CI HANNO ROVINATO.

CI HANNO ROVINATO. 


I Tempi plumbei che stiamo vivendo

sono solo il Preludio al Peggio

 che deve ancora Venire…

Conoscenzealconfine.it-( 19 Aprile 2022) - Claudio Martinotti Doria- ci dice:

Lo sappiamo tutti che l’élite dominante è composta da “filantropi” generosi che vogliono solo il bene dell’umanità, come i millenni di storia di cui abbiamo traccia possono senza alcun dubbio confermare. Basta che ognuno stia al suo posto… possibilmente di schiavo.

Già in precedenza i protocolli di cura nella sanità pubblica erano il frutto di pressioni e imposizioni di Big Pharma per il tramite di medici corrotti o compiacenti, in modo da imporre più o meno le stesse cure in tutto il mondo cosiddetto civilizzato, soprattutto quello occidentale, impedendo contemporaneamente l’accesso alle cure alternative e naturali, non solo screditandole ma perseguitando i medici che le praticano, relegandoli ai margini e costringendoli ad agire sottotraccia, sotto la continua minaccia di provvedimenti disciplinari fino alla rimozione.

Questo risultato di omologazione garantisce le rendite di Big Pharma che produce farmaci spesso poco efficaci e con gravi effetti collaterali o che addirittura pretendono di curare malattie inesistenti, inventate a tavolino per trasformare l’individuo sano in un malato immaginario che deve curarsi per tutto il resto della sua vita.

Tutto questo ovviamente si è rafforzato negli ultimi anni con la psico-pandemia, un’operazione di una perfidia senza eguali. Il virus utilizzato è stato creato in laboratorio e poi diffuso in tutto il mondo quasi contemporaneamente per poi modificarsi in un numero infinito di volte e con effetti diversi secondo le aree geografiche e le etnie colpite e con periodicità incomprensibili, fenomeni impossibili da verificarsi se il virus fosse stato di origini naturali e avesse mutato secondo i parametri evolutivi biologici. Spiegabilissimo se creato in laboratorio, frutto d’ingegneria genetica manipolatrice combinata con l’ingegneria sociale ancora più manipolatrice e insidiosa.

Questo combinato disposto che ha del prodigioso ha talmente funzionato che la stragrande maggioranza della popolazione, soprattutto dei paesi occidentali, ha vissuto a lungo nel terrore della malattia e della morte, sottomettendosi a regimi politici sanitari autoritari, privi di senso e antiscientifici, che hanno limitato le libertà personali, e provocato gravissimi danni all’economia e alla ricchezza delle famiglie.

Le campagne vaccinatorie con sieri genici sperimentali, realizzate con metodi coercitivi, ricattatori, e addirittura in taluni casi ricorrendo a obblighi illegittimi, hanno sortito parecchi effetti nefasti, sia sulla salute dei vaccinati, sia a livello di conflittualità sociale e familiare, sia peggiorando la situazione sanitaria generale.

Gli unici a guadagnarci, facendo enormi profitti sono stati i padroni di Big Pharma, che hanno realizzato il loro decennale sogno di trasformare i sani in malati da poter curare coi propri farmaci per tutta la loro vita.

Gli stessi possessori di Big Pharma, come delle altre grandi corporation mondiali, cioè l’élite dominante, ha pure ottenuto il grande risultato di aver aumentato e facilitato il controllo delle masse e avviato il de-popolamento programmato, spalmato su un arco temporale di 5/10 anni; questo è infatti il periodo di tempo previsto dagli esperti che hanno studiato il contenuto dei vaccini, perché questi ultimi manifestino il loro potenziale distruttivo.

Altri decessi avverranno per il peggioramento della sanità pubblica post-Covid, ritardi negli accertamenti clinici, tagli continui alla sanità, l’assunzione di medici poco qualificati e inariditi (motivati solo dai profitti) e l’abbandono al loro destino dei malati con patologie gravi ma curabili, trasformandoli in incurabili.

Ormai dovrebbe essere di dominio pubblico l’allarme lanciato dalle compagnie assicurative che hanno visto aumentare in maniera esponenziale i risarcimenti per morti improvvise e premature di persone che avevano stipulato un’assicurazione per la vita.

Tenete conto che la maggioranza delle persone non stipulano assicurazioni sulla vita perché non possono permettersele, quindi i numeri delle morti premature è molto più elevato di quanto si sospetti e si possa sapere dai dati disponibili. E l’unica causa imputabile per queste morti, che in precedenza non avvenivano con questa frequenza, è la vaccinazione di massa con sieri genici sperimentali.

Solo gli sprovveduti possono pensare che gli effetti collaterali non fossero conosciuti e siano accidentali.

 La stessa Big Pharma l’ha ammesso implicitamente nei suoi bugiardini oltre ad aver scoperto recentemente che i test preliminari sono stati alterati per favorire l’autorizzazione e l’impiego del siero per motivi di falsa emergenza, pur non essendo minimamente testato e sicuro.

Quindi la popolazione ha fatto da cavia per sperimentare farmaci genici che mai avrebbero accettato se prima non fosse stata terrorizzata con la paura di morire, per poi paradossalmente farla morire proprio con il vaccino.

Ormai è accertato che i vaccini provocano danni al sistema immunitario e rendono vulnerabili a qualsiasi malattia, favorendo quelle già presenti potenzialmente allo stato latente, facendole esplodere in tempi rapidi.

 Molti sono rimasti talmente indeboliti da essere più o meno invalidi, non più in grado di lavorare e condurre una vita qualitativamente accettabile. Avendo fatto firmare a tutti i vaccinati una liberatoria e avendo garantito uno scudo penale ai medici vaccinatori, tutte le vittime sono lasciate nel più completo abbandono senza alcun risarcimento e riconoscimento, neppure morale, trattati spesso paradossalmente come malati immaginari, cioè psicosomatici.

Per tutti questi motivi la sanità pubblica e direi anche privata è degenerata ulteriormente, raggiungendo livelli di degrado e di aridità criminali, per cui diventa una roulette russa finire in qualche ospedale e sperare di essere curati adeguatamente.

I medici che non si sono corrotti e hanno mantenuto un minimo di moralità e professionalità sono stati perlopiù rimossi dal sistema sanitario e non possono più esercitare, quelli rimasti in servizio, nella migliore delle ipotesi sono sottomessi a Big Pharma che domina incontrastata tutte le istituzioni politiche sanitarie nazionali e internazionali, imponendo le sue condizioni, i suoi protocolli, i suoi prodotti, le sue strategie.                       Chi osa contrastarli viene rimosso, in un modo o nell’altro, finanche eliminato fisicamente simulando qualche suicidio o incidente.

Quelli che si rendono conto di quanto è avvenuto vengono ridicolizzati e screditati dai media (posseduti e dominati da Big Pharma e loro sodali), tacciati di complottismo, ribaltando il senso logico e concettuale, in quanto i complottisti fino a prova contraria sono coloro che i complotti li ordiscono non coloro che li scoprono.

Ormai non ci rimane molto da fare, solo attendere gli esiti finali di questo “complotto”, cercando ovviamente di non essere coinvolti in alcun modo, evitando cioè di esserne vittime dirette, in quanto indirettamente non potremo certo sottrarci, avendo sicuramente subito o dovendo subire prima o poi qualche ripercussione, anche dolorosa come la perdita di amici, parenti e conoscenti.

La pressione di regime si è solo apparentemente allentata in questi mesi primaverili, sia per motivi stagionali, sia perché non potevano tirare oltre la corda con l’alibi della psico-pandemia, sia perché è emersa (non certo casualmente) l’opzione bellica in Ucraina che ha riorientato e canalizzato la tensione sociale verso un nemico esterno creato ad hoc, la Russia e il popolo russo, sul quale proiettare la frustrazione, la stupidità e l’aggressività accumulata in precedenza.

Oltre a fornire armi alle milizie neonaziste ucraine hanno anche ottenuto un’arma di distrazione di massa che allontana dai veri problemi, che come una tempesta perfetta colpirà l’Europa e, l’Italia in modo particolare, con una potenza distruttiva senza precedenti.

Gli sprovveduti continueranno a negare l’evidenza, ritenendo che quanto da noi (ricercatori indipendenti) rivelato e documentato sia impossibile, perché troppo grave perché possa essere vero! Nessuno mai oserebbe mettere in atto un piano tanto cinico, criminale e spietato. Inoltre la carenza di studi di Storia nella popolazione, materia spesso osteggiata o compressa troppo riduttivamente e distorta nei programmi scolastici, fanno il gioco dell’élite, che ha tutto l’interesse che si favorisca l’ignoranza di massa, per poter agire indisturbati.

Lo sappiamo tutti che l’élite dominante è composta da “filantropi” generosi che vogliono solo il bene dell’umanità, come i millenni di storia di cui abbiamo traccia possono senza alcun dubbio confermare. Basta che ognuno stia al suo posto… possibilmente di schiavo.

( Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria – Email: claudio@gc-colibri.com- cavalieredimonferrato.it/).

 

 

 

 

La pandemia e

la “quarta rivoluzione industriale.”

lavocedellevoci.it- Redazione- William Engdahl -(16-2-2021)- ci dice :

Abbiamo un solo pianeta e sappiamo che il cambiamento climatico potrebbe essere il prossimo disastro globale con conseguenze ancora più drammatiche per l’umanità. Dobbiamo de-carbonizzare l’economia nel breve periodo ancora rimanente e portare il nostro pensiero e comportamento ancora una volta in armonia con la natura “, ha dichiarato il fondatore del WEF  “Klaus Schwab” in merito all’agenda del gennaio 2021.

L’ultima volta che questi attori hanno fatto qualcosa di simile per portata è stato nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale.

 

 Studi sulla guerra e la pace.

A quel tempo la Fondazione Rockefeller finanziava un gruppo strategico top secret che lavorava al New York Council on Foreign Relations. Era conosciuto come gli studi sulla guerra e la pace e diretto da “America’s Haushofer”, il geografo Isaiah Bowman della Johns Hopkins University.

Prima ancora che i carri armati Panzer tedeschi arrivassero in Polonia, stavano progettando un mondo del dopoguerra in cui gli Stati Uniti sarebbero emersi come unici vincitori e sostituiti gli inglesi come potenza egemonica globale.

La formulazione di un ordine monetario delle Nazioni Unite e di Bretton Woods, dominato dagli Stati Uniti, basata sul dollaro faceva parte del loro progetto. Nel 1941, quando l’America entrò formalmente in guerra, il gruppo CFR inviò un promemoria al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti:

“Se si affermano obiettivi di guerra che sembrano riguardare esclusivamente l’imperialismo anglo-americano, offriranno poco alle persone nel resto del mondo. Gli interessi di altre persone dovrebbero essere sottolineati. Questo avrebbe un effetto propaganda migliore  “.

Quel progetto di successo è stato la struttura di quello che Henry Luce nel 1941 chiamava il secolo americano, ed è durato fino a tempi recenti.

Ora quelle stesse famiglie, ancora una volta tra cui la Fondazione Rockefeller ei Rothschild nella persona del “Consiglio per il capitalismo inclusivo con il Vaticano” di Lynn de Rothschild, si stanno muovendo per creare la prossima generazione nella loro ricerca del dominio globale.

Si chiama “Great Reset”. Richiede un governo globale, un asse fortemente approvato dal gesuita Papa Francesco.

Il suo addetto alle pubbliche relazioni, Klaus Schwab, è un auto-ammesso protetto dell’insider dei Rockefeller, Henry Kissinger , dai tempi di 50 anni fa ad Harvard.

” Ricostruisci meglio”.

Nel maggio 2020, poiché il coronavirus aveva causato i blocchi di panico globale ben oltre lo scoppio iniziale a Wuhan, il principe ereditario britannico Carlo, insieme al fondatore del World,

Klaus Schwab.

“Economic Forum”  di Klaus Schwab , ha svelato quello che hanno chiamato allegramente il Grande Reset.

Sempre più leader politici e imprenditori mondiali utilizzano termini come “il grande ripristino” o “la quarta rivoluzione industriale” e l’appello a “ricostruire meglio” che l’amministrazione Biden preferisce. Sono tutti ancorati alla stessa serie di drammatici cambiamenti globali. Il “Green New Deal statunitense” e il “Green Deal europeo” dell’UE ne fanno tutti parte.

 

Il fatto più sorprendente sull’agenda del Great Reset è che viene promosso dalle stesse famiglie plutocratiche ricche di giganti responsabili dei difetti dell’attuale modello economico mondiale.

Loro, non noi, hanno creato la rovina dei campi organici e della natura con il loro glifosato Roundup e i pesticidi tossici.

Hanno rovinato la qualità dell’aria nelle nostre città a causa dei modelli di trasporto che ci impongono. Hanno creato il modello di globalizzazione del “mercato libero” che ha rovinato la base industriale degli Stati Uniti e delle nazioni industriali dell’UE. Ora, mentre ci incolpano di una presunta catastrofica emissioni di CO2, siamo condizionati ad accettare la colpa e ad essere puniti per “salvare la prossima generazione” di Greta e dei suoi amici.

La “quarta rivoluzione industriale” di Klaus Schab.

Dietro la seducente retorica dei poteri forti sulla creazione di un mondo “sostenibile”, si cela un’agenda di eugenetica cruda, spopolamento su una scala mai provata prima. Non è umano, infatti, alcuni lo chiamano “transumano”.

Nel 2016 il capo del WEF, Klaus  Schwab ha scritto un libro intitolato “Shaping the Future of The Fourth Industrial Revolution” .

In esso, descrive i cambiamenti tecnologici in arrivo con la 4a Rivoluzione Industriale degli smartphone 5G, Internet of Things e Intelligenza Artificiale che collegano tutto a tutto per prendere le decisioni più banali per noi come comprare più latte o abbassare i fornelli. Allo stesso tempo i dati sono centralizzati in aziende private come Google o Facebook per monitorare ogni respiro che facciamo.

Klaus Schwab descrive come le tecnologie di nuova generazione, già implementate da Google, Huawei, Facebook e innumerevoli altri, consentiranno ai governi di “intromettersi nello spazio fino ad ora privato delle nostre menti, leggere i nostri pensieri e influenzare il nostro comportamento … tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale non smettila di diventare parte del mondo fisico che ci circonda – diventeranno parte di noi “, ha detto Klaus Schwab.

 ” I dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili alle cuffie per realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello “.

Klaus Schwab (il nuovo Hitler, ndr) aggiunge: “Ciò a cui porterà la quarta rivoluzione industriale è una fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica”. Tra queste tecnologie di fusione ci sono “microchip impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo”, ha spiegato Schwab. Questi ” dispositivi impiantabili probabilmente aiuteranno anche a comunicare pensieri normalmente espressi verbalmente, attraverso uno smartphone” integrato “, e pensieri o stati d’animo potenzialmente inespressi leggendo le onde cerebrali e altri segnali “. Non so voi ma non sono ansioso che lo stato o Google leggano le mie onde cerebrali.

Controllo del nostro cibo.

L’aspetto confuso per molti è la pletora di gruppi di facciata, ONG e programmi che portano tutti allo stesso obiettivo: il controllo drastico su ogni membro della società in nome della sostenibilità: l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

 In nessun luogo è più inquietante che nei loro piani per il futuro del nostro cibo. Dopo aver creato l’attuale sistema di agricoltura industriale globalizzata, l’agrobusiness, un progetto avviato negli anni ’50 dalla Fondazione Rockefeller, gli stessi circoli ora sostengono un’agricoltura “sostenibile” che significherà un passaggio a cibi falsi modificati geneticamente, carni sintetiche prodotte in laboratorio e simili. , includendo anche vermi ed erbacce come nuove fonti di cibo.

Il WEF’S  di Karl Schwab ha stretto una partnership con qualcosa chiamato EAT Forum, che si descrive come un “Davos per il cibo” che intende “stabilire l’agenda politica”.

EAT è stato creato in Svezia nel 2016 con il supporto del Wellcome Trust britannico (istituito con fondi di GlaxoSmithKline) e dell’Istituto tedesco di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico.

Le carni sintetiche modificate in laboratorio sono supportate, tra l’altro, da Bill Gates , lo stesso che sostiene Moderna e altri vaccini geneticamente modificati .

EAT lavora tra l’altro con “Impossible Foods” e altre società biotecnologiche.

“ Impossible Foods” è stato inizialmente co-finanziato da Google, Jeff Bezos e Bill Gates .

Recenti risultati di laboratorio hanno mostrato che l’imitazione della carne dell’azienda conteneva livelli di glifosato tossico 11 volte superiori rispetto al suo concorrente più vicino .

 

Nel 2017 EAT ha lanciato FReSH (Food Reform for Sustainability and Health) con il sostegno di Bayer AG, uno dei produttori di pesticidi e OGM più tossici al mondo che ora possiede Monsanto; il gigante cinese degli OGM e dei pesticidi Syngenta, Cargill, Unilever, DuPont e persino Google.

Questo è il futuro alimentare pianificato durante il Great Reset.

Dimentica il tradizionale agricoltore familiare.

 

Nel suo libro del 2020 su “The Great Reset”, Karl Schwab (il nuovo Hitler.Ndr ) sostiene che la biotecnologia e il cibo geneticamente modificato dovrebbero diventare un pilastro centrale per i problemi di scarsità alimentare globale, problemi che COVID ha esacerbato.

Sta spingendo gli OGM e in particolare la controversa modifica genetica. Egli scrive che “la sicurezza alimentare globale sarà raggiunta solo se le normative sugli “alimenti geneticamente modificati” saranno adattate per riflettere la realtà che l’editing genetico offre un metodo preciso, efficiente e sicuro per migliorare le colture”.

Gates, da anni partner del progetto di  Klaus Schwab, ha sostenuto lo stesso.

EAT ha sviluppato quella che definisce “la dieta della salute planetaria”, che il WEF di Klaus Schwab sostiene come la “soluzione alimentare sostenibile del futuro”.

Ma secondo Federic Leroy, professore di scienze alimentari e biotecnologie presso l’Università di Bruxelles, “la dieta mira a ridurre l’assunzione di carne e latticini della popolazione mondiale fino al 90% in alcuni casi e sostituirla con alimenti di laboratorio, cereali e olio. ”

Come tutto il resto con il “Great Reset”, non ci verrà data una vera scelta nel cibo.

EAT osserva che ci sarà imposto da “interventi politici duri che includono leggi, misure fiscali, sussidi e sanzioni, riconfigurazione commerciale e altre misure economiche e strutturali”. Saremo tutti costretti a mangiare la stessa dieta sintetica o moriremo di fame.

 

Questo è solo un indizio di ciò che si sta preparando con il pretesto dei blocchi del COVID-19 e del collasso economico, e il 2021 sarà un anno decisivo per questo programma anti-umano. L’introduzione di intelligenza artificiale, robot e altre tecnologie digitali consentirà a” Powers That Be” di disporre di centinaia di milioni di posti di lavoro. Contrariamente alla loro propaganda, i nuovi lavori non saranno sufficienti.

Diventeremo sempre più “ridondanti”.

Tutto questo sembra troppo surreale finché non leggi dalle loro stesse descrizioni. Il fatto che la cabala delle società e dei miliardari più influenti del mondo siedano nel consiglio del WEF con lo studente di Kissinger, Klaus Schwab (il nuovo Hitler,Ndr) , insieme al capo delle Nazioni Unite e dell’FMI, con gli amministratori delegati dei più grandi colossi finanziari del mondo tra cui Blackrock, BlackStone, Christine Lagarde della Banca centrale europea, David Rubenstein del gruppo Carlyle, Jack Ma , il miliardario più ricco in Cina, sono la prova sufficiente che questo “Great Reset” non è stato fatto a cuore i nostri veri interessi, nonostante le loro parole seriche.

 Questo programma distopico è del 1984 con gli steroidi. COVID-19 era solo il preludio.

(William Engdahl, consulente in materia di rischi strategici e docente, autore di best seller su petrolio e geopolitica.). globalresearch.ca-

 

 

 

Grande Reset e Quarta Rivoluzione Industriale.

It. Wikipedia.org-Redazione-(20-4-2022)- ci dice :

 

Klaus Schwab, direttore del “Forum economico mondiale”

Il grande reset (in inglese Great Reset) o grande ripristino è una proposta del Forum economico mondiale (d'ora in avanti WEF) per ricostruire l'economia in modo sostenibile dopo la pandemia di COVID-19.

Fu presentato congiuntamente a maggio 2020 da Carlo, principe del Galles, e dal direttore del WEF Klaus Schwab.

Le direttrici fondamentali della proposta di grande reset sono:                 A)-creazione delle condizioni per un'economia degli stakeholder ovvero basata su coloro che hanno interesse ad acquistare i prodotti o aderire al progetto;                                B)-costruzione in maniera più «resiliente, equa e sostenibile» basata su metriche                      ambientali, sociali e di governance che comprendano progetti di infrastrutture pubbliche più verdi;

C)- sfruttamento delle «innovazioni della Quarte rivoluzione industriale» per il bene pubblico. Nel discorso d'apertura degli interventi, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva elencò tre aspetti chiave della risposta sostenibile:

crescita verde, più intelligente e più equa; tale progetto si pone quindi l'obiettivo di migliorare il capitalismo rendendo gli investimenti più orientati al progresso reciproco.

 

Il  51º incontro annuale del WEF di gennaio 2021 si tenne nel segno del grande reset sia in presenza che con collegamenti in videoconferenza tra le principali personalità del mondo degli affari e della politica a Davos e gli stakeholder di 400 città del mondo al fine di definire un dialogo futuribile guidato dalle giovani generazioni.

Il grande reset fu anche il tema principale del vertice del WEF 2021 a Lucerna nel maggio successivo.

 

Tale progetto ha causato il prosperare in ambienti sovranisti, conservatori e legati all'estrema destra sia europea che americana (tra cui il noto QAnon), una teoria del complotto senza alcun fondamento secondo cui il Grande reset sarebbe l'apripista del cosiddetto "Nuovo ordine mondiale" (NWO).                                   Le tesi complottiste sono aumentate in intensità da quando anche il – nel frattempo eletto – presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro canadese Justin Trudeau hanno iniziato a prefigurare, nei loro discorsi, scenari basati su un "reset".

 

La proposta.

Entro la metà di aprile 2020, sullo sfondo della pandemia da COVID-19 e la conseguente recessione, il crollo del mercato azionario 2020, la guerra dei prezzi del petrolio tra la Russia e l'Arabia Saudita e il conseguente "crollo dei prezzi del petrolio", l'ex governatore della Banca d'Inghilterra, Mark Carney, ha descritto possibili dei cambiamenti fondamentali in un articolo su The Economist.

Carney ha detto che in un mondo post- COVID il "capitalismo dei portatori di interessi " sarà messo alla prova in quanto "le aziende saranno giudicate in base a 'quello che hanno fatto durante la guerra', a come hanno trattato i loro dipendenti, fornitori e clienti, da chi ha condiviso e da chi ha accumulato".                          Il "divario tra ciò che i mercati apprezzano e ciò che le persone apprezzano" si chiuderà.

 In un mondo post-COVID è ragionevole aspettarsi che più persone vorranno miglioramenti nella gestione del rischio, nelle reti di sicurezza sociale e medica e vorranno maggiore attenzione agli esperti scientifici.

Questa nuova gerarchia di valori richiederà un ripristino del modo in cui affrontiamo il cambiamento climatico, che, come la pandemia, è un fenomeno globale.

Nessuno può "isolarsi" dal cambiamento climatico, quindi dobbiamo "agire in anticipo e in solidarietà".

 Nelle sue conferenze Reith della BBC del 2020, Carney ha sviluppato ulteriormente il tema delle gerarchie di valore in relazione a tre crisi: credito, COVID e clima. Secondo il WEF di Klaus Schwab , dovremmo anche adattarci alla realtà attuale indirizzando il mercato verso risultati più equi, garantire che gli investimenti siano finalizzati al progresso reciproco, compresa l'accelerazione degli investimenti ecologici, e avviare una quarta rivoluzione industriale, creando infrastrutture economiche e pubbliche digitali.

Secondo un articolo del WEF del 15 maggio 2020, COVID-19 offre l'opportunità di "reimpostare e rimodellare" il mondo in un modo più in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite per il 2030, come cambiamento climatico, disuguaglianza e povertà ha acquisito un'urgenza ancora maggiore durante la pandemia.

Ciò include il ripristino dei mercati del lavoro, poiché più persone lavorano a distanza accelerando il processo del "futuro del lavoro". Il ripristino farà avanzare il lavoro già iniziato per preparare la transizione alla Quarta Rivoluzione Industriale migliorando e riqualificando i lavoratori.

 Un'altra preoccupazione post-COVID sollevata dal WEF è la sicurezza alimentare, compreso il "rischio di interruzioni delle catene di approvvigionamento alimentare" e la necessità di un "coordinamento delle politiche globali" per evitare che "il protezionismo alimentare diventi la nuova normalità post-pandemica".

Quando il principe Carlo ha presentato il piano, ha sottolineato che accadrà solo se le persone lo vorranno.

Secondo il principe Carlo, la ripresa economica deve mettere il mondo sulla via della sostenibilità, attraverso la riprogettazione dei sistemi in un'ottica di aiuto. Le politiche sul prezzo del carbone sono state citate come un modo per aiutare a raggiungere la sostenibilità. Ha anche sottolineato che le innovazioni, la scienza e la tecnologia devono essere rinvigorite in modo da poter ottenere scoperte significative che ci aiutino a rendere le idee sostenibili più redditizie.

Il principe Carlo ha sottolineato che il settore privato sarebbe stato il motore principale del piano.

 Secondo Klaus Schwab tale attore non cambierebbe il sistema economico, ma piuttosto lo migliorerebbero in quello che considera "capitalismo responsabile". Nel libro scritto da Klaus Schwab e dall'economista Thierry Malleret è stato descritto in dettaglio il piano.

 Sarà il tema principale del vertice del WEF 2021.

In uno dei dialoghi sul grande reset, John Kerry e altri membri di un dialogo del WEF hanno discusso su come ricostruire il "contratto sociale" in un mondo post-COVID.

Leader politici come il primo ministro canadese Justin Trudeau e il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden hanno appoggiato l'idea di "ricostruire meglio", così come il primo ministro britannico Boris Johnson. Trudeau ha utilizzato una retorica simile a quella del Grande Reset.

 

Il Brookings Institute ha descritto il loro piano in tre punti in risposta alla crisi COVID-19; risposta, reset e ripristino.

Il breve termine implica la risposta.

A medio termine ciò comporta "la ricostruzione dell'attività economica e sociale in modo da proteggere la salute pubblica, promuovere la guarigione della società e preservare l'ambiente".

Il ripristino è per i sistemi a lungo termine che stabiliscono attraverso il nostro "immaginario collettivo" un grande ripristino; un "nuovo equilibrio tra i sistemi politici, economici, sociali e ambientali verso obiettivi comuni".

 

La Quarta rivoluzione industriale.

Klaus Schwab ha usato la frase "Quarta rivoluzione industriale" in un articolo del 2015 pubblicato da Foreign Affairs, e nel 2016 il tema dell'incontro annuale del Forum economico mondiale a Davos-Klosters, in Svizzera, era "Padroneggiare la quarta rivoluzione industriale".

Nel suo articolo del 2015, Schwab ha affermato che la prima rivoluzione industriale era alimentata da "acqua e vapore" per "meccanizzare la produzione".

Attraverso l'energia elettrica, è stata introdotta la seconda produzione industriale di massa.

L'elettronica e le tecnologie dell'informazione hanno automatizzato il processo di produzione nella terza rivoluzione industriale.

 Nella quarta rivoluzione industriale i confini tra "sfere fisiche, digitali e biologiche" si sono sfumati e questa rivoluzione attuale, iniziata con la rivoluzione digitale a metà del 1900, è "caratterizzata da una fusione di tecnologie".

Questa fusione di tecnologie includeva "campi come l'intelligenza artificiale, la robotica, l'Internet of Things, i veicoli autonomi, la stampa 3-D, la biotecnologia, la scienza dei materiali, l’accumulo di energia e il calcolo quantistico. "

Poco prima della riunione annuale del WEF del 2016 dei Global Future Councils, Ida Auken, una parlamentare danese, che era anche una giovane leader globale e membro del Council on Cities and Urbanization, ha caricato un post sul blog che è stato successivamente pubblicato da Forbes immaginando come la tecnologia potrebbe migliorare le nostre vite entro il 2030 se gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite fossero realizzati attraverso questa fusione di tecnologie.

 La Auken ha immaginato come la comunicazione digitalizzata, quindi il trasporto, l'alloggio e il cibo, si tradurrebbero in un maggiore accesso e in una diminuzione dei costi.

Poiché tutto sarebbe gratuito, inclusa l'energia pulita, non ci sarebbe bisogno di possedere prodotti o immobili.

 Nel suo scenario immaginato, molte delle crisi dell'inizio del XXI secolo - "malattie dello stile di vita, cambiamento climatico, crisi dei rifugiati, degrado ambientale, città completamente congestionate, inquinamento idrico, inquinamento atmosferico, disordini sociali e disoccupazione" - sarebbero risolte attraverso le nuove tecnologie].

 L'articolo è stato criticato perché ritrae un'utopia al prezzo di una perdita di riservatezza. In risposta, la Auken ha affermato che si intendeva "avviare una discussione su alcuni dei pro e dei contro dell'attuale sviluppo tecnologico".

 

Mentre "l'interesse per le tecnologie della Quarta rivoluzione industriale" era "aumentato" durante la pandemia COVID-19, meno del 9% delle aziende utilizzava l'apprendimento automatico, la robotica, i touch screen e altre tecnologie avanzate.

Un panel virtuale del WEF del 21 ottobre 2020 ha discusso di come le organizzazioni potrebbero sfruttare le tecnologie della quarta rivoluzione.

 Il 28 gennaio 2021 il pannello virtuale dell'Agenda di Davos ha discusso di come l'intelligenza artificiale (AI) "cambierà radicalmente il mondo". Il 63% dei CEO ritiene che "l'IA avrà un impatto maggiore di Internet".

Durante il 2020, i dialoghi sul grande reset hanno portato a progetti pluriennali, come il programma di trasformazione digitale in cui le parti interessate intersettoriali indagano su come lo "shock dislocativo" del 2020 fosse aumentato e "accelerate le trasformazioni digitali". Il loro rapporto afferma che, mentre "gli ecosistemi digitali rappresenteranno più di 60 trilioni di dollari di entrate entro il 2025", "solo il 9% dei dirigenti [nel luglio 2020] afferma che i propri leader hanno le giuste competenze digitali"

 

Risposte internazionali.

In seguito alla diffusione del discorso di Trudeau, il parlamentare conservatore canadese Pierre Poilievre ha lanciato una petizione per "fermare il Grande Reset"; la petizione ha raccolto 80.000 firme in meno di 72 ore. Lo vedeva come un tentativo di Trudeau di imporre una "ideologia socialista" in Canada" La sua retorica è stata criticata da più commentatori e comitati editoriali. Il comitato editoriale di Toronto Star ha criticato la petizione sostenendo che "stava dando ossigeno" alla infondata teoria del complotto.

Un articolo su Forbes diceva che l'agenda del Great Reset del WEF era "un altro esempio di élite ricche e potenti che salutano le loro coscienze con finti sforzi per aiutare le masse, e nel processo rendersi ancora più ricche e potenti".

Naomi Klein, in un articolo del dicembre 2020 su The Intercept , ha descritto l'idea del WEF come un "Grande reset mescolato di cospirazione".

Ha detto che si trattava semplicemente di un "modificare il tema del coronavirus” dato a ogni incontro a Davos dal 2003. "The Great Reset è semplicemente l'ultima edizione di questa tradizione dorata, a malapena distinguibile dalle precedenti grandi idee di Davos".

Nella sua recensione del libro del 2020 il co-autore di Schwab e Malleret - e dell'agenda Great Reset in generale - Ben Sixsmith, un collaboratore di Spectator USA, e Quillette, ha affermato che il Great Reset - è un insieme di "cattive idee… adottate a livello internazionale da alcune delle persone più ricche e potenti del mondo "è più terrificante del sinistro complotto" la teoria del complotto diffusa da frange di Twitter di destra "e James Delingpole, che la descrive come un "piano di acquisizione comunista globale".

Sixsmith ha descritto le sezioni del libro come "sincere", cupe, rispettose e insipide.

 Ha messo in dubbio il concetto di "capitalismo degli stakeholder" come eccessivamente vago, consentendo "Facebook, IBM, Lockheed Martin e così via sono liberi di interpretarlo come desiderano".

Allo stesso modo, nella sua recensione di COVID-19: The Great Reset , l'etico “Steven Umbrello” fa critiche parallele all'agenda. Dice che l'ordine del giorno non è altro che "una sostanziale (se non completa) revisione socio-politico-economica" e che una tale proposta è un "falso dilemma" e che "Schwab e Malleret imbiancano un futuro apparentemente ottimistico post-Grande reset con parole alla moda come equità e sostenibilità anche se mettono a repentaglio funzionalmente quegli obiettivi ammirevoli ".

 

La "teoria della verità" si diffuse dopo l'annuncio dell'iniziativa in risposta al piano secondo cui le "élite finanziarie globali" e i leader mondiali hanno pianificato una pandemia, liberando deliberatamente il coronavirus per causare le condizioni che consentiranno una ristrutturazione dei governi mondiali.

Afferma che gli obiettivi principali del Grande Reset sono di prendere il controllo politico ed economico globale instaurando un regime totalitario marxista e, per estensione, il Nuovo Ordine Mondiale.

 Si sostiene che un tale regime abolirebbe la proprietà personale e i diritti di proprietà, invierebbe i militari nelle città, imporrebbe la vaccinazione obbligatoria e creerebbe campi di isolamento per le persone che resistono.

 Tra gli esempi rivendicati dai sostenitori come prova di una cospirazione vi è un pezzo[non chiaro] del WEF del 2016 che descrive come potrebbe essere la vita nel 2030, lo slogan della campagna di Joe Biden "Build Back Better" e il discorso del primo ministro canadese Justin Trudeau del settembre 2020.

Secondo The Daily Dot, questo è semplicemente un discorso che illustra come creare un mondo più giusto e sostenibile.

In alcune varianti della teoria, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è l'unico leader mondiale a impedire che lo schema accada, questo sulla base di un video dell'agosto 2020 che è stato visto oltre tre milioni di volte. (…).

 

 

 

 

L’ecosistema cyborg

5G del Grande Reset.

Megachiroptera.com- Dr. Joseph Mercola - (March 08, 2022)- ci dice :

Che le persone se ne rendano conto o meno, The Great Reset è un piano globalista che sta andando avanti alla velocità della luce. La pandemia di COVID-19 era parte integrante di quel piano, come dettagliato nel libro di Klaus Schwab( il nuovo Hitler, Ndr) “COVID-19: The Great Reset”, ma per soddisfare davvero le ambizioni dei tecnocrati, è probabilmente necessaria una guerra di qualche tipo…

La storia in breve.

The Great Reset è un piano globalista che sta andando avanti alla velocità della luce.

 La pandemia di COVID-19 era parte integrante di quel piano, ma per soddisfare davvero le ambizioni dei tecnocrati, è probabile che sia necessaria una guerra di qualche tipo.

Hanno bisogno di caos, vittime di massa e caos finanziario per creare la disperazione necessaria affinché le persone rinuncino alle proprie libertà e cedano al controllo tirannico.

Il World Economic Forum (WEF) di Klaus Schwab  ha promosso per anni l’implementazione dell’identificazione digitale e garantire che tutti sul pianeta abbiano un’identità legale e digitale fa parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite.

C’è una grande differenza tra identità e identificazione. L’identificazione si riferisce a documenti che dimostrano che sei chi dici di essere. Un’identità digitale NON è semplicemente una forma di identificazione.

La tua “identità” è chi sei effettivamente e un’identità digitale manterrà un registro permanente delle tue scelte e dei tuoi comportamenti, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questi dati possono quindi essere utilizzati contro di te.

“Klaus Schwab con il WEF” ha affermato chiaramente che la nostra identità digitale determinerà “a quali prodotti, servizi e informazioni possiamo accedere o, al contrario, cosa ci è precluso”.

Che le persone se ne rendano conto o meno, The Great Reset è un piano globalista che sta andando avanti alla velocità della luce. La pandemia di COVID-19 era parte integrante di quel piano, come dettagliato nel libro di Klaus Schwab, “COVID-19: The Great Reset”,1 ma per soddisfare davvero le ambizioni dei tecnocrati, è probabilmente necessaria una guerra di qualche tipo. Come riportato dal Dr. Vernon Coleman con “The Exposé:2”

«Ora che hanno la maggior parte delle persone rannicchiate dietro il divano o sotto il letto a causa della falsa minaccia COVID, hanno introdotto due nuove minacce nel menu: guerra e tempeste… l’avrebbero sempre fatto… Per tenerci all’erta, alcune delle tempeste saranno feroci. Quelle saranno probabilmente fabbricate.

E ci saranno ondate di caldo, forti nevicate e probabilmente uno o due tsunami (facilmente creati, come spiegato in precedenza, con un’esplosione sottomarina; come molto probabilmente è successo nel 2011 col terremoto prima, e lo tsunami che ha devastato il litorale e distrutto la centrale di Fukushima dopo). Ovviamente non puoi uccidere miliardi di persone con il maltempo, ma puoi aumentare i prezzi del cibo e dell’energia e uccidere milioni di persone attraverso economie distrutte, povertà e fame.

Le recenti tempeste nel Regno Unito hanno portato alla chiusura immediata di scuole e ferrovie (“nel caso in cui un albero cadesse e ferisse qualcuno”) e l’interruzione delle consegne nei supermercati. Tutto ciò era palesemente eccessivo per fare più danni alla società e all’economia. Dobbiamo ricordare che il “controllo della popolazione” è uno degli scopi di tutto ciò che sta accadendo.

Anche le guerre stanno arrivando, come hanno minacciato qualche tempo fa. Ci stiamo chiaramente dirigendo verso un’altra lunga Guerra Fredda con Russia e Cina da una parte e America ed Europa dall’altra.

È difficile evitare la sensazione che Klaus Schwab (Volodymyr Zelensky è un suo “uomo di Davos” )  sia dietro le quinte a tirare le fila e se, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’Occidente deciderà di intervenire militarmente, sarà perché i cospiratori vogliono che accada e lo vedono come un modo per danneggiare l’economia globale e causare alcuni milioni di morti.

Ricorda che rovinare l’economia globale è un passo essenziale sulla via del Grande Reset.

La retorica proveniente da Washington e Londra suggerisce certamente che sia Biden che Johnson sono disperati per esacerbare la situazione, causare più terrore, aumentare i prezzi dell’energia e terrorizzare tutti.

Una volta che ti rendi conto di quale sia il loro piano, è facile vedere cosa accadrà dopo … Ricorda: la frode COVID era solo l’inizio. I cospiratori hanno appena iniziato la loro campagna per prendere il controllo totale.»

Controllo totale tramite ID digitali.

Purtroppo, ha ragione. Non c’è dubbio che eventi meteorologici calamitosi e la guerra mondiale abbiano fatto parte del piano sin dall’inizio.

 Hanno bisogno del caos, delle vittime di massa e del caos finanziario per creare la disperazione necessaria affinché le persone rinuncino alle proprie libertà e cedano al controllo tirannico.

Ma il bastone non è l’unico strumento nella cassetta degli attrezzi dei tecnocrati. Usano anche le carote e la comodità percepita è spesso usata.

 Caso in questione: ID digitali. Il World Economic Forum (WEF), fondato da Klaus Schwab, (il nuovo Hitler ,Ndr)da anni promuove l’implementazione degli ID digitali e garantire che tutti sul pianeta abbiano un’identità legale e digitale fa parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite.

 

La “convenienza” è un incentivo chiave per gli ID digitali. Con un ID digitale centrale sul tuo telefono (e alla fine un chip impiantato), saresti in grado di fare qualsiasi cosa, dal check-in in uno studio medico alla garanzia di un mutuo.

In un articolo a favore degli ID digitali, il WEF sottolinea anche che milioni di persone che fuggono dalle loro terre d’origine a causa di guerre o persecuzioni non possono assicurarsi lo status di rifugiato a causa del fatto che hanno perso i loro documenti di identità nella confusione.

A quanto pare, vogliono farci credere che nessuno fuggirebbe mai da una situazione senza che il cellulare contenga la propria identità digitale. O forse stanno saltando direttamente agli impianti?

Affermano inoltre che quasi un miliardo di persone non ha identità legale e quindi non può aprire un conto in banca, ottenere un prestito o votare.

Ma è davvero una giustificazione sufficiente per imporre ID digitali a tutti, indipendentemente dal fatto che tu ne abbia davvero bisogno o meno? No, non si tratta di necessità. Non si tratta di convenienza. Si tratta di loro che ottengono il controllo su di noi.

Trasparenza finanziaria: a chi serve davvero?

Nello stesso articolo, il WEF esamina un’app di identificazione digitale con un ingegnoso “motore di trasparenza”.

L’argomento è che questa funzione consentirebbe agli enti di beneficenza di “seguire i soldi che inviano ai progetti”. In questo modo, possono rendere conto di dove sono andate tutte le donazioni.

Chiunque abbia esaminato i piani del WEF per l’umanità sa che questo esempio è pura sciocchezza. Un sistema di trasparenza finanziaria non verrà mai utilizzato per fornire alla gente una visione regolare dei rapporti finanziari di un’organizzazione. Verrà utilizzato per fornire alla tecnocrazia dominante una visione delle nostre transazioni finanziarie, le tue e le mie.

Il “Canadian Freedom Convoy” e l’invocazione dell’ “Emergencies Act”  da parte del primo ministro Justin Trudeau hanno offerto uno sguardo raro sul potere che vogliono sulle tue finanze.

 Vogliono essere in grado di individuare ogni singola persona che contribuisce a una causa anti-establishment, anche se si tratta solo di pochi miseri dollari, e cogliere tutto ciò che hai come punizione. Trudeau (un uomo di Davos ,cioè un sottoposto agli ordini di Klaus Schwab, ndr.)  ha dovuto invocare poteri straordinari di emergenza per farlo.

In futuro, la cabala regnante vuole essere in grado di farlo automaticamente e continuamente.

 Non commettere errori, la digitalizzazione della tua identità e delle tue finanze significa che avranno il potere di limitare le tue finanze se ti comporti male. Nel peggiore dei casi, avranno il potere di trasformarti in una non entità, bloccandoti del tutto le tue credenziali di identità.

Non posso davvero sopravvalutare il pericolo di digitalizzare e collegare insieme tutti i tuoi record personali. Come notato dallo stesso WEF, la nostra identità digitale “determina a quali prodotti, servizi e informazioni possiamo accedere o, al contrario, a cosa ci è precluso”. Non ti dice tutto ciò che devi sapere?

 

Comprendere l’ambito dell'”identità digitale”.

In un articolo su “The Sociable”, Tim Hinchliffe avverte:

«La tua identità digitale può essere usata contro di te in caso di un grande ripristino… [Mentre] le identità digitali mostrano una grande promessa per il miglioramento dei mezzi di sussistenza di milioni di persone, sono anche utilizzate dai governi autoritari per profilare e controllare il comportamento dei cittadini sotto un sistema di credito sociale.(Come avviene già ora in Cina!Ndr).

L’idea alla base delle identità digitali è abbastanza semplice. Tutti i dati raccolti da ogni interazione online che fai con il settore pubblico e privato concorrono a formare la tua identità digitale. Questi dati possono includere i tuoi dati personali:

Cronologia delle ricerche; Interazioni sui social media; Profili in linea; Posizione del dispositivo ; Cartelle cliniche ; Registri finanziari ; Documenti legali; …

E altro ancora.

Collegando ogni tua interazione online-offline, il WEF (cioè Klas Schwab ) prevede che la tua identità digitale sia collegata a:

 

Ogni clic, commento e condivisione che fai sui social media ; Ogni transazione finanziaria che registri ; La tua posizione e dove viaggi ; Cosa compri e vendi ;

I tuoi dati sanitari personali e le cartelle cliniche ; I siti web che visiti ; La tua partecipazione a funzioni civiche (es. votazioni, tasse, benefici, ecc.) ; Quanta energia consumi …

E altro ancora.

Pertanto, la tua identità digitale diventa un resoconto del tuo comportamento sociale, che può essere sorvegliato … e sarà un sistema di classe in cui le persone avranno accesso a informazioni, prodotti o servizi privilegiati in base ai dati registrati in le loro identità digitali.»

Il grafico , del WEF, illustra la loro idea di come la tua identità digitale interagirà con il mondo. Ogni ultima cosa a cui puoi pensare è di essere connesso alla tua identità digitale e il tuo comportamento, le tue convinzioni e le tue opinioni determineranno ciò che puoi e non puoi fare all’interno della società. Sbloccherà le porte in cui qualcuno come te è il benvenuto e bloccherà quelle in cui non lo sei.

Se ritieni che l’idea dei passaporti per i vaccini sia folle, aspetta che il tuo accesso a infrastrutture e servizi critici dipenda non solo dal tuo stato di vaccinazione, ma anche dai libri che hai acquistato, dalle idee che hai condiviso e da chi hai dato denaro o supporto emotivo.

La differenza tra identificazione e identità digitale.

Hinchliffe osserva accuratamente che c’è una grande differenza tra identità e identificazione.

 L’identificazione si riferisce a documenti che dimostrano che sei chi dici di essere. Un’identità digitale NON è semplicemente una forma di identificazione. Come puoi vedere dai brevi elenchi di cui sopra, è molto, molto di più. La tua “identità” è chi sei effettivamente e un’identità digitale manterrà un registro permanente delle tue scelte e dei tuoi comportamenti, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

«L’identità comprende tutto ciò che ti rende unico”, osserva Hinchliffe, “e la tua identità è ciò a cui il WEF è veramente interessato. Esci dalla riga e ogni interazione sui social media a cui prendi parte, ogni centesimo che scambi e ogni mossa che fai può essere usato contro di te.»

In effetti, avere accesso all’identità digitale di tutti è la chiave per manipolare e controllare con successo la popolazione globale. Scrivendo per “Coin Telegraph”, l’hacker e dirigente tecnologico “Trent Lipinski” ha anche sottolineato che:

 

«Con alcune modifiche al codice, la blockchain può essere corrotta dagli autoritari per costruire sistemi di asservimento del credito sociale.

 Se i governi mondiali legifereranno sulla tecnologia di crittografia per i propri scopi e cambieranno  i meccanismi di consenso per i propri sistemi centralizzati di asservimento, ci ritroveremo con valute digitali che possono essere utilizzate contro tutte le persone del mondo.»

La “quarta rivoluzione industriale”, indicata da klaus Schwab .

Le persone non sono semplicemente confuse su cosa comporti effettivamente l’identità digitale. La maggior parte inoltre non comprende la portata prevista della Quarta Rivoluzione Industriale, un altro concetto inventato da Klaus Schwab e promosso attraverso il WEF.

«Schwab  (il nuovo Hitler !) ed i suoi alleati tecnocratici sognano di trasformare l’umanità in cyborg con capacità limitata o nulla di libero arbitrio.

L’incapacità di comprendere o accettare quanto siano contorti e affamati di potere questi individui è un ostacolo psicologico che dobbiamo superare

La “Quarta Rivoluzione Industriale” è davvero solo un altro nome per “il transumanesimo”. Suppongo che abbiano deciso che sarebbe stato più facile ingannare le persone con quel termine piuttosto che chiamarlo come in realtà è.

 

Klaus Schwab ( Pazzo e assassino , ndr. )e i suoi alleati tecnocratici sognano di trasformare l’umanità in cyborg con capacità limitata o nulla di libero arbitrio.

La mia ipotesi è che per la maggior parte suoni più simile a ciò di cui sono fatti gli incubi. L’incapacità di comprendere o accettare quanto siano contorti e affamati di potere questi individui è un ostacolo psicologico che dobbiamo superare.

Klaus Schwab stesso ha affermato che “la Quarta Rivoluzione Industriale porterà a una fusione delle nostre identità fisiche, digitali e biologiche”.

 Al di là del proprio io “potenziato” connesso al cloud 5G, il WEF prevede un futuro l’identità digitale è connessa tra loro attraverso un Internet of Bodies (IoB).

L’Internet dei corpi.

 

Internet of Bodies: Our Connected Future.

Nel suo documento informativo del 2020 sull’IoB, il WEF descrive l’IoB come un ecosistema di “un numero senza precedenti di sensori”, inclusi sensori emotivi, “attaccati, impiantati all’interno o ingeriti nei corpi umani per monitorare, analizzare e persino modificare corpi e comportamenti umani”.

Vedi, non sono io a prevedere che potrebbero voler modificare il tuo comportamento e controllare la tua realtà psicologica. Sono loro che affermano che questo è ciò che intendono fare. Ogni nuova tecnologia, ogni nuova opportunità di sorveglianza che offrono è di promuovere questo obiettivo.

«Ora, chi potrebbe trarre beneficio dal massiccio consolidamento di ogni dettaglio intimo della tua vita?” chiede Hinchliffe.

 “Secondo un recente rapporto di una società RAND, l’IoB” potrebbe innescare scoperte nella conoscenza medica […] Oppure potrebbe consentire uno stato di sorveglianza di intrusioni e conseguenze senza precedenti”.

Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha preso l’idea dell’IoB per creare uno stato di sorveglianza orwelliano che fissa le identità digitali dei suoi “netizen” a un sistema di credito sociale.

Dalle app di tracciamento dei contatti del “debitore impassibile” che avvisano i cittadini con un avvertimento ogni volta che arrivano con 500 persone  di cui qualcuno  è indebitato alla fenotipizzazione del DNA di oltre 1 milione di uiguri inviati ai “campi di rieducazione”, il PCC è un vivente esempio di alcuni degli orribili modi in cui le identità digitali possono essere sfruttate …

Il grande ripristino non è un mandato del popolo: è un’ideologia fabbricata inventata da un gruppo di globalisti pazzi non eletti che cercano di influenzare gli “stakeholder” nella creazione di una nuova economia e struttura sociale dalla distruzione del vecchio … Ma il destino della società dovrebbe essere imposto dall’élite di Davos (comandata da Klaus Schwab) ?»

Siamo stati suonati come violini.

La realtà scioccante è che la pandemia di COVID non è stata un “atto di Dio”. Faceva parte del piano, come tutto il resto. Nel 2018 e nel 2019, questa cabala globale ha pianificato, praticato e coordinato le proprie risposte durante gli esercizi da tavolo pandemici (Clade X ed Evento 201). Le soluzioni escogitate durante questi scenari di pandemia “erano al passo con The Great Reset”, osserva Hinchliffe.

In altre parole, tutte le contromisure pandemiche che tutti abbiamo vissuto negli ultimi due anni avevano un obiettivo e non avevano nulla a che fare con il salvataggio di vite umane. Aveva a che fare con il raggiungimento degli obiettivi di The Great Reset, che richiedono una governance dall’alto verso il basso.

Lo stesso Klaus Schwab (il nuovo Hitler) si è vantato di governare e insediare leader politici nei governi del mondo, il che risponde alla domanda su come e perché così tanti leader hanno accettato volontariamente politiche che sono chiaramente distruttive per le proprie economie e società.

L’unico modo in cui questo ha senso è accettare che la cabala tecnocratica, che per decenni ha segretamente tirato leve dietro le quinte come il Mago di Oz, vogliono che le economie di piccoli imprenditori falliscano.

 Vogliono che falliscano in modo da poterli sostituire con un nuovo sistema completamente digitale in cui hanno accesso al tuo portafoglio e possono controllare il tuo comportamento attraverso sanzioni finanziarie per comportamenti indesiderati.

Vogliono che le piccole imprese siano fuori mano, quindi i “loro monopoli immortali “sono tutto ciò che resta.

Vogliono morti di massa, perché i robot e l’intelligenza artificiale stanno prendendo il controllo della maggior parte dei lavori attualmente disponibili. Il piano è quello di istituire un salario universale, quindi meno persone ci sono, meglio è.

Vogliono bambini spaventati, ignoranti e socialmente inetti perché sono più facili da trasformare in non pensatori obbedienti che accetteranno cose come i tracker emotivi e l’IA che ti dice quando prendere una pillola.

(Ma Klaus Schwab non può subire … un attentato alla sua salute! Ndr.). A loro non importa cosa vuoi, perché per loro non sei nemmeno umano. Loro sono umani; sei solo una merce e loro hanno capito come trarre profitto da ogni mossa che fai, anche assieme ad altri .

Tutto questo parlare di bene comune, equità ed equità, sono solo PR. L’idea di equità ed equità dei tecnocrati è che tutti sono allo stesso livello di indigenza. Come dichiarato dal WEF, “entro il 2030, non possiedi nulla”. Chi allora possiederà tutto? “Loro” ci saranno.

È il prossimo attacco informatico?

In un altro articolo più recente di Sociable, Hinchliffe evidenzia i rischi emergenti per la sicurezza informatica e l’evento Cyber ​​Polygon24 del WEF del luglio 2022, che si concentrerà sull'”aumento della resilienza informatica globale” nei settori che utilizzano servizi cloud, come finanza, vendita al dettaglio, assistenza sanitaria, trasporti e altro ancora.

Secondo Schwab, “la mancanza di sicurezza informatica è diventata un pericolo chiaro e immediato per la nostra società in tutto il mondo”. Nel 2020 ha dichiarato:

«Hanno bisogno di vaccini per immunizzarci. Lo stesso vale per gli attacchi informatici… Hanno bisogno di costruire “infrastrutture IT “che abbiano anticorpi digitali integrati intrinsecamente per proteggersi…

Sappiamo tutti, ma non prestiamo ancora sufficiente attenzione allo scenario spaventoso di un attacco informatico globale, che bloccherebbe completamente l’approvvigionamento elettrico, i trasporti, i servizi ospedalieri, la nostra società nel suo insieme … La crisi del COVID-19 sarebbe essere visto… come un piccolo disturbo rispetto a un grosso attacco informatico.»

Sulla base di come altri esercizi si sono magicamente manifestati nel mondo reale, non è irragionevole sospettare che un grave attacco informatico sia stato pianificato dalle stesse persone che affermano di volerlo prevenire.

 

Ma anche se ciò non accade, una cosa di cui possiamo essere completamente sicuri è che qualunque misura di sicurezza informatica elaborerà servirà all’agenda tecnocratica, che ancora una volta vuole schiavizzare l’umanità in un ecosistema cyborg 5G ed elevarsi allo status degli dei, micro-gestendo la vita di ogni persona attraverso l’uso di algoritmi e intelligenza artificiale.

Prevenire ciò , richiederà un livello senza precedenti di unità e solidarietà tra i popoli del mondo. Ci sono miliardi di “noi” e forse solo poche migliaia di “loro”, ma il loro controllo tecnologico e finanziario rende ancora questa una battaglia tra Davide e Golia.

La differenza tra la nostra situazione nel mondo reale e la versione biblica è che nessun David può vincere questa battaglia da solo.

Dobbiamo unirci e stare come “una unica unità di scopo ” , come miliardi di formiche che formano un unico corpo. Potremmo non avere le armi che “loro”  hanno, ma “noi” abbiamo il vantaggio dei numeri puri.

Credo che la risposta sia rifiutare tutte le “soluzioni” provenienti da questa cabala globale (comandata da un nuovo Hitler! ,ndr), in massa, e costruire le nostre società e industrie parallele – un “ripristino”, ma che in realtà vogliamo e desideriamo  e non quello che hanno pianificato e previsto per noi.

Non sarà facile, ma l’alternativa è la sicura “distruzione dell’umanità”.

 

 

L’ effetto Flynn e il Grande Reset.

Lineadivetta.webnode.it- Roberto PECCHIOLI- (18-3-2022)- ci dice :

L'era delle masse è la vittoria della barbarie. E' il tempo del signorino viziato, che vive come se la civiltà, secolare sforzo titanico, fosse per sempre, che valuta se stesso "come tutto il mondo, e tuttavia non se ne angustia, anzi si sente a suo agio nel riconoscersi identico agli altri".

Scriveva José Ortega y Gasset: "la massa travolge tutto ciò che è singolare, differente, individuale, qualificato e selezionato. Chi non sia come tutto il mondo, chi non pensi come tutto il mondo, corre il rischio di essere eliminato. (...) Tutto il mondo era normalmente l'unità complessa di masse e minoranze discrepanti, speciali. Adesso tutto il mondo è soltanto la massa".

Il brutale, ma apparente imperio delle masse, tuttavia, non è che la suprema astuzia del potere. Ortega fa notare che il potere, in ogni tempo, ha bisogno di consenso, senza il quale il suo destino è incerto ed effimero.

Non si comanda a lungo con la sola brutalità, la paura e la forza. Talleyrand, archetipo del potere, il ministro che attraversò indenne l'Ancien Régime, la Rivoluzione e la tempesta bonapartista, disse una volta a Napoleone, novello imperatore: "con le baionette, sire, si può far tutto, tranne una cosa, sedervisi sopra".

Chi esercita il dominio lo sa, così come gli è noto che il popolo ama essere ingannato e che la massa non decide nulla e, anche quando crede di agire, in realtà è agita.

Essa odia la libertà - che è distinzione, raziocinio - e vuol credere di avere potere in quanto ha un'opinione.

 Opina su tutto, con tanto maggiore accanimento da quando l'hanno convinta di possedere dei diritti. Negli ultimi due secoli e mezzo, aristocrazie ed oligarchie dominanti dovettero effettivamente riconoscere - non senza aspre lotte - alcuni diritti alle masse. Lo imponeva l'enorme aumento della popolazione - che in Occidente si è arrestato da due generazioni - ma soprattutto il nuovo assetto di una civiltà in piena rivoluzione industriale, bisognosa di grandi masse per le sue imprese economiche e belliche.

A questa massa si doveva pur concedere il diritto di voto, se veniva chiamata alle armi per morire in guerra. Lo sforzo tecnico e scientifico di società che aumentavano vertiginosamente i loro mezzi materiali si sosteneva su milioni di persone qualificate, più istruite delle generazioni precedenti.

 Operaio, tecnico, soldato, professionista al servizio di un ordine sociale in ascesa: occorreva più cultura e un margine ragionevole di libertà. In quel mondo, non solo l'istruzione e la cultura si diffondevano, ma saliva anche l'intelligenza media della popolazione.

 Lo dimostrò uno studioso neozelandese, James R. Flynn, che teorizzò l'aumento del quoziente intellettivo medio della popolazione.

 Il fenomeno, detto effetto Flynn, fu analizzato in un saggio del 1987. Sulla base dello studio comparato di indagini effettuate sui bambini a partire dal 1947, venne dimostrato che nei paesi più sviluppati il quoziente di intelligenza (pur con tutte le cautele sul valore del relativo test) era aumentato di almeno 8 punti nel periodo esaminato.

La tendenza si sta rapidamente invertendo, tanto che oggi si parla di effetto Flynn capovolto: nei paesi occidentali il Q.I. diminuisce di mezzo punto annuo dal 2000.

Insomma, stiamo diventando più sciocchi. E' l'effetto della civiltà dell'immagine, basata sulla superficialità, sull'accumulo indifferenziato di informazioni, sullo specialismo che ci rende esperti in un minuscolo ambito della conoscenza e ignoranti in tutto il resto. E' anche l'esito dell'affidarsi agli apparati artificiali per compiere qualsiasi operazione intellettuale e assumere ogni decisione, disattivando intere aree del cervello. La terza e ora la quarta rivoluzione industriale, basata sulla tecnologia informatica e sulla robotizzazione, non hanno bisogno di ingenti masse umane, né di intelligenze speculative. Il potere preferisce un'istruzione tecnica fatta di saperi strumentali, meccanici.

E' gradita un'umanità che non ponga e non si ponga domande: bastano masse addestrate all'uso dei dispositivi informatici, dalla mente binaria (aperto-chiuso, sì-no) come gli apparati tecnici.

 Il pensiero critico, il dubbio fecondo non interessano. La cultura è riservata alle minoranze destinate al comando. Il presente si basa prevalentemente sull'immagine, il flash, il flusso di informazioni che si disperdono per sovraccarico e delle quali devono essere trattenute solo quelle "utili" al sistema del consumo. Conta solo ciò che può essere fatto valere immediatamente sul mercato o che serve per utilizzare gli apparecchi informatici, non più propaggini dell'essere umano, ma guide, maestri, tutor la cui mancanza produce un drammatico cortocircuito.

L'uso compulsivo di computer, calcolatrici, smartphone diminuisce la capacità di calcolo, concentrazione, ragionamento, inibisce l'esercizio della memoria, porta della conoscenza.

 Di qui proviene l'impoverimento del linguaggio.

Non si tratta solo della diminuzione della conoscenza lessicale, un vocabolario di massa ridotto a poche parole, ma della perdita della capacità di elaborazione linguistica che permette di formulare un pensiero complesso.

 Di qui anche la progressiva scomparsa di tempi e modi verbali, che dà luogo a un pensiero quasi sempre declinato al presente, incapace di proiettarsi nel tempo. Il signorino soddisfatto - e imbarbarito- pensa, parla e si comporta sempre e solo al presente: un'altra scoperta di Ortega. Senza le parole per costruire un ragionamento, il pensiero complesso è impossibile.

I regimi totalitari hanno sempre ostacolato il pensiero, attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.

Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza parole. Il potere è apolide, ma ha una sede, gli Stati Uniti, la cui mentalità vive di riduzionismo, semplificazione, fastidio per i concetti.

Dagli Usa viene la spinta a semplificare l'ortografia, abolire i generi, i tempi, le sfumature, la complessità, ovvero a impoverire la mente umana.

E' una scelta strategica: le masse devono credere di possedere potere, diritti, persino capacità di direzione, ma la realtà è opposta.

Sono espropriate delle parole, allontanate dalla cultura- il pensiero meditante - riempite di "diritti" privi di senso, quasi tutti nella sfera pulsionale, orientati alla perdita di responsabilità a vantaggio della comodità.

 Eterodirette, manipolate, credono tutto ciò che viene fatto loro credere, ma - ecco l'immensa differenza rispetto ad altri tempi- convinte di pensare ed agire in autonomia. Si muovono come masse persuase di esercitare la libertà individuale: un successo impressionante del potere.

L' uso esagerato delle risorse naturali del pianeta, la sovrappopolazione, l'evidenza che il meccanismo di accumulazione e consumo non può durare all'infinito, hanno cambiato in profondità l'agenda delle oligarchie.

 Non possono più permettersi la libertà di pensiero, l'esistenza di dissidenti e oppositori.

Il modello tecno totalitario e dirigista cinese è vincente e le élite occidentali conoscono la storia e la geopolitica.

 Tutto deve cambiare in gran fretta. Giorgio Agamben, il più lucido analista dei fulminei mutamenti al tempo del virus, ha scritto che il globalismo è un singolare ircocervo: capitalismo nella variante comunista.

Privatizzazione oligarchica, potere piramidale, uniti in un regime politico totalitario che "unirà in sé l'aspetto più disumano del capitalismo con quello più atroce del comunismo statalista, coniugando l'estrema alienazione dei rapporti fra gli uomini con un controllo sociale senza precedenti."

Il regime si fa proibizionista, autoritario, l'aria è diventata irrespirabile per popoli- quelli europei - cresciuti e vissuti nel clima della libertà, del dubbio fecondo, del dibattito.

Il nuovo ordine mondiale non è poi così nuovo.

E' un sistema di dominio la cui differenza con il passato è quantitativa, il possesso di mezzi infinitamente più potenti.                 La teoria parla di una società globalizzata diretta da una élite che agisce nell'ombra, un governo planetario autocratico, invisibile e onnipresente.

 In realtà, non hanno più bisogno di nascondersi: dichiarano apertamente il loro programma, tanto la maggioranza non è in grado di comprenderne la portata, non diciamo di organizzare la resistenza.

 Da quando siamo intrappolati nel Covid 19 -nella sua narrazione terrorizzante e terroristica - si parla di Grande Reset, un'operazione volta a cambiare in profondità l'economia, la vita e le abitudini della popolazione.

 Gran parte del sistema di comunicazione e della politica finge di considerarla una teoria complottista di paranoici e - possedendo tutti i mezzi- riesce a nascondere la realtà. Eppure, chi comanda ha parlato chiarissimo.

Il Foro Economico Mondiale di Klaus Schwab (il nuovo Hitler segreto, ndr.)ha annunciato, in conseguenza della "crisi sanitaria mondiale" un incontro a Davos per gennaio del 2021 con un tema preciso all'ordine del giorno: il grande reset.

Giova ripetere che il "partito di Davos" è formato da alcune migliaia di miliardari, finanzieri, imprenditori di punta, e di "teste pensanti" politiche e culturali al loro servizio.

 Il comunicato che annuncia il convegno è firmato dal Principe Carlo d'Inghilterra (è servito chi pensa che le famiglie reali non contino più nulla) e dal direttore del WEF, Karl Schwab, autore di un libro il cui titolo è Il Grande Reset.

Il sottotitolo è "da ogni crisi, si presenta un'opportunità ". Perfetto programma oligarchico massonico: Ordo ab chao, il (nuovo) ordine sorge dal caos, ossia dalla sofferenza di miliardi di persone.

Riportiamo di seguito alcune delle affermazioni contenute nel libro di Schwab.

 Il Covid è una delle pandemie meno mortali che il mondo abbia conosciuto in duemila anni. Il Covid offre l'occasione di introdurre cambiamenti sociali senza precedenti. Molte cose cambieranno per tutti ed emergerà un mondo nuovo.

 Molti chiedono quando le cose torneranno alla normalità. La risposta è breve: mai.

Diventeremo più efficienti nella gestione dei nostri geni e di quelli dei nostri figli. Potranno essere introdotti all'interno del corpo umano delle particelle "intelligenti", computer dotati di antenne, tutto più minuscolo di un granello di sabbia.

 L' attraversamento dei confini nazionali comporterà una scansione dettagliata del cervello per valutare il rischio di sicurezza che pone il viaggiatore. Molto probabilmente verranno impiantati nel nostro cervello e nel nostro corpo dei dispositivi esterni.

Gli strumenti della quarta rivoluzione industriale permettono di nuove forme di monitoraggio e nuovi meccanismi di controllo. Il lavoro degli avvocati, dei medici, dei giornalisti o dei bibliotecari sarà senza dubbio parzialmente o totalmente automatizzato. L'avvenire ci sfiderà a comprendere il significato di essere umano.

Vasto programma.

L'agenda è quella del transumanesimo, ovvero il superamento dell'antiquata creatura umana, ibridata con la macchina, il cui controllo è saldamente nelle mani dell'oligarchia e dei suoi tecnocrati.

 Lorsignori hanno deciso per tutti. Unico intoppo, il rinvio del forum- il contagio potrebbe cogliere anche gli Illuminati nell'inverno svizzero- a maggio del prossimo anno, non a Davos, ma nell 'iper sicura Singapore, perla del dispotismo asiatico. Nessun governo ombra: il sicuro incedere del nuovo ordine mondiale, i cui disvalori ad uso del popolo sono il consumo, l'incultura, le passioni basse e triviali.

Trascendenza, conoscenza e spiritualità sono bandite in un pianeta in cui tutto è equivalente - quindi irrilevante, tranne il dominio dei padroni universali- le vecchie nazioni muoiono, sostituite da mega corporazioni tecno economiche con diritto di vita e di morte.

Un mondo distopico abitato da una massa acritica, credulona, aliena dalla realtà, immersa in paradisi artificiali audiovisivi e chimici, in cui l'uomo è un codice numerico senza importanza, un ente destinato a produrre, consumare ed essere gettato via.

La sottomissione della popolazione non avviene più esclusivamente con l'uso della forza e neppure con la progressiva castrazione mentale e spirituale. L'anno in corso ha dimostrato un salto di qualità. Il potere è diventato definitivamente biopotere, imperio e sorveglianza sui corpi e la vita.

Le masse tornano al loro ruolo primigenio di materiale inerte, plastico, indagato da Elias Canetti in “Massa e potere”.

La finzione della democrazia e dello Stato di diritto è stata oltrepassata, nell'anno del virus.

Terrore più controllo della comunicazione più l'aperta dimostrazione di potenza coattiva. Ci stanno impartendo una dura lezione, il cui nocciolo è che il Nuovo Ordine Mondiale si è disfatto dell'illusione democratica ad uso delle masse e ha preso il controllo diretto delle nostre vite. Sappiamo chi comanda e, attraverso il dispiegamento degli uomini armati (le "forze dell'ordine") conosciamo le conseguenze della dissidenza. I diritti costituzionali sono sospesi, le proteste vietate, guardate con odio dalla massa impaurita; la censura dilaga.

Invocheranno il reato di odio per chi dirà male del potere, degli esperti e del sistema. A stretto rigore, hanno ragione: ogni dissenso contiene un'avversione dichiarata.

Basta chiamarla odio e iscriverla nel diritto penale. Il gioco è fatto, beninteso dopo un lungo, capillare lavorio di domesticazione dell'opinione. Per chi non ci sta, non solo è pronto un potente dispositivo repressivo, ma è operante l'odio della folla: la legge di Lynch, l'unica che un popolo ridotto a massa conosce. Linciaggio da parte della massa: ecco che cosa attende i residui oppositori e chiunque si ostini a ragionare.

Editti continui, in Italia contraddittori e talvolta ridicoli, regolano gli aspetti più elementari della nostra vita. Ci impongono dove e se possiamo andare, chi possiamo incontrare, per quanto tempo e così via. La reazione? Nulla, o minima.

Qualche giorno fa, in una "zona gialla", relativamente libera dai divieti, un giovanottone africano in giacca e cravatta misurava la temperatura di chiunque entrasse in un supermercato.

 Solo chi scrive è tornato sui suoi passi. Lo intuì Michel Foucault: un mondo gestito come una prigione, un universo in cui siamo trattati, anzi gestiti, come detenuti.

Sorvegliare e punire, nascita della prigione, è il profetico titolo del saggio di Foucault sul biopotere. Nulla di accidentale, tanto meno la risposta "responsabile" a un'emergenza inattesa, ma una "guerra lampo" dell'oligarchia contro il popolo, la cui ricreazione - vera o presunta - è finita.

Lavorano per ridurci a bambini balbettanti che chiedono la caramella da ottenere all'istante, poiché altro non riconoscono che i desideri.

La transumana futura disumanità sarà pavloviana, ossia vivrà di impulsi eterodiretti, di istinti primari senza pensiero né spirito. Il Grande Reset ci considera greggi destinate, in forme diverse, al mattatoio, luogo cui ci avvieremo contenti, poiché la menzogna sarà costante, massiccia, martellante e suadente.

Nessuno avrà più gli strumenti culturali, intellettuali e morali per discutere il potere. Basta oziose speculazioni sul bene e sul male - non "servono" alla vita animale- nessuna personalità individuale. Ciò che afferma ed impone "il piano di sopra" sarà sempre vero e certo, per quanto vada contro logica e verità.

Pensare crea problemi: meglio seguire il gregge.

Sono e saranno implacabili con chi si oppone al sistema mondo diretto dalle grandi corporazioni, con il potere in mano a un pugno di onnipotenti sotto il cui tallone si muove a comando una massa senza principi e senza Dio.

Non è poi così nuovo, l'ordine che ci impongono: ha "soltanto" più mezzi che nel passato. Credevamo di avere voce in capitolo, attraverso il voto e le procedure dell'intangibile democrazia. Tutto finito, residui di un passato in cui il potere doveva almeno mostrare una certa dissimulazione, ostentare rispetto per la gente. Hanno comprovato, nell'anno terribile al tramonto, che la massa è inerte.

Non reagisce, non si oppone: paura più manipolazione continuata. Crediamo ciò che ci viene fatto credere, il cervello ha disattivato i sensori del dubbio, perfino della vecchia, sana diffidenza popolare.

La passività ci vede con la testa china in fila indiana come nel film “Metropolis di Fritz Lang”.

La pandemia è di pensiero e sottomissione volontaria. In queste settimane chi passeggia per strada nascosto dietro la mascherina d'ordinanza, osserva code dappertutto, caratterizzate da silenzio spettrale e da una mansuetudine che fa rabbrividire.

Davanti agli uffici postali, sconcerta la fila per ottenere un codice che permetterà di richiedere spiccioli di rimborso statale a chi paga i suoi conti con mezzi elettronici.

 L'operazione ha la sua brava parola in globish, l'inglese elementare: si chiama cash back, ma l'intento - un altro successo sconvolgente - è convincerci ad abbandonare il denaro contante, ossia a dipendere dalle macchine e dalle carte. Tutto nelle mani di lorsignori il denaro guadagnato con il nostro sudore.

Cadono le braccia e viene voglia di "passare al bosco" come il Ribelle di Juenger.

Il Nuovo Ordine non è nuovo né ordine, caotico perché iniquo, perché si sostiene sulla stirpe di Caino che uccide il fratello, di Satana che si leva contro il Signore, di Faust che viene a patti con Mefistofele.

E' lo specchio che riflette il nostro aspetto deforme, i vizi che il potere conosce, sfrutta e stuzzica per dominarci più a fondo. Abbiamo il libero arbitrio, ma lo usiamo per scegliere il peggio.

I signori del Grande Reset non hanno altro merito che di conoscerci a fondo. Nessuna cospirazione, nessun complotto. Solo la luciferina capacità di farci accettare la servitù volontaria. Aveva ragione Etienne De la Boétie:

il tiranno mantiene il potere perché i sudditi glielo concedono.                     La libertà originaria, naturale è abbandonata volontariamente, corrotta dall'abitudine di chi preferisce la servitù alla difficile condizione di uomo libero.

Scrisse Dario Fo che il padrone conosce mille parole e l'operaio trecento: per questo è il padrone.

E' uno squarcio di verità, che spiega l'impegno dei potenti a tenerci nell'ignoranza e nella minorità. Se alziamo la testa, ci rubano le parole, la conoscenza, rimuovono progressivamente le nostre capacità intellettuali:

effetto Flynn al contrario, il Grande Reset.

 

 

 

 

 

 

 

 

Gestione Covid: in Grecia

è iniziato il “Processo del Secolo”!

Conoscenzealconfine.it-( 20 Aprile 2022)- Marina Voudouri : ci dice:

 

Un avvocato penalista in Grecia, Nikos Antoniadis, sta portando avanti una serie di cause giudiziarie relative alla gestione della pandemia Covid-19 in Grecia, che lui chiama “Il processo del secolo”.

L’azione di base è stata la denuncia che ha depositato alla Procura nel luglio 2021 nei confronti del Primo Ministro, Kyriakos Mitsotakis, e di una serie di altri rappresentanti di istituzioni, con le accuse, tra altre, di omicidio doloso e di organizzazione criminale.

Nelle 4.311 pagine della denuncia, contenenti anche materiale fotografico e di documentazione, oltre al Premier, tra gli accusati spuntano e compaiono anche l’intero Consiglio dei Ministri, Direttori di ospedali pubblici coinvolti agli eventi, alcuni magistrati in posizioni dirigenziali, una serie di rappresentanti di varie istituzioni pubbliche, e anche i responsabili del social network Facebook.

Le accuse si basano su tre presunti protocolli adottati dalla presunta organizzazione criminale:

– il protocollo di morte, utilizzato in ospedali pubblici;

– il protocollo dell’inganno, nei confronti della totalità dei cittadini;

– entrambi i protocolli, secondo le accuse della denuncia, sono stati adottati al fine di attuare il protocollo finale, ovvero quello della vaccinazione di massa.

Sempre secondo la denuncia depositata, lo scopo finale di tutti e tre i protocolli è quello della diminuzione della popolazione, così come presuntamente previsto da piani internazionali.

Tutte le mosse e azioni che fa l’avvocato le rende pubbliche, attraverso video-dirette suoi social e pubblicazioni sul suo sito “nikosantoniadis.tv.” Già dall’anno 2020, molte persone, ricoverate per Covid o familiari, lo contattavano per chiedere aiuto.

Grazie al suo intervento – afferma lo stesso – per molti casi di questi si è dimostrato che i pazienti (rivolti all’ospedale per altre cause) erano risultati anche “positivi” al Sars Cov 2 con tamponi molecolari il cui risultato successivamente si dimostrava errato, oppure venivano intubati mentre la loro saturazione era sopra il 95, oppure venivano lasciati senza liquidi e disidratati, oppure soffrivano (in forma pregressa) di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e non da Covid. Coloro che arrivavano alla morte venivano – secondo le accuse dell’avvocato – registrati come pazienti Covid anche se la causa della morte era diversa o addirittura anche se non erano affatto positivi al virus Sars Cov 2.

Un altro asse principale delle azioni giudiziarie che porta avanti il penalista Antoniadis, è la denuncia invece contro di lui di diffusione di notizie false e di procurato allarme.

 Queste accuse sono state mosse un giorno o due dopo l’entrata in vigore della modifica del Codice Penale, da parte del Parlamento greco, relativamente ai relativi reati.

A tale scopo, il penalista era stato arrestato la sera del 17 novembre 2021 mentre usciva da casa per la passeggiata col cane, ma dopo 3-4 ore era stato lasciato libero.

A quanto dichiara lui stesso, l’arresto era stato irregolare nelle modalità. Per quanto riguarda la sostanza, ovvero le accuse nei suoi confronti, il processo era stato programmato per la fine di gennaio scorso. Essendo l’accusato positivo al Covid nella stessa settimana, il processo è stato rimandato al 4 maggio.

Stando alle dichiarazioni dello stesso Antoniadis, grazie al posticipo del processo gli sono arrivate sempre più testimonianze, alcune delle quali anche da parte di personale di ospedali che mettono a sua disposizione informazioni e documentazioni che possano supportare la sua tesi, ovvero di aver diffuso notizie vere e non false.

 

Il più recente asso nella manica che l’avvocato ha annunciato di avere, attraverso un suo post del 10 aprile 2022, è il messaggio che ha ricevuto da parte di uno dei presunti co-responsabili delle accuse relative ai protocolli, con richiesta dello stesso o della stessa di incontrarsi per passargli tutto il materiale e la documentazione in suo possesso. Questo incontro sembra essere già avvenuto ma l’avvocato si è preso un po’ di tempo per dare maggiori dettagli attraverso una delle sue consuete video-dirette.

Qui la traduzione del messaggio ivi pubblicato: “Signor Antoniadis, dobbiamo parlare. E incontrarci. Quando le dirò chi sono, penserà che si tratti di una buffonata o di un inganno. Non lo è. Ne parlerò solo a Lei, solo a Lei consegnerò tutto ciò che ho nelle mie mani. Non ce la faccio più. Quando è troppo, è troppo. Venga per favore per annientarli. E qualsiasi prezzo dovrò pagare anch’io, lo farò. Perché ne sono co-responsabile.“

L’avvocato Antoniadis sta preparando la replica della sua denuncia anche a livello internazionale.

(Marina Voudouri)- (nikosantoniadis.tv)- (lantidiplomatico.it).

 

 

 

 

Carlo Freccero firma referendum contro

green pass, "strumento del Grande Reset"

huffingtonpost.it- Redazione - HuffPost- (20 settembre 2021)- ci dice :

“Oltremodo scorretto” il comportamento del Governo Draghi, "incrinato il patto di lealtà tra istituzioni e popolo".

Carlo Freccero firma per il referendum contro il green pass e spiega in una lettera alla Stampa le sue motivazioni. Innanzitutto, il celebre autore televisivo definisce “oltremodo scorretto” il comportamento del Governo Draghi “nell’incrinare il patto di lealtà tra istituzioni e popolo”. Questo anche perché “l’attuale normativa sul Green Pass ignora totalmente l’appello a evitare discriminazioni”.

Il mio ruolo è quello di esperto della comunicazione e, in quanto tale, non ho potuto fare a meno di rilevare la massiccia campagna di propaganda e disinformazione condotta dai media mainstream con un’unanimità che non ha precedenti nella storia del paese.

Il referendum è un’occasione per avere accesso a spazi istituzionali e per fare arrivare i nostri argomenti all’elettorato. Dopodiché i cittadini decideranno liberamente e non sotto la pressione della paura innescata dalla pandemia”.

Secondo Freccero, “dietro il Green Pass in realtà, c’è molto di più”.

”È destinato a diventare l’embrione della futura tessera di identificazione digitale a cui mira il Grande Reset in via di attuazione.

 Per chi non sapesse di cosa si tratta, rimando a due libri dell’economista Klaus Schwab “Covid 19 The Great Reset” e “Quarta rivoluzione digitale”.

Secondo Schwab la pandemia è un’occasione irripetibile per conseguire il “Grande Reset” già illustrato nel saggio “La quarta rivoluzione industriale”. Tutto ciò è confermato dal progetto di Recovery Fund, che si pone come obiettivo lo stesso obiettivo del “Grande Reset”.

Credo che la nuova normalità in cui stiamo vivendo non finirà coi vaccini, ma continuerà nel tempo, con la rivoluzione digitale e la rivoluzione verde.

 Diciamo la verità: non è la pandemia ad avere causato la crisi economica. E piuttosto la crisi economica ad avere causato la pandemia, o quanto meno, ad averla amplificata al fine di ultimare il “Grande Reset”.

Secondo Carlo Freccero ”è giusto che il popolo, l’oggetto di quanto è in divenire, possa, come accade in tutte le democrazie, farsi soggetto e decidere se desidera o meno proseguire per la strada tracciata dalle élite straricche. La risposta verrà dopo.

Nella mia testa i referendum sono destinati ad aprire finalmente un dibattito ampio su tutti questi quesiti aperti”.

 

 

 

 

 

La guerra in Ucraina potrebbe

far piombare il mondo nella carestia

nationalgeographic.it- JOEL K. BOURNE, JR.- (1 APR 2022)- ci dice :

Con quantità molto inferiori di grano e fertilizzanti in arrivo sui mercati globali, gli esperti temono un periodo cupo in cui i generi alimentari saranno più scarsi e più costosi.

L’invasione russa dell’Ucraina potrebbe significare meno pane in tavola in Palestina, Libano, Yemen e altri Paesi del mondo arabo, dove milioni di persone già lottano per la sopravvivenza.

Questa regione dipende fortemente dal grano prodotto nei due Paesi, ed eventuali carenze di questo alimento base potrebbero potenzialmente causare disordini. Mentre Biden è scettico sul ritiro delle truppe, Putin firma un decreto per il pagamento del gas in rubli e un altro per arruolare 134mila ragazzi. Nel frattempo Kiev accusa i russi di aver usato "armi al fosforo su Donetsk".

In Italia Draghi ha concordato con il cancelliere tedesco Scholz di mantenere le sanzioni.

Il 30 Marzo nel Donbass muore Edy Ongaro, un miliziano italiano di 46 anni che combatteva nelle forze separatiste, colpito da una bomba a mano.

La guerra in Ucraina ha un forte impatto sui costi sostenuti dalle aziende agricole italiane secondo un rapporto recente del “Crea”, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria.

 Il 30% delle aziende agricole italiane potrebbe avere un reddito netto negativo, un aumento dei costi di produzione e un drammatico aumento dei prezzi.

(I piloti della Mount Idaho Air Force cercano di intercettare l'eclissi e rimanere nell’ombra della Luna per 3 minuti. Filmato dalla serie “One Strange Rock: Pianeta Terra”.)

In questo periodo Jonathan Clibborn dovrebbe nutrire di azoto i suoi campi di grano invernale. Dovrebbe ricevere i semi di mais e girasole, preallertare i propri addetti alla piantagione per cominciare l’attività all’inizio di aprile. Dovrebbe godersi la primavera nella sua fattoria vicino a Lviv, nell’ovest dell’Ucraina, insieme a sua moglie, ai loro tre ragazzi e al loro cane.

Invece Clibborn, immigrato irlandese, in questi giorni sta facendo tutt’altro, come del resto quasi tutti gli altri agricoltori ucraini: si tiene in contatto con i parenti di sua moglie che si trovano nelle zone di guerra, offre rifugio alle famiglie in fuga dai bombardamenti, e cerca di tenere a galla l’azienda.

Se lui e gli altri coltivatori non dovessero riuscirci, avvertono gli esperti, questo comporterà la fame non solo per molti ucraini, ma anche per centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, innescando la più grande crisi alimentare del dopoguerra.

 

Ucraina e Russia insieme producono quasi il 30% del grano commerciato al mondo, e il 12% delle relative calorie.

Senza di loro, l’impennata dei prezzi alimentari e la carenza di alimenti di base potrebbero scatenare un’ondata di instabilità che il mondo non ha più vissuto dopo la primavera araba del 2012.

 La guerra ha praticamente interrotto l’esportazione di grano da entrambi i Paesi. E dato che le due nazioni (insieme alla Bielorussia, alleata della Russia e pertanto sottoposta anch’essa a sanzioni) sono fornitori di grandi quantità di fertilizzanti, l’invasione dell’Ucraina decisa da Vladimir Putin potrebbe avere conseguenze sul settore agricolo in tutto il mondo quest’anno, e nel prossimo futuro.

(Ma il “grande e coraggioso “ Zelensky pensa a richiedere al mondo altre e più potenti armi per “vincere”. Ma chi se  frega se il mondo intero andrà in carestia per le sue smanie di “grandezza”! Ndr.)

(Ecco una coltivazione di grano vicino a Užhorod, nella regione Transcarpazia, in Ucraina occidentale.)

Ciononostante, Clibborn si considera fortunato. Si è trasferito in Ucraina 15 anni fa con solo quello che aveva addosso, e ora coltiva 3.000 ettari di terreno in una regione ancora non toccata dalla guerra, a ovest di Lviv, vicino al confine polacco. 

“C’è chi non riesce a coltivare i campi perché i russi sparano a tutto ciò che si muove”, spiega Clibborn con tono grave, nel suo accento irlandese. “Si dice che spargono mine nei campi, sulle strade che portano ai campi, per non parlare degli ordigni inesplosi che sono rimasti sui terreni. Credo che il raccolto [del grano] cadrà a picco, riducendosi a un terzo, forse un quarto del normale”.

Con il protrarsi del conflitto e la stagione della semina alle porte, il ticchettio del tempo che scorre si fa sempre più sentire. Sono circa 26 i Paesi del mondo che importano oltre la metà del grano che consumano da Russia e Ucraina, spiega Arif Husain, economista capo del Programma Alimentare Mondiale (PAM) delle Nazioni Unite.

“Se questa guerra non finisce nelle prossime due settimane, le cose peggioreranno ulteriormente”, afferma Husain. “Significa che l’Ucraina non riuscirà a piantare il granturco. Il grano invernale nei campi non verrà concimato e il raccolto sarà quindi molto ridotto. Questo è un pericolo reale. Si tratta di un Paese di 40 milioni di abitanti, ma che produce cibo per 400 milioni di persone. Questa è la realtà del mondo globalizzato. Siamo tutti sulla stessa barca”.

Un granaio bloccato.

Nell’ultimo decennio l’Ucraina, da tempo nota come il granaio d’Europa, è diventata una potenza agricola di fondamentale importanza per gran parte dei Paesi in via di sviluppo.

Semi migliori, nuove attrezzature e un’ottima agronomia — abbinati a massicci investimenti da parte di aziende quali Cargill, Bunge e Glencore in infrastrutture di lavorazione dei cereali e negli impianti di frantumazione dei semi oleosi nei porti del Mar Nero — hanno più che raddoppiato le esportazioni dell’Ucraina dal 2012.

Il Paese è oggi tra i cinque principali esportatori di vari cereali e semi oleosi importanti, raggiungendo il 10% delle esportazioni mondiali di grano e quasi il 50% delle esportazioni di olio di semi di girasole.

In questa guerra che non arresta il suo passo, la Russia sta bloccando i porti e distruggendo le città portuali; nella prima settimana di invasione un missile russo ha colpito una nave noleggiata da Cargill.

 Le esportazioni russe sono ostacolate dalle restrizioni bancarie e dai premi assicurativi per le navi che trasportano grano, che in tempo di guerra raggiungono cifre astronomiche. Di conseguenza i prezzi di grano, mais e soia in aumento hanno già superato quelli dell’ultima crisi dei prezzi delle derrate alimentari del 2012 e del 2008, con il prezzo del grano che si è impennato del 60% dall’inizio di febbraio.

(11 marzo 2022 - Il pastore spagnolo Cristobal Jesus Calle Lopez, 39 anni, dà da mangiare il grano alle sue pecore, a Montejaque. L’invasione dell’Ucraina decisa da Vladimir Putin e le risultanti sanzioni stanno avendo delle ripercussioni nell’economia globale, aumentando il costo di prodotti fondamentali come grano e fertilizzanti.)

Le crisi precedenti hanno innescato rivolte per il cibo a livello internazionale, hanno rovesciato il governo in Madagascar e ad Haiti, e dato il via alle rivolte della primavera araba in Medio Oriente. Oggi il mondo è ancora più volatile, afferma Husain, la cui agenzia lo scorso anno ha dato da mangiare a 128 milioni di persone — un record, nei 60 anni della sua storia.

“Nel 2008 non c’era il COVID”, afferma. “Non c’era la guerra in Yemen o in Siria o in Etiopia o nel nord-est della Nigeria. A causa del COVID, i governi non hanno risorse economiche; i livelli di indebitamento hanno raggiunto quelli di molti Paesi poveri. L’inflazione è a livelli record.

Anche prima dell’invasione dell’Ucraina i prezzi dei generi alimentari avevano raggiunto il record degli ultimi 10 anni e i prezzi del carburante erano i più alti degli ultimi 7 anni. A questo si aggiunge il calo dell’occupazione e quindi perdite di reddito: la gente si trova schiacciata. Questa crisi è arrivata nel peggiore dei momenti”.

Il PAM ha in programma di sfamare 140 milioni di persone quest’anno (stabilendo un nuovo record), tra cui oltre tre milioni di profughi ucraini, e altri 44 milioni di persone in 28 Paesi che barcollano sull’orlo della carestia. Molte di queste nazioni dipendono dalle importazioni di grano dall’Ucraina: tra queste Yemen, Afghanistan, Siria, Etiopia e quasi una decina di altri Paesi nel Medio Oriente e in Africa.

E come se questo non bastasse, i costi del PAM si sono impennati dopo l’invasione, aumentando di 71 milioni di dollari (quasi 64 milioni di euro) al mese e creando un disavanzo di 10 milioni di dollari (quasi 9 milioni di euro) per l’anno prossimo. Questo ha reso necessario razionare i viveri alle popolazioni più bisognose.

 

Una minaccia ancora maggiore incombe.

Attualmente circa 13,5 milioni di tonnellate di grano e 16 milioni di tonnellate di mais del raccolto dell’anno scorso di Ucraina e Russia sono rimasti bloccati a causa della guerra e delle sanzioni. Una parte di questo ammanco potrebbe essere compensato con maggiori esportazioni da Australia o India, entrambi Paesi che hanno avuto abbondanti raccolti di grano l’anno scorso. Ma è il destino del raccolto ucraino di quest’anno che preoccupa gli economisti.

(4 marzo 2022 - Il grano viene caricato su una nave portarinfuse presso il porto di Geelong, nello Stato di Victoria, in Australia. I prezzi del grano si sono impennati raggiungendo livelli record dal 2008, a causa della paura di una carenza globale in conseguenza della guerra tra Russia e Ucraina.)

“Non stiamo solo perdendo sei milioni di tonnellate di grano” del raccolto dell’anno scorso in Ucraina, afferma David Laborde, analista senior presso l’Istituto internazionale di ricerca sulle politiche alimentari (International Food Policy Research Institute, IFPRI) di Washington D.C., “ma potenzialmente 60 milioni di tonnellate. Se dovessimo perdere il prossimo raccolto si creerebbe un deficit sostanziale che nessuno potrebbe compensare”.

(Ma Biden (USA) si presta a fornire all’Ucraina più di 3 miliardi di dollari spesi in  armamenti pesanti. Così ha ordinato Klaus Schwab -il nuovo Hitler -per conto del suo pupillo Zelensky .Ndr)

E questo non è nemmeno il più grosso dei potenziali problemi, continua Laborde. Ucraina, Russia e Bielorussia esportano in tutto il mondo anche grandi quantità di fertilizzanti a base di azoto e potassio.

“La minaccia più grande che il sistema agroalimentare sta per affrontare è il blocco del commercio dei fertilizzanti”, spiega Laborde. “La scarsità di grano avrà un impatto su pochi Paesi. La questione dei fertilizzanti invece può avere conseguenze su tutti gli agricoltori del mondo, e causare cali di produzione per tutti i generi alimentari, non solo il grano”.

Il mercato dei fertilizzanti era già in subbuglio prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Le esportazioni di potassa della Bielorussia erano soggette a sanzione, dopo che l’anno scorso il governo bielorusso aveva obbligato un volo Ryanair ad atterrare e aveva arrestato un dissidente a bordo.

Il COVID-19 -sparso a piene mani da Klaus Schwab & C.-   ha interrotto le spedizioni e le catene di approvvigionamento a livello globale.

Lo scorso anno l’uragano Ida ha spazzato via due grandi impianti di produzione di fertilizzanti lungo la Costa del Golfo degli Stati Uniti che avevano faticato a tornare alla piena capacità produttiva, mentre gli incendi hanno distrutto un impianto nella Carolina del Nord. Molti fabbricanti europei hanno ridotto la produzione di fertilizzanti a base di azoto dopo che il prezzo del gas naturale — uno degli ingredienti principali – l’anno scorso è salito alle stelle. I Paesi europei, sudamericani e africani sono fortemente dipendenti dai fertilizzanti importati dalla regione del Mar Nero.

A questa situazione si aggiunge il fatto che le scorte mondiali di grano, mais e soia sono al loro livello minimo da oltre dieci anni, afferma Laborde, mentre i divieti all’esportazione che hanno causato le massicce perturbazioni del mercato nel 2008 stanno iniziando a ripresentarsi.

Già lo scorso autunno la Russia aveva vietato le esportazioni di fertilizzanti; la Cina, un altro principale esportatore, ha fatto lo stesso. Nel 2021 la Cina ha acquistato grandi quantità di cereali e soia, per ricostituire le proprie scorte nonché il proprio settore della carne suina, che aveva perso secondo le stime 100 milioni di maiali a causa di un’epidemia di peste suina africana.

All’inizio di quest’anno la Cina ha annunciato quelle che sono le previsioni del peggior raccolto di grano della storia, una stima che è stata confermata dagli esperti. Anche la Cina dovrà importare più cereali quest’anno, solo per soddisfare la domanda interna, afferma Arnaud Petit, direttore esecutivo del Consiglio internazionale dei cereali  (International Grains Council), che monitora il commercio dei cereali in tutto il mondo.

“Il mercato dei cereali è più contratto di quanto non sia stato nel 2008 e nel 2013”, afferma Petit. A causa della forte domanda data dall’aumento demografico e dal cambiamento dei regimi alimentari, “non prevediamo di riuscire a ricostituire le scorte nei prossimi cinque anni. In questa condizione qualsiasi shock climatico o conflitto avrà delle conseguenze dirette”.

Questo scenario rende ancora più importanti i buoni raccolti nel resto del mondo.

“Quello che non possiamo permetterci in questo momento è una forte siccità in Kazakistan, Europa o Argentina”, afferma Laborde dell’IFPRI. “I mercati esploderanno. Non vorrei dipingere un quadro così desolante... Se il pianeta sarà generoso con noi quest’anno, dovrebbe essere tutto a posto. Ma una brutta crisi proprio ora potrebbe portarci sull’orlo di una grossa crisi alimentare”.

Sempre più segnali di allarme.

Jerry Hatfield ha trascorso gli ultimi 30 anni studiando tali eventi, in qualità di direttore del Laboratorio nazionale per l’agricoltura e l’ambiente dell’USDA (Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America) ad Ames, Iowa. Il preminente climatologo, ora in pensione, vede sempre più segnali di allarme, in tutto il mondo.

“Se si verificherà uno shock climatico in uno dei granai del mondo, quest’anno sarà catastrofico”, afferma Hatfield, “le crisi del 2008 e del 2012 non saranno nulla, in confronto”.

E una di queste criticità climatiche si trova non lontano da Hatfield: “In tutto il Midwest stiamo assistendo a un periodo secco simile a quello degli anni ’50, forse addirittura a quello degli anni ‘30”, spiega Hatfield. “Non dico che raggiungeremo i livelli del Dust Bowl (un fenomeno di forte siccità che colpì le grandi pianure degli Stati Uniti, N.d.T.), ma non è del tutto fuori questione”.

“Ritengo probabile che ci troveremo ad affrontare grosse crisi della produzione, a livello globale”, avverte. “Abbiamo disordini politici, sconvolgimenti climatici, problemi nelle catene di approvvigionamento per ricevere fertilizzanti e carburante. Cos’altro potrebbe andare storto?”

(Con le nuove armi pesanti fornite da Biden,  il” bulletto Zelensky “ forse ci riesce !Ndr).

Molti agricoltori degli USA stanno già subendo i primi effetti. Justin Bruch ha lavorato per sette anni come agricoltore industriale in Ucraina, affrontando i problemi legati alle catene di approvvigionamento, gestendo fino a 60.000 ettari, prima di tornare a casa nel 2014 dopo che la Russia ha invaso le regioni di Crimea e Donbass. Ora dirige una società di venture capital nel settore agricolo a Omaha, in Nebraska, e contemporaneamente aiuta suo fratello a gestire la fattoria di famiglia vicino a Emmetsburg, in Iowa.

Il prezzo dei fertilizzanti a base di azoto è più che raddoppiato, afferma Bruch. Alcuni amici agricoltori in Brasile gli hanno detto che temono di non ricevere i fertilizzanti di cui hanno bisogno. Uno dei suoi amici in Iowa, per la paura di rimanere senza diesel ha comprato un’autocisterna, così può stare tranquillo per tutto l’anno. Bruch stesso non riesce a trovare una ruota per il suo sistema di irrigazione a perno centrale – un pezzo di ricambio fondamentale durante la stagione irrigua. Ma un aspetto ancora più allarmante, continua, è che l’umidità del suolo da tempo non raggiungeva livelli così bassi, prima della stagione della piantagione.

“Un mio amico l’altro giorno ha scavato fino a un metro e mezzo per fissare una linea di irrigazione”, racconta Bruch. “Mi ha detto che la terra era secca e polverosa anche a quella profondità. Se arriviamo a una situazione in cui al Brasile mancano i fertilizzanti, l’Ucraina non produce cibo e negli Stati Uniti c’è siccità, il quadro potrebbe diventare paradossale”.

La storia si ripete?

Eppure la prima preoccupazione di Bruch sono i suoi amici agricoltori in Ucraina. Ha cercato di convincere il suo ex agronomo, Vladimir Bubnov, a raggiungerlo negli Stati Uniti qualche giorno prima dell’invasione, ma l’ucraino ha rifiutato l’invito. Ora Bubnov gestisce l’ex attività di Bruch, vicino a Lviv, e dopo aver salvato i propri familiari dalle zone di guerra ora si sta preparando alla stagione della piantagione. La sua posizione è migliore di quella di Jonathan Clibborn: Bubnov scrive per e-mail di avere abbastanza forniture per la semina di questa primavera, e, se la guerra non li raggiunge, dice che dovrebbero riuscire a raccogliere le messi. Ma è meno ottimista sulle attività che si trovano più a est.

“I campi che sono nei territori di guerra secondo me non verranno coltivati”, scrive Bubnov.

“E con l’attuale situazione climatica (sapendo che la maggior parte di queste aree sono a sud e sud-est) tra poco sarà comunque troppo tardi per piantare.

Di conseguenza il potenziale complessivo delle esportazioni di cereali diminuirà e anche se noi come Paese produciamo un po’ meno del solito, come verrà spedito il materiale? Le infrastrutture portuali vengono attaccate e distrutte e la capacità ferroviaria non è sufficiente per grandi quantità di cereali”.

Ciononostante Bubnov, ucraino orgoglioso cresciuto vicino a Kiev, sta facendo tutto il possibile per produrre cibo per il suo Paese, proprio come sta facendo Clibborn per la sua patria adottiva.  

Clibborn ha parlato con persone che abitano nelle regioni orientali del Paese. “I russi stanno facendo saltare in aria i silos dei cereali”, dice che gli hanno raccontato. “Stanno colpendo i centri di stoccaggio a freddo. Secondo alcune relazioni starebbero distruggendo anche le attrezzature agricole. L’attività che stanno portando avanti ha obiettivi precisi”.

(Ma “il bulletto Zelensky “ non potrebbe firmare un “Trattato di   PACE” con Putin? Ndr).

La situazione richiama tristemente alla memoria quella dell’Holodomor — la carestia orchestrata da Josef Stalin nei primi anni ’30 per spezzare la resistenza ucraina alla collettivizzazione agricola. Stalin ordinò all’esercito sovietico di spogliare i contadini ucraini di qualsiasi scorta di cibo avessero — compresi gli animali domestici. Si stima che morirono circa 3,9 milioni di persone.

“I paralleli sono spaventosi”, dice Clibborn. “È davvero difficile da accettare, ma è ciò che sta succedendo”. Ha mandato moglie e figli a stare con la sua famiglia in Irlanda, ma è preoccupato per i parenti di sua moglie che vivono nell’est dell’Ucraina.

“Credo fermamente in questo Paese”, afferma Clibborn. “È deplorevole quello che i russi stanno facendo qui, ma lo spirito di ribellione e la forza di volontà di questa gente è assolutamente incredibile. Si dice che l’esercito ucraino sia composto da solo 200.000 uomini arruolati, ma in realtà si tratta di un’armata di 36 milioni di persone. Tutti coloro che sono ancora qua stanno facendo qualcosa per contribuire a difendere il Paese. Io non sono un soldato. Questo è l’aiuto che posso dare: portare avanti l’attività per poter dare da mangiare agli ucraini, e dopo, al resto del mondo”.

Clibborn fa una breve pausa, poi aggiunge, “In realtà, per l’Ucraina ha fatto più Putin di tutti i nostri presidenti. Il velo è caduto e ora la popolazione è unita. L’Ucraina occidentale non ha mai dimenticato quello che i russi hanno fatto a questa gente nell’Holodomor. La parte orientale era in bilico; ma ora, nessuno ha più dubbi. Il Paese è unito e questo lo rende una nazione”.

(Ma “la Pace con la Russia” non c’entra nulla con l’orgoglio mal riposto di Zelensky.Ndr).

 

 

 

 

L’Onu: «La Russia provoca

una carestia mondiale».

Ilmanifesto.it-C.L. Roma- (31-3-2022)- ci dice :

 

 

AFGHANISTA, YEMEN E CORNO D'AFRICA TRA LE AREE PIÙ A RISCHIO.

L’aumento del prezzo del grano aggraverà la situazione dei paesi più poveri.

L’Onu: «La Russia provoca una carestia mondiale».

Con l’invasione dell’Ucraina la Russia sta provocando una crisi alimentare che potrebbe presto sfociare in una carestia e a pagare il prezzo più alto sarebbero quelle aree del pianeta che già oggi soffrono per la carenza di cibo, prime fra tutte Afghanistan, Yemen e Corno d’Africa.

La denuncia è stata presentata martedì scorso al Consiglio di sicurezza dell’Onu dal vice segretario di Stato Usa Wendy Sherman ma è stata confermata nella stessa sede dal direttore esecutivo del World food programme (Wfp) David Beasley che ha così sgombrato il campo da ogni sospetto di propaganda.

«Stiamo parlando di una catastrofe che si abbatte sopra un’altra catastrofe», ha detto Beasley riferendosi alle conseguenze delle azioni russe.

«Non avremmo mai immaginato che una cosa del genere fosse possibile. E non sta solo decimando l’Ucraina e la regione, avrà un impatto globale come non abbiamo mai visto dalla seconda guerra mondiale».

(Ma allora per quale motivo l’ONU non chiede a Putin e  Zelensky di firmare un Trattato di Pace ?Ndr).

Le ragioni di questa imminente catastrofe, se non si dovesse arrivare al più presto a un cessate il fuoco, sono presto dette. L’Ucraina, considerata il «granaio d’Europa», produce con la Russia il 30% della fornitura mondiale di grano (e da sola era in grado di sfamare 400 milioni di persone in tutto il mondo), il 20% della fornitura mondiale di mais e il 75-80% dell’olio di semi di girasole. Le conseguenze delle azioni russe già si fanno sentire e sono pensatissime secondo Beasley, che ha ricordato come prima del 24 febbraio, giorno di inizio dell’invasione russa, la sua agenzia sfamava 125 milioni di persone al mondo mentre ora è costretta a tagliare le razioni a causa dell’aumento dei prezzi di cibo e carburante e delle spese di spedizione. Nello Yemen in guerra, ha aggiunto il diretto del Wfp, 8 milioni di persone hanno visto la loro assegnazione di cibo ridotta del 50% «e ora guardiamo alla riduzione delle razioni a zero».

Duri i riflessi del conflitto anche per l’Egitto, che dipende per l’85% dal grano ucraino, e per il Libano che nel 2020 ne dipendeva per l’81%, paesi che adesso dovranno pagare prezzi più alti i loro rifornimenti. «Questo significa che un numero maggiore di persone in tutto il mondo soffrirà la fame», ha avvertito Corinne Fleischer, direttrice regionale del Wfp.

Ovviamente i primi a pagare anche sotto l’aspetto alimentare gli effetti della guerra sono gli ucraini.

Prima dell’invasione russa il Wfp non era presente nel paese ma oggi interviene per dare sostegno a un milione di persone raggiungendo anche le aree maggiormente colpite come Sumy e Kharkiv.

Secondo le stime del Wfp il 45% degli ucraini è preoccupato di non trovare abbastanza cibo, una persona su cinque riduce le dimensioni e il numero dei pasti mentre gli adulti saltano i pasti per permettere ai propri figli di mangiare.

 «Il momento è davvero critico e abbiamo bisogno che il mondo si faccia avanti», ha detto Fleischer ricordando che il Wfp ha bisogno di 590 milioni di dollari per riuscire ad assistere per i prossimi tre mesi 3,1 milioni di persone solo in Ucraina. Poi, c’è tutto il resto del mondo che non si può dimenticare.

 

La Versione di Mariana…

Conoscenzealconfine.it- ( 21 Aprile 2022)- Redazione- ci dice:

La stampa occidentale unanime il 9 marzo 2022 descrive un bombardamento aereo e spara in prima pagina la foto di una donna incinta che fugge discendendo una scala piena di detriti, con una faccia insanguinata e impaurita. Si scopre poi che si tratta della blogger e modella Mariana Vishegirskaya.

Ogni episodio della nuova fase della guerra ucraina è soggetto a un trauma mediatico iniziale, quello che ci dà l’ “imprinting”, cioè l’apprendimento base del nuovo mondo su cui ci affacciamo e delle nuove credenze sulle quali dobbiamo far fede. Una volta educate le menti con uno choc, le riletture successive dell’episodio andranno controcorrente e perciò partiranno sfavorite.

Prendete il caso dell’ospedale della città ucraina di Mariupol.                   La stampa occidentale unanime il 9 marzo 2022 descrive un bombardamento aereo e spara in prima pagina la foto di una donna incinta che fugge discendendo una scala piena di detriti, con una faccia insanguinata e impaurita.

Si scopre poi che si tratta della blogger e modella Mariana Vishegirskaya.

Centinaia di milioni di persone assistono all’orrore, portate a vedere gli orchi di Mosca che – come i soldati immaginari di Saddam Hussein – attaccano il luogo della massima vulnerabilità della vita umana: dove essa viene alla luce, al reparto ostetricia. Tutti credono di sapere cosa è accaduto perché tutti i giornali e tutte le TV raccontano la stessa storia.

Pochi giorni dopo sappiamo che Mariana ha partorito. Poi ancora, riappare in un’intervista rilasciata in Donbass a dei media in lingua russa. E lì, la sorpresa… nega decisamente che ci sia stato un bombardamento dal cielo: “sono stati i soldati ucraini a occupare l’ospedale pediatrico. Non ci hanno dato nessun aiuto. Anzi, ci hanno portato via il cibo. E non c’è stato nessun attacco aereo. Inoltre, sul posto c’era un cameraman”.

Ne parla anche il quotidiano italiano degli Elkann, “La Repubblica”: (repubblica.it/…/mariupol_rapita_russi…/). Nell’articolo, tutto – fin dal titolo – porta a dipingere la sua fresca testimonianza, così tanto drammaticamente diversa dall’imprinting iniziale della narrazione, come il frutto di una prigionia, di una nuova costrizione.

Come viene descritta? “Rapita dai russi”. “Trasformata in attrice della propaganda, obbligata a fornire una versione che ai russi fa comodo”. “Mariana non appare affatto tranquilla mentre racconta”.

Tutto l’articolo, come tanti articoli fotocopia di centinaia di testate dei paesi NATO, non ha ritenuto di doversi fare altre domande. L’enorme apparato di pubbliche relazioni occidentale ci vuole vendere a tutti i costi la necessità della guerra, perciò non può accettare intoppi e sconfessioni.

Tuttavia, per somma sfiga di questo apparato di venditori di armamenti, la giovane donna è originaria del Donbass, un luogo che le ha fatto conoscere la guerra ormai da anni, lasciandole totale scetticismo verso i paroloni e le manipolazioni della propaganda. Il Donbass è un territorio che il giornalista e fotografo italiano Giorgio Bianchi conosce come le sue tasche.

Bianchi documenta coraggiosamente la crisi ucraina da molto tempo cercando notizie, testimonianze, immagini autentiche. Ha fatto una cosa semplice, stavolta per Visione TV: Bianchi ha cercato Mariana e l’ha intervistata. La donna conferma pienamente la radicale smentita delle versioni della prima ora, quelle difese con le unghie e con i denti dai giornaloni del Draghistan e dintorni.                   Una persona lucida, dalla mente limpida, autenticamente libera, altro che rapita! Se avete un minimo discernimento, sappiate riconoscere la semplicità di certe verità dagli occhi, dalle posture e dalle parole ferme di questa donna.                                      I propagandisti si vergognino.

Noi tutti dobbiamo ringraziare Giorgio Bianchi per aver cercato fra le macerie un prezioso barlume di autenticità. È una piccola grande lezione che dobbiamo saper collegare al quadro generale, sempre più cupo e incarognito contro chi smonta l’industria dei buonissimi contro i cattivissimi.

Non un solo pezzo della guerra raccontata dai grandi media dev’essere preso per oro colato, niente…

Sappiamo che forze potenti vogliono bruciare ogni via per la pace e ci stanno conducendo direttamente a una guerra di più vaste proporzioni, preceduta da un inesauribile maremoto di propaganda e da un ridisegno della società e dell’economia in funzione di una lunga stagione di penuria.

Un’ondata di impoverimento drammatico che però ingrasserà i fabbricanti d’armi, le loro grancasse nelle redazioni asservite, nonché legioni di politici che useranno molte parole patriottiche mentre svenderanno la patria.

Non arrendiamoci all’idea dell’inevitabilità della guerra mondiale e fermiamo questa follia.

(altrarealta.blogspot.com/2022/04/la-versione-di-mariana-un-semplice.html).

 

 

 

 

La grande carestia. Il conflitto tra

le due “superpotenze agricole

sta affamando i Paesi in via di sviluppo.

Repubblica.it- Rosaria Amato-(17 aprile 2022)- ci dice:

La grande carestia. Il conflitto tra le due “superpotenze agricole” sta affamando i Paesi in via di sviluppo.

Commercio bloccato e prezzi alimentari alle stelle. Dal Medio Oriente all’Africa: 26 Stati dipendono dal cibo importato da Russia e Ucraina.

ROMA - Sei milioni di bambini malnutriti e 16 milioni a rischio di non potersi più procurare il cibo nelle aree urbane nell’Africa Subsahariana, dal Senegal all’Eritrea, zone dipendenti per oltre il 50 per cento dalle importazioni di grano da Russia e Ucraina.

La Fao conta 26 Paesi del mondo in via di sviluppo in questa situazione di fortissima dipendenza. In Medio Oriente e in alcuni Paesi del Nord Africa, denuncia l’Unicef, ci sono Paesi dove si arriva a importare fino al 90% del cibo che si consuma, e la maggioranza dei bambini soffrono di malnutrizione.

Effetto pandemia e guerra in Ucraina: sempre più poveri nel mondo.

Situazione che adesso rischia di precipitare nella carestia a causa della combinazione degli effetti della guerra, comprese le sanzioni nei confronti della Russia e della Bielorussia, e le ritorsioni nei confronti delle sanzioni, del blocco dei trasporti e dell’aumento dei prezzi.

A marzo l’indice Fao dei prezzi dei prodotti alimentari è aumentato del 12,6% rispetto al mese precedente, raggiungendo il livello più alto in oltre trent’anni. Il sistema agricolo e l’alimentazione nel mondo non sono mai stati così in pericolo, denuncia il Csis (Centro per gli studi strategici e internazionali), autorevole think tank con sede a Washington.

Una guerra tra due “superpotenze agricole”, considerato che la Russia esporta il 20% del grano mondiale e l’Ucraina il 10%, nello scenario di un mercato globalizzato e fortemente interdipendente, «presenta conseguenze mai viste prima per l’agricoltura globale e la sicurezza alimentare».

Allarme Fao sul cibo: la guerra spinge i prezzi ai massimi da 31 anni.

 

Conseguenze che in parte sono già sotto gli occhi di tutti: esportazioni dall’Ucraina semi-bloccate, futuri raccolti in dubbio, prezzi delle materie prime agricole esplosi. I Paesi che più di altri potrebbero soffrire la fame sono quelli che sono legati mani e piedi alle esportazioni di materie prime alimentari da Russia e Ucraina, ma soffrono anche tutti quelli come il nostro, fortemente dipendenti dalle importazioni di fertilizzanti dalla Russia, quasi monopolista del settore.

Ad aggravare una situazione che ha già compromesso gli equilibri alimentari di mezzo mondo c’è l’intenzione precisa, da parte della Russia, «di colpire le infrastrutture agricole ucraine», denuncia il Csis: «Prendendo di mira i campi, gli strumenti agricoli, i magazzini, i mercati, le strade e i porti, la Russia intende azzoppare l’economia rurale ucraina, tagliando così una delle maggiori fonti di entrate del Paese». Nel 2021 il contributo dell’agricoltura al Pil ucraino è stato del 10,6 per cento.

Una conferma delle enormi difficoltà dei produttori ucraini arriva dal ministro dell’Agricoltura di Kiev, Solskyy Mykola: «Quest’anno l’Ucraina avrebbe dovuto esportare 20 milioni di tonnellate di grano della raccolta dell’anno scorso sui mercati mondiali, ma è impossibile farlo in quanto i porti marini sono bloccati. Ad oggi siamo riusciti ad esportare soltanto 5 milioni di tonnellate, nel mese di marzo 200 mila».

Ma non si tratta soltanto dei blocchi attuali dei trasporti. L’anno prossimo ci potrebbe essere ben poco da esportare: «La guerra è ancora in corso e i danni, purtroppo, aumentano quotidianamente. Attualmente stimiamo che la semina diminuirà del 20-30% rispetto all’anno scorso. Di conseguenza, questo porterà ad una qualità più bassa della semina e a una diminuzione della resa per ettaro». La scarsità dei prodotti manterrà i prezzi alti anche per i prossimi tre-cinque anni, ritiene Mykola. Con conseguenze terribili per i Paesi più poveri, che difficilmente saranno in grado di rendersi maggiormente autonomi perché mancano i fertilizzanti e i costi dell’energia sono più alti di sempre.

Rimangono sullo sfondo i rischi legati ai cambiamenti climatici. È di ieri l’allarme Coldiretti per la raccolta di riso: quello italiano è di primaria importanza, perché costituisce oltre il 50% dell’intera produzione europea. Solo che il riso si coltiva “sommergendo” i campi, pratica difficile adesso con una siccità che affligge da mesi soprattutto il Nord Italia. Le semine, per mancanza di acqua e per via dei costi dell’energia, potrebbero essere tagliate di oltre 3.000 ettari.

 

 

 

 

Il Libano importava il 90% del grano da Russia

e Ucraina, ora è a rischio carestia.

Lindipendente.online-Gloria Ferrari-(21 APRILE 2022)- ci dice :

 

Da più di due anni il Libano si trova a fare i conti con una delle più grosse crisi finanziarie mai affrontate nel paese, negli ultimi 10 anni.

In questi giorni la situazione è diventata ancora più drammatica, insinuandosi sempre più nel quotidiano della vita dei cittadini: comincia a scarseggiare il pane. Per quale motivo?

Manca il grano, conseguenza diretta della guerra tra Russia e Ucraina, che qui sta mostrando, probabilmente più di ogni altro paese, i suoi frutti già maturi. Infatti, una nota pubblicata da Farid Belhadj, vicepresidente della Banca mondiale per la regione del Medio Oriente e del Nord Africa, ha evidenziato che il Libano importa oltre il 90% dei suoi cereali da Ucraina e Russia. Mentre alcuni panifici si sono già arresi, abbassando definitivamente la saracinesca, altri sono in procinto di farlo, lamentando una penuria di farina tale da non poter più soddisfare il fabbisogno della popolazione. Le scorte, infatti, possono arrivare a coprire la richiesta di pane per soli ulteriori 10 giorni, dopo i quali i granai saranno definitivamente vuoti.

Che la situazione sia critica, lo ha confermato anche la Federazione dei sindacati dei mulini e dei fornai del Libano, secondo la quale il paese “è sull’orlo di una crisi dei farinacei dopo che diversi mulini hanno interrotto il loro lavoro”.

E quando alla popolazione manca il pane di bocca, non è raro che si verifichino episodi di violenza. Negli scorsi giorni, ad esempio, nella periferia di Beirut una persona è stata ferita da alcune pallottole sparate in coda davanti ad un panificio. Questo episodio potrebbe essere solo il primo di una lunga escalation. Cosa che la classe politica non si augura affatto, viste le imminenti elezioni legislative del 15 maggio prossimo.

Anche se il Ministro dell’Economia Amin Salam continua a ribadire che una soluzione sarà trovata nell’arco di pochissimo tempo (in ore, addirittura), e il Governo ha recentemente previsto l’impiego di 15 milioni di dollari per gli acquisti urgenti di grano, la Banca centrale non avrebbe comunque i fondi necessari per poter pagare a lungo importazioni di grano estero (con i prezzi attuali).

 Per il Libano la mancanza di pane aggrava ulteriormente una situazione che, secondo l’Onu, vede più di due terzi della popolazione vivere in povertà, con il valore d’acquisto della moneta (la lira) che è praticamente sprofondato nell’arco di due anni (ha perso più del 90%). Eppure, c’era un tempo in cui il Libano si fregiava dell’appellativo di “Svizzera del Medio Oriente”, soprannome guadagnatosi grazie alla prosperità che aveva costruito.

Ad oggi, invece, per il paese sta diventando quindi di vitale importanza rafforzare e incrementare la produzione interna. Proprio lo scorso mese il Consiglio dei ministri del Libano aveva dato il via libera ad un progetto agricolo nazionale, per garantire l’autoproduzione di almeno il 30 per cento del fabbisogno di grano tenero della popolazione locale.

Potrebbe tuttavia essere arrivato troppo tardi: quelle che il Libano sta scontando, sono solo le prime conseguenze di una guerra che sta lasciando (e continuerà a farlo) strascichi in tutto il mondo. E se anche il prezzo del grano dovesse scendere o stabilizzarsi, non potremmo dirci salvi: il costo e la reperibilità del pane non dipende solo dalla farina con cui è impastato. Bisogna tener conto del carburante, della logistica, della manodopera…

(Gloria Ferrari).

 

 

IL MARXISMO NON E’ MORTO,

Prospera nell’America di Biden.

Laverita.info-Marcello  Veneziani- (21 aprile 2022 )- ci dice :

 

(Ndr. Mi permetto di fare un ragionamento pratico. In quanto  a  me piace parlare chiaro.

Attualmente una cricca di mariuoli ultra miliardari si è sottomessa alla predicazione sacerdotale proposta da un lestofante come quella usata da  Klaus Schwab .Questo ingegnere miliardario  ha pensato bene di proseguire  l’attività di suo padre riguardante la costruzione di bombe atomiche in un loro stabilimento con più di 20 mila operai e relativi tecnici, ingegneri e scienziati dedicati anima e corpo alle attività di produzione segreta di ordigni mortali .Questo stabilimento è ora situato in Sud Africa ed intestato  ad una multinazionale pacifista.

 Klaus Schwab  si è fatto apprezzare come fine esperto economista ,sociologo ed arguto scienziato della  comunicazione e divulgazione  di una prospettiva globalista di un unico governo mondiale secondo cui  l’umanità doveva progredire sino ad apprezzare la possibilità di non possedere un qualsiasi bene in proprietà personale ma solo come concessione in affitto da parte di un colossale agglomerato di multinazionali   ricchissime che provvedevano alla creazione e poi alla concessione in  uso   agli umani dei beni da loro realizzati.

Il governo unico mondiale avrebbe provveduto a fornire agli umani  un reddito sociale per sopravvivere. La tesi principale  proposta da Schwab era che un umano non avrebbe posseduto  nulla ,ma sarebbe vissuto felice. Schwab ha -ovviamente- esposto le sue tesi scientifiche  e progressiste   in libri stupendi da lui redatti ,aiutato da esperti collaboratori.

Il mondo sarebbe concepito come un unico stato  con un unico governo retto dai più ricchi tra gli oligarchi .Questi ultimi sarebbero stati gli unici proprietari- tramite apposite multinazionali-  di tutte le ricchezze dell’universo. “Loro” sarebbero stati i  gelosi custodi delle leggi future da loro stessi  emanate. L’unica profezia di cui  non avrebbero  potuto dimostrare la possibile realizzazione  sarebbe stata l’immortalità . Insomma non vi era la possibilità futura di creare- anche con tutte  le ricchezze da loro possedute- l’immortalità degli Dei in terra! ).

 

“La Verità ha riproposto uno stralcio dal libro-antologia di Karl  Marx “Contro la Russia “ ,che le edizioni de “il Borghese “ pubblicarono pe primi negli anni Settanta. Ma c’è un’integrazione essenziale ,e attualissima , da fare: in queste pagine emerge il Marx filo americano ,persuaso che il suo pensiero radicale potesse meglio attecchire in una società nuova  ,moderna , priva di storia ,radici  e tradizione  come gli Stati Uniti .Non a caso ,questi scritti furono pubblicati tra il 1858 e il 1861 ,sul “New York Tribune “,poi raccolti dalla figlia Eleanor  con il titolo “The eastern question “,articoli antirussi ,filo americani ,occidentalisti ,che auspicavano l’avvento del mercato libero globale re del pensiero radicale  .Per la rivoluzione comunista , Marx  non pensava alla Russia zarista , ma all’ America  descritta da “Alexis de Tocqueville” ,  che era , poi , l’espansione “giovanile “ dell’Inghilterra , da Marx , non a caso , eletta a sua residenza ,rispetto alla natia Treviri ,in Germania.

Marx è il filosofo che più ha inciso nella storia  del Novecento attraverso la tragedia mondiale del comunismo.  Poi tramontò   , nel fallimento del comunismo , precipitò con l’impero sovietico ,sopravvisse ibrido nella Cina Mao-capitalsta. Ma fu davvero archiviato ? Da anni  sostengo la tesi opposta , che  esposi in “Imperdonabili “.

Il marxismo ,separato dal comunismo, è lo spirito dominante dell’Occidente .Scrive Marx nel Manifesto  : “ Si dissolvono tutti i rapporti stabili e irrigiditi ,con il loro seguito di idee e di concetti antichi  e venerandi , e tutte le idee e i concetti nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era di corporativo e di stabile , è profanata ogni cosa  sacra e gli uomini sono finalmente costretti a osservare con occhio disincantato la propria posizione e i reciproci rapporti .”E’ la prefigurazione della nostra epoca volatile e mondialista. Il marxismo fu il più potente anatema scagliato contro Dio e il sacro , la patria e il radicamento  , la famiglia e i legami  con la tradizione , la natura ed i suoi limiti. Fu una deviazione , la sua realizzazione in Paesi premoderni come la Russia e la Cina ,  la Cambogia  o  Cuba . Il marxismo non si è realizzato nei pasi che hanno subito il comunismo  , dove invece  ha  fallito e ha resistito attraverso l’imposizione poliziesca e totalitaria; si è invece , realizzato nel suo spirito ,laddove nacque e a cui si rivolse , nell’Occidente del capitalismo avanzato. Non scardinò il sistema   capitalistico , ma fu l’assistente sociale e culturale nel passaggio dalla vecchia società cristiano- borghese al neocapitalismo nichilista e globale , dal vecchio liberalismo al nuovo spirito radical.

Marx definisce  il comunismo “ il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente “. E’ lo spirito  radical del  nostro tempo , “cancel e correct”. Nell’ “ideologia tedesca “ , Marx dichiara che il fine ultimo del comunismo “ é la liberazione di ogni singolo individuo “ dai limiti e dai legami locali e nazionali , famigliari , religiosi , economici . Non le comunità , ma gli individui. Il giovane Marx   onora un solo santo e martire nel suo calendario : Prometeo, liberatore dell’umanità. Padre dell’Occidente faustiano e irreligioso , proteso verso la VOLONTA’ DI POTENZA.

Il giovane Marx auspica , nei “Manoscritti  economico -filosofici “,l’avvento dell’ateismo pratico. E nella “Critica della filosofia del diritto di Hegel” scrive : “La religione è il sospiro della creatura oppressa…Essa è l’oppio del popolo. Eliminare  la religione in quanto illusoria felicità del popolo  vuol dire poterne esigere la felicità  reale “.Liberandoci da Dio e dalla religione , per Marx , ci libereremo dall’alienazione e conquisteremo la felicità terrestre . La società di oggi, atea ma depressa ,irreligiosa ma alienata ,smentisce la promessa marxiana di liberazione. L’utopia di una società “libertina “ , dove ciascuno svolge la sua attività quando “ ne ha voglia “ , che abolisce ogni fedeltà e introduce “una comunanza delle donne ufficiale  e franca “, fa di Marx un precursore della società permissiva .Il principio ugualitario  perde la sua carica profetica e si realizza in negativo , come uniformità e  negazione dei meriti , delle capacità e delle differenze.

La società capitalistica globale ha realizzato le principali promesse del marxismo , seppur distorcendole : nella globalizzazione , ha realizzato l’internazionalismo contro le patrie  ; nell’uniformità e nell’omologazione standard , genera uguaglianza  e livellamento universale ; nel dominio globale del mercato , ha riconosciuto il primato mondiale dell’economia sostenuto da Marx ;nell’ateismo pratico e nell’irreligione , ha realizzato l’ateismo pratico marxiano e la usa critica alla religione  , nel primato  dei rapporti materiali , pratici ed utilitaristici rispetto ai valori spirituali , morali e tradizionali , ha inverato il materialismo marxiano; nella liberazione da ogni legame naturale e da ogni ordine tradizionale , ha realizzato l’individualismo libertino di Marx, liberato da vincoli famigliari  e                     nuziali . E come Marx voleva ,ha realizzato il primato dell’azione sul pensiero . Lo spirito del marxismo si realizza in occidente , facendosi” ideologicamente liberal “,geneticamente modificabile .

L’ultima frontiera del marxismo si ritrova nelle porte aperte agli immigrati, dove un nuovo proletariato   ,sradicato dai paesi di origine ,sostituisce le popolazioni d’Occidente ,a sua volta sradicate. La lotta  di classe cede alla anti-sessista  , antinazionalista  e antirazzista. La difesa egualitaria dei proletari cede alla tutela prioritaria delle minoranze dei “diversi “ .

Il marxismo vive sotto falso nome ma si muove a suo agio nella società global “Liberal made dem Usa”; un marxismo al ketch -up ,transgenico. Marx  -con passaggio americano , sembra strizzare l’occhio ai “liberal dem Usa”  di Joe Biden. Noi ci  attardiamo da anni  a celebrare il suo funerale ; ma è un caso di morte apparente .

 

 

 

Guerre contro il futuro: Freud.

Doppiozero.com - Nicole Janigro - (22-4-2022)-ci dice :

 

 

Lontani “dalla fame, i parassiti, il fango, e quei rumori pazzeschi” che ha cercato di rendere sulla tela Otto Dix, ma vicini a quell’umanità dolente, i cui volti pare di poter toccare. Della guerra non sentiamo la puzza dei cadaveri. Non vediamo mai le pupille di chi sta per morire, ma ogni giorno file di sacchi accatastati. La sensazione di essere anche noi, a migliaia di chilometri dall’Ucraina, e non solo loro, in guerra, è, nello stesso tempo, falsa ed esatta. Sul piano della verosimiglianza il paragone può irritare, ma il contatto con “lì” avviene in tempo reale sul piano della rappresentazione mediale che colpisce il nostro immaginario. Di civili che guardano altri civili trasformati in bersaglio.

Ciò spiega e giustifica la sensazione, così diffusa, che qualcosa in quel conflitto ci tocchi e ci riguardi. Ed è resa più intensa oggi dalla presenza, nel nostro spazio domestico, di persone provenienti dall’Ucraina, prima come immigrati, ora come profughi.

 

Il ritorno della guerra in un’Europa che per due anni ha cercato di strappare vite alla pandemia, riaccende il dibattito politico in privato e in pubblico. Le analisi storiche, economiche, sociologiche non permettono di sfuggire ad altri dilemmi: etici ed etologici, psicologici ed antropologici. Bisogna ammettere, ancora una volta, lo scacco delle “magnifiche sorti progressive” del Novecento.

In Europa, dopo un’epoca sospesa nell’equilibrio del terrore del pericolo atomico, dagli anni Sessanta agli anni Novanta la guerra fredda aveva catalizzato e insieme congelato la riflessione sul tema.

La competizione tra i due blocchi correva sottotraccia, affidata allo spionaggio e ai servizi segreti, relegata al grande schermo, evocata dalle trame dei romanzi. Ma la svolta del 1989, simboleggiata dalla caduta del muro di Berlino, scuote gli equilibri. La guerra del Golfo toglie ogni illusione di fine della storia, il conflitto jugoslavo, che pure rimarrà regionale, riporta la guerra sul suolo europeo. Si rivedono rifugi, uomini stremati attaccati al filo spinato, macerie, donne e bambini in fuga, criminali con in mano teste mozzate.

L’esplosione delle Torri Gemelle, nel 2001, conferma e annuncia le mutazioni dell’evento bellico nell’era globale. “Non si tratta né di un’aggressione esterna né dell’aggressione di uno stato sovrano da parte di un altro stato sovrano. L’undici settembre non rappresenta neppure una seconda Pearl Harbor. L’attacco non ha riguardato l’apparato militare americano, ma civili innocenti” scriveva il sociologo Ulrich Beck. Diventa ancor più evidente il processo in atto che priva lo stato-nazione del controllo sulla guerra. Il conflitto si individualizza, gli attentati, nelle capitali europee, tra il 2015 e il 2017, esaltano il potere bellico di un solo individuo.

Gli attacchi kamikaze durante la fase dello scontro tra Occidente e Islam sono diretti da organismi non territoriali decentrati che animano il terrorismo transnazionale. Il meccanismo si è pervertito: il carnefice e la vittima sono una persona sola. La decapitazione, “all’inizio dell’epoca moderna la pena di morte più diffusa in Europa”, scrive Julia Kristeva in La testa senza il corpo, era un rituale di cui avevamo ormai perso memoria.

 

Slittamenti semantici e temporali, spaziali e simbolici ben rappresentano la difficoltà epistemologica nell’affrontare il tema guerra. Le guerre contemporanee mescolano modernità e barbarie, replicano ogni forma dell’evento bellico: dalla guerra di trincea all’assedio delle città, dal bombardamento aereo alla guerriglia nel villaggio del contadino-soldato. Prive di obiettivi raggiungibili, apocalittiche e anacronistiche, rievocano le guerre di liberazione patriottica e attingono i loro ideali dal passato: nazionalista, comunista, nazista.

Quando ci imbattiamo nell’anarchia del fenomeno guerra, ecco che appaiono i “mostri” che sfuggono alle ragioni che l’hanno voluta, ecco quel “fondo limaccioso” di cui parlava Claudio Pavone, quel “di più” che pare affiori durante una sorta di parentesi della civiltà.

Sono le mani legate e il colpo in fronte dei civili ucraini, gli spari alle gambe dei soldati russi prigionieri, è la carezza di Ratko Mladić sulla testina bionda del ragazzino di Srebrenica che dà il via alla mattanza, è il dente d’oro cavato al talebano morto nella fortezza di Mazar-I-Sharif dopo il massacro dei prigionieri.

 È quel “di più” che diventa essenziale. È l’orrore “inutile” davanti al quale ci si ritrae, qualcosa di non spiegabile, non immaginabile, di non razionalizzabile.

Perché, forse, non è la scarica di adrenalina finale che annuncia la pace, ma l’impronta, la zampata ultima che non riesce a nascondere quanto fino a quel momento è avvenuto.

A lungo rimossa, considerata un tema storicamente superato, la guerra di nuovo ci accompagna e, seppure in uno scenario profondamente mutato, è stata riabilitata.

Riconquistata la sua quotidianità, ribadita la sua continuità, occupa uno spazio culturale importante del nostro contemporaneo. Perché “entrare in guerra”, “abituarsi alla guerra”, “fare la guerra” non è un’azione che si consuma in un solo momento, è un processo di lunga durata, il prodotto di una incubazione lenta, di infiniti shock grandi e piccoli.

Anche il “ritorno della pace”, “la fine delle operazioni militari” non avviene in un attimo, ha i suoi tempi di ri-adattamento – e nel sonno gli incubi si rivivono per decenni.

 

Ascoltare le ragioni delle diverse parti, raccontare la molteplicità dei punti di vista espone al sospetto: riconoscere la similitudine del nemico depotenzia il desiderio di combattere, come nella straordinaria scena in Lettere da Iwo Jima, nella quale i soldati americani scoprono che le lettere, scritte a casa dai soldati giapponesi, sono uguali alle loro. Contengono le stesse emozioni, le stesse paure. Impossibile non capirsi.

( Il guascone , bulletto, ma presidente dell'Ucraina Zelensky ,vuole che l’occidente globalista gli versi 7 miliardi di dollari al mese per continuare la guerra contro la Russia! Intelligente ed efficace  il prediletto  di Klaus Schwab .Ndr ).

 Ragioni e spiegazioni, narrazioni e ricostruzioni. Come se nella preparazione della devastazione si potesse scoprire il fattore capace di spiegare il passaggio, accompagnato da conferenze fallite e neutralità scalfite, coincidenze internazionali e nazionali, da sporadici episodi di violenza allo scontro armato.

La potenza del sentimento della paura agisce come uno strumento di propaganda capace di amplificare i traumi del passato e i timori del futuro, di unificare su uno schermo gigante le proiezioni del singolo. Fino a un climax dove passare all’azione pare un rilascio pulsionale e, dopo un paradossale momento di sospensione e di quiete, un rilassamento fasullo, può iniziare il massacro.

La guerra moderna come malattia della civiltà (a c. di Nicole Janigro, Bruno Mondadori), raccoglie testi di psicoanalisti e filosofi, etologi e antropologi. Insieme ad altri proponiamo ai lettori  alcuni di questi testi.

Noi e la morte, Di Sigmund Freud.

Onorati Presidenti e cari Fratelli!

vi prego di non credere che abbia dato un titolo così tremendo alla mia conferenza in un accesso di malizia. Sono consapevole che vi sono molte persone che non vogliono sentir parlare della morte, forse anche tra voi, e volevo evitare di attrarre questi fratelli nella trappola di un’ora così penosa. Avrei potuto inoltre cambiare l’altra parte del mio titolo e, invece di “Noi e la morte”, avrei potuto chiamarlo “Noi Ebrei e la morte” poiché il rapporto con la morte che io tratterò al vostro cospetto riguarda assai di frequente e nel modo più particolare proprio noi ebrei.

Sarà per voi facile indovinare cosa mi ha condotto alla scelta di questo tema. Il tema della mia relazione è conseguenza della tremenda guerra che infuria in questo periodo e che priva noi tutti di qualsiasi orientamento nella vita. Credo di aver notato che fra tutti i motivi di sconcerto c’è in primo luogo il cambiamento dl nostro atteggiamento nei confronti della morte.

Qual è infatti il nostro atteggiamento nei confronti della morte? Io ritengo che sia molto strano. Noi ci comportiamo in generale come se volessimo eliminare la morte dalla vita; la vogliamo, per così dire, seppellire sotto il silenzio; pensiamo ad essa come a qualcosa di morto! Ovviamente questa tendenza non si può imporre in maniera indisturbata.

La morte si fa sentire a noi occasionalmente, ed allora siamo profondamente scossi e come strappati dalla nostra sicurezza da qualcosa di straordinario. Noi diciamo: “Tremendo!” se un aviatore temerario o un alpinista precipitano, se il crollo di un’impalcatura seppellisce tre o quattro operai, o quando l’incendio di una fabbrica provoca la morte di venti giovani apprendiste, o ancora se una nave con parecchie centinaia di passeggeri fa naufragio.

Ma soprattutto siamo colti di sorpresa se la morte colpisce uno dei nostri conoscenti, se, per esempio, questi è uno dei Fratelli della Loggia teniamo una seduta commemorativa in segno di lutto. Ma nessuno potrebbe arguire dal nostro comportamento che riconosciamo la morte come una necessità, che abbiamo la sicura convinzione che ognuno di noi è debitore alla Natura della propria morte. Al contrario, noi troviamo una spiegazione che derubrica questa necessità a casualità.

Colui che lì giace morto si è preso un’infezione polmonare, che certamente non era necessaria; quell’altro era già da tanto tempo molto malato, solo che non lo sapeva; un terzo era già vecchissimo e pieno di acciacchi. (Contro ciò l’avvertimento: “On meurt à tout âge”.)

Se si tratta magari di uno di noi, di un ebreo, allora si dovrebbe giungere all’idea che questi non muore mai di morte naturale. Come minimo lo ha rovinato un medico, altrimenti sarebbe vissuto a lungo. Si ammette certamente che alla fin fine si deve pur morire, ma questo “alla fin fine” lo intendiamo come situato in lontananze imprevedibili. Se si chiede l’età ad un ebreo, costui risponderà di avere dai sessanta (circa) ai centovent’anni.

Nella scuola psicoanalitica che, come sapete, io rappresento, si è osato affermare che noi – ognuno di noi – non crediamo in fondo alla nostra propria morte. Sì, che questa è per noi persino inimmaginabile. In tutti i tentativi di raffigurarci come andrà dopo la nostra morte, chi ci piangerà ecc., possiamo notare che noi siamo ancora lì in qualità di spettatori. Ed è anche realmente difficile far capire al singolo questa convinzione. Anche quando si trova in circostanze che gli consentirebbero di fare l’esperienza decisiva, resisterà ad ogni evidenza.

Se si parla invece della morte di un altro si può dire che a questa pensa solo l’uomo insensibile e malvagio. Uomini più sensibili e migliori, come siamo noi tutti, recalcitrano di fronte a pensieri del genere, soprattutto quando dalla morte dell’altro potrebbe derivare per noi qualche vantaggio in libertà, posizione e patrimonio. Se si verifica però il caso che l’altro muoia, noi lo ammiriamo quasi come un eroe, come qualcuno che ha compiuto qualcosa di straordinario. Se eravamo suoi nemici ci riappacifichiamo con lui; ritiriamo le nostre critiche contro di lui: “De mortuis nil nisi bene”, e volentieri lasciamo che sulla sua pietra tombale vengano celebrate le sue lodi.

Al contrario ci sentiamo del tutto inermi quando la morte coglie una delle persone a noi care, un genitore, un coniuge, un fratello, un figlio o un amico. Seppelliamo con lui le nostre speranze, le nostre ambizioni, le nostre gioie; nessuno e niente può consolarci e ci rifiutiamo di sostituire la persona perduta. Ci comportiamo quindi come uno degli Asra che muoiono insieme con la persona a loro cara.

 

Ma questo nostro atteggiamento verso la morte ha conseguenze importanti sulla nostra vita. Questa si impoverisce e perde interesse. I nostri legami sentimentali, l’insopportabile intensità del nostro dolore, ci rendono vili, inclini ad evitare pericoli per noi e per i nostri cari. Non osiamo prendere in considerazione una serie di imprese che sono comunque inevitabili come, ad esempio, tentativi di volo, viaggi in paesi lontani, esperimenti con sostanze esplosive. Siamo paralizzati dal pensiero di chi potrà sostituire il figlio per la madre, il marito per la sposa, il padre per il figlio se per caso dovesse succedere una disgrazia e, tuttavia, tutte queste imprese sono necessarie. Conoscete certamente il motto anseatico: “Navigare necesse est, vivere non est necesse!” E rammentate, al contrario, ciò che dice uno dei nostri caratteristici aneddoti ebraici: il figlio precipita da una scala e rimane al suolo privo di coscienza e la madre si reca dal rabbino per chiedere consiglio ed aiuto. “Mi dica, signora” – chiede il rabbino – “come mai un bambino ebreo è salito su una scala?”.

Torno a dirvi, allora, che la vita perde in interesse e contenuto allorquando la posta in gioco più alta, vale a dire la vita stessa, viene esclusa dalle sue battaglie. Questa diventa vuota ed insignificante come un flirt americano in cui sin dall’inizio è chiaro che nulla accadrà, a differenza di un rapporto amoroso continentale in cui entrambi i partners devono continuamente vigilare sul pericolo in agguato. E per compensare l’impoverimento della nostra vita siamo costretti a rivolgerci al mondo della finzione, alla letteratura, al teatro. Sul palcoscenico troviamo uomini che sanno ancora morire e sono ancora capaci di uccidere. Qui noi esaudiamo il nostro desiderio che la vita stessa, in quanto posta in gioco per eccellenza, si mantenga in vita, ed oltre a questo anche un altro. In verità noi non avremmo niente contro la morte se questa non ponesse fine alla vita, quella vita che possediamo come esemplare unico, singolare. È veramente troppo triste che nella vita tutto debba svolgersi come in una partita a scacchi dove una sola mossa falsa ci può costringere alla resa, con la differenza che non possiamo iniziare una seconda partita di rivincita. Nel mondo della finzione, invece, troviamo quella molteplicità di vite di cui abbiamo bisogno. Moriamo insieme con un eroe e nello stesso tempo gli sopravviviamo e moriamo, eventualmente, ed in maniera innocua, con un secondo eroe una seconda volta.

Cosa ha mutato dunque la guerra nel nostro atteggiamento verso la morte? Moltissimo. Le nostre convenzioni sulla morte – come le chiamo io – non possono più reggere. Non si può più chiudere gli occhi, bisogna credere ad essa. Ora si muore realmente, e non muoiono più singole persone ma, spesso, decine di migliaia in un solo giorno. La morte non è più un caso. Può di certo sembrare ancora casuale che un proiettile colpisca quella o quell’altra persona, ma il ripetersi così frequente dello stesso fatto pone fine all’impressione di casualità. La vita ridiventa allora interessante ed ha ritrovato tutto il suo contenuto.

 

“Una generazione che era ancora andata a scuola col tram a cavalli, si trovava, sotto il cielo aperto, in un paesaggio in cui nulla era rimasto immutato fuorché le nuvole, e sotto di esse, in un campo magnetico di correnti ed esplosioni micidiali, il minuto e fragile corpo dell’uomo”. Con la Grande Guerra, scrive Walter Benjamin in Il narratore. Considerazioni sull’opera di Nicola Leskov, inizia un processo che non si è più arrestato. Distruzioni che non si sarebbero mai potute immaginare rivelano le potenzialità catastrofiche della modernità. Mutano le forme dell’esperienza. E la capacità di raccontare: “la gente tornava dal fronte ammutolita”.

La guerra rende universale il senso di vulnerabilità al centro del pensiero psicoanalitico, la sua violenza evoca la teoria delle pulsioni di Freud. La condizione del soldato in trincea, passivo e inerme, sconvolge i concetti del virile e del femminile. Le “nevrosi di guerra” richiedono una cura nuova, attenta alla dimensione psicologica.

“La guerra a cui non volevamo credere è scoppiata, e ci ha portato … la delusione. Non soltanto è più sanguinosa e rovinosa di ogni guerra del passato, e ciò a causa dei tremendi perfezionamenti portati alle armi di offesa e di difesa, ma è anche perlomeno tanto crudele, accanita e spietata quanto tutte le guerre che l’hanno preceduta. Essa infrange tutte le barriere riconosciute in tempo di pace […], disconosce le prerogative del ferito e del medico, non fa distinzione fra popolazione combattente e popolazione pacifica, viola il diritto di proprietà. Abbatte quanto trova sulla sua strada con una rabbia cieca, come se dopo di essa non dovesse più esservi avvenire e pace fra gli uomini”.

Scrive così Freud nel 1915, nella prima parte delle “Considerazioni attuali sulla vita e sulla morte”, mentre nella seconda parte riprende, con qualche significativa modifica, “Noi e la morte”, testo della conferenza tenuta a Vienna, il 16 febbraio del 1915, per i membri del B’nai B’rith, un’associazione umanitaria austriaco-ebraica.

 Inizialmente Freud si sente attratto dalla guerra, assume un atteggiamento patriottico, superficialmente acritico, ma le Considerazioni sono già il segno del ripensamento che segue l’infatuazione (cfr. Ernest Jones, Anni di guerra (1914-1919) in Vita e opere di Freud). In una Vienna plumbea e impoverita – a Freud non piaceva fare l’analisi in inglese, ma gli stranieri sono gli unici che pagano –, distingue tra chi è in guerra e rischia la propria vita e quelli che, come lui, sono rimasti a casa e temono per la vita dei propri cari.

 

 La Grande Guerra cubista ha sconvolto la concezione umana del tempo e dello spazio, i suoi traumi hanno fornito nuovo materiale psichico per la clinica di psichiatri, psicoanalisti, psicologi. Tutti i più stretti collaboratori di Freud – Abraham, Simmel, Tausk –, lavorarono con i soldati affetti da nevrosi traumatica (cfr. Eli Zaretsky, I misteri dell’anima. Una storia sociale e culturale della psicoanalisi). Nel pensiero di Freud, negli anni Venti, la teoria dei due istinti di Eros e di Thanatos sostituisce quella della libido e dell’istinto di autoconservazione. Le sue riflessioni sono attraversate da intuizioni profonde sul caos emotivo che l’evento bellico provoca, sulla morte di massa che porterà all’esclusione della morte reale dallo scenario del moderno, e infine trovano uno sbocco nelle elaborazioni sull’aggressività.

Sulla guerra Freud ha scritto in realtà poco.

Nel molto letto e citato, ancora oggi, scambio epistolare con Einstein del 1932, Perché la guerra?, le suggestioni più stimolanti sono quelle che riguardano la “visione” della guerra, l’insopportabilità delle sue “degradazioni estetiche”, l’importanza dell’immaginario nell’agire di massa.

 Sul piano della prevenzione Freud ammette l’impotenza: interiorizzare l’aggressività, lasciare spazio alla morte, può avere un effetto sul singolo, non sulla collettività. La guerra rimane un “mistero”, dobbiamo dirci pacifisti, scrive Freud a Einstein, perché “la guerra contraddice nel modo più stridente tutto l’atteggiamento psichico che ci è imposto dal processo di incivilimento”. 

 

 

 

 

Guerra Ucraina, sanzioni contro

Mosca: il 98% dei lettori appoggia Putin.

Affaritaliani.it- Paolo Diodati - (20-4-2022)- ci dice :

 

Biden, indicando Putin come il criminale  da combattere, ha costretto anche i fidi cagnolini governanti italiani a galvanizzarsi contro il mostro sovietico.

 

 Sarà contento il fine intellettuale tornato da Parigi  per salvare il partito che faceva vergognare il sempliciotto fratello di Montalbano?

Nello sfogo pubblicato nel febbraio dell'anno scorso su Facebook, Nicola Zingaretti scriveva stanco, rassegnato e sinceramente disgustato: "Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel PD, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid. […] Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale (che si terrà il prossimo 13 e 14 marzo, ndr) farà le scelte più opportune e utili".

Non so se davvero poi vennero effettuate le scelte migliori. In ogni caso, non credo che, con Letta, sia venuta meno l'abitudine di parlare soprattutto di poltrone, veri motori del mondo politico, visto che anche a livelli più alti, c'è un Draghi che, addirittura, lasciando la patata bollente che gli ha rovinato la vita con la lusinga della presidenza della Repubblica, s'è messo a correre per la poltrona di segretario generale della NATO.

Vista l'importanza degli USA nella NATO, il sempre meno auto illuminato d'incenso, scottato dall'abbaglio preso con Mattarella, per non correre rischi di un altro bidone, fa il cagnolino lecca-lecca di Biden. Letta ha usato la ben collaudata tecnica per rilanciare il partito e, nonostante tutto, rivitalizzarlo nei sondaggi.

Tecnica elementare messa in pratica anche da Biden che non brilla in originalità e non sprizza energia: creare un nemico. Letta ha passato tutto il tempo a cercare in tutti i modi d'innervosire Salvini, sperando che desse al matto, per buttarlo fuori dal governo. Bisogna dare atto a Salvini che ha avuto un pazienza da... sordo.

Biden, indicando Putin come il criminale  da combattere, ha costretto anche i fidi cagnolini governanti italiani a galvanizzarsi contro il mostro sovietico, corso in aiuto degli ucraini russi o filorussi, bastonati per otto anni dagli ucraini ultra-nazionalisti, pronti ad allearsi con tutti i nemici dei russi, finanche coi nazisti e Hitler in persona (ossia con Klaus Schwab!Ndr).

Sarà contento dei risultati fin qui ottenuti, il fine intellettuale tornato da Parigi (ma chi l'ha richiamato, vanificando il capolavoro di Renzi?) per salvare il partito che faceva vergognare il sempliciotto fratello di Montalbano?

E sarà soddisfatto Mattarella, bis-presidente della Repubblica a ...sbuffar di popolo, dei risultati del sondaggio in corso su Affaritaliani, al quale invito caldamente a partecipare, per veder diminuire ancora il numero degli irriducibili difensori di Draghi?

Cos'altro vogliono ancora?

Un'atomica in testa, per far contenti Zelensky e Biden, l'accoppiata che accoppa per una guerra dalle motivazioni così antiche, da sembrare, a ben rifletterci, addirittura stupida.

 

 

 

Commissione DuPre: professore fa un intervento

sensato e viene cacciato in malo modo.

Lercio.it- Augusto Rasori-( Aprile 20, 2022)- ci dice :

 Grandi momenti di tensione si sono verificati nel corso della prima festa generale organizzata della Commissione DuPre (Dubbio e Precauzione).

La giornata fino a quel momento stava scorrendo tranquillamente e seguendo il programma nei minimi dettagli.

Il primo appuntamento era il confronto tra Cacciari, Agamben, Lottieri e decine di altri filosofi sull’opera di Arthur Schopenhauer “L’arte di ottenere ragione”, confronto sospeso dopo circa 13 ore perché tutti i filosofi avevano letto l’opera e pretendevano di avere ragione.

È poi stata la volta del giurista Ugo Mattei che ha spiegato come si viva tutti quanti sotto un regime, specie i professori universitari che possono prendersi un anno sabbatico per andare in giro a sparare minchiate su come si viva tutti quanti sotto un regime.

Mattei ha chiuso il suo speech valutando in 1000 le ospitate settimanali minime per non dover cominciare a sospettare che ci sia in atto una censura verso gli intellettuali che si oppongono al pensiero unico anche se non hanno la minima idea di quale sia.

La new entry Alessandro Orsini ha curato il panel successivo dal titolo Uno studioso è un ponte sospeso su un abisso e altre frasi per fare bagnare le pupe, in cui ha elencato tutte le colpe dell’Europa a partire della misurazione del meridiano terrestre da parte di Eratostene, scoperta che ha permesso alla Nato di calibrare meglio le gittate dei suoi missili rivolti verso i bambini della Russia, cui nessuno pensa a parte lui. Orsini ha poi spiegato come il cervello di un uomo comune non sia in grado di gestire una grande mole di informazioni mentre il suo riesce a elaborare circa 14 puttanate ogni singolo secondo.

Massimo Cacciari ha poi trascorso l’ora successiva affermando che stanno sbagliando tutti, da Biden, al Papa, a Draghi, a Mancini, a Chris Rock, a Greta, al sole, al suo parrucchiere che gli ha tinto la barba ma gli ha lasciato grigi i capelli. Alla domanda di uno dei presenti che chiedeva quale fosse la soluzione, il filosofo veneziano ha risposto con il suo solito collaudatissimo mantra “Ma è ovvio che stanno sbagliando tutti, è ovvio, ma mica la devo dare io la soluzione!”

Carlo Freccero ha mostrato un video in cui i morti di Bucha sarebbero solo degli attori che poi si rialzano e assaltano un supermercato, prima che qualcuno gli facesse notare che aveva mandato in onda “Dawn of the Dead” (Zombi) di George A. Romero.

A quel punto è stato chiaro che il Grande Reset su cui batte da mesi l’ex guru della televisione, si riferisce soprattutto a quello delle sue facoltà mentali.

La tragedia è stata sfiorata quando è arrivato il momento di ascoltare le opinioni del pubblico presente, per offrire una grande prova di democrazia che fungesse da esempio anche ai politici che pensano solo a imporre il “Green Pass” alla Russia, spingendola così a invadere l’Ucraina.

Dopo alcuni interventi tesi unicamente a lodare il look di Ugo Mattei, la flemma di Cacciari, l’eleganza tricologica di Freccero e l’umiltà di Orsini, ha preso la parola l’oscuro professor Giovanni Chitin:

 “Io non credo che il Green Pass sia stato un tentativo di rovinare le persone”, ha esordito, “che interesse avrebbe un governo a passare alla storia come quello che ha rovinato volontariamente l’economia del proprio paese?

E per quanto riguarda la guerra, siamo tutti d’accordo che sia una cosa orribile, a meno che non si sia dei trafficanti d’armi, ma quando un paese straniero entra in un altro territorio non dobbiamo solo limitarci a stare a guardare e poi magari scrivere subito dopo su Facebook ‘Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano, poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi’… Ehi!”.

Senza che potesse concludere, l’uomo è stato subito cacciato in malo modo dal servizio d’ordine dei DuPrini prima che il panico si diffondesse in tutta la struttura.

È stato allora che Andrea Diprè, l’avvocato, conduttore televisivo, critico d’arte e youtuber italiano, ovvero un vero uomo rinascimentale, ha fatto irruzione nella sala e preso il microfono ha urlato al pubblico:

 “Avete chiamato la vostra commissione come me, ok, quasi come me, ed è per questo che voglio regalarvi il vostro inno. Forza, cantate con me: Tutte le notti, droga e complotti!”

(Augusto Rasori).

 

 

 

Alessandro Orsini, Vittorio Feltri:

"Con tutti i cretini che ci sono in tv...",

la fucilata del direttore.

Da sempre, in particolare negli ultimi tempi oscuri, si discute di libertà, parola affascinante, ma abusata ed entrata pertanto nel novero della retorica più vieta. Prendiamo la tragedia della invasione dell'Ucraina, di cui i media si stanno occupando fino alla nausea.

Si dice che i cittadini di quel Paese si battono per la loro libertà, ed è vero.

Non vogliono avere nulla che fare con la Russia di Putin. Però non si è capito a che libertà aspirino dato che la democrazia della quale hanno goduto fino a ieri è stata abbastanza zoppicante, visto che il regime comunista per decenni ha dominato nell'intera area soggiogando le popolazioni.

 In realtà la libertà tout court non esiste, è una chimera.

Nessuna persona umana nasce libera. I neonati hanno bisogno della mamma, poi di entrambi genitori. Chi va a scuola ascolta gli insegnanti.

“Una mattanza dopo l'invio di armi dall'Europa”. Bucha e non solo, la teoria di Orsini sugli orrori in Ucraina e la stoccata all'Occidente .

Chi si sposa spesso pende dalle labbra del coniuge.

 La prima libertà da conquistare è quella che affranca dal bisogno, inoltre c'è la libertà di lavoro, quella che consente di tirare avanti in proprio.

 E veniamo alla libertà di pensiero che non è mai stata tanto minacciata come ora poiché trionfa il pensiero unico, cioè il conformismo impastato con un carico di luoghi comuni. Attualmente corre l'obbligo di uniformarsi alle idee più banali e diffuse. A proposito della guerra in corso è obbligatorio, per essere à la page, dire che gli ucraini che affrontano a viso aperto i soldati di Mosca sono eroi perché preferiscono morire piuttosto che soccombere a Putin.

Siamo alla celebrazione dell'eroismo come valore assoluto.                              Il motteggio latino, primum vivere, è andato a farsi benedire, sostituito da questo: “si vis pacem para bellum” (cambierei le ultime due parole con para culum).

Alla luce di quello che sta succedendo, affermo che è sciocco battersi alla morte contro un avversario che ti sovrasta.

Anche in Italia, forse in Europa, è passato il principio che la libertà di pensiero è concessa esclusivamente a chi dice che è necessario fornire armi a Zelensky per resistere.

(Naturalmente …lui ha fatto presente che avrebbe  la necessità urgente di ottenere dai paesi occidentali globalisti la somma insignificante di 7 miliardi di dollari ogni mese! Ndr).

 Putin ha rovinato i loro piani. L'uomo che conosce i cinesi meglio di tutti: così il Dragone si mangerà lo Zar e il mondo.

"Putin ha rovinato i loro piani". L'uomo che conosce i cinesi meglio di tutti: così il Dragone si mangerà lo Zar e il mondo

Se qualcuno invece sostiene che non è lecito rinforzare l'esercito ucraino destinato alla sconfitta, apriti cielo: viene coperto di insulti, censurato.

Il professor Alessandro Orsini, che ha idee non conformi alla vulgata di moda, se in tv osa contraddire i soloni sostenitori della necessità di combattere, viene censurato.

Vietato dichiarare che l'importante è limitare le stragi e quindi la diffusione di carrarmati e roba simile. Io Orsini non lo conosco, l'ho visto solamente sul piccolo schermo, non posso sostenere di condividere ogni sua dichiarazione, tuttavia le sue affabulazioni sono interessanti e le ascolto volentieri, escono da una bocca collegata bene col cervello.

 Non capisco perché, con tutti i cretini che ingombrano il video, l'unico da espellere sia lui. Evidentemente la libertà di pensiero se non è morta è moribonda.

 

 

 

Cerco camerieri e non li trovo”. Imprenditori

e chef si lamentano sui giornali, ma senza

dire le condizioni proposte. Ecco alcune offerte.

Ilfattoquotidiano.it- Charlotte Matteini -( 15 APRILE 2022)- ci dice :

 

Il fil rouge che collega tutti gli articoli che se la prendono con il Reddito o quelli che accusano direttamente i candidati è uno: non vengono mai citate le condizioni contrattuali che vengono proposte ai lavoratori né si ritrovano mai in rete annunci di lavoro postati dagli imprenditori che rilasciano queste interviste.

Alessandro Borghese: “Lavorare per imparare non significa per forza essere pagati. I ragazzi vogliono compensi importanti, da subito”.

(Garavaglia: “Il reddito di cittadinanza affossa il turismo, ha tolto dal mercato gli stagionali”. Ma tutti i dati smentiscono il ministro.).

Dieci ore al giorno, sei giorni su sette.

Lo stipendio? Forfettario e pagato in parte con bonifico e in parte in contanti. Ovvero in nero.

 Questo è solo un esempio delle offerte di lavoro in cui si imbattono i lavoratori della ristorazione e del turismo in cerca di un impiego per la stagione.

“Non riusciamo a trovare personale”.

“Il reddito di cittadinanza ha rovinato il mercato”.

“Cerco camerieri e non li trovo”. Da settimane sui quotidiani di tutta Italia è tornata a farla da padrone la sempreverde campagna contro i giovani che non hanno voglia di lavorare, edizione “mancano lavoratori per la stagione estiva”.

In coda alla sequela di protesta di ristoratori e albergatori che si lamentano di non trovare dipendenti per le proprie attività, a mettere il carico da 90 sulla classica polemica di inizio primavera è stato uno degli chef televisivi più famosi d’Italia:

 Alessandro Borghese.

 In un’intervista concessa al Corriere della Sera, ha dichiarato di essere alla perenne ricerca di collaboratori “ma fatico a trovare nuovi profili”.

E poi, ancora: “Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con “soli” vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte né parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione”.

Lavoro sottopagato, le storie dal settore ristorazione – “Gestivo un locale, ma il contratto era da barista part-time”. “Turni fino a 18 ore, per reggere si abusa di alcol e droghe”.

Il fil rouge che collega tutti gli articoli di quello che ormai è divenuto un vero e proprio genere letterario è uno:

non vengono mai citate le condizioni contrattuali che vengono proposte ai lavoratori né si ritrovano mai in rete annunci di lavoro postati dagli imprenditori che si lamentano sui giornali.

Molto spesso, le febbrili ricerche di cui raccontano si limitano alla pubblicazione di sintetici post su Facebook.

 Fine dello sforzo, che secondo loro dovrebbe essere ricompensato dall’arrivo di decine di curricula. Raramente i quotidiani che raccontano le vicissitudini degli imprenditori del settore della ristorazione e del turismo danno voce all’altra parte in causa, i lavoratori, chiedendo che tipo di proposte in media ricevano per coprire la stagione, estiva o invernale che sia.

 

COSA OFFRE IL MERCATO – “La maggior parte delle volte le offerte vengono esplicitate per telefono oppure dal vivo, senza lasciare prove. Capita però che alcuni datori di lavoro scrivano via mail nero su bianco condizioni che hanno ben poco di legale”. Daniele sta cercando lavoro per la stagione estiva e recentemente si è imbattuto in due offerte particolari arrivate da due hotel 4 Stelle. La prima struttura, sul Lago di Garda, cercava un pasticciere che lavorasse 10 ore al giorno per 6 giorni su 7. Sessanta ore di lavoro a settimana. “Non ho idea del compenso perché mi sono fermato quando ho letto che proponeva uno stipendio tutto incluso, dunque comprendente di tfr, ferie, 13sima, 14sima per aumentare il compenso mensile, da pagare tramite bonifico e una parte in contanti. Mi sono fermato a questa proposta, scritta nero su bianco come fosse una cosa normale”.

Il secondo hotel, sempre un 4 stelle, è una struttura di Bellaria piuttosto conosciuta. “

Mi ha offerto 1900 euro al mese, sempre omnicomprensivi di tutto, per lavorare come capo partita sette giorni su sette, mattina, pranzo e cena, quindi almeno 12 ore al giorno – racconta Daniele – Alla mia richiesta di avere almeno un giorno libero a settimana, mi hanno risposto che il compenso si sarebbe abbassato a 1600 euro al mese. Sempre per 12 ore al giorno. Questo è quello che si trova in giro”.

 

“E POI MI DICONO CHE NON VOGLIO LAVORARE” – Un caso? Non esattamente. E date le esperienze passate e le offerte sempre peggiori che girano nell’ambiente, Daniele sta pensando di abbandonare il settore: “Onestamente, dopo anni di sacrifici, mi sono accorto che non vivo più, soprattutto facendo il paragone con amici che hanno lasciato la ristorazione. Loro hanno sabato e domenica liberi, ferie pagate, otto ore al giorno. Io mai avuti questi ‘privilegi’”, si sfoga. “Ho lavorato 13 ore per 20 euro a Ferragosto 2020, dopo il periodo della prima ondata Covid con la scusa che ‘la pandemia ha colpito tutti, ora questi sono i compensi’. Sto valutando di lasciare il settore perché non riesco a trovare nessuno che garantisca il minimo. Non ho mai percepito tredicesima, a volte nemmeno il TFR. Può un ragazzo rivolgersi sempre ad un avvocato per ricevere quello che gli spetta e poi essere etichettato come uno che non ha voglia di lavorare?”, conclude.

 

 

 

 

 

“OPERAZIONE SPECIALE” PER PREVENIRE

 LA “PROSSIMA PANDEMIA”?

Nogeoingegneria.com - Dr. Joseph Mercola - (7 APRILE 2022)- ci dice :

 

Un articolo che non lascia senza fiato per la sua lunghezza, anche, ma per il suo contenuto. Le fantasie di Michael Crichton si traducono in realtà.

Le prove del Cover-Up di pandemie e armi biologiche.

STORIA IN SINTESI.

Mentre la prova di un potenziale insabbiamento delle armi biologiche ha iniziato ad emergere, un’azienda chiamata Meta-biota sta guadagnando visibilità.

La missione di Meta-biota è di rendere il mondo più resistente alle epidemie fornendo “dati, analisi, consigli e formazione per prepararsi alle minacce sanitarie globali e mitigarne gli impatti”. Il suo fondatore è un graduato del “World Economic Forum Young Global Leader” creato dal miliardario Klaus Schwab (il nuovo Hitler. Ndr).

Gli investitori di Meta-biota includono In-Q-Tel, una azienda di venture capitali della CIA specializzata in investimenti high-tech che supportano o beneficiano dei servizi di intelligence delle agenzie americane, il fondo di investimento di Hunter Biden, Rosemont Seneca e l’ U.S. Department of Defense’s Threat Reduction Agency (DTRA)l’, che ha contrattato Meta-biota per gestire le operazioni nei laboratori in Ucraina collegati agli Stati Uniti.

Oltre ad avere stretti legami con il WEF e la sua agenda Great Reset, Nathan Wolfe, il fondatore di Meta-biota, ha anche lavorato nel comitato editoriale di EcoHealth Alliance dal 2004.

 Nel 2017, ha co-scritto uno studio sui coronavirus nei pipistrelli insieme al presidente di EcoHealth Peter Daszak, Ph.D. EcoHealth ha lavorato a stretto contatto con il Wuhan Institute of Virology (WIV) in Cina, dove si sospetta che la SARS-CoV-2 abbia avuto origine.

Le partnership globali di Meta-biota sono guidate da Andrew C. Weber, ex assistente segretario della difesa per la Difesa nucleare, chimica e biologica, che ha creato il DTRA.

Con l’emergere delle prove di un potenziale insabbiamento delle armi biologiche, una società chiamata Meta-biota sta guadagnando importanza. I legami tra Meta

biota e diversi attori chiave nella pandemia COVID e  nella storia dei laboratori ucraini sono molteplici, quindi non c’è modo semplice di sviscerarli in una sequenza logica.

Detto questo, iniziamo con ciò che Meta-biota fa e con le connessioni del suo fondatore, ed espandiamoci a partire da lì.

La missione di Meta-biota.

La missione di Metabiota è di rendere il mondo più resistente alle epidemie fornendo “dati, analisi, consulenza e formazione per prepararsi alle minacce sanitarie globali e mitigarne l’impatto”.

Attraverso l’analisi dei dati, aiutano “i decisori del governo e dell’industria” a stimare e mitigare i rischi di pandemia. Ma sostengono anche di promuovere lo “sviluppo sostenibile”, che sembra avere poco a che fare con la gestione del rischio pandemico.

Questo termine, “sviluppo sostenibile”, è uno di quelli promossi da Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum (WEF).

È parte integrante del piano di Schwab  (il nuovo Hitler .Ndr) per un Grande Reset globale e una rivoluzione transumanista ( nota come quarta rivoluzione industriale).

Non è sorprendente, quindi, scoprire che il fondatore di Meta-biota, Nathan Wolfe, non solo ha stretti legami con il WEF, ma è anche una delle sue stelle nascenti. È un Young Global Leader certificato dal WEF e ha ricevuto il premio WEF’s Technology Pioneer nel 2021.

Meta-biota e la ricerca di virus pandemici.

Meta-biota è stato un partner principale di un programma di minaccia pandemica dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) chiamato PREDICT, che ha cercato di identificare dei virus con potenziale pandemico.

I contractor finanziati attraverso questo programma hanno incluso la EcoHealth Alliance, guidata da Peter Daszak. Il programma PREDICT, diretto da Dennis Carroll, sembra essere servito come dimostrazione del metodo per il Global Virome Project che Carroll ha fondato.

Secondo una recente indagine di U.S. Right to Know (USRTK), Carroll sembra aver deviato fondi governativi dal programma PREDICT durante la sua gestione, per finanziare questo progetto personale parallelo, che è stato istituito con l’intenzione di raccogliere, identificare e catalogare 1 milione di virus dalla fauna selvatica nel tentativo di prevedere quali potrebbero causare un’epidemia umana.

I finanziamenti di Meta-biota.

Meta-biota riceve finanziamenti da diverse organizzazioni e agenzie interconnesse, tra cui:

-Pilot Growth Management, co-fondata da Neil Callahan. Callahan che è anche un cofondatore di Rosemont Seneca Technology Partners, e siede nel consiglio di amministrazione di Meta-biota.

-Il Global Virome Project, che avrebbe pagato (o aveva intenzione di pagare) Meta-biota 341.000 dollari per condurre un’analisi costi-benefici. -In-Q-Tel, una società di venture capital della CIA specializzata in investimenti ad alta tecnologia che supportano o beneficiano del servizio delle agenzie di intelligence degli Stati Uniti.

 

-La Threat Reduction Agency (DTRA) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. In particolare, nel 2014, la DTRA ha assegnato alla Meta-biota 18,4 milioni di dollari in contratti federali per servizi di consulenza scientifica e tecnica ai laboratori della DTRA in Ucraina e Georgia.

Appaltando il lavoro a società private, il DTRA è in grado di aggirare la supervisione del Congresso. La Russia sta ora accusando gli Stati Uniti di finanziare la ricerca segreta e illegale sulle armi biologiche in questi laboratori ucraini, e sostiene che questo è stato il vero motivo della sua invasione.

-Rosemont Seneca, un fondo di investimento co-gestito da Hunter Biden. Se le accuse della Russia si rivelassero vere, questo legame potrebbe rivelarsi profondamente problematico per la Casa Bianca, poiché ciò significa che la famiglia Biden era più o meno direttamente coinvolta nel finanziamento di quella ricerca.

Inoltre Wolfe ha ricevuto più di 20 milioni di dollari in sovvenzioni di ricerca da Google, dal NIH e dalla Bill & Melinda Gates Foundation, solo per citarne alcuni, ed era un amico dell’ormai defunto Jeffrey Epstein.

Nel suo libro del 2012, “The Viral Storm”, Wolfe ha ringraziato gli amici per il loro sostegno, tra cui Epstein e Boris Nikolic. Nikolic, un venture capitalist di biotecnologie, è stato nominato “esecutore di riserva” nel testamento di Epstein.

Epstein, il quale oltre ad essere un pedofilo condannato e accusato di traffico sessuale di minori, aveva un forte interesse per l’eugenetica.

È ormai noto che sognava di creare una sua razza “sovrumana” ingravidando decine di donne alla volta nel suo ranch del New Mexico.

 Epstein riuscì anche ad assicurarsi incontri con Bill Gates, la cui storia familiare è altrettanto caratterizzata da un interesse per l’eugenetica e il controllo della popolazione.

Il fondatore di Meta-biota coinvolto come sospettato nella pandemia di COVID.

Oltre ad avere stretti legami con il WEF e la sua agenda Great Reset, Wolfe, il fondatore di Meta-biota, ha anche servito nel comitato editoriale di EcoHealth Alliance dal 2004. Nel 2017, ha persino co-scritto uno studio sui coronavirus nei pipistrelli insieme al presidente di EcoHealth Alliance, Peter Daszak.

Come ricorderete, EcoHealth Alliance, un’organizzazione non profit focalizzata sulla prevenzione delle pandemie, ha lavorato a stretto contatto con il Wuhan Institute of Virology (WIV) in Cina, dove si sospetta abbia avuto origine la SARS-CoV-2.12

Daszak – che ha ricevuto finanziamenti per la ricerca sul coronavirus dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), guidato dal Dr. Anthony Fauci, e dal Dipartimento di Stato americano13 – ha subappaltato parte di quel lavoro a Shi Zheng-li al WIV. Era anche coautore di progetti di ricerca al WIV.

Quando sono partite le voci che la SARS-CoV-2 fosse stata prodotta dall’uomo, Daszak ha svolto un ruolo centrale nel tentativo di oscurare l’origine del laboratorio, preparando una dichiarazione scientifica che condannava tali indagini come “teoria della cospirazione”.

 

Questo “consenso” costruito è stato poi utilizzato dai media per contrastare chiunque presentasse teorie e prove del contrario.

Questo, nonostante il fatto che lui, nel 2015, abbia avvertito che una pandemia globale potrebbe verificarsi da un incidente di laboratorio – e che “i rischi erano maggiori con il tipo di ricerca sulla manipolazione del virus che viene effettuata a Wuhan”!

Nel 2021, sono state aperte due indagini sulle origini della pandemia COVID, una dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e un’altra da The Lancet, e Daszak in qualche modo è riuscito a finire in entrambe queste commissioni, nonostante abbia apertamente e ripetutamente respinto la possibilità che la pandemia fosse il risultato di una fuoriuscita dal laboratorio.

(Nota dell’editore: Il riferimento all’OMS è stato cancellato sia dal sito web dell’agenzia che dagli archivi internet, ma numerose notizie come questa di NPR, pubblicata dopo che l’indagine è stata lanciata, sono ancora presenti e accessibili).

È interessante notare che uno dei consiglieri politici di EcoHealth Alliance è un ex comandante di Fort Detrick chiamato David Franz. Fort Detrick è la principale struttura di “bio-difesa” gestita dal governo degli Stati Uniti, anche se Franz stesso ha ammesso pubblicamente che “in biologia … tutto è a doppio uso – le persone, le strutture e le attrezzature.

Meta-biota e il DTRA.

Alla fine di maggio 2016, Meta-biota ha assunto Andrew C. Weber, membro del Council on Foreign Relations, per dirigere le sue Global Partnerships.

 

Tra il 2009 e il 2014, Weber è stato assistente segretario della difesa per la difesa nucleare, chimica e biologica sotto l’allora presidente Obama.

Weber ha il merito di aver creato la Defense Threat Reduction Agency (DTRA) – un’agenzia di supporto al combattimento all’interno del DoD degli Stati Uniti, specializzata nel contrastare le armi di distruzione di massa, comprese le armi biologiche – e come menzionato in precedenza, la DTRA avrebbe finanziato Meta-biota per gestire laboratori di ricerca biologica finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina.

Il DTRA ha anche erogato una serie di sovvenzioni a EcoHealth Alliance, per un totale di almeno 37,5 milioni di dollari,26,27 compresa una sovvenzione nel 2017 per 6,5 milioni di dollari destinata a “comprendere il rischio di insorgenza di malattie zoonotiche trasmesse dai pipistrelli in Asia occidentale”.

Secondo un rapporto del dicembre 2020 di The Defender, EcoHealth Alliance aveva cercato di nascondere la maggior parte dei finanziamenti del Pentagono che aveva ricevuto tra il 2013 e il 2020, la maggior parte dei quali proveniva dal DTRA.

La risposta maldestra di Meta-biota all’Ebola.

Nel 2016, CBS News ha pubblicato una critica feroce riguardo alla risposta di Meta-biota all’epidemia di Ebola del 2014 in Africa occidentale.

 Meta-biota era stata assunta dall’OMS e dal governo locale della Sierra Leone per monitorare la diffusione dell’epidemia, ma secondo un’indagine di The Associated Press, “alcune delle azioni dell’azienda hanno peggiorato una situazione già caotica”.

In una e-ml del 17 luglio 2014, ottenuta da AP, il dottor Eric Bertherat, ufficiale medico presso il Department of Epidemic and Pandemic Alert and Response dell’OMS, si lamentava di diagnosi errate e di una ” confusione totale” nel piccolo laboratorio Meta-biota condiviso con la Tulane University a Kenema, Sierra Leone.

Secondo Bertherat, non c’era “nessuna rilevazione dei campioni” e “assolutamente nessun controllo su ciò che è stato fatto”. “Questa è una situazione che l’OMS non può assolutamente accettare”, ha scritto. Allo stesso modo, Sylvia Blyden, assistente esecutivo speciale del presidente della Sierra Leone, ha detto che la risposta di Meta-biota è stata un disastro.

“‘Hanno compromesso l’intera regione’, ha detto. Ha chiamato il tentativo di Meta-biota di rivendicare il riconoscimento per il suo lavoro sull’Ebola ‘un insulto alla memoria di migliaia di africani che sono morti’”.

Il funzionario sanitario statunitense Austin Demby, che ha valutato il lavoro di laboratorio di Meta-biota e Tulane dietro richiesta degli U.S. Centers for Disease Control and Prevention e del governo della Sierra Leone, si è dimostrato anche lui critico.

In una e-mail, Demby ha sottolineato che gli aghi usati venivano lasciati fuori e non c’era luce ultravioletta per la decontaminazione. Lo spazio era anche troppo piccolo per il trattamento sicuro dei campioni di sangue. “Il potenziale di contaminazione incrociata è enorme e francamente inaccettabile”, aveva scritto.

Anja Wolz, un coordinatore emergenziale di Medici Senza Frontiere, ha detto ad AP di aver visto gli operatori di Meta-biota entrare nelle case di pazienti con sospetto di Ebola senza indumenti protettivi, e lasciare le aree ad alto rischio senza eseguire alcun tipo di procedura di decontaminazione. Ha anche accusato Meta-biota di aver calcolato male la gravità dell’epidemia, mentre hanno insistito che la situazione era sotto controllo, cosa che chiaramente non era.

Il professore di microbiologia di Tulane, Bob Garry, ha anche criticato la scelta di Meta-biota di far dirigere l’operazione al dottor Jean-Paul Gonzalez, poiché Gonzalez, nel 1994, si era accidentalmente infettato con una rara febbre emorragica mentre lavorava in un laboratorio dell’Università di Yale.

Lui non avvisò nessuno dell’esposizione per più di una settimana, un ritardo che mise a rischio più di 100 altre persone. A Gonzalez fu ordinato di seguire un corso di recupero sulla sicurezza, ma secondo Garry, tale negligenza era una bandiera rossa, e non pensava che Gonzalez fosse l’uomo giusto per insegnare ai sierraleonesi qualcosa sull’Ebola.

“Vuoi davvero che la persona che si è infettata con la febbre emorragica vada in giro a spiegare alla gente come comportarsi in sicurezza? Ha chiesto Garry in una e-mail a un rappresentante dei media di Meta-biota. Wolfe ha difeso la sua azienda, dicendo che non c’erano prove che avessero fatto qualcosa di sbagliato. Alcuni dei problemi sono stati attribuiti a malintesi e altri alla rivalità commerciale.

L’incidente di laboratorio è la causa più probabile, ma meno studiata, del COVID.

In un rapporto del 28 marzo 2022,32 U.S. Right to Know (USRTK) ha rivelato il contenuto di un memo del Dipartimento di Stato del 202033 ottenuto dal gruppo. USRTK scrive:

“Origine dell’epidemia: I laboratori di Wuhan sono rimasti i più probabili ma meno indagati”, si legge nel titolo. Il memorandum è scritto come un BLUF – ‘bottom line up front’ – uno stile di comunicazione usato in ambito militare. L’identità dell’autore o degli autori è sconosciuta …

BLUF: Non ci sono prove dirette e schiaccianti per dimostrare che a causare la pandemia sia stata una fuga di notizie dai laboratori di Wuhan, ma ci sono prove circostanziali che suggeriscono che questo sia il caso”, si legge nel memo. Apparentemente redatto nella primavera del 2020, il memo dettaglia le prove circostanziali per la teoria della “fuga dal laboratorio” – cioè il concetto che il COVID-19 ha avuto origine in uno dei laboratori di Wuhan, in Cina, l’epicentro della pandemia. Il memorandum solleva preoccupazioni sulla “massiccia quantità” di ricerca su nuovi coronavirus a quanto pare condotta presso l’Istituto di virologia di Wuhan e il vicino laboratorio del Wuhan Center for Disease Control … Il memorandum segnala anche i difetti di biosicurezza in entrambi i laboratori, definendo la gestione dell’Istituto di virologia di Wuhan “dei virus mortali e degli animali da laboratorio portatori di virus … spaventosamente scarsa e negligente”.

Il memorandum fornisce un quadro straordinario dei retroscena che riguardano le preoccupazioni di un incidente di laboratorio da parte dei leader della politica estera degli Stati Uniti, sebbene questa direzione di indagine sia stata considerata una tesi cospirativa di virologi internazionali, alcuni dei quali avrebbero conflitti d’interesse non rivelati.

“Persiste il sospetto che Shi detenga una posizione importante e potente nel campo in Cina e abbia una vasta collaborazione con molti virologi [internazionali] che potrebbero averle fatto un favore”, si legge

Il memorandum lamenta che “il luogo più logico per indagare sull’origine del virus è stato completamente escluso dall’indagine da parte del [partito comunista cinese]” … Il memorandum suggerisce anche che altre ipotesi possono essere servite come distrazione da un esame della vasta ricerca della città sui nuovi coronavirus. Tutte le altre teorie sono probabilmente usate come diversivo per evitare un’inchiesta [sul] WCDC e WIV”, si legge …

Il memorandum cita un documento del 2015 di cui Shi è coautore, intitolato ” A SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence” che descrive la creazione di una “chimera”, o virus ingegnerizzato, con la proteina spike di un coronavirus proveniente da un pipistrello cinese a ferro di cavallo.

I redattori di Nature Medicine hanno aggiunto una nota nel marzo 2020, avvertendo che l’articolo è stato “usato come base per teorie non verificate che il nuovo coronavirus causa del COVID-19 è stato ingegnerizzato” … Ma questo promemoria mostra che il Dipartimento di Stato ha effettivamente considerato il documento rilevante per le origini della pandemia”.

NIH ha ritrattato la sequenza genetica su richiesta dei ricercatori del WIV.

Mentre non abbiamo ancora ottenuto evidenze a prova di bomba che la SARS-CoV-2 sia stata sviluppata come arma biologica, ci sono molte prove circostanziali che puntano in quella direzione. Inquietante, col passare del tempo, sempre di più questa prova indiziaria pare evidenziare il coinvolgimento degli Stati Uniti. Se da una parte un dito proverbiale è puntato contro la Cina, altri quattro sono puntati contro di noi.

Questa è una notizia profondamente brutta, ma dovrebbe davvero rafforzare la nostra determinazione ad andare in fondo alla questione. Nessuno di noi è al sicuro finché non saranno assicurati alla giustizia gli scienziati pazzi responsabili di questa pandemia. Non importa chi siano. Con ogni probabilità, scopriremo che la colpa non può essere attribuita a una sola nazione. Come minimo, gli Stati Uniti e la Cina sembrano proteggersi a vicenda.

Per fare solo un esempio, esistono le cancellazioni di informazioni avvenute sia al National Institutes of Health che al WIV, o su richiesta dell’altro, ma anche come favore.

Come riportato da Just the News, NIH ha cancellato una presentazione di sequenziamento genetico della SARS-CoV-2 dal suo Sequence Read Archive (SRA) su richiesta di un ricercatore del WIV.

Le e-mail ottenute tramite richiesta FOIA al NIH da Empower Oversight mostrano che un ricercatore del WIV che aveva presentato due sequenze genetiche all’SRA, una nel marzo 2020 e una seconda nel giugno 2020, ha chiesto di far cancellare l’ultima.

Inizialmente NIH ha dichiarato che sarebbe stato meglio modificare o sostituire la presentazione piuttosto che ritirarla, ma il ricercatore ha insistito per rimuoverla, cosa che hanno fatto.

 Per essere corretti, il NIH afferma anche di aver ritrattato almeno otto presentazioni SRA in totale, la maggior parte da ricercatori americani, su loro richiesta. Tuttavia, le e-mail mostrano anche che il NIH ha guidato i giornalisti su come fornire una copertura più favorevole e meno sensazionalizzata della cancellazione della sequenza cinese. Just the News scrive.

“[Empower Oversight] dice che uno degli elementi più sconcertanti delle e-mail è la prova che dimostra che il NIH ha rifiutato la partecipazione a un procedimento trasparente per esaminare i dati sulle sequenze cancellate.

” La cosa più importante, perché NIH ha rifiutato di esaminare le copie d’archivio delle sequenze cancellate in un processo scientifico aperto per determinare se qualcuna di queste informazioni potrebbe essere in grado di far luce sulle origini della pandemia COVID-19?” ha chiesto il gruppo.

Tuttavia, questo argomento è stato respinto dal funzionario NIH Steve Sherry. Nonostante le sequenze non siano mai completamente cancellate, secondo l’agenzia, Sherry diede una risposta a un ricercatore che chiese trasparenza: “Come sapete, quando i set di dati vengono ritirati dal database, questo status non permette che vengano utilizzati per ulteriori analisi”.

La WIV ha cancellato riferimenti a collaboratori statunitensi.

Il WIV ha anche cancellato informazioni al fine di proteggere il NIH. Poco dopo che Fauci ha testimoniato in un’udienza del Senato nel marzo 2021, la WIV ha tranquillamente cancellato tutte le menzioni della sua collaborazione con il NIAID di Fauci, il NIH e altri partner di ricerca americani dal suo sito web. Come riportato il 15 maggio 2021 da The National Pulse.

“Il 21 marzo 2021, il sito web del laboratorio ha elencato sei partner di ricerca con sede negli Stati Uniti: University of Alabama, University of North Texas, EcoHealth Alliance, Harvard University, National Institutes of Health (NIH), Stati Uniti e National Wildlife Federation.

 

Un giorno dopo, la pagina è stata modificata in modo da contenere solo due partner di ricerca – EcoHealth Alliance e l’Università dell’Alabama. Il 23 marzo, EcoHealth Alliance era l’unico partner rimasto.

 

EcoHealth Alliance è gestita dal Dr. Peter Daszak, partner di lunga data del Partito Comunista Cinese, il quale il caporedattore di National Pulse Raheem Kassam ha ripetutamente indicato come primo ‘capro espiatorio’ della debacle del laboratorio di Wuhan …

Oltre a stabilire un rapporto di lavoro tra il NIH e l’Istituto di virologia di Wuhan, i post ormai cancellati dal sito dettagliano anche gli studi che portano le caratteristiche della ricerca gain-of-function condotta con il laboratorio di Wuhan”.

Infatti, una pagina web della WIV, ora rimossa, intitolata “Will SARS Come Back?” affermava che:

“Zhengli Shi e Xingyi Ge del WIV, in collaborazione con ricercatori dell’Università del North Carolina, della Harvard Medical School, dell’Istituto di microbiologia di Bellinzona … esaminano il potenziale di malattia di un virus simile alla SARS, SHC014-CoV, che attualmente sta circolando nelle popolazioni cinesi di pipistrelli a ferro di cavallo.

Utilizzando il metodo di genetica inversa SARS-CoV, gli scienziati hanno generato e caratterizzato un virus chimerico che si esprime nella spike del coronavirus SHC014 dei pipistrelli in un backbone topo-adattato di SARS-CoV.

I risultati indicano che i virus del gruppo 2b con codifica dello spike SHC014 in un sistema di base del tipo selvaggio possono utilizzare in modo efficiente più ortologhi del recettore della SARS, l’enzima umano converte l’angiotensina II (ACE2), e si replicano in modo efficiente nelle cellule primarie delle vie aeree umane ottenendo in vitro titoli equivalenti ai ceppi epidemici di SARS-CoV.

La valutazione delle modalità immunoterapeutiche e profilattiche disponibili per la SARS ha rivelato una scarsa efficacia; entrambi gli approcci di anticorpi monoclonali e vaccini non sono riusciti a neutralizzare e proteggere dall’infezione con i CoV utilizzando la nuova proteina spike.

Sulla base di questi risultati, hanno sinteticamente ri-derivato un virus ricombinante SHC014 infettivo a lunghezza intera e hanno dimostrato una robusta replicazione virale sia in vitro che in vivo …”

 

Le eliminazioni dei partner di ricerca americani dal sito web della WIV (con l’eccezione di EcoHealth Alliance), e la cancellazione dell’articolo che discuteva la ricerca genetica sul virus della SARS sono servite solo a rafforzare i sospetti di insabbiamento. All’epoca, la cosa più sorprendente era che stavano coprendo il coinvolgimento americano e non solo il loro.

Siamo noi i cattivi?

Ahimè, come ha osservato Maajid Nawaz, un ex rivoluzionario islamista che è diventato un attivista antiestremismo, se si scopre che gli Stati Uniti si sono effettivamente impegnati nello sviluppo illegale di armi biologiche in Ucraina, potrebbe risultare che siamo noi i cattivi in questo caso. Egli scrive, in parte:

“Il 24 febbraio 2022, il giorno stesso dell’invasione della Russia, alcuni di noi erano già preoccupati per la possibilità di laboratori di armi biologiche esistenti in Ucraina …

L’esistenza di laboratori di armi biologiche al confine dell’Ucraina con la Russia è stata poi confermata sia dalla Russia che dagli Stati Uniti (dico entrambi perché il governo ucraino sta essenzialmente servendo come delegazione degli Stati Uniti). L’unica domanda che rimane riguarda ciò che si faceva in quei laboratori.

Non è più in dubbio che abbiamo finanziato la ricerca sulle armi biologiche nel laboratorio di Wuhan in Cina, da dove ora si ritiene che il COVID sia probabilmente trapelato. Quindi stavamo facendo lo stesso anche in Ucraina? La Russia ha certamente avanzato l’accusa …

Il rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa russo, il maggior generale Igor Konashenkov ha dichiarato: “Nel corso di un’operazione militare speciale, sono stati rivelati gli elementi di una pulizia di emergenza da parte del regime di Kiev delle tracce di un programma biologico militare in corso in Ucraina, finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti”.

 

Con questo, ha rilasciato questo documento drop asserendo … che queste carte sostenevano la loro tesi. Se le accuse della Russia reggono, gli Stati Uniti e il suo regime ucraino per procura violerebbero il primo articolo della Convenzione delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi batteriologiche (biologiche) e delle armi tossiche.

L’annuncio della Russia sembra aver costretto l’America ad ammettere che tali laboratori biologici esistono davvero. Il sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland ha inquadrato questa ammissione affermando che questi laboratori erano solo per la ricerca difensiva.

Il sottosegretario Nuland ha comunque continuato a sostenere che tali laboratori sarebbero pericolosi se cadessero in mani russe, senza apparentemente notare la contraddizione insita nella sua posizione secondo cui tali laboratori sono pericolosi solo dal momento che possono essere usati come armi

La corrispondenza degli attacchi di precisione russi con una mappa delle posizioni dei laboratori biologici all’interno dell’Ucraina suggerisce certamente che la ‘operazione militare speciale’ di Putin sembra prendere di mira alcuni di questi pericolosi laboratori”.

Infatti, Nawaz evidenzia una petizione ucraina del 2021 al presidente Zelensky, che chiedeva:

a) la chiusura immediata dei “bio-laboratori americani nel territorio dell’Ucraina”, b) un’indagine sulle attività di quei laboratori, e

c) un’indagine sulla potenziale partecipazione ucraina alla creazione della SARS-CoV-2.

In altre parole, perlomeno alcuni ucraini, nel 2021, si chiedevano se i laboratori americani nel loro paese potessero essere coinvolti nella creazione di questa pandemia.

Dichiarazioni che non hanno alcun valore.

Non sorprende che il Dipartimento di Stato americano abbia adottato una linea dura, rinnegando tutte le allegazioni con la dichiarazione che “Gli Stati Uniti non hanno laboratori di armi chimiche e biologiche in Ucraina”.

 In un’altra dichiarazione, il Dipartimento di Stato ha “chiarito” che i laboratori erano per la “bio-difesa”, non per le armi biologiche, ripulendo così semanticamente le loro attività criminali.

Il problema è che non c’è una netta linea di demarcazione tra la bio-difesa e la ricerca sulle armi biologiche.

Come ha ammesso il consigliere politico di Eco-Health Alliance ed ex comandante di Fort Detrick, David Franz, tutto è “a doppio uso – le persone, le strutture e le attrezzature”. La biodifesa implica la guerra biologica, poiché comprende la creazione di agenti patogeni più pericolosi al presunto scopo di trovare trattamenti contro di essi.

Anche l’esperto di armi biologiche Francis Boyle, che ha redatto il Biological Weapons Anti-Terrorism Act del 1989, ha sottolineato che la maggior parte dei laboratori BSL-4 sono a doppio uso: “Prima sviluppano l’agente offensivo per la guerra biologica e poi sviluppano il presunto vaccino”.

E poi, c’è l’accordo sulla proliferazione delle armi tra gli Stati Uniti e l’Ucraina, firmato alla fine di agosto 2005.

Tra parentesi, era stato l’ex presidente Barrack Obama a guidare il progetto di costruzione di questi laboratori ucraini nel 2005, al tempo in cui era ancora senatore e, curiosamente, anche l’annuncio online del suo coinvolgimento in questo progetto è stato cancellato dal web.

Secondo questo accordo, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti assisterà il Ministero della Salute in Ucraina, senza alcun costo, per prevenire la “proliferazione della tecnologia, degli agenti patogeni e delle competenze” trovati in un certo numero di laboratori ucraini, che “potrebbero essere utilizzati nello sviluppo di armi biologiche”.

La scottante questione dell’intenzione.

Quindi, l’accordo stesso chiarisce che stanno lavorando su agenti patogeni che POTREBBERO essere usati come armi biologiche, e le preoccupazioni dichiarate da Nuland lo confermano. L’unica domanda che rimane allora è quella dell’intenzione.

Qual è l’uso previsto di questi agenti patogeni? Difesa? O offesa? E c’è davvero una differenza?

Come ha notato Nawaz, l’aggrapparsi degli Stati Uniti a questa difesa della “bio-difesa” e della proliferazione delle armi biologiche è “l’equivalente di negare che la scoperta di Einstein di dividere l’atomo per generare energia non sia anche qualcosa che potrebbe essere usato per fare armi nucleari”.

Dopo l’epidemia di COVID, la possibilità che i laboratori biologici possano essere trasformati in arsenali bellici dovrebbe essere semplicemente considerata un elemento di regola”.

Inoltre, considerate la rete di attori esaminata prima. La collaborazione ucraino-americana per studiare gli agenti patogeni in grado di essere trasformati in armi è gestita dal DTRA, che finanzia Meta-biota, che è gestito da un leader del WEF ( Klaus Schwab.Ndr ) con stretti legami personali con una persona – Daszak – sospettata di essere un giocatore chiave nella creazione della SARS-CoV-2, un intermediario del NIH e del WIV, e una forza centrale nel cover-up della tesi di una fuga di laboratorio.

Ed è interessante notare che Meta-biota è supportata finanziariamente dalle società d’investimento di Hunter Biden, e non dimentichiamo che il giovane Biden ha percepito pure uno stipendio a sei cifre da una società di gas ucraina per non aver fatto letteralmente nulla, se non fornire il suo “nome potente”.

Che sia circostanziale o meno, non sembra una cosa buona. E, a questo punto, dovrebbe essere chiaro che qualsiasi laboratorio che fa lavoro difensivo è ugualmente capace di sfornare armi offensive. Discutere questo punto è semplicemente stupido, poiché tutto si riduce alla semantica.

Secondo la giornalista bulgara Dilyana Gaytandzhieva, Meta-biota è un giocatore chiave nei laboratori ucraini. David Horowitz, uno scrittore politico, ha notato che Meta-biota sia ” una società che traccia la traiettoria delle epidemie e vende assicurazioni pandemiche, ma sembra che abbia anche le mani nei laboratori reali che … potrebbero essere la fonte di alcune di queste epidemie.

In altre parole, potrebbe essere che Meta-biota abbia prodotto agenti biologici sotto copertura diplomatica e poi abbia venduto assicurazioni pandemiche e tracker pandemici per “aiutare i paesi ad anticipare ciò che stanno diffondendo”?

L’uso del termine “operazione militare speciale” da parte di Putin era per garantire che una “prossima pandemia” venisse impedita eliminando i bio-lab?  

(Maajid Nawaz.).

 

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