I criminali di guerra
I criminali di guerra
se la
ridono al governo.
Lavrov: «Italia in prima fila contro la Russia.
Guerra nucleare? Non
avrebbe vincitori.
Zelensky? Anche
Hitler aveva origini ebree»
msn.com
-il mattino- redazione web- ( 2-5-2022
)- ci dice:
«Una
guerra nucleare non avrebbe vincitori, e quindi non ha senso parlarne».
Lo ha detto questa sera il ministro degli
Esteri russo Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca di Rete 4.
Tuttavia,
ha aggiunto, occorre «essere cauti, e non sottovalutare i rischi che esistono».
Quanto
alle affermazioni del presidente Vladimir Putin, secondo cui se minacciata la
Russia risponderebbe «con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora», Lavrov
ha precisato che si tratta dei missili ipersonici.
«Abbiamo
cominciato ad interessarcene - ha aggiunto - dopo che gli Usa hanno stracciato
l'accordo sulle armi missilistiche. E sappiamo che i missili americani non sono
diretti alla Corea del Nord o all'Iran, ma contro la Russia e la Cina. Noi
eravamo pronti a un nuovo accordo, che avrebbe incluso anche i nuovi sistemi,
ma sono state interrotte da parte americana».
Lavrov:
«Italia in prima fila contro la Russia. Le nostre armi segrete? I missili
ipersonici» -(Ansa).
Il
ruolo dell'Italia.
Sul
ruolo dell'Italia Lavrov sostiene che «alcune dichiarazioni di politici e
media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche».
«L'Italia - ha aggiunto Lavrov - è in prima fila tra coloro che adottano e
promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo
abituati all'idea che l'Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il
bianco dal nero».
Il
pagamento del gas in rubli.
I
Paesi europei importatori del gas russo, come l'Italia, devono pagarlo in rubli
perché «hanno
rubato» a Mosca le sue riserve valutarie in dollari e euro depositate presso le banche
europee imponendo un congelamento nell'ambito delle sanzioni.
Ha
detto il ministro degli Esteri russo. «Voi pagherete comunque nella valuta
prevista dai contratti - ha aggiunto - ma le forniture verranno considerate
pagate quando queste somme saranno state convertite in rubli, che non possono essere rubati. Per gli acquirenti non cambierà
nulla, pagheranno stesse somme previste dai contratti».
Lavrov: "Il rischio di una guerra
nucleare é considerevole". (Ansa).
Zelensky
«Non
vogliamo rovesciare Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa
è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello
che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili.
Vogliamo fare in modo che dall'Ucraina non vengano più
minacce per la Russia», ha detto Lavrov riferendosi al presidente ucraino. «Che il
presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcuni significato. Secondo me anche Hitler aveva origini
ebraiche»,
ha risposto alla domanda se non ritenga paradossale accusare il presidente
ucraino di essere a capo di un Paese che, secondo le affermazioni di Mosca,
deve essere «denazificato».
Lavrov ha ribadito le accuse a Kiev di servirsi di
forze «neonaziste» come il battaglione Azov. «Gente - ha affermato - che ha
tatuata sulla pelle la svastica, che legge e approva il Mein Kampf».
Negoziati.
Lavrov
ha poi sostenuto che dopo l'incontro di Istanbul il 29 marzo tra delegazioni
russa e ucraina, Kiev si era detta pronta ad «accettare la neutralità» e il
fatto che un accordo «non dovesse riguardare il futuro della Crimea e del
Donbass». Cosa che la Russia aveva «apprezzato». Poi «ha cambiato posizione e
ora cerca di condurre le trattative in direzione diversa».
La
data del 9 maggio.
Il
ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha infine negato implicitamente che
Mosca preveda di dichiarare la fine della guerra in Ucraina in occasione dei
festeggiamenti del 9 maggio per la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra
mondiale. «I nostri militari - ha sottolineato - non pianificano le azioni in
base a una data. I ritmi dipendono dalle necessità di minimizzare i rischi per
la popolazione civile e per i militari russi».
Crimini
di guerra,
cosa significano e
cosa
comportano le accuse contro Putin.
Repubblica.it-
Enrico Franceschini -(5 aprile 2022)- ci
dice :
(Il
tribunale dell'AjaIl tribunale dell'Aja (reuters).
Domande
e risposte: l'invasione dell'Ucraina, le violazioni sotto esame, il ruolo e i
poteri della Corte penale internazionale e della Corte dell'Onu. E i precedenti
storici.)
Dal
presidente ucraino Volodymir Zelensky alla presidente Joe Biden ha ribadito che Vladimir
Putin è “un criminale di guerra” e va processato.
della
Commissione Europea Ursula von der Leyen fino al primo ministro britannico
Boris Johnson, l’Occidente sembra unito e determinato a raccogliere le prove e
presentarle davanti alla Corte Internazionale dell’Aia.
Ma
cosa sono i crimini di guerra e sono stati commessi dalla Russia in Ucraina?
Vediamo in che modo Putin potrebbe essere processato per reati del genere.
Cosa
sono i crimini di guerra?
Sono
violazioni delle protezioni stabilite dalle leggi internazionali, come la
Convenzione di Ginevra approvata nel 1949, a tutela dei civili, dei feriti, dei
prigionieri nel corso di un conflitto, e più in generale tutti gli atti
contrari ai diritti umanitari.
Quali
sono stati i più importanti processi per crimini di guerra?
Il
processo di Norimberga contro i leader nazisti responsabili del genocidio ebraico
nei campi di sterminio, il processo ai criminali di guerra giapponesi responsabili di
molteplici orrori durante la Seconda guerra mondiale, il processo per i crimini
commessi dai leader serbi nella guerra nella ex-Jugoslavia, il processo i
massacri e la pulizia etnica nella guerra civile in Ruanda.
Quali
organi giudiziari si occupano dei crimini di guerra?
In
passato sono stati istituiti appositi tribunali, come quello appunto per il
processo di Norimberga o quello per l’ex-Jugoslavia. Oggi si occupano di questi crimini il
Tribunale Internazionale dell’Onu e la Corte Penale Internazionale, entrambi
con sede all’Aia, in Olanda.
Questi
due organi hanno preso posizione riguardo alla guerra in Ucraina?
Il
Tribunale dell’Onu ha ordinato alla Russia di interrompere la guerra,
giudicandola un atto illegale.
La Corte Penale Internazionale ha aperto
un’inchiesta su Vladimir Putin e sui massimi responsabili civili e militari
russi per appurare se hanno commesso crimini di guerra nell’invasione
dell’Ucraina.
Alcuni
esperti di diritto internazionale chiedono che venga formato un tribunale
speciale sulla guerra in Ucraina come è stato fatto per quella nella
ex-Jugoslavia.
(Guerra Ucraina - Russia: diretta no stop.
Lo scenario -
L’offensiva rallenta ma Mosca prepara la “Guerra totale”.
Il caso - Il mistero
dei 6 oligarchi russi morti in tre mesi: "Epidemia di suicidi".
L'analisi - Perché
abbattere il ponte di Putin in Crimea è cruciale per Zelensky
La lezione della
storia - Il caso Sarajevo nell’Europa dei “sonnambuli”
Tutto sul conflitto
| Sentieri di guerra | Newsletter | La Giornata | Timeline).
Di
cosa è accusata la Russia in Ucraina?
Di
avere bombardato ripetutamente edifici che ospitavano civili, come nel caso
dell’ospedale e del teatro di Mariupol. Di avere ucciso civili intenzionalmente
nella sua avanzata verso Kiev. Di avere usato ordigni vietati dalle leggi
internazionali, come bombe termobariche e a grappolo. Fra gli esperti di diritto circola
anche la tesi che l’invasione stessa possa rientrare nella categoria dei
crimini di guerra sotto il concetto di “guerra di aggressione”.
Putin
potrebbe essere personalmente incriminato?
Per
singoli atti di violenza è più facile incriminare ufficiali e soldati che
leader politici. Ma un leader politico può essere accusato per una “guerra di
aggressione”, ovvero una invasione ingiustificata o un conflitto che non sia di
auto-difesa, oltre che per crimini umanitari commessi dietro suo ordine.
Ci
sono precedenti in materia?
Sì. I
leader serbi Slobodan Milosevic e Radovan Karadzic sono stati incriminati per
questo tipo di reati: entrambi catturati e arrestati a conclusione della guerra
nella ex-Jugoslavia, il primo è morto di infarto in carcere all’Aia in attesa
del processo, il secondo è stato condannato all’ergastolo dal tribunale
speciale internazionale.
Se
l’indagine della Corte Penale Internazionale incriminasse Putin, cosa
accadrebbe?
La
Russia non ha mai ratificato il trattato di costituzione della Corte Penale
Internazionale, quindi lo ignorerebbe.
In teoria, la Corte potrebbe emettere un mandato di arresto
nei confronti del presidente russo, ma non ha una sua forza di polizia e deve
avvalersi delle forze dei paesi firmatari. La Russia non acconsentirebbe certo
all’estradizione di suoi ufficiali, tantomeno del capo del Cremlino: in anni
recenti ha rifiutato di estradare in Inghilterra gli agenti dei suoi servizi
segreti incriminati a Londra per l’avvelenamento di due ex-spie russe.
E se
Putin si trovasse all’estero potrebbe essere arrestato sulla base del mandato
di cattura della Corte Internazionale?
In
teoria sì. Ma
è prevedibile che Putin starà attento ad andare soltanto in paesi che non
rappresentano per lui una simile minaccia o che gli garantiscono che non lo
arresterebbero.
Ci
sono criminali di guerra che sono sfuggiti alla giustizia e crimini di guerra
che non sono stati processati?
Sì e
alcuni hanno a che fare con l’Unione Sovietica, lo stato precursore della
Russia odierna. Uno studio pubblicato dal governo tedesco nel 1974 ha stimato
in 600 mila il numero di vittime durante l’espulsione dei civili tedeschi dopo
la Seconda guerra mondiale, in gran parte morte per atti di violenza delle
truppe sovietiche, o in campi di concentramento per la fame e le malattie. La
Germania ha inoltre accusato le truppe russe di avere commesso da 200 mila a 2
milioni di stupri durante l’avanzata verso Berlino.
Secondo lo storico britannico Richard Overy, i
russi rifiutarono di riconoscere tali atti come crimini di guerra “perché
sentivano che erano una giustificata vendetta contro il nemico e perché la
storia la scrivono i vincitori”. Più recentemente la Russia di Putin è stata accusata di
crimini di guerra per i bombardamenti a tappeto in Cecenia e in Siria.
Twitter, gas,
economia: oramai è chiaro
che non lo fanno per
denaro. Lo fanno per la
vostra distruzione. Renovatio21.com- Redazione- Roberto
Dal Bosco- (18 Aprile 2022)- ci dice :
Bisogna
essere grati a Elon Musk e Vladimir Putin, perché in pochi giorni hanno mostrato il bluff del XXI secolo.
Ambedue,
a loro modo, hanno fatto vedere a tutti qualcosa di pazzesco: a chi detiene il
potere, il danaro non importa.
Ma
come? Siamo cresciuti con i dogmi del materialismo.
I liberali dicevano che tutto si fa per
profitto, ci sta poi una mano visibile che governa la storia a seconda di come
procedono i mercati, che sono mossi dalla voglia di far soldi. Ci siamo dovuti sciroppare per
decenni anche i marxisti, che dicevano che l’economia è il motore della storia.
Tutto avviene per soldi, punto.
Apprendiamo
ora che non è così. Forse era così fino al XX secolo, il XXI, come stiamo
vedendo, è diverso. Abbiamo tuttavia la percezione che così non è stato mai…
Andiamo
con ordine.
Elon
Musk, il
patron di Tesla
e SpaceX,
tecnicamente l’uomo più ricco della Terra, sta cercando di comprare Twitter.
Prima
ha messo sul piatto 3 miliardi di dollari e si è preso circa il 10% delle
azioni.
Lo ha
fatto, ha cominciato a dire, per la questione per la libertà di espressione,
che vede lesa sulla sua piattaforma preferita, per la quale si è spesso messo
nei guai – è
stato portato in tribunale dal tizio che ha salvato i bambini tailandesi che
stavano annegando nella grotta per avergli dato del pedofilo; l’ente di controllo della borsa
USA, la SEC, lo ha mazzerato varie volte per i suoi tweet, lo ha multato, ha imposto che avesse perfino una
supervisione.
Nelle
ultime settimane aveva detto di essere un «free speech absolutist», un assolutista della libertà di
espressione,
che come sappiamo in USA è protetta, in maniera sacra e mistica, dal Primo Emendamento della Costituzione: a inizio del conflitto aveva twittato che un governo (non
specifica quale, dice solo che non è stata Kiev) gli aveva chiesto di bloccare tutti i
canali russi dai suoi satelliti, e lui si è rifiutato.
Ora è
andato oltre. Dopo essere divenuto (momentaneamente, vedi sotto) il più grande
detentore di azioni di Twitter, ha rifiutato di entrare nel board, rilanciando
in modo ancora più pazzesco: mette sul piatto più di 40 miliardi di dollari – per capirci:
il PIL della Moldavia è 12 miliardi – per comprare ogni singola azione di
Twitter in circolazione, e quindi togliere la piattaforma dalla Borsa, far
cessare la censura (oggi chiamata orwellianamente «moderazione dei contenuti») e il blocco degli utenti: ricorderete, Twitter riuscì a de-piattaformare un
presidente USA quando ancora era in carica, e il suo nome è Donald Trump.
La
risposta del board di Twitter – i cui membri, si è scoperto, non raggiungono
neanche lontanamente l’1% delle azioni, è stata quella di barricarsi e
inventarsi una «poison pill»: in pratica, diluire il prezzo delle azioni artificialmente
per impedire la scalata.
In
pratica, una scelta anti-economica: i membri del consiglio di amministrazione dovrebbero
(per legge!) fare gli interessi degli azionisti, e l’offerta di Musk è più che buona per
una società che di fatto ha sempre avuto un problema di stagnazione nella
creazione di valore.
Niente
da fare: si sono asserragliati, forti degli incredibili segnali
dell’intellighentsja della sinistra americana, totalmente nel panico:
CNN e
CNBC mandano in onda interventi che danno a Musk del razzista, ricordando le
sue origini sudafricane. Il columnist Max Boot rievoca gli ultimi giorni dei caffè di
Weimar prima dell’avvento del III Reich.
Sul
Washington Post, la capa di “Reddit”, Ellen Pao (nota per lo più per scandali e
denunce a sfondo sessuale dove lavorava in Silicon Valley) arriva a scrivere che bisogna
impedire ai miliardari di controllare i mezzi di informazione, e lo fa,
appunto, sul Washington Post, che è di Jeff Bezos, l’uomo di Amazon, il secondo
più ricco del mondo dopo Musk e suo antagonista diretto nella corsa privata
verso lo spazio.
Ancora
più interessante, tuttavia, è stata la reazione, subitanea e poco strombazzata,
che si è
avuta ai massimi livelli della finanza di Wall Street.
Vanguard
Group, con BlackRock una delle più grandi società d’investimento del pianeta, ha in grande rapidità e silenzio
acquistato 82,4 milioni di azioni di Twitter divenndo azionista per il 10,3%
della società – in pratica, superando Musk di una manciata di azioni.
Vanguard
gestisce circa 8 trilioni di dollari in asset, con partecipazioni massicce in una quantità record di società
S&P 500, cioè le prime aziende americane per valore di borsa.
Di
Vanguard si è parlato nel biennio pandemico per i suoi interessi variopinti:
Vanguard
possiede l’8,12% di Pfizer, il 3,5% di AstraZeneca, il 7,71% di Facebook –
delle aziende che quindi durante la pandemia, ha scritto il Sole 24 ore, hanno
avuto qualcosa in comune, citando quindi cospicue partecipazioni azionarie
nella maggior parte delle multinazionali che producono armi, tra le quali possiamo citare
Lockheed Martin Corporation, Raytheon RTN, Bae Systems, Northrop Grumman
Corporation & Orbital ATK e General Dinamics». Il giornale di Confindustria scrive
anche che, nel contesto italiano, «Vanguard ha un’esposizione a Piazza Affari
per più di 9 miliardi».
Musk
quindi non deve mettere le mani su Twitter, neanche se lo fa secondo le regole,
neanche se strapaga per farlo. È il sistema stesso in tutti i suoi ingranaggi, dai
giornali ierofanti ai decisori occulti che spostano trilionate, ad averlo
stabilito.
Quindi:
esiste
qualcosa che vale più del danaro. E cosa sarà mai?
È il
controllo.
Il controllo del pensiero, il controllo del
discorso.
Chi ha in mano Twitter, ha in mano una certa
porzione dell’opinione pubblica – almeno, quella che ancora passa per i
giornalisti, che – come diceva giustamente il conduttore-comico (non sempre
divertentissimo) di Fox ,Greg Gutfeld – sono dipendenti da Twitter come da una droga.
È il social delle dichiarazioni, delle informazioni
dirompenti, del flusso continuo di parole e video di rilevanza immediata.
(Era,
di fatto, il social di Donald Trump, che lo usò per disintermediare il sistema
dei media che doveva sabotare la sua campagna 2016. Il valore di Twitter salì
con Trump, crollò quando lo buttarono fuori: se mai servisse una riprova sul
fatto che ai padroni del vapore non interessano i soldi).
Ecco
quindi che, pur di mantenere le redini della narrazione, azionisti e membri del
board accettano di perdere danaro. Tanto danaro. La grandezza di Elon Musk è stata anche l’aver messo
un cartellino con il prezzo alla censura del libero pensiero: gli offri 40
miliardi, e rifiutano.
È
così: l’obbedienza della popolazione, l’adesione delle genti alle storie che ci
raccontano, vale molto, molto di più. L’intero si sistema (dai vaccini alla
stabilità finanziaria) si regge sulla narrazione unica. Farla crollare significherebbe
perdere tutto. Perdere trilioni, certo. Perdere il potere, per sempre. Perdere
il controllo, soprattutto.
Non lo
fanno per i soldi, quindi, no.
E lo
stesso possiamo dire per il gas naturale, il diesel, l’economia, e perfino il
cibo.
Per la
loro carenza, che a breve si farà sentire in modo preoccupante, viene oggi
accusato Putin.
Questo
nonostante i problemi del gas, come segnalato da questo sito, fossero anche
prima dell’inizio dell’Operazione Z, con geremiadi del ministro della
transizione ecologica e exploit di russofobia anche quando Mosca, è riportato,
quest’anno ci ha venduto più gas del solito – e al prezzo concordato.
La
filiera globale era già in crisi totale causa follia dei lockdown mondiali
durati due anni. Un amico industriale mi dice che lui sta pagando anche il
blocco temporaneo che si ebbe a Suez.
L’inflazione
già correva in USA, con prezzi della benzina al gallone che raggiungevano cifre
distopiche, ben prima che i tank russi entrassero in Ucraina.
Tuttavia
è la reazione successiva ad essere interessante: i governanti d’Occidente, da Draghi a
Johnson a Scholz a Biden o chi per lui, pur sapendo da mesi dello tsunami inflattivo
in arrivo, pur sapendo della crisi dell’approvvigionamento di combustibile,
grano, fertilizzante, hanno deciso, con una mossa talmente immediata da far
pensare che fosse studiata da tempo, di porre sulla Russia sanzioni
totalizzanti, autoescludendosi di fatto da ogni materia prima russa, di cui
c’era già carenza, e da cui si era dipendenti.
Pensateci:
è semplicemente folle. Hai male ad un piede perché hai pestato un chiodo: prendi il fucile e ti spari sul
piede, pensando pure di fare bella figura.
Cioè,
esattamente come i tizi nel board di Twitter, i nostri politici, i nostri
grand- commis, non stanno pensando nemmeno lontanamente agli interessi dei loro
azionisti, cioè il popolo italiano, le aziende del territorio, etc.
Le
aziende hanno bisogno di gas, di argilla, di grano, hanno bisogno non solo di
comprare la marea di materie russe, ma anche (questo non dovremmo dimenticarlo
mai) di esportare in Russia i nostri
sempre apprezzati prodotti.
E il
popolo ha bisogno di essere nutrito: a quanto sappiamo, stiamo per rischiare invece una crisi
alimentare, seguita da un’ulteriore crisi migratoria di africani che fuggiranno
dalle loro carestie per immettersi nelle nostre.
Lo
vedete da voi: tutto questo non ha niente di economico. Nulla davvero: non c’è una decisione
che sia una qui che abbia a che fare con lo sviluppo, con la protezione
dell’economia, con il danaro.
Possono
farci vedere mille volte in TV Draghi, Di Maio e l’amministratore ENI Descalzi che vanno con il cappello in mano in Algeria, in Azerbaigian, in Qatar, in
Congo (!)
per vedere se riescono a sostituire la quota di gas russo: sappiamo tutti che è
impossibile, forse nemmeno solo nel breve periodo, è impossibile e basta.
Impossibile e, soprattutto, antieconomico.
E
allora, perché lo fanno? Perché operare scelte che vanno contro la popolazione?
Come possono prendere decisione che
porteranno alla fame e alla morte?
La risposta
è semplicissima, e chi legge Renovatio 21 già la conosce: perché è esattamente
quello il programma.
Il
programma è la decrescita. La decrescita dell’economia giocoforza è decrescita della
popolazione.
La
decrescita economica è sotto gli occhi di tutti noi. Questo sito cerca di elencarne i
sintomi più visibili.
Le
aziende stanno chiudendo, la filiera è distrutta. Quando chiude una fabbrica, il
danno non è solo ai suoi proprietari, ai suoi operai, al suo territorio: è a
tutto un sistema esteso.
Amici
agricoltori mi dicono di aver problemi a trovare le bottiglie per il vino o
l’olio – i vetrai stanno chiudendo, perché il gas è troppo costoso.
I
supermercati in vari Paesi d’Europa sono partiti con aumenti immani e
razionamenti.
La
fine del diesel, altra sostanza che prendevamo dalla Russia, non bloccherà solo
i possessori di Volskswagen Golf, ma tutto il trasporto su gomma: i camion vanno a diesel, e senza
camion in circolo non puoi spostare le merci o anche banalmente portare agli
scaffali i prodotti alimentari (potete leggere, sull’argomento, l’articolo di
William Engdahl appena pubblicato da Renovatio 21).
Le
bollette sono alle stelle: non sono poche le persone che ci dicono che a causa
dell’incapacità di far fronte a bollette irreali vogliono cambiare casa, andare
a vivere, magari lasciando una casa che è della famiglia da generazioni in uno spazio più piccolo – appunto, praticare sulla propria vita una
decrescita immobiliare per motivi inediti (il costo di luce e gas…)
La
decrescita della popolazione è pura conseguenza. Alla devastazione economica si aggiunge il terrorismo, la
diffusione nell’aria di una imbattibile disperazione di fondo, che agisce come
anticoncezionale cognitivo.
Ricordate
i dati della natalità durante il COVID? 22% di bambini in meno dopo nemmeno 9 mesi dal primo
lockdown.
In un
mondo povero, che si prepara ad essere pervaso da masse di disoccupati e da una
violenza conseguente (nella quale, statene certi, potranno dare una mano le
milionate di africani importati per la bisogna, di loro abituati in partenza
agli Stati al collasso), chi davvero vorrà fare figli?
È un
mondo già terrorizzato dal babau del cambiamento climatico, che secondo alcune statistiche è uno dei motivi per cui le donne
americane più scolarizzate (e quindi, magari, sfaccendate o intossicate dalla propaganda
eco-fascista) non vogliono più mettere al mondo dei bambini.
Della
decrescita della popolazione i padroni del vapore parlano da anni apertis
verbis.
Bill
Gates, Warren Buffett, i Rockefeller, Klaus Schwab mettiamoci dentro anche
George Soros, che va alle loro cene: non hanno fatto mistero di perseguire
un’agenda di spopolamento del pianeta.
Di
più: non solo ne parlano, ma ci investono anche i loro miliardi.
Ecco
quindi, che abbiamo capito: i miliardi, a chi comanda, non interessano più. Ne hanno già
tanti, forse perfino troppi.
La
cosa che interessa loro, invece, è la vostra distruzione. È il collasso della Civiltà, e la consequenziale riduzione della
popolazione terrestre.
È la
guerra contro l’uomo, contro l’Imago Dei.
Costi
quello che costi: carestie, aborti e sterilizzazioni di massa, guerre etc.
Vogliono
resettare il mondo, sì. E renderlo simile alla casa del loro padrone: l’Inferno.
(Roberto
Dal Bosco).
Armi
nucleari,
Zelens’kyj chiede il
«controllo
globale» sulle scorte della Russia.
Renovatio21.com
-Redazione- ( 30 Aprile 2022)- ci dice :
In un
discorso di questa settimana, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha esortato le potenze internazionali ad
implementare un «controllo globale» sulle migliaia di armi nucleari russe.
«Ogni
anno, il 26 aprile, il mondo ricorda il disastro di Chernobyl, il peggior
disastro nucleare della storia umana», ha esordito Zelensky nell’ambito di un
evento commemorativo di Chernobyl.
«Ma quest’anno non basta solo ricordare Chernobyl…
perché quest’anno la Russia ha creato nuove minacce che potrebbero superare
anche il peggior incidente».
Il
presidente ucraino ha poi raccontato che l’esercito russo avrebbe sparato su
centrali nucleari sensibili durante l’invasione dell’Ucraina.
«Oggi
hanno lanciato tre missili contro l’Ucraina in modo che volassero direttamente
sopra i blocchi delle nostre centrali nucleari – su tre centrali nucleari contemporaneamente,
su Zaporizhzhia, Khmelnytskyi e su centrali nucleari dell’Ucraina meridionale…
Cosa c’è? Stanno minacciando? Non ci sono parole» ha detto Zelens’kyj, che ha
quindi chiesto un «controllo globale» sull’arsenale nucleare russo, senza
specificare come sarebbe possibile un simile accordo.
«Abbiamo
discusso di tutti i pericoli creati dalla Russia e dei modi per influenzare
eventualmente la situazione per proteggere l’Europa e il mondo da azioni
completamente irresponsabili della Federazione Russa», ha affermato il
presidente.
Ha quindi chiesto un’acquisizione globale delle capacità nucleari della Russia.
«Credo
che dopo tutto ciò che l’esercito russo ha fatto nella zona di Chernobyl e
nella centrale di Zaporizhzhia, nessuno al mondo può sentirsi al sicuro sapendo quante
strutture nucleari, armi nucleari e tecnologie correlate ha lo stato russo», ha
detto l’ex comico ora tecnicamente al vertice del potere ucraino.
“Se la
Russia ha dimenticato cosa sia Chernobyl, significa che è necessario il
controllo globale sugli impianti nucleari russi e sulla tecnologia nucleare» ha
affermato Zelens’kyj.
Si
tratta dell’ennesimo esempio, spudorato quanto spietato, di chiamare il mondo
alla Terza Guerra Mondiale contro Mosca: di fatto, si tratterebbe dell’unico
scenario in cui l’establishment ucraino potrebbe uscire intatto, tra le macerie radioattive di tutta
la terra.
Chiedere
il disarmo nucleare della Russia significa provocarla ancor di più con una
minaccia esistenziale. È quando provi a disarmare qualcuno in una situazione di
conflitto che, di solito, può partire un colpo… Perché senza armi, sei alla mercé del
nemico.
L’impudenza
e l’apocalittica pericolosità di un pensiero simile, non sono avvertite in
alcun modo dagli sponsores occidentali dell’ex doppiatore dell’orsetto
Paddington.
I quali, anzi, continuano a soffiare sul fuoco, quasi che il conflitto atomico in
cui può essere trascinata l’Europa – come preconizzato dallo stesso Putin lo
scorso gennaio, nella spirale del silenzio dei giornali occidentali già
iniziata – sia
la realizzazione di un preciso desiderio strategico.
Come
riportato da Renovatio 21, la Russia ha recentemente reiterato l’accusa per cui
l’Ucraina al momento dell’operazione militare stava sviluppando armamenti
nucleari.
La
questione nucleare è stata agitata dallo Zelens’kyj poco prima dell’inizio del
conflitto.
«Il 19
febbraio a Monaco di Baviera, il presidente ucraino Zelenskyy ha minacciato di schierare armi
nucleari sul territorio ucraino. Ha espresso questo come la sua revoca unilaterale
del Memorandum di Budapest del 1994» ha scritto William F. Engdahl in un
articolo tradotto e pubblicato da Renovatio 21.
(Zelenskyy non dice che le armi atomiche gliele può
fornire -a modico prezzo -
Il suo mentore di
Davos, Klaus Schwab, noto produttore (segreto)di armi atomiche in Sud Africa ! Ndr.).
BIOLOGIA
SINTETICA.
Mirror
humans, inversione
materiale
del libro della vita.
Renovatio21-
Roberto Dal Bosco - (30 Aprile 2022)- ci dice :
Su
questo sito vi abbiamo parlato spesso di George Church. È uno scienziato, ma
gli effetti di ciò che sta facendo avranno impatto ben oltre l’accademia.Di
fatto, il suo pensiero e la sua opera lo fanno uno degli uomini chiave del XXI
secolo. Professore
di genetica all’Harvard Medical School e al politecnico bostoniano MIT, ha
amicizie altolocatissime nelle massime industri informatiche.
È un
bel personaggio: dislessico, vegano, narcolettico, su Renovatio 21 ne abbiamo
parlato perché vuole lanciare un Tinder basato sulla genetica: o meglio, una app di appuntamenti eugenetici, dove la compatibilità cromosomica
genera figli migliori.
Ad inizio pandemia lo abbiamo anche incontrato
tra il giro dei biologi che si stavano preparando un vaccino COVID fai-da-te.
Ciò
che rende il Church unico è il fatto che si tratta del più radicale tra coloro
che premono per modificare la creazione tramite la biotecnologia.
È
considerato uno pionieri del CRISPR, cioè della tecnica di bioingegneria
introdotta nel 2014 permette modifiche genetiche di alta precisione.
Come
ripetuto da Renovatio 21, il CRISPR, che gode ora dei miliardi di Bill Gates, si candida ad essere la porta
attraverso la quale tutta la vita animale e vegetale passerà per esistere.
Church anni fa scrisse un libro-manifesto,
Regenesis (2014).
Senza
tanti pudori, il professore ammette di essere alla cerca una ri-creazione della
realtà vivente per tramite della bioingegneria.
L’operazione più dimostrativa delle sue idee
consiste della famosa de-estinzione del Mammuth, di cui abbiamo parlato su
Renovatio 21.
Il
Church vuole clonare il pachiderma siberiano e impiantarlo nell’utero in
affitto di una elefantessa, per poi ripopolare la tundra (dove ha preso
contatti) e, secondo i calcoli, contribuire alla lotta al cambiamento
climatico: «Un mammut clonato ci salverà dal surriscaldamento globale» ha
titolato, eccezionale, Vanity Fair.
Il
libro ha un’importanza storica per Church.
Le sue
53.000 parole e 11 immagini sono state tradotte nell’alfabeto del DNA, cioè
nella successione di A, T, G e C. Si tratta della prima traduzione di un volume
interno in lingua deossiribonucleica.
Tuttavia,
in Regenesis, Church propone qualcosa che va perfino al di là dell’ingegneria
genetica, della clonazione e della resurrezione dei mammutti.
Lo
scienziato prende a parlare, seriamente, della possibilità di inventare una
nuova specie nuova di esseri umani che siano totalmente immuni dalle malattie. Nel libro Questi esseri artificiali
sono chiamati mirror humans: umani-specchio.
I mirror humans sono materialmente
differenziati rispetto agli umani così come li conosciamo. Non si tratta nemmeno di una
differenza a livello genico, ma, ancora più a fondo, di una alterità nella stessa
struttura della materia organica.
Il
concetto di partenza:
le più
piccole molecole che costituiscono la vita (quelle che poi assemblate formano il DNA, l’RNA e le proteine) presentano una caratteristica, la chiralità. La parola deriva dal greco keiros, la
mano. Ogni
molecola chirale può avere quindi una sua versione speculare.
L’idea
vi diviene chiare se congiungete le mani: sono simmetriche, ma non sono
identiche, sono una il rovescio dell’altra.
Dispongono
delle
stesse parti (il palmo, le falangi, falangine, falangette) ma sono capovolte l’una rispetto
all’altra, come in uno specchio.
Possiamo
pensare ad una
molecola chirale come la
versione per mancini dell’altra. L’esempio non è peregrino:
la
Vita, per motivi non ancora spiegati, sembra favorire una certa mano, per
esempio la grande maggioranza degli amminoacidi sono nella forma, diciamo,
della mano sinistra. Perfino gli amminoacidi rinvenuti nello spazio sembrano
seguire questa preferenza bio-cosmica.
È da
qui che parte Church: perché non costruire un organismo partendo da molecole
chirali?
Perché
non creare un «organismo-specchio»? Perché non concepire una vita-specchio,
basata sulla biochimica chirale?
I
mirror-organism pensati da Church non sono di facile gestione: avrebbero bisogno di cibo-specchio,
pena la mancata indigestione. Parimenti, un organismo-specchio non potrebbe essere
assimilato da un predatore qualora ne divenisse il pasto.
Tuttavia
c’è un vantaggio infinitamente più grande che si otterrebbe con i mirror-organisms: l’immunità da ogni malattia.
Virus,
batteri, tossine, ogni agente vettori di malanno non potrebbe fare nulla
all’organismo chiralizzato, perché, semplicemente, chimicamente non più
compatibile.
Si
tratterebbe di una cosa non di poco conto, in un mondo ossessionato dalla
malattia e divenuto totalmente divenuto risk-averse, come dimostrato dal
totalitarismo vaccinale innestatosi in questi anni.
Sarebbe,
di certo, la garanzia di salute definitiva… a costo dell’inversione materiale
della natura umana.
È
inutile nascondersi che per una fetta di popolazione sempre maggiore – quella
triplo-vaccinata, quella dell’imperativo del condom, quella che, imbevuta definitivamente dalla Necro-cultura,
ha abdicato all’idea stessa di una natura umana da difendere – perché questa
prospettiva può esercitare un richiamo di non poco conto.
Quindi,
possiamo procedere. Nello scenario. La domanda da porsi subito è: i
mirror-humans si potrebbero riprodurre?
Hanno
tentato di rispondere Kelly e Zach Weinersmith nel libro Soonish: Ten Emerging Technologies That Will
Improve and/or Ruin Everything («Prestìno: dieci tecnologie emergenti che miglioreranno o
rovineranno tutto»), in uno dei rarissimi testi che accenna alla prospettiva
degli “umani-specchio”.
In un
capitolo, i due autori scrivono che «le coppie composte da persone di
diverso tipo speculare potrebbero essere in sintonia, ma non produrrebbero
alcun frutto vivente, perché non si possono mescolare persone mancine e
destrorse quando si tratta di materiale genetico».
In
pratica, l’uomo «naturale» sarebbe quindi parzialmente sterilizzato.
L’uomo non «migliorato» dalla biochimica chirale, sarebbe
reso incapace di procedere liberamente nella società del futuro.
Se
pensiamo che oggi coloro che spingono per la “sierizzazione genica mRNA” sono
gli stessi che finanziano il controllo delle nascite, ci sintonizziamo meglio sul
significato sottostante.
Si
tratta del resto della costruzione di una nuova società umana, un Mondo Nuovo ancora più distopico
di quanto immaginato da Huxley, con caste basate sulla biochimica fondamentale.
«Sebbene i mirror-humans sembrerebbero
più o meno degli umani ai nostri occhi, sarebbero membri di una specie separata: essendo popolazioni geneticamente
isolate, col
tempo andremmo lentamente dall’essere simili ma incompatibili con le diverse
caratteristiche fisiche e psicologiche».
Ecco,
la razza superiore, un concetto forse tornato di moda con i peana al
battaglione Azov.
La nuova élite planetaria sarà chirale o non sarà.
Ruotiamo
la svastica dal lato opposto: si può.
«Sapendo che noi originali siamo il loro specchio
crivellato dalla malattia, probabilmente non ci vorrà molto prima che i mirror-humans ci guardino come
fossimo un’orda di zombie» scrivono i due autori.
Già,
zombie. Cioè, letteralmente, esseri non-viventi, creature antropomorfe prive di
ogni dignità, quindi sacrificabili indefinitamente.
Ce lo hanno insegnato tante serie TV e tanti
videogiochi birichini: gli zombie potete mitragliarli, investirli col camion,
squartarli con la motosega, bruciarli col lanciafiamme, etc.
L’importante
è l’eliminarli in massa, che è una cosa buona è giusta: di più, è un imperativo
sanitario.
Se
siete non-vaccinati e in cuor vostro pensate che i vaccinati siano degli
zombie, in realtà non avete capito che tutto il mondo è stato addestrato in
questi anni a vedere voi come dei morti viventi da estirpare senza pietà, magari pure con un certo gusto
sadico finalmente slatentizzato legalmente.
Ora,
noi naturali siamo gli zombie dei vaccinati. I vaccinati saranno gli zombie dei
bioingegnerizzati – che già in parte potranno essere scevri da malattie, come le super-gemelle cinesi immuni
all’HIV. Tuttavia, apprendiamo come i bioingegnerizzati saranno gli zombie
dei mirror-humans.
Con
gli uomini-specchio, si compirà forse l’azione che più plasticamente
rappresenta il lavoro di Satana: l’inversione.
Pensateci:
se la vita
è un libro, i mirror-humans sono fatti con un alfabeto opposto a quello degli esseri
umani come creati da Dio. La Vita, nella sua materia più intima, invertita. Sì, come un
Padre nostro al contrario…
C’è un
antico libro che, ad un certo punto, si metteva a scrivere del «libro della vita».
«La
bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall’Abisso, ma per andare in
perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della
vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e
non è più, ma riapparirà» (Ap 17, 8)
«E chi
non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco» (Ap 20,15).
Le
parole dell’Apocalisse di San Giovanni ci donano immensa speranza.
(Roberto
Dal Bosco).
Come combattere il transumanesimo
e proteggere la tua
privacy.
Renovatio21.com-
Joseph Mercola -(27 Aprile 2022)-ci dice :
I transumanisti
non devono mettere un microchip nel braccio per ottenere il controllo, alterano
già la realtà e fanno il lavaggio del cervello alla popolazione attraverso la
raccolta di dati e la manipolazione delle informazioni.
Puoi
contribuire a proteggere la tua privacy e combattere il movimento del
transumanesimo evitando tutti i prodotti Google.
La
nozione di transumanesimo è attivamente ricercata ed esplorata, mentre a un
certo livello è già qui.
Molte
persone considerano il transumanesimo come la trasformazione degli esseri umani
in robot, ma in realtà descrive un movimento sociale e filosofico che coinvolge
lo sviluppo di tecnologie di miglioramento umano.
Nell’episodio
26 di Children’s
Health Defense Tea Time, ho parlato con Polly Tommey, direttrice della
programmazione per CHD-TV, e colleghi dell’agenda transumanista e di come il suo
obiettivo finale sia “controllare la popolazione umana”.
Il
processo è stato accelerato dalla pandemia di COVID e negli ultimi due anni la
cabala globale è riuscita a influenzare il comportamento, principalmente attraverso la paura
e la creazione di narrazioni.
La
maggior parte delle persone non apprezza il fatto di essere sorvegliata 24 ore
su 24, 7 giorni su 7, e la maggior parte della sorveglianza che stai
consentendo nella tua vita e causa tua, poiché rinunci alla tua privacy e
acconsenti alla sorveglianza in cambio di comodità.
Google
è il principale colpevole, e ha un controllo e un’influenza maggiori poiché, a
livello mondiale, il 93% delle ricerche effettuate online utilizza Google. È il
più grande monopolio nella storia del mondo.
Stanno
acquisendo i tuoi dati e influenzando la tua mente.
In
futuro, è possibile che il transumanesimo utilizzi tecnologie che sono
fisicamente incorporate nel corpo umano o nel cervello per offrire cognizione
sovrumana o forme di controllo mentale.
Tuttavia,
in questo momento il transumanesimo sta già avvenendo, non da un dispositivo impiantabile,
ma
attraverso la psicosi di formazione di massa e la manipolazione dell’informazione.
Un
esempio chiave è il termine «psicosi da formazione di massa», che il dottor Robert Malone, inventore della tecnologia della piattaforma di base
del vaccino mRNA e DNA, ha menzionato in un episodio di The Joe Rogan Experience il 31
dicembre 2021. L’episodio è stato visto da più di 50 milioni di persone.
Il 2
gennaio, la
psicosi di formazione di massa ha raggiunto un valore di 100 su Google Trends, il che
significa che aveva raggiunto il picco di popolarità, dopo essere stata
praticamente sconosciuta in precedenza.
I
tecnocrati sono subito intervenuti, manipolando i risultati di ricerca e popolando Google di propaganda per
screditare Malone e la teoria della psicosi della formazione di massa, anche se Mattias Desmet, professore
di psicologia clinica all’Università di Gand in Belgio, che ha 126
pubblicazioni a suo nome, studia il fenomeno da molti anni, e afferma che il
fenomeno in realtà risale a oltre 100 anni fa.
Quelli
sotto l’incantesimo della psicosi di formazione di massa si concentrano ossessivamente su un
fallimento del mondo normale o su un evento o persona particolare – in questo
caso, COVID – che diventa il fulcro dell’attenzione e può controllare
efficacemente le masse.
Il
fenomeno porta al pensiero totalitario e, alla fine, agli stati totalitari, ed
è chiaro che Google non voleva che tu lo sapessi.
Google
si infiltra nella tua casa.
A
causa del suo monopolio, Google controlla ciò che vedi manipolando i risultati
di ricerca e censurando i siti web o etichettandoli come «disinformazione».
Se
vuoi scoprire come mantenerti veramente in salute, ad esempio, le informazioni
esistono su Internet – ci sono – ma non sarai in grado di trovarle facilmente
se non sai dove cercare a causa del modo in cui Google controlla le informazioni.
Manipolando
le informazioni, possono modellare e alterare la realtà su qualsiasi argomento,
dal COVID all’Ucraina, per adattarsi alla loro agenda.
Non è
solo il motore di ricerca di Google a monitorare ciò che fai, ma anche il tuo
browser.
Il
browser Google Chrome tiene traccia di tutto ciò che fai online, mentre Gmail
cattura ogni carattere digitato e lo salva sui suoi server a tempo
indeterminato.
Se
utilizzi altoparlanti intelligenti in casa, come gli altoparlanti intelligenti
Alexa e Google Home o l’app per smartphone Google Assistant, è possibile che
delle persone ascoltino le tue richieste e che ascoltino anche quando non ti
aspetteresti. Anche i termostati intelligenti possono avere dei microfoni.
Hai
mai avuto una conversazione telefonica con qualcuno e poi nell’ora o nel giorno
successivo hai iniziato a ricevere annunci relativi a qualcosa di cui hai
parlato?
Questo
è un potente esempio della quantità di dati che stanno raccogliendo su di te e
di come lo stanno usando per controllare e manipolare il tuo comportamento. Non
hanno bisogno di un dispositivo transumanista futuristico per entrare e
manipolare il tuo cervello: lo stanno già facendo senza di esso.
«Hackerare
gli organismi» per riprogettare la vita stessa.
L’inizio
del video di CHD presenta il transumanista Yuval Noah Harari, professore all’Università Ebraica
di Gerusalemme e uno dei massimi consiglieri di Klaus Schwab, proprietario e presidente
del World Economic Forum (WEF).
È
importante essere consapevoli del fatto che Schwab, WEF e Harari parlano apertamente del
transumanesimo come parte del Great Reset, e Harari ammette che i dati
potrebbero consentire alle élite umane di fare di più che «costruire
semplicemente dittature digitali».
«Hackerando
gli organismi – ha detto Harari –le élite possono ottenere il potere di
riprogettare il futuro della vita stessa perché una volta che puoi hackerare
qualcosa, di solito puoi anche progettarlo».
Presto, dice, alcune società e governi saranno
in grado di «hackerare sistematicamente tutte le persone». E, se riescono a
hackerare la vita, sarebbe la «più grande rivoluzione in biologia dall’inizio della vita 4
miliardi di anni fa».
Secondo
Harari:
«Per 4
miliardi di anni non è cambiato nulla di fondamentale. La scienza sta
sostituendo l’evoluzione con la selezione naturale con l’evoluzione con un
design intelligente. Non il design intelligente di qualche dio sopra le nuvole, ma il nostro design intelligente e il
design intelligente delle nostre nuvole cloud — il cloud IBM, il cloud
Microsoft — queste sono le nuove forze trainanti dell’evoluzione».
Una volta che la vita umana viene hackerata,
gli hacker manterranno il controllo sulla vita stessa, un processo che è stato
accelerato dalla pandemia. Dopotutto, Harari ha detto: «Si dice spesso che non
dovresti mai lasciare che una buona crisi vada sprecata».
La
sorveglianza è una parte fondamentale del piano per il controllo totalitario
globale e Harari afferma che tra 100 anni le persone saranno in grado di
guardare indietro e identificare la pandemia di COVID come il momento in cui un
nuovo regime di sorveglianza ha preso il sopravvento – «soprattutto la
sorveglianza sotto la pelle».
Anche
se un impianto cervello-computer ha recentemente consentito a un uomo
completamente paralizzato di comunicare con la famiglia e i medici con i suoi
pensieri, non credo che la tecnologia sia avanzata al punto che i microchip
impiantabili vengano utilizzati come interfacce cervello-macchina per
controllare i tuoi pensieri .
Ma ciò
che esiste oggi sono i passaporti per i vaccini, che possono passare a ID
digitali, che poi portano alle valute digitali della banca centrale (CBDC), la fine del gioco.
Le
CBDC sembrano essere inevitabili; non è una questione di se li avranno, ma quando.
Una volta che le CBDC si saranno diffuse, saranno in grado di controllare
tutto, poiché sarà difficile sopravvivere senza di loro.
Non
devono mettere un microchip nel tuo braccio per ottenere questo controllo
incommensurabile: saranno in grado di tracciare e controllare ogni tua mossa
tramite CBDC.
Sviluppa
la tua resilienza personale.
L’ottimizzazione
della tua salute è una delle misure migliori che hai per sviluppare la tua
resilienza personale contro qualsiasi nuova minaccia possa presentarsi.
Nel
video ho delineato tre priorità principali, che includono:
1) Evita gli oli di semi nella tua dieta: gli oli di semi, che sono spesso
indicati come oli vegetali, sono nascosti praticamente in ogni alimento
trasformato, compresi i cibi dei ristoranti, a meno che tu non possa confermare
che lo chef sta cucinando solo con il burro.
Non
c’è praticamente niente di più distruttivo per il tuo corpo che produrre
malattie cardiache, cancro, degenerazione maculare legata all’età, diabete,
obesità e demenza.
Anche
se elimini gli alimenti trasformati e altri importanti perpetratori dell’olio
di semi come salse e condimenti per insalata nei ristoranti, puoi comunque
essere colpito da queste tossine perniciose perché sono nascoste in cibi
apparentemente «sani» come pollo e maiale.
Questi
animali vengono nutriti con cereali carichi di acido grasso linoleico omega-6, che si trova nella maggior parte
degli oli di semi e provoca danni alla salute se consumato ai livelli eccessivi
che sono comuni oggi.
Molte
persone mangiano un sacco di pollo perché è percepito come un alimento salutare
ed è poco costoso, ma è una delle principali fonti di acido linoleico. Nella tua cucina, esempi di grassi
sani da usare al posto degli oli di semi sono il sego di manzo, il burro o
l’olio di cocco.
2)
Evita il sovraccarico di ferro: se sei un maschio o una donna in post-menopausa,
il sovraccarico di ferro può mettere a rischio la tua salute. Essendo un potente ossidante, il
ferro può danneggiare i tessuti e compromettere la funzione mitocondriale. Il tuo corpo ha una capacità limitata
di espellere il ferro, che gli consente di accumularsi nei tuoi organi, inclusi
cuore, fegato e pancreas.
Gli uomini e le donne in post-menopausa
possono ridurre il rischio di sovraccarico di ferro donando sangue due o tre
volte l’anno. È un rimedio efficace ed economico che aiuterà anche gli altri.
3.
Esporsi regolarmente al sole: stare all’aperto al sole, esponendo quanto più possibile la
pelle nuda, è il modo migliore per garantire che i livelli di vitamina D siano
ottimizzati.
L’esposizione
al sole aumenta anche la forma attiva della vitamina A insieme alla melatonina mitocondriale, un antiossidante profondamente
importante all’interno
dei mitocondri che riduce lo stress ossidativo.
De-Googla
te stesso
Non
devi essere su Google.com per rischiare la tua privacy ed essere sorvegliato. È molto più dannoso di così, poiché
i tuoi dati possono essere acquisiti mentre, ad esempio, stai parlando al
telefono.
Le app
possono tracciare e raccogliere i tuoi dati, che vengono quindi utilizzati
essenzialmente per farti il lavaggio del cervello.
È
possibile de-Googlare il tuo cellulare acquistando un telefono Android che
non ha un sistema operativo Google, ma dovrai trovare un esperto IT in grado di
riformattare il disco rigido del tuo cellulare.
Puoi
contribuire ulteriormente a proteggere la tua privacy e combattere il movimento
del transumanesimo evitando tutti i prodotti Google.
Ciò
comprende:
Smetti
di usare i motori di ricerca di Google. Prova invece il motore di ricerca
Brave.
Disinstalla Google Chrome e utilizza invece il browser Brave, disponibile per tutti i computer e
dispositivi mobili. Blocca gli annunci e protegge la tua privacy.
Se
disponi di un account Gmail, prova invece un servizio di posta elettronica non
Google come ProtonMail, un servizio di posta crittografato con sede in Svizzera.
Smetti di usare Google Docs.
Se sei
uno studente delle superiori, non convertire gli account Google che hai creato
come studente in account personali.
(
Joseph Mercola).
Chip
cerebrali per tutti:
Klaus
Schwab lo
diceva 5 anni fa.
Renovatio21.com-
redazione- (28 Aprile 2022)- ci dice :
Riemerge
in rete una vecchia conversazione tra il creatore del World Economic Forum Klaus Schwab
e il cofondatore di Google Sergej Brin.
L’incontro,
tenutosi a Davos nel 2017, ha presto virato su temi che interessano entrambi,
come il transumanismo
pratico.«Gli strumenti digitali dei Big Data sono al servizio del progresso
medico e biologico e avanzano molto velocemente» dice Klaus Schwab ,il capo del
gruppo di Davos grande e architetto del Grande Reset.
«Puoi
immaginare che tra 10 anni saremo qui seduti avendo un impianto nel nostro
cervello, tramite il quale posso immediatamente percepirvi, perché tutti voi
avrete degli impianti , misurandovi tutte le vostre onde cerebrali – e posso
dirti immediatamente come reagiscono le persone, oppure posso sentire come
reagiscono alcune persone alle tue risposte. È immaginabile?» chiede il guru
globalista svizzero,( creatore di bombe
atomiche in Sud Africa in segreto .Ndr).
«Penso
che sia immaginabile», risponde il Brin, che prosegue descrivendo un possibile
futuro transumanista in cui la coscienza potrebbe essere trapiantata nelle
macchine.
«Penso
che tu possa immaginare che, beh, verrai trapiantato, sai, su Internet per così
dire, per vivere per sempre in un regno digitale. Sai, puoi immaginare che solo nella tua incarnazione biologica vivrai
per un’età molto lunga».
Klaus
Schwab non è nuovo a inquietanti visioni sui chip cerebrali.
Come
riportato da Renovatio 21, più volte il Klaus Schwab ha insistito, nel suo concetto di Quarta
Rivoluzione Industriale, sulla «fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica».
Essa
passa necessariamente dalla bio-sensorizzazione del nostro corpo, cioè dalla
completa digitalizzazione delle nostre esistenze. L’ingresso di ogni azione, anche
involontaria, dell’essere umano in una grande piattaforma di controllo.
Schwab
era arrivato a suggerire scansioni cerebrali, rese possibile dagli impianti
biocibernetici, anche solo per viaggiare:
«Anche
attraversare un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione
cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un
individuo».
“I
dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili alle cuffie per la realtà
virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel
nostro cervello».
«I
microchip impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo»
cambieranno il modo in cui ci interfacciamo con il mondo «e ci costringeranno a
chiederci «cosa significhi essere umani», sostiene Schwab, (il bombarolo atomico.Ndr)
Anche
il personaggio di Sergej Brin è assai interessante. Nato da una famiglia ebraica di
Mosca, è cresciuto nel Maryland per poi arrivare a Stanford, dove ha subito
messo in piedi con il compagno di studi Larry Page il motore di ricerca Google.
Meno
note sono le connessioni con altre industrie che ha creato negli anni. Al
colosso mondiale YouTube, comprato da Google, egli piazzò come CEO la cognata Susan
Wojcicki.
La moglie Anne Wojcicki invece fu messa a capo
di un’azienda di genetica, 23andMe, che diede un contributo fondamentale alla
materializzazione di una genomica consumer: ad un prezzo molto abbordabile, una
gran parte della popolazione si è sottoposta, talvolta per giuoco, allo
screening genetico, per scoprire le loro caratteristiche cromosomiche e – cosa
che ha sconvolto non poche vite – dove hanno parenti che non sapevano di avere.
Gli
utenti di 21andMe, esattamente come Google, nell’usufruire del servizio davano alla
società dei dati personali, anzi i più personali possibili: il proprio codice
genetico.
La
quantità di dati genetici stivata ora dall’azienda costituisce un universo di
informazioni ulteriore dove l’algoritmo di Google non poteva arrivare, e
schiude possibilità di analisi e di azione ancora inesplorate. Come riportato da Renovatio 21 tre
anni fa, la Glaxo ha investito in 23andMe 300 milioni di dollari.
Sergej Brin è uno “Young Global Leader”. Fa parte, cioè, della carrellata di
giovani di rilevanza politica o economica formato dai corsi del World Economic
Forum di Davos di Klaus Schwab.
Non è
conosciuto al grande pubblico lo sforzo che Google compie tramite la sua
società Biotech controllata, Verily, creata da Brin nel 2015 come parte di una
grande riorganizzazione aziendale. Verily aveva in progetto di sviluppare lenti a
contatto per diabetici in grado di monitorare costantemente il glucosio, un
polsino che traccia lo stato della salute nonché una piattaforma di
nanoparticelle che fungano da sensori di malattia.
Più
oscuro, ma presente, il progetto che Verily aveva sulle zanzare: distruggere le
specie portatrici di malattie rilasciando nell’ambiente zanzare sterili. Lo chiamano, echeggiando
sinistramente nel mondo naturale il linguaggio informatico, progetto Debug.
Si
tratta praticamente dello stesso progetto di sterilizzazione globale delle zanzare
via bioingegneria portato avanti da Bill Gates e dal Pentagono, al quale aveva
lavorato, come visibile nel documentario Un natural History anche il dottor Crisanti.
Ciò in
cui può tramutarsi un tale progetto, lo lasciamo immaginare al lettore.
"Putin
criminale di guerra". Biden
scatena
la Russia: "Parole imperdonabili."
Affaritaliani.it-Redazione-
(17-3-2022)- ci dice :
Altro
che tregua, il botta e risposta tra Washington e Mosca è da terza guerra mondiale.
Guerra
Russia Ucraina, rischio sempre più alto di un conflitto mondiale.
La
pace è lontana.
Usa e
Russia si lanciano segnali di ulteriore guerra, che vanno oltre al conflitto in
corso in Ucraina.
Biden
definisce Putin "criminale di guerra", Mosca risponde "parole
imperdonabili" e intanto continuano senza sosta i bombardamenti delle
città ucraine, con Mariupol ormai totalmente rasa al suolo.
L'ultimo tragico segnale è stato la strage di civili
nel teatro, almeno 500 morti, molti sono bambini. Biden: "Putin sta infliggendo
devastazione e orrore, bombardando appartamenti e reparti di maternità. Queste
sono atrocità, un oltraggio per il mondo. Non sarà mai una vittoria per Putin
indipendentemente dai progressi che farà sul campo di battaglia".
Mosca
reagisce e definisce imperdonabile la retorica del capo della Casa Bianca: "Le sue bombe hanno ucciso
centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo".
Il Cremlino ha definito inaccettabili e le
parole del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Come
ha sottolineato Jens Psaki, portavoce della Casa Bianca, Biden stava
"parlando dal suo cuore", guardando le "azioni barbare di un
dittatore brutale attraverso la sua invasione di un Paese straniero". Il dipartimento di Stato,
ha aggiunto Psaki, sta conducendo la sua indagine formale sui crimini di
guerra. Aumenta
il rischio dello scoppio della terza guerra mondiale.
Siamo
in guerra, nonostante
l’articolo
11 della Costituzione.
Volerelaluna.it-
Loris Campetti-(1-3-2022)- ci dice :
Così
siamo in guerra.
Non è
la prima volta dalla Liberazione dal nazifascismo. Eppure, la Costituzione dice
chiaramente che «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali».
Nel
momento in cui si decide di inviare armi a un paese belligerante è ovvio che si
entra a far parte dei paesi belligeranti.
E poi, chi lo decide? Il presidente del
consiglio.
Ma non
dovrebbe essere il Parlamento a decidere un atto tanto grave e impegnativo?
Ricordo
in passato i dibattiti appassionati sulla scelta di partecipare a un conflitto
fuori dal territorio nazionale, ricordo il dramma di Pietro Ingrao, per
esempio, e il suo no in nome dell’articolo 11 della Carta.
Al suo
funerale c’erano due bandiere, quella del Pci e quella della pace.
Erano
i tempi di Cocciolone. Ricordo, una decina d’anni dopo, l’ossimoro della guerra
umanitaria quando D’Alema diceva e faceva cose ben diverse e peggiori –
sostenuto da tutti tranne da Rifondazione comunista, mentre il Pdci di Rizzo
era nel governo di guerra contro la Jugoslavia ma per non farsi mancar niente
andava con la bandiera della pace a manifestare sul ponte di Belgrado – dalle
cose ragionevoli che dice oggi sul conflitto in Ucraina. Già, allora le bombe erano
intelligenti. E poi altre guerre, con l’ok del Parlamento.
Nella
politica italiana oltre alla mobilitazione civile di massa c’era un qualche
barlume di sinistra politica che resisteva al pensiero unico americano, oggi si
stenta a rintracciarlo.
Sarà
la pandemia che ci ha anestetizzato tutti quanti, sarà il vento
presidenzialista, sarà che quasi nessuno più mette in discussione l’ombrellone
della Nato, fatto sta che oggi basta un premier – lo chiamano così – a decidere
l’invio di armi per alimentare guerra, morti e distruzioni.
Il
segretario del principale erede del Pci (e della Dc) calza l’elmetto e stimola
Draghi a fare di più, lancia appelli alla guerra contro la Russia del nuovo zar
Putin. Renzi non trova di meglio che prendersela con l’Anpi, colpevole di
accompagnare alla critica alla politica guerrafondaia di Putin l’analisi delle
cause che hanno determinato la decisione criminale di invadere, o tentare di
invadere, l’Ucraina.
Ho
nostalgia di giganti come Gino Strada, o come Stefano Rodotà.
Ma pensando alla mancata autonomia politica ed
energetica dell’Italia, ho nostalgia persino di Enrico Mattei.
Oggi è tutto più complicato e melmoso. Eppure,
dovremmo esserci abituati, noi che abbiamo una cultura di sinistra, a opporci
alla guerra senza poterci e volerci schierare con una parte in conflitto: così
è stato quando sotto le bombe Usa e Nato finivano disgraziati popoli guidati
ora da Milosevic, ora da Saddam, ora da Gheddafi, ora da Assad, ora dai
talebani.
Dittatori,
certo, ma dittatori nemici o non più amici, criminali di guerra come tanti
altri con cui però commerciamo amabilmente dalle parti di Ankara o di Tel Aviv.
O del Cairo.
È che
la guerra non è mai una soluzione, ed è facile farla esplodere ma difficilissimo
farla terminare.
Le bombe uccidono la povera gente, uccidono i bambini
che a Kiev e a Mosca, nel Donbass e a Roma piangono e ridono allo stesso modo,
le bombe costringono interi popoli alla fuga.
Per
aiutare gli ucraini oggi, come ieri altri popoli bombardati e in fuga, o
bombardati mentre fuggono come i kosovari nel treno abbattuto dalle nostre armi
intelligenti, servono politica, mediazione, diplomazia. Servono bende, ospedali, medicine,
cibo, accoglienza. Non altre armi.
Né con
Putin né con la Nato. Né né.
Provando
ad andare oltre gli Ossi di seppia di Montale: «Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo». Dovremmo riprendere la parola,
sempre, quando
la follia imperiale bombarda un popolo fratello ma anche quando le bombe cadono
sugli ucraini colpevoli di parlare russo come avviene da otto anni nel Donbass.
Quella parola che ci siamo risparmiati troppo a lungo
quando la follia della Nato dilagava conquistando nazione dopo nazione nell’est
Europa in dissoluzione e accerchiando il nemico di sempre che nel frattempo non
era più l’Urss ma la Russia.
Mentre
la Nato è sempre la Nato, solo molto più estesa.
Chi ha
vissuto l’esperienza del manifesto come me, ha come sua data fondativa il ’68 e
come luogo di nascita Praga con l’opposizione ai carri armati sovietici: nel ’56 eravamo troppo piccoli per
capire quel che accadeva a Budapest ma non abbastanza per non rimanerne
sconvolti.
Non stavamo con il socialismo reale, figuriamoci con Putin e perciò è normale
per me, oggi, dire no ai carri armati a Kiev.
Né né,
ma anche sia sia.
Sia
con il popolo ucraino in fuga dalle bombe, sia con chi eroicamente manifesta a
Mosca e San Pietroburgo contro la guerra di Putin.
La
democrazia non si esporta, sta ai popoli liberarsi dalle tirannie e dai
nazionalismi. Vorremmo vederne di più di piazze piene di bandiere della pace,
in tutto il mondo. Siamo in Europa e con l’Europa, ma vorremmo un’Europa libera
dagli incubi atlantisti, un’Europa capace di frapporsi alle doppie follie, di svolgere
un ruolo di mediazione, di spegnere il fuoco non di alimentarlo.
Invece
la Germania post-Merkel per la prima volta dopo il ’45 decide di investire 100
miliardi in armamenti e la Svezia e la Finlandia vogliono abbandonare la scelta
saggia della neutralità per inforcare il fucile.
L’Italia è in pessima compagnia e come in
Italia, sprazzi di sinistra e di lucidità sono merce rara in tutt’Europa.
"Russia's war crimes": il governo di Kiev
mette online il sito che
documenta
gli orrori
della guerra.
Raimews.it-
Laura Aprati-(9 aprile 2022)- ci dice :
Foto,
video, testimonianze e numeri divisi per sezioni che documentano gli orrori
delle truppe russe in Ucraina.
Online
l'archivio degli orrori russi.
"Le
prove raccolte delle atrocità commesse dall'esercito russo in Ucraina garantirà
che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia", scrive su
Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, nell'annunciare la
creazione del sito "Russia's war crimes" , un archivio online creato
da Kiev per documentare “i crimini di guerra della Russia” commessi in questi
primi 45 giorni di conflitto attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, le
ong presenti nel Paese e i reportage dei media internazionali.
Il
sito si apre con il suono delle sirene. Un suono che in questi 45 giorni ha
accompagnato i cittadini ucraini. Il segno di un'allerta, di un bombardamento
in arrivo. Un suono che parla di orrori, di morte, di torture, di violenze,
stupri. Quelle descritte da foto, video e testimonianze.
L'archivio
ricorda che "molti decenni fa, la comunità internazionale decise di
fermare le morti su larga scala di civili durante i conflitti armati. Furono
così create le regole di guerra, che proibivano l'uccisione di civili,
l'inflizione di danni e torture ai prigionieri e il lancio di armi letali negli
insediamenti non protetti. Nonostante le regole di guerra siano state stabilite in
trattati internazionali come le Convenzioni di Ginevra, lo Statuto di Roma e
altre leggi e accordi internazionali, molti dei quali la Russia è firmataria,
queste regole vengono ora violate cinicamente e senza scrupoli da migliaia di
soldati russi inviati in Ucraina dal loro dittatore Putin".
Un
sito che è un atto di accusa, una documentazione dettagliata di ciò che
succede.
Gli
stupri delle donne sono raccontati spesso dalle dirette interessate o le storie
affidate ai social. Si legge: "Le violentano di notte e di giorno, davanti
ai figli, molto spesso dopo aver ucciso i mariti".
Ci sono
anche i numeri di questa guerra 1.563 morti, tra cui 167 bimbi, 4.820crimini di
guerra, 6.800 edifici distrutti, 439.420 civili deportati, di cui oltre 91mila
bambini documentati grazie ai civili ma anche grazie alla presenza di molta
stampa internazionale.
L'ultima
pagina del sito è dedicata alla giustizia : "Sì, sarà fatta giustizia. Per
i crimini di guerra della Russia in Ucraina, 42 paesi hanno già presentato
ricorso alla Corte penale internazionale dell'Aia per avviare un'indagine. Se il tribunale deciderà contro la
Russia, le persone che hanno perpetrato questi crimini potranno essere detenute
in qualsiasi paese che riconosca la giurisdizione di questo tribunale.
L'Ucraina
non si arrenderà finché tutti i colpevoli non saranno puniti. Stiamo raccogliendo prove e
testimonianze, comprese foto e video shock, in modo che il tribunale possa
condannare gli autori di questi crimini di guerra".
Jiangsu,
portaerei con catapulta
elettromagnetica: "Cina, pronta
l'invasione
di Taiwan". L'arma totale.
Liberoquotidiano.it-redazione-
(3-5-2022)- ci dice :
Jiangsu, portaerei con catapulta
elettromagnetica: "Cina, pronta l'invasione di Taiwan". L'arma totale
Dopo
la Russia con l'Ucraina, è la Cina a volersi espandere. Il governo di
Pechino punta a Taiwan, piccola nazione insulare che Xi Jinping rivendica come
parte del suo territorio.
Il
timore sono ancora una volta le conseguenze.
Mosca ha dimostrato che l'Occidente, qualora
la Cina dovesse passare dalle parole ai fatti, non rimarrebbe a guardare.
E proprio delle conseguenze hanno discusso le
autorità di regolamentazione cinesi in una riunione del 22 aprile scorso, tra
funzionari della banca centrale, del ministero delle finanze, delle banche
nazionali che operano all'interno del Paese e di istituti di credito
internazionali come HSBC.
Non
usate l'Ucraina per incastrarci. Cina-Usa, la telefonata è un disastro: minacce
e tensioni per 45 minuti.
L'obiettivo
secondo il Financial Times è quello di prepararsi a uno scenario di
"guerra economica".
Non a
caso gli Stati Uniti tentano di rafforzare la cooperazione con gli alleati
europei e la Gran Bretagna, scatenando Pechino. La Cina ha attaccato la Nato
definendola "uno strumento di singoli Paesi per cercare l'egemonia, per
mostrare la sua potenza e fomentare conflitti".
La
risposta è arrivata dopo che la ministra degli Esteri britannica Liz Truss ha
presentato una sorta di manifesto invocando la necessità di un riarmo ampio, di
un pieno sostegno militare all'Ucraina, di uno scenario di sicurezza economica
privo di gas o petrolio russo in Europa e, da qui lo sfogo cinese, una
"Nato con una prospettiva globale" aperta a Taiwan e
all'Indo-Pacifico.
Subito
dopo Lavrov... Un fatto clamoroso alla tv cinese: Pechino scarica Vladimir
Putin?
Ecco
allora che Pechino prepara la contromossa: il lancio della sua terza portaerei
entro fine anno, dotata delle più elevate tecnologie alla stregua delle
catapulte elettromagnetiche.
A presentarla un video promozionale della Marina ed
esperti cinesi. Un arrivo, quello della nave ammiraglia, tanto atteso.
È dal
2018 che si parla dell'imbarcazione il cui nome dovrebbe essere quello di
un'altra provincia: Jiangsu.
La
portaerei avrà un ruolo cruciale nell'eventuale assalto a Taiwan. Non meno
importante il Type 055, il più grande cacciatorpediniere della Pla, lanciato
allo scopo di dissuadere le navi straniere - soprattutto quelle americane - in
caso di attacco. In
più, la Marina ha messo in servizio altri due caccia-torpedinieri Type 055,
Anshan e Wuxi. Quanto basta a far pensare che l'invasione sia imminente.
Dji,
il colosso cinese ritira i suoi droni
da
Russia e Ucraina: lo schiaffo di Xi
al
Cremlino (che
può cambiare la guerra).
Liberoquotidiano.it-Redazione
-(27aprile 2022)- ci dice :
Dji, il colosso cinese ritira i suoi droni da
Russia e Ucraina: lo schiaffo di Xi al Cremlino (che può cambiare la guerra).
Il
colosso cinese dei droni Dji Technology ha deciso di ritirarsi dalla Russia e
dall'Ucraina per evitare che entrambi i Paesi usino i loro mezzi in
combattimento.
Secondo
quanto riporta il Kyiv Indipendent su Twitter si tratterebbe quindi della prima
azienda cinese a interrompere le operazioni in Russia.
"Dji
sta rivalutando i requisiti di conformità nelle varie giurisdizioni", ha
comunicato la società in una nota, e nell'attesa "sospenderà in via
temporanea tutte le attività commerciali in Russia e Ucraina".
Una
decisione che solo in parte mostra la "equidistanza" di Pechino - che
controlla tutto, anche i suoi colossi - in questo conflitto perché nella
realtà va a danneggiare proprio l'amico Vladimir Putin.
(Nuovi
lockdown in Cina? Cosa c'è dietro davvero: Covid, conferme inquietanti sulla
decisione di Xi Jinping ).
Mosca
infatti aveva previsto di scortare i suoi mezzi corazzati dagli elicotteri che
sono in grado di individuare e prevenire imboscate nemiche.
Ma i missili forniti dall’Occidente hanno
permesso all’Ucraina di abbattere molti elicotteri.
Tanto
che Putin avrebbe quindi chiesto a Pechino i droni per proteggere i suoi
convogli.
Da
parte sua poi il vicepremier ucraino Mykhailo Fedorov aveva scritto su Twitter
che i russi "utilizzano prodotti Dji per pilotare i loro missili" e aveva quindi chiesto all’azienda di
impedire a Mosca l’utilizzo di AeroScope, una tecnologia che rileva droni anche
a 50 chilometri di distanza.
Allora
Dji aveva replicato che "se il governo ucraino richiederà formalmente la
creazione di una barriera in tutto il Paese, la creeremo in accordo con le
nostre linee guida" e aveva chiarito che la misura "si applicherebbe
a tutti i droni Dji in Ucraina, a prescindere da chi li manovra".
Aveva
quindi negato di avere manomesso dispositivi utilizzati dalla resistenza
ucraina, come sostenevano alcuni e aveva ribadito che nessun suo drone, incluso
Aero-Scope, era adatto all’uso militare. Ora la decisione di ritirare tutti i
suoi droni dai due Paesi in guerra.
Accattatevi
Zelensky: gadget e
merchandising
delle guerre globaliste.
Visionetv.it-
Debora Billi- (3 Maggio 2022 )- ci dice:
Candela
di preghiera del Presidente Zelensky, recita la pagina di vendita su
Etsy. Potete ora comodamente ordinare da casa il cero che raffigura il
Presidente ucraino con le mani giunte e
i paramenti da Messa, un aiuto nelle vostre devozioni per l’Ucraina.
Una
boutade tanto per ridere?
Purtroppo
no. Il web
straripa di gadget assurdi di questo tenore. Le candele vanno per la maggiore e
come nota anche il giornalista Fulvio Scaglione, raffigurano Zelensky vestito persino
da Nostro Signore con mano benedicente.
Ma ce ne sono per tutti i gusti, da quella con
“Zelensky
light my fire” (dedicata a chi è devoto al nuovo santo fino all’attrazione fisica), a
quelle a colori gialloblu per decorare la casa con l’ultima moda buonista.
Very
trendy, e
per chi vuole completare l’arredo sono disponibili anche cuscini e tazze con riprodotto l’amato volto soffuso
delle solite aureole luminose.
Su
Amazon il gioco si fa più duro, si vendono magliette con Zelensky imbruttito
che chiede altre munizioni (tanto per cambiare), o cover per cellulari col
Presidente raffigurato in stile Obama.
D’altronde succedeva già da tempo con i gadget degli Azov, dev’essere proprio una passione
ucraina (o forse Usa?) quella di trasformare tutto in gadget. Il gialloblu poi imperversa ovunque: non esiste libro che non esca con i
noti colori in copertina, dalle fiabe per bambini fino a -colmo dei colmi- l’ultimo uscito dello scrittore della
Transnistria Nikolai Lilin, dedicato a Putin.
Tutto
è ormai gialloblu perché il messaggio subliminale entri con più sicurezza nelle
nostre ormai sopite coscienze. A cominciare dalla metropolitana di Roma, dove i
malcapitati pendolari si ritrovano in vagoni interamente dipinti con colori
ucraini e messaggi
di “pace” (la scusa buonista per fare le guerre). Ma non solo: sempre nella metropolitana di Roma, i
videowall che mandano costosi spot pubblicitari 24/7 hanno deciso di prendersi
una pausa e trasmettere invece ore di sereni campi di grano.
Più
subliminale di così…
Sarebbe
però interessante capire se trattasi di una deliberata azione di marketing, o
se è solo una delle solite mode internettiane di questi nostri tempi decadenti
in cui tutto si vende perché nulla ha più valore. Naturalmente non è possibile stabilirlo,
però è certo che esistono agenzie pubblicitarie al lavoro per indurci opinioni
sulla guerra e sull’Ucraina.
Come
ad esempio Banda, agenzia con sede a Los Angeles, a cui è stata commissionata
dal governo ucraino una campagna per promuovere il coraggio come “brand” del
Paese.
Una
campagna che andrà in ben 15 nazioni, e che “venderà” il coraggio ucraino a chi
conserva ancora qualche dubbio su chi sia “l’aggressore e l’aggredito”.
(DEBORA
BILLI).
La
fine della Storia,
o la fine del liberalismo?
Visionetv.it-JB
Shurh-Martina Giuntoli -(3-5-2022)- ci dicono:
(Liberalismo
= ora ,”Liberal Dem Usa” .Ndr).
Il
politologo Francis Fukuyama ha scritto un saggio nel 1989 intitolato “The End of History?” in cui sosteneva che il mondo
avesse raggiunto “… il punto finale dell’evoluzione
ideologica dell’umanità e l’universalizzazione della democrazia liberale occidentale
come forma finale di governo umano“.
Pubblicato
mesi prima della rivoluzione in Cecoslovacchia, della caduta del muro di
Berlino e del crollo della cortina di ferro comunista dell’Unione Sovietica, l’articolo é diventato un classico,
qualcosa a cui accademici ed esperti dei media hanno fatto riferimento
continuamente mentre si trovavano alle prese con il mondo in rapido cambiamento
tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.
L’Occidente
aveva (apparentemente e in qualche modo inaspettatamente) vinto la Guerra
Fredda, e il tempestivo saggio di Fukuyama ha fornito una tabella di marcia
facilmente digeribile per comprendere la geopolitica folle di quegli anni come
qualcosa di preordinato (piuttosto che essere stato invece innescato dal motto
del presidente Reagan “Noi vinciamo, loro perdono”).
L’argomentazione
di Fukuyama (ampliata nel suo libro successivo pubblicato a pochi anni dì
distanza) é fondata su una comprensione marxista-hegeliana della storia umana
dì natura essenzialmente lineare, e per questo motivo l’ho sempre
definita spazzatura intellettuale, che tuttavia ha beneficiato invece in maniera
sostanziale degli eventi trasformativi dell’epoca che stavano cambiando il
mondo in quel momento, eventi che gli hanno dato l’apparenza di essere in
qualche modo avanti con i tempi.
Tuttavia,
poiché gli accademici vengono giudicati dalla frequenza con cui i loro lavori
vengono citati da altri accademici, forse nessuno studioso ha mai
ottenuto così tanto successo come lui.
É
altresì vero che il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Difesa degli
Stati Uniti hanno accarezzato questa assurdità della cosiddetta “ascesa
dell’Occidente” credendo ciecamente che la presunta vittoria della Guerra
Fredda sarebbe durata per sempre. Abbiamo trascorso vent’anni in guerra in Medio
Oriente con l’illusione di poter portare le “benedizioni della democrazia” in una
regione dominata da tribù patriarcali, fanatici religiosi e dittatori brutali.
Nello
stesso periodo, abbiamo accolto la Cina comunista nell’Organizzazione mondiale
del commercio, nonostante la sua lunga storia di violazioni dei diritti umani,
spionaggio industriale e guerra economica, perché gli appassionati della teoria
della “Fine della storia” credevano ad una forma di capitalismo di mercato
guidato da un impegno al globalismo e alle istituzioni internazionali che alla fine avrebbero rimodellato la Cina in qualcosa che l’Occidente avrebbe
potuto controllare.
E in
modo piuttosto irritante per coloro che insistono che la civiltà umana avanza
in linea retta (in quale altro modo si potrebbe ossessionare gli altri di
essere dalla “parte giusta della storia”, dopo tutto?), la fine della Guerra
Fredda che dissolse l’Unione Sovietica e mise la Federazione Russa al suo posto
non sono mai riusciti a convincere gli ex comunisti che il decantato “ordine
internazionale basato su regole” dell’Occidente era l’unica via perseguibile
per il futuro come pubblicizzato.
Perché
la Russia, l’Iran, la Cina, il cartello petrolifero dell’OPEC e l’unione
economica dei BRICS si rifiutano di fare ciò che vuole l’Occidente?
Non
sono forse tutti a conoscenza del mito secondo cui la storia é finita più di
trent’anni fa? Che vergogna (per noi)!
Naturalmente,
l’imbarazzo di gran lunga più grande per l’Occidente non è che la storia
continui ad essere viva, ma piuttosto che il liberalismo sia morto. (Il liberalismo è morto in quanto
ucciso dal pensiero universitario “Liberal Dem Usa”, ossia dalla “Religione
Globalista Gender, Transumanista ,Lgbt, Cancel culture, Pensiero unico, ecc.” Ndr!).
In
trent’anni, l’Occidente ha sperperato il suo ruolo di paladino della libertà
della Guerra Fredda e ha abbracciato troppe tirannie che un tempo si usavano
per controllare le menti di coloro che erano intrappolati dietro la cortina di
ferro. I mandati esecutivi hanno sostituito la legislazione e il giusto
processo.
La
censura cresce a spese della libertà di parola. Il collettivismo ha soffocato
il libero arbitrio. In un’era in cui i governi occidentali sorvegliano le
comunicazioni e le transazioni finanziarie dei loro cittadini con poche restrizioni
e si impegnano regolarmente in forme di propaganda interna, disinformazione e
controspionaggio volte a “modellare” i pensieri e le preferenze delle loro
popolazioni, diventa ogni giorno più difficile non concludere che è il (fu,ndr)liberalismo occidentale, e non il totalitarismo , cui il ventesimo secolo alla fine
ha posto fine.
Dall’età
dell’Illuminismo occidentale, abbiamo ereditato una civiltà intrinsecamente
sospettosa del potere del governo e dedita all’incarnazione dei diritti individuali,
all’uguaglianza universale davanti alla legge e all’idea che un governo
rappresentativo può mantenere una legittimità continua solo attraverso il
consenso volontario di coloro che sono governati. Tali tradizioni non solo hanno
obbligato implicitamente le nazioni occidentali a fare un percorso verso
l’innovazione e la ricchezza, ma hanno anche liberato più esseri umani dalle
catene della povertà, dell’ignoranza e della servitù che in qualsiasi altro
momento nella storia umana.
Eppure,
invece di proteggere queste immense conquiste umane dalla corrosione
istituzionale lasciando in eredità da una generazione all’altra di occidentali
un impegno costante per la loro conservazione, le nazioni occidentali hanno
voltato le spalle al motore robusto ed efficiente del (vecchio.Ndr) liberalismo volto al progresso umano per
rimanere con
niente dì più che una sorta di suicidio della civiltà effettuato con i veleni dell’apatia,
dell’arroganza, del disprezzo di sé e della fragilità generale ( e dei governi globalisti con cultura “Liberal
Dem Usa”!Ndr).
Con la
morte del liberalismo classico (a cui è subentrato il Liberal Dem Usa.Ndr) , i governi occidentali globalisti hanno puntellato il suo cadavere in modo da
governare a sua immagine e somiglianza, tradendone le basi più sacre.
In questo modo, la nuova generazione di comunisti
anti-liberali del postmodernismo ( Liberal Dem Usa.Ndr ) predica la libertà mentre demonizza
la sovranità personale, chiede “giustizia sociale” mentre indebolisce i diritti
personali, esercita un potere incontrollato ammantato di “buone intenzioni” e
finge di agire “per conto del popolo” senza però chiedere mai il loro consenso.(Il nostro “Liberal Dem Usa” ,Draghi, ne è un esempio
calzante! Ndr.)
Soffocano l’uguaglianza mentre danno vita al rancore,
promuovono l’onnipotenza della burocrazia a discapito del virtuoso auto governo
e abusano dello stato di diritto come fosse un’arma politica. Il vecchio liberalismo
universale è stato sostituito con l’inganno universale per cui il linguaggio
dell’ormai falso liberalismo è rimasto
vivo e vegeto ma il significato del liberalismo reale è stato capovolto e
stravolto dal liberal Dem Usa !
In una
società libera, la risposta al disaccordo ideologico non è mai la censura, ma
la censura di punti di vista opposti è esattamente ciò che chiedono i falsi liberali (ma veri tiranni) come Barack Obama e
Hillary Clinton.
In una
società libera, le persone non vengono licenziate dal lavoro o bandite dalle
competizioni sportive a causa della loro nazionalità, eppure l’Occidente non ha
perso tempo a punire musicisti, atleti e accademici russi per le azioni di un
governo russo sul quale esso non hanno alcun controllo ( mentre ipocritamente
si astiene dal punire cittadini cinesi e iraniani i cui governi compiono
costanti violazioni dei diritti umani in gran parte ignorate).
In una
società libera, i simboli non sono una minaccia per le persone che credono nei
loro principi, eppure oggi anche le lettere dell’alfabeto sono diventate troppo
controverse per alcuni governi occidentali che temono che la propaganda russa
sia semplicemente troppo allettante per i cittadini liberi di pensare.
Quando
imporre una rigida conformità ideologica è l’unico modo per i governi
occidentali di “conquistare i cuori e le menti” delle loro popolazioni, allora
sono sulla buona strada per aver già perso quei cuori e quelle menti per
sempre.
A che
punto siamo adesso a trent’anni dalla cosiddetta “Fine della Storia”?
Lungi
dall’aver rimodellato il globo a immagine e somiglianza del vecchio liberalismo
occidentale, l’Occidente “globalista distopico” ora al governo dei Paesi occidentali ,
si è rifatto a immagine degli stessi sistemi dispotici contro cui un tempo
combatteva con le unghie e con i denti.
Le preoccupazioni per la sicurezza nazionale, il
controllo delle informazioni e la sorveglianza digitale hanno distrutto la
libertà di parola, la diversità di pensiero e la privacy.
Se il
liberalismo è morto o sta morendo, però, ci sono buone notizie.
La storia umana, in netto contrasto con
l’immaginazione degli accademici marxisti, non è mai stata lineare.
Si
muove in cicli, scatti e ripartenze, serpeggiando in modo alquanto caotico per
decenni prima di intraprendere nuove direzioni. Eppure una costante si nota secolo
dopo secolo: ogni volta che la luce della libertà vera sembra fioca, l’amore
duraturo dell’umanità per la libertà reale riporta in vita la fiamma della vera
libertà che vuole rinascere. Lontani dalla fine del liberalismo, siamo sulla strada per
testimoniarne ancora una volta l’inizio di uno nuovo e più dinamico.
(JB Shurk, traduzione Martina Giuntoli).
Finanziamenti
Usa ai bio-lab
ucraini,
anche
le date non tornano:
sapevano
del Covid
già nel 2019?
Visionetv.it-
(2/5/2022)- Martina Giuntoli -ci dice :
Ma
siamo proprio sicuri che la pandemia da Covid 19 sia scoppiata all’improvviso
agli inizi del 2020 come ci hanno sempre raccontato i giornaloni? Oppure vi
sono i famosi puntini che, se uniti opportunamente tra loro, raccontano altro? Ci sarebbe ad esempio un legame ,
individuato dal giornale inglese “DailyExposé”, tra il DOD statunitense ed un
laboratorio situato in Ucraina recante il nome di Labyrinth Global Health INC, legame che secondo ricerche in rete
si concretizzerebbe qualche mese prima della data ufficiale dello scoppio della
pandemia (parliamo di novembre 2019), attraverso un contratto che avrebbe come
oggetto la ricerca sul Covid 19.
Questa
scoperta tuttavia non è la sola che metterebbe in dubbio una volta per tutte la
validità della cronistoria ufficiale degli eventi legati al Covid 19, dato che la Labyrinth Global Health
in realtà altro non è che un tassello di un puzzle molto più vasto,
principalmente con base su suolo ucraino e legato ad altri istituti quali EcoHealth Alliance e Metabiota, già noti laboratori coinvolti in
operazioni poco pulite da parte dello stato profondo internazionale.
Come
si arriva a tale rivelazione non è immediato, e pare ovvio che questo sia evoluto, tuttavia non è nemmeno impossibile. Esiste una voce su un sito del
governo americano che riguarda le spese fatte nel corso del tempo, una di
quelle pagine che potremmo definire dedicate alla “trasparenza” di spesa. I
vi
vengono elencate tutte le cifre che sono state destinate al Covid 19 negli
ultimi anni, si legge infatti nelle varie voci relative alla spesa pubblica di una
cifra astronomica pari a 3.63 trilioni di Dollari utilizzati dal governo come
risposta alle necessità e agli investimenti cui far fronte durante la pandemia.
É
proprio frugando qua che cominciano le stranezze. Si scopre alla voce “premi e riconoscimenti” una lista di
115 enti che hanno quasi unicamente come causale per il trasferimento di denaro
dal dipartimento di difesa la spiegazione
“materiale di laboratorio per Kyiv“, oppure l’ancora più vaga
descrizione di “arredamento d’ufficio per Kyiv”.
In
mezzo a questi 115 enti appare quindi anche la summenzionata” Labyrinth Global Health INC” la quale riceve due tranche di
denaro, una legata alla richiesta di “portare a termine il compito n.1” (di cosa si tratta però non è
specificato), mentre l’altra legata esplicitamente alla documentazione sul Covid19 e
alla ricerca effettuata dal laboratorio a tal riguardo.
Se
questo non fosse ancora abbastanza, c’è altro. Cercando i dettagli delle
informazioni che vengono messe in rilievo nella pagina del governo USA
Spending, si
trova che la divisione del Dipartimento della difesa che ha finanziato questi
progetti è quello chiamato “Defense Threat Reduction Agency” (DTRA), con un contratto stipulato nel
lontano 2012 e conclusosi poi nel 2020.
Quindi
si tratta dell’agenzia che si occupa della modulazione del rischio all’interno
del dipartimento dì difesa.
Ma per
quale motivo gli Stati Uniti avrebbe mai dovuto finanziare un laboratorio
piccolo come il Labyrinth Global Health, il quale si definisce una modesta realtà basata su
imprenditrici donne, che però dicono di vantare partnership internazionali nei
quattro continenti sia nel pubblico che nel privato?
Beh la
risposta non è probabilmente nel laboratorio di per sé, ovvero nel contenitore,
quanto
nelle persone che lo guidano.
Troviamo
infatti Karen
Saylors,
una delle fondatrici
di Labyrinth, più volte sul palco di convegni con EcoHealth Alliance e Metabiota in
incontri pubblici e privati.
Ricordiamo
uno su tutti un evento datato settembre 2019 (quindi addirittura precedente ai
fondi ricevuti dal dipartimento di difesa) in cui tutti si riunirono per
festeggiare il successo di quella che chiamarono #10yearsofPredict, ovvero dieci anni di analisi in
prospettiva utilizzati per prevenire lo sviluppo di pandemie nel mondo.
Vennero
mostrate slide su come ad esempio il gruppo avesse conseguito grandi risultati
in paesi come il Cameron, e, strano ma vero, vennero anche distribuiti opuscoli
tradotti in ben 12 lingue su “Come convivere in sicurezza con i pipistrelli”, ed i
protagonisti all’evento furono poi immortalati in foto di gruppo brindando ad
“una lunga proficua amicizia”. Strana coincidenza vero?
Mary
Guttieri, la collega di Karen Saylors, nemmeno a dirlo, la ritroviamo poi
in una sovrapposizione di ruoli, ovvero oltre a fondatrice di Labyrinth, anche
vicepresidente di Metabiota, che si scambia email con Hunter Biden, in una delle quali si propone come finalità dell’anno quella di allontanare
l’Ucraina in maniera definitiva dalla sfera di influenza russa per inglobarla
nella cultura ed economia occidentale.
E
potremmo continuare a scavare ancora e ancora, certi di trovare materiale di
ogni sorta. Ma per ritornare all’inizio della questione, ovvero al perché il covid 19
venisse menzionato e studiato ben prima che la pandemia scoppiasse, abbiamo due
possibilità: o il covid 19 già esisteva in natura, oppure tutti coloro che erano
coinvolti nello studio del patogeno erano probabilmente anche coinvolti nella
sua creazione in laboratorio.
C’é un
ulteriore elemento che spinge in maniera incontrovertibile verso la seconda
opzione. In
un accordo secretato tra Moderna e il National Health Institute of Allergy and
Infectious Diseases, alla pagina 105 di tale documento si legge che già in data 17 dicembre del 2019 le due
parti si accordavano per un vaccino candidato contro il covid 19 da trasferire
alla University of North Carolina a Chapel Hill, mentre tutti ricorderemo che il
mondo intero avrebbe reso noto delle polmoniti anomale in Cina a fine dicembre,
e l’OMS avrebbe utilizzato il termine Covid 19 solo a febbraio.
Se insieme
a tutto questo uniamo anche altri fatti come ad esempio lo sviluppo di kit
medici diagnostici per il covid 19 ben prima del 2020 (si parla del 2017),
nonché la loro distribuzione, (ci riferiamo in questa sede al World Bank, la quale a suo tempo provò a
smentire la faccenda anche se senza successo, dicendo prima che “avevano sbagliato data da riportare
sul sito”
e poi che ” era vero che i kit riportavano l’etichetta di covid 19 ma non erano
per il covid 19“), ci rendiamo conto che davvero niente torna.
Le
date non corrispondono, le prime pagine dei giornali raccontano una storia che
appare già vecchia e con finalità unicamente propagandistiche.
Rimane
lecito chiederci quanto ancora dovremo scavare prima di poter ricostruire una
storia che regga e che riporti la verità.
Non è
dato sapere. Al momento.
(Il
Covid19 è una Truffa “colossale “
globalista dei Padroni del Mondo! Ndr.).
(MARTINA
GIUNTOLI).
Vaccinazione
Covid e
problemi
cardiaci
gravi,
Israele
scoperchia
il vaso di Pandora.
Visionetv.it-
Giulia Burgazzi- (2 Maggio 2022 )- ci
dice :
Com’è
che hanno sempre detto? Che per tutti, giovani compresi, i benefici della
vaccinazione Covid superano i rischi? Un articolo pubblicato alla fine della
settimana scorsa sulla prestigiosa rivista scientifica Nature smonta un gran
pezzo di questa narrazione.
L’articolo
esamina la situazione in Israele fra i giovani di età compresa fra i 16 ed i 39
anni, per i quali la possibilità di stare seriamente male o di morire a causa
del Covid è più teorica che reale. Conclude che, in questa fascia di età, sono aumentate
del 25% le emergenze cardiovascolari. Ma non per il Covid: piuttosto, dopo la
vaccinazione.
Israele
è il canarino nella miniera della vaccinazione Covid. Vi si è verificato un
record di morti e di contagi nonostante la quarta dose.
E
adesso proprio Israele comincia a scoperchiare il vaso di Pandora dei problemi
cardiaci nei giovani vaccinati.
Nell’articolo
su Nature, gli studiosi hanno analizzato le chiamate al pronto soccorso per
arresto cardiaco e per sindrome coronarica acuta in persone di età compresa fra i 16 e i 39
anni e le hanno messe a confronto con i tassi di vaccinazione in questa fascia
di età.
Due
grafici riassumono i risultati. Il primo, riguarda le chiamate per arresto
cardiaco: il loro numero è evidenziato dalla linea rossa. In viola le
somministrazioni delle prime dosi di vaccino Covid; in blu le somministrazioni
della seconda. Il grigio, invece, l’andamento dei contagi Covid.
arresti
cardiaci e vaccinazione covid.
Il
secondo grafico, dall’andamento molto simile, riguarda invece le chiamate per
sindrome coronarica acuta. La linea che le descrive è anche stavolta quella rossa; in
viola e in blu, le prime e seconde dosi di vaccino; in grigio i contagi Covid.
vaccinazione
covid arresto cardiaco.
E poi
ci sono altri grafici interessanti. Evidenziano due fenomeni. Il picco delle
chiamate segue di due settimane il picco della somministrazione della seconda
dose; esiste
un altro picco di chiamate, che segue di due settimane la somministrazione
delle prime dosi di vaccino ai guariti.
L’immagine
qui sotto accosta i grafici relativi alle chiamate per arresto cardiaco (a
sinistra) e per sindrome coronarica acuta. La linea formata da puntini blu
rappresenta le somministrazioni delle seconde dosi effettuate due settimane
prima, e “sposa” quasi perfettamente quella rossa delle chiamate per sindrome
coronarica acuta. La ricostruzione delle prime dosi somministrate ai guariti è affidata
alla linea verde. Anche in questo caso, un paio di settimane più tardi si
registra un picco – e che picco! -di chiamate.
problemi
cardiaci vaccinazione covid.
Certo,
una correlazione temporale – l’unica cosa di cui tratta lo studio su Nature –
non significa necessariamente un legame di causa-effetto. Ma sarebbe veramente interessante
allargare l’indagine anche a questo aspetto. E così pure prendere finalmente in
esame anche altri fatti che finora hanno trovato spazio solo come casi di
cronaca.
Ad
esempio, le morti improvvise fra i bambini verificatesi in inverno e i malori
fra gli atleti, nonché l’autentica ecatombe verificatasi fra i ciclisti: non
solo malori gravi ma anche malanni assortiti di fronte ai quali le squadre
faticano a mettere insieme una squadra da presentare al via.
(GIULIA
BURGAZZI).
Il
governo si dia una mossa
Ilgiornale.it- Marello Zacchè - (13 Marzo 2022 )- ci dice :
Ieri,
per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina, il ministro del Tesoro
Daniele Franco ha "aperto" a iniziative straordinarie del governo per
venire incontro all'emergenza energetica e all'aumento dei prezzi in generale.
Il
governo si dia una mossa.
Una situazione che sta assumendo contorni
drammatici, con le corse all'accaparramento nei supermercati e i primi fermi
dei settori economici che non possono pagare la benzina il 30% in più di
settimana scorsa e il gas più del doppio di un anno fa.
Vedremo nei prossimi giorni se si tratta di un primo
passo verso lo scostamento di bilancio, cioè lo stanziamento di nuove risorse
pubbliche da mettere in campo, finora escluse.
Il punto ci pare proprio questo, la lentezza
con la quale il governo sta affrontando il momento grave che il Paese sta
vivendo, appena uscito dall'emergenza della pandemia.
Il
premier Mario Draghi ha ieri detto che «non siamo in un'economia di guerra»,
parlando di «allarmi esagerati». Ora, posto che manca una definizione
universale, forse questa che stiamo vivendo non corrisponderà accademicamente a
un'«economia di guerra», ma gli assomiglia assai.
In ogni caso, di fronte alla prospettiva di
tenere il riscaldamento al minimo, razionare l'acqua calda, stare un po' al
buio e rinunciare ad andare in giro per il costo della benzina, una reazione
del governo più decisa non offenderebbe nessuno.
Non si
può agire come se fossimo ancora in pace quando, con ogni evidenza, siamo
entrati in un tempo di guerra. Una guerra che combattiamo senza esercito, ma
nella quale siamo tutti coinvolti e per la quale pagheremo senz'altro un
prezzo, di cui stiamo versando le prime rate.
Ecco
allora che, là dove il governo può intervenire, ci aspettiamo che lo faccia al
più presto. Per esempio con la benzina: gli italiani hanno pagato in tempo di
pace i carburanti più cari d'Europa perché carichi di tasse.
Negli
ultimi decenni del secolo scorso, chi abitava vicino ai confini del nord Italia
andava volentieri a fare il pieno in Svizzera o, più tardi, in Slovenia.
Ebbene, non sarebbe oggi il caso di sospendere
le accise che pesano, al lordo dell'Iva, per 88 centesimi al litro?
Se non
ora, quando?
La Francia ha appena annunciato uno sconto di 15 cent., gli Usa lo stanno
facendo.
Certo,
il contraltare è sempre lo stesso: nuovo debito pubblico. Ma questa è una storia che viene da
lontano e che, in un'economia di guerra, va messa almeno temporaneamente da
parte. Poi
ci sarà il tempo di fare strategie più articolate. Ma adesso quel tempo non
c'è.
Putin
può essere processato
per
crimini di guerra?
Ilpost.it
-Redazione- (10-3-2022)- ci dice:
È
molto difficile, per diverse ragioni, anche se ci sono pochi dubbi che la
Russia stia violando il diritto internazionale in Ucraina.
Per
capire meglio la guerra in Ucraina e quello che le sta intorno, leggi tutti gli
approfondimenti del Post.
Mercoledì
l’esercito russo ha bombardato un ospedale a Mariupol, distruggendo i reparti
di pediatria e maternità e uccidendo almeno tre persone (compreso un bambino) e
ferendone 17, secondo le autorità dell’Ucraina.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha
definito l’attacco un «crimine di guerra», come aveva fatto nei giorni
precedenti per altri bombardamenti russi contro ospedali ed edifici civili, e
delle presunte violazioni del diritto internazionale ha già cominciato a occuparsi
anche la Corte penale internazionale, il principale tribunale internazionale
per crimini di guerra e contro l’umanità.
Più
proseguono e si intensificano i bombardamenti russi sui civili ucraini – sia
nelle città assediate o semi-assediate, sia nei “corridoi umanitari” in
violazione dei cessate il fuoco – più crescono le certezze che la Russia stia
effettivamente compiendo gravi crimini in Ucraina: la Russia non è accusata
solo per il bombardamento a Mariupol, ma anche per esempio per gli attacchi con
bombe a grappolo nella zone di Kharkiv e contro un asilo a Okhtyrka, nell’est
dell’Ucraina, e per l’uso di bombe termobariche – particolarmente potenti e con
effetti più devastanti di quelle ordinarie – in aree densamente popolate dai
civili.
Per il
diritto internazionale, attacchi deliberati e sistematici da parte di un
esercito verso obiettivi civili sono un crimine di guerra, così come l’uso di
armi particolari; ma come accaduto in passato con molti conflitti è raro che i
responsabili ricevano sanzioni e condanne per le loro azioni.
Anche
nel caso della guerra in Ucraina, provare le eventuali responsabilità per
questi crimini sarà un processo lungo e complicato, che potrebbe non portare
nemmeno a incriminazioni formali e processi, né di leader militari né di
esponenti del governo russo, tra cui il presidente russo Vladimir Putin. È comunque importante che indagini
simili vengano avviate, perché aiuteranno a chiarire alcuni degli eventi più
gravi della guerra, che sono difficilmente ricostruibili a causa della
difficoltà per la stampa di raggiungere e coprire tutte le zone del conflitto.
Cosa
sono i crimini di guerra .
Anzitutto,
nel diritto internazionale i crimini di guerra sono definiti da diversi
documenti, tra cui trattati e statuti di tribunali (che in generale vincolano
solo i paesi che hanno deciso di firmarli e ratificarli). La guerra di per sé
non è vietata del tutto: è prevista, e quindi “legale”, ma solo se vengono
rispettate determinate regole, che vietano per esempio l’uso di certe armi e i bombardamenti
deliberati sui civili.
I
primi trattati internazionali a regolare la guerra furono le due Convenzioni di
Ginevra del 1864 e 1906 e le Convenzioni dell’Aia di inizio Novecento, che
furono il risultato di due conferenze di pace che si tennero nella città
olandese e che si occuparono per esempio delle armi consentite e di quelle
vietate. Alla fine della Seconda guerra mondiale furono negoziate altre
Convenzioni di Ginevra, quattro accordi relativi per lo più ai diritti dei
prigionieri di guerra, dei malati, dei feriti e dei civili durante un
conflitto; nei decenni successivi furono adottati dei protocolli addizionali.
I
crimini di guerra sono poi definiti da alcuni trattati specifici. Uno di questi
è la Convenzione ONU sulle bombe a grappolo, che proibisce l’uso di questo tipo
di armi il cui effetto è la dispersione di bomblets, submunizioni, che
aggravano notevolmente le conseguenze di un’esplosione. È un trattato che fu
firmato nel 2008 da 100 paesi, tra cui non ci sono però Russia, Ucraina e Stati
Uniti.
La
Corte penale internazionale ha giurisdizione in Ucraina?
Uno
dei testi che oggi definiscono meglio nello specifico i crimini di guerra è
l’articolo 8 dello Statuto di Roma, il trattato che istituì la Corte penale
internazionale.
Il tribunale
fu creato nel 2002 con l’obiettivo di perseguire i crimini di guerra, i crimini
contro l’umanità, i genocidi e il crimine di aggressione, nelle situazioni in
cui i tribunali nazionali non siano in grado di farlo. La giurisdizione della
Corte vale però solo per i paesi che hanno deciso di accettarla: l’Ucraina non
ha mai firmato lo statuto, la Russia non l’ha mai ratificato, ma ci sono delle
cose da dire al riguardo.
Nel
2015 l’Ucraina accettò la giurisdizione della Corte per un periodo, nonostante non
fosse un paese firmatario. L’allora governo ucraino prese questa decisione per
permettere al tribunale di indagare sui presunti crimini commessi dalla Russia
durante e dopo l’invasione della Crimea, che iniziò nel febbraio 2014. Nel 2018
il team che seguiva l’indagine disse di credere con ragionevole sicurezza che
fossero stati compiuti crimini di guerra nelle regioni orientali dell’Ucraina,
dove i separatisti filo-russi nel frattempo avevano iniziato una guerra contro
il governo centrale ucraino (prendendo il controllo delle regioni di Donetsk e
Luhansk); l’indagine fu poi sospesa a causa della pandemia.
L’aver
accettato la giurisdizione della Corte fa sì che oggi l’Ucraina non possa
rivolgersi direttamente al tribunale per chiedere l’avvio di un’indagine per
crimini internazionali, ma permette allo stesso tempo alla Corte di avviare
un’indagine di sua iniziativa, se ritiene che ci siano i presupposti per farlo:
cosa che è successa nel caso dell’invasione russa in Ucraina. Le permette
inoltre, almeno in via teorica, di incriminare sia Vladimir Putin che altri
leader russi, pur non potendoli processare in absentia: quindi per processarli bisogna
prima arrestarli, e la Corte non ha una propria “polizia”, deve affidarsi a
quelle dei singoli stati.Il fatto che la Russia non abbia ratificato lo statuto e non
abbia mai accettato la giurisdizione della Corte complica ulteriormente le
cose: la Russia non ha infatti l’obbligo legale di cooperare con la Corte o
consegnarle gli indagati per sottoporli a un eventuale processo per crimini di
guerra.
Ci
sarebbe la possibilità che la Corte penale perseguisse il leader politico di un
paese per il reato di «condurre una guerra d’aggressione», che si verifica in
sostanza quando uno stato ne attacca un altro non per autodifesa e senza
l’autorizzazione dell’ONU, tramite per esempio invasione, bombardamento o
annessione (circostanze molto evidenti nel caso dell’invasione russa in
Ucraina).
Secondo
Philippe Sands QC, esperto di diritto internazionale all’University College
London, la Corte non potrebbe però perseguire i leader russi perché la Russia
non ha ratificato lo statuto.
In
teoria l’avvio dell’indagine potrebbe essere chiesta dal Consiglio di Sicurezza
dell’ONU, dove però il governo russo ha il potere di veto, e quindi può
bloccarne qualsiasi decisione.
La Russia aveva già usato il suo potere di
veto per bloccare l’avvio di un’indagine della Corte: nel 2014 Russia e Cina
misero un veto a una risoluzione che avrebbe dovuto affidare alla Corte il
potere di indagare sui gravi crimini internazionali commessi durante la guerra
in Siria dalle parti coinvolte, anche dallo schieramento fedele al regime
siriano di Bashar al Assad, insieme al quale combattevano i russi.
Le
difficoltà e le altre opzioni, tutte complicate.
Alle difficoltà
particolari di questo caso, ci sono da aggiungere quelle che deve affrontare
praticamente sempre la Corte quando avvia indagini sui crimini di guerra, che
sono molto difficili da dimostrare, specialmente quando riguardano militari di
alto rango, e ancora di più quando riguardano importanti leader politici, come
Putin.
Ben
Saul, docente di diritto internazionale all’Università di Sydney, ha detto ad
ABC: «Si deve dimostrare che [i comandanti o i leader politici] fossero a
conoscenza di quello che le loro truppe stavano facendo sul campo di battaglia,
che avevano la capacità di imporsi e che però non hanno fatto niente per
fermare i loro soldati»: sono accuse molto difficili da dimostrare soprattutto
senza la collaborazione del paese coinvolto.
Come
ha scritto il Wall Street Journal, la dinamica potrebbe cambiare in futuro
solamente se a un certo punto Putin perdesse il potere e la nuova leadership
russa decidesse di consegnarlo alla Corte penale o di istituire un tribunale ad
hoc che giudichi sui crimini internazionali (come successe per esempio in Iraq
con l’istituzione di un tribunale speciale che si occupasse dei crimini
compiuti dal regime di Saddam Hussein, deposto poco prima, nel 2003). In caso
di sconfitta e cambio di regime in Russia si potrebbe anche stabilire un
tribunale internazionale ad hoc, come quello di Norimberga alla fine della
Seconda guerra mondiale incaricato di processare i capi nazisti.
Ci
sarebbe anche un’altra possibilità, anche se forse ancora più improbabile: cioè che Putin venga processato da un
tribunale nazionale non russo e per crimini non compiuti contro cittadini
russi.
Si
potrebbe fare sulla base della cosiddetta “giurisdizione universale”, cioè quel
principio che si basa sull’idea che alcune norme internazionali siano talmente
rilevanti da valere per tutti gli stati del mondo, e che tutti gli stati del
mondo si debbano impegnare a farle rispettare, a prescindere da dove siano
avvenute. Uno dei paesi che sta facendo più ricorso alla giurisdizione
universale è la Germania, che a gennaio aveva già condannato un ex funzionario
dell’intelligence siriana per crimini contro l’umanità compiuti durante la
guerra in Siria. Il procuratore federale tedesco ha annunciato di avere aperto
un’indagine sui crimini compiuti dalle truppe russe in Ucraina sulla base
proprio della giurisdizione universale.
Anche
in questo caso, comunque, il problema maggiore per poter avere un processo
sarebbe arrestare Putin o altri importanti funzionari russi eventualmente
indagati.
LA
DISFUNZIONE GOVERNATIVA
AUMENTA
CON IL TEMPO-
Comedonchisciotte.org-
Paul Craig Roberts- Markus -( 03 Maggio 2022)- ci dicono :
(paulcraigroberts.org)-
(CANCEL CULTURE-GLOBALIZZAZIONE).
La
Costituzione degli Stati Uniti con la Carta dei diritti risale al 1789. Tutte
le salvaguardie contro la crescita del governo centrale e la capacità di
indebitare il Paese sono state erose. Oggi il debito nazionale federale è di 30
trilioni di dollari, circa il doppio del prodotto interno lordo dei 28 Paesi
che compongono l’Unione Europea, la cui popolazione complessiva di 447.007.596
supera di circa 120.000.000 di unità quella degli Stati Uniti.
Fatta
eccezione per il 2° Emendamento, nella Costituzione degli Stati Uniti sono
state erose tutte le protezioni della libertà civile contro il tirannico
governo centrale. Da sempre, la scusa per mettere da parte le libertà civili
protette dalla Costituzione degli Stati Uniti è una minaccia percepita.
Durante
gli anni ’30, la “minaccia della depressione” aveva dato alle agenzie del ramo
esecutivo il controllo sul processo legislativo, conferendo alle nuove autorità
di regolamentazione l’autorità di elaborare le regole che garantivano
l’attuazione legge. Negli anni ’30 il Congresso (Camera e Senato) erano
essenzialmente diventati organi il cui unico compito era quello di ottemperare
alle agenzie del ramo esecutivo e approvare leggi già preconfezionate. Con il New Deal il potere del
Congresso era stato compromesso. Il Congresso aveva perso il controllo del ramo
esecutivo.
Sorvolando
su altri momenti e casi di erosione dei diritti costituzionali, la “guerra al
terrore,” inventata nel 21° secolo, aveva permesso al governo degli Stati
Uniti, durante i regimi di George W. Bush e Obama, di ignorare sia l’habeas
corpus che il divieto di giustiziare i cittadini statunitensi senza un giusto3
processo e senza una condanna per un delitto capitale. Il governo federale
degli Stati Uniti ha rivendicato ed esercitato il diritto di trattenere i
sospetti a tempo indeterminato e di giustiziarli solo in base ad un sospetto.
Lo spionaggio a livello di popolazione viola le disposizioni sulla privacy ed è
diventato una routine. Sotto quasi tutti i punti di vista, i regimi di George W. Bush e Obama
hanno distrutto la Costituzione degli Stati Uniti.
Nel
periodo 2019-2021, l’orchestrata “minaccia Covid” è stata utilizzata dai
governi occidentali per imporre una vaccinazione coercitiva con una sostanza
non testata e somministrata al pubblico solo grazie ad una “autorizzazione
all’uso di emergenza,” sulla base della falsa affermazione che non esistevano
trattamenti o cure note. La vaccinazione forzata è una violazione diretta delle leggi
di Norimberga ratificate dagli Stati Uniti e che erano state utilizzate per
impiccare membri del governo tedesco accusati di esperimenti medici forzati.
Il
sistema di leggi e di governo responsabile, istituito dagli uomini migliori e
più brillanti del 18° secolo, è stato distrutto nel corso di 232 anni. Oggi nulla è rimasto degli Stati
Uniti originali. Una falsa Storia, sponsorizzata dal New York Times e dal suo “Progetto
1619” e decenni di demonizzazione dei Padri Fondatori del nostro Paese nelle
università e nelle scuole pubbliche hanno finito per dipingere gli Stati Uniti
come un’impresa criminale e razzista sin dalla loro fondazione.
Si
potrebbe pensare che un Paese così denunciato dai suoi stessi intellettuali
svanisca silenziosamente. Invece, abbiamo neoconservatori ebrei che controllano la
politica estera americana e la narrativa della politica estera americana e che
dichiarano che il nostro Paese, totalmente screditato, è stato scelto dalla Storia come il
Paese eccezionale e indispensabile, con il diritto di governare il mondo.
I
nostri padri fondatori erano contrari agli interventi in terra straniera. Ma
Washington ha usato la Seconda Guerra Mondiale per diventare un impero. Gli
imperi hanno le loro regole. Gli stati fantoccio europei, il Canada, il
Giappone, Taiwan e l’Australia seguono le regole di Washington. Un impero opera
ovunque, anche negli affari dei suoi stati fantoccio e tra la sua stessa
popolazione.
L’impero
americano trova la sua egemonia vincolata da due potenze, Russia e Cina.
Nessuna delle due è disposta ad accettare l’egemonia degli Stati Uniti.
Entrambe
hanno dichiarato l’adesione ad un mondo multipolare. I due Paesi sono, in effetti, nuovi
Paesi rinati sulle ceneri di obsolete dittature ideologiche. Essendo nuovi, non hanno acquisito
gli elementi disfunzionali che caratterizzano gli Stati Uniti e rendono
irrealistica la loro pretesa di egemonia.
Per
quanto tempo dovremo aspettare prima che coloro che si occupano di politica
estera capiscano che un Paese in preda alla teoria critica della razza, alla
politica identitaria, alla cultura dell’annullamento e al “wokismo,” che
coltiva l’odio per se stesso e si barrica dietro infinite scuse è destinato
alla spazzatura della Storia e non all’egemonia?
(paulcraigroberts.org/2022/04/29/governmental-dysfunction-rises-with-time/).
L’IMPERO
DELLA MENZOGNA NON VEDE
L’ORA
DI RICEVERE IL BIGLIETTO
DA
VISITA DEL SIG. SARMAT.
Comedonchisciotte.org-Pepe
Escobar- Markus -( 30 Aprile 2022)- ci dice :
(strategic-culture.org)
L'unico
antidoto alla demenza della propaganda arriva da sparute voci della ragione,
che, guarda caso, sono russe e quindi vengono messe a tacere o respinte.
Specialmente
nel caso della GWOT (Global War on Terror), all’inizio del millennio, nessuno
ha mai perso soldi scommettendo contro la tossica accoppiata di arroganza e
ignoranza continuamente portata avanti dall’Impero del Caos e della
Menzogna.
Ciò
che passa per “analisi” nella vasta no-fly zone intellettuale conosciuta come U.S. Think Tankland include chiacchiere e pii desideri su
Pechino
che “crede” che Mosca avrebbe giocato un ruolo di supporto nel secolo cinese, solo per vedere ora la Russia al
posto di guida della geopolitica.
Questo
è un esempio calzante non solo di vera paranoia russofoba-sinofoba
sull’emergere in Eurasia di concorrenti paritetici (l’incubo primordiale
anglo-americano) ma anche di crassa ignoranza sui punti più fini della
complessa partnership strategica globale russo-cinese.
Mentre
l’Operazione Z avanza metodicamente nella Fase 2, anche gli Americani – per vendetta
– hanno dato inizio alla loro simmetrica Fase 2, che, di fatto, si traduce in
una vera e propria escalation verso la Totalen Krieg, da ibrida a
incandescente, il tutto naturalmente per procura. Il noto venditore di armi per la
Raytheon, riconvertito a capo del Pentagono, Lloyd Austin, a Kiev ha scoperto
le carte:
“Vogliamo
vedere la Russia indebolita al punto che non possa fare il tipo di cose che ha
fatto invadendo l’Ucraina.”
Quindi
è così: l’Impero vuole annientare la Russia.
La frenesia della War Inc. è quella di far arrivare in
Ucraina carichi di armi senza limitazioni di sorta, la stragrande maggioranza
delle quali verrà debitamente distrutta dagli attacchi di precisione russi.
Gli Americani stanno condividendo non-stop con
Kiev informazioni di intelligence non solo sul Donbass e la Crimea, ma anche
sul territorio russo. La “Totalen Krieg” procede in parallelo alla demolizione
controllata dell’economia dell’UE, con la Commissione Europea che agisce
allegramente come reparto di pubbliche relazioni della NATO.
In
mezzo alla demenza propagandistica e alla acuta dissonanza cognitiva in tutta la sfera
del NATOstan, l’unico antidoto arriva da sparute voci della ragione, che,
guarda caso, sono russe e quindi vengono a tacere eo respinte. L’Occidente le ignora a proprio
rischio e pericolo collettivo.
Patrushev
a ruota libera.
Cominciamo
con il discorso del presidente Putin al Consiglio dei legislatori a San
Pietroburgo durante la celebrazione della Giornata del Parlamentarismo Russo.
Putin
ha dimostrato come una non di certo nuova “arma geopolitica” basata su
“russofobia e neonazisti,” unita a sforzi di “strangolamento economico,” non
solo non sia riuscita a soffocare la Russia, ma abbia contribuito a lasciare
nell’inconscio collettivo [russo] la sensazione che questo sia un conflitto
esistenziale: una “Seconda Grande Guerra Patriottica.”
Con
un’isteria andata fuori scala in tutto lo spettro, era inevitabile inviare un
messaggio ad un Impero che ancora si rifiuta di ascoltare e che non capisce
nemmeno il significato di “indivisibilità della sicurezza”:
“Vorrei
sottolineare ancora una volta che, se qualcuno intende interferire dall’esterno
negli eventi in corso e creare minacce di natura strategica inaccettabili per
la Russia, deve sapere che i nostri attacchi di ritorsione saranno fulminei.
Abbiamo tutti gli strumenti per farlo. [Strumenti] di cui nessuno ora può
vantarsi. E non ci vanteremo. Li useremo se necessario. E voglio che tutti lo
sappiano – abbiamo preso tutte le decisioni in merito.”
Traduzione:
le
provocazioni non-stop potrebbero costringere il signor “Kinzhal”, il signor “Zircon”
e il signor “Sarmat” a presentare i loro biglietti da visita a selezionate
latitudini occidentali, anche senza un invito ufficiale.
Probabilmente,
per la prima volta dall’inizio dell’operazione Z, Putin ha fatto una
distinzione tra le operazioni militari nel Donbass e quelle nel resto
dell’Ucraina.
Questo
si riferisce direttamente all’integrazione in corso di Kherson, Zaporozhye e Kharkov e lascia intendere che le forze
armate russe continueranno ad avanzare, stabilendo la sovranità non solo
nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, ma anche su Kherson,
Zaporozhye e, più avanti, lungo la direttrice Mar d’Azov – Mar Nero, fino a
stabilire il pieno controllo su Nikolaev e Odessa.
La
formula è chiarissima: “La Russia non può permettere la creazione di territori
anti-russi intorno al Paese.”
Ora
passiamo ad un’intervista estremamente dettagliata rilasciata dal segretario
del Consiglio di Sicurezza, Nikolai Patrushev, alla Rossiyskaya Gazeta, in cui
Patrushev ha parlato a ruota libera.
La
chiave di lettura qui può essere: “Il crollo del mondo americano-centrico è una realtà in
cui si deve vivere e [che si deve affrontare] costruendo una linea ottimale di
comportamento.” La “linea ottimale di comportamento” della Russia – con grande
irritazione dell’egemone universalista e unilateralista – è caratterizzata da
“sovranità, identità culturale e spirituale e memoria storica.”
Patrushev
mostra come “tragici scenari di crisi mondiali, sia negli anni passati che
oggi, sono imposti da Washington nel suo desiderio di consolidare la propria
egemonia, nel tentativo di resistere al crollo del mondo unipolare.”
Gli
Stati Uniti non si fermano davanti a nulla “per assicurarsi che gli altri centri
del mondo multipolare non osino nemmeno alzare la testa e il nostro Paese non
solo ha osato, ma ha anche dichiarato pubblicamente che non avrebbe giocato
secondo le regole imposte.”
Patrushev
non poteva non sottolineare come la “War Inc”. stia letteralmente facendo
affari d’oro in Ucraina:
“Il complesso militare-industriale americano
ed europeo è giubilante, perché, grazie alla crisi in Ucraina, non riesce a
star dietro agli ordini. Non sorprende che, a differenza della Russia, che è
interessata al rapido completamento di un’operazione militare speciale e alla
minimizzazione delle perdite da entrambe le parti, l’Occidente sia determinato
a ritardarla, almeno fino all’ultimo Ucraino.”
E
questo rispecchia la psiche delle élite americane: “State parlando di un Paese
la cui élite non è in grado di apprezzare la vita altrui. Gli Americani sono
abituati a fare terra bruciata. Dalla Seconda Guerra Mondiale, intere città
sono state rase al suolo dai loro bombardamenti, compresi quelli nucleari.
Hanno inondato di veleni la giungla vietnamita, bombardato i Serbi con
munizioni radioattive, bruciato vivi gli Iracheni con il fosforo bianco,
aiutato i terroristi ad avvelenare i Siriani con il cloro (…) Come dimostra la
storia, anche la NATO non è mai stata un’alleanza difensiva, solo offensiva.”
In
precedenza, in un’intervista ad un programma della televisione russa,
opportunamente chiamato “Il Grande Gioco,” il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov aveva ancora una volta
spiegato in dettaglio che gli Americani “non insistono più sull’attuazione del
diritto internazionale, ma sul rispetto dell”ordine mondiale basato sulle
regole’.
Queste
‘regole’ non sono definite in alcun modo.
Dicono
che ora ci sono poche regole. Per noi, non esistono affatto. Esiste il diritto
internazionale. Noi lo rispettiamo, così come rispettiamo la Carta delle
Nazioni Unite. La disposizione chiave, il principio fondamentale, è
l’uguaglianza sovrana degli stati. Gli Stati Uniti, quando promuovono le loro
‘regole’, violano in modo flagrante gli obblighi della Carta delle Nazioni
Unite.”
Lavrov,
ancora una volta, ha dovuto sottolineare che l’attuale situazione incandescente
può essere paragonata alla crisi dei missili di Cuba: “In quegli anni, c’era un canale di
comunicazione di cui entrambi i leader si fidavano. Ora questo canale non c’è.
Nessuno sta cercando di crearlo.”
L’Impero
della Menzogna, nel suo stato attuale, non fa diplomazia.
Il
ritmo del gioco nella nuova scacchiera.
In un
sottile riferimento al lavoro di Sergei Glazyev (come era stato illustrato in
una nostra recente intervista [qui su
CDC] dal ministro incaricato dell’integrazione e della macroeconomia
dell’Unione Economica Eurasiatica) Patrushev è arrivato al nocciolo dell’attuale gioco
geoeconomico, con la Russia che ora si muove attivamente verso un gold
standard:
“Gli esperti stanno lavorando su un progetto proposto
dalla comunità scientifica per creare un sistema monetario e finanziario a due
circuiti. In particolare, c’è la proposta di determinare il valore del rublo,
che dovrebbe essere garantito sia dall’oro che da un paniere di beni non
monetari, per allineare il tasso di cambio del rublo alla reale parità di
potere d’acquisto.”
Questo
era inevitabile dopo il vero e proprio furto di oltre 300 miliardi di dollari
di riserve estere russe. Forse ci sono voluti alcuni giorni perché Mosca si rendesse
pienamente conto di trovarsi di fronte ad una Totalen Krieg.
Il
corollario è che l’Occidente collettivo ha perso qualsiasi potere di
influenzare le decisioni russe. Il ritmo del gioco nella nuova scacchiera è
stabilito dalla Russia.
All’inizio
della settimana, nel suo incontro con il segretario generale dell’ONU Antonio
Guterres, Putin è arrivato a dichiarare che sarebbe più che disposto a
negoziare – con solo alcune condizioni: neutralità ucraina e status di
autonomia per il Donbass. Ma ora tutti sanno che è troppo tardi. Per una
Washington in modalità “Totalen Krieg” i negoziati sono un anatema – e questo è
stato il caso fin dall’indomani dell’incontro Russia-Ucraina ad Istanbul, a
fine marzo.
Finora,
nell’operazione Z, le forze armate russe hanno usato solo il 12% delle truppe,
il 10% dei jet da combattimento, il 7% dei carri armati, il 5% dei missili e il
4% dell’artiglieria. La soglia del dolore è destinata a salire sostanzialmente
e, con la liberazione totale di Mariupol e la risoluzione, in un modo o
nell’altro, del calderone del Donbass, non c’è nulla che la combinazione di
isteria-propaganda-militarizzazione messa in campo dall’Occidente collettivo
possa fare per modificare i fatti sul terreno.
Questo
include mosse disperate, come quella scoperta dalla SVR – l’intelligence estera
russa, che molto raramente sbaglia.
La SVR ha scoperto che l’asse Impero della Menzogna-War Inc. sta spingendo non solo per una vera
e propria invasione polacca per annettere l’Ucraina occidentale, sotto la
bandiera della “riunificazione storica,” ma anche per un’invasione congiunta
rumena-ucraina della Moldavia-Transnistria, con le “forze di pace” rumene già
ammassate vicino al confine con la Moldavia.
Washington,
come sostiene l’SVR, sta tramando la mossa polacca da oltre un mese. Avrebbe
“guidato da dietro” (ricordate la Libia?), “incoraggiando” un “gruppo di Paesi”
ad occupare l’Ucraina occidentale. Quindi la spartizione è già in programma. Se questo dovesse mai
materializzarsi, sarà affascinante scommettere su quali località il signor
Sarmat sarebbe incline a distribuire i sui biglietti da visita.
(Pepe
Escobar-
strategic-culture.org/news/2022/04/29/empire-of-lies-eager-receive-sarmat-business-card/)-
strategic-culture.org.
Ucraina,
Romania, Moldavia ... Vs.
Transnistria:
uno scenario WW III.
Unz.com-
BRETT REDMAYNE-TITLEY - (28 APRILE 2022)- ci dice:
Palanca:
(Il confine tra Moldavia e Ucraina.)
La
piccola e pacifica nazione della Moldavia sarà presto trascinata nella guerra
Ucraina-Russia. Ragioni geopolitiche storiche e attuali sono in gioco e vengono applicate
contro l'allargamento del fronte orientale della Russia che si muove verso
ovest. Tuttavia, è la regione dell'Ucraina
meridionale da Odessa alla Transnistria moldava che può innescare un'escalation
verso la guerra mondiale.
L'esercito
ucraino (AFU) che attualmente combatte le forze armate combinate delle forze
armate russe (RAF), gli eserciti della Repubblica popolare di Donetsk e Luhansk
(DPR e LPR) e le milizie del Donbas sono per il momento piuttosto impegnate nel
nord-est.
Tuttavia, con Mariupol ora saldamente sotto il
controllo russo e il fronte meridionale a Mykolayiv e Kherson certamente in
contesa, gli occhi di questa guerra migreranno presto a sud a sole cento miglia
verso la Moldavia.
Oltre
alla pace, la Russia e l'Ucraina-NATO non hanno scelta su questa tragedia
strategica in corso.
Ma ci
sono più di questi tre ovvi attori in questa guerra. Altrettanto importante è il
triumvirato aggiuntivo della Moldavia, la sua regione contesa della
Transnistria e anche la Romania che presto si uniranno all'interno di questo
calderone regionale.
Guidando
casualmente a nord dalla capitale della Moldavia, Chisinau, lungo le strette
strade agricole, è finalmente primavera. I campi vaganti sono stati appena
coltivati e piantati e digradano molto gradualmente e continuamente verso la
Transnistria. Questa è una lunga e sottile striscia di terra che segue il fiume
Dniestria lungo il confine ucraino prima di esaurirsi in una valle fluviale
poco profonda e larga chilometri che corre fino all'enorme baia lunga 40 km che
ha il suo ingresso al ponte ferroviario di Zatoka sulla costa del Mar Nero.
Questa
regione della Transnistria è peculiare dal momento che la Moldavia ne rivendica
il titolo, ma le 400.000 persone sono culturalmente ed etnicamente più allineate
con la Russia e hanno combattuto una guerra contro la Moldavia nel 1992 per dimostrare il
loro punto.
La
Russia ha effettuato esercitazioni militari in questa regione il 2 febbraio di
quest'anno. La pretesa è che una presenza russa sia essenziale per proteggere i loro
cittadini nell'area e mantenere la pace tra moldavi e transnistriani.
A
partire da questa settimana, quella finzione è finita.
Transnistria: La connessione rumena.
Per
comprendere la nuova ampiezza di questa guerra è importante rivedere la storia
delle rivendicazioni territoriali e dei sequestri riguardanti la piccola
Moldavia e i suoi dintorni. La Moldavia è un territorio storicamente rivendicato dalla
Romania fino all'inizio del controllo imperiale e sovietico russo dal 1812 al
1991. Transnistria significa "oltre il Dnestr", il confine fluviale naturale
che divide la Moldavia e parte della Romania nord-orientale dall'Ucraina.
La
Transnistria rimase sotto il controllo sovietico tra le due guerre mondiali.
Poco prima che Gorbaciov disinvestisse l'Unione Sovietica la Transnistria
mentre una regione cercava di separarsi dalla Moldavia a causa dei nazionalisti
rumeni che improvvisamente salirono al potere nella capitale di Chisinau.
Ciò
riguardava giustamente i molti popoli slavi della regione che temevano per i
loro diritti, identità e sicurezza in corso. L'animosità del sud moldavo contro
l'etnia russa del nord è simile qui alle metà est-ovest dell'Ucraina
attualmente. La breve guerra del 1992 che ne è derivata non si è mai ufficialmente conclusa.
Invece, una tregua di ispirazione russa è risultata combinata con
l'introduzione di 500 forze di pace russe.
Il
termine "Transnistria" è stato coniato per la prima volta nel 1989 da Leonida Lari come parte di uno
slogan elettorale per il partito politico Fronte Popolare della Moldavia.
L'origine della Transnistria, tuttavia, può essere
fatta risalire alla Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Moldava che fu
formata nel 1924 come parte della RSS Ucraina. Tuttavia, durante la seconda guerra
mondiale, l'Unione
Sovietica prese parti dell'ASSR moldava e anche un pezzo del Regno di Romania
della Bessarabia. A
partire dal 1940 questa combinazione divenne nota come Repubblica Socialista
Sovietica Moldava.
La
Romania non era contenta.
Nel
1941, dopo che le forze dell'Asse che includevano la Romania invasero l'Unione
Sovietica e l'esercito tedesco sconfisse le truppe sovietiche lì e la occupò.
Improvvisamente, la Romania controllava
l'intera area tra i fiumi Dniester e Bug meridionale, compresa la città costiera
di Odessa che fu dichiarata capitale.
Questa
versione ampliata della Transnistria divenne sede di quasi 200.000 residenti di
lingua rumena mentre l'amministrazione rumena della Transnistria tentava di
stabilizzare la situazione nell'area nell'ambito di un processo di
romenizzazione.
Durante
questa occupazione rumena del 1941-44, si stima che da 150.000 a 250.000 ebrei
ucraini e rumeni furono deportati in Transnistria. Secondo quanto riferito, la maggior
parte sono stati giustiziati o sono morti per altre cause nei ghetti e nei campi di concentramento di questo
stato-nazione rumeno.
Quando
la seconda guerra mondiale si concluse, l'Armata Rossa avanzò di nuovo
nell'area nel 1944. Le autorità sovietiche giustiziarono, esiliarono o
imprigionarono centinaia di abitanti rumeni della RSS Moldava per i loro
crimini contro i russi etnici o la loro collaborazione con gli occupanti rumeni.
Come
precursore della Costituzione formale della Transnistria, il Movimento
Yedinstvo (Unità), fu fondato dalla popolazione slava della Moldavia per
tentare lo stesso status sia per i russi che per i moldavi.
La
composizione etnica e linguistica della Transnistria differisce
significativamente dalla maggior parte del resto della Moldavia. La quota di
russi e ucraini etnici è particolarmente alta e la maggioranza della
popolazione. Molti moldavi oltre la Transnistria parlano ancora il russo come
lingua madre.
La
violenza si intensificò improvvisamente nell'ottobre 1990 quando il Fronte
Popolare Moldavo chiese ai volontari di formare milizie armate per fermare un
referendum sull'autonomia in Gagauzia. Quest'altra sub-regione della Moldavia
aveva e ha una quota ancora più alta di minoranze etniche russe e ucraine.
In
risposta alla Moldavia, in Transnistria si formarono milizie volontarie. Già
nell'aprile del 1990, le folle nazionaliste moldave avevano attaccato i membri
del parlamento di etnia russa, mentre la polizia moldava si rifiutava di
intervenire o ripristinare l'ordine.
Schermaglie
isolate si intensificarono fino alla guerra a partire dal 2 marzo 1992 quando
iniziò un'azione militare concertata tra Moldavia e Transnistria. I
combattimenti si intensificarono per tutta la primavera fino a quando l'ex 14a
Armata della Guardia sovietica entrò nel conflitto. Secondo quanto riferito,
queste truppe hanno aperto il fuoco contro le forze moldave uccidendo più di
700 persone.
Da
allora, la conseguente tregua pervasiva con la Moldavia ha prevalso. Chisinau
esercita poco controllo o influenza efficace sulle autorità della Transnistria.
L'accordo di cessate il fuoco, firmato il 21 luglio 1992, si è tenuto fino ai
giorni nostri.
L'accordo
di cessate il fuoco prevedeva una commissione di controllo congiunta a tre
parti (Russia, Moldavia, Transnistria) per supervisionare gli accordi di
sicurezza nella zona smilitarizzata della Transnistria.
Di
conseguenza, la Transnistria è una repubblica presidenziale indipendente non
riconosciuta con un proprio governo, parlamento, esercito, polizia, sistema
postale, valuta e immatricolazione dei veicoli. Ha creato la sua costituzione,
la bandiera, l'inno nazionale e lo stemma. La maggior parte dei transnistriani
ha la cittadinanza moldava, ma molti hanno anche la cittadinanza russa, rumena
o ucraina.
Questo
status quo, sebbene vantaggioso per la pace, ha lasciato fuori i rumeni che
avevano altre opinioni della Commissione dopo essere stati rimandati indietro
nella storia ancora una volta.
Inizia
una nuova priorità di guerra.
La
Moldavia, con un esercito permanente di appena 5000 persone, ha finora
acconsentito a questa realtà transnistriana negli ultimi trent'anni; una realtà
che viene rafforzata dalle 500 forze di pace russe di stanza qui nel villaggio
di Cobasna.
A
contribuire a mantenere la pace ci sono anche altre 1000 truppe russe a guardia
della più grande discarica di armi dell'Europa orientale e delle sue 22.000
tonnellate di munizioni.
L'esercito
russo ha gli uomini e il materiale per respingere le fasi iniziali di qualsiasi
conflitto imminente qui. Tuttavia, quando la guerra inizierà vicino a Odessa,
la base situata a Cobansa, la Transnistria avrà sicuramente bisogno di
ulteriore supporto rapidamente. Qui sta il primo conflitto importante.
La
Moldavia è senza sbocco sul mare. Affinché la Russia fornisca supporto a Cobansa
dovrebbe volare attraverso uno spazio aereo ristretto e probabilmente difeso o
fornire un attacco di terra che possa aprire un corridoio militare da una testa
di ponte del Mar Nero alla Transnistria. Questo è circa trenta miglia
nell'entroterra.
La
Russia non avrà altre scelte, tuttavia, dal momento che la base è troppo
importante e, inoltre, consentire a quelle munizioni nelle mani occidentali
sarebbe un punto di svolta all'interno di questa regione.
Finora,
a nord, la Russia, da quando ha abbandonato Kiev, è rimasta fedele ai suoi
obiettivi dichiarati di liberare donbas, Luhansk e Donetsk dal terrore
indiscriminato dell'AFU e dall'influenza nazista degli ultimi sette anni.
Creando una zona cuscinetto che la Russia continua ad espandere a ovest ogni
giorno più libertà territoriale sta crescendo per i cittadini dell'Ucraina
orientale. Molte città piccole e relativamente inalterate stanno aprendo e
negozi e aziende si stanno preparando a tornare alla normalità all'interno di
questa zona cuscinetto. Sembra probabile che una volta che questa zona
cuscinetto sarà adeguata per prevenire il bombardamento dell'artiglieria delle
principali città e paesi, la Russia non continuerà più ad avanzare in un
territorio aggiuntivo. L'eventuale linea di demarcazione nord-sud in tutta
l'Ucraina rimane aperta alla speculazione, ma deve considerare i confini dei
fiumi Dnestr, Dnepr e Bug.
È di
vitale importanza capire che l'espansione della zona cuscinetto orientale della
Russia è solo una parte dell'obbligo militare della Russia per un blocco
costiero ucraino completo. Questo non può essere completato senza che prima vengano
raggiunti altri due obiettivi. Uno, la Russia sta portando la restante costa
meridionale della regione di Odessa sotto il suo controllo almeno fino al ponte
di Zatoka. Due: mantenere il controllo militare delle linee del fronte
sud-est-ovest lungo il confine della Transnistria fino alla Romania.
Chisinau,
che si trova 120 km più a sud, deve rimanere neutrale poiché avrà poca
importanza, né opposizione. Ma finora non l'ha fatto. Questo fa ben sperare per
questo paese meraviglioso e poco conosciuto.
In
caso di successo, questi ultimi mattoni russi nel muro qui bloccheranno
l'Ucraina completamente e strategicamente dall'accesso a tutto il Mar Nero e a
qualsiasi punto verso est. Con Odessa sotto controllo e la Transnistria come
nuovo fronte meridionale della Russia, l'Ucraina sarà senza un porto marittimo
e completamente legata alla Russia per tutte le esportazioni pre o postbelliche
verso est o le importazioni verso ovest via strada, aria o mare. In particolare
quelli di tipo militare.
Reciprocamente,
per le stesse ragioni, l'Ucraina non avrà altra scelta che combattere con le
unghie e con i denti per il controllo dello stesso territorio. Questo, naturalmente, presuppone che
l'AFU abbia ancora forze sufficienti per combattere o abbastanza uniformi di riserva per
vestire le molte forze NATO in arrivo.
I
rapporti sui mercenari della NATO che già lavorano in Ucraina mostrano che gli
Stati Uniti- NATO sono già in Transnistria e si stanno preparando per questo
certo avvento.
Secondo quanto riferito, il Canada ha inviato
mercenari attraverso la Moldavia che entrano in Ucraina attraverso i due
valichi di frontiera.
Il
valico di frontiera di Palanca si trova sulla stessa strada per Odessa, a soli
30 miglia di distanza, ma il primo attraversamento della Transnistria è
essenziale. È probabile che abbia incontrato quattro di questi mercenari. Ho
visto e parlato con loro. Sono pessimi bugiardi.
Nella
hall del mio hotel a Chisinau, incontro "l'operatore umanitario",
David. Ha attirato la mia attenzione perché indossava il suo grande zaino da
giorno completamente nero non contrassegnato al chiuso, nessun altro bagaglio,
stivali militari, pantaloni cargo, capelli alti e stretti come un rasoio e
un'auto a noleggio a sua disposizione.
Questo
è lontano dall'immagine di uno qualsiasi degli operatori umanitari che ho visto
ultimamente. E le auto a noleggio, come avrei scoperto, normalmente non possono
attraversare il confine con l'Ucraina.
David,
un canadese, mi racconta la sua storia di lavoro per un gruppo unHRC "Relief Canada", con sede presso l'ambasciata
canadese qui a Chisinau. Faccio una chiamata all'ambasciata canadese. Sono
canadese. Fingendo di essere anche io con questo gruppo di aiuto e di aver
bisogno di assistenza per arrivare all'Ambasciata, un operatore telefonico mi
mette in attesa solo per tornare diversi minuti dopo, confuso e chiedendomi di
qualificare a quale agenzia di aiuti mi riferisco. Diversi minuti dopo, mi
informa che, nonostante abbia chiesto ai suoi colleghi, Relief Canada non è rappresentata dall'ambasciata
canadese.
Ho
l'abitudine di fare un po' di lavoro ogni giorno il più vicino possibile alla
hall dell'hotel in ogni hotel in cui sono bloccato. Ha spesso messo a nudo
molti frutti come è stato mostrato nella seconda e nella terza parte di questa
serie. Il giorno seguente parlo con altri due sospetti mentre fanno il check-in
insieme e poi ancora una volta prima di partire per la Transnistria. È
interessante notare che tutti e tre sfoggiano lo stesso kit e offrono MO come
David. Ho chiesto loro. Solo un giorno in hotel e poi via a Odessa per aiutare,
hanno detto tutti.
Quindi,
era tempo di dare un'occhiata al confine a Palanca attraverso la Transnistria.
Moldavia:
verso ovest verso la distruzione.
La
Moldavia è per lo più ricca di terreni agricoli e ho imparato rapidamente ad
amare questo paese, la sua amichevole gente rurale e la bella architettura di
Chisinau.
Le
guide di viaggio forniscono avvertimenti di povertà e criminalità, ma questo
sembra nient'altro che propaganda intesa a limitare il turismo e ad aiutare a
spingere la Moldavia tra le braccia dell'Occidente.
A
differenza di Varsavia, Budapest e Bucarest, non vedo segni di povertà abietta,
tossicodipendenti che si rilassano nella propria sporcizia, spazzatura per le
strade o un'infrastruttura obsoleta di treni, strade o ponti.
Tutt'altro. La gente di Chisinau e i loro
figli si vestono tutti bene e con stile.
C'è una pulizia in Moldavia che non vedo normalmente
nelle capitali dell'UE. Quando sono impegnate, le persone che incontro parlano
consapevolmente del loro presidente recentemente eletto e del perché ha
aumentato la possibilità di guerra.
Nei
terreni agricoli della Transnistria, i piccoli borghi secolari sono modesti, ma
perfettamente puliti e la vita si muove a ritmo lento di contadini. Le persone
si vestono tradizionalmente e sono amabili per la mia mancanza di russo mentre
vanno in giro per la loro giornata.
Non
esiste un confine definito per la Transnistria. Mentre seguo le strade più o
meno a nord attraverso la capitale non ufficiale di Tiraspol noto una strana
bandiera rosso sangue con una singola striscia orizzontale verde Kelly che vola
nel vento davanti.
È interessante notare che incorpora una falce
e martello nell'angolo superiore. Questo simbolo è stato precedentemente relegato all'Unione
Sovietica di molto tempo fa e oggi la Transnistria è l'unico paese rimasto al
mondo a far volare la falce e il martello. Sono arrivato.
Lungo
la strada, praticamente ad ogni vista è facile guardare lontano a nord sulla
valle verde del fiume Dniestria e nella leggera foschia sulla riva lontana che
sale ugualmente lentamente verso l'Ucraina e Odessa; il fiume ora un rivolo del suo sé
precedente e apparentemente irrilevante in primo piano.
I
moldavi con cui parlo non vogliono la guerra.
A
differenza di Viktor Orban dell'Ungheria che ha sconfitto la sua opposizione
presidenziale collettiva sostenuta dall'Occidente tre settimane fa,
beneficiando in parte del suo annuncio di non consentire il movimento della
NATO attraverso l'Ungheria, esaminando i primi quindici mesi della neoeletta presidente
moldava Maia Sandu sembra che il terrorismo della NATO attraverserà presto a
nord la Dniestria dalla Moldavia.
Le
elezioni del 2020 hanno visto la Moldavia spostarsi politicamente verso ovest. Sandu, una giovane candidata alla
moda, ha fornito tutti i soliti punti di discussione dell'UE sull'aumento delle
esportazioni, sulla crescita economica e ha promesso una rapida prosperità.
Igor
Dodon ha lanciato la sua campagna il 2 ottobre 2020, ma ha condotto una
campagna poco brillante per la presidenza in carica. Sebbene abbia visitato
oltre duecento comuni e parlato con circa 45.000 moldavi, ha stranamente
annunciato che non avrebbe fatto uso di cartelloni pubblicitari e che non
avrebbe preso parte a nessun dibattito. Dodon è stato considerato il candidato
più filo-russo sulla scheda elettorale e ha sostenuto la legislazione per
mantenere la lingua russa, rendere obbligatorio lo studio del russo nelle
scuole, rafforzare il partenariato strategico con la Russia, preservare la
sovranità territoriale della Moldavia, rafforzare il sistema di sicurezza
sociale e promuovere i valori cristiani e familiari.
Lo
stesso giorno, Sandu lanciò ufficialmente la sua campagna, ma durante quel
periodo fece solo due discorsi; uno in rumeno e uno in russo. Ha promesso di
combattere la corruzione e la povertà, riformare il sistema di giustizia
penale, ridurre la disoccupazione, aumentare la pensione minima e costruire
legami più stretti con l'Unione europea. La campagna di Sandu ha accusato Dodon
di ostacolare deliberatamente la riforma del sistema di giustizia penale e la
cattiva gestione della pandemia di COVID-19.
Proprio
come le elezioni francesi, con Dodon e Sandu finalisti il 1 ° novembre, il 15
novembre Maia Sandu ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali in
Moldavia con il 57% dei voti. La partecipazione elettorale del 55% è stata la
più alta affluenza alle urne dal 2010. Tuttavia, i modelli di voto hanno
illustrato fratture politiche interne. Sandu ha goduto del sostegno dei giovani
e degli abitanti delle grandi città, così come della diaspora all'estero (di
cui il 93% ha votato per lei), facendo pendere la bilancia a suo favore. Dodon,
come previsto, ha ottenuto voti dalle aree rurali e dalle regioni filo-russe
Transnistria e Gagauzia.
Indipendentemente
da ciò, Sandu ha recentemente lanciato una salva politica occidentale di
apertura nella direzione esatta della Transnistria.
Il 7
aprile, la Moldavia ha adottato il Codice sui servizi di media audiovisivi che
prevede il divieto di trasmissione di programmi e film prodotti in paesi che
non hanno ratificato la Convenzione europea sulla televisione transfrontaliera.
Questo
significa Russia.
Successivamente,
il 14 aprile, sono state approvate aggiunte al Codice dei reati, che ha
introdotto multe o lavori forzati per l'uso di attributi o simboli di
"aggressione militare". Questi includono "bandiere e nastri
colorati, simboli, distintivi e altri segni simili". Questo è un
riferimento furbo al "nastro bicolore nero e arancione", chiamato
Georgievskaya, o nastro di San Giorgio.
Questo
significa Transnistria.
Questi
divieti, come previsto, hanno causato un'ampia divisione tra Moldavia,
Transnistria e Russia. Ciò equivarrebbe a una storia revisionista per quanto
riguarda i film sovietici sulla Grande Guerra Patriottica e l'assegnazione e
l'esposizione del tanto apprezzato nastro di San Giorgio. Entrambi sono simboli
storici e importanti per tutti coloro che onorano quella memoria ogni Giorno
della Vittoria, il 9 maggio e la Grande Vittoria su quegli altri nazisti di
un'epoca presumibilmente passata.
Moldavia
e Russia hanno buone ragioni per ricordare bene la menzogna pre-elettorale di
Sandu che promette di preservare il diritto di celebrare il 9 maggio. Durante
la Grande Guerra Patriottica, morirono 650 mila abitanti della Moldavia.
400.000 combatterono nell'Armata Rossa. 250.000 soldati, ufficiali e partigiani
moldavi furono premiati per il loro coraggio medaglie sovietiche come il nero e
l'arancione, San Giorgio.
Sotto
Dodon la promozione ufficiale della lingua russa nelle scuole moldave stava
guadagnando terreno in parlamento, ma fino ad oggi, Sandu ha chiuso molte
scuole di lingua russa citando la mancanza di studenti. Questa è una logica
egoistica poiché nei terreni agricoli rurali diffusi della Transnistria i
piccoli villaggi hanno popolazioni molto piccole e pochi scolari e hanno per
così tante generazioni.
Tutto
ciò, ovviamente, influisce sull'atmosfera parlamentare delle relazioni
russo-moldave.
Nelle
relazioni economiche, Sandu si è anche mosso rapidamente in modo scriptato
dall'UE. Il PIL della Moldavia è l'equivalente di soli 11,91 miliardi di
dollari con un bilancio annuale di appena 3 miliardi di dollari. La scorsa
settimana la CE ha annunciato che l'UE avrebbe fornito un'operazione di
assistenza macro-finanziaria di 150 milioni di euro sotto forma di prestiti e
sovvenzioni. Ha detto la CE in una dichiarazione:
"L'assistenza
contribuisce a rafforzare la resilienza della Moldova nell'attuale contesto
geopolitico e a coprire le esigenze della bilancia dei pagamenti della Moldova,
come indicato nel programma del Fondo monetario internazionale (FMI)."
Naturalmente,
questa dichiarazione è una dichiarazione di guerra alla Moldavia con un mezzo
diverso. E' anche un riconoscimento che la CE è soddisfatta dei progressi
compiuti finora da Sandu.
Temo
per la Moldavia. Questo è un paese che potrebbe facilmente divorziare dalla
follia della continuazione della guerra della NATO e contribuire a fermarla. Ma
come è normale per i leader finto-nazionalisti delle nazioni occidentali, la
Moldavia nelle mani di Sandu è ora, come la Polonia, la Repubblica Ceca e la
Romania, a disposizione della NATO e dell'UE per il saccheggio. Il presidente
della Moldavia sarà singolarmente da biasimare se questa regione passiva e
questo modo tranquillo di vita agraria vedranno di nuovo la guerra. Una guerra
che non può difendere né perseguire e per la quale la neutralità è l'unica opzione
pacifica.
Con la
politica moldava equamente divisa all'interno del parlamento, Russia contro
Occidente, potrebbe essere una nuova guerra civile moldava con cui Sandu dovrà
prima fare i conti mentre le realtà di una guerra molto più grande a nord si
insinuano ogni giorno verso la Moldavia.
Che
differenza fa una settimana.Mentre mi trovo al confine tra Moldavia e Ucraina a Palanca,
sono sorpreso di apprendere che posso ancora attraversare il confine. Quindi
guido attraverso il primo controllo di frontiera. A causa della mia mancanza di
russo, scopro poi che le auto a noleggio non hanno un'assicurazione ucraina e
vengo respinto senza troppi incidenti. Essendo portatile, parcheggio l'auto,
prendo lo zaino e cammino verso le stesse guardie di sicurezza che ora mi
conoscono bene. Sono determinato ad arrivare a Odessa. È così vicino.
Tre
posti di blocco di carta d'identità e passaporto e ulteriori domande invece di
essere frustati e io sono dentro, camminando di nuovo in Ucraina. Mentre mi
siedo con la mia attrezzatura sulla strada appena oltre il checkpoint sperando
in un giro a questo punto del pomeriggio, considero attentamente le mie
giornate a Chisinau. I vini, magnifici, i ristoranti economici all'altezza del
compito. Le strade pulite circondano enormi edifici di sottigliezza
nell'architettura che rendono omaggio al cristiano, al russo, allo slavo e
all'ottomano nelle loro molte influenze evidenti. Le belle donne. I colori
panoramici della primavera e la vista dalle colline di Chisinau che si
affacciano sul Mar Nero e sul nord.
Sono
venuto qui in Moldavia a causa delle mie paure più oscure, quelle realizzate in
quarant'anni vagando per i paesi del mondo e assistendo sempre agli orrori
incrementali di, come Chalmers Johnson ha coniato perfettamente, "I dolori
dell'impero". La mia accusa di questi molti dolori è lunga e attestata da
gran parte del mio lavoro. Ma immaginare Chisinau che va in rovina per la via di Kiev è
un'immagine che porta brividi e rabbia alla mia anima e ai miei pugni.
No.
No. Non questa volta!
Quando
ho iniziato questo aggiornamento da Chisinau speravo di non sentire il battito
dei tamburi di guerra a nord. Ma le mie paure si stanno avverando mentre
scrivo.
La
Russia riconosce le realtà militari esaminate qui nel Sud. Ciò è evidenziato
dalla sua azione diretta nell'abbattere un aereo da munizioni della NATO il 16
aprile vicino a Odessa, poi il 23 aprile prendendo di mira i depositi di
rifornimento e supporto dell'AFU a Odessa, e successivamente distruggendo una
parte dell'importantissimo ponte Zatoka appena a sud di Odessa che va
direttamente in Romania. Queste mosse proattive indicano fortemente che la Russia
comprende il difficile compito pochi giorni prima e si sta già preparando. Il
problema più grande dell'AFU è quello del rifornimento e, se la Russia continua
al ritmo attuale, l'AFU potrebbe letteralmente esaurire il gas in anticipo.
Per
quanto riguarda il sistema ferroviario ucraino che solo pochi giorni fa era a
disposizione della NATO: la Russia ha eliminato praticamente tutte le stazioni di
commutazione dei binari ucraine rendendole inutili e, con 1200/1500 locomotive
elettriche, anche le linee elettriche. Come riportato da South Front, sono
rimaste solo 300 locomotive diesel, ma quel carburante è sotto costante attacco
e anche i binari. Lo stesso articolo ha osservato che, se la NATO dovesse
cercare di fornire nuovi diesel, sarebbero della larghezza sbagliata per i
binari a scartamento ucraino.
Se
fosse solo così semplice, la Moldavia sarebbe al sicuro. Non è così semplice.
Simile
ai secondi fini della Polonia mostrati nella seconda parte, come riporta il
Fronte Sud in un'eccellente analisi, il desiderio storico della Romania di
riconquistare la Transnistria viene ora mostrato mentre si prepara a entrare in
guerra per volere della NATO dopo aver ospitato e addestrato circa 8.000
soldati polacchi.
Tentando
di attirare la Transnistria nel conflitto, le esplosioni hanno scosso un centro
di trasmissione nel villaggio di Mayak il 26 aprile, ha affermato il ministero
dell'Interno della regione. È stato riferito che nessuno è rimasto ferito, ma
le due antenne più grandi, che trasmettevano stazioni radio russe, sono state
disabilitate a terra.
Il 25
aprile, l'edificio del Ministero della Sicurezza di Stato nella capitale della
regione, Tiraspol, è stato bombardato con granate a razzo. Non sono state
segnalate vittime.
Il
terzo attacco ha colpito un'unità militare vicino al villaggio di Parkany.
Nessun dettaglio sull'incidente è stato rivelato. Indipendentemente da ciò,
tutti questi attacchi sono scomodamente vicini a quelle 22.000 tonnellate di
munizioni russe.
Di
conseguenza, il 26 aprile il presidente Sandu ha convocato una riunione di
emergenza del Consiglio di sicurezza. È stata presa la decisione di
introdurre il livello "rosso" di pericolo terroristico nel paese per
15 giorni, il che prevede l'adozione di ulteriori misure di sicurezza. Anche se
questo era probabilmente un lavoro interno progettato per fornire a Sandu
ragioni per spostarsi più a ovest, la decisione immediata ha richiesto
speculazioni.
Come
valutato dall'analisi di South Front:
"Da un lato, l'operazione di assalto
russo a Odessa non è ancora iniziata. Anche le forze armate della Federazione
Russa devono ancora ottenere successi significativi nella regione di Nikolaev.
D'altra parte, il governo Sandu in Moldavia, con l'influenza attiva di Romania
e Polonia, dimostra di essere pronto a prendere in considerazione uno scenario
militare per risolvere la questione della Transnistria".
Molte
fonti hanno riferito del ridispiegamento di grandi unità dell'esercito polacco
in Romania per successive attività congiunte e possibili esercitazioni militari
sul territorio della Moldavia.
La
Russia sostiene che le forze armate polacche hanno iniziato a stabilire un
gruppo di attacco sul territorio della Romania per attraversare il confine con
l'Ucraina.
Le truppe totali in questa manovra sono
stimate fino a 8.000 militari. L'articolo afferma che una forza combinata polacca e
rumena sta pianificando di entrare nel territorio moldavo con un pretesto
plausibile, come un'operazione umanitaria o una richiesta ufficiale del
governo.
Gli
attacchi di questa settimana hanno dato troppo convenientemente al burattino
occidentale Sandu le ragioni di questa richiesta ai suoi sostenitori della NATO.
Se le
truppe rumene o polacche accedono all'Ucraina attraverso la Romania, o peggio
la Moldavia, questo sarà il primo innegabile ingresso di un membro della NATO
in questa guerra aggravata dall'attraversamento del territorio di una nazione
non NATO, o come dettagliato qui, una resistenza sovietica filo-russa con un
enorme deposito di armi da 22.000 tonnellate.
Ancora
più importante, quando si considera la distruzione delle linee di rifornimento
ferroviario nelle ultime settantadue ore, la NATO dovrà portare nuovi
schieramenti utilizzando i confini della Romania. Questo ha il vantaggio di portare
queste truppe centinaia di miglia più vicine al fronte orientale e tenerle sul
suolo della NATO fino a quando non attraversano l'Ucraina.
O La
Transnistria.
Se le
truppe polacche e rumene attraversano la Transnistria, queste fazioni della
NATO subiranno perdite certe e massicce e i loro punti di origine nazionali
saranno innegabili. In quel frangente due membri della NATO saranno stati
attaccati. dalla Russia... e... e...
I
media faranno il resto.
Sul
ciglio della strada, Patrice di MSF si siede con me e chiacchiera in attesa di
un passaggio in arrivo da Odessa. Come previsto mi dice che l'AFU possiede già
le strade di Odessa. Conferma i posti di blocco in tutto il centro della città.
Non temo i russi. Temo alcune fazioni dell'AFU e ho la sfortuna di una ricerca
su Google lontana da un esame molto attento.
Per
altre buone ragioni che non sono altro che scuse, con molta riluttanza giro la
mia macchina , tornando a Chisinau.
Mentre
concludo la quarta parte lontano dalla Transnistria di pochi giorni fa,
rimpiango questa decisione fino al midollo. Non poteva essere aiutato. Devo
tornare indietro, ma la porta si chiude sempre al confine, per me, per la
Russia, per l'Ucraina e oh, così tragicamente per la Moldavia. E pace.
Se
questa guerra attraversa la Transnistria, la splendida città di Chisinau sarà
rasa al suolo come Mariupol. Se esiste un inferno su questa terra è quell'immagine
dell'orrore che troppo spesso mi viene in mente come una realtà plausibile...
un incubo.Pregate
per la Moldavia. Pregate per la Transnistria. Pregate più duramente con tutto
quello che potete per Chisinau.
Ma
pregare contro i discepoli della guerra è un esercizio inutile. È tempo di
scrivere... o... ?
Quell'immagine
di Chisinau inghiottita dalle fiamme della guerra occidentale brucia di nuovo
negli orrori della mia mente mentre il mio cuore mi tira per l'anima verso la
Transnistria.
La
scelta è semplice.
Alla
dott.ssa Patricia A. Mahaffey.
Guerra
Russia-Ucraina, Kiev sotto attacco,
bombardate
sei stazioni ferroviarie.
Primi
missili sulla Transcarpazia.
Zelensky: “Aziende in affari con Mosca
finanziano il conflitto.”
msn.com-lastampa.it-
Francesca Semprini -Chiara Baldi- (3-3-2022)- ci dice :
Continuano
gli attacchi russi all’Ucraina: ieri per la prima volta Mosca ha colpito a suon
di missili la Transcarpazia.
E sotto attacco, per tutto il giorno, sono
state anche Leopoli e Mariupol.
Potente
assalto ieri al territorio dello stabilimento Azovstal da parte dei russi con
l'appoggio di mezzi corazzati, carri armati, tentativi di sbarco e un gran
numero di fanti, secondo la testimonianza del battaglione Azov.
I
civili evacuati dall'acciaieria di Mariupol, circa 150, sono arrivati a
Zaporizhzhia. Secondo il sindaco di Mariupol, «qui Putin ha già superato
Hitler: più di 20mila civili uccisi e 40mila deportati in Russia ai lavori
forzati».
In
serata sono suonate le sirene d'allarme in tuto il Paese.
Missili
russi hanno colpito molte città arrivando fino a Leopoli. Nel settantesimo
giorno di guerra non è semplice, dunque, intravedere spiragli di pace.
Il
papa ha annunciato tuttavia che andrà a Mosca mentre Vladimir Putin, in una
telefonata con Emmanuel Macron, ha detto che la Russia «è ancora aperta al dialogo»
con l'Ucraina.
E ha aggiunto che l'Ucraina «non è pronta per
negoziati seri» per porre fine al conflitto. Inoltre, secondo Putin, «i Paesi
Ue ignorano i crimini di guerra delle forze ucraine e i loro bombardamenti
sulle città e i villaggi del Donbass».
Macron
ha quindi lanciato a Putin un appello affinché la Russia metta fine alla «sua
aggressione devastatrice».
Il caso – Mosca contro Draghi: “Prende in giro
i cittadini” Il punto di Andrea Margelletti –
“L’Italia
tenti la carta della pace fra separatisti e Zelensky: sarebbero 35 mila soldati
in meno schierati con Putin”.
L'analisi – Neocolonialismo alla sovietica, è
l’Africa la carta segreta di Putin nella sfida globale all’Occidente.
La storia – Mariupol, “Mia mamma deportata dai
russi dopo due mesi d’inferno in terra.
”–
Biden preme su Congresso, approvare nuovi fondi per l'Ucraina: “Sono un
investimento nella libertà e nelle democrazia”.
«Da
quando la Russia ha attaccato l'Ucraina due mesi fa abbiamo inviato 3 miliardi
di dollari di assistenza in sicurezza all'Ucraina. Quei fondi sono un
investimento diretto nel difendere la libertà e la democrazia».
Lo afferma il presidente Joe Biden, invitando
il Congresso ad approvare rapidamente gli ulteriori fondi chiesti per
«continuare a inviare all'Ucraina armi e a offrire assistenza economica e
umanitaria».
Zelensky: “Obiettivo integrità territoriale,
inclusa Crimea. Ci auguriamo che sarà parte dell'Ucraina”.
L'obiettivo
dell'Ucraina è ripristinare la sua integrità territoriale, inclusa la Crimea.
Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo virtualmente a
un incontro del Wall Street Journal.
«Ci auguriamo che la Crimea sarà parte
dell'Ucraina», dice Zelensky.
Onu:
“Possibili stupri anche suo uomini e ragazzi”.
Ci
potrebbero essere anche uomini e ragazzi tra le vittime di stupri perpetrati da
soldati russi in Ucraina, dove decine di casi denunciati sono già oggetto di
indagini. Lo affermano l'Onu e autorità di Kiev citate dal Guardian.
«Ho ricevuto denunce, non ancora verificate,
relative a casi di violenza sessuale su uomini e ragazzi», ha detto Pramila
Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale in
guerra, in una conferenza stampa a Kiev.
«È duro per le donne e per le ragazze
denunciare casi di stupro a causa dello stigma sociale che ciò comporta – ha
detto la Patten – ma spesso è anche più difficile per gli uomini e i ragazzi.
Dobbiamo creare uno spazio di sicurezza per
tutte le vittime perché denuncino i casi di violenza sessuale».
Le
decine di casi attualmente oggetto d'inchiesta potrebbero «rappresentare solo
la punta dell'iceberg», ha aggiunto la rappresentante dell'Onu, incoraggiando
tutte le vittime a farsi avanti e a denunciare i casi di cui sono stati
vittime.
La
procuratrice generale ucraina, Iryna Venediktova, ha detto oggi che il suo
ufficio ha raccolto denunce di violenze sessuali compiute da soldati russi
contro uomini e donne di tutte le età.
Draghi-Schwab, vis a vis due protagonisti
dell'ordine
globalista neoliberale filo-bancario.
Affaritaliani.it-
Diego Fusaro- (26 novembre 2021)- ci dic e:
In
comune hanno tanto, del resto. L'amore per il neoliberismo apolide in primis.
"Il
Presidente Draghi ha incontrato il Presidente esecutivo del World Economic
Forum". Così in data 22 novembre 2021 sul sito del Governo Italiano.
Mario
Draghi ha, dunque, incontrato Klaus Schwab, il guru di Davos, l'araldo del
nuovo ordine mondiale turbo-capitalistico globalista , nonché il teorico del
grande reset planetario mediante l'impiego dell'emergenza permanente.
Non ce
ne stupiamo, invero.
Se il
vis-Conte dimezzato giallo-fucsia, alias Giuseppe Conte, riceveva la telefonata
da Bill Gates, se Gentiloni riceveva Giorgio Soros, ora Draghi l'euroinomane,
l'ex banchiere di Goldman Sachs ed ex governatore della BCE, incontra Schwab.
In
comune hanno tanto, del resto.
L'amore per il neoliberismo apolide, in
primis, con annesso massacro dei ceti medi e delle classi lavoratrici.
Ma poi
anche l'amore infinito per il lemma resilienza, che è poi la virtù adattiva che
i padroni preferiscono nei dominati.
Insomma,
un incontro tra prospettive affini, tra uomini che rispondono ai medesimi interessi
di classe e che si orientano secondo la medesima Weltanschauung, quella basata
su globalismo mercatista, riduzione dei diritti degli oppressi, decostruzione
di ogni residua identità resistente e di ogni superstite profilo critico: in
una parola, l'unificazione del mondo intero sotto il segno dell'egemonia
finanziaria del blocco oligarchico neoliberale.
Tale
progetto, in fase di sviluppo da parecchi lustri, è stato potenziato e
accelerato grazie all'epifania dell'emergenza epidemica, utilizzata ad arte dai
gruppi dominanti secondo quello che lo stesso Schwab ha appellato il grande
reset e che noi abbiamo definito il golpe globale gestito dai plutocrati
borderless del turbocapitalismo.
Un
incontro inevitabile, forse, tra due dei protagonisti dell'ordine neoliberale
filo-bancario.
Un
incontro il cui fine ultimo potrebbe essere, forse, la messa a punto della
strategia per calibrare e attuare le linee guida del grande reset in Italia,
tenendo conto delle specificità proprie del nostro Paese.
Non è poi difficile immaginare, allora, cosa i due si
siano detti. Sarebbe forse più interessante capire chi ha messo la mano sulla
spalla a chi, se Draghi a Schwab o se Schwab a Draghi.
(Diego
Fusaro (Torino 1983) insegna storia della filosofia presso lo IASSP di Milano
(Istituto Alti Studi Strategici e Politici).
In
tandem con Draghi: Klaus Schwab,
un
transumanista a Palazzo Chigi.
Ambienteweb.org-
Redazione-(Maurizio Martucci. (01/12/2021)- ci dice :
Che ci
faceva nel 2017 George Soros a Roma dall’allora premier Paolo Gentiloni? Molto
probabilmente quello che ci ha fatto Klaus Schwab a Palazzo Chigi, come un capo
di Stato ricevuto da Mario Draghi.
Mistero
sui contenuti dell’incontro, mistero pure sugli eventuali accordi presi o
sottoscritti, nonostante poco dopo in un’intervista bonaria – come una foglia
di fico per coprire il buco della mancata notizia – rilasciata dal guru del
Forum Economico Mondiale al quotidiano La Repubblica (direttore Maurizio
Molinari, editore GEDI), si parla di hit-tech come patto globale USA-Cina, senza
però svelare la reale natura del fulmineo sbarco nella Capitale.
Cosa l’opinione pubblica non deve sapere? Cosa va
nascosto?
E così, in assenza di indiscrezioni
dall’ufficio stampa della presidenza e di giornalismo d’inchiesta sul
mainstream, nulla continuiamo a sapere dell’incontro tra il Presidente del
Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana con il fondatore-direttore
esecutivo del più influente e potente cartello mondialista, “piattaforma globale per la cooperazione
tra pubblico e privato”, nonostante proprio da queste alte sfere (non elette dai
popoli) si delineino orami da tempo i destini di milioni di cittadini.
Da
Prodi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni (solo per citare i nomi più illuminati),
sappiamo infatti come l’Italia sia stata praticamente trasformata in una terra
di conquista per banchieri, lobbisti e filantropi della speculazione e della
tecno-sorveglianza universale, al punto che in una TV rumena l’ex politico e
generale Emil Străinu ha testimoniato di aver ascoltato in una riunione di
Davos come la
prima dittatura d’Europa nascerà – non a caso – proprio in Italia!
Schwab
e Draghi (Commissione Trilaterale e Club Bilderberg, oltre a tante altre cose)
sono in tandem, stanno insieme come un ticket da molti anni, tanto nel 2013 –
ai tempi in cui la plenaria in Svizzera ci stava evidentemente un pò stretta –
la stessa Repubblica scriveva come “al World Economic Forum l’Italia non
c’è mai stata veramente. Compariva ai tempi del primo governo Prodi, si faceva
intravedere con Tommaso Padoa-Schioppa ministro dell’Economia e Mario Draghi
governatore della Banca d’Italia”.
Oggi
siamo invece all’inverso, cioè alla compenetrazione totale, alla
sovrapposizione di ruoli tra pubblico e privato, dove le linee guida di
Recovery Fund (Next Generation EU), Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR) e Gruppo dei Trenta di Mario Draghi sono coerenti con il Grande Reset di
Klaus Schwab.
Il PNRR dovrà “destinare almeno il 37% della
dotazione al sostegno della transizione verde, compresa la biodiversità;
destinare almeno il 20% alla trasformazione digitale” e così, per smazzare il lavoro, a
sporcarsi le mani nell’esecutivo Draghi troviamo Roberto Cingolani (ex
Leonardo, ex Finmeccanica) e Vittorio Colao (ex Vodafone, ex Verizon), ministri
del transumanesimo in salsa ecologica delle telecomunicazioni e della robotica.
“Transizione
verde”, “trasformazione digitale”, “crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva, “coesione sociale e territoriale”, “salute e resilienza economica,
sociale e istituzionale”, “politiche per la prossima generazione, infanzia e
gioventù, incluse istruzione e competenze”, sono le parole d’ordine del grande
resettaggio accelerato dalla crisi Covid-19, un mix di ingegneria sociale e
genetica, per cui entro il 2030 si dovrebbero abolire proprietà privata
(comprese le case) e moneta cartacea (in funzione di bitcoin e moneta
elettronica) per finire nel completamento della quarta rivoluzione industriale,
passando di colpo dal 5G al 6G, cioè dall’Internet delle cose all’Internet dei
corpi per una completa fusione fisico-biologica-digitale, con la robotica, gli algoritmi e
l’intelligenza artificiale previsti “cento bilioni di sensori a connettere
digitalmente l’uomo e l’ambiente naturale avvalendosi di una rete intelligente
distribuita capillarmente a livello mondiale”. La pianificazione della nuova umanità
passa anche attraverso neuro-tecnologie e modificazione genetica.
Tedesco,
ingegnere ed economista 84enne, 17 lauree honoris causa e una sequela di
medaglie d’onore nazionali (nominato pure cavaliere dalla Regina d’Inghilterra
Elisabetta II), per sostituire le democrazie nazionali con una leadership mondiale Klaus
Schwab promuove la Nuova Normalità, la Governance Globale della Biosicurezza:
“Molti di noi stanno pensando a quando le cose torneranno alla normalità –da
visionario scrive Schwab nei suoi libri – La risposta breve è: mai. Nulla tornerà mai al senso di
normalità “rotto” che prevaleva prima della crisi, perché la pandemia di
coronavirus segna un punto di svolta fondamentale nella nostra traiettoria
globale.
Alcuni analisti la definiscono una grande biforcazione, altri una profonda
crisi di proporzioni ‘bibliche’, ma l’essenza rimane la stessa: il mondo come lo conoscevamo nel i
primi mesi del 2020 non è più, dissolto nel contesto della pandemia”.
Se non
sappiamo nulla dei contenuti dell’incontro di Palazzo Chigi, sappiamo però
quanto Schwab spinga per un transumanesimo come nuova Era per traghettarci nel
post-umano, ingegneria sociale applicata all’umanità intera, tra smartdust,
Smart City e bio-nanotecnologie per il controllo globale, dove sofisticati
dispositivi tecnologici diventeranno un’estensione del corpo umano con
l’avvento dei cyborg:
“In 10 anni potremmo avere Chip impiantabili
nel cervello“, sul canale televisivo svizzero RTS Un dichiara in un’intervista
nel 2016.
E poi:
“In effetti, alcuni di noi sentono già che i nostri smartphone sono diventati
un’estensione di noi stessi. I dispositivi esterni di oggi, dai computer
indossabili ai visori per realtà virtuale, diventeranno quasi certamente
impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello. Le strabilianti
innovazioni scatenate dalla quarta rivoluzione industriale, dalla biotecnologia
all’Intelligenza Artificiale, stanno ridefinendo ciò che significa essere
umani”, scrive il teorico di Davos. “Il futuro metterà alla prova la nostra
concezione di ciò che significa essere umani, sia dal punto di vista biologico
che sociale”.
E infine: “Già oggi i progressi delle neuro-tecnologie
e delle biotecnologie ci costringono a chiederci cosa significhi essere umani”.
Nell’ultimo Global Health Summit, il G20 di Roma, tra i relatori c’è stato pure
Bill Gates. Dopo i cerimoniali di Governo per Soros e Schwab, attendiamo adesso
Elon Musk direttamente al Quirinale, tanto che su Twitter, in tema di transumanesimo
e voraci volatili sputa fuoco, s’è lasciato sfuggire pure un…. “Oh, comunque
sto costruendo un drago cyborg“. Appunto,
il
transumanesimo ai posti di comando.
(Maurizio Martucci).
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