Crisi economica 2022 - GUERRA.

 Crisi economica 2022 - GUERRA.

 

 

Perché la Cina si papperà la Russia.(Putin sta sbagliando i conti).

msn.com-Starmag- Gianfranco Polillo –( 25-giugno 2022)- ci dice :

 

Al momento Xi Jinping è costretto a fare buon viso al cattivo gioco. Ma poi verrà il tempo della resa dei conti. Ed allora saranno tempi duri per l’orso siberiano e le intemperanze di Putin.

C’è già chi si è lanciato senza alcuno sprezzo del ridicolo. Per Claudio Risé, dalle pagine de La Verità, l’Occidente é il passato; il futuro è solo ad Oriente all’insegna di quel multilateralismo tanto caro a Vladimir Putin. Che mira a sostituire l’egemonia euro-atlantica con il dispotismo orientale.

E così, per una strana coincidenza temporale, mentre a Bruxelles si decideva sulle candidature dell’Ucraina, della Georgia e della Moldavia, i Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) tenevano un loro meeting, seppure non in presenza, ma con la partecipazione del leader maximo di ciascun Paese, a causa della nuova ondata di pandemia da Covid, sviluppatesi a Shangai. Ed il parallelismo è stato immediato.

La nuova passerella offerta a Vladimir Putin ha contribuito a rassicurare il suo fronte interno.

Esportazioni di gas e di petrolio assicurate, soprattutto verso Cina ed India.

Se, tuttavia, si presta un pizzico d’attenzione alla realtà, è facile vedere quanto la situazione sia più complessa.

 Cominciamo dalla rabbia del nuovo Zar. Pienamente giustificata. Tra i Brics la Russia è quella che presenta la peggiore performance.

Nel 1983, primo anno in cui si hanno i dati del FMI, il peso della Russia sull’economia mondiale era pari al 4,3 per cento. Nel 2023 sarà solo del 2,6, con un a perdita secca del 40 per cento. Nemmeno il Brasile ed il Sud Africa se la passano bene, ma le loro perdite sono molto più contenute. C’è solo da aggiungere che i russi, nel gestire il loro declino, hanno fatto tutto da soli: incapaci, come si sono dimostrati, di utilizzare razionalmente le immense risorse del loro sottosuolo.

I Brics hanno una rilevanza soprattutto statistica: i Paesi con più elevato tasso di sviluppo tra gli emergenti.

Dato, come vedremo, da approfondire. La Cina è assolutamente dominante.

 Una differenza profonda con il blocco occidentale, che si presenta, invece, più equilibrato.

 Nel 1983 il peso dell’ex Celeste Impero era pari al 29,4 per cento. Quarant’anni dopo quella percentuale era salita al 59,6 per cento. Sul fronte occidentale, invece, a contestare la retorica di Putin contribuiscono i numeri. Nello stesso intervallo, il peso degli USA è cresciuto dal 32,1 al 36,7 per cento.La supremazia cinese nei confronti degli altri membri del gruppo non solo è assoluta, ma caratterizzata da una forza intrinseca straordinaria. Nel 1983, tanto per dare qualche dato, il rapporto con la Russia era quasi paritario, nel 2023 sarà di 7,4 volte tanto.

 L’India è l’unico Paese che riesce a stare dietro la capo fila. Eppure, nel periodo considerato, le distanze sono quasi raddoppiate, passando da un rapporto pari a 1,5 a 2,5.

Nelle condizioni date è difficile che gli altri Paesi siano disposti a trasformare questo vincolo di natura economica – finanziaria, ma soprattutto mercantile, in uno di carattere politico. Paradossalmente lo stesso Putin, se non fosse accecato dal suo odio verso gli Stati Uniti e la NATO, dovrebbe essere il primo a mostrare cautela.

 La vicinanza geografica con il colosso cinese, con i suoi 4.500 chilometri di confine, lo espone enormemente. Tenendo conto, tra l’altro, del fattore demografico. La Cina con la sua enorme popolazione, la Russia asiatica quasi disabitata.

C’è poi da aggiungere, che il futuro è in grembo a Giove. Il fenomeno della massima espansione dei Brics è avvenuto nel corso del decennio che va dal 2003 al 2013.

 Periodo che ha anche coinciso con il più forte arretramento dell’Occidente.

 In quei dieci anni la crescita dei primi era stata pari a 8,8 punti. La caduta dei secondi a 10,4. Periodo indubbiamente eccezionale rispetto sia al 1993/2003 che al 2013/2023, in cui il cambiamento è stato molto meno traumatico. Nessuna sorpresa, tuttavia.

 La scellerata invasione dell’Iraq avvenne nel 2003; la guerra contro Al-Qaida di quegli anni; l’invasione della Libia di Gheddafi nel 2011. Solo per citare gli episodi più rilevanti.

C’è poi da dire che quei grandi cambiamenti, nei rapporti di forza tra le diverse aree del globo, furono soprattutto figli dell’ ingordigia mercatista dell’Occidente. Quella globalizzazione, dominata soprattutto dal grande capitale finanziario, destinata a fare da traino ai Paesi più volenterosi. Capaci cioè di svilupparsi vendendo i propri prodotti – il più delle volte capitale estero e mano d’opera locale – sui grandi mercati dell’opulenza atlantica ed europea.

Processo favorito dalle grandi metropoli del benessere. Quella produzione a basso prezzo consentiva, infatti, di ridurre il costo di riproduzione della forza lavoro, mantenendo bassi i relativi salari.

 Effetto ricardiano.

Mentre le industrie, che ancora restavano sul suolo nazionale, potevano utilizzare a proprio piacimento il vantaggio derivante dal miglioramento delle ragioni di scambio.

Per capire meglio, basta guardare ai dati forniti dall’Unem, nata sulle spoglie della vecchia Unione petrolifera. Il prezzo della benzina super, nel 2021, attualizzato per tener conto del processo inflazionistico, non era poi così lontano da quello del 1960: 1,631 euro al litro (media annuale) contro 1,662.

Leggermente diverso l’andamento del prezzo del gasolio: nel 2021, pari a 1,489, contro 1,099 del 1960. A causa della crescente disaffezione erariale nei confronti di un prodotto ritenuto, in genere, più inquinante. Ma le similitudini restano impressionanti.

La follia di Putin ha definitivamente messo in crisi questo mondo.

Dimostrando a tutti che il mercantilismo è cosa buona e giusta finché si tratta con dei gentlemen.

Con persone, cioè, che rispettano i patti. Che non approfittano del proprio vantaggio oligopolista per minacciare i propri clienti. Insomma che sanno e vogliono distinguere tra il mondo degli affari e quello delle armi.

Venuto meno il rispetto per questi principi, l’Occidente non potrà che agire di conseguenza. Del resto gli stessi Stati Uniti, con Donald Trump e le sue tesi su “America first”, prima della rovinosa iniziativa contro Capitol Hill, avevano compreso che qualcosa stava bollendo in pentola.

Ciò che fin da adesso si può intuire nell’immediato futuro, è una diversa segmentazione del mercato internazionale.

Non più quella grande arena in cui ognuno poteva comportarsi al meglio delle proprie capacità per vincere la concorrenza altrui. Ma la definizione di aree riserbate, alle quali non tutti saranno ammessi. Aree in cui il controllo politico, specie per alcune produzioni strategiche, sarà maggiore e dove la logica mercantile del miglior prezzo dovrà cedere di fronte ad altre esigenze. Quali la sicurezza degli approvvigionamenti, l’affidabilità del partner, le logiche delle alleanze per una più generale garanzia.

Quel vecchio mondo, quasi di frontiera, di una globalizzazione senza limiti, in altre parole, è caduto insieme alle bombe su Mariupol. Colpa di quella rabbia, da parte di Putin, di cui si diceva all’inizio. Rabbia di un perdente, costretto a vivere in un mondo in cui il suo Paese, anno dopo anno, retrocedeva. Facendo emergere il contrasto sempre più stridente tra una debolezza economica e finanziaria e la forza che derivava dal lascito sovietico degli ordigni nucleari.

Si può anche capire la sua voglia di dare una spallata per imporre una svolta, nella speranza di poter invertire il corso della storia.

Ma la Cina? La Cina, che è stata la principale beneficiaria del processo di globalizzazione, come reagirà? Al momento Xi Jinping è costretto a fare buon viso al cattivo gioco. Ma poi verrà il tempo della resa dei conti.

Ed allora saranno tempi duri per l’orso siberiano e le intemperanze del suo leader.

 

 

 

La guerra costerà all’Italia

30 miliardi nel 2022.

Europa.today.it- Dario Prestigiacomo- (26-6-2022)- ci dice :

 

Lo sostiene la Commissione europea, che ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il nostro Paese. Pesa la dipendenza dal gas russo.

A fine anno, l'Italia potrebbe vedere andare in fumo ben 30 miliardi di euro a causa delle conseguenze economiche della guerra in Ucraina. È quanto emerge dalle previsioni di primavera della Commissione europea, che hanno rivisto al ribasso le stime di crescita dell'intera Ue per l'anno in corso:

se prima dell'invasione della Russia ci si aspettava una ripresa del Pil pari a un +4%, adesso gli esperti di Bruxelles prevedono una crescita del 2,7%. La revisione al ribasso per il nostro Paese è ancora più netta, dal 4,1% previsto prima del conflitto al 2,4% attuale.

Il peso della guerra.

"L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sta causando sofferenze e distruzioni indicibili, ma sta anche pesando sulla ripresa economica dell'Europa”, ha dichiarato il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, ricordando che “la guerra ha provocato un'impennata dei prezzi dell'energia e ha ulteriormente perturbato le catene di approvvigionamento, per cui l'inflazione è destinata a rimanere più alta ancora a lungo”. L'ampiezza della crisi è stata mitigata solo grazie al “forte rimbalzo economico dello scorso anno”, spinto dalle riaperture, che “avrà un effetto positivo sui tassi di crescita di quest'anno”.

Il "rimbalzo" europeo è stato del 5,4% nel 2021. L'Italia è tra i Paesi che ha fatto meglio, anche grazie al Recovery, con una crecita del 6,6%, leggermente più alta di quella stimata nelle ultime previsioni invernali dalla stessa Commissione. Tuttavia, avverte Bruxelles, "nella seconda metà del 2021, l'aumento dei prezzi dei fattori di produzione e le strozzature dell'offerta hanno iniziato a pesare sull'attività industriale, mentre il rapido aumento dei prezzi dell'energia ha intaccato il potere d'acquisto delle famiglie.

Il Pil reale si è contratto nel primo trimestre del 2022 e le prospettive a breve termine rimangono modeste, poiché le ripercussioni economiche dell'aggressione militare russa contro l'Ucraina hanno intaccato il sentimento economico e esacerbato gli ostacoli esistenti all'espansione".

Per queste ragioni, l'Italia vede contrarre le previsioni di crescita del Pil dell'1,7% tra prima e dopo l'Ucraina. Considerato che nel 2021 il prodotto interno lordo è stato di 1.781 miliardi, le nuove stime di Bruxelles segnalano 30 miliardi in meno per le casse del Belpaese per l'anno in corso rispetto a quanto stimato prima della guerra.

Le prospettive, aggiunge la Commissione, "restano soggette a pronunciati rischi al ribasso". E questo perché, "in quanto uno dei maggiori importatori di gas naturale russo tra i Paesi dell'Ue, l'Italia sarebbe gravemente colpita da brusche interruzioni dell'approvvigionamento".

L'Italia non è chiaramente l'unico Stato membro a pagare le conseguenze del conflitto. La Germania, rispetto alle previsioni di primavera, perde ben 2 punti di Pil. Anche la Spagna vede una contrazione dell'1,6%. Meno colpita dalla guerra in corso sembra la Francia, con un revisione al ribasso della crescita 2022 pari a mezzo punto di Pil. In controtendenza l'Olanda, le cui previsioni post-conflitto sono migliori di quelle precedenti all'invasione russa.

I salari restano bassi.

L'economia italiana dovrebbe tornare "a un percorso di espansione più sostenuto il prossimo anno, grazie agli investimenti finanziati" dal Pnrr, continua la Commissione. A causa del rallentamento della ripresa dovuta alla guerra in Ucraina, "il ritorno dell'economia ai livelli di produzione pre-crisi è quindi posticipato alla seconda metà del 2022". Nel 2023, la crescita economica dovrebbe attestarsi sull'1,9%, "una percentuale ancora notevolmente superiore alla media di lungo periodo", ma più bassa di quanto previsto prima del conflitto.

Lo stesso vale per l'occupazione, il cui ritmo di crescita "dovrebbe essere in linea con il rallentamento dell'attività economica, indicato anche dalle modeste aspettative occupazionali delle imprese.

Nonostante una significativa riduzione nell'uso dei regimi di riduzione dell'orario di lavoro, il rallentamento del mercato del lavoro rimane considerevole, poiché si prevede che sia le ore lavorate che l'occupazione dell'organico raggiungeranno i livelli pre-pandemia solo entro la fine dell'orizzonte di previsione. Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere all'8,9% entro il 2023".

La Commissione mette in guardia anche sull'effetto combinato inflazione-salari. Nel 2022, l'inflazione dovrebbe attestarsi a un +6%.

 "Al contrario, la crescita salariale dovrebbe rimanere moderata, poiché diversi contratti salariali sono stati già rinnovati poco prima dell'inizio dell'impennata dei prezzi dell'energia a metà del 2021", scrive Bruxelles.

Per questo, "l'aumento dei prezzi al consumo, unito a una crescita lenta dei salari, è destinato a pesare sul reddito disponibile reale delle famiglie e quindi sulla crescita della spesa per consumi". I risparmi privati aumenteranno, ma questo riguarderà soprattutto "le famiglie più ricche, meno propense al consumo", aggiunge la Commissione.

Per quanto riguarda gli investimenti, i fondi Ue del Pnrr continueranno a tenere alta l'asticella, che nel 2021 "ha raggiunto il livello più alto dal 2010".

Tuttavia, "si prevede che una prospettiva della domanda più debole e il peggioramento delle condizioni di finanziamento smorzeranno gli investimenti delle imprese". La ripresa del turismo, poi, "sosterrà le esportazioni di servizi, ma è improbabile che raggiunga i livelli pre-crisi prima del 2023".

Infine, il debito pubblico: "dal 155,3% del Pil nel 2020, è sceso al 150,8% nel 2021 a causa della ripresa economica e di un favorevole aggiustamento stock-flussi. Si prevede di raggiungere il 146,8% entro il 2023", conclude Bruxelles.

 

 

 

Il Governo conferisce Immunità

al Bio-Laboratorio di Trieste ICGEB.

Conoscenzealconfine.it –( 26 Giugno 2022)- Armando Savini-Ci dice :

Qualche giorno fa, precisamente il 16 giugno 2022, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana è stata pubblicata la LEGGE 19 maggio 2022, n. 66, Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il “Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia” (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021.

 

Attraverso la Legge 19 maggio 2022, n. 66, il Governo ha ratificato un accordo con ICGEB, il Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia, che sul suo sito istituzionale si presenta così: L’ICGEB è un’organizzazione intergovernativa unica nel suo genere, nata inizialmente come progetto speciale dell’UNIDO.

Autonomo dal 1994, gestisce oltre 45 laboratori all’avanguardia, a Trieste, in Italia, a Nuova Delhi, in India e a Città del Capo, in Sudafrica, e forma una rete interattiva con quasi 70 Stati membri, con operazioni allineate a quelle del Sistema delle Nazioni Unite. Svolge un ruolo chiave nelle biotecnologie promuovendo l’eccellenza della ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico all’industria, per contribuire concretamente allo sviluppo globale sostenibile.

 

L’ICGEB nasce come progetto speciale dell’UNIDO, cioè, UNITED NATIONS INDUSTRIAL DEVELOPMENT ORGANIZATION, “l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che promuove lo sviluppo industriale per la riduzione della povertà, la globalizzazione inclusiva e la sostenibilità ambientale”.

 

ICGEB ha avuto un ruolo importante durante la “pandemia” da SARS-COV-2. La sua attività si è dimostrata fondamentale per la diagnostica del COVID in Africa e agli Stati Membri, soprattutto, è un attore strategico per l’Agenda 2030, essendo Strategic Partner for 2030 Connect, la piattaforma tecnologica SDGs (the Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite.

 

Il Governo offre a ICGEB un Bio-Laboratorio a Trieste.

La sede centrale di Trieste è stata offerta gratuitamente dal Governo, che si fa carico inoltre delle spese straordinarie, sostenendo il centro con 10.000.000 Euro all’anno.

Nei laboratori di Trieste, che si estendono su una superficie di circa 8000 metri quadrati, lavorano più di 200 persone in rappresentanza di circa 30 nazionalità. La componente triestina dell’ICGEB offre un ambiente scientifico e didattico di altissimo livello ed è completamente attrezzata per svolgere le moderne ricerche di biologia molecolare e cellulare. Attualmente, presso l’ICGEB di Trieste operano 18 gruppi di ricerca. L’attività scientifica dei Laboratori si concentra su progetti avanzati nell’ambito della ricerca biomedica attuale.

 

 

Governo, ICGEB e le sue Aziende Partner.

Tra le aziende partner dell’ICGEB troviamo The Bill & Melinda Gates Foundation, The National Institutes of Health (NIH), New England Biolabs, vari enti di beneficenza, Sun Pharma, EMBO, Joint Research Centre della Commissione europea, etc.

 Ma ciò che colpisce sono le agevolazioni e le immunità che il Governo ha predisposto per il Centro di Trieste e tutti i suoi dipendenti, familiari compresi.

 

Il Centro è sente da Imposte, Dazi, Restrizioni all’importazione o all’esportazione (Art. 11).

Il Centro gode di esenzione da imposte, dazi, restrizioni all’importazione o all’esportazione che nel dettaglio significa esenzione da: qualsiasi imposizione diretta; qualsiasi imposizione indiretta relativa agli acquisti, alle transazioni e ai servizi, ivi compresi servizi pubblici necessari (elettricità, acqua, gas, posta, telefono, raccolta rifiuti e protezione anti incendio); qualsiasi forma di dazi doganali, imposte, prelievi, tasse, pedaggi e qualsiasi altra tassa, proibizioni e restrizioni sulle importazioni ed esportazioni sui beni di qualsiasi tipo del Centro; qualsiasi imposta sui veicoli a motore per i suoi automezzi ufficiali, compresi i carburanti e i lubrificanti per tali veicoli, che  possono essere importati in esenzione dai dazi doganali secondo le quantità e le tariffe prevalenti per le missioni diplomatiche in Italia.

 

Esenzione e Immunità per i Funzionari (Art. 12).

Per i funzionari del Centro, il Governo ha predisposto:

– L’immunità di giurisdizione per gli atti da essi compiuti in veste ufficiale (parole e scritti comprese), anche dopo che il loro ufficio sarà terminato;

– L’esenzione da qualsiasi imposta sugli stipendi e sugli emolumenti versati dall’ICGEB;

– L’esenzione da qualsiasi obbligo di servizio militare o da qualsiasi altro servizio obbligatorio in Italia;

– L’esenzione per sé stessi, per i propri familiari e per il proprio personale domestico dalle disposizioni che limitano l’immigrazione e dalle formalità di registrazione degli stranieri;

– L’esenzione per sé stessi nei casi di lavoro ufficiale da qualsiasi restrizione alla circolazione e ai viaggi all’interno dell’Italia;

– Il diritto di importare per il proprio uso personale, in regime di esenzione da dazi e imposte (compresa l’Imposta sul Valore Aggiunto, IVA), e ogni altro prelievo, divieto o restrizione alle importazioni in occasione della loro prima assunzione di incarico presso il Centro, il mobilio e gli effetti personali, inclusa una autovettura, spediti in uno o più spedizioni separate entro un ragionevole periodo di tempo e in ogni caso, entro 18 mesi dalla loro entrata in servizio presso il Centro;

– Il diritto, al termine delle loro funzioni in Italia, di esportare il proprio mobilio e i propri effetti personali, inclusi gli autoveicoli, senza imposte e dazi.

 

Esenzione, Immunità e Inviolabilità per i Rappresentanti degli Stati Membri (Art. 15).

I Rappresentanti degli Stati Membri, che partecipano alle riunioni del Comitato dei Governatori e del Consiglio dei Consiglieri scientifici dell’ICGEB godono, senza alcun pregiudizio rispetto ad ogni altro privilegio o immunità di cui possano beneficiare, dei seguenti privilegi ed immunità nell’esercizio delle proprie funzioni e durante i viaggi da e per la sede della riunione:

– L’immunità da arresto o detenzione;

– L’immunità di giurisdizione per le parole dette o scritte e per tutti gli atti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali;

– L’inviolabilità di tutte le carte, documenti e materiale ufficiale;

– Il diritto di fare uso di codici e di ricevere documenti o corrispondenza per corriere o plichi sigillati;

– L’esenzione, per sé e per i congiunti, dalle restrizioni in materia di immigrazione, dalle formalità di registrazione degli stranieri e dagli obblighi di servizio militare durante la visita o il transito nello Stato membro durante l’esercizio delle proprie funzioni;

– Le stesse agevolazioni in materia di restrizioni valutarie o di cambio accordate ai rappresentanti di governi stranieri in missioni ufficiali temporanee;

– Le stesse immunità e agevolazioni per i loro bagagli personali concesse ai funzionari di rango comparabile in servizio presso missioni diplomatiche.

Perché mai un Governo dovrebbe conferire ad un bio-laboratorio e ai suoi funzionari diritti eccezionali, immunità di giurisdizione e esenzioni fiscali?

Quale ruolo strategico gioca l’ICGEB per l’implementazione dell’Agenda 2030 e delle politiche sanitarie post-COVID?

(Armando Savini- databaseitalia.it/il-governo-conferisce-immunita-al-bio-laboratorio-di-trieste-icgeb/).

 

 

 

 

Cina, l’App di Tracciamento Covid

 utilizzata per impedire una Protesta.

 

Conoscenzealconfine.it-( 22 Giugno 2022)- Redazione-ci dice :

Chi era pronto a scendere in piazza per manifestare contro uno scandalo bancario è risultato stranamente positivo poco prima di riunirsi.

Decine di persone provenienti da tutta la Cina erano partite verso la città di Zhengzhou per protestare contro il congelamento dei loro risparmi in quattro banche rurali cinesi.

 Questi istituti sono controllati dalla Banca commerciale “Xuchangm”, al momento sotto inchiesta per presunta corruzione dei manager. Arrivati nel capoluogo della regione di Henan Zhengzhou, per protestare contro il blocco dei loro conti, hanno visto il codice sanitario dell’app cinese di contact tracing Covid-19 diventare rosso, nonostante non avessero avuto alcun contatto con un positivo.

Per i manifestanti è scattato l’isolamento immediato per 14 giorni. Il sospetto è che le autorità di Henan abbiano abusato del sistema di tracciamento covid per evitare potenziali disordini. Lo scandalo infatti ha coinvolto centinaia di migliaia di persone: si ritiene che siano stati congelati più di 39 miliardi di yuan, circa sei miliardi di dollari.

Il Caso del Manifestante Tom Zhang.

Proprietario di un’azienda tessile nella provincia orientale dello Zhejiang, Tom Zhang è stato fermato dalla polizia di Zhengzhou e trattenuto in una biblioteca locale per circa 12 ore.

Ha visto il codice della sua app diventare rosso mentre era su un treno proveniente da una città dove non c’erano stati casi di positività.

“Il codice rosso è stato sicuramente utilizzato per limitare noi correntisti”, ha detto il signor Zhang in un’intervista.

 Lui e altri centinaia di risparmiatori avevano pianificato di presentare un reclamo all’autorità di regolamentazione bancaria della provincia di Henan lunedì 13 giugno, dopo essere stati incapaci di ritirare i loro soldi per mesi.

 Mentre si dirigeva verso l’aeroporto, il suo codice sanitario è diventato improvvisamente verde.

Vittime anche i Parenti dei correntisti.

Non si sa in quanti siano stati coinvolti, ma i rapporti cinesi indicano che il problema si è verificato in diverse città e villaggi della stessa regione.

 Tra le persone colpite, molte sembrano essere parenti dei clienti delle banche. “Non sono una cliente, è mio padre che ha depositato dei soldi in una banca e ora non riesce a tirarli via”, ha dichiarato una donna residente a Zhumadian, una città a 200 km da Zhengzhou, portata in hotel per la quarantena obbligatoria una volta che il suo status è diventato rosso.

“Al momento coloro che hanno visto diventare rosso il loro codice, possono solo contattare i loro community manager per cambiare il loro status. Dopo aver effettuato due test Covid nell’arco di tre giorni, il loro status potrà essere cambiato di nuovo”, ha dichiarato il funzionario della commissione sanitaria cinese.

Violazione delle Leggi.

La questione ha fatto scalpore nei social media cinesi, dove in molti hanno sottolineato il “possibile” abuso di potere da parte dell’autorità. “I codici sanitari dovrebbero essere utilizzati solo per scopi di prevenzione della pandemia” ha dichiarato Hu Xijin, popolare commentatore cinese ed ex direttore di giornale. Utilizzare i codici sanitari per limitare la libertà di circolazione delle persone rappresenterebbe chiaramente una violazione delle leggi sulla prevenzione della pandemia.

Come funziona l’App.

La Cina utilizza l’applicazione “Alipay Health Code”, che si appoggia a due colossi della tecnologia come Alipay e Ant Financial.

L’app assegna a ciascun utente un QR code, che assume il colore rosso se si è positivi e il verde se si è negativi, in base ad alcuni parametri come lo stato di salute, il luogo di origine, gli spostamenti e i contatti con possibili contagiati.

(tgcom24.mediaset.it/mondo/cina-l-app-di-tracciamento-covid-sarebbe-stata-utilizzata-per-impedire-una-protesta_51591388-202202k.shtml).

 

 

 

 

Assange e Abu Akleh: come uccidono

gli USA e come uccide Israele.

Conoscenzealconfine.it-( 24 Giugno 2022)- Stefano Zecchinelli-ci dice:

 

Nell’Occidente capitalista globalista l’Elite anglofona marginalizza socialmente i giornalisti antimperialisti, condannandoli alla “morte professionale” e di conseguenza civile.

Non è un semplice regime di ”sorveglianza”, ma una guerra di classe dall’alto: emarginati socialmente, gli analisti che contestano le guerre della NATO e del sionismo guerrafondaio si ritrovano costretti a ripiegare su altri lavori, non potendo più vivere della propria professione.

Il ”giornalismo di regime” è il Primo Potere a manipolare l’opinione pubblica:

 la costruzione dell’individuo americanizzato nella guerra multidimensionale di ”quarta generazione”.

La ”guerra eterna” del Pentagono, non è soltanto finalizzata alla conquista degli ”spazi vitali”, ha l’obiettivo di conquistare il cyber-spazio dove circolano le notizie, il cervello e la coscienza delle masse popolari.

Il giornale “neoliberal Dem Usa” , Il Corriere della Sera, prendendo per veritiero il rapporto dell’intelligence italiana sulle ”personalità filo-russe”, ha definito l’articolo dell’analista strategico Manlio Dinucci ”fonte pericolosa”; per screditarlo i giornalisti lubrificati sono arrivati ad affermare che Dinucci è stato citato dal presidente Vladimir Putin, sulla Piazza Rossa, durante la celebrazione del Giorno della Vittoria. Non è errato pensare che l’articolo del geografo e giornalista antimperialista sulla RAND Corporation sia stato censurato dal Manifesto su pressione delle medesime agenzie d’intelligence: è una ipotesi, ovviamente da contestualizzare, ma con questi rapporti di forza altamente probabile.

Non è un mistero la penetrazione imperialistica italiana nelle aree geografiche caucasiche: una penetrazione sotto protettorato USA, conforme alla storia della ”borghesia stracciona” (come la chiamava correttamente Lenin) italiana. Per ragioni analoghe, il sito della Rete Voltaire è stato oscurato in Polonia , una nazione-pedina della NATO nella guerra ibrida contro la Federazione Russa.

Palestina: uno Sguardo sul Futuro che ci aspetta.

Nelle nazioni periferiche i giornalisti antimperialisti e anti globalisti  non vengono solo emarginati o condannati alla fame, ma spesso brutalmente assassinati. Shireen Abu Akleh, coraggiosissima giornalista di Al Jazeera, conosceva molto bene i metodi sionisti prima di venire colpita a morte da un cecchino israeliano.

In una intervista, datata 2017, disse “Certo, ho paura”, “In un momento specifico dimentichi quella paura. Non cerchiamo la morte. Andiamo e cerchiamo di trovare dove possiamo posizionarci e come proteggere la squadra al mio seguito prima ancora che pensare a come apparirò e cosa dirò sullo schermo” (citata da Chris Hedges);

dissentire negli stati lacchè degli Stati Uniti globalisti  rappresenta una condanna a morte. La morte civile occidentale e la morte secca delle aree periferiche: la violenza israeliana è un frammento di cosa potrebbe diventare l’Occidente qualora la transizione ad una nuova Architettura di potere unipolare dovesse completarsi.

Leggiamo cosa scrive il Premio Pulitzer Chris Hegdes sulla colonizzazione della Terra di Palestina:

”Quando Israele viene colto a mentire, come è stato con l’omicidio di Abu Akleh, promette immediatamente un’indagine. La narrazione si sposta da quella di incolpare i palestinesi all’esito di un’indagine. Raramente vengono condotte indagini imparziali sulle centinaia di uccisioni di palestinesi da parte di soldati e coloni israeliani. I colpevoli non vengono quasi mai processati o ritenuti responsabili. Lo schema dell’offuscamento israeliano è pateticamente prevedibile.

Così è la collusione di gran parte dei grandi media insieme a politici Repubblicani e Democratici. I politici degli Stati Uniti hanno denunciato l’omicidio di Abu Akleh e doverosamente ripetuto il vecchio mantra, chiedendo una ‘indagine approfondita’ da parte dell’esercito che ha compiuto il crimine.”

I processi allestiti dai colonizzatori ricalcano le pratiche manipolanti della Colonia penale descritta da Kafka, dove gli oppressi vengono colpevolizzati, mentre le vittime non hanno mai un carnefice ben definito: ”indagine approfondita”, la sinistra occidentale e la lobby progressista (liberal Dem Usa) non sanno dire altro.

L’assassinio della giornalista Shireen Abu Akleh ha un solo mandante: il governo imperialista israeliano, i vertici del MOSSAD e la violenza paranazista dell’IDF.

Israele pratica Terrorismo di Stato, è un paese pericoloso. Sono 144 i giornalisti palestinesi feriti dall’esercito israeliano dal 2018, tre i reporter che hanno perso la vita: Israele è l’Arabia Saudita della sinistra ”politicamente corretta” fieramente globalista.

 Scrive Cook (citato da Hedges): “Sia l’esercito che i suoi soldati serbano rancore e hanno armi letali con cui regolare i conti”.

L’Elite “aziendale”, senza vergogna, esulta per la condanna di Julian Assange:

la lobby progressista (es. Amnesty International) ha avanzato qualche timidissima protesta, ciononostante le rivelazioni di Wikileaks vengono divulgate da pochi documentaristi indipendenti.

Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’entità sionista, dal 2001, hanno scatenato guerre di conquista neocoloniale combattute non per essere vinte ma per creare stati-laboratorio;

delle basi logistiche territorialmente idonee a lanciare la guerra del ventunesimo secolo, termonucleare ma soprattutto biochimica.

 Il sangue di Abu Akleh, come la libertà di Julian Assange, verrà riscattato dalla transizione ad un “mondo multipolare”.

In Occidente, gli USA uccidono ”a gocce” martoriando la tenuta psico-fisica dei dissidenti; nella Terra di Palestina, al regime sionista è sufficiente un colpo secco. L’assassinio ed il terrorismo non sono un’ideologia, ma una prassi politica.

L’Operazione Z, la rivolta elettorale in America Latina e le guerriglie antimperialiste in Asia rappresentano una parte del conto che il Pentagono dovrà pagare ai ceti proletari globalizzati:

 la fine dell’unilateralismo globalista statunitense potrebbe aprire le porte ad una nuova era, dando agli oppressi la possibilità di replicare l’assalto al cielo del 1917.

 Non tutto è perduto.

(Stefano Zecchinelli- voltairenet.org/article217355.html-)

(chrishedges.substack.com/p/the-israeli-execution-of-al-jazeera)

(linterferenza.info/esteri/assange-abu-akleh-uccidono-gli-usa-uccide-israele/).

È bello svegliarsi una Mattina di Giugno…

Conoscenzealconfine.it- Wi- (23 Giugno 2022)- ci dice:

 

Il “Ministero della Verità” non chiude mai, neanche d’estate.

È bello svegliarsi una mattina di giugno, col sole alto in cielo, nel pieno della bella stagione e con le tanto agognate ferie alle porte, in un clima di giubilo, ripartenza e convivenza col “terribile patogeno orientale”, e constatare, con sommo gaudio, che “l’Italia è impegnata con forza nella difesa della dignità umana, nel rigetto di ogni forma di odio, nel rifiuto di ogni discriminazione e nella ricerca della pace”.

È ciò che ha dichiarato il nostro premier in visita al museo dell’Olocausto di Gerusalemme. Dopo anni di follia pseudo sanitaria e di becera propaganda bellica… ecco la sparata.

Con che facilità si ripongono, come panni lisi dal tempo, nel polveroso dimenticatoio della storia, gli scempi di questi ultimi ventotto mesi, la sofferenza fisica, psicologica e spirituale di milioni di italiani sottoposti a qualsiasi genere di angheria, formale e sostanziale!

Se c’è qualcosa di peggio della realtà in cui viviamo, è il viscoso e mellifluo “meta-verso” in cui vogliono inchiodarci, ricoperto di lustrini e carico di profumi atti a celare l’orrido olezzo dell’ingiustizia e dell’ipocrisia, dove forme di bi-pensiero da quattro soldi proliferano e prendono vita nella rete e nei canali d’informazione mainstream.

Il “ministero della verità” non chiude mai, neanche d’estate.

“La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza. La guerra è pace”.

(WI- t.me/weltanschauungitaliaofficial ).

La Guerra alla Russia ci porta

al Razionamento Energetico.

Conoscenzealconfine.it-( 23 Giugno 2022)- Fabrizio Verde-ci dice :

L’oltranzismo neoliberista (liberal dem Usa) dell’Unione Europea a cui aderisce acriticamente anche l’Italia di Mario Draghi unito alle politiche guerrafondaie che si tramutano in sanzioni ed embarghi contro la Russia, dove ci stanno conducendo?

Direttamente al razionamento energetico, quindi all’impoverimento e la definitiva de-industrializzazione.

(Mattei… liberaci tu da questi traditori! Ndr).

Mentre il governo italiano valuta il passaggio allo stato di allarme energetico, il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani afferma che l’Italia “farà eventualmente ricorso a un po’ di produzione a carbone”.

Ma per il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, il razionamento è praticamente inevitabile:

“O lo facciamo noi o ci pensa la recessione”, ha affermato in un’intervista al quotidiano Repubblica. Nella stessa intervista ha poi spiegato: “Il grosso dell’energia viene consumato da industria, servizi e trasporti: è lì che bisognerà razionare davvero. Ne soffriremo, ma non quanto stanno soffrendo gli ucraini che stanno sotto le bombe

 (…ricorda tanto Draghi: “preferiamo la pace o il condizionatore d’aria acceso?” – nota di conoscenzealconfine.it).

Come riferisce “Qui Finanza” il governo italiano avrebbe già pronto un piano per il razionamento energetico: “Il primo passo sarebbe quello di invitare le industrie, attraverso il trasportatore Snam, a limitare volontariamente i consumi, come prevedono i contratti di fornitura.

 In caso di attuazione del piano emergenziale, inoltre, in prima battuta spetterebbe agli operatori, come Eni, emanare misure per il risparmio delle materie energetiche e aumentare le importazioni, riducendo la domanda totale e impiegando combustibili alternativi negli impianti industriali.

In caso di urgenza, però, il “Comitato emergenza gas” avvertirebbe immediatamente il ministro Roberto Cingolani, che a sua volta potrebbe emanare, in autonomia, un decreto che avrebbe effetti anche sui cittadini e le imprese, con le seguenti misure:

– Limitazione del riscaldamento nelle abitazioni private e negli uffici, con una temperatura massima di uno o due gradi inferiore a quella prevista dalla legge e una fascia oraria in cui sarà consentito accendere gli impianti.

– Limitazioni per il consumo del gas delle centrali elettriche attive, con la sostituzione della fonte primaria per la produzione di energia.

 Sarebbero sfruttate a pieno regime le sei centrali a carbone ancora attive (in Friuli Venezia Giulia, nel Lazio, in Puglia, in Sardegna e in Veneto) e destinate a chiudere entro il 2025 per ridurre le emissioni di Co2.( Le “balle “ raccontate per i “fessi” da Klaus Schwab ,il nuovo Hitler.Ndr)

– Riduzione dell’illuminazione pubblica nelle città e nella rete stradale, con lo spegnimento dei lampioni in determinate fasce orarie”.

Non solo l’Italia è alle prese con i problemi energetici derivanti dalle politiche guerrafondaie e ostili contro la Russia. Il vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia, Robert Habeck, ha dichiarato domenica che il paese limiterà l’uso del gas naturale per la produzione di elettricità, a causa delle preoccupazioni per possibili carenze causate dal taglio delle forniture dalla Russia.

Habeck ha affermato che la Germania cercherà di compensare la mossa aumentando la combustione del carbone, un combustibile fossile più inquinante.

 “È amaro, ma in questa situazione è semplicemente necessario ridurre il consumo di gas”, ha affermato il vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia di Berlino.

La decisione arriva pochi giorni dopo che la compagnia russa Gazprom ha annunciato che si è trovata costretta a ridurre drasticamente le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream 1, per motivi tecnici aggravati dalle sanzioni.

Dunque, a causa di assurde politiche adottate dai paesi europei ma imposte dal governo statunitense globalista e unipolare , abbiamo benzina alle stelle, disoccupazione, razionamento alimentare ed energetico.

Lo scenario che veniva prospettato per quei paesi che avessero deciso di abbandonare l’Unione Europea e la moneta unica di Bruxelles, si concretizza sotto i nostri occhi, stando nell’Unione e nell’Euro.

Il tema della rottura della gabbia europea torna quindi prepotentemente d’attualità. In particolare in questa fase di transizione del mondo da unipolare a multipolare.

(Fabrizio Verde - lantidiplomatico.it/dettnews-la_guerra_alla_russia_ci_porta_al_razionamento_energetico/8_46660/).

 

Il Nicaragua dà alla Russia il permesso

di far entrare le Truppe Russe nel paese?

Conoscenzealconfine.it-( 22 Giugno 2022)-Redazione – ci dice :

 

Questa notizia è stata riportata sabato 18 giugno dalla CBS.

Per coloro che non conoscono la geografia, il Nicaragua si trova in America Centrale, a 1600 miglia dal confine con il Texas.

Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha firmato un decreto l’8 giugno 2022, che consente alle truppe russe di svolgere compiti di applicazione della legge: “aiuti umanitari, missioni di salvataggio e di ricerca in situazioni di emergenza o disastri naturali”.

 

La portavoce russa, Maria Zakharova, ha rilasciato la seguente dichiarazione sulle attività in Nicaragua: “Stiamo parlando di una procedura di routine – due volte l’anno – per l’adozione di una legge del Nicaragua sull’ammissione temporanea di personale militare straniero sul suo territorio, al fine di sviluppare la cooperazione in vari settori, tra cui le risposte umanitarie e di emergenza, la lotta al crimine organizzato e al traffico di droga”.

Quindi i militari russi si stanno spostando in Nord America, alla ricerca del crimine organizzato? Ci sono bio-labs in Nicaragua?

(t.me/PissedTexan).

 

 

Già disponibile lo Scenario

della prossima Catastrofe Alimentare.

Conoscenzealconfine.it-( 21 Giugno 2022)-  Ernst Wolff - ci dice :

 

Un’altra Simulazione: Messa in scena una crisi alimentare globale nel 2015, per il periodo 2020-2030.

Il mondo si sta dirigendo verso una gigantesca catastrofe alimentare.

A chi pensa che ciò sia dovuto all’incompetenza o alla mancanza di pianificazione dei politici, ricordiamo le parole del Presidente degli Stati Uniti Roosevelt, che più di ottant’anni fa disse: “In politica nulla accade per caso. Se succede qualcosa, potete scommettere che è stato pianificato in quel modo”.

A conferma di quanto affermato da Roosevelt, il cosiddetto documento “LOCKSTEP” della Fondazione Rockefeller del 2010 ha anticipato la crisi sanitaria globale in corso da due anni e mezzo. Che si tratti di lockdown, vaccinazioni o dell’introduzione di restrizioni per l’accesso digitale, tutte queste misure sono state descritte nel documento, più di dieci anni prima della loro introduzione.

Inoltre, nell’ottobre 2019 si è svolto “EVENT 201”, un gioco di simulazione gestito dalla Johns Hopkins University insieme al World Economic Forum di Klaus Schwab (il nuovo Hitler.Ndr) e in collaborazione con la Bill and Melinda Gates Foundation, in cui è stata simulata una pandemia e sono state recitate le misure da adottare dal punto di vista dei responsabili.

La situazione non sembra essere diversa per quanto riguarda la catastrofe globale della fame che si sta avvicinando. Anche in questo caso, sei anni e mezzo fa, è stato condotto un esercizio di simulazione: il 9 e 10 novembre 2015, 65 leader internazionali della politica e del settore privato hanno partecipato all’evento “FOOD CHAIN REACTION” presso la sede di Washington del World Wildlife Fund (WWF), simulando una crisi del sistema alimentare globale.

Lo scenario è stato progettato da un gruppo di esperti del Dipartimento di Stato americano, della Banca Mondiale e dell’azienda agricola Cargill. L’evento è stato gestito da una sottodivisione della CNA Corporation, che lavora per conto del Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e del National Disaster Relief Coordination Center.

 Il finanziamento è stato fornito da Cargill, che controlla un quarto delle esportazioni di cereali negli Stati Uniti, e da Mars, il produttore di dolciumi.

Il tutto è stato prodotto dal World Wildlife Fund insieme al Center for American Progress, un think tank fondato nel 2003 da John Podesta, consigliere politico di Bill Clinton.

È gestita dal lobbista Tom Daschle, un politico di spicco del Partito Democratico che era destinato a diventare Segretario alla Sanità e ai Servizi Umani sotto Barack Obama, ma che non ha potuto assumere l’incarico a causa di fughe di notizie su loschi affari finanziari.

Per due giorni, i partecipanti all’incontro hanno risposto a uno scenario che simulava una crisi alimentare globale per gli anni dal 2020 al 2030. Il fenomeno è stato innescato dalla “fluttuazione dei prezzi dei prodotti alimentari, dall’instabilità dell’approvvigionamento alimentare in un contesto di crescita demografica sempre maggiore, dalla rapida urbanizzazione, da gravi eventi meteorologici e da disordini sociali”.

 

Lo sviluppo della crisi è stato suddiviso in quattro periodi:

Il primo round si riferisce al periodo 2020-2021, con gravi siccità in Nord America, disordini sociali nel Sud-Est asiatico e in Africa e un aumento dei prezzi dei generi alimentari al 262% delle medie di lungo periodo.

Il secondo round, dal 2022 al 2024, vede gravi siccità nelle principali regioni di coltivazione e un drastico aumento dei prezzi del petrolio. Aumentano i disordini e le migrazioni, così come gli acquisti dettati dal panico di fronte alla crescente insicurezza. I prezzi dei prodotti alimentari aumentano dal 262 al 395% rispetto alla media del lungo periodo.

Il terzo round, dal 2024 al 2027, vede una ripresa della produzione agricola in gran parte del mondo, con conseguente allentamento della pressione sui mercati. Mentre siccità isolate causano disordini nel Sahel, i prezzi alimentari globali scendono dal 395 al 141% delle medie di lungo periodo.

Il quarto round vede siccità in Brasile, Cina e Stati Uniti, disordini sociali in India e proteste nelle città dell’Africa occidentale, oltre a un nuovo aumento dei prezzi dei prodotti alimentari dal 141% al 387% rispetto alle medie del lungo periodo.

Appare bizzarro il finale del gioco di simulazione, in cui, oltre all’introduzione di una tassa sulla CO2, si registrano inaspettatamente grandi donazioni da tutto il mondo al World Food Programme delle Nazioni Unite.

 Di conseguenza, “il mondo è ben equipaggiato per affrontare la catastrofe nelle aree che possono essere raggiunte dalle organizzazioni umanitarie”.

Per quanto possa sembrare assurdo, a questo punto si dovrebbe smettere di scherzare. Dietro il termine “organizzazioni umanitarie” si celano numerose ONG e fondazioni come la Open Society Foundation di George Soros, la Bill and Melinda Gates Foundation, il World Economic Forum (di Klaus Schwab)o il Bread for the World della Chiesa protestante.

Sono proprio queste organizzazioni a guadagnare potere e influenza giorno dopo giorno nella nostra epoca, e a garantire che le crisi siano sistematicamente preparate e utilizzate per garantire e consolidare il dominio dell’élite globale – pianificando il loro corso con un piano generale e, se necessario, aggravandole – indipendentemente dal fatto che vaste parti dell’umanità siano distrutte nel processo.

Per inciso, il sito web dell’evento, FoodChainReaction.org, è stato nel frattempo cancellato senza fornire alcuna motivazione.

(Ernst Wolff- cna.org/archive/CNA_Files/pdf/iqr-2015-u-012427.pdf).

(cargill.com/story/food-chain-reaction-simulation-ends-with-global-carbon-tax).

(vimeo.com/147939401).

(apolut.net/bereits-vorhanden-das-szenario-fuer-die-kommende-hungerkatastrophe-von-ernst-wolff/).( nogeoingegneria.com/motivazioni/cibo/unaltra-simulazione-messa-in-scena-una-crisi-alimentare-globale-nel-2015-per-il-periodo-2020-2030/).

 

 

 

 

Putin: “Il Futuro è Multipolare.”

Conoscenzealconfine.it-( 19 Giugno 2022)- Cesare Sacchetti- ci dice :

 

Il discorso del Presidente Putin al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo ci descrive il futuro del mondo negli anni a venire.

Alcune ore fa, avevamo ipotizzato che il presidente russo potesse parlare della fine dall’unipolarismo anglosionista. E così è stato.

Vladimir Putin ha annunciato che il vecchio status quo è giunto definitivamente al termine. Il vecchio mondo fondato sulla supremazia dello stato profondo di Washington e di Londra è finito e non tornerà più.

L’Occidente liberal Dem Usa , espressione politica di questi ambienti, ha perduto la sua residua influenza. Il futuro è multipolare.

Il futuro è libertà per le nazioni.

Putin ha parlato anche di un “cambio delle èlites” che guidano l’Europa, perché quelle attuali sono destinate a soccombere ai cambiamenti storici che stiamo vivendo. Le attuali gerarchie politiche europee hanno perduto la loro legittimazione politica e sono completamente separate dai popoli.

L’Italia ha la classe politica più debole e più in crisi dell’establishment europeo. Il primo cambio nella gerarchia politica può iniziare proprio qui da noi. L’Italia può essere il Paese in grado di guidare il resto d’Europa verso la transizione multipolare e de-globalizzata.

(Cesare Sacchetti- t.me/cesaresacchetti).

 

 

Texas, Florida e minacce di secessione:

quante stelle cadranno dalla bandiera Usa?

Visionetv.it- Martina Giuntoli- (23-6-2022)- ci dice :

 

Prima che Biden ed il suo governo facciano altri danni, c’è chi corre ai ripari e cerca soluzioni drastiche, come dire a mali estremi, estremi rimedi.

E’ questo il caso del Texas e della Florida, almeno per adesso, che stanno valutando seriamente l’idea di staccarsi dall’Unione e diventare Paesi liberi e sovrani.

Il Texas, a dire il vero, anche sulla carta.

Se ci pensiamo bene la Stella Solitaria ha una lunga storia indipendentista alle spalle.

Infatti, dopo che il Texas dichiarò la propria indipendenza dal Messico nel 1836, visse nove anni di orgogliosa spensieratezza prima di unirsi agli altri stati, da cui poi si distaccò nuovamente nel 1861 prima di essere riammessa definitivamente alla fine della guerra civile nel 1870. Insomma un tira e molla che non è mai risolto davvero negli animi della gente.

C’è chi dice che questa spinta a far repubblica a sé aumenti ogni volta che un democratico siede alla Casa Bianca, a maggior ragione se gli stessi texani hanno dichiarato di non riconoscere Biden come il loro legittimo Presidente.

Durante l’ultima convention dei Repubblicani che si è tenuta a Houston, infatti, i membri del GoP hanno dichiarato apertamente che continuano a sostenere l’ex Presidente Donald Trump e che dell’attuale inquilino di Washington non vogliono nemmeno sentir parlare.

Giusto per capire, hanno buttato giù nero su bianco una risoluzione che recita:

“(…) Rigettiamo i risultati certificati delle elezioni presidenziali del 2020 e sosteniamo che il Presidente attualmente in carica Joseph Robinette Biden Jr non sia stato legittimamente eletto dal popolo degli Stati Uniti(…)”.     

E a conferma del sentiment comune all’interno della convention è inoltre stato proiettato diverse volte il dibattuto documentario sui brogli di Dinesh O’Souza.

Durante lo stesso importante incontro, i Repubblicani hanno anche formalmente chiesto che i legislatori approvino la possibilità di votare un referendum nel 2023 al fine di decidere una volta per tutte in merito alla questione secessionista.

Quanti voterebbero a favore non è possibile saperlo con certezza. I movimenti indipendentisti infatti sono nati e cresciuti a fasi alterne nello stato e non sempre hanno avuto il conforto dei numeri dalla loro parte.

Tuttavia lo scorso anno il Texas Nationalist Movement, il più attivo ed il più grosso dei movimenti in questione, ha promosso la cosiddetta Texit, ovvero una Brexit all’americana, avendo un certo seguito.

Un’aria simile pare tirare anche in Florida, dato che ad oggi chi fugge dalla “tirannide ultra liberal Dem Usa”, cerca rifugio in Texas o nel Sunshine State.

Mentre una volta la Florida, chiamata amorevolmente l’RSA d’America, si popolava di moltissimi pensionati che migravano al caldo per motivi di salute, oggi è divenuta al contrario la meta di giovani che vogliono lavorare e costruirsi una famiglia in un luogo sano e lontano dalle follie woke di stati come New York o la California.

Una petizione era già circolata nel 2012, quando Miami decise di dichiarar guerra all’allora Presidente Barack Obama e chiese di poter andarsene dall’Unione. Evidentemente senza successo. Firmarono in pochi e la cosa finì lì.

Tuttavia, proprio come il Texas, oggi la Florida è consapevole di essere divenuta uno stato di riferimento per l’economia, per i valori supportati e per la lotta al governo centrale di Washington D.C.

E onestamente se già mal tolleravano il governo obamiano, figurarsi quello di Biden.

Quindi molto probabilmente la Florida ripeterà il tentativo di sbarazzarsi del governo federale che sente ormai come un vero e proprio fardello, e di cui non condivide più la linea politica né il fatto che probabilmente, proprio come avviene per il Texas, il flusso di denaro che va dallo stato a Washington è molto maggiore di quanto non ne torni indietro.

Tuttavia, prima di cedere a facili entusiasmi, non si pensi che sia una cosa così semplice lasciare l’Unione. Infatti secondo la Costituzione statunitense non è possibile che il procedimento sia unilaterale, si dovrebbe teoricamente avere un accordo tra le due parti.

Quindi la domanda non è se il Texas e la Florida siano pronti a lasciare Washington, ma se l’Unione a questo punto permetterà che questi due stati se ne vadano.

C’è un però. Visto che entrambi i governi locali hanno più volte dichiarato che Joe Biden ha apertamente tradito la fiducia degli elettori,  si potrebbe invocare in un eventuale procedimento di secessione questo fatto come espresso tradimento del patto bilaterale di fiducia e cooperazione che tiene insieme la confederazione. Crediamo che a breve vedremo se la bandiera statunitense verrà prodotta con lo stesso numero di stelle. E quante altre proporranno di staccarsi dal cielo.

(MARTINA GIUNTOLI).

 

 

 

I 7 "eventi avversi" post-vaccino COVID-19

 più spaventosi che stanno diventando

 più comuni, anche se il complesso industriale

 del vaccino e l'MSM non li copriranno affatto.

Vaccinedeaths.com- (26/06/2022)- S.D. Wells :

 

l CDC e l'MSM lo chiamano "esitazione vaccinale", ma si tratta più di "scienza dei vaccini" che mostra che i jab di mutazione genetica COVID-19 sono sperimentali, pericolosi e inefficaci.

Non è "esitazione" se le statistiche rivelano che ottenere un colpo di coagulo è MOLTO più pericoloso per la maggior parte della popolazione che in realtà sta prendendo l'ultimo coronavirus.

Non è una teoria della cospirazione che i colpi di coagulo siano sperimentali nella migliore delle ipotesi, con approvazioni "solo per uso di emergenza" e studi clinici fraudolenti che rivelano effetti collaterali da incubo ed eventi avversi comuni.

Solo perché i media mainstream (fake news) non coprono i fatti non significa che non stiano accadendo intorno a noi. Se un albero cade nella foresta, ma non lo senti colpire, ciò non significa che non sia mai caduto. Quando atleti, piloti e militari perfettamente sani cadono morti per coaguli di sangue, miocardite, infarti e ictus, pochi giorni o settimane dopo l'iniezione di colpi di terapia genica COVID-19, c'è un motivo valido per essere molto preoccupati.

Perché dare a qualsiasi adolescente, interpolazione o bambino un colpo mortale di coagulo del virus di Wuhan quando c'è una possibilità prossima allo zero che possano morire di COVID?

Anche dopo che il CDC e la FDA ammettono che adolescenti e bambini sono a rischio molto basso di contrarre o morire di influenza Fauci, stanno ancora spingendo e propagando la vaccinazione per tutti loro, a causa di ... aspettatelo... i profitti delle vacche da mungere e l'agenda dello spopolamento.

 È come spingere il vaccino HPV, un'iniezione per una malattia sessualmente trasmissibile, su bambini di 9 anni. È come rendere obbligatorio un colpo di AIDS per ogni americano.

Abbiamo dei diritti, e uno di questi è se avere o meno tossine iniettate nel nostro sangue da medici canaglia e scienziati che traggono immenso profitto dalla loro medicina a base di olio di serpente.

 Qual è il prossimo, la chemioterapia pre-cancro obbligatoria per tutti gli americani? Dovremo tutti fare la fila per il "gocciolamento" prima di poter comprare generi alimentari, lavorare o gestire le nostre attività?

Il complesso industriale dei vaccini ha sborsato oltre $ 4 miliardi per lesioni e morti indotte dal vaccino negli ultimi due decenni, e i colpi COVID-19 sono PIÙ MORTALI di tutti gli altri vaccini messi insieme, dal 1960.

Due terzi di tutti gli americani sono stati sottoposti a lavaggio del cervello da una campagna di propaganda basata sulla paura per ottenere i colpi COVID.

I giorni della scienza basata sull'evidenza sono morti in America. I giorni dei controlli e degli equilibri sono finiti. Le agenzie di regolamentazione sono piene zeppe di guru di Big Pharma che fanno tutte le regole e i mandati basati sulla scienza zero.

Solo la paura potrebbe far sì che centinaia di milioni di americani rimangano bloccati con colpi che ostruiscono il sangue, inondano gli organi e causano la "sindrome della morte improvvisa dell'adulto" (SADS).

Solo una campagna basata sulla paura per un virus che causa molto meno di un tasso di mortalità dell'uno per cento potrebbe convincere due terzi di tutti gli americani a indossare una maschera per la riproduzione di batteri sul proprio apparato respiratorio per due anni consecutivi.

Solo una truffa potrebbe prendere così tanto denaro dei contribuenti e consegnarlo ai malvagi scienziati, politici e scagnozzi normativi che lo hanno finanziato, progettato e propagato.

Ammettiamolo, non c'è NULLA di "sicuro" o "efficace" nei colpi di influenza Fauci. Evitateli come la peste.

I 7 "eventi avversi" post-vaccino più spaventosi covid-19 msm e CDC non menzionano mai per paura di "esitazione vaccinale".

#1. Cadere morto improvvisamente per "cause inaspettate" alias SADS (Sudden Adult Death Syndrome).

#2. Strani, lunghi, gommosi, coaguli di sangue fibrosi (bio-strutture).

#3. Miocardite, battiti cardiaci irregolari e attacchi di cuore.

#4. Cancro e tumori divampano di punto in bianco.

#5. Cattura e / o muore di COVID-19 o delle sue varianti.

#6. Paralisi di braccia, gambe o viso (sindrome "Ramsay Hunt" di Justin Bieber).

#7. Improvvisamente soffre di GBS (sindrome di Guillain-Barre), AIDS, ADE o VAED.

Aggiungi Vaccines.news ai tuoi siti Web indipendenti preferiti per aggiornamenti sui vaccini sperimentali "solo di emergenza" che diffondono il coronavirus di Wuhan e offrono zero protezione contro di esso.

Le fonti per questo articolo includono:

(Health.ClevelandClinic.org)- (TheGatewayPundit.com)- (NaturalNews.com).

 

 

 

 

 

Il piano del governo degli Stati Uniti

per dividere la Russia in piccoli stati.

Unz.com- PAUL CRAIG ROBERTS –( GIUGNO 26, 2022)- ci dice :

 

Jens Stoltenberg, fantoccio della NATO di Washington, dice che "i negoziati di pace", non la vittoria russa, porranno fine al conflitto in Ucraina. Quindi, Stoltenberg conta sul Cremlino, i cui leader hanno detto che non si fideranno mai più dell'Occidente, per sedersi di nuovo con l'Occidente e accettare di nuovo un altro accordo inutile. Considerando la difficoltà che il Cremlino ha nell'accettare la realtà, suppongo che sia possibile.

D'altra parte, forse qualcuno al Cremlino ha finalmente letto la Dottrina Wolfowitz.

 In caso contrario, forse qualcuno al Cremlino ha visto il piano della Commissione per la sicurezza e la cooperazione del governo degli Stati Uniti in Europa di dividere la Russia in un insieme di piccoli stati indipendenti. (niccolo.substack.com/p/delusion).

Come si fa? Conquista militare? Una rivoluzione colorata basata su anni di ONG finanziate dagli Stati Uniti che operano permissivamente in Russia? Screditare Putin e il suo governo?

La CSCE non lo dice, ma deve essere fatto perché c'è la necessità di dividere la Russia in stati più piccoli per ragioni "morali e strategiche".

Quando le persone che fischiano oltre il cimitero si assicurano che il conflitto in Ucraina non si allargherà e che la guerra nucleare è impossibile perché i paesi non si suicidano, ignorano il massiccio ruolo dell'illusione che opera in tutto l'Occidente che fornisce la garanzia dell'egemonia americana.

Non solo gli Stati Uniti trasformeranno la Russia in piccoli stati, ma anche, secondo il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, "Zelensky determinerà come sarà la vittoria" e determinerà "quando saranno soddisfatte le condizioni per costruire la pace". (rt.com/news/557821-kirby-us-zelensky-victory/).

 

La guerra si è già allargata con gli Stati Uniti e i paesi della NATO che rientrano nella designazione del Cremlino di combattenti per la fornitura all'Ucraina di armi e intelligence militare.

La guerra è stata allargata nella misura in cui la Lituania ora impedisce alla Russia di rifornire Kaliningrad, una parte della Russia, e con l'espansione prevista della NATO in Finlandia, allungando così notevolmente la presenza della NATO ai confini della Russia.

Le persone possono illudersi che questo non stia allargando il conflitto, ma dimenticano che il conflitto ha avuto origine nel rifiuto dell'Occidente di riconoscere le legittime preoccupazioni per la sicurezza della Russia. Ora l'Occidente ha notevolmente ampliato l'area di preoccupazione russa.

La mia opinione, per dirlo ancora una volta, è che la combinazione dell'illusione occidentale con la tolleranza delle provocazioni da parte del Cremlino e la fede nel valore dei negoziati, come gli 8 anni che il Cremlino ha sprecato per l'accordo di Minsk, la causa principale delle vittime russe oggi in Ucraina, garantisce la guerra. Non ci può essere nessun altro risultato.

Se la Russia soccombe ancora una volta alla fiducia nei negoziati e fa un accordo con l'Ucraina, l'accordo non sarà mantenuto più di quanto non fosse l'accordo di Minsk, l'impegno degli Stati Uniti a non espandere la NATO ai confini della Russia e gli accordi di limitazione delle armi elaborati nel corso dei decenni, tutti abbandonati da Washington.

L'unico risultato di un accordo negoziato sarà che ancora una volta la Russia avrà dato ai suoi nemici più tempo per demonizzare la Russia, preparare più provocazioni e rafforzare la loro capacità militare.

Come ho detto, l'unica cosa che può impedire una guerra ampia è un forte piede russo che smentisce la convinzione del governo degli Stati Uniti, come recentemente affermato dal Dipartimento di Stato, che le linee rosse russe sono semplicemente "sfacciate".

L'Occidente è così illuso che la Russia non viene presa sul serio. Anche piccola, insignificante, la Lituania non ha paura della Russia. Anche i paesi fortemente dipendenti dall'energia russa infilano ripetutamente le dita negli occhi della Russia. Quanto ancora può prendere la Russia? Questa è una situazione molto matura per una grande guerra.

 

Giornalisti britannici "watchdog"

smascherati come lap dog per

lo Stato di sicurezza.

Unz.com- JONATHAN COOK –( 21 GIUGNO 2022)- ci dice :

 

Gli eventi degli ultimi giorni suggeriscono che il giornalismo britannico – il cosiddetto Quarto Stato – non è quello che pretende di essere: un cane da guardia che monitora i centri del potere statale. E' esattamente il contrario.

Le pretese dei media dell'establishment hanno subito un duro colpo questo mese quando il processo per diffamazione dell'editorialista del Guardian Carole Cadwalladr ha raggiunto la sua conclusione e le e-mail hackerate di Paul Mason, un sostenitore di lunga data della BBC, Channel 4 e the Guardian, sono state pubblicate online.

Entrambi questi celebri giornalisti si sono trovati a fare outing come reclute – nei loro diversi modi – in una guerra segreta di informazione condotta dalle agenzie di intelligence occidentali.

Se fossero stati onesti al riguardo, quella collusione potrebbe non avere molta importanza. Dopotutto, pochi giornalisti sono così neutrali o spassionati come la professione ama fingere.

Ma insieme a molti dei loro colleghi, Cadwalladr e Mason hanno infranto quello che dovrebbe essere un principio fondamentale del giornalismo: la trasparenza.

Il ruolo dei giornalisti seri è quello di portare questioni importanti nello spazio pubblico per il dibattito e il controllo. I giornalisti che pensano in modo critico aspirano a far sì che coloro che detengono il potere – in primo luogo le agenzie statali – rendano conto del principio che, senza controllo, il potere corrompe rapidamente.

Lo scopo del vero giornalismo – al contrario del gossip, dell'intrattenimento e della stenografia di sicurezza nazionale che di solito passa per giornalismo – è quello di colpire su, non giù.

Eppure, entrambi questi giornalisti, ora lo sappiamo, erano attivamente collusi, o cercavano di colludere, con attori statali che preferiscono operare nell'ombra, lontano dalla vista.

Entrambi i giornalisti sono stati cooptati per far avanzare gli obiettivi dei servizi di intelligence.

E peggio ancora, ognuno di loro ha cercato di diventare un canale per, o di assistere attivamente a, campagne diffamatorie segrete gestite dai servizi di intelligence occidentali contro altri giornalisti.

Quello che stavano facendo – insieme a tanti altri giornalisti dell'establishment – è l'antitesi stessa del giornalismo. Stavano aiutando a nascondere il funzionamento del potere per rendere più difficile il controllo.                  E non solo. Nel processo, stavano cercando di indebolire i giornalisti già emarginati che lottavano per chiedere conto al potere statale.

Collusione russa?

La cooperazione di Cadwalladr con i servizi di intelligence è stata evidenziata solo a causa di un caso giudiziario. È stata citata in giudizio per diffamazione da Arron Banks, un uomo d'affari e principale donatore della campagna Brexit di successo per la Gran Bretagna per lasciare l'Unione Europea.

In una sorta di estensione transatlantica dell'isteria del Russia-gate negli Stati Uniti dopo l'elezione di Donald Trump a presidente nel 2016, Cadwalladr ha accusato Banks di mentire sui suoi legami con lo stato russo. Secondo la corte, ha anche suggerito che ha infranto le leggi sul finanziamento elettorale ricevendo denaro russo nel periodo precedente al voto sulla Brexit, sempre nel 2016.

Quell'anno serve come una sorta di ground zero per i liberali timorosi del futuro della "democrazia occidentale" – presumibilmente minacciata dai moderni "barbari alle porte", come la Russia e la Cina – e della capacità degli stati occidentali di difendere il loro primato attraverso guerre di aggressione neo-coloniali in tutto il mondo.

L'implicazione è che la Russia ha ideato una doppia sovversione nel 2016: da una parte dell'Atlantico, Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti; e, dall'altro, i britannici sono stati indotti a spararsi ai piedi – e minare l'Europa – votando per lasciare l'UE.

Di fronte al caso giudiziario, Cadwalladr non ha potuto sostenere le sue accuse contro Banks come vere.

Tuttavia, il giudice si è pronunciato contro l'azione per diffamazione di Banks, sulla base del fatto che le rivendicazioni non avevano sufficientemente danneggiato la sua reputazione.

Il giudice ha anche deciso, perversamente in un'azione di diffamazione britannica, che Cadwalladr aveva "ragionevoli motivi" per pubblicare affermazioni secondo cui Banks avrebbe ricevuto "accordi di fidanzamento" dalla Russia, anche se "non aveva visto alcuna prova che avesse stipulato tali accordi". Un'indagine della National Crime Agency alla fine non ha trovato prove.

Quindi, date queste circostanze, qual era la base per le sue accuse contro Banks? Il modus operandi giornalistico di Cadwalladr, nei suoi sforzi di lunga data per suggerire una diffusa ingerenza russa nella politica britannica, è evidenziato nella sua testimonianza alla corte.

 

In esso, si riferisce a un'altra delle sue storie in stile Russia-gate: una del 2017 che ha cercato di collegare il Cremlino con Nigel Farage, un ex politico pro-Brexit con il partito UKIP e stretto collaboratore di Banks, e il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, che è stato prigioniero politico nel Regno Unito per più di un decennio.

A quel tempo, Assange era confinato in una stanza singola nell'ambasciata ecuadoriana dopo che il suo governo gli aveva offerto asilo politico. Aveva cercato rifugio lì, temendo di essere estradato negli Stati Uniti in seguito alla pubblicazione da parte di WikiLeaks di rivelazioni secondo cui gli Stati Uniti e il Regno Unito avevano commesso crimini di guerra in Iraq e Afghanistan.

WikiLeaks aveva anche profondamente imbarazzato la CIA dando seguito alla pubblicazione di documenti trapelati, noti come Vault 7, che esponevano i crimini dell'agenzia.

La scorsa settimana il ministro degli Interni britannico, Priti Patel, ha approvato proprio l'estradizione negli Stati Uniti che Assange temeva e che lo ha spinto nell'ambasciata ecuadoriana. Una volta negli Stati Uniti, affronta fino a 175 anni in completo isolamento in una prigione supermax.

 

Trama di assassinio.

Ora sappiamo, per gentile concessione di un'indagine di Yahoo News, che fino al 2017 la CIA ha ordito vari schemi per assassinare Assange o per rapirlo in una delle sue operazioni illegali di "consegne straordinarie", in modo che potesse essere permanentemente rinchiuso negli Stati Uniti, fuori dalla vista pubblica.

Possiamo supporre che anche la CIA credesse di dover preparare il terreno per un'operazione così canaglia portando il pubblico a bordo. Secondo l'indagine di Yahoo, la CIA credeva che il sequestro di Assange potesse richiedere uno scontro a fuoco per le strade di Londra.

È stato a questo punto, a quanto pare, che Cadwalladr e il Guardian sono stati incoraggiati ad aggiungere il proprio peso alla causa di un ulteriore rivoltamento dell'opinione pubblica contro Assange.

Secondo la sua testimonianza, "una fonte confidenziale negli Stati Uniti" ha suggerito – proprio nel momento in cui la CIA stava rimuginando su questi vari complotti – di scrivere di una presunta visita di Farage ad Assange nell'ambasciata. La storia è apparsa sul Guardian con il titolo "Quando Nigel Farage incontrò Julian Assange".

Nell'articolo, Cadwalladr offre un forte suggerimento su chi l'abbia trattata come una confidente: l'unica fonte menzionata nel pezzo è "un contatto di alto livello con collegamenti con l'intelligence statunitense". In altre parole, la CIA quasi certamente le ha dato da mangiare l'angolo dell'agenzia sulla storia.

Nel pezzo, Cadwalladr mette insieme le affermazioni di lei e della CIA di "un allineamento politico tra l'ideologia di Wiki-Leaks, l'ideologia dell'UKIP e l'ideologia di Trump".

Dietro le quinte, suggerisce, c'era la mano nascosta del Cremlino, che li guidava tutti in un complotto maligno per minare fatalmente la democrazia britannica.

Cita il suo "contatto di alto livello" sostenendo che il presunto incontro faccia a faccia di Farage e Assange è stato necessario per trasmettere informazioni sul loro nefasto complotto "in modi e luoghi che non possono essere monitorati".

Tranne ovviamente, come sapeva il suo "contatto altamente posizionato" – e come ora sappiamo, grazie alle esposizioni del sito web Grayzone – che era una bugia.

 In tandem con il suo complotto per uccidere o rapire Assange, la CIA ha installato illegalmente telecamere all'interno, così come all'esterno, dell'ambasciata. Ogni sua mossa nell'ambasciata è stata monitorata, anche nel blocco dei servizi igienici.

La realtà era che la CIA stava intercettando e filmando ogni conversazione di Assange nell'ambasciata, anche quelle faccia a faccia. Se la CIA avesse effettivamente una registrazione dell'incontro di Assange e Farage e della discussione di un complotto ispirato al Cremlino, avrebbe trovato un modo per renderlo pubblico ormai.

Molto più plausibile è ciò che Farage e Wiki-Leaks dicono: che un tale incontro non è mai avvenuto.

Farage ha visitato l'ambasciata per cercare di intervistare Assange per il suo programma radiofonico LBC, ma gli è stato negato l'accesso. Ciò può essere facilmente confermato perché a quel punto l'ambasciata ecuadoriana si stava alleando con gli Stati Uniti e rifiutava ad Assange qualsiasi contatto con i visitatori a parte i suoi avvocati.

Tuttavia, Cadwalladr conclude: "Nella tempesta perfetta di notizie false, disinformazione e social media in cui viviamo ora, Wiki-Leaks è, per molti versi, il vortice vorticoso al centro di tutto".

'Vortice vorticoso'.

La storia dell'incontro Farage-Assange mostra come le agende della CIA e di Cadwalladr coincidessero perfettamente nel loro "vortice vorticoso" di notizie false e disinformazione.

Voleva legare la campagna Brexit alla Russia e suggerire che chiunque volesse sfidare la pietà liberale che fornisce copertura per i crimini commessi dagli stati occidentali deve necessariamente appartenere a una rete di cospiratori, a sinistra e a destra, ideati da Mosca.

 

La CIA e altre agenzie di intelligence occidentali, nel frattempo, volevano approfondire l'impressione del pubblico che Assange fosse un agente del Cremlino – e che l'esposizione di Wiki-Leaks dei crimini commessi da quelle stesse agenzie non fosse nell'interesse pubblico, ma in realtà un assalto alla democrazia occidentale.

L'assassinio del personaggio di Assange era già stato ampiamente raggiunto con il pubblico americano nella campagna per il Russia-gate negli Stati Uniti. I servizi di intelligence, insieme alla leadership del Partito Democratico, avevano creato una narrazione progettata per oscurare le rivelazioni di Wiki-Leaks sulle fissazioni elettorali da parte del campo di Hillary Clinton nel 2016 per impedire a Bernie Sanders di vincere la nomination presidenziale del partito. Invece hanno rifocalizzato l'attenzione del pubblico su affermazioni prive di prove secondo cui la Russia aveva "hackerato" le e-mail.

Per Cadwalladr e la CIA, la notizia falsa dell'incontro di Farage con Assange potrebbe essere girata come un'ulteriore prova che sia l'"estrema sinistra" che l'"estrema destra" erano colluse con la Russia. Il loro messaggio era chiaro: solo i centristi – e lo stato di sicurezza nazionale – potevano essere considerati affidabili per difendere la democrazia.

Storia inventata.

La diffamazione di Cadwalladr su Assange è interamente un pezzo con la campagna di denigrazione di Wiki-Leaks guidata da media” liberal Dem Usa”  a cui appartiene. Il suo giornale, il Guardian, ha avuto Assange nel mirino da quando ha litigato con lui per la pubblicazione congiunta dei registri di guerra in Iraq e Afghanistan nel 2010.

Un anno dopo il pezzo diffamatorio di Cadwalladr, il Guardian avrebbe continuato la sua cooperazione con la demonizzazione di Assange da parte dei servizi di intelligence pubblicando una storia altrettanto inventata – questa volta su un assistente anziano di Trump, Paul Manafort, e vari "russi" non identificati che incontravano segretamente Assange nell'ambasciata.

La storia era così improbabile che è stata ridicolizzata anche al momento della pubblicazione. Ancora una volta, l'operazione di spionaggio illegale della CIA all'interno e all'esterno dell'ambasciata significava che non c'era modo che Manafort o qualsiasi "russo" avrebbe potuto visitare segretamente Assange senza che quegli incontri fossero registrati. Tuttavia, il Guardian non ha mai ritrattato la macchia.

Uno degli autori dell'articolo, Luke Harding, è stato in prima linea sia nelle affermazioni del Guardian sul Russia-gate che nei suoi sforzi per diffamare Assange. In tal modo, sembra aver fatto molto affidamento sui servizi di intelligence occidentali per le sue storie e si è dimostrato incapace di difenderle quando è stato sfidato.

 

Harding, come il Guardian, ha un ulteriore investimento nel discreditare Assange. Lui e un collega del Guardian, David Leigh, hanno pubblicato un libro con impronta guardiana che includeva una password segreta per la cache di documenti trapelati di Wiki-Leaks, fornendo così ai servizi di sicurezza di tutto il mondo l'accesso al materiale.

L'affermazione della CIA che il rilascio di quei documenti metteva in pericolo i suoi informatori – un'affermazione che anche i funzionari statunitensi sono stati costretti ad ammettere non è vera – è stata posta alla porta di Assange per denigrarlo e giustificare la sua incarcerazione. Ma se c'è qualcuno da biasimare, non è Assange ma Harding, Leigh e il Guardian.

Sforzo di de-platformazione.

Il caso di Paul Mason, che ha lavorato per molti anni come giornalista senior della BBC, è ancora più rivelatore. Le e-mail passate al sito web grayzone mostrano il veterano, autodefinitosi giornalista "di sinistra" che cospira segretamente con figure allineate con i servizi di intelligence britannici per costruire una rete di giornalisti e accademici per diffamare e censurare i media indipendenti che sfidano le narrazioni delle agenzie di intelligence occidentali.

Le preoccupazioni di Mason sull'influenza della sinistra sull'opinione pubblica si sono intensificate quanto più ha affrontato le critiche della sinistra per le sue richieste di fervente e acritico sostegno alla NATO e mentre ha esercitato pressioni per una maggiore interferenza occidentale in Ucraina. Entrambi sono obiettivi che condivide con i servizi di intelligence occidentali.

Insieme ai media dell'establishment, Mason ha chiesto l'invio di armi avanzate a Kiev, probabilmente per aumentare il bilancio delle vittime su entrambi i lati della guerra e rischiare un confronto nucleare tra l'Occidente e la Russia.

Nelle e-mail pubblicate, Mason suggerisce il dannoso e "implacabile de-platforming" di siti di media investigativi indipendenti – come Grayzone, Consortium News e Mint Press – che ospitano giornalisti non istituzionali.

Lui e i suoi corrispondenti discutono anche se includere De-classified UK e Open-Democracy. Uno dei suoi co-cospiratori suggerisce un "legale nucleare completo per comprimerli finanziariamente".

Mason stesso propone di affamare questi siti web di reddito facendo segretamente pressione PayPal per impedire ai lettori di poter fare donazioni per sostenere il loro lavoro.

Va notato che, sulla scia della corrispondenza di Mason, PayPal ha effettivamente lanciato un giro di vite, anche contro Consortium News e Mint-Press, dopo aver precedentemente preso di mira Wiki-Leaks.

 

 

I corrispondenti via e-mail di Mason includono due figure intimamente legate all'intelligence britannica: Amil Khan è descritto dal Grayzone come "un oscuro appaltatore dell'intelligence" con legami con il Consiglio di sicurezza nazionale del Regno Unito. Ha fondato Valent Projects, stabilendo le sue credenziali in una sporca guerra di propaganda a sostegno dei gruppi jihadisti che tagliano la testa cercando di abbattere il governo siriano sostenuto dalla Russia.

"Cluster" clandestini.

L'altro agente dell'intelligence è qualcuno a cui Mason si riferisce come un "amico": Andy Pryce, il capo dell'oscura unità Counter Disinformation and Media Development (CDMD) del Foreign Office, fondata nel 2016 per "contrattaccare contro la propaganda russa". Mason e Pryce trascorrono gran parte della loro corrispondenza discutendo quando incontrarsi nei pub di Londra per un drink, secondo il Grayzone.

Il Foreign Office è riuscito a mantenere segreta l'esistenza dell'unità CDMD per due anni. Il governo britannico ha rifiutato di divulgare informazioni di base sul CDMD per motivi di sicurezza nazionale, anche se ora è noto che è supervisionato dal Consiglio di sicurezza nazionale.

L'esistenza del CDMD è venuta alla luce a causa di fughe di notizie su un'altra operazione segreta di guerra dell'informazione, l'Integrity Initiative.

In particolare, l'Integrity Initiative è stata gestita sulla base di "cluster" clandestini, in Nord America e in Europa, di giornalisti, accademici, politici e funzionari della sicurezza che avanzano narrazioni condivise con le agenzie di intelligence occidentali per screditare Russia, Cina, Julian Assange e Jeremy Corbyn, l'ex leader di sinistra del Partito Laburista.

Cadwalladr è stato nominato nel cluster britannico, insieme ad altri giornalisti di spicco: David Aaronovitch e Dominic Kennedy del Times; Natalie Nougayrede e Paul Canning del Guardian; Jonathan Marcus della BBC; Neil Buckley del Financial Times; Edward Lucas dell'Economist; e Deborah Haynes di Sky News.

Nelle sue e-mail, Mason sembra voler rinnovare questo tipo di lavoro, ma dirigere le sue energie più specificamente per danneggiare i media indipendenti e dissidenti – con il suo obiettivo numero uno la Grayzone, che ha svolto un ruolo fondamentale nell'esporre l'Integrity Initiative.

 

L'"amico" di Mason – il capo del CDMD, Andy Pryce – "ha avuto un ruolo di primo piano" nei documenti relativi all'Integrity Initiative, osserva la Grayzone.

Questo sfondo non è perso su Mason. Egli nota nella sua corrispondenza il pericolo che il suo complotto per "de-platformare" i media indipendenti possa "finire con lo stesso problema di Statecraft" – un riferimento all'Institute of Statecraft, l'ente di beneficenza genitore dell'Integrity Initiative, che la Grayzone e altri hanno esposto.

 Avverte: "L'opposizione non è stupida, può individuare un info op - quindi più questo è progettato per essere organico, meglio è".

 

Pryce e Mason discutono della creazione di un'organizzazione della società civile astroturf che condurrebbe la loro "guerra dell'informazione" come parte di un'operazione che chiamano "International Information Brigade".

Mason suggerisce la sospensione delle leggi sulla diffamazione per quelli che chiama "agenti stranieri" – presumibilmente il che significa che la Brigata dell'Informazione sarebbe in grado di diffamare i giornalisti indipendenti come agenti russi, facendo eco al trattamento di Assange da parte dei media dell'establishment, senza timore di azioni legali che dimostrerebbero che si trattava di calunnie prive di prove.

"Infosfera di Putin".

Un'altra corrispondente, Emma Briant, un'accademica che afferma di essere specializzata nella disinformazione russa, offre una panoramica di come definisce il presunto nemico interiore: quelli "vicini a WikiLeaks", chiunque "trolla Carole [Cadwalladr]" e i punti vendita "scoraggiano le persone dal leggere il Guardian".

Mason stesso produce un grafico strabiliante, auto-disegnato, della presunta "infosfera pro-Putin" nel Regno Unito, che abbraccia gran parte della sinistra, tra cui Corbyn, il movimento Stop the War, così come le comunità nere e musulmane. Sono citati diversi siti di media, tra cui Mint Press e Novara Media, un sito web britannico indipendente che simpatizza con Corbyn.

Khan e Mason considerano come possono aiutare a innescare un'indagine del governo britannico su punti vendita indipendenti in modo che possano essere etichettati come "media affiliati allo stato russo" per rimuoverli ulteriormente dalla visibilità sui social media.

Mason afferma che l'obiettivo è prevenire l'emergere di una "identità antimperialista di sinistra", che, teme, "sarà attraente perché il liberalismo non sa come contrastarla" – un'ammissione eloquente che crede che le autentiche critiche di sinistra alla politica estera occidentale non possano essere affrontate attraverso la confutazione pubblica ma solo attraverso campagne di disinformazione segrete.

Esorta gli sforzi per reprimere non solo i media indipendenti e gli accademici "canaglia", ma anche l'attivismo politico di sinistra. Identifica come una minaccia particolare Corbyn, che in precedenza è stato danneggiato da una serie di campagne di disinformazione, tra cui affermazioni completamente prive di prove che il Partito Laburista durante il suo mandato è diventato un focolaio di antisemitismo.Mason teme che Corbyn possa fondare un nuovo partito di sinistra indipendente. È importante, osserva Mason, "mettere in quarantena" e "stigmatizzare" qualsiasi ideologia di questo tipo.

 

In breve, piuttosto che usare il giornalismo per vincere la discussione e la battaglia per l'opinione pubblica, Mason desidera usare le arti oscure dello stato di sicurezza per danneggiare i media indipendenti, così come gli accademici dissidenti e l'attivismo politico di sinistra. Non vuole influenze sul pubblico che non siano strettamente allineate con gli obiettivi fondamentali di politica estera dello stato di sicurezza nazionale.

La corrispondenza di Mason suggerisce la realtà dietro l'affermazione di Cadwalladr che Assange era il "vortice vorticoso al centro di tutto".

Assange simboleggia quel "vortice vorticoso" per i giornalisti dell'establishment allineati all'intelligence solo perché Wiki-Leaks ha pubblicato molte informazioni privilegiate che espongono le affermazioni occidentali sulla leadership morale globale come una farsa completa – e i giornalisti che amplificano tali affermazioni come ciarlatani assoluti.

 

 

 

 

58 bambini che hanno ricevuto vaccini

mRNA COVID-19 hanno subito

eventi avversi potenzialmente letali.

Rtmag.co.il- (27-giugno-2022)- Ranit Feihberg -Yaffa Shy Raz-ci dicono :

(Ranit Feinberg & Yaffa Shir-Raz).

Un'analisi dei rapporti VAERS mostra che, contrariamente al documento informativo della FDA che afferma che la maggior parte degli eventi avversi nello studio clinico di Pfizers non erano gravi, sono stati segnalati almeno 58 casi di effetti collaterali potenzialmente letali nei bambini sotto i 3 anni che hanno ricevuto vaccini a mRNA. Per alcuni, non è chiaro se siano sopravvissuti. Non è inoltre chiaro perché i bambini siano stati vaccinati e se facessero parte degli studi clinici. Tuttavia, nella prossima riunione della FDA di mercoledì, la FDA non sarà in grado di sostenere che non lo sapeva.

Mentre la FDA si sta preparando ad approvare il vaccino mRNA COVID-19 per neonati e bambini di età compresa tra 6 mesi e quattro anni e afferma nel suo documento informativo VRBPAC pubblicato oggi che la maggior parte degli eventi avversi riscontrati nello studio di Pfizers non erano gravi - L'analisi della rivista Real-Time rivela almeno 58 eventi avversi potenzialmente letali nei neonati e nei bambini di età inferiore ai 3 anni segnalati a VAERS.

Gli eventi avversi gravi più comuni sono stati sanguinamento potenzialmente letale, shock anafilattico, sindrome anticolinergica, encefalite, ipoglicemia e sindrome neurolettica. Nella maggior parte dei casi segnalati, si tratta di lesioni multi-sistema.

In alcuni casi non è chiaro cosa sia successo ai bambini - sono sopravvissuti? E se sì, si sono ripresi?

La maggior parte dei rapporti non specifica in quali circostanze i bambini sono stati vaccinati e se hanno partecipato agli studi clinici.

Mentre la FDA afferma nel suo documento informativo che l'efficacia del vaccino nei neonati è dell'80,4%, il documento rivela che l'affermazione si basa su un totale di 10 casi sintomatici di COVID-19 identificati nello studio tra 1415 partecipanti - 7 di loro nel gruppo placebo contro 3 nel gruppo vaccino.

 

Preparazione dell'articolo Shani Cohen.

"Dolore toracico; arresto cardiaco; Pelle fredda umida". Questa breve descrizione di un arresto cardiaco, che si è verificato un'ora dopo aver ricevuto un vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19, è presa dal sistema VAERS - il sistema di segnalazione avversa dell' era del vaccino degli Stati Uniti (numero di caso 1015467), e non si riferisce a una persona anziana, né a un giovane adulto, o anche a un adolescente. È difficile da credere, ma questo rapporto si riferisce a un bambino di due mesi.

"Un paziente di sesso maschile di 2 mesi ha ricevuto bnt162b2 (VACCINO PFIZER-BioNTech COVID-19): EL 739, tramite una via di somministrazione non specificata il 02 febbraio 2021 a dose singola per l'immunizzazione COVID-19", così affermato nel rapporto. "Il paziente ha somministrato la vaccinazione, osservato per 15 minuti ha lasciato la clinica, quindi è tornato un'ora dopo, il 2 febbraio 2021, presentandosi come pelle fredda, umida e con dolore toracico, evento di arresto cardiaco poi sviluppato, paziente stabilizzato e trasferito per ulteriori trattamenti medici ... L'esito degli eventi era sconosciuto. Questo caso è stato segnalato come grave con criteri di gravità- pericolo di vita da HA. Nessun tentativo di follow-up possibile. Non sono previste ulteriori informazioni".

Come ha fatto un bambino di 2 mesi a ricevere il vaccino mRNA? Questi vaccini non hanno ancora ricevuto l'EUA (Emergency Use Authorization) per l'uso approvato nei bambini di età pari o inferiore a cinque anni dalla FDA o da qualsiasi altra autorità di regolamentazione e, anche se lo farà, l'EUA includerà solo i bambini di età pari o superiore a 6 mesi.

 

Questo bambino ha partecipato agli studi clinici di Pfizer-BioNTech, testando l'efficacia e la sicurezza tra i bambini?

La risposta non è chiara. Secondo la persona che ha scritto il rapporto "Non sono sicuro che il paziente sia stato arruolato in studi clinici". Tuttavia, l'autore del rapporto afferma anche che il rapporto è stato "ricevuto da un altro operatore sanitario contattabile da Pfizer dall'Agenzia di regolamentazione". Questa nota implica che il bambino potrebbe aver effettivamente partecipato allo studio di Pfizer. Il rapporto dell'agenzia di regolamentazione Safety Report Unique Identifier GB-MHRA-ADR 24687611 - indica che il rapporto proveniva dalla Gran Bretagna (le prime 2 lettere nell'ID del rapporto stanno per il paese di origine, GB- Gran Bretagna e MHRA indicano che la fonte della segnalazione era la sua autorità antidroga).

 

Perché non hanno dato seguito alle condizioni del bambino di 2 mesi, dopo essere andato in arresto cardiaco un'ora dopo aver ricevuto un vaccino sperimentale? Perché non ci sono ulteriori informazioni? È perché è morto? O il bambino è stato rimosso da un esperimento? Perché l'autore della relazione non dovrebbe menzionarlo?

Sorprendentemente, si scopre che questo incidente non è isolato, ma in realtà uno dei tanti nel sistema VAERS, che descrive neonati e bambini sotto i cinque anni esposti ai vaccini mRNA Covid, che hanno subito reazioni avverse potenzialmente letali.

Anche se i bambini sotto i cinque anni non sono stati considerati idonei per questi vaccini a meno che non facessero parte di uno studio clinico, sorprendentemente, sembra che ci siano molti rapporti nel sistema che descrivono neonati e bambini piccoli che sono stati vaccinati. Alcuni dei bambini hanno sofferto di eventi avversi potenzialmente letali. In alcuni casi, non è chiaro cosa sia successo a loro; sono sopravvissuti e si sono ripresi, soffrono ancora di problemi di salute o sono morti.

 

Tra un paio di giorni, il 15 giugno, il Comitato consultivo per i vaccini e i prodotti biologici correlati della FDA discuterà le richieste EUA di Moderna e Pfizer per i neonati e i bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni - l'unico gruppo non ancora idoneo per la vaccinazione COVID-19 oggi. Secondo il documento informativo della FDA pubblicato oggi prima della riunione dei comitati VRBPA, ci sono stati "245 rapporti statunitensi" al sistema VAERS "in bambini dai 6 mesi ai 4 anni di età", che sono stati iniettati ("prodotto somministrato a pazienti di età inappropriata" o "uso off-label") o esposti al vaccino "tramite latte materno". Tuttavia, entrambe le società hanno annunciato già a maggio che i loro risultati indicano che i loro vaccini sono sicuri ed efficaci. Il documento informativo VRBPAC elenca una varietà di eventi avversi segnalati a seguito dell'esposizione al vaccino in questa fascia di età, tra cui "piressia ..., temperatura corporea ..., tosse, mal di testa, eruzione cutanea, diarrea" . Secondo il documento, "Tra i rapporti VAERS statunitensi per individui di età compresa tra 6 mesi e 4 anni, che possono riflettere l'uso non autorizzato del vaccino o possono riflettere un errore di segnalazione, la maggior parte (96,3%) non era grave". Mentre il documento specifica i problemi di sicurezza identificati dai dati di sorveglianza di sicurezza post-autorizzazione in VAERS, tra cui anafilassi, miocardite e pericardite, non si riferisce a questi problemi di sicurezza identificati nella fascia di età più giovane. Invece, afferma: "Non sono state identificate frequenze insolite, cluster o altre tendenze per eventi avversi che suggerirebbero un nuovo problema di sicurezza".

 

Ma è davvero così? Sembra che, indipendentemente dai risultati, e nonostante i risultati inquietanti e scioccanti che vengono esposti dai documenti di Pfizer, si prevede che entrambe le società riceveranno l'EUA desiderata molto presto. In effetti, il sito web del CDC, già ad aprile, aveva pubblicizzato un protocollo riguardante la vaccinazione dei bambini, che includeva anche i bambini da 6 mesi a 4 anni.

Alla luce di questa approvazione attesa, RT Magazine ha condotto un'analisi dei casi segnalati nel sistema VAERS riferiti a bambini fino a 3 anni.

Durante l'analisi, sono stati rimossi i casi in cui è stato affermato che l'esposizione al vaccino era attraverso l'allattamento al seno (questi casi sono stati analizzati separatamente e saranno presto presentati in un articolo di follow-up), così come i casi che sono stati identificati come errori nella registrazione dell'età.

L'analisi mostra che ci sono stati almeno 58 casi di reazioni avverse gravi e pericolose per la vita tra neonati e bambini di età pari o inferiore a 3 anni. Questa scoperta è particolarmente sconcertante considerando il fatto che non avrebbero dovuto essere vaccinati a questa età per cominciare. Purtroppo, analogamente al caso sopra riportato, la maggior parte dei rapporti VAERS non indica come e in quali circostanze sono stati esposti al vaccino – erano partecipanti agli studi delle aziende? E se no, perché e in quali circostanze sono stati vaccinati?

 

Entrambe le società non hanno ancora rilasciato i dati di sicurezza dei loro studi su questa fascia di età. Tuttavia, una cosa è chiara dai rapporti VAERS: ci sono stati molti bambini che sono stati feriti dopo aver ricevuto il vaccino. Sia che siano stati vaccinati negli studi o illegalmente nelle loro comunità, Pfizer e Moderna non saranno in grado di affermare, quando presenteranno i loro dati alla FDA, che il vaccino è sicuro per i bambini e che non ci sono stati eventi avversi gravi in questa fascia di età. Inoltre, gli esperti del comitato della FDA che discuteranno l'approvazione dell'EUA non saranno in grado di ignorare quei casi e sostenere che non lo sapevano. I dati presentati in questo articolo dimostrano al di là di ogni dubbio l'esatto contrario, e questa volta - questi dati sono presentati al pubblico in anticipo, prima che l'EUA sia concessa e prima della discussione VRBPAC.

 

 L'esito degli eventi.

Uno dei rapporti più agghiaccianti si riferisce a una bambina di 43 giorni, che il 30 gennaio 2021 ha ricevuto il vaccino Comirnaty di Pfizer. Nella descrizione dell'incidente (rapporto n. 1133837) si afferma chiaramente che è stata vaccinata e che il vaccino è stato iniettato al muscolo: "Una paziente di 43 giorni ha ricevuto bnt162b2 (COMIRNATY), per via intramuscolare il 30 gennaio 2021 (numero di lotto: EK9788) come DOSE SINGOLA per l'immunizzazione COVID-19". Subito dopo la vaccinazione, il bambino ha subito una varietà di lesioni multi-sistema potenzialmente letali, come "Reazione anafilattica (ampia), Asma / broncospasmo (stretto), Sindrome anticolinergica (ampia), Depressione respiratoria centrale acuta (ampia), Ipertensione polmonare (ampia), Cardiomiopatia (ampia), Polmonite eosinofila (ampia), Disturbi vestibolari (ampia), Ipersensibilità (ampia), Insufficienza respiratoria (stretta), Reazione al farmaco con eosinofilia e sindrome dei sintomi sistemici (ampia)". Sebbene nella sezione che riporta la morte la dichiarazione affermi "No", la sezione che riporta il recupero afferma anche "No", il che significa che il bambino non si è ripreso. Che cosa le è successo allora? È viva o è morta?

Inoltre, questa relazione, come molte altre, solleva alcune questioni difficili. Come ha fatto un bambino di 43 giorni a ricevere un vaccino non ancora approvato per l'uso nei bambini? Inoltre, gli attuali studi clinici condotti dovrebbero includere neonati e bambini di età superiore ai 6 mesi. Questo bambino ha partecipato allo studio di Pfizers? La relazione non risponde a questa domanda.

Proprio come questo bambino, si scopre che nella maggior parte dei casi segnalati sono stati registrati diversi effetti collaterali potenzialmente letali per lo stesso bambino. Gli eventi avversi gravi più comuni erano emorragie pericolose; shock anafilattico – un'allergia pericolosa per la vita che può danneggiare il sistema respiratorio e causare vertigini, svenimenti e persino la morte; sindrome anticolinergica- una condizione che si verifica quando i siti recettoriali per il neurotrasmettitore acetilcolina sono bloccati, che può portare a problemi di coordinazione, aumento della frequenza cardiaca, e altri sintomi; encefalite - un'infezione cerebrale, che può causare mal di testa, vomito, perdita di coscienza e morte; ipoglicemia - zucchero nel sangue molto basso, una condizione che può rapidamente degenerare fino alla morte nei neonati; e sindrome neurolettica - che è anche pericolosa per la vita e può danneggiare i muscoli cardiaci, altri muscoli e reni.

 

Dal riassunto dei risultati dell'analisi in base ai gruppi di età e genere, emerge il seguente quadro:

 

Nella fascia di età di 0-6 mesi - ci sono 28 rapporti, in cui 10 sono maschi, 16 sono femmine e 2 il cui sesso non è stato specificato.

9 di loro (32%) soffrivano di una sindrome anticolinergica, 9 (32%) avevano uno shock anafilattico, 8 (28,6%) soffrivano di sindrome neurolettica, 5 soffrivano di irregolarità del ritmo cardiaco e 5 avevano ipoglicemia.

Nella fascia di età di 6-12 mesi – in questo gruppo, sono stati trovati 5 rapporti – 3 maschi, una femmina e uno il cui sesso non è stato specificato. Questo gruppo è piccolo rispetto agli altri gruppi. L'elenco delle reazioni avverse includeva: shock anafilattico, sindrome anticolinergica e sindrome neurolettica.

Nella fascia di età da uno a tre anni – in questo gruppo sono stati riportati 25 casi, di cui 5 relativi a maschi, 19 legati a femmine e uno a un bambino il cui sesso non è stato specificato.

 

6 dei bambini (24%) hanno avuto uno shock anafilattico, 6 (24%) hanno sofferto di sindrome anticolinergica, 5 (20%) hanno sofferto di sindrome neurolettica, 4 (16%) hanno sofferto di encefalite, 3 (12%) hanno avuto battiti cardiaci irregolari, un bambino era in emorragia e uno soffriva di ipoglicemia.

Va notato che gli eventi avversi sopra elencati sono solo alcuni di quelli riportati in VAERS rispetto ai bambini. Abbiamo scelto di concentrarci solo su eventi avversi pericolosi per la vita e comuni.

 

(Tabella n. 1: Analisi delle segnalazioni per età e sesso)

(Tabella n. 2: Analisi delle segnalazioni per eventi avversi)

 

 

I bambini sono vivi?

Analogamente al caso precedente descritto, anche un altro bambino, di due mesi, ha subito uno shock anafilattico dopo essere stato esposto a una singola dose del vaccino Pfizer-BioNTech il 6 gennaio 2021 e, proprio come lei, secondo il rapporto (n. 976433), soffriva di una serie di sintomi multi-sistema. Per quanto riguarda il metodo di somministrazione del vaccino, è stato affermato "attraverso una via di somministrazione non specificata", il che significa che non è chiaro in quali circostanze il bambino sia stato esposto al vaccino.

Faceva parte della sperimentazione clinica di Pfizers? Ancora una volta, non è chiaro dalla relazione.

 

Tuttavia, la domanda più importante che dovrebbe essere posta, proprio come nel caso precedente, è cosa è successo al bambino? È sopravvissuta? È viva?

E ancora, nella sezione che riporta la morte, si afferma "No", il che significa che il bambino non è morto. Tuttavia, nella descrizione del rapporto si dice: "Il paziente non si era ripreso dall'evento. Nessun tentativo di follow-up possibile. Non sono previste ulteriori informazioni".

 

È difficile da credere, ma questa domanda di base - cosa è successo a un bambino dopo aver sofferto di reazioni avverse così gravi e potenzialmente letali - deriva anche da altri casi gravi, come il caso di un bambino di 6 mesi (rapporto # 2084418) che "ha ricevuto bnt162b2 (COMIRNATY), intramuscolare" il 29 dicembre 2021 e ha attraversato shock anafilattico, sindrome anticolinergica, sindrome neurolettica, polmonite infettiva, altre infezioni e sintomi multi-sistema.

 

Anche in questo caso, la sezione che riporta la morte afferma "No", che significa presumibilmente che il bambino non è morto, mentre nella descrizione dell'evento dice "esito 'sconosciuto' ... Non sono possibili tentativi di follow-up. Non sono previste ulteriori informazioni".

In un altro caso (rapporto n. 1012508) un bambino di un anno che ha ricevuto anche un vaccino Pfizer, nel gennaio 19, 2021 (in questo caso si specifica che il bambino non ha preso parte a una sperimentazione) ha sviluppato un dolore all'orecchio sinistro che è aumentato fino alla paralisi completa, che è stata diagnosticata come sindrome di Guillain Barre. Nella descrizione del caso è stato affermato che il bambino soffriva della sindrome di Guillain Barre, paralisi facciale, encefalite non infettiva, meningite non infettiva, mal d'orecchi e disturbi dell'udito. Tuttavia, nella sintesi del rapporto, è stato scritto, ancora una volta, che "Non sono possibili tentativi di follow-up".

E un altro caso scioccante (rapporto numero 1379484) emerge dalla segnalazione di un bambino che aveva solo un mese, che ha sofferto di "Sanguinamento vaginale / Sanguinamento vaginale pesante costante con pezzi di coagulo" il giorno seguente dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech il 19 maggio 2021.

 

Sebbene i sintomi di cui il bambino soffriva fossero definiti "gravi come significativi dal punto di vista medico", nella descrizione dell'incidente si afferma che il risultato è "sconosciuto" e che "Non sono possibili tentativi di follow-up. Non sono previste ulteriori informazioni".

Come accennato, in alcuni dei casi si afferma che i bambini non facevano parte di una sperimentazione clinica, mentre in altri non è chiaro se abbiano partecipato a una sperimentazione clinica o siano stati vaccinati in altre circostanze sconosciute. Ma che facessero parte del processo o meno, il rapporto non spiega l'assenza di queste informazioni critiche; cosa è successo a questi bambini? Sono sopravvissuti? E se sì, si sono ripresi? Perché non c'è stato un follow-up sulle condizioni mediche dei bambini che hanno sofferto di eventi avversi gravi e potenzialmente letali, mentre è stato chiaramente affermato che non si sono ripresi? Non è richiesto in casi così gravi dalla FDA che l'azienda dovrebbe fare ogni sforzo per localizzare questi bambini, scoprire qual è la loro condizione e seguirli?

 

"Arrossamento nell'area di iniezione: il protocollo di sperimentazione clinica non menziona reazioni avverse gravi."

Il comunicato stampa emesso l'11 febbraio 2022, in cui Pfizer-BioNTech ha annunciato che intende richiedere alla FDA l'approvazione per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni di età, i risultati di sicurezza degli studi clinici dell'azienda in neonati e bambini piccoli a queste età non sono menzionati, nemmeno in una parola. L'opuscolo informativo relativo agli studi clinici che testano la sicurezza e l'efficacia del vaccino Pfizer in adulti, bambini e neonati, sul sito web della FDA, afferma chiaramente "Nessun risultato dello studio pubblicato su ClinicalTrials.gov per questo studio". E come notato sopra, il documento di briefing VRBPAC appena rilasciato elenca solo una manciata di eventi avversi non gravi segnalati in questa fascia di età, tra cui, e conclude che non c'è nulla che suggerisca un nuovo problema di sicurezza. Come potrebbe la FDA non sapere di così tanti eventi avversi gravi che sono stati segnalati ai sistemi di segnalazione del CDC? In alternativa, se li conoscono, perché li ignorano?

 

Come sono stati testati gli eventi avversi nei bambini rispetto agli studi clinici? Nel tentativo di rispondere a questa domanda critica, intesa ad affrontare i problemi di sicurezza e ad assicurare ai genitori che il vaccino è sicuro per i bambini, abbiamo esaminato il protocollo di studio trovato sul sito web della sperimentazione clinica della FDA.

Sembra che non siano stati elencati potenziali eventi avversi gravi. L'elenco dei potenziali eventi avversi che lo studio avrebbe dovuto valutare secondo il protocollo ("misura dell'esito") includeva reazioni sia locali che sistemiche. Tuttavia, questi sono eventi avversi relativamente non gravi.

L'elenco degli eventi avversi locali che lo studio avrebbe dovuto monitorare include: "Dolore o tenerezza nel sito di iniezione, arrossamento e gonfiore", e le reazioni sistematiche includevano "Febbre, affaticamento, mal di testa, brividi, vomito, diarrea, dolore muscolare nuovo o peggiorato, dolore articolare nuovo o peggiorato, diminuzione dell'appetito, sonnolenza e irritabilità". Inoltre, sebbene la conclusione dello studio sia prevista solo il 14 giugno 2024, il periodo di tempo fissato per l'esame degli eventi avversi è limitato a sette giorni dopo ciascuna delle dosi - la prima e la seconda dose.

 

 Il vaccino è inefficace nei neonati. La soluzione: abbassare la soglia di efficienza e aggiungere una terza dose.

Oltre alle preoccupazioni sostanziali riguardanti la sicurezza dei vaccini per i bambini, la loro efficacia in questa fascia di età è discutibile in generale. Secondo i dati disponibili, i bambini sani sono a rischio quasi zero di malattie gravi, ospedalizzazione o morte a causa di COVID-19.

Il ricovero in ospedale a causa di COVID-19 è molto raro tra i bambini e i casi di morte sono ancora più rari. In Germania, ad esempio, un ampio studio ha rilevato che nemmeno un bambino è morto di COVID-19 tra i 5-11 anni senza condizioni preesistenti. In queste circostanze, anche un solo caso di evento avverso grave, per non parlare della morte, è cruciale e supera qualsiasi possibile beneficio del vaccino.

Non sorprende che gli studi clinici pfizer su bambini sotto i 4 anni abbiano dimostrato che 2 dosi di vaccino non aumentano significativamente il numero di anticorpi. Il commissario della FDA, la dottoressa Janet Woodcock, ha ammesso in un'intervista all'inizio di aprile 2022 che "Gli anticorpi sviluppati non erano così alti, quindi non avevano la stessa risposta anticorpale alla serie a due colpi nei bambini più grandi. Non era così alto come quello che avremmo sperato per i più giovani come lo era per i bambini più grandi". Secondo Woodcock, questo è il motivo per cui Pfizer, che ha pianificato di richiedere l'approvazione EUA per i bambini a febbraio, ha posticipato la data di presentazione e ha deciso di aggiungere una terza dose allo studio e attendere i risultati dopo che tutti i bambini hanno ricevuto la loro terza dose.

Inoltre, in una dichiarazione rilasciata l'11 maggio, il dottor Peter Marks, direttore del Center for Biologic Evaluation and Research presso la FDA, ha annunciato che i vaccini per neonati e bambini non dovranno superare il tasso di efficacia del 50% contro covid. Un tasso di efficacia del 50% è la soglia che i vaccini per adulti devono superare. Tuttavia, Marks spiega che, nonostante le linee guida precedenti, la FDA non negherà alle aziende ora l'approvazione per neonati e bambini piccoli solo perché non ha raggiunto l'efficacia del 50% nella prevenzione delle infezioni sintomatiche.

 

Pfizer ha rilasciato un comunicato stampa il 23 maggio annunciando che "l'efficacia del vaccino dell'80,3% è stata osservata nell'analisi descrittiva di tre dosi durante un periodo in cui omicron era la variante predominante". Secondo il comunicato stampa, "Lo studio suggerisce che una bassa dose di 3 ug del nostro vaccino ..., fornisce ai bambini piccoli un alto livello di protezione contro i recenti ceppi COVID-19".

Tuttavia, il documento informativo della FDA rivela che l'affermazione di un "alto livello di protezione" si basa su un totale di 10 casi sintomatici di COVID-19 identificati nello studio, che si sono verificati almeno 7 giorni dopo la dose 3. Tre di questi si sono verificati tra i partecipanti di età compresa tra 6 e 23 mesi (che includevano 555 partecipanti - 376 nel gruppo vaccino e 179 nel gruppo placebo) - con 1 caso nel gruppo vaccino Pfizer-BioNTech e due nel gruppo placebo. Altri sette casi si sono verificati tra i partecipanti di età compresa tra 2 e 4 anni (che includevano 860 partecipanti - 589 nel gruppo vaccino e 271 nel gruppo placebo) - con 2 casi nel gruppo vaccino Pfizer-BioNTech, rispetto a 5 nel gruppo placebo. Tuttavia, l'efficacia del vaccino è stata inquadrata dalla FDA come 80,4% e il documento conclude che "I dati disponibili supportano l'efficacia della serie primaria a 3 dosi del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 (3 μg ogni dose) nella prevenzione di COVID-19 nella fascia di età da 6 mesi a 4 anni". Inoltre, il documento afferma che "Tra neonati e bambini dai 6 mesi ai 4 anni di età, i tassi di ospedalizzazione e morte a causa di COVID-19 sono più alti che tra i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 5-17 anni e paragonabili agli individui di età compresa tra 18 e 25 anni, sottolineando il beneficio di un vaccino COVID19 efficace in questa fascia di età".

Quanto è etico dare a un bambino un vaccino per una malattia che le probabilità di ammalarsi gravemente o morire da esso è quasi zero, mentre i benefici del trattamento non sono chiari e, e le reazioni avverse potenzialmente letali sono molto significative?

Questa domanda è stata l'argomento di un articolo pubblicato nel marzo di quest'anno su Bioethics. I ricercatori hanno affermato che nemmeno una delle principali affermazioni argomentate per giustificare l'approvazione per i bambini è valida. Secondo loro, i benefici del vaccino per i bambini sani sono minimi e quindi, anche se le complicanze sono rare, superano i benefici del vaccino, soprattutto perché non è molto chiaro quali siano i rischi a breve e lungo termine e l'esperienza con il vaccino è molto breve. Anche l'affermazione altruistica di proteggere l'ambiente è molto problematica, poiché poiché esiste un vaccino, i gruppi a rischio possono difendersi, ed è già stato dimostrato che i bambini non sono i principali trasmettitori del virus.

 

I membri del Congresso  Usa chiedono risposte.

Questa questione etica è stata sollevata nei giorni scorsi da 18 membri del Congresso in una lettera inviata alla FDA il 7 giugno, chiedendo risposte prima della decisione dell'autorità di concedere un permesso di emergenza per il vaccino infantile. I membri del Congresso hanno chiesto di sapere perché i vaccini COVID-19 sono necessari per questa fascia di età alla luce del fatto che la malattia rappresenta un rischio molto piccolo per neonati e bambini piccoli, che i vaccini hanno poca efficacia e che ci sono molte domande senza risposta sulla sicurezza e gli eventi avversi di questi vaccini.

 

La lettera presenta 19 domande alla FDA, tra cui, tra le altre: perché la FDA ha ritardato la pubblicazione delle centinaia di migliaia di pagine di dati degli studi dei produttori, lo stato degli eventi avversi e quando ci si può aspettare che tutti i dati della FDA siano resi pubblici? Alla FDA è stato anche chiesto di fornire al pubblico maggiori dettagli sui bambini che sono stati gravemente feriti o morti di COVID-19 e quanti bambini in generale si sono ammalati gravemente. I legislatori hanno anche affrontato la questione dei rischi cardiaci nel somministrare i vaccini mRNA COVID-19 ai bambini, osservando che a seguito delle vaccinazioni somministrate a un gran numero di bambini di età compresa tra 5 e 18 anni, è stato osservato un aumento della miocardite e della pericardite, con alcuni casi che terminano con la morte e gli effetti a lungo termine dell'infiammazione correlata al cuore non ancora quantificati dalle autorità sanitarie. Inoltre, i legislatori hanno chiesto di sapere perché la FDA ha abbassato la soglia di efficacia per i vaccini specificamente per i neonati e i bambini più piccoli, consentendo così alle aziende di richiedere l'EUA senza alcuna giustificazione.

La FDA non sarà in grado di sostenere che non lo sapeva.

Come affermato, i dati che emergono dall'analisi presentata in questo articolo dimostrano al di là di ogni dubbio che il vaccino non è sicuro per neonati e bambini piccoli. Che questi bambini facessero parte dello studio o meno - questi rapporti sono stati nel sistema VAERS per molti mesi, quindi non c'è alcuna possibilità che la FDA non li conosca. Sfortunatamente, il fatto che la FDA fosse a conoscenza di almeno alcuni dei gravi eventi avversi, tra cui l'aumento del rischio di morbilità nei primi giorni dopo la vaccinazione, la miocardite e l'aumento del rischio di aborto spontaneo e malformazioni fetali, e tuttavia abbia approvato il vaccino per adolescenti, bambini e donne incinte, è stato successivamente rivelato troppo tardi - molto tempo dopo che l'EUA è stato concesso a Pfizer e Moderna, quando molti sono già stati danneggiati. È diventato chiaro solo grazie alle richieste FOIA (Freedom of Information) presentate alla FDA e ad altre autorità sanitarie, e solo dopo che la FDA è stata costretta dal tribunale a divulgare i documenti. Questa volta, i dati VAERS qui presentati consentono di rivelare questo fatto anche prima dell'approvazione. La FDA non sarà in grado di affermare di non saperlo. (VAERS).

 

DALLA RITIRATA ALLA SCONFITTA.

Comedonchisciotte.org- Redazione CDC- ( 28 Giugno 2022  )- Erwan Castel : ci dice :

(ideeazione.com).

 

Dalla ritirata alla sconfitta in guerra.

È fatta: le forze ucraine hanno pietosamente abbandonato Severodonetsk, attraversando su zattere di fortuna e gommoni da spiaggia il fiume Donetsk che separa la città liberata da quella di Lisichansk, minacciata di rapido accerchiamento da parte delle forze russo-repubblicane provenienti dal saliente di Popasnaya .

I pochi soldati ucraini già accerchiati sulla sponda sinistra del Donetsk sono dunque condannati a morire o ad arrendersi.

Questa vittoria tattica fa parte di un crollo esponenziale delle forze ucraine in generale e del loro corpo di battaglia del Donbass in particolare.

Durante l’ultimo mese, che corrisponde grosso modo al periodo della battaglia di Severodonetsk, che è stato il suo culmine militare, le forze di Kiev hanno perso circa 20.000 uomini (uccisi, feriti, prigionieri, disertori, dispersi, ecc.), cosa che costituisce la peggiore emorragia fisica e morale vissuta dal campo ukro-atlantista nei 4 mesi.

Le ultime unità ucraine fuggono come possono da Severodonetsk, abbandonando lì i loro uccisi, tutto il loro equipaggiamento pesante e il loro orgoglio.

Non solo circa 1.000 soldati ucraini si sono arresi alle forze russe e repubblicane, ma stiamo iniziando a osservare tra loro alcuni che si uniscono alle forze repubblicane a Lugansk per continuare la lotta contro questo regime ucraino-atlantista che li ha traditi e abbandonati.

Naturalmente, queste nuove vittorie tattiche delle forze alleate (Zolotoe, Severodonetsk…) sul fronte del Donbass settentrionale non sono state ottenute senza subire anche perdite umane, materiali, militari e civili, ma la loro curva, a differenza di quelle delle forze ucraine che è alle stelle, diminuisce sensibilmente grazie in particolare a:

1)-alle nuove tattiche adottate per adeguarsi al combattimento urbano e favorire la sicurezza,

2)-alla preparazione degli assalti effettuati dall’artiglieria, potente e precisa,

3)-l’irrigidimento delle unità russe e repubblicane impegnate per diversi mesi,

4)-alle difese ucraine incontrate oggi, meno consolidate e organizzate,

5)-all’ingaggio in prima linea di unità ucraine inesperte e poco motivate.

Il crollo definitivo delle forze ucraine, su cui non c’erano dubbi sin dal primo giorno nonostante l’onorevole resistenza, è quindi a un bivio; o prende la corsia preferenziale continuando la ritirata delle sue unità verso Slaviansk, oppure sceglie la via sadomasochistica aggrappandosi il più a lungo possibile a questi ultimi bastioni del Donbass, a cominciare da quello di Lisichansk.

Anche nei media occidentali solitamente burberi e mendaci, il discorso è cambiato di fronte alla realtà della vittoria delle forze russo-repubblicane nel Donbass.

Sul terreno, lo stato maggiore ucraino deve prendere la sua decisione nelle prossime ore, perché la sacca di Lisichansk sta per trasformarsi in un calderone sapendo che l’ultima strada percorribile attraverso Seversk è già sotto il fuoco del nemico. L’artiglieria del primo scaglione alleato che è arrivato alla periferia sud della città.

In precedenza, lo Stato Maggiore ucraino aveva ordinato il ritiro delle sue unità combattenti dalla tasca di Zolotoe- Gorskove (a sud di Lisichansk), il 21 giugno prima che fosse completamente circondata, lasciando dietro di sé solo poche centinaia di persone delle forze territoriali e mobilitate che si sono arrese molto rapidamente.

Non sono ancora stato in grado di definire con precisione dove si fossero ritirate queste unità di Zolotoe (Slaviansk in Occidente o Lisichansk nel Nord), il che potrebbe presagire la decisione ucraina per la continuazione delle operazioni.

Per quanto riguarda Lisichansk, il potere di Kiev deve affrontare un serio dilemma:

 A) -decidere di continuare la ritirata delle sue unità verso Slaviansk, che non sarà senza perdite, ma che rischia di trasformarsi in una debacle trascinando con sé le guarnigioni di Seversk, Artemovsk e scuotendo fortemente il già fragile morale di quelle di Slaviansk e Kramatorsk . Inoltre, questa manovra segnerà la totale liberazione del territorio della Repubblica popolare di Lugansk e raddoppierà la vittoria militare russa con una grande vittoria politica che rafforzerà ulteriormente la posizione diplomatica di Mosca.

B) altrimenti decide di aggrapparsi al terreno, bloccando le sue unità nell’assedio di Lisichansk e nella fantasia che con l’avvicinarsi degli aiuti militari occidentali (in particolare l’artiglieria di precisione a lungo raggio), riuscirà a respingere le forze russe e a mantenere la sua roccaforte.

Ma tutto fa pensare che intorno a Lisichansk ci sarà solo una seconda Mariupol con conseguente umiliante annientamento e patetica resa della sua guarnigione, il cui numero è lo stesso (circa 15.000 uomini).

Dopo la chimera dei guerrieri delle luci dell’Azovstal , quella degli obici occidentali da 155 mm, quella della Legione Internazionale per l’Ucraina, gli ukro-atlantisti vi presentano quella dei Lanciarazzi multipli statunitensi “HIMARS” che, anche al meglio della loro efficacia, non cambieranno assolutamente nulla durante la guerra.

Intanto “le carote sono cotte” per il gruppo tattico ucraino di Severodonetsk/Lisichansk che ha già perso migliaia di uomini e centinaia di veicoli da combattimento, distrutti o catturati, sulla sponda sinistra del fiume Donets.

A Lisichansk, le forze ucraine visibilmente stressate sembrano ancora volersi organizzare in previsione di un possibile accerchiamento russo, inseguendo rifugi che vogliono requisire gli abitanti che sono sempre più maltrattati da questo odio russofobo ukro-atlantista a cui oggi si aggiunge la rabbia di una banda di rozzi che perdono tutte le loro battaglie.

Continuiamo dalla parte dei media servi occidentali che sempre più spesso riportano anche la realtà dell’identità di questa popolazione del Donbass che attende con impazienza la vittoria dei russi.

Tra le prove di una rinascita del nazismo in Ucraina , la realtà dei successi militari russi, il fallimento delle sanzioni economiche occidentali (a parte il loro effetto boomerang sui popoli ridotti in schiavitù dalla NATO), l’isteria dei filo-ucraini , la coerenza del discorso russo rivendica (come gli USA intorno al loro territorio) i principi della sicurezza collettiva e della neutralità dei paesi di confine, ecc. I cani da guardia dei media occidentali stanno iniziando ad abbaiare meno rumorosamente all’orso che fa a pezzi le bugie e le fantasie guerrafondaie della plutocrazia globalista una per una.

Tuttavia, come alcuni propagandisti, eviterò di dichiarare vittoria troppo presto perché la storia ci insegna che quando il capitalismo, sia esso nazionale, coloniale o globale, ha affondato le sue zanne in una preda, è difficile lasciarlo andare (sull’esempio di questa Francia Africa che ha mantenuto nelle sue ex AOF e AFN un neocolonialismo criminale).

Se nel Donbass le forze ucraine hanno perso definitivamente l’iniziativa delle operazioni militari, d’altronde si possono immaginare da parte loro disperati tentativi di offensive nella regione di Kherson, Kharkov o perché no Zaporodje per sperare di arrivare al futuro tavolo negoziale , con un minimo di argomenti.

Queste offensive destinate al fallimento avranno l’unico scopo di prolungare ancora un po’ la guerra affinché la NATO costringa gli europei a sacrificare gli ultimi detriti galleggianti della loro indipendenza politica ed economica e ad affondare sempre più profondamente in una cobelligeranza insensata in questa guerra fratricida contro la Russia voluta da 8 anni da Washington.

 E in questo branco di pazzi e traditori, la Francia non è lontana dalla pole position, appena dietro a Polonia ed Estonia. E non venite a dirmi come dei semplicisti nazionalisti (pleonasmi) che “è” colpa dei socialisti! perché da un lato non c’è socialismo in Francia da molto tempo e dall’altro questa sottomissione al mercato economico del globalismo risale a Pompidou.

Arrivo del secondo lotto di Caesar francese in Ucraina. 6 miserabili cannoni che sicuramente si comportano bene ma il cui unico risultato tangibile sarà quello di aggravare la posizione politica di uno stato francese naufragato in volontaria servitù dell’ordine americano.

E questo risentimento occidentale vede oggi la sua corsa suicida a capofitto esacerbata da un nuovo collasso sistemico (annunciato nel 1972) del suo modello capitalista, e che la plutocrazia, dopo il fallimento del jolly della salute, ora vuole salvare con il jolly di guerra che gioca una volta di nuovo sulle rive del Mar Nero.

E l’Ucraina, che è stata l’obiettivo della talassocrazia britannica e poi americana sin dal 18° e 19° secolo, e ancora una volta la priorità dell’imperialismo statunitense in Europa lanciando nel 2004 (Rivoluzione arancione) poi nel 2014 (colpo di stato di Maidan) la sua strategia di prelazione di questo trattino (e disunione) tra l’Occidente e l’Eurasia nel tentativo di ottenere:

attraverso il regime ucraino e le sue componenti naziste, un isolamento internazionale di Mosca e un logoramento militare ed economico della Russia, una strategia fantasticata dalla plutocrazia globalista e che sta fallendo miseramente.

Tramite la NATO, una nuova divisione dell’Europa e un aggravato addomesticamento delle sue popolazioni occidentali rese purtroppo possibili grazie alla loro apatia e alla collaborazione di stati-nazione sostanzialmente sottomessi agli interessi dell’élite capitalista.

Perché questa domanda “E dopo?” comincia ad imporsi implicitamente all’orizzonte della prossima vittoria russa nel Donbass.

 

Finché l’Ucraina rappresenterà per la vastità del suo territorio un potenziale coloniale per le industrie occidentali e soprattutto per il suo accesso al Mar Nero un interesse per la NATO, la plutocrazia globalista continuerà la sua strategia di prevenzione di questo “perno strategico europeo” ( Brzeziński), anche se significa sacrificare fino all’ultimo gli ucraini, in questo vulcano Donbass, commissionato nel 2014 dalla CIA ai golpisti di kyiv (allora Turtchinov) e che esplose il 24 febbraio con l’intervento russo destinato a porre fine liberando la sua Novorossiya e i suoi porti occupati dagli ukro-atlantisti.

Ma proprio come l’Europa si vedrà ancora una volta lacerata da una nuova cortina di ferro imposta dalla servitù volontaria degli stati-nazione occidentali alla dittatura della merce, è molto probabile che anche questa regione del Ponto si ritrovi dilaniata proprio come il Donbass durante i suoi 8 anni, da una nuova linea del fronte attiva lunga 900 km e che confina con il suo fuoco omicida il fianco occidentale della grande Russia.

A meno che i popoli d’Europa non seguano l’esempio di quello del Donbass, e non conducano una ribellione contro i loro stati-nazione venduti al Capitale e riconquistando i loro territori naturali in una comunità europea del destino dove tutti difendano insieme gli interessi e le identità non di ciascuno globalisti il ​​cui “liberal Dem Usa” è limitato esclusivamente alla loro casta dominante.

Il potere in Occidente non va preso perché marcio nel suo strutturalismo, va distrutto per permettere ai popoli d’Europa di unirsi all’immensa rete di un mondo multipolare ed equo in fiore.

( Erwan Castel, ideeazione.com).( ideeazione.com/dalla-ritirata-alla-sconfitta/.)

 

OGGI CHI SI LAVA TRADISCE

LA PATRIA E L’UCRAINA.

Laverita.info- Silvana De Mari- (27-giugno 2022)- ci dice :

 

Di fronte al conflitto , pretendere di avere un futuro ,un lavoro o perfino un bidet può essere classificato come irresponsabile .Farsi una doccia , mangiare carne o festeggiare il compleanno dono gesti di dissidenza .E verranno subito  denunciati dai vicini. La guerra culturale alla Russia  rende il concetto di giustizia problematico.

La fame devasterà  i popoli africani che si riverseranno in massa da noi.

La guerra ala Zeta russa appartiene alla parte più problematica del concetto attuale di giustizia. La guerra in Ucraina è nata decenni fa, nella prima metà del secolo scorso. E’ nata negli anni Trenta , con la terribile carestia imposta all’Ucraina da due georgiani  ,Stalin e Beria , e portata a termine con spietata ferocia dai funzionari ucraini del partico comunista  ucraino, mentre analoghe carestie flagellavano fino alla morte per inedia tutte le sciagurate terre dell Unione Sovietica, disseminando milioni di morti.

In Ucraina il fenomeno ,chiamato HOLODOMOR ,fu più imponente , in quanto era una zona agricola molto grande , e fu visibile in quanto l’Ucraina è molto vicina  al mondo occidentale, ma i contadini sterminati a milioni con la fame ci furuno ovunque .L’ holodomor  ha causato tra i 4  e i 6 milioni di morti , e nella mente di molti è diventato un crimine russo , non sovietico. Dato che è istintivo considerare amici i nemici dei propri nemici ,l’Ucraina ha accolto con entusiasmo l’invasione nazista.

Fu un errore .Non erano amici loro. Il popolo ucraino è stato ricambiato con fame e schiavitù, ma è stato anche reso corresponsabile  della distruzione della sua minoranza ebraica. Miliziani ucraini sono stati arruolati nell’esercito tedesco, si chiamavano HIWI  e sono stati arruolati nella Sesta Armata  , e con la Sesta Armata hanno massacrato 30.000 ebrei a Baby Yar , una specie di enorme burrone vicinoa Kiev, insieme alla Sesta Armata sono andati a Stalingrado , da cui nemmeno uno di loro è tornato. Miliziani ucraini  sono stati “SS”.A loro  si uniscono gruppi nazionalisti  nati soprattutto in Galizia, la parte occidentale dell’Ucraina ,quella di lingua solamente ucraina  , senza commistione col russo che è presente nell’Ucraina centrale , e che prevale nella parte orientale, il Donbass .

La “OUN” ,organizzazione dei nazionalisti ucraini , NAZIONALISTA e RAZZISTA , è nata negli anni Trenta durante la carestia. La sua bandiera è rossa  e nera ,simbolo di sangue e terra  , e oltra i russi e gli ebrei odia  anche   i polacchi. Gli uomini dell’OUN ne hanno massacrato a decine di migliaia in Galizia nel ’43, in maggioranza donne ,vecchi e bambini visto che  gli uomini erano in guerra ,morti e deportati , spesso bruciandoli vivi dopo stupri e torture.

I polacchi se lo ricordano , e non sono così euforici dell’incondizionato appoggio che il loro governo sta dando all’Ucraina e della smisurata accoglienza   a profughi ucraini.

Gli   eroi dell’OUN  sono Stefano Bandera ,massacratore di ebrei ,e Mycola Lebed , massacratore di polacchi , entrambi messi in salvo negli Stati Uniti dopo la guerra. Da qui intuiamo che gli Stati Uniti possono arrivare a patti con i nazisti se può essere utile alla causa.   

La causa è l’accerchiamento e l’isolamento dell’Unione Sovietica e in mancanza di Unione Sovietica ,defunta nell’89 , della Russia. L’Ucraina è la nazione ideale.

Nel 2004 abbiamo la prima primavera colorata, con gente che   scende in piazza , la prima MAIDAN e la prima rivoluzione arancione finanziata  dagli Stati Uniti, elezioni annullate e nuove elezioni  dove vince Viktor Yushenko .Alle elezioni del 2010 vince nettamente Yanukovch non amato in Occidente e si scatena un’altra protesta   organizzata via social da Victoria Nuland , anche lei proveniente dall’amministrazione statunitense che soffia sul fuoco e si arriva a scontri cruenti e al potere arriva Yatsenyuk che celebra gli eroi ucraini della seconda guerra mondiale , sventola bandiere rosse e nere  e ufficializza il Battaglione Azov nella guardia nazionale.

Quando nel 2014 la Crimea con un referendum legittimo dichiara di voler tornare alla Russia si scatena la furia.

IL 2 maggio a Odessa 50 civili sono assassinati nella strage di Odessa , già scomparsa da Wikipedia per diventare l’incendio di Odessa. Blindati arrivano nel Donbass dove anche si vuol fare un referendum     per l’indipendenza e si scatena la furia contro i civili russofoni , con violenze denunciate dalla stessa ONU, bombardamenti su civili che hanno  fatto solo tra i bambini 250 morti.

Il popolo del Donbass è massacrato , ma anche il popolo ucraino non ne può più, non ne può più di libri scolastici su cui c’è scritto    che ebrei ,russi e polacchi sono gentaglia  ,non ne può più di ragazzini che fanno il saluto nazista e le esercitazioni militari  come la Hitler-jugend , non ne può più di essere un paese fatto di campi fertilissimi posati su un sottosuolo pieni di materie prime ,che continua ad essere un popolo di cameriere ,badanti e amanti , secondo l’ignobile definizione della signora Lucia Annunziata   , oltre che di madri in affitto ,il popolo più povero d’Europa con della armi spettacolari  il popolo ucraino vota Zelensky, perché lui ha un programma elettorale fatto di pace e amicizia con la Russia , di rispetto dei protocolli di Minsk , per mettere sotto protezione le popolazioni del Donbass.

Poi si è rimangiato tutto. Il 20 febbraio del 2022 sulla pagina di televideo è scritta la notizia  dei bombardamenti di Kiev, sul Donbass, quattro giorni dopo  c’è l’attacco russo “immotivato “.Oppure motivato? Motivato da attacchi militari e terroristici a una popolazione civile , motivati da un accerchiamento della Nato.

L’Ucraina ha cominciato a parlare di ingresso nella Nato   nel 2014 , nel 2017 ,l’ingresso nella Nato è stabilito per legge come priorità politica , ed è chiesto  al segretario della Nato ,Stoltenberg ,di iniziare il processo il processo di ammissione ,mentre è modificata la Costituzione  così da renderlo possibile. Nel giugno 2021 la Nato fa esercitazioni nel Mar Nero ucraino. 

Putin non può tollerare missili nucleari alle sue porte. La Russia non può tollerare il massacro dei suoi fratelli .E ora arriva  l’ultima provocazione :l’exclave di Kaliningrad  è stata isolata dalla Lituania . Perché ? Cosa importa al popolo lituano di provocare la Russia ?

Chi sono i buoni e chi sono i cattivi  ? A cosa serve ? Perché tutte le élite vogliono questa guerra ? Biden sposta l’attenzione dei suoi guai economici degli Stati Uniti e dai suoi guai, l’industria bellica si ricompatta e ricompatta l’economia , l’emergenza guerra può permettere di annientare gli ultimi brandelli di libertà sopravvissuti alla cosiddetta pandemia e relativo cosiddetto vaccino, si possono immiserire grazie alle sanzioni i  popoli occidentali ,l’Italia  in primis   ma anche gli altri ,così da rendere possibile  l’attuazione  dell’agenda di Davos (proposta da quel mentecatto non responsabile di Klaus Schwab, Ndr) ,niente più proprietà privata ,niente più stato sociale , niente  più igiene .

Fulco Pratesi ci informa che per anni ci siamo lavati al di sopra delle nostre possibilità . Senza una guerra   difficile accettare di puzzare e avere le balopostite e le vaginiti da mutande non mutate. Greta non basta , ci vuole la possibilità di denunciare come traditore della patria e dell’Ucraina chi si lava.

Chi ci guadagna ? Le élite ?

Non ci guadagnerebbero di più con un popolo di giulivi consumatori che si lavano , producono ,vendono , vanno in vacanza ?

La fame devasterà l’Africa, i popoli africani si riverseranno in Europa ,trasformandola in una landa miserabile. Grazie alla guerra  le pretese di avere un futuro , un lavoro , un bidet possono essere classificate come balzane e irresponsabili , capricci di bambolotti viziati , con i gesti di dissidenza ,lavarsi ,mangiare e festeggiare il compleanno , prontamente denunciati dai vicini di casa. Se anche le élite diventano più ricche , più piene di denaro che può essere stampato , sempre che non sia fatto solo di numeretti su uno schermo , cosa gliene importa se dovranno viver in un mondo  senza moda , senza Ferrari ,senza ristoranti stellati, senza la possibilità di camminare in una strada piena di palazzi d’epoca   e belle vetrine illuminate  ,senza il lungomare di Viareggio , senza i campi di neve di Cortina?

Qual’ è lo scopo di tutto questo ?

(Bisogna chiederlo al nuovo Hitler ,l’impunito Klaus Schwab ,Ndr).

 

 

 

 

Covid, crisi economica e consumi,

gli italiani ora sacrificano la qualità

per risparmiare: ecco come sono cambiati gli acquisti.

Lastampa.it-14 giugno 2022)- Alvarez&Marsal – ci dicono :

(Report “The shape of retail”).

Un consumatore italiano su quattro è disposto a sacrificare la qualità a favore di prezzi più bassi e solo tre italiani su dieci sono pronti a pagare per prodotti più sostenibili, in Svizzera sono il doppio.

E ancora: il Covid ha profondamente cambiato le abitudini dei consumatori, tanto che in tutta Europa il 40 per cento di loro ha cominciato ad acquistare online prodotti che in precedenza aveva comprato solo presso negozi fisici.

 Inoltre la pandemia ha determinato un cambiamento di valori per quasi sette consumatori su dieci, una percentuale che in Italia sale all’80 per cento: più di tre su dieci considerano oggi il prezzo basso come criterio determinante per la scelta d’acquisto.

Sono questi i dati che emergono dal nuovo report “The shape of retail”, realizzato dalla società di consulenza internazionale Alvarez&Marsal e dedicato al cambiamento dei valori negli acquisti dei consumatori.

 Lo studio, condotto in collaborazione con Retail Economics, prende in esame un campione di 5.250 famiglie in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito.

«Mai come oggi – commenta Alessandro Ranzoli, Managing Director Consumer Retail Practice di A&M – è importante per i brand di beni di largo consumo comprendere i cambiamenti nei valori che orientano gli acquisti dei consumatori, ne va della loro stessa sopravvivenza sul mercato».

Le cause.

Il Covid prima e l’incertezza economica attuale, caratterizzata da un’inflazione che ha raggiunto il suo valore massimo degli ultimi 50 anni, rappresentano un acceleratore che promette di ridisegnare completamente le abitudini di acquisto dei cittadini europei, ma non solo.Le tipologie di consumatori: qualità, costo, comodità, esperienza e sostenibilità.

Cinque le tipologie di consumatori.

Gli estimatori della qualità, che rappresentano oltre il 37 per cento degli intervistati: chi ricerca la qualità generalmente ha dai 55 anni in su, dal punto di vista della distribuzione geografica è molto più probabile che provenga da Paesi a reddito medio più elevato, come la Svizzera (40,6) e gli Emirati Arabi (42).

 L’Italia si posiziona sul 32,4.

Ci sono poi i consumatori consapevoli dei costi che coprono il 30% del totale e che sono  generalmente più giovani e provengono principalmente da Spagna (39,9 per cento), UK (36,7) e Germania (32,8), paesi che hanno visto aumentare maggiormente l’inflazione rispetto ad altri.

 L’Italia segue con un 31,2 per cento; in Svizzera appena il 14% degli intervistati si dichiara influenzato dal prezzo.

La terza categoria sono coloro che cercano prima la comodità e che sono l’11 per cento: si tratta di una classe di acquirenti eterogenei per età che desidera esperienze d’acquisto fluide, con prodotti accessibili, facili da comprare e da rendere, e anche qui primeggiano gli svizzeri con il 15,6 per cento.

 L’8 per cento i ricercatori di esperienza”, categoria che vale l’8 per cento: sono consumatori giovani, sotto i 25 anni, che ritengono l’ambiente del punto vendita e la componente di intrattenimento una parte fondamentale della transazione, una tipologia di consumatore che vede l’Italia assestarsi sopra la media (11,9 per cento).

 Infine, ci sono gli acquirenti orientati alla sostenibilità, categoria che vale il 14 per cento e coinvolge Millennials e Generazione Z, disponibili ad abbandonare i brand che non soddisfano condizioni di eticità nella produzione e vendita dei loro prodotti.

 «È interessante notare un certo ottimismo del consumatore italiano: l’Italia, pur con difficoltà economiche maggiori, ha una massa di consumatori attenti al prezzo in linea con Francia e Germania, paesi con un indice di difficoltà minore.

Ma non è tutto: i consumatori più attenti sono quelli che leggono l’inflazione odierna come un campanello di allarme sulla qualità della vita dei prossimi 12 mesi.

È il caso di Spagna e Regno Unito: rispettivamente il 57 per cento e il 42 per cento della popolazione dei due Paesi – contro una media del 40 per cento – crede che l’anno prossimo la situazione attuale si rifletterà duramente sul costo della vita; l’Italia ancora una volta è ottimista con il 33 per cento. La centralità del prezzo nel determinare il valore di un acquisto porta con sé una serie di comportamenti interessanti da osservare».

Valore nel processo d’acquisto e categorie di prodotto.

Il fattore determinante nella scelta d’acquisto muta al mutare della categoria di prodotto: ad esempio, i consumatori ricercano maggiore qualità negli acquisti di elettronica rispetto a quelli relativi all’abbigliamento.

Allo stesso modo, è possibile individuare delle tendenze all’interno dei singoli Paesi a seconda delle merci che si decide di acquistare: il Regno Unito, ad esempio, tende a prediligere attributi legati alla funzionalità del prodotto; in Italia, invece, il consumatore è molto più emotivo nell’acquisto dell’abbigliamento, per il quale è ancora importante l’esperienza sensoriale di vedere e toccare i tessuti, mentre viene guidato da valori funzionali (qualità, prezzo e comodità) quando parliamo di prodotti alimentari, di salute e bellezza.

A contare, poi, è anche l’aspetto generazionale: se infatti i consumatori anziani sono più attratti dalla qualità di una merce, i più giovani danno maggiore attenzione all’ambiente dello store fisico, e alla presenza di strumenti tecnologici per completare gli acquisti.

Sostenibilità.

Il terzo e ultimo trend è quello relativo alla sostenibilità. I consumatori italiani sono maglia nera in questa categoria, rispetto al resto d’Europa: solo un connazionale su tre è disposto a pagare di più per un prodotto più sostenibile; lo farebbero, invece, il 63 per cento degli svizzeri, il 55 dei tedeschi e la metà degli inglesi. Se abbiamo già visto che, fatta eccezione per gli italiani, che sono meno sensibili alla stessa, in media quasi il 50% dei consumatori è pronto a pagare di più per prodotti più sostenibili, fra tutte le questioni legate alla sostenibilità quella più sentita, concorda il 31 per cento dei consumatori, è il giusto compenso per i lavoratori, a seguire la sostenibilità dei materiali utilizzati (21) e le politiche di lavoro (13). Dal punto di vista generazionale, possiamo notare che i più giovani, Generazione X in testa, sono sicuramente i consumatori più attenti alla carbon footprint e quindi all’impatto ambientale di un acquisto.

 

 

 

LA CRISI ECONOMICA E

IL CONFLITTO IN UCRAINA.

Opinione.it- Domenico Letizia-(10 marzo 2022)- ci dice :

 

La crisi economica e il conflitto in Ucraina .

Le dure sanzioni degli Stati Uniti d’America e dell’Europa spingono la Russia nelle braccia della Cina, allontanando la comunità imprenditoriale europea delle dinamiche commerciali con Mosca.

 Emmanuel Macron ha già dichiarato che i 50 miliardi di euro stanziati in bilancio dalla Francia per il 2022, come argine alla crisi economica frutto dell’aggressione russa in Ucraina, non bastano più, mentre, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato la creazione di un fondo per sostenere le imprese e l’evoluzione tecnologica del Paese.

 L’Italia può ritornare a comprendere l’importanza dell’export e della cooperazione economica nel Mediterraneo, valorizzando il mare comune, la logistica regionale e tessendo forti relazioni commerciali e diplomatiche con i Paesi da sempre attenti alle nostre dinamiche geopolitiche: i Balcani.

Le economie nella regione dei Balcani occidentali possono divenire il centro propulsore della ricrescita economica italiana. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) afferma che quattro settori rivestono un’importanza particolare: il commercio interno, l’industria, la pubblica amministrazione e l’agricoltura.

 

Il commercio interno, compreso trasporto e stoccaggio, alloggi e servizi di ristorazione, risulta il più grande settore delle economie dei Balcani occidentali, che vanno dal 18 per cento del valore aggiunto in Albania al 27 per cento in Montenegro. Dopo aver affrontato un passato tortuoso, l’Albania di oggi è un paese in forte crescita. Molte sono state le riforme politiche ed economiche approvate con lo scopo di porre fine a una crisi economica del recente passato, cercando di passare da un’economia centralizzata e pianificata a un’economia di mercato. Vi è stata una privatizzazione dei settori economici, un’approvazione e un’attuazione di riforme sociali e un’incentivazione all’investimento, anche per attrarre le imprese estere.

Il paese presenta un mercato funzionale, che punta a un miglioramento della stabilità e a una crescita sempre più importante. Dal 2014 si è potuto constatare un incremento dell’attività economica grazie a un aumento della richiesta interna privata e a una riduzione dei tassi da parte della Banca Centrale, migliorando la condizione dei finanziamenti bancari. Capacità economiche e commerciali che aiutano a comprendere l’importanza della cooperazione tra Albania e le imprese delle regioni meridionali italiane. Grande sostenitore, di una ripresa delle relazioni economiche e commerciali con l’Albania da rafforzare dopo lo scoppio del conflitto, è Umberto Pagano, esperto in diritto societario e internazionalizzazione delle imprese dello Studio Ansaldi&Partners di Napoli, che in codesto momento storico rilancia l’azione di cooperazione economica con l’Albania.

 

In occasione di un’importante notizia economica proveniente da Tirana, Umberto Pagano ha dichiarato: “L’Ufficio per le attività economiche e ambientali dell’Ocse ha recentemente lanciato un’iniziativa regionale per la valorizzazione di idee innovative di giovani imprenditori nello sviluppare start up in Albania. Un’iniziativa sostenuta da Italia e Polonia che ha riunito in Albania oltre cento giovani imprenditori con alcuni esponenti dei comuni albanesi per discutere sui loro progetti innovativi. Un’opportunità importante anche per le imprese e i giovani imprenditori del meridione italiano”.

La cooperazione tra Italia e Albania, per la ripresa dalla crisi economica generata dall’emergenza sanitaria e dall’aggressione russa, trova nei Balcani la chiave per l’innovazione, la transizione digitale e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, quali strumenti essenziali per la creazione di un circuito virtuoso atto a far crescere l’economia italiana e dell’intero Mediterraneo.

 

 

 

Le startup italiane non risentono

della crisi, una su 3 ha raddoppiato il personale.

Vritaeaffari.it- (28 Giugno 2022)-Francesco Cerruti- ci dice :

(Startup ).

Sfiora l’80% la quota di startup e PMI innovative che ha assunto nuove risorse anche nel 2021 (+ 8,5% rispetto al 2020) e il 31% di queste ha più che raddoppiato la propria forza lavoro.

Le startup sul mercato del lavoro.

Nonostante il perdurare della pandemia e la generale crisi economica legata anche al conflitto in Ucraina, le startup e le aziende innovative italiane hanno visto anche nell’ultimo anno una forte crescita delle assunzioni.

È quanto emerge dalla survey realizzata da Italian Tech Alliance – l’associazione che riunisce i principali attori dell’innovazione in Italia – in collaborazione con Egon Zehnder, società leader a livello internazionale nell’executive search e nel leadership advisory.

 La ricerca, giunta alla seconda edizione, analizza e approfondisce lo stato delle startup e delle PMI innovative italiane dal punto di vista dell’occupazione e delle opportunità professionali offerte.

La ricerca è stata presentata nel corso di un webinar a cui hanno partecipato Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance; Giuseppe Donvito, partner di P101 e board member di Italian tech Alliance; e Daniele Arduini, CEO di Kampaay. Alla ricerca hanno partecipato imprenditori e investitori associati a Italian Tech Alliance, che ad oggi conta circa 250 soci tra investitori e imprenditori, con l’obiettivo di delineare i principali trend sull’organizzazione, la governance e il talent management all’interno delle startup, oltre a raccontarne l’andamento in termini di nuove assunzioni e come le aziende innovative hanno reagito al biennio di pandemia e alla crisi economica a livello internazionale.

“Il primo dato interessante che emerge dalla ricerca è senza dubbio quello relativo alla crescita dai posti di lavori creati dalle startup, che hanno continuato ad assumere nella maggioranza dei casi nonostante il perdurare della pandemia e i venti di crisi economica – spiega Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance –.

Nel complesso, i dati che emergono confermano come le startup continuino a creare non solo occupazione ma anche posti di lavoro di qualità.

C’è ancora molto da fare per quanto riguarda le quote rosa nei management team, anche se riconosciamo che rispetto allo scorso anno il trend è in miglioramento.

 Da sottolineare anche l’età media dei dipendenti delle startup, che si assesta a 36 anni, con più della metà che è under 35, un dato in controtendenza con molti degli indicatori del settore e che rafforza la nostra convinzione sulla necessità di sostenere le aziende innovative, perché si confermano come un motore fondamentale per guidare la ripresa e la crescita del Paese e della sua economia”.

La ricerca sulle startup.

Il primo dato su cui si focalizza la ricerca è la crescita delle assunzioni nel corso del 2021: lo scorso anno, infatti, il 78,5 % delle aziende intervistate ha assunto nuove risorse, con una crescita dell’8,5% rispetto al 2020, quando la quota di aziende che aveva assunto nuove risorse aveva raggiunto il 70%. Un dato che conferma sostanzialmente le aspettative che le imprese avevano nel 2020, quando stimavano una crescita intorno all’80% per l’anno successivo. Altro dato interessante è che circa un terzo (31%) delle aziende che ha effettuato nuove assunzioni, ha registrato una crescita dell’organico pari o superiore al 50%. Un dato incoraggiante, considerando l’attuale scenario economico in cui al perdurare della pandemia si sono aggiunte le conseguenze del conflitto in Ucraina. Ingegneri, ricercatori e sales sono le figure professionali più ricercate. L’età media del personale delle startup è di 36 anni, con il 52% delle risorse che ha meno di 35 anni. Un dato sostanzialmente in linea con la rilevazione riferita al 2020.

“Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una accelerazione della domanda di talento in posizioni manageriali chiave di startup/scale up a matrice italiana, commentano Fabrizio D’Eredità e Andrea Splendiani, consulenti di Egon Zehnder.

Spesso i founder – il più delle volte a capo dell’azienda – sono alla ricerca di figure senior, sia in area tecnica che commerciale, al fine di effettuare un salto dimensionale soprattutto su scala internazionale.

Da un lato i founding member sono sempre più aperti a fare un passo “laterale” per accogliere nuova managerialità ed esperienza oggi non presente in azienda, dall’altro manager qualificati, in alcuni casi residenti all’estero e aperti a un eventuale rientro in Italia, sono più pronti a confrontarsi con realtà meno strutturate dove possano esprimere maggiormente la loro imprenditorialità. Siamo dunque in presenza di chiari segnali di un possibile cambio di passo in termini di qualificazione e sviluppo di imprese innovative e del loro ecosistema”.

Le imprese femminili.

Per quanto riguarda i talenti femminili all’interno delle aziende coinvolte nell’analisi, i dati risultano sostanzialmente in linea con quelli sull’occupazione femminile in posizioni apicali in Italia: il 65% delle startup ha infatti almeno una donna all’interno del management team, che rappresenta in media il 23,5% del totale. In altre parole, circa un quarto dei membri dei management team è donna; un dato certamente migliorabile ma comunque in crescita rispetto al 2020, quando il rapporto tra donne e uomini riferito sempre ai management team era di uno a cinque.

Altri dati interessanti sono quelli relativi alla presenza di risorse provenienti dall’estero all’interno dei management team delle aziende dell’ecosistema dell’innovazione – il 40% è di provenienza internazionale, mentre in media la quota di membri internazionali all’interno del management team è pari al 35% – e alla distribuzione delle risorse nel territorio italiano, con il Nord Italia che continua a rimanere la principale area di impiego delle risorse (71%), seguita dall’Italia Centrale (20%) e dal Sud Italia (9%).

PNRR, a che punto siamo e cosa

possono aspettarsi le aziende private.

Digital14.biz- Annalisa Casali- Manuela Gianni-( 28-6-2022)- ci dice :

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, organizzato in 6 missioni, prevede per l’Italia 191 miliardi di fondi per innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Ecco come verranno investiti e le opportunità per le imprese.

Negli ultimi mesi ne abbiamo sentito parlare praticamente ogni giorno. È il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal Governo in risposta alla crisi economica e sociale generata dalla pandemia.

 Grazie agli stanziamenti previsti, per le aziende si spalancano davvero molte opportunità di innovare all’insegna del digitale i processi produttivi, la logistica, il rapporto con i clienti usufruendo di contributi a fondo perduto e crediti d’imposta. Ma cosa è il PNRR e cosa possono aspettarsi le aziende? Vediamolo in dettaglio.

Cos’è il PNRR.

Il PNRR è un documento che descrive le modalità di investimento dei fondi europei destinati all’Italia nell’ambito dell’iniziativa Next Generation EU.

Approvato dal Parlamento il 24 aprile 2021, illustra i progetti da realizzare nell’arco di sei anni (dal 2021 al 2026, anno in cui si concluderà) per modernizzare il Paese, indica come saranno gestite le risorse assegnate e definisce il calendario di riforme richieste per la sua attuazione all’insegna di tre assi portanti: innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

Consente all’invio di materiale promozionale, compimento di ricerche di mercato o di comunicazioni commerciali con modalità di contatto automatizzate e tradizionali delle Contitolari per conto di terzi (senza comunicazione dei dati ai medesimi) che appartengono al ramo manifatturiero, di servizi (in particolare ICT) e di commercio.

L’Italia è il principale beneficiario del programma di finanziamento europeo, con una dotazione di fondi di 191,5 miliardi di euro suddivisi tra prestiti (122,6 miliardi) e sovvenzioni (68,9 miliardi).

 A integrare queste risorse concorrono poi i 13 miliardi di euro del programma di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (React-EU) e ulteriori 30,62 miliardi stanziati sotto forma di Fondo di Bilancio con il decreto 59/2021. In totale, le risorse gestite dall’Italia nell’ambito del Piano ammontano dunque a 235,12 miliardi di euro.

I progetti del PNRR.

Il 13 luglio 2021 il PNRR è stato approvato in via definitiva e la Commissione Europea ha erogato all’Italia la prima tranche di fondi a titolo di prefinanziamento: 24,9 miliardi, pari al 13% del totale, di cui 8,9 miliardi a fondo perduto circa 16 miliardi in prestiti.

 A metà aprile la Commissione Europea ha versato all’Italia la prima rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pari a 21 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di sovvenzioni, a fondo perduto, e 11 miliardi di prestiti.

Una buona notizia per il Paese, perché significa che la Commissione ha verificato il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti nel PNRR per il 2021. Nel 2022 sono 102 gli obiettivi da centrare, per una movimentazione complessiva di circa 40 miliardi di euro.

Il documento approvato dal Parlamento italiano individua 16 componenti di investimento, raggruppate i 6 missioni:

1)- Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo.

L’obiettivo di questo intervento è promuovere la transizione digitale della PA e del settore privato, incentivando il Made in Italy e favorendo la competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali. Questa missione contempla una dotazione di circa 41 miliardi e si divide a sua volta in tre componenti:

* Digitalizzazione della PA (M1C1, con uno stanziamento di circa 10 miliardi): migrazione al cloud dell’infrastruttura delle amministrazioni pubbliche, estensione dei servizi digitali ai cittadini, rafforzamento delle difese di cybersecurity.

* Trasformazione digitale delle imprese (M1C2, stanziamento di circa 24 miliardi): digitalizzazione del sistema produttivo, investimenti in tecnologie 4.0, riforma della proprietà industriale, innovazione digitale, internazionalizzazione delle PMI, realizzazione di una infrastruttura nazionale di connettività in banda ultralarga.

* Turismo 4.0 e Cultura 4.0 (M1C3, stanziamento di circa 7 miliardi): transizione digitale delle strutture turistiche e ricettive, potenziamento dell’eCommerce di servizi turistici e del marketing digitale per le aziende turistiche.

2)- Rivoluzione verde e transizione ecologica.

Con uno stanziamento di 79 miliardi di euro, con questa missione il Governo intende accelerare la Rivoluzione Verde e l’adozione di modelli di produzione e consumo più circolari, per arrivare quanto prima verso la neutralità carbonica. La missione si articola in quattro componenti:

*Agricoltura sostenibile ed economia circolare (M2C1, stanziamenti di circa 7 miliardi): sviluppo di filiere agroalimentari più sostenibili e smart all’insegna dell’Agricoltura 4.0, realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e ammodernamento di quelli esistenti.

*Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile (M2C2, stanziamenti per 25,36 miliardi): promozione di impianti innovativi (anche off-shore), sviluppo del biometano, rafforzamento delle smart grid, installazione di infrastrutture di ricarica mezzi di mobilità elettrici, sviluppo dell’agro-voltaico.

*Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (M2C3, stanziamenti per 22,24 miliardi): rafforzamento del sistema dei bonus per l’efficienza energetica e la messa in sicurezza degli edifici e la promozione del teleriscaldamento.

*Tutela del territorio e della risorsa idrica (M2C4, stanziamenti di 15,37 miliardi): rafforzamento della resilienza del territorio rispetto agli effetti negativi del cambiamento climatico, prevenzione del dissesto idrogeologico e tutela della biodiversità.

 

3)- Infrastrutture per una mobilità sostenibile.

Con una dotazione di 31,5 miliardi di euro, questa missione contempla interventi finalizzati alla modernizzazione, interconnessione e intermodalità delle infrastrutture di trasporto. La missione si divide in due componenti:

*Sviluppo della rete ferroviaria italiana (M3C1, 25 miliardi di euro di stanziamenti), il cui obiettivo è potenziare il trasporto di merci e passeggeri su rotaia, aumentando la capacità e l’estensione della rete ferroviaria nazionale e migliorando la qualità del servizio.

*Digitalizzazione della logistica (M3C2, 4,5 miliardi di euro di stanziamenti), che promuove progetti di logistica sostenibile e integrata, sicurezza stradale 4.0 e green port, ovvero sostenibilità dei porti nazionali.

4)- Istruzione e ricerca.

Questa missione ha l’obiettivo di ridurre le carenze strutturali che caratterizzano tutti i gradi di istruzione. Con uno stanziamento di circa 34 miliardi di euro, si divide in due componenti:

*Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’università (M4C1, 21 miliardi di euro di stanziamenti), prevede interventi di miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi d’istruzione, ammodernamento e digitalizzazione delle infrastrutture scolastiche.

*Dalla ricerca all’impresa (M4C2, 13 miliardi di euro di stanziamenti), questa componente sostiene gli investimenti in ricerca e sviluppo, promuove la diffusione delle tecnologie e l’innovazione nell’università sostenendo il trasferimento di know-how dall’università alle aziende.

 

5)- Inclusione e coesione.

Questa missione è votata alla promozione dell’empowerment femminile, al contrasto delle discriminazioni di genere, al sostegno dell’occupazione giovanile e allo sviluppo del Mezzogiorno. La missione, che prevede uno stanziamento complessivo di circa 30 miliardi di euro, si divide a sua volta in tre componenti:

*Politiche per il lavoro (M5C1, 12,6 miliardi di euro di stanziamenti), prevede interventi volti alla miglior qualificazione dei lavoratori, alla riduzione del mismatch di competenze e all’incremento dell’occupazione attraverso una formazione mirata.

*Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore (M5C2, 12,8 miliardi di euro di stanziamenti), si propone di intercettare e sanare le situazioni di fragilità economica e sociale e prevede interventi mirati a favore di anziani e disabili.

*Interventi speciali per la coesione sociale (M5C3, 4,2 miliardi di euro di stanziamenti), promuove interventi in ambiti territoriali specifici come il Mezzogiorno e le aree interne del Paese, le cosiddette Zone Economiche Speciali (ZES).

 

6)- Salute.

L’obiettivo di questa missione, che prevede uno stanziamento complessivo di 20,2 miliardi di euro, è promuovere la ricerca e l’innovazione scientifica, sviluppare le competenze professionali degli operatori della sanità, rimuovere le disparità territoriali che caratterizzano il servizio sanitario nazionale. La missione si articola in due componenti:

*Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale (M6C1, 9 miliardi di euro di stanziamenti), prevede il rafforzamento dell’assistenza territoriale e lo sviluppo della telemedicina.

*Innovazione, ricerca e digitalizzazione del SSN (M6C2, 11,2 miliardi di euro di stanziamenti), mira a potenziare le competenze digitali del personale sanitario, valorizzare e sostenere la ricerca biomedica.

Quali sono gli obiettivi del PNRR.

Il Piano ha essenzialmente tre obiettivi. Nel breve periodo, il PNRR punta a riparare i danni sociali, sanitari ed economici causati dalla pandemia da Covid-19. In una prospettiva temporale più ampia, invece, intende affrontare alcune criticità che connotato il nostro impianto economico nazionale da diversi decenni, come l’arretratezza tecnologica, la bassa produttività in agricoltura, l’elevato tasso di disoccupazione, le scarse competenze digitali degli operatori dell’industria, del settore primario e dei servizi, i divari territoriali o la disparità di genere. Ultimo, ma non meno importante, è il terzo obiettivo del Piano, ovvero imprimere un’accelerazione alla transizione ecologica del Paese verso nuovi modelli di produzione e consumo più etici e circolari, più rispettosi dell’ambiente e degli individui che lo vivono. Si tratta quindi non di un semplice programma di sviluppo economico ma di un ambizioso progetto di trasformazione economica e sociale che coinvolge sia il settore pubblico sia quello privato, attraverso un impianto di riforme che punta a rimuovere gli ostacoli e superare le debolezze strutturali che hanno frenato per lungo tempo la crescita del Paese. Per come è stato concepito, il PNRR dovrebbe non solo riuscire a dare un rimbalzo alla crescita del PIL ma anche a mantenere una dinamica di crescita economica sostenuta per diversi anni, facendo leva su digitalizzazione pervasiva, innovazione e maggior tutela dell’ambiente.

Chi gestisce i fondi del PNRR.

La gestione e l’attuazione del PNRR sono state definite nell’ambito del DL 77/2021 (il cosiddetto Decreto Semplificazioni). All’attuazione provvedono i diversi ministeri, in relazione alla natura dell’intervento, alle competenze istituzionali e al settore di riferimento. I soggetti coinvolti nella gestione dei fondi sono i ministeri, le amministrazioni centrali e locali, tutti chiamati in base alle rispettive competenze ad attuare interventi e riforme, fornire linee guida, vigilare sull’andamento dei progetti e superare le eventuali criticità. Il Decreto Semplificazioni ha istituito alcuni organi incaricati della gestione dei fondi e della supervisione sul loro utilizzo. Si tratta di strutture che rimarranno in funzione fino al completamento del Piano o, in ogni caso, non oltre il 2026:

Cabina di regia: presieduta dal Presidente del Consiglio, è composta dai ministri e dai sottosegretari competenti nelle materie che vengono di volta in volta affrontate. Elabora le linee guida per l’attuazione del PNRR e monitora sulla corretta esecuzione degli interventi realizzati.

Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale: vi partecipano i rappresentanti del Governo, delle regioni e degli altri enti locali oltre a quelli delle parti sociali e ha una funzione consultiva sulle materie connesse all’attuazione del PNRR.

Segreteria tecnica presso la Presidenza del Consiglio: svolge funzioni di segreteria della cabina di regia e del tavolo permanente.

Unità per la Razionalizzazione e il Miglioramento della Regolazione: istituita presso il Dipartimento Affari Giuridici della Presidenza del Consiglio, ha il compito di rilevare gli ostacoli alla corretta attuazione del Piano e promuovere proposte per superarli.

Servizio Centrale per il PNRR: istituito presso la Ragioneria Generale dello Stato, all’interno del Ministero dell’Economia, è responsabile della gestione del fondo di rotazione Next Generation EU e dei relativi flussi finanziari. Monitora e supervisiona l’attuazione delle riforme e gli investimenti del PNRR.

Ufficio Audit del PNRR: istituito presso la Ragioneria Generale dello Stato, all’interno del Ministero dell’Economia, opera in modo indipendente rispetto alle strutture coinvolte nella gestione del Piano. Ha funzioni di audit, quindi verifica la trasparenza e la completezza dei dati relativi al monitoraggio dello stato di avanzamento dei progetti.

Ciascun ministero coinvolto nell’esecuzione del PNRR, inoltre, si deve dotare, se non lo ha già fatto, di una struttura che ha il compito di gestire, monitorare, controllare e rendicontare gli interventi realizzati nel proprio ambito di competenza.

 

Bandi PNRR per la digitalizzazione.

Sul sito Italia Domani, realizzato dal Governo a scopo informativo, è possibile trovare l’elenco aggiornato dei bandi PNRR attualmente in vigore.

In tema di digitalizzazione, a marzo, il Ministero per l’innovazione e la transizione digitale ha pubblicato due bandi per lo sviluppo delle reti 5G in Italia, mettendo a disposizione più di due miliardi di euro per la realizzazione, entro il 2026, di infrastrutture 5G nelle zone del Paese prive di investimenti da parte del mercato, perchè non remunerative per gli operatori, offrendo una copertura che arriva al 90% del costo complessivo delle opere. I due interventi serviranno a collegare in fibra ottica più di 10.000 siti radiomobili esistenti e a realizzare nuovi siti radiomobili 5G.

In precedenza erano stati stanziati 3,7 miliardi per il bando Italia a 1 Giga, mirato a realizzare infrastrutture di rete a banda ultra larga che garantiscano la velocità di trasmissione di almeno 1 Gbit/s sull’intero territorio nazionale entro il 2026, oltre a 600 milioni per connettere scuole, ospedali e strutture sanitarie e a 45 milioni per raggiungere le isole minori.

«Avere un’infrastruttura digitale è fondamentale – ha affermato il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao -: per gestire meglio il territorio, per l’agricoltura, per i trasporti, per una mobilità intelligente, sostenibile e meno costosa anche dal punto di vista energetico. I primi bandi sono già quasi tutti chiusi, manca quello del 5G. C’è stata un’ottima adesione. Hanno fatto un ottimo lavoro anche gli operatori: non dimentichiamoci che ogni volta che si realizza un bando c’è qualcuno che deve scrivere dei piani”.

Vittorio Colao è il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.

In parallelo sono anche stati avviati i lavori per la digitalizzazione della PA, che prevedono la migrazione al cloud, l’implementazione di servizi pubblici digitali, il consolidamento dell’identità digitale (SPID/CIE), fino al sistema di pagamento pagoPA e dell’app IO. La novità è che non è più necessario presentare progetti, ma ogni PA in base a tipologia, dimensione e necessità, riceverà un finanziamento predefinito.

«Abbiamo cercato di semplificare al massimo la procedura di adesione e soprattutto i controlli. Il risultato è stato un successo».

La semplificazione è infatti una priorità di Colao. «Il problema principale è che l’Italia è un Paese complicato, con tanti controlli ex ante e poco ragionamento in ottica ex post, con tanta complessità amministrativa e legale e con scarsa tensione attuativa».

Gli stanziamenti per le imprese.

Molte risorse del PNRR sono destinate alle imprese. Gli interventi coperti dalle agevolazioni sono numerosi e riguardano l’acquisto di hardware e beni strumentali, infrastrutture di comunicazione (fissa e Wi-Fi), software (CRM, ERP, sistemi di gestione elettronica dei pagamenti, soluzioni di automazione delle linee di produzione, dei magazzini e della logistica), il marketing digitale, ma anche la formazione e lo sviluppo delle competenze digitali per gli operatori del settore.

Ecco una panoramica degli stanziamenti più consistenti non ancora esauriti:

Transizione 4.0: una dotazione iniziale di 13,38 miliardi di euro e un’ulteriore finanziamento di 5,08 miliardi (Fondo Complementare) per questo bando, che promuove la trasformazione digitale dei processi produttivi e rappresenta un’evoluzione del precedente piano Industria 4.0. Per questo intervento sono ancora da assegnare almeno 69.900 crediti d’imposta per la Transizione 4.0 sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022; almeno 111.700 crediti d’imposta per la Transizione 4.0 sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2023.

Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione: questa misura mette a disposizione un tesoretto di 1,95 miliardi di euro per supportare le strategie di internazionalizzazione delle PMI e l’ottimizzazione delle filiere industriali. Entro dicembre 2023 dovranno essere attivati 40 contratti di sviluppo in favore delle PMI

Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche: una dotazione consistente (1,78 miliardi di euro) quella contemplata in questo bando, che punta a potenziare il turismo sostenibile e la qualità dell’ospitalità. Entro dicembre 2022 verranno erogati 150 milioni di euro del Fondo Nazionale del Turismo da destinare all’equity support e 350 milioni del fondo BEI (Banca Europea degli Investimenti) da allocare a progetti di turismo sostenibile. Entro dicembre 2025 almeno 3.500 imprese turistiche potranno beneficiare del credito d’imposta; 11.800 imprese turistiche potranno essere sostenute dal Fondo di Garanzia per le PMI; 300 invece dal Fondo Rotativo.

Contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo: con un finanziamento iniziale di 800 milioni di euro, cui si aggiungeranno ulteriori 1,2 miliardi, questo bando intende promuovere una logistica più sostenibile, digitale ed efficiente nel comparto agroalimentare. Entro dicembre 2022 sarà pubblicata la Graduatoria Finale di Incentivazione Logistica ed entro giugno 2026 dovranno essere realizzati almeno 48 progetti per migliorare la logistica di filiera nei comparti contemplati dal bando.

Innovazione e meccanizzazione del settore agricolo e alimentare: stanziamenti per 500 milioni di euro per questo bando, che promuove la trasformazione del settore primario verso modelli di Agricoltura 4.0. Entro dicembre 2024 almeno 10.000 imprese alimentari e agricole dovranno aver ricevuto un sostegno economico (variabile) da investire nella digitalizzazione e innovazione dei macchinari, nella bio-economia e nell’economia circolare.

Digitalizzazione della catena logistica: con un investimento di 250 milioni di euro, questa misura punta ad aumentare la competitività delle aziende che operano nella logistica attraverso la dematerializzazione dei documenti, lo scambio in digitale di dati e informazioni e, più in generale, attraverso la semplificazione delle procedure. Entro giugno 2024, almeno il 70% dei sistemi portuali e della logistica dovrà essere interoperabile e compatibile, abilitando uno scambio fluido dei dati.

Investimento nel sistema della proprietà industriale: con un investimento di 30 milioni di euro, questo bando assicura il sostegno finanziario agli strumenti di valorizzazione dei brevetti e dei titoli di proprietà intellettuale. Entro dicembre 2023 dovranno essere potenziati gli stanziamenti previsti dalla misura Brevetti+, entro il dicembre successivo dovranno essere avviati i primi Proof of Concept presso enti pubblici e PMI. Infine, entro dicembre 2025 dovranno essere attuati almeno 254 progetti sostenuti da finanziamenti contemplati nell’ambito delle iniziative Brevetti+ e dagli Uffici per il Trasferimento Tecnologico (TTO).

Esistono anche misure specifiche per le tech company e, in generale, per le realtà che operano nel settore del digitale. Per queste aziende sono previsti contributi in misura del 40% delle spese ammissibili per gli investimenti in impianti, macchinari e attrezzature da impiegare in produzioni di alta tecnologia, nell’ambito di una misura complementare al Piano Transizione 4.0. Incentivi particolari sono rivolti all’imprenditoria femminile e under-35, attraverso il Fondo Impresa Donna e il rafforzamento di alcune misure in essere come ON NIT0 (Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero) e Smart&Start, che sostiene in particolare le start-up e le PMI innovative..

Come accedere a contributi e incentivi previsti dal PNRR.

Agli incentivi e ai contributi a fondo perduto previsti in favore delle aziende si accede in due modi:

Rispondendo a un avviso pubblico o a un bando promosso dai soggetti attuatori o dalle amministrazioni locali e centrali.

Presentando una singola istanza a fronte del rispetto delle pre-condizioni e dei pre-requisiti di ammissibilità previsti dal bando o dalle normative di riferimento.

Le domande possono essere presentate solo ed esclusivamente per via telematica. Per inoltrarle è necessario essere in possesso di una identità digitale (SPID, ma anche CNS o CIE), risiedere sul territorio italiano, essere in regola con il versamento dei contributi di lavoro del personale dipendente ed essere in possesso di una casella di Posta Elettronica Certificata (PEC), che verrà utilizzata per tutte le comunicazioni.

 

I requisiti richiesti per un progetto finanziabile attraverso il PNRR sono diversi:

 

Rispetto delle procedure d’invio: il progetto va proposto su piattaforme online dedicate e rigorosamente nei termini indicati.

Soddisfazione dei criteri di selezione previsti: ciascuna missione e componente prevede specifici criteri di ammissibilità.

Dimostrazione della copertura del progetto dal punto di vista economico-finanziario e organizzativo.

Soddisfare tutti i criteri, e soprattutto farlo nelle tempistiche indicate, non è assolutamente facile anche perché la documentazione da produrre è spesso complessa. Ecco perché si diffondono online i servizi di consulenza che offrono un supporto nell’elaborazione degli studi di fattibilità e nella produzione dei documenti.

 

Quando verrà attuato il PNRR.

Il rispetto dei tempi di conclusione dei progetti finanziati è una condizione essenziale per la riuscita del piano e l’effettivo ottenimento delle risorse previste dal Next Generation EU. Il PNRR copre un orizzonte temporale di 6 anni (2021-2026), pertanto gli interventi oggetto delle misure previste dovranno concludersi non oltre il 31 dicembre 2026. Lo scorso fine marzo si è chiuso il bando per il PNRR turismo, l’11 aprile 2022, quello per le agevolazioni per gli investimenti nelle filiere industriali innovative e strategiche, sfruttando lo strumento dei contratti di sviluppo. Sul piatto ci sono 750 milioni di euro, da destinare ai progetti di digitalizzazione, competitività e innovazione della produzione Made in Italy nei settori della moda, del design, dell’arredamento, dell’agrifood, dell’automotive, del chimico-farmaceutico, della siderurgia, elettromeccanica e microelettronica. Il 40% delle risorse è destinato ad agevolare le realtà che operano nelle ZES (Zone Economiche Speciali) di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Oltre alle risorse del PNRR, sarà possibile accedere al rifinanziamento stabilito dalla Legge di Bilancio, una dotazione di 1,37 miliardi di euro da qui al 2026.

 

 

 

 

Sulle nuove regole Ue per il

crowdfunding l'Italia è in ritardo.

A rischio piattaforme, aziende e risparmiatori.

Huffingtonpost.it- Luca Francescangeli-(24 Giugno 2022)- ci dice :

 

Sulle nuove regole Ue per il crowdfunding l'Italia è in ritardo. A rischio piattaforme, aziende e risparmiatori.

Il nodo da sciogliere è la pronta identificazione di un’autorità nazionale, con i poteri necessari al rilascio delle licenze nazionali. Rischiamo una fuga di cervelli, risorse e investimenti.

L’Italia sta mettendo a rischio tutto il comparto del crowd-investing, che vale più di mezzo miliardo di euro. Tutto perché siamo lenti, troppo lenti. Da novembre 2021 a oggi, infatti, il nostro Paese non è stato in grado di dare piena attuazione al nuovo regolamento europeo sugli European Crowdfunding Service Providers, in pratica il set di nuove regole che ha creato il mercato unico europeo e che riguarda sia il crowdfunding in equity (capitale), sia buona parte di quello in lending (prestiti).

Il nodo da sciogliere è la pronta identificazione di un’autorità nazionale, con i poteri necessari al rilascio delle licenze nazionali, indispensabili affinché le piattaforme di crowdfunding possano continuare a operare sia in Italia, sia nello spazio economico europeo.

Secondo l’Associazione Italiana Equity Crowdfunding, l’accordo tecnico ci sarebbe già: “Le istituzioni finanziarie competenti (Consob e Banca d’Italia) hanno trovato da tempo una soluzione congrua e l’hanno sottoposta al Governo - spiegano - Tuttavia, a quanto ci risulta, la norma viene continuamente espunta da tutti gli atti normativi in discussione e quindi non arriva in Gazzetta Ufficiale”.

Se il ritardo dovesse perdurare fino al 10 novembre 2022, data di scadenza dell’attuale periodo transitorio, ci troveremmo davanti a un grave fallimento per il sistema dell’innovazione: in un momento di forte recessione e grave crisi economica si bloccherebbe un motore finanziario che negli ultimi anni ha garantito ossigeno a migliaia di aziende, soprattutto PMI e startup.

Le circa 100 piattaforme già autorizzate e operative in Italia dovranno essere spente, con un rischio reale di perturbazione del mercato, visto che, tramite queste piattaforme, migliaia di piccoli investitori italiani hanno investito centinaia di milioni. Uno scenario decisamente grigio, ma è davvero possibile che si verifichi?

“Sono un ottimista e francamente spero proprio di no - risponde Alessandro Maria Lerro, avvocato, tra i massimi esperti italiani di regolamentazione del crowdfunding - Se a breve non si dovesse sbloccare la normativa nel modo adeguato, i gestori delle piattaforme faranno di tutto per proteggere il loro mercato e gli investimenti dei loro clienti, nell’unico modo che è rimasto loro a disposizione: trasferendosi all’estero, e richiedendo le autorizzazioni ad autorità di Paesi Europei che non hanno uno sviluppato mercato del crowdfunding e che stanno aspettando a braccia aperte le decine di ottimi operatori italiani con il loro indotto. Pochi giorni fa si è espresso in questi termini anche il direttore esecutivo dell’associazione europea del crowdfunding, con il giusto obiettivo di proteggere il mercato, invitando i portali italiani a trasferirsi all’estero”.

Rischiamo, quindi, non solo una fuga di cervelli, risorse e investimenti, ma anche un’altra grave conseguenza: la Consob e la Banca d’Italia perderebbero i loro poteri di vigilanza sul mercato a protezione dei consumatori e delle imprese. Come ci conferma Lerro: “In caso di comportamenti scorretti dovrebbero limitarsi ad una comunicazione all’autorità straniera, e solo questa potrebbe esercitare i poteri di vigilanza”.

Peraltro proprio martedì nel tradizionale discorso ai mercati, il presidente della Consob Paolo Savona aveva invitato a fare ogni sforzo per evitare i cosiddetti arbitraggi regolamentari, cioè quelle situazioni nelle quali si scelgono normative e autorità di comodo, sottraendosi all’autorità e alla giurisdizione naturale. Sempre da Savona e sempre nell’ambito del discorso ai mercati si attendeva un cenno sul crowdfunding e sull’impellenza di identificare un’autorità nazionale quanto prima. Un cenno che non è arrivato.

Insomma, il ritardo italiano è ormai da allarme rosso su tutti i livelli: le piattaforme rischiano di dover chiudere, le aziende rischiano di dover rinunciare a un canale di finanziamento, in alcuni casi esclusivo e i piccoli investitori rischiano di doversi spostare su altri prodotti poco interessanti, tipo i BTP, o molto rischiosi, tipo le criptovalute.

E non finisce qui perché: “Qualora l’Italia fosse inadempiente agli obblighi comunitari di adeguamento normativo, sarà sanzionata per l’ennesima volta. - conclude Lerro - Quindi oltre al danno ci sarà la beffa: le sanzioni le pagano i cittadini. Poi è evidente che gli operatori del mercato, i risparmiatori danneggiati e le imprese avvieranno un turbinio di azioni legali risarcitorie nei confronti di chi ha omesso colpevolmente di rispettare gli obblighi normativi”.

Non c’è dubbio che i risparmi degli italiani facciano gola a tanti, alle piattaforme fintech certo, come agli operatori bancari tradizionali.

Ma se qualcuno sta facendo melina per danneggiare la concorrenza, per salvaguardare interessi costituiti, o ancora per recuperare terreno nel campo del credito all’impresa, allora sta giocando contro gli interessi nazionali. In primis contro aziende e piccoli risparmiatori.

 

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