“LA POPOLAZIONE VIENE UCCISA.”
“LA POPOLAZIONE VIENE UCCISA.”
La
popolazione viene uccisa
con i
"vaccini" Covid mRNA.
UNZ.COM- PAUL CRAIG ROBERTS •( 6 GENNAIO 2022)- ci dice :
Uno
studio scientifico recentemente pubblicato da ricercatori britannici ha
scoperto che per gli uomini sotto i quarant'anni il rischio di miocardite è
quasi raddoppiato dopo il primo jab di Pfizer. Il rischio è raddoppiato di
nuovo dopo il secondo jab, ed è raddoppiato di nuovo dopo il terzo jab a otto
volte il rischio di base. Per la versione Moderna, i rischi erano 16 volte il
rischio di base dopo il secondo jab.(alexberenson.substack.com/p/more-bad-news-on-covid-vaccines-and/comments).
Perché
allora ci sono mandati sui vaccini? Questa è stupidità o un programma di
spopolamento? Questa è una domanda legittima.
Gli
effetti avversi, o effetti collaterali, dei "vaccini" mRNA che sono
sottostimati al VAERS non sono effetti collaterali nel senso tradizionale, come
una risposta allergica a un vaccino o l'effetto di una sostanza contenuta in un
vaccino su un persona sensibile a quella sostanza.
Quelli
che vengono chiamati effetti avversi sono le conseguenze del
"vaccino" che ha trasformato il sistema immunitario umano in un'arma
contro il proprio corpo, come descritto dal Dr. Sucharit Bahkdi e altri: (paulcraigroberts.org/2022/01/
05/video-dr-sucharit-bhakdi-questi-vaccini-stanno-uccidendo-i-giovani-e-i-vecchi-stanno-uccidendo-i-nostri-bambini/).
Quello
che si dice essere un immunogeno è in realtà un patogeno progettato per essere
distribuito in tutto il corpo e per attaccare cuore, polmoni, cervello, ovaie e
tutti gli organi vitali. Ne risultano disabilità e decessi.
Ci
sono valide ragioni per sospettare che sia il virus che il vaccino siano agenti
patogeni ingegnerizzati.
Uno è
che entrambi erano in fase di sviluppo da molto tempo.
Un altro motivo è che al fine di generare un
alto livello di paura per preparare le persone a mettersi in fila per la
"protezione" del vaccino, il trattamento è stato sospeso per
massimizzare il tasso di mortalità e le cure note come HCQ e Ivermectina
sono state demonizzate e bandito dall'uso.
E ora il malvagio regime di Biden ha preso il
controllo di un terzo trattamento, gli anticorpi monoclonali, e li sta
nascondendo ai pazienti. (realclearpolitics.com/video/2022/01/03/desantis_biden_admin_has_seized_control_of_monoclonal_antibodies_not_distributing_it_the_way_it_should_be.html).
Il
motivo per sospendere le cure è aumentare il tasso di vaccinazione.
Un
altro motivo per cui la "pandemia" è sospetta è che tutte le
discussioni e le prove indipendenti vengono soppresse dai media corrotti e
dall'establishment medico.
La narrativa è controllata e la vaccinazione è
presentata come l'unica alternativa anche se ora è ammesso che il vaccino è
inefficace contro il Covid-19 e le sue varianti.
L'attuale motivazione del vaccino è stata
espressa l'altro giorno dall'incompetente Segretario alla Difesa che, a triplo
attacco, ha comunque preso il Covid e ha spiegato che i jab lo proteggevano
dall'avere un caso più grave.
Quindi
abbiamo un vaccino che non funziona contro i casi lievi del virus ma funziona
contro i casi gravi! Come funziona?
L'evidenza
medica e scientifica è del tutto chiara che l'intera narrativa Covid è
controfattuale e che le autorità lo sanno.
Eppure
continuano a spingere, usando la coercizione, per ulteriori vaccinazioni.
La
vaccinazione non protegge. Fa male. Quindi l'unico motivo per applicarlo è uccidere
le persone.
L'incapacità
delle persone di diffidare delle "autorità" e l'incapacità delle
persone di informarsi e pensare da sole garantisce che milioni di persone
moriranno per essere vaccinati.
Quando vedi migliaia di medici e scienziati
medici indipendenti che condannano il vaccino solo per essere ignorato dalle
organizzazioni burocratiche di "salute pubblica", hai prove evidenti
che la vera autorità non sta parlando.
Viene
soppresso.
Ogni
volta che il dibattito e l'informazione vengono soppressi, sai che qualcosa
viene nascosto e che è in funzione un'agenda segreta.
La
"pandemia Covid" orchestrata è un enorme crimine contro l'umanità. Gli permetteremo di farla franca? O
rimarranno troppo pochi di noi per fare qualcosa al riguardo?
Addendum:
Un
esperto mi ha fatto notare che chiaramente alle autorità mediche non importa se
il vaccino sta uccidendo le persone, e le morti sono coerenti con l'intento di Bill Gates-World Economic Forum di ridurre la popolazione mondiale.
Tuttavia,
un obiettivo intermedio è il passaggio al passaporto vaccinale come in
Germania, Austria, Italia, Grecia e con Francia, Belgio e Paesi Bassi che
stanno per aderire alla richiesta di un ID digitale che consenta di tracciare
tutti e ogni interazione e, quindi, il controllo della popolazione con
ricompense e punizioni come il sistema di credito sociale cinese. Ciò consente alle popolazioni
controllate di essere capro espiatorio per il caos causato dallo spopolamento.
Questa
è una spiegazione ragionevole per l'enfasi sui passaporti Covid.
Come è
noto e ammesso che il vaccino è inefficace come protezione contro il virus, e
poiché il virus è pericoloso principalmente per i pazienti non trattati con
comorbilità, il passaporto è inutile per qualsiasi scopo diverso dal controllo. Il passaporto non fornisce alcuna
protezione contro la diffusione del virus e l'attacco del sistema immunitario
agli organi vitali del corpo.
Difendono
il clima mentre
preparano
la fine del mondo.
Globalresearch.ca, Manlio Dinucci- ( November 02, 2021)-ci dice
(ilmanifesto.it).
Agli
inizi di ottobre l’Italia ha ospitato la riunione preparatoria della Conferenza
Onu sul cambiamento climatico, attualmente in corso a Glasgow.
Due
settimane dopo l’Italia ha ospitato un altro evento internazionale che, a
differenza del primo ampiamente reclamizzato, è stato passato sotto silenzio
dal governo:
l’esercitazione Nato di guerra nucleare Steadfast Noon nei cieli dell’Italia
settentrionale e centrale.
Vi hanno partecipato per sette giorni, sotto
comando Usa, le forze aeree di 14 paesi Nato, con cacciabombardieri a duplice
capacità nucleare e convenzionale dislocati nelle basi di Aviano e Ghedi.
Ad Aviano è schierata in permanenza la 31a
squadriglia Usa. con cacciabombardieri F-16C/D e bombe nucleari B61.
A
Ghedi il 6° Stormo dell’Aeronautica italiana con cacciabombardieri Tornado
PA-200 e bombe nucleari B61.
La
Federazione degli Scienziati Americani conferma nel 2021 che «all’Aeronautica italiana sono
assegnate missioni di attacco nucleare con bombe Usa, mantenute in Italia sotto
controllo della US Air Force, il cui uso in guerra deve essere autorizzato dal
Presidente degli Stati uniti».
Le
basi di Aviano e Ghedi sono state ristrutturate per accogliere i caccia F-35A
armati delle nuove bombe nucleari B61-12.
Lo
scorso ottobre è stato effettuato nel Nevada il test finale con lo sgancio di
B61-12 inerti da due caccia F-35A.
Tra
non molto le nuove bombe nucleari arriveranno in Italia: nella sola base di
Ghedi possono essere schierati 30 caccia italiani F-35A, pronti all’attacco
sotto comando Usa con 60 bombe nucleari B61-12.
All’armi,
il nemico è alle porte.
Una
settimana dopo aver partecipato all’esercitazione di guerra nucleare, l’Italia
ha partecipato alla Conferenza Onu sul cambiamento climatico, presieduta dal
Regno Unito in partenariato con l’Italia.
Il
premier britannico Boris Johnson ha avvertito che «manca un minuto a mezzanotte
e abbiamo bisogno di agire ora» contro il riscaldamento globale che sta
distruggendo il pianeta.
Usa in
tal modo strumentalmente il simbolico Orologio dell’Apocalisse, che in realtà segna a quanti minuti
siamo dalla mezzanotte nucleare.
Lo stesso Boris Johnson pochi mesi fa, in
marzo, ha annunciato il potenziamento dei sottomarini britannici da attacco
nucleare:
gli Astute (prezzo 2,2 miliardi di dollari ciascuno), armati di missili
nucleari Usa da crociera Tomahawk IV con raggio di 1.500 km, e i Vanguard,
armati di 16 missili balistici Usa Trident D5 con raggio di 12.000 km, dotati
di oltre 120 testate nucleari.
Questi
ultimi verranno presto sostituiti dagli ancora più potenti sottomarini della classe Deadnough.
I sottomarini britannici da attacco nucleare,
che incrociano in profondità lungo le coste della Russia, navigano ora anche lungo quelle della
Cina, partendo dall’Australia a cui Usa e Gran Bretagna forniranno sottomarini
nucleari.
La Gran Bretagna, che ospita la Conferenza per
salvare il pianeta dal riscaldamento globale, contribuisce in tal modo alla
corsa agli armamenti che porta il mondo verso la catastrofe nucleare.
Su
questo sfondo è fuorviante il video promozionale della Conferenza:
il Dinosauro, simbolo di una specie estinta,
che dal podio delle Nazioni Unite avverte gli umani di salvare la loro specie
dal riscaldamento globale.
In
realtà, confermano studi scientifici, i dinosauri si estinsero non per il
riscaldamento, ma per il raffreddamento della Terra dopo l’impatto di un enorme
meteorite che, sollevando nubi di polveri, oscurò il Sole.
Esattamente
ciò che avverrebbe in seguito a una guerra nucleare:
oltre a catastrofiche distruzioni e alla
ricaduta radioattiva sull’intero pianeta, essa provocherebbe, in aree urbane e
forestali, enormi incendi che immetterebbero nell’atmosfera una coltre di fumo
fuligginoso, oscurando il Sole.
Ciò
determinerebbe un raffreddamento climatico della durata anche di anni:
l’inverno nucleare. Si estinguerebbe di conseguenza la maggior parte delle
specie vegetali e animali, con effetti devastanti anche sull’agricoltura. Il freddo e la denutrizione
ridurrebbero la capacità di sopravvivenza dei pochi superstiti, portando la
specie umana all’estinzione.(Manlio Dinucci- ilmanifesto.it).
CORONAVIRUS.
Il
covid-19 ha causato quasi un milione di morti.
Come
ci siamo arrivati?
Internazionale.it-
Adam Vaughan, New Scientist, Regno Unito-(21 settembre 2020)-ci dice:
(Ecco
,ufficiali del governo trasportano una bara finta per mettere in guardia la
popolazione sui rischi del covid-19 a Jakarta, Indonesia, 28 agosto 2020. Dita
Alangkara, Ap/LaPresse).
Tutto
è cominciato il 9 gennaio. In un ospedale di Wuhan, in Cina, un uomo di 61 anni
è diventato la prima persona al mondo ufficialmente morta a causa di un nuovo
coronavirus. All’epoca gli scienziati non credevano che ci fossero prove chiare
di una trasmissione tra esseri umani.
Ora ci
stiamo avvicinando a un bilancio globale di un milione di morti, con il virus
che da Wuhan si è diffuso in tutto il mondo. Il vero numero delle vittime è
molto più alto e non sarà determinato per anni, perché molte delle persone
uccise dal virus non sono state sottoposte a test. Cosa è successo?
Alcune
settimane dopo la notizia del primo decesso in Cina, sono emersi alcuni casi in
Thailandia, Giappone e Corea del Sud. La prima vittima al di fuori della Cina è
stata confermata il 2 febbraio nelle Filippine. L’11 marzo l’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato una pandemia.
Inizio
graduale.
Nei
mesi successivi praticamente nessun paese è stato risparmiato dal covid-19 o
dal nuovo coronavirus che lo provoca. Solo alcuni stati-isola, come Saint Lucia
e le Seychelles, e stati poco trasparenti, come l’Eritrea, non hanno registrato
alcun caso. In termini assoluti, e non relativi alla popolazione, gli Stati
Uniti sono di gran lunga il paese più colpito, con più di 199mila decessi,
seguito da Brasile, India, Messico e Regno Unito.
Inizialmente
l’aumento dei morti per covid-19 è stato graduale. Sono occorsi due mesi perché
il bilancio superasse i 774 morti dell’epidemia di sars del 2003, causata a sua
volta da un altro coronavirus. Poi le cose hanno subìto un’accelerazione. Alla
malattia sono stati sufficienti tre mesi e mezzo per uccidere duecentomila
persone. I successivi duecentomila morti sono arrivati in poco meno di due
mesi, e gli ulteriori duecentomila in un lasso di tempo analogo. Alla fine di
agosto è servito appena un altro mese perché altre duecentomila persone
perdessero la vita.
“La
crescita più rapida è stata registrata proprio tra la fine di luglio e buona
parte del mese di agosto. Oggi osserviamo un leggero rallentamento del tasso di
mortalità”, dice Hannah Ritchie del sito di studi scientifici Our world in
data, che raccoglie dati sulla pandemia fin dall’inizio.
Il
cuore della pandemia negli ultimi nove mesi si è spostato da un continente
all’altro
Ogni
giorno, nelle ultime settimane, tra le cinque e le seimila persone nel mondo
sono morte di una malattia di cui nessuno aveva sentito parlare un anno fa.
Queste cifre sono rimaste stabili nell’ultimo mese, ma niente garantisce che lo
rimarranno. “Una combustione lenta può comunque essere devastante a lungo
termine”, dice Jennifer Dowd dell’università di Oxford. “Siamo di fronte a un
incendio incontrollato che cerchiamo di spegnere. Buona parte del mondo è
ancora vulnerabile, e c’è quindi ancora molta materia infiammabile. Credo che
la situazione varierà, come un incendio incontrollato, nel tempo e nello
spazio”.
Il
cuore della pandemia negli ultimi nove mesi si è spostato da un continente
all’altro. Ma quando a febbraio hanno cominciato a esserci casi mortali in
tutto il mondo, la maggioranza era ancora in Cina. Sono state necessarie severe
limitazioni di movimento perché il numero delle vittime nel paese calasse, a
marzo.
Il
paese successivo è stato l’Iran. Alla metà di febbraio ha annunciato le prime
morti confermate per covid-19 in Medio Oriente, anche se successive fughe di
notizie hanno rivelato che i primi decessi erano stati registrati a gennaio.
Poi le morti hanno cominciato a crescere in Europa. La prima è stata l’Italia,
seguita da Spagna e Regno Unito, dove i giornali hanno dedicato le copertine ai
primi morti, prima che i numeri diventassero troppo alti per registrare nel
dettaglio ogni decesso.
“Le
persone si chiedevano quanto grave fosse la cosa, rispetto all’influenza. Poi
alla decima settimana (quella cominciata il 2 marzo), all’undicesima, alla
dodicesima e alla tredicesima settimana, ci siamo accorti che non era solo
un’influenza, ma qualcosa di enorme”, dice “Lasse Vestergaard di EuroMomo” (un osservatorio della mortalità in
Europa), creato dopo la pandemia d’influenza A/H1N1 (detta suina) del 2009 e
2010 come sistema di segnalazione rapida per le future pandemie, e che monitora
le morti in eccesso in 24 paesi europei.
I
nuovi decessi, a partire da maggio, sono stati perlopiù nel continente
americano. “Gli Stati Uniti sono stati colpiti duramente, e lo stesso vale per
l’America Latina, al livello regionale”, dice Ritchie. I morti a New York sono
stati più numerosi che in qualsiasi altro stato degli Stati Uniti. Più di metà
delle morti globali finora è stata registrata nelle Americhe.
Nelle
ultime settimane c’è stata una nuova svolta, con l’India che è diventata il
secondo paese con il maggior numero di casi, dopo gli Stati Uniti. È seguito un
aumento del numero dei morti, che a oggi ha superato gli 85mila. “Da alcuni
mesi l’India ha avuto una traiettoria costantemente in rialzo, e non ci sono
segnali di un rallentamento. Ma se confrontati al totale della popolazione, si
tratta di una percentuale ancora molto bassa”, spiega Oliver Watson
dell’Imperial college di Londra.
Differenze
tra paesi ricchi e meno ricchi.
All’inizio
della pandemia, una capacità limitata di effettuare i test ha ridotto le
possibilità degli stati e dei ricercatori di determinare quante persone la
malattia stesse davvero uccidendo. “In quel momento eravamo piuttosto confusi
dalla distribuzione geografica”, dice Ritchie. “Non conoscevamo davvero la
situazione in altri luoghi del mondo, in particolare nei paesi a basso
reddito”.
Nonostante
la situazione si sia fatta più chiara, rimangono alcuni dubbi. “Credo che la
principale sorpresa siano stati i paesi a basso reddito, soprattutto in
Africa”, dice Dowd. “Se crediamo alle statistiche sulla mortalità, le cose lì
non sono andate male come si credeva”. Il conteggio ufficiale delle vittime nei
paesi africani è rimasto basso. L’eccezione è il Sudafrica, con quindicimila
vittime.
I
ricercatori stanno ancora cercando di capire perché il numero di casi sia
limitato in molti paesi a basso reddito. Tra i possibili motivi ci sono la
mancanza di dati, la giovane età media della popolazione, o semplicemente il
fatto che molti di essi abbiano rapidamente imposto misure di confinamento.
Un’altra spiegazione è che non siano stati altrettanto colpiti da infezioni
derivanti dagli spostamenti aerei.
Gli
esperti sostengono che gli effetti della pandemia sulla mortalità saranno di
lunga durata.
Questi
spostamenti spiegherebbero perché, con il passare del tempo, la concentrazione
dei decessi sia comunque in buona parte passata dai paesi ad alto reddito a
quelli a minor reddito. Stando a quanto osservato fino all’8 settembre, Watson
ha rilevato che il 45 per cento dei decessi si è verificato in paesi ad alto
reddito, il 40,5 per cento in paesi a reddito medio-alto, il 13 per cento in
paesi dal reddito medio-basso, e lo 0,6 per cento in paesi a basso reddito.
Quanto
al rischio personale, quando si sono registrate le prime morti in ciascun
paese, i mezzi d’informazione si sono concentrati unicamente sul fatto che le
vittime avessero o meno problemi di salute pregressi, come un’alta pressione
sanguigna. “Le domande iniziali sono state sull’effettiva letalità del virus, e
sul fatto che colpisse o meno solo i più malati e fragili”, dice Dowd. Sono
stati fatti molti paragoni con l’influenza, che uccide tra le 290mila e le
650mila persone all’anno su scala globale.
Morti
in eccesso.
Quel
che è diventato evidente è che il covid-19 non sta uccidendo solo le persone
che sarebbero probabilmente morte presto. “In media queste persone avevano
ancora un’alta speranza di vita davanti a loro”, dice Dowd. “Secondo alcune
stime a ogni morto di covid restavano ancora, in media, undici anni da vivere”.
Anche
dalle statistiche sulle morti in eccesso emerge che buona parte delle persone
morte a causa del covid-19 non sarebbero decedute a breve. Gli Stati Uniti
hanno già registrato più di duecentomila morti in eccesso quest’anno, e il
Regno Unito più di sessantamila. Se il covid-19 avesse semplicemente anticipato
le morti di alcuni mesi, il numero di morti mediamente registrati sul lungo
periodo, dopo il picco delle infezioni da covid-19, sarebbe stato molto più
basso. Così non è stato e sembra improbabile che accada, dice Dowd.
Tuttavia
esistono problemi di salute cronici che effettivamente aumentano il rischio di
morte da covid-19, tra cui il diabete o i casi più gravi di asma. Negli Stati
Uniti il 94 per cento delle persone morte di covid-19 aveva anche altri
problemi di salute, noti come comorbilità, con una media di 2,6 disturbi a
persona. Queste cifre sono state usate ad agosto per sostenere erroneamente,
come ha fatto anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che solo il 6
per cento fosse davvero morto di covid-19. In realtà molte di queste
comorbilità erano state determinate proprio dal covid-19, come la polmonite.
In
alcuni paesi anche il fatto di essere di sesso maschile, più povero, più anziano,
oppure nero o dell’Asia meridionale – invece che bianco – è stato associato a
un aumento del rischio di morire di questa malattia. In Inghilterra, per
esempio, il tasso di mortalità è stato più altro tra i neri e gli asiatici che
tra i bianchi, anche perché le loro tipologie di lavoro li portavano più spesso
a essere esposti al virus.
“Il
più evidente fattore di rischio è l’età”, dice Ritchie. “Dai sessant’anni in
poi, scatta un aumento del rischio. E quando si hanno più di ottant’anni, il
tasso di mortalità è molto più alto”. Nonostante tutto la malattia resta
imprevedibile, e sono morte anche persone giovani e in salute. “La cosa
riguarda soprattutto gli anziani, ma persone di mezz’età e i più giovani non
sono risparmiati”, afferma Vestergaard. Statistiche compilate da EuroMomo
mostrano che il 90 per cento dei decessi ha riguardato persone di 65 anni o
più, l’8 per cento quelle di età compresa tra 45 e 64 anni, e l’1 per cento
persone tra i cinque e i 44 anni.
Anche
se sono le morti immediate a essere oggetto d’attenzione oggi, gli esperti
sostengono che gli effetti della pandemia sulla mortalità saranno di lunga
durata. “L’impatto sulla salute sarà di lungo periodo, forse di anni”, dice
Ritchie. “Il punto non è solo chi sta morendo ora, perché gli effetti sulla
salute si accumulano nel tempo”. Potrebbero volerci uno o due anni per vedere,
per esempio, gli effetti di diagnosi tardive dei tumori, dovute alla pressione
esercitata sui sistemi sanitari, o delle mancate vaccinazioni contro malattie
come la tubercolosi.
Analogamente,
dice Dowd, stiamo cominciando solo ora a capire gli effetti cronici del
covid-19, o del “covid a lungo termine”. “È una cosa che fa pensare”, dice.
“Anche se ora abbassiamo la mortalità, non sappiamo quali altre cicatrici sulla
salute e quali tendenze determinerà il covid-19”.
Nel
frattempo, nei luoghi dove si sono concentrate più morti da covid-19, i decessi
non si fermano. Molte persone muoiono ogni giorno in America Latina, in
particolare in Brasile, Perù, Argentina e Messico. In Asia è l’India a
contribuire maggiormente al numero di morti. E nonostante oggi gli Stati Uniti
controllino meglio l’epidemia, il covid-19 continua a uccidere migliaia di
persone ogni settimana.
Ci
sono alcune buone notizie. Grazie al modo in cui il mondo si è adattato alla
pandemia, dalle mascherine protettive al distanziamento sociale, passando da
diagnosi precoci e cure migliori, una ripetizione del rapido aumento di morti
visto all’inizio anno appare improbabile. “Non riesco davvero a immaginare che
le morti s’impennino come all’inizio. Abbiamo imparato tanto”, dice Dowd.
Da
sapere.
Possiamo
fidarci dei numeri?
Conteggiare
le morti da covid-19 e confrontarle tra paesi è incredibilmente difficile.
Anche se i ricercatori vorrebbero avere metodi affidabili di conteggio, la
realtà è molto diversa. Alcuni paesi considerano che un decesso è dovuto al
covid-19 solo se la persona è risultata positiva al cosiddetto tampone, un test
molecolare che si basa sulla reazione a catena della polimerasi (Pcr). La
mancanza di test del genere in alcuni paesi può rendere difficile un conteggio
accurato dei decessi.
Alcuni
paesi includono anche le morti probabili, ovvero quei casi dove sintomi e
andamenti clinici suggeriscono che il covid-19 sia stato la causa del decesso,
ma non è stato effettuato alcun test. In alcuni paesi europei, per esempio, se
esiste un caso confermato di covid-19 in una casa di cura, e altre persone
muoiono più o meno nello stesso periodo, i decessi di questi ultimi sono
registrati come morti da covid-19. La cosa induce probabilmente a stime
eccessive, secondo Oliver Watson dell’Imperial college di Londra.
I
metodi di conteggio, inoltre, cambiano nel corso del tempo, e a seconda dei
luoghi in cui il decesso avviene. Conteggiare le morti in ospedale è una
pratica condivisa, ma in alcuni paesi le morti nelle case di cura sono state
aggiunte ai conteggi ufficiali solo alcuni mesi dopo l’inizio dell’epidemia. Ad
aprile il conto dei morti di Wuhan, in Cina, è salito del 50 per cento, dopo
che le autorità hanno aggiunto i decessi avvenuti al di fuori degli ospedali. A
volte il conteggio è stato rivisto al ribasso. Il Regno Unito ha rimosso più di
cinquemila decessi dal suo computo ufficiale ad agosto, dopo che i ricercatori
hanno fatto notare che il covid-19 era stato considerato la causa della morte
di chiunque fosse risultato positivo a un test e fosse morto in seguito, anche
molto tempo dopo. Ora solo i decessi avvenuti entro 28 giorni da un test
positivo sono conteggiati.
Per
tutti questi motivi si ritiene che il metodo migliore sia quello di calcolare
le morti in eccesso. Per farlo solitamente si confrontano i dati settimanali di
tutte le morti in un paese con la media degli ultimi cinque anni in quella
stessa settimana. Ma spesso nei paesi a basso reddito mancano i dati di
riferimento, il che significa che servono altri metodi per colmare il divario.
Uno dei metodi che i ricercatori potranno usare sarà quello di indagare sui
decessi nelle famiglie a livello locale, estrapolando poi i dati a livello
nazionale.
(Traduzione
di Federico Ferrone).
World
Health Statistics 2021.
Oms:
“Il Covid è diventato una delle principali
cause di morte e i decessi reali sono almeno
il
doppio se non il triplo di quelli accertati”
quotidianosanita.it
-(OMS-Rapporto-2021)- 21 maggio 2021- ci dice :
Presentato
oggi a Ginevra il rapporto annuale dell’Oms con i principali dati sulla salute
della popolazione mondiale. Quest’anno il report è ovviamente segnato dalla
pandemia che ha toccato, seppur in misura diversa, tutto il pianeta. Europa e
America le regioni più colpite dove si sono verificati rispettivamente il 34% e
il 48% dei decessi a livello globale. (IL RAPPORTO : quotidianosanita.it/allegati/allegato5346379.pdf).
21 MAG
.2021- L’Oms ha diffuso oggi il suo rapporto sulle statistiche di salute il
“Global Heath Statistics 2021” che ogni anno raccoglie i principali dati
sanitari mondiali.
Quest’anno
il rapporto è ovviamente segnato dalla pandemia Covid che ha rappresentato un
evento inatteso quanto devastante che coinvolto, anche se in misura diversa,
tutto il pianeta.
Al 1 maggio sono stati segnalati all'OMS oltre
153 milioni di casi confermati di COVID-19 e 3,2 milioni di decessi correlati.
La regione delle Americhe e la regione europea sono state le più colpite,
facendo registrare al loro interno oltre tre quarti dei casi segnalati a
livello globale, con i rispettivi tassi di casi per 100.000 abitanti di 6.114 e
5.562 e quasi la metà (48%) di tutti i decessi COVID-19 nella regione delle
Americhe e un terzo (34%) nella regione europea.
Dei
23,1 milioni di casi segnalati fino ad oggi nella regione del sud-est asiatico,
oltre l'86% è invece attribuito all'India. Nonostante l'ampia diffusione del
virus, fino ad oggi i casi di COVID-19 sembrano concentrarsi prevalentemente
nei paesi ad alto reddito. I 20 paesi di questa fascia più colpiti raccolgono
quasi la metà (45%) dei casi cumulativi di COVID-19 nel mondo, ma rappresentano
solo un ottavo (12,4%) della popolazione globale.
COVID-19
è diventata comunque una delle principali cause di morte, causando
indirettamente anche un numero considerevole di decessi aggiuntivi a livello
globale, regionale e nazionale e ha inevitabilmente accorciato l'aspettativa di
vita in molti paesi, con un impatto a lungo termine ancora sconosciuto.
Le stime preliminari dell'OMS suggeriscono che
il totale globale di morti in eccesso attribuibili a COVID-19, sia direttamente
che indirettamente, ammonta ad almeno 3 milioni nel 2020 ovvero ben 1,2 milioni
di morti in più rispetto agli 1,8 milioni di decessi globali per COVID-19
segnalati l’anno scorso.
Una stima che ha fatto dire a Samira Asma,
vicedirettore generale dell'Oms parlando con i giornalisti a Ginevra nel corso
della presentazione del rapporto, che le persone morte direttamente o
indirettamente a causa del Covid "sono almeno il doppio, il triplo di
quelle ufficiali".
Ma l’Oms sottolinea che indipendentemente
dalla pandemia, le disuguaglianze esistenti, sia all'interno dei paesi che tra
i paesi, impediscono interventi adeguatamente mirati in campo sanitario.
Nonostante i recenti guadagni di salute globale, le persone in tutto il mondo
continuano ad affrontare una complessa miscela di minacce interconnesse per la
loro salute e il loro benessere. Molte di queste minacce sono radicate nelle
disuguaglianze sociali, politiche, economiche e di genere e in altri
determinanti della salute.
Del
resto è anche vero che proprio il COVID-19 ha permesso di puntare i riflettori
su queste disuguaglianze e sull'importanza di utilizzare dati tempestivi e di
alta qualità per affrontarle. Uno dei principali vantaggi dei dati
disaggregati, in particolare i dati suddivisi per reddito, sesso ed età, è che
possono rivelare queste disuguaglianze più profonde e invisibili.
Aspettativa
di vita e aspettativa di vita in buona salute.
La
popolazione mondiale continua a vivere più a lungo e vivere più anni in buona
salute. Tra il 2000 e il 2019, l'aspettativa di vita globale alla nascita è
aumentata da 66,8 anni nel 2000 a 73,3 anni nel 2019 e l'aspettativa di vita in
buona salute è aumentata da 58,3 anni a 63,7 anni. Nonostante la condivisione
di tendenze in aumento simili, i due indicatori risultano comunque più elevati
tra le donne rispetto agli uomini e in ogni caso appaiono in relazione al
livello di reddito delle popolazioni dei diversi Paesi.
Anche se, proprio per il forte gap esistente
tra “ricchi e poveri” oggi si registra un miglioramento più marcato (+11 anni
in aspettativa di vita e +5 in buona salute) proprio tra i paesi più poveri,
soprattutto grazie ai notevoli progressi compiuti nella riduzione della
mortalità tra i bambini sotto i 5 anni di età negli ultimi 20 anni.
Le principali cause di morte nel mondo.
Grazie
a continui sforzi globali, continuano a verificarsi progressi significativi, in
particolare nella riduzione del numero di decessi causati da condizioni
trasmissibili, materne, perinatali e nutrizionali.
D’altra parte questi progressi (in particolare
tra i bambini sotto i 5 anni di età) hanno portato a uno speculare incremento
della quota globale di decessi per malattie non trasmissibili che è passata dal
60,8% nel 2000 al 73,6% nel 2019.
Tra i fattori determinanti del calo delle
morti per malattie trasmissibili c’è il grande progresso nelle terapie contro
alcune malattie come l’Hiv-Aids e la tubercolosi che ormai non figurano più tra
le prime 10 cause globali di morte nel 2019.
Tanto che nello stesso anno sette delle prime
10 cause di morte sono malattie non trasmissibili rispetto alle quattro
presenti tra e prime 10 cause nel 2000.
La
tubercolosi rimane comunque la principale causa di morte al mondo per un
singolo agente infettivo. A livello globale, si stima che 10 milioni
(intervallo, 8,9-11 milioni) di persone si siano ammalate di tubercolosi nel
2019, un numero che è diminuito molto lentamente negli ultimi anni ma non
abbastanza velocemente da raggiungere la pietra miliare del 2020 di una
riduzione del 20% tra il 2015 e il 2020.
Le nuove infezioni da HIV sono state ridotte
del 40% dal picco nel 1998. Nel 2019, circa 1,7 milioni di persone sono state
recentemente infettate dall'HIV, più di un milione in meno rispetto al 1998.
Tuttavia, questo è lontano dal traguardo globale del 2020 inferiore a 500 000
nuove infezioni.
Il tasso di mortalità per malaria è stato più
che dimezzato: da 25 decessi per 100.000 abitanti a rischio nel 2000 a solo 10
per 100.000 abitanti a rischio nel 2019. Il numero totale di decessi per
malaria nel mondo è sceso da 736.000 nel 2000 a 409.000 nel 2019.
Un
progresso notevole, tuttavia, la riduzione del 18% del tasso di mortalità per
malaria nel 2019 rispetto al 2015 è ben lungi dall'essere il traguardo di una
riduzione del 40% entro il 2020 e ancora lontanissimi dal traguardo di una
riduzione di almeno il 90% entro il 2030.
L'andamento dei decessi dovuti alle quattro
principali malattie non trasmissibili (cancro, malattie cardiovascolari,
diabete e malattie respiratorie croniche in tutte le età) è stato determinato
da diversi cambiamenti nelle regioni nel 2000-2019.
A livello globale, il calo maggiore della
mortalità è stato osservato per diabete e malattie croniche respiratorie, con
un calo del 37% in tutte le età, seguito da quello per malattie cardiovascolari
e cancro rispettivamente del 27% e del 16%.
La mortalità prematura globale per malattie
non trasmissibili - misurata dalla probabilità di morire di una delle quattro
principali malattie non trasmissibili di età compresa tra 30 e 70 anni - è
scesa di oltre un quinto dal 22,9% nel 2000 al 17,8% nel 2019.
C'è stata anche una diminuzione costante della
mortalità per suicidio, omicidio, avvelenamento accidentale e morti per
incidenti stradali dal 2000.
A livello globale, il 63% dei decessi per
avvelenamento involontario e il 69% dei decessi per suicidio si sono verificati
tra ragazzi e uomini. Questa disuguaglianza è ancora maggiore per i morti per
incidenti stradali e gli omicidi: il 75% e l'80% dei decessi nel mondo nel 2019
sono stati uomini e ragazzi.
Nel
complesso, gli uomini corrono un rischio maggiore di morire a causa di lesioni.
Nel 2019, gli uomini rappresentavano il 66% dei decessi per lesioni non
intenzionali (contro il 34% delle donne) e il 73% dei decessi per lesioni
intenzionali (contro il 27% delle donne).
La pandemia minaccia di far deragliare i
progressi compiuti in salute.
Dati
di salute, quindi, in progressivo miglioramento ma, questa l’amara conclusione
dell’Oms, dal 2020, la pandemia COVID-19 minaccia di far deragliare i progressi
compiuti verso gli obiettivi di salute sostenibili fissati dalla Nazioni Unite
nel 2015.
E del
resto un altro elemento è emerso con chiarezza: “Nessun paese del mondo si è
dimostrato in grado di affrontare una pandemia di tale portata e impatto”. (quotidianosanita.it/allegati/allegato5346379.pdf).
Variante
Delta, morta bambina
di 11
anni contagiata dalla sorella.
Ilgiorno.it-
Redazione -( 27 luglio 2021)- ci dice :
La
piccola era intubata da due settimane all'ospedale Di Cristina di Palermo. Colpiti
dal Covid anche i genitori: nessuno era vaccinato
(Articolo
Cremona, la piccola Viola uccisa dal Covid a 10 anni.
Articolo
Covid, morta bambina di 10 anni ricoverata da un mese in terapia intensiva.)
Una
terapia intensiva.
Palermo
- E' morta nel primo pomeriggio di oggi all'ospedale Di Cristina di Palermo la
bambina di 11 anni ricoverata nel reparto di terapia intensiva Covid con la
variante Delta.
La
bimba soffriva di una malattia metabolica rara.
A
contagiarla era stata la sorella maggiore di ritorno da un viaggio in Spagna.
I
genitori della piccola vittima non sono vaccinati e sono risultati positivi al
virus.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci,
ha rivelato che i genitori sono "no-vax". Migliorano invece le
condizioni di salute del piccolo di due mesi, anche lui positivo al Covid,
ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Cervello.
Il
direttore sanitario: "Dimenticarla sarà difficile".
"Questa
morte ci colpisce forse più delle altre". A parlare all'agenzia Adnkronos
è Salvatore Requirez, direttore sanitario dell'ospedale dei bambini di Palermo,
dove è morta la bambina di 11 anni. "La piccola è rimasta per due
settimane in terapia intensiva intubata, la situazione era compromessa da
diversi giorni, e oggi la situazione è precipitata".
"Sebbene la criticità della situazione
era apparsa, da diversi giorni, in tutta la sua gravità questa morte ci
colpisce forse più delle altre - dice - L'infezione da Sars-CoV2 nella
variante Delta ha definitivamente destabilizzato il precario equilibrio
organico di una paziente che da anni soffriva di una patologia rara e congenita".
"La
Direzione Strategica dell'Arnas Civico è, con sentito cordoglio, vicina ai
genitori della piccola che per anni sono stati in prima linea nella difesa dei
diritti delle associazioni e dei malati per gli interessi dei quali si
battevano - aggiunge - Ma offre anche solidarietà e ringraziamento a quanti tra
medici, infermieri e operatori sanitari tutti si sono prodigati, in tutti
questi anni, nell'assistenza alla piccola, sia a livello ambulatoriale che in
reparto di ricovero, divenuta, nel tempo una persona di famiglia.
Molti di loro, domani, chiudendo per sempre la
sua cartella clinica, il suo diario ambulatoriale, leggeranno quel nome con
commozione. Non sarà facile dimenticarlo. Anche quando quelle carte passeranno
in archivio. Perché è il simbolo agghiacciante dell'atrocità di una malattia
che non ha pietà di colpire le persone più deboli e indifese". Requirez preferisce non parlare dei
familiari della bimba che non sono vaccinati.
Lo
studio dell'Iss sui decessi.
Per
quanto riguarda le vittime di Covid, secondo l'approfondimento contenuto nel
report dell'Istituto superiore di Sanità, quasi 99 deceduti su 100 dallo scorso
febbraio non avevano terminato il ciclo vaccinale e fra quelli che invece lo
avevano completato si riscontra un'età media più alta e un numero medio di
patologie pregresse maggiori rispetto alla media.
L'1
febbraio, spiega l'Iss, è scelto come data indice perché corrisponde alle
cinque settimane necessarie per il completamento del ciclo vaccinale a partire
dall'inizio della campagna.
L'analisi è basata su un campione di 70 cartelle cliniche dei 423 decessi
Sars-Cov-2 positivi avvenuti fino al 21 luglio in vaccinati con "ciclo
vaccinale completo" (16.5%).
Rispetto
alla totalità dei decessi per cui sono state analizzate le cartelle cliniche,
rileva l'Iss, nel campione dei deceduti con "ciclo vaccinale completo" l'età
media risulta decisamente elevata (88.6 contro 80 anni).
Inoltre,
il numero medio di patologie osservate in questo gruppo di decessi è di 5,
molto più elevato rispetto ai decessi della popolazione generale (3,7).
Dopo
l'insufficienza respiratoria acuta, le sovra-infezioni sono le complicanze
maggiormente diffuse nelle persone decedute con ciclo vaccinale completo.
Terapia
antibiotica e steroidea sono le terapie più utilizzate su questi pazienti.
"I
risultati qui presentati - conclude il report - possono avere due possibili
spiegazioni.
In primis, i pazienti molto anziani e con
numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto
essere suscettibili all'infezione e alle sue complicanze pur essendo stati
vaccinati.
In
secondo luogo, questo risultato può essere spiegato dal fatto che è stata data
priorità per la vaccinazione alle persone più anziane e vulnerabili e che quindi questa rappresenta la
popolazione con maggiore prevalenza di vaccinazione a ciclo completo alla data
in cui è stata eseguita questa valutazione".
Sconvolgenti
rivelazioni su genetica e covid19: Joseph Tritto .
Casiciclici.it -Franco Fracassi interroga il Prof. Joseph
Tritto- (Gennaio 4, 2022 )- ci dice:
Questa
intervista è sconvolgente e rivela fatti mai ascoltati prima, parzialmente
contenuti nel libro del professor
Joseph Tritto, qui intervistato dal giornalista Franco Fracassi.
Parla di virus e organismi chimera,
manipolazioni genetiche al limite dalla fantasia e della moralità, usate
come armi biologiche da tutti i paesi
del mondo, in primis Cina, USA, Francia e Israele.
Cita
lo scienziato Craig Venter e le cellule sintetiche, cioè costruite ex novo in
laboratorio, ma anche le già note sperimentazioni “gain of function”.
Il tutto sviluppato in ambito militare, sia il
virus Covid, che il suo presunto vaccino.
Il
virus Covid non è di origine animale, perché lo prova la presenza della
“Furina”, un ezima che è soltanto umano, e non appartiene né a pipistrelli né a
pangolini.
Interrogativi
sul Prof. Joseph Tritto.
Vorrei
però far notare che tale professore attribuisce totale credibilità ai dati e
alle statistiche sulla pandemia diffuse dal governo e dai mass media. Invece
le posizioni dei no-vax e dei no-pass, sono completamente diverse. Quindi una parte del
discorso di Tritto, non sta in piedi. Principalmente la sua posizione
allarmistica e senza scampo.
In
secondo luogo, si nota che sicuramente è competente e molto informato.
Presumibilmente ha connessioni con quello stesso mondo che denuncia, per poter
operare ad un livello così elevato.
Su
questo non si può sapere nulla.
Ma è
anche vero che in tutta l’intervista non ha mai citato, neanche di sfuggita, la
parola “grafene”
o “ossido di grafene” che è stato dimostrato essere presente nei vaccini di cui
lui parla.
Infatti parla come se l’unico ingrediente dei vaccini
covid fosse il substrato attivo del meccanismo a mRNA. Non c’è il minimo
accenno al NWO!
Infine,
non abbiamo alcuna idea se, qualcuno così informato come lui, con tali
presumibili connessioni, abbia qui rivelato tutto ciò che sa o abbia taciuto
aspetti magari rilevanti. Notiamo semplicemente le sue continue e isteriche risate,
forse dovute all’imbarazzo, all’ansia o ad un senso di colpa. Forse.
Libro
di Tritto e commenti.
Il
libro di Joseph Tritto è però uscito nel 2020, a quanto mi risulta, quindi non
può contenere tutte le novità di cui parla qui. Pur essendo sicuramente
interessante e ricco.
Un
utente (“Kimera”) ha commentato, su Luogocomune.net: «Affermare che FDA “abbia inteso il
Virus come un attacco da arma biologica” mi suona molto male, infatti è
stato ampiamente dimostrato che Fauci e compagni (anche politici) hanno il
controllo di FDA attraverso la NFAD che ha eseguito pedissequamente quanto loro
ordinato, si vuole giustificare l’ingiustificabile ? Sapevano perfettamente che
le cure erano altrettanto efficaci.»
(●
Link al canale Youtube OVAL di Franco Fracassi.
●
Libro di Joseph Tritto, “Cina Covid-19”, Cantagalli, 2020.
●
Articolo del quotidiano “Libero” su Joseph Tritto: «Coronavirus, il professor
Joseph Tritto: “Nato in laboratorio. Tracce di Hiv nel genoma, perché è la
prova definitiva”»
● Sito
web di Franco Fracassi con tutte le interviste.
●
Davvero TV: IL VIRUS, LA CHIMERA CHE STA CAMBIANDO IL MONDO – Joseph Tritto.).
ALLERTA
GLOBALE:
10 MILIONI DI PERSONE
AL
GIORNO SONO A RISCHIO LETALE .
Globalnews.it-
Michele Forina -(7-1-2022 )- ci dice :
(Mike
Adams - Brighteon -health-ranger-report- (Jan 4, 2022).
Allerta globale: 10 milioni di persone al giorno sono
in rotta con la morte da vaccino - by Mike Adams.
Questo
è un allarme rosso per l’umanità. Abbiamo meno tempo rimanente di quanto tu possa
pensare.
Dopo
aver fatto dei calcoli approssimativi, ed è oltremodo allarmante, tutto ciò significherà per l’umanità
la fine della civiltà, se non fermiamo l’olocausto da vaccino nei prossimi 365
giorni.
Finché
i vaccini covid “a colpo di coagulo” vengono somministrati in tutto il mondo, a
circa dieci milioni di persone ogni giorno viene avviato un conto alla rovescia
irreversibile verso la morte da vaccino.
Ecco
perché rimane meno tempo di quanto si possa pensare. Ed è per questo che ai fanatici del
vaccino non importa se vengono fermati nei prossimi 2-3 anni dai ricorsi in
tribunale. A quel punto sarà troppo tardi per l’umanità.
(allerta-globale-10-milioni-di-persone-al-giorno-sono-a-rischio-img_20220106_213015).
Come
mostrano le stime e le proiezioni di seguito, fintanto che i vaccini covid a “colpo
di coagulo” vengono somministrati in tutto il mondo, circa dieci milioni di persone ogni
giorno iniziano un conto alla rovescia irreversibile verso la morte da vaccino.
Per
ogni giorno in cui questi vaccini continuano ad essere somministrati, in altre
parole, circa dieci milioni di persone probabilmente moriranno nel prossimo
decennio, sulla base di queste proiezioni.
Questo
spiega perché Biden e altri leader mondiali non si preoccupano delle sfide
legali e dello stato di diritto.
Sanno
che se riescono a imporre questi vaccini alle persone per un solo anno in più,
uccideranno oltre 3,5 miliardi di esseri umani in più a causa delle morti
indotte dai vaccini che si verificheranno nel prossimo decennio.
Ecco
perché ci rimane meno tempo di quanto tu possa pensare. Ed è per questo che ai fanatici del
vaccino, dei veri seguaci del genocidio, non importa se vengono fermati nei
prossimi 2-3 anni da ricorsi in tribunale. A quel punto sarà troppo tardi per
l’umanità.
Anche
se fermiamo tutti i vaccini per il covid in questo momento, è probabile che nel
prossimo decennio assisteremo comunque ad eventi avversi tra uno e due miliardi
di morti, poiché le morti da vaccino avranno il loro tributo.
Dichiarazione
di non responsabilità: i numeri presentati qui sono stime e proiezioni basate sui
primi dati disponibili ora. Queste stime possono migliorare o peggiorare
sostanzialmente man mano che nuovi dati diventano disponibili. Queste
conclusioni sono soggette a modifiche sulla base di nuovi dati man mano che
vengono rilasciati per la mortalità totale, i decessi per cancro e altri
fattori. Queste conclusioni non sono sottoposte a revisione paritaria. Commenti
e suggerimenti sono ben accetti. Vedi sotto per tutti i dettagli.
(allerta-globale-10-milioni-di-persone-al-giorno-sono-a-rischio-hrr-2022-01-04-situation-update-1).
A
proposito, ricordiamo che i “fact checkers” (fattori di verifica) di Reuters sono tutti compromessi perché Reuters è il braccio di
propaganda di Pfizer. Le due società condividono addirittura alcuni degli stessi
membri nei rispettivi consigli d’amministrazione. Il compito di Reuters è pompare la
disinformazione di Pfizer ed etichettarla come “fatti”. Questi cosiddetti “fatti”(definiti scienza pura) vengono quindi utilizzati per
sopprimere la verità su piattaforme di social media come Facebook. È tutta una grande cospirazione
malvagia che coinvolge Pfizer, Reuters, Facebook ed un reale programma di spopolamento
per l’omicidio di massa di miliardi di esseri umani.
L’”evento
di massa” è iniziato.
Come
ha recentemente sottolineato il dottor Robert Malone, stiamo vivendo un “evento di omicidi di massa” che assomiglia molto a un genocidio (i nostri riassunti sono in corsivo)
:
Mi
sembra che il più grande esperimento sugli esseri umani mai registrato nella
storia sia fallito.
E, se questo rapporto piuttosto secco di un dirigente
senior di assicurazioni sulla vita dell’Indiana è vero, allora la spinta di Reiner Fuellmich
per “Crimini contro l’umanità” per convocare nuovi processi di Norimberga
inizia a sembrare molto meno donchisciottesca e molto più profetica.
PEGGIORMENTE,
questo rapporto implica che i mandati federali sui vaccini sul posto di lavoro hanno
guidato quello che sembra essere un vero crimine contro l’umanità.
Ingenti
perdite di vite in (presumibilmente) lavoratori che sono stati costretti ad
accettare un vaccino tossico con una frequenza più elevata rispetto alla
popolazione generale dell’Indiana.
Questo
articolo si legge come una descrizione secca di un evento evitabile di
incidenti di massa causato da una procedura medica sperimentale obbligatoria. Uno per il quale tutte le
opportunità per le vittime di informarsi autonomamente sui potenziali rischi
sono state metodicamente cancellate sia da Internet che dalla consapevolezza pubblica da una cabala
corrotta internazionale che opera sotto la bandiera della “Trusted News
Initiative”.
George Orwell si starà rigirando nella tomba.
Guardando
le prove.
Il
sistema VAERS sta attualmente segnalando circa 21.000 decessi post-vaccino in
America. Un URF (Under Reporting Factor) ben documentato in tempi normali è di
circa 40. Ciò rivela che almeno 840.000 americani sono già morti a causa dei
vaccini covid.
Eppure
sappiamo anche da fonti credibili come l’avvocato Thomas Renz e l’informatore
di Medicare che i dati VAERS sono indietro di mesi rispetto all’immissione dei
dati.
Il
processo di inserimento dei record nel VAERS è stato intenzionalmente
rallentato per impedire che questi numeri crescano rapidamente. Inoltre, e in modo critico, medici,
ospedali e amministratori ordinano attivamente agli infermieri di evitare di
inviare rapporti VAERS relativi ai vaccini covid.
Questo
è ampiamente documentato in articoli come questo di “CitizensJournal.us”:
Angela,
infermiera da oltre 25 anni, conferma che nel pronto soccorso del suo ospedale,
dicono di vedere più problemi cardiaci nei giovani adulti, che non vengono mai segnalati
al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) come potenziali reazioni
avverse al COVID “vaccinazioni”.
Un’altra
infermiera, Jennifer, afferma che le infermiere del pronto soccorso affermano
in privato di vedere “tutta la coagulazione, il sanguinamento e le cose che ti
aspetteresti dal vaccino sei mesi dopo: emorragie cerebrali, attacchi di cuore
nei giovani di 50 anni. Nessun medico ammetterà che questo deriva dal vaccino.
Non faranno il rapporto del VAERS”.
Quando
Daniel ha chiesto alle altre infermiere e ai praticanti se facevano rapporto al
VAERS, lo hanno guardato come: “Cos’è quello?”
Tutte
le infermiere intervistate affermano di vedere risultati di “opacità a vetro smerigliato” nelle
scansioni TC dei polmoni delle persone che hanno recentemente assunto i vaccini
sperimentali e che questo non è mai stato segnalato al VAERS.
Sappiamo
anche da prove aneddotiche che un numero impressionante di medici statunitensi non ha
idea di cosa sia il VAERS. Non fanno alcun rapporto e non sono nemmeno a conoscenza
dell’esistenza di questo sistema. Questo fatto, combinato con la consapevolezza che agli
infermieri viene ordinato attivamente di evitare le segnalazioni VAERS sui
vaccini covid, significa che l’URF di 40 è troppo basso. Dato l’ambiente di estrema
soppressione ora livellato contro medici e infermieri per cercare di coprire le
lesioni da vaccino, una stima più legittima dell’URF sarebbe di 200.
Se
accurato, ciò significherebbe che finora 21.000 rapporti VAERS si sono effettivamente tradotti in
4,2 milioni di morti negli Stati Uniti per questi vaccini.
Aggiungi
questo pensiero ai segnalibri mentre guardiamo altri numeri che dipingono
un’immagine davvero spaventosa.
I
vaccini uccidono le persone in tre fasi, impiegando fino a un decennio prima
che si verifichino tutte le morti per cancro indotte dai vaccini.
Sebbene
tutti abbiamo visto persone letteralmente crollare a causa di attacchi di cuore
indotti dai vaccini, la maggior parte delle persone che sono sulla buona strada
per morire a causa dei vaccini covid non muoiono subito. Ci sono tre fasi della mortalità da
vaccino contro il covid, descritte in questa tabella qui sotto:
(three-phases-covid-vaccine-mortality-600).
Ricorda che secondo il dottor Ryan Cole, un
anatomo-patologo formato dalla Mayo Clinic e certificato dal consiglio di
amministrazione, il 62% dei pazienti iniettati con vaccini mRNA mostra micro-coaguli di
sangue. Il
Dr. Cole presenta queste prove nel seguente video del White Coat Summit:
La
micro-coagulazione del sangue è un segno precoce di danno vascolare e danno
cardiaco.
Le persone che ricevono vaccini covid vengono spesso diagnosticate con
miocardite, che ha un tasso di mortalità del 56% in cinque anni.
Uno
studio pubblicato dall’American Heart Association – poi ampiamente censurato da Big
Tech – ha
scoperto che i vaccini covid mRNA aumentano notevolmente il rischio di
infiammazione vascolare e quindi di attacchi di cuore e altri eventi vascolari.
Secondo
questo studio, il rischio di infarto da solo è aumentato del 127% in un gruppo di 500
pazienti.
Come
spiega “DailyExpose.uk”:
Un
nuovo studio suggerisce che le iniezioni di mRNA prodotte sia da Pfizer che da
Moderna stanno aumentando i marcatori ematici infiammatori utilizzati per
stimare il rischio che una persona soffra di infarto.
Il
dottor Aseem Malhotra, un cardiologo consulente, sottolinea che nel Regno Unito ci
sono state 10.000 morti in eccesso non dovute al Covid, molte delle quali dovute a infarto e
ictus.
Pochi
giorni dopo la pubblicazione di questi risultati inquietanti, un informatore e
un ricercatore di un altro gruppo hanno contattato il dottor Aseem Malhotra per dire che negli studi di imaging
hanno riscontrato un’infiammazione nelle arterie coronarie dopo la
vaccinazione.
Ma hanno deciso di non pubblicarlo ancora perché
temono di perdere i soldi delle sovvenzioni future dell’industria farmaceutica.
L’informatore era piuttosto arrabbiato per questo.
Il Dr.
Charles Hoffe (Canada) sta anche segnalando aumenti sostanziali della
coagulazione del sangue tra coloro che prendono il vaccino mRNA.
Tramite
“Life-Site-News”:
Il
problema principale che ha riscontrato sono i coaguli microscopici nei più
piccoli capillari dei suoi pazienti. Ha detto: “Coaguli di sangue che si verificano
a livello capillare. Questo non è mai stato visto prima. Questa non è una
malattia rara. Questo è un fenomeno assolutamente nuovo”.
Soprattutto,
ha sottolineato che questi micro-coaguli sono troppo piccoli per essere
visualizzati su scansioni TC, risonanza magnetica e altri test convenzionali, come gli
angiogrammi, e possono essere rilevati solo utilizzando l’analisi del sangue del D-dimero, un test standard che indica se i
coaguli di sangue si stanno attivamente formando da qualche parte all’interno
del sistema vascolare di una persona.
Usando
quest’ultimo, ha scoperto che il 62 % dei suoi pazienti iniettati con un colpo
di mRNA erano positivi per la coagulazione, non una piccola frazione che può
essere facilmente eliminata.
(Hand,In,Blue,Glove,Holding,Vaccine,And,Syringe,Injection,For).
Morti
per miocardite e inibizione della riparazione del danno al DNA.
Attraverso
semplici calcoli, se prendiamo il 62% delle persone vaccinate contro il covid
che mostrano micro-coaguli di sangue – che portano alla miocardite – e moltiplichiamo per il noto tasso
di mortalità del 56% di miocardite in cinque anni, questo da solo significherebbe che
il 36% di coloro che prendono il vaccino mRNA sarà morto in cinque anni.
Certo, questo presuppone che tutte le persone
con micro-coaguli di sangue finiscano con la miocardite e che la relazione non
sia ancora documentata in modo soddisfacente. Quindi questo 36%, basato
interamente sui decessi per infarto, potrebbe essere troppo alto da solo.
Eppure
questo inizia solo a raccontare la storia delle morti per altre cause come il
cancro indotto dai vaccini. Un altro fatto che ora sappiamo è che una volta che i vaccini mRNA
iniziano a produrre nanoparticelle di proteine spike nel corpo di una persona, una certa percentuale di quelle
proteine spike entra nei nuclei cellulari e raggiunge circa il 90% di
soppressione del meccanismo NHEJ, che è il meccanismo di riparazione
cromosomica che mantiene la genetica integrità per il corpo.
Vedi
questo articolo del 2 novembre 2021: La proteina spike del vaccino entra
nei nuclei cellulari, sopprime il motore di riparazione del DNA del corpo
umano, scatenerà l’esplosione di cancro, immunodeficienza, malattie autoimmuni
e invecchiamento accelerato.
Questo
articolo cita un documento di ricerca critico intitolato “Il picco SARS-CoV-2 compromette la
riparazione del danno al DNA e inibisce la ricombinazione V (D) J in vitro”,
scritto da Hui Jiang e Ya-Fang Mei, presso il Dipartimento di bioscienze
molecolari, The Wenner–Gren Institute, Università di Stoccolma, SE-10691
Stoccolma, Svezia, e Dipartimento di Microbiologia Clinica, Virologia,
Università di Umeå, SE-90185 Umeå, Svezia, rispettivamente.
Puoi
vedere un PDF archiviato di questo studio su:
(naturalnews.com/files/viruses-13-02056-v2.pdf).
Nella
conclusione del documento, gli autori scrivono: “Abbiamo scoperto che la proteina
spike ha inibito notevolmente la formazione di focolai sia BRCA1 che 53BP1
(Figura 3D-G). Insieme, questi dati mostrano che la proteina spike a lunghezza
intera SARS-CoV-2 inibisce la riparazione del danno al DNA ostacolando il
reclutamento della proteina di riparazione del DNA».
(mdpi-sars-cov-2-spike-dna-damage-repair-figure-1-600).
Lo
studio rileva che la soppressione dell’attività NHEJ mostra una risposta
dose-dipendente alla presenza della proteina spike. Ciò significa che le proteine spike
nelle cellule causeranno la soppressione dei meccanismi di riparazione
cromosomica, portando alla perdita dell’integrità genetica nel tempo.
In
effetti, una volta che le persone vengono iniettate con vaccini mRNA, quando
sono successivamente esposte a fonti anche lievi di radiazioni ionizzanti –
luce solare, mammografia, voli commerciali ad alta quota, prodotti chimici per
la plastica alimentare, ecc. – i loro corpi possono iniziare la crescita di
nuovi tumori del cancro che non possono essere soppressi perché il sistema NHEJ
non funziona più.
In
effetti, le
persone diventeranno mutanti perché non possono più mantenere l’integrità genetica a causa
della soppressione della proteina spike del meccanismo di riparazione NHEJ.
Stiamo
già assistendo a segnalazioni di allarmanti aumenti dei tumori tra i vaccinati.
Ad esempio, come riportato da “Cancer.news”:
Le
donne recentemente iniettate con vaccini covid sperimentali mostrano sintomi di
CANCRO AL SENO.
Un
gruppo di medici dello Utah ha scoperto qualcosa di terrificante nei recenti
screening mammografici effettuati al Breast Care Center di Salt Lake City,
nello Utah.
Le donne che sono state recentemente iniettate con
vaccini sperimentali COVID soffrono di un’infiammazione anormale dei linfonodi
nei loro seni. Secondo
i medici di Inter-mountain Healthcare, le donne che assumono i vaccini per il
covid-19 mostrano sintomi di cancro al seno.
Il
dottor Brett Parkinson, MD., avverte: “Ogni volta che li vediamo su una
normale mammografia di screening, richiamiamo quei pazienti perché può
significare carcinoma mammario metastatico che viaggia ai linfonodi o linfoma o
leucemia”.
Invece di affrontare la causa di questo problema (i vaccini), i medici ora dicono alle donne di
non fare mammografie dopo la vaccinazione.
E da “Vaccines.news”: Il medico dell’Idaho riferisce di
“20 volte aumento” del cancro tra quelli “vaccinati” per il covid.
In un
video prodotto dal progetto “Capitol Clarity” del governo dello stato dell’Idaho, Cole ha rivelato come ora stia
assistendo a un aumento del 2.000 percento di malattie croniche nelle persone
che hanno preso [il vaccino].
“Dal 1
gennaio, in laboratorio, vedo un aumento di 20 volte dei tumori dell’endometrio
rispetto a quello che vedo su base annuale”, ha affermato Cole nel video.
“Non
esagero affatto perché guardo i miei numeri anno dopo anno e sono tipo
‘Accidenti, non ho mai visto così tanti tumori dell’endometrio prima.”
In un
anno “normale”, ci sono circa 600.000 morti per cancro negli Stati Uniti. Con la proteina spike che sopprime
l’NJEH del 90% e con i medici che hanno già segnalato un aumento del 2000% di
un tipo di cancro (endometrio) dall’inizio del 2020, è chiaro che le morti per
cancro aumenteranno sostanzialmente nei prossimi anni a causa dei vaccini
covid.
Aggiungi
questa raccolta dati al quadro generale.
Un
aumento del 40% della mortalità per tutte le cause, afferma il CEO
dell’assicurazione sulla vita.
Fornendo
un ulteriore indizio a tutto questo, abbiamo recentemente riportato la
scioccante intervista a Scott Davison, CEO di OneAmerica, compagnia di assicurazioni
sulla vita.
Davison
rivela che la mortalità per tutte le cause è aumentata del 40% tra i titolari
di polizze assicurative sulla vita, che copre una vasta gamma di persone, di
età compresa tra 18 e 64 anni. Davison si riferisce a ciò come “i più alti tassi di
mortalità che abbiamo visto nella storia di questo business, non solo in
OneAmerica.”
Questa
osservazione si basa sui dati del terzo trimestre del 2021. I numeri per il quarto trimestre
sembreranno molto peggiori a causa del fatto ben documentato che i numeri VE
(efficacia del vaccino) diminuiscono ogni settimana che passa dopo la
vaccinazione, rappresentando una continua distruzione del sistema immunitario.
Con il
passare del tempo, coloro che hanno assunto i vaccini hanno un sistema
immunitario sempre più debole, il che li rende più vulnerabili alle infezioni
comuni e ai ceppi influenzali che normalmente sarebbero di scarsa minaccia.
Ciò è
confermato dai dati ufficiali del governo del Regno Unito e da ricerche
indipendenti come questo studio del Francis Crick Institute nel Regno Unito: il vaccino Pfizer distrugge le
cellule T, indebolisce il sistema immunitario – studio:
Uno
studio del Francis Crick Institute nel Regno Unito ha scoperto che il vaccino
Pfizer-BioNTech Wuhan contro il coronavirus (COVID-19) distrugge le cellule T e
indebolisce il sistema immunitario… Ha scoperto che solo il 50 percento delle persone
che hanno ricevuto una singola dose di il vaccino Pfizer ha avuto una risposta
anticorpale neutralizzante quantificabile contro la variante alfa di COVID-19. Questo numero è diminuito
ulteriormente fino ad appena il 32% e il 25% rispettivamente per le varianti
delta e beta.
Un
aumento del 40% della mortalità per tutte le cause, se applicato a tutte le
fasce d’età,
significa che ogni giorno muoiono altri 3.100 americani. Sono oltre 90.000 persone al mese
uccise dal vaccino a partire dal terzo trimestre del 2021. (Il normale tasso di mortalità
pre-covid è di circa 7.700 al giorno negli Stati Uniti.)
Stimiamo
che quando saranno disponibili i dati del primo trimestre del 2022, assisteremo
probabilmente a un aumento fino al 60% della mortalità per tutte le cause,
portando a ulteriori 4.600 decessi al giorno. Questo da solo è quasi 1,7 milioni
di morti all’anno, o circa mezzo percento dell’intera popolazione degli Stati
Uniti.
La mia
previsione (prudenziale) è che, man mano che i decessi per cancro post-vaccino
prenderanno piede, assisteremo, come minimo, a un aumento del 400% dei decessi
per cancro a partire dal 2022. Si tratta di circa 2,4 milioni di decessi per cancro
correlati al vaccino all’anno per il prevedibile futuro, molto probabilmente
continuando per il prossimo decennio.
Il 93%
dei decessi post-vaccino è attribuito al vaccino stesso.
Un
altro fattore da considerare in tutto questo è la sorprendente ricerca condotta
dai Drs.
Bhakdi e Burkhardt, commentati da Steve Kirsh su Substack.com.
Sebbene
la dimensione del campione fosse piccola (15 autopsie), ha mostrato che il 93%
delle persone morte dopo essere state vaccinate è stata, di fatto, uccisa dal
vaccino. Come
spiega Kirsh:
Il
medico legale o il pubblico ministero non hanno associato il vaccino come causa
di morte in nessuno dei casi. Tuttavia, un ulteriore esame ha rivelato che il vaccino è
stato implicato nella morte di 14 dei 15 casi. L’organo più colpito è stato il
cuore (in tutte le persone morte), ma sono stati attaccati anche altri organi. Le implicazioni sono potenzialmente
enormi e provocano milioni di morti. I vaccini devono essere
immediatamente sospesi.
È
importante sottolineare che, come spiega il Dr. Bhakdi in video, queste autopsie hanno mostrato che le persone sono state uccise da
linfociti killer che attaccavano i propri organi come il cuore e i polmoni.
In
altre parole, i vaccini covid mRNA hanno fatto sì che il sistema immunitario
del corpo iniziasse a far crescere i tessuti dei linfociti in luoghi a cui non
appartengono, come il cuore e altri organi.
Questa
scoperta scioccante ha indotto l’ex vicepresidente di Pfizer Mike Yeadon a
scrivere Steve Kirsh e spiegare: “Questo è il peggior video di 15 minuti che abbia
mai visto. La
vaccinazione di massa contro il covid19 sta portando a omicidi di massa”.
(brighteon.com/2d124f9e-e8f3-4938-a4ab-f9358d580a52).
In
sostanza, ciò che rivelano i risultati del Dr. Bhakdi è che molte più persone
stanno morendo per il vaccino che per cause naturali. Ciò implicherebbe che il tasso di
mortalità giornaliero pre-covid di 7.700 americani (cioè al giorno) sta per
essere sminuito dai decessi indotti dal vaccino che, a un certo punto,
emergeranno come multipli di 7.700.
Non è
irragionevole immaginare che nei prossimi anni, con l’accelerazione dei tumori
e degli attacchi di linfociti, potremmo iniziare a vedere morti giornaliere in
America superiori a 16.000 o addirittura 30.000 con l’accelerazione dei decessi
post-covid da vaccino.
Con
30.000 morti al giorno, tra l’altro, il numero di morti in un anno raggiunge
quasi 11 milioni di persone, ovvero circa il 3,3% della popolazione totale
degli Stati Uniti in scadenza in un dato anno. In un decennio, si tratta di
circa un terzo della popolazione attuale. Queste sono proiezioni, ovviamente,
ma sono radicate nelle prime prove e osservazioni.
Conservativamente,
un terzo di tutti coloro che hanno ricevuto vaccini contro il covid
probabilmente morirà nel prossimo decennio… e un altro terzo sarà debilitato.
Sulla
base delle morti per cancro, delle miocarditi, delle morti per malattie
autoimmuni, delle morti per infarto e dell’aumento dei rischi di ictus,
disturbi neurologici e insufficienza d’organo, possiamo concludere in modo
conservativo che grosso modo:
- Un
terzo di coloro che hanno assunto vaccini covid mRNA morirà nei prossimi dieci
anni.
- Un
terzo sarà invalido o debilitato e difficilmente sarà in grado di partecipare
in modo significativo alla vita sociale.
- Un
terzo sarà relativamente inalterato.
È
interessante notare che ciò sembra coincidere con l’analisi statistica dei
numeri di lotto del vaccino contro il covid, in cui circa un terzo dei lotti è
associato a infarti e decessi, un altro terzo è associato a lesioni (ma non alla
morte) e un ultimo terzo sembra essere innocuo (viene sospettata di essere una
soluzione salina).
Di
nuovo, questi sono numeri approssimativi e ci sarà disaccordo su molte delle
proiezioni fatte qui, ma questa è una prima istantanea e proiezione basata su
ciò che sappiamo finora. Ovviamente, queste conclusioni sono soggette a
modifiche man mano che compaiono nuovi dati e il numero finale entro la fine
del 2032 potrebbe essere radicalmente diverso da queste proiezioni (molto
peggio o forse molto meglio).
30
milioni di persone al giorno vengono vaccinate in tutto il mondo.
Ora
diamo un’occhiata a cosa significa a livello globale se concludiamo che circa
un terzo delle persone vaccinate morirà nel prossimo decennio.
In
questo momento, secondo (OurWorldInData.org), circa 30 milioni di persone vengono
vaccinate ogni giorno in tutto il mondo.
Lo
stesso sito dice che il 58,5% della popolazione mondiale è stato vaccinato con
almeno una dose e che sono state somministrate 9,25 miliardi di dosi (dati
accessibili il 1/4/2022).
Se un
terzo delle persone vaccinate si avvia a morire a causa del vaccino nel
prossimo decennio, ogni giorno in cui questi vaccini continuano, circa 10
milioni di persone vengono condannate a morte.
Se
questo continua per un solo anno in più – 365 giorni – ciò significherebbe che altri 3,65 miliardi di persone
saranno sterminate dai vaccini e moriranno per decessi indotti dai vaccini nel
prossimo decennio circa. A proposito, è circa la metà della popolazione mondiale.
Se ti
stai chiedendo come più di un terzo della popolazione mondiale possa essere
sterminata se solo un terzo dei lotti di vaccini sono i cosiddetti “colpi
vaccini mortali”, ricorda che alle persone vengono
somministrate iniezioni multiple tramite “richiamo”.
Quindi,
una persona può essere iniettata cinque o sei volte con colpi di mRNA, e anche
se solo un terzo di questi colpi sono “colpi mortali”, le loro possibilità di
sfuggire al colpo mortale diminuiscono rapidamente. È come giocare alla roulette dei
vaccini.
Statisticamente
parlando, ecco le probabilità di EVITARE un colpo mortale se una persona
continua a fare più iniezioni, dato il presupposto che un terzo dei lotti sia
mortale:
1a
iniezione: 66,6% di possibilità di sfuggire alla morte.
2a
iniezione: 44,4% di possibilità di sfuggire alla morte. (.666^2)
3a
iniezione: 29,5% di possibilità di evitare la morte. (.666^3)
4a
iniezione: 19,7% di possibilità di sfuggire alla morte. (.666^4)
5a
iniezione: 13,1% di possibilità di evitare la morte.
6a
iniezione: 8,7% di possibilità di evitare la morte.
Come
puoi vedere, se i governi del mondo possono costringere le persone a prendere
sei colpi(vaccini), possono uccidere oltre il 90% della popolazione mondiale, dato che un terzo dei lotti di
vaccini sono colpi mortali e ipotizzando un tasso di uccisione del 100% nel tempo.
Quindi,
l’unico modo per fermare questo olocausto vaccinale è fermare i vaccini.
Per
ogni giorno in più in cui i globalisti dello spopolamento conducono la loro campagna per l’olocausto dei vaccini, probabilmente stermineranno altri
10 milioni di persone nel tempo.
Questo
è un olocausto
nazista della seconda guerra mondiale ogni 14,4 ore, in termini di vite innocenti
distrutte.
Significa
anche che quasi 7.000 vite vengono distrutte al minuto mentre questo olocausto
vaccinale continua.
Ciò
significa anche che ogni giorno prima che fermiamo l’olocausto, potenzialmente
salviamo 10 milioni di vite.
Da qui
l’urgenza della nostra missione. Se fermiamo subito l’olocausto del vaccino, nei prossimi
dieci anni perderemo ancora 1,5 miliardi di esseri umani a causa delle morti
indotte dal vaccino. È importante
sottolineare che la civiltà umana può probabilmente sopravvivere a un simile
colpo, per quanto devastante possa essere.
Ma se
questo olocausto da vaccino continua per un solo anno in più, i globalisti
potrebbero aver messo in moto la morte di potenzialmente altri 3,6 miliardi di
persone in aggiunta agli 1,5 che sono già sul conto alla rovescia dell’orologio
della morte.
Ciò
significa che potremmo perdere oltre 5 miliardi di esseri umani nel prossimo
decennio, semplicemente
a causa della nostra incapacità di fermare questo olocausto nei prossimi 365
giorni.
La
domanda importante diventa: la civiltà umana può rimanere intatta se perdiamo oltre il
50% della popolazione?
Non ho
la risposta a questo, ma data la complessità della nostra società moderna,
sembra probabile che un collasso sistemico – “grande reset” – sarebbe inevitabile. Sembra anche che questo sia ciò che
i globalisti stanno cercando di ottenere.
Nota
attentamente che nessuno al potere del governo suggerisce di sospendere i
vaccini, aspettare un anno e vedere quante persone muoiono.
No,
preferiscono caricare a tutta velocità, come treni impazziti, al diavolo le
conseguenze! – per poi incolpare i non vaccinati per le morti di massa dei
vaccinati.
Chiaramente,
sono attori in malafede. Non stanno cercando di salvare vite umane; stanno lavorando
per sterminarli.
(Mike
Adams- (HR)- Healt Ranger Report ).
LA
PANDEMIA E’ TERMINATA MA I MORTI
AUMENTANO: QUESTO NON BISOGNA DIRLO…
Globanews.it-
Michele Forina- Falco Brianzolo-( 2022-01-06)- ci dice :
Quello
di cui non parla il mainstream
Un
alto funzionario sanitario danese, l’epidemiologa Tyra Grove Krause, assicura
che la pandemia finirà tra due mesi grazie a ómicron.
“LA
PANDEMIA È QUASI FINITA” –
Dice
uno dei più quotati epidemiologi danesi nonché nuovo project manager di EuroMOMO.
Ma i
morti complessivamente in Europa aumentano : No, questo non bisogna dirlo!
“Questo
potrebbe essere ciò che ci tira fuori dalla pandemia, in modo che diventi
l’ultima ondata di coronavirus”, ha affermato il direttore del laboratorio di
ricerca statale, l’epidemiologo Tyra Grove Krause.
(la-pandemia-e-terminata-ma-non-bisogna-dirlo-img_20220106_135407).
Nonostante
la Danimarca abbia attualmente alti livelli di contagio, trainati dalla
variante dell’omicron, che rappresenta già l’80% dei nuovi casi, il direttore
del laboratorio di ricerca statale, l’epidemiologo Tyra Grove Krause, ritiene
che la situazione migliorerà presto in modo significativo.
Il
direttore dell’Istituto sierologico (SSI) ha dichiarato alla televisione danese
che un nuovo studio dell’Istituto ha rilevato che i ricoveri dovuti all’omicron
sono circa la metà di quelli della variante delta.
Alla
domanda per quanto tempo il coronavirus influenzerà la vita dei danesi, ha
risposto: “Penso
che succederà nei prossimi due mesi, quindi spero che l’infezione inizi a
diminuire e che torniamo alle nostre vite normali”.
L’ultima
ondata di coronavirus?
Secondo
lo studio danese pubblicato la scorsa settimana, la variante omicron del coronavirus è
più efficace nell’eludere l’immunità delle persone vaccinate rispetto alla
variante delta, contribuendo a spiegare perché l’omicron si sta diffondendo più
velocemente.
Sebbene
più trasmissibile, la variante dell’omicron sembra indurre una malattia meno
grave, ha affermato Tyra Grove Krause.
“Sebbene
l’omicron possa continuare a esercitare pressione sul nostro sistema sanitario,
tutto indica che è più mite della variante delta”, ha aggiunto.
Secondo
i dati danesi, su un totale di 93 persone ricoverate in ospedale a causa di
omicron COVID-19 alla fine di dicembre, meno di cinque hanno ricevuto cure
intensive.
“Questo
potrebbe essere ciò che ci fa uscire dalla pandemia, in modo che diventi
l’ultima ondata di coronavirus”, ha detto la danese Krause.
Variante
Omicron, fortemente mutato.
Da
quando la variante omicron pesantemente mutata è stata scoperta a novembre, gli
scienziati hanno rapidamente scoperto che causa malattie meno gravi e perché
sembra più contagiosa della variante delta finora dominante.
Un
virus può essere più trasmissibile per una serie di ragioni, come il tempo di
permanenza nell’aria, la sua capacità di aderire alle cellule o la sua fuga dal
sistema immunitario.
Indagando
su quasi 12.000 famiglie danesi a metà dicembre, gli scienziati hanno scoperto che la
omicron era da 2,7 a 3,7 volte più infettiva della variante delta tra i danesi
vaccinati.
Lo
studio, condotto da ricercatori dell’Università di Copenaghen, del Danish Statistical Institute e dello
Statens Serum Institut (SSI), suggerisce che il virus si sta diffondendo più velocemente,
soprattutto
perché è in grado di eludere meglio l’immunità ottenuta con i vaccini.
Niente
è stato aggiunto per l’immunità naturale che sembra coprire meglio tutte le
varianti, ottenuta
grazie all’immunità aspecifica o innata, posseduta da ciascuno di noi fin
dalla nascita, detta anche immunità umorale (linfociti B) o cellulo-mediata
(linfociti T).
Cioè
una immunità mediata da anticorpi naturalmente:
dai linfociti B che si trasformano in plasmacellule che sintetizzano e
secernono anticorpi, o principalmente dai linfociti T che attaccano
direttamente l’antigene invasore (intervento dei linfociti T helper e
Cito-tossici). Questa immunità sembra essere progressivamente danneggiata dall’utilizzo
dei nuovi sieri genici sperimentali.
Evasione
dell’immunità (Inefficacia dei vaccini).
“I
nostri risultati confermano che la rapida diffusione della variante omicron può
essere attribuita principalmente alla capacità di eludere l’immunità (inefficacia dei vaccini sulle
varianti),
piuttosto che ad un aumento intrinseco della trasmissibilità di base
(contagiosità della variante virale)”, affermano i ricercatori. Lo studio non è stato ancora
sottoposto a peer review.
Il 78%
dei danesi è stato completamente vaccinato, mentre quasi il 48% di loro ha
ricevuto un terzo vaccino “richiamo”. Più di otto danesi su dieci hanno
ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech. Ma ciononostante in Danimarca sabato 25
dicembre 2021, nel giorno di Natale, sono stati registrati 14.844 nuovi casi:
Il maggior numero di casi da quando è iniziata l’epidemia . In un giorno il numero dei ricoveri è
passato da 57 a 579.
Non
sarà di certo colpa dei No-vax ? (Falco Brianzolo).
La Dr. Tyra Grove Krause, capo del dipartimento di
epidemiologia e prevenzione delle malattie infettive presso lo Statens Serum
Institut (SSI).
Tyra
Grove Krause (nata il 14 maggio 1970 a Silkeborg in Danimarca) è un medico
danese e ricercatrice in epidemiologia . È il capo dipartimento dello Statens
Serum Institut. La Krause è il nuovo project manager di EuroMOMO.
Euro-MOMO
è una rete europea che monitora la mortalità nei paesi europei. Euro-MOMO ha
sede presso lo Statens Serum Institut, dove Kåre Mølbak era project manager.
Il ruolo
di leader della rete è stato assunto da Tyra Grove Krause presso l’istituto di
Mølbak .
Partecipano
28 partner in 24 paesi o regioni.
I
ricercatori affiliati alla rete pubblicano rapporti e articoli scientifici
relativi al lavoro di Euro-MOMO.
Ciò è
particolarmente utile per le analisi relative alla mortalità e all’influenza.
Le
informazioni sulla rete sono state particolarmente importanti nel contesto
della pandemia di COVID-19 , in cui Euro-MOMO ha pubblicato bollettini settimanali.
Le analisi dei membri della rete hanno mostrato un aumento della mortalità in
Europa nel marzo-aprile 2020, da ottobre a dicembre 2020 e di nuovo un
incremento a partire da gennaio a novembre 2021.
Euro-MOMO
riceve sostegno dal Centro europeo per la prevenzione e controllo delle
malattie e dal WHO.
Nel
2020, anno di piena “pandemia”, i dati ufficiali a livello europeo dicono che
non è stato registrato nessun aumento della mortalità per la fascia d’età dai
15 ai 44 anni.
Nel
2021, l’anno della campagna vaccinale, curiosamente si osserva un aumento senza
precedenti della mortalità nella stessa fascia d’età.
Qui
sotto il grafico Euro-MOMO:
(eccesso-di-mortalita-in-europa-image-2021-12-06)
IL
DATO ITALIANO.
Nel
2020, anno di piena “pandemia”, i dati ufficiali a livello europeo dicono che
non è stato registrato nessun aumento della mortalità per la fascia d’età dai
15 ai 44 anni.
Nel
2021, l’anno della campagna vaccinale, curiosamente si osserva un aumento senza
precedenti della mortalità nella stessa fascia d’età.
L’ISS
e l’AIFA dovrebbero chiarire se quei morti erano vaccinati e qual è stata la
causa dei decessi: eventi tromboembolici? Malattie pregresse (neurologiche,
autoimmunitarie, cancro, etc.) che ‘inspiegabilmente’ sono peggiorate?
La
fascia di età 15-44 anni è un ottimo gruppo di controllo, in quanto possiamo
assumere che questa popolazione sia sana e nel pieno svolgimento delle attività
lavorative e sportive.
Va
rilevato che la mortalità per questa fascia di età aumenta da aprile 2021: proprio da quando è partita la
campagna vaccinale per la stessa fascia di età.
Il
Ministero fornisca i dati sulla
campagna vaccinale per questa fascia.
(eccesso-di-mortalita-in-italia-image-2021-12-06).
Il
Ministero della salute dovrebbe a questo punto fornire dati sulla percentuale
di adesione alla campagna vaccinale da parte di questa fascia di popolazione a
partire da Marzo 2021. In assenza di chiarimenti, risulta difficile escludere che questo eccesso straordinario di
mortalità nel 2021 sia un effetto dei “vaccini” anti Covid.
Speriamo
vivamente che qualcuno possa smentire questi dati molto allarmanti.
I dati sopra menzionati sono registrati e
forniti da Euro-MOMO, una fonte
ufficiale che pubblica un bollettino settimanale sulla sorveglianza della
mortalità in 19 paesi Europei. I dati
italiani sono stati elaborati sui dati ISTAT.
I
CRIMINI COMMESSI CONTRO IL NOSTRO
PAESE
DALLE ELITE CORROTTE.
Comedonchisciotte.net-
James Howard Kunstler-
Paul Craig Roberts-(09/01/2022)-ci dicono:
Stati
Uniti d'America.
James
Howard Kunstler ha riassunto in un articolo molto di quello che vi ho già detto sull'inganno Covid.
Spero
che abbia ragione che il riconoscimento della responsabilità per molti sia in
arrivo.
L'anno
della nauseante psicosi globale si è concluso con il dottor Robert Malone,
virologo e specialista di vaccini, che ha bombardato Internet con un discorso
diretto di 3 ore sulla campagna delle autorità sanitarie per uccidere la vita
di almeno un milione di cittadini americani (finora) e, dando l'esempio, per
danneggiare un multiplo di quel numero di persone innocenti in tutta la civiltà
occidentale.
Il podcaster Joe Rogan ha svolto abilmente un'intervista che
finalmente sta scuotendo il mondo dalla trance di consenso. ( Ascolta ).
Per le
autorità sanitarie non intende solo il dottor Anthony Fauci, il coordinatore
nazionale designato per la SARS-CoV-2, oi suoi complici nelle agenzie del
Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, CDC, NIH, NIAID, ecc., ma anche
il cieco
establishment medico statunitense di medici attivi pratica clinica, ricercatori,
amministratori ospedalieri e dirigenti farmaceutici che hanno agito con una
stupida malevolenza collettiva mai vista da quando i crematori della burocrazia
hanno portato avanti la loro soluzione finale.
Sappiamo
cosa avete fatto.
Avete ingegnerizzato e brevettato un virus con
funzionalità aumentata nello stesso momento in cui avete cospirato con le
compagnie farmaceutiche per ideare e breve pseudo-vaccini, e poi li avete
rilasciati entrambi alla popolazione.
Non
solo non siete riusciti a testare i "vaccini" preparati da Moderna,
Pfizer e Johnson & Johnson, ma avete deliberatamente pasticciato le prove e
mentito.
Avete
creato incentivi ricchi in dollari per gli ospedali per trattare male i
pazienti Covid non usando antivirali conosciuti, sicuri ed efficaci. Hai avuto
cospirato con i media sociali e giornalistici per sopprimere le informazioni su
quei comuni farmaci antivirali che hanno informato molte decisioni dei pazienti
e salvato migliaia di vite.
La
Corte Suprema degli Stati Uniti discuterà le argomentazioni questo venerdì, 7
gennaio, per ingiungere contro i mandati di "Joe Biden" di
costringere la "vaccinazione" nelle aziende che impiegano più di
cento persone e un mandato separato che obbliga i vaxx sul personale dei "fornitori"
certificati Medicare / Medicaid (cioè la maggior parte degli ospedali e studi
medici). C'è una buona cosa che la corte decida contro i mandati. Ci si aspetta
che si pronuncia lunedì 10 gennaio, il giorno in cui i mandati dovrebbero
entrare in vigore.
Le
azioni del governo all'evento Covid-19 sembrano sempre di più essere
deliberatamente e maliziosamente in intorno a vite e a provocare la
disgregazione sociale ed economica.
Nelle
ultime settimane del 2021, i funzionari federali della sanità pubblica hanno
persino bloccato le spedizioni di missione monoclonali in tutto il paese,
nonostante la loro provata efficacia.
Il CDC ha programmato la fine dell'uso dei test PCR
per il Covid-19 il 31 dicembre, dopo averli dichiarati inaffidabili ad agosto.
Perché
questo ritardo di cinque mesi? (Per mantenere alto il numero di casi, ecco
perché).
Si sta
facendo ogni sforzo per le autorizzazioni per l'uso d'emergenza
"vaccini" non sicuri e inefficaci, al fine di sostenere gli scudi
contro la responsabilità a beneficio dei loro produttori.
Pfizer
si rifiuta di rilasciare negli Stati Uniti la sua versione dalla FDA del
prodotto BioNTech protetto dalla EUA per questo motivo.
Il Pentagono ha mentito e confabulato il suo
uso dei due prodotti Pfizer per forzare illegalmente le vaccinazioni BioNTech
non approvate su uomini e donne arruolati.
I
direttori degli ospedali, e le loro
associazioni professionali continuano a perseguitare i colleghi che parlano
degli ospedali".
I
produttori di "vaccini" si rifiutano di rivelare l'esatto contenuto
dei loro prodotti, e sono stati autorizzati a trattenere i dati sulle prove di
fino a mezzo secolo nel futuro.
La conclusione ovvia è che non vogliono che il
popolo sia informato di tutto questo. L'effetto netto è che la medicina
negli USA ha la propria autorità. Chi può fidarsi del suo medico sapendo che è
andato avanti con tutta questa epica disonestà?
Il
paese si sta dirigendo verso un agonizzante reality-test su una scala e una
velocità mai viste prima nella storia del mondo. Si può già supporre che il
governo abbia perso il controllo della storia del Covid-19. L'allarme Omicron sta cadendo
miseramente.
Molti
casi, pochi morti, sintomi lievi.
La
credibilità del governo è stata colpita. Nei mesi a venire, impareremo quanto
fossero dannosi quei "vaccini" - specialmente le morti tra i bambini
americani - mentre i danni causano agli organi e al sistema immunitario della
gente.
I
perfidi mezzi di informazione si stanno affannando ora per aggiustare le loro
narrazioni, ma non riusciranno a sfuggire al record di falsità che hanno
stabilito.
Non
possono cancellare o riscrivere ogni storia nei loro archivi, e molte di queste
sono comunque stampate in copia cartacea. Poi proveranno a scusarsi.
("Scusate, ma la pandemia ci ha fatto impazzire un po'"). Devono rispondere nei tribunali - o
altrimenti semplicemente dichiarare gli USA uno stato senza legge.
I
crimini del Covid-19 contro i nostri concittadini sono solo un pezzo di un
pacchetto di prova della realtà che ci aspetta nel 2022.
Pensate
che l'avvocato speciale John Durham se ne sia andato a bere pina colada
nell'oblio dopo aver incriminato un paio di galoppini (Danchenko e Sussman)?
Lui è
una forza ipersonica che orbita sopra un noto cast di criminali politici che
sono diretti al processo.
Il prossimo sarà il naufragio dell'economia
statunitense. Pensate che i crimini alle intorno alle elezioni nazionali del
2020 siano sepolti e dimenticati? Vi aspettiamo delle brutte sorprese. Le cose
si sono veramente ribaltate. Solo che non ve ne rendete ancora conto.
(James
Howard Kunstler-- kunstler.com-- paulcraigroberts.org).
NASCE
IL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE!
PER LA
RESISTENZA CIVILE E LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE.
Byoblu.com-
Edoardo Gagliardi- (8 Gennaio 2022 )-ci dice :
Con la
manifestazione in programma oggi a Torino, in piazza Castello, si da il via
alla formazione del Comitato di Liberazione Nazionale. Un nuovo CNL per
difendere la Costituzione italiana ed esercitare la resistenza civile contro le
continue vessazioni del governo.
Byoblu
seguirà in esclusiva la manifestazione, in diretta a partire dalle 14:40 circa
sul canale 262 del digitale terrestre e sul sito internet byoblu.com.
A
Torino saranno presenti, tra gli altri, il giurista Ugo Mattei e il giornalista
e massmediologo Carlo Freccero.
Questo
il testo integrale del comunicato diffuso dagli organizzatori del Comitato:
Le
misure arbitrarie e discriminatorie adottate nell’ultimo anno dal Governo
Draghi sono in palese violazione della Costituzione, il cui art. 2 ci chiama ai
doveri inderogabili di solidarietà politica, tra cui quello di fedeltà alla
Repubblica nel rispetto delle leggi.
Questo
dovere però non comporta obbedienza incondizionata a governi che abusando del
proprio ufficio violino i principi costituzionali.
È infatti implicito nell’art. 54 della
Costituzione un diritto di resistenza dei Cittadini che deriva dal dovere
stesso di difesa delle istituzioni.
Ciò si
traduce innanzitutto nel diritto di libera manifestazione del pensiero
garantito dall’art. 21 della Costituzione, e di recente limitato e persino
vietato da questo Governo, intanto che, a differenza di quanto più volte
affermato dalla Presidenza della Repubblica, da esponenti del Governo e in
tanti mezzi di stampa, la vita democratica tollera e tutela anche il dissenso
più radicale, purché non si declini in comportamenti materiali destinati a
colpire le istituzioni democratiche.
La
discriminazione punitiva e il ripetuto ricatto di legge contro milioni di
Cittadini non vaccinati è incivile e inaccettabile e nulla ha a che fare con il
contenimento dell’epidemia.
In violazione dell’art. 3 della Costituzione,
il Governo Draghi discrimina milioni di Cittadini indicandoli come “nemici”
della nazione e tentando di incanalare contro di loro il generale disagio
dovuto ormai più all’arbitrarietà e all’insipienza delle misure di governo che
alla pandemia.
Chiamiamo
dunque i Cittadini italiani a manifestare liberamente il proprio dissenso e
alla formazione di un Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che si opponga
attivamente alla quotidiana discriminazione sui luoghi di lavoro, sui mezzi di
trasporto pubblico, a scuola, e nell’ambito di tanti servizi essenziali.
Chiediamo
l’immediata abrogazione del Green Pass e delle misure discriminatorie in
violazione degli artt. 2 e 32 della Costituzione, invitiamo la stampa, la televisione
e i media ad una informazione più consona ai valori costituzionali e meno
palesemente terroristica, e chiamiamo i Cittadini alla resistenza civile rifiutandosi
di esibire il Green Pass, seguendo l’esempio glorioso di Rosa Parks che rifiutò
di riconoscere la legittimità di misure che la qualificavano come una cittadina
di serie B.
VIENI
NEL CLN!
Scendi
con noi in piazza l’8 gennaio a Torino e poi in tante altre piazze del Paese!
Esercita il tuo dovere di resistenza civile a difesa della Costituzione!
Viva le piazze costituenti del Comitato di
Liberazione Nazionale!
Seguirà
il documento di proclamazione istitutiva del Comitato di Liberazione Nazionale
con le firme di tante personalità della società civile, dell’accademia, e del
mondo della politica tra cui quindici tra parlamentari ed europarlamentari.
Dottore,
ma è vero che... ?
La
proteina spike prodotta dai vaccini
può
danneggiare i vasi sanguigni?
Dottoremaeveroche.it-
ROBERTA VILLA-(14 Luglio 2021)- ci dice :
La
proteina spike prodotta dai vaccini può danneggiare i vasi sanguigni?
Fin
dalla prima ondata della pandemia, nella primavera del 2020, si è capito che
Covid-19 poteva essere molto più di un’infezione delle vie respiratorie.
Col
passare dei mesi è diventato chiaro che, nei casi più gravi, il coinvolgimento
di molti organi e tessuti diversi non deriva da un attacco diretto del virus,
ma dal danno che questo provoca ai piccoli vasi sanguigni che li nutrono . Su
come ciò avvenga, però, ci sono ancora molti studi in corso .
Uno
dei più recenti ha messo in luce il ruolo della proteina spike in questo
fenomeno.
SARS-CoV-2
è stato spesso rappresentato come un riccio ricoperto di aculei, le proteine
spike, appunto, che si legano alle cellule attraverso un recettore presente
sulla membrana di queste ultime, chiamato ACE2 .
Il
lavoro pubblicato su Circulation Research mostra che il danno alle superfici
interne dei vasi sanguigni, dette endoteli, può essere provocato da questa
proteina da sola, anche senza il materiale genetico necessario per infettare le
cellule.
Ma
sottolinea anche che, perché questo fenomeno avvenga, è indispensabile
l’interazione tra la proteina spike e il suo recettore ACE2.
Non è
insomma un danno meccanico, come si potrebbe superficialmente pensare guardando
le immagini in cui il virus scorre nel sangue con tutte le sue punte esposte.
Non
sono dei graffi sulla parete a indurre la formazione di coaguli che finiscono
con l’ostacolare il flusso del sangue, ma un meccanismo più complesso.
Dottore,
cosa succede con i vaccini?
Questo
studio, mal interpretato da qualcuno, ha fatto pensare che attraverso lo stesso
processo anche i vaccini potessero provocare danni ai tessuti. I vaccini finora
autorizzati in Europa, infatti, fanno produrre all’organismo proprio questa proteina
spike, perché il sistema immunitario impari a riconoscerla e sviluppare una
risposta che protegga da future infezioni.
Se
però i vaccini spingono le cellule a produrre la proteina spike, ed è questa la
componente del virus che provoca i danni più gravi, questi prodotti non saranno
pericolosi?
Facendo
produrre la proteina spike con le istruzioni portate da un vaccino a mRNA o a
vettore adeno-virale, non rischiamo di innescare le stesse reazioni?
A
queste domande sembra proprio che si possa rispondere con un rassicurante “no”,
per una lunga serie di ragioni ben spiegate dal chimico farmaceutico Derek Lowe
nel suo blog ospitato sulle pagine di Science Translational Medicine .
Dottore,
può spiegarmi come mai la proteina spike prodotta dai vaccini è diversa da quella
prodotta dal virus?
La
proteina spike prodotta dai vaccini può danneggiare i vasi sanguigni?
Prima
di tutto, è importante capire la differenza tra l’infezione naturale e la
vaccinazione.
Nel
primo caso, il virus entra nell’organismo tramite le vie aeree e infetta le cellule che le
rivestono: si moltiplica al loro interno fino a romperle per andare a infettare
altre cellule e via via raggiunge in enormi quantità il circolo sanguigno e si
distribuisce potenzialmente in tutto il corpo .
Si
calcola che al momento del picco dell’infezione nell’organismo si trovino da 1
a 100 miliardi di particelle virali (Spike), ciascuna delle quali porta sulla
sua superficie parecchie copie di spike, pronte a colpire i rivestimenti dei
vasi sanguigni, come descritto nel lavoro prima citato.
I
vaccini, invece, sono somministrati nel muscolo deltoide proprio perché questa
posizione permette di evitare facilmente arterie e vene.
La
maggior parte del prodotto fluirà attraverso le vie linfatiche fino ai linfonodi,
dove cellule specializzate presenteranno la spike codificata dai vaccini adeno-virali
o a mRNA alle cellule deputate a innescare la risposta immunitaria; una certa
quota invece entrerà nelle cellule muscolari, che a loro volta produrranno la
proteina come da istruzioni contenute nel vaccino e la esporranno ancorata
nella loro membrana. Non la liberano in circolo, se non accidentalmente, in
minima parte.
Quindi
una parte della proteina spike, anche minima, effettivamente entra in circolo?
In
realtà, recentemente, usando un metodo molto sensibile, alcuni ricercatori sono
riusciti per la prima volta a identificare la proteina spike e la sua
componente S1 nel sangue di 13 soggetti che avevano ricevuto la prima dose del
prodotto di Moderna.
Dopo
14 giorni, quando la risposta immunitaria è stata evocata, anche queste tracce
sono sparite, così come non compaiono più dopo la seconda dose .
Anche
questa è una grossa differenza con l’infezione naturale, in cui spesso è più
difficile per le difese dell’organismo eliminare rapidamente l’enorme quantità
di particelle virali in circolo.
Lowe
dedica parte di un ulteriore post a spiegare perché anche questo nuovo studio
non deve destare preoccupazione .
Gli
studi per l’autorizzazione del vaccino di Pfizer da parte di EMA mostrano che
il 99% del vaccino resta nel sito di iniezione .
“È
possibile naturalmente che in piccola quantità riesca a entrare nel circolo
sanguigno, ma qualsiasi cellula riceva le istruzioni di produrre la spike, la
esporrà sempre sulla sua superficie, non la riverserà nel sangue” spiega Lowe.
Tutto
quel che arriva al fegato, poi, viene degradato e distrutto. Anche le spike che
si concentrano sulle cellule del sito di iniezione svaniscono, per lo più in 72
ore, con eventuali pochi residui a 5 giorni, mentre sappiamo che il virus, con il
suo carico di spike molto maggiore, resta in media nell’organismo una
settimana, ma in alcuni casi può persistere per mesi.
Ci
sono altri elementi da tenere in considerazione?
Ad
esempio dobbiamo ricordare che, con l’unica eccezione di quello di AstraZeneca,
le istruzioni contenute negli altri vaccini attualmente autorizzati codificano
per una proteina spike in una conformazione diversa da quella che si può legare
al recettore, per cui la probabilità che possa interagire, creando problemi,
cala ulteriormente .
Infine,
mentre la risposta naturale all’infezione prevede la produzione di moltissimi
anticorpi, alcuni dei quali possono avere affinità con componenti
dell’organismo, provocando le reazioni autoimmuni che potrebbero essere alla
base delle forme croniche di Covid-19 (la cosiddetta “long covid”), gli anticorpi prodotti in seguito
alla vaccinazione sono diretti in maniera specifica contro spike e sono quindi
una gamma molto più ristretta, che ha meno probabilità di sbagliare bersaglio e
colpire l’organismo . Insomma, anche tenendo conto il ruolo della proteina spike
nell’infezione, vaccinarsi resta la scelta più sicura.
È
provato: la proteina Spike aumenta
gli
attacchi cardiaci e distrugge
il
sistema immunitario.
Comedonchisciotte.org-
Markus -( 02 Dicembre 2021)- ci dice :
(Mike
Whitney-unz.com)
“Questa
è realmente una tecnologia progettata per intossicare la gente, non c’è altro
modo per dirlo.” Dr. Michael Palmer sui vaccini mRNA.
Domanda
– Il vaccino Covid-19 causa attacchi di cuore?
Risposta
– Si, e i ricercatori sono quasi arrivati a capire il meccanismo che scatena
questi eventi.
Domanda
– Come posso essere sicuro che lei sta dicendo la verità?
Risposta
– Beh, tanto per cominciare, c’è una ricerca apparsa di recente sulla
prestigiosa rivista Circulation che giunge alle stesse conclusioni. Ecco un estratto del
documento:
“Concludiamo
che l’mRNA vaccinale aumenta drammaticamente l’infiammazione dell’endotelio (lo
strato di cellule che riveste i vasi sanguigni) e l’infiltrazione delle cellule
T nel muscolo cardiaco e può spiegare le osservazioni di aumento di trombosi
(coagulazione), cardiomiopatie, (un gruppo di malattie che colpiscono il
muscolo cardiaco) e altri eventi vascolari post vaccinazione.” (“Abstract 10712: Mrna COVID Vaccines
Dramatically Increase Endothelial Inflammatory Markers and ACS Risk as Measured
by the PULS Cardiac Test: a Warning”, Circulation).
In
realtà, è abbastanza raro che i ricercatori siano così schietti nelle loro
analisi, ma è così, nero su bianco. Come può vedere, non si sono tirati
indietro. Ecco
come Alex Berenson ha riassunto il tutto nel suo blog su “Substack”:
“Un
nuovo studio su 566 pazienti che avevano ricevuto i vaccini Pfizer o Moderna
mostra che i segnali di danno cardiovascolare erano aumentati dopo le
iniezioni. Il rischio di attacchi di cuore o di altri gravi problemi
coronarici, valutato sulla base di cambiamenti nei marcatori di infiammazione e
di altri danni cellulari, era più che raddoppiato qualche mese dopo la
somministrazione del vaccino. I pazienti, dopo la vaccinazione, avevano un 25%
di rischio di sviluppare [entro cinque anni] gravi eventi cardiovascolari
rispetto all’11% ante vaccinazione.” (“If you like heart problems, you’ll
love the Pfizer and Moderna Covid vaccines”, Alex Berenson, Substack).
“Raddoppiato”?
“Il rischio di attacchi di cuore… più che raddoppiato” dopo la vaccinazione?
A
quanto pare, sì. Non c’è da stupirsi che il cardiologo Dr. Aseem Malhotra sia
così sbalordito. Ecco cosa ha detto in una recente intervista:
“Straordinario,
inquietante e sconvolgente. Ora abbiamo la prova del plausibile meccanismo biologico
con cui i vaccini mRNA possono contribuire ad aumentare gli eventi cardiaci.
L’abstract è pubblicato in una delle più influenti riviste di cardiologia,
quindi dobbiamo prendere questi risultati molto seriamente.”
Infatti
dovremmo farlo, ma i nostri esperti di salute pubblica continuano a far finta
che nulla sia cambiato, anche se sempre più professionisti continuano a
parlarne.
Ecco
ancora “Malhotra”:
“Ho
molti contatti con la comunità dei cardiologi in tutto il Regno Unito e, come
se nulla fosse, i colleghi mi dicono di stare vedendo persone sempre più
giovani che arrivano con attacchi di cuore…. Ora, da luglio, ci sono stati
almeno 10.000 decessi non Covid e la maggior parte di questi sono stati causati
da malattie circolatorie, in altre parole, attacchi di cuore e ictus. E c’è
stato un aumento del 30% delle morti in casa, spesso a causa di un arresto
cardiaco …. (Quindi) il segnale è abbastanza forte… Una cosa del genere deve
essere indagata… Penso anche che sia giunto il momento che i politici di tutto
il mondo mettano fine agli obblighi vaccinali, perché, se questo segnale è corretto,
allora la storia non sarà dalla loro parte e il pubblico non li perdonerà.” (Dr Aseem Malhotra reveals increase in
risk of heart attack following the mRNA COVID vaccine, Bitchute).
Bitchute
ha censurato l’intervista, per ora è visibile su Twitter .
Scioccante,
vero? E ciò che è più scioccante è la risposta dei media, che mira a nascondere
il fatto che queste iniezioni tossiche rappresentano una chiara minaccia per la
vita di milioni di persone. È un’esagerazione?
No,
per niente.
Quindi,
quali conclusioni possiamo trarre da questa nuova ricerca? Cosa ci dice la
scienza?
Ci sta
dicendo che il vaccino può ridurre il flusso di sangue al cuore, danneggiare il
tessuto cardiaco e aumentare notevolmente il rischio di un attacco cardiaco.
Gli autori stanno dicendo ai lettori, senza mezzi termini, che il vaccino può
ucciderli o danneggiarli gravemente. Riesce a capirlo?
Domanda
– No. Non ho letto il rapporto.
Risposta
– No, non l’ha letto, e probabilmente non lo leggerà, dato che i media
mainstream e i giganti dei social media faranno in modo che non veda mai la
luce del giorno. Ma basta rileggere quel paragrafo e cercare di afferrare ciò
che gli autori stanno dicendo. Stanno dicendo che molte persone che hanno
scelto di farsi vaccinare moriranno o avranno anni di vita in meno. E,
ricordate, questo non è un articolo d’opinione. È scienza. È anche il ripudio
diretto di una campagna di vaccinazione di massa che sta palesemente ammazzando
la gente.
Domanda
– Lei esagera sempre. Questo è solo il rapporto di un gruppo di ricercatori.
Potrei facilmente fornirle una ricerca che confuta la sua teoria.
Risposta
– Certo che potrebbe, infatti c’è un piccolo esercito di propagandisti
impiegati dall’industria (alias “fact checker”) che passano tutto il loro tempo a
screditare la scienza che si discosta anche solo leggermente dalla narrativa
ufficiale. La verità è che la campagna di disinformazione pro-vax è stata molto
più efficace del vaccino stesso. Non credo che nemmeno lei sia in disaccordo
con questo.
Domanda
– Non sono d’accordo e non mi va che lei definisca “disinformazione pro-vax” il
sostegno comune a queste essenziali terapie. Questa è un’affermazione
estremamente parziale e ignorante.
Risposta
– Davvero? Nelle ultime settimane, abbiamo portato prove concrete che un gran
numero di persone morte dopo la vaccinazione erano morte proprio a causa della
vaccinazione. Abbiamo mostrato, per esempio, che due professori tedeschi di
patologia, Arne
Burkhardt e Walter Lang, in cinque su dieci autopsie [da loro praticate] “valutano
la connessione tra morte e vaccinazione come molto probabile e, in due casi,
come probabile.” Questi stessi medici hanno trovato che “la miocardite
linfocitica era la diagnosi più comune [di decesso]….(insieme a) fenomeni
autoimmuni, riduzione della capacità immunitaria, accelerazione della crescita
tumorale, danni vascolari, “endoteliti,” vasculiti, perivasculiti e “clumping”
eritrocitario… In altre parole, l’intera collezione di malattie che sono state
collegate a queste iniezioni di veleno mortale.” ( il rapporto completo : “Lymphocyte riot’: Pathologists
investigate deaths after Corona vaccination”, Free West Media)
Questi
stessi patologi hanno trovato prove di un “tumulto linfocitario” praticamente
in tutti gli organi e tessuti.
(Nota:
i linfociti sono i globuli bianchi del sistema immunitario che entrano in
azione per combattere gli agenti infettivi o le cellule infettate dai patogeni.
Il termine “tumulto linfocitario” fa capire che il sistema immunitario
impazzisce cercando di contrastare gli effetti di miliardi di proteine spike
legate alle cellule ematiche. Man mano che i linfociti si esauriscono,
l’organismo diventa sempre più suscettibile ad altre infezioni, il che può
spiegare perché un gran numero di persone contraggano virus respiratori anche
in estate).
Le
autopsie forniscono la prova concreta che i vaccini, in effetti, causano danni
significativi ai tessuti. Quindi, la domanda che le faccio è questa: Come si fa a mettere da parte una
prova solida come la roccia che i vaccini infliggono danni significativi alle
persone a cui vengono somministrati? Ha bisogno di esaminare lei stesso
questi poveri cadaveri prima di cambiare idea e ammettere di avere torto?
Domanda
– Non si può dedurre niente solo da 10 autopsie. Attualmente più di un miliardo
di persone sono state vaccinate e le morti sono ancora in un range accettabile,
data la gravità della malattia.
Risposta:
“La gravità della malattia”? Intende un virus a cui sopravvive più del 99,98%
delle persone infettate? Intende un’infezione che, secondo gli ultimi dati
della Johns Hopkins, nel 2020 ha ucciso 351.000 persone negli Stati Uniti, che
è circa la metà del numero di persone che muoiono di malattie cardiache ogni anno?
E
quando lei dice: “Non si può dedurre niente solo da 10 autopsie” si sbaglia di
grosso. Si può rilevare un modello di malattia vaccino dipendente causata
dall’iniezione di una sostanza tossica (proteina spike) che causa emorragie,
coagulazione e autoimmunità anche nelle persone che sopravvivono.
“Sopravvivere”
non significa non subire danni. Oh, no. E chiunque abbia visto i numerosi video
di atleti sani che stramazzano sul campo di gioco qualche mese dopo essere
stati iniettati, dovrebbe capire che “è capitato a lui ma potrebbe capitare a
me.”
In
conclusione: Se vi vaccinerete, non saprete mai se sarete colpiti
all’improvviso da un evento cardiaco del genere. ( ” At least 69 athletes collapse in
one month, many dead” freewestmedia.com).
Pensa
che se questi atleti avessero saputo che avrebbero potuto morire a causa del
vaccino, avrebbero fatto la scelta che hanno fatto?
Domanda
– Lei drammatizza troppo. Naturalmente, non tutti reagiranno allo stesso modo
ad un farmaco di emergenza, ma, a conti fatti, i vaccini hanno attenuato
l’impatto di una pandemia mortale come non si vedeva da più di un secolo.
Risposta
– Lo crede davvero? Proprio come crede davvero che la Covid-19 sia causata da
un virus totalmente unico e “nuovo?” Se solo facesse qualche ricerca, saprebbe
che quella teoria è stata completamente sfatata. Il Coronavirus non è nuovo; è
un’iterazione di numerose altre infezioni che sono diffuse nella popolazione da
almeno vent’anni. Dia un’occhiata a questo estratto da un documento di ricerca
dei “Medici
per l’etica Covid” e veda di cosa sto parlando:
“Diversi
studi hanno dimostrato che gli anticorpi circolanti IgG e IgA specifici per il
SARS-CoV-2 diventano rilevabili entro 1-2 settimane dopo la somministrazione
dei vaccini mRNA… La rapida produzione di IgG e IgA indica sempre una risposta
secondaria, di tipo memoria, suscitata dalla ristimolazione di cellule
immunitarie preesistenti…. Tuttavia, è importante notare che le IgG aumentano
più velocemente delle IgM, il che conferma che la risposta iniziale delle IgG è
effettivamente di tipo memoria. Questa risposta di tipo memoria indica
un’immunità preesistente e cross-reattiva dovuta a precedenti infezioni con
normali ceppi di coronavirus umano respiratorio….
Le
risposte di tipo memoria sono state documentate anche per quanto riguarda l’immunità
mediata dalle cellule T. Nel complesso, questi risultati indicano che il nostro
sistema immunitario è in grado di riconoscere il SARS-CoV-2 come “virus noto”
anche al primo contatto. I casi gravi della malattia non possono quindi essere
attribuiti alla mancanza di immunità. Al contrario, i casi gravi potrebbero
benissimo essere causati o aggravati dall’immunità preesistente attraverso un
potenziamento anticorpo-dipendente.
Questo
studio conferma l’affermazione di cui sopra, che la risposta immunitaria al
contatto iniziale con il SARS-CoV-2 è di tipo memoria. Inoltre, dimostra che
questa reazione si verifica in quasi tutti gli individui e, in particolare,
anche in quelli che non presentano sintomi clinici manifesti.
Conclusione
– I risultati cumulativi precedentemente discussi mostrano chiaramente che i
benefici della vaccinazione sono assai dubbi. Al contrario, il danno prodotto
dai vaccini è molto ben documentato, con più di 15.000 morti associate alla
vaccinazione ora rilevabili nel database degli eventi avversi dei farmaci
dell’UE (EudraVigilance) e con oltre 7.000 morti nel Regno
Unito e negli Stati Uniti”. (“Letter to Physicians: Four New Scientific Discoveries
Regarding COVID-19 Immunity and Vaccines – Implications for Safety and
Efficacy”, Doctors for Covid Ethics)
Ripeto:
se la stragrande maggioranza delle persone ha già una robusta immunità
preesistente, “allora i benefici della vaccinazione sono assai dubbi.”
È una
conclusione ragionevole “basata sull’evidenza”? E, se lo è, allora non avrebbe
dovuto esserci un dibattito su questo argomento prima di inoculare oltre un
miliardo di persone con una sostanza sperimentale che causa, emorragie,
coaguli, autoimmunità, ictus e attacchi cardiaci? E come potrebbe non essere
vera una cosa del genere? Perché, se non ci fosse un’immunità preesistente, in
una popolazione di 330 milioni di persone com’è quella statunitense, il numero
delle vittime dovrebbe essere enormemente più alto. Invece, dopo due anni di
esposizione, la percentuale di morti negli Stati Uniti è ancora meno di un
terzo dell’1% [della popolazione], una vera e propria goccia nel mare. Sarebbe
possibile con un virus realmente “nuovo” e super-contagioso?
No,
non sarebbe possibile, il che significa che Fauci e Co. hanno mentito. E la ragione per cui hanno mentito
è stato per convincere la gente di essere più vulnerabile di quanto non lo
fosse in realtà. È solo una delle tante trovate allarmistiche usate per
promuovere il vaccino: “vaccinati o morirai,” questo era il messaggio.
Non le
dà fastidio? Non le dà fastidio sapere che il governo e le autorità sanitarie
pubbliche hanno distorto la verità per ingannarla su una procedura medica
invasiva e potenzialmente letale?
Domanda
– Penso che i nostri funzionari della sanità pubblica abbiano fatto del loro
meglio, date le circostanze.
Risposta
– Credo che lei si sbagli. Penso che abbiano ripetutamente mentito per portare
avanti un’agenda esclusivamente politica. Ma, per un minuto, supponiamo che lei
abbia ragione. Allora perché continuano ad ignorare le ricerche innovative che
sono in conflitto con i loro obiettivi politici? Ci ha pensato? Ho già
menzionato lo scioccante articolo che descrive come il vaccino riduca il flusso
di sangue al cuore e aumenti il rischio di un attacco cardiaco. Ha per caso sentito una parola di
Fauci o della Walensky su questo rapporto?
No,
niente.
Perché
pensa che le cose stiano così? Si potrebbe immaginare che se Fauci avesse a
cuore il nostro interesse userebbe la sua influenza sui media per diffondere la
notizia in lungo e in largo. Ma, no. Non ha fatto alcuno sforzo per confermare
i risultati della ricerca, che c’è un chiaro legame tra la produzione della
proteina spike e il danno cardiovascolare. Non ha mosso un dito in questo
senso, e si vede. L’impennata dei decessi e il forte aumento delle morti in
eccesso in moltissimi Paesi che avevano lanciato campagne di vaccinazione di
massa all’inizio dell’anno sono principalmente dovuti ad eventi circolatori,
cioè ad attacchi cardiaci, ictus e simili. L’ultimo esempio di questo fenomeno è
l’Olanda, che ha visto un aumento del 20% di morti rispetto all’anno precedente. Guardi qui:
“La
settimana scorsa, il numero di morti ha superato di oltre il 20% la media per
lo stesso periodo dell’anno. L’Ufficio Centrale di Statistica olandese (CBS) ha
riportato 3750 morti, quasi 850 in più del previsto. Secondo l’ufficio
statistico, la maggiore mortalità può essere rilevata in tutti i gruppi di età.
Nei
Paesi Bassi, l’85% delle persone sopra i 18 anni è completamente vaccinata, e
molti hanno fatto il vaccino solo di recente. …
Giovedì
i funzionari olandesi hanno iniziato a somministrare i richiami agli
ultraottantenni, alcune settimane prima del previsto…
Nel
Regno Unito, sulla base dei dati settimanali forniti dall’Ufficio di Statistica
Nazionale (ONS), le persone vaccinate sotto i 60 anni hanno il doppio delle
probabilità di morire rispetto alle persone non vaccinate. In Gran Bretagna,
anche i decessi complessivi sono molto al di sopra della norma.
Proprio
come i Tedeschi, anche gli Svedesi sembrano morire a tassi del 20% o più sopra
il normale alcune settimane dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino
Covid, secondo i dati di uno studio svedese.” (“Dutch deaths more than 20% higher
than previous year”, Free West Media).
E
questo non sta accadendo solo nei Paesi Bassi e in Germania. Sta succedendo ovunque erano state
lanciate campagne di vaccinazione di massa all’inizio dell’anno.
Ora,
in tutti questi Paesi si sta vedendo un forte aumento dei casi di arresto
cardiaco, ictus, danni vascolari e coaguli ematici. Perché? Cosa abbiamo di
diverso nel 2021 rispetto agli anni precedenti?
Domanda:
dove vuole arrivare con tutto questo? Sento che mi sta preparando qualcosa.
Risposta
– Proprio così. Voglio che lei ammetta che i dati recenti indicano che occorre terminare
immediatamente la campagna di vaccinazione. Questo è il mio obiettivo
principale, convincere la gente che siamo sulla strada sbagliata e che dobbiamo
fermare questa follia prima che altri muoiano.
Lo sa
che i vaccini danneggiano anche il sistema immunitario?
È
vero, questi vaccini sono degli immunosoppressori, il che significa che
l’organismo è meno capace di combattere infezioni, virus e malattie. Ci pensi
un attimo. Il vaccino doveva proteggere i riceventi dalla malattia e dalla
morte, invece fa l’esatto contrario. Impedisce alle cellule di produrre gli
anticorpi necessari ad evitare le infezioni. Legga questo breve trafiletto del
Dr. David Bauer del Francis Crick Institute che spiega cosa sta succedendo:
“Così,
il messaggio chiave dalla nostra scoperta è che abbiamo trovato che i
destinatari del vaccino Pfizer, quelli che hanno avuto le due dosi, hanno un
tasso di anticorpi neutralizzanti da cinque a sei volte inferiore [alla norma].
Questi
sono gli anticorpi “gold standard” del sistema immunitario, quelli che, in
primo luogo, impediscono ai virus di entrare nelle cellule.
Quindi,
abbiamo scoperto che questa percentuale è inferiore nelle persone a cui erano
state somministrate le due dosi. Abbiamo scoperto che anche i soggetti che
avevano ricevuto una sola dose del Pfizer avevano livelli ematici anticorpali più bassi .
E,
forse la cosa più importante, è che vediamo che più si è anziani, più bassi
sono i livelli e, più tempo è trascorso dalla seconda dose, più bassi sono i
livelli. Quindi, questo ci dice che, probabilmente, a breve, avremo bisogno di
dare la priorità ai richiami per le persone più anziane e più vulnerabili,
soprattutto se questa nuova variante si diffonde.” (“Dr David LV Bauer Francis Crick
institute destroys the immune system”, Bitchute, 1 minute)
Anticorpi
neutralizzanti sei volte inferiori alla norma?
Sì.
Come abbiamo detto, il vaccino sopprime il sistema immunitario e questo apre la porta alle
infezioni. Ecco come Alex Berenson ha riassunto la cosa in un suo articolo pubblicato di
recente su Substack:
“Quello
che gli Inglesi stanno dicendo è che ora hanno scoperto che il vaccino
interferisce con la capacità innata dell’organismo di produrre anticorpi dopo
l’infezione contro non solo la proteina spike ma anche altri frammenti del
virus….
Questo
significa che le persone vaccinate saranno molto più vulnerabili alle mutazioni
della proteina spike ANCHE DOPO CHE SARANNO STATE INFETTATE E SARANNO GUARITE …
… è
ancora più evidente che i vaccini possono interferire con lo sviluppo di una
robusta immunità a lungo termine post-infezione”. (“URGENT: Covid
vaccines will keep you from acquiring full immunity EVEN IF YOU ARE INFECTED
AND RECOVER,“ Alex Berenson, Substack).
Ma
come può essere? Come possono il governo, le istituzioni di salute pubblica e
le aziende farmaceutiche spingere un vaccino che, in realtà, rende le persone
più vulnerabili alle malattie? Non ha senso, a meno che, ovviamente, l’obiettivo non
sia proprio quello di rendere la gente più malata e aumentare le probabilità di
decesso. È questo che sta succedendo?
In
effetti, è proprio così. Ecco di più da una ex dipendente di Pfizer che ha
deciso di vuotare il sacco:
“Una
ex dipendente di Pfizer, che ora lavora come esperta di marketing farmaceutico
e analista di biotecnologie, a settembre, nel corso di un incontro pubblico ha
fornito prove su come Pfizer fosse consapevole del fatto che queste iniezioni
possono rendere i vaccinati più inclini a contrarre la COVID-19 ed altre
infezioni.
Secondo
l’informatrice Karen Kingston, “Prima della somministrazione, il loro tasso di
infezione era dell’1,3% e, dopo la vaccinazione, era del 4,34%. Era salito di
oltre il 300%. Avevano meno infezioni quando non avevano protezione. Quindi,
questo è un problema.” (“VIDEO: Former Pfizer Employee Says COVID-19 Vaccine Causes
Recipients to Become More Susceptible to the Virus, Gateway Pundit).
Perché
non è una notizia da prima pagina? Perché la scienza viene soppressa? Perché le affermazioni di credibili
professionisti vengono nascoste sotto il tappeto, censurate sui social media e
messe da parte dai nostri funzionari della sanità pubblica?
L’unica
spiegazione ragionevole è che gli autori della campagna di vaccinazione di
massa vogliano nascondere al pubblico i pericoli del vaccino, perché ciò che a
loro interessa veramente è la vaccinazione universale, fare in modo che tutti i 7
miliardi di abitanti del pianeta Terra siano vaccinati, costi quel che costi. Come potete vedere, la scienza non
li ha scoraggiati affatto. Sono determinati ad attuare il loro piano proprio
come il primo giorno, forse anche di più.
Date
un’occhiata a questo estratto da un documento esplosivo, che mostra come la proteina spike
entri nel nucleo cellulare e causi danni incalcolabili al sistema immunitario. Questa ricerca all’avanguardia ha
avuto un impatto enorme nella comunità scientifica.
“La
sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) ha portato alla
pandemia della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19), con gravi danni alla
salute pubblica e all’economia globale. L’immunità adattativa gioca un ruolo
cruciale nella lotta contro l’infezione da SARS-CoV-2 e influenza direttamente
gli esiti clinici dei pazienti. Gli studi clinici hanno indicato che i pazienti
con grave COVID-19 mostrano risposte immunitarie adattative deboli e ritardate;
tuttavia, il meccanismo con cui il SARS-CoV-2 impedisce l’immunità adattativa
rimane poco chiaro. Qui, usando una linea cellulare in vitro, abbiamo visto che
la proteina spike del SARS-CoV-2 inibisce significativamente la riparazione dei
danni al DNA, necessaria per un’efficace ricombinazione V(D)J nell’immunità
adattativa.
Meccanicamente,
abbiamo scoperto che la proteina spike si localizza nel nucleo e inibisce la
riparazione dei danni al DNA impedendo il reclutamento al sito del danno di due
proteine chiave per la riparazione del DNA, BRCA1 e 53BP1. I nostri risultati
rivelano un potenziale meccanismo molecolare attraverso il quale la proteina
spike potrebbe impedire l’immunità adattativa e sottolineano i potenziali
effetti collaterali dei vaccini basati sulla proteina spike a piena lunghezza”.
(“SARS–CoV–2
Spike Impairs DNA Damage Repair and Inhibits V(D)J Recombination In Vitro”,
SARS–CoV–2 Spike Impairs DNA Damage Repair and Inhibits V(D)J Recombination In
Vitro,” mdpi.com).
Che
cosa significa?
Significa
che la proteina spike entra nel nucleo delle cellule e danneggia il DNA. Questo non doveva succedere. Il
vaccino non doveva penetrare nel sancta sanctorum dove è conservato il nostro
materiale genetico. Una volta che si fa strada nel nucleo, la proteina spike impedisce la
riparazione del DNA danneggiato, cosa che, a sua volta, ha un effetto negativo sulla
proliferazione delle cellule B e T che sono essenziali nella lotta contro
l’infezione. (Nota: la spike ha effetti anche su geni specifici “predisponenti
allo sviluppo del cancro… quindi, questa è chiaramente una notizia di grande
importanza che non dovrebbe essere presa alla leggera”. (Vedere– “Spike protein inside nucleus
enhancing DNA damage? – COVID-19 mRNA vaccines update 18″, Youtube, 12 minuti).
Ecco
come il dottor
Mobeen Syed spiega gli effetti della proteina spike sul sistema immunitario: (È una
mia trascrizione e mi scuso per eventuali errori).
“La
proteina spike entra nel nucleo, e non solo la spike ma anche le proteine non
strutturali finiscono nel nucleo. Non solo contaminano il DNA, ma
interferiscono anche con la struttura riparativa del DNA… Quando le nostre
cellule si dividono, esistono precisi meccanismi per assicurarsi che il DNA sia
correttamente riparato e correttamente copiato, altrimenti la cellula diventerà
una cellula cancerosa. Abbiamo un elaborato meccanismo di riparazione del DNA….
Ci sono molteplici meccanismi di riparazione del DNA, perché ci sono molteplici
tipi di riparazione… Questi due meccanismi sono importanti, perché questi due
meccanismi riparativi vengono compromessi dalla presenza di proteine spike….
Quando si verifica una qualsiasi infezione, le cellule B e le cellule T
proliferano. Aumentare di numero, significa fare copie del DNA… La
proliferazione stessa è un’importante risposta immunitaria. La creazione degli
anticorpi richiede un DNA funzionante…
Quello
che sto cercando di spiegare è che la rottura e la riparazione del DNA avviene
normalmente nelle cellule immunitarie ed è legata al normale funzionamento del
sistema immunitario. Ogni cellula B e T ha bisogno di un punto di legame
variabile per attaccarsi all’antigene e, per creare queste variazioni, abbiamo
bisogno che il DNA si ristrutturi in modo casuale, il che richiede la rottura e
la riparazione del DNA… Immaginate che nell’organismo esistano enzimi specifici
che vanno sul punto di rottura del DNA e lo riparano. Ora immaginate che questi
enzimi di riparazione non vadano più al sito di rottura del DNA o che
addirittura non vengano più prodotti. I ricercatori hanno scoperto che quando
proteine non strutturali vengono attirate nel nucleo si verifica una ridotta
proliferazione delle cellule (B e T)… e la nostra capacità di rispondere alle
infezioni cessa di essere ottimale.” (“Spike Protein Goes to Nucleus and
Impairs DNA Repair,” Youtube)
Immaginate
che qualcuno o qualche gruppo di potenti élite voglia ridurre la popolazione
globale di qualche miliardo di persone. E che pensi che il modo migliore
per raggiungere questo obiettivo sia quello di iniettare alla gente un
misterioso agente patogeno che è stato segretamente sviluppato in laboratori
stranieri per oltre un decennio. Immaginate che quell’antigene letale non solo
scateni attacchi di cuore, ictus e lesioni vascolari catastrofiche, ma
disabiliti anche il sistema di difesa più importante dell’organismo (il sistema
immunitario), aumentando enormemente la suscettibilità alle infezioni, ai virus
e alle malattie. Immaginate se vedessimo i segni che questo piano si stava
svolgendo proprio davanti ai nostri occhi, con la montagna di cadaveri
martoriati da linfociti assassini, il forte aumento delle morti in eccesso e
della mortalità per tutte le cause, con l’inspiegabile aumento dei casi di
arresto cardiaco, ictus, autoimmunità, emorragie, coaguli, cefalea, lividi,
infiammazioni, problemi alle valvole cardiache, emorragie cerebrali, malattie vascolari,
neurologiche e respiratorie, tutte sospettosamente legate all’inizio di una
campagna di vaccinazione di massa.
Potrebbe
accadere una cosa del genere al giorno d’oggi? Qualcuno potrebbe essere così
audace da lanciare una guerra contro l’umanità? C’è qualcuno capace di una tale
malvagità? Sì, c’è.
(Mike
Whitney-unz.com--unz.com/mwhitney/research-game-changer-spike-protein-increases-heart-attacks-and-destroys/).
ECCO
COME I
RICHIAMI DEI
VACCINI COVID
DISTRUGGONO
IL SISTEMA
IMMUNITARIO.
Comedonchisciotte.org-
Markus -( 29 Dicembre 2021 )- ci dice :
(Dr.
Joseph Mercola-articles.mercola.com).
Un
certo numero di esperti medici, scienziati e studi pubblicati ora avvertono che
i vaccini COVID riprogrammano il sistema immunitario e lo portano a rispondere
in modo disfunzionale. Oltre ad aumentare la vulnerabilità alle infezioni,
questo può anche provocare malattie autoimmuni e cancro.
Il
siero di Pfizer riprogramma entrambe le risposte del sistema immunitario.
Un
lavoro pubblicato il 6 maggio 2021 sul
server di preprint
medRxiv riferisce
che il vaccino COVID di Pfizer/BioNTech “riprogramma entrambe le risposte
immunitarie, quelle adattative e quelle innate,” provocando un impoverimento
immunitario.
Anche
se da un lato [gli autori] confermano che il prodotto “ha indotto un’efficace
immunità umorale e cellulare contro diverse varianti di SARS-CoV-2, [sottolineano
che] ha anche modulato la produzione di citochine infiammatorie da parte delle
cellule immunitarie innate per stimoli sia specifici (SARS-CoV-2) che
aspecifici (virali, fungini e batterici).”
In
altre parole, siamo di fronte ad un orribile compromesso.
Si può
ottenere una certa protezione contro il SARS-CoV-2 e le sue varianti, ma si indebolisce la funzione
immunitaria generale, il che spalanca la porta a numerosi altri problemi di
salute, dalle infezioni batteriche, fungine e virali al cancro e
all’autoimmunità.
Dopo
l’iniezione, le cellule immunitarie innate avevano una risposta marcatamente
diminuita ai ligandi dei recettori toll-like 4, 7 e 8 (TLR4, TLR7, TLR8),
mentre le risposte delle citochine indotte dai funghi erano più forti. Secondo gli
autori, la minor risposta ai TLR7 era stata in precedenza collegata ad una
maggiore suscettibilità alla COVID-19 nei giovani maschi.
Le
persone “completamente vaccinate” con due dosi dell’iniezione Pfizer, avevano
anche prodotto significativamente meno interferone dopo stimolazione, e questo
può ostacolare la risposta immunitaria innata iniziale contro il virus.
Vaccinazioni
ripetute e rischio di autoimmunità-
Infezioni
patogene e cancro sono solo due dei possibili risultati di questo tipo di
riprogrammazione. Ricerche precedenti, per esempio, avevano collegato i difetti
del sistema immunitario ad un rischio maggiore di malattie autoimmuni. Inoltre,
è stato dimostrato che gli antigeni presenti nei vaccini, in particolare,
possono indurre questo tipo di disfunzione del sistema immunitario . Come
riportato nel lavoro in questione :
“L’immunizzazione
ripetuta tramite antigene causa autoimmunità sistemica nei ratti altrimenti non
inclini a malattie autoimmuni spontanee. La sovra-stimolazione delle cellule
CD4+T ha portato allo sviluppo di cellule CD4+T inducenti autoanticorpi (aiCD4+
T) che avevano subito la revisione del recettore delle cellule T (TCR) ed erano
in grado di indurre autoanticorpi.
La
cellula aiCD4+ è stata indotta dalla revisione de novo del TCR ma non dalla
reazione incrociata e, successivamente, ha sovra-stimolato le cellule CD8+T,
favorendone l’evoluzione a linfociti T citotossici specifici per l’antigene
(CTL).
Questi
CTL potrebbero essere ulteriormente fatti maturare dalla presentazione incrociata
dell’antigene, dopo di che potrebbero causare un danno autoimmune al tessuto
simile al lupus eritematoso sistemico (SLE). L’autoimmunità sistemica sembra
essere la conseguenza inevitabile di una sovra-stimolazione del “sistema”
immunitario dell’ospite attraverso l’immunizzazione ripetuta con l’antigene a
livelli che superano la criticità auto-organizzata del sistema.”
Andiamo
avanti fino a metà maggio 2021, quando uno studio nel Journal of Clinical Investigations aveva riferito che “i vaccini mRNA SARS-CoV-2
inducono ampie risposte di cellule CD4+T che riconoscono le varianti SARS-CoV-2
e HcoV-NL63.” HCoV-NL63 è un coronavirus umano associato al comune raffreddore”.
“È
interessante notare che, dopo la vaccinazione, abbiamo osservato un aumento di
3 volte delle risposte delle cellule CD4+T ai peptidi spike HCoV-NL63,” hanno
dichiarato gli autori, aggiungendo: “I nostri risultati suggeriscono che le
risposte delle cellule T suscitate o potenziate dai vaccini mRNA SARS-CoV-2
possono essere in grado di controllare le varianti SARS-CoV-2 e portare alla
protezione incrociata contro alcuni coronavirus endemici.”
Quello
che non hanno detto è che le risposte eccessive delle cellule CD4a+T potrebbero
anche portare allo sviluppo di autoanticorpi e malattie autoimmuni.
I
vaccini COVID possono anche selezionare varianti più pericolose.
Sappiamo
da tempo che i vaccini “che perdono” o non sterilizzanti possono innescare
l’evoluzione di virus più pericolosi . Finora, le varianti del SARS-CoV-2 sono
mutate in versioni meno pericolose, il che è una fortuna, ma il rischio che i vaccini COVID
creino un “mostro” esiste ancora.
Un
articolo del 9 febbraio 2021 pubblicato
su NPR aveva evidenziato questo rischio affermando che “i vaccini potrebbero guidare l’evoluzione
di più mutanti COVID-19.”
Secondo
il corrispondente scientifico di NPR Richard Harris, “il virus è sempre in
mutazione. E se uno di essi produce una mutazione che lo rende meno vulnerabile
al vaccino, quel virus potrebbe semplicemente moltiplicarsi in un individuo
vaccinato.”
La
variante Omicron sembra avere una resistenza significativa nei confronti degli anticorpi
prodotti dai vaccini COVID originali e questo è il motivo per cui l’infezione
Omicron viene segnalata principalmente in persone già vaccinate.
Nel
2018, Quanta
Magazine aveva
illustrato in dettaglio come i vaccini guidino l’evoluzione degli agenti
patogeni]. Ho fatto riferimento a quell’articolo in precedenti occasioni, così
come hanno fatto molti altri autori. Come tutta risposta, l’editore di Quanta Magazine ha aggiunto un “disclaimer”
all’articolo, datato 6 dicembre 2021, in cui si afferma che:
“Questo
articolo del 2018 discute come i vaccini ‘che perdono,’ i vaccini che non
riducono la replicazione virale o la trasmissione, possano spingere gli agenti
patogeni bersaglio ad evolversi e a diventare più virulenti.
Queste
preoccupazioni non si applicano ai vaccini COVID-19, perché i vaccini COVID-19
riducono significativamente la replicazione e la trasmissione dei coronavirus,
riducendo la possibilità che si verifichino mutazioni
e sorgano varianti …”
Questa
affermazione è palesemente falsa, in quanto gli studi hanno ripetutamente dimostrato
che i vaccini COVID in realtà “perdono.” Non “riducono significativamente” la
replicazione o la trasmissione virale, come sostiene l’editore. Tutto il
contrario.
Le
persone che hanno ricevuto una o più dosi di vaccino COVID sono state trovate
con carichi virali più elevati rispetto ai non vaccinati e Israele (che sembra
avere il miglior monitoraggio) riferisce che i peggiori casi di COVID sono in
individui completamente vaccinati.
Il 6
dicembre 2021, Newsweek aveva riferito di un’epidemia di
COVID tra il personale ospedaliero “completamente vaccinato” di una struttura sanitaria
spagnola. Dopo una cena di Natale con più di 170 operatori sanitari
completamente vaccinati, quasi 70 di loro erano risultati positivi alla COVID. Alcuni avevano riportato sintomi
lievi. Daniel
Horowitz ha sottolineato la falsità del disclaimer dell’editore [di Quanta
Magazine] in un post su Blaze del 9 dicembre 2021 :
“I
vaccini che perdono sono peggiori di nessun vaccino. Questa è la conclusione
inequivocabile che si trarrebbe da un articolo del maggio 2018 sulla rivista
Quanta, una pubblicazione scientifica di alto livello, sui tentativi falliti di
creare vaccini per l’HIV, la malaria e l’antrace che non avessero ‘perdite’ e
con cui non si corresse il rischio di rendere gli agenti patogeni ancora più
pericolosi.
Eppure,
ora che stiamo vedendo questo genere di Frankenstein microbiologico arrivare
nella vita reale e persone come il Dr. Robert Malone che citano questo articolo
per segnalare il pericolo dei vaccini COVID che ‘perdono,’ la rivista Quanta ha
fatto il passo senza precedenti di aggiungere una nota dell’editore ad un
articolo vecchio di oltre tre anni per far sì che la gente smetta di
considerarlo valido per il vaccino con più ‘perdite’ di tutta la storia.”
I
vaccini COVID smettono di funzionare dopo pochi mesi.
Uno
studio sul New
England Journal of Medicine, pubblicato il 9 dicembre 2021, conferma anche che qualsiasi
protezione ottenuta dal siero COVID di Pfizer è di breve durata. Come spiegato
dagli autori :
“Nel
dicembre 2020, Israele aveva iniziato una campagna di vaccinazione di massa
contro la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) somministrando il vaccino
BNT162b2, cosa che aveva portato ad una brusca frenata dell’epidemia.
Dopo
un periodo con quasi nessun caso di sindrome respiratoria acuta grave per
infezione da coronavirus 2 (SARS-CoV-2), a metà giugno 2021 era iniziata una
recrudescenza del focolaio di Covid-19. Possibili ragioni per la
recrudescenza erano la ridotta efficacia del vaccino contro la variante delta
(B.1.617.2) e l’immunità calante.
Abbiamo
usato i dati sull’infezione confermata e sulla malattia grave raccolti da un
database nazionale israeliano per il periodo dall’11 al 31 luglio 2021, per
tutti i residenti israeliani che erano stati completamente vaccinati prima del
giugno 2021.
Abbiamo
usato un modello di regressione di Poisson per confrontare i tassi di infezione
confermata da SARS-CoV-2 e di Covid-19 grave tra le persone vaccinate durante
diversi periodi di tempo, con stratificazione in base al gruppo di età e con
aggiustamento per possibili fattori di confondimento.
Tra le
persone di 60 anni o più, il tasso di infezione nel periodo 11-31 luglio è
stato più alto tra le persone che erano state completamente vaccinate nel
gennaio 2021 (quando erano state eleggibili per la prima volta) rispetto a quelle
completamente vaccinate 2 mesi dopo, a marzo (rate ratio, 1,6 …)
Nel
gruppo di età compresa tra i 40 e i 59 anni, il tasso di infezione tra le
persone completamente vaccinate a febbraio (quando erano state idonee per la
prima volta), rispetto a 2 mesi dopo, in aprile, era 1,7 … Nel gruppo di età
compresa tra i 16 e i 39 anni, il tasso di infezione tra le persone
completamente vaccinate a marzo (quando erano idonee per la prima volta),
rispetto a 2 mesi dopo, a maggio, era di 1,6 …
Il
rapporto tra il tasso di malattia grave tra le persone completamente vaccinate
nel mese in cui erano state idonee per la prima volta, rispetto a quelle
completamente vaccinate a marzo, è stato di 1,8 … tra le persone di 60 anni o
più e di 2,2 … tra quelle da 40 a 59 anni di età …
Questi
risultati indicano che l’immunità contro la variante delta del SARS-CoV-2 è
diminuita in tutti i gruppi di età pochi mesi dopo aver ricevuto la seconda
dose di vaccino.”
Due
dosi non bastano.
All’inizio
dell’anno, i produttori di vaccini e le autorità sanitarie avevano affermato
che i vaccini erano efficaci al 95% circa e che se un numero sufficiente di
persone avesse acconsentito a farsi vaccinare, la normalità sarebbe stata
presto ripristinata. Ora sappiamo che era una falsa promessa. Il traguardo è stato spostato in
avanti con l’emergere della variante Delta e poi della Omicron, per la quale ora ci viene detto che
abbiamo bisogno di un terzo richiamo.
Il 13
dicembre 2021, Reuters [14] ha riferito che gli scienziati britannici hanno
concluso che “i regimi di vaccino COVID-19 a due dosi non inducono abbastanza
anticorpi neutralizzanti contro la variante del coronavirus Omicron” e che “un
aumento delle infezioni in persone precedentemente infettate o vaccinate può
essere probabile.”
“Abituatevi
ai richiami” dice Fauci.
Quando,
a metà dicembre 2021, era stato chiesto al dottor Anthony Fauci se gli
Americani dovessero aspettarsi richiami annuali per i vaccini COVID, aveva
risposto affermativamente, dicendo che gli Americani “avrebbero dovuto
semplicemente abituarsi” alla prospettiva di ricevere richiami ad intervalli
regolari Quindi, in sostanza, Fauci vuole che
accettiamo che il mancato funzionamento dei richiami sia la ragione per cui la
“pandemia” di COVID-19 continua.
Chiaramente,
non è così. La vera ragione per cui la COVID è ancora un problema è che Fauci e
l’establishment medico hanno soppresso trattamenti precoci e fattibili. Se il trattamento precoce fosse la
norma, la COVID diventerebbe rapidamente un lontano ricordo.
Invece,
la corrotta U.S. Food and Drug Administration ha concesso l’autorizzazione per
l’uso di emergenza a nuove tecnologie di trasferimento genico che non
funzionano come i vaccini convenzionali in quanto non impediscono l’infezione e
la diffusione, creando così un ciclo diabolico di nuove varianti resistenti ai
vaccini.
Come dimostrato da James Lyons-Weiler (in un link web ora non funzionante), più
vacciniamo, più alta è la casistica COVID.
Il
grafico di Weiler assomiglia molto a quello di uno studio del 30 settembre 2021
] pubblicato sull’European Journal of Epidemiology, che ha scoperto che più alto è il tasso
di vaccinazione in una data area, più alta è la percentuale di casi di COVID.
Il Dr.
Chris Martenson discute di questa scoperta nel video qui sotto. Come notato da
Martenson, “la linea va nella direzione sbagliata,” cioè più una popolazione è
pesantemente “vaccinata,” peggio stanno le cose.
Come
avevo previsto più di un anno fa, ora siamo su un tapis roulant di
vaccinazioni, senza una fine in vista, ed ogni singola dose comporta il rischio
di gravi effetti collaterali, fino alla disabilità permanente e alla morte.
L’unico modo scientificamente valido per uscire da questo esperimento fallito è
fermarsi. Niente più richiami.
Fortunatamente,
sembra che la maggior parte degli Americani stia iniziando a rendersene conto
e, finora, la paura di Omicron non si è tradotta in una corsa ai richiami .
Secondo un sondaggio Axios/Ipsos condotto dal 10 al 13 dicembre 2021, il 67%
degli intervistati non vaccinati ha detto che Omicron non fa differenza nella loro
decisione di farsi vaccinare o meno; il 19% ha detto che li rende più propensi,
mentre l’11% ha detto che li rende meno propensi a farsi l’iniezione.
Tra
gli intervistati che avevano già ricevuto una o due dosi, il 59% ha detto che
Omicron non fa alcuna differenza nella loro decisione di ottenere una terza
dose; il 36% ha detto che li rende più favorevoli e il 5% ha detto che li rende
meno propensi ad assumerla.
Considerando
che è stato dimostrato che queste iniezioni sregolano la funzione immunitaria, sarebbe saggio “dire semplicemente
no” a ulteriori richiami. Se doveste sviluppare i sintomi dell’infezione da
SARS-CoV-2, ricordate che esistono protocolli di trattamento precoce sicuri ed
efficaci, compresi i protocolli I-MASK+
e I-MATH+ , che sono disponibili per il download sul sito web di COVID
Critical Care in diverse lingue. Altri protocolli che hanno grande successo sono:
The
AAPS protocol;
Tess
Laurie’s World Council for Health protocol;
America’s
Frontline Doctors;
Dr.
Peter McCullough’s Ambulatory Treatment of COVID-19.
Si
tratta di un sacco di informazioni da rivedere, soprattutto se siete affaticati
e malati di COVID o se avete un membro della famiglia in difficoltà. Dopo aver
esaminato tutti questi protocolli, credo che quello della Front Line COVID-19 Critical
Care Alliance sia tra i più facili da seguire. Qui sotto c’è un riassunto di quel
protocollo, con piccole modifiche.
(Dr.
Joseph Mercola).
Le
mutazioni di SARS-CoV-2 bloccano
le
cellule killer del corpo.
Cordis.europa.eu-
Redazione -(5-1-2022)-ci dice :
Uno
studio sostenuto dall'UE ha dimostrato che quando il virus SARS-CoV-2 subisce
una mutazione può impedire alle cellule T killer di riconoscere ed eliminare le
cellule infette.
Nella
lotta in corso contro il virus SARS-CoV-2, i svolgono un ruolo fondamentale nel
combattere l'infezione, ma non agisce da soli: un altro protagonista è infatti la
cellula T killer, che scova e distrugge le cellule infettate dal virus .
Un
nuovo studio sostenuto dai progetti Epigenome Programming e CMIL, finanziati dall'UE, ha dimostrato
che quando il virus SARS-CoV-2 subisce una mutazione riesce a rendersi
irriconoscibile alle cellule T killer.
Lo studio è stato pubblicato nella rivista «Science Immunology».
Per scoprire se le mutazioni di SARS-CoV-2
riescano a eludere la risposta immunitaria delle cellule T killer, alcuni
ricercatori provenienti da Austria, Russia e Svizzera hanno eseguito un
sequenziamento profondo di 747 genomi virali ottenuti da pazienti con Covid-19.
Essi
hanno poi esaminato se le mutazioni del virus sono in grado di alterare gli
epitopi delle cellule T, ovvero le parti riconosciute dalla cellula T killer
che possono essere la risposta immunitaria.
«I
nostri risultati sono risultati che molte mutazioni nel virus SARS-CoV-2 sono,
di fatto, in grado di farlo»,articolo pubblicato sul sito web «EurekAlert!».
«Con l'ausilio di ricerche bioinformatiche e
biochimiche, nonché di esperimenti di laboratorio con globuli rossi provenienti
da pazienti affetti da Covid-19, siamo stati in grado di ottenere che i virus mutati non possono essere
più identificati dalle cellule T killer in regioni ».
Il
ruolo degli epitopi e la cellula T killer.
La
cellula T killer è un tipo di linfocita, o globulo bianco.
Nota
anche come cellula T CD8+, questa cellula citotossica è in grado di riconoscere ed
eliminare una cellula infetta tramite la proteina virale, o antigene, presente
sulla sua superficie.
Quando
un virus infetta una cellula, inizia a produrre antigeni: alcuni peptidi creati durante
questo processo vengono trasportati sulla superficie cellulare da mole MHC di
classe I e presentati ai recettori delle cellule T.
Questi peptidi, o epitopi delle cellule T, segnalano
l'infezione virale della cellula e consentono alle cellule T killer di
eliminarla.
Implicazioni
per lo sviluppo di futuri vaccini.
In
generale, sono numerosi gli epitopi che le cellule T killer sono in grado di
riconoscere, perciò se uno di essi subisce una mutazione, gli altri possono
ancora segnalare la presenza di un virus.
insieme, dato che gran parte dei vaccini
odierni contro il SARS-CoV-2 interviene solo su una delle proteine del virus, la proteina spike, ciò riduce il numero di epitopi che
le cellule T killer riescono a riconoscere.
«In una
persona infetta, la proteina spike ha in media da uno a sei di questi epitopi delle cellule T.
Se il virus muta in una di queste regioni, il rischio che le cellule infette
non siano riconosciute dalle cellule T killer aumenta», ha osservato nello stesso articolo
il coautore Johannes Huppa, dell'Università medica di Vienna.
«Queste possono sviluppare allo sviluppo di
vaccini più dotati del potenziale cellule più T killer possibile serie di
epitopi.
L'obiettivo
consiste nel produrre vaccini che attivino risposte neutralizzanti da parte di
eliminati e cellule T killer, per una protezione più possibile», ha concluso il
team di ricerca.
I
progetti EpigenomeProgramming (An Experimental and bioinformatic toolbox for
functional epigenomics and its application to epigenetically making and
breaking a cancer cell) e CMIL (Crosstalk of Metabolism and Inflammation) sono
ospitati dal Centro di ricerca per la medicina molecolare dell'Accademia
austriaca delle scienze ( CeMM).
Entrambi
i progetti si concluderanno nel 2021.
Per maggiori informazioni: per una più ampia
protezione possibile», ha concluso il team di ricerca.
Ecco
le proteine che causano ictus e
infarti
miocardio nei
pazienti affetti da COVID-19.
Cordis.europa.eu-
Redazione -(5-1-2022)-ci dice :
(Kateryna
Kon, Shutterstock).
Alcuni
coinvolti dall'UE identificano le proteine della COVID-19 che causano ictus e
farti miocardio.
Nel
momento in cui il coronavirus entra all'interno del corpo, inizia a produrre 29
proteine.
In
seguito, si forma un nuovo virus, che a sua volta produce 29 nuove proteine e
così via.
Sono
trascorsi due anni dall'inizio della pandemia globale e ancora non conosciamo
le proteine all'interno del virus SARS-CoV-2 responsabili dei casi di
malattie vascolari gravi che esercitano un impatto negativo sulle arterie e
sulle vene.
Alcuni ricercatori sostenuti dal progetto SweetBrain finanziato dall'UE, hanno
identificato le proteine virali che inducono ictus e infarti miocardici in
pazienti affetti da COVID-19.
I risultati sono stati pubblicati nella rivista
«eLife».
Il
team composto da Scienziati israeliani, ha raggiunto un punto di svolta
Importanti «sbirciando all'interno della scatola nera del virus», ha commentato in un articolo
Pubblicato su «The Times of Israel» Il coautore, il dott. Ben Maoz dell'Università di Tel
Aviv, che
coordina il progetto.
La
scoperta è stata compilata analizzando tutte le 29 proteine del virus
SARS-CoV-2, con l'obiettivo di trovare quelle responsabili dei danni al sistema
vascolare, noto come sistema circolatorio.
Tale
sistema è composto da vasi che trasportano il sangue lungo il corpo. Nello specifico, il team ha
identificato le cinque proteine di SARS-CoV-2 che provocano problemi vascolari.
Spianare
la strada a nuovi farmaci.
«Il
coronavirus non è una malattia esclusivamente respiratoria, come abbiamo
ritenuto inizialmente, e abbiamo identificato le proteine che espongono i
pazienti a un rischio maggiore di ictus, infarto miocardio e altri problemi
associati al sistema vascolare», ha osservato il dott. Maoz.
«Questo
aiuto a sviluppare farmaci per il lavoro
potrebbe l'effetto del coronavirus sul sistema vascolare, a partire da una
comprensione di quali proteine esatte, o frammenti del virus, causino il
problema.»
Gli
effetti hanno creato una simulazione di un sistema vascolare umano e studiato
gli effetti di tutte le 29 proteine del coronavirus.
Sulla base di questa analisi, hanno
identificato quelli che colpivano il sistema vascolare e in che modo.
«Non
solo abbiamo scoperto quali proteine influenzano sul sistema vascolare ma
abbiamo inoltre visto con esattezza il modo in cui esercitano il loro effetto», ha aggiunto il dott. Maoz.
«Ciò
che abbiamo scoperto è che queste specifiche proteine rendono la vascolarizzazione
più permeabile: i vasi diventano più porosi e non riescono a trattenere il liquido come
auspicato. Questa informazione è inoltre preziosa nella relazione all'impegno
nello sviluppo di farmaci.»
Decostruire
la COVID-19.
La
scoperta potrebbe gettare le basi per un trattamento più sofisticato della
COVID-19.
«Finora, il virus è stato trattato come
un'unica entità, sebbene colpisca varie parti del corpo in modi diversi», ha
spiegato il dott. Maoz.
«Tutte le prove dimostrano che il virus
danneggia gravemente i vasi sanguigni o le cellule endoteliali che li
ricoprono. Spero che la nostra ricerca si riveli utile nel consentire un
trattamento più mirato.»
Il progetto Sweet-Brain (Una nuova prospettiva sulla
via metabolica alla disfunzione neuronale: Utilizzo di organi su un chip per
elucidate termine il ruolo della micro-vasculatura cerebrale) ad agosto 2025.
(progetto
Sweet-Brain).
Virus Influenzali: è importante
rafforzare
il Sistema
Immunitario.
Natrixlab.it-
Redazione NatrixLab-( 10-1-2022)-ci dice :
Virus
influenzali: cosa sono e come agiscono.
I
virus sono microrganismi acellulari piccolissimi e strutturalmente molto
semplici, costituiti da una catena di DNA o RNA, racchiusa in un involucro
proteico protettivo detto Capside, quindi sono privi delle tipiche strutture
cellulari. Sono
dei parassiti obbligati Intracellulari e per riprodursi hanno bisogno di
invadere una cellula ospite e sfruttarne i meccanismi replicativi.
I
virus possono modificare il loro assetto genetico, pertanto avendo la capacità
di mutare, impediscono al sistema immunitario di riconoscerli e di intervenire
prontamente attraverso i meccanismi della memoria immunologica.
Nello
specifico gli anticorpi contro i virus, formatisi in una precedente infezione,
non sono specifici per il nuovo tipo di virus che si è formato dopo la
mutazione, questo è quello che succede ad esempio con il virus dell’influenza
A, che fa parte dei virus influenzali.
I virus,
dunque, sono temibili, ma la loro capacità di essere pericolosi per l’uomo è
inversamente proporzionale all’efficacia del sistema immunitario.
Una
condizione di squilibrio immunitario quindi favorisce, oltre al contagio e alla
persistenza della stessa malattia virale, una possibile sovra infezione da
parte di altre categorie di microrganismi come i batteri e i miceti.
I
principali attori del Sistema immunitario th1 e th2.
Quando
un virus riesce a penetrare nel nostro organismo entra in gioco il sistema
immunitario, senza dilungarci troppo nella complessità dei meccanismi che regolano
tale sistema, possiamo dire che il compito di sorveglianza, riconoscimento e
neutralizzazione degli antigeni è affidato ad un particolare tipo di cellule,
vale a dire i linfociti, di cui si distinguono due grandi gruppi specifici come
i linfociti B e i linfociti T, che collaborano insieme alla difesa
dell’organismo.
In
particolare il ruolo principale nella regia e nell’organizzazione di tutta la
risposta immunitaria è affidato ad una classe di linfociti, i T helper, che sono i
veri protagonisti del sistema immunitario.
Essi
sono in grado di identificare le caratteristiche dell’aggressore (virus,
batteri, funghi, ecc.) ed attivare le risposte più adatte per contrastarlo.
I T
helper, sotto l’influsso di svariati fattori (in primis il tipo di antigene) si
differenziano in due gruppi funzionalmente diversi ed antagonisti, vale a dire
i T helper 1 (Th1) e i T helper 2 (Th2).
Th1,
Th2 provengono da un unico precursore che, a seconda dei segnali che riceve, si
differenzia in un senso o nell’altro. Sappiamo che se l’antigene è un
virus, il sistema tenderà a produrre cellule helper di tipo 1 (Th1), se invece
l’antigene è di tipo extracellulare (batteri, miceti, elminti, allergeni),
allora il sistema tenderà ad assestarsi su un profilo Th2.
Per
ottenere una risposta immunitaria rapida ed efficace, in grado di tutelare la
salute dell’individuo, è necessario che i due piatti della “bilancia immunitaria”,
Th1 e Th2, siano in equilibrio tra loro.
Molto
spesso invece accade che una delle due componenti prevalga sull’altra,
sbilanciando la risposta immunitaria, e le ragioni di questo disequilibrio sono
insite nello stile di vita.
Le
conseguenze indotte da uno squilibrio in un senso o nell’altro possono essere:
Una
preponderanza della risposta Th1 può portare al rischio di insorgenza di
malattie autoimmuni (es. celiachia, diabete tipo 1, artrite reumatoide ecc.) ed
espone ad una maggior “debolezza” nei confronti delle infezioni batteriche e
micotiche;
Se
predomina invece la componente Th2 si rischia lo sviluppo di patologie
allergiche (dermatiti,
rinite, asma), oltre al fatto che l’organismo è più fragile e suscettibile nei
confronti delle aggressioni virali, ovvero ai virus influenzali.
Lo
stress può ridurre l’efficienza del sistema immunitario.
Abbiamo
visto nel paragrafo precedente che la salute e l’efficienza del sistema
immunitario dipendono in maniera stretta dallo stile di vita.
Una
vita frenetica, un’alimentazione inadeguata, il ridotto riposo notturno, ma
anche preoccupazioni come quella che stiamo vivendo in questo momento indotte
dalla paura del contagio, possono indurre nel nostro organismo una condizione
stressogena mediante un’iperattivazione dell’asse Epifisi, Ipofisi e ghiandole
surrenali con
aumento della produzione di Adrenalina e Cortisolo, che hanno un potentissimo
impatto sull’alterazione dell’efficienza del nostro sistema immunitario.
A
partire dai lavori di Hugo Besedowsky negli anni ’70, una quantità notevole di
studi ha documentato l’azione immunosoppressiva del cortisolo. Negli anni ’90 si è visto che la
sovrapproduzione di cortisolo, conseguente all’attivazione del sistema dello
stress, inibisce la risposta Th1 e colloca il sistema su un profilo Th2.
Al
tempo stesso, in tempi recenti, è stata documentata un’azione analoga da parte
delle catecolamine. È quindi assodato che i prodotti della reazione di stress
hanno un effetto generalmente soppressivo della risposta immunitaria, in
particolare di quella del tipo Th1, che come abbiamo visto prima è il circuito
di risposta immunitaria che ci protegge dai virus, tra cui i virus influenzali.
Il
cortisolo ottiene questo risultato alterando il profilo delle citochine e
quindi sopprimendo IL-12 che induce la differenziazione di una cellula T CD4
preferibilmente in una cellula effettrice T helper di tipo 1 (Th1), e favorendo
invece il rilascio di IL-4 e IL-10 che
induce una differenziazione in una cellula effettrice T helper 2 (Th2). Queste ultime due citochine peraltro
svolgono un’azione inibitoria sulla differenziazione Th1, consentendo uno
sbilanciamento della risposta immunitaria in senso Th2.
Cosa
fare per mantenere efficiente il sistema immunitario?
Per
fortuna si può fare molto per potenziare le difese immunitarie. Prima di tutto
bisogna identificare e correggere gli aspetti legati allo stile di vita o
ambientali che nuocciono al sistema immunitario. Inoltre bisogna assicurarsi
che il fabbisogno dei nutrienti indispensabili per il buon funzionamento del
sistema immunitario sia coperto abbondantemente dall’alimentazione quotidiana,
e lì dove, dopo una corretta indagine di laboratorio, si verificassero delle
carenze,
si potrà integrare la/le sostanze identificate mediante l’utilizzo di
fitoterapici a base di vitamine, minerali e antiossidanti.
Ora
passeremo in rassegna alcune sostanze che più di tutte sono in grado di
stimolare il corretto funzionamento del sistema immunitario e gli alimenti che
li contengono in maggior quantità.
La
prima sostanza in grado di stimolare il sistema immunitario è sicuramente la
Vitamina C nella forma di Ascorbato presente soprattutto nel Limone, le cui proprietà immunostimolanti
comprendono la capacità di stimolare la produzione e la mobilitazione dei
linfociti in caso di infezione, di aumentare i livelli di interferone, la risposta anticorpale e la
secrezione di ormoni timici. Inoltre è stato dimostrato da un team della
Università dell’Alabama (Huntsville) che è in grado di ridurre i livelli
plasmatici di cortisolo.
Un’altra
sostanza molto utile nello stimolare il sistema immunitario e soprattutto nel
combattere le infezioni virali è il Trans resveratrolo, una fitolessina presente
soprattutto nella buccia dell’uva e in misura maggiore negli estratti di una
pianta asiatica (Polygonum Cuspidatum) che è composta per il 95% da questa
molecola.
Le piante la producono per difendersi dalle
infezioni batteriche e virali. La sua funzione è quella di andare a bloccare a
livello cellulare l’assemblaggio del genoma virale con il capside durante la
fase di replicazione, questo è reso possibile dal fatto che il trans-resvelatrolo blocca la kinasi che attiva a sua volta il fattore di
trascrizione NF-kB come dimostrato nello studio di Anna T. Palamara, et All del
(2005).
Poi
c’è la Vitamina D, già ampiamente riconosciuta come sostanza che partecipa a
numerosi processi chiave dell’organismo, tra cui il più noto è il metabolismo del calcio e del
fosfato, ma
che recentemente ha mostrato di svolgere un altro ruolo molto importante, vale a dire quello di modulare
l’attività del sistema immunitario, promuovendola, quando è necessario
contrastare le infezioni, attenuandola, quando invece è eccessiva e dà luogo a
malattie infiammatorie croniche o autoimmuni.
La conferma che la vitamina D può esercitare
queste attività immuno-regolatoria è venuta dal riscontro della presenza di
recettori in grado di legare il suo metabolita 1,25(OH)2D su numerose cellule
del sistema immunitario, come monociti, macrofagi e cellule del timo (piccolo
organo presente al centro del torace nel quale avviene la maturazione dei
linfociti T).
Essendo
una vitamina liposolubile e quindi capace di accumularsi nell’organismo, e
molto importante, prima di intraprendere un’integrazione con questa sostanza,
verificare i livelli sierici in quanto il suo eccesso potrebbe portare a
disturbi superiori rispetto a quelli che sono gli effettivi vantaggi.
Un’altra
sostanza molto utile è l’Echinacea, una pianta originaria del Nordamerica
appartenente alla famiglia delle Composite (Asteracee), ha un effetto immunostimolante ed
equilibrante del sistema immunitario. Alcune ricerche hanno dimostrato
che agisce meglio come rinforzo del sistema immunitario se abbinata con
estratti di piante come la rosa canina o la thuya occidentalis (albero della
vita).
Tra le
sue azioni sul sistema immunitario troviamo:
Attivazione
dei fagociti che diventano più propensi e voraci nei confronti di corpi
estranei.
Aumento
della produzione di alcuni linfociti T.
Aumento
della produzione di interleuchina 2.
Aumento
delle difese aspecifiche (sistema immunitario acquisito).
L’ultima
sostanza che trattiamo in questa elenco è un minerale, vale a dire il
selenio, per
il quale uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della North
Carolina ha
evidenziato come una deficienza nell’assunzione di selenio possa promuovere lo
sviluppo di virus influenzali, oltre ad aggravare i danni prodotti dal virus. Negli esperimenti, sono stati
esposti al virus dell’influenza umana alcuni topi divisi in due gruppi, a
seconda che fossero nutriti con una dieta povera o ricca di selenio. I primi hanno sviluppato infezioni
polmonari molto più serie e durature rispetto agli altri.
Infine,
sempre in ottica di prevenzione, oltre alle sostanze sopraindicate che come
abbiamo visto svolgono un’azione diretta sulle cellule del sistema immunitario,
un’altra strategia molto utile può essere quella di preservare una corretta
funzionalità intestinale. L’intestino è sede della più importante stazione immunitaria
del corpo, in quanto rappresenta la principale interfaccia di passaggio
dall’ambiente esterno a quello interno dell’organismo, pertanto dopo aver
valutato la presenza di eventuali squilibri, per preservare la sua piena
funzionalità, si potrebbe agire con:
Probiotici
o prebiotici per migliorare l’equilibrio della flora batterica,
Prodotti
a base di L-Glutammina che concorre a migliorar la riparazione e il ricambio
cellulare, in modo da ripristinare il normale effetto barriera, inoltre agisce anche sul sistema immunitario
in quanto funge da metabolita energetico per le cellule immunitarie (linfociti
e macrofagi) che ci proteggono dalle infezioni.
COVID
19 può colpire non solo polmoni
ma
tanti altri organi secondo nuovo studio.
Notiziescientifiche.it-Redazione-
(5-1-2022)- ci dice :
Il
nuovo coronavirus SARS-CoV-2, portatore della COVID-19, non solo può provocare
una polmonite grave ma può anche portare ad un livello di insufficienza di vari
organi tra cui reni, fegato e pancreas. È risultato di uno studio basato su una
serie di autopsie condotte dai ricercatori del Dipartimento di Patologia
dell’Ospedale Graz II i quali hanno collaborato con altri ricercatori delle
università mediche di Graz e Vienna e dell’Università Johannes Kepler di Linz.
Questo
studio affianca diversi altri che sono stati pubblicati negli ultimi giorni e
nelle ultime settimane e che stanno rendendo sempre più fondato il sospetto che la
COVID-19 non è solo una malattia respiratoria, sostanzialmente una patologia
che colpisce i polmoni e le vie aeree, ma è una condizione che coinvolge
diversi organi e aree del corpo.
In
questo caso i ricercatori hanno condotto varie autopsie su pazienti morti per
COVID-19 e hanno
scoperto che, sebbene questa malattia inizi con danni polmonari, può essere
eseguita da trombosi nelle arterie dei polmoni stessi e danni ad altri organi,
molto spesso importanti.
La
trombosi è una conduzione che vede l’occlusione dei vasi sanguigni a causa dei
coaguli dello stesso sangue e, nei casi più gravi, può causare la morte dei
tessuti.
Oltre
all’infiammazione degli alveoli polmonari, la COVID-19 sembra causare un
importante livello di coagulazione nel sangue delle piccole arterie. Nei pazienti che hanno già
patologie cardiovascolari, questo può rendere ancora più lenta la circolazione
polmonare con conseguente rischio di trombosi nelle arterie di questi organi. Ne consegue insufficienza
respiratoria e circolatoria che poi porta alla morte.
Tuttavia
la COVID-19 può colpire anche diversi altri organi tra cui i reni, il fegato,
le ghiandole surrenali, il pancreas e il sistema linfatico.
“Quello
che vediamo è che COVID-19 è una grave malattia infettiva che colpisce tutto il
corpo e porta in grave decorso al fallimento di più organi”, spiega Michael
Trauner della MedUni. “Non è ancora chiaro se la malattia causi danni a lungo
termine agli organi colpiti”.
Saranno
necessarie fasi importanti di follow-up, che naturalmente richiederanno del
tempo, per capire più approfonditamente questi meccanismi.
I
VACCINI COVID E IL PROBLEMA
DELL’IMPRINTING
GENETICO VACCINI COVID-19.
Comedonchisciotte.org-
Markus -(04 Maggio 2021)- ci dice :
(Dr.
Joseph Mercola-articles.mercola.com).
Fatevi
vaccinare.
È
l’ultimo messaggio propagandistico del COVID-19 che appare ovunque, dagli spot
televisivi alle ultime notizie sui social media e che viene ripetuto
incessantemente dalle celebrità e dai funzionari governativi.
Eppure, un considerevole numero di Americani
non è ancora pronto a rimboccarsi la manica.
Un
sondaggio del gennaio 2021 ha rilevato che il 31% di loro sta adottando un
approccio del tipo “aspetta e vediamo” per capire come il vaccino, o meglio, la
terapia genica, sta funzionando, mentre il 7% ha detto che avrebbe preso il
vaccino COVID-19 solo se fosse obbligatorio per il lavoro, la scuola o altre
attività, e il 13% ha ribadito che “sicuramente non lo avrebbe mai preso.”
Un
approccio cauto è d’obbligo, visto che nessuno dei vaccini COVID-19 attualmente
sul mercato è effettivamente certificato. Hanno solo l’autorizzazione per l’uso
d’emergenza (che, per inciso, “ne vieta l’obbligatorietà”, anche se questo fatto viene
ampiamente e convenientemente ignorato) perché i test clinici sono ancora in
corso.
Il
fatto è che di questi prodotti non se sa ancora molto, compresa l’efficacia a
lungo termine della risposta immunitaria. Sempre più spesso, gli scienziati si
chiedono se un fenomeno noto come peccato antigenico originale, [original antigenic
sin] (OAS), o imprinting, possa rendere inutili i vaccini COVID di prossima
generazione .
Cos’è
il peccato antigenico originale, o imprinting?
Il
termine “peccato antigenico originale” era stato usato per la prima volta da
Thomas Francis nel 1960, quando si era reso conto che i titoli del test di
inibizione dell’emo-agglutinazione, che venivano usati per determinare la
risposta anticorpale ad un’infezione virale, erano più alti nei confronti dei
primi ceppi di influenza stagionale ai quali le diverse coorti di età erano
state esposte .
In
altre parole, il primo virus influenzale a cui si è esposti condiziona per
tutta la vita il modo in cui si sviluppa l’immunità contro quella [classe di]
virus .
Le
infezioni successive causate da ceppi virali simili al primo aumenteranno la
risposta anticorpale contro il ceppo originale, e questo non vale solo per
l’influenza. L’imprinting è noto anche nei bambini nel caso di infezioni
multiple, con il virus della dengue, per esempio.
In
alcuni casi, l’imprinting può essere benefico, ma può anche causare problemi.
Uno studio ha scoperto che gruppi di coetanei che avevano avuto una prima
esposizione influenzale a virus stagionali del sottotipo H3, più avanti negli
anni erano risultati meno suscettibili al virus dell’influenza aviaria H7N9,
mentre quelli esposti nell’infanzia a virus del sottotipo H1 o H2, una volta
diventati adulti, erano meno suscettibili ai virus aviari H5N1 .
“Utilizzando
i dati di tutti i casi clinici conosciuti su questi virus, abbiamo dimostrato
che la prima infezione IAV [virus dell’influenza A] di un individuo conferisce
una protezione per tutta la vita contro la malattia grave dovuta ai nuovi
sottotipi di emoagglutinina (HA) dello stesso gruppo filogenetico,” avevano
spiegato i ricercatori . Il fenomeno dell’imprinting era stato indicato come uno dei
motivi per cui i vaccini antinfluenzali sono spesso inefficaci.
Scott
Hensley, professore associato di microbiologia all’Università della
Pennsylvania, ha spiegato a STAT News: “Ci siamo tutti formati
[studiando] diversi virus influenzali.
Se si vaccinano 100 persone, indovinate un po’? Risponderanno tutte in modo
diverso. Pensiamo che questo fenomeno sia in gran parte dovuto al fatto che tutti
noi abbiamo un’impronta immunologica diversa” . Quando gli esperti avevano
suggerito di aggiungere [al vaccino] un nuovo ceppo H1N1 [Hensley] aveva fatto
l’esempio del vaccino antinfluenzale del 2017. STAT News ha riportato :
“Quello
che avevano usato sembrava funzionare bene per la maggior parte delle persone.
Ma non funzionava bene per un certo sottogruppo di popolazione, quello degli adulti tra i 30 anni
circa e la tarda mezza età.
Hensley
e il suo gruppo di ricerca avevano scoperto che il vaccino stimolava le persone
che avevano avuto la loro prima esposizione all’influenza tra il 1977 e il 1985
a produrre anticorpi contro la versione di H1N1 che circolava all’epoca, il
virus del loro imprinting. I ceppi di H1N1 vecchi di decenni erano troppo diversi dalla
versione del 2009 perché il vaccino potesse funzionare bene in queste persone.”
La
stessa cosa potrebbe accadere con il COVID-19.
L’imprinting
potrebbe significare che i prossimi vaccini COVID-19 non funzioneranno.
L’imprinting
può aumentare la protezione contro le infezioni future se si viene esposti a
ceppi antigenicamente correlati, ma, se l’esposizione è nei confronti di un
ceppo scarsamente correlato, [l’imprinting] può aumentare la suscettibilità
alle infezioni. Secondo i ricercatori di The Journal of Immunology :
“Le
risposte di tipo OAS erano state problematiche anche durante la stagione
influenzale 2013-2014, quando i virus H1N1 avevano acquisito una mutazione in
un epitopo HA [emagglutinina], che era il bersaglio primario della risposta Ab
[anticorpale] tipica degli individui di mezza età.
Questa
coorte [di popolazione di mezza età] aveva sviluppato una risposta anticorpale
mirata contro questo epitopo durante l’esposizione precoce ai virus H1N1
stagionali che circolavano negli anni ’70. Come riportato dal laboratorio
Hensley, questo epitopo era ancora conservato nel ceppo pandemico H1N1
originale del 2009.
Tuttavia,
il ceppo H1N1 derivato geneticamente ed emerso nel 2013-2014 conteneva una
mutazione in questa regione dell’HA che aveva portato ad una debole reazione
anticorpale e, successivamente, ad una mortalità insolitamente alta negli individui di
mezza età.”
Nel
caso del COVID-19, è possibile che la reazione del sistema immunitario
innescata dal vaccino agisca in base all’imprinting originale, rendendo inefficaci i successivi
vaccini COVID-19 aggiornati per colpire le varianti emergenti della SARS-CoV-2 .
Michael
Worobey, professore
di biologia evolutiva all’Università dell’Arizona, che ha condotto ricerche
sull’imprinting nell’influenza], ha detto a STAT News: ” Ritengo [che il fenomeno
dell’imprinting] sia un qualcosa di cui dobbiamo tener conto. Tra cinque anni
potremmo assistere ad una riduzione dell’efficacia [dei vaccini COVID], se [il
sistema immunitario] della popolazione sarà ancora bloccato nel ricordare la
risposta al primo antigene [SARS-2] con cui era entrato in contatto” .
Prove
di imprinting con i coronavirus.
Alcuni
hanno sostenuto che i virus della SARS-2 non sembrano mutare così rapidamente
come i virus dell’influenza, e questo renderebbe l’imprinting meno
preoccupante, ma Hensley aveva già visto prove di imprinting nei coronavirus mentre
lavorava allo sviluppo del test anticorpale per la COVID-19.
Campioni
di sangue di persone con COVID-19 avevano avuto “drammatici” aumenti degli
anticorpi contro l’OC43, un coronavirus che causa il comune raffreddore e che è
collegato alla SARS-2, e contro i virus che causano la SARS e la MERS .
“Questi
anticorpi non erano diretti a proteggere contro le infezioni da SARS-CoV-2,
magari riducendo le ospedalizzazioni, ma erano aumentati dopo l’infezione da
SARS-CoV-2,” hanno scritto Hensley e colleghi sulla rivista Cell .
Hensley
ha anche suggerito che la risposta immunitaria data dalle terapie geniche
COVID-19 potrebbe comunque essere così forte da annullare l’effetto
dell’imprinting, mentre l’immunità all’infezione acquisita in modo naturale potrebbe
portare a un imprinting che [in futuro] renderebbe le varianti più difficili da
gestire per il sistema immunitario.
Ma la
realtà è che nessuno sa davvero cosa succederà. Come ha detto a STAT News
l’immunologo David Topham, direttore del New York Influenza Center of
Excellence, potrebbero verificarsi diversi scenari che, per coloro che godono
di un’immunità dovuta ad una precedente infezione da COVID-19, vanno dal
problematico al favorevole :
“Questo
potrebbe essere un problema, perché le cellule immunitarie specifiche per S2 [una proteina spike] spiazzano le cellule immunitarie specifiche
per altri componenti della stessa proteina spike, cellule di cui però si
avrebbe veramente bisogno per ottenere protezione.
La cosa può essere irrilevante, nel senso che,
alla fine, si avrà comunque una risposta immunitaria contro le altre parti della
proteina e si otterrà un risultato. Oppure potrebbe essere un beneficio, perché
[questo spiazzamento immunitario] potrebbe far sì che il sistema immunitario
venga stimolato più rapidamente.”
Problemi
con l’adescamento patogeno.
Un
fenomeno correlato è l’adescamento [priming] patogeno, che si verifica quando,
piuttosto che rafforzare l’immunità contro l’infezione, l’esposizione ad un virus o a un
vaccino aumenta la capacità del virus di entrare ed infettare le cellule, con
conseguente peggioramento della patologia .
Una
ricerca pubblicata sul Journal of Translational Autoimmunity ha confermato che il trattamento con
un vaccino può aumentare i rischi associati ad un virus di tipo naturale,
piuttosto che fornire una protezione contro di esso, e ha concluso, come da
titolo, “Il priming patogeno probabilmente contribuisce allo sviluppo di una
malattia grave
e critica e alla mortalità da COVID-19 attraverso il fenomeno
dell’autoimmunità” .
Secondo
lo studio:
“Il
priming patogeno può essere più o meno grave nelle risposte immunitarie indotte
dal vaccino o dall’infezione nei confronti di alcune proteine rispetto ad
altre, a causa del peccato antigenico originale; la reazione immunologica
contro gli autoantigeni può essere meno intensa quando i virus in rapida evoluzione
si allontanano [geneticamente] dal ceppo
virale originale [contro cui era stato sintetizzato il vaccino].”
L’articolo
del Journal of Translational Autoimmunity, scritto da James Lyons-Weiler dell’Institute for
Pure and Applied Knowledge, un’organizzazione senza scopo di lucro che svolge ricerca
scientifica nell’interesse pubblico, spiega come l’adescamento patogeno si
fosse verificato durante i test clinici di un altro vaccino contro il
coronavirus della SARS :
“Nella
SARS, era stata osservata una forma di ‘adescamento’ del sistema immunitario
durante gli studi sugli animali dei vaccini a base di proteine spike della
SARS, e il fenomeno aveva portato ad un aumento della morbilità e della
mortalità negli animali vaccinati che erano stati successivamente esposti al
virus naturale della SARS.
I
problemi, verificatisi in due studi, erano che, dopo il contatto post
vaccinazione con il virus [naturale] della SARS
… i
vaccini ricombinanti a base di proteine spike della SARS non avevano protetto dall’infezione da
SARS-CoV, e che i topi [vaccinati] avevano sviluppato numerose patologie del
tratto respiratorio ricche di infiltrati eosinofili a livello polmonare.
Allo
stesso modo … i furetti precedentemente vaccinati contro la SARS-CoV avevano
anch’essi sviluppato una forte risposta infiammatoria a livello del tessuto
epatico (epatite). Entrambi gli studi avevano ipotizzato una ‘risposta
immunitaria cellulare.’
Questi
tipi di risultati poco favorevoli
vengono a volte indicati come “potenziamento immunitario (ADE),”
tuttavia, questa terminologia quasi eufemistica non riesce a trasmettere
l’aumento del rischio di malattia e di morte dovuto ad una precedente
esposizione alla proteina spike della SARS. Per questo motivo, preferisco
chiamare il fenomeno ‘priming patogeno.'”
Ci
sono prove evidenti del rischio di ADE con i vaccini COVID-19.
Sono
state anche sollevate notevoli preoccupazioni riguardo al potenziamento
anticorpo-dipendente (ADE) e alla possibilità che i vaccini COVID-19 possano
peggiorare la malattia COVID-19 attraverso il fenomeno dell’ADE . Timothy Cardozo della NYU Langone Health e Ronald
Veazey della Tulane University School of Medicine hanno cercato di capire se
esista un numero sufficiente di lavori clinici che [per motivi etici] imponga
ai medici di rivelare [ai loro pazienti]
che i vaccini COVID-19 potrebbero peggiorare la malattia, se il
destinatario [del vaccino] dovesse successivamente venire a contatto il virus
naturale.
Hanno
esaminato reperti preclinici e clinici e hanno scoperto che l’ADE è un pericolo
che non andrebbe trascurato. Hanno ipotizzato che :
“I
vaccini COVID-19 progettati per stimolare la produzione di anticorpi
neutralizzanti possono sensibilizzare i destinatari del vaccino [e indurli a
contrarre] malattie più gravi che se non fossero stati vaccinati.
I vaccini per SARS, MERS e RSV non sono mai
stati approvati, e i dati generati nello sviluppo e nella sperimentazione di
questi vaccini suggeriscono una seria preoccupazione meccanicistica:
vale a dire che i vaccini progettati
empiricamente usando l’approccio tradizionale (che consiste nella proteina spike
virale del coronavirus non modificata o minimamente modificata per stimolare la
produzione di anticorpi neutralizzanti), siano essi composti da proteine,
vettori virali, DNA o RNA e, indipendentemente dal metodo di consegna, possono peggiorare la malattia
COVID-19 attraverso il potenziamento anticorpo-dipendente (ADE).”
Hanno
quindi concluso che, al fine di soddisfare gli standard di etica medica del
consenso informato, le persone che prendono parte agli studi sui vaccini
COVID-19, così come quelle a cui [il vaccino] viene somministrato dopo
l’approvazione [all’uso d’emergenza], dovrebbero essere chiaramente
informate del “rischio specifico e significativo di ADE da vaccino COVID-19” . Questo, tuttavia, non è stato [e non
viene] fatto e la maggior parte di coloro che vengono vaccinati, probabilmente
non ha mai sentito parlare di ADE, tanto meno della sua associazione con il
vaccino sperimentale COVID-19.
Già gli
individui vaccinati sembrano essere più suscettibili all’infezione dovuta ad
alcune varianti di SARS-CoV-2, anche se resta da vedere se sono più inclini a
contrarre malattie gravi.
Uno
studio dei ricercatori dell’Università di Tel Aviv e del Clalit Health Services
in Israele ha trovato che la variante sudafricana della SARS-CoV-2,
soprannominata B.1. 351 (che attualmente rappresenta circa l’1% dei casi di
COVID-19 in Israele) colpisce le persone vaccinate con il vaccino mRNA di
Pfizer in misura maggiore rispetto alle persone non vaccinate .
Ci
sono ancora molte domande senza risposta sui vaccini COVID-19, molte delle
quali assolutamente sconosciute alla maggior parte del pubblico,
l’immunopatologia Th2, per esempio. Se, comunque, sceglierete di farvi
iniettare un vaccino COVID-19, sappiate che state partecipando ad un gigantesco
esperimento e che state facendo da cavie, perché nessuno sa quale sarà il
risultato finale.
(Dr.
Joseph Mercola- articles.mercola.com--articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/04/29/original-antigenic-sin.aspx).
BAMBINA
DI 7 ANNI MUORE 11 GIORNI
DOPO
IL VACCINO, SECONDO IL RAPPORTO VAERS.
Comedonchisciotte.org-
Massimo Cascone-( 09 Gennaio 2022)- ci dice :
(renovatio21.com-- Megan Redshaw-- Children’s Health
Defense).
).
I dati
VAERS pubblicati venerdì dai Centers for Disease Control and Prevention
includevano un totale di 1.017.001 segnalazioni di eventi avversi di tutti i
gruppi di età a seguito dei vaccini COVID, inclusi 21.382 decessi e 166.606
feriti gravi tra il 14 dicembre 2020 e il 31 dicembre 2021.
I
Centers for Disease Control and Prevention hanno pubblicato oggi nuovi dati che
mostrano un totale di 1.017.001 segnalazioni di eventi avversi a seguito di
vaccini COVID che sono state inviate tra il 14 dicembre 2020 e il 31 dicembre
2021 al Vaccine
Adverse Event Reporting System (VAERS).
Il
VAERS è il principale sistema finanziato dal governo per la segnalazione di
reazioni avverse al vaccino negli Stati Uniti.
I dati
includevano un totale di 21.382 segnalazioni di decessi – con un aumento di 380
rispetto alla settimana precedente – e 166.606 segnalazioni di lesioni gravi,
compresi i decessi, nello stesso periodo di tempo – 4.100 in più rispetto alla
settimana precedente.
Escludendo
i «rapporti esteri» al VAERS, negli Stati Uniti tra il 14 dicembre 2020 e il 31
dicembre 2021 sono stati segnalati 715.857 eventi avversi, inclusi 9.778
decessi e 63.089 feriti gravi.
I
rapporti esteri sono rapporti che le sussidiarie estere inviano ai produttori
di vaccini statunitensi. In base alle normative della Food and Drug
Administration (FDA) statunitense, se a un produttore viene notificata una
segnalazione di un caso estero che descrive un evento grave e non compare
sull’etichetta del prodotto, il produttore è tenuto a presentare la
segnalazione a VAERS.
Dei
9.778 decessi negli Stati Uniti segnalati al 31 dicembre, il 20% si è
verificato entro 24 ore dalla vaccinazione, il 24% entro 48 ore dalla
vaccinazione e il 61% si è verificato in persone che hanno manifestato sintomi
entro 48 ore dalla vaccinazione.
Negli
Stati Uniti, al 30 dicembre erano state somministrate 507I 0,1 milioni di dosi
di vaccino COVID, inclusi 296 milioni di dosi di Pfizer, 194 milioni di dosi di
Moderna e 18 milioni di dosi di Johnson & Johnson (J&J).
(vaers-vaccine-injury-january).
Ogni
venerdì, VAERS pubblica i rapporti sui danni da vaccino ricevuti a partire da
una data specificata. Le segnalazioni presentate a VAERS richiedono ulteriori
indagini prima che possa essere confermata una relazione causale.
Storicamente,
è stato dimostrato che VAERS riporta solo l’ 1% degli effettivi eventi avversi
del vaccino.
I dati
US VAERS dal 14 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 per i bambini di età compresa
tra 5 e 11 anni mostrano:
6.005
eventi avversi, di cui 126 classificati come gravi e 3 decessi segnalati.
La
morte più recente riguarda una bambina di 7 anni (VAERS ID 1975356 ) del
Minnesota che è morta 11 giorni dopo aver ricevuto la sua prima dose del
vaccino COVID della Pfizer quando è stata trovata non responsiva dalla madre.
Si attende l’autopsia.
13
segnalazioni di miocardite e pericardite (infiammazione del cuore)
15
segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue.
I dati
US VAERS dal 14 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021 per i ragazzi dai 12 ai 17
anni mostrano:
26.169
eventi avversi, di cui 1.516 classificati come gravi e 35 decessi segnalati.
La
morte più recente riguarda una ragazza di 15 anni del Minnesota (VAERS ID
1974744 ), morta 177 giorni dopo aver ricevuto la sua seconda dose di Pfizer da
un embolo polmonare. Si attende l’autopsia.
62
segnalazioni di anafilassi tra i giovani di età compresa tra 12 e 17 anni in
cui la reazione era pericolosa per la vita, richiedeva un trattamento o
provocava la morte, con il 96% dei casi attribuiti al vaccino Pfizer.
579
segnalazioni di miocardite e pericardite con 573 casi attribuiti al vaccino di
Pfizer.
146
segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue, con tutti i casi
attribuiti a Pfizer.
I dati
US VAERS dal 14 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021, per tutti i gruppi di età
combinati, mostrano:
Il 19%
dei decessi era correlato a disturbi cardiaci.
Il 54%
di coloro che sono morti erano maschi, il 41% erano femmine e i restanti
rapporti di morte non includevano il sesso del defunto.
L’ età
media della morte era 72,7.
Al 31
dicembre, 4.730 donne in gravidanza hanno riportato eventi avversi correlati ai
vaccini COVID, comprese 1.499 segnalazioni di aborto spontaneo o parto
prematuro.
Dei
3.386 casi di paralisi di Bell segnalati, il 51% è stato attribuito alle
vaccinazioni Pfizer , il 41% a Moderna e l’8% a J&J.
825
segnalazioni di sindrome di Guillain-Barré (GBS), con il 41% dei casi
attribuiti a Pfizer , il 29% a Moderna e il 28% a J&J.
2.252
segnalazioni di anafilassi in cui la reazione era pericolosa per la vita,
richiedeva un trattamento o provocava la morte.
12.200
segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue negli Stati Uniti Di
queste, 5.398 segnalazioni sono state attribuite a Pfizer, 4.345 segnalazioni a
Moderna e 2.275 segnalazioni a J&J.
3.405
casi di miocardite e pericardite con 2.409 casi attribuiti a Pfizer, 1.220 casi
a Moderna e 155 casi al vaccino COVID di J&J.
Il CDC
non sta indagando sulla morte di 13 anni in seguito al vaccino COVID.
Il CDC
non sta indagando sulla morte di un ragazzo di 13 anni del Michigan morto il 16
giugno 2021 di miocardite tre giorni dopo la sua seconda dose di vaccino COVID
della Pfizer.
Judicial
Watch mercoledì ha ottenuto 314 pagine di documenti dal CDC, comprese le
comunicazioni del direttore Dr. Rochelle Walensky che mostravano una richiesta
di informazioni sulla morte di Jacob Clynick.
Nelle
comunicazioni, i funzionari del CDC hanno affermato che l’agenzia non è stata
attivamente coinvolta nelle indagini sulla morte di Clynick, sebbene sia
entrata in contatto con il dipartimento sanitario statale e il patologo che ha
confermato che i risultati preliminari hanno mostrato «allargamento ventricolare bilaterale
e istologia coerenti con la miocardite».
Il
funzionario ha affermato che l’agenzia è stata in contatto per «mantenere la
consapevolezza della situazione», ma ha affermato che spetta agli stati
condurre indagini sui decessi segnalati a seguito dei vaccini COVID.
La
morte dell’adolescente non è stata riconosciuta dai funzionari del CDC nelle
presentazioni sulla miocardite o sulla sicurezza dei vaccini durante le
riunioni tenute dal comitato consultivo sulla sicurezza dei vaccini
dell’agenzia, che formula raccomandazioni cliniche per l’uso dei vaccini COVID
nei bambini.
Più
bambini muoiono per vaccini che per COVID.
Come
riportato da The Defender giovedì, un’infermiera della Louisiana il mese scorso ha
detto ai legislatori statali che il suo ospedale sta assistendo a reazioni
«terrificanti» ai vaccini COVID, inclusi coaguli di sangue, infarti, ictus,
encefalopatia e aritmia cardiaca, e il personale non li segnala al VAERS.
Collette
Martin, RN, un’infermiera praticante per 17 anni, durante la testimonianza a
un’audizione della Louisiana House Health and Welfare Committee, ha detto al rappresentante statale
Lawrence Bagley che la maggior parte dei professionisti medici nel suo ospedale
non è nemmeno a conoscenza dell’esistenza del VAERS.
Martin
ha affermato di aver sollevato preoccupazioni sulle reazioni avverse ai vaccini
COVID e sulla mancata segnalazione agli amministratori ospedalieri, ma è stata «ripetutamente
respinta».
È
convinzione di Martin che solo una frazione dei decessi venga segnalata al
VAERS poiché il suo ospedale e altri «non stanno segnalando nulla».
La
variante di Omicron ha meno probabilità di causare danni ai polmoni o morte.
Come
riportato da The Defender mercoledì, numerosi studi sulle infezioni da Omicron hanno
mostrato una diminuzione del danno polmonare e una diminuzione dei tassi di
mortalità sia nei tessuti animali che umani, ma una maggiore trasmissibilità della
variante di Omicron.
Un
gruppo di scienziati giapponesi e americani il 29 dicembre ha pubblicato uno
studio su criceti e topi infettati da Omicron o da una delle numerose varianti
precedenti. I risultati hanno mostrato che le persone infette da Omicron
avevano meno danni ai polmoni, perso meno peso e avevano meno probabilità di
morire.
Secondo
lo studio preliminare, scritto da oltre 50 scienziati internazionali, gli
esperimenti «hanno osservato una minore infezione delle cellule bronchiali di criceto
in vivo con Omicron rispetto al virus Delta».
I
ricercatori hanno anche riscontrato un carico virale inferiore nelle cavità
nasali dei topi infettati da Omicron rispetto a quelli infettati con altri
ceppi SARS-CoV-2.
Questo
studio sui roditori è coerente con i risultati annunciati all’inizio di
dicembre dai ricercatori dell’Università di Hong Kong e con i dati
epidemiologici provenienti dal Sud Africa negli ultimi due mesi. Mentre i casi
sono saliti alle stelle, i ricoveri e i decessi sono diminuiti rispetto a Delta.
Lo
studio mostra che il vaccino contro il COVID altera i cicli mestruali delle
donne.
L’
analisi di migliaia di record mestruali ha mostrato cicli delle donne cambiati
dopo i vaccini COVID, convalidando segnalazioni aneddotiche da migliaia di
donne che hanno detto loro cicli mestruali erano fuori dopo la vaccinazione.
Secondo
uno studio pubblicato dal Journal of Obstetrics & Gynecology, le donne vaccinate avevano cicli
mestruali leggermente più lunghi dopo il vaccino COVID rispetto a quelle che
non erano state vaccinate.
La
durata del ciclo è tornata alla normalità entro uno o due mesi, con un ritardo
più pronunciato nelle donne che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino
durante lo stesso ciclo mestruale. Queste donne hanno avuto il ciclo due giorni
dopo il solito, hanno scoperto i ricercatori.
Lo
studio è stato condotto dai ricercatori dell’Oregon Health & Science
University e della Warren Alpert Medical School della Brown University, in
collaborazione con Natural Cycles, la cui app è utilizzata da milioni di donne
in tutto il mondo per monitorare i propri cicli.
(7 gennaio 2022, Children’s Health Defense,
Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s
Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini?
Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F.
Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà
a supportare gli sforzi di CHD.).
(renovatio21.com/bambina-di-7-anni-muore-11-giorni-dopo-il-vaccino-secondo-il-rapporto-vaers/).
AIFA E
FARMACOVIGILANZA: CHE FINE HA FATTO L’ULTIMO RAPPORTO SUI VACCINI ANTI COVID?
Comedonchisciotte.org-
Massimo Cascone-( 08 Gennaio 2022 )-ci
dice :
(byoblu.com).
Anno
nuovo, abitudini vecchie. Dalle decisioni del Governo fino alla strategia
assunta dalle agenzie di regolamentazione del farmaco, niente sembra essere
cambiato rispetto all’anno precedente.
Ancora
assente il decimo rapporto sui vaccini anti Covid.
Il 2022
si sarebbe dovuto infatti aprire con la tempestiva pubblicazione del tanto
atteso decimo rapporto di farmacovigilanza dell’AIFA sui vaccini anti Covid. Si
tratta del report che analizza l’andamento delle segnalazioni di reazioni
avverse a seguito della somministrazione dei vaccini.
Bene,
fino al settembre scorso questo rapporto veniva pubblicato con una cadenza
mensile ed era arrivato il 26 settembre alla sua nona edizione. Da allora però tutto è fermo e nessun
aggiornamento è stato più fatto.
Il
motivo? Nell’ultimo report si poteva leggere la seguente affermazione: “Considerata la stabilità
dell’andamento delle segnalazioni per i diversi vaccini COVID19, il Rapporto
di sorveglianza non sarà più pubblicato con cadenza mensile bensì trimestrale”.
Questo
vuol dire che il rapporto sarebbe dovuto essere disponibile subito dopo il 26
dicembre, ossia alla scadenza dei tre mesi. E invece, passata la prima settimana
di gennaio, nessuna novità è disponibile. Abbiamo contattato l’ufficio stampa
dell’agenzia per avere notizie sulle tempistiche di pubblicazione e ci hanno
risposto con tono rassicurante che: “Il rapporto sarà disponibile entro
gennaio”. Con calma quindi, senza nessuna fretta, il report potrebbe vedere la
luce solo alla fine del mese.
Un’occasione
persa per la farmacovigilanza.
Suscita
tuttavia qualche perplessità il tempismo di questo rallentamento, che arriva in
concomitanza con diverse novità nella campagna di vaccinazione contro il Covid. Innanzitutto da ottobre scorso sono
iniziate le somministrazioni delle terze dosi principalmente destinate a
soggetti fragili e personale sanitario.
Sarebbe
stato quindi di notevole interesse venire a conoscenza per tempo di un report
dettagliato su eventuali segnalazioni post terza inoculazione.
È
infatti particolarmente interessante notare il picco di segnalazioni che si
erano verificate nel periodo di gennaio 2021, ondata poi progressivamente
scesa, con tutta probabilità da attribuire al personale medico sanitario, una
categoria verosimilmente più attenta e tempestiva nella segnalazione di effetti
avversi.
Aifa-comirnaty.
E
durante un’emergenza in cui le evidenze scientifiche sembrano cambiare da un
giorno all’altro, non avere quest’informazione tempestiva e puntuale
rappresenta un’occasione persa. Così come l’inizio delle vaccinazioni in età
pediatrica, autorizzate ad inizio dicembre dalla stessa AIFA. Anche per capire
gli effetti nel breve periodo di queste somministrazioni occorrerà attendere
ancora qualche settimana.
Non ci
sono le basi giuridiche per l’obbligo.
Si
tratta tuttavia di una serie di informazioni che dovrebbero essere rese
accessibili a tutti i cittadini, soprattutto nel momento in cui il Governo
Draghi ha scelto la via dell’obbligo per diverse categorie di persone: forze
dell’ordine, insegnanti e over 50 nell’ultimo periodo.Ad oggi infatti l’introduzione
dell’obbligo della vaccinazione contro il Covid risulta essere in contrasto con
la giurisprudenza italiana e in particolare con quanto stabilito dalla Corte
Costituzionale sulla materia.
E ad
oggi, secondo l’ultimo rapporto di farmacovigilanza, sono 16 i decessi
direttamente correlabili alla vaccinazione, che quindi rendono il vaccino
contro il Covid differente in maniera sostanziale rispetto alle vaccinazioni
finora rese obbligatorie.
(byoblu.com/2022/01/07/aifa-e-farmacovigilanza-che-fine-ha-fatto-lultimo-rapporto-sui-vaccini-anti-covid/).
LA
NARRATIVA DEL COVID-19 È FOLLE
E
ILLOGICA…
E FORSE NON È UN CASO.
Comedonchisciotte.org-
Moravagine- ( 07 Gennaio 2022 )- ci dice :
(Kit
Knightly, off-guardian.org).
Forse
costringere le persone a credere alle tue bugie, anche dopo aver ammesso di
mentire, è la forma più pura di potere.
“Non
solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna è
stata tacitamente negata dalla loro filosofia. L’eresia delle eresie era buon
senso”.
(George
Orwell, 1984).
La
narrativa della “pandemia di Covid” è folle. Questo è ormai consolidato da
tempo, non abbiamo davvero bisogno di entrare nel come o perché qui. Leggi il
nostro repertorio storico.
Le
regole sono prive di significato e arbitrarie, il messaggio contraddittorio, la
stessa premessa priva di senso.
Ogni
giorno una nuova follia viene lanciata nel mondo, e mentre molti di noi alzano gli
occhi al cielo, alzano la voce o semplicemente ridono… molti altri lo accettano, ci credono,
permettono che continui.
Prendiamo
la situazione in questo momento in Canada, dove il governo ha imposto un
mandato di vaccinazione agli operatori sanitari, il che significa che nella
sola Columbia Britannica oltre 3000 dipendenti ospedalieri erano in congedo non
retribuito entro il 1° novembre.
Come
hanno risposto i governi locali alla carenza di personale?
Cercano
dipendenti vaccinati anche se positivi.
Che tu
lo creda o meno, i test significano qualcosa, in teoria. Nella realtà che cercano di venderci
ogni giorno, risultare positivi significa che sei portatore di una malattia
pericolosa.
Quindi
chiedono che le persone presumibilmente portatrici di un “virus mortale”
lavorino, piuttosto
che lasciare semplicemente che persone non vaccinate perfettamente sane
riottengano il loro lavoro.
Questa
è follia.
Ma c’è
qualcosa che può illustrare meglio le priorità di coloro che gestiscono il
gioco?
Sappiamo
già che non si tratta di un virus, non si tratta di proteggere il servizio
sanitario e non si tratta di salvare vite. Ogni giorno le persone che gestiscono
la “pandemia” lo ammettono con le loro azioni e persino con le loro parole.
Piuttosto,
sembra che si tratti di far rispettare regole che hanno poco o nessun senso,
richiedere conformità al prezzo della ragione, tracciare linee arbitrarie sulla
sabbia ed esigere che le persone le rispettino, facendo credere alle persone
“fatti” che si possono dimostrare non veri.
Ma
perché? Perché la storia del Covid è irrazionale e contraddittoria? Perché da
un lato ci viene detto di avere paura e dall’altro che non c’è nulla di cui
aver paura?
Perché
la “pandemia” è così completamente folle?
Potresti
obiettare che è una semplice coincidenza. Il sottoprodotto di una narrativa in
evoluzione multifocale, una storia raccontata da un migliaio di autori
contemporaneamente, ognuno preoccupato di coprire il proprio piccolo pezzo di
agenda. Un’auto con più conducenti che litigano per un singolo volante.
Probabilmente
c’è del vero in questo.
Ma è
anche vero che il controllo, il vero controllo, si ottiene solo con una bugia.
In
psicologia clinica uno dei segni diagnostici dello psicopatico è che racconta
compulsivamente bugie elaborate. Egli mentirà tante volte anche se raccontare la
verità sarebbe più vantaggioso.
Nessuno
sa perché lo facciano, ma ho una teoria, e si applica sia agli sciami di topi
microcefali che gestiscono le fogne del potere sia ad una singola mostruosità.
Se
vuoi controllare le persone, devi mentire loro, è l’unico modo per assicurarti
di avere potere.
Se ti
trovi in mezzo alla strada e io grido “attenzione, sta arrivando un’auto” e ti muovi proprio mentre un’auto
passa di corsa, non saprò mai se ti sei mosso perché l’ho detto io o perché la
macchina era reale.
Se il
mio interesse fosse quello di assicurarmi che tu non ti faccia male, questo non
mi importerebbe comunque.
Ma
cosa succede se il mio unico vero scopo è la gratificazione di vederti fare
quello che dico, semplicemente perché l’ho detto?
…beh,
allora ho bisogno di urlare un avvertimento di un’auto che non esiste, e
guardarti schivare una minaccia immaginaria. O, in effetti,
dirti
che non c’è nessuna macchina e guardare mentre vieni travolto.
Solo
così posso essere sicuro che le mie parole contano per te più della realtà
percepibile, e solo allora so di avere veramente il controllo.
Non
puoi mai controllare le persone con la verità, perché la verità ha un’esistenza
al di fuori di te che non può essere alterata o diretta.
Potrebbe
essere la verità stessa che controlla le persone, non te.
Non
puoi mai costringere le persone a obbedire a regole che hanno senso, perché
potrebbero obbedire alla ragione, non alla tua forza.
Il
vero potere sta nel far temere alle persone qualcosa che non esiste, e fare in
modo che abbandonino la ragione per proteggersi dalla minaccia inventata.
Per
garantirti il controllo, devi far vedere alle persone cose che non ci sono, farle
vivere in una realtà che costruisci intorno a loro e costringerle a seguire
regole arbitrarie e contraddittorie che cambiano di giorno in giorno.
Per
testare veramente la loro lealtà, il loro stato di ipnosi, potresti anche dir loro che non c’è
più nulla di cui aver paura, ma devono comunque seguire le regole.
Forse
è questo il punto. Magari non sarebbe necessario che la storia sia credibile. Forse le regole non sono fatte per
avere un senso, sono fatte per essere rispettate.
Forse
più contraddittorie e illogiche diventano le normative, più viene apprezzata la
tua conformità.
Forse
se riesci a costringere una persona ad abbandonare il suo giudizio a favore del
tuo, hai
il controllo totale sulla sua realtà.
Abbiamo
iniziato con una citazione di Orwell, quindi finiamo con un’altra:
“Il
potere sta nel fare a pezzi le menti umane e rimetterle insieme in nuove forme
di tua scelta”.
Non è
quello che stiamo vedendo ora? Quello che abbiamo visto fin dall’inizio?
Persone
condizionate ad aver paura di qualcosa che è stato detto non essere
spaventoso, a seguire regole che gli viene detto non sono necessarie, a prendere “medicinali” che gli viene detto che non
funzionano.
Forse
costringere le persone a credere alle tue bugie, anche se ammetti di mentire, è l’espressione più pura del potere.
(Kit
Knightly, off-guardian.org-- off-guardian.org/2021/12/29/the-covid-narrative-is-insane-and-illogical-and-maybe-thats-no-accident/).
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