“LA SCIENZA MEDICA CONCEDERA’ L’IMMORTALITA’ ALLA “CRICCA DI DAVOS” ?
“LA SCIENZA MEDICA CONCEDERA’
L’IMMORTALITA’
ALLA
“CRICCA DI DAVOS” che ci vuole sterminare ?”
Economia
e Pandemia, ora arriva il «Grande Reset» di Davos.
Renovatio21.com-
William F. Engdahl-(26 Giugno 2020)-ci dice :
Per
coloro che si chiedono cosa accadrà dopo che la pandemia di Covid19 ha portato
al blocco quasi completo dell’economia mondiale, causando la peggiore
depressione dagli anni ’30, i leader della principale ONG della
globalizzazione, il World Economic Forum di Davos, hanno appena svelato i contorni di
ciò che dobbiamo aspettarci nei mesi a venire.
Queste
persone hanno deciso di usare la crisi come un’opportunità.
I
leader della principale ONG della globalizzazione, il World Economic Forum di
Davos, hanno appena svelato i contorni di ciò che dobbiamo aspettarci nei mesi
a venire.
Il 3
giugno, tramite il loro sito Web, il World Economic Forum di Davos (WEF) ha svelato i
contenuti del prossimo forum di gennaio 2021.
Lo
chiamano il «Grande Reset». Utilizzeranno l’impatto sbalorditivo del coronavirus per far
avanzare un piano molto specifico.
In particolare, tale agenda si integra
perfettamente con un’altra agenda specifica, vale a dire l’Agenda 2030 varata
dall’ONU nel 2015.
L’ironia
del principale forum mondiale sull’economia, quello che ha avanzato l’agenda
della globalizzazione dagli anni ’90, abbracciando quello che chiamano sviluppo
sostenibile, è enorme.
Lascia pensare che questo programma non
riguarda esattamente ciò che il WEF e i partner affermano.
Il
Grande Reset.
Lo
chiamano il «Grande Reset». Utilizzeranno l’impatto sbalorditivo del
coronavirus per far avanzare un piano molto specifico.
Il 3
giugno il presidente del WEF Klaus Schwab ha pubblicato un video che annuncia
il tema annuale per il 2021, il Grande Reset. Sembra essere nientemeno che la
promozione di un’agenda globale per ristrutturare l’economia mondiale secondo
linee molto specifiche, non sorprendentemente molto simile a quella sostenuta
dall’IPCC, da Greta dalla Svezia e dai suoi amici aziendali come Al Gore o Larry Fink di Blackwater.
È
interessante notare che i portavoce del WEF inseriscono il “reset”
dell’economia mondiale nel contesto del Coronavirus e il conseguente crollo
dell’economia industriale mondiale.
Il
sito web del WEF afferma: «Ci sono molte ragioni per perseguire un Grande Reset, ma la
più urgente è l’epidemia di COVID-19». Quindi il Grande Reset dell’economia
globale deriva dal COVID-19 e dalle «occasioni» che presenta.
Lo chiamano il «Grande Reset». Utilizzeranno
l’impatto sbalorditivo del coronavirus per far avanzare un piano molto
specifico.
Annunciando
il tema del 2021, il fondatore del WEF, Schwab, ha quindi affermato, spostando
abilmente l’attenzione: «Abbiamo solo un pianeta e sappiamo che il cambiamento
climatico potrebbe essere il prossimo disastro globale con conseguenze ancora
più drammatiche per l’umanità». Sottintende che il cambiamento climatico è il motivo alla
base della catastrofe della pandemia di Coronavirus.
Per evidenziare l’agenda verde e «sostenibile», il WEF vede quindi la
partecipazione dell’aspirante re d’Inghilterra, il Principe Carlo.
Riferendosi
alla catastrofe globale di COVID-19, il Principe di Galles dice: «Se c’è una lezione cruciale che
possiamo imparare da questa crisi, è che dobbiamo mettere la natura al centro
di quello che facciamo. Semplicemente non possiamo più perdere tempo».
Insieme
a Schwab e il Principe Carlo c’è il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Afferma: «Dobbiamo
costruire economie e società più uguali, inclusive e sostenibili che siano più
resistenti di fronte alle pandemie, ai cambiamenti climatici e ai molti altri cambiamenti globali
che affrontiamo». Tenete a mente il suo discorso su «economie e società
sostenibili», lo riprenderemo in seguito.
Gli
sponsor del WEF hanno grandi progetti: «… il mondo deve agire congiuntamente
e rapidamente per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società ed economie,
dall’istruzione ai contratti sociali e alle condizioni di lavoro.>
Anche
la nuova responsabile del FMI, Kristalina Georgieva, ha appoggiato il Grande
Reset.
Altri resettatori del WEF includono Ma Jun, presidente del Green Finance
Committee della China Society for Finance and Banking e membro del Monetary
Policy Committee della People’s Bank of China; Bernard Looney, CEO di BP; Ajay
Banga, CEO di Mastercard; Bradford Smith, presidente di Microsoft.
Non
fraintendete, il Great Reset non è il momento propizio di Schwab e degli amici.
Il sito web del WEF afferma che: «I blocchi causati dal COVID-19 potrebbero
gradualmente allentarsi, ma l’ansia per le prospettive sociali ed economiche
del mondo si sta solo intensificando. Vi sono buone ragioni per preoccuparsi: una forte recessione economica è già
iniziata e potremmo affrontare la peggiore depressione dagli anni ’30. Ma, anche se questo risultato è
probabile, non è inevitabile».
«Ogni
paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni settore, dal
petrolio al gas alla tecnologia, deve essere trasformato. In breve, abbiamo
bisogno di un «grande ripristino” del capitalismo»
Gli
sponsor del WEF hanno grandi progetti: «… il mondo deve agire congiuntamente
e rapidamente per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società ed economie,
dall’istruzione ai contratti sociali e alle condizioni di lavoro. Ogni paese,
dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni settore, dal petrolio al
gas alla tecnologia, deve essere trasformato. In breve, abbiamo bisogno di un
«grande ripristino” del capitalismo».
Questa è tanta roba.
Cambiamenti
radicali.
Schwab
rivela di
più sulla prossima
agenda: «… un lato positivo della pandemia è
che ha dimostrato quanto velocemente possiamo apportare cambiamenti radicali al
nostro stile di vita. Quasi istantaneamente, la crisi ha costretto aziende e
privati ad abbandonare le pratiche per molto tempo dichiarate essenziali, dai
frequenti viaggi aerei al lavoro in un ufficio». Questi sarebbero lati
positivi?
Suggerisce
di estendere quei cambiamenti radicali:
(non
approvati legalmente da alcun governo dei paesi occidentali ! Ndr).
«L’agenda del Grande Reset avrebbe tre componenti
principali. Il primo indirizzerebbe il mercato verso risultati più equi. A tal fine, i governi dovrebbero
migliorare il coordinamento … e creare le condizioni per una “economia delle
parti coinvolte…». Includerebbe «modifiche alle tasse patrimoniali, ritiro dei sussidi
per i combustibili fossili e nuove regole che regolano la proprietà
intellettuale, il commercio e la concorrenza».
«Un lato positivo della pandemia è che ha
dimostrato quanto velocemente possiamo apportare cambiamenti radicali al nostro
stile di vita. Quasi istantaneamente, la crisi ha costretto aziende e
privati ad abbandonare le pratiche per molto tempo dichiarate essenziali»
La
seconda componente dell’agenda del Grande Reset assicurerebbe (?) che «gli investimenti promuovono
obiettivi condivisi, come l’uguaglianza e la sostenibilità».
Qui il
capo del WEF (o Dittatore mondiale, Ndr.) afferma che i
recenti copiosi contributi per stimolare l’economia dell’UE, degli USA, della
Cina e di altri paesi devono essere utilizzati per creare una nuova economia, «più
resiliente, equa e sostenibile nel lungo periodo.
Ciò
significa, ad esempio, la costruzione di infrastrutture urbane «verdi» e la creazione di incentivi per le
industrie a migliorare la propria esperienza in termini di metriche ambientali,
sociali e di governance (ESG)».
Infine,
la terza
tappa di questo Great Reset implementerà uno dei progetti personali di Schwab, la
Quarta rivoluzione industriale:
«La terza e ultima priorità di un’agenda del Grande
Reset è quella di sfruttare le innovazioni della Quarta rivoluzione industriale
per sostenere il bene pubblico, in particolare affrontando le sfide sanitarie e
sociali. Durante la crisi del COVID-19, aziende, università e altri hanno unito
le forze per sviluppare diagnosi, terapie e possibili vaccini; istituire centri
di collaudo; creare meccanismi per tracciare le infezioni; e fornire telemedicina.
Immagina cosa sarebbe possibile se simili sforzi concertati venissero fatti in
ogni settore.»
(Tutte opere a spese esclusive di
Schab & C. ? Ndr.)
La
quarta rivoluzione industriale comprende la biotecnologia per l’editing
genetico, le telecomunicazioni 5G, l’intelligenza artificiale e simili.
Agenda
2030 ONU e il Grande Reset.
Se
confrontiamo i dettagli dell’Agenda ONU 2030 del 2015 con il Grande Reset del WEF, troviamo
che coincidono perfettamente.
Il
tema di Agenda 2030 è un «mondo sostenibile», definito come un mondo con
uguaglianza di reddito, uguaglianza di genere, vaccini per tutti sotto l’egida
dell’OMS e della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), lanciata nel 2017 dal WEF insieme
alla Bill & Melinda Gates Foundation.
Nel
2015 le Nazioni Unite hanno pubblicato un documento intitolato «Trasformare il nostro mondo:
l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile».
L’amministrazione
Obama non l’ha mai sottoposta al Senato per la ratifica, consapevole che non sarebbe
stata approvata.
Eppure
avanza in tutto il mondo (…con l’inganno .Ndr.)
Comprende
17 obiettivi di sviluppo sostenibile, estendendo la precedente Agenda 21. I 17
obiettivi includono «porre fine alla povertà e alla fame, in tutte le loro
forme e dimensioni … proteggere il pianeta dal degrado, anche attraverso il
consumo e la produzione sostenibili, gestendo in modo sostenibile le risorse
naturali e adottando provvedimenti urgenti sui cambiamenti climatici …».
Chiede
crescita economica sostenibile, agricoltura sostenibile (OGM), energia
sostenibile e moderna (eolica, solare), città sostenibili, industrializzazione
sostenibile…Sostenibilità è la parola chiave. Se scaviamo in profondità, è chiaro
che è la parola in codice per una riorganizzazione della ricchezza mondiale
attraverso mezzi come le tasse punitive sul carbonio che ridurranno
drasticamente i viaggi aerei e dei veicoli.
Il
mondo meno sviluppato non arriverà ad essere sviluppato, anzi, le civiltà avanzate devono
abbassare i loro standard di vita per diventare «sostenibili».
Per
comprendere il doppio uso del termine sostenibile, dobbiamo tornare a Maurice Strong, un miliardario canadese
petroliere e amico intimo di David Rockefeller, l’uomo che ha avuto un ruolo
centrale negli anni ’70 per l’idea che le emissioni di CO2 causate dall’uomo
stavano rendendo il mondo invivibile.
Strong
ha creato il
Programma Ambientale delle Nazioni Unite e, nel 1988, il Gruppo Intergovernativo delle Nazioni
Unite per i Cambiamenti Climatici (IPCC) per studiare esclusivamente la CO2 prodotta
dall’uomo.
Nel
1992 Maurice Strong dichiarò: «L’unica speranza per il pianeta non è che le civiltà
industrializzate collassino? Non è nostra responsabilità realizzarlo?».
Al
Summit della Terra di Rio, nello stesso anno, Strong ha aggiunto: «Gli stili di vita attuali e i modelli
di consumo della ricca classe media – che comportano un’elevata assunzione di
carne, l’uso di combustibili fossili, elettrodomestici, aria condizionata e
abitazioni suburbane – non sono sostenibili».
(solo la classe straricca può renderli
sostenibili … a spese esclusive della classe povera schiavizzata ! Ndr.)
La decisione di demonizzare la CO2, uno dei
composti più essenziali per sostenere tutta la vita, umana e vegetale, non è
casuale.
Come
afferma il prof. Richard Lindzen, fisico atmosferico del MIT, «La CO2 per persone diverse ha
attrazioni diverse. Dopo tutto, che cos’è? – non è un inquinante, è un prodotto
della respirazione di ogni creatura vivente, è il prodotto di tutta la
respirazione delle piante, è essenziale per la vita delle piante e la
fotosintesi, è un prodotto di tutta la combustione industriale, è un prodotto
della guida –Voglio dire, se hai mai desiderato un fulcro per controllare tutto,
dall’espirazione alla guida, questo sarebbe un sogno. Quindi ha una sorta di attrattiva
fondamentale per la mentalità burocratica.»
L’esercizio
curiosamente tempestivo della pandemia di New York, l’Evento 201 del 18 ottobre
2019 è stato co-sponsorizzato dal World Economic Forum e dalla Gates Foundation.
Si basava sull’idea che «è solo questione di tempo prima che
una di queste epidemie diventi globale, una pandemia con conseguenze
potenzialmente catastrofiche. Una grave pandemia, che diventa “Event 201”, richiederebbe
una cooperazione affidabile tra diversi settori, governi nazionali e
istituzioni internazionali chiave ».
Lo
scenario Event 201 ipotizzava: «Lo scoppio di un nuovo Coronavirus zoonotico trasmesso da
pipistrelli a maiali a persone che alla fine diventa efficacemente
trasmissibile da persona a persona».
Lo
scenario Event 201 ipotizzava: «Lo scoppio di un nuovo Coronavirus zoonotico
trasmesso da pipistrelli a maiali a persone che alla fine diventa efficacemente
trasmissibile da persona a persona, causando una grave pandemia. L’agente patogeno e la malattia da
esso provocata sono in gran parte modellati sulla SARS, ma è più trasmissibile
in ambito comunitario da persone con sintomi lievi».
La
dichiarazione del World Economic Forum di effettuare un Grande Reset è a tutti gli effetti un tentativo
sottilmente velato di far avanzare il modello distopico «sostenibile» dell’Agenda
2030, un «Green New Deal» globale sulla scia delle misure di contenimento della
pandemia di COVID-19.
I loro
stretti legami con i progetti della Gates Foundation, con l’OMS e con le Nazioni
Unite suggeriscono
che presto potremo affrontare un mondo molto più sinistro dopo la scomparsa
della pandemia di COVID-19.
(William
F. Engdahl).
Dobbiamo
decidere se la portata delle morti in tutto il mondo, gonfiate o meno,
presumibilmente di COVID-19, giustifica un simile esperimento sugli umani che
potrebbe alterare la nostra genetica in modi imprevedibili e probabilmente
tossici.
(F. William Engdahl è consulente e docente di rischio
strategico, ha conseguito una laurea in politica presso la Princeton University
ed è un autore di best seller sulle tematiche del petrolio e della geopolitica.
È autore, fra gli altri titoli, di Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of
Genetic Manipulation («Semi della distruzione, l’agenda nascosta della
manipolazione genetica»), consultabile anche sul sito globalresearch.ca.).
Un
altro vaccino
Gates fa
una brutta fine:
scimmie
malate ovunque!
Renovatio21.com- Robert Kennedy jr - (26 Giugno 2020)- ci dice
:
(Renovatio
21 traduce questo editoriale di Robert Kennedy jr per gentile concessione di Children’s Health Defense. Renovatio 21 offre la traduzione di
questo pezzo di CHD per dare una informazione a 360º).
Il
giorno dopo le rivelazioni secondo cui il vaccino Gates-Fauci sviluppato da
Moderna ha causato gravi malattie nel 20% dei volontari che avevano ricevuto
alte dosi, Bill
Gates ha avuto notizie devastanti sulla sua altra scommessa COVAX «a velocità
di curvatura».
Il
vaccino con le proteine spike di Oxford Vaccine Group (OVG) è ancora più veloce di quello di
Moderna.
A
maggio, Melinda Gates aveva previsto che sarebbe stato pronto per la fine
dell’anno. I
funzionari di Oxford e del Regno Unito hanno promesso 30 milioni di dosi entro
settembre 2020.
Il 24
aprile, gli scienziati di OVG hanno annunciato che un piccolo studio sui
macachi ha dimostrato l’efficacia del vaccino. OVG ha rapidamente reclutato 510
volontari sani per i test sugli umani.
I dati
pre-pubblicazione resi noti il 13 maggio 2020 rivelano che il vaccino è meno
promettente di quanto il team OVG abbia lasciato intendere.
Tutti i macachi vaccinati si sono ammalati dopo l’esposizione
al COVID-19.
Eleanor Riley dell’Università di Edimburgo ha
dichiarato a Forbes che il vaccino ha fornito anticorpi «insufficienti» per
prevenire l’infezione e la diffusione del virus. Le scimmie vaccinate
diffondono la malattia con la stessa facilità di quelle non vaccinate.
Andrew
Pollard colpisce
ancora.
Il
vaccino ha fornito anticorpi «insufficienti» per prevenire l’infezione e la
diffusione del virus. Le scimmie vaccinate diffondono la malattia con la stessa
facilità di quelle non vaccinate.
OVG ha
forti legami politici.
Lo
sviluppatore principale Andrew Pollard è in grado di destreggiarsi tra
conflitti scandalosi che gli consentono di autorizzare, registrare e imporre i
propri vaccini non testati alle masse.
Pollard
è Senior Advisor di MRHA, il comitato britannico che autorizza i vaccini, presiede il
comitato britannico JVCI che li ha rende obbligatori e fornisce consulenza all’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Riceve pagamenti praticamente da
tutti i grandi produttori di vaccini.
(Nel
2014, Pollard ha sviluppato il noto Bexsero,
vaccino contro la meningite della GlaxoSmithKline, e lo ha poi imposto
ai bambini, nonostante i significativi segnali di sicurezza per la malattia di
Kawasaki e la rarità delle infezioni da
meningococco B. Il foglietto illustrativo dice che Bexsero può causare la
malattia di Kawasaki in ben un bambino su 1000 sulla base dei rapporti degli
studi clinici.)
I
ricercatori di Oxford hanno rivelato che «1.000 vaccinazioni sono state
completate» e che il prossimo studio arruolerà «fino a 10.260 adulti e bambini
e coinvolgerà diverse istituzioni partner in tutto il paese.
Il 21
maggio 2020, Forbes ha riportato che la US Biomedical Advanced Research and
Development Authority (BARDA) ha donato 1 miliardo di dollari ad Astra Zeneca in
collaborazione con Oxford per una rapida introduzione del vaccino a settembre
2020.
Pollard
va avanti con il suo vaccino inefficace. Ma un vaccino che nasconde i sintomi e consente la
trasmissione è peggio di nessun vaccino.
(Robert F. Kennedy, Jr.-Presidente di
Children’s Health Defense.).
(26
maggio 2020, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e
distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di
più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente
notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei
bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.)
La
Sanità USA pone fine ai
conteggi
dei decessi
per COVID.
Renovatio21.com-Redazione-
(4 Febbraio 2022)- ci dice :
Il 2
febbraio, gli ospedali statunitensi hanno smesso di segnalare i decessi
COVID-19 direttamente al governo federale attraverso un sistema del
Dipartimento della Salute e dei servizi umani degli Stati Uniti (HHS).
Si
tratta oramai , qualcuno può osservare, una campagna globale per ridurre la
segnalazione di decessi e casi di COVID-19.
Lo
stesso giorno in cui il governo federale degli Stati Uniti ha smesso di
raccogliere questi dati, il Regno Unito ha annunciato che avrebbe interrotto la
segnalazione dei decessi COVID-19 entro Pasqua 2022.
I
media americani, dopo anni di bollettini e terrorismo numerico, non paiono
curarsi troppo di questa rivoluzione statistica in corso.
L’HHS
insiste sul fatto che il sistema ha duplicato la denuncia dei decessi già
condotta attraverso i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’ente governativo americano
preposto al controllo delle epidemie.
Ridurre
la disponibilità dei dati è un segno di una spinta ad «andare avanti» e
lasciarsi alle spalle il COVID, pur tollerando un certo livello continuo di
decessi?
Anche in Italia la domanda si dovrebbe porre all’establishment governativo che improvvisamente scopre la
differenza tra morire di COVID e morire con il COVID, con contestuale malcelata intenzione di fermare la situazione
dei tamponi, oramai sfuggita totalmente di mano al punto da poter essere un
problema:
il
numero di vaccinati positivi, e malati, anche gravemente, è una mina che può tirare giù
l’impianto della narrazione pandemico-vaccinale dalle fondamenta.
La
vitamina “D” riduce
i
rischi di malattia grave.
Laverita.info-
Maddalena Guiotto- ( 5 -2-2022)- ci dice :
Mentre
il sito del ministero della Salute
segnala ancora come “bufala “ e “fake news “il fatto che la vitamina “D
“ protegga dal virus del Covid ,uno studio israeliano appena pubblicato su “Plos Ode” mostra che la carenza di questo integratore
aumenta in modo significativo il rischio
di malattia grave e morte da Covid-19.
Ne dà
notizia il “Times of the Israel “osservando che i ricercatori della “Rez Ilan University” e del “Galilee medical center” che hanno condotto lo studio
,l’impatto della vitamina D è così forte sulla gravità della malattia da poter “prevedere come se la caveranno le
persone infette ,in base a nient’altro che alla loro età e ai livelli di
vitamina D”.
La
cosa interessante e nuova dello studio - che ha interessato 1.176 pazienti
ricoverati presso la clinica israeliana durante le due ondate del virus , tra
aprile 2020 e febbraio 2021 - è nel fatto che sono stati considerati i livelli
di questa molecola da 14 giorni fino a due anni prima dell’infezione da Sars -Cov2 ( Israele ha i dati sanitari digitalizzati da anni ). I
risultati dicono che le persone con un livello di “vitamina D” inferiore a 20 ng/ml era associato a un rischio 14 volte più
elevato di forma grave e severa di Covid rispetto a chi aveva valori
superiori a 40 ng/ml . La mortalità in pazienti con sufficienti livelli
di questa molecola era del 2,3 % contro il 25,6% del gruppo che era carente.
Anche
aggiustando i dati per una serie di
fattori -età ,genere ,malattie croniche - i risultati finali sono simili.
“Abbiamo
trovato straordinario e sorprendente vedere la differenza nella
probabilità in un paziente di evolvere
la forma più grave solo in base a questo
parametro”, ha dichiarato al giornale israeliano Amiel Dror ,coordinatore dello
studio.
Secondo
il ricercatore , il motivo di tale risultato “ è riconducibile alla efficacia della vitamina D nel rafforzare il sistema immunitario per
affrontare i virus che attaccano il sistema respiratorio”.
Sulla
validità di tali risultati anche per la “variante Omicron “gli autori della ricerca non hanno
dubbi perché lo stesso risultato è stato registrato anche “per le varianti precedenti “.
Il
quotidiano di Gerusalemme informa che “
le autorità sanitarie in Israele e in molti altri Paesi hanno raccomandato
integratori di “vitamina D” per affrontare la pandemia di coronavirus , sebbene
i dati sulla sua efficacia siano stati scarsi ,fino ad ora”.
L’Italia
,però , non ha ritenuto opportuno raccomandarla
, anzi i medici che avevano
parlato della efficacia della” vitamina D” son stati spesso bollati come “no vax”. Il portale del
ministero della Salute , che cita fior
di circolari (tutte datate) , pur
sottolineando una situazione simile a
quella israeliana - non esistono a oggi evidenze solide e incontrovertibili “- classifica l’uso dell’integratore
come ,” bufala “.
Eppure
,per “paracetamolo
e vigile attesa” non risultano tonnellate di studi incontrovertibili.
Non si può comunque pretendere che un ministero che da un anno parla solo di vaccini trovi il tempo per
aggiornare la pagina in questione:
non
sorprende che l’ultimo aggiornamento dia datato
30 novembre 2020.
(Ndr.
Riferiamo che uno studio Usa del 2020
raccomanda vivamente di rafforzare le
difese del nostro sistema immunitario contro Covid -19 e varianti ,
tramite l’uso di Vitamine varie (oltre alla “D”) che sono indicate in una scatola che si può acquistare in farmacia
(senza ricette) al costo di 10 euro per
scatola. In aggiunta anche un flacone di
pillole di Melatonina e di pillole di Glutatione 50.).
Avevano
Ragione fin dall’inizio
i
cosiddetti “Complottisti”,
era Tutto Pianificato da parecchio Tempo!
Conoscenzealconfine.it-
Claudio Martinotti Doria - (4 Febbraio
2022)- ci dice:
La
“Tempesta Perfetta” sta per abbattersi sul nostro Paese.
L’Italia
è un paese nel quale qualsiasi progetto, opera, riforma, servizio, ecc.,
richiede anni per essere implementato e realizzato, con ritardi continui,
aggiustamenti in corso d’opera e lievitazione dei costi. Di questo siamo tutti
consapevoli per esperienza.
Di
conseguenza, quando ci troviamo di fronte ad un’efficienza straordinaria della
pubblica amministrazione, mai verificatisi prima, è doveroso chiedersi come sia
stato possibile.
Mi
riferisco al fatto che negli uffici postali a partire dal 1 febbraio 2022 non
sia assolutamente possibile spedire una raccomandata o un pacco per coloro che
sono privi di QR-code, cioè dell’infame lasciapassare denominato Green Pass.
Chiunque
lo potrà constatare, non si tratta di non poter entrare negli uffici postali per
i dissidenti privi di lasciapassare, ma proprio di non poter eseguire alcuna
operazione al terminale. Tutti i 14mila uffici postali, anche i più remoti e
sperduti, sono tutti dotati di un programma d’identificazione del QR-code senza il quale l’impiegata allo
sportello non può procedere all’operazione richiesta.
Qualunque essa sia, quindi sono impediti anche i
prelievi o trasferimenti di denaro, del proprio denaro depositato.
Direi
che siamo già in pieno nel sistema di crediti sociali modello cinese, lo stato ti premia o ti punisce in
base alla sua discrezionalità e alla tua ubbidienza alle sue direttive arbitrarie e
unilaterali.
Come
accennavo in premessa, se normalmente impiegano anni a realizzare qualsiasi
iniziativa, come mai erano già pronti e in piena efficienza a distanza di soli
pochi giorni dall’ennesimo decreto del presidente del consiglio dei ministri?
Direi
che l’unica spiegazione logica possibile sia che fossero preparati da parecchio
tempo, da molto prima che il decreto fosse reso pubblico nei suoi contenuti.
Quindi
il piano era stato ordito da molto tempo e a piccole dosi l’hanno realizzato,
giustificandolo di volta in volta con menzogne su menzogne propagandistiche e
pretestuose, per abituare la gente gradualmente alla progressiva riduzione
della libertà e dei diritti civili, con un evidente intento controllo sociale
frutto dell’ingegneria sociale applicata.
Hanno
abilmente fatto in modo di abituare la popolazione a una diversa e
discriminatoria normalità fin dalle procedure operative e tecniche che prima
erano accessibili a tutti senza problemi.
Direi
che hanno
ormai superato abbondantemente persino il regime cinese che a questi livelli oppressivi non è
ancora arrivato e soprattutto non li applica a intere categorie di persone ma solo a singoli individui in base
al punteggio ottenuto.
Quindi
l’attuale
Draghistan ha superato la Cina come regime totalitario e il Sudafrica dei decenni scorsi per
l’apartheid e il razzismo divenuto religione di stato.
A
questo punto oltre all’arte di arrangiarsi (di cui siamo maestri a livello
mondiale) non ci rimane che attendere le reazioni delle Forze dell’Ordine,
delle Forze Armate e della Magistratura (che fino a prova contraria è un potere
autonomo e ha piena facoltà d’intervento), i cui appartenenti hanno tutti
giurato sulla Costituzione Italiana, che è stata palesemente violata (per usare
un tenero eufemismo), sperando abbiano un anelito di dignità che li induca a
intervenire per ripristinare un minimo di legalità, legittimità e giustizia, altrimenti
le istituzioni italiane subiranno un danno grave e irreversibile non solo
d’immagine e credibilità ma anche di percezione morale presso la popolazione.
Verrebbero
inevitabilmente considerati complici del regime, alla pari delle SS o della
Gestapo al tempo del nazismo.
Tenendo
conto inoltre che tutti questi decreti sono atti amministrativi che in termini
di diritto sono fonti secondarie, cioè devono rispettare le fonti primarie cioè
le leggi fondamentali come la Costituzione, i regolamenti UE, i Trattati
Internazionali (carta di Nizza, Convenzione di Oviedo, Codice di Norimberga, per
citarne solo alcuni), se le violano dovrebbero decadere automaticamente, cioè
perdere qualsiasi efficacia e non essere rispettate e tantomeno applicate dalle
istituzioni preposte ai controlli.
Ad
ogni modo, indipendentemente dalle reazioni che ci saranno, la “tempesta perfetta” che sta per
abbattersi sul nostro paese (iperinflazione, disoccupazione, sanità allo
sbando, economia distrutta, povertà diffusa, blackout energetici, scaffali
vuoti o con prezzi alle stelle, sommosse e guerriglia urbana, ecc.), la cui
responsabilità è interamente attribuibile ai politicanti farabutti che ci
governano (sia in Italia che in UE), non lascerà spazio a esitazioni e
ambiguità,
quando lo
tsunami si abbatterà non farà alcuna distinzione tra inoculati e non, tra
dotati di QR-code e collaborazionisti, ecc., saremo spazzati via tutti!
(
Claudio Martinotti Doria- cavalieredimonferrato.it/).
31
Coincidenze sul Coronavirus e
sulla nuova
Guerra Fredda USA/Cina .
macrolibrarsi.it-
Francesco Amodeo- Recensione- (4-2-2022)- ci dice :
Descrizione
libro.
La
prima inchiesta giornalistica sulla pandemia da Covid19:
Chi
vorrebbe colpire la Cina lasciando al tempo stesso le ingestibili conseguenze
di un lockdown nelle mani di Trump a ridosso delle elezioni presidenziali?
Chi
vorrebbe punirebbe i paesi disobbedienti?
Chi ha
interessi nel settore dei vaccini? E chi potrebbe creare un virus in
laboratorio? Cosa renderebbe indispensabili misure di orwelliana memoria per il
controllo della popolazione e delle nazioni? Cosa potrebbe congelare i processi
democratici e creare un terreno di shock, utile a portare avanti misure
altrimenti improponibili?
Se 3
coincidenze formano una prova; 31 dovrebbero quanto meno stimolare un
dibattito.
Dalla
quarta di copertina.
La
guerra tra le due superpotenze che rappresentano le più importanti economie del
pianeta, Usa e Cina, è già in atto da tempo, nel silenzio generale. È una nuova
guerra fredda, in chiave moderna. Un conflitto tecnologico.
Chi
vince questa battaglia dirigerà il futuro. Gli americani l’hanno capito. Ma
sanno anche che la stanno perdendo.
Per
questo hanno lanciato moniti pesantissimi agli alleati, e non solo. Hanno fatto sapere che gli accordi
con la Cina su materie come il 5G mettono in discussione la Nato e i rapporti
di collaborazione tra i servizi di intelligence. Raccomandazioni a cui nessuno ha
ubbidito. I più leali hanno fatto il doppiogioco. Altri credono di essere saltati sul
carro vincente dell’imperialismo cinese.
Trump
ha risposto con una guerra commerciale. Ma a qualcuno, quella risposta, non
basta. La posta in gioco è troppo alta. C’è chi auspica un intervento
radicale, estremo, immediato, paralizzante che possa fermare la Cina,
disarcionare Trump e condurre ad un nuovo secolo di dominio americano.
Questo
scenario ci riporta ai tempi della prima guerra fredda Usa/Urss e ci ricorda
che quando gli Stati Uniti vengono minacciati, entrano in gioco forze e
organizzazioni fuori da ogni controllo e pronte a tutto, anche a quello che
scrivono nei loro documenti ufficiali: “si potrebbe trasformare la guerra
biologica dal regno del terrore ad uno strumento politicamente utile.”
L’autore,
partendo da questa folle ma radicata ideologia, analizza la pandemia come
conseguenza di un deliberato attacco biologico. Gli scenari che documenta in questa
inchiesta risultano tremendamente coerenti con quanto sta accadendo nel mondo
anche se analizzati da due diverse prospettive che solo alla fine sembrano
fondersi.
La
domanda a cui prova a rispondere l’autore è Cui Prodest?
A chi
giova?
Chi
vorrebbe colpire la Cina lasciando al tempo stesso le ingestibili conseguenze
di un lockdown nelle mani di Trump a ridosso delle elezioni presidenziali? Chi
vorrebbe punirebbe i paesi disobbedienti? Chi ha interessi nel settore dei
vaccini? E chi potrebbe creare un virus in laboratorio? Cosa renderebbe
indispensabili misure di orwelliana memoria per il controllo della popolazione
e delle nazioni? Cosa potrebbe congelare i processi democratici e creare un
terreno di shock, utile a portare avanti misure altrimenti improponibili?
In
questa inchiesta non si danno né sentenze né certezze ma si analizzano scenari
e fatti che nessuno potrà smentire e che vi faranno vedere il Covid19 con occhi
diversi. E se 3 coincidenze formerebbero una prova; 31 dovrebbero quanto meno
stimolare un dibattito.
Gli
scienziati vogliono renderci
Immortali?
Ecco a che punto sono.
Esquire.com
- Andrea Signorelli-(03/08/2021)- ci dice:
Dalle
innovazioni digitali alle truffe a base di creme miracolose, passando per
serissimi studi scientifici.
Nel
luglio 2018, l’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS) ha compiuto un passo avanti nella
direzione che un domani potrebbe portarci a considerare l’invecchiamento una
malattia.
Non poche persone hanno tirato un primo,
lungamente atteso, sospiro di sollievo. Per la precisione, si tratta di gerontologi come Aubrey De Grey, rispettati scienziati come David Sinclair, imprenditori come Bill Maris e altri ancora.
Sono
coloro i quali ormai da anni lavorano, studiano e investono allo scopo di
rendere l’essere umano immortale (o almeno farlo vivere molto più a lungo).
Ma quali sono gli strumenti per vivere così a
lungo? Per
rispondere a questa domanda, bisogna farsi strada in un dedalo di soluzioni,
promesse, truffe e speranze che spaziano dal campo della tecnologia digitale più
futuribile e arrivano fino alle medicine più tradizionali.
L’esempio
tecnologico classico riguarda le ricerche che mirano, un domani, a replicare digitalmente il cervello
umano, con i suoi 86 miliardi di neuroni e 100mila miliardi di sinapsi.
Un
obiettivo ancora incredibilmente distante dall’essere raggiunto – al momento si è riusciti a
replicare digitalmente i 302 neuroni del cervello di un tipo di verme – ma che una volta conquistato potrebbe permettere di uploadare il
cervello di ciascuno di noi all’interno di un computer e consentirci così di vivere per sempre
sotto
forma di avatar digitale. Potete immaginarlo, se volete, come una specie di Second Life
abitato però proprio da noi (sempre che ci si possa considerare se stessi anche quando si
è solo una copia digitale).
All’altro
estremo dello spettro, nel mondo analogico, si trovano rimedi più a portata di
mano, che non prevedono il trasferimento dell’umanità in rete, ma il cui esito
è decisamente più incerto.
La
giornalista Jacqueline Detwiler ha per esempio fatto una visita alla conferenza annuale RAADFest (Revolution Against Aging
and Death) ospitata a Las Vegas dalla Coalition for Radical Life Extension. Tra concerti, danze ed esibizioni, il leader James Strole, 72 anni, ha
tenuto i suoi discorsi su quello che definisce anti-ageism:
una sorta di ideologia contro l’importanza
attribuita all’età nel determinare i nostri comportamenti, ruoli sociali,
aspettative e anche abbigliamento.
Una
visione per molti versi condivisibile, dietro la quale però si cela un mondo
non molto trasparente.
Nel
corso del festival, gli stand più importanti vendevano sistemi di filtraggio
dell’aria da oltre 8mila dollari, olii mistici che “riequilibrano le cellule”, iniezioni per potenziare le sirtuine, rimedi contro i danni causati dal 5G, creme ringiovanenti e integratori di ogni tipo.
Più
che un festival scientifico, l’impressione è di trovarsi alle prese con i
venditori ambulanti di magici unguenti che spopolavano nel 1800.
In
ogni caso, l’obiettivo di tutti è sempre quello che Aubrey de Grey (il nome più noto tra gli scienziati
anti-invecchiamento) ha definito “velocità di fuga della longevità”: l’idea è che individuare rimedi
che oggi ci permettano, per esempio, di vivere anche solo dieci anni in
più ci consentirebbe di sfruttare poi le innovazioni scientifiche dei prossimi
dieci anni.
Una continua rincorsa ai rimedi per l’allungamento della vita che potrebbe – in
linea teorica – farci vivere molto più a lungo dell’attuale limite massimo possibile di
circa 120 anni, e anche di sconfiggere quella malefica legge matematica secondo
la quale, superati i trent’anni, ogni otto anni il rischio di morire raddoppia.
Ricerca
scientifica della immortalità.
Ma tra
sogni digitali e truffe analogiche si trovano anche scienziati seri.
È il caso di David Sinclair, 52enne australiano
responsabile del laboratorio di genetica di Harvard e autore di numerosi studi
sul tema dell’invecchiamento pubblicati su Nature e Science.
Siamo quindi lontani anni luce dal Circo Barnum di cui sopra: eppure anche Sinclair, come si
legge su Popular
Mechanics,
“è
convinto che riusciremo a risolvere l’invecchiamento” e che “non ci sia un
limite massimo alla durata della vita umana”.
Tutto
questo non significa che chi già oggi è in vita riuscirà a godere dell’elisir
dell’immortalità, ma che si stanno facendo (lenti) passi avanti nella
comprensione di cosa causi l’invecchiamento.
Un
domani, quindi, si potrebbe magari anche scoprire come rallentarlo o
addirittura sconfiggerlo. Stando a Sinclair, l’invecchiamento è un problema di perdita
di informazioni, causato dal modo in cui il DNA viene letto e implementato
dalle cellule.
Al
centro dei suoi studi c’è infatti l’epigenoma, da lui definito “un flessibile interprete del DNA che
accende e spegne i geni sulla base delle condizioni ambientali”.
Col
passare del tempo, il nostro DNA subisce però danni da raggi ultravioletti,
ormoni dello stress, raggi X e da molteplici altri fattori. Da un certo punto di vista, invecchiare è come un CD che col passare
degli anni si riempie di graffi.
“Il genoma è la musica, il lettore è l’epigenoma e i graffi sono ciò che impedisce al
lettore di leggere la musica come un tempo”, spiega Sinclair. “Penso che
l’invecchiamento impedisca alle cellule di leggere correttamente i geni”.
In
poche parole, col tempo le cellule diventano meno brave a svolgere le loro
funzioni, anche se le istruzioni sono ancora tutte presenti.
A
dimostrazione di questo aspetto, secondo Sinclair, c’è il fatto che il trasferimento del
vecchio DNA di un animale in una nuova cellula clonata porti alla nascita di un
clone neonato, non già vecchio.
Di
conseguenza, è plausibile che il DNA continui a contenere tutte le istruzioni
corrette.
In un recente studio pubblicato su Nature, Sinclair è riuscito a riportare le
cellule della visione dell’occhio di un vecchio topo a uno stato epigenetico
più giovane: da un certo punto di vista, è come se avesse usato uno di quei
vecchi cd-cleaner.
Ma
siamo ancora agli inizi, e soprattutto molti scienziati sono scettici verso
l’idea di Sinclair di puntare tutto sull’epigenoma. Lui stesso, comunque, non consiglia
certo di utilizzare già adesso delle terapie genetiche.
Ciò
che invece ha più volte raccontato pubblicamente – facendo balzare sulla sedia
molti suoi colleghi – è la dieta personale che segue, a base di vitamina D, vitamina K, metformina (una medicina contro il diabete che
torna sempre quando si parla di contrastare l’invecchiamento), l’estratto dell’uva resveratrolo e altro ancora.
Tra
questi, il rimedio più promettente è probabilmente la metformina, un farmaco che sembra davvero in
grado di rallentare l’invecchiamento negli animali e di ridurre le malattie neurodegenerative
e il cancro negli esseri umani.
Il
problema è che non è semplice prescriverla e studiarne gli effetti a lungo
termine tramite apposite ricerche.
E
questo, principalmente, perché il fatto che l’invecchiamento non sia considerato una
malattia limita e ostacola la ricerca medica del settore. Un altro problema è che non ci sono
test affidabili per determinare l’età cellulare di un corpo (che è diversa da
quella anagrafica), il che rende più complesso comprendere se un dato trattamento
sta funzionando.
La
strada è lunga e piena di ostacoli, e nonostante alcuni progressi si stanno
facendo sia dal punto di vista scientifico sia da quello culturale (vedi i
passi avanti dell’OMS nel considerare l’invecchiamento una malattia) è decisamente
improbabile che qualcuno di noi possa godere di grandi salti in avanti in
termini di longevità.
In questo modo, però, ci risparmieremo almeno di dover
affrontare le serissime questioni che tutto ciò potrebbe porre in termini di
sovrappopolamento, sostenibilità, economia e magari, anche, noia.
Il
prezzo dell’immortalità delle cellule.
Focus.it-Chiara
Guzzonato -(22 ottobre 2021)- ci dice:
Il
sogno di ogni cellula è diventare due cellule, affermava il biologo premio
Nobel per la medicina 1965, François Jacob. Ma qual è il prezzo di questo
"desiderio"?
Replicazione
cellulare.
Durante
il festival della ricerca scientifica Trieste Next, tenutosi a Trieste dal 24
al 26 settembre scorso, abbiamo assistito a un interessante intervento del professor
Pier Paolo Di Fiore, oncologo di fama internazionale e docente di patologia
generale all'Università di Milano.
Il titolo, "Il prezzo dell'immortalità", ci aveva incuriosito e al
tempo stesso tratto in inganno:
Di
Fiore non si riferiva infatti all'immortalità delle nostre vite umane, ma
all'immortalità (o meglio, al desiderio di replicazione eterna) delle cellule.
L'origine
della vita risale alla comparsa della prima cellula, LUCA (Last Universal Common
Ancestor, il più antico antenato comune universale), avvenuta probabilmente 4,5
miliardi di anni fa; tuttavia l'evento che ha permesso l'evoluzione di essere
viventi più complessi – come noi – è stata la nascita degli organismi
pluricellulari, composti cioè da più cellule.
La pluri-cellularità è definita da Di Fiore
come la «tecnologia
abilitante per fare qualcosa di diverso», ovvero ciò che permette a ogni
cellula di specializzarsi in una funzione diversa.
Scienza.
Perché
il mondo è così com'è?
METTERE
UN FRENO.
Ma la
nascita degli organismi pluricellulari non basta, esiste ancora un ostacolo
alla formazione della vita come la conosciamo oggi: se è vero che l'istinto
delle cellule è quello di replicarsi, è altrettanto vero che occorre porre
un freno, un limite a questa sete di immortalità.
«Le
cellule non possono replicarsi in modo indiscriminato», spiega Di Fiore, «devono farlo sono in certi momenti,
quando è necessario, come ad esempio durante l'embriogenesi o quando altre
cellule muoiono e devono essere sostituite».
Per tenere a freno l'istinto base della vita, gli organismi creano quindi dei
programmi molecolari che sopprimono l'anelito di replicazione delle cellule,
permettendola solo quando è necessario.
Scienza.
Contro
l'invecchiamento: il segreto dell'eterna giovinezza.
REPLICAZIONE
INCONTROLLATA.
Quando
però uno di questi programmi si altera e avviene una mutazione genetica (un
refuso, un errore nel codice della vita), le cellule coinvolte tornano a
essere libere di replicarsi in modo incontrollato: il prezzo di questa
ritrovata libertà è lo sviluppo del cancro.
L'istinto di immortalità cellulare si ritrova
infatti anche nelle cellule staminali, presenti in piccola parte in ogni
tessuto adulto dell'uomo: a loro, in condizioni normali, spetta l'importante compito di
ripopolare un organo, sostituendo le cellule morte.
«Sono
le api regine del nostro organismo e danno vita alle cellule normali, semplici
api operaie incapaci di replicarsi», spiega Di Fiore.
Le
staminali sono sensibili alle mutazioni genetiche, e per questo sono all'origine del
cancro: la loro natura molecolare, diversa da quella delle cellule normali, in certi casi ha permesso agli
scienziati di costruire una terapia antitumorale mirata, che vada a colpire solo le cellule
maligne bloccandone la replicazione, lasciando vivere il resto di cellule
"sane".
(Chiara
Guzzonato).
4
progressi scientifici che
dovrebbero
emergere entro il 2100.
Gamingdeputy.com-
Lee Michaelis- (4-2-2022)- ci dice :
Metaverso
della vita reale: uno dei progressi previsti per i prossimi decenni.
Gran
parte di ciò che è nato come Fantascienza (telefoni cellulari e chat video, ad
esempio) è finito per diventare una
realtà.
Dopotutto,
scienza e tecnologia sono in continua evoluzione ed è naturale che raggiungano
il futuro immaginato da alcuni geni della letteratura. Quindi, cosa possiamo
aspettarci per i prossimi decenni?
Sapere
di più.
Il prossimo Web ha realizzato 4 proiezioni
basate sui recenti progressi nei campi della fisica nucleare, dell’informatica
quantistica, della robotica, dell’intelligenza artificiale e anche sulle ultime
proposte delle grandi tecnologie. Secondo il portale, tutti possono essere
rilasciati fino all’anno 2100.
Nanobot
medici.
Piccole
macchine che funzionano a livello cellulare, in grado di eseguire riparazioni
tissutali, distruggere
gli intrusi e fornire nanomedicina mirata.
Ecco
come funzionerebbero i nanobot medici.
Ma
usarli non significherebbe necessariamente riempire il flusso sanguigno con
trilioni di microscopici pezzi di metallo e silicio.
È probabile che gli scienziati trasformeranno
gli attuali robot biologici in agenti di intelligenza artificiale in grado di
svolgere diverse funzioni all’interno dell’organismo.
In
questo modo sarebbe possibile avere minuscoli robot all’interno del proprio
corpo controllati da una rete neurale collegata alle nostre interfacce
cervello-computer, con il solo obiettivo di ottimizzare le funzioni biologiche.
Un bel passo avanti nella ricerca dell’immortalità sognata.
Energia
di fusione e ottimizzazione quantistica.
Un’altra
tecnologia che potrebbe essere utilizzata su larga scala in un lontano futuro è
l’energia da fusione nucleare. Da lì, sarebbe possibile utilizzare i computer quantistici per portare soluzioni a tutti i
problemi della civiltà.
La
fusione potrebbe potenzialmente essere una forma illimitata di energia,
diventando onnipresente per uso privato e commerciale come l’aria.
The
Next Web crede
che con l’energia di fusione, l’umanità potrebbe assegnare algoritmi a ogni creatura
vivente nell’universo conosciuto al fine di ottimizzarne l’esistenza.
Unità
di piegatura.
Per
viaggiare nello spazio serve velocità. Il problema è che l’universo non sembra permettere a
nulla di viaggiare più veloce della luce. Perché il warp guida (sì, gli stessi da Star Trek) può risolverlo.
Usandoli,
invece di aumentare la velocità, sarebbe possibile – almeno in teoria –
esplorare le proprietà dell’universo per andare oltre. Ciò comporterebbe lo spostamento
attraverso bolle di curvatura nello spazio.
Sembra
che stiamo di nuovo cercando di andare dove nessun uomo è mai andato prima. Ma i fisici sono entusiasti di alcune
equazioni e simulazioni che stanno iniziando a far sembrare le unità di
curvatura più simili alla scienza.
Inoltre,
la tecnologia avrebbe un vantaggio: aumenterebbe le possibilità che gli
umani scoprano la vita aliena.
Metaverso.
Ovviamente
non poteva mancare. Oggi, il metaverso è caratterizzato come un mondo pieno di
avatar di cartoni animati, realizzati con una grafica scadente e che richiedono
un visore VR per accedervi.
Ma entro
il 2100, sarà completamente obsoleto. Secondo The Next Web, l’universo digitale ideale sarebbe un ambiente indistinguibile
dalla realtà solo a causa della sua utopia. In altre parole, saprai che è falso
solo perché puoi controllarlo.
Sebbene
possano esserci dei rischi, la possibilità di prendersi una vacanza dalla
realtà può avere implicazioni positive per la salute mentale e la vita delle
persone, che vanno dal trattamento della depressione alla possibilità di
riposarsi davvero lontano da qualsiasi richiesta di questo mondo.
“L’immortalità
dell’uomo è possibile”:
“ma
causerebbe l’estinzione”.
Ilsussidiario.net-
Davide Giancristofaro Alberti-(06.01.2022 )- ci dice :
Secondo
il ricercatore ed antropologo russo Stanislav Drobyshevsky, l’immortalità
dell’uomo è possibile ma ciò provocherebbe l’estinzione.
Secondo
l’antropologo russo, Stanislav Drobyshevsky, l’immortalità dell’uomo è a
portata di mano ma, paradossalmente, causerebbe l’estinzione della nostra
specie. Come riferisce il sito di “RaiNews”, il famoso ricercatore ha ipotizzato che oggi sarebbe
possibile raggiungere l’immortalità dal punto di vista tecnico, ma lo stesso
spera che tale prospettiva non venga mai perseguita in quanto provocherebbe un
effetto contrario: «la vita eterna degli individui – spiega Stanislav
Drobyshevsky – conduce alla morte della specie».
Secondo
l’antropologo, a favorire l’immortalità dell’uomo sarebbe il livello moderno
della medicina, le opportunità riguardanti i trapianti di organi, lo sviluppo
dell’ingegneria genetica, e non solo, tutti aspetti che spianano appunto la
strada verso l’immortalità umana.
Tuttavia,
se ciò si verificasse realmente, tutti gli esseri umani “si estingueranno
inevitabilmente”.
Drobyshevsky ha infatti spiegato che con il cambio delle generazioni
avvengono la selezione naturale e una serie di mutazioni e ricombinazioni, che
consentono di “adattarsi alle condizioni di vita – scrive RaiNews.it – in costante cambiamento
sul pianeta”.
DALL’IMMORTALITA’
ALL’ESTINZIONE: ECCO PERCHE’ ACCADREBBE.
Ogni
specie è quindi in continua trasformazione, e l’evoluzione è causata da un
cambiamento nelle condizioni di esistenza.
Nel
caso in cui dovessimo raggiungere l’immortalità, questo processo evolutivo
troverà la parola fine, di conseguenza si estinguerebbe totalmente l’umanità,
così come si sono estinti in passato i dinosauri o i mammut.
Il
ricercatore russo ha spiegato che un individuo che si adatta ad una serie di
condizioni specifiche e ristrette, non sarà in grado di fronteggiare delle
nuove sfide nel caso in cui queste stesse condizioni venissero modificate, e
secondo l’antropologo, prima o poi cambieranno “al cento per cento”.
L’esempio
potrebbe essere un cambiamento nella composizione dell’atmosfera terrestre, o
magari un aumento della temperatura sulla Terra, che porterebbe l’umanità a
trovarsi in un vicolo cieco.
Ecco
perché, ribadisce: “L’immortalità, paradossalmente, è una garanzia di
estinzione”.
A
questo punto, meglio continuare… a morire.
Vita
eterna possibile, la soglia da cui scatta
l'immortalità: lo studio svizzero
che
scuote il mondo.
Liberoquotidiano.it-
Giordano Tedoldi -(30
settembre 2021)- ci dice:
Qual è il limite teorico della vita umana?
Se lo
sono chiesto gli scienziati del Politecnico di Losanna e, usando metodi
statistici, si sono anche dati una risposta: non c'è un limite teorico.
In
altre parole, secondo la statistica, non c'è nessuna evidenza inoppugnabile
che, un certo giorno, dobbiamo morire.
E, forse con una punta di irriverenza, ci
viene in mente il motto paradossale del regista Monicelli, che campò 95 anni e
si congedò dalla vita di sua volontà, secondo il quale «solo gli stronzi muoiono».
Ma
battute a parte, lo studio, pubblicato sull'autorevole rivista "Royal Society Open
Science", è alquanto confortante:
dunque
pare che, naturalmente soltanto in teoria e in base a calcoli probabilistici,
potremmo vivere per sempre.
Ma a
smorzare un po' l'ottimismo di questo incredibile risultato arriva una
precisazione, e cioè che tutti, indifferentemente dal sesso o dalla nazione di
provenienza, incontriamo, lungo il corso della vita, un punto critico, che gli
stessi scienziati hanno individuato al compimento dei 108 anni.
Eh sì,
perché, sempre stando ai numeri, a quella fatidica e veneranda età, affermano
gli scienziati svizzeri, corrisponde un «anomalo aumento della mortalità».
Ma
pensa!
E chi
l'avrebbe mai detto che a 108 anni si fosse più cagionevoli.
Ma di nuovo, al bando l'ironia: in fondo è pur sempre un dato
interessante, perché uno potrebbe anche essersi spaventato di aver raggiunto
quota 100 anni, o aver tagliato il traguardo dei 105, e invece no, non c'è
ragione di preoccuparsi davvero finché non si arriva ai 108.
È un
fatto statistico: è quella la cruna dell'ago, il setaccio.
Da
quel giorno in avanti, ogni anno acquistato è sottoposto a una sorta di lancio
della monetina: si ha il cinquanta per cento delle probabilità di sfangarla, e
dunque il cinquanta per cento di crepare.
Insomma,
per arrivare, ad esempio, a 130 anni, bisogna, ogni anno, fare sempre testa. Se
esce croce, sarà quella sulla propria tomba.
Scamparla
non è impossibile, ma la probabilità è inferiore a 1 su un milione. Considerato che c'è gente che gioca
continuamente al Superenalotto, dove le probabilità di vincere sono più o meno
le stesse (se non inferiori), tutto sommato non c'è ragione di disperarsi
troppo nemmeno se si è giunti alla soglia dei 108 col suo "aumento anomalo della mortalità". D'altronde la cosa bella degli studi
scientifici è che, spesso, come in questo caso, sono assolutamente paradossali,
e ci invitano a vedere il mondo sotto un'ottica completamente diversa.
Per l'uomo della strada, il limite della vita
umana c'è eccome e, più o meno, a lume di naso, si aggira attorno agli
ottanta-novanta anni.
Non
per niente i centenari fanno notizia come fossero esseri soprannaturali.
Ma gli
scienziati non ragionano come l'uomo della strada, altrimenti non sarebbero
quello che sono. Immersi nei loro numeri, nei loro algoritmi, sono sempre pronti a
smentire il nostro buon senso, talvolta con notizie allarmanti, altre con dolci
illusioni: morire? Non è affatto scontato.
Jeff
Bezos ha appena speso 3 miliardi
per
rendere gli uomini immortali.
Esquire.com-
Redazione- (31/01/2022)-ci dice:
Ha
messo 3 miliardi di dollari in una startup di biotecnologie che vuole
riprogrammare le cellule umane.
(Bezos
si allenava da anni per andare nello spazio).
Il
primo giorno della sua vita la startup di biotecnologie Altos Labs ha ricevuto un regalo di
incoraggiamento da parte di Jeff Bezos: 3 miliardi di dollari. Questo "pensierino" dell'ex
CEO di Amazon ci ha confermato il trasporto del miliardario verso un tema
vecchio come il mondo eppure attualissimo, ovvero l'intenzione di sconfiggere
la morte e il tempo che passa.
La
missione di Altos Labs è quella di riprogrammare il ringiovanimento cellulare, con l'obiettivo di ripristinare la
salute e la resilienza delle cellule, con l'obiettivo di scongiurare le
malattie, trasformando per sempre il nostro rapporto con la vecchiaia.
Tra i
fiori all'occhiello di questa società, che vanta dirigenti che provengono da
importantissime aziende sanitarie e biotecnologiche, c'è “Shinya Yamanaka”, ricercatore
e vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 2012 con uno studio sulle
cellule staminali. Attualmente dirige il dipartimento di ricerca dell'Università di Kyoto ma collaborerà attivamente con
i progetti di Altos Labs.
Ma
Bezos non è il solo miliardario a preoccuparsi della morte, tanti altri imprenditori ricchissimi sono arrivati da tutto il mondo per
sostenere questo genere di imprese nella Silicon Valley.
Riusciranno
a controllare la natura a tal punto da evitare il destino che ci rende davvero
tutti uguali?
La
corsa dei geni della Silicon Valley
per
scoprire come si diventa immortali.
Esquire.com-Redazione-(27-7.2021)-
ci dice :
Miliardi
investiti nello studio sull'immortalità, o almeno su una lunga vita alla
Matusalemme.
Come
si diventa immortali?
Prima
di rispondere a questa domanda molti di voi se ne saranno fatta una
preliminare: ma davvero stiamo investendo risorse e ricerca su questo tema?
La risposta è sì, soprattutto nella Silicon
Valley, dove è pieno di miliardari anziani che hanno paura di invecchiare e
stanziano enormi somme di denaro per risolvere questo dilemma epocale.
Attualmente
ci sono due strade principali che stiamo percorrendo per approcciarci a
all'immortalità e come potete immaginare sono molto complesse e vanno a
braccetto con lo sviluppo di tecnologie che ancora non padroneggiamo a dovere.
La
prima strada riguarda la longevità.
Certo,
avere una lunga vita, o anche lunghissima, non significa esattamente essere
immortali, ma è un inizio.
Sono
esistite diverse persone nell'era moderna che sono vissute veramente a lungo,
ad esempio Jeanne
Calment che si è spenta a 122 anni nel 1997. Se si riuscisse a capire quali sono i
geni che ci permettono di arrivare a vivere così a lungo potremmo intervenire
artificialmente sul nostro corpo.
I
nostri organi invecchiano e invecchiano le nostre cellule, sarà possibile
sostituirle con la robotica? Sarà possibile sostituire gli organi malati con sostituti
nuovi clonati?
Su
questi temi stanno facendo ricerca molti scienziati che sognano di spingere
l'uomo a vivere fino a 150 anni.
La
seconda strada viene definita "caricamento della mente" e consiste in
un tipo di immortalità digitale. Se riuscissimo a scaricare tutti i nostri ricordi e
quello che contiene il nostro cervello in un computer con una sofisticata
intelligenza artificiale saremmo in grado di rendere immortale, seppure
parzialmente, qualsiasi individuo.
Per il
momento non siamo ancora in grado di assicurare nessun allungamento della vita
mi dispiace, dovrete godervi al meglio quella che avete e assicurarvi che se la godano
anche gli altri.
Vaccini, Papa Francesco e la “guerra”
contro
le fake-news in rete:
ai
cattolici chiede di contrastarle.
Ilmessaggero.it-
Franca Giansoldati-(28-1-2022)- ci dice:
Il
pericolo evidente è costituito dalla «manipolazione delle coscienze dei più
deboli».
Vaccini,
Papa Francesco e la “guerra” contro le fake-news in rete: ai cattolici chiede
di contrastarle.
Città
del Vaticano – Anche il Papa si affianca alla guerra contro i giganti della rete per
mettere il bavaglio alle fake news che circolano sulla salute e sui vaccini.
Sulla
scia del documento licenziato agli inizi del suo pontificato nel quale
Francesco raccontava che la prima 'bufala' è stata quella propinata dal serpente a
Eva, facendole credere che la mela fosse il frutto dell'immortalità, stamattina ha pronunciato un
importante discorso al Consorzio Internazionale di Media Cattolici “Catholic
fact-checking” nel quale li esorta a combattere la falsità sui vaccini.
«Fare
rete, mettere in comune capacità, conoscenze, contributi, per poter informare
in maniera adeguata, rappresenta già di per sé una prima testimonianza. In un tempo ferito dalla pandemia e
da tante divisioni – anche nelle opinioni – il fatto di stare in rete come
comunicatori cristiani è già un messaggio»
ha
raccomandato Papa Francesco insistendo sul fatto che la pandemia ha portato con
sé una deriva informativa preoccupante.
«Una
deformazione della realtà basata sulla
paura, che nella società ’globale fa rimbombare echi e commenti su notizie
falsificate se non inventate».
Papa
Francesco: i
governi siano più decisi con l'obbligo vaccinale, a rischio la coesione sociale.
Il
contrasto a questa cattiva informazione resta l'alleanza e la ricerca
scientifica sulle malattie.
«Essere
correttamente informati, essere aiutati a capire sulla base dei dati
scientifici e non delle fake news, è un diritto umano. La corretta
informazione va garantita soprattutto a coloro che sono meno provvisti di
mezzi, ai più deboli, a coloro che sono più vulnerabili» ha ripetuto il
pontefice.
Il
pericolo evidente è costituito dalla «manipolazione delle coscienze dei più
deboli» e l'importante è non arrivare alla contrapposizione, ad avere
atteggiamenti di superiorità, a non semplificare la realtà.
«La
realtà è sempre più complessa di quanto crediamo e dobbiamo rispettare i
dubbi, le angosce, le domande delle persone, cercando di accompagnarle senza
mai trattarle con sufficienza. Il dialogo con i dubbiosi».
Il
Papa chiede ai comunicatori di non scavare fossati. «La pandemia ci invita ad
aprire gli occhi su ciò che è essenziale, su ciò che davvero vale, sulla
necessità di salvarci insieme. Cerchiamo dunque di essere insieme per e mai
contro. Insieme per».
Covid, gli esperti vedono la luce:
«Si avvia a diventare endemico»
(ma c'è l'incognita varianti).
Lasicilia.it-
Enrica Battifoglia-( 05 feb. 2022 )- ci dice :
Il
calo dei casi e dei ricoveri e la copertura vaccinale sono segnali chiari. E il
prossimo autunno non sarà come quello del 2020 e del 2021.
Vaccini
e misure di contenimento sono riusciti a piegare tutte le curve dell’epidemia
di Covid-19 in Italia, tranne quella dei decessi per Covid per la quale bisognerà attendere ancora, e adesso si attende che con l’arrivo
della primavera e poi dell’estate anche le temperature più alte facciano il
resto, tenendo i valori bassi. Le premesse ci sono, dicono gli esperti, anche se
sullo sfondo c'è il punto interrogativo degli effetti che potrà avere la
sotto-variante della Omicron intercettata recentemente anche in Italia, la
BA.2.
A
incoraggiare è il calo progressivo dei ricoveri, sia nei reparti ordinari sia
nelle unità di terapia intensiva: un ottimo segnale, tanto quanto lo è l’indice di
contagio Rt, ormai sotto 1 in tutte le rilevazioni:
dallo
0,93 calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) allo 0,83 del sito Covid-Stati
dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), allo 0,8 del sito Covid-Trends
e allo 0,69 calcolato dal fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento.
«È probabile che in primavera e in estate
avremo un lungo periodo di tranquillità, anche se resta il punto interrogativo
dei contagi», ha detto Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica
dell’Università di Milano.
«Il
numero dei casi positivi scenderà soprattutto fra la seconda metà di febbraio a
metà marzo, anche se resta l’incognita dell’arrivo della sotto-variante è BA.2
della Omicron».
Se la sotto-variante, appena identificata in
Italia, non dovesse diffondersi in Italia, «in marzo i casi positivi potrebbero
scendere a poche migliaia», ma la BA.2 se si espanderà allora «il numero dei
casi resterà alto».
In generale, secondo La Vecchia si può
prevedere "un carico ridotto sugli ospedali a fine marzo. A quel punto la decisione sulla fine
dello stato di emergenza sarà solo politica». Con l’arrivo della bella stagione e
le temperature più alte dell’estate si possono ipotizzare «settimane nelle
quali i numeri dell’epidemia saranno bassi».
Anche
per il virologo Francesco Broccolo, dell’università di Milano Bicocca, «La
situazione è cambiata molto» e il primo motivo è che «il virus è cambiato molto
nella sua biologia: ha 50 mutazioni in più rispetto a quello originario e
adesso si replica in modo diverso, ossia nelle vie respiratorie superiori», ha
osservato il virologo.
Inoltre
«abbiamo a disposizione un armamentario farmacologico decisamente più potente
rispetto alle precedenti ondate, con antivirali che si assumono per bocca e che
funzionano sulla Omicron e nuovi anticorpi monoclonali da utilizzare come
profilassi per chi non può vaccinarsi per presunti effetti avversi"
Si può
quindi cominciare a intravedere una nuova fase dell’epidemia, nella quale il
virus diventa endemico: che «la pandemia sta andando in endemia lo indica anche la
percentuale del tasso di positività, sceso nelle ultime settimane dal 22% al
14%», ha detto Broccolo.
Quanto
all’autunno, secondo La Vecchia «probabilmente sarà più tranquillo rispetto a
quelli del 2020 e del 2021», anche se «difficilmente il virus SarsCoV2 scomparirà.
La
malattia potrebbe continuare a esistere, ma in forma sempre meno grave, salvo l’improbabile arrivo di una
variante più contagiosa e aggressiva».
In
sostanza il virus potrebbe avviarsi a diventare endemico, vale a dire che resterà una sorta di
«sottofondo di frequenza di questo virus che, come tutti i virus respiratori,
aumenterà d’inverno.
Se
malattia clinica resterà moderata, il SarsCoV2 potrà diventare uno dei virus
respiratori che conosciamo». Troppo presto per dire se e quando potrebbe essere necessaria
una quarta dose del vaccino: è un altro punto interrogativo da affrontare nei
prossimi mesi.
L’omaggio
dell’Oms a
Henrietta Lacks,
la
“madre” delle cellule immortali
che
hanno cambiato la storia della medicina.
Healthdesk.it-
Redazione- (14 ottobre 2021)- ci dice :
In una
cerimonia alla presenza dei famigliari, l’Oms onora Henrietta Lacks, la donna
afroamericana diventata celebre a sua insaputa per le “cellule HeLa” prelevate
senza il suo consenso rivelatisi poi cruciali per la ricerca medica.
A sua
insaputa ha fatto la storia della medicina, contribuendo alla scoperta del
vaccino anti-polio, alla mappatura genetica, alla fecondazione in vitro fino
allo sviluppo dei vaccini anti Covid.
Tutto
questo grazie ai campioni di cellule cancerogene prelevate senza il suo
consenso né quello dei suoi famigliari mentre era ricoverata al Johns Hopkins
Hospital di Baltimora per un tumore della cervice uterina.
Oggi
Henrietta Lacks, la “madre” delle cellule HeLA, a 70 anni dalla morte, viene
onorata dal direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con un
riconoscimento postumo per il suo inconsapevole e fondamentale lascito alla
ricerca scientifica ma anche per essere stata il simbolo di ingiustizie e
discriminazioni non ancora del tutto superate.
Le
cellule immortali.
Le
cellule HeLa, che prendono il nome dalla “donatrice”, avevano la straordinaria
caratteristica di sopravvivere e riprodursi al di fuori dell’organismo.
Grazie a una mutazione causata dal tumore,
infatti, le cellule di Henrietta Lacks non invecchiavano mai e continuavano a
generare nuove cellule dando origine a una linea cellulare immortale.
I
primi studi sulle HeLa sono stati condotti dagli stessi ricercatori della Johns
Hopkins che le avevano prelevate dalla paziente senza permesso. In poco tempo però la preziosa
eredità della giovane donna è finita nelle mani dei ricercatori di tutto il
mondo. Oltre
50 milioni di tonnellate di cellule HeLa sono diventate oggetto di oltre 75mila
ricerche, tra cui anche quelle per sviluppare un vaccino contro il carcinoma
della cervice uterina, la malattia che aveva ucciso Henrietta Lacks.
Una
vicenda simbolo delle discriminazioni.
Va
ricordato che Henrietta Lacks, una coltivatrice di tabacco della Virginia
afroamericana, è stata seppellita in una tomba senza nome negli spazi riservati
alle minoranze etniche, come prevedevano le normative della segregazione
razziale in vigore all’epoca. Era il 1951, solo 70 anni fa.
È una
vicenda complessa come poche, quella di Henrietta.
Ci
sono di mezzo questioni bioetiche per la totale mancanza di autorizzazioni all’utilizzo
del materiale biologico della paziente, giuridiche per la violazione della
privacy con la pubblicazione del sequenziamento del Dna delle cellule HeLa con
i dati sensibili anche dei famigliari, economiche perché le cellule sono
state commercializzate senza alcun ricavo per i parenti e ci sono le questioni razziali
sempre aperte, tanto che la storia Henrietta Lacks è tornata di attualità durante
le proteste del movimento Black Lives Matters.
E non
ultima c’è la questione dei diritti delle donne.
«In
onore di Henrietta Lacks, l'OMS riconosce l'importanza di fare i conti con le
ingiustizie scientifiche del passato e di promuovere l'equità razziale nella
salute e nella scienza.
È anche un'opportunità per riconoscere le
donne, in
particolare le donne di colore, che hanno dato contributi incredibili ma spesso invisibili
alla scienza medica», ha dichiarato ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore
generale dell’OMS, in una cerimonia speciale a Ginevra, in Svizzera, alla presenza del figlio di Henrietta
Lacks, 87 anni, che ha ricevuto il premio.
Dall’altra
parte però ci sono le grandi conquiste della medicina rese possibili grazie
alle cellule HeLa: dal vaccino anti polio, ai farmaci per l’Hiv, ai trattamenti
per l’emofilia, la leucemia e la malattia di Parkinson, alle scoperte nel campo
della fecondazione in vitro, alla ricerca sulle malattie cromosomiche, alla
medicina di precisione, fino ai vaccini anti Covid.
E il tributo dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità vuole essere il riconoscimento ufficiale di tutte le ingiustizie
subite da Henrietta Lacks e dalla sua famiglia, ma anche il ringraziamento per tutti
i progressi che la scienza è riuscita a ottenere grazie alle cellule immortali.
In
nome di Henrietta: la battaglia per l’equità di accesso alle cure.
Non è
la prima volta della famiglia Lacks all’OMS. L’anno scorso in occasione del
centesimo anniversario della nascita di Henrietta Lacks i sui eredi hanno
promosso in collaborazione con l’Oms la campagna “Global strategy to accelerate the
elimination of cervical cancer” per eliminare il cancro del collo dell’utero e
promuovere un accesso equo al vaccino contro l’HPV.
Attualmente meno del 25 per cento dei Paesi a basso
reddito e meno del 30 per cento dei Paesi a reddito medio-basso hanno avuto
accesso al vaccino HPV attraverso i loro programmi di immunizzazione, rispetto
a oltre l’85 per cento dei Paesi ad alto reddito.
«La
lotta per eliminare il cancro del collo dell'utero fa parte della più ampia
lotta per i diritti umani. Attraverso le cellule immortali HeLa, Henrietta Lacks ci
parla, richiamando anche la nostra attenzione sui milioni di giovani donne e
madri nei paesi a basso reddito che continuano a morire di cancro della cervice
uterina perché non possono accedere e permettersi di acquistare medicinali,
tecnologie e procedure mediche prontamente disponibili nei paesi ad alto
reddito.
Le
domande sollevate dallo spirito e dall'eredità di Henrietta Lacks sono: "perché esiste questa
situazione", "quali sono le soluzioni" e "quando le
metteremo in pratica”», ha affermato
Groesbeck Parham, esperto clinico per l'iniziativa di eliminazione del cancro
della cervice dell'OMS con un passato da attivista dei diritti civili in
Alabama.
SOCIETÀ
E MEDICINA: I PERSONAGGI.
Opinione.it
-Antonio Saccà -(23 ottobre 2021)- ci dice:
La
Morte è nella mente dell’uomo da sempre.
Il poema iniziale della civiltà: L’Epopea di Gilgamesh, testo sumero sembra di millenni
a.C., narra del sovrano di Uruck, il quale vede morire l’amico Enkidu, ne
coglie lo scemare delle forze, l’impossibilità di sanarsi. Gilgamesh percepisce che la sua
impresa eccellente sarebbe rendere gli uomini immortali.
Viaggia
al fine di scovare l’immortalità e donarla al suo popolo, Lui che tanto ha
compiuto per il suo popolo, sta per concludere anche tale scopo, ma fallisce.
Gli uomini restano mortali; solo gli Dei non
muoiono.
Concezione
che rimase ferma per millenni e per gran parte degli antichi.
Anche
il monoteismo ebraico diede scarsa o nessuna rilevanza all’Oltre-morte.
Fu con
il cristianesimo che avvenne la presunta soluzione, il corpo muore per un lungo
periodo ma rinascerà unendosi all’anima che dura in modalità immortale con ogni sorte, dannata o salvata.
Ma
restava da risolvere come mai l’uomo è assoggettato alla morte.
Gli
antichi, l’ho accennato, spartivano gli Dei dagli uomini, Dei immortali, uomini
mortali.
Nell’ebraismo e in quel che dell’ebraismo venne
ereditato dal cristianesimo, l’uomo perde la immortalità e la salute a causa
del peccato originale e dopo la cacciata dal Paradiso terrestre.
Anche
in tal caso per un lunghissimo periodo non soltanto la morte ma pure le
malattie e le sofferenze provenivano dall’aver male operato, malattie e
sofferenze costituivano delle punizioni divine. Questa convinzione fu presente
anche nella mentalità greca.
L’antichità
legava, in ogni religione, trasgressione e punizione; meglio: punizione e
trasgressione.
Se un
individuo, un popolo erano avversati dalla disgrazia cercavano di trovare un
motivo che giustificasse il malanno. Si capovolgeva la situazione, se accadeva
il malanno l’uomo, il popolo avevano di sicuro sbagliato.
Questa
convinzione, del resto non scomparsa, tutt’altro, favoriva, e favorisce, riti,
scongiuri, sacrifici per ottenere il favore di Mana (Potenze), Angeli, Santi,
Dei, Demoni.
E
favorisce anche una visione non naturalistica dei fenomeni naturali, per esemplificare: ricorrere alle divinità o a potenze
oscure per avere guarigione.
Si spiega in tal modo la follia in campo
medico che si affermò per millenni. Rimaniamo terrificati dalla
bestialità con la quale l’uomo ha massacrato l’uomo ritenendo di guarirlo.
Esorcismi,
speranze nei miracoli, sacrifici, preghiere, persecuzioni di responsabili
illusori (streghe, ebrei), l’uomo ha inventato ogni sorta di marchingegno non vedendo o
per non vedere la realtà naturale.
La
Natura, ripeto, è stata spiegata con la Natura solo da qualche secolo, e non
bisogna supporre che le interpretazioni magiche e superstiziose siano scomparse.
E’ bene ridirlo.
Quali
che siano le riserve nei confronti della Scienza, se intende dominare ogni
sfera della vita e stabilire un primato completo per cui ciò che non è Scienza
non vale, è anche vero che dobbiamo alla Scienza strabilianti risultati, spesso
dagli effetti problematici ma in ogni caso portentosi.
Per
quel che riguarda settorialmente la Medicina fa impressione ripensare come si
operava in tal campo fino a qualche decennio passato, e di sicuro noi saremo
considerati “barbari” tra decenni. Non esistevano elementi che consideriamo acquisiti.
Non
c’era l’anestesia, non c’era la sterilizzazione degli strumenti usati, nessuna
conoscenza delle infezioni, si ignorava l’esistenza dei micro organismi, i
malati di mente erano giudicati indemoniati o da recludere, ma anche la vita
sociale era inconcepibile ai nostri occhi, scarsa o inesistente l’igiene,
scarico degli escrementi e delle urine ovunque, l’acqua potabile difettava, la
pulizia personale raccapricciante, profumi spegnevano i male odori, le
parrucche infestate, la morte delle donne a partorire, dei bambini,
elevatissima, la lunghezza degli anni da vivere presso che la metà o due terzi
di quella odierna, un uomo di cinquanta anni si preparava a sparire, a non dire
le condizione del lavoro.
Che in
queste situazioni sorgessero civiltà da meravigliare per la bellezza e la
qualità, è altra faccenda.
Vi
erano ceti sociali dominati dalla volontà di operare per magnificare se stessi
non per scendere, abbassarsi, ottenere compratori o pubblico di scarso livello.
E’ un aspetto che noi non abbiamo mantenuto,
ed è l’aspetto in cui siamo decaduti. Per il resto, la Scienza e la
Tecnica, siamo in vantaggio incomparabilmente.
Tra il
XIX ed il XX secolo la scienza medica e la scienza fisica, autonomamente,
scoprirono il minimo, l’invisibile dall’occhio, il corpuscolo nel corpuscolo. Nel conoscere l’atomo venne a
rilevarsi che non costituiva l’entità minuscola indivisibile e unitaria, al suo
interno vi era animazione, neutroni, protoni, elettroni, un nucleo, con
funzioni specifiche, “cariche” precisate e distinte.
Ma
pure nella sfera vivente accadde lo stesso. Esistevano entità invisibili, dicevo,
le quali determinavano una consistentissima serie di eventi di decisivo effetto
sulle malattie o per la salute di uomini, animali, piante.
E come
il telescopio aveva colto l’immensamente distante, il microscopio coglieva
l’immensamente vicino ma non percepibile. Batteri, microbi, virus divennero i
soggetti, gli attori della medicina.
E fecero notare un fenomeno di rilevanza epocale: se
un corpo si infetta, si corrompe non è per cause morali, punizioni,
degradazione dell’uomo, ma perché minuscoli organismi infettano, corrompono, la
carne, le ossa, le piante.
Nessuna
malattia sorge dal nulla, piuttosto da cause riconoscibili, questi minuscoli
organismi che sono idonei a vulnerare il corpo più erculeo.
Tra
coloro che indagarono, scoprirono questi minimi organismi e compresero che molti
mali vengono da tali organismi non dal nulla o da punizioni da parte di un Dio o
potenze maligne, vi furono Edward Jenner, Louis Pasteur. Alexander Fleming.
Siamo
nell’epoca del “progresso”, nel periodo delle invenzioni, nel trionfo della
conoscenza e della scienza, la Natura prende un posto dominante.
Ci sia
o meno un Dio creatore, l’uomo vuole scoprire le leggi, le forze, le cause che
animano la Vita, umana e non umana.
E si
affida all’esperienza, tralasciando ogni intervento non naturale.
Bene insistere: siamo nell’epoca in cui la
Natura è spiegata con la Natura. Edward Jenner, inglese, nato nel 1749, a Berkeley
perse i genitori da bambino ma fu cresciuto da un fratello maggiore, Stephen, e
da una sorella, Mary, con estremo affetto. Ebbe fin dai primi anni curiosità
naturalistiche e, giovane, scrisse una relazione sul comportamento del cuculo,
il quale non soltanto depone l’uovo dentro il nido della passera ma il cuculetto,
nato che fosse, scacciava i piccoli della passera scopaiola o li uccideva.
Il
nome di Jenner è però legato ad uno dei massimi ritrovati per sconfiggere una
delle peggiori infestazioni che l’uomo subiva. Il vaiolo devastava i corpi, li
traforava puntigliosamente, scavature specie sulle facce che ne risultavano
deturpate, e poi, spesso, anche uccideva.
Era il
vaiolo una di quelle sciagure che colpivano miriadi di persone, inguaribile,
chi lo riceveva poteva anche sopravvivere ma si sarebbe guardato con orrore e
con orrore sarebbe stato guardato.
Si
formavano delle vescichette gonfie di liquido, crosticine che indurivano,
quindi si staccavano provocando un foro.
Jenner,
dicevo, naturalista, vivendo in campagna, coglie un fenomeno, talune persone a
contatto con degli animali, equini, bovini, non sono attaccate dal vaiolo o in
forme diverse.
Osserva,
distingue e ipotizza che vi sono taluni animali il cui contatto immunizza dal
vaiolo.
Dopo sperimentazioni di sieri difformi, determina quello che immunizza, caw-pox.
Viene
al mondo il “vaccino”. Inoculata la malattia in forma sopportabile, il corpo
reagisce e si difende, bastano dei graffi di inoculazione, si forma la pustola,
la crosta che cade, resta un minimo segno, il corpo è tutelato.
Un
processo che conquista il futuro. Una conquista per l’umanità.
Il vaccino.
L’esistenza
di Jenner dopo questa “trovata” è gloriosa. Il rimedio contro il vaiolo risulta
adoperato con vantaggio enorme, Jenner è inneggiato, ha il dolore della morte
del fratello e di un amico fraterno, Hunt, che lo aveva accompagnato negli
studi a Londra. Poi Jenner era tornato a Berkeley, fece il chirurgo, costruì mongolfiere,
sposò Katherine, felicemente, Morì nel 1823, a Berkeley. Il vaiolo sorge a causa di un
virus, inalato entra in circolo. Costituiva uno dei morbi risonanti e micidiali.
Veniva
curato iniettando la malattia, con risultati sovente dannosi, la
variolizzazione.
E’ un male antichissimo. Ormai presso che
scomparso.
Forse
il più celebre scopritore di microrganismi è Louis Pasteur, francese
(1822-1895). Uno dei problemi che dominavano la scienza medica a quel tempo e
da tempo era il non capire come mai un corpo si infettasse, si degenerasse, non
essendo visto un elemento che determinasse tali eventi.
Una
ferita incancreniva, perché?
Una
donna dopo il parto, moriva, spesso anche il nato, come mai?
E
febbri senza apparente motivo, per quale causa?
L’opinione
che vi fossero fenomeni sorti dal nulla, era una spiegazione dell’inspiegabile
ma oscura.
Fu
Pasteur a chiarire una volta per sempre che vi erano organismi infimi,
invisibili che provocavano queste situazioni, batteri, microbi, virus.
Nasceva
la microbiologia, con Pasteur e periva la teoria della generazione spontanea.
Con la sperimentazione fu stabilito che se un corpo si
conserva in un ambiente sterilizzato, non si corrompe.
Non si
corrompe in quanto mancano quegli organismi piccolissimi che agiscono sui
corpi.
Con
queste cognizioni Pasteur scopre gli “agenti patogeni” di malattie dannosissime per gli
animali e gli uomini.
Scopre
ciò che provoca il colera dei polli, scopre chi distrugge i bachi da seta,
scopre chi dà luogo al carbonchio, crea un antidoto alla rabbia da morso
canino, trasmessa non solo dalla saliva del cane rabbioso, indaga sulla asepsi
e antisepsi chirurgica, la pulizia degli strumenti, dell’ambiente, delle mani,
che tanto influenzava le morti da parto, da interventi.
Sono
ritrovati fondamentali, per l’agricoltura e la salute umana ed animale.
Alexander
Fleming nacque in Scozia, nel 1881, dopo studi elementari, si reca a Londra e
divenne medico, favorito da una eredità, distinguendosi anche in attività
sportive.
L’occasione aurea della sua vita fu l’incontro
con il
batteriologo Sir Almroth Wright, Fleming abbandona la chirurgia e si impegna
nella ricerca con il fine, che era di Wright, di vaccinazioni non solo
preventive ma terapeutiche, a malattia già in atto.
Paul
Ehrlich aveva scoperto il Salvarsan dando origine alla chemioterapia.
Lister aveva dato origine all’asepsi, all’antisepsi,
quindi vi erano modi per difendersi dalle infezioni.
Ma con la Grande Guerra (1914-1918) le
condizioni igieniche vennero debilitate, del resto alcuni ritrovati erano
tossici o non potevano essere usati nelle ferite estreme.
Fleming scopre in un primo momento che il muco ha
qualità antibatterica, successivamente che le muffe hanno notevoli qualità
antibatteriche.
In entrambi i casi la comunità degli
scienziati non crede a tali risultati.
Saranno due studiosi, Howard Frares ed Ernst
Bon Claris ad avvalorare la sperimentazione di Fleming, oltretutto ottenendo
muffe di maggior consistenza. Nasce la Penicillina, l’Antibiotico. Sostituirà i
Solfamitici. Nobel nel 1945, Fleming morì nel 1955.
Potremmo
continuare: malaria, poliomielite, tubercolosi, sifilide, Aids. Su tutto questo
vi è stato un rimedio o presso che un rimedio. Lo stesso cancro. Ma è un
discorso infinito, la lotta per la Vita. Quanto detto è un granello rispetto
all’enorme cambiamento degli ultimi tempi.
Non
corre giorno che un qualcosa non venga scoperto per la conoscenza, per la
salute. Abbiamo
compreso il Dna, sappiamo che sono e quali funzioni hanno i geni, scendiamo e
agiamo millimetricamente nel corpo, come accennato malattie che sembravano
gareggiare con la morte naturale, sifilide, malaria, tifo, tubercolosi,
pellagra sono dissolte o sminuite, sostituiamo perfino il cuore o lo
riattiviamo, e gambe, braccia, generiamo in forme diverse, suscitiamo tessuti
in altri animali, trapiantiamo, modifichiamo, mai la Natura è stata dominata
dall’uomo come al presente.
Eppure
sembra che sull’umanità e sulla stessa Natura vi sia un’ombra. L’ombra della
guerra, della rovina ambientale, dei cibi alterati, del dominio delle macchine,
gran parte degli abitanti sopportano la miseria, ancora, altra parte malesseri
della sazietà, eppure, almeno nei paesi ammodernati, viviamo più a lungo. Bisogna cercare di vivere meglio
questa vita più lunga. Sarebbe inconcludente tanto da fare per stare bene e
vivere massimamente e poi non sapere ben vivere.
Certo
sono lontani i tempi delle pandemie, il colera, un vibrione provocava diarree da
liquefare; la
peste,
veniva dalle pulci che infestavano i topi ed entrava nel nostro sangue quando
le pulci infestavano anche l’uomo, la peste nera, la peste bubbonica, catastrofi che
dissestavano gli uomini a milioni e tante volte, la peste di Atene, la peste
mondiale, nel XIV secolo, la peste di Londra, la peste di Milano, popoli
morivano o aspettavano di morire, popoli interi.
La Vita è assoggettata a troppi orrori per non
amarla, sanarla e viverla.
Possiamo
arrestare il tasso
di
invecchiamento?
La
scoperta danese.
Spazio50.org-
Anna Costalunga -(30 Giugno 2021)- ci dice :
Uno
studio recente condotto dall’Università di Danimarca suggerisce che gli esseri umani non
possono rallentare la velocità di invecchiamento dell’organismo a causa di
vincoli biologici immodificabili.
Ma è
davvero così?
Il
mito dell’immortalità.
Da
sempre l’uomo insegue il mito dell’immortalità. Oggi i progressi nella scienza, nella
medicina e nella tecnologia, sembrano far ben sperare in un progressivo
allungamento della vita umana.
Del resto molti accademici sostengono che i
centenari rappresentino ormai il gruppo di età in più rapida crescita in tutto
il mondo.
La
vita umana si è allungata?
Un
nuovo studio suggerisce tuttavia che, in realtà, il raggiungimento di un’età
elevata non è il frutto dell’allungamento della speranza di vita, bensì il risultato di una
diminuzione della mortalità all’interno della specie. Lo studio, pubblicato su “Nature Communications”, parte da una domanda: è possibile rallentare il tasso di
invecchiamento o la durata della vita è fissata da vincoli biologici?
«La
morte è inevitabile», afferma Fernando Colchero, coautore della ricerca. «Non importa quante vitamine
assumiamo, quando sano sia il nostro ambiente, o quanto movimento facciamo». Un’affermazione, tuttavia, meno
sconfortante di quanto possa apparire.
Il
tasso di invecchiamento invariante.
Lo
studio, condotto da scienziati di 14 diversi paesi, si proponeva di testare
l’ipotesi del “tasso di invecchiamento invariante”.
Secondo
questa teoria per ogni specie esiste un tasso di invecchiamento prestabilito,
che non può in alcun modo essere modificato.
Per i ricercatori i risultati ottenuti
supportano questa teoria.
L’uomo,
infatti, non ha rallentato la morte. Semplicemente, sempre più persone vivono molto più a lungo solo grazie
alla diminuzione della mortalità in età giovanile.
Uomini
e scimmie.
Per dimostrare
che il limite di vita è di natura biologica e non dipende dall’ambiente
circostante, i ricercatori hanno incrociato i dati relativi alla nascita e alla
morte di primati umani e non umani (babuini, gorilla e scimpanzè, liberi o
negli zoo), di secoli e ambienti diversi. Hanno così scoperto che il modello
generale di mortalità è lo stesso in tutte le specie. Ed è indipendente
dall’ambiente circostante.
Un
trend uguale per tutti.
L’andamento
di tutte le popolazioni osservate, uomini e scimmie, ha infatti rivelato il
medesimo trend.
Un
alto rischio di morte nell’infanzia che diminuisce rapidamente negli anni,
rimane basso fino alla prima età adulta e poi aumenta costantemente con
l’avanzare dell’età.
«Osserviamo – afferma Colchero – che non solo gli uomini, ma anche
altre specie, come le scimmie che vivono in un ambiente differente (zoo o
savana), riescono a vivere più a lungo riducendo la mortalità infantile e
giovanile.
L’aumento dell’aspettativa di vita –
sottolinea – dunque è stato ottenuto riducendo la mortalità precoce e non il
tasso di invecchiamento». Quest’ultimo, infatti, resta invariabile, come vuole la
teoria iniziale.
Siamo
diventati più bravi a sopravvivere?
In
poche parole, quindi, l’uomo è diventato solo più “abile” nel rimanere in vita
il più a lungo possibile, ma sempre per il tempo che gli è concesso dal limite
biologico.
Di fatto non è (ancora) riuscito ad aumentare
la durata della vita della specie. Secondo il documento, infatti, nelle condizioni
attuali, anche i nostri progenitori avrebbero avuto aspettative di vita simili
alle nostre.
Un’indagine
sui nostri antenati.
«I
risultati confermano che, nelle popolazioni antiche, l’aspettativa di vita era
bassa perché molte persone morivano giovani», affermano i ricercatori. «Con i
miglioramenti medici, sociali e ambientali che proseguono inarrestabili,
l’aspettativa di vita è aumentata. Sempre più persone oggi riescono a vivere
molto più a lungo. Anche se la prospettiva della fine in età avanzata non è
cambiata».
La
scienza può battere l’evoluzione?
Nelle
conclusioni dei ricercatori, questo studio conferma dunque il primato della biologia
evolutiva, dimostrando l’impossibilità umana di oltrepassare questo vincolo. Nonostante i progressi avvenuti
finora. Ma “non tutto è perduto”, come
afferma lo stesso Colchero.
La
scienza medica progredisce a un ritmo senza precedenti. Non è da escludere che
potrebbe ottenere ciò che all’evoluzione finora è mancato: ridurre proprio il tasso di
invecchiamento.
Il
dibattito sull’aumento della durata della vita alimenta da anni la ricerca,
impegnando le tecnologie più avanzate. Nuovi studi puntano a spostare in
avanti la lancetta della durata della vita umana, attualmente fissata a 150
anni. Un obiettivo che non è più fantascienza.
(ASPETTATIVA DI VITA -FERNANDO COLCHERO).
In
bilico tra verità e menzogna.
Spazio50.org- Gianrico & Giorgia Carofiglio-( 1
Febbraio 2022)- ci dice :
Mentire
o dire la verità?
Non
sempre la risposta è scontata. La moralità di un’azione la giudichiamo noi, con i nostri
valori; per affrontare nel modo migliore i conflitti quotidiani.
È
sempre sbagliato dire una bugia?
A
prima vista, il divieto di mentire ci trova tutti d’accordo: in astratto è una
regola non controversa.
O esistono condizioni per cui è opportuno,
giustificabile, addirittura necessario, mentire?
È una domanda che va dritta al centro di come funziona
la riflessione su questioni morali, su ciò che è giusto fare.
Ci sono situazioni in cui la risposta ci pare
ovvia: non
uccideremmo mai un innocente, non sfileremmo un portafoglio di tasca a un
passante.
Ci sono però altre situazioni in cui le risposte sono meno scontate.
Immaginate
che sia il 1944. Vivete in campagna e una famiglia ebrea in fuga vi chiede rifugio in
casa. Voi li accogliete, date loro da mangiare, li nascondete in cantina. Un
giorno bussa alla vostra porta un ufficiale delle SS, che vi chiede se siete a
conoscenza di ebrei che si sono nascosti dalle vostre parti.
La cosa giusta da fare vi pare una sola: non rivelare
la presenza della famiglia a cui avete offerto un riparo in casa vostra.
Ma
come la mettiamo con l’obbligo di dire la verità?
Il filosofo Immanuel Kant sosteneva che
mentire non è mai lecito e lede la dignità morale di tutti gli esseri umani. Ma se diciamo la verità
all’ufficiale tedesco esponiamo a un grave pericolo le persone cui abbiamo dato
rifugio e noi stessi. Come si esce da questo dilemma etico?
Interrogarsi
su situazioni estreme può sembrare inutile – se siamo fortunati non ci capiterà
mai di dover proteggere delle persone che rischiano di essere deportate – ma ci
consente di guardare più da vicino, di mettere meglio a fuoco i valori che
fondano le nostre decisioni.
La
vita ci pone spesso davanti a problemi moralmente complessi, in cui vi è una
tensione tra principi contrapposti: nel nostro esempio, il principio del preservare
delle vite umane contro quello – a questo punto solo in apparenza assoluto – di
dire la verità.
Per
quale ragione crediamo che sia sbagliato mentire?
Proviamo a proporre un paio di interpretazioni, non
necessariamente esaustive. La prima è che la regola di non mentire viene dalla necessità
che gli esseri umani hanno di potersi fidare gli uni degli altri. Soprattutto in comunità ristrette,
come i primi insediamenti agricoli, la fiducia, che è alla base della
cooperazione, era fondamentale per la sopravvivenza dell’individuo e della
collettività.
Una
persona che mente spesso è una persona di cui non possiamo fidarci: non
sappiamo mai quando le sue parole riflettono la realtà, se possiamo essere
sicuri dei suoi racconti, quanto possiamo credere alle sue promesse.
Dire
la verità ci permette di provare agli altri che possono fare affidamento su di
noi.
Ecco però
una seconda ragione: mentire può essere causa di ingiustizia. Se qualcuno fa
circolare una falsa diceria su di voi – che avete rubato dalla cassa del
negozio in cui lavorate, ad esempio – e per questo venite licenziati, siete
vittime di un torto.
Non è un caso che tra le più antiche massime sul dire
la verità, l’ottavo comandamento afferma che non bisogna “dire falsa
testimonianza”.
È un
linguaggio che rimanda all’ambito giudiziario, all’ingiustizia che viene
commessa se si testimonia a favore di un colpevole o, peggio, per far
condannare una persona innocente.
È un principio quindi che riguarda non tanto
la menzogna quanto gli effetti che essa può avere nella vita quotidiana, nelle
controversie, nei tribunali.
Se
comprendiamo le ragioni dietro una norma, morale o giuridica che sia, anche e
soprattutto se tale norma è di senso comune (cioè la consideriamo ovvia),
abbiamo strumenti più efficaci per districarci di fronte a problemi complessi.
È un
lavoro a ritroso, oltre la regola che diamo per scontata, fino alla radice,
alla ragione profonda, che la tiene in piedi.
Se una
delle ragioni per cui troviamo la menzogna moralmente riprovevole è che può
essere causa di ingiustizia – quindi, se il principio che ci guida è la
giustizia e non un ideale astratto di verità -, è più facile capire perché il
dovere di difendere la famiglia ebrea è superiore al nostro dovere di essere
sinceri. Mentire in questo caso evita un’iniquità ben più grave: la morte di persone innocenti per
mano di un’autorità illegittima.
Cerchiamo
regole precise per giudicare la moralità di un’azione perché riteniamo che tali
regole rappresentino valori universali, ma anche perché ci semplificano la
vita.
Permettono
di rendere più comprensibile il complicato mondo dei rapporti umani e di gestire
con più facilità i conflitti con cui ogni giorno, inevitabilmente, abbiamo a
che fare. Permettono anche di non lasciare al giudizio soggettivo, intuitivo e
spesso grossolano, decisioni che hanno effetti seri sugli altri.
Riflettere
sulle norme (come quella che impone di dire la verità) che guidano i nostri
giudizi morali, metterle in dubbio, trovare le eventuali eccezioni, non le
indebolisce. Al contrario, ci consente di capirle più a fondo e di muoverci meglio fra
i dilemmi più intricati delle nostre esistenze. Ci fa diventare, in sintesi,
persone migliori.
(Gianrico
Carofiglio (Bari, 1961) ha scritto racconti, romanzi e saggi. I suoi libri,
sempre in vetta alle classifiche dei best seller, sono tradotti in tutto il
mondo. Il suo romanzo più recente è La disciplina di Penelope.
Giorgia
Carofiglio (Monopoli, 1995) si è laureata in Teoria Politica presso la
University College London. Ha lavorato in un’agenzia letteraria e collabora con
case editrici.).
VERITÀ
O COVID? (O
“PERCHÉ SAPPIAMO
CHE
TUTTO QUELLO CHE CI DICONO È UNA BUGIA”).
COVID-19-GREAT
RESET-GREEN PASS.
Comedonchisciotte.org-
Markus- Michael
Lesher- (01 Febbraio 2022)- ci dice :
(thelastamericanvagabond.com).
Ricordate
i bei vecchi tempi all’inizio del colpo di stato COVID – prima che i nuovi
dogmi iniziassero ad aggrovigliarsi in nodi autocontraddittori?
Allora,
se volevate sapere cosa pensare, gli Infallibili avevano sempre risposte semplici.
Qual’
era il nemico? Un virus chiamato SARS-CoV-2. Da dove veniva? Dai pipistrelli e
dai pangolini cinesi. Quando sarebbe finito? Dopo qualche settimana di
“isolamento” e con l’introduzione di “vaccini.”
Come
ci si proteggeva nel frattempo? Isolandosi in casa, indossando la museruola,
lavandosi ossessivamente le mani, lasciando le scarpe fuori dalla porta,
evitando gli altri esseri umani, strofinando i muri e i banconi – soprattutto, obbedendo a qualsiasi
ordine degli Infallibili.
E se
non obbedivi? Saresti morto.
Ma
“oh, che ragnatela intricata tessiamo,” come disse il poeta [Sir Walter Scott
N.D.T.], “quando prima ci esercitiamo ad ingannare.”
Gli
insegnamenti degli Infallibili si erano presto impantanati in sconcertanti
incongruenze.
Alcune
“settimane” di isolamento erano diventate mesi, che, a loro volta, avevano
lasciato il posto a minacce di ricorrenti lockdown ogni volta che le autorità
lo avrebbero ritenuto opportuno.
Le rassicurazioni estive sul “successo”
dell’incarcerazione nazionale – che aveva sconvolto il sistema sanitario,
paralizzato l’educazione di una generazione di bambini e gettato alle ortiche i
mezzi di sussistenza di milioni di persone innocenti, anche se gli Infallibili
raramente menzionavano qualcosa di tutto ciò – erano state seguite da
rimproveri di “esperti” sul fatto che noi Americani eravamo stati troppo
egoisti per essere confinati come si deve.
Quando
studi clinici randomizzati avevano dimostrato che le mascherine erano inutili,
gli Infallibili ci avevano detto di indossarne due invece di una. Quando gli
Infallibili avevano abbandonato la ridicola storia della “trasmissione asintomatica” – dopo che aveva adempiuto alla sua
funzione di alimentare l’isteria pubblica – avevano adottato l’altrettanto stupida storiella che
“i non vaccinati” erano un terreno di coltura unico per le mutazioni virali.
Anche
il virus stesso, che gli Infallibili avevano originariamente dichiarato così
unico, era diventato l’esatto opposto di unico quando gli Infallibili lo avevano
inserito in un insieme sempre più grande di “ceppi” virali simili, in cui ne apparivano abbastanza
spesso di nuovi, in modo da vanificare i presunti vantaggi dei “vaccini”.
E, nel
frattempo – cosa più importante – quella che doveva essere una sospensione
temporanea del governo costituzionale era diventata la “nuova normalità”;
la
legge, o ciò che era sempre stata la legge, si era rivelata obsoleta, proprio
come l’idea di trattare una malattia infettiva somministrando cure mediche ai
veri malati.
Nel
mondo della “nuova normalità” chiunque menzionasse i “diritti civili” veniva
cacciato dai social media e nel limbo del Primo Emendamento. La democrazia è stata derisa come un sogno irrealizzabile di un
reazionario – quando è stata menzionata.
Questo
è il bilancio, in breve, degli ultimi due anni.
E, se abbiamo imparato qualcosa da questa cavalcata di
inganni, è, o dovrebbe essere, che il colpo di stato COVID fondamentalmente non
riguarda la medicina o la scienza.
Non si
tratta di tassi di “casi” gonfiati o di statistiche stravolte o di notizie
false o di pseudo-studi fatti circolare da organizzazioni di propaganda, come l’Organizzazione Mondiale
della Sanità o i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle
malattie.
Sì,
tutte queste cose hanno avuto un ruolo nello sconvolgimento della democrazia
costituzionale che ha caratterizzato il colpo di stato COVID. Ma, in fondo, non si tratta di
nessuna di esse.
La
vera natura della campagna è, allo stesso tempo, più semplice e molto più
pericolosa. Quello che stiamo vivendo è un attacco al fondamento stesso della libertà
regolamentata, un assalto che è già in procinto di sommergere le democrazie in
quello che il
filosofo italiano Giorgio Agamben ha chiamato uno “stato di eccezione
permanente.”
Per
dirla senza mezzi termini: le nostre classi dirigenti, in un Paese dopo l’altro, hanno
effettivamente spento le costituzioni delle loro nazioni e l’insieme delle
libertà civili che dovrebbero accompagnarle – non abolendole formalmente,
intendiamoci, ma adottando i meccanismi extra-legali di uno “stato di
emergenza” al posto delle normali procedure costituzionali, con il risultato che le regole ordinarie della democrazia
e i diritti degli individui sono stati, per la maggior parte degli scopi
pratici, indefinitamente sospesi.
Ecco
perché il colpo di stato COVID è iniziato, nel mio Paese, con dichiarazioni di
“emergenza” in quattro quinti degli stati – e perché, con rarissime eccezioni,
questi “stati di emergenza” rimangono in vigore ancora oggi, quasi due anni
dopo. Lo
ripeto, questo non può essere spiegato come una risposta ad un virus
respiratorio.
Quando un'”emergenza” comporta la sospensione
per due anni del governo costituzionale, dovrebbe essere ovvio che
l'”emergenza” ha cessato di essere una vera emergenza (se mai lo è stata) ed è
diventata una norma extralegale – e questo è ancora più enfaticamente vero, visto che,
praticamente, nessuno nell’opposizione politica, nel campo dei diritti civili o
nei media mainstream menziona questo fatto fondamentale.
Ciò
che voglio dire è che quelli di noi che riconoscono ciò che sta accadendo
dovranno cambiare le proprie tattiche. Non possiamo più attaccare la
propaganda COVID19 in modo frammentario, sfidando una falsità medica alla volta.
Questo
approccio, temo, rischia di essere controproducente. Finché rimarremo concentrati a
confutare ogni particolare “narrazione” COVID, gli Infallibili potranno
continuare a gestire il dibattito nei mass media come un conflitto tra le
interpretazioni degli “esperti” e quelle dei “teorici della cospirazione.”
E
questo permetterà loro di aggirare la vera questione. Il “fascismo COVID” non è una
commedia degli errori scientifici. È, a tutti gli effetti, un colpo di stato. E
bisogna resistere di conseguenza.
Eppure,
se non abbiamo intenzione di sfatare ogni bugia diffusa attraverso i mass media
o distribuita dagli “esperti,” come possiamo essere sicuri di essere su un
solido terreno fattuale, mentre resistiamo al colpo di stato che viene attuato proprio
intorno a noi – in particolare se, come sto sostenendo, dobbiamo iniziare
affermando che la lotta riguarda il recupero delle nostre libertà e non la correzione di
una politica sanitaria?
In
realtà, ci sono molte ragioni per cui possiamo esserne sicuri. Ed ora, mentre ci avviciniamo al
terzo anno del colpo di stato, voglio offrirne una breve lista.
1.) Il colpo di stato COVID ha fatto
costantemente affidamento a metodi incostituzionali.
Il
primo e più inequivocabile indizio sulla vera natura del colpo di stato è la
sua aggressiva distruzione del governo costituzionale. Fin dall’inizio, ha comportato la
sospensione delle legislature; da lì è passato rapidamente al governo arbitrario per mezzo del
fiat esecutivo
(le mascherine, “i mandati,” seguiti dai “passaporti vaccinali”) e poi si è abbandonato a violazioni
dei diritti costituzionali, come l’imposizione di “quarantene” di massa senza
un ordine del tribunale – un atto illegale anche sotto la dispensa
dell'”emergenza.”
Ne ho
parlato a mezzo stampa per più di un anno
e mezzo, quindi ora non mi soffermerò sul punto, tranne che per sottolineare la
complicità dei mass media nell’assalto senza precedenti ai nostri diritti
fondamentali. La bugia più importante, naturalmente, è stata quella dell’omissione: la stampa, semplicemente, non
menziona mai l’assenza di qualsiasi base costituzionale per i ripetuti attacchi
alla libertà.
Vorrei
però richiamare l’attenzione su una piccola ma molto rivelatrice bugia che spunta
ogni volta che la stampa riporta un nuovo “ordine” relativo alla COVID19.
La
storia del mese scorso sui nuovi obblighi di indossare la mascherina in
California ne è un esempio. “La California sta imponendo l’obbligo della mascherina in
tutto lo stato negli spazi pubblici al chiuso,” ha blaterato il Los Angeles
Times.
Ma la “California” non ha il potere e non può
emettere un “mandato.” Le promulgazioni dei requisiti legali appartengono agli
organi di governo appropriati – e questo significa che un articolo onesto avrebbe dovuto
spiegare ai lettori come si era arrivati al mandato in questione.
Quale
organo ha approvato la legge? Chi l’ha firmata? Quale agenzia ha emesso il
regolamento, se era un regolamento, e quale era l’autorità statutaria per
farlo?
A mio parere, non è un caso che il Times non abbia mai
informato i suoi lettori che il nuovo “mandato” californiano era un editto
unilaterale firmato da Tomas Aragon, il capo del Dipartimento della Salute
Pubblica della California – un editto per cui non aveva nemmeno cercato di trovare una
giustificazione negli statuti o nel codice normativo della California.
Lo
ripeto: in un governo costituzionale, i regolamenti sanitari sono sempre
basati su tale autorità; i “mandati” che ignorano questo fatto sono, nel migliore dei
casi, violazioni della legge, usurpazioni dittatoriali nel peggiore. E i propagandisti dei media, anche
se lo sanno,
ovviamente non vogliono che voi lo sappiate.
La
stessa storia – un crimine politico aggravato dalla complicità dei media – emerge altrettanto chiaramente dall’ultimo assalto di New York al
Codice di Norimberga.
Il
decreto recentemente emesso dal dittatore dello stato – ufficialmente, la governatrice
Kathy Hochul – sostiene di avere l’autorità per l’imposizione di un “mandato di vaccinazione” in tutto lo
stato in base alla legge sulla salute pubblica di New York, paragrafo 225.
Ma
quel paragrafo non si occupa affatto di politica vaccinatoria e, poiché i
“vaccini” COVID19 non impediscono nemmeno la trasmissione da persona a persona,
non c’è alcun modo legale in cui il linguaggio generale della sezione sulla “conservazione e il miglioramento
della salute pubblica” possa essere interpretato per dare alla “governatrice” dello
stato il potere di costringere i bambini di 5 anni ad essere iniettati con
farmaci sperimentali, come ordinato dalla signora Hochul.
In
breve, la “governatrice” – la parola deve davvero essere messa tra virgolette a
questo punto – sta agendo al di fuori dei suoi poteri legali. E, se avessimo un’opposizione
politica e un sistema giudiziario funzionante degno di questo nome, potrebbe
trovarsi di fronte ad un impeachment invece di ricevere gli elogi di routine
dalla stampa “liberale” addomesticata, che definisce “una democratica moderata” questa avvelenatrice di bambini che
sta distruggendo la democrazia .
Considerate,
per contrasto, l’intenso dibattito sulla decisione del 1985 del consiglio di
salute pubblica dello Stato di New York di riscrivere i suoi regolamenti in
modo da forzare la chiusura dei bagni gay. Quella decisione – presa al culmine dell’epidemia
di AIDS – era stata denunciata dai liberali dell’epoca ed è aspramente
criticata dagli studenti di storia politica anche al giorno d’oggi.
Immaginate
la reazione se la governatrice di New York avesse semplicemente scritto un
ordine unilaterale per chiusura di tutti i bagni gay nello stato, scontrandosi
direttamente con la legislatura di New York e l’intero sistema di
regolamentazione, sulla base del fatto che, a suo parere, New York si trovava di
fronte ad una “emergenza” che giustificava la sospensione della democrazia!
Ma
questo è esattamente quello che è successo negli stati di tutto il Paese – New
York e il mio stato del New Jersey tra questi – per quasi due anni: gli esecutivi statali hanno emesso
decreti che sospendevano i processi legali sulla base di una “emergenza”
vagamente definita, e li hanno fatti seguire da una serie di decreti
unilaterali che hanno alterato drasticamente la vita dei cittadini – in diretta
sfida alle costituzioni dei loro stati. Non si può sostenere questo e, allo stesso tempo, sostenere la
democrazia costituzionale. Ai propagandisti può non piacere ammetterlo, ma, quando cantano le lodi
dell’obbligo della mascherina, stanno celebrando la dittatura.
E i
distruttori della democrazia sono ovunque.
A New York City, il sindaco uscente, Bill
DeBlasio, ha imposto l'”obbligo di vaccinazione” a tutti i dipendenti comunali
e, per coronare l’oltraggio, ha esteso lo stesso requisito a 184.000 imprese ed
organizzazioni private.
L’autorità costituzionale del sindaco per ordinare
questo assalto all’integrità corporea era così palesemente incerta che un
giudice locale ha prontamente sospeso il suo ordine. Ma questo non ha disturbato De Blasio,
che ha detto: “Spero che [questa misura] sarà emulata in tutto il Paese perché è il
momento di diventare ancora più duri per porre fine all’era COVID.” Capito?
Quando si è “duri” chi se ne frega della legge?
2.)
L’unica cosa che nessuno nel mainstream vuole menzionare è la più importante di
tutte: il
fatto che le nostre libertà civili stanno evaporando.
DeBlasio
e la Hochul sono entrambi democratici, ed è allettante concentrarsi sull’ipocrisia all’estremità sinistra
dello spettro politico mainstream. Ma non sono solo i “liberal” (Dem Usa) ad aver
tradito la Carta dei Diritti. Ci viene costantemente detto che “la Corte Suprema degli
Stati Uniti” è dominata dai “conservatori”, ma quando la governatrice rampante
di New York aveva decretato che gli operatori sanitari avrebbero dovuto
sottoporsi alla vaccinazione COVID19 – anche in presenza di obiezioni religiose
ai farmaci sperimentali (aveva affermato di essere personalmente a conoscenza
che Dio non sostiene le esenzioni per questi particolari farmaci) – solo tre giudici su nove si erano
detti disponibili a concedere una dispensa. Non sono sempre d’accordo con Neil
Gorsuch, ma l’inquietante conclusione della sua opinione dissenziente in quel
particolare caso (Dr. A. v. Hochul) merita di essere ricordata.
In
America, la libertà di dissentire non dovrebbe essere “limitata a cose che non
contano molto.” Sarebbe una mera ombra di libertà. La prova della sua sostanza è il
diritto di dissentire su cose che toccano il cuore dell’ordine esistente”.
[Citazione omessa]. La prova della sostanza di questa Corte sta nella sua volontà
di difendere più dell’ombra della libertà nei tempi difficili, non solo in
quelli facili ….
Eppure,
sembra che le vecchie lezioni siano difficili.
Sei settimane fa, questa Corte ha negato la
dispensa in un caso che coinvolgeva gli operatori sanitari del Maine.
[Citazione omessa]. Oggi, la Corte ripete l’errore respingendo i medici e le
infermiere di New York. Facciamo tutto questo anche se il decreto esecutivo
dello Stato interferisce chiaramente con il libero esercizio della religione – e lo fa apparentemente sulla base di
nient’altro che la paura e la rabbia verso coloro che nutrono credenze
religiose impopolari.
Permettiamo
allo Stato di insistere sul licenziamento di migliaia di lavoratori del settore
sanitario – gli stessi individui su cui New York aveva contato e che aveva
lodato per il loro servizio in prima linea nella pandemia degli ultimi 21 mesi.
Per aggiungere l’insulto al danno, permettiamo allo Stato di negare a questi individui
anche i sussidi di disoccupazione…. Di quanti altri promemoria abbiamo bisogno per
ricordare che “la Costituzione non deve essere obbedita o disobbedita come le
circostanze di una particolare crisi… possono suggerire”?
Di
quanti, in effetti?
Le
élite imprenditoriali stanno perseguendo l’agenda COVID con la stessa ferocia dei
politici, se non ancora maggiore. Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha dichiarato
pubblicamente che licenzierà ogni impiegato di New York che non si sottoporrà
all’esperimento del “vaccino,” anche quelli che cercheranno di lavorare da casa. Non sarebbe bello se gli ex campioni
della “libera impresa” difendessero davvero la libertà quando questa viene
rubata alle persone che lavorano per loro? Ma non vedo nessuna critica a Dimon
da parte della stampa economica, che è caduta nel silenzio, proprio come la folla dei diritti
civili.
E, per
favore, non lasciate che qualcuno vi dica che questi “vaccini” non sono
sperimentali o che fare pressione sulla gente affinché li assuma non viola il divieto
del Codice di Norimberga contro la sperimentazione medica umana senza consenso
informato. Le ragioni per applicare i termini del
Codice sono semplicemente schiaccianti.
Come
tutti sappiamo, i farmaci in questione sono stati fatti passare in fretta e
furia attraverso studi privati, che non includevano i protocolli di test sugli
animali normalmente richiesti dalla Food and Drug Administration.
I dati di quegli esperimenti – gli unici mai
condotti – rimangono sigillati alla vista del pubblico e già sappiamo da Brook Jackson delle
gravi irregolarità nei limitati test eseguiti dai produttori, mentre erano convenientemente
isolati dalla vista del pubblico. Ciò significa che questi farmaci rimangono non testati
e il loro uso massiccio è la prima, vera prova sperimentale che abbiano mai
avuto.
Infatti,
i
produttori hanno insistito – e ricevuto – un’immunità legale totale prima
ancora di rilasciare i loro farmaci al pubblico. Questa azione senza precedenti – che protegge i produttori dei farmaci
piuttosto che il pubblico – deriva direttamente dalla consapevolezza dei
produttori che, data la mancanza di test precedenti, nessuno avrebbe potuto
prevedere i risultati dei farmaci finché non fossero stati effettivamente
provati su un gran numero di persone.
Non si
possono avere entrambe le cose. Se insisti sul fatto che non hai testato la sicurezza
dei tuoi prodotti prima di rilasciarli al pubblico – e questo è ciò che avevano
fatto Pfizer, Moderna e J&J quando avevano sviluppato i farmaci nel 2020 –
non puoi negare che le persone a cui li inietti l’anno dopo stanno partecipando
ad un esperimento.
Inoltre,
sono i propagandisti stessi a scoprire il gioco: si riferiscono apertamente al
massiccio programma di vaccinazione in corso come ad una “prova” che i farmaci
sono sicuri. Ma questo significa che si basano sui risultati dell’uso effettivo come
sostituto di una sperimentazione clinica.
“Il
vaccino funziona”, ha detto alla CNBC il dottor Mark Sawyer, che aveva fatto
parte del comitato consultivo della FDA che aveva approvato i farmaci nel 2020.
“
Questo
è stato chiaramente dimostrato sia dai tassi di mortalità che dai tassi di
ospedalizzazione quando si confrontano le persone vaccinate con quelle non
vaccinate.” Intendiamoci, i propagandisti non hanno davvero scelta nel dire
questo; gli
Stati Uniti, come altri Paesi, stanno attivamente vaccinando interi gruppi di
persone – donne incinte e bambini piccoli – che erano stati completamente esclusi dai test dei produttori.
Ma citare questa esperienza come prova della
sicurezza dei farmaci significa – lo ripeto – che le persone che ora ricevono i
loro vaccini, in realtà, fanno parte di un enorme esperimento medico. E, naturalmente, non viene detta loro
la verità su questo.
La
sperimentazione medica umana senza consenso informato non è solo un altro
errore legale. È un crimine contro l’umanità. Pensate a questo quando leggerete il prossimo editoriale che
canta le lodi della campagna di “vaccinazione.”
3.) I “fatti” dati in pasto al pubblico
sono palesemente senza valore.
Sì, lo
so: Ho iniziato questo articolo con l’affermazione che non possiamo combattere il
fascismo COVID una bugia alla volta. Ma anche un rapido campionamento è sufficiente a
confermare – per chiunque abbia ancora bisogno di prove – che siamo tutti immersi in una
propaganda così ingannevole che nessuna di esse può essere presa sul serio.
Prendete
l’ultimo porno di paura che emerge da New York, sempre un’affidabile cartina di
tornasole sulle tendenze della propaganda COVID-19. Il giorno di S. Stefano, un coro assordante di mezzi di
comunicazione di massa aveva amplificato l’affermazione del Dipartimento della
Salute dello Stato di New York secondo cui “il numero di bambini ospedalizzati
con COVID-19 è in aumento” a New York, con in più dettagli compiaciuti,
anche se irrilevanti, sulle misure da stato di polizia da imporre a chiunque
fosse stato abbastanza imprudente da tentare la tradizionale festa di Capodanno
a Times Square.
(Per
la cronaca, le molestie ufficiali includevano: museruole obbligatorie sia
all’esterno che all’interno; prova obbligatoria di “vaccinazione” più un documento d’identità
personale per chiunque avesse più di 5 anni; un blocco di polizia intorno alla
zona che aveva impedito alla gente di entrare fino a dopo le 3 del pomeriggio e
un forte limite alle dimensioni totali della folla anche dopo. Deve essere
stata una festa deliziosa).
I
demoni responsabili di questo “allarme” vogliono chiaramente farci credere che
i bambini di New York stanno morendo in massa a causa del “virus mortale” e
che, se non li inietteremo subito con dei farmaci sperimentali, moriranno
tutti.
Ma
cosa mostrano in realtà le prove? Beh, niente.In primo luogo, anche se i titoli dei
giornali facevano sembrare che tutti i “bambini ospedalizzati con la
COVID-19” fossero ricoverati a causa della COVID19, la stampa fine nei database
riportati dagli articoli raccontava una storia diversa.
Infatti,
le cifre riguardavano il “numero di pazienti ospedalizzati e il numero di pazienti in
unità di terapia intensiva (ICU) tra i pazienti con malattia COVID-19
confermata dal laboratorio”: in altre parole, includevano tutti i ricoveri, dovuti a
qualsiasi causa, per i pazienti che avevano semplicemente generato un risultato positivo
al test per la COVID19 durante il periodo in questione.
Dato
che questi test consistono di solito in un test PCR con una soglia di ciclo di
amplificazione non specificata, e dato che tali “test” sono notoriamente inaffidabili, il numero di risultati “positivi”
dei test in bambini ricoverati per cause che includevano, per quanto ne
sappiamo, braccia rotte, streptococco, morbillo, commozioni cerebrali, ecc. non
ci dice praticamente nulla su come la COVID19 abbia colpito i bambini di New
York.
In
secondo luogo, c’è la questione dei numeri assoluti rispetto a quelli relativi.
Quanti
ricoveri pediatrici effettivi si erano verificati a New York quando il
Dipartimento della Salute aveva lanciato l’allarme? I demoni non ce l’hanno mai detto e,
ancora una volta, la stampa fine ha contraddetto i loro titoli sensazionalisti.
Il
comunicato stampa del Dipartimento della Salute notava, tra parentesi, che un
totale di 30 bambini tra i 12 e i 17 anni avevano dato un risultato positivo al
test COVID19 negli ospedali di New York durante la settimana precedente, e che “circa la metà” del numero
totale riguardava bambini sotto i 5 anni.
È
vero, questo ha lasciato aperta la questione di quanti fossero quelli tra i 5 e
gli 11 anni, ma penso che sia logico pensare che se i bambini tra queste età
fossero stati ricoverati in ospedale in numero maggiore rispetto ai loro
coetanei più grandi, il Dipartimento della Salute lo avrebbe comunicato.
Quindi
diciamo, per amor di discussione, che stiamo parlando di 60 ricoveri
ospedalieri per bambini sopra i 5 anni, per un totale di circa 120 nella
settimana. Dato che ci sono quasi 4,2 milioni di bambini nello stato di New
York, 120 test positivi per la COVID19 (con metodi dubbi) negli ospedali di New
York in un periodo di sette giorni non sembra affatto un motivo di panico.
E
questa è solo una di tutta una serie di invenzioni simili.
Il CDC
ha sostenuto per mesi che “le persone non vaccinate che si erano precedentemente riprese
da un’infezione da coronavirus” hanno “cinque volte più probabilità di prendere
la Covid rispetto alle persone che avevano ricevuto entrambe le dosi dei
vaccini Pfizer-BioNTech o Moderna.”
Poiché
questo risultato contraddiceva direttamente uno studio molto pubblicizzato da
Israele, mi sono preso la briga di rivedere i dati reali. Ed è venuto fuori che i numeri non
solo non supportano le affermazioni del CDC, ma dimostrano l’esatto contrario
di ciò che gli “esperti” sostengono.
Mettendo
da parte i metodi utilizzati per determinare chi era “precedentemente guarito”
da un’infezione da COVID19 e per garantire che i soggetti “vaccinati” non
fossero anche precedentemente guariti da una tale infezione (metodi entrambi
discutibili), gli autori del documento avevano registrato 6.328 ricoveri “tra i
pazienti completamente vaccinati e precedentemente non infetti,” mentre tra i
pazienti non vaccinati e guariti, il numero totale dei ricoveri era solo di
1.020.
Anche
le piccole proporzioni di quei pazienti che successivamente erano risultati
“positivi” per la COVID19 erano state pesantemente ponderate a favore dei
vaccinati: 324 contro 89. Ora, prendetevi un momento per considerare quanto
questi numeri siano devastanti per l’affermazione fatta dal CDC: cioè che la vaccinazione da sola dà
molta più protezione dalla COVID19 dell’immunità naturale.
Gli
stessi dati dello studio dimostrano che questa è una bugia.
Infatti,
se i numeri vengono presi sul serio, suggeriscono che è sei volte più probabile
essere ricoverati in ospedale dopo essere stati “vaccinati” che dopo essersi
ripresi da un’infezione da COVID – e che è tre volte più probabile essere
ricoverati con COVID19 [dopo essere stati vaccinati]. Quando è stata l’ultima volta che
avete sentito questa spiegazione nei media tradizionali?
Quindi
non sprecate il vostro tempo a leggere l’ultimo “studio” sulla COVID19
pubblicizzato dal New York Times per spingere i cittadini più creduloni a
conformarsi. Supponete, semplicemente, che vi stiano mentendo e avrete ragione così
spesso che le eccezioni non avranno importanza.
4.)
Gli “esperti” non possono essere presi sul serio.
E poi
ci sono gli “esperti.” Quante volte questi portavoce degli Infallibili devono
contraddirsi prima che smettiamo di ascoltarli?
All’inizio
ci avevano detto (correttamente) che le mascherine non offrono alcun ostacolo
reale alla diffusione di un virus respiratorio. Poi, con un dietrofront senza
spiegazioni, avevano insistito che indossare una mascherina – qualsiasi tipo di
mascherina –
forniva uno strato essenziale di protezione. (Proprio al momento giusto, i media
si erano messi a strepitare contro le persone “senza mascherina” avvistate ai
raduni di Trump – o in luoghi altrettanto disdicevoli – come se fossero stati sorpresi a
ballare nudi per Main Street).
Ora
gli “esperti” si sono superati dicendoci che se vogliamo una vera protezione,
dobbiamo “passare” alle mascherine N95 o KN95. Non significa forse che ci hanno
mentito per più di un anno e mezzo quando ci avevano assicurato che indossare
una mascherina di tela o di carta era il modo in cui il cittadino sottomesso
“faceva la sua parte”? Certo che sì, ma non aspettatevi che la stampa mainstream
sollevi questa scomoda questione.
E che
dire dei “vaccini”?
Quando quei farmaci sperimentali erano stati approvati
per la prima volta, ero stato uno dei molti scrittori critici che avevano fatto
notare come il regime di due somministrazioni richiesto
dalle autorità fosse solo l’inizio e che presto ci sarebbe stato ordinato di
fare una terza iniezione, poi una quarta e che, alla fine, ci sarebbe stato
detto che la “vera” vaccinazione era un processo senza fine, come la stessa
“nuova normalità.” Sciocchezze, avevano ridacchiato gli Infallibili.
Ma ora
Anthony Fauci stesso sta dicendo che è in gioco la definizione stessa di “completamente vaccinato,” così che
“sarà una questione di quando, non di se.” Prendetevi un momento e pensate
all’enormità di questa idea.
In
futuro, il vostro status medico non sarà basato su fatti oggettivi, ma sui pronunciamenti arbitrari delle
autorità.
Non
importa quali iniezioni avete fatto o quante o quanto di recente o se siete
malati o suscettibili di ammalarvi o che tipo di anticorpi avete o quali
trattamenti medici avete o non avete subito in passato, se il dottor Fauci e i suoi sgherri decidono
di riscrivere la definizione di “vaccinato” potreste trovarvi improvvisamente a
far parte di quella sottoclasse demonizzata che, secondo gli editorialisti del
New York Times, è responsabile di tutti i problemi del mondo.
E
quando questo accadrà, non ci sarà nulla che potrete fare, se non obbedire agli ultimi ordini
degli Infallibili. Nemmeno il vostro “pass vaccinale” vi aiuterà.
Quindi
non si tratta nemmeno del fatto che gli esperti si contraddicono in
continuazione, dandoci in pasto una storia falsa dopo l’altra – anche se,
naturalmente, lo hanno fatto. Ora hanno portato la neolingua ad un livello completamente
diverso, arrogandosi il potere di cambiare il significato dei termini medici
tradizionali.
In
futuro non ci saranno contraddizioni da parte degli esperti perché, ogni volta
che lo troveranno conveniente, gli esperti semplicemente ridefiniranno una o due
parole per rendere i loro pronunciamenti passati coerenti con quelli attuali.
E chi
sono questi “esperti”?
La maggior parte degli articoli dei media
sulle statistiche COVID19 cita, direttamente o indirettamente, il Johns Hopkins Center for Health
Security come fonte principale di informazioni. Raramente però menzionano il fatto che il braccio informativo
sui coronavirus della Johns Hopkins è finanziato da Bloomberg Philanthropies e
dalla Stavros Niarchos Foundation e che entrambi hanno legami significativi con
l’industria farmaceutica – un fatto che avrebbe dovuto squalificarlo molto tempo fa
come fonte di dati “oggettivi.”
Per
quanto riguarda lo stesso Center for Health Security, avevo già sottolineato in un
precedente articolo i suoi stretti legami con l‘American Enterprise Institute,
uno dei think tank che aveva aperto la strada all’invasione dell’Iraq del 2003.
Le
bugie dietro quell’invasione erano state smascherate abbastanza rapidamente.
Questo perché i propagandisti dell’AEI erano stati abbastanza imprudenti da
fare affermazioni – soprattutto sulle “armi di distruzione di massa” irachene –
che potevano essere verificate pubblicamente.
I loro
partner alla Johns Hopkins sono stati più discreti: quando, nel 2020, avevano
affermato che non ci sarebbe stata “nessuna tregua estiva,” insistendo sul
fatto che le morti da COVID19 non erano stagionali e che i lockdown sarebbero
continuati, di tanto in tanto, per “diversi anni,” quelle bugie avevano poi
potuto essere giustificate come proiezioni troppo pessimistiche – proiezioni
che potrebbero ancora avverarsi, per quanto ne sappiamo, se tutti non obbediranno
al Grande Fratello.
(A
proposito, non sono l’unico a notare l’inquietante storia dell’organismo dal
rassicurante nome di Centro per la Sicurezza Sanitaria. L’avvocato tedesco Paul Schreyer ha illustrato in dettaglio il suo
lungo coinvolgimento in “simulazioni” di bioterrorismo, in cui argomenti come
l’imposizione della legge marziale e altre tattiche da stato di polizia erano
state spesso discusse dai partecipanti di alto livello).
Quindi,
questi “esperti” di alto profilo non sono altro che i bugiardi portavoce professionali di
una classe politica bugiarda.
Avete
davvero bisogno di saperne di più su di loro?
5.).
La vaccinazione COVID comporta una ridefinizione radicale del valore umano.
Infine,
dobbiamo renderci conto che le perversioni degli ultimi due anni non sono state
solo politiche e legali. Gli Infallibili hanno manomesso i termini di base
dell’umanesimo e della moralità – e questo dovrebbe farci ribellare tutti.
Cominciamo
con l’ovvio.
Una politica che scoraggia deliberatamente i
medici dal curare i pazienti malati – che, di fatto, causa la morte di
innumerevoli persone che altrimenti avrebbero potuto essere salvate – non è affatto una politica sanitaria;
è un crimine.
Eppure
questa è stata proprio la politica perseguita da Fauci, dal CDC e dal National
Institutes of Health, che, per quasi due anni, hanno fatto del loro meglio per
impedire l’uso di terapie empiricamente dimostratesi valide per la COVID19.
Come
risultato, secondo il dottor Scott Atlas (la cui voce dissenziente sulla Task
Force di Trump sul Coronavirus è stata generalmente sepolta sotto le rumorose
calunnie dei media), “gli studi clinici urgentemente necessari da parte del NIH e
della FDA non sono mai stati eseguiti,” mentre ” con un’altra mossa senza
precedenti,
ai medici è stato impedito di utilizzare [l’idrossiclorochina], anche se prescrivere qualsiasi altro
farmaco approvato per un uso off-label era routine.”
E
chiunque cercasse di dire la verità sui social media su farmaci come
l’idrossiclorochina o l’ivermectina rischiava di scontrarsi con la censura dei
social media.
Ma il
male va ancora più in profondità.
Oggi
ci viene venduta una premessa mai abbracciata prima da una società civile: la nozione che ogni essere umano è
una minaccia pubblica per definizione, che le persone sono malate fino a
prova contraria e pericolose fino a prova contraria, che il semplice atto di
respirare – cioè di vivere – richiede una sorta di giustificazione morale e
politica. E
i termini di questa giustificazione possono essere determinati solo dai poteri
superiori; a
voi e a me non viene data voce in capitolo su ciò che ci solleva dallo status
di pericolo pubblico.
Basta
considerare quanto sia radicalmente incompatibile una tale idea con qualsiasi
tipo di società aperta o democratica.
Se le
persone sono definite come minacce pubbliche, come possono contemporaneamente
costituire la massima autorità pubblica – uno status che è la caratteristica
distintiva di una democrazia? Come possono i nemici del popolo essere “il popolo”?
Se il
diritto di respirare di un essere umano (a meno che non gli siano stati
iniettati farmaci sperimentali, non indossi una museruola e non scriva nulla di
discutibile sui social media) può essere arbitrariamente limitato, quali sarebbero allora i
diritti di un essere umano? Non c’è bisogno di dire che, in un tale contesto, la nozione tradizionale di
“cittadinanza” diventa completamente irriconoscibile.Nel frattempo, dobbiamo essere onesti
con noi stessi. Nessun partito politico ci salverà dal colpo di stato COVID. Negli Stati Uniti, con rare
eccezioni, i Repubblicani stanno facendo le pulci ai loro rivali su questioni
“culturali” e ignorano il più massiccio attacco alla libertà nella storia moderna
dell’America. E, anche se vanno male nei sondaggi, i Democratici in carica si rifiutano
ostinatamente di capire la situazione.
Una
“mezza dozzina di governatori democratici” ha recentemente detto a Politico
quale pensano sia il problema: “Il partito,” hanno detto, “ha bisogno di trovare un
messaggio che riconosca l’esasperazione degli elettori nei confronti del virus
e i suoi impatti economici e sociali.”
Commenti
del genere ci dicono tutto quello che abbiamo bisogno di sapere su questi
truffatori professionisti, che sperano ancora di farci credere che sia stato
“il virus” ad aver chiuso le nostre imprese, rubato le nostre arti dello
spettacolo, distrutto la nostra assistenza sanitaria, torturato i nostri
bambini e liberato una partita di farmaci non testati sui nostri sistemi immunitari,
con altre iniezioni obbligatorie in arrivo, anche se il bilancio delle morti di
questo orribile esperimento continua a salire.
Ma,
naturalmente, “il virus” non ha fatto nulla di tutto ciò. Sono stati i capi. E, se non li
fermiamo, continueranno a farlo.
Se poi
avessimo bisogno di un’ulteriore prova di quanto è in gioco, l’abbiamo avuta questo mese da
un’importante compagnia di assicurazioni sulla vita dell’Indiana, che,
all’inizio del nuovo anno, ha annunciato che “il tasso di mortalità è aumentato
di uno sbalorditivo 40% dai livelli pre-pandemici tra le persone in età lavorativa”
tra i 18 e i 64 anni.
Questo
aumento “inaudito” non può essere attribuito alla COVID19; gli stessi dirigenti delle
assicurazioni dicono che i tassi di mortalità sono fortemente diminuiti per
quella malattia.
A che
cosa allora? L’impennata dei tassi di mortalità potrebbe avere qualcosa a che fare con
i “vaccini” che sono stati imposti a centinaia di milioni di Americani? O sono le conseguenze sulla salute
delle tattiche da stato di polizia che hanno devastato la nostra società? È
giunto il momento di chiedere le risposte a queste domande.
Con
quali metodi?
L’8 dicembre, rivolgendosi ai colleghi
accademici, Giorgio Agamben aveva messo in dubbio che abbia ancora senso “combattere
o agire in nome di principi e concetti come la democrazia, la costituzione, il
diritto” e così via; dopo tutto:
Che
senso avrebbe invocare i propri diritti a Hitler, Stalin o Mussolini?… Siamo di
fronte ad un governo che ha abbandonato ogni legalità. Se non capite questo,
non capite la situazione in cui ci troviamo…
Quello
che abbiamo davanti a noi è un avversario, un’inciviltà alla sua fine, e questo
sembra essere confermato dalle misure estreme che questo avversario ha scelto.
Come
può un governo scegliere misure così infami, estreme, distruttive come ha fatto
questo governo?… Perciò, credo che dobbiamo inventare nuove strategie; di fronte ad un tale avversario
dobbiamo inventare nuove strategie.
“Nuovo”
in questo contesto non deve significare senza precedenti. Siamo abituati ad usare
esclusivamente un vocabolario politico secolare. Ma, quando l’essenza stessa
dell’umanità è sotto attacco, dobbiamo pensare ad altri e più elementari tipi
di espressione.
Quella
in cui siamo impegnati è una lotta spirituale. È una battaglia per la sopravvivenza
dell’anima umana, e in questa battaglia le nostre armi principali saranno
probabilmente quelle spirituali: coraggio, speranza, sacrificio, fede.
Ricordate,
i nemici dell’umanità hanno un punto debole: non credono negli esseri umani e,
di conseguenza, non comprendono il potere contenuto in ogni anima che rifiuta
di essere ingannata.
Ascoltate
uno qualsiasi dei loro recenti pronunciamenti e noterete subito che gli
Infallibili pensano di parlare a dei bambini.
“Come pensare ai dati Covid in questo
momento,” si legge in un titolo del New York Times del 7 gennaio – come se
fosse perfettamente naturale per il Times insegnare ai suoi lettori “come
pensare.”
Ma ho
il sospetto che da tale condiscendenza siano rimaste offese molte più persone
di quanto il Times e i suoi colleghi propagandisti non si siano ancora resi
conto. E
guai al truffatore che sottovaluta la sua vittima!
Il
propagandista che crede di mentire ai bambini farebbe bene a ricordare
l’avvertimento di un uomo famoso: “sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo
una macina da mulino e che venisse affogato nelle profondità del mare.”
Ma, su
questo, lascerò che siano i miei lettori a trarre le proprie conclusioni.
(Michael
Lesher-- thelastamericanvagabond.com).
(thelastamericanvagabond.com/truth-or-covid/).
Cina: il più GRANDE disastro
di cui
la Storia avrà memoria.
Comedonchisciotte.org-Gioco-spazio aperto-
(5-2-2022)-ci dice :
Se c'è
una cosa che non sopporto è scrivere ciò che so perfettamente non verrà
compreso e senza che nessuno ne abbia colpa, sforzarmi di scriverlo con tutti i
crismi per ridurre al minimo i fraintendimenti e per ciò spendendoci un oceano
di tempo (per fortuna che almeno non lo rubo a nessuno) e in mezzo a difficoltà
neurologiche discretamente serie, con il mio demone che non sente ragioni e per
argomenti delicati che non sono quasi mai d'accordo a condividere...
Anche
perché alla certezza dell'incomprensibilità indipendente dai miei miserabili
sforzi o quelli del mio prossimo per starmi dietro si somma pure la
consapevolezza che chi mi ascolta difficilmente me ne renderà poi merito un
domani e sempre per i soliti meccanismi della Mente che mente, che non lasciano
scampo quando di mezzo ci sono argomenti così "seri" e ostici.
Per fortuna non vado in cerca di proseliti, ne
mi interessa ricevere premi o men che meno notorietà. Mi limito a eseguire quanto il mio
demone comanda.
Ben tornati a tutti, miei eroici lettori, in questo
ennesimo POST pirata, lasciato in questa riserva indiana accessibile a pochi
eletti, dove ci lanceremo in una di quelle maratone che chiamarle sfide è
riduttivo.
Il
GioCo è sempre lo stesso, non so se ciò che scrivo è vero, non mi interessa e
non cerco di spacciarlo come tale, per ciò va inteso come tema di riflessione frutto di
un metodo che si basa sulla ricostruzione coerente di un quadro il più
possibile allargato.
La Cina, questo mistero.
Come
molti degli argomenti che tratto, dico subito che ne so poco , ma dato che non
mi occupo di verità, quel che mi interessa è trattare il celeste impero per una
certa porzione specifica di eventi più generali, anche se poi reagisce con una
"estetica" tutta sua.
Detto questo, non considero un individuo cinese
"strutturalmente" diverso da uno occidentale. Se anche in Cina le tradizioni
insegnano a dare più importanza alla relazione sociale (quindi alla Cina in
quanto identità comune di un popolo, una terra e una storia) rispetto
l'individuo,
poi però a guardare bene nel dettaglio e oltre le apparenze, troviamo gli
stessi identici meccanismi emotivi a regolare le relazioni, meccanismi così
poco compresi e così poco riconosciuti come apicali nella disamina dei
comportamenti umani, tanto in Cina come da noi in quest'accidente di occidente.
Facciamo alcune premesse: il drago è una
figura collocata per lo più nel mito (e non ci interessa qui tirarlo fuori da
quel contesto) un po' ovunque.
Certo,
in oriente tende a prendere un aspetto più serpentino che canide, ma sempre con
4 zampe e la capacità di sputare fuoco.
Nel
mito nostrano il drago è narrato sia come un predatore spietato, sia come una
forza in grado di garantire stabilità e giustizia per tutti.
Pensiamo
ad esempio a Excalibur e alla dinastia dei Pendragon oppure a Vlad III membro
della Casa dei Drăculești, fondata per proteggere il cristianesimo nell'Europa
orientale.
Come
da noi, quindi, anche in Cina c'è una radicata tradizione che eleva il drago a
figura ancestrale che accompagna le dinastie più nobili e antiche, epiche
battaglie e grandi figure eroiche o mostruosi abomini.
Certo,
in Cina è più spesso una forza positiva associata alla salute, all'armonia e
alla fortuna.
Ciò
non di meno anche alla brutalità e alla prepotenza, tipica dei rettili.
Perché
spendo così tanto tempo con questa "forza" e per di più senza
toglierla dal mito a cui appartiene?
Perché
oltre ogni evidenza evidente è la proiezione che più facilmente si avvicina,
nella tradizione popolare cinese, al capitalismo (finanziario) all'occidentale,
dal momento che viene fatto proprio dalla Cina.
Diciamo
che è un buon simbolo per un cinese del capitalismo "alla cinese".
Noi
però come sottotraccia lo continueremo a intendere come un crimine contro
l'umanità a prescindere da chi lo esercita, che sia cinese, occidentale o
persino lunare è un modo molochiano di intendere i rapporti umani, cioé basato
sul sacrificio dell'innocenza, sempre e comunque.
La Cina ha una lunghissima tradizione di
isolamento e autonomia.
I cinesi in generale si sentono molto cinesi e
molto legati alla loro origine. Per confronto, un italiano medio è agli
antipodi.
Non
dico che è per nascita cosmopolita, sotto traccia forse noi siamo anche più
legati di un cinese medio alle nostre tradizioni, non fosse altro che per lo
spessore e la densità storica di cui nel bene e nel male siamo il risultato,
tuttavia non facciamo mai mistero di come la miseria domini sopra ogni altra
cosa in casa nostra e siamo per ciò abituati a considerare l'italianità più
come una iattura che un vanto, tant'è che il biasimo verso i nostri
connazionali tende a sprecarsi e di contro per confronto ci risulta facile
avere ammirazione per qualsiasi altra realtà che non sia la nostra. Per i
cinesi non è così.
Certò "i cinesi" per una massa che
arriva quasi al miliardo e mezzo è un genericismo da cui dovremmo un po'
prendere le distanze.
In Cina vi sono oltre 56 etnie riconosciute e
poco in porta che quella più nota e diffusa sia quella Han, con una popolazione
che da sola supera abbondantemente il miliardo.
Ecco, qui però c'è il primo problema
consistente. Il numero di persone.
Non si
possono rendere tutte "felici" con il modello occidentale. Non c'è
abbastanza "ricchezza" sul pianeta. Come diceva un mio caro amico che
aveva studiato a Londra economia, "...Se i cinesi decidessero domani di
pulirsi il culo con la carta igienica in un attimo sparirebbe l'Amazonia". Lasciando perdere che
l'Amazonia ce la fa anche da sola a sparire, senza il contributo dei culi
cinesi, direi comunque che il termine di confronto è efficace.
Questo ci dice una cosa molto semplice: la Cina non può essere la protagonista
del progresso tecnologico "all'occidentale" del futuro. Non così com'è adesso per lo meno,
con una popolazione in eccesso valutabile in quasi un miliardo.
Quindi il capitale umano della Cina è la sua risorsa
primaria, ma anche il suo tallone d'Achille nella prospettiva di un controllo
futuro del pianeta per via dello sviluppo delle nuove tecnologie.
Da qui è scontata la seconda domanda: quanti
"cinesi" stanno effettivamente "godendo" della transizione
da un economia fondamentalmente rurale e una industriale? Più o meno 400milioni di persone.
Sono
queste poi che godendo del capitalismo digitale lo subiscono anche. Tutti gli
altri "spariscono". Non esistono. Non hanno una dimensione e nemmeno un
posto nella società del futuro. Ma è peggio di così, infinitamente peggio e
adesso andremo a capire meglio cosa c'è nel cuore del drago "alla
cinese".
Qualcosa che fa apparire il "nostro"
drago (per confronto) espressione di quello specifico consesso catto-giudaico
"buono".
Distinguiamo l'economia reale da quella finanziaria.
Nell'economia reale ci mettiamo un bene
primario per lo sviluppo del futuro: il chip.
Per
quella finanziaria ce ne mettiamo un altro e proprio di un
"servizio": l'esternalizzazione.
Potremmo
considerare il primo un bene e il secondo un servizio strettamente legato a
quel bene. Nel
senso che l'uno non avrebbe il valore che ha senza l'altro.
Esternalizzare, significa
"trasferire" da un ente o un individuo a un altro, la responsabilità
di una certa azione che comporta dei rischi di tipo legale e in specie quando
lede i diritti naturali dell'Uomo.
Ma
come si fa a disaccoppiare la responsabilità da chi commette il crimine?
Come
faccio a dire che non è chi ha sparato ad essere il colpevole, ma il problema
sei tu che non centri assolutamente niente, tant'é che stavi a chilometri dalla
scena del delitto?
Bho,
molto più semplice di quanto crediamo o vorremmo. Noi anime candide, tendiamo
sempre a pensare che il significato di quel che accade sia in ciò che accade, non che il significato sia dato a ciò
che accade e quindi è per natura manipolabile.
Qualsiasi evento è sempre "vittima" dell'interpretazione.
Ad esempio, se brucio sul rogo una strega,
scaccio il demonio e con ciò non posso ritenermi responsabile di aver commesso
un delitto orrendo, ho fatto invece la cosa giusta per me e per la stessa
persona, oramai non più "padrona" del suo corpo.
Gli ho fatto quindi "del bene" anche
se come "nostro Signore Gesù Cristo" ha dovuto soffrire, si è però in
questo modo purificato il suo animo.
Se non
vi piace il parallelo storico con la visione cattolica della stregoneria
medievale, possiamo passare alla psichiatria della prima ora?
Era
scienza,
ma non meno orrida e brutale. Possiamo procedere in questo modo trovando ogni volta che la
questione dei diritti è un tema fin troppo pieno di rovesci.
La Cina è un esempio plastico di questi rovesci.
Ma per
arrivarci dobbiamo guardare un termine preciso, oltre la popolazione e la
distribuzione su base etnica.
Ogni
economia (l'ho detto tante e tante volte, al solito inascoltato) che sia basata
sullo sviluppo "civile", basa il suo relativo successo sulla
infrastruttura.
Ad esempio per gli antichi romani erano le
strade che collegavano ogni angolo dell'Impero e nell'Urbe erano gli acquedotti
e le fognature, testimoniati dalle immancabili terme. Quando parliamo quindi di una
economia di successo, parliamo sempre di infrastrutture di successo che
marchiano quella specifica economia. Nel caso cinese è indubbiamente
l'elettronica e nella sua proiezione fuori dai confini, le connessioni
digitali.
L'America, che è una talassocrazia che ha per
ora in mano la parte esterna di quella rete digitale, sia nei suoi servizi
strategici principali (come lo SWIFT) sia nella garanzia della sua relativa
sicurezza (con la Marina militare) e buon funzionamento, garantisce e
amministra "il servizio".
Ad esempio con la protezione delle dorsali
marine. Ovviamente questo dota l'America di una capacità di ricatto che
contiene l'emergere di altri attori sullo scenario internazionale che
pretendono una quota di controllo su quella infrastruttura.
Per
l'America, oltre ogni evidenza evidente, è invece fuori discussione, perché è
una questione di sicurezza nazionale. Ma c'è un ma. Ciò che non si può
controllare si può sempre aggirare.
Allora cos'ha pensato la Cina (militare) a livello
strategico?
Che se
l'America non vuole condividere (riuscite adesso a capire cosa c'è dietro la parolina
"multipolare" proposta dalla Cina con la nuova via della seta?) alla Cina non importa, tanto il resto
del pianeta che conta qualcosa si trova quasi tutto nel continente euroasiatico, rendendo il dominio dei mari
secondario.
Quindi
la situazione diventa chiara: abbiamo da una parte una Cina che spinge per un’
eurasia unita e prospera e dall'altra l'America e le altre "potenze"
tagliate fuori economicamente (come il Giappone e l'Australia) che cerca
disperatamente in ogni modo di tenerla divisa per la sua stessa sopravvivenza
strategica e per la posizione di dominio che ancora occupa.
In
questa situazione paradossale, non manca il grottesco.
Ma
procediamo per gradi e torniamo indietro un passo. L'infrastruttura che più conta,
internamente ai paesi e per lo sviluppo economico è quella urbana. In soldoni
case, case moderne.
In quest'ottica l'edilizia civile e in specie quella
dei servizi pubblici di una realtà come
quella cinese deve essere pensata per volumi e densità che sono inconcepibili
al di fuori della moderna tecnologia, se le si vuole prospere, cioè con decine
di milioni di abitanti "da zero", che devono trasferirsi dai luoghi
tradizionali alle realtà moderne, con tutto ciò che questo comporta.
Quindi
per decine e decine di anni, la Cina ha investito una quantità di risorse
inconcepibile, tipo muraglia cinese, per costruire città moderne dove ci si
aspettava andassero ad abitare i cinesi.
Ma è
successo qualcos'altro. Intanto al solito, quando si muove un’ economia di
questo tipo sono iniziati gli inciuci degli amici degli amici (tradizione molto
cinese che la accomuna alle mafie nostrane) e date le proporzioni, cominciamo a
capire che se la corte del draghistan adesso fosse in Cina, dovremmo parlare di una galassia
sterminata di corruttela e marcescenza, coperta da un mirabile velo di seta
azzurrognola perché nessuno veda. Niente a che vedere con le proporzioni dei soliti
quattro politicanti nostrani e delle micraggini locali.
Insieme alla corruzione arriva sempre (perché
è nelle tendenze empative umane) il desiderio di andare oltre.
Strafare.
Esagerare.
Per
esempio dimostrando di poter fare cose che agli altri sono vietate, sia per
etica che per legge. Come divertirsi con le minorenni ad esempio.
Da qui
possiamo solo vagamente intendere il traffico umano che in un regime come
quello cinese può allestire, tale da far sparire quello dei tempi migliori del
Signor B., quando davanti a canale 5 c'erano le file di minorenni che
aspettavano "un provino" e da cui poi è stata selezionata certa
"gioventù" anche politica del nostro paese.
Insomma,
il Male
chiama il Male e la malapianta quando attecchisce, fino quando trova terreno fertile,
non fa che prosperare. Possiamo solo terrorizzarci a pensare cosa adesso c'è in
Cina.
Questo
però non può passare inosservato a livello locale. Così come nel primo dopoguerra da noi
non passava inosservato ai vecchi contadini che la vita cittadina era consumata
nello spreco e nell'assenza di etica "umana".
Da noi ci fu una specie di esodo di massa nei
luoghi urbanizzati, si dice per questioni economiche.
Ma
eravamo anche appena usciti da una guerra e il nostro paese prima era prospero.
In
Cina se c'è stata una prosperità maggiore di quella a cui erano abituati, era
di secoli e secoli precedente.
Erano
cioè seduti su uno stile di vita medio che certamente era dominato dalla
povertà assoluta, ma anche dalla dignità e dalla tradizione e che aveva
attraversato la guerra, garantendo comunque a tutti un certa coesistenza
pacifica e stabile.
Cioè
era un modello che "funzionava", non ne conoscevano "un altro
migliore". Certamente, poi le giovani generazioni come da noi hanno riempito le
moderne fabbriche di elettronica e adesso c'è una quantità crescente di laureati
con ottimi livelli di conoscenza e capacità ingegneristica.
Ma il
salto generazionale è stato troppo rapido.
Dov'è
andata a finire la massa di vecchi cinesi agricoltori? Ma soprattutto, sapendo
che le economie sono redistribuite in modo da alimentare le mafie locali, quanti si sono arricchiti e quali
sono le reali condizioni economiche della massa prevalente cinese?
Già solo sapere che "non esiste pensione in Cina" a me fa correre un brivido
lungo la schiena e ricorda bene le lezioni di capitalismo liberista vittoriano: la povertà
è male da estirpare. Nel senso che il povero deve morire.
Ma secondo voi, uno che vive in Cina, non vede che la città porta a
condizioni se possibile anche più miserabili di prima, almeno per quanto
riguarda le relazioni sociali e "l'etica" media? No, le proporzioni sono troppo vaste
e per un popolo abituato a dare più valore alla società che alla propria
persona, non può passare inosservato. Da qui la famigerata "lotta alla
corruzione" di Xi che con questa chiave iniziamo a inquadrare in modo
coerente.
Ma anche l'emigrazione mancata verso le "nuove
residenze" che comportano anche un nuovo stile di vita che oltre ogni
evidenza evidente, non è stata abbracciata in massa dai cinesi. Al contrario.
Uno
spaccato di questa realtà tenuta sotto una pesantissima cortina fumogena dal
regime, ce
lo da l'evento delle olimpiadi invernali di Beijing del 2022, che tanto ha fatto discutere,
soprattutto per la scelta del luogo, scelta che è stata fortemente voluta
dal regime e per creare una vetrina internazionale sui suoi supposti successi.
Invece
ha aperto una crepa per farci vedere le spaventose storture. Dalla gestione della pandemia ai
mille problemi di "sicurezza" degli atleti, a un altro problema più
importante e meno noto: il carbone.
Essendo un luogo dove si tengono sport invernali
possiamo immaginare che Beijing non sia esattamente all'equatore, cioè non è un
posto molto caldo.
La
stragrande maggioranza della gente deve scaldarsi e ha la possibilità di farlo
con il GAS, l'elettricità e il carbone.
Ora,
se da noi i prezzi del GAS sono alle stelle, però almeno ancora riusciamo a
farci un uovo al tegamino e tenere caldi i termosifoni. Questo grazie alle
infrastrutture che sono già in essere e che a Beijing non si possono permettere
tutti.
La
stragrande maggioranza deve fare affidamento sul carbone e in
"caldaie" di fortuna per stare al caldo.
Questo
rende l'aria delle città irrespirabile, come e peggio accadeva da noi quando la
maggior parte dei nostri riscaldamenti urbani andava a carbone (con le stufe) e
non potevi stendere fuori i panni se non volevi ritirarli più sporchi di prima.
Solo
che per noi all'epoca non c'era alternativa, mentre i cinesi di Beijing non ce
l'hanno per questioni economiche.
Soluzione
cinese?
La polizia entra nelle case dei più poveri e sfascia
le stufe per evitare che la gente bruci carbone che è stato vietato in
occasione delle olimpiadi e al solo scopo di esibire gli straordinari successi
in campo energetico della Cina .Quindi, riassumendo, gli investitori esteri hanno
riversato un sacco di soldi per realizzare una FALLIMENTARE bolla edilizia
dalle proporzioni BIBLICHE (che i subprime del 2008 con fallimento della Lehman
mollami) che nessuno va ad abitare, perché di fatto il regime si regge sulla
corruzione.
In compenso la grande massa occupa abitazioni
di fortuna, con tutto ciò che questo comporta non solo a livello di immagine,
ma anche di controllo sociale (pensiamo alla buffonata della politica "zero
covid" in una realtà di sto genere e iniziamo seriamente a
"ridere" del successo del ferreo controllo sociale alla cinese ma
anche a piangere per la devastazione che comporta).
In altre parole UN DISASTRO UMANO EPICO e
senza appello e proprio nel cuore della società che si dice "mettere al primo posto" il
benessere del popolo. Sono FAKE COLOSSALI. La realtà tanto decantata del successo
cinese è semplicemente UN DISASTRO UMANO, e per la precisione, il più grande DISASTRO SOCIALE che si
sia mai visto da quando esiste il genere umano.
Ed è un modello "di successo" che la
Cina (e con lei quest'accidente di occidente) intenderebbe esportare?
Si, esatto! Il drago (guardatelo bene in
faccia) è qui per quello.
Funzionerà? Ovvio che no.
Non
sta funzionando in Cina, fuori dalla coltre impenetrabile della propaganda e
per i freddi numeri, perché mai dovrebbe da noi?
Produrrà
solo tanta miseria umana, corruzione e criminalità e una spessissima pubblicità
positiva sopra a coprirla.
LA
NUOVA ONDATA DI CENSURA
DELLA
STASI RIVELA IL PROSSIMO
CAPITOLO
DEL COPIONE DI “BIG-PHARMA”.
Comedonchisciotte.org-Markus-
Toby Rogers-(02 Febbraio 2022 )-ci dice :
(tobyrogers.substack.com).
Pfizer
e Moderna chiederanno alla FDA e al CDC l'autorizzazione per continuare a riformulare
i loro vaccini Covid anche senza nuovi dati.
(BIG
PHARMA-FALSIFICAZIONE DATI VACCINI).
Ho
appena ricevuto un’altra sospensione di 30 giorni da Facebook. È sempre
interessante capire quali post avevano scatenato la Stasi. Lo scopo della censura è eliminare
tutti i fatti che contraddicono la narrativa dell’industria farmaceutica. Quindi, il fatto che abbiano
censurato uno dei miei post mi fa capire che quel contenuto aveva centrato
l’obiettivo.
Molte
delle mie precedenti sospensioni erano avvenute nelle settimane precedenti alle
decisioni chiave della FDA e del CDC sulle applicazioni del vaccino mRNA.
Ero
stato molto visibile sui social media, avendo condiviso informazioni sul motivo
per cui i rischi di questi trattamenti superano i benefici.
A
quanto pare, Pfizer e Moderna avevano appena fatto richiesta per ottenere
un’approvazione in extremis e la Stasi si era messa al lavoro, bannando
chiunque pubblicasse dati o analisi che avrebbero potuto danneggiare la loro
agenda.
Mi
avevano sospeso circa tre settimane prima della decisione della FDA/CDC, giusto
il tempo di ottenere l’approvazione richiesta e poi far scadere la mia
sospensione.
Ed ora
sembra che ci siamo di nuovo.
Stavolta,
Facebook mi ha sospeso per un post di due mesi fa. Non hanno spiegato la loro
decisione e non hanno segnalato inesattezze specifiche nel mio post. Ma chiedetevi, perché questo
particolare post avrebbe messo in allarme la psico-polizia?
Ragazzi
e ragazze ascoltate.
La battaglia che ci attende è questa: sia
Pfizer che Moderna hanno annunciato l’intenzione di sviluppare entro 100 giorni
nuovi sieri mRNA multivalenti per affrontare le nuove varianti.
Sosterranno
alla FDA e al CDC che queste nuove inoculazioni (ora siamo alla quarta dose di
un prodotto fallito) dovrebbero essere esentate da carichi legali retroattivi,
e questo senza ulteriori studi clinici perché sono simili al prodotto esistente
(spazzatura mortalmente tossica).
Se ciò
accadesse, tutte le dosi future di questo prodotto, qualunque sia la loro
formulazione, non saranno mai sottoposte a studi clinici di alcun tipo.
Ho
difficoltà ad immaginare uno scenario più apocalittico: iniezioni, per la maggior parte
della popolazione del mondo sviluppato, ogni sei mesi, per sempre, senza
studi clinici e senza idea di cosa ci sia nella fiala.
È il
sogno dell’eugenetica al tempo di Hitler.
Dobbiamo
iniziare ora a fare pressioni e dire ad ogni funzionario eletto e ad ogni
autorità regolatrice che dovranno esserci nuovi studi clinici o saranno perseguiti in una Norimberga
2.0.
I
Repubblicani che sperano di riprendersi il Congresso nel 2022 devono essere in
linea nel richiedere nuovi studi clinici.Gli studi clinici attuali sono una
schifezza ma ci danno la possibilità di vedere come queste aziende truccano i
dati e faranno da punto di riferimento (per dimostrare che hanno mentito)
quando arriveranno i dati del mondo reale. Abbiamo pochissimi dati sulle nuove
varianti ma i piani di Pfizer e Moderna di procedere senza studi clinici
possono scatenare un effetto-estinzione per l’umanità.
Aggiornamento:
il
messaggio ai funzionari eletti deve essere semplice — Qualsiasi nuova formulazione
necessita di una nuova sperimentazione clinica adeguata (50.000 partecipanti,
durata dello studio di almeno 2 anni, monitoraggio a cura di una terza parte
indipendente).
Le mie
affermazioni in questo post si basavano su anni di studio del copione di
Big-Pharma. Ci sono forse prove che tutto ciò che ho scritto in questo post non è
corretto? Big-Pharma cercherà di ottenere questi vaccini riformulati contro il
coronavirus senza ulteriori controlli normativi.
Quali
che siano questi studi clinici, saranno delle prove fasulle, come le recenti
domande di autorizzazione all’uso di emergenza per la terza dose.
Come
ricorderete, lo “studio” della terza dose di Moderna aveva avuto 149
partecipanti nel gruppo vaccino e il “trial” di Pfizer un totale di 200
partecipanti. Ne avevo scritto qui.
Queste
“prove” erano state così carenti che i due principali regolatori della
sicurezza dei vaccini presso la FDA avevano preferito rinunciare all’incarico
piuttosto che approvare questa spazzatura tossica senza valore sotto la
pressione politica dell’amministrazione Biden. I
n
effetti, queste “prove” erano così lacunose che gli uomini (e le donne) scelti
personalmente dal “Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee” (Comitato Consultivo per i Vaccini e
i Prodotti Biologici Correlati, n.d.t.) avevano respinto le domande (16 contro
2), e quindi Janet Woodcock (commissario ad interim della “Food and Drug Administration” –
FDA,
n.d.t.) era stata costretta ad approvare le domande di suo pugno, contro il
loro parere.
Il
fatto che FB abbia censurato di punto in bianco questo post vecchio di due mesi
suggerisce che questo è esattamente ciò che Pfizer e Moderna stanno per fare:
riproporre
queste riformulazioni contro il coronavirus grazie al marciume presente nella
FDA e nel CDC e iniettarle a miliardi di persone, senza dati sulla sicurezza o
sull’efficacia.
Questi
vaccini riformulati hanno apparentemente lo scopo di affrontare la variante
Omicron, sebbene
una nuova variante potrà già aver preso il suo posto quando questi vaccini
riformulati saranno disponibili. Quindi, ancora una volta, è probabile che questi
vaccini abbiano un’efficacia nulla o negativa contro il virus e producano
effetti collaterali di livello sconosciuto, tra cui danni iatrogeni e
potenziamento anticorpo-dipendente. È anche probabile che l’introduzione
di vaccini riformulati acceleri l’evoluzione di nuove varianti.
Per
questo abbiamo bisogno di una rivoluzione. Ecco perché dobbiamo rovesciare il
regime esistente.
Negli
Stati Uniti gli enti pubblici e la maggior parte delle istituzioni private
lavorano per il Cartello.
E il Cartello in tutto il mondo sviluppato è
impegnato nel de-popolamento perché il de-popolamento è molto redditizio e
questo è ora il loro modello di business.
(Toby
Rogers- tobyrogers.substack.com).
(tobyrogers.substack.com/p/new-wave-of-stasi-censorship-likely).
QUI
DRAGHISTAN, INFERNO ITALIA.
ComeDonChisciotte.org-
Costantino Ceoldo-(04 Febbraio 2022)- ci dice :
ITALIA-GREAT
RESET.
“Quando
chiesero agli spartani perché avessero spade così corte, questi risposero: per
essere più vicini al nemico.”
Quanto
sono lontane nel tempo queste parole, per noi che oggi viviamo la follia
nel Draghistan una volta chiamato “Italia”…
Dal
primo febbraio 2022 gli Italiani hanno nuove regole di comportamento.
Regole
folli.
(I matti comandano e gli schiavi ubbidiscono
.Ndr.)
Se non
sei vaccinato, non puoi più entrare in una banca, in un ufficio postale, non
puoi ritirare la pensione. Devi essere vaccinato per lavorare e continuare a
lavorare nel pubblico impiego. Ma che tu sia un insegnante, un poliziotto, un
soldato, un medico, un semplice impiegato o un operaio di qualunque tipo, non
importa quale sia il tuo curriculum o da quanti anni presti servizio: se non
sei vaccinato finisci sospeso senza stipendio. Perfino un criminale in prigione
ha una sua diaria giornaliera e un poliziotto sospeso per motivi disciplinari
ha comunque mezzo stipendio per poter provvedere alle necessità di base.
Ma nel
Draghistan una volta chiamato “Italia” conta solo che ti devi vaccinare
altrimenti sei un “no vax” e la tua vita deve diventare un inferno. Così hanno promesso pubblicamente
non molto tempo fa a nome del governo il ministro Renato Brunetta e il
senatore Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della salute pubblica. Lo hanno fatto pubblicamente, senza vergogna alcuna ma anzi
vantandosene orgogliosi e soprattutto senza che nessuno li rimproverasse per
quanto appena detto.
Adesso,
se hai più di 50 anni, sei obbligato a vaccinarti, pena una multa una tantum di
100 euro. Più che una misura sanitaria, è una costrizione per fare cassa.
Tuttavia,
non è vero che abbiamo vaccini anti Covid tipo Star Trek, come ci viene fatto
credere.
Non li
abbiamo mai avuti. Non è neanche vero che siano efficaci, perché si è scoperto
che dopo poco tempo la protezione si attenua rapidamente per poi scomparire e
l’effetto pare si inverta, diventando addirittura un qualcosa che può favorire
la malattia.
Non è
vero che i vaccini siano farmaci definitivamente approvati perché, in realtà,
sono tutti sperimentali, autorizzati con procedura d’urgenza e la
sperimentazione è ben lungi dall’essere terminata. I loro contratti di vendita
sono segreti.
Le
aziende che producono i sieri hanno un’immunità giuridica assoluta e nemmeno
l’evidenza che i dati delle prime fasi della sperimentazione fossero stati
truccati è bastato a sollevare dubbi necessari.
Soprattutto, non solo sei forzato alla
vaccinazione ma devi lo stesso firmare una carta con la quale ti assumi tutti i
rischi.
Così,
come purtroppo hanno già sperimentato alcune famiglie italiane, un giudice può
archiviare la causa perché i vaccini non sono formalmente obbligatori e il malcapitato aveva firmato il
“consenso informato”.
Non è
vero quindi che non ci siano effetti collaterali.
Gli effetti collaterali a lungo termine sono ancora
ignoti ma, al contrario, sono oramai ben noti quelli a breve termine. Infarto. Ictus. Trombosi. Paralisi.
Ti tolgono il fiato. Ti rovinano il corpo e possono trasformarti in un
invalido. Ti
uccidono.
Ogni
giorno in Italia c’è uno stillicidio di morti improvvise, nel sonno o durante
attività banali. È un’epidemia volutamente ignorata di “malori improvvisi”, dagli esiti
fin troppo spesso fatali. Da quando poi la vaccinazione è stata estesa a tutta la
popolazione, adulti adolescenti e bambini, nessuno è più al sicuro da questa mostruosa
roulette russa.
Non è
vero, non è mai stato vero, che il Covid sia la peste del ventunesimo secolo.
Soprattutto non è vero che non ci siano mai state cure per gli ammalati e che
non potessero essere date ai primi sintomi: ci sono eccome!
E chi
invece segue il protocollo ufficiale (sic) per scelta o perché costretto,
rischia seriamente di finire intubato in ospedale e di morirci, magari pure maltrattato da medici e
infermieri dopo che hanno scoperto che non è vaccinato.
E per
che cosa poi?
I vaccinati si infettano e contagiano a loro
volta e diffondono la malattia con estrema facilità grazie alla libertà data
dal loro lasciapassare verde. È una cosa sotto gli occhi di tutti anche se
molti media e molte persone fanno letteralmente i salti mortali pur di negarlo.
L’articolo 32 della Costituzione, a cui si
appellano i non vaccinati, protegge allo stesso modo loro e tutti gli altri
italiani.
È stato pensato dai Padri Fondatori della nostra Repubblica proprio per evitare
lo scenario raccapricciante che stiamo vivendo oggi: gli obblighi indiretti che
il governo impone con noncurante spietatezza per spingere alla vaccinazione
sono in realtà delle estorsioni.
Qui
nel Draghistan una volta chiamato “Italia”, tutto il sistema del Green Pass si
è dimostrato totalmente fallimentare sul piano sanitario, come il governo di
Mario Draghi che tanto lo ha voluto. Tale sistema è riuscito però nel suo più
vero e nascosto intento: deturpare la nostra democrazia e introdurre un sistema di
controllo politico.
La
nostra Patria, tuttavia, non ha bisogno di un sistema di credito sociale, utile
solo ed esclusivamente ad una piccola cricca di prepotenti, avidi ed affamati
di potere, che hanno in odio la democrazia perché la ritengono inutile.
Voglio
ricordare ancora una volta le parole del Senatore Richard Black :
“Chi
deve mostrare un Green Pass per vivere ogni giorno non è libero.”
No,
non lo è, Senatore: lei ha perfettamente ragione. Come ha perfettamente ragione
il filosofo Byung-Chul Han, metà coreano metà tedesco, che ha coniato il
termine “società
palliativa”:
la nostra società occidentale rifugge la
sofferenza, è priva di eroismo, si accomoda nella tranquillità garantita della
sopravvivenza. Ma la gente, “el pueblo que unido jamás será vencido”, tiene la testa nella sabbia e
preferisce non vedere. Sia mai che debba accettare il fatto che è stato ingannato e
che all’opera c’è un piano diverso da quello così tanto sbandierato
pubblicamente.
Purtroppo,
accadono cose orribili qui nel Draghistan una volta chiamato “Italia”, dove non
basta più essere sani ma bisogna certificarlo oltre ogni dubbio.
Per
esempio: a Mestre, vicino Venezia, una madre di 80 anni ha preso a martellate
la figlia di 57 [2]: “Volevo ucciderla”, ha confessato alla polizia arrivata
per arrestarla. Motivo: era esasperata dalla figlia non vaccinata che lavorava da
casa in smart working.
L’esasperazione
è nata dalla paura del contagio e dall’aver interiorizzato, sotto la spinta di
una ossessiva propaganda terrorizzante, che il nostro prossimo, sia esso un
estraneo o un membro della nostra stessa famiglia, è un potenziale untore
assassino perché non vaccinato o perché non segue regole igieniche insensate.
A
Torino, poco giorni fa, alcuni studenti delle superiori hanno provato a
manifestare la loro opinione sugli stage lavorativi in azienda, che sono
diventati prassi nella nostra scuola superiore. Il motivo è stata la morte di un loro
compagno, avvenuta per un tragico incidente proprio l’ultimo giorno di uno
stage in fabbrica, uno stage forse perfino inutile. Speravano ci fosse qualcuno ad
ascoltarli. Magari qualcuno proprio della scuola, dell’università o di quella
“società civile” che tanto piace alla “Sinistra progressista” italiana. In effetti
qualcuno c’era: la polizia, a manganellate, preoccupata più per le regole anti
covid che per i morti in fabbrica .
In
vita mia non ho mai visto un mafioso con la faccia spaccata e sanguinante ma,
come è noto, anche i poliziotti hanno famiglia ed è più facile fare i duri con chi
non può difendersi piuttosto che con chi la famiglia te la può invece ammazzare.
Bene
ha scritto pochi giorni fa l’arcivescovo Carlo Maria Viganò nella sua lettera
ai nostri poliziotti :
“…In questi due anni, come tutti i
cittadini, avete assistito ad un colpo di stato globale, progettato e
realizzato col pretesto di una pandemia, nel quale i più elementari principi
del diritto, della scienza e dell’etica professionale sono stati calpestati
impunemente da persone che, come voi, avevano giurato: i governanti e i
magistrati, di rispettare le leggi naturali e positive per il bene della
Patria; i medici, di curare i malati e adoperarsi per salvare loro la vita; i
giornalisti, di divulgare la verità. Dinanzi a quanto vediamo accadere in tutto
il mondo, comprendiamo quanti abbiano tradito il giuramento prestato, quanti
abbiano rinnegato gli impegni assunti, quanti si siano dimostrati corrotti e
asserviti al potere.”
E
soprattutto:
“…Il
silenzio, l’obbedienza cieca-pronta-assoluta, il rispetto delle regole per
quieto vivere o per paura di ritorsioni non può costituire una giustificazione
al protrarsi di una situazione ormai insostenibile. Ricordatevi di Norimberga, e di
quanto sia valso ai condannati il giustificarsi con «eseguivo gli ordini».”
Ecco,
Norimberga. Ancora Norimberga. Purtroppo, nel Draghistan una volta chiamato
“Italia” e dove noi tutti oggi viviamo, molti, troppi, si sentono privilegiati,
intoccabili, impunibili.
La prossima
volta che un nostro ignorante e buono a nulla ministro degli esteri vola a
Mosca e chiede pubblicamente ai russi di rispettare i “diritti umani”, il
vecchio Sergej Lavrov potrebbe mostrargli la foto di uno studente con la faccia
spaccata e ridotta a maschera di sangue e potrebbe poi chiedere all’incauto
imbecille italiano quanto valga in Italia il rispetto dei diritti umani se una
madre cerca di uccidere a martellate la figlia non vaccinata, se studenti che
manifestano pacificamente vengono malmenati brutalmente dalla polizia, se qui
da noi tutti possono sempre rifiutare un vaccino sperimentale ma poi perdono
lavoro e stipendio per ordine del loro stesso governo.
(Costantino
Ceoldo).
La
Sconfitta di
Draghi
e il Golpe di Davos.
Conoscenzealconfine.it
-Redazione -( 6 Febbraio 2022)- ci dice :
Il 29 gennaio
2022 è una data che potrebbe passare alla Storia. La mancata elezione di Mario
Draghi alla Presidenza della Repubblica Italiana ha del clamoroso perché era
stata preparata dalle oligarchie finanziarie mondialiste da anni e costituiva
uno dei punti cardine del Golpe di Davos in atto.
Immaginiamo
lo sgomento di Klaus Schwab, coordinatore e animatore del Golpe,
nell’apprendere la notizia. Ancora una volta l’Italia si è ritrovata a essere al
centro dei destini del mondo e, ancora una volta, il suo comportamento sfuggente e
ingestibile, alla italiana insomma, ha prodotto un serio imbarazzo alle
oligarchie mondialiste.
L’inaudita
sconfitta è stata però dovuta a un insieme di circostanze.
In
primis si è trattata di una sconfitta personale di Mario Draghi stesso. Il suo comportamento da “banchiere centrale”, spocchioso, irrispettoso delle
prerogative del Parlamento, dittatoriale come se tutto gli fosse dovuto, ha irritato la grande maggioranza
dei peones che, nel bene e nel male, quel parlamento lo compongono.
La buvette della Camera era piena di commenti
sarcastici all’indirizzo di presidente del Consiglio in carica additato addirittura come “nemico
personale”. Per la maggioranza dei grandi elettori il motto era: “chiunque fuorché Draghi”. Con buona
pace di Goldman Sachs e accoliti.
In
secondo luogo, il suo comportamento inutilmente estremista nella gestione della
pandemia gli aveva già alienato molte simpatie.
Il governo Draghi verrà ricordato
principalmente per la delirante scemenza che egli stesso pronunciò il 22 luglio
2021: “L’appello
a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti
ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno
muore”.
Forse
il Presidente del Consiglio si sarà già amaramente pentito di tale improvvida
esternazione e delle continue forzature a favore di una campagna vaccinale ormai in
clamoroso fallimento, ma il danno è ormai fatto.
In
terzo luogo, la sua auto-candidatura alla Presidenza della Repubblica durante una
conferenza stampa del 22 dicembre 2021 in cui, praticamente, diceva: “il mio lavoro è finito, adesso andrò
al Quirinale”, aveva irritato non poco quei politici che conservano ancora un vago
ricordo di quello che l’Italia era stata prima del suo declassamento a colonia
della finanza mondialista.
Ma
l’ultimo errore è stato fatto quando ha manifestato la sua estrema contrarietà
alla candidatura di Casini, facendo sapere che, se Casini fosse stato eletto,
lui si sarebbe dimesso immediatamente da Presidente del Consiglio.
Casini, che a detta di chi gli è vicino, “ci è rimasto molto male”, non ha avuto altra scelta che
rinunciare alla candidatura, sapendo però che così avrebbe reso inevitabile la riconferma di
Mattarella e il siluramento di Draghi stesso, il quale invece evidentemente non
lo aveva ancora capito.
Il 2-0
dei vecchi democristiani sulla spocchia dei banchieri centrali deve farci
riflettere.
D’altra parte che l’uomo fosse fatto così, lo si era già capito dalla lettera
che aveva inviato il 5 agosto 2011, come presidente entrante della BCE e a
doppia firma con l’uscente Jean Claude Trichet, a Berlusconi e che comportò le
dimissioni del governo di centro destra.
Lì
c’era scritto, senza mezzi termini, che il governo di un paese sovrano doveva
obbedire ai diktat della BCE, senza se e senza ma… E, per favore, con
sollecitudine altrimenti ci arrabbiamo.
Ultimo
ma non ultimo, il trasferimento di Draghi al Quirinale avrebbe comportato un
serio rischio di crisi di governo e conseguenti elezioni anticipate facendo
così sfumare per i peones parlamentari gli ultimi mesi di stipendio e il
successivo vitalizio.
Alla
italiana quindi, il diktat dei Golpisti di Davos questa volta è stato ignorato o per
dirla nobilmente “il Parlamento ha riacquistato la sua centralità” e Draghi ha visto sfumare la sua
elezione al Quirinale, da dove avrebbe potuto osservare i disastri da lui stesso
provocati in trent’anni di attività da una posizione di assoluta impunità.
Insomma
Mario Draghi è stato vittima in primis di una sua scarsa attitudine a gestire i
rapporti politici ma i motivi del disastro non sono solo questi.
Vi è
stata infatti anche una scarsa compattezza delle élite che lo sostenevano, cosa
accuratamente silenziata da tutto il mainstream, ma che era apparsa in tutta la sua
evidenza quando, a dicembre 2021, l’Economist e il Financial Times, cioè i
giornali dei Rothschild-Elkan, avevano cominciato a sostenere che preferivano
che Draghi rimanesse a Palazzo Chigi.
Il
Presidente del Consiglio era stato costretto a un irrituale e precipitoso
incontro con Jonh Elkann, il 20 gennaio 2022, per dirimere la questione, il cui
esito non è stato evidentemente positivo. Il ramo francese della finanza
internazionale aveva infatti in animo di fare un blitz: piazzare al Quirinale una donna a
loro molto vicina, Francesca Belloni, già insignita della Legion d’onore, la più alta onorificenza della
Repubblica Francese e attualmente direttore generale del Dipartimento delle
informazioni per la sicurezza.
Il
blitz è fallito, durante una drammatica nottata, per la “insipienza” di Salvini
e di Conte, che lo avevano comunicato al mondo la sera precedente, insipienza
non si sa quanto voluta.
Chi
vuole organizzare un blitz non può pensare di dirlo a tutti il giorno prima
perché, o è proprio un incapace, o lo vuole far fallire.
Naturalmente,
l’esternazione di Salvini e Conte ha scatenato un’irata reazione della componente
“atlantica” del Parlamento che, guidata da un furioso Matteo Renzi, ha avuto
buon gioco a demolire l’improvvida candidatura in men che non si dica.
Ridotta
nei sui spazi l’irritante componente francofona non è restato che rassegnarsi a
uno 0-0 con la riconferma di Mattarella, dopo il siparietto casiniano. Ma è stato veramente un pareggio tra
le varie componenti? Da una prima analisi sembrerebbe proprio di no.
La
sconfitta di Draghi è infatti definitiva. A chi, fin da subito, adombrava la
possibilità che Mattarella potesse costituire solo una presidenza a termine,
alla Napolitano bis, tenendo caldo il posto per un anno o poco più, è stato lo
stesso Mattarella a rispondere per le rime: il mio mandato è pieno e per sette
anni.
Punto. Così si comprendono meglio le ragioni del suo insistente “chiamarsi
fuori” degli ultimi mesi, il suo comperarsi casa, il suo trasloco: “Io non faccio il supplente di
nessuno, se mi volete, e mi dovete volere a furor di popolo, ci posso anche
stare, ma con mandato pieno”. Fine dei giochi.
Ma non
vi è solo la schiena diritta del vecchio democristiano a chiudere le porte a
Draghi: tra un anno si vota e la maggioranza che uscirà dalle urne sarà
completamente diversa dall’attuale. Con Fratelli d’Italia sopra al 20% (e
forse più), l’entrata in Parlamento di una consistente pattuglia di no-vax, i
danni che la politica draghiana ha fatto sulla pelle dei cittadini, la chiusura
delle piccole imprese, la disoccupazione e quant’altro, pensare che vi siano
ancora i voti per eleggerlo al Quirinale, fra un anno o due, sembra davvero una
pia illusione.
No,
Draghi non diventerà mai più Presidente della Repubblica, e questa è una gran
buona notizia per tutti gli italiani.
Quindi
cosa succederà? Anche qui la versione dei Golpisti di Davos è: “niente, cosa
volete che succeda? Draghi, Mattarella e Amato alla Corte costituzionale, siamo
blindati. Meglio di prima”. Può essere e forse, se il mondo finisse ai confini
dell’Italia, potrebbe anche essere la cosa più probabile. Ma il mondo è grande.
In
particolare, l’Occidente si sta dividendo in due tronconi in modo netto. Il Golpe vaccinista è fallito negli
Stati Uniti, dove Biden ha ordinato di obbedire a Big Pharma e più della metà
degli Stati americani lo hanno ignorato. La Corte costituzionale gli ha dato
addirittura torto in merito alla obbligatorietà degli pseudo-vaccini, il che lo
ha costretto a ingranare un’umiliante retromarcia simile ad una resa.
Il
pupillo di Schwab, il primo ministro canadese Justin Trudeau, il 30 gennaio
2022, è stato costretto a fuggire ignominiosamente, davanti al popolo in
rivolta e ai TIR che minacciavano la sua capitale.
Boris Johnson, nonostante le minacce personali e
gli attacchi della stampa, ha varcato il Rubicone: in Gran Bretagna l’emergenza
epidemica è finita, niente più restrizioni, niente più Green Pass, niente più
controlli sui diritti dei cittadini. Lo stesso accade in Irlanda, in Spagna e
nei paesi scandinavi.
Insomma
una larga parte del mondo, essenzialmente collocata nell’area “atlantica”, si è
ribellata al Golpe di Davos. Restano in mano ai golpisti, per ora, la Germania, l’Austria
e la Francia, dove cominciano però a sentirsi scricchioli sinistri.
E
l’Italia?
Anche
stavolta la sua collocazione geopolitica sarà decisiva. Con un Draghi alla Presidenza della
Repubblica, palesemente schierato con Schwab, l’Italia sarebbe diventata un
baluardo del Grande Reset. Proprio qui si sarebbe passati, per primi, dalla Società della Sorveglianza alla
Società del Controllo.
Tutte
le libertà costituzionali sarebbero state concesse solo ai “bravi cittadini”,
tramite un Green Pass super-mega-rafforzato che avrebbe incluso anche le
opinioni politiche, e “senza il quale non si sarebbe potuto né vendere né
comprare”.
Senza
il Green Pass, non si sarebbe potuto neppure votare, come è già successo a Sara
Cunial. Un
deputato della Repubblica è stato privato della possibilità di votare per la
Presidenza della Repubblica senza che nessuno abbia detto nulla!
La società orwelliana avrebbe avuto
nell’Italia di Draghi la sua punta di diamante e questo per i prossimi sette
anni. Lo scampato pericolo deve dunque farci tirare un bel respiro di sollievo.
Che
farà Draghi adesso?
Si
immolerà sull’altare del più grande esperimento della Storia, come ultimo
soldatino a difendere un Golpe Mondiale ormai fallito? È lecito dubitarne.
Nei
prossimi mesi la crisi energetica, la crisi economica, l’esplosione del debito,
l’aumento della tassazione, il calo di Wall Street, l’inutilità conclamata dei
vaccini e il dramma dei loro effetti collaterali, renderanno la situazione
incandescente.
I
peones parlamentari, una volta assicurata la loro pensione, cominceranno a
‘tirargli le monetine’ non appena entrerà in Parlamento, altro che Governo dei
Migliori.
Le indagini della magistratura potrebbero addirittura
toccarlo personalmente.
Costretto a difendersi in un tribunale dall’accusa di
strage? Lui,
il Migliore, osannato, solo un anno fa, come il Salvatore della Patria dalla
compiacente stampa di regime?
Le stesse divisioni geopolitiche emerse tra la finanza
europea e quella americana non lo consiglieranno forse di ritirarsi in buon
ordine?
Anche
se il fattore decisivo sarà probabilmente un altro: sullo sfondo comincia a
delinearsi la minaccia vera, i “Patrioti americani”.
Abbiamo
già visto che il Golpe mondiale architettato dai banchieri, da Davos, dalla
finanza mondialista, dal Deep State americano e da un Europa a trazione tedesca
è fallito, perché il popolo americano ha resistito.
Biden
è in crollo verticale, Trump è di nuovo in rampa di lancio, la Gran Bretagna ha
già fatto la sua scelta. Il Canada è alla guerra civile.
Se
anche l’Italia, come ama fare e ha fatto altre volte nella Storia, scegliesse
la libertà?
Se i vari peones, ma anche i Casini, i Renzi e i
Mattarella, si trovassero di fronte una America pronta ad aiutare gli italiani
contro le ingiustizie che hanno dovuto subire?
Se comparisse un’America non più succube del
Deep State, ma che esprima i valori di libertà che le sono propri da sempre,
cosa farà l’Italia?
Sceglierà
la prigione europea, a trazione germanica, la sottomissione a una dittatura dei
banchieri che stampano il denaro dal nulla e poi ne pretendono la restituzione
con gli interessi, che desiderano il controllo totale su tutti i movimenti dei
cittadini, che concedono qualcosa solo a chi ubbidisce loro ciecamente? O preferirà invece seguire la nuova
America, quella libera, quella del popolo, che ha contribuito così tanto al
progresso del nostro paese?
Se tra
un anno dovesse concretizzarsi una saldatura tra le opposizioni italiane dietro
a qualche uomo, con appoggi dalla parte giusta dell’oltreoceano (tipo, per non
far nomi, Giulio Tremonti), che terrà conto anche delle sacrosante richieste di
ripristinare le libertà costituzionali tipiche dei no-vax, che ne sarà dei
banchieri centrali che fossero ancora inopinatamente a capo del governo di un
paese da loro distrutto?
Non è
forse meglio per Draghi accettare, in tempi brevi e di buon grado, un posto
alla Banca Mondiale, che gli permetta di fuggire dal paese che ha contribuito
così tanto a distruggere e che lo ha ripagato con tanta ingratitudine, opponendosi alla sua naturale
elezione al Quirinale? Una fuga ben orchestrata non sarebbe più onorevole che
restare in trincea con scarse prospettive di vittoria?
La
risposta è facile: forse non sarebbe tanto onorevole… ma è l’unica cosa che
resta da fare: una ritirata strategica è sempre meglio di una fuga precipitosa.
Draghi
quindi probabilmente ci abbandonerà in tempi brevi, dichiarerà esaurito il suo
compito e
si trasferirà in un Iperuranio dall’alto del quale potrà osservare, impunito,
l’evolversi degli avvenimenti e magari, ci propinerà anche i suoi “preziosi”
consigli, sotto forma di lettere intimidatorie che ci illumineranno sulle
volontà dei mercati. La sorte degli uomini che, poco previdentemente, si sono
fidati della sua leadership, come Speranza, non lo riguarderà.
La
battaglia per le libertà è ben lungi dall’essere vinta, intendiamoci, ma la
situazione di oggi è migliore di quella di ieri e la sconfitta delle oligarchie
finanziarie, con la mancata elezione di Draghi al Quirinale, rischia di segnare
lo spartiacque tra il prima e il dopo.
(storiasegreta.com/2022/01/31/la-sconfitta-di-draghi-e-il-golpe-di-davos/).
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