Il liberalismo dei globalisti

Il liberalismo dei globalisti delle

Multinazionali  di Klaus Schwab(il nuovo Hitler ).

 

 

Il contrattacco dello Zar:

"Li sputerò come moscerini."

Msn.com- ilgiornale.it-Mauro Indelicato-(17-3-2022 )-ci dice :

 

È molto netto Putin quando parla di oppositori interni. Anzi, per usare il termine adoperato durante il suo ultimo discorso televisivo, di “traditori”. Il gergo dello “zar” dal 21 febbraio scorso è cambiato. Quello è stato il giorno del riconoscimento delle repubbliche separatiste, l'anticamera della guerra scoppiata poi il 24 febbraio.

E quando ha annunciato il conflitto Putin ha iniziato ad apparire molto più minaccioso. “Se vi intrometterete nelle questioni legate alla Russia – ha ammonito il presidente russo in quell'occasione rivolgendosi all'occidente – riceverete una risposta mai immaginata prima”.

Un tono minaccioso mai riscontrato e rintracciato nei 22 anni di potere. Tanto più alte sono le minacce, tanto più alta è la posta in palio. L'azzardo del presidente russo è ben riscontrabile nelle sue parole, prima ancora che nei suoi fatti. Putin sa di giocarsi tutto. Lui che in Crimea è arrivato senza sparare un colpo e che nel corso degli anni ha “inghiottito” sanzioni e mancate risposte dell'occidente senza ricorrere alla forza, per arrivare all'azione contro l'Ucraina vuol dire di essere ben consapevole dei rischi che sta comportando l'azione militare.

Da qui il gergo minaccioso e le intimazioni a non ostacolare i piani del Cremlino. L'elemento nuovo del discorso di ieri sera consiste però nel fatto che adesso le ire del leader russo sono orientate verso l'interno.

Putin vuole serrare i ranghi e fare “la conta” di chi c'è o non c'è. Il quadro è talmente delicato che non può esserci spazio a una posizione mediana. O si sta con la guerra oppure si è traditori. O si sta con il Cremlino oppure si rischia, nella ricostruzione del presidente russo, di lavorare per chi vuole disgregare la federazione.

Chi sta dall'altra parte della barricata è un “moscerino”. “So che l'occidente sta usando – ha dichiarato Putin – la cosiddetta quinta colonna, i nostri traditori, per raggiungere il suo obiettivo finale, che è la distruzione della Russia”. Ma questo non accadrà perché “ogni nazione, soprattutto quella russa – ha proseguito – è sempre capace di distinguere i veri patrioti dai bastardi e dai traditori, e sputare fuori questi ultimi come moscerini finiti per sbaglio in gola”.

Frasi e toni pesanti, degno peraltro del grave contesto attuale. C'è chi, commentando queste parole, ha parlato di “purghe”. Ma nell'idea di Putin non sembra essere contemplato un giro di vite di sovietica memoria. In realtà per il presidente russo la conta avverrà per una “selezione”, altro termine da lui utilizzato.

Chi non sarà d'accordo con la linea del Cremlino, verrà “spuntato fuori” per l'appunto. Verrà spinto ad andarsene. Se ne andranno gli oligarchi, etichettati da Putin come “connazionali che non sanno fare a meno del caviale”, se ne andranno coloro che sono attratti dalla retorica occidentale.

Forse è questo il vero motivo per cui da Mosca si vuole continuare la guerra. Il conflitto, con annesse sanzioni, è un modo per far rimanere in Russia soltanto coloro che appoggiano i piani dello “zar”, disposti a tutto pur di non far perdere alla federazione lo status di potenza.

Lo scontro, esterno e interno, è destinato evidentemente ad andare avanti a lungo. Putin lo sa e dai suoi toni si intuisce come le varie sfide da lui lanciate siano soltanto all'inizio.

 

 

 

 

KLAUS SCHWAB E IL SUO

GRANDE RESET NAZI-FASCISTA.

 

È spiacevole e lessicalmente disdicevole iniziare una frase con un “Ve lo avevamo detto..” Ma in sintesi è quello che è stato ampiamente annunciato sin dalla fondazione dell’Unione Europea in modo chiaro ed a tratti sfacciato, ultimamente anche arrogante.

Volendo e dovendo fare dietrologia possiamo datare l’inizio della trasformazione della società italiana all’inchiesta di «Mani Pulite». Un attacco diretto ed apparentemente giusto della magistratura nei confronti della dilagante corruzione della politica e del buco nero di fondi pubblici spariti e spartiti un po da tutte le forze politiche. Da tutte le forze politiche ma non dall’allora Partito Comunista Italiano che fu totalmente ignorato dai PM di Milano, nonostante il discorso di Craxi alla Camera e le dichiarazioni spontanee fatte dallo stesso durante il processo. In Europa i segnali che la nascente Unione Europea non fosse stata pensata per i cittadini ma per le elìtes economiche e finanziarie, per quelle famiglie di grandi imprenditori e banchieri che non figurano mai nelle liste dei partiti alle elezioni ma soltanto nei CDA di banche e multinazionali.. ed a volte nemmeno in quelli; quei segnali ci sono stati ma sono passati sotto traccia soverchiati dalla marea di informazioni che i media hanno intessuto giorno dopo giorno.

Il cartello dell’informazione ha fatto il resto. Essendo ogni singola testata proprietà di imprenditori o di personaggi riconducibili al mondo della politica le notizie hanno iniziato ad essere filtrate in una determinata direzione per creare quel consenso diffuso di cui la politica ha bisogno per adottare determinate politiche e sul come riorganizzare la società europea, prima divisa da confini politici, lingue e culture differenti, in una nuova società, propagandata a misura d’uomo ma pensata ed organizzata per le elìtes di cui sopra.

Chi non ricorda lo “spot pubblicitario” che Romano Prodi fece per tessere le lodi della nascente Europa.. «Sarà come lavorare un giorno in meno e guadagnare come se ci fosse un giorno in più!» Come ricordo anche che anni dopo durante un programma televisivo spiegò ai presenti attoniti che «…c’è anche il suicidio!»

Siamo governati non dalla ragione ma dalla reazione. Il senatore a vita Mario Monti ci ha spiegato con dovizia di particolari e mimica raptatoria delle mani che c’è bisogno di crisi, anche profonde, per apportare le modifiche costituzionali di cui hanno bisogno per smantellare i vecchi stati e riconfigurare il pensiero delle persone, quella logica di consenso delle masse come ha spiegato mirabilmente Beppe Grillo alla fine di un suo “discorso dal palco” ai suoi sostenitori:

«Io sono l'”Elevato” e voi siete la massa!».

Il Grande Reset, la Quarta Rivoluzione Industriale, il Nuovo Normale, il New Normal, il Green New Deal o il New Deal per la Natura) è un tentativo di colpo di stato capitalista globale su una scala mai immaginata prima. È un tentativo di un’élite ultra-ricca di prendere il controllo totale su ogni aspetto del nostro mondo, delle nostre vite e dei nostri corpi. Agiscono alla luce del sole e con la piena collaborazione e connivenza di stati e governi.

Il futuro che ci hanno preparato è un inferno fascista transumanista in cui la libertà sarà abolita e gli esseri umani saranno fusi con i robot e trasformati in commodities per il beneficio dell’élite. C’è una sovrapposizione massiccia tra coloro che stanno dietro a questo piano insidioso e i capitalisti del clima.

Il Grande Reset non farà nulla per aiutare Madre Natura, ma sosterrà ed espanderà invece il sistema capitalistico industriale che la sta uccidendo.

La tecnocrazia globalista sta usando la pandemia di COVID 19 per spazzare via sia la responsabilità democratica che l’opposizione.  Non un solo settore della vita non sarà toccato da un grande piano di ricostruzione che mira a rimodellare tutto, dal governo all’energia, alla finanza, al cibo, all’istruzione, alla salute, alla proprietà, alla polizia e all’esercito – compreso il modo in cui trattiamo i nostri simili.

Di seguito è riportato un articolo di Paul Cudenec, pubblicato su The Winter Oak. A parte qualche commento di natura polemica o sarcastico di Cudenec, egli è riuscito a presentare un’ottima sintesi del pensiero di Klaus Schwab, il fondatore del World Economic Forum, e quindi della “filosofia” che guida il Grande Reset in atto.

 

Klaus Schwab e il suo Grande Reset nazi-fascista.

Traduzione a cura di Nogeoingegneria .

Nato a Ravensburg nel 1938, Klaus Schwab è figlio della Germania di Adolf Hitler, un regime di polizia statale costruito sulla paura e sulla violenza, sul lavaggio del cervello e sul controllo, sulla propaganda e sulla menzogna, sull’industrialismo e l’eugenetica, sulla disumanizzazione e la “disinfezione”, su una visione agghiacciante e grandiosa di un “nuovo ordine” che sarebbe durato mille anni.

Schwab sembra aver dedicato la sua vita a reinventare quell’incubo e a cercare di trasformarlo in una realtà non solo per la Germania ma per il mondo intero. Peggio ancora, come le sue stesse parole confermano più e più volte, la sua visione fascista tecnocratica è anche una contorta visione transumanista, che fonderà gli esseri umani con le macchine in “curiose miscele di vita digitale e analogica”, che infetterà i nostri corpi con “Smart Dust”e in cui la polizia a quanto pare sarà in grado di leggere i nostri cervelli.

E, come vedremo, lui ei suoi complici stanno usando la crisi del Covid-19 per aggirare la responsabilità democratica, per scavalcare l’opposizione, per accelerare il loro programma e per imporlo al resto dell’umanità contro la nostra volontà in quello che definisce un “Grande Reset”.

Schwab non è, ovviamente, un nazista in senso classico, non essendo né nazionalista né antisemita, come testimonia il premio Dan David da un milione di dollari che gli è stato assegnato in Israele nel 2004. Ma il fascismo del 21esimo secolo ha trovato diverse forme politiche con cui continuare il suo progetto centrale di rimodellamento dell’umanità per adattarla al capitalismo attraverso mezzi palesemente autoritari.

Questo nuovo fascismo viene oggi promosso sotto le sembianze della “Governance Globale“, della “Biosicurezza“, del “Nuovo Normale”, del “New Deal for Nature” e della “Quarta Rivoluzione Industriale”.

Schwab, l’ottantenne fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, siede al centro di questa matrice come un ragno su una gigantesca ragnatela. Il progetto fascista originale, in Italia e Germania, era tutto incentrato sulla fusione di Stato e affari. Mentre il comunismo prevede che il Governo prenda il controllo delle imprese e dell’industria, il che – in teoria! – agisce nell’interesse del popolo, il fascismo utilizzava lo Stato per proteggere e far progredire gli interessi dell’élite benestante.

Schwab ha proseguito questo approccio in un quadro denazificato ( n.d.r apparentemente ) del secondo dopoguerra, quando nel 1971 ha fondato l’European Management Forum, che si riuniva ogni anno a Davos, in Svizzera. Qui ha promosso la sua ideologia del capitalismo degli “stakeholder” in cui le imprese sono state portate a una più stretta cooperazione con il governo.

“Il capitalismo degli stakeholder” è descritto dalla rivista economica Forbes come “l’idea che un’azienda si concentri sul soddisfare le esigenze di tutti i suoi stakeholder: clienti, dipendenti, partner, la comunità e la società nel suo insieme”.

Anche nel quadro di una particolare attività commerciale, si tratta sempre di un’etichetta vuota. Come osserva l’articolo di Forbes , in realtà significa solo che “le aziende possono continuare a spalare privatamente denaro ai loro azionisti e dirigenti, pur mantenendo una facciata pubblica di squisita sensibilità sociale e altruismo esemplare”. Ma in un generale contesto sociale, il concetto di stakeholder è ancora più nefasto, scartando ogni idea di democrazia, di governo da parte del popolo, a favore del controllo da parte degli interessi aziendali.

La società non è più considerata come una comunità di esseri viventi, ma come un’impresa, la cui redditività è l’unico scopo valido per le attività umane.

Schwab ha esposto questo programma già nel 1971, nel suo libro Moderne Unternehmensführung im Maschinenbau ( La moderna gestione aziendale in Ingegneria Meccanica), dove l’uso del termine “stakeholder” (die Interessenten) ha ridefinito in modo efficace gli esseri umani non come cittadini, individui liberi o membri di comunità, ma come partecipanti secondari di una gigantesca impresa commerciale. Lo scopo della vita di ogni persona doveva essere “la crescita e la prosperità a lungo termine” per questa impresa – in altre parole, salvaguardare e accrescere la ricchezza dell’élite capitalista. Tutto ciò è diventato ancora più esplicito nel 1987, quando Schwab ha ribattezzato il suo European Management Forum il World Economic Forum.

Il WEF si definisce sul proprio sito web come “la piattaforma globale per la cooperazione tra pubblico e privato”, con sostenitori che descrivono come si creano “partnership tra uomini d’affari, politici, intellettuali e altri leader della società per ‘definire, discutere e far progredire le questioni chiave dell’agenda globale’”. Le “partnership” che il WEF crea sono finalizzate a sostituire la democrazia con una leadership globale di individui scelti e non eletti il cui dovere non è quello di servire il pubblico, ma di imporre la regola dell’1% a quel pubblico con la minima interferenza possibile da parte del resto di noi.

 

Nei libri che Schwab scrive per il largo consumo, si esprime nei cliché ambigui dello spin aziendale e del greenwashing. Vengono ripetuti continuamente gli stessi termini vuoti. In Shaping the Future of the Fourth Industrial Revolution: A Guide to Building a Better World Schwab parla di “inclusione degli stakeholder e distribuzione dei benefici” e di “partenariati sostenibili e inclusivi” che ci condurranno tutti verso un “futuro inclusivo, sostenibile e prospero”!

Ma la vera motivazione dietro a questa spacconata, la vera motivazione del suo “capitalismo degli azionisti”, che continuava a promuovere senza sosta alla conferenza di Davos del WEF del 2020, è il profitto e lo sfruttamento. Ad esempio, nel suo libro The Fourth Industrial Revolution del 2016, Schwab scrive sull’Uberizzazione del lavoro e sui vantaggi che ne derivano per le aziende, in particolare per le start-up in rapida crescita nell’economia digitale: “Siccome le piattaforme human cloud classificano i lavoratori come lavoratori autonomi, essi sono – per il momento – liberi dall’obbligo di pagare salari minimi, tasse del datore di lavoro e prestazioni sociali”. 

La stessa spietatezza capitalista traspare dal suo atteggiamento nei confronti delle persone che si avvicinano alla fine della loro vita lavorativa e che hanno bisogno di un meritato riposo: “L’invecchiamento è una sfida economica in quanto, a meno che non si aumenti drasticamente l’età pensionabile in modo che i membri più anziani della società possano continuare a contribuire alla forza lavoro (un imperativo economico che ha molti benefici economici), la popolazione in età lavorativa diminuisce parallelamente a un aumento della percentuale di anziani in stato di dipendenza”.

In questo mondo tutto si riduce alle sfide economiche, agli imperativi economici e ai benefici economici per la classe capitalista dominante. Il mito del Progresso è stato a lungo utilizzato da quell’1% per convincere la gente ad accettare le tecnologie progettate per sfruttarci e controllarci e Schwab gioca su questo quando dichiara che “la Quarta Rivoluzione Industriale rappresenta una significativa fonte di speranza per continuare la scalata nello sviluppo umano che ha portato a un drammatico aumento della qualità della vita per miliardi di persone a partire dal 1800”.

Si entusiasma: “Anche se può non sembrare importante per chi di noi vive quotidianamente una serie di piccoli ma significativi mutamenti della vita, non è un cambiamento di poco conto: la Quarta Rivoluzione Industriale è un nuovo capitolo dello sviluppo umano, alla pari con la prima, la seconda e la terza Rivoluzione Industriale, ed è ancora una volta guidata dalla crescente accessibilità e interazione di un insieme di straordinarie tecnologie.” (5)

Tuttavia, egli sa bene che la tecnologia non è ideologicamente neutrale, come alcuni vogliono far credere. Dice che le tecnologie e le società si modellano a vicenda.

“Dopotutto, le tecnologie sono legate al modo in cui percepiamo le cose, a come prendiamo decisioni e al modo in cui pensiamo a noi stessi e agli altri. Sono collegate alle nostre identità, alle nostre visioni del mondo e ai nostri potenziali futuri. Dalle tecnologie nucleari alla corsa allo spazio, agli smartphone, ai social media, alle auto, alla medicina e alle infrastrutture, il valore delle tecnologie le rende politiche. Anche il concetto di nazione “sviluppata” si basa implicitamente sull’adozione delle tecnologie e su ciò che esse significano per noi, economicamente e socialmente.

 

La tecnologia, secondo i capitalisti, non ha mai riguardato il bene sociale, ma solo il profitto, e Schwab mette in chiaro che lo stesso vale per la sua Quarta Rivoluzione Industriale.

“Le tecnologie della quarta rivoluzione industriale sono davvero dirompenti: ribaltano i modi esistenti di percepire, calcolare, organizzare, agire e fornire risultati. Rappresentano modi completamente nuovi di creare valore per organizzazioni e cittadini”.

Nel caso in cui il significato di “creare valore” non fosse chiaro, egli fornisce alcuni esempi: “I droni rappresentano un nuovo tipo di dipendente che riduce i costi, che lavora tra noi e svolge lavori che una volta coinvolgevano persone reali”) e “l’uso di algoritmi sempre più sofisticati sta rapidamente incrementando la produttività dei dipendenti, ad esempio nell’uso di chat bot per aumentare (e, sempre più, sostituire) il supporto di “live chat” per le interazioni con i clienti“.

Schwab entra nei dettagli sulle meraviglie del suo nuovo e coraggioso mondo in La quarta rivoluzione industriale.

Spiega: “Prima di quanto molti si aspettano, il lavoro di professioni così diverse come avvocati, analisti finanziari, medici, giornalisti, contabili, assicuratori o bibliotecari potrebbero essere parzialmente o completamente automatizzati… La tecnologia sta progredendo così velocemente che Kristian Hammond, co-fondatore di Narrative Science, una società specializzata nella creazione di narrazioni automatizzate, prevede che entro la metà degli anni Venti il 90% delle notizie potrebbe essere generato da un algoritmo, la maggior parte senza alcun tipo di intervento umano (a parte la progettazione dell’algoritmo, ovviamente)”.

 

È questo imperativo economico che ispira l’entusiasmo di Schwab per “una rivoluzione che sta cambiando radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo”.  Schwab si vanta della lirica della 4IR, e insiste sul fatto che essa è “diversa da qualsiasi altra cosa che l’umanità abbia mai sperimentato prima d’ora”. 

Egli esalta: “Considerate le possibilità illimitate di avere miliardi di persone connesse tramite dispositivi mobili, dando vita a una potenza di elaborazione, capacità di archiviazione e accesso alla conoscenza senza precedenti. Oppure pensa all’incredibile confluenza di scoperte tecnologiche emergenti, che coprono campi di ampio respiro come l’intelligenza artificiale (AI), la robotica, l’Internet delle cose (IoT), i veicoli autonomi, la stampa 3D, la nanotecnologia, la biotecnologia, la scienza dei materiali, lo stoccaggio di energia e informatica quantistica, per citarne alcuni. Molte di queste innovazioni sono agli inizi, ma stanno già raggiungendo un punto di svolta nel loro sviluppo mentre si sviluppano e si amplificano a vicenda in una fusione di tecnologie attraverso il mondo fisico, digitale e biologico”.

Si aspetta anche una maggiore istruzione online, che preveda “l’uso della realtà virtuale e della realtà aumentata” per “migliorare drasticamente i risultati educativi” (, sensori “installati nelle case, nei vestiti e negli accessori, nelle città, nei trasporti e nelle reti energetiche”  e le smart cities, con le loro importanti “piattaforme dati”.

 

“Tutto sarà intelligente e connesso a Internet”, afferma Schwab, e questo si estenderà agli animali, poiché “i sensori cablati nei bovini possono comunicare tra loro attraverso una rete di telefoni cellulari”. Ama l’idea di “fabbriche di cellule intelligenti” che potrebbero consentire “la generazione accelerata di vaccini”  e “tecnologie dei big data”.  Tutto questo, ci assicura, “fornirà modi nuovi e innovativi per servire i cittadini e i clienti”  e dovremo smettere di opporci alle imprese che traggono profitto dallo sfruttamento e dalla vendita di informazioni su ogni aspetto della nostra vita personale.“

“È fondamentale stabilire la fiducia nei dati e negli algoritmi utilizzati per prendere le decisioni. Le preoccupazioni dei cittadini in merito alla privacy e all’accertamento della responsabilità nelle strutture aziendali e legali necessiteranno di un adeguamento del pensiero”.

Alla fine della giornata è chiaro che tutto questo entusiasmo tecnologico ruota esclusivamente intorno al profitto, o “valore”, come Schwab preferisce definirlo nel suo linguaggio aziendale del 21° secolo.  Così la tecnologia blockchain sarà fantastica e provocherà “un’esplosione di asset negoziabili, poiché tutti i tipi di scambio di valore possono essere ospitati sulla blockchain”.

 

L’uso della tecnologia di registro distribuito (Ledger technology), aggiunge Schwab, “potrebbe essere la forza trainante dietro massicci flussi di valore nei prodotti e servizi digitali, fornendo identità digitali sicure che possono rendere i nuovi mercati accessibili a chiunque sia connesso a Internet”.  In generale, l’interesse della 4IR per l’élite imprenditoriale dominante è che “creerà fonti di valore completamente nuove”  e “darà origine a ecosistemi di creazione di valore impossibili da immaginare con una mentalità bloccata nel terzo settore industriale Rivoluzione”.

 

Le tecnologie del 4IR, implementate tramite la tecnologia 5G, rappresentano minacce senza precedenti alla nostra libertà, come ammette Schwab: “Gli strumenti della quarta rivoluzione industriale consentono nuove forme di sorveglianza e altri mezzi di controllo che vanno contro società sane e aperte”.

Ma questo non gli impedisce di presentarli in una luce positiva, come quando dichiara che “la criminalità pubblica rischia di diminuire per la convergenza di sensori, telecamere, AI e software di riconoscimento facciale”. Descrive con un certo gusto come queste tecnologie “possono invadere lo spazio finora riservato alle nostre menti, leggendo i nostri pensieri e influenzando il nostro comportamento”.

Schwab prevede: “Con il miglioramento delle capacità in questo settore, aumenterà la tentazione per le forze dell’ordine e i tribunali di utilizzare tecniche per determinare la probabilità di attività criminale, valutare la colpa o addirittura recuperare i ricordi direttamente dal cervello delle persone. Anche l’attraversamento di un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un individuo”.   (n.d.r. passo precursore il tampone che deve essere eseguito)

 

Ci sono momenti in cui il capo del WEF si lascia trasportare dalla sua passione per un futuro di fantascienza in cui “i viaggi spaziali umani a lunga distanza e la fusione nucleare sono all’ordine del giorno”  e in cui “il prossimo modello di business di tendenza potrebbe essere che qualcuno scambia l’accesso ai propri pensieri per guadagnare tempo di scrivere un articolo sui social media solo con il suo avatar”.

Il discorso sul ”turismo spaziale” dal titolo “La quarta rivoluzione industriale e l’ultima frontiera”  è quasi comico, così come il suo suggerimento che “un mondo pieno di droni offre un mondo pieno di possibilità”.  Ma più il lettore avanza nel mondo rappresentato nei libri di Schwab, meno fa ridere. La verità è che questa figura altamente influente, al centro del nuovo ordine globale in via di costituzione, è un vero e proprio transumanista che sogna la fine di una vita umana e di una comunità naturale e sana. Schwab ripete questo messaggio più e più volte, come se volesse essere sicuro di averci adeguatamente avvertito. Scrive: “Le strabilianti innovazioni innescate dalla quarta rivoluzione industriale, dalla biotecnologia all’intelligenza artificiale, stanno ridefinendo il significato di essere umano”

“Il futuro metterà alla prova la nostra comprensione di cosa significhi essere umani, sia da un punto di vista biologico che sociale”.

“Già i progressi nelle neuro-tecnologie e nelle biotecnologie ci costringono a chiederci cosa significhi essere umani”.

Lo spiega in modo più dettagliato in Shaping the Future of the Fourth Industrial Revolution:

“Le tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale non smetteranno di diventare parte del mondo fisico che ci circonda – diventeranno parte di noi. In effetti, alcuni di noi sentono già che i nostri smartphone sono diventati un’estensione di noi stessi. I dispositivi esterni odierni, dai computer indossabili alle cuffie per la realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello. Gli esoscheletri e le protesi aumenteranno la nostra potenza fisica, mentre i progressi nelle neuro-tecnologie miglioreranno le nostre capacità cognitive. Diventeremo più capaci di manipolare i nostri geni e quelli dei nostri figli. Questi sviluppi sollevano domande profonde: dove tracciamo il confine tra uomo e macchina? Cosa significa essere umani?” (37)

Un’intera sezione di questo libro è dedicata al tema “Alterare l’Essere Umano”. Qui accenna sulla “capacità delle nuove tecnologie di diventare letteralmente parte di noi” e invoca un futuro cyborg che coinvolge “curiosi mix di vita digitale e analogica che ridefiniranno la nostra stessa natura”.

Scrive: “Queste tecnologie opereranno all’interno della nostra biologia e cambieranno il modo in cui ci interfacciamo con il mondo. Sono in grado di oltrepassare i confini del corpo e della mente, potenziare le nostre capacità fisiche e persino avere un impatto duraturo sulla vita stessa”.  Nessuna violazione sembra andare troppo oltre per Schwab, che sogna “microchip attivi impiantabili che rompono la barriera cutanea del nostro corpo”, “tatuaggi intelligenti”, “calcolo biologico” e “organismi progettati su misura”.

 

È felice di annunciare che “sensori, interruttori di memoria e circuiti possono essere codificati in comuni batteri intestinali umani”, ) che “Smart Dust, schiere di computer pieni di antenne, ognuna molto più piccola di un granello di sabbia, possono ora organizzarsi all’interno del corpo” e che “i dispositivi impiantati aiuteranno probabilmente anche a comunicare pensieri – normalmente espressi verbalmente attraverso uno smartphone ‘incorporato’ – e pensieri o stati d’animo potenzialmente inespressi leggendo le onde cerebrali e altri segnali”.

 

La “biologia sintetica” è all’orizzonte nel mondo 4IR di Schwab, dando ai governanti capitalisti tecnocratici del mondo “la capacità di personalizzare gli organismi scrivendo il DNA”.  L’idea delle neuro-tecnologie, in cui gli esseri umani avranno memorie completamente artificiali impiantate nel cervello, è sufficiente a far sentire un po ‘male alcuni di noi, così come “la prospettiva di collegare il nostro cervello alla realtà virtuale attraverso modem corticali, impianti o nanobot”.

È di poco conforto sapere che questo è tutto – ovviamente! – nell’interesse del profitto capitalistico, poiché “annuncia nuove industrie e sistemi per la creazione di valore” e “rappresenta un’opportunità per creare interi nuovi sistemi di valore nella Quarta Rivoluzione Industriale”.

E che dire della “bioprinting dei tessuti organici”  o del suggerimento che “gli animali potrebbero essere potenzialmente progettati per produrre farmaci e altre forme di trattamento”?  Qualcuno ha obiezioni etiche?

Tutto ciò è evidentemente positivo per Schwab, che è felice di annunciare: “Il giorno in cui le mucche sono progettate per produrre nel loro latte un elemento di coagulazione del sangue [sic], che manca agli emofiliaci, non è lontano. I ricercatori hanno già iniziato a progettare i genomi dei maiali con l’obiettivo di far crescere organi adatti al trapianto umano”.

Il ritorno degli spettri del passato nazista.

 

Diventa ancora più inquietante. Fin dal sinistro programma di eugenetica della Germania nazista, nella quale è nato Schwab, questa è una scienza che è stata considerata oltre ogni immaginazione dalla società umana. Ma ora, evidentemente, egli sente che l’eugenetica è destinata ad una rinascita, annunciando per quanto riguarda l’editing genetico: “Il fatto che ora sia molto più facile manipolare con precisione il genoma umano all’interno di embrioni vitali significa che è probabile che in futuro vedremo l’avvento di neonati progettati che possiedono particolari caratteristiche o che sono resistenti a una specifica malattia”.)

Nel famigerato trattato transumanista del 2002 I, Cyborg, Kevin Warwick predice: “Gli esseri umani saranno in grado di evolversi sfruttando la super-intelligenza e le abilità extra offerte dalle macchine del futuro, unendosi a loro. Tutto ciò indica lo sviluppo di una nuova specie umana, conosciuta nel mondo della fantascienza come “cyborg”. Non significa che tutti debbano diventare un cyborg. Se sei felice del tuo stato di essere umano, allora così sia, puoi rimanere come sei. Ma attenzione: proprio come noi umani ci siamo separati dai nostri cugini scimpanzé anni fa, così i cyborg si separeranno dagli umani. Coloro che rimangono come esseri umani rischiano di diventare una sottospecie. Saranno, effettivamente, gli scimpanzé del futuro ”. (50) Schwab sembra accennare allo stesso futuro di un’élite artificiale trans-umana “superiore” e potenziata che si separa dalla gentaglia nata naturalmente, in questo passaggio particolarmente dannativo della Quarta Rivoluzione Industriale: “Siamo alle soglie di un radicale cambiamento sistemico che richiede agli esseri umani di adattarsi continuamente. Di conseguenza, possiamo assistere a un crescente grado di polarizzazione nel mondo, segnato da coloro che abbracciano il cambiamento contro coloro che vi si oppongono….Questo dà origine a una disuguaglianza che va oltre quella sociale descritta in precedenza. Questa disuguaglianza ontologica separerà coloro che si adattano da coloro che resistono: i vincitori e i vinti materiali in tutti i sensi delle parole. I vincitori possono anche beneficiare di una qualche forma di radicale miglioramento umano generato da alcuni segmenti della quarta rivoluzione industriale (come l’ingegneria genetica) da cui i perdenti saranno privati. Questo rischia di creare conflitti di classe e altri scontri diversi da qualsiasi cosa abbiamo visto prima”.

Schwab parlava già nel 2016 di una “grande trasformazione”  ed è chiaramente determinato a fare tutto ciò che è in suo potere per realizzare il suo mondo transumanista di ispirazione eugenetica, di artificio, sorveglianza, controllo e profitto esponenziale. Ma, come evidenziato precedentemente dal suo riferimento ai “conflitti di classe”, è chiaramente preoccupato dalla possibilità di “resistenza da parte della società”  e da come avanzare “se le tecnologie ricevono una grande resistenza da parte del pubblico”.

Le feste annuali del WEF di Schwab a Davos sono state a lungo accolte dalle proteste anticapitaliste e, nonostante l’attuale paralisi della sinistra radicale, egli è ben consapevole della possibilità di una rinnovata e forse più ampia opposizione al suo progetto, con il rischio di ” reazioni di risentimento, timore e contraccolpi politici”.

Nel suo libro più recente fornisce un contesto storico, osservando che “l’antiglobalizzazione era forte nel periodo precedente al 1914 e fino al 1918, poi meno durante gli anni ’20, ma si è riaccesa negli anni ’30 a seguito della Grande Depressione.” Egli nota che all’inizio degli anni 2000 “il contrasto politico e sociale contro la globalizzazione si è rafforzato senza sosta”,  afferma che negli ultimi due anni il “disordine sociale” si è diffuso in tutto il mondo, citando i Gilets Jaunes in Francia tra gli altri movimenti, e invocando lo “scenario cupo” che “lo stesso potrebbe accadere di nuovo”.  Allora, come può un onesto tecnocrate srotolare il suo futuro preferito per il mondo in assenza del consenso dell’opinione pubblica mondiale? Come possono Schwab e i suoi amici miliardari imporre la loro società preferita al resto di noi?

 

Una risposta è data dall’ incessante lavaggio del cervello della propaganda dei mass media e del mondo accademico, di proprietà dell’1% dell’élite – che amano chiamare “una narrazione”. Per Schwab, la riluttanza della maggior parte dell’umanità a saltare a bordo del suo 4IR express riflette la tragedia che “al mondo manca una narrazione coerente, positiva e comune che delinei le opportunità e le sfide della quarta rivoluzione industriale, una narrazione che è essenziale se vogliamo dare forza a un insieme diversificato di individui e comunità ed evitare un contraccolpo popolare contro i cambiamenti fondamentali in atto.  È quindi fondamentale investire attenzione ed energia nella cooperazione fra più stakeholder al di là dei confini accademici, sociali, politici, nazionali e industriali. Queste interazioni e collaborazioni sono necessarie per creare narrazioni positive, comuni e piene di speranza, che consentano a individui e gruppi di tutte le parti del mondo di partecipare alle trasformazioni in corso e di trarne vantaggio”. 

Una di queste “narrazioni” maschera le ragioni per cui la tecnologia 4IR deve essere installata ovunque nel mondo il più presto possibile. Schwab è frustrato dal fatto che “più della metà della popolazione mondiale – circa 3,9 miliardi di persone – non può ancora accedere a Internet”,  con l’85% della popolazione dei paesi in via di sviluppo che rimane offline e quindi fuori portata, rispetto al 22% nel mondo sviluppato. Lo scopo effettivo della 4IR è quello di sfruttare queste popolazioni a scopo di lucro attraverso il tecno-imperialismo globale, ma ovviamente questo non può essere affermato nella “narrativa” propagandistica necessaria per vendere il piano. La loro missione deve invece essere presentata, come fa lo stesso Schwab, come un tentativo di “sviluppare tecnologie e sistemi che servano a distribuire valori economici e sociali come il reddito, le opportunità e la libertà a tutti gli stakeholder”.

Si pone religiosamente come guardiano del risveglio dei valori liberali, dichiarando: “Pensare in modo inclusivo va oltre il pensare alla povertà o alle comunità emarginate semplicemente come un’aberrazione – qualcosa che possiamo risolvere. Ci costringe a renderci conto che i nostri privilegi si trovano sulla stessa mappa della loro sofferenza”. Va oltre il reddito e i diritti, anche se questi rimangono importanti. Invece, l’inclusione degli stakeholder e la distribuzione dei benefici amplia le libertà per tutti.

La stessa tecnica, di una finta “narrazione” progettata per ingannare i cittadini di pensiero buono a sostenere uno schema capitalista imperialista, è stata ampiamente utilizzata per quanto riguarda il cambiamento climatico.

Schwab è un grande fan di Greta Thunberg, naturalmente, che si era appena alzata dal marciapiede dopo la sua protesta da ragazza sola a Stoccolma quando è stata portata a parlare al WEF a Davos. È anche un sostenitore della proposta del New Deal for Nature globale, in particolare attraverso Voice for the Planet, che è stata lanciata al WEF di Davos nel 2019 dal Global Shapers, un’organizzazione giovanile creata da Schwab nel 2011 e descritta correttamente dal giornalista investigativo Cory Morningstar come “un’esibizione grottesca di frodi aziendali mascherate da bontà”.

Nel suo libro del 2020, Schwab espone effettivamente il modo in cui il falso “attivismo giovanile” viene utilizzato per promuovere i suoi obiettivi capitalistici.

Scrive, in un passaggio molto franco: “L’attivismo giovanile sta aumentando in tutto il mondo, essendo rivoluzionato dai social media che aumentano la mobilitazione in una misura che prima sarebbe stata impossibile. Prende molte forme diverse, dalla partecipazione politica non istituzionalizzata alle manifestazioni e alle proteste, e affronta questioni diverse come il cambiamento climatico, le riforme economiche, l’uguaglianza di genere e i diritti LGBTQ. La giovane generazione è decisamente all’avanguardia del cambiamento sociale. Non c’è dubbio che sarà il catalizzatore del cambiamento e una sorgente di stimolo cruciale per il Grande Reset”.

In realtà, naturalmente, il futuro ultra-industriale proposto da Schwab non è affatto verde. Non è la natura che gli interessa, ma il “capitale naturale” e “l’incentivazione degli investimenti nei mercati di frontiera verdi e sociali”.

Inquinamento equivale a profitto, e la crisi ambientale è solo un’altra opportunità di business, lo descrive nella Quarta Rivoluzione Industriale: “In questo nuovo rivoluzionario sistema industriale, l’anidride carbonica si trasforma da inquinante ad effetto serra in un vantaggio, e il sistema economico di cattura e stoccaggio del carbonio si trasforma da pozzo di costi e di inquinamento in un impianto di produzione redditizio per la cattura e l’uso del carbonio. Ancora più importante, consentirà alle aziende, ai governi e ai cittadini di diventare più consapevoli e impegnati con strategie per rigenerare attivamente il capitale naturale, permettendo usi intelligenti e rigenerativi del capitale naturale per guidare la produzione e il consumo sostenibili e dare spazio alla biodiversità per il recupero di aree minacciate”.

 

Le “soluzioni” di Schwab per i danni devastanti al nostro mondo naturale causati dal capitalismo industriale fanno ricorso allo stesso veleno, se non peggio.

La geoingegneria è tra i suoi preferiti: “Le proposte includono l’installazione di specchi giganti nella stratosfera per deviare i raggi del sole, la disseminazione di sostanze chimiche nell’atmosfera per aumentare le precipitazioni (n.d.r. e non è tutto qui) e il dispiegamento di macchinari di grandi dimensioni per rimuovere l’anidride carbonica dall’aria”.

 

“Attualmente si stanno immaginando nuovi approcci attraverso la combinazione delle tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale, come le nanoparticelle e altri materiali avanzati”.

Come tutte le imprese e le ONG pro-capitaliste che sostengono il pericoloso New Deal for Nature, Schwab è completamente e profondamente anti-verde. Dal suo punto di vista, la “possibilità ultima” di un’energia “pulita” e “sostenibile” include la fusione nucleare  e lui attende con ansia il giorno in cui i satelliti “copriranno il pianeta con collegamenti che potrebbero aiutare a connettere gli oltre 4 miliardi di persone ancora prive di accesso online”.  Schwab si rammarica inoltre molto di tutta quella burocrazia che impedisce la marcia senza ostacoli degli alimenti geneticamente modificati, avvertendo che “la sicurezza alimentare globale sarà raggiunta, in ogni caso, solo se le norme sugli alimenti geneticamente modificati saranno adattate in modo da riflettere la realtà che la modificazione genetica offre con un metodo preciso, efficiente e sicuro per migliorare le colture”.

 

Il nuovo ordine previsto da Schwab abbraccerà il mondo intero e quindi è necessaria una governance globale per imporlo, come egli afferma ripetutamente. Insiste sul fatto che il suo futuro preferito “si realizzerà solo attraverso una migliore governance globale”. “È indispensabile una qualche forma di governance globale reale” . La problematica che abbiamo oggi è quella di un possibile “deficit di ordine globale”,  egli sostiene, aggiungendo che probabilmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità “è afflitta da risorse limitate e in diminuzione”.  Quello che in realtà sta dicendo è che la sua società 4IR/grande reset potrà funzionare solo se imposta simultaneamente in tutto il pianeta, altrimenti “rimarremo paralizzati nei nostri tentativi di affrontare e rispondere alle sfide globali”.

“In poche parole, la governance globale è il nodo di tutte queste altre questioni”.

Questo impero totalizzante disapprova fortemente la decisione di una determinata popolazione che decide democraticamente di prendere una strada diversa. Costoro “corrono il rischio di essere isolati dalle norme globali, ponendo queste nazioni a rischio di diventare gli ultimi della nuova economia digitale”, avverte Schwab.

Ogni sentimento di autonomia e di appartenenza ad una comunità di base è visto come una minaccia dal punto di vista imperialista di Schwab e dovrebbe essere sradicato sotto la 4IR. E scrive: “Le persone erano abituate a identificare la loro vita con un luogo, un’etnia, una cultura particolare o anche una lingua. L’avvento dello scambio online e la maggiore visibilità delle idee di altre culture fanno sì che le identità siano oggi più adattabili di quanto non lo fossero un tempo… La combinazione di modelli storici di migrazione e di connettività a basso costo sta ridefinendo le strutture familiari”. 

La democrazia vera e propria rientra essenzialmente nella stessa categoria per Schwab. Egli sa che la maggior parte delle persone non accetterà di buon grado piani per distruggere le loro vite e schiavizzarle in un sistema globale di sfruttamento tecno-fascista, quindi non è possibile dare loro voce in capitolo. Per questo motivo il concetto di “stakeholder” è stato così importante per il progetto di Schwab. Come già discusso in precedenza, si tratta della negazione della democrazia, con l’accento posto invece su “raggiungere i gruppi di stakeholder per trovare una soluzione”.  Se il pubblico, le persone, sono incluse in questo processo è soltanto ad un livello di facciata. L’ordine del giorno è già stato prestabilito e le decisioni sono state prese dietro le quinte.

Schwab lo ammette efficacemente quando scrive: “Dobbiamo ristabilire un dialogo tra tutti gli stakeholder per garantire una comprensione reciproca che costruisca ulteriormente un clima di fiducia tra le autorità di regolamentazione, le organizzazioni non governative, i professionisti e gli scienziati. Anche il pubblico deve essere preso in considerazione, perché deve partecipare alla formazione democratica degli sviluppi biotecnologici che riguardano la società, gli individui e le culture”.  Così “anche” il pubblico deve essere considerato, come un pensiero a posteriori. Nemmeno consultato direttamente, solo “considerato”! E il ruolo delle persone, delle dimostrazioni, sarà semplicemente quello di “partecipare” alla “formazione” degli sviluppi biotecnologici. La possibilità che il pubblico respinga effettivamente l’idea stessa di sviluppo biotecnologico è stata completamente eliminata grazie ai presupposti volutamente integrati nella formula degli stakeholder.

Lo stesso messaggio è implicito nell’intestazione  della conclusione di Schwab di Shaping the Future of the Fourth Industrial Revolution: “Cosa puoi fare per dare forma alla Quarta Rivoluzione Industriale”.  La tecno-tirania non può essere sfidata o fermata, ma solo “plasmata”.

Schwab usa il termine “leadership dei sistemi” per descrivere il modo profondamente antidemocratico con cui l’1% impone la sua agenda a tutti noi, senza darci la possibilità di dire “no”.

Scrive: “La leadership del sistema consiste nel coltivare una visione condivisa del cambiamento – insieme a tutti gli stakeholder della società globale – e poi agire in base a tale visione per modificare come e per chi il sistema offre i suoi benefici. La leadership del sistema richiede l’azione di tutti gli stakeholder, compresi gli individui, i leader aziendali, gli influenzatori sociali e i responsabili politici”.  Egli definisce questo controllo dall’alto verso il basso a tutto spettro come “la gestione del sistema dell’esistenza umana” , sebbene altri potrebbero preferire il termine “totalitarismo”.

Uno dei tratti distintivi del fascismo storico in Italia e in Germania era la sua insofferenza per le scomode restrizioni imposte alla classe dirigente (“la Nazione” in linguaggio fascista) dalla democrazia e dal liberalismo politico. Tutto questo doveva essere spazzato via per consentire un Blitzkrieg di accelerata “modernizzazione”. Vediamo riaffiorare lo stesso spirito negli appelli di Schwab per una “governance agile” in cui egli sostiene che “il ritmo dello sviluppo tecnologico e una serie di caratteristiche delle tecnologie rendono inadeguati i precedenti cicli e processi di policy-making”.  

Scrive: “L’idea di riformare i modelli di governance per far fronte a nuove tecnologie non è nuova, ma l’urgenza di farlo è di gran lunga superiore considerando la potenza delle tecnologie emergenti di oggi… il concetto di governance agile cerca di conciliare l’agilità, la fluidità, la flessibilità e l’adattabilità delle tecnologie stesse e degli attori del settore privato che le adottano”.

La frase “riformare dei modelli di governo per far fronte alle nuove tecnologie” rivela davvero tutto qui. Come nel fascismo, le strutture sociali devono essere reinventate per soddisfare le esigenze del capitalismo e delle sue tecnologie orientate al profitto. Schwab spiega che la sua “agile governance” comprenderebbe la creazione di cosiddetti laboratori di politica – “spazi protetti all’interno del governo con un esplicito mandato di sperimentare nuovi metodi di sviluppo delle politiche utilizzando principi agili” – e “l’incoraggiamento di collaborazioni tra governi e imprese per creare ‘sandbox di sviluppo’ e ‘banchi di prova sperimentali’ per sviluppare normative utilizzando approcci iterativi, intersettoriali e flessibili”.  Per Schwab, il ruolo dello Stato è quello di far progredire gli obiettivi capitalistici, non di tenerli sotto controllo. Mentre è tutto a favore del ruolo dello Stato nel consentire un’acquisizione aziendale della nostra vita, è meno propenso alla sua funzione di regolamentazione, che potrebbe rallentare l’afflusso di profitti nelle mani dei privati, e quindi prevede “lo sviluppo di ecosistemi di regolatori privati, competendo sui mercati”.

Nel suo libro del 2018, Schwab affronta il problema delle normative fastidiose e di come “superare questi limiti” nel contesto dei dati e della privacy. Egli propone “accordi di condivisione dei dati tra pubblico e privato che rompono il vetro in caso di emergenza”. Questi entrano in gioco solo in circostanze di emergenza pre-concordate (come una pandemia) e possono contribuire a ridurre i ritardi e a migliorare il coordinamento dei primi soccorritori, consentendo temporaneamente una condivisione dei dati che in circostanze normali sarebbe illegale”.

Stranamente, due anni dopo c’è stata davvero una “pandemia” e queste “circostanze di emergenza pre-concordate” sono diventate realtà. Non doveva essere una sorpresa per Schwab, visto che il suo WEF aveva coospitato la famigerata conferenza Event 201 nell’ottobre 2019, che ha dato vita a una pandemia di coronavirus fittizia.

E ha perso poco tempo per far uscire un nuovo libro, Covid-19: The Great Reset, co-autore insieme a Thierry Malleret, che gestisce una cosa chiamata il Monthly Barometer, “una concisa analisi predittiva fornita agli investitori privati, ai CEO globali e ai responsabili delle opinioni e delle decisioni”. (90) Pubblicato nel luglio 2020, il libro punta a far avanzare “congetture e idee su come potrebbe e forse dovrebbe essere il mondo post-pandemico”. (91)

Schwab e Malleret ammettono che Covid-19 è “una delle pandemie meno mortali che il mondo abbia conosciuto negli ultimi 2000 anni”, aggiungendo che “le conseguenze di COVID-19 in termini di salute e mortalità saranno blande rispetto alle pandemie precedenti”. (92)

“Non costituisce una minaccia esistenziale, né uno shock che lascerà la sua impronta sulla popolazione mondiale per decenni”.

Eppure, sorprendentemente, questa “lieve” malattia viene presentata contemporaneamente come la scusa per un cambiamento sociale senza precedenti all’insegna del “Grande Reset”! E sebbene dichiarino esplicitamente che Covid-19 non costituisce un grande “shock”, gli autori usano ripetutamente lo stesso termine per descrivere l’impatto più vasto della crisi. Schwab e Malleret collocano Covid-19 in una lunga tradizione di eventi che hanno facilitato cambiamenti improvvisi e significativi nelle nostre società. In particolare evocano la Seconda Guerra Mondiale: “La Seconda Guerra Mondiale è stata la quintessenza della guerra di trasformazione, innescando non solo cambiamenti fondamentali nell’ordine globale e nell’economia globale, ma anche cambiamenti radicali negli atteggiamenti e nelle credenze sociali che alla fine hanno aperto la strada a politiche e provvedimenti contrattuali sociali radicalmente nuovi (come le donne che entrano nella forza lavoro prima ancora di diventare elettori). Ci sono ovviamente differenze fondamentali tra una pandemia e una guerra (che considereremo in dettaglio nelle pagine seguenti), ma l’entità del loro potere di trasformazione è paragonabile. Entrambe hanno il potenziale di essere una crisi trasformativa di proporzioni prima inimmaginabili”.

Si uniscono anche a molti “teorici della cospirazione” contemporanei nel fare un confronto diretto tra Covid-19 e l’11 settembre: ”Così è successo dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. In tutto il mondo, nuove misure di sicurezza come l’impiego di telecamere diffuse, la richiesta di carte d’identità elettroniche e la registrazione dei dipendenti o dei visitatori in entrata e in uscita sono diventate la norma. All’epoca queste misure erano considerate estreme, ma oggi sono utilizzate ovunque e considerate normali”.

Quando un tiranno dichiara il diritto di governare su un popolo senza tener conto delle sue opinioni, ama giustificare la sua dittatura con la pretesa di avere il diritto morale di farlo perché è “illuminato”.

Lo stesso vale per la tirannia alimentata da Covid del Grande Reset di Schwab, che il libro classifica come “leadership illuminata”, aggiungendo: “Alcuni leader e decision-maker che erano già in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico potrebbero voler approfittare dello shock inflitto dalla pandemia per attuare cambiamenti ambientali più ampi e duraturi. Essi, in effetti, faranno ‘buon uso’ della pandemia non lasciando che la crisi vada sprecata”. (96)

L’élite capitalistica mondiale al potere ha certamente fatto del suo meglio per “approfittare dello shock provocato dal panico”, assicurandoci tutti fin dai primi giorni dell’epidemia che, per qualche imperscrutabile ragione, niente nella nostra vita potrà mai più essere lo stesso. Schwab e Malleret sono, inevitabilmente, entusiasti dell’uso del New Normal, nonostante abbiano ammesso che il virus è stato sempre e solo “blando”.

 

“È il nostro momento decisivo”, cantano. “Molte cose cambieranno per sempre”. “Un nuovo mondo emergerà”. “Lo sconvolgimento sociale scatenato da COVID-19 durerà per anni, e forse generazioni”. “Molti di noi stanno riflettendo quando le cose torneranno alla normalità. La risposta breve è: mai ”. Arrivano addirittura a proporre una nuova separazione storica tra “l’era pre-pandemica” e “il mondo post-pandemico”.

Scrivono: ”Sono in arrivo radicali cambiamenti di tale conseguenza che alcuni esperti si sono riferiti ad un’era ‘prima del coronavirus’ (BC) e ‘dopo il coronavirus’ (AC). Continueremo a rimanere sorpresi sia dalla rapidità che dalla natura inaspettata di questi cambiamenti – poiché sono in conflitto tra loro, provocheranno conseguenze di secondo, terzo, quarto e più ordine, effetti a cascata ed esiti imprevisti. In questo modo, daranno forma a un “nuovo normale” radicalmente diverso da quello che ci lasceremo progressivamente alle spalle. Molte delle nostre convinzioni e delle nostre ipotesi su come il mondo potrebbe o dovrebbe apparire saranno spezzate nel processo”.

Già nel 2016, Schwab guardava avanti a “nuovi modi di usare la tecnologia per cambiare il comportamento”  e a predire: “La portata e l’ampiezza della rivoluzione tecnologica in corso porterà a cambiamenti economici, sociali e culturali di proporzioni così fenomenali da essere quasi impossibili da immaginare”. Un modo per far avanzare la sua agenda tecnocratica era, come abbiamo notato, attraverso le false “soluzioni” al cambiamento climatico proposte dai falsi capitalisti verdi.

Sotto il titolo “Reset ambientale”, Schwab e Malleret dichiarano: “A prima vista, la pandemia e l’ambiente potrebbero sembrare solo dei cugini imparentati lontanamente, ma sono molto più vicini e più intrecciati di quanto si pensi”.  Una delle connessioni è che sia la “crisi climatica” che la crisi legata ai virus sono state usate dal WEF e simili per spingere la loro agenda di governance globale. Come hanno affermato Schwab e il suo coautore, “sono di natura globale e quindi possono essere affrontate in modo adeguato solo in modo coordinato a livello globale”. ) Un altro collegamento è il modo in cui “l’economia post-pandemica” e “l’economia verde”  comportano profitti massicci per gran parte dei medesimi settori del grande business.

Covid-19 è stata evidentemente una grande opportunità per quei capitalisti che sperano di incassare la distruzione dell’ambiente, con Schwab e Malleret a riferire: “La convinzione che le strategie dell’ESG abbiano beneficiato della pandemia e che abbiano maggiori probabilità di beneficiarne ulteriormente è confermata da vari sondaggi e rapporti. I primi dati mostrano che nel primo trimestre del 2020 il settore della sostenibilità ha superato i tradizionali finanziamenti”.

Gli squali capitalisti del cosiddetto “settore della sostenibilità” si stanno strofinando le mani con entusiasmo alla prospettiva di tutti i soldi che stanno per guadagnare dal grande azzeramento fascista di facciata di Covid, in questo modo lo Stato è strumentalizzato per finanziare i suoi ipocriti profitti.

Avvertono Schwab e Malleret: “La chiave per concentrare il capitale privato in nuove risorse di valore economico positivo per la natura sarà quella di spostare le principali leve politiche e gli incentivi della finanza pubblica in un più ampio rilancio dell’economia”.

“Un Documento programmatico preparato da Systemiq in collaborazione con il World Economic Forum stima che la costruzione di un’economia positiva per la natura potrebbe rappresentare più di 10 trilioni di dollari all’anno entro il 2030… Il ripristino dell’ambiente non dovrebbe essere visto come un costo, ma piuttosto come un investimento che genererà attività economica e opportunità di lavoro”.  Considerando l’intreccio tra la crisi climatica e quella del Covid, si potrebbe ipotizzare che il piano inizialmente previsto sia stato quello di far passare il ripristino del Nuovo Normale a seguito della crisi climatica. In considerazione dell’intreccio tra la crisi climatica e quella di Covid, come delineato da Schwab, si potrebbe ipotizzare che il piano originario fosse quello di portare avanti la riorganizzazione della normalità sulla scia della crisi climatica. (n.d.r. grassetto aggiunto)

Ma evidentemente, tutta quella pubblicita’ per Greta Thunberg e per la Extinction Rebellion, sostenuta dalle grandi imprese, non ha scatenato abbastanza panico sociale da giustificare tali misure.

Covid-19 serve perfettamente agli scopi di Schwab, poiché l’urgenza immediata che presenta permette di velocizzare e accelerare l’intero processo senza il dovuto controllo.

“Questa differenza cruciale tra le rispettive dimensioni temporali di una pandemia e quelle del cambiamento climatico e della degradazione della natura significa che il rischio di una pandemia richiede un’azione immediata, seguita da un risultato rapido, mentre il cambiamento climatico e la degradazione della natura richiedono anch’essi un’azione immediata, ma il risultato (o “ricompensa futura”, nel gergo degli economisti) seguirà solo con un certo ritardo”.  Per Schwab e i suoi amici, Covid-19 è il grande acceleratore di tutto ciò che da anni volevano imporci. Come dicono lui e Malleret: “La pandemia sta chiaramente esasperando e accelerando le tendenze geopolitiche che erano già evidenti prima che la crisi scoppiasse”.  “La pandemia segnerà un punto di svolta accelerando questa transizione. Ha cristalizzato la vicenda e ha reso impossibile il ritorno allo status quo pre-pandemico”.  Riescono a malapena a nascondere la soddisfazione per la direzione che la società sta prendendo: “La pandemia accelererà ulteriormente l’innovazione, catalizzando i cambiamenti tecnologici già in atto (paragonabili all’effetto di esacerbazione che ha avuto su altre questioni globali e domestiche di fondo) e potenziando ogni business digitale o la dimensione digitale di qualsiasi business”.  Con la pandemia, la ‘trasformazione digitale’ a alla quale tanti analisti si riferiscono da anni, senza essere esattamente sicuri di cosa significhi, ha trovato il suo catalizzatore. Uno dei principali effetti del confinamento sarà l’espansione e la progressione del mondo digitale in modo decisivo e molto spesso permanente.

“Nell’aprile del 2020, diversi tecno leader hanno osservato quanto rapidamente e radicalmente siano state create le necessità causate dalla crisi sanitaria che hanno scatenato l’adozione di un’ampia gamma di tecnologie. Nell’arco di un solo mese, è risultato che molte aziende in termini di accettazione di tecnologie sono avanzate rapidamente di parecchi anni”.  Il destino sta ovviamente sorridendo a Klaus Schwab poiché questa crisi del Covid-19 è riuscita, felicemente, a far avanzare praticamente ogni aspetto dell’agenda che lui ha promosso nel corso dei decenni. Il destino sta ovviamente sorridendo a Klaus Schwab, poiché questa crisi di Covid-19 è riuscita a far avanzare, allegramente, praticamente ogni aspetto dell’agenda che egli ha promosso nel corso dei decenni. Così lui e Malleret riferiscono con piena soddisfazione che “la pandemia farà progredire rapidamente l’adozione dell’automazione sul posto di lavoro e l’introduzione di un maggior numero di robot nella nostra vita personale e professionale”.

Inutile dirlo, i lockdown in tutto il mondo hanno fornito un grande impulso finanziario alle aziende che offrono acquisti online.

Gli autori raccontano: “I consumatori hanno bisogno di prodotti e, se non possono fare acquisti, inevitabilmente ricorreranno all’acquisto online. Man mano che l’abitudine prende piede, le persone che non avevano mai fatto acquisti online prima d’ora si sentiranno più a loro agio a farlo, mentre le persone che prima facevano acquisti online parzialmente faranno presumibilmente più affidamento su di essa. Questo è stato reso evidente durante i lockdown. Negli Stati Uniti, Amazon e Walmart hanno assunto complessivamente 250.000 lavoratori per tenere il passo con la crescita della domanda e hanno costruito enormi infrastrutture per la fornitura online. Questa crescita accelerata dell’e-commerce significa che i giganti dell’industria del commercio al dettaglio online usciranno dalla crisi ancora più forti di quanto non fossero nell’era pre-pandemica”. (114) Aggiungono: “Man mano che sempre più cose e servizi di vario tipo ci vengono forniti tramite i nostri cellulari e computer, le aziende di settori così diversi come l’e-commerce, le operazioni senza contatto, i contenuti digitali, i robot e le consegne di droni (per citarne solo alcuni) prospereranno. Non è un caso che aziende come Alibaba, Amazon, Netflix o Zoom siano emerse come ‘vincitrici’ dai lockdown”.

A titolo di corollario, potremmo sostenere che non è ” per caso” che i governi che sono stati catturati e controllati dalle grandi imprese, grazie ad un gruppo come il WEF, hanno imposto una “nuova realtà” sotto la quale le grandi imprese risultano essere le “vincitrici”.

Le buone notizie ispirate da Covid non si arrestano più, per tutti i settori di attività che possono beneficiare della Quarta Repressione Industriale.

 

“La pandemia può rivelarsi una manna per l’educazione online. In Asia, il passaggio all’educazione online è stato particolarmente significativo, con un forte aumento delle iscrizioni digitali degli studenti, una valorizzazione molto più alta per le attività di educazione online e più capitale disponibile per le start-up ‘ed-tech’… Nell’estate del 2020 la direzione del trend sembra chiara: il mondo dell’istruzione, come molti altri settori, diventerà in parte virtuale”.

Hanno preso il via anche gli sport online: “Per un certo periodo, l’allontanamento sociale può limitare la pratica di alcuni sport, il che a sua volta andrà a beneficio della sempre più potente espansione degli sport elettronici. La tech e il digitale non sono mai lontani”.  Ci sono notizie simili dal settore bancario: “Le interazioni bancarie online sono salite al 90 per cento durante la crisi, dal 10 per cento, senza alcun calo di qualità e con una maggiore efficienza”.) Il passaggio all’attività online, ispirato da Covid, va ovviamente a vantaggio della Big Tech, che sta ottenendo enormi profitti dalla crisi, come descrivono gli autori: “Il valore di mercato complessivo delle aziende leader del settore tecnologico ha raggiunto record su record durante i blocchi, risalendo addirittura al di sopra dei livelli prima dell’inizio dell’epidemia…è improbabile che questo fenomeno si attenui in tempi brevi, anzi, al contrario”.

 

Questa è anche una buona notizia per tutte le imprese coinvolte, che non devono più pagare gli esseri umani per lavorare per loro. L’automazione è, ed è sempre stata, un risparmio di costi e quindi un aumento dei profitti per l’élite capitalista. La cultura del New Normal fascista fornirà anche vantaggi lucrativi di spin-off per particolari settori commerciali, come l’industria dell’imballaggio, spiegano Schwab e Malleret. “La pandemia aumenterà certamente la nostra attenzione per l’igiene. Una nuova ossessione per la pulizia comporterà in particolare la creazione di nuove forme di imballaggio. Saremo incoraggiati a non toccare i prodotti che acquistiamo. Semplici piaceri come annusare un melone o spremere un frutto saranno disapprovati e potrebbero addirittura diventare un ricordo del passato”.

 

Gli autori illustrano anche quello che suona molto simile a un’agenda tecnocratica legata al profitto che sta dietro al “distanziamento sociale” che ha costituito un elemento chiave del “reset” di Covid. Scrivono: “In una forma o nell’altra, è probabile che le misure sociali e di distanziamento fisico persistano dopo che la pandemia stessa si sarà placata, giustificando la decisione di molte aziende di diversi settori industriali di accelerare l’automazione. Dopo un po’ di tempo, le durature preoccupazioni per la disoccupazione tecnologica si ridurranno, poiché le società sottolineano la necessità di ristrutturare il posto di lavoro in modo da ridurre al minimo lo stretto contatto umano. In effetti, le tecnologie di automazione sono particolarmente adatte ad un mondo in cui gli esseri umani non possono avvicinarsi troppo o sono disposti a ridurre le loro interazioni. La nostra persistente e possibilmente permanente paura di essere infettati da un virus (COVID-19 o un altro) accelererà così l’implacabile marcia dell’automazione, in particolare nei campi più sensibili all’automazione”.

Come già detto, Schwab è stato a lungo frustrato da tutte quelle fastidiose regolamentazioni che impediscono ai capitalisti di fare tutti i soldi che vorrebbero, perché si concentrano su preoccupazioni economicamente irrilevanti come la sicurezza e il benessere degli esseri umani. Ma – urrà! – la crisi di Covid ha fornito la scusa perfetta per eliminare gran parte di questi ostacoli obsoleti alla prosperità e alla crescita.

Un settore in cui la fastidiosa burocrazia viene abbandonata è la salute. Perché uno stakeholder ragionevole può immaginarsi che un obbligo speciale di cura e attenzione possa influire sulla redditività di questo particolare settore economico? Schwab e Malleret sono felicissimi di constatare che la telemedicina “beneficerà notevolmente” dall’”emergenza Covid”: “La necessità di rispondere alla pandemia con tutti i mezzi disponibili (e, durante l’epidemia, la necessità di proteggere gli operatori sanitari permettendo loro di lavorare a distanza) ha rimosso alcune delle barriere normative e legislative all’introduzione della telemedicina”.  L’abbandono della regolamentazione è un fenomeno generale sotto il regime globale del Nuovo Normale, come indicano Schwab e Malleret: “Fino ad oggi i governi hanno spesso rallentato il ritmo di adozione delle nuove tecnologie con lunghe riflessioni su come dovrebbe essere il miglior quadro normativo ma, come l’esempio della telemedicina e della consegna dei droni sta ora dimostrando, è possibile una drammatica accelerazione forzata dalla necessità. Durante i lockdown, un allentamento quasi globale delle normative che in precedenza aveva ostacolato il progresso nei settori in cui la tecnologia era disponibile da anni, si è improvvisamente verificato perché non c’era scelta migliore o altra scelta disponibile. Ciò che fino a poco tempo fa era impensabile è diventato improvvisamente possibile… Le nuove regole resteranno in vigore”.

Aggiungono: “L’attuale imperativo di incentivare, in ogni caso, l’”economia senza contatto” e la conseguente disponibilità dei regolatori ad accelerarla significa che non ci sono impedimenti”.  “Senza esclusione di colpi”.

Non illudetevi: questo è il linguaggio adottato dal capitalismo quando abbandona la sua pretesa di democrazia liberale e passa alla modalità fascista.

Dall’opera di Schwab e Malleret si evince chiaramente che una fusione fascista tra Stato e impresa, a vantaggio di quest’ultimo, è alla base del loro grande reset. Somme di denaro fenomenali sono state trasferite dalle casse pubbliche nelle tasche ingrossate dell’1% fin dall’inizio della crisi di Covid, lo riconoscono: “Nell’aprile del 2020, proprio quando la pandemia ha iniziato ad inghiottire il mondo, i governi di tutto il mondo avevano annunciato programmi di rilancio per diversi trilioni di dollari, come se otto o nove piani Marshall fossero stati messi in atto praticamente contemporaneamente”.

Continuano: “COVID-19 ha riscritto molte delle regole del gioco tra pubblico e privato. … La benevola (o meno) maggiore intrusione dei governi nella vita delle imprese e nella conduzione dei loro affari dipenderà dal paese e dall’industria, quindi assumerà molte forme diverse”.  “Misure che sarebbero sembrate inconcepibili prima della pandemia possono benissimo diventare standard in tutto il mondo, dal momento che i governi cercano di evitare che la recessione economica si trasformi in una depressione catastrofica. Sempre più spesso si chiederà al governo di agire come «finanziatore in ultima istanza» per prevenire o arginare l’ondata di licenziamenti di massa e di distruzione delle imprese innescata dalla pandemia. Tutti questi cambiamenti stanno alterando le regole del ‘gioco’ della politica economica e monetaria”.

Schwab e il suo collega accolgono con favore la prospettiva di un aumento dei poteri dello Stato per sostenere il profitto delle grandi imprese. Scrivono: “Una delle grandi lezioni degli ultimi cinque secoli in Europa e in America è questa: le crisi acute contribuiscono a rafforzare il potere dello Stato. È sempre stato così e non c’è motivo per cui debba essere diverso con la pandemia COVID-19”. (128) E aggiungono: “Guardando al futuro, i governi molto probabilmente, ma con diversi gradi di intensità, decideranno che è nell’interesse della società riscrivere alcune delle regole del gioco e aumentare definitivamente il loro ruolo”.  L’idea di riscrivere le regole del gioco rievoca ancora una volta il linguaggio fascista, così come, ovviamente, anche l’idea di aumentare in modo permanente il ruolo dello Stato nell’aiutare il settore privato. Vale infatti la pena di confrontare la posizione di Schwab su questo tema con quella del dittatore fascista italiano Benito Mussolini, che rispose alla crisi economica del 1931 lanciando un apposito organismo di emergenza, L’Istituto mobiliare italiano, per aiutare le imprese.

Ha dichiarato che questo è stato “un mezzo per spingere energicamente l’economia italiana verso la sua fase corporativa, cioè un sistema che fondamentalmente rispetta la proprietà e l’iniziativa privata, ma la lega strettamente allo Stato, unico in grado di proteggerla, controllarla e nutrirla”.

I sospetti sul carattere nazi-fascista del grande reset di Schwab sono confermati, evidentemente, dalle misure di polizia e di stato messe in atto in tutto il mondo per garantire il rispetto delle misure “d’emergenza” Covid.

La pura forza bruta, che non si trova mai troppo al di sotto della superficie del sistema capitalista, diventa più visibile quando entra in una fase fascista, e questo diventa molto chiaro nel libro di Schwab e Malleret. La parola “forza” viene utilizzata ripetutamente nel contesto di Covid-19. Talvolta questo avviene in un contesto di business, come nel caso delle affermazioni che “COVID-19 ha costretto tutte le banche ad accelerare una trasformazione digitale che ora è qui per rimanere” o che “il micro reset costringerà ogni azienda in ogni settore a sperimentare nuovi modi di fare business, di lavorare e di operare”.

Ma a volte si applica direttamente agli esseri umani, o ai “consumatori”, come Schwab e i suoi simili preferiscono considerare noi.

“Durante i lock-down, molti consumatori precedentemente riluttanti ad affidarsi troppo alle applicazioni e ai servizi digitali sono stati costretti a cambiare le loro abitudini quasi da un giorno all’altro: guardare film online invece di andare al cinema, farsi consegnare i pasti invece di uscire al ristorante, parlare con gli amici a distanza invece di incontrarli in carne e ossa, parlare con i colleghi su uno schermo invece di chiacchierare al distributore del caffè, fare esercizio online invece di andare in palestra, e così via…

“Molti dei comportamenti tecnologici che siamo stati costretti ad adottare durante il reclutamento diventeranno più naturali grazie alla familiarità. Man mano che le distanze sociali e fisiche persistono, affidarsi maggiormente alle piattaforme digitali per comunicare, o lavorare, o chiedere consigli, o ordinare qualcosa, poco a poco, guadagnerà terreno rispetto alle abitudini precedentemente consolidate”.

In un sistema nazi-fascista, ai singoli individui non viene offerta la possibilità di scegliere se rispettare o meno le sue richieste, come Schwab e Malleret affermano chiaramente per quanto riguarda il cosiddetto contact-tracing: “Nessuna applicazione volontaria di contact-tracing funziona se le persone non sono disposte a fornire i propri dati personali all’ente governativo che controlla il sistema; se una persona rifiuta di scaricare l’applicazione (e quindi di nascondere informazioni su una possibile infezione, movimenti e contatti), tutti ne risentiranno negativamente”.

Questo, secondo loro, è un altro grande vantaggio della crisi di Covid rispetto a quella ambientale che avrebbe potuto essere usata per imporre la loro Nuova Normalità: “Mentre per una pandemia, la maggioranza dei cittadini tenderà a concordare con la necessità di imporre misure coercitive, essi resisteranno alle politiche restrittive in caso di rischi ambientali dove le prove possono essere oggetto di controversie”.

Queste “misure coercitive”, che ci si aspetta da tutti noi, comporteranno ovviamente livelli inimmaginabili di sorveglianza fascista delle nostre vite, in particolare nel nostro ruolo di schiavi salariati.

Scrivono Schwab e Malleret: “La svolta aziendale sarà verso una maggiore sorveglianza; nel bene e nel male, le aziende osserveranno e a volte registreranno ciò che fa la loro forza lavoro. La tendenza potrebbe assumere diverse forme, dalla misurazione della temperatura corporea con telecamere termiche al monitoraggio tramite un’app di come i dipendenti si conformano alla distanza sociale”. È anche probabile che misure coercitive di questo o quel tipo siano usate per costringere le persone a sottoporsi ai vaccini Covid attualmente in fase di preparazione.

 

Schwab è profondamente legato a quel mondo, essendo in “prima linea” con Bill Gates ed essendo stato acclamato dal pilastro di Big Pharma Henry McKinnell, presidente e CEO di Pfizer Inc, come “una persona veramente dedita ad una causa veramente nobile”. Non sorprende quindi che egli insista, con Malleret, sul fatto che “non si può prevedere un pieno ritorno alla “normalità” prima che sia disponibile un vaccino”. ) E aggiunge: “Il prossimo ostacolo è la sfida politica di vaccinare un numero sufficiente di persone in tutto il mondo (siamo collettivamente tanto forti quanto l’anello più debole) con un tasso di adesione abbastanza alto malgrado l’aumento degli anti-vaxxers”.

 

Così gli ” anti-Vaxxer ” si inseriscono nella lista delle minacce di Schwab per il suo progetto, insieme ai manifestanti anti-globalizzazione e anticapitalisti, ai Gilets Jaunes e a tutti coloro che sono impegnati nel “conflitto di classe”, nella “resistenza sociale” e nella ” controreazione politica”.

La maggioranza della popolazione mondiale è già stata esclusa dai processi decisionali a causa della mancanza di democrazia che Schwab vuole accentuare attraverso il suo dominio azionistico delle imprese, la sua “agile governance”, la sua “gestione totalitaria del sistema di gestione dell’esistenza umana”. Ma come pensa di affrontare lo “scenario cupo” di persone che si ribellano al suo grande reset del new-normalismo e alla sua quarta rivoluzione industriale transumanista? Quale grado di “forza” e di “misure coercitive” sarebbe disposto ad accettare per assicurare l’alba della sua nuova era tecnocratica? La questione è angosciante, ma bisogna anche tener presente l’esempio storico del regime del XX secolo in cui è nato Schwab. La nuova normalità nazista di Hitler doveva durare mille anni, ma è crollata con 988 anni di anticipo rispetto all’obiettivo.

Solo perché Hitler, con tutta la sua fede nel potere, diceva che il suo Reich sarebbe durato un millennio, non significava che era così. Solo perché Klaus Schwab e Thierry Malleret e i loro amici dicono che stiamo entrando nella Quarta Rivoluzione Industriale e che il nostro mondo sarà cambiato per sempre, non significa che sia così.

Non dobbiamo accettare la loro nuova normalità. Non dobbiamo assecondare le loro minacce. Non dobbiamo assumere i loro vaccini. Non dobbiamo lasciarci impiantare da loro gli smartphone o modificare il nostro DNA. Non dobbiamo camminare, con la museruola e sottomessi, dritti nel loro inferno transumanista. Possiamo denunciare le loro bugie! Esporre il loro programma! Rifiutare la loro narrazione! Rifiutare la loro ideologia tossica! Respingere il loro nazi-fascismo!

Klaus Schwab non è un dio, ma un essere umano. È solo un uomo anziano. E quelli con cui lavora, l’élite capitalista globale, sono in pochi. I loro scopi non sono gli scopi della stragrande maggioranza dell’umanità. La loro visione transumanista è ripugnante per quasi tutti quelli al di fuori della loro piccola cerchia e non hanno il consenso per la dittatura tecnocratica che cercano di imporci. Questo, dopo tutto, è il motivo per cui hanno dovuto fare di tutto per forzarci sotto la falsa bandiera della lotta contro un virus. Hanno capito che, senza la giustificazione dell’”emergenza”, non avremmo mai accettato il loro progetto perverso.

Hanno paura del nostro potenziale potere perché sanno che se ci alziamo, li sconfiggeremo. Possiamo far crollare il loro progetto prima ancora che sia iniziato seriamente. Noi siamo il popolo, noi siamo il 99%, e insieme possiamo riprenderci la nostra libertà dalle fauci mortali della macchina nazi-fascista!

 

 

 

 

La sinistra convergenza del grande reset

di Klaus Schwab con il Vaticano

e la Teologia della Liberazione.

Maurizioblondet.it- Maurizio Blondet- F. William Engdahl-(  27 Dicembre 2021 )- ci dice :

 

Tra i blocchi globali del covid del 2020 e le dislocazioni economiche che ha causato, Klaus Schwab, un fondatore precedentemente di basso profilo di un forum economico con sede in Svizzera, è emerso sulla scena mondiale chiedendo quello che ha definito un grande reset dell’intera economia mondiale, usando la pandemia come autista. Ha persino pubblicato un libro nel luglio 2020 che delinea il suo progetto. È stata giustamente definita una società tecnocratica con una pianificazione centralizzata dall’alto verso il basso.

Schwab usa i timori del riscaldamento globale e la difficile situazione dei poveri del mondo per giustificare quello che è in effetti un piano per il totalitarismo globale in cui, come dice il sito web di Davos, nessuno possiederà nulla. Quello che non è noto è il fatto che l’ispirazione per i piani distopici di Schwab venga da un vescovo cattolico che ha incontrato in Brasile negli anni ’70.

Lontano da un tradizionale prete cattolico, questo vescovo era conosciuto come il “Vescovo Rosso” e sosteneva il modello Cuba di Castro, così come la Rivoluzione Culturale di Mao in cui milioni di cinesi furono uccisi o distrutti durante un’epurazione dei nemici di Mao.

Il suo nome era l’arcivescovo del Brasile Dom Helder Camara, la prima figura di spicco nella diffusione del movimento della Chiesa noto come “Teologia della liberazione” negli anni ’60 e ’70.

Da nazista a comunista?

Helder Camara ha compiuto una transizione dai due estremi dello spettro politico. Nel 1934 Camara era una figura di spicco in un movimento fascista clericale brasiliano pro-Mussolini, l’Azione Integralista Brasiliana o Acao Integralista Brasileira (AIB).

Non è stato un coinvolgimento casuale. Da giovane sacerdote cattolico padre Camara entrò a far parte del Consiglio Supremo dell’AIB.

Nel 1936 Camara era diventato segretario personale del fondatore dell’AIB, Plinio Salgado, e segretario nazionale dell’AIB.

Simile alle camicie nere fasciste di Mussolini o alle camicie brune di Hitler negli anni ’20, l’AIB del Brasile erano le camicie verdi, che schieravano gruppi paramilitari che attaccavano attivamente e violentemente i comunisti per le strade durante gli anni ’30 in Brasile. Quando Camara fu ordinato sacerdote nei primi anni ’30, si dice che indossasse la camicia verde sotto la tonaca. Molte parti curiose della storia di Camara.

Alla fine della guerra, nel 1946, Helder Camara era riuscito in qualche modo a passare dal fascismo filo-mussoliniano e pro hitleriano dell’AIB a un “progressismo” filomarxista come assistente generale dell’Azione cattolica brasiliana, il cui gruppo giovanile , JUC, abbracciò apertamente la Rivoluzione Castro Cubana nel 1959.

 Nel 1963 una fazione della JUC con cui Camara era favorevole, l’ Ação Popular (AP), si definiva socialista e dichiarava il proprio sostegno alla “socializzazione dei mezzi di produzione. ”

 Il gruppo cattolico AP ha adottato statuti che contenevano lodi per la rivoluzione sovietica e il riconoscimento dell'”importanza cruciale del marxismo nella teoria e nella prassi rivoluzionarie “.

Dom Helder è diventato arcivescovo di Olinda e Recife nel nord-est del Brasile dal 1964 al 1985.

Un fondatore della Teologia della Liberazione.

Helder Camara è stato una figura strumentale in un movimento che presto si è diffuso in tutto il mondo non solo nella Chiesa cattolica ma anche tra le altre chiese. In seguito fu chiamata Teologia della Liberazione dal sacerdote peruviano Gustavo Gutierrez. La “liberazione” si riferiva a ciò che i sacerdoti sostenevano fosse il messaggio del cristianesimo secondo cui “Dio ama preferenzialmente i poveri”.

Il movimento ha affermato che il ruolo della Chiesa dovrebbe essere impegnato nel processo di liberazione nella terra oppressa e sfruttata del Terzo mondo. Il movimento ha segnato un cambiamento radicale nella posizione della Chiesa cattolica. I preti iniziarono a legittimare la violenza contro dittatori come Somoza in Nicaragua, anche se alcuni di loro presero le armi e si unirono ai sandinisti e ad altri gruppi marxisti negli anni ’70.

Gustavo Gutierrez ha esplicitamente chiamato “ad abolire l’attuale situazione ingiusta e a costruire una società diversa, più libera e più umana”. Per usare un eufemismo, questa è stata una partenza radicale in cui la Chiesa doveva concentrarsi sulla liberazione dei più poveri della società nel mondo in via di sviluppo con la forza, se necessario, e ridistribuire la ricchezza.                        I movimenti di guerriglia sostenuti dai comunisti nei paesi prevalentemente cattolici si sono affrettati a vedere l’utilità dei preti che danno alle loro guerre una legittimità sociale al di là della dottrina marxista. Gutierrez ha detto: “La teologia della liberazione è radicata in una militanza rivoluzionaria “.

Un collega brasiliano sostenitore dell’attivismo sociale per la Chiesa di Helder Camara, padre Leonardo Boff, ha dichiarato: “Quello che proponiamo è il marxismo, il materialismo storico, in teologia”.

 Boff e altri da allora sono passati dal sostenere una riforma agraria radicale, prendere la terra dai grandi proprietari e darla ai contadini poveri, al sostenere programmi di riscaldamento globale radicale come parte del loro programma di liberazione. Da allora il movimento si è diffuso dall’America Latina all’Africa e all’Asia, dallo Zimbabwe allo Sri Lanka.

In sostanza, la Teologia della Liberazione di Helder Camara ha creato il clima sociale e ha favorito la diffusione attraverso la società dell’ideologia della “vittima” dei diffusi movimenti odierni da ANTIFA a BLM e l’intero movimento dell’Agenda Verde.

Il vescovo rosso incontra Schwab(il nuovo Hitler).

In recenti dichiarazioni pubbliche Klaus Schwab, fondatore del Davos World Economic Forum mezzo secolo fa, ha citato due uomini che, secondo lui, gli hanno cambiato la vita. Uno era Henry Kissinger che era il suo mentore quando Schwab era ad Harvard alla fine degli anni ’60. L’altro, sorprendentemente, era il Vescovo Rosso, Dom Helder Camara. Fu Kissinger che, come Segretario di Stato di Nixon, complottò per assassinare i governi di sinistra in Cile, Argentina e altrove, sostituendoli con brutali dittature militari come Pinochet, mentre Helder Camara lavorava dall’altra parte, mobilitando i poveri contro lo stato.

Nel 2010 il World Economic Forum di Schwab ha pubblicato un libro di autocelebrazione intitolato “The World Economic Forum: A Partner in Shaping History-The First 40 Years 1971-2010”. Lì Schwab descrive il ruolo centrale svolto da Kissinger fin dall’inizio nella selezione dei relatori e degli ospiti per gli incontri d’affari d’élite di Schwab.

Per l’anno 1974 Schwab scrisse: “Al Simposio di gestione europea del 1974 (oggi WEF), Dom Hélder Câmara, l’arcivescovo cattolico romano di Olinda e Recife, in Brasile, ha fatto un’apparizione notevole, rafforzando il ruolo del Forum come piattaforma per eventi provocatori ma vitali voci. Câmara era stato invitato a Davos nonostante fosse considerato persona non grata da molti governi e imprenditori. Si era soprannominato “il portavoce di quei due terzi dell’umanità che soffrono per l’ingiusta distribuzione delle risorse della natura”. Il racconto di Schwab continuava: “Dom Hélder prevedeva che un giorno i paesi in via di sviluppo avrebbero potuto sfidare e scontrarsi con le principali potenze economiche. Ha criticato le multinazionali per aver mantenuto così tanta umanità in condizioni spaventose. Ha chiesto una maggiore responsabilità sociale, prosperità per tutte le persone ”.

Schwab in un video ha dichiarato: “un esempio che per me è stato probabilmente un momento cruciale della mia vita. Ho viaggiato per la prima volta in Brasile, ho incontrato un sacerdote che a quel tempo era conosciuto come il sacerdote dei poveri, si chiamava Dom Hélder Câmara”.

WEF e Papa Francesco.

In una visita del 2013 in Brasile all’inizio del suo pontificato, Francesco ha nominato Dom Helder Camara come qualcuno che ha segnato indelebilmente il “cammino della Chiesa in Brasile”.

Nello stesso anno, nella sua Evangelii gaudium (La gioia del Vangelo), Francesco dichiarò nel linguaggio della Teologia della Liberazione di Helder Camara e altri: «Senza l’opzione preferenziale per i poveri, l’annuncio del Vangelo… rischia di essere frainteso o sommerso. ” Il termine “opzione preferenziale per i poveri” è fondamentale. Sembra nobile, ma cosa significa in realtà?

In particolare, nel 2014 Klaus Schwab ha esteso un invito personale a Papa Francesco a parlare all’incontro di Davos. Da allora Francis ha scritto numerose lettere di questo tipo a Schwab ed è elencato dal World Economic Forum come Agenda Contributor.

Nell’ottobre 2020, il sito web ufficiale del WEF di Davos ha scritto: “In una sorprendente enciclica di 43.000 parole pubblicata domenica scorsa, il papa ha messo il suo marchio sugli sforzi per plasmare quello che è stato definito un grande reset dell’economia globale in risposta a la devastazione del COVID-19 ”.

Nel 2015 Francesco, che si atteggia a guardiano speciale dei poveri, aveva dato la sua approvazione all’avvio del processo ufficiale, da parte della Congregazione per le Cause dei Santi, per iniziare un processo di “beatificazione” di Helder Camara. Da allora l’attuale Papa ha preso posizioni politiche senza precedenti per le misure dell’agenda verde sul riscaldamento globale, i vaccini contro il covid, il sostegno all’uguaglianza di genere, la migrazione, la ridistribuzione della ricchezza dai ricchi ai poveri e altre azioni sociali che hanno dominato il suo controverso papato.

Ottimo reset.

La domanda rilevante da porsi è perché il fondatore del forum sulla globalizzazione aziendale più influente del mondo, Klaus Schwab (nuovo Hitler), avrebbe abbracciato il fondatore della Teologia della Liberazione e l’attuale papa liberale Francesco, il primo papa gesuita che oggi fa rivivere astutamente quelle idee?

Sicuramente non è che Klaus Schwab stia abbracciando il marxismo. Schwab è il “padrino della globalizzazione fascista”.

La fusione delle ideologie di Francis e Schwab è un modo intelligente per creare un sostegno di massa, soprattutto tra i più giovani e i più poveri di tutto il mondo, per l’attacco in massa alla proprietà privata e a una borghesia stabile necessaria per il Grande Reset corporativo globale, un nazi-fascismo tecnocratico globale dall’alto.

Nel novembre 2020, Papa Francesco ha dichiarato che è necessaria una nuova “giustizia sociale”, e che la proprietà privata non è cosa scontata nel cristianesimo: “Costruiamo la nuova giustizia sociale e ammettiamo che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto il diritto alla proprietà privata come assoluto e inamovibile”, ha detto  Francis.

Non elabora.

Nell’ottobre 2020 il papa ha emesso una lettera enciclica, Fratelli Tutti, in cui perseguiva la proprietà privata. Scriveva: “Le capacità imprenditoriali, che sono un dono di Dio, dovrebbero sempre essere chiaramente orientate allo sviluppo degli altri e all’eliminazione della povertà…” Dichiarava: “Il diritto alla proprietà privata è sempre accompagnato dal principio primario e prioritario della subordinazione di ogni proprietà privata alla destinazione universale dei beni della terra, e quindi del  diritto di tutti al loro uso ”.

Ciò è notevolmente simile a quanto scrive Schwab del WEF nel suo libro del 2020, The Great Reset, in cui afferma: “Prima di tutto, l’era post-pandemia introdurrà un periodo di massiccia ridistribuzione della ricchezza, dai ricchi ai poveri. e dal capitale al lavoro”. Schwab sostiene che l’era del neoliberismo del libero mercato è finita e che è necessario un grande intervento del governo per attuare politiche ambientali ” sostenibili “.

 

Sul sito web del WEF l’organizzazione di Schwab (il nuovo Hitler )ha descritto la sua visione del reset in un mondo in cui nessuno possiede nulla. Un video dichiara la loro visione del mondo nel 2030, “Non possiedi nulla e sarai felice”, aggiungendo che “Qualunque cosa ti serva, la affitterai”.

Includerebbe anche il noleggio dei tuoi vestiti!

Schwab afferma che questa ridistribuzione radicale dei diritti di proprietà a livello globale sarà necessaria per raggiungere la “giustizia ecologica”. Questo riecheggia l’appello di Francesco per un'”agenda finanziaria verde” per sostituire l’ attuale sistema finanziario .

L’abbraccio di Davos all’agenda vaticana è molto più sinistro di quanto possa sembrare.

Il loro Grande Reset riguarda la fine della libertà umana o della libertà a favore di una nuova agenda globalista di controllo totale, sorveglianza ad alta tecnologia, farmaci obbligatori e massiccia ridistribuzione del reddito dalla classe media della società verso il basso. Schwab non è altro che un maestro del marketing, e il suo distopico Great Reset e la sua “giustizia ecologica” sono proprio questo.

(F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, ha una laurea in politica presso la Princeton University ed è un autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online  “New Eastern Outlook” .)

 

 

 

 

Cronaca di una pandemia annunciata.

Nsoe.info- Redazione -( 27 Dicembre 2021)- ci dice :

 

Per dirla con Appio Claudio Cieco, «l’uomo è artefice del proprio destino» .

(Homo faber fortunae suae).

Da sempre ciò si concretizza con l’operato di pochi e l’inerzia-assenso della moltitudine assoggettata a quei pochi. Questo è vero anche per l’attuale pandemia da SARS-CoV-2. Sebbene i personaggi di questo psicodramma siano relativamente pochi, sono comunque troppi per passarli tutti in rassegna. Ne prenderemo in esame solo alcuni, attori chiave per la nostra realtà italiana (ma non solo).

Mario Monti.

«Si potrebbe, credo, fare un grafico del tasso di soddisfazione che gli osservatori hanno ritratto dalle riunioni del G20 negli ultimi due anni. Nei momenti di crisi più acuta, progressi più sensibili. Rientro dell’emergenza della crisi, affievolimento della volontà di cooperare. E qui, naturalmente io ho una distorsione che riguarda l’Europa – ed è una distorsione positiva che riguarda l’Europa – anche l’Europa, non dobbiamo sorprenderci che anche l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è una crisi in atto visibile e conclamata. Però … in questo siamo come il G20. Però c’è una differenza… siccome il G20 per ora non ha, in modo serio, e noi in Europa abbiamo istituzioni, leggi, norme, abbiamo bisogno delle crisi come il G20, come gli altri consessi internazionali per fare passi avanti. Ma quando una crisi sparisce, rimane un sedimento, perché si sono messe in opera istituzioni, leggi, ecc., per cui non è pienamente reversibile».

Da L’indipendente online:

«Da due anni, con lo scoppio della pandemia, di colpo abbiamo visto che il modo in cui è organizzato il nostro mondo è desueto, non serve più. Due cose sono state toccate, la comunicazione e la governance del mondo. Nella comunicazione da subito abbiamo iniziato a usare il termine guerra, perché è una guerra, ma non abbiamo minimamente usato in nessun Paese una politica di comunicazione adatta alla guerra […] Io credo che bisognerà, andando avanti in questa pandemia o comunque per futuri disastri globali della salute, trovare un sistema che concili certamente la libertà di espressione, ma che dosi dall’alto l’informazione».

«Nella comunicazione di guerra c’è un dosaggio delle informazioni, che nel caso delle guerre tradizionali è odioso, ma nel caso della pandemia bisogna trovare delle modalità meno democratiche secondo per secondo».

Sono le parole che l’ex presidente del Consiglio italiano e attuale capo della “Commissione Paneuropea per la Salute e lo Sviluppo Sostenibile” istituita dall’OMS ha rilasciato in diretta durante la trasmissione “In Onda” su La7.

Non una battuta uscita male, ma un lungo ragionamento, pesato nella scelta delle parole usate, dal quale traspare la volontà del senatore a vita di reclamare una «comunicazione di guerra».

«Ma questo controllo a chi spetta in una democrazia?» chiede la conduttrice Concita De Gregorio. Risponde Monti: «Al governo ispirato, nutrito, istruito, dalle autorità sanitarie».

Quello che Mario Monti afferma, in buona sostanza, è: abbiamo accettato restrizioni alle libertà di movimento, no? Poi abbiamo accettato il controllo delle nostre attività in generale col Green Pass, no? E allora perché non dobbiamo accettare anche limiti alla libertà di parola e informazione?

Quelle di Monti non sembrano parole troppo isolate. In questi due anni abbiamo appreso che, spesso, quando sui media inizia a diffondersi un certo ragionamento si tratta del preludio a decisioni in merito. In questo senso la “comunicazione di guerra”, intesa come preparazione dell’opinione pubblica all’accettazione di misure emergenziali, è già oggettivamente in voga da tempo. È accaduto con le restrizioni, poi con il Green Pass, poi con i richiami vaccinali. E pure sulla stretta della libertà di informazione iniziano ad affacciarsi più contributi. Ad esempio, sul Corriere della Sera di due giorni fa: «È, dunque, facile prevedere che se l’emergenza sanitaria dovesse cronicizzarsi, come si sono cronicizzate quella ambientale e quella migratoria, si accentuerà la tendenza, già in atto, verso forme di potere politico sorte dalla progressiva sospensione o cancellazione delle consuetudini democratiche».

Chi è questo signore, Mario Monti, fautore di gravi crisi per ottenere la sottomissione dei popoli e la loro rinuncia ai princìpi democratici e ai diritti fondamentali?

Figlio di un banchiere, è stato il successore di Silvio Berlusconi alla guida dell’Italia, ed ha inaugurato un susseguirsi di governi tecnici non eletti che hanno indebolito il ruolo del parlamento fino ad esautorarlo, ai nostri giorni, con un altro Mario, il “vile affarista” Draghi. Spulciando il suo curriculum, si legge che, oltre ad essere stato, tra il 2005 e il 2008, il primo presidente del Bruegel, Monti è stato una pedina fondamentale delle trame mondialiste ordite dalla famiglia Rockefeller. Infatti, nel 2010 è diventato presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller (1915-2017), ed è stato membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, anch’esso nato per iniziativa di David Rockefeller nel 1954. Nominato presidente del Consiglio dei Ministri, il 24 novembre 2011 si è dimesso da questi incarichi.

Tra il 2005 e il 2011 è stato international advisor per Goldman Sachs in qualità di membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute. Membro del comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia, Monti è stato inoltre membro del "Senior European Advisory Council" di Moody's ed è uno dei presidenti del "Business and Economics Advisors Group" dell'Atlantic Council.

 

Nell'agosto 2020 è stato nominato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) presidente della neoistituita Commissione Paneuropea per la Salute e lo Sviluppo Sostenibile: il classico esempio di “volpe messa a guardia del pollaio”.

Con uno come Monti che detta all’Europa le linee guida da seguire affinché la tanto agognata grave crisi (pandemia) si manifesti in tutta la sua virulenza e sia propagandata dai media secondo le disposizioni impartite dall’alto, non c’è da stupirsi che il mondo sia caduto di botto ostaggio di una dittatura pseudo-sanitaria dai contorni distopici.Riassumendo, Mario Monti è stato presidente del Bruegel, presidente europeo della Commissione Trilaterale, membro del direttivo del Gruppo Bilderberg, consulente di Goldman Sachs e di Moody’s, dopo di che ha “guidato” il governo italiano, in qualità di Primo Ministro, verso un sempre maggiore assoggettamento all’Europa dei banchieri. Il suo pensiero è che servono gravi crisi per far accettare ai cittadini la perdita della loro sovranità e dei loro diritti, e l’informazione deve essere “dosata” dall’alto. Con l’avvento dell’attuale “grave crisi” pandemica è stato nominato dall’OMS presidente della Commissione Paneuropea per la Salute e lo Sviluppo Sostenibile, ruolo particolarmente consono al suo pensiero.

Mario Draghi.

"L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente: non ti vaccini, ti ammali e muori. Oppure, fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore. […] Senza vaccinazione si deve chiudere tutto, di nuovo”.

Questo messaggio, che il premier Mario Draghi ha affidato alle telecamere, non sembra certo inteso a rincuorare gli italiani, bensì a minacciarli, spaventarli e indurli a sottostare all’inoculazione di un siero genico sperimentale di cui si conosceranno gli (eventuali) effetti avversi solo fra diversi anni, dai dieci ai quindici o più, a dispetto dei pareri rassicuranti (ma senza prove, quelle le fornirà solo il tempo) degli “scienziati” da salotto che imperversano su TV e media generalisti. Per ora si sa che le morti causate dai vaccini e gli effetti avversi gravi (ovviamente “taciuti” dai media conniventi) ammontano a numeri preoccupanti.

“Il Green Pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, divertirsi, andare in un ristorante o a uno spettacolo all'aperto o al chiuso con la garanzia, però, di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. È una misura che ha qualche difficoltà di applicazione, ma dà serenità e non la toglie”.

Altra bufala di Stato. È oramai acclarato che anche i vaccinati possono contagiare e possono ammalarsi di Covid. Ne è prova il fatto che la variante Omicron è stata portata in Italia da un uomo vaccinato con due dosi.

“Il Green Pass non è un arbitrio, è una condizione per tenere aperte le attività economiche. Anche nella definizione dei parametri che c’è stata, la scelta lì era tra procedere normalmente, quindi molte regioni sarebbero andate in giallo perché i parametri precedenti sarebbero stati superati, oppure introdurre il Green Pass, cambiare i parametri in maniera tale da tenere le regioni in zona bianca, ma con il Green Pass”.

(E’ sorprendente che alla mia non più giovane età un Governo italiano mi proibisca di prendere un caffè se non indosso una inutile mascherina !Ndr.).Chi ha deciso tale “condizione per tenere aperte le attività economiche” e chi ha deciso i parametri su cui basarla e con quali criteri? Perché modificare i parametri precedenti, se erano “scientifici”, per introdurre forzosamente il Green Pass? Se non è arbitrio questo…

Figlio di un banchiere (come Monti), dal 1984 al 1990 Mario Draghi è stato direttore esecutivo della Banca Mondiale a Washington.

Negli anni ’90 è stato direttore generale del Ministero del Tesoro e ha dato vita al piano di privatizzazioni di alcune importanti società partecipate dallo Stato tra cui IRI, Telecom, Eni, Enel, Comit, Credit. In questa veste, il 2 giugno 1992 Draghi ha presentato le linee guida delle privatizzazioni tenendo un discorso a numerosi rappresentanti della comunità finanziaria italiana e inglese, radunati a bordo del panfilo Britannia di proprietà della famiglia reale inglese. La proposta, definita da Draghi come la più rivoluzionaria operazione di politica economica dell’ultimo ventennio, dalla quale l’Italia non sarebbe più tornata indietro (i famosi “sedimenti” citati da Monti), non entusiasmò tutti i presenti. Secondo il presidente dell’INA Lorenzo Pallesi, le privatizzazioni sono nate per coprire buchi di bilancio, «una cosa che avrebbe conseguenze penali e civili per qualsiasi amministratore di una società per azioni» definendo la legge sulle privatizzazioni «un provvedimento così generico e malfatto da assomigliare più ad una furbizia alla napoletana».

Il 28 gennaio 2002 Draghi viene nominato vice-presidente e direttore generale di Goldman Sachs per guidare le strategie europee dell'istituto dalla sede di Londra. Dal 2004 al 2005 è stato membro del Comitato esecutivo del gruppo.

Nel 2008, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, commentando l’ipotesi di candidatura di Mario Draghi a primo ministro, disse: «È un vile, un vile affarista, non si può nominare presidente del Consiglio dei Ministri chi è stato socio della Goldman & Sachs, grande banca d’affari americana. E male, molto male, io feci ad appoggiarne, quasi a imporne la candidatura a Silvio Berlusconi. Male, molto male. È il liquidatore, dopo la famosa crociera sul Britannia, dell’industria pubblica, la svendita dell’industria pubblica italiana quand’era direttore generale del Tesoro e immaginati che cosa farebbe da presidente del Consiglio dei Ministri, svenderebbe quel che rimane: Finmeccanica, l’Enel, l’Eni, e certamente ai suoi ex comparuzzi di Goldman & Sachs».

Nel 2005 viene nominato Governatore della Banca d’Italia, ricoprendo, tra gli altri, i ruoli di membro (e poi presidente) del FSF (Financial Stability Forum, dal 2009 FSB[22], Financial Stability Board) e del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della BCE (Banca Centrale Europea), nonché membro del Consiglio di amministrazione della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali). È stato direttore esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta, un’organizzazione privata nata nel 1978 ad opera della onnipresente Fondazione Rockefeller.Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di presidente della BCE e in quel ruolo nel 2012 ha annunciato che «la BCE è pronta a fare tutto il necessario (Whatever it takes) per salvare l’euro. E credetemi, sarà sufficiente»… chiedere alla Grecia per dettagli.

Il 25 marzo 2020, dopo il propagarsi della pandemia di COVID-19, in un articolo pubblicato sul Financial Times, Draghi ha paragonato gli effetti prodotti dal COVID-19 sui sistemi economici globali a quelli di una guerra e ha avanzato le sue proposte per tutelare l'occupazione dalle conseguenze economiche della pandemia, prospettando interventi statali e un aumento del debito pubblico, reso possibile dai bassi tassi d’interesse, preludio ad ulteriore cessione di sovranità nazionale. Sì, perché se ad un privato cittadino che non riesce a pagare il mutuo viene confiscata la casa, ad una nazione che non riesce a pagare un debito pubblico monster viene confiscata la sovranità.

Dal 13 febbraio 2021 è Presidente del Consiglio dei Ministri italiano.

Il 16 dicembre 2021 l’Economist, la rivista dell’élite finanziaria lo elegge a “salvatore dell’Italia”, affinché i creduloni – che sono la maggioranza – si sentano orgogliosi di dargli il loro consenso.

Riassumendo, Mario Draghi è stato direttore esecutivo della Banca Mondiale, direttore generale del Ministero del Tesoro italiano e fautore delle privatizzazioni (smantellamento) delle industrie pubbliche italiane, vice-presidente e direttore generale della branca europea di Goldman Sachs, membro del Comitato esecutivo di Goldman Sachs, Governatore della Banca d’Italia, presidente del Financial Stability Forum (poi Financial Stability Board), membro del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della BCE, membro del Consiglio di amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali, presidente della BCE, è membro del Gruppo dei Trenta e attuale Primo Ministro italiano (e candidato alla Presidenza della Repubblica). È riconosciuto come uno dei più potenti personaggi della cricca finanziaria mondialista, colui che ha lanciato l’idea che “siamo in guerra” ed è il fautore principale del Green Pass, ovvero del “se non ti vaccini muori” (poiché non ti è consentito lavorare, quindi muori di fame).

Bill Gates.

Nome completo William Henry Gates III (come si conviene nelle dinastie che contano), Bill Gates è figlio di un affermato avvocato, mentre la madre era membro del consiglio di amministrazione della First Interstate BancSystem e della United Way of America, ed era a sua volta figlia di un banchiere (anche Bill, quindi, ha lo stesso pedigree di Monti e Draghi).

Fondatore del colosso informatico Microsoft, che lo ha reso uno degli uomini più ricchi del pianeta, nel 2000 ha creato la Bill & Melinda Gates Foundation con asseriti scopi filantropici. Tra i programmi promossi dalla Fondazione c’è la genitorialità pianificata, meglio nota come controllo delle nascite.

Nel 2010, durante una conferenza del TED (Technology Entertainment Design), illustrando dei progetti per ridurre l'impatto della CO2 e la possibilità di adottare nuove tecnologie più efficienti, Gates ha detto che il primo tra i fattori moltiplicativi (della CO2) è la popolazione mondiale:

«Probabilmente uno di questi fattori deve abbassarsi quasi fino a zero. [...] Il primo fattore è la popolazione. Il mondo ha oggi 6,8 miliardi di abitanti. Ci dirigiamo verso i 9 miliardi. Se facciamo un buon lavoro con i vaccini, la sanità, la salute riproduttiva, possiamo diminuirlo forse del 10-15%…».

L’interpretazione delle parole di Gates come la volontà di de-popolare la terra viene etichettata come teoria del complotto, ma non viene fornita una diversa interpretazione, qualora esistesse.

Nel 2015, sempre durante una conferenza del TED, Gates ha affermato che:

«Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone nelle prossime decadi, è più probabile che sia un virus altamente contagioso invece di una guerra. Non missili ma microbi».

Certamente una frase “preveggente”.

Il 18 ottobre 2019, poco prima dell’individuazione del virus SARS-CoV-2, Bill Gates, tramite la Bill & Melinda Gates Foundation e in collaborazione con il WEF (World Economic Forum) di Klaus Schwab (il nuovo Hitler) e la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, ha messo in scena l’esercitazione pandemica globale Event 201 proponendo delle linee guida per affrontare una “possibile futura” pandemia.

Linee guida che di lì a poche settimane sono state adottate simultaneamente in tutto il mondo dando vita ai famosi lockdown, obbligo di mascherine, divieto di uscire di casa o di spostarsi di oltre 200 metri dalla propria abitazione, chiusura di quasi tutte le attività economiche, ecc. (conosciamo tutti, inutile ripetere). Alla simulazione ha partecipato anche George Gao, rappresentante del China CDC (Chinese Center for Disease Control and Prevention).

A titolo esemplificativo, il punto 7 del documento “Event 201 A Global Pandemic Exercise” dispone che:

“I governi dovranno collaborare con le società di media tradizionali e di social media per ricercare e sviluppare approcci agili per contrastare la disinformazione. Ciò richiederà lo sviluppo della capacità per inondare i media con informazioni veloci, accurate e coerenti. Le autorità sanitarie pubbliche dovrebbero lavorare con datori di lavoro privati e leader fidati della comunità come i leader religiosi, per promulgare informazioni fattuali a dipendenti e cittadini. Datori di lavoro fidati e influenti del settore privato dovrebbe creare la capacità di aumentare prontamente e in modo affidabile la messaggistica pubblica, gestire le voci e la disinformazione e amplificare le informazioni credibili per supportare le comunicazioni pubbliche di emergenza. Le agenzie nazionali di sanità pubblica dovrebbero lavorare in stretta collaborazione con l'OMS per creare la capacità di sviluppare e rilasciare rapidamente messaggi di salute coerenti. Da parte loro, i media dovrebbero impegnarsi a garantire che i messaggi autorevoli abbiano la priorità e che i falsi messaggi vengano soppressi anche attraverso l'uso della tecnologia”.

In una denuncia depositata in data 11 gennaio 2021 (fascicolo giudiziario N. CV-21-00085478-00CP) presso la Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario (Canada), che vede tra gli imputati la Bill & Melinda Gates Foundation, GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunizations), OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e altri, tra cui papa Francesco, si legge:

Bill & Melinda Gates Foundation.

Le limitazioni legali americane vietano alla Fondazione Bill e Melinda Gates ("Fondazione") di impegnarsi esplicitamente in attività di lobby normativa. Pertanto, la Fondazione aiuta i suoi beneficiari designati in qualità di sostenitore; primo come catalizzatore per la mobilitazione delle risorse, e secondo come faro dell'innovazione scientifica. Questa idea di mobilitazione delle risorse e innovazione scientifica implica la promozione di vaccini non ancora completamente sviluppati e la sperimentazione di nuovi vaccini su popolazioni, in particolare bambini e giovani adulti in Africa, distribuiti sotto l’autorità delle Nazioni Unite o delle sue agenzie come l'OMS o l'UNICEF.

 La Fondazione "è stata il secondo maggior finanziatore dell'OMS con 531 milioni di dollari, che supera il contributo del Regno Unito di 392 milioni di dollari, ed è secondo solo agli Stati Uniti con 873 milioni di dollari”.

Un articolo del Pastors Chronicles, titolava: “I vaccini ONU sterilizzano 500.000 donne in Kenya”. L'articolo continua dicendo:

«Al miliardario Bill Gates piace molto aiutare le persone dei paesi poveri a farsi vaccinare. Ma molti dicono che le sue motivazioni potrebbero non essere così pure. In effetti molti credono che questo globalista, insieme alle Nazioni Unite, stia conducendo un massiccio sforzo di spopolamento».

Come riportato dall'African News Agency dal Kenya:

«Odinga ha affermato che le ragazze e le donne di età compresa tra 14 e 49 anni appartenenti alle popolazioni in più rapida crescita nel paese non avranno figli a causa di una operazione di sterilizzazione sponsorizzata dallo Stato che è stata venduta alla nazione come vaccinazione contro il tetano».

E nel primo articolo sopra:

«All’epoca, la chiesa cattolica in Kenya affermò che il vaccino contro il tetano utilizzato dal governo del Kenya e dalle agenzie delle Nazioni Unite era contaminato da un ormone (HCG) che può causare aborti e rendere sterili alcune donne».

La Bill e Melinda Gates Foundation sta attivamente sostenendo un'agenda di genocidio e crimini contro l'umanità attraverso i loro programmi di vaccinazione, in Canada e all'estero, che sorvolano su un'analisi ragionata del rischio con conseguente assoggettamento di civili innocenti a programmi di sperimentazione di farmaci senza un'adeguata autorizzazione e il dovuto metodo.

 

GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunizations).

Nel 2000 Bill Gates si è dimesso da amministratore delegato di Microsoft e ha creato la "Fondazione Gates” e (insieme ad altri partner) ha lanciato la “Global Alliance for Vaccines and Immunization” (Alleanza globale per i vaccini e l’immunizzazione) [di seguito 'GAVI'].

 A partire dal 29 luglio 2020, la Fondazione Bill e Melinda Gates ha impegnato oltre 4,1 miliardi di dollari a favore di GAVI.

 Il Canada è un membro di lungo corso di GAVI ed è stato membro del suo consiglio sin dall'inizio. Fanno parte dell'alleanza GAVI: UNICEF, Organizzazione Mondiale della Sanità, Banca Mondiale e Fondazione Bill e Melinda Gates.

GAVI è stata essenziale nello sviluppo del Covid-19 Global Vaccine Access Facility (Covax Facility alias GAVI Covax AMC) per affrontare "sfide senza precedenti” create dalla decisione dell'OMS di dichiarare una pandemia globale.

 GAVI Covax AMC sponsorizza i produttori che desiderano "investire in aspiranti vaccini prima della loro autorizzazione". Ad oggi, il Canada ha fornito un miliardo di dollari di finanziamenti direttamente a GAVI.

 

Il 14 dicembre 2020, Karina Gould (Ministro dello sviluppo internazionale del Canada) ha annunciato che il Canada contribuirà con ulteriori 255 milioni di dollari canadesi (200 milioni di dollari statunitensi) alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations [di seguito "CEPI"]. Questa coalizione è una partnership globale formata tra organizzazioni pubbliche, private, filantropiche e della società civile che si sono incontrate e organizzate attraverso GAVI per cementare la presa delle élite globali e delle multinazionali sulla salute pubblica prendendo di mira i cittadini ignari in Canada e in tutto il mondo.

Operando come un partenariato sanitario globale pubblico-privato, l'obiettivo finale di questa rete di partenariati è promuovere l'agenda globale delle società partecipanti, esercitando pressioni sui governi e sulle organizzazioni internazionali affinché attuino politiche a loro favore. Ciò avviene a spese dei cittadini dei paesi partecipanti, e quindi anche dei canadesi.

In questo schema, i fondi vengono deviati dai bilanci nazionali per finanziare progetti di società farmaceutiche sotto l'ombrello di GAVI, ma esclusivamente per il profitto di tali società. Questi progetti GAVI vengono quindi propagati in tutto il mondo attraverso una partnership speciale con l'OMS per espandere l'influenza e le fonti di profitto.

OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e Agenzia di Salute Pubblica del Canada.

La Costituzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità [di seguito "OMS"] è entrata in vigore il 7 aprile 1948 e il suo ruolo primario era quello di dirigere e coordinare la salute internazionale all'interno del Sistema delle Nazioni Unite. Nel gennaio 2010, Bill Gates ha promesso all’OMS finanziamenti per 10 miliardi di dollari e ha annunciato “Il decennio dei vaccini”.

Gates e GAVI sono il secondo e il terzo più grande finanziatore dell'OMS dopo il governo degli Stati Uniti[58] […]. Ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale (IHR 2005), ogni Stato membro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità deve designare un NFP (Punto Focale Nazionale).

Il NFP è sempre accessibile per le comunicazioni con l'OMS in merito ai rischi globali per la salute pubblica. Il regolamento sanitario internazionale NFP per il Canada si trova presso la PHAC (Public Health Agency of Canada). Su tale base, questa agenzia segue le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, non del governo del Canada.

[fine citazione dalla denuncia canadese].

In sostanza, Bill Gates è responsabile della sanità del mondo. L'applicazione della sua enorme ricchezza e il suo coinvolgimento di altri miliardari (vedi Warren Buffet) per fare lo stesso, lo mette nella posizione di avere un impatto senza precedenti. Ma la sua influenza è sufficientemente grande da evitare il controllo a cui sarebbe altrimenti soggetto. La filantropia di Gates sull'assistenza sanitaria è guidata dalla sua prospettiva secondo cui il controllo della popolazione è basilare. Il suo ruolo fondamentale nel finanziamento dell'OMS è motivo di preoccupazione a causa della lunga collaborazione di questa organizzazione con lo sviluppo di vaccini abortivi anche prima dell’avvento di Gates. È importante che i governi nazionali e i gruppi di controllo forniscano un'ampia valutazione indipendente dei vaccini sponsorizzati da Gates, in particolare attraverso l'OMS, per garantire che non diventino mezzi contraccettivi segreti.

 

Anche il mantra di regime che promuove i “Cinque motivi per cui il motto «mio il corpo, mia la scelta» non può essere applicato ai vaccini” e che spopola nei talk show (ma viene adottato anche ai più alti livelli della politica in barba alla Costituzione) viene fornito dalla GAVI, in perfetta coerenza con i dettami dell’Event201.

Riassumendo, Bill Gates è il fondatore di Microsoft, grazie alla quale è diventato uno degli uomini più ricchi ed influenti del pianeta. In seguito, insieme alla moglie Melinda, ha creato la Bill & Melinda Gates e la GAVI, tramite le quali finanzia l’OMS e svariate aziende farmaceutiche produttrici di vaccini. Nell’ottobre 2019, in collaborazione con il WEF (World Economic Forum), di Klaus Schwab (il nuovo Hitler )ha simulato una pandemia da coronavirus che, da lì a breve, è diventata una triste realtà mondiale, soprattutto perché dichiarata “pandemia” dall’OMS che egli stesso finanzia, dando vita alla corsa ai vaccini e all’imposizione dei vaccini da parte dei governi del mondo, generando per le aziende coinvolte un ritorno economico esorbitante.

Nel mentre la povertà nel mondo aumenta di pari passo alla paura ingenerata dalle narrazioni dei governi, dei loro “esperti” sanitari e dei media e social-media allineati, creando lo scenario ideale (la grande crisi illustrata da Monti) per poter introdurre nuovi paradigmi come il “Great Reset” auspicato dal WEF e illustrato nel video “8 predizioni per il mondo nel 2030”, che al primo punto recita: “Non possiederai nulla ma sarai felice”.

 

WEF (World Economic Forum) del nuovo Hitler .

Creato nel 1971 dall’economista tedesco Klaus Schwab, il WEF – conosciuto anche come Forum di Davos – organizza annualmente un incontro tra esponenti di primo piano della politica e dell'economia internazionale, con la partecipazione di intellettuali e giornalisti selezionati, per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare sia in ambito socio-economico che in materia di salute e di ambiente.

Non è, quindi, un gruppetto di ricconi che cercano di ingannare il tempo, bensì un centro di potere sovranazionale che vorrebbe decidere le sorti dell’umanità e del pianeta. Il 22 novembre 2021, infatti, il Primo Ministro Mario Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi proprio Klaus Schwab (il nuovo Hitler) per discutere sul prossimo Meeting Annuale del WEF previsto a Davos a gennaio del 2022 e sui principali dossier globali oggetto anche della presidenza italiana del G20, con particolare riferimento al tema della ripresa economica e sociale post pandemica.

In conclusione:

La famiglia Rockefeller è da sempre coinvolta in programmi di eugenetica e, in generale, di controllo delle masse, nonostante si sia sforzata di ammantarsi con un’aurea filantropica, soprattutto dopo il massacro di Ludlow.

Infatti, tali sforzi filantropici sembrano aver privilegiato i progetti tedeschi di genetica psichiatrica, vale a dire i progetti criminali denominati purificazione della razza, igiene razziale o miglioramento della razza.

Dopo la seconda guerra mondiale, al fine di estendere l’influenza della famiglia a livello globale, David Rockefeller ha dato vita alla Commissione Trilaterale e al Gruppo Bilderberg. Inoltre, ha presieduto il CFR (Council on Foreign Relations). Un altro autorevole esponente della famiglia, Nicholas (Nick) Rockefeller[, ha manifestato una predilezione per il controllo delle masse tramite microchip.

Tali aspirazioni al controllo e all’egemonia sul mondo sono state condivise e sostenute da un gruppo di persone che viene normalmente identificato come “Élite finanziaria”. Oltre alle famiglie storiche dei Rothschild, Rockefeller, Morgan, Warburg, Lazard, ecc., nella seconda metà del secolo scorso si sono aggiunti personaggi come George Soros e il fondatore del WEF Klaus Schwab ,il nuovo Hitler.

 

La storia dell’umanità è costellata di megalomani che hanno cercato di assoggettare al proprio volere i popoli sotto la loro giurisdizione, ma i popoli sono composti da entità etniche, religiose, culturali e linguistiche diverse e perciò difficili da gestire su larga scala in modo uniforme, e i tentativi di assoggettarli  sono spesso sfociati in ribellioni sanguinose.

D’altro canto, il popolo, la massa, è sempre stato stupido, un insieme amorfo di individui pronti a seguire acriticamente qualsiasi capo-popolo si presentasse sulla piazza. In tempi recenti così è stato per Mussolini, Hitler, Stalin, Mao Tze-Dong, e la follia degli uni sostenuta dalla stupidità degli altri ha prodotto solo morte e distruzione.

(Non mi stupisce che milioni di italiani escano di casa ed indossino delle stupide mascherine!Ndr.)

Tuttavia, i sogni di gloria e di potere, mascherati da intenti filantropici, non sono mai svaniti. Mancava, però, un ingrediente che permettesse di realizzarli, un ingrediente che lentamente ma inesorabilmente è diventato realtà: la tecnologia.

Con il diffondersi dei giornali e del cinema si è potuto inondare il popolo di informazioni opportunamente dosate dall’alto (vedi MinCulPop e Ministero della Propaganda tedesco). La nascita della televisione ha accelerato la forgiatura dell’opinione pubblica grazie a interminabili soap opera sdolcinate e lacrimevoli, o a sitcom che con risate finte “insegnano” quando bisogna ridere, creando il gusto per il banale e il disimpegnato.

Negli ultimi decenni hanno proliferato i format televisivi come Il grande fratello, MasterChef, Affari tuoi, solo per citarne alcuni tra i più famosi, che vengono visti in quasi tutti i paesi occidentali , creando un “sentire” uniforme e una teledipendenza altrettanto uniforme. Nel secolo scorso, Hollywood, con i suoi film, ha diffuso nel mondo la cultura consumistica americana, mentre oggi diffonde il “politically correct” e altri temi cari all’agenda mondialista. A dar manforte alla propaganda del pensiero unico sono arrivate le televisioni on demand e via internet come Netflix, che da sola copre un terzo del traffico internet statunitense. Il colpo di grazie, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’hanno dato i social media, in particolare Facebook, dando vita alla cultura dell’interconnessione costante nel nulla: ore e ore passate a diffondere selfie, banalità, emozioni estemporanee senza una reale comunicazione, mentre la vita scorre regolata da un manipolo di persone senza scrupoli che, guarda caso, controllano quei giornali, quelle televisioni e quei social media nel tentativo di cancellare, o quantomeno attenuare fortemente le diversità in favore di un comune pensare e un comune procedere, come un gregge guidato dal pastore e dai suoi cani.

Da anni, si levano voci che mettono in guardia contro questo epilogo. Già all’inizio del 2005 su questo sito avevamo scritto che «si stanno realizzando i sistemi per occupare il tempo e la mente delle persone, irretendole in un fascio interminabile di esperienze sensoriali, facendo loro credere di essere libere ed emancipate mentre, in realtà, sono sempre meno capaci di prestare seriamente attenzione a ciò che succede loro intorno».

Alle famiglie che avevano teorizzato la necessità di controllare le masse, ma che non avevano ancora i mezzi tecnologici per farlo, nel tempo si sono aggiunte le nuove leve in grado di fornire la tecnologia per attuare tale controllo a livello globale. Ed ecco Bill Gates, Jeff Bezos (Amazon, Washington Post), Mark Zuckerberg (Facebook, Instagram, WhatsApp), Larry Page (Google, YouTube), ecc.

Crisi dopo crisi, una volta capito che il popolo poteva essere pilotato a piacere, serviva un ultimo sforzo: una grave crisi globale che creasse una paura sufficiente per indurre tutta l’umanità a cedere la responsabilità della propria vita nelle mani dell’élite mondialista, fautrice del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale. E cosa può creare più paura di un virus invisibile, di un nemico ritenuto mortale, ma che non può essere né visto né toccato e non può essere sconfitto se non seguendo i dettami dell’élite?

Lo hanno teorizzato, lo hanno annunciato e l’hanno fatto così come avevano stabilito, il tutto sotto gli occhi del popolo obnubilato dalla loro propaganda. Lo stanno facendo, dicono, per il bene dell’umanità, per debellare la povertà, la fame, la malattia, le disuguaglianze. E intanto i loro profitti crescono a dismisura mentre le sacche di povertà tra il popolo aumentano, il lavoro diminuisce, libertà e diritti sembrano cose appartenenti al passato e il futuro è sempre più incerto. C’è decisamente qualcosa che non quadra.

Da due anni l’attenzione generale è catalizzata dalla narrazione del virus che può essere sconfitto solo dai vaccini salvifici messi a disposizione da sua Sanità Bill Gates & Co., con virologi e giornalisti collaborazionisti che ubbidientemente insistono in questo compito propagandistico, mentre l’élite porta a compimento indisturbata il piano finale, il Great Reset. Anzi, viene aiutata e applaudita dalle sue stesse vittime.

Tornando a Appio Claudio Cieco, la versione più famosa della frase con cui abbiamo iniziato questo articolo recita «ciascuno è artefice del proprio destino» (Faber est suae quisque fortunae). Quindi, che ciascuno in coscienza decida per sé.

 

 

 

Great Reset: rivoluzione salvifica del mondo

post Covid-19 o teoria cospirazionista?

Entrambe le cose.

Underblog.it-Redazione-(26-2-2021)- ci dice :

 

Entrambe le cose, segnalava un fact checking della BBC a fine novembre 2020.

Considerando   “il revival dell’ultima teoria cospirazionista secondo la quale un gruppo di leader del mondo stanno orchestrando la pandemia per prendere il controllo dell’economia globale”.

BBC ammetteva però che “tale teoria origina dal piano messo a punto dal World Economic Forum (WEF)di Klaus Schwab , che organizza a Davos conferenze annuali fra figure di alto profilo della politica e del business, un piano che indica come i paesi possono uscire dai danni causati dalla pandemia da coronavirus”. Dopo alcuni mesi il tema è sempre attuale, anzi, lo è forse più che mai.

Gli incontri di Davos di gennaio si sono tenuti solo online, in vista di un altro Forum a Tokio dedicato alla tecnologia in aprile e di quello in presenza a maggio a Singapore. A distanza ma molto allargati, partecipati e pubblicizzati dai media in contrasto con la quasi segretezza del passato. Tra gli intervenuti, Xi Jinping, Macron, Merkel, Conte,Von der Leyen, Lagarde, Georgieva (FMI), Guterres (ONU), persino Putin. Oltre a un buon numero di importanti CEO meno reclamizzati.

Focus la Great Reset Initiative, progetto della Davos Agenda al quale il WEF lavora da tempo.

Klaus Schwab, del WEF fondatore e direttore, insieme all’economista Thierry Malleret gli ha dedicato un libro, aggiornato al post pandemia: COVID-19 the Great Reset, presentato a giugno 2020 con contributi, fra gli altri, di Carlo principe di Galles, assiduo del WEF, e del miliardario Ma Jun, del Comitato Finanziario Verde cinese (PCC) molto vicino a Xi (la Cina ospita vari incontri regionali del WEF).

Un piano planetario per una nuova globalizzazione, ben oltre i cambiamenti climatici, che la pandemia renderebbe attuale e urgente. Offrendo “un’unica finestra di opportunità per ridisegnare la ripresa e costruire un mondo più sicuro, più uguale, più stabile: un nuovo contratto sociale che onori la dignità di ogni essere umano” [sic].

“Servono indirizzi comuni per guidare il grande reset dei nostri fondamenti economici e sociali… un reset del capitalismo…I cambiamenti già innescati dal COVID-19 provano che è possibile. Il mondo è interdipendente… E ogni paese dagli US alla Cina deve partecipare”.

 

Gli interventi di quelli che i media hanno chiamato il “Gotha del potere del mondo”, al di là dei temi sottolineati da ciascuno (rilancio del multilateralismo e impegni sull’ambiente di Xi, avviso di Putin sui Big Tech ormai più potenti degli Stati, superamento di povertà e disuguaglianze sottolineati dall’Onu via Guterres ) nell’insieme hanno messo a fuoco la “sfida al potere per il nuovo ordine globale” (titolo del Corriere), riconoscendo più o meno implicitamente la necessità di una Governance Globale UNICA , uno degli obiettivi centrali del WEF accanto alla 4a Rivoluzione Industriale in chiave digitale, tema di un altro suo testo, del 2016.

O Post-Industriale, come scrive Ilaria Bifarini nel suo ultimo libro Il Grande Reset, dalla pandemia alla nuova normalità, che prova a “sottrarre la comunicazione di un tema socioeconomico cruciale dall’accusa di negazionismo”. I libri sul Reset, entusiasti, critici o cospirazionisti non si contano.

I molti piani. Che il sistema economico non fosse da tempo in buona salute lo si sa da svariati anni a dispetto della propaganda mediatica, prima e ancor più dopo il 2008, tra debiti globali alle stelle, bassa crescita e ripetuti salvataggi di imprese e banche. Una nuova crisi era attesa da vari analisti (es N. Roubini ). Il tutto intrecciato a crescenti squilibri sociali, aumento di disuguaglianze e povertà nei paesi avanzati e in quelli emergenti, e ai temi della produzione alimentare e dell’acqua, dell’ambiente, del cambiamento climatico. Fenomeni globali ma più critici in Occidente il cui capitalismo liberista di mercato appare perdente di fronte al vincente capitalismo statale autoritario della Cina. Dove gli investimenti esteri hanno ormai superato quelli negli Usa.

Fatto sta che dal 2015 vari piani si susseguono, a diversi livelli: dall’Agenda ONU 2030 per uno sviluppo sostenibile, con ben 17 obiettivi, all’accordo di Parigi appena ri-sottoscritto da John Biden, dal One Planet Summit del 2017 a cui aderisce il WEF al Green New Deal propagandato da Greta Tunberg & C ma con dietro uno stuolo di banche e multinazionali ( Underblog).

Fino al meno divulgato piano di Blackrock, il maggior detentore di asset del mondo, presentato nell’agosto 2019 al summit di Jackson Hole delle banche centrali, che preconizzava una Policy Revolution:

Dealing with the next downturn, per gestire l’imminente fase discendente (i Underblog). Il Covid-19 non era ancora affiorato. Ma secondo Anthony J. Hall (professore emerito all’università di Lethbridge, Canada e direttore dell’American Herald Tribune) in quell’agosto 2019 il nuovo collasso sistemico era già evidente, con segni chiari. Lo vedremo più avanti tra i critici.

Il Great Reset comprende tutti questi piani e li rilancia, precisandone gli obiettivi e andando oltre, verso un totale reset del mondo post Covid, dove nulla sarà più come prima. Illustrato in sintesi da Schwab in un articolo su Time che sponsorizza il piano dedicandogli vari contributi, nonché in una recentissima intervista. E articolato in una miriade di pezzi e video sul sito del WEF, centrati sui sette punti chiave della Davos Agenda 2021: 1. How to save the planet ; 2. Fairer Economies; 3.Tech for Good; 4. Society &Future of work; 5. Better Business; 6. Healthy future;7. Beyond Geopolitics. Con promesse entusiastiche che non rassicurano affatto i cospirazionisti.

 

Pubblico+privato. E’ l’autodefinizione del WEF su Twitter. Ed è la chiave di volta del Great Reset, ma non è una novità. Già i vari QE da delle banche centrali avevano rappresentato sostegni corposi all’economia e alle stesse aziende, in deroga al cosiddetto mercato. Il Green New Deal prospettava pesanti interventi pubblici per la riconversione verde. Mentre la rivoluzione di BlackRock “inevitabile data l’insufficienza delle politiche monetarie” imponeva di “dare liquidità direttamente a famiglie e business  mescolare esplicitamente politiche monetarie e fiscali dare sostegno alle imprese con condizioni stringenti, aprendo le porte a un intervento senza precedenti nel funzionamento dei mercati finanziari e di governance delle imprese” ( Underblog cit).

Le banche centrali con i loro QE e salvataggi vari insomma non bastano più a sostenere il sistema: ma chi guida il gioco, il lato pubblico, gli Stati, o quello privato: la finanza, mai riformata? Dopo il ’29 F.D Roosevelt le aveva tagliato le gambe. Nel grande reset prospettato dal WEF sembra piuttosto il contrario, e a Big Money si è aggiunta Big Tech (e ora Big Pharma). Evocare John M. Keynes appare davvero fuori luogo. Anche se non mancano gli ottimisti, come Mariana Mazzucato.

Interessanti le raccomandazioni del WEF ai governi: coordinamento delle politiche fiscali, riforme a lungo attese (esempi), stimoli verso obiettivi comuni come uguaglianza e sostenibilità, investimenti (pubblici + privati) non per tappare i buchi del vecchio sistema ma per crearne uno nuovo, incanalare le innovazioni della 4° Rivoluzione Industriale. [Suonano familiari?]. Ma vediamo i temi della Davos Agenda, citando qua e là da Schwab e/o contributi vari nel sito WEF .

 

1.Economie più eque. Schwab da molti anni teorizza la necessità di “andare oltre il neoliberismo” di Freeman & C . Al capitalismo degli shareholders, gli azionisti, contrappone un capitalismo degli stakeholders in cui gli azionisti restano tali ma le imprese devono diventare luoghi di mediazione fra interessi contrastanti e “le scelte di un’azienda nei confronti delle persone, del pianeta e dell’innovazione – compreso il modo in cui protegge e applica il valore aggiunto dei suoi dati – prendano più spazio nelle decisioni di allocazione del capitale”, come FT presentava il Great Reset su YouTube il 30/12/2019, titolo “Perché il capitalismo deve essere resettato nel 2020” (sebbene oggi, ripreso dal Foglio, il FT sembri scettico). “Servono indicatori nuovi, non più relativi ai profitti ma ad obiettivi sociali e ambientali”, e “la misura della prosperità di un paese deve andare oltre il PIL”, precisa oggi Schwab. Ci stanno già lavorando, con i grandi investitori, i Big Four, sotto la guida del CEO di City Group.

“Le economie vanno ridisegnate per renderle socialmente più sostenibili”, sostiene il WEF. Come? “Tagliare le tasse ai ricchi non le rafforza, mentre peggiora le disuguaglianze che minacciano la coesione sociale, come dimostrano studi in 18 paesi OCSE”. Bene invece gli aiuti pubblici. La crisi Covid-19 “ha rivitalizzato il contratto sociale” rafforzando le reti si sicurezza dei cittadini in una misura mai vista prima. Solo nei paesi del G20 i pacchetti fiscali di aiuti hanno totalizzato $10.000 miliardi, 10 volte di più che nel 2008 [No, molti di più allora], l’UE spenderà 2300$ per persona, gli US 6500$ in più. Il debito nel 2020 salirà del 16% (…) Ritornare indietro non è desiderabile(…) Lavoratori a basso reddito, giovani, donne e minoranze, i più colpiti, avranno bisogno di sostegno anche dopo la fine della crisi sanitaria”. Per accompagnare chi non ce la farà nella 4a Rivoluzione Industriale prospettata come inevitabile, risolutiva, desiderabile.

2. Salvare il Pianeta. E’ovviamente l’obiettivo di fondo, che giustifica sia la 4a Rivoluzione Industriale sia l’auspicato Governo Globale: “Siamo tutti insieme”, sulla Terra si suppone.

 Non nuove le forme e modalità: decarbonizzazione, comprese tasse che colpiscano le industrie basate sul fossile [oggetto peraltro di dubbi mercimoni] e i disinvestimenti da parte degli investitori Big (Blackrock ha appena tolto oltre un miliardo da Occidental Petroleum), energie pulite, economia circolare, mobilità sostenibile, futuro delle città, eccetera. Industrie ma anche “stili di vita sostenibili”. “La maggior minaccia per il mondo non è il coronavirus ma l’affluence, la prosperità …la sostenibilità ambientale si raggiunge tagliando l’eccessivo consumismo” [sic].

 

3. Società & futuro del lavoro. Tema chiave, insieme alla Tecnologia benefica a cui si intreccia nel delineare la Nuova Normalità post Covid-19. Vedi la conferenza del WEF 20-23 ottobre 2020, Resetting the Jobs, già tema di un libro di Schwab. Vari aspetti:

*Lavoro a distanza, da qualsiasi luogo. Scontata la sua futura prevalenza, si consigliano [per ora?] forme di lavoro ibrido “per preservare la salute mentale e sociale degli impiegati”[sic]. Ma “la parte maggiore della popolazione potrà partecipare a lavori non più ristretti alle grandi città”.

Lavoro flessibile. Grazie alle tecnologie digitali si prevedono lavori a breve, a richiesta, freelance, una flessibilità che “consentirà di scegliere dove e quando lavorare”. Anche il business ne beneficerà “assumendo persone per riempire gap specifici e impiegati freelance”. Addio al posto fisso: “I giovani dovranno crearsi il loro lavoro”.E chi non ci riesce?

“Lavoro più smart”, grazie all’AI e alla collaborazione uomo macchina che prenderanno in carico i lavori più ripetitivi e di routine. Robot e automazione avranno un “ruolo stellare” rimpiazzando l’interfaccia umana in aree a rischio, come durante la pandemia. L’AI creerà direttamente o indirettamente nuovi impieghi. Esempi: cloud computing, big data analysis, internet of things, cybersecurity, robot non umanoidi e droni, realtà aumentata, stampa3D, nanotecnologie, biotecnologie, robot umanoidi. Anche nell’agricoltura.

Lavoro per il pianeta. Sono i futuri lavori per la sostenibilità ambientale o volti dar luogo a uno stile di vita sostenibile. “Cresceranno a milioni (…). La pandemia ha fornito un’eccellente opportunità per ridisegnare i luoghi di lavoro in vista di una maggiore efficienza, inclusione, resilienza, sostenibilità… “. Consumare meno ma anche possedere meno e spostarsi meno.

4. Tecnologia benefica. E’ il cuore della 4a Rivoluzione Industriale. “L’era post Covid-19 sarà forgiata definitivamente dalla tecnologia più che qualsiasi altra forza nel teatro globale”. Quattro i punti cardine.

La manifattura da reinventare. Il 5G, “importantissimo per l’economia, e l’ambiente” . “Nell’ultimo anno la sanità ha visto un +490% di visite e cure a distanza, +82% di giochi online, +75% di transazioni e commerci ecc, il 60% degli impiegati hanno usato teleconferenze e videocalls”. “Con i vaccini c’è il rischio che la società cerchi di tornare indietro allo status quo pre-pandemia”: un “rischio” da evitare, accelerando con il 5G.

I pagamenti digitali. “Il Covid 19 ha accelerato la digitalizzazione dell’economia, il distanziamento sociale ha favorito i pagamenti digitali (…) i governi del mondo dovranno continuare a promuovere l’inclusione finanziaria, anche di giovani, donne, minoranze, PMI”. Sono le stesse categorie da accompagnare nell’inclusione citate nelle High Level Policy Guidelines on digital financial inclusion recentemente adottate nell’incontro dei ministri dell’economia del G20. <La digitalizzazione finanziaria di individui e imprese può ridurre i costi e aprire nuovi mercati e opportunità di vita aiutando i paesi a riprendersi>. [Affidata anche ai Big Tech che già gestiscono commerci, connessioni e pagamenti online?]

*Identità digitale “umanocentrica”. Si punta molto su questo <che è diventato un tema globale>, ed è molto di più dello SPID italiano per dialogare con la nostra PA. Si tratta piuttosto di <impronte digitali digitalizzate> utili <per riconnettere la società in una nuova realtà in cui la popolazione dovrà relazionarsi fisicamente e virtualmente con le autorità pubbliche e il business>. Ma il suo potenziale è più ampio: offre la <possibilità di affermare chi siamo [sic] >, impattando su come viviamo, oltre che sulla ripresa globale.

Tra i vantaggi: <La possibilità di viaggiare – i viaggi sono fermi a causa del Covid e 174 milioni di impiegati sono a rischio di perdere il lavoro – partecipare a convegni, ottenere certificati educativi e di lavoro da remoto, firmare contratti di proprietà – in piena sicurezza>.

 

L’identità digitale prospettata comprende tutta una serie di informazioni sugli individui, dai test sanitari ai vaccini, ma pure informazioni finanziarie e di altro tipo. Con essa sarà possibile registrarsi per accedere a servizi e commerci, compresa l’educazione online, fornire credenziali per un impiego, provare la salute di una persona, combattere le frodi>. E per ottenere i previsti sussidi pubblici, si presume. Ben oltre, quindi, quel Passaporto vaccinale per vaccinati o testati Covid, sollecitato da società aeree e turistiche, imminente in US e in vari paesi, vedi New York Times recente. E tuttavia, si insiste, “in piena trasparenza”.

 <La gente è preoccupata dell’impatto delle tecnologie sui suoi dati personali – il 60% lo è, si ammette – ma esiste un’infrastruttura digitale centrata sull’uomo in grado di assicurare trasparenza garantendo a ciascuno il controllo dei dati (…) Spetta ai governi costruire la fiducia dei cittadini e creare cornici adatte, ma rapidamente, per restare al passo con la tecnologia>.

Che tipo di infrastruttura? Il WEF non cita espressamente l’ID2020, progetto della ID2020 Alliance gestita dal 2015 da una corporation in collaborazione con agenzie ONU, Ong, Microsoft, Rockfeller Foundation e GAVI: la Vaccine Alliance volta ad assicurare un “pari accesso globale ai vaccini”. Questa considera l’identità digitale utile in primo luogo per offrire un’identità – “un diritto fondamentale” – a tutti, a partire dai moltissimi individui che nei paesi emergenti ne sono privi (una sperimentazione è in corso in Bangladesh), ma indispensabile per capire chi sono i vaccinati, contro il Covid-19 e non solo, in prospettiva.

Si parla di ’identità digitale biometrica, una app basata su impronte digitali della mano o impronta della voce o riconoscimento facciale, che contiene dati sensibili e si sperimenta già anche in Italia, vedi progetto PIDaaS, in Piemonte finanziato dall’UE ( in italiano).

Ma allo studio ci sono sistemi più inquietanti come il Quantum Dot Dye a cui lavora il team di Kevin McHugh fra MIT e Rice University, sorta di tatuaggio a punti quantitici (Quantum Dot Tattoos), dove capsule biocompatibili su scala micron si dissolvono sottopelle inglobano punti quantici leggibili elettromagneticamente a distanza .

O addirittura microchip grandi come un chicco di riso da impiantare sottopelle progettati dalla svedese Biohax, presente pure in Italia. Ma il ministero della Salute italiano ha smentito la notizia, circolata sul web, che la si stia sperimentando o autorizzando). Così come Bill Gates ha negato che il “certificato digitale “per registrare eventualmente i dati sanitari possa utilizzare microchip”.

 

Ma torniamo all’agenda di Davos di Klaus Schwab.

 

5. Futuro della salute globale. <Il Covid-19 è una crisi sanitaria senza precedenti, prendere il controllo del virus e assicurarsi che i cittadini del mondo siano vaccinati è una priorità…Vedere la Covid Action Platform , la strategia proposta dal WEF . <Non è l’unica sfida. La ripresa va oltre il virus…  e tutti i cittadini devono poter avere accesso alla sanità, attraverso una partnership fra pubblico e privato>. [Dimentichiamoci del welfare pubblico, già vanto dell’Europa?]

<La pandemia ha mostrato che tra gli strumenti utili per raggiungere una sanità universale vi è la telemedicina e l’uso dei dati. La sfida è non tornare alla normalità precedente>. Si parla di dare la priorità alla salute mentale – ansia e depressione nel 2020 sono cresciuti enormemente (…) Bisogna poi prevenire future pandemie che vengono dagli animali, combattendo deforestazione e traffico di animali selvatici>. [Al Forum, a dibattere sulla salute erano solo i CEO di Pfizer e AstraZeneca, il direttore dell’OMS, il dr. Fauci, oltre al ministro della Sanità tedesco e al premier greco].

6. Oltre la geopolitica. <Oggi ci sono 193 nazioni sovrane, una proliferazione di centri di potere, e un fatto sempre più ovvio: siamo tutti insieme>, sulla Terra, come si è già detto, e interdipendenti. <Quando ci impegniamo tutti insieme possiamo raggiungere obiettivi comuni>, vedi il livello di ozono o l’accordo di Parigi. <Dobbiamo passare dalla geopolitica della competizione internazionale a una completa collaborazione globale di default… Anche le narrazioni devono cambiare>. [Cina e Russia incluse?]

 

LE CRITICHE “COSPIRAZIONISTE”. Sono tante, e proliferano. Molte pubblicate sul sito del canadese Center for Research on Globalization, da sempre molto critico del sistema. Niente a che vedere con Qanon e posizioni simili dell’ultradestra trumpiana, ostile al Great Reset come al Green New Deal, considerati “socialisti. Coerentemente: sostenitori di Trump erano/sono l’industria delle energie fossili che nega il riscaldamento climatico, i miliardari “libertari” e l’ala repubblicana “anti statalista”. Dopo di che, nel magma del web, tutto si tiene e si influenza.

In generale, il Great Reset è visto come progetto di una nuova forma di totale controllo globale e di una ulteriore formidabile concentrazione della ricchezza in mano a pochi, sempre gli stessi. Un’evoluzione dell’economia mondiale <neoliberista all’ennesima potenza>: <Un atto di Guerra economica che minaccia la sovranità degli stati nazionali, impoverisce le popolazioni, mina le democrazie… Senza bisogno di guerre né di regime change>. Capitalismo di Sorveglianza, grazie all’identità digitale elettromagnetica e ai vaccini collegati: One World Order. Altro che contratto sociale e lotta alle disuguaglianze, per i cospirazionisti.

Un’agenda che avrebbe vari precedenti e oggi accelera grazie al Covid-19, non tanto al virus in sé quanto alle <chiusure che hanno messo in ginocchio l’economia reale: scuole vuote, aeroporti vuoti, viaggi bloccati, negozi, bar e ristoranti verso la bancarotta, servizi sospesi>. Un lockdown che sarebbe stato imposto al mondo arbitrariamente o addirittura pianificato, con una strategia della paura supportata dai media, complici del piano. Il che permette di bollare tout court queste critiche come “negazioniste”.

In questo coro si distingue il citato Anthony Hall. Con l’ipotesi che il COVID-19 sia una copertura per una crisi finanziaria anticipata (forse addirittura pianificata?), i cui segni erano già chiari nel 2019. Dalla crisi del Repo Market (dove le banche si riforniscono di liquidità), confermata dai $9000 miliardi della Fed di New York per mantenerlo operativo, operazione “coperta” mentre la stessa Fed affermava che le banche erano in salute. La causa? L’attività speculativa specie sui derivati, come nel 2007-8. Altri segnali: i circa 1500 CEO che nel 2019 lasciarono l’azienda, con le loro quote azionarie. E i tassi negativi sui bond governativi del mondo, e la caduta dei valori azionari, in particolare banche, in testa Citi e JPMorgan. E la contrazione dell’economia in Germania.

Tutto ciò – ragiona Hall – sarebbe sufficiente per chiedersi se il collasso delle economie nel 2020 abbia altre cause dalla pandemia e dai lockdown (una politica pubblica sbagliata e anti costituzionale a suo dire) che pure hanno contribuito a un tracollo generale mai visto. A partire dalla Cina, con le chiusure che hanno interrotto la catena delle forniture. Tanto che alcuni arrivano ad affermare che tale crollo sia stato pianificato, e che la pandemia sia stato un pretesto per far collassare l’economia globale e il tessuto sociale sottostante, per poi resettarla.

Hall mette in dubbio i conteggi delle vittime e dei contagiati, testati con i discussi PCR ( Underblog). <L’inflazione dei casi e dei morti è l’espressione dello zelo utile a giustificare i lockdown? I lockdown in Cina sono stati concepiti per aiutare a creare le condizioni di un piano capace di dar vita a una nuova politica economica nel mondo? E come considerare il fatto che coloro che si identificano col WEF hanno indicato la strada per enfatizzare il reset emergente dalla crisi sanitaria, reset che lo stesso WEF contribuisce a pubblicizzare già dall’ottobre 2019?

 

Precedenti. William Engdahl (laurea a Princeton, già consulente e conferenziere, autore di libri), vede nel Great Reset una riedizione dei War and Peace Studies, strategia elaborata da un gruppo coordinato da Isaia Bowman, geografo della John Hopkins University per il Council of Foreign Relations con finanziamenti della Rockefeller Foundation, che nel 1939 pianificava l’entrata in guerra degli US e il mondo post bellico in cui gli US avrebbero preso il posto dell’impero Britannico. Quel che Henry Luce nel ’41 definì “il Secolo Americano”, con Nazioni Unite dominate dagli US e gli accordi di Bretton Woods (questi sì keynesiani e infatti poi rinnegati) parte del piano.

 

Del resto <Klaus Schwab-il nuovo Hitler- [ingegnere ed economista, 17 dottorati onorari da atenei di tutto il mondo, medaglie e onorificenze a schiovere] fondatore del WEF è un protegé di Henry Kissinger, a sua volta vicino ai Rockefeller, da quando erano insieme ad Harvard, e già nel 2016 nel libro Shaping the future of the Fourth Industrial Revolution (4IR) descriveva i cambiamenti tecnologici prossimi venturi>.

 

il prof Michel Chossudovsky, economista fondatore del CGR, ricorda invece il Chile 1973 Reset, il colpo di stato cileno ordito dalla CIA con Kissinger Segretario di Stato, da lui vissuto in prima persona a Santiago, e quello dell’Argentina nel 1976, prodromi del programma di Aggiustamenti Strutturali (SAP) imposti dal FMI e Banca Mondiale a 100 paesi. <Ora entriamo in una nuova fase di destabilizzazione macroeconomica, più devastante dei 40 anni di trattamenti shock e austerity imposti a beneficio degli interessi finanziari dominanti>.

 

Rockefeller, nome ricorrente con Rothschild nelle teorie cospirative, è citato anche da Chossudovsky nelle parole di David che su Aspen Times del 5/8/2011 auspicava “una sovranità super nazionale di una élite di intellettuale e banchieri mondiali sicuramente preferibile all’auto-determinazione nazionale praticata nei secoli scorsi”. Nel 2010 un report della Rockefeller Foundation, Scenarios for the future of Technology and International Development Area, contemplava azioni da intraprendere in caso di una pandemia mondiale. E comprendeva la simulazione di un Lock Step Scenario in caso di una influenza virulenta. Era da poco scoppiata l’epidemia da H1N1 [poi rientrata, con enormi quantità di vaccini acquistati ma rimasti inutilizzati].

 

Un’altra simulazione, l’Event 201, viene condotta il 18 ottobre 2019 dalla John Hopkins University, sponsor la Bill and Melinda Gates Foundation e il WEF. Un coronavirus partito dal Brasile causava nel mondo 65 milioni di vittime in 18 mesi e sovvertimenti economici. Il suo nome,  nCoV-2019, era lo stesso dato al virus identificato in Cina neppure tre mesi dopo, poi cambiato in Sars-CoV-2. Rilanci e sospetti dilagati sul web. <Non era una predizione>, hanno poi precisato. [Ma un’altra simulazione pandemica – Cladex – era già stata fatta nel 2018 al tempo di Ebola, ne parlò anche il Washington Post].

 

Il “collasso economico pianificato”.<La data chiave è l’11 marzo 2020 quando l’OMS proclama la pandemia globale, raccomandando i lockdown: i casi fuori dalla Cina erano 44.279, 1440 le vittime, su una popolazione globale di 6.8 miliardi. E i casi extra Cina erano solo 83 quando il 31 gennaio l’OMS aveva dichiarato l’Emergenza Sanitaria Pubblica, dopo una vivace discussione interna il 22 gennaio. Proprio in quei giorni (21-24/1) al WEForum di Davos, presente il direttore dell’OMS Tedros Adhanom, la CEPI, coalizione per innovazioni in preparazione di epidemie, partnership WEF e Gates, annunciava un vaccino mRNA di Moderna contro il nCoV-2019, il cui nome sarebbe cambiato solo in febbraio. Il 31 gennaio Trump chiudeva i voli dalla Cina. Eccetera eccetera. [I numeri ufficiali OMS sono inferiori l’11/3, poco superiori il 31/1, con 106 casi extra Cina, ma già in 19 paesi)].

Tanto basta perché Chossudowsky – in una dettagliata cronologia – parli di <collasso pianificato delle economie <Un “progetto diabolico” che viene dall’alto, da Wall Street, WEF, fondazioni miliardarie, presentato come “umanitario” e supportato dai media>. Anche con censure mediche (qui Koenig). Per es <Youtube non consente di postare informazioni che contraddicano o mettano in dubbio l’OMS o opinioni divergenti di medici locali – alcuni dei quali hanno perso il lavoro>. Ed è di oggi la cancellazione su Instagram dell’account di Robert Kennedy Jr, nipote di JKK, <per aver condiviso affermazioni smentite su coronavirus e vaccini> sul suo sito Childern’s Health Defence liquidato come No Vax .

Peter Koenig, una vita fra Banca Mondiale e OMS, uno dei più prolifici e estremi, arriva non solo a parlare di pandemia pianificata per collassare l’economia, in base ai piani/simulazioni del 2010 e 2019 e a letalità e diffusione dei contagi ingigantite dai test PCR utilizzati secondo indicazioni OMS. Lo scenario distopico che prevede vaccinazione massiccia, agenda elettronica planetaria, moneta digitale, 5G e poi 6G universale, venduti come Internet of things, comprenderebbe a suo dire anche il progetto, da tempo caro a Rockefeller e poi a Bill Gates, di riduzione della popolazione del globo: una delle variabili cruciali per diminuire le emissioni di CO2 e rendere più sostenibile in pianeta. A supporto, cita Gates al TED Talk 2010 Innovating to Zero: “Se facciamo un buon lavoro possiamo ridurla dal 10 al 15%”, la popolazione. <Siamo in guerra>, titola un altro post di Koenig.

 

Le forze trainanti <Sono Big Money, comprese le fondazioni miliardarie. E’ una complessa alleanza di Wall Street e dell’establishment bancario, Big Oil and Energy, i contractors della Difesa, Big Pharma, i conglomerati Biotech, le corporations dei media, i Giganti delle Comunicazioni e delle tecnologie Digitali, insieme a una rete di think tanks, gruppi di lobby, laboratori di ricerca (…) Una complessa rete di decisori che comprende FED, BCE, FMI, Banca Mondiale, banche regionali di sviluppo, e la BIS, la Bank for International Settlements basata a Basilea che ha un ruolo strategico chiave. Non mancano scampoli degli apparati di Stato. La proprietà intellettuale ha un ruolo importante>. (Chossudovsky).

 

<Dell’ondata di chiusure e bancarotte e disoccupazione responsabile non è il virus, come viene detto, ma i potenti finanzieri e miliardari che sono dietro al processo decisionale. La cui ricchezza totale negli ultimi nove mesi è cresciuta da $8000 a $10.000 miliardi, grazie ai pacchetti di stimolo governativi, alla campagna di paura del Covid-19 e al risultato di insider trading e manipolazioni dei mercati finanziari e delle materie prime> [i cui prezzi effettivamente stanno già aumentando]. <E’ la più grande redistribuzione di ricchezza globale della storia> (Chossudovsky).

 

<Ma nel capitalismo c’è anche una rivalità interna, un conflitto tra il Big Money Capital e il Capitalismo Reale delle imprese che operano in diversi settori dell’attività produttiva, comprese le piccole medie imprese. Quello in atto è un processo di concentrazione della ricchezza (e controllo delle tecnologie avanzate) senza precedenti dove l’establishment finanziario, vale a dire i creditori, sono destinati ad appropriarsi degli asset delle società che falliscono e degli asset di Stato>.

<Usando i lockdown e le restrizioni, il Great Reset viene portato avanti sotto forma di una “Quarta Rivoluzione Industriale” (4IR) in cui le vecchie imprese vengono spinte alla bancarotta o assorbite in monopoli, di fatto chiudendo interi settori dell’economia pre-Covid [enfasi originale]. Le economie si stanno ristrutturando e molti lavori saranno svolti da macchine guidate dall’Intelligenza Artificiale>.

<I senza lavoro (e ce ne saranno molti) saranno assistiti con qualche forma di “salario di base universale” e avranno i loro debiti (indebitamento e bancarotte su larga scala sono il deliberato esito di lockdown e restrizioni) cancellati in cambio del passaggio dei loro averi allo Stato, o meglio alle istituzioni finanziarie che aiutano a condurre questo Great Reset. Il WEF dice che il pubblico “affitterà quello di cui ha bisogno”, spogliandosi del diritto di proprietà in nome del ‘consumo sostenibile’ e del ‘salvataggio del pianeta’> (citazione da Colin Todhunter qui che a sua volta cita il video del WEF su YouTube <You’ll own nothing and you’ll be happy>. Nel 2030 “Non possiederai nulla e sarai felice”).

Vaccini e identità. <Il programma di vaccinazioni (compreso il passaporto digitale) è parte integrale del piano e del regime totalitario>. Chossudowsky rinvia a Peter Koening sul <famigerato ID2020…programma di una ID elettronica che usa la vaccinazione generalizzata come piattaforma per una identità digitale>.  Un summit della ID2020 Alliance già nel settembre 2019 aveva come focus i vaccini e il passaporto digitale. Oggi Koening torna sul tema con un nuovo post tutto dedicato all’ID elettromagnetica impiantabile nel corpo attraverso i vaccini o separatamente, citando anche i le visioni di Elon Musk . [Ma l’ID approvata in Germania non ci risulta].

Engdhal : <Nel suo libro sulla 4a rivoluzione industriale (2016) Schwab descrive i cambiamenti tecnologici prossimi venturi, i dati centralizzati in corporation private come Google, Facebook e Amazon per monitorare ogni nostro respiro (…) .Descrive come le tecnologie di nuova generazione, già lanciate da Google, Huawei e altri, permetteranno ai governi di <intromettersi negli spazi privati delle nostre menti, leggere i nostri pensieri e influenzare i nostri comportamenti … con una fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica”>.

Fra queste tecnologie fusion ci sono “microchips che spezzano la barriera epidermica di nostri corpi”, “dispositivi impiantabili che potranno anche aiutare a comunicare pensieri normalmente espressi verbalmente, attraverso smartphone ‘interni’, e pensieri potenzialmente inespressi o stati d’animo, attraverso la lettura di onde cerebrali”>.

Pura fantascienza? E glissiamo qui sui programmi per la trasformazione dell’agricoltura in senso “sostenibile” iper meccanizzata e largamente basata su OGM, destinata a soppiantare i coltivatori diretti familiari, per arrivare a un cibo sintetico biologicamente modificato e creato in laboratorio, a partire dalla carne. Secondo i piani dell’EAT Forum, o Davos for food. Sui quali Engdahl insiste, avendoci scritto un libro.

<I maghi della tecnologia mirano a sostituire i contadini con i loro sporchi terreni e animali inquinanti e portatori di virus con robot, semi OGM e e carne artificiale in laboratori puliti> fa eco Diana Johnstone. Che prende in esame vari temi, avanzando dubbi.

Dubbi sull’uso esteso di teleconferenze, Zoom, Skype ecc e sul destino delle città, sull’educazione online e le minacce alla comunità umana, sul profetizzato semi collasso dell’aviazione civile (non di quella militare), e sul narcisismo cibernetico intrinseco al combinarsi di Ai, internet delle cose, senso e tecnologie indossabili. Dubbi, soprattutto, sulla perdita del lavoro, con la domanda dei consumatori che si intreccerà con il disperato bisogno di guadagnarsi la vita (…)Alla lotta contro lo sfruttamento si sostituirà quella per l’irrilevanza: la nuova” classe degli inutili”,inutili non alla comunità sociale ma al sistema politico-economico>.

E conclude considerando <la 4a Rivoluzione Industriale che impegnerà i governi insieme ai privati analoga, sul piano civile, a quella che ha dato vita al Complesso Militar Industriale. Come quello viene presentato come necessario al “proteggere la sicurezza”, questa sorta di Complesso Tecnologico Farmaceutico è promossa come indispensabile a “salvare l’ambiente”>.

 

CONCLUSIONI. Il reset post COVID-19 sarà salvifico o catastrofico per il mondo? Il piano del WEF – posto che sarà davvero messo in atto (la BBC ne dubitava, il FT è scettico) – è utopico o distopico? Chissà, sebbene alcune tendenze appaiano attuali. Come che sia, alla fine di questo post già troppo lungo (ce ne scusiamo) proponiamo le riflessioni di un filosofo politico, Brad Evans sul sito affatto complottista CounterPunch.

<Ogni catastrofe e crisi sono seguite da una litania di teorie cospirative. La pandemia Convid-19 non fa eccezione. Dalle storie sulla trasmissione di qualche agente letale attraverso il 5G, alle grandi teorie su una trama concepita dall’alto per destabilizzare il mondo, il fantastico e l’assurdo si sono diffusi tanto rapidamente quanto il virus. Se i primi colpevoli spaziavano da Bill Gates a George Soros agli Eco-fascisti, è diventato più frequente suggerire qualche congiura Cinese o una pandemia pianificata (sì, la Plandemic) per iniziare una vaccinazione di massa. (…). Ma le cospirazioni funzionano a beneficio delle forme di potere stabilite>.

<Il mondo in cui viviamo a livello personale può sembrare rallentato, quasi fermo. E’ un’illusione. I meccanismi del potere stanno muovendosi a una velocità inimmaginabile solo mesi fa. Non è una rottura o un lock down ma un’accelerazione poderosa di tendenze già in atto. (…) Le separazioni fisiche fra la gente stavano già consolidandosi – scrive Evans citando i muri con i quali l’Occidente si circonda contro rifugiati e indesiderabili, le restrizioni alla mobilità in US e UK. Che <non hanno a che fare con la sovranità ma con la riorganizzazione del capitalismo. Ma oggi non si tratta più solo di lockdown di nazioni. Ogni città, ogni strada, ogni parco, ogni casa diventano un confine. E non saranno misure temporanee. Davvero vogliamo vivere in un mondo dove tali segregazioni sono accettabili, dove ogni idea di presenza fisica e contatto diventa un tabù, dove serve un permesso per attraversare qualsiasi immaginario confine posto alla nostra vita?>

<I poteri finanziari sono già dominati da giganti della tecnologia che hanno ammassato ricchezze comparabili alla Gilded Age di fine ‘800. La loro visione è quella di una società interconnessa, dove la nuova globalizzazione non prevede che siamo a noi a viaggiare nel mondo, è il mondo che viene a noi, nei confini delle nostre case. Non è una coincidenza che a fare i maggiori profitti in questi tempi siano Amazon e Facebook. Non abbiamo scelta che vivere vite virtuali. Davvero desideriamo un’esistenza schermica dove ufficio e casa, pubblico e privato, sono indistinguibili? Dove è un’eccezione avventurarsi in qualche luogo sconosciuto e gioire del mondo reale?

<La guerra al Terrore ha già avanzato l’idea di un nemico invisibile…facendoci credere che le nostre vite sono insicure. Questa narrazione e questo linguaggio sembrano esauriti. Era davvero così? Non si è capito(…) Oggi ciascuno è l’origine di pericoli potenziali. E droni sperimentati su popolazioni del Sud potrebbero essere ammessi anche su cieli democratici. Vogliamo davvero vivere sotto una presenza continua di tali marchingegni, che a un certo punto potrebbero divenire armati e letali?> [Il presidente Biden all’ultimo G7 ha paragonato la Guerra al virus alla Guerra al Terrorismo].

<I nostri diritti alla privacy sono da tempo sotto attacco, grazie a tecnologie invasive e ad algoritmi per la sorveglianza e la manipolazione delle abitudini umane. Eppure, malgrado la disponibilità a rendere pubblici dettagli intimi delle nostre vite, abbiamo mantenuto segreta la nostra salute. Oggi è terrificante la velocità con cui delle app registrano, monitorano e analizzano la salute di intere nazioni, cosa che è entrata nel discorso pubblico senza nessun serio dibattito sulle implicazioni politiche, al di là di ogni “etica”. Vogliamo un mondo in cui ogni respiro, ogni sudore e ogni lacrima vengano monitorati? Un mondo in cui la nostra salute è un altro complesso di dati, che non solo alimenta il sistema ma prova le nostre credenziali sanitarie e il diritto di muoversi in ogni sfera sociale, ogni spazio pubblico, ogni paesaggio virtuale?> [magari pure di lavorare, aggiungiamo].

<Il modo in cui le società scelgono come rispondere a crisi come questa pandemia non è inevitabile. Dipende da quali valori in una società riteniamo primari e quali secondari>. Evans constata come la decimazione di arte e cultura al di fuori di istituzioni corporate. La stampa radicale e indipendente combatte già per la sopravvivenza, altrettanto avviene ai produttori di una cultura critica che, già ai margini, è spinta verso l’abisso. Con la complicità dei liberali (chiunque critica la matrice militarista tecno-farmaceutica è spinto nello stesso campo dell’estrema destra – dirà più avanti). Davvero vogliamo vivere in un mondo in cui la cultura è ridotta a visite virtuali in alcune gallerie d’arte e preferenze estetiche – e non solo – sono spogliate da ogni richiesta politica e cedute al potere di una ragione tecnocratica?

<Colpisce nel cosiddetto “Mondo Occidentale” l’atteggiamento verso l’educazione. Prima della pandemia era già in atto un attacco nei confronti di arte e scienze umanistiche e sociali, a partire dalle università. Con salvataggi e risorse dati primariamente a grandi business, imprese tecnologiche, ricerca medica e sanitaria, la precarietà di queste aree di studio è molto cresciuta. Eppure proprio questi settori sono critici per una nozione effettiva di democrazia capace di creare cittadini impegnati in grado di immaginare visioni alternative. Vogliamo davvero vivere in una società dove i temi e ricerche che incoraggiano a parlare di verità nei confronti del potere e a immaginare futuri migliori sono riservati a élites selezionate che hanno interesse allo status quo?

<Non c’è dubbio che questo virus sia devastante per persone e famiglie fragili che hanno perso i loro cari e che continui a spaventare parecchia gente, chiusa nelle proprie case temendo il contagio. Ma dobbiamo essere vigilanti verso la catastrofe in arrivo, potenzialmente altrettanto terrificante: l’accelerazione di dinamiche in grado di creare una falsa umanità che rischia di essere permanentemente segregata, isolata, quarantenata, intimorita dall’avventurarsi nel deserto reale.

Si dice che la realtà sia spesso più bizzarra della fiction. La linea fra le due in affetti non è chiarissima. Al mondo non serve un’altra cospirazione, ha bisogno di una comprensione critica della strada che gli si apre davanti e delle rotture che si stanno verificando>.

 

 

 

 

 

L’architetto del “Grande Reset”

 (il nuovo Hitler )sostiene l’Ucraina.

Neovitruvian.com - Redazione- (28-2-2022)- ci dice :

 

Il presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, ha condannato l’operazione militare russa nel Paese.

Il World Economic Forum (WEF) e il suo presidente, Klaus Schwab, hanno dato il loro sostegno all’Ucraina, promettendo di fare “tutto il possibile per aiutare” il paese contro “l’aggressione russa”.

Nella dichiarazione di domenica, Schwab – l’autore di “Covid-19: The Great Reset” – e il presidente del WEF Borge Brende hanno affermato di “condannare profondamente l’aggressione della Russia contro l’Ucraina” e “gli attacchi e le atrocità”.

“La nostra piena solidarietà è con il popolo ucraino e tutti coloro che stanno soffrendo innocentemente per questa guerra totalmente inaccettabile”, hanno affermato.

“Ci auguriamo solo che – a lungo termine – prevalga la ragione e che lo spazio per la costruzione di ponti e la riconciliazione emerga ancora una volta”, hanno affermato, unendosi pubblicamente alla NATO, alla Commissione europea, al capo delle Nazioni Unite e ad altre potenze occidentali condannare l’azione militare russa in Ucraina.

Durante un discorso del febbraio 2020 al World Economic Forum, che ha avuto luogo pochi mesi prima del controverso incontro del “Great Reset” del WEF, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato gli “investitori occidentali” a diventare “le parti interessate, gli azionisti del successo di un nuova Ucraina”, e ha detto che l’Ucraina è “un luogo in cui i miracoli si avverano”.

“L’Ucraina dovrebbe diventare una mecca degli investimenti dell’Europa centrale e orientale”, ha affermato.

Il Grande Reset chiede la creazione di “fondamenta completamente nuove per i nostri sistemi economici e sociali” e un reset del capitalismo in risposta alla pandemia di Covid-19.

I critici, tuttavia, l’hanno accusato di essere in un complotto globalista di Klaus Schwab (il nuovo Hitler) per aumentare il potere dei governi e attuare un nuovo ordine economico globale.

 

 

 

In che modo Trudeau ha deliberatamente

consentito il peggioramento della vicenda

dei camionisti per invocare poteri straordinari

(aka legge marziale) in Canada.

Neovitruvian.com- Redazione- ( 15-2-2022)- ci dice :

 

Il governo Trudeau ha invocato, per la prima volta nella storia canadese, l’Emergencies Act. L’obiettivo.

Fermare un gruppo di camionisti. Ecco come questa situazione è stata appositamente progettata per portare direttamente a questa misura estrema.

C’è qualcosa di sbagliato e innaturale in quello che sta accadendo in Canada in questo momento. E potrebbe essere il primo esempio di ciò che potrebbe accadere in molti altri paesi del mondo. Per settimane, il governo canadese ha fatto tutto il possibile per trasformare le proteste del Freedom Convoy in una crisi nazionale.

Non solo il governo ha deliberatamente permesso che la situazione peggiorasse, ma ogni singola parola dalla bocca di Trudeau è stata appositamente calcolata per infiammare la situazione.

E ora, invece di presentare ai canadesi un piano per ripristinare le libertà pre-COVID, Trudeau è andato nella direzione esattamente opposta. Ha invocato, per la prima volta nella storia del Canada, l’Emergencies Act che apre le porte a una legge marziale totale.

Era necessaria l’invocazione di una legge così` estrema?

Quasi tutti gli osservatori dicono assolutamente di no. In effetti, sembra che questa crisi sia stata appositamente progettata per portare a questo risultato specifico. L’attore principale di questo triste episodio della storia canadese?

 Justin Trudeau. CONTROLLATO DAL “WORLD ECONOMIC FORUM di Klaus Schwab”, il nuovo Hitler.

Per capire il motore e l’ideologia dietro Trudeau, basta guardare il seguente video in cui Klaus Schwab, capo del World Economic Forum (WEF), parla e comanda di “penetrare” il governo Trudeau.

Nel video sopra, Schwab è “davvero orgoglioso” di controllare una “giovane generazione” di leader come Trudeau. Aggiunge anche che almeno la metà del gabinetto di Trudeau è di proprietà del WEF.

 Questa non è una “teoria del complotto”, è lo stesso Schwab  (il nuovo Hitler) che dice le cose come stanno.

 

Negli ultimi mesi, io- Karl Schwab -ho pubblicato diversi articoli sul WEF e sui suoi piani per utilizzare la pandemia per realizzare un “Grande ripristino”.

Il WEF ha persino pubblicato alcuni video davvero bizzarri elogiando i drastici lockdown mentre tentava di normalizzare le misure pandemiche permanenti.

Quando si comprende che il governo Trudeau è completamente controllato dal WEF del nuovo Hitler , il suo atteggiamento e le sue politiche iniziano ad avere un senso. I

n effetti, quando Trudeau è stato eletto per la prima volta nel 2015, il suo atteggiamento era “solare” che univa i canadesi con un messaggio positivo. Tuttavia, dopo la pandemia, tutto é cambiato. Riflette un’agenda che può essere vista in tutto il mondo: trasformare una gran parte dei cittadini in nemici dello stato, giustificando la repressione contro di loro.

Purtroppo, la pandemia, che è presumibilmente una “crisi sanitaria”, si è trasformata in una crisi politica.

Nonostante il Canada abbia uno dei tassi di vaccinazione più alti al mondo, Trudeau -tra i preferiti discepoli di Klaus Schwab - ha lavorato duramente per dividere il paese e demonizzare coloro che non sono stati vaccinati. Alcuni mesi fa, Trudeau ha chiamato infamemente i non vaccinati “misogini e razzisti”.

Naturalmente, si tratta di una bugia. Come possono i non vaccinati essere “misogini” quando la metà di loro sono donne? Come possono essere “razzisti” quando minoranze e immigrati mostrano i tassi di vaccinazione più bassi del Paese?

In questo contesto tossico, i fatti non contano. Si tratta di impostare parole d’ordine e creare una narrativa che giustifichi l’oppressione utile agli organigrammi del nuovo Hitler.

 

I CAMIONISTI.

Nel gennaio del 2022, mentre luoghi in tutto il mondo stavano abbandonando le misure COVID ritenute obsolete e non necessarie, il governo Trudeau ha imposto un obbligo vaccinale ai camionisti che attraversavano il confine tra Canada e Stati Uniti.

È una di quelle misure che non hanno scopo se non quello di creare divisione nella società.

Come possono i camionisti, che trascorrono la maggior parte del loro tempo sulle autostrade, all’interno dei camion, essere considerati una minaccia COVID?

 Inoltre, la variante Omicron ha dimostrato, senza ombra di dubbio, che gli attuali vaccini non fermano la diffusione del virus. Considerando questi fatti, ci si può chiedere: perché il governo ha scelto di applicare questa politica non necessaria? Era una pura provocazione? Trudeau ha ubbidito ad un ordine  perentorio del nuovo Hitler, così come fanno tutti capi di governo occidentali globalisti per la creazione del” Quarto Reich del

distopico  Klaus  Schwab”.  

Quindi i camionisti hanno risposto organizzando un enorme convoglio che ha viaggiato per l’intero paese per riunirsi a Ottawa. Apparentemente il convoglio ha colpito un nervo scoperto nel Canada esausto dal COVID poiché ha ricevuto un benvenuto eroico ovunque andasse.

Vedendo questo enorme movimento prendere piede, Trudeau ha tentato di stroncarlo sul nascere aprendo un dialogo? No, ha fatto l’esatto contrario. In una famigerata conferenza stampa, Trudeau ha dichiarato:

“La piccola minoranza di persone che stanno andando a Ottawa, hanno opinioni inaccettabili, non rappresentano le opinioni dei canadesi”.

Trudeau in realtà ha affermato che i cittadini canadesi contrari ai mandati sui vaccini avevano “punti di vista inaccettabili”. Bill Maher – un convinto liberale – ha paragonato Trudeau a Hitler.

Nel 2020, mentre il Paese era in pieno lockdown, Trudeau ha pubblicato un tweet in cui ringraziava i camionisti.

Non appena i camionisti si sono opposti a una delle politiche oppressive di Trudeau, si sono trasformati in una “minoranza marginale con opinioni inaccettabili”. Ossia non erano osservanti agli ordini

Del  nuovo Hitler.

Quando il convoglio è finalmente arrivato a Ottawa, migliaia e migliaia di canadesi hanno protestato pacificamente contro gli obblighi vaccinali e altre restrizioni COVID.

Ecco nascere  una protesta per la libertà a Ottawa, Canada.

Questa situazione avrebbe potuto essere risolta molto facilmente. Trudeau avrebbe potuto incontrare i manifestanti. Alcuni mesi prima, si è letteralmente inginocchiato davanti ai manifestanti BLM che stavano abbattendo i monumenti. Ancora meglio, avrebbe potuto annunciare la graduale revoca di misure controverse che in primo luogo non dovrebbero nemmeno esistere. Questi semplici gesti avrebbero alleggerito la situazione e la maggior parte dei manifestanti avrebbe fatto le valigie e se ne sarebbe andato a casa.

Tuttavia, Trudeau non ha fatto nessuna di queste cose. Il giorno prima della protesta di Ottawa, Trudeau ha twittato  gli ordini del nuovo Duce globalista.

E` fuggito e si è nascosto in un “luogo sconosciuto” per diversi giorni.

Nel frattempo, i media (che sono di proprietà delle stesse forze globaliste che possiedono Trudeau) hanno fatto tutto il possibile per demonizzare i manifestanti.

Come al solito, le parole “razzista” e “suprematista bianco” sono state lanciate deliberatamente, nonostante un gran numero di manifestanti provenisse da minoranze e immigrati. Ancora una volta, i fatti non contavano. Si trattava di spingere una narrativa contenente gli ordini di Klaus Schwab.

In breve, i poteri forti l’élite al comando  dei globalisti mondiali volevano che la situazione degenerasse e volevano che i manifestanti si radicalizzassero provocandoli inutilmente.

Questo atteggiamento bizzarro ha indotto i membri del governo di Trudeau a criticare le sue azioni. Joel Lightbound, un membro del gabinetto di Trudeau, ha dichiarato:

“Non posso fare a meno di notare con rammarico che sia il tono che le politiche del mio governo sono cambiate drasticamente dall’ultima campagna elettorale. È passato da un approccio più positivo a uno che stigmatizza e divide le persone.

Sta diventando sempre più difficile sapere quando si ferma la salute pubblica e dove inizia la politica. È ora di smettere di dividere i canadesi e di contrapporre una parte della popolazione all’altra”.

Mentre i membri del partito di Trudeau denunciavano le sue tattiche pericolose e di divisione, i partiti di opposizione hanno tentato di risolvere la situazione proponendo una tempistica per revocare le restrizioni COVID. Questo semplice gesto sarebbe stato sufficiente per rimandare a casa la maggior parte dei camionisti. Tuttavia, il governo di Trudeau ha respinto questa mozione. Come mai? La risposta è ovvia.

Volevano trasformare il Freedom Convoy in una crisi politica. Dopo 17 giorni di completa inazione, Trudeau è andato all’opzione più estrema possibile: la legge marziale.

LEGGE SULLE EMERGENZE.

Il 14 febbraio, il governo Trudeau ha promulgato, per la prima volta nella storia del Canada, l’Emergencies Act che conferisce al governo ampi poteri. Questa misura estrema doveva essere utilizzata in caso di una grave emergenza nazionale:

“ Ai fini della presente legge, l’emergenza nazionale è una situazione critica e urgente di natura temporanea che

 

(a)- mette in serio pericolo la vita, la salute o la sicurezza dei canadesi ed è di proporzioni o natura tali da superare la capacità o l’autorità di una provincia per affrontarlo, o

(b) minacciare gravemente la capacità del governo canadese di preservare la sovranità, la sicurezza e l’integrità territoriale del Canada.

Nulla del convoglio per la libertà’ richiede l’emanazione dell’Emergency Act.

Le proteste sono state straordinariamente pacifiche.                                                                              D’altra parte, alcuni blocchi al confine tra Canada e Stati Uniti hanno impedito al traffico di fluire liberamente.

Tuttavia, quasi tutti gli osservatori concordano sul fatto che le leggi regolari erano più che sufficienti per affrontare queste attività ritenute illegali. Ma nessuno di questi strumenti è stato utilizzato. La situazione è stata lasciata peggiorare.

 Mentre Trudeau afferma che l’Emergencies Act era necessario, i primi ministri di diverse province, tra cui Quebec, Alberta, Manitoba e Saskatchewan, si sono tutti opposti alla sua invocazione.

La legge sulle emergenze conferisce al governo federale poteri speciali, tra cui:

(a) la regolamentazione o il divieto di viaggiare verso, da o all’interno di una determinata area, ove necessario per la protezione della salute o della sicurezza delle persone;

(b) l’evacuazione delle persone e la rimozione dei beni personali da qualsiasi area specificata e l’adozione di disposizioni per la cura e la protezione adeguate delle persone e dei beni;

(c) la requisizione, l’uso o la disposizione di beni;

 

Durante la conferenza stampa, Trudeau ha sottolineato il fatto che la legge sarebbe “limitata nel tempo e mirata a specifiche regioni geografiche”. Ha anche aggiunto che i militari non sarebbero stati usati contro il pubblico. Tuttavia, Trudeau aveva anche affermato in passato che non ci sarebbero mai stati obblighi vaccinali in Canada.

Ma eccoci qua. Ancora più importante, nonostante le parole pronunciate durante la conferenza stampa, il governo ha comunque aperto quella porta legale.

Fatto bizzarro: l’unica volta in cui la legge marziale è stata dichiarata in Canada è stata nel 1970 ed è stata invocata dal padre di Trudeau, Pierre Elliot Trudeau.

Ecco le Truppe militari in marcia a Montreal, in Canada, nel 1970.

L’invocazione dell’Emergencies Act è arrivata anche con nuovi ampi poteri finanziari. Il vice primo ministro Christia Freeland ha dichiarato:

Il governo sta emettendo un ordine con effetto immediato ai sensi dell’Emergencies Act, che autorizza gli istituti finanziari canadesi a cessare temporaneamente la fornitura di servizi finanziari laddove l’istituto sospetti che un conto venga utilizzato per favorire i blocchi e le occupazioni illegali. Questo ordine copre sia gli account personali che quelli aziendali.

I fornitori di servizi di crowdfunding e di pagamento, utilizzati per raccogliere fondi per le proteste, dovranno registrarsi presso il Financial Transactions and Reports Analysis Center, il principale monitor del paese per il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, e devono segnalare transazioni sospette e di grandi dimensioni.

Le modifiche annunciate lunedì “coprono tutte le forme di transazione, comprese le risorse digitali, come le criptovalute”.

 

In breve, l’Emergencies Act è arrivato con disposizioni in materia di crowdfunding, un nuovo precedente che sarà senza dubbio imitato in tutto il mondo. Klaus Schwab applaude!

CONCLUDENDO.

Persone provenienti da tutti i lati dello spettro politico sono rimaste sconcertate dalla risposta bizzarra e irrazionale di Trudeau alla crisi dei camionisti.

 Mentre alcuni lo accusano di “mancanza di leadership”, la verità va ben oltre un difetto di carattere. Trudeau è in realtà sostenuto dai leader più potenti del mondo. Non decide nulla. Lo stesso Klaus Schwab ha affermato che il “World Economic Forum” è “penetrato nel suo governo”.

La crisi dei camionisti è stata appositamente progettata per raggiungere un’impasse al fine di giustificare l’invocazione dell’Emergencies Act.

 Dopo due anni di politiche COVID che hanno messo alla prova i limiti della libertà e della democrazia, il governo canadese ora ha portato le cose a un altro livello.

Quasi tutti gli osservatori concordano sul fatto che la soglia richiesta per l’invocazione dell’Emergencies Act (quale messa in pericolo dei canadesi o della sovranità nazionale) non è stata superata.

Tuttavia, come la maggior parte delle misure COVID del passato, viene stabilito un precedente. La soglia che conferisce al governo poteri ampi è stata abbassata. Se l’Emergencies Act può essere invocato per impedire a un gruppo di camionisti di protestare, può essere utilizzato per qualsiasi cosa.

Il WEF e Klaus Schwab voleva che ciò accadesse. E questo potrebbe essere un progetto che si estenderà al mondo intero per iniziare il futuro millennio del nuovo nazismo globalista dei super-ricchi.

GEOPOLITICA E “GRANDE RESET.”

Sollevazione.it- Redazione- A.Vinco - (10-12-2021)- ci dice :

 

Abbiamo precedentemente definito l’era globale apertasi con il 2020 la Rivoluzione Mondiale Covid-19, conclusione storica del ciclo apertosi l’11 settembre 2001 e segnato dal declino epocale dell’atlantismo unilineare.

Klaus Schwab, presidente del WEF, (nuovo Hitler) teorico della Quarta Rivoluzione Industriale e del Grande Reset, è l’ideocrate della tecnocrazia globalista della Silicon Valley: l’obiettivo strategico, dissimulato, è quello di procrastinare l’avvento del multipolarismo dispiegato, restaurando su tutta la linea, possibilmente senza una nuova guerra mondiale, il dominio imperialista della civilizzazione occidentale della casta super-elitaria “bianca”, giudaico-cristiana e capitalista.

Baget Bozzo, profondo teologo della Sinistra cattolica e fervente islamofobo, vedeva nella superiorità tecnologica occidentale e nella secolarizzazione il segno metamorfico della antica elezione della civilizzazione giudaico-cristiana.

 Come stiamo viceversa constatando, la tecnologia, se ben guidata da uno Stato sociale modernizzatore, sviluppista e comunitarista, ha invece permesso alle civilizzazioni che avevano perso il treno della rivoluzione industriale di recuperare rapidamente i circa due secoli perduti.

La cultura strumentale ha chiarito che il modello di civiltà occidentale capitalista non è applicabile a Cina, Giappone, Russia, mondo islamico e indiano. Il modo di produzione asiatico, con il suo organicismo comunitario non individualistico, non sarebbe affatto scomparso ma sopravvive in profondità. Sotto fondamentali aspetti, il mondo sta diventando sempre più moderno e meno occidentale.

Giudeo-cristianismo e nichilismo transumanista.

Le fonti religiose del pensiero di Klaus Schwab sono stranamente sottovalutate. Artur Schneier, rabbino ebreo americano di origine mitteleuropea, è molto vicino a Schwab, secondo varie interpretazioni avrebbe in parte ispirato il messianismo utopistico del Grande reset.

Alla metà degli anni Duemila il “Rabbi Arthur Schneier Program for International Affairs” teorizzava un modello di globalismo tecnocratico, che poi Schwab approfondirà in modo più dettagliato negli anni più recenti.

 Klaus Schwab è molto vicino ad Israele e alla causa del sionismo, nel 2004 con i fondi dell’israeliana Dan David ha creato una fondazione per diffondere il leaderismo e l’occidentalismo tra le nuove generazioni.

Sia Schwab, sia il rabbino americano Schneier risolvono ideologicamente la Rivoluzione Mondiale Covid 19 come un passo in avanti nell’accelerazione epocale verso la civilizzazione globalista tecnocratica e verso l’annientamento di qualsivoglia modello sociale di civilizzazione multilineare.

Al tempo stesso, il WEF tecnocratico è apprezzato dall’attuale pontefice Francesco per il suo ecumenismo radicalista.

Gli ideocrati della Silicon Valley ritengono che la Cina di Xi Jinping, che dal 2018 ha inaugurato ufficialmente la “Nuova Era” del primato mondiale han e della democrazia sociale globalizzata di radice confuciana, sia integrabile nella tecnocrazia feudale californiana e che, a quel punto, la Russia, isolata su tutta la linea, sarebbe alle soglie della polverizzazione e del frazionamento su base regionale.

Schwab si è infatti personalmente incontrato con Xi nell’aprile 2018; Xi Jinping tenne del resto un discorso molto apprezzato, nel gennaio 2017, all’annuale Forum di Davos.

Ma il neoconfucianesimo sociale e universalistico di Xi Jinping complotta realmente a vantaggio di un disegno sociale e geopolitico così reazionario e individualistico come quello di Schwab ,il nuovo Hitler?

 Il cristianesimo ortodosso russo, così distante dalla teologia giudaico-cristianista occidentale e evangelica, basato sull’idea di comunità spirituale (Sobornost), complotta anch’esso a vantaggio del Grande reset?

E l’Islam, in piena rinascita mondiale, nonostante la scarsa capitalizzazione politica e geopolitica, rimarrà passivo di fronte a una simile prospettiva? Tokio, che sembra più orientata verso Pechino che verso la California, si inchinerà al nuovo sviluppo ineguale teorizzato a Davos? Proviamo a vedere.

L’implosione dell’unipolarismo occidentale globalista di Klaus Schwab  ostacola la risistemazione globale.

Il presidente Vladimir Putin dichiarava nel settembre 2017 che chi avrebbe sviluppato la più avanzata IA (intelligenza artificiale) avrebbe guidato il mondo. Nella storia economica, innovazioni e trasformazioni di modi di produzione avvengono in periodi storici caratterizzati da conflitti militari o da vere e proprie guerre mondiali. Americanisti e sovietici, nonostante la guerra fredda, si intendevano poiché condividevano la originaria radice ideocratica giudeo-cristianista.

Oggi il quadro mondiale è ben più complesso sul piano della sicurezza internazionale: la Russia, con il suo cristianesimo ortodosso di stato, diversamente dall’URSS è la prima barriera antagonista al giudeo-cristianismo nichilista e transumanista proponendo il modello di una ideocrazia contrapposta all’intero occidente.

La Rivoluzione Mondiale dei nostri giorni, ovvero il declino delle democrazie super-capitaliste occidentali e la fine dell’unilinearismo americanistico, avanza quindi in più forme contro il tentativo reazionario di risistemazione globale.

La produzione su larga scala, che ha reso grandi i giganti dell’Asia, e il prudente militarismo geopolitico dello stato profondo russo sono i massimi ostacoli sulla via del Grande reset occidentale.

Una risistemazione occidentale a base di digitalizzazione di massa, home working, concentrazione monopolistica di nuova generazione, come ha rilevato uno studio di “Le Monde” del novembre 2020, non potrebbe seriamente contrastare la rivoluzione geopolitica in atto.

Dall’11 settembre a oggi è fallito ogni tentativo strategico delle élite occidentali “giudaico-cristiane” di fermare l’offensiva dei giganti asiatici confuciani, della Russia greco-cristiana, dell’Islam.

Huntington definì l’evento dell’11 settembre la “rivincita di Dio” sul nichilismo “utopistico-democratico” giudeo-cristianista.

 Sempre Vladimir Putin, nel giugno 2019, dichiarava al New York Times che l’imperialismo occidentale fu globalista e liberoscambista sino a quando ciò era utile per le élite politiche e economiche americaniste, ma divenne immediatamente protezionista, già con l’Obama I, quando percepì che globalismo e liberoscambismo potevano giovare più alla causa dei cosiddetti “Paesi emergenti” che a quella dell’unilinearismo occidentale.

Klaus Schwab (nuovo Hitler )è molto elusivo e confuso sul vero e proprio punto chiave, rappresentato dalla realizzazione di un governo digitale nell’era del cambiamento.

Non sa dirci se gli effetti della quarta rivoluzione industriale e del tentativo di grande risistemazione finiranno per rendere, con la tecnologia finanziaria e militare, con i nuovi metodi di produzione, i cittadini sempre più indipendenti, dando loro un nuovo strumento per far valere la loro opinione o

 se strutture parallele all’autorità, semiclandestine e sovversive, potranno diffondere ideologie antagoniste, reclutare seguaci e coordinare iniziative contro i sistemi governativi ufficiali globalisti.

 

Schwab (il nuovo Hitler )peraltro teorizza un nuovo tipo di guerra ibrida tra nuovi blocchi di civilizzazione, concetto tra l’altro ripreso dalla nuova scuola militare russa, alla luce del Grande reset, in netta controtendenza rispetto al sogno irenistico messianico del governo digitale mondiale che dovrebbe ispirare questa risistemazione planetaria.

Terzo millennio: comunitarismo con inclusione sociale digitale o Northern California.

 

Alla fine degli anni Novanta il militare cinese Qiao Liang, teorico della “guerra senza limiti”, sosteneva che “ci sono reti sopra le nostre teste, trappole sotto i nostri piedi. Non abbiamo alcuna possibilità di fuga”.

Era l’inizio della guerra ibrida multilineare, crollata l’epoca di Yalta, che bussava alle porte della grande storia e che oggi vediamo in atto su scala planetaria con la stessa crisi pandemica.

La filosofia realista e storicista dello scienziato politico Samuel Huntington, morto nel 2008, si prende perciò la sua grande rivincita storica e teorica sull’utopismo messianico giudaico-cristiano.

L’utopismo tecnocratico dei vari Schwab presta in effetti il fianco a facili critiche laddove teorizza come essenziale per il singolarismo individualistico e neocapitalistico della risistemazione globale “un vero e proprio processo di civilizzazione globale”, ecumenistico e pacifista.

Nella teoria delle élite super capitaliste occidentali ciò significa, in termini storici concreti, una strategia messianica e unilineare di civiltà, volta a arrestare l’offensiva delle nuove potenze multipolari restaurando il dominio globale della casamatta finanziaria dell’estremo Occidente e salvando il neocapitalismo finanziario, un colabrodo catastrofico, mediante un neo-feudalesimo digitale globale.

E’ un progetto strategico evidentemente reazionario, neocolonialistico e antistorico. In realtà, però, come aveva ben previsto Huntington, la civilizzazione confuciana cinese, quella shintoista nipponica, quella cristiana ortodossa russa, quella dell’Hindutva e lo stesso Islam hanno mostrato di poter benissimo usare la tecnologia, senza vendere l’anima allo scientismo imperialista occidentale o alla finanza angloamericana.

Informatici indiani e russi sono, come noto, tra i migliori al mondo, la Cina ha mostrato di essere autonoma sul piano della ricerca e della fabbricazione di nano-tecnologie, le varie civilizzazioni islamiche, considerate “medievali” dagli ideocrati della Silicon Valley, hanno rivelato di poter e saper comunque rispondere colpo su colpo ai terribili attacchi delle élite imperialiste occidentali globaliste , il Giappone ha sistemi sanitari e di cura di avanguardia mondiale.

Il politologo statunitense aveva compreso come l’identità comunitaristica di fondo di civilizzazioni e modelli sociali quali quello cinese, russo, indiano, islamico, giapponese avrebbero ben resistito anche alla terribile onda d’urto della tecnocrazia globalista e individualistica della civilizzazione occidentale “giudaico-cristiana”

Prevale perciò, nello spazio globale, la prassi della inclusione sociale digitale di natura comunitaria sulla logica dello sviluppo ineguale della plutocrazia del WEF e della Silicon Valley.

Alla fase rivoluzionaria mondiale Covid 19, più che i sogni irenici e neo-imperialistici di Schwab (il nuovo Hitler), potrebbe con maggiore probabilità seguire rapidamente la fase della guerra di civiltà su larga scala.

Mosca, Pechino, Tokio stessa, non si integrano né si integreranno nella civilizzazione imperialista e transumanista del Grande reset e delle sinistre(Dem Usa) sub-imperialiste mondiali.

Probabilmente, lo stesso si può dire riguardo alla multiforme e più complessa civiltà islamica. Parliamo di circa tre quarti dell’umanità. L’1 per cento del mondo di un quarto dell’umanità come potrà imporre questo totalitarismo digitale neo-medievale?

Per affermare un Grande reset mondiale, ideocraticamente individualista e al tempo stesso neo-feudale, non rimarrebbe perciò altra via concreta che una nuova guerra imperialista di dimensioni globali, in barba a ogni ipotesi di mutamento antropologico e di a-conflittuale interazionismo umano macchinico.

(Samuel P. Huntington, La politica nella società postindustriale, in “Ordine politico e guerra di civiltà”).

 

 

 

 

 

LA GLOBALIZZAZIONE DOPO LA PANDEMIA.

Italiaeilmondo.com- Antonia Colibasanu  - Giuseppe Seminaro- (12-gennaio 2022)- ci dicono :

 

Due crisi economiche globali in meno di due decenni hanno infranto la fiducia nella struttura dell’economia globale.

Entriamo nel 2022 con la stessa speranza che avevamo all’inizio del 2021: che la pandemia finisca presto.

Questa volta avremo ancora più vaccini e cure per il COVID-19.

Ma abbiamo anche una nuova variante del virus e la quasi certezza che ce ne saranno altre. Comunque vada, qualcosa di profondo è successo all’umanità dall’inizio della pandemia. La malattia è sempre una minaccia per l’umanità, ma è una minaccia che ignoriamo la maggior parte del tempo. Ora che ciò non è possibile, siamo colpiti dall’incertezza, che a livello sociale si traduce in una generale mancanza di fiducia nel futuro.

In geopolitica, la fiducia conta.

 I leader agiscono in base a ciò che sanno o, più precisamente, a ciò che credono di sapere. La diminuzione della fiducia nell’economia, ad esempio, potrebbe modificare un’intera strategia nazionale.

E ci sono molte ragioni per la scarsa fiducia nell’economia. La pandemia ha innescato una crisi energetica e della catena di approvvigionamento, carenza di manodopera e, in definitiva, inflazione, sconvolgendo la vita economica e sociale e aggravando la disuguaglianza all’interno e tra i paesi.

 Cosa più importante, ha accelerato il declino della globalizzazione in un momento in cui la cooperazione globale è più importante che mai.

Dal 2008 al 2022.

La deglobalizzazione è iniziata nel 2008 con la crisi finanziaria globale e si è sviluppata lentamente negli oltre dieci anni successivi, fino a quando il COVID-19 non l’ha portata in tilt.

 La deglobalizzazione è un processo economico, ma soprattutto è guidato dalla crescente mancanza di fiducia nel sistema economico globale e nelle sue convinzioni a sostegno.

Dopo il 2008, le persone hanno dubitato della convinzione che la globalizzazione potesse portare solo un cambiamento positivo nella vita delle persone e che l’interconnessione e l’interdipendenza fossero forze di stabilità.

Segnò la fine del mondo post Guerra Fredda e l’inizio di una nuova era in cui lo stato-nazione era chiamato a proteggere la società dalle forze negative della globalizzazione.

 L’ascesa di movimenti nazionalisti e populisti ha annunciato questo cambiamento, insieme a indicazioni di un aumento del protezionismo in tutto il mondo.

Brexit e Stati Uniti.

Commercio internazionale e investimenti.

Il 2021 ha visto una straordinaria ripresa economica dopo il crollo del 2020, ma l’impennata inaspettatamente grande del consumo globale ha innescato una crisi della catena di approvvigionamento ed è stata la causa principale della crisi energetica.

 Le restrizioni sui viaggi hanno privato l’industria navale di lavoratori a basso salario mentre i lavoratori esistenti nel settore, già sottoposti a forti pressioni, hanno lasciato il lavoro in gran numero. I costi di spedizione già elevati sono aumentati di quasi dieci volte rispetto al 2020. Queste interruzioni hanno prodotto scarsità, che ha fatto aumentare i prezzi per quasi tutto.

Le interruzioni legate alla pandemia hanno anche indotto le aziende a rivalutare le proprie priorità e vulnerabilità.

In una recente indagine dell’Istituto Ifo di Monaco di Baviera, in Germania, la potenza delle esportazioni europee, il 19% delle aziende manifatturiere ha dichiarato di voler reinsediare la produzione.

Quasi due terzi di queste aziende hanno affermato che cercheranno fornitori tedeschi, mentre il resto ha affermato che cercherà di soddisfare le proprie esigenze internamente.

Questo è un cambiamento importante per un’economia così dipendente dal commercio. Circa il 12% degli input totali utilizzati nei settori di esportazione della Germania (ad es. automobili, macchinari, apparecchiature elettriche, elettronica) viene importato da paesi a basso reddito come la Cina, altre parti dell’Asia oi Balcani.

Il quadro è simile in altri paesi. E mentre questo sviluppo è guidato dalle imprese, i governi sono sicuri di adeguare anche le loro politiche.

Inflazione, automazione e implicazioni.

Questi turni di produzione stanno accelerando il processo di de-globalizzazione. La pressione che aggiungono all’economia globale si farà sentire nel 2022.

Dalla fine degli anni ’80, le tendenze a favore della globalizzazione hanno contribuito a tenere a bada l’inflazione, poiché i produttori a basso costo hanno fornito input per le economie avanzate.

 Se la deglobalizzazione viene sostenuta, può portare a uno shock dal lato dell’offerta che aumenterà le già elevate pressioni inflazionistiche.

Insieme al rallentamento dell’innovazione ea una forza lavoro limitata nel settore manifatturiero delle economie sviluppate, ciò potrebbe creare ulteriori carenze e persino, alla fine, una depressione.

Un potenziale rimedio sarebbe l’adozione accelerata dell’automazione.

 Nell’ambiente di bassi tassi di interesse che ha seguito la crisi finanziaria del 2008, il costo degli investimenti nei robot è diminuito, incoraggiando le aziende dei paesi ricchi ad automatizzare dove potevano e a ripristinare parte della produzione.

La Germania è leader mondiale nell’adozione di robot, con 7,6 robot ogni 1.000 lavoratori, rispetto ai sei della Corea del Sud e poco più di quattro in Giappone. Gli Stati Uniti, invece, hanno solo 1,5 robot ogni 1.000 lavoratori. Non è chiaro se queste economie sviluppate abbiano attualmente livelli di automazione sufficientemente elevati da separarsi dai paesi a basso reddito. Inoltre, il lento tasso di adozione dal 2011 e l’adozione ineguale tra le economie sviluppate e in via di sviluppo è motivo di scetticismo.

 A lungo termine, tuttavia,un altro effetto della deglobalizzazione è che i mercati nazionali diventeranno meno vulnerabili agli shock esterni. Invece, saranno più suscettibili agli shock interni. E poiché le aziende accorciano le loro catene di approvvigionamento, aumenterà la loro esposizione alle interruzioni regionali.

Il nuovo paradigma.Dalla fine della seconda guerra mondiale, e soprattutto dal crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno guidato l’ascesa della globalizzazione. Integrazione tradotta in beni più economici per gli americani e per il mondo. L’outsourcing era visto come un vantaggio, non una minaccia, per la prosperità interna. Ma il 2008 ha infranto la fiducia del pubblico in quelle idee e la sicurezza economica è tornata a essere una priorità assoluta dei politici. La pandemia ha ulteriormente rafforzato questa tendenza, un amaro promemoria che il profitto non è nulla senza resilienza e robustezza.

Nel nuovo paradigma, le alleanze bilaterali soppianteranno quelle multilaterali, anche se queste perdurano.

L’Unione europea, ad esempio, manterrà il suo principale vantaggio di ospitare il più grande mercato comune del mondo. Continuerà a sviluppare accordi commerciali strategici con paesi come il Giappone e, più recentemente, il Vietnam. Di fronte alla percepita aggressione cinese, gli Stati Uniti e l’UE continueranno a lavorare per stabilire accordi commerciali e di investimento in settori strategici come i semiconduttori e l’acciaio.

Allo stesso tempo, le strutture di alleanza in evoluzione come il patto USA-Regno Unito-Australia noto come AUKUS (costruito sulla struttura di condivisione dell’intelligence Five Eyes che esiste dalla fine della seconda guerra mondiale) integreranno accordi commerciali come la Trans-Pacific Partnership , a cui il Regno Unito (e la Cina) stanno tentando di aderire.

 

La pandemia ha creato distorsioni (come l’inflazione) che evidenziano la necessità di un’azione collettiva globale. Il cambiamento climatico sta spingendo i leader delle economie avanzate a presentare piani ambiziosi per una finanza globale “verde”.

La pressione interna per tenere a freno le aziende multinazionali, in particolare le big tech, ha aperto la strada a un accordo globale sulla tassazione minima sulle società alla fine dello scorso anno.

 Allo stesso tempo, le economie sviluppate si stanno allontanando ulteriormente dal resto del mondo e crescono le aspirazioni a ricostruire comunità politiche ed economiche dietro i confini nazionali.

Una cosa è chiara: il 2022 sarà un anno di tensioni per l’economia globale.

(geopoliticalfutures.com/globalization-after-the-pandemic).

 

 

 

 

Ignavi e Servi.

Conoscenzealconfine.it - Maria Micaela Bartolucci-(23 Novembre 2021)- ci dice :

Un parlamento di ignavi e servi, come quello che, attualmente, occupa gli scranni delle massime istituzioni, non si era mai visto nella storia della repubblica.

L’Italia è guidata da un governo tecnico che, non essendo espressione di una scelta politica, non rappresenta il popolo né le sue istanze ed è, invece, espressione dei desiderata di una élite sovrannazionale, mondialista, che riesce, in questo modo, a far prevalere i propri interessi economici, rispetto ai reali bisogni del paese.

Di conseguenza, le scelte amministrative e le politiche sociali che vengono portate a termine, hanno come unica finalità, la funzionalità a questo disegno. Quando parliamo di queste tematiche non abbiamo bisogno di riferirci a quattro signori incappucciati che si giocano ai dadi le sorti del mondo.

No, facciamo riferimento a noti gruppi di potere sovrannazionali che hanno specifici interessi da difendere e che delegano, a dei subalterni, la difesa degli stessi, attraverso la gestione locale (nazionale). Le azioni amministrative che questi gestori devono intraprendere sono quello che noi chiamiamo “Agenda”, un’Agenda che nessun servo troverà sulla sua scrivania perché a costoro, ultimo gradino della piramide del potere, non compete conoscere né sapere, essendo meri esecutori di ordini… “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare…” (Alighieri, Dante, Inferno, canto III, “Divina Commedia”).

Per costruire questo progetto sono stati necessari anni di sistematica azione che portasse alla demolizione culturale, allo svuotamento ideologico, alla distruzione di ogni valore etico, alla pianificazione dell’introiezione di falsi diritti civili, alla rimozione di fondanti diritti reali.

Ecco perché era necessario spingere l’antipolitica, la disaffezione attraverso lo sputtanamento anche dei valori fondanti della più nobile delle occupazioni umane, vilipesa e svilita, tra gli altri, da un puttaniere sedicente anticomunista, da un ex comico e da un perito informatico, nonché da un giornalistucolo rampante che si è prostituito per quattro spicci, prendendo un po’ troppo alla lettera “comprate il mio didietro, io lo vendo per poco”.

Altre forze partitiche non sono certo migliori: sul PD non ci esprimiamo essendo da sempre il nemico, la Lega, dietro ad un accanito “selfista”, postatore seriale di scempiaggini, nascondeva l’anima nera di omuncoli che accarezzano ancora il sogno proibito di un antico regionalismo, solo un po’ più svilente di quello di migliana memoria, le altre presenze sono agglomerati dismorfici che non meritano neppure la nostra attenzione.

Cosa è venuto fuori da questa accozzaglia?

 Un parlamento composto da scappati di casa, improvvisati, nullità prestate alla politica, spocchiosi narcisisti, opportunisti, eminenze grigie, buffoni, ballerine, nani… un circo Barnum di gente che, neppure lontanamente, ha un’idea di cosa significhi fare politica, prendere decisioni, operare scelte.

Esattamente quello che serviva ai burattinai del vincolo esterno. Queste cialtronesche comparse potevano essere agevolmente e direttamente guidate e, per farlo, si è scelto il migliore dei maggiordomi che ci fosse sulla piazza italiana, un uomo ben addestrato ed ubbidiente, qualcuno “cresciuto” all’interno di quei centri di potere a cui accennato prima, il vile affarista Mario Draghi.

Da chi siamo amministrati quindi? Da servi che sostengono Draghi, formalmente o di fatto (PD, M5S e Lega) ed ignavi che fingono opposizione (tutti i gruppuscoli ed i Partiti, compresi i fuoriusciti dal Governo Conte 2), una manica di inutili, insulsi commedianti.

Aspettarsi un’azione politica da tali individui sarebbe come essere convinti che Cicciolina sia vergine. Pura fantasia non suffragata da fatti, qualcosa che va oltre lo sprezzo del ridicolo, voglia indomita di credere alle favole. Purtroppo la realtà non lascia scampo all’illusione.

Quanto sta avvenendo ormai da mesi, le manifestazioni che si susseguono ogni sabato e, più recentemente i fatti di Trieste, avrebbe meritato, quantomeno, l’attenzione di questi fantocci che avrebbero potuto reagire con diversi strumenti a loro disposizione: interrogazioni, mozioni di sfiducia, azioni di protesta… invece, nel silenzio più assoluto, costoro hanno continuato a fare il loro “lavoro”.

Ci sono state, per la verità, alcune reazioni, almeno formali e dovute, di FdI che, però, non hanno avuto alcun supporto da altre formazioni e, di conseguenza, nessuna attuazione, addirittura, quando si è toccato uno dei livelli più bassi di incostituzionalità, si è arrivati a scomodare persino il concetto di libertà di coscienza (come se questi ammassi di cellule ne fossero dotati), un utile stratagemma linguistico dovuto solo al fatto che definire quell’azione “infamia motivata da ipocrisia” pareva brutto.

Proviamo a fare un breve excursus per chiarire meglio alcuni punti di discussione, senza alcuna pretesa né di esaustività né di precisione, che non ci competono per precisa scelta editoriale e che lasciamo a quanti hanno la passione non per le dinamiche, ma per le minuzie.

È evidente, ormai da molto tempo, che ci sono almeno due entità, economiche e sovrannazionali, in aperto conflitto tra loro e che perseguono interessi distinti, o per lo meno, contrastanti, ciò si è esplicitato palesemente in occasione delle elezioni americane dello scorso anno.

Non stiamo parlando di operare una dicotomica distinzione buoni/cattivi, i ragionamenti semplicistici e banalizzanti li lasciamo, volentieri, ad altri.

Diciamo però, questo sì, in forma estremamente schematica, che c’è un’economia reale che è, chiaramente, in opposizione con un’altra, espressione di una finanza sovrannazionale che ha, quale punto di riferimento, il World Economic Forum,di Klaus Schwab (il nuovo Hitler) ovvero i sostenitori del Grande Reset che vedono nello Stakeholder capitalism la soluzione di tutti i mali del mondo, nonché, ma solo casualmente sia chiaro… l’ultima possibilità per tirarsi fuori dalla crisi evidenziata dalla bolla finanziaria del 2008.

I problemi che quella bolla conteneva, sono lungi dall’essere stati risolti, anzi, forse non sono stati neppure affrontati, semplicemente – “maestra, il cane mi ha mangiato la pagina” – sono stati rimandati a data da destinarsi.

Intanto si prendono tempo prezioso e, l’economia reale, quella di chi produce, sta pagando i rischi di finanzieri spregiudicati pronti a tutto per arrivare ad un profitto e non perdere neanche un centesimo di quanto hanno “scommesso”, poco importa se, per farlo, dovessero andare in default interi stati.

La “pandemia” è giunta, per costoro, come manna dal cielo. Prendere tempo per cercare una soluzione e, contemporaneamente, avere una scusa ed una possibilità per assestare un altro colpo all’economia reale in occidente. Il confinamento può essere letto in questa provvidenziale ottica distruttiva: bloccare la produzione, bloccare le partite iva e le piccole imprese, bloccare i servizi e, tanto che c’erano, colpire l’istruzione, la sanità e la pubblica amministrazione… perché se il fine è quello di distruggere uno stato nazionale, o quel che ne resta, nessuna tessera va lasciata in piedi.

Banale?

 Non credo. Lo stato ha acquistato 60 milioni di dosi di vaccino, che vanno moltiplicate almeno per tre, ma forse quattro o più inoculazioni, ha acquistato materiale elettronico per il telelavoro e la DaD, ha investito in telemedicina, ci hanno “costretto” a fare acquisti on line, Autogril è stato sempre aperto… le azioni di questi colossi finanziari sovrannazionali, che sono stati foraggiati grazie a pandemia e confinamento, hanno continuato a produrre profitto, allo stesso tempo, e per gli stessi motivi, parti consistenti dell’economia reale hanno chiuso: piccole aziende, ristoranti, librerie, bar… le tasse però, specialmente sotto forma di accise, sono aumentate. La domanda è: per finanziare cosa? La risposta è dentro di voi e non è sbagliata.

Ora, se porti al fallimento l’economia reale, peggiori i servizi, istruzione e sanità compresi, mandi sul lastrico migliaia di persone, costringi al licenziamento, non puoi pretendere che non ci sia una reazione della popolazione, per quanto narcotizzata possa essere, ed allora tiri fuori, dalla scatola delle opportunità del passato, il vecchio Divide et impera.

Fai in modo che la popolazione non si unisca, che sia distanziata anche fisicamente, meglio se chiusa in casa, anzi operi per fare in modo che il tessuto sociale si dilani sempre di più (dividere vaccinati da non vaccinati, ad esempio). Ma non puoi costringere la gente in casa troppo a lungo, allora gli proponi una soluzione per uscire, e fare esattamente quello che faceva l’anno precedente liberamente, ma in modo controllato.

Per dare al tutto una certa aurea di ieraticità, fai un ulteriore passo verso il controllo, costringi i medici a vaccinarsi, colpisci direttamente coloro che, meglio di altri, potrebbero conoscere i rischi di questo intruglio e, conseguentemente, potrebbero reagire e, tanto per non sbagliare, melius abundare quam deficere, estendi l’obbligo a tutto il personale sanitario.

In seguito, spinto da inarrestabile foga salutista, decidi di dare il via ad un vasto programma di vaccinazione a tappeto ma, porca di quella miseria… non funziona benissimo, allora devi alzare il tiro. Si colpisce il personale scolastico perché faccia da cinghia di trasmissione a ragazzi sempre più lobotomizzati da una campagna di martellamento senza tregua.

Ma tutto questo non basta. Sei o non sei un vile affarista? Certo che sì! Ed allora, servendoti dei tuoi umili servi che siedono in parlamento, devi mettere un intero paese in ginocchio e devi fare in modo che non si rialzi più… altro che “Italia s’è desta”!

Ancora una volta la soluzione è a portata di mano e la storia si ripete come farsa. Prima di ogni altro, perché chi è primo è primo due volte, tiri fuori, sempre dalla scatola delle opportunità storiche, una tessera, un lasciapassare che ricorda tanto qualcosa di dittatoriale memoria, ma per essere figo usi un anglicismo e li freghi tutti, lo chiami green-pass, lasciapassare verde, e non solo lo imponi per viaggiare ma, poiché ormai hai perso ogni freno inibitorio, lo estendi a tutta la vita sociale e produttiva dell’essere umano.

Ristoranti, bar, congressi, musei, mostre, sagre della porchetta, fiere, piscine, palestre, università e luoghi di lavoro. Tutti i luoghi di lavoro, anche quelli all’aperto… Alcuni atenei, per essere all’avanguardia, lo hanno pure imposto per le lezioni o gli esami da remoto, ma tranquilli, è solo ed esclusivamente una misura sanitaria!

Non serve fare appello alla logica, ogni obiezione è vana; incapaci di intendere e di volere, ipnotizzati dal bombardamento continuo dei media, stregati dal fiore della rinascita, rincoglioniti da anni di depoliticizzazione, disabituati persino ad esprimere un minimo pensiero completo e coerente, sterilizzati da decenni di conformismo mentale ed esteriore, eccoli là, tutti in fila come tante bestie al macello, pronti ad ubbidire.

Alla chiamata, con gentile richiesta di inoculazione del salvifico siero, spronati dal dogma della nuova scienza, gli eremiti di massa rispondono: presente!

Ite, missa est.

(Maria Micaela Bartolucci- frontiere.me/ignavi-e-servi/).

 

 

 

 

 

Sanzioni… non sta andando

tutto secondo i Piani.

Conoscenzealconfine.it-   Alessia C. F. (ALKA)- (18 Marzo 2022)-ci dice :

 

La guerra in Ucraina era fortemente voluta per ragioni geopolitiche da parte degli Stati Uniti. Il grande obiettivo degli USA è quello di indebolire la Russia, che è stata dichiarata un nemico, a qualsiasi costo.

L’intervento militare russo in Ucraina è la cosa migliore che potesse capitare agli USA, perché ora finalmente hanno l’Europa pronta per le sanzioni, che distruggeranno economicamente l’UE. Ma l’UE si sta sacrificando per una buona causa?

Anche la Russia sarà certamente indebolita dalle varie sanzioni. Ma il peggio lo vedremo in Europa, gli USA hanno poco commercio con la Russia e la UE è convinta di fare a meno del gas russo, con gli Stati Uniti pronti a venderci a caro prezzo il suo gas da fracking. Quindi le cose vanno molto bene per gli Stati Uniti, perché l’UE al momento segue alla lettera la linea imposta dagli Stati Uniti.

Tuttavia, il mondo non è composto solo da USA, UE e Russia.

La Cina e la Russia sono amici intimi, ma gli Stati Uniti stanno facendo pressione alla Cina perché sta mitigando le sanzioni imposte alla Russia. La Cina, che è un paese orgoglioso, è allergica a questa attuale pressione. Inoltre, la visione in Cina è completamente diversa: lì la gente è dalla parte della Russia e ha persino iniziato campagne come “compra russo”!

Gli Stati Uniti sono odiati grazie alla loro politica ostile verso la Cina, i cinesi sanno che gli americani hanno attirato la Russia nel conflitto ucraino, sanno che in Ucraina stavano arrivando i missili nucleari e che questi sarebbero stati posizionati al confine russo.

 E poiché gli Stati Uniti hanno già dichiarato una guerra commerciale alla Cina, ora non possono sperare che la Cina si unisca a loro contro la Russia. Dopo tutto, è la stessa pressione americana su Russia e Cina che ha unito questi due paesi così strettamente.

Ora gli Stati Uniti stanno facendo pressione alla Cina e minacciano persino dure sanzioni contro di essa se aiuta la Russia. Alla Cina apparentemente non importa, perché ha respinto la pressione degli Stati Uniti. Se gli Stati Uniti riterranno che effettivamente la Cina sta fornendo sostegno alla Russia, ebbene si intensificherà la guerra commerciale contro la Cina e la Russia.

Poi c’è la questione di Taiwan, dove gli Stati Uniti stanno attualmente vendendo armi a Taiwan e si oppongono apertamente agli interessi cinesi. La Cina vede Taiwan come parte della Cina, gli Stati Uniti vedono Taiwan come una base utile contro la Cina. Prevedo grosse scintille a breve.

Alcuni analisti pensano che la Cina risolverà la questione di Taiwan con la forza militare, altri pensano che opterà per una riunificazione pacifica. Chi propende per una soluzione violenta della questione, avrà poi argomenti molto forti se l’Occidente imporrà sanzioni alla Cina con la stessa durezza riservata alla Russia.

Se dovessero partire sanzioni pesanti alla Cina, questa avrà la Russia dalla sua parte nella questione di Taiwan, proprio come la Cina è dalla parte della Russia nella questione Ucraina.

Gli Stati Uniti hanno avvicinato così tanto Russia e Cina con le loro politiche, che la Russia non avrebbe altra scelta che sostenere l’azione della Cina contro Taiwan.

 Se gli Stati Uniti avevano sperato di dividere la Cina e la Russia sulla questione dell’Ucraina, è probabile che la disillusione si stia diffondendo in questo momento a Washington.

Se l’UE non crolla economicamente entro poche settimane e se la guerra commerciale dichiarata dall’Occidente contro la Russia si estende al petrolio e al gas, allora i sostituti del petrolio e del gas russo dovranno essere trovati da qualche parte.

L’UE riceve il 40% del suo gas e il 30% del suo petrolio dalla Russia. La fine delle forniture russe di petrolio e gas all’Europa è possibile.

Bisogna anche tenere presente che la Russia potrebbe autonomamente decidere di chiudere il rubinetto, perché ci sono sempre più voci in Russia che chiedono che le armi pesanti siano finalmente messe in campo contro le sanzioni pressanti dell’UE.

Gli Stati Uniti e l’UE si sono mossi in ogni direzione negli ultimi giorni. Il Qatar sembra essere disposto a fornire più gas, ma le sue condizioni sono dure: l’UE dovrebbe impegnarsi a comprare il suo gas costoso con un contratto a lungo termine, ma il gas del Qatar da solo non basta per salvare l’UE.

In questo momento gli stati arabi del Golfo si sono rifiutati di aumentare la produzione di petrolio e, secondo i media, i re e i sultani non rispondono nemmeno alle numerose telefonate americane. Bisogna anche precisare che non hanno nemmeno aderito alle sanzioni anti-russe. Gli stati arabi non intendono nemmeno rovinare i loro importante legami coi cinesi. Ecco perché non assecondano i folli piani occidentali.

Attualmente sono in corso difficili negoziati con l’Iran sull’accordo nucleare. Se i negoziati avranno successo, le sanzioni occidentali contro l’Iran saranno revocate e l’Iran potrebbe fornire petrolio. Ma la Russia ha ora chiesto agli Stati Uniti di garantire che le sanzioni occidentali contro la Russia non si estendano all’Iran. Gli Stati Uniti hanno rifiutato e hanno offerto all’Iran di concludere un accordo nucleare senza la Russia. Difficile che gli iraniani si fidino; bisogna ricordare che durante le sanzioni la Russia e la Cina hanno continuato a commerciare con l’Iran. Quindi l’Iran non ha motivo di fidarsi degli Stati Uniti e di andare contro i paesi che lo hanno sostenuto quando l’Occidente lo ha sanzionato.

Ora gli Stati Uniti hanno velocemente scaricato Juan Guaidó, sono improvvisamente diventati concilianti col Venezuela, ricco di petrolio, affermando che intendono normalizzare le relazioni togliendo l’embargo petrolifero se il Venezuela si unisce alla politica dell’Occidente contro la Russia. In risposta, il presidente venezuelano Maduro ha detto agli Stati Uniti che la Russia è un partner strategico del Venezuela.

Entrambi i paesi – Iran e Venezuela – si sono abituati a vivere sotto sanzioni e non gireranno le spalle ai paesi che li hanno tenuti in vita in tempi di sanzioni, cioè Russia e Cina.

 Sanno molto bene che una normalizzazione delle relazioni con gli Stati Uniti sarebbe solo temporanea e che in seguito si troverebbero da soli se si oppongono a Russia e Cina.

Quindi USA e UE al momento non hanno trovato il sistema per sopravvivere a una guerra commerciale totale contro la Russia, se si estende al petrolio e al gas.

(Alessia C. F. (ALKA)-- orazero.org/sanzioni-non-sta-andando-tutto-secondo-i-piani/).

 

 

 

 

Vaccini: si tenta di cancellare le tracce.

 Veraitalia.blogspot.com-Marco Laura-(19-3-2022)- ci dice :

E’ davvero sorprendente il livello di manipolazione dell’opinione pubblica e il tentativo di nascondere i dati reali sulla pandemia e sui vaccini, tanto che alle volte alcune verità scoppiano improvvise, come quella che non soltanto i vaccini non servono a evitare l’infezione, ma che addirittura la peggiorano.

 La bomba è deflagrata durante un’ audizione sulla vaccinazione obbligatoria  al  Bundestag tedesco  :

un esperto ha spiegato a spettatori stupefatti che l’analisi dei dati delle compagnie di assicurazione sanitaria mostra  che nel 2021 i congedi per malattia da Covid sono stati inferiori a quelli chiesti per gli effetti collaterali delle vaccinazioni.

Nelle settimane scorse  si è tentato di chiudere la bocca al funzionario dell’assicurazione Bkk che per primo aveva lanciato l’allarme su questi dati, ma alla fine non è possibile cancellare proprio tutto perché in questo caso si tratta di un passaggio di soldi  e contributi che non possono essere facilmente manipolati come i numeri su un database i quali possono essere facilmente alterati con qualche vago pretesto.

Ora è davvero inconcepibile che si continui ad agitare lo spettro delle vaccinazioni obbligatorie o comunque forzate di fronte a dati così inquietanti e anche agli altri che vengono dalla Germania, dall’Austria, dalla Gran Bretagna, da Israele  e secondo i quali le ospedalizzazioni ormai riguardano all’80% le persone con tre dosi.

Mentre Omicron per i non vaccinati, anche quelli di una certa età  è un semplice raffreddore, per i vaccinati che evidentemente subiscono un  danno al sistema immunitario proporzionale numero di dosi, può diventare una malattia più seria.

E questo anche facendo la tara al fatto che gli ospedali in tutto l’occidente e anche altrove hanno vantaggi  economici dall’ospitare pazienti Covid, che magari hanno tutt’ altro e sono soltanto positivi a un test che è già stato invalidato da un anno. Lo dico per mostrare l’enorme pasticcio nel quale ci hanno cacciato e il livello di menzogna nel quale viviamo. Voglio sperare che questo circolo vizioso per cui più ci si vaccina più si ha bisogno di vaccini sia semplicemente un errore e non qualcosa di appositamente studiato per aumentare i profitti, ma che si cerchi di non prender atto del fallimento epocale dei preparati genici anzi di un intero modo di intendere la sanità legato esclusivamente e cinicamente al profitto, è davvero allucinante e mostra a che punto siano arrivate le società occidentali il duo ceto politici;  che poi non si sospendano le vaccinazioni e tutto il combinato disposto di misure ridicole e inutili per permettere quanto meno di studiare il problema, mostra senza tema di smentita, che la salute delle persone è l’ultima preoccupazione dei governi.

 

 Se quando tutto va storto e ci sono indizi, anzi ormai prove che il rimedio sia peggiore del male l’esitazione a fermare tutta la scellerata macchina significa che essa è utile in un altro senso, è necessaria a ridurre la libertà di espressione e di vita delle persone.

Adesso il compito di chi ha sempre combattuto la creazione pandemica, riconoscendola come pretesto per l’assassinio delle democrazie, deve mobilitarsi per impedire che dietro i fuochi dell’Ucraina i signori dei vaccini tentino di cancellare le tracce:

 lo stanno già facendo perché  Il 15 marzo, il CDC americano ha cancellato dai propri dati decine di migliaia di “decessi Covid” .

Di conseguenza, il numero di decessi tra i giovani di età inferiore ai 18 anni è diminuito di quasi un quarto.

Il motivo addotto sarebbero errori di codifica, ma intanto è proprio grazie a questi errori che si è definito il rapporto rischio – beneficio dei vaccini.

Ma se vogliamo che i futuro la sanità ritorni ad avere come oggetto la saluta bisogna impedire che la facciano franca.

(ilsimplicissimus2.com/2022/03/19/vaccini-si-tenta-di-cancellare-le-tracce/).

 

 

 

 

 

Putin dettaglia il sanguinoso record

della NATO di omicidi di massa e doppiezza.

 Veraitalia.blogspot.com-Vlad Putin - Marco Laura- (15-3-2022)- ci dice :

(henrymakov.com) -( p-discorso.jpg).

 

La mattina dell'operazione russa del 24 febbraio per ripulire l'Ucraina, Vladimir Putin ha spiegato la logica e gli obiettivi della Russia.

Questi non sono stati riportati dai media occidentali che ora sono semplicemente propaganda di stato.

Proprio come tutte le istituzioni occidentali, il giornalismo non ha alcuna credibilità.

In questa luce, pubblico estratti dal discorso di Putin.

In termini morali, l'Occidente ha evitato la religione, ha abbracciato il satanismo e ha invitato a un'orribile resa dei conti biblica.

(Vlad Putin-  di henrymakow.com).

“Per 30 anni abbiamo cercato con insistenza e pazienza di raggiungere un accordo con i principali paesi della NATO sui principi di una sicurezza uguale e inviolabile in Europa.

In risposta alle nostre proposte, abbiamo costantemente affrontato o cinici inganni e menzogne, o tentativi di pressioni e ricatti, mentre la NATO, nonostante tutte le nostre proteste e preoccupazioni, ha continuato ad espandersi costantemente. La macchina da guerra si sta muovendo e, ripeto, si sta avvicinando ai nostri confini."

"Dopo il crollo dell'URSS, è iniziato il riallineamento del mondo e le norme del diritto internazionale che erano state sviluppate - quelle chiave, di base adottato all'indomani della seconda guerra mondiale e consolidando in gran parte il suo risultato, iniziò a intralciare l'autoproclamato vincitore della Guerra Fredda.... L'euforia derivante dall'avere una superiorità assoluta, una sorta di assolutismo moderno, e il basso livello di cultura generale e l'arroganza dei decisori [hanno portato a] decisioni preparate, adottate e portate avanti che erano vantaggiose solo per se stessi. La situazione iniziò a svilupparsi secondo uno scenario diverso.”

Non devi cercare lontano per gli esempi.

In primo luogo, senza l'approvazione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, hanno condotto una sanguinosa operazione militare contro Belgrado, utilizzando aerei e missili proprio nel centro dell'Europa.

[Hanno effettuato] diverse settimane di continui bombardamenti di città e infrastrutture critiche. Dobbiamo ricordare questi fatti, poiché ad alcuni colleghi occidentali non piace ricordare quegli eventi, e quando ne parliamo, preferiscono indicare non le norme del diritto internazionale, ma le circostanze che interpretano come meglio credono .

"Poi è arrivata la volta dell'Iraq, della Libia, della Siria.

L'uso illegittimo della forza militare contro la Libia, lo stravolgimento di tutte le decisioni assunte dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla questione libica hanno portato alla completa distruzione dello Stato, all'emergere di un importante focolaio di terrorismo internazionale, a una catastrofe umanitaria e a un guerra civile che non è finita fino ad oggi.

La tragedia, alla quale hanno condannato centinaia di migliaia, milioni di persone non solo in Libia, ma in tutta questa regione, ha dato origine a una massiccia ondata migratoria dal Nord Africa e dal Medio Oriente verso l'Europa”.

"Hanno assicurato un destino simile alla Siria. Le attività militari della coalizione occidentale sul territorio di questo Paese senza il consenso del governo siriano o l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non sono altro che aggressione, intervento.”

"Tuttavia, c'è un posto speciale per l'invasione dell'Iraq, che è stata effettuata anche senza alcun motivo legale. Come pretesto, hanno fornito informazioni presumibilmente affidabili dagli Stati Uniti sulla presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Come prova di ciò, pubblicamente, davanti agli occhi di tutto il mondo, il segretario di stato americano ha scosso una specie di provetta con polvere bianca, assicurando a tutti che si trattava di un'arma chimica in fase di sviluppo in Iraq.E poi si è scoperto che tutto questo era una bufala, un bluff: non c'erano armi chimiche in Iraq".

"In questo contesto, ci sono state promesse al nostro Paese di non espandere la Nato nemmeno di un pollice a est.

 Ripeto: ci hanno ingannato, in altre parole, ci hanno semplicemente truffato.

Sì, si sente spesso dire che la politica è un affare sporco. Forse [è così], ma non fino a questo punto. Dopotutto, tale comportamento imbroglione contraddice non solo i principi delle relazioni internazionali, ma soprattutto le norme morali generalmente riconosciute. Dov'è la giustizia e la verità qui? Solo bugie totali e ipocrisia...”

"Nonostante tutto questo, nel dicembre 2021 abbiamo fatto ancora una volta un tentativo di concordare con gli Stati Uniti e i suoi alleati sui principi di garantire la sicurezza in Europa e sulla non espansione della NATO. Tutto è stato vano. La posizione degli Stati Uniti non è cambiata. Non hanno ritenuto necessario negoziare con la Russia su questa questione importante per noi, continuando a perseguire i propri obiettivi e disattendendo i nostri interessi".

"Per quanto riguarda la sfera militare, oggi la Russia moderna, anche dopo il crollo dell'URSS e la perdita di una parte significativa della sua capacità, è una delle più potenti potenze nucleari del mondo e possiede alcuni vantaggi in alcuni dei tipi più recenti di armi. A questo proposito, nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto al nostro Paese porterà a sconfitte e orribili conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore".

"Man mano che la Nato si espande ad est, ogni anno che passa, la situazione per il nostro Paese peggiora e diventa sempre più pericolosa. Inoltre, in questi giorni la dirigenza della Nato ha parlato apertamente della necessità di accelerare, forzare l'avanzata del l'infrastruttura dell'alleanza ai confini della Russia. In altre parole, stanno raddoppiando la loro posizione. Non possiamo più solo guardare cosa sta succedendo. Sarebbe assolutamente irresponsabile da parte nostra.”

"L'ulteriore espansione delle infrastrutture della NATO e l'inizio dello sviluppo militare nei territori dell'Ucraina sono per noi inaccettabili. Il problema, ovviamente, non è la NATO stessa, è solo uno strumento della politica estera statunitense. Il problema è che nei territori adiacenti a noi (cioè l'Ucraina) - territori che storicamente erano nostri, sottolineo - si sta creando un "anti-Russia" a noi ostile, posto sotto il pieno controllo esterno; [esso] è colonizzato in modo intensivo dalle forze armate dei paesi della NATO ed è fornito delle armi più moderne.”

"Per gli Stati Uniti e i suoi alleati, questa è la cosiddetta politica di contenimento della Russia, [che porta] evidenti benefici geopolitici. E per il nostro paese, questa è in definitiva una questione di vita o di morte, una questione del nostro futuro storico come popolo. E questa non è un'esagerazione, è vero. Questa è una vera minaccia non solo per i nostri interessi, ma per l'esistenza stessa del nostro Stato, la sua sovranità. Questa è la linea rossa di cui si è parlato  molte volte.”

 

"Riguardo alla situazione nel Donbas. Vediamo che le forze che hanno compiuto un colpo di stato in Ucraina nel 2014, hanno preso il potere e lo stanno mantenendo attraverso procedure elettorali fasulle, hanno rinunciato alla soluzione pacifica del conflitto. Per otto anni, per otto lunghi anni, abbiamo fatto tutto il possibile per risolvere la situazione con mezzi pacifici e politici. Tutto è stato vano”.

"Come ho detto nel mio discorso precedente, non si può guardare a ciò che sta accadendo lì senza compassione. Semplicemente non è più possibile sopportare tutto questo. È necessario fermare immediatamente questo incubo: il genocidio contro i milioni di persone che vivono lì, che dipendono solo dalla Russia, solo da noi. Queste aspirazioni, sentimenti, dolore delle persone sono la motivazione principale per noi a prendere la decisione di riconoscere le repubbliche popolari del Donbas.”

"Quello che penso sia importante sottolineare ulteriormente è che i principali paesi della NATO, al fine di raggiungere i propri obiettivi, sostengono i nazionalisti estremisti e i neonazisti in Ucraina, che, a loro volta, non perdoneranno mai i residenti di Crimea e Sebastopoli per aver scelto la riunificazione con la Russia.”

"Essi, naturalmente, strisciano in Crimea, proprio come nel Donbas, per uccidere, proprio come le bande di nazionalisti ucraini, complici di Hitler, hanno ucciso persone indifese durante la Grande Guerra Patriottica.

 Afferrano apertamente una serie di altri territori russi.”

 

"Il corso degli eventi e le informazioni in arrivo mostrano che lo scontro della Russia con queste forze è inevitabile. È solo questione di tempo: si stanno preparando, stanno aspettando il momento giusto. Ora affermano anche di acquisire armi nucleari. Noi non permetterà che ciò accada".

"Non ci è stata lasciata altra opzione per proteggere la Russia e il nostro popolo, se non quella che saremo costretti a utilizzare oggi. La situazione richiede un'azione decisa e immediata. Le repubbliche popolari del Donbas si sono rivolte alla Russia con una richiesta per un aiuto.”

"A questo proposito,... ho deciso di lanciare un'operazione militare speciale. Il suo obiettivo è proteggere le persone che da otto anni subiscono abusi e genocidi dal regime di Kiev. E per questo perseguiremo la smilitarizzazione e la denazificazione dell'Ucraina, oltre ad assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa.”

"I nostri piani non includono l'occupazione dei territori ucraini. Non imporremo nulla a nessuno con la forza. ..Quello che sta accadendo oggi non nasce dal desiderio di violare gli interessi dell'Ucraina e del popolo ucraino. È legato alla protezione della stessa Russia da coloro che hanno preso in ostaggio l'Ucraina e stanno cercando di usarla contro il nostro paese e il suo popolo...."

"Ora alcune parole importanti, molto importanti per coloro che potrebbero essere tentati di intervenire negli eventi in corso. Chiunque tenti di ostacolarci, o di minacciare il nostro Paese o il nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e ti porterà alle conseguenze che non hai mai affrontato nella tua storia. Siamo pronti per qualsiasi svolta degli eventi. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese. Spero di essere ascoltato".

 

 

 

 

I documenti di Pfizer dimostrano che SAPEVANO che i loro vaccini contro il covid non erano "sicuri ed efficaci" ... e sapevano che le nanoparticelle di mRNA circolavano in tutto il corpo.

Veraitalia.blogspot.com- Marco Laura- (10-3-2022 ) ci dice :

 

( Natural News ). Alla fine del 2021, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Mark Pittman ha ordinato a Pfizer di rilasciare tutti i dati rilevanti sul loro "vaccino covid-19".

La Food and Drug Administration (FDA) ha cercato di proteggere la Pfizer, suggerendo che i dati fossero tenuti riservati per i prossimi vent'anni. Tuttavia, i tribunali hanno ordinato il rapido rilascio delle informazioni, chiedendo trasparenza per un prodotto che è stato utilizzato in modo arrogante e tirannico per distruggere i mezzi di sussistenza e la salute delle persone.

Poiché i documenti vengono rilasciati al pubblico al ritmo di 55.000 pagine al mese, i ricercatori stanno documentando la verità sui vaccini covid-19 . Per uno, queste iniezioni utilizzano la tecnologia di replicazione dell'RNA per sfruttare il sistema immunitario innato, per produrre in serie una variante dell'arma biologica della proteina spike.

 Ciò ha portato a un diffuso esaurimento immunitario e a un aumento della malattia, causando un numero maggiore di casi, ricoveri e decessi.

 Inoltre, i documenti di Pfizer dimostrano che SAPEVANO che i loro vaccini contro il covid non erano "sicuri ed efficaci". Pfizer sapeva anche che le nanoparticelle di mRNA circolavano in tutto il corpo, causando danni agli organi. La FDA ha comunque concesso l'autorizzazione all'uso di emergenza (EUA), mentendo al pubblico sulla "sicurezza" e "efficacia" del vaccino.

Negligenza criminale o cospirazione criminale: svelare l'inganno di Pfizer e FDA sui vaccini covid-19.

Ci sono solo due spiegazioni per il comportamento della FDA in questa storica questione di negligenza medica: negligenza criminale o cospirazione criminale.

 O la FDA ha ignorato negligentemente i dati in questi documenti, oppure ha partecipato attivamente a una cospirazione criminale per commettere frode e causare danni alla popolazione.

Perché la FDA dovrebbe fidarsi ciecamente di una società (Pfizer) che in precedenza promuoveva illegalmente prodotti farmaceutici, portando al più grande accordo di frode sanitaria nella storia del Dipartimento di Giustizia?

Con i documenti Pfizer resi pubblici, sia Pfizer che FDA dovrebbero essere accusati. Dovrebbero essere accusati non solo di promuovere illegalmente prodotti farmaceutici, ma anche di utilizzare l'inganno e la coercizione per imporre prodotti dannosi alla popolazione.

(Brighteon.TV).

I documenti Pfizer sollevano seri problemi di salute pubblica. Almeno 50.000 pagine sono state pubblicate finora . Nei documenti, Pfizer ha rassicurato ripetutamente la FDA sul fatto che il loro vaccino avrebbe "prevenuto" il covid-19, anche se il design dello studio utilizzava standard diagnostici fraudolenti per manipolare gli endpoint, ignorando la riduzione assoluta del rischio .

Pfizer ha capito che gli individui vaccinati possono ancora risultare positivi al covid-19 e possono ancora avere gli stessi sintomi respiratori, anche dopo aver sofferto degli effetti collaterali del vaccino.

 Tuttavia, Pfizer ha ripetutamente affermato che il loro vaccino avrebbe "prevenuto" il covid-19: mentire alla FDA sull'efficacia.

Nei documenti, Pfizer ha indicato che il vaccino deve essere utilizzato per "l'immunizzazione attiva per prevenire il COVID-19 causato da SARS-CoV-2 negli individui? 16 anni di età”. Tuttavia, Pfizer e la FDA disponevano anche di dati che mostravano che "l'efficacia" del vaccino è diminuita rapidamente. I dati mostrano che gli effetti del vaccino svaniscono in un solo mese, anche dopo la somministrazione di due dosi. Tuttavia, la FDA non ha avvertito il pubblico che le persone vaccinate avrebbero avuto bisogno di richiami mensili per far funzionare il vaccino.

Pfizer e FDA avevano prove evidenti che il vaccino provoca danni diffusi.

Pfizer disponeva anche di dati schiaccianti sugli eventi avversi del vaccino.

 L'azienda farmaceutica sapeva che gli eventi avversi aumentavano con ogni iniezione di richiamo aggiuntivo, tuttavia la FDA ha approvato un protocollo a due dosi sin dall'inizio e ha persino approvato un terzo richiamo, nonostante l'evidenza di crescenti rischi per la salute. In una serie di documenti, Pfizer ha scritto a pagina 24 sulla natura dose-dipendente degli eventi avversi, che includevano gravi gradi di edema ed eritema insieme a necrosi muscolare, fibrosi e aumento delle dimensioni e del peso della milza. "L'incidenza e la gravità delle reazioni erano maggiori dopo la seconda o la terza iniezione rispetto alla prima iniezione", ha scritto Pfizer.

Pfizer ha anche avuto la prova che le nanoparticelle di mRNA sono migrate dal sito di iniezione, ma il governo e i media hanno ripetutamente mentito sul degrado dell'mRNA e sull'intero processo che rimane nei muscoli deltoidi.

Gli ingredienti del vaccino sono migrati prevalentemente alle ovaie, al fegato e alla milza, ma hanno anche proliferato le ghiandole surrenali, la vescica, le ossa, il midollo osseo, gli occhi, l'intestino crasso, i linfonodi, il pancreas, le ghiandole salivari, la pelle, l'intestino tenue, i testicoli, il timo, la tiroide e l'utero.

Pfizer e la FDA avevano dati chiari che mostravano eventi avversi più sistemici che si verificavano nel gruppo vaccinato rispetto al gruppo placebo, eppure entrambi hanno mentito al pubblico, sostenendo che i vaccinati avevano una malattia lieve e i non vaccinati erano una "minaccia per la salute pubblica".

 Pfizer sapeva che i vaccinati avevano da due a venticinque volte più probabilità di subire impatti negativi sulla salute dal vaccino.

Nei documenti, Pfizer preferiva categoricamente un sistema di sorveglianza passiva degli eventi avversi che si basava su segnalazioni infondate che potevano essere prontamente respinte.

Pfizer non voleva sostenere il costo aggiuntivo della registrazione accurata delle lesioni da vaccino, né voleva risarcire le famiglie ferite dai vaccini . Chiaramente, né la Pfizer, né la FDA né il CDC hanno dato un consenso informato adeguato per questi vaccini, danneggiando innumerevoli persone per tutta la vita, mentendo al pubblico con disinformazione e danneggiando la fiducia del pubblico.

(SteveKirsch.substack.com-- NaturalNews.com--PHPT.org- Giustizia.gov- NaturalNews.com-

PHPT.org [PDF]- -naturalnews.com/2022-03-10-pfizers-own-documents-prove-they-knew-covid-vaccines-not-safe-mrna-nanoparticles.html).

  

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