COMBATTERE CONTRO “L’UOMO DI DAVOS”
COMBATTERE CONTRO “L’UOMO DI DAVOS” e la sua
QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE “.
IL GRANDE
RESET di Miguel Martinez.
Docplayer-
Miguel Martinez- (13-2-2022)- ci dice :
Quasi sicuramente
avrete sentito parlare del Grande Reset, o Great Reset.In genere
presentato come l’ultima
demenziale teoria del complotto, da affiancare ai rettiliani
del simpatico David Icke , l’ennesima prova che solo un pazzo potrebbe avere qualcosa
da obiettare al sistema in cui viviamo.
Ora,
qualcosa di vero c’è: siamo una specie incredibilmente collaborativa,
conformista, opportunista e credulone, per cui spesso, per non conformare
quando conviene conformare, bisogna essere davvero un po’ strani.
Per
l’opinionista inglese, Oliver Kamm, dietro la diffusione dell’idea del
Grande Reset, ci
sarebbe “l’apparato propagandistico
del regime di Putin” che diffonderebbe “folli asserzioni di
oscuri blogger” (gli
anti-complottisti sono
sempre
pronti a denunciare i complotti altrui..).
Solo
che questa volta c’è un problema: The Great Reset esiste davvero.
E’ stato
il tema centrale
dell’incontro (covidianamente virtuale)
del Forum Economico Mondiale (World Economic Forum, WEF) quest’estate, ed è
anche il titolo di un libretto di cui è coautore il presidente dello stesso
Forum, Klaus Schwab.
Il
sito del Forum lo presenta così: “La pandemia rappresenta una rara ma stretta finestra
di opportunità per riflettere, re-immaginare e resettare il nostro mondo” – “Professor
Klaus Schwab”, Fondatore e CEO, World Economic Forum.
Seguite
le intuizioni su come possiamo riprendeci dal COVID-19 per costruire un futuro
più salubre, più equo e più prospero.
”Il
Grande Reset si presenta quindi come una descrizione della situazione attuale,
e delle possibili azioni per “costruire il futuro”.
A
prima vista, quindi, una cosa che nel nostro piccolo potrebbe avere tirato
fuori chiunque di noi, che male c’è, insistono quindi gli anti-complottisti.
Però
qui non stiamo parlando di gente piccola.
Wikipedia
ci informa che il WEF
di Klaus Schwab è finanziato
da 1000 aziende partner, “tipicamente imprese globali
con un fatturato di oltre cinque miliardi di dollari”.
Insomma,
non stiamo parlando di chi come noi guarda la storia, ma di chi la storia la
fa.
Il WEF
si autodefinisce “l’Organizzazione Internazionale per la Cooperazione tra il Pubblico e il
Privato”.
E’ un
concetto molto ampio, ma alla fine è la base di tutto il sistema in cui viviamo,
perché tra i grandi capitalisti (il privato) e il potere politico (il pubblico)
si decide il destino di tutti noi.
Nell’articolo citato sopra, Oliver Kamm scrive
“per quelli
che vedono chi
decide le politiche mondiali [global
policymakers] come essenzialmente malintenzionati e
con secondi fini
[malign and scheming] invece
che fondamentalmente benintenzionati, [ilGrande Reset] è stato un segno che tutta
l’esperienza dello “lock down” era stata progettata da lungo tempo”.
Ecco,
questa è una distinzione cruciale: per Kamm quelli che decidono gli
investimenti, gli appalti
e le guerre, sono fondamentalmente benintenzionati.
Per
altri, non so se siano malign, ma certo sono scheming, nel senso che usano il proprio
potere per fare il proprio interesse
Immaginiamo che
un fondo decida
di investire miliardi nell’industria aeronautica.
Investimenti a lungo
termine, rischiosi e molto impegnativi. A sentire
quelli come Kamm,
solo un terrapiattista- scia- chimista penserebbe che
quel fondo abbia interesse a promuovere espansioni di aeroporti, detassare i
carburanti per l’industria aeronautica, far aprire ovunque piccoli aeroporti a
spese dei contribuenti, eccitare un clima di tensione globale che porti all’acquisto
di aerei militari costosissimi ,far
finanziare la ricerca
nell’ingegneria aerospaziale al sistema universitario, spingere dei
deputati a votare bilanci militari sempre più costosi...Queste sono
tutte decisioni pubbliche,
pagate con fondi pubblici. Ecco, la pianificazione strategica aziendale
si fonda proprio su questa cooperazione
tra pubblico e
privato, che è esattamente il ruolo del WEF di Klaus
Schwab .
Questo
non vuol dire che il WEF “decida qualcosa”.
Gli
incontri del WEF sono la più importante occasione annuale per permettere ai
politici e agli imprenditori più potenti del mondo di incontrarsi in maniera
informale e fare affari: noi interpreti sappiamo bene che gli affari veri si
fanno solo così, soprattutto quando si può mettere da parte la recita che distingue
“privato” da “pubblico”.
Però
il WEF di Klaus Schwab è anche un luogo in cui i decisori riflettono su come
spingere il mondo nella direzione più favorevole ai loro interessi.
I
decisori devono coinvolgere il massimo numero di attori: non solo i politici,
ma tutta la società deve innamorarsi delle mille aziende più potenti del mondo,
e pensare che agiscono per il bene di tutti – ecco che il WEF di Klaus Schwab ha
inventato il concetto di stakeholder
capitalism.
Il capitalista
è per definizione un individuo
che cerca di estrarre il massimo dalla natura, tenendo il più possibile per se
stesso: proprio per questo è importante cooptare sempre le cause ambientali e sociali, facendo
credere che “siamo
tutti sulla stesssa barca”, tutti stakeholder.
Una
strategia ben riuscita:
molti
di quelli che denunciano il Grande Reset
sono variamente qualificabili
come di “Destra”, mentre i più
accaniti apologeti dei miliardari di Davos
sono spesso di
“Sinistra”(liberal Dem Usa -con
coraggiose eccezioni).
Negli
Stati Uniti, molti
hanno addirittura definito “socialista”(liberal Dem
Usa) e un “attacco
alla proprietà privata” la proposta che proviene
dall’associazione
(ripetiamo) delle mille più
potenti imprese capitalistiche del pianeta guidate da Klaus Schwab.
In
fondo non è tanto sorprendente: il piccolo imprenditore del Texas non sarà mai
invitato a Davos, mentre pittoresche ma innocue personalità che piacciono a
sinistra lo saranno.
Ma in
cosa consiste il “progetto del Grande Reset” di Klaus Schwab?
The
Great Reset non è un manuale che i potenti seguono; al contrario, è un testo
che racconta bene tante tendenze e aspirazioni che i potenti già stanno
implementando, in un linguaggio che li rende simpatici.
Chi si
occupa di pianificazione strategica aziendale è una persona intelligente per
definizione.
Sa
benissimo quindi che abbiamo raggiunto il picco un po’ di tutto.
Ma sa
anche che per giustificare il
proprio ragguardevole stipendio,
deve continuare lo stesso a far crescere l’azienda.
Questo
significa che si deve ingegnare come non mai sia a inventare fuffa, sia a
scovare nuovi campi da sfruttare.
Ne riparleremo,
perché il post è già troppo lungo così.
The
Great Reset è una frase geniale, potentissima.
Perché
con il 2020, ci rendiamo tutti conto che stiamo vivendo un’accelerazione
paurosa dei tempi, sospesi apocalitticamente tra collasso
ambientale, esplosione della
popolazione ,ciber-intrusione nel
più intimo dei nostri corpi.
The
Great Reset è lo slogan lanciato nel 2020 dal Forum Economico Mondiale (WEF) di
Klaus Schwab , un’organizzazione con 700 dipendenti a tempo pieno e finanziata
dalle aziende più ricche del pianeta,
dedicata a organizzare
la principale occasione mondiale in cui i politici che
contano possono vendere appalti agli
imprenditori che contano,
con un contorno
di intellettuali.
Gli
intellettuali in questione sono spesso venditori di fuffa, ma sono anche i tecnici
del dominio, come li chiamava il saggio Roberto Giammarco: persone
molto sveglie, che indicano ai potenti le strategie vincenti, e allo stesso
tempo cantano le lodi dei potenti alla plebe.
Insieme,
miliardari, politici e clerisy formano i
Global Policy-maker.
Oggi
nessuno è in grado di decidere le sorti del pianeta, ma solo loro
cavalcano la tigre
impazzita della grande trasformazione, senza finirne
divorati.
In questo contesto, il presidente del WEF, Klaus Schwab, ha scritto tre
libretti:
1)-The Fourth
Industrial Revolution
(2016),
2)-Shaping the
Fourth Industrial Revolution
(2018) e appunto, 3)-The Great Reset (2020).
In
questi tre testi, il cui contenuto è presumibilmente condiviso dai global
policymaker che lui riunisce, ci raccontala svolta planetaria che stiamo
vivendo.
Confesso
che provo un po’ di sollievo a sentire qualcuno che parla di questioni serie,
invece di limitarsi a fare retorica su storie di decenni fa.
Schwab
racconta cose abbastanza note, ma si esalta anche visibilmente: scrive
un’apologia da “ottimista
pragmatico
“, come si
autodefinisce, per il mondo che i policymaker stanno creando per noi.
Spesso
si esalta così tanto da prevedere come imminenti cose che invece richiederanno
qualche anno.
Ad
esempio, citando un documento del suo WEF del 2015, Klaus Schwab prevede per il
2025 (in
ordine decrescente di probabilità, con tanto di percentuali precise):
«10% delle
persone che indossano
abiti collegati a internet ;
91,290%
delle persone che hanno uno stoccaggio illimitato e gratuito (supportato dalla
pubblicità);
91,01 trilione di sensori collegati a Internet
;
89,2 Il
primo farmacista robotico negli Stati Uniti ;
86,510%
di occhiali da lettura connessi a internet 85,5;
80%
delle persone con presenza digitale su internet 84,4;
La
prima auto stampata in 3D in produzione 84,1;
Il
primo governo a sostituire il suo censimento con fonti di Big Data 82,9;
Il
primo cellulare impiantabile disponibile in commercio 81,7;
Il 5%
dei prodotti di consumo stampati in 3D 81,1;
Il 90%
della popolazione utilizza gli smartphone 80,7;
90%
della popolazione con accesso regolare a Internet 78,8;
Auto
senza conducente pari al 10% di tutte le auto sulle strade degli Stati Uniti
78,2;
Il
primo trapianto di un fegato stampato in 3D 76,4;
30%
delle verifiche aziendali effettuate da Al 75,4;
Tassa
riscossa per la prima volta da un governo attraverso una blockchain 73,1;
Oltre il
50% del traffico
internet verso le
case per elettrodomestici e
dispositivi 69,9;
Globalmente
più viaggi e viaggi attraverso il car sharing che in auto private 67,2;
La
prima città con più di 50.000 persone e senza semafori 63,7;
10% del
prodotto interno lordo
globale immagazzinato su tecnologia blockchain 57,9;
La
prima macchina di Intelligenza Artificiale in un consiglio di amministrazione
aziendale 80%».
Siamo
già nel 2021, ma prima di tirare un sospiro di sollievo,
rendiamoci
conto che Schwab ha ragione: l
a
direzione è quella ,verso l’Internet of Bio-Nano-things.
Il
brano di cui sopra, l’ho tradotto con DeepL: avrà ancora qualche difettuccio,
ma il sorpasso del virtuale sul vivente(in questo caso il sorpassato,
annientato, è Miguel Martinez, traduttore), se non avverrà nel 2025 come spera
Schwab, ci sarà poco dopo.
Colombo
ha reso disponibile al futuro capitalismo l’America;
Rockefeller
al capitalismo vero il petrolio;
la quarta
rivoluzione industriale di Klaus Schwab ha reso disponibile al Capitalismo Inclusivo il corpo
umano, finora esplorato in maniera assai
rozza solo da
schiavisti, magnaccia e venditori di uteri-in-affitto.
L’amica
Daniela Danna aveva già spiegato la faccenda, parlando di modo di produzione
informatica.
Questa
è la premessa del Grande Reset di Klaus Schwab , scritta prima che facessimo tutti
la conoscenza del Coronavirus.
Ma già
ci siamo dilungati troppo....
( KELEBEK BLOG Note:
Nel 1967,
l’Unione Sovietica introdusse
il reato di Disseminazione di
fabbricazioni note come
false, che diffamano il
sistema politico e
sociale sovietico: gli americani ci sono arrivati dopo con le
fake news, che effettivamente è termine più scorrevole.
La
legge sovietica contro le fake news fu accompagnata più dolcemente da una
raffica di diagnosi di schizofrenia a progresso lento. E qualcuno che per le
sue idee era disposto a farsi
rinchiudere in un
ospedale psichiatrico, invece
dimettere sull’equivalente sovietico di Twitter anni Settanta l’equivalente del
hashtag #AndraTuttoBene, poteva
davvero essere un po’ picchiato.
Segnalo
una bella analisi di Daniele Gullì sulle problematiche del discorso
“complottista”, che non
scade nella solita apologia di Bill Gates.
Nel
lontano 2013, il vicepresidente degli Stati Uniti si fece disabilitare le
connessioni del suo pacemaker, per paura che degli hacker gli ciber-spegnessero
il cuore.
Il
poeta romantico inglese
Coleridge inventò il termine clerisy, un calco sul tedesco Klerisei, per
indicarel a casta che in tempi meno religiosi svolge lo stesso ruolo sociale
dei preti di una volta,)
“Capitalismo
inclusivo“, purtroppo, non
l’abbiamo inventato noi. Ci ritorneremo, spero.
COS’E’ IL
GRANDE RESET EPERCHÉ
COMBATTERLO di Alessandro De
Giuli“
Nulla tornerà come
prima. Dimenticate il
mondo come lo
avete conosciuto”.
Questo dicono,
con toni apocalittici,
i sostenitori del “Grande Reset”, tra cui si annoverano i
potenti della Terra.
Essi
dichiarano senza pudore che la “grande pandemia” è l’evento shock che
attendevano per attuare dall’alto la loro distopia.
“IL
GRANDE RESET” è l’ultimo libro della “bocconiana redenta” Ilaria Bifarini, che in pochi giorni ha scalato le
vette come libro più venduto.
Sarà Ilaria
Bifarini, rispondendo alle
domande di Moreno Pasquinelli, a spiegarci in cosa
consiste il grande reset, come potrebbero cambiare la società, la politica e la
vita, e perché è necessario opporsi al “nuovo mondo”.
Il
pregio probabilmente maggiore di questo libro di Ilaria Bifarini (Phasar
Edizioni – Firenze) sta nel presentare, con un linguaggio semplice e ben
scritto, tutti i temi salienti che si affacciano al dibattito di questi mesi
segnati dalla crisi economica e
dal covid.
Il
sottotitolo traccia il percorso:
“dalla Pandemia
alla nuova normalità”
mentre l’incedere dei capitoli, sempre interessante, fornisce dati e informazioni
ma soprattutto i punti di vista forti della discussione che si sta sviluppando
tra le massime élite del mondo politico, economico, culturale e produttivo a
fronte della manifesta crisi del modello neo-liberista (ora lIberal Dem Usa) .
Sullo
sfondo della cronaca quotidiana modellata dal virus e delle risposte
estemporanee delle cancellerie internazionali, Ilaria Bifarini riannoda il
senso dei temi caldi degli ultimi anni:
la
disoccupazione tecnologica, le innovazioni produttive intraprese dalle grandi
corporation leader della ricerca più avanzata, la società sempre più divaricata
tra masse di impoveriti e multimiliardari, il
trans umanesimo (ovvero l’ibridazione tra uomo e macchina) di
origine californiana, la robotizzazione, la scomparsa di interi settori del
mondo del lavoro sostituiti da soluzioni fondate
sull’intelligenza artificiale, i limiti della globalizzazione e la
questione dello Stato, il problema ecologico, il 5G.
Ne
esce un quadro vivido del dibattito che col nome di “grande reset” sta
evidentemente interrogando il mondo occidentale.
Ad Ottobre, la rivista Time ha dedicato alla questione un suo intero numero e a Davos, la
riunione annuale dell’ Economic Word Forum di Klaus Schwab , riprogrammata a
inizio estate a causa del covid, verterà proprio sul great reset, il grande azzeramento e
la ripartenza dell’economia che
Klaus Schwab, fondatore
e direttore del Forum giudica indispensabile ed opportuna per superare
le difficoltà della fase storica.
In
questo contesto, ci racconta il libro, l’epidemia in corso si è presentata
immediatamente alle élite riformatrici come un’occasione imperdibile
per procedere ai
cambiamenti di ordine
istituzionale e politico necessari ad affrontare la crisi economica,
politica e militare
che l’occidente sta vivendo con affanno nei confronti di
russi e cinesi.
Ricorda,
questo discutere di riforme e cambiamenti da parte dei maggiori beneficiari
dell’ordine liberista (Liberal Dem Usa) imperante,
i dibattiti che, negli anni trenta e negli anni settanta del secolo scorso,
hanno attraversato l’occidente a fronte di altre crisi e di altri attori.
In
quei casi nacquero prima il keynesismo e lo stato sociale, protagonisti dei
trent’anni successivi alla II guerra mondiale e poi, con Thatcher e Reagan, il
neoliberismo(Liberal Dem Usa)
ora in crisi.
Gli attori
sono palesemente diversi: il comunismo sovietico non esiste più e sostanzialmente scomparsa
è la minaccia
proletaria protagonista
degli anni del
fordismo ma il
senso della discussione pare lo
stesso: di fronte ad una crisi che lo minaccia dalle fondamenta, il capitalismo
chiama a raccolta le proprie più fertili energie per riprogrammare un futuro
che rischia di vedere soccombere gli attuali ceti dominanti.
Alcuni temi
sono anche nominalmente
gli stessi (la disoccupazione tecnologica su tutti)
altri radicalmente nuovi ed originali (le implicazioni etiche e pratiche di un
sistema che viene progettato senza necessità di lavoro e lavoratori, o quello
delle possibilità di controllo e sorveglianza totale implicite nelle tecnologie
orientate ai big data).
Soprattutto
diverso è il contesto politico.
Nel
‘900 poteva apparire poco evidente la prospettiva concreta del cambiamento ma
erano chiarissimi gli agenti politici determinati a sviluppare il progetto. Oggi, dopo quarant’anni di
distruzione del senso della politica perseguito dall’ordine neoliberale
(liberal Dem Usa), il tema del cambiamento non offre forze e personaggi
politici di spessore in grado di perseguirlo.
La
stessa elezione del nuovo Presidente USA è avvenuta più sulla critica delle
caratteristiche umane e psicologiche di Trump che sulla base di un progetto
coerente di costruzione di un nuovo ordine.
Forse anche
per questo suo
carattere eminentemente a-politico, il grande reset si presenta ambiguo e bifronte,
mostrando tanto il
volto della distopia totalitaria, dell’autoritarismo
dello Stato controllore, della soverchiante
onnipotenza delle grandi aziende, della condanna alla disoccupazione a vita sia
quello irenico della società pacificata e opulenta dove il lavorare si
trasforma in un amabile dedicarsi al prossimo e all’ambiente naturale in una sorta
di comunismo dei beni in cui il salario è garantito a tutti i cittadini e la
minaccia ecologica è per sempre allontanata grazie all’utilizzo di nuove
tecnologie.
La
realtà e la storia ci diranno quali tendenze usciranno concretamente egemoni
e attive nel
piano di grande ristrutturazione globale, intanto
sembra bene cominciare a parlarne con cognizione di causa.
( Alessandro De Giuli, della Direzione
nazionale di Liberiamo l’Italia).
GEOPOLITICA
E “GRANDE RESET” di A.Vinco.
Abbiamo
precedentemente definito l’era globale apertasi con il 2020 la Rivoluzione
Mondiale Covid-19, conclusione storica del ciclo apertosi l’11 settembre 2001 e
segnato dal declino epocale dell’atlantismo uni lineare.
Klaus Schwab,
presidente del WEF,
teorico della Quarta Rivoluzione Industriale e del Grande
Reset, è l’ideocrate della tecnocrazia globalista della Silicon Valley:
l’obiettivo strategico, dissimulato, è quello di procrastinare l’avvento del
multipolarismo dispiegato, restaurando su tutta la linea, possibilmente senza
una nuova guerra mondiale, il dominio imperialista
della civilizzazione occidentale
della casta super elitaria “bianca”,
giudaico-cristiana e capitalista.
Baget Bozzo,
profondo teologo della
Sinistra cattolica e fervente
islamofobo, vedeva nella
superiorità tecnologica occidentale e
nella secolarizzazione il
segno metamorfico della antica
elezione della civilizzazione giudaico-cristiana.
Come stiamo
viceversa constatando, la
tecnologia, se ben guidata da uno Stato sociale
modernizzatore, sviluppista e comunitarista,
ha invece permesso
alle civilizzazioni che avevano
perso il treno
della rivoluzione industriale
di recuperare rapidamente i circa due secoli perduti.
La
cultura strumentale ha chiarito che il modello di civiltà occidentale
capitalista non è applicabile a Cina, Giappone, Russia, mondo islamico e
indiano.
Il
modo di produzione asiatico, con il
suo organicismo comunitario
non individualistico, non sarebbe affatto scomparso ma sopravvive in profondità.
Sotto
fondamentali aspetti, il
mondo sta diventando sempre più
moderno e meno occidentale.
Giudeo-cristianismo
e nichilismo transumanista.
Le
fonti religiose del pensiero di Schwab sono stranamente sottovalutate.
Artur Schneier,
rabbino ebreo americano
di origine mitteleuropea, è molto vicino a Klaus Schwab, secondo varie interpretazioni avrebbe
in parte ispirato
il messianismo utopistico del
Grande reset.
Alla
metà degli anni Duemila il “Rabbi Arthur Schneier
Program for International
Affairs” teorizzava un modello di globalismo tecnocratico, che poi Schwab
approfondirà in modo più dettagliato negli anni più recenti.
Klaus
Schwab è molto vicino ad Israele e alla causa del sionismo, nel 2004 con i
fondi dell’israeliana Dan David ha creato una fondazione per diffondere il
leaderismo e l’occidentalismo tra le nuove generazioni.
Sia Karl Schwab,
sia il rabbino
americano Schneier risolvono ideologicamente la Rivoluzione
Mondiale Covid 19 come un passo in avanti nell’accelerazione epocale verso la
civilizzazione globalista
tecnocratica e verso
l’annientamento di qualsivoglia
modello sociale di civilizzazione multilineare.
Al
tempo stesso, il WEF tecnocratico è apprezzato dall’attuale pontefice Francesco
per il suo ecumenismo radicalista.
Gli
ideocrati della Silicon Valley di Klaus Schwab ritengono che la Cina di Xi Jinping,
che dal 2018 ha inaugurato ufficialmente la “Nuova Era” del primato mondiale
han e della democrazia sociale globalizzata
di radice confuciana,
sia integrabile nella tecnocrazia feudale californiana e che,
a quel punto, la Russia, isolata su tutta la linea, sarebbe alle soglie della polverizzazione
e del frazionamento su base regionale.
Schwab si
è infatti personalmente
incontrato con Xi nell’aprile 2018;
Xi
Jinping tenne del resto un discorso molto apprezzato, nel gennaio 2017,
all’annuale Forum di Davos.
Ma il
neoconfucianesimo sociale e universalistico di Xi Jinping complotta realmente a
vantaggio di un disegno sociale e geopolitico così reazionario e
individualistico come quello di Klaus Schwab?
Il cristianesimo ortodosso russo, così distante dalla teologia giudaico-cristianista occidentale
e evangelica, basato sull’idea di
comunità spirituale (Sobornost), complotta anch’esso a vantaggio del Grande
reset di Klaus Schwab ?
E
l’Islam, in piena rinascita
mondiale, nonostante la
scarsa capitalizzazione politica
e geopolitica, rimarrà passivo di fronte a una simile prospettiva?
Tokio,
che sembra più orientata verso Pechino che verso la California, si inchinerà al
nuovo sviluppo ineguale teorizzato a Davos da Klaus Schwab ?
Proviamo
a vedere.
L’implosione dell’unipolarismo occidentale
ostacola la risistemazione
globale.
Il
presidente Vladimir Putin dichiarava nel settembre 2017 che chi avrebbe
sviluppato la più
avanzata IA (intelligenza artificiale) avrebbe guidato il
mondo.
Nella
storia economica, innovazioni e trasformazioni di modi di produzione avvengono in
periodi storici caratterizzati da conflitti militari o da vere e proprie guerre
mondiali.
Americanisti
e sovietici, nonostante la guerra
fredda, si intendevano
poiché condividevano la originaria
radice ideocratica-giudeo cristianista.
Oggi
il quadro mondiale è ben più complesso sul piano della sicurezza
internazionale: la Russia, con il suo cristianesimo ortodosso di stato,
diversamente dall’URSS è la prima barriera antagonista al giudeo cristianismo
nichilista e transumanista proponendo
il modello di
una ideocrazia contrapposta all’intero occidente.
La Rivoluzione
Mondiale dei nostri giorni, ovvero il declino delle
democrazie super capitaliste occidentali
e la fine
dell’unilateralismo americanista ,avanza
quindi in più forme contro il tentativo reazionario di risistemazione globale.
La produzione
su larga scala, che ha reso grandi i giganti dell’Asia, e il prudente
militarismo geopolitico dello stato profondo russo sono i massimi ostacoli
sulla via del Grande reset occidentale.
Una risistemazione occidentale a base
digitalizzazione di massa,
home working, concentrazione monopolistica di
nuova generazione, come
ha rilevato uno studio
di “Le Monde”
del novembre 2020,
non potrebbe seriamente
contrastare la rivoluzione geopolitica in atto.
Dall’11
settembre a oggi è fallito ogni tentativo strategico delle élite
occidentali
“giudaico-cristiane” di fermare l’offensiva dei
giganti asiatici confuciani,
della Russia greco-cristiana,
dell’Islam.
Huntington
definì l’evento dell’11 settembre la “rivincita di Dio” sul
nichilismo
“utopistico-democratico” giudeo cristianista.
Sempre
Vladimir Putin, nel giugno 2019,dichiarava al New York Times che l’imperialismo
occidentale fu globalista e liberoscambista sino a quando ciò era utile per le élite
politiche e economiche
americaniste, ma divenne immediatamente protezionista, già
con Obama I,
quando percepì che globalismo e liberoscambismo potevano giovare più alla
causa dei cosiddetti “Paesi emergenti” che a quella dell’unilateralismo occidentale.
Klaus
Schwab è molto elusivo e confuso sul vero e proprio punto chiave, rappresentato dalla realizzazione di
un governo digitale nell’era del cambiamento.
Non sa
dirci se gli effetti della sua quarta rivoluzione industriale e del tentativo
di grande risistemazione finiranno per
rendere, con la
tecnologia finanziaria e militare, con i nuovi metodi di produzione, i cittadini sempre
più indipendenti, dando
loro un nuovo strumento per far valere la loro
opinione o se strutture parallele all’autorità, semiclandestine e sovversive,
potranno diffondere ideologie antagoniste,
reclutare seguaci e coordinare iniziative contro i sistemi
governativi ufficiali.
Klaus Schwab
peraltro teorizza un nuovo tipo di guerra ibrida tra nuovi blocchi di
civilizzazione, concetto tra l’altro ripreso dalla nuova scuola militare russa, alla
luce del Grande reset, in netta controtendenza rispetto
al sogno irenistico messianico del governo digitale mondiale che
dovrebbe ispirare questa risistemazione planetaria.
Terzo
millennio:
comunitarismo
con inclusione sociale digitale o Northern California.
Alla
fine degli anni Novanta il militare cinese Qiao Liang, teorico della “guerra
senza limiti”, sosteneva che “ci sono reti sopra le nostre teste, trappole
sotto i nostri piedi. Non abbiamo alcuna possibilità di fuga”.
Era
l’inizio della guerra ibrida multilineare, crollata l’epoca di Yalta, che
bussava alle porte della grande storia e che oggi vediamo in atto su scala
planetaria con la stessa crisi pandemica.
La
filosofia realista e storicista
dello scienziato politico
Samuel Huntington, morto nel 2008, si prende perciò la sua grande rivincita
storica e teorica sull’utopismo messianico giudaico-cristiano.
L’utopismo
tecnocratico dei vari Schwab presta in effetti il fianco a facili critiche
laddove teorizza come essenziale pe ril
singolarismo
individualistico e neocapitalistico della risistemazione globale
“un vero e
proprio processo di civilizzazione globale”,
ecumenista e pacifista.
Nella teoria delle élite super capitaliste occidentali
ciò significa, in termini storici
concreti, una strategia
messianica e unilineare di
civiltà, volta a arrestare l’offensiva delle nuove potenze multipolari
restaurando il dominio globale della
casamatta
finanziaria dell’estremo Occidente e salvando il neocapitalismo finanziario,
un colabrodo catastrofico, mediante un neo-feudalesimo
digitale globale.
E’ un
progetto strategico evidentemente
reazionario, neocolonialistico e antistorico.
In realtà, però, come aveva ben previsto
Huntington, la civilizzazione confuciana cinese, quella shintoista nipponica,
quella cristiana ortodossa russa, quella dell’Hindutva e lo stesso Islam hanno
mostrato di poter benissimo usare la tecnologia, senza vendere l’anima allo scientismo imperialista
occidentale o alla
finanza angloamericana.
Informatici indiani e russi sono, come noto, tra
i migliori al mondo, la Cina ha mostrato di essere autonoma sul piano della
ricerca e della fabbricazione di nano-tecnologie, le
varie civilizzazioni islamiche, considerate “medievali” dagli
ideocrati miliardari della Silicon Valley, hanno rivelato di poter e saper
comunque rispondere colpo su colpo
ai terribili attacchi
delle élite imperialiste occidentali; il Giappone ha
sistemi sanitari e di cura di avanguardia mondiale.
Il politologo
statunitense aveva compreso
come l’identità comunitarista di
fondo di civilizzazioni e modelli sociali quali
quello cinese, russo,
indiano, islamico, giapponese avrebbero ben resistito anche alla
terribile onda d’urto della tecnocrazia globalista e individualistica della
civilizzazione occidentale “giudaico-cristiana” .
Prevale
perciò, nello spazio globale, la prassi della inclusione sociale digitale di natura
comunitaria sulla logica dello sviluppo ineguale della plutocrazia del WEF di
Klaus Schwab e della Silicon Valley.
Alla
fase rivoluzionaria mondiale Covid 19, più che i sogni irenici e
neo-imperialistici di Schwab, potrebbe con maggiore probabilità seguire
rapidamente la fase
della guerra di civiltà su larga scala.
Mosca,
Pechino, Tokio stessa, non si integrano né si integreranno nella civilizzazione
imperialista e transumanista del
Grande reset e
delle sinistre sub imperialiste
mondiali liberal Dem Usa.
Probabilmente,
lo stesso si può dire riguardo alla multiforme e più complessa civiltà
islamica.
Parliamo
di circa tre quarti dell’umanità. L’1 per cento del mondo di un quarto
dell’umanità come potrà imporre questo totalitarismo digitale neo-medievale?
Per affermare
un Grande reset
mondiale, ideocratico e individualista e al tempo stesso neo-feudale, non rimarrebbe perciò altra via
concreta che una nuova guerra imperialista di dimensioni globali, in barba a ogni ipotesi di
mutamento antropologico e di
a-conflittuale
interazionismo umano-macchinico.
(NOTE.Samuel P.
Huntington, La politica
nella società
postindustriale, in “Ordine
politico e guerra
di civiltà”, Bologna 20.)
IL GRANDE
RESET di IlariaBifarini.
Dalla
pandemia alla nuova normalità. Fresco di stampa il libro di Ilaria Bifarini “Nulla tornerà come prima”. Dimentichiamoci il mondo come lo avevamo
conosciuto prima di febbraio 2020.
Esagerazione?
Catastrofismo? No, è l’inizio di una nuova era.
La crisi
che stiamo vivendo
farà da catalizzatore
a cambiamenti necessari per accelerare la realizzazione di un disegno già
predisposto, che prevede
l’annientamento dell’attuale sistema socioeconomico.
È il
Grande Reset, il tema del prossimo Forum di Davos di Klaus Schwab , il consesso
annuale dove si riuniscono i grandi della terra per decidere su questioni che
riguardano la governance mondiale.
Un
piano preciso, ufficiale e ben documentato,
sul quale istituzioni
internazionali, filantropi,
organizzazioni non governative
e mega-aziende private collaborano
apertamente già da tempo.
Nelle
menti di chi progetta il nuovo mondo la dichiarata pandemia rappresenta
un’occasione troppo preziosa per essere sprecata: nulla
dovrà tornare come
prima. Le misure restrittive adottate
dai governi hanno
sdoganato definitivamente pratiche comportamentali funzionali alla nuova
normalità, dallo smart-working alla teledidattica.
Le nuove abitudini acquisite dalle popolazioni
durante la crisi del coronavirus
hanno apportato quell’impulso
alla digitalizzazione e all’automazione decisivo per implementare la
“Quarta Rivoluzione Industriale” di Klaus Schwab ,
che finora stentava
a realizzarsi.
Milioni
di imprese spariranno, molte avranno un futuro incerto. Altri nuovi mercati
verranno a crearsi, sulle ceneri dei vecchi che dovranno far posto alla
trasformazione.
Intanto, mentre
si procede alla
realizzazione del piano, presentato dai suoi fautori come
l’alba di un mondo migliore, più equo e sostenibile, ovunque si assiste a un ulteriore
aggravamento delle disuguaglianze e della concentrazione di ricchezza, con
un’impennata straordinaria dei
redditi dei miliardari e uno
scivolamento di milioni di cittadini nella fascia di povertà.
Una tendenza destinata ad aggravarsi, con la
distruzione di milioni di posti di lavoro e dell’economia di produzione,
destinata a dissolversi per far posto ad altri mercati, sempre più
digitalizzati e supportati dalle nuove intelligenze artificiali.
A
differenza delle rivoluzioni tecnologiche del passato, che inauguravano un
periodo di crescita e di creazione di nuovi lavori, oggi l’azione combinata
delle tecnologie informatiche e di quelle biologiche apre scenari inediti.
L’essere
umano, minacciato da un’intelligenza artificiale
sempre più performante e capace
di sostituirlo in attività un tempo impensabili -dalla medicina al giornalismo-
si troverà a farei conti con un senso di inutilità e inadeguatezza.
La crescente disoccupazione e
la distruzione dell’economia reale, frutto della gestione
della crisi del Covid, lasceranno una desertificazione industriale e
lavorativa, destinata a rimanere tale
secondo i progetti stessi del Grande Reset.
Riuscirà
questo piano nel suo compito di trasformare non solo l’economia e la società,
ma anche la natura stessa dell’esser eumano?
Una
sfida aperta, su cui fa luce questo mio ultimo lavoro.
(
Ilaria Bifarini).
L’INDIA NAZIONALISTA
CONTROIL GRANDE RESET
di A. Vinco.
lavoro.*
Fonte: Ilaria BifariniL’INDIA
NAZIONALISTA CONTROIL GRANDE
RESET di A. VincoL’India nazionalista contro il Grande Reset occidentale
(Ladottrina Jaishankar)Subrahmanyam Jaishankar, ministro degli esteri indiano,
figliodi un accademico
specializzato sul pensiero
strategiconell’Indo-Pacifico, è stato ambasciatore in Cina dal 2009
al2013 e poi negli Usa sino al 2015, dopo una lunga carrieradiplomatica che
ha veduto la
sua permanenza in
Russia,Giappone, Corea del Sud, Europa. Nel libro da poco pubblicato,
“The
India Way: strategies for an Uncertain World” (settembre2020), una
via per l’India,
vi sono tre
fondamentaliorientamenti strategici che proviamo a mettere sotto la
lentedi ingrandimento. Infine azzardiamo una lieve disamina dellimite
strategico di Jaishankar.L’Asia al centro: la bilancia di potenzaJaishankar è
un fine geopolitico, il suo maestro pare essereKarl Hashofer, grande mentore
del gerarca nazista Rudolf Hess.A
differenza della frazione
nazista neo-prussiana erussofobica, affermatasi dal giugno del 1941,
Haushofer – comeSchmitt – teorizzava
l’alleanza continentale eurasiaticacontro la talassocrazia
capitalistica angloamericana. Si
starealizzando un mondo
più multipolare, con
un maggioredispiegamento della
potenza e con
un raffreddamento delvecchio
concetto di alleanza
strategica. Maggiormultipolarismo
e minor multilateralismo: sarà la bilancia dipotenza, militaristica e
geopolitica, il principio operativodella
nuova civiltà multipolare,
non la retorica
dellasicurezza collettiva né
il consenso pseudodemocratico deipopoli. Jaishankar ha scritto questo
saggio contemporaneamenteall’affacciarsi
sulla scena mondiale
della Rivoluzionemondiale Covid-19;
risponde indirettamente a
quanti, comeSchwab, fondatore
e presidente del
WEF, teorizzano ilprincipio del Grande Reset e del governo
globalista elitistadella quarta rivoluzione industriale. Jaishankar, che resta
discuola prussiana, nota che l’ascesa della Cina Socialista sulpiano della
bilancia globale è un vero e proprio assalto alpotere mondiale
del capitalismo digitale
e dell’elitismo.“L’ascesa di una
nuova superpotenza è per sua natura un eventodistruttivo per qualsiasi ordine
mondiale”, scrive il ministrodegli
esteri indiano. La
Cina Socialista, a
differenzadell’Urss, è ben più difficile da far corrispondere con
unordine mondiale a guida occidentale e secondo il Nostro ilconflitto è di
civiltà (Asia gialla contro occidente razzistabianco) oltre che ideocratico
(socialismo nazionale asiatico
contro
capitalismo digitale). Nella relazione tra Usa e Cinadegli ultimi venti anni,
“gli Usa hanno guerreggiato senzavincere, la Cina ha vinto senza combattere”.
Washington, lapotenza egemone, avrebbe
dovuto negoziare con la potenzaascendente circa 10 anni fa, ora è per
Jaishankar troppotardi, la centralità geopolitica e geoeconomica è di
nuovorientrata in Asia dopo secoli, dall’inizio della Rivoluzioneindustriale.
L’euroccidente è ormai periferia globale, l’Asiaè di nuovo al centro. Senza la
forza lavoro asiatica, laSilicon Valley sparirebbe. Fallì il progetto
panasiatico delGiappone militarista e fascista verso tale direzione, è
andatoinvece in porto quello della Cina Socialista laburista.Antagonismo tra
globalizzazione e sovranismoJaishakankar
parla di “una
drammatica rinascita delnazionalismo”. E’ significativo, però, che
il Nostro inquadranella categoria di “nazionalismo” l’India di Modi, la
CinaSocialista confuciana e il Giappone shintoista, che starebberodalla stessa
parte del tavolo. Drammatica, in quanto
provocail risentimento xenofobo
del populismo patrimonialeoccidentale. In questo ambito,
“nazionalismo” non significaciò che in
Occidente si definisce
“sovranismo”; anzi,“sovranismo” è
nella visione del geopolitico di Nuova Delhi laretroguardia della
storia, il tentativo
strategico diarrestare il
mutamento della gerarchia della bilancia mondialedi potenza. Il “sovranismo”
occidentale è perciò la reazionedell’Occidente privilegiato a tale riequilibrio
strategico dipotenza. Le stesse sinistre progressiste occidentali note perla
loro politica di potenza militaristica rappresentano per ilNostro una reazione
globalista anti-asiatica e razzista. Ilglobalismo elitista del Grande Reset è
dunque nemico delMultipolarismo come e forse più del sovranismo
populista.Contro la logica della privatizzazione ultraliberista e
dellemultinazionali, contro la
globalizzazione
transumanisticadella Silicon Valley, Jaishankar, ascoltato consigliere
diModi, teorizza dunque la versione domestica dei nipponici
grandi colossi
di Stato (zaibatsu)
e il nazionalismoantimperialista, antieurocentrico e
antioccidentale. Questosul piano
strategico, vediamo riguardo al decisivo momentotattico cosa ci dice.La tattica
indiana: il Grande Riequilibrio contro il GrandeResetJaishankar non prevede
comunque una crisi definitiva dellaglobalizzazione, ma
prevede un conflitto
continuo trasovranisti e
globalisti senza che
prevarrà in definitivanessuno dei due schieramenti. Il
geopolitico considera l’Indo-Pacifico il nuovo centro del mondo: nel 2017
Donald Trumpribattezzò l’Us Pacific
Command Indo-Pacific Command,Jaishankar scrive che i puristi e i
geopolitici attribuisconola formula a Karl Haushofer, stratega tedesco degli
anniTrenta, formula perciò
estranea alla scuola
geopoliticaangloamericana.
Indo-Pacifico non è
solo un concettostrategico, ma una direzione
millenaria culturale e economica.La tattica indiana si fonderà sull’abbandono
del dogma del“non allineamento” a
vantaggio del “multi-allineamento”,nonostante ciò il Nostro
sembra propendere per un allineamentofluido con Tehran – coinvolto nel progetto
del porto diChabahar che ha subito messo in allerta Washington -, Mosca eTokio.
Le priorità, per Nuova Delhi, sono creare un’Asiastabile, poiché sarà “l’Asia
multipolare a guidare il mondofuturo
multipolare” e attrarre
capitali e tecnologieinternazionali in
India, come è
avvenuto con lamodernizzazione cinese
negli ultimi decenni.
L’Asia delloStato politico e
tecnologico sovrano lancia così la sfida, inepoca Covid-19, al Grande Reset del
globalismo progressistadelle
sinistre gender occidentali
e al sovranismopatrimoniale. Non bastando la Cina,
anche Giappone e Indiasembrano voler uscire dal perimetro di sicurezza
occidentale.I tre limiti nella visione di Jaishankar Egli
non vede nel
suo effettivo peso
la potenza1.
geopolitica
panrussa: il presidente VVP, guida mondialedella guerra al terrorismo e alleato
del presidentebaathista siriano Bashar Al Asad, ha messo poco tempo
faall’angolo i globalisti elitisti che volevano ridurre laRussia a piccola
potenza regionale. Ora è di certodeterminato a affrontare i sionisti
Biden/Harris chevorrebbero scatenare una
nuova guerra ibrida
controMosca.Egli sembra non vedere affatto, in questo nuovo
ordine2.multipolare, l’offensiva islamica. Per ora, il leonedell’Islam è il
presidente turco Erdogan, ma non vaescluso un nuovo protagonismo
iraniano.Jaishankar si è affrettato, in questi giorni, a fare una3.serie di
retweet di messaggi adulatori di Modi verso laSionista indoamericana
Harris. In alcuni
punti, ilministro degli esteri
indiano, come visto, dà per cosafatta l’ascesa cinese al primato mondiale, in
altri cidice che la
contesa sino-americana “sarà
lunga eduratura”. Questo si
giustifica di certo alla luce dellasua
concezione tattica e
flessibile
del“multiallineamento”, ma Jaishankar
non dovrebbedimenticare che
l’India potrebbe in queste condizioni –con il Giappone sempre più orientato
verso una paritàstrategica antioccidentale con Pechino (1) – diventarezona sotto
assedio permanente di
un nuovo frontepanasiatico guidato da Xi Jinping. La
controversia sino-indiana sul Kashmir degli ultimi mesi dovrebbe allertareNuova
Dehli e il ministro degli esteri Jaishankar. Ilmultiallineamento di Nuova Dehli
dovrebbe tornare a unareciprocità tattica con Pechino (2), senza abboccarealla
pericolosa via che la Sionista Harris tenterà diaprire nelle
relazioni indoamericane. L’asse
NuovaDehli-Casa Bianca- Tel Aviv che la Harris – nuova stardel Giudaismo
Mondiale (3) -vorrebbe imporre al ministrodegli esteri Jaishankar potrebbe
essere la tomba di ogniafflato di risorgimento sovrano
indiano,antiamericanista e antioccidentale.
(japantimes.co.jp/news/2020/09/26/national/yoshihide-suga-xi-jinping-japan-china-talks-2/;japantimes.co.jp/news/2020/09/20/national/politics-diplomacy/china-japan-taiwan-tsai-ing-wen-yoshihide-suga/;
thediplomat.com/2019/01/the-art-of-the-balance-japan-china-and-the-united-states/https://thediplomat.com/2019/06/modi-2-0-and-indias-complex-relationship-with-china/https://timesofisrael.com/douglas-emhoff-kamala-harris-husband-is-the-democrats-newest-jewish-star/;forward.com/schmooze/458082/biden-harris-emhoff-win-milestone-for-interfaith-jews-families/).
CONTRO IL GRANDE
RESET
di
Moreno Pasquinelli.
Per
salute non si deve intendere soltanto la conservazione della vita, a qualunque
condizione; ma una vita per quanto possibile felice». (Thomas Hobbes).
L’idea
di fondo di chi scrive è questa: il turbo capitalismo neoliberista, anzitutto
occidentale, è entrato da tempo in una crisi mortale, tuttavia, come ogni
organismo storico -sociale ,esso vuole sopravvivere ad ogni costo.
Potrà
riuscirci solo se sarà in grado di auto- trasformasi. Così
è accaduto in ogni grande crisi sistemica, anche quella degli anni ’70 del
secolo scorso, che partorì appunto il mostro neoliberista (Liberal Dem Usa).
Malgrado
il Covid non sia nemmeno lontanamente paragonabile alla peste che decimò la
popolazione europea nel XIV secolo, il XXI potrebbe assomigliare proprio a
quello che segnò il passaggio epocale dal Medioevo alla modernità.
L’avanguardia
politica dei globalisti ne sembra convinta ed ha chiaro in testa dove condurre
l’umanità. Essa sa che un simile passaggio non sarà indolore, che dovrà
spazzare via resistenze tenaci, che ci saranno
profonde turbolenze sociali...
cadranno teste, crolleranno
regimi, spariranno nazioni, modi di vita saranno sconvolti.
Affinché
simili “distruzioni creative”
possano produrre gli effetti desiderati, chi le pilota ha bisogno di eventi sconvolgenti,
tali da scioccare
le masse e da convincerle della
ineluttabile necessità del
mutamento radicale che questa avanguardia politica ha in mente.
La cosiddetta “pandemia”
ha consegnato a
questa avanguardia politica un’occasione
d’oro per attuare quello che chiama “Il Grande Reset”di Klaus Schwab (ovvero reimpostare il sistema capitalistico
nel caos per ricostruirlo).
Scioccare
le masse è solo la prima fase, dopo il coma farmacologico narcotizzante, esse
andranno risvegliate per essere quindi mobilitate e intruppate.
La cupola
di Klaus Schwab , nel tentativo di indirizzare gli eventi, sfodera la sua
“nuova” visione del futuro, offre alle larghe masse un’ideologia seducente,
così da giustificare
le pene dell’inferno che stanno
subendo e dovranno subire.
Ecco
dunque che il bio-potere (il sovrano che mentre dice di conservare la vita proprio
per questo pretende
il rispetto dei
suoi definitivi dispositivi disciplinari), brandito
il fantasma della “morte nera”,
esibisce la sua abbagliante e super-progressista promessa: in virtù dei
miracoli della scienza, delle diavolerie digitali e della farmacologia, il
futuro prossimo sarà un paradiso post-umano tecnicamente perfetto.
Dopo
lo shock la narcotizzazione ad opera di Klaus Schwab.
Chi
non si oppone a questa narrazione dietro alla quale il bio-potere si maschera e nasconde
le sue SINDEMIA
O PANDEMIA?
pretese
totalitarie, è complice.
Il
mondo scientifico è tutt’altro che unanime sull’origine del virus.
Non è
affatto certo, né il cosiddetto “spillover” (il salto da animale a uomo), né
che il passaggio sia avvenuto a Wuhan o nella provincia dello Hubei.
L’autorevole ricerca compiuta dall’Istituto dei tumori di Milano e dall’Università
di Siena, analizzando i campioni di 959 persone asintomatiche che avevano
partecipato agli screening per il tumore al polmone tra settembre 2019 e marzo
2020, ha ad esempio accertato che l’11,6% di queste persone aveva gli anticorpi
al coronavirus, di cui il 14% già a settembre.
Il
virus aveva quindi iniziato a diffondersi in Italia già dall’estate 2019.
Le autorità
politico-sanitarie, per giustificare
le loro misure sproporzionate e
liberticide e lo stato d’emergenza a singhiozzo, hanno costruito una vera e
propria campagna di terrore fondata sull’idea che saremmo in presenza del
rischio di uno sterminio di massa.
Per
confermarlo esse usano il criterio aleatorio del tasso di letalità di una
pandemia (rapporto tra le persone decedute a causa della malattia col totale
dei malati).
In verità è il tasso di mortalità (rapporto tra deceduti e popolazione)
il parametro decisivo, anche perché permette un confronto tra l’epidemia
attuale e quelle precedenti.
Solo
negli ultimi cento anni ne ha subite almeno tre:
quella
devastante è stata la spagnola (H1N1) nel1918-19, neanche
paragonabili la “asiatica”
(H2N2) nel1957-58, la “Hong Kong”
(H3N2) nel 1968-69.
Ebbene,
il tasso di mortalità del Covid su scala planetaria si attesta ad oggi allo
0,016, quello dell’Asiatica dello 0,068, quello della Spagnola del 3,3%.
Da sempre l’umanità ha dovuto far fronte a pandemie
influenzali.
Prendendo
per buoni i dati dell’ OMS(metà novembre 2020) sarebbero decedute nel mondo,
“causa-Covid”, 1.338.769 persone, il doppio di quelle morte per problemi
respiratori legati ai virus influenzali negli anni scorsi.
Numeri
ufficiali che mentre smentiscono coloro che negano la pericolosità di questa sindemia, quando non la sua stessa esistenza,
a maggior
ragione destituiscono di ogni ondamento
l’isterica drammatizzata in atto. Non è finita qui.
C’erano state già nella primavera scorsa
polemiche sulla classificazione
sbrigativa dei decessi.
Virologi di fama, immediatamente silenziati, avevano fatto
notare che mentre nelle altre pandemie influenzali le statistiche abbiano
sempre considerato le “morti indirette per complicanze polmonari o cardiovascolari”,
col Covid questa tassonomia sia scomparsa.
Oggi
non c’è più alcun dubbio che la classificazione usata in primavera sia
stata deliberatamente ingannevole:
“Abbiamo
sbagliato a contare i decessi, anche chi aveva un infarto con un tampone
positivo lo abbiamo registrato come morto per Covid”.
Tuttavia
considerare il Covid-19 (Sars-CoV-2) una pandemia, se è tecnicamente
giusto, è essenzialmente sbagliato.
Come attestato
da autorevoli scienziati, si tratta piuttosto di una “sindemia”:
la sindrome respiratoria
causata dal Covid interagisce con
malattie non trasmissibili quali
diabete, cancro, patologie cardiovascolari, malattie
respiratorie croniche.
Le
sindemie sono cioè caratterizzate da interazioni biologiche e sociali che
aumentano la suscettibilità di una persona a peggiorare il proprio stato di
salute.
L’economia liberista ha creato un habitat
propizio alla letalità dei virus influenzali, causando in tal modo la crescita
di queste malattie croniche di
massa.
Affrontare
il virus dunque significa affrontare
anche ipertensione, obesità,
diabete ,malattie cardiovascolari o respiratorie croniche e cancro.
Ciò spiega
la ragione del fallimento delle risposte adottate dai sistemi politico-sanitari
nel contenere la curva di contagio.Se si vogliono evitare nuove “tempeste sanitarie
perfette” va ripensato il concetto di salute pubblica e seppellito il modello
economico-sociale neoliberista.
A
conferma del carattere sindemico della malattia parlano i numeri: la stragrande
maggioranza dei decessi, ha infatti riguardato soggetti con patologie croniche, per di
più tra i 70 e i 90 anni d’età.
La
conferma che si tratta di una sindemia viene da un altro dato: più ancora che
le differenze biomediche sono state infatti le differenze sociali e di classe a
determinare l’alto numero di decessi.
Sociologi
e scienziati hanno parlato
infatti di “pandemia
della diseguaglianza”, dato che
la stragrande maggioranza
dei colpiti risulta collocato nelle zone più basse e indifese della
scala sociale. E’ quindi l’economia neoliberista, in quanto porta
alle estreme conseguenze
la pulsione capitalistica alla
crescita illimitata ad
ogni costo, la malattia fondamentale,
quella che ha
creato la “tempesta perfetta”, il combinato disposto
tra il virus e sistemi sanitari aziendalizzati.
UN DISASTRO
ANNUNCIATO.
Le autorità
politico-sanitarie, a partire
dall’OMS, per giustificare il
ricorso alla medievale quarantena utilizzano come criterio il tasso di letalità.
Esso
dipende dal metodo con cui si decide di considerare e rilevare le persone considerate “malate”
o “contagiate”.
In
Italia e altrove questa modalità da risultati fallaci
poiché si basa sulla diagnostica basata sullo screening a tappeto tramite
tamponinaso-faringei (RT-CPR) per rilevare la “positività al virus”.
La comunità
scientifica è divisa sulla affidabilità di questa metodologia (come del resto
non è unanime sull’affidabilità delle mascherine come strumento anti-contagio).
Essa si basa sulla individuazione, nelle
secrezioni respiratorie del paziente, non del Covid19 (il cui genoma RNA non è ancora stato
effettivamente isolato), ma geni virali di diverso tipo(nel caso del tampone
molecolare) o generiche proteine virali(nel tampone antigenico). Il risultato di questo tamponificio è che
anche i soggetti
asintomatici, paucisintomatici, compresi
quelli con sintomi lievi sono, a torto considerati “malati contagiosi”.
Al contrario,
l’epidemiologia ha acquisito
da tempo il principio secondo cui la possibilità o
meno di trasmettere il virus dipende dalla intensità della carica virale — che
può variare da soggetto a soggetto e più è bassa più scende la probabilità di
contagiosità.
Le autorità,
interessate ad alimentare il
“terrorismo sanitario”, nella seconda come nella prima “ondata”, spaventano i
cittadini sparando alzo zero i numeri crescenti dei “contagiati”, ed evitando
di segnalare che la grandissima parte guarisce.
E’ il
Ministero della sanità a confermarci (dato del 16 novembre 2020) che il 95%dei
“contagiati” si cura a casa ed è asintomatico, che solo il 4,5% è ospedalizzato
e che lo 0,5% è in terapia intensiva.
Numeri
che quindi smentiscono l’isterico allarmismo voluto dal bio-potere potentemente
alimentato dal circo mediatico ad esso asservito.
Prestigiosi
studi avevano subito messo in guardia le autorità politico-sanitarie sostenendo
che il lockdown
non sarebbe servito a fermare il
diffondersi del virus.
Quanto
accaduto in Italia ha confermato il clamoroso fallimento della quarantena estesa
a tutti ed a tutto il Paese — arresti domiciliari di massa, “distanziamento sociale”
con la resa illegale della vita
associata, devastante blocco
dell’attività economica, serrata
delle scuole con la sciagurata “didattica a distanza” che la stessa OMS ha condannato.
Non
solo abbiamo avuto migliaia di decessi
di anziani già malati (molti ammassati nelle RSA) che potevano essere evitati
con una strategia di protezione più accorta;
come una bomba
ad orologeria è sopraggiunta la
cosiddetta “seconda ondata”.
Non occorre andare molto lontano per verificare
che forme di contrasto non basate
sulla quarantena totale
hanno ottenuto migliori risultati: in Svizzera il tasso di
mortalità si attesta allo 0,04%, in Svezia allo 0,06%, in Germania (13.362
decessi)addirittura alla 0,01%, mentre in Italia (47.870 decessi) è allo 0,08%,
al netto dei decimali più di cinque volte tanto.
Come
mostra anche l’esempio delle elezioni americane, ogni tentativo di
opporsi a questa
artificiale ondata di irrazionalismo, è stato vano. Chiunque si opponga a questa narrazione
è stato ingiuriato e additato al pubblico ludibrio come “negazionista”.
Stessa sorte
è toccata anche
ad autorevoli scienziati controcorrente, scherniti e derisi come “pazzi”.
Sui
protocolli adottati nella primavera scorsa per guarire i malati in
rianimazione, restano inquietanti
interrogativi.
Secondo
una parte della comunità medica, i metodi usati nelle terapie intensive si
sarebbero rivelati addirittura letali.
Si fa riferimento, in particolare, all’errore
di ricorrere alla ventilazione
polmonare forzata nei
casi di ricoveri
per tromboembolia ed infine a quello di non ricorrere all’uso di antinfiammatori e
di antibiotici, che
poi si riveleranno invece fondamentali.
Inquietante è stata infine la decisione dell’Agenzia
del farmaco di vietare, con tanto di minaccia verso i medici che l’avessero
invece prescritta, l’uso della idrossiclorochina, che
invece si è
dimostrata sicura ed efficace nelle prime fasi della malattia.
Uno
dei tanti casi, in smaccata violazione
del giuramento di
Ippocrate, di dittatura sanitaria
da parte di corporazioni colluse con la grande
industria farmaceutica globale.
L’accanimento diagnostico ovvero la caccia compulsiva del “malato” tra
la popolazione non solo
non ha precedenti
nella storia dell’epidemiologia
sanitaria occidentale, è una delle cause del tracollo del sistema sanitario
pubblico, già falcidiato da decenni
di tagli lineari.
La ricerca massiccia
tra la popolazione sana, con
milioni di test per il tracciamento dei positivi, oltre ad essere incompatibile
con la natura e gli scopi del servizio
sanitario, ha causato
guasti senza precedenti: blocco
dei servizi diagnostici,
cura e riabilitazione, aumento
dei malati di cancro (“ci troviamo nel mezzo di una vera e propria emergenza
oncologica”) e patologie cardiovascolari.
A questo vanno aggiunti quelli che a torto sono
considerati danni collaterali secondari:
la dittatura sanitaria, la distruzione della vita
associata, la campagna di isterico terrorismo, secondo psicologi e psichiatri,
sta già causando un aumento
enorme dei più
disparati disturbi psichici: ansia,
depressione, disturbi della
personalità, schizofrenia.
La
conferma l’abbiamo dall’aumento dell’abuso e della dipendenza da psicofarmaci.
Di
converso e com’era prevedibile, lo sfascio della sanità pubblica ha
causato una veloce
espansione della sanità privata: chi ha soldi può ricorrere a
cure efficaci, chi non ce li ha finisce nel vortice in fondo al quale può
esservi la morte.
Malgrado
molti governi occidentali si fossero dotati di piani contenenti non solo misure
ex post, ma specifiche misure terapeutiche ex ante per contrastare il rischio
di pandemie, abbiamo assistito ad un clamoroso fallimento.
Più
marcato esso è stato nei paesi che hanno perseguito politiche neo-liberiste di
tagli e privatizzazioni, meno devastante in quelli dove tali politiche sono
state più sfumate.
L’Italia
è uno di quei paesi in cui la distruzione del sistema sanitario è andata più avanti.
Tagli ai fondi, tagli al personale, tagli ai posti letto, tagli
alle apparecchiature, tagli
ai servizi di sanificazione e igienizzazione. L’emergenza
sanitaria, causata dall’allarmismo isterico, mentre ha mandato in tilt ospedali
e centri sanitari, ha
mostrato la totale
disfatta della “riforma” del
sistema fondato sul
binomio micidiale aziendalizzazione/regionalizzazione.
E’ quindi
sulle spalle dei governi
neoliberisti che si sono succeduti negli ultimi decenni, prima ancora che su
quelle del virus, che ricade la principale causa dei lutti che hanno afflitto
tante famiglie italiane.
PANDECONOMIA.
Non è
dato sapere se la profezia di Bill Gates del 2015,quella per cui era in arrivo
una pandemia che avrebbe fatto 10milioni di morti, sia stata un’uscita
estemporanea o invece la dimostrazione che certe élite globaliste avevano in
mente un piano per provocare e utilizzare uno shock globale.
Resta
che malgrado la relativa pericolosità del virus, l’avanguardia mondialista ha
deliberatamente agito per
farne l’evento traumatizzante per
aprire la via e giustificare il Grande Reset di Klaus Schwab .
Come a
comando le autorità politico-sanitarie e la grande armata mediatica (comandata
da Klaus Schwab) hanno quindi suonato all’unisono lo stesso spartito,
utilizzando la pandemia
per generare il contagio davvero devastante, il sentimento di panico e di paura e, sulla
falsa riga di T.I.N.A., a far diventare senso comune che non c’è alternativa e
l’apocalittica idea “nulla ormai sarà come prima”.
Gli effetti
nefasti della gestione
della sindemia sono molteplici, primo tra tutti un collasso
generalizzato della produzione, degli scambi e dei consumi. Collasso che non a caso
è stato più profondo in quei paesi come il nostro che hanno scelto la via della
quarantena totale (il Pil italiano ha subito in pochi mesi il più grande crollo
della storia:-10%).
Un
crollo destinato a produrre effetti sconvolgenti e duraturi. Nessuno oramai
crede più alla favola della “ripresaa V”.
Tra
questi effetti il fallimento in massa di piccole e media aziende; la rovina per
centinaia di migliaia di esercizi commerciali e attività artigianali;
l’annientamento di interi settori e distretti
economici, fallimenti bancari
causa crediti deteriorati, la
caduta delle entrate
fiscali.
Le conseguenze
sociali saranno drammatiche:
un aumento esponenziale della
disoccupazione, la volatilizzazione dei risparmi, lo sfascio del tessuto sociale,
il pauperismo di massa.
Alla forte
diminuzione della ricchezza
prodotta corrisponderà
un’ancora sua più
diseguale distribuzione.
Avremo
un’ulteriore concentrazione di capitale a favore dei colossi economici
e finanziari mondiali,
siano essi conglomerati bancari
o speculativi, i
quali andranno all’incasso
depauperando i paesi con forti debiti pubblici e privati.
Entrata
fortemente indebolita in questa grande crisi a causa dell’appartenenza all’Unione
europea e alla
zona euro, Italia rischia
di lasciarci le
penne.
Il
processo di saccheggio dei suoi
capitali e dei suoi cespiti si accentuerà col
rischio di essere
fagogitato, addirittura di
essere sottoposto ad un regime umiliante di protettorato sotto il
controllo dei tirapiedi di Klaus Schwab .
Se questo poco importa all’élite del grande
capitalismo italiota, i politici pronti a fare i Quisling occupano tutte le
postazioni istituzionali apicali.
Per
i colossi globalizzati
della finanza e dell’industria il nostro Paese è solamente una minuscola
porzione del mercato mondiale, tanto più che per essi gli stati nazionali sono
diventati ostacoli sulla loro strada, quindi ovunque possibile si dovrà
rimuoverli o, come minimo, sottoporre ad uno stato di sudditanza .
Fatte
le pentole il diavolo vi sarà anche questa volta.
Dimenticato
di fare i coperchi?
La
grave crisi sociale e politica accentuata dalle politiche anti-Covid farà
saltare i coperchi anche ove se ne fosse ricordato.
Non è
dato sapere quando e dove ma sappiamo il come: le per ora molteplici
minoritarie manifestazioni di
disobbedienza civile sono destinate a diventare ondate di
agitazioni popolari, vere e proprie sollevazioni generali. Contro politiche
anti-popolari globali le rivolte
non potranno che
essere nazionali e popolari. I dominanti lo sanno bene e si
stanno attrezzando alla bisogna. Col pretesto della
pandemia essi stanno stringendo definitivamente la
garrota al collo
della democrazia, collaudando quasi dappertutto, come non era mai avvenuto
dalla fine della seconda guerra mondiale, meccanismi e dispositivi di
silenziamento del dissenso e di repressione preventiva del conflitto politico e
sociale.
In Italia questo attacco ha fatto passi da
gigante. Un governo scalcagnato, nato solo grazie al sostegno dell’eurocrazia e
dei poteri forti, con la modalità di ordinanze e decreti del Presidente del
Consiglio di dubbia costituzionalità ha sottoposto il Paese ad un inedito e
anticostituzionale Stato d’Emergenza a singhiozzo che ha di fatto soppresso
numerosi ed essenziali diritti sociali e di libertà.
Lo ha fatto in nome del rispetto dell’Art. 32
della Costituzione e della tutela del diritto alla salute. Sorvolando
sull’implicito e meschino concetto di salute, verificato che apprendisti
stregoni hanno miseramente fallito, va ricordato loro che il 32 è preceduto da
una serie di articoli che sanciscono il diritto al lavoro, alla libertà di
pensiero, di manifestazione, a quella di circolazione.
Proprio
per evitare questa sorte essi vanno blindando i fortilizi nei quali sono
asserragliati e ostentano la loro vile sudditanza al grande capitalismo
predatorio. Non solo non danno segni di
resipiscenza, difendono tutte
le misure scellerate che hanno
spinto il Paese nel baratro, senza nascondere che esse si inquadrano, appunto,
nell’ottica del“Grande Reset di Klaus
Schwab invocato dall’avanguardia globalista.
Non nascondono che puntano a vaccinazioni di
massa, con tanto di passaporto sanitario obbligatorio attraverso chip
impiantati nel corpo; alla
digitalizzazione dispiegata della
vita sociale; a rendere permanenti i dispositivi orwelliani di psico-polizia;
allo smantellamento dei settori economici che non possono reggere la
competizione globale; a consegnare ulteriori quote di sovranità nazionale
all’eurocrazia. Non fanno mistero quindi di credere in un futuro distopico e disumano
in cui la maggioranza dei cittadini, trasformati in nuovi schiavi, ricevuto in
cambio dell’ubbidienza un umiliante “reddito universale”, dovranno accettare
come sovrana un’élite oligarchica trans-nazionale, una politica che lascerà il
posto a “task force” di ragionieri e in cui il ruolo-guida spetterà alla
tecno-scienza.
Contro
queste forze diaboliche non resta che costruire un grande e
trasversale fronte popolare
patriottico d’opposizione.
Gli
ascari di Klaus Schwab che hanno ridotto
in brandelli la Costituzione, che stanno
distruggendo l’Italia, saranno equiparati a malfattori e per questo
sconteranno la pena che meritano.
PUTIN:
L’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE È FINITA.
Comedonchisciotte.org
- Megas Alexandros -( 18 Marzo 2022 )- ci dice :
"Ormai
tutto il mondo sa, che le riserve finanziarie possono essere semplicemente
rubate" - E' questa la frase più significativa che il Presidente della Russia
pronuncia nel suo ultimo discorso, disinnescando così la speculazione sui
debiti pubblici, strumento di controllo ideato dalla finanza per sottomettere
interi Paesi.
Invito
tutti voi a perdere mezz’ora del vostro prezioso tempo per ascoltare le parole
del Presidente russo Vladimir Putin , che al di là delle giuste condanne per le
immani sofferenze che una guerra comporta, sono piene di verità assolute.
Sulle
parole di Putin ci sarebbe da scrivere un libro, spaziando dalle verità
storiche, passando per le ragioni geopolitiche, fino ad arrivare a quelle in
materia di economia. Bene, è su quest’ultime che vorrei concentrarmi – proprio
perché hanno la portata storica di mettere fine ad un’era, che verrà riletta e
ricordata sui libri di storia, come una delle peggiori vissute dall’umanità: mi riferisco alla globalizzazione
ed a tutte quelle false teorie in campo economico-monetario che l’hanno
caratterizzata e resa possibile.
“Ormai
tutto il mondo sa, che le riserve finanziarie possono essere semplicemente
rubate”.
E’
questa la frase che tutti voi dovete stamparvi bene nella mente, proprio perché
svela uno dei più grossi inganni sulla comprensione della moneta fiat e dei
sistemi monetari moderni – sul quale inganno, i vari poteri annidati nel
profondo delle istituzioni degli stati occidentali, hanno edificato il loro
piano di distruzione delle istituzioni democratiche stesse, per modellarsi un
mondo a loro esclusivo uso ed interesse.
Questa
frase mi ha fatto subito ricordare una delle tante educative “storielle” che
durante i nostri numerosi incontri, l’economista Warren Mosler raccontava
a noi MMTers, per renderci sempre più edotti, in merito all’inganno ed le
frodi, a cui la gente veniva e tutt’ora viene sottoposta quando si parla di
moneta.
Diceva
Mosler (al fine di farci comprendere che la moneta non era altro che numeri su
dei computer) – se, dopo la fine della seconda guerra mondiale, che vide il
Giappone sconfitto e gli Sati Uniti vincitori, quest’ultimi avessero detto ai
giapponesi: “bene, ora che avete perso la guerra, come riparazione dei danni
derivanti dal conflitto, inviateci 5 milioni di auto all’anno per 50 anni” – se questo fosse accaduto, tutto
il mondo sarebbe insorto, per l’evidente peso punitivo verso il Giappone ed il suo
popolo.
Ma in
realtà, ci diceva Mosler, questo è accaduto lo stesso; proprio perché sono 50 anni che il
Giappone, tramite i loro costruttori di auto (Toyota, Mitsubishi, ecc.),
esporta, ininterrottamente negli USA, milioni di automobili.
Con il
risultato che per 50 anni i giapponesi sono stati a lavorare nelle loro
fabbriche per produrre automobili – mentre, allo stesso tempo, gli americani si
dilettavano, fumandosi un sigaro, al volante delle auto prodotte dai
giapponesi, girovagando sulle loro bellissime high ways.
In
cambio di che cosa i giapponesi erano disponibili a lavorare ed inviare
automobili agli americani? la risposta ce la da Mosler: in cambio di numeri (estratti-conto
in dollari) presso la Federal Reserve.
Bene,
conclude Mosler: “se domani dicessimo ai giapponesi, scusateci! i nostri
computer sono impazziti e questi numeri (questi dollari), non esistono più!
cosa farebbero i giapponesi, verranno a riprendersi le loro auto!”
Eccoci
arrivati a quello che sta succedendo oggi con le sanzioni alla Russia ed alla
sua estromissione dal sistema dei pagamenti SWIFT, il quale ha come risultato
il blocco delle riserve in valuta estera che uno Stato oppure un privato
cittadino di quello stato, detiene.
Scendiamo
sul pratico. In questi giorni sono in scadenza 117 milioni di cedole di
eurobond in dollari che la Russia dovrebbe onorare, appunto in valuta
statunitense.
Il
ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, in un’intervista al canale
televisivo Rossiya-24 ha affermato che il pagamento potrebbe però avvenire in rubli
nel caso in cui non fosse possibile usare valuta internazionale a causa delle
sanzioni internazionali che hanno colpito la Russia e le sue banche –
aggiungendo:
“Questa
settimana pagheremo il “prossimo coupon sugli Eurobond – ha detto il ministro
-. Dobbiamo pagare questo coupon mercoledì. E oggi, lunedì, abbiamo già
preparato un ordine di pagamento denominato in valuta estera. Di conseguenza,
daremo un tale ordine alle nostre banche occidentali in modo che questo ordine
di pagamento venga eseguito. Monitoreremo lo stato di avanzamento di questo
pagamento e controlleremo in dettaglio come le banche eseguiranno i nostri
ordini” – “Se
vediamo difficoltà con l’esecuzione di questo ordine – ha aggiunto domani,
martedì, prepareremo un corrispondente ordine di pagamento in rubli
equivalenti. In conformità con il decreto presidenziale, abbiamo uno scenario
del genere nel caso in cui il pagamento non venga eseguito in valuta estera.
Domani prepareremo una corrispondente esecuzione dei nostri obblighi in rubli” .
Mentre
sto scrivendo arriva la notizia.
Cosa
vuol dire questo!? tutto questo significa, proprio come ci faceva notare
Mosler, che le riserve in valuta estera possono essere tranquillamente,
congelate, cancellate od addirittura (come riferisce Putin), rubate.
Come
potete ben capire, questo pone un bel problema di credibilità al mondo
globalizzato, così come è stato pensato dagli squali della finanza con a capo il pericoloso bandito di nome Klaus Schwab.
Quello
che deve essere chiaro, come sostiene Putin, se la FED impedisce al Tesoro
russo di utilizzare le sue riserve in dollari, il danno più grosso se lo
auto-infligge – ovvero mina quella che è la credibilità della valuta che da
sempre è la riserva mondiale per eccellenza, ovvero il dollaro che la FED stessa
emette in regime di monopolio.
Ma, se
la FED possiede gli strumenti per far fronte a tutto questo, chi invece è
totalmente disarmato è il settore privato estero detentore di titoli russi;
qualora appunto quest’ultimo ricevesse, come prospettato dal ministro delle
finanze russo, rubli in pagamento delle cedole.
Ovvero,
per chiunque si trovasse ad essere titolare di conti in valuta presso la banca
di Russia ed impossibilitato ad usarli, proprio in virtù delle stesse sanzioni
che il suo paese ha attuato, come potete ben comprendere, il danno non sarebbe
di poco conto.
Ecco
che è sempre più chiara la strategia che viene a galla dalle parole di Putin,
una strategia che, solo i folli e gli sprovveduti, possano pensare, essere
improvvisata. Anzi, se guardiamo bene, con occhio esperto, appare chiarissimo l’intento di
mettere sotto scacco i poteri globalisti, rivoltandogli contro le false teorie
che loro stessi hanno propugnato al mondo interi per anni.
Affermare
che le riserve in valuta non sono più sicure è un chiaro attacco per porre fine
alla devastante (per i popoli) speculazione, che il mondo finanziario ha
portato avanti per anni, in modo delinquenziale, sui debiti pubblici degli
stati oggetto del loro interesse.
Si,
cari amici, questa è la vera bomba atomica che Putin, nel suo discorso, ha
lanciato per deflagrare i piani dei globalisti.
Non
solo, il presidente russo, indica chiaramente questi poteri, come i
responsabili del notevole aumento della disuguaglianza di classe all’interno
dei vari paesi occidentali. Dove il benessere diffuso è stato proporzionalmente distrutto
di pari passo all’azzeramento della classe media, creando un divario sempre più
netto e crescente in favore delle classi più ricche, come previsto da Klaus
Schwab nel suo libro “La
Quarta Rivoluzione industriale”.
Dichiarato
che il mondo globale ha le ore contate, Putin invita anche, tutti i popoli a
tornare ad investire nel proprio paese e nei beni reali, di fatto togliendo
linfa al grande Casino della finanza, che niente di buono porta alla vita delle
persone. Questo
significa anche tornare alle politiche fiscali dei governi in favore della
ripresa dell’economia interna, affermandone la sua supremazia ed importanza
rispetto a quella estera.
Il tutto in chiaro contrasto con le politiche
globaliste di “montiana” memoria, che vedevano il nostro ex-premier Mario
Monti, addirittura vantarsi alla CNN per aver distrutto la domanda interna
tramite il consolidamento fiscale –
politiche, poi portate avanti pedissequamente anche dai governi successivi, da
Letta a Renzi, passando per Gentiloni per poi finire a Conte ed ultimo (ma, non
per asservimento ai poteri della finanza), l’attuale premier Mario Draghi
,fedele ed ubbidiente discepolo di Klaus
Schwab..
Politiche
che oggi, risulta sempre più evidente, dimostrano di aver portato alla fame la
maggioranza del popolo italiano, oltre al degrado delle nostre istituzioni
democratiche, sempre più distanti dai reali problemi della gente quanto più
concentrate nel mantenimento delle loro rendite di posizione.
Putin
non lascia passare neanche il fatto che l’attuale spinta inflazionistica che il
mondo sta vivendo, è totalmente voluta e causata dei desideri speculativi e
dalle strategie degli oligopoli gestiti dagli stessi poteri che lui condanna e
combatte.
I
n
questo dimostra, se mai ancora ce ne fosse bisogno, di essere perfettamente
ferrato, anche in materia di inflazione e livello dei prezzi.
Infatti, non perde tempo per indicare le
dovute contromisure, dando ordine di intraprendere ogni misura necessaria a
sostenere i redditi dei cittadini russi, in modo che tutto questo non abbia
nessun impatto negativo sulle loro vite quotidiane.
Infine,
Putin lancia due moniti: il primo agli oligarchi russi che vivono da benestanti
all’estero, ma con i guadagni e le risorse provenienti dal loro paese.
Ovvero
coloro che Putin indica come le possibili “quinte colonne”, di cui i poteri
occidentali si servono per distruggere la società russa.
Lo
Zar, non condanna il loro benessere, il loro agio oppure le loro libertà di
ogni genere (anche quelle sessuali), ma certamente non potrà accettare coloro che con la
mente si porranno fuori dal pensiero di quello che è giusto per il loro paese,
di fatto passando dalla parte dei traditori.
Vladimir
Putin non usa mezzi termini per mettere in guardia chi, con il pensiero e non
geograficamente, si pone fuori dalla Russia, per il piacere di appartenere ad una “Casta”
o per la futile promessa di poter appartenere a questa “casta” superiore:
“loro
dimenticano o forse non capiscono che questa casta superiore, non ha bisogno di
loro,
anzi, sono per loro un materiale di consumo, che viene usato solo per fare un
danno massimo al nostro Paese”.
Il
secondo monito lo riserva ai popoli e mi spingo a dire non al suo popolo, del
quale egli si dimostra sicuro della propria identità patriottica; ecco le parole di Vladimir Putin, su
cui noi tutti patrioti italiani dovremmo riflettere ed agire: “Qualsiasi popolo ed il popolo russo
ancor di più, può dividere i patrioti veri dai traditori e sputarli fuori come
un moscerino che per sbaglio è entrato nella loro bocca”.
“La
Russia ed il popolo russo”- continua Putin – “non sottostaranno mai allo stato
di umiliazione in cui vivono molti paesi al mondo, tra cui molti dei quali in
Europa“.
Il
principio del “tutto si può comprare, tanto caro ai poteri profondi di molti
stati occidentali, non vale per il popolo russo la cui sovranità ed il futuro
dei propri figli non hanno prezzo”.
Abbiamo
di che riflettere, cari Amici.
(Fabio
Bonciani).
L’affare
Covid. Tra
Emergenza spettacolare
ed epidemia dolosa.
Ilrovescio.info-Redazione-
Winston Smith-(15-marzo 2021)-ci dice :
(…)
L’Operazione
Covid e la «distruzione creativa».
La
famosa “globalizzazione” ora in crisi è stata caratterizzata da almeno tre
elementi:
a)- la
crescita degli scambi commerciali globali a un livello mai raggiunto in
precedenza;
b)-l’egemonia
degli Stati Uniti d’America e delle loro imprese;
c)-
un’accentuata finanziarizzazione dell’economia a tutto discapito della
produzione.
Chi ha letto il capolavoro di Giovanni Arrighi
(grande studioso scomparso nel 2009), Il lungo XX secolo, sa che non si è
trattato di dinamiche assolutamente nuove nella storia del capitalismo. Ogni
suo ciclo precedente (dalla Venezia medievale all’ascesa dell’impero
britannico, passando per l’alleanza tra lo Stato spagnolo e i banchieri
genovesi, e dal breve ma importante momento di gloria delle Province Unite) ha visto l’egemonia di una
specifica potenza statale, prima con un’ascesa caratterizzata dalla crescita
della produzione industriale, e poi con una fioritura finanziaria che ne segna
l’apice, ma anche il declino.
La finanziarizzazione dell’economia, diceva
Arrighi riprendendo Braudel, è anche «il segnale dell’autunno».
Questo
vale anche per l’attuale “ciclo statunitense”.
Può
sembrare strano, ma fin dai primordi della globalizzazione (tra le due grandi
crisi petrolifere degli anni Settanta), l’economia mondiale è entrata sia in
una fase di semi-stagnazione produttiva, sia di immensa accumulazione di
profitti d’origine finanziaria.
Detto
in parole semplici, i padroni hanno limitato gli investimenti nell’industria,
preferendo fare denaro sul denaro.
La
crisi strisciante in cui ci troviamo almeno dal 2008 non è una crisi di
sovrapproduzione, ma di sovraccumulazione.
Tagliando
un po’ il discorso con l’accetta, si accumula troppo più denaro – in termini di
pacchetti azionari, ovviamente, non certo di cartamoneta – di quante merci si
producono; finché questo non determina – com’è ovvio – una crisi di fiducia.
Quando
sul mercato è troppo facile imbattersi in pacchetti azionari dietro cui non c’è
niente – in cui manca il sottostante, come si dice in linguaggio economico –
nessuno vuole più comprare niente. Ed è il crack.
Molti
economisti prevedevano l’arrivo di una crisi economica già dai primi «segnali
dell’autunno», ovvero fin dagli anni Settanta, dando vita a un dibattito che
giunge fino all’oggi.
Alcuni
di questi già allora sostenevano – rifacendosi al pensiero di Schumpeter – che il capitalismo avrebbe tentato di
salvarsi entrando in “una fase di distruzione creativa” come indicato da Klaus Schwab.
Se
molti – tra i quali il marxista Michael Roberts, anche in un testo pubblicato
in italiano e commentato da Il lato cattivo – prevedevano una crisi di
proporzioni bibliche per il 2019, la crisi è forse arrivata, ma non è esplosa,
o almeno non ce l’hanno detto.
In compenso, è esploso il Covid.
Adesso,
in Italia, il Paese con più morti per milione d’abitanti attribuiti al
Sars-Cov2 e dove la situazione delle cure «è più fuori controllo» è arrivato
proprio l’uomo della distruzione creativa: Mario Draghi, discepolo di Klaus
Schwab.
Ora,
le nostre conoscenze di economia sono piuttosto limitate, ma una cosa l’abbiamo
capita con sicurezza:
“distruzione
creativa” significa distruzione delle imprese più piccole (le “imprese-zombie”
nel linguaggio di quell’élite liberista chiamata “Gruppo dei 30”, del quale
Draghi fa parte) a vantaggio delle più grandi.
Bene,
cos’è che sta facendo chiudere tantissime piccole imprese, in Italia e nel
resto del mondo, con più brutalità ed efficacia di qualsiasi manovra di
governo? Ma
le chiusure messe in atto in nome dell’Emergenza-Covid!
C’è
dell’altro. Secondo qualcuno, a settembre 2019, sarebbe avvenuta un’operazione
senza precedenti nella storia del capitalismo: le banche centrali, a partire dalla
Federal Reserve americana, avrebbero letteralmente stampato dal nulla un’enorme
quantità di denaro, “pompandola” nelle principali banche di investimento.
Perché
di norma operazioni del genere non vengono fatte? Perché altrimenti
l’inflazione schizzerebbe alle stelle.
A meno
che… non si costringa la gente a stare a casa. In questo modo circola meno
denaro e l’inflazione ne risulta contenuta. Attenzione, abbiamo letto
quest’ultima notizia su un unico sito, non sappiamo quanto affidabile, e non
abbiamo avuto modo di verificarla. Quindi questa non ve la diamo per buona.
Chi
scrive quest’articolo, peraltro, ha cercato il più possibile di raccogliere le
notizie dalla stampa “ufficiale”, utilizzando il meno possibile i canali di
contro-informazione.
Ebbene,
per ricavare notizie certe abbiamo dovuto incrociare una gran quantità di dati
sparsi e frammentari, senza imbatterci praticamente mai in racconti unitari e coerenti
(nemmeno riguardo a una vicenda scabrosa, e assolutamente certa, come quella
dell’idrossiclorochina), mentre di norma è possibile trovare reportage
interessanti sui vari orrori di questo mondo anche sulla stampa “borghese”
(certo, non in prima pagina). Il che la dice lunga sul clima di censura e il livello di
asservimento che gravano in questo momento sull’informazione. Facciamo comunque cenno alla
notizia, chiedendo a chi può di confermarla o smentirla, così come invitiamo ad
esprimersi compagni più preparati di noi in materia economica.
Un’ultima
suggestione, e qui crediamo proprio di cogliere nel segno.
Ricordate il famoso rapporto intitolato Urban
operations in the year 2020?
In
questo documento, realizzato nel 2009 dalle teste d’uovo di sei Paesi della
NATO, si prevedeva l’esplosione di una pazzesca crisi sociale proprio nell’anno
2020, e si ragionava sulle modalità per prevenire, contenere o affrontare le
rivolte a partire da una crescente militarizzazione, con l’impiego degli
eserciti sia in funzioni di polizia che d’altro tipo (come ad esempio, oggi,
l’uso dei militari per far tamponi e vaccini, cosa auspicata anche dallo stesso
Bill Gates).
Chiediamoci: perché proprio il 2020? Le
migliori teste al servizio del nemico prevedevano forse l’epidemia? Ma
nient’affatto.
Prevedevano
la crisi economica! Anche l’arrivo di virus e batteri può essere previsto, certo,
e chi tiene a libro paga una buona fetta del “cervello sociale” può farlo (ed è
possibile che sia stato fatto a fine 2019 col Sars-Cov2). Ma non con dieci anni d’anticipo.
I cicli economici, invece, non solo possono
essere “visti” anche decenni prima, ma possono pure essere calcolati da
algoritmi, soprattutto all’indomani di una crisi come quella del 2008. D’altronde, come direbbe il filosofo,
gli uomini conoscono soprattutto ciò che fanno, e “l’economia” è pur sempre una
creazione umana.
Tirando
le somme, pare di assistere a una sorta di Piano Caos globale nell’epoca della crisi
della globalizzazione.
Per
chi non lo sapesse, Piano Caos era il nome ufficiale dato dall’amministrazione Kennedy, agli
inizi degli anni Sessanta, a quella che in Italia si sarebbe chiamata “strategia della
tensione”, secondo il motto «destabilizzare per stabilizzare».
Nell’era del suo declino, il Capitale atlantico sembra cercare
di rilanciarsi e ri-stabilizzarsi – tentando, non sappiamo con quanta
avvedutezza, di entrare in una nuova fase produttiva fondata sulle nuove
tecnologie – attraverso un disegno mostruoso.
E probabilmente la difficoltà nel pensarlo è
data proprio dalla sua mostruosità. Pensare che una cosa del genere sia
possibile, è “troppo”. Ma più il potere si riduce in pochissimi, più l’inconcepibile
diventa possibile, dice anche Klaus Schwab.
Comunque,
checché se ne pensi delle nostre deduzioni, alcuni fatti sono assolutamente
certi.
È
certo che c’è stato un sabotaggio delle cure, provocato ad arte dalle massime
autorità e istituzioni sanitarie, e dai vertici dell’industria e della ricerca
che vi ruotano attorno.
È
evidente come questo abbia mandato in crisi i sistemi sanitari di mezzo mondo,
provocando morti non solo tra i malati di Covid, ma anche tra tutti quelli che
non hanno potuto giovarsi delle consuete prestazioni sanitarie (ed ecco perché
l’aumento della mortalità in Italia, con 50.000 morti in più nel 2020 rispetto
alla media degli anni precedenti, con punte tra il 100 e il 300% di incremento
in Lombardia).
È
evidente come questo sia stato usato per giustificare i lockdown, provocando
un’autentica tragedia planetaria: attentato alla salute collettiva (con la privazione
del sole, dal quale assorbiamo gran parte di quella vitamina D necessaria anche
contro il Covid), falcidie di ogni libertà individuale, disoccupazione
dilagante, assenza di futuro e una vera e propria epidemia di suicidi.
È
piuttosto evidente, a nostro parere, anche il rapporto dell’Operazione
Covid con la più spaventosa crisi economica nella storia del capitalismo (anche se non giuriamo sui termini
nei quali abbiamo descritto questo rapporto).
È
certo, infine, che andiamo verso l’epoca della “distruzione creativa”, e
dobbiamo chiederci come intendiamo affrontare quest’epoca.
Punti
di domanda.
Non
intendiamo certo tracciare in questa sede una possibile strategia per
affrontare gli anni a venire (siamo certi, peraltro, che in un senso o
nell’altro saranno terribili, ma potranno anche aprirsi delle possibilità). Vogliamo piuttosto avanzare alcuni nuclei
problematici, chiedendo a tutte e tutti i compagni uno sforzo non solo di
ragionamento ma, visto il correre e precipitare delle cose, anche di
immaginazione. Proprio così: per non farci trovare ancora impreparati, dobbiamo immaginare il futuro, così
come per scrivere questo testo abbiamo dovuto in parte immaginare il presente,
«andando tastoni come i fisici».
Prima
di tutto, cerchiamo di darci la proporzione di cosa sta succedendo. Siamo
prigionieri di una cosa che si fa fatica persino a definire. Il Covid è allo
stesso tempo un virus realmente esistente e di una certa pericolosità(ancora
una volta, il vero come momento del falso), l’ennesima Emergenza spettacolare e
un’epidemia dolosa di Stato.
Proprio
così, di Stato, perché se dietro quello che è successo sta il capitalismo
internazionale (come stava, peraltro, dietro Piazza Fontana), senza le
molteplici ruote dentate dello Stato, e senza la comune fede nello Stato, tutto
ciò non sarebbe potuto succedere.
Che
ciò sia successo ci dà la misura dei tempi che corrono, delle gigantesche
contraddizioni e tensioni che attraversano il sistema-mondo.
La prossima volta, la catastrofe potrebbe
semplicemente arrivare senza essere creata ad arte. Se gli Stati hanno
provocato tutto ciò, cosa sarebbero capaci di fare di fronte a una sciagura che
piomba dall’esterno (dalla natura che si ribella, o da uno Stato estero)? E noi
cosa faremmo? Saremmo preparati o rimarremmo ancora paralizzati, come stavolta?
Se tanti “antagonisti” (e anche qualche anarchico) hanno perso la testa
chiudendosi in casa, appoggiando “criticamente” le narrazioni e le misure
governative, obbedendo o addirittura riproducendo le disposizioni del nemico, o
lodando le maniere forti di dove “lo Stato comanda davvero” (la Cina)? Se
stavolta certi ragionamenti sulle cause strutturali delle epidemie – e anche
chi scrive li ha fatti – ci hanno più fuorviati che illuminati, essi potranno
tornarci utili in futuro.
Perché un mondo come questo può generare anche
catastrofi non intenzionali, comprese quelle sanitarie.
Se
dovesse succedere, dovremmo essere preparati a distinguere davvero precauzioni
liberamente scelte e disposizioni governative, senza consegnarci corpo e mente
all’Apparato per sfuggire a un flagello (sarebbe come farci trascinare in un
burrone per scappare da un branco di lupi).
In
seconda battuta, la proporzione dell’Operazione Covid ci dà una volta di più –
ma con maggiore evidenza – la misura delle tensioni tra Stati e Capitali
diversi (da pensare sempre al plurale, altro che cercare “il grande
burattinaio”! Non c’è domanda più sciocca che chiedersi, in astratto, “chi
muove cosa”).
È più
che probabile, diremmo quasi certo, che queste tensioni siano destinate a
sfociare in delle guerre.
Ma non è affatto scontato che queste
consistano per forza in scontri frontali e visibili.
Ormai
da anni, negli ambienti militari e universitari (tra loro sempre più
interconnessi), si discute di guerre asimmetriche, e in particolare di guerre
cyber, cioè a mezzo dell’informatica.
Cyber war
può significare, ad esempio, che un attacco hacker può anche togliere
elettricità, gas e acqua corrente a un intero Paese.
Anche
in questo caso, non sarebbe affatto scontato che ci venga raccontato che cosa
sta realmente succedendo.
Che la
si smetta di pensare che questa è fantascienza. Il futuro che abbiamo visto e letto
in certi film e libri, è già qui.
In
un’epoca come questa, la diffidenza verso ciò che racconta il potere è più sana
che mai. (Klaus
Schwab con la sua “la quarta rivoluzione industriale “ non può raccontarci il
futuro !).
Se non
vogliamo perderci ancora dobbiamo usare tutta la nostra “ragione naturale”,
quella che si esercita nell’esperienza.
Confrontiamo
sempre l’oggi con quello che abbiamo vissuto ieri, chiediamoci se ci fidiamo
più di un medico di base o di un barone universitario al servizio del governo,
e non aspettiamo di diventare “esperti” in tutto prima di aprire gli occhi e la
bocca.
Facciamo
parlare i documenti del nemico, che possono dire molto anche a chi non ne
padroneggia completamente i temi. Fuggiamo, infine, l’ultima delle trappole,
quel relativismo repressivo per il quale tutto è un punto di vista e ogni punto
di vista è uguale all’altro, col risultato che vince sempre chi parla più forte
(chi ha i mezzi per farsi ascoltare e soprattutto per azzittire gli altri).
Noi
non fabbrichiamo “narrazioni” – quelle sono balle che lasciamo al potere e
denunciamo per tali.
Noi
facciamo ragionamenti, non temiamo di poter essere smentiti né di ammettere i
nostri errori. Cerchiamo la verità, tentiamo di trovarla e non abbiamo paura di dirla,
anche quando non ci fa comodo.
Gli
uomini di potere (come Klaus Schwab) hanno tutto l’interesse a ingannare tutti,
spesso anche se stessi. I ribelli, viceversa, ci perdono sempre, quando si prendono
in giro.
Immaginiamo
adesso il prossimo periodo. Prima le buone notizie. A differenza del marzo dell’anno
scorso, non dobbiamo più temere di fare un favore ai padroni se ridimensioniamo
il pericolo del virus.
Confindustria
ha ottenuto in poco tempo ciò che voleva: un “lockdown selettivo” in cui si
esce per andare a lavorare e poi a casa, mentre gli operai che scioperavano –
lo diciamo con dispiacere – hanno conquistato solo condizioni di lavoro più
alienanti: mascherine, distanze, paranoia (chiediamoci tra l’altro cosa vuol
dire svolgere lavori pesanti con un pezzo di plastica in faccia).
D’altro canto, anche l’esigenza di prendere
alcune precauzioni non viene meno, soprattutto se ci sono anziani e persone
fragili.
Non
cambia poi molto se si rischia di crepare per un virus o per la sua “gestione”
sanitaria.
Ma cambia molto la luce in cui appare tutta la
faccenda. La paura degli asintomatici scompare o almeno si attenua (ci si può
ancora credere, considerando certi fatti?), mentre più che pensare alle
mascherine dovremmo preoccuparci di diffondere le opportune conoscenze e mezzi
di cura, anche casa per casa.
Dobbiamo
inoltre chiederci per cosa, come e con chi lottare. Teniamo presente che nella
macelleria sociale della “distruzione creativa” potranno aprirsi ampie
possibilità in questo senso.
Molti
commercianti e piccoli imprenditori saranno colpiti da una feroce
proletarizzazione, ma questo non avverrà per forza nel giro di qualche mese.
Nel frattempo, il bar sotto casa potrà restare vuoto, prima di essere
rimpiazzato da uno Starbuck’s.
In questo interludio succederanno probabilmente molte
cose. Metterci a gridare anche noi alle “riaperture”, in un fronte comune con
commercianti e padroncini, sarebbe solo deleterio.
Il
nostro dev’essere anche, se non principalmente, un discorso di classe. Cominciamo col rivendicare la nostra
libertà, i nostri spazi di vita e di lotta, e poi guardiamoci intorno.
Le proteste dello scorso ottobre sono state
un’occasione per la rabbia di tanti proletari giovani, giovanissimi, a volte
immigrati o figli di immigrati. La prossima volta, un discorso “nostro” contro
le restrizioni potrebbe fare la differenza e dare continuità alle proteste. I giovani vogliono aria.
Fare
un discorso di classe non andrebbe poi inteso in modo troppo “rigido”. “Fronti unici” con la piccola
borghesia, i vari sovranisti e populisti, certo che no; ma se il barista del
quartiere, o del paese, ci chiede una mano per non chiudere, dobbiamo negarci
per la nostra “purezza di classe”?
Il proletariato non esiste solo come classe in
sé, ma anche come classe per sé (si forma come classe nella lotta).
Quel barista potrà diventare un operaio, o
semplicemente un disoccupato, nel giro di pochi anni, e si ricorderà di chi gli
ha dato una mano mentre affondava.
Sarebbe
bene che si ricordasse di noi, e non di chi dice di aiutarlo perché “anche lui
è italiano”. Ci spieghiamo? A volte certi piccoli gesti non alimentano fronti unici,
ma ne impediscono, o ne ostacolano, la nascita.Infine non dobbiamo dimenticarci che
in questa situazione non è in gioco solo la nostra classe, ma anche l’essere umano per come lo
conosciamo e lo incarniamo. E non riguarda un singolo Stato, ma tutta l’umanità.
Già
questo andrebbe contrapposto al nazionalismo strisciante che circola anche
nelle piazze contro le chiusure (“liberiamo l’Italia”, “salviamo il Paese”
ecc.) Una nuova “accumulazione originaria” vuole distruggere ciò che ancora si
può chiamare “umano” per sostituirlo creativamente col suo doppio meccanizzato.
Se la questione delle cure negate sta già
uscendo – e prevediamo che nel prossimo periodo se ne parlerà molto–, le persone che pensano stanno già
portando e denunciando in piazza gli incubi della “Quarta rivoluzione
industriale” di Klaus Schwab.
Non si capisce perché non dovremmo farlo noi,
che ne discutiamo da anni. A questo proposito, c’è poi da chiedersi come sia
potuto accadere tutto questo. Se l’essere umano non è tale solo per
le proprie caratteristiche biologiche, ma anche per le relazioni con i propri
simili, questa vicenda ci dice anche che il processo di disumanizzazione è già
cominciato da tempo nella frammentazione e nell’isolamento sociali, e che
l’ingegneria transumanista si innesta su un terreno già preparato dalle condizioni
attuali.
L’Emergenza
è uno strumento che lo Stato può utilizzare quando è già venuto meno un certo
modo di essere insieme, che passa anche per la denuncia delle nocività sociali
e ambientali, il rapporto tra “esperti” ed esperienze (anche di lotta), l’autogestione
e l’autorganizzazione di fronte alle diverse necessità della vita (compresa la
salute). Tutti aspetti sui quali si dovrà tornare.
Se
abbiamo ancora voglia e intenzione di lottare, dobbiamo sapere che ci aspetta
un’immensa fatica.
Un
movimento proletario di liberazione potrà rinascere. A quelli come noi il dolore delle
doglie. Per ora, con noi non c’è nessuno (o quasi). I padroni del mondo si scannano tra
loro, arraffando qua e là pezzi di umanità da portare al macello dietro le loro
diverse schiere.
Dal
canto nostro, per ora, non abbiamo altro che le nostre eterne idee: libertà,
uguaglianza, solidarietà.
Se non
c’è più nessuna “patria dei lavoratori” dove cercare il sole dell’avvenire,
nessuna bandiera rossa sotto la quale si radunerebbero i “buoni” – allora nella
coscienza di ognuno e ognuna risorge di prepotenza la domanda su cos’è buono e
giusto: come vogliamo vivere, che umanità vorremmo, per quale vita ci battiamo.
Comunque la si guardi, si tratta di un’occasione irripetibile.
(Winston
Smith).
Il
grande reset dei padroni universali.
Thebongiovannifamily.it-
Francesca Panfili-( 3 agosto 2021)- ci dice :
Come
la logica arimanica che ci è stata preannunciata disegna lo scenario sociale,
economico e governativo globale.
The Great Reset, il Grande Reset, è il progetto delineato da Klaus
Schwab, fondatore
e attuale direttore esecutivo del World Economic Forum, per descrivere la “nuova normalità” che vigerà sul pianeta da qui ai
prossimi anni e gli scenari futuri in via di realizzazione.
Una
normalità descritta dall’ideatore del Forum di Davos nel suo libro ‘Covid-19: the great reset’.
In
questa analisi, sicuramente da ampliare, cercheremo di tratteggiare il Grande
Reset umano e globale teorizzato dalla logica anti-cristica che governa il
mondo.
Una logica che abbiamo potuto conoscere ed
interpretare con largo anticipo grazie ai messaggi ricevuti dagli Esseri
provenienti dal cosmo tramite i loro autentici messaggeri: Eugenio Siragusa e
Giorgio Bongiovanni.
In particolare è grazie agli insegnamenti di
quest’ultimo che abbiamo potuto conoscere meglio la mentalità che sta dietro il
progetto di dominio planetario, perseguito e coordinato da una ristretta élite
mondialista al cui vertice vi è “UN UOMO MOLTO POTENTE (Klaus Schwab ,creatore di bombe
atomiche in Sud Africa in segreto ) CHE HA IN MANO, INSIEME AD ALTRI UOMINI
SUOI VASSALLI, L’ECONOMIA MONDIALE”, come si legge nel messaggio del 29 giugno 2011
scritto da Giorgio Bongiovanni.
Ci è
stato più volte detto che a governare il mondo è un sistema criminale
integrato, un sistema la cui esistenza è oggi dimostrata anche da prove
giudiziarie, che permea tutti i settori della vita sociale, da quello
governativo a quello economico, culturale e persino religioso.
L’obbiettivo
di questa breve trattazione è dunque quello di favorire la comprensione di ciò
che i cosiddetti master of the universe (come usava chiamarli il giornalista Giulietto Chiesa
riprendendo l’espressione dell’economista Paul Krugman) intendono con il concetto di Grande Reset, passando
in rassegna il loro progetto dal punto di vista economico, sociale e
governativo per poi approdare all’idea di base che lo contraddistingue ossia il
superamento della natura umana, l’anteporre l’uomo al Creatore traghettando l’umanità verso il nuovo
paradigma sociale del transumanesimo.
Si
cercherà di legare l’ampio tema del Grande Reset ad alcuni messaggi che nel
corso degli anni sono stati divulgati dalle intelligenze extraterrestri, sia
per dimostrare la larga predizione che era stata offerta all’umanità sul suo
futuro già a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso, sia per collegare i
fatti e tracciare
un disegno complessivo di quanto sta accadendo nello scenario apocalittico
globale, scenario nel quale si inserisce l’evento più importante della storia
umana del quale sono in pochi a parlare: la seconda venuta di Gesù Cristo.
Ciò
che le intelligenze cosmiche ci dicono da oltre settant’anni si sta
realizzando. Il progetto
arimanico va
compiendosi sotto i nostri occhi con tutte le sue nefandezze e barbarie
spietate che lo caratterizzano. Al lato opposto di questo macabro spettacolo va
emergendo però anche un’altra forza, la forza che prepara la via al
ritorno di Cristo figlio del Dio vivente che instaurerà nel mondo il Suo regno
promesso; una forza che denuncia e addita il disegno nefasto dei “figli del
male” e degli esecutori materiali del progetto satanico: i sistemi criminali. Vano è quindi il tentativo dei
padroni del mondo di cambiare il corso della storia o di impedire il ritorno
del grande Liberatore dei popoli.
PRIMA PARTE.
Il
sogno prometeico dell’uomo contemporaneo.
L’umanità
di oggi sembra irretita da un sogno prometeico: sconfiggere la natura, superare
il destino biologico del corpo potenziandolo per trascendere ogni limite umano
attraverso la materia ed allungare la vita tramite la scienza materialista,
plasmando così una nuova tipologia umana, un super-uomo capace di sfidare il
Creatore, una macchina umana apparentemente perfetta e libera dai limiti e dall’obbedienza
alle leggi della vita stabilite dalla Creazione, un uomo però senz’anima e
coscienza, che ricalca il disegno malloniano condotto dall’angelo caduto,
Lucifero.
Solo
la Gnosi può salvarci dall’illusione dei nuovi ammiccanti feticci, che stanno diventando religione di
massa e facile seduzione per individui pronti a tutto pur di concretizzare la
loro sete di possesso in un orgiastico bagno di materia. Conoscenza e azione sono le armi più
importanti che abbiamo per impedire il compimento del progetto di Arimane e dei suoi sodali.
Per
questa ragione è fondamentale comprendere le dinamiche che caratterizzano la
fase del Grande Reset dell’umanità, per evitare che anche le nostre menti
vengano esse stesse resettate ed offuscate dalla scintillante nebbia del male, il quale presenta progetti in
apparenza utili e perfetti ma che in realtà sono validi solo ad ingabbiare
l’uomo nella prigione della materia.
Conoscere
il pensiero delle grandi menti raffinatissime che governano l’economia mondiale
ci consente anche di capire meglio la nostra lotta contro il male, per
diventare ogni giorno sempre più coscienti di ciò che stiamo realizzando in
questa vita al fianco di colui che addita il male e che prepara il ritorno del
Maestro dei maestri Gesù Cristo.
Il
Grande Reset.
Dopo
il dilagare della pandemia da Covid-19 gli equilibri internazionali si sono
modificati ulteriormente e questo ha comportato un cambiamento inaspettato
degli assetti globali che ha coinvolto le nostre vite. C’è chi legge l’avvento del
Coronavirus come una sorta di spartiacque della storia, dividendo il mondo in Before Covid
(BC) e After Covid (AC), mimando cioè il Prima e Dopo Cristo.
Nonostante
il potente virus abbia riconfigurato gli assetti socio-economici mondiali,
l’umanità sembra non aver compreso la lezione che avrebbe potuto apprendere in
questi mesi, come più volte ci è stato detto anche dalle Intelligenze
Superiori. L’uomo,
ancorato ai meri valori materiali dell’esistenza, continua la spasmodica
ricerca di “normalità e sicurezza” illusorie ed evita di riesaminare il proprio
stile di vita e di ripensarlo in un’ottica di umanitarismo vòlto al bene comune
e alla vera evoluzione umana, che passa necessariamente per i valori
spirituali.
In
questo contesto di forte paura generalizzata e di controllo da parte delle
istituzioni, ecco presentarsi filantropi multimilionari, intellettuali al soldo
di grandi corporation, note organizzazioni come World Economic Forum di Klaus Schwab , Banca Mondiale, OMS, Fondo
Monetario Internazionale, Unione Europea, fondazioni private appartenenti alle
famiglie più ricche del pianeta, potenti multinazionali, media mainstream e
persino influencer di fama internazionale nel mondo dei social (che hanno
grande appeal soprattutto sui giovani), che tutti all’unisono si adoperano per diffondere un
paradigma socio-economico e governativo che vuole rafforzare e rendere
accettabile alle masse un nuovo ordine internazionale.
Un
nuovo ordine che già da molti decenni è stato progettato a tavolino dai master of the universe, ma purtroppo gli stessi popoli si
illudono di esserne fautori e ne divengono difensori intransigenti.
Un
nuovo assetto, dunque, basato sulla logica arimanica già notificata più e più
volte dai grandi padroni del mondo, che basano il successo dei loro progetti
sull’ignoranza delle masse ipnotizzate da mass-media e distrazioni d’ogni
genere e tipo.
Molte
di queste istituzioni e i loro rappresentanti sono stati citati in vari
messaggi trasmessi dagli extraterrestri negli ultimi anni. In un messaggio dal titolo
“Anticristo” (11 luglio 2007), gli extraterrestri commentavano così la sete di
potere e il folle progetto dei padroni del mondo che presiedono organismi
internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale:
“IL
CINISMO, LA SETE DI POTERE ED IL FOLLE DELIRIO DI SANGUE CHE POSSIEDONO I
PADRONI DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE E LA BANCA MONDIALE (F.M.I. E B.M.).
QUESTI DUE ISTITUTI, COME ALCUNI GIÀ SANNO E COME MOLTI IGNORANO O FANNO FINTA
DI NON SAPERE, SONO NELLE MANI DELLE NAZIONI PIÙ RICCHE DEL MONDO (U.S.A.
SOPRATTUTTO) E DEI LORO PADRONI ECONOMICI, NON CERTAMENTE DEI POLITICI CAPI DI
GOVERNO.
IN
QUESTI DUE ISTITUTI VIENE DECISA LA SORTE E LA SOPRAVVIVENZA SOCIALE, POLITICA,
ECONOMICA, ECC. DI TUTTI I POPOLI. INDIFFERENZA, APATIA, CINISMO, ODIO E SETE
DI POTERE SONO I SENTIMENTI CHE ANIMANO I DIRIGENTI DEL F.M.I. E DELLA BANCA
MONDIALE. NON TRASCURATE O SOTTOVALUTATE QUANTO VI DICIAMO SU QUESTI DUE POTERI
CHE COMPLEMENTANO IL CONCETTO DI ‘ANTICRISTO’ DI CUI VI ABBIAMO ACCENNATO,
TRAMITE IL NOSTRO AMICO MESSAGGERO GIORGIO BONGIOVANNI, NEI MESSAGGI DEL 13
GENNAIO DEL 2007.
SPESSO
QUESTI ISTITUTI BANCARI CHE DOVREBBERO REGOLARE, APPOGGIARE, EQUILIBRARE IN
SENSO PACIFICO E POSITIVO L’ESISTENZA DEI POPOLI TRAMITE UNA SANA E GIUSTA
ECONOMIA, SONO CAUSA DI TERRIBILI INGIUSTIZIE, DI VERI E PROPRI ATTI CRIMINALI
NEI CONFRONTI DEI POPOLI PIÙ POVERI E DELL’UMANITÀ IN GENERE. AI VERTICI DEL LORO POTERE (I MANAGER
CHE PRESIEDONO QUESTE DUE BANCHE) VI SONO MENTI ASSASSINE, CRIMINALI E
SCHIZOFRENICHE. I LORO SPIRITI SONO IN PREDA E DOMINATI DAL MALE ASSOLUTO.”
In
questa allarmante situazione, tuttavia, la credenza più diffusa è quella di
un futuro che garantirà “normalità e sicurezza” basate su scientismo e
determinismo acclamati dal popolo belante, vale a dire la credenza nel piano
arimanico astutamente travestito coi nomi di “progresso”, “sostenibilità”,
“diritti”, “svolta green”, ecc., promessi dalle assurde teorie
economiche-religiose di Klaus Schwab , il demone satanico.
Contestualmente,
in mezzo al letargo dilagante delle masse c’è un piccolo nucleo di
“risvegliati” dell’umanità ventura che si mostra riluttante e resistente al
paradigma del reset (letteralmente “azzeramento”) dei corpi e delle menti, il
Grande Reset che persegue senza sosta i propri fini alle soglie di quella che gli economisti come Klaus Schwab definiscono “Quarta
Rivoluzione Industriale”.
Cos’è
il Grande Reset di Klaus Schwab .
Il
Grande Reset propone la costruzione di un nuovo mondo diverso da quello che
abbiamo conosciuto sino ad ora, il quale viene definito “antiprogressista” e
“non più funzionante”.
Per
questo, i
grandi padroni universali che governano la Terra intendono passare ad una nuova
normalità basata su un nuovo modo di vivere l’economia, la politica, la
socialità e la governance degli Stati.
Per
realizzare questo grande disegno è però necessaria una crisi. È necessaria una
crisi globale: questo è ciò che sostengono numerosi organismi sovranazionali che da
decenni decidono quali nazioni devono crescere e quali devono essere schiacciate da
politiche di austerity e deregulation che smantellano il tessuto sociale, come
ad esempio le politiche condotte dal Fondo Monetario Internazionale nei
confronti di Grecia e Argentina.
Si
riprende quindi un concetto, quello della shock economy miltoniana, secondo cui le crisi sono veri e
propri strumenti di potere fondamentali per implementare nel tessuto
socio-economico modifiche dirompenti e impensabili fino a quel momento, inducendo nuove abitudini e
veicolando nuove idee o determinati temi politici che prima sarebbero stati
inaccettabili.
Il
fine del Grande Reset globale, dunque, è solo apparentemente la costruzione di
una società più giusta per il raggiungimento di un bene superiore. È solo un grande inganno, perché il cosiddetto
“bene superiore” viene ideato e strutturato dagli stessi organismi
sovranazionali e dai colossi della finanza che dominano il mondo, cioè gli
stessi soggetti i cui interessi ben si discostano da quelli dei popoli e del
pianeta.
Tra i
colossi fautori del Grande Reset vi sono i tre maggiori mutual funds globali
ossia Vanguard, Black Rock e State Street Global Advisor, tre fondi di investimento che
insieme detengono ogni fetta del mercato globale, da Big Pharma alle aziende impegnate
nella transizione ecologica, passando per l’industria alimentare e quella delle
armi, le banche, il mercato dei semi e il mercato biologico, le compagnie assicurative,
l’intrattenimento, il settore dell’auto, dei videogiochi, del turismo, delle
compagnie aeree, il big tech, i media mainstream, i social, il petrolio, le
agenzie di rating, l’abbigliamento e molto altro.
Questi
tre mutual funds sono strettamente interconnessi l’uno con l’altro grazie a
legami proprietari molto riservati tra i loro vertici.
Il
loro peso economico è tale da condizionare ogni area di attività umana, e così
la loro influenza si estende come una piovra in tutto il sistema internazionale,
compresi
gli Stati nazionali i cui debiti sono in parte nelle mani di queste “tre
sorelle” che tengono in pugno l’economia del mondo.
Sono
proprio questi grandi colossi dell’economia e della finanza i protagonisti del
Great Reset.
Sono
loro, le grandi corporation che nell’ultimo secolo hanno distrutto intere
popolazioni depredando il pianeta e le democrazie.
Sono
sempre loro, che si ergono a rappresentanti degli interessi collettivi ma in
realtà perseguono solo i propri interessi, oggi come ieri. Anche su di loro i messaggi
extraterrestri non sono mancati nel corso degli anni.
Dalle
intelligenze cosmiche è arrivata chiara la comunicazione che “IL MONDO È NELLE MANI DI ASSASSINI E
CRIMINALI TRAVESTITI DA CORPORATIONS, MULTINAZIONALI, CAPI MAFIOSI, CAPI
RELIGIOSI, CAPI POLITICI, BANCHE, ECC. ECC.”, come è stato detto a Giorgio
Bongiovanni in uno dei messaggi che definiscono il sistema anti-cristico (tutti
i messaggi sono allegati al termine della trattazione).
Secondo
alcuni studiosi come la giornalista, scrittrice e attivista canadese Naomi
Klein (autrice di varie opere tra cui Shock Economy e il bestseller
internazionale No logo) si tratterebbe di un disegno pianificato già da tempo,
definito come screen new deal: una rivoluzione architettata per innescare
trasformazioni senza precedenti dando origine ad una società molto più
tecnologica, proiettata verso cambiamenti epocali che coinvolgono la sfera
antropologica, politica, economica, sociale ed educativa, quindi de facto ogni
attività e peculiarità umana.
Questo
reset epocale del mondo, tutto delineato dai padroni universali, è quindi
basato sul compimento di un piano definito già da molti decenni, un progetto
arimanico che vuole delineare un nuovo ordine globale a partire dal capitalismo
economico, rivisto in chiave ancora più integralista ed imperialista.
Questa
nuova visione del mondo, confezionata dal principe che lo governa (Klaus Schwab
), è già in fase di attuazione; il primo cambio di passo è proprio quello del
paradigma umano, in questo modo si potrà attuare la vera finalità
dell’anticristo: la manipolazione globale delle menti e delle anime.
Anche
questo era stato annunciato in un messaggio extraterrestre ricevuto da Giorgio
Bongiovanni nel 2011 in cui si spiegava il fine del sistematico cambio del
paradigma sociale e umano:
“LA
METODOLOGIA DEL POTERE MONDIALE NELLE MANI DEL PRINCIPE DI QUESTO MONDO PER NOI
È CHIARA E PALESE. L’INGANNO È PANE QUOTIDIANO PER MANIPOLARE LA MASSA UMANA
AFFINCHÉ QUESTA NON SI RIBELLI, ANZI, SI PROSTRI SEMPRE DI PIÙ ALL’IMPERO E AI
SUOI VASSALLI.”
Il
nuovo paradigma umano dei master of the universe.
L’uomo
con le sue limitazioni fisiche di età, facoltà mentali e salute, nella visione
del Grande Reset diviene biologicamente un ente da superare.
Sono
le esigenze di un corpo che tende all’invecchiamento che vanno oltrepassate, un
argomento quello dell’anti-aging (anti-età) che affascina le masse ammaestrate
da anni ed anni di società dello spettacolo, che propone corpi statuari e
perfetti imbottiti di plastica e silicone, sia per nascondere i segni del tempo
che passa, sia (soprattutto!) per sopperire alle mancanze interiori di una vita
materialista che non contempla la crescita spirituale e la realizzazione della
Coscienza Universale.
Si
apre così una nuova tappa della storia umana in cui il paradigma scientifico
attuale, quello stesso paradigma finanziato e pilotato dai padroni del mondo,
diviene “nuovo Credo”, nuova religione da osannare, nuovo oppio dei popoli che
reclama il superamento della biologia umana.
In
questo nuovo mondo gli uomini godranno del prolungamento della vita fisica, e
ambire all’immortalità diverrà il fine ultimo della collettività, una
collettività addestrata ad hoc, incapace di ragionare lucidamente perché
immersa da un lato nell’edonismo e dall’altro lato nel panico di nuove sfide
immunitarie, nuove spinte terroristiche, nuovi nemici invisibili, ecc.
Questo
è il programma che i burattinai hanno pianificato: un “caos globale permanente”, uno scenario di guerra senza limiti
o guerra infinita che sta già diventando la regola, dove si ha paura di un
nemico sempre nuovo e sempre invisibile e dove la sicurezza delle nazioni verrà
garantita dai nuovi tutori dell’ordine: le grandi corporation dell’economia e
della finanza.
La
paura della morte dovuta ad un’esistenza priva di valori spirituali, e quindi
la esasperata preservazione dell’esistenza fisica intesa come mera tutela di un
corpo senz’anima né coscienza, ossia (parafrasando il filosofo Agamben) “nuda
vita” da preservare, sono elementi di continuo stress traumatico per ogni
individuo.
Il popolo perciò è portato ad accettare o addirittura a richiedere una fitta
rete di sorveglianza globale che controlli ogni aspetto della vita sociale.
L’idea
della rete di controllo globale può forse sembrare eccessiva agli occhi di chi
non ha mai studiato l’argomento, ma si tratta di un modello ben noto ed è a
tutti gli effetti una realtà in fase di attuazione; la filosofa e docente universitaria
statunitense Shoshana Zuboff (scrittrice accademica con dottorato in psicologia
sociale presso l’Università di Harvard) lo definisce “capitalismo della sorveglianza”, un sistema ultratecnologico che
effettivamente ha già iniziato a delineare il destino umano.
La digitalizzazione di un mondo sempre più
interconnesso, l’avvento del cosiddetto “internet delle cose” e di una tecnologia in grado di
espandere i limiti biologici della creatura umana, sono pilastri del nuovo ordine
globale.
Lo
stesso modello capitalista, come detto, dovrà subire un cambiamento sostanziale
che ci sta
portando verso la “Quarta Rivoluzione Industriale” ideata da Klaus Schwab.
Dal
neoliberismo contemporaneo si dovrà passare ad un nuovo capitalismo definito
come “stakeholder capitalism” (“capitalismo di chi detiene gli interessi”) in cui le imprese private
rappresentano dei fiduciari della società in grado di offrire -a loro dire- la
migliore risposta alle sfide attuali sia ambientali che sociali.
Si
mira quindi a privilegiare sempre di più gli interessi degli stakeholder ossia
dei gruppi o dei singoli individui che attraverso la loro influenza possono
raggiungere scopi precisi e determinati per ottenere vantaggi a favore
dell’élite mondialista che governa il pianeta.
Vantaggi
privati, ovviamente, che invece i popoli interpreteranno come benefìci
fondamentali per la vita collettiva.
Le
grandi corporation o gruppi di potere e di interesse, a capo di organismi e
fondazioni internazionali, eserciteranno ancora di più la loro influenza nel
mercato globale per continuare a far prevalere i loro fini a discapito degli
Stati nazionali che, esautorati sempre di più dal loro ruolo, divengono servili
esecutori delle decisioni dei master of the universe.
Saranno questi ultimi, tramite corporation e
mercati finanziari, i nuovi demiurghi contemporanei acclamati dai popoli quali
salvatori del mondo.
Sempre
di più coloro che possiedono il denaro e i capitali stanno diventando i nuovi
idoli delle masse, le quali si affideranno a questi organismi sovranazionali
sperando così di sfuggire alla paura della morte e dei nemici invisibili che
imperversano nella società: virus, terrorismo, crisi ambientali e “nuove sfide” come già ipotizzato ad
esempio dal World Economic Forum di
Klaus Schwab dove si è discusso della scoperta di vita extraterrestre come fattore di rischio
per la stabilità e la sopravvivenza del sistema di governance mondiale.
Abbiamo
visto come gli interessi di questi grandi fondi di investimento e corporations
non coincidono mai con quelli dei popoli e degli Stati, tenuti a bada e
disciplinati da algoritmi imposti dai mercati pilotati dai master of the universe. Questa lezione ce la insegna anche la
storia degli Stati africani e latinoamericani, teatri dell’austerity neoliberista,
schiacciati dai ricatti del debito e dalla fortissima deregulation che ha
smantellato intere classi sociali; anche il caso della Grecia costretta ad
obbedire ai diktat della troika ne è un esempio lampante.
Governi,
media mainstream, corporation, intellettuali e persino accattivanti influencer
da social media, si fanno latori del nuovo modello socioculturale che
indottrina le masse e crea una crescente aspettativa nella mentalità dell’uomo
comune; aspettativa che genera ambizioni compulsive capaci di infrangere tutti
i princìpi etici pur di raggiungere la nuova terra promessa, la terra
dell’illusione materialista, una terra situata oltre le frontiere della
biologia umana, dove si realizza il sogno dell’immortalità, dell’eterna
giovinezza e del benessere materiale, perseguendo la preservazione della vita
fisica magari ricorrendo a provvidenziali nuove tecnologie pur di ottenere
tutto ciò che nella società dell’apparenza è divenuto anelito collettivo.
Spinto
dalla paura della morte, ignaro delle leggi dell’esistenza e della scienza
dello spirito, l’uomo si fa egoista e ambisce solo alla custodia della nuda
vita per conservare le sue funzioni biologiche il più a lungo possibile,
tramite l’intelligenza artificiale e i prodigi della tecnologia, sacrificando però
il pensiero, la coscienza, l’anima, le emozioni, l’unione fraterna e la
solidarietà tra i popoli. Questo è il nuovo orizzonte del Grande Reset di Klaus Schwab .
In
questa visione dell’uomo, nel nuovo progetto mondialista a farla da padrone è
proprio l’innovazione tramite l’intelligenza artificiale quale strumento di
controllo.
In una
società sempre più caratterizzata dalla cyber security tramite riconoscimento
biometrico, tramite applicazioni multimediali di vario genere e tipo e tramite
sistemi di monitoraggio globale, ecco che la tecnologia sviluppata dalle grandi
corporation del Big Tech si presenta come un necessario strumento di protezione
e controllo degli Stati e dei cittadini, uno strumento di controllo
indispensabile per accedere a qualsiasi servizio pubblico o privato.
Ovviamente
il controllo interessa anche i Big Data: l’enorme mole eterogenea di dati
virtuali che riguardano ogni aspetto della realtà, soprattutto la vita umana e
le peculiarità degli individui (dalle preferenze musicali alle condizioni di
salute).
Gli
esperti che possiedono le chiavi d’accesso a questi dati possono scoprire i legami
tra fenomeni diversi, relazioni, tendenze culturali, ecc. e prevedere quelli
futuri.
A
livello giuridico si è già posto il problema dei rischi che l’uso dei Big Data
comporta per la privacy dei cittadini e per l’esercizio stesso della
democrazia.
Secondo
lo studioso di cultura digitale Kevin Kelly, ex direttore e cofondatore della
rivista Wired, i cui scritti sono apparsi su New York Times, Esquire, The
Economist e altri importanti periodici: “Se si vuole modificare il
comportamento in Rete delle persone, basta semplicemente alterare sullo schermo
gli algoritmi che lo governano, che di fatto regolano il comportamento
collettivo e spingono le persone in una direzione preferenziale.”
Questo
non è soltanto un inquietante panorama futuro, è già il presente, sta già
accadendo: ricordiamo
ad esempio lo scandalo Facebook del 2018 finito anche in tribunale, quando
Cambridge Analytica (società che analizza Big Data) utilizzò i dati personali
di 87 milioni di utenti a scopo di propaganda politica.
Lo
stesso potere istituzionale, in futuro verrà esercitato attraverso forme di
vigilanza e assoggettamento che circoscriveranno sempre di più la vita
dell’uomo ad una “prigionia digitale”, e chi non si adeguerà alle regole del
nuovo modello sarà considerato individuo inaffidabile a cui negare l’accesso al
lavoro, al credito, alla sanità, alla vita pubblica. Anche questo è scritto nei
numerosi report delle fondazioni internazionali e degli organismi economici
internazionali che hanno definito gli scenari futuri pensati dai master of the universe.
Una
delle organizzazioni che da anni preconizza tali scenari è la Rockefeller
Foundation che nel 2010, in collaborazione con il Global Business Network, ha
pubblicato un report dal titolo “Scenari per il futuro della tecnologia e dello
sviluppo internazionale”.
In
tempi non sospetti, dunque, il testo illustrava nuovi scenari ipotetici per far
fronte alle sfide globali ed attuare il Grande Reset.
Si
ipotizzavano quattro scenari di tipo apocalittico e catastrofico e le diverse
soluzioni da attuare per garantire il proseguo globale.
È curioso notare come sia stata ipotizzata una
pandemia su larga scala dove gli Stati con i loro leader avrebbero avuto “mano
libera nell’imporre l’ordine nel modo in cui preferivano” e “i cittadini erano
disposti a cedere parte della propria indipendenza e privacy a Governi più
paternalistici, in cambio di maggiore sicurezza e stabilità” ...un caso?
Questi
concetti espressi anni addietro, dunque, raccontavano la realtà che viviamo
oggi: il tempo
della “Quarta Rivoluzione Industriale” di Klaus Schwab che rappresenta il
Grande Reset.
È il
tempo in cui “il mondo digitale e quello virtuale devono divenire un tutt’uno”
come afferma Satya Nadella, amministratrice delegata di Microsoft.
Sia
chiaro, chi scrive non è contrario all’uso intelligente della tecnologia e
della scienza che -se sviluppata e utilizzata con coscienza e senso etico a
disposizione della vita e della sua evoluzione- può certamente migliorare il
futuro umano. Ma qui parliamo di un progetto che non ha nulla a che fare con una
visione umanitaria dell’esistenza. Qui parliamo di un progetto delineato da una scienza
senza coscienza che mira ad anteporre l’uomo a Dio: l’uomo che si sostituisce a Dio,
l’antica e sempre attuale sfida luciferica della creatura verso il Creatore.
Di
questa scienza senza coscienza, perseguita e adorata dall’umanità del pianeta
Terra, si è parlato più volte nei messaggi extraterrestri fin dai tempi del
contattista Eugenio Siragusa che già negli anni ‘80 del secolo scorso
denunciava i rischi della “scienza della materia” contrapposta alla “scienza
dello spirito”.
A tal proposito proponiamo la lettura di
un’importante analisi a firma del ricercatore Pier Giorgio Caria, al seguente
link:
(thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/7570-la-scienza-della-materia-e-la-scienza-dello-spirito.html.).
In un
messaggio del 1993 ricevuto da Giorgio Bongiovanni, gli extraterrestri
definivano le varie categorie della scienza senza coscienza che l’uomo pone in
essere, una scienza senza coscienza che prevede anche l’uso scellerato della
tecnologia.
Nel
messaggio del 20 agosto 1993 intitolato “LA SCIENZA SENZA COSCIENZA DI UNA
SOCIETÀ INGIUSTA ED IRRESPONSABILE”, vengono presentate le forme in cui
tale scienza si esprime, e viene consegnato un accorato appello da parte delle
Potenze Celesti all’umanità terrestre, che ancora oggi prosegue ciecamente
la sua folle corsa verso l’autodistruzione:
(thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/1999-1990/1993/3924-la-scienza-senza-coscienza-di-una-societa-.html).
La
nostra trattazione intende criticare uno scenario che proietta l’individuo in
un futuro distopico in cui egli stesso si erge presuntuosamente al rango di
divinità indipendente dal vero Dio (l’Intelligenza Onnicreante).
Tale
presunzione potrebbe scaturire anche dalla conquista della longevità,
possibilmente grazie ad una pillola capace di prolungare la vita fisica, o
grazie ad una tecnologia capace di “aumentare” le capacità cognitive
accrescendo il potere cerebrale, di certo non quello spirituale.
Il
progetto che riguarda la “pillola di lunga vita”, ad esempio, è tutt’altro che
fantasioso: vi sono istituti di ricerca e addirittura alcuni premi Nobel che vi
stanno lavorando già da molto tempo, strizzando l’occhio all’utilizzo del Litio
e dei radiofarmaci.
Anche
questo progetto è stato rivelato con largo anticipo da Giorgio Bongiovanni come
parte del vasto piano dell’anticristo per sedurre le masse.
Ciò
che il modello di nuova normalità vuole inculcare, tra le altre cose, è una concezione
di Essere umano che non contempla la sua stessa anima e la sua coscienza, un
Essere umano la cui identità nasce e muore con il corpo fisico, un Essere umano
che esilia nell’àmbito delle credenze obsolete la sua vera natura spirituale,
cioè un Essere umano che non conosce sé stesso e che rinuncia a sé stesso, nel
perenne spavento di continue minacce orchestrate ad arte e nel perenne
frastuono dell’iper-connessione tecnologica, promossa dalle stesse multinazionali
che macchiano di sangue il pianeta Terra.
SECONDA
PARTE.
L’uomo
del futuro.
L’uomo
di domani sarà l’effetto delle cause che egli sta ponendo in essere oggi. Se la logica dell’evoluzione su
questo pianeta è basata sulla “scienza senza coscienza” che pretende di dominare
la natura e di superarla sfidando le leggi della vita, allora questa logica
arimanica si concretizzerà inevitabilmente nella “nuova normalità” di cui
stiamo parlando, sicché questa logica non sarà più soltanto una teoria ma
detterà le regole della vita umana in ogni sua declinazione.
Il
superamento della biologia per il sogno della lunga vita, dichiarato dal
paradigma scientista e materialista, sostanzia il culto dell’effimero e della
mera esistenza immanente ignorando la reale natura trascendente dell’uomo, il
quale è innanzitutto un Essere spirituale dotato di intelletto che abita
temporaneamente un organismo fisico, un Essere cioè dalla natura tripartita:
spirito-intelligenza, anima-psiche, corpo-materia.
Se il
punto di partenza per l’uomo del futuro progettato dall’élite mondialista è la
pura esistenza materiale che non contempla la Causa Prima che genera la vita
(ossia un Essere spirituale responsabile della strutturazione del Creato),
allora la vita stessa diventa una spasmodica corsa al godimento, al
soddisfacimento dei bisogni fisici istintuali e all’appagamento delle pulsioni
emotive indotte dalla cultura dominante.
È già
evidente che questa corsa al piacere attrae le masse, le quali continuano ad
ignorare di essere schiacciate dai padroni universali che vogliono ridurre la
vita umana a poco più che uno scambio cibernetico in un mondo ultra-tecnologico
dove spiritualità, empatia, relazioni, convivialità, vita sociale e diritti
umani saranno solo una chimera del passato.
Quello
del “futuro neo-normale”, è un uomo che vive soprattutto all’interno della
propria abitazione, dove mangia, lavora ed espleta le sue funzioni in una
“società liquida” che pervade ogni aspetto dell’esistenza. (Il grande sociologo Zygmunt Bauman
definì società liquida un mondo dominato da costante incertezza, segnato
dall’indebolimento delle relazioni umane in cui manca il senso di comunità e di
identità).
Un uomo che lavora per grandi colossi
aziendali dai quali acquista online tutto ciò che gli si insegna a desiderare,
un uomo estraneo ai suoi simili, che preferisce non uscire di casa perché ha
paura di incontrare altri uomini e teme di mettere a rischio la propria salute
a causa delle incresciose minacce sempre nuove che destabilizzano il pianeta e
tengono la società in allarme perpetuo.
Le
idee di un uomo sempre più cyborg regolato da tecnologie che interferiscono
nella sua identità ed integrano la sfera biologica con quella digitale, non sono fantascienza ma veri e
propri progetti che certe multinazionali stanno già finanziando tramite
istituti di ricerca e università (tratteremo più estesamente l’argomento in
seguito).
Tale
visione favorisce ovviamente i super ricchi che queste idee già le stanno
realizzando.
Per loro il Grande Reset di Klaus Schwab , inteso come cambio del paradigma
governativo, socio-economico ed antropologico, è un’occasione ghiotta di
guadagno come abbiamo visto durante i recenti lockdown.
Mentre
il tessuto delle piccole e medie imprese è stato fortemente svantaggiato,
producendo nuove schiere di poveri e disoccupati, l’economia dei grandi colossi
del web è cresciuta, così come i patrimoni dei super ricchi del pianeta che
hanno saputo sfruttare senza pietà ogni possibile occasione di profitto.
Secondo
un rapporto della banca svizzera UBS, da aprile a luglio del 2020 gli
ultramiliardari hanno aumentato il proprio reddito del 27.5%. Il numero di
super ricchi è aumentato così come quello dei loro patrimoni. La stessa banca
UBS ha visto salire il suo utile netto su base annua del 99%, una percentuale
scioccante.
Il
magnate di Amazon, Jeff Bezos, è passato da un patrimonio personale di 113
miliardi di dollari (che aveva a marzo del 2019) al patrimonio attuale di 180
miliardi di dollari.
Lo
stesso processo di aumento di ricchezza personale è avvenuto anche per Bill
Gates, Warren Buffet, Elon Musk, Mark Zuckerberg (tutti uomini di Davos
soggetti al potere di Klaus Schwab ) e altri grandi super paperoni del pianeta,
tanto che per alcuni studiosi non è mai stata creata così tanta ricchezza in un
solo anno, il 2020.
Il
vertiginoso aumento dei capitali personali dei soliti noti e delle corporation
che essi amministrano, ha contribuito ad un forte incremento del divario
sociale, della povertà e della disuguaglianza perché sono stati erosi i diritti
fondamentali: come il neoliberismo insegna.
La
crisi che apre al Grande Reset di Klaus Schwab , quindi, avvantaggia i grandi
potenti del mondo che detengono gli asset finanziari creando un quadro
economico simile a quello del 1905 in termini di concentrazione di ricchezza,
quando famiglie come i Vanderbilt, i Carnegie e i Rockefeller dominavano il
mercato globale.
La
riforma del mondo a vantaggio delle élite super ricche.
Il
mondo, come sostengono coloro che si illudono di possederlo, va riformato ed
occorreva un Grande Reset per farlo. Un reset a partire dalla concezione
stessa dell’uomo e del pianeta in cui vive, un reset ideato per una nuova
palingenesi umana programmata dalle stesse menti che hanno accumulato l’intera
ricchezza globale a discapito di miliardi e miliardi di persone che vivono
sotto la soglia di povertà.
Benché
gli stessi teorici di questo disegno dichiarino apertamente nei loro documenti
che in futuro si avranno maggiori disuguaglianze sociali, non offrono soluzioni a riguardo e
continuano a promuovere visioni distopiche della realtà.
Visioni già ampiamente preconizzate negli anni scorsi
in celebri film hollywoodiani o narrate in romanzi come quelli di Aldous
Huxley, che postulava esattamente il futuro che l’umanità sta oggi vivendo.
Un
futuro, come abbiamo detto, caratterizzato dal superamento biologico e da
tecnologia utilizzata per garantire governance e stabilità globale, in cui i
giganti del mercato finanziario divengono anche garanti della sicurezza degli
Stati, definendo politiche che depotenziano popoli e nazioni a favore di un
club esclusivo di individui e di un mercato elitario che si propone come
guardiano del sistema per il “bene comune”.
Nonostante
i rischi di un simile scenario e di un progetto di vera e propria biopolitica
che prospetta una umanità iperconnessa e robotica nelle mani di una ristretta
cerchia di individui, l’uomo comune sarà ben lieto di farsi amministrare dai
suoi tutori dell’ordine che difenderà come nuovi demiurghi. Gli stessi spietati multimilionari
che oggi giocano a fare i filantropi dopo essersi arricchiti distruggendo il
sistema e l’ecosistema, stanno già diventando tutori, interpreti ed idoli dell’intera
umanità.
Accanto
a tale scenario, da parte di questi soggetti multimilionari non poteva mancare
un tassello importante per la riuscita del Grande Reset, ossia il loro impegno
a favore di cause apparentemente solidali o per la tutela dei diritti
universali e del pianeta Terra.
Un esempio di questa altruistica mascherata è
la cosiddetta green economy promossa da molte corporation, che dichiara di
voler abbattere le emissioni di CO2 e combattere il cambiamento climatico che
-oibò- è causato dalle stesse multinazionali che continuano a fatturare
distruggendo interi ecosistemi.
I più
grandi fondi internazionali d’investimento, nonostante l’inquinamento prodotto
fino ad ora, presentano accattivanti campagne di marketing improntate alla
sostenibilità e si prefiggono obbiettivi e politiche ambientali, come sta
facendo una delle “tre sorelle”, la Black Rock: la più potente e ricca società
d’investimenti al mondo, purosangue statunitense, che gestisce un patrimonio di
oltre 8mila miliardi di dollari e che gli esperti definiscono “banca mondiale ombra”.
I
nuovi tutori del pianeta fanno leva su una comunicazione politically correct
che inganna le masse, le quali per tale ragione sono felicemente inclini a sposare le idee buoniste di aziende
impegnate anche nel mercato delle armi, del big food, degli allevamenti
intensivi, dei pesticidi tossici e di mille altre diavolerie.
Ma si
sa, nella società dell’inganno e delle apparenze ci si ferma alla superficie
delle questioni senza approfondirle e perciò si sposano idee apparentemente
giuste che fanno leva sul pietismo umano senza però risolvere le vere cause che
si celano dietro agli effetti nefasti che travolgono l’umanità.
Ecco
quindi che troviamo i nuovi profeti dell’era post-umana, influencer,
personalità dello spettacolo, grandi CEO di aziende multimilionarie, tutti in
riga pronti ad indorare la pillola del nuovo ecologismo che fa business,
rendendo il Grande Reset ancora più seducente agli occhi di un pubblico ignaro
e ignorante dei processi che guidano il potere (di Klaus Schwab).
Sia
chiaro, è logico che ognuno di noi deve dare il suo contributo per il bene del
pianeta cercando di diminuire il proprio impatto, ma sentir parlare grandi
multinazionali di sostenibilità ambientale quando i loro profitti continuano a
basarsi su un depauperamento sistematico delle risorse comuni, appare
quantomeno ipocrita, per non dire perverso.
Le
operazioni di green-washing (“ambientalismo di facciata”, strategia di comunicazione di
certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire
un’immagine di sé ingannevolmente positiva, allo scopo di distogliere
l’attenzione pubblica dagli effetti negativi delle proprie attività), operazioni che vengono messe in campo
da grandi società finanziarie divenute improvvisamente aziende “benefattrici”,
contribuiscono a creare nella mente delle persone un bias cognitivo che le
induce a sostenere e adulare i propri carnefici, cioè i responsabili del
quotidiano avvelenamento fisico e psichico delle masse e i responsabili della
distruzione dell’ecosistema.
[Il “bias cognitivo” è appunto la distorsione che devia
la razionalità nel giudizio e provoca una falsa interpretazione della realtà, generando un’opinione alterata che
non corrisponde all’evidenza dei fatti.]
Grandi
istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale, ora divengono paladine
della green economy (sempre più correlata alla finanza internazionale) e
fautrici di un ingannevole Green New Deal, come quello caldeggiato dall’Unione
Europea con il nome di “transizione ecologica”.
Tale
transizione rischia di promuovere implicitamente l’economia criminale in Paesi
come l’Italia dove le mafie hanno già l’acquolina in bocca in attesa dei fiumi
di denaro provenienti dall’Unione Europea.
Inoltre,
se volessimo avventurarci in una “facile profezia” diremmo: la transizione ecologica incoraggia
grandemente l’utilizzo di veicoli elettrici -chissà- magari con l’intento di
proporre tra qualche anno l’utilizzo del nucleare per generare energia
elettrica, tra gli applausi dei miliardi di persone “elettrificate”.
In tal
senso, dovremmo stare attenti e prendere in serissima considerazione i
reiterati avvertimenti delle intelligenze extraterrestri, memori di catastrofi
nucleari come quella di Fukushima. Eccone alcuni al seguente link:
(thebongiovannifamily.it/messaggi-2011/3280-catastrofe-nucleare.html).
Sotto
il vessillo rassicurante del progresso, di nuove battaglie per i diritti
dell’uomo, della digitalizzazione globale e dell’esaltazione tecnologica, ecco
che la logica arimanica basata sul denaro e sull’accaparramento indiscriminato
prosegue spietata, e con essa il completamento del piano transumanista di cui
parleremo in conclusione.
I
mercati del futuro.
I
mercati prevedono una sempre maggiore preminenza della finanza sull’economia
reale, in un sistema già “iper-finanziarizzato” che si apre al nuovo business
dell’idrogeno (e del nucleare), e si apre al business del progresso
tecnico-scientifico, dell’intelligenza artificiale, dell’universo Big Data che
gli analisti definiscono come “il nuovo petrolio”, visti anche gli scenari delle cyber-guerre, anche queste previste da Klaus
Schwab nel Grande Reset.
Stanno
arrivando incredibili innovazioni che rievocano antiche stregonerie, come il
mind uploading, cioè il processo di “caricamento mentale”: si prende un cervello umano e si fa
copia-incolla dal cervello a un sistema informatico.
Ebbene
sì, in attesa che il mind uploading sia a disposizione di tutti, è già
possibile mettersi in lista al modico prezzo di 10mila dollari... non è uno
scherzo: (nectome.com/). Tutto ciò, ovviamente, ignorando la
vera natura spirituale dell’uomo e quindi ignorando che il cervello non è il
contenitore della mente umana.
Inoltre,
ribadiamo, il business che riguarda il prolungamento della vita fisica, è
persino arrivato al mercato dei geni e al mercato del DNA.
Quest’ultimo,
secondo molti analisti internazionali, si accinge a diventare un
mercato-chiave, sia per la ricerca medica, sia per il gene-editing ossia la
consulenza genetica rivolta direttamente ai consumatori per la correzione delle
mutazioni geniche, e Dio solo sa per quali altre finalità. Si tratta di un sistema
che viene già sperimentato per l’archiviazione dei dati e per l’uso di
applicazioni informatiche; sarà quindi una sorta di mercato aperto per geni e
sequenze di DNA.
Si
creerà cosi ancora più divario e disuguaglianza sociale tra super ricchi, che
detengono circa il 5 percento della ricchezza mondiale e che sfrutteranno le
nuove scoperte e tecnologie a loro favore, e una schiera di poveri e nuovi
tali, che saranno il 95 percento del mondo.
Saranno
proprio le masse di nuovi indigenti a rimanere ammaliate dal mito del progresso
e dai benefici potenziali che questo potrebbe fornire loro.
Un
fascino che i popoli subiranno grazie ai metodi di propaganda e manipolazione
comunicativa previsti dal sistema, finendo così per amare, in nome della sicurezza,
misure autoritarie e lesive dei diritti fondamentali e un sistema di
sorveglianza e controllato globale. Saranno direttamente le grandi aziende
multinazionali a tutelare gli Stati e i cittadini facendo leva sugli incombenti
pericolosi sanitari e sociali.
Stati
esautorati delle loro prerogative nazionali e democratiche e depotenziati nelle
loro costituzioni fondamentali, tramite riforme spinte da organismi
sovranazionali a cui le nazioni devono sempre più adeguarsi per ricevere
liquidità monetaria, prestiti e favori a debito.
Si
tratteggiano così i lineamenti di quello che Shoshana Zuboff ed altri esperti
hanno definito “capitalismo della sorveglianza”. Sì, ovviamente si tratta di una
sorveglianza valida per gli uomini comuni ma non per i grandi criminali, non
per i boss mafiosi super latitanti, ancora liberi dopo decenni grazie alla
complicità degli Stati e alla protezione di quell’élite mondialista che governa
il mondo tramite massonerie e loschi giochi di potere.
Tecniche
di manipolazione di massa per attuare il “Grande Reset” di Klaus Schwab.
Per
fare in modo che le idee di cui stiamo parlando vengano accolte dalla
popolazione e diventino consuetudini socialmente accettate, il potere sa bene
come abbonire le masse per renderle complici dei suoi misfatti, e purtroppo
trova nella popolazione un fertile terreno per la realizzazione nefasti
progetti. La storia contemporanea delle grandi dittature totalitarie del ‘900
ne è prova incontrovertibile. Senza scomodare il passato, oggi possiamo osservare la forte
erosione dei diritti sociali e lavorativi promossa dai Governi occidentali
imbeccati dai poteri forti, con il beneplacito di folle impaurite e domate con
l’inganno e persino con benefìci economici immediati in cambio di una
diminuzione sostanziale delle tutele democratiche.
Si
tratta quindi di far leva sui meccanismi classici della comunicazione e della
manipolazione di massa di cui sapientemente e minuziosamente ci hanno parlato
molti studiosi, tra i quali spicca lo statunitense Noam Chomsky: linguista, accademico, scienziato
cognitivista, teorico della comunicazione, attivista politico, saggista,
docente emerito al Massachusetts Institute of Technology, fondatore della
grammatica generativo-trasformazionale (il più rilevante contributo alla
linguistica teorica del XX secolo), autore di decine e decine di opere
letterarie, insomma una vera e propria autorità di calibro internazionale che
vale la pena ascoltare.
Ci
riferiamo per esempio al cosiddetto “principio della rana bollita”, una declinazione della strategia
della gradualità.
Per
rendere accettabile un grande cambiamento che se avvenisse rapidamente
causerebbe un trauma e un rifiuto collettivo, è necessario procedere in modo
lento e graduale affinché le masse possano metabolizzarlo a poco a poco. La metamorfosi
progressiva sfugge alla coscienza collettiva senza suscitare alcuna reazione,
opposizione o rivolta.
Perciò
è fondamentale instillare nelle masse le nuove e più sconcertanti informazioni
un po’ alla volta, perché il comportamento delle masse è simile a quello delle
rane in una pentola d’acqua fresca che viene riscaldata a fuoco lento.
Mentre
la temperatura dell’acqua aumenta pian piano, le rane non avvertono nessun
cambiamento; quando iniziano a soffrire sono ormai intorpidite e restano
passive, non riescono a reagire, e quando l’acqua arriva ad ebollizione non
hanno più la forza di saltare fuori dalla pentola, e il gioco è fatto.
Questa
tecnica spiegata da Chomsky rivela la manipolazione operata dai grandi poteri
mondiali, che un passo alla volta guidano le masse verso un triste destino.
Dunque
i cambiamenti graduali sfuggono alla coscienza umana e non suscitano reazioni
od opposizioni sociali.
Anzi,
le stesse masse convengono sulle modalità che i loro carnefici usano per
rabbonirle e per sottrarre loro i beni più preziosi: libertà e diritti.
Complottismo?
No: la
tecnica della rana bollita è comunemente utilizzata per veicolare notizie
tramite TV, giornali, radio, social e web, seguendo l’agenda-setting
prestabilita dai poteri che gestiscono i mass-media.
L’agenda-setting
è appunto l’influenza dei mass-media che, diffondendo certe notizie scelte ad
hoc, condizionano l’opinione pubblica.
Il
principio dell’agenda-setting è il salience transfer, cioè il rendere predominanti certe
notizie rispetto ad altre.
In
questo modo anche le idee più peregrine diventano nuovi paradigmi di normalità,
accettati dalle masse e sposati come Credo collettivo grazie alla propaganda
mainstream.
Tale
strategia di persuasione si inserisce in quella che la sociologia delle
comunicazioni chiama “Finestra di Overton”, teoria che prende il nome dal
sociologo e attivista statunitense Joseph Paul Overton.
La Finestra di Overton descrive le fasi di consenso
popolare nei confronti delle politiche governative:
-
inconcepibile (unthinkable);
-
estrema (radical);
-
accettabile (acceptable);
-
ragionevole (sensible);
-
diffusa (popular);
-
legalizzata (policy).
Le
idee e i modelli culturali considerati inaccettabili e deleteri perché ledono
la dignità umana, grazie al principio della rana bollita verranno considerati
dapprima accettabili, poi ragionevoli, poi popolari e infine diventeranno leggi
a cui obbedire.
Per
evitare rivolte popolari, i governanti agiscono quindi all’interno
dell’accettabile, ma è proprio questo il punto: ciò che consideriamo
accettabile è ciò che gli stessi governanti hanno reso accettabile mediante il
principio della rana bollita.
E siccome il cambiamento avviene gradualmente, vi
saranno fette di popolazione sempre più estese che via via diverranno vere e
proprie sostenitrici della “nuova normalità” e cercheranno di convincere quella
parte di popolazione che ancora non è del tutto “bollita”.
Joseph
G. Lehman, che ha coniato il termine” Finestra di Overton”, è presidente del
Mackinac Center for Public Policy, un istituto di ricerca e istruzione
indipendente e senza scopo di lucro, che si occupa di come la politica
influisce sulla libertà e sulla qualità della vita umana.
In
un’intervista per il New York Times Lehman ha dichiarato: “...hanno usato il concetto di spostare
la Finestra di Overton... con l’intenzione di rendere accettabili idee non
convenzionali.”
In
altre parole, certe idee e certi modelli culturali comunemente reputati dannosi
e inaccettabili, un po’ alla volta diventano popolari grazie alla manipolazione
mentale operata dal mainstream e dai canali educativi istituzionali, cosicché
si genera a reti unificate un nuovo standard morale, applaudito e propagandato
da personaggi famosi, da pseudo-esperti prezzolati di turno e da onnipresenti
“intellettuali di regime”.
Il nuovo standard morale ridicolizza e demolisce il
buonsenso comune e sorvola con arrogante superficialità tutti i dubbi etici,
dando luogo a comportamenti che fino a poco tempo prima erano semplicemente
inammissibili perché palesi violazioni del diritto e dell’etica. Infine, ultimo
tassello dell’astuto puzzle, una volta che questi comportamenti sono diventati
consuetudine, vengono canonizzati a norma di legge.
Citiamo
solo alcuni esempi di questo modus operandi: il libertinaggio dei costumi sessuali
promosso furbescamente come battaglia di libertà (come nel caso della
pornografia, ecc…), lo sdoganamento del linguaggio scurrile, i comportamenti violenti
inculcati nella mente umana fin dalla più tenera età, ecc.
A
causa della manipolazione mentale, il bias cognitivo di cui abbiamo già parlato rende
l’individuo psicologicamente handicappato e incapace di pensare razionalmente.
Questa
che potremmo definire “logos-deficienza” è riscontrabile ad esempio nell’accettazione
acritica delle fasulle “missioni di pace” dove le armate occidentali usurpano le risorse dei
Paesi poveri; è riscontrabile nell’accettazione acritica dell’imperialismo americano
e dei
crimini commessi dalla NATO; è riscontrabile nell’accettazione acritica della fantomatica
“esportazione
della democrazia” (Iraq, Libia, Afghanistan, ecc.); è riscontrabile nell’accettazione
acritica delle conclamate menzogne che hanno portato alla guerra infinita
contro un terrorismo farlocco; è riscontrabile nell’accettazione acritica delle
connivenze tra istituzioni e criminalità organizzata; ecc.
La
logos-deficienza che affligge gran parte dell’umanità, è riscontrabile anche
nell’accettazione dei nuovi sistemi di sorveglianza che violano i diritti della
persona umana.
Questi
sono solo pochi esempi di quella che abbiamo denominato logos-deficienza, dimostrando come la manipolazione
mentale operata tramite il mainstream è già un dato di fatto, una realtà
concreta, che ha generato una specie di nuovo Credo fideistico.
Infatti,
gli stessi individui che subiscono l’inganno non osano dubitare del dogma
mainstream, e siamo al punto che un qualsiasi uomo comune è pronto a litigare
coi suoi simili per difendere il dogma imposto dai padroni del mondo.
E
-ahinoi- quando l’ingannato prende le difese degli ingannatori, siamo
all’assurdo.
Ma
come scrisse il grande Mark Twain: “È molto più facile ingannare la
gente, che convincerla di essere stata ingannata.”
Nel
frattempo, le poche voci fuori dal coro rappresentano per il sistema dominante
delle Cassandre da isolare.
Ricordiamo
che quando il famigerato cavallo di legno fu introdotto nella città di Troia,
la profetessa Cassandra rivelò a tutti che al suo interno erano nascosti i
soldati greci, ma rimase inascoltata.
Come
Laocoonte fu l’unico a credere nelle parole di Cassandra, ci auguriamo che oggi
vi siano parecchi che come lui possano riconoscere la verità, ma non facciamoci
illusioni:
Laocoonte era un veggente sacerdote solare.
Intanto
nell’epoca attuale il reset (azzeramento) delle menti prosegue la sua corsa
psicopatica, e con la scusa del politicamente corretto rende tiepide le
coscienze e tappa la bocca ai veri dissidenti, promuovendo un illusorio contraddittorio
da salotto televisivo.
Così,
quando nel cuore della notte, mentre tutti saranno ubriachi, i soldati
assassini salteranno fuori dal ventre del caval donato, sarà troppo tardi.
TERZA
PARTE.
I
concetti arimanici che definiscono l’umanità del futuro.
Dopo
aver riportato gli scenari socio-economici e persuasivi che caratterizzano il
Grande Reset di Klaus Schwab , analizziamo più da vicino il “nuovo uomo”
preconizzato dalla mente arimanica che governa il pianeta, in relazione anche
ai messaggi offerti dal Cielo alla Terra. Prendiamo in esame anche i dati
economici che dimostrano come il nuovo paradigma sociale è fin d’ora una realtà
su cui i colossi del mercato stanno già investendo enormi quantità di denaro.
Un
nuovo concetto d’uomo in via di realizzazione.
a.
Superare la Natura.
La
filosofia del mondo progettato dal Grande Reset di Klaus Schwab implica e promette il
potenziamento dell’uomo attraverso il superamento della Natura: una vera e
propria liberazione dai limiti delle leggi biologiche.
Secondo
i padroni universali l’uomo può definitivamente anteporsi a Dio e alla
Creazione, considerata persino limitante e rea di non aver concesso
l’immortalità fisica alle sue creature.
Si
progetta così un futuro dove il corpo potrà vivere all’infinito, per grazia
ricevuta dalla tecnologia della Fede postmoderna: il dogmatico scientismo che
non considera l’Essere umano come individuo intelligente dotato di anima e
corpo, ma semplicemente come immanente macchina biologica da ampliare,
potenziare, aggiornare e rendere materialmente immune al deterioramento.
La
filosofia che sta alla base di questo concetto su cui i mercati stanno già
investendo, è la filosofia del transumanesimo.
b. La
filosofia transumanista.
Il
termine transumanesimo è stato coniato da “Julian Huxley”, biologo
evoluzionista e teorico di una eugenetica umanista intesa come “igiene
razziale” per il miglioramento della società, convinto che il dovere dell’uomo
sia il completamento della “Creazione interrotta” di Dio.
Noto alle cronache per le sue teorie e per
essere stato il primo direttore dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite
per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), Julian Huxley è il fratello del
famoso scrittore Aldous Huxley, autore di celebri romanzi distopici che
tratteggiano mondi futuristici e idee che negli anni si sono effettivamente
realizzate.
La
storia della famiglia Huxley, nota per aver elaborato impulsi progressisti nel
panorama storico internazionale, si intreccia a numerose vicende che hanno
caratterizzato l’epoca contemporanea, ed è legata all’esoterista Aleister
Crowley, mago nero e occultista, fondatore del culto di Thélema.
Grazie
allo stimmatizzato Giorgio Bongiovanni sappiamo che Crowley fu l’Iniziatore del personaggio
che si identifica nell’Anticristo, oggi incarnato sulla Terra e operante ai
massimi livelli della finanza internazionale e delle caste occulte che dirigono
le sorti del pianeta.
I membri della famiglia Huxley ricevettero
l’iniziazione da Crowley, il quale sposava le teorie transumaniste e l’evoluzionismo
eugenetico divulgati dai fratelli Huxley, che a loro volta aderirono a diversi
ordini massonici ed esoterici come la Golden Dawn (Ordine ermetico dell’Alba Dorata),
diffusa soprattutto in Inghilterra negli anni Venti e Trenta del ‘900.
Aldous
Huxley, i cui romanzi sono considerati veri e propri manifesti programmatici
del mondo che verrà (e che già viviamo), con Crowley incoraggiava l’uso di
mescalina e LSD per “aprire le porte della percezione”, idea che poi i servizi segreti
infiltrarono nei movimenti rivoluzionari hippy degli anni ‘60 e ‘70 per
destabilizzarli e renderli innocui.
Infatti,
sappiamo che lo stesso Huxley prese parte a progetti governativi segreti che la
CIA portò avanti in America e nel mondo, come ad esempio il Progetto Monark e
il Progetto MK-Ultra per la riprogrammazione mentale (anche con l’utilizzo di
allucinogeni), progetti antesignani delle guerre psicotroniche contemporanee
che -tra le altre cose- prevedono l’uso di stimoli elettromagnetici a distanza,
microonde, impulsi energetici ed agenti chimici capaci di condizionare il
comportamento umano e lo stato di salute psicofisica.
“Il
Mondo Nuovo” (Brave New World), romanzo di Aldous Huxley datato 1932, descrive
gli scenari del Grande Reset:
un mondo distopico caratterizzato da pianificazione
demografica (come le teorie neomalthusiane sul controllo delle nascite),
eutanasia legale, fecondazione in uteri artificiali, abolizione del nucleo
sociale famigliare in funzione della promiscuità, iper-sessualizzazione dei
bambini fin dalla tenera età, superamento della natura, droghe smart, vigilanza
globale, robot e nanotecnologie.
Insomma proprio il mondo che si sta
concretizzando ai nostri giorni, un mondo che tiene fede all’assioma di
Aleister Crowley: “Amore è la Legge, Amore sotto la Volontà”. Sarebbe opportuno approfondire il
concetto di “Amore” e “Volontà” secondo Crowley, ma non è questa la sede
adeguata.Nel
progetto transumanista sposato oggi dall’élite globale (che non ne fa mistero tramite scelte
politiche, attività multinazionali e dichiarazioni pubbliche), il progresso
materiale diventa ossessivo come il culto del corpo fisico che deve
oltrepassare le leggi di natura, un corpo che può fondersi con la tecnologia e la
robotica per produrre un nuovo umano ideale.
Max
More, transumanista e filosofo, presidente e CEO della Alcor Life Extension
Foundation, azienda leader nel campo della crionica, nella sua Lettera a Madre
Natura esprime l’essenza del paradigma che i padroni del mondo stanno perseguendo:
“Ci
obblighi ad invecchiare e a morire... Ci hai creati vulnerabili alle malattie e
alle ferite... sei stata poco generosa con noi, donando sensi più raffinati
agli animali... ci hai dato memoria limitata e scarso controllo sui nostri
istinti... e ti sei dimenticata di darci il nostro libretto d’istruzioni”.
Per
questo, continua la lettera, “abbiamo deciso che è ora di emendare la
costituzione umana”, e prosegue con tutta una serie di deliranti emendamenti.
Ne
riportiamo alcuni: “Non sopporteremo più la tirannia dell’invecchiamento e della
morte. Per mezzo di alterazioni genetiche, manipolazioni cellulari, organi
sintetici e ogni altro mezzo necessario, ci doteremo di vitalità duratura e
rimuoveremo la nostra data di scadenza. Ognuno di noi deciderà quanto a lungo
potrà vivere... Espanderemo la portata delle nostre capacità cognitive con
strumenti computazionali e biotecnologici”, ecc.
Tutto
questo per ribellarsi alla natura e “alle restrizioni imposte dall’eredità
umana” come si legge nel sito web del movimento transumanista, per creare un
nuovo uomo che vada oltre i suoi confini come... un novello Prometeo.
c. La
hybris di Lucifero e la sua creazione ‘perfetta’.
L’umana
presunzione di onnipotenza, che gli antichi greci definivano hybris, ha sempre
caratterizzato la storia delle civiltà terrestri da quando gli abitanti
luciferini del pianeta Mallona hanno preso dimora sulla Terra dopo aver
distrutto il loro pianeta.
Dai
tempi più remoti, dunque, fino alle leggendarie civiltà di Mu, Lemuria e Atlantide, la superbia umana che si contrappone
al Creatore e alla Creazione è un leitmotiv ricorsivo.
L’ossessione
accecante nell’estremo desiderio di spingersi oltre i confini delle leggi
naturali e spirituali, è l’antica colpa difficilmente estirpabile dal cuore
dell’uomo.
Anche duemila anni fa questo peccato si è ripetuto con
la crocifissione di Gesù Cristo, e innumerevoli sono le donne e gli uomini
divini che nel corso della storia sono stati messi a morte dalla follia
dis-umana.
Ma la storia stessa ci insegna che la hybris,
l’orgogliosa tracotanza che porta l’uomo a ribellarsi contro l’ordine divino e
naturale, è sempre immancabilmente seguita dalla punizione divina (tísis).
Eppure, come scrisse Antonio Gramsci: “La storia insegna, ma non ha scolari”.
Sedotto
e abbagliato dal mito dell’immortalità e dall’illusione di anteporsi a Dio, di
possedere e replicare la Sua Creazione, l’uomo ancora oggi tenta di umiliare la
divina Madre
Natura senza
pensare alle conseguenze delle proprie azioni, mentre concretizza il malvagio
sogno di fabbricare una nuova società dove poter infrangere le leggi della vita. È proprio questo che si cela sotto
la facciata dell’innovazione, sotto il velo dello scientismo-oppio dei popoli, sotto le trappole della manipolazione
di massa attuata tramite il soft power della persuasione sistematizzata o della
menzogna che diviene verità collettiva, sempre laudata dall’uomo comune.
Come
più volte ribadito da Giorgio Bongiovanni, quando il personaggio che si
identifica nell’Anticristo deciderà di palesarsi al mondo, verrà osannato dalle
masse perché offrirà privilegi e benefìci come un filantropo pronto ad aiutare
i popoli grazie al progresso tecnico-scientifico, magari operando a favore
dell’ambiente e delle classi disagiate, e con l’immancabile promessa della
lunga vita in pillole.
Aspetti,
questi, che guarda caso coincidono perfettamente con la propaganda dei master of the universe che, tramite Cavalli di Troia come
digitalizzazione, “internet delle cose”, scoperte scientifiche e innovazioni
culturali, rendono apparentemente gradevoli gli strumenti di oppressione e le
catene del dominio planetario.
Per
l’occulta élite mondialista, che utilizza palesemente simboli e rituali per evocare le
forze luciferine in grado di garantirle la prosperità materiale, gli odierni dispositivi
tecnico-scientifici riproducono gli antichi strumenti di magia nera,
un’alchimia perversa, che invece di cercare l’ispirazione solare per il bene di
tutti, si serve di mezzi psichici e fisici per ottenere vantaggi materiali e
lunga vita corporale, e per estendere l’oscuro potere che soverchia gli altri
uomini, sfidando il Creatore.
Si
rende così fattuale il motto del fondatore della Chiesa di Satana Anton Szandor
LaVey, classe 1930, amato da celebri star internazionali e registi
hollywoodiani: “Ogni uomo è Dio... l’uomo è la divinità per il satanista”.
Questo
assioma ispira anche quella ristretta cerchia di individui al cui vertice si
trova colui che incarna la missione dell’Anticristo.
Lo
stesso LaVey era convinto che un’élite di satanisti(tra cui Klaus Schwab) avrebbe governato il mondo, una élite
di riformisti esaltati dall’ideale tecno-progressista quale abracadabra capace
di risolvere tutti i problemi materiali dell’uomo.
D’altra
parte, la Madonna apparsa a Fatima nel 1917 disse: “Satana regna nei più alti posti,
determinando l’andamento delle cose.”
In
definitiva, questi alchimisti neri sono convinti che brutalizzare i popoli
serva a produrre il cosiddetto “Fuoco Segreto” che può donare l’immortalità
carnale, così come tentarono di fare Adolf Hitler e i suoi adepti del “Sole
Nero” mediante i campi di sterminio e gli Athanor-forni crematori.
Non
per caso, Hitler
stesso sognava e prometteva pubblicamente che il Terzo Reich sarebbe durato per
mille anni come il regno di biblica memoria, ponendo così a tutti gli effetti
sé stesso al posto di Gesù Cristo. [Proporremo in un altro articolo una più approfondita
trattazione di questo importante argomento.]
L’uomo,
il suo potenziamento materiale, il primato della conoscenza intesa solo come
mero accumulo di informazioni che possono essere trasmesse da un cervello
all’altro, una mente intercambiabile da poter uploadare, ampliare, aggiornare
in modo prestabilito, l’elitismo e la presunta predestinazione, queste sono le basi essenziali del
nuovo Credo transumanista che permea il progetto del Grande Reset globale di
Klaus Schwab .
Così
la “società liquida” ha reso liquido anche il corpo umano che, demolito ogni
schema naturale, può diventare a piacimento qualcosa di modificabile e
convertibile, e grazie all’uso di pillole ormonali, impulsi elettromagnetici e
chi più ne ha più ne metta, a seconda dei propri umori può decidere di cambiare
colore degli occhi o natura biologica, compiendo così il progetto
arimanico di spersonalizzazione dell’individuo, progetto che fa molto comodo ai
governanti, perché un popolo di individui senza identità è un popolo facilmente governabile.
d.
L’utopia della scienza e della tecnica. La violazione dei diritti.
“L’uomo
al posto di Dio” è il progetto dei padroni universali. Un progetto destinato a fallire. Ma per tentare di metterlo in atto è
necessario manipolare le masse per condividere con loro l’idea di immortalità e
di superamento biologico. Per questo motivo, gradualmente, vengono introdotti nella società
meccanismi di sorveglianza, tecnologie indossabili, estrema digitalizzazione,
smart working, droghe intelligenti, nanotecnologia, internet delle cose,
mercato dei social, controllo climatico, potenti reti di connessione 5G e 6G, e
tutto ciò comincia a diventare “accettabile”, a sembrare “ragionevole” e infine
“desiderabile”.
Chatmath
Palihapitiya, ex vicepresidente di Facebook, nel 2017 ha rivelato qual è uno dei
ruoli principali dei social: “Voi non ve ne accorgete, ma state subendo una programmazione
[mentale]”,
mettendo in guardia sui rischi dell’iper-connessione dei social network e su come
questi sfruttano le vulnerabilità psicologiche delle persone.
In
questi anni la politica della Silicon Valley e delle nuove startup mondiali è
stata caratterizzata dalle numerose promesse di sviluppo basato sui Big Data,
sul mondo hi-tech, sui nuovi modelli comunicativi e sull’assenza di tutela di
spazi degli individui.
Un mercato in cui i dati delle persone vengono
scambiati a loro insaputa in totale assenza di privacy.
Eric
Emerson Schmidt, amministratore delegato di Google tra il 2001 e il 2011, poi
presidente del Consiglio di Amministratore del gruppo, non ha mai celato la sua
ambizione di poter controllare la società.
Ora
Schmidt è entrato a far parte anche del Gruppo Bilderberg.
Su
come il potere sfrutta le innovazioni tecnologiche rabbonendo le masse, si è
espresso anche il giornalista Julian Assange in un’intervista rilasciata a
L’Espresso. Parlando dell’universo dei Big Data in tempi apparentemente non
sospetti, Assange disse: “Google succhia i dati personali di ogni persona... sta
costruendo uno sterminato bacino di informazioni che è di grande interesse per
il Governo americano”. In questi anni abbiamo potuto constatare l’influenza del
grande colosso americano Google sulla politica.
Come
dicevamo all’inizio, nella fase del Grande Reset che stiamo vivendo è
fondamentale che i Governi vengano esautorati dalle loro prerogative lasciando
il posto a potenti CEO di aziende multinazionali, che si ergono a paladine
della sicurezza degli Stati e dei popoli.
Si
crea così una fortissima asimmetria inguaribile in cui certi gruppi di potere
detengono sempre più il controllo geopolitico e sorvegliano intere nazioni,
mentre ovviamente i cittadini comuni non possono sorvegliare loro, e non
sapranno mai di essere controllati fino a questo punto, divenendo perciò ignare
cavie e carne da macello per i mercati.
Inoltre,
accennando al discorso lavorativo, il “disboscamento
dell’uomo”
soppiantato dalla crescente onnipresenza tecnologica non sarà un processo
indolore.
Sia chiaro, ben vengano congegni capaci di svolgere al
posto dell’uomo le mansioni più pericolose e faticose, cosicché l’uomo possa
affrancarsi dai lavori pesanti e dedicarsi alla propria evoluzione.
Ma la
linea di demarcazione tra la vera utilità e l’illusione, è molto sottile.
Nel
progetto del Grande Reset di Klaus Schwab tutte le belle promesse servono a
camuffare le reali intenzioni dei padroni universali, per i quali la robotizzazione
su larga scala intende spogliare l’uomo delle sue funzioni sociali, e, con
tutta probabilità, genererà un nuovo immenso esercito di disoccupati sostituiti
dalle macchine, centinaia di milioni di persone che vivranno nell’incertezza
economica e nella frustrazione psicologica.
e. Il
futuro transumanista è già realtà.
Numerose
aziende multinazionali si occupano di attuare la transizione verso il nuovo
paradigma dell’uomo prometeico, investendo enormi quantità di denaro nello
sviluppo dei progetti transumanisti.
Ad esempio, la startup Neuralink del magnate Elon
Musk, CEO di Tesla e SpaceX sta elaborando elettrodi da impiantare nel cervello
umano al fine di migliorare le capacità mnemoniche e l’interazione con le
macchine.
Dall’altra
parte del mondo, l’industriale russo Dmitry Itskov finanzia progetti per la
creazione di una nuova specie umana che trasferirà la sua mente all’interno di
un avatar, con tanto di benedizione da parte del Dalai Lama.
Accanto
alle numerose startup di ricchi e super ricchi personaggi che vogliono
potenziare l’essere umano tramite l’intelligenza artificiale, vi sono anche
progetti governativi come quelli del DARPA, ramo tecnologico e scientifico
dell’esercito americano, che lanciano programmi per la produzione di sangue artificiale.
Poi, per non farci mancare nulla, vi sono
anche aziende che fabbricano dei “paraumani” ibridando uomini con animali (esperimento già avvenuto a Shanghai
nel 2018),
o che lavorano su animali clonati e creati in laboratorio da società che si
occupano di OGM.
Spesso
questi esperimenti vengono comunicati dai media come scoperte fondamentali per
la ricerca medico-scientifica e per l’avvento di un futuro che garantisca
diritti paritari che superano la biologia stessa.
È
questo ciò che ipotizza Jacques Attali, banchiere ed economista francese,
uomo-ombra del presidente Emmanuel Macron, enfant prodige ex Rothschild:
“La
riproduzione diventerà compito delle macchine, mentre la clonazione e le
cellule staminali permetteranno a genitori-clienti di coltivare organi a
volontà per sostituire i più difettosi”, così scrive Attali nel suo libro “Lessico per il futuro” (1999) in cui parla anche di ectogenesi: “...i bambini potranno essere
concepiti, portati in grembo e fatti nascere da matrici esterne, animali o
artificiali, con grande vantaggio per tutti: degli uomini, poiché potranno
riprodursi senza affidare la nascita dei propri discendenti a rappresentanti
dell’altro sesso; delle donne poiché si sbarazzeranno dei gravi del parto”,
così continuava il grande banchiere.
L’ectogenesi
è una pratica molto studiata nei laboratori di tutto il mondo ed è già è
possibile allevare feti animali in questa maniera.
Visto che oggi la gravidanza viene presentata
dai media sempre più come una “malattia” da ospedalizzare dal primo al nono
mese, c’è chi plaude all’uso degli uteri artificiali.
Il biofisico Henri Atlan afferma che
l’ectogenesi diventerà non solo realtà ma anche “la possibilità di una
evoluzione verso una vera eguaglianza dei sessi”.
L’autocreazione
di vita, l’autopoiesi, viene applaudita anche dalla
ricercatrice Evie Kendal che inquadra la questione da una prospettiva
femminista e liberale. Perché? Semplice: in questa maniera, di fatto, la donna
sarebbe libera dal dominio della natura e finalmente raggiungerebbe
l’eguaglianza con l’uomo, liberandosi dalla “gestione e dalla produzione”.
Moltissime esponenti dei movimenti femministi sono d’accordo con lei.
Dietro
teorie e ricerche come queste, sono palesi i princìpi neomalthusiani:
sterilizzazione
di massa e inibizione della maternità, punti cardine del Grande Reset di
Klaus Schwab che riguarda non solo le menti, i diritti e l’economia, ma anche una
nuova demografia del pianeta.
Del
resto non sorprende che noti politici, CEO e consulenti governativi siano assai
preoccupati per l’incremento demografico mondiale ed auspichino un mondo poco popolato, un
mondo abitato da pochi milioni di individui che beneficiano di numerose
risorse, un mondo in cui l’élite dei padroni vivrebbe a discapito della massa
umana.
Anche
l’attuale ministro italiano per la transizione ecologica, Roberto Cingolani,
fisico, responsabile di Leonardo S.p.A. ex Finmeccanica, su questo ha le idee
chiare: oltre
ad auspicare un ritorno al nucleare, la sua filosofia vede l’uomo comune come un
parassita.
Per
questo, in piena sintonia con le note teorie malthusiane, ha affermato che: “Il pianeta è sovrappopolato, il
numero di abitanti aumenta ed è evidente che c’è un problema di sostenibilità
di un ecosistema che è quello del pianeta, progettato per tre miliardi di
persone, e
dell’Essere umano che è biologicamente un parassita perché consuma energia
senza produrre nulla”.
f.
L’illusione della pillola della lunga vita.
In un
messaggio ricevuto da Giorgio Bongiovanni nel 2015, intitolato “LA PILLOLA
DELL’ANTICRISTO”, lo scienziato extraterrestre Setun Shenar ammoniva:
“IN
TEMPI NON SOSPETTI ANNI OR SONO AVEVAMO RIVELATO AL NOSTRO AMICO E MESSAGGERO,
LO SCRIVENTE, CHE L’ANTICRISTO, TRAMITE I SUOI DISCEPOLI-SCIENZIATI CORROTTI,
AVREBBE PUNTATO ALLA CONQUISTA DI TUTTE LE ANIME DEL MONDO GRAZIE ALLA SCOPERTA
DELLA ‘PILLOLA
DALLA LUNGA VITA’. OVVIAMENTE E COME SEMPRE GLI EFFETTI COLLATERALI DI QUESTO FARMACO SONO NASCOSTI A TUTTA L’UMANITÀ
PERCHÉ MORTALI E ALIMENTATORI DELLA PESTE DEI NEURONI DEL CERVELLO (HARBAR). COME SEMPRE
LE NOSTRE PREVISIONI SI COMPIONO E I PRIMI SEGNI GIÀ SI VEDONO…”
Oggi
la pillola di lunga vita sta per diventare realtà e con essa sembra
concretizzarsi il sogno dell’immortalità corporea che i grandi anticristi
perseguono, illudendosi di poter sconfiggere sorella morte. L’abbiamo detto: diversi imprenditori della Silicon
Valley investono milioni di dollari nelle ricerche di aziende che si occupano
di frenare o sconfiggere l’invecchiamento, resuscitare corpi dopo la morte e
downloadare la mente.
Uno di
questi è Craig Venter con il suo Human Longevity. Ovviamente, a livello ufficiale lo
scopo è sempre medico, ma dietro questi progetti e startup si nasconde la
volontà di sfidare la morte e i vincoli della natura per superare
l’invecchiamento.
Lo stesso Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, con
la moglie Priscilla Chan ha investito oltre 3 miliardi di dollari in un
progetto di ricerca biomedica per curare tutte le malattie e aumentare la
longevità; il progetto viene portato avanti dalla sua fondazione filantropica.
Vi
sono anche aziende che oltre a ricercare l’elisir di lunga vita, commercializzano pratiche di
parabiosi come l’azienda Ambrosia che dà la possibilità ai suoi clienti di
beneficiare del sangue di ragazzi giovani dai 16 ai 25 anni, ricco -dicono- di
proprietà anti invecchiamento: sangue di fanciulli, stoccato in un’apposita
banca e offerto a molti ricchi come potente elisir di lunga vita. È già realtà.
g. La
singolarità è vicina.
Nella
società prometeica progettata dall’élite mondialista, i bambini nasceranno in provetta, i
robot soppianteranno i lavoratori, l’intelligenza artificiale sarà deputata
alla sicurezza degli Stati, gli uomini si fonderanno con le nanotecnologie, le popolazioni -addomesticate in una
perenne condizione di schiavitù- andranno avanti illudendosi di ottenere prima
o poi gli stessi benefìci di cui godono i super ricchi. Sotto lo spettro di mille paure,
guidati verso il mito faraonico della tecnologia che libera dalla morte, i cittadini approveranno la
sorveglianza h24 e crederanno a tutte le favole rigurgitate dai sacri pulpiti
mainstream, e così sarà il popolo stesso ad assecondare la “singolarità tecno-scientifica”, la grande devastatrice dell’era
postmoderna.
Una
visione, questa, che viene già attuata dai padroni del mondo, come descritto
dall’ingegnere-capo di Google Ray Kurzweil nel libro “La singolarità è vicina” (testo consigliatoci dal
giornalista Giulietto Chiesa poco prima della sua dipartita).
In
questo libro del 2005, l’ingegner Kurzweil annuncia l’imminente “singolarità tecnologica”
che consentirà di migliorare il corpo e il cervello attraverso l’uso della
tecnica, in particolare della genetica, della nanotecnologia e della robotica
grazie all’intelligenza artificiale.
Kurzweil
lancia la sua profezia: nel giro di pochissimi anni il mondo sarà dominato da questa
singolarità intesa come un punto tecnologico-evolutivo che rappresenta un
traguardo facilmente raggiungibile per l’umanità.
Non lo
ripeteremo mai abbastanza: qui non condanniamo la scienza in sé per sé o lo
sviluppo tecnologico, ma critichiamo la “scienza senza coscienza” promossa
dall’élite che domina il mondo, una élite che utilizza questa scienza a proprio
vantaggio per sfidare Dio e compiere il progetto sociale, politico, culturale,
economico e spirituale chiamato Great Reset. Una élite che si crede onnipotente e
cerca l’immortalità fisica tramite “pillole magiche” e “stregonerie
tecnologiche”, presentando l’implementazione transumanista come necessità per
l’evoluzione umana.
Controllo
della popolazione mondiale.
La
logica spirituale arimanica spinge i padroni del mondo a concretizzare il piano
prometeico che sfida Dio e la Creazione. In tal senso, uno dei punti
fondamentali riguarda il reset della popolazione mondiale, vale a dire un de-popolamento
su larga scala che rende effettiva la teoria malthusiana.
La teoria neomalthusiana amplia ed attua le
idee di Thomas Malthus, membro di rilievo della Royal Society e autore del
celebre “Saggio
sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della
società”, opera di riferimento delle élite globali.
La
logica transumanista del Grande Reset di Klaus Schwab prevede il controllo
deliberato sulla e della popolazione. Il capitalismo della sorveglianza, in
un sistema di Big Data e sicurezza garantita dalle grandi multinazionali, passa
per il controllo delle masse che include necessariamente il controllo delle
nascite.
Parafrasando
la teoria di Malthus a cui erano affezionati i bravi fratelli Huxley, fautori
del mondo distopico e transumano, è fondamentale evitare il moltiplicarsi della
popolazione, soprattutto della popolazione povera.
L’incremento
demografico, infatti, tenderebbe a crescere esponenzialmente ad una velocità
maggiore rispetto alla disponibilità delle risorse del pianeta.
Per
questo Malthus asseriva che ogni tipo di sussidio verso i meno abbienti
dev’essere abolito per evitare che le famiglie si riproducano eccessivamente.
In questa maniera si otterrebbe anche il
risultato di disgregare il nucleo sociale fondamentale, la famiglia, favorendo
così altri orientamenti.
Infatti,
benché Malthus fosse un pastore anglicano che predicava continenza e castità,
nel suo pensiero di scienziato riteneva fondamentale, per il contenimento della
popolazione, varie limitazioni di carattere repressivo come carestie, guerre ed
epidemie, oppure
azioni preventive come la diffusione di comportamenti quali la sodomia e
l’adulterio.
L’interesse
per la teoria neomalthusiana si diffuse in tutta l’élite europea preoccupata
della possibilità che un mondo eccessivamente popolato implicasse una scarsità
di risorse.
Così
l’interesse costante per la demografia venne notificato anche dalla fondazione Population Council a New York e
dall’International Planned Parenthood Federation, entrambe istituzioni volute
dal John Davidson Rockefeller III.
Tramite
il Rockefeller Institute for Medical Research, già dal 1901 la famiglia
Rockefeller porta avanti ricerche finalizzate al controllo demografico e
all’orientamento dell’etica sessuale.
Il
disincentivo alla natalità non avviene solo tramite regole come la politica del
figlio unico attuata in Cina, ma soprattutto tramite azioni di soft power, cioè tramite
idee presentate dal mainstream come “progressismo” e “tutela dei diritti”.
Come
al solito, utilizzando le tecniche della persuasione e della manipolazione
mentale di massa, si fa leva sui diritti, sul pietismo, sul senso di colpa, sul
progresso, sulla tecnologia e sull’innovazione medico-scientifica, per
promuovere una fluidità che favorisce un de-popolamento inconsapevole e la
disgregazione dei nuclei famigliari.
Così,
le masse guidate dai nuovi demiurghi del sapere (scienziati, influencer,
giornalisti servi del mainstream, economisti, grandi CEO della finanza),
vengono traghettate verso nuovi ideali utili a realizzare gli scopi dei padroni
universali.
Ricordate
la Finestra di Overton?
Ideali
che all’inizio erano inaccettabili, oggi dopo decenni di indottrinamento
sono considerati ragionevoli e sono diventati strumenti di controllo e
repressione dei popoli che addirittura li appoggiano. Sarà la bioetica dettata
dai master
of the universe a legittimare i nuovi confini.
Come
afferma il dottor Laurent Alexandre sulle pagine di Le Monde: “La velocità del passaggio da inammissibile
a tollerato e poi permesso, fino a obbligatorio, dipende essenzialmente dal
ritmo delle scoperte scientifiche, qualunque siano le questioni etiche
sollevate”.
L’ideologia
alla base della politica globale del Grande Reset poggia le fondamenta
sull’esplicitazione sostanziale dei piani dell’Anticristo, già preannunciati
dalle Potenze Celesti.
Piani
che dobbiamo conoscere e su cui vigilare attentamente per non finire noi stessi
resettati dalle menti raffinatissime che tengono in pugno le redini del
sistema.
Spetta
a ognuno di noi adempiere quanto da decenni gli Esseri di Luce ci invitano a
fare: prendere coscienza del sistema arimanico che ci governa, comprenderlo e
denunciarlo, accompagnando colui che additerà il volto dell’Anticristo.
In una
comunicazione urgente dello scienziato solare Setun Shenar e dei Fratelli della
Luce (“I PIANI DELL’ANTICRISTO”), leggiamo:
“NON È
NELLE NOSTRE INTENZIONI ESSERE AMBASCIATORI DI MESSAGGI CATASTROFICI E DI
NATURA PESSIMISTICA, SCUSATECI, MA ABBIAMO L’ORDINE SUPERIORE DI ANNUNCIARE LA VERITÀ ANCHE SE QUESTA È SCOMODA PER IL
POTERE ANTICRISTICO CHE GOVERNA IL MONDO.
NOI
SAPPIAMO TUTTO DEI PIANI DEI VOSTRI GOVERNI E DEI PIANI DELLE GRANDI
ORGANIZZAZIONI CRIMINALI DI NATURA SETTARIA, RELIGIOSA, MILITARE, ECONOMICA E
DELINQUENZIALE (mafia e fenomeni similari), CHE SI CONTENDONO IL DOMINIO DEL
MONDO.
IL
NOSTRO COMPITO È ANCHE QUELLO DI FAR LUCE SU UNA GRANDE MANIPOLAZIONE DELLA VERITÀ CHE
QUESTI ISTITUTI, TRAMITE I GRANDI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA, METTONO IN PRATICA PER DISTOGLIERE
L’INTERESSE GENERALE DEI POPOLI DALLA MACABRA E DEMONIACA VERITÀ CHE ESSI
STANNO PROGETTANDO.”
E,
ancora, così ci avevano avvertito gli extraterrestri in un messaggio del 2011
che parlava della metodologia del potere mondiale:
“LA
METODOLOGIA DEL POTERE MONDIALE NELLE MANI DEL PRINCIPE DI QUESTO MONDO PER NOI
È CHIARA E PALESE.
L’INGANNO
È PANE QUOTIDIANO PER MANIPOLARE LA MASSA UMANA AFFINCHÉ QUESTA NON SI RIBELLI,
ANZI, SI PROSTRI SEMPRE DI PIÙ ALL’IMPERO E AI SUOI VASSALLI.”
Parlando
dei master
of the universe che pongono in essere il Grande Reset, nel 2010 gli extraterrestri hanno
esplicitato che “IL PIANETA TERRA È GOVERNATO DALLA SETTA DEI BANCHIERI CHE CONTROLLA IL
MONDO.”
Questo
è il Grande Reset di Klaus Schwab , il nuovo capitalismo degli stakeholder
pensato dalle menti demoniache che governano il pianeta.
I loro piani ora escono dal segreto e vengono
notificati al popolo che, incapace di riconoscere la verità, si inchina di fronte al nemico e
addirittura prende le difese dell’infernale macchinazione anti-cristica. Tramite la riprogrammazione mentale e
tramite il reset socio-economico e spirituale, il nuovo capitalismo satanico lancia
la sua sfida al Creatore, mentre le masse idolatrano la scienza come nuova religione, la stessa “scienza senza coscienza” che porterà
al superamento del paradigma biologico naturale.
Conclusioni.
Il
Grande Reset è in atto come preannunciato dalle intelligenze extraterrestri.
Assistiamo e sempre di più assisteremo alla costruzione di un mondo dove l’uomo
è ridotto a merce, dove la mente arimanica prevale sull’intelligenza del cuore,
e lo spirito abdica alle seduzioni di una materia e di una corporeità perfette;
un mondo
dove la scienza e il progresso sono i nuovi dèi da venerare, dove l’ideale del
superamento creativo diviene religione popolare, e le persone sono
tossico-dipendenti da un’informazione avvelenata; un mondo dove le masse
logos-deficienti dormono il sogno inventato dai demiurghi hi-tech che
promettono lunga vita in pillole, un mondo dove gradualmente l’umanità viene derubata
del diritto all’esistenza.
Così,
miliardi di cittadini repressi, ingannati, controllati, manipolati,
sorvegliati, sterilizzati e resi fluidi nell’anima e nel corpo, iniziano a
credere nel mito dell’uomo che vuole demolire la natura... e quindi demolire sé
stesso.
Un
uomo che s’illude di essere padrone del proprio destino e finalmente capace di
vincere la lotta contro una Madre Natura “crudele” che non potrà più frenare la sua smania
di perfezione fisica. Un uomo che si erge a divinità della materia e non deve più
obbedire alle leggi di Dio.
L’uomo
del Grande Reset di Klaus Schwab è un
novello Prometeo che affronta, offende e scimmiotta il Creatore.
Un
Prometeo tragicomico che brevetta nuove stregonerie per scopiazzare
maldestramente l’Onnipotente, per imitare in modo parossistico la Mente Divina,
per spacciare perversi gingilli tecnologici come fossero una moderna manna dal
cielo. Questo Prometeo si crede al centro dell’universo, fautore del fato,
superiore agli astri e agli dèi.
Questo
è l’uomo del futuro, tronfio gonfaloniere del Credo scientista, intriso del
pensiero transumanista che contempla eugenetica, uteri artificiali, edonismo,
de-popolamento e libertinaggio assoluto.
Viviamo
già in questa distopia in cui il biopotere ha soppiantato l’etica, e mentre si
promuovono “i nuovi diritti” che sono specchietti per le allodole colorati con
tutti i colori dello spettro cromatico, mentre la gioventù si conforma al falso
anticonformismo, in realtà le disuguaglianze e le sofferenze aumentano
vertiginosamente.
Il 5%
dell’umanità possiede la ricchezza mondiale, e con l’inganno e la manipolazione
può dirigere e sfruttare il resto dell’umanità.
Un 5% che desacralizza il cosmo, dunque, una
élite che ostacola la vita, che sfida il Creatore e impedisce l’emancipazione
spirituale insita in ogni creatura senziente. Come scrisse Aldous Huxley: “La dittatura perfetta avrà la
sembianza di una democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri
non sogneranno mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo
e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù.”
Questa
funesta rivoluzione antropologica è già realtà.
Cosa ne sarà dell’uomo che dimentica le sue origini,
che dimentica di essere spirito figlio del Padre Sole e corpo della Madre
Terra? Che ne sarà del figlio che rinnega i divini genitori? Che ne sarà di te,
uomo? Vuoi finire come il “figlio dell’aurora”?
Il
Grande Reset di Klaus Schwab tenta principalmente di azzerare l’uomo nella sua
essenza spirituale.
Dietro
le illusioni del falso progresso, della produzione, dell’apparire, della
spersonalizzazione, si nasconde un’umanità addomesticata che ha dimenticato sé
stessa, la sua reale natura, la sua sostanza divina che è armonia con le leggi
della vita cosmica.
Un’umanità ormai accondiscendente, asservita,
fintamente buonista, ipocrita, ossessionata dalla materia, immersa nel gelido
flusso dei mercati e gravemente ammalata nella psiche. Un’umanità iperconnessa
virtualmente ma disconnessa spiritualmente, convinta che il politically correct dei guru
mainstream sia
da preferire all’impetuosa visione dello spirito.
Ormai
persa nei meandri del consumo compulsivo, quest’umanità materialista ha preso
le distanze da sé stessa e dalla sua funzione nell’economia creativa, ha
annullato i suoi impulsi spirituali più elevati e si è piegata alla logica
arimanica che la domina, difendendola e sposandola completamente. Ma nonostante tutte le invenzioni
della scienza e della tecnica, non esiste alcun balsamo materiale che possa colmare
le lacune dello spirito o lenire l’inconscio richiamo verso l’Infinito.
Perciò
l’uomo che crede di essere soltanto materia e rinuncia all’interiorità, è
destinato alla depressione e alla perversione perché non ha più la forza logica
per distinguere il bene dal male. Anche questo è il risultato del Grande Reset
di Klaus Schwab .
Ci si
può illudere di sfidare Dio, di superare le leggi naturali e persino di
divenire super uomini, ma non si può annullare ciò che realmente siamo. La natura stessa rivendicherà quanto
sta subendo e lo farà tramite la forza dei suoi elementi: acqua, aria, terra e
fuoco.
Che ne
sarà del pianeta?
Come possono le menti superorganizzate dei potenti
programmare un’autodistruzione globale, un azzeramento capace di deformare e
snaturare persino la specie umana?
È una
diabolica follia patologica quella che li acceca, è l’antica disubbidienza di
Lucifero che devono portare avanti, e, paradossalmente, nella loro folle
illogicità dimostrano lucida obbedienza al programma anti-cristico.
L’antico
ingannatore inganna i suoi vassalli e inganna persino sé stesso.
Oggi
si compie ciò che profetizzò la mistica stigmatizzata Teresa Neumann: “Sul trono più elevato ho visto
sedere il serpente dei serpenti. E ho visto l’asino dettare legge al leone. In
quel tempo, troppi leoni avranno il cuore dell’asino e si lasceranno trarre in
inganno. Ho visto affidare il mondo a bestie orrende, con la testa d’asino e il
corpo da serpente. Ho visto l’orrenda strage degli uomini di pietà e degli
uomini d’intelletto.”
Il
piano anti-cristico si realizza e ognuno di noi deve fare i conti con questa
realtà. La
nostra terapia per evitare di essere accecati dalle seduzioni del principe di
questo mondo è una forte e costante resistenza attiva, sempre fedeli al nostro
Ideale, una salda devozione al Cristo che desideriamo servire attraverso le
opere, perché lui, il Maestro, ci ha fornito la Conoscenza della Verità che
libera da tutte le catene, e ci ha dato occhi limpidi come quelli dell’aquila
che sa guardare il Sole per farci vedere la realtà, e orecchie inaccessibili al
canto delle sirene che inebriano l’anima e la sprofondano nella morte spirituale.
Lo
stesso Giorgio Bongiovanni ce lo ha detto tante volte: la Gnosi è il dono più grande che ci
viene offerto. Perciò esercitiamo la Conoscenza che il Cielo ci ha affidato e
pratichiamo la scienza dello spirito come via di evoluzione concreta da applicare
in ogni ambito della nostra esistenza. Solo così saremo liberi!
E non dimentichiamoci mai (pena l’essere anche
noi vittime del Grande Reset) che il ritorno di Cristo è prossimo.
Come api laboriose dobbiamo lavorare giorno e
notte per preparare la sua venuta, partecipando alla grande opera della grande
Verità del Tempo di tutti i tempi, impugnando lo scudo e la spada della scienza dello
spirito per lottare a favore della vita e servire gli alti valori che abbiamo
sposato.
Come
insegna il maestro solare Adoniesis: Logica, Discernimento e Fede debbono
essere le qualità interpretative della nostra vita, unite alla consapevolezza
che non siamo soli, che siamo parte della grande famiglia cosmica e che il
progetto di Lucifero non prevarrà perché il Re dell’Universo è già sulla Terra.
E in
attesa della sua manifestazione al mondo, noi che lo abbiamo già incontrato e
visto nel sacro sangue dei segni portati dal nostro Consolatore promesso,
azione, conoscenza e realizzazione della Verità siano per noi la gioia dello
spirito che ci condurrà alla meta.
Con
amore per l’Eterna Verità, Francesca.
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