni di morti all’anno, o circa mezzo percento dell’intera popolazione degli Stati Uniti.

La mia previsione (prudenziale) è che, man mano che i decessi per cancro post-vaccino prenderanno piede, assisteremo, come minimo, a un aumento del 400% dei decessi per cancro a partire dal 2022. Si tratta di circa 2,4 milioni di decessi per cancro correlati al vaccino all’anno per il prevedibile futuro, molto probabilmente continuando per il prossimo decennio.

Il 93% dei decessi post-vaccino è attribuito al vaccino stesso.

Un altro fattore da considerare in tutto questo è la sorprendente ricerca condotta dai Drs. Bhakdi e Burkhardt, commentati da Steve Kirsh su Substack.com.

Sebbene la dimensione del campione fosse piccola (15 autopsie), ha mostrato che il 93% delle persone morte dopo essere state vaccinate è stata, di fatto, uccisa dal vaccino. Come spiega Kirsh:

Il medico legale o il pubblico ministero non hanno associato il vaccino come causa di morte in nessuno dei casi. Tuttavia, un ulteriore esame ha rivelato che il vaccino è stato implicato nella morte di 14 dei 15 casi. L’organo più colpito è stato il cuore (in tutte le persone morte), ma sono stati attaccati anche altri organi. Le implicazioni sono potenzialmente enormi e provocano milioni di morti. I vaccini devono essere immediatamente sospesi.

È importante sottolineare che, come spiega il Dr. Bhakdi in video, queste autopsie hanno mostrato che le persone sono state uccise da linfociti killer che attaccavano i propri organi come il cuore e i polmoni.

In altre parole, i vaccini covid mRNA hanno fatto sì che il sistema immunitario del corpo iniziasse a far crescere i tessuti dei linfociti in luoghi a cui non appartengono, come il cuore e altri organi.

Questa scoperta scioccante ha indotto l’ex vicepresidente di Pfizer Mike Yeadon a scrivere Steve Kirsh e spiegare: “Questo è il peggior video di 15 minuti che abbia mai visto. La vaccinazione di massa contro il covid19 sta portando a omicidi di massa”.

 (brighteon.com/2d124f9e-e8f3-4938-a4ab-f9358d580a52).

 

In sostanza, ciò che rivelano i risultati del Dr. Bhakdi è che molte più persone stanno morendo per il vaccino che per cause naturali. Ciò implicherebbe che il tasso di mortalità giornaliero pre-covid di 7.700 americani (cioè al giorno) sta per essere sminuito dai decessi indotti dal vaccino che, a un certo punto, emergeranno come multipli di 7.700.

Non è irragionevole immaginare che nei prossimi anni, con l’accelerazione dei tumori e degli attacchi di linfociti, potremmo iniziare a vedere morti giornaliere in America superiori a 16.000 o addirittura 30.000 con l’accelerazione dei decessi post-covid da vaccino.

Con 30.000 morti al giorno, tra l’altro, il numero di morti in un anno raggiunge quasi 11 milioni di persone, ovvero circa il 3,3% della popolazione totale degli Stati Uniti in scadenza in un dato anno. In un decennio, si tratta di circa un terzo della popolazione attuale. Queste sono proiezioni, ovviamente, ma sono radicate nelle prime prove e osservazioni.

Conservativamente, un terzo di tutti coloro che hanno ricevuto vaccini contro il covid probabilmente morirà nel prossimo decennio… e un altro terzo sarà debilitato.

Sulla base delle morti per cancro, delle miocarditi, delle morti per malattie autoimmuni, delle morti per infarto e dell’aumento dei rischi di ictus, disturbi neurologici e insufficienza d’organo, possiamo concludere in modo conservativo che grosso modo:

- Un terzo di coloro che hanno assunto vaccini covid mRNA morirà nei prossimi dieci anni.

- Un terzo sarà invalido o debilitato e difficilmente sarà in grado di partecipare in modo significativo alla vita sociale.

- Un terzo sarà relativamente inalterato.

È interessante notare che ciò sembra coincidere con l’analisi statistica dei numeri di lotto del vaccino contro il covid, in cui circa un terzo dei lotti è associato a infarti e decessi, un altro terzo è associato a lesioni (ma non alla morte) e un ultimo terzo sembra essere innocuo (viene sospettata di essere una soluzione salina).

Di nuovo, questi sono numeri approssimativi e ci sarà disaccordo su molte delle proiezioni fatte qui, ma questa è una prima istantanea e proiezione basata su ciò che sappiamo finora. Ovviamente, queste conclusioni sono soggette a modifiche man mano che compaiono nuovi dati e il numero finale entro la fine del 2032 potrebbe essere radicalmente diverso da queste proiezioni (molto peggio o forse molto meglio).

30 milioni di persone al giorno vengono vaccinate in tutto il mondo.

Ora diamo un’occhiata a cosa significa a livello globale se concludiamo che circa un terzo delle persone vaccinate morirà nel prossimo decennio.

In questo momento, secondo (OurWorldInData.org), circa 30 milioni di persone vengono vaccinate ogni giorno in tutto il mondo.

Lo stesso sito dice che il 58,5% della popolazione mondiale è stato vaccinato con almeno una dose e che sono state somministrate 9,25 miliardi di dosi (dati accessibili il 1/4/2022).

Se un terzo delle persone vaccinate si avvia a morire a causa del vaccino nel prossimo decennio, ogni giorno in cui questi vaccini continuano, circa 10 milioni di persone vengono condannate a morte.

Se questo continua per un solo anno in più – 365 giorni – ciò significherebbe che altri 3,65 miliardi di persone saranno sterminate dai vaccini e moriranno per decessi indotti dai vaccini nel prossimo decennio circa. A proposito, è circa la metà della popolazione mondiale.

Se ti stai chiedendo come più di un terzo della popolazione mondiale possa essere sterminata se solo un terzo dei lotti di vaccini sono i cosiddetti “colpi vaccini  mortali”, ricorda che alle persone vengono somministrate iniezioni multiple tramite “richiamo”.

Quindi, una persona può essere iniettata cinque o sei volte con colpi di mRNA, e anche se solo un terzo di questi colpi sono “colpi mortali”, le loro possibilità di sfuggire al colpo mortale diminuiscono rapidamente. È come giocare alla roulette dei vaccini.

Statisticamente parlando, ecco le probabilità di EVITARE un colpo mortale se una persona continua a fare più iniezioni, dato il presupposto che un terzo dei lotti sia mortale:

1a iniezione: 66,6% di possibilità di sfuggire alla morte.

2a iniezione: 44,4% di possibilità di sfuggire alla morte. (.666^2)

3a iniezione: 29,5% di possibilità di evitare la morte. (.666^3)

4a iniezione: 19,7% di possibilità di sfuggire alla morte. (.666^4)

5a iniezione: 13,1% di possibilità di evitare la morte.

6a iniezione: 8,7% di possibilità di evitare la morte.

Come puoi vedere, se i governi del mondo possono costringere le persone a prendere sei colpi(vaccini), possono uccidere oltre il 90% della popolazione mondiale, dato che un terzo dei lotti di vaccini sono colpi mortali e ipotizzando un tasso di uccisione del 100% nel tempo.

Quindi, l’unico modo per fermare questo olocausto vaccinale è fermare i vaccini.

Per ogni giorno in più in cui i globalisti dello spopolamento conducono la loro campagna per l’olocausto dei vaccini, probabilmente stermineranno altri 10 milioni di persone nel tempo.

Questo è un olocausto nazista della seconda guerra mondiale ogni 14,4 ore, in termini di vite innocenti distrutte.

Significa anche che quasi 7.000 vite vengono distrutte al minuto mentre questo olocausto vaccinale continua.

Ciò significa anche che ogni giorno prima che fermiamo l’olocausto, potenzialmente salviamo 10 milioni di vite.

Da qui l’urgenza della nostra missione. Se fermiamo subito l’olocausto del vaccino, nei prossimi dieci anni perderemo ancora 1,5 miliardi di esseri umani a causa delle morti indotte dal vaccino.          È importante sottolineare che la civiltà umana può probabilmente sopravvivere a un simile colpo, per quanto devastante possa essere.

Ma se questo olocausto da vaccino continua per un solo anno in più, i globalisti potrebbero aver messo in moto la morte di potenzialmente altri 3,6 miliardi di persone in aggiunta agli 1,5 che sono già sul conto alla rovescia dell’orologio della morte.

Ciò significa che potremmo perdere oltre 5 miliardi di esseri umani nel prossimo decennio, semplicemente a causa della nostra incapacità di fermare questo olocausto nei prossimi 365 giorni.

La domanda importante diventa: la civiltà umana può rimanere intatta se perdiamo oltre il 50% della popolazione?

Non ho la risposta a questo, ma data la complessità della nostra società moderna, sembra probabile che un collasso sistemico – “grande reset” – sarebbe inevitabile. Sembra anche che questo sia ciò che i globalisti stanno cercando di ottenere.

Nota attentamente che nessuno al potere del governo suggerisce di sospendere i vaccini, aspettare un anno e vedere quante persone muoiono.

No, preferiscono caricare a tutta velocità, come treni impazziti, al diavolo le conseguenze! – per poi incolpare i non vaccinati per le morti di massa dei vaccinati.

Chiaramente, sono attori in malafede. Non stanno cercando di salvare vite umane; stanno lavorando per sterminarli.

(Mike Adams- (HR)- Healt Ranger Report ).

 

 

 

 

 

LA PANDEMIA E’ TERMINATA MA I MORTI

 AUMENTANO: QUESTO NON BISOGNA DIRLO…

Globanews.it- Michele Forina- Falco Brianzolo-( 2022-01-06)- ci dice :

 

Quello di cui non parla il mainstream

Un alto funzionario sanitario danese, l’epidemiologa Tyra Grove Krause, assicura che la pandemia finirà tra due mesi grazie a ómicron.

“LA PANDEMIA È QUASI FINITA” –

Dice uno dei più quotati epidemiologi danesi nonché nuovo project manager di EuroMOMO.

Ma i morti complessivamente in Europa aumentano : No, questo non bisogna dirlo!

“Questo potrebbe essere ciò che ci tira fuori dalla pandemia, in modo che diventi l’ultima ondata di coronavirus”, ha affermato il direttore del laboratorio di ricerca statale, l’epidemiologo Tyra Grove Krause.

 (la-pandemia-e-terminata-ma-non-bisogna-dirlo-img_20220106_135407).

Nonostante la Danimarca abbia attualmente alti livelli di contagio, trainati dalla variante dell’omicron, che rappresenta già l’80% dei nuovi casi, il direttore del laboratorio di ricerca statale, l’epidemiologo Tyra Grove Krause, ritiene che la situazione migliorerà presto in modo significativo.

Il direttore dell’Istituto sierologico (SSI) ha dichiarato alla televisione danese che un nuovo studio dell’Istituto ha rilevato che i ricoveri dovuti all’omicron sono circa la metà di quelli della variante delta.

Alla domanda per quanto tempo il coronavirus influenzerà la vita dei danesi, ha risposto: “Penso che succederà nei prossimi due mesi, quindi spero che l’infezione inizi a diminuire e che torniamo alle nostre vite normali”.

L’ultima ondata di coronavirus?

Secondo lo studio danese pubblicato la scorsa settimana, la variante omicron del coronavirus è più efficace nell’eludere l’immunità delle persone vaccinate rispetto alla variante delta, contribuendo a spiegare perché l’omicron si sta diffondendo più velocemente.

Sebbene più trasmissibile, la variante dell’omicron sembra indurre una malattia meno grave, ha affermato Tyra Grove Krause.

“Sebbene l’omicron possa continuare a esercitare pressione sul nostro sistema sanitario, tutto indica che è più mite della variante delta”, ha aggiunto.

Secondo i dati danesi, su un totale di 93 persone ricoverate in ospedale a causa di omicron COVID-19 alla fine di dicembre, meno di cinque hanno ricevuto cure intensive.

“Questo potrebbe essere ciò che ci fa uscire dalla pandemia, in modo che diventi l’ultima ondata di coronavirus”, ha detto la danese Krause.

Variante Omicron, fortemente mutato.

Da quando la variante omicron pesantemente mutata è stata scoperta a novembre, gli scienziati hanno rapidamente scoperto che causa malattie meno gravi e perché sembra più contagiosa della variante delta finora dominante.

Un virus può essere più trasmissibile per una serie di ragioni, come il tempo di permanenza nell’aria, la sua capacità di aderire alle cellule o la sua fuga dal sistema immunitario.

Indagando su quasi 12.000 famiglie danesi a metà dicembre, gli scienziati hanno scoperto che la omicron era da 2,7 a 3,7 volte più infettiva della variante delta tra i danesi vaccinati.

Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Copenaghen, del Danish Statistical Institute e dello Statens Serum Institut (SSI), suggerisce che il virus si sta diffondendo più velocemente, soprattutto perché è in grado di eludere meglio l’immunità ottenuta con i vaccini.

Niente è stato aggiunto per l’immunità naturale che sembra coprire meglio tutte le varianti, ottenuta grazie all’immunità aspecifica o innata, posseduta da ciascuno di noi fin dalla nascita,  detta anche immunità umorale (linfociti B) o cellulo-mediata (linfociti T).

Cioè una immunità mediata da anticorpi naturalmente:  dai linfociti B che si trasformano in plasmacellule che sintetizzano e secernono anticorpi, o principalmente dai linfociti T che attaccano direttamente l’antigene invasore (intervento dei linfociti T helper e Cito-tossici). Questa immunità sembra essere progressivamente danneggiata dall’utilizzo dei nuovi sieri genici sperimentali.

Evasione dell’immunità (Inefficacia dei vaccini).

“I nostri risultati confermano che la rapida diffusione della variante omicron può essere attribuita principalmente alla capacità di eludere l’immunità (inefficacia dei vaccini sulle varianti), piuttosto che ad un aumento intrinseco della trasmissibilità di base (contagiosità della variante virale)”, affermano i ricercatori. Lo studio non è stato ancora sottoposto a peer review.

Il 78% dei danesi è stato completamente vaccinato, mentre quasi il 48% di loro ha ricevuto un terzo vaccino “richiamo”. Più di otto danesi su dieci hanno ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech.  Ma ciononostante in Danimarca sabato 25 dicembre 2021, nel giorno di Natale, sono stati registrati 14.844 nuovi casi: Il maggior numero di casi da quando è iniziata l’epidemia . In un giorno il numero dei ricoveri è passato da 57 a 579.

Non sarà di certo colpa dei No-vax ? (Falco Brianzolo).

 

 La Dr. Tyra Grove Krause, capo del dipartimento di epidemiologia e prevenzione delle malattie infettive presso lo Statens Serum Institut (SSI).

Tyra Grove Krause (nata il 14 maggio 1970 a Silkeborg in Danimarca) è un medico danese e ricercatrice in epidemiologia . È il capo dipartimento dello Statens Serum Institut. La Krause è il nuovo project manager di EuroMOMO.

Euro-MOMO è una rete europea che monitora la mortalità nei paesi europei. Euro-MOMO ha sede presso lo Statens Serum Institut, dove Kåre Mølbak era project manager.

Il ruolo di leader della rete è stato assunto da Tyra Grove Krause presso l’istituto di Mølbak .

Partecipano 28 partner in 24 paesi o regioni.                   

I ricercatori affiliati alla rete pubblicano rapporti e articoli scientifici relativi al lavoro di Euro-MOMO.

Ciò è particolarmente utile per le analisi relative alla mortalità e all’influenza.

Le informazioni sulla rete sono state particolarmente importanti nel contesto della pandemia di COVID-19 , in cui Euro-MOMO ha pubblicato bollettini settimanali. Le analisi dei membri della rete hanno mostrato un aumento della mortalità in Europa nel marzo-aprile 2020, da ottobre a dicembre 2020 e di nuovo un incremento a partire da gennaio a novembre 2021.

Euro-MOMO riceve sostegno dal Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie e dal WHO.

Nel 2020, anno di piena “pandemia”, i dati ufficiali a livello europeo dicono che non è stato registrato nessun aumento della mortalità per la fascia d’età dai 15 ai 44 anni.

Nel 2021, l’anno della campagna vaccinale, curiosamente si osserva un aumento senza precedenti della mortalità nella stessa fascia d’età.

Qui sotto il grafico Euro-MOMO:

(eccesso-di-mortalita-in-europa-image-2021-12-06)

IL DATO ITALIANO.

Nel 2020, anno di piena “pandemia”, i dati ufficiali a livello europeo dicono che non è stato registrato nessun aumento della mortalità per la fascia d’età dai 15 ai 44 anni.

Nel 2021, l’anno della campagna vaccinale, curiosamente si osserva un aumento senza precedenti della mortalità nella stessa fascia d’età.

L’ISS e l’AIFA dovrebbero chiarire se quei morti erano vaccinati e qual è stata la causa dei decessi: eventi tromboembolici? Malattie pregresse (neurologiche, autoimmunitarie, cancro, etc.) che ‘inspiegabilmente’ sono peggiorate?

La fascia di età 15-44 anni è un ottimo gruppo di controllo, in quanto possiamo assumere che questa popolazione sia sana e nel pieno svolgimento delle attività lavorative e sportive.

Va rilevato che la mortalità per questa fascia di età aumenta da aprile 2021: proprio da quando è partita la campagna vaccinale per la stessa fascia di età.

Il  Ministero  fornisca i dati sulla campagna vaccinale per questa fascia.

(eccesso-di-mortalita-in-italia-image-2021-12-06).

Il Ministero della salute dovrebbe a questo punto fornire dati sulla percentuale di adesione alla campagna vaccinale da parte di questa fascia di popolazione a partire da Marzo 2021. In assenza di chiarimenti, risulta difficile escludere che questo eccesso straordinario di mortalità nel 2021 sia un effetto dei “vaccini” anti Covid.

Speriamo vivamente che qualcuno possa smentire questi dati molto allarmanti.

 I dati sopra menzionati sono registrati e forniti da  Euro-MOMO, una fonte ufficiale che pubblica un bollettino settimanale sulla sorveglianza della mortalità in 19 paesi Europei. I dati  italiani sono stati elaborati sui dati ISTAT.

 

 

 

 

 

 

I CRIMINI COMMESSI CONTRO IL NOSTRO

PAESE DALLE ELITE CORROTTE.

Comedonchisciotte.net- James Howard Kunstler- Paul Craig Roberts-(09/01/2022)-ci dicono:

Stati Uniti d'America.

James Howard Kunstler ha riassunto in un articolo molto di quello che vi ho già  detto sull'inganno Covid.

Spero che abbia ragione che il riconoscimento della responsabilità per molti sia in arrivo.

L'anno della nauseante psicosi globale si è concluso con il dottor Robert Malone, virologo e specialista di vaccini, che ha bombardato Internet con un discorso diretto di 3 ore sulla campagna delle autorità sanitarie per uccidere la vita di almeno un milione di cittadini americani (finora) e, dando l'esempio, per danneggiare un multiplo di quel numero di persone innocenti in tutta la civiltà occidentale.

 Il podcaster Joe Rogan ha svolto abilmente un'intervista che finalmente sta scuotendo il mondo dalla trance di consenso. ( Ascolta ).

Per le autorità sanitarie non intende solo il dottor Anthony Fauci, il coordinatore nazionale designato per la SARS-CoV-2, oi suoi complici nelle agenzie del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, CDC, NIH, NIAID, ecc., ma anche il cieco establishment medico statunitense di medici attivi pratica clinica, ricercatori, amministratori ospedalieri e dirigenti farmaceutici che hanno agito con una stupida malevolenza collettiva mai vista da quando i crematori della burocrazia hanno portato avanti la loro soluzione finale.

Sappiamo cosa avete fatto.

Avete  ingegnerizzato e brevettato un virus con funzionalità aumentata nello stesso momento in cui avete cospirato con le compagnie farmaceutiche per ideare e breve pseudo-vaccini, e poi li avete rilasciati entrambi alla popolazione.

Non solo non siete riusciti a testare i "vaccini" preparati da Moderna, Pfizer e Johnson & Johnson, ma avete deliberatamente pasticciato le prove e mentito.

Avete creato incentivi ricchi in dollari per gli ospedali per trattare male i pazienti Covid non usando antivirali conosciuti, sicuri ed efficaci. Hai avuto cospirato con i media sociali e giornalistici per sopprimere le informazioni su quei comuni farmaci antivirali che hanno informato molte decisioni dei pazienti e salvato migliaia di vite.

La Corte Suprema degli Stati Uniti discuterà le argomentazioni questo venerdì, 7 gennaio, per ingiungere contro i mandati di "Joe Biden" di costringere la "vaccinazione" nelle aziende che impiegano più di cento persone e un mandato separato che obbliga i vaxx sul personale dei "fornitori" certificati Medicare / Medicaid (cioè la maggior parte degli ospedali e studi medici). C'è una buona cosa che la corte decida contro i mandati. Ci si aspetta che si pronuncia lunedì 10 gennaio, il giorno in cui i mandati dovrebbero entrare in vigore.

 

Le azioni del governo all'evento Covid-19 sembrano sempre di più essere deliberatamente e maliziosamente in intorno a vite e a provocare la disgregazione sociale ed economica.

Nelle ultime settimane del 2021, i funzionari federali della sanità pubblica hanno persino bloccato le spedizioni di missione monoclonali in tutto il paese, nonostante la loro provata efficacia.

 Il CDC ha programmato la fine dell'uso dei test PCR per il Covid-19 il 31 dicembre, dopo averli dichiarati inaffidabili ad agosto.

Perché questo ritardo di cinque mesi? (Per mantenere alto il numero di casi, ecco perché).

Si sta facendo ogni sforzo per le autorizzazioni per l'uso d'emergenza "vaccini" non sicuri e inefficaci, al fine di sostenere gli scudi contro la responsabilità a beneficio dei loro produttori.

Pfizer si rifiuta di rilasciare negli Stati Uniti la sua versione dalla FDA del prodotto BioNTech protetto dalla EUA per questo motivo.

 Il Pentagono ha mentito e confabulato il suo uso dei due prodotti Pfizer per forzare illegalmente le vaccinazioni BioNTech non approvate su uomini e donne arruolati.

I direttori degli ospedali,  e le loro associazioni professionali continuano a perseguitare i colleghi che parlano degli ospedali".

I produttori di "vaccini" si rifiutano di rivelare l'esatto contenuto dei loro prodotti, e sono stati autorizzati a trattenere i dati sulle prove di fino a mezzo secolo nel futuro.

 La conclusione ovvia è che non vogliono che il popolo sia  informato  di tutto questo. L'effetto netto è che la medicina negli USA ha la propria autorità. Chi può fidarsi del suo medico sapendo che è andato avanti con tutta questa epica disonestà?

Il paese si sta dirigendo verso un agonizzante reality-test su una scala e una velocità mai viste prima nella storia del mondo. Si può già supporre che il governo abbia perso il controllo della storia del Covid-19. L'allarme Omicron sta cadendo miseramente.

Molti casi, pochi morti, sintomi lievi.

La credibilità del governo è stata colpita. Nei mesi a venire, impareremo quanto fossero dannosi quei "vaccini" - specialmente le morti tra i bambini americani - mentre i danni causano agli organi e al sistema immunitario della gente.

I perfidi mezzi di informazione si stanno affannando ora per aggiustare le loro narrazioni, ma non riusciranno a sfuggire al record di falsità che hanno stabilito.

Non possono cancellare o riscrivere ogni storia nei loro archivi, e molte di queste sono comunque stampate in copia cartacea. Poi proveranno a scusarsi. ("Scusate, ma la pandemia ci ha fatto impazzire un po'"). Devono rispondere nei tribunali - o altrimenti semplicemente dichiarare gli USA uno stato senza legge.

I crimini del Covid-19 contro i nostri concittadini sono solo un pezzo di un pacchetto di prova della realtà che ci aspetta nel 2022.

Pensate che l'avvocato speciale John Durham se ne sia andato a bere pina colada nell'oblio dopo aver incriminato un paio di galoppini (Danchenko e Sussman)?

Lui è una forza ipersonica che orbita sopra un noto cast di criminali politici che sono diretti al processo.

 Il prossimo sarà il naufragio dell'economia statunitense. Pensate che i crimini alle intorno alle elezioni nazionali del 2020 siano sepolti e dimenticati? Vi aspettiamo delle brutte sorprese. Le cose si sono veramente ribaltate. Solo che non ve ne rendete ancora conto.

(James Howard Kunstler-- kunstler.com-- paulcraigroberts.org).

 

 

NASCE IL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE!

PER LA RESISTENZA CIVILE E LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE.

Byoblu.com- Edoardo Gagliardi- (8 Gennaio 2022 )-ci dice :

 

Con la manifestazione in programma oggi a Torino, in piazza Castello, si da il via alla formazione del Comitato di Liberazione Nazionale. Un nuovo CNL per difendere la Costituzione italiana ed esercitare la resistenza civile contro le continue vessazioni del governo.

Byoblu seguirà in esclusiva la manifestazione, in diretta a partire dalle 14:40 circa sul canale 262 del digitale terrestre e sul sito internet byoblu.com.

A Torino saranno presenti, tra gli altri, il giurista Ugo Mattei e il giornalista e massmediologo Carlo Freccero.

Questo il testo integrale del comunicato diffuso dagli organizzatori del Comitato:

Le misure arbitrarie e discriminatorie adottate nell’ultimo anno dal Governo Draghi sono in palese violazione della Costituzione, il cui art. 2 ci chiama ai doveri inderogabili di solidarietà politica, tra cui quello di fedeltà alla Repubblica nel rispetto delle leggi.

Questo dovere però non comporta obbedienza incondizionata a governi che abusando del proprio ufficio violino i principi costituzionali.

 È infatti implicito nell’art. 54 della Costituzione un diritto di resistenza dei Cittadini che deriva dal dovere stesso di difesa delle istituzioni.

Ciò si traduce innanzitutto nel diritto di libera manifestazione del pensiero garantito dall’art. 21 della Costituzione, e di recente limitato e persino vietato da questo Governo, intanto che, a differenza di quanto più volte affermato dalla Presidenza della Repubblica, da esponenti del Governo e in tanti mezzi di stampa, la vita democratica tollera e tutela anche il dissenso più radicale, purché non si declini in comportamenti materiali destinati a colpire le istituzioni democratiche.

La discriminazione punitiva e il ripetuto ricatto di legge contro milioni di Cittadini non vaccinati è incivile e inaccettabile e nulla ha a che fare con il contenimento dell’epidemia.

 In violazione dell’art. 3 della Costituzione, il Governo Draghi discrimina milioni di Cittadini indicandoli come “nemici” della nazione e tentando di incanalare contro di loro il generale disagio dovuto ormai più all’arbitrarietà e all’insipienza delle misure di governo che alla pandemia.

Chiamiamo dunque i Cittadini italiani a manifestare liberamente il proprio dissenso e alla formazione di un Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che si opponga attivamente alla quotidiana discriminazione sui luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto pubblico, a scuola, e nell’ambito di tanti servizi essenziali.

Chiediamo l’immediata abrogazione del Green Pass e delle misure discriminatorie in violazione degli artt. 2 e 32 della Costituzione, invitiamo la stampa, la televisione e i media ad una informazione più consona ai valori costituzionali e meno palesemente terroristica, e chiamiamo i Cittadini alla resistenza civile rifiutandosi di esibire il Green Pass, seguendo l’esempio glorioso di Rosa Parks che rifiutò di riconoscere la legittimità di misure che la qualificavano come una cittadina di serie B.

VIENI NEL CLN!

Scendi con noi in piazza l’8 gennaio a Torino e poi in tante altre piazze del Paese! Esercita il tuo dovere di resistenza civile a difesa della Costituzione!

 Viva le piazze costituenti del Comitato di Liberazione Nazionale!

Seguirà il documento di proclamazione istitutiva del Comitato di Liberazione Nazionale con le firme di tante personalità della società civile, dell’accademia, e del mondo della politica tra cui quindici tra parlamentari ed europarlamentari.

 

 

 

 

Dottore, ma è vero che... ?

La proteina spike prodotta dai vaccini

può danneggiare i vasi sanguigni?

Dottoremaeveroche.it- ROBERTA VILLA-(14 Luglio 2021)- ci dice :

La proteina spike prodotta dai vaccini può danneggiare i vasi sanguigni?

Fin dalla prima ondata della pandemia, nella primavera del 2020, si è capito che Covid-19 poteva essere molto più di un’infezione delle vie respiratorie.

Col passare dei mesi è diventato chiaro che, nei casi più gravi, il coinvolgimento di molti organi e tessuti diversi non deriva da un attacco diretto del virus, ma dal danno che questo provoca ai piccoli vasi sanguigni che li nutrono . Su come ciò avvenga, però, ci sono ancora molti studi in corso .

Uno dei più recenti ha messo in luce il ruolo della proteina spike in questo fenomeno.

SARS-CoV-2 è stato spesso rappresentato come un riccio ricoperto di aculei, le proteine spike, appunto, che si legano alle cellule attraverso un recettore presente sulla membrana di queste ultime, chiamato ACE2 .

Il lavoro pubblicato su Circulation Research mostra che il danno alle superfici interne dei vasi sanguigni, dette endoteli, può essere provocato da questa proteina da sola, anche senza il materiale genetico necessario per infettare le cellule.

Ma sottolinea anche che, perché questo fenomeno avvenga, è indispensabile l’interazione tra la proteina spike e il suo recettore ACE2.

Non è insomma un danno meccanico, come si potrebbe superficialmente pensare guardando le immagini in cui il virus scorre nel sangue con tutte le sue punte esposte.

Non sono dei graffi sulla parete a indurre la formazione di coaguli che finiscono con l’ostacolare il flusso del sangue, ma un meccanismo più complesso.

Dottore, cosa succede con i vaccini?

Questo studio, mal interpretato da qualcuno, ha fatto pensare che attraverso lo stesso processo anche i vaccini potessero provocare danni ai tessuti. I vaccini finora autorizzati in Europa, infatti, fanno produrre all’organismo proprio questa proteina spike, perché il sistema immunitario impari a riconoscerla e sviluppare una risposta che protegga da future infezioni.

Se però i vaccini spingono le cellule a produrre la proteina spike, ed è questa la componente del virus che provoca i danni più gravi, questi prodotti non saranno pericolosi?

Facendo produrre la proteina spike con le istruzioni portate da un vaccino a mRNA o a vettore adeno-virale, non rischiamo di innescare le stesse reazioni?

A queste domande sembra proprio che si possa rispondere con un rassicurante “no”, per una lunga serie di ragioni ben spiegate dal chimico farmaceutico Derek Lowe nel suo blog ospitato sulle pagine di Science Translational Medicine .

Dottore, può spiegarmi come mai la proteina spike prodotta dai vaccini è diversa da quella prodotta dal virus?

La proteina spike prodotta dai vaccini può danneggiare i vasi sanguigni?

Prima di tutto, è importante capire la differenza tra l’infezione naturale e la vaccinazione.

Nel primo caso, il virus entra nell’organismo tramite le vie aeree e infetta le cellule che le rivestono: si moltiplica al loro interno fino a romperle per andare a infettare altre cellule e via via raggiunge in enormi quantità il circolo sanguigno e si distribuisce potenzialmente in tutto il corpo .

Si calcola che al momento del picco dell’infezione nell’organismo si trovino da 1 a 100 miliardi di particelle virali (Spike), ciascuna delle quali porta sulla sua superficie parecchie copie di spike, pronte a colpire i rivestimenti dei vasi sanguigni, come descritto nel lavoro prima citato.

I vaccini, invece, sono somministrati nel muscolo deltoide proprio perché questa posizione permette di evitare facilmente arterie e vene.

La maggior parte del prodotto fluirà attraverso le vie linfatiche fino ai linfonodi, dove cellule specializzate presenteranno la spike codificata dai vaccini adeno-virali o a mRNA alle cellule deputate a innescare la risposta immunitaria; una certa quota invece entrerà nelle cellule muscolari, che a loro volta produrranno la proteina come da istruzioni contenute nel vaccino e la esporranno ancorata nella loro membrana. Non la liberano in circolo, se non accidentalmente, in minima parte.

Quindi una parte della proteina spike, anche minima, effettivamente entra in circolo?

In realtà, recentemente, usando un metodo molto sensibile, alcuni ricercatori sono riusciti per la prima volta a identificare la proteina spike e la sua componente S1 nel sangue di 13 soggetti che avevano ricevuto la prima dose del prodotto di Moderna.

Dopo 14 giorni, quando la risposta immunitaria è stata evocata, anche queste tracce sono sparite, così come non compaiono più dopo la seconda dose .

Anche questa è una grossa differenza con l’infezione naturale, in cui spesso è più difficile per le difese dell’organismo eliminare rapidamente l’enorme quantità di particelle virali in circolo.

Lowe dedica parte di un ulteriore post a spiegare perché anche questo nuovo studio non deve destare preoccupazione .

Gli studi per l’autorizzazione del vaccino di Pfizer da parte di EMA mostrano che il 99% del vaccino resta nel sito di iniezione .

“È possibile naturalmente che in piccola quantità riesca a entrare nel circolo sanguigno, ma qualsiasi cellula riceva le istruzioni di produrre la spike, la esporrà sempre sulla sua superficie, non la riverserà nel sangue” spiega Lowe.

Tutto quel che arriva al fegato, poi, viene degradato e distrutto. Anche le spike che si concentrano sulle cellule del sito di iniezione svaniscono, per lo più in 72 ore, con eventuali pochi residui a 5 giorni, mentre sappiamo che il virus, con il suo carico di spike molto maggiore, resta in media nell’organismo una settimana, ma in alcuni casi può persistere per mesi.

Ci sono altri elementi da tenere in considerazione?

Ad esempio dobbiamo ricordare che, con l’unica eccezione di quello di AstraZeneca, le istruzioni contenute negli altri vaccini attualmente autorizzati codificano per una proteina spike in una conformazione diversa da quella che si può legare al recettore, per cui la probabilità che possa interagire, creando problemi, cala ulteriormente .

Infine, mentre la risposta naturale all’infezione prevede la produzione di moltissimi anticorpi, alcuni dei quali possono avere affinità con componenti dell’organismo, provocando le reazioni autoimmuni che potrebbero essere alla base delle forme croniche di Covid-19 (la cosiddetta “long covid”), gli anticorpi prodotti in seguito alla vaccinazione sono diretti in maniera specifica contro spike e sono quindi una gamma molto più ristretta, che ha meno probabilità di sbagliare bersaglio e colpire l’organismo . Insomma, anche tenendo conto il ruolo della proteina spike nell’infezione, vaccinarsi resta la scelta più sicura.

 

 

 

 

È provato: la proteina Spike aumenta

gli attacchi cardiaci e distrugge

il sistema immunitario.

Comedonchisciotte.org- Markus -( 02 Dicembre 2021)- ci dice :

(Mike Whitney-unz.com)

 

“Questa è realmente una tecnologia progettata per intossicare la gente, non c’è altro modo per dirlo.” Dr. Michael Palmer sui vaccini mRNA.

Domanda – Il vaccino Covid-19 causa attacchi di cuore?

Risposta – Si, e i ricercatori sono quasi arrivati a capire il meccanismo che scatena questi eventi.

Domanda – Come posso essere sicuro che lei sta dicendo la verità?

Risposta – Beh, tanto per cominciare, c’è una ricerca apparsa di recente sulla prestigiosa rivista Circulation che giunge alle stesse conclusioni. Ecco un estratto del documento:

“Concludiamo che l’mRNA vaccinale aumenta drammaticamente l’infiammazione dell’endotelio (lo strato di cellule che riveste i vasi sanguigni) e l’infiltrazione delle cellule T nel muscolo cardiaco e può spiegare le osservazioni di aumento di trombosi (coagulazione), cardiomiopatie, (un gruppo di malattie che colpiscono il muscolo cardiaco) e altri eventi vascolari post vaccinazione.” (“Abstract 10712: Mrna COVID Vaccines Dramatically Increase Endothelial Inflammatory Markers and ACS Risk as Measured by the PULS Cardiac Test: a Warning”, Circulation).

In realtà, è abbastanza raro che i ricercatori siano così schietti nelle loro analisi, ma è così, nero su bianco. Come può vedere, non si sono tirati indietro. Ecco come Alex Berenson ha riassunto il tutto nel suo blog su “Substack”:

“Un nuovo studio su 566 pazienti che avevano ricevuto i vaccini Pfizer o Moderna mostra che i segnali di danno cardiovascolare erano aumentati dopo le iniezioni. Il rischio di attacchi di cuore o di altri gravi problemi coronarici, valutato sulla base di cambiamenti nei marcatori di infiammazione e di altri danni cellulari, era più che raddoppiato qualche mese dopo la somministrazione del vaccino. I pazienti, dopo la vaccinazione, avevano un 25% di rischio di sviluppare [entro cinque anni] gravi eventi cardiovascolari rispetto all’11% ante vaccinazione.” (“If you like heart problems, you’ll love the Pfizer and Moderna Covid vaccines”, Alex Berenson, Substack).

 

“Raddoppiato”? “Il rischio di attacchi di cuore… più che raddoppiato” dopo la vaccinazione?

A quanto pare, sì. Non c’è da stupirsi che il cardiologo Dr. Aseem Malhotra sia così sbalordito. Ecco cosa ha detto in una recente intervista:

“Straordinario, inquietante e sconvolgente. Ora abbiamo la prova del plausibile meccanismo biologico con cui i vaccini mRNA possono contribuire ad aumentare gli eventi cardiaci. L’abstract è pubblicato in una delle più influenti riviste di cardiologia, quindi dobbiamo prendere questi risultati molto seriamente.”

Infatti dovremmo farlo, ma i nostri esperti di salute pubblica continuano a far finta che nulla sia cambiato, anche se sempre più professionisti continuano a parlarne.

Ecco ancora “Malhotra”:

“Ho molti contatti con la comunità dei cardiologi in tutto il Regno Unito e, come se nulla fosse, i colleghi mi dicono di stare vedendo persone sempre più giovani che arrivano con attacchi di cuore…. Ora, da luglio, ci sono stati almeno 10.000 decessi non Covid e la maggior parte di questi sono stati causati da malattie circolatorie, in altre parole, attacchi di cuore e ictus. E c’è stato un aumento del 30% delle morti in casa, spesso a causa di un arresto cardiaco …. (Quindi) il segnale è abbastanza forte… Una cosa del genere deve essere indagata… Penso anche che sia giunto il momento che i politici di tutto il mondo mettano fine agli obblighi vaccinali, perché, se questo segnale è corretto, allora la storia non sarà dalla loro parte e il pubblico non li perdonerà.” (Dr Aseem Malhotra reveals increase in risk of heart attack following the mRNA COVID vaccine, Bitchute).

Bitchute ha censurato l’intervista, per ora è visibile su Twitter .

Scioccante, vero? E ciò che è più scioccante è la risposta dei media, che mira a nascondere il fatto che queste iniezioni tossiche rappresentano una chiara minaccia per la vita di milioni di persone. È un’esagerazione?

No, per niente.

Quindi, quali conclusioni possiamo trarre da questa nuova ricerca? Cosa ci dice la scienza?

Ci sta dicendo che il vaccino può ridurre il flusso di sangue al cuore, danneggiare il tessuto cardiaco e aumentare notevolmente il rischio di un attacco cardiaco. Gli autori stanno dicendo ai lettori, senza mezzi termini, che il vaccino può ucciderli o danneggiarli gravemente. Riesce a capirlo?

Domanda – No. Non ho letto il rapporto.

Risposta – No, non l’ha letto, e probabilmente non lo leggerà, dato che i media mainstream e i giganti dei social media faranno in modo che non veda mai la luce del giorno. Ma basta rileggere quel paragrafo e cercare di afferrare ciò che gli autori stanno dicendo. Stanno dicendo che molte persone che hanno scelto di farsi vaccinare moriranno o avranno anni di vita in meno. E, ricordate, questo non è un articolo d’opinione. È scienza. È anche il ripudio diretto di una campagna di vaccinazione di massa che sta palesemente ammazzando la gente.

Domanda – Lei esagera sempre. Questo è solo il rapporto di un gruppo di ricercatori. Potrei facilmente fornirle una ricerca che confuta la sua teoria.

Risposta – Certo che potrebbe, infatti c’è un piccolo esercito di propagandisti impiegati dall’industria (alias “fact checker”) che passano tutto il loro tempo a screditare la scienza che si discosta anche solo leggermente dalla narrativa ufficiale. La verità è che la campagna di disinformazione pro-vax è stata molto più efficace del vaccino stesso. Non credo che nemmeno lei sia in disaccordo con questo.

Domanda – Non sono d’accordo e non mi va che lei definisca “disinformazione pro-vax” il sostegno comune a queste essenziali terapie. Questa è un’affermazione estremamente parziale e ignorante.

Risposta – Davvero? Nelle ultime settimane, abbiamo portato prove concrete che un gran numero di persone morte dopo la vaccinazione erano morte proprio a causa della vaccinazione. Abbiamo mostrato, per esempio, che due professori tedeschi di patologia, Arne Burkhardt e Walter Lang, in cinque su dieci autopsie [da loro praticate] “valutano la connessione tra morte e vaccinazione come molto probabile e, in due casi, come probabile.” Questi stessi medici hanno trovato che “la miocardite linfocitica era la diagnosi più comune [di decesso]….(insieme a) fenomeni autoimmuni, riduzione della capacità immunitaria, accelerazione della crescita tumorale, danni vascolari, “endoteliti,” vasculiti, perivasculiti e “clumping” eritrocitario… In altre parole, l’intera collezione di malattie che sono state collegate a queste iniezioni di veleno mortale.” ( il rapporto completo : “Lymphocyte riot’: Pathologists investigate deaths after Corona vaccination”, Free West Media)

 

Questi stessi patologi hanno trovato prove di un “tumulto linfocitario” praticamente in tutti gli organi e tessuti.

(Nota: i linfociti sono i globuli bianchi del sistema immunitario che entrano in azione per combattere gli agenti infettivi o le cellule infettate dai patogeni. Il termine “tumulto linfocitario” fa capire che il sistema immunitario impazzisce cercando di contrastare gli effetti di miliardi di proteine spike legate alle cellule ematiche. Man mano che i linfociti si esauriscono, l’organismo diventa sempre più suscettibile ad altre infezioni, il che può spiegare perché un gran numero di persone contraggano virus respiratori anche in estate).

Le autopsie forniscono la prova concreta che i vaccini, in effetti, causano danni significativi ai tessuti. Quindi, la domanda che le faccio è questa: Come si fa a mettere da parte una prova solida come la roccia che i vaccini infliggono danni significativi alle persone a cui vengono somministrati? Ha bisogno di esaminare lei stesso questi poveri cadaveri prima di cambiare idea e ammettere di avere torto?

Domanda – Non si può dedurre niente solo da 10 autopsie. Attualmente più di un miliardo di persone sono state vaccinate e le morti sono ancora in un range accettabile, data la gravità della malattia.

 

Risposta: “La gravità della malattia”? Intende un virus a cui sopravvive più del 99,98% delle persone infettate? Intende un’infezione che, secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins, nel 2020 ha ucciso 351.000 persone negli Stati Uniti, che è circa la metà del numero di persone che muoiono di malattie cardiache ogni anno?

E quando lei dice: “Non si può dedurre niente solo da 10 autopsie” si sbaglia di grosso. Si può rilevare un modello di malattia vaccino dipendente causata dall’iniezione di una sostanza tossica (proteina spike) che causa emorragie, coagulazione e autoimmunità anche nelle persone che sopravvivono.

“Sopravvivere” non significa non subire danni. Oh, no. E chiunque abbia visto i numerosi video di atleti sani che stramazzano sul campo di gioco qualche mese dopo essere stati iniettati, dovrebbe capire che “è capitato a lui ma potrebbe capitare a me.”

In conclusione: Se vi vaccinerete, non saprete mai se sarete colpiti all’improvviso da un evento cardiaco del genere. ( ” At least 69 athletes collapse in one month, many dead” freewestmedia.com).

 

Pensa che se questi atleti avessero saputo che avrebbero potuto morire a causa del vaccino, avrebbero fatto la scelta che hanno fatto?

 

Domanda – Lei drammatizza troppo. Naturalmente, non tutti reagiranno allo stesso modo ad un farmaco di emergenza, ma, a conti fatti, i vaccini hanno attenuato l’impatto di una pandemia mortale come non si vedeva da più di un secolo.

Risposta – Lo crede davvero? Proprio come crede davvero che la Covid-19 sia causata da un virus totalmente unico e “nuovo?” Se solo facesse qualche ricerca, saprebbe che quella teoria è stata completamente sfatata. Il Coronavirus non è nuovo; è un’iterazione di numerose altre infezioni che sono diffuse nella popolazione da almeno vent’anni. Dia un’occhiata a questo estratto da un documento di ricerca dei “Medici per l’etica Covid” e veda di cosa sto parlando:

“Diversi studi hanno dimostrato che gli anticorpi circolanti IgG e IgA specifici per il SARS-CoV-2 diventano rilevabili entro 1-2 settimane dopo la somministrazione dei vaccini mRNA… La rapida produzione di IgG e IgA indica sempre una risposta secondaria, di tipo memoria, suscitata dalla ristimolazione di cellule immunitarie preesistenti…. Tuttavia, è importante notare che le IgG aumentano più velocemente delle IgM, il che conferma che la risposta iniziale delle IgG è effettivamente di tipo memoria. Questa risposta di tipo memoria indica un’immunità preesistente e cross-reattiva dovuta a precedenti infezioni con normali ceppi di coronavirus umano respiratorio….

Le risposte di tipo memoria sono state documentate anche per quanto riguarda l’immunità mediata dalle cellule T. Nel complesso, questi risultati indicano che il nostro sistema immunitario è in grado di riconoscere il SARS-CoV-2 come “virus noto” anche al primo contatto. I casi gravi della malattia non possono quindi essere attribuiti alla mancanza di immunità. Al contrario, i casi gravi potrebbero benissimo essere causati o aggravati dall’immunità preesistente attraverso un potenziamento anticorpo-dipendente.

Questo studio conferma l’affermazione di cui sopra, che la risposta immunitaria al contatto iniziale con il SARS-CoV-2 è di tipo memoria. Inoltre, dimostra che questa reazione si verifica in quasi tutti gli individui e, in particolare, anche in quelli che non presentano sintomi clinici manifesti.

Conclusione – I risultati cumulativi precedentemente discussi mostrano chiaramente che i benefici della vaccinazione sono assai dubbi. Al contrario, il danno prodotto dai vaccini è molto ben documentato, con più di 15.000 morti associate alla vaccinazione ora rilevabili nel database degli eventi avversi dei farmaci dell’UE (EudraVigilance) e con oltre 7.000 morti nel Regno Unito e negli Stati Uniti”. (“Letter to Physicians: Four New Scientific Discoveries Regarding COVID-19 Immunity and Vaccines – Implications for Safety and Efficacy”, Doctors for Covid Ethics)

 

Ripeto: se la stragrande maggioranza delle persone ha già una robusta immunità preesistente, “allora i benefici della vaccinazione sono assai dubbi.”

È una conclusione ragionevole “basata sull’evidenza”? E, se lo è, allora non avrebbe dovuto esserci un dibattito su questo argomento prima di inoculare oltre un miliardo di persone con una sostanza sperimentale che causa, emorragie, coaguli, autoimmunità, ictus e attacchi cardiaci? E come potrebbe non essere vera una cosa del genere? Perché, se non ci fosse un’immunità preesistente, in una popolazione di 330 milioni di persone com’è quella statunitense, il numero delle vittime dovrebbe essere enormemente più alto. Invece, dopo due anni di esposizione, la percentuale di morti negli Stati Uniti è ancora meno di un terzo dell’1% [della popolazione], una vera e propria goccia nel mare. Sarebbe possibile con un virus realmente “nuovo” e super-contagioso?

No, non sarebbe possibile, il che significa che Fauci e Co. hanno mentito. E la ragione per cui hanno mentito è stato per convincere la gente di essere più vulnerabile di quanto non lo fosse in realtà. È solo una delle tante trovate allarmistiche usate per promuovere il vaccino: “vaccinati o morirai,” questo era il messaggio.

Non le dà fastidio? Non le dà fastidio sapere che il governo e le autorità sanitarie pubbliche hanno distorto la verità per ingannarla su una procedura medica invasiva e potenzialmente letale?

Domanda – Penso che i nostri funzionari della sanità pubblica abbiano fatto del loro meglio, date le circostanze.

Risposta – Credo che lei si sbagli. Penso che abbiano ripetutamente mentito per portare avanti un’agenda esclusivamente politica. Ma, per un minuto, supponiamo che lei abbia ragione. Allora perché continuano ad ignorare le ricerche innovative che sono in conflitto con i loro obiettivi politici? Ci ha pensato? Ho già menzionato lo scioccante articolo che descrive come il vaccino riduca il flusso di sangue al cuore e aumenti il rischio di un attacco cardiaco. Ha per caso sentito una parola di Fauci o della Walensky su questo rapporto?

No, niente.

Perché pensa che le cose stiano così? Si potrebbe immaginare che se Fauci avesse a cuore il nostro interesse userebbe la sua influenza sui media per diffondere la notizia in lungo e in largo. Ma, no. Non ha fatto alcuno sforzo per confermare i risultati della ricerca, che c’è un chiaro legame tra la produzione della proteina spike e il danno cardiovascolare. Non ha mosso un dito in questo senso, e si vede. L’impennata dei decessi e il forte aumento delle morti in eccesso in moltissimi Paesi che avevano lanciato campagne di vaccinazione di massa all’inizio dell’anno sono principalmente dovuti ad eventi circolatori, cioè ad attacchi cardiaci, ictus e simili. L’ultimo esempio di questo fenomeno è l’Olanda, che ha visto un aumento del 20% di morti rispetto all’anno precedente. Guardi qui:

“La settimana scorsa, il numero di morti ha superato di oltre il 20% la media per lo stesso periodo dell’anno. L’Ufficio Centrale di Statistica olandese (CBS) ha riportato 3750 morti, quasi 850 in più del previsto. Secondo l’ufficio statistico, la maggiore mortalità può essere rilevata in tutti i gruppi di età.

Nei Paesi Bassi, l’85% delle persone sopra i 18 anni è completamente vaccinata, e molti hanno fatto il vaccino solo di recente. …

Giovedì i funzionari olandesi hanno iniziato a somministrare i richiami agli ultraottantenni, alcune settimane prima del previsto…

Nel Regno Unito, sulla base dei dati settimanali forniti dall’Ufficio di Statistica Nazionale (ONS), le persone vaccinate sotto i 60 anni hanno il doppio delle probabilità di morire rispetto alle persone non vaccinate. In Gran Bretagna, anche i decessi complessivi sono molto al di sopra della norma.

Proprio come i Tedeschi, anche gli Svedesi sembrano morire a tassi del 20% o più sopra il normale alcune settimane dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino Covid, secondo i dati di uno studio svedese.” (“Dutch deaths more than 20% higher than previous year”, Free West Media).

E questo non sta accadendo solo nei Paesi Bassi e in Germania. Sta succedendo ovunque erano state lanciate campagne di vaccinazione di massa all’inizio dell’anno.

Ora, in tutti questi Paesi si sta vedendo un forte aumento dei casi di arresto cardiaco, ictus, danni vascolari e coaguli ematici. Perché? Cosa abbiamo di diverso nel 2021 rispetto agli anni precedenti?

Domanda: dove vuole arrivare con tutto questo? Sento che mi sta preparando qualcosa.

Risposta – Proprio così. Voglio che lei ammetta che i dati recenti indicano che occorre terminare immediatamente la campagna di vaccinazione. Questo è il mio obiettivo principale, convincere la gente che siamo sulla strada sbagliata e che dobbiamo fermare questa follia prima che altri muoiano.

Lo sa che i vaccini danneggiano anche il sistema immunitario?

È vero, questi vaccini sono degli immunosoppressori, il che significa che l’organismo è meno capace di combattere infezioni, virus e malattie. Ci pensi un attimo. Il vaccino doveva proteggere i riceventi dalla malattia e dalla morte, invece fa l’esatto contrario. Impedisce alle cellule di produrre gli anticorpi necessari ad evitare le infezioni. Legga questo breve trafiletto del Dr. David Bauer del Francis Crick Institute che spiega cosa sta succedendo:

“Così, il messaggio chiave dalla nostra scoperta è che abbiamo trovato che i destinatari del vaccino Pfizer, quelli che hanno avuto le due dosi, hanno un tasso di anticorpi neutralizzanti da cinque a sei volte inferiore [alla norma]. Questi sono gli anticorpi “gold standard” del sistema immunitario, quelli che, in primo luogo, impediscono ai virus di entrare nelle cellule.

Quindi, abbiamo scoperto che questa percentuale è inferiore nelle persone a cui erano state somministrate le due dosi. Abbiamo scoperto che anche i soggetti che avevano ricevuto una sola dose del Pfizer avevano livelli ematici  anticorpali più bassi .

E, forse la cosa più importante, è che vediamo che più si è anziani, più bassi sono i livelli e, più tempo è trascorso dalla seconda dose, più bassi sono i livelli. Quindi, questo ci dice che, probabilmente, a breve, avremo bisogno di dare la priorità ai richiami per le persone più anziane e più vulnerabili, soprattutto se questa nuova variante si diffonde.” (“Dr David LV Bauer Francis Crick institute destroys the immune system”, Bitchute, 1 minute)

Anticorpi neutralizzanti sei volte inferiori alla norma?

Sì. Come abbiamo detto, il vaccino sopprime il sistema immunitario e questo apre la porta alle infezioni. Ecco come Alex Berenson ha riassunto la cosa in un suo articolo pubblicato di recente su Substack:

“Quello che gli Inglesi stanno dicendo è che ora hanno scoperto che il vaccino interferisce con la capacità innata dell’organismo di produrre anticorpi dopo l’infezione contro non solo la proteina spike ma anche altri frammenti del virus….

Questo significa che le persone vaccinate saranno molto più vulnerabili alle mutazioni della proteina spike ANCHE DOPO CHE SARANNO STATE INFETTATE E SARANNO GUARITE …

… è ancora più evidente che i vaccini possono interferire con lo sviluppo di una robusta immunità a lungo termine post-infezione”. (“URGENT: Covid vaccines will keep you from acquiring full immunity EVEN IF YOU ARE INFECTED AND RECOVER,“ Alex Berenson, Substack).

 

Ma come può essere? Come possono il governo, le istituzioni di salute pubblica e le aziende farmaceutiche spingere un vaccino che, in realtà, rende le persone più vulnerabili alle malattie? Non ha senso, a meno che, ovviamente, l’obiettivo non sia proprio quello di rendere la gente più malata e aumentare le probabilità di decesso. È questo che sta succedendo?

In effetti, è proprio così. Ecco di più da una ex dipendente di Pfizer che ha deciso di vuotare il sacco:

“Una ex dipendente di Pfizer, che ora lavora come esperta di marketing farmaceutico e analista di biotecnologie, a settembre, nel corso di un incontro pubblico ha fornito prove su come Pfizer fosse consapevole del fatto che queste iniezioni possono rendere i vaccinati più inclini a contrarre la COVID-19 ed altre infezioni.

Secondo l’informatrice Karen Kingston, “Prima della somministrazione, il loro tasso di infezione era dell’1,3% e, dopo la vaccinazione, era del 4,34%. Era salito di oltre il 300%. Avevano meno infezioni quando non avevano protezione. Quindi, questo è un problema.” (“VIDEO: Former Pfizer Employee Says COVID-19 Vaccine Causes Recipients to Become More Susceptible to the Virus, Gateway Pundit).

Perché non è una notizia da prima pagina? Perché la scienza viene soppressa? Perché le affermazioni di credibili professionisti vengono nascoste sotto il tappeto, censurate sui social media e messe da parte dai nostri funzionari della sanità pubblica?

L’unica spiegazione ragionevole è che gli autori della campagna di vaccinazione di massa vogliano nascondere al pubblico i pericoli del vaccino, perché ciò che a loro interessa veramente è la vaccinazione universale, fare in modo che tutti i 7 miliardi di abitanti del pianeta Terra siano vaccinati, costi quel che costi. Come potete vedere, la scienza non li ha scoraggiati affatto. Sono determinati ad attuare il loro piano proprio come il primo giorno, forse anche di più.

Date un’occhiata a questo estratto da un documento esplosivo, che mostra come la proteina spike entri nel nucleo cellulare e causi danni incalcolabili al sistema immunitario. Questa ricerca all’avanguardia ha avuto un impatto enorme nella comunità scientifica.

 

“La sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) ha portato alla pandemia della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19), con gravi danni alla salute pubblica e all’economia globale. L’immunità adattativa gioca un ruolo cruciale nella lotta contro l’infezione da SARS-CoV-2 e influenza direttamente gli esiti clinici dei pazienti. Gli studi clinici hanno indicato che i pazienti con grave COVID-19 mostrano risposte immunitarie adattative deboli e ritardate; tuttavia, il meccanismo con cui il SARS-CoV-2 impedisce l’immunità adattativa rimane poco chiaro. Qui, usando una linea cellulare in vitro, abbiamo visto che la proteina spike del SARS-CoV-2 inibisce significativamente la riparazione dei danni al DNA, necessaria per un’efficace ricombinazione V(D)J nell’immunità adattativa.

Meccanicamente, abbiamo scoperto che la proteina spike si localizza nel nucleo e inibisce la riparazione dei danni al DNA impedendo il reclutamento al sito del danno di due proteine chiave per la riparazione del DNA, BRCA1 e 53BP1. I nostri risultati rivelano un potenziale meccanismo molecolare attraverso il quale la proteina spike potrebbe impedire l’immunità adattativa e sottolineano i potenziali effetti collaterali dei vaccini basati sulla proteina spike a piena lunghezza”. (“SARS–CoV–2 Spike Impairs DNA Damage Repair and Inhibits V(D)J Recombination In Vitro”, SARS–CoV–2 Spike Impairs DNA Damage Repair and Inhibits V(D)J Recombination In Vitro,” mdpi.com).

Che cosa significa?

Significa che la proteina spike entra nel nucleo delle cellule e danneggia il DNA. Questo non doveva succedere. Il vaccino non doveva penetrare nel sancta sanctorum dove è conservato il nostro materiale genetico. Una volta che si fa strada nel nucleo, la proteina spike impedisce la riparazione del DNA danneggiato, cosa che, a sua volta, ha un effetto negativo sulla proliferazione delle cellule B e T che sono essenziali nella lotta contro l’infezione. (Nota: la spike ha effetti anche su geni specifici “predisponenti allo sviluppo del cancro… quindi, questa è chiaramente una notizia di grande importanza che non dovrebbe essere presa alla leggera”. (Vedere– “Spike protein inside nucleus enhancing DNA damage? – COVID-19 mRNA vaccines update 18″, Youtube, 12 minuti).

Ecco come il dottor Mobeen Syed spiega gli effetti della proteina spike sul sistema immunitario: (È una mia trascrizione e mi scuso per eventuali errori).

 

“La proteina spike entra nel nucleo, e non solo la spike ma anche le proteine non strutturali finiscono nel nucleo. Non solo contaminano il DNA, ma interferiscono anche con la struttura riparativa del DNA… Quando le nostre cellule si dividono, esistono precisi meccanismi per assicurarsi che il DNA sia correttamente riparato e correttamente copiato, altrimenti la cellula diventerà una cellula cancerosa. Abbiamo un elaborato meccanismo di riparazione del DNA…. Ci sono molteplici meccanismi di riparazione del DNA, perché ci sono molteplici tipi di riparazione… Questi due meccanismi sono importanti, perché questi due meccanismi riparativi vengono compromessi dalla presenza di proteine spike…. Quando si verifica una qualsiasi infezione, le cellule B e le cellule T proliferano. Aumentare di numero, significa fare copie del DNA… La proliferazione stessa è un’importante risposta immunitaria. La creazione degli anticorpi richiede un DNA funzionante…

Quello che sto cercando di spiegare è che la rottura e la riparazione del DNA avviene normalmente nelle cellule immunitarie ed è legata al normale funzionamento del sistema immunitario. Ogni cellula B e T ha bisogno di un punto di legame variabile per attaccarsi all’antigene e, per creare queste variazioni, abbiamo bisogno che il DNA si ristrutturi in modo casuale, il che richiede la rottura e la riparazione del DNA… Immaginate che nell’organismo esistano enzimi specifici che vanno sul punto di rottura del DNA e lo riparano. Ora immaginate che questi enzimi di riparazione non vadano più al sito di rottura del DNA o che addirittura non vengano più prodotti. I ricercatori hanno scoperto che quando proteine non strutturali vengono attirate nel nucleo si verifica una ridotta proliferazione delle cellule (B e T)… e la nostra capacità di rispondere alle infezioni cessa di essere ottimale.” (“Spike Protein Goes to Nucleus and Impairs DNA Repair,”  Youtube)

 

Immaginate che qualcuno o qualche gruppo di potenti élite voglia ridurre la popolazione globale di qualche miliardo di persone. E che pensi che il modo migliore per raggiungere questo obiettivo sia quello di iniettare alla gente un misterioso agente patogeno che è stato segretamente sviluppato in laboratori stranieri per oltre un decennio. Immaginate che quell’antigene letale non solo scateni attacchi di cuore, ictus e lesioni vascolari catastrofiche, ma disabiliti anche il sistema di difesa più importante dell’organismo (il sistema immunitario), aumentando enormemente la suscettibilità alle infezioni, ai virus e alle malattie. Immaginate se vedessimo i segni che questo piano si stava svolgendo proprio davanti ai nostri occhi, con la montagna di cadaveri martoriati da linfociti assassini, il forte aumento delle morti in eccesso e della mortalità per tutte le cause, con l’inspiegabile aumento dei casi di arresto cardiaco, ictus, autoimmunità, emorragie, coaguli, cefalea, lividi, infiammazioni, problemi alle valvole cardiache, emorragie cerebrali, malattie vascolari, neurologiche e respiratorie, tutte sospettosamente legate all’inizio di una campagna di vaccinazione di massa.

Potrebbe accadere una cosa del genere al giorno d’oggi? Qualcuno potrebbe essere così audace da lanciare una guerra contro l’umanità? C’è qualcuno capace di una tale malvagità?       Sì, c’è.

(Mike Whitney-unz.com--unz.com/mwhitney/research-game-changer-spike-protein-increases-heart-attacks-and-destroys/).

 

 

 

 

 

ECCO COME I RICHIAMI DEI VACCINI COVID

DISTRUGGONO IL SISTEMA IMMUNITARIO.

Comedonchisciotte.org- Markus -( 29 Dicembre 2021 )- ci dice :  

(Dr. Joseph Mercola-articles.mercola.com).

Un certo numero di esperti medici, scienziati e studi pubblicati ora avvertono che i vaccini COVID riprogrammano il sistema immunitario e lo portano a rispondere in modo disfunzionale. Oltre ad aumentare la vulnerabilità alle infezioni, questo può anche provocare malattie autoimmuni e cancro.

Il siero di Pfizer riprogramma entrambe le risposte del sistema immunitario.

Un lavoro  pubblicato il 6 maggio 2021 sul server di preprint medRxiv riferisce che il vaccino COVID di Pfizer/BioNTech “riprogramma entrambe le risposte immunitarie, quelle adattative e quelle innate,” provocando un impoverimento immunitario.

Anche se da un lato [gli autori] confermano che il prodotto “ha indotto un’efficace immunità umorale e cellulare contro diverse varianti di SARS-CoV-2, [sottolineano che] ha anche modulato la produzione di citochine infiammatorie da parte delle cellule immunitarie innate per stimoli sia specifici (SARS-CoV-2) che aspecifici (virali, fungini e batterici).”

In altre parole, siamo di fronte ad un orribile compromesso.

Si può ottenere una certa protezione contro il SARS-CoV-2 e le sue varianti, ma si indebolisce la funzione immunitaria generale, il che spalanca la porta a numerosi altri problemi di salute, dalle infezioni batteriche, fungine e virali al cancro e all’autoimmunità.

Dopo l’iniezione, le cellule immunitarie innate avevano una risposta marcatamente diminuita ai ligandi dei recettori toll-like 4, 7 e 8 (TLR4, TLR7, TLR8), mentre le risposte delle citochine indotte dai funghi erano più forti. Secondo gli autori, la minor risposta ai TLR7 era stata in precedenza collegata ad una maggiore suscettibilità alla COVID-19 nei giovani maschi.

Le persone “completamente vaccinate” con due dosi dell’iniezione Pfizer, avevano anche prodotto significativamente meno interferone dopo stimolazione, e questo può ostacolare la risposta immunitaria innata iniziale contro il virus.

Vaccinazioni ripetute e rischio di autoimmunità-

Infezioni patogene e cancro sono solo due dei possibili risultati di questo tipo di riprogrammazione. Ricerche precedenti, per esempio, avevano collegato i difetti del sistema immunitario ad un rischio maggiore di malattie autoimmuni. Inoltre, è stato dimostrato che gli antigeni presenti nei vaccini, in particolare, possono indurre questo tipo di disfunzione del sistema immunitario . Come riportato nel lavoro in questione :

“L’immunizzazione ripetuta tramite antigene causa autoimmunità sistemica nei ratti altrimenti non inclini a malattie autoimmuni spontanee. La sovra-stimolazione delle cellule CD4+T ha portato allo sviluppo di cellule CD4+T inducenti autoanticorpi (aiCD4+ T) che avevano subito la revisione del recettore delle cellule T (TCR) ed erano in grado di indurre autoanticorpi.

La cellula aiCD4+ è stata indotta dalla revisione de novo del TCR ma non dalla reazione incrociata e, successivamente, ha sovra-stimolato le cellule CD8+T, favorendone l’evoluzione a linfociti T citotossici specifici per l’antigene (CTL).

Questi CTL potrebbero essere ulteriormente fatti maturare dalla presentazione incrociata dell’antigene, dopo di che potrebbero causare un danno autoimmune al tessuto simile al lupus eritematoso sistemico (SLE). L’autoimmunità sistemica sembra essere la conseguenza inevitabile di una sovra-stimolazione del “sistema” immunitario dell’ospite attraverso l’immunizzazione ripetuta con l’antigene a livelli che superano la criticità auto-organizzata del sistema.”

Andiamo avanti fino a metà maggio 2021, quando uno studio  nel Journal of Clinical Investigations aveva riferito che “i vaccini mRNA SARS-CoV-2 inducono ampie risposte di cellule CD4+T che riconoscono le varianti SARS-CoV-2 e HcoV-NL63.” HCoV-NL63 è un coronavirus umano associato al comune raffreddore”.

“È interessante notare che, dopo la vaccinazione, abbiamo osservato un aumento di 3 volte delle risposte delle cellule CD4+T ai peptidi spike HCoV-NL63,” hanno dichiarato gli autori, aggiungendo: “I nostri risultati suggeriscono che le risposte delle cellule T suscitate o potenziate dai vaccini mRNA SARS-CoV-2 possono essere in grado di controllare le varianti SARS-CoV-2 e portare alla protezione incrociata contro alcuni coronavirus endemici.”

Quello che non hanno detto è che le risposte eccessive delle cellule CD4a+T potrebbero anche portare allo sviluppo di autoanticorpi e malattie autoimmuni.

I vaccini COVID possono anche selezionare varianti più pericolose.

Sappiamo da tempo che i vaccini “che perdono” o non sterilizzanti possono innescare l’evoluzione di virus più pericolosi . Finora, le varianti del SARS-CoV-2 sono mutate in versioni meno pericolose, il che è una fortuna, ma il rischio che i vaccini COVID creino un “mostro” esiste ancora.

Un articolo del 9 febbraio 2021  pubblicato su NPR aveva evidenziato questo rischio affermando che “i vaccini potrebbero guidare l’evoluzione di più mutanti COVID-19.”

Secondo il corrispondente scientifico di NPR Richard Harris, “il virus è sempre in mutazione. E se uno di essi produce una mutazione che lo rende meno vulnerabile al vaccino, quel virus potrebbe semplicemente moltiplicarsi in un individuo vaccinato.”

La variante Omicron sembra avere una resistenza significativa nei confronti degli anticorpi prodotti dai vaccini COVID originali e questo è il motivo per cui l’infezione Omicron viene segnalata principalmente in persone già vaccinate.

Nel 2018, Quanta Magazine aveva illustrato in dettaglio come i vaccini guidino l’evoluzione degli agenti patogeni]. Ho fatto riferimento a quell’articolo in precedenti occasioni, così come hanno fatto molti altri autori. Come tutta risposta, l’editore di Quanta Magazine ha aggiunto un “disclaimer” all’articolo, datato 6 dicembre 2021, in cui si afferma che:

“Questo articolo del 2018 discute come i vaccini ‘che perdono,’ i vaccini che non riducono la replicazione virale o la trasmissione, possano spingere gli agenti patogeni bersaglio ad evolversi e a diventare più virulenti.

Queste preoccupazioni non si applicano ai vaccini COVID-19, perché i vaccini COVID-19 riducono significativamente la replicazione e la trasmissione dei coronavirus, riducendo la possibilità che si verifichino mutazioni

 e sorgano varianti …”

Questa affermazione è palesemente falsa, in quanto gli studi hanno ripetutamente dimostrato che i vaccini COVID in realtà “perdono.” Non “riducono significativamente” la replicazione o la trasmissione virale, come sostiene l’editore. Tutto il contrario.

Le persone che hanno ricevuto una o più dosi di vaccino COVID sono state trovate con carichi virali più elevati rispetto ai non vaccinati e Israele (che sembra avere il miglior monitoraggio) riferisce che i peggiori casi di COVID sono in individui completamente vaccinati.

Il 6 dicembre 2021, Newsweek  aveva riferito di un’epidemia di COVID tra il personale ospedaliero “completamente vaccinato” di una struttura sanitaria spagnola. Dopo una cena di Natale con più di 170 operatori sanitari completamente vaccinati, quasi 70 di loro erano risultati positivi alla COVID. Alcuni avevano riportato sintomi lievi. Daniel Horowitz ha sottolineato la falsità del disclaimer dell’editore [di Quanta Magazine] in un post su Blaze del 9 dicembre 2021 :

“I vaccini che perdono sono peggiori di nessun vaccino. Questa è la conclusione inequivocabile che si trarrebbe da un articolo del maggio 2018 sulla rivista Quanta, una pubblicazione scientifica di alto livello, sui tentativi falliti di creare vaccini per l’HIV, la malaria e l’antrace che non avessero ‘perdite’ e con cui non si corresse il rischio di rendere gli agenti patogeni ancora più pericolosi.

Eppure, ora che stiamo vedendo questo genere di Frankenstein microbiologico arrivare nella vita reale e persone come il Dr. Robert Malone che citano questo articolo per segnalare il pericolo dei vaccini COVID che ‘perdono,’ la rivista Quanta ha fatto il passo senza precedenti di aggiungere una nota dell’editore ad un articolo vecchio di oltre tre anni per far sì che la gente smetta di considerarlo valido per il vaccino con più ‘perdite’ di tutta la storia.”

I vaccini COVID smettono di funzionare dopo pochi mesi.

Uno studio sul New England Journal of Medicine, pubblicato il 9 dicembre 2021, conferma anche che qualsiasi protezione ottenuta dal siero COVID di Pfizer è di breve durata. Come spiegato dagli autori :

“Nel dicembre 2020, Israele aveva iniziato una campagna di vaccinazione di massa contro la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) somministrando il vaccino BNT162b2, cosa che aveva portato ad una brusca frenata dell’epidemia.

Dopo un periodo con quasi nessun caso di sindrome respiratoria acuta grave per infezione da coronavirus 2 (SARS-CoV-2), a metà giugno 2021 era iniziata una recrudescenza del focolaio di Covid-19. Possibili ragioni per la recrudescenza erano la ridotta efficacia del vaccino contro la variante delta (B.1.617.2) e l’immunità calante.

Abbiamo usato i dati sull’infezione confermata e sulla malattia grave raccolti da un database nazionale israeliano per il periodo dall’11 al 31 luglio 2021, per tutti i residenti israeliani che erano stati completamente vaccinati prima del giugno 2021.

Abbiamo usato un modello di regressione di Poisson per confrontare i tassi di infezione confermata da SARS-CoV-2 e di Covid-19 grave tra le persone vaccinate durante diversi periodi di tempo, con stratificazione in base al gruppo di età e con aggiustamento per possibili fattori di confondimento.

Tra le persone di 60 anni o più, il tasso di infezione nel periodo 11-31 luglio è stato più alto tra le persone che erano state completamente vaccinate nel gennaio 2021 (quando erano state eleggibili per la prima volta) rispetto a quelle completamente vaccinate 2 mesi dopo, a marzo (rate ratio, 1,6 …)

Nel gruppo di età compresa tra i 40 e i 59 anni, il tasso di infezione tra le persone completamente vaccinate a febbraio (quando erano state idonee per la prima volta), rispetto a 2 mesi dopo, in aprile, era 1,7 … Nel gruppo di età compresa tra i 16 e i 39 anni, il tasso di infezione tra le persone completamente vaccinate a marzo (quando erano idonee per la prima volta), rispetto a 2 mesi dopo, a maggio, era di 1,6 …

Il rapporto tra il tasso di malattia grave tra le persone completamente vaccinate nel mese in cui erano state idonee per la prima volta, rispetto a quelle completamente vaccinate a marzo, è stato di 1,8 … tra le persone di 60 anni o più e di 2,2 … tra quelle da 40 a 59 anni di età …

Questi risultati indicano che l’immunità contro la variante delta del SARS-CoV-2 è diminuita in tutti i gruppi di età pochi mesi dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino.”

Due dosi non bastano.

All’inizio dell’anno, i produttori di vaccini e le autorità sanitarie avevano affermato che i vaccini erano efficaci al 95% circa e che se un numero sufficiente di persone avesse acconsentito a farsi vaccinare, la normalità sarebbe stata presto ripristinata. Ora sappiamo che era una falsa promessa. Il traguardo è stato spostato in avanti con l’emergere della variante Delta e poi della Omicron, per la quale ora ci viene detto che abbiamo bisogno di un terzo richiamo.

Il 13 dicembre 2021, Reuters [14] ha riferito che gli scienziati britannici hanno concluso che “i regimi di vaccino COVID-19 a due dosi non inducono abbastanza anticorpi neutralizzanti contro la variante del coronavirus Omicron” e che “un aumento delle infezioni in persone precedentemente infettate o vaccinate può essere probabile.”

“Abituatevi ai richiami” dice Fauci.

Quando, a metà dicembre 2021, era stato chiesto al dottor Anthony Fauci se gli Americani dovessero aspettarsi richiami annuali per i vaccini COVID, aveva risposto affermativamente, dicendo che gli Americani “avrebbero dovuto semplicemente abituarsi” alla prospettiva di ricevere richiami ad intervalli regolari  Quindi, in sostanza, Fauci vuole che accettiamo che il mancato funzionamento dei richiami sia la ragione per cui la “pandemia” di COVID-19 continua.

Chiaramente, non è così. La vera ragione per cui la COVID è ancora un problema è che Fauci e l’establishment medico hanno soppresso trattamenti precoci e fattibili. Se il trattamento precoce fosse la norma, la COVID diventerebbe rapidamente un lontano ricordo.

Invece, la corrotta U.S. Food and Drug Administration ha concesso l’autorizzazione per l’uso di emergenza a nuove tecnologie di trasferimento genico che non funzionano come i vaccini convenzionali in quanto non impediscono l’infezione e la diffusione, creando così un ciclo diabolico di nuove varianti resistenti ai vaccini. Come dimostrato da James Lyons-Weiler (in un link web ora non funzionante), più vacciniamo, più alta è la casistica COVID.

Il grafico di Weiler assomiglia molto a quello di uno studio del 30 settembre 2021 ] pubblicato sull’European Journal of Epidemiology, che ha scoperto che più alto è il tasso di vaccinazione in una data area, più alta è la percentuale di casi di COVID.

Il Dr. Chris Martenson discute di questa scoperta nel video qui sotto. Come notato da Martenson, “la linea va nella direzione sbagliata,” cioè più una popolazione è pesantemente “vaccinata,” peggio stanno le cose.

Come avevo previsto più di un anno fa, ora siamo su un tapis roulant di vaccinazioni, senza una fine in vista, ed ogni singola dose comporta il rischio di gravi effetti collaterali, fino alla disabilità permanente e alla morte. L’unico modo scientificamente valido per uscire da questo esperimento fallito è fermarsi. Niente più richiami.

Fortunatamente, sembra che la maggior parte degli Americani stia iniziando a rendersene conto e, finora, la paura di Omicron non si è tradotta in una corsa ai richiami . Secondo un sondaggio Axios/Ipsos condotto dal 10 al 13 dicembre 2021, il 67% degli intervistati non vaccinati ha detto che Omicron non fa differenza nella loro decisione di farsi vaccinare o meno; il 19% ha detto che li rende più propensi, mentre l’11% ha detto che li rende meno propensi a farsi l’iniezione.

Tra gli intervistati che avevano già ricevuto una o due dosi, il 59% ha detto che Omicron non fa alcuna differenza nella loro decisione di ottenere una terza dose; il 36% ha detto che li rende più favorevoli e il 5% ha detto che li rende meno propensi ad assumerla.

Considerando che è stato dimostrato che queste iniezioni sregolano la funzione immunitaria, sarebbe saggio “dire semplicemente no” a ulteriori richiami. Se doveste sviluppare i sintomi dell’infezione da SARS-CoV-2, ricordate che esistono protocolli di trattamento precoce sicuri ed efficaci, compresi i protocolli I-MASK+  e I-MATH+ , che sono disponibili per il download sul sito web di COVID Critical Care in diverse lingue. Altri protocolli che hanno grande successo sono:

The AAPS protocol;

Tess Laurie’s World Council for Health protocol;

America’s Frontline Doctors;

Dr. Peter McCullough’s Ambulatory Treatment of COVID-19.

Si tratta di un sacco di informazioni da rivedere, soprattutto se siete affaticati e malati di COVID o se avete un membro della famiglia in difficoltà. Dopo aver esaminato tutti questi protocolli, credo che quello della Front Line COVID-19 Critical Care Alliance sia tra i più facili da seguire. Qui sotto c’è un riassunto di quel protocollo, con piccole modifiche.

(Dr. Joseph Mercola).

 

 

 

Le mutazioni di SARS-CoV-2 bloccano

le cellule killer del corpo.

Cordis.europa.eu- Redazione -(5-1-2022)-ci dice :

 

Uno studio sostenuto dall'UE ha dimostrato che quando il virus SARS-CoV-2 subisce una mutazione può impedire alle cellule T killer di riconoscere ed eliminare le cellule infette.

Nella lotta in corso contro il virus SARS-CoV-2, i svolgono un ruolo fondamentale nel combattere l'infezione, ma non agisce da soli: un altro protagonista è infatti la cellula T killer, che scova e distrugge le cellule infettate dal virus .

Un nuovo studio sostenuto dai progetti Epigenome Programming e CMIL, finanziati dall'UE, ha dimostrato che quando il virus SARS-CoV-2 subisce una mutazione riesce a rendersi irriconoscibile alle cellule T killer.

 Lo studio è stato pubblicato nella rivista «Science Immunology».

 Per scoprire se le mutazioni di SARS-CoV-2 riescano a eludere la risposta immunitaria delle cellule T killer, alcuni ricercatori provenienti da Austria, Russia e Svizzera hanno eseguito un sequenziamento profondo di 747 genomi virali ottenuti da pazienti con Covid-19.

Essi hanno poi esaminato se le mutazioni del virus sono in grado di alterare gli epitopi delle cellule T, ovvero le parti riconosciute dalla cellula T killer che possono essere la risposta immunitaria.

«I nostri risultati sono risultati che molte mutazioni nel virus SARS-CoV-2 sono, di fatto, in grado di farlo»,articolo pubblicato sul sito web «EurekAlert!».

 «Con l'ausilio di ricerche bioinformatiche e biochimiche, nonché di esperimenti di laboratorio con globuli rossi provenienti da pazienti affetti da Covid-19, siamo stati in grado di ottenere che i virus mutati non possono essere più identificati dalle cellule T killer in regioni ».

Il ruolo degli epitopi e la cellula T killer.

La cellula T killer è un tipo di linfocita, o globulo bianco.

Nota anche come cellula T CD8+, questa cellula citotossica è in grado di riconoscere ed eliminare una cellula infetta tramite la proteina virale, o antigene, presente sulla sua superficie.

Quando un virus infetta una cellula, inizia a produrre antigeni: alcuni peptidi creati durante questo processo vengono trasportati sulla superficie cellulare da mole MHC di classe I e presentati ai recettori delle cellule T.

 Questi peptidi, o epitopi delle cellule T, segnalano l'infezione virale della cellula e consentono alle cellule T killer di eliminarla.

Implicazioni per lo sviluppo di futuri vaccini.

In generale, sono numerosi gli epitopi che le cellule T killer sono in grado di riconoscere, perciò se uno di essi subisce una mutazione, gli altri possono ancora segnalare la presenza di un virus.

 insieme, dato che gran parte dei vaccini odierni contro il SARS-CoV-2 interviene solo su una delle proteine ​​del virus, la proteina spike, ciò riduce il numero di epitopi che le cellule T killer riescono a riconoscere.

«In una persona infetta, la proteina spike ha in media da uno a sei di questi epitopi delle cellule T. Se il virus muta in una di queste regioni, il rischio che le cellule infette non siano riconosciute dalle cellule T killer aumenta», ha osservato nello stesso articolo il coautore Johannes Huppa, dell'Università medica di Vienna.

 «Queste possono sviluppare allo sviluppo di vaccini più dotati del potenziale cellule più T killer possibile serie di epitopi.

L'obiettivo consiste nel produrre vaccini che attivino risposte neutralizzanti da parte di eliminati e cellule T killer, per una protezione più possibile», ha concluso il team di ricerca.

I progetti EpigenomeProgramming (An Experimental and bioinformatic toolbox for functional epigenomics and its application to epigenetically making and breaking a cancer cell) e CMIL (Crosstalk of Metabolism and Inflammation) sono ospitati dal Centro di ricerca per la medicina molecolare dell'Accademia austriaca delle scienze ( CeMM).

Entrambi i progetti si concluderanno nel 2021.

 Per maggiori informazioni: per una più ampia protezione possibile», ha concluso il team di ricerca.

 

 

 

Ecco le proteine ​​che causano ictus e

infarti miocardio nei pazienti affetti da COVID-19.

Cordis.europa.eu- Redazione -(5-1-2022)-ci dice :

(Kateryna Kon, Shutterstock).

Alcuni coinvolti dall'UE identificano le proteine ​​della COVID-19 che causano ictus e farti miocardio.

Nel momento in cui il coronavirus entra all'interno del corpo, inizia a produrre 29 proteine.

In seguito, si forma un nuovo virus, che a sua volta produce 29 nuove proteine ​​e così via.

Sono trascorsi due anni dall'inizio della pandemia globale e ancora non conosciamo le proteine ​​all'interno del virus SARS-CoV-2 responsabili dei casi di malattie vascolari gravi che esercitano un impatto negativo sulle arterie e sulle vene.

 Alcuni ricercatori sostenuti dal progetto SweetBrain finanziato dall'UE, hanno identificato le proteine ​​virali che inducono ictus e infarti miocardici in pazienti affetti da COVID-19.

I  risultati sono stati pubblicati nella rivista «eLife».

Il team composto da Scienziati israeliani, ha raggiunto un punto di svolta Importanti «sbirciando all'interno della scatola nera del virus», ha commentato in un articolo Pubblicato su «The Times of Israel» Il coautore, il dott. Ben Maoz dell'Università di Tel Aviv, che coordina il progetto.

La scoperta è stata compilata analizzando tutte le 29 proteine ​​del virus SARS-CoV-2, con l'obiettivo di trovare quelle responsabili dei danni al sistema vascolare, noto come sistema circolatorio.

Tale sistema è composto da vasi che trasportano il sangue lungo il corpo. Nello specifico, il team ha identificato le cinque proteine ​​di SARS-CoV-2 che provocano problemi vascolari.

Spianare la strada a nuovi farmaci.

«Il coronavirus non è una malattia esclusivamente respiratoria, come abbiamo ritenuto inizialmente, e abbiamo identificato le proteine ​​che espongono i pazienti a un rischio maggiore di ictus, infarto miocardio e altri problemi associati al sistema vascolare», ha osservato il dott. Maoz.

«Questo aiuto  a sviluppare farmaci per il lavoro potrebbe l'effetto del coronavirus sul sistema vascolare, a partire da una comprensione di quali proteine ​​esatte, o frammenti del virus, causino il problema.»

Gli effetti hanno creato una simulazione di un sistema vascolare umano e studiato gli effetti di tutte le 29 proteine ​​del coronavirus.

 Sulla base di questa analisi, hanno identificato quelli che colpivano il sistema vascolare e in che modo.

«Non solo abbiamo scoperto quali proteine ​​influenzano sul sistema vascolare ma abbiamo inoltre visto con esattezza il modo in cui esercitano il loro effetto», ha aggiunto il dott. Maoz.

«Ciò che abbiamo scoperto è che queste specifiche proteine ​​rendono la vascolarizzazione più permeabile: i vasi diventano più porosi e non riescono a trattenere il liquido come auspicato. Questa informazione è inoltre preziosa nella relazione all'impegno nello sviluppo di farmaci.»

Decostruire la COVID-19.

La scoperta potrebbe gettare le basi per un trattamento più sofisticato della COVID-19.

 «Finora, il virus è stato trattato come un'unica entità, sebbene colpisca varie parti del corpo in modi diversi», ha spiegato il dott. Maoz.

 «Tutte le prove dimostrano che il virus danneggia gravemente i vasi sanguigni o le cellule endoteliali che li ricoprono. Spero che la nostra ricerca si riveli utile nel consentire un trattamento più mirato.»

 Il progetto Sweet-Brain (Una nuova prospettiva sulla via metabolica alla disfunzione neuronale: Utilizzo di organi su un chip per elucidate termine il ruolo della micro-vasculatura cerebrale) ad agosto 2025.

(progetto Sweet-Brain).

 

 

 

 

Virus Influenzali: è importante

rafforzare il Sistema Immunitario.

Natrixlab.it- Redazione NatrixLab-( 10-1-2022)-ci dice :

 

Virus influenzali: cosa sono e come agiscono.

I virus sono microrganismi acellulari piccolissimi e strutturalmente molto semplici, costituiti da una catena di DNA o RNA, racchiusa in un involucro proteico protettivo detto Capside, quindi sono privi delle tipiche strutture cellulari. Sono dei parassiti obbligati Intracellulari e per riprodursi hanno bisogno di invadere una cellula ospite e sfruttarne i meccanismi replicativi.

I virus possono modificare il loro assetto genetico, pertanto avendo la capacità di mutare, impediscono al sistema immunitario di riconoscerli e di intervenire prontamente attraverso i meccanismi della memoria immunologica.

Nello specifico gli anticorpi contro i virus, formatisi in una precedente infezione, non sono specifici per il nuovo tipo di virus che si è formato dopo la mutazione, questo è quello che succede ad esempio con il virus dell’influenza A, che fa parte dei virus influenzali.

I virus, dunque, sono temibili, ma la loro capacità di essere pericolosi per l’uomo è inversamente proporzionale all’efficacia del sistema immunitario.

Una condizione di squilibrio immunitario quindi favorisce, oltre al contagio e alla persistenza della stessa malattia virale, una possibile sovra infezione da parte di altre categorie di microrganismi come i batteri e i miceti.

I principali attori del Sistema immunitario th1 e th2.

Quando un virus riesce a penetrare nel nostro organismo entra in gioco il sistema immunitario, senza dilungarci troppo nella complessità dei meccanismi che regolano tale sistema, possiamo dire che il compito di sorveglianza, riconoscimento e neutralizzazione degli antigeni è affidato ad un particolare tipo di cellule, vale a dire i linfociti, di cui si distinguono due grandi gruppi specifici come i linfociti B e i linfociti T, che collaborano insieme alla difesa dell’organismo.

In particolare il ruolo principale nella regia e nell’organizzazione di tutta la risposta immunitaria è affidato ad una classe di linfociti, i T helper, che sono i veri protagonisti del sistema immunitario.

Essi sono in grado di identificare le caratteristiche dell’aggressore (virus, batteri, funghi, ecc.) ed attivare le risposte più adatte per contrastarlo.

I T helper, sotto l’influsso di svariati fattori (in primis il tipo di antigene) si differenziano in due gruppi funzionalmente diversi ed antagonisti, vale a dire i T helper 1 (Th1) e i T helper 2 (Th2).

 

Th1, Th2 provengono da un unico precursore che, a seconda dei segnali che riceve, si differenzia in un senso o nell’altro. Sappiamo che se l’antigene è un virus, il sistema tenderà a produrre cellule helper di tipo 1 (Th1), se invece l’antigene è di tipo extracellulare (batteri, miceti, elminti, allergeni), allora il sistema tenderà ad assestarsi su un profilo Th2.

Per ottenere una risposta immunitaria rapida ed efficace, in grado di tutelare la salute dell’individuo, è necessario che i due piatti della “bilancia immunitaria”, Th1 e Th2, siano in equilibrio tra loro.

Molto spesso invece accade che una delle due componenti prevalga sull’altra, sbilanciando la risposta immunitaria, e le ragioni di questo disequilibrio sono insite nello stile di vita.

Le conseguenze indotte da uno squilibrio in un senso o nell’altro possono essere:

Una preponderanza della risposta Th1 può portare al rischio di insorgenza di malattie autoimmuni (es. celiachia, diabete tipo 1, artrite reumatoide ecc.) ed espone ad una maggior “debolezza” nei confronti delle infezioni batteriche e micotiche;

Se predomina invece la componente Th2 si rischia lo sviluppo di patologie allergiche (dermatiti, rinite, asma), oltre al fatto che l’organismo è più fragile e suscettibile nei confronti delle aggressioni virali, ovvero ai virus influenzali.

Lo stress può ridurre l’efficienza del sistema immunitario.

Abbiamo visto nel paragrafo precedente che la salute e l’efficienza del sistema immunitario dipendono in maniera stretta dallo stile di vita.

Una vita frenetica, un’alimentazione inadeguata, il ridotto riposo notturno, ma anche preoccupazioni come quella che stiamo vivendo in questo momento indotte dalla paura del contagio, possono indurre nel nostro organismo una condizione stressogena mediante un’iperattivazione dell’asse Epifisi, Ipofisi e ghiandole surrenali con aumento della produzione di Adrenalina e Cortisolo, che hanno un potentissimo impatto sull’alterazione dell’efficienza del nostro sistema immunitario.

 

A partire dai lavori di Hugo Besedowsky negli anni ’70, una quantità notevole di studi ha documentato l’azione immunosoppressiva del cortisolo. Negli anni ’90 si è visto che la sovrapproduzione di cortisolo, conseguente all’attivazione del sistema dello stress, inibisce la risposta Th1 e colloca il sistema su un profilo Th2.

Al tempo stesso, in tempi recenti, è stata documentata un’azione analoga da parte delle catecolamine. È quindi assodato che i prodotti della reazione di stress hanno un effetto generalmente soppressivo della risposta immunitaria, in particolare di quella del tipo Th1, che come abbiamo visto prima è il circuito di risposta immunitaria che ci protegge dai virus, tra cui i virus influenzali.

Il cortisolo ottiene questo risultato alterando il profilo delle citochine e quindi sopprimendo IL-12 che induce la differenziazione di una cellula T CD4 preferibilmente in una cellula effettrice T helper di tipo 1 (Th1), e favorendo invece il rilascio di  IL-4 e IL-10 che induce una differenziazione in una cellula effettrice T helper 2 (Th2). Queste ultime due citochine peraltro svolgono un’azione inibitoria sulla differenziazione Th1, consentendo uno sbilanciamento della risposta immunitaria in senso Th2.

Cosa fare per mantenere efficiente il sistema immunitario?

Per fortuna si può fare molto per potenziare le difese immunitarie. Prima di tutto bisogna identificare e correggere gli aspetti legati allo stile di vita o ambientali che nuocciono al sistema immunitario. Inoltre bisogna assicurarsi che il fabbisogno dei nutrienti indispensabili per il buon funzionamento del sistema immunitario sia coperto abbondantemente dall’alimentazione quotidiana, e lì dove, dopo una corretta indagine di laboratorio, si verificassero delle carenze, si potrà integrare la/le sostanze identificate mediante l’utilizzo di fitoterapici a base di vitamine, minerali e antiossidanti.

Ora passeremo in rassegna alcune sostanze che più di tutte sono in grado di stimolare il corretto funzionamento del sistema immunitario e gli alimenti che li contengono in maggior quantità.

La prima sostanza in grado di stimolare il sistema immunitario è sicuramente la Vitamina C nella forma di Ascorbato presente soprattutto nel Limone, le cui proprietà immunostimolanti comprendono la capacità di stimolare la produzione e la mobilitazione dei linfociti in caso di infezione, di aumentare i livelli di interferone, la risposta anticorpale e la secrezione di ormoni timici. Inoltre è stato dimostrato da un team della Università dell’Alabama (Huntsville) che è in grado di ridurre i livelli plasmatici di cortisolo.

Un’altra sostanza molto utile nello stimolare il sistema immunitario e soprattutto nel combattere le infezioni virali è il Trans resveratrolo, una fitolessina presente soprattutto nella buccia dell’uva e in misura maggiore negli estratti di una pianta asiatica (Polygonum Cuspidatum) che è composta per il 95% da questa molecola.

 Le piante la producono per difendersi dalle infezioni batteriche e virali. La sua funzione è quella di andare a bloccare a livello cellulare l’assemblaggio del genoma virale con il capside durante la fase di replicazione, questo è reso possibile dal fatto che il trans-resvelatrolo blocca la kinasi che attiva a sua volta il fattore di trascrizione NF-kB come dimostrato nello studio di Anna T. Palamara, et All del (2005).

Poi c’è la Vitamina D, già ampiamente riconosciuta come sostanza che partecipa a numerosi processi chiave dell’organismo, tra cui il più noto è il metabolismo del calcio e del fosfato, ma che recentemente ha mostrato di svolgere un altro ruolo molto importante, vale a dire quello di modulare l’attività del sistema immunitario, promuovendola, quando è necessario contrastare le infezioni, attenuandola, quando invece è eccessiva e dà luogo a malattie infiammatorie croniche o autoimmuni.

 La conferma che la vitamina D può esercitare queste attività immuno-regolatoria è venuta dal riscontro della presenza di recettori in grado di legare il suo metabolita 1,25(OH)2D su numerose cellule del sistema immunitario, come monociti, macrofagi e cellule del timo (piccolo organo presente al centro del torace nel quale avviene la maturazione dei linfociti T).

Essendo una vitamina liposolubile e quindi capace di accumularsi nell’organismo, e molto importante, prima di intraprendere un’integrazione con questa sostanza, verificare i livelli sierici in quanto il suo eccesso potrebbe portare a disturbi superiori rispetto a quelli che sono gli effettivi vantaggi.

 

Un’altra sostanza molto utile è l’Echinacea, una pianta originaria del Nordamerica appartenente alla famiglia delle Composite (Asteracee), ha un effetto immunostimolante ed equilibrante del sistema immunitario. Alcune ricerche hanno dimostrato che agisce meglio come rinforzo del sistema immunitario se abbinata con estratti di piante come la rosa canina o la thuya occidentalis (albero della vita).

Tra le sue azioni sul sistema immunitario troviamo:

Attivazione dei fagociti che diventano più propensi e voraci nei confronti di corpi estranei.

Aumento della produzione di alcuni linfociti T.

Aumento della produzione di interleuchina 2.

Aumento delle difese aspecifiche (sistema immunitario acquisito).

L’ultima sostanza che trattiamo in questa elenco è un minerale, vale a dire il selenio, per il quale uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della North Carolina ha evidenziato come una deficienza nell’assunzione di selenio possa promuovere lo sviluppo di virus influenzali, oltre ad aggravare i danni prodotti dal virus. Negli esperimenti, sono stati esposti al virus dell’influenza umana alcuni topi divisi in due gruppi, a seconda che fossero nutriti con una dieta povera o ricca di selenio. I primi hanno sviluppato infezioni polmonari molto più serie e durature rispetto agli altri.

Infine, sempre in ottica di prevenzione, oltre alle sostanze sopraindicate che come abbiamo visto svolgono un’azione diretta sulle cellule del sistema immunitario, un’altra strategia molto utile può essere quella di preservare una corretta funzionalità intestinale. L’intestino è sede della più importante stazione immunitaria del corpo, in quanto rappresenta la principale interfaccia di passaggio dall’ambiente esterno a quello interno dell’organismo, pertanto dopo aver valutato la presenza di eventuali squilibri, per preservare la sua piena funzionalità, si potrebbe agire con:

Probiotici o prebiotici per migliorare l’equilibrio della flora batterica,

Prodotti a base di L-Glutammina che concorre a migliorar la riparazione e il ricambio cellulare, in modo da ripristinare il normale effetto barriera, inoltre agisce anche sul sistema immunitario in quanto funge da metabolita energetico per le cellule immunitarie (linfociti e macrofagi) che ci proteggono dalle infezioni.

 

 

 

 

 

COVID 19 può colpire non solo polmoni

ma tanti altri organi secondo nuovo studio.

Notiziescientifiche.it-Redazione- (5-1-2022)- ci dice :

 

Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2, portatore della COVID-19, non solo può provocare una polmonite grave ma può anche portare ad un livello di insufficienza di vari organi tra cui reni, fegato e pancreas. È risultato di uno studio basato su una serie di autopsie condotte dai ricercatori del Dipartimento di Patologia dell’Ospedale Graz II i quali hanno collaborato con altri ricercatori delle università mediche di Graz e Vienna e dell’Università Johannes Kepler di Linz.

Questo studio affianca diversi altri che sono stati pubblicati negli ultimi giorni e nelle ultime settimane e che stanno rendendo sempre più fondato il sospetto che la COVID-19 non è solo una malattia respiratoria, sostanzialmente una patologia che colpisce i polmoni e le vie aeree, ma è una condizione che coinvolge diversi organi e aree del corpo.

In questo caso i ricercatori hanno condotto varie autopsie su pazienti morti per COVID-19 e hanno scoperto che, sebbene questa malattia inizi con danni polmonari, può essere eseguita da trombosi nelle arterie dei polmoni stessi e danni ad altri organi, molto spesso importanti.

La trombosi è una conduzione che vede l’occlusione dei vasi sanguigni a causa dei coaguli dello stesso sangue e, nei casi più gravi, può causare la morte dei tessuti.

Oltre all’infiammazione degli alveoli polmonari, la COVID-19 sembra causare un importante livello di coagulazione nel sangue delle piccole arterie. Nei pazienti che hanno già patologie cardiovascolari, questo può rendere ancora più lenta la circolazione polmonare con conseguente rischio di trombosi nelle arterie di questi organi. Ne consegue insufficienza respiratoria e circolatoria che poi porta alla morte.

Tuttavia la COVID-19 può colpire anche diversi altri organi tra cui i reni, il fegato, le ghiandole surrenali, il pancreas e il sistema linfatico.

“Quello che vediamo è che COVID-19 è una grave malattia infettiva che colpisce tutto il corpo e porta in grave decorso al fallimento di più organi”, spiega Michael Trauner della MedUni. “Non è ancora chiaro se la malattia causi danni a lungo termine agli organi colpiti”.

Saranno necessarie fasi importanti di follow-up, che naturalmente richiederanno del tempo, per capire più approfonditamente questi meccanismi.

 

 

 

 

I VACCINI COVID E IL PROBLEMA

DELL’IMPRINTING GENETICO VACCINI COVID-19.

Comedonchisciotte.org- Markus -(04 Maggio 2021)- ci dice : 

(Dr. Joseph Mercola-articles.mercola.com).

Fatevi vaccinare.

È l’ultimo messaggio propagandistico del COVID-19 che appare ovunque, dagli spot televisivi alle ultime notizie sui social media e che viene ripetuto incessantemente dalle celebrità e dai funzionari governativi.

 Eppure, un considerevole numero di Americani non è ancora pronto a rimboccarsi la manica.

Un sondaggio del gennaio 2021 ha rilevato che il 31% di loro sta adottando un approccio del tipo “aspetta e vediamo” per capire come il vaccino, o meglio, la terapia genica, sta funzionando, mentre il 7% ha detto che avrebbe preso il vaccino COVID-19 solo se fosse obbligatorio per il lavoro, la scuola o altre attività, e il 13% ha ribadito che “sicuramente non lo avrebbe mai preso.”

Un approccio cauto è d’obbligo, visto che nessuno dei vaccini COVID-19 attualmente sul mercato è effettivamente certificato. Hanno solo l’autorizzazione per l’uso d’emergenza (che, per inciso, “ne vieta l’obbligatorietà”, anche se questo fatto viene ampiamente e convenientemente ignorato) perché i test clinici sono ancora in corso.

Il fatto è che di questi prodotti non se sa ancora molto, compresa l’efficacia a lungo termine della risposta immunitaria. Sempre più spesso, gli scienziati si chiedono se un fenomeno noto come peccato antigenico originale, [original antigenic sin] (OAS), o imprinting, possa rendere inutili i vaccini COVID di prossima generazione .

Cos’è il peccato antigenico originale, o imprinting?

Il termine “peccato antigenico originale” era stato usato per la prima volta da Thomas Francis nel 1960, quando si era reso conto che i titoli del test di inibizione dell’emo-agglutinazione, che venivano usati per determinare la risposta anticorpale ad un’infezione virale, erano più alti nei confronti dei primi ceppi di influenza stagionale ai quali le diverse coorti di età erano state esposte .

In altre parole, il primo virus influenzale a cui si è esposti condiziona per tutta la vita il modo in cui si sviluppa l’immunità contro quella [classe di] virus .

Le infezioni successive causate da ceppi virali simili al primo aumenteranno la risposta anticorpale contro il ceppo originale, e questo non vale solo per l’influenza. L’imprinting è noto anche nei bambini nel caso di infezioni multiple, con il virus della dengue, per esempio.

In alcuni casi, l’imprinting può essere benefico, ma può anche causare problemi. Uno studio ha scoperto che gruppi di coetanei che avevano avuto una prima esposizione influenzale a virus stagionali del sottotipo H3, più avanti negli anni erano risultati meno suscettibili al virus dell’influenza aviaria H7N9, mentre quelli esposti nell’infanzia a virus del sottotipo H1 o H2, una volta diventati adulti, erano meno suscettibili ai virus aviari H5N1 .

“Utilizzando i dati di tutti i casi clinici conosciuti su questi virus, abbiamo dimostrato che la prima infezione IAV [virus dell’influenza A] di un individuo conferisce una protezione per tutta la vita contro la malattia grave dovuta ai nuovi sottotipi di emoagglutinina (HA) dello stesso gruppo filogenetico,” avevano spiegato i ricercatori . Il fenomeno dell’imprinting era stato indicato come uno dei motivi per cui i vaccini antinfluenzali sono spesso inefficaci.

Scott Hensley, professore associato di microbiologia all’Università della Pennsylvania, ha spiegato a STAT News: “Ci siamo tutti formati [studiando]  diversi virus influenzali. Se si vaccinano 100 persone, indovinate un po’? Risponderanno tutte in modo diverso. Pensiamo che questo fenomeno sia in gran parte dovuto al fatto che tutti noi abbiamo un’impronta immunologica diversa” . Quando gli esperti avevano suggerito di aggiungere [al vaccino] un nuovo ceppo H1N1 [Hensley] aveva fatto l’esempio del vaccino antinfluenzale del 2017. STAT News ha riportato :

“Quello che avevano usato sembrava funzionare bene per la maggior parte delle persone. Ma non funzionava bene per un certo sottogruppo di popolazione, quello degli adulti tra i 30 anni circa e la tarda mezza età.

Hensley e il suo gruppo di ricerca avevano scoperto che il vaccino stimolava le persone che avevano avuto la loro prima esposizione all’influenza tra il 1977 e il 1985 a produrre anticorpi contro la versione di H1N1 che circolava all’epoca, il virus del loro imprinting. I ceppi di H1N1 vecchi di decenni erano troppo diversi dalla versione del 2009 perché il vaccino potesse funzionare bene in queste persone.”

La stessa cosa potrebbe accadere con il COVID-19.

L’imprinting potrebbe significare che i prossimi vaccini COVID-19 non funzioneranno.

L’imprinting può aumentare la protezione contro le infezioni future se si viene esposti a ceppi antigenicamente correlati, ma, se l’esposizione è nei confronti di un ceppo scarsamente correlato, [l’imprinting] può aumentare la suscettibilità alle infezioni. Secondo i ricercatori di The Journal of Immunology :

“Le risposte di tipo OAS erano state problematiche anche durante la stagione influenzale 2013-2014, quando i virus H1N1 avevano acquisito una mutazione in un epitopo HA [emagglutinina], che era il bersaglio primario della risposta Ab [anticorpale] tipica degli individui di mezza età.

Questa coorte [di popolazione di mezza età] aveva sviluppato una risposta anticorpale mirata contro questo epitopo durante l’esposizione precoce ai virus H1N1 stagionali che circolavano negli anni ’70. Come riportato dal laboratorio Hensley, questo epitopo era ancora conservato nel ceppo pandemico H1N1 originale del 2009.

Tuttavia, il ceppo H1N1 derivato geneticamente ed emerso nel 2013-2014 conteneva una mutazione in questa regione dell’HA che aveva portato ad una debole reazione anticorpale e, successivamente, ad una mortalità insolitamente alta negli individui di mezza età.”

Nel caso del COVID-19, è possibile che la reazione del sistema immunitario innescata dal vaccino agisca in base all’imprinting originale, rendendo inefficaci i successivi vaccini COVID-19 aggiornati per colpire le varianti emergenti della SARS-CoV-2 .

Michael Worobey, professore di biologia evolutiva all’Università dell’Arizona, che ha condotto ricerche sull’imprinting nell’influenza], ha detto a STAT News: ” Ritengo [che il fenomeno dell’imprinting] sia un qualcosa di cui dobbiamo tener conto. Tra cinque anni potremmo assistere ad una riduzione dell’efficacia [dei vaccini COVID], se [il sistema immunitario] della popolazione sarà ancora bloccato nel ricordare la risposta al primo antigene [SARS-2] con cui era entrato in contatto” .

Prove di imprinting con i coronavirus.

Alcuni hanno sostenuto che i virus della SARS-2 non sembrano mutare così rapidamente come i virus dell’influenza, e questo renderebbe l’imprinting meno preoccupante, ma Hensley aveva già visto prove di imprinting nei coronavirus mentre lavorava allo sviluppo del test anticorpale per la COVID-19.

Campioni di sangue di persone con COVID-19 avevano avuto “drammatici” aumenti degli anticorpi contro l’OC43, un coronavirus che causa il comune raffreddore e che è collegato alla SARS-2, e contro i virus che causano la SARS e la MERS .

“Questi anticorpi non erano diretti a proteggere contro le infezioni da SARS-CoV-2, magari riducendo le ospedalizzazioni, ma erano aumentati dopo l’infezione da SARS-CoV-2,” hanno scritto Hensley e colleghi sulla rivista Cell .

Hensley ha anche suggerito che la risposta immunitaria data dalle terapie geniche COVID-19 potrebbe comunque essere così forte da annullare l’effetto dell’imprinting, mentre l’immunità all’infezione acquisita in modo naturale potrebbe portare a un imprinting che [in futuro] renderebbe le varianti più difficili da gestire per il sistema immunitario.

Ma la realtà è che nessuno sa davvero cosa succederà. Come ha detto a STAT News l’immunologo David Topham, direttore del New York Influenza Center of Excellence, potrebbero verificarsi diversi scenari che, per coloro che godono di un’immunità dovuta ad una precedente infezione da COVID-19, vanno dal problematico al favorevole :

“Questo potrebbe essere un problema, perché le cellule immunitarie specifiche per S2 [una proteina spike] spiazzano le cellule immunitarie specifiche per altri componenti della stessa proteina spike, cellule di cui però si avrebbe veramente bisogno per ottenere protezione.

 La cosa può essere irrilevante, nel senso che, alla fine, si avrà comunque una risposta immunitaria contro le altre parti della proteina e si otterrà un risultato. Oppure potrebbe essere un beneficio, perché [questo spiazzamento immunitario] potrebbe far sì che il sistema immunitario venga stimolato più rapidamente.”

Problemi con l’adescamento patogeno.

Un fenomeno correlato è l’adescamento [priming] patogeno, che si verifica quando, piuttosto che rafforzare l’immunità contro l’infezione, l’esposizione ad un virus o a un vaccino aumenta la capacità del virus di entrare ed infettare le cellule, con conseguente peggioramento della patologia .

 

Una ricerca pubblicata sul Journal of Translational Autoimmunity ha confermato che il trattamento con un vaccino può aumentare i rischi associati ad un virus di tipo naturale, piuttosto che fornire una protezione contro di esso, e ha concluso, come da titolo, “Il priming patogeno probabilmente contribuisce allo sviluppo di una malattia grave e critica e alla mortalità da COVID-19 attraverso il fenomeno dell’autoimmunità” .

Secondo lo studio:

“Il priming patogeno può essere più o meno grave nelle risposte immunitarie indotte dal vaccino o dall’infezione nei confronti di alcune proteine rispetto ad altre, a causa del peccato antigenico originale; la reazione immunologica contro gli autoantigeni può essere meno intensa quando i virus in rapida evoluzione si allontanano [geneticamente] dal  ceppo virale originale [contro cui era stato sintetizzato il vaccino].”

L’articolo del Journal of Translational Autoimmunity, scritto da James Lyons-Weiler dell’Institute for Pure and Applied Knowledge, un’organizzazione senza scopo di lucro che svolge ricerca scientifica nell’interesse pubblico, spiega come l’adescamento patogeno si fosse verificato durante i test clinici di un altro vaccino contro il coronavirus della SARS :

“Nella SARS, era stata osservata una forma di ‘adescamento’ del sistema immunitario durante gli studi sugli animali dei vaccini a base di proteine spike della SARS, e il fenomeno aveva portato ad un aumento della morbilità e della mortalità negli animali vaccinati che erano stati successivamente esposti al virus naturale della SARS.

I problemi, verificatisi in due studi, erano che, dopo il contatto post vaccinazione con il virus [naturale] della SARS  i vaccini ricombinanti a base di proteine spike della SARS  non avevano protetto dall’infezione da SARS-CoV, e che i topi [vaccinati] avevano sviluppato numerose patologie del tratto respiratorio ricche di infiltrati eosinofili a livello polmonare.

Allo stesso modo … i furetti precedentemente vaccinati contro la SARS-CoV avevano anch’essi sviluppato una forte risposta infiammatoria a livello del tessuto epatico (epatite). Entrambi gli studi avevano ipotizzato una ‘risposta immunitaria cellulare.’

 

Questi tipi di risultati poco favorevoli  vengono a volte indicati come “potenziamento immunitario (ADE),” tuttavia, questa terminologia quasi eufemistica non riesce a trasmettere l’aumento del rischio di malattia e di morte dovuto ad una precedente esposizione alla proteina spike della SARS. Per questo motivo, preferisco chiamare il fenomeno ‘priming patogeno.'”

Ci sono prove evidenti del rischio di ADE con i vaccini COVID-19.

Sono state anche sollevate notevoli preoccupazioni riguardo al potenziamento anticorpo-dipendente (ADE) e alla possibilità che i vaccini COVID-19 possano peggiorare la malattia COVID-19 attraverso il fenomeno dell’ADE .  Timothy Cardozo della NYU Langone Health e Ronald Veazey della Tulane University School of Medicine hanno cercato di capire se esista un numero sufficiente di lavori clinici che [per motivi etici] imponga ai medici di rivelare [ai loro pazienti]  che i vaccini COVID-19 potrebbero peggiorare la malattia, se il destinatario [del vaccino] dovesse successivamente venire a contatto il virus naturale.

Hanno esaminato reperti preclinici e clinici e hanno scoperto che l’ADE è un pericolo che non andrebbe trascurato. Hanno ipotizzato che :

“I vaccini COVID-19 progettati per stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti possono sensibilizzare i destinatari del vaccino [e indurli a contrarre] malattie più gravi che se non fossero stati vaccinati.

 I vaccini per SARS, MERS e RSV non sono mai stati approvati, e i dati generati nello sviluppo e nella sperimentazione di questi vaccini suggeriscono una seria preoccupazione meccanicistica:

 vale a dire che i vaccini progettati empiricamente usando l’approccio tradizionale (che consiste nella proteina spike virale del coronavirus non modificata o minimamente modificata per stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti), siano essi composti da proteine, vettori virali, DNA o RNA e, indipendentemente dal metodo di consegna, possono peggiorare la malattia COVID-19 attraverso il potenziamento anticorpo-dipendente (ADE).”

 

Hanno quindi concluso che, al fine di soddisfare gli standard di etica medica del consenso informato, le persone che prendono parte agli studi sui vaccini COVID-19, così come quelle a cui [il vaccino] viene somministrato dopo l’approvazione [all’uso d’emergenza], dovrebbero essere chiaramente informate del “rischio specifico e significativo di ADE da vaccino COVID-19” . Questo, tuttavia, non è stato [e non viene] fatto e la maggior parte di coloro che vengono vaccinati, probabilmente non ha mai sentito parlare di ADE, tanto meno della sua associazione con il vaccino sperimentale COVID-19.

Già gli individui vaccinati sembrano essere più suscettibili all’infezione dovuta ad alcune varianti di SARS-CoV-2, anche se resta da vedere se sono più inclini a contrarre malattie gravi.

Uno studio dei ricercatori dell’Università di Tel Aviv e del Clalit Health Services in Israele ha trovato che la variante sudafricana della SARS-CoV-2, soprannominata B.1. 351 (che attualmente rappresenta circa l’1% dei casi di COVID-19 in Israele) colpisce le persone vaccinate con il vaccino mRNA di Pfizer in misura maggiore rispetto alle persone non vaccinate .

Ci sono ancora molte domande senza risposta sui vaccini COVID-19, molte delle quali assolutamente sconosciute alla maggior parte del pubblico, l’immunopatologia Th2, per esempio. Se, comunque, sceglierete di farvi iniettare un vaccino COVID-19, sappiate che state partecipando ad un gigantesco esperimento e che state facendo da cavie, perché nessuno sa quale sarà il risultato finale.

(Dr. Joseph Mercola- articles.mercola.com--articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/04/29/original-antigenic-sin.aspx).

 

 

 

 

BAMBINA DI 7 ANNI MUORE 11 GIORNI

DOPO IL VACCINO, SECONDO IL RAPPORTO VAERS.

Comedonchisciotte.org- Massimo Cascone-( 09 Gennaio 2022)- ci dice :

(renovatio21.com-- Megan Redshaw-- Children’s Health Defense).                                    ).

 

I dati VAERS pubblicati venerdì dai Centers for Disease Control and Prevention includevano un totale di 1.017.001 segnalazioni di eventi avversi di tutti i gruppi di età a seguito dei vaccini COVID, inclusi 21.382 decessi e 166.606 feriti gravi tra il 14 dicembre 2020 e il 31 dicembre 2021.

I Centers for Disease Control and Prevention hanno pubblicato oggi nuovi dati che mostrano un totale di 1.017.001 segnalazioni di eventi avversi a seguito di vaccini COVID che sono state inviate tra il 14 dicembre 2020 e il 31 dicembre 2021 al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS).

Il VAERS è il principale sistema finanziato dal governo per la segnalazione di reazioni avverse al vaccino negli Stati Uniti.

I dati includevano un totale di 21.382 segnalazioni di decessi – con un aumento di 380 rispetto alla settimana precedente – e 166.606 segnalazioni di lesioni gravi, compresi i decessi, nello stesso periodo di tempo – 4.100 in più rispetto alla settimana precedente.

Escludendo i «rapporti esteri» al VAERS, negli Stati Uniti tra il 14 dicembre 2020 e il 31 dicembre 2021 sono stati segnalati 715.857 eventi avversi, inclusi 9.778 decessi e 63.089 feriti gravi.

I rapporti esteri sono rapporti che le sussidiarie estere inviano ai produttori di vaccini statunitensi. In base alle normative della Food and Drug Administration (FDA) statunitense, se a un produttore viene notificata una segnalazione di un caso estero che descrive un evento grave e non compare sull’etichetta del prodotto, il produttore è tenuto a presentare la segnalazione a VAERS.

Dei 9.778 decessi negli Stati Uniti segnalati al 31 dicembre, il 20% si è verificato entro 24 ore dalla vaccinazione, il 24% entro 48 ore dalla vaccinazione e il 61% si è verificato in persone che hanno manifestato sintomi entro 48 ore dalla vaccinazione.

Negli Stati Uniti, al 30 dicembre erano state somministrate 507I 0,1 milioni di dosi di vaccino COVID, inclusi 296 milioni di dosi di Pfizer, 194 milioni di dosi di Moderna e 18 milioni di dosi di Johnson & Johnson (J&J).

(vaers-vaccine-injury-january).

Ogni venerdì, VAERS pubblica i rapporti sui danni da vaccino ricevuti a partire da una data specificata. Le segnalazioni presentate a VAERS richiedono ulteriori indagini prima che possa essere confermata una relazione causale.

Storicamente, è stato dimostrato che VAERS riporta solo l’ 1% degli effettivi eventi avversi del vaccino.

I dati US VAERS dal 14 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni mostrano:

6.005 eventi avversi, di cui 126 classificati come gravi e 3 decessi segnalati.

La morte più recente riguarda una bambina di 7 anni (VAERS ID 1975356 ) del Minnesota che è morta 11 giorni dopo aver ricevuto la sua prima dose del vaccino COVID della Pfizer quando è stata trovata non responsiva dalla madre. Si attende l’autopsia.

13 segnalazioni di miocardite e pericardite (infiammazione del cuore)

15 segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue.

I dati US VAERS dal 14 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 per i ragazzi dai 12 ai 17 anni mostrano:

26.169 eventi avversi, di cui 1.516 classificati come gravi e 35 decessi segnalati.

La morte più recente riguarda una ragazza di 15 anni del Minnesota (VAERS ID 1974744 ), morta 177 giorni dopo aver ricevuto la sua seconda dose di Pfizer da un embolo polmonare. Si attende l’autopsia.

62 segnalazioni di anafilassi tra i giovani di età compresa tra 12 e 17 anni in cui la reazione era pericolosa per la vita, richiedeva un trattamento o provocava la morte, con il 96% dei casi attribuiti al vaccino Pfizer.

579 segnalazioni di miocardite e pericardite con 573 casi attribuiti al vaccino di Pfizer.

146 segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue, con tutti i casi attribuiti a Pfizer.

I dati US VAERS dal 14 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021, per tutti i gruppi di età combinati, mostrano:

Il 19% dei decessi era correlato a disturbi cardiaci.

Il 54% di coloro che sono morti erano maschi, il 41% erano femmine e i restanti rapporti di morte non includevano il sesso del defunto.

L’ età media della morte era 72,7.

Al 31 dicembre, 4.730 donne in gravidanza hanno riportato eventi avversi correlati ai vaccini COVID, comprese 1.499 segnalazioni di aborto spontaneo o parto prematuro.

Dei 3.386 casi di paralisi di Bell segnalati, il 51% è stato attribuito alle vaccinazioni Pfizer , il 41% a Moderna e l’8% a J&J.

825 segnalazioni di sindrome di Guillain-Barré (GBS), con il 41% dei casi attribuiti a Pfizer , il 29% a Moderna e il 28% a J&J.

2.252 segnalazioni di anafilassi in cui la reazione era pericolosa per la vita, richiedeva un trattamento o provocava la morte.

12.200 segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue negli Stati Uniti Di queste, 5.398 segnalazioni sono state attribuite a Pfizer, 4.345 segnalazioni a Moderna e 2.275 segnalazioni a J&J.

3.405 casi di miocardite e pericardite con 2.409 casi attribuiti a Pfizer, 1.220 casi a Moderna e 155 casi al vaccino COVID di J&J.

Il CDC non sta indagando sulla morte di 13 anni in seguito al vaccino COVID.

Il CDC non sta indagando sulla morte di un ragazzo di 13 anni del Michigan morto il 16 giugno 2021 di miocardite tre giorni dopo la sua seconda dose di vaccino COVID della Pfizer.

Judicial Watch mercoledì ha ottenuto 314 pagine di documenti dal CDC, comprese le comunicazioni del direttore Dr. Rochelle Walensky che mostravano una richiesta di informazioni sulla morte di Jacob Clynick.

Nelle comunicazioni, i funzionari del CDC hanno affermato che l’agenzia non è stata attivamente coinvolta nelle indagini sulla morte di Clynick, sebbene sia entrata in contatto con il dipartimento sanitario statale e il patologo che ha confermato che i risultati preliminari hanno mostrato «allargamento ventricolare bilaterale e istologia coerenti con la miocardite».

Il funzionario ha affermato che l’agenzia è stata in contatto per «mantenere la consapevolezza della situazione», ma ha affermato che spetta agli stati condurre indagini sui decessi segnalati a seguito dei vaccini COVID.

La morte dell’adolescente non è stata riconosciuta dai funzionari del CDC nelle presentazioni sulla miocardite o sulla sicurezza dei vaccini durante le riunioni tenute dal comitato consultivo sulla sicurezza dei vaccini dell’agenzia, che formula raccomandazioni cliniche per l’uso dei vaccini COVID nei bambini.

Più bambini muoiono per vaccini che per COVID.

Come riportato da The Defender giovedì, un’infermiera della Louisiana il mese scorso ha detto ai legislatori statali che il suo ospedale sta assistendo a reazioni «terrificanti» ai vaccini COVID, inclusi coaguli di sangue, infarti, ictus, encefalopatia e aritmia cardiaca, e il personale non li segnala al VAERS.

Collette Martin, RN, un’infermiera praticante per 17 anni, durante la testimonianza a un’audizione della Louisiana House Health and Welfare Committee, ha detto al rappresentante statale Lawrence Bagley che la maggior parte dei professionisti medici nel suo ospedale non è nemmeno a conoscenza dell’esistenza del VAERS.

Martin ha affermato di aver sollevato preoccupazioni sulle reazioni avverse ai vaccini COVID e sulla mancata segnalazione agli amministratori ospedalieri, ma è stata «ripetutamente respinta».

È convinzione di Martin che solo una frazione dei decessi venga segnalata al VAERS poiché il suo ospedale e altri «non stanno segnalando nulla».

La variante di Omicron ha meno probabilità di causare danni ai polmoni o morte.

Come riportato da The Defender mercoledì, numerosi studi sulle infezioni da Omicron hanno mostrato una diminuzione del danno polmonare e una diminuzione dei tassi di mortalità sia nei tessuti animali che umani, ma una maggiore trasmissibilità della variante di Omicron.

Un gruppo di scienziati giapponesi e americani il 29 dicembre ha pubblicato uno studio su criceti e topi infettati da Omicron o da una delle numerose varianti precedenti. I risultati hanno mostrato che le persone infette da Omicron avevano meno danni ai polmoni, perso meno peso e avevano meno probabilità di morire.

Secondo lo studio preliminare, scritto da oltre 50 scienziati internazionali, gli esperimenti «hanno osservato una minore infezione delle cellule bronchiali di criceto in vivo con Omicron rispetto al virus Delta».

I ricercatori hanno anche riscontrato un carico virale inferiore nelle cavità nasali dei topi infettati da Omicron rispetto a quelli infettati con altri ceppi SARS-CoV-2.

 

Questo studio sui roditori è coerente con i risultati annunciati all’inizio di dicembre dai ricercatori dell’Università di Hong Kong e con i dati epidemiologici provenienti dal Sud Africa negli ultimi due mesi. Mentre i casi sono saliti alle stelle, i ricoveri e i decessi sono diminuiti rispetto a Delta.

Lo studio mostra che il vaccino contro il COVID altera i cicli mestruali delle donne.

L’ analisi di migliaia di record mestruali ha mostrato cicli delle donne cambiati dopo i vaccini COVID, convalidando segnalazioni aneddotiche da migliaia di donne che hanno detto loro cicli mestruali erano fuori dopo la vaccinazione.

Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Obstetrics & Gynecology, le donne vaccinate avevano cicli mestruali leggermente più lunghi dopo il vaccino COVID rispetto a quelle che non erano state vaccinate.

La durata del ciclo è tornata alla normalità entro uno o due mesi, con un ritardo più pronunciato nelle donne che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino durante lo stesso ciclo mestruale. Queste donne hanno avuto il ciclo due giorni dopo il solito, hanno scoperto i ricercatori.

Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Oregon Health & Science University e della Warren Alpert Medical School della Brown University, in collaborazione con Natural Cycles, la cui app è utilizzata da milioni di donne in tutto il mondo per monitorare i propri cicli.

 (7 gennaio 2022, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.).

(renovatio21.com/bambina-di-7-anni-muore-11-giorni-dopo-il-vaccino-secondo-il-rapporto-vaers/).

 

 

 

 

 

AIFA E FARMACOVIGILANZA: CHE FINE HA FATTO L’ULTIMO RAPPORTO SUI VACCINI ANTI COVID?

Comedonchisciotte.org- Massimo Cascone-( 08 Gennaio 2022  )-ci dice :

(byoblu.com).

 

Anno nuovo, abitudini vecchie. Dalle decisioni del Governo fino alla strategia assunta dalle agenzie di regolamentazione del farmaco, niente sembra essere cambiato rispetto all’anno precedente.

Ancora assente il decimo rapporto sui vaccini anti Covid.

Il 2022 si sarebbe dovuto infatti aprire con la tempestiva pubblicazione del tanto atteso decimo rapporto di farmacovigilanza dell’AIFA sui vaccini anti Covid. Si tratta del report che analizza l’andamento delle segnalazioni di reazioni avverse a seguito della somministrazione dei vaccini.

Bene, fino al settembre scorso questo rapporto veniva pubblicato con una cadenza mensile ed era arrivato il 26 settembre alla sua nona edizione. Da allora però tutto è fermo e nessun aggiornamento è stato più fatto.

Il motivo? Nell’ultimo report si poteva leggere la seguente affermazione: “Considerata la stabilità dell’andamento delle segnalazioni per i diversi vaccini COVID­19, il Rapporto di sorveglianza non sarà più pubblicato con cadenza mensile bensì trimestrale”.

Questo vuol dire che il rapporto sarebbe dovuto essere disponibile subito dopo il 26 dicembre, ossia alla scadenza dei tre mesi. E invece, passata la prima settimana di gennaio, nessuna novità è disponibile. Abbiamo contattato l’ufficio stampa dell’agenzia per avere notizie sulle tempistiche di pubblicazione e ci hanno risposto con tono rassicurante che: “Il rapporto sarà disponibile entro gennaio”. Con calma quindi, senza nessuna fretta, il report potrebbe vedere la luce solo alla fine del mese.

Un’occasione persa per la farmacovigilanza.

Suscita tuttavia qualche perplessità il tempismo di questo rallentamento, che arriva in concomitanza con diverse novità nella campagna di vaccinazione contro il Covid. Innanzitutto da ottobre scorso sono iniziate le somministrazioni delle terze dosi principalmente destinate a soggetti fragili e personale sanitario.

Sarebbe stato quindi di notevole interesse venire a conoscenza per tempo di un report dettagliato su eventuali segnalazioni post terza inoculazione.

È infatti particolarmente interessante notare il picco di segnalazioni che si erano verificate nel periodo di gennaio 2021, ondata poi progressivamente scesa, con tutta probabilità da attribuire al personale medico sanitario, una categoria verosimilmente più attenta e tempestiva nella segnalazione di effetti avversi.

Aifa-comirnaty.

E durante un’emergenza in cui le evidenze scientifiche sembrano cambiare da un giorno all’altro, non avere quest’informazione tempestiva e puntuale rappresenta un’occasione persa. Così come l’inizio delle vaccinazioni in età pediatrica, autorizzate ad inizio dicembre dalla stessa AIFA. Anche per capire gli effetti nel breve periodo di queste somministrazioni occorrerà attendere ancora qualche settimana.

Non ci sono le basi giuridiche per l’obbligo.

Si tratta tuttavia di una serie di informazioni che dovrebbero essere rese accessibili a tutti i cittadini, soprattutto nel momento in cui il Governo Draghi ha scelto la via dell’obbligo per diverse categorie di persone: forze dell’ordine, insegnanti e over 50 nell’ultimo periodo.Ad oggi infatti l’introduzione dell’obbligo della vaccinazione contro il Covid risulta essere in contrasto con la giurisprudenza italiana e in particolare con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale sulla materia.

E ad oggi, secondo l’ultimo rapporto di farmacovigilanza, sono 16 i decessi direttamente correlabili alla vaccinazione, che quindi rendono il vaccino contro il Covid differente in maniera sostanziale rispetto alle vaccinazioni finora rese obbligatorie.

(byoblu.com/2022/01/07/aifa-e-farmacovigilanza-che-fine-ha-fatto-lultimo-rapporto-sui-vaccini-anti-covid/).

 

 

 

 

LA NARRATIVA DEL COVID-19  È FOLLE

E ILLOGICA… E FORSE NON È UN CASO.

Comedonchisciotte.org- Moravagine- ( 07 Gennaio 2022 )- ci dice :

(Kit Knightly, off-guardian.org).

 

Forse costringere le persone a credere alle tue bugie, anche dopo aver ammesso di mentire, è la forma più pura di potere.

 

“Non solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna è stata tacitamente negata dalla loro filosofia. L’eresia delle eresie era buon senso”.

(George Orwell, 1984).

 

La narrativa della “pandemia di Covid” è folle. Questo è ormai consolidato da tempo, non abbiamo davvero bisogno di entrare nel come o perché qui. Leggi il nostro repertorio storico.

Le regole sono prive di significato e arbitrarie, il messaggio contraddittorio, la stessa premessa priva di senso.

Ogni giorno una nuova follia viene lanciata nel mondo, e mentre molti di noi alzano gli occhi al cielo, alzano la voce o semplicemente ridono… molti altri lo accettano, ci credono, permettono che continui.

Prendiamo la situazione in questo momento in Canada, dove il governo ha imposto un mandato di vaccinazione agli operatori sanitari, il che significa che nella sola Columbia Britannica oltre 3000 dipendenti ospedalieri erano in congedo non retribuito entro il 1° novembre.

Come hanno risposto i governi locali alla carenza di personale?

Cercano dipendenti vaccinati anche se positivi.

Che tu lo creda o meno, i test significano qualcosa, in teoria. Nella realtà che cercano di venderci ogni giorno, risultare positivi significa che sei portatore di una malattia pericolosa.

Quindi chiedono che le persone presumibilmente portatrici di un “virus mortale” lavorino, piuttosto che lasciare semplicemente che persone non vaccinate perfettamente sane riottengano il loro lavoro.

Questa è follia.

Ma c’è qualcosa che può illustrare meglio le priorità di coloro che gestiscono il gioco?

Sappiamo già che non si tratta di un virus, non si tratta di proteggere il servizio sanitario e non si tratta di salvare vite. Ogni giorno le persone che gestiscono la “pandemia” lo ammettono con le loro azioni e persino con le loro parole.

Piuttosto, sembra che si tratti di far rispettare regole che hanno poco o nessun senso, richiedere conformità al prezzo della ragione, tracciare linee arbitrarie sulla sabbia ed esigere che le persone le rispettino, facendo credere alle persone “fatti” che si possono dimostrare non veri.

Ma perché? Perché la storia del Covid è irrazionale e contraddittoria? Perché da un lato ci viene detto di avere paura e dall’altro che non c’è nulla di cui aver paura?

Perché la “pandemia” è così completamente folle?

Potresti obiettare che è una semplice coincidenza. Il sottoprodotto di una narrativa in evoluzione multifocale, una storia raccontata da un migliaio di autori contemporaneamente, ognuno preoccupato di coprire il proprio piccolo pezzo di agenda. Un’auto con più conducenti che litigano per un singolo volante.

Probabilmente c’è del vero in questo.

Ma è anche vero che il controllo, il vero controllo, si ottiene solo con una bugia.

In psicologia clinica uno dei segni diagnostici dello psicopatico è che racconta compulsivamente bugie elaborate. Egli mentirà tante volte anche se raccontare la verità sarebbe più vantaggioso.

Nessuno sa perché lo facciano, ma ho una teoria, e si applica sia agli sciami di topi microcefali che gestiscono le fogne del potere sia ad una singola mostruosità.

Se vuoi controllare le persone, devi mentire loro, è l’unico modo per assicurarti di avere potere.

Se ti trovi in mezzo alla strada e io grido “attenzione, sta arrivando un’auto” e ti muovi proprio mentre un’auto passa di corsa, non saprò mai se ti sei mosso perché l’ho detto io o perché la macchina era reale.

Se il mio interesse fosse quello di assicurarmi che tu non ti faccia male, questo non mi importerebbe comunque.

Ma cosa succede se il mio unico vero scopo è la gratificazione di vederti fare quello che dico, semplicemente perché l’ho detto?

…beh, allora ho bisogno di urlare un avvertimento di un’auto che non esiste, e guardarti schivare una minaccia immaginaria. O, in effetti,

dirti che non c’è nessuna macchina e guardare mentre vieni travolto.

Solo così posso essere sicuro che le mie parole contano per te più della realtà percepibile, e solo allora so di avere veramente il controllo.

Non puoi mai controllare le persone con la verità, perché la verità ha un’esistenza al di fuori di te che non può essere alterata o diretta.

Potrebbe essere la verità stessa che controlla le persone, non te.

Non puoi mai costringere le persone a obbedire a regole che hanno senso, perché potrebbero obbedire alla ragione, non alla tua forza.

Il vero potere sta nel far temere alle persone qualcosa che non esiste, e fare in modo che abbandonino la ragione per proteggersi dalla minaccia inventata.

Per garantirti il controllo, devi far vedere alle persone cose che non ci sono, farle vivere in una realtà che costruisci intorno a loro e costringerle a seguire regole arbitrarie e contraddittorie che cambiano di giorno in giorno.

Per testare veramente la loro lealtà, il loro stato di ipnosi, potresti anche dir loro che non c’è più nulla di cui aver paura, ma devono comunque seguire le regole.

Forse è questo il punto. Magari non sarebbe necessario che la storia sia credibile. Forse le regole non sono fatte per avere un senso, sono fatte per essere rispettate.

Forse più contraddittorie e illogiche diventano le normative, più viene apprezzata la tua conformità.

Forse se riesci a costringere una persona ad abbandonare il suo giudizio a favore del tuo, hai il controllo totale sulla sua realtà.

Abbiamo iniziato con una citazione di Orwell, quindi finiamo con un’altra:

“Il potere sta nel fare a pezzi le menti umane e rimetterle insieme in nuove forme di tua scelta”.

Non è quello che stiamo vedendo ora? Quello che abbiamo visto fin dall’inizio?

Persone condizionate ad aver paura di qualcosa che è stato detto non essere spaventoso, a seguire regole che gli viene detto non sono necessarie, a prendere “medicinali” che gli viene detto che non funzionano.

Forse costringere le persone a credere alle tue bugie, anche se ammetti di mentire, è l’espressione più pura del potere.

(Kit Knightly, off-guardian.org-- off-guardian.org/2021/12/29/the-covid-narrative-is-insane-and-illogical-and-maybe-thats-no-accident/).

 

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