Crisi economica 2022 - GUERRA.
Crisi economica 2022 - GUERRA.
Perché
la Cina si
papperà la Russia.(Putin sta sbagliando i conti).
msn.com-Starmag-
Gianfranco Polillo –( 25-giugno 2022)- ci dice :
Al
momento Xi Jinping è costretto a fare buon viso al cattivo gioco. Ma poi verrà
il tempo della resa dei conti. Ed allora saranno tempi duri per l’orso
siberiano e le intemperanze di Putin.
C’è
già chi si è lanciato senza alcuno sprezzo del ridicolo. Per Claudio Risé,
dalle pagine de La Verità, l’Occidente é il passato; il futuro è solo ad
Oriente all’insegna di quel multilateralismo tanto caro a Vladimir Putin. Che
mira a sostituire l’egemonia euro-atlantica con il dispotismo orientale.
E
così, per una strana coincidenza temporale, mentre a Bruxelles si decideva
sulle candidature dell’Ucraina, della Georgia e della Moldavia, i Brics
(Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) tenevano un loro meeting, seppure
non in presenza, ma con la partecipazione del leader maximo di ciascun Paese, a
causa della nuova ondata di pandemia da Covid, sviluppatesi a Shangai. Ed il parallelismo è stato immediato.
La
nuova passerella offerta a Vladimir Putin ha contribuito a rassicurare il suo
fronte interno.
Esportazioni
di gas e di petrolio assicurate, soprattutto verso Cina ed India.
Se,
tuttavia, si presta un pizzico d’attenzione alla realtà, è facile vedere quanto
la situazione sia più complessa.
Cominciamo dalla rabbia del nuovo Zar. Pienamente
giustificata. Tra i Brics la Russia è quella che presenta la peggiore
performance.
Nel
1983, primo anno in cui si hanno i dati del FMI, il peso della Russia
sull’economia mondiale era pari al 4,3 per cento. Nel 2023 sarà solo del 2,6,
con un a perdita secca del 40 per cento. Nemmeno il Brasile ed il Sud Africa se
la passano bene, ma le loro perdite sono molto più contenute. C’è solo da aggiungere che i russi,
nel gestire il loro declino, hanno fatto tutto da soli: incapaci, come si sono
dimostrati, di utilizzare razionalmente le immense risorse del loro sottosuolo.
I
Brics hanno una rilevanza soprattutto statistica: i Paesi con più elevato tasso
di sviluppo tra gli emergenti.
Dato,
come vedremo, da approfondire. La Cina è assolutamente dominante.
Una differenza profonda con il blocco
occidentale, che si presenta, invece, più equilibrato.
Nel 1983 il peso dell’ex Celeste Impero era
pari al 29,4 per cento. Quarant’anni dopo quella percentuale era salita al 59,6
per cento. Sul fronte occidentale, invece, a contestare la retorica di Putin
contribuiscono i numeri. Nello stesso intervallo, il peso degli USA è cresciuto dal
32,1 al 36,7 per cento.La supremazia cinese nei confronti degli altri membri del
gruppo non solo è assoluta, ma caratterizzata da una forza intrinseca
straordinaria. Nel 1983, tanto per dare qualche dato, il rapporto con la Russia
era quasi paritario, nel 2023 sarà di 7,4 volte tanto.
L’India è l’unico Paese che riesce a stare
dietro la capo fila. Eppure, nel periodo considerato, le distanze sono quasi
raddoppiate, passando da un rapporto pari a 1,5 a 2,5.
Nelle
condizioni date è difficile che gli altri Paesi siano disposti a trasformare
questo vincolo di natura economica – finanziaria, ma soprattutto mercantile, in
uno di carattere politico. Paradossalmente lo stesso Putin, se non fosse accecato dal
suo odio verso gli Stati Uniti e la NATO, dovrebbe essere il primo a mostrare
cautela.
La vicinanza geografica con il colosso cinese, con i
suoi 4.500 chilometri di confine, lo espone enormemente. Tenendo conto, tra
l’altro, del fattore demografico. La Cina con la sua enorme popolazione, la
Russia asiatica quasi disabitata.
C’è
poi da aggiungere, che il futuro è in grembo a Giove. Il fenomeno della massima espansione
dei Brics è avvenuto nel corso del decennio che va dal 2003 al 2013.
Periodo che ha anche coinciso con il più forte
arretramento dell’Occidente.
In quei dieci anni la crescita dei primi era
stata pari a 8,8 punti. La caduta dei secondi a 10,4. Periodo indubbiamente
eccezionale rispetto sia al 1993/2003 che al 2013/2023, in cui il cambiamento è
stato molto meno traumatico. Nessuna sorpresa, tuttavia.
La scellerata invasione dell’Iraq avvenne nel
2003; la guerra contro Al-Qaida di quegli anni; l’invasione della Libia di
Gheddafi nel 2011. Solo per citare gli episodi più rilevanti.
C’è
poi da dire che quei grandi cambiamenti, nei rapporti di forza tra le diverse
aree del globo, furono soprattutto figli dell’ ingordigia mercatista
dell’Occidente. Quella globalizzazione, dominata soprattutto dal grande capitale
finanziario, destinata a fare da traino ai Paesi più volenterosi. Capaci cioè di svilupparsi vendendo
i propri prodotti – il più delle volte capitale estero e mano d’opera locale –
sui grandi mercati dell’opulenza atlantica ed europea.
Processo
favorito dalle grandi metropoli del benessere. Quella produzione a basso prezzo
consentiva, infatti, di ridurre il costo di riproduzione della forza lavoro,
mantenendo bassi i relativi salari.
Effetto ricardiano.
Mentre
le industrie, che ancora restavano sul suolo nazionale, potevano utilizzare a
proprio piacimento il vantaggio derivante dal miglioramento delle ragioni di
scambio.
Per
capire meglio, basta guardare ai dati forniti dall’Unem, nata sulle spoglie
della vecchia Unione petrolifera. Il prezzo della benzina super, nel 2021,
attualizzato per tener conto del processo inflazionistico, non era poi così lontano
da quello del 1960: 1,631 euro al litro (media annuale) contro 1,662.
Leggermente
diverso l’andamento del prezzo del gasolio: nel 2021, pari a 1,489, contro
1,099 del 1960. A causa della crescente disaffezione erariale nei confronti di un
prodotto ritenuto, in genere, più inquinante. Ma le similitudini restano
impressionanti.
La
follia di Putin ha definitivamente messo in crisi questo mondo.
Dimostrando
a tutti che il mercantilismo è cosa buona e giusta finché si tratta con dei
gentlemen.
Con
persone, cioè, che rispettano i patti. Che non approfittano del proprio
vantaggio oligopolista per minacciare i propri clienti. Insomma che sanno e
vogliono distinguere tra il mondo degli affari e quello delle armi.
Venuto
meno il rispetto per questi principi, l’Occidente non potrà che agire di
conseguenza. Del resto gli stessi Stati Uniti, con Donald Trump e le sue tesi su
“America first”, prima della rovinosa iniziativa contro Capitol Hill, avevano
compreso che qualcosa stava bollendo in pentola.
Ciò
che fin da adesso si può intuire nell’immediato futuro, è una diversa
segmentazione del mercato internazionale.
Non
più quella grande arena in cui ognuno poteva comportarsi al meglio delle
proprie capacità per vincere la concorrenza altrui. Ma la definizione di aree riserbate,
alle quali non tutti saranno ammessi. Aree in cui il controllo politico, specie
per alcune produzioni strategiche, sarà maggiore e dove la logica mercantile
del miglior prezzo dovrà cedere di fronte ad altre esigenze. Quali la sicurezza
degli approvvigionamenti, l’affidabilità del partner, le logiche delle alleanze
per una più generale garanzia.
Quel
vecchio mondo, quasi di frontiera, di una globalizzazione senza limiti, in
altre parole, è caduto insieme alle bombe su Mariupol. Colpa di quella rabbia,
da parte di Putin, di cui si diceva all’inizio. Rabbia di un perdente,
costretto a vivere in un mondo in cui il suo Paese, anno dopo anno,
retrocedeva. Facendo emergere il contrasto sempre più stridente tra una
debolezza economica e finanziaria e la forza che derivava dal lascito sovietico
degli ordigni nucleari.
Si può
anche capire la sua voglia di dare una spallata per imporre una svolta, nella
speranza di poter invertire il corso della storia.
Ma la
Cina? La Cina, che è stata la principale beneficiaria del processo di
globalizzazione, come reagirà? Al momento Xi Jinping è costretto a fare buon
viso al cattivo gioco. Ma poi verrà il tempo della resa dei conti.
Ed
allora saranno tempi duri per l’orso siberiano e le intemperanze del suo
leader.
La
guerra costerà all’Italia
30
miliardi nel 2022.
Europa.today.it-
Dario Prestigiacomo- (26-6-2022)- ci dice :
Lo
sostiene la Commissione europea, che ha rivisto al ribasso le previsioni di
crescita per il nostro Paese. Pesa la dipendenza dal gas russo.
A fine
anno, l'Italia potrebbe vedere andare in fumo ben 30 miliardi di euro a causa
delle conseguenze economiche della guerra in Ucraina. È quanto emerge dalle previsioni di
primavera della Commissione europea, che hanno rivisto al ribasso le stime di
crescita dell'intera Ue per l'anno in corso:
se
prima dell'invasione della Russia ci si aspettava una ripresa del Pil pari a un
+4%, adesso gli esperti di Bruxelles prevedono una crescita del 2,7%. La revisione al ribasso per il nostro
Paese è ancora più netta, dal 4,1% previsto prima del conflitto al 2,4%
attuale.
Il
peso della guerra.
"L'invasione dell'Ucraina da parte
della Russia sta causando sofferenze e distruzioni indicibili, ma sta anche
pesando sulla ripresa economica dell'Europa”, ha dichiarato il commissario
all'Economia, Paolo Gentiloni, ricordando che “la guerra ha provocato un'impennata
dei prezzi dell'energia e ha ulteriormente perturbato le catene di
approvvigionamento, per cui l'inflazione è destinata a rimanere più alta ancora
a lungo”. L'ampiezza
della crisi è stata mitigata solo grazie al “forte rimbalzo economico dello scorso
anno”, spinto dalle riaperture, che “avrà un effetto positivo sui tassi di
crescita di quest'anno”.
Il
"rimbalzo" europeo è stato del 5,4% nel 2021. L'Italia è tra i Paesi
che ha fatto meglio, anche grazie al Recovery, con una crecita del 6,6%, leggermente
più alta di quella stimata nelle ultime previsioni invernali dalla stessa
Commissione. Tuttavia, avverte Bruxelles, "nella seconda metà del 2021, l'aumento
dei prezzi dei fattori di produzione e le strozzature dell'offerta hanno
iniziato a pesare sull'attività industriale, mentre il rapido aumento dei
prezzi dell'energia ha intaccato il potere d'acquisto delle famiglie.
Il Pil
reale si è contratto nel primo trimestre del 2022 e le prospettive a breve
termine rimangono modeste, poiché le ripercussioni economiche dell'aggressione
militare russa contro l'Ucraina hanno intaccato il sentimento economico e
esacerbato gli ostacoli esistenti all'espansione".
Per
queste ragioni, l'Italia vede contrarre le previsioni di crescita del Pil
dell'1,7% tra prima e dopo l'Ucraina. Considerato che nel 2021 il prodotto
interno lordo è stato di 1.781 miliardi, le nuove stime di Bruxelles segnalano
30 miliardi in meno per le casse del Belpaese per l'anno in corso rispetto a
quanto stimato prima della guerra.
Le
prospettive, aggiunge la Commissione, "restano soggette a pronunciati
rischi al ribasso". E questo perché, "in quanto uno dei maggiori importatori di
gas naturale russo tra i Paesi dell'Ue, l'Italia sarebbe gravemente colpita da
brusche interruzioni dell'approvvigionamento".
L'Italia
non è chiaramente l'unico Stato membro a pagare le conseguenze del conflitto. La Germania, rispetto alle previsioni
di primavera, perde ben 2 punti di Pil. Anche la Spagna vede una contrazione
dell'1,6%. Meno
colpita dalla guerra in corso sembra la Francia, con un revisione al ribasso
della crescita 2022 pari a mezzo punto di Pil. In controtendenza l'Olanda, le cui
previsioni post-conflitto sono migliori di quelle precedenti all'invasione
russa.
I
salari restano bassi.
L'economia
italiana dovrebbe tornare "a un percorso di espansione più sostenuto il
prossimo anno, grazie agli investimenti finanziati" dal Pnrr, continua la
Commissione. A causa del rallentamento della ripresa dovuta alla guerra in Ucraina,
"il ritorno dell'economia ai livelli di produzione pre-crisi è quindi
posticipato alla seconda metà del 2022". Nel 2023, la crescita
economica dovrebbe attestarsi sull'1,9%, "una percentuale ancora
notevolmente superiore alla media di lungo periodo", ma più bassa di quanto
previsto prima del conflitto.
Lo
stesso vale per l'occupazione, il cui ritmo di crescita "dovrebbe essere
in linea con il rallentamento dell'attività economica, indicato anche dalle
modeste aspettative occupazionali delle imprese.
Nonostante
una significativa riduzione nell'uso dei regimi di riduzione dell'orario di
lavoro, il rallentamento del mercato del lavoro rimane considerevole, poiché si
prevede che sia le ore lavorate che l'occupazione dell'organico raggiungeranno
i livelli pre-pandemia solo entro la fine dell'orizzonte di previsione. Il tasso di disoccupazione dovrebbe
scendere all'8,9% entro il 2023".
La
Commissione mette in guardia anche sull'effetto combinato inflazione-salari. Nel 2022, l'inflazione dovrebbe
attestarsi a un +6%.
"Al contrario, la crescita salariale dovrebbe
rimanere moderata, poiché diversi contratti salariali sono stati già rinnovati
poco prima dell'inizio dell'impennata dei prezzi dell'energia a metà del
2021", scrive Bruxelles.
Per
questo, "l'aumento dei prezzi al consumo, unito a una crescita lenta dei
salari, è destinato a pesare sul reddito disponibile reale delle famiglie e
quindi sulla crescita della spesa per consumi". I risparmi privati
aumenteranno, ma questo riguarderà soprattutto "le famiglie più ricche,
meno propense al consumo", aggiunge la Commissione.
Per
quanto riguarda gli investimenti, i fondi Ue del Pnrr continueranno a tenere alta
l'asticella, che nel 2021 "ha raggiunto il livello più alto dal
2010".
Tuttavia,
"si
prevede che una prospettiva della domanda più debole e il peggioramento delle
condizioni di finanziamento smorzeranno gli investimenti delle imprese".
La ripresa del turismo, poi, "sosterrà le esportazioni di servizi, ma è
improbabile che raggiunga i livelli pre-crisi prima del 2023".
Infine,
il debito pubblico: "dal 155,3% del Pil nel 2020, è sceso al 150,8% nel
2021 a causa della ripresa economica e di un favorevole aggiustamento
stock-flussi. Si prevede di raggiungere il 146,8% entro il 2023", conclude
Bruxelles.
Il
Governo conferisce Immunità
al
Bio-Laboratorio di Trieste ICGEB.
Conoscenzealconfine.it
–( 26 Giugno 2022)- Armando Savini-Ci dice :
Qualche
giorno fa, precisamente il 16 giugno 2022, sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana è stata pubblicata la LEGGE 19 maggio 2022, n. 66, Ratifica
ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il
“Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia” (ICGEB)
relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con
Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021.
Attraverso
la Legge 19 maggio 2022, n. 66, il Governo ha ratificato un accordo con ICGEB, il Centro internazionale per
l’ingegneria genetica e la biotecnologia, che sul suo sito istituzionale si
presenta così: L’ICGEB è un’organizzazione intergovernativa unica nel suo
genere, nata inizialmente come progetto speciale dell’UNIDO.
Autonomo
dal 1994, gestisce oltre 45 laboratori all’avanguardia, a Trieste, in Italia, a
Nuova Delhi, in India e a Città del Capo, in Sudafrica, e forma una rete
interattiva con quasi 70 Stati membri, con operazioni allineate a quelle del
Sistema delle Nazioni Unite. Svolge un ruolo chiave nelle biotecnologie promuovendo
l’eccellenza della ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico
all’industria, per contribuire concretamente allo sviluppo globale sostenibile.
L’ICGEB
nasce come progetto speciale dell’UNIDO, cioè, UNITED NATIONS INDUSTRIAL
DEVELOPMENT ORGANIZATION, “l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che
promuove lo sviluppo industriale per la riduzione della povertà, la globalizzazione inclusiva e la
sostenibilità ambientale”.
ICGEB
ha avuto un ruolo importante durante la “pandemia” da SARS-COV-2. La sua
attività si è dimostrata fondamentale per la diagnostica del COVID in Africa e
agli Stati Membri, soprattutto, è un attore strategico per l’Agenda 2030, essendo
Strategic Partner for 2030 Connect, la piattaforma tecnologica SDGs (the
Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite.
Il
Governo offre a ICGEB un Bio-Laboratorio a Trieste.
La
sede centrale di Trieste è stata offerta gratuitamente dal Governo, che si fa
carico inoltre delle spese straordinarie, sostenendo il centro con 10.000.000
Euro all’anno.
Nei
laboratori di Trieste, che si estendono su una superficie di circa 8000 metri
quadrati, lavorano
più di 200 persone in rappresentanza di circa 30 nazionalità. La componente
triestina dell’ICGEB offre un ambiente scientifico e didattico di altissimo
livello ed è completamente attrezzata per svolgere le moderne ricerche di
biologia molecolare e cellulare. Attualmente, presso l’ICGEB di Trieste operano 18
gruppi di ricerca. L’attività scientifica dei Laboratori si concentra su
progetti avanzati nell’ambito della ricerca biomedica attuale.
Governo,
ICGEB e le sue Aziende Partner.
Tra le
aziende partner dell’ICGEB troviamo The Bill & Melinda Gates
Foundation,
The National Institutes of Health (NIH), New England Biolabs, vari enti di
beneficenza, Sun Pharma, EMBO, Joint Research Centre della Commissione europea,
etc.
Ma ciò che colpisce sono le agevolazioni e le
immunità che il Governo ha predisposto per il Centro di Trieste e tutti i suoi
dipendenti, familiari compresi.
Il
Centro è sente da Imposte, Dazi, Restrizioni all’importazione o
all’esportazione (Art. 11).
Il
Centro gode di esenzione da imposte, dazi, restrizioni all’importazione o
all’esportazione che nel dettaglio significa esenzione da: qualsiasi
imposizione diretta; qualsiasi imposizione indiretta relativa agli acquisti,
alle transazioni e ai servizi, ivi compresi servizi pubblici necessari
(elettricità, acqua, gas, posta, telefono, raccolta rifiuti e protezione anti
incendio); qualsiasi forma di dazi doganali, imposte, prelievi, tasse, pedaggi
e qualsiasi altra tassa, proibizioni e restrizioni sulle importazioni ed
esportazioni sui beni di qualsiasi tipo del Centro; qualsiasi imposta sui
veicoli a motore per i suoi automezzi ufficiali, compresi i carburanti e i
lubrificanti per tali veicoli, che
possono essere importati in esenzione dai dazi doganali secondo le
quantità e le tariffe prevalenti per le missioni diplomatiche in Italia.
Esenzione
e Immunità per i Funzionari (Art. 12).
Per i
funzionari del Centro, il Governo ha predisposto:
–
L’immunità di giurisdizione per gli atti da essi compiuti in veste ufficiale
(parole e scritti comprese), anche dopo che il loro ufficio sarà terminato;
–
L’esenzione da qualsiasi imposta sugli stipendi e sugli emolumenti versati
dall’ICGEB;
–
L’esenzione da qualsiasi obbligo di servizio militare o da qualsiasi altro
servizio obbligatorio in Italia;
– L’esenzione
per sé stessi, per i propri familiari e per il proprio personale domestico
dalle disposizioni che limitano l’immigrazione e dalle formalità di
registrazione degli stranieri;
–
L’esenzione per sé stessi nei casi di lavoro ufficiale da qualsiasi restrizione
alla circolazione e ai viaggi all’interno dell’Italia;
– Il
diritto di importare per il proprio uso personale, in regime di esenzione da
dazi e imposte (compresa l’Imposta sul Valore Aggiunto, IVA), e ogni altro
prelievo, divieto o restrizione alle importazioni in occasione della loro prima
assunzione di incarico presso il Centro, il mobilio e gli effetti personali,
inclusa una autovettura, spediti in uno o più spedizioni separate entro un
ragionevole periodo di tempo e in ogni caso, entro 18 mesi dalla loro entrata
in servizio presso il Centro;
– Il
diritto, al termine delle loro funzioni in Italia, di esportare il proprio
mobilio e i propri effetti personali, inclusi gli autoveicoli, senza imposte e
dazi.
Esenzione,
Immunità e Inviolabilità per i Rappresentanti degli Stati Membri (Art. 15).
I
Rappresentanti degli Stati Membri, che partecipano alle riunioni del Comitato
dei Governatori e del Consiglio dei Consiglieri scientifici dell’ICGEB godono,
senza alcun pregiudizio rispetto ad ogni altro privilegio o immunità di cui
possano beneficiare, dei seguenti privilegi ed immunità nell’esercizio delle
proprie funzioni e durante i viaggi da e per la sede della riunione:
–
L’immunità da arresto o detenzione;
–
L’immunità di giurisdizione per le parole dette o scritte e per tutti gli atti
compiuti nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali;
–
L’inviolabilità di tutte le carte, documenti e materiale ufficiale;
– Il
diritto di fare uso di codici e di ricevere documenti o corrispondenza per
corriere o plichi sigillati;
–
L’esenzione, per sé e per i congiunti, dalle restrizioni in materia di
immigrazione, dalle formalità di registrazione degli stranieri e dagli obblighi
di servizio militare durante la visita o il transito nello Stato membro durante
l’esercizio delle proprie funzioni;
– Le
stesse agevolazioni in materia di restrizioni valutarie o di cambio accordate
ai rappresentanti di governi stranieri in missioni ufficiali temporanee;
– Le
stesse immunità e agevolazioni per i loro bagagli personali concesse ai
funzionari di rango comparabile in servizio presso missioni diplomatiche.
Perché
mai un Governo dovrebbe conferire ad un bio-laboratorio e ai suoi funzionari
diritti eccezionali, immunità di giurisdizione e esenzioni fiscali?
Quale
ruolo strategico gioca l’ICGEB per l’implementazione dell’Agenda 2030 e delle
politiche sanitarie post-COVID?
(Armando
Savini-
databaseitalia.it/il-governo-conferisce-immunita-al-bio-laboratorio-di-trieste-icgeb/).
Cina, l’App di Tracciamento Covid
utilizzata per impedire una Protesta.
Conoscenzealconfine.it-(
22 Giugno 2022)- Redazione-ci dice :
Chi
era pronto a scendere in piazza per manifestare contro uno scandalo bancario è
risultato stranamente positivo poco prima di riunirsi.
Decine
di persone provenienti da tutta la Cina erano partite verso la città di
Zhengzhou per protestare contro il congelamento dei loro risparmi in quattro
banche rurali cinesi.
Questi istituti sono controllati dalla Banca
commerciale “Xuchangm”, al momento sotto inchiesta per presunta corruzione dei
manager. Arrivati
nel capoluogo della regione di Henan Zhengzhou, per protestare contro il blocco
dei loro conti, hanno visto il codice sanitario dell’app cinese di contact tracing
Covid-19 diventare rosso, nonostante non avessero avuto alcun contatto con un
positivo.
Per i
manifestanti è scattato l’isolamento immediato per 14 giorni. Il sospetto è che le autorità di
Henan abbiano abusato del sistema di tracciamento covid per evitare potenziali
disordini. Lo
scandalo infatti ha coinvolto centinaia di migliaia di persone: si ritiene che
siano stati congelati più di 39 miliardi di yuan, circa sei miliardi di
dollari.
Il
Caso del Manifestante Tom Zhang.
Proprietario
di un’azienda tessile nella provincia orientale dello Zhejiang, Tom Zhang è
stato fermato dalla polizia di Zhengzhou e trattenuto in una biblioteca locale
per circa 12 ore.
Ha
visto il codice della sua app diventare rosso mentre era su un treno
proveniente da una città dove non c’erano stati casi di positività.
“Il
codice rosso è stato sicuramente utilizzato per limitare noi correntisti”, ha
detto il signor Zhang in un’intervista.
Lui e altri centinaia di risparmiatori avevano
pianificato di presentare un reclamo all’autorità di regolamentazione bancaria
della provincia di Henan lunedì 13 giugno, dopo essere stati incapaci di
ritirare i loro soldi per mesi.
Mentre si dirigeva verso l’aeroporto, il suo
codice sanitario è diventato improvvisamente verde.
Vittime
anche i Parenti dei correntisti.
Non si
sa in quanti siano stati coinvolti, ma i rapporti cinesi indicano che il
problema si è verificato in diverse città e villaggi della stessa regione.
Tra le persone colpite, molte sembrano essere
parenti dei clienti delle banche. “Non sono una cliente, è mio padre che ha depositato
dei soldi in una banca e ora non riesce a tirarli via”, ha dichiarato una donna
residente a Zhumadian, una città a 200 km da Zhengzhou, portata in hotel per la
quarantena obbligatoria una volta che il suo status è diventato rosso.
“Al
momento coloro che hanno visto diventare rosso il loro codice, possono solo
contattare i loro community manager per cambiare il loro status. Dopo aver effettuato due test Covid
nell’arco di tre giorni, il loro status potrà essere cambiato di nuovo”, ha
dichiarato il funzionario della commissione sanitaria cinese.
Violazione
delle Leggi.
La
questione ha fatto scalpore nei social media cinesi, dove in molti hanno
sottolineato il “possibile” abuso di potere da parte dell’autorità. “I codici
sanitari dovrebbero essere utilizzati solo per scopi di prevenzione della
pandemia” ha dichiarato Hu Xijin, popolare commentatore cinese ed ex direttore
di giornale.
Utilizzare i codici sanitari per limitare la libertà di circolazione delle
persone rappresenterebbe chiaramente una violazione delle leggi sulla
prevenzione della pandemia.
Come
funziona l’App.
La
Cina utilizza l’applicazione “Alipay Health Code”, che si appoggia a due colossi
della tecnologia come Alipay e Ant Financial.
L’app
assegna a ciascun utente un QR code, che assume il colore rosso se si è
positivi e il verde se si è negativi, in base ad alcuni parametri come lo
stato di salute, il luogo di origine, gli spostamenti e i contatti con
possibili contagiati.
(tgcom24.mediaset.it/mondo/cina-l-app-di-tracciamento-covid-sarebbe-stata-utilizzata-per-impedire-una-protesta_51591388-202202k.shtml).
Assange
e Abu Akleh: come uccidono
gli
USA e come uccide Israele.
Conoscenzealconfine.it-(
24 Giugno 2022)- Stefano Zecchinelli-ci dice:
Nell’Occidente
capitalista globalista l’Elite anglofona marginalizza socialmente i giornalisti
antimperialisti, condannandoli alla “morte professionale” e di conseguenza
civile.
Non è un
semplice regime di ”sorveglianza”, ma una guerra di classe dall’alto: emarginati socialmente, gli analisti
che contestano le guerre della NATO e del sionismo guerrafondaio si ritrovano
costretti a ripiegare su altri lavori, non potendo più vivere della propria
professione.
Il
”giornalismo di regime” è il Primo Potere a manipolare l’opinione pubblica:
la costruzione dell’individuo americanizzato
nella guerra multidimensionale di ”quarta generazione”.
La
”guerra eterna” del Pentagono, non è soltanto finalizzata alla conquista degli
”spazi vitali”, ha l’obiettivo di conquistare il cyber-spazio dove circolano le
notizie, il cervello e la coscienza delle masse popolari.
Il
giornale “neoliberal Dem Usa” , Il Corriere della Sera, prendendo per veritiero
il rapporto dell’intelligence italiana sulle ”personalità filo-russe”, ha
definito l’articolo dell’analista strategico Manlio Dinucci ”fonte pericolosa”;
per screditarlo i giornalisti lubrificati sono arrivati ad affermare che
Dinucci è stato citato dal presidente Vladimir Putin, sulla Piazza Rossa,
durante la celebrazione del Giorno della Vittoria. Non è errato pensare che
l’articolo del geografo e giornalista antimperialista sulla RAND Corporation
sia stato censurato dal Manifesto su pressione delle medesime agenzie
d’intelligence: è una ipotesi, ovviamente da contestualizzare, ma con questi
rapporti di forza altamente probabile.
Non è
un mistero la penetrazione imperialistica italiana nelle aree geografiche
caucasiche: una penetrazione sotto protettorato USA, conforme alla storia della
”borghesia stracciona” (come la chiamava correttamente Lenin) italiana. Per ragioni analoghe, il sito della
Rete Voltaire è stato oscurato in Polonia , una nazione-pedina della NATO nella
guerra ibrida contro la Federazione Russa.
Palestina:
uno Sguardo sul Futuro che ci aspetta.
Nelle
nazioni periferiche i giornalisti antimperialisti e anti globalisti non vengono solo emarginati o condannati alla
fame, ma spesso brutalmente assassinati. Shireen Abu Akleh, coraggiosissima giornalista
di Al Jazeera, conosceva molto bene i metodi sionisti prima di venire colpita a
morte da un cecchino israeliano.
In una
intervista, datata 2017, disse “Certo, ho paura”, “In un momento specifico dimentichi quella paura. Non
cerchiamo la morte. Andiamo e cerchiamo di trovare dove possiamo posizionarci e
come proteggere la squadra al mio seguito prima ancora che pensare a come
apparirò e cosa dirò sullo schermo” (citata da Chris Hedges);
dissentire
negli stati lacchè degli Stati Uniti globalisti rappresenta una condanna a morte. La morte civile occidentale e la
morte secca delle aree periferiche: la violenza israeliana è un frammento
di cosa potrebbe diventare l’Occidente qualora la transizione ad una nuova
Architettura di potere unipolare dovesse completarsi.
Leggiamo
cosa scrive il Premio Pulitzer Chris Hegdes sulla colonizzazione della Terra di
Palestina:
”Quando
Israele viene colto a mentire, come è stato con l’omicidio di Abu Akleh,
promette immediatamente un’indagine. La narrazione si sposta da quella di
incolpare i palestinesi all’esito di un’indagine. Raramente vengono condotte
indagini imparziali sulle centinaia di uccisioni di palestinesi da parte di
soldati e coloni israeliani. I colpevoli non vengono quasi mai processati o
ritenuti responsabili. Lo schema dell’offuscamento israeliano è pateticamente
prevedibile.
Così è
la collusione di gran parte dei grandi media insieme a politici Repubblicani e
Democratici. I politici degli Stati Uniti hanno denunciato l’omicidio di Abu Akleh e
doverosamente ripetuto il vecchio mantra, chiedendo una ‘indagine approfondita’
da parte dell’esercito che ha compiuto il crimine.”
I
processi allestiti dai colonizzatori ricalcano le pratiche manipolanti della
Colonia penale descritta da Kafka, dove gli oppressi vengono colpevolizzati,
mentre le vittime non hanno mai un carnefice ben definito: ”indagine
approfondita”, la sinistra occidentale e la lobby progressista (liberal Dem
Usa) non sanno dire altro.
L’assassinio
della giornalista Shireen Abu Akleh ha un solo mandante: il governo
imperialista israeliano, i vertici del MOSSAD e la violenza paranazista
dell’IDF.
Israele
pratica Terrorismo di Stato, è un paese pericoloso. Sono 144 i giornalisti palestinesi
feriti dall’esercito israeliano dal 2018, tre i reporter che hanno perso la
vita:
Israele è l’Arabia Saudita della sinistra ”politicamente corretta” fieramente
globalista.
Scrive Cook (citato da Hedges): “Sia l’esercito che i suoi soldati
serbano rancore e hanno armi letali con cui regolare i conti”.
L’Elite
“aziendale”, senza vergogna, esulta per la condanna di Julian Assange:
la
lobby progressista (es. Amnesty International) ha avanzato qualche timidissima
protesta, ciononostante le rivelazioni di Wikileaks vengono divulgate da pochi
documentaristi indipendenti.
Gli
Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’entità sionista, dal 2001, hanno scatenato
guerre di conquista neocoloniale combattute non per essere vinte ma per creare
stati-laboratorio;
delle
basi logistiche territorialmente idonee a lanciare la guerra del ventunesimo
secolo, termonucleare ma soprattutto biochimica.
Il sangue di Abu Akleh, come la libertà di Julian
Assange, verrà riscattato dalla transizione ad un “mondo multipolare”.
In
Occidente, gli USA uccidono ”a gocce” martoriando la tenuta psico-fisica dei
dissidenti; nella Terra di Palestina, al regime sionista è sufficiente un colpo
secco. L’assassinio
ed il terrorismo non sono un’ideologia, ma una prassi politica.
L’Operazione
Z, la rivolta elettorale in America Latina e le guerriglie antimperialiste in
Asia rappresentano una parte del conto che il Pentagono dovrà pagare ai ceti
proletari globalizzati:
la fine dell’unilateralismo globalista statunitense
potrebbe aprire le porte ad una nuova era, dando agli oppressi la possibilità
di replicare l’assalto al cielo del 1917.
Non tutto è perduto.
(Stefano
Zecchinelli- voltairenet.org/article217355.html-)
(chrishedges.substack.com/p/the-israeli-execution-of-al-jazeera)
(linterferenza.info/esteri/assange-abu-akleh-uccidono-gli-usa-uccide-israele/).
È
bello svegliarsi una Mattina di Giugno…
Conoscenzealconfine.it-
Wi- (23 Giugno 2022)- ci dice:
Il
“Ministero della Verità” non chiude mai, neanche d’estate.
È
bello svegliarsi una mattina di giugno, col sole alto in cielo, nel pieno della
bella stagione e con le tanto agognate ferie alle porte, in un clima di
giubilo, ripartenza e convivenza col “terribile patogeno orientale”, e
constatare, con sommo gaudio, che “l’Italia è impegnata con forza nella difesa della
dignità umana, nel rigetto di ogni forma di odio, nel rifiuto di ogni
discriminazione e nella ricerca della pace”.
È ciò
che ha dichiarato il nostro premier in visita al museo dell’Olocausto di
Gerusalemme. Dopo anni di follia pseudo sanitaria e di becera propaganda bellica… ecco
la sparata.
Con
che facilità si ripongono, come panni lisi dal tempo, nel polveroso
dimenticatoio della storia, gli scempi di questi ultimi ventotto mesi, la
sofferenza fisica, psicologica e spirituale di milioni di italiani sottoposti a
qualsiasi genere di angheria, formale e sostanziale!
Se c’è
qualcosa di peggio della realtà in cui viviamo, è il viscoso e mellifluo
“meta-verso” in cui vogliono inchiodarci, ricoperto di lustrini e carico di
profumi atti a celare l’orrido olezzo dell’ingiustizia e dell’ipocrisia, dove
forme di bi-pensiero da quattro soldi proliferano e prendono vita nella rete e
nei canali d’informazione mainstream.
Il
“ministero della verità” non chiude mai, neanche d’estate.
“La
libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza. La guerra è pace”.
(WI-
t.me/weltanschauungitaliaofficial ).
La
Guerra alla Russia ci porta
al
Razionamento Energetico.
Conoscenzealconfine.it-(
23 Giugno 2022)- Fabrizio Verde-ci dice :
L’oltranzismo
neoliberista (liberal dem Usa) dell’Unione Europea a cui aderisce acriticamente
anche l’Italia di Mario Draghi unito alle politiche guerrafondaie che si
tramutano in sanzioni ed embarghi contro la Russia, dove ci stanno conducendo?
Direttamente
al razionamento energetico, quindi all’impoverimento e la definitiva
de-industrializzazione.
(Mattei… liberaci tu da questi traditori! Ndr).
Mentre
il governo italiano valuta il passaggio allo stato di allarme energetico, il
ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani afferma che l’Italia
“farà eventualmente ricorso a un po’ di produzione a carbone”.
Ma per
il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, il razionamento è
praticamente inevitabile:
“O lo
facciamo noi o ci pensa la recessione”, ha affermato in un’intervista al
quotidiano Repubblica. Nella stessa intervista ha poi spiegato: “Il grosso dell’energia viene
consumato da industria, servizi e trasporti: è lì che bisognerà razionare
davvero. Ne soffriremo, ma non quanto stanno soffrendo gli ucraini che stanno
sotto le bombe”
(…ricorda tanto Draghi: “preferiamo la pace o
il condizionatore d’aria acceso?” – nota di conoscenzealconfine.it).
Come
riferisce “Qui Finanza” il governo italiano avrebbe già pronto un piano per il
razionamento energetico: “Il primo passo sarebbe quello di invitare le industrie,
attraverso il trasportatore Snam, a limitare volontariamente i consumi, come
prevedono i contratti di fornitura.
In caso di attuazione del piano emergenziale, inoltre, in prima battuta
spetterebbe agli operatori, come Eni, emanare misure per il risparmio delle
materie energetiche e aumentare le importazioni, riducendo la domanda totale e
impiegando combustibili alternativi negli impianti industriali.
In
caso di urgenza, però, il “Comitato emergenza gas” avvertirebbe immediatamente
il ministro Roberto Cingolani, che a sua volta potrebbe emanare, in autonomia, un decreto
che avrebbe effetti anche sui cittadini e le imprese, con le seguenti misure:
– Limitazione
del riscaldamento nelle abitazioni private e negli uffici, con una temperatura
massima di uno o due gradi inferiore a quella prevista dalla legge e una fascia
oraria in cui sarà consentito accendere gli impianti.
–
Limitazioni per il consumo del gas delle centrali elettriche attive, con la
sostituzione della fonte primaria per la produzione di energia.
Sarebbero sfruttate a pieno regime le sei centrali a
carbone ancora attive (in Friuli Venezia Giulia, nel Lazio, in Puglia, in
Sardegna e in Veneto) e
destinate a chiudere entro il 2025 per ridurre le emissioni di Co2.( Le “balle “ raccontate per i “fessi” da Klaus
Schwab ,il nuovo Hitler.Ndr)
–
Riduzione dell’illuminazione pubblica nelle città e nella rete stradale, con lo
spegnimento dei lampioni in determinate fasce orarie”.
Non
solo l’Italia è alle prese con i problemi energetici derivanti dalle politiche
guerrafondaie e ostili contro la Russia. Il vicecancelliere tedesco e ministro
dell’Economia, Robert Habeck, ha dichiarato domenica che il paese limiterà
l’uso del gas naturale per la produzione di elettricità, a causa delle
preoccupazioni per possibili carenze causate dal taglio delle forniture dalla
Russia.
Habeck
ha affermato che la Germania cercherà di compensare la mossa aumentando la
combustione del carbone, un combustibile fossile più inquinante.
“È amaro, ma in questa situazione è semplicemente
necessario ridurre il consumo di gas”, ha affermato il vicecancelliere tedesco
e ministro dell’Economia di Berlino.
La
decisione arriva pochi giorni dopo che la compagnia russa Gazprom ha annunciato
che si è trovata costretta a ridurre drasticamente le forniture attraverso il
gasdotto Nord Stream 1, per motivi tecnici aggravati dalle sanzioni.
Dunque,
a causa di
assurde politiche adottate dai paesi europei ma imposte dal governo
statunitense globalista e unipolare , abbiamo benzina alle stelle,
disoccupazione, razionamento alimentare ed energetico.
Lo
scenario che veniva prospettato per quei paesi che avessero deciso di abbandonare
l’Unione Europea e la moneta unica di Bruxelles, si concretizza sotto i nostri
occhi, stando nell’Unione e nell’Euro.
Il
tema della rottura della gabbia europea torna quindi prepotentemente
d’attualità.
In particolare in questa fase di transizione del mondo da unipolare a
multipolare.
(Fabrizio
Verde -
lantidiplomatico.it/dettnews-la_guerra_alla_russia_ci_porta_al_razionamento_energetico/8_46660/).
Il
Nicaragua dà alla Russia il permesso
di far
entrare le Truppe Russe nel paese?
Conoscenzealconfine.it-(
22 Giugno 2022)-Redazione – ci dice :
Questa
notizia è stata riportata sabato 18 giugno dalla CBS.
Per
coloro che non conoscono la geografia, il Nicaragua si trova in America
Centrale, a 1600 miglia dal confine con il Texas.
Il presidente
del Nicaragua, Daniel Ortega, ha firmato un decreto l’8 giugno 2022, che consente alle truppe russe di
svolgere compiti di applicazione della legge: “aiuti umanitari, missioni di
salvataggio e di ricerca in situazioni di emergenza o disastri naturali”.
La
portavoce russa, Maria Zakharova, ha rilasciato la seguente dichiarazione sulle
attività in Nicaragua: “Stiamo parlando di una procedura di routine – due volte
l’anno – per l’adozione di una legge del Nicaragua sull’ammissione temporanea
di personale militare straniero sul suo territorio, al fine di sviluppare la
cooperazione in vari settori, tra cui le risposte umanitarie e di emergenza, la
lotta al crimine organizzato e al traffico di droga”.
Quindi
i militari russi si stanno spostando in Nord America, alla ricerca del crimine
organizzato? Ci sono bio-labs in Nicaragua?
(t.me/PissedTexan).
Già
disponibile lo Scenario
della
prossima Catastrofe Alimentare.
Conoscenzealconfine.it-(
21 Giugno 2022)- Ernst Wolff - ci dice :
Un’altra
Simulazione: Messa in scena una crisi alimentare globale nel 2015, per il
periodo 2020-2030.
Il
mondo si sta dirigendo verso una gigantesca catastrofe alimentare.
A chi
pensa che ciò sia dovuto all’incompetenza o alla mancanza di pianificazione dei
politici, ricordiamo le parole del Presidente degli Stati Uniti Roosevelt, che
più di ottant’anni fa disse: “In politica nulla accade per caso. Se succede qualcosa,
potete scommettere che è stato pianificato in quel modo”.
A
conferma di quanto affermato da Roosevelt, il cosiddetto documento “LOCKSTEP”
della Fondazione Rockefeller del 2010 ha anticipato la crisi sanitaria globale
in corso da due anni e mezzo. Che si tratti di lockdown, vaccinazioni o dell’introduzione
di restrizioni per l’accesso digitale, tutte queste misure sono state
descritte nel documento, più di dieci anni prima della loro introduzione.
Inoltre,
nell’ottobre
2019 si è svolto “EVENT 201”, un gioco di simulazione gestito dalla Johns Hopkins University insieme al
World Economic Forum di Klaus Schwab (il nuovo Hitler.Ndr) e in collaborazione con la Bill and Melinda Gates Foundation, in cui è stata simulata una
pandemia e sono state recitate le misure da adottare dal punto di vista dei
responsabili.
La
situazione non sembra essere diversa per quanto riguarda la catastrofe globale
della fame che si sta avvicinando. Anche in questo caso, sei anni e mezzo fa, è
stato condotto un esercizio di simulazione: il 9 e 10 novembre 2015, 65 leader
internazionali della politica e del settore privato hanno partecipato
all’evento “FOOD CHAIN REACTION” presso la sede di Washington del World
Wildlife Fund (WWF), simulando una crisi del sistema alimentare globale.
Lo
scenario è stato progettato da un gruppo di esperti del Dipartimento di Stato americano,
della Banca Mondiale e dell’azienda agricola Cargill. L’evento è stato gestito da una
sottodivisione della CNA Corporation, che lavora per conto del Dipartimento di
Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e del National Disaster Relief Coordination
Center.
Il finanziamento è stato fornito da Cargill,
che controlla un quarto delle esportazioni di cereali negli Stati Uniti, e da
Mars, il produttore di dolciumi.
Il
tutto è stato prodotto dal World Wildlife Fund insieme al Center for American Progress,
un think tank fondato nel 2003 da John Podesta, consigliere politico di Bill
Clinton.
È
gestita dal lobbista Tom Daschle, un politico di spicco del Partito Democratico che era
destinato a diventare Segretario alla Sanità e ai Servizi Umani sotto Barack
Obama, ma che non ha potuto assumere l’incarico a causa di fughe di notizie su
loschi affari finanziari.
Per
due giorni, i partecipanti all’incontro hanno risposto a uno scenario che
simulava una crisi alimentare globale per gli anni dal 2020 al 2030. Il fenomeno è stato innescato dalla
“fluttuazione dei prezzi dei prodotti alimentari, dall’instabilità
dell’approvvigionamento alimentare in un contesto di crescita demografica
sempre maggiore, dalla rapida urbanizzazione, da gravi eventi meteorologici e
da disordini sociali”.
Lo
sviluppo della crisi è stato suddiviso in quattro periodi:
Il
primo round si riferisce al periodo 2020-2021, con gravi siccità in Nord America,
disordini sociali nel Sud-Est asiatico e in Africa e un aumento dei prezzi dei generi
alimentari al 262% delle medie di lungo periodo.
Il
secondo round, dal 2022 al 2024, vede gravi siccità nelle principali regioni di
coltivazione e un drastico aumento dei prezzi del petrolio. Aumentano i
disordini e le migrazioni, così come gli acquisti dettati dal panico di fronte
alla crescente insicurezza. I prezzi dei prodotti alimentari aumentano dal 262
al 395% rispetto alla media del lungo periodo.
Il
terzo round,
dal 2024 al 2027, vede una ripresa della produzione agricola in gran parte del
mondo, con conseguente allentamento della pressione sui mercati. Mentre siccità
isolate causano disordini nel Sahel, i prezzi alimentari globali scendono dal
395 al 141% delle medie di lungo periodo.
Il
quarto round vede siccità in Brasile, Cina e Stati Uniti, disordini sociali in
India e proteste nelle città dell’Africa occidentale, oltre a un nuovo aumento dei prezzi
dei prodotti alimentari dal 141% al 387% rispetto alle medie del lungo periodo.
Appare
bizzarro il finale del gioco di simulazione, in cui, oltre all’introduzione di una tassa
sulla CO2,
si registrano inaspettatamente grandi donazioni da tutto il mondo al World Food
Programme delle Nazioni Unite.
Di conseguenza, “il mondo è ben equipaggiato per
affrontare la catastrofe nelle aree che possono essere raggiunte dalle
organizzazioni umanitarie”.
Per
quanto possa sembrare assurdo, a questo punto si dovrebbe smettere di
scherzare. Dietro
il termine “organizzazioni umanitarie” si celano numerose ONG e fondazioni come
la Open Society Foundation di George Soros, la Bill and Melinda Gates
Foundation, il World Economic Forum (di Klaus Schwab)o il Bread for the World della
Chiesa protestante.
Sono
proprio queste organizzazioni a guadagnare potere e influenza giorno dopo
giorno nella nostra epoca, e a garantire che le crisi siano sistematicamente
preparate e utilizzate per garantire e consolidare il dominio dell’élite
globale – pianificando il loro corso con un piano generale e, se necessario,
aggravandole – indipendentemente dal fatto che vaste parti dell’umanità siano
distrutte nel processo.
Per
inciso, il sito web dell’evento, FoodChainReaction.org, è stato nel frattempo
cancellato senza fornire alcuna motivazione.
(Ernst
Wolff- cna.org/archive/CNA_Files/pdf/iqr-2015-u-012427.pdf).
(cargill.com/story/food-chain-reaction-simulation-ends-with-global-carbon-tax).
(vimeo.com/147939401).
(apolut.net/bereits-vorhanden-das-szenario-fuer-die-kommende-hungerkatastrophe-von-ernst-wolff/).(
nogeoingegneria.com/motivazioni/cibo/unaltra-simulazione-messa-in-scena-una-crisi-alimentare-globale-nel-2015-per-il-periodo-2020-2030/).
Putin:
“Il Futuro è Multipolare.”
Conoscenzealconfine.it-(
19 Giugno 2022)- Cesare Sacchetti- ci dice :
Il
discorso del Presidente Putin al Forum Economico Internazionale di San
Pietroburgo ci descrive il futuro del mondo negli anni a venire.
Alcune
ore fa, avevamo ipotizzato che il presidente russo potesse parlare della fine
dall’unipolarismo anglosionista. E così è stato.
Vladimir
Putin ha annunciato che il vecchio status quo è giunto definitivamente al
termine. Il vecchio mondo fondato sulla supremazia dello stato profondo di
Washington e di Londra è finito e non tornerà più.
L’Occidente liberal Dem Usa , espressione politica di questi
ambienti, ha perduto la sua residua influenza. Il futuro è multipolare.
Il
futuro è libertà per le nazioni.
Putin
ha parlato anche di un “cambio delle èlites” che guidano l’Europa, perché
quelle attuali sono destinate a soccombere ai cambiamenti storici che stiamo
vivendo. Le
attuali gerarchie politiche europee hanno perduto la loro legittimazione
politica e sono completamente separate dai popoli.
L’Italia
ha la classe politica più debole e più in crisi dell’establishment europeo. Il
primo cambio nella gerarchia politica può iniziare proprio qui da noi. L’Italia
può essere il Paese in grado di guidare il resto d’Europa verso la transizione
multipolare e de-globalizzata.
(Cesare
Sacchetti- t.me/cesaresacchetti).
Texas,
Florida e minacce di secessione:
quante
stelle cadranno dalla bandiera Usa?
Visionetv.it-
Martina Giuntoli- (23-6-2022)- ci dice :
Prima
che Biden ed il suo governo facciano altri danni, c’è chi corre ai ripari e
cerca soluzioni drastiche, come dire a mali estremi, estremi rimedi.
E’
questo il caso del Texas e della Florida, almeno per adesso, che stanno
valutando seriamente l’idea di staccarsi dall’Unione e diventare Paesi liberi e
sovrani.
Il
Texas, a dire il vero, anche sulla carta.
Se ci
pensiamo bene la Stella Solitaria ha una lunga storia indipendentista alle
spalle.
Infatti,
dopo che il Texas dichiarò la propria indipendenza dal Messico nel 1836, visse
nove anni di orgogliosa spensieratezza prima di unirsi agli altri stati, da cui
poi si distaccò nuovamente nel 1861 prima di essere riammessa definitivamente
alla fine della guerra civile nel 1870. Insomma un tira e molla che non è mai
risolto davvero negli animi della gente.
C’è
chi dice che questa spinta a far repubblica a sé aumenti ogni volta che un
democratico siede alla Casa Bianca, a maggior ragione se gli stessi texani
hanno dichiarato di non riconoscere Biden come il loro legittimo Presidente.
Durante
l’ultima convention dei Repubblicani che si è tenuta a Houston, infatti, i
membri del GoP hanno dichiarato apertamente che continuano a sostenere l’ex
Presidente Donald Trump e che dell’attuale inquilino di Washington non vogliono
nemmeno sentir parlare.
Giusto
per capire, hanno buttato giù nero su bianco una risoluzione che recita:
“(…)
Rigettiamo i risultati certificati delle elezioni presidenziali del 2020 e
sosteniamo che il Presidente attualmente in carica Joseph Robinette Biden Jr
non sia stato legittimamente eletto dal popolo degli Stati Uniti(…)”.
E a
conferma del sentiment comune all’interno della convention è inoltre stato
proiettato diverse volte il dibattuto documentario sui brogli di Dinesh
O’Souza.
Durante
lo stesso importante incontro, i Repubblicani hanno anche formalmente chiesto
che i legislatori approvino la possibilità di votare un referendum nel 2023 al
fine di decidere una volta per tutte in merito alla questione secessionista.
Quanti
voterebbero a favore non è possibile saperlo con certezza. I movimenti
indipendentisti infatti sono nati e cresciuti a fasi alterne nello stato e non
sempre hanno avuto il conforto dei numeri dalla loro parte.
Tuttavia
lo scorso anno il Texas Nationalist Movement, il più attivo ed il più grosso dei movimenti in
questione, ha
promosso la cosiddetta Texit, ovvero una Brexit all’americana, avendo un certo
seguito.
Un’aria
simile pare tirare anche in Florida, dato che ad oggi chi fugge dalla “tirannide
ultra liberal Dem Usa”, cerca rifugio in Texas o nel Sunshine State.
Mentre
una volta la Florida, chiamata amorevolmente l’RSA d’America, si popolava di
moltissimi pensionati che migravano al caldo per motivi di salute, oggi è divenuta al contrario la
meta di giovani che vogliono lavorare e costruirsi una famiglia in un luogo
sano e lontano dalle follie woke di stati come New York o la California.
Una
petizione era già circolata nel 2012, quando Miami decise di dichiarar guerra
all’allora Presidente Barack Obama e chiese di poter andarsene dall’Unione.
Evidentemente senza successo. Firmarono in pochi e la cosa finì lì.
Tuttavia,
proprio come il Texas, oggi la Florida è consapevole di essere divenuta uno
stato di riferimento per l’economia, per i valori supportati e per la lotta al
governo centrale di Washington D.C.
E
onestamente se già mal tolleravano il governo obamiano, figurarsi quello di
Biden.
Quindi
molto probabilmente la Florida ripeterà il tentativo di sbarazzarsi del governo
federale che sente ormai come un vero e proprio fardello, e di cui non
condivide più la linea politica né il fatto che probabilmente, proprio come
avviene per il Texas, il flusso di denaro che va dallo stato a Washington è
molto maggiore di quanto non ne torni indietro.
Tuttavia,
prima di cedere a facili entusiasmi, non si pensi che sia una cosa così
semplice lasciare l’Unione. Infatti secondo la Costituzione statunitense non è possibile
che il procedimento sia unilaterale, si dovrebbe teoricamente avere un accordo
tra le due parti.
Quindi
la domanda non è se il Texas e la Florida siano pronti a lasciare Washington,
ma se l’Unione a questo punto permetterà che questi due stati se ne vadano.
C’è un
però. Visto
che entrambi i governi locali hanno più volte dichiarato che Joe Biden ha
apertamente tradito la fiducia degli elettori,
si potrebbe invocare in un eventuale procedimento di secessione questo
fatto come espresso tradimento del patto bilaterale di fiducia e cooperazione
che tiene insieme la confederazione. Crediamo che a breve vedremo se la
bandiera statunitense verrà prodotta con lo stesso numero di stelle. E quante
altre proporranno di staccarsi dal cielo.
(MARTINA
GIUNTOLI).
I 7
"eventi avversi" post-vaccino COVID-19
più spaventosi che stanno diventando
più comuni, anche se il complesso industriale
del vaccino e l'MSM non li copriranno affatto.
Vaccinedeaths.com-
(26/06/2022)- S.D. Wells :
l CDC
e l'MSM lo chiamano "esitazione vaccinale", ma si tratta più di
"scienza dei vaccini" che mostra che i jab di mutazione genetica
COVID-19 sono sperimentali, pericolosi e inefficaci.
Non è
"esitazione" se le statistiche rivelano che ottenere un colpo di
coagulo è MOLTO più pericoloso per la maggior parte della popolazione che in
realtà sta prendendo l'ultimo coronavirus.
Non è
una teoria della cospirazione che i colpi di coagulo siano sperimentali nella
migliore delle ipotesi, con approvazioni "solo per uso di emergenza"
e studi clinici fraudolenti che rivelano effetti collaterali da incubo ed
eventi avversi comuni.
Solo
perché i media mainstream (fake news) non coprono i fatti non significa che non
stiano accadendo intorno a noi. Se un albero cade nella foresta, ma non lo senti colpire,
ciò non significa che non sia mai caduto. Quando atleti, piloti e militari
perfettamente sani cadono morti per coaguli di sangue, miocardite, infarti e
ictus, pochi giorni o settimane dopo l'iniezione di colpi di terapia genica
COVID-19, c'è un motivo valido per essere molto preoccupati.
Perché
dare a qualsiasi adolescente, interpolazione o bambino un colpo mortale di
coagulo del virus di Wuhan quando c'è una possibilità prossima allo zero che
possano morire di COVID?
Anche
dopo che il CDC e la FDA ammettono che adolescenti e bambini sono a rischio
molto basso di contrarre o morire di influenza Fauci, stanno ancora spingendo e
propagando la vaccinazione per tutti loro, a causa di ... aspettatelo... i
profitti delle vacche da mungere e l'agenda dello spopolamento.
È come spingere il vaccino HPV, un'iniezione
per una malattia sessualmente trasmissibile, su bambini di 9 anni. È come rendere obbligatorio un colpo
di AIDS per ogni americano.
Abbiamo
dei diritti, e uno di questi è se avere o meno tossine iniettate nel nostro
sangue da medici canaglia e scienziati che traggono immenso profitto dalla loro
medicina a base di olio di serpente.
Qual è il prossimo, la chemioterapia pre-cancro
obbligatoria per tutti gli americani? Dovremo tutti fare la fila per il
"gocciolamento" prima di poter comprare generi alimentari, lavorare o
gestire le nostre attività?
Il
complesso industriale dei vaccini ha sborsato oltre $ 4 miliardi per lesioni e
morti indotte dal vaccino negli ultimi due decenni, e i colpi COVID-19 sono PIÙ
MORTALI di tutti gli altri vaccini messi insieme, dal 1960.
Due
terzi di tutti gli americani sono stati sottoposti a lavaggio del cervello da
una campagna di propaganda basata sulla paura per ottenere i colpi COVID.
I
giorni della scienza basata sull'evidenza sono morti in America. I giorni dei controlli e degli
equilibri sono finiti. Le agenzie di regolamentazione sono piene zeppe di guru di
Big Pharma che fanno tutte le regole e i mandati basati sulla scienza zero.
Solo
la paura potrebbe far sì che centinaia di milioni di americani rimangano
bloccati con colpi che ostruiscono il sangue, inondano gli organi e causano la
"sindrome della morte improvvisa dell'adulto" (SADS).
Solo
una campagna basata sulla paura per un virus che causa molto meno di un tasso
di mortalità dell'uno per cento potrebbe convincere due terzi di tutti gli americani a
indossare una maschera per la riproduzione di batteri sul proprio apparato
respiratorio per due anni consecutivi.
Solo
una truffa potrebbe prendere così tanto denaro dei contribuenti e consegnarlo
ai malvagi scienziati, politici e scagnozzi normativi che lo hanno finanziato,
progettato e propagato.
Ammettiamolo,
non c'è NULLA di "sicuro" o "efficace" nei colpi di
influenza Fauci. Evitateli come la peste.
I 7
"eventi avversi" post-vaccino più spaventosi covid-19 msm e CDC non menzionano mai per
paura di "esitazione vaccinale".
#1.
Cadere morto improvvisamente per "cause inaspettate" alias SADS
(Sudden Adult Death Syndrome).
#2.
Strani, lunghi, gommosi, coaguli di sangue fibrosi (bio-strutture).
#3.
Miocardite, battiti cardiaci irregolari e attacchi di cuore.
#4.
Cancro e tumori divampano di punto in bianco.
#5.
Cattura e / o muore di COVID-19 o delle sue varianti.
#6.
Paralisi di braccia, gambe o viso (sindrome "Ramsay Hunt" di Justin
Bieber).
#7.
Improvvisamente soffre di GBS (sindrome di Guillain-Barre), AIDS, ADE o VAED.
Aggiungi
Vaccines.news ai tuoi siti Web indipendenti preferiti per aggiornamenti sui
vaccini sperimentali "solo di emergenza" che diffondono il
coronavirus di Wuhan e offrono zero protezione contro di esso.
Le
fonti per questo articolo includono:
(Health.ClevelandClinic.org)-
(TheGatewayPundit.com)- (NaturalNews.com).
Il
piano del governo degli Stati Uniti
per
dividere la Russia in piccoli stati.
Unz.com-
PAUL CRAIG ROBERTS –( GIUGNO 26, 2022)- ci dice :
Jens
Stoltenberg, fantoccio della NATO di Washington, dice che "i negoziati di
pace", non la vittoria russa, porranno fine al conflitto in Ucraina.
Quindi, Stoltenberg conta sul Cremlino, i cui leader hanno detto che non si
fideranno mai più dell'Occidente, per sedersi di nuovo con l'Occidente e
accettare di nuovo un altro accordo inutile. Considerando la difficoltà che il
Cremlino ha nell'accettare la realtà, suppongo che sia possibile.
D'altra
parte, forse qualcuno al Cremlino ha finalmente letto la Dottrina Wolfowitz.
In caso contrario, forse qualcuno al Cremlino
ha visto il piano della Commissione per la sicurezza e la cooperazione del
governo degli Stati Uniti in Europa di dividere la Russia in un insieme di
piccoli stati indipendenti. (niccolo.substack.com/p/delusion).
Come
si fa? Conquista militare? Una rivoluzione colorata basata su anni di ONG
finanziate dagli Stati Uniti che operano permissivamente in Russia? Screditare
Putin e il suo governo?
La
CSCE non lo dice, ma deve essere fatto perché c'è la necessità di dividere la
Russia in stati più piccoli per ragioni "morali e strategiche".
Quando
le persone che fischiano oltre il cimitero si assicurano che il conflitto in
Ucraina non si allargherà e che la guerra nucleare è impossibile perché i paesi
non si suicidano, ignorano il massiccio ruolo dell'illusione che opera in tutto
l'Occidente che fornisce la garanzia dell'egemonia americana.
Non
solo gli Stati Uniti trasformeranno la Russia in piccoli stati, ma anche,
secondo il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, "Zelensky determinerà come sarà la
vittoria" e determinerà "quando saranno soddisfatte le condizioni per
costruire la pace". (rt.com/news/557821-kirby-us-zelensky-victory/).
La
guerra si è già allargata con gli Stati Uniti e i paesi della NATO che
rientrano nella designazione del Cremlino di combattenti per la fornitura
all'Ucraina di armi e intelligence militare.
La
guerra è stata allargata nella misura in cui la Lituania ora impedisce alla
Russia di rifornire Kaliningrad, una parte della Russia, e con l'espansione
prevista della NATO in Finlandia, allungando così notevolmente la presenza
della NATO ai confini della Russia.
Le
persone possono illudersi che questo non stia allargando il conflitto, ma
dimenticano che il conflitto ha avuto origine nel rifiuto dell'Occidente di
riconoscere le legittime preoccupazioni per la sicurezza della Russia. Ora l'Occidente ha notevolmente
ampliato l'area di preoccupazione russa.
La mia
opinione, per dirlo ancora una volta, è che la combinazione dell'illusione
occidentale con la tolleranza delle provocazioni da parte del Cremlino e la
fede nel valore dei negoziati, come gli 8 anni che il Cremlino ha sprecato per
l'accordo di Minsk, la causa principale delle vittime russe oggi in Ucraina,
garantisce la guerra. Non ci può essere nessun altro risultato.
Se la
Russia soccombe ancora una volta alla fiducia nei negoziati e fa un accordo con
l'Ucraina, l'accordo non sarà mantenuto più di quanto non fosse l'accordo di
Minsk, l'impegno degli Stati Uniti a non espandere la NATO ai confini della
Russia e gli accordi di limitazione delle armi elaborati nel corso dei decenni,
tutti abbandonati da Washington.
L'unico
risultato di un accordo negoziato sarà che ancora una volta la Russia avrà dato
ai suoi nemici più tempo per demonizzare la Russia, preparare più provocazioni
e rafforzare la loro capacità militare.
Come
ho detto, l'unica cosa che può impedire una guerra ampia è un forte piede russo
che smentisce la convinzione del governo degli Stati Uniti, come recentemente
affermato dal Dipartimento di Stato, che le linee rosse russe sono
semplicemente "sfacciate".
L'Occidente
è così illuso che la Russia non viene presa sul serio. Anche piccola,
insignificante, la Lituania non ha paura della Russia. Anche i paesi fortemente
dipendenti dall'energia russa infilano ripetutamente le dita negli occhi della
Russia. Quanto ancora può prendere la Russia? Questa è una situazione molto matura
per una grande guerra.
Giornalisti
britannici "watchdog"
smascherati
come lap dog per
lo
Stato di sicurezza.
Unz.com-
JONATHAN COOK –( 21 GIUGNO 2022)- ci dice :
Gli
eventi degli ultimi giorni suggeriscono che il giornalismo britannico – il
cosiddetto Quarto Stato – non è quello che pretende di essere: un cane da
guardia che monitora i centri del potere statale. E' esattamente il contrario.
Le
pretese dei media dell'establishment hanno subito un duro colpo questo mese
quando il processo per diffamazione dell'editorialista del Guardian Carole
Cadwalladr ha raggiunto la sua conclusione e le e-mail hackerate di Paul Mason,
un sostenitore di lunga data della BBC, Channel 4 e the Guardian, sono state
pubblicate online.
Entrambi
questi celebri giornalisti si sono trovati a fare outing come reclute – nei
loro diversi modi – in una guerra segreta di informazione condotta dalle
agenzie di intelligence occidentali.
Se
fossero stati onesti al riguardo, quella collusione potrebbe non avere molta
importanza. Dopotutto, pochi giornalisti sono così neutrali o spassionati come la
professione ama fingere.
Ma
insieme a molti dei loro colleghi, Cadwalladr e Mason hanno infranto quello che
dovrebbe essere un principio fondamentale del giornalismo: la trasparenza.
Il
ruolo dei giornalisti seri è quello di portare questioni importanti nello
spazio pubblico per il dibattito e il controllo. I giornalisti che pensano in modo
critico aspirano a far sì che coloro che detengono il potere – in primo luogo
le agenzie statali – rendano conto del principio che, senza controllo, il
potere corrompe rapidamente.
Lo
scopo del vero giornalismo – al contrario del gossip, dell'intrattenimento e della
stenografia di sicurezza nazionale che di solito passa per giornalismo – è quello di colpire su, non giù.
Eppure,
entrambi questi giornalisti, ora lo sappiamo, erano attivamente collusi, o
cercavano di colludere, con attori statali che preferiscono operare nell'ombra,
lontano dalla vista.
Entrambi
i giornalisti sono stati cooptati per far avanzare gli obiettivi dei servizi di
intelligence.
E
peggio ancora, ognuno di loro ha cercato di diventare un canale per, o di
assistere attivamente a, campagne diffamatorie segrete gestite dai servizi di
intelligence occidentali contro altri giornalisti.
Quello
che stavano facendo – insieme a tanti altri giornalisti dell'establishment – è
l'antitesi stessa del giornalismo. Stavano aiutando a nascondere il funzionamento del
potere per rendere più difficile il controllo. E non solo. Nel processo, stavano cercando di
indebolire i giornalisti già emarginati che lottavano per chiedere conto al
potere statale.
Collusione
russa?
La
cooperazione di Cadwalladr con i servizi di intelligence è stata evidenziata
solo a causa di un caso giudiziario. È stata citata in giudizio per
diffamazione da Arron Banks, un uomo d'affari e principale donatore della
campagna Brexit di successo per la Gran Bretagna per lasciare l'Unione Europea.
In una
sorta di estensione transatlantica dell'isteria del Russia-gate negli Stati
Uniti dopo l'elezione di Donald Trump a presidente nel 2016, Cadwalladr ha accusato Banks di
mentire sui suoi legami con lo stato russo. Secondo la corte, ha anche suggerito che ha infranto le
leggi sul finanziamento elettorale ricevendo denaro russo nel periodo
precedente al voto sulla Brexit, sempre nel 2016.
Quell'anno
serve come una sorta di ground zero per i liberali timorosi del futuro della
"democrazia occidentale" – presumibilmente minacciata dai
moderni "barbari alle porte", come la Russia e la Cina – e della
capacità degli stati occidentali di difendere il loro primato attraverso guerre
di aggressione neo-coloniali in tutto il mondo.
L'implicazione
è che la Russia ha ideato una doppia sovversione nel 2016: da una parte
dell'Atlantico, Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti; e, dall'altro, i britannici sono
stati indotti a spararsi ai piedi – e minare l'Europa – votando per lasciare
l'UE.
Di
fronte al caso giudiziario, Cadwalladr non ha potuto sostenere le sue accuse
contro Banks come vere.
Tuttavia,
il giudice si è pronunciato contro l'azione per diffamazione di Banks, sulla
base del fatto che le rivendicazioni non avevano sufficientemente danneggiato
la sua reputazione.
Il
giudice ha anche deciso, perversamente in un'azione di diffamazione britannica,
che Cadwalladr aveva "ragionevoli motivi" per pubblicare affermazioni
secondo cui Banks avrebbe ricevuto "accordi di fidanzamento" dalla
Russia, anche se "non aveva visto alcuna prova che avesse stipulato tali
accordi". Un'indagine della National Crime Agency alla fine non ha trovato
prove.
Quindi,
date queste circostanze, qual era la base per le sue accuse contro Banks? Il modus operandi giornalistico di
Cadwalladr, nei suoi sforzi di lunga data per suggerire una diffusa ingerenza
russa nella politica britannica, è evidenziato nella sua testimonianza alla
corte.
In
esso, si riferisce a un'altra delle sue storie in stile Russia-gate: una del
2017 che ha cercato di collegare il Cremlino con Nigel Farage, un ex politico
pro-Brexit con il partito UKIP e stretto collaboratore di Banks, e il fondatore
di WikiLeaks Julian Assange, che è stato prigioniero politico nel Regno Unito
per più di un decennio.
A quel
tempo, Assange era confinato in una stanza singola nell'ambasciata ecuadoriana
dopo che il suo governo gli aveva offerto asilo politico. Aveva cercato rifugio lì, temendo
di essere estradato negli Stati Uniti in seguito alla pubblicazione da parte di
WikiLeaks di rivelazioni secondo cui gli Stati Uniti e il Regno Unito avevano
commesso crimini di guerra in Iraq e Afghanistan.
WikiLeaks
aveva anche profondamente imbarazzato la CIA dando seguito alla pubblicazione
di documenti trapelati, noti come Vault 7, che esponevano i crimini dell'agenzia.
La
scorsa settimana il ministro degli Interni britannico, Priti Patel, ha
approvato proprio l'estradizione negli Stati Uniti che Assange temeva e che lo
ha spinto nell'ambasciata ecuadoriana. Una volta negli Stati Uniti, affronta
fino a 175 anni in completo isolamento in una prigione supermax.
Trama
di assassinio.
Ora
sappiamo, per gentile concessione di un'indagine di Yahoo News, che fino al
2017 la
CIA ha ordito vari schemi per assassinare Assange o per rapirlo in una delle
sue operazioni illegali di "consegne straordinarie", in modo che potesse essere
permanentemente rinchiuso negli Stati Uniti, fuori dalla vista pubblica.
Possiamo
supporre che anche la CIA credesse di dover preparare il terreno per
un'operazione così canaglia portando il pubblico a bordo. Secondo l'indagine di Yahoo, la CIA
credeva che il sequestro di Assange potesse richiedere uno scontro a fuoco per
le strade di Londra.
È
stato a questo punto, a quanto pare, che Cadwalladr e il Guardian sono stati
incoraggiati ad aggiungere il proprio peso alla causa di un ulteriore
rivoltamento dell'opinione pubblica contro Assange.
Secondo
la sua testimonianza, "una fonte confidenziale negli Stati Uniti" ha suggerito – proprio nel
momento in cui la CIA stava rimuginando su questi vari complotti – di scrivere
di una presunta visita di Farage ad Assange nell'ambasciata. La storia è apparsa sul Guardian
con il titolo "Quando Nigel Farage incontrò Julian Assange".
Nell'articolo,
Cadwalladr offre un forte suggerimento su chi l'abbia trattata come una
confidente: l'unica fonte menzionata nel pezzo è "un contatto di alto livello
con collegamenti con l'intelligence statunitense". In altre parole, la CIA quasi
certamente le ha dato da mangiare l'angolo dell'agenzia sulla storia.
Nel
pezzo, Cadwalladr mette insieme le affermazioni di lei e della CIA di "un
allineamento politico tra l'ideologia di Wiki-Leaks, l'ideologia dell'UKIP e
l'ideologia di Trump".
Dietro
le quinte, suggerisce, c'era la mano nascosta del Cremlino, che li guidava tutti in un complotto
maligno per minare fatalmente la democrazia britannica.
Cita
il suo "contatto di alto livello" sostenendo che il presunto incontro faccia a faccia di Farage e Assange è stato necessario per trasmettere informazioni sul loro
nefasto complotto "in modi e luoghi che non possono essere
monitorati".
Tranne
ovviamente, come sapeva il suo "contatto altamente posizionato" – e come ora sappiamo, grazie
alle esposizioni del sito web Grayzone – che era una bugia.
In tandem con il suo complotto per uccidere o rapire
Assange, la CIA ha installato illegalmente telecamere all'interno, così come
all'esterno, dell'ambasciata. Ogni sua mossa nell'ambasciata è stata monitorata, anche
nel blocco dei servizi igienici.
La
realtà era che la CIA stava intercettando e filmando ogni conversazione di
Assange nell'ambasciata, anche quelle faccia a faccia. Se la CIA avesse effettivamente una
registrazione dell'incontro di Assange e Farage e della discussione di un
complotto ispirato al Cremlino, avrebbe trovato un modo per renderlo pubblico
ormai.
Molto
più plausibile è ciò che Farage e Wiki-Leaks dicono: che un tale incontro non è mai
avvenuto.
Farage
ha visitato l'ambasciata per cercare di intervistare Assange per il suo
programma radiofonico LBC, ma gli è stato negato l'accesso. Ciò può essere facilmente
confermato perché a quel punto l'ambasciata ecuadoriana si stava alleando con
gli Stati Uniti e rifiutava ad Assange qualsiasi contatto con i visitatori a parte i suoi
avvocati.
Tuttavia,
Cadwalladr conclude: "Nella tempesta perfetta di notizie false, disinformazione e
social media in cui viviamo ora, Wiki-Leaks è, per molti versi, il vortice vorticoso
al centro di tutto".
'Vortice
vorticoso'.
La
storia dell'incontro Farage-Assange mostra come le agende della CIA e di
Cadwalladr coincidessero perfettamente nel loro "vortice vorticoso"
di notizie false e disinformazione.
Voleva
legare la campagna Brexit alla Russia e suggerire che chiunque volesse sfidare
la pietà liberale che fornisce copertura per i crimini commessi dagli stati occidentali
deve necessariamente appartenere a una rete di cospiratori, a sinistra e a
destra, ideati da Mosca.
La CIA
e altre agenzie di intelligence occidentali, nel frattempo, volevano
approfondire l'impressione del pubblico che Assange fosse un agente del
Cremlino – e che l'esposizione di Wiki-Leaks dei crimini commessi da quelle
stesse agenzie non fosse nell'interesse pubblico, ma in realtà un assalto alla democrazia
occidentale.
L'assassinio
del personaggio di Assange era già stato ampiamente raggiunto con il pubblico
americano nella campagna per il Russia-gate negli Stati Uniti. I servizi di intelligence, insieme
alla leadership del Partito Democratico, avevano creato una narrazione
progettata per oscurare le rivelazioni di Wiki-Leaks sulle fissazioni
elettorali da parte del campo di Hillary Clinton nel 2016 per impedire a Bernie
Sanders di vincere la nomination presidenziale del partito. Invece hanno rifocalizzato
l'attenzione del pubblico su affermazioni prive di prove secondo cui la Russia aveva
"hackerato" le e-mail.
Per
Cadwalladr e la CIA, la notizia falsa dell'incontro di Farage con Assange
potrebbe essere girata come un'ulteriore prova che sia l'"estrema sinistra" che
l'"estrema destra" erano colluse con la Russia. Il loro messaggio era chiaro: solo i centristi – e lo stato di
sicurezza nazionale – potevano essere considerati affidabili per difendere la
democrazia.
Storia
inventata.
La
diffamazione di Cadwalladr su Assange è interamente un pezzo con la campagna di
denigrazione di Wiki-Leaks guidata da media” liberal Dem Usa” a cui appartiene. Il suo giornale, il Guardian, ha
avuto Assange nel mirino da quando ha litigato con lui per la pubblicazione
congiunta dei registri di guerra in Iraq e Afghanistan nel 2010.
Un
anno dopo il pezzo diffamatorio di Cadwalladr, il Guardian avrebbe continuato
la sua cooperazione con la demonizzazione di Assange da parte dei servizi di
intelligence pubblicando una storia altrettanto inventata – questa volta su un
assistente anziano di Trump, Paul Manafort, e vari "russi" non
identificati che incontravano segretamente Assange nell'ambasciata.
La
storia era così improbabile che è stata ridicolizzata anche al momento della
pubblicazione. Ancora una volta, l'operazione di spionaggio illegale della CIA
all'interno e all'esterno dell'ambasciata significava che non c'era modo che
Manafort o qualsiasi "russo" avrebbe potuto visitare segretamente
Assange senza che quegli incontri fossero registrati. Tuttavia, il Guardian non
ha mai ritrattato la macchia.
Uno
degli autori dell'articolo, Luke Harding, è stato in prima linea sia nelle
affermazioni del Guardian sul Russia-gate che nei suoi sforzi per diffamare
Assange. In
tal modo, sembra aver fatto molto affidamento sui servizi di intelligence
occidentali per le sue storie e si è dimostrato incapace di difenderle quando è
stato sfidato.
Harding,
come il Guardian, ha un ulteriore investimento nel discreditare Assange. Lui e un collega del Guardian, David
Leigh, hanno pubblicato un libro con impronta guardiana che includeva una
password segreta per la cache di documenti trapelati di Wiki-Leaks, fornendo
così ai servizi di sicurezza di tutto il mondo l'accesso al materiale.
L'affermazione
della CIA che il rilascio di quei documenti metteva in pericolo i suoi
informatori – un'affermazione che anche i funzionari statunitensi sono stati
costretti ad ammettere non è vera – è stata posta alla porta di Assange per
denigrarlo e giustificare la sua incarcerazione. Ma se c'è qualcuno da biasimare, non
è Assange ma Harding, Leigh e il Guardian.
Sforzo
di de-platformazione.
Il
caso di Paul Mason, che ha lavorato per molti anni come giornalista senior
della BBC, è ancora più rivelatore. Le e-mail passate al sito web grayzone mostrano il
veterano, autodefinitosi
giornalista "di sinistra" che cospira segretamente con figure
allineate con i servizi di intelligence britannici per costruire una rete di
giornalisti e accademici per diffamare e censurare i media indipendenti che
sfidano le narrazioni delle agenzie di intelligence occidentali.
Le
preoccupazioni di Mason sull'influenza della sinistra sull'opinione pubblica si
sono intensificate quanto più ha affrontato le critiche della sinistra per le
sue richieste di fervente e acritico sostegno alla NATO e mentre ha esercitato
pressioni per una maggiore interferenza occidentale in Ucraina. Entrambi sono
obiettivi che condivide con i servizi di intelligence occidentali.
Insieme
ai media dell'establishment, Mason ha chiesto l'invio di armi avanzate a Kiev,
probabilmente per aumentare il bilancio delle vittime su entrambi i lati della
guerra e rischiare un confronto nucleare tra l'Occidente e la Russia.
Nelle
e-mail pubblicate, Mason suggerisce il dannoso e "implacabile de-platforming"
di siti di media investigativi indipendenti – come Grayzone, Consortium News e
Mint Press – che ospitano giornalisti non istituzionali.
Lui e
i suoi corrispondenti discutono anche se includere De-classified UK e Open-Democracy.
Uno dei suoi co-cospiratori suggerisce un "legale nucleare completo per
comprimerli finanziariamente".
Mason
stesso propone di affamare questi siti web di reddito facendo segretamente
pressione PayPal per impedire ai lettori di poter fare donazioni per sostenere
il loro lavoro.
Va
notato che, sulla scia della corrispondenza di Mason, PayPal ha effettivamente
lanciato un giro di vite, anche contro Consortium News e Mint-Press, dopo aver
precedentemente preso di mira Wiki-Leaks.
I
corrispondenti via e-mail di Mason includono due figure intimamente legate
all'intelligence britannica: Amil Khan è descritto dal Grayzone come "un oscuro
appaltatore dell'intelligence" con legami con il Consiglio di sicurezza
nazionale del Regno Unito. Ha fondato Valent Projects, stabilendo le sue credenziali in una
sporca guerra di propaganda a sostegno dei gruppi jihadisti che tagliano la
testa cercando di abbattere il governo siriano sostenuto dalla Russia.
"Cluster"
clandestini.
L'altro
agente dell'intelligence è qualcuno a cui Mason si riferisce come un
"amico":
Andy Pryce, il capo dell'oscura unità Counter Disinformation and Media Development
(CDMD) del Foreign Office, fondata nel 2016 per "contrattaccare contro la
propaganda russa". Mason e Pryce trascorrono gran parte della loro
corrispondenza discutendo quando incontrarsi nei pub di Londra per un drink,
secondo il Grayzone.
Il
Foreign Office è riuscito a mantenere segreta l'esistenza dell'unità CDMD per
due anni. Il governo britannico ha rifiutato di divulgare informazioni di base
sul CDMD per motivi di sicurezza nazionale, anche se ora è noto che è
supervisionato dal Consiglio di sicurezza nazionale.
L'esistenza
del CDMD è venuta alla luce a causa di fughe di notizie su un'altra operazione
segreta di guerra dell'informazione, l'Integrity Initiative.
In
particolare, l'Integrity Initiative è stata gestita sulla base di
"cluster" clandestini, in Nord America e in Europa, di giornalisti,
accademici, politici e funzionari della sicurezza che avanzano narrazioni
condivise con le agenzie di intelligence occidentali per screditare Russia,
Cina, Julian Assange e Jeremy Corbyn, l'ex leader di sinistra del Partito
Laburista.
Cadwalladr
è stato nominato nel cluster britannico, insieme ad altri giornalisti di
spicco: David Aaronovitch e Dominic Kennedy del Times; Natalie Nougayrede e
Paul Canning del Guardian; Jonathan Marcus della BBC; Neil Buckley del
Financial Times; Edward Lucas dell'Economist; e Deborah Haynes di Sky News.
Nelle
sue e-mail, Mason sembra voler rinnovare questo tipo di lavoro, ma dirigere le
sue energie più specificamente per danneggiare i media indipendenti e
dissidenti – con il suo obiettivo numero uno la Grayzone, che ha svolto un
ruolo fondamentale nell'esporre l'Integrity Initiative.
L'"amico"
di Mason – il capo del CDMD, Andy Pryce – "ha avuto un ruolo di primo
piano" nei documenti relativi all'Integrity Initiative, osserva la
Grayzone.
Questo
sfondo non è perso su Mason. Egli nota nella sua corrispondenza il pericolo che
il suo complotto per "de-platformare" i media indipendenti possa
"finire con lo stesso problema di Statecraft" – un riferimento all'Institute of
Statecraft, l'ente di beneficenza genitore dell'Integrity Initiative, che la
Grayzone e altri hanno esposto.
Avverte: "L'opposizione non è stupida,
può individuare un info op - quindi più questo è progettato per essere
organico, meglio è".
Pryce
e Mason discutono della creazione di un'organizzazione della società civile
astroturf che condurrebbe la loro "guerra dell'informazione" come
parte di un'operazione che chiamano "International Information
Brigade".
Mason suggerisce
la sospensione delle leggi sulla diffamazione per quelli che chiama
"agenti stranieri" – presumibilmente il che significa che la Brigata
dell'Informazione sarebbe in grado di diffamare i giornalisti indipendenti come
agenti russi, facendo eco al trattamento di Assange da parte dei media
dell'establishment, senza timore di azioni legali che dimostrerebbero che si
trattava di calunnie prive di prove.
"Infosfera
di Putin".
Un'altra
corrispondente, Emma Briant, un'accademica che afferma di essere specializzata
nella disinformazione russa, offre una panoramica di come definisce il presunto
nemico interiore: quelli "vicini a WikiLeaks", chiunque "trolla
Carole [Cadwalladr]" e i punti vendita "scoraggiano le persone dal
leggere il Guardian".
Mason
stesso produce un grafico strabiliante, auto-disegnato, della presunta "infosfera pro-Putin" nel
Regno Unito, che abbraccia gran parte della sinistra, tra cui Corbyn, il movimento Stop the
War, così come le comunità nere e musulmane. Sono citati diversi siti di media,
tra cui Mint Press e Novara Media, un sito web britannico indipendente che
simpatizza con Corbyn.
Khan e
Mason considerano come possono aiutare a innescare un'indagine del governo
britannico su punti vendita indipendenti in modo che possano essere etichettati
come "media affiliati allo stato russo" per rimuoverli ulteriormente
dalla visibilità sui social media.
Mason
afferma che l'obiettivo è prevenire l'emergere di una "identità
antimperialista di sinistra", che, teme, "sarà attraente perché il
liberalismo non sa come contrastarla" – un'ammissione eloquente che crede che
le autentiche critiche di sinistra alla politica estera occidentale non possano
essere affrontate attraverso la confutazione pubblica ma solo attraverso
campagne di disinformazione segrete.
Esorta
gli sforzi per reprimere non solo i media indipendenti e gli accademici
"canaglia", ma anche l'attivismo politico di sinistra. Identifica come una minaccia
particolare Corbyn, che in precedenza è stato danneggiato da una serie di
campagne di disinformazione, tra cui affermazioni completamente prive di prove che il
Partito Laburista durante il suo mandato è diventato un focolaio di
antisemitismo.Mason teme che Corbyn possa fondare un nuovo partito di sinistra
indipendente. È importante, osserva Mason, "mettere in quarantena" e
"stigmatizzare" qualsiasi ideologia di questo tipo.
In
breve, piuttosto che usare il giornalismo per vincere la discussione e la
battaglia per l'opinione pubblica, Mason desidera usare le arti oscure dello stato di
sicurezza per danneggiare i media indipendenti, così come gli accademici
dissidenti e l'attivismo politico di sinistra. Non vuole influenze sul pubblico che
non siano strettamente allineate con gli obiettivi fondamentali di politica estera
dello stato di sicurezza nazionale.
La
corrispondenza di Mason suggerisce la realtà dietro l'affermazione di Cadwalladr che
Assange era il "vortice vorticoso al centro di tutto".
Assange
simboleggia quel "vortice vorticoso" per i giornalisti dell'establishment
allineati all'intelligence solo perché Wiki-Leaks ha pubblicato molte
informazioni privilegiate che espongono le affermazioni occidentali sulla
leadership morale globale come una farsa completa – e i giornalisti che amplificano
tali affermazioni come ciarlatani assoluti.
58
bambini che hanno ricevuto vaccini
mRNA
COVID-19 hanno subito
eventi
avversi potenzialmente letali.
Rtmag.co.il-
(27-giugno-2022)- Ranit Feihberg -Yaffa Shy Raz-ci dicono :
(Ranit
Feinberg & Yaffa Shir-Raz).
Un'analisi
dei rapporti VAERS mostra che, contrariamente al documento informativo della
FDA che afferma che la maggior parte degli eventi avversi nello studio clinico
di Pfizers non erano gravi, sono stati segnalati almeno 58 casi di effetti
collaterali potenzialmente letali nei bambini sotto i 3 anni che hanno ricevuto
vaccini a mRNA. Per alcuni, non è chiaro se siano sopravvissuti. Non è inoltre
chiaro perché i bambini siano stati vaccinati e se facessero parte degli studi
clinici. Tuttavia, nella prossima riunione della FDA di mercoledì, la FDA non
sarà in grado di sostenere che non lo sapeva.
Mentre
la FDA si sta preparando ad approvare il vaccino mRNA COVID-19 per neonati e
bambini di età compresa tra 6 mesi e quattro anni e afferma nel suo documento
informativo VRBPAC pubblicato oggi che la maggior parte degli eventi avversi
riscontrati nello studio di Pfizers non erano gravi - L'analisi della rivista
Real-Time rivela almeno 58 eventi avversi potenzialmente letali nei neonati e
nei bambini di età inferiore ai 3 anni segnalati a VAERS.
Gli
eventi avversi gravi più comuni sono stati sanguinamento potenzialmente letale,
shock anafilattico, sindrome anticolinergica, encefalite, ipoglicemia e
sindrome neurolettica. Nella maggior parte dei casi segnalati, si tratta di
lesioni multi-sistema.
In
alcuni casi non è chiaro cosa sia successo ai bambini - sono sopravvissuti? E
se sì, si sono ripresi?
La
maggior parte dei rapporti non specifica in quali circostanze i bambini sono
stati vaccinati e se hanno partecipato agli studi clinici.
Mentre
la FDA afferma nel suo documento informativo che l'efficacia del vaccino nei
neonati è dell'80,4%, il documento rivela che l'affermazione si basa su un
totale di 10 casi sintomatici di COVID-19 identificati nello studio tra 1415 partecipanti
- 7 di loro nel gruppo placebo contro 3 nel gruppo vaccino.
Preparazione
dell'articolo Shani Cohen.
"Dolore
toracico; arresto cardiaco; Pelle fredda umida". Questa breve descrizione
di un arresto cardiaco, che si è verificato un'ora dopo aver ricevuto un
vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19, è presa dal sistema VAERS - il sistema di
segnalazione avversa dell' era del vaccino degli Stati Uniti (numero di caso
1015467), e non si riferisce a una persona anziana, né a un giovane adulto, o
anche a un adolescente. È difficile da credere, ma questo rapporto si riferisce a un
bambino di due mesi.
"Un
paziente di sesso maschile di 2 mesi ha ricevuto bnt162b2 (VACCINO
PFIZER-BioNTech COVID-19): EL 739, tramite una via di somministrazione non
specificata il 02 febbraio 2021 a dose singola per l'immunizzazione
COVID-19", così affermato nel rapporto. "Il paziente ha somministrato
la vaccinazione, osservato per 15 minuti ha lasciato la clinica, quindi è
tornato un'ora dopo, il 2 febbraio 2021, presentandosi come pelle fredda, umida
e con dolore toracico, evento di arresto cardiaco poi sviluppato, paziente
stabilizzato e trasferito per ulteriori trattamenti medici ... L'esito degli
eventi era sconosciuto. Questo caso è stato segnalato come grave con criteri di
gravità- pericolo di vita da HA. Nessun tentativo di follow-up possibile. Non
sono previste ulteriori informazioni".
Come ha
fatto un bambino di 2 mesi a ricevere il vaccino mRNA? Questi vaccini non hanno
ancora ricevuto l'EUA (Emergency Use Authorization) per l'uso approvato nei
bambini di età pari o inferiore a cinque anni dalla FDA o da qualsiasi altra
autorità di regolamentazione e, anche se lo farà, l'EUA includerà solo i
bambini di età pari o superiore a 6 mesi.
Questo
bambino ha partecipato agli studi clinici di Pfizer-BioNTech, testando
l'efficacia e la sicurezza tra i bambini?
La
risposta non è chiara. Secondo la persona che ha scritto il rapporto "Non
sono sicuro che il paziente sia stato arruolato in studi clinici".
Tuttavia, l'autore del rapporto afferma anche che il rapporto è stato
"ricevuto da un altro operatore sanitario contattabile da Pfizer dall'Agenzia
di regolamentazione". Questa nota implica che il bambino potrebbe aver
effettivamente partecipato allo studio di Pfizer. Il rapporto dell'agenzia di
regolamentazione Safety Report Unique Identifier GB-MHRA-ADR 24687611 - indica
che il rapporto proveniva dalla Gran Bretagna (le prime 2 lettere nell'ID del
rapporto stanno per il paese di origine, GB- Gran Bretagna e MHRA indicano che
la fonte della segnalazione era la sua autorità antidroga).
Perché
non hanno dato seguito alle condizioni del bambino di 2 mesi, dopo essere
andato in arresto cardiaco un'ora dopo aver ricevuto un vaccino sperimentale?
Perché non ci sono ulteriori informazioni? È perché è morto? O il bambino è
stato rimosso da un esperimento? Perché l'autore della relazione non dovrebbe
menzionarlo?
Sorprendentemente,
si scopre che questo incidente non è isolato, ma in realtà uno dei tanti nel
sistema VAERS, che descrive neonati e bambini sotto i cinque anni esposti ai
vaccini mRNA Covid, che hanno subito reazioni avverse potenzialmente letali.
Anche se
i bambini sotto i cinque anni non sono stati considerati idonei per questi
vaccini a meno che non facessero parte di uno studio clinico,
sorprendentemente, sembra che ci siano molti rapporti nel sistema che
descrivono neonati e bambini piccoli che sono stati vaccinati. Alcuni dei
bambini hanno sofferto di eventi avversi potenzialmente letali. In alcuni casi,
non è chiaro cosa sia successo a loro; sono sopravvissuti e si sono ripresi,
soffrono ancora di problemi di salute o sono morti.
Tra un
paio di giorni, il 15 giugno, il Comitato consultivo per i vaccini e i prodotti
biologici correlati della FDA discuterà le richieste EUA di Moderna e Pfizer
per i neonati e i bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni - l'unico gruppo
non ancora idoneo per la vaccinazione COVID-19 oggi. Secondo il documento
informativo della FDA pubblicato oggi prima della riunione dei comitati VRBPA,
ci sono stati "245 rapporti statunitensi" al sistema VAERS "in
bambini dai 6 mesi ai 4 anni di età", che sono stati iniettati
("prodotto somministrato a pazienti di età inappropriata" o "uso
off-label") o esposti al vaccino "tramite latte materno".
Tuttavia, entrambe le società hanno annunciato già a maggio che i loro
risultati indicano che i loro vaccini sono sicuri ed efficaci. Il documento
informativo VRBPAC elenca una varietà di eventi avversi segnalati a seguito
dell'esposizione al vaccino in questa fascia di età, tra cui "piressia
..., temperatura corporea ..., tosse, mal di testa, eruzione cutanea,
diarrea" . Secondo il documento, "Tra i rapporti VAERS statunitensi
per individui di età compresa tra 6 mesi e 4 anni, che possono riflettere l'uso
non autorizzato del vaccino o possono riflettere un errore di segnalazione, la
maggior parte (96,3%) non era grave". Mentre il documento specifica i
problemi di sicurezza identificati dai dati di sorveglianza di sicurezza
post-autorizzazione in VAERS, tra cui anafilassi, miocardite e pericardite, non
si riferisce a questi problemi di sicurezza identificati nella fascia di età
più giovane. Invece, afferma: "Non sono state identificate frequenze
insolite, cluster o altre tendenze per eventi avversi che suggerirebbero un
nuovo problema di sicurezza".
Ma è
davvero così? Sembra che, indipendentemente dai risultati, e nonostante i
risultati inquietanti e scioccanti che vengono esposti dai documenti di Pfizer,
si prevede che entrambe le società riceveranno l'EUA desiderata molto presto.
In effetti, il sito web del CDC, già ad aprile, aveva pubblicizzato un
protocollo riguardante la vaccinazione dei bambini, che includeva anche i
bambini da 6 mesi a 4 anni.
Alla
luce di questa approvazione attesa, RT Magazine ha condotto un'analisi dei casi
segnalati nel sistema VAERS riferiti a bambini fino a 3 anni.
Durante
l'analisi, sono stati rimossi i casi in cui è stato affermato che l'esposizione
al vaccino era attraverso l'allattamento al seno (questi casi sono stati
analizzati separatamente e saranno presto presentati in un articolo di
follow-up), così come i casi che sono stati identificati come errori nella
registrazione dell'età.
L'analisi
mostra che ci sono stati almeno 58 casi di reazioni avverse gravi e pericolose
per la vita tra neonati e bambini di età pari o inferiore a 3 anni. Questa
scoperta è particolarmente sconcertante considerando il fatto che non avrebbero
dovuto essere vaccinati a questa età per cominciare. Purtroppo, analogamente al
caso sopra riportato, la maggior parte dei rapporti VAERS non indica come e in
quali circostanze sono stati esposti al vaccino – erano partecipanti agli studi
delle aziende? E se no, perché e in quali circostanze sono stati vaccinati?
Entrambe
le società non hanno ancora rilasciato i dati di sicurezza dei loro studi su
questa fascia di età. Tuttavia, una cosa è chiara dai rapporti VAERS: ci sono
stati molti bambini che sono stati feriti dopo aver ricevuto il vaccino. Sia
che siano stati vaccinati negli studi o illegalmente nelle loro comunità,
Pfizer e Moderna non saranno in grado di affermare, quando presenteranno i loro
dati alla FDA, che il vaccino è sicuro per i bambini e che non ci sono stati
eventi avversi gravi in questa fascia di età. Inoltre, gli esperti del comitato
della FDA che discuteranno l'approvazione dell'EUA non saranno in grado di
ignorare quei casi e sostenere che non lo sapevano. I dati presentati in questo
articolo dimostrano al di là di ogni dubbio l'esatto contrario, e questa volta
- questi dati sono presentati al pubblico in anticipo, prima che l'EUA sia
concessa e prima della discussione VRBPAC.
L'esito degli eventi.
Uno
dei rapporti più agghiaccianti si riferisce a una bambina di 43 giorni, che il
30 gennaio 2021 ha ricevuto il vaccino Comirnaty di Pfizer. Nella descrizione dell'incidente
(rapporto n. 1133837) si afferma chiaramente che è stata vaccinata e che il
vaccino è stato iniettato al muscolo: "Una paziente di 43 giorni ha
ricevuto bnt162b2 (COMIRNATY), per via intramuscolare il 30 gennaio 2021
(numero di lotto: EK9788) come DOSE SINGOLA per l'immunizzazione
COVID-19". Subito dopo la vaccinazione, il bambino ha subito una varietà
di lesioni multi-sistema potenzialmente letali, come "Reazione
anafilattica (ampia), Asma / broncospasmo (stretto), Sindrome anticolinergica
(ampia), Depressione respiratoria centrale acuta (ampia), Ipertensione
polmonare (ampia), Cardiomiopatia (ampia), Polmonite eosinofila (ampia),
Disturbi vestibolari (ampia), Ipersensibilità (ampia), Insufficienza
respiratoria (stretta), Reazione al farmaco con eosinofilia e sindrome dei
sintomi sistemici (ampia)". Sebbene nella sezione che riporta la morte la
dichiarazione affermi "No", la sezione che riporta il recupero
afferma anche "No", il che significa che il bambino non si è ripreso.
Che cosa le è successo allora? È viva o è morta?
Inoltre,
questa relazione, come molte altre, solleva alcune questioni difficili. Come ha fatto un bambino di 43 giorni
a ricevere un vaccino non ancora approvato per l'uso nei bambini? Inoltre, gli
attuali studi clinici condotti dovrebbero includere neonati e bambini di età
superiore ai 6 mesi. Questo bambino ha partecipato allo studio di Pfizers? La
relazione non risponde a questa domanda.
Proprio
come questo bambino, si scopre che nella maggior parte dei casi segnalati sono
stati registrati diversi effetti collaterali potenzialmente letali per lo
stesso bambino. Gli eventi avversi gravi più comuni erano emorragie pericolose; shock
anafilattico – un'allergia pericolosa per la vita che può danneggiare il
sistema respiratorio e causare vertigini, svenimenti e persino la morte;
sindrome anticolinergica- una condizione che si verifica quando i siti
recettoriali per il neurotrasmettitore acetilcolina sono bloccati, che può
portare a problemi di coordinazione, aumento della frequenza cardiaca, e altri
sintomi; encefalite - un'infezione cerebrale, che può causare mal di testa, vomito,
perdita di coscienza e morte; ipoglicemia - zucchero nel sangue molto basso,
una condizione che può rapidamente degenerare fino alla morte nei neonati; e
sindrome neurolettica - che è anche pericolosa per la vita e può danneggiare i
muscoli cardiaci, altri muscoli e reni.
Dal
riassunto dei risultati dell'analisi in base ai gruppi di età e genere, emerge
il seguente quadro:
Nella
fascia di età di 0-6 mesi - ci sono 28 rapporti, in cui 10 sono maschi, 16 sono
femmine e 2 il cui sesso non è stato specificato.
9 di
loro (32%) soffrivano di una sindrome anticolinergica, 9 (32%) avevano uno
shock anafilattico, 8 (28,6%) soffrivano di sindrome neurolettica, 5 soffrivano
di irregolarità del ritmo cardiaco e 5 avevano ipoglicemia.
Nella
fascia di età di 6-12 mesi – in questo gruppo, sono stati trovati 5 rapporti –
3 maschi, una femmina e uno il cui sesso non è stato specificato. Questo gruppo
è piccolo rispetto agli altri gruppi. L'elenco delle reazioni avverse
includeva: shock anafilattico, sindrome anticolinergica e sindrome
neurolettica.
Nella
fascia di età da uno a tre anni – in questo gruppo sono stati riportati 25
casi, di cui 5 relativi a maschi, 19 legati a femmine e uno a un bambino il cui
sesso non è stato specificato.
6 dei
bambini (24%) hanno avuto uno shock anafilattico, 6 (24%) hanno sofferto di
sindrome anticolinergica, 5 (20%) hanno sofferto di sindrome neurolettica, 4
(16%) hanno sofferto di encefalite, 3 (12%) hanno avuto battiti cardiaci
irregolari, un bambino era in emorragia e uno soffriva di ipoglicemia.
Va
notato che gli eventi avversi sopra elencati sono solo alcuni di quelli
riportati in VAERS rispetto ai bambini. Abbiamo scelto di concentrarci solo su eventi avversi pericolosi per
la vita e comuni.
(Tabella
n. 1: Analisi delle segnalazioni per età e sesso)
(Tabella
n. 2: Analisi delle segnalazioni per eventi avversi)
I
bambini sono vivi?
Analogamente
al caso precedente descritto, anche un altro bambino, di due mesi, ha subito
uno shock anafilattico dopo essere stato esposto a una singola dose del vaccino
Pfizer-BioNTech il 6 gennaio 2021 e, proprio come lei, secondo il rapporto (n.
976433), soffriva di una serie di sintomi multi-sistema. Per quanto riguarda il
metodo di somministrazione del vaccino, è stato affermato "attraverso una
via di somministrazione non specificata", il che significa che non è
chiaro in quali circostanze il bambino sia stato esposto al vaccino.
Faceva
parte della sperimentazione clinica di Pfizers? Ancora una volta, non è chiaro
dalla relazione.
Tuttavia,
la domanda più importante che dovrebbe essere posta, proprio come nel caso
precedente, è cosa è successo al bambino? È sopravvissuta? È viva?
E
ancora, nella sezione che riporta la morte, si afferma "No", il che
significa che il bambino non è morto. Tuttavia, nella descrizione del
rapporto si dice: "Il paziente non si era ripreso dall'evento. Nessun
tentativo di follow-up possibile. Non sono previste ulteriori
informazioni".
È
difficile da credere, ma questa domanda di base - cosa è successo a un bambino
dopo aver sofferto di reazioni avverse così gravi e potenzialmente letali -
deriva anche da altri casi gravi, come il caso di un bambino di 6 mesi
(rapporto # 2084418) che "ha ricevuto bnt162b2 (COMIRNATY),
intramuscolare" il 29 dicembre 2021 e ha attraversato shock anafilattico,
sindrome anticolinergica, sindrome neurolettica, polmonite infettiva, altre
infezioni e sintomi multi-sistema.
Anche
in questo caso, la sezione che riporta la morte afferma "No", che
significa presumibilmente che il bambino non è morto, mentre nella descrizione
dell'evento dice "esito 'sconosciuto' ... Non sono possibili tentativi di
follow-up. Non sono previste ulteriori informazioni".
In un
altro caso (rapporto n. 1012508) un bambino di un anno che ha ricevuto anche un
vaccino Pfizer, nel gennaio 19, 2021 (in questo caso si specifica che il
bambino non ha preso parte a una sperimentazione) ha sviluppato un dolore
all'orecchio sinistro che è aumentato fino alla paralisi completa, che è stata
diagnosticata come sindrome di Guillain Barre. Nella descrizione del caso è
stato affermato che il bambino soffriva della sindrome di Guillain Barre,
paralisi facciale, encefalite non infettiva, meningite non infettiva, mal
d'orecchi e disturbi dell'udito. Tuttavia, nella sintesi del rapporto, è stato
scritto, ancora una volta, che "Non sono possibili tentativi di
follow-up".
E un
altro caso scioccante (rapporto numero 1379484) emerge dalla segnalazione di un
bambino che aveva solo un mese, che ha sofferto di "Sanguinamento vaginale
/ Sanguinamento vaginale pesante costante con pezzi di coagulo" il giorno
seguente dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech il 19 maggio 2021.
Sebbene
i sintomi di cui il bambino soffriva fossero definiti "gravi come
significativi dal punto di vista medico", nella descrizione dell'incidente
si afferma che il risultato è "sconosciuto" e che "Non sono
possibili tentativi di follow-up. Non sono previste ulteriori
informazioni".
Come
accennato, in alcuni dei casi si afferma che i bambini non facevano parte di
una sperimentazione clinica, mentre in altri non è chiaro se abbiano
partecipato a una sperimentazione clinica o siano stati vaccinati in altre
circostanze sconosciute. Ma che facessero parte del processo o meno, il
rapporto non spiega l'assenza di queste informazioni critiche; cosa è successo
a questi bambini? Sono sopravvissuti? E se sì, si sono ripresi? Perché non c'è
stato un follow-up sulle condizioni mediche dei bambini che hanno sofferto di
eventi avversi gravi e potenzialmente letali, mentre è stato chiaramente
affermato che non si sono ripresi? Non è richiesto in casi così gravi dalla FDA
che l'azienda dovrebbe fare ogni sforzo per localizzare questi bambini,
scoprire qual è la loro condizione e seguirli?
"Arrossamento
nell'area di iniezione: il protocollo di sperimentazione clinica non menziona
reazioni avverse gravi."
Il
comunicato stampa emesso l'11 febbraio 2022, in cui Pfizer-BioNTech ha
annunciato che intende richiedere alla FDA l'approvazione per i bambini dai 6
mesi ai 4 anni di età, i risultati di sicurezza degli studi clinici
dell'azienda in neonati e bambini piccoli a queste età non sono menzionati,
nemmeno in una parola. L'opuscolo informativo relativo agli studi clinici che
testano la sicurezza e l'efficacia del vaccino Pfizer in adulti, bambini e
neonati, sul sito web della FDA, afferma chiaramente "Nessun risultato
dello studio pubblicato su ClinicalTrials.gov per questo studio". E come
notato sopra, il documento di briefing VRBPAC appena rilasciato elenca solo una
manciata di eventi avversi non gravi segnalati in questa fascia di età, tra
cui, e conclude che non c'è nulla che suggerisca un nuovo problema di
sicurezza. Come potrebbe la FDA non sapere di così tanti eventi avversi gravi
che sono stati segnalati ai sistemi di segnalazione del CDC? In alternativa, se
li conoscono, perché li ignorano?
Come
sono stati testati gli eventi avversi nei bambini rispetto agli studi clinici?
Nel tentativo di rispondere a questa domanda critica, intesa ad affrontare i
problemi di sicurezza e ad assicurare ai genitori che il vaccino è sicuro per i
bambini, abbiamo esaminato il protocollo di studio trovato sul sito web della
sperimentazione clinica della FDA.
Sembra
che non siano stati elencati potenziali eventi avversi gravi. L'elenco dei
potenziali eventi avversi che lo studio avrebbe dovuto valutare secondo il
protocollo ("misura dell'esito") includeva reazioni sia locali che
sistemiche. Tuttavia, questi sono eventi avversi relativamente non gravi.
L'elenco
degli eventi avversi locali che lo studio avrebbe dovuto monitorare include:
"Dolore o tenerezza nel sito di iniezione, arrossamento e gonfiore",
e le reazioni sistematiche includevano "Febbre, affaticamento, mal di
testa, brividi, vomito, diarrea, dolore muscolare nuovo o peggiorato, dolore articolare
nuovo o peggiorato, diminuzione dell'appetito, sonnolenza e irritabilità".
Inoltre, sebbene la conclusione dello studio sia prevista solo il 14 giugno
2024, il periodo di tempo fissato per l'esame degli eventi avversi è limitato a
sette giorni dopo ciascuna delle dosi - la prima e la seconda dose.
Il vaccino è inefficace nei neonati. La
soluzione: abbassare la soglia di efficienza e aggiungere una terza dose.
Oltre
alle preoccupazioni sostanziali riguardanti la sicurezza dei vaccini per i bambini,
la loro efficacia in questa fascia di età è discutibile in generale. Secondo i
dati disponibili, i bambini sani sono a rischio quasi zero di malattie gravi,
ospedalizzazione o morte a causa di COVID-19.
Il
ricovero in ospedale a causa di COVID-19 è molto raro tra i bambini e i casi di
morte sono ancora più rari. In Germania, ad esempio, un ampio studio ha
rilevato che nemmeno un bambino è morto di COVID-19 tra i 5-11 anni senza
condizioni preesistenti. In queste circostanze, anche un solo caso di evento
avverso grave, per non parlare della morte, è cruciale e supera qualsiasi
possibile beneficio del vaccino.
Non
sorprende che gli studi clinici pfizer su bambini sotto i 4 anni abbiano
dimostrato che 2 dosi di vaccino non aumentano significativamente il numero di
anticorpi. Il commissario della FDA, la dottoressa Janet Woodcock, ha ammesso
in un'intervista all'inizio di aprile 2022 che "Gli anticorpi sviluppati
non erano così alti, quindi non avevano la stessa risposta anticorpale alla
serie a due colpi nei bambini più grandi. Non era così alto come quello che
avremmo sperato per i più giovani come lo era per i bambini più grandi".
Secondo Woodcock, questo è il motivo per cui Pfizer, che ha pianificato di
richiedere l'approvazione EUA per i bambini a febbraio, ha posticipato la data
di presentazione e ha deciso di aggiungere una terza dose allo studio e
attendere i risultati dopo che tutti i bambini hanno ricevuto la loro terza
dose.
Inoltre,
in una dichiarazione rilasciata l'11 maggio, il dottor Peter Marks, direttore
del Center for Biologic Evaluation and Research presso la FDA, ha annunciato
che i vaccini per neonati e bambini non dovranno superare il tasso di efficacia
del 50% contro covid. Un tasso di efficacia del 50% è la soglia che i vaccini
per adulti devono superare. Tuttavia, Marks spiega che, nonostante le linee
guida precedenti, la FDA non negherà alle aziende ora l'approvazione per
neonati e bambini piccoli solo perché non ha raggiunto l'efficacia del 50%
nella prevenzione delle infezioni sintomatiche.
Pfizer
ha rilasciato un comunicato stampa il 23 maggio annunciando che
"l'efficacia del vaccino dell'80,3% è stata osservata nell'analisi
descrittiva di tre dosi durante un periodo in cui omicron era la variante
predominante". Secondo il comunicato stampa, "Lo studio suggerisce
che una bassa dose di 3 ug del nostro vaccino ..., fornisce ai bambini piccoli
un alto livello di protezione contro i recenti ceppi COVID-19".
Tuttavia,
il documento informativo della FDA rivela che l'affermazione di un "alto
livello di protezione" si basa su un totale di 10 casi sintomatici di
COVID-19 identificati nello studio, che si sono verificati almeno 7 giorni dopo
la dose 3. Tre di questi si sono verificati tra i partecipanti di età compresa
tra 6 e 23 mesi (che includevano 555 partecipanti - 376 nel gruppo vaccino e
179 nel gruppo placebo) - con 1 caso nel gruppo vaccino Pfizer-BioNTech e due
nel gruppo placebo. Altri sette casi si sono verificati tra i partecipanti di
età compresa tra 2 e 4 anni (che includevano 860 partecipanti - 589 nel gruppo
vaccino e 271 nel gruppo placebo) - con 2 casi nel gruppo vaccino
Pfizer-BioNTech, rispetto a 5 nel gruppo placebo. Tuttavia, l'efficacia del
vaccino è stata inquadrata dalla FDA come 80,4% e il documento conclude che "I
dati disponibili supportano l'efficacia della serie primaria a 3 dosi del
vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 (3 μg ogni dose) nella prevenzione di COVID-19
nella fascia di età da 6 mesi a 4 anni". Inoltre, il documento afferma che
"Tra neonati e bambini dai 6 mesi ai 4 anni di età, i tassi di
ospedalizzazione e morte a causa di COVID-19 sono più alti che tra i bambini e
gli adolescenti di età compresa tra 5-17 anni e paragonabili agli individui di
età compresa tra 18 e 25 anni, sottolineando il beneficio di un vaccino COVID19
efficace in questa fascia di età".
Quanto
è etico dare a un bambino un vaccino per una malattia che le probabilità di
ammalarsi gravemente o morire da esso è quasi zero, mentre i benefici del
trattamento non sono chiari e, e le reazioni avverse potenzialmente letali sono
molto significative?
Questa
domanda è stata l'argomento di un articolo pubblicato nel marzo di quest'anno
su Bioethics. I ricercatori hanno affermato che nemmeno una delle principali
affermazioni argomentate per giustificare l'approvazione per i bambini è
valida. Secondo loro, i benefici del vaccino per i bambini sani sono minimi e
quindi, anche se le complicanze sono rare, superano i benefici del vaccino,
soprattutto perché non è molto chiaro quali siano i rischi a breve e lungo
termine e l'esperienza con il vaccino è molto breve. Anche l'affermazione
altruistica di proteggere l'ambiente è molto problematica, poiché poiché esiste
un vaccino, i gruppi a rischio possono difendersi, ed è già stato dimostrato
che i bambini non sono i principali trasmettitori del virus.
I
membri del Congresso Usa chiedono
risposte.
Questa
questione etica è stata sollevata nei giorni scorsi da 18 membri del Congresso
in una lettera inviata alla FDA il 7 giugno, chiedendo risposte prima della
decisione dell'autorità di concedere un permesso di emergenza per il vaccino
infantile. I membri del Congresso hanno chiesto di sapere perché i vaccini
COVID-19 sono necessari per questa fascia di età alla luce del fatto che la
malattia rappresenta un rischio molto piccolo per neonati e bambini piccoli,
che i vaccini hanno poca efficacia e che ci sono molte domande senza risposta
sulla sicurezza e gli eventi avversi di questi vaccini.
La
lettera presenta 19 domande alla FDA, tra cui, tra le altre: perché la FDA ha
ritardato la pubblicazione delle centinaia di migliaia di pagine di dati degli
studi dei produttori, lo stato degli eventi avversi e quando ci si può
aspettare che tutti i dati della FDA siano resi pubblici? Alla FDA è stato
anche chiesto di fornire al pubblico maggiori dettagli sui bambini che sono
stati gravemente feriti o morti di COVID-19 e quanti bambini in generale si
sono ammalati gravemente. I legislatori hanno anche affrontato la questione dei
rischi cardiaci nel somministrare i vaccini mRNA COVID-19 ai bambini,
osservando che a seguito delle vaccinazioni somministrate a un gran numero di
bambini di età compresa tra 5 e 18 anni, è stato osservato un aumento della
miocardite e della pericardite, con alcuni casi che terminano con la morte e
gli effetti a lungo termine dell'infiammazione correlata al cuore non ancora
quantificati dalle autorità sanitarie. Inoltre, i legislatori hanno chiesto di
sapere perché la FDA ha abbassato la soglia di efficacia per i vaccini
specificamente per i neonati e i bambini più piccoli, consentendo così alle
aziende di richiedere l'EUA senza alcuna giustificazione.
La FDA
non sarà in grado di sostenere che non lo sapeva.
Come
affermato, i dati che emergono dall'analisi presentata in questo articolo
dimostrano al di là di ogni dubbio che il vaccino non è sicuro per neonati e
bambini piccoli. Che questi bambini facessero parte dello studio o meno -
questi rapporti sono stati nel sistema VAERS per molti mesi, quindi non c'è
alcuna possibilità che la FDA non li conosca. Sfortunatamente, il fatto che la
FDA fosse a conoscenza di almeno alcuni dei gravi eventi avversi, tra cui
l'aumento del rischio di morbilità nei primi giorni dopo la vaccinazione, la
miocardite e l'aumento del rischio di aborto spontaneo e malformazioni fetali,
e tuttavia abbia approvato il vaccino per adolescenti, bambini e donne incinte,
è stato successivamente rivelato troppo tardi - molto tempo dopo che l'EUA è
stato concesso a Pfizer e Moderna, quando molti sono già stati danneggiati. È
diventato chiaro solo grazie alle richieste FOIA (Freedom of Information)
presentate alla FDA e ad altre autorità sanitarie, e solo dopo che la FDA è
stata costretta dal tribunale a divulgare i documenti. Questa volta, i dati
VAERS qui presentati consentono di rivelare questo fatto anche prima
dell'approvazione. La FDA non sarà in grado di affermare di non saperlo. (VAERS).
DALLA
RITIRATA ALLA SCONFITTA.
Comedonchisciotte.org-
Redazione CDC- ( 28 Giugno 2022 )- Erwan
Castel : ci dice :
(ideeazione.com).
Dalla ritirata
alla sconfitta in guerra.
È
fatta: le forze ucraine hanno pietosamente abbandonato Severodonetsk, attraversando su zattere di fortuna e
gommoni da spiaggia il fiume Donetsk che separa la città liberata da quella di
Lisichansk, minacciata di rapido accerchiamento da parte delle forze
russo-repubblicane provenienti dal saliente di Popasnaya .
I
pochi soldati ucraini già accerchiati sulla sponda sinistra del Donetsk sono
dunque condannati a morire o ad arrendersi.
Questa
vittoria tattica fa parte di un crollo esponenziale delle forze ucraine in
generale e del loro corpo di battaglia del Donbass in particolare.
Durante
l’ultimo mese, che corrisponde grosso modo al periodo della battaglia di
Severodonetsk, che è stato il suo culmine militare, le forze di Kiev hanno
perso circa 20.000 uomini (uccisi, feriti, prigionieri, disertori, dispersi,
ecc.), cosa
che costituisce la peggiore emorragia fisica e morale vissuta dal campo
ukro-atlantista nei 4 mesi.
Le
ultime unità ucraine fuggono come possono da Severodonetsk, abbandonando lì i
loro uccisi, tutto il loro equipaggiamento pesante e il loro orgoglio.
Non
solo circa 1.000 soldati ucraini si sono arresi alle forze russe e
repubblicane, ma stiamo iniziando a osservare tra loro alcuni che si uniscono
alle forze repubblicane a Lugansk per continuare la lotta contro questo regime
ucraino-atlantista che li ha traditi e abbandonati.
Naturalmente,
queste nuove vittorie tattiche delle forze alleate (Zolotoe, Severodonetsk…)
sul fronte del Donbass settentrionale non sono state ottenute senza subire
anche perdite umane, materiali, militari e civili, ma la loro curva, a differenza
di quelle delle forze ucraine che è alle stelle, diminuisce sensibilmente
grazie in particolare a:
1)-alle
nuove tattiche adottate per adeguarsi al combattimento urbano e favorire la
sicurezza,
2)-alla
preparazione degli assalti effettuati dall’artiglieria, potente e precisa,
3)-l’irrigidimento
delle unità russe e repubblicane impegnate per diversi mesi,
4)-alle
difese ucraine incontrate oggi, meno consolidate e organizzate,
5)-all’ingaggio
in prima linea di unità ucraine inesperte e poco motivate.
Il
crollo definitivo delle forze ucraine, su cui non c’erano dubbi sin dal primo
giorno nonostante l’onorevole resistenza, è quindi a un bivio; o prende la
corsia preferenziale continuando la ritirata delle sue unità verso Slaviansk,
oppure sceglie la via sadomasochistica aggrappandosi il più a lungo possibile a
questi ultimi bastioni del Donbass, a cominciare da quello di Lisichansk.
Anche
nei media occidentali solitamente burberi e mendaci, il discorso è cambiato di fronte alla
realtà della vittoria delle forze russo-repubblicane nel Donbass.
Sul
terreno, lo stato maggiore ucraino deve prendere la sua decisione nelle
prossime ore, perché la sacca di Lisichansk sta per trasformarsi in un
calderone sapendo che l’ultima strada percorribile attraverso Seversk è già
sotto il fuoco del nemico. L’artiglieria del primo scaglione alleato che è
arrivato alla periferia sud della città.
In
precedenza, lo Stato Maggiore ucraino aveva ordinato il ritiro delle sue unità
combattenti dalla tasca di Zolotoe- Gorskove (a sud di Lisichansk), il 21
giugno prima che fosse completamente circondata, lasciando dietro di sé solo
poche centinaia di persone delle forze territoriali e mobilitate che si sono
arrese molto rapidamente.
Non
sono ancora stato in grado di definire con precisione dove si fossero ritirate
queste unità di Zolotoe (Slaviansk in Occidente o Lisichansk nel Nord), il che
potrebbe presagire la decisione ucraina per la continuazione delle operazioni.
Per
quanto riguarda Lisichansk, il potere di Kiev deve affrontare un serio dilemma:
A) -decidere di continuare la ritirata delle
sue unità verso Slaviansk, che non sarà senza perdite, ma che rischia di
trasformarsi in una debacle trascinando con sé le guarnigioni di Seversk,
Artemovsk e scuotendo fortemente il già fragile morale di quelle di Slaviansk e
Kramatorsk .
Inoltre,
questa manovra segnerà la totale liberazione del territorio della Repubblica
popolare di Lugansk e raddoppierà la vittoria militare russa con una grande
vittoria politica che rafforzerà ulteriormente la posizione diplomatica di
Mosca.
B)
altrimenti decide di aggrapparsi al terreno, bloccando le sue unità
nell’assedio di Lisichansk e nella fantasia che con l’avvicinarsi degli aiuti
militari occidentali (in particolare l’artiglieria di precisione a lungo
raggio), riuscirà a respingere le forze russe e a mantenere la sua roccaforte.
Ma
tutto fa pensare che intorno a Lisichansk ci sarà solo una seconda Mariupol con
conseguente umiliante annientamento e patetica resa della sua guarnigione, il
cui numero è lo stesso (circa 15.000 uomini).
Dopo
la chimera dei guerrieri delle luci dell’Azovstal , quella degli obici
occidentali da 155 mm, quella della Legione Internazionale per l’Ucraina, gli
ukro-atlantisti vi presentano quella dei Lanciarazzi multipli statunitensi
“HIMARS” che, anche al meglio della loro efficacia, non cambieranno
assolutamente nulla durante la guerra.
Intanto
“le carote
sono cotte”
per il gruppo tattico ucraino di Severodonetsk/Lisichansk che ha già perso
migliaia di uomini e centinaia di veicoli da combattimento, distrutti o
catturati, sulla sponda sinistra del fiume Donets.
A Lisichansk,
le forze ucraine visibilmente stressate sembrano ancora volersi organizzare in
previsione di un possibile accerchiamento russo, inseguendo rifugi che vogliono
requisire gli abitanti che sono sempre più maltrattati da questo odio russofobo
ukro-atlantista a cui oggi si aggiunge la rabbia di una banda di rozzi che
perdono tutte le loro battaglie.
Continuiamo
dalla parte dei media servi occidentali che sempre più spesso riportano anche
la realtà dell’identità di questa popolazione del Donbass che attende con
impazienza la vittoria dei russi.
Tra le
prove di una rinascita del nazismo in Ucraina , la realtà dei successi militari
russi, il fallimento delle sanzioni economiche occidentali (a parte il loro
effetto boomerang sui popoli ridotti in schiavitù dalla NATO), l’isteria dei
filo-ucraini , la coerenza del discorso russo rivendica (come gli USA intorno
al loro territorio) i principi della sicurezza collettiva e della neutralità
dei paesi di confine, ecc. I cani da guardia dei media occidentali stanno iniziando ad
abbaiare meno rumorosamente all’orso che fa a pezzi le bugie e le fantasie
guerrafondaie della plutocrazia globalista una per una.
Tuttavia,
come alcuni propagandisti, eviterò di dichiarare vittoria troppo presto perché
la storia ci insegna che quando il capitalismo, sia esso nazionale, coloniale o
globale, ha affondato le sue zanne in una preda, è difficile lasciarlo andare
(sull’esempio di questa Francia Africa che ha mantenuto nelle sue ex AOF e AFN
un neocolonialismo criminale).
Se nel
Donbass le forze ucraine hanno perso definitivamente l’iniziativa delle
operazioni militari, d’altronde si possono immaginare da parte loro disperati
tentativi di offensive nella regione di Kherson, Kharkov o perché no Zaporodje
per sperare di arrivare al futuro tavolo negoziale , con un minimo di argomenti.
Queste
offensive destinate al fallimento avranno l’unico scopo di prolungare ancora un
po’ la guerra affinché la NATO costringa gli europei a sacrificare gli ultimi
detriti galleggianti della loro indipendenza politica ed economica e ad
affondare sempre più profondamente in una cobelligeranza insensata in questa
guerra fratricida contro la Russia voluta da 8 anni da Washington.
E in questo branco di pazzi e traditori, la
Francia non è lontana dalla pole position, appena dietro a Polonia ed Estonia. E non venite a dirmi come dei
semplicisti nazionalisti (pleonasmi) che “è” colpa dei socialisti! perché da un
lato non c’è socialismo in Francia da molto tempo e dall’altro questa
sottomissione al mercato economico del globalismo risale a Pompidou.
Arrivo
del secondo lotto di Caesar francese in Ucraina. 6 miserabili cannoni che
sicuramente si comportano bene ma il cui unico risultato tangibile sarà quello
di aggravare la posizione politica di uno stato francese naufragato in
volontaria servitù dell’ordine americano.
E
questo risentimento occidentale vede oggi la sua corsa suicida a capofitto
esacerbata da un nuovo collasso sistemico (annunciato nel 1972) del suo modello
capitalista, e che la plutocrazia, dopo il fallimento del jolly della salute, ora
vuole salvare con il jolly di guerra che gioca una volta di nuovo sulle rive
del Mar Nero.
E
l’Ucraina, che è stata l’obiettivo della talassocrazia britannica e poi
americana sin dal 18° e 19° secolo, e ancora una volta la priorità
dell’imperialismo statunitense in Europa lanciando nel 2004 (Rivoluzione
arancione) poi nel 2014 (colpo di stato di Maidan) la sua strategia di
prelazione di questo trattino (e disunione) tra l’Occidente e l’Eurasia nel
tentativo di ottenere:
attraverso
il regime ucraino e le sue componenti naziste, un isolamento internazionale di
Mosca e un logoramento militare ed economico della Russia, una strategia
fantasticata dalla plutocrazia globalista e che sta fallendo miseramente.
Tramite
la NATO, una nuova divisione dell’Europa e un aggravato addomesticamento delle
sue popolazioni occidentali rese purtroppo possibili grazie alla loro apatia e
alla collaborazione di stati-nazione sostanzialmente sottomessi agli interessi
dell’élite capitalista.
Perché
questa domanda “E dopo?” comincia ad imporsi implicitamente all’orizzonte della
prossima vittoria russa nel Donbass.
Finché
l’Ucraina rappresenterà per la vastità del suo territorio un potenziale
coloniale per le industrie occidentali e soprattutto per il suo accesso al Mar
Nero un interesse per la NATO, la plutocrazia globalista continuerà la sua
strategia di prevenzione di questo “perno strategico europeo” ( Brzeziński),
anche se significa sacrificare fino all’ultimo gli ucraini, in questo vulcano
Donbass, commissionato nel 2014 dalla CIA ai golpisti di kyiv (allora
Turtchinov) e che esplose il 24 febbraio con l’intervento russo destinato a
porre fine liberando la sua Novorossiya e i suoi porti occupati dagli
ukro-atlantisti.
Ma
proprio come l’Europa si vedrà ancora una volta lacerata da una nuova cortina
di ferro imposta dalla servitù volontaria degli stati-nazione occidentali alla
dittatura della merce, è molto probabile che anche questa regione del Ponto si
ritrovi dilaniata proprio come il Donbass durante i suoi 8 anni, da una nuova
linea del fronte attiva lunga 900 km e che confina con il suo fuoco omicida il
fianco occidentale della grande Russia.
A meno
che i popoli d’Europa non seguano l’esempio di quello del Donbass, e non conducano
una ribellione contro i loro stati-nazione venduti al Capitale e riconquistando
i loro territori naturali in una comunità europea del destino dove tutti difendano insieme
gli interessi e le identità non di ciascuno globalisti il cui “liberal Dem
Usa” è limitato esclusivamente alla loro casta dominante.
Il
potere in Occidente non va preso perché marcio nel suo strutturalismo, va
distrutto per permettere ai popoli d’Europa di unirsi all’immensa rete di un
mondo multipolare ed equo in fiore.
(
Erwan Castel, ideeazione.com).( ideeazione.com/dalla-ritirata-alla-sconfitta/.)
OGGI
CHI SI LAVA TRADISCE
LA
PATRIA E L’UCRAINA.
Laverita.info-
Silvana De Mari- (27-giugno 2022)- ci dice :
Di
fronte al conflitto , pretendere di avere un futuro ,un lavoro o perfino un
bidet può essere classificato come irresponsabile .Farsi una doccia , mangiare
carne o festeggiare il compleanno dono gesti di dissidenza .E verranno
subito denunciati dai vicini. La guerra culturale alla Russia rende il concetto di giustizia problematico.
La
fame devasterà i popoli africani che si
riverseranno in massa da noi.
La
guerra ala Zeta russa appartiene alla parte più problematica del concetto
attuale di giustizia. La guerra in Ucraina è nata decenni fa, nella prima metà
del secolo scorso. E’ nata negli anni Trenta , con la terribile carestia
imposta all’Ucraina da due georgiani
,Stalin e Beria , e portata a termine con spietata ferocia dai
funzionari ucraini del partico comunista ucraino, mentre analoghe carestie flagellavano
fino alla morte per inedia tutte le sciagurate terre dell Unione Sovietica,
disseminando milioni di morti.
In
Ucraina il fenomeno ,chiamato HOLODOMOR ,fu più imponente , in quanto era una
zona agricola molto grande , e fu visibile in quanto l’Ucraina è molto
vicina al mondo occidentale, ma i
contadini sterminati a milioni con la fame ci furuno ovunque .L’ holodomor ha causato tra i 4 e i 6 milioni di morti , e nella mente di
molti è diventato un crimine russo , non sovietico. Dato che è istintivo
considerare amici i nemici dei propri nemici ,l’Ucraina ha accolto con entusiasmo
l’invasione nazista.
Fu un
errore .Non erano amici loro. Il popolo ucraino è stato ricambiato con fame e
schiavitù, ma è stato anche reso corresponsabile della distruzione della sua minoranza
ebraica. Miliziani ucraini sono stati arruolati nell’esercito tedesco, si
chiamavano HIWI e sono stati arruolati
nella Sesta Armata , e con la Sesta
Armata hanno massacrato 30.000 ebrei a Baby Yar , una specie di enorme burrone
vicinoa Kiev, insieme alla Sesta Armata sono andati a Stalingrado , da cui
nemmeno uno di loro è tornato. Miliziani ucraini sono stati “SS”.A loro si uniscono gruppi nazionalisti nati soprattutto in Galizia, la parte
occidentale dell’Ucraina ,quella di lingua solamente ucraina , senza commistione col russo che è presente
nell’Ucraina centrale , e che prevale nella parte orientale, il Donbass .
La
“OUN” ,organizzazione dei nazionalisti ucraini , NAZIONALISTA e RAZZISTA , è
nata negli anni Trenta durante la carestia. La sua bandiera è rossa e nera ,simbolo di sangue e terra , e oltra i russi e gli ebrei odia anche
i polacchi. Gli uomini dell’OUN ne hanno massacrato a decine di migliaia
in Galizia nel ’43, in maggioranza donne ,vecchi e bambini visto che gli uomini erano in guerra ,morti e deportati
, spesso bruciandoli vivi dopo stupri e torture.
I
polacchi se lo ricordano , e non sono così euforici dell’incondizionato
appoggio che il loro governo sta dando all’Ucraina e della smisurata
accoglienza a profughi ucraini.
Gli eroi dell’OUN sono Stefano Bandera ,massacratore di ebrei
,e Mycola Lebed , massacratore di polacchi , entrambi messi in salvo negli
Stati Uniti dopo la guerra. Da qui intuiamo che gli Stati Uniti possono
arrivare a patti con i nazisti se può essere utile alla causa.
La
causa è l’accerchiamento e l’isolamento dell’Unione Sovietica e in mancanza di
Unione Sovietica ,defunta nell’89 , della Russia. L’Ucraina è la nazione
ideale.
Nel 2004
abbiamo la prima primavera colorata, con gente che scende in piazza , la prima MAIDAN e la prima
rivoluzione arancione finanziata dagli
Stati Uniti, elezioni annullate e nuove elezioni dove vince Viktor Yushenko .Alle elezioni del
2010 vince nettamente Yanukovch non amato in Occidente e si scatena un’altra
protesta organizzata via social da
Victoria Nuland , anche lei proveniente dall’amministrazione statunitense che
soffia sul fuoco e si arriva a scontri cruenti e al potere arriva Yatsenyuk che
celebra gli eroi ucraini della seconda guerra mondiale , sventola bandiere
rosse e nere e ufficializza il
Battaglione Azov nella guardia nazionale.
Quando
nel 2014 la Crimea con un referendum legittimo dichiara di voler tornare alla
Russia si scatena la furia.
IL 2
maggio a Odessa 50 civili sono assassinati nella strage di Odessa , già
scomparsa da Wikipedia per diventare l’incendio di Odessa. Blindati arrivano
nel Donbass dove anche si vuol fare un referendum per
l’indipendenza e si scatena la furia contro i civili russofoni , con violenze
denunciate dalla stessa ONU, bombardamenti su civili che hanno fatto solo tra i bambini 250 morti.
Il
popolo del Donbass è massacrato , ma anche il popolo ucraino non ne può più, non
ne può più di libri scolastici su cui c’è scritto che
ebrei ,russi e polacchi sono gentaglia
,non ne può più di ragazzini che fanno il saluto nazista e le
esercitazioni militari come la Hitler-jugend
, non ne può più di essere un paese fatto di campi fertilissimi posati su un
sottosuolo pieni di materie prime ,che continua ad essere un popolo di
cameriere ,badanti e amanti , secondo l’ignobile definizione della signora
Lucia Annunziata , oltre che di madri in affitto ,il popolo più
povero d’Europa con della armi spettacolari
il popolo ucraino vota Zelensky, perché lui ha un programma elettorale
fatto di pace e amicizia con la Russia , di rispetto dei protocolli di Minsk ,
per mettere sotto protezione le popolazioni del Donbass.
Poi si
è rimangiato tutto. Il 20 febbraio del 2022 sulla pagina di televideo è scritta
la notizia dei bombardamenti di Kiev,
sul Donbass, quattro giorni dopo c’è
l’attacco russo “immotivato “.Oppure motivato? Motivato da attacchi militari e
terroristici a una popolazione civile , motivati da un accerchiamento della
Nato.
L’Ucraina
ha cominciato a parlare di ingresso nella Nato
nel 2014 , nel 2017 ,l’ingresso nella Nato è stabilito per legge come
priorità politica , ed è chiesto al
segretario della Nato ,Stoltenberg ,di iniziare il processo il processo di
ammissione ,mentre è modificata la Costituzione
così da renderlo possibile. Nel giugno 2021 la Nato fa esercitazioni nel
Mar Nero ucraino.
Putin
non può tollerare missili nucleari alle sue porte. La Russia non può tollerare
il massacro dei suoi fratelli .E ora arriva
l’ultima provocazione :l’exclave di Kaliningrad è stata isolata dalla Lituania . Perché ? Cosa importa al popolo
lituano di provocare la Russia ?
Chi
sono i buoni e chi sono i cattivi ? A
cosa serve ? Perché tutte le élite vogliono questa guerra ? Biden sposta l’attenzione dei suoi
guai economici degli Stati Uniti e dai suoi guai, l’industria bellica si
ricompatta e ricompatta l’economia , l’emergenza guerra può permettere di
annientare gli ultimi brandelli di libertà sopravvissuti alla cosiddetta
pandemia e relativo cosiddetto vaccino, si possono immiserire grazie alle
sanzioni i popoli occidentali ,l’Italia in primis
ma anche gli altri ,così da rendere possibile l’attuazione
dell’agenda di Davos (proposta da quel mentecatto non responsabile di Klaus Schwab,
Ndr)
,niente più proprietà privata ,niente più stato sociale , niente più igiene .
Fulco
Pratesi ci informa che per anni ci siamo lavati al di sopra delle nostre
possibilità . Senza una guerra difficile
accettare di puzzare e avere le balopostite e le vaginiti da mutande non
mutate. Greta non basta , ci vuole la possibilità di denunciare come traditore della
patria e dell’Ucraina chi si lava.
Chi ci
guadagna ? Le élite ?
Non ci
guadagnerebbero di più con un popolo di giulivi consumatori che si lavano ,
producono ,vendono , vanno in vacanza ?
La
fame devasterà l’Africa, i popoli africani si riverseranno in Europa
,trasformandola in una landa miserabile. Grazie alla guerra le pretese di avere un futuro , un lavoro ,
un bidet possono essere classificate come balzane e irresponsabili , capricci
di bambolotti viziati , con i gesti di dissidenza ,lavarsi ,mangiare e
festeggiare il compleanno , prontamente denunciati dai vicini di casa. Se anche
le élite diventano più ricche , più piene di denaro che può essere stampato ,
sempre che non sia fatto solo di numeretti su uno schermo , cosa gliene importa
se dovranno viver in un mondo senza moda
, senza Ferrari ,senza ristoranti stellati, senza la possibilità di camminare
in una strada piena di palazzi d’epoca
e belle vetrine illuminate ,senza
il lungomare di Viareggio , senza i campi di neve di Cortina?
Qual’
è lo scopo di tutto questo ?
(Bisogna
chiederlo al nuovo Hitler ,l’impunito Klaus Schwab ,Ndr).
Covid,
crisi economica e consumi,
gli
italiani ora sacrificano la qualità
per
risparmiare: ecco come sono cambiati gli acquisti.
Lastampa.it-14
giugno 2022)- Alvarez&Marsal – ci dicono :
(Report
“The shape of retail”).
Un
consumatore italiano su quattro è disposto a sacrificare la qualità a favore di
prezzi più bassi e solo tre italiani su dieci sono pronti a pagare per prodotti
più sostenibili, in Svizzera sono il doppio.
E
ancora: il Covid ha profondamente cambiato le abitudini dei consumatori, tanto
che in tutta Europa il 40 per cento di loro ha cominciato ad acquistare online
prodotti che in precedenza aveva comprato solo presso negozi fisici.
Inoltre la pandemia ha determinato un cambiamento di
valori per quasi sette consumatori su dieci, una percentuale che in Italia sale
all’80 per cento: più di tre su dieci considerano oggi il prezzo basso come
criterio determinante per la scelta d’acquisto.
Sono
questi i dati che emergono dal nuovo report “The shape of retail”, realizzato dalla società di
consulenza internazionale Alvarez&Marsal e dedicato al cambiamento dei valori
negli acquisti dei consumatori.
Lo studio, condotto in collaborazione con Retail Economics, prende in esame un campione di
5.250 famiglie in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Emirati Arabi
Uniti e Regno Unito.
«Mai
come oggi – commenta Alessandro Ranzoli, Managing Director Consumer Retail
Practice di A&M – è importante per i brand di beni di largo consumo
comprendere i cambiamenti nei valori che orientano gli acquisti dei
consumatori, ne va della loro stessa sopravvivenza sul mercato».
Le
cause.
Il
Covid prima e l’incertezza economica attuale, caratterizzata da un’inflazione
che ha raggiunto il suo valore massimo degli ultimi 50 anni, rappresentano un
acceleratore che promette di ridisegnare completamente le abitudini di acquisto
dei cittadini europei, ma non solo.Le tipologie di consumatori: qualità, costo, comodità,
esperienza e sostenibilità.
Cinque
le tipologie di consumatori.
Gli
estimatori della qualità, che rappresentano oltre il 37 per cento degli
intervistati: chi ricerca la qualità generalmente ha dai 55 anni in su, dal
punto di vista della distribuzione geografica è molto più probabile che
provenga da Paesi a reddito medio più elevato, come la Svizzera (40,6) e gli
Emirati Arabi (42).
L’Italia si posiziona sul 32,4.
Ci
sono poi i consumatori consapevoli dei costi che coprono il 30% del totale e
che sono generalmente più giovani e
provengono principalmente da Spagna (39,9 per cento), UK (36,7) e Germania
(32,8), paesi che hanno visto aumentare maggiormente l’inflazione rispetto ad
altri.
L’Italia segue con un 31,2 per cento; in
Svizzera appena il 14% degli intervistati si dichiara influenzato dal prezzo.
La
terza categoria sono coloro che cercano prima la comodità e che sono l’11 per
cento: si tratta di una classe di acquirenti eterogenei per età che desidera
esperienze d’acquisto fluide, con prodotti accessibili, facili da comprare e da
rendere, e anche qui primeggiano gli svizzeri con il 15,6 per cento.
L’8 per cento i ricercatori di esperienza”,
categoria che vale l’8 per cento: sono consumatori giovani, sotto i 25 anni,
che ritengono l’ambiente del punto vendita e la componente di intrattenimento
una parte fondamentale della transazione, una tipologia di consumatore che vede
l’Italia assestarsi sopra la media (11,9 per cento).
Infine, ci sono gli acquirenti orientati alla
sostenibilità, categoria che vale il 14 per cento e coinvolge Millennials e
Generazione Z, disponibili ad abbandonare i brand che non soddisfano condizioni
di eticità nella produzione e vendita dei loro prodotti.
«È interessante notare un certo ottimismo del
consumatore italiano: l’Italia, pur con difficoltà economiche maggiori, ha una
massa di consumatori attenti al prezzo in linea con Francia e Germania, paesi
con un indice di difficoltà minore.
Ma non
è tutto: i consumatori più attenti sono quelli che leggono l’inflazione odierna
come un campanello di allarme sulla qualità della vita dei prossimi 12 mesi.
È il
caso di Spagna e Regno Unito: rispettivamente il 57 per cento e il 42 per cento
della popolazione dei due Paesi – contro una media del 40 per cento – crede che
l’anno prossimo la situazione attuale si rifletterà duramente sul costo della
vita; l’Italia ancora una volta è ottimista con il 33 per cento. La centralità del prezzo nel
determinare il valore di un acquisto porta con sé una serie di comportamenti
interessanti da osservare».
Valore
nel processo d’acquisto e categorie di prodotto.
Il
fattore determinante nella scelta d’acquisto muta al mutare della categoria di
prodotto: ad esempio, i consumatori ricercano maggiore qualità negli acquisti
di elettronica rispetto a quelli relativi all’abbigliamento.
Allo
stesso modo, è possibile individuare delle tendenze all’interno dei singoli
Paesi a seconda delle merci che si decide di acquistare: il Regno Unito, ad
esempio, tende a prediligere attributi legati alla funzionalità del prodotto;
in Italia, invece, il consumatore è molto più emotivo nell’acquisto
dell’abbigliamento, per il quale è ancora importante l’esperienza sensoriale di
vedere e toccare i tessuti, mentre viene guidato da valori funzionali (qualità,
prezzo e comodità) quando parliamo di prodotti alimentari, di salute e
bellezza.
A
contare, poi, è anche l’aspetto generazionale: se infatti i consumatori anziani sono
più attratti dalla qualità di una merce, i più giovani danno maggiore
attenzione all’ambiente dello store fisico, e alla presenza di strumenti
tecnologici per completare gli acquisti.
Sostenibilità.
Il
terzo e ultimo trend è quello relativo alla sostenibilità. I consumatori italiani sono maglia
nera in questa categoria, rispetto al resto d’Europa: solo un connazionale su
tre è disposto a pagare di più per un prodotto più sostenibile; lo farebbero,
invece, il 63 per cento degli svizzeri, il 55 dei tedeschi e la metà degli
inglesi. Se abbiamo già visto che, fatta eccezione per gli italiani, che sono
meno sensibili alla stessa, in media quasi il 50% dei consumatori è pronto a
pagare di più per prodotti più sostenibili, fra tutte le questioni legate alla
sostenibilità quella più sentita, concorda il 31 per cento dei consumatori, è
il giusto compenso per i lavoratori, a seguire la sostenibilità dei materiali
utilizzati (21) e le politiche di lavoro (13). Dal punto di vista
generazionale, possiamo notare che i più giovani, Generazione X in testa, sono sicuramente i consumatori più
attenti alla carbon footprint e quindi all’impatto ambientale di un acquisto.
LA
CRISI ECONOMICA E
IL
CONFLITTO IN UCRAINA.
Opinione.it-
Domenico Letizia-(10 marzo 2022)- ci dice :
La
crisi economica e il conflitto in Ucraina .
Le
dure sanzioni degli Stati Uniti d’America e dell’Europa spingono la Russia
nelle braccia della Cina, allontanando la comunità imprenditoriale europea
delle dinamiche commerciali con Mosca.
Emmanuel Macron ha già dichiarato che i 50
miliardi di euro stanziati in bilancio dalla Francia per il 2022, come argine
alla crisi economica frutto dell’aggressione russa in Ucraina, non bastano più,
mentre, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato la creazione di un
fondo per sostenere le imprese e l’evoluzione tecnologica del Paese.
L’Italia può ritornare a comprendere l’importanza
dell’export e della cooperazione economica nel Mediterraneo, valorizzando il
mare comune, la logistica regionale e tessendo forti relazioni commerciali e
diplomatiche con i Paesi da sempre attenti alle nostre dinamiche geopolitiche:
i Balcani.
Le
economie nella regione dei Balcani occidentali possono divenire il centro
propulsore della ricrescita economica italiana. La Banca europea per la
ricostruzione e lo sviluppo (Bers) afferma che quattro settori rivestono
un’importanza particolare: il commercio interno, l’industria, la pubblica
amministrazione e l’agricoltura.
Il
commercio interno, compreso trasporto e stoccaggio, alloggi e servizi di
ristorazione, risulta il più grande settore delle economie dei Balcani
occidentali, che vanno dal 18 per cento del valore aggiunto in Albania al 27
per cento in Montenegro. Dopo aver affrontato un passato tortuoso, l’Albania di oggi è
un paese in forte crescita. Molte sono state le riforme politiche ed economiche
approvate con lo scopo di porre fine a una crisi economica del recente passato,
cercando di passare da un’economia centralizzata e pianificata a un’economia di
mercato. Vi è stata una privatizzazione dei settori economici, un’approvazione
e un’attuazione di riforme sociali e un’incentivazione all’investimento, anche
per attrarre le imprese estere.
Il
paese presenta un mercato funzionale, che punta a un miglioramento della
stabilità e a una crescita sempre più importante. Dal 2014 si è potuto constatare un
incremento dell’attività economica grazie a un aumento della richiesta interna
privata e a una riduzione dei tassi da parte della Banca Centrale, migliorando
la condizione dei finanziamenti bancari. Capacità economiche e commerciali
che aiutano a comprendere l’importanza della cooperazione tra Albania e le
imprese delle regioni meridionali italiane. Grande sostenitore, di una ripresa
delle relazioni economiche e commerciali con l’Albania da rafforzare dopo lo
scoppio del conflitto, è Umberto Pagano, esperto in diritto societario e
internazionalizzazione delle imprese dello Studio Ansaldi&Partners di
Napoli, che in codesto momento storico rilancia l’azione di cooperazione
economica con l’Albania.
In
occasione di un’importante notizia economica proveniente da Tirana, Umberto
Pagano ha dichiarato: “L’Ufficio per le attività economiche e ambientali dell’Ocse
ha recentemente lanciato un’iniziativa regionale per la valorizzazione di idee
innovative di giovani imprenditori nello sviluppare start up in Albania.
Un’iniziativa sostenuta da Italia e Polonia che ha riunito in Albania oltre
cento giovani imprenditori con alcuni esponenti dei comuni albanesi per
discutere sui loro progetti innovativi. Un’opportunità importante anche per le
imprese e i giovani imprenditori del meridione italiano”.
La
cooperazione tra Italia e Albania, per la ripresa dalla crisi economica
generata dall’emergenza sanitaria e dall’aggressione russa, trova nei Balcani
la chiave per l’innovazione, la transizione digitale e l’internazionalizzazione delle
imprese italiane, quali strumenti essenziali per la creazione di un circuito
virtuoso atto a far crescere l’economia italiana e dell’intero Mediterraneo.
Le
startup italiane non risentono
della
crisi, una su 3 ha raddoppiato il personale.
Vritaeaffari.it-
(28 Giugno 2022)-Francesco Cerruti- ci dice :
(Startup
).
Sfiora
l’80% la quota di startup e PMI innovative che ha assunto nuove risorse anche
nel 2021 (+ 8,5% rispetto al 2020) e il 31% di queste ha più che raddoppiato la
propria forza lavoro.
Le
startup sul mercato del lavoro.
Nonostante
il perdurare della pandemia e la generale crisi economica legata anche al
conflitto in Ucraina, le startup e le aziende innovative italiane hanno visto
anche nell’ultimo anno una forte crescita delle assunzioni.
È
quanto emerge dalla survey realizzata da Italian Tech Alliance – l’associazione che riunisce i
principali attori dell’innovazione in Italia – in collaborazione con Egon Zehnder, società leader a
livello internazionale nell’executive search e nel leadership advisory.
La ricerca, giunta alla seconda edizione,
analizza e approfondisce lo stato delle startup e delle PMI innovative italiane
dal punto di vista dell’occupazione e delle opportunità professionali offerte.
La
ricerca è stata presentata nel corso di un webinar a cui hanno partecipato
Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance; Giuseppe
Donvito, partner di P101 e board member di Italian tech Alliance; e Daniele
Arduini, CEO di Kampaay. Alla ricerca hanno partecipato imprenditori e
investitori associati a Italian Tech Alliance, che ad oggi conta circa 250 soci
tra investitori e imprenditori, con l’obiettivo di delineare i principali trend
sull’organizzazione, la governance e il talent management all’interno delle
startup, oltre a raccontarne l’andamento in termini di nuove assunzioni e come
le aziende innovative hanno reagito al biennio di pandemia e alla crisi
economica a livello internazionale.
“Il
primo dato interessante che emerge dalla ricerca è senza dubbio quello relativo
alla crescita dai posti di lavori creati dalle startup, che hanno continuato ad
assumere nella maggioranza dei casi nonostante il perdurare della pandemia e i
venti di crisi economica – spiega Francesco Cerruti, direttore generale di
Italian Tech Alliance –.
Nel
complesso, i dati che emergono confermano come le startup continuino a creare
non solo occupazione ma anche posti di lavoro di qualità.
C’è
ancora molto da fare per quanto riguarda le quote rosa nei management team,
anche se riconosciamo che rispetto allo scorso anno il trend è in
miglioramento.
Da sottolineare anche l’età media dei dipendenti delle
startup, che si assesta a 36 anni, con più della metà che è under 35, un dato
in controtendenza con molti degli indicatori del settore e che rafforza la
nostra convinzione sulla necessità di sostenere le aziende innovative, perché
si confermano come un motore fondamentale per guidare la ripresa e la crescita
del Paese e della sua economia”.
La
ricerca sulle startup.
Il
primo dato su cui si focalizza la ricerca è la crescita delle assunzioni nel
corso del 2021: lo scorso anno, infatti, il 78,5 % delle aziende intervistate
ha assunto nuove risorse, con una crescita dell’8,5% rispetto al 2020, quando
la quota di aziende che aveva assunto nuove risorse aveva raggiunto il 70%. Un
dato che conferma sostanzialmente le aspettative che le imprese avevano nel
2020, quando stimavano una crescita intorno all’80% per l’anno successivo.
Altro dato interessante è che circa un terzo (31%) delle aziende che ha
effettuato nuove assunzioni, ha registrato una crescita dell’organico pari o
superiore al 50%. Un dato incoraggiante, considerando l’attuale scenario
economico in cui al perdurare della pandemia si sono aggiunte le conseguenze
del conflitto in Ucraina. Ingegneri, ricercatori e sales sono le figure
professionali più ricercate. L’età media del personale delle startup è di 36
anni, con il 52% delle risorse che ha meno di 35 anni. Un dato sostanzialmente
in linea con la rilevazione riferita al 2020.
“Nell’ultimo
anno abbiamo assistito ad una accelerazione della domanda di talento in
posizioni manageriali chiave di startup/scale up a matrice italiana, commentano
Fabrizio D’Eredità e Andrea Splendiani, consulenti di Egon Zehnder.
Spesso
i founder – il più delle volte a capo dell’azienda – sono alla ricerca di
figure senior, sia in area tecnica che commerciale, al fine di effettuare un
salto dimensionale soprattutto su scala internazionale.
Da un
lato i founding member sono sempre più aperti a fare un passo “laterale” per
accogliere nuova managerialità ed esperienza oggi non presente in azienda,
dall’altro manager qualificati, in alcuni casi residenti all’estero e aperti a
un eventuale rientro in Italia, sono più pronti a confrontarsi con realtà meno
strutturate dove possano esprimere maggiormente la loro imprenditorialità.
Siamo dunque in presenza di chiari segnali di un possibile cambio di passo in
termini di qualificazione e sviluppo di imprese innovative e del loro
ecosistema”.
Le
imprese femminili.
Per
quanto riguarda i talenti femminili all’interno delle aziende coinvolte
nell’analisi, i dati risultano sostanzialmente in linea con quelli
sull’occupazione femminile in posizioni apicali in Italia: il 65% delle startup ha infatti
almeno una donna all’interno del management team, che rappresenta in media il
23,5% del totale. In altre parole, circa un quarto dei membri dei management
team è donna; un dato certamente migliorabile ma comunque in crescita rispetto
al 2020, quando il rapporto tra donne e uomini riferito sempre ai management
team era di uno a cinque.
Altri
dati interessanti sono quelli relativi alla presenza di risorse provenienti
dall’estero all’interno dei management team delle aziende dell’ecosistema
dell’innovazione – il 40% è di provenienza internazionale, mentre in media la
quota di membri internazionali all’interno del management team è pari al 35% –
e alla distribuzione delle risorse nel territorio italiano, con il Nord Italia
che continua a rimanere la principale area di impiego delle risorse (71%),
seguita dall’Italia Centrale (20%) e dal Sud Italia (9%).
PNRR,
a che punto siamo e cosa
possono
aspettarsi le aziende private.
Digital14.biz-
Annalisa Casali- Manuela Gianni-( 28-6-2022)- ci dice :
Il
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, organizzato in 6 missioni, prevede per
l’Italia 191 miliardi di fondi per innovazione e digitalizzazione, transizione
ecologica e inclusione sociale. Ecco come verranno investiti e le opportunità
per le imprese.
Negli
ultimi mesi ne abbiamo sentito parlare praticamente ogni giorno. È il PNRR, il Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza varato dal Governo in risposta alla crisi economica e
sociale generata dalla pandemia.
Grazie agli stanziamenti previsti, per le aziende si
spalancano davvero molte opportunità di innovare all’insegna del digitale i
processi produttivi, la logistica, il rapporto con i clienti usufruendo di
contributi a fondo perduto e crediti d’imposta. Ma cosa è il PNRR e cosa possono
aspettarsi le aziende? Vediamolo in dettaglio.
Cos’è
il PNRR.
Il
PNRR è un documento che descrive le modalità di investimento dei fondi europei
destinati all’Italia nell’ambito dell’iniziativa Next Generation EU.
Approvato
dal Parlamento il 24 aprile 2021, illustra i progetti da realizzare nell’arco
di sei anni (dal 2021 al 2026, anno in cui si concluderà) per modernizzare il
Paese, indica come saranno gestite le risorse assegnate e definisce il
calendario di riforme richieste per la sua attuazione all’insegna di tre assi
portanti: innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione
sociale.
Consente
all’invio di materiale promozionale, compimento di ricerche di mercato o di
comunicazioni commerciali con modalità di contatto automatizzate e tradizionali
delle Contitolari per conto di terzi (senza comunicazione dei dati ai medesimi)
che appartengono al ramo manifatturiero, di servizi (in particolare ICT) e di
commercio.
L’Italia
è il principale beneficiario del programma di finanziamento europeo, con una
dotazione di fondi di 191,5 miliardi di euro suddivisi tra prestiti (122,6
miliardi) e sovvenzioni (68,9 miliardi).
A integrare queste risorse concorrono poi i 13
miliardi di euro del programma di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i
Territori d’Europa (React-EU) e ulteriori 30,62 miliardi stanziati sotto forma
di Fondo di Bilancio con il decreto 59/2021. In totale, le risorse gestite
dall’Italia nell’ambito del Piano ammontano dunque a 235,12 miliardi di euro.
I
progetti del PNRR.
Il 13
luglio 2021 il PNRR è stato approvato in via definitiva e la Commissione
Europea ha erogato all’Italia la prima tranche di fondi a titolo di
prefinanziamento: 24,9 miliardi, pari al 13% del totale, di cui 8,9 miliardi a
fondo perduto circa 16 miliardi in prestiti.
A metà aprile la Commissione Europea ha versato
all’Italia la prima rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pari a 21
miliardi di euro, di cui 10 miliardi di sovvenzioni, a fondo perduto, e 11
miliardi di prestiti.
Una
buona notizia per il Paese, perché significa che la Commissione ha verificato
il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti nel PNRR per il 2021. Nel 2022 sono 102 gli obiettivi da
centrare, per una movimentazione complessiva di circa 40 miliardi di euro.
Il
documento approvato dal Parlamento italiano individua 16 componenti di
investimento, raggruppate i 6 missioni:
1)-
Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo.
L’obiettivo
di questo intervento è promuovere la transizione digitale della PA e del
settore privato, incentivando il Made in Italy e favorendo la competitività
delle aziende italiane sui mercati internazionali. Questa missione contempla una
dotazione di circa 41 miliardi e si divide a sua volta in tre componenti:
*
Digitalizzazione della PA (M1C1, con uno stanziamento di circa 10 miliardi):
migrazione al cloud dell’infrastruttura delle amministrazioni pubbliche,
estensione dei servizi digitali ai cittadini, rafforzamento delle difese di
cybersecurity.
*
Trasformazione digitale delle imprese (M1C2, stanziamento di circa 24
miliardi): digitalizzazione del sistema produttivo, investimenti in tecnologie
4.0, riforma della proprietà industriale, innovazione digitale,
internazionalizzazione delle PMI, realizzazione di una infrastruttura nazionale
di connettività in banda ultralarga.
*
Turismo 4.0 e Cultura 4.0 (M1C3, stanziamento di circa 7 miliardi): transizione
digitale delle strutture turistiche e ricettive, potenziamento dell’eCommerce
di servizi turistici e del marketing digitale per le aziende turistiche.
2)-
Rivoluzione verde e transizione ecologica.
Con
uno stanziamento di 79 miliardi di euro, con questa missione il Governo
intende accelerare la Rivoluzione Verde e l’adozione di modelli di produzione e
consumo più circolari, per arrivare quanto prima verso la neutralità carbonica. La missione si articola in quattro
componenti:
*Agricoltura
sostenibile ed economia circolare (M2C1, stanziamenti di circa 7 miliardi): sviluppo di
filiere agroalimentari più sostenibili e smart all’insegna dell’Agricoltura
4.0, realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e ammodernamento
di quelli esistenti.
*Energia
rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile (M2C2, stanziamenti per 25,36
miliardi): promozione di impianti innovativi (anche off-shore), sviluppo del
biometano, rafforzamento delle smart grid, installazione di infrastrutture di
ricarica mezzi di mobilità elettrici, sviluppo dell’agro-voltaico.
*Efficienza energetica e
riqualificazione degli edifici (M2C3, stanziamenti per 22,24 miliardi): rafforzamento
del sistema dei bonus per l’efficienza energetica e la messa in sicurezza degli
edifici e la promozione del teleriscaldamento.
*Tutela
del territorio e della risorsa idrica (M2C4, stanziamenti di 15,37
miliardi): rafforzamento della resilienza del territorio rispetto agli effetti
negativi del cambiamento climatico, prevenzione del dissesto idrogeologico e
tutela della biodiversità.
3)-
Infrastrutture per una mobilità sostenibile.
Con
una dotazione di 31,5 miliardi di euro, questa missione contempla
interventi finalizzati alla modernizzazione, interconnessione e intermodalità
delle infrastrutture di trasporto. La missione si divide in due componenti:
*Sviluppo
della rete ferroviaria italiana (M3C1, 25 miliardi di euro di stanziamenti), il cui
obiettivo è potenziare il trasporto di merci e passeggeri su rotaia, aumentando
la capacità e l’estensione della rete ferroviaria nazionale e migliorando la
qualità del servizio.
*Digitalizzazione
della logistica (M3C2, 4,5 miliardi di euro di stanziamenti), che promuove progetti di
logistica sostenibile e integrata, sicurezza stradale 4.0 e green port, ovvero
sostenibilità dei porti nazionali.
4)-
Istruzione e ricerca.
Questa
missione ha l’obiettivo di ridurre le carenze strutturali che caratterizzano
tutti i gradi di istruzione. Con uno stanziamento di circa 34 miliardi di euro, si
divide in due componenti:
*Potenziamento
dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’università
(M4C1, 21 miliardi di euro di stanziamenti), prevede interventi di
miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi d’istruzione,
ammodernamento e digitalizzazione delle infrastrutture scolastiche.
*Dalla
ricerca all’impresa (M4C2, 13 miliardi di euro di stanziamenti), questa
componente sostiene gli investimenti in ricerca e sviluppo, promuove la
diffusione delle tecnologie e l’innovazione nell’università sostenendo il
trasferimento di know-how dall’università alle aziende.
5)-
Inclusione e coesione.
Questa
missione è votata alla promozione dell’empowerment femminile, al contrasto
delle discriminazioni di genere, al sostegno dell’occupazione giovanile e allo
sviluppo del Mezzogiorno. La missione, che prevede uno stanziamento complessivo di
circa 30 miliardi di euro, si divide a sua volta in tre componenti:
*Politiche
per il lavoro (M5C1, 12,6 miliardi di euro di stanziamenti), prevede interventi volti
alla miglior qualificazione dei lavoratori, alla riduzione del mismatch di
competenze e all’incremento dell’occupazione attraverso una formazione mirata.
*Infrastrutture
sociali, famiglie, comunità e terzo settore (M5C2, 12,8 miliardi di euro di
stanziamenti), si propone di intercettare e sanare le situazioni di fragilità
economica e sociale e prevede interventi mirati a favore di anziani e disabili.
*Interventi
speciali per la coesione sociale (M5C3, 4,2 miliardi di euro di stanziamenti), promuove
interventi in ambiti territoriali specifici come il Mezzogiorno e le aree
interne del Paese, le cosiddette Zone Economiche Speciali (ZES).
6)-
Salute.
L’obiettivo
di questa missione, che prevede uno stanziamento complessivo di 20,2 miliardi
di euro, è
promuovere la ricerca e l’innovazione scientifica, sviluppare le competenze
professionali degli operatori della sanità, rimuovere le disparità territoriali
che caratterizzano il servizio sanitario nazionale. La missione si articola in due
componenti:
*Reti
di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria
territoriale (M6C1, 9 miliardi di euro di stanziamenti), prevede il
rafforzamento dell’assistenza territoriale e lo sviluppo della telemedicina.
*Innovazione,
ricerca e digitalizzazione del SSN (M6C2, 11,2 miliardi di euro di stanziamenti), mira a
potenziare le competenze digitali del personale sanitario, valorizzare e
sostenere la ricerca biomedica.
Quali
sono gli obiettivi del PNRR.
Il
Piano ha essenzialmente tre obiettivi. Nel breve periodo, il PNRR punta a
riparare i danni sociali, sanitari ed economici causati dalla pandemia da
Covid-19. In una prospettiva temporale più ampia, invece, intende affrontare
alcune criticità che connotato il nostro impianto economico nazionale da
diversi decenni, come l’arretratezza tecnologica, la bassa produttività in
agricoltura, l’elevato tasso di disoccupazione, le scarse competenze digitali
degli operatori dell’industria, del settore primario e dei servizi, i divari
territoriali o la disparità di genere. Ultimo, ma non meno importante, è il
terzo obiettivo del Piano, ovvero imprimere un’accelerazione alla transizione
ecologica del Paese verso nuovi modelli di produzione e consumo più etici e
circolari, più rispettosi dell’ambiente e degli individui che lo vivono. Si tratta quindi non di un semplice
programma di sviluppo economico ma di un ambizioso progetto di trasformazione
economica e sociale che coinvolge sia il settore pubblico sia quello privato,
attraverso un impianto di riforme che punta a rimuovere gli ostacoli e superare
le debolezze strutturali che hanno frenato per lungo tempo la crescita del
Paese. Per
come è stato concepito, il PNRR dovrebbe non solo riuscire a dare un rimbalzo
alla crescita del PIL ma anche a mantenere una dinamica di crescita economica
sostenuta per diversi anni, facendo leva su digitalizzazione pervasiva,
innovazione e maggior tutela dell’ambiente.
Chi
gestisce i fondi del PNRR.
La
gestione e l’attuazione del PNRR sono state definite nell’ambito del DL 77/2021
(il cosiddetto Decreto Semplificazioni). All’attuazione provvedono i diversi
ministeri, in relazione alla natura dell’intervento, alle competenze
istituzionali e al settore di riferimento. I soggetti coinvolti nella gestione
dei fondi sono i ministeri, le amministrazioni centrali e locali, tutti
chiamati in base alle rispettive competenze ad attuare interventi e riforme,
fornire linee guida, vigilare sull’andamento dei progetti e superare le
eventuali criticità. Il Decreto Semplificazioni ha istituito alcuni organi
incaricati della gestione dei fondi e della supervisione sul loro utilizzo. Si
tratta di strutture che rimarranno in funzione fino al completamento del Piano
o, in ogni caso, non oltre il 2026:
Cabina
di regia:
presieduta dal Presidente del Consiglio, è composta dai ministri e dai
sottosegretari competenti nelle materie che vengono di volta in volta
affrontate. Elabora le linee guida per l’attuazione del PNRR e monitora sulla
corretta esecuzione degli interventi realizzati.
Tavolo
permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale: vi partecipano i rappresentanti del
Governo, delle regioni e degli altri enti locali oltre a quelli delle parti
sociali e ha una funzione consultiva sulle materie connesse all’attuazione del
PNRR.
Segreteria
tecnica presso la Presidenza del Consiglio: svolge funzioni di segreteria della
cabina di regia e del tavolo permanente.
Unità
per la Razionalizzazione e il Miglioramento della Regolazione: istituita presso il Dipartimento
Affari Giuridici della Presidenza del Consiglio, ha il compito di rilevare gli
ostacoli alla corretta attuazione del Piano e promuovere proposte per
superarli.
Servizio
Centrale per il PNRR: istituito presso la Ragioneria Generale dello Stato, all’interno
del Ministero dell’Economia, è responsabile della gestione del fondo di rotazione Next
Generation EU e dei relativi flussi finanziari. Monitora e supervisiona
l’attuazione delle riforme e gli investimenti del PNRR.
Ufficio
Audit del PNRR: istituito presso la Ragioneria Generale dello Stato, all’interno del
Ministero dell’Economia, opera in modo indipendente rispetto alle strutture
coinvolte nella gestione del Piano. Ha funzioni di audit, quindi verifica
la trasparenza e la completezza dei dati relativi al monitoraggio dello stato
di avanzamento dei progetti.
Ciascun
ministero coinvolto nell’esecuzione del PNRR, inoltre, si deve dotare, se non
lo ha già fatto, di una struttura che ha il compito di gestire, monitorare,
controllare e rendicontare gli interventi realizzati nel proprio ambito di
competenza.
Bandi
PNRR per la digitalizzazione.
Sul
sito Italia Domani, realizzato dal Governo a scopo informativo, è possibile
trovare l’elenco aggiornato dei bandi PNRR attualmente in vigore.
In
tema di digitalizzazione, a marzo, il Ministero per l’innovazione e la transizione
digitale ha pubblicato due bandi per lo sviluppo delle reti 5G in Italia, mettendo a disposizione più di due
miliardi di euro per la realizzazione, entro il 2026, di infrastrutture 5G
nelle zone del Paese prive di investimenti da parte del mercato, perchè non
remunerative per gli operatori, offrendo una copertura che arriva al 90% del
costo complessivo delle opere. I due interventi serviranno a collegare in fibra
ottica più di 10.000 siti radiomobili esistenti e a realizzare nuovi siti
radiomobili 5G.
In
precedenza erano stati stanziati 3,7 miliardi per il bando Italia a 1 Giga,
mirato a realizzare infrastrutture di rete a banda ultra larga che garantiscano
la velocità di trasmissione di almeno 1 Gbit/s sull’intero territorio nazionale
entro il 2026, oltre a 600 milioni per connettere scuole, ospedali e strutture
sanitarie e a 45 milioni per raggiungere le isole minori.
«Avere
un’infrastruttura digitale è fondamentale – ha affermato il Ministro per
l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao -: per
gestire meglio il territorio, per l’agricoltura, per i trasporti, per una
mobilità intelligente, sostenibile e meno costosa anche dal punto di vista
energetico. I primi bandi sono già quasi tutti chiusi, manca quello del 5G. C’è
stata un’ottima adesione. Hanno fatto un ottimo lavoro anche gli operatori: non
dimentichiamoci che ogni volta che si realizza un bando c’è qualcuno che deve
scrivere dei piani”.
Vittorio
Colao è il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.
In
parallelo sono anche stati avviati i lavori per la digitalizzazione della PA,
che prevedono la migrazione al cloud, l’implementazione di servizi pubblici
digitali, il consolidamento dell’identità digitale (SPID/CIE), fino al sistema
di pagamento pagoPA e dell’app IO. La novità è che non è più necessario
presentare progetti, ma ogni PA in base a tipologia, dimensione e necessità,
riceverà un finanziamento predefinito.
«Abbiamo
cercato di semplificare al massimo la procedura di adesione e soprattutto i
controlli. Il risultato è stato un successo».
La
semplificazione è infatti una priorità di Colao. «Il problema principale è che
l’Italia è un Paese complicato, con tanti controlli ex ante e poco ragionamento
in ottica ex post, con tanta complessità amministrativa e legale e con scarsa
tensione attuativa».
Gli
stanziamenti per le imprese.
Molte
risorse del PNRR sono destinate alle imprese. Gli interventi coperti dalle
agevolazioni sono numerosi e riguardano l’acquisto di hardware e beni strumentali,
infrastrutture di comunicazione (fissa e Wi-Fi), software (CRM, ERP, sistemi di
gestione elettronica dei pagamenti, soluzioni di automazione delle linee di
produzione, dei magazzini e della logistica), il marketing digitale, ma anche
la formazione e lo sviluppo delle competenze digitali per gli operatori del
settore.
Ecco
una panoramica degli stanziamenti più consistenti non ancora esauriti:
Transizione
4.0: una
dotazione iniziale di 13,38 miliardi di euro e un’ulteriore finanziamento di
5,08 miliardi (Fondo Complementare) per questo bando, che promuove la
trasformazione digitale dei processi produttivi e rappresenta un’evoluzione del
precedente piano Industria 4.0. Per questo intervento sono ancora da assegnare
almeno 69.900 crediti d’imposta per la Transizione 4.0 sulla base delle
dichiarazioni dei redditi presentate tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre
2022; almeno 111.700 crediti d’imposta per la Transizione 4.0 sulla base delle
dichiarazioni dei redditi presentate tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre
2023.
Politiche
industriali di filiera e internazionalizzazione: questa misura mette a disposizione
un tesoretto di 1,95 miliardi di euro per supportare le strategie di
internazionalizzazione delle PMI e l’ottimizzazione delle filiere industriali.
Entro dicembre 2023 dovranno essere attivati 40 contratti di sviluppo in favore
delle PMI
Fondi
integrati per la competitività delle imprese turistiche: una dotazione consistente (1,78
miliardi di euro) quella contemplata in questo bando, che punta a potenziare il
turismo sostenibile e la qualità dell’ospitalità. Entro dicembre 2022 verranno
erogati 150 milioni di euro del Fondo Nazionale del Turismo da destinare all’equity
support e 350 milioni del fondo BEI (Banca Europea degli Investimenti) da
allocare a progetti di turismo sostenibile. Entro dicembre 2025 almeno 3.500
imprese turistiche potranno beneficiare del credito d’imposta; 11.800 imprese
turistiche potranno essere sostenute dal Fondo di Garanzia per le PMI; 300
invece dal Fondo Rotativo.
Contratti
di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura,
silvicoltura, floricoltura e vivaismo: con un finanziamento iniziale di
800 milioni di euro, cui si aggiungeranno ulteriori 1,2 miliardi, questo bando
intende promuovere una logistica più sostenibile, digitale ed efficiente nel
comparto agroalimentare. Entro dicembre 2022 sarà pubblicata la Graduatoria
Finale di Incentivazione Logistica ed entro giugno 2026 dovranno essere
realizzati almeno 48 progetti per migliorare la logistica di filiera nei
comparti contemplati dal bando.
Innovazione
e meccanizzazione del settore agricolo e alimentare: stanziamenti per 500 milioni di
euro per questo bando, che promuove la trasformazione del settore primario
verso modelli di Agricoltura 4.0. Entro dicembre 2024 almeno 10.000 imprese
alimentari e agricole dovranno aver ricevuto un sostegno economico (variabile)
da investire nella digitalizzazione e innovazione dei macchinari, nella
bio-economia e nell’economia circolare.
Digitalizzazione
della catena logistica: con un investimento di 250 milioni di euro, questa misura
punta ad aumentare la competitività delle aziende che operano nella logistica
attraverso la dematerializzazione dei documenti, lo scambio in digitale di dati
e informazioni e, più in generale, attraverso la semplificazione delle
procedure. Entro giugno 2024, almeno il 70% dei sistemi portuali e della
logistica dovrà essere interoperabile e compatibile, abilitando uno scambio
fluido dei dati.
Investimento
nel sistema della proprietà industriale: con un investimento di 30 milioni
di euro, questo bando assicura il sostegno finanziario agli strumenti di
valorizzazione dei brevetti e dei titoli di proprietà intellettuale. Entro dicembre 2023 dovranno essere
potenziati gli stanziamenti previsti dalla misura Brevetti+, entro il dicembre
successivo dovranno essere avviati i primi Proof of Concept presso enti
pubblici e PMI. Infine, entro dicembre 2025 dovranno essere attuati almeno 254
progetti sostenuti da finanziamenti contemplati nell’ambito delle iniziative
Brevetti+ e dagli Uffici per il Trasferimento Tecnologico (TTO).
Esistono
anche misure specifiche per le tech company e, in generale, per le realtà che
operano nel settore del digitale. Per queste aziende sono previsti contributi in
misura del 40% delle spese ammissibili per gli investimenti in impianti,
macchinari e attrezzature da impiegare in produzioni di alta tecnologia,
nell’ambito di una misura complementare al Piano Transizione 4.0. Incentivi
particolari sono rivolti all’imprenditoria femminile e under-35, attraverso il
Fondo Impresa Donna e il rafforzamento di alcune misure in essere come ON NIT0
(Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero) e Smart&Start, che sostiene in
particolare le start-up e le PMI innovative..
Come
accedere a contributi e incentivi previsti dal PNRR.
Agli
incentivi e ai contributi a fondo perduto previsti in favore delle aziende si
accede in due modi:
Rispondendo
a un avviso pubblico o a un bando promosso dai soggetti attuatori o dalle
amministrazioni locali e centrali.
Presentando
una singola istanza a fronte del rispetto delle pre-condizioni e dei
pre-requisiti di ammissibilità previsti dal bando o dalle normative di
riferimento.
Le
domande possono essere presentate solo ed esclusivamente per via telematica. Per inoltrarle è necessario essere in
possesso di una identità digitale (SPID, ma anche CNS o CIE), risiedere sul
territorio italiano, essere in regola con il versamento dei contributi di
lavoro del personale dipendente ed essere in possesso di una casella di Posta
Elettronica Certificata (PEC), che verrà utilizzata per tutte le comunicazioni.
I
requisiti richiesti per un progetto finanziabile attraverso il PNRR sono
diversi:
Rispetto
delle procedure d’invio: il progetto va proposto su piattaforme online dedicate e
rigorosamente nei termini indicati.
Soddisfazione
dei criteri di selezione previsti: ciascuna missione e componente prevede specifici
criteri di ammissibilità.
Dimostrazione
della copertura del progetto dal punto di vista economico-finanziario e
organizzativo.
Soddisfare
tutti i criteri, e soprattutto farlo nelle tempistiche indicate, non è
assolutamente facile anche perché la documentazione da produrre è spesso
complessa. Ecco
perché si diffondono online i servizi di consulenza che offrono un supporto
nell’elaborazione degli studi di fattibilità e nella produzione dei documenti.
Quando
verrà attuato il PNRR.
Il
rispetto dei tempi di conclusione dei progetti finanziati è una condizione
essenziale per la riuscita del piano e l’effettivo ottenimento delle risorse
previste dal Next Generation EU. Il PNRR copre un orizzonte temporale di 6 anni
(2021-2026), pertanto gli interventi oggetto delle misure previste dovranno
concludersi non oltre il 31 dicembre 2026. Lo scorso fine marzo si è chiuso il
bando per il PNRR turismo, l’11 aprile 2022, quello per le agevolazioni per gli
investimenti nelle filiere industriali innovative e strategiche, sfruttando lo
strumento dei contratti di sviluppo. Sul piatto ci sono 750 milioni di euro, da
destinare ai progetti di digitalizzazione, competitività e innovazione della
produzione Made in Italy nei settori della moda, del design, dell’arredamento,
dell’agrifood, dell’automotive, del chimico-farmaceutico, della siderurgia,
elettromeccanica e microelettronica. Il 40% delle risorse è destinato ad
agevolare le realtà che operano nelle ZES (Zone Economiche Speciali) di
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Oltre alle risorse del PNRR, sarà possibile accedere al rifinanziamento
stabilito dalla Legge di Bilancio, una dotazione di 1,37 miliardi di euro da
qui al 2026.
Sulle nuove regole Ue per il
crowdfunding
l'Italia è in ritardo.
A
rischio piattaforme, aziende e risparmiatori.
Huffingtonpost.it-
Luca Francescangeli-(24 Giugno 2022)- ci dice :
Sulle
nuove regole Ue per il crowdfunding l'Italia è in ritardo. A rischio
piattaforme, aziende e risparmiatori.
Il
nodo da sciogliere è la pronta identificazione di un’autorità nazionale, con i
poteri necessari al rilascio delle licenze nazionali. Rischiamo una fuga di
cervelli, risorse e investimenti.
L’Italia
sta mettendo a rischio tutto il comparto del crowd-investing, che vale più di
mezzo miliardo di euro. Tutto perché siamo lenti, troppo lenti. Da novembre
2021 a oggi, infatti, il nostro Paese non è stato in grado di dare piena
attuazione al nuovo regolamento europeo sugli European Crowdfunding Service
Providers,
in pratica il set di nuove regole che ha creato il mercato unico europeo e che riguarda sia il crowdfunding in
equity (capitale), sia buona parte di quello in lending (prestiti).
Il
nodo da sciogliere è la pronta identificazione di un’autorità nazionale, con i
poteri necessari al rilascio delle licenze nazionali, indispensabili affinché
le piattaforme di crowdfunding possano continuare a operare sia in Italia, sia
nello spazio economico europeo.
Secondo
l’Associazione Italiana Equity Crowdfunding, l’accordo tecnico ci sarebbe già: “Le istituzioni finanziarie
competenti (Consob e Banca d’Italia) hanno trovato da tempo una soluzione
congrua e l’hanno sottoposta al Governo - spiegano - Tuttavia, a quanto ci
risulta, la norma viene continuamente espunta da tutti gli atti normativi in
discussione e quindi non arriva in Gazzetta Ufficiale”.
Se il
ritardo dovesse perdurare fino al 10 novembre 2022, data di scadenza
dell’attuale periodo transitorio, ci troveremmo davanti a un grave fallimento
per il sistema dell’innovazione: in un momento di forte recessione e grave crisi
economica si bloccherebbe un motore finanziario che negli ultimi anni ha
garantito ossigeno a migliaia di aziende, soprattutto PMI e startup.
Le
circa 100 piattaforme già autorizzate e operative in Italia dovranno essere
spente, con un rischio reale di perturbazione del mercato, visto che, tramite
queste piattaforme, migliaia di piccoli investitori italiani hanno investito
centinaia di milioni. Uno scenario decisamente grigio, ma è davvero possibile
che si verifichi?
“Sono
un ottimista e francamente spero proprio di no - risponde Alessandro Maria
Lerro, avvocato, tra i massimi esperti italiani di regolamentazione del
crowdfunding - Se a breve non si dovesse sbloccare la normativa nel modo adeguato, i
gestori delle piattaforme faranno di tutto per proteggere il loro mercato e gli
investimenti dei loro clienti, nell’unico modo che è rimasto loro a
disposizione: trasferendosi all’estero, e richiedendo le autorizzazioni ad
autorità di Paesi Europei che non hanno uno sviluppato mercato del crowdfunding
e che stanno aspettando a braccia aperte le decine di ottimi operatori italiani
con il loro indotto. Pochi giorni fa si è espresso in questi termini anche il
direttore esecutivo dell’associazione europea del crowdfunding, con il giusto obiettivo di proteggere
il mercato, invitando i portali italiani a trasferirsi all’estero”.
Rischiamo,
quindi, non solo una fuga di cervelli, risorse e investimenti, ma anche
un’altra grave conseguenza: la Consob e la Banca d’Italia perderebbero i loro
poteri di vigilanza sul mercato a protezione dei consumatori e delle imprese.
Come ci conferma Lerro: “In caso di comportamenti scorretti dovrebbero limitarsi ad
una comunicazione all’autorità straniera, e solo questa potrebbe esercitare i
poteri di vigilanza”.
Peraltro
proprio martedì nel tradizionale discorso ai mercati, il presidente della
Consob Paolo Savona aveva invitato a fare ogni sforzo per evitare i cosiddetti
arbitraggi regolamentari, cioè quelle situazioni nelle quali si scelgono
normative e autorità di comodo, sottraendosi all’autorità e alla giurisdizione
naturale. Sempre
da Savona e sempre nell’ambito del discorso ai mercati si attendeva un cenno
sul crowdfunding e sull’impellenza di identificare un’autorità nazionale quanto
prima. Un cenno che non è arrivato.
Insomma,
il ritardo italiano è ormai da allarme rosso su tutti i livelli: le piattaforme rischiano di dover
chiudere, le aziende rischiano di dover rinunciare a un canale di
finanziamento, in alcuni casi esclusivo e i piccoli investitori rischiano di
doversi spostare su altri prodotti poco interessanti, tipo i BTP, o molto
rischiosi, tipo le criptovalute.
E non
finisce qui perché: “Qualora l’Italia fosse inadempiente agli obblighi comunitari
di adeguamento normativo, sarà sanzionata per l’ennesima volta. - conclude
Lerro - Quindi oltre al danno ci sarà la beffa: le sanzioni le pagano i
cittadini. Poi è evidente che gli operatori del mercato, i risparmiatori
danneggiati e le imprese avvieranno un turbinio di azioni legali risarcitorie
nei confronti di chi ha omesso colpevolmente di rispettare gli obblighi
normativi”.
Non
c’è dubbio che i risparmi degli italiani facciano gola a tanti, alle
piattaforme fintech certo, come agli operatori bancari tradizionali.
Ma se
qualcuno sta facendo melina per danneggiare la concorrenza, per salvaguardare
interessi costituiti, o ancora per recuperare terreno nel campo del credito
all’impresa, allora sta giocando contro gli interessi nazionali. In primis
contro aziende e piccoli risparmiatori.
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