COMBATTERE CONTRO “L’UOMO DI DAVOS”

 

COMBATTERE CONTRO “L’UOMO DI DAVOS” e la sua 

QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE “.

 

IL  GRANDE  RESET  di  Miguel Martinez.

Docplayer- Miguel Martinez- (13-2-2022)- ci dice :

Quasi sicuramente avrete sentito parlare del Grande Reset, o Great Reset.In  genere  presentato  come  l’ultima  demenziale  teoria  del complotto, da affiancare ai rettiliani del simpatico David Icke , l’ennesima prova che solo un pazzo potrebbe avere qualcosa da obiettare al sistema in cui viviamo.

Ora, qualcosa di vero c’è: siamo una specie incredibilmente collaborativa, conformista, opportunista e credulone, per cui spesso, per non conformare quando conviene conformare, bisogna essere davvero un po’ strani.

Per l’opinionista inglese, Oliver Kamm, dietro la diffusione dell’idea  del  Grande  Reset,  ci  sarebbe  “l’apparato propagandistico del regime di Putin” che diffonderebbe “folli asserzioni  di  oscuri  blogger”  (gli  anti-complottisti  sono

sempre pronti a denunciare i complotti altrui..).

Solo che questa volta c’è un problema: The Great Reset esiste davvero.

E’  stato  il  tema  centrale  dell’incontro  (covidianamente virtuale) del Forum Economico Mondiale (World Economic Forum, WEF) quest’estate, ed è anche il titolo di un libretto di cui è coautore il presidente dello stesso Forum, Klaus Schwab.

Il sito del Forum lo presenta così: “La pandemia rappresenta una rara ma stretta finestra di opportunità per riflettere, re-immaginare e resettare il nostro mondo” – “Professor Klaus Schwab”, Fondatore e CEO, World Economic Forum.

Seguite le intuizioni su come possiamo riprendeci dal COVID-19 per costruire un futuro più salubre, più equo e più prospero.

”Il Grande Reset si presenta quindi come una descrizione della situazione attuale, e delle possibili azioni per “costruire il futuro”.

A prima vista, quindi, una cosa che nel nostro piccolo potrebbe avere tirato fuori chiunque di noi, che male c’è, insistono quindi gli anti-complottisti.

Però qui non stiamo parlando di gente piccola.

Wikipedia ci informa  che  il  WEF di Klaus Schwab  è  finanziato  da  1000  aziende partner, “tipicamente imprese globali con un fatturato di oltre cinque miliardi di dollari”.

Insomma, non stiamo parlando di chi come noi guarda la storia, ma di chi la storia la fa.

Il WEF si autodefinisce “l’Organizzazione Internazionale per la Cooperazione tra il Pubblico e il Privato”.

E’ un concetto molto ampio, ma alla fine è la base di tutto il sistema in cui viviamo, perché tra i grandi capitalisti (il privato) e il potere politico (il pubblico) si decide il destino di tutti noi.

 

 Nell’articolo citato sopra, Oliver Kamm scrive “per  quelli  che  vedono  chi  decide  le  politiche mondiali  [global  policymakers]  come  essenzialmente malintenzionati  e  con  secondi  fini  [malign  and scheming]  invece  che  fondamentalmente  benintenzionati,  [ilGrande Reset] è stato un segno che tutta l’esperienza dello “lock down” era stata progettata da lungo tempo”.

Ecco, questa è una distinzione cruciale: per Kamm quelli che decidono  gli  investimenti,  gli  appalti  e  le  guerre, sono fondamentalmente benintenzionati.

Per altri, non so se siano malign, ma certo sono scheming, nel senso che usano il proprio potere per fare il proprio interesse

Immaginiamo  che  un  fondo  decida  di  investire  miliardi nell’industria  aeronautica.  Investimenti  a  lungo  termine, rischiosi e molto impegnativi.                            A  sentire  quelli  come  Kamm,  solo  un  terrapiattista- scia- chimista penserebbe che quel fondo abbia interesse a promuovere espansioni di aeroporti, detassare i carburanti per l’industria aeronautica, far aprire ovunque piccoli aeroporti a spese dei contribuenti, eccitare un clima di tensione globale che porti all’acquisto di aerei militari costosissimi ,far  finanziare  la  ricerca  nell’ingegneria  aerospaziale  al sistema universitario, spingere dei deputati a votare bilanci militari sempre più costosi...Queste  sono  tutte  decisioni  pubbliche,  pagate  con  fondi pubblici.  Ecco, la pianificazione strategica aziendale si fonda proprio su  questa  cooperazione  tra  pubblico  e  privato,  che  è esattamente il ruolo del WEF di Klaus Schwab .

Questo non vuol dire che il WEF “decida qualcosa”.

Gli incontri del WEF sono la più importante occasione annuale per permettere ai politici e agli imprenditori più potenti del mondo di incontrarsi in maniera informale e fare affari: noi interpreti sappiamo bene che gli affari veri si fanno solo così, soprattutto quando si può mettere da parte la recita che distingue “privato” da “pubblico”.

Però il WEF di Klaus Schwab è anche un luogo in cui i decisori riflettono su come spingere il mondo nella direzione più favorevole ai loro interessi.

I decisori devono coinvolgere il massimo numero di attori: non solo i politici, ma tutta la società deve innamorarsi delle mille aziende più potenti del mondo, e pensare che agiscono per il bene di tutti – ecco che il WEF di Klaus Schwab ha inventato il concetto  di  stakeholder  capitalism. 

Il  capitalista  è  per definizione un individuo che cerca di estrarre il massimo dalla natura, tenendo il più possibile per se stesso: proprio per questo è importante cooptare sempre le cause ambientali e sociali,  facendo  credere  che  “siamo  tutti  sulla  stesssa barca”, tutti stakeholder.

Una strategia ben riuscita:

molti di quelli che denunciano il  Grande  Reset  sono  variamente  qualificabili  come  di “Destra”, mentre i più accaniti apologeti dei miliardari di Davos  sono  spesso  di  “Sinistra”(liberal Dem Usa -con  coraggiose eccezioni).

 Negli  Stati  Uniti,  molti  hanno  addirittura definito “socialista”(liberal Dem Usa) e un “attacco alla proprietà privata” la proposta  che  proviene  dall’associazione  (ripetiamo)  delle mille più potenti imprese capitalistiche del pianeta guidate da Klaus Schwab.

In fondo non è tanto sorprendente: il piccolo imprenditore del Texas non sarà mai invitato a Davos, mentre pittoresche ma innocue personalità che piacciono a sinistra lo saranno.

Ma in cosa consiste il “progetto del Grande Reset” di Klaus Schwab?

The Great Reset non è un manuale che i potenti seguono; al contrario, è un testo che racconta bene tante tendenze e aspirazioni che i potenti già stanno implementando, in un linguaggio che li rende simpatici.

Chi si occupa di pianificazione strategica aziendale è una persona intelligente per definizione.

Sa benissimo quindi che abbiamo raggiunto il picco un po’ di tutto.

Ma sa anche che per  giustificare  il  proprio  ragguardevole  stipendio,  deve continuare lo stesso a far crescere l’azienda.

Questo significa che si deve ingegnare come non mai sia a inventare fuffa, sia a scovare nuovi campi da sfruttare.

Ne riparleremo, perché il post è già troppo lungo così.

The Great Reset è una frase geniale, potentissima.

Perché con il 2020, ci rendiamo tutti conto che stiamo vivendo un’accelerazione paurosa dei tempi, sospesi apocalitticamente tra  collasso  ambientale,  esplosione  della  popolazione  ,ciber-intrusione nel più intimo dei nostri corpi.

The Great Reset è lo slogan lanciato nel 2020 dal Forum Economico Mondiale (WEF) di Klaus Schwab , un’organizzazione con 700 dipendenti a tempo pieno e finanziata dalle aziende più ricche del pianeta,  dedicata  a  organizzare  la  principale  occasione mondiale in cui i politici che contano possono vendere appalti agli  imprenditori  che  contano,  con  un  contorno  di intellettuali.

Gli intellettuali in questione sono spesso venditori di fuffa, ma sono anche i tecnici del dominio, come li chiamava il saggio Roberto Giammarco:                                          persone molto sveglie, che indicano ai potenti le strategie vincenti, e allo stesso tempo cantano le lodi dei potenti alla plebe.

Insieme, miliardari, politici e clerisy  formano i Global Policy-maker.

Oggi nessuno è in grado di decidere le sorti del pianeta, ma solo  loro  cavalcano  la  tigre  impazzita  della  grande trasformazione, senza finirne divorati.

 

 In questo contesto, il presidente del WEF, Klaus Schwab, ha scritto   tre   libretti:  

1)-The   Fourth   Industrial Revolution  (2016), 

2)-Shaping  the  Fourth  Industrial Revolution (2018) e appunto, 3)-The Great Reset (2020).

In questi tre testi, il cui contenuto è presumibilmente condiviso dai global policymaker che lui riunisce, ci raccontala svolta planetaria che stiamo vivendo.

Confesso che provo un po’ di sollievo a sentire qualcuno che parla di questioni serie, invece di limitarsi a fare retorica su storie di decenni fa.

Schwab racconta cose abbastanza note, ma si esalta anche visibilmente: scrive un’apologia da “ottimista

pragmatico “, come si autodefinisce, per il mondo che i policymaker stanno creando per noi.

Spesso si esalta così tanto da prevedere come imminenti cose che invece richiederanno qualche anno.

Ad esempio, citando un documento del suo WEF del 2015, Klaus Schwab prevede per il 2025 (in ordine decrescente di probabilità, con tanto di percentuali precise):

«10%  delle  persone  che  indossano  abiti  collegati  a internet ;

91,290% delle persone che hanno uno stoccaggio illimitato e gratuito (supportato dalla pubblicità);

 91,01 trilione di sensori collegati a Internet ;

89,2 Il primo farmacista robotico negli Stati Uniti ;

86,510% di occhiali da lettura connessi a internet 85,5;

80% delle persone con presenza digitale su internet 84,4;

La prima auto stampata in 3D in produzione 84,1;

Il primo governo a sostituire il suo censimento con fonti di Big Data 82,9;

Il primo cellulare impiantabile disponibile in commercio 81,7;

Il 5% dei prodotti di consumo stampati in 3D 81,1;

Il 90% della popolazione utilizza gli smartphone 80,7;

90% della popolazione con accesso regolare a Internet 78,8;

Auto senza conducente pari al 10% di tutte le auto sulle strade degli Stati Uniti 78,2;

Il primo trapianto di un fegato stampato in 3D 76,4;

30% delle verifiche aziendali effettuate da Al 75,4;

Tassa riscossa per la prima volta da un governo attraverso una blockchain 73,1;

Oltre  il  50%  del  traffico  internet  verso  le  case  per elettrodomestici e dispositivi 69,9;

Globalmente più viaggi e viaggi attraverso il car sharing che in auto private 67,2;

La prima città con più di 50.000 persone e senza semafori 63,7;

10%  del  prodotto  interno  lordo  globale  immagazzinato  su tecnologia blockchain 57,9;

La prima macchina di Intelligenza Artificiale in un consiglio di amministrazione aziendale 80%».

Siamo già nel 2021, ma prima di tirare un sospiro di sollievo,

rendiamoci conto che Schwab ha ragione: l

a direzione è quella ,verso l’Internet of Bio-Nano-things.

Il brano di cui sopra, l’ho tradotto con DeepL: avrà ancora qualche difettuccio, ma il sorpasso del virtuale sul vivente(in questo caso il sorpassato, annientato, è Miguel Martinez, traduttore), se non avverrà nel 2025 come spera Schwab, ci sarà poco dopo.

Colombo ha reso disponibile al futuro capitalismo l’America;

Rockefeller al capitalismo vero il petrolio;

la  quarta  rivoluzione  industriale di Klaus Schwab   ha  reso  disponibile al Capitalismo Inclusivo il corpo umano, finora esplorato in  maniera  assai  rozza  solo  da  schiavisti,  magnaccia  e venditori di uteri-in-affitto.

L’amica Daniela Danna aveva già spiegato la faccenda, parlando di modo di produzione informatica.

Questa è la premessa del Grande Reset di Klaus Schwab , scritta prima che facessimo tutti la conoscenza del Coronavirus.

Ma già ci siamo dilungati troppo....

(  KELEBEK BLOG Note:

Nel  1967,  l’Unione  Sovietica  introdusse  il  reato di  Disseminazione  di  fabbricazioni  note  come  false,  che diffamano  il  sistema  politico  e  sociale  sovietico:  gli americani ci sono arrivati dopo con le fake news, che effettivamente è termine più scorrevole.

La legge sovietica contro le fake news fu accompagnata più dolcemente da una raffica di diagnosi di schizofrenia a progresso lento. E qualcuno che per le sue idee era disposto a farsi  rinchiudere  in  un  ospedale  psichiatrico,  invece  dimettere sull’equivalente sovietico di Twitter anni Settanta l’equivalente  del  hashtag  #AndraTuttoBene,  poteva  davvero essere un po’ picchiato.

Segnalo una bella analisi di Daniele Gullì sulle problematiche del  discorso  “complottista”,  che  non  scade  nella  solita apologia di Bill Gates.

Nel lontano 2013, il vicepresidente degli Stati Uniti si fece disabilitare le connessioni del suo pacemaker, per paura che degli hacker gli ciber-spegnessero il cuore.

  Il  poeta  romantico  inglese  Coleridge  inventò  il termine clerisy, un calco sul tedesco Klerisei, per indicarel a casta che in tempi meno religiosi svolge lo stesso ruolo sociale dei preti di una volta,)

  “Capitalismo  inclusivo“,  purtroppo,  non  l’abbiamo inventato noi. Ci ritorneremo, spero.

COS’E’  IL  GRANDE  RESET  EPERCHÉ    COMBATTERLO    di Alessandro De Giuli

Nulla tornerà  come  prima.  Dimenticate  il  mondo  come  lo  avete conosciuto”.

Questo  dicono,  con  toni  apocalittici,  i  sostenitori  del “Grande Reset”, tra cui si annoverano i potenti della Terra.

Essi dichiarano senza pudore che la “grande pandemia” è l’evento shock che attendevano per attuare dall’alto la loro distopia.

 

“IL GRANDE RESET” è l’ultimo libro della “bocconiana redenta” Ilaria Bifarini, che in pochi giorni ha scalato le vette come libro più venduto.

Sarà  Ilaria  Bifarini,  rispondendo  alle  domande  di  Moreno Pasquinelli, a spiegarci in cosa consiste il grande reset, come potrebbero cambiare la società, la politica e la vita, e perché è necessario opporsi al “nuovo mondo”.

Il pregio probabilmente maggiore di questo libro di Ilaria Bifarini (Phasar Edizioni – Firenze) sta nel presentare, con un linguaggio semplice e ben scritto, tutti i temi salienti che si affacciano al dibattito di questi mesi segnati dalla crisi  economica  e  dal  covid.

 Il  sottotitolo  traccia  il percorso:  dalla  Pandemia  alla  nuova  normalità”  mentre l’incedere dei capitoli, sempre interessante, fornisce dati e informazioni ma soprattutto i punti di vista forti della discussione che si sta sviluppando tra le massime élite del mondo politico, economico, culturale e produttivo a fronte della manifesta crisi del modello neo-liberista (ora lIberal Dem Usa) .

Sullo sfondo della cronaca quotidiana modellata dal virus e delle risposte estemporanee delle cancellerie internazionali, Ilaria Bifarini riannoda il senso dei temi caldi degli ultimi anni:

la disoccupazione tecnologica, le innovazioni produttive intraprese dalle grandi corporation leader della ricerca più avanzata, la società sempre più divaricata tra masse di impoveriti  e  multimiliardari,  il  trans  umanesimo  (ovvero l’ibridazione tra uomo e macchina) di origine californiana, la robotizzazione, la scomparsa di interi settori del mondo del lavoro  sostituiti  da  soluzioni  fondate  sull’intelligenza artificiale, i limiti della globalizzazione e la questione dello Stato, il problema ecologico, il 5G.

Ne esce un quadro vivido del dibattito che col nome di “grande reset” sta evidentemente interrogando il mondo occidentale.

 Ad Ottobre, la rivista Time ha dedicato alla questione un suo intero numero e a Davos, la riunione annuale dell’ Economic Word Forum di Klaus Schwab , riprogrammata a inizio estate a causa del covid, verterà proprio sul great reset, il grande azzeramento e la ripartenza  dell’economia  che  Klaus  Schwab,  fondatore  e direttore del Forum giudica indispensabile ed opportuna per superare le difficoltà della fase storica.

In questo contesto, ci racconta il libro, l’epidemia in corso si è presentata immediatamente alle élite riformatrici come un’occasione  imperdibile  per  procedere  ai  cambiamenti  di ordine istituzionale e politico necessari ad affrontare la crisi  economica,  politica  e  militare  che  l’occidente  sta vivendo con affanno nei confronti di russi e cinesi.

Ricorda, questo discutere di riforme e cambiamenti da parte dei maggiori beneficiari dell’ordine liberista  (Liberal Dem Usa) imperante, i dibattiti che, negli anni trenta e negli anni settanta del secolo scorso, hanno attraversato l’occidente a fronte di altre crisi e di altri attori.

In quei casi nacquero prima il keynesismo e lo stato sociale, protagonisti dei trent’anni successivi alla II guerra mondiale e poi, con Thatcher e Reagan,  il  neoliberismo(Liberal Dem Usa)  ora  in  crisi. 

Gli  attori  sono palesemente diversi: il comunismo sovietico non esiste più e sostanzialmente  scomparsa  è  la  minaccia  proletaria protagonista  degli  anni  del  fordismo  ma  il  senso  della discussione pare lo stesso: di fronte ad una crisi che lo minaccia dalle fondamenta, il capitalismo chiama a raccolta le proprie più fertili energie per riprogrammare un futuro che rischia di vedere soccombere gli attuali ceti dominanti.

Alcuni  temi  sono  anche  nominalmente  gli  stessi  (la disoccupazione tecnologica su tutti) altri radicalmente nuovi ed originali (le implicazioni etiche e pratiche di un sistema che viene progettato senza necessità di lavoro e lavoratori, o quello delle possibilità di controllo e sorveglianza totale implicite nelle tecnologie orientate ai big data).

Soprattutto diverso è il contesto politico.

Nel ‘900 poteva apparire poco evidente la prospettiva concreta del cambiamento ma erano chiarissimi gli agenti politici determinati a sviluppare il progetto. Oggi, dopo quarant’anni di distruzione del senso della politica perseguito dall’ordine neoliberale (liberal Dem Usa), il tema del cambiamento non offre forze e personaggi politici di spessore in grado di perseguirlo.

La stessa elezione del nuovo Presidente USA è avvenuta più sulla critica delle caratteristiche umane e psicologiche di Trump che sulla base di un progetto coerente di costruzione di un  nuovo  ordine. 

Forse  anche  per  questo  suo  carattere eminentemente a-politico, il grande reset si presenta ambiguo e  bifronte,  mostrando  tanto  il  volto  della  distopia totalitaria, dell’autoritarismo dello Stato controllore, della  soverchiante onnipotenza delle grandi aziende, della condanna alla disoccupazione a vita sia quello irenico della società pacificata e opulenta dove il lavorare si trasforma in un amabile dedicarsi al prossimo e all’ambiente naturale in una sorta di comunismo dei beni in cui il salario è garantito a tutti i cittadini e la minaccia ecologica è per sempre allontanata grazie all’utilizzo di nuove tecnologie.

La realtà e la storia ci diranno quali tendenze usciranno concretamente  egemoni  e  attive  nel  piano  di  grande ristrutturazione globale, intanto sembra bene cominciare a parlarne con cognizione di causa.

( Alessandro De Giuli, della Direzione nazionale di Liberiamo l’Italia).

 

GEOPOLITICA E “GRANDE RESET” di A.Vinco.

Abbiamo precedentemente definito l’era globale apertasi con il 2020 la Rivoluzione Mondiale Covid-19, conclusione storica del ciclo apertosi l’11 settembre 2001 e segnato dal declino epocale dell’atlantismo uni lineare.

Klaus  Schwab,  presidente  del  WEF,  teorico  della  Quarta Rivoluzione Industriale e del Grande Reset, è l’ideocrate della tecnocrazia globalista della Silicon Valley:

 l’obiettivo strategico, dissimulato, è quello di procrastinare l’avvento del multipolarismo dispiegato, restaurando su tutta la linea, possibilmente senza una nuova guerra mondiale, il dominio imperialista  della  civilizzazione  occidentale  della  casta super elitaria  “bianca”,  giudaico-cristiana  e  capitalista.

Baget  Bozzo,  profondo  teologo  della  Sinistra  cattolica  e fervente  islamofobo,  vedeva  nella  superiorità  tecnologica occidentale  e  nella  secolarizzazione  il  segno  metamorfico della antica elezione della civilizzazione giudaico-cristiana.

Come  stiamo  viceversa  constatando,  la  tecnologia,  se  ben guidata da uno Stato sociale modernizzatore, sviluppista e comunitarista,  ha  invece  permesso  alle  civilizzazioni  che avevano  perso  il  treno  della  rivoluzione  industriale  di recuperare rapidamente i circa due secoli perduti.

La cultura strumentale ha chiarito che il modello di civiltà occidentale capitalista non è applicabile a Cina, Giappone, Russia, mondo islamico e indiano.

Il modo di produzione asiatico,  con  il  suo  organicismo  comunitario  non individualistico, non sarebbe affatto scomparso ma sopravvive in  profondità.

 Sotto  fondamentali  aspetti,  il  mondo  sta diventando sempre più moderno e meno occidentale.

Giudeo-cristianismo e nichilismo transumanista.

Le fonti religiose del pensiero di Schwab sono stranamente sottovalutate. 

Artur  Schneier,  rabbino  ebreo  americano  di origine mitteleuropea, è molto vicino a Klaus Schwab, secondo varie interpretazioni  avrebbe  in  parte  ispirato  il  messianismo utopistico del Grande reset.

Alla metà degli anni Duemila il “Rabbi  Arthur  Schneier  Program  for  International  Affairs” teorizzava un modello di globalismo tecnocratico, che poi Schwab approfondirà in modo più dettagliato negli anni più recenti.

Klaus Schwab è molto vicino ad Israele e alla causa del sionismo, nel 2004 con i fondi dell’israeliana Dan David ha creato una fondazione per diffondere il leaderismo e l’occidentalismo tra le nuove generazioni.

Sia  Karl Schwab,  sia  il  rabbino  americano  Schneier  risolvono ideologicamente la Rivoluzione Mondiale Covid 19 come un passo in avanti nell’accelerazione epocale verso la civilizzazione globalista  tecnocratica  e  verso  l’annientamento  di qualsivoglia modello sociale di civilizzazione multilineare.

Al tempo stesso, il WEF tecnocratico è apprezzato dall’attuale pontefice Francesco per il suo ecumenismo radicalista.

Gli ideocrati della Silicon Valley di Klaus Schwab ritengono che la Cina di Xi Jinping, che dal 2018 ha inaugurato ufficialmente la “Nuova Era” del primato mondiale han e della democrazia sociale globalizzata  di  radice  confuciana,  sia  integrabile  nella tecnocrazia feudale californiana e che, a quel punto, la Russia, isolata su tutta la linea, sarebbe alle soglie della polverizzazione e del frazionamento su base regionale.

Schwab  si  è  infatti  personalmente  incontrato  con  Xi nell’aprile 2018;

Xi Jinping tenne del resto un discorso molto apprezzato, nel gennaio 2017, all’annuale Forum di Davos.

Ma il neoconfucianesimo sociale e universalistico di Xi Jinping complotta realmente a vantaggio di un disegno sociale e geopolitico così reazionario e individualistico come quello di Klaus Schwab?

 Il cristianesimo ortodosso russo, così distante dalla teologia  giudaico-cristianista  occidentale  e  evangelica, basato sull’idea di comunità spirituale (Sobornost), complotta anch’esso a vantaggio del Grande reset di Klaus Schwab ?

E l’Islam, in piena rinascita  mondiale,  nonostante  la  scarsa  capitalizzazione politica e geopolitica, rimarrà passivo di fronte a una simile prospettiva?

Tokio, che sembra più orientata verso Pechino che verso la California, si inchinerà al nuovo sviluppo ineguale teorizzato a Davos da Klaus Schwab ?

Proviamo a vedere.

L’implosione  dell’unipolarismo  occidentale  ostacola  la risistemazione globale.

Il presidente Vladimir Putin dichiarava nel settembre 2017 che chi  avrebbe  sviluppato  la  più  avanzata  IA  (intelligenza artificiale) avrebbe guidato il mondo.

Nella storia economica, innovazioni e trasformazioni di modi di produzione avvengono in periodi storici caratterizzati da conflitti militari o da vere e proprie guerre mondiali.

Americanisti e sovietici, nonostante  la  guerra  fredda,  si  intendevano  poiché condividevano  la  originaria  radice  ideocratica-giudeo cristianista.

Oggi il quadro mondiale è ben più complesso sul piano della sicurezza internazionale: la Russia, con il suo cristianesimo ortodosso di stato, diversamente dall’URSS è la prima barriera antagonista al giudeo cristianismo nichilista e transumanista proponendo  il  modello  di  una  ideocrazia  contrapposta all’intero  occidente. 

La  Rivoluzione  Mondiale  dei  nostri giorni, ovvero il declino delle democrazie super capitaliste occidentali  e  la  fine  dell’unilateralismo  americanista ,avanza quindi in più forme contro il tentativo reazionario di risistemazione globale.

La produzione su larga scala, che ha reso grandi i giganti dell’Asia, e il prudente militarismo geopolitico dello stato profondo russo sono i massimi ostacoli sulla via del Grande reset occidentale.

 Una risistemazione occidentale a base digitalizzazione  di  massa,  home  working,  concentrazione monopolistica  di  nuova  generazione,  come  ha  rilevato  uno studio  di  “Le  Monde”  del  novembre  2020,  non  potrebbe seriamente contrastare la rivoluzione geopolitica in atto.

Dall’11 settembre a oggi è fallito ogni tentativo strategico delle  élite  occidentali  “giudaico-cristiane”  di  fermare l’offensiva  dei  giganti  asiatici  confuciani,  della  Russia greco-cristiana, dell’Islam.

Huntington definì l’evento dell’11 settembre la “rivincita di Dio”    sul    nichilismo    “utopistico-democratico” giudeo cristianista.

Sempre Vladimir Putin, nel giugno 2019,dichiarava al New York Times che l’imperialismo occidentale fu globalista e liberoscambista sino a quando ciò era utile per le  élite  politiche  e  economiche  americaniste,  ma  divenne immediatamente  protezionista,  già  con  Obama  I,  quando percepì che globalismo e liberoscambismo potevano giovare più alla causa dei cosiddetti “Paesi emergenti” che a quella dell’unilateralismo occidentale.

Klaus Schwab è molto elusivo e confuso sul vero e proprio punto chiave, rappresentato dalla realizzazione di un governo digitale nell’era del cambiamento.

Non sa dirci se gli effetti della sua quarta rivoluzione industriale e del tentativo di grande risistemazione  finiranno  per  rendere,  con  la  tecnologia finanziaria e militare, con i nuovi metodi di produzione, i cittadini  sempre  più  indipendenti,  dando  loro  un  nuovo strumento per far valere la loro opinione o se strutture parallele all’autorità, semiclandestine e sovversive, potranno diffondere  ideologie  antagoniste,  reclutare  seguaci  e coordinare iniziative contro i sistemi governativi ufficiali.

Klaus Schwab peraltro teorizza un nuovo tipo di guerra ibrida tra nuovi blocchi di civilizzazione, concetto tra l’altro ripreso dalla nuova scuola militare russa, alla luce del Grande reset, in  netta  controtendenza  rispetto  al  sogno  irenistico messianico del governo digitale mondiale che dovrebbe ispirare questa risistemazione planetaria.

Terzo millennio: comunitarismo con inclusione sociale digitale o Northern California.

Alla fine degli anni Novanta il militare cinese Qiao Liang, teorico della “guerra senza limiti”, sosteneva che “ci sono reti sopra le nostre teste, trappole sotto i nostri piedi. Non abbiamo alcuna possibilità di fuga”.

Era l’inizio della guerra ibrida multilineare, crollata l’epoca di Yalta, che bussava alle porte della grande storia e che oggi vediamo in atto su scala planetaria con la stessa crisi pandemica.

La filosofia realista  e  storicista  dello  scienziato  politico  Samuel Huntington, morto nel 2008, si prende perciò la sua grande rivincita storica e teorica sull’utopismo messianico giudaico-cristiano.

L’utopismo tecnocratico dei vari Schwab presta in effetti il fianco a facili critiche laddove teorizza come essenziale pe ril  singolarismo  individualistico  e  neocapitalistico  della risistemazione  globale  “un  vero  e  proprio  processo  di civilizzazione  globale”,  ecumenista  e  pacifista.

 Nella teoria delle élite super capitaliste occidentali ciò significa, in  termini  storici  concreti,  una  strategia  messianica  e unilineare di civiltà, volta a arrestare l’offensiva delle nuove potenze multipolari restaurando il dominio globale della

casamatta finanziaria dell’estremo Occidente e salvando il neocapitalismo  finanziario,  un  colabrodo  catastrofico, mediante un neo-feudalesimo digitale globale.

E’  un  progetto  strategico  evidentemente  reazionario, neocolonialistico e antistorico.

 In realtà, però, come aveva ben previsto Huntington, la civilizzazione confuciana cinese, quella shintoista nipponica, quella cristiana ortodossa russa, quella dell’Hindutva e lo stesso Islam hanno mostrato di poter benissimo usare la tecnologia, senza vendere l’anima allo scientismo  imperialista  occidentale  o  alla  finanza angloamericana.

 Informatici indiani e russi sono, come noto, tra i migliori al mondo, la Cina ha mostrato di essere autonoma sul piano della ricerca e della fabbricazione di nano-tecnologie,  le  varie  civilizzazioni  islamiche, considerate “medievali” dagli ideocrati miliardari della Silicon Valley, hanno rivelato di poter e saper comunque rispondere colpo su colpo  ai  terribili  attacchi  delle  élite  imperialiste occidentali; il Giappone ha sistemi sanitari e di cura di avanguardia mondiale.

Il  politologo  statunitense  aveva  compreso  come  l’identità comunitarista di fondo di civilizzazioni e modelli sociali quali  quello  cinese,  russo,  indiano,  islamico,  giapponese avrebbero ben resistito anche alla terribile onda d’urto della tecnocrazia globalista e individualistica della civilizzazione occidentale “giudaico-cristiana” . 

Prevale perciò, nello spazio globale, la prassi della inclusione sociale digitale di natura comunitaria sulla logica dello sviluppo ineguale della plutocrazia del WEF di Klaus Schwab e della Silicon Valley.

Alla fase rivoluzionaria mondiale Covid 19, più che i sogni irenici e neo-imperialistici di Schwab, potrebbe con maggiore probabilità  seguire  rapidamente  la  fase  della  guerra  di civiltà su larga scala.

Mosca, Pechino, Tokio stessa, non si integrano né si integreranno nella civilizzazione imperialista e  transumanista  del  Grande  reset  e  delle  sinistre sub imperialiste mondiali liberal Dem Usa.

Probabilmente, lo stesso si può dire riguardo alla multiforme e più complessa civiltà islamica.

Parliamo di circa tre quarti dell’umanità. L’1 per cento del mondo di un quarto dell’umanità come potrà imporre questo totalitarismo digitale neo-medievale?

Per  affermare  un  Grande  reset  mondiale,  ideocratico e  individualista e al tempo stesso neo-feudale, non rimarrebbe perciò altra via concreta che una nuova guerra imperialista di dimensioni globali, in barba a ogni ipotesi di mutamento antropologico  e  di  a-conflittuale  interazionismo  umano-macchinico.

(NOTE.Samuel  P.  Huntington,  La  politica  nella  società postindustriale,  in  “Ordine  politico  e  guerra  di civiltà”, Bologna 20.)

 

IL  GRANDE  RESET  di  IlariaBifarini.

 

Dalla pandemia alla nuova normalità. Fresco di stampa il libro di Ilaria Bifarini “Nulla tornerà come prima”. Dimentichiamoci il mondo come lo avevamo conosciuto prima di febbraio 2020.

Esagerazione? Catastrofismo? No, è l’inizio di una nuova era.

La  crisi  che  stiamo  vivendo  farà  da  catalizzatore  a cambiamenti necessari per accelerare la realizzazione di un disegno  già  predisposto,  che  prevede  l’annientamento dell’attuale sistema socioeconomico.

È il Grande Reset, il tema del prossimo Forum di Davos di Klaus Schwab , il consesso annuale dove si riuniscono i grandi della terra per decidere su questioni che riguardano la governance mondiale.

Un piano preciso, ufficiale e  ben  documentato,  sul  quale  istituzioni  internazionali, filantropi,  organizzazioni  non  governative  e  mega-aziende private collaborano apertamente già da tempo.

Nelle menti di chi progetta il nuovo mondo la dichiarata pandemia rappresenta un’occasione troppo preziosa per essere sprecata:  nulla  dovrà  tornare  come  prima.  Le  misure restrittive  adottate  dai    governi  hanno  sdoganato definitivamente pratiche comportamentali funzionali alla nuova normalità, dallo smart-working alla teledidattica.

 Le nuove abitudini acquisite dalle popolazioni durante la crisi del coronavirus  hanno  apportato  quell’impulso  alla digitalizzazione e all’automazione decisivo per implementare la  “Quarta  Rivoluzione  Industriale” di Klaus Schwab ,  che  finora  stentava  a realizzarsi.

Milioni di imprese spariranno, molte avranno un futuro incerto. Altri nuovi mercati verranno a crearsi, sulle ceneri dei vecchi che dovranno far posto alla trasformazione.

Intanto,  mentre  si  procede  alla  realizzazione  del  piano, presentato dai suoi fautori come l’alba di un mondo migliore, più equo e sostenibile, ovunque si assiste a un ulteriore aggravamento delle disuguaglianze e della concentrazione di ricchezza,  con  un’impennata  straordinaria  dei  redditi  dei miliardari e uno scivolamento di milioni di cittadini nella fascia di povertà.

 Una tendenza destinata ad aggravarsi, con la distruzione di milioni di posti di lavoro e dell’economia di produzione, destinata a dissolversi per far posto ad altri mercati, sempre più digitalizzati e supportati dalle nuove intelligenze artificiali.

A differenza delle rivoluzioni tecnologiche del passato, che inauguravano un periodo di crescita e di creazione di nuovi lavori, oggi l’azione combinata delle tecnologie informatiche e di quelle biologiche apre scenari inediti.

L’essere umano, minacciato  da  un’intelligenza  artificiale  sempre  più performante e capace di sostituirlo in attività un tempo impensabili -dalla medicina al giornalismo- si troverà a farei conti con un senso di inutilità e inadeguatezza.

La crescente  disoccupazione  e  la  distruzione  dell’economia reale, frutto della gestione della crisi del Covid, lasceranno una desertificazione industriale e lavorativa,  destinata a rimanere tale secondo i progetti stessi del Grande Reset.

Riuscirà questo piano nel suo compito di trasformare non solo l’economia e la società, ma anche la natura stessa dell’esser eumano?

Una sfida aperta, su cui fa luce questo mio ultimo lavoro.

( Ilaria Bifarini).

 

L’INDIA  NAZIONALISTA  CONTROIL GRANDE RESET                    di A. Vinco.

 

lavoro.* Fonte: Ilaria BifariniL’INDIA  NAZIONALISTA  CONTROIL GRANDE RESET di A. VincoL’India nazionalista contro il Grande Reset occidentale (Ladottrina Jaishankar)Subrahmanyam Jaishankar, ministro degli esteri indiano, figliodi  un  accademico  specializzato  sul  pensiero  strategiconell’Indo-Pacifico, è stato ambasciatore in Cina dal 2009 al2013 e poi negli Usa sino al 2015, dopo una lunga carrieradiplomatica  che  ha  veduto  la  sua  permanenza  in  Russia,Giappone, Corea del Sud, Europa. Nel libro da poco pubblicato,

“The India Way: strategies for an Uncertain World” (settembre2020),  una  via  per  l’India,  vi  sono  tre  fondamentaliorientamenti strategici che proviamo a mettere sotto la lentedi ingrandimento. Infine azzardiamo una lieve disamina dellimite strategico di Jaishankar.L’Asia al centro: la bilancia di potenzaJaishankar è un fine geopolitico, il suo maestro pare essereKarl Hashofer, grande mentore del gerarca nazista Rudolf Hess.A  differenza  della  frazione  nazista  neo-prussiana  erussofobica, affermatasi dal giugno del 1941, Haushofer – comeSchmitt    teorizzava  l’alleanza  continentale  eurasiaticacontro la talassocrazia capitalistica angloamericana.  Si starealizzando  un  mondo  più  multipolare,  con  un  maggioredispiegamento  della  potenza  e  con  un  raffreddamento  delvecchio  concetto  di  alleanza  strategica.  Maggiormultipolarismo e minor multilateralismo: sarà la bilancia dipotenza, militaristica e geopolitica, il principio operativodella  nuova  civiltà  multipolare,  non  la  retorica  dellasicurezza  collettiva    il  consenso  pseudodemocratico  deipopoli. Jaishankar ha scritto questo saggio contemporaneamenteall’affacciarsi  sulla  scena  mondiale  della  Rivoluzionemondiale  Covid-19;  risponde  indirettamente  a  quanti,  comeSchwab,  fondatore  e  presidente  del  WEF,  teorizzano  ilprincipio del Grande Reset e del governo globalista elitistadella quarta rivoluzione industriale. Jaishankar, che resta discuola prussiana, nota che l’ascesa della Cina Socialista sulpiano della bilancia globale è un vero e proprio assalto alpotere  mondiale  del  capitalismo  digitale  e  dell’elitismo.“L’ascesa di una nuova superpotenza è per sua natura un eventodistruttivo per qualsiasi ordine mondiale”, scrive il ministrodegli  esteri  indiano.  La  Cina  Socialista,  a  differenzadell’Urss, è ben più difficile da far corrispondere con unordine mondiale a guida occidentale e secondo il Nostro ilconflitto è di civiltà (Asia gialla contro occidente razzistabianco) oltre che ideocratico (socialismo nazionale asiatico

contro capitalismo digitale). Nella relazione tra Usa e Cinadegli ultimi venti anni, “gli Usa hanno guerreggiato senzavincere, la Cina ha vinto senza combattere”. Washington, lapotenza  egemone,  avrebbe  dovuto  negoziare  con  la  potenzaascendente circa 10 anni fa, ora è per Jaishankar troppotardi, la centralità geopolitica e geoeconomica è di nuovorientrata in Asia dopo secoli, dall’inizio della Rivoluzioneindustriale. L’euroccidente è ormai periferia globale, l’Asiaè di nuovo al centro. Senza la forza lavoro asiatica, laSilicon Valley sparirebbe. Fallì il progetto panasiatico delGiappone militarista e fascista verso tale direzione, è andatoinvece in porto quello della Cina Socialista laburista.Antagonismo tra globalizzazione e sovranismoJaishakankar  parla  di  “una  drammatica  rinascita  delnazionalismo”. E’ significativo, però, che il Nostro inquadranella categoria di “nazionalismo” l’India di Modi, la CinaSocialista confuciana e il Giappone shintoista, che starebberodalla stessa parte del tavolo. Drammatica, in quanto  provocail  risentimento  xenofobo  del  populismo  patrimonialeoccidentale. In questo ambito, “nazionalismo” non significaciò  che  in  Occidente  si  definisce  “sovranismo”;  anzi,“sovranismo” è nella visione del geopolitico di Nuova Delhi laretroguardia  della  storia,  il  tentativo  strategico  diarrestare il mutamento della gerarchia della bilancia mondialedi potenza. Il “sovranismo” occidentale è perciò la reazionedell’Occidente privilegiato a tale riequilibrio strategico dipotenza. Le stesse sinistre progressiste occidentali note perla loro politica di potenza militaristica rappresentano per ilNostro una reazione globalista anti-asiatica e razzista. Ilglobalismo elitista del Grande Reset è dunque nemico delMultipolarismo come e forse più del sovranismo populista.Contro la logica della privatizzazione ultraliberista e dellemultinazionali,  contro  la  globalizzazione  transumanisticadella Silicon Valley, Jaishankar, ascoltato consigliere diModi, teorizza dunque la versione domestica dei nipponici

grandi  colossi  di  Stato  (zaibatsu)  e  il  nazionalismoantimperialista,  antieurocentrico  e  antioccidentale.  Questosul piano strategico, vediamo riguardo al decisivo momentotattico cosa ci dice.La tattica indiana: il Grande Riequilibrio contro il GrandeResetJaishankar non prevede comunque una crisi definitiva dellaglobalizzazione,  ma  prevede  un  conflitto  continuo  trasovranisti  e  globalisti  senza  che  prevarrà  in  definitivanessuno dei due schieramenti. Il geopolitico considera l’Indo-Pacifico il nuovo centro del mondo: nel 2017 Donald Trumpribattezzò  l’Us  Pacific  Command  Indo-Pacific  Command,Jaishankar scrive che i puristi e i geopolitici attribuisconola formula a Karl Haushofer, stratega tedesco degli anniTrenta,  formula  perciò  estranea  alla  scuola  geopoliticaangloamericana.  Indo-Pacifico  non  è  solo  un  concettostrategico, ma una direzione millenaria culturale e economica.La tattica indiana si fonderà sull’abbandono del dogma del“non  allineamento”  a  vantaggio  del  “multi-allineamento”,nonostante ciò il Nostro sembra propendere per un allineamentofluido con Tehran – coinvolto nel progetto del porto diChabahar che ha subito messo in allerta Washington -, Mosca eTokio. Le priorità, per Nuova Delhi, sono creare un’Asiastabile, poiché sarà “l’Asia multipolare a guidare il mondofuturo  multipolare”  e  attrarre  capitali  e  tecnologieinternazionali  in  India,  come  è  avvenuto  con  lamodernizzazione  cinese  negli  ultimi  decenni.  L’Asia  delloStato politico e tecnologico sovrano lancia così la sfida, inepoca Covid-19, al Grande Reset del globalismo progressistadelle  sinistre  gender  occidentali  e  al  sovranismopatrimoniale. Non bastando la Cina, anche Giappone e Indiasembrano voler uscire dal perimetro di sicurezza occidentale.I tre limiti nella visione di Jaishankar  Egli  non  vede  nel  suo  effettivo  peso  la  potenza1.

geopolitica panrussa: il presidente VVP, guida mondialedella guerra al terrorismo e alleato del presidentebaathista siriano Bashar Al Asad, ha messo poco tempo faall’angolo i globalisti elitisti che volevano ridurre laRussia a piccola potenza regionale. Ora è di certodeterminato a affrontare i sionisti Biden/Harris chevorrebbero  scatenare  una  nuova  guerra  ibrida  controMosca.Egli sembra non vedere affatto, in questo nuovo ordine2.multipolare, l’offensiva islamica. Per ora, il leonedell’Islam è il presidente turco Erdogan, ma non vaescluso un nuovo protagonismo iraniano.Jaishankar si è affrettato, in questi giorni, a fare una3.serie di retweet di messaggi adulatori di Modi verso laSionista  indoamericana  Harris.  In  alcuni  punti,  ilministro degli esteri indiano, come visto, dà per cosafatta l’ascesa cinese al primato mondiale, in altri cidice  che  la  contesa  sino-americana  “sarà  lunga  eduratura”. Questo si giustifica di certo alla luce dellasua   concezione   tattica   e   flessibile   del“multiallineamento”,  ma  Jaishankar  non  dovrebbedimenticare che l’India potrebbe in queste condizioni –con il Giappone sempre più orientato verso una paritàstrategica antioccidentale con Pechino (1) – diventarezona  sotto  assedio  permanente  di  un  nuovo  frontepanasiatico guidato da Xi Jinping. La controversia sino-indiana sul Kashmir degli ultimi mesi dovrebbe allertareNuova Dehli e il ministro degli esteri Jaishankar. Ilmultiallineamento di Nuova Dehli dovrebbe tornare a unareciprocità tattica con Pechino (2), senza abboccarealla pericolosa via che la Sionista Harris tenterà diaprire  nelle  relazioni  indoamericane.  L’asse  NuovaDehli-Casa Bianca- Tel Aviv che la Harris – nuova stardel Giudaismo Mondiale (3) -vorrebbe imporre al ministrodegli esteri Jaishankar potrebbe essere la tomba di ogniafflato   di   risorgimento   sovrano   indiano,antiamericanista e antioccidentale.

(japantimes.co.jp/news/2020/09/26/national/yoshihide-suga-xi-jinping-japan-china-talks-2/;japantimes.co.jp/news/2020/09/20/national/politics-diplomacy/china-japan-taiwan-tsai-ing-wen-yoshihide-suga/; thediplomat.com/2019/01/the-art-of-the-balance-japan-china-and-the-united-states/https://thediplomat.com/2019/06/modi-2-0-and-indias-complex-relationship-with-china/https://timesofisrael.com/douglas-emhoff-kamala-harris-husband-is-the-democrats-newest-jewish-star/;forward.com/schmooze/458082/biden-harris-emhoff-win-milestone-for-interfaith-jews-families/).

 

 

 CONTRO  IL  GRANDE  RESET

 di   Moreno Pasquinelli.

 

Per salute non si deve intendere soltanto la conservazione della vita, a qualunque condizione; ma una vita per quanto possibile felice». (Thomas Hobbes).

 

L’idea di fondo di chi scrive è questa: il turbo capitalismo neoliberista, anzitutto occidentale, è entrato da tempo in una crisi mortale, tuttavia, come ogni organismo storico -sociale ,esso vuole sopravvivere ad ogni costo.

Potrà riuscirci solo se sarà in grado di auto- trasformasi.                                                                Così è accaduto in ogni grande crisi sistemica, anche quella degli anni ’70 del secolo scorso, che partorì appunto il mostro neoliberista (Liberal Dem Usa).

Malgrado il Covid non sia nemmeno lontanamente paragonabile alla peste che decimò la popolazione europea nel XIV secolo, il XXI potrebbe assomigliare proprio a quello che segnò il passaggio epocale dal Medioevo alla modernità.

L’avanguardia politica dei globalisti ne sembra convinta ed ha chiaro in testa dove condurre l’umanità. Essa sa che un simile passaggio non sarà indolore, che dovrà spazzare via resistenze tenaci, che ci saranno  profonde  turbolenze  sociali...  cadranno  teste, crolleranno regimi, spariranno nazioni, modi di vita saranno sconvolti.

 Affinché  simili  “distruzioni  creative  possano produrre gli effetti desiderati, chi le pilota ha bisogno di eventi  sconvolgenti,  tali  da  scioccare  le  masse  e  da convincerle  della  ineluttabile  necessità  del  mutamento radicale che questa avanguardia politica ha in mente.

La cosiddetta  “pandemia”  ha  consegnato  a  questa  avanguardia politica un’occasione d’oro per attuare quello che chiama “Il Grande Reset”di Klaus Schwab  (ovvero reimpostare il sistema capitalistico nel caos per ricostruirlo).

Scioccare le masse è solo la prima fase, dopo il coma farmacologico narcotizzante, esse andranno risvegliate per essere quindi mobilitate e intruppate.

La cupola di Klaus Schwab , nel tentativo di indirizzare gli eventi, sfodera la sua “nuova” visione del futuro, offre alle larghe masse un’ideologia  seducente,  così  da  giustificare  le  pene dell’inferno che stanno subendo e dovranno subire.

Ecco dunque che il bio-potere (il sovrano che mentre dice di conservare la vita  proprio  per  questo  pretende  il  rispetto  dei  suoi definitivi  dispositivi  disciplinari),  brandito  il  fantasma della “morte nera”, esibisce la sua abbagliante e super-progressista promessa: in virtù dei miracoli della scienza, delle diavolerie digitali e della farmacologia, il futuro prossimo sarà un paradiso post-umano tecnicamente perfetto.

Dopo lo shock la narcotizzazione ad opera di Klaus Schwab.

Chi non si oppone a questa narrazione dietro alla quale il bio-potere si maschera e nasconde le sue SINDEMIA O PANDEMIA?

pretese totalitarie, è complice.

Il mondo scientifico è tutt’altro che unanime sull’origine del virus.

Non è affatto certo, né il cosiddetto “spillover” (il salto da animale a uomo), né che il passaggio sia avvenuto a Wuhan o nella provincia dello Hubei. L’autorevole ricerca compiuta dall’Istituto dei tumori di Milano e dall’Università di Siena, analizzando i campioni di 959 persone asintomatiche che avevano partecipato agli screening per il tumore al polmone tra settembre 2019 e marzo 2020, ha ad esempio accertato che l’11,6% di queste persone aveva gli anticorpi al coronavirus, di cui il 14% già a settembre.

Il virus aveva quindi iniziato a diffondersi in Italia già dall’estate 2019.

Le  autorità  politico-sanitarie,  per  giustificare  le  loro misure sproporzionate e liberticide e lo stato d’emergenza a singhiozzo, hanno costruito una vera e propria campagna di terrore fondata sull’idea che saremmo in presenza del rischio di uno sterminio di massa.

Per confermarlo esse usano il criterio aleatorio del tasso di letalità di una pandemia (rapporto tra le persone decedute a causa della malattia col totale dei malati).

 In verità è il tasso di mortalità (rapporto tra deceduti e popolazione) il parametro decisivo, anche perché permette un confronto tra l’epidemia attuale e quelle precedenti.

Solo negli ultimi cento anni ne ha subite almeno tre:

quella devastante è stata la spagnola (H1N1) nel1918-19,  neanche  paragonabili  la  “asiatica”  (H2N2)  nel1957-58, la “Hong Kong” (H3N2) nel 1968-69. 

Ebbene, il tasso di mortalità del Covid su scala planetaria si attesta ad oggi allo 0,016, quello dell’Asiatica dello 0,068, quello della Spagnola del 3,3%.

 Da sempre l’umanità ha dovuto far fronte a pandemie influenzali. Prendendo per buoni i dati dell’ OMS(metà novembre 2020) sarebbero decedute nel mondo, “causa-Covid”, 1.338.769 persone, il doppio di quelle morte per problemi respiratori legati ai virus influenzali negli anni scorsi.

Numeri ufficiali che mentre smentiscono coloro che negano la pericolosità di questa sindemia, quando non la sua stessa esistenza, a maggior ragione destituiscono di ogni  ondamento l’isterica  drammatizzata in atto. Non è finita qui.

 C’erano state già nella primavera scorsa polemiche sulla classificazione  sbrigativa  dei  decessi.  Virologi  di  fama, immediatamente silenziati, avevano fatto notare che mentre nelle altre pandemie influenzali le statistiche abbiano sempre considerato le “morti indirette per complicanze polmonari o cardiovascolari”, col Covid questa tassonomia sia scomparsa.

Oggi non c’è più alcun dubbio che la classificazione usata in primavera  sia  stata  deliberatamente  ingannevole:  Abbiamo sbagliato a contare i decessi, anche chi aveva un infarto con un tampone positivo lo abbiamo registrato come morto per Covid”.

Tuttavia considerare il Covid-19 (Sars-CoV-2) una pandemia, se è  tecnicamente  giusto,  è  essenzialmente  sbagliato. 

Come attestato da autorevoli scienziati, si tratta piuttosto di una “sindemia”:  la  sindrome  respiratoria  causata  dal  Covid interagisce  con  malattie  non  trasmissibili  quali  diabete, cancro,  patologie  cardiovascolari,  malattie  respiratorie croniche.

Le sindemie sono cioè caratterizzate da interazioni biologiche e sociali che aumentano la suscettibilità di una persona a peggiorare il proprio stato di salute.

 L’economia liberista ha creato un habitat propizio alla letalità dei virus influenzali, causando in tal modo la crescita di queste malattie  croniche  di  massa.

  Affrontare  il  virus  dunque significa  affrontare  anche  ipertensione,  obesità,  diabete ,malattie cardiovascolari o respiratorie croniche e cancro.

Ciò spiega la ragione del fallimento delle risposte adottate dai sistemi politico-sanitari nel contenere la curva di contagio.Se si vogliono evitare nuove “tempeste sanitarie perfette” va ripensato il concetto di salute pubblica e seppellito il modello economico-sociale neoliberista.

A conferma del carattere sindemico della malattia parlano i numeri: la stragrande maggioranza dei decessi, ha infatti riguardato soggetti con patologie croniche, per di più tra i 70 e i 90 anni d’età.

La conferma che si tratta di una sindemia viene da un altro dato: più ancora che le differenze biomediche sono state infatti le differenze sociali e di classe a determinare l’alto numero di decessi.

Sociologi e scienziati  hanno  parlato  infatti  di  “pandemia  della diseguaglianza”,  dato  che  la  stragrande  maggioranza  dei colpiti risulta collocato nelle zone più basse e indifese della scala sociale. E’ quindi l’economia neoliberista, in quanto  porta  alle  estreme  conseguenze  la  pulsione capitalistica  alla  crescita  illimitata  ad  ogni  costo,  la malattia  fondamentale,  quella  che  ha  creato  la  “tempesta perfetta”, il combinato disposto tra il virus e sistemi sanitari aziendalizzati.

UN DISASTRO ANNUNCIATO.

Le  autorità  politico-sanitarie,  a  partire  dall’OMS,  per giustificare il ricorso alla medievale quarantena utilizzano come criterio il tasso di letalità.

Esso dipende dal metodo con cui si decide di considerare e rilevare le persone considerate  “malate”  o  “contagiate”.

 In  Italia  e  altrove questa modalità da risultati fallaci poiché si basa sulla diagnostica basata sullo screening a tappeto tramite tamponinaso-faringei (RT-CPR) per rilevare la “positività al virus”.

La comunità scientifica è divisa sulla affidabilità di questa metodologia (come del resto non è unanime sull’affidabilità delle mascherine come strumento anti-contagio).

 Essa si basa sulla  individuazione,  nelle  secrezioni  respiratorie  del paziente, non del Covid19 (il cui genoma RNA non è ancora stato effettivamente isolato), ma geni virali di diverso tipo(nel caso del tampone molecolare) o generiche proteine virali(nel tampone antigenico). Il risultato di questo tamponificio è  che  anche  i  soggetti  asintomatici,  paucisintomatici, compresi quelli con sintomi lievi sono, a torto considerati “malati contagiosi”.

Al  contrario,  l’epidemiologia  ha  acquisito  da  tempo  il principio secondo cui la possibilità o meno di trasmettere il virus dipende dalla intensità della carica virale — che può variare da soggetto a soggetto e più è bassa più scende la probabilità  di  contagiosità. 

Le  autorità,  interessate  ad alimentare il “terrorismo sanitario”, nella seconda come nella prima “ondata”, spaventano i cittadini sparando alzo zero i numeri crescenti dei “contagiati”, ed evitando di segnalare che la grandissima parte guarisce.

E’ il Ministero della sanità a confermarci (dato del 16 novembre 2020) che il 95%dei “contagiati” si cura a casa ed è asintomatico, che solo il 4,5% è ospedalizzato e che lo 0,5% è in terapia intensiva.

Numeri che quindi smentiscono l’isterico allarmismo voluto dal bio-potere potentemente alimentato dal circo mediatico ad esso asservito.

Prestigiosi studi avevano subito messo in guardia le autorità politico-sanitarie  sostenendo  che  il  lockdown  non  sarebbe servito a fermare il diffondersi del virus.

Quanto accaduto in Italia ha confermato il clamoroso fallimento della quarantena estesa a tutti ed a tutto il Paese — arresti domiciliari di massa,  “distanziamento  sociale”  con la resa  illegale  della vita  associata,  devastante  blocco  dell’attività  economica, serrata delle scuole con la sciagurata “didattica a distanza” che la stessa OMS ha condannato.

Non solo abbiamo avuto  migliaia di decessi di anziani già malati (molti ammassati nelle RSA) che potevano essere evitati con una strategia di protezione  più  accorta;  come  una  bomba  ad  orologeria  è sopraggiunta  la  cosiddetta  “seconda  ondata”. 

Non  occorre andare molto lontano per verificare che forme di contrasto non basate  sulla  quarantena  totale  hanno  ottenuto  migliori risultati: in Svizzera il tasso di mortalità si attesta allo 0,04%, in Svezia allo 0,06%, in Germania (13.362 decessi)addirittura alla 0,01%, mentre in Italia (47.870 decessi) è allo 0,08%, al netto dei decimali più di cinque volte tanto.

Come mostra anche l’esempio delle elezioni americane, ogni tentativo  di  opporsi  a  questa  artificiale  ondata  di irrazionalismo, è stato vano. Chiunque si opponga a questa narrazione è stato ingiuriato e additato al pubblico ludibrio come  “negazionista”. 

Stessa  sorte  è  toccata  anche  ad autorevoli scienziati controcorrente, scherniti e derisi come “pazzi”.

Sui protocolli adottati nella primavera scorsa per guarire i malati  in  rianimazione,  restano  inquietanti  interrogativi.

Secondo una parte della comunità medica, i metodi usati nelle terapie intensive si sarebbero rivelati addirittura letali.

 Si fa riferimento, in particolare, all’errore di ricorrere alla ventilazione  polmonare  forzata  nei  casi  di  ricoveri  per tromboembolia ed infine a quello di non ricorrere all’uso di antinfiammatori  e  di  antibiotici,  che  poi  si  riveleranno invece fondamentali.

 Inquietante è stata infine la decisione dell’Agenzia del farmaco di vietare, con tanto di minaccia verso i medici che l’avessero invece prescritta, l’uso della idrossiclorochina,  che  invece  si  è  dimostrata  sicura  ed efficace nelle prime fasi della malattia.

Uno dei tanti casi, in  smaccata  violazione  del  giuramento  di  Ippocrate,  di dittatura sanitaria da parte di corporazioni colluse con la grande  industria  farmaceutica  globale.  L’accanimento diagnostico ovvero la caccia compulsiva del “malato” tra la popolazione  non  solo  non  ha  precedenti  nella  storia dell’epidemiologia sanitaria occidentale, è una delle cause del tracollo del sistema sanitario pubblico, già falcidiato da decenni  di  tagli  lineari.  La  ricerca  massiccia  tra  la popolazione sana, con milioni di test per il tracciamento dei positivi, oltre ad essere incompatibile con la natura e gli scopi  del  servizio  sanitario,  ha  causato  guasti  senza precedenti:  blocco  dei  servizi  diagnostici,  cura  e riabilitazione, aumento dei malati di cancro (“ci troviamo nel mezzo di una vera e propria emergenza oncologica”) e patologie cardiovascolari.

 A questo vanno aggiunti quelli che a torto sono considerati danni collaterali secondari:

 la dittatura sanitaria, la distruzione della vita associata, la campagna di isterico terrorismo, secondo psicologi e psichiatri, sta già causando  un  aumento  enorme  dei  più  disparati  disturbi psichici:  ansia,  depressione,  disturbi  della  personalità, schizofrenia.

La conferma l’abbiamo dall’aumento dell’abuso e della dipendenza da psicofarmaci.

Di converso e com’era prevedibile, lo sfascio della sanità pubblica  ha  causato  una  veloce  espansione  della  sanità privata: chi ha soldi può ricorrere a cure efficaci, chi non ce li ha finisce nel vortice in fondo al quale può esservi la morte.

Malgrado molti governi occidentali si fossero dotati di piani contenenti non solo misure ex post, ma specifiche misure terapeutiche ex ante per contrastare il rischio di pandemie, abbiamo assistito ad un clamoroso fallimento.

Più marcato esso è stato nei paesi che hanno perseguito politiche neo-liberiste di tagli e privatizzazioni, meno devastante in quelli dove tali politiche sono state più sfumate.

L’Italia è uno di quei paesi in cui la distruzione del sistema sanitario è andata più avanti. Tagli ai fondi, tagli al personale, tagli ai posti letto,  tagli  alle  apparecchiature,  tagli  ai  servizi  di sanificazione e igienizzazione. L’emergenza sanitaria, causata dall’allarmismo isterico, mentre ha mandato in tilt ospedali e centri  sanitari,  ha  mostrato  la  totale  disfatta  della “riforma”  del  sistema  fondato  sul  binomio  micidiale aziendalizzazione/regionalizzazione. 

E’  quindi  sulle  spalle dei governi neoliberisti che si sono succeduti negli ultimi decenni, prima ancora che su quelle del virus, che ricade la principale causa dei lutti che hanno afflitto tante famiglie italiane.

PANDECONOMIA.

Non è dato sapere se la profezia di Bill Gates del 2015,quella per cui era in arrivo una pandemia che avrebbe fatto 10milioni di morti, sia stata un’uscita estemporanea o invece la dimostrazione che certe élite globaliste avevano in mente un piano per provocare e utilizzare uno shock globale.

Resta che malgrado la relativa pericolosità del virus, l’avanguardia mondialista  ha  deliberatamente  agito  per  farne  l’evento traumatizzante per aprire la via e giustificare il Grande Reset di Klaus Schwab .

Come a comando le autorità politico-sanitarie e la grande armata mediatica (comandata da Klaus Schwab) hanno quindi suonato all’unisono lo stesso  spartito,  utilizzando  la  pandemia  per  generare  il contagio davvero devastante, il  sentimento di panico e di paura e, sulla falsa riga di T.I.N.A., a far diventare senso comune che non c’è alternativa e l’apocalittica idea “nulla ormai sarà come prima”.

Gli  effetti  nefasti  della  gestione  della  sindemia  sono molteplici, primo tra tutti un collasso generalizzato della produzione, degli scambi e dei consumi. Collasso che non a caso è stato più profondo in quei paesi come il nostro che hanno scelto la via della quarantena totale (il Pil italiano ha subito in pochi mesi il più grande crollo della storia:-10%).

Un crollo destinato a produrre effetti sconvolgenti e duraturi. Nessuno oramai crede più alla favola della “ripresaa V”.

Tra questi effetti il fallimento in massa di piccole e media aziende; la rovina per centinaia di migliaia di esercizi commerciali e attività artigianali; l’annientamento di interi settori  e  distretti  economici,  fallimenti  bancari  causa crediti  deteriorati,  la  caduta  delle  entrate  fiscali.

 Le conseguenze  sociali  saranno  drammatiche:  un  aumento esponenziale  della  disoccupazione,  la  volatilizzazione  dei risparmi, lo sfascio del tessuto sociale, il pauperismo di massa. 

Alla  forte  diminuzione  della  ricchezza  prodotta corrisponderà  un’ancora  sua  più  diseguale  distribuzione.

Avremo un’ulteriore concentrazione di capitale a favore dei colossi  economici  e  finanziari  mondiali,  siano  essi conglomerati  bancari  o  speculativi,  i  quali  andranno all’incasso depauperando i paesi con forti debiti pubblici  e privati.

Entrata fortemente indebolita in questa grande crisi a causa dell’appartenenza  all’Unione  europea  e  alla  zona  euro, Italia  rischia  di  lasciarci  le  penne.

 Il  processo  di saccheggio dei suoi capitali e dei suoi cespiti si accentuerà col  rischio  di  essere  fagogitato,  addirittura  di  essere sottoposto ad un regime umiliante di protettorato sotto il controllo dei tirapiedi di Klaus Schwab .

 Se questo poco importa all’élite del grande capitalismo italiota, i politici pronti a fare i Quisling occupano tutte le postazioni istituzionali  apicali.

  Per  i  colossi  globalizzati  della finanza e dell’industria il nostro Paese è solamente una minuscola porzione del mercato mondiale, tanto più che per essi gli stati nazionali sono diventati ostacoli sulla loro strada, quindi ovunque possibile si dovrà rimuoverli o, come minimo, sottoporre ad uno stato di sudditanza .

Fatte le pentole il diavolo vi sarà anche questa volta.

Dimenticato di fare i coperchi?

La grave crisi sociale e politica accentuata dalle politiche anti-Covid farà saltare i coperchi anche ove se ne fosse ricordato.

Non è dato sapere quando e dove ma sappiamo il come: le per ora molteplici minoritarie  manifestazioni  di  disobbedienza  civile  sono destinate a diventare ondate di agitazioni popolari, vere e proprie sollevazioni generali. Contro politiche anti-popolari globali  le  rivolte  non  potranno  che  essere  nazionali  e popolari. I dominanti lo sanno bene e si stanno attrezzando alla  bisogna.  Col  pretesto  della  pandemia  essi  stanno stringendo  definitivamente  la  garrota  al  collo  della democrazia, collaudando quasi dappertutto, come non era mai avvenuto dalla fine della seconda guerra mondiale, meccanismi e dispositivi di silenziamento del dissenso e di repressione preventiva del conflitto politico e sociale.

 In Italia questo attacco ha fatto passi da gigante. Un governo scalcagnato, nato solo grazie al sostegno dell’eurocrazia e dei poteri forti, con la modalità di ordinanze e decreti del Presidente del Consiglio di dubbia costituzionalità ha sottoposto il Paese ad un inedito e anticostituzionale Stato d’Emergenza a singhiozzo che ha di fatto soppresso numerosi ed essenziali diritti sociali e di libertà.

 Lo ha fatto in nome del rispetto dell’Art. 32 della Costituzione e della tutela del diritto alla salute. Sorvolando sull’implicito e meschino concetto di salute, verificato che apprendisti stregoni hanno miseramente fallito, va ricordato loro che il 32 è preceduto da una serie di articoli che sanciscono il diritto al lavoro, alla libertà di pensiero, di manifestazione, a quella di circolazione.

Proprio per evitare questa sorte essi vanno blindando i fortilizi nei quali sono asserragliati e ostentano la loro vile sudditanza al grande capitalismo predatorio. Non solo non danno  segni  di  resipiscenza,  difendono  tutte  le  misure scellerate che hanno spinto il Paese nel baratro, senza nascondere che esse si inquadrano, appunto, nell’ottica del“Grande  Reset di Klaus Schwab  invocato  dall’avanguardia  globalista.

  Non nascondono che puntano a vaccinazioni di massa, con tanto di passaporto sanitario obbligatorio attraverso chip impiantati nel  corpo;    alla  digitalizzazione  dispiegata  della  vita sociale; a rendere permanenti i dispositivi orwelliani di psico-polizia; allo smantellamento dei settori economici che non possono reggere la competizione globale; a consegnare ulteriori quote di sovranità nazionale all’eurocrazia. Non fanno mistero quindi di credere in un futuro distopico e disumano in cui la maggioranza dei cittadini, trasformati in nuovi schiavi, ricevuto in cambio dell’ubbidienza un umiliante “reddito universale”, dovranno accettare come sovrana un’élite oligarchica trans-nazionale, una politica che lascerà il posto a “task force” di ragionieri e in cui il ruolo-guida spetterà alla tecno-scienza.

Contro queste forze diaboliche non resta che costruire un grande  e  trasversale  fronte  popolare  patriottico d’opposizione.

Gli ascari di Klaus Schwab  che hanno ridotto in brandelli la Costituzione,  che  stanno  distruggendo  l’Italia,  saranno equiparati a malfattori e per questo sconteranno la pena che meritano.

 

 

 

PUTIN: L’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE È FINITA.

Comedonchisciotte.org - Megas Alexandros -( 18 Marzo 2022 )- ci dice :

 

"Ormai tutto il mondo sa, che le riserve finanziarie possono essere semplicemente rubate" - E' questa la frase più significativa che il Presidente della Russia pronuncia nel suo ultimo discorso, disinnescando così la speculazione sui debiti pubblici, strumento di controllo ideato dalla finanza per sottomettere interi Paesi.

Invito tutti voi a perdere mezz’ora del vostro prezioso tempo per ascoltare le parole del Presidente russo Vladimir Putin , che al di là delle giuste condanne per le immani sofferenze che una guerra comporta, sono piene di verità assolute.

Sulle parole di Putin ci sarebbe da scrivere un libro, spaziando dalle verità storiche, passando per le ragioni geopolitiche, fino ad arrivare a quelle in materia di economia. Bene, è su quest’ultime che vorrei concentrarmi – proprio perché hanno la portata storica di mettere fine ad un’era, che verrà riletta e ricordata sui libri di storia, come una delle peggiori vissute dall’umanità: mi riferisco alla globalizzazione ed a tutte quelle false teorie in campo economico-monetario che l’hanno caratterizzata e resa possibile.

“Ormai tutto il mondo sa, che le riserve finanziarie possono essere semplicemente rubate”.

E’ questa la frase che tutti voi dovete stamparvi bene nella mente, proprio perché svela uno dei più grossi inganni sulla comprensione della moneta fiat e dei sistemi monetari moderni – sul quale inganno, i vari poteri annidati nel profondo delle istituzioni degli stati occidentali, hanno edificato il loro piano di distruzione delle istituzioni democratiche stesse, per modellarsi un mondo a loro esclusivo uso ed interesse.

Questa frase mi ha fatto subito ricordare una delle tante educative “storielle” che durante i nostri numerosi incontri, l’economista Warren Mosler raccontava a noi MMTers, per renderci sempre più edotti, in merito all’inganno ed le frodi, a cui la gente veniva e tutt’ora viene sottoposta quando si parla di moneta.

Diceva Mosler (al fine di farci comprendere che la moneta non era altro che numeri su dei computer) – se, dopo la fine della seconda guerra mondiale, che vide il Giappone sconfitto e gli Sati Uniti vincitori, quest’ultimi avessero detto ai giapponesi: “bene, ora che avete perso la guerra, come riparazione dei danni derivanti dal conflitto, inviateci 5 milioni di auto all’anno per 50 anni” – se questo fosse accaduto, tutto il mondo sarebbe insorto, per l’evidente peso punitivo verso il Giappone ed il suo popolo.

Ma in realtà, ci diceva Mosler, questo è accaduto lo stesso; proprio perché sono 50 anni che il Giappone, tramite i loro costruttori di auto (Toyota, Mitsubishi, ecc.), esporta, ininterrottamente negli USA, milioni di automobili.

Con il risultato che per 50 anni i giapponesi sono stati a lavorare nelle loro fabbriche per produrre automobili – mentre, allo stesso tempo, gli americani si dilettavano, fumandosi un sigaro, al volante delle auto prodotte dai giapponesi, girovagando sulle loro bellissime high ways.

In cambio di che cosa i giapponesi erano disponibili a lavorare ed inviare automobili agli americani? la risposta ce la da Mosler: in cambio di numeri (estratti-conto in dollari) presso la Federal Reserve.

Bene, conclude Mosler: “se domani dicessimo ai giapponesi, scusateci! i nostri computer sono impazziti e questi numeri (questi dollari), non esistono più! cosa farebbero i giapponesi, verranno a riprendersi le loro auto!”

Eccoci arrivati a quello che sta succedendo oggi con le sanzioni alla Russia ed alla sua estromissione dal sistema dei pagamenti SWIFT, il quale ha come risultato il blocco delle riserve in valuta estera che uno Stato oppure un privato cittadino di quello stato, detiene.

Scendiamo sul pratico. In questi giorni sono in scadenza 117 milioni di cedole di eurobond in dollari che la Russia dovrebbe onorare, appunto in valuta statunitense.

Il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, in un’intervista al canale televisivo Rossiya-24 ha affermato che il pagamento potrebbe però avvenire in rubli nel caso in cui non fosse possibile usare valuta internazionale a causa delle sanzioni internazionali che hanno colpito la Russia e le sue banche – aggiungendo:

“Questa settimana pagheremo il “prossimo coupon sugli Eurobond – ha detto il ministro -. Dobbiamo pagare questo coupon mercoledì. E oggi, lunedì, abbiamo già preparato un ordine di pagamento denominato in valuta estera. Di conseguenza, daremo un tale ordine alle nostre banche occidentali in modo che questo ordine di pagamento venga eseguito. Monitoreremo lo stato di avanzamento di questo pagamento e controlleremo in dettaglio come le banche eseguiranno i nostri ordini” – “Se vediamo difficoltà con l’esecuzione di questo ordine – ha aggiunto domani, martedì, prepareremo un corrispondente ordine di pagamento in rubli equivalenti. In conformità con il decreto presidenziale, abbiamo uno scenario del genere nel caso in cui il pagamento non venga eseguito in valuta estera. Domani prepareremo una corrispondente esecuzione dei nostri obblighi in rubli” .

 

Mentre sto scrivendo arriva la notizia.

Cosa vuol dire questo!? tutto questo significa, proprio come ci faceva notare Mosler, che le riserve in valuta estera possono essere tranquillamente, congelate, cancellate od addirittura (come riferisce Putin), rubate.

Come potete ben capire, questo pone un bel problema di credibilità al mondo globalizzato, così come è stato pensato dagli squali della finanza con  a capo il pericoloso bandito di nome  Klaus  Schwab.

Quello che deve essere chiaro, come sostiene Putin, se la FED impedisce al Tesoro russo di utilizzare le sue riserve in dollari, il danno più grosso se lo auto-infligge – ovvero mina quella che è la credibilità della valuta che da sempre è la riserva mondiale per eccellenza, ovvero il dollaro che la FED stessa emette in regime di monopolio.

Ma, se la FED possiede gli strumenti per far fronte a tutto questo, chi invece è totalmente disarmato è il settore privato estero detentore di titoli russi; qualora appunto quest’ultimo ricevesse, come prospettato dal ministro delle finanze russo, rubli in pagamento delle cedole.

Ovvero, per chiunque si trovasse ad essere titolare di conti in valuta presso la banca di Russia ed impossibilitato ad usarli, proprio in virtù delle stesse sanzioni che il suo paese ha attuato, come potete ben comprendere, il danno non sarebbe di poco conto.

Ecco che è sempre più chiara la strategia che viene a galla dalle parole di Putin, una strategia che, solo i folli e gli sprovveduti, possano pensare, essere improvvisata. Anzi, se guardiamo bene, con occhio esperto, appare chiarissimo l’intento di mettere sotto scacco i poteri globalisti, rivoltandogli contro le false teorie che loro stessi hanno propugnato al mondo interi per anni.

Affermare che le riserve in valuta non sono più sicure è un chiaro attacco per porre fine alla devastante (per i popoli) speculazione, che il mondo finanziario ha portato avanti per anni, in modo delinquenziale, sui debiti pubblici degli stati oggetto del loro interesse.

Si, cari amici, questa è la vera bomba atomica che Putin, nel suo discorso, ha lanciato per deflagrare i piani dei globalisti.

Non solo, il presidente russo, indica chiaramente questi poteri, come i responsabili del notevole aumento della disuguaglianza di classe all’interno dei vari paesi occidentali. Dove il benessere diffuso è stato proporzionalmente distrutto di pari passo all’azzeramento della classe media, creando un divario sempre più netto e crescente in favore delle classi più ricche, come previsto da Klaus Schwab nel suo libro                 “La Quarta Rivoluzione industriale”.

Dichiarato che il mondo globale ha le ore contate, Putin invita anche, tutti i popoli a tornare ad investire nel proprio paese e nei beni reali, di fatto togliendo linfa al grande Casino della finanza, che niente di buono porta alla vita delle persone. Questo significa anche tornare alle politiche fiscali dei governi in favore della ripresa dell’economia interna, affermandone la sua supremazia ed importanza rispetto a quella estera.

 Il tutto in chiaro contrasto con le politiche globaliste di “montiana” memoria, che vedevano il nostro ex-premier Mario Monti, addirittura vantarsi alla CNN per aver distrutto la domanda interna tramite il consolidamento fiscale  – politiche, poi portate avanti pedissequamente anche dai governi successivi, da Letta a Renzi, passando per Gentiloni per poi finire a Conte ed ultimo (ma, non per asservimento ai poteri della finanza), l’attuale premier Mario Draghi ,fedele ed ubbidiente  discepolo di Klaus Schwab..

Politiche che oggi, risulta sempre più evidente, dimostrano di aver portato alla fame la maggioranza del popolo italiano, oltre al degrado delle nostre istituzioni democratiche, sempre più distanti dai reali problemi della gente quanto più concentrate nel mantenimento delle loro rendite di posizione.

Putin non lascia passare neanche il fatto che l’attuale spinta inflazionistica che il mondo sta vivendo, è totalmente voluta e causata dei desideri speculativi e dalle strategie degli oligopoli gestiti dagli stessi poteri che lui condanna e combatte. I

n questo dimostra, se mai ancora ce ne fosse bisogno, di essere perfettamente ferrato, anche in materia di inflazione e livello dei prezzi.

 Infatti, non perde tempo per indicare le dovute contromisure, dando ordine di intraprendere ogni misura necessaria a sostenere i redditi dei cittadini russi, in modo che tutto questo non abbia nessun impatto negativo sulle loro vite quotidiane.

Infine, Putin lancia due moniti: il primo agli oligarchi russi che vivono da benestanti all’estero, ma con i guadagni e le risorse provenienti dal loro paese.

Ovvero coloro che Putin indica come le possibili “quinte colonne”, di cui i poteri occidentali si servono per distruggere la società russa.

Lo Zar, non condanna il loro benessere, il loro agio oppure le loro libertà di ogni genere (anche quelle sessuali), ma certamente non potrà accettare coloro che con la mente si porranno fuori dal pensiero di quello che è giusto per il loro paese, di fatto passando dalla parte dei traditori.

Vladimir Putin non usa mezzi termini per mettere in guardia chi, con il pensiero e non geograficamente, si pone fuori dalla Russia, per il piacere di appartenere ad una “Casta” o per la futile promessa di poter appartenere a questa “casta” superiore:

“loro dimenticano o forse non capiscono che questa casta superiore, non ha bisogno di loro, anzi, sono per loro un materiale di consumo, che viene usato solo per fare un danno massimo al nostro Paese”.

Il secondo monito lo riserva ai popoli e mi spingo a dire non al suo popolo, del quale egli si dimostra sicuro della propria identità patriottica; ecco le parole di Vladimir Putin, su cui noi tutti patrioti italiani dovremmo riflettere ed agire: “Qualsiasi popolo ed il popolo russo ancor di più, può dividere i patrioti veri dai traditori e sputarli fuori come un moscerino che per sbaglio è entrato nella loro bocca”.

“La Russia ed il popolo russo”- continua Putin – “non sottostaranno mai allo stato di umiliazione in cui vivono molti paesi al mondo, tra cui molti dei quali in Europa“. 

Il principio del “tutto si può comprare, tanto caro ai poteri profondi di molti stati occidentali, non vale per il popolo russo la cui sovranità ed il futuro dei propri figli non hanno prezzo”.

Abbiamo di che riflettere, cari Amici.

(Fabio Bonciani).

 

 

 

 

L’affare Covid. Tra Emergenza spettacolare

ed epidemia dolosa.

Ilrovescio.info-Redazione- Winston Smith-(15-marzo 2021)-ci dice :

(…)

L’Operazione Covid e la «distruzione creativa».

La famosa “globalizzazione” ora in crisi è stata caratterizzata da almeno tre elementi:

a)- la crescita degli scambi commerciali globali a un livello mai raggiunto in precedenza;

b)-l’egemonia degli Stati Uniti d’America e delle loro imprese;

c)- un’accentuata finanziarizzazione dell’economia a tutto discapito della produzione.

 Chi ha letto il capolavoro di Giovanni Arrighi (grande studioso scomparso nel 2009), Il lungo XX secolo, sa che non si è trattato di dinamiche assolutamente nuove nella storia del capitalismo. Ogni suo ciclo precedente (dalla Venezia medievale all’ascesa dell’impero britannico, passando per l’alleanza tra lo Stato spagnolo e i banchieri genovesi, e dal breve ma importante momento di gloria delle Province Unite) ha visto l’egemonia di una specifica potenza statale, prima con un’ascesa caratterizzata dalla crescita della produzione industriale, e poi con una fioritura finanziaria che ne segna l’apice, ma anche il declino.

 La finanziarizzazione dell’economia, diceva Arrighi riprendendo Braudel, è anche «il segnale dell’autunno».

Questo vale anche per l’attuale “ciclo statunitense”.

Può sembrare strano, ma fin dai primordi della globalizzazione (tra le due grandi crisi petrolifere degli anni Settanta), l’economia mondiale è entrata sia in una fase di semi-stagnazione produttiva, sia di immensa accumulazione di profitti d’origine finanziaria.

Detto in parole semplici, i padroni hanno limitato gli investimenti nell’industria, preferendo fare denaro sul denaro.

La crisi strisciante in cui ci troviamo almeno dal 2008 non è una crisi di sovrapproduzione, ma di sovraccumulazione.

Tagliando un po’ il discorso con l’accetta, si accumula troppo più denaro – in termini di pacchetti azionari, ovviamente, non certo di cartamoneta – di quante merci si producono; finché questo non determina – com’è ovvio – una crisi di fiducia.

Quando sul mercato è troppo facile imbattersi in pacchetti azionari dietro cui non c’è niente – in cui manca il sottostante, come si dice in linguaggio economico – nessuno vuole più comprare niente. Ed è il crack.

Molti economisti prevedevano l’arrivo di una crisi economica già dai primi «segnali dell’autunno», ovvero fin dagli anni Settanta, dando vita a un dibattito che giunge fino all’oggi.

Alcuni di questi già allora sostenevano – rifacendosi al pensiero di Schumpeter – che il capitalismo avrebbe tentato di salvarsi entrando in “una fase di distruzione creativa” come indicato da Klaus Schwab.

Se molti – tra i quali il marxista Michael Roberts, anche in un testo pubblicato in italiano e commentato da Il lato cattivo – prevedevano una crisi di proporzioni bibliche per il 2019, la crisi è forse arrivata, ma non è esplosa, o almeno non ce l’hanno detto.

 In compenso, è esploso il Covid.

Adesso, in Italia, il Paese con più morti per milione d’abitanti attribuiti al Sars-Cov2 e dove la situazione delle cure «è più fuori controllo» è arrivato proprio l’uomo della distruzione creativa: Mario Draghi, discepolo di Klaus Schwab.

Ora, le nostre conoscenze di economia sono piuttosto limitate, ma una cosa l’abbiamo capita con sicurezza:

“distruzione creativa” significa distruzione delle imprese più piccole (le “imprese-zombie” nel linguaggio di quell’élite liberista chiamata “Gruppo dei 30”, del quale Draghi fa parte) a vantaggio delle più grandi.

Bene, cos’è che sta facendo chiudere tantissime piccole imprese, in Italia e nel resto del mondo, con più brutalità ed efficacia di qualsiasi manovra di governo? Ma le chiusure messe in atto in nome dell’Emergenza-Covid!

C’è dell’altro. Secondo qualcuno, a settembre 2019, sarebbe avvenuta un’operazione senza precedenti nella storia del capitalismo: le banche centrali, a partire dalla Federal Reserve americana, avrebbero letteralmente stampato dal nulla un’enorme quantità di denaro, “pompandola” nelle principali banche di investimento.

Perché di norma operazioni del genere non vengono fatte? Perché altrimenti l’inflazione schizzerebbe alle stelle.

A meno che… non si costringa la gente a stare a casa. In questo modo circola meno denaro e l’inflazione ne risulta contenuta. Attenzione, abbiamo letto quest’ultima notizia su un unico sito, non sappiamo quanto affidabile, e non abbiamo avuto modo di verificarla. Quindi questa non ve la diamo per buona.

Chi scrive quest’articolo, peraltro, ha cercato il più possibile di raccogliere le notizie dalla stampa “ufficiale”, utilizzando il meno possibile i canali di contro-informazione.

Ebbene, per ricavare notizie certe abbiamo dovuto incrociare una gran quantità di dati sparsi e frammentari, senza imbatterci praticamente mai in racconti unitari e coerenti (nemmeno riguardo a una vicenda scabrosa, e assolutamente certa, come quella dell’idrossiclorochina), mentre di norma è possibile trovare reportage interessanti sui vari orrori di questo mondo anche sulla stampa “borghese” (certo, non in prima pagina). Il che la dice lunga sul clima di censura e il livello di asservimento che gravano in questo momento sull’informazione. Facciamo comunque cenno alla notizia, chiedendo a chi può di confermarla o smentirla, così come invitiamo ad esprimersi compagni più preparati di noi in materia economica.

Un’ultima suggestione, e qui crediamo proprio di cogliere nel segno.

 Ricordate il famoso rapporto intitolato Urban operations in the year 2020?

In questo documento, realizzato nel 2009 dalle teste d’uovo di sei Paesi della NATO, si prevedeva l’esplosione di una pazzesca crisi sociale proprio nell’anno 2020, e si ragionava sulle modalità per prevenire, contenere o affrontare le rivolte a partire da una crescente militarizzazione, con l’impiego degli eserciti sia in funzioni di polizia che d’altro tipo (come ad esempio, oggi, l’uso dei militari per far tamponi e vaccini, cosa auspicata anche dallo stesso Bill Gates).

 Chiediamoci: perché proprio il 2020? Le migliori teste al servizio del nemico prevedevano forse l’epidemia? Ma nient’affatto.

Prevedevano la crisi economica! Anche l’arrivo di virus e batteri può essere previsto, certo, e chi tiene a libro paga una buona fetta del “cervello sociale” può farlo (ed è possibile che sia stato fatto a fine 2019 col Sars-Cov2). Ma non con dieci anni d’anticipo.

 I cicli economici, invece, non solo possono essere “visti” anche decenni prima, ma possono pure essere calcolati da algoritmi, soprattutto all’indomani di una crisi come quella del 2008. D’altronde, come direbbe il filosofo, gli uomini conoscono soprattutto ciò che fanno, e “l’economia” è pur sempre una creazione umana.

Tirando le somme, pare di assistere a una sorta di Piano Caos globale nell’epoca della crisi della globalizzazione.

Per chi non lo sapesse, Piano Caos era il nome ufficiale dato dall’amministrazione Kennedy, agli inizi degli anni Sessanta, a quella che in Italia si sarebbe chiamata “strategia della tensione”, secondo il motto «destabilizzare per stabilizzare».

 Nell’era del suo declino, il Capitale atlantico sembra cercare di rilanciarsi e ri-stabilizzarsi – tentando, non sappiamo con quanta avvedutezza, di entrare in una nuova fase produttiva fondata sulle nuove tecnologie – attraverso un disegno mostruoso.

 E probabilmente la difficoltà nel pensarlo è data proprio dalla sua mostruosità. Pensare che una cosa del genere sia possibile, è “troppo”. Ma più il potere si riduce in pochissimi, più l’inconcepibile diventa possibile, dice anche Klaus Schwab.

Comunque, checché se ne pensi delle nostre deduzioni, alcuni fatti sono assolutamente certi.

È certo che c’è stato un sabotaggio delle cure, provocato ad arte dalle massime autorità e istituzioni sanitarie, e dai vertici dell’industria e della ricerca che vi ruotano attorno.

È evidente come questo abbia mandato in crisi i sistemi sanitari di mezzo mondo, provocando morti non solo tra i malati di Covid, ma anche tra tutti quelli che non hanno potuto giovarsi delle consuete prestazioni sanitarie (ed ecco perché l’aumento della mortalità in Italia, con 50.000 morti in più nel 2020 rispetto alla media degli anni precedenti, con punte tra il 100 e il 300% di incremento in Lombardia).

È evidente come questo sia stato usato per giustificare i lockdown, provocando un’autentica tragedia planetaria: attentato alla salute collettiva (con la privazione del sole, dal quale assorbiamo gran parte di quella vitamina D necessaria anche contro il Covid), falcidie di ogni libertà individuale, disoccupazione dilagante, assenza di futuro e una vera e propria epidemia di suicidi.

È piuttosto evidente, a nostro parere, anche il rapporto dell’Operazione Covid con la più spaventosa crisi economica nella storia del capitalismo (anche se non giuriamo sui termini nei quali abbiamo descritto questo rapporto).

È certo, infine, che andiamo verso l’epoca della “distruzione creativa”, e dobbiamo chiederci come intendiamo affrontare quest’epoca.

Punti di domanda.

Non intendiamo certo tracciare in questa sede una possibile strategia per affrontare gli anni a venire (siamo certi, peraltro, che in un senso o nell’altro saranno terribili, ma potranno anche aprirsi delle possibilità). Vogliamo piuttosto avanzare alcuni nuclei problematici, chiedendo a tutte e tutti i compagni uno sforzo non solo di ragionamento ma, visto il correre e precipitare delle cose, anche di immaginazione. Proprio così: per non farci trovare ancora impreparati, dobbiamo immaginare il futuro, così come per scrivere questo testo abbiamo dovuto in parte immaginare il presente, «andando tastoni come i fisici».

Prima di tutto, cerchiamo di darci la proporzione di cosa sta succedendo. Siamo prigionieri di una cosa che si fa fatica persino a definire. Il Covid è allo stesso tempo un virus realmente esistente e di una certa pericolosità(ancora una volta, il vero come momento del falso), l’ennesima Emergenza spettacolare e un’epidemia dolosa di Stato.

Proprio così, di Stato, perché se dietro quello che è successo sta il capitalismo internazionale (come stava, peraltro, dietro Piazza Fontana), senza le molteplici ruote dentate dello Stato, e senza la comune fede nello Stato, tutto ciò non sarebbe potuto succedere.

Che ciò sia successo ci dà la misura dei tempi che corrono, delle gigantesche contraddizioni e tensioni che attraversano il sistema-mondo.

 La prossima volta, la catastrofe potrebbe semplicemente arrivare senza essere creata ad arte. Se gli Stati hanno provocato tutto ciò, cosa sarebbero capaci di fare di fronte a una sciagura che piomba dall’esterno (dalla natura che si ribella, o da uno Stato estero)? E noi cosa faremmo? Saremmo preparati o rimarremmo ancora paralizzati, come stavolta? Se tanti “antagonisti” (e anche qualche anarchico) hanno perso la testa chiudendosi in casa, appoggiando “criticamente” le narrazioni e le misure governative, obbedendo o addirittura riproducendo le disposizioni del nemico, o lodando le maniere forti di dove “lo Stato comanda davvero” (la Cina)? Se stavolta certi ragionamenti sulle cause strutturali delle epidemie – e anche chi scrive li ha fatti – ci hanno più fuorviati che illuminati, essi potranno tornarci utili in futuro.

 Perché un mondo come questo può generare anche catastrofi non intenzionali, comprese quelle sanitarie.

Se dovesse succedere, dovremmo essere preparati a distinguere davvero precauzioni liberamente scelte e disposizioni governative, senza consegnarci corpo e mente all’Apparato per sfuggire a un flagello (sarebbe come farci trascinare in un burrone per scappare da un branco di lupi).

In seconda battuta, la proporzione dell’Operazione Covid ci dà una volta di più – ma con maggiore evidenza – la misura delle tensioni tra Stati e Capitali diversi (da pensare sempre al plurale, altro che cercare “il grande burattinaio”! Non c’è domanda più sciocca che chiedersi, in astratto, “chi muove cosa”).

È più che probabile, diremmo quasi certo, che queste tensioni siano destinate a sfociare in delle guerre.

 Ma non è affatto scontato che queste consistano per forza in scontri frontali e visibili.

Ormai da anni, negli ambienti militari e universitari (tra loro sempre più interconnessi), si discute di guerre asimmetriche, e in particolare di guerre cyber, cioè a mezzo dell’informatica.

Cyber war può significare, ad esempio, che un attacco hacker può anche togliere elettricità, gas e acqua corrente a un intero Paese.

Anche in questo caso, non sarebbe affatto scontato che ci venga raccontato che cosa sta realmente succedendo.

Che la si smetta di pensare che questa è fantascienza. Il futuro che abbiamo visto e letto in certi film e libri, è già qui.

In un’epoca come questa, la diffidenza verso ciò che racconta il potere è più sana che mai. (Klaus Schwab con la sua “la quarta rivoluzione industriale “ non può raccontarci il futuro !).

Se non vogliamo perderci ancora dobbiamo usare tutta la nostra “ragione naturale”, quella che si esercita nell’esperienza.

Confrontiamo sempre l’oggi con quello che abbiamo vissuto ieri, chiediamoci se ci fidiamo più di un medico di base o di un barone universitario al servizio del governo, e non aspettiamo di diventare “esperti” in tutto prima di aprire gli occhi e la bocca.

Facciamo parlare i documenti del nemico, che possono dire molto anche a chi non ne padroneggia completamente i temi. Fuggiamo, infine, l’ultima delle trappole, quel relativismo repressivo per il quale tutto è un punto di vista e ogni punto di vista è uguale all’altro, col risultato che vince sempre chi parla più forte (chi ha i mezzi per farsi ascoltare e soprattutto per azzittire gli altri).

Noi non fabbrichiamo “narrazioni” – quelle sono balle che lasciamo al potere e denunciamo per tali.

Noi facciamo ragionamenti, non temiamo di poter essere smentiti né di ammettere i nostri errori. Cerchiamo la verità, tentiamo di trovarla e non abbiamo paura di dirla, anche quando non ci fa comodo.

Gli uomini di potere (come Klaus Schwab) hanno tutto l’interesse a ingannare tutti, spesso anche se stessi. I ribelli, viceversa, ci perdono sempre, quando si prendono in giro.

Immaginiamo adesso il prossimo periodo. Prima le buone notizie. A differenza del marzo dell’anno scorso, non dobbiamo più temere di fare un favore ai padroni se ridimensioniamo il pericolo del virus.

Confindustria ha ottenuto in poco tempo ciò che voleva: un “lockdown selettivo” in cui si esce per andare a lavorare e poi a casa, mentre gli operai che scioperavano – lo diciamo con dispiacere – hanno conquistato solo condizioni di lavoro più alienanti: mascherine, distanze, paranoia (chiediamoci tra l’altro cosa vuol dire svolgere lavori pesanti con un pezzo di plastica in faccia).

 D’altro canto, anche l’esigenza di prendere alcune precauzioni non viene meno, soprattutto se ci sono anziani e persone fragili.

Non cambia poi molto se si rischia di crepare per un virus o per la sua “gestione” sanitaria.

 Ma cambia molto la luce in cui appare tutta la faccenda. La paura degli asintomatici scompare o almeno si attenua (ci si può ancora credere, considerando certi fatti?), mentre più che pensare alle mascherine dovremmo preoccuparci di diffondere le opportune conoscenze e mezzi di cura, anche casa per casa.

Dobbiamo inoltre chiederci per cosa, come e con chi lottare. Teniamo presente che nella macelleria sociale della “distruzione creativa” potranno aprirsi ampie possibilità in questo senso.

Molti commercianti e piccoli imprenditori saranno colpiti da una feroce proletarizzazione, ma questo non avverrà per forza nel giro di qualche mese. Nel frattempo, il bar sotto casa potrà restare vuoto, prima di essere rimpiazzato da uno Starbuck’s.

 In questo interludio succederanno probabilmente molte cose. Metterci a gridare anche noi alle “riaperture”, in un fronte comune con commercianti e padroncini, sarebbe solo deleterio.

Il nostro dev’essere anche, se non principalmente, un discorso di classe. Cominciamo col rivendicare la nostra libertà, i nostri spazi di vita e di lotta, e poi guardiamoci intorno.

 Le proteste dello scorso ottobre sono state un’occasione per la rabbia di tanti proletari giovani, giovanissimi, a volte immigrati o figli di immigrati. La prossima volta, un discorso “nostro” contro le restrizioni potrebbe fare la differenza e dare continuità alle proteste. I giovani vogliono aria.

Fare un discorso di classe non andrebbe poi inteso in modo troppo “rigido”. “Fronti unici” con la piccola borghesia, i vari sovranisti e populisti, certo che no; ma se il barista del quartiere, o del paese, ci chiede una mano per non chiudere, dobbiamo negarci per la nostra “purezza di classe”?

 Il proletariato non esiste solo come classe in sé, ma anche come classe per sé (si forma come classe nella lotta).

 Quel barista potrà diventare un operaio, o semplicemente un disoccupato, nel giro di pochi anni, e si ricorderà di chi gli ha dato una mano mentre affondava.

Sarebbe bene che si ricordasse di noi, e non di chi dice di aiutarlo perché “anche lui è italiano”. Ci spieghiamo? A volte certi piccoli gesti non alimentano fronti unici, ma ne impediscono, o ne ostacolano, la nascita.Infine non dobbiamo dimenticarci che in questa situazione non è in gioco solo la nostra classe, ma anche l’essere umano per come lo conosciamo e lo incarniamo. E non riguarda un singolo Stato, ma tutta l’umanità.

Già questo andrebbe contrapposto al nazionalismo strisciante che circola anche nelle piazze contro le chiusure (“liberiamo l’Italia”, “salviamo il Paese” ecc.) Una nuova “accumulazione originaria” vuole distruggere ciò che ancora si può chiamare “umano” per sostituirlo creativamente col suo doppio meccanizzato.

 Se la questione delle cure negate sta già uscendo – e prevediamo che nel prossimo periodo se ne parlerà molto–, le persone che pensano stanno già portando e denunciando in piazza gli incubi della “Quarta rivoluzione industriale” di Klaus Schwab.

 Non si capisce perché non dovremmo farlo noi, che ne discutiamo da anni. A questo proposito, c’è poi da chiedersi come sia potuto accadere tutto questo.                       Se l’essere umano non è tale solo per le proprie caratteristiche biologiche, ma anche per le relazioni con i propri simili, questa vicenda ci dice anche che il processo di disumanizzazione è già cominciato da tempo nella frammentazione e nell’isolamento sociali, e che l’ingegneria transumanista si innesta su un terreno già preparato dalle condizioni attuali.

L’Emergenza è uno strumento che lo Stato può utilizzare quando è già venuto meno un certo modo di essere insieme, che passa anche per la denuncia delle nocività sociali e ambientali, il rapporto tra “esperti” ed esperienze (anche di lotta), l’autogestione e l’autorganizzazione di fronte alle diverse necessità della vita (compresa la salute). Tutti aspetti sui quali si dovrà tornare.

Se abbiamo ancora voglia e intenzione di lottare, dobbiamo sapere che ci aspetta un’immensa fatica.

Un movimento proletario di liberazione potrà rinascere. A quelli come noi il dolore delle doglie. Per ora, con noi non c’è nessuno (o quasi). I padroni del mondo si scannano tra loro, arraffando qua e là pezzi di umanità da portare al macello dietro le loro diverse schiere.

Dal canto nostro, per ora, non abbiamo altro che le nostre eterne idee: libertà, uguaglianza, solidarietà.

Se non c’è più nessuna “patria dei lavoratori” dove cercare il sole dell’avvenire, nessuna bandiera rossa sotto la quale si radunerebbero i “buoni” – allora nella coscienza di ognuno e ognuna risorge di prepotenza la domanda su cos’è buono e giusto: come vogliamo vivere, che umanità vorremmo, per quale vita ci battiamo. Comunque la si guardi, si tratta di un’occasione irripetibile.

(Winston Smith).

 

 

 

 

Il grande reset dei padroni universali.

Thebongiovannifamily.it- Francesca Panfili-( 3 agosto 2021)- ci dice :

 

Come la logica arimanica che ci è stata preannunciata disegna lo scenario sociale, economico e governativo globale.

 The Great Reset, il Grande Reset, è il progetto delineato da Klaus Schwab, fondatore e attuale direttore esecutivo del World Economic Forum, per descrivere la “nuova normalità” che vigerà sul pianeta da qui ai prossimi anni e gli scenari futuri in via di realizzazione.

Una normalità descritta dall’ideatore del Forum di Davos nel suo libro ‘Covid-19: the great reset’.

In questa analisi, sicuramente da ampliare, cercheremo di tratteggiare il Grande Reset umano e globale teorizzato dalla logica anti-cristica che governa il mondo.

 Una logica che abbiamo potuto conoscere ed interpretare con largo anticipo grazie ai messaggi ricevuti dagli Esseri provenienti dal cosmo tramite i loro autentici messaggeri: Eugenio Siragusa e Giorgio Bongiovanni.

 In particolare è grazie agli insegnamenti di quest’ultimo che abbiamo potuto conoscere meglio la mentalità che sta dietro il progetto di dominio planetario, perseguito e coordinato da una ristretta élite mondialista al cui vertice vi è “UN UOMO MOLTO POTENTE (Klaus Schwab ,creatore di bombe atomiche in Sud Africa in segreto ) CHE HA IN MANO, INSIEME AD ALTRI UOMINI SUOI VASSALLI, L’ECONOMIA MONDIALE”, come si legge nel messaggio del 29 giugno 2011 scritto da Giorgio Bongiovanni.

Ci è stato più volte detto che a governare il mondo è un sistema criminale integrato, un sistema la cui esistenza è oggi dimostrata anche da prove giudiziarie, che permea tutti i settori della vita sociale, da quello governativo a quello economico, culturale e persino religioso.

L’obbiettivo di questa breve trattazione è dunque quello di favorire la comprensione di ciò che i cosiddetti master of the universe (come usava chiamarli il giornalista Giulietto Chiesa riprendendo l’espressione dell’economista Paul Krugman) intendono con il concetto di Grande Reset, passando in rassegna il loro progetto dal punto di vista economico, sociale e governativo per poi approdare all’idea di base che lo contraddistingue ossia il superamento della natura umana, l’anteporre l’uomo al Creatore traghettando l’umanità verso il nuovo paradigma sociale del transumanesimo.

 

Si cercherà di legare l’ampio tema del Grande Reset ad alcuni messaggi che nel corso degli anni sono stati divulgati dalle intelligenze extraterrestri, sia per dimostrare la larga predizione che era stata offerta all’umanità sul suo futuro già a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso, sia per collegare i fatti e tracciare un disegno complessivo di quanto sta accadendo nello scenario apocalittico globale, scenario nel quale si inserisce l’evento più importante della storia umana del quale sono in pochi a parlare: la seconda venuta di Gesù Cristo.

Ciò che le intelligenze cosmiche ci dicono da oltre settant’anni si sta realizzando. Il progetto arimanico va compiendosi sotto i nostri occhi con tutte le sue nefandezze e barbarie spietate che lo caratterizzano. Al lato opposto di questo macabro spettacolo va emergendo però anche un’altra forza, la forza che prepara la via al ritorno di Cristo figlio del Dio vivente che instaurerà nel mondo il Suo regno promesso; una forza che denuncia e addita il disegno nefasto dei “figli del male” e degli esecutori materiali del progetto satanico: i sistemi criminali. Vano è quindi il tentativo dei padroni del mondo di cambiare il corso della storia o di impedire il ritorno del grande Liberatore dei popoli.

 PRIMA PARTE.

Il sogno prometeico dell’uomo contemporaneo.

L’umanità di oggi sembra irretita da un sogno prometeico: sconfiggere la natura, superare il destino biologico del corpo potenziandolo per trascendere ogni limite umano attraverso la materia ed allungare la vita tramite la scienza materialista, plasmando così una nuova tipologia umana, un super-uomo capace di sfidare il Creatore, una macchina umana apparentemente perfetta e libera dai limiti e dall’obbedienza alle leggi della vita stabilite dalla Creazione, un uomo però senz’anima e coscienza, che ricalca il disegno malloniano condotto dall’angelo caduto, Lucifero.

Solo la Gnosi può salvarci dall’illusione dei nuovi ammiccanti feticci, che stanno diventando religione di massa e facile seduzione per individui pronti a tutto pur di concretizzare la loro sete di possesso in un orgiastico bagno di materia. Conoscenza e azione sono le armi più importanti che abbiamo per impedire il compimento del progetto di Arimane e dei suoi sodali.

 

Per questa ragione è fondamentale comprendere le dinamiche che caratterizzano la fase del Grande Reset dell’umanità, per evitare che anche le nostre menti vengano esse stesse resettate ed offuscate dalla scintillante nebbia del male, il quale presenta progetti in apparenza utili e perfetti ma che in realtà sono validi solo ad ingabbiare l’uomo nella prigione della materia.

Conoscere il pensiero delle grandi menti raffinatissime che governano l’economia mondiale ci consente anche di capire meglio la nostra lotta contro il male, per diventare ogni giorno sempre più coscienti di ciò che stiamo realizzando in questa vita al fianco di colui che addita il male e che prepara il ritorno del Maestro dei maestri Gesù Cristo.

Il Grande Reset.

Dopo il dilagare della pandemia da Covid-19 gli equilibri internazionali si sono modificati ulteriormente e questo ha comportato un cambiamento inaspettato degli assetti globali che ha coinvolto le nostre vite. C’è chi legge l’avvento del Coronavirus come una sorta di spartiacque della storia, dividendo il mondo in Before Covid (BC) e After Covid (AC), mimando cioè il Prima e Dopo Cristo.

Nonostante il potente virus abbia riconfigurato gli assetti socio-economici mondiali, l’umanità sembra non aver compreso la lezione che avrebbe potuto apprendere in questi mesi, come più volte ci è stato detto anche dalle Intelligenze Superiori. L’uomo, ancorato ai meri valori materiali dell’esistenza, continua la spasmodica ricerca di “normalità e sicurezza” illusorie ed evita di riesaminare il proprio stile di vita e di ripensarlo in un’ottica di umanitarismo vòlto al bene comune e alla vera evoluzione umana, che passa necessariamente per i valori spirituali.

In questo contesto di forte paura generalizzata e di controllo da parte delle istituzioni, ecco presentarsi filantropi multimilionari, intellettuali al soldo di grandi corporation, note organizzazioni come World Economic Forum di Klaus Schwab , Banca Mondiale, OMS, Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea, fondazioni private appartenenti alle famiglie più ricche del pianeta, potenti multinazionali, media mainstream e persino influencer di fama internazionale nel mondo dei social (che hanno grande appeal soprattutto sui giovani), che tutti all’unisono si adoperano per diffondere un paradigma socio-economico e governativo che vuole rafforzare e rendere accettabile alle masse un nuovo ordine internazionale.

Un nuovo ordine che già da molti decenni è stato progettato a tavolino dai master of the universe, ma purtroppo gli stessi popoli si illudono di esserne fautori e ne divengono difensori intransigenti.

Un nuovo assetto, dunque, basato sulla logica arimanica già notificata più e più volte dai grandi padroni del mondo, che basano il successo dei loro progetti sull’ignoranza delle masse ipnotizzate da mass-media e distrazioni d’ogni genere e tipo.

 

Molte di queste istituzioni e i loro rappresentanti sono stati citati in vari messaggi trasmessi dagli extraterrestri negli ultimi anni. In un messaggio dal titolo “Anticristo” (11 luglio 2007), gli extraterrestri commentavano così la sete di potere e il folle progetto dei padroni del mondo che presiedono organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale:

 

“IL CINISMO, LA SETE DI POTERE ED IL FOLLE DELIRIO DI SANGUE CHE POSSIEDONO I PADRONI DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE E LA BANCA MONDIALE (F.M.I. E B.M.). QUESTI DUE ISTITUTI, COME ALCUNI GIÀ SANNO E COME MOLTI IGNORANO O FANNO FINTA DI NON SAPERE, SONO NELLE MANI DELLE NAZIONI PIÙ RICCHE DEL MONDO (U.S.A. SOPRATTUTTO) E DEI LORO PADRONI ECONOMICI, NON CERTAMENTE DEI POLITICI CAPI DI GOVERNO.

IN QUESTI DUE ISTITUTI VIENE DECISA LA SORTE E LA SOPRAVVIVENZA SOCIALE, POLITICA, ECONOMICA, ECC. DI TUTTI I POPOLI. INDIFFERENZA, APATIA, CINISMO, ODIO E SETE DI POTERE SONO I SENTIMENTI CHE ANIMANO I DIRIGENTI DEL F.M.I. E DELLA BANCA MONDIALE. NON TRASCURATE O SOTTOVALUTATE QUANTO VI DICIAMO SU QUESTI DUE POTERI CHE COMPLEMENTANO IL CONCETTO DI ‘ANTICRISTO’ DI CUI VI ABBIAMO ACCENNATO, TRAMITE IL NOSTRO AMICO MESSAGGERO GIORGIO BONGIOVANNI, NEI MESSAGGI DEL 13 GENNAIO DEL 2007.

SPESSO QUESTI ISTITUTI BANCARI CHE DOVREBBERO REGOLARE, APPOGGIARE, EQUILIBRARE IN SENSO PACIFICO E POSITIVO L’ESISTENZA DEI POPOLI TRAMITE UNA SANA E GIUSTA ECONOMIA, SONO CAUSA DI TERRIBILI INGIUSTIZIE, DI VERI E PROPRI ATTI CRIMINALI NEI CONFRONTI DEI POPOLI PIÙ POVERI E DELL’UMANITÀ IN GENERE. AI VERTICI DEL LORO POTERE (I MANAGER CHE PRESIEDONO QUESTE DUE BANCHE) VI SONO MENTI ASSASSINE, CRIMINALI E SCHIZOFRENICHE. I LORO SPIRITI SONO IN PREDA E DOMINATI DAL MALE ASSOLUTO.”

In questa allarmante situazione, tuttavia, la credenza più diffusa è quella di un futuro che garantirà “normalità e sicurezza” basate su scientismo e determinismo acclamati dal popolo belante, vale a dire la credenza nel piano arimanico astutamente travestito coi nomi di “progresso”, “sostenibilità”, “diritti”, “svolta green”, ecc., promessi dalle assurde teorie economiche-religiose di Klaus Schwab , il demone satanico.

Contestualmente, in mezzo al letargo dilagante delle masse c’è un piccolo nucleo di “risvegliati” dell’umanità ventura che si mostra riluttante e resistente al paradigma del reset (letteralmente “azzeramento”) dei corpi e delle menti, il Grande Reset che persegue senza sosta i propri fini alle soglie di quella che gli economisti  come Klaus Schwab definiscono “Quarta Rivoluzione Industriale”.

Cos’è il Grande Reset di Klaus Schwab .

Il Grande Reset propone la costruzione di un nuovo mondo diverso da quello che abbiamo conosciuto sino ad ora, il quale viene definito “antiprogressista” e “non più funzionante”.

Per questo, i grandi padroni universali che governano la Terra intendono passare ad una nuova normalità basata su un nuovo modo di vivere l’economia, la politica, la socialità e la governance degli Stati.

Per realizzare questo grande disegno è però necessaria una crisi. È necessaria una crisi globale: questo è ciò che sostengono numerosi organismi sovranazionali che da decenni decidono quali nazioni devono crescere e quali devono essere schiacciate da politiche di austerity e deregulation che smantellano il tessuto sociale, come ad esempio le politiche condotte dal Fondo Monetario Internazionale nei confronti di Grecia e Argentina.

Si riprende quindi un concetto, quello della shock economy miltoniana, secondo cui le crisi sono veri e propri strumenti di potere fondamentali per implementare nel tessuto socio-economico modifiche dirompenti e impensabili fino a quel momento, inducendo nuove abitudini e veicolando nuove idee o determinati temi politici che prima sarebbero stati inaccettabili.

Il fine del Grande Reset globale, dunque, è solo apparentemente la costruzione di una società più giusta per il raggiungimento di un bene superiore. È  solo un grande inganno, perché il cosiddetto “bene superiore” viene ideato e strutturato dagli stessi organismi sovranazionali e dai colossi della finanza che dominano il mondo, cioè gli stessi soggetti i cui interessi ben si discostano da quelli dei popoli e del pianeta.

 

Tra i colossi fautori del Grande Reset vi sono i tre maggiori mutual funds globali ossia Vanguard, Black Rock e State Street Global Advisor, tre fondi di investimento che insieme detengono ogni fetta del mercato globale, da Big Pharma alle aziende impegnate nella transizione ecologica, passando per l’industria alimentare e quella delle armi, le banche, il mercato dei semi e il mercato biologico, le compagnie assicurative, l’intrattenimento, il settore dell’auto, dei videogiochi, del turismo, delle compagnie aeree, il big tech, i media mainstream, i social, il petrolio, le agenzie di rating, l’abbigliamento e molto altro.

Questi tre mutual funds sono strettamente interconnessi l’uno con l’altro grazie a legami proprietari molto riservati tra i loro vertici.

Il loro peso economico è tale da condizionare ogni area di attività umana, e così la loro influenza si estende come una piovra in tutto il sistema internazionale, compresi gli Stati nazionali i cui debiti sono in parte nelle mani di queste “tre sorelle” che tengono in pugno l’economia del mondo.

Sono proprio questi grandi colossi dell’economia e della finanza i protagonisti del Great Reset.

Sono loro, le grandi corporation che nell’ultimo secolo hanno distrutto intere popolazioni depredando il pianeta e le democrazie.

Sono sempre loro, che si ergono a rappresentanti degli interessi collettivi ma in realtà perseguono solo i propri interessi, oggi come ieri. Anche su di loro i messaggi extraterrestri non sono mancati nel corso degli anni.

Dalle intelligenze cosmiche è arrivata chiara la comunicazione che “IL MONDO È NELLE MANI DI ASSASSINI E CRIMINALI TRAVESTITI DA CORPORATIONS, MULTINAZIONALI, CAPI MAFIOSI, CAPI RELIGIOSI, CAPI POLITICI, BANCHE, ECC. ECC.”, come è stato detto a Giorgio Bongiovanni in uno dei messaggi che definiscono il sistema anti-cristico (tutti i messaggi sono allegati al termine della trattazione).

 

Secondo alcuni studiosi come la giornalista, scrittrice e attivista canadese Naomi Klein (autrice di varie opere tra cui Shock Economy e il bestseller internazionale No logo) si tratterebbe di un disegno pianificato già da tempo, definito come screen new deal: una rivoluzione architettata per innescare trasformazioni senza precedenti dando origine ad una società molto più tecnologica, proiettata verso cambiamenti epocali che coinvolgono la sfera antropologica, politica, economica, sociale ed educativa, quindi de facto ogni attività e peculiarità umana.

Questo reset epocale del mondo, tutto delineato dai padroni universali, è quindi basato sul compimento di un piano definito già da molti decenni, un progetto arimanico che vuole delineare un nuovo ordine globale a partire dal capitalismo economico, rivisto in chiave ancora più integralista ed imperialista.

Questa nuova visione del mondo, confezionata dal principe che lo governa (Klaus Schwab ), è già in fase di attuazione; il primo cambio di passo è proprio quello del paradigma umano, in questo modo si potrà attuare la vera finalità dell’anticristo: la manipolazione globale delle menti e delle anime.

Anche questo era stato annunciato in un messaggio extraterrestre ricevuto da Giorgio Bongiovanni nel 2011 in cui si spiegava il fine del sistematico cambio del paradigma sociale e umano:

 

“LA METODOLOGIA DEL POTERE MONDIALE NELLE MANI DEL PRINCIPE DI QUESTO MONDO PER NOI È CHIARA E PALESE. L’INGANNO È PANE QUOTIDIANO PER MANIPOLARE LA MASSA UMANA AFFINCHÉ QUESTA NON SI RIBELLI, ANZI, SI PROSTRI SEMPRE DI PIÙ ALL’IMPERO E AI SUOI VASSALLI.”

Il nuovo paradigma umano dei master of the universe.

L’uomo con le sue limitazioni fisiche di età, facoltà mentali e salute, nella visione del Grande Reset diviene biologicamente un ente da superare.

Sono le esigenze di un corpo che tende all’invecchiamento che vanno oltrepassate, un argomento quello dell’anti-aging (anti-età) che affascina le masse ammaestrate da anni ed anni di società dello spettacolo, che propone corpi statuari e perfetti imbottiti di plastica e silicone, sia per nascondere i segni del tempo che passa, sia (soprattutto!) per sopperire alle mancanze interiori di una vita materialista che non contempla la crescita spirituale e la realizzazione della Coscienza Universale.

Si apre così una nuova tappa della storia umana in cui il paradigma scientifico attuale, quello stesso paradigma finanziato e pilotato dai padroni del mondo, diviene “nuovo Credo”, nuova religione da osannare, nuovo oppio dei popoli che reclama il superamento della biologia umana.

In questo nuovo mondo gli uomini godranno del prolungamento della vita fisica, e ambire all’immortalità diverrà il fine ultimo della collettività, una collettività addestrata ad hoc, incapace di ragionare lucidamente perché immersa da un lato nell’edonismo e dall’altro lato nel panico di nuove sfide immunitarie, nuove spinte terroristiche, nuovi nemici invisibili, ecc.

Questo è il programma che i burattinai hanno pianificato: un “caos globale permanente”, uno scenario di guerra senza limiti o guerra infinita che sta già diventando la regola, dove si ha paura di un nemico sempre nuovo e sempre invisibile e dove la sicurezza delle nazioni verrà garantita dai nuovi tutori dell’ordine: le grandi corporation dell’economia e della finanza.

La paura della morte dovuta ad un’esistenza priva di valori spirituali, e quindi la esasperata preservazione dell’esistenza fisica intesa come mera tutela di un corpo senz’anima né coscienza, ossia (parafrasando il filosofo Agamben) “nuda vita” da preservare, sono elementi di continuo stress traumatico per ogni individuo. Il popolo perciò è portato ad accettare o addirittura a richiedere una fitta rete di sorveglianza globale che controlli ogni aspetto della vita sociale.

L’idea della rete di controllo globale può forse sembrare eccessiva agli occhi di chi non ha mai studiato l’argomento, ma si tratta di un modello ben noto ed è a tutti gli effetti una realtà in fase di attuazione; la filosofa e docente universitaria statunitense Shoshana Zuboff (scrittrice accademica con dottorato in psicologia sociale presso l’Università di Harvard) lo definisce “capitalismo della sorveglianza”, un sistema ultratecnologico che effettivamente ha già iniziato a delineare il destino umano.

 La digitalizzazione di un mondo sempre più interconnesso, l’avvento del cosiddetto “internet delle cose” e di una tecnologia in grado di espandere i limiti biologici della creatura umana, sono pilastri del nuovo ordine globale.

 

Lo stesso modello capitalista, come detto, dovrà subire un cambiamento sostanziale che ci sta portando verso la “Quarta Rivoluzione Industriale” ideata da Klaus Schwab.

Dal neoliberismo contemporaneo si dovrà passare ad un nuovo capitalismo definito come “stakeholder capitalism” (“capitalismo di chi detiene gli interessi”) in cui le imprese private rappresentano dei fiduciari della società in grado di offrire -a loro dire- la migliore risposta alle sfide attuali sia ambientali che sociali.

Si mira quindi a privilegiare sempre di più gli interessi degli stakeholder ossia dei gruppi o dei singoli individui che attraverso la loro influenza possono raggiungere scopi precisi e determinati per ottenere vantaggi a favore dell’élite mondialista che governa il pianeta.

Vantaggi privati, ovviamente, che invece i popoli interpreteranno come benefìci fondamentali per la vita collettiva.

Le grandi corporation o gruppi di potere e di interesse, a capo di organismi e fondazioni internazionali, eserciteranno ancora di più la loro influenza nel mercato globale per continuare a far prevalere i loro fini a discapito degli Stati nazionali che, esautorati sempre di più dal loro ruolo, divengono servili esecutori delle decisioni dei master of the universe.

 Saranno questi ultimi, tramite corporation e mercati finanziari, i nuovi demiurghi contemporanei acclamati dai popoli quali salvatori del mondo.

Sempre di più coloro che possiedono il denaro e i capitali stanno diventando i nuovi idoli delle masse, le quali si affideranno a questi organismi sovranazionali sperando così di sfuggire alla paura della morte e dei nemici invisibili che imperversano nella società: virus, terrorismo, crisi ambientali e “nuove sfide” come già ipotizzato ad esempio dal World Economic Forum  di Klaus Schwab dove si è discusso della scoperta di vita extraterrestre come fattore di rischio per la stabilità e la sopravvivenza del sistema di governance mondiale.

Abbiamo visto come gli interessi di questi grandi fondi di investimento e corporations non coincidono mai con quelli dei popoli e degli Stati, tenuti a bada e disciplinati da algoritmi imposti dai mercati pilotati dai master of the universe. Questa lezione ce la insegna anche la storia degli Stati africani e latinoamericani, teatri dell’austerity neoliberista, schiacciati dai ricatti del debito e dalla fortissima deregulation che ha smantellato intere classi sociali; anche il caso della Grecia costretta ad obbedire ai diktat della troika ne è un esempio lampante.

Governi, media mainstream, corporation, intellettuali e persino accattivanti influencer da social media, si fanno latori del nuovo modello socioculturale che indottrina le masse e crea una crescente aspettativa nella mentalità dell’uomo comune; aspettativa che genera ambizioni compulsive capaci di infrangere tutti i princìpi etici pur di raggiungere la nuova terra promessa, la terra dell’illusione materialista, una terra situata oltre le frontiere della biologia umana, dove si realizza il sogno dell’immortalità, dell’eterna giovinezza e del benessere materiale, perseguendo la preservazione della vita fisica magari ricorrendo a provvidenziali nuove tecnologie pur di ottenere tutto ciò che nella società dell’apparenza è divenuto anelito collettivo.

 

Spinto dalla paura della morte, ignaro delle leggi dell’esistenza e della scienza dello spirito, l’uomo si fa egoista e ambisce solo alla custodia della nuda vita per conservare le sue funzioni biologiche il più a lungo possibile, tramite l’intelligenza artificiale e i prodigi della tecnologia, sacrificando però il pensiero, la coscienza, l’anima, le emozioni, l’unione fraterna e la solidarietà tra i popoli. Questo è il nuovo orizzonte del Grande Reset di Klaus Schwab .

In questa visione dell’uomo, nel nuovo progetto mondialista a farla da padrone è proprio l’innovazione tramite l’intelligenza artificiale quale strumento di controllo.

In una società sempre più caratterizzata dalla cyber security tramite riconoscimento biometrico, tramite applicazioni multimediali di vario genere e tipo e tramite sistemi di monitoraggio globale, ecco che la tecnologia sviluppata dalle grandi corporation del Big Tech si presenta come un necessario strumento di protezione e controllo degli Stati e dei cittadini, uno strumento di controllo indispensabile per accedere a qualsiasi servizio pubblico o privato.

Ovviamente il controllo interessa anche i Big Data: l’enorme mole eterogenea di dati virtuali che riguardano ogni aspetto della realtà, soprattutto la vita umana e le peculiarità degli individui (dalle preferenze musicali alle condizioni di salute).

Gli esperti che possiedono le chiavi d’accesso a questi dati possono scoprire i legami tra fenomeni diversi, relazioni, tendenze culturali, ecc. e prevedere quelli futuri.

A livello giuridico si è già posto il problema dei rischi che l’uso dei Big Data comporta per la privacy dei cittadini e per l’esercizio stesso della democrazia.

Secondo lo studioso di cultura digitale Kevin Kelly, ex direttore e cofondatore della rivista Wired, i cui scritti sono apparsi su New York Times, Esquire, The Economist e altri importanti periodici: “Se si vuole modificare il comportamento in Rete delle persone, basta semplicemente alterare sullo schermo gli algoritmi che lo governano, che di fatto regolano il comportamento collettivo e spingono le persone in una direzione preferenziale.”

Questo non è soltanto un inquietante panorama futuro, è già il presente, sta già accadendo: ricordiamo ad esempio lo scandalo Facebook del 2018 finito anche in tribunale, quando Cambridge Analytica (società che analizza Big Data) utilizzò i dati personali di 87 milioni di utenti a scopo di propaganda politica.

Lo stesso potere istituzionale, in futuro verrà esercitato attraverso forme di vigilanza e assoggettamento che circoscriveranno sempre di più la vita dell’uomo ad una “prigionia digitale”, e chi non si adeguerà alle regole del nuovo modello sarà considerato individuo inaffidabile a cui negare l’accesso al lavoro, al credito, alla sanità, alla vita pubblica. Anche questo è scritto nei numerosi report delle fondazioni internazionali e degli organismi economici internazionali che hanno definito gli scenari futuri pensati dai master of the universe.

Una delle organizzazioni che da anni preconizza tali scenari è la Rockefeller Foundation che nel 2010, in collaborazione con il Global Business Network, ha pubblicato un report dal titolo “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale”.

In tempi non sospetti, dunque, il testo illustrava nuovi scenari ipotetici per far fronte alle sfide globali ed attuare il Grande Reset.

Si ipotizzavano quattro scenari di tipo apocalittico e catastrofico e le diverse soluzioni da attuare per garantire il proseguo globale.

 È curioso notare come sia stata ipotizzata una pandemia su larga scala dove gli Stati con i loro leader avrebbero avuto “mano libera nell’imporre l’ordine nel modo in cui preferivano” e “i cittadini erano disposti a cedere parte della propria indipendenza e privacy a Governi più paternalistici, in cambio di maggiore sicurezza e stabilità” ...un caso?

Questi concetti espressi anni addietro, dunque, raccontavano la realtà che viviamo oggi: il tempo della “Quarta Rivoluzione Industriale” di Klaus Schwab che rappresenta il Grande Reset.

È il tempo in cui “il mondo digitale e quello virtuale devono divenire un tutt’uno” come afferma Satya Nadella, amministratrice delegata di Microsoft.

Sia chiaro, chi scrive non è contrario all’uso intelligente della tecnologia e della scienza che -se sviluppata e utilizzata con coscienza e senso etico a disposizione della vita e della sua evoluzione- può certamente migliorare il futuro umano. Ma qui parliamo di un progetto che non ha nulla a che fare con una visione umanitaria dell’esistenza. Qui parliamo di un progetto delineato da una scienza senza coscienza che mira ad anteporre l’uomo a Dio: l’uomo che si sostituisce a Dio, l’antica e sempre attuale sfida luciferica della creatura verso il Creatore.

Di questa scienza senza coscienza, perseguita e adorata dall’umanità del pianeta Terra, si è parlato più volte nei messaggi extraterrestri fin dai tempi del contattista Eugenio Siragusa che già negli anni ‘80 del secolo scorso denunciava i rischi della “scienza della materia” contrapposta alla “scienza dello spirito”.

 A tal proposito proponiamo la lettura di un’importante analisi a firma del ricercatore Pier Giorgio Caria, al seguente link:

(thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/7570-la-scienza-della-materia-e-la-scienza-dello-spirito.html.).

In un messaggio del 1993 ricevuto da Giorgio Bongiovanni, gli extraterrestri definivano le varie categorie della scienza senza coscienza che l’uomo pone in essere, una scienza senza coscienza che prevede anche l’uso scellerato della tecnologia.

Nel messaggio del 20 agosto 1993 intitolato “LA SCIENZA SENZA COSCIENZA DI UNA SOCIETÀ INGIUSTA ED IRRESPONSABILE”, vengono presentate le forme in cui tale scienza si esprime, e viene consegnato un accorato appello da parte delle Potenze Celesti all’umanità terrestre, che ancora oggi prosegue ciecamente la sua folle corsa verso l’autodistruzione:

(thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/1999-1990/1993/3924-la-scienza-senza-coscienza-di-una-societa-.html).

La nostra trattazione intende criticare uno scenario che proietta l’individuo in un futuro distopico in cui egli stesso si erge presuntuosamente al rango di divinità indipendente dal vero Dio (l’Intelligenza Onnicreante).

Tale presunzione potrebbe scaturire anche dalla conquista della longevità, possibilmente grazie ad una pillola capace di prolungare la vita fisica, o grazie ad una tecnologia capace di “aumentare” le capacità cognitive accrescendo il potere cerebrale, di certo non quello spirituale.

Il progetto che riguarda la “pillola di lunga vita”, ad esempio, è tutt’altro che fantasioso: vi sono istituti di ricerca e addirittura alcuni premi Nobel che vi stanno lavorando già da molto tempo, strizzando l’occhio all’utilizzo del Litio e dei radiofarmaci.

Anche questo progetto è stato rivelato con largo anticipo da Giorgio Bongiovanni come parte del vasto piano dell’anticristo per sedurre le masse.

Ciò che il modello di nuova normalità vuole inculcare, tra le altre cose, è una concezione di Essere umano che non contempla la sua stessa anima e la sua coscienza, un Essere umano la cui identità nasce e muore con il corpo fisico, un Essere umano che esilia nell’àmbito delle credenze obsolete la sua vera natura spirituale, cioè un Essere umano che non conosce sé stesso e che rinuncia a sé stesso, nel perenne spavento di continue minacce orchestrate ad arte e nel perenne frastuono dell’iper-connessione tecnologica, promossa dalle stesse multinazionali che macchiano di sangue il pianeta Terra.

SECONDA PARTE.

L’uomo del futuro.

L’uomo di domani sarà l’effetto delle cause che egli sta ponendo in essere oggi. Se la logica dell’evoluzione su questo pianeta è basata sulla “scienza senza coscienza” che pretende di dominare la natura e di superarla sfidando le leggi della vita, allora questa logica arimanica si concretizzerà inevitabilmente nella “nuova normalità” di cui stiamo parlando, sicché questa logica non sarà più soltanto una teoria ma detterà le regole della vita umana in ogni sua declinazione.

Il superamento della biologia per il sogno della lunga vita, dichiarato dal paradigma scientista e materialista, sostanzia il culto dell’effimero e della mera esistenza immanente ignorando la reale natura trascendente dell’uomo, il quale è innanzitutto un Essere spirituale dotato di intelletto che abita temporaneamente un organismo fisico, un Essere cioè dalla natura tripartita: spirito-intelligenza, anima-psiche, corpo-materia.

Se il punto di partenza per l’uomo del futuro progettato dall’élite mondialista è la pura esistenza materiale che non contempla la Causa Prima che genera la vita (ossia un Essere spirituale responsabile della strutturazione del Creato), allora la vita stessa diventa una spasmodica corsa al godimento, al soddisfacimento dei bisogni fisici istintuali e all’appagamento delle pulsioni emotive indotte dalla cultura dominante.

È già evidente che questa corsa al piacere attrae le masse, le quali continuano ad ignorare di essere schiacciate dai padroni universali che vogliono ridurre la vita umana a poco più che uno scambio cibernetico in un mondo ultra-tecnologico dove spiritualità, empatia, relazioni, convivialità, vita sociale e diritti umani saranno solo una chimera del passato.

Quello del “futuro neo-normale”, è un uomo che vive soprattutto all’interno della propria abitazione, dove mangia, lavora ed espleta le sue funzioni in una “società liquida” che pervade ogni aspetto dell’esistenza. (Il grande sociologo Zygmunt Bauman definì società liquida un mondo dominato da costante incertezza, segnato dall’indebolimento delle relazioni umane in cui manca il senso di comunità e di identità).

 Un uomo che lavora per grandi colossi aziendali dai quali acquista online tutto ciò che gli si insegna a desiderare, un uomo estraneo ai suoi simili, che preferisce non uscire di casa perché ha paura di incontrare altri uomini e teme di mettere a rischio la propria salute a causa delle incresciose minacce sempre nuove che destabilizzano il pianeta e tengono la società in allarme perpetuo.

Le idee di un uomo sempre più cyborg regolato da tecnologie che interferiscono nella sua identità ed integrano la sfera biologica con quella digitale, non sono fantascienza ma veri e propri progetti che certe multinazionali stanno già finanziando tramite istituti di ricerca e università (tratteremo più estesamente l’argomento in seguito).

Tale visione favorisce ovviamente i super ricchi che queste idee già le stanno realizzando.

 Per loro il Grande Reset di Klaus Schwab , inteso come cambio del paradigma governativo, socio-economico ed antropologico, è un’occasione ghiotta di guadagno come abbiamo visto durante i recenti lockdown.

Mentre il tessuto delle piccole e medie imprese è stato fortemente svantaggiato, producendo nuove schiere di poveri e disoccupati, l’economia dei grandi colossi del web è cresciuta, così come i patrimoni dei super ricchi del pianeta che hanno saputo sfruttare senza pietà ogni possibile occasione di profitto.

Secondo un rapporto della banca svizzera UBS, da aprile a luglio del 2020 gli ultramiliardari hanno aumentato il proprio reddito del 27.5%. Il numero di super ricchi è aumentato così come quello dei loro patrimoni. La stessa banca UBS ha visto salire il suo utile netto su base annua del 99%, una percentuale scioccante.

Il magnate di Amazon, Jeff Bezos, è passato da un patrimonio personale di 113 miliardi di dollari (che aveva a marzo del 2019) al patrimonio attuale di 180 miliardi di dollari.

Lo stesso processo di aumento di ricchezza personale è avvenuto anche per Bill Gates, Warren Buffet, Elon Musk, Mark Zuckerberg (tutti uomini di Davos soggetti al potere di Klaus Schwab ) e altri grandi super paperoni del pianeta, tanto che per alcuni studiosi non è mai stata creata così tanta ricchezza in un solo anno, il 2020.

Il vertiginoso aumento dei capitali personali dei soliti noti e delle corporation che essi amministrano, ha contribuito ad un forte incremento del divario sociale, della povertà e della disuguaglianza perché sono stati erosi i diritti fondamentali: come il neoliberismo insegna.

La crisi che apre al Grande Reset di Klaus Schwab , quindi, avvantaggia i grandi potenti del mondo che detengono gli asset finanziari creando un quadro economico simile a quello del 1905 in termini di concentrazione di ricchezza, quando famiglie come i Vanderbilt, i Carnegie e i Rockefeller dominavano il mercato globale.

 

La riforma del mondo a vantaggio delle élite super ricche.

Il mondo, come sostengono coloro che si illudono di possederlo, va riformato ed occorreva un Grande Reset per farlo. Un reset a partire dalla concezione stessa dell’uomo e del pianeta in cui vive, un reset ideato per una nuova palingenesi umana programmata dalle stesse menti che hanno accumulato l’intera ricchezza globale a discapito di miliardi e miliardi di persone che vivono sotto la soglia di povertà.

Benché gli stessi teorici di questo disegno dichiarino apertamente nei loro documenti che in futuro si avranno maggiori disuguaglianze sociali, non offrono soluzioni a riguardo e continuano a promuovere visioni distopiche della realtà.

 Visioni già ampiamente preconizzate negli anni scorsi in celebri film hollywoodiani o narrate in romanzi come quelli di Aldous Huxley, che postulava esattamente il futuro che l’umanità sta oggi vivendo.

Un futuro, come abbiamo detto, caratterizzato dal superamento biologico e da tecnologia utilizzata per garantire governance e stabilità globale, in cui i giganti del mercato finanziario divengono anche garanti della sicurezza degli Stati, definendo politiche che depotenziano popoli e nazioni a favore di un club esclusivo di individui e di un mercato elitario che si propone come guardiano del sistema per il “bene comune”.

Nonostante i rischi di un simile scenario e di un progetto di vera e propria biopolitica che prospetta una umanità iperconnessa e robotica nelle mani di una ristretta cerchia di individui, l’uomo comune sarà ben lieto di farsi amministrare dai suoi tutori dell’ordine che difenderà come nuovi demiurghi. Gli stessi spietati multimilionari che oggi giocano a fare i filantropi dopo essersi arricchiti distruggendo il sistema e l’ecosistema, stanno già diventando tutori, interpreti ed idoli dell’intera umanità.

Accanto a tale scenario, da parte di questi soggetti multimilionari non poteva mancare un tassello importante per la riuscita del Grande Reset, ossia il loro impegno a favore di cause apparentemente solidali o per la tutela dei diritti universali e del pianeta Terra.

 Un esempio di questa altruistica mascherata è la cosiddetta green economy promossa da molte corporation, che dichiara di voler abbattere le emissioni di CO2 e combattere il cambiamento climatico che -oibò- è causato dalle stesse multinazionali che continuano a fatturare distruggendo interi ecosistemi.

 

I più grandi fondi internazionali d’investimento, nonostante l’inquinamento prodotto fino ad ora, presentano accattivanti campagne di marketing improntate alla sostenibilità e si prefiggono obbiettivi e politiche ambientali, come sta facendo una delle “tre sorelle”, la Black Rock: la più potente e ricca società d’investimenti al mondo, purosangue statunitense, che gestisce un patrimonio di oltre 8mila miliardi di dollari e che gli esperti definiscono “banca mondiale ombra”.

I nuovi tutori del pianeta fanno leva su una comunicazione politically correct che inganna le masse, le quali per tale ragione sono felicemente inclini a sposare le idee buoniste di aziende impegnate anche nel mercato delle armi, del big food, degli allevamenti intensivi, dei pesticidi tossici e di mille altre diavolerie.

Ma si sa, nella società dell’inganno e delle apparenze ci si ferma alla superficie delle questioni senza approfondirle e perciò si sposano idee apparentemente giuste che fanno leva sul pietismo umano senza però risolvere le vere cause che si celano dietro agli effetti nefasti che travolgono l’umanità.

Ecco quindi che troviamo i nuovi profeti dell’era post-umana, influencer, personalità dello spettacolo, grandi CEO di aziende multimilionarie, tutti in riga pronti ad indorare la pillola del nuovo ecologismo che fa business, rendendo il Grande Reset ancora più seducente agli occhi di un pubblico ignaro e ignorante dei processi che guidano il potere (di Klaus Schwab).

Sia chiaro, è logico che ognuno di noi deve dare il suo contributo per il bene del pianeta cercando di diminuire il proprio impatto, ma sentir parlare grandi multinazionali di sostenibilità ambientale quando i loro profitti continuano a basarsi su un depauperamento sistematico delle risorse comuni, appare quantomeno ipocrita, per non dire perverso.

Le operazioni di green-washing (“ambientalismo di facciata”, strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva, allo scopo di distogliere l’attenzione pubblica dagli effetti negativi delle proprie attività), operazioni che vengono messe in campo da grandi società finanziarie divenute improvvisamente aziende “benefattrici”, contribuiscono a creare nella mente delle persone un bias cognitivo che le induce a sostenere e adulare i propri carnefici, cioè i responsabili del quotidiano avvelenamento fisico e psichico delle masse e i responsabili della distruzione dell’ecosistema.

[Il “bias cognitivo” è appunto la distorsione che devia la razionalità nel giudizio e provoca una falsa interpretazione della realtà, generando un’opinione alterata che non corrisponde all’evidenza dei fatti.]

Grandi istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale, ora divengono paladine della green economy (sempre più correlata alla finanza internazionale) e fautrici di un ingannevole Green New Deal, come quello caldeggiato dall’Unione Europea con il nome di “transizione ecologica”.

Tale transizione rischia di promuovere implicitamente l’economia criminale in Paesi come l’Italia dove le mafie hanno già l’acquolina in bocca in attesa dei fiumi di denaro provenienti dall’Unione Europea.

Inoltre, se volessimo avventurarci in una “facile profezia” diremmo: la transizione ecologica incoraggia grandemente l’utilizzo di veicoli elettrici -chissà- magari con l’intento di proporre tra qualche anno l’utilizzo del nucleare per generare energia elettrica, tra gli applausi dei miliardi di persone “elettrificate”.

In tal senso, dovremmo stare attenti e prendere in serissima considerazione i reiterati avvertimenti delle intelligenze extraterrestri, memori di catastrofi nucleari come quella di Fukushima. Eccone alcuni al seguente link:

(thebongiovannifamily.it/messaggi-2011/3280-catastrofe-nucleare.html).

 

Sotto il vessillo rassicurante del progresso, di nuove battaglie per i diritti dell’uomo, della digitalizzazione globale e dell’esaltazione tecnologica, ecco che la logica arimanica basata sul denaro e sull’accaparramento indiscriminato prosegue spietata, e con essa il completamento del piano transumanista di cui parleremo in conclusione.

I mercati del futuro.

I mercati prevedono una sempre maggiore preminenza della finanza sull’economia reale, in un sistema già “iper-finanziarizzato” che si apre al nuovo business dell’idrogeno (e del nucleare), e si apre al business del progresso tecnico-scientifico, dell’intelligenza artificiale, dell’universo Big Data che gli analisti definiscono come “il nuovo petrolio”, visti anche gli scenari delle cyber-guerre, anche queste previste da Klaus Schwab nel Grande Reset.

 

Stanno arrivando incredibili innovazioni che rievocano antiche stregonerie, come il mind uploading, cioè il processo di “caricamento mentale”: si prende un cervello umano e si fa copia-incolla dal cervello a un sistema informatico.

Ebbene sì, in attesa che il mind uploading sia a disposizione di tutti, è già possibile mettersi in lista al modico prezzo di 10mila dollari... non è uno scherzo: (nectome.com/). Tutto ciò, ovviamente, ignorando la vera natura spirituale dell’uomo e quindi ignorando che il cervello non è il contenitore della mente umana.

Inoltre, ribadiamo, il business che riguarda il prolungamento della vita fisica, è persino arrivato al mercato dei geni e al mercato del DNA.

Quest’ultimo, secondo molti analisti internazionali, si accinge a diventare un mercato-chiave, sia per la ricerca medica, sia per il gene-editing ossia la consulenza genetica rivolta direttamente ai consumatori per la correzione delle mutazioni geniche, e Dio solo sa per quali altre finalità. Si tratta di un sistema che viene già sperimentato per l’archiviazione dei dati e per l’uso di applicazioni informatiche; sarà quindi una sorta di mercato aperto per geni e sequenze di DNA.

Si creerà cosi ancora più divario e disuguaglianza sociale tra super ricchi, che detengono circa il 5 percento della ricchezza mondiale e che sfrutteranno le nuove scoperte e tecnologie a loro favore, e una schiera di poveri e nuovi tali, che saranno il 95 percento del mondo.

Saranno proprio le masse di nuovi indigenti a rimanere ammaliate dal mito del progresso e dai benefici potenziali che questo potrebbe fornire loro.

Un fascino che i popoli subiranno grazie ai metodi di propaganda e manipolazione comunicativa previsti dal sistema, finendo così per amare, in nome della sicurezza, misure autoritarie e lesive dei diritti fondamentali e un sistema di sorveglianza e controllato globale. Saranno direttamente le grandi aziende multinazionali a tutelare gli Stati e i cittadini facendo leva sugli incombenti pericolosi sanitari e sociali.

Stati esautorati delle loro prerogative nazionali e democratiche e depotenziati nelle loro costituzioni fondamentali, tramite riforme spinte da organismi sovranazionali a cui le nazioni devono sempre più adeguarsi per ricevere liquidità monetaria, prestiti e favori a debito.

Si tratteggiano così i lineamenti di quello che Shoshana Zuboff ed altri esperti hanno definito “capitalismo della sorveglianza”. Sì, ovviamente si tratta di una sorveglianza valida per gli uomini comuni ma non per i grandi criminali, non per i boss mafiosi super latitanti, ancora liberi dopo decenni grazie alla complicità degli Stati e alla protezione di quell’élite mondialista che governa il mondo tramite massonerie e loschi giochi di potere.

 

Tecniche di manipolazione di massa per attuare il “Grande Reset” di Klaus Schwab.

Per fare in modo che le idee di cui stiamo parlando vengano accolte dalla popolazione e diventino consuetudini socialmente accettate, il potere sa bene come abbonire le masse per renderle complici dei suoi misfatti, e purtroppo trova nella popolazione un fertile terreno per la realizzazione nefasti progetti. La storia contemporanea delle grandi dittature totalitarie del ‘900 ne è prova incontrovertibile. Senza scomodare il passato, oggi possiamo osservare la forte erosione dei diritti sociali e lavorativi promossa dai Governi occidentali imbeccati dai poteri forti, con il beneplacito di folle impaurite e domate con l’inganno e persino con benefìci economici immediati in cambio di una diminuzione sostanziale delle tutele democratiche.

Si tratta quindi di far leva sui meccanismi classici della comunicazione e della manipolazione di massa di cui sapientemente e minuziosamente ci hanno parlato molti studiosi, tra i quali spicca lo statunitense Noam Chomsky: linguista, accademico, scienziato cognitivista, teorico della comunicazione, attivista politico, saggista, docente emerito al Massachusetts Institute of Technology, fondatore della grammatica generativo-trasformazionale (il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo), autore di decine e decine di opere letterarie, insomma una vera e propria autorità di calibro internazionale che vale la pena ascoltare.

Ci riferiamo per esempio al cosiddetto “principio della rana bollita”, una declinazione della strategia della gradualità.

Per rendere accettabile un grande cambiamento che se avvenisse rapidamente causerebbe un trauma e un rifiuto collettivo, è necessario procedere in modo lento e graduale affinché le masse possano metabolizzarlo a poco a poco.                             La metamorfosi progressiva sfugge alla coscienza collettiva senza suscitare alcuna reazione, opposizione o rivolta.

Perciò è fondamentale instillare nelle masse le nuove e più sconcertanti informazioni un po’ alla volta, perché il comportamento delle masse è simile a quello delle rane in una pentola d’acqua fresca che viene riscaldata a fuoco lento.

Mentre la temperatura dell’acqua aumenta pian piano, le rane non avvertono nessun cambiamento; quando iniziano a soffrire sono ormai intorpidite e restano passive, non riescono a reagire, e quando l’acqua arriva ad ebollizione non hanno più la forza di saltare fuori dalla pentola, e il gioco è fatto.

Questa tecnica spiegata da Chomsky rivela la manipolazione operata dai grandi poteri mondiali, che un passo alla volta guidano le masse verso un triste destino.

Dunque i cambiamenti graduali sfuggono alla coscienza umana e non suscitano reazioni od opposizioni sociali.

Anzi, le stesse masse convengono sulle modalità che i loro carnefici usano per rabbonirle e per sottrarre loro i beni più preziosi: libertà e diritti.

Complottismo?

No: la tecnica della rana bollita è comunemente utilizzata per veicolare notizie tramite TV, giornali, radio, social e web, seguendo l’agenda-setting prestabilita dai poteri che gestiscono i mass-media.

L’agenda-setting è appunto l’influenza dei mass-media che, diffondendo certe notizie scelte ad hoc, condizionano l’opinione pubblica.

Il principio dell’agenda-setting è il salience transfer, cioè il rendere predominanti certe notizie rispetto ad altre.

In questo modo anche le idee più peregrine diventano nuovi paradigmi di normalità, accettati dalle masse e sposati come Credo collettivo grazie alla propaganda mainstream.

Tale strategia di persuasione si inserisce in quella che la sociologia delle comunicazioni chiama “Finestra di Overton”, teoria che prende il nome dal sociologo e attivista statunitense Joseph Paul Overton.

 La Finestra di Overton descrive le fasi di consenso popolare nei confronti delle politiche governative:

- inconcepibile (unthinkable);

- estrema (radical);

- accettabile (acceptable);

- ragionevole (sensible);

- diffusa (popular);

- legalizzata (policy).

Le idee e i modelli culturali considerati inaccettabili e deleteri perché ledono la dignità umana, grazie al principio della rana bollita verranno considerati dapprima accettabili, poi ragionevoli, poi popolari e infine diventeranno leggi a cui obbedire.

Per evitare rivolte popolari, i governanti agiscono quindi all’interno dell’accettabile, ma è proprio questo il punto: ciò che consideriamo accettabile è ciò che gli stessi governanti hanno reso accettabile mediante il principio della rana bollita.

 E siccome il cambiamento avviene gradualmente, vi saranno fette di popolazione sempre più estese che via via diverranno vere e proprie sostenitrici della “nuova normalità” e cercheranno di convincere quella parte di popolazione che ancora non è del tutto “bollita”.

Joseph G. Lehman, che ha coniato il termine” Finestra di Overton”, è presidente del Mackinac Center for Public Policy, un istituto di ricerca e istruzione indipendente e senza scopo di lucro, che si occupa di come la politica influisce sulla libertà e sulla qualità della vita umana.

In un’intervista per il New York Times Lehman ha dichiarato: “...hanno usato il concetto di spostare la Finestra di Overton... con l’intenzione di rendere accettabili idee non convenzionali.”

In altre parole, certe idee e certi modelli culturali comunemente reputati dannosi e inaccettabili, un po’ alla volta diventano popolari grazie alla manipolazione mentale operata dal mainstream e dai canali educativi istituzionali, cosicché si genera a reti unificate un nuovo standard morale, applaudito e propagandato da personaggi famosi, da pseudo-esperti prezzolati di turno e da onnipresenti “intellettuali di regime”.

 Il nuovo standard morale ridicolizza e demolisce il buonsenso comune e sorvola con arrogante superficialità tutti i dubbi etici, dando luogo a comportamenti che fino a poco tempo prima erano semplicemente inammissibili perché palesi violazioni del diritto e dell’etica. Infine, ultimo tassello dell’astuto puzzle, una volta che questi comportamenti sono diventati consuetudine, vengono canonizzati a norma di legge.

Citiamo solo alcuni esempi di questo modus operandi: il libertinaggio dei costumi sessuali promosso furbescamente come battaglia di libertà (come nel caso della pornografia, ecc…), lo sdoganamento del linguaggio scurrile, i comportamenti violenti inculcati nella mente umana fin dalla più tenera età, ecc.

A causa della manipolazione mentale, il bias cognitivo di cui abbiamo già parlato rende l’individuo psicologicamente handicappato e incapace di pensare razionalmente.

Questa che potremmo definire “logos-deficienza” è riscontrabile ad esempio nell’accettazione acritica delle fasulle “missioni di pace” dove le armate occidentali usurpano le risorse dei Paesi poveri; è riscontrabile nell’accettazione acritica dell’imperialismo americano e dei crimini commessi dalla NATO; è riscontrabile nell’accettazione acritica della fantomatica “esportazione della democrazia” (Iraq, Libia, Afghanistan, ecc.); è riscontrabile nell’accettazione acritica delle conclamate menzogne che hanno portato alla guerra infinita contro un terrorismo farlocco; è riscontrabile nell’accettazione acritica delle connivenze tra istituzioni e criminalità organizzata; ecc.

La logos-deficienza che affligge gran parte dell’umanità, è riscontrabile anche nell’accettazione dei nuovi sistemi di sorveglianza che violano i diritti della persona umana.

 

Questi sono solo pochi esempi di quella che abbiamo denominato logos-deficienza, dimostrando come la manipolazione mentale operata tramite il mainstream è già un dato di fatto, una realtà concreta, che ha generato una specie di nuovo Credo fideistico.

Infatti, gli stessi individui che subiscono l’inganno non osano dubitare del dogma mainstream, e siamo al punto che un qualsiasi uomo comune è pronto a litigare coi suoi simili per difendere il dogma imposto dai padroni del mondo.

E -ahinoi- quando l’ingannato prende le difese degli ingannatori, siamo all’assurdo.

Ma come scrisse il grande Mark Twain: “È molto più facile ingannare la gente, che convincerla di essere stata ingannata.”

Nel frattempo, le poche voci fuori dal coro rappresentano per il sistema dominante delle Cassandre da isolare.

Ricordiamo che quando il famigerato cavallo di legno fu introdotto nella città di Troia, la profetessa Cassandra rivelò a tutti che al suo interno erano nascosti i soldati greci, ma rimase inascoltata.

Come Laocoonte fu l’unico a credere nelle parole di Cassandra, ci auguriamo che oggi vi siano parecchi che come lui possano riconoscere la verità, ma non facciamoci illusioni:

 Laocoonte era un veggente sacerdote solare.

Intanto nell’epoca attuale il reset (azzeramento) delle menti prosegue la sua corsa psicopatica, e con la scusa del politicamente corretto rende tiepide le coscienze e tappa la bocca ai veri dissidenti, promuovendo un illusorio contraddittorio da salotto televisivo.

Così, quando nel cuore della notte, mentre tutti saranno ubriachi, i soldati assassini salteranno fuori dal ventre del caval donato, sarà troppo tardi.

TERZA PARTE.

I concetti arimanici che definiscono l’umanità del futuro.

Dopo aver riportato gli scenari socio-economici e persuasivi che caratterizzano il Grande Reset di Klaus Schwab , analizziamo più da vicino il “nuovo uomo” preconizzato dalla mente arimanica che governa il pianeta, in relazione anche ai messaggi offerti dal Cielo alla Terra. Prendiamo in esame anche i dati economici che dimostrano come il nuovo paradigma sociale è fin d’ora una realtà su cui i colossi del mercato stanno già investendo enormi quantità di denaro.

 

Un nuovo concetto d’uomo in via di realizzazione.

a. Superare la Natura.

 

La filosofia del mondo progettato dal Grande Reset  di Klaus Schwab implica e promette il potenziamento dell’uomo attraverso il superamento della Natura: una vera e propria liberazione dai limiti delle leggi biologiche.

Secondo i padroni universali l’uomo può definitivamente anteporsi a Dio e alla Creazione, considerata persino limitante e rea di non aver concesso l’immortalità fisica alle sue creature.

Si progetta così un futuro dove il corpo potrà vivere all’infinito, per grazia ricevuta dalla tecnologia della Fede postmoderna: il dogmatico scientismo che non considera l’Essere umano come individuo intelligente dotato di anima e corpo, ma semplicemente come immanente macchina biologica da ampliare, potenziare, aggiornare e rendere materialmente immune al deterioramento.

La filosofia che sta alla base di questo concetto su cui i mercati stanno già investendo, è la filosofia del transumanesimo.

 

b. La filosofia transumanista.

 

Il termine transumanesimo è stato coniato da “Julian Huxley”, biologo evoluzionista e teorico di una eugenetica umanista intesa come “igiene razziale” per il miglioramento della società, convinto che il dovere dell’uomo sia il completamento della “Creazione interrotta” di Dio.

 Noto alle cronache per le sue teorie e per essere stato il primo direttore dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), Julian Huxley è il fratello del famoso scrittore Aldous Huxley, autore di celebri romanzi distopici che tratteggiano mondi futuristici e idee che negli anni si sono effettivamente realizzate.

La storia della famiglia Huxley, nota per aver elaborato impulsi progressisti nel panorama storico internazionale, si intreccia a numerose vicende che hanno caratterizzato l’epoca contemporanea, ed è legata all’esoterista Aleister Crowley, mago nero e occultista, fondatore del culto di Thélema.

Grazie allo stimmatizzato Giorgio Bongiovanni sappiamo che Crowley fu l’Iniziatore del personaggio che si identifica nell’Anticristo, oggi incarnato sulla Terra e operante ai massimi livelli della finanza internazionale e delle caste occulte che dirigono le sorti del pianeta.

 I membri della famiglia Huxley ricevettero l’iniziazione da Crowley, il quale sposava le teorie transumaniste e l’evoluzionismo eugenetico divulgati dai fratelli Huxley, che a loro volta aderirono a diversi ordini massonici ed esoterici come la Golden Dawn (Ordine ermetico dell’Alba Dorata), diffusa soprattutto in Inghilterra negli anni Venti e Trenta del ‘900.

Aldous Huxley, i cui romanzi sono considerati veri e propri manifesti programmatici del mondo che verrà (e che già viviamo), con Crowley incoraggiava l’uso di mescalina e LSD per “aprire le porte della percezione”, idea che poi i servizi segreti infiltrarono nei movimenti rivoluzionari hippy degli anni ‘60 e ‘70 per destabilizzarli e renderli innocui.

Infatti, sappiamo che lo stesso Huxley prese parte a progetti governativi segreti che la CIA portò avanti in America e nel mondo, come ad esempio il Progetto Monark e il Progetto MK-Ultra per la riprogrammazione mentale (anche con l’utilizzo di allucinogeni), progetti antesignani delle guerre psicotroniche contemporanee che -tra le altre cose- prevedono l’uso di stimoli elettromagnetici a distanza, microonde, impulsi energetici ed agenti chimici capaci di condizionare il comportamento umano e lo stato di salute psicofisica.

“Il Mondo Nuovo” (Brave New World), romanzo di Aldous Huxley datato 1932, descrive gli scenari del Grande Reset:

 un mondo distopico caratterizzato da pianificazione demografica (come le teorie neomalthusiane sul controllo delle nascite), eutanasia legale, fecondazione in uteri artificiali, abolizione del nucleo sociale famigliare in funzione della promiscuità, iper-sessualizzazione dei bambini fin dalla tenera età, superamento della natura, droghe smart, vigilanza globale, robot e nanotecnologie.

 Insomma proprio il mondo che si sta concretizzando ai nostri giorni, un mondo che tiene fede all’assioma di Aleister Crowley: “Amore è la Legge, Amore sotto la Volontà”. Sarebbe opportuno approfondire il concetto di “Amore” e “Volontà” secondo Crowley, ma non è questa la sede adeguata.Nel progetto transumanista sposato oggi dall’élite globale (che non ne fa mistero tramite scelte politiche, attività multinazionali e dichiarazioni pubbliche), il progresso materiale diventa ossessivo come il culto del corpo fisico che deve oltrepassare le leggi di natura, un corpo che può fondersi con la tecnologia e la robotica per produrre un nuovo umano ideale.

Max More, transumanista e filosofo, presidente e CEO della Alcor Life Extension Foundation, azienda leader nel campo della crionica, nella sua Lettera a Madre Natura esprime l’essenza del paradigma che i padroni del mondo stanno perseguendo:

“Ci obblighi ad invecchiare e a morire... Ci hai creati vulnerabili alle malattie e alle ferite... sei stata poco generosa con noi, donando sensi più raffinati agli animali... ci hai dato memoria limitata e scarso controllo sui nostri istinti... e ti sei dimenticata di darci il nostro libretto d’istruzioni”.

Per questo, continua la lettera, “abbiamo deciso che è ora di emendare la costituzione umana”, e prosegue con tutta una serie di deliranti emendamenti.

Ne riportiamo alcuni: “Non sopporteremo più la tirannia dell’invecchiamento e della morte. Per mezzo di alterazioni genetiche, manipolazioni cellulari, organi sintetici e ogni altro mezzo necessario, ci doteremo di vitalità duratura e rimuoveremo la nostra data di scadenza. Ognuno di noi deciderà quanto a lungo potrà vivere... Espanderemo la portata delle nostre capacità cognitive con strumenti computazionali e biotecnologici”, ecc.

Tutto questo per ribellarsi alla natura e “alle restrizioni imposte dall’eredità umana” come si legge nel sito web del movimento transumanista, per creare un nuovo uomo che vada oltre i suoi confini come... un novello Prometeo.

c. La hybris di Lucifero e la sua creazione ‘perfetta’.

L’umana presunzione di onnipotenza, che gli antichi greci definivano hybris, ha sempre caratterizzato la storia delle civiltà terrestri da quando gli abitanti luciferini del pianeta Mallona hanno preso dimora sulla Terra dopo aver distrutto il loro pianeta.

Dai tempi più remoti, dunque, fino alle leggendarie civiltà di Mu, Lemuria e Atlantide, la superbia umana che si contrappone al Creatore e alla Creazione è un leitmotiv ricorsivo.

L’ossessione accecante nell’estremo desiderio di spingersi oltre i confini delle leggi naturali e spirituali, è l’antica colpa difficilmente estirpabile dal cuore dell’uomo.

 Anche duemila anni fa questo peccato si è ripetuto con la crocifissione di Gesù Cristo, e innumerevoli sono le donne e gli uomini divini che nel corso della storia sono stati messi a morte dalla follia dis-umana.

 Ma la storia stessa ci insegna che la hybris, l’orgogliosa tracotanza che porta l’uomo a ribellarsi contro l’ordine divino e naturale, è sempre immancabilmente seguita dalla punizione divina (tísis). Eppure, come scrisse Antonio Gramsci: “La storia insegna, ma non ha scolari”.

Sedotto e abbagliato dal mito dell’immortalità e dall’illusione di anteporsi a Dio, di possedere e replicare la Sua Creazione, l’uomo ancora oggi tenta di umiliare la divina Madre Natura senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni, mentre concretizza il malvagio sogno di fabbricare una nuova società dove poter infrangere le leggi della vita. È proprio questo che si cela sotto la facciata dell’innovazione, sotto il velo dello scientismo-oppio dei popoli, sotto le trappole della manipolazione di massa attuata tramite il soft power della persuasione sistematizzata o della menzogna che diviene verità collettiva, sempre laudata dall’uomo comune.

Come più volte ribadito da Giorgio Bongiovanni, quando il personaggio che si identifica nell’Anticristo deciderà di palesarsi al mondo, verrà osannato dalle masse perché offrirà privilegi e benefìci come un filantropo pronto ad aiutare i popoli grazie al progresso tecnico-scientifico, magari operando a favore dell’ambiente e delle classi disagiate, e con l’immancabile promessa della lunga vita in pillole.

Aspetti, questi, che guarda caso coincidono perfettamente con la propaganda dei master of the universe che, tramite Cavalli di Troia come digitalizzazione, “internet delle cose”, scoperte scientifiche e innovazioni culturali, rendono apparentemente gradevoli gli strumenti di oppressione e le catene del dominio planetario.

 

Per l’occulta élite mondialista, che utilizza palesemente simboli e rituali per evocare le forze luciferine in grado di garantirle la prosperità materiale, gli odierni dispositivi tecnico-scientifici riproducono gli antichi strumenti di magia nera, un’alchimia perversa, che invece di cercare l’ispirazione solare per il bene di tutti, si serve di mezzi psichici e fisici per ottenere vantaggi materiali e lunga vita corporale, e per estendere l’oscuro potere che soverchia gli altri uomini, sfidando il Creatore.

Si rende così fattuale il motto del fondatore della Chiesa di Satana Anton Szandor LaVey, classe 1930, amato da celebri star internazionali e registi hollywoodiani: “Ogni uomo è Dio... l’uomo è la divinità per il satanista”.

Questo assioma ispira anche quella ristretta cerchia di individui al cui vertice si trova colui che incarna la missione dell’Anticristo.

Lo stesso LaVey era convinto che un’élite di satanisti(tra cui Klaus Schwab) avrebbe governato il mondo, una élite di riformisti esaltati dall’ideale tecno-progressista quale abracadabra capace di risolvere tutti i problemi materiali dell’uomo.

D’altra parte, la Madonna apparsa a Fatima nel 1917 disse: “Satana regna nei più alti posti, determinando l’andamento delle cose.”

 

In definitiva, questi alchimisti neri sono convinti che brutalizzare i popoli serva a produrre il cosiddetto “Fuoco Segreto” che può donare l’immortalità carnale, così come tentarono di fare Adolf Hitler e i suoi adepti del “Sole Nero” mediante i campi di sterminio e gli Athanor-forni crematori.

Non per caso, Hitler stesso sognava e prometteva pubblicamente che il Terzo Reich sarebbe durato per mille anni come il regno di biblica memoria, ponendo così a tutti gli effetti sé stesso al posto di Gesù Cristo. [Proporremo in un altro articolo una più approfondita trattazione di questo importante argomento.]

L’uomo, il suo potenziamento materiale, il primato della conoscenza intesa solo come mero accumulo di informazioni che possono essere trasmesse da un cervello all’altro, una mente intercambiabile da poter uploadare, ampliare, aggiornare in modo prestabilito, l’elitismo e la presunta predestinazione, queste sono le basi essenziali del nuovo Credo transumanista che permea il progetto del Grande Reset globale di Klaus Schwab .

Così la “società liquida” ha reso liquido anche il corpo umano che, demolito ogni schema naturale, può diventare a piacimento qualcosa di modificabile e convertibile, e grazie all’uso di pillole ormonali, impulsi elettromagnetici e chi più ne ha più ne metta, a seconda dei propri umori può decidere di cambiare colore degli occhi o natura biologica, compiendo così il progetto arimanico di spersonalizzazione dell’individuo, progetto che fa molto comodo ai governanti, perché un popolo di individui senza identità è un popolo facilmente governabile.

d. L’utopia della scienza e della tecnica. La violazione dei diritti.

“L’uomo al posto di Dio” è il progetto dei padroni universali. Un progetto destinato a fallire. Ma per tentare di metterlo in atto è necessario manipolare le masse per condividere con loro l’idea di immortalità e di superamento biologico. Per questo motivo, gradualmente, vengono introdotti nella società meccanismi di sorveglianza, tecnologie indossabili, estrema digitalizzazione, smart working, droghe intelligenti, nanotecnologia, internet delle cose, mercato dei social, controllo climatico, potenti reti di connessione 5G e 6G, e tutto ciò comincia a diventare “accettabile”, a sembrare “ragionevole” e infine “desiderabile”.

Chatmath Palihapitiya, ex vicepresidente di Facebook, nel 2017 ha rivelato qual è uno dei ruoli principali dei social: “Voi non ve ne accorgete, ma state subendo una programmazione [mentale]”, mettendo in guardia sui rischi dell’iper-connessione dei social network e su come questi sfruttano le vulnerabilità psicologiche delle persone.

In questi anni la politica della Silicon Valley e delle nuove startup mondiali è stata caratterizzata dalle numerose promesse di sviluppo basato sui Big Data, sul mondo hi-tech, sui nuovi modelli comunicativi e sull’assenza di tutela di spazi degli individui.

 Un mercato in cui i dati delle persone vengono scambiati a loro insaputa in totale assenza di privacy.

Eric Emerson Schmidt, amministratore delegato di Google tra il 2001 e il 2011, poi presidente del Consiglio di Amministratore del gruppo, non ha mai celato la sua ambizione di poter controllare la società.

Ora Schmidt è entrato a far parte anche del Gruppo Bilderberg.

Su come il potere sfrutta le innovazioni tecnologiche rabbonendo le masse, si è espresso anche il giornalista Julian Assange in un’intervista rilasciata a L’Espresso. Parlando dell’universo dei Big Data in tempi apparentemente non sospetti, Assange disse: “Google succhia i dati personali di ogni persona... sta costruendo uno sterminato bacino di informazioni che è di grande interesse per il Governo americano”. In questi anni abbiamo potuto constatare l’influenza del grande colosso americano Google sulla politica.

Come dicevamo all’inizio, nella fase del Grande Reset che stiamo vivendo è fondamentale che i Governi vengano esautorati dalle loro prerogative lasciando il posto a potenti CEO di aziende multinazionali, che si ergono a paladine della sicurezza degli Stati e dei popoli.

Si crea così una fortissima asimmetria inguaribile in cui certi gruppi di potere detengono sempre più il controllo geopolitico e sorvegliano intere nazioni, mentre ovviamente i cittadini comuni non possono sorvegliare loro, e non sapranno mai di essere controllati fino a questo punto, divenendo perciò ignare cavie e carne da macello per i mercati.

 

Inoltre, accennando al discorso lavorativo, il “disboscamento

dell’uomo” soppiantato dalla crescente onnipresenza tecnologica non sarà un processo indolore.

 Sia chiaro, ben vengano congegni capaci di svolgere al posto dell’uomo le mansioni più pericolose e faticose, cosicché l’uomo possa affrancarsi dai lavori pesanti e dedicarsi alla propria evoluzione.

Ma la linea di demarcazione tra la vera utilità e l’illusione, è molto sottile.

Nel progetto del Grande Reset di Klaus Schwab tutte le belle promesse servono a camuffare le reali intenzioni dei padroni universali, per i quali la robotizzazione su larga scala intende spogliare l’uomo delle sue funzioni sociali, e, con tutta probabilità, genererà un nuovo immenso esercito di disoccupati sostituiti dalle macchine, centinaia di milioni di persone che vivranno nell’incertezza economica e nella frustrazione psicologica.

e. Il futuro transumanista è già realtà.

Numerose aziende multinazionali si occupano di attuare la transizione verso il nuovo paradigma dell’uomo prometeico, investendo enormi quantità di denaro nello sviluppo dei progetti transumanisti.

 Ad esempio, la startup Neuralink del magnate Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX sta elaborando elettrodi da impiantare nel cervello umano al fine di migliorare le capacità mnemoniche e l’interazione con le macchine.

Dall’altra parte del mondo, l’industriale russo Dmitry Itskov finanzia progetti per la creazione di una nuova specie umana che trasferirà la sua mente all’interno di un avatar, con tanto di benedizione da parte del Dalai Lama.

Accanto alle numerose startup di ricchi e super ricchi personaggi che vogliono potenziare l’essere umano tramite l’intelligenza artificiale, vi sono anche progetti governativi come quelli del DARPA, ramo tecnologico e scientifico dell’esercito americano, che lanciano programmi per la produzione di sangue artificiale.

 Poi, per non farci mancare nulla, vi sono anche aziende che fabbricano dei “paraumani” ibridando uomini con animali (esperimento già avvenuto a Shanghai nel 2018), o che lavorano su animali clonati e creati in laboratorio da società che si occupano di OGM.

Spesso questi esperimenti vengono comunicati dai media come scoperte fondamentali per la ricerca medico-scientifica e per l’avvento di un futuro che garantisca diritti paritari che superano la biologia stessa.

È questo ciò che ipotizza Jacques Attali, banchiere ed economista francese, uomo-ombra del presidente Emmanuel Macron, enfant prodige ex Rothschild:

“La riproduzione diventerà compito delle macchine, mentre la clonazione e le cellule staminali permetteranno a genitori-clienti di coltivare organi a volontà per sostituire i più difettosi”, così scrive Attali nel suo libro “Lessico per il futuro” (1999) in cui parla anche di ectogenesi: “...i bambini potranno essere concepiti, portati in grembo e fatti nascere da matrici esterne, animali o artificiali, con grande vantaggio per tutti: degli uomini, poiché potranno riprodursi senza affidare la nascita dei propri discendenti a rappresentanti dell’altro sesso; delle donne poiché si sbarazzeranno dei gravi del parto”, così continuava il grande banchiere.

 

L’ectogenesi è una pratica molto studiata nei laboratori di tutto il mondo ed è già è possibile allevare feti animali in questa maniera.

 Visto che oggi la gravidanza viene presentata dai media sempre più come una “malattia” da ospedalizzare dal primo al nono mese, c’è chi plaude all’uso degli uteri artificiali.

 Il biofisico Henri Atlan afferma che l’ectogenesi diventerà non solo realtà ma anche “la possibilità di una evoluzione verso una vera eguaglianza dei sessi”.

L’autocreazione di vita, l’autopoiesi, viene applaudita anche dalla ricercatrice Evie Kendal che inquadra la questione da una prospettiva femminista e liberale. Perché? Semplice: in questa maniera, di fatto, la donna sarebbe libera dal dominio della natura e finalmente raggiungerebbe l’eguaglianza con l’uomo, liberandosi dalla “gestione e dalla produzione”. Moltissime esponenti dei movimenti femministi sono d’accordo con lei.

 

Dietro teorie e ricerche come queste, sono palesi i princìpi neomalthusiani:

sterilizzazione di massa e inibizione della maternità, punti cardine del Grande Reset di Klaus Schwab che riguarda non solo le menti, i diritti e l’economia, ma anche una nuova demografia del pianeta.

Del resto non sorprende che noti politici, CEO e consulenti governativi siano assai preoccupati per l’incremento demografico mondiale ed auspichino un mondo poco popolato, un mondo abitato da pochi milioni di individui che beneficiano di numerose risorse, un mondo in cui l’élite dei padroni vivrebbe a discapito della massa umana.

Anche l’attuale ministro italiano per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, fisico, responsabile di Leonardo S.p.A. ex Finmeccanica, su questo ha le idee chiare: oltre ad auspicare un ritorno al nucleare, la sua filosofia vede l’uomo comune come un parassita.

Per questo, in piena sintonia con le note teorie malthusiane, ha affermato che: “Il pianeta è sovrappopolato, il numero di abitanti aumenta ed è evidente che c’è un problema di sostenibilità di un ecosistema che è quello del pianeta, progettato per tre miliardi di persone, e dell’Essere umano che è biologicamente un parassita perché consuma energia senza produrre nulla”.

 

f. L’illusione della pillola della lunga vita.

In un messaggio ricevuto da Giorgio Bongiovanni nel 2015, intitolato “LA PILLOLA DELL’ANTICRISTO”, lo scienziato extraterrestre Setun Shenar ammoniva:

 

“IN TEMPI NON SOSPETTI ANNI OR SONO AVEVAMO RIVELATO AL NOSTRO AMICO E MESSAGGERO, LO SCRIVENTE, CHE L’ANTICRISTO, TRAMITE I SUOI DISCEPOLI-SCIENZIATI CORROTTI, AVREBBE PUNTATO ALLA CONQUISTA DI TUTTE LE ANIME DEL MONDO GRAZIE ALLA SCOPERTA DELLA ‘PILLOLA DALLA LUNGA VITA’. OVVIAMENTE E COME SEMPRE GLI EFFETTI COLLATERALI DI QUESTO FARMACO SONO NASCOSTI A TUTTA L’UMANITÀ PERCHÉ MORTALI E ALIMENTATORI DELLA PESTE DEI NEURONI DEL CERVELLO (HARBAR). COME SEMPRE LE NOSTRE PREVISIONI SI COMPIONO E I PRIMI SEGNI GIÀ SI VEDONO…”

 

Oggi la pillola di lunga vita sta per diventare realtà e con essa sembra concretizzarsi il sogno dell’immortalità corporea che i grandi anticristi perseguono, illudendosi di poter sconfiggere sorella morte. L’abbiamo detto: diversi imprenditori della Silicon Valley investono milioni di dollari nelle ricerche di aziende che si occupano di frenare o sconfiggere l’invecchiamento, resuscitare corpi dopo la morte e downloadare la mente.

Uno di questi è Craig Venter con il suo Human Longevity. Ovviamente, a livello ufficiale lo scopo è sempre medico, ma dietro questi progetti e startup si nasconde la volontà di sfidare la morte e i vincoli della natura per superare l’invecchiamento.

 Lo stesso Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, con la moglie Priscilla Chan ha investito oltre 3 miliardi di dollari in un progetto di ricerca biomedica per curare tutte le malattie e aumentare la longevità; il progetto viene portato avanti dalla sua fondazione filantropica.

Vi sono anche aziende che oltre a ricercare l’elisir di lunga vita, commercializzano pratiche di parabiosi come l’azienda Ambrosia che dà la possibilità ai suoi clienti di beneficiare del sangue di ragazzi giovani dai 16 ai 25 anni, ricco -dicono- di proprietà anti invecchiamento: sangue di fanciulli, stoccato in un’apposita banca e offerto a molti ricchi come potente elisir di lunga vita. È già realtà.

 

g. La singolarità è vicina.

 

Nella società prometeica progettata dall’élite mondialista, i bambini nasceranno in provetta, i robot soppianteranno i lavoratori, l’intelligenza artificiale sarà deputata alla sicurezza degli Stati, gli uomini si fonderanno con le nanotecnologie, le popolazioni -addomesticate in una perenne condizione di schiavitù- andranno avanti illudendosi di ottenere prima o poi gli stessi benefìci di cui godono i super ricchi. Sotto lo spettro di mille paure, guidati verso il mito faraonico della tecnologia che libera dalla morte, i cittadini approveranno la sorveglianza h24 e crederanno a tutte le favole rigurgitate dai sacri pulpiti mainstream, e così sarà il popolo stesso ad assecondare la “singolarità tecno-scientifica”, la grande devastatrice dell’era postmoderna.

Una visione, questa, che viene già attuata dai padroni del mondo, come descritto dall’ingegnere-capo di Google Ray Kurzweil nel libro “La singolarità è vicina” (testo consigliatoci dal giornalista Giulietto Chiesa poco prima della sua dipartita).

In questo libro del 2005, l’ingegner Kurzweil annuncia l’imminente “singolarità tecnologica” che consentirà di migliorare il corpo e il cervello attraverso l’uso della tecnica, in particolare della genetica, della nanotecnologia e della robotica grazie all’intelligenza artificiale.

Kurzweil lancia la sua profezia: nel giro di pochissimi anni il mondo sarà dominato da questa singolarità intesa come un punto tecnologico-evolutivo che rappresenta un traguardo facilmente raggiungibile per l’umanità.

Non lo ripeteremo mai abbastanza: qui non condanniamo la scienza in sé per sé o lo sviluppo tecnologico, ma critichiamo la “scienza senza coscienza” promossa dall’élite che domina il mondo, una élite che utilizza questa scienza a proprio vantaggio per sfidare Dio e compiere il progetto sociale, politico, culturale, economico e spirituale chiamato Great Reset. Una élite che si crede onnipotente e cerca l’immortalità fisica tramite “pillole magiche” e “stregonerie tecnologiche”, presentando l’implementazione transumanista come necessità per l’evoluzione umana.

Controllo della popolazione mondiale.

 

La logica spirituale arimanica spinge i padroni del mondo a concretizzare il piano prometeico che sfida Dio e la Creazione. In tal senso, uno dei punti fondamentali riguarda il reset della popolazione mondiale, vale a dire un de-popolamento su larga scala che rende effettiva la teoria malthusiana.

 La teoria neomalthusiana amplia ed attua le idee di Thomas Malthus, membro di rilievo della Royal Society e autore del celebre “Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società”, opera di riferimento delle élite globali.

La logica transumanista del Grande Reset di Klaus Schwab prevede il controllo deliberato sulla e della popolazione.                               Il capitalismo della sorveglianza, in un sistema di Big Data e sicurezza garantita dalle grandi multinazionali, passa per il controllo delle masse che include necessariamente il controllo delle nascite.

Parafrasando la teoria di Malthus a cui erano affezionati i bravi fratelli Huxley, fautori del mondo distopico e transumano, è fondamentale evitare il moltiplicarsi della popolazione, soprattutto della popolazione povera.

L’incremento demografico, infatti, tenderebbe a crescere esponenzialmente ad una velocità maggiore rispetto alla disponibilità delle risorse del pianeta.

Per questo Malthus asseriva che ogni tipo di sussidio verso i meno abbienti dev’essere abolito per evitare che le famiglie si riproducano eccessivamente.

 In questa maniera si otterrebbe anche il risultato di disgregare il nucleo sociale fondamentale, la famiglia, favorendo così altri orientamenti.

Infatti, benché Malthus fosse un pastore anglicano che predicava continenza e castità, nel suo pensiero di scienziato riteneva fondamentale, per il contenimento della popolazione, varie limitazioni di carattere repressivo come carestie, guerre ed epidemie, oppure azioni preventive come la diffusione di comportamenti quali la sodomia e l’adulterio.

L’interesse per la teoria neomalthusiana si diffuse in tutta l’élite europea preoccupata della possibilità che un mondo eccessivamente popolato implicasse una scarsità di risorse.

Così l’interesse costante per la demografia venne notificato anche dalla fondazione Population Council a New York e dall’International Planned Parenthood Federation, entrambe istituzioni volute dal John Davidson Rockefeller III.

Tramite il Rockefeller Institute for Medical Research, già dal 1901 la famiglia Rockefeller porta avanti ricerche finalizzate al controllo demografico e all’orientamento dell’etica sessuale.

Il disincentivo alla natalità non avviene solo tramite regole come la politica del figlio unico attuata in Cina, ma soprattutto tramite azioni di soft power, cioè tramite idee presentate dal mainstream come “progressismo” e “tutela dei diritti”.

Come al solito, utilizzando le tecniche della persuasione e della manipolazione mentale di massa, si fa leva sui diritti, sul pietismo, sul senso di colpa, sul progresso, sulla tecnologia e sull’innovazione medico-scientifica, per promuovere una fluidità che favorisce un de-popolamento inconsapevole e la disgregazione dei nuclei famigliari.

Così, le masse guidate dai nuovi demiurghi del sapere (scienziati, influencer, giornalisti servi del mainstream, economisti, grandi CEO della finanza), vengono traghettate verso nuovi ideali utili a realizzare gli scopi dei padroni universali.

Ricordate la Finestra di Overton?

Ideali che all’inizio erano inaccettabili, oggi dopo decenni di indottrinamento sono considerati ragionevoli e sono diventati strumenti di controllo e repressione dei popoli che addirittura li appoggiano. Sarà la bioetica dettata dai master of the universe a legittimare i nuovi confini.

 

Come afferma il dottor Laurent Alexandre sulle pagine di Le Monde: “La velocità del passaggio da inammissibile a tollerato e poi permesso, fino a obbligatorio, dipende essenzialmente dal ritmo delle scoperte scientifiche, qualunque siano le questioni etiche sollevate”.

L’ideologia alla base della politica globale del Grande Reset poggia le fondamenta sull’esplicitazione sostanziale dei piani dell’Anticristo, già preannunciati dalle Potenze Celesti.

Piani che dobbiamo conoscere e su cui vigilare attentamente per non finire noi stessi resettati dalle menti raffinatissime che tengono in pugno le redini del sistema.

Spetta a ognuno di noi adempiere quanto da decenni gli Esseri di Luce ci invitano a fare: prendere coscienza del sistema arimanico che ci governa, comprenderlo e denunciarlo, accompagnando colui che additerà il volto dell’Anticristo.

In una comunicazione urgente dello scienziato solare Setun Shenar e dei Fratelli della Luce (“I PIANI DELL’ANTICRISTO”), leggiamo:

“NON È NELLE NOSTRE INTENZIONI ESSERE AMBASCIATORI DI MESSAGGI CATASTROFICI E DI NATURA PESSIMISTICA, SCUSATECI, MA ABBIAMO L’ORDINE SUPERIORE DI ANNUNCIARE LA VERITÀ ANCHE SE QUESTA È SCOMODA PER IL POTERE ANTICRISTICO CHE GOVERNA IL MONDO.

NOI SAPPIAMO TUTTO DEI PIANI DEI VOSTRI GOVERNI E DEI PIANI DELLE GRANDI ORGANIZZAZIONI CRIMINALI DI NATURA SETTARIA, RELIGIOSA, MILITARE, ECONOMICA E DELINQUENZIALE (mafia e fenomeni similari), CHE SI CONTENDONO IL DOMINIO DEL MONDO.

IL NOSTRO COMPITO È ANCHE QUELLO DI FAR LUCE SU UNA GRANDE MANIPOLAZIONE DELLA VERITÀ CHE QUESTI ISTITUTI, TRAMITE I GRANDI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA, METTONO IN PRATICA PER DISTOGLIERE L’INTERESSE GENERALE DEI POPOLI DALLA MACABRA E DEMONIACA VERITÀ CHE ESSI STANNO PROGETTANDO.”

E, ancora, così ci avevano avvertito gli extraterrestri in un messaggio del 2011 che parlava della metodologia del potere mondiale:

“LA METODOLOGIA DEL POTERE MONDIALE NELLE MANI DEL PRINCIPE DI QUESTO MONDO PER NOI È CHIARA E PALESE.

L’INGANNO È PANE QUOTIDIANO PER MANIPOLARE LA MASSA UMANA AFFINCHÉ QUESTA NON SI RIBELLI, ANZI, SI PROSTRI SEMPRE DI PIÙ ALL’IMPERO E AI SUOI VASSALLI.”

Parlando dei master of the universe che pongono in essere il Grande Reset, nel 2010 gli extraterrestri hanno esplicitato che “IL PIANETA TERRA È GOVERNATO DALLA SETTA DEI BANCHIERI CHE CONTROLLA IL MONDO.”

Questo è il Grande Reset di Klaus Schwab , il nuovo capitalismo degli stakeholder pensato dalle menti demoniache che governano il pianeta.

 I loro piani ora escono dal segreto e vengono notificati al popolo che, incapace di riconoscere la verità, si inchina di fronte al nemico e addirittura prende le difese dell’infernale macchinazione anti-cristica. Tramite la riprogrammazione mentale e tramite il reset socio-economico e spirituale, il nuovo capitalismo satanico lancia la sua sfida al Creatore, mentre le masse idolatrano la scienza come nuova religione, la stessa “scienza senza coscienza” che porterà al superamento del paradigma biologico naturale.

Conclusioni.

Il Grande Reset è in atto come preannunciato dalle intelligenze extraterrestri. Assistiamo e sempre di più assisteremo alla costruzione di un mondo dove l’uomo è ridotto a merce, dove la mente arimanica prevale sull’intelligenza del cuore, e lo spirito abdica alle seduzioni di una materia e di una corporeità perfette; un mondo dove la scienza e il progresso sono i nuovi dèi da venerare, dove l’ideale del superamento creativo diviene religione popolare, e le persone sono tossico-dipendenti da un’informazione avvelenata; un mondo dove le masse logos-deficienti dormono il sogno inventato dai demiurghi hi-tech che promettono lunga vita in pillole, un mondo dove gradualmente l’umanità viene derubata del diritto all’esistenza.

Così, miliardi di cittadini repressi, ingannati, controllati, manipolati, sorvegliati, sterilizzati e resi fluidi nell’anima e nel corpo, iniziano a credere nel mito dell’uomo che vuole demolire la natura... e quindi demolire sé stesso.

Un uomo che s’illude di essere padrone del proprio destino e finalmente capace di vincere la lotta contro una Madre Natura “crudele” che non potrà più frenare la sua smania di perfezione fisica. Un uomo che si erge a divinità della materia e non deve più obbedire alle leggi di Dio.

L’uomo del Grande Reset di Klaus Schwab  è un novello Prometeo che affronta, offende e scimmiotta il Creatore.

Un Prometeo tragicomico che brevetta nuove stregonerie per scopiazzare maldestramente l’Onnipotente, per imitare in modo parossistico la Mente Divina, per spacciare perversi gingilli tecnologici come fossero una moderna manna dal cielo. Questo Prometeo si crede al centro dell’universo, fautore del fato, superiore agli astri e agli dèi.

 

Questo è l’uomo del futuro, tronfio gonfaloniere del Credo scientista, intriso del pensiero transumanista che contempla eugenetica, uteri artificiali, edonismo, de-popolamento e libertinaggio assoluto.

Viviamo già in questa distopia in cui il biopotere ha soppiantato l’etica, e mentre si promuovono “i nuovi diritti” che sono specchietti per le allodole colorati con tutti i colori dello spettro cromatico, mentre la gioventù si conforma al falso anticonformismo, in realtà le disuguaglianze e le sofferenze aumentano vertiginosamente.

Il 5% dell’umanità possiede la ricchezza mondiale, e con l’inganno e la manipolazione può dirigere e sfruttare il resto dell’umanità.

 Un 5% che desacralizza il cosmo, dunque, una élite che ostacola la vita, che sfida il Creatore e impedisce l’emancipazione spirituale insita in ogni creatura senziente. Come scrisse Aldous Huxley: “La dittatura perfetta avrà la sembianza di una democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù.”

Questa funesta rivoluzione antropologica è già realtà.

 Cosa ne sarà dell’uomo che dimentica le sue origini, che dimentica di essere spirito figlio del Padre Sole e corpo della Madre Terra? Che ne sarà del figlio che rinnega i divini genitori? Che ne sarà di te, uomo? Vuoi finire come il “figlio dell’aurora”?

Il Grande Reset di Klaus Schwab tenta principalmente di azzerare l’uomo nella sua essenza spirituale.

Dietro le illusioni del falso progresso, della produzione, dell’apparire, della spersonalizzazione, si nasconde un’umanità addomesticata che ha dimenticato sé stessa, la sua reale natura, la sua sostanza divina che è armonia con le leggi della vita cosmica.

 Un’umanità ormai accondiscendente, asservita, fintamente buonista, ipocrita, ossessionata dalla materia, immersa nel gelido flusso dei mercati e gravemente ammalata nella psiche. Un’umanità iperconnessa virtualmente ma disconnessa spiritualmente, convinta che il politically correct dei guru mainstream sia da preferire all’impetuosa visione dello spirito.

Ormai persa nei meandri del consumo compulsivo, quest’umanità materialista ha preso le distanze da sé stessa e dalla sua funzione nell’economia creativa, ha annullato i suoi impulsi spirituali più elevati e si è piegata alla logica arimanica che la domina, difendendola e sposandola completamente. Ma nonostante tutte le invenzioni della scienza e della tecnica, non esiste alcun balsamo materiale che possa colmare le lacune dello spirito o lenire l’inconscio richiamo verso l’Infinito.

Perciò l’uomo che crede di essere soltanto materia e rinuncia all’interiorità, è destinato alla depressione e alla perversione perché non ha più la forza logica per distinguere il bene dal male. Anche questo è il risultato del Grande Reset di Klaus Schwab .

Ci si può illudere di sfidare Dio, di superare le leggi naturali e persino di divenire super uomini, ma non si può annullare ciò che realmente siamo. La natura stessa rivendicherà quanto sta subendo e lo farà tramite la forza dei suoi elementi: acqua, aria, terra e fuoco.

Che ne sarà del pianeta?

 Come possono le menti superorganizzate dei potenti programmare un’autodistruzione globale, un azzeramento capace di deformare e snaturare persino la specie umana?

È una diabolica follia patologica quella che li acceca, è l’antica disubbidienza di Lucifero che devono portare avanti, e, paradossalmente, nella loro folle illogicità dimostrano lucida obbedienza al programma anti-cristico.

L’antico ingannatore inganna i suoi vassalli e inganna persino sé stesso.

Oggi si compie ciò che profetizzò la mistica stigmatizzata Teresa Neumann: “Sul trono più elevato ho visto sedere il serpente dei serpenti. E ho visto l’asino dettare legge al leone. In quel tempo, troppi leoni avranno il cuore dell’asino e si lasceranno trarre in inganno. Ho visto affidare il mondo a bestie orrende, con la testa d’asino e il corpo da serpente. Ho visto l’orrenda strage degli uomini di pietà e degli uomini d’intelletto.”

Il piano anti-cristico si realizza e ognuno di noi deve fare i conti con questa realtà. La nostra terapia per evitare di essere accecati dalle seduzioni del principe di questo mondo è una forte e costante resistenza attiva, sempre fedeli al nostro Ideale, una salda devozione al Cristo che desideriamo servire attraverso le opere, perché lui, il Maestro, ci ha fornito la Conoscenza della Verità che libera da tutte le catene, e ci ha dato occhi limpidi come quelli dell’aquila che sa guardare il Sole per farci vedere la realtà, e orecchie inaccessibili al canto delle sirene che inebriano l’anima e la sprofondano nella morte spirituale.

Lo stesso Giorgio Bongiovanni ce lo ha detto tante volte: la Gnosi è il dono più grande che ci viene offerto. Perciò esercitiamo la Conoscenza che il Cielo ci ha affidato e pratichiamo la scienza dello spirito come via di evoluzione concreta da applicare in ogni ambito della nostra esistenza. Solo così saremo liberi!

 E non dimentichiamoci mai (pena l’essere anche noi vittime del Grande Reset) che il ritorno di Cristo è prossimo.

 Come api laboriose dobbiamo lavorare giorno e notte per preparare la sua venuta, partecipando alla grande opera della grande Verità del Tempo di tutti i tempi, impugnando lo scudo e la spada della scienza dello spirito per lottare a favore della vita e servire gli alti valori che abbiamo sposato.

Come insegna il maestro solare Adoniesis: Logica, Discernimento e Fede debbono essere le qualità interpretative della nostra vita, unite alla consapevolezza che non siamo soli, che siamo parte della grande famiglia cosmica e che il progetto di Lucifero non prevarrà perché il Re dell’Universo è già sulla Terra.

E in attesa della sua manifestazione al mondo, noi che lo abbiamo già incontrato e visto nel sacro sangue dei segni portati dal nostro Consolatore promesso, azione, conoscenza e realizzazione della Verità siano per noi la gioia dello spirito che ci condurrà alla meta.

Con amore per l’Eterna Verità, Francesca.

Commenti

Post popolari in questo blog

Quale futuro per il mondo?

Co2 per produrre alimenti.

Caos e dazi.