Il liberalismo dei globalisti
Il liberalismo dei globalisti delle
Multinazionali di Klaus Schwab(il nuovo Hitler ).
Il
contrattacco dello Zar:
"Li
sputerò come moscerini."
Msn.com-
ilgiornale.it-Mauro Indelicato-(17-3-2022 )-ci dice :
È
molto netto Putin quando parla di oppositori interni. Anzi, per usare il
termine adoperato durante il suo ultimo discorso televisivo, di “traditori”. Il
gergo dello “zar” dal 21 febbraio scorso è cambiato. Quello è stato il giorno
del riconoscimento delle repubbliche separatiste, l'anticamera della guerra
scoppiata poi il 24 febbraio.
E
quando ha annunciato il conflitto Putin ha iniziato ad apparire molto più
minaccioso. “Se vi intrometterete nelle questioni legate alla Russia – ha ammonito il
presidente russo in quell'occasione rivolgendosi all'occidente – riceverete una
risposta mai immaginata prima”.
Un
tono minaccioso mai riscontrato e rintracciato nei 22 anni di potere. Tanto più
alte sono le minacce, tanto più alta è la posta in palio. L'azzardo del
presidente russo è ben riscontrabile nelle sue parole, prima ancora che nei
suoi fatti. Putin sa di giocarsi tutto. Lui che in Crimea è arrivato senza
sparare un colpo e che nel corso degli anni ha “inghiottito” sanzioni e mancate
risposte dell'occidente senza ricorrere alla forza, per arrivare all'azione
contro l'Ucraina vuol dire di essere ben consapevole dei rischi che sta
comportando l'azione militare.
Da qui
il gergo minaccioso e le intimazioni a non ostacolare i piani del Cremlino.
L'elemento nuovo del discorso di ieri sera consiste però nel fatto che adesso
le ire del leader russo sono orientate verso l'interno.
Putin
vuole serrare i ranghi e fare “la conta” di chi c'è o non c'è. Il quadro è talmente
delicato che non può esserci spazio a una posizione mediana. O si sta con la guerra oppure si è
traditori.
O si sta con il Cremlino oppure si rischia, nella ricostruzione del presidente
russo, di lavorare per chi vuole disgregare la federazione.
Chi
sta dall'altra parte della barricata è un “moscerino”. “So che l'occidente sta
usando – ha dichiarato Putin – la cosiddetta quinta colonna, i nostri
traditori, per raggiungere il suo obiettivo finale, che è la distruzione della
Russia”. Ma
questo non accadrà perché “ogni nazione, soprattutto quella russa – ha
proseguito – è sempre capace di distinguere i veri patrioti dai bastardi e dai
traditori, e sputare fuori questi ultimi come moscerini finiti per sbaglio in
gola”.
Frasi
e toni pesanti, degno peraltro del grave contesto attuale. C'è chi, commentando
queste parole, ha parlato di “purghe”. Ma nell'idea di Putin non sembra essere
contemplato un giro di vite di sovietica memoria. In realtà per il presidente
russo la conta avverrà per una “selezione”, altro termine da lui utilizzato.
Chi
non sarà d'accordo con la linea del Cremlino, verrà “spuntato fuori” per
l'appunto. Verrà spinto ad andarsene. Se ne andranno gli oligarchi,
etichettati da Putin come “connazionali che non sanno fare a meno del caviale”,
se ne andranno coloro che sono attratti dalla retorica occidentale.
Forse
è questo il vero motivo per cui da Mosca si vuole continuare la guerra. Il
conflitto, con annesse sanzioni, è un modo per far rimanere in Russia soltanto
coloro che appoggiano i piani dello “zar”, disposti a tutto pur di non far
perdere alla federazione lo status di potenza.
Lo
scontro, esterno e interno, è destinato evidentemente ad andare avanti a lungo.
Putin lo sa e dai suoi toni si intuisce come le varie sfide da lui lanciate
siano soltanto all'inizio.
KLAUS
SCHWAB E IL SUO
GRANDE
RESET NAZI-FASCISTA.
È
spiacevole e lessicalmente disdicevole iniziare una frase con un “Ve lo avevamo
detto..” Ma in sintesi è quello che è stato ampiamente annunciato sin dalla
fondazione dell’Unione Europea in modo chiaro ed a tratti sfacciato,
ultimamente anche arrogante.
Volendo
e dovendo fare dietrologia possiamo datare l’inizio della trasformazione della
società italiana all’inchiesta di «Mani Pulite». Un attacco diretto ed
apparentemente giusto della magistratura nei confronti della dilagante
corruzione della politica e del buco nero di fondi pubblici spariti e spartiti
un po da tutte le forze politiche. Da tutte le forze politiche ma non
dall’allora Partito Comunista Italiano che fu totalmente ignorato dai PM di
Milano, nonostante il discorso di Craxi alla Camera e le dichiarazioni
spontanee fatte dallo stesso durante il processo. In Europa i segnali che la
nascente Unione Europea non fosse stata pensata per i cittadini ma per le elìtes
economiche e finanziarie, per quelle famiglie di grandi imprenditori e
banchieri che non figurano mai nelle liste dei partiti alle elezioni ma
soltanto nei CDA di banche e multinazionali.. ed a volte nemmeno in quelli;
quei segnali ci sono stati ma sono passati sotto traccia soverchiati dalla
marea di informazioni che i media hanno intessuto giorno dopo giorno.
Il
cartello dell’informazione ha fatto il resto. Essendo ogni singola testata
proprietà di imprenditori o di personaggi riconducibili al mondo della politica
le notizie hanno iniziato ad essere filtrate in una determinata direzione per
creare quel consenso diffuso di cui la politica ha bisogno per adottare
determinate politiche e sul come riorganizzare la società europea, prima divisa
da confini politici, lingue e culture differenti, in una nuova società,
propagandata a misura d’uomo ma pensata ed organizzata per le elìtes di cui
sopra.
Chi
non ricorda lo “spot pubblicitario” che Romano Prodi fece per tessere le lodi
della nascente Europa.. «Sarà come lavorare un giorno in meno e guadagnare come
se ci fosse un giorno in più!» Come ricordo anche che anni dopo durante un
programma televisivo spiegò ai presenti attoniti che «…c’è anche il suicidio!»
Siamo
governati non dalla ragione ma dalla reazione. Il senatore a vita Mario Monti
ci ha spiegato con dovizia di particolari e mimica raptatoria delle mani che
c’è bisogno di crisi, anche profonde, per apportare le modifiche costituzionali
di cui hanno bisogno per smantellare i vecchi stati e riconfigurare il pensiero
delle persone, quella logica di consenso delle masse come ha spiegato
mirabilmente Beppe Grillo alla fine di un suo “discorso dal palco” ai suoi
sostenitori:
«Io
sono l'”Elevato” e voi siete la massa!».
Il
Grande Reset, la Quarta Rivoluzione Industriale, il Nuovo Normale, il New
Normal, il Green New Deal o il New Deal per la Natura) è un tentativo di colpo
di stato capitalista globale su una scala mai immaginata prima. È un tentativo
di un’élite ultra-ricca di prendere il controllo totale su ogni aspetto del
nostro mondo, delle nostre vite e dei nostri corpi. Agiscono alla luce del sole
e con la piena collaborazione e connivenza di stati e governi.
Il
futuro che ci hanno preparato è un inferno fascista transumanista in cui la
libertà sarà abolita e gli esseri umani saranno fusi con i robot e trasformati
in commodities per il beneficio dell’élite. C’è una sovrapposizione massiccia
tra coloro che stanno dietro a questo piano insidioso e i capitalisti del
clima.
Il
Grande Reset non farà nulla per aiutare Madre Natura, ma sosterrà ed espanderà
invece il sistema capitalistico industriale che la sta uccidendo.
La
tecnocrazia globalista sta usando la pandemia di COVID 19 per spazzare via sia
la responsabilità democratica che l’opposizione. Non un solo settore della vita non sarà
toccato da un grande piano di ricostruzione che mira a rimodellare tutto, dal
governo all’energia, alla finanza, al cibo, all’istruzione, alla salute, alla
proprietà, alla polizia e all’esercito – compreso il modo in cui trattiamo i
nostri simili.
Di
seguito è riportato un articolo di Paul Cudenec, pubblicato su The Winter Oak.
A parte qualche commento di natura polemica o sarcastico di Cudenec, egli è
riuscito a presentare un’ottima sintesi del pensiero di Klaus Schwab, il
fondatore del World Economic Forum, e quindi della “filosofia” che guida il
Grande Reset in atto.
Klaus
Schwab e il suo Grande Reset nazi-fascista.
Traduzione
a cura di Nogeoingegneria .
Nato a
Ravensburg nel 1938, Klaus Schwab è figlio della Germania di Adolf Hitler, un
regime di polizia statale costruito sulla paura e sulla violenza, sul lavaggio
del cervello e sul controllo, sulla propaganda e sulla menzogna,
sull’industrialismo e l’eugenetica, sulla disumanizzazione e la “disinfezione”,
su una visione agghiacciante e grandiosa di un “nuovo ordine” che sarebbe
durato mille anni.
Schwab
sembra aver dedicato la sua vita a reinventare quell’incubo e a cercare di
trasformarlo in una realtà non solo per la Germania ma per il mondo intero.
Peggio ancora, come le sue stesse parole confermano più e più volte, la sua
visione fascista tecnocratica è anche una contorta visione transumanista, che
fonderà gli esseri umani con le macchine in “curiose miscele di vita digitale e
analogica”, che infetterà i nostri corpi con “Smart Dust”e in cui la polizia a
quanto pare sarà in grado di leggere i nostri cervelli.
E,
come vedremo, lui ei suoi complici stanno usando la crisi del Covid-19 per
aggirare la responsabilità democratica, per scavalcare l’opposizione, per
accelerare il loro programma e per imporlo al resto dell’umanità contro la
nostra volontà in quello che definisce un “Grande Reset”.
Schwab
non è, ovviamente, un nazista in senso classico, non essendo né nazionalista né
antisemita, come testimonia il premio Dan David da un milione di dollari che
gli è stato assegnato in Israele nel 2004. Ma il fascismo del 21esimo secolo ha
trovato diverse forme politiche con cui continuare il suo progetto centrale di
rimodellamento dell’umanità per adattarla al capitalismo attraverso mezzi
palesemente autoritari.
Questo
nuovo fascismo viene oggi promosso sotto le sembianze della “Governance
Globale“, della “Biosicurezza“, del “Nuovo Normale”, del “New Deal for Nature”
e della “Quarta Rivoluzione Industriale”.
Schwab,
l’ottantenne fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, siede
al centro di questa matrice come un ragno su una gigantesca ragnatela. Il
progetto fascista originale, in Italia e Germania, era tutto incentrato sulla
fusione di Stato e affari. Mentre il comunismo prevede che il Governo prenda il
controllo delle imprese e dell’industria, il che – in teoria! – agisce
nell’interesse del popolo, il fascismo utilizzava lo Stato per proteggere e far
progredire gli interessi dell’élite benestante.
Schwab
ha proseguito questo approccio in un quadro denazificato ( n.d.r apparentemente
) del secondo dopoguerra, quando nel 1971 ha fondato l’European Management Forum, che si riuniva ogni anno a Davos,
in Svizzera. Qui ha promosso la sua ideologia del capitalismo degli “stakeholder” in
cui le imprese sono state portate a una più stretta cooperazione con il
governo.
“Il
capitalismo degli stakeholder” è descritto dalla rivista economica Forbes come
“l’idea che un’azienda si concentri sul soddisfare le esigenze di tutti i suoi
stakeholder: clienti, dipendenti, partner, la comunità e la società nel suo
insieme”.
Anche
nel quadro di una particolare attività commerciale, si tratta sempre di
un’etichetta vuota. Come osserva l’articolo di Forbes , in realtà significa
solo che “le aziende possono continuare a spalare privatamente denaro ai loro
azionisti e dirigenti, pur mantenendo una facciata pubblica di squisita
sensibilità sociale e altruismo esemplare”. Ma in un generale contesto sociale,
il concetto di stakeholder è ancora più nefasto, scartando ogni idea di
democrazia, di governo da parte del popolo, a favore del controllo da parte
degli interessi aziendali.
La
società non è più considerata come una comunità di esseri viventi, ma come
un’impresa, la cui redditività è l’unico scopo valido per le attività umane.
Schwab
ha esposto questo programma già nel 1971, nel suo libro Moderne
Unternehmensführung im Maschinenbau ( La moderna gestione aziendale in
Ingegneria Meccanica), dove l’uso del termine “stakeholder” (die Interessenten)
ha ridefinito in modo efficace gli esseri umani non come cittadini, individui
liberi o membri di comunità, ma come partecipanti secondari di una gigantesca
impresa commerciale. Lo scopo della vita di ogni persona doveva essere “la
crescita e la prosperità a lungo termine” per questa impresa – in altre parole,
salvaguardare e accrescere la ricchezza dell’élite capitalista. Tutto ciò è
diventato ancora più esplicito nel 1987, quando Schwab ha ribattezzato il suo
European Management Forum il World Economic Forum.
Il WEF
si definisce sul proprio sito web come “la piattaforma globale per la
cooperazione tra pubblico e privato”, con sostenitori che descrivono come si
creano “partnership tra uomini d’affari, politici, intellettuali e altri leader
della società per ‘definire, discutere e far progredire le questioni chiave
dell’agenda globale’”. Le “partnership” che il WEF crea sono finalizzate a
sostituire la democrazia con una leadership globale di individui scelti e non
eletti il cui dovere non è quello di servire il pubblico, ma di imporre la
regola dell’1% a quel pubblico con la minima interferenza possibile da parte
del resto di noi.
Nei
libri che Schwab scrive per il largo consumo, si esprime nei cliché ambigui
dello spin aziendale e del greenwashing. Vengono ripetuti continuamente gli
stessi termini vuoti. In Shaping the Future of the Fourth Industrial
Revolution: A Guide to Building a Better World Schwab parla di “inclusione
degli stakeholder e distribuzione dei benefici” e di “partenariati sostenibili
e inclusivi” che ci condurranno tutti verso un “futuro inclusivo, sostenibile e
prospero”!
Ma la
vera motivazione dietro a questa spacconata, la vera motivazione del suo
“capitalismo degli azionisti”, che continuava a promuovere senza sosta alla
conferenza di Davos del WEF del 2020, è il profitto e lo sfruttamento. Ad
esempio, nel suo libro The Fourth Industrial Revolution del 2016, Schwab scrive
sull’Uberizzazione del lavoro e sui vantaggi che ne derivano per le aziende, in
particolare per le start-up in rapida crescita nell’economia digitale: “Siccome
le piattaforme human cloud classificano i lavoratori come lavoratori autonomi,
essi sono – per il momento – liberi dall’obbligo di pagare salari minimi, tasse
del datore di lavoro e prestazioni sociali”.
La
stessa spietatezza capitalista traspare dal suo atteggiamento nei confronti
delle persone che si avvicinano alla fine della loro vita lavorativa e che
hanno bisogno di un meritato riposo: “L’invecchiamento è una sfida
economica in quanto, a meno che non si aumenti drasticamente l’età pensionabile
in modo che i membri più anziani della società possano continuare a contribuire
alla forza lavoro (un imperativo economico che ha molti benefici economici), la
popolazione in età lavorativa diminuisce parallelamente a un aumento della
percentuale di anziani in stato di dipendenza”.
In
questo mondo tutto si riduce alle sfide economiche, agli imperativi economici e
ai benefici economici per la classe capitalista dominante. Il mito del Progresso è stato a lungo
utilizzato da quell’1% per convincere la gente ad accettare le tecnologie
progettate per sfruttarci e controllarci e Schwab gioca su questo quando
dichiara che “la Quarta Rivoluzione Industriale rappresenta una significativa
fonte di speranza per continuare la scalata nello sviluppo umano che ha portato
a un drammatico aumento della qualità della vita per miliardi di persone a
partire dal 1800”.
Si
entusiasma: “Anche se può non sembrare importante per chi di noi vive
quotidianamente una serie di piccoli ma significativi mutamenti della vita, non
è un cambiamento di poco conto: la Quarta Rivoluzione Industriale è un nuovo
capitolo dello sviluppo umano, alla pari con la prima, la seconda e la terza
Rivoluzione Industriale, ed è ancora una volta guidata dalla crescente
accessibilità e interazione di un insieme di straordinarie tecnologie.” (5)
Tuttavia,
egli sa bene che la tecnologia non è ideologicamente neutrale, come alcuni
vogliono far credere. Dice che le tecnologie e le società si modellano a
vicenda.
“Dopotutto,
le tecnologie sono legate al modo in cui percepiamo le cose, a come prendiamo
decisioni e al modo in cui pensiamo a noi stessi e agli altri. Sono collegate
alle nostre identità, alle nostre visioni del mondo e ai nostri potenziali
futuri. Dalle tecnologie nucleari alla corsa allo spazio, agli smartphone, ai
social media, alle auto, alla medicina e alle infrastrutture, il valore delle
tecnologie le rende politiche. Anche il concetto di nazione “sviluppata” si
basa implicitamente sull’adozione delle tecnologie e su ciò che esse
significano per noi, economicamente e socialmente.
La
tecnologia, secondo i capitalisti, non ha mai riguardato il bene sociale, ma
solo il profitto, e Schwab mette in chiaro che lo stesso vale per la sua Quarta
Rivoluzione Industriale.
“Le
tecnologie della quarta rivoluzione industriale sono davvero dirompenti:
ribaltano i modi esistenti di percepire, calcolare, organizzare, agire e
fornire risultati. Rappresentano modi completamente nuovi di creare valore per
organizzazioni e cittadini”.
Nel
caso in cui il significato di “creare valore” non fosse chiaro, egli fornisce
alcuni esempi: “I droni rappresentano un nuovo tipo di dipendente che riduce i
costi, che lavora tra noi e svolge lavori che una volta coinvolgevano persone
reali”) e “l’uso di algoritmi sempre più sofisticati sta rapidamente
incrementando la produttività dei dipendenti, ad esempio nell’uso di chat bot
per aumentare (e, sempre più, sostituire) il supporto di “live chat” per le
interazioni con i clienti“.
Schwab
entra nei dettagli sulle meraviglie del suo nuovo e coraggioso mondo in La
quarta rivoluzione industriale.
Spiega:
“Prima di quanto molti si aspettano, il lavoro di professioni così diverse come
avvocati, analisti finanziari, medici, giornalisti, contabili, assicuratori o
bibliotecari potrebbero essere parzialmente o completamente automatizzati… La
tecnologia sta progredendo così velocemente che Kristian Hammond, co-fondatore
di Narrative Science, una società specializzata nella creazione di narrazioni
automatizzate, prevede che entro la metà degli anni Venti il 90% delle notizie
potrebbe essere generato da un algoritmo, la maggior parte senza alcun tipo di
intervento umano (a parte la progettazione dell’algoritmo, ovviamente)”.
È
questo imperativo economico che ispira l’entusiasmo di Schwab per “una
rivoluzione che sta cambiando radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e
ci relazioniamo”. Schwab si vanta della
lirica della 4IR, e insiste sul fatto che essa è “diversa da qualsiasi altra
cosa che l’umanità abbia mai sperimentato prima d’ora”.
Egli
esalta: “Considerate le possibilità illimitate di avere miliardi di persone
connesse tramite dispositivi mobili, dando vita a una potenza di elaborazione,
capacità di archiviazione e accesso alla conoscenza senza precedenti. Oppure
pensa all’incredibile confluenza di scoperte tecnologiche emergenti, che
coprono campi di ampio respiro come l’intelligenza artificiale (AI), la
robotica, l’Internet delle cose (IoT), i veicoli autonomi, la stampa 3D, la
nanotecnologia, la biotecnologia, la scienza dei materiali, lo stoccaggio di
energia e informatica quantistica, per citarne alcuni. Molte di queste
innovazioni sono agli inizi, ma stanno già raggiungendo un punto di svolta nel
loro sviluppo mentre si sviluppano e si amplificano a vicenda in una fusione di
tecnologie attraverso il mondo fisico, digitale e biologico”.
Si
aspetta anche una maggiore istruzione online, che preveda “l’uso della realtà
virtuale e della realtà aumentata” per “migliorare drasticamente i risultati
educativi” (, sensori “installati nelle case, nei vestiti e negli accessori,
nelle città, nei trasporti e nelle reti energetiche” e le smart cities, con le loro importanti
“piattaforme dati”.
“Tutto
sarà intelligente e connesso a Internet”, afferma Schwab, e questo si estenderà
agli animali, poiché “i sensori cablati nei bovini possono comunicare tra loro
attraverso una rete di telefoni cellulari”. Ama l’idea di “fabbriche di cellule
intelligenti” che potrebbero consentire “la generazione accelerata di
vaccini” e “tecnologie dei big data”. Tutto questo, ci assicura, “fornirà modi
nuovi e innovativi per servire i cittadini e i clienti” e dovremo smettere di opporci alle imprese
che traggono profitto dallo sfruttamento e dalla vendita di informazioni su
ogni aspetto della nostra vita personale.“
“È
fondamentale stabilire la fiducia nei dati e negli algoritmi utilizzati per
prendere le decisioni. Le preoccupazioni dei cittadini in merito alla privacy e
all’accertamento della responsabilità nelle strutture aziendali e legali
necessiteranno di un adeguamento del pensiero”.
Alla
fine della giornata è chiaro che tutto questo entusiasmo tecnologico ruota
esclusivamente intorno al profitto, o “valore”, come Schwab preferisce
definirlo nel suo linguaggio aziendale del 21° secolo. Così la tecnologia blockchain sarà fantastica
e provocherà “un’esplosione di asset negoziabili, poiché tutti i tipi di
scambio di valore possono essere ospitati sulla blockchain”.
L’uso
della tecnologia di registro distribuito (Ledger technology), aggiunge Schwab,
“potrebbe essere la forza trainante dietro massicci flussi di valore nei
prodotti e servizi digitali, fornendo identità digitali sicure che possono
rendere i nuovi mercati accessibili a chiunque sia connesso a Internet”. In generale, l’interesse della 4IR per
l’élite imprenditoriale dominante è che “creerà fonti di valore completamente
nuove” e “darà origine a ecosistemi di
creazione di valore impossibili da immaginare con una mentalità bloccata nel
terzo settore industriale Rivoluzione”.
Le
tecnologie del 4IR, implementate tramite la tecnologia 5G, rappresentano
minacce senza precedenti alla nostra libertà, come ammette Schwab: “Gli
strumenti della quarta rivoluzione industriale consentono nuove forme di
sorveglianza e altri mezzi di controllo che vanno contro società sane e
aperte”.
Ma
questo non gli impedisce di presentarli in una luce positiva, come quando
dichiara che “la criminalità pubblica rischia di diminuire per la convergenza
di sensori, telecamere, AI e software di riconoscimento facciale”. Descrive con
un certo gusto come queste tecnologie “possono invadere lo spazio finora
riservato alle nostre menti, leggendo i nostri pensieri e influenzando il
nostro comportamento”.
Schwab
prevede: “Con il miglioramento delle capacità in questo settore, aumenterà la
tentazione per le forze dell’ordine e i tribunali di utilizzare tecniche per
determinare la probabilità di attività criminale, valutare la colpa o
addirittura recuperare i ricordi direttamente dal cervello delle persone. Anche
l’attraversamento di un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una
scansione cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un
individuo”. (n.d.r. passo precursore il
tampone che deve essere eseguito)
Ci
sono momenti in cui il capo del WEF si lascia trasportare dalla sua passione
per un futuro di fantascienza in cui “i viaggi spaziali umani a lunga distanza
e la fusione nucleare sono all’ordine del giorno” e in cui “il prossimo modello di business di
tendenza potrebbe essere che qualcuno scambia l’accesso ai propri pensieri per
guadagnare tempo di scrivere un articolo sui social media solo con il suo
avatar”.
Il
discorso sul ”turismo spaziale” dal titolo “La quarta rivoluzione industriale e
l’ultima frontiera” è quasi comico, così
come il suo suggerimento che “un mondo pieno di droni offre un mondo pieno di
possibilità”. Ma più il lettore avanza nel mondo
rappresentato nei libri di Schwab, meno fa ridere. La verità è che questa
figura altamente influente, al centro del nuovo ordine globale in via di
costituzione, è un vero e proprio transumanista che sogna la fine di una vita
umana e di una comunità naturale e sana. Schwab ripete questo messaggio più e
più volte, come se volesse essere sicuro di averci adeguatamente avvertito. Scrive: “Le strabilianti innovazioni
innescate dalla quarta rivoluzione industriale, dalla biotecnologia
all’intelligenza artificiale, stanno ridefinendo il significato di essere
umano”
“Il
futuro metterà alla prova la nostra comprensione di cosa significhi essere
umani, sia da un punto di vista biologico che sociale”.
“Già i
progressi nelle neuro-tecnologie e nelle biotecnologie ci costringono a
chiederci cosa significhi essere umani”.
Lo
spiega in modo più dettagliato in Shaping the Future of the Fourth Industrial
Revolution:
“Le
tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale non smetteranno di diventare
parte del mondo fisico che ci circonda – diventeranno parte di noi. In effetti,
alcuni di noi sentono già che i nostri smartphone sono diventati un’estensione
di noi stessi. I dispositivi esterni odierni, dai computer indossabili alle
cuffie per la realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel
nostro corpo e nel nostro cervello. Gli esoscheletri e le protesi aumenteranno
la nostra potenza fisica, mentre i progressi nelle neuro-tecnologie
miglioreranno le nostre capacità cognitive. Diventeremo più capaci di
manipolare i nostri geni e quelli dei nostri figli. Questi sviluppi sollevano
domande profonde: dove tracciamo il confine tra uomo e macchina? Cosa significa
essere umani?” (37)
Un’intera
sezione di questo libro è dedicata al tema “Alterare l’Essere Umano”. Qui
accenna sulla “capacità delle nuove tecnologie di diventare letteralmente parte
di noi” e invoca un futuro cyborg che coinvolge “curiosi mix di vita digitale e
analogica che ridefiniranno la nostra stessa natura”.
Scrive:
“Queste tecnologie opereranno all’interno della nostra biologia e cambieranno
il modo in cui ci interfacciamo con il mondo. Sono in grado di oltrepassare i
confini del corpo e della mente, potenziare le nostre capacità fisiche e
persino avere un impatto duraturo sulla vita stessa”. Nessuna violazione sembra andare troppo oltre
per Schwab, che sogna “microchip attivi impiantabili che rompono la barriera
cutanea del nostro corpo”, “tatuaggi intelligenti”, “calcolo biologico” e
“organismi progettati su misura”.
È
felice di annunciare che “sensori, interruttori di memoria e circuiti possono
essere codificati in comuni batteri intestinali umani”, ) che “Smart Dust,
schiere di computer pieni di antenne, ognuna molto più piccola di un granello
di sabbia, possono ora organizzarsi all’interno del corpo” e che “i dispositivi
impiantati aiuteranno probabilmente anche a comunicare pensieri – normalmente
espressi verbalmente attraverso uno smartphone ‘incorporato’ – e pensieri o
stati d’animo potenzialmente inespressi leggendo le onde cerebrali e altri
segnali”.
La
“biologia sintetica” è all’orizzonte nel mondo 4IR di Schwab, dando ai
governanti capitalisti tecnocratici del mondo “la capacità di personalizzare
gli organismi scrivendo il DNA”. L’idea
delle neuro-tecnologie, in cui gli esseri umani avranno memorie completamente
artificiali impiantate nel cervello, è sufficiente a far sentire un po ‘male
alcuni di noi, così come “la prospettiva di collegare il nostro cervello alla
realtà virtuale attraverso modem corticali, impianti o nanobot”.
È di
poco conforto sapere che questo è tutto – ovviamente! – nell’interesse del
profitto capitalistico, poiché “annuncia nuove industrie e sistemi per la
creazione di valore” e “rappresenta un’opportunità per creare interi nuovi
sistemi di valore nella Quarta Rivoluzione Industriale”.
E che
dire della “bioprinting dei tessuti organici”
o del suggerimento che “gli animali potrebbero essere potenzialmente
progettati per produrre farmaci e altre forme di trattamento”? Qualcuno ha obiezioni etiche?
Tutto
ciò è evidentemente positivo per Schwab, che è felice di annunciare: “Il giorno
in cui le mucche sono progettate per produrre nel loro latte un elemento di
coagulazione del sangue [sic], che manca agli emofiliaci, non è lontano. I
ricercatori hanno già iniziato a progettare i genomi dei maiali con l’obiettivo
di far crescere organi adatti al trapianto umano”.
Il
ritorno degli spettri del passato nazista.
Diventa
ancora più inquietante. Fin dal sinistro programma di eugenetica della Germania
nazista, nella quale è nato Schwab, questa è una scienza che è stata
considerata oltre ogni immaginazione dalla società umana. Ma ora,
evidentemente, egli sente che l’eugenetica è destinata ad una rinascita,
annunciando per quanto riguarda l’editing genetico: “Il fatto che ora sia molto
più facile manipolare con precisione il genoma umano all’interno di embrioni
vitali significa che è probabile che in futuro vedremo l’avvento di neonati
progettati che possiedono particolari caratteristiche o che sono resistenti a
una specifica malattia”.)
Nel
famigerato trattato transumanista del 2002 I, Cyborg, Kevin Warwick predice:
“Gli esseri umani saranno in grado di evolversi sfruttando la super-intelligenza
e le abilità extra offerte dalle macchine del futuro, unendosi a loro. Tutto
ciò indica lo sviluppo di una nuova specie umana, conosciuta nel mondo della
fantascienza come “cyborg”. Non significa che tutti debbano diventare un
cyborg. Se sei felice del tuo stato di essere umano, allora così sia, puoi
rimanere come sei. Ma attenzione: proprio come noi umani ci siamo separati dai
nostri cugini scimpanzé anni fa, così i cyborg si separeranno dagli umani.
Coloro che rimangono come esseri umani rischiano di diventare una sottospecie.
Saranno, effettivamente, gli scimpanzé del futuro ”. (50) Schwab sembra
accennare allo stesso futuro di un’élite artificiale trans-umana “superiore” e
potenziata che si separa dalla gentaglia nata naturalmente, in questo passaggio
particolarmente dannativo della Quarta Rivoluzione Industriale: “Siamo alle soglie di un radicale
cambiamento sistemico che richiede agli esseri umani di adattarsi
continuamente. Di conseguenza, possiamo assistere a un crescente grado di
polarizzazione nel mondo, segnato da coloro che abbracciano il cambiamento
contro coloro che vi si oppongono….Questo dà origine a una disuguaglianza che
va oltre quella sociale descritta in precedenza. Questa disuguaglianza
ontologica separerà coloro che si adattano da coloro che resistono: i vincitori
e i vinti materiali in tutti i sensi delle parole. I vincitori possono anche
beneficiare di una qualche forma di radicale miglioramento umano generato da
alcuni segmenti della quarta rivoluzione industriale (come l’ingegneria
genetica) da cui i perdenti saranno privati. Questo rischia di creare conflitti
di classe e altri scontri diversi da qualsiasi cosa abbiamo visto prima”.
Schwab
parlava già nel 2016 di una “grande trasformazione” ed è chiaramente determinato a fare tutto ciò
che è in suo potere per realizzare il suo mondo transumanista di ispirazione
eugenetica, di artificio, sorveglianza, controllo e profitto esponenziale. Ma,
come evidenziato precedentemente dal suo riferimento ai “conflitti di classe”,
è chiaramente preoccupato dalla possibilità di “resistenza da parte della
società” e da come avanzare “se le
tecnologie ricevono una grande resistenza da parte del pubblico”.
Le
feste annuali del WEF di Schwab a Davos sono state a lungo accolte dalle
proteste anticapitaliste e, nonostante l’attuale paralisi della sinistra
radicale, egli è ben consapevole della possibilità di una rinnovata e forse più
ampia opposizione al suo progetto, con il rischio di ” reazioni di
risentimento, timore e contraccolpi politici”.
Nel
suo libro più recente fornisce un contesto storico, osservando che
“l’antiglobalizzazione era forte nel periodo precedente al 1914 e fino al 1918,
poi meno durante gli anni ’20, ma si è riaccesa negli anni ’30 a seguito della
Grande Depressione.” Egli nota che all’inizio degli anni 2000 “il contrasto politico
e sociale contro la globalizzazione si è rafforzato senza sosta”, afferma che negli ultimi due anni il
“disordine sociale” si è diffuso in tutto il mondo, citando i Gilets Jaunes in
Francia tra gli altri movimenti, e invocando lo “scenario cupo” che “lo stesso
potrebbe accadere di nuovo”. Allora,
come può un onesto tecnocrate srotolare il suo futuro preferito per il mondo in
assenza del consenso dell’opinione pubblica mondiale? Come possono Schwab e i
suoi amici miliardari imporre la loro società preferita al resto di noi?
Una
risposta è data dall’ incessante lavaggio del cervello della propaganda dei
mass media e del mondo accademico, di proprietà dell’1% dell’élite – che amano
chiamare “una narrazione”. Per Schwab, la riluttanza della maggior parte
dell’umanità a saltare a bordo del suo 4IR express riflette la tragedia che “al
mondo manca una narrazione coerente, positiva e comune che delinei le
opportunità e le sfide della quarta rivoluzione industriale, una narrazione che
è essenziale se vogliamo dare forza a un insieme diversificato di individui e
comunità ed evitare un contraccolpo popolare contro i cambiamenti fondamentali
in atto. È quindi fondamentale investire
attenzione ed energia nella cooperazione fra più stakeholder al di là dei
confini accademici, sociali, politici, nazionali e industriali. Queste
interazioni e collaborazioni sono necessarie per creare narrazioni positive,
comuni e piene di speranza, che consentano a individui e gruppi di tutte le
parti del mondo di partecipare alle trasformazioni in corso e di trarne
vantaggio”.
Una di
queste “narrazioni” maschera le ragioni per cui la tecnologia 4IR deve essere
installata ovunque nel mondo il più presto possibile. Schwab è frustrato dal
fatto che “più della metà della popolazione mondiale – circa 3,9 miliardi di
persone – non può ancora accedere a Internet”,
con l’85% della popolazione dei paesi in via di sviluppo che rimane
offline e quindi fuori portata, rispetto al 22% nel mondo sviluppato. Lo scopo
effettivo della 4IR è quello di sfruttare queste popolazioni a scopo di lucro
attraverso il tecno-imperialismo globale, ma ovviamente questo non può essere
affermato nella “narrativa” propagandistica necessaria per vendere il piano. La
loro missione deve invece essere presentata, come fa lo stesso Schwab, come un
tentativo di “sviluppare tecnologie e sistemi che servano a distribuire valori
economici e sociali come il reddito, le opportunità e la libertà a tutti gli
stakeholder”.
Si
pone religiosamente come guardiano del risveglio dei valori liberali,
dichiarando: “Pensare in modo inclusivo va oltre il pensare alla povertà o alle
comunità emarginate semplicemente come un’aberrazione – qualcosa che possiamo
risolvere. Ci costringe a renderci conto che i nostri privilegi si trovano
sulla stessa mappa della loro sofferenza”. Va oltre il reddito e i diritti,
anche se questi rimangono importanti. Invece, l’inclusione degli stakeholder e
la distribuzione dei benefici amplia le libertà per tutti.
La
stessa tecnica, di una finta “narrazione” progettata per ingannare i cittadini
di pensiero buono a sostenere uno schema capitalista imperialista, è stata
ampiamente utilizzata per quanto riguarda il cambiamento climatico.
Schwab
è un grande fan di Greta Thunberg, naturalmente, che si era appena alzata dal
marciapiede dopo la sua protesta da ragazza sola a Stoccolma quando è stata
portata a parlare al WEF a Davos. È anche un sostenitore della proposta del New
Deal for Nature globale, in particolare attraverso Voice for the Planet, che è
stata lanciata al WEF di Davos nel 2019 dal Global Shapers, un’organizzazione
giovanile creata da Schwab nel 2011 e descritta correttamente dal giornalista
investigativo Cory Morningstar come “un’esibizione grottesca di frodi aziendali
mascherate da bontà”.
Nel
suo libro del 2020, Schwab espone effettivamente il modo in cui il falso
“attivismo giovanile” viene utilizzato per promuovere i suoi obiettivi
capitalistici.
Scrive,
in un passaggio molto franco: “L’attivismo giovanile sta aumentando in tutto il
mondo, essendo rivoluzionato dai social media che aumentano la mobilitazione in
una misura che prima sarebbe stata impossibile. Prende molte forme diverse,
dalla partecipazione politica non istituzionalizzata alle manifestazioni e alle
proteste, e affronta questioni diverse come il cambiamento climatico, le
riforme economiche, l’uguaglianza di genere e i diritti LGBTQ. La giovane
generazione è decisamente all’avanguardia del cambiamento sociale. Non c’è dubbio
che sarà il catalizzatore del cambiamento e una sorgente di stimolo cruciale
per il Grande Reset”.
In
realtà, naturalmente, il futuro ultra-industriale proposto da Schwab non è
affatto verde. Non è la natura che gli interessa, ma il “capitale naturale” e
“l’incentivazione degli investimenti nei mercati di frontiera verdi e sociali”.
Inquinamento
equivale a profitto, e la crisi ambientale è solo un’altra opportunità di
business, lo descrive nella Quarta Rivoluzione Industriale: “In questo nuovo rivoluzionario
sistema industriale, l’anidride carbonica si trasforma da inquinante ad effetto
serra in un vantaggio, e il sistema economico di cattura e stoccaggio del
carbonio si trasforma da pozzo di costi e di inquinamento in un impianto di
produzione redditizio per la cattura e l’uso del carbonio. Ancora più
importante, consentirà alle aziende, ai governi e ai cittadini di diventare più
consapevoli e impegnati con strategie per rigenerare attivamente il capitale
naturale, permettendo usi intelligenti e rigenerativi del capitale naturale per
guidare la produzione e il consumo sostenibili e dare spazio alla biodiversità
per il recupero di aree minacciate”.
Le
“soluzioni” di Schwab per i danni devastanti al nostro mondo naturale causati
dal capitalismo industriale fanno ricorso allo stesso veleno, se non peggio.
La
geoingegneria è tra i suoi preferiti: “Le proposte includono l’installazione di
specchi giganti nella stratosfera per deviare i raggi del sole, la
disseminazione di sostanze chimiche nell’atmosfera per aumentare le
precipitazioni (n.d.r. e non è tutto qui) e il dispiegamento di macchinari di
grandi dimensioni per rimuovere l’anidride carbonica dall’aria”.
“Attualmente
si stanno immaginando nuovi approcci attraverso la combinazione delle tecnologie
della Quarta Rivoluzione Industriale, come le nanoparticelle e altri materiali
avanzati”.
Come
tutte le imprese e le ONG pro-capitaliste che sostengono il pericoloso New Deal
for Nature, Schwab è completamente e profondamente anti-verde. Dal suo punto di
vista, la “possibilità ultima” di un’energia “pulita” e “sostenibile” include
la fusione nucleare e lui attende con
ansia il giorno in cui i satelliti “copriranno il pianeta con collegamenti che
potrebbero aiutare a connettere gli oltre 4 miliardi di persone ancora prive di
accesso online”. Schwab si rammarica inoltre molto di
tutta quella burocrazia che impedisce la marcia senza ostacoli degli alimenti
geneticamente modificati, avvertendo che “la sicurezza alimentare globale sarà
raggiunta, in ogni caso, solo se le norme sugli alimenti geneticamente
modificati saranno adattate in modo da riflettere la realtà che la
modificazione genetica offre con un metodo preciso, efficiente e sicuro per
migliorare le colture”.
Il
nuovo ordine previsto da Schwab abbraccerà il mondo intero e quindi è
necessaria una governance globale per imporlo, come egli afferma ripetutamente.
Insiste sul fatto che il suo futuro preferito “si realizzerà solo attraverso
una migliore governance globale”. “È indispensabile una qualche forma di
governance globale reale” . La problematica che abbiamo oggi è quella di un
possibile “deficit di ordine globale”,
egli sostiene, aggiungendo che probabilmente l’Organizzazione Mondiale
della Sanità “è afflitta da risorse limitate e in diminuzione”. Quello che in realtà sta dicendo è che la sua
società 4IR/grande reset potrà funzionare solo se imposta simultaneamente in
tutto il pianeta, altrimenti “rimarremo paralizzati nei nostri tentativi di
affrontare e rispondere alle sfide globali”.
“In poche
parole, la governance globale è il nodo di tutte queste altre questioni”.
Questo
impero totalizzante disapprova fortemente la decisione di una determinata
popolazione che decide democraticamente di prendere una strada diversa. Costoro
“corrono il rischio di essere isolati dalle norme globali, ponendo queste
nazioni a rischio di diventare gli ultimi della nuova economia digitale”,
avverte Schwab.
Ogni
sentimento di autonomia e di appartenenza ad una comunità di base è visto come
una minaccia dal punto di vista imperialista di Schwab e dovrebbe essere
sradicato sotto la 4IR. E scrive: “Le persone erano abituate a identificare la
loro vita con un luogo, un’etnia, una cultura particolare o anche una lingua.
L’avvento dello scambio online e la maggiore visibilità delle idee di altre
culture fanno sì che le identità siano oggi più adattabili di quanto non lo
fossero un tempo… La combinazione di modelli storici di migrazione e di
connettività a basso costo sta ridefinendo le strutture familiari”.
La
democrazia vera e propria rientra essenzialmente nella stessa categoria per
Schwab. Egli sa che la maggior parte delle persone non accetterà di buon grado
piani per distruggere le loro vite e schiavizzarle in un sistema globale di
sfruttamento tecno-fascista, quindi non è possibile dare loro voce in capitolo.
Per questo motivo il concetto di “stakeholder” è stato così importante per il
progetto di Schwab. Come già discusso in precedenza, si tratta della negazione
della democrazia, con l’accento posto invece su “raggiungere i gruppi di
stakeholder per trovare una soluzione”.
Se il pubblico, le persone, sono incluse in questo processo è soltanto
ad un livello di facciata. L’ordine del giorno è già stato prestabilito e le
decisioni sono state prese dietro le quinte.
Schwab
lo ammette efficacemente quando scrive: “Dobbiamo ristabilire un dialogo tra
tutti gli stakeholder per garantire una comprensione reciproca che costruisca
ulteriormente un clima di fiducia tra le autorità di regolamentazione, le
organizzazioni non governative, i professionisti e gli scienziati. Anche il
pubblico deve essere preso in considerazione, perché deve partecipare alla
formazione democratica degli sviluppi biotecnologici che riguardano la società,
gli individui e le culture”. Così
“anche” il pubblico deve essere considerato, come un pensiero a posteriori. Nemmeno consultato direttamente, solo
“considerato”! E il ruolo delle persone, delle dimostrazioni, sarà
semplicemente quello di “partecipare” alla “formazione” degli sviluppi
biotecnologici. La possibilità che il pubblico respinga effettivamente l’idea
stessa di sviluppo biotecnologico è stata completamente eliminata grazie ai
presupposti volutamente integrati nella formula degli stakeholder.
Lo
stesso messaggio è implicito nell’intestazione
della conclusione di Schwab di Shaping the Future of the Fourth
Industrial Revolution: “Cosa puoi fare per dare forma alla Quarta Rivoluzione
Industriale”. La tecno-tirania non può essere
sfidata o fermata, ma solo “plasmata”.
Schwab
usa il termine “leadership dei sistemi” per descrivere il modo profondamente
antidemocratico con cui l’1% impone la sua agenda a tutti noi, senza darci la
possibilità di dire “no”.
Scrive:
“La leadership del sistema consiste nel coltivare una visione condivisa del
cambiamento – insieme a tutti gli stakeholder della società globale – e poi
agire in base a tale visione per modificare come e per chi il sistema offre i
suoi benefici. La leadership del sistema richiede l’azione di tutti gli
stakeholder, compresi gli individui, i leader aziendali, gli influenzatori
sociali e i responsabili politici”. Egli definisce questo controllo
dall’alto verso il basso a tutto spettro come “la gestione del sistema
dell’esistenza umana” , sebbene altri potrebbero preferire il termine
“totalitarismo”.
Uno
dei tratti distintivi del fascismo storico in Italia e in Germania era la sua
insofferenza per le scomode restrizioni imposte alla classe dirigente (“la
Nazione” in linguaggio fascista) dalla democrazia e dal liberalismo politico.
Tutto questo doveva essere spazzato via per consentire un Blitzkrieg di
accelerata “modernizzazione”. Vediamo riaffiorare lo stesso spirito negli appelli di Schwab
per una “governance agile” in cui egli sostiene che “il ritmo dello sviluppo
tecnologico e una serie di caratteristiche delle tecnologie rendono inadeguati
i precedenti cicli e processi di policy-making”.
Scrive:
“L’idea di riformare i modelli di governance per far fronte a nuove tecnologie
non è nuova, ma l’urgenza di farlo è di gran lunga superiore considerando la
potenza delle tecnologie emergenti di oggi… il concetto di governance agile
cerca di conciliare l’agilità, la fluidità, la flessibilità e l’adattabilità
delle tecnologie stesse e degli attori del settore privato che le adottano”.
La
frase “riformare dei modelli di governo per far fronte alle nuove tecnologie”
rivela davvero tutto qui. Come nel fascismo, le strutture sociali devono essere
reinventate per soddisfare le esigenze del capitalismo e delle sue tecnologie
orientate al profitto. Schwab spiega che la sua “agile governance”
comprenderebbe la creazione di cosiddetti laboratori di politica – “spazi
protetti all’interno del governo con un esplicito mandato di sperimentare nuovi
metodi di sviluppo delle politiche utilizzando principi agili” – e “l’incoraggiamento
di collaborazioni tra governi e imprese per creare ‘sandbox di sviluppo’ e
‘banchi di prova sperimentali’ per sviluppare normative utilizzando approcci
iterativi, intersettoriali e flessibili”.
Per Schwab, il ruolo dello Stato è quello di far progredire gli
obiettivi capitalistici, non di tenerli sotto controllo. Mentre è tutto a favore del
ruolo dello Stato nel consentire un’acquisizione aziendale della nostra vita, è
meno propenso alla sua funzione di regolamentazione, che potrebbe rallentare
l’afflusso di profitti nelle mani dei privati, e quindi prevede “lo sviluppo di
ecosistemi di regolatori privati, competendo sui mercati”.
Nel
suo libro del 2018, Schwab affronta il problema delle normative fastidiose e di
come “superare questi limiti” nel contesto dei dati e della privacy. Egli
propone “accordi di condivisione dei dati tra pubblico e privato che rompono il
vetro in caso di emergenza”. Questi entrano in gioco solo in circostanze di
emergenza pre-concordate (come una pandemia) e possono contribuire a ridurre i
ritardi e a migliorare il coordinamento dei primi soccorritori, consentendo
temporaneamente una condivisione dei dati che in circostanze normali sarebbe
illegale”.
Stranamente,
due anni dopo c’è stata davvero una “pandemia” e queste “circostanze di
emergenza pre-concordate” sono diventate realtà. Non doveva essere una sorpresa
per Schwab, visto che il suo WEF aveva coospitato la famigerata conferenza
Event 201 nell’ottobre 2019, che ha dato vita a una pandemia di coronavirus
fittizia.
E ha
perso poco tempo per far uscire un nuovo libro, Covid-19: The Great Reset,
co-autore insieme a Thierry Malleret, che gestisce una cosa chiamata il Monthly
Barometer, “una concisa analisi predittiva fornita agli investitori privati, ai
CEO globali e ai responsabili delle opinioni e delle decisioni”. (90)
Pubblicato nel luglio 2020, il libro punta a far avanzare “congetture e idee su
come potrebbe e forse dovrebbe essere il mondo post-pandemico”. (91)
Schwab
e Malleret ammettono che Covid-19 è “una delle pandemie meno mortali che il
mondo abbia conosciuto negli ultimi 2000 anni”, aggiungendo che “le conseguenze
di COVID-19 in termini di salute e mortalità saranno blande rispetto alle
pandemie precedenti”. (92)
“Non
costituisce una minaccia esistenziale, né uno shock che lascerà la sua impronta
sulla popolazione mondiale per decenni”.
Eppure,
sorprendentemente, questa “lieve” malattia viene presentata contemporaneamente
come la scusa per un cambiamento sociale senza precedenti all’insegna del
“Grande Reset”! E sebbene dichiarino esplicitamente che Covid-19 non
costituisce un grande “shock”, gli autori usano ripetutamente lo stesso termine
per descrivere l’impatto più vasto della crisi. Schwab e Malleret collocano
Covid-19 in una lunga tradizione di eventi che hanno facilitato cambiamenti
improvvisi e significativi nelle nostre società. In particolare evocano la
Seconda Guerra Mondiale: “La Seconda Guerra Mondiale è stata la quintessenza
della guerra di trasformazione, innescando non solo cambiamenti fondamentali
nell’ordine globale e nell’economia globale, ma anche cambiamenti radicali
negli atteggiamenti e nelle credenze sociali che alla fine hanno aperto la
strada a politiche e provvedimenti contrattuali sociali radicalmente nuovi
(come le donne che entrano nella forza lavoro prima ancora di diventare
elettori). Ci sono ovviamente differenze fondamentali tra una pandemia e una
guerra (che considereremo in dettaglio nelle pagine seguenti), ma l’entità del
loro potere di trasformazione è paragonabile. Entrambe hanno il potenziale di
essere una crisi trasformativa di proporzioni prima inimmaginabili”.
Si
uniscono anche a molti “teorici della cospirazione” contemporanei nel fare un
confronto diretto tra Covid-19 e l’11 settembre: ”Così è successo dopo gli
attentati terroristici dell’11 settembre 2001. In tutto il mondo, nuove misure
di sicurezza come l’impiego di telecamere diffuse, la richiesta di carte
d’identità elettroniche e la registrazione dei dipendenti o dei visitatori in
entrata e in uscita sono diventate la norma. All’epoca queste misure erano
considerate estreme, ma oggi sono utilizzate ovunque e considerate normali”.
Quando
un tiranno dichiara il diritto di governare su un popolo senza tener conto
delle sue opinioni, ama giustificare la sua dittatura con la pretesa di avere
il diritto morale di farlo perché è “illuminato”.
Lo
stesso vale per la tirannia alimentata da Covid del Grande Reset di Schwab, che
il libro classifica come “leadership illuminata”, aggiungendo: “Alcuni leader e
decision-maker che erano già in prima linea nella lotta contro il cambiamento
climatico potrebbero voler approfittare dello shock inflitto dalla pandemia per
attuare cambiamenti ambientali più ampi e duraturi. Essi, in effetti, faranno
‘buon uso’ della pandemia non lasciando che la crisi vada sprecata”. (96)
L’élite
capitalistica mondiale al potere ha certamente fatto del suo meglio per
“approfittare dello shock provocato dal panico”, assicurandoci tutti fin dai
primi giorni dell’epidemia che, per qualche imperscrutabile ragione, niente
nella nostra vita potrà mai più essere lo stesso. Schwab e Malleret sono,
inevitabilmente, entusiasti dell’uso del New Normal, nonostante abbiano ammesso
che il virus è stato sempre e solo “blando”.
“È il
nostro momento decisivo”, cantano. “Molte cose cambieranno per sempre”. “Un
nuovo mondo emergerà”. “Lo sconvolgimento sociale scatenato da COVID-19 durerà
per anni, e forse generazioni”. “Molti di noi stanno riflettendo quando le cose
torneranno alla normalità. La risposta breve è: mai ”. Arrivano addirittura a
proporre una nuova separazione storica tra “l’era pre-pandemica” e “il mondo
post-pandemico”.
Scrivono:
”Sono in arrivo radicali cambiamenti di tale conseguenza che alcuni esperti si
sono riferiti ad un’era ‘prima del coronavirus’ (BC) e ‘dopo il coronavirus’
(AC). Continueremo a rimanere sorpresi sia dalla rapidità che dalla natura
inaspettata di questi cambiamenti – poiché sono in conflitto tra loro,
provocheranno conseguenze di secondo, terzo, quarto e più ordine, effetti a
cascata ed esiti imprevisti. In questo modo, daranno forma a un “nuovo normale”
radicalmente diverso da quello che ci lasceremo progressivamente alle spalle.
Molte delle nostre convinzioni e delle nostre ipotesi su come il mondo potrebbe
o dovrebbe apparire saranno spezzate nel processo”.
Già
nel 2016, Schwab guardava avanti a “nuovi modi di usare la tecnologia per
cambiare il comportamento” e a predire:
“La portata e l’ampiezza della rivoluzione tecnologica in corso porterà a
cambiamenti economici, sociali e culturali di proporzioni così fenomenali da
essere quasi impossibili da immaginare”. Un modo per far avanzare la sua agenda
tecnocratica era, come abbiamo notato, attraverso le false “soluzioni” al
cambiamento climatico proposte dai falsi capitalisti verdi.
Sotto
il titolo “Reset ambientale”, Schwab e Malleret dichiarano: “A prima vista, la
pandemia e l’ambiente potrebbero sembrare solo dei cugini imparentati
lontanamente, ma sono molto più vicini e più intrecciati di quanto si
pensi”. Una delle connessioni è che sia
la “crisi climatica” che la crisi legata ai virus sono state usate dal WEF e
simili per spingere la loro agenda di governance globale. Come hanno affermato
Schwab e il suo coautore, “sono di natura globale e quindi possono essere
affrontate in modo adeguato solo in modo coordinato a livello globale”. ) Un
altro collegamento è il modo in cui “l’economia post-pandemica” e “l’economia
verde” comportano profitti massicci per
gran parte dei medesimi settori del grande business.
Covid-19
è stata evidentemente una grande opportunità per quei capitalisti che sperano
di incassare la distruzione dell’ambiente, con Schwab e Malleret a riferire:
“La convinzione che le strategie dell’ESG abbiano beneficiato della pandemia e
che abbiano maggiori probabilità di beneficiarne ulteriormente è confermata da
vari sondaggi e rapporti. I primi dati mostrano che nel primo trimestre del
2020 il settore della sostenibilità ha superato i tradizionali finanziamenti”.
Gli
squali capitalisti del cosiddetto “settore della sostenibilità” si stanno
strofinando le mani con entusiasmo alla prospettiva di tutti i soldi che stanno
per guadagnare dal grande azzeramento fascista di facciata di Covid, in questo
modo lo Stato è strumentalizzato per finanziare i suoi ipocriti profitti.
Avvertono
Schwab e Malleret: “La chiave per concentrare il capitale privato in nuove
risorse di valore economico positivo per la natura sarà quella di spostare le
principali leve politiche e gli incentivi della finanza pubblica in un più
ampio rilancio dell’economia”.
“Un
Documento programmatico preparato da Systemiq in collaborazione con il World
Economic Forum stima che la costruzione di un’economia positiva per la natura
potrebbe rappresentare più di 10 trilioni di dollari all’anno entro il 2030… Il
ripristino dell’ambiente non dovrebbe essere visto come un costo, ma piuttosto
come un investimento che genererà attività economica e opportunità di
lavoro”. Considerando l’intreccio tra la
crisi climatica e quella del Covid, si potrebbe ipotizzare che il piano
inizialmente previsto sia stato quello di far passare il ripristino del Nuovo
Normale a seguito della crisi climatica. In considerazione dell’intreccio tra
la crisi climatica e quella di Covid, come delineato da Schwab, si potrebbe
ipotizzare che il piano originario fosse quello di portare avanti la
riorganizzazione della normalità sulla scia della crisi climatica. (n.d.r.
grassetto aggiunto)
Ma
evidentemente, tutta quella pubblicita’ per Greta Thunberg e per la Extinction
Rebellion, sostenuta dalle grandi imprese, non ha scatenato abbastanza panico
sociale da giustificare tali misure.
Covid-19
serve perfettamente agli scopi di Schwab, poiché l’urgenza immediata che
presenta permette di velocizzare e accelerare l’intero processo senza il dovuto
controllo.
“Questa
differenza cruciale tra le rispettive dimensioni temporali di una pandemia e
quelle del cambiamento climatico e della degradazione della natura significa
che il rischio di una pandemia richiede un’azione immediata, seguita da un
risultato rapido, mentre il cambiamento climatico e la degradazione della
natura richiedono anch’essi un’azione immediata, ma il risultato (o “ricompensa
futura”, nel gergo degli economisti) seguirà solo con un certo ritardo”. Per Schwab e i suoi amici, Covid-19 è il
grande acceleratore di tutto ciò che da anni volevano imporci. Come dicono lui
e Malleret: “La pandemia sta chiaramente esasperando e accelerando le tendenze
geopolitiche che erano già evidenti prima che la crisi scoppiasse”. “La pandemia segnerà un punto di svolta
accelerando questa transizione. Ha cristalizzato la vicenda e ha reso impossibile
il ritorno allo status quo pre-pandemico”.
Riescono a malapena a nascondere la soddisfazione per la direzione che
la società sta prendendo: “La pandemia accelererà ulteriormente l’innovazione,
catalizzando i cambiamenti tecnologici già in atto (paragonabili all’effetto di
esacerbazione che ha avuto su altre questioni globali e domestiche di fondo) e
potenziando ogni business digitale o la dimensione digitale di qualsiasi
business”. Con la pandemia, la ‘trasformazione
digitale’ a alla quale tanti analisti si riferiscono da anni, senza essere
esattamente sicuri di cosa significhi, ha trovato il suo catalizzatore. Uno dei
principali effetti del confinamento sarà l’espansione e la progressione del
mondo digitale in modo decisivo e molto spesso permanente.
“Nell’aprile
del 2020, diversi tecno leader hanno osservato quanto rapidamente e
radicalmente siano state create le necessità causate dalla crisi sanitaria che
hanno scatenato l’adozione di un’ampia gamma di tecnologie. Nell’arco di un
solo mese, è risultato che molte aziende in termini di accettazione di
tecnologie sono avanzate rapidamente di parecchi anni”. Il destino sta ovviamente sorridendo a Klaus
Schwab poiché questa crisi del Covid-19 è riuscita, felicemente, a far avanzare
praticamente ogni aspetto dell’agenda che lui ha promosso nel corso dei
decenni. Il destino sta ovviamente sorridendo a Klaus Schwab, poiché questa
crisi di Covid-19 è riuscita a far avanzare, allegramente, praticamente ogni
aspetto dell’agenda che egli ha promosso nel corso dei decenni. Così lui e
Malleret riferiscono con piena soddisfazione che “la pandemia farà progredire
rapidamente l’adozione dell’automazione sul posto di lavoro e l’introduzione di
un maggior numero di robot nella nostra vita personale e professionale”.
Inutile
dirlo, i lockdown in tutto il mondo hanno fornito un grande impulso finanziario
alle aziende che offrono acquisti online.
Gli
autori raccontano: “I consumatori hanno bisogno di prodotti e, se non possono
fare acquisti, inevitabilmente ricorreranno all’acquisto online. Man mano che
l’abitudine prende piede, le persone che non avevano mai fatto acquisti online
prima d’ora si sentiranno più a loro agio a farlo, mentre le persone che prima
facevano acquisti online parzialmente faranno presumibilmente più affidamento
su di essa. Questo è stato reso evidente durante i lockdown. Negli Stati Uniti,
Amazon e Walmart hanno assunto complessivamente 250.000 lavoratori per tenere
il passo con la crescita della domanda e hanno costruito enormi infrastrutture
per la fornitura online. Questa crescita accelerata dell’e-commerce significa
che i giganti dell’industria del commercio al dettaglio online usciranno dalla
crisi ancora più forti di quanto non fossero nell’era pre-pandemica”. (114)
Aggiungono: “Man mano che sempre più cose e servizi di vario tipo ci vengono
forniti tramite i nostri cellulari e computer, le aziende di settori così diversi
come l’e-commerce, le operazioni senza contatto, i contenuti digitali, i robot
e le consegne di droni (per citarne solo alcuni) prospereranno. Non è un caso
che aziende come Alibaba, Amazon, Netflix o Zoom siano emerse come ‘vincitrici’
dai lockdown”.
A titolo
di corollario, potremmo sostenere che non è ” per caso” che i governi che sono
stati catturati e controllati dalle grandi imprese, grazie ad un gruppo come il
WEF, hanno imposto una “nuova realtà” sotto la quale le grandi imprese
risultano essere le “vincitrici”.
Le
buone notizie ispirate da Covid non si arrestano più, per tutti i settori di
attività che possono beneficiare della Quarta Repressione Industriale.
“La
pandemia può rivelarsi una manna per l’educazione online. In Asia, il passaggio
all’educazione online è stato particolarmente significativo, con un forte
aumento delle iscrizioni digitali degli studenti, una valorizzazione molto più
alta per le attività di educazione online e più capitale disponibile per le
start-up ‘ed-tech’… Nell’estate del 2020 la direzione del trend sembra chiara:
il mondo dell’istruzione, come molti altri settori, diventerà in parte
virtuale”.
Hanno
preso il via anche gli sport online: “Per un certo periodo, l’allontanamento
sociale può limitare la pratica di alcuni sport, il che a sua volta andrà a
beneficio della sempre più potente espansione degli sport elettronici. La tech
e il digitale non sono mai lontani”. Ci
sono notizie simili dal settore bancario: “Le interazioni bancarie online sono
salite al 90 per cento durante la crisi, dal 10 per cento, senza alcun calo di
qualità e con una maggiore efficienza”.) Il passaggio all’attività online,
ispirato da Covid, va ovviamente a vantaggio della Big Tech, che sta ottenendo
enormi profitti dalla crisi, come descrivono gli autori: “Il valore di mercato
complessivo delle aziende leader del settore tecnologico ha raggiunto record su
record durante i blocchi, risalendo addirittura al di sopra dei livelli prima
dell’inizio dell’epidemia…è improbabile che questo fenomeno si attenui in tempi
brevi, anzi, al contrario”.
Questa
è anche una buona notizia per tutte le imprese coinvolte, che non devono più
pagare gli esseri umani per lavorare per loro. L’automazione è, ed è sempre
stata, un risparmio di costi e quindi un aumento dei profitti per l’élite
capitalista.
La cultura del New Normal fascista fornirà anche vantaggi lucrativi di spin-off
per particolari settori commerciali, come l’industria dell’imballaggio,
spiegano Schwab e Malleret. “La pandemia aumenterà certamente la nostra
attenzione per l’igiene. Una nuova ossessione per la pulizia comporterà in
particolare la creazione di nuove forme di imballaggio. Saremo incoraggiati a
non toccare i prodotti che acquistiamo. Semplici piaceri come annusare un
melone o spremere un frutto saranno disapprovati e potrebbero addirittura
diventare un ricordo del passato”.
Gli
autori illustrano anche quello che suona molto simile a un’agenda tecnocratica
legata al profitto che sta dietro al “distanziamento sociale” che ha costituito
un elemento chiave del “reset” di Covid. Scrivono: “In una forma o nell’altra,
è probabile che le misure sociali e di distanziamento fisico persistano dopo
che la pandemia stessa si sarà placata, giustificando la decisione di molte
aziende di diversi settori industriali di accelerare l’automazione. Dopo un po’
di tempo, le durature preoccupazioni per la disoccupazione tecnologica si
ridurranno, poiché le società sottolineano la necessità di ristrutturare il
posto di lavoro in modo da ridurre al minimo lo stretto contatto umano. In
effetti, le tecnologie di automazione sono particolarmente adatte ad un mondo
in cui gli esseri umani non possono avvicinarsi troppo o sono disposti a
ridurre le loro interazioni. La nostra persistente e possibilmente permanente
paura di essere infettati da un virus (COVID-19 o un altro) accelererà così
l’implacabile marcia dell’automazione, in particolare nei campi più sensibili
all’automazione”.
Come
già detto, Schwab è stato a lungo frustrato da tutte quelle fastidiose
regolamentazioni che impediscono ai capitalisti di fare tutti i soldi che
vorrebbero, perché si concentrano su preoccupazioni economicamente irrilevanti
come la sicurezza e il benessere degli esseri umani. Ma – urrà! – la crisi di
Covid ha fornito la scusa perfetta per eliminare gran parte di questi ostacoli
obsoleti alla prosperità e alla crescita.
Un
settore in cui la fastidiosa burocrazia viene abbandonata è la salute. Perché
uno stakeholder ragionevole può immaginarsi che un obbligo speciale di cura e
attenzione possa influire sulla redditività di questo particolare settore
economico? Schwab e Malleret sono felicissimi di constatare che la telemedicina
“beneficerà notevolmente” dall’”emergenza Covid”: “La necessità di rispondere
alla pandemia con tutti i mezzi disponibili (e, durante l’epidemia, la
necessità di proteggere gli operatori sanitari permettendo loro di lavorare a
distanza) ha rimosso alcune delle barriere normative e legislative
all’introduzione della telemedicina”.
L’abbandono della regolamentazione è un fenomeno generale sotto il
regime globale del Nuovo Normale, come indicano Schwab e Malleret: “Fino ad
oggi i governi hanno spesso rallentato il ritmo di adozione delle nuove
tecnologie con lunghe riflessioni su come dovrebbe essere il miglior quadro
normativo ma, come l’esempio della telemedicina e della consegna dei droni sta
ora dimostrando, è possibile una drammatica accelerazione forzata dalla
necessità. Durante i lockdown, un allentamento quasi globale delle normative
che in precedenza aveva ostacolato il progresso nei settori in cui la
tecnologia era disponibile da anni, si è improvvisamente verificato perché non
c’era scelta migliore o altra scelta disponibile. Ciò che fino a poco tempo fa
era impensabile è diventato improvvisamente possibile… Le nuove regole
resteranno in vigore”.
Aggiungono:
“L’attuale imperativo di incentivare, in ogni caso, l’”economia senza contatto”
e la conseguente disponibilità dei regolatori ad accelerarla significa che non
ci sono impedimenti”. “Senza esclusione
di colpi”.
Non
illudetevi: questo è il linguaggio adottato dal capitalismo quando abbandona la
sua pretesa di democrazia liberale e passa alla modalità fascista.
Dall’opera
di Schwab e Malleret si evince chiaramente che una fusione fascista tra Stato e
impresa, a vantaggio di quest’ultimo, è alla base del loro grande reset. Somme di denaro fenomenali sono
state trasferite dalle casse pubbliche nelle tasche ingrossate dell’1% fin
dall’inizio della crisi di Covid, lo riconoscono: “Nell’aprile del 2020,
proprio quando la pandemia ha iniziato ad inghiottire il mondo, i governi di
tutto il mondo avevano annunciato programmi di rilancio per diversi trilioni di
dollari, come se otto o nove piani Marshall fossero stati messi in atto
praticamente contemporaneamente”.
Continuano:
“COVID-19 ha riscritto molte delle regole del gioco tra pubblico e privato. …
La benevola (o meno) maggiore intrusione dei governi nella vita delle imprese e
nella conduzione dei loro affari dipenderà dal paese e dall’industria, quindi
assumerà molte forme diverse”. “Misure
che sarebbero sembrate inconcepibili prima della pandemia possono benissimo
diventare standard in tutto il mondo, dal momento che i governi cercano di
evitare che la recessione economica si trasformi in una depressione
catastrofica. Sempre più spesso si chiederà al governo di agire come
«finanziatore in ultima istanza» per prevenire o arginare l’ondata di
licenziamenti di massa e di distruzione delle imprese innescata dalla pandemia.
Tutti questi cambiamenti stanno alterando le regole del ‘gioco’ della politica
economica e monetaria”.
Schwab
e il suo collega accolgono con favore la prospettiva di un aumento dei poteri
dello Stato per sostenere il profitto delle grandi imprese. Scrivono: “Una
delle grandi lezioni degli ultimi cinque secoli in Europa e in America è
questa: le crisi acute contribuiscono a rafforzare il potere dello Stato. È
sempre stato così e non c’è motivo per cui debba essere diverso con la pandemia
COVID-19”. (128) E aggiungono: “Guardando al futuro, i governi molto probabilmente,
ma con diversi gradi di intensità, decideranno che è nell’interesse della
società riscrivere alcune delle regole del gioco e aumentare definitivamente il
loro ruolo”. L’idea di riscrivere le regole del gioco
rievoca ancora una volta il linguaggio fascista, così come, ovviamente, anche
l’idea di aumentare in modo permanente il ruolo dello Stato nell’aiutare il
settore privato. Vale infatti la pena di confrontare la posizione di Schwab su
questo tema con quella del dittatore fascista italiano Benito Mussolini, che
rispose alla crisi economica del 1931 lanciando un apposito organismo di
emergenza, L’Istituto mobiliare italiano, per aiutare le imprese.
Ha
dichiarato che questo è stato “un mezzo per spingere energicamente l’economia
italiana verso la sua fase corporativa, cioè un sistema che fondamentalmente
rispetta la proprietà e l’iniziativa privata, ma la lega strettamente allo
Stato, unico in grado di proteggerla, controllarla e nutrirla”.
I
sospetti sul carattere nazi-fascista del grande reset di Schwab sono
confermati, evidentemente, dalle misure di polizia e di stato messe in atto in
tutto il mondo per garantire il rispetto delle misure “d’emergenza” Covid.
La
pura forza bruta, che non si trova mai troppo al di sotto della superficie del
sistema capitalista, diventa più visibile quando entra in una fase fascista, e
questo diventa molto chiaro nel libro di Schwab e Malleret. La parola “forza”
viene utilizzata ripetutamente nel contesto di Covid-19. Talvolta questo
avviene in un contesto di business, come nel caso delle affermazioni che
“COVID-19 ha costretto tutte le banche ad accelerare una trasformazione
digitale che ora è qui per rimanere” o che “il micro reset costringerà ogni
azienda in ogni settore a sperimentare nuovi modi di fare business, di lavorare
e di operare”.
Ma a
volte si applica direttamente agli esseri umani, o ai “consumatori”, come
Schwab e i suoi simili preferiscono considerare noi.
“Durante
i lock-down, molti consumatori precedentemente riluttanti ad affidarsi troppo alle
applicazioni e ai servizi digitali sono stati costretti a cambiare le loro
abitudini quasi da un giorno all’altro: guardare film online invece di andare
al cinema, farsi consegnare i pasti invece di uscire al ristorante, parlare con
gli amici a distanza invece di incontrarli in carne e ossa, parlare con i
colleghi su uno schermo invece di chiacchierare al distributore del caffè, fare
esercizio online invece di andare in palestra, e così via…
“Molti
dei comportamenti tecnologici che siamo stati costretti ad adottare durante il
reclutamento diventeranno più naturali grazie alla familiarità. Man mano che le
distanze sociali e fisiche persistono, affidarsi maggiormente alle piattaforme
digitali per comunicare, o lavorare, o chiedere consigli, o ordinare qualcosa,
poco a poco, guadagnerà terreno rispetto alle abitudini precedentemente
consolidate”.
In un
sistema nazi-fascista, ai singoli individui non viene offerta la possibilità di
scegliere se rispettare o meno le sue richieste, come Schwab e Malleret affermano
chiaramente per quanto riguarda il cosiddetto contact-tracing: “Nessuna
applicazione volontaria di contact-tracing funziona se le persone non sono
disposte a fornire i propri dati personali all’ente governativo che controlla
il sistema; se una persona rifiuta di scaricare l’applicazione (e quindi di
nascondere informazioni su una possibile infezione, movimenti e contatti),
tutti ne risentiranno negativamente”.
Questo,
secondo loro, è un altro grande vantaggio della crisi di Covid rispetto a
quella ambientale che avrebbe potuto essere usata per imporre la loro Nuova
Normalità: “Mentre per una pandemia, la maggioranza dei cittadini tenderà a
concordare con la necessità di imporre misure coercitive, essi resisteranno
alle politiche restrittive in caso di rischi ambientali dove le prove possono
essere oggetto di controversie”.
Queste
“misure coercitive”, che ci si aspetta da tutti noi, comporteranno ovviamente
livelli inimmaginabili di sorveglianza fascista delle nostre vite, in
particolare nel nostro ruolo di schiavi salariati.
Scrivono
Schwab e Malleret: “La svolta aziendale sarà verso una maggiore sorveglianza;
nel bene e nel male, le aziende osserveranno e a volte registreranno ciò che fa
la loro forza lavoro. La tendenza potrebbe assumere diverse forme, dalla
misurazione della temperatura corporea con telecamere termiche al monitoraggio
tramite un’app di come i dipendenti si conformano alla distanza sociale”. È
anche probabile che misure coercitive di questo o quel tipo siano usate per
costringere le persone a sottoporsi ai vaccini Covid attualmente in fase di
preparazione.
Schwab
è profondamente legato a quel mondo, essendo in “prima linea” con Bill Gates ed
essendo stato acclamato dal pilastro di Big Pharma Henry McKinnell, presidente
e CEO di Pfizer Inc, come “una persona veramente dedita ad una causa veramente
nobile”. Non sorprende quindi che egli insista, con Malleret, sul fatto che
“non si può prevedere un pieno ritorno alla “normalità” prima che sia
disponibile un vaccino”. ) E aggiunge: “Il prossimo ostacolo è la sfida
politica di vaccinare un numero sufficiente di persone in tutto il mondo (siamo
collettivamente tanto forti quanto l’anello più debole) con un tasso di
adesione abbastanza alto malgrado l’aumento degli anti-vaxxers”.
Così
gli ” anti-Vaxxer ” si inseriscono nella lista delle minacce di Schwab per il
suo progetto, insieme ai manifestanti anti-globalizzazione e anticapitalisti,
ai Gilets Jaunes e a tutti coloro che sono impegnati nel “conflitto di classe”,
nella “resistenza sociale” e nella ” controreazione politica”.
La
maggioranza della popolazione mondiale è già stata esclusa dai processi
decisionali a causa della mancanza di democrazia che Schwab vuole accentuare
attraverso il suo dominio azionistico delle imprese, la sua “agile governance”,
la sua “gestione totalitaria del sistema di gestione dell’esistenza umana”. Ma come pensa di affrontare lo
“scenario cupo” di persone che si ribellano al suo grande reset del new-normalismo
e alla sua quarta rivoluzione industriale transumanista? Quale grado di “forza”
e di “misure coercitive” sarebbe disposto ad accettare per assicurare l’alba
della sua nuova era tecnocratica? La questione è angosciante, ma bisogna anche
tener presente l’esempio storico del regime del XX secolo in cui è nato Schwab.
La nuova
normalità nazista di Hitler doveva durare mille anni, ma è crollata con 988
anni di anticipo rispetto all’obiettivo.
Solo
perché Hitler, con tutta la sua fede nel potere, diceva che il suo Reich
sarebbe durato un millennio, non significava che era così. Solo perché Klaus Schwab e Thierry
Malleret e i loro amici dicono che stiamo entrando nella Quarta Rivoluzione
Industriale e che il nostro mondo sarà cambiato per sempre, non significa che
sia così.
Non
dobbiamo accettare la loro nuova normalità. Non dobbiamo assecondare le loro
minacce. Non
dobbiamo assumere i loro vaccini. Non dobbiamo lasciarci impiantare da loro gli
smartphone o modificare il nostro DNA. Non dobbiamo camminare, con la
museruola e sottomessi, dritti nel loro inferno transumanista. Possiamo
denunciare le loro bugie! Esporre il loro programma! Rifiutare la loro
narrazione! Rifiutare la loro ideologia tossica! Respingere il loro nazi-fascismo!
Klaus
Schwab non è un dio, ma un essere umano. È solo un uomo anziano. E quelli con
cui lavora, l’élite capitalista globale, sono in pochi. I loro scopi non sono
gli scopi della stragrande maggioranza dell’umanità. La loro visione transumanista è
ripugnante per quasi tutti quelli al di fuori della loro piccola cerchia e non
hanno il consenso per la dittatura tecnocratica che cercano di imporci. Questo, dopo tutto, è il motivo per
cui hanno dovuto fare di tutto per forzarci sotto la falsa bandiera della lotta
contro un virus. Hanno capito che, senza la giustificazione dell’”emergenza”, non avremmo
mai accettato il loro progetto perverso.
Hanno
paura del nostro potenziale potere perché sanno che se ci alziamo, li
sconfiggeremo. Possiamo far crollare il loro progetto prima ancora che sia
iniziato seriamente. Noi siamo il popolo, noi siamo il 99%, e insieme possiamo
riprenderci la nostra libertà dalle fauci mortali della macchina nazi-fascista!
La
sinistra convergenza del grande reset
di Klaus Schwab con il Vaticano
e la
Teologia della Liberazione.
Maurizioblondet.it-
Maurizio Blondet- F. William Engdahl-(
27 Dicembre 2021 )- ci dice :
Tra i
blocchi globali del covid del 2020 e le dislocazioni economiche che ha causato,
Klaus Schwab, un fondatore precedentemente di basso profilo di un forum
economico con sede in Svizzera, è emerso sulla scena mondiale chiedendo quello che ha definito un grande
reset dell’intera economia mondiale, usando la pandemia come autista. Ha persino pubblicato un libro nel
luglio 2020 che delinea il suo progetto. È stata giustamente definita una
società tecnocratica con una pianificazione centralizzata dall’alto verso il
basso.
Schwab
usa i timori del riscaldamento globale e la difficile situazione dei poveri del
mondo per giustificare quello che è in effetti un piano per il totalitarismo globale
in cui, come dice il sito web di Davos, nessuno possiederà nulla. Quello che non è noto è il fatto
che l’ispirazione per i piani distopici di Schwab venga da un vescovo cattolico
che ha incontrato in Brasile negli anni ’70.
Lontano
da un tradizionale prete cattolico, questo vescovo era conosciuto come il “Vescovo Rosso” e sosteneva il
modello Cuba di Castro, così come la Rivoluzione Culturale di Mao in cui milioni di
cinesi furono uccisi o distrutti durante un’epurazione dei nemici di Mao.
Il suo
nome era l’arcivescovo del Brasile Dom Helder Camara, la prima figura di spicco nella
diffusione del movimento della Chiesa noto come “Teologia della liberazione” negli
anni ’60 e ’70.
Da
nazista a comunista?
Helder
Camara ha compiuto una transizione dai due estremi dello spettro politico. Nel 1934 Camara era una figura di
spicco in un movimento fascista clericale brasiliano pro-Mussolini, l’Azione
Integralista Brasiliana o Acao Integralista Brasileira (AIB).
Non è
stato un coinvolgimento casuale. Da giovane sacerdote cattolico padre Camara
entrò a far parte del Consiglio Supremo dell’AIB.
Nel
1936 Camara era diventato segretario personale del fondatore dell’AIB, Plinio
Salgado, e segretario nazionale dell’AIB.
Simile
alle camicie nere fasciste di Mussolini o alle camicie brune di Hitler negli
anni ’20, l’AIB del Brasile erano le camicie verdi, che schieravano gruppi
paramilitari che attaccavano attivamente e violentemente i comunisti per le
strade durante gli anni ’30 in Brasile. Quando Camara fu ordinato sacerdote
nei primi anni ’30, si dice che indossasse la camicia verde sotto la tonaca. Molte
parti curiose della storia di Camara.
Alla
fine della guerra, nel 1946, Helder Camara era riuscito in qualche modo a
passare dal fascismo filo-mussoliniano e pro hitleriano dell’AIB a un “progressismo” filomarxista come assistente generale dell’Azione
cattolica brasiliana, il cui gruppo giovanile , JUC, abbracciò apertamente la
Rivoluzione Castro Cubana nel 1959.
Nel 1963 una fazione della JUC con cui Camara
era favorevole, l’ Ação Popular (AP), si definiva socialista e dichiarava il proprio sostegno alla
“socializzazione dei mezzi di produzione. ”
Il gruppo cattolico AP ha adottato statuti che
contenevano lodi per la rivoluzione sovietica e il riconoscimento dell'”importanza
cruciale del marxismo nella teoria e nella prassi rivoluzionarie “.
Dom
Helder è diventato arcivescovo di Olinda e Recife nel nord-est del Brasile dal
1964 al 1985.
Un
fondatore della Teologia della Liberazione.
Helder
Camara è stato una figura strumentale in un movimento che presto si è diffuso
in tutto il mondo non solo nella Chiesa cattolica ma anche tra le altre chiese.
In seguito
fu chiamata Teologia della Liberazione dal sacerdote peruviano Gustavo
Gutierrez. La “liberazione” si riferiva a ciò che i sacerdoti sostenevano fosse
il messaggio del cristianesimo secondo cui “Dio ama preferenzialmente i poveri”.
Il
movimento ha affermato che il ruolo della Chiesa dovrebbe essere impegnato nel
processo di liberazione nella terra oppressa e sfruttata del Terzo mondo. Il
movimento ha segnato un cambiamento radicale nella posizione della Chiesa
cattolica. I
preti iniziarono a legittimare la violenza contro dittatori come Somoza in
Nicaragua, anche se alcuni di loro presero le armi e si unirono ai sandinisti e
ad altri gruppi marxisti negli anni ’70.
Gustavo
Gutierrez ha esplicitamente chiamato “ad abolire l’attuale situazione
ingiusta e a costruire una società diversa, più libera e più umana”. Per usare un eufemismo, questa è
stata una partenza radicale in cui la Chiesa doveva concentrarsi sulla
liberazione dei più poveri della società nel mondo in via di sviluppo con la
forza, se necessario, e ridistribuire la ricchezza. I movimenti di guerriglia sostenuti
dai comunisti nei paesi prevalentemente cattolici si sono affrettati a vedere
l’utilità dei preti che danno alle loro guerre una legittimità sociale al di là
della dottrina marxista. Gutierrez ha detto: “La teologia della liberazione è
radicata in una militanza rivoluzionaria “.
Un
collega brasiliano sostenitore dell’attivismo sociale per la Chiesa di Helder
Camara, padre Leonardo Boff, ha dichiarato: “Quello che proponiamo è il marxismo,
il materialismo storico, in teologia”.
Boff e altri da allora sono passati dal
sostenere una riforma agraria radicale, prendere la terra dai grandi
proprietari e darla ai contadini poveri, al sostenere programmi di
riscaldamento globale radicale come parte del loro programma di liberazione. Da allora il movimento si è diffuso
dall’America Latina all’Africa e all’Asia, dallo Zimbabwe allo Sri Lanka.
In
sostanza, la Teologia della Liberazione di Helder Camara ha creato il clima
sociale e ha favorito la diffusione attraverso la società dell’ideologia della
“vittima” dei diffusi movimenti odierni da ANTIFA a BLM e l’intero movimento
dell’Agenda Verde.
Il
vescovo rosso incontra Schwab(il nuovo Hitler).
In
recenti dichiarazioni pubbliche Klaus Schwab, fondatore del Davos World Economic
Forum mezzo secolo fa, ha citato due uomini che, secondo lui, gli hanno
cambiato la vita. Uno era Henry Kissinger che era il suo mentore quando Schwab
era ad Harvard alla fine degli anni ’60. L’altro, sorprendentemente, era il
Vescovo Rosso, Dom Helder Camara. Fu Kissinger che, come Segretario di Stato di
Nixon, complottò per assassinare i governi di sinistra in Cile, Argentina e
altrove, sostituendoli con brutali dittature militari come Pinochet, mentre
Helder Camara lavorava dall’altra parte, mobilitando i poveri contro lo stato.
Nel
2010 il World Economic Forum di Schwab ha pubblicato un libro di
autocelebrazione intitolato “The World Economic Forum: A Partner in Shaping History-The
First 40 Years 1971-2010”. Lì Schwab descrive il ruolo centrale svolto da Kissinger fin
dall’inizio nella selezione dei relatori e degli ospiti per gli incontri
d’affari d’élite di Schwab.
Per
l’anno 1974 Schwab scrisse: “Al Simposio di gestione europea del 1974 (oggi WEF), Dom
Hélder Câmara, l’arcivescovo cattolico romano di Olinda e Recife, in Brasile,
ha fatto un’apparizione notevole, rafforzando il ruolo del Forum come
piattaforma per eventi provocatori ma vitali voci. Câmara era stato invitato a
Davos nonostante fosse considerato persona non grata da molti governi e
imprenditori. Si era soprannominato “il portavoce di quei due terzi
dell’umanità che soffrono per l’ingiusta distribuzione delle risorse della
natura”. Il racconto di Schwab continuava: “Dom Hélder prevedeva che un giorno
i paesi in via di sviluppo avrebbero potuto sfidare e scontrarsi con le
principali potenze economiche. Ha criticato le multinazionali per aver
mantenuto così tanta umanità in condizioni spaventose. Ha chiesto una maggiore
responsabilità sociale, prosperità per tutte le persone ”.
Schwab
in un video ha dichiarato: “un esempio che per me è stato probabilmente un
momento cruciale della mia vita. Ho viaggiato per la prima volta in Brasile, ho
incontrato un sacerdote che a quel tempo era conosciuto come il sacerdote dei
poveri, si chiamava Dom Hélder Câmara”.
WEF e
Papa Francesco.
In una
visita del 2013 in Brasile all’inizio del suo pontificato, Francesco ha
nominato Dom
Helder Camara come qualcuno che ha segnato indelebilmente il “cammino della
Chiesa in Brasile”.
Nello
stesso anno, nella sua Evangelii gaudium (La gioia del Vangelo), Francesco dichiarò nel linguaggio della
Teologia della Liberazione di Helder Camara e altri: «Senza l’opzione
preferenziale per i poveri, l’annuncio del Vangelo… rischia di essere frainteso
o sommerso. ” Il termine “opzione preferenziale per i poveri” è fondamentale.
Sembra nobile, ma cosa significa in realtà?
In
particolare, nel 2014 Klaus Schwab ha esteso un invito personale a Papa
Francesco a parlare all’incontro di Davos. Da allora Francis ha scritto
numerose lettere di questo tipo a Schwab ed è elencato dal World Economic Forum
come Agenda Contributor.
Nell’ottobre
2020, il sito web ufficiale del WEF di Davos ha scritto: “In una sorprendente enciclica di
43.000 parole pubblicata domenica scorsa, il papa ha messo il suo marchio sugli
sforzi per plasmare quello che è stato definito un grande reset dell’economia
globale in risposta a la devastazione del COVID-19 ”.
Nel
2015 Francesco, che si atteggia a guardiano speciale dei poveri, aveva dato la
sua approvazione all’avvio del processo ufficiale, da parte della Congregazione
per le Cause dei Santi, per iniziare un processo di “beatificazione” di Helder
Camara. Da
allora l’attuale Papa ha preso posizioni politiche senza precedenti per le
misure dell’agenda verde sul riscaldamento globale, i vaccini contro il covid,
il sostegno all’uguaglianza di genere, la migrazione, la ridistribuzione della
ricchezza dai ricchi ai poveri e altre azioni sociali che hanno dominato il suo
controverso papato.
Ottimo
reset.
La
domanda rilevante da porsi è perché il fondatore del forum sulla
globalizzazione aziendale più influente del mondo, Klaus Schwab (nuovo Hitler),
avrebbe abbracciato il fondatore della Teologia della Liberazione e l’attuale
papa liberale Francesco, il primo papa gesuita che oggi fa rivivere astutamente quelle
idee?
Sicuramente
non è che Klaus Schwab stia abbracciando il marxismo. Schwab è il “padrino della
globalizzazione fascista”.
La
fusione delle ideologie di Francis e Schwab è un modo intelligente per creare un
sostegno di massa, soprattutto tra i più giovani e i più poveri di tutto il
mondo, per
l’attacco in massa alla proprietà privata e a una borghesia stabile necessaria
per il Grande Reset corporativo globale, un nazi-fascismo tecnocratico globale
dall’alto.
Nel
novembre 2020, Papa Francesco ha dichiarato che è necessaria una nuova “giustizia sociale”, e che la
proprietà privata non è cosa scontata nel cristianesimo: “Costruiamo la nuova giustizia
sociale e ammettiamo che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto il
diritto alla proprietà privata come assoluto e inamovibile”, ha detto Francis.
Non
elabora.
Nell’ottobre
2020 il papa ha emesso una lettera enciclica, Fratelli Tutti, in cui perseguiva
la proprietà privata. Scriveva: “Le capacità imprenditoriali, che sono un dono di Dio,
dovrebbero sempre essere chiaramente orientate allo sviluppo degli altri e
all’eliminazione della povertà…” Dichiarava: “Il diritto alla proprietà privata
è sempre accompagnato dal principio primario e prioritario della subordinazione
di ogni proprietà privata alla destinazione universale dei beni della terra, e
quindi del diritto di tutti al loro uso
”.
Ciò è
notevolmente simile a quanto scrive Schwab del WEF nel suo libro del 2020, The
Great Reset, in cui afferma: “Prima di tutto, l’era post-pandemia introdurrà un periodo di
massiccia ridistribuzione della ricchezza, dai ricchi ai poveri. e dal capitale
al lavoro”.
Schwab sostiene che l’era del neoliberismo del libero mercato è finita e che è necessario un grande intervento del governo per
attuare politiche ambientali ” sostenibili “.
Sul
sito web del WEF l’organizzazione di Schwab (il nuovo Hitler )ha descritto la
sua visione del reset in un mondo in cui nessuno possiede nulla. Un video dichiara
la loro visione del mondo nel 2030, “Non possiedi nulla e sarai felice”, aggiungendo che “Qualunque cosa ti serva, la
affitterai”.
Includerebbe
anche il noleggio dei tuoi vestiti!
Schwab
afferma che questa ridistribuzione radicale dei diritti di proprietà a livello
globale sarà necessaria per raggiungere la “giustizia ecologica”. Questo riecheggia l’appello di
Francesco per un'”agenda finanziaria verde” per sostituire l’ attuale sistema
finanziario .
L’abbraccio
di Davos all’agenda vaticana è molto più sinistro di quanto possa sembrare.
Il
loro Grande Reset riguarda la fine della libertà umana o della libertà a favore
di una nuova agenda globalista di controllo totale, sorveglianza ad alta
tecnologia, farmaci obbligatori e massiccia ridistribuzione del reddito dalla
classe media della società verso il basso. Schwab non è altro che un maestro
del marketing, e il suo distopico Great Reset e la sua “giustizia ecologica”
sono proprio questo.
(F.
William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, ha una laurea in
politica presso la Princeton University ed è un autore di best-seller su
petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook” .)
Cronaca
di una pandemia annunciata.
Nsoe.info-
Redazione -( 27 Dicembre 2021)- ci dice :
Per
dirla con Appio Claudio Cieco, «l’uomo è artefice del proprio destino» .
(Homo
faber fortunae suae).
Da
sempre ciò si concretizza con l’operato di pochi e l’inerzia-assenso della
moltitudine assoggettata a quei pochi. Questo è vero anche per l’attuale
pandemia da SARS-CoV-2. Sebbene i personaggi di questo psicodramma siano
relativamente pochi, sono comunque troppi per passarli tutti in rassegna. Ne prenderemo in esame solo alcuni,
attori chiave per la nostra realtà italiana (ma non solo).
Mario
Monti.
«Si
potrebbe, credo, fare un grafico del tasso di soddisfazione che gli osservatori
hanno ritratto dalle riunioni del G20 negli ultimi due anni. Nei momenti di
crisi più acuta, progressi più sensibili. Rientro dell’emergenza della crisi,
affievolimento della volontà di cooperare. E qui, naturalmente io ho una
distorsione che riguarda l’Europa – ed è una distorsione positiva che riguarda
l’Europa – anche l’Europa, non dobbiamo sorprenderci che anche l’Europa abbia
bisogno di crisi, e di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per
definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello
comunitario.
È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei
cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni
solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al
costo del farle, perché c’è una crisi in atto visibile e conclamata. Però … in
questo siamo come il G20. Però c’è una differenza… siccome il G20 per ora non
ha, in modo serio, e noi in Europa abbiamo istituzioni, leggi, norme, abbiamo
bisogno delle crisi come il G20, come gli altri consessi internazionali per
fare passi avanti. Ma quando una crisi sparisce, rimane un sedimento, perché si
sono messe in opera istituzioni, leggi, ecc., per cui non è pienamente
reversibile».
Da
L’indipendente online:
«Da
due anni, con lo scoppio della pandemia, di colpo abbiamo visto che il modo in
cui è organizzato il nostro mondo è desueto, non serve più. Due cose sono state toccate, la
comunicazione e la governance del mondo. Nella comunicazione da subito
abbiamo iniziato a usare il termine guerra, perché è una guerra, ma non abbiamo
minimamente usato in nessun Paese una politica di comunicazione adatta alla
guerra […] Io credo che bisognerà, andando avanti in questa pandemia o comunque
per futuri disastri globali della salute, trovare un sistema che concili
certamente la libertà di espressione, ma che dosi dall’alto l’informazione».
«Nella
comunicazione di guerra c’è un dosaggio delle informazioni, che nel caso delle
guerre tradizionali è odioso, ma nel caso della pandemia bisogna trovare delle modalità
meno democratiche secondo per secondo».
Sono
le parole che l’ex presidente del Consiglio italiano e attuale capo della “Commissione
Paneuropea per la Salute e lo Sviluppo Sostenibile” istituita dall’OMS ha
rilasciato in diretta durante la trasmissione “In Onda” su La7.
Non
una battuta uscita male, ma un lungo ragionamento, pesato nella scelta delle
parole usate, dal quale traspare la volontà del senatore a vita di reclamare
una «comunicazione di guerra».
«Ma
questo controllo a chi spetta in una democrazia?» chiede la conduttrice Concita
De Gregorio. Risponde Monti: «Al governo ispirato, nutrito, istruito, dalle autorità sanitarie».
Quello
che Mario Monti afferma, in buona sostanza, è: abbiamo accettato restrizioni
alle libertà di movimento, no? Poi abbiamo accettato il controllo delle nostre
attività in generale col Green Pass, no? E allora perché non dobbiamo
accettare anche limiti alla libertà di parola e informazione?
Quelle
di Monti non sembrano parole troppo isolate. In questi due anni abbiamo appreso
che, spesso, quando sui media inizia a diffondersi un certo ragionamento si
tratta del preludio a decisioni in merito. In questo senso la “comunicazione di
guerra”, intesa come preparazione dell’opinione pubblica all’accettazione di
misure emergenziali, è già oggettivamente in voga da tempo. È accaduto con le restrizioni, poi
con il Green Pass, poi con i richiami vaccinali. E pure sulla stretta della
libertà di informazione iniziano ad affacciarsi più contributi. Ad esempio, sul
Corriere della Sera di due giorni fa: «È, dunque, facile prevedere che se
l’emergenza sanitaria dovesse cronicizzarsi, come si sono cronicizzate quella
ambientale e quella migratoria, si accentuerà la tendenza, già in atto, verso
forme di potere politico sorte dalla progressiva sospensione o cancellazione
delle consuetudini democratiche».
Chi è
questo signore, Mario Monti, fautore di gravi crisi per ottenere la
sottomissione dei popoli e la loro rinuncia ai princìpi democratici e ai
diritti fondamentali?
Figlio
di un banchiere, è stato il successore di Silvio Berlusconi alla guida
dell’Italia, ed ha inaugurato un susseguirsi di governi tecnici non eletti che
hanno indebolito il ruolo del parlamento fino ad esautorarlo, ai nostri giorni,
con un altro Mario, il “vile affarista” Draghi. Spulciando il suo curriculum,
si legge che, oltre ad essere stato, tra il 2005 e il 2008, il primo presidente
del Bruegel, Monti è stato una pedina fondamentale delle trame mondialiste ordite
dalla famiglia Rockefeller. Infatti, nel 2010 è diventato presidente europeo della
Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista
fondato nel 1973 da David Rockefeller (1915-2017), ed è stato membro del comitato
direttivo del Gruppo Bilderberg, anch’esso nato per iniziativa di David
Rockefeller nel 1954. Nominato presidente del Consiglio dei Ministri, il 24
novembre 2011 si è dimesso da questi incarichi.
Tra il
2005 e il 2011 è stato international advisor per Goldman Sachs in qualità di
membro del Research
Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute. Membro del comitato esecutivo
dell'Aspen Institute Italia, Monti è stato inoltre membro del "Senior European Advisory
Council" di Moody's ed è uno dei presidenti del "Business and Economics Advisors
Group" dell'Atlantic Council.
Nell'agosto
2020 è stato nominato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
presidente della neoistituita Commissione Paneuropea per la Salute e lo
Sviluppo Sostenibile: il classico esempio di “volpe messa a guardia del pollaio”.
Con
uno come Monti che detta all’Europa le linee guida da seguire affinché la tanto
agognata grave crisi (pandemia) si manifesti in tutta la sua virulenza e sia
propagandata dai media secondo le disposizioni impartite dall’alto, non c’è da stupirsi che il mondo sia
caduto di botto ostaggio di una dittatura pseudo-sanitaria dai contorni
distopici.Riassumendo,
Mario Monti è stato presidente del Bruegel, presidente europeo della
Commissione Trilaterale, membro del direttivo del Gruppo Bilderberg, consulente
di Goldman Sachs e di Moody’s, dopo di che ha “guidato” il governo italiano, in
qualità di Primo Ministro, verso un sempre maggiore assoggettamento all’Europa
dei banchieri. Il suo pensiero è che servono gravi crisi per far accettare ai
cittadini la perdita della loro sovranità e dei loro diritti, e l’informazione
deve essere “dosata” dall’alto. Con l’avvento dell’attuale “grave crisi” pandemica è
stato nominato dall’OMS presidente della Commissione Paneuropea per la Salute e
lo Sviluppo Sostenibile, ruolo particolarmente consono al suo pensiero.
Mario
Draghi.
"L'appello
a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente: non ti vaccini, ti
ammali e muori. Oppure, fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore.
[…] Senza vaccinazione si deve chiudere tutto, di nuovo”.
Questo
messaggio, che il premier Mario Draghi ha affidato alle telecamere, non sembra
certo inteso a rincuorare gli italiani, bensì a minacciarli, spaventarli e
indurli a sottostare all’inoculazione di un siero genico sperimentale di cui si
conosceranno gli (eventuali) effetti avversi solo fra diversi anni, dai dieci
ai quindici o più, a dispetto dei pareri rassicuranti (ma senza prove, quelle
le fornirà solo il tempo) degli “scienziati” da salotto che imperversano su TV
e media generalisti. Per ora si sa che le morti causate dai vaccini e gli effetti
avversi gravi (ovviamente “taciuti” dai media conniventi) ammontano a numeri
preoccupanti.
“Il
Green Pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le
proprie attività, divertirsi, andare in un ristorante o a uno spettacolo
all'aperto o al chiuso con la garanzia, però, di ritrovarsi tra persone che non
sono contagiose. È una misura che ha qualche difficoltà di applicazione, ma dà
serenità e non la toglie”.
Altra
bufala di Stato. È oramai acclarato che anche i vaccinati possono contagiare e possono
ammalarsi di Covid. Ne è prova il fatto che la variante Omicron è stata portata
in Italia da un uomo vaccinato con due dosi.
“Il
Green Pass non è un arbitrio, è una condizione per tenere aperte le attività
economiche. Anche nella definizione dei parametri che c’è stata, la scelta lì
era tra procedere normalmente, quindi molte regioni sarebbero andate in giallo
perché i parametri precedenti sarebbero stati superati, oppure introdurre il
Green Pass, cambiare i parametri in maniera tale da tenere le regioni in zona
bianca, ma con il Green Pass”.
(E’
sorprendente che alla mia non più giovane età un Governo italiano mi proibisca
di prendere un caffè se non indosso una inutile mascherina !Ndr.).Chi ha deciso
tale “condizione per tenere aperte le attività economiche” e chi ha deciso i
parametri su cui basarla e con quali criteri? Perché modificare i parametri
precedenti, se erano “scientifici”, per introdurre forzosamente il Green Pass?
Se non è arbitrio questo…
Figlio
di un banchiere (come Monti), dal 1984 al 1990 Mario Draghi è stato direttore
esecutivo della Banca Mondiale a Washington.
Negli
anni ’90 è stato direttore generale del Ministero del Tesoro e ha dato vita al
piano di privatizzazioni di alcune importanti società partecipate dallo Stato
tra cui IRI, Telecom, Eni, Enel, Comit, Credit. In questa veste, il 2 giugno
1992 Draghi ha presentato le linee guida delle privatizzazioni tenendo un
discorso a numerosi rappresentanti della comunità finanziaria italiana e
inglese, radunati a bordo del panfilo Britannia di proprietà della famiglia
reale inglese. La proposta, definita da Draghi come la più rivoluzionaria
operazione di politica economica dell’ultimo ventennio, dalla quale l’Italia
non sarebbe più tornata indietro (i famosi “sedimenti” citati da Monti), non
entusiasmò tutti i presenti. Secondo il presidente dell’INA Lorenzo Pallesi, le
privatizzazioni sono nate per coprire buchi di bilancio, «una cosa che avrebbe
conseguenze penali e civili per qualsiasi amministratore di una società per
azioni» definendo la legge sulle privatizzazioni «un provvedimento così
generico e malfatto da assomigliare più ad una furbizia alla napoletana».
Il 28
gennaio 2002 Draghi viene nominato vice-presidente e direttore generale di
Goldman Sachs per guidare le strategie europee dell'istituto dalla sede di
Londra. Dal 2004 al 2005 è stato membro del Comitato esecutivo del gruppo.
Nel
2008, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, commentando l’ipotesi
di candidatura di Mario Draghi a primo ministro, disse: «È un vile, un vile affarista, non si
può nominare presidente del Consiglio dei Ministri chi è stato socio della
Goldman & Sachs, grande banca d’affari americana. E male, molto male, io
feci ad appoggiarne, quasi a imporne la candidatura a Silvio Berlusconi. Male,
molto male. È il liquidatore, dopo la famosa crociera sul Britannia,
dell’industria pubblica, la svendita dell’industria pubblica italiana quand’era
direttore generale del Tesoro e immaginati che cosa farebbe da presidente del
Consiglio dei Ministri, svenderebbe quel che rimane: Finmeccanica, l’Enel,
l’Eni, e certamente ai suoi ex comparuzzi di Goldman & Sachs».
Nel
2005 viene nominato Governatore della Banca d’Italia, ricoprendo, tra gli
altri, i ruoli di membro (e poi presidente) del FSF (Financial Stability Forum,
dal 2009 FSB[22], Financial Stability Board) e del Consiglio Direttivo e del
Consiglio Generale della BCE (Banca Centrale Europea), nonché membro del
Consiglio di amministrazione della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali).
È stato direttore esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e nella Banca
Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta, un’organizzazione privata
nata nel 1978 ad opera della onnipresente Fondazione Rockefeller.Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la
carica di presidente della BCE e in quel ruolo nel 2012 ha annunciato che «la
BCE è pronta a fare tutto il necessario (Whatever it takes) per salvare l’euro.
E credetemi, sarà sufficiente»… chiedere alla Grecia per dettagli.
Il 25
marzo 2020, dopo il propagarsi della pandemia di COVID-19, in un articolo
pubblicato sul Financial Times, Draghi ha paragonato gli effetti prodotti dal
COVID-19 sui sistemi economici globali a quelli di una guerra e ha avanzato le
sue proposte per tutelare l'occupazione dalle conseguenze economiche della
pandemia, prospettando interventi statali e un aumento del debito pubblico,
reso possibile dai bassi tassi d’interesse, preludio ad ulteriore cessione di
sovranità nazionale. Sì, perché se ad un privato cittadino che non riesce a
pagare il mutuo viene confiscata la casa, ad una nazione che non riesce a
pagare un debito pubblico monster viene confiscata la sovranità.
Dal 13
febbraio 2021 è Presidente del Consiglio dei Ministri italiano.
Il 16
dicembre 2021 l’Economist, la rivista dell’élite finanziaria lo elegge a
“salvatore dell’Italia”, affinché i creduloni – che sono la maggioranza – si
sentano orgogliosi di dargli il loro consenso.
Riassumendo,
Mario Draghi è stato direttore esecutivo della Banca Mondiale, direttore
generale del Ministero del Tesoro italiano e fautore delle privatizzazioni
(smantellamento) delle industrie pubbliche italiane, vice-presidente e
direttore generale della branca europea di Goldman Sachs, membro del Comitato
esecutivo di Goldman Sachs, Governatore della Banca d’Italia, presidente del
Financial Stability Forum (poi Financial Stability Board), membro del Consiglio
Direttivo e del Consiglio Generale della BCE, membro del Consiglio di
amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali, presidente della
BCE, è membro del Gruppo dei Trenta e attuale Primo Ministro italiano (e
candidato alla Presidenza della Repubblica). È riconosciuto come uno dei più
potenti personaggi della cricca finanziaria mondialista, colui che ha lanciato
l’idea che “siamo in guerra” ed è il fautore principale del Green Pass, ovvero del “se non
ti vaccini muori” (poiché non ti è consentito lavorare, quindi muori di fame).
Bill
Gates.
Nome
completo William Henry Gates III (come si conviene nelle dinastie che contano),
Bill Gates è figlio di un affermato avvocato, mentre la madre era membro del
consiglio di amministrazione della First Interstate BancSystem e della United Way of
America, ed
era a sua volta figlia di un banchiere (anche Bill, quindi, ha lo stesso
pedigree di Monti e Draghi).
Fondatore
del colosso informatico Microsoft, che lo ha reso uno degli uomini più ricchi
del pianeta, nel 2000 ha creato la Bill & Melinda Gates Foundation con asseriti scopi
filantropici. Tra i programmi promossi dalla Fondazione c’è la genitorialità
pianificata, meglio nota come controllo delle nascite.
Nel
2010, durante una conferenza del TED (Technology Entertainment Design),
illustrando dei progetti per ridurre l'impatto della CO2 e la possibilità di
adottare nuove tecnologie più efficienti, Gates ha detto che il primo tra i
fattori moltiplicativi (della CO2) è la popolazione mondiale:
«Probabilmente
uno di questi fattori deve abbassarsi quasi fino a zero. [...] Il primo fattore
è la popolazione. Il mondo ha oggi 6,8 miliardi di abitanti. Ci dirigiamo verso
i 9 miliardi. Se facciamo un buon lavoro con i vaccini, la sanità, la salute
riproduttiva, possiamo diminuirlo forse del 10-15%…».
L’interpretazione
delle parole di Gates come la volontà di de-popolare la terra viene etichettata
come teoria del complotto, ma non viene fornita una diversa interpretazione,
qualora esistesse.
Nel
2015, sempre durante una conferenza del TED, Gates ha affermato che:
«Se qualcosa
ucciderà 10 milioni di persone nelle prossime decadi, è più probabile che sia
un virus altamente contagioso invece di una guerra. Non missili ma microbi».
Certamente
una frase “preveggente”.
Il 18
ottobre 2019, poco prima dell’individuazione del virus SARS-CoV-2, Bill Gates,
tramite la Bill & Melinda Gates Foundation e in collaborazione con il WEF
(World Economic Forum) di Klaus Schwab (il nuovo Hitler) e la Johns Hopkins
Bloomberg School of Public Health, ha messo in scena l’esercitazione pandemica
globale Event 201 proponendo delle linee guida per affrontare una “possibile
futura” pandemia.
Linee
guida che di lì a poche settimane sono state adottate simultaneamente in tutto
il mondo dando vita ai famosi lockdown, obbligo di mascherine, divieto di uscire
di casa o di spostarsi di oltre 200 metri dalla propria abitazione, chiusura di
quasi tutte le attività economiche, ecc. (conosciamo tutti, inutile ripetere).
Alla simulazione ha partecipato anche George Gao, rappresentante del China CDC
(Chinese Center for Disease Control and Prevention).
A
titolo esemplificativo, il punto 7 del documento “Event 201 A Global Pandemic
Exercise” dispone che:
“I
governi dovranno collaborare con le società di media tradizionali e di social
media per ricercare e sviluppare approcci agili per contrastare la
disinformazione. Ciò richiederà lo sviluppo della capacità per inondare i media
con informazioni veloci, accurate e coerenti. Le autorità sanitarie pubbliche
dovrebbero lavorare con datori di lavoro privati e leader fidati della comunità
come i leader religiosi, per promulgare informazioni fattuali a dipendenti e
cittadini. Datori di lavoro fidati e influenti del settore privato dovrebbe
creare la capacità di aumentare prontamente e in modo affidabile la
messaggistica pubblica, gestire le voci e la disinformazione e amplificare le
informazioni credibili per supportare le comunicazioni pubbliche di emergenza.
Le agenzie nazionali di sanità pubblica dovrebbero lavorare in stretta
collaborazione con l'OMS per creare la capacità di sviluppare e rilasciare
rapidamente messaggi di salute coerenti. Da parte loro, i media dovrebbero
impegnarsi a garantire che i messaggi autorevoli abbiano la priorità e che i falsi messaggi vengano soppressi
anche attraverso l'uso della tecnologia”.
In una
denuncia depositata in data 11 gennaio 2021 (fascicolo giudiziario N.
CV-21-00085478-00CP) presso la Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario
(Canada), che vede tra gli imputati la Bill & Melinda Gates Foundation,
GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunizations), OMS (Organizzazione
Mondiale della Sanità) e altri, tra cui papa Francesco, si legge:
Bill
& Melinda Gates Foundation.
Le
limitazioni legali americane vietano alla Fondazione Bill e Melinda Gates
("Fondazione") di impegnarsi esplicitamente in attività di lobby
normativa. Pertanto, la Fondazione aiuta i suoi beneficiari designati in
qualità di sostenitore; primo come catalizzatore per la mobilitazione delle
risorse, e secondo come faro dell'innovazione scientifica. Questa idea di
mobilitazione delle risorse e innovazione scientifica implica la promozione di
vaccini non ancora completamente sviluppati e la sperimentazione di nuovi
vaccini su popolazioni, in particolare bambini e giovani adulti in Africa,
distribuiti sotto l’autorità delle Nazioni Unite o delle sue agenzie come l'OMS
o l'UNICEF.
La Fondazione "è stata il secondo maggior
finanziatore dell'OMS con 531 milioni di dollari, che supera il contributo del
Regno Unito di 392 milioni di dollari, ed è secondo solo agli Stati Uniti con
873 milioni di dollari”.
Un
articolo del Pastors Chronicles, titolava: “I vaccini ONU sterilizzano 500.000
donne in Kenya”. L'articolo continua dicendo:
«Al
miliardario Bill Gates piace molto aiutare le persone dei paesi poveri a farsi
vaccinare. Ma molti dicono che le sue motivazioni potrebbero non essere così
pure. In
effetti molti credono che questo globalista, insieme alle Nazioni Unite, stia
conducendo un massiccio sforzo di spopolamento».
Come
riportato dall'African News Agency dal Kenya:
«Odinga
ha affermato che le ragazze e le donne di età compresa tra 14 e 49 anni
appartenenti alle popolazioni in più rapida crescita nel paese non avranno
figli a causa di una operazione di sterilizzazione sponsorizzata dallo Stato
che è stata venduta alla nazione come vaccinazione contro il tetano».
E nel
primo articolo sopra:
«All’epoca,
la chiesa cattolica in Kenya affermò che il vaccino contro il tetano utilizzato
dal governo del Kenya e dalle agenzie delle Nazioni Unite era contaminato da un
ormone (HCG) che può causare aborti e rendere sterili alcune donne».
La
Bill e Melinda Gates Foundation sta attivamente sostenendo un'agenda di
genocidio e crimini contro l'umanità attraverso i loro programmi di
vaccinazione, in Canada e all'estero, che sorvolano su un'analisi ragionata del
rischio con conseguente assoggettamento di civili innocenti a programmi di
sperimentazione di farmaci senza un'adeguata autorizzazione e il dovuto metodo.
GAVI
(Global Alliance for Vaccines and Immunizations).
Nel
2000 Bill Gates si è dimesso da amministratore delegato di Microsoft e ha
creato la "Fondazione Gates” e (insieme ad altri partner) ha lanciato la “Global Alliance for Vaccines and
Immunization” (Alleanza globale per i vaccini e l’immunizzazione) [di seguito 'GAVI'].
A partire dal 29 luglio 2020, la Fondazione
Bill e Melinda Gates ha impegnato oltre 4,1 miliardi di dollari a favore di
GAVI.
Il Canada è un membro di lungo corso di GAVI
ed è stato membro del suo consiglio sin dall'inizio. Fanno parte dell'alleanza
GAVI: UNICEF, Organizzazione Mondiale della Sanità, Banca Mondiale e Fondazione
Bill e Melinda Gates.
GAVI è
stata essenziale nello sviluppo del Covid-19 Global Vaccine Access Facility
(Covax Facility alias GAVI Covax AMC) per affrontare "sfide senza precedenti” create dalla decisione dell'OMS di
dichiarare una pandemia globale.
GAVI Covax AMC sponsorizza i produttori che desiderano "investire in
aspiranti vaccini prima della loro autorizzazione". Ad oggi, il Canada ha
fornito un miliardo di dollari di finanziamenti direttamente a GAVI.
Il 14
dicembre 2020, Karina Gould (Ministro dello sviluppo internazionale del Canada)
ha annunciato che il Canada contribuirà con ulteriori 255 milioni di dollari
canadesi (200 milioni di dollari statunitensi) alla Coalition for Epidemic Preparedness
Innovations [di seguito "CEPI"]. Questa coalizione è una partnership
globale formata tra organizzazioni pubbliche, private, filantropiche e della
società civile che si sono incontrate e organizzate attraverso GAVI per cementare la presa delle élite
globali e delle multinazionali sulla salute pubblica prendendo di mira i
cittadini ignari in Canada e in tutto il mondo.
Operando
come un partenariato sanitario globale pubblico-privato, l'obiettivo finale di
questa rete di partenariati è promuovere l'agenda globale delle società
partecipanti, esercitando pressioni sui governi e sulle organizzazioni
internazionali affinché attuino politiche a loro favore. Ciò avviene a spese
dei cittadini dei paesi partecipanti, e quindi anche dei canadesi.
In
questo schema, i fondi vengono deviati dai bilanci nazionali per finanziare
progetti di società farmaceutiche sotto l'ombrello di GAVI, ma esclusivamente
per il profitto di tali società. Questi progetti GAVI vengono quindi propagati in tutto
il mondo attraverso una partnership speciale con l'OMS per espandere
l'influenza e le fonti di profitto.
OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità) e Agenzia di Salute Pubblica del Canada.
La
Costituzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità [di seguito
"OMS"] è entrata in vigore il 7 aprile 1948 e il suo ruolo primario
era quello di dirigere e coordinare la salute internazionale all'interno del Sistema
delle Nazioni Unite. Nel gennaio 2010, Bill Gates ha promesso all’OMS
finanziamenti per 10 miliardi di dollari e ha annunciato “Il decennio dei
vaccini”.
Gates
e GAVI sono il secondo e il terzo più grande finanziatore dell'OMS dopo il
governo degli Stati Uniti[58] […]. Ai sensi del Regolamento Sanitario
Internazionale (IHR 2005), ogni Stato membro dell'Organizzazione Mondiale della
Sanità deve designare un NFP (Punto Focale Nazionale).
Il NFP
è sempre accessibile per le comunicazioni con l'OMS in merito ai rischi globali
per la salute pubblica. Il regolamento sanitario internazionale NFP per il
Canada si trova presso la PHAC (Public Health Agency of Canada). Su tale base,
questa agenzia segue le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, non
del governo del Canada.
[fine
citazione dalla denuncia canadese].
In
sostanza, Bill Gates è responsabile della sanità del mondo. L'applicazione della sua enorme
ricchezza e il suo coinvolgimento di altri miliardari (vedi Warren Buffet) per
fare lo stesso, lo mette nella posizione di avere un impatto senza precedenti.
Ma la sua influenza è sufficientemente grande da evitare il controllo a cui
sarebbe altrimenti soggetto. La filantropia di Gates sull'assistenza sanitaria è guidata
dalla sua prospettiva secondo cui il controllo della popolazione è basilare. Il suo ruolo fondamentale nel
finanziamento dell'OMS è motivo di preoccupazione a causa della lunga
collaborazione di questa organizzazione con lo sviluppo di vaccini abortivi
anche prima dell’avvento di Gates. È importante che i governi nazionali e i
gruppi di controllo forniscano un'ampia valutazione indipendente dei vaccini
sponsorizzati da Gates, in particolare attraverso l'OMS, per garantire che non
diventino mezzi contraccettivi segreti.
Anche
il mantra di regime che promuove i “Cinque motivi per cui il motto «mio il
corpo, mia la scelta» non può essere applicato ai vaccini” e che spopola nei
talk show (ma viene adottato anche ai più alti livelli della politica in barba
alla Costituzione) viene fornito dalla GAVI, in perfetta coerenza con i dettami
dell’Event201.
Riassumendo,
Bill Gates è il fondatore di Microsoft, grazie alla quale è diventato uno degli
uomini più ricchi ed influenti del pianeta. In seguito, insieme alla moglie
Melinda, ha creato la Bill & Melinda Gates e la GAVI, tramite le quali
finanzia l’OMS e svariate aziende farmaceutiche produttrici di vaccini.
Nell’ottobre 2019, in collaborazione con il WEF (World Economic Forum), di
Klaus Schwab (il nuovo Hitler )ha simulato una pandemia da coronavirus che, da
lì a breve, è diventata una triste realtà mondiale, soprattutto perché
dichiarata “pandemia” dall’OMS che egli stesso finanzia, dando vita alla corsa
ai vaccini e all’imposizione dei vaccini da parte dei governi del mondo,
generando per le aziende coinvolte un ritorno economico esorbitante.
Nel
mentre la povertà nel mondo aumenta di pari passo alla paura ingenerata dalle
narrazioni dei governi, dei loro “esperti” sanitari e dei media e social-media
allineati, creando lo scenario ideale (la grande crisi illustrata da Monti) per
poter introdurre nuovi paradigmi come il “Great Reset” auspicato dal WEF e
illustrato nel video “8 predizioni per il mondo nel 2030”, che al primo punto
recita: “Non
possiederai nulla ma sarai felice”.
WEF
(World Economic Forum) del nuovo Hitler .
Creato
nel 1971 dall’economista tedesco Klaus Schwab, il WEF – conosciuto anche come
Forum di Davos – organizza annualmente un incontro tra esponenti di primo piano
della politica e dell'economia internazionale, con la partecipazione di
intellettuali e giornalisti selezionati, per discutere delle questioni più
urgenti che il mondo si trova ad affrontare sia in ambito socio-economico che
in materia di salute e di ambiente.
Non è,
quindi, un gruppetto di ricconi che cercano di ingannare il tempo, bensì un centro di potere
sovranazionale che vorrebbe decidere le sorti dell’umanità e del pianeta. Il 22 novembre 2021, infatti, il Primo Ministro Mario Draghi ha
ricevuto a Palazzo Chigi proprio Klaus Schwab (il nuovo Hitler) per discutere
sul prossimo Meeting Annuale del WEF previsto a Davos a gennaio del 2022 e sui
principali dossier globali oggetto anche della presidenza italiana del G20, con
particolare riferimento al tema della ripresa economica e sociale post
pandemica.
In conclusione:
La
famiglia Rockefeller è da sempre coinvolta in programmi di eugenetica e, in
generale, di controllo delle masse, nonostante si sia sforzata di ammantarsi
con un’aurea filantropica, soprattutto dopo il massacro di Ludlow.
Infatti,
tali sforzi filantropici sembrano aver privilegiato i progetti tedeschi di
genetica psichiatrica, vale a dire i progetti criminali denominati
purificazione della razza, igiene razziale o miglioramento della razza.
Dopo
la seconda guerra mondiale, al fine di estendere l’influenza della famiglia a
livello globale, David Rockefeller ha dato vita alla Commissione Trilaterale e
al Gruppo Bilderberg. Inoltre, ha presieduto il CFR (Council on Foreign
Relations). Un altro autorevole esponente della famiglia, Nicholas (Nick)
Rockefeller[, ha manifestato una predilezione per il controllo delle masse tramite
microchip.
Tali
aspirazioni al controllo e all’egemonia sul mondo sono state condivise e
sostenute da un gruppo di persone che viene normalmente identificato come “Élite finanziaria”. Oltre alle famiglie storiche dei
Rothschild, Rockefeller, Morgan, Warburg, Lazard, ecc., nella seconda metà del
secolo scorso si sono aggiunti personaggi come George Soros e il fondatore del
WEF Klaus Schwab ,il nuovo Hitler.
La
storia dell’umanità è costellata di megalomani che hanno cercato di assoggettare
al proprio volere i popoli sotto la loro giurisdizione, ma i popoli sono
composti da entità etniche, religiose, culturali e linguistiche diverse e
perciò difficili da gestire su larga scala in modo uniforme, e i tentativi di
assoggettarli sono spesso sfociati in
ribellioni sanguinose.
D’altro
canto, il popolo, la massa, è sempre stato stupido, un insieme amorfo di
individui pronti a seguire acriticamente qualsiasi capo-popolo si presentasse
sulla piazza. In tempi recenti così è stato per Mussolini, Hitler, Stalin, Mao
Tze-Dong, e la follia degli uni sostenuta dalla stupidità degli altri ha
prodotto solo morte e distruzione.
(Non
mi stupisce che milioni di italiani escano di casa ed indossino delle stupide
mascherine!Ndr.)
Tuttavia,
i sogni di gloria e di potere, mascherati da intenti filantropici, non sono mai
svaniti. Mancava, però, un ingrediente che permettesse di realizzarli, un
ingrediente che lentamente ma inesorabilmente è diventato realtà: la
tecnologia.
Con il
diffondersi dei giornali e del cinema si è potuto inondare il popolo di
informazioni opportunamente dosate dall’alto (vedi MinCulPop e Ministero della
Propaganda tedesco). La nascita della televisione ha accelerato la forgiatura
dell’opinione pubblica grazie a interminabili soap opera sdolcinate e
lacrimevoli, o a sitcom che con risate finte “insegnano” quando bisogna ridere,
creando il gusto per il banale e il disimpegnato.
Negli
ultimi decenni hanno proliferato i format televisivi come Il grande fratello,
MasterChef, Affari tuoi, solo per citarne alcuni tra i più famosi, che vengono
visti in quasi tutti i paesi occidentali , creando un “sentire” uniforme e una
teledipendenza altrettanto uniforme. Nel secolo scorso, Hollywood, con i suoi
film, ha diffuso nel mondo la cultura consumistica americana, mentre oggi
diffonde il “politically correct” e altri temi cari all’agenda mondialista. A dar manforte alla propaganda del
pensiero unico sono arrivate le televisioni on demand e via internet come
Netflix, che da sola copre un terzo del traffico internet statunitense. Il
colpo di grazie, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’hanno dato i social media,
in particolare Facebook, dando vita alla cultura dell’interconnessione costante
nel nulla: ore e ore passate a diffondere selfie, banalità, emozioni
estemporanee senza una reale comunicazione, mentre la vita scorre regolata da un
manipolo di persone senza scrupoli che, guarda caso, controllano quei giornali,
quelle televisioni e quei social media nel tentativo di cancellare, o
quantomeno attenuare fortemente le diversità in favore di un comune pensare e
un comune procedere, come un gregge guidato dal pastore e dai suoi cani.
Da
anni, si levano voci che mettono in guardia contro questo epilogo. Già
all’inizio del 2005 su questo sito avevamo scritto che «si stanno realizzando i
sistemi per occupare il tempo e la mente delle persone, irretendole in un
fascio interminabile di esperienze sensoriali, facendo loro credere di essere
libere ed emancipate mentre, in realtà, sono sempre meno capaci di prestare
seriamente attenzione a ciò che succede loro intorno».
Alle
famiglie che avevano teorizzato la necessità di controllare le masse, ma che
non avevano ancora i mezzi tecnologici per farlo, nel tempo si sono aggiunte le
nuove leve in grado di fornire la tecnologia per attuare tale controllo a
livello globale. Ed ecco Bill Gates, Jeff Bezos (Amazon, Washington Post), Mark Zuckerberg
(Facebook, Instagram, WhatsApp), Larry Page (Google, YouTube), ecc.
Crisi
dopo crisi, una volta capito che il popolo poteva essere pilotato a piacere,
serviva un ultimo sforzo: una grave crisi globale che creasse una paura sufficiente per
indurre tutta l’umanità a cedere la responsabilità della propria vita nelle
mani dell’élite mondialista, fautrice del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale. E cosa può creare più paura di un
virus invisibile, di un nemico ritenuto mortale, ma che non può essere né visto
né toccato e non può essere sconfitto se non seguendo i dettami dell’élite?
Lo
hanno teorizzato, lo hanno annunciato e l’hanno fatto così come avevano
stabilito, il tutto sotto gli occhi del popolo obnubilato dalla loro
propaganda. Lo stanno facendo, dicono, per il bene dell’umanità, per debellare la
povertà, la fame, la malattia, le disuguaglianze. E intanto i loro profitti crescono
a dismisura mentre le sacche di povertà tra il popolo aumentano, il lavoro
diminuisce, libertà e diritti sembrano cose appartenenti al passato e il futuro
è sempre più incerto. C’è decisamente qualcosa che non quadra.
Da due
anni l’attenzione generale è catalizzata dalla narrazione del virus che può essere
sconfitto solo dai vaccini salvifici messi a disposizione da sua Sanità Bill
Gates & Co., con virologi e giornalisti collaborazionisti che
ubbidientemente insistono in questo compito propagandistico, mentre l’élite
porta a compimento indisturbata il piano finale, il Great Reset. Anzi, viene
aiutata e applaudita dalle sue stesse vittime.
Tornando
a Appio Claudio Cieco, la versione più famosa della frase con cui abbiamo
iniziato questo articolo recita «ciascuno è artefice del proprio destino» (Faber est suae quisque fortunae). Quindi, che ciascuno in coscienza
decida per sé.
Great
Reset:
rivoluzione salvifica del mondo
post
Covid-19 o teoria cospirazionista?
Entrambe
le cose.
Underblog.it-Redazione-(26-2-2021)-
ci dice :
Entrambe
le cose, segnalava un fact checking della BBC a fine novembre 2020.
Considerando
“il
revival dell’ultima teoria cospirazionista secondo la quale un gruppo di leader
del mondo stanno orchestrando la pandemia per prendere il controllo
dell’economia globale”.
BBC
ammetteva però che “tale teoria origina dal piano messo a punto dal World
Economic Forum (WEF)di Klaus Schwab , che organizza a Davos conferenze annuali
fra figure di alto profilo della politica e del business, un piano che indica
come i paesi possono uscire dai danni causati dalla pandemia da coronavirus”. Dopo alcuni mesi il tema è sempre
attuale, anzi, lo è forse più che mai.
Gli
incontri di Davos di gennaio si sono tenuti solo online, in vista di un altro
Forum a Tokio dedicato alla tecnologia in aprile e di quello in presenza a
maggio a Singapore. A distanza ma molto allargati, partecipati e pubblicizzati
dai media in contrasto con la quasi segretezza del passato. Tra gli intervenuti, Xi Jinping,
Macron, Merkel, Conte,Von der Leyen, Lagarde, Georgieva (FMI), Guterres (ONU),
persino Putin. Oltre a un buon numero di importanti CEO meno reclamizzati.
Focus
la Great Reset Initiative, progetto della Davos Agenda al quale il WEF lavora
da tempo.
Klaus
Schwab, del WEF fondatore e direttore, insieme all’economista Thierry Malleret
gli ha dedicato un libro, aggiornato al post pandemia: COVID-19 the Great
Reset, presentato a giugno 2020 con contributi, fra gli altri, di Carlo
principe di Galles, assiduo del WEF, e del miliardario Ma Jun, del Comitato
Finanziario Verde cinese (PCC) molto vicino a Xi (la Cina ospita vari incontri
regionali del WEF).
Un
piano planetario per una nuova globalizzazione, ben oltre i cambiamenti climatici,
che la pandemia renderebbe attuale e urgente. Offrendo “un’unica finestra di opportunità per
ridisegnare la ripresa e costruire un mondo più sicuro, più uguale, più
stabile: un nuovo contratto sociale che onori la dignità di ogni essere umano”
[sic].
“Servono
indirizzi comuni per guidare il grande reset dei nostri fondamenti economici e
sociali… un reset del capitalismo…I cambiamenti già innescati dal COVID-19
provano che è possibile. Il mondo è interdipendente… E ogni paese dagli US alla
Cina deve partecipare”.
Gli
interventi di quelli che i media hanno chiamato il “Gotha del potere del mondo”, al di là dei temi sottolineati da
ciascuno (rilancio del multilateralismo e impegni sull’ambiente di Xi, avviso
di Putin sui Big Tech ormai più potenti degli Stati, superamento di povertà e
disuguaglianze sottolineati dall’Onu via Guterres ) nell’insieme hanno messo a fuoco la
“sfida al potere per il nuovo ordine globale” (titolo del Corriere),
riconoscendo più o meno implicitamente la necessità di una Governance
Globale UNICA , uno degli obiettivi centrali del WEF accanto alla 4a Rivoluzione
Industriale in chiave digitale, tema di un altro suo testo, del 2016.
O
Post-Industriale, come scrive Ilaria Bifarini nel suo ultimo libro Il Grande
Reset, dalla pandemia alla nuova normalità, che prova a “sottrarre la
comunicazione di un tema socioeconomico cruciale dall’accusa di negazionismo”. I libri sul Reset, entusiasti,
critici o cospirazionisti non si contano.
I
molti piani. Che il sistema economico non fosse da tempo in buona salute lo si sa da
svariati anni a dispetto della propaganda mediatica, prima e ancor più dopo il
2008, tra debiti globali alle stelle, bassa crescita e ripetuti salvataggi di
imprese e banche. Una nuova crisi era attesa da vari analisti (es N. Roubini ). Il tutto
intrecciato a crescenti squilibri sociali, aumento di disuguaglianze e povertà
nei paesi avanzati e in quelli emergenti, e ai temi della produzione alimentare
e dell’acqua, dell’ambiente, del cambiamento climatico. Fenomeni globali ma più critici in
Occidente il cui capitalismo liberista di mercato appare perdente di fronte al
vincente capitalismo statale autoritario della Cina. Dove gli investimenti
esteri hanno ormai superato quelli negli Usa.
Fatto
sta che dal 2015 vari piani si susseguono, a diversi livelli: dall’Agenda ONU
2030 per uno sviluppo sostenibile, con ben 17 obiettivi, all’accordo di Parigi
appena ri-sottoscritto da John Biden, dal One Planet Summit del 2017 a cui
aderisce il WEF al Green New Deal propagandato da Greta Tunberg & C ma con
dietro uno stuolo di banche e multinazionali ( Underblog).
Fino
al meno divulgato piano di Blackrock, il maggior detentore di asset del mondo,
presentato nell’agosto 2019 al summit di Jackson Hole delle banche centrali,
che preconizzava una Policy Revolution:
Dealing
with the next downturn, per gestire l’imminente fase discendente (i Underblog). Il
Covid-19 non era ancora affiorato. Ma secondo Anthony J. Hall (professore emerito
all’università di Lethbridge, Canada e direttore dell’American Herald Tribune)
in quell’agosto 2019 il nuovo collasso sistemico era già evidente, con segni
chiari. Lo
vedremo più avanti tra i critici.
Il
Great Reset comprende tutti questi piani e li rilancia, precisandone gli
obiettivi e andando oltre, verso un totale reset del mondo post Covid, dove
nulla sarà più come prima. Illustrato in sintesi da Schwab in un articolo su Time che
sponsorizza il piano dedicandogli vari contributi, nonché in una recentissima
intervista.
E articolato in una miriade di pezzi e video sul sito del WEF, centrati sui
sette punti chiave della Davos Agenda 2021: 1. How to save the planet ; 2.
Fairer Economies; 3.Tech for Good; 4. Society &Future of work; 5. Better
Business; 6. Healthy future;7. Beyond Geopolitics. Con promesse entusiastiche
che non rassicurano affatto i cospirazionisti.
Pubblico+privato. E’ l’autodefinizione del WEF su
Twitter. Ed è la chiave di volta del Great Reset, ma non è una novità. Già i vari QE da delle banche
centrali avevano rappresentato sostegni corposi all’economia e alle stesse
aziende, in deroga al cosiddetto mercato. Il Green New Deal prospettava
pesanti interventi pubblici per la riconversione verde. Mentre la rivoluzione di BlackRock “inevitabile data l’insufficienza
delle politiche monetarie” imponeva di “dare liquidità direttamente a famiglie e
business mescolare esplicitamente
politiche monetarie e fiscali dare sostegno alle imprese con condizioni
stringenti, aprendo le porte a un intervento senza precedenti nel funzionamento
dei mercati finanziari e di governance delle imprese” ( Underblog cit).
Le
banche centrali con i loro QE e salvataggi vari insomma non bastano più a
sostenere il sistema: ma chi guida il gioco, il lato pubblico, gli Stati, o
quello privato: la finanza, mai riformata? Dopo il ’29 F.D Roosevelt le aveva
tagliato le gambe. Nel grande reset prospettato dal WEF sembra piuttosto il
contrario, e a Big Money si è aggiunta Big Tech (e ora Big Pharma). Evocare
John M. Keynes appare davvero fuori luogo. Anche se non mancano gli ottimisti,
come Mariana Mazzucato.
Interessanti
le raccomandazioni del WEF ai governi: coordinamento delle politiche fiscali,
riforme a lungo attese (esempi), stimoli verso obiettivi comuni come
uguaglianza e sostenibilità, investimenti (pubblici + privati) non per tappare
i buchi del vecchio sistema ma per crearne uno nuovo, incanalare le innovazioni
della 4° Rivoluzione Industriale. [Suonano familiari?]. Ma vediamo i temi della
Davos Agenda, citando qua e là da Schwab e/o contributi vari nel sito WEF .
1.Economie
più eque. Schwab
da molti anni teorizza la necessità di “andare oltre il neoliberismo” di
Freeman & C . Al capitalismo degli shareholders, gli azionisti, contrappone un capitalismo degli
stakeholders in cui gli azionisti restano tali ma le imprese devono diventare
luoghi di mediazione fra interessi contrastanti e “le scelte di un’azienda nei confronti
delle persone, del pianeta e dell’innovazione – compreso il modo in cui
protegge e applica il valore aggiunto dei suoi dati – prendano più spazio nelle
decisioni di allocazione del capitale”, come FT presentava il Great Reset
su YouTube il 30/12/2019, titolo “Perché il capitalismo deve essere resettato nel 2020” (sebbene oggi, ripreso dal Foglio,
il FT sembri scettico). “Servono indicatori nuovi, non più relativi ai profitti ma ad
obiettivi sociali e ambientali”, e “la misura della prosperità di un paese deve
andare oltre il PIL”, precisa oggi Schwab. Ci stanno già lavorando, con i
grandi investitori, i Big Four, sotto la guida del CEO di City Group.
“Le
economie vanno ridisegnate per renderle socialmente più sostenibili”, sostiene
il WEF. Come? “Tagliare le tasse ai ricchi non le rafforza, mentre peggiora le
disuguaglianze che minacciano la coesione sociale, come dimostrano studi in 18
paesi OCSE”. Bene invece gli aiuti pubblici. La crisi Covid-19 “ha rivitalizzato
il contratto sociale” rafforzando le reti si sicurezza dei cittadini in una
misura mai vista prima. Solo nei paesi del G20 i pacchetti fiscali di aiuti
hanno totalizzato $10.000 miliardi, 10 volte di più che nel 2008 [No, molti di
più allora], l’UE spenderà 2300$ per persona, gli US 6500$ in più. Il debito
nel 2020 salirà del 16% (…) Ritornare indietro non è desiderabile(…) Lavoratori a basso reddito, giovani,
donne e minoranze, i più colpiti, avranno bisogno di sostegno anche dopo la
fine della crisi sanitaria”. Per accompagnare chi non ce la farà nella 4a Rivoluzione
Industriale prospettata come inevitabile, risolutiva, desiderabile.
2.
Salvare il Pianeta. E’ovviamente l’obiettivo di fondo, che giustifica sia la 4a
Rivoluzione Industriale sia l’auspicato Governo Globale: “Siamo tutti insieme”,
sulla Terra si suppone.
Non nuove le forme e modalità:
decarbonizzazione, comprese tasse che colpiscano le industrie basate sul
fossile [oggetto peraltro di dubbi mercimoni] e i disinvestimenti da parte
degli investitori Big (Blackrock ha appena tolto oltre un miliardo da
Occidental Petroleum), energie pulite, economia circolare, mobilità
sostenibile, futuro delle città, eccetera. Industrie ma anche “stili di vita
sostenibili”. “La maggior minaccia per il mondo non è il coronavirus ma l’affluence, la
prosperità …la sostenibilità ambientale si raggiunge tagliando l’eccessivo
consumismo”
[sic].
3. Società & futuro del lavoro. Tema chiave, insieme alla
Tecnologia benefica a cui si intreccia nel delineare la Nuova Normalità post
Covid-19. Vedi la conferenza del WEF 20-23 ottobre 2020, Resetting the Jobs, già tema di un
libro di Schwab. Vari aspetti:
*Lavoro
a distanza, da qualsiasi luogo. Scontata la sua futura prevalenza, si
consigliano [per ora?] forme di lavoro ibrido “per preservare la salute mentale e
sociale degli impiegati”[sic]. Ma “la parte maggiore della popolazione potrà
partecipare a lavori non più ristretti alle grandi città”.
Lavoro
flessibile. Grazie alle tecnologie digitali si prevedono lavori a breve, a
richiesta, freelance, una flessibilità che “consentirà di scegliere dove e
quando lavorare”. Anche il business ne beneficerà “assumendo persone per
riempire gap specifici e impiegati freelance”. Addio al posto fisso: “I giovani
dovranno crearsi il loro lavoro”.E chi non ci riesce?
“Lavoro
più smart”, grazie all’AI e alla collaborazione uomo macchina che prenderanno
in carico i lavori più ripetitivi e di routine. Robot e automazione avranno un
“ruolo stellare” rimpiazzando l’interfaccia umana in aree a rischio, come
durante la pandemia. L’AI creerà direttamente o indirettamente nuovi impieghi. Esempi: cloud computing, big data analysis,
internet of things, cybersecurity, robot non umanoidi e droni, realtà
aumentata, stampa3D, nanotecnologie, biotecnologie, robot umanoidi. Anche
nell’agricoltura.
Lavoro
per il pianeta. Sono i futuri lavori per la sostenibilità ambientale o volti dar luogo
a uno stile di vita sostenibile. “Cresceranno a milioni (…). La pandemia ha fornito
un’eccellente opportunità per ridisegnare i luoghi di lavoro in vista di una
maggiore efficienza, inclusione, resilienza, sostenibilità… “. Consumare meno
ma anche possedere meno e spostarsi meno.
4.
Tecnologia benefica. E’ il cuore della 4a Rivoluzione Industriale. “L’era post Covid-19 sarà forgiata
definitivamente dalla tecnologia più che qualsiasi altra forza nel teatro
globale”. Quattro i punti cardine.
La
manifattura da reinventare. Il 5G, “importantissimo per l’economia, e l’ambiente” . “Nell’ultimo
anno la sanità ha visto un +490% di visite e cure a distanza, +82% di giochi
online, +75% di transazioni e commerci ecc, il 60% degli impiegati hanno usato
teleconferenze e videocalls”. “Con i vaccini c’è il rischio che la società
cerchi di tornare indietro allo status quo pre-pandemia”: un “rischio” da
evitare, accelerando con il 5G.
I
pagamenti digitali. “Il Covid 19 ha accelerato la digitalizzazione dell’economia,
il distanziamento sociale ha favorito i pagamenti digitali (…) i governi del
mondo dovranno continuare a promuovere l’inclusione finanziaria, anche di
giovani, donne, minoranze, PMI”. Sono le stesse categorie da accompagnare
nell’inclusione citate nelle High Level Policy Guidelines on digital financial inclusion
recentemente adottate nell’incontro dei ministri dell’economia del G20. <La digitalizzazione finanziaria
di individui e imprese può ridurre i costi e aprire nuovi mercati e opportunità
di vita aiutando i paesi a riprendersi>. [Affidata anche ai Big Tech che già
gestiscono commerci, connessioni e pagamenti online?]
*Identità
digitale “umanocentrica”. Si punta molto su questo <che è diventato un tema
globale>, ed è molto di più dello SPID italiano per dialogare con la nostra
PA. Si
tratta piuttosto di <impronte digitali digitalizzate> utili <per
riconnettere la società in una nuova realtà in cui la popolazione dovrà
relazionarsi fisicamente e virtualmente con le autorità pubbliche e il
business>. Ma il suo potenziale è più ampio: offre la <possibilità di
affermare chi siamo [sic] >, impattando su come viviamo, oltre che sulla
ripresa globale.
Tra i
vantaggi: <La possibilità di viaggiare – i viaggi sono fermi a causa del
Covid e 174 milioni di impiegati sono a rischio di perdere il lavoro –
partecipare a convegni, ottenere certificati educativi e di lavoro da remoto,
firmare contratti di proprietà – in piena sicurezza>.
L’identità
digitale prospettata comprende tutta una serie di informazioni sugli individui,
dai test sanitari ai vaccini, ma pure informazioni finanziarie e di altro tipo.
Con essa sarà possibile registrarsi per accedere a servizi e commerci, compresa
l’educazione online, fornire credenziali per un impiego, provare la salute di
una persona, combattere le frodi>. E per ottenere i previsti sussidi
pubblici, si presume. Ben oltre, quindi, quel Passaporto vaccinale per vaccinati o
testati Covid, sollecitato da società aeree e turistiche, imminente in US e in
vari paesi, vedi New York Times recente. E tuttavia, si insiste, “in piena
trasparenza”.
<La gente è preoccupata dell’impatto delle
tecnologie sui suoi dati personali – il 60% lo è, si ammette – ma esiste
un’infrastruttura digitale centrata sull’uomo in grado di assicurare
trasparenza garantendo a ciascuno il controllo dei dati (…) Spetta ai governi
costruire la fiducia dei cittadini e creare cornici adatte, ma rapidamente, per
restare al passo con la tecnologia>.
Che
tipo di infrastruttura? Il WEF non cita espressamente l’ID2020, progetto della ID2020
Alliance gestita dal 2015 da una corporation in collaborazione con agenzie ONU,
Ong, Microsoft, Rockfeller Foundation e GAVI: la Vaccine Alliance volta ad
assicurare un “pari accesso globale ai vaccini”. Questa considera l’identità
digitale utile in primo luogo per offrire un’identità – “un diritto
fondamentale” – a tutti, a partire dai moltissimi individui che nei paesi
emergenti ne sono privi (una sperimentazione è in corso in Bangladesh), ma
indispensabile per capire chi sono i vaccinati, contro il Covid-19 e non solo,
in prospettiva.
Si
parla di ’identità digitale biometrica, una app basata su impronte digitali
della mano o impronta della voce o riconoscimento facciale, che contiene dati
sensibili e si sperimenta già anche in Italia, vedi progetto PIDaaS, in
Piemonte finanziato dall’UE ( in italiano).
Ma
allo studio ci sono sistemi più inquietanti come il Quantum Dot Dye a cui
lavora il team di Kevin McHugh fra MIT e Rice University, sorta di tatuaggio a
punti quantitici (Quantum Dot Tattoos), dove capsule biocompatibili su scala
micron si dissolvono sottopelle inglobano punti quantici leggibili
elettromagneticamente a distanza .
O
addirittura microchip grandi come un chicco di riso da impiantare sottopelle
progettati dalla svedese Biohax, presente pure in Italia. Ma il ministero della
Salute italiano ha smentito la notizia, circolata sul web, che la si stia
sperimentando o autorizzando). Così come Bill Gates ha negato che il
“certificato digitale “per registrare eventualmente i dati sanitari possa
utilizzare microchip”.
Ma
torniamo all’agenda di Davos di Klaus Schwab.
5.
Futuro della salute globale. <Il Covid-19 è una crisi sanitaria senza
precedenti, prendere il controllo del virus e assicurarsi che i cittadini del
mondo siano vaccinati è una priorità…Vedere la Covid Action Platform , la
strategia proposta dal WEF . <Non è l’unica sfida. La ripresa va oltre il
virus… e tutti i cittadini devono poter
avere accesso alla sanità, attraverso una partnership fra pubblico e
privato>. [Dimentichiamoci del welfare pubblico, già vanto dell’Europa?]
<La
pandemia ha mostrato che tra gli strumenti utili per raggiungere una sanità
universale vi è la telemedicina e l’uso dei dati. La sfida è non tornare alla
normalità precedente>. Si parla di dare la priorità alla salute mentale –
ansia e depressione nel 2020 sono cresciuti enormemente (…) Bisogna poi
prevenire future pandemie che vengono dagli animali, combattendo deforestazione
e traffico di animali selvatici>. [Al Forum, a dibattere sulla salute erano
solo i CEO di Pfizer e AstraZeneca, il direttore dell’OMS, il dr. Fauci, oltre
al ministro della Sanità tedesco e al premier greco].
6.
Oltre la geopolitica. <Oggi ci sono 193 nazioni sovrane, una proliferazione
di centri di potere, e un fatto sempre più ovvio: siamo tutti insieme>,
sulla Terra, come si è già detto, e interdipendenti. <Quando ci impegniamo
tutti insieme possiamo raggiungere obiettivi comuni>, vedi il livello di
ozono o l’accordo di Parigi. <Dobbiamo passare dalla geopolitica della
competizione internazionale a una completa collaborazione globale di default…
Anche le narrazioni devono cambiare>. [Cina e Russia incluse?]
LE
CRITICHE “COSPIRAZIONISTE”. Sono tante, e proliferano. Molte pubblicate sul sito del
canadese Center for Research on Globalization, da sempre molto critico del
sistema. Niente a che vedere con Qanon e posizioni simili dell’ultradestra
trumpiana, ostile al Great Reset come al Green New Deal, considerati
“socialisti. Coerentemente: sostenitori di Trump erano/sono l’industria delle energie
fossili che nega il riscaldamento climatico, i miliardari “libertari” e l’ala
repubblicana “anti statalista”. Dopo di che, nel magma del web, tutto si tiene
e si influenza.
In
generale, il Great Reset è visto come progetto di una nuova forma di totale
controllo globale e di una ulteriore formidabile concentrazione della ricchezza
in mano a pochi, sempre gli stessi. Un’evoluzione dell’economia mondiale <neoliberista
all’ennesima potenza>: <Un atto di Guerra economica che minaccia la sovranità
degli stati nazionali, impoverisce le popolazioni, mina le democrazie… Senza
bisogno di guerre né di regime change>. Capitalismo di Sorveglianza, grazie
all’identità digitale elettromagnetica e ai vaccini collegati: One World Order.
Altro che contratto sociale e lotta alle disuguaglianze, per i cospirazionisti.
Un’agenda
che avrebbe vari precedenti e oggi accelera grazie al Covid-19, non tanto al
virus in sé quanto alle <chiusure che hanno messo in ginocchio l’economia
reale: scuole vuote, aeroporti vuoti, viaggi bloccati, negozi, bar e ristoranti
verso la bancarotta, servizi sospesi>. Un lockdown che sarebbe stato imposto
al mondo arbitrariamente o addirittura pianificato, con una strategia della
paura supportata dai media, complici del piano. Il che permette di bollare tout
court queste critiche come “negazioniste”.
In
questo coro si distingue il citato Anthony Hall. Con l’ipotesi che il COVID-19 sia una
copertura per una crisi finanziaria anticipata (forse addirittura
pianificata?), i cui segni erano già chiari nel 2019. Dalla crisi del Repo
Market (dove le banche si riforniscono di liquidità), confermata dai $9000
miliardi della Fed di New York per mantenerlo operativo, operazione “coperta”
mentre la stessa Fed affermava che le banche erano in salute. La causa?
L’attività speculativa specie sui derivati, come nel 2007-8. Altri segnali: i
circa 1500 CEO che nel 2019 lasciarono l’azienda, con le loro quote azionarie.
E i tassi negativi sui bond governativi del mondo, e la caduta dei valori
azionari, in particolare banche, in testa Citi e JPMorgan. E la contrazione
dell’economia in Germania.
Tutto
ciò – ragiona Hall – sarebbe sufficiente per chiedersi se il collasso delle economie
nel 2020 abbia altre cause dalla pandemia e dai lockdown (una politica pubblica
sbagliata e anti costituzionale a suo dire) che pure hanno contribuito a un
tracollo generale mai visto. A partire dalla Cina, con le chiusure che hanno
interrotto la catena delle forniture. Tanto che alcuni arrivano ad affermare
che tale crollo sia stato pianificato, e che la pandemia sia stato un
pretesto per far collassare l’economia globale e il tessuto sociale
sottostante, per poi resettarla.
Hall
mette in dubbio i conteggi delle vittime e dei contagiati, testati con i
discussi PCR ( Underblog). <L’inflazione dei casi e dei morti è l’espressione
dello zelo utile a giustificare i lockdown? I lockdown in Cina sono stati
concepiti per aiutare a creare le condizioni di un piano capace di dar vita a
una nuova politica economica nel mondo? E come considerare il fatto che coloro
che si identificano col WEF hanno indicato la strada per enfatizzare il reset
emergente dalla crisi sanitaria, reset che lo stesso WEF contribuisce a
pubblicizzare già dall’ottobre 2019?
Precedenti.
William
Engdahl (laurea a Princeton, già consulente e conferenziere, autore di libri),
vede nel Great Reset una riedizione dei War and Peace Studies, strategia
elaborata da un gruppo coordinato da Isaia Bowman, geografo della John Hopkins
University per il Council of Foreign Relations con finanziamenti della
Rockefeller Foundation, che nel 1939 pianificava l’entrata in guerra degli US e
il mondo post bellico in cui gli US avrebbero preso il posto dell’impero
Britannico. Quel che Henry Luce nel ’41 definì “il Secolo Americano”, con
Nazioni Unite dominate dagli US e gli accordi di Bretton Woods (questi sì
keynesiani e infatti poi rinnegati) parte del piano.
Del
resto <Klaus Schwab-il nuovo Hitler- [ingegnere ed economista, 17 dottorati
onorari da atenei di tutto il mondo, medaglie e onorificenze a schiovere]
fondatore del WEF è un protegé di Henry Kissinger, a sua volta vicino ai
Rockefeller, da quando erano insieme ad Harvard, e già nel 2016 nel libro Shaping
the future of the Fourth Industrial Revolution (4IR) descriveva i cambiamenti
tecnologici prossimi venturi>.
il
prof Michel Chossudovsky, economista fondatore del CGR, ricorda invece il Chile
1973 Reset, il colpo di stato cileno ordito dalla CIA con Kissinger Segretario
di Stato, da lui vissuto in prima persona a Santiago, e quello dell’Argentina
nel 1976, prodromi del programma di Aggiustamenti Strutturali (SAP) imposti dal
FMI e Banca Mondiale a 100 paesi. <Ora entriamo in una nuova fase di destabilizzazione
macroeconomica, più devastante dei 40 anni di trattamenti shock e austerity
imposti a beneficio degli interessi finanziari dominanti>.
Rockefeller,
nome ricorrente con Rothschild nelle teorie cospirative, è citato anche da
Chossudovsky nelle parole di David che su Aspen Times del 5/8/2011 auspicava “una sovranità super nazionale di una
élite di intellettuale e banchieri mondiali sicuramente preferibile
all’auto-determinazione nazionale praticata nei secoli scorsi”. Nel 2010 un report della
Rockefeller Foundation, Scenarios for the future of Technology and International
Development Area, contemplava azioni da intraprendere in caso di una pandemia
mondiale. E comprendeva la simulazione di un Lock Step Scenario in caso di una
influenza virulenta. Era da poco scoppiata l’epidemia da H1N1 [poi rientrata,
con enormi quantità di vaccini acquistati ma rimasti inutilizzati].
Un’altra
simulazione, l’Event 201, viene condotta il 18 ottobre 2019 dalla John Hopkins
University, sponsor la Bill and Melinda Gates Foundation e il WEF. Un coronavirus partito dal Brasile
causava nel mondo 65 milioni di vittime in 18 mesi e sovvertimenti economici.
Il suo nome, nCoV-2019, era lo stesso
dato al virus identificato in Cina neppure tre mesi dopo, poi cambiato in
Sars-CoV-2. Rilanci e sospetti dilagati sul web. <Non era una predizione>,
hanno poi precisato. [Ma un’altra simulazione pandemica – Cladex – era già stata
fatta nel 2018 al tempo di Ebola, ne parlò anche il Washington Post].
Il
“collasso economico pianificato”.<La data chiave è l’11 marzo 2020 quando l’OMS
proclama la pandemia globale, raccomandando i lockdown: i casi fuori dalla Cina
erano 44.279, 1440 le vittime, su una popolazione globale di 6.8 miliardi. E i
casi extra Cina erano solo 83 quando il 31 gennaio l’OMS aveva dichiarato
l’Emergenza Sanitaria Pubblica, dopo una vivace discussione interna il 22
gennaio. Proprio
in quei giorni (21-24/1) al WEForum di Davos, presente il direttore dell’OMS
Tedros Adhanom, la CEPI, coalizione per innovazioni in preparazione di
epidemie, partnership WEF e Gates, annunciava un vaccino mRNA di Moderna contro
il nCoV-2019, il cui nome sarebbe cambiato solo in febbraio. Il 31 gennaio Trump chiudeva i voli
dalla Cina. Eccetera eccetera. [I numeri ufficiali OMS sono inferiori l’11/3,
poco superiori il 31/1, con 106 casi extra Cina, ma già in 19 paesi)].
Tanto
basta perché Chossudowsky – in una dettagliata cronologia – parli di <collasso pianificato
delle economie <Un “progetto diabolico” che viene dall’alto, da Wall Street,
WEF, fondazioni miliardarie, presentato come “umanitario” e supportato dai
media>. Anche con censure mediche (qui Koenig). Per es <Youtube non
consente di postare informazioni che contraddicano o mettano in dubbio l’OMS o
opinioni divergenti di medici locali – alcuni dei quali hanno perso il
lavoro>. Ed è di oggi la cancellazione su Instagram dell’account di Robert
Kennedy Jr, nipote di JKK, <per aver condiviso affermazioni smentite su
coronavirus e vaccini> sul suo sito Childern’s Health Defence liquidato come
No Vax .
Peter
Koenig, una vita fra Banca Mondiale e OMS, uno dei più prolifici e estremi,
arriva non solo a parlare di pandemia pianificata per collassare l’economia, in
base ai piani/simulazioni del 2010 e 2019 e a letalità e diffusione dei contagi
ingigantite dai test PCR utilizzati secondo indicazioni OMS. Lo scenario distopico che prevede
vaccinazione massiccia, agenda elettronica planetaria, moneta digitale, 5G e
poi 6G universale, venduti come Internet of things, comprenderebbe a suo dire
anche il progetto, da tempo caro a Rockefeller e poi a Bill Gates, di riduzione
della popolazione del globo: una delle variabili cruciali per diminuire le emissioni
di CO2 e rendere più sostenibile in pianeta. A supporto, cita Gates al TED Talk
2010 Innovating to Zero: “Se facciamo un buon lavoro possiamo ridurla dal 10 al
15%”, la popolazione. <Siamo in guerra>, titola un altro post di Koenig.
Le
forze trainanti <Sono Big Money, comprese le fondazioni miliardarie. E’ una complessa alleanza di Wall
Street e dell’establishment bancario, Big Oil and Energy, i contractors della
Difesa, Big Pharma, i conglomerati Biotech, le corporations dei media, i
Giganti delle Comunicazioni e delle tecnologie Digitali, insieme a una rete di
think tanks, gruppi di lobby, laboratori di ricerca (…) Una complessa rete di decisori che
comprende FED, BCE, FMI, Banca Mondiale, banche regionali di sviluppo, e la
BIS, la Bank for International Settlements basata a Basilea che ha un ruolo
strategico chiave. Non mancano scampoli degli apparati di Stato. La proprietà
intellettuale ha un ruolo importante>. (Chossudovsky).
<Dell’ondata
di chiusure e bancarotte e disoccupazione responsabile non è il virus, come
viene detto, ma i potenti finanzieri e miliardari che sono dietro al processo
decisionale.
La cui ricchezza totale negli ultimi nove mesi è cresciuta da $8000 a $10.000
miliardi, grazie ai pacchetti di stimolo governativi, alla campagna di paura
del Covid-19 e al risultato di insider trading e manipolazioni dei mercati
finanziari e delle materie prime> [i cui prezzi effettivamente stanno già
aumentando]. <E’ la più grande redistribuzione di ricchezza globale della
storia> (Chossudovsky).
<Ma
nel capitalismo c’è anche una rivalità interna, un conflitto tra il Big Money
Capital e il Capitalismo Reale delle imprese che operano in diversi settori
dell’attività produttiva, comprese le piccole medie imprese. Quello in atto è un processo di concentrazione
della ricchezza (e controllo delle tecnologie avanzate) senza precedenti dove l’establishment finanziario, vale a
dire i creditori, sono destinati ad appropriarsi degli asset delle società che
falliscono e degli asset di Stato>.
<Usando
i lockdown e le restrizioni, il Great Reset viene portato avanti sotto forma di
una “Quarta Rivoluzione Industriale” (4IR) in cui le vecchie imprese vengono
spinte alla bancarotta o assorbite in monopoli, di fatto chiudendo interi
settori dell’economia pre-Covid [enfasi originale]. Le economie si stanno
ristrutturando e molti lavori saranno svolti da macchine guidate
dall’Intelligenza Artificiale>.
<I
senza lavoro (e ce ne saranno molti) saranno assistiti con qualche forma di
“salario di base universale” e avranno i loro debiti (indebitamento e
bancarotte su larga scala sono il deliberato esito di lockdown e restrizioni)
cancellati in cambio del passaggio dei loro averi allo Stato, o meglio alle
istituzioni finanziarie che aiutano a condurre questo Great Reset. Il WEF dice
che il pubblico “affitterà quello di cui ha bisogno”, spogliandosi del diritto
di proprietà in nome del ‘consumo sostenibile’ e del ‘salvataggio del pianeta’> (citazione da Colin Todhunter
qui che a sua volta cita il video del WEF su YouTube <You’ll own nothing and
you’ll be happy>. Nel 2030 “Non possiederai nulla e sarai felice”).
Vaccini
e identità. <Il programma di vaccinazioni (compreso il passaporto digitale) è parte
integrale del piano e del regime totalitario>. Chossudowsky rinvia a Peter
Koening sul <famigerato ID2020…programma di una ID elettronica che usa la
vaccinazione generalizzata come piattaforma per una identità digitale>. Un summit della ID2020 Alliance già nel settembre
2019 aveva come focus i vaccini e il passaporto digitale. Oggi Koening torna sul tema con un
nuovo post tutto dedicato all’ID elettromagnetica impiantabile nel corpo
attraverso i vaccini o separatamente, citando anche i le visioni di Elon Musk . [Ma l’ID approvata in Germania non
ci risulta].
Engdhal
: <Nel suo libro sulla 4a rivoluzione industriale (2016) Schwab descrive i
cambiamenti tecnologici prossimi venturi, i dati centralizzati in corporation
private come Google, Facebook e Amazon per monitorare ogni nostro respiro (…) .Descrive come le tecnologie di nuova
generazione, già lanciate da Google, Huawei e altri, permetteranno ai governi
di <intromettersi negli spazi privati delle nostre menti, leggere i nostri
pensieri e influenzare i nostri comportamenti … con una fusione della nostra identità
fisica, digitale e biologica”>.
Fra
queste tecnologie fusion ci sono “microchips che spezzano la barriera epidermica di
nostri corpi”, “dispositivi impiantabili che potranno anche aiutare a
comunicare pensieri normalmente espressi verbalmente, attraverso smartphone
‘interni’, e pensieri potenzialmente inespressi o stati d’animo, attraverso la
lettura di onde cerebrali”>.
Pura
fantascienza? E glissiamo qui sui programmi per la trasformazione
dell’agricoltura in senso “sostenibile” iper meccanizzata e largamente basata
su OGM, destinata
a soppiantare i coltivatori diretti familiari, per arrivare a un cibo sintetico
biologicamente modificato e creato in laboratorio, a partire dalla carne.
Secondo i piani dell’EAT Forum, o Davos for food. Sui quali Engdahl insiste,
avendoci scritto un libro.
<I
maghi della tecnologia mirano a sostituire i contadini con i loro sporchi
terreni e animali inquinanti e portatori di virus con robot, semi OGM e e carne
artificiale in laboratori puliti> fa eco Diana Johnstone. Che prende in
esame vari temi, avanzando dubbi.
Dubbi
sull’uso esteso di teleconferenze, Zoom, Skype ecc e sul destino delle città,
sull’educazione online e le minacce alla comunità umana, sul profetizzato semi
collasso dell’aviazione civile (non di quella militare), e sul narcisismo
cibernetico intrinseco al combinarsi di Ai, internet delle cose, senso e
tecnologie indossabili. Dubbi, soprattutto, sulla perdita del lavoro, con la
domanda dei consumatori che si intreccerà con il disperato bisogno di
guadagnarsi la vita (…)Alla lotta contro lo sfruttamento si sostituirà quella per
l’irrilevanza: la nuova” classe degli inutili”,inutili non alla comunità
sociale ma al sistema politico-economico>.
E
conclude considerando <la 4a Rivoluzione Industriale che impegnerà i governi
insieme ai privati analoga, sul piano civile, a quella che ha dato vita al
Complesso Militar Industriale. Come quello viene presentato come necessario al
“proteggere la sicurezza”, questa sorta di Complesso Tecnologico Farmaceutico è
promossa come indispensabile a “salvare l’ambiente”>.
CONCLUSIONI.
Il reset post COVID-19 sarà salvifico o catastrofico per il mondo? Il piano del WEF – posto che sarà
davvero messo in atto (la BBC ne dubitava, il FT è scettico) – è utopico o
distopico?
Chissà, sebbene alcune tendenze appaiano attuali. Come che sia, alla fine di
questo post già troppo lungo (ce ne scusiamo) proponiamo le riflessioni di un
filosofo politico, Brad Evans sul sito affatto complottista CounterPunch.
<Ogni
catastrofe e crisi sono seguite da una litania di teorie cospirative. La
pandemia Convid-19 non fa eccezione. Dalle storie sulla trasmissione di
qualche agente letale attraverso il 5G, alle grandi teorie su una trama
concepita dall’alto per destabilizzare il mondo, il fantastico e l’assurdo si
sono diffusi tanto rapidamente quanto il virus. Se i primi colpevoli spaziavano da
Bill Gates a George Soros agli Eco-fascisti, è diventato più frequente
suggerire qualche congiura Cinese o una pandemia pianificata (sì, la Plandemic)
per iniziare una vaccinazione di massa. (…). Ma le cospirazioni funzionano a
beneficio delle forme di potere stabilite>.
<Il
mondo in cui viviamo a livello personale può sembrare rallentato, quasi fermo.
E’ un’illusione. I meccanismi del potere stanno muovendosi a una velocità
inimmaginabile solo mesi fa. Non è una rottura o un lock down ma
un’accelerazione poderosa di tendenze già in atto. (…) Le separazioni fisiche
fra la gente stavano già consolidandosi – scrive Evans citando i muri con i
quali l’Occidente si circonda contro rifugiati e indesiderabili, le restrizioni
alla mobilità in US e UK. Che <non hanno a che fare con la sovranità ma con
la riorganizzazione del capitalismo. Ma oggi non si tratta più solo di lockdown
di nazioni. Ogni città, ogni strada, ogni parco, ogni casa diventano un
confine. E non saranno misure temporanee. Davvero vogliamo vivere in un mondo
dove tali segregazioni sono accettabili, dove ogni idea di presenza fisica e
contatto diventa un tabù, dove serve un permesso per attraversare qualsiasi
immaginario confine posto alla nostra vita?>
<I
poteri finanziari sono già dominati da giganti della tecnologia che hanno
ammassato ricchezze comparabili alla Gilded Age di fine ‘800. La loro visione è
quella di una società interconnessa, dove la nuova globalizzazione non prevede
che siamo a noi a viaggiare nel mondo, è il mondo che viene a noi, nei confini
delle nostre case. Non è una coincidenza che a fare i maggiori profitti in
questi tempi siano Amazon e Facebook. Non abbiamo scelta che vivere vite
virtuali.
Davvero desideriamo un’esistenza schermica dove ufficio e casa, pubblico e
privato, sono indistinguibili? Dove è un’eccezione avventurarsi in qualche
luogo sconosciuto e gioire del mondo reale?
<La
guerra al Terrore ha già avanzato l’idea di un nemico invisibile…facendoci
credere che le nostre vite sono insicure. Questa narrazione e questo linguaggio
sembrano esauriti. Era davvero così? Non si è capito(…) Oggi ciascuno è
l’origine di pericoli potenziali. E droni sperimentati su popolazioni del Sud
potrebbero essere ammessi anche su cieli democratici. Vogliamo davvero vivere sotto una
presenza continua di tali marchingegni, che a un certo punto potrebbero
divenire armati e letali?> [Il presidente Biden all’ultimo G7 ha paragonato
la Guerra al virus alla Guerra al Terrorismo].
<I
nostri diritti alla privacy sono da tempo sotto attacco, grazie a tecnologie
invasive e ad algoritmi per la sorveglianza e la manipolazione delle abitudini
umane. Eppure, malgrado la disponibilità a rendere pubblici dettagli intimi
delle nostre vite, abbiamo mantenuto segreta la nostra salute. Oggi è terrificante la velocità con
cui delle app registrano, monitorano e analizzano la salute di intere nazioni,
cosa che è entrata nel discorso pubblico senza nessun serio dibattito sulle
implicazioni politiche, al di là di ogni “etica”. Vogliamo un mondo in cui ogni
respiro, ogni sudore e ogni lacrima vengano monitorati? Un mondo in cui la
nostra salute è un altro complesso di dati, che non solo alimenta il sistema ma
prova le nostre credenziali sanitarie e il diritto di muoversi in ogni sfera
sociale, ogni spazio pubblico, ogni paesaggio virtuale?> [magari pure di
lavorare, aggiungiamo].
<Il
modo in cui le società scelgono come rispondere a crisi come questa pandemia
non è inevitabile. Dipende da quali valori in una società riteniamo primari e
quali secondari>. Evans constata come la decimazione di arte e cultura al di
fuori di istituzioni corporate. La stampa radicale e indipendente combatte già per la
sopravvivenza, altrettanto avviene ai produttori di una cultura critica che,
già ai margini, è spinta verso l’abisso. Con la complicità dei liberali
(chiunque critica la matrice militarista tecno-farmaceutica è spinto nello
stesso campo dell’estrema destra – dirà più avanti). Davvero vogliamo vivere in un
mondo in cui la cultura è ridotta a visite virtuali in alcune gallerie d’arte e
preferenze estetiche – e non solo – sono spogliate da ogni richiesta politica e
cedute al potere di una ragione tecnocratica?
<Colpisce
nel cosiddetto “Mondo Occidentale” l’atteggiamento verso l’educazione. Prima
della pandemia era già in atto un attacco nei confronti di arte e scienze
umanistiche e sociali, a partire dalle università. Con salvataggi e risorse
dati primariamente a grandi business, imprese tecnologiche, ricerca medica e
sanitaria, la precarietà di queste aree di studio è molto cresciuta. Eppure proprio questi settori sono
critici per una nozione effettiva di democrazia capace di creare cittadini
impegnati in grado di immaginare visioni alternative. Vogliamo davvero vivere in una società
dove i temi e ricerche che incoraggiano a parlare di verità nei confronti del
potere e a immaginare futuri migliori sono riservati a élites selezionate che
hanno interesse allo status quo?
<Non
c’è dubbio che questo virus sia devastante per persone e famiglie fragili che
hanno perso i loro cari e che continui a spaventare parecchia gente, chiusa
nelle proprie case temendo il contagio. Ma dobbiamo essere vigilanti verso la
catastrofe in arrivo, potenzialmente altrettanto terrificante: l’accelerazione
di dinamiche in grado di creare una falsa umanità che rischia di essere
permanentemente segregata, isolata, quarantenata, intimorita dall’avventurarsi
nel deserto reale.
Si
dice che la realtà sia spesso più bizzarra della fiction. La linea fra le due
in affetti non è chiarissima. Al mondo non serve un’altra cospirazione, ha bisogno di una
comprensione critica della strada che gli si apre davanti e delle rotture che
si stanno verificando>.
L’architetto
del “Grande Reset”
(il nuovo Hitler )sostiene l’Ucraina.
Neovitruvian.com
- Redazione- (28-2-2022)- ci dice :
Il
presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, ha condannato l’operazione
militare russa nel Paese.
Il
World Economic Forum (WEF) e il suo presidente, Klaus Schwab, hanno dato il
loro sostegno all’Ucraina, promettendo di fare “tutto il possibile per aiutare”
il paese contro “l’aggressione russa”.
Nella
dichiarazione di domenica, Schwab – l’autore di “Covid-19: The Great Reset” – e il presidente del WEF Borge Brende hanno affermato di “condannare profondamente
l’aggressione della Russia contro l’Ucraina” e “gli attacchi e le atrocità”.
“La
nostra piena solidarietà è con il popolo ucraino e tutti coloro che stanno
soffrendo innocentemente per questa guerra totalmente inaccettabile”, hanno
affermato.
“Ci
auguriamo solo che – a lungo termine – prevalga la ragione e che lo spazio per
la costruzione di ponti e la riconciliazione emerga ancora una volta”, hanno
affermato, unendosi pubblicamente alla NATO, alla Commissione europea, al capo
delle Nazioni Unite e ad altre potenze occidentali condannare l’azione militare
russa in Ucraina.
Durante
un discorso del febbraio 2020 al World Economic Forum, che ha avuto luogo pochi mesi prima del
controverso incontro del “Great Reset” del WEF, il presidente ucraino Volodymyr
Zelensky ha invitato gli “investitori occidentali” a diventare “le parti
interessate, gli azionisti del successo di un nuova Ucraina”, e ha detto che
l’Ucraina è “un luogo in cui i miracoli si avverano”.
“L’Ucraina
dovrebbe diventare una mecca degli investimenti dell’Europa centrale e
orientale”, ha affermato.
Il
Grande Reset chiede la creazione di “fondamenta completamente nuove per i
nostri sistemi economici e sociali” e un reset del capitalismo in risposta alla
pandemia di Covid-19.
I
critici, tuttavia, l’hanno accusato di essere in un complotto globalista di
Klaus Schwab (il nuovo Hitler) per aumentare il potere dei governi e attuare un
nuovo
ordine economico globale.
In che
modo Trudeau
ha
deliberatamente
consentito
il peggioramento della vicenda
dei
camionisti per invocare poteri straordinari
(aka legge marziale) in Canada.
Neovitruvian.com-
Redazione- ( 15-2-2022)- ci dice :
Il
governo Trudeau ha invocato, per la prima volta nella storia canadese, l’Emergencies Act. L’obiettivo.
Fermare
un gruppo di camionisti. Ecco come questa situazione è stata appositamente
progettata per portare direttamente a questa misura estrema.
C’è qualcosa
di sbagliato e innaturale in quello che sta accadendo in Canada in questo
momento. E potrebbe essere il primo esempio di ciò che potrebbe accadere in
molti altri paesi del mondo. Per settimane, il governo canadese ha fatto tutto il
possibile per trasformare le proteste del Freedom Convoy in una crisi nazionale.
Non
solo il governo ha deliberatamente permesso che la situazione peggiorasse, ma ogni singola parola dalla bocca di
Trudeau è stata appositamente calcolata per infiammare la situazione.
E ora,
invece di presentare ai canadesi un piano per ripristinare le libertà
pre-COVID, Trudeau è andato nella direzione esattamente opposta. Ha invocato, per la prima volta nella
storia del Canada, l’Emergencies Act che apre le porte a una legge marziale totale.
Era
necessaria l’invocazione di una legge così` estrema?
Quasi
tutti gli osservatori dicono assolutamente di no. In effetti, sembra che questa crisi
sia stata appositamente progettata per portare a questo risultato specifico.
L’attore principale di questo triste episodio della storia canadese?
Justin Trudeau. CONTROLLATO DAL “WORLD ECONOMIC FORUM
di Klaus Schwab”, il nuovo Hitler.
Per
capire il motore e l’ideologia dietro Trudeau, basta guardare il seguente video
in cui Klaus Schwab, capo del World Economic Forum (WEF), parla e comanda di
“penetrare” il governo Trudeau.
Nel
video sopra, Schwab è “davvero orgoglioso” di controllare una “giovane
generazione” di leader come Trudeau. Aggiunge anche che almeno la metà del gabinetto di Trudeau è
di proprietà del WEF.
Questa non è una “teoria del complotto”, è lo
stesso Schwab (il nuovo Hitler) che dice
le cose come stanno.
Negli
ultimi mesi, io- Karl Schwab -ho pubblicato diversi articoli sul WEF e sui suoi
piani per utilizzare la pandemia per realizzare un “Grande ripristino”.
Il WEF
ha persino pubblicato alcuni video davvero bizzarri elogiando i drastici
lockdown mentre tentava di normalizzare le misure pandemiche permanenti.
Quando
si comprende che il governo Trudeau è completamente controllato dal WEF del
nuovo Hitler , il suo atteggiamento e le sue politiche iniziano ad avere un
senso. I
n
effetti, quando Trudeau è stato eletto per la prima volta nel 2015, il suo
atteggiamento era “solare” che univa i canadesi con un messaggio positivo.
Tuttavia, dopo la pandemia, tutto é cambiato. Riflette un’agenda che può essere
vista in tutto il mondo: trasformare una gran parte dei cittadini in nemici
dello stato, giustificando la repressione contro di loro.
Purtroppo,
la pandemia, che è presumibilmente una “crisi sanitaria”, si è trasformata in
una crisi politica.
Nonostante
il Canada abbia uno dei tassi di vaccinazione più alti al mondo, Trudeau -tra i preferiti discepoli di
Klaus Schwab - ha lavorato duramente per dividere il paese e demonizzare coloro
che non sono stati vaccinati. Alcuni mesi fa, Trudeau ha chiamato infamemente i non
vaccinati “misogini e razzisti”.
Naturalmente,
si tratta di una bugia. Come possono i non vaccinati essere “misogini” quando la metà
di loro sono donne? Come possono essere “razzisti” quando minoranze e immigrati
mostrano i tassi di vaccinazione più bassi del Paese?
In
questo contesto tossico, i fatti non contano. Si tratta di impostare parole
d’ordine e creare una narrativa che giustifichi l’oppressione utile agli
organigrammi del nuovo Hitler.
I CAMIONISTI.
Nel
gennaio del 2022, mentre luoghi in tutto il mondo stavano abbandonando le
misure COVID ritenute obsolete e non necessarie, il governo Trudeau ha imposto un
obbligo vaccinale ai camionisti che attraversavano il confine tra Canada e
Stati Uniti.
È una
di quelle misure che non hanno scopo se non quello di creare divisione nella
società.
Come
possono i camionisti, che trascorrono la maggior parte del loro tempo sulle
autostrade, all’interno dei camion, essere considerati una minaccia COVID?
Inoltre, la variante Omicron ha dimostrato,
senza ombra di dubbio, che gli attuali vaccini non fermano la diffusione del
virus. Considerando questi fatti, ci si può chiedere: perché il governo ha scelto di
applicare questa politica non necessaria? Era una pura provocazione? Trudeau ha
ubbidito ad un ordine perentorio del
nuovo Hitler, così come fanno tutti capi di governo occidentali globalisti per
la creazione del” Quarto Reich del
distopico Klaus
Schwab”.
Quindi
i camionisti hanno risposto organizzando un enorme convoglio che ha viaggiato
per l’intero paese per riunirsi a Ottawa. Apparentemente il convoglio ha
colpito un nervo scoperto nel Canada esausto dal COVID poiché ha ricevuto un
benvenuto eroico ovunque andasse.
Vedendo
questo enorme movimento prendere piede, Trudeau ha tentato di stroncarlo sul
nascere aprendo un dialogo? No, ha fatto l’esatto contrario. In una famigerata conferenza
stampa, Trudeau ha dichiarato:
“La
piccola minoranza di persone che stanno andando a Ottawa, hanno opinioni
inaccettabili, non rappresentano le opinioni dei canadesi”.
Trudeau
in realtà ha affermato che i cittadini canadesi contrari ai mandati sui vaccini
avevano “punti di vista inaccettabili”. Bill Maher – un convinto liberale
– ha paragonato Trudeau a Hitler.
Nel
2020, mentre il Paese era in pieno lockdown, Trudeau ha pubblicato un tweet in
cui ringraziava i camionisti.
Non
appena i camionisti si sono opposti a una delle politiche oppressive di
Trudeau, si
sono trasformati in una “minoranza marginale con opinioni inaccettabili”. Ossia
non erano osservanti agli ordini
Del nuovo Hitler.
Quando
il convoglio è finalmente arrivato a Ottawa, migliaia e migliaia di canadesi
hanno protestato pacificamente contro gli obblighi vaccinali e altre
restrizioni COVID.
Ecco
nascere una protesta per la libertà a
Ottawa, Canada.
Questa
situazione avrebbe potuto essere risolta molto facilmente. Trudeau avrebbe
potuto incontrare i manifestanti. Alcuni mesi prima, si è letteralmente inginocchiato
davanti ai manifestanti BLM che stavano abbattendo i monumenti. Ancora meglio,
avrebbe potuto annunciare la graduale revoca di misure controverse che in primo
luogo non dovrebbero nemmeno esistere. Questi semplici gesti avrebbero
alleggerito la situazione e la maggior parte dei manifestanti avrebbe fatto le
valigie e se ne sarebbe andato a casa.
Tuttavia,
Trudeau non ha fatto nessuna di queste cose. Il giorno prima della protesta di
Ottawa, Trudeau ha twittato gli ordini
del nuovo Duce globalista.
E`
fuggito e si è nascosto in un “luogo sconosciuto” per diversi giorni.
Nel
frattempo, i media (che sono di proprietà delle stesse forze globaliste che
possiedono Trudeau) hanno fatto tutto il possibile per demonizzare i
manifestanti.
Come
al solito, le parole “razzista” e “suprematista bianco” sono state lanciate
deliberatamente, nonostante un gran numero di manifestanti provenisse da
minoranze e immigrati. Ancora una volta, i fatti non contavano. Si trattava di
spingere una narrativa contenente gli ordini di Klaus Schwab.
In
breve, i
poteri forti l’élite al comando dei
globalisti mondiali volevano che la situazione degenerasse e volevano che i
manifestanti si radicalizzassero provocandoli inutilmente.
Questo
atteggiamento bizzarro ha indotto i membri del governo di Trudeau a criticare
le sue azioni. Joel Lightbound, un membro del gabinetto di Trudeau, ha dichiarato:
“Non
posso fare a meno di notare con rammarico che sia il tono che le politiche del
mio governo sono cambiate drasticamente dall’ultima campagna elettorale. È
passato da un approccio più positivo a uno che stigmatizza e divide le persone.
Sta
diventando sempre più difficile sapere quando si ferma la salute pubblica e
dove inizia la politica. È ora di smettere di dividere i canadesi e di contrapporre
una parte della popolazione all’altra”.
Mentre
i membri del partito di Trudeau denunciavano le sue tattiche pericolose e di
divisione, i partiti di opposizione hanno tentato di risolvere la situazione
proponendo una tempistica per revocare le restrizioni COVID. Questo semplice
gesto sarebbe stato sufficiente per rimandare a casa la maggior parte dei
camionisti. Tuttavia, il governo di Trudeau ha respinto questa mozione. Come mai? La
risposta è ovvia.
Volevano
trasformare il Freedom Convoy in una crisi politica. Dopo 17 giorni di completa
inazione, Trudeau
è andato all’opzione più estrema possibile: la legge marziale.
LEGGE
SULLE EMERGENZE.
Il 14
febbraio, il governo Trudeau ha promulgato, per la prima volta nella storia del
Canada, l’Emergencies
Act che
conferisce al governo ampi poteri. Questa misura estrema doveva essere utilizzata in caso
di una grave emergenza nazionale:
“ Ai
fini della presente legge, l’emergenza nazionale è una situazione critica e
urgente di natura temporanea che
(a)-
mette in serio pericolo la vita, la salute o la sicurezza dei canadesi ed è di
proporzioni o natura tali da superare la capacità o l’autorità di una provincia
per affrontarlo, o
(b)
minacciare gravemente la capacità del governo canadese di preservare la sovranità,
la sicurezza e l’integrità territoriale del Canada.
Nulla
del convoglio per la libertà’ richiede l’emanazione dell’Emergency Act.
Le
proteste sono state straordinariamente pacifiche. D’altra parte, alcuni blocchi al
confine tra Canada e Stati Uniti hanno impedito al traffico di fluire
liberamente.
Tuttavia,
quasi tutti gli osservatori concordano sul fatto che le leggi regolari erano
più che sufficienti per affrontare queste attività ritenute illegali. Ma nessuno di questi strumenti è
stato utilizzato. La situazione è stata lasciata peggiorare.
Mentre Trudeau afferma che l’Emergencies Act
era necessario, i primi ministri di diverse province, tra cui Quebec, Alberta,
Manitoba e Saskatchewan, si sono tutti opposti alla sua invocazione.
La
legge sulle emergenze conferisce al governo federale poteri speciali, tra cui:
(a) la
regolamentazione o il divieto di viaggiare verso, da o all’interno di una
determinata area, ove necessario per la protezione della salute o della
sicurezza delle persone;
(b)
l’evacuazione delle persone e la rimozione dei beni personali da qualsiasi area
specificata e l’adozione di disposizioni per la cura e la protezione adeguate
delle persone e dei beni;
(c) la
requisizione, l’uso o la disposizione di beni;
Durante
la conferenza stampa, Trudeau ha sottolineato il fatto che la legge sarebbe
“limitata nel tempo e mirata a specifiche regioni geografiche”. Ha anche aggiunto che i militari non
sarebbero stati usati contro il pubblico. Tuttavia, Trudeau aveva anche
affermato in passato che non ci sarebbero mai stati obblighi vaccinali in
Canada.
Ma
eccoci qua. Ancora più importante, nonostante le parole pronunciate durante la
conferenza stampa, il governo ha comunque aperto quella porta legale.
Fatto
bizzarro: l’unica volta in cui la legge marziale è stata dichiarata in Canada è
stata nel 1970 ed è stata invocata dal padre di Trudeau, Pierre Elliot Trudeau.
Ecco
le Truppe militari in marcia a Montreal, in Canada, nel 1970.
L’invocazione
dell’Emergencies Act è arrivata anche con nuovi ampi poteri finanziari. Il vice
primo ministro Christia Freeland ha dichiarato:
“Il governo sta emettendo un ordine
con effetto immediato ai sensi dell’Emergencies Act, che autorizza gli istituti
finanziari canadesi a cessare temporaneamente la fornitura di servizi
finanziari laddove l’istituto sospetti che un conto venga utilizzato per
favorire i blocchi e le occupazioni illegali. Questo ordine copre sia gli account
personali che quelli aziendali.
I
fornitori di servizi di crowdfunding e di pagamento, utilizzati per raccogliere
fondi per le proteste, dovranno registrarsi presso il Financial Transactions and Reports
Analysis Center, il principale monitor del paese per il riciclaggio di denaro e il
finanziamento del terrorismo, e devono segnalare transazioni sospette e di grandi
dimensioni.
Le
modifiche annunciate lunedì “coprono tutte le forme di transazione, comprese le
risorse digitali, come le criptovalute”.
In breve,
l’Emergencies Act è arrivato con disposizioni in materia di crowdfunding, un
nuovo precedente che sarà senza dubbio imitato in tutto il mondo. Klaus Schwab
applaude!
CONCLUDENDO.
Persone
provenienti da tutti i lati dello spettro politico sono rimaste sconcertate
dalla risposta bizzarra e irrazionale di Trudeau alla crisi dei camionisti.
Mentre alcuni lo accusano di “mancanza di
leadership”, la verità va ben oltre un difetto di carattere. Trudeau è in realtà sostenuto dai
leader più potenti del mondo. Non decide nulla. Lo stesso Klaus Schwab ha
affermato che il “World Economic Forum” è “penetrato nel suo governo”.
La
crisi dei camionisti è stata appositamente progettata per raggiungere
un’impasse al fine di giustificare l’invocazione dell’Emergencies Act.
Dopo due anni di politiche COVID che hanno
messo alla prova i limiti della libertà e della democrazia, il governo canadese
ora ha portato le cose a un altro livello.
Quasi
tutti gli osservatori concordano sul fatto che la soglia richiesta per l’invocazione
dell’Emergencies Act (quale messa in pericolo dei canadesi o della sovranità
nazionale)
non è stata superata.
Tuttavia,
come la maggior parte delle misure COVID del passato, viene stabilito un
precedente. La soglia che conferisce al governo poteri ampi è stata abbassata. Se
l’Emergencies Act può essere invocato per impedire a un gruppo di camionisti di
protestare, può essere utilizzato per qualsiasi cosa.
Il WEF
e Klaus Schwab voleva che ciò accadesse. E questo potrebbe essere un
progetto che si estenderà al mondo intero per iniziare il futuro millennio del
nuovo nazismo globalista dei super-ricchi.
GEOPOLITICA
E “GRANDE RESET.”
Sollevazione.it-
Redazione- A.Vinco - (10-12-2021)- ci dice :
Abbiamo
precedentemente definito l’era globale apertasi con il 2020 la Rivoluzione
Mondiale Covid-19, conclusione storica del ciclo apertosi l’11 settembre 2001 e
segnato dal declino epocale dell’atlantismo unilineare.
Klaus
Schwab, presidente del WEF, (nuovo Hitler) teorico della Quarta Rivoluzione
Industriale e del Grande Reset, è l’ideocrate della tecnocrazia globalista
della Silicon Valley: l’obiettivo strategico, dissimulato, è quello di
procrastinare l’avvento del multipolarismo dispiegato, restaurando su tutta la
linea, possibilmente senza una nuova guerra mondiale, il dominio imperialista
della civilizzazione occidentale della casta super-elitaria “bianca”,
giudaico-cristiana e capitalista.
Baget
Bozzo, profondo teologo della Sinistra cattolica e fervente islamofobo, vedeva
nella superiorità tecnologica occidentale e nella secolarizzazione il segno
metamorfico della antica elezione della civilizzazione giudaico-cristiana.
Come stiamo viceversa constatando, la
tecnologia, se ben guidata da uno Stato sociale modernizzatore, sviluppista e
comunitarista, ha invece permesso alle civilizzazioni che avevano perso il
treno della rivoluzione industriale di recuperare rapidamente i circa due
secoli perduti.
La
cultura strumentale ha chiarito che il modello di civiltà occidentale
capitalista non è applicabile a Cina, Giappone, Russia, mondo islamico e
indiano. Il
modo di produzione asiatico, con il suo organicismo comunitario non individualistico,
non sarebbe affatto scomparso ma sopravvive in profondità. Sotto fondamentali aspetti, il mondo
sta diventando sempre più moderno e meno occidentale.
Giudeo-cristianismo
e nichilismo transumanista.
Le
fonti religiose del pensiero di Klaus Schwab sono stranamente sottovalutate. Artur Schneier, rabbino ebreo
americano di origine mitteleuropea, è molto vicino a Schwab, secondo varie
interpretazioni avrebbe in parte ispirato il messianismo utopistico del Grande
reset.
Alla
metà degli anni Duemila il “Rabbi Arthur Schneier Program for International Affairs” teorizzava un modello di globalismo tecnocratico, che poi Schwab approfondirà in modo più
dettagliato negli anni più recenti.
Klaus Schwab è molto vicino ad Israele e alla
causa del sionismo, nel 2004 con i fondi dell’israeliana Dan David ha creato una
fondazione per diffondere il leaderismo e l’occidentalismo tra le nuove
generazioni.
Sia
Schwab, sia il rabbino americano Schneier risolvono ideologicamente la
Rivoluzione Mondiale Covid 19 come un passo in avanti nell’accelerazione
epocale verso la civilizzazione globalista tecnocratica e verso l’annientamento
di qualsivoglia modello sociale di civilizzazione multilineare.
Al
tempo stesso, il WEF tecnocratico è apprezzato dall’attuale pontefice Francesco
per il suo ecumenismo radicalista.
Gli
ideocrati della Silicon Valley ritengono che la Cina di Xi Jinping, che dal
2018 ha inaugurato ufficialmente la “Nuova Era” del primato mondiale han e
della democrazia sociale globalizzata di radice confuciana, sia integrabile
nella tecnocrazia feudale californiana e che, a quel punto, la Russia, isolata su
tutta la linea, sarebbe alle soglie della polverizzazione e del frazionamento
su base regionale.
Schwab
si è infatti personalmente incontrato con Xi nell’aprile 2018; Xi Jinping tenne
del resto un discorso molto apprezzato, nel gennaio 2017, all’annuale Forum di
Davos.
Ma il
neoconfucianesimo sociale e universalistico di Xi Jinping complotta realmente a
vantaggio di un disegno sociale e geopolitico così reazionario e
individualistico come quello di Schwab ,il nuovo Hitler?
Il cristianesimo ortodosso russo, così
distante dalla teologia giudaico-cristianista occidentale e evangelica, basato
sull’idea di comunità spirituale (Sobornost), complotta anch’esso a vantaggio
del Grande reset?
E
l’Islam, in piena rinascita mondiale, nonostante la scarsa capitalizzazione
politica e geopolitica, rimarrà passivo di fronte a una simile prospettiva? Tokio, che sembra più orientata verso
Pechino che verso la California, si inchinerà al nuovo sviluppo ineguale
teorizzato a Davos? Proviamo a vedere.
L’implosione
dell’unipolarismo occidentale globalista di Klaus Schwab ostacola la risistemazione globale.
Il
presidente Vladimir Putin dichiarava nel settembre 2017 che chi avrebbe
sviluppato la più avanzata IA (intelligenza artificiale) avrebbe guidato il
mondo.
Nella storia economica, innovazioni e trasformazioni di modi di produzione
avvengono in periodi storici caratterizzati da conflitti militari o da vere e
proprie guerre mondiali. Americanisti e sovietici, nonostante la guerra fredda, si
intendevano poiché condividevano la originaria radice ideocratica giudeo-cristianista.
Oggi
il quadro mondiale è ben più complesso sul piano della sicurezza
internazionale: la Russia, con il suo cristianesimo ortodosso di stato,
diversamente dall’URSS è la prima barriera antagonista al giudeo-cristianismo
nichilista e transumanista proponendo il modello di una ideocrazia contrapposta
all’intero occidente.
La
Rivoluzione Mondiale dei nostri giorni, ovvero il declino delle democrazie
super-capitaliste occidentali e la fine dell’unilinearismo americanistico,
avanza quindi in più forme contro il tentativo reazionario di risistemazione
globale.
La
produzione su larga scala, che ha reso grandi i giganti dell’Asia, e il
prudente militarismo geopolitico dello stato profondo russo sono i massimi
ostacoli sulla via del Grande reset occidentale.
Una
risistemazione occidentale a base di digitalizzazione di massa, home working,
concentrazione monopolistica di nuova generazione, come ha rilevato uno studio
di “Le Monde” del novembre 2020, non potrebbe seriamente contrastare la
rivoluzione geopolitica in atto.
Dall’11
settembre a oggi è fallito ogni tentativo strategico delle élite occidentali
“giudaico-cristiane” di fermare l’offensiva dei giganti asiatici confuciani,
della Russia greco-cristiana, dell’Islam.
Huntington
definì l’evento dell’11 settembre la “rivincita di Dio” sul nichilismo
“utopistico-democratico” giudeo-cristianista.
Sempre Vladimir Putin, nel giugno 2019,
dichiarava al New York Times che l’imperialismo occidentale fu globalista e
liberoscambista sino a quando ciò era utile per le élite politiche e economiche
americaniste, ma divenne immediatamente protezionista, già con l’Obama I,
quando percepì che globalismo e liberoscambismo potevano giovare più alla causa
dei cosiddetti “Paesi emergenti” che a quella dell’unilinearismo occidentale.
Klaus
Schwab (nuovo Hitler )è molto elusivo e confuso sul vero e proprio punto chiave,
rappresentato dalla realizzazione di un governo digitale nell’era del
cambiamento.
Non sa
dirci se gli effetti della quarta rivoluzione industriale e del tentativo di
grande risistemazione finiranno per rendere, con la tecnologia finanziaria e
militare, con i nuovi metodi di produzione, i cittadini sempre più
indipendenti, dando loro un nuovo strumento per far valere la loro opinione o
se strutture parallele all’autorità, semiclandestine e
sovversive, potranno diffondere ideologie antagoniste, reclutare seguaci e
coordinare iniziative contro i sistemi governativi ufficiali globalisti.
Schwab
(il nuovo Hitler )peraltro teorizza un nuovo tipo di guerra ibrida tra nuovi
blocchi di civilizzazione, concetto tra l’altro ripreso dalla nuova scuola
militare russa, alla luce del Grande reset, in netta controtendenza rispetto al
sogno irenistico messianico del governo digitale mondiale che dovrebbe ispirare
questa risistemazione planetaria.
Terzo
millennio: comunitarismo con inclusione sociale digitale o Northern California.
Alla
fine degli anni Novanta il militare cinese Qiao Liang, teorico della “guerra
senza limiti”, sosteneva che “ci sono reti sopra le nostre teste, trappole
sotto i nostri piedi. Non abbiamo alcuna possibilità di fuga”.
Era
l’inizio della guerra ibrida multilineare, crollata l’epoca di Yalta, che
bussava alle porte della grande storia e che oggi vediamo in atto su scala
planetaria con la stessa crisi pandemica.
La
filosofia realista e storicista dello scienziato politico Samuel Huntington,
morto nel 2008, si prende perciò la sua grande rivincita storica e teorica
sull’utopismo messianico giudaico-cristiano.
L’utopismo
tecnocratico dei vari Schwab presta in effetti il fianco a facili critiche laddove
teorizza come essenziale per il singolarismo individualistico e
neocapitalistico della risistemazione globale “un vero e proprio processo di
civilizzazione globale”, ecumenistico e pacifista.
Nella
teoria delle élite super capitaliste occidentali ciò significa, in termini
storici concreti, una strategia messianica e unilineare di civiltà, volta a
arrestare l’offensiva delle nuove potenze multipolari restaurando il dominio
globale della casamatta finanziaria dell’estremo Occidente e salvando il
neocapitalismo finanziario, un colabrodo catastrofico, mediante un
neo-feudalesimo digitale globale.
E’ un
progetto strategico evidentemente reazionario, neocolonialistico e antistorico. In realtà, però, come aveva ben
previsto Huntington,
la civilizzazione confuciana cinese, quella shintoista nipponica, quella
cristiana ortodossa russa, quella dell’Hindutva e lo stesso Islam hanno
mostrato di poter benissimo usare la tecnologia, senza vendere l’anima allo
scientismo imperialista occidentale o alla finanza angloamericana.
Informatici
indiani e russi sono, come noto, tra i migliori al mondo, la Cina ha mostrato
di essere autonoma sul piano della ricerca e della fabbricazione di
nano-tecnologie, le varie civilizzazioni islamiche, considerate “medievali”
dagli ideocrati della Silicon Valley, hanno rivelato di poter e saper comunque
rispondere colpo su colpo ai terribili attacchi delle élite imperialiste
occidentali globaliste , il Giappone ha sistemi sanitari e di cura di
avanguardia mondiale.
Il
politologo statunitense aveva compreso come l’identità comunitaristica di fondo
di civilizzazioni e modelli sociali quali quello cinese, russo, indiano,
islamico, giapponese avrebbero ben resistito anche alla terribile onda d’urto
della tecnocrazia globalista e individualistica della civilizzazione
occidentale “giudaico-cristiana” .
Prevale
perciò, nello spazio globale, la prassi della inclusione sociale digitale di
natura comunitaria sulla logica dello sviluppo ineguale della plutocrazia del
WEF e della Silicon Valley.
Alla
fase rivoluzionaria mondiale Covid 19, più che i sogni irenici e
neo-imperialistici di Schwab (il nuovo Hitler), potrebbe con maggiore
probabilità seguire rapidamente la fase della guerra di civiltà su larga scala.
Mosca,
Pechino, Tokio stessa, non si integrano né si integreranno nella civilizzazione
imperialista e transumanista del Grande reset e delle sinistre(Dem Usa) sub-imperialiste
mondiali.
Probabilmente,
lo stesso si può dire riguardo alla multiforme e più complessa civiltà
islamica. Parliamo di circa tre quarti dell’umanità. L’1 per cento del mondo di un quarto
dell’umanità come potrà imporre questo totalitarismo digitale neo-medievale?
Per
affermare un Grande reset mondiale, ideocraticamente individualista e al tempo
stesso neo-feudale, non rimarrebbe perciò altra via concreta che una nuova guerra imperialista di
dimensioni globali, in barba a ogni ipotesi di mutamento antropologico e di a-conflittuale
interazionismo umano macchinico.
(Samuel
P. Huntington, La politica nella società postindustriale, in “Ordine politico e
guerra di civiltà”).
LA
GLOBALIZZAZIONE DOPO LA PANDEMIA.
Italiaeilmondo.com-
Antonia Colibasanu - Giuseppe Seminaro-
(12-gennaio 2022)- ci dicono :
Due
crisi economiche globali in meno di due decenni hanno infranto la fiducia nella
struttura dell’economia globale.
Entriamo
nel 2022 con la stessa speranza che avevamo all’inizio del 2021: che la pandemia
finisca presto.
Questa
volta avremo ancora più vaccini e cure per il COVID-19.
Ma
abbiamo anche una nuova variante del virus e la quasi certezza che ce ne
saranno altre. Comunque vada, qualcosa di profondo è successo all’umanità dall’inizio
della pandemia. La malattia è sempre una minaccia per l’umanità, ma è una minaccia che
ignoriamo la maggior parte del tempo. Ora che ciò non è possibile, siamo
colpiti dall’incertezza, che a livello sociale si traduce in una generale
mancanza di fiducia nel futuro.
In
geopolitica, la fiducia conta.
I leader agiscono in base a ciò che sanno o,
più precisamente, a ciò che credono di sapere. La diminuzione della fiducia
nell’economia, ad esempio, potrebbe modificare un’intera strategia nazionale.
E ci
sono molte ragioni per la scarsa fiducia nell’economia. La pandemia ha innescato una crisi
energetica e della catena di approvvigionamento, carenza di manodopera e, in
definitiva, inflazione, sconvolgendo la vita economica e sociale e aggravando
la disuguaglianza all’interno e tra i paesi.
Cosa più importante, ha accelerato il declino
della globalizzazione in un momento in cui la cooperazione globale è più
importante che mai.
Dal
2008 al 2022.
La
deglobalizzazione è iniziata nel 2008 con la crisi finanziaria globale e si è
sviluppata lentamente negli oltre dieci anni successivi, fino a quando il
COVID-19 non l’ha portata in tilt.
La deglobalizzazione è un processo economico, ma soprattutto è guidato dalla
crescente mancanza di fiducia nel sistema economico globale e nelle sue
convinzioni a sostegno.
Dopo
il 2008, le persone hanno dubitato della convinzione che la globalizzazione
potesse portare solo un cambiamento positivo nella vita delle persone e che
l’interconnessione e l’interdipendenza fossero forze di stabilità.
Segnò
la fine del mondo post Guerra Fredda e l’inizio di una nuova era in cui lo stato-nazione
era chiamato a proteggere la società dalle forze negative della
globalizzazione.
L’ascesa di movimenti nazionalisti e populisti ha
annunciato questo cambiamento, insieme a indicazioni di un aumento del
protezionismo in tutto il mondo.
Brexit
e Stati Uniti.
Commercio
internazionale e investimenti.
Il
2021 ha visto una straordinaria ripresa economica dopo il crollo del 2020, ma
l’impennata inaspettatamente grande del consumo globale ha innescato una crisi
della catena di approvvigionamento ed è stata la causa principale della crisi
energetica.
Le restrizioni sui viaggi hanno privato
l’industria navale di lavoratori a basso salario mentre i lavoratori esistenti
nel settore, già sottoposti a forti pressioni, hanno lasciato il lavoro in gran
numero. I costi di spedizione già elevati sono aumentati di quasi dieci volte
rispetto al 2020. Queste interruzioni hanno prodotto scarsità, che ha fatto
aumentare i prezzi per quasi tutto.
Le
interruzioni legate alla pandemia hanno anche indotto le aziende a rivalutare
le proprie priorità e vulnerabilità.
In una
recente indagine dell’Istituto Ifo di Monaco di Baviera, in Germania, la
potenza delle esportazioni europee, il 19% delle aziende manifatturiere ha
dichiarato di voler reinsediare la produzione.
Quasi
due terzi di queste aziende hanno affermato che cercheranno fornitori tedeschi,
mentre il resto ha affermato che cercherà di soddisfare le proprie esigenze
internamente.
Questo
è un cambiamento importante per un’economia così dipendente dal commercio.
Circa il 12% degli input totali utilizzati nei settori di esportazione della
Germania (ad es. automobili, macchinari, apparecchiature elettriche,
elettronica) viene importato da paesi a basso reddito come la Cina, altre parti
dell’Asia oi Balcani.
Il
quadro è simile in altri paesi. E mentre questo sviluppo è guidato dalle
imprese, i governi sono sicuri di adeguare anche le loro politiche.
Inflazione,
automazione e implicazioni.
Questi
turni di produzione stanno accelerando il processo di de-globalizzazione. La
pressione che aggiungono all’economia globale si farà sentire nel 2022.
Dalla
fine degli anni ’80, le tendenze a favore della globalizzazione hanno
contribuito a tenere a bada l’inflazione, poiché i produttori a basso costo hanno
fornito input per le economie avanzate.
Se la deglobalizzazione viene sostenuta, può portare a
uno shock dal lato dell’offerta che aumenterà le già elevate pressioni
inflazionistiche.
Insieme
al rallentamento dell’innovazione ea una forza lavoro limitata nel settore
manifatturiero delle economie sviluppate, ciò potrebbe creare ulteriori carenze
e persino, alla fine, una depressione.
Un
potenziale rimedio sarebbe l’adozione accelerata dell’automazione.
Nell’ambiente di bassi tassi di interesse che
ha seguito la crisi finanziaria del 2008, il costo degli investimenti nei robot
è diminuito, incoraggiando le aziende dei paesi ricchi ad automatizzare dove
potevano e a ripristinare parte della produzione.
La
Germania è leader mondiale nell’adozione di robot, con 7,6 robot ogni 1.000
lavoratori, rispetto ai sei della Corea del Sud e poco più di quattro in
Giappone. Gli Stati Uniti, invece, hanno solo 1,5 robot ogni 1.000 lavoratori.
Non è chiaro se queste economie sviluppate abbiano attualmente livelli di automazione
sufficientemente elevati da separarsi dai paesi a basso reddito. Inoltre, il
lento tasso di adozione dal 2011 e l’adozione ineguale tra le economie
sviluppate e in via di sviluppo è motivo di scetticismo.
A lungo termine, tuttavia,un altro effetto della
deglobalizzazione è che i mercati nazionali diventeranno meno vulnerabili agli
shock esterni. Invece, saranno più suscettibili agli shock interni. E poiché le
aziende accorciano le loro catene di approvvigionamento, aumenterà la loro
esposizione alle interruzioni regionali.
Il
nuovo paradigma.Dalla fine della seconda guerra mondiale, e soprattutto dal crollo
dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno guidato l’ascesa della
globalizzazione. Integrazione tradotta in beni più economici per gli americani e per il
mondo. L’outsourcing
era visto come un vantaggio, non una minaccia, per la prosperità interna. Ma il 2008 ha infranto la fiducia
del pubblico in quelle idee e la sicurezza economica è tornata a essere una
priorità assoluta dei politici. La pandemia ha ulteriormente rafforzato questa
tendenza, un amaro promemoria che il profitto non è nulla senza resilienza e
robustezza.
Nel
nuovo paradigma, le alleanze bilaterali soppianteranno quelle multilaterali,
anche se queste perdurano.
L’Unione
europea, ad esempio, manterrà il suo principale vantaggio di ospitare il più
grande mercato comune del mondo. Continuerà a sviluppare accordi commerciali
strategici con paesi come il Giappone e, più recentemente, il Vietnam. Di fronte alla percepita aggressione
cinese, gli Stati Uniti e l’UE continueranno a lavorare per stabilire accordi
commerciali e di investimento in settori strategici come i semiconduttori e
l’acciaio.
Allo
stesso tempo, le strutture di alleanza in evoluzione come il patto USA-Regno
Unito-Australia noto come AUKUS (costruito sulla struttura di condivisione dell’intelligence Five Eyes che esiste dalla fine della seconda
guerra mondiale) integreranno accordi commerciali come la Trans-Pacific Partnership , a cui il
Regno Unito (e la Cina) stanno tentando di aderire.
La
pandemia ha creato distorsioni (come l’inflazione) che evidenziano la necessità
di un’azione collettiva globale. Il cambiamento climatico sta spingendo i leader
delle economie avanzate a presentare piani ambiziosi per una finanza globale
“verde”.
La
pressione interna per tenere a freno le aziende multinazionali, in particolare
le big tech, ha aperto la strada a un accordo globale sulla tassazione minima
sulle società alla fine dello scorso anno.
Allo stesso tempo, le economie sviluppate si
stanno allontanando ulteriormente dal resto del mondo e crescono le aspirazioni
a ricostruire comunità politiche ed economiche dietro i confini nazionali.
Una
cosa è chiara: il 2022 sarà un anno di tensioni per l’economia globale.
(geopoliticalfutures.com/globalization-after-the-pandemic).
Ignavi
e Servi.
Conoscenzealconfine.it
- Maria Micaela Bartolucci-(23 Novembre 2021)- ci dice :
Un
parlamento di ignavi e servi, come quello che, attualmente, occupa gli scranni
delle massime istituzioni, non si era mai visto nella storia della repubblica.
L’Italia
è guidata da un governo tecnico che, non essendo espressione di una scelta
politica, non rappresenta il popolo né le sue istanze ed è, invece, espressione dei desiderata
di una élite sovrannazionale, mondialista, che riesce, in questo modo, a far
prevalere i propri interessi economici, rispetto ai reali bisogni del paese.
Di
conseguenza, le scelte amministrative e le politiche sociali che vengono
portate a termine, hanno come unica finalità, la funzionalità a questo disegno.
Quando parliamo di queste tematiche non abbiamo bisogno di riferirci a quattro
signori incappucciati che si giocano ai dadi le sorti del mondo.
No,
facciamo riferimento a noti gruppi di potere sovrannazionali che hanno
specifici interessi da difendere e che delegano, a dei subalterni, la difesa
degli stessi, attraverso la gestione locale (nazionale). Le azioni amministrative che
questi gestori devono intraprendere sono quello che noi chiamiamo “Agenda”, un’Agenda che nessun servo troverà
sulla sua scrivania perché a costoro, ultimo gradino della piramide del potere,
non compete conoscere né sapere, essendo meri esecutori di ordini… “vuolsi così
colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare…” (Alighieri, Dante, Inferno, canto
III, “Divina Commedia”).
Per
costruire questo progetto sono stati necessari anni di sistematica azione che
portasse alla demolizione culturale, allo svuotamento ideologico, alla
distruzione di ogni valore etico, alla pianificazione dell’introiezione di
falsi diritti civili, alla rimozione di fondanti diritti reali.
Ecco
perché era necessario spingere l’antipolitica, la disaffezione attraverso lo
sputtanamento anche dei valori fondanti della più nobile delle occupazioni
umane, vilipesa e svilita, tra gli altri, da un puttaniere sedicente
anticomunista, da un ex comico e da un perito informatico, nonché da un
giornalistucolo rampante che si è prostituito per quattro spicci, prendendo un
po’ troppo alla lettera “comprate il mio didietro, io lo vendo per poco”.
Altre
forze partitiche non sono certo migliori: sul PD non ci esprimiamo essendo da
sempre il nemico, la Lega, dietro ad un accanito “selfista”, postatore seriale
di scempiaggini, nascondeva l’anima nera di omuncoli che accarezzano ancora il
sogno proibito di un antico regionalismo, solo un po’ più svilente di quello di
migliana memoria, le altre presenze sono agglomerati dismorfici che non
meritano neppure la nostra attenzione.
Cosa è
venuto fuori da questa accozzaglia?
Un parlamento composto da scappati di casa,
improvvisati, nullità prestate alla politica, spocchiosi narcisisti,
opportunisti, eminenze grigie, buffoni, ballerine, nani… un circo Barnum di
gente che, neppure lontanamente, ha un’idea di cosa significhi fare politica,
prendere decisioni, operare scelte.
Esattamente
quello che serviva ai burattinai del vincolo esterno. Queste cialtronesche comparse
potevano essere agevolmente e direttamente guidate e, per farlo, si è scelto il
migliore dei maggiordomi che ci fosse sulla piazza italiana, un uomo ben
addestrato ed ubbidiente, qualcuno “cresciuto” all’interno di quei centri di potere a
cui accennato prima, il vile affarista Mario Draghi.
Da chi
siamo amministrati quindi? Da servi che sostengono Draghi, formalmente o di
fatto (PD, M5S e Lega) ed ignavi che fingono opposizione (tutti i gruppuscoli
ed i Partiti, compresi i fuoriusciti dal Governo Conte 2), una manica di
inutili, insulsi commedianti.
Aspettarsi
un’azione politica da tali individui sarebbe come essere convinti che
Cicciolina sia vergine. Pura fantasia non suffragata da fatti, qualcosa che va oltre
lo sprezzo del ridicolo, voglia indomita di credere alle favole. Purtroppo la
realtà non lascia scampo all’illusione.
Quanto
sta avvenendo ormai da mesi, le manifestazioni che si susseguono ogni sabato e,
più recentemente i fatti di Trieste, avrebbe meritato, quantomeno, l’attenzione
di questi fantocci che avrebbero potuto reagire con diversi strumenti a loro
disposizione: interrogazioni, mozioni di sfiducia, azioni di protesta… invece, nel
silenzio più assoluto, costoro hanno continuato a fare il loro “lavoro”.
Ci
sono state, per la verità, alcune reazioni, almeno formali e dovute, di FdI
che, però, non hanno avuto alcun supporto da altre formazioni e, di
conseguenza, nessuna attuazione, addirittura, quando si è toccato uno dei
livelli più bassi di incostituzionalità, si è arrivati a scomodare persino il
concetto di libertà di coscienza (come se questi ammassi di cellule ne fossero
dotati), un utile stratagemma linguistico dovuto solo al fatto che definire quell’azione “infamia
motivata da ipocrisia” pareva brutto.
Proviamo
a fare un breve excursus per chiarire meglio alcuni punti di discussione, senza
alcuna pretesa né di esaustività né di precisione, che non ci competono per
precisa scelta editoriale e che lasciamo a quanti hanno la passione non per le
dinamiche, ma per le minuzie.
È
evidente, ormai da molto tempo, che ci sono almeno due entità, economiche e
sovrannazionali, in aperto conflitto tra loro e che perseguono interessi
distinti, o per lo meno, contrastanti, ciò si è esplicitato palesemente in
occasione delle elezioni americane dello scorso anno.
Non
stiamo parlando di operare una dicotomica distinzione buoni/cattivi, i
ragionamenti semplicistici e banalizzanti li lasciamo, volentieri, ad altri.
Diciamo
però, questo sì, in forma estremamente schematica, che c’è un’economia reale
che è, chiaramente, in opposizione con un’altra, espressione di una finanza
sovrannazionale che ha, quale punto di riferimento, il World Economic Forum,di Klaus
Schwab (il nuovo Hitler) ovvero i sostenitori del Grande Reset che vedono nello
Stakeholder capitalism la soluzione di tutti i mali del mondo, nonché, ma solo casualmente sia
chiaro… l’ultima possibilità per tirarsi fuori dalla crisi evidenziata dalla
bolla finanziaria del 2008.
I
problemi che quella bolla conteneva, sono lungi dall’essere stati risolti, anzi,
forse non sono stati neppure affrontati, semplicemente – “maestra, il cane mi
ha mangiato la pagina” – sono stati rimandati a data da destinarsi.
Intanto
si prendono tempo prezioso e, l’economia reale, quella di chi produce, sta
pagando i rischi di finanzieri spregiudicati pronti a tutto per arrivare ad un
profitto e non perdere neanche un centesimo di quanto hanno “scommesso”, poco
importa se, per farlo, dovessero andare in default interi stati.
La
“pandemia” è giunta, per costoro, come manna dal cielo. Prendere tempo per cercare una
soluzione e, contemporaneamente, avere una scusa ed una possibilità per
assestare un altro colpo all’economia reale in occidente. Il confinamento può essere letto in
questa provvidenziale ottica distruttiva: bloccare la produzione, bloccare le
partite iva e le piccole imprese, bloccare i servizi e, tanto che c’erano,
colpire l’istruzione, la sanità e la pubblica amministrazione… perché se il
fine è quello di distruggere uno stato nazionale, o quel che ne resta, nessuna
tessera va lasciata in piedi.
Banale?
Non credo. Lo stato ha acquistato 60 milioni
di dosi di vaccino, che vanno moltiplicate almeno per tre, ma forse quattro o
più inoculazioni, ha acquistato materiale elettronico per il telelavoro e la
DaD, ha investito in telemedicina, ci hanno “costretto” a fare acquisti on
line, Autogril
è stato sempre aperto… le azioni di questi colossi finanziari sovrannazionali,
che sono stati foraggiati grazie a pandemia e confinamento, hanno continuato a
produrre profitto, allo stesso tempo, e per gli stessi motivi, parti
consistenti dell’economia reale hanno chiuso: piccole aziende, ristoranti,
librerie, bar… le tasse però, specialmente sotto forma di accise, sono
aumentate. La
domanda è: per finanziare cosa? La risposta è dentro di voi e non è sbagliata.
Ora,
se porti al fallimento l’economia reale, peggiori i servizi, istruzione e
sanità compresi, mandi sul lastrico migliaia di persone, costringi al
licenziamento, non puoi pretendere che non ci sia una reazione della popolazione, per quanto narcotizzata possa
essere, ed allora tiri fuori, dalla scatola delle opportunità del passato, il
vecchio Divide et impera.
Fai in
modo che la popolazione non si unisca, che sia distanziata anche fisicamente,
meglio se chiusa in casa, anzi operi per fare in modo che il tessuto sociale si
dilani sempre di più (dividere vaccinati da non vaccinati, ad esempio). Ma non puoi costringere la gente
in casa troppo a lungo, allora gli proponi una soluzione per uscire, e fare
esattamente quello che faceva l’anno precedente liberamente, ma in modo
controllato.
Per
dare al tutto una certa aurea di ieraticità, fai un ulteriore passo verso il
controllo, costringi i medici a vaccinarsi, colpisci direttamente coloro che,
meglio di altri, potrebbero conoscere i rischi di questo intruglio e,
conseguentemente, potrebbero reagire e, tanto per non sbagliare, melius abundare quam deficere, estendi l’obbligo a tutto il
personale sanitario.
In
seguito, spinto da inarrestabile foga salutista, decidi di dare il via ad un
vasto programma di vaccinazione a tappeto ma, porca di quella miseria… non
funziona benissimo, allora devi alzare il tiro. Si colpisce il personale scolastico
perché faccia da cinghia di trasmissione a ragazzi sempre più lobotomizzati da
una campagna di martellamento senza tregua.
Ma
tutto questo non basta. Sei o non sei un vile affarista? Certo che sì! Ed
allora, servendoti dei tuoi umili servi che siedono in parlamento, devi mettere
un intero paese in ginocchio e devi fare in modo che non si rialzi più… altro
che “Italia s’è desta”!
Ancora
una volta la soluzione è a portata di mano e la storia si ripete come farsa.
Prima di ogni altro, perché chi è primo è primo due volte, tiri fuori, sempre
dalla scatola delle opportunità storiche, una tessera, un lasciapassare che
ricorda tanto qualcosa di dittatoriale memoria, ma per essere figo usi un
anglicismo e li freghi tutti, lo chiami green-pass, lasciapassare verde, e non solo lo imponi per viaggiare
ma, poiché ormai hai perso ogni freno inibitorio, lo estendi a tutta la vita
sociale e produttiva dell’essere umano.
Ristoranti,
bar, congressi, musei, mostre, sagre della porchetta, fiere, piscine, palestre,
università e luoghi di lavoro. Tutti i luoghi di lavoro, anche quelli
all’aperto… Alcuni atenei, per essere all’avanguardia, lo hanno pure imposto
per le lezioni o gli esami da remoto, ma tranquilli, è solo ed esclusivamente
una misura sanitaria!
Non
serve fare appello alla logica, ogni obiezione è vana; incapaci di intendere e
di volere, ipnotizzati dal bombardamento continuo dei media, stregati dal fiore
della rinascita, rincoglioniti da anni di depoliticizzazione, disabituati
persino ad esprimere un minimo pensiero completo e coerente, sterilizzati da
decenni di conformismo mentale ed esteriore, eccoli là, tutti in fila come tante
bestie al macello, pronti ad ubbidire.
Alla
chiamata, con gentile richiesta di inoculazione del salvifico siero, spronati
dal dogma della nuova scienza, gli eremiti di massa rispondono: presente!
Ite,
missa est.
(Maria
Micaela Bartolucci- frontiere.me/ignavi-e-servi/).
Sanzioni…
non sta andando
tutto
secondo i Piani.
Conoscenzealconfine.it- Alessia C. F. (ALKA)- (18 Marzo 2022)-ci
dice :
La
guerra in Ucraina era fortemente voluta per ragioni geopolitiche da parte degli
Stati Uniti. Il grande obiettivo degli USA è quello di indebolire la Russia,
che è stata dichiarata un nemico, a qualsiasi costo.
L’intervento
militare russo in Ucraina è la cosa migliore che potesse capitare agli USA,
perché ora finalmente hanno l’Europa pronta per le sanzioni, che distruggeranno
economicamente l’UE. Ma l’UE si sta sacrificando per una buona causa?
Anche
la Russia sarà certamente indebolita dalle varie sanzioni. Ma il peggio lo vedremo in Europa,
gli USA hanno poco commercio con la Russia e la UE è convinta di fare a meno
del gas russo, con gli Stati Uniti pronti a venderci a caro prezzo il suo gas
da fracking. Quindi le cose vanno molto bene per gli Stati Uniti, perché l’UE al
momento segue alla lettera la linea imposta dagli Stati Uniti.
Tuttavia,
il mondo non è composto solo da USA, UE e Russia.
La
Cina e la Russia sono amici intimi, ma gli Stati Uniti stanno facendo pressione
alla Cina perché sta mitigando le sanzioni imposte alla Russia. La Cina, che è un paese orgoglioso,
è allergica a questa attuale pressione. Inoltre, la visione in Cina è
completamente diversa: lì la gente è dalla parte della Russia e ha persino
iniziato campagne come “compra russo”!
Gli
Stati Uniti sono odiati grazie alla loro politica ostile verso la Cina, i
cinesi sanno che gli americani hanno attirato la Russia nel conflitto ucraino,
sanno che in Ucraina stavano arrivando i missili nucleari e che questi
sarebbero stati posizionati al confine russo.
E poiché gli Stati Uniti hanno già dichiarato
una guerra commerciale alla Cina, ora non possono sperare che la Cina si unisca
a loro contro la Russia. Dopo tutto, è la stessa pressione americana su Russia
e Cina che ha unito questi due paesi così strettamente.
Ora
gli Stati Uniti stanno facendo pressione alla Cina e minacciano persino dure
sanzioni contro di essa se aiuta la Russia. Alla Cina apparentemente non
importa, perché ha respinto la pressione degli Stati Uniti. Se gli Stati Uniti riterranno che
effettivamente la Cina sta fornendo sostegno alla Russia, ebbene si
intensificherà la guerra commerciale contro la Cina e la Russia.
Poi
c’è la questione di Taiwan, dove gli Stati Uniti stanno attualmente vendendo
armi a Taiwan e si oppongono apertamente agli interessi cinesi. La Cina vede
Taiwan come parte della Cina, gli Stati Uniti vedono Taiwan come una base utile
contro la Cina. Prevedo grosse scintille a breve.
Alcuni
analisti pensano che la Cina risolverà la questione di Taiwan con la forza
militare, altri pensano che opterà per una riunificazione pacifica. Chi propende per una soluzione
violenta della questione, avrà poi argomenti molto forti se l’Occidente imporrà
sanzioni alla Cina con la stessa durezza riservata alla Russia.
Se
dovessero partire sanzioni pesanti alla Cina, questa avrà la Russia dalla sua
parte nella questione di Taiwan, proprio come la Cina è dalla parte della
Russia nella questione Ucraina.
Gli
Stati Uniti hanno avvicinato così tanto Russia e Cina con le loro politiche,
che la Russia non avrebbe altra scelta che sostenere l’azione della Cina contro
Taiwan.
Se gli Stati Uniti avevano sperato di dividere
la Cina e la Russia sulla questione dell’Ucraina, è probabile che la disillusione si
stia diffondendo in questo momento a Washington.
Se
l’UE non crolla economicamente entro poche settimane e se la guerra commerciale
dichiarata dall’Occidente contro la Russia si estende al petrolio e al gas,
allora i sostituti del petrolio e del gas russo dovranno essere trovati da
qualche parte.
L’UE
riceve il 40% del suo gas e il 30% del suo petrolio dalla Russia. La fine delle forniture russe di
petrolio e gas all’Europa è possibile.
Bisogna
anche tenere presente che la Russia potrebbe autonomamente decidere di chiudere
il rubinetto, perché ci sono sempre più voci in Russia che chiedono che le armi
pesanti siano finalmente messe in campo contro le sanzioni pressanti dell’UE.
Gli
Stati Uniti e l’UE si sono mossi in ogni direzione negli ultimi giorni. Il Qatar sembra essere disposto a
fornire più gas, ma le sue condizioni sono dure: l’UE dovrebbe impegnarsi a comprare
il suo gas costoso con un contratto a lungo termine, ma il gas del Qatar da
solo non basta per salvare l’UE.
In
questo momento gli stati arabi del Golfo si sono rifiutati di aumentare la
produzione di petrolio e, secondo i media, i re e i sultani non rispondono
nemmeno alle numerose telefonate americane. Bisogna anche precisare che non
hanno nemmeno aderito alle sanzioni anti-russe. Gli stati arabi non intendono nemmeno
rovinare i loro importante legami coi cinesi. Ecco perché non assecondano i
folli piani occidentali.
Attualmente
sono in corso difficili negoziati con l’Iran sull’accordo nucleare. Se i
negoziati avranno successo, le sanzioni occidentali contro l’Iran saranno
revocate e l’Iran potrebbe fornire petrolio. Ma la Russia ha ora chiesto agli
Stati Uniti di garantire che le sanzioni occidentali contro la Russia non si
estendano all’Iran. Gli Stati Uniti hanno rifiutato e hanno offerto all’Iran di
concludere un accordo nucleare senza la Russia. Difficile che gli iraniani si
fidino; bisogna ricordare che durante le sanzioni la Russia e la Cina hanno
continuato a commerciare con l’Iran. Quindi l’Iran non ha motivo di
fidarsi degli Stati Uniti e di andare contro i paesi che lo hanno sostenuto quando
l’Occidente lo ha sanzionato.
Ora
gli Stati Uniti hanno velocemente scaricato Juan Guaidó, sono improvvisamente
diventati concilianti col Venezuela, ricco di petrolio, affermando che
intendono normalizzare le relazioni togliendo l’embargo petrolifero se il
Venezuela si unisce alla politica dell’Occidente contro la Russia. In risposta,
il presidente venezuelano Maduro ha detto agli Stati Uniti che la Russia è un
partner strategico del Venezuela.
Entrambi
i paesi – Iran e Venezuela – si sono abituati a vivere sotto sanzioni e non
gireranno le spalle ai paesi che li hanno tenuti in vita in tempi di sanzioni,
cioè Russia e Cina.
Sanno molto bene che una normalizzazione delle
relazioni con gli Stati Uniti sarebbe solo temporanea e che in seguito si
troverebbero da soli se si oppongono a Russia e Cina.
Quindi
USA e UE al momento non hanno trovato il sistema per sopravvivere a una guerra
commerciale totale contro la Russia, se si estende al petrolio e al gas.
(Alessia
C. F. (ALKA)-- orazero.org/sanzioni-non-sta-andando-tutto-secondo-i-piani/).
Vaccini: si tenta di cancellare le tracce.
Veraitalia.blogspot.com-Marco Laura-(19-3-2022)- ci
dice :
E’
davvero sorprendente il livello di manipolazione dell’opinione pubblica e il
tentativo di nascondere i dati reali sulla pandemia e sui vaccini, tanto che
alle volte alcune
verità scoppiano improvvise, come quella che non soltanto i vaccini non servono
a evitare l’infezione, ma che addirittura la peggiorano.
La bomba è deflagrata durante un’ audizione
sulla vaccinazione obbligatoria al Bundestag tedesco :
un
esperto ha spiegato a spettatori stupefatti che l’analisi dei dati delle
compagnie di assicurazione sanitaria mostra
che nel 2021 i congedi per malattia da Covid sono stati inferiori a
quelli chiesti per gli effetti collaterali delle vaccinazioni.
Nelle
settimane scorse si è tentato di
chiudere la bocca al funzionario dell’assicurazione Bkk che per primo aveva lanciato
l’allarme su questi dati, ma alla fine non è possibile cancellare proprio tutto
perché in questo caso si tratta di un passaggio di soldi e contributi che non possono essere
facilmente manipolati come i numeri su un database i quali possono essere
facilmente alterati con qualche vago pretesto.
Ora è
davvero inconcepibile che si continui ad agitare lo spettro delle vaccinazioni
obbligatorie o comunque forzate di fronte a dati così inquietanti e anche agli
altri che vengono dalla Germania, dall’Austria, dalla Gran Bretagna, da
Israele e secondo i quali le
ospedalizzazioni ormai riguardano all’80% le persone con tre dosi.
Mentre
Omicron per i non vaccinati, anche quelli di una certa età è un semplice raffreddore, per i vaccinati che evidentemente
subiscono un danno al sistema
immunitario proporzionale numero di dosi, può diventare una malattia più seria.
E
questo anche facendo la tara al fatto che gli ospedali in tutto l’occidente e
anche altrove hanno vantaggi economici
dall’ospitare pazienti Covid, che magari hanno tutt’ altro e sono soltanto
positivi a un test che è già stato invalidato da un anno. Lo dico per mostrare l’enorme
pasticcio nel quale ci hanno cacciato e il livello di menzogna nel quale
viviamo. Voglio
sperare che questo circolo vizioso per cui più ci si vaccina più si ha bisogno
di vaccini sia semplicemente un errore e non qualcosa di appositamente studiato
per aumentare i profitti, ma che si cerchi di non prender atto del fallimento
epocale dei preparati genici anzi di un intero modo di intendere la sanità
legato esclusivamente e cinicamente al profitto, è davvero allucinante e mostra
a che punto siano arrivate le società occidentali il duo ceto politici; che poi non si sospendano le vaccinazioni e
tutto il combinato disposto di misure ridicole e inutili per permettere quanto
meno di studiare il problema, mostra senza tema di smentita, che la salute
delle persone è l’ultima preoccupazione dei governi.
Se quando tutto va storto e ci sono indizi, anzi ormai
prove che il rimedio sia peggiore del male l’esitazione a fermare tutta la
scellerata macchina significa che essa è utile in un altro senso, è necessaria
a ridurre la libertà di espressione e di vita delle persone.
Adesso
il compito di chi ha sempre combattuto la creazione pandemica, riconoscendola
come pretesto per l’assassinio delle democrazie, deve mobilitarsi per impedire
che dietro i fuochi dell’Ucraina i signori dei vaccini tentino di cancellare le
tracce:
lo stanno già facendo perché Il 15 marzo, il CDC americano ha cancellato
dai propri dati decine di migliaia di “decessi Covid” .
Di
conseguenza, il numero di decessi tra i giovani di età inferiore ai 18 anni è
diminuito di quasi un quarto.
Il
motivo addotto sarebbero errori di codifica, ma intanto è proprio grazie a
questi errori che si è definito il rapporto rischio – beneficio dei vaccini.
Ma se
vogliamo che i futuro la sanità ritorni ad avere come oggetto la saluta bisogna
impedire che la facciano franca.
(ilsimplicissimus2.com/2022/03/19/vaccini-si-tenta-di-cancellare-le-tracce/).
Putin
dettaglia il sanguinoso record
della
NATO di omicidi di massa e doppiezza.
Veraitalia.blogspot.com-Vlad Putin - Marco Laura-
(15-3-2022)- ci dice :
(henrymakov.com)
-( p-discorso.jpg).
La
mattina dell'operazione russa del 24 febbraio per ripulire l'Ucraina, Vladimir
Putin ha spiegato la logica e gli obiettivi della Russia.
Questi
non sono stati riportati dai media occidentali che ora sono semplicemente
propaganda di stato.
Proprio
come tutte le istituzioni occidentali, il giornalismo non ha alcuna
credibilità.
In
questa luce, pubblico estratti dal discorso di Putin.
In
termini morali, l'Occidente ha evitato la religione, ha abbracciato il
satanismo e ha invitato a un'orribile resa dei conti biblica.
(Vlad Putin- di henrymakow.com).
“Per
30 anni abbiamo cercato con insistenza e pazienza di raggiungere un accordo con
i principali paesi della NATO sui principi di una sicurezza uguale e
inviolabile in Europa.
In
risposta alle nostre proposte, abbiamo costantemente affrontato o cinici
inganni e menzogne, o tentativi di pressioni e ricatti, mentre la NATO,
nonostante tutte le nostre proteste e preoccupazioni, ha continuato ad
espandersi costantemente. La macchina da guerra si sta muovendo e, ripeto, si
sta avvicinando ai nostri confini."
"Dopo
il crollo dell'URSS, è iniziato il riallineamento del mondo e le norme del diritto internazionale
che erano state sviluppate - quelle chiave, di base adottato all'indomani della
seconda guerra mondiale e consolidando in gran parte il suo risultato, iniziò a
intralciare l'autoproclamato vincitore della Guerra Fredda.... L'euforia
derivante dall'avere una superiorità assoluta, una sorta di assolutismo
moderno, e il basso livello di cultura generale e l'arroganza dei decisori
[hanno portato a] decisioni preparate, adottate e portate avanti che erano
vantaggiose solo per se stessi. La situazione iniziò a svilupparsi secondo uno
scenario diverso.”
Non
devi cercare lontano per gli esempi.
In primo
luogo, senza l'approvazione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, hanno condotto
una sanguinosa operazione militare contro Belgrado, utilizzando aerei e missili
proprio nel centro dell'Europa.
[Hanno
effettuato] diverse settimane di continui bombardamenti di città e
infrastrutture critiche. Dobbiamo ricordare questi fatti, poiché ad alcuni
colleghi occidentali non piace ricordare quegli eventi, e quando ne parliamo,
preferiscono indicare non le norme del diritto internazionale, ma le
circostanze che interpretano come meglio credono .
"Poi
è arrivata la volta dell'Iraq, della Libia, della Siria.
L'uso
illegittimo della forza militare contro la Libia, lo stravolgimento di tutte le
decisioni assunte dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla questione libica
hanno portato alla completa distruzione dello Stato, all'emergere di un
importante focolaio di terrorismo internazionale, a una catastrofe umanitaria e
a un guerra civile che non è finita fino ad oggi.
La
tragedia, alla quale hanno condannato centinaia di migliaia, milioni di persone
non solo in Libia, ma in tutta questa regione, ha dato origine a una massiccia
ondata migratoria dal Nord Africa e dal Medio Oriente verso l'Europa”.
"Hanno
assicurato un destino simile alla Siria. Le attività militari della
coalizione occidentale sul territorio di questo Paese senza il consenso del governo siriano
o l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non sono altro
che aggressione, intervento.”
"Tuttavia,
c'è un posto speciale per l'invasione dell'Iraq, che è stata effettuata anche
senza alcun motivo legale. Come pretesto, hanno fornito informazioni presumibilmente
affidabili dagli Stati Uniti sulla presenza di armi di distruzione di massa in
Iraq. Come
prova di ciò, pubblicamente, davanti agli occhi di tutto il mondo, il segretario di stato americano ha
scosso una specie di provetta con polvere bianca, assicurando a tutti che si
trattava di un'arma chimica in fase di sviluppo in Iraq.E poi si è scoperto che tutto questo
era una bufala, un bluff: non c'erano armi chimiche in Iraq".
"In
questo contesto, ci sono state promesse al nostro Paese di non espandere la
Nato nemmeno di un pollice a est.
Ripeto: ci hanno ingannato, in altre parole,
ci hanno semplicemente truffato.
Sì, si
sente spesso dire che la politica è un affare sporco. Forse [è così], ma non
fino a questo punto. Dopotutto, tale comportamento imbroglione contraddice non
solo i principi delle relazioni internazionali, ma soprattutto le norme morali
generalmente riconosciute. Dov'è la giustizia e la verità qui? Solo bugie
totali e ipocrisia...”
"Nonostante
tutto questo, nel dicembre 2021 abbiamo fatto ancora una volta un tentativo di
concordare con gli Stati Uniti e i suoi alleati sui principi di garantire la
sicurezza in Europa e sulla non espansione della NATO. Tutto è stato vano. La posizione
degli Stati Uniti non è cambiata. Non hanno ritenuto necessario negoziare con
la Russia su questa questione importante per noi, continuando a perseguire i
propri obiettivi e disattendendo i nostri interessi".
"Per
quanto riguarda la sfera militare, oggi la Russia moderna, anche dopo il crollo
dell'URSS e la perdita di una parte significativa della sua capacità, è una
delle più potenti potenze nucleari del mondo e possiede alcuni vantaggi in
alcuni dei tipi più recenti di armi. A questo proposito, nessuno dovrebbe
avere dubbi sul fatto che un attacco diretto al nostro Paese porterà a
sconfitte e orribili conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore".
"Man
mano che la Nato si espande ad est, ogni anno che passa, la situazione per il
nostro Paese peggiora e diventa sempre più pericolosa. Inoltre, in questi giorni la
dirigenza della Nato ha parlato apertamente della necessità di accelerare,
forzare l'avanzata del l'infrastruttura dell'alleanza ai confini della Russia. In altre parole, stanno raddoppiando
la loro posizione. Non possiamo più solo guardare cosa sta succedendo. Sarebbe
assolutamente irresponsabile da parte nostra.”
"L'ulteriore
espansione delle infrastrutture della NATO e l'inizio dello sviluppo militare
nei territori dell'Ucraina sono per noi inaccettabili. Il problema, ovviamente,
non è la NATO stessa, è solo uno strumento della politica estera statunitense. Il problema è che nei territori
adiacenti a noi (cioè l'Ucraina) - territori che storicamente erano nostri,
sottolineo - si sta creando un "anti-Russia" a noi ostile, posto
sotto il pieno controllo esterno; [esso] è colonizzato in modo intensivo dalle
forze armate dei paesi della NATO ed è fornito delle armi più moderne.”
"Per
gli Stati Uniti e i suoi alleati, questa è la cosiddetta politica di
contenimento della Russia, [che porta] evidenti benefici geopolitici. E per il nostro paese, questa è in
definitiva una questione di vita o di morte, una questione del nostro futuro
storico come popolo. E questa non è un'esagerazione, è vero. Questa è una vera minaccia non solo
per i nostri interessi, ma per l'esistenza stessa del nostro Stato, la sua
sovranità. Questa è la linea rossa di cui si è parlato molte volte.”
"Riguardo
alla situazione nel Donbas. Vediamo che le forze che hanno compiuto un colpo di stato in
Ucraina nel 2014, hanno preso il potere e lo stanno mantenendo attraverso
procedure elettorali fasulle, hanno rinunciato alla soluzione pacifica del
conflitto. Per
otto anni, per otto lunghi anni, abbiamo fatto tutto il possibile per risolvere
la situazione con mezzi pacifici e politici. Tutto è stato vano”.
"Come
ho detto nel mio discorso precedente, non si può guardare a ciò che sta
accadendo lì senza compassione. Semplicemente non è più possibile sopportare tutto
questo. È necessario fermare immediatamente questo incubo: il genocidio contro
i milioni di persone che vivono lì, che dipendono solo dalla Russia, solo da
noi.
Queste aspirazioni, sentimenti, dolore delle persone sono la motivazione principale
per noi a prendere la decisione di riconoscere le repubbliche popolari del
Donbas.”
"Quello che penso sia importante
sottolineare ulteriormente è che i principali paesi della NATO, al fine di
raggiungere i propri obiettivi, sostengono i nazionalisti estremisti e i
neonazisti in Ucraina, che, a loro volta, non perdoneranno mai i residenti di
Crimea e Sebastopoli per aver scelto la riunificazione con la Russia.”
"Essi,
naturalmente, strisciano in Crimea, proprio come nel Donbas, per uccidere,
proprio come le bande di nazionalisti ucraini, complici di Hitler, hanno ucciso
persone indifese durante la Grande Guerra Patriottica.
Afferrano apertamente una serie di altri
territori russi.”
"Il
corso degli eventi e le informazioni in arrivo mostrano che lo scontro della
Russia con queste forze è inevitabile. È solo questione di tempo: si stanno
preparando, stanno aspettando il momento giusto. Ora affermano anche di
acquisire armi nucleari. Noi non permetterà che ciò accada".
"Non
ci è stata lasciata altra opzione per proteggere la Russia e il nostro popolo,
se non quella che saremo costretti a utilizzare oggi. La situazione richiede
un'azione decisa e immediata. Le repubbliche popolari del Donbas si sono
rivolte alla Russia con una richiesta per un aiuto.”
"A questo proposito,... ho deciso di
lanciare un'operazione militare speciale. Il suo obiettivo è proteggere le
persone che da otto anni subiscono abusi e genocidi dal regime di Kiev. E per questo perseguiremo la
smilitarizzazione e la denazificazione dell'Ucraina, oltre ad assicurare alla
giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i
civili, compresi i cittadini della Federazione Russa.”
"I
nostri piani non includono l'occupazione dei territori ucraini. Non imporremo nulla a nessuno con
la forza. ..Quello che sta accadendo oggi non nasce dal desiderio di violare
gli interessi dell'Ucraina e del popolo ucraino. È legato alla protezione della
stessa Russia da coloro che hanno preso in ostaggio l'Ucraina e stanno cercando
di usarla contro il nostro paese e il suo popolo...."
"Ora
alcune parole importanti, molto importanti per coloro che potrebbero essere
tentati di intervenire negli eventi in corso. Chiunque tenti di ostacolarci, o di
minacciare il nostro Paese o il nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta
della Russia sarà immediata e ti porterà alle conseguenze che non hai mai
affrontato nella tua storia. Siamo pronti per qualsiasi svolta degli eventi. Tutte le decisioni necessarie al
riguardo sono state prese. Spero di essere ascoltato".
I
documenti di Pfizer dimostrano che SAPEVANO che i loro vaccini contro il covid non erano "sicuri ed efficaci" ... e sapevano che le nanoparticelle di mRNA circolavano in tutto il corpo.
Veraitalia.blogspot.com-
Marco Laura- (10-3-2022 ) ci dice :
( Natural News ). Alla fine del 2021, il giudice
distrettuale degli Stati Uniti Mark Pittman ha ordinato a Pfizer di rilasciare
tutti i dati rilevanti sul loro "vaccino covid-19".
La
Food and Drug Administration (FDA) ha cercato di proteggere la Pfizer,
suggerendo che i dati fossero tenuti riservati per i prossimi vent'anni. Tuttavia, i tribunali hanno ordinato
il rapido rilascio delle informazioni, chiedendo trasparenza per un prodotto
che è stato utilizzato in modo arrogante e tirannico per distruggere i mezzi di
sussistenza e la salute delle persone.
Poiché
i documenti vengono rilasciati al pubblico al ritmo di 55.000 pagine al mese, i
ricercatori stanno documentando la verità sui vaccini covid-19 . Per uno, queste iniezioni
utilizzano la tecnologia di replicazione dell'RNA per sfruttare il sistema
immunitario innato, per produrre in serie una variante dell'arma biologica
della proteina spike.
Ciò ha portato a un diffuso esaurimento
immunitario e a un aumento della malattia, causando un numero maggiore di casi,
ricoveri e decessi.
Inoltre, i documenti di Pfizer dimostrano che
SAPEVANO che i loro vaccini contro il covid non erano "sicuri ed efficaci". Pfizer sapeva anche che le
nanoparticelle di mRNA circolavano in tutto il corpo, causando danni agli
organi. La
FDA ha comunque concesso l'autorizzazione all'uso di emergenza (EUA), mentendo
al pubblico sulla "sicurezza" e "efficacia" del vaccino.
Negligenza
criminale o cospirazione criminale: svelare l'inganno di Pfizer e FDA sui vaccini
covid-19.
Ci
sono solo due spiegazioni per il comportamento della FDA in questa storica
questione di negligenza medica: negligenza criminale o cospirazione criminale.
O la FDA ha ignorato negligentemente i dati in
questi documenti, oppure ha partecipato attivamente a una cospirazione
criminale per commettere frode e causare danni alla popolazione.
Perché
la FDA dovrebbe fidarsi ciecamente di una società (Pfizer) che in precedenza
promuoveva illegalmente prodotti farmaceutici, portando al più grande accordo
di frode sanitaria nella storia del Dipartimento di Giustizia?
Con i
documenti Pfizer resi pubblici, sia Pfizer che FDA dovrebbero essere accusati. Dovrebbero essere accusati non solo
di promuovere illegalmente prodotti farmaceutici, ma anche di utilizzare l'inganno e la
coercizione per imporre prodotti dannosi alla popolazione.
(Brighteon.TV).
I
documenti Pfizer sollevano seri problemi di salute pubblica. Almeno 50.000
pagine sono state pubblicate finora . Nei documenti, Pfizer ha rassicurato
ripetutamente la FDA sul fatto che il loro vaccino avrebbe
"prevenuto" il covid-19, anche se il design dello studio utilizzava
standard diagnostici fraudolenti per manipolare gli endpoint, ignorando la
riduzione assoluta del rischio .
Pfizer
ha capito che gli individui vaccinati possono ancora risultare positivi al
covid-19 e possono ancora avere gli stessi sintomi respiratori, anche dopo aver
sofferto degli effetti collaterali del vaccino.
Tuttavia, Pfizer ha ripetutamente affermato
che il loro vaccino avrebbe "prevenuto" il covid-19: mentire alla FDA
sull'efficacia.
Nei
documenti, Pfizer ha indicato che il vaccino deve essere utilizzato per
"l'immunizzazione attiva per prevenire il COVID-19 causato da SARS-CoV-2
negli individui? 16 anni di età”. Tuttavia, Pfizer e la FDA disponevano anche
di dati che mostravano che "l'efficacia" del vaccino è diminuita
rapidamente. I dati mostrano che gli effetti del vaccino svaniscono in un solo
mese, anche dopo la somministrazione di due dosi. Tuttavia, la FDA non ha avvertito il
pubblico che le persone vaccinate avrebbero avuto bisogno di richiami mensili
per far funzionare il vaccino.
Pfizer
e FDA avevano prove evidenti che il vaccino provoca danni diffusi.
Pfizer
disponeva anche di dati schiaccianti sugli eventi avversi del vaccino.
L'azienda farmaceutica sapeva che gli eventi
avversi aumentavano con ogni iniezione di richiamo aggiuntivo, tuttavia la FDA
ha approvato un protocollo a due dosi sin dall'inizio e ha persino approvato un
terzo richiamo, nonostante l'evidenza di crescenti rischi per la salute. In una serie di documenti, Pfizer
ha scritto a pagina 24 sulla natura dose-dipendente degli eventi avversi, che includevano gravi gradi di edema
ed eritema insieme a necrosi muscolare, fibrosi e aumento delle dimensioni e
del peso della milza. "L'incidenza e la gravità delle reazioni erano
maggiori dopo la seconda o la terza iniezione rispetto alla prima
iniezione", ha scritto Pfizer.
Pfizer
ha anche avuto la prova che le nanoparticelle di mRNA sono migrate dal sito di
iniezione, ma il governo e i media hanno ripetutamente mentito sul degrado
dell'mRNA e sull'intero processo che rimane nei muscoli deltoidi.
Gli
ingredienti del vaccino sono migrati prevalentemente alle ovaie, al fegato e
alla milza, ma hanno anche proliferato le ghiandole surrenali, la vescica, le
ossa, il midollo osseo, gli occhi, l'intestino crasso, i linfonodi, il
pancreas, le ghiandole salivari, la pelle, l'intestino tenue, i testicoli, il
timo, la tiroide e l'utero.
Pfizer
e la FDA avevano dati chiari che mostravano eventi avversi più sistemici che si
verificavano nel gruppo vaccinato rispetto al gruppo placebo, eppure entrambi hanno mentito al
pubblico, sostenendo che i vaccinati avevano una malattia lieve e i non
vaccinati erano una "minaccia per la salute pubblica".
Pfizer sapeva che i vaccinati avevano da due a
venticinque volte più probabilità di subire impatti negativi sulla salute dal
vaccino.
Nei
documenti, Pfizer preferiva categoricamente un sistema di sorveglianza passiva
degli eventi avversi che si basava su segnalazioni infondate che potevano
essere prontamente respinte.
Pfizer
non voleva sostenere il costo aggiuntivo della registrazione accurata delle
lesioni da vaccino, né voleva risarcire le famiglie ferite dai vaccini . Chiaramente, né la Pfizer, né la FDA
né il CDC hanno dato un consenso informato adeguato per questi vaccini,
danneggiando innumerevoli persone per tutta la vita, mentendo al pubblico con
disinformazione e danneggiando la fiducia del pubblico.
(SteveKirsch.substack.com-- NaturalNews.com--PHPT.org-
Giustizia.gov- NaturalNews.com-
PHPT.org
[PDF]- -naturalnews.com/2022-03-10-pfizers-own-documents-prove-they-knew-covid-vaccines-not-safe-mrna-nanoparticles.html).
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