“LA SCIENZA MEDICA CONCEDERA’ L’IMMORTALITA’ ALLA “CRICCA DI DAVOS” ?

 “LA SCIENZA MEDICA CONCEDERA’  

L’IMMORTALITA’

ALLA “CRICCA DI DAVOS” che ci vuole sterminare ?”

 

 

Economia e Pandemia, ora arriva il «Grande Reset» di Davos.

Renovatio21.com- William F. Engdahl-(26 Giugno 2020)-ci dice :

 

Per coloro che si chiedono cosa accadrà dopo che la pandemia di Covid19 ha portato al blocco quasi completo dell’economia mondiale, causando la peggiore depressione dagli anni ’30, i leader della principale ONG della globalizzazione, il World Economic Forum di Davos, hanno appena svelato i contorni di ciò che dobbiamo aspettarci nei mesi a venire.

Queste persone hanno deciso di usare la crisi come un’opportunità.

I leader della principale ONG della globalizzazione, il World Economic Forum di Davos, hanno appena svelato i contorni di ciò che dobbiamo aspettarci nei mesi a venire.

Il 3 giugno, tramite il loro sito Web, il World Economic Forum di Davos (WEF) ha svelato i contenuti del prossimo forum di gennaio 2021.

Lo chiamano il «Grande Reset». Utilizzeranno l’impatto sbalorditivo del coronavirus per far avanzare un piano molto specifico.

 In particolare, tale agenda si integra perfettamente con un’altra agenda specifica, vale a dire l’Agenda 2030 varata dall’ONU nel 2015.

L’ironia del principale forum mondiale sull’economia, quello che ha avanzato l’agenda della globalizzazione dagli anni ’90, abbracciando quello che chiamano sviluppo sostenibile, è enorme.

 Lascia pensare che questo programma non riguarda esattamente ciò che il WEF e i partner affermano.

Il Grande Reset.

Lo chiamano il «Grande Reset». Utilizzeranno l’impatto sbalorditivo del coronavirus per far avanzare un piano molto specifico.

Il 3 giugno il presidente del WEF Klaus Schwab ha pubblicato un video che annuncia il tema annuale per il 2021, il Grande Reset. Sembra essere nientemeno che la promozione di un’agenda globale per ristrutturare l’economia mondiale secondo linee molto specifiche, non sorprendentemente molto simile a quella sostenuta dall’IPCC, da Greta dalla Svezia e dai suoi amici aziendali come Al Gore o Larry Fink di Blackwater.

È interessante notare che i portavoce del WEF inseriscono il “reset” dell’economia mondiale nel contesto del Coronavirus e il conseguente crollo dell’economia industriale mondiale.

Il sito web del WEF afferma: «Ci sono molte ragioni per perseguire un Grande Reset, ma la più urgente è l’epidemia di COVID-19». Quindi il Grande Reset dell’economia globale deriva dal COVID-19 e dalle «occasioni» che presenta.

 

 Lo chiamano il «Grande Reset». Utilizzeranno l’impatto sbalorditivo del coronavirus per far avanzare un piano molto specifico.

Annunciando il tema del 2021, il fondatore del WEF, Schwab, ha quindi affermato, spostando abilmente l’attenzione: «Abbiamo solo un pianeta e sappiamo che il cambiamento climatico potrebbe essere il prossimo disastro globale con conseguenze ancora più drammatiche per l’umanità». Sottintende che il cambiamento climatico è il motivo alla base della catastrofe della pandemia di Coronavirus.

 Per evidenziare l’agenda verde e «sostenibile», il WEF vede quindi la partecipazione dell’aspirante re d’Inghilterra, il Principe Carlo.

Riferendosi alla catastrofe globale di COVID-19, il Principe di Galles dice: «Se c’è una lezione cruciale che possiamo imparare da questa crisi, è che dobbiamo mettere la natura al centro di quello che facciamo. Semplicemente non possiamo più perdere tempo».

Insieme a Schwab e il Principe Carlo c’è il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Afferma: «Dobbiamo costruire economie e società più uguali, inclusive e sostenibili che siano più resistenti di fronte alle pandemie, ai cambiamenti climatici e ai molti altri cambiamenti globali che affrontiamo». Tenete a mente il suo discorso su «economie e società sostenibili», lo riprenderemo in seguito.

Gli sponsor del WEF hanno grandi progetti: «… il mondo deve agire congiuntamente e rapidamente per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società ed economie, dall’istruzione ai contratti sociali e alle condizioni di lavoro.>

 

Anche la nuova responsabile del FMI, Kristalina Georgieva, ha appoggiato il Grande Reset. Altri resettatori del WEF includono Ma Jun, presidente del Green Finance Committee della China Society for Finance and Banking e membro del Monetary Policy Committee della People’s Bank of China; Bernard Looney, CEO di BP; Ajay Banga, CEO di Mastercard; Bradford Smith, presidente di Microsoft.

Non fraintendete, il Great Reset non è il momento propizio di Schwab e degli amici. Il sito web del WEF afferma che: «I blocchi causati dal COVID-19 potrebbero gradualmente allentarsi, ma l’ansia per le prospettive sociali ed economiche del mondo si sta solo intensificando. Vi sono buone ragioni per preoccuparsi: una forte recessione economica è già iniziata e potremmo affrontare la peggiore depressione dagli anni ’30. Ma, anche se questo risultato è probabile, non è inevitabile».

«Ogni paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni settore, dal petrolio al gas alla tecnologia, deve essere trasformato. In breve, abbiamo bisogno di un «grande ripristino” del capitalismo»

Gli sponsor del WEF hanno grandi progetti: «… il mondo deve agire congiuntamente e rapidamente per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società ed economie, dall’istruzione ai contratti sociali e alle condizioni di lavoro. Ogni paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni settore, dal petrolio al gas alla tecnologia, deve essere trasformato. In breve, abbiamo bisogno di un «grande ripristino” del capitalismo».  Questa è tanta roba.

Cambiamenti radicali.

Schwab rivela di più sulla prossima agenda: «… un lato positivo della pandemia è che ha dimostrato quanto velocemente possiamo apportare cambiamenti radicali al nostro stile di vita. Quasi istantaneamente, la crisi ha costretto aziende e privati ad abbandonare le pratiche per molto tempo dichiarate essenziali, dai frequenti viaggi aerei al lavoro in un ufficio». Questi sarebbero lati positivi?

Suggerisce di estendere quei cambiamenti radicali:

(non approvati legalmente da alcun governo dei paesi occidentali ! Ndr).

 «L’agenda del Grande Reset avrebbe tre componenti principali. Il primo indirizzerebbe il mercato verso risultati più equi. A tal fine, i governi dovrebbero migliorare il coordinamento … e creare le condizioni per una “economia delle parti coinvolte…». Includerebbe «modifiche alle tasse patrimoniali, ritiro dei sussidi per i combustibili fossili e nuove regole che regolano la proprietà intellettuale, il commercio e la concorrenza».

 «Un lato positivo della pandemia è che ha dimostrato quanto velocemente possiamo apportare cambiamenti radicali al nostro stile di vita. Quasi istantaneamente, la crisi ha costretto aziende e privati ad abbandonare le pratiche per molto tempo dichiarate essenziali»

La seconda componente dell’agenda del Grande Reset assicurerebbe (?) che «gli investimenti promuovono obiettivi condivisi, come l’uguaglianza e la sostenibilità».

Qui il capo del WEF (o Dittatore mondiale, Ndr.)  afferma che i recenti copiosi contributi per stimolare l’economia dell’UE, degli USA, della Cina e di altri paesi devono essere utilizzati per creare una nuova economia, «più resiliente, equa e sostenibile nel lungo periodo.

Ciò significa, ad esempio, la costruzione di infrastrutture urbane «verdi» e la creazione di incentivi per le industrie a migliorare la propria esperienza in termini di metriche ambientali, sociali e di governance (ESG)».

Infine, la terza tappa di questo Great Reset implementerà uno dei progetti personali di Schwab, la Quarta rivoluzione industriale:

 

 «La terza e ultima priorità di un’agenda del Grande Reset è quella di sfruttare le innovazioni della Quarta rivoluzione industriale per sostenere il bene pubblico, in particolare affrontando le sfide sanitarie e sociali. Durante la crisi del COVID-19, aziende, università e altri hanno unito le forze per sviluppare diagnosi, terapie e possibili vaccini; istituire centri di collaudo; creare meccanismi per tracciare le infezioni; e fornire telemedicina. Immagina cosa sarebbe possibile se simili sforzi concertati venissero fatti in ogni settore.»

(Tutte opere a spese esclusive di Schab & C. ? Ndr.)

La quarta rivoluzione industriale comprende la biotecnologia per l’editing genetico, le telecomunicazioni 5G, l’intelligenza artificiale e simili.

Agenda 2030 ONU e il Grande Reset.

Se confrontiamo i dettagli dell’Agenda ONU 2030 del 2015 con il Grande Reset del WEF, troviamo che coincidono perfettamente.

Il tema di Agenda 2030 è un «mondo sostenibile», definito come un mondo con uguaglianza di reddito, uguaglianza di genere, vaccini per tutti sotto l’egida dell’OMS e della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), lanciata nel 2017 dal WEF insieme alla Bill & Melinda Gates Foundation.

Nel 2015 le Nazioni Unite hanno pubblicato un documento intitolato «Trasformare il nostro mondo: l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile».

L’amministrazione Obama non l’ha mai sottoposta al Senato per la ratifica, consapevole che non sarebbe stata approvata.

Eppure avanza in tutto il mondo (…con l’inganno .Ndr.)

Comprende 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, estendendo la precedente Agenda 21. I 17 obiettivi includono «porre fine alla povertà e alla fame, in tutte le loro forme e dimensioni … proteggere il pianeta dal degrado, anche attraverso il consumo e la produzione sostenibili, gestendo in modo sostenibile le risorse naturali e adottando provvedimenti urgenti sui cambiamenti climatici …».

Chiede crescita economica sostenibile, agricoltura sostenibile (OGM), energia sostenibile e moderna (eolica, solare), città sostenibili, industrializzazione sostenibile…Sostenibilità è la parola chiave. Se scaviamo in profondità, è chiaro che è la parola in codice per una riorganizzazione della ricchezza mondiale attraverso mezzi come le tasse punitive sul carbonio che ridurranno drasticamente i viaggi aerei e dei veicoli.

Il mondo meno sviluppato non arriverà ad essere sviluppato, anzi, le civiltà avanzate devono abbassare i loro standard di vita per diventare «sostenibili».

Per comprendere il doppio uso del termine sostenibile, dobbiamo tornare a Maurice Strong, un miliardario canadese petroliere  e amico intimo di David Rockefeller, l’uomo che ha avuto un ruolo centrale negli anni ’70 per l’idea che le emissioni di CO2 causate dall’uomo stavano rendendo il mondo invivibile.

Strong ha creato il Programma Ambientale delle Nazioni Unite e, nel 1988, il Gruppo Intergovernativo delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici (IPCC) per studiare esclusivamente la CO2 prodotta dall’uomo.

Nel 1992 Maurice Strong dichiarò: «L’unica speranza per il pianeta non è che le civiltà industrializzate collassino? Non è nostra responsabilità realizzarlo?».

Al Summit della Terra di Rio, nello stesso anno, Strong ha aggiunto: «Gli stili di vita attuali e i modelli di consumo della ricca classe media – che comportano un’elevata assunzione di carne, l’uso di combustibili fossili, elettrodomestici, aria condizionata e abitazioni suburbane – non sono sostenibili».

(solo la classe straricca può renderli sostenibili … a spese esclusive della classe povera schiavizzata ! Ndr.)

 La decisione di demonizzare la CO2, uno dei composti più essenziali per sostenere tutta la vita, umana e vegetale, non è casuale.

Come afferma il prof. Richard Lindzen, fisico atmosferico del MIT, «La CO2 per persone diverse ha attrazioni diverse. Dopo tutto, che cos’è? – non è un inquinante, è un prodotto della respirazione di ogni creatura vivente, è il prodotto di tutta la respirazione delle piante, è essenziale per la vita delle piante e la fotosintesi, è un prodotto di tutta la combustione industriale, è un prodotto della guida –Voglio dire, se hai mai desiderato un fulcro per controllare tutto, dall’espirazione alla guida, questo sarebbe un sogno. Quindi ha una sorta di attrattiva fondamentale per la mentalità burocratica.»

L’esercizio curiosamente tempestivo della pandemia di New York, l’Evento 201 del 18 ottobre 2019 è stato co-sponsorizzato dal World Economic Forum e dalla Gates Foundation.

 Si basava sull’idea che «è solo questione di tempo prima che una di queste epidemie diventi globale, una pandemia con conseguenze potenzialmente catastrofiche. Una grave pandemia, che diventa “Event 201”, richiederebbe una cooperazione affidabile tra diversi settori, governi nazionali e istituzioni internazionali chiave ».

Lo scenario Event 201 ipotizzava: «Lo scoppio di un nuovo Coronavirus zoonotico trasmesso da pipistrelli a maiali a persone che alla fine diventa efficacemente trasmissibile da persona a persona».

 

Lo scenario Event 201 ipotizzava: «Lo scoppio di un nuovo Coronavirus zoonotico trasmesso da pipistrelli a maiali a persone che alla fine diventa efficacemente trasmissibile da persona a persona, causando una grave pandemia. L’agente patogeno e la malattia da esso provocata sono in gran parte modellati sulla SARS, ma è più trasmissibile in ambito comunitario da persone con sintomi lievi».

La dichiarazione del World Economic Forum di effettuare un Grande Reset è a tutti gli effetti un tentativo sottilmente velato di far avanzare il modello distopico «sostenibile» dell’Agenda 2030, un «Green New Deal» globale sulla scia delle misure di contenimento della pandemia di COVID-19.

I loro stretti legami con i progetti della Gates Foundation, con l’OMS e con le Nazioni Unite suggeriscono che presto potremo affrontare un mondo molto più sinistro dopo la scomparsa della pandemia di COVID-19.

(William F. Engdahl).

Dobbiamo decidere se la portata delle morti in tutto il mondo, gonfiate o meno, presumibilmente di COVID-19, giustifica un simile esperimento sugli umani che potrebbe alterare la nostra genetica in modi imprevedibili e probabilmente tossici.

(F. William Engdahl è consulente e docente di rischio strategico, ha conseguito una laurea in politica presso la Princeton University ed è un autore di best seller sulle tematiche del petrolio e della geopolitica. È autore, fra gli altri titoli, di Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation («Semi della distruzione, l’agenda nascosta della manipolazione genetica»), consultabile anche sul sito globalresearch.ca.).

 

 

 

 

 

Un altro vaccino Gates fa una brutta fine:

scimmie malate ovunque!

Renovatio21.com-  Robert Kennedy jr - (26 Giugno 2020)- ci dice :

 

(Renovatio 21 traduce questo editoriale di Robert Kennedy jr per gentile concessione di Children’s Health Defense. Renovatio 21 offre la traduzione di questo pezzo di CHD per dare una informazione a 360º).

 

Il giorno dopo le rivelazioni secondo cui il vaccino Gates-Fauci sviluppato da Moderna ha causato gravi malattie nel 20% dei volontari che avevano ricevuto alte dosi, Bill Gates ha avuto notizie devastanti sulla sua altra scommessa COVAX «a velocità di curvatura».

Il vaccino con le proteine spike di Oxford Vaccine Group (OVG) è ancora più veloce di quello di Moderna.

A maggio, Melinda Gates aveva previsto che sarebbe stato pronto per la fine dell’anno. I funzionari di Oxford e del Regno Unito hanno promesso 30 milioni di dosi entro settembre 2020.

Il 24 aprile, gli scienziati di OVG hanno annunciato che un piccolo studio sui macachi ha dimostrato l’efficacia del vaccino. OVG ha rapidamente reclutato 510 volontari sani per i test sugli umani.

I dati pre-pubblicazione resi noti il 13 maggio 2020 rivelano che il vaccino è meno promettente di quanto il team OVG abbia lasciato intendere.

Tutti i macachi vaccinati si sono ammalati dopo l’esposizione al COVID-19.

 Eleanor Riley dell’Università di Edimburgo ha dichiarato a Forbes che il vaccino ha fornito anticorpi «insufficienti» per prevenire l’infezione e la diffusione del virus. Le scimmie vaccinate diffondono la malattia con la stessa facilità di quelle non vaccinate.

Andrew Pollard colpisce ancora.

Il vaccino ha fornito anticorpi «insufficienti» per prevenire l’infezione e la diffusione del virus. Le scimmie vaccinate diffondono la malattia con la stessa facilità di quelle non vaccinate.

OVG ha forti legami politici.

Lo sviluppatore principale Andrew Pollard è in grado di destreggiarsi tra conflitti scandalosi che gli consentono di autorizzare, registrare e imporre i propri vaccini non testati alle masse.

Pollard è Senior Advisor di MRHA, il comitato britannico che autorizza i vaccini, presiede il comitato britannico JVCI che li ha rende obbligatori e fornisce consulenza  all’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Riceve pagamenti praticamente da tutti i grandi produttori di vaccini.

(Nel 2014, Pollard ha sviluppato il noto Bexsero,  vaccino contro la meningite della GlaxoSmithKline, e lo ha poi imposto ai bambini, nonostante i significativi segnali di sicurezza per la malattia di Kawasaki e la rarità delle  infezioni da meningococco B. Il foglietto illustrativo dice che Bexsero può causare la malattia di Kawasaki in ben un bambino su 1000 sulla base dei rapporti degli studi clinici.)

I ricercatori di Oxford hanno rivelato che «1.000 vaccinazioni sono state completate» e che il prossimo studio arruolerà «fino a 10.260 adulti e bambini e coinvolgerà diverse istituzioni partner in tutto il paese.

Il 21 maggio 2020, Forbes ha riportato che la US Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA) ha donato 1 miliardo di dollari ad Astra Zeneca in collaborazione con Oxford per una rapida introduzione del vaccino a settembre 2020.

Pollard va avanti con il suo vaccino inefficace. Ma un vaccino che nasconde i sintomi e consente la trasmissione è peggio di nessun vaccino.

(Robert F. Kennedy, Jr.-Presidente di Children’s Health Defense.).

(26 maggio 2020, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.)

 

 

 

 

 

La Sanità USA pone fine ai

conteggi dei decessi per COVID.

Renovatio21.com-Redazione- (4 Febbraio 2022)- ci dice :

 

Il 2 febbraio, gli ospedali statunitensi hanno smesso di segnalare i decessi COVID-19 direttamente al governo federale attraverso un sistema del Dipartimento della Salute e dei servizi umani degli Stati Uniti (HHS).

Si tratta oramai , qualcuno può osservare, una campagna globale per ridurre la segnalazione di decessi e casi di COVID-19.

Lo stesso giorno in cui il governo federale degli Stati Uniti ha smesso di raccogliere questi dati, il Regno Unito ha annunciato che avrebbe interrotto la segnalazione dei decessi COVID-19 entro Pasqua 2022.

I media americani, dopo anni di bollettini e terrorismo numerico, non paiono curarsi troppo di questa rivoluzione statistica in corso.

L’HHS insiste sul fatto che il sistema ha duplicato la denuncia dei decessi già condotta attraverso i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’ente governativo americano preposto al controllo delle epidemie.

Ridurre la disponibilità dei dati è un segno di una spinta ad «andare avanti» e lasciarsi alle spalle il COVID, pur tollerando un certo livello continuo di decessi?

Anche in Italia la domanda si dovrebbe porre all’establishment governativo che improvvisamente scopre la differenza tra morire di COVID e morire con il COVID, con contestuale malcelata intenzione di fermare la situazione dei tamponi, oramai sfuggita totalmente di mano al punto da poter essere un problema:

il numero di vaccinati positivi, e malati, anche gravemente, è una mina che può tirare giù l’impianto della narrazione pandemico-vaccinale dalle fondamenta.

 

 

 

 

La vitamina “D” riduce

i rischi di malattia grave.

Laverita.info- Maddalena Guiotto- ( 5 -2-2022)- ci dice :

 

Mentre il sito del ministero della Salute  segnala ancora come “bufala “ e “fake news “il fatto che la vitamina “D “ protegga dal virus del Covid ,uno studio israeliano  appena pubblicato su “Plos Ode” mostra che la carenza di questo integratore aumenta in modo significativo  il rischio di malattia grave e morte da Covid-19.

Ne dà notizia il “Times of the Israel “osservando che i ricercatori della “Rez Ilan University” e del “Galilee  medical center” che hanno condotto lo studio ,l’impatto della vitamina D è così forte sulla gravità della malattia  da poter “prevedere come se la caveranno le persone infette ,in base a nient’altro che alla loro età e ai livelli di vitamina D”.

La cosa interessante e nuova dello studio - che ha interessato 1.176 pazienti ricoverati presso la clinica israeliana durante le due ondate del virus , tra aprile 2020 e febbraio 2021 - è nel fatto che sono stati considerati i livelli di questa molecola da 14 giorni fino a due anni prima dell’infezione da Sars -Cov2 ( Israele   ha i dati sanitari digitalizzati da anni ). I risultati dicono  che le persone  con un livello di “vitamina D” inferiore a 20 ng/ml  era associato a un rischio 14 volte più elevato di forma grave e severa di Covid rispetto a chi aveva valori superiori  a 40 ng/ml . La  mortalità in pazienti con sufficienti livelli di questa molecola era del 2,3 % contro il 25,6% del gruppo che era carente.

Anche aggiustando i dati   per una serie di fattori -età ,genere ,malattie croniche - i risultati finali sono simili.

“Abbiamo trovato straordinario e sorprendente vedere la differenza nella probabilità   in un paziente di evolvere la forma più grave  solo in base a questo parametro”, ha dichiarato al giornale israeliano Amiel Dror ,coordinatore dello studio.

Secondo il ricercatore , il motivo di tale risultato “ è riconducibile alla efficacia della vitamina D  nel rafforzare il sistema immunitario per affrontare i virus che attaccano il sistema respiratorio”.

Sulla validità di tali risultati anche per la “variante Omicron “gli autori della ricerca non hanno dubbi perché lo stesso risultato è stato registrato  anche “per le varianti precedenti “.

Il quotidiano di Gerusalemme  informa che “ le autorità sanitarie in Israele e in molti altri Paesi hanno raccomandato integratori di “vitamina D” per affrontare la pandemia di coronavirus , sebbene i dati sulla sua efficacia siano stati scarsi ,fino ad ora”.

L’Italia ,però , non ha ritenuto opportuno raccomandarla  , anzi i medici  che avevano parlato della efficacia della” vitamina D” son stati spesso bollati come “no vax”. Il portale del ministero della Salute , che cita fior  di circolari  (tutte datate) , pur sottolineando una situazione simile  a quella israeliana   - non esistono  a oggi evidenze solide e  incontrovertibili “- classifica l’uso dell’integratore come ,” bufala “.

Eppure ,per “paracetamolo e vigile attesa  non risultano tonnellate di studi incontrovertibili. Non si può comunque pretendere che un ministero che da un anno  parla solo di vaccini trovi il tempo per aggiornare la pagina in questione:

non sorprende che l’ultimo aggiornamento dia datato  30 novembre 2020.

(Ndr. Riferiamo che uno studio Usa del 2020  raccomanda vivamente di rafforzare le   difese del nostro sistema immunitario contro Covid -19 e varianti , tramite l’uso di Vitamine varie (oltre alla “D”) che sono indicate in  una scatola che si può acquistare in farmacia (senza ricette)  al costo di 10 euro per scatola. In aggiunta anche  un flacone di pillole di Melatonina e di pillole di Glutatione 50.).

 

 

 

 

Avevano Ragione fin dall’inizio

i cosiddetti “Complottisti”,

era Tutto Pianificato da parecchio Tempo!

 

Conoscenzealconfine.it- Claudio Martinotti Doria -  (4 Febbraio 2022)- ci dice:

La “Tempesta Perfetta” sta per abbattersi sul nostro Paese.

L’Italia è un paese nel quale qualsiasi progetto, opera, riforma, servizio, ecc., richiede anni per essere implementato e realizzato, con ritardi continui, aggiustamenti in corso d’opera e lievitazione dei costi. Di questo siamo tutti consapevoli per esperienza.

Di conseguenza, quando ci troviamo di fronte ad un’efficienza straordinaria della pubblica amministrazione, mai verificatisi prima, è doveroso chiedersi come sia stato possibile.

Mi riferisco al fatto che negli uffici postali a partire dal 1 febbraio 2022 non sia assolutamente possibile spedire una raccomandata o un pacco per coloro che sono privi di QR-code, cioè dell’infame lasciapassare denominato Green Pass.

Chiunque lo potrà constatare, non si tratta di non poter entrare negli uffici postali per i dissidenti privi di lasciapassare, ma proprio di non poter eseguire alcuna operazione al terminale. Tutti i 14mila uffici postali, anche i più remoti e sperduti, sono tutti dotati di un programma d’identificazione del QR-code senza il quale l’impiegata allo sportello non può procedere all’operazione richiesta.

 Qualunque essa sia, quindi sono impediti anche i prelievi o trasferimenti di denaro, del proprio denaro depositato.

Direi che siamo già in pieno nel sistema di crediti sociali modello cinese, lo stato ti premia o ti punisce in base alla sua discrezionalità e alla tua ubbidienza alle sue direttive arbitrarie e unilaterali.

Come accennavo in premessa, se normalmente impiegano anni a realizzare qualsiasi iniziativa, come mai erano già pronti e in piena efficienza a distanza di soli pochi giorni dall’ennesimo decreto del presidente del consiglio dei ministri?

Direi che l’unica spiegazione logica possibile sia che fossero preparati da parecchio tempo, da molto prima che il decreto fosse reso pubblico nei suoi contenuti.

Quindi il piano era stato ordito da molto tempo e a piccole dosi l’hanno realizzato, giustificandolo di volta in volta con menzogne su menzogne propagandistiche e pretestuose, per abituare la gente gradualmente alla progressiva riduzione della libertà e dei diritti civili, con un evidente intento controllo sociale frutto dell’ingegneria sociale applicata.

Hanno abilmente fatto in modo di abituare la popolazione a una diversa e discriminatoria normalità fin dalle procedure operative e tecniche che prima erano accessibili a tutti senza problemi.

Direi che hanno ormai superato abbondantemente persino il regime cinese che a questi livelli oppressivi non è ancora arrivato e soprattutto non li applica a intere categorie di persone ma solo a singoli individui in base al punteggio ottenuto.

Quindi l’attuale Draghistan ha superato la Cina come regime totalitario e il Sudafrica dei decenni scorsi per l’apartheid e il razzismo divenuto religione di stato.

A questo punto oltre all’arte di arrangiarsi (di cui siamo maestri a livello mondiale) non ci rimane che attendere le reazioni delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate e della Magistratura (che fino a prova contraria è un potere autonomo e ha piena facoltà d’intervento), i cui appartenenti hanno tutti giurato sulla Costituzione Italiana, che è stata palesemente violata (per usare un tenero eufemismo), sperando abbiano un anelito di dignità che li induca a intervenire per ripristinare un minimo di legalità, legittimità e giustizia, altrimenti le istituzioni italiane subiranno un danno grave e irreversibile non solo d’immagine e credibilità ma anche di percezione morale presso la popolazione.

Verrebbero inevitabilmente considerati complici del regime, alla pari delle SS o della Gestapo al tempo del nazismo.

Tenendo conto inoltre che tutti questi decreti sono atti amministrativi che in termini di diritto sono fonti secondarie, cioè devono rispettare le fonti primarie cioè le leggi fondamentali come la Costituzione, i regolamenti UE, i Trattati Internazionali (carta di Nizza, Convenzione di Oviedo, Codice di Norimberga, per citarne solo alcuni), se le violano dovrebbero decadere automaticamente, cioè perdere qualsiasi efficacia e non essere rispettate e tantomeno applicate dalle istituzioni preposte ai controlli.

Ad ogni modo, indipendentemente dalle reazioni che ci saranno, la “tempesta perfetta” che sta per abbattersi sul nostro paese (iperinflazione, disoccupazione, sanità allo sbando, economia distrutta, povertà diffusa, blackout energetici, scaffali vuoti o con prezzi alle stelle, sommosse e guerriglia urbana, ecc.), la cui responsabilità è interamente attribuibile ai politicanti farabutti che ci governano (sia in Italia che in UE), non lascerà spazio a esitazioni e ambiguità, quando lo tsunami si abbatterà non farà alcuna distinzione tra inoculati e non, tra dotati di QR-code e collaborazionisti, ecc., saremo spazzati via tutti!

( Claudio Martinotti Doria- cavalieredimonferrato.it/).

 

 

 

31 Coincidenze sul Coronavirus e

sulla nuova Guerra Fredda USA/Cina .

macrolibrarsi.it- Francesco Amodeo- Recensione- (4-2-2022)- ci dice :

Descrizione libro.

La prima inchiesta giornalistica sulla pandemia da Covid19:

Chi vorrebbe colpire la Cina lasciando al tempo stesso le ingestibili conseguenze di un lockdown nelle mani di Trump a ridosso delle elezioni presidenziali?

Chi vorrebbe punirebbe i paesi disobbedienti?

Chi ha interessi nel settore dei vaccini? E chi potrebbe creare un virus in laboratorio? Cosa renderebbe indispensabili misure di orwelliana memoria per il controllo della popolazione e delle nazioni? Cosa potrebbe congelare i processi democratici e creare un terreno di shock, utile a portare avanti misure altrimenti improponibili?

Se 3 coincidenze formano una prova; 31 dovrebbero quanto meno stimolare un dibattito.

Dalla quarta di copertina.

La guerra tra le due superpotenze che rappresentano le più importanti economie del pianeta, Usa e Cina, è già in atto da tempo, nel silenzio generale. È una nuova guerra fredda, in chiave moderna. Un conflitto tecnologico.

Chi vince questa battaglia dirigerà il futuro. Gli americani l’hanno capito. Ma sanno anche che la stanno perdendo.

Per questo hanno lanciato moniti pesantissimi agli alleati, e non solo. Hanno fatto sapere che gli accordi con la Cina su materie come il 5G mettono in discussione la Nato e i rapporti di collaborazione tra i servizi di intelligence. Raccomandazioni a cui nessuno ha ubbidito. I più leali hanno fatto il doppiogioco. Altri credono di essere saltati sul carro vincente dell’imperialismo cinese.

Trump ha risposto con una guerra commerciale. Ma a qualcuno, quella risposta, non basta. La posta in gioco è troppo alta. C’è chi auspica un intervento radicale, estremo, immediato, paralizzante che possa fermare la Cina, disarcionare Trump e condurre ad un nuovo secolo di dominio americano.

Questo scenario ci riporta ai tempi della prima guerra fredda Usa/Urss e ci ricorda che quando gli Stati Uniti vengono minacciati, entrano in gioco forze e organizzazioni fuori da ogni controllo e pronte a tutto, anche a quello che scrivono nei loro documenti ufficiali: “si potrebbe trasformare la guerra biologica dal regno del terrore ad uno strumento politicamente utile.”

L’autore, partendo da questa folle ma radicata ideologia, analizza la pandemia come conseguenza di un deliberato attacco biologico. Gli scenari che documenta in questa inchiesta risultano tremendamente coerenti con quanto sta accadendo nel mondo anche se analizzati da due diverse prospettive che solo alla fine sembrano fondersi.

La domanda a cui prova a rispondere l’autore è Cui Prodest?

A chi giova?

Chi vorrebbe colpire la Cina lasciando al tempo stesso le ingestibili conseguenze di un lockdown nelle mani di Trump a ridosso delle elezioni presidenziali? Chi vorrebbe punirebbe i paesi disobbedienti? Chi ha interessi nel settore dei vaccini? E chi potrebbe creare un virus in laboratorio? Cosa renderebbe indispensabili misure di orwelliana memoria per il controllo della popolazione e delle nazioni? Cosa potrebbe congelare i processi democratici e creare un terreno di shock, utile a portare avanti misure altrimenti improponibili?

In questa inchiesta non si danno né sentenze né certezze ma si analizzano scenari e fatti che nessuno potrà smentire e che vi faranno vedere il Covid19 con occhi diversi. E se 3 coincidenze formerebbero una prova; 31 dovrebbero quanto meno stimolare un dibattito.

Gli scienziati vogliono renderci

Immortali? Ecco a che punto sono.

Esquire.com - Andrea Signorelli-(03/08/2021)- ci dice:

 

Dalle innovazioni digitali alle truffe a base di creme miracolose, passando per serissimi studi scientifici.

Nel luglio 2018, l’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS) ha compiuto un passo avanti nella direzione che un domani potrebbe portarci a considerare l’invecchiamento una malattia.

 Non poche persone hanno tirato un primo, lungamente atteso, sospiro di sollievo. Per la precisione, si tratta di gerontologi come Aubrey De Grey, rispettati scienziati come David Sinclair, imprenditori come Bill Maris e altri ancora.

Sono coloro i quali ormai da anni lavorano, studiano e investono allo scopo di rendere l’essere umano immortale (o almeno farlo vivere molto più a lungo).

 Ma quali sono gli strumenti per vivere così a lungo? Per rispondere a questa domanda, bisogna farsi strada in un dedalo di soluzioni, promesse, truffe e speranze che spaziano dal campo della tecnologia digitale più futuribile e arrivano fino alle medicine più tradizionali.

L’esempio tecnologico classico riguarda le ricerche che mirano, un domani, a replicare digitalmente il cervello umano, con i suoi 86 miliardi di neuroni e 100mila miliardi di sinapsi.

Un obiettivo ancora incredibilmente distante dall’essere raggiunto – al momento si è riusciti a replicare digitalmente i 302 neuroni del cervello di un tipo di verme – ma che una volta conquistato potrebbe permettere di uploadare il cervello di ciascuno di noi all’interno di un computer e consentirci così di vivere per sempre sotto forma di avatar digitale. Potete immaginarlo, se volete, come una specie di Second Life abitato però proprio da noi (sempre che ci si possa considerare se stessi anche quando si è solo una copia digitale).

All’altro estremo dello spettro, nel mondo analogico, si trovano rimedi più a portata di mano, che non prevedono il trasferimento dell’umanità in rete, ma il cui esito è decisamente più incerto.

La giornalista Jacqueline Detwiler ha per esempio fatto una visita alla conferenza annuale RAADFest (Revolution Against Aging and Death) ospitata a Las Vegas dalla Coalition for Radical Life Extension. Tra concerti, danze ed esibizioni, il leader James Strole, 72 anni, ha tenuto i suoi discorsi su quello che definisce anti-ageism:

 una sorta di ideologia contro l’importanza attribuita all’età nel determinare i nostri comportamenti, ruoli sociali, aspettative e anche abbigliamento.

Una visione per molti versi condivisibile, dietro la quale però si cela un mondo non molto trasparente.

Nel corso del festival, gli stand più importanti vendevano sistemi di filtraggio dell’aria da oltre 8mila dollari, olii mistici che “riequilibrano le cellule”, iniezioni per potenziare le sirtuine, rimedi contro i danni causati dal 5G, creme ringiovanenti e integratori di ogni tipo.

Più che un festival scientifico, l’impressione è di trovarsi alle prese con i venditori ambulanti di magici unguenti che spopolavano nel 1800.

In ogni caso, l’obiettivo di tutti è sempre quello che Aubrey de Grey (il nome più noto tra gli scienziati anti-invecchiamento) ha definito “velocità di fuga della longevità”: l’idea è che individuare rimedi che oggi ci permettano, per esempio, di vivere anche solo dieci anni in più ci consentirebbe di sfruttare poi le innovazioni scientifiche dei prossimi dieci anni. Una continua rincorsa ai rimedi per l’allungamento della vita che potrebbe – in linea teorica – farci vivere molto più a lungo dell’attuale limite massimo possibile di circa 120 anni, e anche di sconfiggere quella malefica legge matematica secondo la quale, superati i trent’anni, ogni otto anni il rischio di morire raddoppia.

Ricerca scientifica della  immortalità.

Ma tra sogni digitali e truffe analogiche si trovano anche scienziati seri.

 È il caso di David Sinclair, 52enne australiano responsabile del laboratorio di genetica di Harvard e autore di numerosi studi sul tema dell’invecchiamento pubblicati su Nature e Science.

 Siamo quindi lontani anni luce dal Circo Barnum di cui sopra: eppure anche Sinclair, come si legge su Popular Mechanics, “è convinto che riusciremo a risolvere l’invecchiamento” e che “non ci sia un limite massimo alla durata della vita umana”.

Tutto questo non significa che chi già oggi è in vita riuscirà a godere dell’elisir dell’immortalità, ma che si stanno facendo (lenti) passi avanti nella comprensione di cosa causi l’invecchiamento.

Un domani, quindi, si potrebbe magari anche scoprire come rallentarlo o addirittura sconfiggerlo. Stando a Sinclair, l’invecchiamento è un problema di perdita di informazioni, causato dal modo in cui il DNA viene letto e implementato dalle cellule.

Al centro dei suoi studi c’è infatti l’epigenoma, da lui definito “un flessibile interprete del DNA che accende e spegne i geni sulla base delle condizioni ambientali”.

 

Col passare del tempo, il nostro DNA subisce però danni da raggi ultravioletti, ormoni dello stress, raggi X e da molteplici altri fattori. Da un certo punto di vista, invecchiare è come un CD che col passare degli anni si riempie di graffi.

 “Il genoma è la musica, il lettore è l’epigenoma e i graffi sono ciò che impedisce al lettore di leggere la musica come un tempo”, spiega Sinclair. “Penso che l’invecchiamento impedisca alle cellule di leggere correttamente i geni”.

In poche parole, col tempo le cellule diventano meno brave a svolgere le loro funzioni, anche se le istruzioni sono ancora tutte presenti.

A dimostrazione di questo aspetto, secondo Sinclair, c’è il fatto che il trasferimento del vecchio DNA di un animale in una nuova cellula clonata porti alla nascita di un clone neonato, non già vecchio.

Di conseguenza, è plausibile che il DNA continui a contenere tutte le istruzioni corrette. In un recente studio pubblicato su Nature, Sinclair è riuscito a riportare le cellule della visione dell’occhio di un vecchio topo a uno stato epigenetico più giovane: da un certo punto di vista, è come se avesse usato uno di quei vecchi cd-cleaner.

Ma siamo ancora agli inizi, e soprattutto molti scienziati sono scettici verso l’idea di Sinclair di puntare tutto sull’epigenoma. Lui stesso, comunque, non consiglia certo di utilizzare già adesso delle terapie genetiche.

Ciò che invece ha più volte raccontato pubblicamente – facendo balzare sulla sedia molti suoi colleghi – è la dieta personale che segue, a base di vitamina D, vitamina K, metformina (una medicina contro il diabete che torna sempre quando si parla di contrastare l’invecchiamento), l’estratto dell’uva resveratrolo e altro ancora.

Tra questi, il rimedio più promettente è probabilmente la metformina, un farmaco che sembra davvero in grado di rallentare l’invecchiamento negli animali e di ridurre le malattie neurodegenerative e il cancro negli esseri umani.

Il problema è che non è semplice prescriverla e studiarne gli effetti a lungo termine tramite apposite ricerche.

E questo, principalmente, perché il fatto che l’invecchiamento non sia considerato una malattia limita e ostacola la ricerca medica del settore. Un altro problema è che non ci sono test affidabili per determinare l’età cellulare di un corpo (che è diversa da quella anagrafica), il che rende più complesso comprendere se un dato trattamento sta funzionando.

La strada è lunga e piena di ostacoli, e nonostante alcuni progressi si stanno facendo sia dal punto di vista scientifico sia da quello culturale (vedi i passi avanti dell’OMS nel considerare l’invecchiamento una malattia) è decisamente improbabile che qualcuno di noi possa godere di grandi salti in avanti in termini di longevità.

 In questo modo, però, ci risparmieremo almeno di dover affrontare le serissime questioni che tutto ciò potrebbe porre in termini di sovrappopolamento, sostenibilità, economia e magari, anche, noia.

 

 

 

Il prezzo dell’immortalità delle cellule.

Focus.it-Chiara Guzzonato -(22 ottobre 2021)- ci dice:

Il sogno di ogni cellula è diventare due cellule, affermava il biologo premio Nobel per la medicina 1965, François Jacob. Ma qual è il prezzo di questo "desiderio"?

Replicazione cellulare.

Durante il festival della ricerca scientifica Trieste Next, tenutosi a Trieste dal 24 al 26 settembre scorso, abbiamo assistito a un interessante intervento del professor Pier Paolo Di Fiore, oncologo di fama internazionale e docente di patologia generale all'Università di Milano.

 Il titolo, "Il prezzo dell'immortalità", ci aveva incuriosito e al tempo stesso tratto in inganno:

Di Fiore non si riferiva infatti all'immortalità delle nostre vite umane, ma all'immortalità (o meglio, al desiderio di replicazione eterna) delle cellule.

L'origine della vita risale alla comparsa della prima cellula, LUCA (Last Universal Common Ancestor, il più antico antenato comune universale), avvenuta probabilmente 4,5 miliardi di anni fa; tuttavia l'evento che ha permesso l'evoluzione di essere viventi più complessi  – come noi – è stata la nascita degli organismi pluricellulari, composti cioè da più cellule.

 La pluri-cellularità è definita da Di Fiore come la «tecnologia abilitante per fare qualcosa di diverso», ovvero ciò che permette a ogni cellula di specializzarsi in una funzione diversa.

Scienza.

Perché il mondo è così com'è?

METTERE UN FRENO.

Ma la nascita degli organismi pluricellulari non basta, esiste ancora un ostacolo alla formazione della vita come la conosciamo oggi: se è vero che l'istinto delle cellule è quello di replicarsi, è altrettanto vero che occorre porre un freno, un limite a questa sete di immortalità.

«Le cellule non possono replicarsi in modo indiscriminato», spiega Di Fiore, «devono farlo sono in certi momenti, quando è necessario, come ad esempio durante l'embriogenesi o quando altre cellule muoiono e devono essere sostituite».

 Per tenere a freno l'istinto base della vita, gli organismi creano quindi dei programmi molecolari che sopprimono l'anelito di replicazione delle cellule, permettendola solo quando è necessario.

Scienza.

Contro l'invecchiamento: il segreto dell'eterna giovinezza.

REPLICAZIONE INCONTROLLATA.

Quando però uno di questi programmi si altera e avviene una mutazione genetica (un refuso, un errore nel codice della vita), le cellule coinvolte tornano a essere libere di replicarsi in modo incontrollato: il prezzo di questa ritrovata libertà è lo sviluppo del cancro.

 L'istinto di immortalità cellulare si ritrova infatti anche nelle cellule staminali, presenti in piccola parte in ogni tessuto adulto dell'uomo: a loro, in condizioni normali, spetta l'importante compito di ripopolare un organo, sostituendo le cellule morte.

«Sono le api regine del nostro organismo e danno vita alle cellule normali, semplici api operaie incapaci di replicarsi», spiega Di Fiore.

Le staminali sono sensibili alle mutazioni genetiche, e per questo sono all'origine del cancro: la loro natura molecolare, diversa da quella delle cellule normali, in certi casi ha permesso agli scienziati di costruire una terapia antitumorale mirata, che vada a colpire solo le cellule maligne bloccandone la replicazione, lasciando vivere il resto di cellule "sane".

(Chiara Guzzonato).

 

 

 

4 progressi scientifici che

dovrebbero emergere entro il 2100.

Gamingdeputy.com- Lee Michaelis- (4-2-2022)- ci dice :

 

Metaverso della vita reale: uno dei progressi previsti per i prossimi decenni.

Gran parte di ciò che è nato come Fantascienza (telefoni cellulari e chat video, ad esempio) è  finito per diventare una realtà.

Dopotutto, scienza e tecnologia sono in continua evoluzione ed è naturale che raggiungano il futuro immaginato da alcuni geni della letteratura. Quindi, cosa possiamo aspettarci per i prossimi decenni?

Sapere di più.

Il  prossimo Web ha realizzato 4 proiezioni basate sui recenti progressi nei campi della fisica nucleare, dell’informatica quantistica, della robotica, dell’intelligenza artificiale e anche sulle ultime proposte delle grandi tecnologie. Secondo il portale, tutti possono essere rilasciati fino all’anno 2100.

Nanobot medici.

Piccole macchine che funzionano a livello cellulare, in grado di eseguire riparazioni tissutali, distruggere gli intrusi e fornire nanomedicina mirata.

Ecco come funzionerebbero i nanobot medici.

Ma usarli non significherebbe necessariamente riempire il flusso sanguigno con trilioni di microscopici pezzi di metallo e silicio.

 È probabile che gli scienziati trasformeranno gli attuali robot biologici in agenti di intelligenza artificiale in grado di svolgere diverse funzioni all’interno dell’organismo.

In questo modo sarebbe possibile avere minuscoli robot all’interno del proprio corpo controllati da una rete neurale collegata alle nostre interfacce cervello-computer, con il solo obiettivo di ottimizzare le funzioni biologiche. Un bel passo avanti nella ricerca dell’immortalità sognata.

Energia di fusione e ottimizzazione quantistica.

Un’altra tecnologia che potrebbe essere utilizzata su larga scala in un lontano futuro è l’energia da fusione nucleare. Da lì, sarebbe possibile utilizzare i computer quantistici per portare soluzioni a tutti i problemi della civiltà.

La fusione potrebbe potenzialmente essere una forma illimitata di energia, diventando onnipresente per uso privato e commerciale come l’aria.

The Next Web crede che con l’energia di fusione, l’umanità potrebbe assegnare algoritmi a ogni creatura vivente nell’universo conosciuto al fine di ottimizzarne l’esistenza.

Unità di piegatura.

Per viaggiare nello spazio serve velocità. Il problema è che l’universo non sembra permettere a nulla di viaggiare più veloce della luce. Perché il warp guida (sì, gli stessi da Star Trek) può risolverlo.

Usandoli, invece di aumentare la velocità, sarebbe possibile – almeno in teoria – esplorare le proprietà dell’universo per andare oltre. Ciò comporterebbe lo spostamento attraverso bolle di curvatura nello spazio.

 

Sembra che stiamo di nuovo cercando di andare dove nessun uomo è mai andato prima. Ma i fisici sono entusiasti di alcune equazioni e simulazioni che stanno iniziando a far sembrare le unità di curvatura più simili alla scienza.

Inoltre, la tecnologia avrebbe un vantaggio: aumenterebbe le possibilità che gli umani scoprano la vita aliena.

Metaverso.

Ovviamente non poteva mancare. Oggi, il metaverso è caratterizzato come un mondo pieno di avatar di cartoni animati, realizzati con una grafica scadente e che richiedono un visore VR per accedervi.

Ma entro il 2100, sarà completamente obsoleto. Secondo The Next Web, l’universo digitale ideale sarebbe un ambiente indistinguibile dalla realtà solo a causa della sua utopia. In altre parole, saprai che è falso solo perché puoi controllarlo.

Sebbene possano esserci dei rischi, la possibilità di prendersi una vacanza dalla realtà può avere implicazioni positive per la salute mentale e la vita delle persone, che vanno dal trattamento della depressione alla possibilità di riposarsi davvero lontano da qualsiasi richiesta di questo mondo.

 

 

 

 

“L’immortalità dell’uomo è possibile”:

“ma causerebbe l’estinzione”.

Ilsussidiario.net- Davide Giancristofaro Alberti-(06.01.2022 )- ci dice :

Secondo il ricercatore ed antropologo russo Stanislav Drobyshevsky, l’immortalità dell’uomo è possibile ma ciò provocherebbe l’estinzione.

Secondo l’antropologo russo, Stanislav Drobyshevsky, l’immortalità dell’uomo è a portata di mano ma, paradossalmente, causerebbe l’estinzione della nostra specie. Come riferisce il sito di “RaiNews”, il famoso ricercatore ha ipotizzato che oggi sarebbe possibile raggiungere l’immortalità dal punto di vista tecnico, ma lo stesso spera che tale prospettiva non venga mai perseguita in quanto provocherebbe un effetto contrario: «la vita eterna degli individui – spiega Stanislav Drobyshevsky – conduce alla morte della specie».

 

Secondo l’antropologo, a favorire l’immortalità dell’uomo sarebbe il livello moderno della medicina, le opportunità riguardanti i trapianti di organi, lo sviluppo dell’ingegneria genetica, e non solo, tutti aspetti che spianano appunto la strada verso l’immortalità umana.

Tuttavia, se ciò si verificasse realmente, tutti gli esseri umani “si estingueranno inevitabilmente”.

 Drobyshevsky ha infatti spiegato che con il cambio delle generazioni avvengono la selezione naturale e una serie di mutazioni e ricombinazioni, che consentono di “adattarsi alle condizioni di vita – scrive RaiNews.it – in costante cambiamento sul pianeta”.

DALL’IMMORTALITA’ ALL’ESTINZIONE: ECCO PERCHE’ ACCADREBBE.

Ogni specie è quindi in continua trasformazione, e l’evoluzione è causata da un cambiamento nelle condizioni di esistenza.

Nel caso in cui dovessimo raggiungere l’immortalità, questo processo evolutivo troverà la parola fine, di conseguenza si estinguerebbe totalmente l’umanità, così come si sono estinti in passato i dinosauri o i mammut.

Il ricercatore russo ha spiegato che un individuo che si adatta ad una serie di condizioni specifiche e ristrette, non sarà in grado di fronteggiare delle nuove sfide nel caso in cui queste stesse condizioni venissero modificate, e secondo l’antropologo, prima o poi cambieranno “al cento per cento”.

L’esempio potrebbe essere un cambiamento nella composizione dell’atmosfera terrestre, o magari un aumento della temperatura sulla Terra, che porterebbe l’umanità a trovarsi in un vicolo cieco.

Ecco perché, ribadisce: “L’immortalità, paradossalmente, è una garanzia di estinzione”.

A questo punto, meglio continuare… a morire.

 

 

 

Vita eterna possibile, la soglia da cui scatta

l'immortalità: lo studio svizzero

che scuote il mondo.

Liberoquotidiano.it- Giordano Tedoldi -(30 settembre 2021)- ci dice: 

 

 Qual è il limite teorico della vita umana?

Se lo sono chiesto gli scienziati del Politecnico di Losanna e, usando metodi statistici, si sono anche dati una risposta: non c'è un limite teorico.

In altre parole, secondo la statistica, non c'è nessuna evidenza inoppugnabile che, un certo giorno, dobbiamo morire.

 E, forse con una punta di irriverenza, ci viene in mente il motto paradossale del regista Monicelli, che campò 95 anni e si congedò dalla vita di sua volontà, secondo il quale «solo gli stronzi  muoiono».

Ma battute a parte, lo studio, pubblicato sull'autorevole rivista "Royal Society Open Science", è alquanto confortante:

dunque pare che, naturalmente soltanto in teoria e in base a calcoli probabilistici, potremmo vivere per sempre.

Ma a smorzare un po' l'ottimismo di questo incredibile risultato arriva una precisazione, e cioè che tutti, indifferentemente dal sesso o dalla nazione di provenienza, incontriamo, lungo il corso della vita, un punto critico, che gli stessi scienziati hanno individuato al compimento dei 108 anni.

Eh sì, perché, sempre stando ai numeri, a quella fatidica e veneranda età, affermano gli scienziati svizzeri, corrisponde un «anomalo aumento della mortalità».

Ma pensa!

E chi l'avrebbe mai detto che a 108 anni si fosse più cagionevoli.

 Ma di nuovo, al bando l'ironia: in fondo è pur sempre un dato interessante, perché uno potrebbe anche essersi spaventato di aver raggiunto quota 100 anni, o aver tagliato il traguardo dei 105, e invece no, non c'è ragione di preoccuparsi davvero finché non si arriva ai 108.

È un fatto statistico: è quella la cruna dell'ago, il setaccio.

Da quel giorno in avanti, ogni anno acquistato è sottoposto a una sorta di lancio della monetina: si ha il cinquanta per cento delle probabilità di sfangarla, e dunque il cinquanta per cento di crepare.

Insomma, per arrivare, ad esempio, a 130 anni, bisogna, ogni anno, fare sempre testa. Se esce croce, sarà quella sulla propria tomba.

Scamparla non è impossibile, ma la probabilità è inferiore a 1 su un milione. Considerato che c'è gente che gioca continuamente al Superenalotto, dove le probabilità di vincere sono più o meno le stesse (se non inferiori), tutto sommato non c'è ragione di disperarsi troppo nemmeno se si è giunti alla soglia dei 108 col suo "aumento anomalo della mortalità". D'altronde la cosa bella degli studi scientifici è che, spesso, come in questo caso, sono assolutamente paradossali, e ci invitano a vedere il mondo sotto un'ottica completamente diversa.

 Per l'uomo della strada, il limite della vita umana c'è eccome e, più o meno, a lume di naso, si aggira attorno agli ottanta-novanta anni.

Non per niente i centenari fanno notizia come fossero esseri soprannaturali.

Ma gli scienziati non ragionano come l'uomo della strada, altrimenti non sarebbero quello che sono. Immersi nei loro numeri, nei loro algoritmi, sono sempre pronti a smentire il nostro buon senso, talvolta con notizie allarmanti, altre con dolci illusioni: morire? Non è affatto scontato.

 

 

 

Jeff Bezos ha appena speso 3 miliardi

per rendere gli uomini immortali.

Esquire.com- Redazione- (31/01/2022)-ci dice:

 

Ha messo 3 miliardi di dollari in una startup di biotecnologie che vuole riprogrammare le cellule umane.

(Bezos si allenava da anni per andare nello spazio).

Il primo giorno della sua vita la startup di biotecnologie Altos Labs ha ricevuto un regalo di incoraggiamento da parte di Jeff Bezos: 3 miliardi di dollari. Questo "pensierino" dell'ex CEO di Amazon ci ha confermato il trasporto del miliardario verso un tema vecchio come il mondo eppure attualissimo, ovvero l'intenzione di sconfiggere la morte e il tempo che passa.

La missione di Altos Labs è quella di riprogrammare il ringiovanimento cellulare, con l'obiettivo di ripristinare la salute e la resilienza delle cellule, con l'obiettivo di scongiurare le malattie, trasformando per sempre il nostro rapporto con la vecchiaia.

Tra i fiori all'occhiello di questa società, che vanta dirigenti che provengono da importantissime aziende sanitarie e biotecnologiche, c'è “Shinya Yamanaka”, ricercatore e vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 2012 con uno studio sulle cellule staminali. Attualmente dirige il dipartimento di ricerca dell'Università di Kyoto ma collaborerà attivamente con i progetti di Altos Labs.

Ma Bezos non è il solo miliardario a preoccuparsi della morte, tanti altri imprenditori ricchissimi sono arrivati da tutto il mondo per sostenere questo genere di imprese nella Silicon Valley.

Riusciranno a controllare la natura a tal punto da evitare il destino che ci rende davvero tutti uguali?

 

 

 

La corsa dei geni della Silicon Valley

per scoprire come si diventa immortali.

Esquire.com-Redazione-(27-7.2021)- ci dice :

Miliardi investiti nello studio sull'immortalità, o almeno su una lunga vita alla Matusalemme.

Come si diventa immortali?

Prima di rispondere a questa domanda molti di voi se ne saranno fatta una preliminare: ma davvero stiamo investendo risorse e ricerca su questo tema?

 La risposta è sì, soprattutto nella Silicon Valley, dove è pieno di miliardari anziani che hanno paura di invecchiare e stanziano enormi somme di denaro per risolvere questo dilemma epocale.

Attualmente ci sono due strade principali che stiamo percorrendo per approcciarci a all'immortalità e come potete immaginare sono molto complesse e vanno a braccetto con lo sviluppo di tecnologie che ancora non padroneggiamo a dovere.

La prima strada riguarda la longevità.

Certo, avere una lunga vita, o anche lunghissima, non significa esattamente essere immortali, ma è un inizio.

Sono esistite diverse persone nell'era moderna che sono vissute veramente a lungo, ad esempio Jeanne Calment che si è spenta a 122 anni nel 1997. Se si riuscisse a capire quali sono i geni che ci permettono di arrivare a vivere così a lungo potremmo intervenire artificialmente sul nostro corpo.

I nostri organi invecchiano e invecchiano le nostre cellule, sarà possibile sostituirle con la robotica? Sarà possibile sostituire gli organi malati con sostituti nuovi clonati?

Su questi temi stanno facendo ricerca molti scienziati che sognano di spingere l'uomo a vivere fino a 150 anni.

La seconda strada viene definita "caricamento della mente" e consiste in un tipo di immortalità digitale. Se riuscissimo a scaricare tutti i nostri ricordi e quello che contiene il nostro cervello in un computer con una sofisticata intelligenza artificiale saremmo in grado di rendere immortale, seppure parzialmente, qualsiasi individuo.

Per il momento non siamo ancora in grado di assicurare nessun allungamento della vita mi dispiace, dovrete godervi al meglio quella che avete e assicurarvi che se la godano anche gli altri.

 

 

 

Vaccini, Papa Francesco e la “guerra”

contro le fake-news in rete:

ai cattolici chiede di contrastarle.

Ilmessaggero.it- Franca Giansoldati-(28-1-2022)- ci dice:

 

Il pericolo evidente è costituito dalla «manipolazione delle coscienze dei più deboli».

Vaccini, Papa Francesco e la “guerra” contro le fake-news in rete: ai cattolici chiede di contrastarle.

Città del Vaticano – Anche il Papa si affianca alla guerra contro i giganti della rete per mettere il bavaglio alle fake news che circolano sulla salute e sui vaccini.

Sulla scia del documento licenziato agli inizi del suo pontificato nel quale Francesco raccontava che la prima 'bufala' è stata quella propinata dal serpente a Eva, facendole credere che la mela fosse il frutto dell'immortalità, stamattina ha pronunciato un importante discorso al Consorzio Internazionale di Media Cattolici “Catholic fact-checking” nel quale li esorta a combattere la falsità sui vaccini.

«Fare rete, mettere in comune capacità, conoscenze, contributi, per poter informare in maniera adeguata, rappresenta già di per sé una prima testimonianza. In un tempo ferito dalla pandemia e da tante divisioni – anche nelle opinioni – il fatto di stare in rete come comunicatori cristiani è già un messaggio»

ha raccomandato Papa Francesco insistendo sul fatto che la pandemia ha portato con sé una deriva informativa preoccupante.

«Una deformazione della realtà  basata sulla paura, che nella società ’globale fa rimbombare echi e commenti su notizie falsificate se non inventate».

Papa Francesco: i governi siano più decisi con l'obbligo vaccinale, a rischio la coesione sociale.

Il contrasto a questa cattiva informazione resta l'alleanza e la ricerca scientifica sulle malattie.

«Essere correttamente informati, essere aiutati a capire sulla base dei dati scientifici e non delle fake news, è un diritto umano. La corretta informazione va garantita soprattutto a coloro che sono meno provvisti di mezzi, ai più deboli, a coloro che sono più vulnerabili» ha ripetuto il pontefice.

Il pericolo evidente è costituito dalla «manipolazione delle coscienze dei più deboli» e l'importante è non arrivare alla contrapposizione, ad avere atteggiamenti di superiorità, a non semplificare la realtà.

«La realtà è sempre più complessa di quanto crediamo e dobbiamo rispettare i dubbi, le angosce, le domande delle persone, cercando di accompagnarle senza mai trattarle con sufficienza. Il dialogo con i dubbiosi».

Il Papa chiede ai comunicatori di non scavare fossati. «La pandemia ci invita ad aprire gli occhi su ciò che è essenziale, su ciò che davvero vale, sulla necessità di salvarci insieme. Cerchiamo dunque di essere insieme per e mai contro. Insieme per».

 

 

 

 

Covid, gli esperti vedono la luce:

 «Si avvia a diventare endemico»

 (ma c'è l'incognita varianti).

Lasicilia.it- Enrica Battifoglia-( 05 feb. 2022 )- ci dice :  

 

Il calo dei casi e dei ricoveri e la copertura vaccinale sono segnali chiari. E il prossimo autunno non sarà come quello del 2020 e del 2021.

Vaccini e misure di contenimento sono riusciti a piegare tutte le curve dell’epidemia di Covid-19 in Italia, tranne quella dei decessi per Covid  per la quale bisognerà attendere ancora, e adesso si attende che con l’arrivo della primavera e poi dell’estate anche le temperature più alte facciano il resto, tenendo i valori bassi. Le premesse ci sono, dicono gli esperti, anche se sullo sfondo c'è il punto interrogativo degli effetti che potrà avere la sotto-variante della Omicron intercettata recentemente anche in Italia, la BA.2.

A incoraggiare è il calo progressivo dei ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle unità di terapia intensiva: un ottimo segnale, tanto quanto lo è l’indice di contagio Rt, ormai sotto 1 in tutte le rilevazioni:

dallo 0,93 calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) allo 0,83 del sito Covid-Stati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), allo 0,8 del sito Covid-Trends e allo 0,69 calcolato dal fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento.

 «È probabile che in primavera e in estate avremo un lungo periodo di tranquillità, anche se resta il punto interrogativo dei contagi», ha detto Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell’Università di Milano.

«Il numero dei casi positivi scenderà soprattutto fra la seconda metà di febbraio a metà marzo, anche se resta l’incognita dell’arrivo della sotto-variante è BA.2 della Omicron».

 Se la sotto-variante, appena identificata in Italia, non dovesse diffondersi in Italia, «in marzo i casi positivi potrebbero scendere a poche migliaia», ma la BA.2 se si espanderà allora «il numero dei casi resterà alto».

 In generale, secondo La Vecchia si può prevedere "un carico ridotto sugli ospedali a fine marzo. A quel punto la decisione sulla fine dello stato di emergenza sarà solo politica». Con l’arrivo della bella stagione e le temperature più alte dell’estate si possono ipotizzare «settimane nelle quali i numeri dell’epidemia saranno bassi».

Anche per il virologo Francesco Broccolo, dell’università di Milano Bicocca, «La situazione è cambiata molto» e il primo motivo è che «il virus è cambiato molto nella sua biologia: ha 50 mutazioni in più rispetto a quello originario e adesso si replica in modo diverso, ossia nelle vie respiratorie superiori», ha osservato il virologo.

Inoltre «abbiamo a disposizione un armamentario farmacologico decisamente più potente rispetto alle precedenti ondate, con antivirali che si assumono per bocca e che funzionano sulla Omicron e nuovi anticorpi monoclonali da utilizzare come profilassi per chi non può vaccinarsi per presunti effetti avversi"

Si può quindi cominciare a intravedere una nuova fase dell’epidemia, nella quale il virus diventa endemico: che «la pandemia sta andando in endemia lo indica anche la percentuale del tasso di positività, sceso nelle ultime settimane dal 22% al 14%», ha detto Broccolo.

Quanto all’autunno, secondo La Vecchia «probabilmente sarà più tranquillo rispetto a quelli del 2020 e del 2021», anche se «difficilmente il virus SarsCoV2 scomparirà.

La malattia potrebbe continuare a esistere, ma in forma sempre meno grave, salvo l’improbabile arrivo di una variante più contagiosa e aggressiva».

In sostanza il virus potrebbe avviarsi a diventare endemico, vale a dire che resterà una sorta di «sottofondo di frequenza di questo virus che, come tutti i virus respiratori, aumenterà d’inverno.

Se malattia clinica resterà moderata, il SarsCoV2 potrà diventare uno dei virus respiratori che conosciamo». Troppo presto per dire se e quando potrebbe essere necessaria una quarta dose del vaccino: è un altro punto interrogativo da affrontare nei prossimi mesi.

 

 

L’omaggio dell’Oms a Henrietta Lacks,

la “madre” delle cellule immortali

che hanno cambiato la storia della medicina.

Healthdesk.it- Redazione- (14 ottobre 2021)- ci dice :

 

In una cerimonia alla presenza dei famigliari, l’Oms onora Henrietta Lacks, la donna afroamericana diventata celebre a sua insaputa per le “cellule HeLa” prelevate senza il suo consenso rivelatisi poi cruciali per la ricerca medica.

A sua insaputa ha fatto la storia della medicina, contribuendo alla scoperta del vaccino anti-polio, alla mappatura genetica, alla fecondazione in vitro fino allo sviluppo dei vaccini anti Covid.

Tutto questo grazie ai campioni di cellule cancerogene prelevate senza il suo consenso né quello dei suoi famigliari mentre era ricoverata al Johns Hopkins Hospital di Baltimora per un tumore della cervice uterina.

Oggi Henrietta Lacks, la “madre” delle cellule HeLA, a 70 anni dalla morte, viene onorata dal direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con un riconoscimento postumo per il suo inconsapevole e fondamentale lascito alla ricerca scientifica ma anche per essere stata il simbolo di ingiustizie e discriminazioni non ancora del tutto superate.

Le cellule immortali.

Le cellule HeLa, che prendono il nome dalla “donatrice”, avevano la straordinaria caratteristica di sopravvivere e riprodursi al di fuori dell’organismo.

 Grazie a una mutazione causata dal tumore, infatti, le cellule di Henrietta Lacks non invecchiavano mai e continuavano a generare nuove cellule dando origine a una linea cellulare immortale.

I primi studi sulle HeLa sono stati condotti dagli stessi ricercatori della Johns Hopkins che le avevano prelevate dalla paziente senza permesso. In poco tempo però la preziosa eredità della giovane donna è finita nelle mani dei ricercatori di tutto il mondo. Oltre 50 milioni di tonnellate di cellule HeLa sono diventate oggetto di oltre 75mila ricerche, tra cui anche quelle per sviluppare un vaccino contro il carcinoma della cervice uterina, la malattia che aveva ucciso Henrietta Lacks.

Una vicenda simbolo delle discriminazioni.

Va ricordato che Henrietta Lacks, una coltivatrice di tabacco della Virginia afroamericana, è stata seppellita in una tomba senza nome negli spazi riservati alle minoranze etniche, come prevedevano le normative della segregazione razziale in vigore all’epoca. Era il 1951, solo 70 anni fa. 

È una vicenda complessa come poche, quella di Henrietta.

Ci sono di mezzo questioni bioetiche per la totale mancanza di autorizzazioni all’utilizzo del materiale biologico della paziente, giuridiche per la violazione della privacy con la pubblicazione del sequenziamento del Dna delle cellule HeLa con i dati sensibili anche dei famigliari, economiche perché le cellule sono state commercializzate senza alcun ricavo per i parenti e ci sono le questioni razziali sempre aperte, tanto che la storia Henrietta Lacks è tornata di attualità durante le proteste del movimento Black Lives Matters.

E non ultima c’è la questione dei diritti delle donne.

«In onore di Henrietta Lacks, l'OMS riconosce l'importanza di fare i conti con le ingiustizie scientifiche del passato e di promuovere l'equità razziale nella salute e nella scienza.

 È anche un'opportunità per riconoscere le donne, in particolare le donne di colore, che hanno dato contributi incredibili ma spesso invisibili alla scienza medica», ha dichiarato ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, in una cerimonia speciale a Ginevra, in Svizzera, alla presenza del figlio di Henrietta Lacks, 87 anni, che ha ricevuto il premio.

Dall’altra parte però ci sono le grandi conquiste della medicina rese possibili grazie alle cellule HeLa: dal vaccino anti polio, ai farmaci per l’Hiv, ai trattamenti per l’emofilia, la leucemia e la malattia di Parkinson, alle scoperte nel campo della fecondazione in vitro, alla ricerca sulle malattie cromosomiche, alla medicina di precisione, fino ai vaccini anti Covid.

 E il tributo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità vuole essere il riconoscimento ufficiale di tutte le ingiustizie subite da Henrietta Lacks e dalla sua famiglia, ma anche il ringraziamento per tutti i progressi che la scienza è riuscita a ottenere grazie alle cellule immortali.

In nome di Henrietta: la battaglia per l’equità di accesso alle cure.

Non è la prima volta della famiglia Lacks all’OMS. L’anno scorso in occasione del centesimo anniversario della nascita di Henrietta Lacks i sui eredi hanno promosso in collaborazione con l’Oms la campagna “Global strategy to accelerate the elimination of cervical cancer” per eliminare il cancro del collo dell’utero e promuovere un accesso equo al vaccino contro l’HPV.

 Attualmente meno del 25 per cento dei Paesi a basso reddito e meno del 30 per cento dei Paesi a reddito medio-basso hanno avuto accesso al vaccino HPV attraverso i loro programmi di immunizzazione, rispetto a oltre l’85 per cento dei Paesi ad alto reddito.

«La lotta per eliminare il cancro del collo dell'utero fa parte della più ampia lotta per i diritti umani. Attraverso le cellule immortali HeLa, Henrietta Lacks ci parla, richiamando anche la nostra attenzione sui milioni di giovani donne e madri nei paesi a basso reddito che continuano a morire di cancro della cervice uterina perché non possono accedere e permettersi di acquistare medicinali, tecnologie e procedure mediche prontamente disponibili nei paesi ad alto reddito.

Le domande sollevate dallo spirito e dall'eredità di Henrietta Lacks sono: "perché esiste questa situazione", "quali sono le soluzioni" e "quando le metteremo in pratica”»,  ha affermato Groesbeck Parham, esperto clinico per l'iniziativa di eliminazione del cancro della cervice dell'OMS con un passato da attivista dei diritti civili in Alabama.

 

 

 

SOCIETÀ E MEDICINA: I PERSONAGGI.

Opinione.it -Antonio Saccà -(23 ottobre 2021)- ci dice:

 

La Morte è nella mente dell’uomo da sempre.

 Il poema iniziale della civiltà: L’Epopea di Gilgamesh, testo sumero sembra di millenni a.C., narra del sovrano di Uruck, il quale vede morire l’amico Enkidu, ne coglie lo scemare delle forze, l’impossibilità di sanarsi. Gilgamesh percepisce che la sua impresa eccellente sarebbe rendere gli uomini immortali.

Viaggia al fine di scovare l’immortalità e donarla al suo popolo, Lui che tanto ha compiuto per il suo popolo, sta per concludere anche tale scopo, ma fallisce.

 Gli uomini restano mortali; solo gli Dei non muoiono.

Concezione che rimase ferma per millenni e per gran parte degli antichi.

Anche il monoteismo ebraico diede scarsa o nessuna rilevanza all’Oltre-morte.

Fu con il cristianesimo che avvenne la presunta soluzione, il corpo muore per un lungo periodo ma rinascerà unendosi all’anima che dura in modalità  immortale  con ogni sorte, dannata o salvata.

Ma restava da risolvere come mai l’uomo è assoggettato alla morte.

Gli antichi, l’ho accennato, spartivano gli Dei dagli uomini, Dei immortali, uomini mortali.

 Nell’ebraismo e in quel che dell’ebraismo venne ereditato dal cristianesimo, l’uomo perde la immortalità e la salute a causa del peccato originale e dopo la cacciata dal Paradiso terrestre.

Anche in tal caso per un lunghissimo periodo non soltanto la morte ma pure le malattie e le sofferenze provenivano dall’aver male operato, malattie e sofferenze costituivano delle punizioni divine. Questa convinzione fu presente anche nella mentalità greca.

L’antichità legava, in ogni religione, trasgressione e punizione; meglio: punizione e trasgressione.

Se un individuo, un popolo erano avversati dalla disgrazia cercavano di trovare un motivo che giustificasse il malanno. Si capovolgeva la situazione, se accadeva il malanno l’uomo, il popolo avevano di sicuro sbagliato.

Questa convinzione, del resto non scomparsa, tutt’altro, favoriva, e favorisce, riti, scongiuri, sacrifici per ottenere il favore di Mana (Potenze), Angeli, Santi, Dei, Demoni.

E favorisce anche una visione non naturalistica dei fenomeni naturali, per esemplificare: ricorrere alle divinità o a potenze oscure per avere guarigione.

 Si spiega in tal modo la follia in campo medico che si affermò per millenni. Rimaniamo terrificati dalla bestialità con la quale l’uomo ha massacrato l’uomo ritenendo di guarirlo.

Esorcismi, speranze nei miracoli, sacrifici, preghiere, persecuzioni di responsabili illusori (streghe, ebrei), l’uomo ha inventato ogni sorta di marchingegno non vedendo o per non vedere la realtà naturale.

La Natura, ripeto, è stata spiegata con la Natura solo da qualche secolo, e non bisogna supporre che le interpretazioni magiche e superstiziose siano scomparse.

 E’ bene ridirlo.

Quali che siano le riserve nei confronti della Scienza, se intende dominare ogni sfera della vita e stabilire un primato completo per cui ciò che non è Scienza non vale, è anche vero che dobbiamo alla Scienza strabilianti risultati, spesso dagli effetti problematici ma in ogni caso portentosi.

Per quel che riguarda settorialmente la Medicina fa impressione ripensare come si operava in tal campo fino a qualche decennio passato, e di sicuro noi saremo considerati “barbari” tra decenni. Non esistevano elementi che consideriamo acquisiti.

Non c’era l’anestesia, non c’era la sterilizzazione degli strumenti usati, nessuna conoscenza delle infezioni, si ignorava l’esistenza dei micro organismi, i malati di mente erano giudicati indemoniati o da recludere, ma anche la vita sociale era inconcepibile ai nostri occhi, scarsa o inesistente l’igiene, scarico degli escrementi e delle urine ovunque, l’acqua potabile difettava, la pulizia personale raccapricciante, profumi spegnevano i male odori, le parrucche infestate, la morte delle donne a partorire, dei bambini, elevatissima, la lunghezza degli anni da vivere presso che la metà o due terzi di quella odierna, un uomo di cinquanta anni si preparava a sparire, a non dire le condizione del lavoro.

Che in queste situazioni sorgessero civiltà da meravigliare per la bellezza e la qualità, è altra faccenda.

Vi erano ceti sociali dominati dalla volontà di operare per magnificare se stessi non per scendere, abbassarsi, ottenere compratori o pubblico di scarso livello.

 E’ un aspetto che noi non abbiamo mantenuto, ed è l’aspetto in cui siamo decaduti. Per il resto, la Scienza e la Tecnica, siamo in vantaggio incomparabilmente.

Tra il XIX ed il XX secolo la scienza medica e la scienza fisica, autonomamente, scoprirono il minimo, l’invisibile dall’occhio, il corpuscolo nel corpuscolo. Nel conoscere l’atomo venne a rilevarsi che non costituiva l’entità minuscola indivisibile e unitaria, al suo interno vi era animazione, neutroni, protoni, elettroni, un nucleo, con funzioni specifiche, “cariche” precisate e distinte.

Ma pure nella sfera vivente accadde lo stesso. Esistevano entità invisibili, dicevo, le quali determinavano una consistentissima serie di eventi di decisivo effetto sulle malattie o per la salute di uomini, animali, piante.

E come il telescopio aveva colto l’immensamente distante, il microscopio coglieva l’immensamente vicino ma non percepibile. Batteri, microbi, virus divennero i soggetti, gli attori della medicina.

 E fecero notare un fenomeno di rilevanza epocale: se un corpo si infetta, si corrompe non è per cause morali, punizioni, degradazione dell’uomo, ma perché minuscoli organismi infettano, corrompono, la carne, le ossa, le piante.

Nessuna malattia sorge dal nulla, piuttosto da cause riconoscibili, questi minuscoli organismi che sono idonei a vulnerare il corpo più erculeo.

Tra coloro che indagarono, scoprirono questi minimi organismi e compresero che molti mali vengono da tali organismi non dal nulla o da punizioni da parte di un Dio o potenze maligne, vi furono Edward Jenner, Louis Pasteur. Alexander Fleming.

 

Siamo nell’epoca del “progresso”, nel periodo delle invenzioni, nel trionfo della conoscenza e della scienza, la Natura prende un posto dominante.

Ci sia o meno un Dio creatore, l’uomo vuole scoprire le leggi, le forze, le cause che animano la Vita, umana e non umana.

E si affida all’esperienza, tralasciando ogni intervento non naturale.

 Bene insistere: siamo nell’epoca in cui la Natura è spiegata con la Natura. Edward Jenner, inglese, nato nel 1749, a Berkeley perse i genitori da bambino ma fu cresciuto da un fratello maggiore, Stephen, e da una sorella, Mary, con estremo affetto. Ebbe fin dai primi anni curiosità naturalistiche e, giovane, scrisse una relazione sul comportamento del cuculo, il quale non soltanto depone l’uovo dentro il nido della passera ma il cuculetto, nato che fosse, scacciava i piccoli della passera scopaiola o li uccideva.

Il nome di Jenner è però legato ad uno dei massimi ritrovati per sconfiggere una delle peggiori infestazioni che l’uomo subiva. Il vaiolo devastava i corpi, li traforava puntigliosamente, scavature specie sulle facce che ne risultavano deturpate, e poi, spesso, anche uccideva.

Era il vaiolo una di quelle sciagure che colpivano miriadi di persone, inguaribile, chi lo riceveva poteva anche sopravvivere ma si sarebbe guardato con orrore e con orrore sarebbe stato guardato.

Si formavano delle vescichette gonfie di liquido, crosticine che indurivano, quindi si staccavano provocando un foro.

Jenner, dicevo, naturalista, vivendo in campagna, coglie un fenomeno, talune persone a contatto con degli animali, equini, bovini, non sono attaccate dal vaiolo o in forme diverse.

Osserva, distingue e ipotizza che vi sono taluni animali il cui contatto immunizza dal vaiolo. Dopo sperimentazioni di sieri difformi, determina quello che immunizza, caw-pox.

Viene al mondo il “vaccino”. Inoculata la malattia in forma sopportabile, il corpo reagisce e si difende, bastano dei graffi di inoculazione, si forma la pustola, la crosta che cade, resta un minimo segno, il corpo è tutelato.

Un processo che conquista il futuro. Una conquista per l’umanità.

 Il vaccino.

L’esistenza di Jenner dopo questa “trovata” è gloriosa. Il rimedio contro il vaiolo risulta adoperato con vantaggio enorme, Jenner è inneggiato, ha il dolore della morte del fratello e di un amico fraterno, Hunt, che lo aveva accompagnato negli studi a Londra. Poi Jenner era tornato a Berkeley, fece il chirurgo, costruì mongolfiere, sposò Katherine, felicemente, Morì nel 1823, a Berkeley. Il vaiolo sorge a causa di un virus, inalato entra in circolo. Costituiva uno dei morbi risonanti e micidiali.

Veniva curato iniettando la malattia, con risultati sovente dannosi, la variolizzazione.

 E’ un male antichissimo. Ormai presso che scomparso.

Forse il più celebre scopritore di microrganismi è Louis Pasteur, francese (1822-1895). Uno dei problemi che dominavano la scienza medica a quel tempo e da tempo era il non capire come mai un corpo si infettasse, si degenerasse, non essendo visto un elemento che determinasse tali eventi.

Una ferita incancreniva, perché?

Una donna dopo il parto, moriva, spesso anche il nato, come mai?

E febbri senza apparente motivo, per quale causa?

L’opinione che vi fossero fenomeni sorti dal nulla, era una spiegazione dell’inspiegabile ma oscura.

Fu Pasteur a chiarire una volta per sempre che vi erano organismi infimi, invisibili che provocavano queste situazioni, batteri, microbi, virus.

Nasceva la microbiologia, con Pasteur e periva la teoria della generazione spontanea.

 Con la sperimentazione fu stabilito che se un corpo si conserva in un ambiente sterilizzato, non si corrompe.

Non si corrompe in quanto mancano quegli organismi piccolissimi che agiscono sui corpi.

Con queste cognizioni Pasteur scopre gli “agenti patogeni” di malattie dannosissime per gli animali e gli uomini.

Scopre ciò che provoca il colera dei polli, scopre chi distrugge i bachi da seta, scopre chi dà luogo al carbonchio, crea un antidoto alla rabbia da morso canino, trasmessa non solo dalla saliva del cane rabbioso, indaga sulla asepsi e antisepsi chirurgica, la pulizia degli strumenti, dell’ambiente, delle mani, che tanto influenzava le morti da parto, da interventi.

Sono ritrovati fondamentali, per l’agricoltura e la salute umana ed animale.

Alexander Fleming nacque in Scozia, nel 1881, dopo studi elementari, si reca a Londra e divenne medico, favorito da una eredità, distinguendosi anche in attività sportive.

 L’occasione aurea della sua vita fu l’incontro con il batteriologo Sir Almroth Wright, Fleming abbandona la chirurgia e si impegna nella ricerca con il fine, che era di Wright, di vaccinazioni non solo preventive ma terapeutiche, a malattia già in atto.

Paul Ehrlich aveva scoperto il Salvarsan dando origine alla chemioterapia.

 Lister aveva dato origine all’asepsi, all’antisepsi, quindi vi erano modi per difendersi dalle infezioni.

 Ma con la Grande Guerra (1914-1918) le condizioni igieniche vennero debilitate, del resto alcuni ritrovati erano tossici o non potevano essere usati nelle ferite estreme.

 Fleming scopre in un primo momento che il muco ha qualità antibatterica, successivamente che le muffe hanno notevoli qualità antibatteriche.

 In entrambi i casi la comunità degli scienziati non crede a tali risultati.

 Saranno due studiosi, Howard Frares ed Ernst Bon Claris ad avvalorare la sperimentazione di Fleming, oltretutto ottenendo muffe di maggior consistenza. Nasce la Penicillina, l’Antibiotico. Sostituirà i Solfamitici. Nobel nel 1945, Fleming morì nel 1955.

Potremmo continuare: malaria, poliomielite, tubercolosi, sifilide, Aids. Su tutto questo vi è stato un rimedio o presso che un rimedio. Lo stesso cancro. Ma è un discorso infinito, la lotta per la Vita. Quanto detto è un granello rispetto all’enorme cambiamento degli ultimi tempi.

Non corre giorno che un qualcosa non venga scoperto per la conoscenza, per la salute. Abbiamo compreso il Dna, sappiamo che sono e quali funzioni hanno i geni, scendiamo e agiamo millimetricamente nel corpo, come accennato malattie che sembravano gareggiare con la morte naturale, sifilide, malaria, tifo, tubercolosi, pellagra sono dissolte o sminuite, sostituiamo perfino il cuore o lo riattiviamo, e gambe, braccia, generiamo in forme diverse, suscitiamo tessuti in altri animali, trapiantiamo, modifichiamo, mai la Natura è stata dominata dall’uomo come al presente.

Eppure sembra che sull’umanità e sulla stessa Natura vi sia un’ombra. L’ombra della guerra, della rovina ambientale, dei cibi alterati, del dominio delle macchine, gran parte degli abitanti sopportano la miseria, ancora, altra parte malesseri della sazietà, eppure, almeno nei paesi ammodernati, viviamo più a lungo. Bisogna cercare di vivere meglio questa vita più lunga. Sarebbe inconcludente tanto da fare per stare bene e vivere massimamente e poi non sapere ben vivere.

Certo sono lontani i tempi delle pandemie, il colera, un vibrione provocava diarree da liquefare; la peste, veniva dalle pulci che infestavano i topi ed entrava nel nostro sangue quando le pulci infestavano anche l’uomo, la peste nera, la peste bubbonica, catastrofi che dissestavano gli uomini a milioni e tante volte, la peste di Atene, la peste mondiale, nel XIV secolo, la peste di Londra, la peste di Milano, popoli morivano o aspettavano di morire, popoli interi.

 La Vita è assoggettata a troppi orrori per non amarla, sanarla e viverla.

 

 

 

Possiamo arrestare il tasso

di invecchiamento?

La scoperta danese.

Spazio50.org- Anna Costalunga -(30 Giugno 2021)- ci dice :

Uno studio recente condotto dall’Università di Danimarca suggerisce che gli esseri umani non possono rallentare la velocità di invecchiamento dell’organismo a causa di vincoli biologici immodificabili.

Ma è davvero così?

Il mito dell’immortalità.

Da sempre l’uomo insegue il mito dell’immortalità. Oggi i progressi nella scienza, nella medicina e nella tecnologia, sembrano far ben sperare in un progressivo allungamento della vita umana.

 Del resto molti accademici sostengono che i centenari rappresentino ormai il gruppo di età in più rapida crescita in tutto il mondo.

La vita umana si è allungata?

Un nuovo studio suggerisce tuttavia che, in realtà, il raggiungimento di un’età elevata non è il frutto dell’allungamento della speranza di vita, bensì il risultato di una diminuzione della mortalità all’interno della specie. Lo studio, pubblicato su “Nature Communications”, parte da una domanda: è possibile rallentare il tasso di invecchiamento o la durata della vita è fissata da vincoli biologici?

«La morte è inevitabile», afferma Fernando Colchero, coautore della ricerca. «Non importa quante vitamine assumiamo, quando sano sia il nostro ambiente, o quanto movimento facciamo». Un’affermazione, tuttavia, meno sconfortante di quanto possa apparire.

Il tasso di invecchiamento invariante.

Lo studio, condotto da scienziati di 14 diversi paesi, si proponeva di testare l’ipotesi del “tasso di invecchiamento invariante”.

Secondo questa teoria per ogni specie esiste un tasso di invecchiamento prestabilito, che non può in alcun modo essere modificato.

 Per i ricercatori i risultati ottenuti supportano questa teoria.

L’uomo, infatti, non ha rallentato la morte. Semplicemente, sempre più persone vivono molto più a lungo solo grazie alla diminuzione della mortalità in età giovanile.

Uomini e scimmie.

Per dimostrare che il limite di vita è di natura biologica e non dipende dall’ambiente circostante, i ricercatori hanno incrociato i dati relativi alla nascita e alla morte di primati umani e non umani (babuini, gorilla e scimpanzè, liberi o negli zoo), di secoli e ambienti diversi. Hanno così scoperto che il modello generale di mortalità è lo stesso in tutte le specie. Ed è indipendente dall’ambiente circostante.

Un trend uguale per tutti.

L’andamento di tutte le popolazioni osservate, uomini e scimmie, ha infatti rivelato il medesimo trend.

Un alto rischio di morte nell’infanzia che diminuisce rapidamente negli anni, rimane basso fino alla prima età adulta e poi aumenta costantemente con l’avanzare dell’età.

 «Osserviamo – afferma Colchero – che non solo gli uomini, ma anche altre specie, come le scimmie che vivono in un ambiente differente (zoo o savana), riescono a vivere più a lungo riducendo la mortalità infantile e giovanile.

 L’aumento dell’aspettativa di vita – sottolinea – dunque è stato ottenuto riducendo la mortalità precoce e non il tasso di invecchiamento». Quest’ultimo, infatti, resta invariabile, come vuole la teoria iniziale.

Siamo diventati più bravi a sopravvivere?

In poche parole, quindi, l’uomo è diventato solo più “abile” nel rimanere in vita il più a lungo possibile, ma sempre per il tempo che gli è concesso dal limite biologico.

 Di fatto non è (ancora) riuscito ad aumentare la durata della vita della specie. Secondo il documento, infatti, nelle condizioni attuali, anche i nostri progenitori avrebbero avuto aspettative di vita simili alle nostre.

Un’indagine sui nostri antenati.

«I risultati confermano che, nelle popolazioni antiche, l’aspettativa di vita era bassa perché molte persone morivano giovani», affermano i ricercatori. «Con i miglioramenti medici, sociali e ambientali che proseguono inarrestabili, l’aspettativa di vita è aumentata. Sempre più persone oggi riescono a vivere molto più a lungo. Anche se la prospettiva della fine in età avanzata non è cambiata».

La scienza può battere l’evoluzione?

Nelle conclusioni dei ricercatori, questo studio conferma dunque il primato della biologia evolutiva, dimostrando l’impossibilità umana di oltrepassare questo vincolo. Nonostante i progressi avvenuti finora.  Ma “non tutto è perduto”, come afferma lo stesso Colchero.

La scienza medica progredisce a un ritmo senza precedenti. Non è da escludere che potrebbe ottenere ciò che all’evoluzione finora è mancato: ridurre proprio il tasso di invecchiamento.

Il dibattito sull’aumento della durata della vita alimenta da anni la ricerca, impegnando le tecnologie più avanzate. Nuovi studi puntano a spostare in avanti la lancetta della durata della vita umana, attualmente fissata a 150 anni. Un obiettivo che non è più fantascienza.

(ASPETTATIVA DI VITA -FERNANDO COLCHERO).

 

 

 

 

In bilico tra verità e menzogna.

 

Spazio50.org-  Gianrico & Giorgia Carofiglio-( 1 Febbraio 2022)- ci dice :

Mentire o dire  la verità?

Non sempre la risposta è scontata. La moralità di un’azione la giudichiamo noi, con i nostri valori; per affrontare nel modo migliore i conflitti quotidiani.

È sempre sbagliato dire una bugia?

A prima vista, il divieto di mentire ci trova tutti d’accordo: in astratto è una regola non controversa.

 O esistono condizioni per cui è opportuno, giustificabile, addirittura necessario, mentire?

 È una domanda che va dritta al centro di come funziona la riflessione su questioni morali, su ciò che è giusto fare.

 Ci sono situazioni in cui la risposta ci pare ovvia: non uccideremmo mai un innocente, non sfileremmo un portafoglio di tasca a un passante. Ci sono però altre situazioni in cui le risposte sono meno scontate.

Immaginate che sia il 1944. Vivete in campagna e una famiglia ebrea in fuga vi chiede rifugio in casa. Voi li accogliete, date loro da mangiare, li nascondete in cantina. Un giorno bussa alla vostra porta un ufficiale delle SS, che vi chiede se siete a conoscenza di ebrei che si sono nascosti dalle vostre parti.

 La cosa giusta da fare vi pare una sola: non rivelare la presenza della famiglia a cui avete offerto un riparo in casa vostra.

Ma come la mettiamo con l’obbligo di dire la verità?

 Il filosofo Immanuel Kant sosteneva che mentire non è mai lecito e lede la dignità morale di tutti gli esseri umani. Ma se diciamo la verità all’ufficiale tedesco esponiamo a un grave pericolo le persone cui abbiamo dato rifugio e noi stessi. Come si esce da questo dilemma etico?

Interrogarsi su situazioni estreme può sembrare inutile – se siamo fortunati non ci capiterà mai di dover proteggere delle persone che rischiano di essere deportate – ma ci consente di guardare più da vicino, di mettere meglio a fuoco i valori che fondano le nostre decisioni.

La vita ci pone spesso davanti a problemi moralmente complessi, in cui vi è una tensione tra principi contrapposti: nel nostro esempio, il principio del preservare delle vite umane contro quello – a questo punto solo in apparenza assoluto – di dire la verità.

Per quale ragione crediamo che sia sbagliato mentire?

 Proviamo a proporre un paio di interpretazioni, non necessariamente esaustive. La prima è che la regola di non mentire viene dalla necessità che gli esseri umani hanno di potersi fidare gli uni degli altri. Soprattutto in comunità ristrette, come i primi insediamenti agricoli, la fiducia, che è alla base della cooperazione, era fondamentale per la sopravvivenza dell’individuo e della collettività.

Una persona che mente spesso è una persona di cui non possiamo fidarci: non sappiamo mai quando le sue parole riflettono la realtà, se possiamo essere sicuri dei suoi racconti, quanto possiamo credere alle sue promesse.

Dire la verità ci permette di provare agli altri che possono fare affidamento su di noi.

Ecco però una seconda ragione: mentire può essere causa di ingiustizia. Se qualcuno fa circolare una falsa diceria su di voi – che avete rubato dalla cassa del negozio in cui lavorate, ad esempio – e per questo venite licenziati, siete vittime di un torto.

 Non è un caso che tra le più antiche massime sul dire la verità, l’ottavo comandamento afferma che non bisogna “dire falsa testimonianza”.

È un linguaggio che rimanda all’ambito giudiziario, all’ingiustizia che viene commessa se si testimonia a favore di un colpevole o, peggio, per far condannare una persona innocente.

 È un principio quindi che riguarda non tanto la menzogna quanto gli effetti che essa può avere nella vita quotidiana, nelle controversie, nei tribunali.

Se comprendiamo le ragioni dietro una norma, morale o giuridica che sia, anche e soprattutto se tale norma è di senso comune (cioè la consideriamo ovvia), abbiamo strumenti più efficaci per districarci di fronte a problemi complessi.

È un lavoro a ritroso, oltre la regola che diamo per scontata, fino alla radice, alla ragione profonda, che la tiene in piedi.

Se una delle ragioni per cui troviamo la menzogna moralmente riprovevole è che può essere causa di ingiustizia – quindi, se il principio che ci guida è la giustizia e non un ideale astratto di verità -, è più facile capire perché il dovere di difendere la famiglia ebrea è superiore al nostro dovere di essere sinceri. Mentire in questo caso evita un’iniquità ben più grave: la morte di persone innocenti per mano di un’autorità illegittima.

Cerchiamo regole precise per giudicare la moralità di un’azione perché riteniamo che tali regole rappresentino valori universali, ma anche perché ci semplificano la vita.

Permettono di rendere più comprensibile il complicato mondo dei rapporti umani e di gestire con più facilità i conflitti con cui ogni giorno, inevitabilmente, abbiamo a che fare. Permettono anche di non lasciare al giudizio soggettivo, intuitivo e spesso grossolano, decisioni che hanno effetti seri sugli altri.

Riflettere sulle norme (come quella che impone di dire la verità) che guidano i nostri giudizi morali, metterle in dubbio, trovare le eventuali eccezioni, non le indebolisce. Al contrario, ci consente di capirle più a fondo e di muoverci meglio fra i dilemmi più intricati delle nostre esistenze. Ci fa diventare, in sintesi, persone migliori.

(Gianrico Carofiglio (Bari, 1961) ha scritto racconti, romanzi e saggi. I suoi libri, sempre in vetta alle classifiche dei best seller, sono tradotti in tutto il mondo. Il suo romanzo più recente è La disciplina di Penelope.

Giorgia Carofiglio (Monopoli, 1995) si è laureata in Teoria Politica presso la University College London. Ha lavorato in un’agenzia letteraria e collabora con case editrici.).

 

 

 

 

VERITÀ O COVID? (O “PERCHÉ SAPPIAMO

CHE TUTTO QUELLO CHE CI DICONO È UNA BUGIA”).

COVID-19-GREAT RESET-GREEN PASS.

Comedonchisciotte.org- Markus- Michael Lesher-   (01 Febbraio 2022)- ci dice : 

(thelastamericanvagabond.com).

Ricordate i bei vecchi tempi all’inizio del colpo di stato COVID – prima che i nuovi dogmi iniziassero ad aggrovigliarsi in nodi autocontraddittori?

Allora, se volevate sapere cosa pensare, gli Infallibili avevano sempre risposte semplici.

Qual’ era il nemico? Un virus chiamato SARS-CoV-2. Da dove veniva? Dai pipistrelli e dai pangolini cinesi. Quando sarebbe finito? Dopo qualche settimana di “isolamento” e con l’introduzione di “vaccini.”

Come ci si proteggeva nel frattempo? Isolandosi in casa, indossando la museruola, lavandosi ossessivamente le mani, lasciando le scarpe fuori dalla porta, evitando gli altri esseri umani, strofinando i muri e i banconi – soprattutto, obbedendo a qualsiasi ordine degli Infallibili.

E se non obbedivi? Saresti morto.

Ma “oh, che ragnatela intricata tessiamo,” come disse il poeta [Sir Walter Scott N.D.T.], “quando prima ci esercitiamo ad ingannare.”

Gli insegnamenti degli Infallibili si erano presto impantanati in sconcertanti incongruenze.

Alcune “settimane” di isolamento erano diventate mesi, che, a loro volta, avevano lasciato il posto a minacce di ricorrenti lockdown ogni volta che le autorità lo avrebbero ritenuto opportuno.

 Le rassicurazioni estive sul “successo” dell’incarcerazione nazionale – che aveva sconvolto il sistema sanitario, paralizzato l’educazione di una generazione di bambini e gettato alle ortiche i mezzi di sussistenza di milioni di persone innocenti, anche se gli Infallibili raramente menzionavano qualcosa di tutto ciò – erano state seguite da rimproveri di “esperti” sul fatto che noi Americani eravamo stati troppo egoisti per essere confinati come si deve.

Quando studi clinici randomizzati avevano dimostrato che le mascherine erano inutili, gli Infallibili ci avevano detto di indossarne due invece di una. Quando gli Infallibili avevano abbandonato la ridicola storia della “trasmissione asintomatica” – dopo che aveva adempiuto alla sua funzione di alimentare l’isteria pubblica – avevano adottato l’altrettanto stupida storiella che “i non vaccinati” erano un terreno di coltura unico per le mutazioni virali.

Anche il virus stesso, che gli Infallibili avevano originariamente dichiarato così unico, era diventato l’esatto opposto di unico quando gli Infallibili lo avevano inserito in un insieme sempre più grande di “ceppi” virali simili, in cui ne apparivano abbastanza spesso di nuovi, in modo da vanificare i presunti vantaggi dei “vaccini”.

E, nel frattempo – cosa più importante – quella che doveva essere una sospensione temporanea del governo costituzionale era diventata la “nuova normalità”;

la legge, o ciò che era sempre stata la legge, si era rivelata obsoleta, proprio come l’idea di trattare una malattia infettiva somministrando cure mediche ai veri malati.

Nel mondo della “nuova normalità” chiunque menzionasse i “diritti civili” veniva cacciato dai social media e nel limbo del Primo Emendamento. La democrazia è stata derisa come un sogno irrealizzabile di un reazionario – quando è stata menzionata.

Questo è il bilancio, in breve, degli ultimi due anni.

 E, se abbiamo imparato qualcosa da questa cavalcata di inganni, è, o dovrebbe essere, che il colpo di stato COVID fondamentalmente non riguarda la medicina o la scienza.

Non si tratta di tassi di “casi” gonfiati o di statistiche stravolte o di notizie false o di pseudo-studi fatti circolare da organizzazioni di propaganda, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità o i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Sì, tutte queste cose hanno avuto un ruolo nello sconvolgimento della democrazia costituzionale che ha caratterizzato il colpo di stato COVID. Ma, in fondo, non si tratta di nessuna di esse.

La vera natura della campagna è, allo stesso tempo, più semplice e molto più pericolosa. Quello che stiamo vivendo è un attacco al fondamento stesso della libertà regolamentata, un assalto che è già in procinto di sommergere le democrazie in quello che il filosofo italiano Giorgio Agamben ha chiamato uno “stato di eccezione permanente.”

Per dirla senza mezzi termini: le nostre classi dirigenti, in un Paese dopo l’altro, hanno effettivamente spento le costituzioni delle loro nazioni e l’insieme delle libertà civili che dovrebbero accompagnarle – non abolendole formalmente, intendiamoci, ma adottando i meccanismi extra-legali di uno “stato di emergenza” al posto delle normali procedure costituzionali, con il risultato che le regole ordinarie della democrazia e i diritti degli individui sono stati, per la maggior parte degli scopi pratici, indefinitamente sospesi.

Ecco perché il colpo di stato COVID è iniziato, nel mio Paese, con dichiarazioni di “emergenza” in quattro quinti degli stati – e perché, con rarissime eccezioni, questi “stati di emergenza” rimangono in vigore ancora oggi, quasi due anni dopo. Lo ripeto, questo non può essere spiegato come una risposta ad un virus respiratorio.

 Quando un'”emergenza” comporta la sospensione per due anni del governo costituzionale, dovrebbe essere ovvio che l'”emergenza” ha cessato di essere una vera emergenza (se mai lo è stata) ed è diventata una norma extralegale – e questo è ancora più enfaticamente vero, visto che, praticamente, nessuno nell’opposizione politica, nel campo dei diritti civili o nei media mainstream menziona questo fatto fondamentale.

Ciò che voglio dire è che quelli di noi che riconoscono ciò che sta accadendo dovranno cambiare le proprie tattiche. Non possiamo più attaccare la propaganda COVID19 in modo frammentario, sfidando una falsità medica alla volta.

Questo approccio, temo, rischia di essere controproducente. Finché rimarremo concentrati a confutare ogni particolare “narrazione” COVID, gli Infallibili potranno continuare a gestire il dibattito nei mass media come un conflitto tra le interpretazioni degli “esperti” e quelle dei “teorici della cospirazione.”

E questo permetterà loro di aggirare la vera questione. Il “fascismo COVID” non è una commedia degli errori scientifici. È, a tutti gli effetti, un colpo di stato. E bisogna resistere di conseguenza.

Eppure, se non abbiamo intenzione di sfatare ogni bugia diffusa attraverso i mass media o distribuita dagli “esperti,” come possiamo essere sicuri di essere su un solido terreno fattuale, mentre resistiamo al colpo di stato che viene attuato proprio intorno a noi – in particolare se, come sto sostenendo, dobbiamo iniziare affermando che la lotta riguarda il recupero delle nostre libertà e non la correzione di una politica sanitaria?

In realtà, ci sono molte ragioni per cui possiamo esserne sicuri. Ed ora, mentre ci avviciniamo al terzo anno del colpo di stato, voglio offrirne una breve lista.

1.) Il colpo di stato COVID ha fatto costantemente affidamento a metodi incostituzionali.

Il primo e più inequivocabile indizio sulla vera natura del colpo di stato è la sua aggressiva distruzione del governo costituzionale. Fin dall’inizio, ha comportato la sospensione delle legislature; da lì è passato rapidamente al governo arbitrario per mezzo del fiat esecutivo (le mascherine, “i mandati,” seguiti dai “passaporti vaccinali”) e poi si è abbandonato a violazioni dei diritti costituzionali, come l’imposizione di “quarantene” di massa senza un ordine del tribunale – un atto illegale anche sotto la dispensa dell'”emergenza.”

Ne ho parlato a mezzo stampa  per più di un anno e mezzo, quindi ora non mi soffermerò sul punto, tranne che per sottolineare la complicità dei mass media nell’assalto senza precedenti ai nostri diritti fondamentali. La bugia più importante, naturalmente, è stata quella dell’omissione: la stampa, semplicemente, non menziona mai l’assenza di qualsiasi base costituzionale per i ripetuti attacchi alla libertà.

 

Vorrei però richiamare l’attenzione su una piccola ma molto rivelatrice bugia che spunta ogni volta che la stampa riporta un nuovo “ordine” relativo alla COVID19.

La storia del mese scorso sui nuovi obblighi di indossare la mascherina in California ne è un esempio. “La California sta imponendo l’obbligo della mascherina in tutto lo stato negli spazi pubblici al chiuso,” ha blaterato il Los Angeles Times.

 Ma la “California” non ha il potere e non può emettere un “mandato.” Le promulgazioni dei requisiti legali appartengono agli organi di governo appropriati – e questo significa che un articolo onesto avrebbe dovuto spiegare ai lettori come si era arrivati al mandato in questione.

Quale organo ha approvato la legge? Chi l’ha firmata? Quale agenzia ha emesso il regolamento, se era un regolamento, e quale era l’autorità statutaria per farlo?

 A mio parere, non è un caso che il Times non abbia mai informato i suoi lettori che il nuovo “mandato” californiano era un editto unilaterale firmato da Tomas Aragon, il capo del Dipartimento della Salute Pubblica della California – un editto per cui non aveva nemmeno cercato di trovare una giustificazione negli statuti o nel codice normativo della California.

Lo ripeto: in un governo costituzionale, i regolamenti sanitari sono sempre basati su tale autorità; i “mandati” che ignorano questo fatto sono, nel migliore dei casi, violazioni della legge, usurpazioni dittatoriali nel peggiore. E i propagandisti dei media, anche se lo sanno, ovviamente non vogliono che voi lo sappiate.

La stessa storia – un crimine politico aggravato dalla complicità dei media – emerge altrettanto chiaramente dall’ultimo assalto di New York al Codice di Norimberga.

Il decreto recentemente emesso dal dittatore dello stato – ufficialmente, la governatrice Kathy Hochul – sostiene di avere l’autorità per l’imposizione di un “mandato di vaccinazione” in tutto lo stato in base alla legge sulla salute pubblica di New York, paragrafo 225.

Ma quel paragrafo non si occupa affatto di politica vaccinatoria e, poiché i “vaccini” COVID19 non impediscono nemmeno la trasmissione da persona a persona, non c’è alcun modo legale in cui il linguaggio generale della sezione sulla “conservazione e il miglioramento della salute pubblica” possa essere interpretato per dare alla “governatrice” dello stato il potere di costringere i bambini di 5 anni ad essere iniettati con farmaci sperimentali, come ordinato dalla signora Hochul.

In breve, la “governatrice” – la parola deve davvero essere messa tra virgolette a questo punto – sta agendo al di fuori dei suoi poteri legali. E, se avessimo un’opposizione politica e un sistema giudiziario funzionante degno di questo nome, potrebbe trovarsi di fronte ad un impeachment invece di ricevere gli elogi di routine dalla stampa “liberale” addomesticata, che definisce “una democratica moderata” questa avvelenatrice di bambini che sta distruggendo la democrazia .

Considerate, per contrasto, l’intenso dibattito sulla decisione del 1985 del consiglio di salute pubblica dello Stato di New York di riscrivere i suoi regolamenti in modo da forzare la chiusura dei bagni gay. Quella decisione – presa al culmine dell’epidemia di AIDS – era stata denunciata dai liberali dell’epoca ed è aspramente criticata dagli studenti di storia politica anche al giorno d’oggi.

Immaginate la reazione se la governatrice di New York avesse semplicemente scritto un ordine unilaterale per chiusura di tutti i bagni gay nello stato, scontrandosi direttamente con la legislatura di New York e l’intero sistema di regolamentazione, sulla base del fatto che, a suo parere, New York si trovava di fronte ad una “emergenza” che giustificava la sospensione della democrazia!

Ma questo è esattamente quello che è successo negli stati di tutto il Paese – New York e il mio stato del New Jersey tra questi – per quasi due anni: gli esecutivi statali hanno emesso decreti che sospendevano i processi legali sulla base di una “emergenza” vagamente definita, e li hanno fatti seguire da una serie di decreti unilaterali che hanno alterato drasticamente la vita dei cittadini – in diretta sfida alle costituzioni dei loro stati. Non si può sostenere questo e, allo stesso tempo, sostenere la democrazia costituzionale. Ai propagandisti può non piacere ammetterlo, ma, quando cantano le lodi dell’obbligo della mascherina, stanno celebrando la dittatura.

E i distruttori della democrazia sono ovunque.

 A New York City, il sindaco uscente, Bill DeBlasio, ha imposto l'”obbligo di vaccinazione” a tutti i dipendenti comunali e, per coronare l’oltraggio, ha esteso lo stesso requisito a 184.000 imprese ed organizzazioni private.

 L’autorità costituzionale del sindaco per ordinare questo assalto all’integrità corporea era così palesemente incerta che un giudice locale ha prontamente sospeso il suo ordine. Ma questo non ha disturbato De Blasio, che ha detto: “Spero che [questa misura] sarà emulata in tutto il Paese perché è il momento di diventare ancora più duri per porre fine all’era COVID.” Capito? Quando si è “duri” chi se ne frega della legge?

2.) L’unica cosa che nessuno nel mainstream vuole menzionare è la più importante di tutte: il fatto che le nostre libertà civili stanno evaporando.

 

DeBlasio e la Hochul sono entrambi democratici, ed è allettante concentrarsi sull’ipocrisia all’estremità sinistra dello spettro politico mainstream. Ma non sono solo i “liberal” (Dem Usa) ad aver tradito la Carta dei Diritti. Ci viene costantemente detto che “la Corte Suprema degli Stati Uniti” è dominata dai “conservatori”, ma quando la governatrice rampante di New York aveva decretato che gli operatori sanitari avrebbero dovuto sottoporsi alla vaccinazione COVID19 – anche in presenza di obiezioni religiose ai farmaci sperimentali (aveva affermato di essere personalmente a conoscenza che Dio non sostiene le esenzioni per questi particolari farmaci) – solo tre giudici su nove si erano detti disponibili a concedere una dispensa. Non sono sempre d’accordo con Neil Gorsuch, ma l’inquietante conclusione della sua opinione dissenziente in quel particolare caso (Dr. A. v. Hochul) merita di essere ricordata.

In America, la libertà di dissentire non dovrebbe essere “limitata a cose che non contano molto.” Sarebbe una mera ombra di libertà. La prova della sua sostanza è il diritto di dissentire su cose che toccano il cuore dell’ordine esistente”. [Citazione omessa]. La prova della sostanza di questa Corte sta nella sua volontà di difendere più dell’ombra della libertà nei tempi difficili, non solo in quelli facili ….

Eppure, sembra che le vecchie lezioni siano difficili.

 Sei settimane fa, questa Corte ha negato la dispensa in un caso che coinvolgeva gli operatori sanitari del Maine. [Citazione omessa]. Oggi, la Corte ripete l’errore respingendo i medici e le infermiere di New York. Facciamo tutto questo anche se il decreto esecutivo dello Stato interferisce chiaramente con il libero esercizio della religione – e lo fa apparentemente sulla base di nient’altro che la paura e la rabbia verso coloro che nutrono credenze religiose impopolari.

Permettiamo allo Stato di insistere sul licenziamento di migliaia di lavoratori del settore sanitario – gli stessi individui su cui New York aveva contato e che aveva lodato per il loro servizio in prima linea nella pandemia degli ultimi 21 mesi. Per aggiungere l’insulto al danno, permettiamo allo Stato di negare a questi individui anche i sussidi di disoccupazione…. Di quanti altri promemoria abbiamo bisogno per ricordare che “la Costituzione non deve essere obbedita o disobbedita come le circostanze di una particolare crisi… possono suggerire”?

Di quanti, in effetti?

Le élite imprenditoriali stanno perseguendo l’agenda COVID con la stessa ferocia dei politici, se non ancora maggiore. Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha dichiarato pubblicamente che licenzierà ogni impiegato di New York che non si sottoporrà all’esperimento del “vaccino,” anche quelli che cercheranno di lavorare da casa. Non sarebbe bello se gli ex campioni della “libera impresa” difendessero davvero la libertà quando questa viene rubata alle persone che lavorano per loro? Ma non vedo nessuna critica a Dimon da parte della stampa economica, che è caduta nel silenzio, proprio come la folla dei diritti civili.

E, per favore, non lasciate che qualcuno vi dica che questi “vaccini” non sono sperimentali o che fare pressione sulla gente affinché li assuma non viola il divieto del Codice di Norimberga contro la sperimentazione medica umana senza consenso informato. Le ragioni per applicare i termini del Codice sono semplicemente schiaccianti.

Come tutti sappiamo, i farmaci in questione sono stati fatti passare in fretta e furia attraverso studi privati, che non includevano i protocolli di test sugli animali normalmente richiesti dalla Food and Drug Administration.

 I dati di quegli esperimenti – gli unici mai condotti – rimangono sigillati alla vista del pubblico e già sappiamo da Brook Jackson delle gravi irregolarità nei limitati test eseguiti dai produttori, mentre erano convenientemente isolati dalla vista del pubblico. Ciò significa che questi farmaci rimangono non testati e il loro uso massiccio è la prima, vera prova sperimentale che abbiano mai avuto.

Infatti, i produttori hanno insistito – e ricevuto – un’immunità legale totale prima ancora di rilasciare i loro farmaci al pubblico. Questa azione senza precedenti – che protegge i produttori dei farmaci piuttosto che il pubblico – deriva direttamente dalla consapevolezza dei produttori che, data la mancanza di test precedenti, nessuno avrebbe potuto prevedere i risultati dei farmaci finché non fossero stati effettivamente provati su un gran numero di persone.

Non si possono avere entrambe le cose. Se insisti sul fatto che non hai testato la sicurezza dei tuoi prodotti prima di rilasciarli al pubblico – e questo è ciò che avevano fatto Pfizer, Moderna e J&J quando avevano sviluppato i farmaci nel 2020 – non puoi negare che le persone a cui li inietti l’anno dopo stanno partecipando ad un esperimento.

Inoltre, sono i propagandisti stessi a scoprire il gioco: si riferiscono apertamente al massiccio programma di vaccinazione in corso come ad una “prova” che i farmaci sono sicuri. Ma questo significa che si basano sui risultati dell’uso effettivo come sostituto di una sperimentazione clinica.

“Il vaccino funziona”, ha detto alla CNBC il dottor Mark Sawyer, che aveva fatto parte del comitato consultivo della FDA che aveva approvato i farmaci nel 2020.

Questo è stato chiaramente dimostrato sia dai tassi di mortalità che dai tassi di ospedalizzazione quando si confrontano le persone vaccinate con quelle non vaccinate.” Intendiamoci, i propagandisti non hanno davvero scelta nel dire questo; gli Stati Uniti, come altri Paesi, stanno attivamente vaccinando interi gruppi di persone – donne incinte e bambini piccoli – che erano stati  completamente esclusi dai test dei produttori.

 Ma citare questa esperienza come prova della sicurezza dei farmaci significa – lo ripeto – che le persone che ora ricevono i loro vaccini, in realtà, fanno parte di un enorme esperimento medico. E, naturalmente, non viene detta loro la verità su questo.

La sperimentazione medica umana senza consenso informato non è solo un altro errore legale. È un crimine contro l’umanità. Pensate a questo quando leggerete il prossimo editoriale che canta le lodi della campagna di “vaccinazione.”

 

3.) I “fatti” dati in pasto al pubblico sono palesemente senza valore.

 

Sì, lo so: Ho iniziato questo articolo con l’affermazione che non possiamo combattere il fascismo COVID una bugia alla volta. Ma anche un rapido campionamento è sufficiente a confermare – per chiunque abbia ancora bisogno di prove – che siamo tutti immersi in una propaganda così ingannevole che nessuna di esse può essere presa sul serio.

Prendete l’ultimo porno di paura che emerge da New York, sempre un’affidabile cartina di tornasole sulle tendenze della propaganda COVID-19. Il giorno di S. Stefano, un coro assordante di mezzi di comunicazione di massa aveva amplificato l’affermazione del Dipartimento della Salute dello Stato di New York secondo cui “il numero di bambini ospedalizzati con COVID-19 è in aumento” a New York, con in più dettagli compiaciuti, anche se irrilevanti, sulle misure da stato di polizia da imporre a chiunque fosse stato abbastanza imprudente da tentare la tradizionale festa di Capodanno a Times Square.

(Per la cronaca, le molestie ufficiali includevano: museruole obbligatorie sia all’esterno che all’interno; prova obbligatoria di “vaccinazione” più un documento d’identità personale per chiunque avesse più di 5 anni; un blocco di polizia intorno alla zona che aveva impedito alla gente di entrare fino a dopo le 3 del pomeriggio e un forte limite alle dimensioni totali della folla anche dopo. Deve essere stata una festa deliziosa).

I demoni responsabili di questo “allarme” vogliono chiaramente farci credere che i bambini di New York stanno morendo in massa a causa del “virus mortale” e che, se non li inietteremo subito con dei farmaci sperimentali, moriranno tutti.

Ma cosa mostrano in realtà le prove? Beh, niente.In primo luogo, anche se i titoli dei giornali facevano sembrare che tutti i “bambini ospedalizzati con la COVID-19” fossero ricoverati a causa della COVID19, la stampa fine nei database riportati dagli articoli raccontava una storia diversa.

Infatti, le cifre riguardavano il “numero di pazienti ospedalizzati e il numero di pazienti in unità di terapia intensiva (ICU) tra i pazienti con malattia COVID-19 confermata dal laboratorio”: in altre parole, includevano tutti i ricoveri, dovuti a qualsiasi causa, per i pazienti che avevano semplicemente generato un risultato positivo al test per la COVID19 durante il periodo in questione.

Dato che questi test consistono di solito in un test PCR con una soglia di ciclo di amplificazione non specificata, e dato che tali “test” sono notoriamente inaffidabili, il numero di risultati “positivi” dei test in bambini ricoverati per cause che includevano, per quanto ne sappiamo, braccia rotte, streptococco, morbillo, commozioni cerebrali, ecc. non ci dice praticamente nulla su come la COVID19 abbia colpito i bambini di New York.

In secondo luogo, c’è la questione dei numeri assoluti rispetto a quelli relativi. Quanti ricoveri pediatrici effettivi si erano verificati a New York quando il Dipartimento della Salute aveva lanciato l’allarme? I demoni non ce l’hanno mai detto e, ancora una volta, la stampa fine ha contraddetto i loro titoli sensazionalisti.

Il comunicato stampa del Dipartimento della Salute notava, tra parentesi, che un totale di 30 bambini tra i 12 e i 17 anni avevano dato un risultato positivo al test COVID19 negli ospedali di New York durante la settimana precedente, e che “circa la metà” del numero totale riguardava bambini sotto i 5 anni.

È vero, questo ha lasciato aperta la questione di quanti fossero quelli tra i 5 e gli 11 anni, ma penso che sia logico pensare che se i bambini tra queste età fossero stati ricoverati in ospedale in numero maggiore rispetto ai loro coetanei più grandi, il Dipartimento della Salute lo avrebbe comunicato.

 

Quindi diciamo, per amor di discussione, che stiamo parlando di 60 ricoveri ospedalieri per bambini sopra i 5 anni, per un totale di circa 120 nella settimana. Dato che ci sono quasi 4,2 milioni di bambini nello stato di New York, 120 test positivi per la COVID19 (con metodi dubbi) negli ospedali di New York in un periodo di sette giorni non sembra affatto un motivo di panico.

E questa è solo una di tutta una serie di invenzioni simili.

Il CDC ha sostenuto per mesi che le persone non vaccinate che si erano precedentemente riprese da un’infezione da coronavirus” hanno “cinque volte più probabilità di prendere la Covid rispetto alle persone che avevano ricevuto entrambe le dosi dei vaccini Pfizer-BioNTech o Moderna.”

Poiché questo risultato contraddiceva direttamente uno studio molto pubblicizzato da Israele, mi sono preso la briga di rivedere i dati reali. Ed è venuto fuori che i numeri non solo non supportano le affermazioni del CDC, ma dimostrano l’esatto contrario di ciò che gli “esperti” sostengono.

Mettendo da parte i metodi utilizzati per determinare chi era “precedentemente guarito” da un’infezione da COVID19 e per garantire che i soggetti “vaccinati” non fossero anche precedentemente guariti da una tale infezione (metodi entrambi discutibili), gli autori del documento avevano registrato 6.328 ricoveri “tra i pazienti completamente vaccinati e precedentemente non infetti,” mentre tra i pazienti non vaccinati e guariti, il numero totale dei ricoveri era solo di 1.020.

Anche le piccole proporzioni di quei pazienti che successivamente erano risultati “positivi” per la COVID19 erano state pesantemente ponderate a favore dei vaccinati: 324 contro 89. Ora, prendetevi un momento per considerare quanto questi numeri siano devastanti per l’affermazione fatta dal CDC: cioè che la vaccinazione da sola dà molta più protezione dalla COVID19 dell’immunità naturale.

Gli stessi dati dello studio dimostrano che questa è una bugia.

 

Infatti, se i numeri vengono presi sul serio, suggeriscono che è sei volte più probabile essere ricoverati in ospedale dopo essere stati “vaccinati” che dopo essersi ripresi da un’infezione da COVID – e che è tre volte più probabile essere ricoverati con COVID19 [dopo essere stati vaccinati]. Quando è stata l’ultima volta che avete sentito questa spiegazione nei media tradizionali?

Quindi non sprecate il vostro tempo a leggere l’ultimo “studio” sulla COVID19 pubblicizzato dal New York Times per spingere i cittadini più creduloni a conformarsi. Supponete, semplicemente, che vi stiano mentendo e avrete ragione così spesso che le eccezioni non avranno importanza.

 

4.) Gli “esperti” non possono essere presi sul serio.

E poi ci sono gli “esperti.” Quante volte questi portavoce degli Infallibili devono contraddirsi prima che smettiamo di ascoltarli?

All’inizio ci avevano detto (correttamente) che le mascherine non offrono alcun ostacolo reale alla diffusione di un virus respiratorio. Poi, con un dietrofront senza spiegazioni, avevano insistito che indossare una mascherina – qualsiasi tipo di mascherina – forniva uno strato essenziale di protezione. (Proprio al momento giusto, i media si erano messi a strepitare contro le persone “senza mascherina” avvistate ai raduni di Trump – o in luoghi altrettanto disdicevoli – come se fossero stati sorpresi a ballare nudi per Main Street).

Ora gli “esperti” si sono superati dicendoci che se vogliamo una vera protezione, dobbiamo “passare” alle mascherine N95 o KN95. Non significa forse che ci hanno mentito per più di un anno e mezzo quando ci avevano assicurato che indossare una mascherina di tela o di carta era il modo in cui il cittadino sottomesso “faceva la sua parte”? Certo che sì, ma non aspettatevi che la stampa mainstream sollevi questa scomoda questione.

 

E che dire dei “vaccini”?

 Quando quei farmaci sperimentali erano stati approvati per la prima volta, ero stato uno dei molti scrittori critici che avevano fatto notare come  il regime di due somministrazioni richiesto dalle autorità fosse solo l’inizio e che presto ci sarebbe stato ordinato di fare una terza iniezione, poi una quarta e che, alla fine, ci sarebbe stato detto che la “vera” vaccinazione era un processo senza fine, come la stessa “nuova normalità.” Sciocchezze, avevano ridacchiato gli Infallibili.

Ma ora Anthony Fauci stesso sta dicendo che è in gioco la definizione stessa di “completamente vaccinato,” così che “sarà una questione di quando, non di se.” Prendetevi un momento e pensate all’enormità di questa idea.

In futuro, il vostro status medico non sarà basato su fatti oggettivi, ma sui pronunciamenti arbitrari delle autorità.

Non importa quali iniezioni avete fatto o quante o quanto di recente o se siete malati o suscettibili di ammalarvi o che tipo di anticorpi avete o quali trattamenti medici avete o non avete subito in passato, se il dottor Fauci e i suoi sgherri decidono di riscrivere la definizione di “vaccinato” potreste trovarvi improvvisamente a far parte di quella sottoclasse demonizzata che, secondo gli editorialisti del New York Times, è responsabile di tutti i problemi del mondo.

E quando questo accadrà, non ci sarà nulla che potrete fare, se non obbedire agli ultimi ordini degli Infallibili. Nemmeno il vostro “pass vaccinale” vi aiuterà.

Quindi non si tratta nemmeno del fatto che gli esperti si contraddicono in continuazione, dandoci in pasto una storia falsa dopo l’altra – anche se, naturalmente, lo hanno fatto. Ora hanno portato la neolingua ad un livello completamente diverso, arrogandosi il potere di cambiare il significato dei termini medici tradizionali.

 

In futuro non ci saranno contraddizioni da parte degli esperti perché, ogni volta che lo troveranno conveniente, gli esperti semplicemente ridefiniranno una o due parole per rendere i loro pronunciamenti passati coerenti con quelli attuali.

E chi sono questi “esperti”?

 La maggior parte degli articoli dei media sulle statistiche COVID19 cita, direttamente o indirettamente, il Johns Hopkins Center for Health Security come fonte principale di informazioni. Raramente però menzionano il fatto che il braccio informativo sui coronavirus della Johns Hopkins è finanziato da Bloomberg Philanthropies e dalla Stavros Niarchos Foundation e che entrambi hanno legami significativi con l’industria farmaceutica – un fatto che avrebbe dovuto squalificarlo molto tempo fa come fonte di dati “oggettivi.”

Per quanto riguarda lo stesso Center for Health Security, avevo già sottolineato in un precedente articolo i suoi stretti legami con l‘American Enterprise Institute, uno dei think tank che aveva aperto la strada all’invasione dell’Iraq del 2003.

Le bugie dietro quell’invasione erano state smascherate abbastanza rapidamente. Questo perché i propagandisti dell’AEI erano stati abbastanza imprudenti da fare affermazioni – soprattutto sulle “armi di distruzione di massa” irachene – che potevano essere verificate pubblicamente.

I loro partner alla Johns Hopkins sono stati più discreti: quando, nel 2020, avevano affermato che non ci sarebbe stata “nessuna tregua estiva,” insistendo sul fatto che le morti da COVID19 non erano stagionali e che i lockdown sarebbero continuati, di tanto in tanto, per “diversi anni,” quelle bugie avevano poi potuto essere giustificate come proiezioni troppo pessimistiche – proiezioni che potrebbero ancora avverarsi, per quanto ne sappiamo, se tutti non obbediranno al Grande Fratello.

 

(A proposito, non sono l’unico a notare l’inquietante storia dell’organismo dal rassicurante nome di Centro per la Sicurezza Sanitaria. L’avvocato tedesco Paul Schreyer ha illustrato in dettaglio il suo lungo coinvolgimento in “simulazioni” di bioterrorismo, in cui argomenti come l’imposizione della legge marziale e altre tattiche da stato di polizia erano state spesso discusse dai partecipanti di alto livello).

Quindi, questi “esperti” di alto profilo non sono altro che i bugiardi portavoce professionali di una classe politica bugiarda.

Avete davvero bisogno di saperne di più su di loro?

5.). La vaccinazione COVID comporta una ridefinizione radicale del valore umano.

Infine, dobbiamo renderci conto che le perversioni degli ultimi due anni non sono state solo politiche e legali. Gli Infallibili hanno manomesso i termini di base dell’umanesimo e della moralità – e questo dovrebbe farci ribellare tutti.

Cominciamo con l’ovvio.

 Una politica che scoraggia deliberatamente i medici dal curare i pazienti malati – che, di fatto, causa la morte di innumerevoli persone che altrimenti avrebbero potuto essere salvate – non è affatto una politica sanitaria; è un crimine.

Eppure questa è stata proprio la politica perseguita da Fauci, dal CDC e dal National Institutes of Health, che, per quasi due anni, hanno fatto del loro meglio per impedire l’uso di terapie empiricamente dimostratesi valide per la COVID19.

Come risultato, secondo il dottor Scott Atlas (la cui voce dissenziente sulla Task Force di Trump sul Coronavirus è stata generalmente sepolta sotto le rumorose calunnie dei media), “gli studi clinici urgentemente necessari da parte del NIH e della FDA non sono mai stati eseguiti,” mentre ” con un’altra mossa senza precedenti, ai medici è stato impedito di utilizzare [l’idrossiclorochina], anche se prescrivere qualsiasi altro farmaco approvato per un uso off-label era routine.”

E chiunque cercasse di dire la verità sui social media su farmaci come l’idrossiclorochina o l’ivermectina rischiava di scontrarsi con la censura dei social media.

Ma il male va ancora più in profondità.

Oggi ci viene venduta una premessa mai abbracciata prima da una società civile: la nozione che ogni essere umano è una minaccia pubblica per definizione, che le persone sono malate fino a prova contraria e pericolose fino a prova contraria, che il semplice atto di respirare – cioè di vivere – richiede una sorta di giustificazione morale e politica. E i termini di questa giustificazione possono essere determinati solo dai poteri superiori; a voi e a me non viene data voce in capitolo su ciò che ci solleva dallo status di pericolo pubblico.

Basta considerare quanto sia radicalmente incompatibile una tale idea con qualsiasi tipo di società aperta o democratica.

Se le persone sono definite come minacce pubbliche, come possono contemporaneamente costituire la massima autorità pubblica – uno status che è la caratteristica distintiva di una democrazia? Come possono i nemici del popolo essere “il popolo”?

Se il diritto di respirare di un essere umano (a meno che non gli siano stati iniettati farmaci sperimentali, non indossi una museruola e non scriva nulla di discutibile sui social media) può essere arbitrariamente limitato, quali sarebbero allora i diritti di un essere umano? Non c’è bisogno di dire che, in un tale contesto, la nozione tradizionale di “cittadinanza” diventa completamente irriconoscibile.Nel frattempo, dobbiamo essere onesti con noi stessi. Nessun partito politico ci salverà dal colpo di stato COVID. Negli Stati Uniti, con rare eccezioni, i Repubblicani stanno facendo le pulci ai loro rivali su questioni “culturali” e ignorano il più massiccio attacco alla libertà nella storia moderna dell’America. E, anche se vanno male nei sondaggi, i Democratici in carica si rifiutano ostinatamente di capire la situazione.

Una “mezza dozzina di governatori democratici” ha recentemente detto a Politico quale pensano sia il problema: “Il partito,” hanno detto, “ha bisogno di trovare un messaggio che riconosca l’esasperazione degli elettori nei confronti del virus e i suoi impatti economici e sociali.”

Commenti del genere ci dicono tutto quello che abbiamo bisogno di sapere su questi truffatori professionisti, che sperano ancora di farci credere che sia stato “il virus” ad aver chiuso le nostre imprese, rubato le nostre arti dello spettacolo, distrutto la nostra assistenza sanitaria, torturato i nostri bambini e liberato una partita di farmaci non testati sui nostri sistemi immunitari, con altre iniezioni obbligatorie in arrivo, anche se il bilancio delle morti di questo orribile esperimento continua a salire.

Ma, naturalmente, “il virus” non ha fatto nulla di tutto ciò. Sono stati i capi. E, se non li fermiamo, continueranno a farlo.

Se poi avessimo bisogno di un’ulteriore prova di quanto è in gioco, l’abbiamo avuta questo mese da un’importante compagnia di assicurazioni sulla vita dell’Indiana, che, all’inizio del nuovo anno, ha annunciato che “il tasso di mortalità è aumentato di uno sbalorditivo 40% dai livelli pre-pandemici tra le persone in età lavorativa” tra i 18 e i 64 anni.

Questo aumento “inaudito” non può essere attribuito alla COVID19; gli stessi dirigenti delle assicurazioni dicono che i tassi di mortalità sono fortemente diminuiti per quella malattia.

A che cosa allora? L’impennata dei tassi di mortalità potrebbe avere qualcosa a che fare con i “vaccini” che sono stati imposti a centinaia di milioni di Americani? O sono le conseguenze sulla salute delle tattiche da stato di polizia che hanno devastato la nostra società? È giunto il momento di chiedere le risposte a queste domande.

Con quali metodi?

 L’8 dicembre, rivolgendosi ai colleghi accademici, Giorgio Agamben aveva messo in dubbio che abbia ancora senso “combattere o agire in nome di principi e concetti come la democrazia, la costituzione, il diritto” e così via; dopo tutto:

Che senso avrebbe invocare i propri diritti a Hitler, Stalin o Mussolini?… Siamo di fronte ad un governo che ha abbandonato ogni legalità. Se non capite questo, non capite la situazione in cui ci troviamo…

Quello che abbiamo davanti a noi è un avversario, un’inciviltà alla sua fine, e questo sembra essere confermato dalle misure estreme che questo avversario ha scelto.

Come può un governo scegliere misure così infami, estreme, distruttive come ha fatto questo governo?… Perciò, credo che dobbiamo inventare nuove strategie; di fronte ad un tale avversario dobbiamo inventare nuove strategie.

“Nuovo” in questo contesto non deve significare senza precedenti. Siamo abituati ad usare esclusivamente un vocabolario politico secolare. Ma, quando l’essenza stessa dell’umanità è sotto attacco, dobbiamo pensare ad altri e più elementari tipi di espressione.

Quella in cui siamo impegnati è una lotta spirituale. È una battaglia per la sopravvivenza dell’anima umana, e in questa battaglia le nostre armi principali saranno probabilmente quelle spirituali: coraggio, speranza, sacrificio, fede.

Ricordate, i nemici dell’umanità hanno un punto debole: non credono negli esseri umani e, di conseguenza, non comprendono il potere contenuto in ogni anima che rifiuta di essere ingannata.

Ascoltate uno qualsiasi dei loro recenti pronunciamenti e noterete subito che gli Infallibili pensano di parlare a dei bambini.

 “Come pensare ai dati Covid in questo momento,” si legge in un titolo del New York Times del 7 gennaio – come se fosse perfettamente naturale per il Times insegnare ai suoi lettori “come pensare.”

Ma ho il sospetto che da tale condiscendenza siano rimaste offese molte più persone di quanto il Times e i suoi colleghi propagandisti non si siano ancora resi conto. E guai al truffatore che sottovaluta la sua vittima!

Il propagandista che crede di mentire ai bambini farebbe bene a ricordare l’avvertimento di un uomo famoso: “sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e che venisse affogato nelle profondità del mare.”

Ma, su questo, lascerò che siano i miei lettori a trarre le proprie conclusioni.

(Michael Lesher-- thelastamericanvagabond.com).

(thelastamericanvagabond.com/truth-or-covid/).

 

 

 

 

Cina: il più GRANDE disastro

di cui la Storia avrà memoria.

 Comedonchisciotte.org-Gioco-spazio aperto- (5-2-2022)-ci dice :  

 

Se c'è una cosa che non sopporto è scrivere ciò che so perfettamente non verrà compreso e senza che nessuno ne abbia colpa, sforzarmi di scriverlo con tutti i crismi per ridurre al minimo i fraintendimenti e per ciò spendendoci un oceano di tempo (per fortuna che almeno non lo rubo a nessuno) e in mezzo a difficoltà neurologiche discretamente serie, con il mio demone che non sente ragioni e per argomenti delicati che non sono quasi mai d'accordo a condividere...

Anche perché alla certezza dell'incomprensibilità indipendente dai miei miserabili sforzi o quelli del mio prossimo per starmi dietro si somma pure la consapevolezza che chi mi ascolta difficilmente me ne renderà poi merito un domani e sempre per i soliti meccanismi della Mente che mente, che non lasciano scampo quando di mezzo ci sono argomenti così "seri" e ostici.

 Per fortuna non vado in cerca di proseliti, ne mi interessa ricevere premi o men che meno notorietà. Mi limito a eseguire quanto il mio demone comanda.

 Ben tornati a tutti, miei eroici lettori, in questo ennesimo POST pirata, lasciato in questa riserva indiana accessibile a pochi eletti, dove ci lanceremo in una di quelle maratone che chiamarle sfide è riduttivo.

Il GioCo è sempre lo stesso, non so se ciò che scrivo è vero, non mi interessa e non cerco di spacciarlo come tale, per ciò va inteso come tema di riflessione frutto di un metodo che si basa sulla ricostruzione coerente di un quadro il più possibile allargato.

 La Cina, questo mistero.

Come molti degli argomenti che tratto, dico subito che ne so poco , ma dato che non mi occupo di verità, quel che mi interessa è trattare il celeste impero per una certa porzione specifica di eventi più generali, anche se poi reagisce con una "estetica" tutta sua.

 Detto questo, non considero un individuo cinese "strutturalmente" diverso da uno occidentale. Se anche in Cina le tradizioni insegnano a dare più importanza alla relazione sociale (quindi alla Cina in quanto identità comune di un popolo, una terra e una storia) rispetto l'individuo, poi però a guardare bene nel dettaglio e oltre le apparenze, troviamo gli stessi identici meccanismi emotivi a regolare le relazioni, meccanismi così poco compresi e così poco riconosciuti come apicali nella disamina dei comportamenti umani, tanto in Cina come da noi in quest'accidente di occidente.

 Facciamo alcune premesse: il drago è una figura collocata per lo più nel mito (e non ci interessa qui tirarlo fuori da quel contesto) un po' ovunque.

Certo, in oriente tende a prendere un aspetto più serpentino che canide, ma sempre con 4 zampe e la capacità di sputare fuoco.

Nel mito nostrano il drago è narrato sia come un predatore spietato, sia come una forza in grado di garantire stabilità e giustizia per tutti.

Pensiamo ad esempio a Excalibur e alla dinastia dei Pendragon oppure a Vlad III membro della Casa dei Drăculești, fondata per proteggere il cristianesimo nell'Europa orientale.

Come da noi, quindi, anche in Cina c'è una radicata tradizione che eleva il drago a figura ancestrale che accompagna le dinastie più nobili e antiche, epiche battaglie e grandi figure eroiche o mostruosi abomini.

Certo, in Cina è più spesso una forza positiva associata alla salute, all'armonia e alla fortuna.

Ciò non di meno anche alla brutalità e alla prepotenza, tipica dei rettili.

Perché spendo così tanto tempo con questa "forza" e per di più senza toglierla dal mito a cui appartiene?

Perché oltre ogni evidenza evidente è la proiezione che più facilmente si avvicina, nella tradizione popolare cinese, al capitalismo (finanziario) all'occidentale, dal momento che viene fatto proprio dalla Cina.

Diciamo che è un buon simbolo per un cinese del capitalismo "alla cinese".

Noi però come sottotraccia lo continueremo a intendere come un crimine contro l'umanità a prescindere da chi lo esercita, che sia cinese, occidentale o persino lunare è un modo molochiano di intendere i rapporti umani, cioé basato sul sacrificio dell'innocenza, sempre e comunque.

 La Cina ha una lunghissima tradizione di isolamento e autonomia.

 I cinesi in generale si sentono molto cinesi e molto legati alla loro origine. Per confronto, un italiano medio è agli antipodi.

Non dico che è per nascita cosmopolita, sotto traccia forse noi siamo anche più legati di un cinese medio alle nostre tradizioni, non fosse altro che per lo spessore e la densità storica di cui nel bene e nel male siamo il risultato, tuttavia non facciamo mai mistero di come la miseria domini sopra ogni altra cosa in casa nostra e siamo per ciò abituati a considerare l'italianità più come una iattura che un vanto, tant'è che il biasimo verso i nostri connazionali tende a sprecarsi e di contro per confronto ci risulta facile avere ammirazione per qualsiasi altra realtà che non sia la nostra. Per i cinesi non è così.

 Certò "i cinesi" per una massa che arriva quasi al miliardo e mezzo è un genericismo da cui dovremmo un po' prendere le distanze.

 In Cina vi sono oltre 56 etnie riconosciute e poco in porta che quella più nota e diffusa sia quella Han, con una popolazione che da sola supera abbondantemente il miliardo.

 Ecco, qui però c'è il primo problema consistente. Il numero di persone.

Non si possono rendere tutte "felici" con il modello occidentale. Non c'è abbastanza "ricchezza" sul pianeta. Come diceva un mio caro amico che aveva studiato a Londra economia, "...Se i cinesi decidessero domani di pulirsi il culo con la carta igienica in un attimo sparirebbe l'Amazonia". Lasciando perdere che l'Amazonia ce la fa anche da sola a sparire, senza il contributo dei culi cinesi, direi comunque che il termine di confronto è efficace.

 Questo ci dice una cosa molto semplice: la Cina non può essere la protagonista del progresso tecnologico "all'occidentale" del futuro. Non così com'è adesso per lo meno, con una popolazione in eccesso valutabile in quasi un miliardo.

 Quindi il capitale umano della Cina è la sua risorsa primaria, ma anche il suo tallone d'Achille nella prospettiva di un controllo futuro del pianeta per via dello sviluppo delle nuove tecnologie.

 Da qui è scontata la seconda domanda: quanti "cinesi" stanno effettivamente "godendo" della transizione da un economia fondamentalmente rurale e una industriale? Più o meno 400milioni di persone.

Sono queste poi che godendo del capitalismo digitale lo subiscono anche. Tutti gli altri "spariscono". Non esistono. Non hanno una dimensione e nemmeno un posto nella società del futuro. Ma è peggio di così, infinitamente peggio e adesso andremo a capire meglio cosa c'è nel cuore del drago "alla cinese".

 Qualcosa che fa apparire il "nostro" drago (per confronto) espressione di quello specifico consesso catto-giudaico "buono".

 Distinguiamo l'economia reale da quella finanziaria.

 Nell'economia reale ci mettiamo un bene primario per lo sviluppo del futuro: il chip.

Per quella finanziaria ce ne mettiamo un altro e proprio di un "servizio": l'esternalizzazione.

Potremmo considerare il primo un bene e il secondo un servizio strettamente legato a quel bene. Nel senso che l'uno non avrebbe il valore che ha senza l'altro.

 Esternalizzare, significa "trasferire" da un ente o un individuo a un altro, la responsabilità di una certa azione che comporta dei rischi di tipo legale e in specie quando lede i diritti naturali dell'Uomo.

Ma come si fa a disaccoppiare la responsabilità da chi commette il crimine?

Come faccio a dire che non è chi ha sparato ad essere il colpevole, ma il problema sei tu che non centri assolutamente niente, tant'é che stavi a chilometri dalla scena del delitto?

Bho, molto più semplice di quanto crediamo o vorremmo. Noi anime candide, tendiamo sempre a pensare che il significato di quel che accade sia in ciò che accade, non che il significato sia dato a ciò che accade e quindi è per natura manipolabile.

 Qualsiasi evento è sempre "vittima" dell'interpretazione.

 Ad esempio, se brucio sul rogo una strega, scaccio il demonio e con ciò non posso ritenermi responsabile di aver commesso un delitto orrendo, ho fatto invece la cosa giusta per me e per la stessa persona, oramai non più "padrona" del suo corpo.

 Gli ho fatto quindi "del bene" anche se come "nostro Signore Gesù Cristo" ha dovuto soffrire, si è però in questo modo purificato il suo animo.

Se non vi piace il parallelo storico con la visione cattolica della stregoneria medievale, possiamo passare alla psichiatria della prima ora?

Era scienza, ma non meno orrida e brutale. Possiamo procedere in questo modo trovando ogni volta che la questione dei diritti è un tema fin troppo pieno di rovesci.

 La Cina è un esempio plastico di questi rovesci.

Ma per arrivarci dobbiamo guardare un termine preciso, oltre la popolazione e la distribuzione su base etnica.

Ogni economia (l'ho detto tante e tante volte, al solito inascoltato) che sia basata sullo sviluppo "civile", basa il suo relativo successo sulla infrastruttura.

 Ad esempio per gli antichi romani erano le strade che collegavano ogni angolo dell'Impero e nell'Urbe erano gli acquedotti e le fognature, testimoniati dalle immancabili terme. Quando parliamo quindi di una economia di successo, parliamo sempre di infrastrutture di successo che marchiano quella specifica economia. Nel caso cinese è indubbiamente l'elettronica e nella sua proiezione fuori dai confini, le connessioni digitali.

 L'America, che è una talassocrazia che ha per ora in mano la parte esterna di quella rete digitale, sia nei suoi servizi strategici principali (come lo SWIFT) sia nella garanzia della sua relativa sicurezza (con la Marina militare) e buon funzionamento, garantisce e amministra "il servizio".

 Ad esempio con la protezione delle dorsali marine. Ovviamente questo dota l'America di una capacità di ricatto che contiene l'emergere di altri attori sullo scenario internazionale che pretendono una quota di controllo su quella infrastruttura.

Per l'America, oltre ogni evidenza evidente, è invece fuori discussione, perché è una questione di sicurezza nazionale. Ma c'è un ma. Ciò che non si può controllare si può sempre aggirare.

 Allora cos'ha pensato la Cina (militare) a livello strategico?

Che se l'America non vuole condividere (riuscite adesso a capire cosa c'è dietro la parolina "multipolare" proposta dalla Cina con la nuova via della seta?) alla Cina non importa, tanto il resto del pianeta che conta qualcosa si trova quasi tutto nel continente euroasiatico, rendendo il dominio dei mari secondario.

Quindi la situazione diventa chiara: abbiamo da una parte una Cina che spinge per un’ eurasia unita e prospera e dall'altra l'America e le altre "potenze" tagliate fuori economicamente (come il Giappone e l'Australia) che cerca disperatamente in ogni modo di tenerla divisa per la sua stessa sopravvivenza strategica e per la posizione di dominio che ancora occupa.

In questa situazione paradossale, non manca il grottesco.

Ma procediamo per gradi e torniamo indietro un passo. L'infrastruttura che più conta, internamente ai paesi e per lo sviluppo economico è quella urbana. In soldoni case, case moderne.

 In quest'ottica l'edilizia civile e in specie quella dei servizi pubblici di  una realtà come quella cinese deve essere pensata per volumi e densità che sono inconcepibili al di fuori della moderna tecnologia, se le si vuole prospere, cioè con decine di milioni di abitanti "da zero", che devono trasferirsi dai luoghi tradizionali alle realtà moderne, con tutto ciò che questo comporta.

Quindi per decine e decine di anni, la Cina ha investito una quantità di risorse inconcepibile, tipo muraglia cinese, per costruire città moderne dove ci si aspettava andassero ad abitare i cinesi.

Ma è successo qualcos'altro. Intanto al solito, quando si muove un’ economia di questo tipo sono iniziati gli inciuci degli amici degli amici (tradizione molto cinese che la accomuna alle mafie nostrane) e date le proporzioni, cominciamo a capire che se la corte del draghistan adesso fosse in Cina, dovremmo parlare di una galassia sterminata di corruttela e marcescenza, coperta da un mirabile velo di seta azzurrognola perché nessuno veda. Niente a che vedere con le proporzioni dei soliti quattro politicanti nostrani e delle micraggini locali.

 Insieme alla corruzione arriva sempre (perché è nelle tendenze empative umane) il desiderio di andare oltre.

Strafare. Esagerare.

Per esempio dimostrando di poter fare cose che agli altri sono vietate, sia per etica che per legge. Come divertirsi con le minorenni ad esempio.

Da qui possiamo solo vagamente intendere il traffico umano che in un regime come quello cinese può allestire, tale da far sparire quello dei tempi migliori del Signor B., quando davanti a canale 5 c'erano le file di minorenni che aspettavano "un provino" e da cui poi è stata selezionata certa "gioventù" anche politica del nostro paese.

Insomma, il Male chiama il Male e la malapianta quando attecchisce, fino quando trova terreno fertile, non fa che prosperare. Possiamo solo terrorizzarci a pensare cosa adesso c'è in Cina.

Questo però non può passare inosservato a livello locale. Così come nel primo dopoguerra da noi non passava inosservato ai vecchi contadini che la vita cittadina era consumata nello spreco e nell'assenza di etica "umana".

 Da noi ci fu una specie di esodo di massa nei luoghi urbanizzati, si dice per questioni economiche.

Ma eravamo anche appena usciti da una guerra e il nostro paese prima era prospero.

In Cina se c'è stata una prosperità maggiore di quella a cui erano abituati, era di secoli e secoli precedente.

Erano cioè seduti su uno stile di vita medio che certamente era dominato dalla povertà assoluta, ma anche dalla dignità e dalla tradizione e che aveva attraversato la guerra, garantendo comunque a tutti un certa coesistenza pacifica e stabile.

Cioè era un modello che "funzionava", non ne conoscevano "un altro migliore". Certamente, poi le giovani generazioni come da noi hanno riempito le moderne fabbriche di elettronica e adesso c'è una quantità crescente di laureati con ottimi livelli di conoscenza e capacità ingegneristica.

Ma il salto generazionale è stato troppo rapido.

Dov'è andata a finire la massa di vecchi cinesi agricoltori? Ma soprattutto, sapendo che le economie sono redistribuite in modo da alimentare le mafie locali, quanti si sono arricchiti e quali sono le reali condizioni economiche della massa prevalente cinese?

 Già solo sapere che "non esiste pensione in Cina" a me fa correre un brivido lungo la schiena e ricorda bene le lezioni di capitalismo liberista vittoriano: la povertà è male da estirpare. Nel senso che il povero deve morire.

 Ma secondo voi, uno che vive in Cina, non vede che la città porta a condizioni se possibile anche più miserabili di prima, almeno per quanto riguarda le relazioni sociali e "l'etica" media? No, le proporzioni sono troppo vaste e per un popolo abituato a dare più valore alla società che alla propria persona, non può passare inosservato. Da qui la famigerata "lotta alla corruzione" di Xi che con questa chiave iniziamo a inquadrare in modo coerente.

 Ma anche l'emigrazione mancata verso le "nuove residenze" che comportano anche un nuovo stile di vita che oltre ogni evidenza evidente, non è stata abbracciata in massa dai cinesi. Al contrario.

Uno spaccato di questa realtà tenuta sotto una pesantissima cortina fumogena dal regime, ce lo da l'evento delle olimpiadi invernali di Beijing del 2022, che tanto ha fatto discutere, soprattutto per la scelta del luogo, scelta che è stata fortemente voluta dal regime e per creare una vetrina internazionale sui suoi supposti successi.

Invece ha aperto una crepa per farci vedere le spaventose storture. Dalla gestione della pandemia ai mille problemi di "sicurezza" degli atleti, a un altro problema più importante e meno noto: il carbone.

 Essendo un luogo dove si tengono sport invernali possiamo immaginare che Beijing non sia esattamente all'equatore, cioè non è un posto molto caldo.

La stragrande maggioranza della gente deve scaldarsi e ha la possibilità di farlo con il GAS, l'elettricità e il carbone.

Ora, se da noi i prezzi del GAS sono alle stelle, però almeno ancora riusciamo a farci un uovo al tegamino e tenere caldi i termosifoni. Questo grazie alle infrastrutture che sono già in essere e che a Beijing non si possono permettere tutti.

La stragrande maggioranza deve fare affidamento sul carbone e in "caldaie" di fortuna per stare al caldo.

Questo rende l'aria delle città irrespirabile, come e peggio accadeva da noi quando la maggior parte dei nostri riscaldamenti urbani andava a carbone (con le stufe) e non potevi stendere fuori i panni se non volevi ritirarli più sporchi di prima.

Solo che per noi all'epoca non c'era alternativa, mentre i cinesi di Beijing non ce l'hanno per questioni economiche.

Soluzione cinese?

 La polizia entra nelle case dei più poveri e sfascia le stufe per evitare che la gente bruci carbone che è stato vietato in occasione delle olimpiadi e al solo scopo di esibire gli straordinari successi in campo energetico della Cina .Quindi, riassumendo, gli investitori esteri hanno riversato un sacco di soldi per realizzare una FALLIMENTARE bolla edilizia dalle proporzioni BIBLICHE (che i subprime del 2008 con fallimento della Lehman mollami) che nessuno va ad abitare, perché di fatto il regime si regge sulla corruzione.

 In compenso la grande massa occupa abitazioni di fortuna, con tutto ciò che questo comporta non solo a livello di immagine, ma anche di controllo sociale (pensiamo alla buffonata della politica "zero covid" in una realtà di sto genere e iniziamo seriamente a "ridere" del successo del ferreo controllo sociale alla cinese ma anche a piangere per la devastazione che comporta).

 In altre parole UN DISASTRO UMANO EPICO e senza appello e proprio nel cuore della società che si dice "mettere al primo posto" il benessere del popolo. Sono FAKE COLOSSALI. La realtà tanto decantata del successo cinese è semplicemente UN DISASTRO UMANO, e per la precisione, il più grande DISASTRO SOCIALE che si sia mai visto da quando esiste il genere umano.

 Ed è un modello "di successo" che la Cina (e con lei quest'accidente di occidente) intenderebbe esportare?

 Si, esatto! Il drago (guardatelo bene in faccia) è qui per quello.

 Funzionerà? Ovvio che no.

Non sta funzionando in Cina, fuori dalla coltre impenetrabile della propaganda e per i freddi numeri, perché mai dovrebbe da noi?

Produrrà solo tanta miseria umana, corruzione e criminalità e una spessissima pubblicità positiva sopra a coprirla.

 

 

LA NUOVA ONDATA DI CENSURA

DELLA STASI RIVELA IL PROSSIMO

CAPITOLO DEL COPIONE DI “BIG-PHARMA”.

Comedonchisciotte.org-Markus- Toby Rogers-(02 Febbraio 2022 )-ci dice :

(tobyrogers.substack.com).

Pfizer e Moderna chiederanno alla FDA e al CDC l'autorizzazione per continuare a riformulare i loro vaccini Covid anche senza nuovi dati.

(BIG PHARMA-FALSIFICAZIONE DATI  VACCINI).

Ho appena ricevuto un’altra sospensione di 30 giorni da Facebook. È sempre interessante capire quali post avevano scatenato la Stasi. Lo scopo della censura è eliminare tutti i fatti che contraddicono la narrativa dell’industria farmaceutica. Quindi, il fatto che abbiano censurato uno dei miei post mi fa capire che quel contenuto aveva centrato l’obiettivo.

Molte delle mie precedenti sospensioni erano avvenute nelle settimane precedenti alle decisioni chiave della FDA e del CDC sulle applicazioni del vaccino mRNA.

Ero stato molto visibile sui social media, avendo condiviso informazioni sul motivo per cui i rischi di questi trattamenti superano i benefici.

A quanto pare, Pfizer e Moderna avevano appena fatto richiesta per ottenere un’approvazione in extremis e la Stasi si era messa al lavoro, bannando chiunque pubblicasse dati o analisi che avrebbero potuto danneggiare la loro agenda.

Mi avevano sospeso circa tre settimane prima della decisione della FDA/CDC, giusto il tempo di ottenere l’approvazione richiesta e poi far scadere la mia sospensione.

 

Ed ora sembra che ci siamo di nuovo.

Stavolta, Facebook mi ha sospeso per un post di due mesi fa. Non hanno spiegato la loro decisione e non hanno segnalato inesattezze specifiche nel mio post. Ma chiedetevi, perché questo particolare post avrebbe messo in allarme la psico-polizia?

Ragazzi e ragazze ascoltate.

 La battaglia che ci attende è questa: sia Pfizer che Moderna hanno annunciato l’intenzione di sviluppare entro 100 giorni nuovi sieri mRNA multivalenti per affrontare le nuove varianti.

Sosterranno alla FDA e al CDC che queste nuove inoculazioni (ora siamo alla quarta dose di un prodotto fallito) dovrebbero essere esentate da carichi legali retroattivi, e questo senza ulteriori studi clinici perché sono simili al prodotto esistente (spazzatura mortalmente tossica).

Se ciò accadesse, tutte le dosi future di questo prodotto, qualunque sia la loro formulazione, non saranno mai sottoposte a studi clinici di alcun tipo.

Ho difficoltà ad immaginare uno scenario più apocalittico: iniezioni, per la maggior parte della popolazione del mondo sviluppato, ogni sei mesi, per sempre, senza studi clinici e senza idea di cosa ci sia nella fiala.

È il sogno dell’eugenetica al tempo di Hitler.

Dobbiamo iniziare ora a fare pressioni e dire ad ogni funzionario eletto e ad ogni autorità regolatrice che dovranno esserci nuovi studi clinici o saranno perseguiti in una Norimberga 2.0.

I Repubblicani che sperano di riprendersi il Congresso nel 2022 devono essere in linea nel richiedere nuovi studi clinici.Gli studi clinici attuali sono una schifezza ma ci danno la possibilità di vedere come queste aziende truccano i dati e faranno da punto di riferimento (per dimostrare che hanno mentito) quando arriveranno i dati del mondo reale. Abbiamo pochissimi dati sulle nuove varianti ma i piani di Pfizer e Moderna di procedere senza studi clinici possono scatenare un effetto-estinzione per l’umanità.

Aggiornamento: il messaggio ai funzionari eletti deve essere semplice — Qualsiasi nuova formulazione necessita di una nuova sperimentazione clinica adeguata (50.000 partecipanti, durata dello studio di almeno 2 anni, monitoraggio a cura di una terza parte indipendente).

Le mie affermazioni in questo post si basavano su anni di studio del copione di Big-Pharma. Ci sono forse prove che tutto ciò che ho scritto in questo post non è corretto? Big-Pharma cercherà di ottenere questi vaccini riformulati contro il coronavirus senza ulteriori controlli normativi.

Quali che siano questi studi clinici, saranno delle prove fasulle, come le recenti domande di autorizzazione all’uso di emergenza per la terza dose.

Come ricorderete, lo “studio” della terza dose di Moderna aveva avuto 149 partecipanti nel gruppo vaccino e il “trial” di Pfizer un totale di 200 partecipanti. Ne avevo scritto qui.

Queste “prove” erano state così carenti che i due principali regolatori della sicurezza dei vaccini presso la FDA avevano preferito rinunciare all’incarico piuttosto che approvare questa spazzatura tossica senza valore sotto la pressione politica dell’amministrazione Biden. I

n effetti, queste “prove” erano così lacunose che gli uomini (e le donne) scelti personalmente dal “Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee” (Comitato Consultivo per i Vaccini e i Prodotti Biologici Correlati, n.d.t.) avevano respinto le domande (16 contro 2), e quindi Janet Woodcock (commissario ad interim della “Food and Drug Administration” – FDA, n.d.t.) era stata costretta ad approvare le domande di suo pugno, contro il loro parere.

Il fatto che FB abbia censurato di punto in bianco questo post vecchio di due mesi suggerisce che questo è esattamente ciò che Pfizer e Moderna stanno per fare:

riproporre queste riformulazioni contro il coronavirus grazie al marciume presente nella FDA e nel CDC e iniettarle a miliardi di persone, senza dati sulla sicurezza o sull’efficacia.

Questi vaccini riformulati hanno apparentemente lo scopo di affrontare la variante Omicron, sebbene una nuova variante potrà già aver preso il suo posto quando questi vaccini riformulati saranno disponibili. Quindi, ancora una volta, è probabile che questi vaccini abbiano un’efficacia nulla o negativa contro il virus e producano effetti collaterali di livello sconosciuto, tra cui danni iatrogeni e potenziamento anticorpo-dipendente. È anche probabile che l’introduzione di vaccini riformulati acceleri l’evoluzione di nuove varianti.

Per questo abbiamo bisogno di una rivoluzione. Ecco perché dobbiamo rovesciare il regime esistente.

Negli Stati Uniti gli enti pubblici e la maggior parte delle istituzioni private lavorano per il Cartello.

 E il Cartello in tutto il mondo sviluppato è impegnato nel de-popolamento perché il de-popolamento è molto redditizio e questo è ora il loro modello di business.

(Toby Rogers- tobyrogers.substack.com).

(tobyrogers.substack.com/p/new-wave-of-stasi-censorship-likely).

 

 

 

 

 

 

QUI DRAGHISTAN, INFERNO ITALIA.

ComeDonChisciotte.org- Costantino Ceoldo-(04 Febbraio 2022)- ci dice :

 

ITALIA-GREAT RESET.

“Quando chiesero agli spartani perché avessero spade così corte, questi risposero: per essere più vicini al nemico.”

Quanto sono lontane nel tempo queste parole, per noi che oggi viviamo la follia nel Draghistan una volta chiamato “Italia”…

Dal primo febbraio 2022 gli Italiani hanno nuove regole di comportamento.

Regole folli.

(I matti comandano e gli schiavi ubbidiscono .Ndr.)

Se non sei vaccinato, non puoi più entrare in una banca, in un ufficio postale, non puoi ritirare la pensione. Devi essere vaccinato per lavorare e continuare a lavorare nel pubblico impiego. Ma che tu sia un insegnante, un poliziotto, un soldato, un medico, un semplice impiegato o un operaio di qualunque tipo, non importa quale sia il tuo curriculum o da quanti anni presti servizio: se non sei vaccinato finisci sospeso senza stipendio. Perfino un criminale in prigione ha una sua diaria giornaliera e un poliziotto sospeso per motivi disciplinari ha comunque mezzo stipendio per poter provvedere alle necessità di base.

Ma nel Draghistan una volta chiamato “Italia” conta solo che ti devi vaccinare altrimenti sei un “no vax” e la tua vita deve diventare un inferno. Così hanno promesso pubblicamente non molto tempo fa a nome del governo il ministro Renato Brunetta e il senatore Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della salute pubblica. Lo hanno fatto pubblicamente, senza vergogna alcuna ma anzi vantandosene orgogliosi e soprattutto senza che nessuno li rimproverasse per quanto appena detto.

 

Adesso, se hai più di 50 anni, sei obbligato a vaccinarti, pena una multa una tantum di 100 euro. Più che una misura sanitaria, è una costrizione per fare cassa.

Tuttavia, non è vero che abbiamo vaccini anti Covid tipo Star Trek, come ci viene fatto credere.

Non li abbiamo mai avuti. Non è neanche vero che siano efficaci, perché si è scoperto che dopo poco tempo la protezione si attenua rapidamente per poi scomparire e l’effetto pare si inverta, diventando addirittura un qualcosa che può favorire la malattia.

Non è vero che i vaccini siano farmaci definitivamente approvati perché, in realtà, sono tutti sperimentali, autorizzati con procedura d’urgenza e la sperimentazione è ben lungi dall’essere terminata. I loro contratti di vendita sono segreti.

Le aziende che producono i sieri hanno un’immunità giuridica assoluta e nemmeno l’evidenza che i dati delle prime fasi della sperimentazione fossero stati truccati è bastato a sollevare dubbi necessari.

 Soprattutto, non solo sei forzato alla vaccinazione ma devi lo stesso firmare una carta con la quale ti assumi tutti i rischi.

Così, come purtroppo hanno già sperimentato alcune famiglie italiane, un giudice può archiviare la causa perché i vaccini non sono formalmente obbligatori e il malcapitato aveva firmato il “consenso informato”.

Non è vero quindi che non ci siano effetti collaterali.

 Gli effetti collaterali a lungo termine sono ancora ignoti ma, al contrario, sono oramai ben noti quelli a breve termine. Infarto. Ictus. Trombosi. Paralisi. Ti tolgono il fiato. Ti rovinano il corpo e possono trasformarti in un invalido. Ti uccidono.

Ogni giorno in Italia c’è uno stillicidio di morti improvvise, nel sonno o durante attività banali. È un’epidemia volutamente ignorata di “malori improvvisi”, dagli esiti fin troppo spesso fatali. Da quando poi la vaccinazione è stata estesa a tutta la popolazione, adulti adolescenti e bambini, nessuno è più al sicuro da questa mostruosa roulette russa.

Non è vero, non è mai stato vero, che il Covid sia la peste del ventunesimo secolo. Soprattutto non è vero che non ci siano mai state cure per gli ammalati e che non potessero essere date ai primi sintomi: ci sono eccome!

E chi invece segue il protocollo ufficiale (sic) per scelta o perché costretto, rischia seriamente di finire intubato in ospedale e di morirci, magari pure maltrattato da medici e infermieri dopo che hanno scoperto che non è vaccinato.

E per che cosa poi?

 I vaccinati si infettano e contagiano a loro volta e diffondono la malattia con estrema facilità grazie alla libertà data dal loro lasciapassare verde. È una cosa sotto gli occhi di tutti anche se molti media e molte persone fanno letteralmente i salti mortali pur di negarlo.

 L’articolo 32 della Costituzione, a cui si appellano i non vaccinati, protegge allo stesso modo loro e tutti gli altri italiani. È stato pensato dai Padri Fondatori della nostra Repubblica proprio per evitare lo scenario raccapricciante che stiamo vivendo oggi: gli obblighi indiretti che il governo impone con noncurante spietatezza per spingere alla vaccinazione sono in realtà delle estorsioni.

Qui nel Draghistan una volta chiamato “Italia”, tutto il sistema del Green Pass si è dimostrato totalmente fallimentare sul piano sanitario, come il governo di Mario Draghi che tanto lo ha voluto. Tale sistema è riuscito però nel suo più vero e nascosto intento: deturpare la nostra democrazia e introdurre un sistema di controllo politico.

La nostra Patria, tuttavia, non ha bisogno di un sistema di credito sociale, utile solo ed esclusivamente ad una piccola cricca di prepotenti, avidi ed affamati di potere, che hanno in odio la democrazia perché la ritengono inutile.

 

Voglio ricordare ancora una volta le parole del Senatore Richard Black :

“Chi deve mostrare un Green Pass per vivere ogni giorno non è libero.”

No, non lo è, Senatore: lei ha perfettamente ragione. Come ha perfettamente ragione il filosofo Byung-Chul Han, metà coreano metà tedesco, che ha coniato il termine “società palliativa”:

 la nostra società occidentale rifugge la sofferenza, è priva di eroismo, si accomoda nella tranquillità garantita della sopravvivenza. Ma la gente, “el pueblo que unido jamás será vencido”, tiene la testa nella sabbia e preferisce non vedere. Sia mai che debba accettare il fatto che è stato ingannato e che all’opera c’è un piano diverso da quello così tanto sbandierato pubblicamente.

Purtroppo, accadono cose orribili qui nel Draghistan una volta chiamato “Italia”, dove non basta più essere sani ma bisogna certificarlo oltre ogni dubbio.

Per esempio: a Mestre, vicino Venezia, una madre di 80 anni ha preso a martellate la figlia di 57 [2]: “Volevo ucciderla”, ha confessato alla polizia arrivata per arrestarla. Motivo: era esasperata dalla figlia non vaccinata che lavorava da casa in smart working.

L’esasperazione è nata dalla paura del contagio e dall’aver interiorizzato, sotto la spinta di una ossessiva propaganda terrorizzante, che il nostro prossimo, sia esso un estraneo o un membro della nostra stessa famiglia, è un potenziale untore assassino perché non vaccinato o perché non segue regole igieniche insensate.

A Torino, poco giorni fa, alcuni studenti delle superiori hanno provato a manifestare la loro opinione sugli stage lavorativi in azienda, che sono diventati prassi nella nostra scuola superiore. Il motivo è stata la morte di un loro compagno, avvenuta per un tragico incidente proprio l’ultimo giorno di uno stage in fabbrica, uno stage forse perfino inutile. Speravano ci fosse qualcuno ad ascoltarli. Magari qualcuno proprio della scuola, dell’università o di quella “società civile” che tanto piace alla “Sinistra progressista” italiana. In effetti qualcuno c’era: la polizia, a manganellate, preoccupata più per le regole anti covid che per i morti in fabbrica .

In vita mia non ho mai visto un mafioso con la faccia spaccata e sanguinante ma, come è noto, anche i poliziotti hanno famiglia ed è più facile fare i duri con chi non può difendersi piuttosto che con chi la famiglia te la può invece ammazzare.

Bene ha scritto pochi giorni fa l’arcivescovo Carlo Maria Viganò nella sua lettera ai nostri poliziotti :

“…In questi due anni, come tutti i cittadini, avete assistito ad un colpo di stato globale, progettato e realizzato col pretesto di una pandemia, nel quale i più elementari principi del diritto, della scienza e dell’etica professionale sono stati calpestati impunemente da persone che, come voi, avevano giurato: i governanti e i magistrati, di rispettare le leggi naturali e positive per il bene della Patria; i medici, di curare i malati e adoperarsi per salvare loro la vita; i giornalisti, di divulgare la verità. Dinanzi a quanto vediamo accadere in tutto il mondo, comprendiamo quanti abbiano tradito il giuramento prestato, quanti abbiano rinnegato gli impegni assunti, quanti si siano dimostrati corrotti e asserviti al potere.”

E soprattutto:

“…Il silenzio, l’obbedienza cieca-pronta-assoluta, il rispetto delle regole per quieto vivere o per paura di ritorsioni non può costituire una giustificazione al protrarsi di una situazione ormai insostenibile. Ricordatevi di Norimberga, e di quanto sia valso ai condannati il giustificarsi con «eseguivo gli ordini».”

Ecco, Norimberga. Ancora Norimberga. Purtroppo, nel Draghistan una volta chiamato “Italia” e dove noi tutti oggi viviamo, molti, troppi, si sentono privilegiati, intoccabili, impunibili.

 

La prossima volta che un nostro ignorante e buono a nulla ministro degli esteri vola a Mosca e chiede pubblicamente ai russi di rispettare i “diritti umani”, il vecchio Sergej Lavrov potrebbe mostrargli la foto di uno studente con la faccia spaccata e ridotta a maschera di sangue e potrebbe poi chiedere all’incauto imbecille italiano quanto valga in Italia il rispetto dei diritti umani se una madre cerca di uccidere a martellate la figlia non vaccinata, se studenti che manifestano pacificamente vengono malmenati brutalmente dalla polizia, se qui da noi tutti possono sempre rifiutare un vaccino sperimentale ma poi perdono lavoro e stipendio per ordine del loro stesso governo.

(Costantino Ceoldo).

 

 

 

 

 

La Sconfitta di Draghi

e il Golpe di Davos.

Conoscenzealconfine.it -Redazione -(  6 Febbraio 2022)- ci dice :

 

Il 29 gennaio 2022 è una data che potrebbe passare alla Storia. La mancata elezione di Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica Italiana ha del clamoroso perché era stata preparata dalle oligarchie finanziarie mondialiste da anni e costituiva uno dei punti cardine del Golpe di Davos in atto.

Immaginiamo lo sgomento di Klaus Schwab, coordinatore e animatore del Golpe, nell’apprendere la notizia. Ancora una volta l’Italia si è ritrovata a essere al centro dei destini del mondo e, ancora una volta, il suo comportamento sfuggente e ingestibile, alla italiana insomma, ha prodotto un serio imbarazzo alle oligarchie mondialiste.

L’inaudita sconfitta è stata però dovuta a un insieme di circostanze.

In primis si è trattata di una sconfitta personale di Mario Draghi stesso. Il suo comportamento da “banchiere centrale”, spocchioso, irrispettoso delle prerogative del Parlamento, dittatoriale come se tutto gli fosse dovuto, ha irritato la grande maggioranza dei peones che, nel bene e nel male, quel parlamento lo compongono.

 La buvette della Camera era piena di commenti sarcastici all’indirizzo di presidente del Consiglio in carica additato addirittura come “nemico personale”. Per la maggioranza dei grandi elettori il motto era: “chiunque fuorché Draghi”. Con buona pace di Goldman Sachs e accoliti.

In secondo luogo, il suo comportamento inutilmente estremista nella gestione della pandemia gli aveva già alienato molte simpatie.

 Il governo Draghi verrà ricordato principalmente per la delirante scemenza che egli stesso pronunciò il 22 luglio 2021: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore”.

Forse il Presidente del Consiglio si sarà già amaramente pentito di tale improvvida esternazione e delle continue forzature a favore di una campagna vaccinale ormai in clamoroso fallimento, ma il danno è ormai fatto.

In terzo luogo, la sua auto-candidatura alla Presidenza della Repubblica durante una conferenza stampa del 22 dicembre 2021 in cui, praticamente, diceva: “il mio lavoro è finito, adesso andrò al Quirinale”, aveva irritato non poco quei politici che conservano ancora un vago ricordo di quello che l’Italia era stata prima del suo declassamento a colonia della finanza mondialista.

Ma l’ultimo errore è stato fatto quando ha manifestato la sua estrema contrarietà alla candidatura di Casini, facendo sapere che, se Casini fosse stato eletto, lui si sarebbe dimesso immediatamente da Presidente del Consiglio.

 Casini, che a detta di chi gli è vicino, “ci è rimasto molto male”, non ha avuto altra scelta che rinunciare alla candidatura, sapendo però che così avrebbe reso inevitabile la riconferma di Mattarella e il siluramento di Draghi stesso, il quale invece evidentemente non lo aveva ancora capito.

Il 2-0 dei vecchi democristiani sulla spocchia dei banchieri centrali deve farci riflettere.

 D’altra parte che l’uomo fosse fatto così, lo si era già capito dalla lettera che aveva inviato il 5 agosto 2011, come presidente entrante della BCE e a doppia firma con l’uscente Jean Claude Trichet, a Berlusconi e che comportò le dimissioni del governo di centro destra.

Lì c’era scritto, senza mezzi termini, che il governo di un paese sovrano doveva obbedire ai diktat della BCE, senza se e senza ma… E, per favore, con sollecitudine altrimenti ci arrabbiamo.

Ultimo ma non ultimo, il trasferimento di Draghi al Quirinale avrebbe comportato un serio rischio di crisi di governo e conseguenti elezioni anticipate facendo così sfumare per i peones parlamentari gli ultimi mesi di stipendio e il successivo vitalizio.

Alla italiana quindi, il diktat dei Golpisti di Davos questa volta è stato ignorato o per dirla nobilmente “il Parlamento ha riacquistato la sua centralità” e Draghi ha visto sfumare la sua elezione al Quirinale, da dove avrebbe potuto osservare i disastri da lui stesso provocati in trent’anni di attività da una posizione di assoluta impunità.

Insomma Mario Draghi è stato vittima in primis di una sua scarsa attitudine a gestire i rapporti politici ma i motivi del disastro non sono solo questi.

Vi è stata infatti anche una scarsa compattezza delle élite che lo sostenevano, cosa accuratamente silenziata da tutto il mainstream, ma che era apparsa in tutta la sua evidenza quando, a dicembre 2021, l’Economist e il Financial Times, cioè i giornali dei Rothschild-Elkan, avevano cominciato a sostenere che preferivano che Draghi rimanesse a Palazzo Chigi.

Il Presidente del Consiglio era stato costretto a un irrituale e precipitoso incontro con Jonh Elkann, il 20 gennaio 2022, per dirimere la questione, il cui esito non è stato evidentemente positivo. Il ramo francese della finanza internazionale aveva infatti in animo di fare un blitz: piazzare al Quirinale una donna a loro molto vicina, Francesca Belloni, già insignita della Legion d’onore, la più alta onorificenza della Repubblica Francese e attualmente direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.

 

Il blitz è fallito, durante una drammatica nottata, per la “insipienza” di Salvini e di Conte, che lo avevano comunicato al mondo la sera precedente, insipienza non si sa quanto voluta.

Chi vuole organizzare un blitz non può pensare di dirlo a tutti il giorno prima perché, o è proprio un incapace, o lo vuole far fallire. 

Naturalmente, l’esternazione di Salvini e Conte ha scatenato un’irata reazione della componente “atlantica” del Parlamento che, guidata da un furioso Matteo Renzi, ha avuto buon gioco a demolire l’improvvida candidatura in men che non si dica.

Ridotta nei sui spazi l’irritante componente francofona non è restato che rassegnarsi a uno 0-0 con la riconferma di Mattarella, dopo il siparietto casiniano. Ma è stato veramente un pareggio tra le varie componenti? Da una prima analisi sembrerebbe proprio di no.

La sconfitta di Draghi è infatti definitiva. A chi, fin da subito, adombrava la possibilità che Mattarella potesse costituire solo una presidenza a termine, alla Napolitano bis, tenendo caldo il posto per un anno o poco più, è stato lo stesso Mattarella a rispondere per le rime: il mio mandato è pieno e per sette anni. Punto. Così si comprendono meglio le ragioni del suo insistente “chiamarsi fuori” degli ultimi mesi, il suo comperarsi casa, il suo trasloco: “Io non faccio il supplente di nessuno, se mi volete, e mi dovete volere a furor di popolo, ci posso anche stare, ma con mandato pieno”. Fine dei giochi.

Ma non vi è solo la schiena diritta del vecchio democristiano a chiudere le porte a Draghi: tra un anno si vota e la maggioranza che uscirà dalle urne sarà completamente diversa dall’attuale. Con Fratelli d’Italia sopra al 20% (e forse più), l’entrata in Parlamento di una consistente pattuglia di no-vax, i danni che la politica draghiana ha fatto sulla pelle dei cittadini, la chiusura delle piccole imprese, la disoccupazione e quant’altro, pensare che vi siano ancora i voti per eleggerlo al Quirinale, fra un anno o due, sembra davvero una pia illusione.

No, Draghi non diventerà mai più Presidente della Repubblica, e questa è una gran buona notizia per tutti gli italiani.

Quindi cosa succederà? Anche qui la versione dei Golpisti di Davos è: “niente, cosa volete che succeda? Draghi, Mattarella e Amato alla Corte costituzionale, siamo blindati. Meglio di prima”. Può essere e forse, se il mondo finisse ai confini dell’Italia, potrebbe anche essere la cosa più probabile. Ma il mondo è grande.

In particolare, l’Occidente si sta dividendo in due tronconi in modo netto. Il Golpe vaccinista è fallito negli Stati Uniti, dove Biden ha ordinato di obbedire a Big Pharma e più della metà degli Stati americani lo hanno ignorato. La Corte costituzionale gli ha dato addirittura torto in merito alla obbligatorietà degli pseudo-vaccini, il che lo ha costretto a ingranare un’umiliante retromarcia simile ad una resa.

Il pupillo di Schwab, il primo ministro canadese Justin Trudeau, il 30 gennaio 2022, è stato costretto a fuggire ignominiosamente, davanti al popolo in rivolta e ai TIR che minacciavano la sua capitale.

 Boris Johnson, nonostante le minacce personali e gli attacchi della stampa, ha varcato il Rubicone: in Gran Bretagna l’emergenza epidemica è finita, niente più restrizioni, niente più Green Pass, niente più controlli sui diritti dei cittadini. Lo stesso accade in Irlanda, in Spagna e nei paesi scandinavi.

Insomma una larga parte del mondo, essenzialmente collocata nell’area “atlantica”, si è ribellata al Golpe di Davos. Restano in mano ai golpisti, per ora, la Germania, l’Austria e la Francia, dove cominciano però a sentirsi scricchioli sinistri.

E l’Italia?

Anche stavolta la sua collocazione geopolitica sarà decisiva. Con un Draghi alla Presidenza della Repubblica, palesemente schierato con Schwab, l’Italia sarebbe diventata un baluardo del Grande Reset. Proprio qui si sarebbe passati, per primi, dalla Società della Sorveglianza alla Società del Controllo.

Tutte le libertà costituzionali sarebbero state concesse solo ai “bravi cittadini”, tramite un Green Pass super-mega-rafforzato che avrebbe incluso anche le opinioni politiche, e “senza il quale non si sarebbe potuto né vendere né comprare”.

Senza il Green Pass, non si sarebbe potuto neppure votare, come è già successo a Sara Cunial. Un deputato della Repubblica è stato privato della possibilità di votare per la Presidenza della Repubblica senza che nessuno abbia detto nulla!

 La società orwelliana avrebbe avuto nell’Italia di Draghi la sua punta di diamante e questo per i prossimi sette anni. Lo scampato pericolo deve dunque farci tirare un bel respiro di sollievo.

Che farà Draghi adesso?

Si immolerà sull’altare del più grande esperimento della Storia, come ultimo soldatino a difendere un Golpe Mondiale ormai fallito? È lecito dubitarne.

Nei prossimi mesi la crisi energetica, la crisi economica, l’esplosione del debito, l’aumento della tassazione, il calo di Wall Street, l’inutilità conclamata dei vaccini e il dramma dei loro effetti collaterali, renderanno la situazione incandescente.

I peones parlamentari, una volta assicurata la loro pensione, cominceranno a ‘tirargli le monetine’ non appena entrerà in Parlamento, altro che Governo dei Migliori.

 Le indagini della magistratura potrebbero addirittura toccarlo personalmente.

 Costretto a difendersi in un tribunale dall’accusa di strage? Lui, il Migliore, osannato, solo un anno fa, come il Salvatore della Patria dalla compiacente stampa di regime?

 Le stesse divisioni geopolitiche emerse tra la finanza europea e quella americana non lo consiglieranno forse di ritirarsi in buon ordine?

Anche se il fattore decisivo sarà probabilmente un altro: sullo sfondo comincia a delinearsi la minaccia vera, i “Patrioti americani”.

Abbiamo già visto che il Golpe mondiale architettato dai banchieri, da Davos, dalla finanza mondialista, dal Deep State americano e da un Europa a trazione tedesca è fallito, perché il popolo americano ha resistito.

Biden è in crollo verticale, Trump è di nuovo in rampa di lancio, la Gran Bretagna ha già fatto la sua scelta. Il Canada è alla guerra civile.

Se anche l’Italia, come ama fare e ha fatto altre volte nella Storia, scegliesse la libertà?

 Se i vari peones, ma anche i Casini, i Renzi e i Mattarella, si trovassero di fronte una America pronta ad aiutare gli italiani contro le ingiustizie che hanno dovuto subire?

 Se comparisse un’America non più succube del Deep State, ma che esprima i valori di libertà che le sono propri da sempre, cosa farà l’Italia?

Sceglierà la prigione europea, a trazione germanica, la sottomissione a una dittatura dei banchieri che stampano il denaro dal nulla e poi ne pretendono la restituzione con gli interessi, che desiderano il controllo totale su tutti i movimenti dei cittadini, che concedono qualcosa solo a chi ubbidisce loro ciecamente? O preferirà invece seguire la nuova America, quella libera, quella del popolo, che ha contribuito così tanto al progresso del nostro paese?

Se tra un anno dovesse concretizzarsi una saldatura tra le opposizioni italiane dietro a qualche uomo, con appoggi dalla parte giusta dell’oltreoceano (tipo, per non far nomi, Giulio Tremonti), che terrà conto anche delle sacrosante richieste di ripristinare le libertà costituzionali tipiche dei no-vax, che ne sarà dei banchieri centrali che fossero ancora inopinatamente a capo del governo di un paese da loro distrutto?

Non è forse meglio per Draghi accettare, in tempi brevi e di buon grado, un posto alla Banca Mondiale, che gli permetta di fuggire dal paese che ha contribuito così tanto a distruggere e che lo ha ripagato con tanta ingratitudine, opponendosi alla sua naturale elezione al Quirinale? Una fuga ben orchestrata non sarebbe più onorevole che restare in trincea con scarse prospettive di vittoria?

La risposta è facile: forse non sarebbe tanto onorevole… ma è l’unica cosa che resta da fare: una ritirata strategica è sempre meglio di una fuga precipitosa.

Draghi quindi probabilmente ci abbandonerà in tempi brevi, dichiarerà esaurito il suo compito e si trasferirà in un Iperuranio dall’alto del quale potrà osservare, impunito, l’evolversi degli avvenimenti e magari, ci propinerà anche i suoi “preziosi” consigli, sotto forma di lettere intimidatorie che ci illumineranno sulle volontà dei mercati. La sorte degli uomini che, poco previdentemente, si sono fidati della sua leadership, come Speranza, non lo riguarderà.

La battaglia per le libertà è ben lungi dall’essere vinta, intendiamoci, ma la situazione di oggi è migliore di quella di ieri e la sconfitta delle oligarchie finanziarie, con la mancata elezione di Draghi al Quirinale, rischia di segnare lo spartiacque tra il prima e il dopo.

(storiasegreta.com/2022/01/31/la-sconfitta-di-draghi-e-il-golpe-di-davos/).

 

 

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