CI HANNO ROVINATO.
CI HANNO ROVINATO.
I
Tempi plumbei che stiamo vivendo
sono
solo il Preludio al Peggio
che deve ancora Venire…
Conoscenzealconfine.it-(
19 Aprile 2022) - Claudio Martinotti Doria- ci dice:
Lo
sappiamo tutti che l’élite dominante è composta da “filantropi” generosi che
vogliono solo il bene dell’umanità, come i millenni di storia di cui abbiamo traccia
possono senza alcun dubbio confermare. Basta che ognuno stia al suo posto… possibilmente di schiavo.
Già in
precedenza i protocolli di cura nella sanità pubblica erano il frutto di
pressioni e imposizioni di Big Pharma per il tramite di medici corrotti o compiacenti, in modo da imporre più
o meno le stesse cure in tutto il mondo cosiddetto civilizzato, soprattutto
quello occidentale, impedendo contemporaneamente l’accesso alle cure
alternative e naturali, non solo screditandole ma perseguitando i medici che le
praticano, relegandoli ai margini e costringendoli ad agire sottotraccia, sotto
la continua minaccia di provvedimenti disciplinari fino alla rimozione.
Questo
risultato di omologazione garantisce le rendite di Big Pharma che produce
farmaci spesso poco efficaci e con gravi effetti collaterali o che addirittura pretendono di
curare malattie inesistenti, inventate a tavolino per trasformare l’individuo
sano in un malato immaginario che deve curarsi per tutto il resto della sua
vita.
Tutto
questo ovviamente si è rafforzato negli ultimi anni con la psico-pandemia,
un’operazione di una perfidia senza eguali. Il virus utilizzato è stato creato
in laboratorio e poi diffuso in tutto il mondo quasi contemporaneamente per poi
modificarsi in un numero infinito di volte e con effetti diversi secondo le
aree geografiche e le etnie colpite e con periodicità incomprensibili, fenomeni impossibili da verificarsi
se il virus fosse stato di origini naturali e avesse mutato secondo i parametri
evolutivi biologici. Spiegabilissimo se creato in laboratorio, frutto d’ingegneria
genetica manipolatrice combinata con l’ingegneria sociale ancora più
manipolatrice e insidiosa.
Questo
combinato disposto che ha del prodigioso ha talmente funzionato che la
stragrande maggioranza della popolazione, soprattutto dei paesi occidentali, ha
vissuto a lungo nel terrore della malattia e della morte, sottomettendosi a regimi politici
sanitari autoritari, privi di senso e antiscientifici, che hanno limitato le libertà
personali, e provocato gravissimi danni all’economia e alla ricchezza delle famiglie.
Le
campagne vaccinatorie con sieri genici sperimentali, realizzate con metodi
coercitivi, ricattatori, e addirittura in taluni casi ricorrendo a obblighi
illegittimi,
hanno sortito parecchi effetti nefasti, sia sulla salute dei vaccinati, sia a
livello di conflittualità sociale e familiare, sia peggiorando la situazione
sanitaria generale.
Gli
unici a guadagnarci, facendo enormi profitti sono stati i padroni di Big Pharma, che hanno realizzato il loro decennale sogno di
trasformare i sani in malati da poter curare coi propri farmaci per tutta la
loro vita.
Gli
stessi possessori di Big Pharma, come delle altre grandi corporation mondiali,
cioè l’élite dominante, ha pure ottenuto il grande risultato di aver aumentato
e facilitato il controllo delle masse e avviato il de-popolamento programmato,
spalmato su un arco temporale di 5/10 anni; questo è infatti il periodo di
tempo previsto dagli esperti che hanno studiato il contenuto dei vaccini, perché questi ultimi manifestino il
loro potenziale distruttivo.
Altri
decessi avverranno per il peggioramento della sanità pubblica post-Covid,
ritardi negli accertamenti clinici, tagli continui alla sanità, l’assunzione di
medici poco qualificati e inariditi (motivati solo dai profitti) e l’abbandono al loro destino dei
malati con patologie gravi ma curabili, trasformandoli in incurabili.
Ormai
dovrebbe essere di dominio pubblico l’allarme lanciato dalle compagnie
assicurative che hanno visto aumentare in maniera esponenziale i risarcimenti
per morti improvvise e premature di persone che avevano stipulato
un’assicurazione per la vita.
Tenete
conto che la maggioranza delle persone non stipulano assicurazioni sulla vita
perché non possono permettersele, quindi i numeri delle morti premature è molto più
elevato di quanto si sospetti e si possa sapere dai dati disponibili. E l’unica causa imputabile per
queste morti, che in precedenza non avvenivano con questa frequenza, è la vaccinazione di massa con sieri
genici sperimentali.
Solo
gli sprovveduti possono pensare che gli effetti collaterali non fossero
conosciuti e siano accidentali.
La stessa Big Pharma l’ha ammesso
implicitamente nei suoi bugiardini oltre ad aver scoperto recentemente che i test
preliminari sono stati alterati per favorire l’autorizzazione e l’impiego del
siero per motivi di falsa emergenza, pur non essendo minimamente testato e
sicuro.
Quindi
la popolazione ha fatto da cavia per sperimentare farmaci genici che mai
avrebbero accettato se prima non fosse stata terrorizzata con la paura di morire,
per poi paradossalmente farla morire proprio con il vaccino.
Ormai
è accertato che i vaccini provocano danni al sistema immunitario e rendono
vulnerabili a qualsiasi malattia, favorendo quelle già presenti potenzialmente allo
stato latente, facendole esplodere in tempi rapidi.
Molti sono rimasti talmente indeboliti da
essere più o meno invalidi, non più in grado di lavorare e condurre una vita
qualitativamente accettabile. Avendo fatto firmare a tutti i vaccinati una liberatoria e
avendo garantito uno scudo penale ai medici vaccinatori, tutte le vittime sono lasciate nel
più completo abbandono senza alcun risarcimento e riconoscimento, neppure
morale, trattati spesso paradossalmente come malati immaginari, cioè
psicosomatici.
Per
tutti questi motivi la sanità pubblica e direi anche privata è degenerata
ulteriormente, raggiungendo livelli di degrado e di aridità criminali, per cui diventa una roulette russa
finire in qualche ospedale e sperare di essere curati adeguatamente.
I
medici che non si sono corrotti e hanno mantenuto un minimo di moralità e
professionalità sono stati perlopiù rimossi dal sistema sanitario e non possono
più esercitare, quelli rimasti in servizio, nella migliore delle ipotesi sono
sottomessi a Big Pharma che domina incontrastata tutte le istituzioni politiche
sanitarie nazionali e internazionali, imponendo le sue condizioni, i suoi
protocolli, i suoi prodotti, le sue strategie. Chi osa contrastarli viene rimosso, in un modo
o nell’altro, finanche eliminato fisicamente simulando qualche suicidio o
incidente.
Quelli
che si rendono conto di quanto è avvenuto vengono ridicolizzati e screditati
dai media (posseduti e dominati da Big Pharma e loro sodali), tacciati di
complottismo, ribaltando il senso logico e concettuale, in quanto i
complottisti fino a prova contraria sono coloro che i complotti li ordiscono
non coloro che li scoprono.
Ormai
non ci rimane molto da fare, solo attendere gli esiti finali di questo “complotto”,
cercando ovviamente di non essere coinvolti in alcun modo, evitando cioè di
esserne vittime dirette, in quanto indirettamente non potremo certo sottrarci,
avendo sicuramente subito o dovendo subire prima o poi qualche ripercussione, anche dolorosa come la perdita di
amici, parenti e conoscenti.
La
pressione di regime si è solo apparentemente allentata in questi mesi
primaverili, sia per motivi stagionali, sia perché non potevano tirare oltre la
corda con l’alibi della psico-pandemia, sia perché è emersa (non certo
casualmente) l’opzione bellica in Ucraina che ha riorientato e canalizzato la tensione
sociale verso un nemico esterno creato ad hoc, la Russia e il popolo russo, sul
quale proiettare la frustrazione, la stupidità e l’aggressività accumulata in
precedenza.
Oltre
a fornire armi alle milizie neonaziste ucraine hanno anche ottenuto un’arma di
distrazione di massa che allontana dai veri problemi, che come una tempesta
perfetta colpirà l’Europa e, l’Italia in modo particolare, con una potenza
distruttiva senza precedenti.
Gli
sprovveduti continueranno a negare l’evidenza, ritenendo che quanto da noi
(ricercatori indipendenti) rivelato e documentato sia impossibile, perché
troppo grave perché possa essere vero! Nessuno mai oserebbe mettere in
atto un piano tanto cinico, criminale e spietato. Inoltre la carenza di studi di Storia
nella popolazione, materia spesso osteggiata o compressa troppo riduttivamente
e distorta nei programmi scolastici, fanno il gioco dell’élite, che ha
tutto l’interesse che si favorisca l’ignoranza di massa, per poter agire
indisturbati.
Lo
sappiamo tutti che l’élite dominante è composta da “filantropi” generosi che
vogliono solo il bene dell’umanità, come i millenni di storia di cui abbiamo traccia
possono senza alcun dubbio confermare. Basta che ognuno stia al suo posto…
possibilmente di schiavo.
( Cav.
Dottor Claudio Martinotti Doria – Email: claudio@gc-colibri.com- cavalieredimonferrato.it/).
La
pandemia e
la “quarta
rivoluzione industriale.”
lavocedellevoci.it-
Redazione- William
Engdahl -(16-2-2021)- ci dice :
Abbiamo
un solo pianeta e sappiamo che il cambiamento climatico potrebbe essere il
prossimo disastro globale con conseguenze ancora più drammatiche per l’umanità.
Dobbiamo de-carbonizzare l’economia nel breve periodo ancora rimanente e portare
il nostro pensiero e comportamento ancora una volta in armonia con la natura “, ha dichiarato il fondatore del
WEF “Klaus Schwab” in merito all’agenda del gennaio
2021.
L’ultima
volta che questi attori hanno fatto qualcosa di simile per portata è stato nel
1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale.
Studi sulla guerra e la pace.
A quel
tempo la Fondazione Rockefeller finanziava un gruppo strategico top secret che
lavorava al New York Council on Foreign Relations. Era conosciuto come gli studi sulla
guerra e la pace e diretto da “America’s Haushofer”, il geografo Isaiah Bowman della Johns
Hopkins University.
Prima
ancora che i carri armati Panzer tedeschi arrivassero in Polonia, stavano
progettando un mondo del dopoguerra in cui gli Stati Uniti sarebbero emersi
come unici vincitori e sostituiti gli inglesi come potenza egemonica globale.
La
formulazione di un ordine monetario delle Nazioni Unite e di Bretton Woods,
dominato dagli Stati Uniti, basata sul dollaro faceva parte del loro progetto. Nel 1941, quando l’America entrò
formalmente in guerra, il gruppo CFR inviò un promemoria al Dipartimento di
Stato degli Stati Uniti:
“Se si
affermano obiettivi di guerra che sembrano riguardare esclusivamente
l’imperialismo anglo-americano, offriranno poco alle persone nel resto del
mondo. Gli interessi di altre persone dovrebbero essere sottolineati. Questo
avrebbe un effetto propaganda migliore
“.
Quel
progetto di successo è stato la struttura di quello che Henry Luce nel 1941
chiamava il secolo americano, ed è durato fino a tempi recenti.
Ora
quelle stesse famiglie, ancora una volta tra cui la Fondazione Rockefeller ei
Rothschild nella persona del “Consiglio per il capitalismo inclusivo con il
Vaticano” di Lynn de Rothschild, si stanno muovendo per creare la prossima
generazione nella loro ricerca del dominio globale.
Si
chiama “Great Reset”. Richiede un governo globale, un asse fortemente approvato dal gesuita
Papa Francesco.
Il suo
addetto alle pubbliche relazioni, Klaus Schwab, è un auto-ammesso protetto
dell’insider dei Rockefeller, Henry Kissinger , dai tempi di 50 anni fa ad
Harvard.
”
Ricostruisci meglio”.
Nel
maggio 2020,
poiché il coronavirus aveva causato i blocchi di panico globale ben oltre lo
scoppio iniziale a Wuhan, il principe ereditario britannico Carlo, insieme al
fondatore del World,
Klaus
Schwab.
“Economic
Forum” di Klaus Schwab , ha svelato
quello che hanno chiamato allegramente il Grande Reset.
Sempre
più leader politici e imprenditori mondiali utilizzano termini come “il grande ripristino” o “la
quarta rivoluzione industriale” e l’appello a “ricostruire meglio” che
l’amministrazione Biden preferisce. Sono tutti ancorati alla stessa serie di drammatici
cambiamenti globali. Il “Green New Deal statunitense” e il “Green Deal europeo”
dell’UE ne fanno tutti parte.
Il
fatto più sorprendente sull’agenda del Great Reset è che viene promosso dalle
stesse famiglie plutocratiche ricche di giganti responsabili dei difetti
dell’attuale modello economico mondiale.
Loro,
non noi, hanno creato la rovina dei campi organici e della natura con il loro
glifosato Roundup e i pesticidi tossici.
Hanno
rovinato la qualità dell’aria nelle nostre città a causa dei modelli di
trasporto che ci impongono. Hanno creato il modello di globalizzazione del
“mercato libero” che ha rovinato la base industriale degli Stati Uniti e delle
nazioni industriali dell’UE. Ora, mentre ci incolpano di una presunta
catastrofica emissioni di CO2, siamo condizionati ad accettare la colpa e ad
essere puniti per “salvare la prossima generazione” di Greta e dei suoi amici.
La “quarta
rivoluzione industriale” di Klaus Schab.
Dietro
la seducente retorica dei poteri forti sulla creazione di un mondo
“sostenibile”, si cela un’agenda di eugenetica cruda, spopolamento su una scala
mai provata prima. Non è umano, infatti, alcuni lo chiamano “transumano”.
Nel
2016 il capo del WEF, Klaus Schwab ha
scritto un libro intitolato “Shaping the Future of The Fourth Industrial
Revolution”
.
In
esso, descrive i cambiamenti tecnologici in arrivo con la 4a Rivoluzione
Industriale degli smartphone 5G, Internet of Things e Intelligenza Artificiale
che collegano tutto a tutto per prendere le decisioni più banali per noi come
comprare più latte o abbassare i fornelli. Allo stesso tempo i dati sono
centralizzati in aziende private come Google o Facebook per monitorare ogni
respiro che facciamo.
Klaus Schwab
descrive come le tecnologie di nuova generazione, già implementate da Google,
Huawei, Facebook e innumerevoli altri, consentiranno ai governi di
“intromettersi nello spazio fino ad ora privato delle nostre menti, leggere i
nostri pensieri e influenzare il nostro comportamento … tecnologie della Quarta
Rivoluzione Industriale non smettila di diventare parte del mondo fisico che ci
circonda – diventeranno parte di noi “, ha detto Klaus Schwab.
” I dispositivi esterni di oggi, dai computer
indossabili alle cuffie per realtà virtuale, diventeranno quasi certamente
impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello “.
Klaus Schwab
(il nuovo Hitler, ndr) aggiunge: “Ciò a cui porterà la
quarta rivoluzione industriale è una fusione della nostra identità fisica,
digitale e biologica”. Tra queste tecnologie di fusione ci sono “microchip
impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo”, ha
spiegato Schwab. Questi ” dispositivi impiantabili probabilmente aiuteranno
anche a comunicare pensieri normalmente espressi verbalmente, attraverso uno
smartphone” integrato “, e pensieri o stati d’animo potenzialmente inespressi
leggendo le onde cerebrali e altri segnali “. Non so voi ma non sono ansioso
che lo stato o Google leggano le mie onde cerebrali.
Controllo
del nostro cibo.
L’aspetto
confuso per molti è la pletora di gruppi di facciata, ONG e programmi che
portano tutti allo stesso obiettivo: il controllo drastico su ogni membro della
società in nome della sostenibilità: l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
In nessun luogo è più inquietante che nei loro
piani per il futuro del nostro cibo. Dopo aver creato l’attuale sistema di
agricoltura industriale globalizzata, l’agrobusiness, un progetto avviato negli anni ’50
dalla Fondazione
Rockefeller,
gli stessi circoli ora sostengono un’agricoltura “sostenibile” che significherà un passaggio a cibi
falsi modificati geneticamente, carni sintetiche prodotte in laboratorio e
simili. , includendo anche vermi ed erbacce come nuove fonti di cibo.
Il
WEF’S di Karl Schwab ha stretto una partnership con
qualcosa chiamato EAT Forum, che si descrive come un “Davos per il cibo” che
intende “stabilire l’agenda politica”.
EAT è
stato creato in Svezia nel 2016 con il supporto del Wellcome Trust britannico (istituito
con fondi di GlaxoSmithKline) e dell’Istituto tedesco di Potsdam per la ricerca
sull’impatto climatico.
Le
carni sintetiche modificate in laboratorio sono supportate, tra l’altro, da
Bill Gates , lo stesso che sostiene Moderna e altri vaccini geneticamente
modificati .
EAT
lavora tra l’altro con “Impossible Foods” e altre società biotecnologiche.
“
Impossible Foods” è stato inizialmente co-finanziato da Google, Jeff Bezos e
Bill Gates .
Recenti
risultati di laboratorio hanno mostrato che l’imitazione della carne
dell’azienda conteneva livelli di glifosato tossico 11 volte superiori rispetto
al suo concorrente più vicino .
Nel
2017 EAT ha lanciato FReSH (Food Reform for Sustainability and Health) con il sostegno di Bayer AG, uno dei produttori di pesticidi e
OGM più tossici al mondo che ora possiede Monsanto; il gigante cinese degli OGM e dei
pesticidi Syngenta, Cargill, Unilever, DuPont e persino Google.
Questo
è il futuro alimentare pianificato durante il Great Reset.
Dimentica
il tradizionale agricoltore familiare.
Nel
suo libro del 2020 su “The Great Reset”, Karl Schwab (il nuovo Hitler.Ndr ) sostiene che la biotecnologia e il
cibo geneticamente modificato dovrebbero diventare un pilastro centrale per i problemi
di scarsità alimentare globale, problemi che COVID ha esacerbato.
Sta
spingendo gli OGM e in particolare la controversa modifica genetica. Egli
scrive che “la
sicurezza alimentare globale sarà raggiunta solo se le normative sugli “alimenti geneticamente modificati” saranno adattate per riflettere la
realtà che l’editing genetico offre un metodo preciso, efficiente e sicuro per
migliorare le colture”.
Gates,
da anni partner del progetto di Klaus Schwab,
ha sostenuto lo stesso.
EAT ha
sviluppato quella che definisce “la dieta della salute planetaria”, che il WEF di Klaus Schwab sostiene come la “soluzione alimentare sostenibile del
futuro”.
Ma
secondo Federic Leroy, professore di scienze alimentari e biotecnologie presso
l’Università di Bruxelles, “la dieta mira a ridurre l’assunzione di carne e latticini
della popolazione mondiale fino al 90% in alcuni casi e sostituirla con
alimenti di laboratorio, cereali e olio. ”
Come
tutto il resto con il “Great Reset”, non ci verrà data una vera scelta nel cibo.
EAT
osserva che ci sarà imposto da “interventi politici duri che includono leggi,
misure fiscali, sussidi e sanzioni, riconfigurazione commerciale e altre misure
economiche e strutturali”. Saremo tutti costretti a mangiare la stessa dieta
sintetica o moriremo di fame.
Questo
è solo un indizio di ciò che si sta preparando con il pretesto dei blocchi del
COVID-19 e del collasso economico, e il 2021 sarà un anno decisivo per questo
programma anti-umano. L’introduzione di intelligenza artificiale, robot e altre
tecnologie digitali consentirà a” Powers That Be” di disporre di centinaia di milioni
di posti di lavoro. Contrariamente alla loro propaganda, i nuovi lavori non
saranno sufficienti.
Diventeremo
sempre più “ridondanti”.
Tutto
questo sembra troppo surreale finché non leggi dalle loro stesse descrizioni.
Il fatto che la cabala delle società e dei miliardari più influenti del mondo siedano nel consiglio del WEF con lo
studente di Kissinger, Klaus Schwab (il nuovo Hitler,Ndr) , insieme al capo delle Nazioni Unite e
dell’FMI, con gli amministratori delegati dei più grandi colossi finanziari del
mondo tra cui Blackrock, BlackStone, Christine Lagarde della Banca centrale europea,
David Rubenstein del gruppo Carlyle, Jack Ma , il miliardario più ricco in Cina, sono la prova sufficiente che
questo “Great
Reset” non
è stato fatto a cuore i nostri veri interessi, nonostante le loro parole
seriche.
Questo programma distopico è del 1984 con gli
steroidi. COVID-19 era solo il preludio.
(William
Engdahl, consulente in materia di rischi strategici e docente, autore di best
seller su petrolio e geopolitica.). globalresearch.ca-
Grande
Reset e Quarta Rivoluzione Industriale.
It.
Wikipedia.org-Redazione-(20-4-2022)- ci dice :
Klaus
Schwab, direttore del “Forum economico mondiale”
Il
grande reset (in inglese Great Reset) o grande ripristino è una proposta del
Forum economico mondiale (d'ora in avanti WEF) per ricostruire l'economia in
modo sostenibile dopo la pandemia di COVID-19.
Fu
presentato congiuntamente a maggio 2020 da Carlo, principe del Galles, e dal
direttore del WEF Klaus Schwab.
Le
direttrici fondamentali della proposta di grande reset sono: A)-creazione delle condizioni per un'economia
degli stakeholder ovvero basata su coloro che hanno interesse ad acquistare i
prodotti o aderire al progetto; B)-costruzione in maniera più «resiliente,
equa e sostenibile» basata su metriche ambientali, sociali e di governance che
comprendano progetti di infrastrutture pubbliche più verdi;
C)-
sfruttamento delle «innovazioni della Quarte rivoluzione industriale» per il bene pubblico. Nel discorso
d'apertura degli interventi, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale
Kristalina Georgieva elencò tre aspetti chiave della risposta sostenibile:
crescita
verde, più intelligente e più equa; tale progetto si pone quindi l'obiettivo di
migliorare il capitalismo rendendo gli investimenti più orientati al progresso
reciproco.
Il 51º incontro annuale del WEF di gennaio 2021
si tenne nel segno del grande reset sia in presenza che con collegamenti in
videoconferenza tra le principali personalità del mondo degli affari e della
politica a Davos e gli stakeholder di 400 città del mondo al fine di definire
un dialogo futuribile guidato dalle giovani generazioni.
Il
grande reset fu anche il tema principale del vertice del WEF 2021 a Lucerna nel
maggio successivo.
Tale
progetto ha causato il prosperare in ambienti sovranisti, conservatori e legati
all'estrema destra sia europea che americana (tra cui il noto QAnon), una
teoria del complotto senza alcun fondamento secondo cui il Grande reset sarebbe
l'apripista del cosiddetto "Nuovo ordine mondiale" (NWO). Le tesi complottiste sono aumentate
in intensità da quando anche il – nel frattempo eletto – presidente degli Stati
Uniti Joe Biden e il primo ministro canadese Justin Trudeau hanno iniziato a
prefigurare, nei loro discorsi, scenari basati su un "reset".
La
proposta.
Entro
la metà di aprile 2020, sullo sfondo della pandemia da COVID-19 e la
conseguente recessione, il crollo del mercato azionario 2020, la guerra dei
prezzi del petrolio tra la Russia e l'Arabia Saudita e il conseguente
"crollo dei prezzi del petrolio", l'ex governatore della Banca
d'Inghilterra, Mark Carney, ha descritto possibili dei cambiamenti fondamentali in un
articolo su The Economist.
Carney
ha detto che in un mondo post- COVID il "capitalismo dei portatori di
interessi " sarà messo alla prova in quanto "le aziende saranno
giudicate in base a 'quello che hanno fatto durante la guerra', a come hanno
trattato i loro dipendenti, fornitori e clienti, da chi ha condiviso e da chi
ha accumulato".
Il "divario tra ciò che i
mercati apprezzano e ciò che le persone apprezzano" si chiuderà.
In un mondo post-COVID è ragionevole
aspettarsi che più persone vorranno miglioramenti nella gestione del rischio,
nelle reti di sicurezza sociale e medica e vorranno maggiore attenzione agli
esperti scientifici.
Questa
nuova gerarchia di valori richiederà un ripristino del modo in cui affrontiamo
il cambiamento climatico, che, come la pandemia, è un fenomeno globale.
Nessuno
può "isolarsi" dal cambiamento climatico, quindi dobbiamo "agire
in anticipo e in solidarietà".
Nelle sue conferenze Reith della BBC del 2020,
Carney ha sviluppato ulteriormente il tema delle gerarchie di valore in
relazione a tre crisi: credito, COVID e clima. Secondo il WEF di Klaus Schwab ,
dovremmo anche adattarci alla realtà attuale indirizzando il mercato verso
risultati più equi, garantire che gli investimenti siano finalizzati al
progresso reciproco, compresa l'accelerazione degli investimenti ecologici, e avviare una quarta rivoluzione
industriale, creando infrastrutture economiche e pubbliche digitali.
Secondo
un articolo del WEF del 15 maggio 2020, COVID-19 offre l'opportunità di
"reimpostare e rimodellare" il mondo in un modo più in linea con
gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite per il 2030,
come cambiamento climatico, disuguaglianza e povertà ha acquisito un'urgenza
ancora maggiore durante la pandemia.
Ciò
include il ripristino dei mercati del lavoro, poiché più persone lavorano a
distanza accelerando il processo del "futuro del lavoro". Il
ripristino farà avanzare il lavoro già iniziato per preparare la transizione
alla Quarta Rivoluzione Industriale migliorando e riqualificando i lavoratori.
Un'altra preoccupazione post-COVID sollevata
dal WEF è la sicurezza alimentare, compreso il "rischio di interruzioni
delle catene di approvvigionamento alimentare" e la necessità di un
"coordinamento delle politiche globali" per evitare che "il
protezionismo alimentare diventi la nuova normalità post-pandemica".
Quando
il principe Carlo ha presentato il piano, ha sottolineato che accadrà solo se
le persone lo vorranno.
Secondo
il principe Carlo, la ripresa economica deve mettere il mondo sulla via della
sostenibilità, attraverso la riprogettazione dei sistemi in un'ottica di aiuto.
Le politiche sul prezzo del carbone sono state citate come un modo per aiutare
a raggiungere la sostenibilità. Ha anche sottolineato che le innovazioni, la
scienza e la tecnologia devono essere rinvigorite in modo da poter ottenere
scoperte significative che ci aiutino a rendere le idee sostenibili più
redditizie.
Il
principe Carlo ha sottolineato che il settore privato sarebbe stato il motore
principale del piano.
Secondo Klaus Schwab tale attore non
cambierebbe il sistema economico, ma piuttosto lo migliorerebbero in quello che
considera "capitalismo responsabile". Nel libro scritto da Klaus Schwab e
dall'economista Thierry Malleret è stato descritto in dettaglio il piano.
Sarà il tema principale del vertice del WEF
2021.
In uno
dei dialoghi sul grande reset, John Kerry e altri membri di un dialogo del WEF
hanno discusso su come ricostruire il "contratto sociale" in un mondo
post-COVID.
Leader
politici come il primo ministro canadese Justin Trudeau e il presidente eletto
degli Stati Uniti Joe Biden hanno appoggiato l'idea di "ricostruire
meglio", così come il primo ministro britannico Boris Johnson. Trudeau ha
utilizzato una retorica simile a quella del Grande Reset.
Il
Brookings Institute ha descritto il loro piano in tre punti in risposta alla
crisi COVID-19; risposta, reset e ripristino.
Il
breve termine implica la risposta.
A
medio termine ciò comporta "la ricostruzione dell'attività economica e
sociale in modo da proteggere la salute pubblica, promuovere la guarigione
della società e preservare l'ambiente".
Il
ripristino è per i sistemi a lungo termine che stabiliscono attraverso il
nostro "immaginario collettivo" un grande ripristino; un "nuovo
equilibrio tra i sistemi politici, economici, sociali e ambientali verso
obiettivi comuni".
La
Quarta rivoluzione industriale.
Klaus
Schwab ha usato la frase "Quarta rivoluzione industriale" in un
articolo del 2015 pubblicato da Foreign Affairs, e nel 2016 il tema dell'incontro
annuale del Forum economico mondiale a Davos-Klosters, in Svizzera, era
"Padroneggiare la quarta rivoluzione industriale".
Nel
suo articolo del 2015, Schwab ha affermato che la prima rivoluzione industriale
era alimentata da "acqua e vapore" per "meccanizzare la
produzione".
Attraverso
l'energia elettrica, è stata introdotta la seconda produzione industriale di
massa.
L'elettronica
e le tecnologie dell'informazione hanno automatizzato il processo di produzione
nella terza rivoluzione industriale.
Nella quarta rivoluzione industriale i confini
tra "sfere fisiche, digitali e biologiche" si sono sfumati e questa
rivoluzione attuale, iniziata con la rivoluzione digitale a metà del 1900, è
"caratterizzata da una fusione di tecnologie".
Questa
fusione di tecnologie includeva "campi come l'intelligenza artificiale, la
robotica, l'Internet of Things, i veicoli autonomi, la stampa 3-D, la
biotecnologia, la scienza dei materiali, l’accumulo di energia e il calcolo
quantistico. "
Poco
prima della riunione annuale del WEF del 2016 dei Global Future Councils, Ida Auken, una parlamentare danese,
che era anche una giovane leader globale e membro del Council on Cities and Urbanization, ha caricato un post sul blog che è
stato successivamente pubblicato da Forbes immaginando come la tecnologia potrebbe
migliorare le nostre vite entro il 2030 se gli obiettivi di sviluppo
sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite fossero realizzati attraverso questa
fusione di tecnologie.
La Auken ha immaginato come la comunicazione
digitalizzata, quindi il trasporto, l'alloggio e il cibo, si tradurrebbero in
un maggiore accesso e in una diminuzione dei costi.
Poiché
tutto sarebbe gratuito, inclusa l'energia pulita, non ci sarebbe bisogno di
possedere prodotti o immobili.
Nel suo scenario immaginato, molte delle crisi
dell'inizio del XXI secolo - "malattie dello stile di vita, cambiamento
climatico, crisi dei rifugiati, degrado ambientale, città completamente
congestionate, inquinamento idrico, inquinamento atmosferico, disordini sociali
e disoccupazione" - sarebbero risolte attraverso le nuove tecnologie].
L'articolo è stato criticato perché ritrae
un'utopia al prezzo di una perdita di riservatezza. In risposta, la Auken ha
affermato che si intendeva "avviare una discussione su alcuni dei pro e
dei contro dell'attuale sviluppo tecnologico".
Mentre
"l'interesse per le tecnologie della Quarta rivoluzione industriale"
era "aumentato" durante la pandemia COVID-19, meno del 9% delle
aziende utilizzava l'apprendimento automatico, la robotica, i touch screen e
altre tecnologie avanzate.
Un
panel virtuale del WEF del 21 ottobre 2020 ha discusso di come le
organizzazioni potrebbero sfruttare le tecnologie della quarta rivoluzione.
Il 28 gennaio 2021 il pannello virtuale
dell'Agenda di Davos ha discusso di come l'intelligenza artificiale (AI)
"cambierà radicalmente il mondo". Il 63% dei CEO ritiene che
"l'IA avrà un impatto maggiore di Internet".
Durante
il 2020, i dialoghi sul grande reset hanno portato a progetti pluriennali, come
il programma di trasformazione digitale in cui le parti interessate
intersettoriali indagano su come lo "shock dislocativo" del 2020
fosse aumentato e "accelerate le trasformazioni digitali". Il loro
rapporto afferma che, mentre "gli ecosistemi digitali rappresenteranno più
di 60 trilioni di dollari di entrate entro il 2025", "solo il 9% dei
dirigenti [nel luglio 2020] afferma che i propri leader hanno le giuste
competenze digitali"
Risposte
internazionali.
In
seguito alla diffusione del discorso di Trudeau, il parlamentare conservatore
canadese Pierre Poilievre ha lanciato una petizione per "fermare il Grande
Reset"; la petizione ha raccolto 80.000 firme in meno di 72 ore. Lo vedeva
come un tentativo di Trudeau di imporre una "ideologia socialista" in
Canada" La sua retorica è stata criticata da più commentatori e comitati
editoriali. Il comitato editoriale di Toronto Star ha criticato la petizione
sostenendo che "stava dando ossigeno" alla infondata teoria del
complotto.
Un
articolo su Forbes diceva che l'agenda del Great Reset del WEF era "un
altro esempio di élite ricche e potenti che salutano le loro coscienze con
finti sforzi per aiutare le masse, e nel processo rendersi ancora più ricche e
potenti".
Naomi
Klein, in un articolo del dicembre 2020 su The Intercept , ha descritto l'idea del WEF come un
"Grande reset mescolato di cospirazione".
Ha
detto che si trattava semplicemente di un "modificare il tema del
coronavirus” dato a ogni incontro a Davos dal 2003. "The Great Reset è semplicemente
l'ultima edizione di questa tradizione dorata, a malapena distinguibile dalle
precedenti grandi idee di Davos".
Nella
sua recensione del libro del 2020 il co-autore di Schwab e Malleret - e
dell'agenda Great Reset in generale - Ben Sixsmith, un collaboratore di
Spectator USA, e Quillette, ha affermato che il Great Reset - è un insieme di "cattive idee… adottate a livello
internazionale da alcune delle persone più ricche e potenti del mondo "è
più terrificante del sinistro complotto" la teoria del complotto diffusa
da frange di Twitter di destra "e James Delingpole, che la descrive come
un "piano di acquisizione comunista globale".
Sixsmith
ha descritto le sezioni del libro come "sincere", cupe, rispettose e
insipide.
Ha messo in dubbio il concetto di
"capitalismo degli stakeholder" come eccessivamente vago, consentendo
"Facebook, IBM, Lockheed Martin e così via sono liberi di interpretarlo
come desiderano".
Allo
stesso modo, nella sua recensione di COVID-19: The Great Reset , l'etico “Steven
Umbrello” fa critiche parallele all'agenda. Dice che l'ordine del giorno non è
altro che "una sostanziale (se non completa) revisione
socio-politico-economica" e che una tale proposta è un "falso
dilemma" e che "Schwab e Malleret imbiancano un futuro apparentemente
ottimistico post-Grande reset con parole alla moda come equità e sostenibilità
anche se mettono a repentaglio funzionalmente quegli obiettivi ammirevoli ".
La
"teoria della verità" si diffuse dopo l'annuncio dell'iniziativa in
risposta al piano secondo cui le "élite finanziarie globali" e i
leader mondiali hanno pianificato una pandemia, liberando deliberatamente il
coronavirus per causare le condizioni che consentiranno una ristrutturazione
dei governi mondiali.
Afferma
che gli obiettivi principali del Grande Reset sono di prendere il controllo
politico ed economico globale instaurando un regime totalitario marxista e, per
estensione, il Nuovo Ordine Mondiale.
Si sostiene che un tale regime abolirebbe la proprietà
personale e i diritti di proprietà, invierebbe i militari nelle città,
imporrebbe la vaccinazione obbligatoria e creerebbe campi di isolamento per le
persone che resistono.
Tra gli esempi rivendicati dai sostenitori
come prova di una cospirazione vi è un pezzo[non chiaro] del WEF del 2016 che
descrive come potrebbe essere la vita nel 2030, lo slogan della campagna di Joe Biden "Build Back Better" e il discorso del primo
ministro canadese Justin Trudeau del settembre 2020.
Secondo
The Daily
Dot,
questo è semplicemente un discorso che illustra come creare un mondo più giusto
e sostenibile.
In
alcune varianti della teoria, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è
l'unico leader mondiale a impedire che lo schema accada, questo sulla base di
un video dell'agosto 2020 che è stato visto oltre tre milioni di volte. (…).
L’ecosistema
cyborg
5G del
Grande Reset.
Megachiroptera.com-
Dr. Joseph Mercola - (March 08, 2022)- ci dice :
Che le
persone se ne rendano conto o meno, The Great Reset è un piano globalista che
sta andando avanti alla velocità della luce. La pandemia di COVID-19 era parte
integrante di quel piano, come dettagliato nel libro di Klaus Schwab( il nuovo Hitler, Ndr) “COVID-19: The Great Reset”, ma per soddisfare davvero le
ambizioni dei tecnocrati, è probabilmente necessaria una guerra di qualche
tipo…
La
storia in breve.
The
Great Reset è un piano globalista che sta andando avanti alla velocità della
luce.
La pandemia di COVID-19 era parte integrante
di quel piano, ma per soddisfare davvero le ambizioni dei tecnocrati, è
probabile che sia necessaria una guerra di qualche tipo.
Hanno
bisogno di caos, vittime di massa e caos finanziario per creare la disperazione
necessaria affinché le persone rinuncino alle proprie libertà e cedano al
controllo tirannico.
Il World Economic Forum (WEF) di Klaus Schwab ha promosso per anni l’implementazione
dell’identificazione digitale e garantire che tutti sul pianeta abbiano
un’identità legale e digitale fa parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile
2030 delle Nazioni Unite.
C’è
una grande differenza tra identità e identificazione. L’identificazione si riferisce a
documenti che dimostrano che sei chi dici di essere. Un’identità digitale NON è
semplicemente una forma di identificazione.
La tua
“identità” è chi sei effettivamente e un’identità digitale manterrà un registro
permanente delle tue scelte e dei tuoi comportamenti, 24 ore su 24, 7 giorni su
7. Questi dati possono quindi essere utilizzati contro di te.
“Klaus
Schwab con il WEF” ha affermato chiaramente che la nostra identità digitale
determinerà “a quali prodotti, servizi e informazioni possiamo accedere o, al
contrario, cosa ci è precluso”.
Che le
persone se ne rendano conto o meno, The Great Reset è un piano globalista che
sta andando avanti alla velocità della luce. La pandemia di COVID-19 era parte
integrante di quel piano, come dettagliato nel libro di Klaus Schwab,
“COVID-19: The Great Reset”,1 ma per soddisfare davvero le ambizioni dei
tecnocrati, è probabilmente necessaria una guerra di qualche tipo. Come riportato dal Dr. Vernon Coleman
con “The Exposé:2”
«Ora
che hanno la maggior parte delle persone rannicchiate dietro il divano o sotto
il letto a causa della falsa minaccia COVID, hanno introdotto due nuove minacce
nel menu: guerra e tempeste… l’avrebbero sempre fatto… Per tenerci all’erta,
alcune delle tempeste saranno feroci. Quelle saranno probabilmente fabbricate.
E ci
saranno ondate di caldo, forti nevicate e probabilmente uno o due tsunami
(facilmente creati, come spiegato in precedenza, con un’esplosione sottomarina;
come molto probabilmente è successo nel 2011 col terremoto prima, e lo tsunami
che ha devastato il litorale e distrutto la centrale di Fukushima dopo).
Ovviamente non puoi uccidere miliardi di persone con il maltempo, ma puoi
aumentare i prezzi del cibo e dell’energia e uccidere milioni di persone
attraverso economie distrutte, povertà e fame.
Le
recenti tempeste nel Regno Unito hanno portato alla chiusura immediata di
scuole e ferrovie (“nel caso in cui un albero cadesse e ferisse qualcuno”) e
l’interruzione delle consegne nei supermercati. Tutto ciò era palesemente eccessivo
per fare più danni alla società e all’economia. Dobbiamo ricordare che il “controllo della popolazione” è uno degli scopi di tutto ciò che
sta accadendo.
Anche
le guerre stanno arrivando, come hanno minacciato qualche tempo fa. Ci stiamo
chiaramente dirigendo verso un’altra lunga Guerra Fredda con Russia e Cina da
una parte e America ed Europa dall’altra.
È
difficile evitare la sensazione che Klaus Schwab (Volodymyr Zelensky è un suo “uomo di
Davos” ) sia dietro le quinte a tirare le fila e se,
in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’Occidente deciderà di
intervenire militarmente, sarà perché i cospiratori vogliono che accada e lo
vedono come un modo per danneggiare l’economia globale e causare alcuni milioni
di morti.
Ricorda
che rovinare l’economia globale è un passo essenziale sulla via del Grande
Reset.
La
retorica proveniente da Washington e Londra suggerisce certamente che sia Biden che Johnson sono
disperati per esacerbare la situazione, causare più terrore, aumentare i prezzi
dell’energia e terrorizzare tutti.
Una
volta che ti rendi conto di quale sia il loro piano, è facile vedere cosa
accadrà dopo … Ricorda: la frode COVID era solo l’inizio. I cospiratori hanno appena
iniziato la loro campagna per prendere il controllo totale.»
Controllo
totale tramite ID digitali.
Purtroppo,
ha ragione. Non c’è dubbio che eventi meteorologici calamitosi e la guerra mondiale
abbiano fatto parte del piano sin dall’inizio.
Hanno bisogno del caos, delle vittime di massa
e del caos finanziario per creare la disperazione necessaria affinché le
persone rinuncino alle proprie libertà e cedano al controllo tirannico.
Ma il
bastone non è l’unico strumento nella cassetta degli attrezzi dei tecnocrati. Usano anche le carote e la comodità
percepita è spesso usata.
Caso in questione: ID digitali. Il World Economic Forum (WEF), fondato da Klaus Schwab, (il nuovo
Hitler ,Ndr)da anni promuove l’implementazione degli ID digitali e garantire
che tutti sul pianeta abbiano un’identità legale e digitale fa parte degli
Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite.
La
“convenienza” è un incentivo chiave per gli ID digitali. Con un ID digitale
centrale sul tuo telefono (e alla fine un chip impiantato), saresti in grado di
fare qualsiasi cosa, dal check-in in uno studio medico alla garanzia di un
mutuo.
In un
articolo a favore degli ID digitali, il WEF sottolinea anche che milioni di
persone che fuggono dalle loro terre d’origine a causa di guerre o persecuzioni
non possono assicurarsi lo status di rifugiato a causa del fatto che hanno
perso i loro documenti di identità nella confusione.
A
quanto pare, vogliono farci credere che nessuno fuggirebbe mai da una
situazione senza che il cellulare contenga la propria identità digitale. O
forse stanno saltando direttamente agli impianti?
Affermano
inoltre che quasi un miliardo di persone non ha identità legale e quindi non
può aprire un conto in banca, ottenere un prestito o votare.
Ma è
davvero una giustificazione sufficiente per imporre ID digitali a tutti,
indipendentemente dal fatto che tu ne abbia davvero bisogno o meno? No, non si
tratta di necessità. Non si tratta di convenienza. Si tratta di loro che ottengono il
controllo su di noi.
Trasparenza
finanziaria: a chi serve davvero?
Nello
stesso articolo, il WEF esamina un’app di identificazione digitale con un
ingegnoso “motore di trasparenza”.
L’argomento
è che questa funzione consentirebbe agli enti di beneficenza di “seguire i soldi che inviano ai
progetti”.
In questo modo, possono rendere conto di dove sono andate tutte le donazioni.
Chiunque
abbia esaminato i piani del WEF per l’umanità sa che questo esempio è pura
sciocchezza. Un sistema di trasparenza finanziaria non verrà mai utilizzato per
fornire alla gente una visione regolare dei rapporti finanziari di
un’organizzazione. Verrà utilizzato per fornire alla tecnocrazia dominante una
visione delle nostre transazioni finanziarie, le tue e le mie.
Il “Canadian
Freedom Convoy” e l’invocazione dell’ “Emergencies Act” da parte del primo ministro Justin Trudeau
hanno offerto uno sguardo raro sul potere che vogliono sulle tue finanze.
Vogliono essere in grado di individuare ogni singola
persona che contribuisce a una causa anti-establishment, anche se si tratta
solo di pochi miseri dollari, e cogliere tutto ciò che hai come punizione.
Trudeau (un
uomo di Davos ,cioè un sottoposto agli ordini di Klaus Schwab, ndr.) ha dovuto invocare poteri straordinari di
emergenza per farlo.
In
futuro, la cabala regnante vuole essere in grado di farlo automaticamente e
continuamente.
Non commettere errori, la digitalizzazione
della tua identità e delle tue finanze significa che avranno il potere di
limitare le tue finanze se ti comporti male. Nel peggiore dei casi, avranno il
potere di trasformarti in una non entità, bloccandoti del tutto le tue
credenziali di identità.
Non
posso davvero sopravvalutare il pericolo di digitalizzare e collegare insieme
tutti i tuoi record personali. Come notato dallo stesso WEF, la nostra identità
digitale “determina a quali prodotti, servizi e informazioni possiamo accedere
o, al contrario, a cosa ci è precluso”. Non ti dice tutto ciò che devi sapere?
Comprendere
l’ambito dell'”identità digitale”.
In un
articolo su “The Sociable”, Tim Hinchliffe avverte:
«La
tua identità digitale può essere usata contro di te in caso di un grande
ripristino… [Mentre] le identità digitali mostrano una grande promessa per il
miglioramento dei mezzi di sussistenza di milioni di persone, sono anche
utilizzate dai governi autoritari per profilare e controllare il comportamento
dei cittadini sotto un sistema di credito sociale.(Come avviene già ora in Cina!Ndr).
L’idea
alla base delle identità digitali è abbastanza semplice. Tutti i dati raccolti da ogni
interazione online che fai con il settore pubblico e privato concorrono a
formare la tua identità digitale. Questi dati possono includere i tuoi dati
personali:
Cronologia
delle ricerche; Interazioni sui social media; Profili in linea; Posizione del
dispositivo ; Cartelle cliniche ; Registri finanziari ; Documenti legali; …
E
altro ancora.
Collegando
ogni tua interazione online-offline, il WEF (cioè Klas Schwab ) prevede che la tua identità
digitale sia collegata a:
Ogni
clic, commento e condivisione che fai sui social media ; Ogni transazione
finanziaria che registri ; La tua posizione e dove viaggi ; Cosa compri e vendi
;
I tuoi
dati sanitari personali e le cartelle cliniche ; I siti web che visiti ; La tua
partecipazione a funzioni civiche (es. votazioni, tasse, benefici, ecc.) ; Quanta
energia consumi …
E
altro ancora.
Pertanto,
la tua identità digitale diventa un resoconto del tuo comportamento sociale,
che può essere sorvegliato … e sarà un sistema di classe in cui le persone
avranno accesso a informazioni, prodotti o servizi privilegiati in base ai dati
registrati in le loro identità digitali.»
Il
grafico , del WEF, illustra la loro idea di come la tua identità digitale
interagirà con il mondo. Ogni ultima cosa a cui puoi pensare è di essere connesso alla
tua identità digitale e il tuo comportamento, le tue convinzioni e le tue
opinioni determineranno ciò che puoi e non puoi fare all’interno della società.
Sbloccherà le porte in cui qualcuno come te è il benvenuto e bloccherà quelle
in cui non lo sei.
Se
ritieni che l’idea dei passaporti per i vaccini sia folle, aspetta che il tuo
accesso a infrastrutture e servizi critici dipenda non solo dal tuo stato di
vaccinazione, ma anche dai libri che hai acquistato, dalle idee che hai
condiviso e da chi hai dato denaro o supporto emotivo.
La
differenza tra identificazione e identità digitale.
Hinchliffe
osserva accuratamente che c’è una grande differenza tra identità e
identificazione.
L’identificazione si riferisce a documenti che
dimostrano che sei chi dici di essere. Un’identità digitale NON è semplicemente
una forma di identificazione. Come puoi vedere dai brevi elenchi di cui sopra, è molto,
molto di più. La tua “identità” è chi sei effettivamente e un’identità digitale
manterrà un registro permanente delle tue scelte e dei tuoi comportamenti, 24
ore su 24, 7 giorni su 7.
«L’identità
comprende tutto ciò che ti rende unico”, osserva Hinchliffe, “e la tua identità
è ciò a cui il WEF è veramente interessato. Esci dalla riga e ogni interazione
sui social media a cui prendi parte, ogni centesimo che scambi e ogni mossa che
fai può essere usato contro di te.»
In
effetti, avere accesso all’identità digitale di tutti è la chiave per
manipolare e controllare con successo la popolazione globale. Scrivendo per “Coin Telegraph”, l’hacker e dirigente
tecnologico “Trent Lipinski” ha anche sottolineato che:
«Con
alcune modifiche al codice, la blockchain può essere corrotta dagli autoritari
per costruire sistemi di asservimento del credito sociale.
Se i governi mondiali legifereranno sulla
tecnologia di crittografia per i propri scopi e cambieranno i meccanismi di consenso per i propri sistemi
centralizzati di asservimento, ci ritroveremo con valute digitali che possono
essere utilizzate contro tutte le persone del mondo.»
La “quarta
rivoluzione industriale”, indicata da klaus Schwab .
Le
persone non sono semplicemente confuse su cosa comporti effettivamente
l’identità digitale. La maggior parte inoltre non comprende la portata prevista
della Quarta
Rivoluzione Industriale, un altro concetto inventato da Klaus Schwab e promosso
attraverso il WEF.
«Schwab
(il nuovo Hitler !) ed i suoi alleati
tecnocratici sognano di trasformare l’umanità in cyborg con capacità limitata o
nulla di libero arbitrio.
L’incapacità
di comprendere o accettare quanto siano contorti e affamati di potere questi
individui è un ostacolo psicologico che dobbiamo superare.»
La “Quarta
Rivoluzione Industriale” è davvero solo un altro nome per “il transumanesimo”. Suppongo che abbiano deciso che
sarebbe stato più facile ingannare le persone con quel termine piuttosto che
chiamarlo come in realtà è.
Klaus Schwab
( Pazzo e
assassino , ndr. )e i suoi alleati tecnocratici sognano di trasformare
l’umanità in cyborg con capacità limitata o nulla di libero arbitrio.
La mia
ipotesi è che per la maggior parte suoni più simile a ciò di cui sono fatti gli
incubi. L’incapacità di comprendere o accettare quanto siano contorti e
affamati di potere questi individui è un ostacolo psicologico che dobbiamo
superare.
Klaus Schwab
stesso ha affermato che “la Quarta Rivoluzione Industriale porterà a una fusione delle
nostre identità fisiche, digitali e biologiche”.
Al di là del proprio io “potenziato” connesso al cloud
5G, il WEF prevede un futuro l’identità digitale è connessa tra loro attraverso
un Internet of Bodies (IoB).
L’Internet
dei corpi.
Internet
of Bodies:
Our
Connected Future.
Nel
suo documento informativo del 2020 sull’IoB, il WEF descrive l’IoB come un
ecosistema di “un numero senza precedenti di sensori”, inclusi sensori emotivi,
“attaccati, impiantati all’interno o ingeriti nei corpi umani per monitorare,
analizzare e persino modificare corpi e comportamenti umani”.
Vedi,
non sono io a prevedere che potrebbero voler modificare il tuo comportamento e
controllare la tua realtà psicologica. Sono loro che affermano che questo è
ciò che intendono fare. Ogni nuova tecnologia, ogni nuova opportunità di
sorveglianza che offrono è di promuovere questo obiettivo.
«Ora,
chi potrebbe trarre beneficio dal massiccio consolidamento di ogni dettaglio
intimo della tua vita?” chiede Hinchliffe.
“Secondo un recente rapporto di una società
RAND, l’IoB” potrebbe innescare scoperte nella conoscenza medica […] Oppure
potrebbe consentire uno stato di sorveglianza di intrusioni e conseguenze senza
precedenti”.
Il
Partito Comunista Cinese (PCC) ha preso l’idea dell’IoB per creare uno stato di
sorveglianza orwelliano che fissa le identità digitali dei suoi “netizen” a un
sistema di credito sociale.
Dalle
app di tracciamento dei contatti del “debitore impassibile” che avvisano i cittadini con un
avvertimento ogni volta che arrivano con 500 persone di cui qualcuno è indebitato alla fenotipizzazione del DNA di
oltre 1 milione di uiguri inviati ai “campi di rieducazione”, il PCC è un
vivente esempio di alcuni degli orribili modi in cui le identità digitali
possono essere sfruttate …
Il
grande ripristino non è un mandato del popolo: è un’ideologia fabbricata inventata da
un gruppo di globalisti pazzi non eletti che cercano di influenzare gli
“stakeholder” nella creazione di una nuova economia e struttura sociale dalla
distruzione del vecchio … Ma il destino della società dovrebbe essere imposto
dall’élite di Davos (comandata da Klaus Schwab) ?»
Siamo
stati suonati come violini.
La
realtà scioccante è che la pandemia di COVID non è stata un “atto di Dio”. Faceva parte del piano, come tutto il
resto. Nel
2018 e nel 2019, questa cabala globale ha pianificato, praticato e coordinato
le proprie risposte durante gli esercizi da tavolo pandemici (Clade X ed Evento
201). Le soluzioni escogitate durante questi scenari di pandemia “erano al
passo con The Great Reset”, osserva Hinchliffe.
In
altre parole, tutte le contromisure pandemiche che tutti abbiamo vissuto negli
ultimi due anni avevano un obiettivo e non avevano nulla a che fare con il
salvataggio di vite umane. Aveva a che fare con il raggiungimento degli obiettivi di The
Great Reset, che richiedono una governance dall’alto verso il basso.
Lo
stesso Klaus Schwab (il nuovo Hitler) si è vantato di governare e insediare
leader politici nei governi del mondo, il che risponde alla domanda su come e
perché così tanti leader hanno accettato volontariamente politiche che sono
chiaramente distruttive per le proprie economie e società.
L’unico
modo in cui questo ha senso è accettare che la cabala tecnocratica, che per
decenni ha segretamente tirato leve dietro le quinte come il Mago di Oz,
vogliono che le economie di piccoli imprenditori falliscano.
Vogliono che falliscano in modo da poterli sostituire
con un nuovo sistema completamente digitale in cui hanno accesso al tuo
portafoglio e possono controllare il tuo comportamento attraverso sanzioni
finanziarie per comportamenti indesiderati.
Vogliono
che le piccole imprese siano fuori mano, quindi i “loro monopoli immortali “sono
tutto ciò che resta.
Vogliono
morti di massa, perché i robot e l’intelligenza artificiale stanno prendendo il controllo
della maggior parte dei lavori attualmente disponibili. Il piano è quello di istituire un salario
universale, quindi meno persone ci sono, meglio è.
Vogliono
bambini spaventati, ignoranti e socialmente inetti perché sono più facili da
trasformare in non pensatori obbedienti che accetteranno cose come i tracker
emotivi e l’IA che ti dice quando prendere una pillola.
(Ma Klaus Schwab non può subire … un
attentato alla sua salute! Ndr.). A loro non importa cosa vuoi, perché per loro non sei
nemmeno umano. Loro sono umani; sei solo una merce e loro hanno capito come trarre
profitto da ogni mossa che fai, anche assieme ad altri .
Tutto
questo parlare di bene comune, equità ed equità, sono solo PR. L’idea di equità
ed equità dei tecnocrati è che tutti sono allo stesso livello di indigenza.
Come dichiarato dal WEF, “entro il 2030, non possiedi nulla”. Chi allora
possiederà tutto? “Loro” ci saranno.
È il
prossimo attacco informatico?
In un
altro articolo più recente di Sociable, Hinchliffe evidenzia i rischi emergenti per la
sicurezza informatica e l’evento Cyber Polygon24 del WEF del luglio 2022, che si concentrerà sull'”aumento della resilienza informatica
globale” nei settori che utilizzano servizi cloud, come finanza, vendita al
dettaglio, assistenza sanitaria, trasporti e altro ancora.
Secondo
Schwab, “la
mancanza di sicurezza informatica è diventata un pericolo chiaro e immediato
per la nostra società in tutto il mondo”. Nel 2020 ha dichiarato:
«Hanno
bisogno di vaccini per immunizzarci. Lo stesso vale per gli attacchi informatici…
Hanno bisogno di costruire “infrastrutture IT “che abbiano anticorpi digitali
integrati intrinsecamente per proteggersi…
Sappiamo
tutti, ma non prestiamo ancora sufficiente attenzione allo scenario spaventoso
di un attacco informatico globale, che bloccherebbe completamente
l’approvvigionamento elettrico, i trasporti, i servizi ospedalieri, la nostra
società nel suo insieme … La crisi del COVID-19 sarebbe essere visto… come un
piccolo disturbo rispetto a un grosso attacco informatico.»
Sulla
base di come altri esercizi si sono magicamente manifestati nel mondo reale,
non è irragionevole sospettare che un grave attacco informatico sia stato
pianificato dalle stesse persone che affermano di volerlo prevenire.
Ma
anche se ciò non accade, una cosa di cui possiamo essere completamente sicuri è che qualunque misura di sicurezza
informatica elaborerà servirà all’agenda tecnocratica, che ancora una volta
vuole schiavizzare l’umanità in un ecosistema cyborg 5G ed elevarsi allo status
degli dei, micro-gestendo la vita di ogni persona attraverso l’uso di algoritmi
e intelligenza artificiale.
Prevenire
ciò , richiederà un livello senza precedenti di unità e solidarietà tra i
popoli del mondo. Ci sono miliardi di “noi” e forse solo poche migliaia di “loro”,
ma il loro controllo tecnologico e finanziario rende ancora questa una
battaglia tra Davide e Golia.
La
differenza tra la nostra situazione nel mondo reale e la versione biblica è che
nessun David può vincere questa battaglia da solo.
Dobbiamo
unirci e stare come “una unica unità di scopo ” , come miliardi di formiche che
formano un unico corpo. Potremmo non avere le armi che “loro” hanno, ma “noi” abbiamo il vantaggio dei
numeri puri.
Credo
che la risposta sia rifiutare tutte le “soluzioni” provenienti da questa cabala globale
(comandata
da un nuovo Hitler! ,ndr), in massa, e costruire le nostre società e industrie
parallele – un “ripristino”, ma che in realtà vogliamo e desideriamo e non quello che hanno pianificato e previsto per
noi.
Non
sarà facile, ma l’alternativa è la sicura “distruzione dell’umanità”.
L’
effetto Flynn e il Grande Reset.
Lineadivetta.webnode.it-
Roberto PECCHIOLI- (18-3-2022)- ci dice :
L'era
delle masse è la vittoria della barbarie. E' il tempo del signorino viziato,
che vive come se la civiltà, secolare sforzo titanico, fosse per sempre, che
valuta se stesso "come tutto il mondo, e tuttavia non se ne angustia, anzi
si sente a suo agio nel riconoscersi identico agli altri".
Scriveva
José Ortega y Gasset: "la massa travolge tutto ciò che è singolare, differente,
individuale, qualificato e selezionato. Chi non sia come tutto il mondo, chi
non pensi come tutto il mondo, corre il rischio di essere eliminato. (...)
Tutto il mondo era normalmente l'unità complessa di masse e minoranze
discrepanti, speciali. Adesso tutto il mondo è soltanto la massa".
Il
brutale, ma apparente imperio delle masse, tuttavia, non è che la suprema
astuzia del potere. Ortega fa notare che il potere, in ogni tempo, ha bisogno di
consenso, senza il quale il suo destino è incerto ed effimero.
Non si
comanda a lungo con la sola brutalità, la paura e la forza. Talleyrand, archetipo del potere, il
ministro che attraversò indenne l'Ancien Régime, la Rivoluzione e la tempesta
bonapartista, disse una volta a Napoleone, novello imperatore: "con le baionette, sire, si può far
tutto, tranne una cosa, sedervisi sopra".
Chi
esercita il dominio lo sa, così come gli è noto che il popolo ama essere
ingannato e che la massa non decide nulla e, anche quando crede di agire, in
realtà è agita.
Essa
odia la libertà - che è distinzione, raziocinio - e vuol credere di avere
potere in quanto ha un'opinione.
Opina su tutto, con tanto maggiore accanimento
da quando l'hanno convinta di possedere dei diritti. Negli ultimi due secoli e mezzo,
aristocrazie ed oligarchie dominanti dovettero effettivamente riconoscere - non
senza aspre lotte - alcuni diritti alle masse. Lo imponeva l'enorme aumento della
popolazione - che in Occidente si è arrestato da due generazioni - ma
soprattutto il nuovo assetto di una civiltà in piena rivoluzione industriale, bisognosa di grandi masse per le sue
imprese economiche e belliche.
A
questa massa si doveva pur concedere il diritto di voto, se veniva chiamata
alle armi per morire in guerra. Lo sforzo tecnico e scientifico di società che aumentavano
vertiginosamente i loro mezzi materiali si sosteneva su milioni di persone
qualificate, più istruite delle generazioni precedenti.
Operaio, tecnico, soldato, professionista al
servizio di un ordine sociale in ascesa: occorreva più cultura e un margine
ragionevole di libertà. In quel mondo, non solo l'istruzione e la cultura si
diffondevano, ma saliva anche l'intelligenza media della popolazione.
Lo dimostrò uno studioso neozelandese, James R. Flynn, che teorizzò l'aumento del
quoziente intellettivo medio della popolazione.
Il fenomeno, detto effetto Flynn, fu analizzato in un saggio del
1987. Sulla base dello studio comparato di indagini effettuate sui bambini a
partire dal 1947, venne dimostrato che nei paesi più sviluppati il quoziente di
intelligenza (pur con tutte le cautele sul valore del relativo test) era
aumentato di almeno 8 punti nel periodo esaminato.
La
tendenza si sta rapidamente invertendo, tanto che oggi si parla di effetto
Flynn capovolto: nei paesi occidentali il Q.I. diminuisce di mezzo punto annuo
dal 2000.
Insomma,
stiamo diventando più sciocchi. E' l'effetto della civiltà dell'immagine, basata
sulla superficialità, sull'accumulo indifferenziato di informazioni, sullo
specialismo che ci rende esperti in un minuscolo ambito della conoscenza e
ignoranti in tutto il resto. E' anche l'esito dell'affidarsi agli apparati artificiali per
compiere qualsiasi operazione intellettuale e assumere ogni decisione,
disattivando intere aree del cervello. La terza e ora la quarta rivoluzione
industriale, basata sulla tecnologia informatica e sulla robotizzazione, non
hanno bisogno di ingenti masse umane, né di intelligenze speculative. Il potere preferisce un'istruzione
tecnica fatta di saperi strumentali, meccanici.
E'
gradita un'umanità che non ponga e non si ponga domande: bastano masse addestrate all'uso
dei dispositivi informatici, dalla mente binaria (aperto-chiuso, sì-no) come
gli apparati tecnici.
Il pensiero critico, il dubbio fecondo non interessano. La cultura è riservata alle
minoranze destinate al comando. Il presente si basa prevalentemente
sull'immagine, il flash, il flusso di informazioni che si disperdono per
sovraccarico e delle quali devono essere trattenute solo quelle
"utili" al sistema del consumo. Conta solo ciò che può essere fatto
valere immediatamente sul mercato o che serve per utilizzare gli apparecchi
informatici, non più propaggini dell'essere umano, ma guide, maestri, tutor la
cui mancanza produce un drammatico cortocircuito.
L'uso
compulsivo di computer, calcolatrici, smartphone diminuisce la capacità di
calcolo, concentrazione, ragionamento, inibisce l'esercizio della memoria,
porta della conoscenza.
Di qui proviene l'impoverimento del
linguaggio.
Non si
tratta solo della diminuzione della conoscenza lessicale, un vocabolario di
massa ridotto a poche parole, ma della perdita della capacità di elaborazione
linguistica che permette di formulare un pensiero complesso.
Di qui anche la progressiva scomparsa di tempi
e modi verbali, che dà luogo a un pensiero quasi sempre declinato al presente,
incapace di proiettarsi nel tempo. Il signorino soddisfatto - e imbarbarito- pensa,
parla e si comporta sempre e solo al presente: un'altra scoperta di Ortega.
Senza le parole per costruire un ragionamento, il pensiero complesso è
impossibile.
I
regimi totalitari hanno sempre ostacolato il pensiero, attraverso una riduzione
del numero e del senso delle parole.
Se non
esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza
parole. Il potere è apolide, ma ha una sede, gli Stati Uniti, la cui mentalità
vive di riduzionismo, semplificazione, fastidio per i concetti.
Dagli
Usa viene la spinta a semplificare l'ortografia, abolire i generi, i tempi, le
sfumature, la complessità, ovvero a impoverire la mente umana.
E' una
scelta strategica: le masse devono credere di possedere potere, diritti,
persino capacità di direzione, ma la realtà è opposta.
Sono
espropriate delle parole, allontanate dalla cultura- il pensiero meditante -
riempite di "diritti" privi di senso, quasi tutti nella sfera
pulsionale, orientati alla perdita di responsabilità a vantaggio della
comodità.
Eterodirette, manipolate, credono tutto ciò
che viene fatto loro credere, ma - ecco l'immensa differenza rispetto ad altri
tempi- convinte di pensare ed agire in autonomia. Si muovono come masse
persuase di esercitare la libertà individuale: un successo impressionante del
potere.
L' uso
esagerato delle risorse naturali del pianeta, la sovrappopolazione, l'evidenza
che il meccanismo di accumulazione e consumo non può durare all'infinito, hanno
cambiato in profondità l'agenda delle oligarchie.
Non possono più permettersi la libertà di
pensiero, l'esistenza di dissidenti e oppositori.
Il
modello tecno totalitario e dirigista cinese è vincente e le élite occidentali
conoscono la storia e la geopolitica.
Tutto deve cambiare in gran fretta. Giorgio
Agamben, il più lucido analista dei fulminei mutamenti al tempo del virus, ha
scritto che il globalismo è un singolare ircocervo: capitalismo nella variante
comunista.
Privatizzazione
oligarchica, potere piramidale, uniti in un regime politico totalitario che
"unirà
in sé l'aspetto più disumano del capitalismo con quello più atroce del
comunismo statalista, coniugando l'estrema alienazione dei rapporti fra gli
uomini con un controllo sociale senza precedenti."
Il
regime si fa proibizionista, autoritario, l'aria è diventata irrespirabile per
popoli- quelli europei - cresciuti e vissuti nel clima della libertà, del
dubbio fecondo, del dibattito.
Il
nuovo ordine mondiale non è poi così nuovo.
E' un
sistema di dominio la cui differenza con il passato è quantitativa, il possesso
di mezzi infinitamente più potenti. La teoria parla di una società
globalizzata diretta da una élite che agisce nell'ombra, un governo planetario
autocratico, invisibile e onnipresente.
In realtà, non hanno più bisogno di
nascondersi: dichiarano apertamente il loro programma, tanto la maggioranza non è in
grado di comprenderne la portata, non diciamo di organizzare la resistenza.
Da quando siamo intrappolati nel Covid 19 -nella sua
narrazione terrorizzante e terroristica - si parla di Grande Reset,
un'operazione volta a cambiare in profondità l'economia, la vita e le abitudini
della popolazione.
Gran parte del sistema di comunicazione e della
politica finge di considerarla una teoria complottista di paranoici e - possedendo
tutti i mezzi- riesce a nascondere la realtà. Eppure, chi comanda ha parlato
chiarissimo.
Il
Foro Economico Mondiale di Klaus Schwab (il nuovo Hitler segreto, ndr.)ha
annunciato, in conseguenza della "crisi sanitaria mondiale" un incontro a Davos
per gennaio del 2021 con un tema preciso all'ordine del giorno: il grande reset.
Giova
ripetere che il "partito di Davos" è formato da alcune migliaia di
miliardari, finanzieri, imprenditori di punta, e di "teste pensanti"
politiche e culturali al loro servizio.
Il comunicato che annuncia il convegno è
firmato dal Principe Carlo d'Inghilterra (è servito chi pensa che le famiglie
reali non contino più nulla) e dal direttore del WEF, Karl Schwab, autore di un libro il
cui titolo è Il Grande Reset.
Il
sottotitolo è "da ogni crisi, si presenta un'opportunità ". Perfetto programma
oligarchico massonico: Ordo ab chao, il (nuovo) ordine sorge dal caos, ossia dalla
sofferenza di miliardi di persone.
Riportiamo
di seguito alcune delle affermazioni contenute nel libro di Schwab.
Il Covid è una delle pandemie meno mortali che
il mondo abbia conosciuto in duemila anni. Il Covid offre l'occasione di
introdurre cambiamenti sociali senza precedenti. Molte cose cambieranno per
tutti ed emergerà un mondo nuovo.
Molti chiedono quando le cose torneranno alla
normalità. La
risposta è breve: mai.
Diventeremo
più efficienti nella gestione dei nostri geni e di quelli dei nostri figli. Potranno essere introdotti
all'interno del corpo umano delle particelle "intelligenti", computer
dotati di antenne, tutto più minuscolo di un granello di sabbia.
L' attraversamento dei confini nazionali
comporterà una scansione dettagliata del cervello per valutare il rischio di
sicurezza che pone il viaggiatore. Molto probabilmente verranno impiantati nel nostro
cervello e nel nostro corpo dei dispositivi esterni.
Gli
strumenti della quarta rivoluzione industriale permettono di nuove forme di
monitoraggio e nuovi meccanismi di controllo. Il lavoro degli avvocati, dei
medici, dei giornalisti o dei bibliotecari sarà senza dubbio parzialmente o
totalmente automatizzato. L'avvenire ci sfiderà a comprendere il significato di essere
umano.
Vasto
programma.
L'agenda
è quella del transumanesimo, ovvero il superamento dell'antiquata creatura
umana, ibridata con la macchina, il cui controllo è saldamente nelle mani
dell'oligarchia e dei suoi tecnocrati.
Lorsignori hanno deciso per tutti. Unico
intoppo, il rinvio del forum- il contagio potrebbe cogliere anche gli
Illuminati nell'inverno svizzero- a maggio del prossimo anno, non a Davos, ma
nell 'iper sicura Singapore, perla del dispotismo asiatico. Nessun governo ombra: il sicuro
incedere del nuovo ordine mondiale, i cui disvalori ad uso del popolo sono il
consumo, l'incultura, le passioni basse e triviali.
Trascendenza,
conoscenza e spiritualità sono bandite in un pianeta in cui tutto è equivalente
- quindi irrilevante, tranne il dominio dei padroni universali- le vecchie
nazioni muoiono, sostituite da mega corporazioni tecno economiche con diritto
di vita e di morte.
Un
mondo distopico abitato da una massa acritica, credulona, aliena dalla realtà, immersa in paradisi artificiali
audiovisivi e chimici, in cui l'uomo è un codice numerico senza importanza, un
ente destinato a produrre, consumare ed essere gettato via.
La
sottomissione della popolazione non avviene più esclusivamente con l'uso della
forza e neppure con la progressiva castrazione mentale e spirituale. L'anno in
corso ha dimostrato un salto di qualità. Il potere è diventato definitivamente
biopotere, imperio e sorveglianza sui corpi e la vita.
Le
masse tornano al loro ruolo primigenio di materiale inerte, plastico, indagato
da Elias Canetti in “Massa e potere”.
La
finzione della democrazia e dello Stato di diritto è stata oltrepassata,
nell'anno del virus.
Terrore
più controllo della comunicazione più l'aperta dimostrazione di potenza
coattiva. Ci stanno impartendo una dura lezione, il cui nocciolo è che il Nuovo Ordine
Mondiale si è disfatto dell'illusione democratica ad uso delle masse e ha preso
il controllo diretto delle nostre vite. Sappiamo chi comanda e, attraverso
il dispiegamento degli uomini armati (le "forze dell'ordine")
conosciamo le conseguenze della dissidenza. I diritti costituzionali sono
sospesi, le proteste vietate, guardate con odio dalla massa impaurita; la
censura dilaga.
Invocheranno
il reato di odio per chi dirà male del potere, degli esperti e del sistema. A stretto rigore, hanno ragione: ogni
dissenso contiene un'avversione dichiarata.
Basta
chiamarla odio e iscriverla nel diritto penale. Il gioco è fatto, beninteso
dopo un lungo, capillare lavorio di domesticazione dell'opinione. Per chi non ci sta, non solo è
pronto un potente dispositivo repressivo, ma è operante l'odio della folla: la
legge di Lynch, l'unica che un popolo ridotto a massa conosce. Linciaggio da
parte della massa: ecco che cosa attende i residui oppositori e chiunque si
ostini a ragionare.
Editti
continui, in Italia contraddittori e talvolta ridicoli, regolano gli aspetti
più elementari della nostra vita. Ci impongono dove e se possiamo andare, chi
possiamo incontrare, per quanto tempo e così via. La reazione? Nulla, o minima.
Qualche
giorno fa, in una "zona gialla", relativamente libera dai divieti, un
giovanottone africano in giacca e cravatta misurava la temperatura di chiunque
entrasse in un supermercato.
Solo chi scrive è tornato sui suoi passi. Lo intuì
Michel Foucault: un mondo gestito come una prigione, un universo in cui siamo
trattati, anzi gestiti, come detenuti.
Sorvegliare
e punire, nascita della prigione, è il profetico titolo del saggio di Foucault
sul biopotere. Nulla di accidentale, tanto meno la risposta "responsabile" a
un'emergenza inattesa, ma una "guerra lampo" dell'oligarchia contro
il popolo, la cui ricreazione - vera o presunta - è finita.
Lavorano
per ridurci a bambini balbettanti che chiedono la caramella da ottenere
all'istante, poiché altro non riconoscono che i desideri.
La
transumana futura disumanità sarà pavloviana, ossia vivrà di impulsi
eterodiretti, di istinti primari senza pensiero né spirito. Il Grande Reset ci considera greggi
destinate, in forme diverse, al mattatoio, luogo cui ci avvieremo contenti,
poiché la menzogna sarà costante, massiccia, martellante e suadente.
Nessuno
avrà più gli strumenti culturali, intellettuali e morali per discutere il
potere.
Basta oziose speculazioni sul bene e sul male - non "servono" alla
vita animale- nessuna personalità individuale. Ciò che afferma ed impone "il
piano di sopra" sarà sempre vero e certo, per quanto vada contro logica e
verità.
Pensare
crea problemi: meglio seguire il gregge.
Sono e
saranno implacabili con chi si oppone al sistema mondo diretto dalle grandi
corporazioni, con il potere in mano a un pugno di onnipotenti sotto il cui
tallone si muove a comando una massa senza principi e senza Dio.
Non è
poi così nuovo, l'ordine che ci impongono: ha "soltanto" più mezzi
che nel passato. Credevamo di avere voce in capitolo, attraverso il voto e le procedure
dell'intangibile democrazia. Tutto finito, residui di un passato in cui il potere doveva
almeno mostrare una certa dissimulazione, ostentare rispetto per la gente. Hanno comprovato, nell'anno terribile
al tramonto, che la massa è inerte.
Non
reagisce, non si oppone: paura più manipolazione continuata. Crediamo ciò che ci viene fatto
credere, il cervello ha disattivato i sensori del dubbio, perfino della
vecchia, sana diffidenza popolare.
La
passività ci vede con la testa china in fila indiana come nel film “Metropolis
di Fritz Lang”.
La
pandemia è di pensiero e sottomissione volontaria. In queste settimane chi passeggia
per strada nascosto dietro la mascherina d'ordinanza, osserva code dappertutto,
caratterizzate da silenzio spettrale e da una mansuetudine che fa rabbrividire.
Davanti
agli uffici postali, sconcerta la fila per ottenere un codice che permetterà di
richiedere spiccioli di rimborso statale a chi paga i suoi conti con mezzi
elettronici.
L'operazione ha la sua brava parola in globish, l'inglese elementare: si chiama cash back, ma l'intento - un altro successo sconvolgente
- è
convincerci ad abbandonare il denaro contante, ossia a dipendere dalle macchine
e dalle carte. Tutto nelle mani di lorsignori il denaro guadagnato con il
nostro sudore.
Cadono
le braccia e viene voglia di "passare al bosco" come il Ribelle di
Juenger.
Il
Nuovo Ordine non è nuovo né ordine, caotico perché iniquo, perché si sostiene
sulla stirpe di Caino che uccide il fratello, di Satana che si leva contro il
Signore, di Faust che viene a patti con Mefistofele.
E' lo
specchio che riflette il nostro aspetto deforme, i vizi che il potere conosce,
sfrutta e stuzzica per dominarci più a fondo. Abbiamo il libero arbitrio, ma lo
usiamo per scegliere il peggio.
I
signori del Grande Reset non hanno altro merito che di conoscerci a fondo.
Nessuna cospirazione, nessun complotto. Solo la luciferina capacità di farci
accettare la servitù volontaria. Aveva ragione Etienne De la Boétie:
il
tiranno mantiene il potere perché i sudditi glielo concedono. La libertà originaria, naturale è abbandonata
volontariamente, corrotta dall'abitudine di chi preferisce la servitù alla
difficile condizione di uomo libero.
Scrisse
Dario Fo che il padrone conosce mille parole e l'operaio trecento: per questo è
il padrone.
E' uno
squarcio di verità, che spiega l'impegno dei potenti a tenerci nell'ignoranza e
nella minorità. Se alziamo la testa, ci rubano le parole, la conoscenza,
rimuovono progressivamente le nostre capacità intellettuali:
effetto
Flynn al contrario, il Grande Reset.
Gestione
Covid: in Grecia
è
iniziato il “Processo del Secolo”!
Conoscenzealconfine.it-(
20 Aprile 2022)- Marina Voudouri : ci dice:
Un
avvocato penalista in Grecia, Nikos Antoniadis, sta portando avanti una serie
di cause giudiziarie relative alla gestione della pandemia Covid-19 in Grecia,
che lui chiama “Il processo del secolo”.
L’azione
di base è stata la denuncia che ha depositato alla Procura nel luglio 2021 nei
confronti del Primo Ministro, Kyriakos Mitsotakis, e di una serie di altri
rappresentanti di istituzioni, con le accuse, tra altre, di omicidio doloso e
di organizzazione criminale.
Nelle
4.311 pagine della denuncia, contenenti anche materiale fotografico e di
documentazione, oltre al Premier, tra gli accusati spuntano e compaiono anche l’intero
Consiglio dei Ministri, Direttori di ospedali pubblici coinvolti agli eventi,
alcuni magistrati in posizioni dirigenziali, una serie di rappresentanti di
varie istituzioni pubbliche, e anche i responsabili del social network
Facebook.
Le
accuse si basano su tre presunti protocolli adottati dalla presunta
organizzazione criminale:
– il
protocollo di morte, utilizzato in ospedali pubblici;
– il
protocollo dell’inganno, nei confronti della totalità dei cittadini;
–
entrambi i protocolli, secondo le accuse della denuncia, sono stati adottati al
fine di attuare il protocollo finale, ovvero quello della vaccinazione di
massa.
Sempre
secondo la denuncia depositata, lo scopo finale di tutti e tre i protocolli è
quello della diminuzione della popolazione, così come presuntamente previsto da piani
internazionali.
Tutte
le mosse e azioni che fa l’avvocato le rende pubbliche, attraverso
video-dirette suoi social e pubblicazioni sul suo sito “nikosantoniadis.tv.” Già dall’anno 2020, molte persone,
ricoverate per Covid o familiari, lo contattavano per chiedere aiuto.
Grazie
al suo intervento – afferma lo stesso – per molti casi di questi si è
dimostrato che i pazienti (rivolti all’ospedale per altre cause) erano
risultati anche “positivi” al Sars Cov 2 con tamponi molecolari il cui
risultato successivamente si dimostrava errato, oppure venivano intubati mentre
la loro saturazione era sopra il 95, oppure venivano lasciati senza liquidi e
disidratati, oppure soffrivano (in forma pregressa) di BPCO (broncopneumopatia cronica
ostruttiva) e non da Covid. Coloro che arrivavano alla morte venivano – secondo le accuse
dell’avvocato – registrati come pazienti Covid anche se la causa della morte
era diversa o addirittura anche se non erano affatto positivi al virus Sars Cov
2.
Un
altro asse principale delle azioni giudiziarie che porta avanti il penalista
Antoniadis, è la denuncia invece contro di lui di diffusione di notizie false e
di procurato allarme.
Queste accuse sono state mosse un giorno o due
dopo l’entrata in vigore della modifica del Codice Penale, da parte del
Parlamento greco, relativamente ai relativi reati.
A tale
scopo, il penalista era stato arrestato la sera del 17 novembre 2021 mentre usciva
da casa per la passeggiata col cane, ma dopo 3-4 ore era stato lasciato libero.
A
quanto dichiara lui stesso, l’arresto era stato irregolare nelle modalità. Per
quanto riguarda la sostanza, ovvero le accuse nei suoi confronti, il processo
era stato programmato per la fine di gennaio scorso. Essendo l’accusato positivo al Covid
nella stessa settimana, il processo è stato rimandato al 4 maggio.
Stando
alle dichiarazioni dello stesso Antoniadis, grazie al posticipo del processo
gli sono arrivate sempre più testimonianze, alcune delle quali anche da parte
di personale di ospedali che mettono a sua disposizione informazioni e
documentazioni che possano supportare la sua tesi, ovvero di aver diffuso
notizie vere e non false.
Il più
recente asso nella manica che l’avvocato ha annunciato di avere, attraverso un
suo post del 10 aprile 2022, è il messaggio che ha ricevuto da parte di uno dei
presunti co-responsabili delle accuse relative ai protocolli, con richiesta
dello stesso o della stessa di incontrarsi per passargli tutto il materiale e
la documentazione in suo possesso. Questo incontro sembra essere già avvenuto
ma l’avvocato si è preso un po’ di tempo per dare maggiori dettagli attraverso
una delle sue consuete video-dirette.
Qui la
traduzione del messaggio ivi pubblicato: “Signor Antoniadis, dobbiamo parlare.
E incontrarci. Quando le dirò chi sono, penserà che si tratti di una buffonata
o di un inganno. Non lo è. Ne parlerò solo a Lei, solo a Lei consegnerò tutto
ciò che ho nelle mie mani. Non ce la faccio più. Quando è troppo, è troppo.
Venga per favore per annientarli. E qualsiasi prezzo dovrò pagare anch’io, lo
farò. Perché ne sono co-responsabile.“
L’avvocato
Antoniadis sta preparando la replica della sua denuncia anche a livello
internazionale.
(Marina
Voudouri)- (nikosantoniadis.tv)- (lantidiplomatico.it).
Carlo
Freccero firma referendum contro
green
pass, "strumento del Grande Reset"
huffingtonpost.it-
Redazione -
HuffPost-
(20 settembre 2021)- ci dice :
“Oltremodo
scorretto” il comportamento del Governo Draghi, "incrinato il patto di
lealtà tra istituzioni e popolo".
Carlo
Freccero firma per il referendum contro il green pass e spiega in una lettera
alla Stampa le sue motivazioni. Innanzitutto, il celebre autore televisivo
definisce “oltremodo scorretto” il comportamento del Governo Draghi
“nell’incrinare il patto di lealtà tra istituzioni e popolo”. Questo anche perché “l’attuale normativa
sul Green Pass ignora totalmente l’appello a evitare discriminazioni”.
“Il mio ruolo è quello di esperto
della comunicazione e, in quanto tale, non ho potuto fare a meno di rilevare la
massiccia campagna di propaganda e disinformazione condotta dai media
mainstream con un’unanimità che non ha precedenti nella storia del paese.
Il
referendum è un’occasione per avere accesso a spazi istituzionali e per fare
arrivare i nostri argomenti all’elettorato. Dopodiché i cittadini decideranno
liberamente e non sotto la pressione della paura innescata dalla pandemia”.
Secondo
Freccero, “dietro il Green Pass in realtà, c’è molto di più”.
”È
destinato a diventare l’embrione della futura tessera di identificazione
digitale a cui mira il Grande Reset in via di attuazione.
Per chi non sapesse di cosa si tratta, rimando
a due libri dell’economista Klaus Schwab “Covid 19 The Great Reset” e “Quarta
rivoluzione digitale”.
Secondo
Schwab la pandemia è un’occasione irripetibile per conseguire il “Grande Reset”
già illustrato nel saggio “La quarta rivoluzione industriale”. Tutto ciò è
confermato dal progetto di Recovery Fund, che si pone come obiettivo lo stesso
obiettivo del “Grande Reset”.
Credo
che la nuova normalità in cui stiamo vivendo non finirà coi vaccini, ma
continuerà nel tempo, con la rivoluzione digitale e la rivoluzione verde.
Diciamo la verità: non è la pandemia ad avere causato
la crisi economica. E piuttosto la crisi economica ad avere causato la
pandemia, o quanto meno, ad averla amplificata al fine di ultimare il “Grande
Reset”.
Secondo
Carlo Freccero ”è giusto che il popolo, l’oggetto di quanto è in divenire,
possa, come accade in tutte le democrazie, farsi soggetto e decidere se
desidera o meno proseguire per la strada tracciata dalle élite straricche. La risposta verrà dopo.
Nella
mia testa i referendum sono destinati ad aprire finalmente un dibattito ampio
su tutti questi quesiti aperti”.
La
guerra in Ucraina potrebbe
far
piombare il mondo nella carestia
nationalgeographic.it-
JOEL K. BOURNE, JR.- (1 APR 2022)- ci dice :
Con
quantità molto inferiori di grano e fertilizzanti in arrivo sui mercati
globali, gli esperti temono un periodo cupo in cui i generi alimentari saranno
più scarsi e più costosi.
L’invasione
russa dell’Ucraina potrebbe significare meno pane in tavola in Palestina,
Libano, Yemen e altri Paesi del mondo arabo, dove milioni di persone già
lottano per la sopravvivenza.
Questa
regione dipende fortemente dal grano prodotto nei due Paesi, ed eventuali
carenze di questo alimento base potrebbero potenzialmente causare disordini. Mentre Biden è scettico sul ritiro
delle truppe, Putin firma un decreto per il pagamento del gas in rubli e un
altro per arruolare 134mila ragazzi. Nel frattempo Kiev accusa i russi di aver usato "armi al
fosforo su Donetsk".
In
Italia Draghi ha concordato con il cancelliere tedesco Scholz di mantenere le
sanzioni.
Il 30
Marzo nel Donbass muore Edy Ongaro, un miliziano italiano di 46 anni che
combatteva nelle forze separatiste, colpito da una bomba a mano.
La
guerra in Ucraina ha un forte impatto sui costi sostenuti dalle aziende
agricole italiane secondo un rapporto recente del “Crea”, Consiglio per la ricerca in
agricoltura e l'analisi dell'economia agraria.
Il 30% delle aziende agricole italiane
potrebbe avere un reddito netto negativo, un aumento dei costi di produzione e
un drammatico aumento dei prezzi.
(I
piloti della Mount Idaho Air Force cercano di intercettare l'eclissi e rimanere
nell’ombra della Luna per 3 minuti. Filmato dalla serie “One Strange Rock:
Pianeta Terra”.)
In
questo periodo Jonathan Clibborn dovrebbe nutrire di azoto i suoi campi di
grano invernale. Dovrebbe ricevere i semi di mais e girasole, preallertare i
propri addetti alla piantagione per cominciare l’attività all’inizio di aprile.
Dovrebbe godersi la primavera nella sua fattoria vicino a Lviv, nell’ovest
dell’Ucraina, insieme a sua moglie, ai loro tre ragazzi e al loro cane.
Invece
Clibborn, immigrato irlandese, in questi giorni sta facendo tutt’altro, come
del resto quasi tutti gli altri agricoltori ucraini: si tiene in contatto con i
parenti di sua moglie che si trovano nelle zone di guerra, offre rifugio alle
famiglie in fuga dai bombardamenti, e cerca di tenere a galla l’azienda.
Se lui
e gli altri coltivatori non dovessero riuscirci, avvertono gli esperti, questo
comporterà la fame non solo per molti ucraini, ma anche per centinaia di
migliaia di persone in tutto il mondo, innescando la più grande crisi
alimentare del dopoguerra.
Ucraina
e Russia insieme producono quasi il 30% del grano commerciato al mondo, e il
12% delle relative calorie.
Senza
di loro, l’impennata dei prezzi alimentari e la carenza di alimenti di base
potrebbero scatenare un’ondata di instabilità che il mondo non ha più vissuto
dopo la primavera araba del 2012.
La guerra ha praticamente interrotto
l’esportazione di grano da entrambi i Paesi. E dato che le due nazioni (insieme
alla Bielorussia, alleata della Russia e pertanto sottoposta anch’essa a
sanzioni) sono fornitori di grandi quantità di fertilizzanti, l’invasione
dell’Ucraina decisa da Vladimir Putin potrebbe avere conseguenze sul settore
agricolo in tutto il mondo quest’anno, e nel prossimo futuro.
(Ma il
“grande e coraggioso “ Zelensky pensa a richiedere al mondo altre e più potenti
armi per “vincere”. Ma chi se frega se
il mondo intero andrà in carestia per le sue smanie di “grandezza”! Ndr.)
(Ecco
una coltivazione di grano vicino a Užhorod, nella regione Transcarpazia, in
Ucraina occidentale.)
Ciononostante,
Clibborn si considera fortunato. Si è trasferito in Ucraina 15 anni fa con solo
quello che aveva addosso, e ora coltiva 3.000 ettari di terreno in una regione
ancora non toccata dalla guerra, a ovest di Lviv, vicino al confine polacco.
“C’è
chi non riesce a coltivare i campi perché i russi sparano a tutto ciò che si
muove”, spiega Clibborn con tono grave, nel suo accento irlandese. “Si dice che
spargono mine nei campi, sulle strade che portano ai campi, per non parlare
degli ordigni inesplosi che sono rimasti sui terreni. Credo che il raccolto
[del grano] cadrà a picco, riducendosi a un terzo, forse un quarto del
normale”.
Con il
protrarsi del conflitto e la stagione della semina alle porte, il ticchettio
del tempo che scorre si fa sempre più sentire. Sono circa 26 i Paesi del mondo che
importano oltre la metà del grano che consumano da Russia e Ucraina, spiega
Arif Husain, economista capo del Programma Alimentare Mondiale (PAM) delle
Nazioni Unite.
“Se
questa guerra non finisce nelle prossime due settimane, le cose peggioreranno
ulteriormente”, afferma Husain. “Significa che l’Ucraina non riuscirà a
piantare il granturco. Il grano invernale nei campi non verrà concimato e il
raccolto sarà quindi molto ridotto. Questo è un pericolo reale. Si tratta di un Paese di 40 milioni
di abitanti, ma che produce cibo per 400 milioni di persone. Questa è la realtà del mondo
globalizzato. Siamo tutti sulla stessa barca”.
Un
granaio bloccato.
Nell’ultimo
decennio l’Ucraina, da tempo nota come il granaio d’Europa, è diventata una
potenza agricola di fondamentale importanza per gran parte dei Paesi in via di
sviluppo.
Semi
migliori, nuove attrezzature e un’ottima agronomia — abbinati a massicci
investimenti da parte di aziende quali Cargill, Bunge e Glencore in infrastrutture
di lavorazione dei cereali e negli impianti di frantumazione dei semi oleosi
nei porti del Mar Nero — hanno più che raddoppiato le esportazioni dell’Ucraina
dal 2012.
Il
Paese è oggi tra i cinque principali esportatori di vari cereali e semi oleosi
importanti, raggiungendo il 10% delle esportazioni mondiali di grano e quasi il
50% delle esportazioni di olio di semi di girasole.
In
questa guerra che non arresta il suo passo, la Russia sta bloccando i porti e
distruggendo le città portuali; nella prima settimana di invasione un missile
russo ha colpito una nave noleggiata da Cargill.
Le esportazioni russe sono ostacolate dalle
restrizioni bancarie e dai premi assicurativi per le navi che trasportano
grano, che in tempo di guerra raggiungono cifre astronomiche. Di conseguenza i prezzi di grano,
mais e soia in aumento hanno già superato quelli dell’ultima crisi dei prezzi
delle derrate alimentari del 2012 e del 2008, con il prezzo del grano che si è
impennato del 60% dall’inizio di febbraio.
(11 marzo
2022 - Il pastore spagnolo Cristobal Jesus Calle Lopez, 39 anni, dà da mangiare
il grano alle sue pecore, a Montejaque. L’invasione dell’Ucraina decisa da
Vladimir Putin e le risultanti sanzioni stanno avendo delle ripercussioni nell’economia
globale, aumentando il costo di prodotti fondamentali come grano e
fertilizzanti.)
Le
crisi precedenti hanno innescato rivolte per il cibo a livello internazionale,
hanno rovesciato il governo in Madagascar e ad Haiti, e dato il via alle rivolte
della primavera araba in Medio Oriente. Oggi il mondo è ancora più volatile,
afferma Husain, la cui agenzia lo scorso anno ha dato da mangiare a 128 milioni
di persone — un record, nei 60 anni della sua storia.
“Nel
2008 non c’era il COVID”, afferma. “Non c’era la guerra in Yemen o in Siria o
in Etiopia o nel nord-est della Nigeria. A causa del COVID, i governi non hanno
risorse economiche; i livelli di indebitamento hanno raggiunto quelli di molti
Paesi poveri. L’inflazione è a livelli record.
Anche
prima dell’invasione dell’Ucraina i prezzi dei generi alimentari avevano
raggiunto il record degli ultimi 10 anni e i prezzi del carburante erano i più
alti degli ultimi 7 anni. A questo si aggiunge il calo dell’occupazione e
quindi perdite di reddito: la gente si trova schiacciata. Questa crisi è
arrivata nel peggiore dei momenti”.
Il PAM
ha in programma di sfamare 140 milioni di persone quest’anno (stabilendo un
nuovo record), tra cui oltre tre milioni di profughi ucraini, e altri 44
milioni di persone in 28 Paesi che barcollano sull’orlo della carestia. Molte di queste nazioni dipendono
dalle importazioni di grano dall’Ucraina: tra queste Yemen, Afghanistan, Siria,
Etiopia e quasi una decina di altri Paesi nel Medio Oriente e in Africa.
E come
se questo non bastasse, i costi del PAM si sono impennati dopo l’invasione,
aumentando di 71 milioni di dollari (quasi 64 milioni di euro) al mese e
creando un disavanzo di 10 milioni di dollari (quasi 9 milioni di euro) per
l’anno prossimo. Questo ha reso necessario razionare i viveri alle popolazioni
più bisognose.
Una
minaccia ancora maggiore incombe.
Attualmente
circa 13,5 milioni di tonnellate di grano e 16 milioni di tonnellate di mais
del raccolto dell’anno scorso di Ucraina e Russia sono rimasti bloccati a causa
della guerra e delle sanzioni. Una parte di questo ammanco potrebbe essere compensato con
maggiori esportazioni da Australia o India, entrambi Paesi che hanno avuto
abbondanti raccolti di grano l’anno scorso. Ma è il destino del raccolto
ucraino di quest’anno che preoccupa gli economisti.
(4
marzo 2022 - Il grano viene caricato su una nave portarinfuse presso il porto
di Geelong, nello Stato di Victoria, in Australia. I prezzi del grano si sono
impennati raggiungendo livelli record dal 2008, a causa della paura di una
carenza globale in conseguenza della guerra tra Russia e Ucraina.)
“Non
stiamo solo perdendo sei milioni di tonnellate di grano” del raccolto dell’anno
scorso in Ucraina, afferma David Laborde, analista senior presso l’Istituto
internazionale di ricerca sulle politiche alimentari (International Food Policy
Research Institute, IFPRI) di Washington D.C., “ma potenzialmente 60 milioni di
tonnellate. Se dovessimo perdere il prossimo raccolto si creerebbe un deficit
sostanziale che nessuno potrebbe compensare”.
(Ma
Biden (USA) si presta a fornire all’Ucraina più di 3 miliardi di dollari spesi
in armamenti pesanti. Così ha ordinato
Klaus Schwab -il nuovo Hitler -per conto del suo pupillo Zelensky .Ndr)
E
questo non è nemmeno il più grosso dei potenziali problemi, continua Laborde.
Ucraina, Russia e Bielorussia esportano in tutto il mondo anche grandi quantità
di fertilizzanti a base di azoto e potassio.
“La
minaccia più grande che il sistema agroalimentare sta per affrontare è il
blocco del commercio dei fertilizzanti”, spiega Laborde. “La scarsità di grano
avrà un impatto su pochi Paesi. La questione dei fertilizzanti invece può avere
conseguenze su tutti gli agricoltori del mondo, e causare cali di produzione
per tutti i generi alimentari, non solo il grano”.
Il
mercato dei fertilizzanti era già in subbuglio prima dell’invasione russa
dell’Ucraina. Le esportazioni di potassa della Bielorussia erano soggette a
sanzione, dopo che l’anno scorso il governo bielorusso aveva obbligato un volo
Ryanair ad atterrare e aveva arrestato un dissidente a bordo.
Il
COVID-19 -sparso a piene mani da Klaus Schwab & C.- ha
interrotto le spedizioni e le catene di approvvigionamento a livello globale.
Lo
scorso anno l’uragano Ida ha spazzato via due grandi impianti di produzione di
fertilizzanti lungo la Costa del Golfo degli Stati Uniti che avevano faticato a
tornare alla piena capacità produttiva, mentre gli incendi hanno distrutto un
impianto nella Carolina del Nord. Molti fabbricanti europei hanno ridotto la
produzione di fertilizzanti a base di azoto dopo che il prezzo del gas naturale
— uno degli ingredienti principali – l’anno scorso è salito alle stelle. I
Paesi europei, sudamericani e africani sono fortemente dipendenti dai
fertilizzanti importati dalla regione del Mar Nero.
A
questa situazione si aggiunge il fatto che le scorte mondiali di grano, mais e
soia sono al loro livello minimo da oltre dieci anni, afferma Laborde, mentre i
divieti all’esportazione che hanno causato le massicce perturbazioni del
mercato nel 2008 stanno iniziando a ripresentarsi.
Già lo
scorso autunno la Russia aveva vietato le esportazioni di fertilizzanti; la
Cina, un altro principale esportatore, ha fatto lo stesso. Nel 2021 la Cina ha acquistato
grandi quantità di cereali e soia, per ricostituire le proprie scorte nonché il
proprio settore della carne suina, che aveva perso secondo le stime 100 milioni
di maiali a causa di un’epidemia di peste suina africana.
All’inizio
di quest’anno la Cina ha annunciato quelle che sono le previsioni del peggior
raccolto di grano della storia, una stima che è stata confermata dagli esperti.
Anche la Cina dovrà importare più cereali quest’anno, solo per soddisfare la
domanda interna, afferma Arnaud Petit, direttore esecutivo del Consiglio
internazionale dei cereali (International Grains Council), che monitora il commercio dei
cereali in tutto il mondo.
“Il
mercato dei cereali è più contratto di quanto non sia stato nel 2008 e nel
2013”, afferma Petit. A causa della forte domanda data dall’aumento demografico
e dal cambiamento dei regimi alimentari, “non prevediamo di riuscire a
ricostituire le scorte nei prossimi cinque anni. In questa condizione qualsiasi
shock climatico o conflitto avrà delle conseguenze dirette”.
Questo
scenario rende ancora più importanti i buoni raccolti nel resto del mondo.
“Quello
che non possiamo permetterci in questo momento è una forte siccità in
Kazakistan, Europa o Argentina”, afferma Laborde dell’IFPRI. “I mercati
esploderanno. Non vorrei dipingere un quadro così desolante... Se il pianeta
sarà generoso con noi quest’anno, dovrebbe essere tutto a posto. Ma una brutta
crisi proprio ora potrebbe portarci sull’orlo di una grossa crisi alimentare”.
Sempre
più segnali di allarme.
Jerry
Hatfield ha
trascorso gli ultimi 30 anni studiando tali eventi, in qualità di direttore del
Laboratorio nazionale per l’agricoltura e l’ambiente dell’USDA (Dipartimento
dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America) ad Ames, Iowa. Il preminente climatologo, ora in
pensione, vede sempre più segnali di allarme, in tutto il mondo.
“Se si
verificherà uno shock climatico in uno dei granai del mondo, quest’anno sarà
catastrofico”, afferma Hatfield, “le crisi del 2008 e del 2012 non saranno
nulla, in confronto”.
E una
di queste criticità climatiche si trova non lontano da Hatfield: “In tutto il
Midwest stiamo assistendo a un periodo secco simile a quello degli anni ’50,
forse addirittura a quello degli anni ‘30”, spiega Hatfield. “Non dico che
raggiungeremo i livelli del Dust Bowl (un fenomeno di forte siccità che colpì
le grandi pianure degli Stati Uniti, N.d.T.), ma non è del tutto fuori
questione”.
“Ritengo
probabile che ci troveremo ad affrontare grosse crisi della produzione, a
livello globale”, avverte. “Abbiamo disordini politici, sconvolgimenti
climatici, problemi nelle catene di approvvigionamento per ricevere
fertilizzanti e carburante. Cos’altro potrebbe andare storto?”
(Con
le nuove armi pesanti fornite da Biden,
il” bulletto Zelensky “ forse ci riesce !Ndr).
Molti
agricoltori degli USA stanno già subendo i primi effetti. Justin Bruch ha
lavorato per sette anni come agricoltore industriale in Ucraina, affrontando i
problemi legati alle catene di approvvigionamento, gestendo fino a 60.000
ettari, prima di tornare a casa nel 2014 dopo che la Russia ha invaso le
regioni di Crimea e Donbass. Ora dirige una società di venture capital nel
settore agricolo a Omaha, in Nebraska, e contemporaneamente aiuta suo fratello
a gestire la fattoria di famiglia vicino a Emmetsburg, in Iowa.
Il
prezzo dei fertilizzanti a base di azoto è più che raddoppiato, afferma Bruch.
Alcuni amici agricoltori in Brasile gli hanno detto che temono di non ricevere
i fertilizzanti di cui hanno bisogno. Uno dei suoi amici in Iowa, per la paura
di rimanere senza diesel ha comprato un’autocisterna, così può stare tranquillo
per tutto l’anno. Bruch stesso non riesce a trovare una ruota per il suo
sistema di irrigazione a perno centrale – un pezzo di ricambio fondamentale
durante la stagione irrigua. Ma un aspetto ancora più allarmante, continua, è
che l’umidità del suolo da tempo non raggiungeva livelli così bassi, prima
della stagione della piantagione.
“Un
mio amico l’altro giorno ha scavato fino a un metro e mezzo per fissare una
linea di irrigazione”, racconta Bruch. “Mi ha detto che la terra era secca e
polverosa anche a quella profondità. Se arriviamo a una situazione in cui al
Brasile mancano i fertilizzanti, l’Ucraina non produce cibo e negli Stati Uniti
c’è siccità, il quadro potrebbe diventare paradossale”.
La
storia si ripete?
Eppure
la prima preoccupazione di Bruch sono i suoi amici agricoltori in Ucraina. Ha
cercato di convincere il suo ex agronomo, Vladimir Bubnov, a raggiungerlo negli
Stati Uniti qualche giorno prima dell’invasione, ma l’ucraino ha rifiutato
l’invito. Ora Bubnov gestisce l’ex attività di Bruch, vicino a Lviv, e dopo
aver salvato i propri familiari dalle zone di guerra ora si sta preparando alla
stagione della piantagione. La sua posizione è migliore di quella di Jonathan
Clibborn: Bubnov scrive per e-mail di avere abbastanza forniture per la semina
di questa primavera, e, se la guerra non li raggiunge, dice che dovrebbero
riuscire a raccogliere le messi. Ma è meno ottimista sulle attività che si
trovano più a est.
“I
campi che sono nei territori di guerra secondo me non verranno coltivati”,
scrive Bubnov.
“E con
l’attuale situazione climatica (sapendo che la maggior parte di queste aree
sono a sud e sud-est) tra poco sarà comunque troppo tardi per piantare.
Di
conseguenza il potenziale complessivo delle esportazioni di cereali diminuirà e
anche se noi come Paese produciamo un po’ meno del solito, come verrà spedito
il materiale? Le infrastrutture portuali vengono attaccate e distrutte e la
capacità ferroviaria non è sufficiente per grandi quantità di cereali”.
Ciononostante
Bubnov, ucraino orgoglioso cresciuto vicino a Kiev, sta facendo tutto il
possibile per produrre cibo per il suo Paese, proprio come sta facendo Clibborn
per la sua patria adottiva.
Clibborn
ha parlato con persone che abitano nelle regioni orientali del Paese. “I russi
stanno facendo saltare in aria i silos dei cereali”, dice che gli hanno
raccontato. “Stanno colpendo i centri di stoccaggio a freddo. Secondo alcune
relazioni starebbero distruggendo anche le attrezzature agricole. L’attività
che stanno portando avanti ha obiettivi precisi”.
(Ma
“il bulletto Zelensky “ non potrebbe firmare un “Trattato di PACE” con Putin? Ndr).
La
situazione richiama tristemente alla memoria quella dell’Holodomor — la
carestia orchestrata da Josef Stalin nei primi anni ’30 per spezzare la
resistenza ucraina alla collettivizzazione agricola. Stalin ordinò all’esercito
sovietico di spogliare i contadini ucraini di qualsiasi scorta di cibo avessero
— compresi gli animali domestici. Si stima che morirono circa 3,9 milioni di
persone.
“I
paralleli sono spaventosi”, dice Clibborn. “È davvero difficile da accettare,
ma è ciò che sta succedendo”. Ha mandato moglie e figli a stare con la sua
famiglia in Irlanda, ma è preoccupato per i parenti di sua moglie che vivono nell’est
dell’Ucraina.
“Credo
fermamente in questo Paese”, afferma Clibborn. “È deplorevole quello che i
russi stanno facendo qui, ma lo spirito di ribellione e la forza di volontà di
questa gente è assolutamente incredibile. Si dice che l’esercito ucraino sia
composto da solo 200.000 uomini arruolati, ma in realtà si tratta di un’armata
di 36 milioni di persone. Tutti coloro che sono ancora qua stanno facendo qualcosa per
contribuire a difendere il Paese. Io non sono un soldato. Questo è l’aiuto che posso dare:
portare avanti l’attività per poter dare da mangiare agli ucraini, e dopo, al
resto del mondo”.
Clibborn
fa una breve pausa, poi aggiunge, “In realtà, per l’Ucraina ha fatto più Putin
di tutti i nostri presidenti. Il velo è caduto e ora la popolazione è unita. L’Ucraina occidentale non ha mai
dimenticato quello che i russi hanno fatto a questa gente nell’Holodomor. La
parte orientale era in bilico; ma ora, nessuno ha più dubbi. Il Paese è unito e
questo lo rende una nazione”.
(Ma “la
Pace con la Russia” non c’entra nulla con l’orgoglio mal riposto di Zelensky.Ndr).
L’Onu:
«La Russia provoca
una
carestia mondiale».
Ilmanifesto.it-C.L.
Roma- (31-3-2022)- ci dice :
AFGHANISTA,
YEMEN E CORNO D'AFRICA TRA LE AREE PIÙ A RISCHIO.
L’aumento
del prezzo del grano aggraverà la situazione dei paesi più poveri.
L’Onu:
«La Russia provoca una carestia mondiale».
Con
l’invasione dell’Ucraina la Russia sta provocando una crisi alimentare che
potrebbe presto sfociare in una carestia e a pagare il prezzo più alto
sarebbero quelle aree del pianeta che già oggi soffrono per la carenza di cibo,
prime fra tutte Afghanistan, Yemen e Corno d’Africa.
La
denuncia è stata presentata martedì scorso al Consiglio di sicurezza dell’Onu
dal vice segretario di Stato Usa Wendy Sherman ma è stata confermata nella
stessa sede dal direttore esecutivo del World food programme (Wfp) David
Beasley che ha così sgombrato il campo da ogni sospetto di propaganda.
«Stiamo
parlando di una catastrofe che si abbatte sopra un’altra catastrofe», ha detto
Beasley riferendosi alle conseguenze delle azioni russe.
«Non
avremmo mai immaginato che una cosa del genere fosse possibile. E non sta solo
decimando l’Ucraina e la regione, avrà un impatto globale come non abbiamo mai
visto dalla seconda guerra mondiale».
(Ma
allora per quale motivo l’ONU non chiede a Putin e Zelensky di firmare un Trattato di Pace
?Ndr).
Le
ragioni di questa imminente catastrofe, se non si dovesse arrivare al più
presto a un cessate il fuoco, sono presto dette. L’Ucraina, considerata il
«granaio d’Europa», produce con la Russia il 30% della fornitura mondiale di
grano (e da sola era in grado di sfamare 400 milioni di persone in tutto il
mondo), il 20% della fornitura mondiale di mais e il 75-80% dell’olio di semi
di girasole. Le conseguenze delle azioni russe già si fanno sentire e sono
pensatissime secondo Beasley, che ha ricordato come prima del 24 febbraio,
giorno di inizio dell’invasione russa, la sua agenzia sfamava 125 milioni di
persone al mondo mentre ora è costretta a tagliare le razioni a causa
dell’aumento dei prezzi di cibo e carburante e delle spese di spedizione. Nello
Yemen in guerra, ha aggiunto il diretto del Wfp, 8 milioni di persone hanno
visto la loro assegnazione di cibo ridotta del 50% «e ora guardiamo alla
riduzione delle razioni a zero».
Duri i
riflessi del conflitto anche per l’Egitto, che dipende per l’85% dal grano ucraino,
e per il Libano che nel 2020 ne dipendeva per l’81%, paesi che adesso dovranno
pagare prezzi più alti i loro rifornimenti. «Questo significa che un numero
maggiore di persone in tutto il mondo soffrirà la fame», ha avvertito Corinne
Fleischer, direttrice regionale del Wfp.
Ovviamente
i primi a pagare anche sotto l’aspetto alimentare gli effetti della guerra sono
gli ucraini.
Prima
dell’invasione russa il Wfp non era presente nel paese ma oggi interviene per
dare sostegno a un milione di persone raggiungendo anche le aree maggiormente
colpite come Sumy e Kharkiv.
Secondo
le stime del Wfp il 45% degli ucraini è preoccupato di non trovare abbastanza
cibo, una persona su cinque riduce le dimensioni e il numero dei pasti mentre
gli adulti saltano i pasti per permettere ai propri figli di mangiare.
«Il momento è davvero critico e abbiamo
bisogno che il mondo si faccia avanti», ha detto Fleischer ricordando che il
Wfp ha bisogno di 590 milioni di dollari per riuscire ad assistere per i
prossimi tre mesi 3,1 milioni di persone solo in Ucraina. Poi, c’è tutto il resto del mondo che
non si può dimenticare.
La
Versione di Mariana…
Conoscenzealconfine.it-
( 21 Aprile 2022)- Redazione- ci dice:
La
stampa occidentale unanime il 9 marzo 2022 descrive un bombardamento aereo e
spara in prima pagina la foto di una donna incinta che fugge discendendo una
scala piena di detriti, con una faccia insanguinata e impaurita. Si scopre poi
che si tratta della blogger e modella Mariana Vishegirskaya.
Ogni
episodio della nuova fase della guerra ucraina è soggetto a un trauma mediatico
iniziale, quello che ci dà l’ “imprinting”, cioè l’apprendimento base del nuovo
mondo su cui ci affacciamo e delle nuove credenze sulle quali dobbiamo far
fede. Una volta educate le menti con uno choc, le riletture successive
dell’episodio andranno controcorrente e perciò partiranno sfavorite.
Prendete
il caso dell’ospedale della città ucraina di Mariupol. La stampa occidentale unanime
il 9 marzo 2022 descrive un bombardamento aereo e spara in prima pagina la foto
di una donna incinta che fugge discendendo una scala piena di detriti, con una
faccia insanguinata e impaurita.
Si
scopre poi che si tratta della blogger e modella Mariana Vishegirskaya.
Centinaia
di milioni di persone assistono all’orrore, portate a vedere gli orchi di Mosca
che – come i soldati immaginari di Saddam Hussein – attaccano il luogo della
massima vulnerabilità della vita umana: dove essa viene alla luce, al reparto
ostetricia. Tutti credono di sapere cosa è accaduto perché tutti i giornali e
tutte le TV raccontano la stessa storia.
Pochi
giorni dopo sappiamo che Mariana ha partorito. Poi ancora, riappare in
un’intervista rilasciata in Donbass a dei media in lingua russa. E lì, la
sorpresa… nega decisamente che ci sia stato un bombardamento dal cielo: “sono stati i soldati ucraini a
occupare l’ospedale pediatrico. Non ci hanno dato nessun aiuto. Anzi, ci hanno portato via il cibo. E non c’è stato nessun attacco aereo.
Inoltre, sul posto c’era un cameraman”.
Ne
parla anche il quotidiano italiano degli Elkann, “La Repubblica”: (repubblica.it/…/mariupol_rapita_russi…/). Nell’articolo, tutto – fin dal
titolo – porta a dipingere la sua fresca testimonianza, così tanto
drammaticamente diversa dall’imprinting iniziale della narrazione, come il
frutto di una prigionia, di una nuova costrizione.
Come
viene descritta? “Rapita dai russi”. “Trasformata in attrice della propaganda,
obbligata a fornire una versione che ai russi fa comodo”. “Mariana non appare
affatto tranquilla mentre racconta”.
Tutto
l’articolo, come tanti articoli fotocopia di centinaia di testate dei paesi
NATO, non ha ritenuto di doversi fare altre domande. L’enorme apparato di pubbliche
relazioni occidentale ci vuole vendere a tutti i costi la necessità della
guerra, perciò non può accettare intoppi e sconfessioni.
Tuttavia,
per somma sfiga di questo apparato di venditori di armamenti, la giovane donna
è originaria del Donbass, un luogo che le ha fatto conoscere la guerra ormai da
anni, lasciandole totale scetticismo verso i paroloni e le manipolazioni della
propaganda. Il Donbass è un territorio che il giornalista e fotografo italiano
Giorgio Bianchi conosce come le sue tasche.
Bianchi
documenta coraggiosamente la crisi ucraina da molto tempo cercando notizie,
testimonianze, immagini autentiche. Ha fatto una cosa semplice, stavolta
per Visione TV: Bianchi ha cercato Mariana e l’ha intervistata. La donna
conferma pienamente la radicale smentita delle versioni della prima ora, quelle
difese con le unghie e con i denti dai giornaloni del Draghistan e dintorni. Una persona lucida, dalla mente
limpida, autenticamente libera, altro che rapita! Se avete un minimo discernimento,
sappiate riconoscere la semplicità di certe verità dagli occhi, dalle posture e
dalle parole ferme di questa donna. I propagandisti si vergognino.
Noi
tutti dobbiamo ringraziare Giorgio Bianchi per aver cercato fra le macerie un
prezioso barlume di autenticità. È una piccola grande lezione che dobbiamo
saper collegare al quadro generale, sempre più cupo e incarognito contro chi
smonta l’industria dei buonissimi contro i cattivissimi.
Non un
solo pezzo della guerra raccontata dai grandi media dev’essere preso per oro
colato, niente…
Sappiamo
che forze potenti vogliono bruciare ogni via per la pace e ci stanno conducendo
direttamente a una guerra di più vaste proporzioni, preceduta da un
inesauribile maremoto di propaganda e da un ridisegno della società e
dell’economia in funzione di una lunga stagione di penuria.
Un’ondata
di impoverimento drammatico che però ingrasserà i fabbricanti d’armi, le loro
grancasse nelle redazioni asservite, nonché legioni di politici che
useranno molte parole patriottiche mentre svenderanno la patria.
Non
arrendiamoci all’idea dell’inevitabilità della guerra mondiale e fermiamo
questa follia.
(altrarealta.blogspot.com/2022/04/la-versione-di-mariana-un-semplice.html).
La
grande carestia. Il conflitto tra
le due
“superpotenze
agricole”
sta
affamando i Paesi in via di sviluppo.
Repubblica.it-
Rosaria Amato-(17 aprile 2022)- ci dice:
La
grande carestia. Il conflitto tra le due “superpotenze agricole” sta affamando
i Paesi in via di sviluppo.
Commercio
bloccato e prezzi alimentari alle stelle. Dal Medio Oriente all’Africa: 26
Stati dipendono dal cibo importato da Russia e Ucraina.
ROMA -
Sei milioni di bambini malnutriti e 16 milioni a rischio di non potersi più
procurare il cibo nelle aree urbane nell’Africa Subsahariana, dal Senegal
all’Eritrea, zone dipendenti per oltre il 50 per cento dalle importazioni di
grano da Russia e Ucraina.
La Fao
conta 26 Paesi del mondo in via di sviluppo in questa situazione di fortissima
dipendenza. In Medio Oriente e in alcuni Paesi del Nord Africa, denuncia
l’Unicef, ci sono Paesi dove si arriva a importare fino al 90% del cibo che si
consuma, e la maggioranza dei bambini soffrono di malnutrizione.
Effetto
pandemia e guerra in Ucraina: sempre più poveri nel mondo.
Situazione
che adesso rischia di precipitare nella carestia a causa della combinazione
degli effetti della guerra, comprese le sanzioni nei confronti della Russia e
della Bielorussia, e le ritorsioni nei confronti delle sanzioni, del blocco dei
trasporti e dell’aumento dei prezzi.
A
marzo l’indice Fao dei prezzi dei prodotti alimentari è aumentato del 12,6%
rispetto al mese precedente, raggiungendo il livello più alto in oltre
trent’anni. Il sistema agricolo e l’alimentazione nel mondo non sono mai stati
così in pericolo, denuncia il Csis (Centro per gli studi strategici e
internazionali), autorevole think tank con sede a Washington.
Una guerra
tra due “superpotenze agricole”, considerato che la Russia esporta il 20% del
grano mondiale e l’Ucraina il 10%, nello scenario di un mercato globalizzato e
fortemente interdipendente, «presenta conseguenze mai viste prima per
l’agricoltura globale e la sicurezza alimentare».
Allarme
Fao sul cibo: la guerra spinge i prezzi ai massimi da 31 anni.
Conseguenze
che in parte sono già sotto gli occhi di tutti: esportazioni dall’Ucraina semi-bloccate,
futuri raccolti in dubbio, prezzi delle materie prime agricole esplosi. I Paesi che più di altri potrebbero
soffrire la fame sono quelli che sono legati mani e piedi alle esportazioni di
materie prime alimentari da Russia e Ucraina, ma soffrono anche tutti quelli
come il nostro, fortemente dipendenti dalle importazioni di fertilizzanti dalla
Russia, quasi monopolista del settore.
Ad
aggravare una situazione che ha già compromesso gli equilibri alimentari di
mezzo mondo c’è l’intenzione precisa, da parte della Russia, «di colpire le
infrastrutture agricole ucraine», denuncia il Csis: «Prendendo di mira i campi,
gli strumenti agricoli, i magazzini, i mercati, le strade e i porti, la Russia
intende azzoppare l’economia rurale ucraina, tagliando così una delle maggiori
fonti di entrate del Paese». Nel 2021 il contributo dell’agricoltura al Pil
ucraino è stato del 10,6 per cento.
Una
conferma delle enormi difficoltà dei produttori ucraini arriva dal ministro
dell’Agricoltura di Kiev, Solskyy Mykola: «Quest’anno l’Ucraina avrebbe dovuto
esportare 20 milioni di tonnellate di grano della raccolta dell’anno scorso sui
mercati mondiali, ma è impossibile farlo in quanto i porti marini sono
bloccati. Ad oggi siamo riusciti ad esportare soltanto 5 milioni di tonnellate,
nel mese di marzo 200 mila».
Ma non
si tratta soltanto dei blocchi attuali dei trasporti. L’anno prossimo ci
potrebbe essere ben poco da esportare: «La guerra è ancora in corso e i danni,
purtroppo, aumentano quotidianamente. Attualmente stimiamo che la semina
diminuirà del 20-30% rispetto all’anno scorso. Di conseguenza, questo porterà
ad una qualità più bassa della semina e a una diminuzione della resa per
ettaro». La scarsità dei prodotti manterrà i prezzi alti anche per i prossimi
tre-cinque anni, ritiene Mykola. Con conseguenze terribili per i Paesi più poveri,
che difficilmente saranno in grado di rendersi maggiormente autonomi perché
mancano i fertilizzanti e i costi dell’energia sono più alti di sempre.
Rimangono
sullo sfondo i rischi legati ai cambiamenti climatici. È di ieri l’allarme
Coldiretti per la raccolta di riso: quello italiano è di primaria importanza,
perché costituisce oltre il 50% dell’intera produzione europea. Solo che il
riso si coltiva “sommergendo” i campi, pratica difficile adesso con una siccità
che affligge da mesi soprattutto il Nord Italia. Le semine, per mancanza di
acqua e per via dei costi dell’energia, potrebbero essere tagliate di oltre
3.000 ettari.
Il
Libano importava il 90% del grano da Russia
e
Ucraina, ora
è a rischio carestia.
Lindipendente.online-Gloria
Ferrari-(21 APRILE 2022)- ci dice :
Da più
di due anni il Libano si trova a fare i conti con una delle più grosse crisi
finanziarie mai affrontate nel paese, negli ultimi 10 anni.
In
questi giorni la situazione è diventata ancora più drammatica, insinuandosi
sempre più nel quotidiano della vita dei cittadini: comincia a scarseggiare il
pane. Per quale motivo?
Manca
il grano, conseguenza diretta della guerra tra Russia e Ucraina, che qui sta
mostrando, probabilmente più di ogni altro paese, i suoi frutti già maturi.
Infatti, una nota pubblicata da Farid Belhadj, vicepresidente della Banca
mondiale per la regione del Medio Oriente e del Nord Africa, ha evidenziato che
il Libano importa oltre il 90% dei suoi cereali da Ucraina e Russia. Mentre alcuni panifici si sono già
arresi, abbassando definitivamente la saracinesca, altri sono in procinto di
farlo, lamentando una penuria di farina tale da non poter più soddisfare il
fabbisogno della popolazione. Le scorte, infatti, possono arrivare a coprire la
richiesta di pane per soli ulteriori 10 giorni, dopo i quali i granai saranno
definitivamente vuoti.
Che la
situazione sia critica, lo ha confermato anche la Federazione dei sindacati dei
mulini e dei fornai del Libano, secondo la quale il paese “è sull’orlo di una
crisi dei farinacei dopo che diversi mulini hanno interrotto il loro lavoro”.
E
quando alla popolazione manca il pane di bocca, non è raro che si verifichino
episodi di violenza. Negli scorsi giorni, ad esempio, nella periferia di Beirut
una persona è stata ferita da alcune pallottole sparate in coda davanti ad un
panificio. Questo episodio potrebbe essere solo il primo di una lunga
escalation. Cosa che la classe politica non si augura affatto, viste le
imminenti elezioni legislative del 15 maggio prossimo.
Anche
se il Ministro dell’Economia Amin Salam continua a ribadire che una soluzione
sarà trovata nell’arco di pochissimo tempo (in ore, addirittura), e il Governo
ha recentemente previsto l’impiego di 15 milioni di dollari per gli acquisti
urgenti di grano, la Banca centrale non avrebbe comunque i fondi necessari per
poter pagare a lungo importazioni di grano estero (con i prezzi attuali).
Per il Libano la mancanza di pane aggrava
ulteriormente una situazione che, secondo l’Onu, vede più di due terzi della
popolazione vivere in povertà, con il valore d’acquisto della moneta (la lira)
che è praticamente sprofondato nell’arco di due anni (ha perso più del 90%).
Eppure, c’era un tempo in cui il Libano si fregiava dell’appellativo di “Svizzera
del Medio Oriente”, soprannome guadagnatosi grazie alla prosperità che aveva
costruito.
Ad
oggi, invece, per il paese sta diventando quindi di vitale importanza
rafforzare e incrementare la produzione interna. Proprio lo scorso mese il
Consiglio dei ministri del Libano aveva dato il via libera ad un progetto
agricolo nazionale, per garantire l’autoproduzione di almeno il 30 per cento
del fabbisogno di grano tenero della popolazione locale.
Potrebbe
tuttavia essere arrivato troppo tardi: quelle che il Libano sta scontando, sono
solo le prime conseguenze di una guerra che sta lasciando (e continuerà a
farlo) strascichi in tutto il mondo. E se anche il prezzo del grano dovesse
scendere o stabilizzarsi, non potremmo dirci salvi: il costo e la reperibilità
del pane non dipende solo dalla farina con cui è impastato. Bisogna tener conto
del carburante, della logistica, della manodopera…
(Gloria
Ferrari).
IL
MARXISMO NON E’ MORTO,
Prospera
nell’America di Biden.
Laverita.info-Marcello Veneziani- (21 aprile 2022 )- ci dice :
(Ndr.
Mi permetto di fare un ragionamento pratico. In quanto a me
piace parlare chiaro.
Attualmente
una cricca di mariuoli ultra miliardari si è sottomessa alla predicazione
sacerdotale proposta da un lestofante come quella usata da Klaus Schwab .Questo ingegnere
miliardario ha pensato bene di
proseguire l’attività di suo padre
riguardante la costruzione di bombe atomiche in un loro stabilimento con più di
20 mila operai e relativi tecnici, ingegneri e scienziati dedicati anima e
corpo alle attività di produzione segreta di ordigni mortali .Questo
stabilimento è ora situato in Sud Africa ed intestato ad una multinazionale pacifista.
Klaus Schwab
si è fatto apprezzare come fine esperto economista ,sociologo ed arguto
scienziato della comunicazione e
divulgazione di una prospettiva
globalista di un unico governo mondiale secondo cui l’umanità doveva progredire sino ad apprezzare
la possibilità di non possedere un qualsiasi bene in proprietà personale ma
solo come concessione in affitto da parte di un colossale agglomerato di
multinazionali ricchissime che
provvedevano alla creazione e poi alla concessione in uso agli umani dei beni da loro realizzati.
Il
governo unico mondiale avrebbe provveduto a fornire agli umani un reddito sociale per sopravvivere. La tesi
principale proposta da Schwab era che un
umano non avrebbe posseduto nulla ,ma
sarebbe vissuto felice. Schwab ha -ovviamente- esposto le sue tesi scientifiche e progressiste in libri stupendi da lui redatti ,aiutato da
esperti collaboratori.
Il
mondo sarebbe concepito come un unico stato
con un unico governo retto dai più ricchi tra gli oligarchi .Questi
ultimi sarebbero stati gli unici proprietari- tramite apposite multinazionali- di tutte le ricchezze dell’universo. “Loro”
sarebbero stati i gelosi custodi delle
leggi future da loro stessi emanate. L’unica
profezia di cui non avrebbero potuto dimostrare la possibile realizzazione sarebbe stata l’immortalità . Insomma non vi
era la possibilità futura di creare- anche con tutte le ricchezze da loro possedute- l’immortalità
degli Dei in terra! ).
“La
Verità ha riproposto uno stralcio dal libro-antologia di Karl Marx “Contro la Russia “ ,che le edizioni de
“il Borghese “ pubblicarono pe primi negli anni Settanta. Ma c’è un’integrazione essenziale
,e attualissima , da fare: in queste pagine emerge il Marx filo americano
,persuaso che il suo pensiero radicale potesse meglio attecchire in una società
nuova ,moderna , priva di storia
,radici e tradizione come gli Stati Uniti .Non a caso ,questi
scritti furono pubblicati tra il 1858 e il 1861 ,sul “New York Tribune “,poi
raccolti dalla figlia Eleanor con il
titolo “The
eastern question “,articoli antirussi ,filo americani ,occidentalisti ,che auspicavano
l’avvento del mercato libero globale re del pensiero radicale .Per la rivoluzione comunista , Marx non pensava alla Russia zarista , ma all’
America descritta da “Alexis de Tocqueville” ,
che era , poi , l’espansione “giovanile “ dell’Inghilterra , da Marx ,
non a caso , eletta a sua residenza ,rispetto alla natia Treviri ,in Germania.
Marx è
il filosofo che più ha inciso nella storia
del Novecento attraverso la tragedia mondiale del comunismo. Poi tramontò
, nel fallimento del comunismo , precipitò con l’impero sovietico
,sopravvisse ibrido nella Cina Mao-capitalsta. Ma fu davvero archiviato ? Da anni sostengo la tesi opposta , che esposi in “Imperdonabili “.
Il
marxismo ,separato dal comunismo, è lo spirito dominante dell’Occidente .Scrive Marx nel Manifesto : “ Si dissolvono tutti i rapporti stabili
e irrigiditi ,con il loro seguito di idee e di concetti antichi e venerandi , e tutte le idee e i concetti
nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era
di corporativo e di stabile , è profanata ogni cosa sacra e gli uomini sono finalmente costretti
a osservare con occhio disincantato la propria posizione e i reciproci rapporti
.”E’ la prefigurazione della nostra epoca volatile e mondialista. Il marxismo
fu il più potente anatema scagliato contro Dio e il sacro , la patria e il
radicamento , la famiglia e i
legami con la tradizione , la natura ed
i suoi limiti. Fu una deviazione , la sua realizzazione in Paesi premoderni
come la Russia e la Cina , la
Cambogia o Cuba . Il marxismo non si è realizzato nei
pasi che hanno subito il comunismo ,
dove invece ha fallito e ha resistito attraverso
l’imposizione poliziesca e totalitaria; si è invece , realizzato nel suo
spirito ,laddove nacque e a cui si rivolse , nell’Occidente del capitalismo
avanzato. Non scardinò il sistema capitalistico , ma fu l’assistente sociale e
culturale nel passaggio dalla vecchia società cristiano- borghese al
neocapitalismo nichilista e globale , dal vecchio liberalismo al nuovo spirito
radical.
Marx definisce il comunismo “ il movimento reale che abolisce lo
stato di cose presente “. E’ lo spirito radical
del nostro tempo , “cancel e correct”. Nell’ “ideologia tedesca “ , Marx dichiara che il fine ultimo
del comunismo “ é la liberazione di ogni singolo individuo “ dai limiti e dai
legami locali e nazionali , famigliari , religiosi , economici . Non le
comunità , ma gli individui. Il giovane Marx
onora
un solo santo e martire nel suo calendario : Prometeo, liberatore dell’umanità. Padre
dell’Occidente faustiano e irreligioso , proteso verso la VOLONTA’ DI POTENZA.
Il
giovane Marx auspica , nei “Manoscritti economico
-filosofici “,l’avvento dell’ateismo pratico. E nella “Critica della filosofia del
diritto di Hegel” scrive : “La religione è il sospiro della creatura
oppressa…Essa è l’oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del
popolo vuol dire poterne esigere la
felicità reale “.Liberandoci da Dio e dalla religione
, per Marx , ci libereremo dall’alienazione e conquisteremo la felicità
terrestre . La società di oggi, atea ma depressa ,irreligiosa ma alienata
,smentisce la promessa marxiana di liberazione. L’utopia di una società
“libertina “ , dove ciascuno svolge la sua attività quando “ ne ha voglia “ ,
che abolisce ogni fedeltà e introduce “una comunanza delle donne ufficiale e franca “, fa di Marx un precursore della
società permissiva .Il principio ugualitario
perde la sua carica profetica e si realizza in negativo , come
uniformità e negazione dei meriti ,
delle capacità e delle differenze.
La
società capitalistica globale ha realizzato le principali promesse del marxismo
, seppur distorcendole : nella globalizzazione , ha realizzato
l’internazionalismo contro le patrie ;
nell’uniformità e nell’omologazione standard , genera uguaglianza e livellamento universale ; nel dominio
globale del mercato , ha riconosciuto il primato mondiale dell’economia
sostenuto da Marx ;nell’ateismo pratico e nell’irreligione , ha realizzato
l’ateismo pratico marxiano e la usa critica alla religione , nel primato
dei rapporti materiali , pratici ed utilitaristici rispetto ai valori
spirituali , morali e tradizionali , ha inverato il materialismo marxiano;
nella liberazione da ogni legame naturale e da ogni ordine tradizionale , ha
realizzato l’individualismo libertino di Marx, liberato da vincoli
famigliari e nuziali . E come Marx voleva ,ha realizzato il
primato dell’azione sul pensiero . Lo spirito del marxismo si realizza in
occidente , facendosi” ideologicamente liberal “,geneticamente modificabile .
L’ultima
frontiera del marxismo si ritrova nelle porte aperte agli immigrati, dove un
nuovo proletariato ,sradicato dai paesi di origine ,sostituisce
le popolazioni d’Occidente ,a sua volta sradicate. La lotta di classe cede alla anti-sessista , antinazionalista e antirazzista. La difesa egualitaria dei
proletari cede alla tutela prioritaria delle minoranze dei “diversi “ .
Il
marxismo vive sotto falso nome ma si muove a suo agio nella società global
“Liberal made dem Usa”; un marxismo al ketch -up ,transgenico. Marx
-con
passaggio americano , sembra strizzare l’occhio ai “liberal dem Usa” di Joe Biden. Noi ci attardiamo da anni a celebrare il suo funerale ; ma è un caso di morte apparente .
Guerre
contro il futuro: Freud.
Doppiozero.com
- Nicole Janigro - (22-4-2022)-ci dice :
Lontani
“dalla fame, i parassiti, il fango, e quei rumori pazzeschi” che ha cercato di
rendere sulla tela Otto Dix, ma vicini a quell’umanità dolente, i cui volti
pare di poter toccare. Della guerra non sentiamo la puzza dei cadaveri. Non
vediamo mai le pupille di chi sta per morire, ma ogni giorno file di sacchi
accatastati.
La sensazione di essere anche noi, a migliaia di chilometri dall’Ucraina, e non
solo loro, in guerra, è, nello stesso tempo, falsa ed esatta. Sul piano della verosimiglianza il
paragone può irritare, ma il contatto con “lì” avviene in tempo reale sul piano
della rappresentazione mediale che colpisce il nostro immaginario. Di civili che guardano altri civili
trasformati in bersaglio.
Ciò
spiega e giustifica la sensazione, così diffusa, che qualcosa in quel conflitto
ci tocchi e ci riguardi. Ed è resa più intensa oggi dalla presenza, nel nostro
spazio domestico, di persone provenienti dall’Ucraina, prima come immigrati,
ora come profughi.
Il
ritorno della guerra in un’Europa che per due anni ha cercato di strappare vite
alla pandemia, riaccende il dibattito politico in privato e in pubblico. Le analisi storiche, economiche,
sociologiche non permettono di sfuggire ad altri dilemmi: etici ed etologici,
psicologici ed antropologici. Bisogna ammettere, ancora una volta, lo scacco delle
“magnifiche sorti progressive” del Novecento.
In
Europa, dopo un’epoca sospesa nell’equilibrio del terrore del pericolo atomico,
dagli anni Sessanta agli anni Novanta la guerra fredda aveva catalizzato e
insieme congelato la riflessione sul tema.
La
competizione tra i due blocchi correva sottotraccia, affidata allo spionaggio e
ai servizi segreti, relegata al grande schermo, evocata dalle trame dei romanzi. Ma la svolta del 1989,
simboleggiata dalla caduta del muro di Berlino, scuote gli equilibri. La guerra del Golfo toglie ogni
illusione di fine della storia, il conflitto jugoslavo, che pure rimarrà
regionale, riporta la guerra sul suolo europeo. Si rivedono rifugi, uomini stremati
attaccati al filo spinato, macerie, donne e bambini in fuga, criminali con in
mano teste mozzate.
L’esplosione
delle Torri Gemelle, nel 2001, conferma e annuncia le mutazioni dell’evento
bellico nell’era globale. “Non si tratta né di un’aggressione esterna né
dell’aggressione di uno stato sovrano da parte di un altro stato sovrano. L’undici settembre non rappresenta
neppure una seconda Pearl Harbor. L’attacco non ha riguardato l’apparato militare
americano, ma civili innocenti” scriveva il sociologo Ulrich Beck. Diventa ancor più evidente il
processo in atto che priva lo stato-nazione del controllo sulla guerra. Il
conflitto si individualizza, gli attentati, nelle capitali europee, tra il 2015
e il 2017, esaltano il potere bellico di un solo individuo.
Gli
attacchi kamikaze durante la fase dello scontro tra Occidente e Islam sono
diretti da organismi non territoriali decentrati che animano il terrorismo
transnazionale. Il meccanismo si è pervertito: il carnefice e la vittima sono una
persona sola. La decapitazione, “all’inizio dell’epoca moderna la pena di morte più
diffusa in Europa”, scrive Julia Kristeva in La testa senza il corpo, era un
rituale di cui avevamo ormai perso memoria.
Slittamenti
semantici e temporali, spaziali e simbolici ben rappresentano la difficoltà
epistemologica nell’affrontare il tema guerra. Le guerre contemporanee mescolano
modernità e barbarie, replicano ogni forma dell’evento bellico: dalla guerra di trincea all’assedio
delle città, dal bombardamento aereo alla guerriglia nel villaggio del
contadino-soldato. Prive di obiettivi raggiungibili, apocalittiche e
anacronistiche, rievocano le guerre di liberazione patriottica e attingono i loro ideali
dal passato: nazionalista, comunista, nazista.
Quando
ci imbattiamo nell’anarchia del fenomeno guerra, ecco che appaiono i “mostri”
che sfuggono alle ragioni che l’hanno voluta, ecco quel “fondo limaccioso” di
cui parlava Claudio Pavone, quel “di più” che pare affiori durante una sorta di
parentesi della civiltà.
Sono
le mani legate e il colpo in fronte dei civili ucraini, gli spari alle gambe
dei soldati russi prigionieri, è la carezza di Ratko Mladić sulla testina
bionda del ragazzino di Srebrenica che dà il via alla mattanza, è il dente
d’oro cavato al talebano morto nella fortezza di Mazar-I-Sharif dopo il
massacro dei prigionieri.
È quel “di più” che diventa essenziale. È l’orrore “inutile” davanti al
quale ci si ritrae, qualcosa di non spiegabile, non immaginabile, di non
razionalizzabile.
Perché,
forse, non è la scarica di adrenalina finale che annuncia la pace, ma
l’impronta, la zampata ultima che non riesce a nascondere quanto fino a quel
momento è avvenuto.
A
lungo rimossa, considerata un tema storicamente superato, la guerra di nuovo ci
accompagna e, seppure in uno scenario profondamente mutato, è stata riabilitata.
Riconquistata
la sua quotidianità, ribadita la sua continuità, occupa uno spazio culturale
importante del nostro contemporaneo. Perché “entrare in guerra”,
“abituarsi alla guerra”, “fare la guerra” non è un’azione che si consuma in un
solo momento, è un processo di lunga durata, il prodotto di una incubazione
lenta, di infiniti shock grandi e piccoli.
Anche
il “ritorno della pace”, “la fine delle operazioni militari” non avviene in un
attimo, ha i suoi tempi di ri-adattamento – e nel sonno gli incubi si rivivono
per decenni.
Ascoltare
le ragioni delle diverse parti, raccontare la molteplicità dei punti di vista
espone al sospetto: riconoscere la similitudine del nemico depotenzia il
desiderio di combattere, come nella straordinaria scena in Lettere da Iwo Jima, nella quale i soldati americani
scoprono che le lettere, scritte a casa dai soldati giapponesi, sono uguali
alle loro. Contengono le stesse emozioni, le stesse paure. Impossibile non
capirsi.
( Il
guascone , bulletto, ma presidente dell'Ucraina Zelensky ,vuole che l’occidente
globalista gli versi 7 miliardi di dollari al mese per continuare la guerra contro
la Russia! Intelligente ed efficace il
prediletto di Klaus Schwab .Ndr ).
Ragioni e spiegazioni, narrazioni e
ricostruzioni. Come se nella preparazione della devastazione si potesse scoprire il
fattore capace di spiegare il passaggio, accompagnato da conferenze fallite e
neutralità scalfite, coincidenze internazionali e nazionali, da sporadici
episodi di violenza allo scontro armato.
La
potenza del sentimento della paura agisce come uno strumento di propaganda
capace di amplificare i traumi del passato e i timori del futuro, di unificare
su uno schermo gigante le proiezioni del singolo. Fino a un climax dove passare
all’azione pare un rilascio pulsionale e, dopo un paradossale momento di
sospensione e di quiete, un rilassamento fasullo, può iniziare il massacro.
La
guerra moderna come malattia della civiltà (a c. di Nicole Janigro, Bruno
Mondadori), raccoglie testi di psicoanalisti e filosofi, etologi e antropologi.
Insieme ad altri proponiamo ai lettori alcuni di questi testi.
Noi e
la morte, Di
Sigmund Freud.
Onorati
Presidenti e cari Fratelli!
vi
prego di non credere che abbia dato un titolo così tremendo alla mia conferenza
in un accesso di malizia. Sono consapevole che vi sono molte persone che non vogliono
sentir parlare della morte, forse anche tra voi, e volevo evitare di attrarre
questi fratelli nella trappola di un’ora così penosa. Avrei potuto inoltre
cambiare l’altra parte del mio titolo e, invece di “Noi e la morte”, avrei potuto chiamarlo “Noi Ebrei
e la morte”
poiché il rapporto con la morte che io tratterò al vostro cospetto riguarda assai di frequente e nel
modo più particolare proprio noi ebrei.
Sarà
per voi facile indovinare cosa mi ha condotto alla scelta di questo tema. Il
tema della mia relazione è conseguenza della tremenda guerra che infuria in
questo periodo e che priva noi tutti di qualsiasi orientamento nella vita.
Credo di aver notato che fra tutti i motivi di sconcerto c’è in primo luogo il
cambiamento dl nostro atteggiamento nei confronti della morte.
Qual è
infatti il nostro atteggiamento nei confronti della morte? Io ritengo che sia
molto strano. Noi ci comportiamo in generale come se volessimo eliminare la morte dalla
vita; la vogliamo, per così dire, seppellire sotto il silenzio; pensiamo ad
essa come a qualcosa di morto! Ovviamente questa tendenza non si può imporre in
maniera indisturbata.
La
morte si fa sentire a noi occasionalmente, ed allora siamo profondamente scossi
e come strappati dalla nostra sicurezza da qualcosa di straordinario. Noi
diciamo: “Tremendo!”
se un
aviatore temerario o un alpinista precipitano, se il crollo di un’impalcatura
seppellisce tre o quattro operai, o quando l’incendio di una fabbrica provoca
la morte di venti giovani apprendiste, o ancora se una nave con parecchie
centinaia di passeggeri fa naufragio.
Ma
soprattutto siamo colti di sorpresa se la morte colpisce uno dei nostri
conoscenti, se, per esempio, questi è uno dei Fratelli della Loggia teniamo una
seduta commemorativa in segno di lutto. Ma nessuno potrebbe arguire dal
nostro comportamento che riconosciamo la morte come una necessità, che abbiamo
la sicura convinzione che ognuno di noi è debitore alla Natura della propria
morte. Al
contrario, noi troviamo una spiegazione che derubrica questa necessità a
casualità.
Colui
che lì giace morto si è preso un’infezione polmonare, che certamente non era
necessaria; quell’altro era già da tanto tempo molto malato, solo che non lo
sapeva; un terzo era già vecchissimo e pieno di acciacchi. (Contro ciò
l’avvertimento: “On meurt à tout âge”.)
Se si
tratta magari di uno di noi, di un ebreo, allora si dovrebbe giungere all’idea
che questi non muore mai di morte naturale. Come minimo lo ha rovinato un
medico, altrimenti sarebbe vissuto a lungo. Si ammette certamente che alla fin
fine si deve pur morire, ma questo “alla fin fine” lo intendiamo come situato
in lontananze imprevedibili. Se si chiede l’età ad un ebreo, costui risponderà
di avere dai sessanta (circa) ai centovent’anni.
Nella
scuola psicoanalitica che, come sapete, io rappresento, si è osato affermare
che noi – ognuno di noi – non crediamo in fondo alla nostra propria morte. Sì, che questa è per noi persino
inimmaginabile. In tutti i tentativi di raffigurarci come andrà dopo la nostra
morte, chi ci piangerà ecc., possiamo notare che noi siamo ancora lì in qualità
di spettatori. Ed è anche realmente difficile far capire al singolo questa
convinzione. Anche quando si trova in circostanze che gli consentirebbero di fare
l’esperienza decisiva, resisterà ad ogni evidenza.
Se si
parla invece della morte di un altro si può dire che a questa pensa solo l’uomo
insensibile e malvagio. Uomini più sensibili e migliori, come siamo noi tutti,
recalcitrano di fronte a pensieri del genere, soprattutto quando dalla morte
dell’altro potrebbe derivare per noi qualche vantaggio in libertà, posizione e
patrimonio. Se si verifica però il caso che l’altro muoia, noi lo ammiriamo quasi
come un eroe, come qualcuno che ha compiuto qualcosa di straordinario. Se eravamo suoi nemici ci
riappacifichiamo con lui; ritiriamo le nostre critiche contro di lui: “De mortuis nil nisi bene”, e volentieri lasciamo che sulla
sua pietra tombale vengano celebrate le sue lodi.
Al
contrario ci sentiamo del tutto inermi quando la morte coglie una delle persone
a noi care, un genitore, un coniuge, un fratello, un figlio o un amico.
Seppelliamo con lui le nostre speranze, le nostre ambizioni, le nostre gioie;
nessuno e niente può consolarci e ci rifiutiamo di sostituire la persona
perduta. Ci
comportiamo quindi come uno degli Asra che muoiono insieme con la persona a
loro cara.
Ma
questo nostro atteggiamento verso la morte ha conseguenze importanti sulla
nostra vita. Questa si impoverisce e perde interesse. I nostri legami sentimentali,
l’insopportabile intensità del nostro dolore, ci rendono vili, inclini ad
evitare pericoli per noi e per i nostri cari. Non osiamo prendere in
considerazione una serie di imprese che sono comunque inevitabili come, ad
esempio, tentativi di volo, viaggi in paesi lontani, esperimenti con sostanze
esplosive. Siamo
paralizzati dal pensiero di chi potrà sostituire il figlio per la madre, il
marito per la sposa, il padre per il figlio se per caso dovesse succedere una
disgrazia e, tuttavia, tutte queste imprese sono necessarie. Conoscete certamente il motto
anseatico: “Navigare
necesse est, vivere non est necesse!” E rammentate, al contrario, ciò che
dice uno dei nostri caratteristici aneddoti ebraici: il figlio precipita da una scala e
rimane al suolo privo di coscienza e la madre si reca dal rabbino per chiedere
consiglio ed aiuto. “Mi dica, signora” – chiede il rabbino – “come mai un
bambino ebreo è salito su una scala?”.
Torno
a dirvi, allora, che la vita perde in interesse e contenuto allorquando la
posta in gioco più alta, vale a dire la vita stessa, viene esclusa dalle sue
battaglie. Questa diventa vuota ed insignificante come un flirt americano in
cui sin dall’inizio è chiaro che nulla accadrà, a differenza di un rapporto
amoroso continentale in cui entrambi i partners devono continuamente vigilare
sul pericolo in agguato. E per compensare l’impoverimento della nostra vita siamo
costretti a rivolgerci al mondo della finzione, alla letteratura, al teatro. Sul palcoscenico troviamo uomini che
sanno ancora morire e sono ancora capaci di uccidere. Qui noi esaudiamo il
nostro desiderio che la vita stessa, in quanto posta in gioco per eccellenza,
si mantenga in vita, ed oltre a questo anche un altro. In verità noi non avremmo niente
contro la morte se questa non ponesse fine alla vita, quella vita che
possediamo come esemplare unico, singolare. È veramente troppo triste che nella
vita tutto debba svolgersi come in una partita a scacchi dove una sola mossa
falsa ci può costringere alla resa, con la differenza che non possiamo iniziare
una seconda partita di rivincita. Nel mondo della finzione, invece, troviamo quella
molteplicità di vite di cui abbiamo bisogno. Moriamo insieme con un eroe e
nello stesso tempo gli sopravviviamo e moriamo, eventualmente, ed in maniera
innocua, con un secondo eroe una seconda volta.
Cosa
ha mutato dunque la guerra nel nostro atteggiamento verso la morte? Moltissimo.
Le nostre
convenzioni sulla morte – come le chiamo io – non possono più reggere. Non si
può più chiudere gli occhi, bisogna credere ad essa. Ora si muore realmente, e non
muoiono più singole persone ma, spesso, decine di migliaia in un solo giorno.
La morte non è più un caso. Può di certo sembrare ancora casuale che un
proiettile colpisca quella o quell’altra persona, ma il ripetersi così
frequente dello stesso fatto pone fine all’impressione di casualità. La vita ridiventa allora interessante
ed ha ritrovato tutto il suo contenuto.
“Una
generazione che era ancora andata a scuola col tram a cavalli, si trovava,
sotto il cielo aperto, in un paesaggio in cui nulla era rimasto immutato
fuorché le nuvole, e sotto di esse, in un campo magnetico di correnti ed
esplosioni micidiali, il minuto e fragile corpo dell’uomo”. Con la Grande
Guerra, scrive Walter Benjamin in Il narratore. Considerazioni sull’opera di Nicola
Leskov, inizia un processo che non si è più arrestato. Distruzioni che non si
sarebbero mai potute immaginare rivelano le potenzialità catastrofiche della
modernità. Mutano le forme dell’esperienza. E la capacità di raccontare: “la
gente tornava dal fronte ammutolita”.
La
guerra rende universale il senso di vulnerabilità al centro del pensiero
psicoanalitico, la sua violenza evoca la teoria delle pulsioni di Freud. La condizione del soldato in trincea,
passivo e inerme, sconvolge i concetti del virile e del femminile. Le “nevrosi
di guerra” richiedono una cura nuova, attenta alla dimensione psicologica.
“La
guerra a cui non volevamo credere è scoppiata, e ci ha portato … la delusione. Non soltanto è più sanguinosa e
rovinosa di ogni guerra del passato, e ciò a causa dei tremendi perfezionamenti
portati alle armi di offesa e di difesa, ma è anche perlomeno tanto crudele,
accanita e spietata quanto tutte le guerre che l’hanno preceduta. Essa infrange tutte le barriere
riconosciute in tempo di pace […], disconosce le prerogative del ferito e del
medico,
non fa distinzione fra popolazione combattente e popolazione pacifica, viola il
diritto di proprietà. Abbatte quanto trova sulla sua strada con una rabbia
cieca, come se dopo di essa non dovesse più esservi avvenire e pace fra gli
uomini”.
Scrive
così Freud nel 1915, nella prima parte delle “Considerazioni attuali sulla vita e
sulla morte”, mentre nella seconda parte riprende, con qualche significativa modifica,
“Noi e la
morte”,
testo della conferenza tenuta a Vienna, il 16 febbraio del 1915, per i membri del B’nai B’rith,
un’associazione umanitaria austriaco-ebraica.
Inizialmente Freud si sente attratto dalla guerra,
assume un atteggiamento patriottico, superficialmente acritico, ma le
Considerazioni sono già il segno del ripensamento che segue l’infatuazione
(cfr. Ernest Jones, Anni di guerra (1914-1919) in Vita e opere di Freud). In
una Vienna plumbea e impoverita – a Freud non piaceva fare l’analisi in
inglese, ma gli stranieri sono gli unici che pagano –, distingue tra chi è in
guerra e rischia la propria vita e quelli che, come lui, sono rimasti a casa e
temono per la vita dei propri cari.
La Grande Guerra cubista ha sconvolto la concezione
umana del tempo e dello spazio, i suoi traumi hanno fornito nuovo materiale psichico
per la clinica di psichiatri, psicoanalisti, psicologi. Tutti i più stretti collaboratori
di Freud – Abraham, Simmel, Tausk –, lavorarono con i soldati affetti da
nevrosi traumatica (cfr. Eli Zaretsky, I misteri dell’anima. Una storia sociale
e culturale della psicoanalisi). Nel pensiero di Freud, negli anni Venti, la teoria dei due
istinti di Eros e di Thanatos sostituisce quella della libido e dell’istinto di
autoconservazione. Le sue riflessioni sono attraversate da intuizioni profonde
sul caos emotivo che l’evento bellico provoca, sulla morte di massa che porterà
all’esclusione della morte reale dallo scenario del moderno, e infine trovano
uno sbocco nelle elaborazioni sull’aggressività.
Sulla
guerra Freud ha scritto in realtà poco.
Nel
molto letto e citato, ancora oggi, scambio epistolare con Einstein del 1932, Perché la guerra?, le suggestioni più stimolanti sono
quelle che riguardano la “visione” della guerra, l’insopportabilità delle sue
“degradazioni estetiche”, l’importanza dell’immaginario nell’agire di massa.
Sul piano della prevenzione Freud ammette
l’impotenza: interiorizzare l’aggressività, lasciare spazio alla morte, può
avere un effetto sul singolo, non sulla collettività. La guerra rimane un “mistero”,
dobbiamo dirci pacifisti, scrive Freud a Einstein, perché “la guerra
contraddice nel modo più stridente tutto l’atteggiamento psichico che ci è
imposto dal processo di incivilimento”.
Guerra
Ucraina, sanzioni contro
Mosca:
il 98% dei lettori appoggia Putin.
Affaritaliani.it-
Paolo Diodati - (20-4-2022)- ci dice :
Biden,
indicando Putin come il criminale da
combattere, ha costretto anche i fidi cagnolini governanti italiani a
galvanizzarsi contro il mostro sovietico.
Sarà contento il fine intellettuale tornato da
Parigi per salvare il partito che faceva
vergognare il sempliciotto fratello di Montalbano?
Nello
sfogo pubblicato nel febbraio dell'anno scorso su Facebook, Nicola Zingaretti
scriveva stanco, rassegnato e sinceramente disgustato: "Lo stillicidio non
finisce. Mi vergogno che nel PD, partito di cui sono segretario, da 20 giorni
si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza
ondata del Covid. […] Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità.
Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi
formalmente. L’Assemblea Nazionale (che si terrà il prossimo 13 e 14 marzo,
ndr) farà le scelte più opportune e utili".
Non so
se davvero poi vennero effettuate le scelte migliori. In ogni caso, non credo
che, con Letta, sia venuta meno l'abitudine di parlare soprattutto di poltrone,
veri motori del mondo politico, visto che anche a livelli più alti, c'è un Draghi che, addirittura,
lasciando la patata bollente che gli ha rovinato la vita con la lusinga della
presidenza della Repubblica, s'è messo a correre per la poltrona di segretario
generale della NATO.
Vista
l'importanza degli USA nella NATO, il sempre meno auto illuminato d'incenso,
scottato dall'abbaglio preso con Mattarella, per non correre rischi di un altro
bidone, fa il cagnolino lecca-lecca di Biden. Letta ha usato la ben collaudata
tecnica per rilanciare il partito e, nonostante tutto, rivitalizzarlo nei
sondaggi.
Tecnica
elementare messa
in pratica anche da Biden che non brilla in originalità e non sprizza energia: creare un nemico. Letta ha passato tutto il tempo a
cercare in tutti i modi d'innervosire Salvini, sperando che desse al matto, per
buttarlo fuori dal governo. Bisogna dare atto a Salvini che ha avuto un
pazienza da... sordo.
Biden,
indicando Putin come il criminale da
combattere, ha costretto anche i fidi cagnolini governanti italiani a
galvanizzarsi contro il mostro sovietico, corso in aiuto degli ucraini russi o
filorussi, bastonati per otto anni dagli ucraini ultra-nazionalisti, pronti ad
allearsi con tutti i nemici dei russi, finanche coi nazisti e Hitler in persona
(ossia con
Klaus Schwab!Ndr).
Sarà
contento dei risultati fin qui ottenuti, il fine intellettuale tornato da
Parigi (ma chi l'ha richiamato, vanificando il capolavoro di Renzi?) per salvare il partito che faceva
vergognare il sempliciotto fratello di Montalbano?
E sarà
soddisfatto Mattarella, bis-presidente della Repubblica a ...sbuffar di popolo,
dei risultati del sondaggio in corso su Affaritaliani, al quale invito
caldamente a partecipare, per veder diminuire ancora il numero degli irriducibili
difensori di Draghi?
Cos'altro
vogliono ancora?
Un'atomica
in testa, per far contenti Zelensky e Biden, l'accoppiata che accoppa per una
guerra dalle motivazioni così antiche, da sembrare, a ben rifletterci,
addirittura stupida.
Commissione
DuPre: professore fa un intervento
sensato
e viene cacciato in malo modo.
Lercio.it-
Augusto Rasori-( Aprile 20, 2022)- ci dice :
Grandi momenti di tensione si sono verificati nel
corso della prima festa generale organizzata della Commissione DuPre (Dubbio e
Precauzione).
La
giornata fino a quel momento stava scorrendo tranquillamente e seguendo il
programma nei minimi dettagli.
Il
primo appuntamento era il confronto tra Cacciari, Agamben, Lottieri e decine di
altri filosofi sull’opera di Arthur Schopenhauer “L’arte di ottenere ragione”, confronto sospeso dopo circa 13 ore perché tutti i filosofi avevano letto
l’opera e pretendevano di avere ragione.
È poi
stata la volta del giurista Ugo Mattei che ha spiegato come si viva tutti
quanti sotto un regime, specie i professori universitari che possono prendersi
un anno sabbatico per andare in giro a sparare minchiate su come si viva tutti
quanti sotto un regime.
Mattei
ha chiuso il suo speech valutando in 1000 le ospitate settimanali minime per
non dover cominciare a sospettare che ci sia in atto una censura verso gli intellettuali che si
oppongono al pensiero unico anche se non hanno la minima idea di quale sia.
La new
entry Alessandro Orsini ha curato il panel successivo dal titolo Uno studioso è un ponte sospeso su un
abisso e
altre frasi per fare bagnare le pupe, in cui ha elencato tutte le colpe
dell’Europa a partire della misurazione del meridiano terrestre da parte di
Eratostene, scoperta che ha permesso alla Nato di calibrare meglio le gittate
dei suoi missili rivolti verso i bambini della Russia, cui nessuno pensa a
parte lui. Orsini
ha poi spiegato come il cervello di un uomo comune non sia in grado di gestire
una grande mole di informazioni mentre il suo riesce a elaborare circa 14
puttanate ogni singolo secondo.
Massimo
Cacciari ha poi trascorso l’ora successiva affermando che stanno sbagliando
tutti, da Biden, al Papa, a Draghi, a Mancini, a Chris Rock, a Greta, al sole,
al suo parrucchiere che gli ha tinto la barba ma gli ha lasciato grigi i
capelli. Alla domanda di uno dei presenti che chiedeva quale fosse la
soluzione, il filosofo veneziano ha risposto con il suo solito collaudatissimo
mantra “Ma è ovvio che stanno sbagliando tutti, è ovvio, ma mica la devo dare
io la soluzione!”
Carlo
Freccero ha mostrato un video in cui i morti di Bucha sarebbero solo degli
attori che poi si rialzano e assaltano un supermercato, prima che qualcuno gli
facesse notare che aveva mandato in onda “Dawn of the Dead” (Zombi) di George
A. Romero.
A quel
punto è stato chiaro che il Grande Reset su cui batte da mesi l’ex guru della televisione, si
riferisce soprattutto a quello delle sue facoltà mentali.
La
tragedia è stata sfiorata quando è arrivato il momento di ascoltare le opinioni del
pubblico presente, per offrire una grande prova di democrazia che fungesse da
esempio anche ai politici che pensano solo a imporre il “Green Pass” alla Russia, spingendola così a invadere
l’Ucraina.
Dopo
alcuni interventi tesi unicamente a lodare il look di Ugo Mattei, la flemma di
Cacciari, l’eleganza tricologica di Freccero e l’umiltà di Orsini, ha preso la parola l’oscuro professor
Giovanni Chitin:
“Io non credo che il Green Pass sia stato un tentativo
di rovinare le persone”, ha esordito, “che interesse avrebbe un governo a passare alla storia
come quello che ha rovinato volontariamente l’economia del proprio paese?
E per
quanto riguarda la guerra, siamo tutti d’accordo che sia una cosa orribile, a
meno che non si sia dei trafficanti d’armi, ma quando un paese straniero entra
in un altro territorio non dobbiamo solo limitarci a stare a guardare e poi magari scrivere subito dopo su
Facebook ‘Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché
rubacchiavano, poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi
stavano antipatici. Poi’… Ehi!”.
Senza
che potesse concludere, l’uomo è stato subito cacciato in malo modo dal
servizio d’ordine dei DuPrini prima che il panico si diffondesse in tutta la
struttura.
È
stato allora che Andrea Diprè, l’avvocato, conduttore televisivo, critico
d’arte e youtuber italiano, ovvero un vero uomo rinascimentale, ha fatto irruzione nella sala e
preso il microfono ha urlato al pubblico:
“Avete chiamato la vostra commissione come me,
ok, quasi come me, ed è per questo che voglio regalarvi il vostro inno. Forza,
cantate con me: Tutte le notti, droga e complotti!”
(Augusto
Rasori).
Alessandro
Orsini, Vittorio Feltri:
"Con
tutti i cretini che ci sono in tv...",
la
fucilata del direttore.
Da
sempre, in particolare negli ultimi tempi oscuri, si discute di libertà, parola
affascinante, ma abusata ed entrata pertanto nel novero della retorica più
vieta. Prendiamo
la tragedia della invasione dell'Ucraina, di cui i media si stanno occupando
fino alla nausea.
Si
dice che i cittadini di quel Paese si battono per la loro libertà, ed è vero.
Non
vogliono avere nulla che fare con la Russia di Putin. Però non si è capito a che libertà
aspirino dato che la democrazia della quale hanno goduto fino a ieri è stata
abbastanza zoppicante, visto che il regime comunista per decenni ha dominato
nell'intera area soggiogando le popolazioni.
In realtà la libertà tout court non esiste, è una
chimera.
Nessuna
persona umana nasce libera. I neonati hanno bisogno della mamma, poi di
entrambi genitori. Chi va a scuola ascolta gli insegnanti.
“Una
mattanza dopo l'invio di armi dall'Europa”. Bucha e non solo, la teoria di
Orsini sugli orrori in Ucraina e la stoccata all'Occidente .
Chi si
sposa spesso pende dalle labbra del coniuge.
La prima libertà da conquistare è quella che affranca
dal bisogno, inoltre c'è la libertà di lavoro, quella che consente di tirare
avanti in proprio.
E veniamo alla libertà di pensiero che non è
mai stata tanto minacciata come ora poiché trionfa il pensiero unico, cioè il conformismo impastato con
un carico di luoghi comuni. Attualmente corre l'obbligo di uniformarsi alle idee più
banali e diffuse. A proposito della guerra in corso è obbligatorio, per essere à la page,
dire che gli ucraini che affrontano a viso aperto i soldati di Mosca sono eroi
perché preferiscono morire piuttosto che soccombere a Putin.
Siamo
alla celebrazione dell'eroismo come valore assoluto. Il motteggio latino, primum vivere, è andato a farsi benedire,
sostituito da questo: “si vis pacem para bellum” (cambierei le ultime due parole con
para culum).
Alla
luce di quello che sta succedendo, affermo che è sciocco battersi alla morte
contro un avversario che ti sovrasta.
Anche
in Italia, forse in Europa, è passato il principio che la libertà di pensiero è concessa
esclusivamente a chi dice che è necessario fornire armi a Zelensky per
resistere.
(Naturalmente …lui ha fatto presente
che avrebbe la necessità urgente di ottenere
dai paesi occidentali globalisti la somma insignificante di 7 miliardi di
dollari ogni mese! Ndr).
Putin ha rovinato i loro piani. L'uomo che conosce i cinesi meglio di
tutti: così
il Dragone
si mangerà lo Zar e il mondo.
"Putin
ha rovinato i loro piani". L'uomo che conosce i cinesi meglio di tutti:
così il Dragone si mangerà lo Zar e il mondo
Se
qualcuno invece sostiene che non è lecito rinforzare l'esercito ucraino
destinato alla sconfitta, apriti cielo: viene coperto di insulti, censurato.
Il
professor Alessandro Orsini, che ha idee non conformi alla vulgata di moda, se in tv osa contraddire i soloni
sostenitori della necessità di combattere, viene censurato.
Vietato
dichiarare che l'importante è limitare le stragi e quindi la diffusione di
carrarmati e roba simile. Io Orsini non lo conosco, l'ho visto solamente sul piccolo
schermo, non posso sostenere di condividere ogni sua dichiarazione, tuttavia le sue affabulazioni sono
interessanti e le ascolto volentieri, escono da una bocca collegata bene col
cervello.
Non capisco perché, con tutti i cretini che ingombrano
il video, l'unico da espellere sia lui. Evidentemente la libertà di pensiero
se non è morta è moribonda.
“Cerco camerieri e non li trovo”. Imprenditori
e chef
si lamentano sui giornali, ma senza
dire
le condizioni proposte. Ecco alcune offerte.
Ilfattoquotidiano.it-
Charlotte Matteini -( 15 APRILE 2022)- ci dice :
Il fil
rouge che collega tutti gli articoli che se la prendono con il Reddito o quelli
che accusano direttamente i candidati è uno: non vengono mai citate le
condizioni contrattuali che vengono proposte ai lavoratori né si ritrovano mai
in rete annunci di lavoro postati dagli imprenditori che rilasciano queste
interviste.
Alessandro
Borghese:
“Lavorare per imparare non significa per forza essere pagati. I ragazzi
vogliono compensi importanti, da subito”.
(Garavaglia:
“Il reddito di cittadinanza affossa il turismo, ha tolto dal mercato gli
stagionali”. Ma tutti i dati smentiscono il ministro.).
Dieci
ore al giorno, sei giorni su sette.
Lo
stipendio? Forfettario e pagato in parte con bonifico e in parte in contanti. Ovvero in nero.
Questo è solo un esempio delle offerte di
lavoro in cui si imbattono i lavoratori della ristorazione e del turismo in
cerca di un impiego per la stagione.
“Non
riusciamo a trovare personale”.
“Il
reddito di cittadinanza ha rovinato il mercato”.
“Cerco
camerieri e non li trovo”. Da settimane sui quotidiani di tutta Italia è
tornata a farla da padrone la sempreverde campagna contro i giovani che non
hanno voglia di lavorare, edizione “mancano lavoratori per la stagione estiva”.
In
coda alla sequela di protesta di ristoratori e albergatori che si lamentano di
non trovare dipendenti per le proprie attività, a mettere il carico da 90 sulla
classica polemica di inizio primavera è stato uno degli chef televisivi più
famosi d’Italia:
Alessandro Borghese.
In un’intervista concessa al Corriere della
Sera, ha dichiarato di essere alla perenne ricerca di collaboratori “ma fatico a trovare nuovi profili”.
E poi,
ancora: “Sarò
impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non
significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera
con “soli” vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così:
l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte né parte
che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione”.
Lavoro
sottopagato, le storie dal settore ristorazione – “Gestivo un locale, ma il
contratto era da barista part-time”. “Turni fino a 18 ore, per reggere si abusa
di alcol e droghe”.
Il fil
rouge che collega tutti gli articoli di quello che ormai è divenuto un vero e
proprio genere letterario è uno:
non
vengono mai citate le condizioni contrattuali che vengono proposte ai
lavoratori né si ritrovano mai in rete annunci di lavoro postati dagli
imprenditori che si lamentano sui giornali.
Molto
spesso, le febbrili ricerche di cui raccontano si limitano alla pubblicazione
di sintetici post su Facebook.
Fine dello sforzo, che secondo loro dovrebbe essere
ricompensato dall’arrivo di decine di curricula. Raramente i quotidiani che
raccontano le vicissitudini degli imprenditori del settore della ristorazione e
del turismo danno voce all’altra parte in causa, i lavoratori, chiedendo che
tipo di proposte in media ricevano per coprire la stagione, estiva o invernale
che sia.
COSA
OFFRE IL MERCATO – “La maggior parte delle volte le offerte vengono esplicitate
per telefono oppure dal vivo, senza lasciare prove. Capita però che alcuni
datori di lavoro scrivano via mail nero su bianco condizioni che hanno ben poco
di legale”. Daniele sta cercando lavoro per la stagione estiva e recentemente
si è imbattuto in due offerte particolari arrivate da due hotel 4 Stelle. La prima
struttura, sul Lago di Garda, cercava un pasticciere che lavorasse 10 ore al
giorno per 6 giorni su 7. Sessanta ore di lavoro a settimana. “Non ho idea del
compenso perché mi sono fermato quando ho letto che proponeva uno stipendio
tutto incluso, dunque comprendente di tfr, ferie, 13sima, 14sima per aumentare
il compenso mensile, da pagare tramite bonifico e una parte in contanti. Mi
sono fermato a questa proposta, scritta nero su bianco come fosse una cosa
normale”.
Il
secondo hotel, sempre un 4 stelle, è una struttura di Bellaria piuttosto
conosciuta. “
Mi ha
offerto 1900 euro al mese, sempre omnicomprensivi di tutto, per lavorare come
capo partita sette giorni su sette, mattina, pranzo e cena, quindi almeno 12
ore al giorno – racconta Daniele – Alla mia richiesta di avere almeno un giorno libero a
settimana, mi hanno risposto che il compenso si sarebbe abbassato a 1600 euro
al mese. Sempre per 12 ore al giorno. Questo è quello che si trova in giro”.
“E POI
MI DICONO CHE NON VOGLIO LAVORARE” – Un caso? Non esattamente. E date le
esperienze passate e le offerte sempre peggiori che girano nell’ambiente,
Daniele sta pensando di abbandonare il settore: “Onestamente, dopo anni di sacrifici,
mi sono accorto che non vivo più, soprattutto facendo il paragone con amici che
hanno lasciato la ristorazione. Loro hanno sabato e domenica liberi, ferie pagate, otto ore
al giorno. Io mai avuti questi ‘privilegi’”, si sfoga. “Ho lavorato 13 ore per 20 euro a
Ferragosto 2020, dopo il periodo della prima ondata Covid con la scusa che ‘la
pandemia ha colpito tutti, ora questi sono i compensi’. Sto valutando di lasciare il
settore perché non riesco a trovare nessuno che garantisca il minimo. Non ho
mai percepito tredicesima, a volte nemmeno il TFR. Può un ragazzo rivolgersi sempre ad
un avvocato per ricevere quello che gli spetta e poi essere etichettato come
uno che non ha voglia di lavorare?”, conclude.
“OPERAZIONE
SPECIALE” PER PREVENIRE
LA “PROSSIMA PANDEMIA”?
Nogeoingegneria.com
- Dr. Joseph Mercola - (7 APRILE 2022)- ci dice :
Un
articolo che non lascia senza fiato per la sua lunghezza, anche, ma per il suo
contenuto. Le fantasie di Michael Crichton si traducono in realtà.
Le prove
del Cover-Up di pandemie e armi biologiche.
STORIA
IN SINTESI.
Mentre
la prova di un potenziale insabbiamento delle armi biologiche ha iniziato ad
emergere, un’azienda chiamata Meta-biota sta guadagnando visibilità.
La missione
di Meta-biota è di rendere il mondo più resistente alle epidemie fornendo
“dati, analisi, consigli e formazione per prepararsi alle minacce sanitarie
globali e mitigarne gli impatti”. Il suo fondatore è un graduato del “World Economic
Forum Young Global Leader” creato dal miliardario Klaus Schwab (il nuovo Hitler.
Ndr).
Gli
investitori di Meta-biota includono In-Q-Tel, una azienda di venture capitali
della CIA specializzata in investimenti high-tech che supportano o beneficiano
dei servizi di intelligence delle agenzie americane, il fondo di investimento di Hunter
Biden, Rosemont Seneca e l’ U.S. Department of Defense’s Threat Reduction
Agency (DTRA)l’, che ha contrattato Meta-biota per gestire le operazioni nei
laboratori in Ucraina collegati agli Stati Uniti.
Oltre
ad avere stretti legami con il WEF e la sua agenda Great Reset, Nathan Wolfe,
il fondatore di Meta-biota, ha anche lavorato nel comitato editoriale di
EcoHealth Alliance dal 2004.
Nel 2017, ha co-scritto uno studio sui coronavirus nei
pipistrelli insieme al presidente di EcoHealth Peter Daszak, Ph.D. EcoHealth ha
lavorato a stretto contatto con il Wuhan Institute of Virology (WIV) in Cina,
dove si sospetta che la SARS-CoV-2 abbia avuto origine.
Le
partnership globali di Meta-biota sono guidate da Andrew C. Weber, ex
assistente segretario della difesa per la Difesa nucleare, chimica e biologica,
che ha creato il DTRA.
Con
l’emergere delle prove di un potenziale insabbiamento delle armi biologiche,
una società chiamata Meta-biota sta guadagnando importanza. I legami tra Meta
biota
e diversi attori chiave nella pandemia COVID e nella storia dei laboratori ucraini sono
molteplici, quindi non c’è modo semplice di sviscerarli in una sequenza logica.
Detto
questo, iniziamo con ciò che Meta-biota fa e con le connessioni del suo
fondatore, ed espandiamoci a partire da lì.
La
missione di Meta-biota.
La
missione di Metabiota è di rendere il mondo più resistente alle epidemie
fornendo “dati,
analisi, consulenza e formazione per prepararsi alle minacce sanitarie globali
e mitigarne l’impatto”.
Attraverso
l’analisi dei dati, aiutano “i decisori del governo e dell’industria” a stimare
e mitigare i rischi di pandemia. Ma sostengono anche di promuovere lo “sviluppo sostenibile”,
che sembra avere poco a che fare con la gestione del rischio pandemico.
Questo
termine, “sviluppo sostenibile”, è uno di quelli promossi da Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum
(WEF).
È
parte integrante del piano di Schwab (il
nuovo Hitler .Ndr) per un Grande Reset globale e una rivoluzione transumanista (
nota come quarta rivoluzione industriale).
Non è
sorprendente, quindi, scoprire che il fondatore di Meta-biota, Nathan Wolfe, non solo ha stretti legami con il
WEF, ma è anche una delle sue stelle nascenti. È un Young Global Leader certificato
dal WEF e ha ricevuto il premio WEF’s Technology Pioneer nel 2021.
Meta-biota
e la ricerca di virus pandemici.
Meta-biota
è stato un partner principale di un programma di minaccia pandemica
dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) chiamato PREDICT, che ha cercato di identificare dei
virus con potenziale pandemico.
I
contractor finanziati attraverso questo programma hanno incluso la EcoHealth Alliance, guidata da
Peter Daszak. Il programma PREDICT, diretto da Dennis Carroll, sembra essere servito
come dimostrazione del metodo per il Global Virome Project che Carroll ha
fondato.
Secondo
una recente indagine di U.S. Right to Know (USRTK), Carroll sembra aver deviato fondi
governativi dal programma PREDICT durante la sua gestione, per finanziare
questo progetto personale parallelo, che è stato istituito con l’intenzione di
raccogliere, identificare e catalogare 1 milione di virus dalla fauna selvatica
nel tentativo di prevedere quali potrebbero causare un’epidemia umana.
I
finanziamenti di Meta-biota.
Meta-biota
riceve finanziamenti da diverse organizzazioni e agenzie interconnesse, tra
cui:
-Pilot Growth Management, co-fondata da Neil Callahan.
Callahan che è anche un cofondatore di Rosemont Seneca Technology Partners,
e siede nel consiglio di amministrazione di Meta-biota.
-Il
Global Virome Project, che avrebbe pagato (o aveva intenzione di pagare) Meta-biota
341.000 dollari per condurre un’analisi costi-benefici. -In-Q-Tel, una società
di venture capital della CIA specializzata in investimenti ad alta tecnologia
che supportano o beneficiano del servizio delle agenzie di intelligence degli
Stati Uniti.
-La Threat Reduction Agency (DTRA) del Dipartimento della Difesa degli
Stati Uniti. In particolare, nel 2014, la DTRA ha assegnato alla Meta-biota 18,4 milioni
di dollari in contratti federali per servizi di consulenza scientifica e
tecnica ai laboratori della DTRA in Ucraina e Georgia.
Appaltando
il lavoro a società private, il DTRA è in grado di aggirare la supervisione del
Congresso. La
Russia sta ora accusando gli Stati Uniti di finanziare la ricerca segreta e
illegale sulle armi biologiche in questi laboratori ucraini, e sostiene che
questo è stato il vero motivo della sua invasione.
-Rosemont
Seneca, un fondo di investimento co-gestito
da Hunter Biden. Se le accuse della Russia si rivelassero vere, questo legame potrebbe rivelarsi
profondamente problematico per la Casa Bianca, poiché ciò significa che la
famiglia Biden era più o meno direttamente coinvolta nel finanziamento di
quella ricerca.
Inoltre
Wolfe ha ricevuto più di 20 milioni di dollari in sovvenzioni di ricerca da Google, dal NIH e dalla Bill &
Melinda Gates Foundation, solo per citarne alcuni, ed era un amico dell’ormai defunto
Jeffrey Epstein.
Nel
suo libro del 2012, “The Viral Storm”, Wolfe ha ringraziato gli amici per il loro
sostegno, tra cui Epstein e Boris Nikolic. Nikolic, un venture capitalist di
biotecnologie, è stato nominato “esecutore di riserva” nel testamento di
Epstein.
Epstein,
il quale oltre ad essere un pedofilo condannato e accusato di traffico sessuale
di minori, aveva un forte interesse per l’eugenetica.
È
ormai noto che sognava di creare una sua razza “sovrumana” ingravidando decine
di donne alla volta nel suo ranch del New Mexico.
Epstein riuscì anche ad assicurarsi incontri
con Bill Gates, la cui storia familiare è altrettanto caratterizzata da un
interesse per l’eugenetica e il controllo della popolazione.
Il
fondatore di Meta-biota coinvolto come sospettato nella pandemia di COVID.
Oltre
ad avere stretti legami con il WEF e la sua agenda Great Reset, Wolfe, il
fondatore di Meta-biota, ha anche servito nel comitato editoriale di EcoHealth
Alliance dal 2004. Nel 2017, ha persino co-scritto uno studio sui coronavirus
nei pipistrelli insieme al presidente di EcoHealth Alliance, Peter Daszak.
Come
ricorderete, EcoHealth Alliance, un’organizzazione non profit focalizzata sulla
prevenzione delle pandemie, ha lavorato a stretto contatto con il Wuhan
Institute of Virology (WIV) in Cina, dove si sospetta abbia avuto origine la
SARS-CoV-2.12
Daszak
– che ha ricevuto finanziamenti per la ricerca sul coronavirus dal National
Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), guidato dal Dr. Anthony
Fauci, e dal Dipartimento di Stato americano13 – ha subappaltato parte di quel
lavoro a Shi Zheng-li al WIV. Era anche coautore di progetti di ricerca al WIV.
Quando
sono partite le voci che la SARS-CoV-2 fosse stata prodotta dall’uomo, Daszak
ha svolto un ruolo centrale nel tentativo di oscurare l’origine del
laboratorio, preparando una dichiarazione scientifica che condannava tali
indagini come “teoria della cospirazione”.
Questo
“consenso” costruito è stato poi utilizzato dai media per contrastare chiunque
presentasse teorie e prove del contrario.
Questo,
nonostante il fatto che lui, nel 2015, abbia avvertito che una pandemia globale
potrebbe verificarsi da un incidente di laboratorio – e che “i rischi erano
maggiori con il tipo di ricerca sulla manipolazione del virus che viene
effettuata a Wuhan”!
Nel
2021, sono state aperte due indagini sulle origini della pandemia COVID, una
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e un’altra da The Lancet, e Daszak in
qualche modo è riuscito a finire in entrambe queste commissioni, nonostante
abbia apertamente e ripetutamente respinto la possibilità che la pandemia fosse
il risultato di una fuoriuscita dal laboratorio.
(Nota
dell’editore: Il riferimento all’OMS è stato cancellato sia dal sito web
dell’agenzia che dagli archivi internet, ma numerose notizie come questa di
NPR, pubblicata dopo che l’indagine è stata lanciata, sono ancora presenti e
accessibili).
È
interessante notare che uno dei consiglieri politici di EcoHealth Alliance è un
ex comandante di Fort Detrick chiamato David Franz. Fort Detrick è la principale
struttura di “bio-difesa” gestita dal governo degli Stati Uniti, anche se Franz
stesso ha ammesso pubblicamente che “in biologia … tutto è a doppio uso –
le persone, le strutture e le attrezzature. “
Meta-biota
e il DTRA.
Alla
fine di maggio 2016, Meta-biota ha assunto Andrew C. Weber, membro del Council on Foreign Relations, per dirigere le sue Global
Partnerships.
Tra il
2009 e il 2014, Weber è stato assistente segretario della difesa per la difesa
nucleare, chimica e biologica sotto l’allora presidente Obama.
Weber
ha il merito di aver creato la Defense Threat Reduction Agency (DTRA) – un’agenzia di supporto al
combattimento all’interno del DoD degli Stati Uniti, specializzata nel contrastare le armi
di distruzione di massa, comprese le armi biologiche – e come menzionato in precedenza,
la DTRA avrebbe finanziato Meta-biota per gestire laboratori di ricerca
biologica finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina.
Il
DTRA ha anche erogato una serie di sovvenzioni a EcoHealth Alliance, per un
totale di almeno 37,5 milioni di dollari,26,27 compresa una sovvenzione nel
2017 per 6,5 milioni di dollari destinata a “comprendere il rischio di insorgenza di
malattie zoonotiche trasmesse dai pipistrelli in Asia occidentale”.
Secondo
un rapporto del dicembre 2020 di The Defender, EcoHealth Alliance aveva cercato di
nascondere la maggior parte dei finanziamenti del Pentagono che aveva ricevuto
tra il 2013 e il 2020, la maggior parte dei quali proveniva dal DTRA.
La
risposta maldestra di Meta-biota all’Ebola.
Nel
2016, CBS News ha pubblicato una critica feroce riguardo alla risposta di Meta-biota
all’epidemia di Ebola del 2014 in Africa occidentale.
Meta-biota era stata assunta dall’OMS e dal governo
locale della Sierra Leone per monitorare la diffusione dell’epidemia, ma
secondo un’indagine di The Associated Press, “alcune delle azioni dell’azienda
hanno peggiorato una situazione già caotica”.
In una
e-ml del 17 luglio 2014, ottenuta da AP, il dottor Eric Bertherat, ufficiale medico presso il
Department of Epidemic and Pandemic Alert and Response dell’OMS, si lamentava
di diagnosi errate e di una ” confusione totale” nel piccolo laboratorio Meta-biota
condiviso con la Tulane University a Kenema, Sierra Leone.
Secondo
Bertherat, non c’era “nessuna rilevazione dei campioni” e “assolutamente nessun
controllo su ciò che è stato fatto”. “Questa è una situazione che l’OMS non può assolutamente
accettare”, ha scritto. Allo stesso modo, Sylvia Blyden, assistente esecutivo
speciale del presidente della Sierra Leone, ha detto che la risposta di Meta-biota
è stata un disastro.
“‘Hanno
compromesso l’intera regione’, ha detto. Ha chiamato il tentativo di Meta-biota
di rivendicare il riconoscimento per il suo lavoro sull’Ebola ‘un insulto alla
memoria di migliaia di africani che sono morti’”.
Il
funzionario sanitario statunitense Austin Demby, che ha valutato il lavoro di
laboratorio di Meta-biota e Tulane dietro richiesta degli U.S. Centers for Disease Control and
Prevention e
del governo della Sierra Leone, si è dimostrato anche lui critico.
In una
e-mail, Demby ha sottolineato che gli aghi usati venivano lasciati fuori e non
c’era luce ultravioletta per la decontaminazione. Lo spazio era anche troppo
piccolo per il trattamento sicuro dei campioni di sangue. “Il potenziale di contaminazione
incrociata è enorme e francamente inaccettabile”, aveva scritto.
Anja
Wolz, un coordinatore emergenziale di Medici Senza Frontiere, ha detto ad AP di
aver visto gli operatori di Meta-biota entrare nelle case di pazienti con
sospetto di Ebola senza indumenti protettivi, e lasciare le aree ad alto rischio
senza eseguire alcun tipo di procedura di decontaminazione. Ha anche accusato Meta-biota di aver
calcolato male la gravità dell’epidemia, mentre hanno insistito che la
situazione era sotto controllo, cosa che chiaramente non era.
Il
professore di microbiologia di Tulane, Bob Garry, ha anche criticato la scelta
di Meta-biota di far dirigere l’operazione al dottor Jean-Paul Gonzalez, poiché Gonzalez, nel 1994, si era
accidentalmente infettato con una rara febbre emorragica mentre lavorava in un
laboratorio dell’Università di Yale.
Lui
non avvisò nessuno dell’esposizione per più di una settimana, un ritardo che
mise a rischio più di 100 altre persone. A Gonzalez fu ordinato di seguire un
corso di recupero sulla sicurezza, ma secondo Garry, tale negligenza era una bandiera
rossa, e non pensava che Gonzalez fosse l’uomo giusto per insegnare ai
sierraleonesi qualcosa sull’Ebola.
“Vuoi
davvero che la persona che si è infettata con la febbre emorragica vada in giro
a spiegare alla gente come comportarsi in sicurezza? Ha chiesto Garry in una e-mail a un
rappresentante dei media di Meta-biota. Wolfe ha difeso la sua azienda,
dicendo che non c’erano prove che avessero fatto qualcosa di sbagliato. Alcuni
dei problemi sono stati attribuiti a malintesi e altri alla rivalità
commerciale.
L’incidente
di laboratorio è la causa più probabile, ma meno studiata, del COVID.
In un
rapporto del 28 marzo 2022,32 U.S. Right to Know (USRTK) ha rivelato il
contenuto di un memo del Dipartimento di Stato del 202033 ottenuto dal gruppo.
USRTK scrive:
“Origine
dell’epidemia: I laboratori di Wuhan sono rimasti i più probabili ma meno indagati”, si
legge nel titolo. Il memorandum è scritto come un BLUF – ‘bottom line up front’
– uno stile di comunicazione usato in ambito militare. L’identità dell’autore o
degli autori è sconosciuta …
BLUF: Non ci sono prove dirette e
schiaccianti per dimostrare che a causare la pandemia sia stata una fuga di
notizie dai laboratori di Wuhan, ma ci sono prove circostanziali che
suggeriscono che questo sia il caso”, si legge nel memo. Apparentemente redatto nella
primavera del 2020, il memo dettaglia le prove circostanziali per la teoria
della “fuga dal laboratorio” – cioè il concetto che il COVID-19 ha avuto
origine in uno dei laboratori di Wuhan, in Cina, l’epicentro della pandemia. Il memorandum solleva preoccupazioni
sulla “massiccia quantità” di ricerca su nuovi coronavirus a quanto pare
condotta presso l’Istituto di virologia di Wuhan e il vicino laboratorio del Wuhan Center
for Disease Control … Il memorandum segnala anche i difetti di biosicurezza in
entrambi i laboratori, definendo la gestione dell’Istituto di virologia di Wuhan
“dei virus mortali e degli animali da laboratorio portatori di virus …
spaventosamente scarsa e negligente”.
Il
memorandum fornisce un quadro straordinario dei retroscena che riguardano le
preoccupazioni di un incidente di laboratorio da parte dei leader della
politica estera degli Stati Uniti, sebbene questa direzione di indagine sia stata
considerata una tesi cospirativa di virologi internazionali, alcuni dei quali
avrebbero conflitti d’interesse non rivelati.
“Persiste
il sospetto che Shi detenga una posizione importante e potente nel campo in
Cina e abbia una vasta collaborazione con molti virologi [internazionali] che
potrebbero averle fatto un favore”, si legge …
Il
memorandum lamenta che “il luogo più logico per indagare sull’origine del virus
è stato completamente escluso dall’indagine da parte del [partito comunista
cinese]” … Il
memorandum suggerisce anche che altre ipotesi possono essere servite come
distrazione da un esame della vasta ricerca della città sui nuovi coronavirus.
Tutte le altre teorie sono probabilmente usate come diversivo per evitare
un’inchiesta [sul] WCDC e WIV”, si legge …
Il
memorandum cita un documento del 2015 di cui Shi è coautore, intitolato ” A
SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human
emergence” che descrive la creazione di una “chimera”, o virus ingegnerizzato, con la
proteina spike di un coronavirus proveniente da un pipistrello cinese a ferro
di cavallo.
I
redattori di Nature Medicine hanno aggiunto una nota nel marzo 2020, avvertendo
che l’articolo è stato “usato come base per teorie non verificate che il nuovo
coronavirus causa del COVID-19 è stato ingegnerizzato” … Ma questo promemoria mostra che
il Dipartimento di Stato ha effettivamente considerato il documento rilevante
per le origini della pandemia”.
NIH ha
ritrattato la sequenza genetica su richiesta dei ricercatori del WIV.
Mentre
non abbiamo ancora ottenuto evidenze a prova di bomba che la SARS-CoV-2 sia
stata sviluppata come arma biologica, ci sono molte prove circostanziali che
puntano in quella direzione. Inquietante, col passare del tempo, sempre di più questa
prova indiziaria pare evidenziare il coinvolgimento degli Stati Uniti. Se da una parte un dito proverbiale è
puntato contro la Cina, altri quattro sono puntati contro di noi.
Questa
è una notizia profondamente brutta, ma dovrebbe davvero rafforzare la nostra determinazione
ad andare in fondo alla questione. Nessuno di noi è al sicuro finché non saranno
assicurati alla giustizia gli scienziati pazzi responsabili di questa pandemia.
Non
importa chi siano. Con ogni probabilità, scopriremo che la colpa non può essere
attribuita a una sola nazione. Come minimo, gli Stati Uniti e la Cina sembrano
proteggersi a vicenda.
Per
fare solo un esempio, esistono le cancellazioni di informazioni avvenute sia al
National
Institutes of Health che al WIV, o su richiesta dell’altro, ma anche come favore.
Come
riportato da Just the News, NIH ha cancellato una presentazione di
sequenziamento genetico della SARS-CoV-2 dal suo Sequence Read Archive (SRA) su
richiesta di un ricercatore del WIV.
Le
e-mail ottenute tramite richiesta FOIA al NIH da Empower Oversight mostrano che un ricercatore del WIV
che aveva presentato due sequenze genetiche all’SRA, una nel marzo 2020 e una
seconda nel giugno 2020, ha chiesto di far cancellare l’ultima.
Inizialmente
NIH ha dichiarato che sarebbe stato meglio modificare o sostituire la
presentazione piuttosto che ritirarla, ma il ricercatore ha insistito per
rimuoverla, cosa che hanno fatto.
Per essere corretti, il NIH afferma anche di
aver ritrattato almeno otto presentazioni SRA in totale, la maggior parte da
ricercatori americani, su loro richiesta. Tuttavia, le e-mail mostrano anche
che il NIH ha guidato i giornalisti su come fornire una copertura più
favorevole e meno sensazionalizzata della cancellazione della sequenza cinese.
Just the News scrive.
“[Empower
Oversight] dice che uno degli elementi più sconcertanti delle e-mail è la prova
che dimostra che il NIH ha rifiutato la partecipazione a un procedimento
trasparente per esaminare i dati sulle sequenze cancellate.
” La
cosa più importante, perché NIH ha rifiutato di esaminare le copie d’archivio
delle sequenze cancellate in un processo scientifico aperto per determinare se
qualcuna di queste informazioni potrebbe essere in grado di far luce sulle
origini della pandemia COVID-19?” ha chiesto il gruppo.
Tuttavia,
questo argomento è stato respinto dal funzionario NIH Steve Sherry. Nonostante
le sequenze non siano mai completamente cancellate, secondo l’agenzia, Sherry
diede una risposta a un ricercatore che chiese trasparenza: “Come sapete, quando i set di dati
vengono ritirati dal database, questo status non permette che vengano
utilizzati per ulteriori analisi”.
La WIV
ha cancellato riferimenti a collaboratori statunitensi.
Il WIV
ha anche cancellato informazioni al fine di proteggere il NIH. Poco dopo che
Fauci ha testimoniato in un’udienza del Senato nel marzo 2021, la WIV ha
tranquillamente cancellato tutte le menzioni della sua collaborazione con il
NIAID di Fauci, il NIH e altri partner di ricerca americani dal suo sito web.
Come riportato il 15 maggio 2021 da The National Pulse.
“Il 21
marzo 2021, il sito web del laboratorio ha elencato sei partner di ricerca con
sede negli Stati Uniti: University of Alabama, University of North Texas,
EcoHealth Alliance, Harvard University, National Institutes of Health (NIH),
Stati Uniti e National Wildlife Federation.
Un
giorno dopo, la pagina è stata modificata in modo da contenere solo due partner
di ricerca – EcoHealth Alliance e l’Università dell’Alabama. Il 23 marzo,
EcoHealth Alliance era l’unico partner rimasto.
EcoHealth
Alliance è gestita dal Dr. Peter Daszak, partner di lunga data del Partito
Comunista Cinese, il quale il caporedattore di National Pulse Raheem Kassam ha
ripetutamente indicato come primo ‘capro espiatorio’ della debacle del
laboratorio di Wuhan …
Oltre
a stabilire un rapporto di lavoro tra il NIH e l’Istituto di virologia di
Wuhan, i post ormai cancellati dal sito dettagliano anche gli studi che portano
le caratteristiche della ricerca gain-of-function condotta con il laboratorio di
Wuhan”.
Infatti,
una pagina web della WIV, ora rimossa, intitolata “Will SARS Come Back?”
affermava che:
“Zhengli
Shi e Xingyi Ge del WIV, in collaborazione con ricercatori dell’Università del
North Carolina, della Harvard Medical School, dell’Istituto di microbiologia di
Bellinzona … esaminano il potenziale di malattia di un virus simile alla SARS,
SHC014-CoV, che attualmente sta circolando nelle popolazioni cinesi di
pipistrelli a ferro di cavallo.
Utilizzando
il metodo di genetica inversa SARS-CoV, gli scienziati hanno generato e
caratterizzato un virus chimerico che si esprime nella spike del coronavirus
SHC014 dei pipistrelli in un backbone topo-adattato di SARS-CoV.
I
risultati indicano che i virus del gruppo 2b con codifica dello spike SHC014 in
un sistema di base del tipo selvaggio possono utilizzare in modo efficiente più
ortologhi del recettore della SARS, l’enzima umano converte l’angiotensina II
(ACE2), e si replicano in modo efficiente nelle cellule primarie delle vie
aeree umane ottenendo in vitro titoli equivalenti ai ceppi epidemici di SARS-CoV.
La
valutazione delle modalità immunoterapeutiche e profilattiche disponibili per
la SARS ha rivelato una scarsa efficacia; entrambi gli approcci di anticorpi
monoclonali e vaccini non sono riusciti a neutralizzare e proteggere
dall’infezione con i CoV utilizzando la nuova proteina spike.
Sulla
base di questi risultati, hanno sinteticamente ri-derivato un virus
ricombinante SHC014 infettivo a lunghezza intera e hanno dimostrato una robusta
replicazione virale sia in vitro che in vivo …”
Le
eliminazioni dei partner di ricerca americani dal sito web della WIV (con
l’eccezione di EcoHealth Alliance), e la cancellazione dell’articolo che
discuteva la ricerca genetica sul virus della SARS sono servite solo a
rafforzare i sospetti di insabbiamento. All’epoca, la cosa più sorprendente era
che stavano coprendo il coinvolgimento americano e non solo il loro.
Siamo
noi i cattivi?
Ahimè,
come ha osservato Maajid Nawaz, un ex rivoluzionario islamista che è diventato
un attivista antiestremismo, se si scopre che gli Stati Uniti si sono effettivamente
impegnati nello sviluppo illegale di armi biologiche in Ucraina, potrebbe
risultare che siamo noi i cattivi in questo caso. Egli scrive, in parte:
“Il 24
febbraio 2022, il giorno stesso dell’invasione della Russia, alcuni di noi
erano già preoccupati per la possibilità di laboratori di armi biologiche
esistenti in Ucraina …
L’esistenza
di laboratori di armi biologiche al confine dell’Ucraina con la Russia è stata
poi confermata sia dalla Russia che dagli Stati Uniti (dico entrambi perché il
governo ucraino sta essenzialmente servendo come delegazione degli Stati
Uniti). L’unica domanda che rimane riguarda ciò che si faceva in quei
laboratori.
Non è
più in dubbio che abbiamo finanziato la ricerca sulle armi biologiche nel
laboratorio di Wuhan in Cina, da dove ora si ritiene che il COVID sia
probabilmente trapelato. Quindi stavamo facendo lo stesso anche in Ucraina? La Russia
ha certamente avanzato l’accusa …
Il
rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa russo, il maggior generale
Igor Konashenkov ha dichiarato: “Nel corso di un’operazione militare speciale, sono
stati rivelati gli elementi di una pulizia di emergenza da parte del regime di
Kiev delle tracce di un programma biologico militare in corso in Ucraina,
finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti”.
Con
questo, ha rilasciato questo documento drop asserendo … che queste carte
sostenevano la loro tesi. Se le accuse della Russia reggono, gli Stati Uniti e il suo
regime ucraino per procura violerebbero il primo articolo della Convenzione
delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi batteriologiche (biologiche) e
delle armi tossiche.
L’annuncio
della Russia sembra aver costretto l’America ad ammettere che tali laboratori
biologici esistono davvero. Il sottosegretario di Stato americano Victoria
Nuland ha inquadrato questa ammissione affermando che questi laboratori erano
solo per la ricerca difensiva.
Il
sottosegretario Nuland ha comunque continuato a sostenere che tali laboratori
sarebbero pericolosi se cadessero in mani russe, senza apparentemente notare la
contraddizione insita nella sua posizione secondo cui tali laboratori sono
pericolosi solo dal momento che possono essere usati come armi…
La
corrispondenza degli attacchi di precisione russi con una mappa delle posizioni
dei laboratori biologici all’interno dell’Ucraina suggerisce certamente che la
‘operazione militare speciale’ di Putin sembra prendere di mira alcuni di
questi pericolosi laboratori”.
Infatti,
Nawaz evidenzia una petizione ucraina del 2021 al presidente Zelensky, che
chiedeva:
a) la
chiusura immediata dei “bio-laboratori americani nel territorio dell’Ucraina”,
b) un’indagine sulle attività di quei laboratori, e
c)
un’indagine sulla potenziale partecipazione ucraina alla creazione della
SARS-CoV-2.
In
altre parole, perlomeno alcuni ucraini, nel 2021, si chiedevano se i laboratori
americani nel loro paese potessero essere coinvolti nella creazione di questa
pandemia.
Dichiarazioni
che non hanno alcun valore.
Non
sorprende che il Dipartimento di Stato americano abbia adottato una linea dura,
rinnegando tutte le allegazioni con la dichiarazione che “Gli Stati Uniti non
hanno laboratori di armi chimiche e biologiche in Ucraina”.
In un’altra dichiarazione, il Dipartimento di
Stato ha “chiarito” che i laboratori erano per la “bio-difesa”, non per le armi
biologiche, ripulendo così semanticamente le loro attività criminali.
Il
problema è che non c’è una netta linea di demarcazione tra la bio-difesa e la
ricerca sulle armi biologiche.
Come
ha ammesso il consigliere politico di Eco-Health Alliance ed ex comandante di
Fort Detrick, David Franz, tutto è “a doppio uso – le persone, le strutture e
le attrezzature”. La biodifesa implica la guerra biologica, poiché comprende la
creazione di agenti patogeni più pericolosi al presunto scopo di trovare
trattamenti contro di essi.
Anche
l’esperto di armi biologiche Francis Boyle, che ha redatto il Biological Weapons Anti-Terrorism Act
del 1989,
ha sottolineato che la maggior parte dei laboratori BSL-4 sono a doppio uso: “Prima sviluppano l’agente offensivo
per la guerra biologica e poi sviluppano il presunto vaccino”.
E poi,
c’è l’accordo sulla proliferazione delle armi tra gli Stati Uniti e l’Ucraina,
firmato alla fine di agosto 2005.
Tra
parentesi, era stato l’ex presidente Barrack Obama a guidare il progetto di
costruzione di questi laboratori ucraini nel 2005, al tempo in cui era ancora
senatore e, curiosamente, anche l’annuncio online del suo coinvolgimento in
questo progetto è stato cancellato dal web.
Secondo
questo accordo, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti assisterà il
Ministero della Salute in Ucraina, senza alcun costo, per prevenire la “proliferazione della tecnologia,
degli agenti patogeni e delle competenze” trovati in un certo numero di
laboratori ucraini, che “potrebbero essere utilizzati nello sviluppo di armi
biologiche”.
La
scottante questione dell’intenzione.
Quindi,
l’accordo stesso chiarisce che stanno lavorando su agenti patogeni che
POTREBBERO essere usati come armi biologiche, e le preoccupazioni dichiarate da
Nuland lo confermano. L’unica domanda che rimane allora è quella
dell’intenzione.
Qual è
l’uso previsto di questi agenti patogeni? Difesa? O offesa? E c’è davvero una
differenza?
Come
ha notato Nawaz, l’aggrapparsi degli Stati Uniti a questa difesa della “bio-difesa”
e della proliferazione delle armi biologiche è “l’equivalente di negare che la
scoperta di Einstein di dividere l’atomo per generare energia non sia anche
qualcosa che potrebbe essere usato per fare armi nucleari”.
Dopo
l’epidemia di COVID, la possibilità che i laboratori biologici possano essere
trasformati in arsenali bellici dovrebbe essere semplicemente considerata un
elemento di regola”.
Inoltre,
considerate la rete di attori esaminata prima. La collaborazione ucraino-americana
per studiare gli agenti patogeni in grado di essere trasformati in armi è
gestita dal DTRA, che finanzia Meta-biota, che è gestito da un leader del WEF ( Klaus Schwab.Ndr ) con stretti legami personali con una
persona – Daszak – sospettata di essere un giocatore chiave nella creazione
della SARS-CoV-2, un intermediario del NIH e del WIV, e una forza centrale nel
cover-up della tesi di una fuga di laboratorio.
Ed è
interessante notare che Meta-biota è supportata finanziariamente dalle società
d’investimento di Hunter Biden, e non dimentichiamo che il giovane Biden ha
percepito pure uno stipendio a sei cifre da una società di gas ucraina per non
aver fatto letteralmente nulla, se non fornire il suo “nome potente”.
Che
sia circostanziale o meno, non sembra una cosa buona. E, a questo punto, dovrebbe essere
chiaro che qualsiasi laboratorio che fa lavoro difensivo è ugualmente capace di
sfornare armi offensive. Discutere questo punto è semplicemente stupido, poiché
tutto si riduce alla semantica.
Secondo
la giornalista bulgara Dilyana Gaytandzhieva, Meta-biota è un giocatore chiave
nei laboratori ucraini. David Horowitz, uno scrittore politico, ha notato che Meta-biota
sia ” una società che traccia la traiettoria delle epidemie e vende
assicurazioni pandemiche, ma sembra che abbia anche le mani nei laboratori
reali che … potrebbero essere la fonte di alcune di queste epidemie. “
In
altre parole, potrebbe essere che Meta-biota abbia prodotto agenti biologici
sotto copertura diplomatica e poi abbia venduto assicurazioni pandemiche e
tracker pandemici per “aiutare i paesi ad anticipare ciò che stanno diffondendo”?
L’uso
del termine “operazione militare speciale” da parte di Putin era per garantire
che una “prossima pandemia” venisse impedita eliminando i bio-lab?
(Maajid
Nawaz.).
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