I criminali di guerra

 I criminali di guerra

se la ridono al governo.

 

Lavrov: «Italia in prima fila contro la Russia.

Guerra nucleare? Non avrebbe vincitori.

Zelensky? Anche Hitler aveva origini ebree»

 

msn.com -il mattino- redazione web- (  2-5-2022 )- ci dice:

 

«Una guerra nucleare non avrebbe vincitori, e quindi non ha senso parlarne».

 Lo ha detto questa sera il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca di Rete 4.

Tuttavia, ha aggiunto, occorre «essere cauti, e non sottovalutare i rischi che esistono».

Quanto alle affermazioni del presidente Vladimir Putin, secondo cui se minacciata la Russia risponderebbe «con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora», Lavrov ha precisato che si tratta dei missili ipersonici.

«Abbiamo cominciato ad interessarcene - ha aggiunto - dopo che gli Usa hanno stracciato l'accordo sulle armi missilistiche. E sappiamo che i missili americani non sono diretti alla Corea del Nord o all'Iran, ma contro la Russia e la Cina. Noi eravamo pronti a un nuovo accordo, che avrebbe incluso anche i nuovi sistemi, ma sono state interrotte da parte americana».

Lavrov: «Italia in prima fila contro la Russia. Le nostre armi segrete? I missili ipersonici» -(Ansa).

Il ruolo dell'Italia.

Sul ruolo dell'Italia Lavrov sostiene che «alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche». «L'Italia - ha aggiunto Lavrov - è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all'idea che l'Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero».

Il pagamento del gas in rubli.

I Paesi europei importatori del gas russo, come l'Italia, devono pagarlo in rubli perché «hanno rubato» a Mosca le sue riserve valutarie in dollari e euro depositate presso le banche europee imponendo un congelamento nell'ambito delle sanzioni.

Ha detto il ministro degli Esteri russo. «Voi pagherete comunque nella valuta prevista dai contratti - ha aggiunto - ma le forniture verranno considerate pagate quando queste somme saranno state convertite in rubli, che non possono essere rubati. Per gli acquirenti non cambierà nulla, pagheranno stesse somme previste dai contratti».

 Lavrov: "Il rischio di una guerra nucleare é considerevole". (Ansa).

Zelensky

«Non vogliamo rovesciare Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili.

 Vogliamo fare in modo che dall'Ucraina non vengano più minacce per la Russia», ha detto Lavrov riferendosi al presidente ucraino. «Che il presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcuni significato. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche», ha risposto alla domanda se non ritenga paradossale accusare il presidente ucraino di essere a capo di un Paese che, secondo le affermazioni di Mosca, deve essere «denazificato».

 Lavrov ha ribadito le accuse a Kiev di servirsi di forze «neonaziste» come il battaglione Azov. «Gente - ha affermato - che ha tatuata sulla pelle la svastica, che legge e approva il Mein Kampf».

Negoziati.

Lavrov ha poi sostenuto che dopo l'incontro di Istanbul il 29 marzo tra delegazioni russa e ucraina, Kiev si era detta pronta ad «accettare la neutralità» e il fatto che un accordo «non dovesse riguardare il futuro della Crimea e del Donbass». Cosa che la Russia aveva «apprezzato». Poi «ha cambiato posizione e ora cerca di condurre le trattative in direzione diversa».

La data del 9 maggio.

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha infine negato implicitamente che Mosca preveda di dichiarare la fine della guerra in Ucraina in occasione dei festeggiamenti del 9 maggio per la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale. «I nostri militari - ha sottolineato - non pianificano le azioni in base a una data. I ritmi dipendono dalle necessità di minimizzare i rischi per la popolazione civile e per i militari russi».

 

 

 

 

Crimini di guerra, cosa significano e

cosa comportano le accuse contro Putin.

Repubblica.it- Enrico Franceschini -(5 aprile  2022)- ci dice :

 

 

(Il tribunale dell'AjaIl tribunale dell'Aja (reuters).

Domande e risposte: l'invasione dell'Ucraina, le violazioni sotto esame, il ruolo e i poteri della Corte penale internazionale e della Corte dell'Onu. E i precedenti storici.)

Dal presidente ucraino Volodymir Zelensky alla presidente Joe Biden ha ribadito che Vladimir Putin è “un criminale di guerra” e va processato.

della Commissione Europea Ursula von der Leyen fino al primo ministro britannico Boris Johnson, l’Occidente sembra unito e determinato a raccogliere le prove e presentarle davanti alla Corte Internazionale dell’Aia.

Ma cosa sono i crimini di guerra e sono stati commessi dalla Russia in Ucraina? Vediamo in che modo Putin potrebbe essere processato per reati del genere.

Cosa sono i crimini di guerra?

Sono violazioni delle protezioni stabilite dalle leggi internazionali, come la Convenzione di Ginevra approvata nel 1949, a tutela dei civili, dei feriti, dei prigionieri nel corso di un conflitto, e più in generale tutti gli atti contrari ai diritti umanitari.

Quali sono stati i più importanti processi per crimini di guerra?

Il processo di Norimberga contro i leader nazisti responsabili del genocidio ebraico nei campi di sterminio, il processo ai criminali di guerra giapponesi responsabili di molteplici orrori durante la Seconda guerra mondiale, il processo per i crimini commessi dai leader serbi nella guerra nella ex-Jugoslavia, il processo i massacri e la pulizia etnica nella guerra civile in Ruanda.

Quali organi giudiziari si occupano dei crimini di guerra?

In passato sono stati istituiti appositi tribunali, come quello appunto per il processo di Norimberga o quello per l’ex-Jugoslavia. Oggi si occupano di questi crimini il Tribunale Internazionale dell’Onu e la Corte Penale Internazionale, entrambi con sede all’Aia, in Olanda.

Questi due organi hanno preso posizione riguardo alla guerra in Ucraina?

Il Tribunale dell’Onu ha ordinato alla Russia di interrompere la guerra, giudicandola un atto illegale.

 La Corte Penale Internazionale ha aperto un’inchiesta su Vladimir Putin e sui massimi responsabili civili e militari russi per appurare se hanno commesso crimini di guerra nell’invasione dell’Ucraina.

Alcuni esperti di diritto internazionale chiedono che venga formato un tribunale speciale sulla guerra in Ucraina come è stato fatto per quella nella ex-Jugoslavia.

(Guerra Ucraina - Russia: diretta no stop.

Lo scenario - L’offensiva rallenta ma Mosca prepara la “Guerra totale”.

Il caso - Il mistero dei 6 oligarchi russi morti in tre mesi: "Epidemia di suicidi".

L'analisi - Perché abbattere il ponte di Putin in Crimea è cruciale per Zelensky

La lezione della storia - Il caso Sarajevo nell’Europa dei “sonnambuli”

Tutto sul conflitto | Sentieri di guerra | Newsletter | La Giornata | Timeline).

 

Di cosa è accusata la Russia in Ucraina?

Di avere bombardato ripetutamente edifici che ospitavano civili, come nel caso dell’ospedale e del teatro di Mariupol. Di avere ucciso civili intenzionalmente nella sua avanzata verso Kiev. Di avere usato ordigni vietati dalle leggi internazionali, come bombe termobariche e a grappolo. Fra gli esperti di diritto circola anche la tesi che l’invasione stessa possa rientrare nella categoria dei crimini di guerra sotto il concetto di “guerra di aggressione”.

Putin potrebbe essere personalmente incriminato?

Per singoli atti di violenza è più facile incriminare ufficiali e soldati che leader politici. Ma un leader politico può essere accusato per una “guerra di aggressione”, ovvero una invasione ingiustificata o un conflitto che non sia di auto-difesa, oltre che per crimini umanitari commessi dietro suo ordine.

Ci sono precedenti in materia?

Sì. I leader serbi Slobodan Milosevic e Radovan Karadzic sono stati incriminati per questo tipo di reati: entrambi catturati e arrestati a conclusione della guerra nella ex-Jugoslavia, il primo è morto di infarto in carcere all’Aia in attesa del processo, il secondo è stato condannato all’ergastolo dal tribunale speciale internazionale.

Se l’indagine della Corte Penale Internazionale incriminasse Putin, cosa accadrebbe?

La Russia non ha mai ratificato il trattato di costituzione della Corte Penale Internazionale, quindi lo ignorerebbe.

 In teoria, la Corte potrebbe emettere un mandato di arresto nei confronti del presidente russo, ma non ha una sua forza di polizia e deve avvalersi delle forze dei paesi firmatari. La Russia non acconsentirebbe certo all’estradizione di suoi ufficiali, tantomeno del capo del Cremlino: in anni recenti ha rifiutato di estradare in Inghilterra gli agenti dei suoi servizi segreti incriminati a Londra per l’avvelenamento di due ex-spie russe.

E se Putin si trovasse all’estero potrebbe essere arrestato sulla base del mandato di cattura della Corte Internazionale?

In teoria sì. Ma è prevedibile che Putin starà attento ad andare soltanto in paesi che non rappresentano per lui una simile minaccia o che gli garantiscono che non lo arresterebbero.

Ci sono criminali di guerra che sono sfuggiti alla giustizia e crimini di guerra che non sono stati processati?

Sì e alcuni hanno a che fare con l’Unione Sovietica, lo stato precursore della Russia odierna. Uno studio pubblicato dal governo tedesco nel 1974 ha stimato in 600 mila il numero di vittime durante l’espulsione dei civili tedeschi dopo la Seconda guerra mondiale, in gran parte morte per atti di violenza delle truppe sovietiche, o in campi di concentramento per la fame e le malattie. La Germania ha inoltre accusato le truppe russe di avere commesso da 200 mila a 2 milioni di stupri durante l’avanzata verso Berlino.

 Secondo lo storico britannico Richard Overy, i russi rifiutarono di riconoscere tali atti come crimini di guerra “perché sentivano che erano una giustificata vendetta contro il nemico e perché la storia la scrivono i vincitori”. Più recentemente la Russia di Putin è stata accusata di crimini di guerra per i bombardamenti a tappeto in Cecenia e in Siria.

 

 

 

Twitter, gas, economia: oramai è chiaro

che non lo fanno per denaro. Lo fanno per la vostra distruzione.                                                                                                                             Renovatio21.com- Redazione- Roberto Dal Bosco- (18 Aprile 2022)- ci dice :

Bisogna essere grati a Elon Musk e Vladimir Putin, perché in pochi giorni hanno mostrato il bluff del XXI secolo.

Ambedue, a loro modo, hanno fatto vedere a tutti qualcosa di pazzesco: a chi detiene il potere, il danaro non importa.

Ma come? Siamo cresciuti con i dogmi del materialismo.

 I liberali dicevano che tutto si fa per profitto, ci sta poi una mano visibile che governa la storia a seconda di come procedono i mercati, che sono mossi dalla voglia di far soldi. Ci siamo dovuti sciroppare per decenni anche i marxisti, che dicevano che l’economia è il motore della storia. Tutto avviene per soldi, punto.

Apprendiamo ora che non è così. Forse era così fino al XX secolo, il XXI, come stiamo vedendo, è diverso. Abbiamo tuttavia la percezione che così non è stato mai…

Andiamo con ordine.

Elon Musk, il patron di Tesla e SpaceX, tecnicamente l’uomo più ricco della Terra, sta cercando di comprare Twitter.

Prima ha messo sul piatto 3 miliardi di dollari e si è preso circa il 10% delle azioni.

Lo ha fatto, ha cominciato a dire, per la questione per la libertà di espressione, che vede lesa sulla sua piattaforma preferita, per la quale si è spesso messo nei guai – è stato portato in tribunale dal tizio che ha salvato i bambini tailandesi che stavano annegando nella grotta per avergli dato del pedofilo; l’ente di controllo della borsa USA, la SEC, lo ha mazzerato varie volte per i suoi tweet, lo ha multato, ha imposto che avesse perfino una supervisione.

Nelle ultime settimane aveva detto di essere un «free speech absolutist», un assolutista della libertà di espressione, che come sappiamo in USA è protetta, in maniera sacra e mistica, dal Primo Emendamento della Costituzione: a inizio del conflitto aveva twittato che un governo (non specifica quale, dice solo che non è stata Kiev) gli aveva chiesto di bloccare tutti i canali russi dai suoi satelliti, e lui si è rifiutato.

Ora è andato oltre. Dopo essere divenuto (momentaneamente, vedi sotto) il più grande detentore di azioni di Twitter, ha rifiutato di entrare nel board, rilanciando in modo ancora più pazzesco: mette sul piatto più di 40 miliardi di dollari – per capirci: il PIL della Moldavia è 12 miliardi – per comprare ogni singola azione di Twitter in circolazione, e quindi togliere la piattaforma dalla Borsa, far cessare la censura (oggi chiamata orwellianamente «moderazione dei contenuti») e il blocco degli utenti: ricorderete, Twitter riuscì a de-piattaformare un presidente USA quando ancora era in carica, e il suo nome è Donald Trump.

La risposta del board di Twitter – i cui membri, si è scoperto, non raggiungono neanche lontanamente l’1% delle azioni, è stata quella di barricarsi e inventarsi una «poison pill»: in pratica, diluire il prezzo delle azioni artificialmente per impedire la scalata.

In pratica, una scelta anti-economica: i membri del consiglio di amministrazione dovrebbero (per legge!) fare gli interessi degli azionisti, e l’offerta di Musk è più che buona per una società che di fatto ha sempre avuto un problema di stagnazione nella creazione di valore.

Niente da fare: si sono asserragliati, forti degli incredibili segnali dell’intellighentsja della sinistra americana, totalmente nel panico:

CNN e CNBC mandano in onda interventi che danno a Musk del razzista, ricordando le sue origini sudafricane. Il columnist Max Boot rievoca gli ultimi giorni dei caffè di Weimar prima dell’avvento del III Reich.

Sul Washington Post, la capa di “Reddit”, Ellen Pao (nota per lo più per scandali e denunce a sfondo sessuale dove lavorava in Silicon Valley) arriva a scrivere che bisogna impedire ai miliardari di controllare i mezzi di informazione, e lo fa, appunto, sul Washington Post, che è di Jeff Bezos, l’uomo di Amazon, il secondo più ricco del mondo dopo Musk e suo antagonista diretto nella corsa privata verso lo spazio.

Ancora più interessante, tuttavia, è stata la reazione, subitanea e poco strombazzata, che si è avuta ai massimi livelli della finanza di Wall Street.

Vanguard Group, con BlackRock una delle più grandi società d’investimento del pianeta, ha in grande rapidità e silenzio acquistato 82,4 milioni di azioni di Twitter divenndo azionista per il 10,3% della società – in pratica, superando Musk di una manciata di azioni.

Vanguard gestisce circa 8 trilioni di dollari in asset, con partecipazioni massicce in una quantità record di società S&P 500, cioè le prime aziende americane per valore di borsa.

Di Vanguard si è parlato nel biennio pandemico per i suoi interessi variopinti:

Vanguard possiede l’8,12% di Pfizer, il 3,5% di AstraZeneca, il 7,71% di Facebook – delle aziende che quindi durante la pandemia, ha scritto il Sole 24 ore, hanno avuto qualcosa in comune, citando quindi cospicue partecipazioni azionarie nella maggior parte delle multinazionali che producono armi, tra le quali possiamo citare Lockheed Martin Corporation, Raytheon RTN, Bae Systems, Northrop Grumman Corporation & Orbital ATK e General Dinamics». Il giornale di Confindustria scrive anche che, nel contesto italiano, «Vanguard ha un’esposizione a Piazza Affari per più di 9 miliardi».

Musk quindi non deve mettere le mani su Twitter, neanche se lo fa secondo le regole, neanche se strapaga per farlo. È il sistema stesso in tutti i suoi ingranaggi, dai giornali ierofanti ai decisori occulti che spostano trilionate, ad averlo stabilito.

Quindi: esiste qualcosa che vale più del danaro. E cosa sarà mai?

È il controllo.

 Il controllo del pensiero, il controllo del discorso.

 Chi ha in mano Twitter, ha in mano una certa porzione dell’opinione pubblica – almeno, quella che ancora passa per i giornalisti, che – come diceva giustamente il conduttore-comico (non sempre divertentissimo) di Fox ,Greg Gutfeld – sono dipendenti da Twitter come da una droga.

 È il social delle dichiarazioni, delle informazioni dirompenti, del flusso continuo di parole e video di rilevanza immediata.

(Era, di fatto, il social di Donald Trump, che lo usò per disintermediare il sistema dei media che doveva sabotare la sua campagna 2016. Il valore di Twitter salì con Trump, crollò quando lo buttarono fuori: se mai servisse una riprova sul fatto che ai padroni del vapore non interessano i soldi).

Ecco quindi che, pur di mantenere le redini della narrazione, azionisti e membri del board accettano di perdere danaro. Tanto danaro.                                  La grandezza di Elon Musk è stata anche l’aver messo un cartellino con il prezzo alla censura del libero pensiero: gli offri 40 miliardi, e rifiutano.

È così: l’obbedienza della popolazione, l’adesione delle genti alle storie che ci raccontano, vale molto, molto di più. L’intero si sistema (dai vaccini alla stabilità finanziaria) si regge sulla narrazione unica. Farla crollare significherebbe perdere tutto. Perdere trilioni, certo. Perdere il potere, per sempre. Perdere il controllo, soprattutto.

Non lo fanno per i soldi, quindi, no.

E lo stesso possiamo dire per il gas naturale, il diesel, l’economia, e perfino il cibo.

Per la loro carenza, che a breve si farà sentire in modo preoccupante, viene oggi accusato Putin.

Questo nonostante i problemi del gas, come segnalato da questo sito, fossero anche prima dell’inizio dell’Operazione Z, con geremiadi del ministro della transizione ecologica e exploit di russofobia anche quando Mosca, è riportato, quest’anno ci ha venduto più gas del solito – e al prezzo concordato.

La filiera globale era già in crisi totale causa follia dei lockdown mondiali durati due anni. Un amico industriale mi dice che lui sta pagando anche il blocco temporaneo che si ebbe a Suez.

L’inflazione già correva in USA, con prezzi della benzina al gallone che raggiungevano cifre distopiche, ben prima che i tank russi entrassero in Ucraina.

Tuttavia è la reazione successiva ad essere interessante: i governanti d’Occidente, da Draghi a Johnson a Scholz a Biden o chi per lui, pur sapendo da mesi dello tsunami inflattivo in arrivo, pur sapendo della crisi dell’approvvigionamento di combustibile, grano, fertilizzante, hanno deciso, con una mossa talmente immediata da far pensare che fosse studiata da tempo, di porre sulla Russia sanzioni totalizzanti, autoescludendosi di fatto da ogni materia prima russa, di cui c’era già carenza, e da cui si era dipendenti.

Pensateci: è semplicemente folle. Hai male ad un piede perché hai pestato un chiodo: prendi il fucile e ti spari sul piede, pensando pure di fare bella figura.

Cioè, esattamente come i tizi nel board di Twitter, i nostri politici, i nostri grand- commis, non stanno pensando nemmeno lontanamente agli interessi dei loro azionisti, cioè il popolo italiano, le aziende del territorio, etc.

Le aziende hanno bisogno di gas, di argilla, di grano, hanno bisogno non solo di comprare la marea di materie russe, ma anche (questo non dovremmo dimenticarlo mai)  di esportare in Russia i nostri sempre apprezzati prodotti.

E il popolo ha bisogno di essere nutrito: a quanto sappiamo, stiamo per rischiare invece una crisi alimentare, seguita da un’ulteriore crisi migratoria di africani che fuggiranno dalle loro carestie per immettersi nelle nostre.

Lo vedete da voi: tutto questo non ha niente di economico. Nulla davvero: non c’è una decisione che sia una qui che abbia a che fare con lo sviluppo, con la protezione dell’economia, con il danaro.

Possono farci vedere mille volte in TV Draghi, Di Maio e l’amministratore ENI Descalzi che vanno con il cappello in mano in Algeria, in Azerbaigian, in Qatar, in Congo (!) per vedere se riescono a sostituire la quota di gas russo: sappiamo tutti che è impossibile, forse nemmeno solo nel breve periodo, è impossibile e basta. Impossibile e, soprattutto, antieconomico.

E allora, perché lo fanno? Perché operare scelte che vanno contro la popolazione?

Come possono prendere decisione che porteranno alla fame e alla morte?

La risposta è semplicissima, e chi legge Renovatio 21 già la conosce: perché è esattamente quello il programma.

Il programma è la decrescita. La decrescita dell’economia giocoforza è decrescita della popolazione.

La decrescita economica è sotto gli occhi di tutti noi. Questo sito cerca di elencarne i sintomi più visibili.

Le aziende stanno chiudendo, la filiera è distrutta. Quando chiude una fabbrica, il danno non è solo ai suoi proprietari, ai suoi operai, al suo territorio: è a tutto un sistema esteso.

Amici agricoltori mi dicono di aver problemi a trovare le bottiglie per il vino o l’olio – i vetrai stanno chiudendo, perché il gas è troppo costoso.

I supermercati in vari Paesi d’Europa sono partiti con aumenti immani e razionamenti.

La fine del diesel, altra sostanza che prendevamo dalla Russia, non bloccherà solo i possessori di Volskswagen Golf, ma tutto il trasporto su gomma: i camion vanno a diesel, e senza camion in circolo non puoi spostare le merci o anche banalmente portare agli scaffali i prodotti alimentari (potete leggere, sull’argomento, l’articolo di William Engdahl appena pubblicato da Renovatio 21).

Le bollette sono alle stelle: non sono poche le persone che ci dicono che a causa dell’incapacità di far fronte a bollette irreali vogliono cambiare casa, andare a vivere, magari lasciando una casa che è della famiglia da generazioni  in uno spazio più piccolo – appunto, praticare sulla propria vita una decrescita immobiliare per motivi inediti (il costo di luce e gas…)

La decrescita della popolazione è pura conseguenza. Alla devastazione economica si aggiunge il terrorismo, la diffusione nell’aria di una imbattibile disperazione di fondo, che agisce come anticoncezionale cognitivo.

Ricordate i dati della natalità durante il COVID? 22% di bambini in meno dopo nemmeno 9 mesi dal primo lockdown.

In un mondo povero, che si prepara ad essere pervaso da masse di disoccupati e da una violenza conseguente (nella quale, statene certi, potranno dare una mano le milionate di africani importati per la bisogna, di loro abituati in partenza agli Stati al collasso), chi davvero vorrà fare figli?

È un mondo già terrorizzato dal babau del cambiamento climatico, che secondo alcune statistiche è uno dei motivi per cui le donne americane più scolarizzate (e quindi, magari, sfaccendate o intossicate dalla propaganda eco-fascista) non vogliono più mettere al mondo dei bambini.

Della decrescita della popolazione i padroni del vapore parlano da anni apertis verbis.

Bill Gates, Warren Buffett, i Rockefeller, Klaus Schwab mettiamoci dentro anche George Soros, che va alle loro cene: non hanno fatto mistero di perseguire un’agenda di spopolamento del pianeta.

Di più: non solo ne parlano, ma ci investono anche i loro miliardi.

Ecco quindi, che abbiamo capito: i miliardi, a chi comanda, non interessano più. Ne hanno già tanti, forse perfino troppi.

La cosa che interessa loro, invece, è la vostra distruzione. È il collasso della Civiltà, e la consequenziale riduzione della popolazione terrestre.

È la guerra contro l’uomo, contro l’Imago Dei.

Costi quello che costi: carestie, aborti e sterilizzazioni di massa, guerre etc.

Vogliono resettare il mondo, sì. E renderlo simile alla casa del loro padrone: l’Inferno.

(Roberto Dal Bosco).

 

 

 

 

Armi nucleari, Zelens’kyj chiede il

«controllo globale» sulle scorte della Russia.

Renovatio21.com -Redazione- ( 30 Aprile 2022)- ci dice :

In un discorso di questa settimana, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky  ha esortato le potenze internazionali ad implementare un «controllo globale» sulle migliaia di armi nucleari russe.

«Ogni anno, il 26 aprile, il mondo ricorda il disastro di Chernobyl, il peggior disastro nucleare della storia umana», ha esordito Zelensky nell’ambito di un evento commemorativo di Chernobyl.

 «Ma quest’anno non basta solo ricordare Chernobyl… perché quest’anno la Russia ha creato nuove minacce che potrebbero superare anche il peggior incidente».

Il presidente ucraino ha poi raccontato che l’esercito russo avrebbe sparato su centrali nucleari sensibili durante l’invasione dell’Ucraina.

«Oggi hanno lanciato tre missili contro l’Ucraina in modo che volassero direttamente sopra i blocchi delle nostre centrali nucleari – su tre centrali nucleari contemporaneamente, su Zaporizhzhia, Khmelnytskyi e su centrali nucleari dell’Ucraina meridionale… Cosa c’è? Stanno minacciando? Non ci sono parole» ha detto Zelens’kyj, che ha quindi chiesto un «controllo globale» sull’arsenale nucleare russo, senza specificare come sarebbe possibile un simile accordo.

«Abbiamo discusso di tutti i pericoli creati dalla Russia e dei modi per influenzare eventualmente la situazione per proteggere l’Europa e il mondo da azioni completamente irresponsabili della Federazione Russa», ha affermato il presidente. Ha quindi chiesto un’acquisizione globale delle capacità nucleari della Russia.

«Credo che dopo tutto ciò che l’esercito russo ha fatto nella zona di Chernobyl e nella centrale di Zaporizhzhia, nessuno al mondo può sentirsi al sicuro sapendo quante strutture nucleari, armi nucleari e tecnologie correlate ha lo stato russo», ha detto l’ex comico ora tecnicamente al vertice del potere ucraino.

“Se la Russia ha dimenticato cosa sia Chernobyl, significa che è necessario il controllo globale sugli impianti nucleari russi e sulla tecnologia nucleare» ha affermato Zelens’kyj.

Si tratta dell’ennesimo esempio, spudorato quanto spietato, di chiamare il mondo alla Terza Guerra Mondiale contro Mosca: di fatto, si tratterebbe dell’unico scenario in cui l’establishment ucraino potrebbe uscire intatto, tra le macerie radioattive di tutta la terra.

Chiedere il disarmo nucleare della Russia significa provocarla ancor di più con una minaccia esistenziale. È quando provi a disarmare qualcuno in una situazione di conflitto che, di solito, può partire un colpo… Perché senza armi, sei alla mercé del nemico.

L’impudenza e l’apocalittica pericolosità di un pensiero simile, non sono avvertite in alcun modo dagli sponsores occidentali dell’ex doppiatore dell’orsetto Paddington.

 I quali, anzi, continuano a soffiare sul fuoco, quasi che il conflitto atomico in cui può essere trascinata l’Europa – come preconizzato dallo stesso Putin lo scorso gennaio, nella spirale del silenzio dei giornali occidentali già iniziata – sia la realizzazione di un preciso desiderio strategico.

Come riportato da Renovatio 21, la Russia ha recentemente reiterato l’accusa per cui l’Ucraina al momento dell’operazione militare stava sviluppando armamenti nucleari.

La questione nucleare è stata agitata dallo Zelens’kyj poco prima dell’inizio del conflitto.

«Il 19 febbraio a Monaco di Baviera, il presidente ucraino Zelenskyy ha minacciato di schierare armi nucleari sul territorio ucraino. Ha espresso questo come la sua revoca unilaterale del Memorandum di Budapest del 1994» ha scritto William F. Engdahl in un articolo tradotto e pubblicato da Renovatio 21.

(Zelenskyy non dice che le armi atomiche gliele può fornire -a modico prezzo -

Il suo mentore di Davos, Klaus Schwab, noto produttore (segreto)di armi atomiche in  Sud Africa ! Ndr.).

 

 

 

 

BIOLOGIA SINTETICA.

Mirror humans, inversione

materiale del libro della vita.

Renovatio21- Roberto Dal Bosco - (30 Aprile 2022)- ci dice :

 

Su questo sito vi abbiamo parlato spesso di George Church. È uno scienziato, ma gli effetti di ciò che sta facendo avranno impatto ben oltre l’accademia.Di fatto, il suo pensiero e la sua opera lo fanno uno degli uomini chiave del XXI secolo. Professore di genetica all’Harvard Medical School e al politecnico bostoniano MIT, ha amicizie altolocatissime nelle massime industri informatiche.

È un bel personaggio: dislessico, vegano, narcolettico, su Renovatio 21 ne abbiamo parlato perché vuole lanciare un Tinder basato sulla genetica: o meglio, una app di appuntamenti eugenetici, dove la compatibilità cromosomica genera figli migliori.

 Ad inizio pandemia lo abbiamo anche incontrato tra il giro dei biologi che si stavano preparando un vaccino COVID fai-da-te.

Ciò che rende il Church unico è il fatto che si tratta del più radicale tra coloro che premono per modificare la creazione tramite la biotecnologia.

È considerato uno pionieri del CRISPR, cioè della tecnica di bioingegneria introdotta nel 2014 permette modifiche genetiche di alta precisione.

Come ripetuto da Renovatio 21, il CRISPR, che gode ora dei miliardi di Bill Gates, si candida ad essere la porta attraverso la quale tutta la vita animale e vegetale passerà per esistere.

 

 Church anni fa scrisse un libro-manifesto, Regenesis (2014).

Senza tanti pudori, il professore ammette di essere alla cerca una ri-creazione della realtà vivente per tramite della bioingegneria.

 L’operazione più dimostrativa delle sue idee consiste della famosa de-estinzione del Mammuth, di cui abbiamo parlato su Renovatio 21.

Il Church vuole clonare il pachiderma siberiano e impiantarlo nell’utero in affitto di una elefantessa, per poi ripopolare la tundra (dove ha preso contatti) e, secondo i calcoli, contribuire alla lotta al cambiamento climatico: «Un mammut clonato ci salverà dal surriscaldamento globale» ha titolato, eccezionale, Vanity Fair.

Il libro ha un’importanza storica per Church.

Le sue 53.000 parole e 11 immagini sono state tradotte nell’alfabeto del DNA, cioè nella successione di A, T, G e C. Si tratta della prima traduzione di un volume interno in lingua deossiribonucleica.

Tuttavia, in Regenesis, Church propone qualcosa che va perfino al di là dell’ingegneria genetica, della clonazione e della resurrezione dei mammutti.

Lo scienziato prende a parlare, seriamente, della possibilità di inventare una nuova specie nuova di esseri umani che siano totalmente immuni dalle malattie. Nel libro Questi esseri artificiali sono chiamati mirror humans: umani-specchio.

 I mirror humans sono materialmente differenziati rispetto agli umani così come li conosciamo. Non si tratta nemmeno di una differenza a livello genico, ma, ancora più a fondo, di una alterità nella stessa struttura della materia organica.

Il concetto di partenza:

le più piccole molecole che costituiscono la vita (quelle che poi assemblate formano il DNA, l’RNA e le proteine) presentano una caratteristica, la chiralità. La parola deriva dal greco keiros, la mano. Ogni molecola chirale può avere quindi una sua versione speculare.

L’idea vi diviene chiare se congiungete le mani: sono simmetriche, ma non sono identiche, sono una il rovescio dell’altra.

Dispongono delle stesse parti (il palmo, le falangi, falangine, falangette) ma sono capovolte l’una rispetto all’altra, come in uno specchio.

Possiamo pensare ad una molecola chirale come la versione per mancini dell’altra. L’esempio non è peregrino:

la Vita, per motivi non ancora spiegati, sembra favorire una certa mano, per esempio la grande maggioranza degli amminoacidi sono nella forma, diciamo, della mano sinistra. Perfino gli amminoacidi rinvenuti nello spazio sembrano seguire questa preferenza bio-cosmica.

È da qui che parte Church: perché non costruire un organismo partendo da molecole chirali?

Perché non creare un «organismo-specchio»? Perché non concepire una vita-specchio, basata sulla biochimica chirale?

I mirror-organism pensati da Church non sono di facile gestione: avrebbero bisogno di cibo-specchio, pena la mancata indigestione. Parimenti, un organismo-specchio non potrebbe essere assimilato da un predatore qualora ne divenisse il pasto.

Tuttavia c’è un vantaggio infinitamente più grande che si otterrebbe con i mirror-organisms: l’immunità da ogni malattia.

Virus, batteri, tossine, ogni agente vettori di malanno non potrebbe fare nulla all’organismo chiralizzato, perché, semplicemente, chimicamente non più compatibile.

Si tratterebbe di una cosa non di poco conto, in un mondo ossessionato dalla malattia e divenuto totalmente divenuto risk-averse, come dimostrato dal totalitarismo vaccinale innestatosi in questi anni.

Sarebbe, di certo, la garanzia di salute definitiva… a costo dell’inversione materiale della natura umana.

È inutile nascondersi che per una fetta di popolazione sempre maggiore – quella triplo-vaccinata, quella dell’imperativo del condom, quella che, imbevuta definitivamente dalla Necro-cultura, ha abdicato all’idea stessa di una natura umana da difendere – perché questa prospettiva può esercitare un richiamo di non poco conto.

Quindi, possiamo procedere. Nello scenario. La domanda da porsi subito è: i mirror-humans si potrebbero riprodurre?

Hanno tentato di rispondere Kelly e Zach Weinersmith nel libro Soonish: Ten Emerging Technologies That Will Improve and/or Ruin EverythingPrestìno: dieci tecnologie emergenti che miglioreranno o rovineranno tutto»), in uno dei rarissimi testi che accenna alla prospettiva degli “umani-specchio”.

In un capitolo, i due autori scrivono che «le coppie composte da persone di diverso tipo speculare potrebbero essere in sintonia, ma non produrrebbero alcun frutto vivente, perché non si possono mescolare persone mancine e destrorse quando si tratta di materiale genetico».

In pratica, l’uomo «naturale» sarebbe quindi parzialmente sterilizzato.

 L’uomo non «migliorato» dalla biochimica chirale, sarebbe reso incapace di procedere liberamente nella società del futuro.

Se pensiamo che oggi coloro che spingono per la “sierizzazione genica mRNA” sono gli stessi che finanziano il controllo delle nascite, ci sintonizziamo meglio sul significato sottostante.

Si tratta del resto della costruzione di una nuova società umana, un Mondo Nuovo ancora più distopico di quanto immaginato da Huxley, con caste basate sulla biochimica fondamentale.

«Sebbene i mirror-humans sembrerebbero più o meno degli umani ai nostri occhi, sarebbero membri di una specie separata: essendo popolazioni geneticamente isolate, col tempo andremmo lentamente dall’essere simili ma incompatibili con le diverse caratteristiche fisiche e psicologiche».

Ecco, la razza superiore, un concetto forse tornato di moda con i peana al battaglione Azov.

 La nuova élite planetaria sarà chirale o non sarà.

Ruotiamo la svastica dal lato opposto: si può.

 «Sapendo che noi originali siamo il loro specchio crivellato dalla malattia, probabilmente non ci vorrà molto prima che i mirror-humans ci guardino come fossimo un’orda di zombie» scrivono i due autori.

Già, zombie. Cioè, letteralmente, esseri non-viventi, creature antropomorfe prive di ogni dignità, quindi sacrificabili indefinitamente.

 Ce lo hanno insegnato tante serie TV e tanti videogiochi birichini: gli zombie potete mitragliarli, investirli col camion, squartarli con la motosega, bruciarli col lanciafiamme, etc.

L’importante è l’eliminarli in massa, che è una cosa buona è giusta: di più, è un imperativo sanitario.

Se siete non-vaccinati e in cuor vostro pensate che i vaccinati siano degli zombie, in realtà non avete capito che tutto il mondo è stato addestrato in questi anni a vedere voi come dei morti viventi da estirpare senza pietà, magari pure con un certo gusto sadico finalmente slatentizzato legalmente.

Ora, noi naturali siamo gli zombie dei vaccinati. I vaccinati saranno gli zombie dei bioingegnerizzati – che già in parte potranno essere scevri da malattie, come le super-gemelle cinesi immuni all’HIV. Tuttavia, apprendiamo  come i bioingegnerizzati saranno gli zombie dei mirror-humans.

Con gli uomini-specchio, si compirà forse l’azione che più plasticamente rappresenta il lavoro di Satana: l’inversione.

Pensateci: se la vita è un libro, i mirror-humans sono fatti con un alfabeto opposto a quello degli esseri umani come creati da Dio. La Vita, nella sua materia più intima, invertita. Sì, come un Padre nostro al contrario…

C’è un antico libro che, ad un certo punto, si metteva a scrivere del  «libro della vita».

«La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall’Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà» (Ap 17, 8)

«E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco» (Ap 20,15).

Le parole dell’Apocalisse di San Giovanni ci donano immensa speranza.

(Roberto Dal Bosco).

 

 

 

Come combattere il transumanesimo

e proteggere la tua privacy.

 

Renovatio21.com- Joseph Mercola -(27 Aprile 2022)-ci dice :

 

I transumanisti non devono mettere un microchip nel braccio per ottenere il controllo, alterano già la realtà e fanno il lavaggio del cervello alla popolazione attraverso la raccolta di dati e la manipolazione delle informazioni.

Puoi contribuire a proteggere la tua privacy e combattere il movimento del transumanesimo evitando tutti i prodotti Google.

La nozione di transumanesimo è attivamente ricercata ed esplorata, mentre a un certo livello è già qui.

Molte persone considerano il transumanesimo come la trasformazione degli esseri umani in robot, ma in realtà descrive un movimento sociale e filosofico che coinvolge lo sviluppo di tecnologie di miglioramento umano.

Nell’episodio 26 di Children’s Health Defense Tea Time, ho parlato con Polly Tommey, direttrice della programmazione per CHD-TV, e colleghi dell’agenda transumanista e di come il suo obiettivo finale sia “controllare la popolazione umana”.

Il processo è stato accelerato dalla pandemia di COVID e negli ultimi due anni la cabala globale è riuscita a influenzare il comportamento, principalmente attraverso la paura e la creazione di narrazioni.

La maggior parte delle persone non apprezza il fatto di essere sorvegliata 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e la maggior parte della sorveglianza che stai consentendo nella tua vita e causa tua, poiché rinunci alla tua privacy e acconsenti alla sorveglianza in cambio di comodità.

Google è il principale colpevole, e ha un controllo e un’influenza maggiori poiché, a livello mondiale, il 93% delle ricerche effettuate online utilizza Google. È il più grande monopolio nella storia del mondo.

Stanno acquisendo i tuoi dati e influenzando la tua mente.

In futuro, è possibile che il transumanesimo utilizzi tecnologie che sono fisicamente incorporate nel corpo umano o nel cervello per offrire cognizione sovrumana o forme di controllo mentale.

Tuttavia, in questo momento il transumanesimo sta già avvenendo, non da un dispositivo impiantabile, ma attraverso la psicosi di formazione di massa e la manipolazione dell’informazione.

Un esempio chiave è il termine «psicosi da formazione di massa», che il dottor Robert Malone, inventore della tecnologia della piattaforma di base del vaccino mRNA e DNA, ha menzionato in un episodio di The Joe Rogan Experience il 31 dicembre 2021. L’episodio è stato visto da più di 50 milioni di persone.

Il 2 gennaio, la psicosi di formazione di massa ha raggiunto un valore di 100 su Google Trends, il che significa che aveva raggiunto il picco di popolarità, dopo essere stata praticamente sconosciuta in precedenza.

I tecnocrati sono subito intervenuti, manipolando i risultati di ricerca e popolando Google di propaganda per screditare Malone e la teoria della psicosi della formazione di massa, anche se Mattias Desmet, professore di psicologia clinica all’Università di Gand in Belgio, che ha 126 pubblicazioni a suo nome, studia il fenomeno da molti anni, e afferma che il fenomeno in realtà risale a oltre 100 anni fa.

Quelli sotto l’incantesimo della psicosi di formazione di massa si concentrano ossessivamente su un fallimento del mondo normale o su un evento o persona particolare – in questo caso, COVID – che diventa il fulcro dell’attenzione e può controllare efficacemente le masse.

Il fenomeno porta al pensiero totalitario e, alla fine, agli stati totalitari, ed è chiaro che Google non voleva che tu lo sapessi.

Google si infiltra nella tua casa.

A causa del suo monopolio, Google controlla ciò che vedi manipolando i risultati di ricerca e censurando i siti web o etichettandoli come «disinformazione».

Se vuoi scoprire come mantenerti veramente in salute, ad esempio, le informazioni esistono su Internet – ci sono – ma non sarai in grado di trovarle facilmente se non sai dove cercare a causa del modo in cui Google controlla le informazioni.

Manipolando le informazioni, possono modellare e alterare la realtà su qualsiasi argomento, dal COVID all’Ucraina, per adattarsi alla loro agenda.

Non è solo il motore di ricerca di Google a monitorare ciò che fai, ma anche il tuo browser.

Il browser Google Chrome tiene traccia di tutto ciò che fai online, mentre Gmail cattura ogni carattere digitato e lo salva sui suoi server a tempo indeterminato.

Se utilizzi altoparlanti intelligenti in casa, come gli altoparlanti intelligenti Alexa e Google Home o l’app per smartphone Google Assistant, è possibile che delle persone ascoltino le tue richieste e che ascoltino anche quando non ti aspetteresti. Anche i termostati intelligenti possono avere dei microfoni.

Hai mai avuto una conversazione telefonica con qualcuno e poi nell’ora o nel giorno successivo hai iniziato a ricevere annunci relativi a qualcosa di cui hai parlato?

Questo è un potente esempio della quantità di dati che stanno raccogliendo su di te e di come lo stanno usando per controllare e manipolare il tuo comportamento. Non hanno bisogno di un dispositivo transumanista futuristico per entrare e manipolare il tuo cervello: lo stanno già facendo senza di esso.

«Hackerare gli organismi» per riprogettare la vita stessa.

L’inizio del video di CHD presenta il transumanista Yuval Noah Harari, professore all’Università Ebraica di Gerusalemme e uno dei massimi consiglieri di Klaus Schwab, proprietario e presidente del World Economic Forum (WEF).

È importante essere consapevoli del fatto che Schwab, WEF e Harari parlano apertamente del transumanesimo come parte del Great Reset, e Harari ammette che i dati potrebbero consentire alle élite umane di fare di più che «costruire semplicemente dittature digitali».

 

«Hackerando gli organismi – ha detto Harari –le élite possono ottenere il potere di riprogettare il futuro della vita stessa perché una volta che puoi hackerare qualcosa, di solito puoi anche progettarlo».

 Presto, dice, alcune società e governi saranno in grado di «hackerare sistematicamente tutte le persone». E, se riescono a hackerare la vita, sarebbe la «più grande rivoluzione in biologia dall’inizio della vita 4 miliardi di anni fa».

Secondo Harari:

«Per 4 miliardi di anni non è cambiato nulla di fondamentale. La scienza sta sostituendo l’evoluzione con la selezione naturale con l’evoluzione con un design intelligente. Non il design intelligente di qualche dio sopra le nuvole, ma il nostro design intelligente e il design intelligente delle nostre nuvole cloud — il cloud IBM, il cloud Microsoft — queste sono le nuove forze trainanti dell’evoluzione».

 

 Una volta che la vita umana viene hackerata, gli hacker manterranno il controllo sulla vita stessa, un processo che è stato accelerato dalla pandemia. Dopotutto, Harari ha detto: «Si dice spesso che non dovresti mai lasciare che una buona crisi vada sprecata».

La sorveglianza è una parte fondamentale del piano per il controllo totalitario globale e Harari afferma che tra 100 anni le persone saranno in grado di guardare indietro e identificare la pandemia di COVID come il momento in cui un nuovo regime di sorveglianza ha preso il sopravvento – «soprattutto la sorveglianza sotto la pelle».

Anche se un impianto cervello-computer ha recentemente consentito a un uomo completamente paralizzato di comunicare con la famiglia e i medici con i suoi pensieri, non credo che la tecnologia sia avanzata al punto che i microchip impiantabili vengano utilizzati come interfacce cervello-macchina per controllare i tuoi pensieri .

Ma ciò che esiste oggi sono i passaporti per i vaccini, che possono passare a ID digitali, che poi portano alle valute digitali della banca centrale (CBDC), la fine del gioco.

Le CBDC sembrano essere inevitabili; non è una questione di se li avranno, ma quando. Una volta che le CBDC si saranno diffuse, saranno in grado di controllare tutto, poiché sarà difficile sopravvivere senza di loro.

Non devono mettere un microchip nel tuo braccio per ottenere questo controllo incommensurabile: saranno in grado di tracciare e controllare ogni tua mossa tramite CBDC.

Sviluppa la tua resilienza personale.

L’ottimizzazione della tua salute è una delle misure migliori che hai per sviluppare la tua resilienza personale contro qualsiasi nuova minaccia possa presentarsi.

Nel video ho delineato tre priorità principali, che includono:

1) Evita gli oli di semi nella tua dieta: gli oli di semi, che sono spesso indicati come oli vegetali, sono nascosti praticamente in ogni alimento trasformato, compresi i cibi dei ristoranti, a meno che tu non possa confermare che lo chef sta cucinando solo con il burro.

Non c’è praticamente niente di più distruttivo per il tuo corpo che produrre malattie cardiache, cancro, degenerazione maculare legata all’età, diabete, obesità e demenza.

Anche se elimini gli alimenti trasformati e altri importanti perpetratori dell’olio di semi come salse e condimenti per insalata nei ristoranti, puoi comunque essere colpito da queste tossine perniciose perché sono nascoste in cibi apparentemente «sani» come pollo e maiale.

Questi animali vengono nutriti con cereali carichi di acido grasso linoleico omega-6, che si trova nella maggior parte degli oli di semi e provoca danni alla salute se consumato ai livelli eccessivi che sono comuni oggi.

Molte persone mangiano un sacco di pollo perché è percepito come un alimento salutare ed è poco costoso, ma è una delle principali fonti di acido linoleico. Nella tua cucina, esempi di grassi sani da usare al posto degli oli di semi sono il sego di manzo, il burro o l’olio di cocco.

 

2) Evita il sovraccarico di ferro: se sei un maschio o una donna in post-menopausa, il sovraccarico di ferro può mettere a rischio la tua salute. Essendo un potente ossidante, il ferro può danneggiare i tessuti e compromettere la funzione mitocondriale. Il tuo corpo ha una capacità limitata di espellere il ferro, che gli consente di accumularsi nei tuoi organi, inclusi cuore, fegato e pancreas.

 

 Gli uomini e le donne in post-menopausa possono ridurre il rischio di sovraccarico di ferro donando sangue due o tre volte l’anno. È un rimedio efficace ed economico che aiuterà anche gli altri.

3. Esporsi regolarmente al sole: stare all’aperto al sole, esponendo quanto più possibile la pelle nuda, è il modo migliore per garantire che i livelli di vitamina D siano ottimizzati.

L’esposizione al sole aumenta anche la forma attiva della vitamina A insieme alla melatonina mitocondriale, un antiossidante profondamente importante all’interno dei mitocondri che riduce lo stress ossidativo.

De-Googla te stesso

Non devi essere su Google.com per rischiare la tua privacy ed essere sorvegliato. È molto più dannoso di così, poiché i tuoi dati possono essere acquisiti mentre, ad esempio, stai parlando al telefono.

Le app possono tracciare e raccogliere i tuoi dati, che vengono quindi utilizzati essenzialmente per farti il ​​lavaggio del cervello.

È possibile de-Googlare il tuo cellulare acquistando un telefono Android che non ha un sistema operativo Google, ma dovrai trovare un esperto IT in grado di riformattare il disco rigido del tuo cellulare.

Puoi contribuire ulteriormente a proteggere la tua privacy e combattere il movimento del transumanesimo evitando tutti i prodotti Google.

Ciò comprende:

Smetti di usare i motori di ricerca di Google. Prova invece il motore di ricerca Brave.

 Disinstalla Google Chrome e utilizza invece il browser Brave, disponibile per tutti i computer e dispositivi mobili. Blocca gli annunci e protegge la tua privacy.

Se disponi di un account Gmail, prova invece un servizio di posta elettronica non Google come ProtonMail, un servizio di posta crittografato con sede in Svizzera.

 Smetti di usare Google Docs.

Se sei uno studente delle superiori, non convertire gli account Google che hai creato come studente in account personali.

( Joseph Mercola).

 

 

 

 

Chip cerebrali per tutti:

Klaus Schwab lo diceva 5 anni fa.

Renovatio21.com- redazione- (28 Aprile 2022)- ci dice :

 

Riemerge in rete una vecchia conversazione tra il creatore del World Economic Forum Klaus Schwab e il cofondatore di Google Sergej Brin.

L’incontro, tenutosi a Davos nel 2017, ha presto virato su temi che interessano entrambi, come il transumanismo pratico.«Gli strumenti digitali dei Big Data sono al servizio del progresso medico e biologico e avanzano molto velocemente» dice Klaus Schwab ,il capo del gruppo di Davos grande e architetto del Grande Reset.

«Puoi immaginare che tra 10 anni saremo qui seduti avendo un impianto nel nostro cervello, tramite il quale posso immediatamente percepirvi, perché tutti voi avrete degli impianti , misurandovi tutte le vostre onde cerebrali – e posso dirti immediatamente come reagiscono le persone, oppure posso sentire come reagiscono alcune persone alle tue risposte. È immaginabile?» chiede il guru globalista svizzero,(  creatore di bombe atomiche in Sud Africa in segreto .Ndr).

«Penso che sia immaginabile», risponde il Brin, che prosegue descrivendo un possibile futuro transumanista in cui la coscienza potrebbe essere trapiantata nelle macchine.

«Penso che tu possa immaginare che, beh, verrai trapiantato, sai, su Internet per così dire, per vivere per sempre in un regno digitale. Sai, puoi immaginare che  solo nella tua incarnazione biologica vivrai per un’età molto lunga».

Klaus Schwab non è nuovo a inquietanti visioni sui chip cerebrali.

Come riportato da Renovatio 21, più volte il Klaus  Schwab  ha insistito, nel suo concetto di Quarta Rivoluzione Industriale, sulla «fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica».

Essa passa necessariamente dalla bio-sensorizzazione del nostro corpo, cioè dalla completa digitalizzazione delle nostre esistenze. L’ingresso di ogni azione, anche involontaria, dell’essere umano in una grande piattaforma di controllo.

Schwab era arrivato a suggerire scansioni cerebrali, rese possibile dagli impianti biocibernetici, anche solo per viaggiare:

«Anche attraversare un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un individuo».

“I dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili alle cuffie per la realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello».

«I microchip impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo» cambieranno il modo in cui ci interfacciamo con il mondo «e ci costringeranno a chiederci «cosa significhi essere umani», sostiene Schwab, (il bombarolo atomico.Ndr)

Anche il personaggio di Sergej Brin è assai interessante. Nato da una famiglia ebraica di Mosca, è cresciuto nel Maryland per poi arrivare a Stanford, dove ha subito messo in piedi con il compagno di studi Larry Page il motore di ricerca Google.

Meno note sono le connessioni con altre industrie che ha creato negli anni. Al colosso mondiale YouTube, comprato da Google, egli piazzò come CEO la cognata Susan Wojcicki.

 La moglie Anne Wojcicki invece fu messa a capo di un’azienda di genetica, 23andMe, che diede un contributo fondamentale alla materializzazione di una genomica consumer: ad un prezzo molto abbordabile, una gran parte della popolazione si è sottoposta, talvolta per giuoco, allo screening genetico, per scoprire le loro caratteristiche cromosomiche e – cosa che ha sconvolto non poche vite – dove hanno parenti che non sapevano di avere.

Gli utenti di 21andMe, esattamente come Google, nell’usufruire del servizio davano alla società dei dati personali, anzi i più personali possibili: il proprio codice genetico.

La quantità di dati genetici stivata ora dall’azienda costituisce un universo di informazioni ulteriore dove l’algoritmo di Google non poteva arrivare, e schiude possibilità di analisi e di azione ancora inesplorate. Come riportato da Renovatio 21 tre anni fa, la Glaxo ha investito in 23andMe 300 milioni di dollari.

 

 Sergej Brin è uno “Young Global Leader”. Fa parte, cioè, della carrellata di giovani di rilevanza politica o economica formato dai corsi del World Economic Forum di Davos di Klaus Schwab.

Non è conosciuto al grande pubblico lo sforzo che Google compie tramite la sua società Biotech controllata, Verily, creata da Brin nel 2015 come parte di una grande riorganizzazione aziendale. Verily aveva in progetto di sviluppare lenti a contatto per diabetici in grado di monitorare costantemente il glucosio, un polsino che traccia lo stato della salute nonché una piattaforma di nanoparticelle che fungano da sensori di malattia.

Più oscuro, ma presente, il progetto che Verily aveva sulle zanzare: distruggere le specie portatrici di malattie rilasciando nell’ambiente zanzare sterili. Lo chiamano, echeggiando sinistramente nel mondo naturale il linguaggio informatico, progetto Debug.

Si tratta praticamente dello stesso progetto di sterilizzazione globale delle zanzare via bioingegneria portato avanti da Bill Gates e dal Pentagono, al quale aveva lavorato, come visibile nel documentario Un natural History anche il dottor Crisanti.

Ciò in cui può tramutarsi un tale progetto, lo lasciamo immaginare al lettore.

 

 

 

"Putin criminale di guerra". Biden

scatena la Russia: "Parole imperdonabili."

Affaritaliani.it-Redazione- (17-3-2022)- ci dice :

Altro che tregua, il botta e risposta tra Washington e Mosca è da terza guerra mondiale.

Guerra Russia Ucraina, rischio sempre più alto di un conflitto mondiale.

La pace è lontana.

Usa e Russia si lanciano segnali di ulteriore guerra, che vanno oltre al conflitto in corso in Ucraina.

Biden definisce Putin "criminale di guerra", Mosca risponde "parole imperdonabili" e intanto continuano senza sosta i bombardamenti delle città ucraine, con Mariupol ormai totalmente rasa al suolo.

 L'ultimo tragico segnale è stato la strage di civili nel teatro, almeno 500 morti, molti sono bambini. Biden: "Putin sta infliggendo devastazione e orrore, bombardando appartamenti e reparti di maternità. Queste sono atrocità, un oltraggio per il mondo. Non sarà mai una vittoria per Putin indipendentemente dai progressi che farà sul campo di battaglia".

Mosca reagisce e definisce imperdonabile la retorica del capo della Casa Bianca: "Le sue bombe hanno ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo".

 Il Cremlino ha definito inaccettabili e le parole del presidente degli Stati Uniti Joe Biden. 

Come ha sottolineato Jens Psaki, portavoce della Casa Bianca, Biden stava "parlando dal suo cuore", guardando le "azioni barbare di un dittatore brutale attraverso la sua invasione di un Paese straniero".                       Il dipartimento di Stato, ha aggiunto Psaki, sta conducendo la sua indagine formale sui crimini di guerra. Aumenta il rischio dello scoppio della terza guerra mondiale.

 

 

Siamo in guerra, nonostante

l’articolo 11 della Costituzione.

Volerelaluna.it- Loris Campetti-(1-3-2022)- ci dice :

 

Così siamo in guerra.

Non è la prima volta dalla Liberazione dal nazifascismo. Eppure, la Costituzione dice chiaramente che «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

Nel momento in cui si decide di inviare armi a un paese belligerante è ovvio che si entra a far parte dei paesi belligeranti.

 E poi, chi lo decide? Il presidente del consiglio.

Ma non dovrebbe essere il Parlamento a decidere un atto tanto grave e impegnativo?

Ricordo in passato i dibattiti appassionati sulla scelta di partecipare a un conflitto fuori dal territorio nazionale, ricordo il dramma di Pietro Ingrao, per esempio, e il suo no in nome dell’articolo 11 della Carta.

Al suo funerale c’erano due bandiere, quella del Pci e quella della pace.

Erano i tempi di Cocciolone. Ricordo, una decina d’anni dopo, l’ossimoro della guerra umanitaria quando D’Alema diceva e faceva cose ben diverse e peggiori – sostenuto da tutti tranne da Rifondazione comunista, mentre il Pdci di Rizzo era nel governo di guerra contro la Jugoslavia ma per non farsi mancar niente andava con la bandiera della pace a manifestare sul ponte di Belgrado – dalle cose ragionevoli che dice oggi sul conflitto in Ucraina. Già, allora le bombe erano intelligenti. E poi altre guerre, con l’ok del Parlamento.

Nella politica italiana oltre alla mobilitazione civile di massa c’era un qualche barlume di sinistra politica che resisteva al pensiero unico americano, oggi si stenta a rintracciarlo.

Sarà la pandemia che ci ha anestetizzato tutti quanti, sarà il vento presidenzialista, sarà che quasi nessuno più mette in discussione l’ombrellone della Nato, fatto sta che oggi basta un premier – lo chiamano così – a decidere l’invio di armi per alimentare guerra, morti e distruzioni.

Il segretario del principale erede del Pci (e della Dc) calza l’elmetto e stimola Draghi a fare di più, lancia appelli alla guerra contro la Russia del nuovo zar Putin. Renzi non trova di meglio che prendersela con l’Anpi, colpevole di accompagnare alla critica alla politica guerrafondaia di Putin l’analisi delle cause che hanno determinato la decisione criminale di invadere, o tentare di invadere, l’Ucraina.

Ho nostalgia di giganti come Gino Strada, o come Stefano Rodotà.

 Ma pensando alla mancata autonomia politica ed energetica dell’Italia, ho nostalgia persino di Enrico Mattei.

 Oggi è tutto più complicato e melmoso. Eppure, dovremmo esserci abituati, noi che abbiamo una cultura di sinistra, a opporci alla guerra senza poterci e volerci schierare con una parte in conflitto: così è stato quando sotto le bombe Usa e Nato finivano disgraziati popoli guidati ora da Milosevic, ora da Saddam, ora da Gheddafi, ora da Assad, ora dai talebani.

Dittatori, certo, ma dittatori nemici o non più amici, criminali di guerra come tanti altri con cui però commerciamo amabilmente dalle parti di Ankara o di Tel Aviv. O del Cairo.

È che la guerra non è mai una soluzione, ed è facile farla esplodere ma difficilissimo farla terminare.

 Le bombe uccidono la povera gente, uccidono i bambini che a Kiev e a Mosca, nel Donbass e a Roma piangono e ridono allo stesso modo, le bombe costringono interi popoli alla fuga.

Per aiutare gli ucraini oggi, come ieri altri popoli bombardati e in fuga, o bombardati mentre fuggono come i kosovari nel treno abbattuto dalle nostre armi intelligenti, servono politica, mediazione, diplomazia. Servono bende, ospedali, medicine, cibo, accoglienza. Non altre armi.

Né con Putin né con la Nato. Né né.

Provando ad andare oltre gli Ossi di seppia di Montale: «Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo». Dovremmo riprendere la parola, sempre, quando la follia imperiale bombarda un popolo fratello ma anche quando le bombe cadono sugli ucraini colpevoli di parlare russo come avviene da otto anni nel Donbass.

 Quella parola che ci siamo risparmiati troppo a lungo quando la follia della Nato dilagava conquistando nazione dopo nazione nell’est Europa in dissoluzione e accerchiando il nemico di sempre che nel frattempo non era più l’Urss ma la Russia.

Mentre la Nato è sempre la Nato, solo molto più estesa.

Chi ha vissuto l’esperienza del manifesto come me, ha come sua data fondativa il ’68 e come luogo di nascita Praga con l’opposizione ai carri armati sovietici: nel ’56 eravamo troppo piccoli per capire quel che accadeva a Budapest ma non abbastanza per non rimanerne sconvolti. Non stavamo con il socialismo reale, figuriamoci con Putin e perciò è normale per me, oggi, dire no ai carri armati a Kiev.

Né né, ma anche sia sia.

Sia con il popolo ucraino in fuga dalle bombe, sia con chi eroicamente manifesta a Mosca e San Pietroburgo contro la guerra di Putin.

La democrazia non si esporta, sta ai popoli liberarsi dalle tirannie e dai nazionalismi. Vorremmo vederne di più di piazze piene di bandiere della pace, in tutto il mondo. Siamo in Europa e con l’Europa, ma vorremmo un’Europa libera dagli incubi atlantisti, un’Europa capace di frapporsi alle doppie follie, di svolgere un ruolo di mediazione, di spegnere il fuoco non di alimentarlo.

Invece la Germania post-Merkel per la prima volta dopo il ’45 decide di investire 100 miliardi in armamenti e la Svezia e la Finlandia vogliono abbandonare la scelta saggia della neutralità per inforcare il fucile.

 L’Italia è in pessima compagnia e come in Italia, sprazzi di sinistra e di lucidità sono merce rara in tutt’Europa.

 

 

 

"Russia's war crimes": il governo di Kiev

 mette online il sito che

documenta gli orrori della guerra.

Raimews.it- Laura Aprati-(9 aprile 2022)- ci dice :

 

Foto, video, testimonianze e numeri divisi per sezioni che documentano gli orrori delle truppe russe in Ucraina.

Online l'archivio degli orrori russi.

"Le prove raccolte delle atrocità commesse dall'esercito russo in Ucraina garantirà che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia", scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, nell'annunciare la creazione del sito "Russia's war crimes" , un archivio online creato da Kiev per documentare “i crimini di guerra della Russia” commessi in questi primi 45 giorni di conflitto attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, le ong presenti nel Paese e i reportage dei media internazionali.

Il sito si apre con il suono delle sirene. Un suono che in questi 45 giorni ha accompagnato i cittadini ucraini. Il segno di un'allerta, di un bombardamento in arrivo. Un suono che parla di orrori, di morte, di torture, di violenze, stupri. Quelle descritte da foto, video e testimonianze.

L'archivio ricorda che "molti decenni fa, la comunità internazionale decise di fermare le morti su larga scala di civili durante i conflitti armati. Furono così create le regole di guerra, che proibivano l'uccisione di civili, l'inflizione di danni e torture ai prigionieri e il lancio di armi letali negli insediamenti non protetti. Nonostante le regole di guerra siano state stabilite in trattati internazionali come le Convenzioni di Ginevra, lo Statuto di Roma e altre leggi e accordi internazionali, molti dei quali la Russia è firmataria, queste regole vengono ora violate cinicamente e senza scrupoli da migliaia di soldati russi inviati in Ucraina dal loro dittatore Putin".

Un sito che è un atto di accusa, una documentazione dettagliata di ciò che succede.

Gli stupri delle donne sono raccontati spesso dalle dirette interessate o le storie affidate ai social. Si legge: "Le violentano di notte e di giorno, davanti ai figli, molto spesso dopo aver ucciso i mariti".

Ci sono anche i numeri di questa guerra 1.563 morti, tra cui 167 bimbi, 4.820crimini di guerra, 6.800 edifici distrutti, 439.420 civili deportati, di cui oltre 91mila bambini documentati grazie ai civili ma anche grazie alla presenza di molta stampa internazionale.

L'ultima pagina del sito è dedicata alla giustizia : "Sì, sarà fatta giustizia. Per i crimini di guerra della Russia in Ucraina, 42 paesi hanno già presentato ricorso alla Corte penale internazionale dell'Aia per avviare un'indagine. Se il tribunale deciderà contro la Russia, le persone che hanno perpetrato questi crimini potranno essere detenute in qualsiasi paese che riconosca la giurisdizione di questo tribunale.

 

L'Ucraina non si arrenderà finché tutti i colpevoli non saranno puniti. Stiamo raccogliendo prove e testimonianze, comprese foto e video shock, in modo che il tribunale possa condannare gli autori di questi crimini di guerra".

 

 

 

 

Jiangsu, portaerei con catapulta

 elettromagnetica: "Cina, pronta

l'invasione di Taiwan". L'arma totale.

Liberoquotidiano.it-redazione- (3-5-2022)- ci dice :

 

 Jiangsu, portaerei con catapulta elettromagnetica: "Cina, pronta l'invasione di Taiwan". L'arma totale

Dopo la Russia con l'Ucraina, è la Cina a volersi espandere.                            Il governo di Pechino punta a Taiwan, piccola nazione insulare che Xi Jinping rivendica come parte del suo territorio.

Il timore sono ancora una volta le conseguenze.

 Mosca ha dimostrato che l'Occidente, qualora la Cina dovesse passare dalle parole ai fatti, non rimarrebbe a guardare.

 E proprio delle conseguenze hanno discusso le autorità di regolamentazione cinesi in una riunione del 22 aprile scorso, tra funzionari della banca centrale, del ministero delle finanze, delle banche nazionali che operano all'interno del Paese e di istituti di credito internazionali come HSBC.

Non usate l'Ucraina per incastrarci. Cina-Usa, la telefonata è un disastro: minacce e tensioni per 45 minuti.

L'obiettivo secondo il Financial Times è quello di prepararsi a uno scenario di "guerra economica".

Non a caso gli Stati Uniti tentano di rafforzare la cooperazione con gli alleati europei e la Gran Bretagna, scatenando Pechino. La Cina ha attaccato la Nato definendola "uno strumento di singoli Paesi per cercare l'egemonia, per mostrare la sua potenza e fomentare conflitti".

La risposta è arrivata dopo che la ministra degli Esteri britannica Liz Truss ha presentato una sorta di manifesto invocando la necessità di un riarmo ampio, di un pieno sostegno militare all'Ucraina, di uno scenario di sicurezza economica privo di gas o petrolio russo in Europa e, da qui lo sfogo cinese, una "Nato con una prospettiva globale" aperta a Taiwan e all'Indo-Pacifico.

Subito dopo Lavrov... Un fatto clamoroso alla tv cinese: Pechino scarica Vladimir Putin?

Ecco allora che Pechino prepara la contromossa: il lancio della sua terza portaerei entro fine anno, dotata delle più elevate tecnologie alla stregua delle catapulte elettromagnetiche.

 A presentarla un video promozionale della Marina ed esperti cinesi. Un arrivo, quello della nave ammiraglia, tanto atteso.

È dal 2018 che si parla dell'imbarcazione il cui nome dovrebbe essere quello di un'altra provincia: Jiangsu.

La portaerei avrà un ruolo cruciale nell'eventuale assalto a Taiwan. Non meno importante il Type 055, il più grande cacciatorpediniere della Pla, lanciato allo scopo di dissuadere le navi straniere - soprattutto quelle americane - in caso di attacco. In più, la Marina ha messo in servizio altri due caccia-torpedinieri Type 055, Anshan e Wuxi. Quanto basta a far pensare che l'invasione sia imminente.

 

 

 

Dji, il colosso cinese ritira i suoi droni

da Russia e Ucraina: lo schiaffo di Xi

al Cremlino (che può cambiare la guerra).

Liberoquotidiano.it-Redazione -(27aprile 2022)- ci dice :

 

 Dji, il colosso cinese ritira i suoi droni da Russia e Ucraina: lo schiaffo di Xi al Cremlino (che può cambiare la guerra).

Il colosso cinese dei droni Dji Technology ha deciso di ritirarsi dalla Russia e dall'Ucraina per evitare che entrambi i Paesi usino i loro mezzi in combattimento.

Secondo quanto riporta il Kyiv Indipendent su Twitter si tratterebbe quindi della prima azienda cinese a interrompere le operazioni in Russia.

"Dji sta rivalutando i requisiti di conformità nelle varie giurisdizioni", ha comunicato la società in una nota, e nell'attesa "sospenderà in via temporanea tutte le attività commerciali in Russia e Ucraina".

Una decisione che solo in parte mostra la "equidistanza" di Pechino - che controlla tutto, anche i suoi colossi - in questo conflitto perché nella realtà va a danneggiare proprio l'amico Vladimir Putin.

(Nuovi lockdown in Cina? Cosa c'è dietro davvero: Covid, conferme inquietanti sulla decisione di Xi Jinping ).

Mosca infatti aveva previsto di scortare i suoi mezzi corazzati dagli elicotteri che sono in grado di individuare e prevenire imboscate nemiche.

 Ma i missili forniti dall’Occidente hanno permesso all’Ucraina di abbattere molti elicotteri.

Tanto che Putin avrebbe quindi chiesto a Pechino i droni per proteggere i suoi convogli.

Da parte sua poi il vicepremier ucraino Mykhailo Fedorov aveva scritto su Twitter che i russi "utilizzano prodotti Dji per pilotare i loro missili" e aveva quindi chiesto all’azienda di impedire a Mosca l’utilizzo di AeroScope, una tecnologia che rileva droni anche a 50 chilometri di distanza.

Allora Dji aveva replicato che "se il governo ucraino richiederà formalmente la creazione di una barriera in tutto il Paese, la creeremo in accordo con le nostre linee guida" e aveva chiarito che la misura "si applicherebbe a tutti i droni Dji in Ucraina, a prescindere da chi li manovra".

Aveva quindi negato di avere manomesso dispositivi utilizzati dalla resistenza ucraina, come sostenevano alcuni e aveva ribadito che nessun suo drone, incluso Aero-Scope, era adatto all’uso militare. Ora la decisione di ritirare tutti i suoi droni dai due Paesi in guerra.

 

 

 

Accattatevi Zelensky: gadget e

merchandising delle guerre globaliste.

Visionetv.it- Debora Billi- (3 Maggio 2022 )- ci dice:  

Candela di preghiera del Presidente Zelensky, recita la pagina di vendita su Etsy. Potete ora comodamente ordinare da casa il cero che raffigura il Presidente ucraino con le mani giunte e  i paramenti da Messa, un aiuto nelle vostre devozioni per l’Ucraina.

Una boutade tanto per ridere?

Purtroppo no. Il web straripa di gadget assurdi di questo tenore. Le candele vanno per la maggiore e come nota anche il giornalista Fulvio Scaglione, raffigurano Zelensky vestito persino da Nostro Signore con mano benedicente.

 Ma ce ne sono per tutti i gusti, da quella con “Zelensky light my fire” (dedicata a chi è devoto al nuovo santo fino all’attrazione fisica), a quelle a colori gialloblu per decorare la casa con l’ultima moda buonista.

Very trendy, e per chi vuole completare l’arredo sono disponibili anche cuscini e tazze con riprodotto l’amato volto soffuso delle solite aureole luminose.

Su Amazon il gioco si fa più duro, si vendono magliette con Zelensky imbruttito che chiede altre munizioni (tanto per cambiare), o cover per cellulari col Presidente raffigurato in stile Obama.

 D’altronde succedeva già da tempo con i gadget degli Azov, dev’essere proprio una passione ucraina (o forse Usa?) quella di trasformare tutto in gadget. Il gialloblu poi imperversa ovunque: non esiste libro che non esca con i noti colori in copertina, dalle fiabe per bambini fino a -colmo dei colmi- l’ultimo uscito dello scrittore della Transnistria Nikolai Lilin, dedicato a Putin.

Tutto è ormai gialloblu perché il messaggio subliminale entri con più sicurezza nelle nostre ormai sopite coscienze. A cominciare dalla metropolitana di Roma, dove i malcapitati pendolari si ritrovano in vagoni interamente dipinti con colori ucraini e messaggi di “pace” (la scusa buonista per fare le guerre). Ma non solo: sempre nella metropolitana di Roma, i videowall che mandano costosi spot pubblicitari 24/7 hanno deciso di prendersi una pausa e trasmettere invece ore di sereni campi di grano.

Più subliminale di così…

Sarebbe però interessante capire se trattasi di una deliberata azione di marketing, o se è solo una delle solite mode internettiane di questi nostri tempi decadenti in cui tutto si vende perché nulla ha più valore. Naturalmente non è possibile stabilirlo, però è certo che esistono agenzie pubblicitarie al lavoro per indurci opinioni sulla guerra e sull’Ucraina.

Come ad esempio Banda, agenzia con sede a Los Angeles, a cui è stata commissionata dal governo ucraino una campagna per promuovere il coraggio come “brand” del Paese.

Una campagna che andrà in ben 15 nazioni, e che “venderà” il coraggio ucraino a chi conserva ancora qualche dubbio su chi sia “l’aggressore e l’aggredito”.

(DEBORA BILLI).

 

 

 

 

La fine della Storia,

 o la fine del liberalismo?

Visionetv.it-JB Shurh-Martina Giuntoli -(3-5-2022)- ci dicono:

 

(Liberalismo = ora ,”Liberal Dem Usa” .Ndr).

Il politologo Francis Fukuyama ha scritto un saggio nel 1989 intitolato “The End of History?” in cui sosteneva che il mondo avesse raggiunto  “… il punto finale dell’evoluzione ideologica dell’umanità e l’universalizzazione della democrazia liberale occidentale come forma finale di governo umano“.

Pubblicato mesi prima della rivoluzione in Cecoslovacchia, della caduta del muro di Berlino e del crollo della cortina di ferro comunista dell’Unione Sovietica, l’articolo é diventato un classico, qualcosa a cui accademici ed esperti dei media hanno fatto riferimento continuamente mentre si trovavano alle prese con il mondo in rapido cambiamento tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.

L’Occidente aveva (apparentemente e in qualche modo inaspettatamente) vinto la Guerra Fredda, e il tempestivo saggio di Fukuyama ha fornito una tabella di marcia facilmente digeribile per comprendere la geopolitica folle di quegli anni come qualcosa di preordinato (piuttosto che essere stato invece innescato dal motto del presidente Reagan “Noi vinciamo, loro perdono”).

L’argomentazione di Fukuyama (ampliata nel suo libro successivo pubblicato a pochi anni dì distanza) é fondata su una comprensione marxista-hegeliana della storia umana dì natura essenzialmente lineare, e per questo motivo l’ho sempre definita spazzatura intellettuale, che tuttavia ha beneficiato invece in maniera sostanziale degli eventi trasformativi dell’epoca che stavano cambiando il mondo in quel momento, eventi che gli hanno dato l’apparenza di essere in qualche modo avanti con i tempi.

Tuttavia, poiché gli accademici vengono giudicati dalla frequenza con cui i loro lavori vengono citati da altri accademici, forse nessuno studioso ha mai ottenuto così tanto successo come lui.

É altresì vero che il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti hanno accarezzato questa assurdità della cosiddetta “ascesa dell’Occidente” credendo ciecamente che la presunta vittoria della Guerra Fredda sarebbe durata per sempre. Abbiamo trascorso vent’anni in guerra in Medio Oriente con l’illusione di poter portare le “benedizioni della democrazia” in una regione dominata da tribù patriarcali, fanatici religiosi e dittatori brutali.

Nello stesso periodo, abbiamo accolto la Cina comunista nell’Organizzazione mondiale del commercio, nonostante la sua lunga storia di violazioni dei diritti umani, spionaggio industriale e guerra economica, perché gli appassionati della teoria della “Fine della storia” credevano ad una forma di capitalismo di mercato guidato da un impegno al globalismo e alle istituzioni internazionali che  alla fine avrebbero rimodellato la Cina in qualcosa che l’Occidente avrebbe potuto controllare.

E in modo piuttosto irritante per coloro che insistono che la civiltà umana avanza in linea retta (in quale altro modo si potrebbe ossessionare gli altri di essere dalla “parte giusta della storia”, dopo tutto?), la fine della Guerra Fredda che dissolse l’Unione Sovietica e mise la Federazione Russa al suo posto non sono mai riusciti a convincere gli ex comunisti che il decantato “ordine internazionale basato su regole” dell’Occidente era l’unica via perseguibile per il futuro come pubblicizzato.

Perché la Russia, l’Iran, la Cina, il cartello petrolifero dell’OPEC e l’unione economica dei BRICS si rifiutano di fare ciò che vuole l’Occidente?

Non sono forse tutti a conoscenza del mito secondo cui la storia é finita più di trent’anni fa? Che vergogna (per noi)!

Naturalmente, l’imbarazzo di gran lunga più grande per l’Occidente non è che la storia continui ad essere viva, ma piuttosto che il liberalismo sia morto. (Il liberalismo è morto in quanto ucciso dal pensiero universitario “Liberal Dem Usa”, ossia dalla “Religione Globalista Gender, Transumanista ,Lgbt, Cancel culture, Pensiero unico,  ecc.” Ndr!).

In trent’anni, l’Occidente ha sperperato il suo ruolo di paladino della libertà della Guerra Fredda e ha abbracciato troppe tirannie che un tempo si usavano per controllare le menti di coloro che erano intrappolati dietro la cortina di ferro. I mandati esecutivi hanno sostituito la legislazione e il giusto processo.

La censura cresce a spese della libertà di parola. Il collettivismo ha soffocato il libero arbitrio. In un’era in cui i governi occidentali sorvegliano le comunicazioni e le transazioni finanziarie dei loro cittadini con poche restrizioni e si impegnano regolarmente in forme di propaganda interna, disinformazione e controspionaggio volte a “modellare” i pensieri e le preferenze delle loro popolazioni, diventa ogni giorno più difficile non concludere che è il (fu,ndr)liberalismo occidentale, e non il totalitarismo , cui il ventesimo secolo alla fine ha posto fine.

Dall’età dell’Illuminismo occidentale, abbiamo ereditato una civiltà intrinsecamente sospettosa del potere del governo e dedita all’incarnazione dei diritti individuali, all’uguaglianza universale davanti alla legge e all’idea che un governo rappresentativo può mantenere una legittimità continua solo attraverso il consenso volontario di coloro che sono governati. Tali tradizioni non solo hanno obbligato implicitamente le nazioni occidentali a fare un percorso verso l’innovazione e la ricchezza, ma hanno anche liberato più esseri umani dalle catene della povertà, dell’ignoranza e della servitù che in qualsiasi altro momento nella storia umana.

 

Eppure, invece di proteggere queste immense conquiste umane dalla corrosione istituzionale lasciando in eredità da una generazione all’altra di occidentali un impegno costante per la loro conservazione, le nazioni occidentali hanno voltato le spalle al motore robusto ed efficiente del (vecchio.Ndr)  liberalismo volto al progresso umano per rimanere con niente dì più che una sorta di suicidio della civiltà effettuato con i veleni dell’apatia, dell’arroganza, del disprezzo di sé e della fragilità generale ( e dei governi globalisti con cultura “Liberal Dem Usa”!Ndr).

Con la morte del liberalismo classico (a cui è subentrato il Liberal Dem Usa.Ndr) , i governi occidentali globalisti  hanno puntellato il suo cadavere in modo da governare a sua immagine e somiglianza, tradendone le basi più sacre.

 In questo modo, la nuova generazione di comunisti anti-liberali del postmodernismo ( Liberal Dem Usa.Ndr ) predica la libertà mentre demonizza la sovranità personale, chiede “giustizia sociale” mentre indebolisce i diritti personali, esercita un potere incontrollato ammantato di “buone intenzioni” e finge di agire “per conto del popolo” senza però chiedere mai  il loro consenso.(Il nostro  “Liberal Dem Usa” ,Draghi, ne è un esempio calzante! Ndr.) 

 Soffocano l’uguaglianza mentre danno vita al rancore, promuovono l’onnipotenza della burocrazia a discapito del virtuoso auto governo e abusano dello stato di diritto come fosse un’arma politica. Il vecchio liberalismo universale è stato sostituito con l’inganno universale per cui il linguaggio dell’ormai falso  liberalismo è rimasto vivo e vegeto ma il significato del liberalismo reale è stato capovolto e stravolto dal liberal Dem Usa !

In una società libera, la risposta al disaccordo ideologico non è mai la censura, ma la censura di punti di vista opposti è esattamente ciò che chiedono i falsi liberali (ma veri tiranni) come Barack Obama e Hillary Clinton.

In una società libera, le persone non vengono licenziate dal lavoro o bandite dalle competizioni sportive a causa della loro nazionalità, eppure l’Occidente non ha perso tempo a punire musicisti, atleti e accademici russi per le azioni di un governo russo sul quale esso non hanno alcun controllo ( mentre ipocritamente si astiene dal punire cittadini cinesi e iraniani i cui governi compiono costanti violazioni dei diritti umani in gran parte ignorate).

In una società libera, i simboli non sono una minaccia per le persone che credono nei loro principi, eppure oggi anche le lettere dell’alfabeto sono diventate troppo controverse per alcuni governi occidentali che temono che la propaganda russa sia semplicemente troppo allettante per i cittadini liberi di pensare.

Quando imporre una rigida conformità ideologica è l’unico modo per i governi occidentali di “conquistare i cuori e le menti” delle loro popolazioni, allora sono sulla buona strada per aver già perso quei cuori e quelle menti per sempre.

A che punto siamo adesso a trent’anni dalla cosiddetta “Fine della Storia”?

Lungi dall’aver rimodellato il globo a immagine e somiglianza del vecchio liberalismo occidentale, l’Occidente “globalista distopico” ora al governo dei Paesi occidentali , si è rifatto a immagine degli stessi sistemi dispotici contro cui un tempo combatteva con le unghie e con i denti.

 Le preoccupazioni per la sicurezza nazionale, il controllo delle informazioni e la sorveglianza digitale hanno distrutto la libertà di parola, la diversità di pensiero e la privacy.

Se il liberalismo è morto o sta morendo, però, ci sono buone notizie.

 La storia umana, in netto contrasto con l’immaginazione degli accademici marxisti, non è mai stata lineare.

Si muove in cicli, scatti e ripartenze, serpeggiando in modo alquanto caotico per decenni prima di intraprendere nuove direzioni. Eppure una costante si nota secolo dopo secolo: ogni volta che la luce della libertà vera sembra fioca, l’amore duraturo dell’umanità per la libertà reale riporta in vita la fiamma della vera libertà che vuole rinascere. Lontani dalla fine del liberalismo, siamo sulla strada per testimoniarne ancora una volta l’inizio di uno nuovo e più dinamico.

 (JB Shurk, traduzione Martina Giuntoli).

 

 

 

 

Finanziamenti Usa ai bio-lab ucraini,

anche le date non tornano:

sapevano del Covid già nel 2019?

Visionetv.it- (2/5/2022)- Martina Giuntoli -ci dice :

Ma siamo proprio sicuri che la pandemia da Covid 19 sia scoppiata all’improvviso agli inizi del 2020 come ci hanno sempre raccontato i giornaloni? Oppure vi sono i famosi puntini che, se uniti opportunamente tra loro, raccontano altro? Ci sarebbe ad esempio un legame , individuato dal giornale inglese “DailyExposé”, tra il DOD statunitense ed un laboratorio situato in Ucraina recante il nome di Labyrinth Global Health INC, legame che secondo ricerche in rete si concretizzerebbe qualche mese prima della data ufficiale dello scoppio della pandemia (parliamo di novembre 2019), attraverso un contratto che avrebbe come oggetto la ricerca sul Covid 19.

Questa scoperta tuttavia non è la sola che metterebbe in dubbio una volta per tutte la validità della cronistoria ufficiale degli eventi legati al Covid 19, dato che la Labyrinth Global Health in realtà altro non è che un tassello di un puzzle molto più vasto, principalmente con base su suolo ucraino e legato ad altri istituti quali EcoHealth Alliance e Metabiota, già noti laboratori coinvolti in operazioni poco pulite da parte dello stato profondo internazionale.

Come si arriva a tale rivelazione non è immediato, e pare ovvio che questo sia  evoluto, tuttavia non è nemmeno impossibile. Esiste una voce su un sito del governo americano che riguarda le spese fatte nel corso del tempo, una di quelle pagine che potremmo definire dedicate alla “trasparenza” di spesa. I

vi vengono elencate tutte le cifre che sono state destinate al Covid 19 negli ultimi anni, si legge infatti nelle varie voci relative alla spesa pubblica di una cifra astronomica pari a 3.63 trilioni di Dollari utilizzati dal governo come risposta alle necessità e agli investimenti cui far fronte durante la pandemia.

É proprio frugando qua che cominciano le stranezze. Si scopre alla voce “premi e riconoscimenti” una lista di 115 enti che hanno quasi unicamente come causale per il trasferimento di denaro dal dipartimento di difesa la spiegazione  “materiale di laboratorio per Kyiv“, oppure l’ancora più vaga descrizione di “arredamento d’ufficio per Kyiv”.

In mezzo a questi 115 enti appare quindi anche la summenzionata” Labyrinth Global Health INC” la quale riceve due tranche di denaro, una legata alla richiesta di “portare a termine il compito n.1” (di cosa si tratta però non è specificato), mentre l’altra legata esplicitamente alla documentazione sul Covid19 e alla ricerca effettuata dal laboratorio a tal riguardo.

Se questo non fosse ancora abbastanza, c’è altro. Cercando i dettagli delle informazioni che vengono messe in rilievo nella pagina del governo USA Spending, si trova che la divisione del Dipartimento della difesa che ha finanziato questi progetti è quello chiamato “Defense Threat Reduction Agency” (DTRA), con un contratto stipulato nel lontano 2012 e conclusosi poi nel 2020.

Quindi si tratta dell’agenzia che si occupa della modulazione del rischio all’interno del dipartimento dì difesa.

Ma per quale motivo gli Stati Uniti avrebbe mai dovuto finanziare un laboratorio piccolo come il Labyrinth Global Health, il quale si definisce una modesta realtà basata su imprenditrici donne, che però dicono di vantare partnership internazionali nei quattro continenti sia nel pubblico che nel privato?

Beh la risposta non è probabilmente nel laboratorio di per sé, ovvero nel contenitore, quanto nelle persone che lo guidano.

Troviamo infatti Karen Saylors, una delle fondatrici di Labyrinth, più volte sul palco di convegni con EcoHealth Alliance e Metabiota in incontri pubblici e privati.

Ricordiamo uno su tutti un evento datato settembre 2019 (quindi addirittura precedente ai fondi ricevuti dal dipartimento di difesa) in cui tutti si riunirono per festeggiare il successo di quella che chiamarono #10yearsofPredict, ovvero dieci anni di analisi in prospettiva utilizzati per prevenire lo sviluppo di pandemie nel mondo.

Vennero mostrate slide su come ad esempio il gruppo avesse conseguito grandi risultati in paesi come il Cameron, e, strano ma vero, vennero anche distribuiti opuscoli tradotti in ben 12 lingue su “Come convivere in sicurezza con i pipistrelli”, ed i protagonisti all’evento furono poi immortalati in foto di gruppo brindando ad “una lunga proficua amicizia”. Strana coincidenza vero?

Mary Guttieri, la collega di Karen Saylors, nemmeno a dirlo, la ritroviamo poi in una sovrapposizione di ruoli, ovvero oltre a fondatrice di Labyrinth, anche vicepresidente di Metabiota, che si scambia email con Hunter Biden, in una delle quali si propone come finalità dell’anno quella di allontanare l’Ucraina in maniera definitiva dalla sfera di influenza russa per inglobarla nella cultura ed economia occidentale.

E potremmo continuare a scavare ancora e ancora, certi di trovare materiale di ogni sorta. Ma per ritornare all’inizio della questione, ovvero al perché il covid 19 venisse menzionato e studiato ben prima che la pandemia scoppiasse, abbiamo due possibilità: o il covid 19 già esisteva in natura, oppure tutti coloro che erano coinvolti nello studio del patogeno erano probabilmente anche coinvolti nella sua creazione in laboratorio.

C’é un ulteriore elemento che spinge in maniera incontrovertibile verso la seconda opzione. In un accordo secretato tra Moderna e il National Health Institute of Allergy and Infectious Diseases, alla pagina 105 di tale documento si legge che già in data 17 dicembre del 2019 le due parti si accordavano per un vaccino candidato contro il covid 19 da trasferire alla University of North Carolina a Chapel Hill, mentre tutti ricorderemo che il mondo intero avrebbe reso noto delle polmoniti anomale in Cina a fine dicembre, e l’OMS avrebbe utilizzato il termine Covid 19 solo a febbraio.

Se insieme a tutto questo uniamo anche altri fatti come ad esempio lo sviluppo di kit medici diagnostici per il covid 19 ben prima del 2020 (si parla del 2017), nonché la loro distribuzione, (ci riferiamo in questa sede al World Bank, la quale a suo tempo provò a smentire la faccenda anche se senza successo, dicendo prima che “avevano sbagliato data da riportare sul sito” e poi che ” era vero che i kit riportavano l’etichetta di covid 19 ma non erano per il covid 19“), ci rendiamo conto che davvero niente torna.

Le date non corrispondono, le prime pagine dei giornali raccontano una storia che appare già vecchia e con finalità unicamente propagandistiche.

Rimane lecito chiederci quanto ancora dovremo scavare prima di poter ricostruire una storia che regga e che riporti la verità.

Non è dato sapere. Al momento.

(Il Covid19  è una Truffa “colossale “ globalista dei Padroni del Mondo! Ndr.).

(MARTINA GIUNTOLI).

 

 

 

Vaccinazione Covid e problemi

cardiaci gravi, Israele

scoperchia il vaso di Pandora.

Visionetv.it- Giulia Burgazzi- (2 Maggio 2022  )- ci dice :

Com’è che hanno sempre detto? Che per tutti, giovani compresi, i benefici della vaccinazione Covid superano i rischi? Un articolo pubblicato alla fine della settimana scorsa sulla prestigiosa rivista scientifica Nature smonta un gran pezzo di questa narrazione.

L’articolo esamina la situazione in Israele fra i giovani di età compresa fra i 16 ed i 39 anni, per i quali la possibilità di stare seriamente male o di morire a causa del Covid è più teorica che reale. Conclude che, in questa fascia di età, sono aumentate del 25% le emergenze cardiovascolari. Ma non per il Covid: piuttosto, dopo la vaccinazione.

Israele è il canarino nella miniera della vaccinazione Covid. Vi si è verificato un record di morti e di contagi nonostante la quarta dose.

E adesso proprio Israele comincia a scoperchiare il vaso di Pandora dei problemi cardiaci nei giovani vaccinati.

Nell’articolo su Nature, gli studiosi hanno analizzato le chiamate al pronto soccorso per arresto cardiaco e per sindrome coronarica acuta  in persone di età compresa fra i 16 e i 39 anni e le hanno messe a confronto con i tassi di vaccinazione in questa fascia di età.

Due grafici riassumono i risultati. Il primo, riguarda le chiamate per arresto cardiaco: il loro numero è evidenziato dalla linea rossa. In viola le somministrazioni delle prime dosi di vaccino Covid; in blu le somministrazioni della seconda. Il grigio, invece, l’andamento dei contagi Covid.

arresti cardiaci e vaccinazione covid.

Il secondo grafico, dall’andamento molto simile, riguarda invece le chiamate per sindrome coronarica acuta. La linea che le descrive è anche stavolta quella rossa; in viola e in blu, le prime e seconde dosi di vaccino; in grigio i contagi Covid.

vaccinazione covid arresto cardiaco.

E poi ci sono altri grafici interessanti. Evidenziano due fenomeni. Il picco delle chiamate segue di due settimane il picco della somministrazione della seconda dose; esiste un altro picco di chiamate, che segue di due settimane la somministrazione delle prime dosi di vaccino ai guariti.

L’immagine qui sotto accosta i grafici relativi alle chiamate per arresto cardiaco (a sinistra) e per sindrome coronarica acuta. La linea formata da puntini blu rappresenta le somministrazioni delle seconde dosi effettuate due settimane prima, e “sposa” quasi perfettamente quella rossa delle chiamate per sindrome coronarica acuta. La ricostruzione delle prime dosi somministrate ai guariti è affidata alla linea verde. Anche in questo caso, un paio di settimane più tardi si registra un picco – e che picco! -di chiamate.

problemi cardiaci vaccinazione covid.

Certo, una correlazione temporale – l’unica cosa di cui tratta lo studio su Nature – non significa necessariamente un legame di causa-effetto. Ma sarebbe veramente interessante allargare l’indagine anche a questo aspetto. E così pure prendere finalmente in esame anche altri fatti che finora hanno trovato spazio solo come casi di cronaca.

Ad esempio, le morti improvvise fra i bambini verificatesi in inverno e i malori fra gli atleti, nonché l’autentica ecatombe verificatasi fra i ciclisti: non solo malori gravi ma anche malanni assortiti di fronte ai quali le squadre faticano a mettere insieme una squadra da presentare al via.

(GIULIA BURGAZZI).

 

 

 

Il governo si dia una mossa

  Ilgiornale.it- Marello Zacchè - (13 Marzo 2022 )- ci dice :

Ieri, per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina, il ministro del Tesoro Daniele Franco ha "aperto" a iniziative straordinarie del governo per venire incontro all'emergenza energetica e all'aumento dei prezzi in generale.

Il governo si dia una mossa.

 Una situazione che sta assumendo contorni drammatici, con le corse all'accaparramento nei supermercati e i primi fermi dei settori economici che non possono pagare la benzina il 30% in più di settimana scorsa e il gas più del doppio di un anno fa.

 Vedremo nei prossimi giorni se si tratta di un primo passo verso lo scostamento di bilancio, cioè lo stanziamento di nuove risorse pubbliche da mettere in campo, finora escluse.

 Il punto ci pare proprio questo, la lentezza con la quale il governo sta affrontando il momento grave che il Paese sta vivendo, appena uscito dall'emergenza della pandemia.

 

Il premier Mario Draghi ha ieri detto che «non siamo in un'economia di guerra», parlando di «allarmi esagerati». Ora, posto che manca una definizione universale, forse questa che stiamo vivendo non corrisponderà accademicamente a un'«economia di guerra», ma gli assomiglia assai.

 In ogni caso, di fronte alla prospettiva di tenere il riscaldamento al minimo, razionare l'acqua calda, stare un po' al buio e rinunciare ad andare in giro per il costo della benzina, una reazione del governo più decisa non offenderebbe nessuno.

Non si può agire come se fossimo ancora in pace quando, con ogni evidenza, siamo entrati in un tempo di guerra. Una guerra che combattiamo senza esercito, ma nella quale siamo tutti coinvolti e per la quale pagheremo senz'altro un prezzo, di cui stiamo versando le prime rate.

Ecco allora che, là dove il governo può intervenire, ci aspettiamo che lo faccia al più presto. Per esempio con la benzina: gli italiani hanno pagato in tempo di pace i carburanti più cari d'Europa perché carichi di tasse.

Negli ultimi decenni del secolo scorso, chi abitava vicino ai confini del nord Italia andava volentieri a fare il pieno in Svizzera o, più tardi, in Slovenia.

 Ebbene, non sarebbe oggi il caso di sospendere le accise che pesano, al lordo dell'Iva, per 88 centesimi al litro?

Se non ora, quando? La Francia ha appena annunciato uno sconto di 15 cent., gli Usa lo stanno facendo.

Certo, il contraltare è sempre lo stesso: nuovo debito pubblico. Ma questa è una storia che viene da lontano e che, in un'economia di guerra, va messa almeno temporaneamente da parte. Poi ci sarà il tempo di fare strategie più articolate. Ma adesso quel tempo non c'è.

 

 

 

Putin può essere processato

per crimini di guerra?

Ilpost.it -Redazione- (10-3-2022)- ci dice:

 

È molto difficile, per diverse ragioni, anche se ci sono pochi dubbi che la Russia stia violando il diritto internazionale in Ucraina.

Per capire meglio la guerra in Ucraina e quello che le sta intorno, leggi tutti gli approfondimenti del Post.

Mercoledì l’esercito russo ha bombardato un ospedale a Mariupol, distruggendo i reparti di pediatria e maternità e uccidendo almeno tre persone (compreso un bambino) e ferendone 17, secondo le autorità dell’Ucraina.

 Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha definito l’attacco un «crimine di guerra», come aveva fatto nei giorni precedenti per altri bombardamenti russi contro ospedali ed edifici civili, e delle presunte violazioni del diritto internazionale ha già cominciato a occuparsi anche la Corte penale internazionale, il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità.

Più proseguono e si intensificano i bombardamenti russi sui civili ucraini – sia nelle città assediate o semi-assediate, sia nei “corridoi umanitari” in violazione dei cessate il fuoco – più crescono le certezze che la Russia stia effettivamente compiendo gravi crimini in Ucraina: la Russia non è accusata solo per il bombardamento a Mariupol, ma anche per esempio per gli attacchi con bombe a grappolo nella zone di Kharkiv e contro un asilo a Okhtyrka, nell’est dell’Ucraina, e per l’uso di bombe termobariche – particolarmente potenti e con effetti più devastanti di quelle ordinarie – in aree densamente popolate dai civili.

 

Per il diritto internazionale, attacchi deliberati e sistematici da parte di un esercito verso obiettivi civili sono un crimine di guerra, così come l’uso di armi particolari; ma come accaduto in passato con molti conflitti è raro che i responsabili ricevano sanzioni e condanne per le loro azioni.

Anche nel caso della guerra in Ucraina, provare le eventuali responsabilità per questi crimini sarà un processo lungo e complicato, che potrebbe non portare nemmeno a incriminazioni formali e processi, né di leader militari né di esponenti del governo russo, tra cui il presidente russo Vladimir Putin. È comunque importante che indagini simili vengano avviate, perché aiuteranno a chiarire alcuni degli eventi più gravi della guerra, che sono difficilmente ricostruibili a causa della difficoltà per la stampa di raggiungere e coprire tutte le zone del conflitto.

Cosa sono i crimini di guerra .

Anzitutto, nel diritto internazionale i crimini di guerra sono definiti da diversi documenti, tra cui trattati e statuti di tribunali (che in generale vincolano solo i paesi che hanno deciso di firmarli e ratificarli). La guerra di per sé non è vietata del tutto: è prevista, e quindi “legale”, ma solo se vengono rispettate determinate regole, che vietano per esempio l’uso di certe armi e i bombardamenti deliberati sui civili.

I primi trattati internazionali a regolare la guerra furono le due Convenzioni di Ginevra del 1864 e 1906 e le Convenzioni dell’Aia di inizio Novecento, che furono il risultato di due conferenze di pace che si tennero nella città olandese e che si occuparono per esempio delle armi consentite e di quelle vietate. Alla fine della Seconda guerra mondiale furono negoziate altre Convenzioni di Ginevra, quattro accordi relativi per lo più ai diritti dei prigionieri di guerra, dei malati, dei feriti e dei civili durante un conflitto; nei decenni successivi furono adottati dei protocolli addizionali.

I crimini di guerra sono poi definiti da alcuni trattati specifici. Uno di questi è la Convenzione ONU sulle bombe a grappolo, che proibisce l’uso di questo tipo di armi il cui effetto è la dispersione di bomblets, submunizioni, che aggravano notevolmente le conseguenze di un’esplosione. È un trattato che fu firmato nel 2008 da 100 paesi, tra cui non ci sono però Russia, Ucraina e Stati Uniti.

La Corte penale internazionale ha giurisdizione in Ucraina?

Uno dei testi che oggi definiscono meglio nello specifico i crimini di guerra è l’articolo 8 dello Statuto di Roma, il trattato che istituì la Corte penale internazionale.

Il tribunale fu creato nel 2002 con l’obiettivo di perseguire i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, i genocidi e il crimine di aggressione, nelle situazioni in cui i tribunali nazionali non siano in grado di farlo. La giurisdizione della Corte vale però solo per i paesi che hanno deciso di accettarla: l’Ucraina non ha mai firmato lo statuto, la Russia non l’ha mai ratificato, ma ci sono delle cose da dire al riguardo.

 

Nel 2015 l’Ucraina accettò la giurisdizione della Corte per un periodo, nonostante non fosse un paese firmatario. L’allora governo ucraino prese questa decisione per permettere al tribunale di indagare sui presunti crimini commessi dalla Russia durante e dopo l’invasione della Crimea, che iniziò nel febbraio 2014. Nel 2018 il team che seguiva l’indagine disse di credere con ragionevole sicurezza che fossero stati compiuti crimini di guerra nelle regioni orientali dell’Ucraina, dove i separatisti filo-russi nel frattempo avevano iniziato una guerra contro il governo centrale ucraino (prendendo il controllo delle regioni di Donetsk e Luhansk); l’indagine fu poi sospesa a causa della pandemia.

 

L’aver accettato la giurisdizione della Corte fa sì che oggi l’Ucraina non possa rivolgersi direttamente al tribunale per chiedere l’avvio di un’indagine per crimini internazionali, ma permette allo stesso tempo alla Corte di avviare un’indagine di sua iniziativa, se ritiene che ci siano i presupposti per farlo: cosa che è successa nel caso dell’invasione russa in Ucraina. Le permette inoltre, almeno in via teorica, di incriminare sia Vladimir Putin che altri leader russi, pur non potendoli processare in absentia: quindi per processarli bisogna prima arrestarli, e la Corte non ha una propria “polizia”, deve affidarsi a quelle dei singoli stati.Il fatto che la Russia non abbia ratificato lo statuto e non abbia mai accettato la giurisdizione della Corte complica ulteriormente le cose: la Russia non ha infatti l’obbligo legale di cooperare con la Corte o consegnarle gli indagati per sottoporli a un eventuale processo per crimini di guerra.

Ci sarebbe la possibilità che la Corte penale perseguisse il leader politico di un paese per il reato di «condurre una guerra d’aggressione», che si verifica in sostanza quando uno stato ne attacca un altro non per autodifesa e senza l’autorizzazione dell’ONU, tramite per esempio invasione, bombardamento o annessione (circostanze molto evidenti nel caso dell’invasione russa in Ucraina).

Secondo Philippe Sands QC, esperto di diritto internazionale all’University College London, la Corte non potrebbe però perseguire i leader russi perché la Russia non ha ratificato lo statuto.

In teoria l’avvio dell’indagine potrebbe essere chiesta dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dove però il governo russo ha il potere di veto, e quindi può bloccarne qualsiasi decisione.

 La Russia aveva già usato il suo potere di veto per bloccare l’avvio di un’indagine della Corte: nel 2014 Russia e Cina misero un veto a una risoluzione che avrebbe dovuto affidare alla Corte il potere di indagare sui gravi crimini internazionali commessi durante la guerra in Siria dalle parti coinvolte, anche dallo schieramento fedele al regime siriano di Bashar al Assad, insieme al quale combattevano i russi.

Le difficoltà e le altre opzioni, tutte complicate.

Alle difficoltà particolari di questo caso, ci sono da aggiungere quelle che deve affrontare praticamente sempre la Corte quando avvia indagini sui crimini di guerra, che sono molto difficili da dimostrare, specialmente quando riguardano militari di alto rango, e ancora di più quando riguardano importanti leader politici, come Putin.

 

Ben Saul, docente di diritto internazionale all’Università di Sydney, ha detto ad ABC: «Si deve dimostrare che [i comandanti o i leader politici] fossero a conoscenza di quello che le loro truppe stavano facendo sul campo di battaglia, che avevano la capacità di imporsi e che però non hanno fatto niente per fermare i loro soldati»: sono accuse molto difficili da dimostrare soprattutto senza la collaborazione del paese coinvolto.

Come ha scritto il Wall Street Journal, la dinamica potrebbe cambiare in futuro solamente se a un certo punto Putin perdesse il potere e la nuova leadership russa decidesse di consegnarlo alla Corte penale o di istituire un tribunale ad hoc che giudichi sui crimini internazionali (come successe per esempio in Iraq con l’istituzione di un tribunale speciale che si occupasse dei crimini compiuti dal regime di Saddam Hussein, deposto poco prima, nel 2003). In caso di sconfitta e cambio di regime in Russia si potrebbe anche stabilire un tribunale internazionale ad hoc, come quello di Norimberga alla fine della Seconda guerra mondiale incaricato di processare i capi nazisti.

Ci sarebbe anche un’altra possibilità, anche se forse ancora più improbabile: cioè che Putin venga processato da un tribunale nazionale non russo e per crimini non compiuti contro cittadini russi.

Si potrebbe fare sulla base della cosiddetta “giurisdizione universale”, cioè quel principio che si basa sull’idea che alcune norme internazionali siano talmente rilevanti da valere per tutti gli stati del mondo, e che tutti gli stati del mondo si debbano impegnare a farle rispettare, a prescindere da dove siano avvenute. Uno dei paesi che sta facendo più ricorso alla giurisdizione universale è la Germania, che a gennaio aveva già condannato un ex funzionario dell’intelligence siriana per crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra in Siria. Il procuratore federale tedesco ha annunciato di avere aperto un’indagine sui crimini compiuti dalle truppe russe in Ucraina sulla base proprio della giurisdizione universale.

Anche in questo caso, comunque, il problema maggiore per poter avere un processo sarebbe arrestare Putin o altri importanti funzionari russi eventualmente indagati.

 

 

 

 

LA DISFUNZIONE GOVERNATIVA

AUMENTA CON IL TEMPO-

Comedonchisciotte.org- Paul Craig Roberts- Markus -( 03 Maggio 2022)- ci dicono : 

(paulcraigroberts.org)-

(CANCEL CULTURE-GLOBALIZZAZIONE).

 

La Costituzione degli Stati Uniti con la Carta dei diritti risale al 1789. Tutte le salvaguardie contro la crescita del governo centrale e la capacità di indebitare il Paese sono state erose. Oggi il debito nazionale federale è di 30 trilioni di dollari, circa il doppio del prodotto interno lordo dei 28 Paesi che compongono l’Unione Europea, la cui popolazione complessiva di 447.007.596 supera di circa 120.000.000 di unità quella degli Stati Uniti.

Fatta eccezione per il 2° Emendamento, nella Costituzione degli Stati Uniti sono state erose tutte le protezioni della libertà civile contro il tirannico governo centrale. Da sempre, la scusa per mettere da parte le libertà civili protette dalla Costituzione degli Stati Uniti è una minaccia percepita.

Durante gli anni ’30, la “minaccia della depressione” aveva dato alle agenzie del ramo esecutivo il controllo sul processo legislativo, conferendo alle nuove autorità di regolamentazione l’autorità di elaborare le regole che garantivano l’attuazione legge. Negli anni ’30 il Congresso (Camera e Senato) erano essenzialmente diventati organi il cui unico compito era quello di ottemperare alle agenzie del ramo esecutivo e approvare leggi già preconfezionate. Con il New Deal il potere del Congresso era stato compromesso. Il Congresso aveva perso il controllo del ramo esecutivo.

Sorvolando su altri momenti e casi di erosione dei diritti costituzionali, la “guerra al terrore,” inventata nel 21° secolo, aveva permesso al governo degli Stati Uniti, durante i regimi di George W. Bush e Obama, di ignorare sia l’habeas corpus che il divieto di giustiziare i cittadini statunitensi senza un giusto3 processo e senza una condanna per un delitto capitale. Il governo federale degli Stati Uniti ha rivendicato ed esercitato il diritto di trattenere i sospetti a tempo indeterminato e di giustiziarli solo in base ad un sospetto. Lo spionaggio a livello di popolazione viola le disposizioni sulla privacy ed è diventato una routine. Sotto quasi tutti i punti di vista, i regimi di George W. Bush e Obama hanno distrutto la Costituzione degli Stati Uniti.

 

Nel periodo 2019-2021, l’orchestrata “minaccia Covid” è stata utilizzata dai governi occidentali per imporre una vaccinazione coercitiva con una sostanza non testata e somministrata al pubblico solo grazie ad una “autorizzazione all’uso di emergenza,” sulla base della falsa affermazione che non esistevano trattamenti o cure note. La vaccinazione forzata è una violazione diretta delle leggi di Norimberga ratificate dagli Stati Uniti e che erano state utilizzate per impiccare membri del governo tedesco accusati di esperimenti medici forzati.

Il sistema di leggi e di governo responsabile, istituito dagli uomini migliori e più brillanti del 18° secolo, è stato distrutto nel corso di 232 anni. Oggi nulla è rimasto degli Stati Uniti originali. Una falsa Storia, sponsorizzata dal New York Times e dal suo “Progetto 1619” e decenni di demonizzazione dei Padri Fondatori del nostro Paese nelle università e nelle scuole pubbliche hanno finito per dipingere gli Stati Uniti come un’impresa criminale e razzista sin dalla loro fondazione.

Si potrebbe pensare che un Paese così denunciato dai suoi stessi intellettuali svanisca silenziosamente. Invece, abbiamo neoconservatori ebrei che controllano la politica estera americana e la narrativa della politica estera americana e che dichiarano che il nostro Paese, totalmente screditato, è stato scelto dalla Storia come il Paese eccezionale e indispensabile, con il diritto di governare il mondo.

I nostri padri fondatori erano contrari agli interventi in terra straniera. Ma Washington ha usato la Seconda Guerra Mondiale per diventare un impero. Gli imperi hanno le loro regole. Gli stati fantoccio europei, il Canada, il Giappone, Taiwan e l’Australia seguono le regole di Washington. Un impero opera ovunque, anche negli affari dei suoi stati fantoccio e tra la sua stessa popolazione.

L’impero americano trova la sua egemonia vincolata da due potenze, Russia e Cina. Nessuna delle due è disposta ad accettare l’egemonia degli Stati Uniti.

Entrambe hanno dichiarato l’adesione ad un mondo multipolare. I due Paesi sono, in effetti, nuovi Paesi rinati sulle ceneri di obsolete dittature ideologiche. Essendo nuovi, non hanno acquisito gli elementi disfunzionali che caratterizzano gli Stati Uniti e rendono irrealistica la loro pretesa di egemonia.

Per quanto tempo dovremo aspettare prima che coloro che si occupano di politica estera capiscano che un Paese in preda alla teoria critica della razza, alla politica identitaria, alla cultura dell’annullamento e al “wokismo,” che coltiva l’odio per se stesso e si barrica dietro infinite scuse è destinato alla spazzatura della Storia e non all’egemonia?

(paulcraigroberts.org/2022/04/29/governmental-dysfunction-rises-with-time/).

 

 

 

 

L’IMPERO DELLA MENZOGNA NON VEDE

L’ORA DI RICEVERE IL BIGLIETTO

DA VISITA DEL SIG. SARMAT.

Comedonchisciotte.org-Pepe Escobar- Markus -( 30 Aprile 2022)- ci dice : 

(strategic-culture.org)

 

L'unico antidoto alla demenza della propaganda arriva da sparute voci della ragione, che, guarda caso, sono russe e quindi vengono messe a tacere o respinte.

Specialmente nel caso della GWOT (Global War on Terror), all’inizio del millennio, nessuno ha mai perso soldi scommettendo contro la tossica accoppiata di arroganza e ignoranza continuamente portata avanti dall’Impero del Caos e della Menzogna.

Ciò che passa per “analisi” nella vasta no-fly zone intellettuale conosciuta come U.S. Think Tankland include chiacchiere e pii desideri su Pechino che “crede” che Mosca avrebbe giocato un ruolo di supporto nel secolo cinese, solo per vedere ora la Russia al posto di guida della geopolitica.

Questo è un esempio calzante non solo di vera paranoia russofoba-sinofoba sull’emergere in Eurasia di concorrenti paritetici (l’incubo primordiale anglo-americano) ma anche di crassa ignoranza sui punti più fini della complessa partnership strategica globale russo-cinese.

Mentre l’Operazione Z avanza metodicamente nella Fase 2, anche gli Americani – per vendetta – hanno dato inizio alla loro simmetrica Fase 2, che, di fatto, si traduce in una vera e propria escalation verso la Totalen Krieg, da ibrida a incandescente, il tutto naturalmente per procura. Il noto venditore di armi per la Raytheon, riconvertito a capo del Pentagono, Lloyd Austin, a Kiev ha scoperto le carte:

“Vogliamo vedere la Russia indebolita al punto che non possa fare il tipo di cose che ha fatto invadendo l’Ucraina.”

Quindi è così: l’Impero vuole annientare la Russia.

 La frenesia della War Inc. è quella di far arrivare in Ucraina carichi di armi senza limitazioni di sorta, la stragrande maggioranza delle quali verrà debitamente distrutta dagli attacchi di precisione russi.

 Gli Americani stanno condividendo non-stop con Kiev informazioni di intelligence non solo sul Donbass e la Crimea, ma anche sul territorio russo. La “Totalen Krieg” procede in parallelo alla demolizione controllata dell’economia dell’UE, con la Commissione Europea che agisce allegramente come reparto di pubbliche relazioni della NATO.

In mezzo alla demenza propagandistica e alla acuta dissonanza cognitiva in tutta la sfera del NATOstan, l’unico antidoto arriva da sparute voci della ragione, che, guarda caso, sono russe e quindi vengono a tacere eo respinte. L’Occidente le ignora a proprio rischio e pericolo collettivo.

Patrushev a ruota libera.

Cominciamo con il discorso del presidente Putin al Consiglio dei legislatori a San Pietroburgo durante la celebrazione della Giornata del Parlamentarismo Russo.

Putin ha dimostrato come una non di certo nuova “arma geopolitica” basata su “russofobia e neonazisti,” unita a sforzi di “strangolamento economico,” non solo non sia riuscita a soffocare la Russia, ma abbia contribuito a lasciare nell’inconscio collettivo [russo] la sensazione che questo sia un conflitto esistenziale: una “Seconda Grande Guerra Patriottica.”

Con un’isteria andata fuori scala in tutto lo spettro, era inevitabile inviare un messaggio ad un Impero che ancora si rifiuta di ascoltare e che non capisce nemmeno il significato di “indivisibilità della sicurezza”:

“Vorrei sottolineare ancora una volta che, se qualcuno intende interferire dall’esterno negli eventi in corso e creare minacce di natura strategica inaccettabili per la Russia, deve sapere che i nostri attacchi di ritorsione saranno fulminei. Abbiamo tutti gli strumenti per farlo. [Strumenti] di cui nessuno ora può vantarsi. E non ci vanteremo. Li useremo se necessario. E voglio che tutti lo sappiano – abbiamo preso tutte le decisioni in merito.”

Traduzione: le provocazioni non-stop potrebbero costringere il signor “Kinzhal”, il signor “Zircon” e il signor “Sarmat” a presentare i loro biglietti da visita a selezionate latitudini occidentali, anche senza un invito ufficiale.

Probabilmente, per la prima volta dall’inizio dell’operazione Z, Putin ha fatto una distinzione tra le operazioni militari nel Donbass e quelle nel resto dell’Ucraina.

Questo si riferisce direttamente all’integrazione in corso di Kherson, Zaporozhye e Kharkov e lascia intendere che le forze armate russe continueranno ad avanzare, stabilendo la sovranità non solo nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, ma anche su Kherson, Zaporozhye e, più avanti, lungo la direttrice Mar d’Azov – Mar Nero, fino a stabilire il pieno controllo su Nikolaev e Odessa.

La formula è chiarissima: “La Russia non può permettere la creazione di territori anti-russi intorno al Paese.”

Ora passiamo ad un’intervista estremamente dettagliata rilasciata dal segretario del Consiglio di Sicurezza, Nikolai Patrushev, alla Rossiyskaya Gazeta, in cui Patrushev ha parlato a ruota libera.

La chiave di lettura qui può essere: “Il crollo del mondo americano-centrico è una realtà in cui si deve vivere e [che si deve affrontare] costruendo una linea ottimale di comportamento.” La “linea ottimale di comportamento” della Russia – con grande irritazione dell’egemone universalista e unilateralista – è caratterizzata da “sovranità, identità culturale e spirituale e memoria storica.”

Patrushev mostra come “tragici scenari di crisi mondiali, sia negli anni passati che oggi, sono imposti da Washington nel suo desiderio di consolidare la propria egemonia, nel tentativo di resistere al crollo del mondo unipolare.”

Gli Stati Uniti non si fermano davanti a nulla “per assicurarsi che gli altri centri del mondo multipolare non osino nemmeno alzare la testa e il nostro Paese non solo ha osato, ma ha anche dichiarato pubblicamente che non avrebbe giocato secondo le regole imposte.”

Patrushev non poteva non sottolineare come la “War Inc”. stia letteralmente facendo affari d’oro in Ucraina:

 “Il complesso militare-industriale americano ed europeo è giubilante, perché, grazie alla crisi in Ucraina, non riesce a star dietro agli ordini. Non sorprende che, a differenza della Russia, che è interessata al rapido completamento di un’operazione militare speciale e alla minimizzazione delle perdite da entrambe le parti, l’Occidente sia determinato a ritardarla, almeno fino all’ultimo Ucraino.”

E questo rispecchia la psiche delle élite americane: “State parlando di un Paese la cui élite non è in grado di apprezzare la vita altrui. Gli Americani sono abituati a fare terra bruciata. Dalla Seconda Guerra Mondiale, intere città sono state rase al suolo dai loro bombardamenti, compresi quelli nucleari. Hanno inondato di veleni la giungla vietnamita, bombardato i Serbi con munizioni radioattive, bruciato vivi gli Iracheni con il fosforo bianco, aiutato i terroristi ad avvelenare i Siriani con il cloro (…) Come dimostra la storia, anche la NATO non è mai stata un’alleanza difensiva, solo offensiva.”

In precedenza, in un’intervista ad un programma della televisione russa, opportunamente chiamato “Il Grande Gioco,” il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov aveva ancora una volta spiegato in dettaglio che gli Americani “non insistono più sull’attuazione del diritto internazionale, ma sul rispetto dell”ordine mondiale basato sulle regole’.

Queste ‘regole’ non sono definite in alcun modo.

Dicono che ora ci sono poche regole. Per noi, non esistono affatto. Esiste il diritto internazionale. Noi lo rispettiamo, così come rispettiamo la Carta delle Nazioni Unite. La disposizione chiave, il principio fondamentale, è l’uguaglianza sovrana degli stati. Gli Stati Uniti, quando promuovono le loro ‘regole’, violano in modo flagrante gli obblighi della Carta delle Nazioni Unite.”

 

Lavrov, ancora una volta, ha dovuto sottolineare che l’attuale situazione incandescente può essere paragonata alla crisi dei missili di Cuba: “In quegli anni, c’era un canale di comunicazione di cui entrambi i leader si fidavano. Ora questo canale non c’è. Nessuno sta cercando di crearlo.”

L’Impero della Menzogna, nel suo stato attuale, non fa diplomazia.

Il ritmo del gioco nella nuova scacchiera.

In un sottile riferimento al lavoro di Sergei Glazyev (come era stato illustrato in una nostra recente intervista  [qui su CDC] dal ministro incaricato dell’integrazione e della macroeconomia dell’Unione Economica Eurasiatica) Patrushev è arrivato al nocciolo dell’attuale gioco geoeconomico, con la Russia che ora si muove attivamente verso un gold standard:

 Gli esperti stanno lavorando su un progetto proposto dalla comunità scientifica per creare un sistema monetario e finanziario a due circuiti. In particolare, c’è la proposta di determinare il valore del rublo, che dovrebbe essere garantito sia dall’oro che da un paniere di beni non monetari, per allineare il tasso di cambio del rublo alla reale parità di potere d’acquisto.”

Questo era inevitabile dopo il vero e proprio furto di oltre 300 miliardi di dollari di riserve estere russe. Forse ci sono voluti alcuni giorni perché Mosca si rendesse pienamente conto di trovarsi di fronte ad una Totalen Krieg.

Il corollario è che l’Occidente collettivo ha perso qualsiasi potere di influenzare le decisioni russe. Il ritmo del gioco nella nuova scacchiera è stabilito dalla Russia.

All’inizio della settimana, nel suo incontro con il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, Putin è arrivato a dichiarare che sarebbe più che disposto a negoziare – con solo alcune condizioni: neutralità ucraina e status di autonomia per il Donbass. Ma ora tutti sanno che è troppo tardi. Per una Washington in modalità “Totalen Krieg” i negoziati sono un anatema – e questo è stato il caso fin dall’indomani dell’incontro Russia-Ucraina ad Istanbul, a fine marzo.

Finora, nell’operazione Z, le forze armate russe hanno usato solo il 12% delle truppe, il 10% dei jet da combattimento, il 7% dei carri armati, il 5% dei missili e il 4% dell’artiglieria. La soglia del dolore è destinata a salire sostanzialmente e, con la liberazione totale di Mariupol e la risoluzione, in un modo o nell’altro, del calderone del Donbass, non c’è nulla che la combinazione di isteria-propaganda-militarizzazione messa in campo dall’Occidente collettivo possa fare per modificare i fatti sul terreno.

Questo include mosse disperate, come quella scoperta dalla SVR – l’intelligence estera russa, che molto raramente sbaglia.

 La SVR ha scoperto che l’asse Impero della Menzogna-War Inc. sta spingendo non solo per una vera e propria invasione polacca per annettere l’Ucraina occidentale, sotto la bandiera della “riunificazione storica,” ma anche per un’invasione congiunta rumena-ucraina della Moldavia-Transnistria, con le “forze di pace” rumene già ammassate vicino al confine con la Moldavia.

Washington, come sostiene l’SVR, sta tramando la mossa polacca da oltre un mese. Avrebbe “guidato da dietro” (ricordate la Libia?), “incoraggiando” un “gruppo di Paesi” ad occupare l’Ucraina occidentale. Quindi la spartizione è già in programma. Se questo dovesse mai materializzarsi, sarà affascinante scommettere su quali località il signor Sarmat sarebbe incline a distribuire i sui biglietti da visita.

(Pepe Escobar- strategic-culture.org/news/2022/04/29/empire-of-lies-eager-receive-sarmat-business-card/)- strategic-culture.org.

 

 

 

 

Ucraina, Romania, Moldavia ... Vs.

Transnistria: uno scenario WW III.

Unz.com- BRETT REDMAYNE-TITLEY - (28 APRILE 2022)- ci dice:

 

 

Palanca: (Il confine tra Moldavia e Ucraina.)

La piccola e pacifica nazione della Moldavia sarà presto trascinata nella guerra Ucraina-Russia. Ragioni geopolitiche storiche e attuali sono in gioco e vengono applicate contro l'allargamento del fronte orientale della Russia che si muove verso ovest. Tuttavia, è la regione dell'Ucraina meridionale da Odessa alla Transnistria moldava che può innescare un'escalation verso la guerra mondiale.

L'esercito ucraino (AFU) che attualmente combatte le forze armate combinate delle forze armate russe (RAF), gli eserciti della Repubblica popolare di Donetsk e Luhansk (DPR e LPR) e le milizie del Donbas sono per il momento piuttosto impegnate nel nord-est.

 Tuttavia, con Mariupol ora saldamente sotto il controllo russo e il fronte meridionale a Mykolayiv e Kherson certamente in contesa, gli occhi di questa guerra migreranno presto a sud a sole cento miglia verso la Moldavia.

Oltre alla pace, la Russia e l'Ucraina-NATO non hanno scelta su questa tragedia strategica in corso.

Ma ci sono più di questi tre ovvi attori in questa guerra. Altrettanto importante è il triumvirato aggiuntivo della Moldavia, la sua regione contesa della Transnistria e anche la Romania che presto si uniranno all'interno di questo calderone regionale.

Guidando casualmente a nord dalla capitale della Moldavia, Chisinau, lungo le strette strade agricole, è finalmente primavera. I campi vaganti sono stati appena coltivati e piantati e digradano molto gradualmente e continuamente verso la Transnistria. Questa è una lunga e sottile striscia di terra che segue il fiume Dniestria lungo il confine ucraino prima di esaurirsi in una valle fluviale poco profonda e larga chilometri che corre fino all'enorme baia lunga 40 km che ha il suo ingresso al ponte ferroviario di Zatoka sulla costa del Mar Nero.

Questa regione della Transnistria è peculiare dal momento che la Moldavia ne rivendica il titolo, ma le 400.000 persone sono culturalmente ed etnicamente più allineate con la Russia e hanno combattuto una guerra contro la Moldavia nel 1992 per dimostrare il loro punto.

La Russia ha effettuato esercitazioni militari in questa regione il 2 febbraio di quest'anno. La pretesa è che una presenza russa sia essenziale per proteggere i loro cittadini nell'area e mantenere la pace tra moldavi e transnistriani.

A partire da questa settimana, quella finzione è finita.

Transnistria: La connessione rumena.

Per comprendere la nuova ampiezza di questa guerra è importante rivedere la storia delle rivendicazioni territoriali e dei sequestri riguardanti la piccola Moldavia e i suoi dintorni. La Moldavia è un territorio storicamente rivendicato dalla Romania fino all'inizio del controllo imperiale e sovietico russo dal 1812 al 1991. Transnistria significa "oltre il Dnestr", il confine fluviale naturale che divide la Moldavia e parte della Romania nord-orientale dall'Ucraina.

La Transnistria rimase sotto il controllo sovietico tra le due guerre mondiali. Poco prima che Gorbaciov disinvestisse l'Unione Sovietica la Transnistria mentre una regione cercava di separarsi dalla Moldavia a causa dei nazionalisti rumeni che improvvisamente salirono al potere nella capitale di Chisinau.

Ciò riguardava giustamente i molti popoli slavi della regione che temevano per i loro diritti, identità e sicurezza in corso. L'animosità del sud moldavo contro l'etnia russa del nord è simile qui alle metà est-ovest dell'Ucraina attualmente. La breve guerra del 1992 che ne è derivata non si è mai ufficialmente conclusa. Invece, una tregua di ispirazione russa è risultata combinata con l'introduzione di 500 forze di pace russe.

Il termine "Transnistria" è stato coniato per la prima volta nel 1989 da Leonida Lari come parte di uno slogan elettorale per il partito politico Fronte Popolare della Moldavia.

 L'origine della Transnistria, tuttavia, può essere fatta risalire alla Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Moldava che fu formata nel 1924 come parte della RSS Ucraina. Tuttavia, durante la seconda guerra mondiale, l'Unione Sovietica prese parti dell'ASSR moldava e anche un pezzo del Regno di Romania della Bessarabia. A partire dal 1940 questa combinazione divenne nota come Repubblica Socialista Sovietica Moldava.

La Romania non era contenta.

Nel 1941, dopo che le forze dell'Asse che includevano la Romania invasero l'Unione Sovietica e l'esercito tedesco sconfisse le truppe sovietiche lì e la occupò.

 Improvvisamente, la Romania controllava l'intera area tra i fiumi Dniester e Bug meridionale, compresa la città costiera di Odessa che fu dichiarata capitale.

Questa versione ampliata della Transnistria divenne sede di quasi 200.000 residenti di lingua rumena mentre l'amministrazione rumena della Transnistria tentava di stabilizzare la situazione nell'area nell'ambito di un processo di romenizzazione.

Durante questa occupazione rumena del 1941-44, si stima che da 150.000 a 250.000 ebrei ucraini e rumeni furono deportati in Transnistria. Secondo quanto riferito, la maggior parte sono stati giustiziati o sono morti per altre cause nei ghetti e nei campi di concentramento di questo stato-nazione rumeno.

Quando la seconda guerra mondiale si concluse, l'Armata Rossa avanzò di nuovo nell'area nel 1944. Le autorità sovietiche giustiziarono, esiliarono o imprigionarono centinaia di abitanti rumeni della RSS Moldava per i loro crimini contro i russi etnici o la loro collaborazione con gli occupanti rumeni.

Come precursore della Costituzione formale della Transnistria, il Movimento Yedinstvo (Unità), fu fondato dalla popolazione slava della Moldavia per tentare lo stesso status sia per i russi che per i moldavi.

La composizione etnica e linguistica della Transnistria differisce significativamente dalla maggior parte del resto della Moldavia. La quota di russi e ucraini etnici è particolarmente alta e la maggioranza della popolazione. Molti moldavi oltre la Transnistria parlano ancora il russo come lingua madre.

La violenza si intensificò improvvisamente nell'ottobre 1990 quando il Fronte Popolare Moldavo chiese ai volontari di formare milizie armate per fermare un referendum sull'autonomia in Gagauzia. Quest'altra sub-regione della Moldavia aveva e ha una quota ancora più alta di minoranze etniche russe e ucraine.

In risposta alla Moldavia, in Transnistria si formarono milizie volontarie. Già nell'aprile del 1990, le folle nazionaliste moldave avevano attaccato i membri del parlamento di etnia russa, mentre la polizia moldava si rifiutava di intervenire o ripristinare l'ordine.

Schermaglie isolate si intensificarono fino alla guerra a partire dal 2 marzo 1992 quando iniziò un'azione militare concertata tra Moldavia e Transnistria. I combattimenti si intensificarono per tutta la primavera fino a quando l'ex 14a Armata della Guardia sovietica entrò nel conflitto. Secondo quanto riferito, queste truppe hanno aperto il fuoco contro le forze moldave uccidendo più di 700 persone.

Da allora, la conseguente tregua pervasiva con la Moldavia ha prevalso. Chisinau esercita poco controllo o influenza efficace sulle autorità della Transnistria. L'accordo di cessate il fuoco, firmato il 21 luglio 1992, si è tenuto fino ai giorni nostri.

L'accordo di cessate il fuoco prevedeva una commissione di controllo congiunta a tre parti (Russia, Moldavia, Transnistria) per supervisionare gli accordi di sicurezza nella zona smilitarizzata della Transnistria.

Di conseguenza, la Transnistria è una repubblica presidenziale indipendente non riconosciuta con un proprio governo, parlamento, esercito, polizia, sistema postale, valuta e immatricolazione dei veicoli. Ha creato la sua costituzione, la bandiera, l'inno nazionale e lo stemma. La maggior parte dei transnistriani ha la cittadinanza moldava, ma molti hanno anche la cittadinanza russa, rumena o ucraina.

Questo status quo, sebbene vantaggioso per la pace, ha lasciato fuori i rumeni che avevano altre opinioni della Commissione dopo essere stati rimandati indietro nella storia ancora una volta.

Inizia una nuova priorità di guerra.

La Moldavia, con un esercito permanente di appena 5000 persone, ha finora acconsentito a questa realtà transnistriana negli ultimi trent'anni; una realtà che viene rafforzata dalle 500 forze di pace russe di stanza qui nel villaggio di Cobasna.

A contribuire a mantenere la pace ci sono anche altre 1000 truppe russe a guardia della più grande discarica di armi dell'Europa orientale e delle sue 22.000 tonnellate di munizioni.

L'esercito russo ha gli uomini e il materiale per respingere le fasi iniziali di qualsiasi conflitto imminente qui. Tuttavia, quando la guerra inizierà vicino a Odessa, la base situata a Cobansa, la Transnistria avrà sicuramente bisogno di ulteriore supporto rapidamente. Qui sta il primo conflitto importante.

La Moldavia è senza sbocco sul mare. Affinché la Russia fornisca supporto a Cobansa dovrebbe volare attraverso uno spazio aereo ristretto e probabilmente difeso o fornire un attacco di terra che possa aprire un corridoio militare da una testa di ponte del Mar Nero alla Transnistria. Questo è circa trenta miglia nell'entroterra.

La Russia non avrà altre scelte, tuttavia, dal momento che la base è troppo importante e, inoltre, consentire a quelle munizioni nelle mani occidentali sarebbe un punto di svolta all'interno di questa regione.

Finora, a nord, la Russia, da quando ha abbandonato Kiev, è rimasta fedele ai suoi obiettivi dichiarati di liberare donbas, Luhansk e Donetsk dal terrore indiscriminato dell'AFU e dall'influenza nazista degli ultimi sette anni. Creando una zona cuscinetto che la Russia continua ad espandere a ovest ogni giorno più libertà territoriale sta crescendo per i cittadini dell'Ucraina orientale. Molte città piccole e relativamente inalterate stanno aprendo e negozi e aziende si stanno preparando a tornare alla normalità all'interno di questa zona cuscinetto. Sembra probabile che una volta che questa zona cuscinetto sarà adeguata per prevenire il bombardamento dell'artiglieria delle principali città e paesi, la Russia non continuerà più ad avanzare in un territorio aggiuntivo. L'eventuale linea di demarcazione nord-sud in tutta l'Ucraina rimane aperta alla speculazione, ma deve considerare i confini dei fiumi Dnestr, Dnepr e Bug.

È di vitale importanza capire che l'espansione della zona cuscinetto orientale della Russia è solo una parte dell'obbligo militare della Russia per un blocco costiero ucraino completo. Questo non può essere completato senza che prima vengano raggiunti altri due obiettivi. Uno, la Russia sta portando la restante costa meridionale della regione di Odessa sotto il suo controllo almeno fino al ponte di Zatoka. Due: mantenere il controllo militare delle linee del fronte sud-est-ovest lungo il confine della Transnistria fino alla Romania.

Chisinau, che si trova 120 km più a sud, deve rimanere neutrale poiché avrà poca importanza, né opposizione. Ma finora non l'ha fatto. Questo fa ben sperare per questo paese meraviglioso e poco conosciuto.

In caso di successo, questi ultimi mattoni russi nel muro qui bloccheranno l'Ucraina completamente e strategicamente dall'accesso a tutto il Mar Nero e a qualsiasi punto verso est. Con Odessa sotto controllo e la Transnistria come nuovo fronte meridionale della Russia, l'Ucraina sarà senza un porto marittimo e completamente legata alla Russia per tutte le esportazioni pre o postbelliche verso est o le importazioni verso ovest via strada, aria o mare. In particolare quelli di tipo militare.

Reciprocamente, per le stesse ragioni, l'Ucraina non avrà altra scelta che combattere con le unghie e con i denti per il controllo dello stesso territorio. Questo, naturalmente, presuppone che l'AFU abbia ancora forze sufficienti per combattere o abbastanza uniformi di riserva per vestire le molte forze NATO in arrivo.

I rapporti sui mercenari della NATO che già lavorano in Ucraina mostrano che gli Stati Uniti- NATO sono già in Transnistria e si stanno preparando per questo certo avvento.

 Secondo quanto riferito, il Canada ha inviato mercenari attraverso la Moldavia che entrano in Ucraina attraverso i due valichi di frontiera.

Il valico di frontiera di Palanca si trova sulla stessa strada per Odessa, a soli 30 miglia di distanza, ma il primo attraversamento della Transnistria è essenziale. È probabile che abbia incontrato quattro di questi mercenari. Ho visto e parlato con loro. Sono pessimi bugiardi.

Nella hall del mio hotel a Chisinau, incontro "l'operatore umanitario", David. Ha attirato la mia attenzione perché indossava il suo grande zaino da giorno completamente nero non contrassegnato al chiuso, nessun altro bagaglio, stivali militari, pantaloni cargo, capelli alti e stretti come un rasoio e un'auto a noleggio a sua disposizione.

Questo è lontano dall'immagine di uno qualsiasi degli operatori umanitari che ho visto ultimamente. E le auto a noleggio, come avrei scoperto, normalmente non possono attraversare il confine con l'Ucraina.

David, un canadese, mi racconta la sua storia di lavoro per un gruppo unHRC "Relief Canada", con sede presso l'ambasciata canadese qui a Chisinau. Faccio una chiamata all'ambasciata canadese. Sono canadese. Fingendo di essere anche io con questo gruppo di aiuto e di aver bisogno di assistenza per arrivare all'Ambasciata, un operatore telefonico mi mette in attesa solo per tornare diversi minuti dopo, confuso e chiedendomi di qualificare a quale agenzia di aiuti mi riferisco. Diversi minuti dopo, mi informa che, nonostante abbia chiesto ai suoi colleghi, Relief Canada non è rappresentata dall'ambasciata canadese.

Ho l'abitudine di fare un po' di lavoro ogni giorno il più vicino possibile alla hall dell'hotel in ogni hotel in cui sono bloccato. Ha spesso messo a nudo molti frutti come è stato mostrato nella seconda e nella terza parte di questa serie. Il giorno seguente parlo con altri due sospetti mentre fanno il check-in insieme e poi ancora una volta prima di partire per la Transnistria. È interessante notare che tutti e tre sfoggiano lo stesso kit e offrono MO come David. Ho chiesto loro. Solo un giorno in hotel e poi via a Odessa per aiutare, hanno detto tutti.

Quindi, era tempo di dare un'occhiata al confine a Palanca attraverso la Transnistria.

Moldavia: verso ovest verso la distruzione.

La Moldavia è per lo più ricca di terreni agricoli e ho imparato rapidamente ad amare questo paese, la sua amichevole gente rurale e la bella architettura di Chisinau.

Le guide di viaggio forniscono avvertimenti di povertà e criminalità, ma questo sembra nient'altro che propaganda intesa a limitare il turismo e ad aiutare a spingere la Moldavia tra le braccia dell'Occidente.

A differenza di Varsavia, Budapest e Bucarest, non vedo segni di povertà abietta, tossicodipendenti che si rilassano nella propria sporcizia, spazzatura per le strade o un'infrastruttura obsoleta di treni, strade o ponti.

 Tutt'altro. La gente di Chisinau e i loro figli si vestono tutti bene e con stile.

 C'è una pulizia in Moldavia che non vedo normalmente nelle capitali dell'UE. Quando sono impegnate, le persone che incontro parlano consapevolmente del loro presidente recentemente eletto e del perché ha aumentato la possibilità di guerra.

Nei terreni agricoli della Transnistria, i piccoli borghi secolari sono modesti, ma perfettamente puliti e la vita si muove a ritmo lento di contadini. Le persone si vestono tradizionalmente e sono amabili per la mia mancanza di russo mentre vanno in giro per la loro giornata.

Non esiste un confine definito per la Transnistria. Mentre seguo le strade più o meno a nord attraverso la capitale non ufficiale di Tiraspol noto una strana bandiera rosso sangue con una singola striscia orizzontale verde Kelly che vola nel vento davanti.

 È interessante notare che incorpora una falce e martello nell'angolo superiore. Questo simbolo è stato precedentemente relegato all'Unione Sovietica di molto tempo fa e oggi la Transnistria è l'unico paese rimasto al mondo a far volare la falce e il martello. Sono arrivato.

Lungo la strada, praticamente ad ogni vista è facile guardare lontano a nord sulla valle verde del fiume Dniestria e nella leggera foschia sulla riva lontana che sale ugualmente lentamente verso l'Ucraina e Odessa; il fiume ora un rivolo del suo sé precedente e apparentemente irrilevante in primo piano.

I moldavi con cui parlo non vogliono la guerra.

A differenza di Viktor Orban dell'Ungheria che ha sconfitto la sua opposizione presidenziale collettiva sostenuta dall'Occidente tre settimane fa, beneficiando in parte del suo annuncio di non consentire il movimento della NATO attraverso l'Ungheria, esaminando i primi quindici mesi della neoeletta presidente moldava Maia Sandu sembra che il terrorismo della NATO attraverserà presto a nord la Dniestria dalla Moldavia.

Le elezioni del 2020 hanno visto la Moldavia spostarsi politicamente verso ovest. Sandu, una giovane candidata alla moda, ha fornito tutti i soliti punti di discussione dell'UE sull'aumento delle esportazioni, sulla crescita economica e ha promesso una rapida prosperità.

Igor Dodon ha lanciato la sua campagna il 2 ottobre 2020, ma ha condotto una campagna poco brillante per la presidenza in carica. Sebbene abbia visitato oltre duecento comuni e parlato con circa 45.000 moldavi, ha stranamente annunciato che non avrebbe fatto uso di cartelloni pubblicitari e che non avrebbe preso parte a nessun dibattito. Dodon è stato considerato il candidato più filo-russo sulla scheda elettorale e ha sostenuto la legislazione per mantenere la lingua russa, rendere obbligatorio lo studio del russo nelle scuole, rafforzare il partenariato strategico con la Russia, preservare la sovranità territoriale della Moldavia, rafforzare il sistema di sicurezza sociale e promuovere i valori cristiani e familiari.

Lo stesso giorno, Sandu lanciò ufficialmente la sua campagna, ma durante quel periodo fece solo due discorsi; uno in rumeno e uno in russo. Ha promesso di combattere la corruzione e la povertà, riformare il sistema di giustizia penale, ridurre la disoccupazione, aumentare la pensione minima e costruire legami più stretti con l'Unione europea. La campagna di Sandu ha accusato Dodon di ostacolare deliberatamente la riforma del sistema di giustizia penale e la cattiva gestione della pandemia di COVID-19.

Proprio come le elezioni francesi, con Dodon e Sandu finalisti il 1 ° novembre, il 15 novembre Maia Sandu ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali in Moldavia con il 57% dei voti. La partecipazione elettorale del 55% è stata la più alta affluenza alle urne dal 2010. Tuttavia, i modelli di voto hanno illustrato fratture politiche interne. Sandu ha goduto del sostegno dei giovani e degli abitanti delle grandi città, così come della diaspora all'estero (di cui il 93% ha votato per lei), facendo pendere la bilancia a suo favore. Dodon, come previsto, ha ottenuto voti dalle aree rurali e dalle regioni filo-russe Transnistria e Gagauzia.

Indipendentemente da ciò, Sandu ha recentemente lanciato una salva politica occidentale di apertura nella direzione esatta della Transnistria.

 

Il 7 aprile, la Moldavia ha adottato il Codice sui servizi di media audiovisivi che prevede il divieto di trasmissione di programmi e film prodotti in paesi che non hanno ratificato la Convenzione europea sulla televisione transfrontaliera.

Questo significa Russia.

Successivamente, il 14 aprile, sono state approvate aggiunte al Codice dei reati, che ha introdotto multe o lavori forzati per l'uso di attributi o simboli di "aggressione militare". Questi includono "bandiere e nastri colorati, simboli, distintivi e altri segni simili". Questo è un riferimento furbo al "nastro bicolore nero e arancione", chiamato Georgievskaya, o nastro di San Giorgio.

Questo significa Transnistria.

Questi divieti, come previsto, hanno causato un'ampia divisione tra Moldavia, Transnistria e Russia. Ciò equivarrebbe a una storia revisionista per quanto riguarda i film sovietici sulla Grande Guerra Patriottica e l'assegnazione e l'esposizione del tanto apprezzato nastro di San Giorgio. Entrambi sono simboli storici e importanti per tutti coloro che onorano quella memoria ogni Giorno della Vittoria, il 9 maggio e la Grande Vittoria su quegli altri nazisti di un'epoca presumibilmente passata.

Moldavia e Russia hanno buone ragioni per ricordare bene la menzogna pre-elettorale di Sandu che promette di preservare il diritto di celebrare il 9 maggio. Durante la Grande Guerra Patriottica, morirono 650 mila abitanti della Moldavia. 400.000 combatterono nell'Armata Rossa. 250.000 soldati, ufficiali e partigiani moldavi furono premiati per il loro coraggio medaglie sovietiche come il nero e l'arancione, San Giorgio.

Sotto Dodon la promozione ufficiale della lingua russa nelle scuole moldave stava guadagnando terreno in parlamento, ma fino ad oggi, Sandu ha chiuso molte scuole di lingua russa citando la mancanza di studenti. Questa è una logica egoistica poiché nei terreni agricoli rurali diffusi della Transnistria i piccoli villaggi hanno popolazioni molto piccole e pochi scolari e hanno per così tante generazioni.

 

Tutto ciò, ovviamente, influisce sull'atmosfera parlamentare delle relazioni russo-moldave.

Nelle relazioni economiche, Sandu si è anche mosso rapidamente in modo scriptato dall'UE. Il PIL della Moldavia è l'equivalente di soli 11,91 miliardi di dollari con un bilancio annuale di appena 3 miliardi di dollari. La scorsa settimana la CE ha annunciato che l'UE avrebbe fornito un'operazione di assistenza macro-finanziaria di 150 milioni di euro sotto forma di prestiti e sovvenzioni. Ha detto la CE in una dichiarazione:

"L'assistenza contribuisce a rafforzare la resilienza della Moldova nell'attuale contesto geopolitico e a coprire le esigenze della bilancia dei pagamenti della Moldova, come indicato nel programma del Fondo monetario internazionale (FMI)."

Naturalmente, questa dichiarazione è una dichiarazione di guerra alla Moldavia con un mezzo diverso. E' anche un riconoscimento che la CE è soddisfatta dei progressi compiuti finora da Sandu.

Temo per la Moldavia. Questo è un paese che potrebbe facilmente divorziare dalla follia della continuazione della guerra della NATO e contribuire a fermarla. Ma come è normale per i leader finto-nazionalisti delle nazioni occidentali, la Moldavia nelle mani di Sandu è ora, come la Polonia, la Repubblica Ceca e la Romania, a disposizione della NATO e dell'UE per il saccheggio. Il presidente della Moldavia sarà singolarmente da biasimare se questa regione passiva e questo modo tranquillo di vita agraria vedranno di nuovo la guerra. Una guerra che non può difendere né perseguire e per la quale la neutralità è l'unica opzione pacifica.

Con la politica moldava equamente divisa all'interno del parlamento, Russia contro Occidente, potrebbe essere una nuova guerra civile moldava con cui Sandu dovrà prima fare i conti mentre le realtà di una guerra molto più grande a nord si insinuano ogni giorno verso la Moldavia.

Che differenza fa una settimana.Mentre mi trovo al confine tra Moldavia e Ucraina a Palanca, sono sorpreso di apprendere che posso ancora attraversare il confine. Quindi guido attraverso il primo controllo di frontiera. A causa della mia mancanza di russo, scopro poi che le auto a noleggio non hanno un'assicurazione ucraina e vengo respinto senza troppi incidenti. Essendo portatile, parcheggio l'auto, prendo lo zaino e cammino verso le stesse guardie di sicurezza che ora mi conoscono bene. Sono determinato ad arrivare a Odessa. È così vicino.

Tre posti di blocco di carta d'identità e passaporto e ulteriori domande invece di essere frustati e io sono dentro, camminando di nuovo in Ucraina. Mentre mi siedo con la mia attrezzatura sulla strada appena oltre il checkpoint sperando in un giro a questo punto del pomeriggio, considero attentamente le mie giornate a Chisinau. I vini, magnifici, i ristoranti economici all'altezza del compito. Le strade pulite circondano enormi edifici di sottigliezza nell'architettura che rendono omaggio al cristiano, al russo, allo slavo e all'ottomano nelle loro molte influenze evidenti. Le belle donne. I colori panoramici della primavera e la vista dalle colline di Chisinau che si affacciano sul Mar Nero e sul nord.

Sono venuto qui in Moldavia a causa delle mie paure più oscure, quelle realizzate in quarant'anni vagando per i paesi del mondo e assistendo sempre agli orrori incrementali di, come Chalmers Johnson ha coniato perfettamente, "I dolori dell'impero". La mia accusa di questi molti dolori è lunga e attestata da gran parte del mio lavoro. Ma immaginare Chisinau che va in rovina per la via di Kiev è un'immagine che porta brividi e rabbia alla mia anima e ai miei pugni.

No. No. Non questa volta!

Quando ho iniziato questo aggiornamento da Chisinau speravo di non sentire il battito dei tamburi di guerra a nord. Ma le mie paure si stanno avverando mentre scrivo.

La Russia riconosce le realtà militari esaminate qui nel Sud. Ciò è evidenziato dalla sua azione diretta nell'abbattere un aereo da munizioni della NATO il 16 aprile vicino a Odessa, poi il 23 aprile prendendo di mira i depositi di rifornimento e supporto dell'AFU a Odessa, e successivamente distruggendo una parte dell'importantissimo ponte Zatoka appena a sud di Odessa che va direttamente in Romania. Queste mosse proattive indicano fortemente che la Russia comprende il difficile compito pochi giorni prima e si sta già preparando. Il problema più grande dell'AFU è quello del rifornimento e, se la Russia continua al ritmo attuale, l'AFU potrebbe letteralmente esaurire il gas in anticipo.

Per quanto riguarda il sistema ferroviario ucraino che solo pochi giorni fa era a disposizione della NATO: la Russia ha eliminato praticamente tutte le stazioni di commutazione dei binari ucraine rendendole inutili e, con 1200/1500 locomotive elettriche, anche le linee elettriche. Come riportato da South Front, sono rimaste solo 300 locomotive diesel, ma quel carburante è sotto costante attacco e anche i binari. Lo stesso articolo ha osservato che, se la NATO dovesse cercare di fornire nuovi diesel, sarebbero della larghezza sbagliata per i binari a scartamento ucraino.

Se fosse solo così semplice, la Moldavia sarebbe al sicuro. Non è così semplice.

Simile ai secondi fini della Polonia mostrati nella seconda parte, come riporta il Fronte Sud in un'eccellente analisi, il desiderio storico della Romania di riconquistare la Transnistria viene ora mostrato mentre si prepara a entrare in guerra per volere della NATO dopo aver ospitato e addestrato circa 8.000 soldati polacchi.

Tentando di attirare la Transnistria nel conflitto, le esplosioni hanno scosso un centro di trasmissione nel villaggio di Mayak il 26 aprile, ha affermato il ministero dell'Interno della regione. È stato riferito che nessuno è rimasto ferito, ma le due antenne più grandi, che trasmettevano stazioni radio russe, sono state disabilitate a terra.

Il 25 aprile, l'edificio del Ministero della Sicurezza di Stato nella capitale della regione, Tiraspol, è stato bombardato con granate a razzo. Non sono state segnalate vittime.

Il terzo attacco ha colpito un'unità militare vicino al villaggio di Parkany. Nessun dettaglio sull'incidente è stato rivelato. Indipendentemente da ciò, tutti questi attacchi sono scomodamente vicini a quelle 22.000 tonnellate di munizioni russe.

Di conseguenza, il 26 aprile il presidente Sandu ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza. È stata presa la decisione di introdurre il livello "rosso" di pericolo terroristico nel paese per 15 giorni, il che prevede l'adozione di ulteriori misure di sicurezza. Anche se questo era probabilmente un lavoro interno progettato per fornire a Sandu ragioni per spostarsi più a ovest, la decisione immediata ha richiesto speculazioni.

Come valutato dall'analisi di South Front:

"Da un lato, l'operazione di assalto russo a Odessa non è ancora iniziata. Anche le forze armate della Federazione Russa devono ancora ottenere successi significativi nella regione di Nikolaev. D'altra parte, il governo Sandu in Moldavia, con l'influenza attiva di Romania e Polonia, dimostra di essere pronto a prendere in considerazione uno scenario militare per risolvere la questione della Transnistria".

Molte fonti hanno riferito del ridispiegamento di grandi unità dell'esercito polacco in Romania per successive attività congiunte e possibili esercitazioni militari sul territorio della Moldavia.

La Russia sostiene che le forze armate polacche hanno iniziato a stabilire un gruppo di attacco sul territorio della Romania per attraversare il confine con l'Ucraina.

 Le truppe totali in questa manovra sono stimate fino a 8.000 militari. L'articolo afferma che una forza combinata polacca e rumena sta pianificando di entrare nel territorio moldavo con un pretesto plausibile, come un'operazione umanitaria o una richiesta ufficiale del governo.

Gli attacchi di questa settimana hanno dato troppo convenientemente al burattino occidentale Sandu le ragioni di questa richiesta ai suoi sostenitori della NATO.

Se le truppe rumene o polacche accedono all'Ucraina attraverso la Romania, o peggio la Moldavia, questo sarà il primo innegabile ingresso di un membro della NATO in questa guerra aggravata dall'attraversamento del territorio di una nazione non NATO, o come dettagliato qui, una resistenza sovietica filo-russa con un enorme deposito di armi da 22.000 tonnellate.

Ancora più importante, quando si considera la distruzione delle linee di rifornimento ferroviario nelle ultime settantadue ore, la NATO dovrà portare nuovi schieramenti utilizzando i confini della Romania. Questo ha il vantaggio di portare queste truppe centinaia di miglia più vicine al fronte orientale e tenerle sul suolo della NATO fino a quando non attraversano l'Ucraina.

O La Transnistria.

Se le truppe polacche e rumene attraversano la Transnistria, queste fazioni della NATO subiranno perdite certe e massicce e i loro punti di origine nazionali saranno innegabili. In quel frangente due membri della NATO saranno stati attaccati. dalla Russia... e... e...

I media faranno il resto.

Sul ciglio della strada, Patrice di MSF si siede con me e chiacchiera in attesa di un passaggio in arrivo da Odessa. Come previsto mi dice che l'AFU possiede già le strade di Odessa. Conferma i posti di blocco in tutto il centro della città. Non temo i russi. Temo alcune fazioni dell'AFU e ho la sfortuna di una ricerca su Google lontana da un esame molto attento.

Per altre buone ragioni che non sono altro che scuse, con molta riluttanza giro la mia macchina , tornando a Chisinau.

Mentre concludo la quarta parte lontano dalla Transnistria di pochi giorni fa, rimpiango questa decisione fino al midollo. Non poteva essere aiutato. Devo tornare indietro, ma la porta si chiude sempre al confine, per me, per la Russia, per l'Ucraina e oh, così tragicamente per la Moldavia. E pace.

Se questa guerra attraversa la Transnistria, la splendida città di Chisinau sarà rasa al suolo come Mariupol. Se esiste un inferno su questa terra è quell'immagine dell'orrore che troppo spesso mi viene in mente come una realtà plausibile... un incubo.Pregate per la Moldavia. Pregate per la Transnistria. Pregate più duramente con tutto quello che potete per Chisinau.

Ma pregare contro i discepoli della guerra è un esercizio inutile. È tempo di scrivere... o... ?

Quell'immagine di Chisinau inghiottita dalle fiamme della guerra occidentale brucia di nuovo negli orrori della mia mente mentre il mio cuore mi tira per l'anima verso la Transnistria.

La scelta è semplice.

Alla dott.ssa Patricia A. Mahaffey.

 

 

 

 

Guerra Russia-Ucraina, Kiev sotto attacco,

bombardate sei stazioni ferroviarie.

Primi missili sulla Transcarpazia.

 Zelensky: “Aziende in affari con Mosca finanziano il conflitto.”

msn.com-lastampa.it- Francesca Semprini -Chiara Baldi- (3-3-2022)- ci dice :

 

Continuano gli attacchi russi all’Ucraina: ieri per la prima volta Mosca ha colpito a suon di missili la Transcarpazia.

 E sotto attacco, per tutto il giorno, sono state anche Leopoli e Mariupol.

Potente assalto ieri al territorio dello stabilimento Azovstal da parte dei russi con l'appoggio di mezzi corazzati, carri armati, tentativi di sbarco e un gran numero di fanti, secondo la testimonianza del battaglione Azov.

I civili evacuati dall'acciaieria di Mariupol, circa 150, sono arrivati a Zaporizhzhia. Secondo il sindaco di Mariupol, «qui Putin ha già superato Hitler: più di 20mila civili uccisi e 40mila deportati in Russia ai lavori forzati».

In serata sono suonate le sirene d'allarme in tuto il Paese.

Missili russi hanno colpito molte città arrivando fino a Leopoli. Nel settantesimo giorno di guerra non è semplice, dunque, intravedere spiragli di pace.

Il papa ha annunciato tuttavia che andrà a Mosca mentre Vladimir Putin, in una telefonata con Emmanuel Macron, ha detto che la Russia «è ancora aperta al dialogo» con l'Ucraina.

 E ha aggiunto che l'Ucraina «non è pronta per negoziati seri» per porre fine al conflitto. Inoltre, secondo Putin, «i Paesi Ue ignorano i crimini di guerra delle forze ucraine e i loro bombardamenti sulle città e i villaggi del Donbass».

Macron ha quindi lanciato a Putin un appello affinché la Russia metta fine alla «sua aggressione devastatrice».

 Il caso – Mosca contro Draghi: “Prende in giro i cittadini” Il punto di Andrea Margelletti –

“L’Italia tenti la carta della pace fra separatisti e Zelensky: sarebbero 35 mila soldati in meno schierati con Putin”.

 L'analisi – Neocolonialismo alla sovietica, è l’Africa la carta segreta di Putin nella sfida globale all’Occidente.

 La storia – Mariupol, “Mia mamma deportata dai russi dopo due mesi d’inferno in terra.

”– Biden preme su Congresso, approvare nuovi fondi per l'Ucraina: “Sono un investimento nella libertà e nelle democrazia”.

«Da quando la Russia ha attaccato l'Ucraina due mesi fa abbiamo inviato 3 miliardi di dollari di assistenza in sicurezza all'Ucraina. Quei fondi sono un investimento diretto nel difendere la libertà e la democrazia».

 Lo afferma il presidente Joe Biden, invitando il Congresso ad approvare rapidamente gli ulteriori fondi chiesti per «continuare a inviare all'Ucraina armi e a offrire assistenza economica e umanitaria».

 Zelensky: “Obiettivo integrità territoriale, inclusa Crimea. Ci auguriamo che sarà parte dell'Ucraina”.

L'obiettivo dell'Ucraina è ripristinare la sua integrità territoriale, inclusa la Crimea. Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo virtualmente a un incontro del Wall Street Journal.

 «Ci auguriamo che la Crimea sarà parte dell'Ucraina», dice Zelensky.

  Onu: “Possibili stupri anche suo uomini e ragazzi”.

Ci potrebbero essere anche uomini e ragazzi tra le vittime di stupri perpetrati da soldati russi in Ucraina, dove decine di casi denunciati sono già oggetto di indagini. Lo affermano l'Onu e autorità di Kiev citate dal Guardian.

 «Ho ricevuto denunce, non ancora verificate, relative a casi di violenza sessuale su uomini e ragazzi», ha detto Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale in guerra, in una conferenza stampa a Kiev.

 «È duro per le donne e per le ragazze denunciare casi di stupro a causa dello stigma sociale che ciò comporta – ha detto la Patten – ma spesso è anche più difficile per gli uomini e i ragazzi.

 Dobbiamo creare uno spazio di sicurezza per tutte le vittime perché denuncino i casi di violenza sessuale».

Le decine di casi attualmente oggetto d'inchiesta potrebbero «rappresentare solo la punta dell'iceberg», ha aggiunto la rappresentante dell'Onu, incoraggiando tutte le vittime a farsi avanti e a denunciare i casi di cui sono stati vittime.

La procuratrice generale ucraina, Iryna Venediktova, ha detto oggi che il suo ufficio ha raccolto denunce di violenze sessuali compiute da soldati russi contro uomini e donne di tutte le età.

 

 

 

Draghi-Schwab, vis a vis due protagonisti

dell'ordine globalista neoliberale filo-bancario.

Affaritaliani.it- Diego Fusaro- (26 novembre 2021)- ci dic e:

 

In comune hanno tanto, del resto. L'amore per il neoliberismo apolide in primis.

"Il Presidente Draghi ha incontrato il Presidente esecutivo del World Economic Forum". Così in data 22 novembre 2021 sul sito del Governo Italiano.

Mario Draghi ha, dunque, incontrato Klaus Schwab, il guru di Davos, l'araldo del nuovo ordine mondiale turbo-capitalistico globalista , nonché il teorico del grande reset planetario mediante l'impiego dell'emergenza permanente.

Non ce ne stupiamo, invero.

Se il vis-Conte dimezzato giallo-fucsia, alias Giuseppe Conte, riceveva la telefonata da Bill Gates, se Gentiloni riceveva Giorgio Soros, ora Draghi l'euroinomane, l'ex banchiere di Goldman Sachs ed ex governatore della BCE, incontra Schwab.

In comune hanno tanto, del resto.

 L'amore per il neoliberismo apolide, in primis, con annesso massacro dei ceti medi e delle classi lavoratrici.

Ma poi anche l'amore infinito per il lemma resilienza, che è poi la virtù adattiva che i padroni preferiscono nei dominati.

Insomma, un incontro tra prospettive affini, tra uomini che rispondono ai medesimi interessi di classe e che si orientano secondo la medesima Weltanschauung, quella basata su globalismo mercatista, riduzione dei diritti degli oppressi, decostruzione di ogni residua identità resistente e di ogni superstite profilo critico: in una parola, l'unificazione del mondo intero sotto il segno dell'egemonia finanziaria del blocco oligarchico neoliberale.

Tale progetto, in fase di sviluppo da parecchi lustri, è stato potenziato e accelerato grazie all'epifania dell'emergenza epidemica, utilizzata ad arte dai gruppi dominanti secondo quello che lo stesso Schwab ha appellato il grande reset e che noi abbiamo definito il golpe globale gestito dai plutocrati borderless del turbocapitalismo.

Un incontro inevitabile, forse, tra due dei protagonisti dell'ordine neoliberale filo-bancario.

Un incontro il cui fine ultimo potrebbe essere, forse, la messa a punto della strategia per calibrare e attuare le linee guida del grande reset in Italia, tenendo conto delle specificità proprie del nostro Paese.

 Non è poi difficile immaginare, allora, cosa i due si siano detti. Sarebbe forse più interessante capire chi ha messo la mano sulla spalla a chi, se Draghi a Schwab o se Schwab a Draghi.

(Diego Fusaro (Torino 1983) insegna storia della filosofia presso lo IASSP di Milano (Istituto Alti Studi Strategici e Politici).

 

 

 

 

In tandem con Draghi: Klaus Schwab,

un transumanista a Palazzo Chigi.

Ambienteweb.org- Redazione-(Maurizio  Martucci.    (01/12/2021)- ci dice :

Che ci faceva nel 2017 George Soros a Roma dall’allora premier Paolo Gentiloni? Molto probabilmente quello che ci ha fatto Klaus Schwab a Palazzo Chigi, come un capo di Stato ricevuto da Mario Draghi.

Mistero sui contenuti dell’incontro, mistero pure sugli eventuali accordi presi o sottoscritti, nonostante poco dopo in un’intervista bonaria – come una foglia di fico per coprire il buco della mancata notizia – rilasciata dal guru del Forum Economico Mondiale al quotidiano La Repubblica (direttore Maurizio Molinari, editore GEDI), si parla di hit-tech come patto globale USA-Cina, senza però svelare la reale natura del fulmineo sbarco nella Capitale.

 Cosa l’opinione pubblica non deve sapere? Cosa va nascosto?

 E così, in assenza di indiscrezioni dall’ufficio stampa della presidenza e di giornalismo d’inchiesta sul mainstream, nulla continuiamo a sapere dell’incontro tra il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana con il fondatore-direttore esecutivo del più influente e potente cartello mondialista, “piattaforma globale per la cooperazione tra pubblico e privato”, nonostante proprio da queste alte sfere (non elette dai popoli) si delineino orami da tempo i destini di milioni di cittadini.

Da Prodi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni (solo per citare i nomi più illuminati), sappiamo infatti come l’Italia sia stata praticamente trasformata in una terra di conquista per banchieri, lobbisti e filantropi della speculazione e della tecno-sorveglianza universale, al punto che in una TV rumena l’ex politico e generale Emil Străinu ha testimoniato di aver ascoltato in una riunione di Davos come la prima dittatura d’Europa nascerà – non a caso – proprio in Italia!

Schwab e Draghi (Commissione Trilaterale e Club Bilderberg, oltre a tante altre cose) sono in tandem, stanno insieme come un ticket da molti anni, tanto nel 2013 – ai tempi in cui la plenaria in Svizzera ci stava evidentemente un pò stretta – la stessa Repubblica scriveva come “al World Economic Forum l’Italia non c’è mai stata veramente. Compariva ai tempi del primo governo Prodi, si faceva intravedere con Tommaso Padoa-Schioppa ministro dell’Economia e Mario Draghi governatore della Banca d’Italia”.

Oggi siamo invece all’inverso, cioè alla compenetrazione totale, alla sovrapposizione di ruoli tra pubblico e privato, dove le linee guida di Recovery Fund (Next Generation EU), Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e Gruppo dei Trenta di Mario Draghi sono coerenti con il Grande Reset di Klaus Schwab.

 Il PNRR dovrà “destinare almeno il 37% della dotazione al sostegno della transizione verde, compresa la biodiversità; destinare almeno il 20% alla trasformazione digitale” e così, per smazzare il lavoro, a sporcarsi le mani nell’esecutivo Draghi troviamo Roberto Cingolani (ex Leonardo, ex Finmeccanica) e Vittorio Colao (ex Vodafone, ex Verizon), ministri del transumanesimo in salsa ecologica delle telecomunicazioni e della robotica.

“Transizione verde”, “trasformazione digitale”, “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, “coesione sociale e territoriale”, “salute e resilienza economica, sociale e istituzionale”, “politiche per la prossima generazione, infanzia e gioventù, incluse istruzione e competenze”, sono le parole d’ordine del grande resettaggio accelerato dalla crisi Covid-19, un mix di ingegneria sociale e genetica, per cui entro il 2030 si dovrebbero abolire proprietà privata (comprese le case) e moneta cartacea (in funzione di bitcoin e moneta elettronica) per finire nel completamento della quarta rivoluzione industriale, passando di colpo dal 5G al 6G, cioè dall’Internet delle cose all’Internet dei corpi per una completa fusione fisico-biologica-digitale, con la robotica, gli algoritmi e l’intelligenza artificiale previsti “cento bilioni di sensori a connettere digitalmente l’uomo e l’ambiente naturale avvalendosi di una rete intelligente distribuita capillarmente a livello mondiale”. La pianificazione della nuova umanità passa anche attraverso neuro-tecnologie e modificazione genetica.

Tedesco, ingegnere ed economista 84enne, 17 lauree honoris causa e una sequela di medaglie d’onore nazionali (nominato pure cavaliere dalla Regina d’Inghilterra Elisabetta II), per sostituire le democrazie nazionali con una leadership mondiale Klaus Schwab promuove la Nuova Normalità, la Governance Globale della Biosicurezza: “Molti di noi stanno pensando a quando le cose torneranno alla normalità –da visionario scrive Schwab nei suoi libri – La risposta breve è: mai. Nulla tornerà mai al senso di normalità “rotto” che prevaleva prima della crisi, perché la pandemia di coronavirus segna un punto di svolta fondamentale nella nostra traiettoria globale. Alcuni analisti la definiscono una grande biforcazione, altri una profonda crisi di proporzioni ‘bibliche’, ma l’essenza rimane la stessa: il mondo come lo conoscevamo nel i primi mesi del 2020 non è più, dissolto nel contesto della pandemia”.

 

Se non sappiamo nulla dei contenuti dell’incontro di Palazzo Chigi, sappiamo però quanto Schwab spinga per un transumanesimo come nuova Era per traghettarci nel post-umano, ingegneria sociale applicata all’umanità intera, tra smartdust, Smart City e bio-nanotecnologie per il controllo globale, dove sofisticati dispositivi tecnologici diventeranno un’estensione del corpo umano con l’avvento dei cyborg:

 “In 10 anni potremmo avere Chip impiantabili nel cervello“, sul canale televisivo svizzero RTS Un dichiara in un’intervista nel 2016.

E poi: “In effetti, alcuni di noi sentono già che i nostri smartphone sono diventati un’estensione di noi stessi. I dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili ai visori per realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello. Le strabilianti innovazioni scatenate dalla quarta rivoluzione industriale, dalla biotecnologia all’Intelligenza Artificiale, stanno ridefinendo ciò che significa essere umani”, scrive il teorico di Davos. “Il futuro metterà alla prova la nostra concezione di ciò che significa essere umani, sia dal punto di vista biologico che sociale”.

 E infine: “Già oggi i progressi delle neuro-tecnologie e delle biotecnologie ci costringono a chiederci cosa significhi essere umani”. Nell’ultimo Global Health Summit, il G20 di Roma, tra i relatori c’è stato pure Bill Gates. Dopo i cerimoniali di Governo per Soros e Schwab, attendiamo adesso Elon Musk direttamente al Quirinale, tanto che su Twitter, in tema di transumanesimo e voraci volatili sputa fuoco, s’è lasciato sfuggire pure un…. “Oh, comunque sto costruendo un drago cyborg“. Appunto,

il transumanesimo ai posti di comando.

(Maurizio  Martucci).

 

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