Possono i popoli liberi opporsi alle Multinazionali globaliste ?
Possono
i popoli liberi opporsi alle Multinazionali
globaliste
che li vogliono annientare ?
Con la
Riforma degli art. 9 e 41
l’ “Ecologicamente corretto” entra in
Costituzione.
Conoscenzealconfine.it
( 16 Marzo 2022)- Maurizio Milano- Ci dice :
L’ideologia
verde, che nulla ha a che spartire con la sana ‘ecologia umana’, entra al
livello più alto della legislazione italiana, iscrivendo un’ipoteca pericolosa
per il nostro futuro.
L’8
febbraio 2022, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva –
praticamente all’unanimità, nell’indifferenza generale – il disegno di legge di
riforma costituzionale che introduce importanti modifiche agli art. 9 e 41
Cost.
Il
legislatore ordinario e qualche corrente giurisprudenziale se ne potrebbero
servire per imporre limitazioni indebite della proprietà privata e restrizioni
discrezionali alla libertà di persone e imprese, alterando la concorrenza e
piegandola a interessi di parte o a visioni utopistiche.
1.
Nella versione originaria dell’art. 9 Cost. – che rientra nella sezione dei
princìpi fondamentali, quindi particolarmente rilevanti – comparivano i
seguenti due punti:
“1. La
Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica.
2.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Ora è
stato aggiunto un terzo comma, che recita così:
“3.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle
future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela
degli animali”.
Ci si
è allontanati da una visione “culturale” centrata sull’uomo, per andare verso
una vaga prospettiva “biocentrica”:
l’essere
umano non è più il vertice della creazione ma soltanto una delle tante specie
che abitano il pianeta e quindi, come propone il cosiddetto “anti-specismo”,
non “qualitativamente” superiore per status e valore agli altri animali.
Il
rischio è il superamento della prospettiva giudaico-cristiana, nella quale il
mondo è stato donato all’uomo, fatto “a immagine e somiglianza” di Dio (Gn
1,26-27) “perché lo lavorasse e lo custodisse” (Gn 2,15), non già per
trasformarlo in un museo o per idolatrarlo come una divinità neopagana.
Nel
nuovo dettato costituzionale, il senso gerarchico del Creato passa in secondo
piano, e il focus si sposta sulla necessità e urgenza di “salvare il pianeta”,
ovviamente “dall’uomo”, anziché “custodire il creato”, che dell’uomo è la
dimora.
L’ecologicamente
corretto potrebbe incarnarsi in leggi ordinarie che impongono alle generazioni
presenti dei sacrifici irrazionali sull’altare di Gaia, nel nome di un futuro
utopico (anzi, distopico)?
La preoccupazione è lecita, viste le posizioni
del Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha definito
l’essere umano “biologicamente” come “un parassita perché consuma energia senza
produrre nulla”, in un mondo “progettato per tre miliardi di persone”: dalla
transizione “ecologica” alla transizione “ideologica” il passo è breve…
2.
Papa Benedetto XVI nel discorso al Reichstag di Berlino del 22 settembre 2011,
ha fornito la prospettiva corretta per inquadrare le tematiche ambientali:
“L’importanza dell’ecologia è ormai indiscussa. Dobbiamo ascoltare il
linguaggio della natura e rispondervi coerentemente. Vorrei però affrontare con
forza un punto che – mi pare – venga trascurato oggi come ieri: esiste anche
un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e
che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea
da sé. L’uomo non crea sé stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura,
e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando
accetta sé stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e
soltanto così si realizza la vera libertà umana”.
Il
giusto rispetto per il creato, in altre parole, non può essere disgiunto
dall’amore per l’essere umano che passa necessariamente dalla promozione della
famiglia e della vita, dalla nascita naturale alla morte naturale.
Considerare
l’uomo come “un parassita” e contrastare in ogni modo la demografia è
semplicemente l’opposto dell’autentica “ecologia umana”: per di più, ed è un
paradosso, “nell’interesse delle future generazioni”.
3. Per
quanto riguarda invece l’art. 41 Cost. – che rientra nella parte dedicata ai
“diritti e doveri dei cittadini”, nel Titolo III dei “rapporti economici” –
vengono inseriti alcuni incisi nei commi 2 e 3 (sottolineati nel testo):
“1.
L’iniziativa economica privata è libera.
2. Non
può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla
salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
3. La legge determina i programmi e i
controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere
indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.
L’
“ambiente” entra, e allo stesso livello dell’essere umano, tra i “soggetti di
diritto”, e quindi meritevoli di tutela, giustificando così future limitazioni
alla proprietà privata e alla libertà di iniziativa, potenzialmente anche
pesanti, vista l’indeterminatezza del nuovo dettato costituzionale.
Le
modifiche introdotte nel nostro ordinamento si pongono in linea con la
normativa europea:
la “Carta di Nizza”, che rappresenta la Carta
dei diritti fondamentali dell’Unione europea, stabilisce infatti nell’articolo
37 che
“Un livello elevato di tutela dell’ambiente e
il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche
dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile”.
La politica comunitaria e gli obiettivi
ambientali sono disciplinati anche nel TFUE-Trattato sul funzionamento
dell’Unione europea, all’art. 191.
Per
non parlare dell’Agenda ONU 2030 sul cosiddetto “sviluppo sostenibile”, di cui
le questioni “ambientali” costituiscono il pilastro principale.
4. In
questa sede vorrei attirare l’attenzione sugli aspetti di tipo economico.
Innanzitutto,
occorre sottolineare che il testo costituzionale – frutto di un compromesso in
Assemblea costituente tra più istanze: liberali, cattoliche, marxiste – già
prima delle recenti modifiche conteneva degli elementi suscettibili di
interpretazione in senso più o meno “dirigistico” e lato sensu “socialista”,
come la storia economica del secondo dopoguerra ha ampiamente dimostrato.
La legislazione ordinaria, in coerenza con lo
spirito interventistico ravvisabile nel testo costituzionale fin dalle origini,
ha infatti prodotto fino a oggi in materia economica un insieme tanto ampio
quanto disorganico e farraginoso di leggi e leggine, con contraddizioni, vuoti
e sovrapposizioni che ne rendono estremamente ardua l’interpretazione e
l’applicazione.
Sul
piano contenutistico, si è progressivamente formato un complesso meccanismo di
“lacci e lacciuoli”, che ha costituito un serio ostacolo al libero e leale
svolgimento dell’attività economica dei privati: questi ultimi sono stati così
incentivati – talvolta costretti – alla ricerca di “vie traverse” e di collusioni
con il potere politico, nelle sue varie articolazioni territoriali, per
riuscire a districarsi dai molteplici impedimenti senza perdere in
competitività, ma anche per ottenere sovvenzioni indebite che ultimamente
ricadono inevitabilmente su contribuenti e consumatori. Utili privati e perdite
pubbliche, insomma, nella prospettiva del cosiddetto capitalismo clientelare.
5. Le
modifiche green recentemente introdotte sono così “alte” e così vaghe, che il
Parlamento d’ora in poi potrà dare prova di fantasia e creatività
nell’escogitare sempre nuove regole, restrizioni e tasse, da un lato; nonché
concedere incentivi e prebende, dall’altro; per non parlare degli spazi che si
aprono alla giurisprudenza costituzionalmente orientata.
Oltre
alla libertà di iniziativa economica, la minaccia si potrebbe estendere anche
alla proprietà privata: il nuovo testo costituzionale consentirebbe di varare
leggi che mettono fuori mercato non solo veicoli “troppo” inquinanti ma anche
abitazioni con classe energetica ritenuta “troppo” bassa, come anche
l’imposizione di tasse pesanti per frenare quei consumi giudicati poco “verdi”,
per via di emissioni di CO2 ritenute eccessive; e chissà cos’altro in futuro,
magari anche imporre dei lockdown energetici, giustificandoli con nuove “emergenze
climatiche”.
Le
novità introdotte aumentano ulteriormente i rischi pianificatori, di derive
dirigistiche e di controllo, con gravi falsificazioni della concorrenza, a
vantaggio di quelle industrie che saranno favorite dai piani di investimento
pubblici previsti nel “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (a debito e
spesati su tutti i cittadini) e dai risparmi privati, convogliati dalla
cosiddetta “finanza sostenibile” ESG (acronimo di Envinronmental, Social,
Governance); a sfavore di altre industrie, che si è deciso di “liquidare”
progressivamente, con un processo di “distruzione creatrice”, non certo frutto
di un leale confronto di mercato per selezionare i migliori, ma con decisioni
politiche dall’alto.
Tanti
tasselli di un progetto di Reset globale dei sistemi sociali, economici e
politici, in veloce fase di implementazione grazie all’ “opportunità” fornita
dalla confusione e debolezza del sistema sociale, economico e politico
post-Covid.
Alla
luce dell’esplosione dei prezzi delle materie prime negli ultimi mesi, a
partire da quelle energetiche – accentuata, ma non originata, dalle recenti
tensioni geo-politiche legate al conflitto in Ucraina – si dovrebbe imporre con
realismo un’urgente revisione delle priorità, anche nella prospettiva della “sicurezza
energetica” dell’Italia e dell’intero continente europeo: il Green New Deal
europeo può attendere.
(Maurizio
Milano-
centrostudilivatino.it/con-la-riforma-degli-art-9-e-41-lecologicamente-corretto-entra-in-costituzione/).
Steve
Quayle dice a Mike Adams:
I
globalisti vogliono ottenere lo sterminio
della
razza umana attraverso la guerra nucleare.
Vaccinedeaths.com-
Kevin Hughes -(03/11/2022)-ci dice:
L'Health
Ranger Mike Adams e il noto autore Steve Quayle hanno discusso la possibilità
di una guerra nucleare a causa del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, che
potrebbe causare la morte di miliardi di persone.
"I
globalisti (Dem Usa) vogliono una cosa e
questa è la fine e l'annientamento della razza umana. I globalisti stanno ora
pianificando, complottando, tramando per cercare di convincere la popolazione
globale ad andare avanti con la propria scomparsa", ha detto Quayle ad
Adams durante un recente episodio di "Brighteon Conversations".
L'ospite
e Brighteon.com fondatore hanno concordato, osservando che l'agenda di
sterminio dei vaccini è fallita.
Tuttavia,
Adams pensa ancora che da uno a due miliardi di persone moriranno nel prossimo
decennio a causa di tumori, infarti e altre malattie causate dai vaccini contro
il coronavirus di Wuhan (COVID-19).
"È
un olocausto di vaccini. È un genocidio, ma non è affatto vicino all'obiettivo
che hai appena menzionato, dove vogliono uccidere 7,4 miliardi di persone o
qualcosa del genere.
Quindi devono passare al prossimo sistema
d'arma globale. E nota quanto velocemente sono passati dal COVID alla guerra
mondiale ", ha detto Adams, che ha definito quella particolare edizione
del suo programma un "episodio di allarme rosso".
Adams
ha menzionato l'inganno e la propaganda in corso, così come i democratici e la
sinistra che chiedono una guerra nucleare e la sopravvivenza della civiltà
umana.
Quayle,
nel frattempo, ha detto che le persone devono capire che il mondo sarebbe
vicino al livello di estinzione con la minaccia di una guerra nucleare.
Ha
osservato che la Russia voleva solo una garanzia del suo accordo del 1991 con
gli Stati Uniti e la NATO che non si sarebbero espansi e non avrebbero messo
armi vicino al suo territorio.
L'Health
Ranger ha aggiunto che stanno parlando dei governi canaglia, dei cartelli, dei
globalisti e dei fascisti che hanno occupato le nazioni come la Russia,
l'Ucraina, l'America, il Canada, tra gli altri, e che ora stanno portando
distruzione all'umanità.
Le
persone che chiedono una guerra nucleare hanno la mentalità della Guerra
Fredda.
Quayle,
che è anche storico e conduttore radiofonico, ha sottolineato che le persone
che chiedono una guerra nucleare, specialmente in Occidente, hanno una
mentalità da Guerra Fredda.
"In
Ucraina, le persone sono meravigliose. Le persone ovunque sono meravigliose.
Sono solo i governi sanguinari e, in questo caso, i globalisti che vogliono
distruggere tutte le nazioni, tutti i confini, tutte le culture e tutti i
riferimenti storici al passato", ha detto.
Stiamo
osservando il caos globale che è necessario per realizzare il Nuovo Ordine
Mondiale, che non è altro che il vecchio ordine mondiale con Lucifero in
presenza dell'Anticristo che governa e regna sul pianeta e distrugge l'umanità
il più velocemente possibile, ovunque possa ", ha detto Quayle, che aveva
scritto libri sulla guerra nucleare basati sulla Guerra Fredda e sulla difesa
civile.
Quayle
ha anche sottolineato che l'America non può fare la guerra sulla base di una
mancanza di comprensione della potenza di fuoco del nemico e dei loro sviluppi
tecnici, come gli iper-sviluppi e la fisica iper-dimensionale che includono
missili ipersonici, armi da guerra elettromagnetica e siluri nucleari da 100
megatoni. ( Ben Armstrong avverte l'amministrazione Biden: agire duramente ora
contro la Russia potrebbe mettere il mondo sull'orlo di una guerra nucleare.)
L'autore
del libro e conduttore radiofonico ha detto che il Dipartimento della Difesa è
in ritardo in tutte le aree dello sviluppo di armi ipersoniche, dello sviluppo
di armi elettromagnetiche e della modifica e controllo del tempo.
Ha
detto che ci sono quattro sottomarini "Black Hole" o sottomarini
russi classe Kilo al largo della costa orientale americana, aggiungendo che un
missile balistico lanciato da sottomarini (SLBM) potrebbe colpire il suo
obiettivo come Washington D.C. o New York City in meno di un minuto.
I
folli leader statunitensi cercano di provocare
una guerra nucleare con la Russia ...
è
tutto un tentativo di creare caos e collasso
come copertura per il reset finanziario
globale.
Naturalnews.com
- Mike Adams- (Dicembre 09, 2021)- ci dice :
(afinalwarning.com/577621.html).
I leader dell'establishment statunitense –
compresi i RINO – stanno cercando di provocare la Russia in una guerra su vasta
scala contro l'Ucraina al fine di fornire un caos sufficiente come copertura
per la prevista implosione della bomba del debito "reset globale".
Hanno
anche bisogno di una guerra per giustificare la legge marziale medica, la
confisca delle armi e i fallimenti della catena di approvvigionamento,
sospendendo le elezioni di medio termine del 2022 e mantenendo i burattinai di
Biden al potere il più a lungo possibile.
Entra
il senatore americano Roger Wicker (R-MS) che, su Fox News con Neil Cavuto, ha
insinuato che l'esercito americano potrebbe lanciare un attacco nucleare a
sorpresa contro la Russia.
"Non
escluderei truppe americane sul terreno", ha detto Wicker a Cavuto,
aggiungendo che non dovremmo nemmeno "escludere il primo uso di azioni
nucleari" contro la Russia.
La
frase "primo utilizzo" significa un attacco a sorpresa. Puoi guardare
il senatore Wicker invocare questa follia nella seguente clip:
Questo
tipo di discorsi è oltre lo stupido; è estremamente pericoloso perché invita la
Russia ad attaccarci per prima se Putin si convince che gli Stati Uniti
lancerebbero un attacco a sorpresa.
Questa
è roba standard di teoria dei giochi, e possiamo assicurarvi che Putin ha un QI
significativamente più alto di chiunque prenda queste decisioni negli Stati
Uniti. Quando si tratta di strategia, Putin è un genio. In confronto, Joe Biden
è un paziente affetto da demenza che si fa schifo.
(Brighteon.TV).
La Russia
devasterebbe le forze usa e NATO in Europa.
Come
sottolineo nell'importantissimo podcast di aggiornamento della situazione di
oggi (sotto), la Russia pulirebbe il pavimento con le forze statunitensi e
della NATO se dovesse scoppiare una guerra sull'Ucraina.
Perché?
Per cominciare, perché i leader del Pentagono sono tutti comunisti compromessi,
traditori e svenduti ai globalisti. Vogliono deliberatamente far fallire
l'America.
In
secondo luogo, hanno trasformato l'esercito americano in un esperimento sociale
woke-tard che enfatizza il transgenderismo e l'omosessualità sull'efficacia del
combattimento.
La
Russia addestra uomini reali a combattere come guerrieri, mentre l'America
incoraggia gli ex uomini a trasformarsi in ragazzi di soia sissificati che indossano
tacchi alti e mutandine da donna mentre ingoiano farmaci chimici di castrazione
in nome della "parità di genere" dei “ Dem Usa”.
In
terzo luogo, la Russia è molto più avanti degli Stati Uniti in termini di
tecnologia delle armi, incluso lo sviluppo di missili ipersonici. La Russia ha
già missili ipersonici in pieno dispiegamento, mentre l'esercito americano è in
ritardo di anni e probabilmente non li farà mai funzionare, dal momento che
anche l'intero complesso industriale militare è andato completamente woke-tard.
Questi
missili sono rivoluzionari in qualsiasi teatro di guerra perché non ci sono
difese contro di loro. Si muovono così velocemente che il radar non può
rintracciarli a causa delle leggi della fisica come spiegato di seguito.
Military.com:
Le
armi ipersoniche come lo zircone 3M22 russo volano così velocemente e in basso
– a velocità fino a Mach 6 e a una bassa traiettoria atmosferica-balistica –
che possono penetrare nei tradizionali sistemi di difesa antimissile.
Il
missile vola con un carburante avanzato che secondo i russi gli dà una portata
fino a 1.000 chilometri. Ed è così veloce che la pressione dell'aria davanti
all'arma forma una nuvola di plasma mentre si muove, assorbendo le onde radio e
rendendola praticamente invisibile ai sistemi radar attivi.
Solo
pochi giorni fa, Reuters ha riferito sul test missilistico ipersonico zircone
della Russia:
Come
parte del "completamento dei test" delle armi missilistiche
ipersoniche della Russia, la nave da guerra Admiral Gorshkov ha lanciato un
missile Zircon contro un obiettivo nel Mare di Barents a una distanza di 400
chilometri, ha detto il ministero della Difesa.
"L'obiettivo
è stato colpito", ha detto il ministero, descrivendo il test come
riuscito.
A 400
chilometri – che non è nemmeno l'intera portata del missile – questi missili
ipersonici possono distruggere qualsiasi nave militare di superficie degli
Stati Uniti che tenta di molestare le forze russe vicino all'Ucraina.
Ancora
più sorprendente è il fatto che la Russia sembra avere missili da crociera a
propulsione nucleare, che metterebbero tali armi in una classe tutta loro,
molto al di fuori delle capacità di tutto ciò che è anche sul tavolo da disegno
nell'esercito americano.
Da Reuters:
La
Russia si è vantata di sviluppare diverse armi che aggirano i sistemi di difesa
esistenti, tra cui i missili intercontinentali Sarmat e i missili da crociera
Burevestnik.
Gli esperti occidentali hanno collegato
un'esplosione mortale in un sito di test nel nord della Russia nel 2019 – che
ha causato un forte picco nei livelli di radiazioni locali – al missile da
crociera a propulsione nucleare Burevestnik.
Il
Pentagono in realtà vuole vedere l'esercito americano sconfitto e distrutto.
Se gli
Stati Uniti avessero persino osato attaccare la Russia, la maggior parte delle
principali risorse militari statunitensi utilizzate in un tale attacco
sarebbero probabilmente distrutte in meno di 15 minuti, secondo la mia
valutazione.
Sorprendentemente,
questo sembra essere l'obiettivo del tradimento del Pentagono che ha anche
supervisionato il ritiro deliberatamente disastroso dall'Afghanistan che ha
lasciato dietro di sé oltre dieci miliardi di dollari di attrezzature militari
che sono immediatamente cadute nelle mani dei talebani.
Il
Pentagono, a quanto pare, sta in realtà perseguendo una strategia per
distruggere quante più attrezzature militari statunitensi possibile mentre
vaccina in massa le truppe statunitensi con "vaccini" mortali mRNA
covid che sono progettati per uccidere il maggior numero possibile.
Il
Pentagono sta letteralmente conducendo una campagna traditrice e omicida
dall'interno degli Stati Uniti per distruggere gli Stati Uniti.
Avviare
una guerra con la Russia aiuterebbe a raggiungere questo obiettivo attraverso
quello che io chiamo "suicidio assistito dalla Russia", che significa
semplicemente che i leader militari statunitensi invocano una risposta russa
per distruggere più attrezzature militari statunitensi (navi militari, forze
terrestri, aerei, ecc.) al fine di indebolire gli Stati Uniti.
Il
vero obiettivo a lungo termine è la resa degli Stati Uniti alla Cina.
Tutto
questo viene meticolosamente messo in atto con vaccini obbligatori, collasso
economico, guerre culturali interne, propaganda mediatica anti-americana e
aperta collusione delle Big Tech con la Cina comunista.
Vedi
la storia correlata: ESPOSTO: Il CEO di Apple Tim Cook ha firmato un accordo
segreto da $ 275 miliardi con il PCC, tradendo l'America.
La mia intervista con John Moore andrà in onda
domani il Brighteon.TV e svela ancora di più il complotto del PCC per
cancellare l'America e conquistare il continente.
Preparati
per la GUERRA nel 2022... e una guerra cibernetica sotto falsa bandiera che
prende di mira le infrastrutture statunitensi.
Il
risultato di tutto questo è che i burocrati, i senatori e i membri del
gabinetto di Joe Biden hanno già preso la decisione di far precipitare gli
Stati Uniti in guerra con la Russia e la Cina.
Al
fine di interrompere le elezioni di medio termine del 2022, questa guerra dovrà
essere lanciata entro e non oltre aprile del 2022 e sarà probabilmente
combinata con un'operazione di attacco informatico sotto falsa bandiera che
prende di mira le infrastrutture statunitensi (la rete elettrica in
particolare).
Ciò
significa che la rete elettrica verrà rimossa, interrompendo le comunicazioni
chiave come Internet e i telefoni cellulari. A quel tempo, se ciò dovesse
accadere, le uniche comunicazioni funzionanti saranno le radio locali e i
telefoni satellitari.
Mi sento in dovere di menzionare che il
Satellite Phone Store di SAT123.com fornisce telefoni satellitari che
continueranno a funzionare durante queste emergenze. Sono uno sponsor del mio
podcast Situation Update, qui sotto. Questi telefoni utilizzano gli stessi
satelliti dell'esercito stesso.
In
questo scenario, il dollaro subirebbe ovviamente un crollo catastrofico, tutto
programmato come parte del reset finanziario globale in cui "non possiedi
nulla e sarai felice". (O essere morto, più probabilmente.) Allo stesso
modo, un collasso ingegnerizzato dell'ecosistema crittografico sembra
delinearsi in quello che ora chiamiamo lo scenario di "ripristino
crittografico". Leggi l'attacco globalista all'ecosistema crittografico .
Va
quasi da sé, ma le scorte di cibo, medicine, munizioni e altri attrezzi critici
saranno ovviamente spazzati via e quasi impossibili da trovare. Coloro che non
riescono a prepararsi saranno rapidamente affamati di sottomissione o morte.
Come abbiamo anche trattato, tutte le principali società alimentari globali
hanno già accettato la militarizzazione del sistema alimentare contro
l'umanità. Nel frattempo, la truffa dello spopolamento genocida dei vaccini
continua la sua marcia verso una moria di massa globale.
Ottieni
maggiori dettagli nel podcast bomba Situation Update di oggi, che copre anche
le criptovalute, la bufala del crimine d'odio Smollett e molto altro.
Suggerimento:
questo podcast rivela anche come chiunque può diventare un "cripto
miliardario" in letteralmente cinque minuti. Non è uno scherzo. Fate i
conti...
Le 3
mosse della Cina
che il
mondo osserva.
Money.it-
Violetta Silvestri-Mauro Bottarelli -(16 Marzo 2022)- ci dicono :
La
Cina sempre più protagonista delle dinamiche economiche mondiali. Tra mosse
interne in nome della stabilità e relazioni esterne cruciali, soprattutto con
la guerra in corso, Pechino si muove.
Cina
al centro delle strategie economiche mondiali: dalle posizioni ambigue sulla
guerra in Russia alle rinnovate tensioni commerciali e di dominio con gli USA
fino alle dinamiche delle materie prime in crisi, il dragone si sta muovendo suscitando
interesse.
Quale
direzione sta prendendo Pechino e cosa significano le ultime mosse intraprese?
La Cina resta un attore internazionale temuto e da osservare secondo esperti e
politici.
Le
ultime reali e potenziali decisioni cinesi avranno un impatto su guerra ed
equilibri mondiali? Il punto della situazione, con 3 ambiti da osservare
(interno, Russia, petro-yuan).
La
Cina in cerca di stabilità economica interna.
Pechino
ha lanciato una forte promessa per politiche volte a rilanciare i mercati finanziari
e stimolare la crescita economica in risposta a una svendita degli asset
rischiosi, del mercato immobiliare, delle quotazioni all’estero e delle società
Internet.
I
dipartimenti governativi dovrebbero “introdurre attivamente politiche a
beneficio dei mercati”, secondo una riunione del principale comitato di
politica finanziaria cinese guidato dal vicepremier Liu He, che è responsabile
della politica economica generale.
L’incontro
ha concluso che è necessario rilanciare l’economia nel primo trimestre, stando
ai media statali di oggi, mercoledì 16 marzo.
La
riunione del Comitato per la stabilità e lo sviluppo finanziario ha promesso
agli investitori sollievo su una serie di preoccupazioni che hanno portato a
una svendita delle azioni cinesi all’inizio di questa settimana.
Qualsiasi
politica che abbia un impatto significativo sui mercati dei capitali dovrebbe
essere coordinata in anticipo con i dipartimenti di gestione finanziaria per
mantenere la stabilità e la coerenza delle aspettative politiche", si é
affermato nell’incontro.
La
Cina sostiene le quotazioni all’estero e ha ottenuto progressi positivi nelle
discussioni con Washington sulle azioni cinesi presenti nei listini
statunitensi, ribadisce il rapporto, aggiungendo che entrambe le parti stanno
lavorando per formulare un piano di cooperazione dettagliato.
Nel
2020 i legislatori statunitensi hanno emanato un disegno di legge che
minacciava di rimuovere dai mercati finanziari proprio le aziende cinesi che
non rispettavano le regole di ispezione di audit.
Martedì
15 marzo le autorità di regolamentazione USA hanno dichiarato di essere
attivamente impegnate e di essersi incontrate con le autorità del Governo
cinese per raggiungere un accordo che avrebbe consentito loro l’accesso alle
società di revisione contabile a Hong Kong e in Cina.
La
tensione tra le due potenze, comunque, rimane alta. Il dragone ha
tranquillizzato al proprio interno anche sul fronte immobiliare - sull’orlo del
collasso - e su quello dei giganti tech, presi di mira dalle normative di Pechino.
Alla
Cina serve stabilità e queste dichiarazioni vogliono prendere tale direzione.
Da sottolineare, che le osservazioni sono arrivate quando l’economia cinese si
trova ad affrontare crescenti venti contrari a causa di un’ondata di focolai
locali di Covid-19. Ci sono stati blocchi di diverse roccaforti economiche,
mandando i mercati azionari ancora più in basso dopo le precedenti
preoccupazioni per l’invasione dell’Ucraina.
Guerra
in Ucraina: la Cina salverà la Russia?
Una
delle maggiori preoccupazioni USA e del mondo è il ruolo della Cina nel
conflitto ucraino in corso. L’ambiguità del Dragone, che non si è espressamente
posizionata contro Putin, allarma per diversi motivi.
Dal
blitz viennese al triangolo con Emirati e Cina, la silenziosa controffensiva
russa.
Sanzioni,
congelamenti dei beni e ritiri di società internazionali stanno martellando
l’economia russa in risposta all’assalto militare all’Ucraina, lasciando Mosca
con un solo alleato abbastanza potente da poter contare come potenziale fonte
di sostegno: la Cina.
La
domanda è: quanto potrebbe aiutare Pechino ad alleviare la grave crisi
economica della Russia? Abbastanza, in teoria, secondo un’analisi CNBC.
Se la
Cina decidesse di aprire una linea di scambio completa con Mosca, accettando
rubli come pagamento per tutto ciò di cui aveva bisogno per l’acquisto,
comprese le importazioni cruciali come parti tecnologiche e semiconduttori,
Pechino potrebbe essenzialmente bloccare la maggior parte dei danni causati
nell’economia russa dall’Occidente.
Conviene
ai cinesi? Maximilian Hess, ricercatore in Asia centrale presso il Foreign
Policy Research Institute ha riflettuto:
“La
Cina potrebbe aiutare la Russia e moltissimo. Ma rischierebbe importanti
sanzioni secondarie, che riguardano anche scambi commerciali con gli Stati
Uniti e l’Occidente.”
Dato
lo stato incerto dei mercati cinesi nelle ultime settimane, tra la crescente
inflazione e un nuovo importante focolaio di Covid-19 nel Paese, “potrebbe non
essere il momento migliore per farlo”, ha affermato Hess.
Tuttavia,
la Cina ha un’alleanza di lunga data con la Russia e può trarre vantaggio dalla
sua posizione. Prima dell’invasione, Pechino e Mosca hanno annunciato una
partnership strategica “senza limiti” che secondo loro intendeva contrastare
l’influenza degli Stati Uniti.
“La
Cina è felice di causare problemi all’Occidente e non dispiacerebbe trasformare
gradualmente la Russia nel suo flessibile partner minore”, ha suggerito Holger
Schmieding, capo economista della Berenberg Bank.
Potrebbe
anche trarre vantaggio dalla sua posizione per acquistare petrolio, gas e altre
materie prime russe a prezzi scontati, in modo simile a quanto sta facendo con
l’Iran.
Da
ricordare, che quello cinese è il primo mercato di esportazione della Russia
dopo l’Unione Europea; il commercio tra Cina e Russia ha raggiunto il record di
146,9 miliardi di dollari nel 2021, in crescita del 35,9% su base annua,
secondo l’agenzia doganale cinese. Le esportazioni russe in Cina valevano 79,3
miliardi di dollari nel 2021, con petrolio e gas che rappresentavano il 56%.
L’anno scorso le importazioni cinesi dalla Russia hanno superato le
esportazioni di oltre 10 miliardi di dollari.
La
questione sul ruolo cinese è spinosa. La potente alleanza delle economie del
G-7, composta dagli Stati Uniti e dai suoi partner europei e asiatici, può
imporre dure sanzioni secondarie a qualsiasi entità che sostenga Mosca.
Tuttavia,
il problema qui è che l’economia cinese è la seconda più grande al mondo ed è
una parte fondamentale delle catene di approvvigionamento globali. Ha un
impatto sui mercati globali molto più della Russia. Qualsiasi mossa per
sanzionare la Cina significherebbe effetti globali molto maggiori e
probabilmente anche un dolore economico per l’Occidente.
Petro-yuan
in arrivo?
Lo
yuan sta ricevendo una spinta dalle notizie secondo cui l’Arabia Saudita è in
trattative con Pechino per valutare alcune vendite di petrolio nella valuta
cinese, uno sviluppo che gli analisti ritengono possa essere in qualche modo
lontano.
Mentre
un accordo tra il più grande produttore e importatore mondiale di petrolio
potrebbe minare il predominio del dollaro e dell’euro in tali scambi, gli
osservatori del mercato si aspettano che sarà un processo lungo. L’ostacolo
principale è la limitata convertibilità dello yuan e il fatto che sia ancora
strettamente gestito dalla Cina.
La
speculazione è che la valuta cinese amplierà il suo utilizzo globale nel
commercio di materie prime poiché beneficia di una de-dollarizzazione
accelerata sulla scia della guerra Russia-Ucraina.
La Cina
ha avviato il proprio contratto sul petrolio greggio a Shanghai nel 2018 che
consente la partecipazione diretta degli investitori internazionali al prezzo
del petrolio in yuan.
Lo
scetticismo, comunque, rimane forte su questo campo. La fiducia nel dollaro e
nell’euro è stata erosa dopo che gli Stati Uniti e molti dei loro alleati hanno
congelato le riserve estere della Banca centrale russa e rimosso molte delle
sue istituzioni finanziarie da SWIFT.
Ha
senso che l’Arabia Saudita e altri governi in tutto il mondo pensino a
diversificare i loro depositi di ricchezza, il che dovrebbe fornire una spinta
all’internazionalizzazione, secondo David Chao, stratega presso Invesco Ltd.
Ma il
più grande ostacolo all’internazionalizzazione dello yuan è che continua a non
essere convertibile nella maggior parte dei luoghi del mondo.
È
improbabile che i responsabili politici cinesi rinuncino al controllo della sua
valuta e la espongano a forze esterne, secondo l’esperto.
La Fed
alza i tassi ma grazie alle sanzioni può attendere che sia la Bce a deragliare.
Money.it-Mauro Bottarelli -(16 Marzo 2022)- ci
dice :
Come
previsto, la Federal Reserve aumenta di un quarto di punto e conferma altri 6
ritocchi nel 2022.
Ma la
notizia è la richiesta di liquidità d'emergenza della European Federation of
Energy Traders.
Tutto
come da copione.
La Fed
alza i tassi dello 0,25 per la prima volta dal 2018 e conferma altri sei
ritocchi nel corso dell'anno, il tutto come risposta a un'inaspettata e
violenta fiammata inflazionistica. Anche il dimagrimento dello stato
patrimoniale dopo la mega-scorpacciata del Qe pandemico sarà più rapido che in
passato e potrebbe finalizzarsi già al meeting di maggio.
Insomma,
nulla che stupisca.
Questa
volta, però, per una ragione differente dal passato. E lo dimostra la reazione
di Wall Street, decisamente più rapida e pragmatica degli osservatori nel
prezzare in positivo i messaggi sottostanti all'ufficialità.
Un
quarto di punto di aumento è nulla a fronte di un'inflazione al 7.9% e con la
prospettiva di una crisi energetica che potrebbe perdurare e acuirsi in base
agli sviluppi incerti della crisi ucraina e delle tensioni attorno all'accordo
sul nucleare iraniano.
Se
davvero fosse l'inflazione il problema, quantomeno si sarebbe seguita la strada
tracciata da James Bullard in seno al board, unico a votare contro e propendere
per un rialzo immediato di mezzo punto.
Opzione anch'essa catalogabile come aspirina
per contrastare una broncopolmonite ma, quantomeno, segnale di una direzione
precisa.
Invece
la Fed attende.
In
primis, ciò che mostrano da subito le curve dei rendimenti finite in inversione
su almeno un paio di scadenze: ovvero, policy error all'orizzonte, ancorché
mitigato nella magnitudo proprio dal minimo sindacale di rialzo operato.
Con la
crescita del primo trimestre attorno allo 0% e un'inflazione in area 8%, una
Fed che agisca in questo modo lascia aperte solo due ipotesi di epilogo:
recessione pressoché immediata e violentissima o, peggio, stagflazione di lungo
corso.
Perché l'ultima volta che il trend dei prezzi
aveva raggiunto i livelli attuali, i tassi Fed Funds erano al 12,5%.
Inutile
proseguire con le disamine. Perché quelle curve invertite, di fatto, parlano
chiaro: al netto dei proclami, già si prezza un primo taglio entro novembre
2023.
Ma la
Fed questa volta ha potuto giocare in serenità, quasi si trattasse di
un'amichevole estiva.
E non
perché l'epilogo del FOMC fosse scontato, bensì perché ha potuto porsi nella
cosiddetta posizione a specchio, esattamente come i soldati Usa di stanza a
Guantanamo rispetto ai loro omologhi cubani dall'altra parte delle rete.
E la
ragione sta tutta nell'appello lanciato dalla European Federation of Energy
Traders, un organismo commerciale che vanta tra i suoi membri calibri come BP e
Shell e commodity traders come Vitol e Trafigura, attraverso una lettera datata
8 marzo.
Il contenuto? Un grido di allarme agli
organismi di mercato come la European Investment Bank o la Bce e la Bank of
England affinché forniscano linee di supporto per la liquidità limitate nel
tempo ma immediate, affinché si permetta al mercato del gas e dell'energia in
generale di continuare a operare.
Insomma,
le sanzioni contro la Russia stanno già mietendo vittime in Europa e non negli
Usa. E le continue margin calls, ultima delle quali ha visto la svizzera
Trafigura costretta a richiedere finanziamenti al comparto del private equity,
rischiano di far saltare completamente le dinamiche di un settore tanto
fondamentale, quanto sotto pesantissimo stress.
Sia
finanziario che geopolitico. Il problema è che la stessa Bce ha voluto a sua
volta bruciare le mosse della Fed, annunciando la fine anticipata degli
acquisti obbligazionari e del supporto diretto: muovendosi in questo modo, ha
compiuto l'enorme errore di farsi trovare in fuori gioco, quando invece
intendeva mettere in offside proprio la Federal Reserve.
Se
infatti l'Eurotower arrivasse a rompere il tabù di un sostegno diretto verso
aziende notoriamente riconosciute per gli enormi profitti, la Fed potrebbe
immediatamente garantirsi il primo obiettivo:
mettere
subito in discussione i sei rimanenti rialzi, potendo vendere al mercato la
mossa del dimagrimento di bilancio a partire da maggio. Perché quando il tuo
stato patrimoniale è di 9 trilioni di dollari, i tempi per normalizzarlo sono
ovviamente biblici. E prezzati come tali.
Insomma,
utilizzando una terminologia anglosassone, la Bce jumped the gun. Finendo
clamorosamente squalificata.
E la
Fed ora può permettersi il lusso di attendere lungo il fiume che la corrente
delle sanzioni trasporti a valle la stagflazione tedesca.
Praticamente,
il Nirvana strategico di ogni banchiere centrale Usa. Soprattutto in vista del
voto di mid-term di novembre.
Soros
è preoccupato per la partnership
Putin-Xi,
spera che possano essere fermati
"prima
che distruggano la nostra civiltà."
Zerohedge.com-
Tyler Durden - Michael Washburn - (
17-3-2022 )- ci dicono :
( The
Epoch Times).
Il
leader cinese Xi Jinping ha dato segnali espliciti di essere amico e partner
del presidente russo Vladimir Putin nelle settimane precedenti l'invasione
dell'Ucraina da parte di Mosca il 24 febbraio.
Ora,
con l'invasione impantanata tra la dura resistenza ucraina e gran parte del mondo
sull'orlo del conflitto, Xi ha in qualche modo fatto marcia indietro e ha
contraddetto la sua precedente posizione appoggiando gli sforzi dei capi di
stato europei per fare la pace.
Questo
secondo il filantropo miliardario George Soros, 91 anni, che ha espresso le sue
opinioni sulla crisi in un editoriale di
The Epoch Times dell'11 marzo.
"
L'invasione russa dell'Ucraina il 24 febbraio è stato l'inizio di una terza
guerra mondiale che ha il potenziale per distruggere la nostra civiltà",
ha scritto Soros.
Nel
suo editoriale, Soros mette in contrasto l'attuale posizione di Xi con l'ampio
e cordiale incontro tra Xi e Putin il 4 febbraio nel giorno di apertura delle
Olimpiadi invernali di Pechino.
Il
risultato di quell'incontro è stato l'emissione di un testo di 5.000 parole che
annunciava una partnership "senza limiti" tra Russia e Cina .
"Il
documento è più forte di qualsiasi trattato e deve aver richiesto negoziati
dettagliati in anticipo", ha affermato Soros, esprimendo la sua sorpresa
per il fatto che Xi avrebbe potuto essere disposto a concedere un sostegno così
incondizionato ai progetti della Russia sull'Ucraina, o, come ha detto Soros,
"carte blanche” per invadere e occupare il paese.
Soros
considerava questo sostegno come un incoraggiamento a Putin, un sovrano che,
quando si avvicina all'età di 70 anni, sente una pressione crescente per
lasciare il segno nella storia, afferma Soros.
"Dopo
aver ottenuto il sostegno di Xi, Putin ha iniziato a realizzare il sogno della
sua vita con incredibile brutalità", ha scritto Soros.
Sviluppi
più recenti in Ucraina, dove la resistenza all'invasione è più feroce e
determinata di quanto alcuni si aspettassero, e il sostegno alla Russia
notevolmente inferiore a quanto ipotizzato da Putin, hanno spinto Xi a
rivalutare la sua posizione.
"Xi
sembra essersi reso conto che Putin è diventato un canaglia", ha osservato
Soros.
Il 7
marzo, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha affermato che l'amicizia tra
Russia e Cina era ancora "solida come una roccia", ma poi il giorno
successivo Xi ha chiamato il presidente francese Emmanuel Macron e il
cancelliere tedesco Olaf Scholz per esprimere il suo sostegno ai loro sforzi
per fare pace e per sostenere la moderazione, ha osservato Soros.
Dall'invasione, sia Macron che Scholz hanno trascorso molte ore al telefono con
Putin nel tentativo di lavorare per una risoluzione del conflitto.
“Non è
affatto certo che Putin accetterà i desideri di Xi. Possiamo solo sperare che
Putin e Xi vengano rimossi dal potere prima che possano distruggere la nostra
civiltà”, ha concluso Soros.
All'inizio
di quest'anno, Soros ha espresso la sua opinione secondo cui l'anno 2022
sarebbe stato un "punto di svolta" durante il quale il mondo avrebbe
ruotato in modo decisivo nella direzione dell'apertura e della libertà o della
dittatura e della repressione.
Ha
indicato in particolare la crescente aggressività del Partito Comunista Cinese
sulla scena mondiale, unita ai problemi interni affrontati dal regime.
“KLAUS
SCHWAB “ È L’UOMO
PIÙ
PERICOLOSO DEL PIANETA?
Valdovaccaro.com-
Valdo Vaccaro- (9 Mar 2022 )- ci dice :
(JP
SEARS).
La
differenza di questa quarta rivoluzione industriale è che non cambia quello che
stai facendo, ma cambia te stesso. Con l’editing genetico, per esempio, sei tu
stesso che stai cambiando e ovviamente questo ha un grande impatto sulla tua
identità.
Klaus
Schwab.
Modificare
i tuoi geni?
Fantastico,
lo spiegherò dopo, ma prima, perché così tante persone considerano questo
tizio, Klaus Schwab, l’uomo più pericoloso del mondo?
Beh,
ci sono alcune ragioni, in realtà molte.
Potresti
ricordare Klaus Schwab come la pozza di feci liquefatte che diceva che “Entro
il 2030 non possederai nulla e sarai felice”. Tradotto probabilmente significa
che entro il 2030 lui possederà tutto e ne sarà felice. (Un miliardario
impunito e prepotente ! Ndr.).
Ma
come si aspetta che tu non possieda nulla e ne sia felice? Oh ha un piano. Te
ne parlerò fra un minuto, ma prima vediamo un po’ chi è Klaus Schwab.
È
l’autore di Kovid19, il Grande Reset.
Che
grande opportunità davvero. E il suo libro è stato pubblicato il 9 luglio 2020.
Mi
chiedo come l’abbia scritto e pubblicato così velocemente.
È quasi come se l’avesse scritto prima di far
iniziare la pandemia, voglio dire, prima che iniziasse la pandemia.
Il
vecchio (debosciato ,Ndr.)Klaus è anche il fondatore e presidente del Forum
Economico Mondiale o WEF, un’organizzazione che si rivolge al pubblico con
obiettivi all’apparenza molto nobili di creare un mondo migliore.
La
paura del cambiamento climatico e delle malattie sono loro grandi obiettivi.
“Benvenuto a Davos, parcheggia lì il tuo jet privato e poi entra e fai finta di
essere preoccupato per il cambiamento climatico.“
Klaus
e il WEF vogliono un sistema di identificazione digitale mondiale che determini
l’accesso a beni e servizi. Monitorerebbe il tuo comportamento online, gli
acquisti e i dati biometrici. Sembra che voglia semplicemente farla finita con
l’intero processo democratico e dare tutto il potere allo stato e a chiunque
gestisca lo stato unico dittatoriale.
Ma
queste sono solo supposizioni basate sia sulle sue parole che sulle sue azioni,
quindi si tratta probabilmente di osservazioni imprecise. (Il personaggio del
dottor Evil era basato su questo rettile?) Il signor Schwab scrive quanto
segue:
“Una
delle più grandi lezioni degli ultimi cinque secoli in Europa e in America è
questa: le crisi acute contribuiscono a rafforzare il potere dello Stato. È
sempre stato così e non c’è motivo per cui dovrebbe essere diverso con una
pandemia”.
Klaus
Schwab.
Nessuno
ha mai eletto Klaus Schwab a nulla.
Tutto
questo suona come una cospirazione, vero?
Il
Forum Economico Mondiale è composto da bravi ragazzi! Non hai visto i titoli
per cui pagano? Go Green! Giusto? Giusto? Probabilmente è giusto. Sono
veramente dei bravi ragazzi.
Di conseguenza sarai entusiasta di sapere che
la lista dei relatori del WEF al raduno annuale delle élite a Davos includeva
benevoli umanitari come Xi Jinping, il leader del partito comunista cinese che
sta attualmente commettendo un genocidio, Anthony Fauci, che è probabilmente
attualmente coinvolto in crimini contro l’umanità, Bill Gates, che è
probabilmente attualmente coinvolto in crimini contro l’umanità e il primo
ministro australiano Scott Morrison che è probabilmente attualmente coinvolto
in crimini contro l’umanità. Che bella squadra!
Ma il
mio relatore WEF preferito di tutti i tempi è questo rettile, il principale
consigliere di Klaus Schwab, il dr Yuval Noah Harari. Vediamo cosa ha da dire.
Yuval
Noah Harari.
“I
dati potrebbero consentire alle élite umane di fare qualcosa di ancora più
radicale della semplice costruzione di dittature digitali. Hackerando gli
organismi, le élite possono ottenere il potere di riprogettare il futuro della
vita stessa. Perché una volta che puoi hackerare qualcosa, di solito puoi anche
progettarlo.”
Yuval
Noah Harari
Élite
che hackerano gli organismi e riprogettano la vita stessa? Beh, non sta
parlando di farlo alle persone, vero?
“In
passato molti tiranni e governi volevano farlo, ma nessuno capiva abbastanza
bene la biologia e nessuno aveva abbastanza potenza di calcolo per hackerare
milioni di persone, né la Gestapo né il KGB potevano farlo.
Ma
presto, almeno alcune corporazioni e governi saranno in grado di hackerare
sistematicamente tutte le persone.
E se
davvero riusciremo a hackerare e progettare la vita, questa non sarà solo la
più grande rivoluzione nella storia dell’umanità, questa sarà la più grande
rivoluzione in biologia dall’inizio della vita quattro miliardi di anni fa. Per
quattro miliardi di anni nulla di fondamentale è cambiato.”
Yuval
Noah Harari.
Non
stai giocando a fare Dio, vero? Perché di solito funziona molto bene.
“La
scienza sta sostituendo l’evoluzione per selezione naturale con l’evoluzione
con un design intelligente. Non un design intelligente di qualche dio sopra le
nuvole, ma il nostro design intelligente e il design intelligente del nostro
cloud, il cloud IBM, il cloud Microsoft, queste sono le nuove forze trainanti
dell’evoluzione”.
Yuval
Noah Harari.
Cavolo,
non avresti per caso un piano in atto su come controllare le persone con la tua
tecnologia cloud, vero? E quel piano non è per caso già in fase di attuazione
vero?
“Oggi
abbiamo la tecnologia per hackerare gli esseri umani su vasta scala. In questo
tempo di crisi bisogna seguire la scienza. Si dice spesso che una buona crisi
non dovrebbe mai lasciata andar sprecata”.
Yuval
Noah Harari.
Suona
familiare? Nessuno si è preso la briga di dirgli di non dire niente di tutto
questo ad alta voce davanti alla telecamera? È solo che sono molte prove.
“Gli
addetti alla sorveglianza potrebbero guardare indietro di cento anni e
identificare l’epidemia di coronavirus come il momento in cui è subentrato un
nuovo regime di sorveglianza, in particolare la sorveglianza sotto la pelle”.
“Il mio cervello, il mio corpo, la mia vita appartiene a me o a qualche
corporazione o al governo o forse alla collettività umana?”
Yuval
Noah Harari.
Sto
tizio sta rivelando l’intero piano, lo rovinerà!
Altri
fatti interessanti su Klaus Schwab e il WEF.
Hanno
un programma per giovani leader, che consiste in un periodo di cinque anni di
indottrinamento ai loro principi.
L’obiettivo del programma è creare leader
mondiali che non rispondano al loro popolo, ma ai loro capi al WEF.
I
laureati del programma includono ammirevoli leader mondiali che sono
sospettosamente al passo con il Grande Reset come Justin Trudeau, Macron e Mark
Zuckerberg.
I
partner sponsor del programma per i giovani leader globali del WEF sono stati
la Bill and Melinda Gates Foundation e Google. Chissà come mai Google censura e
modella le informazioni per supportare esattamente la narrativa del Forum
Economico Mondiale? Mmmh.
Oh, un
altro fatto divertente, il WEF prevede un attacco informatico mondiale. Pure io
sono un mago nel prevedere le cose che ho intenzione di fare!
Schwab, molto preoccupato, ritiene che
l’attacco informatico potrebbe porre fine alla nostra rete elettrica, ai
servizi ospedalieri, ai trasporti e alla nostra società nel suo insieme. Il WEF
ha quindi simulato l’attacco informatico. Simulato o pianificato? Non ne sono
sicuro, ma hanno detto che era una simulazione, quindi probabilmente è meglio
crederci e basta.
Oh, il
“WEF di Schwab “ insieme alla Bill and Melinda Gates Foundation ha organizzato
Event 201, che stranamente si è svolto esattamente come pianificato o simulato
o quello che è. Andiamo avanti.
Ed
ecco una foto di Klaus Schwab seduto davanti a una statua di Vladimir Lenin.
Mi
chiedo perché abbia una statua di uno dei più grandi assassini della storia.
Lenin ha ucciso circa 5 milioni di persone.
E
infine, ricordi tutta la storia di Schwab sul fatto che non avrai nulla e ne
sarai felice?
Quale sarebbe il piano del WEF di Schwab per
farlo accadere? Probabilmente non è niente, ma considera questo.
Blackrock
è una società di investimento con nove trilioni di dollari in gestione, che è
un PIL più alto di tutti i paesi del mondo a parte Stati Uniti e Cina.
Quindi
risulta che Blackrock abbia un’influenza politica e finanziaria maggiore
rispetto alla Federal Reserve e alla maggior parte dei governi.
Bene,
ma qual è il collegamento con il WEF? Beh, ancora una volta e probabilmente non
è niente, ma l’amministratore delegato di Blackrock Larry Fink è anche un
membro del consiglio del WEF di Schwab . Beh, questo è super conveniente e
probabilmente è solo una coincidenza.
Il WEF
di Schwab e Blackrock stanno forse
colludendo nel corporativismo, dove un’élite corporativa non eletta detta legge
alla popolazione?
Beh,
non potrebbero farlo perché dovrebbero infiltrarsi nel governo, cosa che non
hanno fatto.
Tranne
che in uno dei primi incaricati di Joe Biden. Una volta entrato in carica ha
nominato Brian Deese direttore del Consiglio economico nazionale.
Brian Deese proviene da Blackrock, dove era un
capo globale degli investimenti sostenibili e ora è il principale consulente di
Biden per la politica economica.
Ma è
Biden a prendere le decisioni politiche, non le élite corporative non elette di
Blackrock e del WEF di Schwab . Ovviamente Biden prende tutte le decisioni, non
siamo sciocchi.
Oh e
anche il principale consigliere economico di Kamala Harris è Michael Pyle.
Proveniva
da Blackrock, dove supervisionava la strategia per investire 9 trilioni.
Beh,
sembra corporativismo ma probabilmente non lo è, ma anche se lo fosse sarebbe
effettivamente una strategia praticabile per Blackrock e il Forum Economico
Mondiale di Schwab di possedere tutto e per te di non possedere nulla.
Un
fatto divertente è che Blackrock sta comprando case unifamiliari a un ritmo
allarmante, spesso pagando dal 20 al 50% in più del prezzo richiesto, quindi le
persone normali, come me e te, non possono possedere le case.
C’è
uno schema interessante in tutto questo. Sai come hai sentito parlare di
antichi governanti tirannici che avrebbero governato il loro popolino dicendo
cose come
“Sì,
se non fate tutto questo lavoro da schiavi e non mi lasciate dormire con le
vostre mogli, allora Dio vi farà morire tutti in una tempesta mortale. Dio me
l’ha detto e poiché sono un’élite ho accesso a questa conoscenza e voi no,
quindi è meglio che facciate come dico o morirete“?
Bene,
noi contadini non possiamo percepire ciò che il Re può, quindi è meglio fare come
dice lui. Vai pure e sbattiti mia moglie, e grazie per averlo fatto per la mia
protezione Re!
La
buona vecchia paura che crea uno schema prevedibile vecchio quanto il tempo
stesso.
Ma con
Klaus Schwab nel Forum Economico
Mondiale, i cambiamenti climatici ti uccideranno, le malattie ti uccideranno e
un attacco informatico ti prenderà.
Quindi
è meglio che tu faccia come diciamo o morirai. Conoscono i problemi spaventosi
e solo loro hanno le soluzioni. Quindi ascolta o morirai.
In
conclusione alla domanda, Klaus Schwab è l’uomo più pericoloso del mondo?
Ecco
di nuovo il suo consigliere di spicco:
“Gli
umani ora sono animali hackerabili. Avete presente l’idea che gli umani hanno
un’anima o spirito e hanno il libero arbitrio e nessuno sa cosa sta succedendo
dentro di me, quindi qualunque cosa io scelga, che sia alle elezioni o al
supermercato questo è il mio libero arbitrio, ecco, tutto questo è finito”.
Yuval
Noah Harari.
Sarà
davvero finita se deleghi il tuo pensiero a influenze esterne e prendi la via più
facile scegliendo l’obbedienza al posto del coraggio.
Farlo
ti rende molto suscettibile ad essere manipolato dalla paura e se ciò accade
fallirai nel rimanere un individuo libero e sovrano.
Ma
ecco come Schwab e i suoi amici, che sociopaticamente non sorridono mai,
falliranno nel loro Grande Reset e tu riuscirai a rimanere un individuo libero
e sovrano.
Lasciati guidare dal tuo pensiero critico e da
ciò che il tuo cuore e la tua anima sanno essere giusto e scegli il coraggio
anziché l’obbedienza. Obbedienza o coraggio? Delegare i tuoi pensieri o usare
la propria testa? Siamo nel processo del Grande Reset o del Grande Risveglio e
la scelta non è di Klaus Schwab, la scelta è tua.
La
Russia prepara la spallata finale a Kiev.
msn.com
-Redazione- notizie- ( 17-3-2022)- ci dice :
La
guerra in Ucraina è arrivata fino a Podil, nel cuore della Capitale.
Lì
dove ci sono le chiese storiche, a due passi dal Dnepr, dalla movida, dai club
per i giovani.
Il conflitto non è più confinato alle
periferie, ai quartieri dormitorio con gli enormi grattacieli sovietici, ai
sobborghi di là dai ponti.
L'avanzata russa prosegue verso il cuore
nevralgico della città, anche se continua ad incontrare una forte resistenza.
Il
diciassettesimo giorno dall'invasione ha confermato ciò che era emerso già l'11
marzo:
la
colonna infinita di tank si è disciolta per posizionarsi in maniera concentrica
attorno a Kiev e tentare, nei prossimi giorni, la spallata definitiva.
Ma è inutile fare previsioni, perché tutti i
pronostici su questa guerra, finora, si sono rivelati errati.
La Capitale cadrà in breve tempo? Avrà le
forze per combattere a lungo?
E cosa succederà negli scontri ravvicinati,
quartiere per quartiere?
Che la
metropoli possa cedere con un'invasione esclusivamente terrestre appare
improbabile e d'altronde le difficoltà di Mosca sono testimoniate dalle
situazioni di stallo a Kharkiv, Mariupol e in altre località.
L'attacco
dall'alto, che a Kiev ancora non c'è stato, potrebbe favorire sicuramente la
Russia ma il rischio è di colpire indistintamente obiettivi militari e civili e
di distruggere quasi completamente la città.
Sarà
disposto Putin a trasformare l'Ucraina in una sorta di Cecenia o di Aleppo?
I piani del Cremlino, probabilmente, erano
altri ma le guerre spesso portano al pantano e l'esercito russo ci è finito
dentro e fa fatica a rialzarsi.
Che
non sarà un'avventura destinata ad esaurirsi a breve, in ogni caso, lo hanno
ribadito nuovamente, in queste ore, le cancellerie occidentali.
Il più attivo ancora una volta è stato Macron,
che dopo aver parlato al telefono con lo "zar" ha ribadito che da
parte di Mosca "non c'è nessun segnale che vada nella direzione di uno
stop al conflitto".
La
speranza di un negoziato un po' più costruttivo rispetto ai tre incontri andati
in scena finora in Bielorussia e in Turchia è riposta su Israele.
Il premier ucraino Zelensky si è appellato al
primo ministro dello stato ebraico, Bennett, auspicando un suo ruolo attivo
nella mediazione con Putin e confermando la propria disponibilità immediata per
un viaggio a Gerusalemme.
Israele finora ha condannato l'invasione russa
ma ha mantenuto un contatto costante con il Cremlino e potrebbe rappresentare
un canale importante per via degli storici legami con i due Paesi e di
un'emigrazione da Russia e Ucraina che non si è mai arrestata e che in questi
giorni è cresciuta ulteriormente.
Il 12 marzo infine è stata diramata l'ennesima
conta dei morti che continua a salire: sul fronte ucraino sono 1.300 i soldati
uccisi mentre i civili caduti finora sarebbero qualche centinaio in più.
Più
incerti i numeri che riguardano i russi: secondo Kiev i militari nemici
deceduti al fronte risulterebbero almeno 12 mila ma è una stima difficilmente
confermabile. Mosca tace ma l'imbarazzo per una guerra sfuggita di mano è
evidente. (ITALPRESS).
LA
“FINE DELLA STORIA” MAI AVVENUTA
E LA
GUERRA RUSSA ALL’ORDINE “LIBERAL Dem Usa”).
Comedonchisciotte.org-
Aleksandr Dugin -Jacopo Brogi- (16 Marzo 2022)- ci dicono:
(ideeazione.com/la-fine-della-storia-mai-avvenuta-e-la-guerra-russa-allordine-liberale/).
Tesi
sulla fine della storia.
Da un
punto di vista ideologico, il mondo vive ancora all’ombra della controversia
degli anni 90 tra Francis Fukuyama e Samuel Huntington Qualunque siano le
critiche che si possono muovere alle tesi di entrambi gli autori, la loro
importanza non è stata in alcun modo sminuita, poiché il dilemma permane e, inoltre,
è ancora il contenuto principale della politica e dell’ideologia mondiale.
Permettetemi
di ricordare che in relazione al crollo del Patto di Varsavia e poi dell’URSS,
il filosofo politico americano Francis Fukuyama ha formulato la tesi della
“fine della storia”.
Questa
si basava sulla considerazione che nel ventesimo secolo – e soprattutto dopo la
sconfitta del fascismo – la logica della storia si riduceva a un confronto tra
le due ideologie: liberalismo occidentale vs comunismo sovietico. Il futuro, e
quindi il significato della storia, dipendeva dall’esito del loro confronto.
Ora,
secondo Fukuyama, il futuro è arrivato. Questo momento è stato il crollo
dell’Unione Sovietica nel 1991 e l’arrivo al potere a Mosca di liberali che
hanno riconosciuto la supremazia ideologica dell’Occidente.
Da qui
la tesi della “fine della storia”.
Secondo
Fukuyama, la storia è la storia delle guerre (calde e fredde), dei conflitti e
degli scontri.
Nella seconda metà del XX secolo tutti gli
scontri e le guerre si sono ridotti all’opposizione dell’Occidente capitalista
e liberale contro l’Oriente comunista.
Quando
l’Est è crollato, le contraddizioni sono scomparse. Le guerre cessarono (come
pensava Fukuyama). E di conseguenza, la storia era finita.
Rinvio
della fine della storia, non negazione.
In
realtà, è questa teoria che sostiene l’intera ideologia e pratica del
globalismo e della globalizzazione.
I
liberali occidentali ( che non sono più i liberali ,ma bensì “l LIBERAL” -Dem
Usa) ne sono ancora guidati fino ad oggi.
È
l’idea sostenuta da George Soros, Klaus Schwab, Bill Gates, Jeff Bezos, Mark
Zuckerberg, Barack Obama, Bernard Henri Levy, Hillary Clinton e… Joe Biden.
I
liberali ammettono che non tutto è andato liscio dagli anni ’90.
Il
liberalismo e l’Occidente hanno affrontato vari problemi e nuove sfide (con
l’Islam politico, la nuova ascesa della Russia e della Cina, il populismo –
anche in America stessa sotto forma di Trump e del trumpismo, ecc.).
I globalisti (liberal Dem Usa) sono convinti
che la fine della storia è stata un po’ ritardata, posticipata, ma è
inevitabile e arriverà abbastanza presto.
Il
convinto globalista (liberal Dem Usa )Joe Biden ha vinto (probabilmente in modo
poco corretto) le elezioni sotto lo slogan di un nuovo – ultimo – sforzo per
rendere reale la fine della storia, ciò significa assicurare definitivamente il
trionfo dei “liberal Dem Usa “su scala globale (Bild Back Better è la stessa
cosa di “Tornare di nuovo alla globalizzazione e questa volta con più
successo”).
La stessa linea (non più liberali, ma “liberal
Dem Usa) é stata proclamata dal fondatore del World Economic Forum di Davos,
Klaus Schwab, come programma planetario del “Grande Reset”.
Fukuyama
e le sue tesi non furono scontate, ma semplicemente l’attuazione di questo piano,
ideologicamente ineccepibile dal punto di vista della visione liberale del
mondo nel suo insieme, fu rimandata.
Per 30 anni, il “liberal Dem Usa” ha continuato a permeare la società – nella
tecnologia, nei processi sociali e culturali, nella diffusione delle politiche
di genere (LGBTB+), nell’educazione, nella scienza, nell’arte, nei social
media, nella cultura della cancellazione ecc.
E questo non valeva solo per i paesi
occidentali, ma anche per società semi-chiuse come i paesi islamici, la Cina o
la Russia.
Riemersione
delle civiltà.
Già
negli anni ’90 un altro autore americano, Samuel Huntington, ha contrastato
Fukuyama con un’interpretazione alternativa del momento storico contemporaneo.
Fukuyama era un liberale convinto, un
sostenitore del governo mondiale e della de-nazionalizzazione e de-sovranità
degli Stati nazionali.
Huntington,
d’altra parte, aderiva alla tradizione del realismo nelle relazioni
internazionali, cioè riconosceva la sovranità come principio supremo; ma, a
differenza di altri realisti che interpretano la politica mondiale in termini
di Stati nazionali, Huntington credeva che dopo la fine della guerra fredda e
la scomparsa del blocco orientale e dell’URSS, non ci sarebbe stata la fine
della storia, ma nuovi attori che sarebbero emersi e sarebbero stati in
competizione tra loro su scala planetaria. Li chiamò “civiltà” e predisse, in
un suo famoso articolo, il loro scontro reciproco.
Huntington
procedeva da quanto segue: i campi del “capitalista” e del “socialista” non
sono stati creati in un vuoto di disegni ideologici astratti, ma su una base
culturale e civile molto definita di popoli e territori diversi;
questa base è stata stabilita molto prima
dell’inizio della modernità occidentale e delle sue semplicistiche ideologie
riduzioniste (liberalismo, comunismo, nazionalismo); quando la disputa delle
ideologie moderne finirà (come è successo con la scomparsa di una delle ultime
due, il comunismo), i contorni profondi delle antiche culture, religioni e
civiltà emergeranno da sotto la superficie.
Nemici
veri e falsi del” liberalismo globale”.
(Oggi
esiste solo il “Liberal Dem Usa” : il liberalismo non esiste più ! Ndr)
La
giustezza della tesi di Huntington divenne particolarmente evidente all’inizio
del XXI secolo, quando l’Occidente si confrontò con l’Islam radicale. A quel
punto Huntington stesso morì prima di poter godere della sua vittoria teorica,
mentre Fukuyama ammise di essersi affrettato a fare una dichiarazione e delle
conclusioni finali e addirittura avanzò la tesi dell’”islamofascismo”, la cui
sconfitta avrebbe portato realmente “la fine della storia”, ma non prima. Con
questo si è sbagliato ancora una volta.
E non
solo riguardo all’Islam politico. L’islam ha dimostrato di essere così diverso
nella pratica che non si è coalizzato in un’unica forza di fronte
all’Occidente. Era utile per gli strateghi occidentali manipolare il fattore
della minaccia islamica e del fondamentalismo islamico in una certa misura, per
giustificare la loro interferenza nella vita politica delle società islamiche
in Medio Oriente o in Asia centrale, ma ciò non poteva rappresentare una seria
sfida ideologica.
Molto
più serio è stato il perseguimento della sovranità reale da parte di Russia e
Cina.
Di
nuovo, però, né Mosca né Pechino hanno contrapposto ai “liberal Dem Usa” e ai
globalisti una particolare ideologia (soprattutto da quando il comunismo cinese
ha riconosciuto il liberalismo economico dopo le riforme di Deng Xiaoping).
Queste erano due civiltà che si erano
sviluppate molto prima della Modernità. Huntington stesso le ha chiamate
civiltà ortodossa (cristiana orientale) nel caso della Russia e civiltà
confuciana nel caso della Cina, riconoscendo giustamente in Russia e in Cina
una connessione con culture spirituali profonde. Queste culture profonde si
sono fatte conoscere proprio quando il confronto ideologico tra liberalismo e
comunismo si è concluso con una vittoria superficiale, ma non reale (!) dei
globalisti. Il comunismo scomparve, ma l’Oriente, l’Eurasia, no.
La
vittoria nel mondo virtuale.
I
sostenitori della fine della storia non hanno accettato troppo facilmente il
loro fallimento.
Erano
così presi dai loro modelli fanatici – ideologici – di globalizzazione e
liberalismo (ora liberal Dem Usa) che non riuscivano a vedere altro futuro se
non la fine della storia.
Così
hanno cominciato a insistere sempre di più su una versione virtuale di essa.
Se
qualcosa non è reale, facciamolo sembrare reale e tutti ci crederanno.
In sostanza, si sta scommettendo su una
politica di controllo mentale, attraverso le risorse informative globali, la
tecnologia di rete, la promozione di nuovi gadget e lo sviluppo della coesione
uomo-macchina.
Questo è il Grande Reset enunciato dal
creatore del Forum di Davos, Klaus Schwab (il nuovo Hitler! Ndr.) , e
abbracciato dal Partito Democratico americano e da Joe Biden.
L’essenza
di questa politica è questa: se i globalisti non controllano la realtà,
dominano completamente il mondo virtuale.
Possiedono
tutte le tecnologie di rete di base, i protocolli, i server, ecc. Quindi,
basandosi sull’allucinazione elettronica globale e sul controllo totale della
coscienza, hanno iniziato a creare un’immagine del mondo in cui la storia era
già finita.
Era solo un’immagine, niente di più, la cui
coda ha deciso seriamente di scodinzolare.
Così,
Fukuyama ha mantenuto la sua importanza, ma non più come analista, ma come
PR-manager globale che cerca di imporre nozioni ostinatamente rifiutate da gran
parte dell’umanità.
Questa
volta il liberalismo si trasforma in qualcosa di veramente aggressivo e quasi
totalitario.
La
guerra di Putin all’ordine “liberal Dem Usa”,
La
valutazione di Fukuyama dell’operazione militare speciale in Ucraina è quindi
di un certo interesse. A prima vista, potrebbe sembrare che in questo caso la
sua analisi diventi completamente irrilevante, poiché egli ripete semplicemente
i comuni cliché della propaganda occidentale antirussa, che non contengono
nulla di nuovo o convincente in sé – semplice giornalismo russofobo.
A ben
guardare, tuttavia, il quadro cambia un po’ se si trascura ciò che più
colpisce: l’odio rabbioso verso la Russia, Putin e tutte quelle forze che si
oppongono alla fine della storia e identificano l’algoritmo del suo pensiero,
riflettendo la linea principale del comune modo di pensare delle élite
globaliste.
In un
articolo pubblicato sul Financial Times, Fukuyama fa il punto principale nel
titolo stesso “La guerra di Putin all’ordine liberal Dem Usa”. Questa tesi in
sé è assolutamente corretta.
L’operazione
militare speciale in Ucraina è lo slancio decisivo per stabilire la Russia come
civiltà, come polo sovrano di un mondo multipolare.
Ciò si
adatta perfettamente alla teoria di Huntington, ma è completamente in contrasto
con la “fine della storia” di Fukuyama (o la “società aperta” di Popper/Soros –
ecco perché il vecchio Soros è così furioso ora).
Sì,
questa è esattamente la “guerra all’ordine liberal Dem Usa”.
Importanza
chiave dell’Ucraina.
L’importanza
dell’Ucraina per la rinascita della Russia come potenza mondiale pienamente
indipendente è stata chiaramente stabilita da generazioni di geopolitici
anglosassoni, dal fondatore di questa scienza, Mackinder a Brzezinski. In
precedenza, è stato formulato come segue: senza l’Ucraina la Russia non è un Impero,
ma con l’Ucraina è un Impero. Se al posto di “Impero” mettessimo il termine
“civiltà” o “polo del mondo multipolare”, il significato sarebbe ancora più
trasparente.
L’Occidente
globale ha puntato sull’Ucraina come l’Anti-Russia, e a questo scopo ha dato
strumentalmente il via libera al nazismo ucraino e alla russofobia estrema.
Ogni
mezzo era buono per combattere la civiltà ortodossa e il mondo multipolare.
Putin, però, non l’ha ingoiato ed è entrato nella battaglia, non con l’Ucraina,
ma con il globalismo, con l’oligarchia mondiale, con il Grande Reset, con il
“liberal Dem Usa”, con la fine della storia.
Proprio
qui è venuta allo scoperto la cosa più importante: l’operazione militare
speciale è diretta non solo contro il nazismo russofobo ucraino (la
denazificazione – insieme alla smilitarizzazione – è il suo obiettivo
principale) ma ancor più contro il liberal Dem Usa e il globalismo.
Dopo
tutto, sono stati i liberali occidentali a rendere possibile il nazismo
ucraino, a sostenerlo, ad armarlo e a metterlo contro la Russia – come nuovo
polo di un mondo multipolare.
Persino
Mackinder ha chiamato le terre della Russia “l’asse geografico della storia”
(così era il titolo del suo famoso articolo). Perché la storia finisca (la tesi
globalista, l’obiettivo del “Grande Reset”), l’asse della storia deve essere
rotto, distrutto; la Russia come polo, come attore sovrano, come civiltà
semplicemente non deve esistere.
Il piano diabolico dei globalisti era quello
di minare la Russia nella zona più dolorosa, di mettere gli stessi slavi
orientali (cioè essenzialmente gli stessi russi) l’uno contro l’altro e persino
di dividere la Chiesa ortodossa russa che li univa nella cornice della stessa
civiltà.
A
questo scopo, gli ucraini dovevano essere collocati all’interno della matrice
globalista.
I globalisti hanno cercato di ottenere il
controllo sulla coscienza della società con l’aiuto della propaganda
informativa, delle reti sociali e di una gigantesca operazione per dirigere la
psiche e la coscienza.
Molti
milioni di ucraini ne sono stati vittime negli ultimi decenni e in modo più
drastico dopo il Maiden del 2014 e l’aperta ascesa del nazismo artificiale
ucraino.
Gli
ucraini sono stati persuasi di essere parte del mondo occidentale (globale) e
che “i russi non sono fratelli, ma acerrimi nemici” e il nazismo ucraino in
tale strategia coesisteva perfettamente con il “liberal Dem Usa” , che in
sostanza serviva strumentalmente.
La
guerra per la multipolarità.
Questo
è esattamente ciò con cui Putin si è impegnato in una lotta determinante. Non
contro l’Ucraina, ma per l’Ucraina. Fukuyama ha completamente ragione in questo
caso. Quello che sta accadendo oggi in Ucraina è “la guerra di Putin all’ordine
liberal Dem Usa”.
È una
guerra con Fukuyama stesso, con Soros e Schwab, con la “fine della storia” e
con il globalismo, con l’egemonia reale e virtuale, con il Grande Reset.
I
drammatici eventi attuali in Ucraina rappresentano il principale dilemma
dell’umanità. In essi si decide il destino di quello che sarà il prossimo ordine
mondiale. Il mondo diventerà veramente multipolare, cioè democratico e
policentrico, dove le diverse civiltà avranno il diritto di scegliere
liberamente i propri destini (e noi speriamo che questo sia esattamente ciò che
accadrà – nel caso della nostra prossima vittoria), oppure (Dio non voglia)
sprofonderà definitivamente nell’abisso del globalismo.
Questa volta, però, i”l liberal Dem Usa “non
si opporrà più al nazismo e al razzismo, ma diventerà inseparabilmente legato
ad essi (come nel caso dell’Ucraina). Il liberal Dem Usa moderno, pronto a sfruttare e trascurare il
nazismo quando serve ai suoi interessi, è il vero male – un male assoluto. È
con esso che si sta conducendo la guerra attuale.
Le 12
tesi del Gauleiter Fukuyama basate su false premesse.
Un
altro recente testo di Fukuyama, stampato in American Purpose, una
pubblicazione dei neocon americani (precisamente i più brillanti rappresentanti
del nazismo liberale), è degno di interesse.
In
esso Fukuyama propone 12 tesi su come si svolgerà il conflitto in Ucraina. Le
presenteremo nella loro interezza. Va notato che si tratta di completa
disinformazione e propaganda nemica, ed è in questa veste di fake news che
presentiamo il testo in questione.
La
Russia sta andando verso una sconfitta totale in Ucraina.
La
pianificazione russa è stata incompetente, basata sul presupposto errato che
gli ucraini fossero favorevoli alla Russia e che il loro esercito sarebbe
crollato immediatamente dopo un’invasione.
I soldati russi stavano evidentemente portando
uniformi per la loro parata della vittoria a Kiev piuttosto che munizioni e
razioni extra. Putin a questo punto ha impegnato la maggior parte del suo
intero esercito in questa operazione – non ci sono vaste riserve di forze che
può richiamare per aggiungere alla battaglia. Le truppe russe sono
bloccate fuori da varie città ucraine dove affrontano enormi problemi di
rifornimento e costanti attacchi ucraini.
La
prima frase è la più importante.
«La Russia si sta dirigendo verso una
sconfitta totale in Ucraina».
Tutto
il resto è costruito sul fatto che questa frase rappresenta la “verità
assoluta” e non può essere messa in discussione. Se avessimo a che
fare con l’analitica reale, inizierebbe con un dilemma: se i russi vincono,
allora…, se i russi perdono, allora…. Ma qui non c’è niente del genere. «I
russi perderanno perché i russi non possono non perdere, il che significa che i
russi hanno già perso.
E non
vanno considerate altre opzioni, perché sarebbero propaganda russa».
Che
cos’è questo? Questo è nazismo liberale manifesto, pura propaganda ideologica
globalista, che colloca il lettore immediatamente dall’inizio in un mondo
virtuale dove “la storia è già finita”.
Poi
tutto diventa prevedibile nel contesto dell’allucinazione strumentalizzata.
Abbiamo a che fare con un esemplare tipico di psy-op.
Il
crollo della loro posizione potrebbe essere improvviso e catastrofico,
piuttosto che avvenire lentamente attraverso una guerra di logoramento.
L’esercito
sul campo raggiungerà un punto in cui non potrà essere né rifornito né
ritirato, e il morale si vaporizzerà.
Questo
è vero almeno nel nord; i russi stanno facendo meglio nel sud, ma quelle
posizioni sarebbero difficili da mantenere se il nord crollasse.
Nessuna
prova, puro wishful thinking. «I russi devono essere perdenti perché sono
perdenti» lo sentiamo dalla bocca del perdente esemplare Fukuyama, le cui
previsioni sono state tutte state smentite come epic fail.
Il
tutto è costruito sul presupposto che Mosca stesse preparando un’operazione che
sarebbe durata due o tre giorni, seguita da un ingresso vittorioso, con le
strade cosparse dai fiori della popolazione liberata in festa. Come se i russi
fossero così idioti da non accorgersi dei trent’anni di propaganda russofoba,
dell’accompagnamento da parte dell’Occidente di formazioni neonaziste e di un
esercito su scala europea, pesantemente armato (dallo stesso Occidente) e
addestrato (ai tempi dell’Unione Sovietica, e l’addestramento era serio
allora), che andava per suo conto a iniziare una guerra in Donbass e poi in
Crimea. Se non fosse stata completata in quindici giorni, sarebbe stato un
“fallimento”. Un’altra allucinazione.
L’Occidente
ha sacrificato gli ucraini.
Fukuyama
quindi prosegue a dire una cosa piuttosto importante:
Non
c’è nessuna soluzione diplomatica alla guerra possibile prima che questo
accada. Non c’è nessun compromesso concepibile che sarebbe accettabile sia per
la Russia che per l’Ucraina, date le perdite che hanno subito a questo punto.
Questo
significa che l’Occidente continua a credere alla sua stessa propaganda
virtuale e non ha intenzione di scendere a compromessi con la Russia e
ricorrere a controlli di realtà. Se l’Occidente aspetta che la Russia sia
sconfitta per iniziare i negoziati, questi non inizieranno mai.
Il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dimostrato ancora una volta di
essere inutile. L’unica cosa utile è stato il voto dell’Assemblea Generale, che
aiuta a identificare gli attori cattivi o prevaricatori del mondo.
In
questa tesi, Fukuyama si riferisce alla necessità di sciogliere l’ONU e creare
al suo posto la Lega delle Democrazie, cioè le strutture di Stati completamente
subordinati a Washington, disposti a vivere nell’illusione della “fine della
storia”. Tale progetto è stato formulato da un altro nazista liberale russofobo
McCain e ha cominciato ad essere attuato da Joe Biden. Tutto sta andando
secondo il piano del “Grande Reset”.
(cioè
i globalisti occidentali si sono limitati a sostituire il “liberalismo storico”
con un
abborracciato
“Globalismo Liberal Dem Usa”! Senza indicarlo …però. Ndr.)
Le
decisioni dell’amministrazione Biden di non dichiarare una no-fly zone o di
aiutare a trasferire i MiG polacchi sono state entrambe buone; hanno mantenuto
la testa durante un periodo molto emotivo.
È molto meglio che gli ucraini sconfiggano i
russi da soli, privando Mosca della scusa che la NATO li ha attaccati, oltre ad
evitare tutte le ovvie possibilità di escalation.
I MiG polacchi in particolare non
aggiungerebbero molto alle capacità ucraine. Molto più importante è una
fornitura continua di Javelin, Stingers, TB2, forniture mediche,
apparecchiature di comunicazione e condivisione di informazioni. Presumo che le
forze ucraine siano già indirizzate dall’intelligence della NATO che opera
dall’esterno dell’Ucraina.
Sul
primo punto, tuttavia, possiamo essere d’accordo con Fukuyama. Biden non è
pronto per un duello nucleare, che seguirebbe immediatamente l’annuncio di una
no-fly zone e altri passi diretti verso l’intervento della NATO nel conflitto.
La
frase “gli ucraini sconfiggono i russi da soli” suona cinica e crudele, ma
l’autore non capisce cosa sta dicendo:
l’Occidente
globalista ora “liberal Dem Usa” ha prima messo gli ucraini contro i russi e
poi ha permesso loro di stare da soli con noi astenendosi dall’assistenza
effettiva.
Gli
ucraini stanno vincendo virtualmente, in un mondo in cui la storia è finita e
dovrebbero, nella mente di Fukuyama, esserne felici. È solo una questione di
tempo prima che i russi siano sconfitti. La realtà è ben diversa, ma chi se ne
frega…
Il
costo che l’Ucraina sta pagando è enorme, certo. Ma il danno maggiore lo stanno
facendo i razzi e l’artiglieria, su cui né i MiG né una no-fly zone possono fare
molto. L’unica cosa che fermerà il massacro è la sconfitta dell’esercito russo
sul terreno.
Quando
Fukuyama dice la parola “enorme”, è chiaro dalla sua espressione facciale
disinvolta che non sa di cosa sta parlando.
Putin
sopravviverà e ci sarà un uovo inizio del populismo identitario.
Poi
Fukuyama inizia a riflettere sul destino di Putin. Sulla stessa linea dei sogni
della fine della storia. Afferma con nonchalance:
Putin
non sopravviverà alla sconfitta del suo esercito. Ottiene, adesso, sostegno
perché è percepito come un uomo forte; che cosa avrà da offrire una volta
dimostrata la sua incompetenza e spogliato del suo potere coercitivo?
Un’altra
tesi costruita interamente sulla prima premessa. La sconfitta dei russi è
inevitabile, il che significa che Putin è finito, e se i russi vincono, Putin è
solo l’inizio. Ora questo è importante, non più per il delirante Fukuyama, ma
per noi. Putin è bello che morto, i populisti identitari – i nemici interni dei
globalisti occidentali – moriranno anche loro. Già morti.
L’invasione
ha già fatto un danno enorme ai populisti identitari di tutto il mondo, che prima
dell’attacco esprimevano uniformemente simpatia per Putin. Questo include
Matteo Salvini, Jair Bolsonaro, Éric Zemmour, Marine Le Pen, Viktor Orbán, e
naturalmente Donald Trump. La politica della guerra ha esposto le loro
inclinazioni apertamente autoritarie.
Piccolo
controllo della realtà: non tutti i populisti sono così direttamente
influenzati dalla Russia. Matteo Salvini, sotto l’influenza dei nazisti
liberali e atlantisti nel suo entourage, ha cambiato il suo atteggiamento
precedentemente amichevole verso la Russia. Anche le simpatie filorusse degli
altri non sono poi così esagerate.
Ma
anche qui c’è un punto interessante: se pure si accetta la posizione di
Fukuyama che i populisti sono orientati a Putin, essi perdono solo se «i russi
sono sconfitti».
E in
caso di vittoria? Dopo tutto, questa è «la guerra di Putin contro l’ordine
liberal Dem Usa”, e se lui la vince, tutti i populisti vinceranno anche insieme
a Mosca… E poi la fine dell’oligarchia globale e delle élite del “Grande Reset”
è irrevocabile.
La
lezione per la Cina e la fine dell’ordine mondiale unipolare.
Infine
Fukuyama affronta il destino della Cina, il secondo contendente sul polo
dell’ordine mondiale multipolare.
La
guerra fino a questo punto è stata una buona lezione per la Cina. Come la
Russia, la Cina ha costruito forze militari apparentemente ad alta tecnologia
negli ultimi dieci anni, ma non hanno esperienza di combattimento.
La
miserabile performance delle forze aeree russe sarebbe probabilmente replicata
dall’aviazione dell’Esercito Popolare di Liberazione, che allo stesso modo non
ha esperienza nella gestione di complesse operazioni aeree.
Possiamo sperare che la leadership cinese non
si illuda delle proprie capacità come hanno fatto i russi nel contemplare una
futura mossa contro Taiwan.
Di
nuovo, tutto questo è vero se «i russi hanno già perso». E se invece hanno
vinto? Allora il significato di questa lezione per la Cina sarà esattamente il
contrario. Cioè, Taiwan tornerà al suo porto d’origine più velocemente di
quanto si possa supporre.
10.Speriamo
che Taiwan stessa si svegli sulla necessità di prepararsi a combattere come
hanno fatto gli ucraini, e ripristinare la coscrizione. Non siamo
prematuramente disfattisti.
Sarebbe
meglio essere realisti, e vedere le cose come stanno, tenendo conto di tutti i
fattori. Ma forse il fatto che l’Occidente abbia ideologi come Fukuyama,
ipnotizzati dai loro stessi deliri, alla fine è un bene per noi? Se cadono essi
stessi vittime delle stesse illusioni che cercano di imporre agli altri e ingannano
se stessi come perfettamente sono davvero deplorevoli nel loro aggrapparsi alla
virtualità e alle profezie auto compiute dell’impero delle fake news.
11.I
droni turchi diventeranno dei bestseller.
Ora i
frammenti di questi bestseller vengono raccolti da barboni e saccheggiatori
nelle discariche di Ukarine.
12.Una
sconfitta russa renderà possibile una “nuova nascita della libertà” e ci farà
uscire dalla nostra depressione sullo stato di declino della democrazia
globale. Lo spirito del 1989 continuerà a vivere, grazie a un gruppo di ucraini
coraggiosi.
Ecco
una conclusione eccellente: Fukuyama sa già della «sconfitta della Russia»,
così come sapeva della “fine della storia” e allora il globalismo sarà salvato.
Ma se non sarà così?
Allora
non ci sarà più il globalismo.
Dunque,
benvenuti di nuovo nel mondo reale, il mondo delle nazioni e delle civiltà,
delle culture e delle religioni, il mondo della realtà e della libertà da un
campo di concentramento” liberal Dem Usa”
totalitario.
(Aleksandr
Dugin, ideeazione.com==
ideeazione.com/la-fine-della-storia-mai-avvenuta-e-la-guerra-russa-allordine-liberale/).
DATE
IL BENVENUTO ALL’ORO RUSSO
E AL
PETROYUAN CINESE.
Comedonchisciotte.org-
Markus - (17 Marzo 2022 )- ci dice :
(Pepe
Escobar- thecradle.co).
L'Unione
economica eurasiatica guidata da Russia e Cina ha appena concordato la
creazione di un sistema finanziario e monetario indipendente dalle transazioni
in dollari.
C’è
voluto molto tempo, ma finalmente stanno venendo alla luce alcuni elementi
chiave delle nuove fondamenta del mondo multipolare.
Venerdì,
dopo una riunione in videoconferenza, l’Unione Economica Eurasiatica (UEE) e la
Cina hanno concordato di iniziare il progetto di un sistema monetario e
finanziario internazionale indipendente.
L’EAEU, che è composta da Russia, Kazakistan,
Kirghizistan, Bielorussia e Armenia, sta stabilendo accordi di libero scambio
con altre nazioni eurasiatiche e si sta progressivamente interconnettendo con
la Belt and Road Initiative (BRI) cinese.
In
pratica, l’idea viene da Sergei Glazyev, il più importante economista
indipendente della Russia, un ex consigliere del presidente Vladimir Putin e
ministro per l’integrazione e la macroeconomia della Commissione economica
dell’Eurasia, l’organismo di regolamentazione della EAEU.
Il
ruolo centrale di Glazyev nell’ideazione della nuova strategia
economico-finanziaria russa ed eurasiatica è stato esaminato . Aveva previsto
la pressione finanziaria occidentale su Mosca anni luce prima di altri.
Abbastanza
diplomaticamente, secondo Glazyev la motivazione per questa nuova strategia
sarebbe dovuta alle “sfide e ai rischi comuni associati al rallentamento
economico globale e alle misure restrittive nei confronti dell’EAEU e della
Cina.”
Traduzione:
la Cina è una potenza eurasiatica tanto quanto la Russia ed entrambe hanno
bisogno di coordinare le loro strategie per aggirare il sistema unipolare
statunitense.
Il
sistema eurasiatico sarà basato su “una nuova valuta internazionale,” molto
probabilmente con lo yuan come riferimento, calcolata in base ad un indice
comprendente le valute nazionali dei paesi partecipanti e i prezzi delle
materie prime. La prima bozza sarà discussa entro la fine del mese.
Il
sistema eurasiatico è destinato a diventare una seria alternativa al dollaro
USA, poiché l’EAEU può attrarre non solo le nazioni che hanno aderito alla BRI
(il Kazakistan, per esempio, è membro di entrambe), ma anche i principali
attori dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e dell’ASEAN.
I partner dell’Asia occidentale – Iran, Iraq, Siria, Libano – saranno
inevitabilmente interessati.
A
medio e lungo termine, la diffusione del nuovo sistema si tradurrà
nell’indebolimento del sistema di Bretton Woods, che anche i seri
operatori/strateghi del mercato statunitense ammettono essere marcio
dall’interno. Il dollaro USA e l’egemonia imperiale hanno di fronte un mare in
tempesta.
Mostrami
l’oro congelato.
Nel
frattempo, la Russia deve affrontare un problema serio. Lo scorso fine
settimana, il ministro delle finanze, Anton Siluanov, ha confermato che metà
dell’oro e delle riserve estere della Russia sono stati congelati dalle
sanzioni unilaterali.
È sconcertante che gli esperti finanziari
russi abbiano messo una così grande quantità di ricchezza della nazione dove
avrebbe potuto essere facilmente accessibile – e persino confiscata –
dall'”Impero della Menzogna” (copyright Putin).
All’inizio,
non era esattamente chiaro cosa Siluanov avesse voluto dire. Come potevano
Elvira Nabiulina della Banca Centrale e la sua squadra lasciare che metà delle
riserve estere e persino l’oro fossero conservati in banche e/o caveau
occidentali? O si trattava di una subdola tattica diversiva di Siluanov?
Nessuno
è meglio qualificato per rispondere a queste domande dell’inestimabile Michael
Hudson, autore della recente edizione rivista di Super Imperialism: The
Economic Strategy of the American Empire.
Hudson
è stato abbastanza franco: “Quando ho sentito per la prima volta la parola
‘congelato’, ho pensato che questo significasse che la Russia non aveva
intenzione di spendere le sue preziose riserve d’oro per sostenere il rublo,
cercando di combattere contro un raid in stile Soros proveniente dall’ovest. Ma
ora la parola ‘congelato’ sembra significare che la Russia lo aveva mandato
all’estero, fuori dal suo controllo.”
“Sembra
che, almeno a partire dal giugno scorso, tutto l’oro russo fosse conservato
nella Russia stessa. Allo stesso tempo, sarebbe stato naturale tenere titoli e
depositi bancari negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, perché è lì che avviene
la maggior parte degli interventi sui mercati mondiali dei cambi,” ha aggiunto
Hudson.
In
sostanza, è ancora tutto da definire: “La mia prima lettura presupponeva che la
Russia stesse facendo qualcosa di intelligente. Se era intelligente spostare
l’oro all’estero, forse stava facendo quello che fanno le altre banche
centrali: “prestarlo” agli speculatori, dietro pagamento di un interesse o di
una tassa. Finché la Russia non dice al mondo dove aveva messo il suo oro, e
perché, non possiamo capirlo. Era nella Banca d’Inghilterra – anche dopo che
l’Inghilterra aveva confiscato l’oro del Venezuela? Era nella Fed di New York –
anche dopo che la Fed aveva confiscato le riserve dell’Afghanistan?”
Finora,
non ci sono stati ulteriori chiarimenti né da Siluanov né dalla Nabiulina. C’è
sempre la possibilità di essere mandati nella Siberia settentrionale per alto
tradimento. Hudson aggiunge elementi importanti al puzzle:
“Se [le
riserve] sono congelate, perché la Russia paga gli interessi sul suo debito
estero in scadenza?
Potrebbe farli pagare al “congelatore,” per
dare a qualcun altro la colpa del default.
Potrebbe
ricordare il congelamento da parte di Chase Manhattan dei conti bancari
iraniani, con cui l’Iran aveva cercato di pagare gli interessi del suo debito
denominato in dollari.
Potrebbe
insistere che qualsiasi pagamento da parte dei paesi della NATO sia regolato in
anticipo da oro fisico. Oppure potrebbe lanciare i paracadutisti sulla Banca
d’Inghilterra e recuperare l’oro – un po’ come Goldfinger a Fort Knox.
Ciò
che è importante è che la Russia spieghi cosa è successo e come è stata
attaccata, come avvertimento per gli altri Paesi.”
Per
concludere, Hudson non poteva non strizzare l’occhio a Glazyev: “Forse la
Russia dovrebbe nominare un non Occidentale alla Banca Centrale.”
Il
game-changer del petrodollaro.
Si è
tentati di leggere le parole del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov al
vertice diplomatico di Antalya di giovedì scorso come una velata ammissione che
Mosca potrebbe non essere stata totalmente preparata per l’artiglieria
finanziaria pesante schierata dagli Americani:
“Risolveremo
il problema – e la soluzione sarà quella di non dipendere più dai nostri
partner occidentali, siano essi governi o aziende che agiscono come strumenti
di aggressione politica occidentale contro la Russia invece di perseguire gli
interessi delle loro imprese. Faremo in modo di non trovarci mai più in una
situazione simile e che né uno Zio Sam né nessun altro possa prendere decisioni
volte a distruggere la nostra economia. Troveremo un modo per eliminare questa
dipendenza. Avremmo dovuto farlo molto tempo fa.”
Quindi,
il ‘molto tempo fa’ inizia ora. E uno dei suoi assi sarà il sistema finanziario
eurasiatico.
Nel
frattempo, ‘il mercato’ (cioè il casinò speculativo americano) ha ‘giudicato’
(secondo i suoi oracoli autoprodotti) che le riserve d’oro russe – quelle
rimaste in Russia – non possono sostenere il rublo.
Non è
questo il problema – a vari livelli. Gli oracoli autocostruiti, a cui è stato
fatto il lavaggio del cervello per decenni, credono che l’Egemone detti le
regole del “mercato.” Questa è mera propaganda. Il fatto cruciale è che, nel
nuovo paradigma emergente, le nazioni della NATO rappresentano al massimo il
15% della popolazione mondiale.
La Russia non sarà costretta a praticare
l’autarchia perché non ne ha bisogno: la maggior parte del mondo – come abbiamo
visto nel lunghissimo elenco delle nazioni non sanzionatrici – è pronta a fare
affari con Mosca.
L’Iran
ha mostrato come si fa. I commercianti del Golfo Persico hanno confermato a The
Cradle che l’Iran sta vendendo non meno di 3 milioni di barili di petrolio al
giorno anche adesso, anche senza aver firmato il JCPOA (Joint Comprehensive
Plan of Action agreement, attualmente in fase di negoziazione a Vienna). Il
petrolio viene rietichettato, contrabbandato e trasferito dalle petroliere nel
cuore della notte.
Un
altro esempio: l’Indian Oil Corporation (IOC), un enorme raffinatore, ha appena
comprato 3 milioni di barili di Ural russo dal trader Vitol con consegna a
maggio. Non ci sono sanzioni sul petrolio russo – almeno non ancora.
Il
piano riduzionista di Washington, alla Mackinder, è quello di manipolare
l’Ucraina come una pedina usa e getta per fare terra bruciata davanti alla
Russia, e poi colpire la Cina.
Essenzialmente,
un divide et impera per distruggere non solo uno, ma i due concorrenti di pari
livello in Eurasia che stanno avanzando a passo di marcia come partner
strategici completi.
Come
la vede Hudson: “La Cina è nel mirino, e quello che è successo alla Russia è
una prova generale di ciò che potrebbe succedere alla Cina. In queste
condizioni, meglio rompere prima che dopo. Perché la leva ora è maggiore.”
Tutto
il blaterare sul “crollo dei mercati russi,” la fine degli investimenti
stranieri, la distruzione del rublo, un “embargo commerciale totale,”
l’espulsione della Russia dalla “comunità delle nazioni” e così via – questo è
per il pubblico zombificato.
L’Iran
ha avuto a che fare con lo stesso problema per quarant’anni, ed è
sopravvissuto.
In una
storica e poetica giustizia, nelle parole di Lavrov, ora capita che Russia e
Iran stiano per firmare un accordo molto importante, che potrebbe essere un
equivalente della partnership strategica Iran-Cina. I tre principali nodi
dell’integrazione dell’Eurasia stanno perfezionando la loro continua
interazione e, prima o poi, potrebbero utilizzare un nuovo sistema monetario e
finanziario indipendente.
Ma in
arrivo c’è ancor più giustizia poetica, che ruota intorno al game-changer
definitivo. Ed è arrivato molto prima di quanto pensassimo.
L’Arabia
Saudita sta considerando di accettare lo yuan cinese – e non i dollari
americani – per vendere petrolio alla Cina. Traduzione: Pechino ha detto a
Riyadh che questo è il nuovo corso. La fine del petrodollaro è a portata di mano
– e questo è il vero chiodo nella bara dell’egemone indispensabile.
Nel
frattempo, c’è un mistero da risolvere: dov’è l’oro russo congelato?
(Pepe
Escobar- thecradle.co= thecradle.co/Article/columns/7975).
LA
PANDEMIA ENTRA NELLA
FASE
FINALE, ECCO IL VERO SCOPO.
Comedonchisciotte.org-
Markus-(Joseph Mercola - (04 Marzo 2022)- ci dicono :
(Joseph
Mercola-articles.mercola.com).
La
storia in breve.
Il 21 febbraio 2022, il parlamento canadese ha
approvato la mozione del primo ministro Justin Trudeau per invocare la legge
sulle emergenze in risposta alla protesta pacifica dei camionisti contro i
mandati vaccinali.
Ai sensi della legge, le banche canadesi
possono sequestrare i conti bancari personali di chiunque sia sospettato di aver
partecipato o di sostenere la protesta, e questi poteri di sorveglianza
finanziaria sono destinati a diventare permanenti.
Il 14 febbraio 2022, il ministro delle finanze
canadese Chrystia Freeland aveva affermato che il governo stava utilizzando
l’Emergencies Act per ampliare le leggi canadesi contro il riciclaggio e il
finanziamento del terrorismo, in modo da comprendere le piattaforme di
crowdfunding e i loro fornitori dei servizi di pagamento.
L’estensione del potere di sorveglianza
richiede che tutte le transazioni digitali, incluse quelle in criptovalute,
siano segnalate al Fintrac (Financial Transactions and Reports Analysis Center
of Canada).
Quello che sta succedendo in Canada dovrebbe
essere un campanello d’allarme per il mondo intero. I governi intendono
controllare il dissenso attraverso il ricatto finanziario, motivo per cui
stanno spingendo anche per valute digitali programmabili delle banche centrali
(CBDC – central bank digital currencies).
La valuta programmabile è denaro digitale
programmato per garantire che possa essere speso solo per elementi essenziali o
beni che un datore di lavoro o un governo ritiene ragionevoli.
In
altre parole, l’emittente del denaro avrebbe il controllo completo su come
spendete il denaro in vostro possesso e potrebbe punirvi per opinioni o
comportamenti indesiderabili, limitando la vostra capacità di acquisto o
sequestrando del tutto i vostri fondi.
Il 21
febbraio 2022, il parlamento canadese ha approvato la mozione del primo
ministro Justin Trudeau (fedele seguace di Klaus Schwab-il nuovo Hitler Ndr.)
di per invocare la legge sulle emergenze, con 185 voti favorevoli e 151
contrari, in risposta alla pacifica protesta dei camionisti contro gli obblighi
vaccinali .
Sebbene
Trudeau, in una conferenza stampa del 14 febbraio 2022, avesse promesso che la
legge sarebbe stata limitata in tempo, posizione geografica e portata, sta già
rinnegando quella promessa.
I
poteri di sorveglianza finanziaria saranno ampliati in modo permanente.
L’atto
è stato invocato per consentire al governo di disperdere fisicamente il
convoglio dei camionisti senza realmente ascoltare la loro denuncia, e per
punire chiunque avesse appoggiato la protesta.
In
base alla legge, le banche sono autorizzate a sequestrare i conti bancari
personali di chiunque sia sospettato di aver partecipato alla protesta o di
averla sostenuta con una donazione di appena 25 dollari. È inquietante che i
poteri di sorveglianza sulle transazioni finanziarie concessi dalla legge siano
destinati effettivamente a diventare permanenti. Come riportato da National
Review :
“In
una conferenza stampa del 14 febbraio, il ministro delle finanze canadese
Chrystia Freeland ha affermato che il governo stava utilizzando la legge sulle
emergenze per ‘ampliare il campo di applicazione delle norme canadesi contro il
riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, in modo da comprendere
le piattaforme di crowdfunding e i fornitori dei servizi di pagamento che le
utilizzano.’
Tale
estensione richiede che tutte le forme di transazione digitale, comprese quelle
in criptovalute, siano segnalate al Fintrac (Financial Transactions and Reports
Analysis Center of Canada).
‘A
partire da oggi, tutte le piattaforme di crowdfunding e i fornitori di servizi
di pagamento che le usano dovranno essere registrati con Fintrac e dovranno
segnalare transazioni grandi e sospette”, ha affermato la Freeland.
Ha
giustificato la mossa come un modo per ‘attenuare il rischio’ di ‘fondi illeciti’ e per ‘aumentare la qualità
e la quantità delle informazioni ricevute da Fintrac e renderle disponibili per
le indagini delle forze dell’ordine’ …
La
Freeland ha detto che il convoglio dei camionisti, che si erano radunati per
protestare contro le restrizioni Covid, aveva “evidenziato il fatto che le
risorse e i meccanismi del finanziamento digitale ‘non erano stati rilevati’
dalle preesistenti norme del governo canadese sui poteri di sorveglianza.
Di
conseguenza, ha affermato che ‘il governo presenterà un disegno di legge per
fornire a FinTrac quest’autorità su base permanente.'”
Come
notato da National Review, possiamo già prevedere cosa farà il governo canadese
con questi maggiori poteri di sorveglianza. Stiamo vedendo palesarsi le loro
intenzioni.
Invocando
l’Atto, Trudeau si è dato il potere unilaterale di distruggere la vita di quei
Canadesi che non saranno d’accordo con lui, indipendentemente dal problema in
questione.
Senza
un’ingiunzione del tribunale o un giusto processo, il governo può ora bloccare
i conti bancari, annullare le polizze assicurative e revocare le patenti di
guida, e le vittime non hanno possibilità di fare ricorso o di porvi rimedio.
“Tutto
questo, ovviamente, va contro la promessa di Trudeau che i poteri di emergenza
sarebbero stati temporanei”, osserva National Review, aggiungendo :
“Quando
aveva annunciato la sua intenzione di invocare l’Atto, [Trudeau] aveva promesso
al popolo canadese che le estensioni sarebbero state ‘limitate nel tempo,
geograficamente mirate, nonché ragionevoli e proporzionate alle minacce da
affrontare.’ Neanche una singola parte di quella frase si è rivelata vera”.
Il
governo vuole decidere come dovrete spendere i vostri soldi.
Quello
che sta succedendo in Canada dovrebbe essere un campanello d’allarme per il
mondo intero. Ci stanno mostrando esattamente cosa c’è in serbo per tutti noi.
In pratica, i governi controlleranno il dissenso attraverso la tirannia
finanziaria e il ricatto.
Il
prossimo passo in questa direzione sarà la messa in pratica, in tutto il mondo,
della valuta digitale programmabile. Come riportato da The Telegraph nel giugno
2021, la Banca d’Inghilterra ha già iniziato a muoversi per una valuta digitale
programmabile emessa dalla banca centrale (CBDC),e non c’è dubbio che questo
sia il piano di tutte le banche centrali del mondo.
Ne
aveva parlato un membro del consiglio di amministrazione della Banca centrale
Europea, Fabio Panetta, alla conferenza sul futuro del denaro digitale tenutasi
a Roma il 10 dicembre 2021.
Cosa
si intende per valuta “programmabile”? Come spiegato da The Telegraph , “il
denaro digitale potrebbe essere programmato per garantire che venga speso solo
per l’acquisto di beni essenziali o per i beni che un datore di lavoro o il
governo ritengano ragionevoli”. In altre parole, l’emittente del denaro avrebbe
il controllo completo sulle modalità di spesa del destinatario.
“Tom
Mutton, un direttore della Banca d’Inghilterra, ha detto durante una conferenza…
che la programmazione potrebbe diventare una caratteristica fondamentale di
qualsiasi futura valuta digitale di una banca centrale…” riferisce The
Telegraph.
“Ha
detto… cosa succederà se uno dei partecipanti ad una transazione imporrà una
restrizione [sull’uso futuro del denaro]? Potrebbero derivarne dei risultati
socialmente favorevoli, come impedire un’attivita considerata in qualche modo
socialmente dannosa. Ma, allo stesso tempo, potrebbe comportare una restrizione
della libertà’ personale”.
Il controllo
assoluto attraverso la schiavitù finanziaria.
Che la
valuta programmabile possa limitare la libertà è probabilmente l’eufemismo del
secolo. È un dato più che certo. Immaginate che il vostro datore di lavoro, il
governo e la stessa banca centrale abbiano il privilegio di dettare come
dovrete spendere il vostro denaro!
Immaginate
una terza parte che decide quanto potete spendere per l’affitto, che tipo di
cibo o che vestiti potete comprare, o quali hobby vi potete permettere e
quando. Questo è il potere che intendono ottenere, e gli eventi attuali in
Canada lo dimostrano.
I
“risultati socialmente benefici” a cui allude Mutton è il fatto che una
conventicola di non eletti avrà la capacità di micro-gestire le tue finanze
personali e quindi dettare il tuo comportamento in ogni area della tua vita. C
ome
notato dall’attivista e conduttore radiofonico britannico Maajid Nawaz nella
clip di Joe Rogan qui sopra, con una CBDC programmabile il governo britannico
avrebbe il controllo completo su chiunque non sia d’accordo con le sue
politiche o le sue attività.
Ad
esempio, con un’ulteriore sorveglianza, [il governo] avrebbe potuto capire che
[Mutton] aveva intenzione di apparire nello show di Rogan e quindi avrebbe
potuto semplicemente riprogrammare con un clic del mouse la sua CBDC, in modo
da impedirgli l’acquisto di un biglietto aereo.
Quindi
niente show.
Naturalmente,
le CBDC non saranno una cosa a sé stante. Sono progettate per essere utilizzate
insieme ad una ID digitale e ad un punteggio di credito sociale, come quello in
vigore in Cina.
I
passaporti vaccinali COVID sono un tipo di piattaforma che potrebbe essere
utilizzata per uno scopo del genere, ma, anche se uno stato o un Paese
rifiutasse i passaporti vaccinali, non pensate per un solo momento di essere
fuori pericolo, neanche per idea. È probabile che introducano comunque un
sistema di identificazione digitale, che avrà esattamente la stessa funzione.
La
leadership globale è stata infiltrata.
Nell’intervista
completa a Rogan, Nawaz continua a discutere di come i governi di tutto il
mondo sono stati infiltrati dai membri del World Economic Forum (WEF) di Klaus
Schwab (il nuovo Hitler.Ndr), la cui agenda è attuare l’autoritarismo globale.
Come
riportato da Life Site News :
“… il
WEF di Klaus Schwab ha insediato i suoi
membri in ruoli di leadership nazionale in tutto il mondo per promuovere la
tentacolare agenda autoritaria dell’organizzazione.
Spiega
che i leader dei governi di tutto il mondo hanno iniziato a revocare i mandati
COVID-19 e le restrizioni, pur lasciando in atto un apparato di tracciamento
digitale e di identificazione che costituisce la fase embrionale di un sistema
di punteggio di credito sociale digitale.
Secondo
Nawaz, il WEF, durante la presidenza Schwab (nuovo Hitler ), ha lavorato per
“incorporare nei governi le persone iscritte” all’agenda del Grande Reset.
‘Questo lo dicono loro stessi dicono”, ha
ribadito Nawaz, sottolineando che il cosiddetto Grande Reset di Klaus Schwab ,
i cui sostenitori hanno notoriamente affermato che entro il 2030 le persone
“non possederanno nulla e saranno felici”, è spiegato in dettaglio sul sito web
del WEF.
In un
libro del 2020 intitolato “COVID-19: The Great Reset”, Schwab (il nuovo Hitler
)aveva apertamente affermato che la risposta alla COVID-19 avrebbe dovuto
essere utilizzata per “rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società e delle
nostre economie, dall’istruzione, ai contratti sociali, alle condizioni di
lavoro”…
Il WEF
d Klaus Schwab ha chiaramente espresso
il suo interesse nel perseguire un sistema di ID digitale globale. ‘
Quindi,
questo sarà un processo continuo per spostare lentamente i paletti’, ha
ipotizzato Rogan. ‘Verso un’autoritarismo sempre più spinto’, aggiunge Nawaz.
‘Società del controllo. È tutto lì. Ce l’hanno detto.'”
In che
modo esattamente il WEF di Klaus Schwab si è infiltrato nei governi e nei ruoli
di leadership in tutto il mondo?
In
parte facendo eleggere o insediare in posizioni chiave i membri del suo gruppo,
gli Young Global Leaders. Vi sorprenderebbe sapere che Trudeau è passato per il
programma Young Global Leaders di Schwab?
Altri
membri la cui mentalità dittatoriale non può più essere mascherata sono il
primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, e il presidente francese
Emmanuel Macron. Anche Bill Gates e il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg,
hanno seguito il programma, ed entrambi stanno chiaramente sostenendo e
promuovendo l’agenda del Grande Reset attraverso le loro rispettive iniziative
imprenditoriali.
I
globalisti dittatoriali intendono
prendere il controllo dei sistemi sanitari in tutto il mondo.
Tuttavia,
i vostri soldi non sono l’unica cosa che la cabala globalista vuole
controllare. In un articolo del 18 febbraio 2022, il Dr. Peter Breggin, autore
di “COVID-19 and the Global Predators: We Are the Prey” , avverte che la
prossima mossa nella guerra dei globalisti contro l’umanità prevede il
controllo dei sistemi sanitari di tutto il mondo :
“Abbiamo
scoperto la prossima mossa dei predatori globali, già in atto, nei loro
crescenti assalti contro la libertà individuale e politica. Il prossimo grande
assalto alla libertà umana prevede l’acquisizione legalizzata dei sistemi
sanitari nazionali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Questo
attacco furtivo, con i suoi piani iniziali già sostenuti da molte nazioni, avrà
piena attuazione nel 2024 se non verrà rapidamente riconosciuto e combattuto! …
L’influenza
comunista cinese sull’OMS è stata solida per più di un decennio, e il partito è
stato in grado di installare Tedros senza alcuna concorrenza.
[Tedros]
è il primo e unico Direttore Generale a non essere un medico ma un politico
comunista. Ora il Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, noto
semplicemente come Tedros, ha svelato i piani per impadronirsi della salute
globale.
Mentre
si rivolgeva al Comitato Esecutivo dell’OMS il 24 gennaio 2022, il Direttore
generale Tedros ha spiegato il suo piano sanitario globale, inclusa la priorità
finale per il suo enorme schema: “La quinta priorità è rafforzare urgentemente
l’OMS come l’autorità guida e dirigente della salute globale, al centro
dell’architettura sanitaria globale.’
Le
parole conclusive di Tedros nel suo rapporto al comitato esecutivo sono
agghiaccianti nella loro grandiosità ed echeggiano le esortazioni marxiste alla
folla esultante di Stalin, Mao, o Xi Jinping:
“Siamo
un solo mondo, abbiamo una sola salute, siamo un’unica OMS”. Tedros cerca di
diventare il super-Fauci del mondo e, come Fauci, lo sarà per conto dei
predatori globali”.
Fascismo
sanitario.
Come
spiegato da Breggin, l’acquisizione dell’assistenza sanitaria globale era
iniziata con la Decade of Vaccines di
Gates, annunciata nel 2010 all’incontro annuale del WEF di Klaus Schwab a
Davos. A quel tempo, Gates aveva installato il dottor Anthony Fauci nel suo
comitato consultivo sui vaccini, garantendo così ai suoi progetti il sostegno
del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), di cui Fauci
era a capo.
Breggin
continua :
“Un
tema di discussione per il Decennio dei Vaccini era stato ‘Un’iniziativa di
partenariato pubblico-privato per promuovere il progresso nello sviluppo e
nella consegna dei vaccini”, essenzialmente il precursore del Grande Reset, che
invocava una governance mondiale della salute pubblica e privata unita nello
spirito del nazi-fascismo.
Nel
2012, Gates aveva ottenuto l’approvazione ufficiale delle Nazioni Unite per il
suo schema, stabilendo un’ampia rete di predatori globali volti a sfruttare e
dominare l’umanità attraverso la sanità pubblica.
La
Cina comunista avrebbe giocato un ruolo di primo piano attraverso il controllo
delle Nazioni Unite e sull’OMS e tramite le sue strette relazioni con i
predatori globali, come Bill Gates, Klaus Schwab (il nuovo Hitler), Mike
Bloomberg, i dirigenti della Big Tech, e molti altri miliardari e leader
mondiali.
Un
decennio dopo, durante la COVID-19, l’OMS aveva dimostrato la sua utilità ai
predatori indirizzando la scienza, la medicina e la salute pubblica verso la
soppressione delle libertà umane e la generazione di ricchezza e potere per i
globalisti”.
Con il
pretesto di una pandemia globale, l’OMS, il WEF e tutti i suoi leader insediati
nei vari governi e nel settore privato, sono stati in grado di lanciare un
piano il cui sviluppo aveva richiesto decenni.
La
pandemia è stata la copertura perfetta. In nome del mantenimento della “sicurezza”
dal contagio, i globalisti hanno giustificato attacchi senza precedenti alla
democrazia, alle libertà civili e alle libertà personali, compreso il diritto
di scegliere il trattamento medico.
Ora,
l’OMS si sta attrezzando per rendere permanente la sua leadership sulla
pandemia e per estenderla ai sistemi sanitari di ogni nazione. “L’idea è ‘il
principio della salute per tutti’ -un’assistenza sanitaria universale
organizzata dall’OMS come parte del Grande Reset”, spiega Breggin.
Sta
per essere stabilito un “Trattato Pandemico”.
Il 24
maggio 2021 il Consiglio Europeo ha annunciato il suo sostegno all’istituzione
di un Trattato Pandemico internazionale, in base al quale l’OMS avrà il potere
di sostituire le legislazioni dei singoli Paesi con una propria normativa, in
nome della “prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie” .
“Il
mondo ha già visto come una qualsiasi emergenza pandemica, reale o inventata,
ora o in futuro, potrebbe giustificare la presa di possesso da parte dell’OMS
della totalità delle operazioni di governo di nazioni sovrane, derubando le
popolazioni delle loro libertà e schiacciando completamente le repubbliche
democratiche del mondo”, avverte Breggin (15).
“Lo
spirito del comunismo globalista si sente in tutto il documento. Ci viene detto
che lo “scopo” della nuova strategia sarà “guidato da uno spirito di
solidarietà, ancorato ai principi di equità, inclusione e trasparenza.’ Notate
come in tutte le dichiarazioni dei predatori globali non si parli di diritti
individuali, libertà politica o sovranità nazionale.
Il
grande motore del progresso umano, la libertà umana, sarà sostituito dal grande
distruttore dell’umanità, il collettivismo, sotto il dominio dell’élite.
Nascosti nel rapporto, i veri obiettivi… Ecco tre scopi principali o obiettivi
del trattato proposto:
1.)-
risposta ad eventuali future pandemie, in particolare garantendo l’accesso equo
ed universale a soluzioni mediche, come vaccini, medicinali e diagnostica.
2.)-
un quadro sanitario internazionale più forte, con l’OMS come autorità
coordinatrice in materia di salute globale.
3.)-
l’approccio “One Health”, che unifica la salute degli esseri umani, degli
animali e del pianeta.
Il
rapporto aggiunge: “Più specificamente, uno strumento del genere può migliorare
la cooperazione internazionale in una serie di settori prioritari, come la
sorveglianza, le minacce e gli interventi, ma anche, in generale, può aumentare
la fiducia nel sistema sanitario internazionale”.
Chiaramente,
[il Consiglio Europeo] stava preparando il terreno per l’annuncio di Tedros del
24 gennaio 2022, secondo cui l’OMS avrebbe rilevato il sistema sanitario
internazionale”.
Anche
il vostro cibo sarà sotto il loro controllo.
Oltre
alle finanze e all’assistenza sanitaria, la cabala globale intende controllare
anche il vostro approvvigionamento alimentare e dettare ciò che si potrà o no
mangiare, in nome della lotta al cambiamento climatico e per la salvezza del
pianeta.
Il Grande
Reset è davvero l’azzeramento della vita
e della società così come le conosciamo. Non una singola area sarà lasciata
intatta.
Sviluppo
sostenibile, Agenda 21, Agenda 2030, Nuova Agenda Urbana, Quarta Rivoluzione
Industriale , “Build Back Better”), economia verde, Green New Deal, accordo di
Parigi sul clima e movimento per il riscaldamento globale, si riferiscono tutti
all’agenda del Grande Reset (ne fanno parte) e alla sua economia basata sulle
risorse.
L’obiettivo
comune di tutti questi movimenti e di questi programmi è quello di catturare
tutte le risorse del mondo – la loro proprietà – a favore di una “piccola
cabala globale” che ha le conoscenze per programmare i sistemi informatici che,
alla fine, scandiranno la vita di tutti.
Quando
parlano di “redistribuzione della ricchezza”, ciò a cui in realtà si
riferiscono è la redistribuzione delle risorse da noi a loro.
L’obiettivo
è che tu non possieda nulla. Tutto ciò di cui avrai bisogno, dalla maglietta
che indossi al tetto sulla testa, lo dovrai prendere in affitto dai proprietari
globalisti.
Anche
il cibo che metti in bocca dovrebbe essere sotto il loro completo controllo. A
tal fine, il WEF di Klaus Schwab ha
collaborato con il Forum EAT, che definirà l’agenda politica per la produzione
alimentare mondiale. Il Forum EAT è stato co-sponsorizzato dal Wellcome Trust,
a sua volta fondato con l’aiuto finanziario di GlaxoSmithKline.
EAT
collabora con quasi 40 amministrazioni cittadine in Africa, Europa, Asia, Nord
e Sud America e Australia e mantiene stretti rapporti con le aziende
produttrici di carne surrogata, come Impossible Foods, co-finanziata da Google,
Jeff Bezos e Bill Gates . Gates ha anche accaparrato terreni agricoli,
diventando uno dei più grandi proprietari terrieri privati degli Stati Uniti .
EAT ha
sviluppato una “Dieta della salute planetaria” progettata per essere applicata
a livello globale sulla popolazione, che comporta la riduzione dell’assunzione
di carne e latticini fino al 90% e la loro sostituzione con cibi realizzati in
gran parte in laboratorio, insieme a cereali e prodotti ricchi di grassi
insaturi vegetali .
Non
sorprende che Gates stia esortando le nazioni occidentali a smettere del tutto
di mangiare carne e che, negli ultimi
tre anni, siano stati pubblicati articoli che insistono sul fatto che le
persone hanno bisogno di abituarsi a mangiare insetti e bere liquami recuperati
, tutto in nome della sostenibilità e della salvezza del pianeta.
Visto
che siamo in grado di prevedere il piano dei globalisti con la massima
chiarezza, abbiamo l’obbligo, per le generazioni future, di resistere,
denunciare e rifiutare qualsiasi implementazione dell’agenda tecnocratica.
Possiamo
vincere, per il semplice fatto che siamo molti di più di loro, ma dobbiamo
essere espliciti al riguardo: dobbiamo unire le forze e presentare un fronte
unito, resistendo pacificamente, come i camionisti canadesi.(Joseph Mercola).
UFFICIALE
SCRIVE AL CAPO DI STATO
MAGGIORE
DELLA DIFESA: FEDELTÀ
ALLA
SOVRANITÀ DEL POPOLO. NON A DRAGHI.
Comedonchisciotte.org
- redazione CDC-(14 Marzo 2022 )- ci dice:
Riceviamo
e pubblichiamo una accorata lettera di un ufficiale delle nostre forze armate
indirizzata all’attuale Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo
Dragone. Si firma come “MILITE IGNOTO”, anche se noi lo abbiamo conosciuto.
Il
testo che segue rappresenta, una volta di più, quanto l’opera di divisione e
frantumazione della società italiana abbia raggiunto anche quei settori che
sono deputati, secondo Costituzione, alla nostra Difesa. Discriminazione, emarginazione,
esclusione sociale, violazione della dignità umana e costrizione, ricatto. Un
mix esplosivo ed antidemocratico che colpisce indistintamente chi non si
allinea.
Disobbedire
a leggi ingiuste diventa quindi un dovere per chi ha fatto un giuramento di
fedeltà alla Patria (che include l’estremo sacrificio a difesa della
collettività nazionale), proprio come “MILITE IGNOTO”:
ha
scelto liberamente di non vaccinarsi e ha perso lo stipendio.
Scrive
sotto pseudonimo, per ovvi motivi, ma rappresenta tutti quegli italiani che
hanno a cuore la democrazia e lo stato di diritto; tutti quelli che,
soprattutto in tempi di guerra, non vogliono piegarsi e che lottano
quotidianamente contro l’Ingiustizia.
AL
CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA
Egregio
Comandante, come d’obbligo ed educazione, prima mi presento.
Sono
un MILITE IGNOTO, fra i tanti che mi accingo qui a rappresentare in questa mia
lettera.
Mi
permetto in premessa di aggiungere che questa lettera è stata scritta non a due
ma a migliaia di mani, come se portasse in calce migliaia di firme, quelle di
Ufficiali, Sottufficiali e uomini e donne di truppa di tutte le Forze Armate
che hanno prestato totale fedeltà e la massima lealtà verso le istituzioni
militari e civili, dal giovane soldato al Generale di Corpo d’Armata, con alle
spalle, chi pochi mesi, chi decenni di onorato e spesso duro servizio.
La
prego di credermi quando dico che nessuno di noi può essere visto, nell’
esprimere dissenso verso le ultime direttive, come un fanatico o peggio ancora
come un sobillatore verso le libere istituzioni anzi, semmai, siamo e rimarremo
sempre uomini e donne che sostengono con forza e tenacia la democrazia e la
libertà della nostra Patria.
Siamo
dei Patrioti che, in quanto tali, si sentono di ricorrere anche al dissenso
laddove i valori che hanno reso meravigliosa la nostra Patria vengano minati.
Il
pacifico e disciplinato dissenso, oltretutto anche contemplato nel nostro
Codice Dell’Ordinamento Militare (COM Dlgs 66/2010 art. 1349, Il militare al
quale è impartito un ordine manifestamente rivolto contro le istituzioni dello
Stato o la cui esecuzione costituisce comunque manifestamente reato, ha il
dovere di non eseguire l’ordine e di informare al più’ presto i superiori. )
non è forse una delle più alte forme di patriottismo laddove anche solo un
dubbio possa sorgere sulla liceità di una legge di stato?
La
disciplina del militare non è forse l’osservanza consapevole delle norme
attinenti allo stato di militare in relazione ai compiti istituzionali delle
Forze armate e alle esigenze che ne derivano ( art. 1346 COM)?
Ora,
per un disegno, a tutti noi in verità ignoto, notiamo con il massimo dispiacere
e delusione, che questo nostro forte attaccamento ai valori di democrazia è
attualmente vessato dalle azioni attuate dalle recenti delibere nei nostri
riguardi.
Mi
permetta, in tale ambito, di segnalarle l’inaccettabile compressione dei
diritti costituzionali discendente dalla disposizione di cui al D.L. 172/2021
laddove prevede che il militare, ed altre categorie di civili, che decidano di
non sottoporsi alla vaccinazione vengano collocati in sospensione dalla
prestazione lavorativa senza emolumento alcuno.
E’ del
tutto evidente che lo scopo è quello di coartare la volontà e vincere le
legittime perplessità di quanti nutrono dubbi circa l’efficacia dei pretesi
vaccini (con riferimento ad esiti infausti della malattia Covid19 poiché è
stato acclarato che non impediscono la diffusione del virus) e temono gli
ignoti e non indagati effetti collaterali nel medio e lungo periodo.
Nel
nostro caso l’art.893 del COM (legge speciale non derogabile da legge ordinaria
se non espressamente normato) prevede che:
“1. Il
militare in servizio permanente è fornito di rapporto di impiego che consiste
nell’esercizio della professione di militare.
2. Il
rapporto di impiego può essere interrotto, sospeso o cessare solo in base alle
disposizioni del presente codice.”
Da
questo emerge in modo evidente come la disposizione in commento in ordine alla
sospensione per mancata ottemperanza all’obbligo vaccinale non possa trovare
applicazione nel caso delle forze militari essendo queste disciplinate da una
normativa speciale ed in quanto tale, modificabile e derogabile da normativa
parimenti speciale.
Anche
a voler ritenere efficace la disposizione in parola nonostante il chiaro
dettato normativo, in ossequio ai principi di equità, proporzionalità e
ragionevolezza del provvedimento che è necessario applicare ai fini di una
lettura costituzionalmente orientata della disposizione, dovrebbe essere
applicato nel caso di specie l’art. 920 COM che recita:
“1. Al
militare durante la sospensione dall’impiego compete la metà degli assegni a
carattere fisso e continuativo…”.
Seppur
in assenza nel COM di una esatta fattispecie “sospensiva” corrispondente ai
dettami del DL172/21, sembrerebbe quasi inconcepibile, oltre che vessatorio e
discriminatorio, poter concedere, ad un militare imputato in un procedimento
per reato penale (art. 916 del COM) o sotto grave procedimento disciplinare
(art. 917 COM), una sospensione con metà degli assegni fissi o continuativi,
laddove invece si arriva al totale azzeramento di questi ultimi per un militare
che, per scelta consapevole, ha deciso di non vaccinarsi.
Neanche il peggior “potenziale” criminale
subirebbe questa sanzione secondo i dettami del COM, mentre esiste il rischio
di vedere famiglie, fatte da uomini e donne in divisa che finora hanno servito
con onore il proprio Paese, arrivare a perdere la dignità ed il rispetto della
persona umana, diritti, questi, inviolabili anche per il peggiore dei
criminali.
Quando
ci si considera patrioti, si ripensa sempre al giuramento fatto ed ai
significati che quella promessa ci ha trasmesso. La promessa fatta attraverso
il nostro giuramento di fedeltà alla “Repubblica” Italiana, alla “Costituzione”
ed alle leggi (immagino si intendano quelle non incostituzionali) assume oggi
ancor più importanza laddove (INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2011):
FEDELTÀ
, che vuol dire onore, dedizione, obbedienza e sacrificio, si rivolge non ad
una parte dello Stato (quelle che per lo più identificano l’apparato centrale
di Governo, lo Stato-apparato o lo Stato-legislatore), ma all’intera
organizzazione politica sovrana del popolo italiano; l’osservanza della
Costituzione e delle leggi è traducibile nel rispetto giuridico delle norme
(tutte le norme con le loro specialità ); il sacro dovere della difesa della
Patria, si traduce nell’ obbligo morale di dissentire per garantirlo;
l’accettazione dello status di militare, che consiste nell’assunzione di rischi
e di obblighi e nel rispetto della disciplina, quale condizione
dell’ordinamento militare (garantita dal COM).
In
conclusione il dovere di fedeltà alla Costituzione, sancito dall’art.54, ha un
contenuto aperto, che dipende dai vincoli assunti dal singolo individuo nei
confronti dell’ordinamento, dalla concreta sussistenza di pericoli per la
democrazia, ordinamento militare che si relaziona con quello statuale attraverso
il principio: “l’ordinamento delle Forze Armate si informa allo spirito
democratico della Repubblica”.
Oggi,
a pochi giorni dall’inizio delle procedure di attuazione del D.L. 172/2021, ci
sono parecchie migliaia di suoi SOLDATI, PATRIOTI, che oltre ad essere
meritevoli, rispettosi ed attaccati alla lucentezza delle stellette che
indossano ed ai valori espressi e sentiti del loro solenne giuramento, si
sentono ora come indifesi e senza via di uscita per una scelta che oltretutto,
oggi, è ancora formalmente e legittimamente concessa.
Mi
rivolgo pertanto a Lei in quanto nel ruolo che riveste rappresenta l’eccellenza
militare fra i militari, mi rivolgo in particolare all’eccellenza di spirito e
giustizia, di lealtà ed onore.
Indipendentemente
da quello che Lei crede sia giusto o sbagliato in materia di vaccinazione, non
dovrebbe permettere che i suoi uomini e donne siano posti ad un bivio della
loro vita, e con loro le migliaia di mogli, mariti e figli, con l’ingiusta
mannaia della sottrazione dello stipendio non compendiata dal Codice che hanno
sempre seguito e che sempre seguiranno.
Le
chiedo umilmente di considerare l’applicabilità dell’art. 920 COM al caso che
ci occupa.
Tutti
noi confidiamo in Lei, come figura responsabile che ha a cuore la tutela dei
suoi uomini e donne in divisa, nel fare in modo che non siano offese giustizia,
dignità ed equità.
(Jacopo
Brogi).
La Ue
manda le armi in Ucraina per
combattere contro la Russia, ma si tiene
il gas russo. Siamo al ridicolo!
Inuovivespri.it -Redazione -( 2 marzo 2022)- ci dice:
La
verità è che, dopo oltre 40 anni, USA, Nato e le multinazionali stanno
prendendo una ‘scoppola’ micidiale.
La
guerra in Ucraina è il diretto proseguimento della politica aggressiva di
Barack Obama, vera espressione delle multinazionali ultra-liberiste (Dem Usa) e
globaliste.
Il
progetto dei Democratici americani
,liberal – ormai da anni al servizio delle multinazionali – è quello di
trasformare l’Ucraina in un avamposto Nato a pochi chilometri dalla Russia per
avviare lo ‘sfondamento’ in Russia trasformando questo Paese in un ‘mercato’
coloniale. Ma gli sta andando di ‘traverso’.
La
guerra in Ucraina è scoppiata mentre i
massoni e predoni della Ue stavano ‘addentando’ la Polonia, ma anche mentre in
Italia è in corso l’attacco ai gestori della coste italiane (in pratica le
spiagge) da parte delle multinazionali
straricche.
L’Italia
ha già pagato e continua a pagare un prezzo elevatissimo ai ‘lupi’ delle
multinazionali che oggi controllano l’Unione europea globalista.
Invece
di raccontare baggianate su Putin, l’Unione europea si dovrebbe chiedere se
Russia e Cina se fermeranno a Kiev, o se continueranno a rimettere un po’ di
ordine anche altrove.
La
verità è che, dopo oltre 40 anni, USA, Nato e le multinazionali stanno
prendendo o una ‘scoppola’ micidiale.
Un
paio di ‘numeri’ in queste ore di grande tensione e di grande confusione
saltano agli occhi.
In primo luogo c’è l’inflazione nell’Eurozona
che – ufficialmente – è di poco superiore al 5%.
In
secondo luogo c’è l’aumento del costo dell’energia, di poco inferiore al 50%.
Come sia possibile un tasso d’inflazione di poco più del 5% a fronte di un
aumento del costo dell’energia di poco meno del 50% non si capisce, visto che
quasi tutti i settori produttivi non possono fare a meno dell’energia.
Ma
ormai, nell’Unione europea ultra-liberista(Dem Usa) e globalista, la
disinformazione è la regola. I cittadini vanno presi per i fondelli e basta.
Altra stranezza:
in
queste ore si discute penalizzare la Russia nelle attività commerciali, ovvero
di escludere questo Paese da tutte le transazioni effettuate attraverso il solido e consolidato
sistema Swift (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication).
Stranamente,
il gas che la Russia esporta verso l’Europa non verrebbe colpito da queste
penalizzazioni.
L’Europa,
ovviamente, ci fa una figura da due soldi: manda le armi all’Ucraina per
combattere contro la Russia e i pende il gas russo. Siamo al ridicolo.
Ma, se
osserviamo bene quello che sta succedendo, ci accorgiamo che lasciar passare il
gas russo verso l’Europa è conveniente per la Ue, che non saprebbe in questo
momento come rimpiazzare il gas russo; ma è ultra-conveniente per la Russia,
sia perché si prende i soldi europei per la vendita del gas, sia perché con il
gas, in alcun Paesi dell’Europa – Italia in testa – sta succedendo lo stesso un
grandissimo ‘casino’.
I russi sanno che il sistema liberista (Dem
Usa)è fatto soprattutto di speculazioni e di speculatori.
E infatti, in Italia, nonostante non ci sia
stata un’interruzione del flusso di gas russo verso l’Europa, il prezzo del gas
è lievitato del 500%.
Perché?
Perché i grandi gruppi che vendono il gas alle famiglie e alle imprese hanno
messo in atto una mega-speculazione che qualche giorno fa è stata denunciata in
Parlamento.
Con il
Governo di Mario Draghi che esce malissimo da questa storia, perché tutt’ora
non è in grado di bloccare questa speculazione che la disinformazione ascrive
alla Russia di Putin che ha ridotto le forniture di gas… La verità è che, per
la prima volta dopo oltre 40 anni, USA, Nato e multinazionali stanno prendendo
una ‘scoppola’ micidiale.
La
guerra in Ucraina è il diretto proseguimento della politica aggressiva di
Barack Obama, vera espressione delle multinazionali ultra-liberiste(Dem Usa) e
globaliste.
Siamo
entrati, così, nel cuore dell’attuale guerra in Ucraina. In queste ore, in
tutto il cosiddetto Occidente industrializzato, è in corso il tentativo di far
credere che la Russia ha invaso l’Ucraina, Paese democratico che ha scelto
liberamente di entrare nell’Unione europea e nella Nato. Minchiate
stratosferiche.
E’ il sistema ultra-liberista(Dem Usa) di USA,
Nato, multinazionali, con l’Unione europea in posizione ancillare, che hanno
deciso di prendersi l’Ucraina con i suoi giacimenti minerari e i suoi cereali,
utilizzando questo Paese come base per lo ‘sfondamento’ verso la Russia.
Non è
una novità. Da quando è crollato il comunismo in Russia, il sistema liberista,
(Dem Usa)che ha cominciato la conquista del mondo negli anni della presidenza
americana di Ronald Reagan, non ha fatto altro che inglobare i Paesi dell’ex
Unione Sovietica.
A dividere la Russia dalle voraci e criminali
multinazionali occidentali erano rimasti alcuni Paesi “cuscinetto”. Uno di
questi è l’Ucraina.
Il
peggiore presidente degli Stati Uniti d’America degli ultimi 100 anni, Barack
Obama, nel 2014, è riuscito, con un colpo di Stato, a disarcionare il legittimo
Governo ucraino e a impossessarsi di questo Paese.
In
quel momento la Russia non era in grado di opporsi e ha dovuto subire. Perché
Obama ha occupato l’Ucraina? Perché già dagli anni dell’assalto criminale e
truffaldino all’Iraq di Saddam, il Partito Democratico americano – del quale
Obama è un esponente – è al servizio permanente ed effettivo delle
multinazionali ultra-liberiste(Dem Usa) e globaliste.
Parlano
i fatti. Nel 2016 Obama e la cricca dei Dem americani pensavano di vincere le
elezioni presidenziali con la retorica dei Dem buoni che migliorano il mondo.
Ma l’elettorato popolare americano ha eletto a sorpresa Donald Trump.
Il
progetto dei Democratici americani –
ormai da anni al servizio delle multinazionali – è quello di trasformare
l’Ucraina in un avamposto Nato a pochi chilometri dalla Russia per avviare lo
‘sfondamento’ in Russia trasformando questo Paese in un ‘mercato’ coloniale. Ma
gli sta andando di ‘traverso’.
L’elezione
di Trump ha scombinato i piani delle multinazionali che controllano il partito
Democratico americano.
Con
molta probabilità, i progetti delle multinazionali erano quelli di piazzare
alla Casa Bianca di nuovo i Democratici e cominciare a ‘sfondare’ in Russia già
nel 2017.
Ma
Trump non solo gliel’ha impedito, ma ha bloccato tante guerre in tutto il mondo
facendo ‘leccare la sarda’ a tutte le multinazionali di armi del Pianeta che,
già nel 2017, erano pronte a farsi i classici ‘bagni’ con le guerre.
Da qui
è iniziata una campagna mediatica rabbiosa e criminale contro Trump dipinto
come matto, truffatore, puttaniere, evasore fiscale e via continuando.
Nel
frattempo la Russia di Putin si è riorganizzata e, piano piano, ha stretto
un’alleanza di ferro con la Cina.
Le
multinazionali – che sono governate da pescecani e non da raffinati politici –
dopo aver truccato le elezioni presidenziali americane del Dicembre 2020 per
fare perdere Trump e fare vincere il democratico Joe Biden con gli imbrogli dei
voti ‘postali’ (e con possibili violazioni costituzionali in quattro o cinque
Stati), hanno deciso di tornare all’attacco in Ucraina.
E’ in questo scenario che l’ex comico
diventato presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelens’kyj, ha cominciato a
recitare la parte assegnatagli da multinazionali, USA e Nato: noi siamo un
popolo libero, ci vogliamo auto-determinare, vogliamo entrare nell’Unione
europea e anche nella Nato.
Questo per consentire a USA, Nato e
multinazionali di mettere in atto il progetto che avrebbero voluto realizzare
nel 2017: trasformare l’Ucraina in un avamposto Nato a pochi chilometri dalla
Russia per avviare lo ‘sfondamento’ in Russia trasformando questo Paese in un
‘mercato’ coloniale.
In
pratica, quello che la Ue ha fatto con l’Italia, Paese ormai privo di sovranità
monetaria e politica, con il sistema economico fatto a ‘spezzatino’ e passato
nelle mani avide delle multinazionali.
La
guerra in Ucraina è scoppiata non solo mentre i massoni e predoni della Ue
stavano ‘addentando’ la Polonia, ma anche mentre in Italia è in corso l’attacco
ai gestori della coste italiane (in pratica le spiagge) da parte delle
multinazionali.
Che la
posizione dell’attuale Governo ucraino sia falsa e strumentale lo dimostra il
fatto che, culturalmente, la Russia è europea. Il vero problema è la vera
essenza dell’Unione europea, che è tutt’altro che una democrazia.
Parlano
sempre i fatti: almeno due Paesi del gruppo di Visegrád – Ungheria e Polonia –
sono da tempo in rotta di collisione con la Ue.
Perché?
Perché l’Unione europea, ‘tappetino’ delle
multinazionali ultra-liberiste (Dem Usa) e globaliste, pretende che questi due
Paesi smantellino le proprie tradizioni e le proprie Costituzioni per
trasformarsi in mercati a servizio delle multinazionali.
Ungheria
e Polonia, a differenza dell’Italia che ha anche stravolto la propria
Costituzione per piegarsi ai voleri della Ue ultra-liberista (Dem Usa) e
globalista, non ne vogliono sapere di svendere la propria storia, le proprie
tradizioni e le proprie Costituzioni nel nome delle multinazionali.
Chi ha un po’ di memoria lo ricorderà che la
Ue è già pronta per ‘punire’ Ungheria e Polonia togliendogli i fondi europei.
Ora è
scoppiata la guerra in Ucraina e la disinformazione ‘europeista’ ha allentato
la presa su Ungheria e Polonia. Uno dei Paesi che dovrebbe conoscere molto bene
i danni che l’Unione europea ultra-liberista(Dem Usa) e globalista sta
provocando alle imprese e alle famiglie è l’Italia.
Se ci
fate caso, la guerra in Ucraina è scoppiata non solo mentre i massoni e predoni
della Ue stavano ‘addentando’ la Polonia, ma anche mentre in Italia è in corso
l’attacco ai gestori della coste italiane (in pratica le spiagge) da parte
delle multinazionali.
Infatti
con la scusa dei ‘bandi europei delle minchie che volano’, essendo molto più
ricchi degli attuali gestori italiani delle spiagge italiane, multinazionali e,
in generale, operatori stranieri, nel giro di qualche anno, si dovrebbero
prendere tutte le spiagge del nostro Paese.
Così, anche per prendere un po’ di sole in
spiaggia, gli italiani diventeranno i ‘camerieri’ di multinazionali e gruppi
stranieri nel nome dell’Unione europea…
L’Italia
ha già pagato e continua a pagare un prezzo elevatissimo ai ‘lupi’ delle
multinazionali che oggi controllano l’Unione europea.
Lo
stesso discorso vale gli altri settori dell’economia. Ovunque arrivino, i
‘lupi’ delle multinazionali si prendono tutto. O perché hanno più soldi (è il
caso delle spiagge), o perché, complice un’informazione distorta, fanno credere
che la gestione italiana è sbagliata (vedere come hanno fatto scomparire
Alitalia raccontando un sacco di fesserie che avevano un fondo di verità almeno
quindici anni prima: di fatto francesi e tedeschi, tra due anni, controlleranno
i cieli italiani e governeranno il turismo italiano, prendendosi magari anche
le strutture alberghiere).
In
più, sfruttando la legislazione italiana, le multinazionali aprono aziende in
Italia o rilevano aziende italiane, si prendono un sacco di soldi dallo Stato
italiano e poi ‘delocalizzano’, ovvero trasferiscono gli impianti nei Paesi
dell’Est europeo dove il costo del lavoro è più basso e dove si pagano meno tasse.
Una
strategia della Ue ultraliberista (Dem Usa)e globalista per distruggere
l’economia italiana e rilevare ciò che resta per quattro soldi.
Lo stesso discorso vale per l’agricoltura: da
anni la Ue facilita l’ingresso in Europa di prodotti agricoli provenienti da
Paesi esteri con l’obiettivo di distruggere l’agricoltura dell’Europa
mediterranea per togliere i terreni agli agricoltori, teneri i migliori per
produzioni di qualità da destinare alle élite e trasformare gli altri terreni
in grandi impianti fotovoltaici creando dei monopoli.
Invece
di raccontare baggianate su Putin, l’Unione europea si dovrebbe chiedere se
Russia e Cina se fermeranno a Kiev, o se continueranno a rimettere un po’ di
ordine anche altrove.
E’
contro questa logica economica criminale che la Russia ha iniziato la guerra in
Ucraina.
Qui
non si tratta di capire chi ha cominciato prima: si tratta di prendere atto di
fatti oggettivi, sotto gli occhi di tutti.
Le guerre, nel mondo – soprattutto in Medio
Oriente e in Africa – le ha avviate il ‘Premio Nobel per la Pace’ Obama,
presidente Democratico degli Stati Uniti d’America.
Le
guerre, nel mondo, si sono interrotte con Donald Trump.
Le
guerre, nel mondo, sono riprese con il ritorno alla Casa Bianca del Democratico
Biden dopo elezioni presidenziali ‘taroccate’.
Sono
stati l’America di Biden, la Nato , le multinazionali e la Ue a sobillare il
Governo Ucraino con la richiesta – irricevibile per Russia e Cina – di entrate
nella Ue e nella Nato.
La
Russia si sta difendendo attaccando. Ai civili dell’Ucraina che in questo
momento muoiono sotto le bombe o fuggono verso l’Europa va una profonda pietà
cristiana per quello che sta succedendo.
Ma non
è possibile continuare a tollerare le multinazionali che debbono fare il bello
e il cattivo tempo distruggendo le economie, le tradizioni, le agricolture e,
in una parola, le vite delle persone.
Qualcuno
deve cominciare a mettere un freno a questi criminali.
Ci stanno pensando la Russia e la Cina.
Ovviamente, come per Trump, anche Putin è pazzo, puttaniere e bla bla bla.
Tutti quelli che si oppongono ai criminali delle multinazionali vengono
demonizzati.
Ma
ormai il disco rotto della denigrazione non attacca più. Piuttosto, invece di
raccontare baggianate su Putin, l’Unione europea si dovrebbe chiedere se Russia
e Cina se fermeranno a Kiev, o se continueranno a rimettere un po’ di ordine
anche altrove.
L’uomo
nuovo si chiama “nessuno”:
dove
vuole portarci il credo globalista.
Secoloditalia.it-
Antonio Saccà-(17 -5- 2021)- ci dice :
Il
termine “Multinazionale” non va riferito esclusivamente alle multinazionali, è
un termine che va riferito alla globalizzazione.
La
globalizzazione è possibile in quanto esistono le multinazionali, le
multinazionali esistono in quanto possono globalizzare l’economia dappertutto.
Non
basta, quando si usa il termine “multinazionale” bisogna riferirlo anche all’
interno delle nazioni , precisamente una molteplicità di nazioni all’interno di
un unico stato.
In modo relativo, moderato, misurato molte
società sono state multietniche e multinazionali ma non come si pretende oggi:
senza un equilibrio tra la parte diciamo nazionale della Nazione e la parte
straniera etnicamente della Nazione
Questa
ipotesi è una novità.
Nessun
greco, nessun romano, nessun inglese, nessuno francese, per quanto paesi al
massimo grado in relazione con gli stranieri hanno concepito di rendere la loro
Nazione indifferente alla eventualità che gli stranieri potessero diventare
maggioranza; o che potessero sostenere l’economia decisamente, od oscurare la
cultura nazionale, o le usanze alimentari; o suscitare l’inaudita opinione che
poiché siamo tutti esseri umani che in un paese vi sia un popolo che
sostituisce il popolo natio: fa lo stesso, siamo tutti umani, al dunque, che
gli stranieri ci sopravanzino e riparino la nostra manchevole demografia, bene,
siamo tutti umani, ripeto.
Una
novità, dovuta al mercato mondializzato che permette di utilizzare gli
stranieri favorevolmente per le imprese a minor costo importandoli,
spostandoli, al modo in cui permette
alle multinazionali di spostare gli alimenti da una nazione all’altra secondo
la convenienza, le imprese, i capitali.
Ne
viene una alterazione delle società, alterazione, non arricchimento culturale.
Nessun ellenismo in quel che viviamo, nessun alessandrinismo.
Alessandro,
Cesare volevano combinare culture, civiltà. Alessandro riuscì a creare
l’ellenismo, l’influenza della civiltà greca su e con quella mediorientale;
Cesare l’influenza della civiltà egiziana, sopra tutto, sulla romana, furono
influenze di civiltà, oggi non vi è minimo apporto di scambi di civiltà, se mai
la degradazione delle nostre società con sottoccupati, disoccupati,
schiavizzati, emarginati, delinquenti, povera gente, e chiamiamo tutto questo
multietnicità, integrazione, dialogo, unità del genere umano, quando è
principalmente perdita di noi stessi, confusione, scadimento.
Gli
uomini sono uguali per natura, nascono, vivono, muoiono, disuguali per civiltà
(storia). Non sono intercambiabili, né dovremmo affidare la nostra
civiltà(storia) a chi si è formato in una diversa civiltà. Chi crede in Dio non
è storicamente uguale a chi crede in Allah. Chi è iconografico non è come chi è
iconoclasta.
E’
uguale per natura non per determinazione sociale, ripeto. Non esiste un unico
Dio, ogni popolo ha il suo Dio o non averlo. Questa globalizzazione
universalistica in terreno “filosofico”, l’uomo generico, astorico, addirittura
alimentare con il trasferimento di uso alimentare da un popolo ad un altro o la
suscitazione di alimenti innaturali buoni per tutti (!); questa globalizzazione
universalistica di masse umane, questa indeterminazione sessuale, questa
distruzione del vecchio uomo localistico, nazionale, storico e la ricostruzione
nell’uomo sradicato, aperto a tutto e a tutti, finiranno con il dissolvere ogni
caratterizzazione storica.
A
lungo termine lo svantaggio demografico di una nazione che non prolifica come
l’Italia o la Spagna suscita accrescimento esponenziale degli stranieri, un’alterazione
culturale ed etica della nazione ospitante che non diventa più ospitante ma
diventa ospitata in casa propria.
Certo,
l’identità non è un quadro al muro che
non si deve smuovere, i mutamenti è, però, bene vederli e capirne lo scopo
finale, se lo scopo finale dell’alterazione degli alimenti, della penuria
demografica, dell’eredità etica rende
inferiore una nazione di fronte agli ospitati
o fa sparire la civiltà propria, chi riterrebbe opportuna decisione ospitare convinto che verrà cacciato da casa,
chi vorrà asservirsi al globalismo multinazionale certo di perdere la propria
nazione!
Ma
sono uomini come noi, si dice, che stiano nel nostro paese visto che noi
diminuiamo di nascite, che male ne abbiamo, esseri umani loro, essere umani
noi! Oppure: tutto cambia, vi sarà un uomo nuovo, sempre uomo è.
Preciso ancora: gli uomino sono uguali per
natura, differenziati per civiltà(storia). Allora, dirà qualcuno( il
globalistico universalistico) rendiamoli uguali anche per civiltà.
Ecco,
lo svelamento. Abbiamo scoperto il falsario. Negare l’essenza della vita, la
diversità.
Solo
una violenza satanica multinazionale antinazionale potrebbe rendere uniformi
gli uomini ed i popoli. Non vi sarebbe scelta. Chi intende salvare alcunché di
personale e non accoglie tutto e tutti, non si universalizza, non si
multinazionalizza, non si inglobalizza, sarebbe anomalo, un refrattario che
mantiene quello straccetto bucato che era l’individualità, personale e del
proprio popolo.
Niente
al paragone dell’uomo universalizzato e dei popoli che sono contemporaneamente
bianchi, gialli, neri, dei cibi che condiscono la carne venuta fuori da un
albero di mele con salsine di vermetti al vino anti-uva, mentre intorno
festeggiano bambini partoriti dal ventre paterno, e tutta questa baraonda
perché?
Per
vendere tutto ovunque, e se rifiuti sei un senile abitatore della antichissima
società dei pregiudizi, quando accettavi e rifiutavi, e chi ti voleva
convincere sulla valenza dei grilli allo spiedo non lo sognavi neanche nei più tenebrosi incubi,
laddove, ora, attento: non criticare, non rifiutare, fatti universale, aperto,
snazionalizzati, disindividualizzati, sii aperto, globale, sii nessuno.
Russia-Ucraina,
Mons. Viganò: “Usa, Ue e Nato
provocano
Putin per scatenare un conflitto”.
Secondopianonews.it-
Marco Tosatti- (7-3-2022)-ci dice :
Per
l'ex Nunzio apostolico negli Stati uniti dopo anni di provocazioni contro Putin
siamo davanti ad una azione deliberata volta a mettere fuori gioco la Russia,
ritenuta un ostacolo per giungere al Nuovo Ordine Mondiale. Come per la
pandemia c'è "un unico piano, la stessa narrazione a senso unico".
Monsignor Carlo Maria Viganò .
Nulla
è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a
comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto
dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è
mai precluso un onorevole successo. E si sentiranno grandi – della vera
grandezza – se imponendo silenzio alle voci della passione, sia collettiva che
privata, e lasciando alla ragione il suo impero, avranno risparmiato il sangue
dei fratelli e alla patria rovine.
Così
Pio XII si rivolgeva, il 24 Agosto 1939, ai governanti e ai popoli
nell’imminenza della guerra. Non erano parole di vuoto pacifismo, né di
complice silenzio sulle molteplici violazioni della giustizia che da più parti
andavano compiendosi. In quel Radiomessaggio, che ancora qualcuno ricorda aver
ascoltato, l’appello del Romano Pontefice invocava il «rispetto dei reciproci
diritti», quale premessa per una fruttuosa trattativa di pace.
La
narrazione mediatica.
Se
guardiamo a quanto accade in Ucraina, senza lasciarci trarre in errore dalle
macroscopiche falsificazioni dei media mainstream, ci rendiamo conto che il
«rispetto dei reciproci diritti» è stato completamente ignorato; si ha anzi
l’impressione che l’Amministrazione Biden, la NATO e l’Unione Europea vogliano
deliberatamente mantenere una situazione di palese squilibrio, proprio per
rendere impossibile ogni tentativo di composizione pacifica della crisi
ucraina, provocando la Federazione Russa per scatenare un conflitto. Qui sta la
gravità del problema. Questa la trappola tesa tanto alla Russia quanto
all’Ucraina, usando entrambe per consentire all’élite globalista di portare a
compimento il suo piano criminale.
Non ci
si stupisca se il pluralismo e la libertà di parola, tanto decantati nei Paesi
che si dichiarano democratici, vengano quotidianamente sconfessati dalla
censura e dall’intolleranza nei confronti delle opinioni non allineate alla
narrazione ufficiale: manipolazioni di questo genere sono diventate la norma,
durante la cosiddetta pandemia, ai danni di medici, scienziati e giornalisti
dissenzienti, che sono stati screditati e ostracizzati per il solo fatto di
aver osato mettere in dubbio l’efficacia dei sieri sperimentali. A distanza di
due anni, la verità sugli effetti avversi e sulla sciagurata gestione
dell’emergenza sanitaria dà loro ragione, ma viene ignorata ostinatamente
perché non corrisponde a ciò che il sistema ha voluto e vuole ancora oggi.
Se i
media mondiali hanno potuto finora mentire spudoratamente su una questione di
stretta pertinenza scientifica, divulgando menzogne e nascondendo la realtà,
dovremmo chiederci per quale motivo, nella situazione presente, dovrebbero
improvvisamente ritrovare quell’onestà intellettuale e quel rispetto del codice
deontologico ampiamente rinnegati con la Covid.
Ma se
questa colossale frode è stata assecondata e divulgata dai media, va
riconosciuto che le istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, i
governi, i magistrati, le forze dell’ordine e la stessa Gerarchia cattolica si
sono resi responsabili – ciascuno nel proprio ambito con azioni di sostegno o
con l’omissione di interventi di contrasto – del disastro che ha colpito
miliardi di persone nella loro salute, nei loro beni, nell’esercizio dei loro
diritti e addirittura nella loro stessa vita. Anche in questo caso, risulta
difficile immaginare che chi si è macchiato di tali crimini per una pandemia
voluta e amplificata dolosamente possa oggi avere un sussulto di dignità e
mostrare sollecitudine verso i propri cittadini e la propria Patria quando una
guerra minaccia la loro sicurezza e la loro economia.
Queste,
ovviamente, possono essere le prudenti riflessioni di chi vuole mantenersi
neutrale e guarda con distacco e quasi disinteresse a quanto gli accade
intorno. Ma se solo si approfondisce la conoscenza dei fatti e ci si documenta
con fonti autorevoli e oggettive, si scopre che dubbi e perplessità diventano
presto inquietanti certezze.
Anche
a voler solo limitare la propria indagine all’aspetto economico, si comprende
che l’informazione, la politica e le stesse istituzioni pubbliche dipendono da
un ristretto numero di gruppi finanziari facenti capo ad un’oligarchia che,
significativamente, è unita non solo dal denaro e dal potere, ma
dall’appartenenza ideologica che ne orienta l’azione e le interferenze nella
politica delle Nazioni e del mondo intero. Questa oligarchia mostra i propri
tentacoli nell’ONU, nella NATO, nel World Economic Forum di Klaus Schwab,
nell’Unione Europea e in istituzioni “filantropiche” quali la Open Society di
George Soros e la Bill & Melinda Gates Foundation.
Tutti
questi soggetti sono privati e non rispondono a nessuno se non a se stessi, e
al tempo stesso hanno il potere di influenzare i governi nazionali, anche
tramite i propri esponenti fatti eleggere o nominare in posti chiave. Lo
ammettono loro stessi, ricevuti con tutti gli onori dai Capi di governo e dai
leader mondiali, ad iniziare dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e da questi ossequiati e temuti come i veri
padroni delle sorti del mondo. Così, chi detiene il potere in nome del popolo
sovrano, si trova a calpestarne la volontà e limitarne i diritti, per obbedire
come un cortigiano a personaggi che nessuno ha eletto, e che pure dettano
l’agenda politica ed economica alle Nazioni.
Veniamo
dunque alla crisi ucraina, che ci viene presentata come conseguenza
dell’arroganza espansionista di Vladimir Putin nei confronti di uno Stato
indipendente e democratico sul quale egli rivendicherebbe assurdi diritti. Il
“guerrafondaio Putin” starebbe massacrando la popolazione inerme, insorta
coraggiosamente per difendere il patrio suolo, i sacri confini della Nazione e
le libertà conculcate dei cittadini. L’Unione Europea e gli Stati Uniti,
“difensori della democrazia”, non potrebbero dunque non intervenire, tramite la
NATO, per ripristinare l’autonomia dell’Ucraina, scacciare “l’invasore” e
garantire la pace. Dinanzi alla “prepotenza del tiranno”, i popoli dovrebbero
fare fronte comune, comminando sanzioni alla Federazione Russa e inviando
soldati, armamenti e aiuti economici al “povero” presidente Zelenskyj, “eroe
nazionale” e “difensore” del suo popolo. A comprova della “violenza” di Putin,
i media diffondono le immagini di bombardamenti, rastrellamenti, distruzioni
attribuendone alla Russia la responsabilità. Anzi: proprio a garantire una
“pace duratura”, l’Unione Europea e la NATO accolgono a braccia aperte
l’Ucraina tra i loro membri. E per impedire la “propaganda sovietica”, l’Europa
oscura Russia Today e Sputnik, assicurando che l’informazione sia “libera e
indipendente”.
Questa
è la narrazione ufficiale, alla quale si conformano tutti; essendo in guerra,
il dissenso diventa immediatamente diserzione, e chi dissente è colpevole di
tradimento e meritevole di sanzioni più o meno gravi, ad iniziare dalla
pubblica esecrazione e dall’ostracismo, ben sperimentate con la Covid nei
riguardi dei “no-vax”. Ma la verità, se la si vuole conoscere, permette di
vedere le cose in modo diverso e di giudicare i fatti per quello che sono e non
per come ci vengono presentati. Si tratta di un vero e proprio svelamento, come
indica l’etimologia della parola greca ἀλήθεια. O forse, con uno sguardo
escatologico, di una rivelazione, una ἀποκάλυψις.
L’espansione
della NATO.
Anzitutto
occorre ricordare i fatti, che non mentono e non sono suscettibili di
alterazione. E i fatti, per quanto fastidiosi da ricordare a chi cerca di
censurarli, ci dicono che sin dalla caduta del Muro di Berlino gli Stati Uniti
hanno esteso la propria sfera di influenza politica e militare a quasi tutti
gli Stati satelliti dell’ex-Unione Sovietica: anche recentemente, annettendo
nella NATO Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria (1999), Estonia, Lettonia,
Lituania, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria e Romania (2004), Albania e Croazia (2009),
Montenegro (2017), Macedonia del Nord (2020). L’Organizzazione del Trattato
dell’Atlantico del Nord si appresta ad allargarsi a Ucraina, Georgia, Bosnia ed
Erzegovina, Serbia. In pratica, la Federazione Russa si trova sotto la minaccia
militare – armi e basi missilistiche – a pochi chilometri dal proprio confine,
mentre non dispone di alcuna base militare altrettanto vicina agli Stati Uniti.
Prendere
in considerazione l’allargamento della NATO all’Ucraina, senza suscitare le
legittime proteste della Russia, è a dir poco sconcertante, specialmente in
considerazione del fatto che la NATO si era impegnata con il Cremlino, nel
1991, a non espandersi ulteriormente. Non solo: alla fine 2021, Der Spiegel ha
pubblicato le bozze di un trattato con gli Stati Uniti e un accordo con la NATO
sulle garanzie di sicurezza (qui, qui e qui); Mosca chiedeva ai suoi partner
occidentali garanzie legali che scongiurassero un’ulteriore espansione verso
est della NATO, unendo al blocco l’Ucraina e stabilendo basi militari nei Paesi
post-sovietici. Le proposte contenevano anche una clausola sul non
dispiegamento di armi d’attacco della NATO vicino ai confini della Russia e sul
ritiro delle forze dell’alleanza nell’Europa orientale alle posizioni del 1997.
Come
si vede, la NATO è venuta meno ai suoi impegni o ha quantomeno forzato la
situazione in un momento delicatissimo per gli equilibri geopolitici. Dovremmo
chiederci per quale motivo gli Stati Uniti – o meglio: il deep state americano,
che ha ripreso il potere dopo i brogli elettorali che hanno portato Joe Biden
alla Casa Bianca – vogliano creare tensioni con la Russia e coinvolgere nel
conflitto i propri partner europei, con tutte le conseguenze che possiamo
immaginare.
Come
ha osservato lucidamente il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando
Operativo di Vertice Interforze: «Gli Stati Uniti non si sono limitati a
vincere la Guerra Fredda ma l’hanno anche voluta umiliare [la Russia]
prendendole tutto quello che in un certo senso rientrava nella sua area di
influenza. [Putin] ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e
la Bulgaria: di fronte all’Ucraina che gli avrebbe tolto ogni possibilità di
accedere al Mar Nero, ha reagito» (qui). E aggiunge: «C’è un problema di tenuta
del regime, si è creata una situazione con un primo ministro abbastanza
improbabile [Zelenskyj], uno che viene dal mondo dello spettacolo». Il generale
non manca di ricordare, nel caso di un attacco degli Stati Uniti alla Russia,
che «i Global Hawk che volano sull’Ucraina partono da Sigonella, l’Italia è una
base militare americana in larga parte. Il rischio c’è, è presente e reale»
(qui).
Interessi
derivanti dal blocco delle forniture di gas russo.
Dovremmo
parimenti domandarci se, dietro la destabilizzazione dei delicati equilibri tra
Unione Europea e Russia, non vi siano anche interessi economici, derivanti
dalla necessità dei Paesi UE di approvvigionarsi di gas liquido americano (per
il quale occorrono peraltro i rigassificatori di cui molti Stati sono privi e
che comunque dovremmo pagare molto più caro) al posto di quello russo (più
ecologico).
Anche
la decisione dell’ENI di sospendere gli investimenti nel gasdotto Blue Stream
di Gazprom (dalla Russia alla Turchia) comporta la privazione di un’ulteriore
fonte di approvvigionamento, dal momento che esso alimenta la Trans Atlantic
Pipeline (dalla Turchia all’Italia).
Non
suona quindi casuale se, nell’agosto 2021, Zelenskyj ha dichiarato di
considerare il gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania come «un’arma
pericolosa, non solo per l’Ucraina ma per l’intera Europa» (qui): aggirando
l’Ucraina, priva Kiev di circa un miliardo di euro all’anno di introiti da
tariffe di transito. «Consideriamo questo progetto esclusivamente attraverso il
prisma della sicurezza e lo consideriamo una pericolosa arma geopolitica del
Cremlino», ha detto il Presidente ucraino, concordando con l’amministrazione
Biden. Il Sottosegretario di Stato, Victoria Nuland, ha affermato: «Se la
Russia invaderà l’Ucraina, il Nord Stream 2 non andrà avanti». E così è stato,
non senza gravi danni economici per gli investimenti tedeschi.
I
laboratori virologici del Pentagono in Ucraina.
Sempre
a proposito di interessi americani in Ucraina, vanno menzionati i laboratori
virologici dislocati nel Paese, sotto il controllo del Pentagono e dove sembra
siano esclusivamente impiegati specialisti statunitensi con immunità
diplomatica alle dirette dipendenze del Ministero della Difesa americano.
Andrebbe
ricordata anche la denuncia fatta da Putin relativa alla raccolta dei dati
genomici della popolazione, utilizzabile per le armi batteriologiche a
selezione genetica (qui, qui e qui). Le informazioni sull’attività dei
laboratori in Ucraina sono ovviamente difficilmente confermabili, ma è
comprensibile che la Federazione Russa abbia ritenuto, non senza motivo, che
potessero costituire un’ulteriore minaccia batteriologica alla sicurezza della
popolazione. L’Ambasciata statunitense ha provveduto a rimuovere dal proprio
sito tutti i file relativi al Biological Threat Reduction Program .
Scrive
Maurizio Blondet: «All’Event 201, che simulò l’esplosione pandemica un anno
prima che avvenisse, partecipava (coi soliti Bill e Melinda) l’apparentemente
inoffensiva John Hopkins University con un suo benedicente Center for Health
Security. La umanitaria istituzione ha avuto per lungo tempo un nome meno
innocente: si chiamava Center for Civilian Biodefence Strategies e non
s’occupava della sanità degli Americani, ma del suo contrario; la risposta ad
attacchi bellici di bio-terrorismo. Era praticamente un’organizzazione
civile-militare, che quando fa il suo primo convegno nel febbraio 1999 a
Crystal City di Arlington, dove sorge il Pentagono, riunisce per una
esercitazione-simulazione 950 medici, militari, funzionari federali e quadri
della sanità. Scopo della simulazione, contrastare un fantomatico attacco di
vaiolo “militarizzato”. È solo la prima delle esercitazioni che sboccheranno in
Event 201 e nella Impostura Pandemica» .
Emergono
anche esperimenti sui militari ucraini e
interventi dell’Ambasciata americana presso il Procuratore ucraino Lutsenko nel
2016 perché non indagasse su «un giro miliardario di fondi tra G. Soros e B.
Obama» .
Una
minaccia indiretta per le mire espansioniste cinesi su Taiwan.
L’attuale
crisi ucraina comporta conseguenze secondarie, ma non per questo meno gravi,
sugli equilibri geopolitici tra Cina e Taiwan. La Russia e l’Ucraina sono gli
unici produttori di palladio e neon, indispensabili per la produzione di
microchip.
«La
possibile ritorsione di Mosca ha attirato maggiore attenzione negli ultimi
giorni dopo che il gruppo di ricerche di mercato Techcet, ha pubblicato un
rapporto che evidenzia la dipendenza di molti produttori di semiconduttori da
materiali di origine russa e ucraina come neon, palladio e altri. Secondo le
stime di Techcet, oltre il 90% delle forniture statunitensi di neon per
semiconduttori proviene dall’Ucraina, mentre il 35% del palladio statunitense
proviene dalla Russia. […] Secondo la US International Trade Commission, i
prezzi del neon sono aumentati del 600% prima dell’annessione della penisola di
Crimea […] da parte della Russia nel 2014, poiché le aziende di chip facevano
affidamento su alcune società ucraine» .
«Se è
vero che un’invasione cinese di Formosa metterebbe a rischio la filiera
tecnologica globale, è vero anche che un’improvvisa carenza di materie prime
dalla Russia potrebbe fermare la produzione, di modo da far perdere all’isola
lo “scudo del microchip” e indurre Pechino a tentare l’annessione di Taipei».
Il
conflitto di interessi dei Biden in Ucraina.
Un
altro tema che si tende a non analizzare approfonditamente è quello relativo
alla Burisma, un’azienda produttrice di petrolio e gas, operante sul mercato
ucraino dal 2002. Ricordiamo che «durante la presidenza americana di Barack
Obama (dal 2009 al 2017) il braccio destro con una “delega” sulla politica
internazionale era proprio Joe Biden ed è da allora che data la “protezione”
offerta dal leader democratico USA ai nazionalisti ucraini, una linea che ha
creato il dissidio insanabile tra Kiev e Mosca. […] È stato Joe Biden in quegli
anni a portare avanti la politica di avvicinamento dell’Ucraina alla Nato.
Voleva togliere potere politico ed economico alla Russia. […] Negli ultimi anni
inoltre il nome di Joe Biden è stato associato anche a uno scandalo
sull’Ucraina che aveva fatto vacillare anche la sua candidatura. […] Siamo ad
aprile 2014 quando la Burisma Holdings, la maggiore compagnia energetica
dell’Ucraina (attiva sia su gas che petrolio), assume per una consulenza
proprio Hunter Biden, […] con uno stipendio di 50mila dollari al mese. Tutto
trasparente, se non fosse che durante quei mesi Joe Biden ha proseguito la
politica americana volta a far riprendere il possesso da parte dell’Ucraina di
quelle zone del Donbass ora divenute Repubbliche riconosciute dalla Russia. La
zona di Donetsk è ritenuta ricca di giacimenti di gas non ancora esplorati
finiti nel mirino della Burisma Holdings. Una politica internazionale
intrecciata a quella economica che ha fatto storcere il naso anche ai media
americani in quegli anni» .
I
Democratici sostennero che Trump aveva creato uno scandalo mediatico per
nuocere alla campagna elettorale di Biden, ma le sue accuse si sono poi
rivelate vere. Lo stesso Joe Biden, durante un incontro al Council for Foreign
Relations dei Rockefeller, ha ammesso di essere intervenuto sull’allora
Presidente Petro Poroshenko e sul Primo Ministro Arsenij Yatseniuk per impedire
indagini sul figlio Hunter da parte del Procuratore Generale Viktor Shokin.
Biden aveva minacciato «di trattenere una garanzia di prestito di un miliardo
di dollari negli Stati Uniti durante un viaggio di dicembre 2015 a Kiev»,
riferisce il New York Post (qui). «Se il magistrato non verrà licenziato, non
avrete i soldi» (qui e qui). E il Procuratore fu effettivamente licenziato,
salvando Hunter da un ulteriore scandalo, dopo quelli che lo avevano coinvolto.
L’interferenza
di Biden nella politica di Kiev, in cambio di favori alla Burisma e agli
oligarchi corrotti, conferma tutto l’interesse dell’attuale Presidente degli
Stati Uniti di proteggere la propria famiglia e la propria immagine,
alimentando il disordine in Ucraina e addirittura una guerra. Come può
governare con onestà e senza essere soggetto al ricatto una persona che si
avvale del proprio ruolo per curare i propri affari e insabbiare i reati dei
suoi famigliari?
La
questione nucleare ucraina.
Infine,
c’è la questione delle armi nucleari ucraine. Il 19 febbraio 2022, in una
conferenza a Monaco, Zelenskyj ha annunciato la sua intenzione di porre fine al
Memorandum di Budapest (1994), che proibisce all’Ucraina lo sviluppo, la
proliferazione e l’uso di armi atomiche. Tra le altre clausole del Memorandum,
vi è anche quella che obbliga la Russia, gli Stati Uniti e il Regno Unito ad
astenersi dall’utilizzare la pressione economica sull’Ucraina per influenzare
la sua politica: le pressioni del FMI e degli USA per la concessione di aiuti
economici in cambio di riforme coerenti con il Great Reset rappresentano un’ulteriore
violazione dell’accordo.
L’Ambasciatore
ucraino a Berlino, Andriy Melnyk, ha sostenuto alla radio Deutschlandfunk nel
2021 che l’Ucraina aveva bisogno di riacquistare lo status nucleare, se il
paese non fosse riuscito ad entrare nella NATO. Le centrali nucleari
dell’Ucraina sono gestite, ricostruite e mantenute dall’impresa statale NAEK
Energoatom, che ha chiuso completamente il suo rapporto con le compagnie russe
tra il 2018 e il 2021; i suoi principali partner sono aziende riconducibili al
governo degli Stati Uniti. Si comprende facilmente come la Federazione Russa
consideri una minaccia la possibilità che l’Ucraina si doti di armi nucleari e
pretenda l’adesione di Kiev al patto di non proliferazione.
La
rivoluzione colorata in Ucraina e l’indipendenza di Crimea, Donetsk e Lugansk.
Un
altro fatto. Nel 2013, dopo che il governo del Presidente Viktor Janukovyč
aveva deciso di sospendere l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione
Europea e di stringere più strette relazioni economiche con la Russia,
iniziarono una serie di manifestazioni di protesta note come Euromaidan, che
durarono diversi mesi e che culminarono nella rivoluzione che rovesciò
Janukovyč e portò all’insediamento di un nuovo governo. Un’operazione
sponsorizzata da George Soros, come ha candidamente dichiarato egli stesso alla
CNN: «Ho una fondazione in Ucraina da prima che diventasse indipendente dalla
Russia; questa fondazione è sempre stata in attività e ha giocato un ruolo
determinante negli eventi di oggi» . Questo cambio di governo provocò la
reazione dei sostenitori di Janukovyč e di una parte della popolazione ucraina
contraria alla svolta filo-occidentale, che non era stata voluta dalla
popolazione ma ottenuta con una rivoluzione colorata, di cui si erano avute le
prove generali negli anni precedenti in Georgia, in Moldavia e in Bielorussia.
In
seguito agli scontri del 2 Maggio 2014, in cui erano intervenute anche frange
paramilitari nazionaliste (tra cui quelle del Pravyj Sektor), si ebbe anche la
strage di Odessa. Di questi eventi terribili parlò, con scandalo, anche la
stampa occidentale; Amnesty International (qui) e l’ONU denunciarono questi
crimini documentandone l’efferatezza. Ma nessun tribunale internazionale avviò
alcun procedimento contro i responsabili, come invece si vorrebbe fare oggi
contro i presunti crimini dell’esercito russo.
Tra i
tanti accordi non rispettati è da segnalare anche il Protocollo di Minsk,
firmato il 5 settembre 2014 dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull’Ucraina,
composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Donetsk
e Repubblica Popolare di Lugansk. Tra i punti dell’accordo vi era anche la
rimozione dei gruppi illegali armati, delle attrezzature militari, così come
dei combattenti e mercenari dal territorio dell’Ucraina sotto la supervisione
dell’OSCE e disarmo di tutti i gruppi illegali. Contrariamente a quanto
pattuito, i gruppi paramilitari neonazisti non sono solo riconosciuti
ufficialmente dal governo, ma ai loro membri vengono addirittura affidati
incarichi ufficiali.
Sempre
nel 2014 la Crimea, il Donetsk e il Lugansk dichiararono la propria
indipendenza dall’Ucraina – in nome dell’autodeterminazione dei popoli
riconosciuta dalla comunità internazionale – e si dichiararono annessi alla
Federazione Russa. Il governo ucraino si rifiuta tuttora di riconoscere
l’indipendenza di queste regioni, sancita con referendum popolare, e lascia
libere le milizie neonaziste e le stesse forze militari regolari di infierire
sulla popolazione, dal momento che considera queste entità come organizzazioni
terroristiche. È pur vero che i due referendum del 2 novembre rappresentano una
forzatura del Protocollo di Minsk, che prevedeva solo una decentralizzazione
del potere e una forma di statuto speciale per le regioni del Donetsk e del Lugansk.
Come
ha recentemente evidenziato il prof. Franco Cardini, «il 15 febbraio 2022 la
Russia ha consegnato agli USA un progetto di trattato per cessare questa
situazione e difendere le popolazioni russofone. Carta straccia. Questa guerra
è iniziata nel 2014» . E fu una guerra nelle intenzioni di chi volle combattere
la minoranza russa del Donbass: «Noi avremo un lavoro, le pensioni e loro no.
Avremo i bonus per i bambini, e loro no. I nostri figli avranno scuole ed
asili, i loro figli staranno negli scantinati. Così vinceremo questa guerra»,
disse il Presidente Petro Poroshenko nel 2015 (qui). Non sfuggirà l’assonanza
con le discriminazioni nei confronti dei cosiddetti “no-vax”, privati del
lavoro, della retribuzione, della scuola. Otto anni di bombardamenti in Donetsk
e Lugansk, con centinaia di migliaia di vittime, 150 bambini morti, gravissimi
casi di torture, stupri, sequestri e discriminazioni .
Il 18
febbraio 2022 i Presidenti di Donetsk, Denis Pušilin, e Lugansk, Leonid
Pasechnik, ordinavano l’evacuazione della popolazione civile verso la
Federazione Russa a causa degli scontri in corso tra la Milizia Popolare del
Donbass e le Forze Armate Ucraine. Il 21 febbraio la Duma di Stato (Camera
bassa del Parlamento russo) ha ratificato all’unanimità i trattati di amicizia,
cooperazione e assistenza reciproca introdotti dal Presidente Putin con le
Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Contestualmente, il Presidente russo
ordinava l’invio di truppe della Federazione Russa per riportare la pace nella
regione del Donbass.
Ci si
può chiedere per quale motivo, in una situazione di palese violazione dei
diritti umani da parte di forze militari e apparati paramilitari neonazisti
(che inalberano bandiere con la svastica e mostrano l’effigie di Aldolf Hitler)
nei confronti della popolazione di lingua russa di repubbliche indipendenti, la
comunità internazionale debba considerare condannabile l’intervento della
Federazione Russa, ed anzi far ricadere su Putin la colpa delle violenze. Dov’è
il tanto decantato diritto all’autodeterminazione dei popoli, che era valso il
24 agosto del 1991 per la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina,
riconosciuta dalla comunità internazionale? E per quale motivo ci si
scandalizza oggi di un intervento russo in Ucraina, quando la NATO ne ha
condotti in Jugoslavia (1991), in Kosovo (1999), in Afganistan (2001), in Iraq
(2003), in Libia e in Siria (2011), senza che nessuno abbia sollevato alcuna
obiezione? Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni Israele ha più volte
colpito obiettivi militari in Siria, Iran e Libano per scongiurare la creazione
di un fronte armato ostile sul suo confine settentrionale e nessuna Nazione ha
proposto di comminare sanzioni a Tel Aviv.
Suscita
sgomento vedere con quale ipocrisia l’Unione Europea e gli Stati Uniti –
Bruxelles e Washington – diano il proprio incondizionato appoggio al Presidente
Zelenskyj, il cui governo da ormai otto anni continua impunemente a
perseguitare gli Ucraini di lingua russa (qui), per i quali è addirittura
vietato parlare nel loro idioma, in una nazione che conta numerose etnie, di
cui quella russa rappresenta il 17,2%. Ed è scandaloso che si taccia sull’uso
dei civili come scudi umani da parte dell’esercito ucraino, che colloca le
postazioni antiaeree all’interno dei centri abitati, degli ospedali, delle
scuole e degli asili proprio perché dalla loro distruzione si possano causare
morti tra la popolazione.
I
media mainstream si guardano bene dal mostrare le immagini dei soldati russi
che aiutano i civili a raggiungere postazioni sicure (qui e qui) o che
organizzano corridoi umanitari, sui quali sparano le milizie ucraine (qui e
qui). Così come vengono taciuti i regolamenti di conti, gli eccidi, le violenze
e i furti da parte di frange della popolazione civile, alla quale Zelenskyj ha
fornito armi: i video che si possono vedere in rete danno un’idea del clima di
guerra civile alimentato ad arte dal Governo ucraino. A ciò si aggiungano i
galeotti fatti liberare per essere arruolati nell’Esercito e i volontari della
legione straniera: una massa di esaltati senza regole e senza formazione che
contribuirà a peggiorare la situazione rendendola ingestibile.
Il
presidente Volodymyr Oleksandrovyč Zelenskyj.
Come è
stato fatto rilevare da più parti, la candidatura e l’elezione del Presidente
ucraino Zelenskyj risponde a quel cliché recente, inaugurato negli ultimi anni,
di attore comico o personaggio dello spettacolo prestato alla politica. Non si
creda che l’essere sprovvisto di un idoneo cursus honorum sia ritenuto
d’ostacolo all’ascesa ai vertici delle istituzioni, al contrario: quanto più
una persona è apparentemente estranea al mondo dei partiti, tanto più c’è da
presumere che il suo successo venga determinato da chi detiene il potere. Le
performance en travesti di Zelenskyj sono perfettamente coerenti con
l’ideologia LGBTQ che viene considerata dai suoi sponsor europei come
indispensabile requisito dell’agenda di “riforme” che ogni Paese deve far
proprio, assieme alla parità di genere, all’aborto e alla green economy. Non
stupisce che Zelenskyj, membro del WEF (qui), abbia potuto beneficiare
dell’appoggio di Schwab e dei suoi alleati per arrivare al potere e realizzare
il Great Reset anche in Ucraina.
La
serie televisiva in 57 puntate che Zelenskyj ha prodotto e di cui è stato
protagonista, dimostra una pianificazione mediatica della sua candidatura a
Presidente dell’Ucraina e della sua campagna elettorale. Nella fiction Il
servitore del popolo egli recitava la parte di un professore di liceo che
diventa inaspettatamente Presidente della Repubblica e si batteva contro la
corruzione della politica. Non è un caso se la serie, assolutamente mediocre,
ha comunque vinto il WorldFest Remi Award (USA, 2016), sia arrivata tra i primi
quattro finalisti nella categoria dei film comici al Seoul International Drama
Awards (Corea del Sud) e sia stata insignita del premio Intermedia Globe Silver
nella categoria Serie TV di intrattenimento al World Media Film Festival di
Amburgo.
L’eco
mediatica ottenuta da Zelenskyj con la serie televisiva gli ha portato oltre 10
milioni di followers su Instagram e ha creato la premessa per la costituzione
dell’omonimo partito Servitore del popolo di cui è membro anche Ivan Bakanov,
Direttore Generale e azionista (assieme allo stesso Zelenskyj e all’oligarca
Kolomoisky) della Kvartal 95 Studio, proprietaria della rete televisiva TV 1+1.
L’immagine di Zelenskyj è un prodotto artificiale, una finzionemediatica,
un’operazione di manipolazione del consenso che però è riuscita a creare il
personaggio politico nell’immaginario collettivo ucraino che nella realtà, e
non nella fiction, ha conquistato il potere.
«Proprio
a un mese dalle elezioni del 2019 che lo videro vincitore, Zelenskyj avrebbe
ceduto la società [Kvartal 95 Studio] a un amico, trovando comunque il modo di
far arrivare alla sua famiglia i proventi degli affari ai cui ufficialmente
aveva rinunciato. Quell’amico era Serhiy Shefir, che è stato poi nominato
Consigliere alla Presidenza. […] La cessione delle quote è avvenuta a beneficio
della Maltex Multicapital Corp., società detenuta da Shefir e registrata alle
Isole Vergini Britanniche» .
L’attuale
Presidente ucraino ha promosso la propria campagna elettorale con uno spot a
dir poco inquietante (qui) in cui, imbracciando due mitragliatrici, sparava sui
membri del Parlamento, additati come corrotti o asserviti alla Russia. La lotta
alla corruzione sbandierata dal Presidente ucraino nei panni di “servitore del
popolo” non corrisponde tuttavia al quadro che emerge di lui dai cosiddetti
Pandora papers, in cui compaiono 40 milioni di dollari versatigli alla vigilia
delle elezioni dal miliardario ebreo Kolomoisky[1] su conti offshore (qui, qui
e qui). In patria molti lo accusano di aver tolto potere agli oligarchi
filo-russi non per darlo al popolo ucraino, ma per rinforzare il proprio gruppo
di interesse e contemporaneamente togliendo di mezzo i suoi avversari politici:
«Ha liquidato i ministri della vecchia guardia, primo fra tutti il potente
Ministro degli Interni Avakov. Ha pensionato di brutto il presidente della
Corte Costituzionale che frenava le sue leggi. Ha chiuso sette canali
televisivi di opposizione. Ha messo agli arresti, accusandolo di tradimento,
Viktor Medvedcuk, filorusso ma soprattutto leader di Piattaforma di
opposizione-Per la vita, il secondo partito del Parlamento ucraino dopo il suo
Servo del Popolo. Sta processando, sempre per tradimento, l’ex Presidente
Poroshenko, che di tutto era sospettabile tranne che di intendersela con i Russi
o con i loro amici. Il sindaco di Kiev, il popolare ex campione del mondo di
pugilato Vitaly Klitchko, è già finito nel mirino di alcune perquisizioni.
Insomma, Zelensky sembra voler fare piazza pulita di chiunque non sia allineato
alla sua politica» .
Il 21
aprile 2019 è eletto Presidente dell’Ucraina con il 73,22% dei voti e il 20
maggio presta giuramento; il 22 maggio 2019 nomina Ivan Bakanov, Direttore
Generale della Kvartal 95, primo vicecapo dei Servizi di Sicurezza dell’Ucraina
e Capo della Direzione principale per la lotta contro la corruzione e il
crimine organizzato della Direzione centrale del Servizio di Sicurezza
dell’Ucraina. Assieme a Bakanov, è da menzionare Mykhailo Fedorov,
Vicepresidente e Ministro della Trasformazione Digitale, membro del World
Economic Forum (qui). Lo stesso Zelenskyj ha ammesso di avere come proprio
ispiratore il Primo Ministro del Canada Justin Trudeau .
I
rapporti di Zelenskyj con il FMI e il WEF di Klaus Schwab .
Come
ha dimostrato il tragico precedente della Grecia, le sovranità nazionali e la
volontà popolare espressa dai Parlamenti sono de facto cancellate dalle
decisioni dell’alta finanza internazionale, la quale interferisce nelle
politiche dei governi con ricatti e vere e proprie estorsioni di natura economica.
Il caso dell’Ucraina, che è uno dei Paesi più poveri dell’Europa, non fa
eccezione.
Poco
dopo l’elezione di Zelenskyj, il Fondo Monetario Internazionale minacciò di non
concedere il prestito di 5 miliardi se non si fosse adeguato alle sue
richieste. Nel corso di una conversazione telefonica con l’Amministratore
Delegato del FMI Kristalina Georgieva, il Presidente ucraino venne redarguito
per aver sostituito Yakiv Smolii con un uomo di sua fiducia, Kyrylo Shevchenko,
meno incline ad assecondare i diktat del Fondo Monetario. Scrive Anders Åslund
su Atlantic Council: «I problemi che circondano il governo Zelenskyj stanno
crescendo in modo allarmante. Innanzitutto, dal marzo 2020, il Presidente ha
condotto un’inversione non solo delle riforme perseguite sotto di lui, ma anche
quelle iniziate dal suo predecessore Petro Poroshenko. In secondo luogo, il suo
governo non ha presentato proposte plausibili per risolvere le preoccupazioni
del FMI sugli impegni inadempiuti dell’Ucraina. In terzo luogo, il Presidente sembra
non avere più una maggioranza parlamentare al potere e sembra disinteressato a
formare una maggioranza riformista» .
È
evidente che gli interventi del FMI sono finalizzati ad ottenere dal governo
ucraino l’impegno ad allinearsi alle politiche economiche, fiscali e sociali
dettate dall’agenda globalista, ad iniziare dalla “indipendenza” della Banca
Centrale Ucraina dal governo: un eufemismo con il quale il FMI chiede al
governo di Kiev di rinunciare al legittimo controllo sulla propria Banca
Centrale, che costituisce una delle modalità in cui si esercita la sovranità
nazionale, assieme all’emissione della moneta e alla gestione del debito
pubblico. D’altra parte, solo quattro mesi prima Kristalina Georgieva aveva
lanciato il Great Reset assieme a Klaus Schwab, al principe Carlo e al
segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.
Quel
che non era stato possibile realizzare con i governi precedenti, è stato
portato a compimento sotto la Presidenza di Zelenskyj, entrato nelle grazie del
WEF (qui) assieme al nuovo Governatore della BCU Kyrylo Shevchenko. Il quale,
per dar prova di sudditanza, meno di un anno dopo ha scritto un articolo per il
WEF intitolato Le banche centrali sono la chiave per gli obiettivi climatici
dei paesi e l’Ucraina sta mostrando la strada . Ecco quindi realizzata, sotto
ricatto, l’Agenda 2030.
Vi
sono anche altre compagnie ucraine che hanno legami con il WEF di Klaus Schwab
: la State Savings Bank of Ukraine (una delle più grandi istituzioni
finanziarie in Ucraina), il DTEK Group (un importante investitore privato nel
settore energetico ucraino) e la Ukr Land Farming (leader agricolo nella
coltivazione). Banche, energia e cibo sono settori perfettamente in linea con
il Great Reset e la Quarta Rivoluzione Industriale teorizzata da Klaus Schwab.
Il 4
febbraio dell’anno scorso, il Presidente ucraino ha fatto chiudere sette
emittenti televisive, tra cui ZIK, Newsone e 112 Ukraine, colpevoli di non
appoggiare il suo governo. Così scrive Anna Del Freo: «Una dura condanna a
questo atto liberticida è arrivata, tra gli altri, anche dalla Federazione
europea dei giornalisti e dalla Federazione internazionale dei giornalisti, che
hanno chiesto l’immediata revoca del veto. Le tre emittenti non potranno più
trasmettere per cinque anni: impiegano circa 1500 persone, il cui posto di
lavoro è oggi a rischio. Non esiste alcun vero motivo perché le tre reti
debbano essere chiuse, salvo l’arbitrio del vertice politico Ucraino, che le
accusa di minacciare la sicurezza dell’informazione e di essere sotto “la
maligna influenza russa”. Una forte reazione giunge anche dalla NUJU, il
sindacato dei giornalisti ucraini, che parla di pesantissimo attacco alla
libertà di parola, visto che si vengono a privare centinaia di giornalisti
della possibilità di esprimersi e centinaia di migliaia di cittadini del
diritto ad essere informati». Come si vede, ciò di cui si accusa Putin è
compiuto da Zelenskyj e, più recentemente, dall’Unione Europea con la
complicità delle piattaforme social. E prosegue: «“Oscurare le emittenti
televisive è una delle forme più estreme di restrizione della libertà di
Stampa”, ha detto il segretario generale della EFJ, Ricardo Gutierrez. “Gli
Stati hanno l’obbligo di garantire un effettivo pluralismo dell’informazione. È
chiaro che il veto presidenziale non è per nulla in linea con gli standard
internazionali sulla libertà di espressione”» .
Sarebbe
interessante sapere quali siano state le dichiarazioni della Federazione
europea dei giornalisti e dalla Federazione internazionale dei giornalisti dopo
l’oscuramento di Russia Today e Sputnik in Europa.
I
movimenti neonazisti ed estremisti in Ucraina.
Un
Paese che invoca dalla comunità internazionale aiuti umanitari per difendere la
popolazione dall’aggressione russa dovrebbe, nell’immaginario collettivo,
distinguersi per rispetto dei principi democratici e per una legislazione che
proibisca attività e propaganda a ideologie estremiste.
In
Ucraina agiscono indisturbati, e spesso con l’appoggio ufficiale delle
istituzioni pubbliche, movimenti di matrice neonazista impegnati in azioni
militari e paramilitari. Tra questi vi sono: l’Organizzazione dei Nazionalisti
Ucraini (OUN) di Stepan Bandera, di matrice nazista, antisemita e razzista già
attiva in Cecenia e che fa parte del Right Sector, un’associazione di movimenti
di estrema destra costituitasi in occasione del colpo di stato dell’Euromaidan
del 2013/2014; l’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA); l’UNA/UNSO, ala
paramilitare del partito ucraino di estrema destra Ukraine National Assemble;
la Fratellanza di Korchinsky, che ha offerto protezione a Kiev ai membri
dell’ISIS (qui); Visione Misantropica (MD), una rete neonazista diffusa in 19
Paesi, che incita pubblicamente al terrorismo, all’estremismo e all’odio contro
cristiani, musulmani, ebrei, comunisti, omosessuali, americani e persone di
colore .
Va
ricordato che il governo ha dato appoggio esplicito a queste organizzazioni
estremiste sia inviando la guardia presidenziale ai funerali di loro esponenti,
sia sostenendo il Battaglione Azov, un’organizzazione paramilitare che è
ufficialmente parte dell’Esercito Ucraino con il nuovo nome di Reggimento di
Operazioni Speciali Azov e inquadrato nella Guardia Nazionale. Il Reggimento
Azov è finanziato dall’oligarca ucraino ebreo Igor Kolomoisky, già governatore
di Dnepropetrovsk e ritenuto anche il finanziatore delle milizie
nazionalistiche di Pravyj Sektor, considerate le responsabili della strage di
Odessa. Parliamo dello stesso Kolomoisky citato nei Pandora Papers come sponsor
del Presidente Zelenskyj. Il battaglione ha rapporti con diverse organizzazioni
di estrema destra in Europa e negli Stati Uniti.
Amnesty
International, dopo un incontro avvenuto l’8 settembre 2014 tra il Segretario
Generale Salil Shetty e il Primo Ministro Arsenij Jacenjuk, ha chiesto al
Governo ucraino di porre fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai
battaglioni di volontari che operano unitamente alle forze armate di Kiev. Il
Governo ucraino ha aperto un’inchiesta ufficiale al riguardo, dichiarando che
non risultano indagati ufficiali o soldati del Battaglione Azov.
Nel
marzo 2015, il Ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov ha annunciato che il
battaglione Azov sarebbe stata una delle prime unità ad essere addestrata dalle
truppe dell’Esercito americano, come parte della loro missione di addestramento
Operation Fearless Guard. L’addestramento degli Stati Uniti è stato interrotto
il 12 giugno 2015, quando la Camera dei Rappresentanti ha approvato un
emendamento che vieta tutti gli aiuti (comprese le armi e l’addestramento) al
battaglione a causa del suo passato neonazista. L’emendamento è stato poi
revocato su pressione della CIA (qui e qui) e i militari di Azov sono stati
addestrati negli Stati uniti (qui e qui): «Alleniamo questi ragazzi ormai da
otto anni. Sono davvero dei bravi combattenti. Ecco dove il programma
dell’Agenzia potrebbe avere un serio impatto».
Nel
2016 un rapporto dell’OSCE ritiene il Battaglione Azov responsabile
dell’uccisione in massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse
comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica.
Proprio pochi giorni fa il vicecomandante del Battaglione, Vadim Troyan, è
stato nominato Capo della Polizia della regione di Oblast dal Ministro
dell’Interno Arsen Avakov.
Questi
sono gli “eroi” che combattono assieme all’Esercito Ucraino contro i soldati
russi. E questi eroi del Battaglione Azov, invece di proteggere i loro figli,
osano fare di loro carne da macello, arruolando bambini e bambine (qui e qui),
in violazione del Protocollo Opzionale alla Convenzione ONU sui diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza (qui), concernente il coinvolgimento dei
minori nei conflitti armati: uno strumento giuridico ad hoc che stabilisce che
nessun minore di 18 anni possa essere reclutato forzatamente o utilizzato
direttamente nelle ostilità, né dalle forze armate di uno Stato né da gruppi
armati.
Anche
a costoro, inevitabilmente, sono destinate le armi letali fornite dall’UE,
compresa l’Italia di Draghi, con l’appoggio dei partiti politici “antifascisti”.
La
guerra ucraina nei piani del Nuovo Ordine Mondiale.
La
censura contro le emittenti russe è chiaramente volta a impedire che la
narrazione ufficiale sia smentita dai fatti. Ma mentre i media occidentali
mostrano immagini del videogioco War Thunder (qui), fotogrammi di Star Wars
(qui), esplosioni in Cina (qui), video di parate militari (qui), riprese
dell’Afganistan (qui), della metropolitana di Roma (qui) o immagini di forni
crematori mobili (qui) facendoli passare per scene reali e recenti della guerra
in Ucraina, la realtà viene ignorata perché si è già deciso di provocare un
conflitto come arma di distrazione di massa che legittimi nuove restrizioni
delle libertà nelle Nazioni occidentali, secondo i piani del Great Reset del
World Economic Forum e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
È
evidente che il popolo ucraino, al di là delle questioni che la diplomazia
potrà risolvere, è vittima dello stesso colpo di stato globale ad opera di
poteri sovranazionali che hanno a cuore non la pace tra le Nazioni, ma
l’instaurazione della tirannide del Nuovo Ordine Mondiale. Solo alcuni giorni
fa, la parlamentare ucraina Kira Rudik ha dichiarato a Fox News, imbracciando
un kalashnikov: «Sappiamo che non combattiamo solo per l’Ucraina, ma anche per
il Nuovo Ordine Mondiale».
Le
violazioni dei diritti umani in Ucraina e i crimini delle milizie neonaziste
più volte denunciati da Putin non hanno potuto trovare una soluzione politica
perché sono stati pianificati e fomentati dall’élite globalista, con la
collaborazione dell’Unione Europea, della NATO e del deep state americano, in
chiave anti-russa e per rendere inevitabile una guerra dalla quale ottenere,
principalmente in Europa, l’adozione forzata di razionamenti energetici ,
limitazioni agli spostamenti, sostituzione della cartamoneta con moneta
elettronica e adozione dell’ID digitale
: non stiamo parlando di progetti teorici, ma di decisioni che stanno per
essere prese concretamente a livello europeo e nei singoli Stati.
Il
rispetto della Legge e delle norme
L’intervento
in Ucraina da parte della NATO, degli USA e dell’Unione Europea non pare
trovare alcuna legittimazione. L’Ucraina non è membro della NATO, e come tale
non dovrebbe beneficiare dell’aiuto di un ente che ha come scopo la difesa
degli Stati che vi fanno parte. Lo stesso dicasi dell’Unione Europea, che ha
ricevuto solo pochi giorni fa la richiesta di Zelenskyj di entrarne a far
parte. Nel frattempo l’Ucraina ha ricevuto dagli Stati Uniti 2,5 miliardi di
dollari dal 2014 e altri 400 milioni nel solo 2021 (qui), più altri fondi per
un totale di 4,6 miliardi di dollari (qui). Dal canto suo Putin ha concesso 15
miliardi di dollari di prestiti all’Ucraina, per salvarla dalla bancarotta.
L’Unione Europea ha invece inviato 17 miliardi finanziamenti, ai quali si
aggiungono quelli dei singoli Stati. Di questi aiuti la popolazione ha
beneficiato in minima parte.
Inoltre,
intervenendo a nome dell’Unione Europea sulla guerra in Ucraina, Ursula von der
Leyen viola gli articoli 9, 11 e 12 del Trattato di Lisbona. La competenza dell’Unione
in questo settore è quella del Consiglio europeo e dell’Alto Rappresentante, in
nessun caso quella del Presidente della Commissione. A che titolo la Presidente
von der Leyen agisce come se fosse a capo dell’Unione Europea, usurpando un
ruolo che non le compete? Per quale motivo nessuno interviene, specialmente
dinanzi al pericolo al quale si espongono i cittadini europei dinanzi ad una
possibile ritorsione russa?
Inoltre,
in molti casi le Costituzioni degli Stati che oggi inviano aiuti e armi all’Ucraina
non prevedono la possibilità di entrare in un conflitto. Ad esempio, l’art. 11
della Costituzione Italiana sancisce: «L’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali». L’invio di armamenti e soldati ad una
nazione che non fa parte né della NATO né dell’Unione Europea costituisce di
fatto una dichiarazione di guerra alla nazione con essa belligerante (la
Russia, in questo caso) e richiederebbe quindi la previa deliberazione dello
stato di guerra, come previsto dall’art. 78 della Costituzione: «Le Camere
deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari».
Non risulta che ad oggi le Camere siano state chiamate ad esprimersi in tal senso,
né che il Presidente della Repubblica sia intervenuto per esigere il rispetto
del dettato costituzionale. Il Premier Draghi, nominato dalla cabala globalista
per la distruzione dell’Italia e il suo definitivo asservimento ai poteri
sovranazionali, è uno dei tanti Capi di governo che considera la volontà dei
cittadini come un fastidioso intralcio all’esecuzione dell’agenda del WEF. Dopo
due anni di violazioni sistematiche dei diritti fondamentali e della
Costituzione, risulta difficile credere che vorrà anteporre gli interessi della
Nazione a quelli dei suoi mandanti: al contrario, quanto più disastrosi saranno
gli effetti delle sanzioni assunte dal suo governo, tanto più costui potrà
ritenersi apprezzato da loro. Il colpo di stato perpetrato con l’emergenza
psicopandemica prosegue oggi con nuove decisioni sciagurate, ratificate da un
Parlamento senza nerbo.
Costituisce
peraltro una violazione dell’art. 288 del Codice Penale italiano il consentire
che cittadini italiani – e addirittura esponenti della maggioranza di Governo e
leader politici – rispondano all’appello dell’Ambasciata Ucraina per
l’arruolamento nella legione straniera: «Chiunque nel territorio dello Stato e
senza approvazione del governo arruola o arma cittadini, perché militino al
servizio o a favore dello straniero, è punito con la reclusione da 4 a 15
anni». Nessun magistrato, almeno per il momento, è intervenuto d’ufficio per
punire i responsabili di questo reato.
Un’altra
violazione è rappresentata dall’attività di trasferimento dall’Ucraina
all’Italia (e presumibilmente anche in altre Nazioni) dei bambini ottenuti da
maternità surrogata, commissionati da coppie italiane in violazione della Legge
40/2004, senza alcuna sanzione per i colpevoli e i complici di questo reato.
Va
ricordato anche che le esternazioni di membri del Governo o di esponenti della
politica nei confronti della Federazione Russa e del suo Presidente, assieme
alle sanzioni adottate, ai ripetuti casi di arbitrarie discriminazioni di
cittadini, aziende, artisti e squadre sportive per il solo fatto di essere
russi non costituiscono solo una provocazione che andrebbe evitata per
consentire una serena e pacifica composizione della crisi ucraina, ma mettono
in gravissimo pericolo la sicurezza dei cittadini italiani (e di quelli delle
altre Nazioni che adottano analoghi comportamenti). Non si comprende il motivo
di tanta sconsiderata temerità, se non nell’ottica di una deliberata volontà di
scatenare reazioni nella controparte.
Il
conflitto russo-ucraino rappresenta una pericolosissima trappola tesa ai danni
dell’Ucraina, della Russia e degli Stati europei.
L’Ucraina
è ultima vittima di consumati carnefici.
La
crisi russo-ucraina non è scoppiata improvvisamente un mese fa, ma è stata
preparata e alimentata da lungo tempo, certamente ad iniziare dal golpe bianco
del 2014 voluto dal deep state americano in chiave anti-russa. Lo dimostra, tra
gli altri fatti incontestabili, l’addestramento del Battaglione Azov da parte
della CIA, «per uccidere i Russi» (qui), con la forzatura da parte dell’Agenzia
della revoca dell’emendamento del Congresso del 2015. Anche gli interventi di
Joe e Hunter Biden vanno nella medesima direzione. Vi è quindi l’evidenza di
una premeditazione a lungo termine, coerente con la inarrestabile espansione
della NATO verso est. La rivoluzione colorata di Euromaidan e l’instaurazione
di un governo filo-atlantista composto da homines novi addestrati dall’élite
del WEF e di Soros, doveva creare le premesse della subalternità dell’Ucraina
al blocco atlantista, sottraendola all’influenza della Federazione Russa. A
tale scopo, l’azione eversiva delle ong del filantropo ungherese supportate
dalla propaganda mediatica ha taciuto i crimini delle organizzazioni
paramilitari neonaziste, finanziate dagli stessi sponsor di Zelenskyj.
Ma se
il lavaggio del cervello operato dal mainstream nei Paesi occidentali è
riuscito a veicolare una narrazione completamente falsata della realtà,
altrettanto non può dirsi in Ucraina, dove la popolazione conosce tanto la
corruzione della classe politica al potere quanto la sua lontananza dai veri
problemi della Nazione. Noi crediamo che gli “oligarchi” siano solo in Russia,
mentre essi sono presenti soprattutto nella galassia degli Stati dell’ex-Unione
Sovietica, dove possono accumulare ricchezze e potere semplicemente mettendosi
a disposizione di “filantropi” e multinazionali straniere. Poco importa se i
loro conti offshore sono la causa principale della povertà dei cittadini,
dell’arretratezza del sistema sanitario, dello strapotere della burocrazia,
della quasi totale assenza di servizi pubblici, del controllo straniero di
aziende strategiche, della perdita progressiva della sovranità e dell’identità
nazionale: l’importante è “fare soldi”, essere immortalati con personaggi
politici, banchieri, venditori di armi e affamatori del popolo. Per poi venire
in Versilia o sulla Costiera Amalfitana ad ostentare yacht e platinum card al
cameriere di Odessa o alla donna delle pulizie di Kiev che mandano ai parenti
la paga guadagnata in nero. Questi miliardari ucraini in kippah sono coloro che
stanno svendendo l’Ucraina all’occidente corrotto e corruttore, barattando il
proprio benessere con l’asservimento dei loro connazionali agli usurai che si
stanno impadronendo del mondo, ovunque con gli stessi sistemi spietati e
immorali. Ieri tagliavano gli stipendi ai lavoratori di Atene e Tessalonica,
oggi hanno semplicemente allargato i loro orizzonti all’Europa intera, in cui
la popolazione guarda ancora incredula all’instaurarsi di una dittatura prima
sanitaria e poi ambientale.
D’altra
parte, come avrebbero fatto costoro, senza il pretesto di una guerra, a
giustificare il vertiginoso aumento del prezzo del gas e dei carburanti,
forzando il processo di una transizione “ecologica” imposta dall’alto per
l’impoverimento controllato delle masse? Come avrebbero potuto far digerire ai
popoli del mondo occidentale l’instaurazione della tirannide del Nuovo Ordine
Mondiale, quando la farsa pandemica stava sfaldandosi portando alla luce il
crimine contro l’umanità compiuto da BigPharma?
E
mentre l’UE e i Capi di governo danno la colpa alla Russia del disastro
incombente, le élites occidentali dimostrano di voler distruggere anche
l’agricoltura, per applicare su scala globale gli orrori dell’Holodomor .
D’altra parte, in molti stati (compresa l’Italia) si va teorizzando la
privatizzazione dei corsi d’acqua – che è un bene pubblico inalienabile – a
vantaggio delle multinazionali e con scopi di controllo e limitazione delle
attività agricole. Non diversamente si era comportato il governo filoatlantista
di Kiev: da otto anni la Crimea era stata privata dell’acqua del Dnepr, per
impedire l’irrigazione dei campi e affamare la popolazione. Si comprendono
oggi, alla luce delle sanzioni comminate alla Russia e della fortissima
riduzione degli approvvigionamenti di grano, gli enormi investimenti di Bill
Gates nell’agricoltura (qui), seguendo le stesse spietate logiche di profitto
già sperimentate con la campagna vaccinale.
Gli
Ucraini, a qualsiasi etnia essi appartengano, sono gli ultimi, inconsapevoli
ostaggi dello stesso regime totalitario sovranazionale che ha messo in
ginocchio l’economia delle Nazioni con l’impostura della Covid, dopo aver
teorizzato pubblicamente la necessità di decimare la popolazione mondiale e di
trasformare i superstiti in malati cronici compromettendo irreparabilmente il
loro sistema immunitario.
Ci
pensino bene, gli Ucraini, ad invocare l’intervento della NATO o della UE,
sempre ammesso che siano davvero loro a farlo e non piuttosto i loro corrotti
governanti aiutati da mercenari razzisti e da gruppi di neonazisti al soldo dei
gerarchi. Perché mentre viene loro promessa la libertà dall’invasore – con il
quale condividono la comune eredità culturale e religiosa per esser stati parte
della Grande Russia – in realtà si sta cinicamente preparando la loro
definitiva cancellazione, il loro asservimento al Grande Reset che tutto
prevede fuorché la tutela della loro identità, della loro sovranità, dei loro
confini.
Guardino
gli Ucraini a quel che è avvenuto ai Paesi dell’Unione Europea: il miraggio di
prosperità e sicurezza è demolito dalla contemplazione delle macerie lasciate
dall’euro e dalle lobby di Bruxelles. Nazioni invase da immigrati clandestini
che alimentano la criminalità e la prostituzione; distrutte nel loro tessuto
sociale dalle ideologie politically correct; portate scientemente al fallimento
per sconsiderate politiche economiche e fiscali; condotte verso la miseria con
la cancellazione delle tutele del lavoro e della previdenza sociale; private di
un futuro con la distruzione della famiglia e la corruzione morale e
intellettuale delle nuove generazioni.
Quelle
che erano state Nazioni prospere e indipendenti, diverse nelle loro specificità
etniche, linguistiche, culturali e religiose sono state trasformate in una massa
informe di persone senza ideali, senza speranze, senza fede, senza nemmeno la
forza di reagire agli abusi e ai crimini di chi li governa. Una massa di
clienti delle multinazionali, di schiavi del sistema di controllo capillare
imposto con la farsa pandemica, anche dinanzi all’evidenza della frode. Una
massa di persone senza identità, marchiate con il QR-code come gli animali di
un allevamento intensivo, come i prodotti di un enorme centro commerciale. Se
questo è stato il risultato della rinuncia alla propria sovranità per tutti –
tutti, nessuno escluso! – gli Stati che si sono affidati alla colossale truffa
dell’Unione Europea, perché l’Ucraina dovrebbe fare eccezione?
È
questo che volevano, che speravano, che desideravano i vostri padri, quando
ricevettero con Vladimiro il Grande il Battesimo sulle rive del Dnepr?
Se vi
è un aspetto positivo che ciascuno di noi può riconoscere in questa crisi, è
l’aver mostrato l’orrore della tirannide globalista, il suo cinismo spietato,
la sua capacità di distruggere e annientare tutto ciò che tocca. Non sono gli
Ucraini che dovrebbero entrare nell’Unione Europea o nella NATO, ma gli altri
Stati che dovrebbero finalmente avere un sussulto di orgoglio e di coraggio e
uscirne, scrollando da sé questo giogo detestabile e ritrovando la propria
indipendenza, la propria sovranità, la propria identità, la propria fede. La
propria anima.
Che
sia chiaro: il Nuovo Ordine non è un destino ineluttabile, e può essere
sovvertito e denunciato se solo i popoli si rendono conto di essere stati
ingannati e truffati da un’oligarchia di criminali ben identificabili, per i
quali un giorno varranno quelle sanzioni e quei blocchi dei fondi che oggi essi
applicano impunemente a chiunque non pieghi il ginocchio dinanzi a loro.
Un
appello alla Terza Roma.
Anche
per la Russia questo conflitto è una trappola. Lo è perché esso realizzerebbe
il sogno del deep state americano di estrometterla definitivamente dal contesto
europeo nei suoi rapporti commerciali e culturali, spingendola tra le braccia
della Cina, forse con la speranza che la dittatura di Pechino possa persuadere
i Russi ad accettare il sistema di credito sociale e altri aspetti del Great
Reset che finora ha saputo evitare almeno in parte.
È una
trappola non perché la Russia abbia torto nel voler “denazificare” l’Ucraina
dai suoi gruppi estremisti e garantire protezione e tutela agli Ucraini di
lingua russa, ma perché sono proprio queste ragioni – teoricamente sostenibili
– ad esser state create apposta per provocarla e indurla ad invadere l’Ucraina,
in modo da suscitare la reazione della NATO preparata da tempo dal deep state e
dall’élite globalista. Il casus belli è stato pianificato deliberatamente dai
veri responsabili del conflitto, sapendo che avrebbe ottenuto esattamente
quella risposta da parte di Putin. E sta a Putin, indipendentemente dal fatto
di avere ragione, non cadere nella trappola e anzi ribaltare il banco, offrendo
all’Ucraina delle condizioni di pace onorevoli senza proseguire nel conflitto.
Anzi, quanto più Putin ritiene di essere nel giusto, tanto più egli dimostrerà
la grandezza della sua Nazione e l’amore per il suo popolo col non cedere alle
provocazioni.
Mi sia
permesso ripetere le parole del profeta Isaia: Sciogli le catene inique, togli
i legami del giogo, rimanda liberi gli oppressi e spezza ogni giogo; dividi il
pane con l’affamato, accogli in casa tua i miseri e i senza tetto; se vedi uno
nudo, vestilo, e non nasconderti a colui che è carne della tua carne. Allora la
tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a
te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. (Is 58, 6-8).
La
crisi mondiale con cui si prepara la dissoluzione della società tradizionale ha
coinvolto anche la Chiesa Cattolica, la cui Gerarchia è ostaggio di apostati
cortigiani del potere. Vi fu un tempo in cui i Pontefici e i Prelati
affrontavano i Re senza rispetti umani, perché sapevano di parlare con la voce
di Gesù Cristo, Re dei re. La Roma dei Cesari e dei Papi è deserta e muta, come
è muta da secoli la Seconda Roma di Costantinopoli. Forse la Provvidenza ha
stabilito che sia Mosca, la Terza Roma, ad assumersi oggi dinanzi al mondo il
ruolo di κατέχον (2Tess 2, 6-7), di ostacolo escatologico all’Anticristo. Se
gli errori del Comunismo sono stati diffusi dall’Unione Sovietica, giungendo ad
imporsi finanche dentro la Chiesa, la Russia e l’Ucraina possono avere oggi un
ruolo epocale nella restaurazione della Civiltà Cristiana, contribuendo a
portare al mondo un periodo di pace dal quale anche la Chiesa risorgerà
purificata e rinnovata nei suoi Ministri.
Gli
Stati Uniti d’America e gli Stati europei non devono emarginare la Russia, ma
anzi stringere con essa un’alleanza non solo per il ripristino degli scambi
commerciali per la prosperità di tutti, ma in vista della ricostruzione di una
Civiltà Cristiana, che sola potrà salvare il mondo dal mostro globalista
tecno-sanitario e transumano.
Considerazioni
finali.
Suscita
grande preoccupazione che i destini dei popoli siano nelle mani di un’élite che
non risponde a nessuno delle proprie decisioni, che non riconosce alcuno sopra
di sé e che per perseguire i propri interessi non esita a mettere a repentaglio
la sicurezza, l’economia e la stessa vita di miliardi di persone, con la
complicità dei politici al loro servizio e dei media mainstream. Le
falsificazioni dei fatti, le grottesche adulterazioni della realtà e la
partigianeria con cui sono diffuse le notizie si affiancano alla censura delle
voci dissenzienti e giungono a forme di persecuzione etnica nei confronti dei
cittadini russi, discriminati proprio nei Paesi che si dicono democratici e
rispettosi dei diritti fondamentali.
Auspico
che il mio appello alla costituzione di un’Alleanza Antiglobalista che unisca i
popoli nell’opposizione alla tirannide del Nuovo Ordine Mondiale possa essere
raccolto da quanti hanno a cuore il bene comune, la pace tra le Nazioni, la
concordia tra i popoli, la libertà dei cittadini e il futuro delle nuove
generazioni. E prima ancora, che le mie parole – assieme a quelle di tante
persone intellettualmente oneste – contribuiscano a portare alla luce le
complicità e la corruzione di chi si avvale della menzogna e della frode per
giustificare i propri crimini, anche in questi momenti di grande apprensione
per la guerra in Ucraina.
«Ci
ascoltino i forti, per non diventar deboli nella ingiustizia. Ci ascoltino i
potenti, se vogliono che la loro potenza sia non distruzione, ma sostegno per i
popoli e tutela a tranquillità nell’ordine e nel lavoro» (Pio XII,
Radiomessaggio ai governanti e ai popoli nell’imminente pericolo della guerra,
24 Agosto 1939).
Possa
la Santa Quaresima indurre tutti i Cristiani ad invocare alla Maestà divina il
perdono per i peccati di quanti calpestano la Sua santa Legge: la penitenza e
il digiuno muovano a misericordia il Signore Iddio, mentre ripetiamo le parole
del profeta Gioele: Parce, Domine: parce populo tuo; et ne des hæreditatem tuam
in opprobrium, ut dominentur eis nationes. Perdona, Signore, al tuo popolo e
non esporre la tua eredità al vituperio, alla derisione delle genti (Gl 2, 17).
(Arcivescovo, ex Nunzio Apostolico negli Stati
Uniti d’America).
(Marco Tosatti).
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