Assassinati dalle bugie ?
Assassinati dalle bugie ?
Come
potete ancora non Vedere?
Conoscenzealconfine.it
-Fenando López-Mirones - ( 30 Marzo 2022)- ci dice :
Aprite
gli occhi per favore, svegliatevi e guardate quello che ci stanno facendo, come
potete non vederlo?
Ora
che non si parla più di covid ci aspetta una guerra che farà sembrare quella in
Ucraina una lite condominiale.
È la guerra tra i nuovi poveri, i disadattati,
i malati permanenti e tra coloro che hanno perso ogni speranza o progetto di
vita, dove ognuno naviga a vista e inesorabilmente non vede al di là del
proprio naso. (Toba60).
I
Vaccini sono stati un Triste Fallimento
Quasi
tutto quello che noi malvagi negazionisti abbiamo detto più di un anno fa si è
già avverato.
Gli
stessi mezzi di comunicazione ufficiali pubblicano articoli che dicono che le
PCR hanno dato falsi positivi, che hanno confuso le morti CON e DA Covid (una
delle scoperte di cui sono più orgoglioso), che il 90% dei deceduti sono
vaccinati, e che malattie cardiache, trombocitopenia, disturbi riproduttivi,
suicidi, infarti, ictus e tutti i tipi di malattie improvvise stanno uccidendo
una decina di persone al giorno solo in Spagna; tutti i vaccinati sono stati
“infettati dal Covid” (secondo le loro credenze) più volte; i blocchi non hanno
funzionato, le mascherine causano patologie e non funzionano…
In un
mondo normale dovrebbero ringraziarci per aver azzeccato TUTTO; dovrebbero renderci omaggio per
essere stati visionari, per aver cercato di salvarli, per essere stati
coraggiosi… e invece cosa fanno? Essi patrimonializzano queste verità e le riconoscono
facendole proprie, mentre portano avanti le misure di restrizione delle libertà
che presto riattiveranno.
Preparano
il prossimo “vaccino” perché devono continuare ad inoculare “chimere” tossiche
tre o quattro volte all’anno. Ma la gente non ne vuole più sapere, già la terza dose è
stata un fallimento. La maggior parte di quelli inoculati non lo farebbe più
ora.
Tuttavia,
si sbagliano a credere che sia tutto finito, ed è un errore non fare giustizia
per quello che è successo.
Se
lasciamo che i responsabili la facciano franca, ci riproveranno presto.
Dobbiamo esigere autopsie per i decessi causati da morte improvvisa, basta
pensare che è stata sfortuna.
Che
cosa trattiene i parenti delle vittime? Di cosa hanno paura, non stanno
lottando per la memoria dei loro morti, per la giustizia, la verità e per
evitare che altri muoiano? Perché collaborano con gli assassini dei loro cari invece di
combatterli? Bisogna forse vergognarsi di essere vittime del più grande inganno della
storia dell’umanità? Perché ci sono così poche persone coraggiose che si
ribellano, denunciano, chiedono autopsie e lottano per i loro parenti
assassinati dalle bugie?
I
medici lo stanno vedendo, molti me lo dicono in privato, parlano tra di loro,
sanno che questa quantità di patologie e morti non è normale. È una prova
epidemiologicamente inconfutabile che l’ondata di morti e i vaccini coincidono
nello spazio e nel tempo.
Il 90%
nel Regno Unito e in Israele. Ecco perché non vogliono più parlare di Covid,
perché non vogliono dare cifre, perché creano cortine fumogene con l’Ucraina e
creano problemi come il Sahara.
Quanta
falsità può sopportare chiunque intorno a sé prima di vedere la realtà che i
vaccinati stanno morendo e ammalandosi a centinaia di migliaia in uno
stillicidio inesorabile che purtroppo continuerà per gli anni a venire?
È una
verità così scomoda che poche persone vaccinate vogliono ammetterla, perché li
deprime pensare che potrebbero essere i prossimi. Ma dovrebbero aiutare il
dissenso per evitare che questo accada di nuovo. Guardare dall’altra parte non
è la soluzione. Dovrebbero essere indignati perché sono stati imbrogliati e
hanno messo a rischio la loro vita; invece stanno ancora collaborando con
coloro che li hanno avvelenati.
Il
loro silenzio è un complice necessario per il prossimo inganno che stanno
preparando per noi. Ci cascheranno di nuovo quando ci diranno che le zanzare
trasmettono un altro virus?
Aprite
gli occhi per favore, svegliatevi e guardate quello che ci stanno facendo, come
potete non vederlo?
(
Fenando López-Mirones -- t.me/elaullido-- toba60.com/).
Ucraina,
se la guerra
annulla
l’Europa.
Art21.org-
Domenico Gallo-(30 Marzo 2022) -ci dice :
Siamo
arrivati al trentesimo giorno di guerra, ogni giorno che passa cresce la
violenza, la disumanità, il dolore. Il conflitto si avvita su sé stesso e
semina giacimenti di odio che in futuro sarà molto difficile prosciugare.
Adesso
è sotto assedio anche una città splendida come Odessa che, in passato, ha avuto
un rapporto strettissimo con l’Italia.
Basti
pensare che nel secolo diciannovesimo l’italiano era la seconda lingua
ufficiale: non a caso la più famosa canzone napoletana di tutti i tempi, “O’
sole mio”, venne scritta a Odessa nel 1898 da Eduardo di Capua.
Purtroppo
il “sole nostro” in questo momento è oscurato da una nube nera che grava
sull’Europa intera e sui nostri cuori.
Ogni
giorno che passa cresce la possibilità di un’escalation incontrollabile del
conflitto. Se nel teatro ucraino sono le armi che intonano il lugubre canto di
guerra, negli USA e in Europa è la politica che parla il linguaggio della
guerra e diffonde l’isteria bellica nella società e nelle istituzioni,
arruolando l’opinione pubblica per partecipare ad un conflitto – per adesso
ancora figurativo – contro il nemico esterno.
Giovedì
il Presidente americano Biden è venuto a Bruxelles per partecipare non solo al
vertice straordinario della NATO e al G7 straordinario convocato dalla
Germania, ma anche al Consiglio europeo, convocato per il 24 e 25 marzo, per
una discussione sul sostegno all’Ucraina e al suo popolo e sul rafforzamento
della cooperazione transatlantica in risposta all’aggressione russa.
ll
Consiglio europeo è la massima istituzione dell’UE che definisce priorità e
orientamenti politici generali dell’Unione europea. Il fatto che vi partecipi
il Presidente degli Stati Uniti a dettare la linea all’Unione Europea non può
che inquietarci.
In realtà la presenza di Biden in quel
consesso rafforza lo schiacciamento dell’UE sulla NATO, che nel suo vertice
straordinario ha deciso di schierare quattro nuovi gruppi di battaglia in
Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia e di rafforzare la sua postura in
tutti i campi (terra, aria, mare, spazio e cyberspazio), continuando a fornire
ulteriori aiuti militari all’Ucraina.
Secondo
gli USA, Il vertice trans-atlantico sarà l’occasione per rilanciare l’immagine
di una alleanza tra Nato e Unione europea che procede nella massima unità, e che
si contrappone a Mosca senza distinguo al suo interno. In realtà dei distinguo
andrebbero fatti perché gli interessi europei e americani sono obiettivamente
divergenti, se non antitetici.
L’Europa
ha bisogno che si ponga fine immediatamente alla guerra; gli Stati Uniti,
invece, vogliono che la guerra continui (anche se per procura) per indebolire,
fiaccare ed isolare la Russia e mantenere tutta l’Europa strettamente nella
loro sfera d’influenza.
Il
fatto che l’offensiva militare russa – secondo il Pentagono – si sarebbe
impantanata per la notevole capacità di resistenza delle forze armate ucraine,
rende concreta la tentazione per gli USA di uno scenario tipo Afganistan nel
cuore dell’Europa e scoraggia ogni trattativa di pace.
Come ha osservato Barbara Spinelli (il Fatto
del 21/3/22) “Per l’Europa e l’Italia il proseguimento bellico è una sciagura,
sia che Putin perda sia che vinca. Avranno un caos che durerà decenni ai
confini orientali.
E se
l’Ucraina entra nell’Unione gli equilibri si sbilanceranno a Est ancor più di
quanto già lo siano, da quando l’UE ha incorporato Paesi più interessati alla
Nato che all’Europa (soprattutto Polonia e Baltici)”.
A dire
il vero gli effetti negativi della guerra, come l’ondata dei profughi, si
abbattono sull’Europa ma non hanno nessuna incidenza sugli Stati Uniti.
La
restrizione o l’interruzione dei rubinetti del gas della Russia danneggerà
l’Europa ma avvantaggerà gli Stati Uniti, che potranno venderci il loro gas
molto più costoso; le sanzioni commerciali alla Russia hanno un’immediata
ricaduta negativa sull’economia degli Stati europei, ma costituiscono
un’occasione di crescita per l’economia USA; il riarmo dell’Europa sarà un
affare colossale per il complesso militare industriale americano, ma non
gioverà ai sistemi di sicurezza sociale europei. Il prosieguo delle sanzioni
dopo la guerra nuocerà all’Europa ma gioverà agli USA.
L’Europa
che indossa l’elmetto e si infogna in una semi-guerra con la Russia fino al
punto da rischiare lo scontro diretto con una potenza nucleare ha deciso di
sparire come potenza politica, annullandosi nella NATO.
In
questo modo si avvia inconsapevolmente sulla strada del suicidio, rinunciando a
tutelare i bisogni e gli interessi fondamentali dei suoi cittadini.
Invece
l ’Europa, esigendo la fine immediata delle ostilità, dovrebbe aprire una
trattativa con la Russia che preveda la costruzione nel medio termine di un
sistema comune di sicurezza, indipendente dalle strategie Usa, fondato sulla
riduzione reciproca e concordata degli armamenti e la normalizzazione delle
relazioni commerciali e politiche, col ritiro delle sanzioni.
In
questo contesto dovrebbe essere garantita la neutralità dell’Ucraina ed avviato
un programma di investimenti per la ricostruzione post-bellica.
Limitarsi a dire che “Putin non vuole la
pace”, come ha fatto Draghi, dopo il collegamento di Zelenski con il Parlamento
italiano, è una dichiarazione di impotenza che riflette la drammatica assenza
di iniziativa politica dell’Italia e dell’UE.
Offrire
soltanto minacce rispecchia la teologia politica della Nato, non i nostri
interessi.
Ma,
quel che è più grave, non fa avanzare di un centimetro la causa della pace.
L’allarme
di Soros e la profezia di Q:
Stati
Uniti, Russia e Cina hanno impedito
il
“Nuovo Ordine Mondiale” di Klaus Schwab.
Lacrunadellago.net-
Cesare Sacchetti -(17 Marzo 2022 )- ci
dice :
Nel
suo ultimo editoriale pubblicato in una delle sue riviste preferite, Project Syndicate, uno dei media prediletti dei poteri
globali, George
Soros ha lanciato un vero e proprio “allarme”.
Secondo
il finanziere di origini ungheresi e askenazite già noto in Italia per il suo
famigerato attacco speculativo alla lira nel 1992, la Russia e la Cina starebbero
mettendo a rischio la civiltà per come la conosciamo.
La
cosiddetta civiltà di cui Soros sta parlando in realtà non è altro che l’ordine
globalista “liberal Dem Usa” che è stato
partorito alla fine della seconda guerra mondiale.
È
l’ordine secondo il quale è l’Occidente “liberal Dem Usa” nelle vesti del blocco Euro-Atlantico ad
essere il pilastro economico, militare, e geopolitico del cosiddetto Nuovo
Ordine Mondiale, voluto da Klaus Schwab.
Il
pensiero globalista aveva in mente già all’epoca una gerarchia piuttosto
precisa nella distribuzione del potere.
Questo
pensiero mirava e mira alla costruzione di una sorta di repubblica universale
nella quale un domani gli Stati nazionali non esisteranno più.
La filosofia
globalista è la negazione della sovranità e dell’indipendenza delle nazioni. È una filosofia autoritaria molto più
pericolosa e autoritaria dei totalitarismi del secolo scorso perché minaccia la
pace e la prosperità di ogni singolo popolo che abita il pianeta. L’Occidente” liberal Dem Usa” assieme alle sue istituzioni cardine, tra le
quali ci sono, solo per citarne alcune UE, NATO e FMI, è stato indubbiamente la forza
motrice di questo disegno.
A sua
volta, dopo il crollo del muro di Berlino si è aggiunta alla partecipazione di
questa visione la dittatura comunista cinese che è stata il motore della globalizzazione
economica.
Il
patto tra la Cina comunista e l’Occidente liberal Dem Usa.
Ciò
che potrà sorprendere molti lettori è proprio questo. Soros era l’uomo che ieri tesseva
le lodi della Cina fino a definirla un “governo più funzionale di quello degli
stessi Stati Uniti” mentre oggi la definisce apertamente una “minaccia”.
Per
comprendere le ragioni di questo divorzio tra la finanza anglosassone e la
Cina, occorre prima risalire alla causa di ciò che ha originato la vertiginosa
ascesa della Cina negli anni addietro.
La
potenza della Cina comunista non viene infatti dal nulla e può essere spiegata
soltanto con l’appoggio e il sostegno ricevuto dal gotha della finanza mondiale.
La
filosofia economica di questi ambienti finanziari non è altro che quella del
neoliberismo. Nel “neoliberismo Dem Usa” , i veri signori dell’economia e della finanza
sono un manipolo di oligarchi e di banchieri che accumulano nelle loro mani un
potere così enorme e dominante da metterli al di sopra degli stessi Stati
nazionali.
Quando
non esiste un attore, in questo caso lo Stato, che governa e partecipa ai
processi economici si crea un vuoto e a riempire questo vuoto di potere sono
gli oligarchi e le loro corporation.
Il
potere viene tutto trasferito nelle mani dei privati. Sono loro il vero Stato,
poiché quello formale è divenuto un simulacro giuridico privo di effettivi
poteri.
Per
dare una idea di come le grandi corporation abbiano raggiunto una influenza
superiore a quella degli stessi Stati si pensi al fondo di investimenti
americano BlackRock che è arrivato ad accumulare risorse
pari alla folle cifra di 16 trilioni di dollari, superiore al PIL della Cina
stessa o dell’Unione europea.
È in
questi fondi che si annida il vero potere della finanza mondiale e delle
famiglie di banchieri come i Rothschild che nascondono sempre la loro
partecipazione azionaria in un dedalo inestricabile di scatole cinesi.
La
globalizzazione è stata l’ordigno che ha fatto esplodere il “neoliberismo Dem
Usa” , e la Cina può senz’altro considerarsi come la miccia che ha innescato il
micidiale meccanismo.
Per
poter produrre una quantità praticamente infinita di beni a basso costo e di
bassissima qualità occorreva individuare un Paese che avesse al suo interno un bacino
praticamente infinito di manodopera a bassissimi costi.
È
questa la ragione per la quale l’ascesa della Cina non è stata decisa a Pechino. È stata decisa negli ambienti
finanziari di Wall Street e della City di Londra che hanno fatto affluire una
quantità enorme di capitali verso la terra del dragone.
La
migrazione in Cina di tutte le multinazionali americane siglò il patto tra i
poteri finanziari dello stato profondo di Washington e la dittatura comunista
cinese.
L’apertura
dei mercati Occidentali alle merci cinesi sarebbe stata difatti impossibile
senza che gli organismi di controllo dell’UE e degli USA ne avessero permesso
volutamente l’ingresso.
Fu
infatti proprio l’amministrazione del democratico Clinton a permettere
l’ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale del Commercio sotto le false
premesse che la Cina si sarebbe “democratizzata” e che i deficit commerciali
non sarebbero aumentati.
Ovviamente
si è verificato il fenomeno opposto e le ragioni sono facilmente intuibili. Se
si aprono i mercati a delle merci prodotte a bassissimo costo non si farà altro
che disoccupare la propria manodopera di alta qualità, e aumentare enormemente
il numero delle importazioni da quel mercato.
La
globalizzazione è stata una partita con delle regole truccate sin dal principio
perché coloro che hanno scritto le regole volevano che Pechino vincesse a
tavolino.
La
Cina quindi per come l’abbiamo conosciuta è una creazione diretta
dell’Occidente “liberal Dem Usa”. Non esisteva sotto un punto di vista industriale
prima degli anni 90, e fu creata artificialmente dal potere finanziario per andare
verso la visione di un mondo nelle mani di una governance globale.
La
Cina è servita per bloccare l’ascensore sociale, e a precipitare verso il basso
la classe media dei Paesi Occidentali che sono state letteralmente schiacciate
dall’avvento della globalizzazione.
Gli
unici che sono saliti al piano superiore sono gli oligarchi Occidentali e cinesi che hanno visto aumentare a dismisura
le loro ricchezze fino ad arrivare ad una forbice sociale senza precedenti.
Ad
oggi, il 76% delle ricchezze è concentrato nelle mani di un 10%, costituito da
un manipolo di capitalisti che hanno accumulato ricchezze ancora più enormi dopo l’avvento della “farsa”
pandemica.
Tutto
quindi sembrava procedere senza particolari intoppi. La luna di miele tra le élite
occidentali e Pechino sembrava consolidata.
I
rapporti successivamente hanno iniziato a incrinarsi. Soros in realtà aveva già lanciato in
questo senso “l’allarme” nel 2019 quando definì per la prima volta il
presidente cinese Xi Jinping come il più “feroce nemico delle società aperte”.
Per
società aperta si intende sostanzialmente quel modello che porta appunto allo scioglimento dello Stato nazionale,
dei suoi confini e conseguentemente anche della sua identità etnica e
culturale.
Nella “repubblica
universale totalitaria “il tutto si fonde con l’uno, dove per uno si intende il
Leviatano assoluto, il tiranno globale che impera su ogni nazione.
L’Occidente
già si era reso conto che c’era un problema con Pechino. La Cina aveva
accettato il patto con il potere globalista ma soltanto qualora questi fosse
finalizzato soltanto ed esclusivamente gli interessi nazionali cinesi.
La
Cina ha un modello economico sotto certo aspetti persino più imperialista di
quello Occidentale, vista la sua colonizzazione selvaggia del continente
africano.
Il
potere economico di Pechino è una leva per conquistare progressivamente tutte
le nazioni e renderle delle colonie cinesi.
A
questo proposito l’esempio della via della Seta è perfettamente calzante. I
Paesi che si sono trovati a firmare questo accordo con la Cina si sono
ritrovati invischiati in una trappola del debito che li ha portati poi a cedere
tutte le loro infrastrutture chiave alla dittatura comunista cinese.
Il
dragone in questo modo si è fagocitato intere nazioni come accaduto ad esempio
con il Sri Lanka costretto a cedere i suoi porti per ripagare gli esorbitanti
debiti contratti con i cinesi.
La
previsione di Q: “Stati Uniti, Russia e Cina” alleati contro il globalismo.
All’Occidente
“liberal Dem Usa” tutto questo è andato
sostanzialmente bene fino a quando questa enorme accumulazione di potere cinese fosse
servita poi a raggiungere il fine ultimo del globalismo, ovvero il super-governo
mondiale.
George
Soros e i
suoi storici referenti nel mondo della finanza, su tutti la famiglia Rothschild, hanno dovuto prendere atto di una
realtà inaspettata. La Cina non è interessata a rinunciare alla sua sovranità. La Cina non vuole smettere di
esistere come Paese e non vuole portare in dote il suo potere ai vertici del mondialismo
che sono stati coloro che l’hanno costruita.
Questa
è stata una delle ragioni principali che hanno portato al fallimento del Grande Reset di Klaus Schwab concepito da Davos
sin dall’inizio dell’operazione terroristica del coronavirus.
L’idea
era quella di dare vita ad una società globale talmente integrata da prevedere
ovunque gli stessi modelli autoritari.
Ovunque
si sarebbe dovuto ricorrere al vaccino obbligatorio, nuovo marchio razziale
della società “liberal Dem Usa “, per poter entrare in un luogo pubblico.
Ovunque
si sarebbe dovuto esibire permanentemente questo infame marchio per poter accedere al proprio posto
di lavoro.
Coloro
che si fossero opposti sarebbero stati messi progressivamente al bando fino ad
essere messi in dei veri e propri campi di detenzione COVID.
Il
piano così come l’avevano concepito le alte sfere del club di Davos e il suo
ideologo massone, Klaus Schwab (costruttore silente di bombe atomiche in Sud
Africa) , è invece rovinosamente fallito.
Sono
troppi gli attori geopolitici che mancano all’appello, e soprattutto le
superpotenze globali che avrebbero dovuto dare il loro imprescindibile
sostegno, Stati Uniti, Russia e Cina, si sono tutte opposte fermamente al piano.
Per
comprendere la strategia del Nuovo Ordine Mondiale occorre ragionare su un
piano che supera i propri confini del proprio Stato nazionale. Il Nuovo Ordine
Mondiale come dice la parola stessa è “mondiale” per definizione, non locale, e
quindi non può essere eseguito soltanto in singoli Paesi.
Occorre
immaginare il mondo come una scacchiera dove alcuni pezzi sono più fondamentali
e strategici di altri per vincere la partita.
Gli
architetti di Davos non sono riusciti a raggiungere il loro disegno ultimo
proprio perché non disponevano e non dispongono tuttora dei pezzi senza i quali
la partita non si può vincere.
E quei
pezzi come si accennava in precedenza sono proprio gli Stati Uniti, la Russia e
la Cina.
A
questo proposito viene in mente uno scritto pubblicato da “Q” qualche tempo
sulla sua bacheca. Per coloro che non sapessero chi è “Q”, l’ipotesi più
probabile e accreditata è che dietro questa lettera si nasconda un gruppo di
intelligence militare americana che ha affiancato Trump sin dall’inizio del suo
mandato e con ogni probabilità ancora prima della sua candidatura.
Lo
scopo di questo gruppo è quello di separare e liberare gli Stati Uniti dal
governo occulto dello stato profondo
(alleato con i Dem Usa) che ha
controllato l’America per molti decenni. Molta disinformazione è stata fatta
al riguardo su “Q” e molti, alcuni in buonafede molti altri in malafede,
l’hanno liquidata come una sorta di psy-op, ovvero un depistaggio concepito da
qualche agenzia di intelligence dello stato profondo americano per ingabbiare i
dissidenti e portarli in un vicolo cieco.
Se si
studiano attentamente gli scritti di Q, i cosiddetti drop, e si guarda con
attenzione agli accadimenti degli ultimi anni, si vedrà che è in realtà è
accaduto l’esatto opposto.
Il
mondo è andato sicuramente vicino al baratro del governo mondiale, ma il
disegno originario del potere globale è andato praticamente in frantumi.
L’alleanza
più palese e naturale che si è creata in questo senso in chiave patriottica e
anti-globalista è stata quella tra Donald Trump e Vladimir Putin dal 2016 in poi.
Quando
i poteri dello stato profondo di Washington hanno perduto il controllo degli Stati Uniti hanno
subito una perdita pesantissima, praticamente incolmabile. Hanno perduto il
pezzo più importante della scacchiera, quella regina che gli aveva consentito
di portare avanti tutti i piani del vero potere finanziario internazionale.
Il
disegno originario era quello di mandare alla Casa Bianca una delle tradizionali
referenti del potere di Washington, la “democratica” Hillary Clinton.
Alla
Clinton sarebbe spettato il compito di gestire gli Stati Uniti durante
l’operazione terroristica del coronavirus e di dare l’accelerazione massima e
definitiva verso il “Grande Reset globale”.
Non è
accaduto. Alla Casa Bianca c’era un presidente che era ed è stato fermamente opposto all’idea di un governo
mondiale.
La
dottrina del “Prima l’America” ha segnato un punto definitivo della dipendenza
degli Stati Uniti dai vari circoli dello stato profondo quali il CFR, il gruppo
Bilderberg e la Trilaterale che sono tutti sottomessi a loro volta al potere
delle grandi famiglie di banchieri quali Rothschild, Rockefeller, Dupont e
Astor.
La
separazione tra gli Stati Uniti e il globalismo non si è nemmeno ricomposta
sotto la cosiddetta amministrazione Biden perché questa non sta eseguendo l’agenda
prescritta di questi poteri.
Piuttosto
prosegue, incredibilmente per alcuni, a tenere distante gli Stati Uniti
dall’Unione europea e dalla NATO.
È un
argomento che è stato affrontato numerose volte e già in passato abbiamo avuto
modo di spiegare questa enorme anomalia attraverso una decisione presa da Trump
prima di lasciare la Casa Bianca.
La
decisione in questione è stata quella di firmare l’atto contro le Insurrezioni
che ha trasferito il potere ai militari nel gennaio del 2021 per impedire la
riuscita del colpo di Stato elettorale del novembre del 2020.
I
poteri dello stato profondo portarono in atto la più grossa frode elettorale della storia
perché avevano bisogno di riprendersi il controllo del loro pezzo pregiato
senza il quale la partita non poteva essere vinta.
La
contromossa di Trump ha sventato il golpe e il globalismo oggi si ritrova in braghe
di tela.
L’alleanza
tra Trump e Putin si è consolidata ancora di più e l’operazione militare in
Ucraina condotta dai russi sta dando l’ultima spallata definitiva al
traballante pilastro dell’Occidente liberale, la NATO e il cosiddetto blocco
Euro-Atlantico.
La
Russia ha deciso di condurre questa operazione proprio ora perché era ed è
perfettamente consapevole che l’avversario è debole e diviso come mai prima. Soprattutto l’avversario è privo
della protezione militare statunitense senza la quale nulla può di fronte a
Mosca.
La
Russia per molti anni è stata un incrollabile baluardo nell’impedire l’avanzata
del totalitarismo mondiale ma spesso si ritrovava isolata sul piano internazionale. Oggi la Russia si guarda intorno e
scopre che intorno a sé ha solo alleati.
Non
solo la Cina comunista che ha deciso di schierarsi apertamente con la Russia
per contrastare i poteri Occidentali ma anche l’America Latina, l’Asia,
l’Eurasia, e i Paesi arabi.
Sotto
certi aspetti si sta manifestando già nei fatti quell’alleanza anti-globalista
di cui parlava l’arcivescovo Carlo Maria Viganò.
Nell’idea
degli architetti del caos(liberal Dem Usa) il mondo avrebbe dovuto stringersi intorno all’idea del
governo mondiale. Il mondo invece si sta stringendo intorno all’idea della
preservazione della propria sovranità.
A
questo punto, quello di Soros sembra un disperato grido d’aiuto. È il grido di aiuto di chi ha
compreso che ormai la finestra di opportunità per giungere al Nuovo Ordine
Mondiale si è definitivamente chiusa.
All’alleanza
tra Trump e Putin si è unita la Cina anche se principalmente per i propri
interessi nazionali e non perché abbia a cuore i destini dell’umanità.
Questo
però non cambia un’evidenza di fatto. L’”ordine liberal Dem Usa globale” non ha più solidi perni di
riferimento sui quali poter contare salvo la “debole Unione europea” le
cui contraddizioni e divisioni si sono esacerbate ancora di più sotto la “farsa”
pandemica.
È
proprio di questi giorni la notizia che la BCE potrebbe sospendere nei
prossimi mesi il programma di acquisto dei titoli di Stato, staccando definitivamente la spina
alla moneta unica.
Sarebbe
quindi la vittoria della linea dei falchi tedeschi e olandesi a prevalere e
sarebbe la definitiva accelerazione della disgregazione del progetto europeo.
Il
mondialismo quindi si ritrova in questa condizione. Ambiva alla conquista del mondo, ma
ha subito un brusco risveglio e ha scoperto che è il mondo ad aver messo fine
al mondialismo.
La
mossa di Putin sull’Ucraina:
la
fine del blocco Euro-Atlantico
e del
Nuovo Ordine Mondiale di Klaus Schwab.
Lacrunadellago.net- Cesare Sacchetti - (28 Febbraio
2022 )- ci dice :
Alla
fine la decisione di Putin sotto certi aspetti è giunta inaspettata. Diversi osservatori sulla carta
pensavano che il presidente russo non avrebbe scelto di procedere ad un
riconoscimento immediato delle Repubbliche separatiste del Donbass e del
Lugansk che si trovano all’estremo confine orientale con l’Ucraina. A due passi
dalla Russia.
Molti
pensavano che Putin avrebbe temporeggiato e preferito rimandare in un altro
momento un riconoscimento che comunque prima o poi ci sarebbe stato.
Le
settimane precedenti erano state letteralmente funestate da una incessante
propaganda dei media occidentali che ogni giorno annunciavano una “invasione
russa” dell’Ucraina per poi puntualmente procrastinare l’appuntamento in un
continuo rinvio che ha finito inevitabilmente per coprire di ridicolo gli
stessi media che lo ventilavano.
Su
tutti c’è stato il caso famigerato di Bloomberg, quotidiano che assieme al
Financial Times assume il ruolo di portavoce indiscusso dell’alta finanza
internazionale.
Bloomberg
era persino arrivato a mettere in prima pagina lo scorso 5 febbraio l’annuncio
di una invasione russa che non c’era mai stata.
La
notizia è rimasta lì a galleggiare sul sito del quotidiano americano per trenta
minuti buoni, ed è impossibile pensare che la redazione di Bloomberg non si sia accorta
di un errore così marchiano.
La
pubblicazione è stata con ogni probabilità intenzionale e rientrava in una
strategia di continue provocazioni nei confronti di Mosca, nella speranza che
questa perdesse il controllo dei nervi e commettesse qualche errore.
La
Russia ha scelto di non raccogliere gli atti provocatori, e ha lasciato che
l’isteria mediatica occidentale proseguisse sino allo scorso lunedì.
Quello
è stato il momento nel quale Putin ha firmato in diretta il riconoscimento
delle due Repubbliche separatiste e quello è stato un momento spartiacque nella
storia non solo della Russia ma del mondo intero.
Quel
discorso ha segnato il passaggio da un’epoca, quella nella quale esisteva
l’assoluta predominanza del cosiddetto blocco Euro-Atlantico e dell’idea del
Nuovo Ordine Mondiale di Klaus Schwab che esso sorregge ad una nella quale la
mappa dei rapporti internazionali non è più disegnata a Washington e Londra.
E
Putin ha proceduto a questa decisione perché ha calcolato perfettamente che non
esisteva momento migliore per farlo. L’avversario è debole e diviso, orfano della protezione
militare degli Stati Uniti che si sono allontanati dalla sfera atlantica da
quando si è instaurata l’amministrazione Trump nel 2016, e che non vi sono più rientrati per
ragioni che abbiamo approfondito in passato e che riprenderemo a trattare
successivamente nel corso di questa analisi.
Ciò
che conta adesso è che Vladimir Putin ha scritto la parola fine alla tirannia
guerrafondaia dell’atlantismo e al tempo stesso ha sanato una ferita che si era
aperta nel 2014 ai tempi del famigerato Euromaidan.
Euromaidan:
l’inizio della nafizicazione dell’Ucraina.
Ciò
che non viene spiegato al pubblico è proprio la storia recente dell’Ucraina. Il disordine e la violenza che ci
sono in questo Paese non stati certo portati dalla Russia. Prima del golpe dell’Euromaidan,
l’Ucraina era un Paese sostanzialmente stabile non attraversato da laceranti
conflitti interni e guerre tra bande come lo è ora.
I
rapporti con la Russia erano ottimi e questa condizione era ciò che era, ed è
tuttora, meglio nell’interesse di questa nazione che è parte integrante della
Russia come è stato costretto a ricordare Putin all’Occidente.
L’Ucraina
moderna è di fatto una invenzione sostanzialmente prodotta dai sanguinari
bolscevichi che si instaurarono al potere in Russia nel 1917 soprattutto grazie
ai lauti finanziamenti che gli giungevano da Wall Street.
È una
pagina di storia che pochi conoscono e pochi sanno e che sarà interessante
approfondire in un altro contributo.
Per
restare invece tra le pagine della storia più contemporanea, l’Euromaidan è
stato il prodotto di una operazione sovversiva decisa tra le stanze del
dipartimento di Stato diretto dall’amministrazione Obama nel 2014 e attuato
attraverso la rete di ONG sovversive finanziate dallo speculatore e sobillatore
George Soros.
Soros
in questo senso riveste il ruolo di finanziatore delle rivoluzioni
internazionali decise dai “vertici del potere globalista”.
L’Euromaidan
fu deciso da questi ambienti perché l’Ucraina si stava spostando troppo dalla
sfera Euro-Atlantica verso quella della Russia, e ciò era qualcosa che l’atlantismo nella sua ottica di
espansione e di dominio del mondo intero non poteva tollerare.
Fu per
questo che le strade di Kiev in quei giorni di febbraio del 2014 furono
tormentate da disordini, violenze e rivolte orchestrate e dirette dal dipartimento di Stato
americano in stretto coordinamento con le fondazioni di Soros.
Non
c’erano normali ucraini a protestare in piazza, ma piuttosto stranieri e
paramilitari addestrati alla rivolta e alla destabilizzazione dei governi.
Alla
fine, l’allora presidente Yanukovich fu costretto a cedere. Yanukovich fu
costretto alla fuga perché era la sua stessa vita a rischio e fu costretto a
cercare riparo in Russia.
Al suo
posto si instaurò una lunga serie di governi fantoccio telecomandati da
Washington di cui Zelensky è soltanto l’ultimo della serie.
Il
primo presidente fantoccio fu Poroshenko, un nome che probabilmente molti
ricordano per via del suo coinvolgimento nell’inchiesta che era all’epoca in
corso su Hunter Biden, figlio dell’allora vicepresidente Joe Biden. Fu Poroshenko ad ordinare di sopprimere
quell’indagine che se fosse proseguita avrebbe portato ad una probabile
incarcerazione di Hunter Biden coinvolto nei loschi affari della società
ucraina del gas, Burisma.
A
trasmettere l’ordine a Poroshenko fu Joe Biden in persona che minacciò di chiudere
il rubinetto dei finanziamenti americani a Kiev se il presidente ucraino non
avesse eseguito l’ordine.
Biden
si vantò persino in pubblico del “successo” dell’operazione di fronte alla
platea del “Council For Foreign Relations”, il think tank finanziato dai Rockefeller
che ha praticamente deciso in anticipo ogni elezione presidenziale americana,
salvo quella di Donald Trump.
L’Ucraina
dunque è piombata in questo inferno di instabilità permanente per la diretta
conseguenza di quanto accaduto otto anni orsono dopo l’Euromaidan.
L’operazione
militare di Putin in Ucraina segna la fine dell’atlantismo retto dai “Liberal
Dem Usa” e lo stato profondo Usa.
Putin
sta quindi chiudendo il ciclo di quanto iniziato proprio in questi giorni nei
quali si compie l’anniversario di quel colpo di Stato.
Il
presidente russo non aveva alcuna alternativa. Le ONG di Soros pur di rovesciare
Yanukovich hanno reclutato la feccia dei battaglioni nazisti di Azov autori di
orrendi crimini ai danni della popolazione civile.
Sono
quei crimini che vengono perpetrati da anni nel Donbass e nel Lugansk nel
silenzio della comunità internazionale che ha chiuso gli occhi di fronte al
genocidio delle popolazioni russofone di queste due regioni e che oggi canta in
piazza invocando ipocritamente la pace dimenticando invece la guerra che
l’Occidente ha portato ieri.
Questa
è stata la ragione per la quale Putin ha autorizzato una operazione militare
molto accurata e precisa per mettere in sicurezza queste due regioni e
successivamente per procedere alla denazificazione dell’intero Paese.
Proprio
in questi giorni stiamo vedendo un profluvio di immagini e video diffusi dai
media Occidentali che sono in larghissima parte il risultato di una vera e propria “falsificazione
di un conflitto” che non può definirsi nemmeno “guerra” nel senso classico.
Per
poter parlare di guerra occorre che ci siano due parti che si scontrino in
conflitto. In
questo caso invece assistiamo ad un’avanzata delle forze armate russe che
avviene attraverso la collaborazione attiva di molti soldati ucraini.
Molti
militari ucraini sono infatti scontenti del regime di Kiev e non hanno
comprensibilmente alcuna intenzione di immolarsi per difendere un governo
corrotto al soldo di poteri stranieri che ha portato il Paese nel baratro.
L’esempio
più famigerato in questo senso della falsificazione in atto ci viene dalle
immagini che i media mostrano ossessivamente di una donna con il volto
insanguinato che ha alle sue spalle un palazzo ridotto in macerie.
L’edificio
però che c’è alle spalle di quella donna non è un edificio crollato per un
inesistente bombardamento russo ma è un palazzo crollato quattro anni prima a
Magnitogorsk, in Russia, in seguito ad una fuga di gas.
La
macchina della menzogna dei media occidentali ormai è fuori controllo e deve
fare di tutto per mettere in cattiva luce la Russia davanti agli occhi del
mondo tanto in alcuni casi da ricorrere alle immagini di un videogioco, come ha
fatto l’infausto TG2, per dimostrare che la Russia sta bombardando l’Ucraina
quando in realtà non un solo aereo russo si è accostato a Kiev fino a questo
momento.
Il
Cremlino non vuole bombardare e distruggere. Questo è un protocollo seguito dai
presidenti dello stato profondo di Washington quali George Bush o piuttosto
Bill Clinton che bombardò indiscriminatamente Belgrado negli anni’90 uccidendo
molti bambini anche attraverso l’assistenza del suo sodale Massimo D’Alema,
allora inquilino di palazzo Chigi. Considerate le condizioni quindi del tutto anomale di
quanto stiamo vedendo in Ucraina la sensazione è che il regime di Zelensky
presto cadrà. Non è stimato dalla popolazione, ma piuttosto detestato, e una parte
consistente dell’esercito ucraino si è già unita ai russi in attesa di
liberarsi definitivamente dalla presenza dei nazisti di Azov.
È
quindi questa la fine del blocco Euro-Atlantico. È la fine di una pagina di storia
iniziata nel 1945 quando vennero poste le basi per erigere tutta l’architettura
presente dell’ordine liberal Dem Usa globale fondato sull’assoluta preminenza
economica e militare degli Stati Uniti.
Quello
che però ha dato lo scossone decisivo a questa impalcatura, oltre ovviamente a
Vladimir Putin, è stato Donald Trump sei anni prima all’alba della sua elezione come
presidente degli Stati Uniti.
È stata
la dottrina del “Prima l’America” di Trump a togliere il pilastro dell’America
dal palazzo del Nuovo Ordine Mondiale.
È
senza quel pilastro portante che sorreggeva su di sé tutto il peso dell’ordine
globalista l’edificio ha iniziato inevitabilmente a sprofondare nel terreno.
Trump
in questo senso ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione, o forse sarebbe
meglio dire controrivoluzione, copernicana dell’assetto dei rapporti
internazionali.
Gli
Stati Uniti si sono separati dall’atlantismo e Trump stesso non ha mai nascosto
tutta la sua profonda avversione alla NATO, manifestando il desiderio di
uscirne e restituire piena sovranità agli Stati Uniti stessi.
I
signori del mondialismo lo hanno compreso perfettamente, e per questo hanno attuato la più
grande serie di ripetuti golpe e tentati omicidi praticati contro un
presidente.
La
serie delle operazioni sovversive è iniziata attraverso lo Spygate del 2016 sul quale proprio in
questi giorni il procuratore John Durham ci sta mostrando le prove
inoppugnabili del ruolo giocato da Hillary Clinton nello spionaggio illegale
praticato contro il presidente americano anche attraverso la decisiva
assistenza dello stato profondo Italiano.
La
Clinton è stata la mente di questa operazione il cui unico scopo era rovesciare
Donald Trump.
La
serie degli atti sovversivi è poi proseguita attraverso almeno tre attentati
alla vita di Trump, due messe in stato di accusa e la più grossa frode elettorale
della storia praticata nel novembre del 2020.
I
poteri globali hanno tentato qualsiasi carta pur di liberarsi di Donald Trump
per il semplice fatto che senza il controllo degli Stati Uniti qualsiasi
ipotesi di costruire un governo mondiale è semplicemente inattuabile.
Non
esiste un’altra potenza economica e militare in grado di ingerire e influire
negli affari di un altro Paese come può farlo gli Stati Uniti.
Tutta
la rete di agenzie dell’intelligence costruita e finanziata dalle famiglie che
rappresentano il vero potere occulto è stata pensata per consentire agli USA di
colpire e rovesciare in qualunque momento coloro che si fossero opposti ai
disegni del Nuovo Ordine Mondiale.
Washington
è stata trasformata da questi poteri in una sorta di centrale della sovversione
internazionale.
Fu per
questo che il presidente cileno Salvador Allende venne destituito nel 1973 su
ordine di Henry Kissinger, uomo forte del Bilderberg.
Fu per
questo che Aldo Moro venne minacciato di morte da Kissinger nel 1976, e finì
poi ucciso dalle BR due anni dopo.
E fu
per questo che Slobodan Milosevic, presidente della Serbia negli anni’90, e
Muammar Gheddafi, vennero rovesciati e uccisi ancora una volta dalla NATO.
La
NATO in questo senso non ha rivestito in alcun modo il ruolo di
un’organizzazione volta a preservare la stabilità e la sicurezza dei Paesi
Occidentali. La NATO ha rivestito il ruolo di un’organizzazione terroristica che ha
eliminato tutti coloro che costituivano un intralcio per il piano di dominio
globale voluto dalle élite internazionali.
Nulla
c’entrava la retorica del contenimento del blocco sovietico visto che
l’Alleanza Atlantica piuttosto che sciogliersi dopo il crollo del muro di
Berlino si è espansa incredibilmente ad Est.
La
vera ragione dell’esistenza della NATO è quella di essere il braccio militare
del Nuovo Ordine Mondiale ma questa condizione è possibile solamente se gli USA
restano sotto l’ala dell’atlantismo.
Questa
la ragione per la quale il mondialismo ha cercato in ogni modo di riprendersi
l’America e questo proposito è fallito anche dopo la frode del 2020.
Abbiamo
visto ormai come in numerose occasioni il fantoccio Joe Biden non abbia
eseguito gli ordini che questi poteri gli avevano prescritto.
Al
contrario, abbiamo assistito Biden andare esattamente nella direzione opposta e
allontanarsi dalla sfera atlantica quando ha completato il ritiro delle truppe
dall’Afghanistan, e quando in questi giorni si è rifiutato di mandare truppe di
militari americani in Ucraina lasciando quindi a Putin campo libero.
Le
ragioni di questa anomalia risiedono nel fatto che Biden in realtà non si è mai
realmente insediato quando Trump nel gennaio del 2021 firmò l’Atto contro le
Insurrezioni e trasferì il potere ai militari impedendo così
all’amministrazione Biden di insediarsi in maniera effettiva.
Gli
Stati Uniti quindi non sono tornati nella sfera del mondialismo ed è questa
un’altra ragione che ha portato al fallimento della farsa pandemica che
nell’ottica di Davos avrebbe dovuto portare al Grande Reset, un riordino della società che avrebbe
portato ad una messa al bando di tutti coloro che non si fossero inoculati con
il “siero sperimentale chiamato impropriamente vaccino”.
Si è
manifestato il fenomeno inverso. I governi europei hanno tolto quasi ogni restrizione e
la Russia e gli Stati Uniti hanno fatto da apripista in questo senso uscendo
dalla operazione terroristica del coronavirus già lo scorso anno.
Alla
debole Unione europea, ultimo flebile baluardo del globalismo, non restava
altra scelta. Le altre grandi potenze avevano già affondato il piano di Davos e
persino la Cina Comunista in rotta di collisione con le élite occidentali per
interessi radicalmente divergenti ha voltato le spalle ai poteri globali.
Siamo
quindi giunti all’ultima conclusione di un atto che è quello che sta scrivendo
la parola fine all’ideologia che sottende il neoliberismo economico (ora “Liberal
Dem Usa”) che ha partorito il mostro della globalizzazione e a quella politica
e spirituale, nel senso deteriore del termine, che sottende invece quella
massonica del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale.
Trump
e Putin in questo senso hanno siglato una vera e propria alleanza patriottica
che ha impedito la manifestazione e il rilascio della Bestia, l’espressione
biblica che identifica quel tiranno globale che un giorno dominerà il mondo.
I due
presidenti sono stati una sorta di katehon politico che ha impedito la definitiva ascesa del governo
totalitario planetario che avrebbe fatto polvere delle nazioni e perseguitato
brutalmente chiunque avesse osato opporglisi.
Allo
stesso modo, sotto il piano più strettamente spirituale, stavolta nel senso
migliore del termine, è stato l’arcivescovo Carlo Maria Viganò a raccogliere
attorno a sé i cattolici smarriti che si sono allontanati dalla falsa chiesa di
Bergoglio, prostituita a questa falsa ideologia massonica.
L’Ucraina
è quindi la chiusura del cerchio. È l’inizio della irreversibile fine di tutto un mondo
che era stato concepito molti decenni prima e che i signori del globalismo
credevano di veder realizzato in questo frangente storico.
L’ininfluente
Unione europea ormai non può più nulla per fermare il meccanismo perché orfana
della protezione degli Stati Uniti che ormai hanno intrapreso un cammino nuovo,
in attesa del ritorno ufficiale di Trump, sempre più prossimo, che porterà alla
fine ufficiale del mondialismo in ogni sua forma, politica, militare ed
economica.
L’alba
del Nuovo Ordine Mondiale si è definitivamente conclusa. Questa fase storica sembra aver
dato inizio piuttosto al suo definitivo tramonto.
La
beffa per i circoli di Davos di Klaus Schwab è stata tremenda. Sono andati a dormire convinti che
l’ordine totalitario globale fosse alle porte e si sono risvegliati scoprendo
che il mondo che avevano immaginato è andato definitivamente in mille pezzi.
L’Ucraina
e le armi batteriologiche:
il
piano del mondialismo
per
sterminare i russi.
Lacrunadellago.net-
Cesare Sacchetti-( 4 Marzo 2022 )- ci dice:
C’è
una storia segreta dell’Ucraina che non viene raccontata al grande pubblico.
L’opinione pubblica Occidentale sostanzialmente ignora cosa accade veramente in
questo Paese da anni.
Tutto
ciò che è giunto dall’Ucraina negli anni passati attraverso il filtro delle
menzogne dei media europei e americani è l’immagine di un Paese che ha compiuto
la cosiddetta “transizione democratica” portata in atto dallo stato profondo di Washington,
assieme ai “Liberal Dem Usa”.
Quella
che viene chiamata “esportazione di democrazia”, un termine piuttosto caro alle
lobby dei neocon sionisti degli anni 2000 non è null’altro che il rovesciamento
di governi considerati ostili ai gruppi di potere che hanno dominato per
decenni la Casa Bianca, su tutti il “Council For Foreign Relations” finanziato
dalla famiglia Rockefeller.
L’Ucraina
non fa eccezione a questa regola per la sua posizione strategica, e come
abbiamo visto nel precedente articolo, era vitale per le lobby atlantiste
rovesciare attraverso il golpe chiamato Euromaidan la presidenza Yanukovich
troppo vicina, secondo il dipartimento di Stato USA, al Cremlino.
C’è
però anche un altro lato per il quale il controllo dell’Ucraina è fondamentale
per questi ambienti. È un lato molto più oscuro nel quale vengono praticati i
peggiori e sporchi traffici del pianeta.
Stiamo
parlando di produzione e sviluppo di armi batteriologiche, di traffico di
bambini, di organi e di esseri umani.
Il
regime neo-nazista che protegge il fantoccio tele-comandato dalla NATO,
Zelensky, è stato ciò che ha garantito la prosperità di questi traffici.
Da
quando Poroshenko fu installato al potere, questi traffici hanno iniziato a
proliferare e infestare l’intera Ucraina.
C’è ne
però uno in particolare sul quale dovremmo soffermarci ed è quello che riguarda le armi batteriologiche.
Per
poter comprendere come sono iniziati i programmi per utilizzare l’Ucraina come
una base per studiare queste armi occorre fare un passo indietro e tornare al
2005, quando il Paese era governato dall’allora presidente Yushchenko.
Yushchenko
era il prodotto diretto di un’altra rivoluzione colorata (di Soros), la prima
che avvenne in Ucraina nel 2004 e nel 2005.
Anche
in quel periodo, a Washington erano piuttosto preoccupati che questo Paese
potesse spostarsi troppo nell’orbita di Mosca e venne deciso di scatenare i
soliti disordini provocati dalle solite Ong di Soros – professionista della
sovversione internazionale – per mandare al potere il presidente fantoccio di
turno, Yushchenko in questo caso, che eseguisse meglio gli ordini dei poteri
finanziari globali.
Il
viaggio di Obama in Ucraina: fondi per i laboratori di armi chimiche.
Una
volta che il neo-presidente ucraino si instaurò al potere iniziarono una serie
di viaggi compiuti dall’allora giovane e sconosciuto senatore democratico
dell’Illinois, Barack Obama, assieme al suo collega repubblicano Richard Lugar.
Obama
e Lugar furono mandati in Ucraina per una ragione molto precisa, ovvero quella
di avviare un programma congiunto tra il governo statunitense e ucraino per condurre
ricerche scientifiche sulle armi batteriologiche.A dare notizia di questo viaggio fu
il quotidiano da sempre portavoce del vero potere occulto che domina a
Washington, il Washington Post.
La
storia venne riportata dal quotidiano con un titolo propagandistico del tipo “Gli Stati Uniti aiuteranno l’Ucraina
a contrastare le armi biologiche”.
In
realtà se si legge poi l’articolo si comprende che questo “aiuto” è consistito
nell’eseguire degli aggiornamenti di sicurezza di alcuni istituti biologici che
avevano appunto questo scopo.
Questi
laboratori erano in parte eredità della Guerra Fredda ma a Washington non
interessava in alcun modo smantellarli.
Piuttosto
dalle parti della Casa Bianca erano interessati ad affiancare, e praticamente
comandare, il governo ucraino attraverso risorse finanziarie e scientifiche
superiori nella gestione di questi laboratori.
Gli
Stati Uniti quindi da quegli anni assunsero già il controllo diretto sullo
sviluppo e sulla ricerca delle armi chimiche e batteriologiche in Ucraina.
Questo
Paese quindi divenne una base per queste ricerche che non avevano in realtà
alcuna finalità “scientifica”.
Lo
scopo era quello di lavorare a delle armi da poter utilizzare contro eventuali
“nemici” dello stato profondo di Washington, e all’epoca, come allora, il vero avversario di
questi ambienti veniva considerato la Russia di Putin che stava gradualmente
tornando a rimettersi in piedi dopo il disastro degli anni’90.
Il
Pentagono raccolse campione del DNA dei russi.
A
questo proposito, fu proprio lo stesso presidente russo a rivelare come in
Russia nel 2017 c’erano delle ONG straniere che stavano facendo qualcosa di
piuttosto singolare.
Queste ONG avevano già allora e negli anni
precedenti iniziato a raccogliere campioni di DNA della popolazione russa in
ogni regione del Paese.
Queste
associazioni non erano interessate in alcun modo a raccogliere campioni di
altre popolazioni slave presenti in Russia, ma erano interessate soltanto ed
esclusivamente ad avere il DNA dei russi.
Al Cremlino
si accorsero di queste attività alquanto anomale e sospette, e Putin in quel
periodo rilasciò una dichiarazione ufficiale.
“Siete
al corrente che del materiale biologico è stato raccolto in tutto il Paese, da
differenti gruppi etnici e persone che vivono in differente regioni geografiche
della Federazione Russa? La domanda è: perché questo viene fatto? E viene fatto
intenzionalmente e professionalmente.”
Anche
alla Camera alta del Parlamento russo, il Consiglio Federale, si accorsero che
questa attività non era affatto ordinaria e iniziarono a trattare la questione
in via ufficiale.
L’allora
vice presidente del comitato per la Sicurezza e la Difesa del Consiglio
Federale, Franz Klintsevich, dichiarò pubblicamente che tutto ciò lasciava
pensare che qualcuno stava pensando espressamente allo scenario di studiare un’arma biologica che
potesse colpire solamente i russi.
Il
senatore russo spiegò correttamente che i gruppi etnici reagiscono in maniera
differente al contagio con agenti batteriologici e questo spiegava quindi il
motivo di tanto interesse nel raccogliere solo ed esclusivamente campioni di
DNA russo.
Occorreva
un’arma batteriologica su misura pensata per colpire e uccidere soltanto la
popolazione russa.
A
rivelare poi il mistero su ordine di chi quelle ONG stessero procedendo alla
raccolta di quei campioni furono propri i suoi mandanti che non erano altro
che, casualmente, gli uomini dell’aviazione militare statunitense. A parlare in quell’occasione fu un
portavoce dell’AETC, acronimo che sta ad identificare il commando per l’addestramento e
l’educazione dell’aereonautica americana.
L’AETC
precisò che si trattava soltanto di prelievi di DNA giustificati dalla
necessità di condurre delle ricerche sull’apparato muscolo-scheletrico umano.
A
Mosca però non la bevvero perché il fatto che fossero prelevati solo ed
esclusivamente campioni di DNA di popolazione russa e il fatto che fossero
coinvolti i militari ha lasciato pensare che il vero obbiettivo di quel
programma fosse creare appunto un agente patogeno pensato solo per danneggiare le
popolazioni di etnia russa.
Se si
considera la lunga storia di programmi finanziati dallo stato profondo di
Washington per sviluppare armi batteriologiche, in molti casi sperimentati
sulla stessa inconsapevole popolazione americana, il sospetto della Russia è
più che fondato.
L’Ucraina
potrebbe essere quindi la chiave per spiegare quanto accaduto in Russia nel
2017 quando l’aereonautica americana raccoglieva parti di DNA russo, e quanto
accaduto dodici anni prima quando Barack Obama si recava in visita nel Paese
per assicurare più fondi ai laboratori ucraini che si occupavano di questi
programmi di guerra chimica e batteriologica.
La
Russia conferma che l’Ucraina è stata utilizzata per produrre armi chimiche contro
i russi.
In
questi giorni è circolata molto sui media alternativi l’ipotesi che
l’operazione militare russa oltre che ad avere lo scopo di de-nazificare e
liberare l’Ucraina avesse lo scopo di distruggere quei centri dove venivano
custoditi virus letali.
A dare
conferma ufficiale a questa tesi è stata la stessa ambasciata russa presso la
Bosnia-Erzegovina che ha dichiarato pubblicamente che gli Stati Uniti “hanno
riempito l’ucraina di laboratori biologici, i quali erano – molto possibilmente
– utilizzati per studiare metodi volti a distruggere il popolo russo ad un
livello genetico.” Gli ambienti che hanno concepito il golpe dell’Euromaidan nel
2014 e la rivoluzione colorata del 2005 hanno utilizzato questo Paese come una base per
dei programmi criminali e genocidi rivolti esclusivamente a colpire la
popolazione russa.
C’è
una vera e propria ossessione quindi da parte del globalismo nei confronti
della Russia fino al punto di pensare ad un’arma che potesse sterminare la sua
popolazione.
La
guerra tra la Russia e il vertice del potere finanziario internazionale è in
realtà molto più antica e risale almeno al 1815 quando la famiglia Rothschild che già
finanziava e dominava le monarchie europee giurò di distruggere e uccidere i
Romanov che si erano opposti ai loro piani di dominio dell’Europa.
Anche
la storia più recente dell’Ucraina non sembra fare eccezione all’odio feroce
che il Nuovo Ordine Mondiale nutre contro la Russia.
Sono
giunte negli ultimi giorni informazioni sull’effettiva distruzione di questi laboratori
da parte dei russi nel corso della loro operazione militare.
A dare
notizia di questo retroscena in particolare è stato il sito americano Real Raw News che da alcuni è considerato
controverso, e non attendibile, per i suoi articoli che parlano di presunti
processi in corso a Guantanamo contro gli uomini che hanno organizzato il colpo
di Stato dello Spygate e la frode elettorale del 2020 contro Donald Trump.
Siamo
stati comunque in grado di verificare in altre maniere e attraverso altre fonti
attendibili questa informazione che sembra corrispondere al vero.
I
militari russi avrebbero distrutto tutti questi laboratori e sarebbero entrati
in possesso dei documenti segreti ai quali gli scienziati ucraini e americani
stavano lavorando.
A
quanto pare, anche in questa occasione, la Russia si è rivelata ancora una
volta l’incubo dei grandi poteri finanziari che aspirano a erigere un super-governo
globale.
E anche
in questa occasione questo Paese ha inflitto una cocente sconfitta alla famiglia Rothschild la cui immensa ricchezza siede sul
fiume di sangue delle guerre che questa ha provocato nel corso degli ultimi due
secoli.
LA
RUSSIA OFFRE ALL’INDIA
UN’ALTERNATIVA
ALLO SWIFT.
Comedonchisciotte.org-
Massimo Cascone -(31 Marzo 2022)- ci dice :
Mosca
deve necessariamente trovare un modo per far fronte all’esclusione dal sistema
SWIFT, almeno finché un nuovo sistema economico-finanziario a guida cinese non nascerà,
stravolgendo tutti gli attuali meccanismi.
Deve
farlo anche alla svelta se non si vuole trovare tagliata fuori dal commercio
con i paesi asiatici e, secondo quando riportato da Bloomberg, primi passi in questa direzione li
sta facendo proprio in questi giorni con l’India, la sesta economia del mondo.Il Cremlino avrebbe infatti proposto
all’India di adottare un sistema di pagamento sviluppato dalla Banca Centrale
russa che permetterebbe di evitare l’utilizzo del dollaro, garantendo i
pagamenti in rupie e rubli, e permettendo così al terzo più grande consumatore
di petrolio del mondo di continuare ad acquistare dalla Russia, aggirando le
sanzioni occidentali.
La
proposta prevede l’utilizzo del sistema SPFS – sistema di trasmissione dei
messaggi finanziari – sviluppato dalla Banca centrale russa dal 2014,
equivalente per funzionamento al sistema internazionale SWIFT.
Nei
prossimi giorni è previsto l’arrivo in India del ministro degli esteri russo
Sergey Lavrov e di alcuni funzionari della Banca russa per discutere più
approfonditamente del progetto ed esaminare i dettagli sul suo utilizzo.
Entrambe
le parti sono fiduciose sulla possibilità di trovare un’intesa vista
l’interdipendenza delle loro economie. Basti pensare che l’anno scorso
l’India ha esportato 3,3 miliardi di dollari di merci in Russia, soprattutto
prodotti farmaceutici, tè e caffè, e ha importato 6,9 miliardi di dollari di
prodotti russi, tra cui armi e beni di difesa, risorse minerali, fertilizzanti,
metalli, diamanti e altre pietre preziose.
(Massimo
A. Cascone).(
bloomberg.com/news/articles/2022-03-30/russia-proposes-swift-alternative-to-india-for-ruble-payments).
La
crisi del virus è una frode e una copertura
per una presa di potere politica globale
(intervista
al Prof. Kees Van Der Pijl).
Comedonchisciotte.org-
Topic starter- (30 Marzo 2022)- ci dice :
(podcasts.apple.com/ec/podcast/kees-van-der-pijl-the-virus-crisis-is-a-fraud-cover/id1003465597?i=1000548913544).
Kees
Van Der Pijl: La crisi del virus è una frode e una copertura per una presa di
potere politica globale.
Il
professor Kees van der Pijl discute il suo nuovo libro che spiega come la crisi
del virus sia una frode e una copertura per la presa del potere politica.
L'emergenza
medica è solo un pretesto per i sistemi di passaporto dell'identità digitale.
Discute
gli attori dietro questa oligarchia dominante la cui concentrazione non ha
precedenti nella storia. Le élite stanno usando una strategia della tensione
per soggiogare una popolazione globale altrimenti indisciplinata che è stata
sull'orlo della rivoluzione in stile 1848. La fase medica del colpo di stato
può volgersi verso la guerra (ad esempio la Russia) come verso un altro mezzo
per consolidare il governo. La classe dirigente crede di avere una piccola
finestra di tempo per cementare il proprio potere sulla scia della storica
rivoluzione dell'AI (Artificial Intelligence). Spiega i meccanismi attraverso i
quali l'oligarchia è in grado di imporre processi regolatori mondiali a interi
continenti e come la Cina stia cooperando in questo 'ultra-imperialismo' con
l'Occidente. È ottimista sul fatto che il progetto politico che è il Covid non potrà
andare avanti ancora a lungo, andrà in pezzi e che non possiedono ancora la
tecnologia necessaria per implementare un sistema di controllo digitale totale.
Anche un nucleo centrale della società rifiuta sempre più la sua folle visione
del futuro.
States
of Emergency (BOOK)- (claritypress.com/product/states-of-emergency-keeping-the-global-population-in-check).
(manchesteruniversitypress.co.uk/9781526131096).
Geopolitica
e impero:
Il
podcast Geopolitics & Empire è affiancato dall'economista politico
olandese, il dottor Kees van der Pijl. Ha insegnato all'Università di Amsterdam
e all'Università del Sussex. È autore di numerosi libri, ma oggi parleremo del suo nuovo libro
assolutamente da leggere, States OF Emergency: Keeping the Global Population in
Check. Benvenuto Kees. Come si sta andando lo stato di emergenza in Olanda?
Kees
van der Pijl:
Beh, è
piuttosto cupo. E avrete visto che ho dedicato il libro ai giovani, perché a
mio avviso, i bambini e coloro che hanno l'età degli studenti ne stanno davvero soffrendo. Perché per
qualcuno alla mia età, due anni non sono niente. Parlando per me e per mia moglie, per noi è stato un
periodo interessante, politicamente interessante e così via, ma se vedo cosa
succede ai miei nipoti e a tutti i bambini qui e agli studenti, siamo di fronte
a un dramma, perché due anni sono una
vita se ti stai sviluppando. Quindi, in questo senso, sono davvero molto cupo,
e ovviamente ora siamo soggetti al lancio di un progetto europeo di identità
digitale, ed è di questo che si tratta. L'intera faccenda medica è solo un
pretesto per abituarci alle vaccinazioni.
Tutto
è in uno stato molto incompleto, quindi probabilmente finirà comunque in un
disastro e nel caos, ma questa di per sé non è una prospettiva promettente.
Ora, l'Olanda è irriconoscibile, direi, a meno che non la si confronti con la
seconda guerra mondiale e l'occupazione in cui già la popolazione olandese dava
un esempio di un atteggiamento molto peculiare che può essere paragonato solo
ad alcuni paesi dell'Europa orientale. Per esempio, noi... beh, io non c'ero
certo, ma la generazione dei miei genitori e dei miei nonni in pratica ha
lasciato che gli ebrei d'Olanda venissero rapiti, per non tornare mai più, mentre
il resto dell'Europa occidentale in media aveva un atteggiamento migliore ,
nascondendo le persone in misura maggiore. È successo anche qui in Olanda, ma
comunque è il paragone che continua a spuntare fuori.
Questa
è la prima volta dalla seconda guerra mondiale che abbiamo avuto il coprifuoco,
che abbiamo avuto un blocco, che abbiamo avuto la brutalità della polizia a un
livello mai visto in questo paese in tutta la mia vita. E tutto viene negato, e
non ti sto dicendo nulla che non sapevi già, ma è triste. E non è triste per me
perché sono seduto qui e sto andando avanti, ma è triste per i bambini. Ho
appena sentito oggi che nessuno dei miei nipoti vuole più andare a scuola
perché devono indossare maschere nel corridoio, e i bambini si innervosiscono perché
non sanno perché dovrebbero farlo.
Geopolitics
& Empire:
Sì.
Sì. Sono d'accordo anch'io con te. E mi sento esattamente allo stesso modo, la
paura non è per me, ma per i giovani e per i miei figli. Posso affrontare
queste cose. Ho vissuto abbastanza bene fino ad ora, quindi non mi importa di
me stesso. E penso anche che sia un confronto equo quello che sollevi. Lo dico
dall'inizio. Ed ero in Asia centrale nel 2020, e in realtà avevo programmato di
tornare in Europa nella mia terra natale, la Croazia, ma non appena ho scoperto
cosa stava davvero succedendo dietro lo stato di emergenza, all'inizio del
2020, ho deciso di fuggire di nuovo in America Latina, dove pensavo che avremmo
avuto più libertà un po' più a lungo, cosa che si è verificata finora.
In Messico, eh?
Geopolitica e impero:
Sì, in Messico. Hanno appena attivato anche
qui i certificati di vaccino una settimana fa, quindi è una battaglia. 500 persone hanno presentato
un'ingiunzione contro il governatore perché anticostituzionale. Ma anche il tuo confronto con la
seconda guerra mondiale, c'è un eurodeputato croato che di recente…
Kees van der Pijl: L'ho visto.
Geopolitica e impero:
Sì. Ha
urlato contro Macron e von der Leyen, confrontando ciò che sta accadendo ora,
con l'occupazione nazista, quindi non sei solo. Ma esaminiamo il tuo libro. C'è
così tanto qui. Consiglio vivamente questo libro. Penso che sia effettivamente
in vendita da Clarity Press, con uno sconto del 40%, le persone possono andarci
ora. Ma ci sono così tante informazioni in esso, ed è difficile scegliere un
punto di partenza, ma tu [non udibile 0001] che l'oligarchia al potere si è
impossessata della scena del virus, avendola fabbricata essenzialmente per
dichiarare lo stato di emergenza al fine di impedire alla rivoluzione
informatica di inaugurare una trasformazione democratica, come ha fatto la
stampa nel medioevo. Parli di uno stato globale internazionalizzato dominato dal
capitale internazionale che si sta preparando al collasso economico e alle
rivoluzioni in stile 1848.
Chiami
anche questa oligarchia il blocco dei media informatici dell'intelligence. Quindi forse per iniziare, le
persone si chiederanno sempre, chi sono e come descriveresti questa oligarchia
dominante?
Kees
van der Pijl:
Bene,
la prima cosa da un punto di vista teorico è che non dovresti mai trattarlo
come un'entità esistente che non cambia. Il titolo della mia tesi di dottorato
da qualche parte decenni e decenni fa aveva La formazione di classe, e penso
che quando si pensa a una classe dirigente ea qualsiasi altra classe nella
società, si dovrebbe sempre pensare alla formazione di classe che è all'interno
della società come un campo magnetico. Si verifica un certo senso di
orientamento in un modo particolare. Quando hai menzionato questo triangolo che
abbozzo nel libro, i servizi di intelligence, i giganti dell'informatica ei
media, costituiscono un nucleo che guida questo processo di formazione delle
classi nel periodo attuale. Quella sarà la mia tesi.
E
ovviamente ciò non esaurisce le altre componenti o frazioni di una classe
dirigente. Devono anche essere coinvolti in quel processo di formazione della
classe, perché non possono prendersi abbastanza tempo libero e aspettare tempi
migliori o altro. Quindi anche le banche che ora vengono disciplinate, a mio
avviso, devono essere a bordo e vogliono esserlo. Le aziende farmaceutiche si
uniscono al processo perché, quasi inaspettatamente per loro almeno nella
prospettiva più ampia, diventano molto importanti. Se si pensa alla guerra al
terrorismo, per esempio, l'industria farmaceutica ovviamente era da qualche
parte alla fine della linea, non avevano un ruolo particolare da svolgere.
Improvvisamente
si sono trovati in prima linea, perché il pretesto medico per tutta la politica
della paura che si sta pianificando ora è di un altro tipo. Quindi, in questo
senso, la trasformazione di classe prende una piega diversa. Bisogna sempre
confrontarla con la guerra al terrorismo, perché quella è stata sostanzialmente
a livello internazionale almeno la prima volta che è stata lanciata una
politica globale della paura, dicono alcuni, per affrontare l'esplosione di
Seattle, l'esplosione improvvisa contro l'estremo libero scambio che era in
atto.
Ci
sono molti altri elementi che entrano in questo, ma in quel caso avevi ancora
un diverso... Beh, non necessariamente un triangolo, ma avevi un diverso blocco
di forze che guidava il processo di trasformazione, e questo ora è passato al
triangolo che ho appena descritto e che lo spiego nel libro, il che è
abbastanza evidente. Ovviamente se si tratta di una rivoluzione informatica,
allora i rivoluzionari devono includere le persone che hanno creato questo
mondo informatico, che è fondamentalmente un processo di invenzione guidato
dallo stato che è stato poi privatizzato dopo il 1990, perché dopo il 1990 il
capitale non ha più tollerato alcun tipo di vincolo pubblico imposto su di
esso. Quindi
in questo senso, dopo il crollo del blocco sovietico del periodo del socialismo
di stato, tutto deve essere privatizzato dalla logica del sistema, ed è quel
processo che ha creato l'oligarchia nella sua forma attuale.
Ma non
dobbiamo dimenticare che, anche nella crisi stessa, quindi nella crisi del Circo COVID,
l'oligarchia si sta condensando in misura quasi incredibile. Ho sentito cose come un miliardo al
giorno che viene guadagnato in più da Elon Musk e dal capo di Amazon e da Gates
e così via, ma questo è il lato aneddotico. Ma è un'oligarchia in un senso senza
precedenti. In nessun momento della storia, tranne ad esempio negli antichi
imperi, c'è stato un gruppo dirigente così piccolo rispetto al resto della
società. E
l'intera classe media, persone come me, “the sort of pity” accademici e così via, vengono espropriati.
Senti
che i tuoi risparmi stanno andando e... voglio dire, non mi lamento qui per la
mia posizione materiale, ma solo per indicare che anche le classi che
normalmente sarebbero considerate come supporti politici per la classe
dirigente superiore vengono sacrificate per il suo arricchimento, che non è una
questione di cattiva volontà da parte dei vertici, è semplicemente come
funziona il sistema. La concentrazione della centralizzazione è il nome del gioco,
ed è quello che sta succedendo ora, tranne che sta andando in overdrive, in
forme estreme e assurde, e questo ti dice anche che questo processo non può
andare avanti ancora a lungo.
Geopolitica e impero:
Sì. E
parlando di inflazione e cose del genere, possiamo sentirlo anche qui in
Messico. Lo sento…
Kees
van der Pijl:
Credo
di si. Sì.
Geopolitica
e impero:
…
Anche. È davvero globale su tutta la linea. E hai anche menzionato alcune delle
persone che tutti noi conosciamo nel tuo libro, come il Gruppo Bilderberg, la
Commissione Trilaterale, ora in un'altra manifestazione il World Economic Forum. Tutti questi gruppi sono stati
menzionati anche dal mio recente ospite e dal mio ex professore, Alfred de
Zayas, reporter speciale delle Nazioni Unite. Li menziona brevemente nel suo
libro, Building a Just World Order. Sempre da Clarity Press. Ma tu hai
menzionato la crisi finanziaria. Abbiamo la crisi finanziaria globale del 2008
in cui si manifestava questo enorme malcontento delle masse. Abbiamo avuto la Primavera Araba, il
movimento Occupy Wall Street, i Gilet Gialli, la Brexit, Trump e così via, e
all'improvviso magicamente l'ONU dichiara una pandemia.
E nel
mio podcast, una delle mie missioni è sempre stata quella di filtrare le
sciocchezze e arrivare al punto. Odio girare intorno alle questioni. E fai un
ottimo lavoro con il tuo libro. Concludi che la crisi del virus è una frode, è una
copertura per la presa del potere politica. Non voglio dedicare così tanto
tempo agli aspetti medici, perché la maggior parte delle persone che ascoltano
questo hanno familiarità con questo, dovrebbero prendere il tuo libro e
guardare quei dettagli. Sappiamo che le maschere non funzionano e i test PCR sono
fraudolenti. Quindi voglio scavare più a fondo dietro questa presa del potere
politica e perché è così.
Tu
dici che non c'è proporzionalità tra l'emergenza sanitaria reale e le misure
applicate, che decenni fa l'élite prevedeva la fine di questo sistema economico
che avrebbe portato a rivoluzioni in
stile 1848 e a una rivolta popolare
generale.
Scrivi
che la rivoluzione informatica ha dato loro la capacità di eludere una guerra
fisica contro la popolazione attraverso l'alternativa della sorveglianza
permanente e della guerra dell'informazione. Questo panopticon è il modello per la
nostra forma di tardo capitalismo, la società di sorveglianza organizzata e
gestita dall'industria IT. Quindi in pratica vedi come il principale motore di questo
stato di emergenza COVID le minacce di un nuovo 1848, quindi puoi dirci cosa
sta davvero succedendo qui?
Kees van der Pijl:
Bene,
in pratica puoi tornare alla guerra al terrorismo, ma prima di allora, penserei
sempre agli anni '70 in Italia e in altri paesi europei dove avevi paura del
terrorismo, e non solo paura, ma accadevano vere atrocità. E come sempre, gli
italiani sono stati molto bravi nell'analisi politica. Perché è, non ho una
spiegazione immediata. Ma in Italia... ho diversi libri di italiani sulla
strategia della tensione degli anni '70, che era la politica statunitense,
tedesca, israeliana di impedire ai comunisti di entrare a far parte della
coalizione di governo o del blocco di governo in Italia, e sono riusciti non
solo a prevenire quello, il cosiddetto
compromesso storico tra democrazia cristiana e comunismo, ma hanno anche
scoperto qualcosa che è di nuovo operativo oggi, e cioè che la politica della
paura porta una popolazione che in fondo è stufa delle persone da cui è
governata, ad avvicinarsi a quel governo.
Perché
in pratica il governo dice alla popolazione: puoi odiarci quanto vuoi, ma le
uniche persone che possono proteggerti dalle bombe siamo noi, quindi è meglio
che tu ti unisca a noi. E puoi trasporlo direttamente alla situazione attuale.
Anche in questo caso i governi, ma ora in tutto il mondo, in pratica, stanno
dicendo alla popolazione, forse ci odi, forse sei profondamente insoddisfatto
delle disuguaglianze di cui sei vittima, ma le uniche persone che possono
proteggerti da questo terribile virus siamo noi e le autorità mediche, e questa
è una lezione di scienze politiche. È stato davvero scoperto negli anni
'70, per quanto posso vedere, e si è evoluto in diversi paesi europei. In
Germania, anche lì c'è stato avuto un
episodio di terrore e, con la guerra al terrorismo, è stato
universalizzato.
Quindi
gli Stati Uniti hanno preso l'iniziativa in tutto questo processo. E ora stiamo
vivendo un altro episodio di politica della paura, ma allo stesso tempo non
dobbiamo accettare o non pensare che la fase medica in cui ci troviamo, che è
un pretesto per il sequestro di potere, dovrebbe quindi rimanere sempre una
guerra psicologica contro la popolazione. Quello che sta accadendo oggi al
confine con la Russia in Ucraina potrebbe essere un'opzione. Voglio dire, ancora
una volta, anche queste opzioni sono obiettive. Non c'è un dottor Evil che sia
seduto da qualche parte con il suo gattino in grembo a dirigere tutto. Voglio
dire, questi sono processi che hanno una propria dinamica, e che quindi
producono contraddizioni, nel senso che le forze associate a ciò che chiama il complesso [biopolitico 0019] ...non
è affatto come quello che sta accadendo al confine ucraino e russo, ma
ovviamente le industrie degli armamenti premeranno in quella direzione,
indipendentemente dal lungo termine, dall'interesse di classe più ampio o
dall'intera decisione nell' ovest.
Ed è
contraddittorio, perché può darsi che una lotta aperta sul confine ucraino e
russo possa portare a un completo disfacimento dell'intero processo COVID, ma
puoi anche interpretarlo come una transizione sistemica che mantiene l'idea di
una politica della paura , a meno che non lo trasferisca su un terreno diverso,
comporterà quindi una ristrutturazione dei gruppi dirigenti. Non più i media e i giganti
dell'informatica, in primis, ma soprattutto... Ebbene, saranno legati a loro,
ma poi più nel campo della difesa. Lo cito solo per indicare che una volta che
si lascia che si sviluppi una situazione instabile, l'instabilità stessa prende
il sopravvento in misura tale da impedire a qualsiasi politica cospirativa da
parte della classe dirigente di raggiungere davvero i suoi obiettivi.
Quindi
stiamo già vedendo che il pretax medico sta andando in pezzi. Lo stiamo
vedendo... Almeno questa è la mia affermazione, che la capacità tecnica di
iniettare tutti i tipi di nanoparticelle nelle persone è ancora immatura.
Voglio
dire, non esiste. Voglio dire, è incredibile quello che ho visto io stesso nei
video, cosa è contenuto in questi
cosiddetti vaccini, ma anche, quindi, non è un sistema ermetico ancora in
grado di essere imposto alla popolazione nel suo insieme.
Gran
parte della popolazione si fa iniettare acqua salata, semplicemente perché
hanno bisogno di gruppi di controllo nella stessa popolazione a cui stanno
iniettando le sostanze molto pericolose. Quindi il punto è che la politica
della paura è essa stessa un fenomeno di crisi a tempo indeterminato, non è
chiaro dove andrà a finire, ma possiamo dire che ogni singolo capitolo della
politica della paura, che si tratti del terrorismo o di Putin, o il virus,
eccetera, ha anche le sue contraddizioni interne che gli impediscono di
giungere a una conclusione logica.
Guarda
cosa è venuto fuori dalla guerra al terrore. Il terrore è stato sconfitto? No
certo che no. Il Medio Oriente è stato gettato nel caos, e anche molto di più
del solo Medio Oriente, perché per quanto riguarda la Cina, l'Asia centrale,
come lo vuoi chiamare, tutte queste aree sono ora in una crisi profonda,
profonda, e a volte penso che sotto il presente sistema non ne usciranno più.
Bene, sarai in una posizione migliore per spiegare cosa sta succedendo in
America Latina, ma non riesco a immaginare che il loro futuro sia luminoso
nelle circostanze attuali, perché una volta che il tuo sistema economico sta
fallendo... E questo è alla base di
tutto. Devono mantenere la macchina in movimento. E una volta che il tuo
sistema economico sta fallendo... E ha fallito definitivamente nel 2008, anche
se ci è voluto un altro decennio prima che diventasse del tutto chiaro a tutti gli
interessati, allora tutto può succedere ogni giorno. Eppure il vecchio sistema
ha prodotto, per esempio, un sovra-armamento del mondo a un livello tale che
devi solo accendere un fiammifero qua o là, e hai un tipo di guerra su vasta
scala altamente distruttiva che, con le armi nucleari in giro, può finire
ovunque.
Geopolitica e impero:
Fondamentalmente
hai menzionato la dittatura medica, e penso spesso a tutte le persone intorno a me,
diciamo alle masse, e non ne hanno davvero la minima idea, pensano di essere
ancora in democrazia, ma tu parli dello stato di biosicurezza, biopolitica,
biosicurezza, che tu descrivi anche come elemento religioso, questo è ciò in
cui stanno cercando di portarci. Alcuni lo riferiscono anche alla tecnocrazia. Citi Catherine Austin Fitts che
descrive le epidemie come la variante medica delle operazioni sotto falsa
bandiera, che è quello che ho detto fin dall'inizio descrivendo il fenomeno
COVID. Potresti dirci un po' di più di ciò che è questo stato di biopolitica,
di biosicurezza in cui vogliono metterci?
Kees van der Pijl:
Sì.
Ebbene, l'umanità è a un bivio. Uno di questi, possiamo supporre l'ultimo libro
di James Lovelock, il famoso scienziato e inventore naturalista divenuto famoso
con la sua ipotesi di Gaia sulla terra autosufficiente, la terra come, quasi,
un corpo naturale che reagisce come un organismo. Ha scritto un libro finale
che si chiama NOVACENE. E per NOVACENE, intende una sorta di Pleistocene ultimo
o l'Olocene, un'era geofisica in cui l'umanità è legata all'intelligenza
artificiale. E dice, fondamentalmente, se possiamo evitare che una cometa si
schianti sulla terra o una guerra nucleare, possiamo proiettare centinaia di
anni o più dell'esistenza umana, continuando con l'aiuto dell'intelligenza
artificiale e persino colonizzando vaste parti dell'universo. Ora, è quel tipo
di idea che è stata proposta anche da altri che ha in qualche modo affascinato
alcune delle principali luci della classe capitalista, come Eric Schmidt di
Google e alcuni pensatori futuristici.
E
hanno presupposto che con la tecnologia che progredisce così velocemente e
l'intelligenza artificiale che progredisce così velocemente... Ad esempio, il
mio libro è stato tradotto anche da una traduzione automatica in tedesco e
francese. E queste sono entrambe lingue che so leggere bene, e le leggo davvero
a bocca aperta. Che traduzione di qualità che era, solo da un computer. E
questo è interamente basato sull'intelligenza artificiale, perché si basa sui
punti salienti della letteratura mondiale in queste varie lingue, e lo fa tutto
in una frazione di secondo. Ora, quello non esisteva a questo livello di
qualità cinque anni fa, e ora è disponibile. Quindi l'intelligenza artificiale si
è sviluppata molto velocemente, e alcune di queste strategie della classe
dirigente che sono davvero strateghi della classe dirigente nel senso che hanno
il ruolo di pensare, riflettere...
Intendiamoci, in ogni epoca della storia, la classe dirigente era composta da
un mucchio di gente piuttosto stupida .
Erano
bravi in quello che avrebbero dovuto fare, che si trattasse di gestire per i raccolti esportati o qualsiasi altra
cosa riguardante la grande industria, o il settore bancario, o come lo chiami,
ma non sono molto intelligenti nel senso di comprendere in quale congiuntura
storica stanno operando, quali sono le sfide che devono affrontare.
Quindi
ogni epoca della storia ha una classe dirigente, nel senso di una classe che si sta formando, eccetera, ma
una parte della formazione di tale classe dirigente o blocco dirigente è la
presenza dei cosiddetti intellettuali organici. Ai tempi dell'antica Roma, anche i
Patrizi erano apparentemente un gruppo piuttosto stupido, ma avevano Cesare che
pensava per loro, che parlava per loro. Locke parlò per i liberali inglesi
nel XVII secolo. E allo stesso modo, queste persone come Eric Schmidt di Google e Ray
Kurzweil e tutte queste altre persone si concepiscono anche come pensatori di
spicco.
Si
definiscono pensatori e pensano per la massa più grande di... Anche per
l'oligarchia. Non tutti gli oligarchi sono ugualmente abili nel manovrare
politicamente in una situazione che stanno affrontando ora, quindi fanno
affidamento su queste persone. E nella situazione attuale, un certo numero di
pensatori in questo senso, intellettuali organici della rivoluzione
dell'informazione, hanno pensato che stiamo già entrando nell'era in cui
l'intelligenza artificiale può prendere il sopravvento, e hanno capito che per
la classe dirigente si tratta di un momento unico che non si ripresenterà se
non lo cogli adesso. Quindi dovrai implementare l'intera infrastruttura AI,
svilupparla molto velocemente, e farlo sicuramente
prima
che le persone inizino a rendersi conto che potrebbero anche loro essere in grado
di fare le cose più fantastiche, cose che realizzano l'umanità in un senso
molto più profondo e aprono fantastici panorami dello sviluppo umano...
Ovviamente
sto un po' esagerando. Prima che ciò possa accadere, dobbiamo assicurarci che
le persone camminino al passo e che non ci sia qualcosa di incontrollabile come
la Primavera Araba, per esempio, che doveva essere repressa dal ripetersi della
dittatura con le guerre e l'intervento della NATO.
E
questo è lo sfondo più storico e filosofico di ciò che stiamo vivendo ora.
C'era l'urgenza di intervenire in un processo storico. Alcune persone pensavano
di essere in grado di comprendere le conseguenze di ciò che era in gioco e di
ciò che era possibile, l'unico problema è che hanno escogitato soluzioni
tecnicamente non ancora fattibili, ma soprattutto inaccettabili per una parte
della società che è troppo grande, troppo indipendente, troppo resiliente per
sottomettersi. E posso vedere molto chiaramente in Europa che almeno diciamo
dal 20 al 40% della popolazione di ogni paese europeo non è incline a seguire
un progetto così futuristico se si basa su una totale negazione dei diritti e
delle libertà fondamentali a cui le persone erano abituate.
In
Cina e in alcuni altri paesi asiatici, lì
è maggiormente possibile farlo, perché le persone sono state abituate
per generazioni a non andare troppo oltre a mettere in discussione la
legittimità del potere, ma qui in Europa c'è... beh, anche in un paese come il
mio qui in Olanda, ho detto prima delle cose brutte , ma fondamentalmente uno
dei lati positivi degli olandesi è che sono persone molto disobbedienti.
Quindi, alla fine, non obbediranno. Anche le persone che ora sono state
indotte con l'inganno a sottoporsi alla vaccinazione lo stanno capendo e
dicono, beh, ora ci viene chiesto di fare un richiamo e non vogliamo diventare
un bersaglio per l'industria farmaceutica. Queste sono idee ora che stanno
cominciando a fermentare tra la maggioranza silenziosa che all'inizio era
disposta a sottomettersi ai dettami del governo.
Geopolitica e impero:
Sì. Il
tuo libro mi dà speranza nel senso che stai dicendo che tutta questa tecnologia
non è
ancora organizzata per fare ciò che vogliono davvero fare, quindi c'è una
speranza. E
scrivi anche della rivoluzione informatica e di come essenzialmente provenga
dall'esercito, DARPA, Pentagono, praticamente tutto ciò che usiamo oggi,
hardware e software. Voglio dire, sono rimasto sorpreso che tu abbia
sottolineato come anche gli schermi LCD che stiamo usando in questo momento e i
touch screen siano prodotti della ricerca militare. Nessuno ci pensa, e hanno
dato per scontati tutti i loro piccoli gadget e software, e considerano questa
tecnologia benigna, ma in realtà abbiamo a che fare con sistemi d'arma e sembra
che questi sistemi vengono usati contro di noi dall'oligarchia dominante.
E'
interessante anche quando parli della politica, come si sono confuse le linee
di destra e di sinistra, l'oligarchia ha allargato il centro e si è situata lì,
che c'è poca differenza oggi tra democratico, repubblicano, tranne che forse il
partito democratico, almeno negli USA,
sembra essere attualmente la patria di fatto dell'oligarchia, e tu dici
che l'obiettivo del potere statale è il movimento progressista.
Personalmente
vedo anche un duro attacco ai conservatori con questo de-platforming. Stanno
cancellando i conti bancari delle persone, mettendoli in no fly list e così
via. Potresti parlare di come le élite hanno riorganizzato il potere e le linee
di partito? E questa è una tendenza globale in molti paesi.
Kees van der Pijl:
Sì.
Sì. Bene, ancora una volta, non dovremmo pensare alle élite qui come a una
forza in grado di dirigere questo film come fa un regista. Voglio dire, il fatto che la sinistra
sia stata inglobata nel grande centro è fondamentalmente qualcosa che è stato
realizzato autonomamente dalle forze di sinistra, quindi dai gruppi emersi dal
movimento operaio industriale, che è rimasto senza risposta al trasferimento
dell'industria attuale in Asia o ovunque. Quindi vivo in un paese che è stato
deindustrializzato. La Francia è stata deindustrializzata. Non puoi crederci.
Era uno dei leader mondiali dell'industria, e ora c'è sempre meno lavoro
significativo svolto lì al riguardo.
Così
la sinistra ha perso la sua base, ma riflettere su se stessa su quel processo,
adeguando la loro visione di come una società potrebbe essere trasformata in
una società più giusta, quella che chiamerei socialista, ma basata sulla
rivoluzione dell'informazione, non più sulla rivoluzione industriale, questo
non l'hanno fatto. Hanno semplicemente
lasciato andare il processo e sostanzialmente sono stati corrotti dal processo
politico stesso. Penso sempre che proprio come il capitalismo scomparirà come sistema
economico, insieme ad esso scomparirà il sistema di rappresentanza parlamentare
politico gestito da politici professionisti i cui mandati vengono rinnovati
dalle elezioni e così via.
Ciò
dimostra che la classe dirigente non ha dovuto fare nulla per convincere la
sinistra a dimenticare la propria storia, le sue prospettive e qualsiasi altra
cosa, lo ha fatto da sola. Faceva per lo più parte dei processi oggettivi non
riflessi dell'industrializzazione, e non fare nulla al riguardo, non pensare
per esempio a cosa significa questo per noi, cosa significa per noi come
tradizione politica, come ringiovanire il nostro interesse nel intero processo
di sviluppo sociale? Ora, il centro è sempre stato il centro, è ancora il centro,
ovviamente, tranne per il fatto che si è spostato a destra. E per destra
intendo la politica autoritaria, la politica della disuguaglianza, la
distruzione dell'ambiente, non tanto con la CO2 o qualcosa del genere, ma per
dire con l'inquinamento, il taglio degli alberi.
Le
nostre fonti di energia ora sono fondamentalmente alberi tagliati dal Nord
America, dalla Russia, dai paesi baltici, ecc. Ogni giorno, enormi navi
arrivano qui ad Amsterdam e Rotterdam con … che contengono non solo gli alberi,
ma anche tutta la vita che si stava svolgendo
tra questi alberi, per così dire. E questi disastri ecologici si
verificano tutti come parte del disfacimento di un sistema economico
funzionante. Ma penso... beh, ho perso il punto dove eravamo adesso.
Geopolitica e impero:
Sì.
Stavo solo per dire che anche altri miei ospiti hanno fatto eco agli stessi
sentimenti di cui hai parlato, quando se ne va il capitalismo, immagino se ne
andrà, se ne andrà anche la democrazia, e che stiamo entrando in un periodo
di... beh,
è ancora da definire, ma un periodo autoritario in cui non c'è democrazia, ma
una tecnocrazia, biopolitica, o forse un futuro più ottimista per cui sta a noi
lottare.
C'è
una curiosità affascinante nel tuo libro su come "poco dopo essere entrato in carica,
Kofi Annan ha firmato un accordo con il World Economic Forum di Davos,
collegando il Segretariato delle Nazioni
Unite a un sistema di comunicazione elettronica di benvenuto che ha messo lui e
il suo staff in contatto diretto con un numero dei leader di governo e con i
direttori della Banca mondiale e di altre istituzioni finanziarie
internazionali, e che di fatto il sistema delle Nazioni Unite è diventato
subordinato al blocco occidentale e alle società transnazionali”.
E descrivi
quello che chiamo COVID1984 come un progetto globale di cui i singoli stati
sono per lo più un equipaggio coordinato
e il comandante, Klaus Schwab, come lo chiamo io, come il segretario del
progetto o una serie di sovrapposizioni di progetti. È piuttosto sbalorditivo il
coordinamento che hanno su scala globale per portare a termine ciò che hanno
svolto negli ultimi due anni, cercando di imporre le loro volontà praticamente a tutti gli
stati nazionali. E abbiamo visto diversi stati qui in Messico a livello locale, perché
col nostro presidente, AMLO, almeno a livello federale, non è stato possibile
attuare molte di queste politiche, ma sono andate a sindaci e governatori ,
sono arrivati a loro in qualche modo, e uno stato ha cercato di attuare queste
politiche di biosicurezza e ha fallito, un altro ci ha provato e hanno avuto un
certo successo, ed è solo questo avanti e indietro, due passi avanti, uno
indietro. Potresti
commentare un po' i meccanismi di come sono in grado di fare questo a livello
globale, cosa hanno fatto finora?
Kees van der Pijl:
Sì.
Bene, hai menzionato Kofi Annan e le Nazioni Unite, non dimenticare che questo
c'era già negli anni '80. Quindi l'attacco al sistema delle Nazioni Unite ha
creato la potenziale griglia su cui potrebbe essere stata costruita un'economia
mondiale alternativa, avvenuta sotto Thatcher e Reagan. Quindi c'è una lotta permanente in
corso a livello internazionale in cui le forze dell'internazionalizzazione e
dell'organizzazione internazionale si battono per decidere se articolare le
aspirazioni di gran parte della popolazione mondiale o se imporre autorità a
quella popolazione. Quindi, in questo senso, il meccanismo e la lotta di classe
globale, se la chiami così, risale già alla rivoluzione di Reagan e Thatcher. Il neoliberismo è stato una fuga in
avanti dai compromessi di classe del dopoguerra, e nel processo ha trasformato
il sistema capitalista in un sistema mondiale, ma lo ha anche reso molto più
fragile e dipendente da qualsiasi interruzione di lunghi cambi di prodotto, da
fonti di materie prime e chi più ne ha più ne metta.
Quindi,
da un punto di vista, lo scenario COVID, che può essere fatto risalire intorno
al 2000, quando i primi esercizi di addestramento erano tenuti dal
bioterrorismo, sebbene non fosse mai accaduto nulla in termini di
bioterrorismo, e per quanto ne so, non è
successo neanche da allora, tranne per il fatto che ora stiamo ovviamente
vivendo un episodio bioterroristico in cui i governi sono profondamente
coinvolti, ma sebbene da un lato lo scenario del bioterrorismo del 2000 appaia
fantasticamente preparato, dall'altro
unico, perché non c'era niente di simile nei decenni precedenti, molti episodi
come ad esempio l'attacco alle Nazioni Unite mostrano già che la lotta per
impadronirsi, per ottenere il controllo delle leve del governo mondiale, del
governo globale era già iniziata in gli anni '80 e '90 e così via.
E
anche l'attacco al socialismo di Stato nell'Europa dell'Est e in Unione
Sovietica può essere inteso alla luce della razionalizzazione delle linee di
comunicazione tra alcuni centri, e qui Bilderberg e Commissione Trilaterale e
Gruppo dei Trenta e chi più ne ha più ne metta, che sono importanti, non come le sedi del Dr. Evil, ma
come centri di coordinamento, come centri nevralgici in cui molte idee su come
andare avanti si uniscono e vengono negoziate tra i diversi interessi
coinvolti, a cui viene data un'espressione articolata anche da questi
intellettuali organici. Le persone sono invitate a venire a parlare al Bilderberg, e
anche lo stesso Gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale operano, e ancor
di più il World Economic Forum, in modo più sofisticato e più espressamente
sviluppato, operano essi stessi come intellettuali organici collettivi.
Sono
centri di riflessione in cui vengono prodotte idee. Voglio dire, sono stato 50
anni nel mondo accademico, e se prometti di non dirlo a nessuno, la maggior
parte delle persone che ho incontrato erano davvero stupide, mentre
confrontando le persone normali che incontro, non incontro quasi mai persone
stupide. Ma
nel mondo accademico se ne incontrano molti, eppure la classe dirigente ha a
sua disposizione un apparato così vasto che anche la stupidità di tanti
accademici si trasforma in un processo di accumulazione di pensiero estremamente
sofisticato.
Ed è un'esperienza molto istruttiva in realtà, perché saresti stupito da dove
provengono questi pensieri intelligenti e queste intuizioni profonde se mai
incontrassi una delle persone che sono profondamente coinvolte nelle
prestigiose istituzioni. Non menzionerò le mie esperienze qui, ma sono davvero
interessanti sotto questo aspetto.
Ce ne
sono pochissimi… Comunque, lasciatemi mettere così. Le idee che una classe
dirigente ha per cercare di imporre processi di regolamentazione a livello mondiale,
quindi le politiche che lavoreranno per snellire e disciplinare interi
continenti risalgono a decenni fa, e hanno alle spalle una vasta collezione di
intere biblioteche di intuizioni e risultati empirici di come le persone
reagiranno a questo, come reagiscono le persone a quello. Nel mio libro ho portato l'esempio di
questo sociologo francese della salute, Patrick Zylberman, che ha studiato come
le persone vivono il lockdown. E se hai appena letto quel libro, capisci che
questa è una miniera d'oro per chiunque voglia imporre un blocco, perché è
tutto lì.
E si scopre che in effetti ha funzionato
sostanzialmente secondo le linee che aveva previsto sulla base dell'episodio
della SARS nel 2003. L'unica incertezza su cui inciampano tutti i progetti della
classe dirigente è la volontà di una popolazione di essere disciplinata da un
tale progetto, e ciò giustifica la mia osservazione di poco fa che gli
accademici sono spesso stupidi, mentre le persone normali spesso non lo sono,
perché si affidano molto più al loro intuito e al senso concreto che ciò sia
giusto che accada o no, piuttosto che su teorie astruse e mode intellettuali -
Geopolitica e impero:
Sì, lo
confermerei. Perché ho lavorato nel campo dell'istruzione come professore a
contratto, ed è esattamente come descrivi. E nel tuo libro hai anche menzionato
come gli abitanti delle città, le élite intellettuali urbane siano un po' come
la forza lavoro dell'oligarchia, il che spiega perché sono principalmente
quelli che comprano la narrativa ufficiale, mentre la classe operaia è molto
più scettica nei confronti della narrativa. Non riesco a credere a quante persone
stiano accettando la narrazione, ma è quello che tocchi nel libro.
Kees
van der Pijl:
Sì. Ma
non dimenticare che quando avevamo ancora una classe operaia industriale, che
era ampiamente impegnata negli ideali socialisti, ecc., queste convinzioni
ideologiche non nascevano dall'interno del popolo stesso. Voglio dire, hanno
semplicemente ascoltato i loro leader che hanno raccontato loro una storia
plausibile su dove potremmo andare, perché sarebbe un bene per noi, e così via.
Oggi se i nostri ministri o parlamentari si incontrano nel …, ci sono
manifestanti che gridano loro che sono satanisti o che sono pedofili e così
via, e ce ne sono alcuni in realtà, ma se negli anni '20 o '30 o alla fine del
19° secolo le persone non avessero avuto organizzazioni che guidavano il loro
pensiero in una direzione progressista, avrebbero anche loro urlato ogni tipo
di abuso senza sapere esattamente perché stavano usando questi termini e così
via e così via.
Quindi
quello che stiamo vedendo ora nell'anonimato nella perdita di orientamento
politico tra così tante persone, e che a sua volta le rende vulnerabili alle
politiche del governo come la politica della paura in nome di un virus, è che
le loro organizzazioni sono scomparse. Non funzionano più come istituzioni
all'avanguardia o di supporto per dare alle persone un'idea del tipo di mondo
in cui vivono e di cosa potrebbe esserci per loro in termini di miglioramento
della loro fede e un futuro migliore per i loro figli.
Geopolitica e impero:
Sì. E
vorrei solo menzionare anche... ho dimenticato di dire che hai parlato di come
gli accademici non siano così intelligenti. E uno dei motivi per cui ho
iniziato questo podcast molti anni fa è stato perché, mentre lavoravo
all'università, c'erano alcuni dei miei colleghi disposti a parlare di questi
argomenti che mi appassionano. E quindi sono tipo, sai una cosa, ho pensato di
avviare un podcast e parlare con intellettuali come te, e il progetto è cresciuto. E volevo anche menzionare che hai una
sezione davvero lunga sul libro che è molto preziosa sull'aspetto della guerra
biologica.
Stavo per menzionare che in realtà hai fatto
riferimento più volte all'intervista che ho fatto con Francis Boyle nel gennaio
del 2020, e anche tu identifichi... Fornisce molti dettagli sul retroscena dei
20 anni di queste simulazioni pandemiche, e identifichi il Global Preparedness
Monitoring Board che è stata formata nel 2019. E nel 2020 ho letto quel
documento, quindi le persone dovrebbero andare a verificarlo. Parli dell'agenda
dei Rockefeller… E
ricordo che nel marzo del 2020 ero stato intervistato dal popolare canale Spiro
Skouras, che da allora...
Kees van der Pijl:
Si si.
L'ho visto. Sì.
Geopolitica e impero:
Sì. Da
allora è stato purtroppo de-piattaformato più volte e collocato in un ghetto
virtuale. Non si sentiva a suo agio. Immagino che per ora non faccia più
interviste, ma nel marzo del 2020 mi ha chiesto quale fosse la mia valutazione
su ciò che stava succedendo e ho detto che si trattava di governance globale, governo
mondiale e che volevano creare algocrazia, per governarci con algoritmi. E ne scrivi nel tuo libro, che molti stanno cercando di far sì
che il COVID-19 serva gli interessi politici di un progetto di governance
globale.
Una
delle domande più grandi che tutti abbiamo... E lo tocchi nel libro, è che uno dei
fattori più incerti nella crisi del COVID è il rapporto tra l'Occidente, gli
Stati Uniti in particolare e la Cina. Parli di come sia la Russia che la Cina
si siano sottomesse alla governance globale attraverso la loro appartenenza
all'ONU e alle sue organizzazioni, e ciò che è accaduto è
l'internazionalizzazione dello stato in cui la sovranità si è trasferita al
livello internazionale da cui la politica è ritrasmessa a governi nazionali. E
poi si discute se la Cina accetterebbe davvero di partecipare con l'Occidente a
un ultra-imperialismo quando l'Occidente è evidentemente in declino e afflitto
dalla disintegrazione.
Da un
lato dici che la risposta è sì, ovvero la questione dell'instaurazione di uno stato
autoritario in cui le ex patrie liberali del capitalismo si adattano al modello
cinese con colpi di stato simultanei in cui è lasciata intatta la
disuguaglianza, ma poi abbiamo anche una situazione dove gli Stati Uniti sono
tra la guerra, come hai detto prima, e l'ultra-imperialismo cooperativo. Quindi entrambe le opzioni per me
sono orribili, perché anche con quest'ultima, il mondo intero tenderebbe al
totalitarismo. Potresti provare a parlarci di questa relazione tra Stati Uniti e Cina in
questo stato di emergenza?
Kees van der Pijl:
Bene,
più ci penso, più penso che tendiamo a guardare alla Cina ancora troppo attraverso
la lente comunista, a pensare che... ho molti vecchi amici dei tempi del mio
partito comunista che ancora non vogliono sentire niente di male sulla Cina.
Pensano che siano tutte invettive della Guerra Fredda, eccetera, ma se guardi
la cronologia di come è avvenuta questa crisi e poi rifletti sul numero di
istanze di disordini sindacali nella stessa Cina, molte persone pensano alla Cina come
a una sorta di super fabbrica giapponese dove tutti corrono felici in giro in
tuta pulita e così via, ma non è vero. C'è un processo costante, ancora
una volta, di formazione di classe, nel senso che la nuova classe operaia viene
formata da persone che verranno direttamente dal basso. Quel processo non è
ancora esaurito.
Ed è
un fatto generalmente noto della sociologia che la prima generazione di
lavoratori è sempre la più radicale, perché non è abituata a ritmi di lunghe
giornate di lavoro e forme di obbedienza a cui non era abituata. E se poi guardi le statistiche
degli incidenti sul lavoro in Cina, ne arrivano a migliaia ogni anno. Quindi per la classe dirigente
cinese con il suo presidente a vita ormai alla sua testa, se il partito
comunista in Cina si riunisce, c'è questa lunga fila infinita di limousine nere che
portano i miliardari che sono membri del partito nella sala conferenze, ma per
la Classe dirigente cinese, la minaccia del 1848 che prendo in prestito … come
una sorta di visione del pericolo nel prossimo futuro, per la classe dirigente
cinese, è qualcosa di molto vicino a casa, di molto reale.
Non
sono una sorta di superpotenza industriale, sorridente per i disordini
sindacali e la resistenza contro la disuguaglianza in Occidente, essi stessi
sono sfidati dai disordini popolari. Ed è lo stesso in Vietnam, è lo stesso in
Indonesia, che è anche sotto un sistema leggermente diverso che gestisce questo
tipo di industrializzazione intensiva in fuga, distruggendo i suoi interi
habitat naturali e così via. Quindi la Cina in questo senso è un attore molto
importante nell'internazionalizzazione dello Stato, molto più della Russia. Inoltre, dovremmo renderci conto che
un paese vasto come la Cina, la Russia o l'India non è mai una singola entità.
Voglio
dire, questi di per sé sono complessi di forze sociali ribollenti di differenze
di interesse, con tutti i tipi di lotte e così via. Quindi le persone che
sono... Hai
menzionato questo Global Preparedness Monitoring Board. Il cinese... Cos'è?
Capo dell'Associazione medica cinese, [Dott. Gao 0014], che è lì, non parla per
la Cina nel suo insieme. Ci saranno gruppi grandi e potenti nella stessa Cina.
Ho letto i libri di…, un libro un po' estraneo, di un intellettuale cinese,
molto interessante sulla storia della Cina, la storia del pensiero cinese,
eccetera, e sottolinea che ciò che consideriamo rivolte popolari, come nel
1989, furono anche rivolte...
Ovviamente
non sono qualcos'altro, ma sono state anche lotte all'interno dell'élite
dominante in Cina tra gruppi che volevano un completo rifacimento neoliberista
della Cina e gruppi che volevano mantenere il veto, o almeno un potere
sostanziale della classe statale o la classe che non è in cima a causa della
sua proprietà privata, ma che è in cima a causa della sua presa sugli operatori
statali, che è qualcosa che vedi in Iran, che vedi in Russia, e ovviamente c'è
una lunga preistoria a questo. Lo chiamo uno stato contendente, uno stato che
dall'alto verso il basso cerca di replicare ciò che un occidente liberale più
potente ha già ottenuto a quel punto.
E oggi
Cina e Russia conservano ancora molte caratteristiche di quel modello di Stato
contendente, anche se allo stesso tempo, come hai detto, fanno anche parte
dello Stato internazionalizzato. Voglio dire, nel Consiglio per la preparazione
globale, eccetera, c'era anche il ministro della salute russo, persone che
hanno guardato da vicino, ad esempio, le directory interconnesse tra le società
e che sanno davvero cosa c'è su quel tabellone, e piuttosto che limitarsi a
tracciare le linee e contarle, molto spesso dicono la loro, ma se prendi questo
o quell'uomo o quella donna, e dimentichi che non è mai stato lì, cose del
genere.
E
potrebbe anche darsi che nel Global Preparedness Monitoring Board... Ad esempio, il
ministro della salute russo non abbia avuto un ruolo, per esempio. Questa potrebbe essere la mia
ipotesi personale prima di sentire qualcuno che ne sa davvero qualcosa, se
questo sia vero o no. Ma in quella luce, devi guardare queste cose. Lo slancio
per un giro di vite per disciplinare la popolazione mondiale viene da
occidente. Ma la Cina è un'altra forza importante nel processo. E se guardi la
cronologia, potresti anche dire che ora avevano un bisogno più urgente di
avviare già il processo. Ma questo è qualcosa su cui semplicemente non ho le conoscenze per
giudicare, ma non sarei sorpreso se... Come ho detto, dopo l'incontro del
World Economic Forum di Davos nel gennaio 2020, Tedros dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità ha viaggiato in Cina, prima di tutto.
Ora
non era per ragioni mediche, c'erano 10 casi o qualcosa del genere, ma
semplicemente per conferire sulla base di ciò che aveva ascoltato all'incontro
di Davos, per conferire con la Cina quale sarebbe stata la loro posizione.
E poi
hai il blocco di Wuhan. Ora, ogni veterinario ti dirà che non ha senso il
lockdown per arrivare a una situazione COVID zero, perché anche gli animali
immagazzinano questo virus, gli permettono di riprodursi. Quindi dovresti
uccidere tutti i gatti e i cani. E in realtà, hanno vaccinato gli animali nello
zoo di Londra. L'hai visto?
Geopolitica e impero:
No.
Con COVID?
Kees van der Pijl:
Immagini
di leoni, un rinoceronte e un canguro inoculati con i sieri Pfizer e Moderna. Di per sé, un passaggio corretto se
vuoi arrivare a zero COVID, ma è semplicemente impossibile. Ad ogni modo, puoi
sradicare il vaiolo, ma non puoi sradicare un virus respiratorio. Sono ovunque
e ovunque. E in effetti, sei in una salute molto migliore se sei costantemente
esposto a loro, perché il tuo sistema immunitario rimane al top della forma, mentre ora
quello che stiamo vedendo qui in Olanda e immagino ovunque ci sia questo, a
causa del distanziamento e le maschere e così via, ci sono forme di influenza
più brutte e alcune molto gravi...
Geopolitica e impero:
Ci
dicono che l'immunità naturale non esiste, ma questo mi fa pensare, penso a
quando tu citi '1984' di Orwell nel tuo
libro, il punto in cui Orwell scrive che in passato, i gruppi dirigenti di
tutti i paesi hanno combattuto l'uno contro l'altro. Ai nostri giorni, non combattono
affatto l'uno contro l'altro. La guerra è condotta da ciascun gruppo dirigente
contro i propri sudditi e lo scopo della guerra è mantenere intatta la
struttura della società. Per me, sembra proprio quello che sta succedendo ora. E tu poni la domanda, se stiamo assistendo al
consolidamento di un collettivismo oligarchico universale, il termine che usava
Orwell, una tregua tra classi dirigenti che tengono prigioniere le proprie
popolazioni nello stato di guerra nominale. Quindi è quello che pensi potrebbe
succedere?
Kees van der Pijl:
Beh,
certamente è quello che stanno provando a fare. Però mentre lo dici divento più
ottimista, nel senso che quasi mi viene da ridere, perché mi rendo conto che
non è possibile.
Un
anno fa lo era, ma ora... Non dimenticare che una cosa che ho menzionato nel
libro è che, a gennaio 2021, il Financial Times in prima pagina riportava che
la società di pubbliche relazioni Edelman, che era strettamente coinvolta nella
preparazione della pandemia come progetto politico, è giunto alla conclusione
che il progetto per creare uno shock da cui tutti sarebbero rimasti
paralizzati, per poi essere vaccinati e così via, che la possibilità era
passata e che il progetto era fallito. Ora, se un'azienda come quella che
è così profondamente coinvolta nell'intero processo di costituzione, di
scrittura dello scenario, per così dire... Erano davvero una forza importante.
Se
giungono alla conclusione dopo quasi un anno che ha fallito, dovremmo sentirci
ottimisti.
Ciò non significa che ciò che sta accadendo ora ai bambini e ai giovani, ma
anche agli anziani che muoiono in completa solitudine con i loro partner da
qualche parte fuori nel parcheggio, una
tragedia umana, non accade ora su una scala che non abbiamo mai visto
prima, tranne che in guerre distruttive come il fronte orientale e la seconda
guerra mondiale. Quindi sta accadendo, e non possiamo annullarlo, ma il progetto in quanto
tale è destinato a fallire. E ciò che qui si ripete più e più volte, e ciò che l'avvocato tedesco Reiner
Fuellmich, con il suo comitato sta preparando, è un tribunale a cui chiamare
tutti i politici e tutti coloro che in qualche modo sono stati coinvolti in
questa gigantesca frode, chiamarli e
costringerli a essere responsabili di ciò che hanno fatto davanti alla
giustizia.
Geopolitica
e impero:
Hai
menzionato gli stati contendenti di Russia e Cina, e ora stiamo assistendo a
questa folle escalation in Ucraina, pensi... Come hai detto, forse il progetto
politico COVID sta fallendo. Forse ci provano come diversivo, o forse... mi
sembra di essere negli anni '20, '30. Bene, hai fatto riferimento allo scenario
della prima guerra mondiale, così come di nuovo agli anni '30, a questa ascesa
dell'autoritarismo, al collasso economico. Pensi che l'Occidente potrebbe
spingere per una guerra con Russia e Cina?
Kees
van der Pijl:
Bene,
per quanto folli possano essere, una guerra nel presente... Voglio dire,
l'affermazione di Orwell secondo cui le guerre non sono più tra stati, ma
contro una popolazione potrebbe anche essere un po' rassicurante, perché allora
potresti dire, beh, potremmo anche vincere quella guerra e non lasciargli
l'iniziativa totale. Ma ovviamente è ancora possibile che semplicemente a causa di
un incidente in una situazione molto tesa si possa avere un conflitto più
ampio, e una volta che una delle parti in una grande guerra centrale perde,
ricorrerà alle sue armi nucleari, e poi ovviamente siamo tutti condannati. Quindi, in questo senso, è
importante guardare e leggere i giornali della difesa e vedere fino a che punto
i massimi esponenti militari stanno prendendo sul serio la minaccia
dell'annientamento nucleare o la stanno sminuendo.
E
negli anni '80, per esempio, avevi una situazione del genere in cui il team di
Reagan pensava che se avessi scavato una buca abbastanza profonda nel terreno,
avresti potuto sopravvivere a un attacco nucleare, quel genere di cose. E ciò
ha portato al rapporto sull'inverno nucleare, che mostrava che la terra sarebbe
diventata un luogo morto, indipendentemente dall'effettiva esplosione. Quindi,
a parte i migliori militari, capirebbero che non dovremmo mai fare altro che
una guerra per procura. L'Ucraina è molto complessa... In realtà ho scritto un libro
sulla nuova Guerra Fredda in Ucraina nel 2018, quindi ho un po' di familiarità
con la situazione. Ed è uno stato fallito, e questa di per sé è una situazione
molto pericolosa, perché...
Ebbene,
se ci addentriamo nell'argomento ci allontaniamo dal nostro argomento principale,
ma è possibile che ci sia una guerra per procura con gli ucraini da una parte e
le persone nell'… dall'altra, ma quello che sospetto è che... Già nel libro che
ho scritto nel 2018, ho menzionato che ci sarebbe stata una rinascita della
popolazione non proprio filo-russa, ma della popolazione orientata verso la
lingua e la cultura russa e tutto il resto, internet... E sembrerebbe ora che le persone in
Ucraina siano diventate così disperate a causa del continuo impoverimento e
della rapacità degli oligarchi, che sono
disposte a dare di nuovo una possibilità a un politico filo-russo.
E
questo sarà quindi interpretato in occidente come una presa del potere da parte
di agenti russi e così via e così via che… situazione grave. Ma il punto
fondamentale è questo, … in Occidente, quindi una classe dirigente in Occidente
e la classe dirigente e così via non possono più governare attraverso un
contratto sociale equo con la popolazione. Devono mantenersi al potere con la
politica della paura per mettere davvero le persone con le spalle al muro.
Possono
essere disastri ambientali, può essere una situazione di guerra, eccetera, ma
questo è l' obiettivo… Quello che sarà non dipende da te o da me, o anche da un
genio che può predire queste cose, ma dalla forza oggettiva delle diverse forze
in campo e da alcune coincidenze qua e là. Ma la politica della paura è un dato
di fatto, quindi la lotta per la democrazia dovrebbe sempre concentrarsi sulla
scoperta delle origini della politica della paura, sull'esporre le forme che
assume, smascherare le bugie che si intrecciano attorno a tutti i tipi di
politiche che effettivamente mirano a qualcosa di completamente diverso,
fondamentalmente alla sottomissione di tutte le persone, e quindi cercare di
puntare a qualcosa al di là dell'attuale sistema economico che abbiamo.
Ma non
è così facile, perché non dimentichiamo che anche ai tempi del socialismo
industriale le idee reali che erano disponibili prima della presa del potere
erano minime. C'erano pochissime esposizioni della lunghezza di un libro di
come sarebbe una società socialista, e ora non c'è più niente. Ci sono molte
attività.
Sono
attivo qui in Olanda e sono un relatore in questo movimento per le misure
anti-COVID, e ogni volta che arrivo da qualche parte, sono stupito di vedere il
livello di preparazione che le persone hanno già in termini di creazione di
un'istruzione alternativa, scuole per avere filiere alimentari alternative
basate sull'agricoltura locale, creare la propria agricoltura, quel genere di
cose. Ora
non è lo stesso che avere una società alternativa pronta, ma indica e funziona
come una scuola per modellare la comprensione delle persone della propria
capacità di contribuire in modo significativo alla società, e che a un certo
punto potrebbe diventare un fattore critico nel cambiamento sociale. Ma
inevitabilmente, sarà diverso nei diversi paesi.
Geopolitica
e impero:
Sì. In
un certo senso hai risposto alla mia ultima domanda su cosa facciamo e, come
hai detto, essere coinvolti... E stiamo assistendo a un'esplosione
dell'istruzione domiciliare e nella costruzione di queste economie parallele,
strutture parallele, che potrebbero portare a un futuro più positivo . C'è un
pensiero finale con cui vorresti lasciarci?
Kees
van der Pijl:
Beh,
come hai detto, l'ho appena espresso. Bene, penso che la cosa più importante
sia che manteniamo il nostro cervello in funzione, otteniamo più visibilità
possibile sulle idee interessanti su tutti i lati e che le persone come te
continuino a intervistare tutte le persone che pensi abbiano delle idee su dove
dovremmo andare il più possibile. Grazie mille per questo.
Geopolitica
e impero:
E tu
sei su Twitter. Incoraggerei le persone a trovarti lì. È il posto migliore per
seguirti e come possono le persone supportare al meglio il tuo lavoro o
ottenere il tuo nuovo libro?
Kees
van der Pijl:
Bene,
dovrebbero prendere il libro in tutta modestia. Sta andando molto bene qui in
Olanda e in Germania, dove è stato il primo... E ora uscirà in polacco alla
fine di questo mese, e in russo alla fine di questo mese, e inoltre sto
negoziando con un editore in Francia. La mia opinione è che se l'intero circo
COVID crolla... E lo farà quest'anno, o al più tardi l'anno prossimo, allora il
tipo di libro che ho scritto sarà molto utile per rispondere alla domanda sul
perché è successo in primo luogo? E questo dovrebbe essere illuminante.
Non è
una storia d'avventura su come tutto questo sia nato, ma è una ricostruzione
quasi per caso scritta nel processo che si è imposta. Quindi sono stato fortunato
con questo libro. A volte le cose vanno a posto proprio nel modo migliore
possibile. Ed è anche positivo che io sia ormai fuori dal mondo accademico,
perché se fossi stato ancora nel mondo accademico, la sezione delle note a piè
di pagina sarebbe stata due volte più lunga solo per dimostrare che so davvero
di cosa sto parlando, ma come ora, l'enfasi era proprio sul resoconto di quanto
accaduto, e poi sui riferimenti necessari.
Geopolitica e impero:
Sì.
C'è molta censura all'università. E inoltre, questo potrebbe essere un
avvertimento futuro per aiutarci a capire, quindi fermiamo questo fin dalle
primi segnali, se provano a tirare di nuovo qualcosa del genere. Per gli
ascoltatori, sapete che non lo dico spesso sui miei ospiti e sui loro libri, ma
lo intendo davvero, e intendo davvero che dovete prendere il libro di Kees. Ho
ricevuto una copia con la recensione gratuita da Clarity Press, ma sono
comunque uscito e ho comprato il libro. E quindi, per favore, supporta un
ottimo lavoro come questo.
Professor
van der Pijl, grazie per essere su Geopolitics & Empire.
Kees van der Pijl:
Grazie
mille.
( Kees
Van Der Pijl: The Virus Crisis is a Fraud & Cover for a Global Political
Seizure of Power | Geopolitics & Empire).
IL
DEEP STATE RUSSO PERDE PEZZI?
ANATOLY
CHUBAIS ABBANDONA LA NAVE.
(RUSSIA
DEEP STATE).
Comedonchisciotte.org-
Sara Iannaccone -( 27 Marzo 2022 )- ci dice:
(Matthew
Ehret, strategic-culture.org).
Russia,
si avvicina una nuova epurazione della "Quinta Colonna"
e Anatoly Chubais abbandona la nave.
Negli
ultimi anni, molte persone si sono abituate a pensare al termine “Stato
profondo” come qualcosa che si applica solo agli Stati Uniti.
Mentre
è certamente chiaro che una Quinta Colonna è diventata sempre più radicata in
tutti i livelli dell’intelligence, della burocrazia, delle aziende, dei media e
delle accademie americane, pochissimi occidentali hanno un’idea chiara di come
questa stessa struttura si sia espressa nelle nazioni dell’Eurasia.
Più
rilevante per l’argomento di questo presente rapporto, possiamo prendere come
esempio il vasto alveare di vipere, oligarchi e tecnocrati liberali di tendenza
occidentale che è salito al potere [in Russia] sotto la direzione della CIA
durante gli anni bui della terapia d’urto degli anni ’90. Naturalmente, da quando ha preso il
posto di Eltsin nel 1999, il presidente Vladimir Putin è andato molto lontano
dall’epurare molte di quelle agenzie infide che hanno saccheggiato la Russia
durante la Perestrojka, riprendendo il controllo di istituzioni vitali,
riportando i poteri militari, scientifici e di intelligence della Russia nelle
mani della nazione.
Parlando
di questa battaglia il 9 dicembre 2021 al Consiglio per la Società Civile e i
Diritti Umani, Putin ha dichiarato:
Nei
primi anni 2000 ho ripulito tutto, ma a metà degli anni ’90 avevamo dipendenti
della Central Intelligence Agency come consulenti e persino impiegati ufficiali
del governo della Federazione Russa, come abbiamo appreso in seguito… C’erano
specialisti americani seduti nei nostri siti di complessi di armi nucleari,
sono andati a lavorare lì, dalla mattina a tarda notte: avevano un tavolo e una
bandiera americana. Ci vivevano e ci lavoravano. Non avevano bisogno di
strumenti raffinati per interferire nella nostra vita, perché avevano già il
controllo su tutto.
Putin
ha continuato descrivendo la nuova strategia di guerra asimmetrica gestita
dalla CIA che utilizza ONG straniere e delegati che suscitano marmaglia (vedi:
Navalny) all’interno del vasto apparato della “società civile” incorporato
nella sua nazione.
Non
appena la Russia ha iniziato a rivendicare i suoi interessi, ha iniziato ad
aumentare la sua sovranità, economia e capacità delle forze armate, sono
diventati necessari nuovi strumenti di influenza sulla nostra vita politica
interna, compresi strumenti piuttosto raffinati attraverso varie
organizzazioni, finanziate dall’estero.
Naturalmente,
mentre queste operazioni hanno dato fuoco a molte nazioni più deboli in
passato, le tecniche delle rivoluzioni colorate utilizzate dalla NED finanziata dalla CIA, o dalle Open Society Foundations, hanno portato a successi molto
limitati in Russia, dove le teste più sane hanno interrotto molte di queste
operazioni di finanziamento, dichiarando illegale nel 2015 l’intera
organizzazione di Soros , in quanto “minacca alla sicurezza dello Stato”.
Sebbene
la Russia fosse in ritardo di 25 anni su questa materia, bandire Soros l’ha
inserita nel club speciale delle nazioni che hanno agito di concerto guidate dalla
Cina che ha avuto l’ingegno di bandire Soros nel 1989 , mettendo fuori legge le
sue operazioni della Open Society ed arrestando i suoi agenti (inclusi Il
segretario generale del PCC e l’agente straordinario di Soros, Zhao Ziyang ).
Dopo
aver ripreso gli interessi strategici chiave dalle grinfie private durante i
suoi primi anni al potere, Putin ha stabilito una nuova serie di ultimatum a
cui si aspettava che i tecnocrati e gli oligarchi liberali aderissero:
rispettare le regole da lui stabilite o affrontarne le conseguenze.
Alcuni
andarono in prigione e molti andarono a Londra in cerca di rifugio (spesso
acquistando ville con i loro guadagni illeciti in una zona che divenne nota come
“Mosca sul Tamigi”). Altri ancora sono rimasti indietro per giocare secondo le
regole. Forse alcuni si sono adattati a questa nuova realtà, ma altre forze hanno continuato a
fungere da Quinta Colonna, spesso mantenendo i loro artigli saldamente affondati
nelle leve della finanza nell’architettura della Banca Centrale Russa,
influenzata dal Fondo Monetario Internazionale e nei centri di potere regionali
locali.
È
stata a questa Quinta Colonna che Putin ha rivolto le sue osservazioni il 15
marzo di quest’anno dicendo .
Sì,
certo [l’Occidente] scommetterà sulla cosiddetta Quinta Colonna. I nostri
traditori nazionali. Su chi guadagna qui, con noi, ma vive lì. E non vivono
nemmeno nel senso geografico della parola, ma secondo i loro pensieri. Secondo
la loro coscienza servile… molte di queste persone, per loro stessa natura, si
trovano mentalmente esattamente lì, e non qui. Non con la nostra gente. Non con
la Russia. Questo è, secondo loro, un segno di appartenenza a una casta
superiore, ad una razza superiore. Queste persone sono pronte a vendere le proprie madri
se solo gli fosse permesso di sedersi nel corridoio di questa casta molto alta…
Non capiscono affatto che se sono necessarie a questa cosiddetta “casta
superiore”, allora sono necessarie solo come materiale di consumo al fine di
utilizzarli per infliggere il massimo danno alla nostra gente
L’abitudine
miope di guardare solo alla Quinta Colonna statunitense o europea che ha minato
la sovranità degli Stati nazione negli ultimi decenni ignorando l’Eurasia, ha
indotto molte persone ben intenzionate a presumere falsamente che nazioni come
la Russia o la Cina possano essere trattate come istituzioni monolitiche con
un’etichetta “buono” o “cattivo” attaccata a loro.
Tali
semplificazioni eccessive sfortunatamente portano menti suscettibili a molta
disinformazione, visto che non c’è carenza nella nostra epoca di operazioni di
guerra psicologica, orientamento dei media e riformulazione narrativa.
L’ignoranza
della battaglia attualmente condotta tra i veri nazionalisti che circondano
Putin e quest’altra Quinta Colonna diretta dall’Occidente garantirà errori
fatali di giudizio e una diagnosi errata della nostra attuale crisi.
Peggio ancora, le opportunità vitali per
soluzioni politiche più ampie necessarie per conferire potere agli Stati nazione sovrani andranno perse e con questa perdita sarà distrutta
ogni capacità di impegnarsi in una lotta adeguata con un emergente ordine
mondiale totalitario.
Chubais
abbandona la nave.
Uno
degli esempi più clamorosi della principale Quinta Colonna che “venderebbe le
proprie madri per sedersi nel corridoio di questa casta molto alta” è stata la
figura di Anatoly
Chubais che
ha recentemente annunciato la sua partenza dalla Russia (si spera permanentemente) per cercare un
lido più sicuro in Turchia. In questo salto verso un santuario più sicuro, Chubais ha abbandonato il suo ruolo
di “Rappresentante speciale per le relazioni con le organizzazioni
internazionali per raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile” presso le
Nazioni Unite.
Chubais
ha svolto uno dei ruoli più distruttivi, più di qualsiasi politico vivente,
mentre lavorava con il governo Eltsin gestito dalla CIA come un “giovane
riformatore di Soros” insieme a Yegor Gaidar e altri strumenti occidentali che
furono reclutati dall’Occidente per gestire il saccheggio e la disintegrazione
della Russia durante gli anni ’90.
In
qualità di vice primo ministro per la politica economica e finanziaria tra il
1992 e il 1996, Chubais ha supervisionato la privatizzazione di tutti i settori
strategici dell’economia russa insieme a Jeffrey Sachs di Harvard, allo studioso di
Rodi Strobe Talbott, una coterie di oligarchi sociopatici come Mikhail
Khodorkovsy, Platon Lebedev e Boris Berezovsky (molti dei quali hanno formato
il “Gruppo dei 7” di Chubais nel 1996).
Chubais
e Geidar hanno aperto la strada al famigerato “sistema di voucher” che ha
sostenuto l’operazione di saccheggio in più fasi denominata “Operazione
Martello” dalla CIA di Bush Sr. a partire dal 1991.
William
Engdahl ha rigorosamente documentato questo denso periodo di privatizzazioni
che ha visto oltre 15.000 aziende privatizzate tra il 1992 e il 1994. Nuovi oligarchi come Berezovsky sono
stati in grado di utilizzare questi voucher acquistati da russi affamati, per
acquistare il gigante petrolifero Sibnet (del valore di 3 miliardi di dollari)
per soli 100 milioni di dollari e Khodorkovsky ha acquistato il 78% delle
azioni di Yukos (un valore di 5 miliardi di dollari) per soli 310 milioni di
dollari. Lo
stesso Soros si è vantato di aver
sganciato oltre due miliardi di dollari in Russia durante questo periodo di
saccheggio.
Chubais
era stato uno dei primi fondatori dei club Perestroika a San Pietroburgo
insieme a figure come Yegor Gaidar (futuro primo ministro), Vladimir Kogan
(futuro presidente della Banca di San Pietroburgo) e Alexei Kudrin (futuro
ministro delle finanze). Alla morte di Gaidar nel 2009, Chubais ha guidato la
creazione del Gaidar Forum, progettato per svolgersi una settimana prima
dell’annuale World Economic Forum di Davos e servito come organo di
coordinamento dello Stato profondo tra i tecnocrati Schwabiani e le loro anime
gemelle russe.
Nel
2013, Putin ha detto di Chubais e dei suoi gestori della CIA.
Abbiamo
appreso oggi che gli ufficiali della CIA degli Stati Uniti hanno operato come
consulenti di Anatoly Chubais. Ma è ancora più divertente che al ritorno negli Stati
Uniti siano stati perseguiti per aver violato le leggi del loro Paese e essersi
arricchiti illegalmente nel corso della privatizzazione nella Federazione Russa.
Nonostante
Putin abbia chiaramente identificato Chubais come una risorsa della CIA, è stata
vista anche la prova di qualcosa di molto potente che protegge il finanziere
poiché non solo ha evitato di essere epurato come tanti altri durante il
mandato di Putin, ma ha persino riguadagnato un ampio grado di influenza come
presidente del consiglio di amministrazione della società tecnologica statale
Rusnano dal 2008 al 2020.
Durante
questo periodo, Chubais si è anche ritrovato a servire come membro del
consiglio consultivo di JP Morgan Chase e la forza trainante dietro gli schemi
di decarbonizzazione in Russia guidati dagli sprechi dell’energia alternativa
verde che fungono da componente principale del Great Reset del World Economic
Forum.
Durante
i suoi 12 anni di mandato, Chubais ha utilizzato Rusnano come strumento per
finanziare e avviare lo sviluppo di mulini a vento ed energia solare, ha
fornito 400 milioni di dollari a Hevek Solar (la più grande azienda russa di
energia solare) e ha creato un fondo per lo sviluppo dell’energia eolica da 520
milioni di dollari.
Sebbene
gli uffici di Chubais a Rusnano siano stati perquisiti il giorno successivo
all’arresto del ministro delle finanze russo (e della creatura della palude
Alexei Ulyokaev il 16 novembre 2021), i suoi protettori hanno assicurato che
mentre i suoi giorni in azienda sarebbero finiti, avrebbe evitato arrestare e
intrapreso nuovi sforzi distruttivi. Qual era il suo prossimo incarico?
Alla
fine di dicembre 2021, è stato annunciato che Chubais è stato nominato inviato
presidenziale russo presso le Nazioni Unite per coordinare gli obiettivi di
sviluppo sostenibile. In questa posizione, Chubais aveva spudoratamente chiesto
di adattare l’economia russa al mercato climatico delle Nazioni Unite e di
sottomettersi completamente ai dettami dell’FMI e della Banca mondiale dicendo,
l’8 gennaio 2022.
Sono
convinto che il mercato climatico russo sarà estremamente attraente per gli
investimenti internazionali. Quindi è necessario facilitare l’accesso degli
imprenditori russi a ricevere finanziamenti dall’estero per progetti
alternativi.
Per
fare ciò, è necessario raggiungere l’armonizzazione delle regole di base del
mercato russo che si sta creando in questo settore con le principali
organizzazioni internazionali: la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Non
solo Chubais ha guidato il “rinverdimento dell’energia russa” secondo la Great
Reset Agenda (che unisce le due crisi manifatturiere del cambiamento climatico e del
Covid-19 in un unico pacchetto), ma Chubais ha anche utilizzato Rusnano per finanziare
la crescita di un complesso farmaceutico diretto all’estero nel cuore della
Russia. Un
grande scandalo è emerso di recente
quando il gigante farmaceutico russo e produttore di vaccini COVID-19 Nanolek
ha ricevuto miliardi di rubli da Rusnano nel 2020 e nel 2021, arricchendo la
coppia marito-moglie di Tatyana Golikova e Viktor Khristenko (il cui figlio è
uno dei principali azionisti dell’azienda).
Mentre
si può dire molto su altri appartenenti alla Quinta Colonna ancora inseriti nell’amministrazione
pubblica e nel settore privato russi, l’odore di nuove epurazioni è certamente
nell’aria.
Un
cambiamento epocale ora in corso.
Potenti
forze occidentali che rappresentano le “caste superiori” hanno interrotto i
legami con la Russia e con quei legami perduti va persa la protezione per molte
figure che hanno dormito profondamente la notte, nonostante i loro cuori
traditori. Il
World Economic Forum ha interrotto i rapporti l’8 marzo insieme ad una moltitudine di società
straniere partner del WEF come Goldman Sachs, Deutschebank, Amazon, Visa,
Paypal, Mastercard, Apple, IBM, Unilever e Pepsico (solo per citarne alcuni).
Si
stanno rapidamente compiendo mosse per autorizzare le forze nazionaliste ad
assumere un maggiore controllo sull’economia russa guidate dal nuovo progetto
di Sergey Glaziev per creare un sistema finanziario-monetario alternativo
Cina-EAEU con maggiori controlli nazionali
sulla finanza e pianificazione a lungo termine.
Ottenere
il controllo del settore finanziario, che è stato a lungo sotto la forte
influenza degli interessi oligarchici occidentali, è vitale se la Russia sarà in grado
non solo di resistere alla tempesta in arrivo, ma di uscirne con la sovranità
economica e il potere di costruire quei progetti su larga scala necessari per
le aspirazioni di Putin per un paradigma di crescita della civiltà dell’Estremo
Oriente e dell’Artico.
Sebbene
Chubais rappresenti solo un grande topo che ha scelto questo momento attuale
per abbandonare la nave, altri sicuramente seguiranno e forse un nuovo timor di
Dio potrebbe risvegliarsi nei cuori di altri che hanno scelto questo momento di
crisi per percorrere un sentiero più nobile come patrioti della Russia mentre
il mondo entra in un nuovo futuro più multipolare.
Penso
che qui sia giusto concludere con alcune osservazioni del presidente Putin, che
ha affermato che.
il
popolo russo sarà in grado di distinguere i veri patrioti dalla feccia e dai
traditori e semplicemente sputarli fuori come un moscerino che gli è volato
accidentalmente in bocca. Sono convinto che un’autodepurazione così naturale e
necessaria della società non farà che rafforzare il nostro Paese, la nostra
solidarietà, coesione e disponibilità a rispondere a qualsiasi sfida.
(Matthew Ehret, strategic-culture.org).
Bruciare
le strutture
globaliste per
salvare
l'"ordine liberale" globalista.
Strategic-
culture.org- Alastair Crooke-(6 marzo 2022)- ci dice:
(Occorre
precisare che oggi “liberale “ significa “liberal Dem Usa”-Ndr) .
Biden,
infine, ha il suo 'successo' in politica estera: l'Europa si sta allontanando
da Russia, Cina e dall'emergente mercato asiatico integrato.
Nel
suo triplice attacco di sanzioni alla Russia, l'UE inizialmente non stava
cercando di far crollare il sistema finanziario russo.
Altro che: il suo primo istinto è stato quello
di trovare i mezzi per continuare ad acquistare il proprio fabbisogno
energetico (reso tutto più vitale dallo stato delle riserve di gas europee
prossime allo zero). Gli acquisti di energia, metalli speciali, terre rare (tutti
necessari per la produzione high tech) e prodotti agricoli dovevano essere
esentati. Insomma, a prima vista, i nervi del sistema finanziario globale
dovevano rimanere intatti.
L'obiettivo
principale era piuttosto quello di bloccare il fulcro della capacità del
sistema finanziario russo di raccogliere capitali, integrato da sanzioni
specifiche nei confronti di Alrosa, uno dei principali attori nel mercato dei diamanti, e Sovcomflot , un operatore di flotte di navi
cisterna.
Poi,
sabato mattina scorso (26 febbraio) tutto è cambiato. È diventata una guerra
lampo: “Stiamo
conducendo una guerra economica e finanziaria a tutto campo contro la Russia.
Causeremo il collasso dell'economia russa”, ha detto il ministro delle Finanze
francese, Le Maire (parole di cui , ha poi detto, si è rammaricato).
Quel
sabato, l'UE, gli Stati Uniti e alcuni alleati hanno agito per congelare le
riserve valutarie della Banca centrale russa detenute all'estero. E alcune banche russe (alla fine
sette) sarebbero state espulse dal servizio di messaggistica finanziaria SWIFT.
L'intento è stato apertamente ammesso in un briefing non attribuibile agli
Stati Uniti: era quello di innescare un "bear raid" (cioè una vendita di
massa orchestrata) del rublo il lunedì successivo che avrebbe fatto crollare il
valore della valuta.
Lo
scopo del congelamento delle riserve della Banca Centrale era duplice: in primo luogo, impedire alla Banca
di sostenere il Rublo. E in secondo luogo, creare una carenza di liquidità delle
banche commerciali all'interno della Russia per alimentare una campagna
concertata durante quel fine settimana per spaventare i russi facendogli
credere che alcune banche nazionali potrebbero fallire, provocando così una
corsa agli sportelli automatici e avviare una corsa agli sportelli, in altri
parole.
Più di
due decenni fa, nell'agosto del 1998, la Russia è andata in default sul suo
debito e ha svalutato il Rublo, innescando una crisi politica culminata con
Vladimir Putin che ha sostituito Boris Eltsin. Nel 2014, c'è stato un tentativo
simile degli Stati Uniti di far crollare il Rublo attraverso sanzioni e
progettando (con l'aiuto dell'Arabia Saudita) un calo del 41% dei prezzi del
petrolio entro gennaio 2015.
Chiaramente,
sabato mattina scorso, quando Ursula von der Leyen ha annunciato che le banche russe
"selezionate" sarebbero state espulse da SWIFT e dal sistema di
messaggistica finanziaria internazionale; e precisato il quasi senza precedenti
congelamento delle riserve della Banca centrale russa, stavamo assistendo alla
ripetizione del 1998. Il crollo dell'economia (come ha detto Le Maire), una corsa
alle banche nazionali e la prospettiva di un'inflazione impennata. Si prevedeva
che questa combinazione si sarebbe trasformata in una crisi politica – anche se
questa volta intendeva vedere la sostituzione di Putin, vice Eltsin – alias cambio di regime in Russia ,
come ha proposto questa settimana un importante think tank statunitense.
Alla
fine, il Rublo è caduto, ma non è crollato. La valuta russa invece, dopo un
calo iniziale, ha recuperato circa la metà della sua caduta iniziale. Lunedì i
russi hanno fatto la fila ai loro sportelli automatici, ma non si è
concretizzata una corsa completa alle banche al dettaglio. È stato "gestito" da Mosca.
Ciò
che è accaduto quel sabato che ha spinto l'UE a passare dalle sanzioni moderate
a partecipare a pieno titolo a una guerra finanziaria contro la Russia non è
chiaro: potrebbe
essere il risultato di un'intensa pressione degli Stati Uniti, o è venuto
dall'interno, poiché la Germania ha colto un'opportunità alibi per rimettersi
sulla via della militarizzazione per la terza volta negli ultimi decenni:
riconfigurare la Germania come una grande potenza militare, un forte
partecipante alla politica globale.
E
questo, molto semplicemente, non sarebbe stato possibile senza il tacito
incoraggiamento degli Stati Uniti.
L'
Ambasciatore Bhadrakumar osserva che i cambiamenti sottostanti manifestati sabato da
von der Leyen “annunciano un profondo cambiamento nella politica europea. È allettante, ma alla fine futile,
collocare contestualmente questo cambiamento come una reazione alla decisione
russa di lanciare operazioni militari in Ucraina. Il pretesto fornisce solo l'alibi,
mentre il turno è ancorato al gioco di potere e ha una sua dinamica”. Lui continua,
“Senza
dubbio, i tre sviluppi: la decisione della Germania di intensificare la sua
militarizzazione [spendendo altri 100 miliardi di euro]; la decisione dell'UE
di finanziare le forniture di armi all'Ucraina e la storica decisione della
Germania di invertire la sua politica di non fornire armi alle zone di
conflitto — segnano una svolta radicale nella politica europea dalla seconda
guerra mondiale.
Il pensiero verso un potenziamento militare, la
necessità che la Germania partecipi "con forza" alla politica globale
e l'abbandono del suo complesso di colpa e si prepari al
"combattimento" - tutto questo è di gran lunga antecedente
all'attuale situazione intorno all'Ucraina".
L'intervento
di von der Leyen potrebbe essere stato opportunismo, guidato da una rinascita
dell'ambizione tedesca SPD (e forse dal suo stesso animismo nei confronti della Russia,
derivante dal suo legame familiare con la cattura di Kiev da parte delle SS
tedesche), ma
le sue conseguenze sono probabilmente profonde.
Giusto
per essere chiari, un sabato, von der Leyen ha tolto l'interruttore per
disattivare le parti principali del funzionamento finanziario globale: blocco dei messaggi interbancari,
confisca delle riserve valutarie e taglio dei nervi del commercio. Apparentemente questo
"incendio" di strutture globali viene fatto (come l'incendio di
villaggi in Vietnam) per "salvare" l'Ordine liberale.
(Liberale
= “liberal Dem Usa” !Ndr).
Tuttavia,
questo deve essere preso in tandem con la decisione della Germania e dell'UE di
fornire armi (non a una qualsiasi vecchia "zona di conflitto") ma in
particolare alle forze che combattono le truppe russe in Ucraina .
Le
parti "Kick Ass" di quelle forze ucraine che "resistono"
alla Russia sono forze neonaziste con una lunga storia di atrocità contro i
popoli ucraini di lingua russa.
La
Germania si unirà agli Stati Uniti per addestrare questi elementi nazisti in
Polonia. La CIA lo fa dal 2015. (Quindi, mentre la Russia cerca di de-nazificare l'Ucraina,
la Germania e l'UE stanno incoraggiando i volontari europei a unirsi in uno
sforzo guidato dagli Stati Uniti per utilizzare gli elementi nazisti per
resistere alla Russia, proprio come nel modo in cui jihadistisono stati
addestrati a resistere alla Russia in Siria).
Che
paradosso! In
effetti, von der Leyen sta supervisionando la costruzione di un "muro di
Berlino" dell'UE – anche se ora con lo scopo invertito – per separare l'UE
dalla Russia. E per completare il parallelo, ha persino annunciato che le trasmissioni
di Russia Today e Sputnik sarebbero state vietate in tutta l'UE.
Agli europei può essere concesso solo di
ascoltare i messaggi autorizzati dell'UE - (tuttavia, una settimana dopo
l'invasione russa, stanno comparendo crepe in questa narrativa occidentale
strettamente controllata - " Putin NON è pazzo e l'invasione russa NON sta fallendo ", avverte uno dei principali
Stati Uniti analista militare del Daily Mail .
Semplicemente
"credere
che l'assalto della Russia stia andando male può farci sentire meglio, ma è in
contrasto con i fatti", scrive Roggio. "Non possiamo aiutare
l'Ucraina se non possiamo essere onesti sulla sua difficile situazione").
Così
Biden, finalmente, ha il suo 'successo' in politica estera: l'Europa si sta allontanando da
Russia, Cina e dall'emergente mercato asiatico integrato. Si è sanzionata dalla 'dipendenza'
dal gas naturale russo (senza prospettiva di alternative immediate) e si è
buttata nel progetto Biden. Successivamente, il perno dell'UE per sanzionare la
Cina?
Durerà?
Sembra improbabile. L'industria tedesca ha una lunga storia nel mettere in scena
i propri interessi mercantili prima delle più ampie ambizioni geo-politiche,
prima ancora degli interessi dell'UE. E in Germania, la business class è
effettivamente la classe politica e ha bisogno di energia a prezzi competitivi.
Mentre
il resto del mondo mostra poco o nessun entusiasmo nell'unirsi alle sanzioni
contro la Russia (la Cina ha escluso sanzioni contro la Russia), l'Europa è
nell'isteria. Questo non svanirà rapidamente. La nuova "cortina di ferro"
eretta a Bruxelles potrebbe durare anni.
Ma
quali sono le conseguenze indesiderate delle "sanzioni Blitzkrieg" di
sabato scorso: gli "ignoti inconoscibili" nel famoso mantra di
Rumsfeld? Lo
spegnimento senza precedenti che ha colpito una parte fondamentale del sistema
globalista non si è scaricato in un contesto neutrale e inerte, ma si è
sviluppato in un'atmosfera di russofobia emotivamente ipercarica.
Mentre
gli stati dell'UE speravano di risparmiare le spedizioni di energia russe, non
hanno tenuto conto della frenesia suscitata contro la Russia.
Il mercato petrolifero è in sciopero, agendo
come se l'energia fosse già nella cornice delle sanzioni occidentali: le
petroliere avevano già iniziato a evitare i porti russi a causa dei timori di
sanzioni, e le tariffe per le petroliere sulle rotte russe del greggio sono
esplose di ben nove -fold negli ultimi giorni.
Ma
ora, tra i crescenti timori di cadere in fallo di restrizioni complesse in
diverse giurisdizioni, le raffinerie e le banche sono restie ad acquistare
qualsiasi petrolio russo, affermano i commercianti e altri coinvolti nel
mercato. Anche gli attori del mercato temono che possano essere imposte misure
che mirano direttamente alle esportazioni di petrolio, se i combattimenti in
Ucraina si intensificano.
I
mercati delle materie prime sono in subbuglio da quando è iniziata l'operazione
militare speciale. Il gas naturale europeo è balzato fino al 60% mercoledì, poiché
acquirenti, commercianti e caricatori evitano il gas russo. Una combinazione di sanzioni e
decisioni commerciali da parte di caricatori e assicuratori di tenersi alla
larga ha ridotto drasticamente tale contributo alle forniture globali
nell'ultima settimana. Una cascata di default da parte delle aziende occidentali è
perfettamente possibile. E l'interruzione della linea di alimentazione è inevitabile.
Molti
saranno colpiti dalle turbolenze delle materie prime, ma con la Russia che
fornisce il 25% delle forniture globali di grano, l'aumento del 21% del grano e
del 16% dei prezzi del mais dal 1° gennaio rappresenterà un disastro per molti
stati del Medio Oriente, tra gli altri.
Tutto
questo sconvolgimento dei mercati arriva ancor prima che Mosca risponda con le
proprie contromisure. Finora sono stati in silenzio, ma cosa accadrebbe se
Mosca richiedesse che i futuri pagamenti per l'energia vengano effettuati in
Yuan?
In
sintesi, i cambiamenti stabiliti da von der Leyen e dall'UE, con l'aumento dei
costi del greggio, potrebbero potenzialmente far cadere in crisi i mercati
globali e innescare una spirale di inflazione. L'inflazione dei costi creata
dall'aumento vertiginoso dei costi energetici e dalle interruzioni alimentari
non sono così facilmente suscettibili a rimedi monetari. Se il dramma quotidiano della guerra
in Ucraina inizia a svanire alla vista del pubblico e l'inflazione persiste, è probabile che il costo politico del
dramma del sabato di von der Leyen sarà una recessione a livello europeo.
"Da
ben prima dell'invasione russa dell'Ucraina, gli europei hanno lottato sotto il
peso di bollette energetiche incontrollate", osserva OilPrice.com .
In Germania, per alcuni, l'energia di un mese
costa come un anno intero; nel Regno Unito il governo ha alzato il tetto
massimo per le bollette energetiche di un enorme 54% e in Italia un recente
aumento del 40% dei costi dell'energia domestica potrebbe ora quasi
raddoppiare.
Il New
York Times descrive questo impatto sulle imprese e sulle industrie locali come
a dir poco "spaventoso", poiché tutti i tipi di piccole imprese in
tutta Europa (prima degli eventi della scorsa settimana) sono state costrette a
cessare le loro attività poiché i costi energetici superano i profitti.
Nemmeno
le grandi industrie sono state immuni dallo shock degli adesivi. "Quasi
due terzi delle 28.000 aziende intervistate dall'Associazione delle Camere di
Commercio e Industria tedesche questo mese hanno valutato i prezzi dell'energia
come uno dei loro maggiori rischi aziendali... Per quelli del settore
industriale, la cifra raggiungeva l'85 percento".
Si
ricorda quella vecchia previsione del Medio Oriente, secondo cui i valori
occidentali si sarebbero rivolti contro l'Occidente stesso e alla fine lo
avrebbero divorato.
Beffa
alle sanzioni. In Russia importazioni
parallele,
oltre a Coca Cola e Ikea made in Mosca
visionetv.it-
Giulia Burgazzi -( 31 Marzo 2022 )- ci
dice :
Come
disse un tale: voi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane. Privata della possibilità di
importare un gran numero di merci e di beni di consumo occidentali a causa
delle sanzioni, la Russia si accinge a legalizzare le importazioni parallele.
Non si
tratta di tarocchi. Sono invece merci originali
fatte entrare in Russia attraverso canali di distribuzione non
autorizzati dal fabbricante o dal titolare del marchio. Per certi versi, si tratta di
triangolazioni: se tu non mi vendi la tal cosa, io la compro – che ti piaccia o no –
da qualcuno al quale tu la vendi e che non sarebbe autorizzato a rivendermela.
Però,
attenzione: tutto questo non comporta necessariamente un prezzo finale
maggiorato, anzi. Le importazioni parallele costituiscono un grattacapo per i
grandi marchi, in quanto consentono di reperire merci originali a prezzi più
bassi. Si effettuano sottobanco anche in Occidente e danno luogo ad una sorta
di mercato grigio, né legale né a volte completamente illegale. Costituiscono il canale che a volte
consente di trovare, ad esempio, capi d’abbigliamento dell’ultimissima collezione (non
fondi di magazzino) ad un prezzo insolitamente basso.
Legalizzare
le importazioni parallele è un atto di pirateria commerciale da parte della
Russia?
Sì, o
per lo meno sembra qualcosa di simile. D’altro canto, nell’ambito delle
sanzioni l’Occidente ha congelato le riserve valutarie detenute dalla Russia. Anche quello è stato un atto
assimilabile alla pirateria, sebbene constatarlo sia oggetto di biasimo quanto pulirsi il
naso in salotto.
Oltre
alle sanzioni ufficiali, la Russia deve fronteggiare anche varie sanzioni
fai-da-te. Sebbene
nessuno glie l’abbia ufficialmente chiesto, multinazionali quali Nike, Ikea,
Apple, H&M, Netflix hanno sospeso la vendita dei loro prodotti in Russia. Le importazioni parallele
consentiranno di supplire. Perché è vero che si può vivere bene anche senza
abbigliamento griffato, ma per le apparecchiature elettroniche la musica già
cambia radicalmente.
La
politica delle importazioni parallele può anche estendersi a sbocchi
collaterali. Heineken e Cola Cola – per
fare due nomi a caso – hanno chiuso gli stabilimenti in Russia. Però i dipendenti sanno bene come si
confezionano, rispettivamente, la birra
e la bevanda gasata più famosa del mondo. Basta metterli in condizione di
tornare a lavorare: e magari si riuscirà anche ad abbassare il prezzo finale.
E’ già
accaduto con McDonald’S e Ikea. Quest’ultima è diventata Idea: stessi prodotti, logo molto
simile. Nei
negozi russi ex Mc Donald’s si continuano a servire hamburger, patatine fritte
e tutto il resto: però preparate con materie prime nazionali.
Il
prezzo è diminuito mentre il marchio è praticamente ricalcato su quello
precedente. I russi hanno inclinato i due archi gialli su sfondo rosso che formano la
lettera “M” e l’hanno trasformata in “B”. La “B” dell’alfabeto cirillico si
legge “V”. La “V” di Vanja, lo Zio Vania di Čechov al quale ora sono intitolati
gli ex McDonald’s.
Per
molto meno in Occidente si finisce in tribunale. Celebre la vicenda del macellaio e
dell’allevatore piemontesi che, qualche anno fa, si misero a vendere hamburger
e patatine a chilometri pressoché zero con l’insegna Mac Bun, in dialetto
“Soltanto buono”. Marchio e prodotti non ricalcavano quelli McDonald’s, che
però fece causa. Il macellaio e l’allevatore la vinsero, ma a scanso di
ulteriori guai autocensurarono il marchio in M** Bun. Ecco: volessero mai
andare a Mosca, ora non avrebbero grane.
(GIULIA
BURGAZZI).
Imprese
contro governi:
anche
Draghi fa retromarcia?
Visionetv.it-
Arnaldo Vitangeli - ( 31 Marzo 2022 )- ci dice :
Sembra
che inizino ad aprirsi delle crepe nel muro che gli europei hanno eretto con la
Russia, per compiacere gli Stati Uniti e la Gran Bretagna nella loro guerra
fredda con Mosca.
Dallo
scoppio delle ostilità gli Stati del Vecchio Continente si sono completamente
allineate ai voleri di Washington: hanno fatto la voce grossa con Putin, condannato senza
se e senza ma la politica di Mosca, ignorato le richieste e le ragioni russe e,
soprattutto, comminato sanzioni durissime, destinate a colpire le nostre
economie quanto e più di quella Russa.
Ma da
un punto di vista economico e sociale è possibile per i governi europei,
italiano in testa, mantenere la linea sin qui portata avanti o inevitabilmente
finiranno assumere posizioni più moderate e dialoganti?
In
Italia, Germania e in altri Paesi dell’UE le pressioni, da parte del mondo
imprenditoriale e dai sindacati, iniziano a farsi fortissime e una devastante
crisi sociale sta montando, con tutto il suo potenziale di destabilizzazione
politica.
I
sindacati tedeschi hanno in questi giorni lanciato l’allarme sul rischio di
chiusura di molti importantissimi impianti nei comparti chimico, metallurgico,
automobilistico e meccanico, anche solo in caso di dimezzamento delle forniture
di gas dalla Russia. Una catastrofe che costringerebbe a rimanere a casa
centinaia di migliaia di lavoratori.
Ma
anche in Italia il mondo imprenditoriale è estremamente preoccupato per la
tenuta del sistema in caso di un inasprimento dei rapporti con la Russia.
Il
termometro del malcontento delle imprese italiane sono le dichiarazioni ad
Agorà su Rai3 di Fabio Tamburini, direttore del Sole24Ore, cioè il quotidiano
di Confindustria, organo mediatico delle imprese italiane per antonomasia.
Il
direttore ha usato parole insolitamente esplicite, affermando: “Se sanzioni devono esserci, le
sanzioni devono essere condivise e aggiungo: che le paghino anche gli Stati
Uniti. Troppo comodo fare la voce grossa con le tasche degli altri e con la
pelle degli altri”. Un vero e proprio atto di accusa dell’organo ufficiale
dell’industria italiana agli Usa e, implicitamente, alla politica del governo
che accetta le condizioni poste da Washington.
Alla
luce di queste pressioni (e dei fischi che riceve dalla gente ridotta alla fame
Mario Draghi negli ultimi tempi in tutte le sue uscite pubbliche) si comprende
perché il premier italiano non abbia potuto esimersi da un colloquio con il
presidente russo, durato 45 minuti, per riannodare un dialogo.
Al
termine della telefonata con Mosca il governo italiano ha espresso in una nota
la richiesta di Roma di un rallentamento tangibile delle operazioni militari, e
ha sottolineato la necessità di un accordo sostenuto da garanzie internazionali
di sicurezza per entrambe la parti, un accordo di cui – secondo Draghi –
l’Italia potrebbe far parte insieme ad altri attori internazionali.
Insomma
Roma cerca di riallacciare il dialogo con Mosca e si propone come mediatore di
un accordo di pace. Berlino, dal canto suo, fa altrettanto: c’è stato un
colloquio, durato un’ ora, anche tra Putin e Scholz, il premier tedesco, cha
come quello italiano ha sollecitato un cessate il fuoco “il più rapidamente
possibile”, e ha sottolineato l’importanza della ricerca di una soluzione
diplomatica.
Insomma
sembra che sotto la pressione di una crisi economica e sociale di portata
storica qualcosa si muova nelle cancellerie europee ed emergano i primi timidi
segnali di una politica più autonoma da Washington e più sensibile agli
interessi dei Paesi europei.
(ARNALDO
VITANGELI).
Odessa,
quella strage che
Wikipedia
oggi trasforma in “rogo.”
Visionetv.it-
Antonio Albanese - ( 31 Marzo 2022 )- ci dice:
“Wikipedia
è un’enciclopedia online, libera e collaborativa. Chiunque può contribuire alle
voci esistenti o crearne di nuove, affrontando sia gli argomenti tipici delle
enciclopedie tradizionali”.
Cosi
si presenta la più famosa e
probabilmente, più consultata fonte di informazioni online, quello che
con il tempo e , appunto, con il contributo di moltissimi volontari nel mondo,
è diventato il sito che aggrega insieme più informazioni di quante se possano
trovare sparse nel web.
Grazie
ad un tweet scopriamo che la pagina relativa alla vicenda che degenerò
fino morte di 42 persone, quello che in fino ad oggi è stata chiamata “strage di Odessa” diventa oggi, per
Wikipedia il “rogo di Odessa”. Potrebbe trattarsi di un intervento spot, ma sono ormai
più di 24 ore e il cambiamento è rimasto così.
Qualcuno
penserebbe che si stia trattando di questioni di lana caprina ma così non è in
realtà, almeno secondo chi scrive.
Riconosciamolo:
è ben diversa la reazione, la
sensazione, che suscita nel lettore, la parola “strage” rispetto ad un ben più
generico, e politicamente (s)corretto, “rogo”.
Ma
anche fermandosi alla sola semantica il dizionario Treccani, definisce
“strage”, come primo significato in “Uccisione violenta di parecchie
persone insieme”, oppure leggendo ancora “il più grave dei delitti contro
l’incolumità pubblica, consistente nel compiere coscientemente atti che possono
creare pericolo per la vita e l’integrità fisica della collettività e
determinare eventualmente la morte di una o più persone, o insieme di atti
terroristici diretti a destabilizzare l’ordine costituito, e in cui si ritiene
siano implicati come mandanti o complici organi e personalità dello stato”. Nel
dizionario si fa espressamente come esempio la “strage delle Torri
gemelle”(Ndr).
Sempre
dal Treccani per rogo si intende: “La catasta di legna per cremare i cadaveri: o per bruciare vivi i condannati a morte, e
la pena stessa (, per es., negli statuti e nelle leggi degli stati anche
italiani durante il medioevo e fino al Seicento per alcune specie di delitti,
come eresia, stregoneria, sodomia, ecc.).
Che
questa differenza sia sostanziale, al di là della grammatica o semantica, è
evidente anche nel momento in cui noi stessi oggi, cercassimo su Google – che
mantiene per suo limite tecnico per un pò di tempo i titoli precedenti di un
articolo prima che con il tempo venga aggiornato in automatico- “Rogo di
Odessa” oppure “Strage di Odessa”: a
questo link troverete la versione precedente della voce , di seguito invece
troverete la nuova pagina aggiornata
confezionata come un abito su misura del neo-maccartismo e russofobia
del Draghistan.
I
tempi che viviamo, di cui questa vicenda è solo un frammento, potrebbe
benissimo essere contenuti nelle pagine
di un romanzo orwelliano mai scritto, costruito su regole che cambiano
in continuazione per accomodare e conformare la narrazione unica fatta di
utopia negativa, di totalitarismo.
Chi ha
modificato il titolo della pagina di Wikipedia l’ha fatto con dolo, sapendo
quale fosse la sottile differenza tra le
due parole, su questo non credo ci sia dubbio alcuno: da “un massacro
avvenuto ad Odessa presso la Casa dei Sindacati ad opera di estremisti di
destra, neonazisti e nazionalisti filo occidentali ucraini ai danni dei
manifestanti sostenitori del precedente governo filo russo….” si è passati ad
un più docile “incendio verificatosi il
2 maggio 2014 presso la Casa dei sindacati di Odessa, in Ucraina, a seguito di
violenti scontri armati fra fazioni di militanti filo-russi e di sostenitori
del nuovo corso politico ucraino….”
Scompaiono
i neonazisti, gli estremisti di destra, che lasciano il posto a più generici
scontri armati tra fazioni. Scompare il massacro, il sacrificio di quelle
persone , il loro ricordo come martiri per una causa ne risulta svuotata di significato: non c’è
più posto per i linciaggi e le violenze
nei confronti degli aggrediti, non c’è più posto per le aberrazioni per la
sofferenza patita da un popolo che oggi non vede raccontata la propria storia
neppure nella più grande tra le fonti consultate su internet da chi vorrebbe
approfondire.
(ANTONIO
ALBANESE).
Divieto
di Zeta: la cancel culture
ce
l’ha proprio con l’alfabeto.
Visionetv.it-
Debora Billi -( 31 Marzo 2022)- ci dice :
Con la
“cancel culture” funziona così.
Non
appena qualcuno individua il nuovo nemico immaginario, tutti i lemmings corrono
ad obbedire ciecamente: e ora tocca di nuovo all’alfabeto, vittima prediletta
della furia demenziale di costoro.
Dopo
le infinite discussioni sulle vocali in desinenza, l’uso degli asterischi,
l’adozione dell’inesistente schwab, la demonizzazione della Q, ora il nemico da
combattere è la lettera Z.
Ha
cominciato la Moretti, e fin lì sembrava la solita scemenza piddina. Poi sono
arrivate ben due regioni della Germania, e la questione si è fatta seria:
divieto di uso della lettera Z “a scopo politico” e a supporto della Russia,
ovvero non si potrà probabilmente disegnarla su muri, striscioni, adesivi
eccetera.
La
richiesta di criminalizzare la Z è arrivata dal governo ucraino, che
evidentemente non ha altro di meglio di cui occuparsi.
E visto che ogni desiderio del governo ucraino
è ormai legge per il mondo intero, alla Germania si sono uniti brand
celeberrimi come Zurich e Samsung che si sono affrettati a depennare logo storici
su cui erano stati investiti milioni in marketing. Persino Vuitton si preoccupa per la L
e la V, che unite insieme potrebbero ricordare la lettera incriminata. L’ansia
di non passare da filorussi è ormai manifestamente suicida.
Dunque
ora chiunque
userà la Z sarà guardato in cagnesco o segnato a dito, come nelle migliori pratiche degli
Stati totalitari o regimi orwelliani che abbiamo già assaggiato in occasione
del Green Pass. La neolingua di 1984 cancellava man mano riferimenti storici,
persone, frasi, modi di dire: noi per farla spiccia siamo passati direttamente
all’alfabeto. Il Grande Fratello ne sarebbe orgoglioso.
E
quando, dopo la colpevolizzazione della P, della A e della R per chissà quale
idiozia l’alfabeto sarà totalmente cancellato, si potrà passare direttamente
agli ideogrammi cinesi. Cominciate a studiarli, ragazzi, perché dopo di voi
l’alfabeto non esisterà più: siete o non siete la Generazione Zeta?
(DEBORA
BILLI).
Pagare
il gas in rubli, Draghi telefona
a
Putin e si fa spiegare un’operazione bancaria.
Visionetv.it-
Giulia Burgazzi- (31 Marzo 2022)- ci dice :
Praticamente,
il banchiere di Palazzo Chigi ha telefonato a Mosca per farsi spiegare come si
effettua un’operazione bancaria. Ieri, 30 marzo, Draghi e Putin hanno parlato di
negoziati per la pace in Ucraina, certo, ma hanno anche (e forse soprattutto)
parlato della richiesta russa di pagare il gas in rubli. Come recita il
comunicato stampa italiano.
Il
Presidente Putin ha descritto il sistema dei pagamenti del gas russo in rubli.
Analoga
telefonata è intercorsa fra il cancelliere tedesco Scholz e Putin. In teoria,
l’Occidente rifiuta di pagare il gas russo in rubli.
Accettare,
sarebbe un modo per aggirare le sanzioni che l’Occidente stesso ha imposto alla
Russia e che miravano ad indebolire il rublo.
Com’è
ovvio, procurare ingenti quantità di rubli per pagare la bolletta del gas
avrebbe l’effetto diametralmente opposto.
In
pratica tuttavia l’Italia e la Germania, cioè i due Paesi che più dipendono dal
gas russo, stanno cercando il modo per non farsi chiudere il rubinetto. Cosa
che, salvo diverso accordo, dovrebbe avvenire proprio oggi, 31 marzo.
Ora la
Russia sta offrendo a Italia e Germania un modo per salvare la faccia e per aggirare
il rifiuto di pagare in rubli. Però mantiene il punto. E infatti il cambio
rublo-dollaro, che si era inabissato con le sanzioni, è praticamente risalito
ai livelli prebellici (la guerra in Ucraina è iniziata il 24 febbraio) e non dà
segno per ora di tornare ad indebolirsi.
(cambio
rublo dollaro).
Al di
là del titolo roboante (“Putin fa dietrofront sulla richiesta di pagare in
rubli”), Bloomberg spiega quale sarebbe la via d’uscita che Putin ha offerto
all’Occidente. In traduzione:
dopo
che gli acquirenti europei hanno effettuato pagamenti in euro alla banca
Gazprombank, quest’ultima convertirebbe la valuta in rubli.
Così
Gazprom non tratterrebbe gli euro, ma li riverserebbe nel sistema bancario
russo, che è ampiamente controllato dallo Stato.
Contemporaneamente
la Russia sta meditando di estendere i pagamenti in rubli al grano, ai metalli
e ad altre merci che essa esporta. Si verrebbe così a creare un’economia
ancorata a beni concreti e fisici anziché ai castelli finanziari tipici dei
mercati occidentali. Il banchiere di Palazzo Chigi può telefonare a Mosca per
farsi spiegare.
(GIULIA
BURGAZZI)
California
non dreaming: Il “Golden State”
diventa
la mecca dell’infanticidio.
Visionetv.it-
Andrea Sartori- (31 Marzo 2022)- ci dice :
“Ho
notato come tutti quelli favorevoli all’aborto sono già nati”. Questa è una
battuta di Ronald Reagan che, prima di diventare presidente fu governatore
dello Stato della California. Oggi non riconoscerebbe più quello Stato, visto
che sta diventando la mecca degli aborti grazie al suo successore Gavin Newsom.
La
California, da terra dei sogni della canzone dei Mamas and Papas e Stato
americano dal Pil più alto è ora uno Stato dell’incubo. La California era una
terra delle opportunità e di immigrazione, ma dal tempo dell’inizio della
pandemia molti californiani emigrano, a causa sia delle restrizioni che del
costo della vita: da California dreaming a California leaving. Soprattutto si
ha un declino significativo del turismo nella terra del sole e delle spiagge.
E cosa
ti fa Newsom? Si inventa il turismo dell’aborto e dell’infanticidio.
Sì, perché un recente emendamento legalizza di
fatto l’infanticidio. Si intende infatti non solo legalizzare l’uccisione di
bambini non nati per tutti i nove mesi, ma anche depenalizzare l’uccisione di
neonati per giorni o addirittura settimane dopo la nascita.
Per
recuperare fatturato il governatore democratico della California si butta su
pratiche erodiane. Lo scorso settembre aveva creato il California Future of Abortion Council
con lo
scopo di rendere la California un santuario abortista.
Ma non solo per californiani. Così si esprime infatti la senatrice
Nancy Skinner: “Fiera
di annunciare oggi l’introduzione di #caleg #SB1142 che vuole espandere e
rafforzare le cure riproduttive non solo per i californiani ma per quelli che
cercano servizi qui“. “Reproductive care” è il termine in neolingua
orwelliana per descrivere questo genere di pratiche.
Il
linguaggio aggiunto a AV 2223 l’ultima settimana rivela l’intento disturbante.
La proposta di legge protegge la madre da conseguenze amministrative e penali
per qualsiasi “azione o omissione” correlata alla gravidanza, “inclusi aborto
spontaneo, morte intrauterina o morte perinatale”. Sebbene le definizioni di
“morte perinatale” varino, tutte includono la morte dei neonati sette giorni o
più dopo la nascita“.
Eccolo
il turismo di Erode. Per rimediare alla crisi dell’ex Golden State causata
anche dall’ottusa obbedienza alle restrizioni praticata negli Stati dem si
legalizza il turismo dell’infanticidio. Roba che pare uscita dalla fantasia di
Stephen King e che, invece, purtroppo è realtà.
(ANDREA
SARTORI).
“Sanzioni?
Peggiori
per la nostra
classe
media che per la Russia”.
Parola
di economista tedesco.
Visionetv.it-
Paul Antonopoulos -(31 Marzo 2022 )- ci dice :
I
paesi occidentali ed i loro più stretti alleati hanno imposto nuove sanzioni a
Mosca dopo che le truppe russe hanno invaso l’Ucraina il 24 febbraio con quella
che Mosca chiama una campagna militare speciale atta a smilitarizzare un paese
che aspira ad entrare alla NATO.
Sebbene
l’UE abbia seguito con entusiasmo l’esempio di Washington e si sia impegnata in
una guerra economica di sanzioni contro la Russia, il contraccolpo comincia a
farsi sentire, con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis che ha detto
alla CNN il 25 marzo, riferendosi all’aumento dei costi energetici, che “l’Europa deve stare molto attenta a
non far sì che le [sanzioni] danneggino più sé che la Russia”.
Un
sentimento simile è stato condiviso dall’economista tedesco Aika Hamer, il
quale ha affermato che l’UE potrebbe subire il contraccolpo delle sanzioni
anti-russe e ha anche avvertito che se l’economia tedesca crolla, l’intera
Europa andrà in frantumi.
“Se
l’economia tedesca crolla a causa di queste misure, l’intera Europa andrà in
pezzi”, ha affermato. “Potremmo dover affrontare il fatto che il gasolio o la
benzina costeranno 4-5 euro o addirittura 6 euro al litro. Potremmo anche dover
affrontare il fatto che la maggior parte degli europei non sarà più in grado di
permettersi di guidare. E senza queste cose, il grande Occidente non è altro
che un ricordo, un’illusione“.
Hamer ha anche osservato che i perdenti in
questa situazione “saranno la classe media e le persone più povere in Germania,
Europa e Stati Uniti“.
L’avvertimento
di Hamer arriva quando i prezzi del carburante hanno ormai già raggiunto
livelli senza precedenti e hanno anche battuto diversi record negli Stati
Uniti, nel Regno Unito e in diversi paesi dell’UE.
Gli
automobilisti tedeschi hanno ricevuto un duro colpo alla pompa di benzina,
arrivando a prezzi astronomici come ad esempio € 2,14 per un litro di
benzina, fino addirittura a rendere per
la prima volta nella storia il diesel più caro della benzina con un costo di €
2,25 al litro per il diesel.
Si
ricordi inoltre che il 23 marzo il
presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che il pagamento del gas da parte
dei cosiddetti paesi ostili sarà d’ora in poi effettuato in rubli alla luce
dell’esclusione della Russia dallo SWIFT, e di fatto dal dollaro USA. Il
pagamento in rubli è stato quindi l’ovvio risultato delle misure in quanto non
avrebbe avuto senso fornire energia all’UE e agli Stati Uniti ricevendo poi
pagamenti nella propria valuta, che Mosca a sua volta non poteva utilizzare o
che rischiava di trovate poi improvvisamente congelata.
Da
parte sua, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che l’UE non consentirà
il pagamento del gas russo in rubli in quanto, a suo avviso, è “una decisione unilaterale e una
chiara violazione del contratto. Non permetteremo che le nostre sanzioni
vengano aggirate. Il tempo in cui l’energia poteva essere usata per ricattarci
è finito“.
Allo
stesso tempo, ha annunciato una nuova partnership tra l’UE e gli Stati Uniti,
che prevede la fornitura di più gas naturale liquefatto (GNL) americano in sostituzione del gas russo.
Tuttavia,
è stato ingenuo da parte degli europei credere davvero che la Russia avrebbe
tollerato una situazione del genere in cui i russi sono stati esclusi
completamente dai meccanismi finanziari occidentali per poi dover continuare a
ricevere pagamenti in dollari ed euro. In questo modo, l’obiettivo principale
di volere i rubli per l’energia è quello di sostenere la valuta nazionale
contro tale pressione.
Sebbene
la Von der Leyen parli coraggiosamente di sostituire il GNL russo con i 15
miliardi di metri cubi di GNL che Washington aveva promesso, non fa nulla per
impedire ai paesi europei di acquistare altri 150 miliardi di metri cubi di gas
naturale russo che viene invece consegnato tramite gasdotto.
“L’Europa
ha una capacità di importazione limitata e non ha alcuna infrastruttura
aggiuntiva che sarà disponibile”, ha detto a VOA Charlie Riedl, il direttore
esecutivo del Center for Liquefied Natural Gas, in merito ad un maggiore utilizzo di
GNL in Europa.
“L’infrastruttura
attualmente operativa sta praticamente funzionando a pieno regime in questo
momento e mi aspetto che funzionerà a pieno regime per il resto dell’anno“.Ha
aggiunto che nel 2022 la quantità di gas trattenuta in stoccaggio dai paesi
europei era ben al di sotto delle medie recenti, rendendo il continente
particolarmente vulnerabile a potenziali interruzioni dell’approvvigionamento.
In
effetti, con l’abbandono della fornitura di energia russa, saranno la classe
media occidentale e i più poveri a essere maggiormente colpiti dal drastico
aumento dei costi.
Allo
stesso tempo, le quantità di stoccaggio del gas per tutto il 2022 saranno ad
alto rischio, il che significa che se si verifica un’interruzione della
fornitura o se si verifica un altro evento globale imprevisto simile a una
pandemia o all’entità del conflitto in Ucraina, potrebbe verificarsi quello che
abbiamo previsto, ovvero che l’UE abbia consentito alle sanzioni di danneggiare
gli europei più della stessa Russia.
L’aumento
dei costi energetici e alimentari suggerisce che i cittadini europei della
classe media sono assolutamente già i primi ad essere colpiti.
(PAUL
Antonopoulos, traduzione Martina Giuntoli).
Trump
passa la palla a Putin, e il
ciclone
è di nuovo su di Hunter Biden.
Visionetv.it-
Martina Giuntoli - (30 Marzo 2022 )- ci dice :
E dopo
che finalmente l’ipotesi del laptop di Hunter Biden e del collegamento della famiglia dell’attuale
presidente con i bio-lab e altri annessi e connessi in Ucraina è divenuta una cruda realtà anche
per il mainstream americano, un’altra bomba sta per abbattersi su di loro.
Questa
volta a sganciare l’ordigno è l’ex presidente Trump durante l’ultima intervista
con John Solomon.
“Hunter
Biden ha preso ben 3,5 milioni di dollari dalla moglie del sindaco di Mosca,
sono un sacco di soldi perché avrebbe dovuto prenderli?“,
afferma
Trump, il quale continua dicendo “Sicuramente Putin conosce la risposta, potrebbe
farcela conoscere”.
In
quella che pare a tutti gli effetti una staffetta tra i due politici, Trump
sembra dare il via libera a Putin affinché questo cominci a declassificare un
altro capitolo di affari illeciti della famiglia Biden, e quindi con questa
affermazione restituisce la palla al collega russo.
Ma a
quale sindaco di Mosca fa riferimento l’ex presidente? Quale relazione possiamo
ipotizzare tra Hunter Biden e la donna? E perché Putin dovrebbe sapere cosa si
cela dietro a questa relazione?
Il
sindaco a cui si fa riferimento non sembrerebbe proprio quello attuale, quindi
Sobyanin, quanto piuttosto l’ormai defunto Yury Luzhkov, e la sua seconda
moglie Yelena Baturina, nominata niente meno che da Forbes la donna più ricca
ed influente di tutta la Russia.
Quando Luzhkov fu rimosso dal suo incarico da
sindaco di Mosca poiché si diceva avesse perso la fiducia del presidente, fu pubblicamente accusato di essere coinvolto
in pesanti schemi di corruzione.
Medvedev
quindi, come in suo potere, visto che Luzhkov che aveva espresso la volontà di
non lasciare l’incarico spontaneamente, lo allontanò e scelse il suo
successore.
La
mossa di Medvedev a dire il vero lasciò
poco sorpresi, visto che il nome di Luzhkov si sarebbe macchiato anche di
diverse altre colpe verso la sua città, non ultima quella di buttar giù decine
di preziosissimi palazzi storici per compiacere centri commerciali e negozi di
stampo occidentale, strizzando l’occhio nemmeno troppo velatamente alle
velleità degli oligarchi e delle loro mogli.
La
Baturina nel frattempo, grazie all’incarico del marito aveva tratto profitti
stratosferici dalle attività del marito, visto che proprio lei aveva l’impresa
edile che seguiva i lavori per lui.
Non
solo, sembrerebbe che la stessa fosse stata partner in crime di Andrey Borodin,
l’ex direttore della Banca di Mosca, il quale avrebbe finanziato compagnie
fittizie usando soldi pubblici, cosa che si dice sia fruttata alla Baturina una
cifra sui 450 milioni di dollari.
Quando
Luzhkov fu cacciato dal suo incarico nel 2010, la moglie Yelena e le due figlie
lasciarono il paese, dopo aver venduto tutte le loro proprietà.
La
donna intentò anche una causa da 1 miliardo di dollari contro il governo russo
che le aveva sequestrato un grande terreno, senza però vincerla. Tuttavia, dopo
anni di vita londinese, la Baturina si è rifatta poi una vita ricostruendo
parte delle sue fortune attraverso investimenti in ambito immobiliare ed
energetico.
Ecco
che proprio in questo contesto si inserisce il report presentato recentemente
dai senatori repubblicani al congresso nel quale si analizzano i rapporti tra
Hunter Biden, Burisma e altre società in giro per il mondo.
Nella
sezione del documento dedicata ai legami dell’uomo con la Russia, si legge che la signora Yelena Baturina nel
2014 avrebbe pagato 3,5 milioni di dollari ad una società chiamata Rosemont
Seneca Thornton, indicando come causale il termine “contratto di consulenza” per coprire prestazioni di tipo
diverso (sappiamo che già Burisma pagava Hunter Biden con quel tipo di
causale).
Il
figlio del presidente ha negato le accuse tramite il suo avvocato, sostenendo
che se è vero che è stato il fondatore ed amministratore delegato di Rosemont Seneca Advisors, non ha mai avuto legami con l’altra
società. Cosa
che onestamente sembrerebbe davvero difficile da credere.
Quindi
Donald Trump ci vuol forse dire che Putin conosce i legami tra le due società e
che sa quindi che Hunter Biden è coinvolto?
O forse che addirittura sa perché la Baturina avrebbe
dovuto pagare quella cifra ad una società di consulenze?
E’
lecito pensare che visto lo status della Baturina, le autorità russe abbiano
tenuto sotto controllo la donna anche a distanza di tempo e di spazio, e questo
spiegherebbe perché il presidente Putin dovrebbe conoscere i risvolti della
faccenda.
In
ogni modo, è lecito aspettarci un’altra ondata di rivelazioni cui la Russia ci
ha ultimamente abituato, ora che l’ipotesi della staffetta tra i presidenti del
piano pare all’ennesimo passaggio di testimone.
(MARTINA
GIUNTOLI).
L’acqua
minerale danneggia l’ambiente?
La
transizione Green di Bruxelles e le “SAD”.
Visionetv.it-
Antonio Albanese - (30 Marzo 2022)- ci dice :
Dopo i
rincari anticipati a Natale, entrati in vigore a febbraio, e quelli dovuti alla
crisi ucraina, con le sanzioni alla Russia che alla fine hanno danneggiato solo
noi, ecco che si staglia, tutto nel giro di pochi mesi, una nuova ombra sulle
tasche dei cittadini in merito ai consumi energetici.
Sembra
infatti che l’UE, in ossequio al Green deal e alle politiche ambientaliste tanto
care al mainstream, stia vagliando l’idea di eliminare una serie di agevolazioni
fiscali riguardanti il settore del
consumo di energia e su particolari attività, che però oggi
costituirebbero dei “sussidi ambientalmente dannosi” (SAD) ovvero si prevede che il suo
utilizzo possa avere un impatto negativo sull’ambiente.
Tali
sussidi SAD ammontano ad oggi a circa 35 miliardi di euro – tra fondi dedicati
all’energia, ai trasporti, e all’agricoltura ed edilizia- e dovrebbero smetter
di essere erogati, secondo il ministero della Transizione ecologica, ad
iniziare dalla metà dell’anno in corso, gradualmente, fino a cessare del tutto
nel 2025.
Semplificando
, spieghiamo che leggendo il rapporto del MiTe sono considerati “Sad” anche la
riduzione dell’IVA sull’acqua minerale e sui fertilizzanti, nonché la diversa accisa sul
gasolio e quella sulla benzina, l’esenzione di tale accisa sui carburanti dedicati
alle imbarcazioni, sia essi dedicati alla pesca, al trasporto di merci e
passeggeri e l’Iva agevolata al 4 per cento per l’acquisto dal costruttore di
abitazioni “Dato che le nuove costruzioni comportano un aumento dei fenomeni di
urbanizzazione e di consumo di suolo, si tratta di un Sad».
Si
desume che “dato che le nuove costruzioni
comportano un aumento di urbanizzazione
e di consumo di suolo, con annesse problematiche sul traffico urbano si tratta di un Sad”.
Le
prospettive che ad oggi, non sono state riviste, nonostante la crisi ucraina e
l’aumento sproporzionato dell’energia, dei carburanti ma per conseguenza, anche
di tutti gli altri beni di prima necessità, sembrano davvero lontani anni luce
dalla reale necessità non solo dei cittadini italiani ma anche del
funzionamento dell’economia stessa.
Ci si
aspetterebbe a questo punto un piano di rientro per tutte quelle aziende che
vedranno, man mano, venir meno le agevolazioni di cui hanno usufruito finora, e
che hanno tenuto a galla l’intero meccanismo che lega l’economia i consumi
energetici.
Il
risultato in soldoni, è un ulteriore, passo verso l’abisso della povertà per la
classe meno fortunata della società ma che colpisce anche il ceto medio. La
risposta del Governo sembra essere quella che possa essere di giovamento alzare
l’Iva sui consumi elettrici.
Ma i
cittadini italiani, e i loro portafogli , sono pronti alla Transizione green tanto voluta da Bruxelles e da
Draghi ?
(ANTONIO
ALBANESE).
Draghi
“si fa
come dico io”.
E
contro la fronda Conte,
c’è la
Meloni che accorre.
Visionetv.it-
Giulia Burgazzi- (30 Marzo 2022 )- ci
dice :
Stare
all’opposizione è uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo. Perfino in un
momento in cui solo chi non fiata può aspirare a gestire il PNRR, ossia l’unica
ricchezza (che costa sangue e lacrime future) di cui attualmente dispone
l’Italia.
E
così, fuori Conte e chi del M5S vorrà seguirlo: presumibilmente non i Di Maio e
i governisti ad ogni costo. Fuori Conte e dentro al Governo la Meloni e i suoi
Fratelli d’Italia: gli unici, a parte quattro gatti ed ex M5S, che finora erano
all’opposizione.
Sembra
riassumibile in questi termini l’ultima questione che agita il Palazzo, ossia
l’aumento delle spese militari che Conte trova indigeribile ma che la Meloni ha
servito all’esecutivo su un piatto d’argento. Ed è una questione tutta e solo
interna al palazzo di Palazzo, nel senso che la gente ha già le idee molto
molto chiare.
Solo
una minoranza piuttosto esigua di italiani è favorevole ad aumentare le spese
militari, anche se il Governo va proprio in quella direzione. La fiducia degli italiani in Draghi, poi, sta
crollando. Quali siano i sentimenti diffusi a proposito del Governo, sulla
guerra in Ucraina e non solo, lo si è visto ieri, martedì 29 marzo, a Napoli.
Draghi
è stato salutato – si fa per dire – dalle grida “Vai via”, “Assassino” e
simili.
E i
napoletani, come l’opinione pubblica più generale, probabilmente non ha ancora
metabolizzato gli immani guai potenzialmente derivanti dal fatto che Draghi ha
dato la disponibilità dell’Italia a diventare uno dei garanti internazionali
per l’Ucraina.
Davvero
di rado, per non dire mai, si è visto un simile scollamento fra il Paese reale
e il cosiddetto Paese legale. Gli italiani non vogliono sentire parlare di
guerra e di aumento delle spese militari. Le istituzioni non parlano di altro.
Al
momento, Draghi sembra reagire come sempre, ossia: “Noi tireremo diritto”. Il Governo
è qui per fare le cose, il Parlamento per garantirgli i voti, come ebbe
occasione di dire. Il Parlamento avrebbe il compito di fare le leggi, per la
verità, ma tant’è…
Draghi
ha scelto questa linea ogni volta che all’interno della sua amplissima
maggioranza è soffiato vento di fronda. E’ successo per il tetto del contante
e per il catasto. Per le pensioni, il super green pass e varie altre ed
eventuali.
Ogni
volta lo stesso copione: o si fa come dico io, o me ne vado. Ogni volta il suo
governo sembrava in bilico e ogni volta si è salvato.
E
adesso? Il Governo sembra reggere, almeno per ora. Anche se tutti i cinque
stelle seguissero Conte (e sembra altamente improbabile), Draghi avrebbe
comunque la maggioranza in Parlamento grazie allo zelo guerrafondaio della
Meloni.
Però
non è questo il punto.
Il nocciolo del problema è avere un Paese
legale – un Governo – che davvero rispecchi la volontà degli italiani. La volontà di non essere coinvolti
dalla guerra e di non aumentare le spese militari.
Sarebbe
auspicabile ottenere presto un Governo del genere, perché “l’ora delle decisioni irrevocabili”, più di ottant’anni fa, già una
volta è stata usata male.
(GIULIA
BURGAZZI).
Perché tutti vogliono il nostro DNA?
Visionetv.it-
Arnaldo Vitangeli- (30 Marzo 2022 )- ci dice :
Gli
scorsi due decenni hanno visto la nascita e la rapidissima crescita di un
commercio che prima del nuovo millennio era inesistente: quello dei nostri dati.
Senza
neppure che ce ne rendessimo conto i nostri gusti, le nostre abitudini e le
nostre preferenze negli acquisti sono diventate il nuovo petrolio, con le
grandi multinazionali della rete che, senza il nostro consenso, hanno iniziato
a raccogliere, comprare e vendere le informazioni raccolte spiando la
navigazione in rete di miliardi di persone.
Se
però nella prima fase questo commercio ha riguardato principalmente
informazioni legate al marketing, e (almeno ufficialmente) la profilazione dei
cittadini era finalizzata alla vendita di prodotti, attraverso annunci
commerciali mirati, in questi ultimi anni si è imposto un nuovo commercio di dati, quelli
genetici.
Le
grandi multinazionali e alcuni governi considerano le nostre informazioni
genetiche molto preziose e fanno di tutto per raccoglierle e catalogarle, al punto che il governo cinese ha
deciso di dichiarare i dati genetici dei cittadini come una risorsa strategica
nazionale,
rafforzando il controllo statale sulle banche genetiche del Paese.
Secondo
Axios Yves Moreau, genetista dell’Università di Leuven in Belgio, lo sforzo delle autorità cinesi è mirato a “proteggere le
informazioni genetiche dei cittadini cinesi da attori non statali”, garantendo
allo Stato il monopolio sui dati genetici.
La
bozza delle linee guida appena pubblicata da Pechino vieta l’invio all’estero
delle informazioni genetiche dei cittadini cinesi e impone la catalogazione dei
database genetici umani, compresi i dati presso le istituzioni accademiche.
L’ufficio
di scienza e tecnologia dello Xinjiang Production and Construction Corps – un’organizzazione paramilitare
tentacolare sanzionata dal governo degli Stati Uniti per la complicità nella gestione di
campi di internamento di massa e lavoro forzato nello Xinjiang – sarà responsabile della gestione
delle informazioni genetiche nelle regioni che amministra.
Anche
altri governi, come quelli di Regno Unito e Stati Uniti, hanno creato grandi
database di informazioni genetiche e sanitarie, ma la differenza è che in Cina
è lo Stato a gestire direttamente queste preziose informazioni, impedendo che i
privati, soprattutto stranieri, possano metterci le mani sopra. Pechino dunque vieta di trasmettere
i dati genetici cinesi all’estero e li protegge da abusi da parte di attori
privati, garantendo
al contempo al governo l’accesso e il controllo totale.
Nei
Paesi occidentali, dove lo Stato è sottomesso al mercato e le grandi
multinazionali hanno spesso assunto le prerogative dei governi, specialmente in
campo sanitario, il mercato dei nostri dati genetici è invece fiorente.
Qualche
anno fa fece scalpore il furto di 25 mila provette contenenti il DNA dei
cittadini sardi dell’Ogliastra (una zona che vanta un incredibile numero di centenari
in ottima salute ed è considerata una delle zone con la popolazione più longeva
del mondo).
La
vicenda era iniziata nel 2000, quando Renato Soru, il patron di Tiscali, aveva
fondato la società di ricerca scientifica SharDna. Questa, successivamente, è stata
acquistata (insieme a tutti i campioni biologici) dalla società inglese Tiziana Life per
250mila euro.
Vendita
che aveva suscitato malumori e polemiche tra gli ogliastrini che avevano donato
il proprio Dna.
Il
procuratore Mazzeo, che si è occupato delle indagini nel 2017 ha dichiarato
alla stampa che riteneva che dietro il furto del materiale biologico ci fosse
“una grossa speculazione e che i campioni potessero essere utilizzati per
realizzare brevetti da rivendere alle case farmaceutiche”.
Dunque
quella che doveva essere una ricerca senza scopo di lucro, alla quale la gente
aveva partecipato con entusiasmo, e si è trasformata in un intricato affare
internazionale per mettere le mani sul segreto della longevità degli abitanti
dell’Ogliastra e sul loro particolarissimo patrimonio genetico.
La
raccolta del nostro DNA e dei nostri dati biometrici sembra essere un
obbiettivo primario per il potere, quello statale nei Paesi dove lo Stato è più
forte dei privati come la Cina e quello delle multinazionali in occidente.
Qualche
anno fa in rete era martellante la pubblicità di una società di nome “MyHeritage” che offriva, a un prezzo irrisorio, una scansione del DNA.
In sostanza inviando un campione biologico il cliente
veniva a sapere la sua origine, di quali ceppi genetici fossero i propri
antenati e altre informazioni simili. Inoltre l’azienda confrontando i campioni
nel database metteva in contatto, se era richiesto, persone con parenti
sconosciuti.
La
società, ancora molto attiva, afferma di aver profilato il DNA centinaia di
milioni di persone, e in effetti chissà quanti, tra coloro che hanno visto
l’accattivante pubblicità, hanno avuto la curiosità di sapere se avessero nelle
proprie vene un 5% di sangue arabo o un 20% di sangue francese.
E che
dire delle macchinette per la distribuzione di sigarette che ti propongono di
registrare la tua impronta digitale per poter acquistare i prodotti senza dover
inserire la tessera sanitaria?
In
epoca di transumanesimo il nostro DNA andrebbe difeso in ogni modo, come la
cosa più preziosa che abbiamo, ma milioni di cittadini inconsapevoli sono pronti a offrite alle
multinazionali le informazioni più vitali in assoluto, senza neppure capire le
implicazioni immense di quello che fanno, e lo Stato, completamente piegato al
volere del potere economico finge di non vedere.
(Complici
ed assassini ! Ndr.).
(ARNALDO
VITANGELI).
Bologna:
arriva il “credito sociale digitale”.
Patente
a punti per cittadini virtuosi,
come a
Pechino.
Visionetv.it-
Andrea Sartori- (30 Marzo 2022)- ci dice :
Piano
piano, a piccoli passi, come già avevano anticipato diversi “complottisti”, i
crediti sociali, eccellenza del Made in China, vengono esportati anche nel
cosiddetto mondo libero. Il Green Pass è stato solo l’inizio.
E’
esattamente quello che sta accadendo a Bologna dove il Comune presenta la
patente digitale per i cittadini obbedienti, con un “portafoglio del cittadino virtuoso“.
In
cosa consiste tale portafogli?
“Il
cittadino -spiegano – avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i
mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla
municipale, se risulta attivo con la Card cultura”. Certo, “nessuno sarà
costretto a partecipare” intanto però la cosa è accaduta e ricorda in maniera
preoccupante i crediti sociali cinesi.
E sarà
un caso che in Italia questa cosa dei crediti sociali venga introdotta proprio
a partire dalla regione rossa per antonomasia? Perché Bologna è stata preceduta di
poco, in questa non brillante idea, dal Comune di Fidenza che ha introdotto la
patente a punti per le case popolari: questa misura è ancora più agghiacciante perché prevede lo sfratto di persone
indigenti.
All’assegnatario
della casa popolare vengono dati cinquanta punti, che possono aumentare o
diminuire a seconda del comportamento.
Ad
esempio, il dare cibo ai piccioni prevede la decurtazione di dieci punti,
ospitare persone senza il permesso del Comune fa perdere addirittura
venticinque punti.
Se un assegnatario termina i punti viene sbattuto
fuori senza tanti complimenti. Ovviamente questo grazie alla delazione: questo sistema è stato anticipato
dal cosiddetto controllo del vicinato che, soprattutto in tempo di pandemia, più che segnalare sospetti criminali
ha portato alle gesta di Alessandro Gassmann che denuncia i vicini per una
festa.
Ma se
non ci si deve stupire che l’Italia, ancora innamorata dei vecchi totalitarismi
rossi e neri, si sia mostrata molto ricettiva verso il totalitario controllo
della popolazione Made in China, stupisce e inquieta che questo metodo piaccia
anche ad una nazione tradizionalmente libertaria come il Regno Unito, e
soprattutto venga fatta propria da Boris Johnson che, come un classico
conservatore di marca anglosassone, non dovrebbe guardare di buon occhio la
longa manus dello Stato nel privato.
Il
primo ministro di Sua Maestà vuole ficcare il naso nelle abitudini alimentari
inglesi grazie ad un’app che controllerebbe la spesa nei supermercati. E chi
sceglierà opzioni salutari come frutta e verdura sarà premiato con punti che
daranno diritto a sconti.
Quello
di Johnson, come quello del Comune di Bologna, è un credito sociale “soft”
basato più sul premio che sulla punizione, mentre quello di Fidenza è più sullo
stile cinese, ovvero punitivo. Sta di fatto che sia in versione soft che in versione hard
questo ha un sapore orwelliano.
Lo
Stato vuole tornare a controllare i cittadini. Questo riporta a tempi oscuri, che
però sono rimpianti dalle nomenklature statali: i tempi del totalitarismo.
(Occorre
tirare fuori i forconi …! Ndr).
(ANDREA
SARTORI).
L'egemonia
del dollaro USA è
finita
bruscamente
mercoledì scorso.
Intervista
a Margaret Flowers, Clearing the Fog.
Unz.com-
MICHAEL HUDSON -( MARZO 29, 2022)- ci dice :
Margaret
Flowers:
Stai ascoltando Clearing the FOG, dicendo la verità per esporre le forze
dell'avidità, con Margaret Flowers. E ora mi rivolgo al mio ospite, Michael Hudson. Michael è il presidente dell'Institute for the Study of
Long-term, Economic Trends, ISLET. È un analista finanziario di Wall Street e un
illustre professore di ricerca di Economia presso l'Università del Missouri, a
Kansas City.
È anche autore di numerosi libri e recentemente ha aggiornato il suo libro,
"Super
Imperialism: The economic strategy of American Empire". Grazie per aver dedicato del tempo a
parlare con me oggi, Michael.
Michael
Hudson:
Beh, grazie per avermi interpellato .
MF: Hai parlato molto e scritto molto
sull'egemonia del dollaro e su ciò che sta accadendo ora con la
de-dollarizzazione. Puoi iniziare spiegando ai miei ascoltatori cos'è
l'egemonia del dollaro e come ha beneficiato la classe benestante negli Stati
Uniti?
MH: L'egemonia del dollaro sembra
essere la posizione che si è appena conclusa a partire da questa settimana
molto bruscamente. L'egemonia del dollaro è stata quando la guerra americana in
Vietnam e le spese militari degli anni 1960 e 70 hanno cacciato gli Stati Uniti
dall'oro. L'intero deficit della bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti era
una spesa militare e ha iniziato a ridurre l'offerta di oro. Così, nel 1971, il
presidente Nixon tolse il dollaro dall'oro. Bene, tutti pensavano che l'America
abbia controllato l'economia mondiale dalla prima guerra mondiale avendo la
maggior parte dell'oro ed essendo il creditore del mondo. E hanno pensato a
cosa succederà ora che gli Stati Uniti hanno un deficit, invece di essere
creditori.
Bene,
quello che è successo è che, come ho descritto in Super Imperialism, quando gli
Stati Uniti hanno abbandonato l'oro, le banche centrali straniere non avevano
nulla da comprare con i loro dollari che fluivano nei loro paesi – di nuovo,
principalmente dal deficit militare degli Stati Uniti, ma anche dalle
acquisizioni di investimenti. E hanno scoperto che questi dollari arrivavano,
l'unica cosa che potevano fare era riciclarli negli Stati Uniti. E cosa tengono
le banche centrali? Non comprano proprietà, di solito, allora non lo facevano.
Comprano buoni del Tesoro. E così, gli Stati Uniti avrebbero speso dollari
all'estero e le banche centrali straniere non avevano davvero nulla da fare se
non rimandarli indietro per comprare buoni del tesoro per finanziare non solo
il deficit della bilancia dei pagamenti, ma anche il deficit di bilancio che
era in gran parte di carattere militare. Quindi, l'egemonia del dollaro era il
sistema in cui le banche centrali straniere mantengono le loro riserve
monetarie e di risparmio internazionali in dollari e i dollari vengono
utilizzati per finanziare le basi militari in tutto il mondo, quasi ottocento
basi militari che le circondano. Quindi, fondamentalmente le banche centrali
devono mantenere i loro risparmi armandoli, militarizzandoli, prestandoli agli
Stati Uniti, per continuare a spendere all'estero.
Questo
ha dato all'America un passaggio gratuito. Immagina se andassi al negozio di
alimentari e pagassi dando loro un IOU. E poi la settimana successiva vuoi
comprare più generi alimentari e dai loro un altro IOU. E dicono, aspetta un
minuto, hai un IOU prima e dici, beh, usa l'IOU per pagare l'azienda
produttrice di latte che consegna, o gli agricoltori che consegnano. Puoi
usarlo come denaro e solo tu come cliente, continua a scrivere IOU e non devi
mai pagare nulla perché il tuo IOU è denaro di altre persone. Bene, questo è
ciò che era l'egemonia del dollaro, ed è stato un giro gratuito. E tutto è
finito mercoledì scorso quando gli Stati Uniti si sono impadroniti delle
riserve della Russia dopo aver afferrato le riserve estere dell'Afghanistan e
le riserve estere del Venezuela e quelle di altri paesi.
E
all'improvviso, questo significa che altri paesi non possono più detenere in
modo sicuro le loro riserve inviando indietro i loro soldi, depositandoli in
banche statunitensi o acquistando titoli del Tesoro statunitensi, o avendo
altri investimenti statunitensi perché potrebbero semplicemente essere
afferrati come è successo alla Russia. Quindi, all'improvviso la scorsa
settimana, si sta vedendo l'economia mondiale fratturarsi in due parti, una
parte dollarizzata e altri paesi che non seguono le politiche neoliberiste che
gli Stati Uniti insistono che i loro alleati seguono. Stiamo assistendo alla
nascita di una nuova economia mondiale duale.
MF: Wow, c'è molto da disfare lì.
Quindi, stiamo vedendo altri paesi che iniziano a disinvestire in dollari USA?
Hai scritto di come i buoni del tesoro che queste banche centrali acquistano
hanno fondamentalmente finanziato la nostra economia interna. Stanno iniziando
a liberarsi di quei legami o cosa sta succedendo?
MH: No, non hanno finanziato la nostra economia
interna perché la Federal Reserve può creare il proprio denaro per finanziare
l'economia nazionale. Non abbiamo bisogno di prendere in prestito da paesi
stranieri per finanziare la nostra economia. Possiamo stamparlo noi stessi. Ciò
che fa l'egemonia del dollaro è finanziare il deficit della bilancia dei
pagamenti. Finanzia la nostra spesa in altre economie, la nostra spesa
all'estero. Non aiuta la nostra economia, ma ci aiuta a ottenere un passaggio
gratuito da altri paesi. Più dollari spendiamo per costruire una base militare,
tutte queste spese militari vengono consegnate alla Banca Centrale locale che
le gira e le rimanda alla Federal Reserve o le deposita in conti bancari
statunitensi. Quindi, è il free ride internazionale che otteniamo, non un free
ride nazionale.
MF: Va bene. Quindi stiamo vedendo paesi
ora, dalla scorsa settimana, iniziare a spostare i loro beni per rimpatriarli
perché so che per l'Afghanistan, un grosso problema è che la maggior parte del
denaro del governo era al di fuori del paese e che è stato usato come arma
contro l'Afghanistan sequestrando quei beni e non permettendo alla Banca
centrale dell'Afghanistan di averli. Stiamo iniziando a vedere altri paesi
rimpatriare i loro soldi e oro?
MH: Beh, i dati sono disponibili solo
alla fine di ogni mese, riportati alla fine di ogni mese e poi c'è un ritardo
di due mesi, quindi non abbiamo idea di cosa stia succedendo. Ma ho parlato con
persone di tutto il mondo negli ultimi giorni e il consenso è che tutti ora
stanno decidendo l'unico posto, certamente se sei la Cina o la Russia o il
Kazakistan o sei nell'orbita eurasiatica, nell'Asia meridionale, nell'Asia
orientale, ti rendi conto, aspetta un minuto, se tutto ciò che dobbiamo fare è
qualcosa come Allende ha fatto in Cile o tutto ciò che dobbiamo fare è
rifiutarci di svendere il nostro industria agli investitori americani e possono
trattarci come hanno trattato il Venezuela. Quindi puoi immaginare che tutti
stiano guardando questo e ci si aspetta che, come risultato della guerra in
Ucraina, questa sia davvero la guerra della NATO americana, che questo creerà
una crisi della bilancia dei pagamenti in tutto il Sud del mondo mentre i loro
prezzi dell'energia salgono, i prezzi del petrolio salgono, i prezzi dei
prodotti alimentari saliranno e questo renderà impossibile per loro pagare i
loro debiti esteri a meno che non vadano senza cibo. ed energia. Ovviamente,
questa è una crisi politica. Cioè, l'unico risultato può essere quello di
dividere il mondo in due.
MF: Hai scritto di questo evento. Hai
scritto che la de-dollarizzazione è avvenuta relativamente rapidamente negli
ultimi anni. Quindi, ora stiamo solo vedendo il risultato finale di questo?
Voglio dire, la gente ha detto che potrebbe accadere rapidamente. È esattamente
quello che stiamo vedendo in questo momento?
MH: Sì, e nessuno si aspettava che
sarebbe successo così rapidamente. Nessuno si aspettava che sarebbero stati gli
stessi Stati Uniti a porre fine alla de-dollarizzazione. La gente pensava che,
beh, la maggior parte delle vendite del mio libro che descriveva questo super
imperialismo fossero state comprate dal Dipartimento della Difesa e lo
consideravano un libro su come farlo. E sono stato portato alla Casa Bianca e
al Dipartimento della Difesa per spiegare loro come funziona l'imperialismo.
Mi
aspettavo che forse Cina, Russia e altri paesi avrebbero detto: "Non
vogliamo dare all'America corse gratuite". Eppure sono stati gli stessi
Stati Uniti a rompere tutto questo, afferrando le riserve della Russia subito
dopo aver afferrato le riserve dell'Afghanistan e del Venezuela.
Niente
di simile è accaduto nella storia moderna, anche nelle guerre del 19 ° secolo.
Nella guerra di Crimea a metà del 19 ° secolo, Russia, Inghilterra e Germania,
tutti hanno continuato a pagare i debiti ai paesi contro cui stavano
combattendo perché l'idea è che i debiti fossero sacrosanti. E ora,
all'improvviso, non solo i debiti non sono sacrosanti, ma i paesi possono
semplicemente accaparrarsi i risparmi stranieri. Immagino che il problema sia iniziato
dopo che lo Scià dell'Iran è caduto e gli Stati Uniti hanno afferrato i soldi
dell'Iran e si sono rifiutati di lasciarlo pagare ai suoi obbligazionisti e
hanno iniziato l'intera guerra contro l'Iran per aver cercato di prendere il
controllo delle proprie risorse petrolifere. Quindi, all'improvviso, gli Stati
Uniti che si sono impadroniti di questo hanno posto fine a quella che tutti
pensavano fosse una morale immutabile.
MF: Quindi è stato nel 1979 che lo Scià
è caduto in Iran e, e negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno usato sempre
più la guerra economica contro i paesi attraverso quelle che la gente chiama
sanzioni, ma in realtà sono misure coercitive unilaterali illegali, è stato un po' come guidare e preparare il terreno per ciò
che sta accadendo oggi?
MH: Sì, il Fondo Monetario
Internazionale ha operato, fondamentalmente, come un braccio del Dipartimento
della Difesa. Ha salvato le dittature, salvato l'Ucraina, prestato denaro a
paesi le cui oligarchie clienti l'America vuole sostenere, e non prestando
denaro a paesi che l'America non vuole sostenere, come il Venezuela. Quindi, il
suo compito è fondamentalmente quello di promuovere politiche neoliberiste e di
insistere sul fatto che altri paesi bilanciano i loro pagamenti subendo una
guerra di classe contro il lavoro.
La
condizionalità su cui insiste il FMI per i prestiti esteri è che i paesi
svalutano la loro valuta e abbassano i loro tassi salariali e approvano una
legislazione anti-lavoro. Bene, quando abbassi il tasso di cambio della valuta,
cosa abbassi veramente? I prezzi del cibo sono fissati in dollari a livello
internazionale, i prezzi delle materie prime lo sono, e i prezzi dei macchinari
e di molti beni. L'unica variabile economica svalutata è il lavoro domestico (e
le rendite domestiche). Il FMI ha usato questo tipo di politica di libero
scambio economico spazzatura come mezzo per mantenere bassi i tassi salariali
nel Sud del mondo. Si potrebbe dire che è una finanziarizzazione di un
conflitto militare in ultima analisi per promuovere l'ideologia neoliberista.
MF: E hai menzionato l'abbassamento dei
salari e cose del genere. E questo è in realtà fatto perché è favorevole agli
investitori statunitensi e alle imprese statunitensi, giusto? Voglio dire, la
Banca Mondiale ha in realtà un indice, il costo di fare affari indice, che
aiuta a informare le grandi aziende sulle leggi che i paesi approvano che le
rendono più favorevoli alle imprese a entrare.
MH: È anche peggio di così. L'obiettivo
centrale della Banca Mondiale è impedire ad altri paesi di coltivare il proprio
cibo. Questa è la prima direttiva. Farà solo prestiti per i paesi per
guadagnare valuta estera e ha insistito fin dal 1950 circa che i paesi che
prendono in prestito da esso devono spostare la loro agricoltura verso colture
da esportazione di piantagioni per coltivare colture tropicali che non possono
essere coltivate negli Stati Uniti per motivi ambientali e meteorologici. E i
paesi non devono coltivare il proprio cibo e non devono intraprendere la
riforma agraria o la piccola agricoltura basata sulla famiglia. Quindi, ha
insistito sull'agrobusiness di proprietà straniera nell'agricoltura delle
grandi piantagioni. E ciò significa che i paesi che hanno preso in prestito prestiti
agricoli non sono stati prestiti per produrre il proprio cibo. È stato quello
di competere tra loro producendo colture da esportazione tropicali pur essendo
sempre più dipendenti dagli Stati Uniti per le loro forniture alimentari e per
il loro grano. E questo fa parte dell'angolo in cui li hanno dipinti che sta
per creare una tale carestia mondiale quest'estate.
MF: Voglio assolutamente entrare in
questo, così come nella situazione energetica e nella crisi climatica, ma prima
di farlo, voglio solo che tu commenti rapidamente su come questo abbia anche
spinto i paesi a cercare alternative. Gli Stati Uniti hanno rimosso la Russia
dal sistema SWIFT, che è il meccanismo internazionale per fare trading e
finanza. Ha minacciato la Cina se non avessero denunciato ciò che stava
accadendo con la Russia e l'Ucraina per cacciarli dal sistema SWIFT. Quindi,
questa arroganza degli Stati Uniti sta anche allontanando i paesi per cercare
altre alternative, giusto?
MH: Questo è il punto. Beh,
fortunatamente hanno minacciato di cacciare la Russia da SWIFT negli ultimi due
anni. E così, Russia e Cina hanno messo in atto un sistema alternativo. Quindi,
quasi senza intoppi stanno passando a usare la propria valuta l'uno con l'altro
invece di usare il dollaro. E questo fa parte di ciò che ha posto fine allo
standard del dollaro e ha posto fine all'egemonia del dollaro.
Se il
modo in cui hai l'egemonia del dollaro è quello di avere altri paesi che
depositano i tuoi soldi nelle tue banche e gestiscono il loro commercio di petrolio
tra loro finanziandolo in dollari, ma all'improvviso prendi tutti i loro
dollari e non permetti loro di usare le banche statunitensi per pagare il loro
petrolio e il loro commercio tra loro, poi passeranno a un sistema diverso. E
questo è esattamente ciò che ha posto fine all'egemonia del dollaro, come hai
appena sottolineato.
MF: Quindi, entriamo un po' in dove
stanno andando le cose con questa nuova situazione, una situazione che cambia
rapidamente. Può essere difficile dire cosa sta succedendo, ma hai parlato di
una crisi alimentare quest'estate. Puoi parlarci un po' di più di questo e il
conflitto in Ucraina alimenta questo?
MH: Beh, come hanno detto il presidente
Putin e Lavrov, i combattimenti in Ucraina non sono affatto sull'Ucraina. È una
lotta su quale forma prenderà il mondo e se il mondo sarà unipolare o, come
appare ora, multipolare. Gli Stati Uniti, nell'ultimo anno prima di iniziare a
intensificare gli attacchi contro l'Ucraina di lingua russa, stavano cercando
di impedire all'Europa, e in particolare alla Germania, di acquistare gas e
petrolio dalla Russia.
Ci
sono tre pilastri della politica estera americana che basano il potere
americano. Il primo pilastro è l'industria petrolifera. Questo è il settore più
potente accanto al settore bancario negli Stati Uniti. E gli Stati Uniti per
tutto il 20 ° secolo, insieme a Gran Bretagna e Francia, hanno controllato il
commercio mondiale di petrolio.
Ciò ha
avvantaggiato gli Stati Uniti in due modi. Numero uno, siamo un importante
esportatore di petrolio perché abbiamo una grande industria petrolifera e del
gas. Ma, numero due, le nostre compagnie statunitensi controllano il commercio
estero di petrolio. In modo che se qualche paese, ad esempio Cile o Venezuela,
fa qualcosa che agli Stati Uniti non piace, come coltivare il proprio cibo o
perseguire una politica socialista, gli Stati Uniti possono semplicemente
tagliare il loro petrolio e sanzionarli. Senza petrolio, non hanno energia per
guidare le auto o alimentare le loro fabbriche o guidare il loro PIL.
Quindi,
la guerra americana in Ucraina è davvero una guerra contro la Germania. La
Russia non è il nemico. La Germania e l'Europa sono il nemico e gli Stati Uniti
lo hanno detto molto chiaramente. Questa è una guerra per bloccare i nostri
alleati in modo che non possano commerciare con la Russia. Non possono comprare
petrolio russo. Devono dipendere dal petrolio americano per il quale dovranno
pagare tre o quattro volte tanto. Dovranno dipendere dal gas naturale
liquefatto americano per i fertilizzanti. Se non comprano gas americano per
fertilizzanti, e non permettiamo loro di comprare dalla Russia, allora non
possono mettere fertilizzanti sulla terra e la resa delle colture diminuirà di
circa il 50% senza fertilizzante.
Quindi,
la guerra in Ucraina doveva far sembrare la Russia così cattiva difendendosi
dagli attacchi della destra ucraina nelle aree di lingua russa che gli Stati
Uniti hanno detto, guardate quanto è cattiva la Russia. Devi rinunciare a
comprare petrolio e gas o grano o titanio o palladio o qualsiasi altra cosa
dalla Russia.
E
così, l'effetto di questa guerra è stato quello di bloccare i paesi della NATO
nella dipendenza dagli Stati Uniti perché la grande paura degli Stati Uniti
negli ultimi anni è che mentre l'America si sta deindustrializzando, questi
paesi guardano alla parte del mondo che sta crescendo, Cina, Asia centrale,
Russia, Asia meridionale. E gli Stati Uniti temevano di perdere il controllo
dei loro satelliti principalmente nella NATO, ma anche in Sud America. Quindi,
ha sanzionato e bloccato la loro capacità di acquistare energia non
statunitense. Stanno bloccando la loro capacità di acquistare cibo non
statunitense, bloccando la loro capacità di investire o utilizzare il loro
surplus per prosperare investendo in Cina, Russia o Eurasia.
Quindi,
questa è fondamentalmente una guerra dell'America per bloccare i suoi alleati.
Bene, il risultato è che i prezzi del petrolio, ora che non è possibile
ottenere il petrolio russo, andranno molto, molto in alto, e questo creerà una
crisi per molti dei paesi del Sud del mondo che sono paesi con deficit
petrolifero. Le aziende di fertilizzanti in Germania hanno già chiuso perché
dicono, senza gas russo, produciamo il nostro fertilizzante dal gas, e se non
possiamo ottenere gas russo, non possiamo produrre il fertilizzante che.
Quindi, i prezzi mondiali dei fertilizzanti stanno salendo.
La
Russia è il più grande esportatore di grano. E ora che le esportazioni di grano
sono bloccate dalle sanzioni, la domanda è: cosa faranno il Nord Africa e il
Vicino Oriente che dipendono in gran parte dalle esportazioni di grano russo? I
loro prezzi del cibo saliranno molto.
Potete
immaginare solo vedendo cosa sta succedendo negli Stati Uniti quando i prezzi
del gas salgono qui, i prezzi dei prodotti alimentari salgono qui, non solo
mette una stretta sui bilanci delle singole famiglie, ma in tutto il mondo,
mette la stretta sulla bilancia dei pagamenti di altri paesi. E così, sono
disperati. Come faranno a pagare i prezzi più alti a meno che non prendano in prestito
ancora più denaro dalle banche statunitensi? E, naturalmente, questo è un altro
braccio della politica degli Stati Uniti. Le banche statunitensi sperano di
fare un omicidio nel fare prestiti a tassi di interesse in aumento ai paesi del
terzo mondo.
E,
naturalmente, le esportazioni di armi. La NATO negli ultimi giorni ha accettato
di effettuare esportazioni di armi americane per aumentare il loro acquisto di
armi. Quindi, il mercato azionario è salito alle stelle negli ultimi giorni.
Dicono questo, la carestia mondiale, la crisi mondiale è una manna per Wall
Street. Le azioni delle compagnie petrolifere stanno salendo molto, le azioni
militari, industriali, Boeing Raytheon in rialzo, le azioni bancarie. Questa è
la grande presa di potere dell'America, e si rende conto, quando può creare una
crisi e dire al Sud del mondo o ai paesi poveri i tuoi soldi o la tua vita.
Questo è il modo in cui la maggior parte delle grandi prese e conquiste di
proprietà sono state fatte nel corso della storia.
MF: E proprio questa settimana alle
riunioni della NATO, il presidente Biden ha sostanzialmente detto che i prezzi
del cibo saliranno negli Stati Uniti e in Europa a causa di ciò che sta
accadendo. E questo è solo il prezzo che dobbiamo pagare.
MH: Beh, quello che avrebbe dovuto
dire, questo è il prezzo che devono pagarci. È così che l'ha presa il mercato
azionario. Quando ha detto che questo è il prezzo che dobbiamo pagare, questo è
il prezzo che i consumatori devono pagare alle compagnie petrolifere americane,
alle società americane di distribuzione di prodotti agricoli. È il prezzo che
altri paesi devono pagare agli Stati Uniti.
Questo
per dire al resto del mondo, sai, ti abbiamo completamente, non so come
metterlo, quale frase usare, ma non hai scelta, i tuoi soldi o la tua vita. Ti
abbiamo intrappolato. E sta cantando sul fatto che questa inflazione risultante
è esattamente ciò che era inteso dalla guerra in Ucraina che ha portato
all'isolamento della Russia e di altri paesi seguendo una politica non
statunitense.
MF: Ma sempre più paesi in America
Latina, in Africa, si rivolgono a paesi come la Cina per partnership, per
investimenti. Vede arrivare un punto in cui c'è solo questo vero rifiuto degli
Stati Uniti e il rivolgersi a queste alternative?
MH: Questo è esattamente ciò che
accadrà. Quello che succederà è che l'investimento della Cina è molto diverso
dagli investimenti degli Stati Uniti. Gli investimenti statunitensi ed europei
daranno investimenti finanziari a paesi interessati che l'intero paese è tenuto
a rimborsare. L'investimento della Cina avviene attraverso la Belt and Road Initiative e investimenti diretti di capitale
nello sviluppo di porti, infrastrutture e ferrovie. E invece di avere un
credito finanziario generale contro questi paesi, la Cina ha un diritto
azionario, un diritto di proprietà sostenuto dai mezzi fisici di produzione che
mette in atto.
Bene,
quest'estate, quando i paesi dicono che non possono permettersi di pagare i
loro debiti esteri, gli Stati Uniti hanno come piano di riserva, ok, scriviamo
i debiti di tutti, i debiti governativi, l'uno con l'altro in modo che i
governi possano pagare i detentori di obbligazioni private e le banche. E ci
proveranno, essenzialmente gli Stati Uniti perdoneranno i loro debiti in modo
che l'America Latina possa pagare Chase Manhattan Bank e Citibank e gli
obbligazionisti. E la Cina dirà, aspetta un minuto, non abbiamo alcuna pretesa
finanziaria contro questi paesi. Non abbiamo prestato loro dollari. Non abbiamo
prestato loro la nostra valuta estera. Abbiamo costruito beni lì e le risorse
sono ancora al loro posto. Non c'è problema lì.
Quindi,
la domanda è: di chi saranno i debiti scritti a chi? E tutto questo porterà,
come potete immaginare, alla destabilizzazione. Gli Stati Uniti probabilmente
cercheranno di spingere il cambio di regime sui paesi che cercano di
commerciare con la Cina in quanto è già minacciata dalla Cina. E più sanzioni
gli Stati Uniti impongono all'America Latina, all'Africa, al Vicino Oriente e
all'Asia meridionale, creeranno una crisi, ma la crisi porterà il resto del
mondo a trattare gli Stati Uniti nello stesso modo in cui russia e Cina
trattano gli Stati Uniti come il nemico che minaccia il mondo intero con la
loro presa di potere neoliberista. Quindi, gli Stati Uniti in un certo senso si
stanno isolando dal resto del mondo dichiarandogli guerra.
MF: E penso che non sarà un bene per noi
qui a casa negli Stati Uniti. Lei ha parlato del modo in cui è stata
strutturata l'economia attuale. Hai anche sollevato molte preoccupazioni per la
crisi climatica. E, naturalmente, abbiamo il recente rapporto dell'IPCC che
dice fondamentalmente che siamo molto indietro nell'agire per adattarci anche
alla crisi climatica o al riscaldamento che stiamo per sperimentare. Quindi,
ora in questa nuova situazione, come vedi che abbia un impatto sulla crisi
climatica?
MH: Ecco cosa ha detto Biden, in effetti:
"Siamo molto indietro nel ritmo del riscaldamento globale". La
politica americana si basa sull'aumento e l'accelerazione del riscaldamento
globale. Questo è stato un punto centrale della politica degli Stati Uniti da
quando sono entrato a far parte dell'Hudson Institute nel 1970. Gli Stati Uniti
si oppongono a qualsiasi tentativo di cercare di prevenire il riscaldamento
globale perché si può immaginare cosa accadrebbe se altri paesi passassero
all'energia solare e alle energie rinnovabili. Ciò ridurrà la loro dipendenza
dall'industria petrolifera statunitense. Se si guarda alla politica americana,
è gestita fondamentalmente dall'industria petrolifera per stabilire la
dipendenza di altri paesi dal petrolio. Poi, ovviamente, l'ultima cosa che gli
Stati Uniti faranno è prevenire il riscaldamento globale. Quindi, se siamo
indietro nel riscaldamento globale, è che il livello del mare non sta
aumentando abbastanza velocemente. Il mondo non sta diventando abbastanza caldo
velocemente da non bloccare la dipendenza straniera dal petrolio americano.
E
penso che abbiate visto quello che nelle ultime settimane, quello che ha detto
il presidente Biden, il carburante del futuro è il carbone e il petrolio. In
questo momento, è in Polonia. Penso che stia suggerendo che il carbone polacco,
che è uno dei suoi principali prodotti, dovrebbe essere usato in Europa al
posto del gas russo. Quindi, la politica estera americana si basa sull'uso
accelerato di carbone e petrolio, non di energia rinnovabile.
Ora,
ecco perché penso che il movimento ambientalista dovrebbe diventare un
movimento contro la guerra e il movimento contro questa egemonia neoliberista
del dollaro. Non eviterai il riscaldamento globale a meno che non fermi il
dominio della politica estera americana da parte dell'industria petrolifera.
MF: Penso che abbiamo assistito a
questo cambiamento negli ultimi anni in cui il movimento per il clima sta
iniziando a capire che non possiamo affrontare questa crisi senza rivolgerci
all'esercito americano. Quindi, solo negli ultimi minuti che ho con voi, cosa
avete da dire agli ascoltatori su dove questo sta andando per noi materialmente
come persone che vivono negli Stati Uniti, un paese che si è dimostrato uno
stato fallimentare? La pandemia di Covid-19, penso, ha davvero esposto che in
tanti modi, l'insicurezza finanziaria che le persone stanno affrontando,
l'alloggio, l'istruzione, l'assistenza sanitaria, tutti i fallimenti del governo
nel soddisfare i bisogni di base della gente. Come pensi che cambierà con
questa nuova situazione?
MH: Beh, gli Stati Uniti hanno ottenuto
un giro gratuito a livello internazionale. Quindi, gran parte della prosperità
qui è stata il risultato del fatto che non dobbiamo pagare per le nostre spese
militari, non dobbiamo pagare per molti degli investimenti stranieri che
abbiamo che forniscono agli Stati Uniti materie prime straniere a basso prezzo.
Tutto ciò è stato posto fine dalla politica del presidente Biden, che,
ovviamente, i repubblicani sostengono tanto quanto i democratici.
Quindi,
c'è davvero un movimento politico che sta finendo per impoverire, direi, il 99%
degli americani. Mentre la Federal Reserve salva il mercato azionario e
obbligazionario per l'1%, ci sarà un'enorme stretta che costringerà, penso, la
maggior parte delle famiglie americane a indebitarsi portando probabilmente a
una chiusura di molte aziende proprio come la crisi Covid ha chiuso molte
aziende. Avrai l'aumento dei prezzi del carburante, l'aumento dei prezzi del
cibo costringerà completamente le famiglie al default e all'incapacità di
essere autosufficienti senza indebitarsi o vendere le loro case e diventare
affittuari.
MF: E questo è tutto un altro problema
con l'acquisto di alloggi negli Stati Uniti da parte di queste società di
investimento in modo che possano poi controllare quei prezzi di affitto. Sembra
che ci attendano giorni difficili.
MH: Sì. Beh, e nessuno può davvero, è
davvero Uncharted
Territory perché
nessuno pensava che ci fosse un'alternativa. La visione economica era, come
disse Margaret Thatcher, "Non c'è alternativa". Bene, ora, l'America
ha costretto il mondo a trovare la propria alternativa.
MF: Beh, grazie per aver condiviso
questa saggezza con me. Incoraggio le persone a continuare a seguirti e leggere
i tuoi libri e seguire i tuoi scritti. Qual è il posto migliore per trovarti?
MH: Ho un sito web: Michael-Hudson.com. E io sono su Patreon. Pubblico i
miei articoli sul sito web e su Patreon.
MF: Beh, grazie mille per aver dedicato
del tempo a parlare con me oggi e per l'importante lavoro che stai facendo.
MH: Beh, sono terribilmente contento che abbiamo dovuto parlare
di questo, Margaret.
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