L’élite globalista dei super-ricchi

L’élite globalista dei super-ricchi vuole

schiavizzare l’umanità.

 

Il transumanesimo minaccia

il futuro dell'umanità?

Teilhard.it- Javier Elzo-(20-1-2022)- ci dice :

(Docente di Sociologia all’Università di Deusto, Bilbao).

In ciascuno di noi convivono un tecnofilo (apprezziamo che la tecnica ci aiuti nella nostra vita quotidiana) e un tecnofobo (combattiamo la schiavitù delle “macchinette” nella quale cadiamo spesso).

Come tecnofili non possiamo che gradire come, ad esempio, una protesi ci aiuti a camminare senza dolore, o come il comunicare con la posta elettronica ci faciliti lo scambio di messaggi in modo rapido, comodo e quasi gratuito.

Siamo invece tecnofobi quando vediamo i nostri anziani subire un accanimento terapeutico che impedisce loro di lasciare questa vita con dignità.

Siamo tecnofobi quando constatiamo che un’operazione che prima richiedeva mezz’ora, attualmente molto di più, per i protocolli imposti dalle amministrazioni pubbliche o private o i cambiamenti resi obbligatori dalle imprese informatiche per vendere di più (si veda il libro di David Graeber Burocrazia. Perché le regole ci perseguitano e perché ci rendono felici,  nel quale si evidenzia in quale groviglio ci hanno condotto la burocrazia e la tecnologia informatica). Sono certo che il lettore potrebbe moltiplicare gli esempi.

Il dilemma di Nicholas Carr.

Siamo presi nel dilemma che pochi anni fa ci poneva la lettura del libro di Nicholas Carr: Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello. Egli ci propone ci due tesi contrapposte: quella degli “strumentalisti” contro quella dei “deterministi”.

Da un lato, gli “strumentalisti” sostengono che gli strumenti tecnologici, considerati per sé stessi, sono neutri.  Sono strumenti, mezzi di cui noi umani ci serviamo e sono subordinati ai nostri desideri e alle nostre priorità, in ultima istanza ai nostri fini. I fini, gli obiettivi, li decidono gli umani e le tecnologie no sarebbero che mezzi per raggiungere più facilmente questi fini.

Carr si avvicina alla tesi determinista quando scrive che “i mezzi non sono solamente canali di informazione. Forniscono la materia del pensiero e inoltre modellano il processo di pensiero”, fino ad affermare più avanti che possono condurre a modificare il funzionamento del cervello umano, questione alla quale dedica un intero capitolo. Alla conclusione del suo libro scrive che “noi programmiamo i nostri computer e, dopo, essi programmano noi”.

Riceviamo un’infinità di informazioni, in modo quasi istantaneo, da fonti che spesso non controlliamo, informazioni che non sappiamo (o non possiamo?) classificare per priorità, così che “più informazione può significare minore conoscenza”.

Carr si spinge ancora oltre quando, citando l’opera di Kandel Alla ricerca della memoria: la storia di una nuova scienza della mente, scrive che “per alcuni tipo di pensiero, specialmente la scelta in decisioni morali sulle situazioni sociali e psicologiche di altre persone, è necessario impiegare tempo e riflessione adeguati. Se le cose accadono troppo rapidamente, non sempre si possono assimilare bene le emozioni riguardo gli stati psicologici degli altri”. Sarebbe temerario saltare alla conclusione che Internet starebbe minando il nostro senso morale. Ma non sarebbe avventato suggerire che, mentre la Rete ridisegna il nostro cammino di vita e diminuisce la nostra capacità di contemplare,  “sta alterando la profondità delle nostre emozioni e dei nostri pensieri”. Con il movimento transumanista credo comunque che la disputa ha compiuto un grande passo.

Devo subito confessare che sfino al 3 novembre 2015 non sapevo nulla del movimento “transumanista”, che alcuni definiscono come un umano “aumentato” e che, per quanto ho letto pochi giorni fa sul TGV che mi portava a Parigi, nasce nel 1998 come Associazione transumanista mondiale, fondata dallo svedese Nick Bostrom che la definì, in inglese “Humanity +”.

In cosa consiste il movimento transumanista?

Con le parole di Jean-Michel Besnier, docente di filosofia all’Università della Sorbona, pubblicate dal quotidiano La Croix, “si tratta di un movimento che intende migliorare l’uomo, ‘aumentarlo’, grazie al potere delle scienze e delle tecniche. I transumanisti  nutrono l’ambizione di trascendere i limiti biologici dell’essere umano, mettere fine alle malattie, alla sofferenza, al rischio della nascita, come pure all’invecchiamento e alla morte. Dicendo questo, continua Besnier, non stiamo parlando di cose fantastiche, poiché ci sono équipes che stanno attualmente lavorando in questo senso, con considerevoli apporti finanziari”.

Nella sua intervista Besnier cita il progetto CALICO, che cerca di prolungare i limiti della speranza di vita, progetto sostenuto da Google. Entrando su Internet in ”CALICO progetto Google” vi si può leggere, all’inizio, che “stiamo affrontando l’invecchiamento, uno dei più grandi misteri della vita”.

CALICO è un’impresa di ricerca e sviluppo, la cui missione di sperimentare le tecnologie avanzate per aumentare la nostra comprensione della biologia che controlla la vita utile. Il compimento di questa missione richiederà un livello di sforzo interdisciplinare senza precedenti e un investimento a largo raggio per il quale il finanziamento è già avviato”. Infatti, nel settembre 2014, Google annunciava un investimento di 1,5 miliardi di dollari per questo progetto. Nel dossier di La Croix troviamo una bibliografia con venti titoli, tutti in francese, di cui sette sono del 2015.

Essendo del tutto digiuno sul tema, con la bibliografia in mano mi sono diretto ad una delle mie librerie preferite di Parigi, “Compagnie”, rue des Ecoles 58, per chiedere consigli e informarmi con alcuni libri sul transumanesimo.

La responsabile del settore Scienze Umane, che già mi conosceva, non solo si è occupata di me con grande amabilità – ciò che non sempre  succede presso i nostri vicini del nord – ma in un attimo mi ha consegnato otto libri, alcuni dei quali non si trovavano sulla lista di La Croix. Mi disse che, qualche tempo prima, avevano dedicato al tema  una vetrina della libreria. Qualche libraio se ne occupa ancora, anche se ormai è difficile confrontarsi con la competenza di Amazon che, di certo, esercita una sorta di censura sui commenti ai libri. Devo darne conferma.

La Singularity University, certamente singolare.

Esco dalla mia libreria parigina con due libri e comincio a leggerli. Uno di essi, L’humain augmenté, del 2015 curato da Édouard Kleinpeter, fisico di formazione e ingegnere ricercatore al Centre National de Recherches Scientifiques (CNRS),  è un elenco di 14 testi che studiano il movimento da diverse discipline.

L’altro è La tentation transhumaniste di Franck Damour. Damour sottolinea l’importanza della “Singularity University” nella Silicon Valley, fondata da Ray Kurzweil, uno dei “guru” del movimento transumanista – Università che si presenta con questa idea:

 “La nostra missione è educare, ispirare e abilitare i leaders nell’applicazione di tecnologie esponenziali per far fronte alle grandi sfide dell’umanità. Essi intendono per tecnologie esponenziali quelle che si raccolgono sotto l’acronimo NBIC: nanotecnologie, biotecnologie, informatica (Big Data e Internet) e la scienza cognitiva (Intelligenza artificiale e robotica).

Il transumanesimo considera alcuni aspetti della condizione umana, “come la disabilità, la sofferenza, la malattia, l’invecchiamento o la morte come inutili e indesiderabili”, superabili grazie alle sinergie che il movimento sta mettendo in azione.

Posto in questi termini, chi non vorrebbe prendere parte a questo sogno? Il desiderio di vivere in eterno, di  non soffrire di malattie, non invecchiare, programmare il colore degli occhi dei bambini prima della nascita, etc., che siano alti, belli e intelligenti - ha una gigantesca attrazione. Quindi, anche potere e finanziamenti.

In effetti, il credo di questo movimento è in linea con quello dei poteri economici e politici. Secondo il loro giudizio, la prosperità economica passa per la innovazione tecnologica (sia pure non necessariamente scientifica) e deve estendersi al massimo. Dobbiamo pensare inoltre ad un’altra ragione. Dopo le barbarie del XX secolo, l’uomo di oggi ama se stesso.

L’umanità sembra attraversare una profonda depressione segnata da questa mancanza di auto-stima che origina, a sua volta, l’attaccamento alle macchine. Detto in altro modo: poiché l’uomo è così fallibile – lo dimostra il fatto che la sua volontà ha condotto al peggio, perché non confidare nelle macchine e lavorare per la nascita di una umanità nuova? Così l’uomo di oggi (inteso essenzialmente al maschile), pone il suo futuro nelle macchine.

Un cardinale affronta il tema.

Ho saputo in seguito che il Cardinale Gianfranco Ravasi, nel discorso da lui pronunciato per la sua investitura come Dottore Honoris Causa all’Università di Deusto, il 4 marzo 2014, dal titolo di “Le nuove sfide del dialogo tra la morale e la scienza”, aveva già fatto riferimento al “transumanesimo, proposto da Julien Huxley in chiave sociale e trasferito negli anni Ottanta del secolo passato all’ambito scientifico” e citava Robin Hanson affermando che “il transumanesimo è l’idea secondo la quale le nuove tecnologie probabilmente cambieranno  il mondo nel prossimo secolo e in quelli seguenti, fino al punto che i nostri discendenti non saranno più, sotto molti aspetti, umani”. Saranno “transumani”, come pure “postumani”, e in qualche caso, “postdarwiniani”.

 

Ravasi affrontava nella sua conferenza le sfide poste dalla scienza alla morale e alla religione. E concludeva con queste parole: “Non per caso Max Planck, il grande artefice della teoria quantistica, nel suo La conoscenza del mondo fisico, non esitava ad affermare che ‘scienza e religione non sono in contrasto, poiché hanno bisogno l’una dell’altra per completarsi nella mente di un uomo che pensa seriamente”. Si tratta di un dialogo epistemologicamente rigoroso e rispettoso, persino necessario.

Al punto che Einstein, nel suo libro autobiografico  negli ultimi anni giungeva a coniare la famosa formula: “La scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca”. E alla fine della sua esistenza, nel 1955, in una sorta di testamento, lanciava nel suo Messaggio all’umanità un appello: “Noi, gli scienziati, rivolgiamo un appello come esseri umani che si rivolgono ad esseri umani. Ricordatevi della vostra umanità e dimenticate il resto”.

Conclusione: filosofi e scienziati sono inquieti.

Nessuno mette in dubbio la bontà dei progressi scientifici nel campo della sanità, dell’educazione e di tutto quel che si vuole. Ma qui si pretende, addirittura, di modificare la specie umana e, ancora oltre il transumanesimo, alcuni già pensano al post-umanesimo.

È quanto scriveva Luc Ferry, famoso filosofo francese, ministro dell’educazione con Mitterand, in un articolo pubblicato su Le Figaro il 5 novembre 2015 dal titolo “La Révolution transhumaniste”, che comincia così: “Innanzitutto non crediamo che si tratti di fantascienza”. Recentemente, una équipe cinese è riuscita a riparare il genoma di cellule umane embrionali. Ciò che significa che le biotecnologie sono in grado di modificare la nostra specie in modo potenzialmente irreversibile, come si fa da anni di fatto con gli OGM (Organismi geneticamente modificati) vegetali.

Non possiedo le competenze per valutare in giusta misura la portata di determinati aspetti del movimento transumanista.  Ma quando leggo, nel Dossier di La Croix, nelle parole di Jean-Michel Besnier, che “il fisico Stephen Hawking, il fondatore di Microsoft, Bill Gates e l’ingegnere Elon Musk hanno recentemente  espresso la loro inquietudine per le minacce che l’intelligenza artificiale fa pesare sulla specie umana” – anch’io mi inquieto. Chiederò ad amici esperti di questi ambiti della scienza cosa pensano in proposito.

Ma, come mi lasciano intravedere le mie comunque limitate letture sul tema, constato che ci troviamo davanti a due approcci: uno è di coloro che, son serietà e rigore, intendono migliorare la specie umana, ma senza perdere la sua umanità, e l’altro è di coloro che, come Kurzweil e altri, si battono per la “tecno-fabbricazione” di una post-umanità, vale a dire di una specie radicalmente e definitivamente differente dalla nostra.

Ma in questo caso non entriamo solamente in questioni di tecnologia, ma in un’ideologia che, molto al di là di qualunque etica, si pone in adorazione della tecnologia.

 

 

 

Davos 2020, cos’è e perché è

nata la riunione dell’élite mondiale.

Ilsole24ore.com- Angela Manganaro-(20 gennaio 2020)-ci dice :

 

Evoluzione, agenda, routine dell’appuntamento sulle Alpi svizzere che quest’anno compie cinquant’anni.

Davos: il clima scavalca l'economia fra i rischi globali.

Il professore Klaus Schwab ha fondato il World Economic Forum di Davos nel 1970, quest’anno la sua creatura compie cinquanta anni. Ogni anno a metà gennaio, un paesotto sulle Alpi svizzere ospita per cinque giorni presidenti e primi ministri, banchieri centrali e boss di grandi aziende, industriali, miliardari, influenti accademici, sportivi, attori, rockstar, innovatori, giovani e non.

Le origini.

Il Forum (acronimo WEF) è un’organizzazione internazionale che dà lavoro a circa 800 persone ed è governata da un Board of Trustee che garantisce il rispetto dei valori e il raggiungimento degli obiettivi.

 L’ottantaduenne professor Schwab è il presidente esecutivo e continua a presiedere e presentare gli incontri con le personalità più importanti che ospita, in una recente intervista con il Financial Times, ha ricordato che il WEF «è sempre stato concepito come piattaforma per gli investitori».

In questo mezzo secolo la piattaforma è diventato altro ma il professore assicura che non ha mai perso la sua anima. Certo l’ha evoluta perché si è adattata ai tempi e i tempi hanno portato con sé più politica e più personalismi, si è andati oltre le discussioni accademiche attorno al lavoro dell’economista americano Milton Friedman.

Come è cambiata l’agenda.

Oggi non si discute più se Davos sia stata culla della centralità degli azionisti nella struttura delle aziende. Davos cinquanta anni dopo si offre come levatrice di un capitalismo etico, e vara un nuovo Manifesto che aggiorna il primo del 1973 e sia guida «per le aziende nell’era della Quarta Rivoluzione Industriale» (nelle scorse settimane, per la prima volta nella sua storia, il WEF ha pagato inserzioni pubblicitarie per diffonderne il contenuto).

In mezzo ci sono stati i frenetici anni Ottanta, la globalizzazione dei Novanta, il movimento no global che prese Davos come simbolo negativo e bersaglio, la lunga crisi economica iniziata nel 2007, quindi inediti discorsi sulla deglobalizzazione, e la deriva di tutto questo, il populismo e il sovranismo. Quest’anno, al centro dell’agenda, il clima.

 

Considerato dai più come vertice esclusivo e inaccessibile - nel tempo si è anche identificato “l’Uomo di Davos”, ricco, poliglotta, cosmopolita, naturalmente global - è diventato sempre più un evento coperto dai media: nonostante i suoi detrattori o forse anche grazie a questi, ha perso quell’aura di gran consesso a porte chiuse che tanto sospetto ha instillato nei movimenti populisti anti-élite. Di Davos si può sapere tutto, ospitare i grandi nomi comporta e quindi assicura massima visibilità (banalmente, molti incontri si possono seguire online sul sito).

A Davos si raccontano i processi in corso e si tenta di predire il futuro: nel 2004 Bill Gates predisse che il mondo sarebbe stato travolto da un’epidemia entro il 2006, lo spam. In generale quando le cose non vanno bene, a Davos si sente. Nel 2009, piena crisi finanziaria globale, il morale era a terra, in quel caso non c’era niente da predire, c’era da discutere come uscirne il più presto possibile, e l’Uomo di Davos sapeva di essere più responsabile di altri.

Chi c’è, chi non c’è.

Ogni anno si gioca a chi c’è e chi non c’è, di solito ci sono quasi tutti e anche le clamorose defezioni come Donald Trump appena eletto alla Casa Bianca, rientrano: il presidente americano che dell’avversione a questi esclusive riunioni ha fatto un vezzo elettorale, è andato nel 2018 e torna nel 2020. Due anni fa ha promosso il suo America First e lanciato frecciate all’Europa e alla Cina, stavolta torna anche per ribadire il suo credo negazionista sul clima, non c’è alcun cambiamento climatico in corso, e lo dirà in faccia alla diciassettenne icona globale dell’ambientalismo, Greta Thunberg.

Davide contro Golia, si dirà, ma si sa che i simboli, gli esempi, in quest’era come non mai, valgono più del reale potere di due attori su un palco. Trump lo sa e opporrà il suo ciuffo alle trecce di Greta, perché almeno mediaticamente su una ribalta imbiancata e fintamente neutrale come Davos sarà un «uno contro uno». Quest’anno non ci saranno il presidente francese Macron e il premier canadese Justin Trudeau mentre il Regno Unito manda il Cancelliere dello Scacchiere, Sajid Javid al posto del premier Boris Johnson.

Come vestirsi.

Il guardaroba è condizionato dal freddo, molti arrivano con le scarpe da montagna e non se le tolgono neanche dentro, pochi mollano gli scarponi per costose, cittadine, scarpe di ricambio. La maggioranza, quelli che restano col moon-boot, è autorizzata dall’ormai consolidato dress code, quel generico business casual che vuol dire tutto e niente, spesso il solito: pantalone, camicia e maglioncino, al massimo un completo ma non la cravatta.

Nessuno però si presenta in jeans e giacca o in pantalone con le tasche e maglietta, unica eccezione il fondatore di una azienda tech di successo, specie che ormai da alcuni anni fa parte dell’habitat Davos e come tale ora si mimetizza. I miliardari della Silicon Valley non più novizi si sono allineati in pochi anni, anche troppo, ha scritto il business editor della Bbc, con il caso limite del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che è passato da un opposto all’altro, dalla felpa del dormitorio di Harvard alla cravatta, e in entrambi i casi si è ritrovato unico e solo.

Come muoversi.

La sicurezza non è discreta e non potrebbe essere altrimenti vista la presenza di politici, banchieri, miliardari, grandi boss di multinazionali, celebrità di ogni latitudine. Spazio aereo interdetto, esercito, cecchini sui tetti, controlli come all’aeroporto a ogni passaggio, controlli già alla frontiera se arrivi in macchina ma anche sull’autobus e in treno fin che giungi in cima a 1.500 metri di altitudine. Poi quando sei lì, se non sei ricco o ben finanziato, stai in alberghi lontani dal luogo degli incontri, quindi anche mezzora di navetta al giorno nella neve. E ti ritrovi a dover scegliere tra circa 300 incontri in cinque giorni, e non sai come dividerti e neanche come battere la concorrenza, perché i posti disponibili si esauriscono in pochi minuti e, se sei un principiante, rischi di ritrovarti in una sessione sulla creatività nel quotidiano, la mente e le macchine, il futuro della mobilità, la questione artica, i segreti dell’universo (qui i sette temi chiave dell’edizione 2020 da cui sviluppano gli infiniti panel).

Fuori, prezzi alle stelle e Davos non è neanche un granché, un paesello moderno non il tipico villaggio da cartolina svizzera, quindi di bello restano le montagne, ma fa freddo, tanto freddo, a gennaio anche meno 20 gradi, insomma hai voglia a gridare all’élite: Davos è un servizio faticoso, confessa un esperto cronista, almeno per chi quella élite la deve raccontare.

 

Occasione unica.

Chi può però a Davos va perché non capita tutti i giorni di vedere riunite le duemila persone più potenti della Terra in un paesino senza assistenti e esperti di pubbliche relazioni a fare da barriera. È un’occasione unica per parlare, ascoltare, imparare qualcosa di nuovo che ha l’ambizione di andare oltre l’utilità quotidiana. E non bisogna farsi intimidire, Lord Digby Jones, habitué del Forum per tanti anni, citato da Bbc, rassicura: «Sembra che tutti sappiano quello che fanno, in realtà non è così».

 

 

 

Non è Successo Niente: Draghi

lascia il posto al suo “Pilota Automatico.”

 

Conoscenzealconfine.it- Redazione-( 26 Luglio 2022)- ci dice :

( ConiareRivolta.org).

 

Draghi si è dimesso esattamente nello stesso giorno in cui la Banca Centrale Europea ufficializzava delle importanti, e funeste novità riguardanti la politica monetaria europea.

Con un tempismo straordinario, la crisi di governo che si è consumata negli ultimi giorni ha visto il Presidente del Consiglio Draghi presentare le sue dimissioni definitive esattamente nello stesso giorno in cui la Banca Centrale Europea (BCE), per bocca della sua Presidente Christine Lagarde, ufficializzava delle importanti, e funeste, novità per quanto riguarda la politica monetaria dell’area euro.

 

La misura più appariscente riguarda un aumento dei tassi di interesse, il primo dopo undici anni e di ammontare doppio rispetto a quanto sembrava nell’aria nelle settimane passate. Come già avevamo avuto modo di discutere approfonditamente, questo provvedimento ha due precise implicazioni. Da un lato, è un attacco diretto al potere d’acquisto della stragrande maggioranza della popolazione, sacrificato sull’altare della difesa dei profitti. Dall’altro, è un’ulteriore mazzata alla stagnante economia europea, sempre più avviluppata nelle autoinflitte conseguenze economiche della guerra.

Non finisce qui, purtroppo. Contestualmente, la BCE ha anche varato un nuovo strumento di politica monetaria, il “Transition Protection Instrument” (TPI), ossia il famigerato scudo anti-spread.

Il tempismo stupisce, e preoccupa, perché il TPI rappresenta la più aggiornata e rifinita evoluzione del famigerato “pilota automatico”, termine coniato proprio dal Draghi Presidente della BCE per definire quell’insieme di strumenti di disciplina fiscale che avrebbero garantito la rigida applicazione dell’austerità e delle politiche neoliberiste in ciascun Paese membro dell’Unione Europea, a prescindere dall’indirizzo politico del governo di turno.

Con il “pilota automatico”, le istituzioni europee hanno dimostrato di riuscire a condizionare la politica economica dei Paesi membri attraverso il ricatto dello spread: qualsiasi governo, di qualsiasi colore politico e indirizzo ideale, sarebbe stato costretto a conformarsi alle prescrizioni della Commissione Europea dalla minaccia dell’instabilità finanziaria, una minaccia che si materializzava non appena la BCE allentava il suo sostegno monetario.

Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e poi Italia hanno dovuto applicare – dal 2010 ad oggi – le rigide agende politiche neoliberiste prescritte dalla Commissione per non ritrovarsi abbandonati dalla BCE in balia della speculazione finanziaria.

Lo strumento tecnico attraverso cui si esercita il ricatto dello spread è rappresentato dagli acquisti di titoli del debito pubblico effettuati dalla BCE: quando questa acquista, ad esempio, i titoli di Stato italiani, ne sostiene la domanda e dunque riduce il tasso di interesse che l’Italia deve pagare ai creditori; specularmente, quando la BCE riduce i suoi acquisti di quei titoli, l’Italia vede crescere il costo del suo debito pubblico e compromette la sua stabilità finanziaria.

Come dicevamo, il 21 luglio, mentre il premier italiano Draghi presentava le sue dimissioni, la BCE introduceva il TPI, un nuovo strumento attraverso cui acquistare titoli di Stato sui mercati finanziari per governare i tassi di interesse nell’area dell’euro. Il TPI consente alla BCE di acquistare titoli pubblici di uno Stato membro solo a condizione che siano verificate quattro condizioni:

 a) disciplina fiscale, b) stabilità macroeconomica, c) sostenibilità del debito pubblico ed infine d) rispetto delle condizioni del PNRR e delle altre raccomandazioni della Commissione Europea.

La prima condizione implica sostanzialmente che il Paese in questione non stia accumulando nuovo debito, cosa possibile solo aumentando le tasse e tagliando la spesa sociale, la sanità pubblica, le pensioni ed i servizi pubblici.

 La seconda condizione richiede invece l’assenza di quelli che la Commissione Europea definisce “squilibri macroeconomici”, che includono anche – per fare un esempio – un tasso troppo elevato di crescita dei salari: per carità!

La terza condizione prevede una valutazione della BCE circa la sostenibilità del debito pubblico:

per capire l’arbitrarietà di questa valutazione, basti pensare che la Grecia venne dichiarata prossima al fallimento con un debito pubblico pari al 120% del PIL e, successivamente, venne promossa a Paese virtuoso con un debito pubblico prossimo al 200% del PIL.

Miracolosamente, la valutazione della BCE era cambiata drasticamente quando la Grecia aveva firmato un memorandum of understanding che ha impegnato i governi che si sono succeduti nel decennio successivo a mettere in ginocchio la società greca attraverso le più rigide politiche di austerità, in quello che potremmo definire come il primo esperimento di “pilota automatico”.

Infine, il quarto requisito di accesso al TPI richiede che il Paese beneficiario degli acquisti della BCE stia rispettando tutti gli impegni assunti nell’ambito del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), cioè le famose 528 condizioni capestro, nonché tutte le prescrizioni della Commissione contenute nelle periodiche Raccomandazioni Specifiche per Paese.

Finalmente, e si spera in maniera definitiva, viene messa una pietra tombale sopra alla favola, che ci è stata raccontata negli ultimi due anni, circa le virtù salvifiche di questo PNRR, che ci era stato venduto come un regalo delle istituzioni europee privo di qualsiasi condizionalità, e che invece si rivela essere l’ennesimo cavallo di Troia dell’austerità: mancare un obiettivo stabilito nel PNRR significa perdere lo scudo della BCE sui mercati finanziari e finire in balia della speculazione finanziaria.

Con il PNRR, dunque, le istituzioni europee sono riuscite ad estendere a tutti gli Stati membri quella camicia di forza che aveva consentito di piegare l’economia greca alle violente politiche di smantellamento dello stato sociale, di attacco alle pensioni e ai salari e di precarizzazione del lavoro.

 Difatti, il PNRR non fa che impegnare i Paesi in un’agenda neoliberista a tappe forzate: se una di queste tappe viene mancata, la speculazione finanziaria può scagliarsi contro il Paese “indisciplinato” nella piena certezza che la BCE non interverrà, perché così funziona il TPI, come d’altronde già abbondantemente previsto.

Così, proprio mentre Draghi abbandona Palazzo Chigi sbattendo la porta, la sua spregiudicata agenda politica neoliberista rientra dalla finestra attraverso il nuovo strumento di politica monetaria della BCE. Davanti al fallimento politico dell’ennesimo governo tecnico imposto al Paese, la classe dirigente europea globalista rispolvera l’arma del ricatto del debito che tanto efficace si è dimostrata, in passato, come strumento di disciplina delle economie europee a suon di spread.

Gli eventi di questi ultimi giorni ci ricordano anche che, quale che sarà l’esito delle elezioni del prossimo 25 settembre, il programma di governo è già pronto ed è scritto nero su bianco nel PNRR, messo appunto dall’esecutivo Draghi e vincolante per chiunque uscirà vittorioso dalle urne per tutta la durata della legislatura, pena l’esplosione dell’instabilità finanziaria sotto la spinta della BCE.

Salvini, Letta e Meloni potranno così azzuffarsi sulle briciole e sulle quisquilie, consapevoli che l’agenda di politica economica e sociale sarà la stessa, chiunque di essi prevalga, perché questa è la naturale e unica conseguenza dell’adesione cieca alla politica del pilota automatico di matrice europea. E, visto che stiamo entrando in campagna elettorale, è buffo osservare che pezzi degli stessi partiti che hanno sostenuto il governo Draghi ora provino improvvisamente a rimettere i panni barricaderi, con una divisione dei ruoli fra poliziotto buono e poliziotto cattivo che era insopportabile prima ed è intollerabile ora che escono dalla prova del governo.

Noi da parte nostra ripetiamo che niente di buono potrà venire da questi, ma continuiamo a riporre speranza in chi – finora fuori dall’arco parlamentare – in questi anni ha coerentemente individuato il meccanismo europeo quale uno dei fattori di controllo degli interessi della classe lavoratrice. La strada da fare è ancora molto lunga, ma il cammino è iniziato.

(ConiareRivolta.org- coniarerivolta.org/2022/07/22/non-e-successo-niente-draghi-lascia-il-posto-al-suo-pilota-automatico/).

 

 

Prof. Augusto Sinagra: Lettera

Aperta all’on. Giorgia Meloni.

Conoscenzealconfine.it-( 25 Luglio 2022)- Augusto Sinagra- ci dice :

 

Parto dall’ultima notizia: lei sta facendo cancellare dai social tutte le sue esternazioni a favore dei sieri genici che hanno provocato sofferenze e morte. Di questo lei era ed è consapevole. Così pure sono scomparsi i suoi post di sostegno all’infame green pass.

Ovviamente, lei ha dato queste disposizioni in vista delle prossime consultazioni politiche per poter continuare a gabellare gli elettori e acquisire voti. Già questo dà la misura della sua consistenza etica e politica. Ma è da tempo che lei fa politica con l’inganno.

Lei è la stessa persona che è corsa ad inserirsi nell’ASPEN INSTITUTE che è la fogna del peggiore globalismo e della peggiore finanza internazionale speculativa. Non ha esitato ad assumere la presidenza, nel Parlamento europeo, del Partito dei Conservatori.

Ogni suo atteggiamento, condotta, azione politica, posizionamento partitico è stato sempre funzionale ai suoi personali interessi anche a livello familiare, facendo eleggere Deputato pure suo cognato.

Io la conosco da tempo e lei lo sa, e mi ricordo le sue dichiarazioni di fedeltà alle idee fasciste, i suoi sgambettanti saluti romani, i suoi scimmiottamenti di quella che possiamo definire la liturgia fascista. Questo ai tempi del Fronte della Gioventù.

Si possono conservare le idee anche partecipando ad altre formazioni partitiche non rappresentative di quelle idee, ma lei ha fatto di più e ha superato ogni misura pur di acquisire consensi e appoggi per la sua carriera politica perché, egregia Signora Meloni, è così che lei intende la politica e cioè come strumento attraverso il quale fare “carriera”.

Lei oggi aspira legittimamente, come chiunque altro, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma se dovesse conseguire anche questo risultato di “carriera”, questo avverrà all’esito di un lungo percorso lastricato di opportunismo, contraddittorietà, tradimenti politici e ideali.

E anche abiure: lei è la stessa persona che dichiarò pubblicamente di non volere fascisti nel suo Partito. Ne sia assolutamente sicura: i fascisti veri se ne tengono alla larga perché sono ben consapevoli che il pericolo viene da destra e il nemico è la borghesia parassitaria. E lei interpreta perfettamente la peggiore destra e la peggiore borghesia.

Sono consapevole che accreditandola ora come una antifascista, contribuisco alla sua “carriera” politica. Non mi aspetto un ringraziamento, ma dovrebbe farlo sempre per il suo innato senso dell’opportunismo.

Lei è la stessa persona che votò la fiducia al governo Monti, che votò l’infame legge Fornero, il pareggio di bilancio inserito addirittura nel testo costituzionale. Non votò il “fiscal compact” solo perché, come lei ebbe a dire, quel giorno non era in Parlamento. Forse attendeva ad altri impegni per lei più convenienti.

Poi abbiamo avuto la pantomima della finta opposizione al governo di Mario Draghi, che ha tormentato il Popolo italiano anche per merito suo e del suo Partito, che abusivamente porta il nome creato da Goffredo Mameli.

Lei si dichiara “atlantista”, sostenitrice fedele della NATO e favorevole all’invio di armi e Soldati italiani in Ucraina. Capisco che per la sua “carriera” ha bisogno dell’appoggio del deep State USA che ha insanguinato e insanguina il mondo ma, accecata dalle sue ambizioni, ha perso il senso dell’etica politica e della cura degli interessi nazionali.

La strada che lei percorre è anche intrisa di sangue. Lei è tra i personaggi politici che più si sono impegnati negli ultimi due anni e mezzo, attraverso lo strumento della asserita epidemia, a devastare non solo l’economia e la politica intesa in senso alto, ma soprattutto a devastare le coscienze dei cittadini.

Non ho e non ho mai coltivato aspirazioni elettorali ed è con riguardo a questo mio personale posizionamento apparentemente solitario (ma non è così perché di Camerati veri e di Cittadini onesti ce ne sono molti di più di quanto lei immagini) e questo mi dà “titolo” per marcare, per mia fortuna, le differenze fra me e lei.

Io ho sempre vissuto del mio lavoro, come molti altri. Lei non può dire lo stesso perché lei non ha mai lavorato e non conosce la fatica e la gioia del lavoro.

Io non ho mai tradito le mie idee, lei lo ha fatto già da tempo e continua a farlo. Mediti sulle parole dell’Autore dei “Canti pisani”: “Se uno non è capace di sostenere le proprie idee, o non valgono niente le idee o non vale niente lui”.

Lei ovviamente non avrà il mio voto ma stia pur tranquilla che da tanti e tanti altri non avrà sostegno elettorale, poiché tra le tante altre cose ce n’è una in particolare che lei e i suoi palafrenieri non avete capito: gli Italiani non sono stupidi.

In chiusura di una lettera, dovrei rivolgerle i saluti ma non lo faccio. Non sono un ipocrita.

Articolo di Augusto Sinagra – Professore ordinario di diritto delle Comunità europee presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Avvocato patrocinante davanti alle Magistrature Superiori, in ITALIA ed alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a STRASBURGO.

(imolaoggi.it/2022/07/24/lettera-aperta-allon-giorgia-meloni-prof-sinagra/).

 

 

 

 

L’Ordine dei Medici ora fa Dietrofront:

“I Sanitari tornino tutti al Lavoro”.

Conoscenzealconfine.it- 27 Luglio 2022- Martina Giuntoli- ci dice :

 

Caduto il governo, piuttosto in fretta è cambiata anche l’aria che tira negli Ordini dei Medici. A dimostrazione che tutte le misure subite dal personale sanitario che per qualche motivo non si è mostrato compiacente con l’obbligo vaccinale e le linee guida ministeriali non avessero nulla (o quasi) di scientifico, ma fossero esclusiva espressione politica di chi sedeva a Palazzo Chigi, è ancora più chiaro oggi, visto che, cambiato il governo, allo stesso modo, anzi piuttosto in fretta, è cambiata l’aria che tira negli Ordini dei Medici.

Fino a ieri abbiamo visto la peggiore intransigenza, processi degni della più estrema delle Inquisizioni, mentre oggi, caduto Mario Draghi, tutti riammessi come niente fosse (si veda la mozione Fnomceo a riguardo). I sanitari no vax possono finalmente dimenticare tutto e tornare al loro posto di lavoro.

Sicuramente i Presidenti degli Ordini dei Medici sperano in questo modo di riscattarsi agli occhi dell’opinione pubblica e soprattutto degli iscritti che hanno vessato per circa un anno e mezzo. Così motivano il cambio di rotta. I presidenti affermano due cose importanti, ovvero che accertarsi se un sanitario è vaccinato o meno non è più compito loro, e per questo si rimanda al Ministero della Salute, e che l’emergenza è ufficialmente conclusa. Siamo nel tempo ordinario, come si direbbe nell’anno liturgico.

Eppure fino a poco tempo fa, erano proprio gli Ordini a processare sommariamente e altrettanto sommariamente mettere alla gogna quei sanitari disobbedienti, quegli stessi specialisti che loro hanno tenuto consapevolmente fuori dagli ospedali, lontani dagli ambulatori, distanti da pazienti bisognosi e persino dalle riunioni per l’approvazione dei bilanci. Si sa, quando si parla di soldi, meglio essere tra amici e gente fidata.

Tutto questo avveniva tra lo sdegno comprensibile di chi si vedeva lasciato senza stipendio secondo un ingiusto iter amministrativo da seguire, e tra l’infantile e spavalda idea di chi invece ingenuamente ma anche colpevolmente pensava “kapò in emergenza, kapò tutta la vita” (visto che l’emergenza se dipende da noi non la facciamo certo finire).

Ma le emergenze finiscono, come finiscono i governi, ed esistono anche le post-pandemie, momenti di profonda riflessione durante cui tutte le azioni compiute anche solo pochi mesi o giorni prima vengono messe sotto l’impietosa lente di ingrandimento della storia ed analizzate con il senno del poi, comprese tutte le azioni compiute proprio da parte di chi durante l’emergenza aveva trovato quella sua piccola fetta di potere di cui abusava felicemente, come diceva Montanelli.

Ma l’Italia è anche questo. Cambiato il governo, cambiate le casacche. E quelli che fino a ieri si mostravano i peggiori kapò, oggi riconoscono e rilanciano a gran voce che una gestione emergenziale del Covid non ha più senso e che tutto deve tornare come prima.

Il primo e forse il più clamoroso dietrofront in questo senso lo compie il presidente di FnoMceo, Filippo Anelli , il quale si compiace di aver raggiunto con la campagna vaccinale una percentuale altissima di sanitari che hanno adempiuto agli obblighi, mentre solo pochi si sono sottratti a quello che era un loro dovere morale e sono stati per questo sospesi senza stipendio.

Come se vi fosse di che gioire, fosse anche un solo sanitario ad aver subito la misura indegna.

Lo stesso Anelli ammette a Quotidiano Sanità che in pratica l’Ordine si è trovato a fare il cane da guardia per conto del Governo per troppo tempo, mentre ora può finalmente tornare a fare quello per cui è nato, ovvero accertarsi che i medici svolgano la loro professione secondo i termini deontologici, dato che non solo ora l’emergenza sembra davvero terminata ma che vi sono sentenze limpide e cristalline, (come quelle del magistrato Zanda), che dipingono perfettamente ogni incongruenza del DL 44/2021, e che quindi gli Ordini dei Medici non possono più essere i garanti della sua applicazione.

Ma in sostanza cosa cambia dunque? Cambia che, cambiato il vento, gli Ordini dei Medici passano la palla al Ministero della Salute, perché vogliono che sia proprio il Ministro Speranza a dire cosa dovranno farci i medici con quell’obbligo vaccinale, di cui Fnomceo si dice non più responsabile.

In sostanza, per Fnomceo, i non vaccinati potranno tornare al loro posto di lavoro.

Vedremo se per risolvere la questione a Speranza basterà dire che la sentenza del magistrato Zanda è irricevibile e vergognosa.

(Martina Giuntoli- visionetv.it/lordine-dei-medici-ora-fa-dietrofront-i-sanitari-tornino-tutti-al-lavoro/).

 

 

 

 

Perché l’élite globalista americana

non controllerà mai

la politica degli Stati Uniti.

Linkiesta.it- Rainer Zitelmann-(11 Giugno 2021)- ci dice :

 

La logica del mercato. (Money can't buy it).

Se i soldi da soli potessero comprare il potere politico, Joe Biden oggi non sarebbe il presidente degli Stati Uniti, e alla Casa Bianca ci sarebbe Michael Bloomberg. È vero che i magnati statunitensi hanno influenza sui partiti, ma ne hanno poca sulle grandi questioni che animano il dibattito e che determinano la direzione delle istituzioni.Per anni, gli anticapitalisti hanno segnalato la presunta e – a loro dire – sempre crescente influenza di una piccola e ricca élite globalista sulla politica americana.

Questa tesi è criticabile sotto tanti punti di vista.

Prima di tutto, se il denaro potesse comprare il potere politico, Donald Trump non sarebbe diventato un candidato alle presidenziali del 2016. Avrebbe probabilmente perso contro Jeb Bush, che aveva avuto molte più donazioni di Trump o di qualsiasi altro potenziale candidato. E Trump avrebbe sicuramente perso le elezioni del 2016 contro Hillary Clinton, che aveva raccolto più di 1,2 miliardi di dollari. Trump invece raccolse circa 600 milioni di dollari.

Se i soldi da soli potessero comprare il potere politico, Joe Biden oggi non sarebbe il presidente degli Stati Uniti.

Più probabilmente, ora alla Casa Bianca ci sarebbe Michael Bloomberg, che al tempo della sua candidatura per la nomination democratica era l’ottavo uomo più ricco del mondo con un patrimonio netto di 61 miliardi di dollari. Mai prima d’ora nella storia, un candidato ha speso così tanti soldi in così poco tempo di tasca propria per una campagna elettorale – circa un miliardo di dollari in poco più di tre mesi, come rivelato in un documento della Commissione Elettorale Federale (FEC) sul finanziamento delle campagne elettorali.

Bloomberg ha finanziato da solo la sua campagna e non ha accettato donazioni. Tuttavia, la tesi che i soldi fanno girare il mondo è più popolare che mai, soprattutto negli Stati Uniti.

I complottisti   di destra vedono in George Soros e Bill Gates le menti diaboliche che tramano per giungere a dominare il mondo, mentre per i complottisti di sinistra erano i fratelli Koch a ricoprire lo stesso ruolo (David è venuto a mancare un paio di anni fa, lasciando al solo Charles d’interpretare tale ruolo).

 Uno degli studi accademici più frequentemente citato che pretende di dimostrare il potere e l’influenza del denaro negli Stati Uniti è il saggio del 2013 “Democracy and the Policy Preferences of Wealthy Americans” di Benjamin  Page, Larry Bartels e Jason Seawright.

Il fatto che questo studio sia citato così frequentemente come prova dell’influenza dei ricchi sulla politica americana è sorprendente. Dopo tutto, lo studio si basava solo su 83 partecipanti, una base molto piccola per uno studio quantitativo. Inoltre, tutti i partecipanti venivano dall’area metropolitana di Chicago. E molti di loro non erano nemmeno così ricchi, dato che solo 36 su 83 avevano un patrimonio di più di 10 milioni di dollari.

Effettivamente, è difficile condurre studi che si concentrino sui veri ricchi. Io stesso ho pubblicato uno studio sui tedeschi ricchi intervistando 45 persone con un patrimonio superiore a 10 milioni di euro – la maggior parte aveva un valore compreso tra 30 milioni e 1 miliardo di euro. Ma per questo ho pensato che il mio studio dovesse essere qualitativo piuttosto che quantitativo.

La ricerca di Page, Bartels e Seawright è stata condotta nel 2011. Quindi è interessante chiedersi se, dieci anni dopo, i ricchi hanno ottenuto dai politici ciò che si supponeva volessero. Come indica il titolo dello studio, i ricercatori volevano soprattutto identificare le “preferenze politiche dei ricchi americani”.

Tra gli undici problemi degli Stati Uniti, il “deficit di bilancio” era in cima alla lista dei ricchi intervistati. Così, per l’87% dei ricchi intervistati nello studio, questo era il problema prioritario che i politici statunitensi avrebbero dovuto affrontare. All’ultimo posto, solo il 16% degli intervistati ha individuato il cambiamento climatico come un problema importante.

«L’enfasi sulla riduzione del deficit di bilancio federale indirizza ciò che è, di gran lunga, il problema più importante nella mente degli americani ricchi – anche se non del popolo americano nel suo complesso», concludono gli autori dello studio.

Dieci anni dopo, il debito nazionale che, secondo il sondaggio, i ricchi americani avrebbero voluto vedere ridursi, è salito da 15,6 trilioni di dollari a 28,6 trilioni di dollari, quasi raddoppiando. Al tempo del sondaggio, il rapporto debito/Pil era inferiore al 100%; oggi è oltre il 133%.

Se l’aspirazione più grande dei ricchi americani era di ridurre significativamente il livello del debito nazionale, di certo non hanno trovato soddisfazione in Barack Obama o in Donald Trump – e certamente non sarà Joe Biden a ridurre il debito pubblico.

Di contro, il punto prioritario nell’agenda di Joe Biden è esattamente la questione che è stata menzionata meno frequentemente dai ricchi americani nel sondaggio di dieci anni fa, cioè la lotta per mitigare il cambiamento climatico e lanciare un Green New Deal (che comporta un’ulteriore espansione significativa del debito pubblico).

I ricchi non hanno allora alcuna influenza sulla politica? Sì, ce l’hanno, ma ne hanno poca sulle grandi questioni che animano il dibattito e che determinano la direzione della politica. Gli autori dello studio citato hanno dichiarato: «Una scoperta chiave è che poco meno della metà (44%) ha riconosciuto l’importanza attribuita all’interesse personale economico mirato».

Quindi i ricchi non sono preoccupati per le grandi questioni ma per i loro interessi economici immediati – gli autori hanno citato, per esempio, alcuni loro obiettivi: «cercare di ottenere che il Tesoro onori il suo impegno a estendere il fondo TARP a una particolare banca di Chicago, capire meglio i nuovi regolamenti del Dodd-Frank Act e come questi influenzeranno il loro business, come ottenere permessi sui terreni dallo United States Fish and Wildlife Service»

John York, che ha scritto un eccellente saggio nel 2017 sul tema: “L’aumento della disuguaglianza di reddito minaccia la democrazia?”, ha concluso che le attività dei lobbisti tendono a essere più focalizzate su interessi specifici e settoriali piuttosto che cercare di influenzare il dibattito sulle tematiche più generali della politica.

E ciò, ha sostenuto, potrebbe essere prevenuto limitando l’influenza dello Stato sull’economia: «Ridurre l’intervento pubblico avrebbe anche il vantaggio di diminuire la quantità di denaro che finisce alla politica. Sbarazzarsi dei regolamenti che distorcono il libero mercato e truccano il gioco a favore di chi ha agganci politici, azzerare gli sprechi derivanti dagli appalti governativi ed eliminare le tangenti che sono connessi ai lavori pubblici, denunciare i politici che sono coinvolti in queste pratiche, tutto ciò taglierebbe alla fonte il fiume di denaro che scorre verso Washington».

 

 

 

Il nuovo ordine mondiale

ebraico smascherato.

Daemuk.ch-Redazione- (19 settembre 2013)- ci dice :

 

Il ruolo del giudaismo talmudico nell'epoca moderna è quello di un monarca assoluto di una nazione. Gli ebrei hanno conquistato il mondo intero come era previsto negli antichi testi "religiosi" ebraici.

Il nuovo ordine mondiale ebraico smascherato (The Jew World Order).

Conquistarono il mondo dominando la finanza mondiale, le banche, monopolizzando i mezzi di informazione degli USA, dell'UK, della Francia, del Canada e delle altre potenze occidentali. Influenzarono la società tramite il loro vastissimo network di lobby sovversive, presero il controllo dei tribunali e delle professioni legali, senza dimenticare la loro infausta presenza ai livelli più alti dei governi delle nazioni più potenti.

Come spiegò l'ex premier Malese, il Dr Mahathir Mohamed: "Gli ebrei governano questo pianeta per delega, facendo in modo che gli altri lottino e muoiano al posto loro. Ora hanno conquistato il controllo delle nazioni più importanti... Questa piccolissima comunità ha ora potere su tutto il mondo".

Il Dr. Mahathir diceva il vero e la veridicità delle sue parole è evidente; tutto ciò che ognuno deve fare è guardarsi intorno ed osservare il potere che hanno gli infidi giudei. Il leader terrorista ebreo sionista Zeev Jabotinski (fondatore del gruppo terrorista ebraico Irgun Zevai Leumi) dichiarò con orgoglio: "C'è un solo potere che è davvero importante: il potere di fare pressioni politiche. Noi ebrei siamo il popolo più potente del mondo perché abbiamo questo potere e sappiamo come esercitarlo (Jewish Daily Bulletin, July 27, 1935)".

Il fatto che i terribili crimini di questa pericolosissima organizzazione terroristica come il bombardamento del King David Hotel o il massacro di Deir Yassin non siano neanche citati nei libri di storia occidentali o addirittura censurati nei corsi avanzati di storia, dimostra la veridicità della frase auto-celebrativa di Jabotinski.

L'esistenza del potere ebraico è dimostrata soprattutto dal fatto che le critiche verso il cristianesimo, l'islam o altre religioni o gruppi etnici sono permesse nelle nostre società, mentre le critiche agli ebrei ed al giudaismo sono considerate tabù. Sono considerate come socialmente e politicamente pericolose. C'è da dire, che se vuoi sapere chi detiene veramente il potere, dovresti cominciare a chiederti chi è che non puoi criticare.

È abbastanza interessante notare come chi parla del nuovo ordine mondiale cercando di deviare l'attenzione dai veri responsabili come Alex Jones, Jim Marrs, Alan Watt, Mark Dice e altri  non vengono zittiti od oppressi, al contrario, vengono sponsorizzati dalla stampa ebraica.

 Questi presunti critici del nuovo ordine mondiale (NWO) e degli Illuminati che usano spesso termini vaghi come "élites, globalisti, l'establishment, la lobby militare/industriale" e che citano in modo confusionario un sacco di entità diversissime fra loro, come causa del nuovo ordine mondiale (NWO) - qualunque cosa, satanisti, occultisti, massoni, gesuiti, nazisti, fascisti, templari, Re e Regine britanniche, rettiliani, alieni ecc. - sono liberi di diffondere le loro teorie e le loro idee alla radio, alla TV, su internet e nei libri, senza alcuna censura.

I loro shows alla radio non vengono cancellati, i loro libri non vengono tolti dagli scaffali, anzi vengono pubblicati tranquillamente. I loro video non sono censurati o tolti dai siti internet di condivisione, i loro siti web e i loro blogs, non vengono cancellati, non vengono multati o messi in prigione per "incitazione all'odio". Al contrario, possiamo vedere questi pagliacci "kosher" ben in evidenza nelle reti televisive della propaganda ebraica, come History Channel; li vediamo nei talk show, come il talk show The View.

Chi critica il potere ebraico, il sionismo e la rete criminale giudaica non può nemmeno sognare di acquisire un tale livello di notorietà. Vi siete mai chiesti il perché?

Il comunismo è ebraico, la massoneria è ebraica, i comunisti ed i "massoni bianchi" non sono niente di più che lo strumento del potere ebraico internazionale.

 I massoni sono spesso nominati da queste persone ma quello che viene deliberatamente omesso dalle loro parole, è che i massoni sono subordinati agli ebrei, come ammesso dai massoni stessi nei loro libri.

 A pagina 249 di " Duncan's Ritual and Monitor", c'è scritto che la massoneria è asservita al giudaismo e che non è niente più che un destinatario che si impegna, in generale per il bene della massoneria, ma più in particolare per il bene della nazione ebraica come accade nella Royal Arch. È innegabile anche il fatto che la stessa massoneria si basa sui riti ebraici e sul misticismo "ebraico", la Cabala. Questo fatto viene anche omesso da questi ingannatori.

Il nuovo ordine mondiale ebraico.

I protocolli dei savi anziani di Sion fan capire chiaramente l'intenzione di usare dei "bianchi asserviti" (Shabbas goyim) come capri espiatori. La massoneria bianca serve come uno schermo per noi e per i nostri obiettivi, ma la strategia delle nostre forze deve rimanere un mistero sconosciuto per tutte le altre persone ( I protocolli dei savi anziani di Sion, protocollo 4 ).

Quelli di noi che nominano gli ebrei come coloro che muovono i fili dietro il New World Order, che noi chiamiamo Jew World Order, vengono censurati, minacciati, arrestati, imprigionati e in certi casi persino uccisi.

Non c'è una "lega di difesa gesuita su internet", che guarda in giro per il web cercando di censurare da Youtube i video che criticano l'ordine gesuita ed il Vaticano, c'è però una "Jewish Internet Defense Force", una gang di intriganti giudei che implacabilmente si guarda in giro per il web allo scopo di sabotare blogs e siti web in cui vengono criticati gli ebrei, Israele o il sionismo.

Questa gang è responsabile per la rimozione di migliaia di video e della chiusura e il bloccaggio di migliaia di canali ed utenti di Youtube, come anche di altri siti di condivisione video.

Il Vaticano non ha un esercito stipendiato di trolls da internet che vagano per i siti internet famosi come You-tube, Facebook e Twitter postando commenti in cui esaltano il Vaticano ed etichettano tutti i critici del vaticano come "bigotti anti-cattolici".

 Il governo israeliano invece, insieme alla sua vasta rete di lobby sioniste come il World Jewish Congress, l'Anti-Defamation League e il B'nai B'rith, ha sul suo libro paga migliaia di ebrei fanatici, chiamati "Hasbara", che vagano per il web diffondendo propaganda pro-ebraica ed attaccando chiunque critichi qualunque cosa abbia a che fare con Israele, gli ebrei o il sionismo, etichettandolo come "antisemita e nazifascista".

Non sono i gesuiti o i cattolici che istruiscono i loro alunni su come manipolare Wikipedia per favorire la propria causa e le proprie ambizioni, ma sono gli ebrei sionisti a farlo.

 

Questo non vi dice niente? Solo dei criminali che tentano di evitare la censura ricorrerebbero a questo comportamento perverso che diffonde le falsità fin dal gradino più basso. Date un occhio a tutte le personalità la cui carriera è stata rovinata in questi anni semplicemente perché hanno espresso un'opinione o esposto un fatto che gli ebrei non vogliono che il pubblico sappia.

Per esempio, Helen Thomas, un veterano con 50 anni di esperienza del corpo dei giornalisti della casa bianca, ricevette di recente pressioni per dimettersi dopo che fu registrato in un video mentre diceva che gli ebrei israeliani avrebbero dovuto lasciar la Palestina.

 Subito dopo che il video venne fuori, Il giudaismo organizzato andò su tutte le furie e cominciò la caccia alle streghe; fece in modo che nascesse una barriera d'odio contro Hellen Thomas a causa delle sue affermazioni; arrivarono persino a chiamare le scuole ed i gruppi di giornalismo per fargli togliere ogni riconoscimento da loro ottenuti negli anni precedenti.

Riflettendo sul suo declino Thomas disse ad un intervistatore: "Non puoi criticare Israele e sopravvivere in questa nazione". In un altro discorso Thomas disse: "Noi siamo circondati da persone che fanno propaganda contro gli arabi. Non vi è altra spiegazione per questo. Il congresso, la casa bianca, Hollywood e Wall Street sono di proprietà dei sionisti. Non vi è altra spiegazione secondo me. Loro mettono i loro soldi ovunque siano. E noi siamo spinti in una direzione sbagliata in ogni caso.

Ci fu anche un caso che coinvolse Rick Sanchez, un conduttore dei notiziari della CNN con un proprio show chiamato, "Rick's list". Sanchez fu immediatamente licenziato dal proprio posto di lavoro alla CNN dopo che disse che i mass media Americani erano controllati dagli ebrei in un'intervista radio. ("Rick Sanchez: Jon Stewart A .Bigot,' Jews Run CNN & All Media." The Huffington Post. 10/1/2010). Al non ebreo Rick Sanchez non è permesso di affermare fatti ovvi sul controllo dei media da parte degli ebrei; invece un giornalista ebreo del LA Times, Joel Stein, può scrivere liberamente, senza alcuna ripercussione, un articolo intitolato "Quanto è ebraico Hollywood?" in cui si vanta arrogantemente del controllo ebraico di Hollywood, dei notiziari, del governo e della finanza, affermando:"Gli ebrei controllano completamente Hollywood.

 Io, fiero ebreo, voglio che in America conoscano il nostro talento. Sì, controlliamo Hollywood. Non mi interessa se gli americani pensano che controlliamo i mezzi di comunicazione, sia per quanto riguarda le notizie che l'intrattenimento, Hollywood, Wall Strett ed il Governo. Mi interessa solo che continuiamo a controllare tutto ciò."

Lo scrittore e giornalista conservatore Joe Sobran, fu un colonnista di lunga data del National Review prima di venire licenziato per "antisemitismo". Egli spiegò apertamente la natura del potere ebraico. Sobran pensava che se volevi entrare nella politica che conta in America, dovevi sapere tutto a riguardo ma allo stesso tempo non dirlo a nessuno apertamente, per paura degli ebrei.

"Parlare della politica Americana senza nominare gli ebrei, è come parlare dell'NBA senza nominare i Chicago Bulls. Ora che sono così potenti, che non ci si azzardi a dire tutto il male che fanno. Hanno successo e quindi hanno abbastanza potere; il loro potere è l'unico ad essere immune da ogni tipo di critica anche quando è davvero molto visibile. Essi stessi si comportano come se il loro successo fosse un segreto; vanno in panico e ricorrono alle accuse non appena una qualunque questione è sollevata verso di loro. Il controllo ebraico della maggior parte dei media, nell'epoca mediatica rende la costrizione all'omertà sia paradossale che paralizzante.

Il nuovo ordine mondiale ebraico.

Per poter andare avanti nella propria vita pubblica è necessario che tu sappia tutto di questo ma che non lo dica mai a nessuno. Un'etichetta ipocrita ci costringe a fingere che gli ebrei siano delle vittime senza alcun potere; se non rispetterai il loro vittimismo, essi ti distruggeranno. È una prova fondamentale non solo di malvagità, ma di un fiero etnocentrismo, una sorta di super-identitarismo razziale".

In un articolo stampato il 27 Maggio 1996 sul NY Times Ari Shavit, un colonnista israeliano rifletteva sull'omicidio da parte degli israeliani di più di 100 civili libanesi il mese precedente: " Li abbiamo uccisi con una sorta di ingenua arroganza. Credevamo con assoluta certezza che ora, con la Casa Bianca, il Senato e i media Americani nelle nostre mani, le vite degli altri non contassero quanto le nostre."(Comunque viene insegnato loro dalla loro cosiddetta "religione", che la vita di un ebreo ha un immenso valore, mentre i non ebrei sono delle bestie). Questo israeliano confermò ciò che molti americani sanno già da decenni, ovvero che la lobby ebraica/israeliana controlla la casa bianca, il congresso ed il senato come burattini, non certo i gesuiti, gli occultisti o i satanisti né tanto meno i rettiliani.

Pat Buchanan, famoso cronista politico ed ex candidato alla presidenza, dichiarò una volta: "Capitol Hill è un territorio occupato da Israele".

L'ex membro del Congresso Paul Findley documentò la veridicità della frase di Buchanan in un libro chiamato "Abbiano il coraggio di dirlo: Che la nostra gente e le nostre istituzioni lottino contro la lobby israeliana".

 A pagina 161 di questo libro egli cita l'ammiraglio Thomas Moorer, ex capo dello stato maggiore congiunto degli USA, il quale affermò, dopo alcune pesanti minacce da parte della lobby ebraica agli Stati Uniti: "Non ho mai visto un presidente, non mi importa chi sia, stare in piedi davanti a loro (gli ebrei). Questo mi sbalordisce. Essi riescono sempre ad ottenere ciò che vogliono. Gli Ebrei sanno cosa sta succedendo in ogni momento. Sono arrivato al punto in cui non abbiamo più niente da dire. Se gli americani capissero l'influenza che queste persone hanno sul nostro governo, essi prenderebbero le armi in pugno. I nostri cittadini non hanno alcuna idea di cosa sta succedendo".

Tom Dalyell, membro del parlamento inglese, diede voce a questi sentimenti quando affermò "un gruppo giudaico ha preso il controllo del governo degli USA e si è alleato con i fondamentalisti cristiani". L'ex membro del congresso Cynthia McKinney condannò apertamente le lobby pro-israeliane negli USA (AIPAC, ADL, AJC, ZOA, etc), per averle rovinato la sua carriera politica. Tutto questo perché al congresso McKinney si rifiutò di firmare un documento pro-israele prendendo una posizione pro-palestina. Per questo McKinney disse che una guerra contro di lei è stata dichiarata dalla lobby ebraica, che l'avrebbe poi cacciata fuori dal congresso finanziando e supportando i suoi oppositori politici. Nel 2009 disse ad un intervistatore che "più del 99% del congresso lavora per gli interessi pro-ebraici e pro-israeliani".

L'ex membro del congresso Jim Trafficant fu anche lui preso di mira e distrutto politicamente dalla lobby ebraica per non essere un pupazzo filo-israeliano e per aver fatto venire fuori la falsità delle accuse al cosiddetto "criminale di guerra nazista" John Demjanjuk, che gli ebrei tentarono di metter in croce per dei "crimini di guerra" che mai avvennero ( vedi: Collins, Michael Piper Target Trafficant. American Free Press, 2005 ).

Dopo esser stato 7 anni in prigione con una falsa accusa di corruzione, egli non ebbe alcun timore ad affermare in un'intervista in TV le seguenti parole: "Israele tiene per la gola il governo americano. Gli ebrei controllano i membri della casa bianca e del senato. Ci hanno trascinato in guerre nelle quali non abbiamo nessun interesse. I nostri figli stanno tornando indietro nelle bare. La nostra nazione è finita in bancarotta a causa di queste guerre. E se apri la bocca per lamentarti vieni bersagliato. E se non ti riescono a screditare ti mettono in prigione... Controllando la nostra politica estera e influenzano anche la nostra politica interna.

Wolfowitz, il sottosegretario alla difesa, manipolò Bush per farlo entrare in guerra contro l'Iraq. Sicuramente hanno fatto anche pressione per cercare di fare lo stesso anche per attaccare l'Iran. Stiamo conducendo per conto di Israele una politica espansionista e tutti hanno paura di dirlo. Essi controllano gran parte dei media, gran parte del commercio nella nostra nazione e soprattutto hanno un grandissimo potere su tutto il congresso. Il congresso è loro."

Il professore dell'università di Chicago, John Mersheimer, e lo studente di Harvard, Stephen Walt, sentirono l'ira pericolosa della Lobby ebraica. Una campagna diffamatoria iniziò contro di loro dopo che pubblicarono uno studio in cui veniva spiegata la pericolosa influenza dei gruppi lobbyisti israeliani, soprattutto l'AIPAC ( American Israel Public Affair Committee ), intitolato "La lobby ebraica e la politica estera degli USA. Il reporter di Fox News Carl Cameron confermò la capacità della lobby giudaico-israeliana di far tacere ed estirpare chiunque non fosse loro gradito. Nella sua censurata serie in quattro parti riguardante lo spionaggio israeliano contro gli USA, Cameron disse "Gli investigatori della DEA, dell'INS e dell'FBI hanno tutti fatto sapere a Fox News che condannare o anche solo riferire qualcosa riguardo allo spionaggio israeliano vuol dire, buttare via la propria carriera".

La conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane vanta nel suo consiglio i membri di 51 fra i più potenti gruppi d'odio sionisti d'America, i quali influenzano tremendamente la vita politica in America. Un autore ebreo, J.J. Goldberg, nel suo libro "Il potere ebraico: L'establishment giudaico in America"(pag 38-39) fa notare che ci sono circa 300 organizzazioni ebraiche negli USA con un budget congiunto stimato di circa 6 bilioni di dollari, una somma maggiore del prodotto interno lordo di metà delle nazioni appartenenti alle nazioni unite(citato anche nel capitolo 7 di Cultura della critica, di Kevin MacDonald). E questo senza prender nemmeno in considerazione l'influenza dei singoli ebrei ricchi e dei dollari ebraici nei finanziamenti delle campagne elettorali sia del partito democratico che del partito repubblicano ( vedere The New Babylon: Quelli che governano il mondo, di Collins e Michael Piper, American Free Press, 2009 ).

 

Il nuovo ordine mondiale ebraico.

Henry L. Feingold scrisse nel suo libro "Potere ebraico in America: mito e realtà" le seguenti affermazioni: "circa il 60% dei fondi raccolti dal partito democratico ed una percentuale significativa dei fondi raccolti dal partito repubblicano per le campagne elettorali arrivano da fonti ebraiche".

Gli ebrei sono abbastanza schietti quando parlano del loro tentativo di controllo della politica USA allo scopo di averne benefici. Il New Yorker riportò che ad una conferenza l'ebreo suprematista Haim Saban ( Un giudeo-americano multi-billionario e pezzo grosso dei media ), descrisse alcuni modi grazie ai quali gli ebrei possono essere influenti nella politica Americana: "fare donazioni ai partiti politici, formare gruppi di esperti e controllare i mass media".

Verificate tutto questo guardando quello che la macchina da guerra ebraica sui mass media e su Hollywood, insieme allo strangolamento ebraico sulla finanza mondiale; capirete che vi è una totale dominazione razziale ebraica in America, una società virtualmente schiavistica che ricorda l'Unione Sovietica.

Il fenomeno degli ebrei che bersagliano i loro oppositori politici non è limitato agli USA, è anche abbastanza evidente in Canada, in Europa, in Australia e bene o male in ogni nazione in cui gli ebrei vivono. Il vorace Congresso ebraico Canadese aveva un candidato del Partito Liberale chiamata Leslie Hughes; esso fu rimosso dal suo partito per aver scritto nel 2003 un articolo che affermava che Israele era a conoscenza dell'11 settembre( non solo era a conoscenza ma pianificò l'11 settembre ).

Molti patrioti canadesi come Ernst Zündel, Paul Fromm, Terry Tremaine, Arthur Topham, Marc Lemire e altri furono perseguitati dalla tirannia canadese, su ordine delle lobby ebraiche come la CJC il B'nai B'rith, Simon Wiesenthal Center etc, semplicemente per aver scritto su internet criticando gli ebrei, i sionisti ed Israele.

Nel 2009 un attivista anti-Sionista Australiano di nome Brendon O'Connel, venne stato arrestato e accusato dalla legge "orwelliana" australiana per "denigrazione razziale" dopo una lite che ebbe con due ebrei sionisti, i quali lo fotografarono insieme ad altri attivisti pro-palestina in un raduno non autorizzato. Per aver chiamato le due spie sioniste "razzisti e maniaci omicidi", e per aver descritto il giudaismo come "una religione razzista ed omicida" (frase totalmente coerente con i fatti reali). Il patriota O'Connel, che era nel giusto, fu condannato ad una condanna di 3 anni di carcere! Se il vaticano o i gesuiti, invece degli ebrei/israeliani, fossero stati oggetto della critica di O'Connel, pensate che ora sarebbe in prigione? Certamente no.

 

Il nuovo ordine mondiale ebraico .

Douglas Reed, autorevole corrispondente del London Times all'epoca della seconda guerra mondiale, era un autore molto rispettato, nonché scrittore e giornalista con tantissimi fans. Ora è una sorta di appestato, disprezzato dalla stampa e non considerato nemmeno da chi pubblicò i suoi libri. Perché tutto questo? Perché cominciò a scrivere riguardo la questione ebraica, il sionismo e il piano ebraico a lungo termine per imporre un governo mondiale e schiavizzare l'umanità (vedere "Le Controversie di Zion").

Alexander Solzhenitsyn era conosciuto un tempo come il più famoso dissidente russo, un sopravvissuto ai gulag che scrisse alcuni libri riguardo a questa terribile esperienza vissuta personalmente, come anche da molti dei suoi connazionali all'epoca dell'inferno comunista nella Russia sovietica. ( vedi: "L'arcipelago Gulag, I e II ). Nessuno parlò più di lui e egli scomparve dalla storia - ora morto. Questo accadde perché disse la verità riguardo al ruolo fondamentale che gli ebrei ebbero nella rivoluzione bolscevica e nel regime sovietico ( vedere: 200 anni insieme ). Così gli ebrei, che controllano i media, lo cancellarono dalla storia e Alexander Solzhenitsyn sparì più velocemente delle persone che a Stalin non andavano bene.

Un altro forte indicatore della minacciosa morsa ebraica sull'occidente è l'estrema repressione stile stalinista che viene attuata nei confronti dei revisionisti "olocaustici".

 I gruppi di suprematisti ebraici, soprattutto gruppi come il World Jewish Congress, hanno fondato lobby promuovendo una ben organizzata campagna di censura nei confronti di dozzine di governi europei al fine di criminalizzare la ricerca revisionista "olocaustica". In tutto il mondo gli studiosi del revisionismo "olocaustico" ed anche la gente comune che si interessa di un qualche aspetto che possa mettere in dubbio il dogma olocaustico, vengono perseguitati, diffamati, calunniati, multati pesantemente, incarcerati, aggrediti fisicamente, terrorizzati e in alcuni casi anche assassinati.

Coraggiosi studiosi revisionisti come Arthur Butz, Mark Weber, Germar Rudolf, Robert Faurisson, Ernst Zündel, Fredrick Toben, Juergen Graf, Carlo Mattogno, David Cole, Ditlieb Felderer, Carlos Porter e molti altri hanno avuto moltissime difficoltà a causa del loro ottimo lavoro di ricerca che ridimensiona il mito dell'olocausto.

Tenendo conto di queste semplici osservazioni possiamo assolutamente affermare che il giudaismo internazionale è al vertice di una piramide del potere che influenza e controlla il mondo.

Ogni altra cosa serve loro soltanto come una distrazione ed una cortina di fumo per coprire questa realtà innegabile.

 

 

 

 

Davos: Guerre, pandemia, energia creano

 nuovi ‘Paperoni’, poveri al palo secondo Oxfam.

Onutalia.com- Redazione-(24/05/2022)- ci dice :

DAVOS, 24 MAGGIO – Una forbice che si allarga sempre più: ricchi sempre più ricchi, e numerosi – soprattutto grazie alla pandemia che ha fatto registrare profitti record per le loro aziende energetiche, farmaceutiche e alimentari – poveri che restano tali o peggiorano. Una ricchezza aumentata negli ultimi due anni più di quanto non lo abbia fatto in 23 anni, e che porta l’ong Oxfam a chiedere ai Governi di tassare subito gli extraprofitti realizzati sulle spalle delle famiglie che invece hanno redditi al palo e spese sempre più alte per l’inflazione e il caro-bollette.

In un report pubblicato all’apertura del vertice in corso a Davos, Oxfam sottolinea come il Covid abbia fatto schizzare la ricchezza dei miliardari al 13,9% del PIL mondiale, una quota più che triplicata dal 4,4% del 2000. Non solo: è anche aumentato il numero dei miliardari. Se ne contano 573 in più negli ultimi due anni, uno ogni 30 ore. Mentre quest’anno, ogni 33 ore, un milione di persone rischia la povertà estrema, vale a dire 263 milioni.

Le cifre di Oxfam sono scioccanti: mentre aumentano vertiginosamente i prezzi al consumo dei prodotti alimentari e dei beni energetici, e la spirale della povertà estrema rischia di inghiottire 1 milione di persone ogni giorno e mezzo nel 2022, i super ricchi che controllano le grandi imprese nei settori alimentare e dell’energia continuano ad accrescere le proprie fortune, aumentate dall’inizio della pandemia di 453 miliardi di dollari, al ritmo di 1 miliardo di dollari ogni due giorni. Oggi, 2.668 miliardari – 573 in più rispetto al 2020 – possiedono una ricchezza netta pari a 12.700 miliardi di dollari, con un incremento pandemico, in termini reali, di 3.780 miliardi di dollari. A registrare profitti record sono state le imprese nei settori caratterizzati da un forte monopolio, come quello energetico, alimentare e farmaceutico. Per dare un’ordine di grandezza, cinque delle più grandi multinazionali energetiche (BP, Shell, Total Energies, Exxon e Chevron) fanno 2.600 dollari di profitto al secondo.

Nel settore alimentare, la pandemia ha prodotto 62 nuovi miliardari. Insieme ad altre tre imprese, la famiglia Cargill controlla il 70% del mercato agricolo globale, e ha realizzato l’anno scorso il più grande profitto nella sua storia (5 miliardi di dollari di utile netto), record che potrebbe essere battuto nel 2022. La stessa famiglia conta ora 12 miliardari, rispetto agli 8 di prima della pandemia.

Anche nel settore farmaceutico, i cui profitti sono stati spinti alle stelle dalla pandemia, ci sono ben 40 paperoni in più. Imprese come Moderna e Pfizer hanno realizzato 1.000 dollari di profitto al secondo grazie al solo vaccino COVID-19 ed Oxfam ricorda che, nonostante abbiano usufruito di ingenti risorse pubbliche per il suo sviluppo, fanno pagare ai governi le dosi fino a 24 volte in più rispetto al costo di produzione stimato. Tutto questo mentre l’87% dei cittadini nei Paesi a basso reddito non ha ancora completato il ciclo vaccinale. E mentre le grandi ricchezze salgono, i salari invece rimangono stagnanti e i lavoratori sono esposti a un aumento esorbitante del costo della vita se paragonato agli ultimi decenni, spiega Oxfam. Un esempio su tutti: un lavoratore che si trova nel 50% degli occupati con retribuzioni più basse, dovrebbe lavorare 112 anni per guadagnare quello che un lavoratore nel top 1% guadagna in media in un solo anno.

 

 

 

Il Grande Reset: la teoria del complotto

sul mondo post Covid e i poteri forti.

Facta.news- Redazione- (9 dicembre 2020)- ci dice:

E se la pandemia da Covid-19 non fosse un evento naturale? Se fosse opera di un non meglio precisato gruppo di persone, comunemente definite “poteri forti”?

 La suggestione si è fatta strada tra i complottisti di tutto il mondo fin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria globale, dando vita a disordinate campagne di disinformazione e a contenuti audio, video e testuali prodotti con il solo fine di instillare il dubbio sulla reale esistenza del virus e sulla sua pericolosità, diffusi sul web e ripresi anche da personalità con un vasto bacino di pubblico.

Da qualche mese, però, tutte queste iniziative nate in ordine sparso sono confluite in un’unica teoria, una narrazione totalizzante che mira a ricondurre le complesse variabili alla base di un evento pandemico alla semplice volontà di un ristretto nucleo di potenti e al loro piano di conquista del mondo. Il suo nome è The Great Reset (italianizzato nell’espressione «Grande Reset») e si tratta di una teoria del complotto diventata l’ultima tendenza dei diffusori di disinformazione sul web. Ecco che cosa sappiamo.

Come nasce la teoria del Grande Reset.

Per avere un’idea di cosa sia il Grande Reset, partiamo dalle origini. Il 18 ottobre 2019 a New York il Johns Hopkins Center for Health Security, il World Economic Forum e la Bill & Melinda Gates Foundation (le prime due sono organizzazioni senza scopo di lucro, la terza una fondazione privata di proprietà di Bill Gates e di sua moglie Melinda) hanno ospitato un’esercitazione virtuale chiamata

Event 201

, in cui è stata simulata una pandemia di coronavirus con l’obiettivo di sottolineare la necessità di una cooperazione globale, pubblica e privata, per contrastare gli impatti economici e sociali di gravi emergenze. Due mesi e mezzo più tardi, il 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie di Wuhan

hanno annunciato

 l’esistenza del primo focolaio noto di una «polmonite sconosciuta», poi chiamata Covid-19.

La coincidenza temporale e tematica tra i due eventi ha immediatamente scatenato le fantasie dei complottisti, che hanno trasformato Event 201 nella scintilla di una serie di contenuti di disinformazione  che descrivevano la malattia da coronavirus come parte di un piano organizzato a tavolino. E a poco sono servite le precisazioni degli organizzatori dell’evento, che il 24 gennaio 2020 avevano diffuso un comunicato  per chiarire come durante l’esercitazione non fosse stata fatta nessuna previsione circa la reale diffusione di un virus potenzialmente mortale e che i dati utilizzati per modellare una pandemia (immaginaria) di coronavirus non corrispondono a quelli reali del Sars-CoV-2. Come ha infatti spiegato  anche il Ministero della Salute italiano, i coronavirus sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la Mers  (sindrome respiratoria mediorientale) e la Sars  (sindrome respiratoria acuta grave).

Si trattava dunque di una simulazione verosimile, basata su dati raccolti durante emergenze sanitarie del recente passato ed elaborati con il fine di non farle riaccadere. Quella di simulare un’emergenza sanitaria è una pratica

Consigliata  dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e serve a testare l’effettiva preparazione di una comunità di fronte allo stress derivante da un’epidemia su larga scala.

Da quel momento Bill Gates, già al centro di numerose teorie del complotto nate in ambienti no-vax per i numerosi finanziamenti  concessi a campagne di vaccinazione e accusato di aver un ruolo nell’Organizzazione mondiale della sanità

per una donazione di 5,5 miliardi di dollari , è diventato il bersaglio perfetto per le bufale sul coronavirus : secondo i complottisti, il piano del fondatore di Microsoft punterebbe alla riduzione della popolazione mondiale  e a speculare sugli eventuali vaccini  contro la Covid-19 (secondo alcuni, per questo sarebbe anche

stato arrestato ). Ma il fondatore di Microsoft non è stato l’unico a finire nel mirino della disinformazione, perché Event 201 è stato patrocinato – come abbiamo scritto sopra – anche da altre due realtà e col tempo, accanto al magnate americano, alcune frange complottiste del web hanno eletto un nuovo, pericoloso nemico: il World Economic Forum.

Un “reset” per ricostruire il mondo dopo la pandemia.                             Il World Economic Forum  è un’organizzazione internazionale con sede in Svizzera che dal 1971 una volta l’anno torna al centro dell’attenzione mediatica per un evento noto come Forum di Davos (dove Davos è il nome di una nota località

 sciistica svizzera), in cui economisti, imprenditori, scienziati, leader religiosi e attori politici partecipano a delicati incontri sui principali temi del dibattito mondiale.

Si tratta di incontri a porte chiuse – anche se alcuni di questi vengono

trasmessi online , come questo meeting

 del 2019 aperto da un intervento di Greta Thunberg e con ospite l’ex vicepresidente americano Al Gore  – e accessibili esclusivamente su invito dell’organizzazione. L’importanza dell’evento deriva in parte dal rango dei relatori invitati (dal Forum sono passati Donald Trump ,George Soros , Tony Blair, lo stesso

Bill Gates ) e in parte dal ruolo riconosciuto al World Economic Forum, che al 2012 ha avuto lo status di osservatore  presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, una condizione che permette ad alcune e selezionate organizzazioni internazionali di intervenire nell’assemblea, senza però il potere di proporre risoluzioni.

Fatto chiarezza sull’organizzazione, torniamo alla teoria del complotto di cui stiamo scrivendo. A maggio 2020 il World Economic Forum ha lanciato  l’iniziativa denominata The Great Reset che auspicava una riunione dei principali leader mondiali per discutere delle due grandi sfide del momento: l’emergenza climatica e la ripresa economica post-pandemia. Il Grande Reset sarà dunque il tema del prossimo Forum di Davos , il cinquantunesimo, in programma a gennaio 2021, ma anche «un impegno a costruire insieme e con urgenza le basi del nostro sistema economico e sociale, per un futuro post-Covid più equo, sostenibile e resiliente» come sostenuto  dagli organizzatori.

Il Grande Reset è insomma poco più che un semplice slogan, accompagnato  da vaghe dichiarazioni d’intenti come «plasmare la ripresa» o «determinare lo stato futuro delle relazioni globali». Il piano è approfondito in un libro – “Covid-19: The Great Reset”  scritto dal fondatore del Forum Klaus Schwab  in collaborazione con l’economista Thierry Malleret   – che, come raccontato  dallo Spectator, contiene spunti altrettanto vaghi e riferimenti ai sistemi di sorveglianza, alla tutela della salute mentale e agli effetti salutari del camminare della natura.

Un’iniziativa che appare del tutto innocua e ben intenzionata, dunque, ma non per tutti. Perché secondo una fetta crescente di teorici del complotto, dietro alle parole Grande Reset si celerebbe  un sofisticato piano di conquista del mondo, ordito  dal World Economic Forum e giunto ormai al suo atto conclusivo.

Il Grande Reset nella narrazione complottista.

La stampa mondiale si è accorta  dell’esistenza di una teoria del complotto riguardante il Grande Reset solo il 9 novembre 2020, quando le parole “The Great Reset” sono diventate un trending topic mondiale su Twitter, con quasi 80 mila tweet in poche ore, molti dei quali pubblicati da note personalità dell’estrema destra internazionale.

A provocare l’improvviso trambusto sui social in quel caso era stato un video risalente a settembre – e per qualche motivo diventato virale in quelle ore – che mostrava un discorso pronunciato alle Nazioni Unite dal primo ministro canadese Justin Trudeau. Nel video, dedicato alla ricostruzione delle economie mondiali post-Covid e al possibile ruolo del Canada in questa transizione, Trudeau fa riferimento a un «reset»  e utilizza la frase «build back better» (ovvero «ricostruire meglio», uno degli slogan elettorali  del presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden. La citazione ha subito riacceso la macchina della propaganda complottista e, come racconta  il New York Times, influencer dell’estrema destra complottista americana come Paul Joseph Watson e Steven Crowder – commentatori conservatori con un folto seguito su YouTube e in passato già diffusori di teorie del complotto – hanno collegato Trudeau e Biden al Grande Reset.

Ma cos’è il Grande Reset, per la narrazione complottista? A raccontarlo meglio di chiunque altro è il documentario francese Hold-Up , diretto da Pierre Barnérias  e pubblicato gratuitamente l’11 novembre 2020 sulla piattaforma di streaming video Odysee. La tesi principale del film fa riferimento a un piano globale ordito dal World Economic Forum, il Grande Reset appunto, che avrebbe commissionato la creazione in laboratorio di un virus (il nuovo coronavirus Sars-CoV-2) responsabile di una malattia che in realtà sarebbe «non più pericolosa di un normale virus stagionale». Con l’aiuto dei mezzi d’informazione, il World Economic Forum avrebbe così diffuso una paura irrazionale della Covid-19, creando le condizioni per un nuovo corso dei governi mondiali, con l’obiettivo di instaurare un controllo centrale dell’economia e una società di stampo marxista. La teoria del Grande Reset ha finito inevitabilmente per fondersi con quella di QAnon, trasformando Donald Trump nell’unico leader mondiale ad opporsi al piano.

Negli Stati Uniti il Grande Reset ha trovato ampia diffusione  tra anti-vaccinisti, seguaci di QAnon ed estrema destra complottista, mentre tra i suoi massimi sostenitori a livello internazionale troviamo  il britannico David Icke, probabilmente il più noto complottista al mondo e diffusore di bufale  sull’11 settembre, rettiliani e complotto giudaico. La teoria, che sottolineiamo ancora essere priva di fondamento, è stata anche diffusa dal network finanziato dal Cremlino Russia Today, che lo scorso 14 ottobre ha pubblicato un articolo di opinione che sposava in pieno la tesi dei complottisti.

In Italia la teoria complottista è stata attivamente diffusa dall’emittente radiofonica Radio Radio , dal filosofo e opinionista televisivo Diego Fusaro  e dall’influencer complottista e giornalista Cesare Sacchetti , ma anche dai siti Scenari Economici, Oltre.tv, Byoblu e Database Italia, tutti annoverati  da NewsGuard tra i «siti che hanno pubblicato informazioni false o fuorvianti sul coronavirus».

In conclusione

Il Grande Reset è una teoria del complotto che accusa il World Economic Forum di aver creato il virus Sars-CoV-2 in laboratorio, così da porre le basi per un controllo centrale dell’economia e una società di stampo marxista. In realtà “The Great Reset” è poco più di un semplice slogan, con cui il World Economic Forum intende porre l’attenzione sulla necessità di politiche globali per uscire dall’emergenza climatica e immaginare un mondo post-pandemia.

 

La teoria del complotto ha finito per fondersi con quella di QAnon e in quest’ottica Donald Trump sarebbe l’unico leader mondiale a opporsi al piano globale. Tra i sostenitori della teoria troviamo anche gli anti-vaccinisti e l’estrema destra complottista americana, mentre in Italia la bufala del Grande Reset è stata diffusa da influencer e siti internet già noti per campagne di disinformazione. Lo scorso 14 ottobre il network finanziato dal Cremlino Russia Today ha pubblicato un articolo di opinione che sposava in pieno la tesi dei complottisti.

 

 

 

 

Transumanesimo, cos’è,

quali obiettivi si propone.

Ai4business.it- Flavia Maltoni-(24 Aprile 2022)- ci dice:

(Data Protection Consultant).

Dall’Homo sapiens al cosiddetto postumano. Alla base del movimento transumanista c’è la convinzione che il progresso tecnologico e scientifico rappresentino il meccanismo per il potenziamento delle capacità fisiche e cognitive dell’essere umano. I rischi di biohacking e per la privacy transumanesimo.

HOMEROBOTICA- Transumanesimo, cos’è, quali obiettivi si propone.

(INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ROBOTICA).

 

Con il termine “transumanesimo” indichiamo quella corrente culturale, particolarmente diffusa nel territorio della Silicon Valley, che auspica il passaggio dall’Homo sapiens al c.d. postumano. Alla base del movimento transumanista c’è la convinzione che il progresso tecnologico e scientifico rappresentino il meccanismo per il potenziamento delle capacità fisiche e cognitive dell’essere umano, il quale diverrebbe capace di superare i propri attuali limiti, sino a vincere persino l’invecchiamento e la stessa morte.

 

Il transumanesimo, cos’è, la storia.

Si tratta, quindi, di un nuovo step evolutivo, nell’ambito del quale l’essere umano non è più un semplice soggetto passivo dell’evoluzione stessa, ma è artefice di quest’ultima e ne veicola la direzione, intervenendo sul progresso tecnologico.

Sebbene la parola transumanesimo compaia per la prima volta negli anni Cinquanta, la nascita di questa ideologia, così come oggi la intendiamo, si è fatta strada a partire dagli anni ‘80, anche grazie al pensiero di uno dei suoi “padri fondatori”, Max More, che ha definito il transumanesimo come quella classe di filosofie che, tramite la tecnologia e la scienza, ricercano la continuazione e l’accelerazione dell’evoluzione di “una vita intelligente” al di là della sua forma umana e delle sue limitazioni.

L’ambizione finale del transumanesimo, quindi, è la realizzazione di un upgrade dell’Homo sapiens, nonché la progressiva liberazione dai limiti determinati dalla corporeità. Per realizzare questo scopo, è necessario il compimento di un processo di ibridizzazione delle caratteristiche e componenti biologiche umane con le macchine grazie alla tecnologia e alle nuove scienze come la biorobotica, la bioinformatica, la nanotecnologia e la neurofarmacologia.

Questo processo di ibridizzazione si può concretizzare nell’installazione di componenti artificiali e tecnologiche nel corpo biologico dell’essere umano al fine di potenziarlo sino a poter giungere, poi, alla completa sostituzione del corpo biologico con uno tecnologico. A sua volta, l’abbandono del corpo biologico potrebbe essere realizzabile attraverso il c.d. ‘mind uploading’, ossia attraverso lo scaricamento dei dati e delle informazioni della mente umana che finirebbero, poi, “caricati” su un supporto robotico. Si ipotizza, persino, di poter arrivare a caricare il cervello umano direttamente nel cloud.

Le organizzazioni del transumanesimo: la Alcor Life Extension Foundation.

Tra le organizzazioni più importanti che, ad oggi, stanno lavorando per la realizzazione dell’upgrade dell’Homo sapiens, ricordiamo la Alcor Life Extension Foundation, la quale ha concentrato la propria ricerca sulla c.d. criostasi, nel tentativo di “combattere” la morte.

In sostanza, la Alcor, utilizzando dei cilindri pieni di azoto liquido, conserva i corpi o le teste di esseri umani defunti per poi “risvegliarli” (o “riportarli alla vita”) in un dato momento o per trasferire il cervello all’interno di un corpo artificiale o di un computer.

(In questa foto sono raffigurati i cilindri utilizzati dalla Alcor, per conservare, a -196 gradi C, i “pazienti”).

Dal transumanesimo ai cyborg.

Il transumanesimo ci conduce, quindi, nell’era dei cosiddetti cyborg. Per quanto fantascientifica possa apparire questa affermazione, l’era dei cyborg non è poi così lontana dall’attuale realtà. I cyborg (o “organismi cibernetici”), infatti, non sono altro che esseri umani a cui vengono applicate o impiantate componenti meccaniche e tecnologiche. Facciamo degli esempi che ci facciano comprendere come, in realtà, i cyborg siano già fra noi.

In particolare, pensiamo agli elettrodi impiantati nel cervello dei malati di Parkinson per ridurre i sintomi motori debilitanti tipici della malattia, all’impianto cocleare (ovvero l’impianto di un orecchio artificiale elettronico in grado di ripristinare la percezione uditiva nelle persone con sordità profonda), al pacemaker impiantato nel torace (ovvero il dispositivo elettronico che consente di controllare le anomalie del ritmo cardiaco), all’esoscheletro (ovvero un apparecchio cibernetico esterno in grado di potenziare le capacità fisiche dell’utilizzatore che ne viene rivestito e che rappresenta una sorta di “muscolatura artificiale” molto utile, soprattutto, per migliore la qualità della vita di persone affette da gravi disabilità).

Questi 7 esoscheletri stanno rivoluzionando il modo di muoversi e lavorare .

Un video che ci mostra come gli esoscheletri siano di grande aiuto nella vita quotidiana.

In tutti questi casi, quindi, siamo di fronte a esseri umani a cui vengono sostituite alcune parti biologiche oppure queste ultime vengono combinate ad apparecchiature artificiali, al fine di ripristinare il completo funzionamento dell’organismo o di potenziarlo.

Un altro esempio di tecnologia, in fase di sviluppo, idonea a renderci cyborg è quella della “Brain-computer interface” (c.d. BCI), che, sostanzialmente, mira a creare un canale di comunicazione diretto tra il cervello umano e i computer. In altri termini, lo scopo della BCI è quello di consentire la “comunicazione telepatica” con un dispositivo elettronico, circostanza che, ad esempio in campo medico, permetterebbe ad un disabile di guidare con la forza della mente la propria carrozzina.

Non è fantascienza. Proprio di recente, la società Neuralink è riuscita, grazie all’uso dell’omonimo dispositivo, a far giocare a Pong una scimmia con la sola forza del pensiero.

(Il video, a partire dal minuto 1:36, mostra la scimmia Pageril giocare a Pong utilizzando il joypad scollegato dal computer).

Ma pensiamo, altresì, al fatto che, ormai, l’essere umano utilizza la tecnologia, ivi incluse anche le soluzioni controllate da algoritmi di apprendimento automatico, per compiere la maggior parte delle attività quotidiane, come il farsi guidare, mediante un App, nella scelta del tragitto più consono per raggiungere una determinata destinazione. Oggi l’essere umano dipende, quasi in maniera viscerale, dalla tecnologia, la quale viene percepita come una componente di sé.

 

E se, proprio questa dipendenza, fosse già sufficiente a considerarci dei cyborg? Come ha affermato lo scrittore e giornalista irlandese Mark O’Connell nel suo libro “To be a machine“: “Se non potete usare lo smartphone per una ragione qualsiasi – perché l’avete lasciato in un’altra giacca, o la batteria è scarica, o lo schermo si è rotto – cosa sentite? Lo strano formicolio di un arto fantasma? Non siamo, come si usa dire nel giro dei filosofi, già da sempre dei cyborg?”

Le origini del transumanesimo: la “singolarità tecnologica”.

Una guida al deep learning: cos’è, come funziona e quali sono i casi di applicazione

Intelligenza Artificiale-Robotica. E-mail- E-mail aziendale.

Consente all’invio di materiale promozionale, compimento di ricerche di mercato o di comunicazioni commerciali con modalità di contatto automatizzate e tradizionali delle Contitolari per conto di terzi (senza comunicazione dei dati ai medesimi) che appartengono al ramo manifatturiero, di servizi (in particolare ICT) e di commercio.

Il pensiero transumanista affonda le sue radici nella c.d. “singolarità tecnologica”, concetto elaborato dal matematico Vernor Vinge e descritto nel suo saggio “Technological Singularity” del 1993 in cui si afferma che “entro 30 anni avremo i mezzi tecnologici per creare un’intelligenza sovrumana. Poco dopo l’era degli esseri umani finirà”.

Per singolarità tecnologica si intende il momento in cui il progresso tecnologico accelererà oltre la capacità di comprensione e previsione degli esseri umani. La singolarità tecnologica, che secondo alcuni futurologi si realizzerà già nel 2045 quando la capacità di calcolo dei computer supererà quella dei cervelli umani, costituisce un “corollario” del principio secondo cui l’evoluzione della tecnologica tende a seguire un processo esponenziale, così come definito dalla “Legge dei ritorni accelerati”. Secondo questa legge della futurologia, il tasso di progresso tecnologico è una funzione esponenziale e non lineare; in altri termini, ogni nuovo progresso rende possibili molteplici progressi di livello più elevato piuttosto che un singolo e unico progresso, con la conseguenza che ogni anno viene realizzato un maggior numero di invenzioni e scoperte utili rispetto all’anno precedente.

Kurzweil e la “legge dei ritorni accelerati”.

La legge dei ritorni acceleranti, proposta dall’inventore e informatico  Ray Kurzweil  nel saggio “The Law of Accelerating Returns”, costituisce, in realtà, un ampliamento della “Legge di Moore” in base alla quale la complessità dei microcircuiti, misurata ad esempio tramite il numero di transistor per chip, raddoppia periodicamente, ogni 18 mesi.

Moore descrive un andamento esponenziale della crescita della complessità dei circuiti integrati; Kurzweil include in tale andamento di crescita anche le tecnologie precedenti ai circuiti integrati e ritiene che tale crescita esponenziale continuerà, in futuro, oltre l’utilizzo dei circuiti integrati con l’avvento di tecnologie che porteranno alla singolarità.

Secondo la visione di Kurzweil, sebbene l’incremento esponenziale delle prestazioni dei microchip abbia subito un rallentamento a partire dagli anni 2000, l’adozione di nuove tecnologie determina un punto di discontinuità nella curva esponenziale, da cui parte un nuovo andamento esponenziale.

Per buona parte dei futurologi, la singolarità tecnologica sarà raggiunta, in particolar modo, grazie all’intelligenza artificiale in quanto essa contribuirà all’implementazione delle nuove tecnologie emergenti in modo molto più rapido rispetto al passato, impattando, peraltro, sulla nostra comprensione di noi stessi in quanto esseri umani.

L’interfacciamento uomo-macchina.

La conclusione che si trae dal presunto compimento della singolarità tecnologica è che, a fronte di una massiccia evoluzione della tecnologia e in particolare dell’intelligenza artificiale, l’essere umano sarà portato a “fondersi” con le macchine per non soccombere alle stesse.

In altri termini, il risultato della singolarità tecnologica sarà l’interfacciamento uomo-macchina.

L’obiettivo di creare un interfacciamento tra il cervello umano e le macchine è al centro dell’attività della già citata Neuralink Corporation che lavora a un dispositivo, impiantabile nel cervello umano e dotato di circa 1.024 micro-elettrodi collegati a un chip, anch’esso da impiantare nel cervello, capace di raccogliere i segnali registrati dai micro-elettrodi e trasmettere i dati raccolti fino a 10 metri, in modalità wireless.

 Il sistema, che consente di monitorare gli impulsi celebrali e di “predire”, grazie all’intelligenza artificiale, gli impulsi successivi a quelli rilevati, ambisce a una sua applicazione in campo medico. Il dispositivo Neuralink, infatti, nasce con il principale scopo di consentire ai soggetti affetti da paralisi di utilizzare i dispositivi elettronici con la forza della mente.

Biohacking, cos’è l’hackeraggio dell’essere umano.

Una manifestazione del pensiero transumanista è certamente rintracciabile nel c.d. biohacking che consiste, per l’appunto, nella pratica di modificare la chimica e la fisiologia umana mediante la scienza, la tecnologia e l’auto-sperimentazione, allo scopo di migliorarne e potenziarne prestazioni e capacità.

Si distinguono, in realtà, differenti branche del biohacking: da quelle più “soft”, che puntano al miglioramento del corpo e del cervello umano mediante specifiche diete e l’esercizio fisico, a quelle che contemplano l’uso di sostanze nootrope o prevedono l’impianto di dispositivi tecnologici, per finire a quelle che mirano alla modifica dello stesso DNA umano attraverso l’ingegneria genetica.

In tutti questi casi lo scopo comune è il medesimo: migliorare il corpo e il cervello umano.

Ad esempio, le sostanze nootrope (o “smart drugs”) sono sostanze naturali o di sintesi che, tipicamente, agiscono alterando i livelli neurochimici, di enzimi o di ormoni nel cervello, perfezionando le capacità cognitive e potenziando, quindi, l’attenzione, la memoria e la velocità di ragionamento e di apprendimento.

Per quanto la sperimentazione nel settore delle smart drugs sia particolarmente attiva, non ci risulta che, ad oggi, siano stati sintetizzati nootropi in grado di farci vivere come nel film “Limitless”, dove il protagonista, grazie all’assunzione di un farmaco sperimentale nootropo chiamato NZT, riesce a trasformarsi in un vero e proprio superuomo.

Oggi esistono sostanze che ci consentono, persino, di vedere al buio. È questo il caso della Chlorin E6, una sostanza brevettata da un gruppo di studenti californiani per contrastare il fenomeno della cecità notturna. Versando nell’occhio alcune gocce del composto, è possibile identificare al buio oggetti entro un raggio di circa 50 metri.

(La foto mostra come si presentano gli occhi umani dopo l’esposizione al Chlorin E6).

Particolarmente diffusa nella “comunità dei biohacker”, poi, è la pratica dell’implanting, ovvero dell’impianto di dispostivi nel corpo umano, aspetto, questo, che ci riporta nuovamente al concetto di cyborg. Tipico è il caso dell’innesto sottopelle di chip RFID, che consentono di aprire porte, pagare merci e memorizzare informazioni di contatto o dell’impianto di piccoli magneti sottocutanei che permettono all’essere umano di sollevare oggetti metallici e addirittura di percepire i campi magnetici.

(Ecco la radiografia di una mano in cui è stato impiantato un chip RFID.)

Transumanesimo: quali rischi per la privacy.

Uno dei maggiori timori legati al transumanesimo e al biohacking riguarda la privacy che potrebbe rischiare di essere fortemente compromessa.

In linea generale, lo sviluppo delle nuove tecnologie rende molto complesso mantenere private le informazioni personali. Le tecnologie tipiche del pensiero transumanista sono ancor più invasive nella vita di ciascuno di noi proprio poiché mirano all’integrazione della macchina con il corpo e il cervello umano.

Ad esempio, l’impianto di una videocamera sostitutiva di un occhio umano rischia palesemente di ledere la privacy di tutti coloro che finiscano inconsapevolmente nel suo mirino. Allo stesso modo, c’è da chiedersi, in caso di impianto di chip, dove e come vengano archiviate le relative informazioni e con quali misure di sicurezza vengano protette.

I rischi di cybercrime.

I maggiori problemi per il transumanesimo, poi, si pongono quando entrino in gioco i dati relativi allo stato di salute, come quelli riguardanti la predisposizione genetica a determinate malattie che, come è facile ipotizzare, costituirebbero la principale mira di gruppi farmaceutici o di compagnie assicurative.

Parallelamente, si pone il problema degli attacchi informatici; il cybercrime, infatti, potrebbe “puntare” queste nuove tecnologie, non solo per rubare i dati personali della vittima designata, ma anche per commettere crimini, sfruttando le parti bioniche dei cyborg.

L’utilizzo di tutte queste nuove tecnologie, quindi, non potrà essere affidato al caso ma richiederà una più specifica regolamentazione.

Conclusioni.

Ad ogni modo, la possibile svolta dell’Homo sapiens in cyborg non dovrebbe intimorirci.

Al di là dei profili puramente etici connessi al pensiero transumanista e alle pratiche di biohacking, sono due i fattori principali da prendere in considerazione per esprimere un giudizio di valore a loro proposito: in particolare, si deve prendere atto, da un lato, dell’esigenza, insita nella natura stessa dell’essere umano, di migliorarsi e, dall’altro, del costante e inarrestabile progredire della tecnologia, la quale sta acquisendo una sorta di “autoreferenzialità”.

Tenendo conto di questi due innegabili elementi, risulta chiaro, quindi, che l’essere umano, nella propria evoluzione, utilizzi la tecnologia e che la sua eventuale “trasformazione” in un ibrido uomo-macchina appaia come la più probabile e ovvia conseguenza di questo processo, scelto, del resto, dall’uomo stesso. Come sin da subito precisato, infatti, nell’ambito di questo nuovo step evolutivo, l’essere umano non è più un soggetto passivo, ma è artefice dell’evoluzione stessa in virtù del suo intervento sulla tecnologia.

Ignorare un processo evolutivo per la paura dell’ignoto, di certo, non ci aiuterà a meglio comprendere e gestire lo stesso. Invece, la consapevolezza del suo verificarsi può rappresentare il migliore strumento per evitare e prevenire eventuali rischi connessi al “mutamento” dell’essere umano.

 

 

 

Un documento Pfizer ammette che le persone vaccinate “perdono” particelle infettive. La proteina SPIKE è l’arma biologica: i vaccinati sono le inconsapevoli macchine utilizzate per lo sterminio programmato?

Filippofabiopergolizzi.wordpress.com- Redazione-( 6 Maggio 2021)- ci dice :

 

Un documento Pfizer ammette che le persone vaccinate “perdono” particelle infettive.

Smascherata la macchina per lo STERMINIO.

La proteina spike è l’arma biologica: le persone vaccinate stanno facendo ammalare le persone SANE?

Riporto alcuni stralci dell’articolo di Mike Adams del 3 maggio 2021 ( Natural News ).

 Il vaccino è l’arma biologica.

 Nello specifico, la proteina spike è l’arma bioattiva ed è progettata per diffondersi da persona a persona, essendo trasmissibile dal vaccinato al fine di infettare il non vaccinato.

Da ricordare: Bill Gates desidera da tempo utilizzare le zanzare per trasportare vaccini in modo che le persone possano essere vaccinate contro i propri desideri, ovviamente senza alcun consenso informato.

Ora, grazie al documento della Pfizer, sappiamo che il piano non ha più bisogno delle zanzare, poiché gli esseri umani ad alta obbedienza sono pronti a svolgere lo stesso ruolo. Le persone a cui viene iniettato il vaccino mRNA stanno trasformando i loro corpi in fabbriche di armi biologiche, sfornando particelle proteiche spike che versano attraverso la bocca e la pelle (e lo sperma, tra l’altro), infettando tutti intorno a loro. La proteina spike è biologicamente attiva e causa coaguli di sangue, che portano a ictus, attacchi di cuore, embolia polmonare ed effetti di infertilità. Gli stessi documenti di Pfizer rivelano che questo fenomeno è ben noto agli sviluppatori di vaccini.

Ciò che sta diventando ovvio è che i vaccini odierni sono stati deliberatamente progettati per funzionare come vaccini autoreplicanti, per diffondere le armi biologiche, il picco della proteina, a coloro che rifiutano di essere vaccinati. Come ha scritto l’anno scorso il Bulletin of the Atomic Scientists: “ Gli scienziati stanno lavorando a vaccini che si diffondono come una malattia. Che cosa potrebbe andare storto? “

Questo spiega tutti i bizzarri effetti della coagulazione del sangue che si verificano ora in persone non vaccinate, ma che si sono trovate in prossimità di persone vaccinate.

I globalisti hanno scatenato la “soluzione finale” del vaccino autoreplicante e intendono porre fine all’umanità una volta per tutte.

 Nell’aggiornamento della situazione di oggi, rivelo come i globalisti si siano imbarcati in uno sforzo di sterminio genocida su tutto il pianeta per spazzare via la razza umana, porre fine a tutte le nazioni e uccidere letteralmente miliardi di persone.

 Il vaccino covid è l’elemento chiave in questo piano genocida contro l’umanità, e questo spiega perché stanno facendo di tutto per mettere a tacere gli scettici sui vaccini, censurare medici e scienziati e costringere quante più persone possibile a farsi l’iniezione di vaccino.

A causa della natura trasmissibile della proteina spike, e del dirottamento della sintesi proteica del corpo con i vaccini a mRNA, i globalisti probabilmente hanno bisogno solo di circa il 50% di una determinata popolazione per essere vaccinati e hanno già raggiunto tale obiettivo nella maggior parte delle nazioni. Non hanno nemmeno bisogno che l’altra metà della popolazione acconsenta, perché quelle persone saranno “vaccinate” con la trasmissione della proteina spike stessa. Ciò significa che quasi tutti saranno infettati dalla proteina spike, rendendo quasi tutti suscettibili alla possibilità di una reazione iper-infiammatoria se esposti a ceppi di coronavirus wild-type che verranno rilasciati entro la fine dell’anno. (È un sistema d’arma binario, capito?)

Da qui l’estrema importanza della modulazione immunitaria, perseguire una dieta antinfiammatoria, evitare sostanze che aumentano l’allergia negli alimenti e nei medicinali, ecc.

Il video del Dr. Sherri Tenpenny (che potete trovare a questo link) spiega concetti molto importanti su come questa proteina spike viene trasmessa dai vaccinati. Il dott. Tenpenny fa attenzione a notare che questo non è il “rilascio” di particelle virali, ma piuttosto la “trasmissione” di particelle proteiche spike basate sull’adenovirus utilizzato per produrre il vaccino: Il vaccino è la pandemia. La proteina spike è l’arma biologica. E ogni persona che riceve l’iniezione di mRNA sta trasformando il proprio corpo in una fabbrica di armi biologiche che viene sfruttata per infettare gli altri.

Se qualcuno dovrebbe essere mascherato in questo momento, sono le persone che sono state vaccinate. Sono i super diffusori. Sono le bio-bombe ambulanti.

(Natural News).

Altro articolo apparso su Natural News. Articolo che punta il dito sul Protocollo Pfizer .

L’ultimo “teorico della cospirazione” a farsi avanti e mettere in guardia sullo spargimento di particolato da coloro che sono stati recentemente “vaccinati” per il coronavirus di Wuhan (Covid-19) altri non è che la stessa Pfizer .                     I documenti del gigante farmaceutico ammettono apertamente che le persone che sono state recentemente colpite dal virus cinese possono trasmettere ad altri qualunque cosa sia contenuta nella siringa, anche attraverso il contatto con la pelle.

Se un uomo che non è stato vaccinato tocca una donna vaccinata, o respira l’aria che respira (in altre parole, le cammina accanto in ufficio) e poi fa sesso con sua moglie, sua moglie può avere un effetto avverso evento e lei dovrebbe evitare di avere figli.

Se una donna che non è mai stata vaccinata viene esposta a una donna che è stata vaccinata, può incorrere in:

A: aborto; B: interruzione spontanea; C: avvelenare un bambino attraverso il suo latte materno; D: Avere bambini che hanno difficoltà cognitive.

 

Paragrafo 8.3.5.3. del documento in pdf “Esposizione occupazionale”.

“Un’esposizione professionale si verifica quando una persona riceve un contatto diretto non pianificato con un soggetto del test vaccinale, che può o meno portare al verificarsi di un evento avverso. Queste persone possono includere operatori sanitari, membri della famiglia e altre persone intorno al partecipante allo studio.

Quando si verificano tali esposizioni, l’investigatore deve segnalarle a Pfizer in sicurezza entro 24 ore dal momento in cui si è reso conto di quando si sono verificate, indipendentemente dal fatto che vi sia o meno un evento avverso secondario associato. Questo deve essere segnalato utilizzando il modulo di segnalazione degli eventi avversi secondari del vaccino.

 POICHÉ LE INFORMAZIONI NON RIGUARDANO UN PARTECIPANTE COINVOLTO NELLO STUDIO, LE INFORMAZIONI SARANNO MANTENUTE SEPARATE DELLO STUDIO “.

PER CHIARIRE: I partecipanti allo studio sui vaccini diventano super diffusori di qualcosa, non dicono cosa sia, ma innesca eventi avversi secondari in persone che non hanno mai avuto il vax, quando sono esposti a persone che avevano il vax.

Intervento in studio – Un soggetto del test del vaccino.

AE – Evento avverso in qualcuno che ha ottenuto il vax.

SAE: un evento avverso in qualcuno che è stato esposto a qualcuno che ha ottenuto il vax.

EDP: esposizione durante la gravidanza

Altri paragrafi del pdf:

8.3.5. Esposizione durante la gravidanza o l’allattamento al seno e l’esposizione professionale L’esposizione all’intervento in studio durante la gravidanza o l’allattamento al seno e l’esposizione professionale sono segnalabili alla Pfizer Safety entro 24 ore dalla consapevolezza dello sperimentatore.

8.3.5.1. Esposizione durante la gravidanza Un EDP si verifica se:

Una partecipante di sesso femminile è risultata incinta durante il trattamento o dopo aver interrotto l’intervento in studio.

Un partecipante maschio che sta ricevendo o ha interrotto l’intervento in studio espone una partner femminile prima o intorno al momento del concepimento.

Una femmina risulta essere incinta mentre è stata esposta o è stata esposta all’intervento dello studio a causa dell’esposizione ambientale.

Un membro della famiglia o un operatore sanitario di sesso femminile riferisce di essere incinta dopo essere stata esposta all’intervento dello studio per inalazione o contatto con la pelle.

PER RIEPILOGARE.

“Un’esposizione professionale si verifica quando una persona riceve un contatto diretto non pianificato con un soggetto del test del vaccino, che può o meno portare al verificarsi di un evento avverso”, avverte il documento Pfizer.

“Queste persone possono includere operatori sanitari, membri della famiglia e altre persone che sono intorno al partecipante allo studio.”

In altre parole, c’è qualcosa contenuto nelle iniezioni che fa sì che l’iniezione diventi “super-diffusore”. Pfizer non indica di cosa si tratti, tuttavia avverte che i colpevoli sono persone a cui sono state recentemente iniettate. Tale trasmissione potrebbe avvenire da una semplice stretta di mano o da un abbraccio. Accadrà quasi sicuramente durante l’attività sessuale, il che significa che coloro che vogliono evitare di contrarre qualsiasi veleno, dovrebbero essere sicuri che il loro partner non abbia ricevuto un’iniezione.         Il documento continua rivelando che le donne vaccinate che sono incinte potrebbero subire aborti spontanei e altri problemi riproduttivi – e anche le persone non vaccinate che entrano in contatto con loro potrebbero farlo. Le madri vaccinate possono anche trasmettere tutto ciò che è contenuto nell’iniezione Pfizer ai loro bambini attraverso il latte materno contaminato.

Pfizer: la diffusione del vaccino contro il Coronavirus può avvenire per “inalazione o contatto con la pelle”

Pfizer ammette inoltre che gli uomini vaccinati possono trasmettere componenti virali alle donne al momento del concepimento, il che significa che sia le donne che i loro bambini non ancora nati potrebbero essere infettati dai veleni attraverso il contatto esterno. Una donna incinta che non è vaccinata potrebbe anche raccogliere i componenti virali dal suo medico o da un altro membro della famiglia che è stato vaccinato. Secondo Pfizer, ciò può verificarsi “per inalazione o contatto con la pelle”.

Oh, ma i vaccini non stanno effettivamente perdendo, affermano i media e l’establishment. Questa è solo una folle “teoria del complotto”, ci viene detto.

Perché, allora, Pfizer avverte silenziosamente nei suoi materiali informativi che essere in prossimità di una persona vaccinata potrebbe causare problemi di salute?

“Se questo vax non si diffonde in altre persone, perché il contatto tra vaccinati e non vaccinati sarebbe un evento degno di nota?” chiede Taps Newswire .

“Se questo cerotto non sta perdendo, allora PERCHÉ un ragazzo che è stato con una donna vaccinata, anche se non l’ha toccata o non ha fatto sesso, deve preoccuparsi di mettere incinta un’altra donna?”

 

Pfizer vuole che i partecipanti alla sperimentazione clinica che credono di essere stati esposti “dal punto di vista ambientale” alla dispersione chimica da parte di qualcuno che è stato colpito dal coronavirus di Wuhan (Covid-19) segnalino l’incidente tramite il modulo di segnalazione SAE del vaccino dell’azienda e il modulo supplementare EDP. Pfizer lo fa perché l’esposizione esterna ai componenti del vaccino potrebbe uccidere il bambino di una madre incinta.

Tuttavia, la società non prevede di registrare alcun infortunio o decesso derivante da tale esposizione all’interno del proprio studio, poiché ritiene tali informazioni irrilevanti per i partecipanti allo studio stesso …

(Natural News-Tapneweswire.com).

 

 

 

 

Per i media occidentali

Putin è pazzo… come i no-vax.

Sfero.me- Carmelus Hieronymus- Geopolitica- (9 marzo 2022)- ci dice :

 

La foto di copertina immortala un reparto paramilitare ucraino del Battaglione Azov in bella mostra col proprio stendardo accanto alle insegne della NATO e alla svastica nazista. Quest’immagine basterebbe a spiegare molte cose sul conflitto russo-ucraino per chi volesse capire… ma procediamo con ordine.

L’Ucraina sorge come Stato sovrano dopo la dissoluzione dell’URSS del 1991, quando diversi paesi intraprendono la via dell’indipendenza separandosi dall’ex impero sovietico di cui erano parte. Prima di allora l’Ucraina aveva vissuto una sola esperienza di statualità, precisamente dal 1941 al 1944 sotto l’occupazione tedesca dell’URSS.

Quell’Ucraina nacque, come è facile comprendere, sotto il  patrocinio tedesco e fu uno Stato collaborazionista dei nazisti e marcatamente antirusso.

L’Ucraina postsovietica era invece percorsa da opposte tendenze: filorusse e filoccidentali, dove la componente russofona della popolazione conviveva in qualche modo con quella ucraina.

La situazione cominciò a degenerare quando l’Occidente decise di interferire pesantemente nella politica interna del paese per i propri obiettivi geopolitici e ovviamente in funzione antirussa.

USA e Regno Unito in particolare perseguivano una politica di progressiva espansione della NATO che giungesse a circondare e soffocare la patria di Putin ed in questo disegno l’Ucraina costituiva un tassello fondamentale.

 Dopo la prima “rivoluzione arancione” del 2004, contro il presidente filorusso Janukovyč, che non si dimostrò risolutiva, fu organizzato nel 2014 un vero e proprio colpo di Stato e Janukovyč stavolta fu costretto alla fuga; i media occidentali dipinsero da par loro il golpe come una legittima rivolta popolare.

Nel perseguire il loro obiettivo i servizi occidentali si avvalsero di quelle forze nazionaliste ucraine idealmente eredi dello Stato ucraino del 1941-44 istituito da Hitler, motivo per cui il nazionalismo ucraino si identifica senza residui col nazismo.

A finanziare le proteste di Euromaidan fino al golpe del 2014 furono anche diversi oligarchi, tra cui lo speculatore ebreo-americano G. Soros, mentre le formazioni paramilitari neonaziste come il Battaglione Azov e altre simpatiche comitive (Pravy Sektor, Svoboda) furono addestrate da istruttori della NATO, cioè dagli “esportatori di democrazia” made in USA e dalla intransigente antifascista Unione Europea.

Queste milizie si distinsero per l’eccidio di Odessa, i fatti sanguinosi di piazza Maidan e tutte le altre operazioni sporche (per le quali erano state addestrate) che si sono susseguite ai danni della popolazione russofona dal 2014 in poi.

A livello istituzionale si sono instaurati in Ucraina dei governi fantoccio  eterodiretti dal Pentagono che hanno reso questo paese uno degli Stati più endemicamente corrotti al mondo; un paese dove la popolazione di lingua russa era discriminata nel lavoro, gli era impedito di votare e perfino di usare la propria lingua.

I governi succedutesi in questi otto anni in Ucraina hanno manifestato due uniche ambizioni:

a) portare l’Ucraina nella NATO, come richiesto dagli americani;

b) entrare nell’Unione Europea per farsi mantenere.

Del resto la Ue ha incoraggiato tali propositi elargendo all’Ucraina ben 17 miliardi di euro finiti non si sa bene dove; e parliamo della stessa UE che si dimostrò così esosa e fiscale con la Grecia da ridurla in miseria e provocare la morte di molti bambini greci per mancanza di cure.

Se gli Stati Uniti nell’attuale conflitto russo-ucraino si mostrano cauti e attendisti è anche perché hanno già raggiunto un risultato che costituisce per loro un obiettivo strategico: separare l’Europa dalla Russia.

 Il nord stream2  è andato in soffitta e con esso il pericolo (per Washington) che si consolidassero delle relazioni stabili tra russi e tedeschi a livello economico e non solo.

L’incubo degli USA è sempre stato la possibile collaborazione tra la Russia detentrice di immense risorse e l’Europa, segnatamente la Germania, portatrice di tecnologia avanzata: ciò avrebbe tagliato fuori gli americani e la loro egemonia economica e politica.

 Del resto gli USA sono entrati nelle due guerre mondiali principalmente per scongiurare il rischio di una fusione tra ovest ed est europeo; ne prendano atto tutti coloro che, guardando troppo la tv e leggendo solo i libri scolastici, credono che gli americani abbiano sacrificato i loro figli nelle guerre mondiali per restituire la libertà ai popoli europei.

Tornando alla Russia, la necessità di bloccare l’espansione della NATO e l’esigenza di proteggere la popolazione russa d’Ucraina hanno reso inevitabile l’intervento militare di Putin; naturalmente nel mondo occidentale queste considerazioni sono assolutamente tabù: Putin è il despota, l’autocrate che vuole assoggettare con la forza bruta uno Stato libero e democratico (parlano proprio dell’Ucraina, non c’è da ridere!).

Gli stessi che per decenni ci hanno spiegato come il sentimento patriottico fosse un istinto retrivo da soffocare, che i confini nazionali fossero un retaggio del passato da superare adesso sostengono pervicacemente la sovranità dello Stato ucraino e l’intangibilità dei suoi confini.

Nei media occidentali nessuno si chiede perché mai la NATO ha potuto violare la sovranità della Serbia decurtandole il Kosovo; perché ha potuto invadere Iraq, Libia, Afganistan e scatenare una guerra sanguinosa in Siria senza che tutto ciò comportasse le accuse di crimini di guerra che oggi sono rivolte a Putin per molto meno.

Le decisioni dello Zar  vengono analizzate nei media anche dal punto di vista psichiatrico: la patologizzazione del pensiero non allineato è un esercizio ampiamente collaudato da parte del circo mediatico. Nel corso di questi due anni monopolizzati dal fenomeno Covid abbiamo visto politici, giornalisti, intellettuali, scienziati mettere in discussione la salute mentale di quanti non si adeguassero alla narrazione unica proposta dal regime, invocando persino il TSO per i cosiddetti novax; lo schema si ripete nella interpretazione del conflitto russo-ucraino.

In alcuni casi si cerca persino di far coincidere la figura del novax con quella del sostenitore di Putin, giustificando tale coincidenza su base psicopatologica.

Il conduttore televisivo Giuseppe Brindisi, un personaggio di fronte al quale persino Emilio Fede potrebbe essere scambiato per un giornalista, ha motivato la forte presenza di novax tra coloro che apprezzano Putin e sono critici del ruolo della NATO identificando costoro come i soliti disadattati, incapaci di apprezzare le meraviglie di una società fondata sui valori della scienza e della democrazia. Putin sarebbe quindi un folle capace di suscitare l’ammirazione di soggetti psicolabili.

La vera ragione della irriducibile ostilità verso il presidente russo da parte del deep state occidentale risiede nella visione politica di Putin che non contempla la concezione del mondo unipolare sognato dai globalisti e ciò fa del leader russo il principale ostacolo alla realizzazione del NWO.

Con il crollo dell’Unione Sovietica (1991) si fece strada la suggestione di un mondo unipolare dove sarebbero stati universalmente condivisi istituzioni e valori della democrazia liberale; questo disegno globalista in origine prevalentemente politico e guidato dagli USA registra un salto di qualità quando ad assumere la guida del progetto sono sopraggiunti dei soggetti privati: grande finanza, Big Tech e organizzazioni sovranazionali; costoro fanno acquisire alla globalizzazione i connotati di un piano di riprogrammazione antropologica dell’essere umano.

Illuminante a tal proposito è il discorso di Noah Harari (il “guru” idolo della Silicon Valley che nei suoi libri nega l’esistenza del libero arbitrio umano) al World Economic Forum 2018, dove profetizza l’estinzione dell'Homo sapiens e l'avvento di esseri "viventi" hackerati e ingegnerizzati non da un Dio sopra le nuvole, ma dalle nuvole di IBM e Microsoft: "le nuove forze motrici dell'evoluzione".

Guardare qui il video di Harari che parla ai “filantropi” di Davos:

(maurizioblondet.it/se-putin-non-vince-loccidente-ci-ridurra-cosi/).

I giganti di Silicon Valley e le famiglie storiche della finanza globale, forti delle tecniche già sperimentate in ambito pubblicitario, si propongono il fine gnostico e anticristico di rifondere l’intera umanità dapprima mediante la creazione di un immaginario unico, facendo vivere gli esseri umani all’interno di una matrix  da loro architettata e totalmente scissa dalla realtà concreta, per poi procedere verso un progetto di ingegnerizzazione di quell’essere transumano di cui parlano Harari, Schwab, Gates et cetera.

L’hackerizzazione del corpo umano attraverso sieri genici costituisce solo il primo passo a cui seguirà l’ibridazione uomo-macchina, fino alla vera e propria ingegnerizzazione dell’essere vivente (intelligent design), traguardo con il quale questi sociopatici intendono assumere il ruolo di Dio.

Ora Putin (e la Russia) rappresenta un argine al sovvertimento metafisico patrocinato dalle oligarchie mondialiste, e la funzione catecontica che esercita è il motivo autentico dell’avversione parossistica che le élites coltivano nei suoi confronti; esse vedono traballare il loro obiettivo finale: l’instaurazione di un ordine antiumano. La Weltanschauung  putiniana si configura infatti come l’opposto speculare dei “nuovi diritti” e “nuovi valori” esaltati dal progressismo globalista: LGBT, gay marriage, aborto senza limitazioni, eutanasia, utero in affitto, gender, immanentismo, cancel culture, accoglienza incondizionata, lotta al riscaldamento globale e alle emissioni di Co2, vaccini for ever, transumanesimo.

 Per un’analisi approfondita sulle ragioni dell’odio viscerale delle élites verso Putin rimandiamo ad un nostro articolo precedente:

(sfero.me/article/perch-globalisti-odiano-putin-parte-seconda).

Tornando all’ossessione dell’establishment  nel patologizzare il “disallineato”, chiediamoci quale sia il fil rouge  che accomuna nella volontà di demonizzazione del mainstream  il novax con Putin.

 Innanzitutto possiamo notare come tutti coloro che sostenevano la propaganda Covid (politici, giornalisti, guitti dello spettacolo) con annesse le misure più infami come il lockdown, green pass e obbligo vaccinale, adesso si sono immediatamente arruolati alla causa ucraina manifestando per il russo e i “filorussi” lo stesso odio viscerale che esibivano per i novax e per quelli che peroravano le loro ragioni.

 Allo stesso modo, le masse che hanno aderito fideisticamente alla narrazione mainstream sul Covid adesso condividono sine glossa  lo storytelling  geopolitico e il conseguente sentimento russofobo che dilaga sui media di regime.

 Inutile spiegargli cosa succede in Ucraina dal 2014, inutile raccontare loro la situazione del Donbass o degli accordi di Minsk mai rispettati dagli ucraini: per loro Putin è il folle criminale che minaccia le nostre libertà democratiche, come dicono in tv gli esperti geopolitici prontamente subentrati agli esperti Covid; del resto non deve essere molto difficile far credere qualsiasi cosa a delle masse istruite a ragionare fin dalla tenera età con il codice binario (0 – 1; buono/cattivo) degli smartphone o dei computer, in pratica gli algoritmi della Silicon Valley.

Specularmente coloro che nei confronti della gestione pandemica hanno avuto un approccio critico e che non hanno mai atteso il vaccino come il nuovo messia, anche nei confronti della narrazione bellica mainstream  coltivano un atteggiamento razionale che rifugge l’assiomatismo dogmatico della comunicazione di regime.

Sono i cittadini liberi che sia in occasione della cosiddetta pandemia, sia sulla questione geopolitica hanno deciso di continuare a pensare con la loro testa, rifiutando le tesi prefabbricate offerte dal Leviatano e dai loro lacchè. Questo tipo umano - che non mostra obbedienza indossando la mascherina all’aperto, che osa dubitare dell’origine psichiatrica delle scelte politiche di Putin – costituisce per i padroni del discorso  un intralcio che deve essere semplicemente cancellato, poiché nel liberalismo 2.0  non vi può essere più spazio per un dissenso che non sia pilotato dallo stesso regime: non si può andare oltre Greta Thumberg e Achille Lauro.  

Contro tutti i disallineati è legittimo, anzi doveroso, mettere in atto quei metodi che gli stessi governi del “mondo libero” hanno sempre descritto come tirannici e illiberali: apartheid  e istigazione all’odio verso i non vaccinati; medici sospesi e radiati, docenti allontanati dalle università perché esprimono dubbi sul siero magico (Vedi il prof. P. Bellavite); ricercatori convocati davanti all’ordine dei medici solo perché manifestano liberamente il loro pensiero scientifico (prof. G. Frajese).

Idem  sul versante geopolitico: il corrispondente a Mosca Marc Innaro viene attaccato in parlamento dal “democratico” Letta solo perché da cronista cita un dato storico: l’allargamento ad est della NATO; il direttore d’orchestra russo V. Gergiev cacciato dalla “Scala” dal sindaco di Milano, il “liberale” Sala, perché si rifiuta di condannare Putin; lo storico medievista F. Cardini viene interrotto dalla conduttrice vajassa  Merlino mentre ricorda come le bombe “umanitarie” della NATO sulla Serbia del 1999 non suscitarono la stessa attenzione mediatica; l’Università di Milano-Bicocca chiude il corso sullo scrittore russo Dostoevskij; nella Repubblica Ceca ad esprimere opinioni filorusse si rischia fino a tre anni di carcere.

A tenere insieme nella propaganda mainstream  i novax, Putin e i filorussi è il medesimo processo di censura, criminalizzazione e patologizzazione messo in atto contro tutti questi soggetti: i novax rifiutano la scienza e mettono in pericolo la società; Putin soffre di deliri di onnipotenza e minaccia la pace mondiale; i cosiddetti filorussi sono dei disadattati che odiano la società occidentale, notoriamente il migliore dei mondi possibili. Per le oligarchie sovranazionali i disallineati (novax e filorussi) rappresentano il granello di sabbia che può inceppare il processo di dissoluzione e ristrutturazione (solve et coagula) già implementato a livello politico, sociale e antropologico; mentre la Russia costituisce il macigno esterno che va assolutamente rimosso poiché rappresenta un modello culturale e sociale alternativo non tollerabile per i padroni globali.

Nei due anni di pandemia si è vissuto in un clima assimilabile alla propaganda di guerra dove il Covid era il nemico pubblico e i non vaccinati erano i disertori da fucilare (F. Pregliasco); adesso si è passati senza soluzione di continuità alla propaganda bellica propriamente detta: Putin è il nemico pubblico e i filorussi sono i traditori della Patria.

E allora affermiamolo chiaramente: i non vaccinati sono persone che nutrono dubbi più che legittimi su questo siero sperimentale definito vaccino oltre che sull’intera gestione pandemica, ma soprattutto hanno avvertito la deriva transumanista che si cela dietro questa idolatrizzazione della scienza;

 i cosiddetti “filorussi” sono cittadini liberi non disposti a trangugiare passivamente la favoletta di un Putin folle criminale e delle democrazie sagge e umanitarie: gli eventi degli ultimi decenni ci raccontano una storia diversa.

 

 

 

“Mangiatori Inutili”

 e “Utili Idioti.”

Fisicaquantistica.it- Luciano Gianazza- (16 Marzo 2022)- ci dice :

 

“Mangiatori inutili” e “utili idioti”, così gli oligarchi globalisti  suddividono l’Umanità.

“Mangiatori inutili” è una classificazione di una parte dell’umanità che le cosiddette élite globaliste ritengono che non sia degna di vivere, appunto perché inutile ai loro fini e per di più dispendiosa. Hanno coniato questo termine di denigrazione contro le vittime che derubano di continuo.

Tale classificazione deriva da una precedente, “Lebensunwertes Leben”, (Vite non degne di essere vissute). Era una designazione nazista per i segmenti della popolazione che secondo il regime nazista non avevano il diritto di vivere. Quegli individui sono stati presi di mira per essere assassinati dallo stato (“eutanasia”), attraverso la costrizione o l’inganno dei loro “custodi”.

Il termine includeva le persone con gravi problemi di salute e quelle considerate grossolanamente inferiori secondo la politica razziale della Germania nazista. Questo concetto ha costituito una componente importante dell’ideologia del nazismo. È simile ma più restrittivo del concetto di “Untermensch” (subumani), poiché non tutti i “subumani” erano considerati indegni della vita (gli slavi, ad esempio, erano ritenuti utili per il lavoro da schiavi).

L’eutanasia di alcuni gruppi culturali e religiosi e di quelli con disabilità fisiche e mentali continuò in modo più discreto fino alla fine della seconda guerra mondiale. I metodi utilizzati inizialmente negli ospedali tedeschi, come le iniezioni letali e l’avvelenamento con il gas, sono stati ampliati per costituire la base per la creazione di campi di sterminio, in cui le camere a gas sono state costruite da zero per condurre lo sterminio di ebrei, rom, comunisti, anarchici e dissidenti politici.

“Vite non degne di essere vissute”.

L’espressione è apparsa per la prima volta sulla stampa tramite il titolo di un libro del 1920, “Die Freigabe der Vernichtung Lebensunwerten Lebens” (Consentire la distruzione delle vite indegne di vivere) di due professori, il giurista Karl Binding (dell’Università di Lipsia ) e lo psichiatra Alfred Hoche dell’Università di Friburgo.

Secondo Hoche, alcune persone con danni cerebrali, disabilità intellettive, autistiche (sebbene non riconosciute come tali all’epoca) e malate psichiatriche erano “mentalmente morte”, “zavorra umana” e “gusci vuoti di esseri umani”. Hoche credeva che uccidere queste persone fosse utile. Alcune persone erano semplicemente considerate usa e getta. In seguito l’uccisione fu estesa a persone considerate “razzialmente impure” o “razzialmente inferiori” secondo il pensiero nazista.

Il concetto culminò nei campi di sterminio nazisti, istituiti per uccidere sistematicamente coloro che non erano degni di vivere secondo gli ideologi nazisti. E ha anche giustificato vari programmi di sperimentazione umana ed eugenetica, nonché le politiche razziali naziste.

Il modo di operare dell’attuale oligarchia globalista (di matrice Liberal Dem Usa.Ndr.) è l’evoluzione di quanto appena descritto. In forma edulcorata, ma ugualmente letale. Le persone sono anche classificate come “mangiatori inutili” se non soddisfano una certa capacità produttiva nella società definita dagli oligarchi. Per loro, la produttività significa la capacità di realizzare un profitto per le classi dominanti.

Chi sono dunque i “Mangiatori Inutili”?

Sulla premessa di base della non produttività come definita, i “mangiatori inutili” possono essere definiti dall’elenco seguente:

 

– Pensionati;– Portatori di handicap;– Ricoverati in ospedale con supporto vitale cronico;– Disoccupati;– Persone con problemi mentali;– Prigionieri;– Dissidenti e indesiderabili.

Secondo la definizione, coloro che non sono produttivi, hanno cessato di essere utili, o nascono e vivono come inutili e non possono provvedere per sé stessi e per la società, vengono definiti mangiatori inutili. Poco importa se prima di andare in pensione, o diventare invalidi, hanno dedicato la loro vita al lavoro, a provvedere a sé e alle loro famiglie e hanno contribuito al benessere della società.

Questi criminali globalisti che hanno depredato tutte le ricchezze sono gli eredi di coloro che hanno promosso e finanziato l’ideologia che ha portato al nazismo.

Quei governanti globalisti , utili idioti, allineati con l’agenda dei criminali oligarchi , stanno applicando le direttive che di fatto portano all’eliminazione dei “mangiatori inutili”. Quando tali governanti non sono più utili al sistema criminale vengono scaricati e rimangono semplicemente idioti, anch’essi sacrificabili.

È ormai risaputo e provato che i famigerati “vaccini” ora stanno causando più morti del virus che si suppone che dovrebbero combattere, nonostante i media lo neghino o mentano a riguardo. Il motto dei governi riguardo alle vaccinazioni è stato da sempre: “Dobbiamo prima vaccinare le categorie più deboli e più fragili”.

Quindi prima gli ultraottantenni, poi gli ultrasettantenni. Questo ha causato un’ecatombe nelle RSA, appunto perché già fragili a causa del loro stato di salute compromesso da altre patologie, i vaccini hanno dato il colpo di grazia. Ovviamente anche i malati gravi di qualunque età sono nel mirino (per proteggerli, senza ombra di dubbio…). Sai che sollievo per le casse dell’INPS e della cassa malati!

 

Ora si procede con gli ultracinquantenni, gli adolescenti, i bambini, praticamente tutti. Il risultato di questa politica sconsiderata, secondo la teoria della evoluzione che afferma che solo il più forte sopravvive, sarà che i sopravvissuti a questo avvelenamento di massa saranno gli unici degni di vivere, se saranno “produttivi”.

 Tuttavia, coloro che saranno sopravvissuti non vivranno liberi, ma sotto il costante e assillante controllo dei criminali globalisti al potere. Vita da pecore.

Verrebbe da concludere l’articolo con un’esortazione: “Svegliati e rifiutati di eseguire qualsiasi direttiva contraria alla Costituzione, al Diritto Internazionale, al Trattato Internazionale di Oviedo, al Codice di Norimberga, ecc”.

Prima che sia troppo tardi. Questa esortazione viene spesso riportata da diverse persone, e visti i risultati pare inutile.

Invece di rifiutarsi di sottoporsi ai “tamponi” e alle “museruole”, sento e leggo di molti che chiedono di abbassare i prezzi di questi strumenti politici di soppressione. In pratica si trovano d’accordo con i criminali globalisti che violano le leggi del diritto, la Costituzione e quant’altro.

È come dire: “Va bene, frustami con la frusta che devo comprare io, ma fammela pagare di meno…”.

(Luciano Gianazza- lucianogianazza.it/mangiatori-inutili-useless-eaters).

 

 

 

 

Mark O'Connell: "Il transumanesimo

crede che si possa sconfiggere

la morte con la tecnologia."

Wired.it- Redazione-(29-9-2019)- ci dice :

I transumanisti vogliono spingere al limite la vita umana sfruttando le tecnologie, ma ci sono problemi etici. E rischia di essere un sogno solo per straricchi globalisti.

Mark O'Connell Il transumanesimo crede che si possa sconfiggere la morte con la tecnologia.

C'è chi dice no all'idea che il corpo umano abbia limiti e che le sue potenzialità possano essere espresse solo nell'ambito di una singola esperienza terrena. Per i transumanisti, descritti dal giornalista e scrittore irlandese Mark O'Connell nel saggio “Essere una macchina”, le regole della partita possono cambiare, grazie a una tecnologia in grado di superare i confini della condizione umana.

 O' Connell, al Wired Next Fest di Firenze, spiega che “il libro parla di persone che hanno un'aspettativa speranzosa che un domani si possa sconfiggere la morte. I transumanisti sono coloro che pensano che si possa utilizzare la tecnologia per spingere oltre la condizione umana”.

 Una spinta a caro prezzo e certamente non alla portata di tutti: non stupisce che a scommettere concretamente sul tema non siano poi i “tecno-freak” ma anche e soprattutto miliardari globalisti dalle ingenti risorse.

Come conferma lo scrittore, “questo movimento ha preso piede nella Silicon Valley. Ci sono persone molto potenti e influenti che stanno lavorando a queste soluzioni, per esempio nella ricerca genetica contro il problema dell'invecchiamento”.

 Le conseguenze non sono poi così difficili da immaginare: si rischia di andare  verso uno scenario dove “poche persone privilegiate potranno ottenere vantaggi da questi cambiamenti, un mondo di  super ricchi globalisti che potranno trascendere l'umanità”. Ancora sperequazione quindi, sebbene il sogno di vivere per sempre, o sconfiggere la morte, sia abbastanza trasversale e quindi democratico.

Il libro di O'Connell non è solo un'analisi ma anche un reportage, che nasce letteralmente “on the road” e nel confronto diretto con la comunità dei transumanisti, comunque variegata e affascinante.

L'autore spiega alla platea del Wired Next Fest che, pur non essendo uno scrittore che si occupa di fantascienza, ha sempre avuto un forte interesse nei confronti degli esseri umani e della loro ansia di diventare immortali.

Una sensibilità che nasce anche dalla consapevolezza di una caduta rispetto a un modello originario perfetto, che abbiamo perso e che ci ha esposti a una natura umana fatta di sofferenze e morte. Il transumanesimo quindi come via per superare e trascendere limiti biologici, vitali.

“Sei anni fa - argomenta lo scrittore - pensavo molto a questi aspetti, mia moglie stava per dare alla luce nostro figlio. C'era quell'ansia che si prova nello sperare che una piccola creatura possa vivere senza paura. Ho cominciato a leggere molte cose sul transumanesimo, mi ha affascinato moltissimo, ho iniziato a occuparmene, finendo in posti strani con gente strana (compreso un laboratorio di criogenesi, a Phoenix). Ho dedicato due anni al libro, viaggiando in Europa, negli Stati Uniti, andando agli incontri dei transumanisti per parlare con loro e per scoprire le tecnologie che renderanno possibili tutto ciò. Sono persone molto affascinanti”.

Il fascino non manca, ma esistono numerosi problemi, anche etici, se l'uomo cambia natura, diventando sempre più simile a una macchina che può scaricare dati e procedere poi a un upload altrove, anche in un corpo che non è quello originario.

Gli scenari da film ci fanno credere che, attraverso la crio-genesi, i corpi torneranno in vita ma come conferma l'autore irlandese, in realtà è il cervello la parte utile in quanto “è meno costoso crioconservare solo la testa, il cervello. Le teste occupano meno spazio. Molti transumanisti non sono interessati riportare in vita il corpo, ma lo sono all'idea che il cervello venga scansionato e caricato su un pc. Il concetto dell’ uploading è un aspetto chiave di questo futuro”.

A sopravvivere saranno i dati, i codici: una visione attraente per chi, afferma O' Connell, ama i macchinari o condivide una visione strumentalista dell'essere umano. Intervistando chi sta dedicando la sua intera vita all'obiettivo di caricare un cervello umano su una macchina, l'autore ammette di essere a volte arrivato a qualche forma di comprensione. Ma subito dopo ha fatto un passo indietro. Si tratterebbe della “trasformazione più profonda dell'essere umano; la maggior parte dei neuroscienziati la vede come una ipotesi remota, altri teoricamente possibile”.

O' Connell non giudica il fenomeno ma si dichiara “scettico. Il transumanesimo si presenta come una visione di cambiamento radicale, la fine di quello che conosciamo, un mondo completamente nuovo. Ma è una rivoluzione che sembra rifarsi più al passato che al futuro”.

Vivere più a lungo sì, sognare l'immortalità no, in quanto è uno “scenario che rasenta un incubo pensando anche al cambiamento climatico, alle disuguaglianze”, afferma il giornalista.

 Il transumanesimo ha i suoi fedeli ma, chiude O' Connell “non direi che è una religione. Non ha un dio ma intrattiene una conversazione sull'umanità e i suoi limiti”.

 

 

DECODIFICA DELLA MENTALITÀ

CONTORTA DEL “NWO” .

Databaseitalia.it- Redazione- (21-5-2021)- ci dice :

 

 

Come vincere questa guerra.

Considera onestamente quanta parte di questa mentalità è dentro di te, quindi lavora per identificarla, integrarla e trasformarla. Come ha detto Jung:  “Chi guarda fuori, sogna. Uno che guarda dentro, si sveglia “.  Essere consapevoli di ogni dettaglio del “NWO” è buono, ed essere consapevoli delle soluzioni è buono,  ma dobbiamo trasformarci dentro per cambiare il mondo esterno.

LA STORIA: Qual è la mentalità o la psicologia dietro la forza oscura che governa davvero il mondo?

LE IMPLICAZIONI: Se potessimo capire meglio la mentalità NWO, potremmo percepirne i punti deboli, che sono molti. È bello riconoscerli, ma soprattutto vederli in te stesso.

Mentalità NWO.

La mentalità del “Nuovo Ordine Mondiale” è psicopatica, paranoica, ansiosa e spaventata. Questo articolo decodifica la psicologia contorta in modo da poter vedere i suoi punti deboli e superarla.

 

LA GUERRA ALL’UMANITÀ…

(6 Marzo 2022).

È fondamentale essere consapevoli della mentalità del “Nuovo Ordine Mondiale”.

Mentre sperimentiamo l’intensificazione della sua agenda di lunga data. Mentre ogni settimana che passa sembra portarci notizie sempre più  bizzarre  sullo svolgersi dell’Operazione Coronavirus, vale la pena fare un passo indietro per guardare alla mentalità che sta orchestrando questa truffa: questa  mentalità del Nuovo Ordine Mondiale. Se vogliamo vivere liberi, dobbiamo capire la natura della forza che sta cercando di renderci schiavi.

 Questo articolo è un tentativo di abbozzare alcuni dei tratti distintivi della psicologia depravata e contorta della classe dirigente globalista del Nuovo Ordine Mondiale (NWO).

Capendo come pensano queste persone, come vedono coloro che sono al di fuori del loro culto (le masse pubbliche), come vedono il mondo e cosa le motiva, si spera che tu possa iniziare a capire cosa è necessario per assicurarci di sconfiggerli e mantenere un mondo di pace, libertà e abbondanza.

 Grazie come sempre a David Icke che, dopo 30 anni di ricerca a tempo pieno, ha distillato e comunicato al mondo l’essenza di questa mentalità, nella speranza che si possa comprendere e riconoscere questa forza.

1. Non sopporta sorprese.

Un segno distintivo della mentalità del Nuovo Ordine Mondiale è una netta intolleranza per le sorprese, o addirittura l’odio per le sorprese. Per molte persone è una gioia e un sollievo vivere spontaneamente, almeno per un po ‘di tempo, senza dover spiegare tutto.

Non così per il NWO.

Questa mentalità deve avere assolutamente ogni dettaglio pianificato. Non solo, deve assicurarsi che nulla possa accadere per interrompere i suoi piani. Tutto deve essere calcolato con precisione e strettamente controllato. Icke lo spiega per analogia con una partita sportiva. Se vuoi influenzare il risultato, controlli una squadra o una parte; se vuoi controllare totalmente il risultato, controlli entrambe le parti. Questo non lascia nulla al caso.

 Non ci vuole un grande sforzo di immaginazione per vedere come va a finire nella politica statunitense, con  elezioni truccate risalendo almeno ai giorni di JFK se non molto oltre. Il recente fiasco in cui è entrato Biden è stato scandalosamente innegabile e palese truffa, eppure Biden si trova ancora (o meglio si nasconde nel seminterrato) della Casa Bianca. Il NWO non “spera” che un determinato candidato venga eletto. Lo fanno accadere, ogni volta.

In breve, la mentalità del “Nuovo Ordine Mondiale” è quella di un  maniaco del controllo . E cosa c’è sotto la psicologia di un maniaco del controllo? Una mancanza di comodità con l’ignoto e con la perdita del controllo. In altre parole, paura .

2. Il “Politicamente Corretto” ha svegliato il movimento e la segnalazione della virtù.

La mentalità NWO, essendo molto lontana da una coscienza basata sul cuore, manca chiaramente di gentilezza, compassione ed empatia. In un mondo in cui una così netta mancanza di empatia potrebbe renderlo ostracizzato, la mentalità NWO deve rimediare  fingendo  di preoccuparsene. Tuttavia, poiché è tutto uno stratagemma, deve fare di tutto per impressionare gli altri e dimostrare visibilmente la sua (falsa) gentilezza. Questo è il motivo dell’ossessione hollywoodiana per le superficialità e le apparenze.

È tutta una questione di immagine, piccola. Questo è anche il fondamento della recente esplosione nel movimento dei risvegli del PC (politicamente corretto)  , che non perde occasione per dimostrare quanto sia gentile attraverso la sua costante  segnalazione di virtù.

 Le persone veramente gentili non hanno bisogno di vantarsi di quanto sono gentili; le persone veramente sicure non hanno bisogno di mettersi in mostra per nascondere la loro insicurezza; le persone che vedono veramente gli altri come esseri umani, tutti uguali, guardando il loro carattere e non il colore della pelle, non hanno bisogno di andare in giro a proclamare quanto siano meravigliosamente antirazzisti.

3. Gestione della percezione in stile militare: più centrifuga di una lavatrice

Per andare oltre su questo punto, la mentalità NWO non si limita a ossessionare con l’immagine per segnalare le sue credenziali di risveglio (per coprire la sua mancanza di cuore); è anche ossessionato dall’immagine per controllare le credenze, le opinioni e le percezioni di massa. È una gestione della percezione in stile militare  . Ciò si riflette in ciò che hanno detto alcuni dei suoi aderenti. Prendiamo ad esempio l’arch-NWO insider e criminale di guerra Henry Kissinger, che una volta affermò che  “non è una questione di ciò che è vero che conta, ma una questione di ciò che è percepito come vero”.

In questo caso, ciò che guida l’ossessione per l’immagine è anche una brama di controllo e una mancanza di tolleranza per la distribuzione diffusa del potere e il processo decisionale decentralizzato.

Riguarda il trascinamento, il portare altre mentalità al suo livello e alla sua frequenza in modo che possa controllarle. Questo porta la mentalità del NWO a far girare la verità su ogni argomento sotto il sole per sembrare migliore e per modellare le percezioni delle persone per promuovere i propri obiettivi.

4. Sempre giusto, mai sbagliato.

Hai mai incontrato una persona che deve sempre avere ragione, non importa cosa? Che ne dici di una persona che discuterà, difenderà e troverà scappatoie in ogni situazione perché ha una paura mortale di sbagliare?

 Ad ogni modo, queste persone sono caratterizzate da una mancanza di responsabilità e dalla mancanza di volontà di prendersi la colpa quando se lo meritano.

L’ex direttore della CIA e Segretario di Stato sotto Trump, il sionista Mike Pompeo,  ha proclamato con orgoglio  che ai suoi tempi alla CIA,  “Abbiamo mentito, abbiamo imbrogliato, abbiamo rubato!”  La mentalità NWO farà tutto il necessario per portare avanti il ​​suo programma, anche se deve mentire, imbrogliare, rubare, ferire e uccidere.

 

5. Non può provare empatia.

Continuando dal punto # 2, la mentalità NWO è priva di compassione, quindi non sa come farlo. Un esempio didattico sono le recenti pubblicità  assurde della CIA, dove la CIA sta cercando disperatamente di convincerti che sono qualcosa che non sono.

Pensaci: questa è un’agenzia che ha costantemente istigato, nel corso di oltre 7 decenni, alcuni degli atti più malvagi e mostruosi compiuti dagli esseri umani sul pianeta, tra cui il rovesciamento di governi stranieri, l’assassinio di leader stranieri e nazionali (ad esempio JFK) , vendendo armi illegalmente, rafforzando la produzione di droghe pericolose (eroina e cocaina) in modo da importarle negli Stati Uniti sul mercato nero, controllando i media pagando i giornalisti tramite l’operazione Mockingbird (vedi # 3 sulla gestione della percezione) e conducendo esperimenti di controllo mentale sui propri cittadini (MK Ultra).

Ora, dovremmo improvvisamente credere che la CIA abbia sviluppato una coscienza e si preoccupi profondamente, veramente delle minoranze, delle questioni razziali e dell’uguaglianza di genere? È oltre il ridicolo

6. Proietta un falso senso di onnipotenza.

La mentalità del “Nuovo Ordine Mondiale” è molto simile ai Borg di Star Trek. Uno dei loro mantra chiave era: “La resistenza è inutile”. Questo è il messaggio che la mentalità continua a proiettare. Vuole disperatamente che crediamo che il suo nefasto programma di controllo sia un fatto compiuto, una conclusione scontata, quando non lo è. Pensaci: una forza veramente onnipotente non ha bisogno di  convincerti che sia onnipotente e che non puoi resistere. La sua forza diventerebbe evidente e non ci sarebbe bisogno di tentativi di persuasione.

Solo una forza segretamente debole, ma che sta cercando di proiettare un’immagine di forza, ricorrerebbe a questo tipo di messaggistica psicologica.

 L’ho già detto e lo ripeto, molte volte: il Nuovo Ordine Mondiale non è scolpito nella pietra. Il tuo stesso atto di leggere queste parole e prendere a cuore questo messaggio in modo potenziato, sta impedendo all’incubo del NWO di diventare una realtà. Il mondo si sta svegliando e questo processo non può essere fermato.

7. Censura e cultura dell’annullamento: non sopporta sfumature di grigio o punti di vista opposti.

Un altro indizio che la mentalità NWO è rigida, oltre che intrinsecamente insicura e debole, è che non sopporta sfumature di grigio o visioni opposte. È molto coinvolto nel pensiero dogmatico in bianco e nero. Ricordate cosa ha detto il presidente degli Stati Uniti George W. Bush dopo l’operazione false flag dell’11 settembre:  “O sei con noi o sei con i terroristi”.

 L’esplosione della  censura  e della  cultura della cancellazione  negli ultimi anni è indice di una vasta insicurezza. La censura è una tacita ammissione da parte dei censori che i loro argomenti, teorie o convinzioni sono molto deboli, perché non possono reggere il confronto nel campo di battaglia del dibattito aperto, dove le idee vengono scambiate liberamente e analizzate criticamente.

8. Non può tollerare l’umorismo.

Smettere di ridere! Non sono ammessi scherzi! La mentalità NWO si prende molto sul serio, così seriamente che non può tollerare l’umorismo. John Lennon ha realizzato istintivamente questa verità quando ha consigliato alle persone di ridere del sistema:

“Quando si tratta di dover usare la violenza, allora stai giocando al gioco del sistema. L’establishment ti irriterà – tirerà la barba – per farti arrabbiare. Perché una volta che ti hanno reso violento, allora sanno come trattarti. L’unica cosa che non sanno come gestire è la non violenza e l’umorismo. “

Il movimento dei Politically Correct ha ucciso la commedia, ma quei veri comici là fuori si renderanno conto che è il loro lavoro comunicare le dure verità (che le persone preferirebbero non ascoltare) sotto le spoglie dell’umorismo. Ridere dell’assurdità della narrativa ufficiale, che si tratti dell’operazione Coronavirus o di qualsiasi altro tipo di operazione sotto falsa bandiera, è un ottimo modo sia per comunicare la verità che per disinnescare il sudore e la tensione che derivano dall’essere un cercatore di verità e un combattente per la libertà.

9. Considera il resto dell’umanità come bestiame.

Una mentalità empatica considera i sentimenti e le esigenze di coloro che la circondano. La mentalità psicopatica del NWO considera le persone che la circondano come cose da sfruttare o utilizzare per il proprio guadagno.

L’ex direttore della CIA  Allen Dulles, la mente dell’assassinio di JFK , controllava  costantemente se le persone intorno a lui fossero “utili” o meno , anche quelle che gli volevano bene . La frase “mangiatori inutili” per descrivere le masse dell’umanità è attribuita a Kissinger. Di volta in volta, gli addetti ai lavori di NWO hanno espresso il loro disprezzo e disgusto per il resto dell’umanità. Questa è la mentalità che parla.

10. Non si tratta solo di soldi.

Alcune persone che studiano la cospirazione mondiale credono che sia tutta una questione di soldi. Non è così.

Sì, a molti livelli, si tratta di soldi, perché la mentalità del Nuovo Ordine Mondiale usa la manipolazione del denaro per sottrarre ricchezza alla società attraverso le sue famiglie di banchieri di sangue.

Tuttavia, non si tratta  solo  di soldi. Il denaro è uno strumento di controllo e l’agenda del NWO riguarda il potere e il controllo a lungo termine. Il denaro è un mezzo per raggiungere un fine. Questa agenda è millenaria, intergenerazionale e coinvolge esseri inter-dimensionali, il tutto ovviamente ben oltre lo scopo di questo articolo. Il denaro è solo uno strumento per questa mentalità.

11. È sempre ansioso e impaurito.

Veniamo ora al penultimo punto e al nocciolo della questione. La mentalità NWO è paranoica, ansiosa e spaventata. Questo spiega le costanti proiezioni psicologiche che emette, come chiamare i veri cercatori di verità “teorici della cospirazione paranoici” semplicemente per mettere in discussione le cose e pensare in modo critico. È paranoico sul fatto di poter essere scoperto in qualsiasi momento. È ansioso, sempre nervoso, spingendo sempre oltre i suoi obiettivi, preoccupato che le cose potrebbero non funzionare. La mentalità del Nuovo Ordine Mondiale promuove così tanta paura perché sente così tanta paura. È paura!

Sotto tutta l’analisi, è la paura. La mentalità del NWO ha una paura mortale di un’umanità unita e risvegliata che si solleva in modo non violento e non conforme per entrare nel suo vero potere divino. Sfortunatamente per la mentalità NWO, questo è un nostro diritto di nascita e niente può fermarlo.

Vale anche la pena sottolineare la genuina  psicopatia  dietro questa mentalità. Questa citazione è tratta da un articolo  Behind a Manufactured Crisis: The COVID-19 and Psychopathy Connection :

“Sulla base del comportamento ricorrente di queste potenti famiglie e individui nel corso della storia e oggi, possiamo osservare quelli che psicologi e psichiatri chiamano tratti osservabili associati a una condizione chiamata psicopatia clinica (primaria).

 Questa è una condizione genetica (congenita) caratterizzata dall’incapacità di provare emozioni umane altrimenti normali di empatia, senso di colpa e rimorso. Innatamente privi di queste restrizioni, guerre inutili, eventi terroristici, carestia, genocidio, omicidi e controllo mentale e manipolazione diventano pratiche commerciali quotidiane “.

12. È tagliato fuori da Spirito - Fonte - Dio - Coscienza infinita.

Chiamalo come ti piace – Spirito, Sorgente, Dio, Coscienza Infinita, ecc. – Qualunque sia la tua idea di ciò da cui veniamo, in cosa torniamo e cosa siamo. La mentalità del Nuovo Ordine Mondiale è tagliata fuori dalla sua connessione con l’infinito. È così concentrato sul mondo dei 5 sensi delle particelle e del materialismo grossolano che non apprezza una consapevolezza espansa. Per dirla in un altro modo, la classe globalista dirigente che è posseduta da questa mentalità è così tagliata fuori da Dio che deve giocare a fare Dio – e così otteniamo il  transumanesimo , il desiderio di essere immortali anche se lo siamo già. Questo desiderio transumanistico si basa sulla negazione e sul rifiuto delle nostre anime e sulla paura della morte. Quindi, gran parte di questa mentalità torna alla paura.

L’operazione Coronavirus è una corsa al traguardo.

Considera questo punto. Il solito modus operandi del Nuovo Ordine Mondiale è usare l’  approccio della  rana in una pentola bollente , per introdurre lentamente e imporre la sua agenda alle persone passo dopo passo in modo che non se ne accorgano. Tuttavia, dal lancio dell’operazione Coronavirus, il NWO ha cambiato tattica. Ciò che si sta svolgendo ora sembra essere più una folle corsa al traguardo, prima che venga superato e perda la gara. Come ho sottolineato sopra, la mentalità del Nuovo Ordine Mondiale ha sempre paura di essere scoperta in una bugia. Sembra che sia in corso una lotta per far vaccinare quante più persone possibile con il  non vaccino COVID   mentre la narrativa ufficiale ha ancora qualche influenza sulle menti delle persone. Tuttavia, con una crescente consapevolezza che l’intera operazione COVID è una gigantesca  truffa , piena di conteggi falsi, falsi test PCR, falsi conteggi di morte e  un falso virus , la verità si è diffusa in lungo e in largo. Si sta trasformando in una corsa contro il tempo. Il NWO  infonderà i propri nanobot nell’umanità  e nelle  fibre  prima che l’umanità si risvegli sufficientemente?

Soluzioni per sconvolgere la mentalità del Nuovo Ordine Mondiale.

Allora quali sono le soluzioni? Bene, dai al NWO ciò che non sopporta e non gli piace! Odia le sorprese, quindi dagli sorprese!

Odia l’umorismo, quindi ridici! Pensa di essere onnipotente, quindi stimola le sue debolezze.

Ama censurare, quindi rifiutati di autocensurarti! Vive di violenza, quindi resisti in modo non violento. Ha bisogno della tua energia, obbedienza e lamentela, quindi rifiuta di obbedire!

Infine, fai il lavoro interiore per eliminare ogni aspetto della mentalità del Nuovo Ordine Mondiale dentro di te. Questa è la parte più difficile di tutto questo, ma ognuno di noi deve fare questo lavoro. Nessun’altro può farlo per te.

 Considera onestamente quanta parte di questa mentalità è dentro di te, quindi lavora per identificarla, integrarla e trasformarla. Come ha detto Jung:  “Chi guarda fuori, sogna. Uno che guarda dentro, si sveglia “.  Essere consapevoli di ogni dettaglio del NWO è buono, ed essere consapevoli delle soluzioni è buono,  ma dobbiamo trasformarci dentro per cambiare il mondo esterno.

(Makia Freeman).

 

La scuola per dittatori di Klaus Schwab:

li riconosci i diplomati?

Numero6.org-Team-Redazione-(06/05/2022)- ci dice :

 

Il World Economic Forum (WEF) è un evento mondiale che raccoglie moltissimi leader politici, professori d’economica, imprenditori e, delle volte, alcune celebrità.

Quello che pochi sanno è che questo evento partito nel 1971, data della prima edizione, ero per solo per i paesi europei e che Klaus Schwab è sempre stato presente ogni anno.

Questo evento, evoluto nel WEF che conosciamo tutti, ha accompagnato la nascita della scuola “Young Global Leader”, cioè i “Giovani Capi Globali”, che ha formato personaggi ben noti ai giorni nostri.

Vediamo nel preciso chi sono, le conoscenze di questi diplomati e nelle carriere hanno avuto un successo incredibile dopo la frequentazione della scuola.

Come è possibile che più di 190 governi in tutto il mondo abbiano gestito la pandemia di Covid 19 quasi esattamente nello stesso modo, con lockdown, mascherine, e tessere di vaccinazione ora comuni ovunque?

La risposta potrebbe celarsi dentro la scuola per giovani leader globali, fondata e diretta da Klaus Schwab del Forum Economico Mondiale, dove sono passati nella loro ascesa molti grandi politici e uomini d’affari di oggi.

L’economista, giornalista ed autore tedesco Ernst Wolff ha rivelato, in un video podcast del Comitato Corona tedesco alcuni fatti circa la scuola dei “Giovani leader globali” di Klaus Schwab che sono rilevanti per capire gli eventi durante la pandemia. Anche se Wolff è principalmente noto come un critico del sistema finanziario globalista, recentemente si è concentrato nel portare alla luce cosa percepisce come un’agenda nascosta dietro le misure anti-Covid attuate in tutto il mondo.

La storia comincia con il Forum Economico Mondiale (WEF), che è un’organizzazione non governativa fondata in Svizzera nel 1971 da Klaus Schwab, un economista ingegnere meccanico tedesco, quando aveva solo 32 anni.

Il WEF è meglio noto al pubblico per le conferenze annuali che si tengono a Davos, Svizzera ogni Gennaio che mirano a far incontrare leader politici e grandi uomini d’affari da tutto il mondo per decidere i problemi del giorno. Oggi è una delle più importanti reti al mondo dell’élite del potere globalista, essendo finanziata approssimativamente da un migliaio di corporazioni multinazionali.

Il WEF, che fino al 1987 fu originariamente chiamato Forum di amministrazione Europeo, riuscì a riunire 440 dirigenti provenienti da 31 nazioni, già nel primissimo incontro del Febbraio 1971 che, come Wolff evidenzia, fu un’ inaspettato traguardo per qualcuno come Schwab, il quale, prima di allora aveva una piccolissima esperienza professionale ed internazionale.

 Wolff crede che il motivo possa essere dovuto ai contatti che Schwab ebbe durante la sua formazione universitaria, compreso l’aver studiato con nientemeno che una persona come l’ex consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di Stato Henry Kissinger. Wolff sottolinea anche che mentre Schwab era lì, la Harvard Business School stava pianificando un proprio forum di gestione ed è possibile che abbia finito per delegargli il compito di organizzarlo.

Il Forum ha inizialmente riunito solo persone nel campo economico, ma in poco tempo ha iniziato ad attrarre politici, personaggi di spicco dei media (compresi BBC e CNN) e persino celebrità.

Nel 1992 Schwab ha fondato un’istituzione parallela, la scuola Global Leaders for Tomorrow, che è stata ristabilita nel 2004 come Young Global Leaders.

I partecipanti alla scuola devono presentare domanda di ammissione e sono quindi sottoposti ad un rigoroso processo di selezione.

I membri della prima classe della scuola nel 1992 includevano già molti che sono diventati importanti figure politiche liberali, come Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Tony Blair.

Attualmente ci sono circa 1.300 diplomati di questa scuola e l’elenco degli alunni include diversi nomi di coloro che sono diventati leader delle istituzioni sanitarie delle rispettive nazioni. Quattro di loro sono ex e attuali ministri della salute per la Germania, tra cui Jens Spahn, ministro federale della salute dal 2018. Philipp Rösler, ministro della salute dal 2009 al 2011, è stato nominato amministratore delegato del WEF da Schwab nel 2014.

Altri nomi importanti nell’elenco della scuola sono Jacinda Ardern, il Primo Ministro della Nuova Zelanda le cui rigorose misure di blocco sono state elogiate dalle autorità sanitarie globali; Emmanuel Macron, il Presidente della Francia; Sebastian Kurz, fino a poco tempo fa cancelliere d’Austria; Viktor Orbán, Primo Ministro dell’Ungheria; Jean-Claude Juncker, ex Primo Ministro del Lussemburgo e Presidente della Commissione Europea; ed Annalena Baerbock, la leader dei Verdi tedeschi che è stata la prima candidata del partito a cancelliere alle elezioni federali di quest’anno e che è ancora in corsa per essere il successore della Merkel.

Nella lista troviamo anche il governatore della California Gavin Newsom, selezionato per la classe del 2005, così come l’ex candidato alla presidenza e attuale segretario ai trasporti degli Stati Uniti Peter Buttigieg, che è un alunno molto recente, essendo stato selezionato per la classe del 2019. Tutti questi politici che sono stati in carica negli ultimi due anni hanno favorito risposte dure alla pandemia di COVID-19, che hanno anche accresciuto notevolmente il potere dei rispettivi governi.

Ma l’elenco degli alunni della scuola non si limita ai leader politici. Vi troviamo anche molti dei dirigenti dell’industria privata, tra cui Bill Gates di Microsoft, Jeff Bezos di Amazon, Richard Branson di Virgin e Chelsea Clinton della Clinton Foundation. Ancora una volta, tutti hanno espresso sostegno per la risposta globale alla pandemia e molti hanno raccolto notevoli profitti come risultato delle misure.

Wolff crede che le persone dietro il WEF e la scuola Global Leaders siano quelle che determinano veramente chi diventerà leader politico, anche se sottolinea di non credere che Schwab stesso sia colui che prende queste decisioni, ma sia semplicemente un facilitatore.

Evidenzia inoltre che gli alunni della scuola includono non solo americani ed europei, ma anche persone provenienti da Asia, Africa e Sud America, indicando che la sua portata è veramente mondiale.

Nel 2012, Schwab e il WEF hanno fondato un’altra istituzione, la “Global Shapers Community”, che riunisce coloro che hanno identificato un potenziale di leadership in tutto il mondo che hanno meno di 30 anni. Ad oggi, circa 10.000 partecipanti sono passati attraverso questo programma, e tengono regolarmente riunioni in 400 città. Wolff crede che sia l’ennesimo banco di prova dove i futuri leader politici vengono selezionati, controllati e preparati prima di essere inseriti nell’apparato politico mondiale.

Wolff sottolinea che pochissimi diplomati della scuola Global Leaders lo citano nei loro CV. Dice di averlo visto elencato solo su uno: quello dell’economista tedesco Richard Werner, noto critico delle istituzioni.

 Wolff suggerisce che la scuola sembra voler includere tra i suoi ranghi anche i critici del sistema, poiché un altro nome tra i suoi diplomati è Gregor Hackmack, il direttore tedesco di Change.org, che era nella sua classe del 2010.

 Wolff ritiene che ciò sia dovuto al fatto che l’organizzazione voglia presentarsi come equa ed equilibrata, sebbene voglia anche garantire che i suoi critici siano un’opposizione controllata.

Un’altra cosa che accomuna i laureati di Global Leaders è che la maggior parte di loro ha curriculum molto scarsi a parte la loro partecipazione al programma prima di essere elevati a posizioni di potere, il che potrebbe indicare che è il loro collegamento con le istituzioni di Schwab a essere decisivo fattore nell’avvio delle loro carriere. Ciò è più evidente quando gli alunni della scuola vengono interrogati pubblicamente su questioni di cui non è stato loro chiesto di parlare in anticipo e le loro difficoltà a trovare risposte sono spesso abbastanza evidenti. Wolff sostiene che i loro ruoli devono solo fungere da portavoce dei punti di discussione che coloro che sono nell’ombra dietro di loro vogliono che vengano discussi nel dibattito pubblico.

Dato il crescente malcontento per le misure anti-Covid messe in atto dai diplomati della scuola che ora sono leader nazionali, Wolff ritiene possibile che queste persone siano state selezionate per la loro disponibilità a fare tutto ciò che gli viene detto e che siano state preparate al fallimento in modo che il successivo contraccolpo possa essere sfruttato per giustificare la creazione di una nuova forma di governo globale.

Wolff osserva infatti che i politici con personalità uniche e visioni forti e originali sono diventati rari e che il carattere distintivo dei leader nazionali degli ultimi 30 anni è stata la loro mitezza e adesione a una rigida linea globalista dettata dall’alto.

 Ciò è stato particolarmente evidente nella risposta della maggior parte dei paesi alla pandemia, dove due anni fa politici che non sapevano nulla dei virus hanno improvvisamente proclamato che il Covid era una grave crisi sanitaria che giustificava il rinchiudere le persone nelle loro case, chiudere le loro attività e distruggere intere economie.

Determinare esattamente come funziona la scuola è difficile, ma Wolff è riuscito a imparare qualcosa al riguardo. Nei primi anni della scuola, ha coinvolto i membri di ogni classe che si sono incontrati più volte nel corso dell’anno, inclusa una sessione di “formazione per dirigenti” di dieci giorni presso la Harvard Business School.

Wolff crede che, incontrando i loro compagni di classe e diventando parte di una rete più ampia, i laureati stabiliscano quindi contatti su cui fare affidamento nelle loro carriere successive. Oggi, il programma della scuola comprende corsi offerti nel corso di cinque anni a intervalli irregolari, che in alcuni casi possono sovrapporsi all’inizio della carriera politica o professionale di alcuni partecipanti, il che significa che si recheranno regolarmente a Davos.

Emmanuel Macron e Peter Buttigieg, ad esempio, sono stati selezionati per la scuola meno di cinque anni fa, il che significa che è possibile che abbiano frequentato regolarmente programmi relativi a Young Global Leaders mentre erano in carica politica e che di fatto li frequentino ancora oggi.

I laureati della scuola Young Global Leaders, e prima di loro Global Leaders for Tomorrow, si trovano in una situazione molto favorevole dato che hanno quindi accesso alla rete di contatti del WEF.

L’attuale Consiglio di fondazione del WEF comprende luminari come Christine Lagarde, ex amministratore delegato del Fondo monetario internazionale e attuale presidente della Banca centrale europea; la regina Rania di Giordania, che è stata classificata da Forbes come una delle 100 donne più potenti del mondo; e Larry Fink, CEO di BlackRock, la più grande società di gestione degli investimenti a livello internazionale e che gestisce circa 9 trilioni di dollari all’anno. Tracciando le connessioni tra i diplomati della scuola, Wolff afferma come puoi vederli continuare a fare affidamento l’uno sull’altro per il supporto delle loro iniziative molto tempo dopo aver partecipato ai programmi Global Leaders.

Wolff ritiene che molte università d’élite svolgano un ruolo nel processo determinato dal WEF e che non dovrebbero più essere viste come operanti al di fuori dei campi della politica e dell’economia. Cita l’esempio della Harvard Business School, che riceve milioni di dollari dai donatori ogni anno, così come la Harvard School of Public Health, che è stata ribattezzata Harvard TH Chan School of Public Health dopo aver ricevuto 350 milioni di dollari dal miliardario nato a Hong Kong: Gerald Chan.

 Lo stesso vale per la Johns Hopkins School of Public Health, che è diventata la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health dopo che il magnate dei media Michael Bloomberg ha donato 1,8 miliardi di dollari alla scuola nel 2018.

Wolff afferma che l’influenza del WEF va ben oltre coloro che sono passati attraverso i programmi Global Leaders e Global Shapers, tuttavia, poiché il numero di persone che partecipano alle conferenze annuali di Davos è molto più grande di quanto molti sospettino; menziona di essere stato informato che circa 1.500 jet privati portano i partecipanti all’evento ogni anno, sovraccaricando gli aeroporti svizzeri.

Wolff ritiene che l’obiettivo principale delle attività del WEF, sia quello di facilitare e promuovere la cooperazione ad alto livello tra le grandi imprese ed i governi nazionali, cosa che stiamo già vedendo accadere.

Viviane Fischer, un’altra partecipante al podcast del Comitato Corona, sottolinea come la società britannica Serco tra le sue molte altre attività gestisca i migranti per conto del governo britannico ed anche carceri in tutto il mondo.

Considerevole è anche la portata internazionale dell’industria farmaceutica: Wolff afferma che per esempio, Bill Gates, alunno di Global Leaders, aveva stretto affari con Pfizer, uno dei principali produttori dei controversi vaccini anti-Covid mRNA, da molto prima dell’inizio della pandemia, attraverso le iniziative di salute pubblica della sua Fondazione in Africa.

Forse non è una coincidenza che Gates sia diventato uno dei principali sostenitori del lockdown e dei vaccini Covid da quando sono diventati disponibili. Il Wall Street Journal ha riferito che la sua Fondazione aveva ricavato circa 200 miliardi di dollari in “benefici sociali” dalla distribuzione dei vaccini prima ancora che la pandemia avesse anche iniziato. Si può solo immaginare quali siano oggi i profitti del suo vaccino.

Anche la tecnologia digitale, ora onni-pervadente, sta giocando un ruolo di primo piano nei progetti globali dell’élite. Wolff sottolinea che BlackRock, gestito dall’allievo di Global Leaders Larry Fink, è attualmente il più grande consulente delle banche centrali mondiali e raccoglie dati sul sistema finanziario mondiale da oltre 30 anni, e ha senza dubbio una maggiore comprensione di come il sistema funziona rispetto alle stesse banche centrali.

Secondo Wolff, uno degli obiettivi delle attuali politiche perseguite da molti governi è distruggere le attività di piccoli e medi imprenditori in modo che le multinazionali con sede negli Stati Uniti ed in Cina possano monopolizzare gli affari ovunque. Amazon, in particolare, che fino a poco tempo fa era guidata dall’allievo di Global Leaders Jeff Bezos, ha realizzato enormi profitti a seguito delle misure di lockdown che hanno devastato la classe media.

Wolff sostiene che l’obiettivo finale di questo dominio da parte delle grandi piattaforme è vedere l’introduzione della valuta bancaria digitale.

Proprio nei mesi scorsi, l’International Finance Forum cinese, che è simile al WEF, ha proposto l’introduzione dello yuan digitale, che a sua volta potrebbe essere internazionalizzato dalla rete valutaria basata sulla blockchain di Diem.

 È interessante notare che Diem è il successore di Libra, una criptovaluta che è stata annunciata per la prima volta da Facebook di Mark Zuckerberg, indicando che una valuta globale che trascenderà il potere del dollaro o dello yuan, gestita attraverso la cooperazione di cinesi, europei e americani reti commerciali, è attualmente in discussione. Il consiglio di sorveglianza dell’International Finance Forum include nomi come Christine Lagarde del WEF; Jean-Claude Trichet, l’ex presidente della Banca centrale europea; e Horst Köhler, l’ex capo del Fondo monetario internazionale.

Wolff spiega inoltre che i blocchi e i successivi salvataggi che sono stati visti in tutto il mondo negli ultimi due anni hanno lasciato molte nazioni sull’orlo del fallimento. Per evitare una catastrofe economica, i governi del mondo hanno fatto ricorso a 650 miliardi di diritti speciali di prelievo, o DSP, che sono attività di riserva in valuta supplementare gestite dal Fondo Monetario Internazionale. Quando questi alla fine arriveranno, lascerà questi stessi governi in gravi difficoltà, motivo per cui potrebbe essere che l’introduzione della valuta digitale sia diventata una priorità improvvisa – e questo potrebbe essere stato lo scopo nascosto dei blocchi    da sempre.

Wolff afferma che due paesi europei sono già pronti a iniziare a utilizzare la valuta digitale: Svezia e Svizzera. Forse non a caso, la Svezia non ha praticamente avuto restrizioni di blocco a causa della pandemia e la Svizzera ha adottato solo misure molto leggere.

Wolff ritiene che la ragione di ciò potrebbe essere che i due paesi non avevano bisogno di far crollare le loro economie attraverso misure di blocco perché erano già pronti a iniziare a utilizzare la valuta digitale prima dell’inizio della pandemia.

 Sostiene che potrebbe essere in preparazione un nuovo ciclo di blocchi che metterà fine alle economie mondiali, portando a una massiccia disoccupazione e, a sua volta, all’introduzione del reddito di base universale e all’uso di una valuta digitale gestita da una banca centrale. Questa valuta potrebbe essere limitata, sia in termini di ciò su cui le persone possono spenderla sia nel lasso di tempo in cui la si deve spendere.

Wolff indica inoltre che l’inflazione attualmente in atto nel mondo è una conseguenza inevitabile del fatto che i governi nazionali, dopo aver preso prestiti dalle banche centrali, hanno introdotto circa 20 trilioni di dollari nell’economia globale in meno di due anni. Mentre i precedenti salvataggi erano diretti ai mercati, quest’ultimo round è andato alla gente comune e, di conseguenza, questo sta facendo salire i prezzi dei prodotti per i quali la gente comune spende i propri soldi, come il cibo.

La conclusione ultima che si deve trarre da tutto ciò, secondo Wolff, è che la democrazia come la conoscevamo è stata silenziosamente cancellata e che, sebbene nei nostri paesi si mantenga l’apparenza dei processi democratici, il fatto è che un esame di come la governance mondiale funziona oggi mostra che un’élite globalista  di individui super ricchi e potenti controlla efficacemente tutto ciò che accade in politica, come è stato particolarmente evidente in relazione alla risposta alla pandemia.

Il modo migliore per combattere i loro progetti, dice Wolff, è semplicemente quello di educare le persone su ciò che sta accadendo e far loro capire che la narrativa del “virus super pericoloso” è una bugia che è stata progettata per manipolarli ad accettare le cose che sono contrari ai propri interessi.

Se anche solo il 10% dei cittadini comuni venisse a conoscenza di questo e decidesse di agire, potrebbe ostacolare i piani dell’élite e forse aprire una finestra affinché i cittadini comuni possano riprendere il controllo dei propri destini.

 

 

 

Aldous Huxley o George Orwell,

chi aveva ragione?

Luogocomune.it- Hugo van der Zee –(14 ottobre 2020)-ci dice :

 

I libri “Brave New World” (Il Mondo Nuovo) di Aldous Huxley e "1984" di George Orwell sono probabilmente le più famose fra le distopie. Entrambi gli scrittori sono stati espliciti sul motivo di questi libri.

Erano avvertimenti rispetto a una dittatura globale di un livello tale che l'umanità non aveva mai conosciuto.

Huxley e Orwell si conoscevano bene. Huxley era stato l’insegnante di Orwell. Dopo la pubblicazione di “1984” (nel 1948) Huxley inviò una lettera a Orwell in cui si complimentò con lui per il suo libro, ma gli disse anche che una dittatura come lui l’aveva descritta in “Il Nuovo Mondo” (pubblicato in 1932) era più probabile.

 Huxley lo elaborò nel suo libro "Brave New World revisited".                            La ragione per cui Huxley scrisse questo libro non era per smentire 1984 di Orwell; infatti, Huxley era in parte d'accordo con Orwell, ma era giunto alla conclusione che una dittatura come quella descritta in “Il Mondo Nuovo” si stava realizzando molto più velocemente di quanto si aspettasse.

Secondo Huxley, ciò era dovuto ai rapidi sviluppi della tecnologia, dei media (televisione e radio) e della psicologia.

Huxley proveniva da una famiglia di illustri scienziati e di conseguenza aveva accesso a informazioni privilegiate. Suo nonno era Thomas Huxley, conosciuto come "il bulldog di Darwin" perché era un convinto sostenitore della teoria dell'evoluzione di Darwin.

Thomas Huxley era il fondatore della rivista scientifica “Nature”.

Il fratello di Aldous Huxley, Julian Huxley, era un importante biologo e sostenitore del controllo della popolazione, un settore in cui vedeva un ruolo importante per le nuove tecnologie. Julian Huxley promosse queste idee, tra le altre, all'UNESCO, organizzazione di cui è stato co-fondatore e primo direttore.

Sia ”Il Nuovo Mondo” che “1984” descrivono un mondo in cui una classe d'élite globalista schiavizza la popolazione, ma è qui che finiscono le similitudini.

In “Il Nuovo Mondo” l'uomo vive in un mondo piacevole e senza scontri, in “1984” l'uomo vive in una società di terrore, ed è tenuto sotto controllo mediante paura e violenza.

La differenza fondamentale tra le due distopie è che, dove in “1984” di Orwell "il comportamento indesiderato è punito" (dal regime), in “Il Nuovo Mondo" il comportamento desiderato è ricompensato".

 La schiavitù in “Il Nuovo Mondo” non deve essere imposta perché la gente stessa la chiede. L'approccio di Huxley è diametralmente opposto a quello di Orwell.

 Orwell temeva coloro che avrebbero proibito i libri. Huxley temeva che non ci sarebbe stato motivo di vietare un libro, perché nessuno avrebbe voluto leggerlo.

 Orwell temeva che la verità ci sarebbe stata nascosta. Huxley temeva che la verità sarebbe stata annacquata in un mare di informazioni irrilevanti. Orwell temeva che l'umanità finisse in una cultura repressiva e violenta. Huxley temeva che saremmo finiti in una cultura banale, dove le persone si sarebbero ridotte a individui passivi ed egoisti, cercando solo distrazioni che gli sarebbero state generosamente offerte.

Nel libro”‘Brave New World revisited” (Il Nuovo Mondo rivisitato), Huxley scrive che la violenza farà certamente parte di un regime totalitario, ma ritiene che sarà limitata al minimo.

Ci si concentrerà sulla ricompensa del comportamento desiderato perché è semplicemente più efficiente. Secondo il giornalista Christopher Hitchens, che ha scritto una serie di articoli su Huxley e un libro su Orwell, una dittatura basata sulla dura repressione non solo è inefficiente, ma non può durare a lungo. In un regime repressivo l'oppresso è consapevole della situazione e sa chi è l'aggressore. Gli oppressi finiranno per ribellarsi. Quindi è necessaria una pressione costante da parte del regime, il che rende un regime repressivo "più incline alla rottura, perché non può piegarsi".

 

La tattica della "repressione attraverso ricompensa" è naturalmente antica come il mondo. All'apice dell'impero romano, che copriva un'area enorme, c'era un esercito relativamente ridotto di soldati romani. Le truppe d'élite romane, i legionari, si trovavano in seconda linea e venivano utilizzati solo per conquistare nuovi territori o in caso di grandi rivolte.

La prima linea era formata delle ‘unità ausiliarie’, che in sostanza erano mercenari di popoli sottomessi. Svolgevano compiti intensi come il pattugliamento, il controllo e la sorveglianza dei confini.

 Lo spiegamento di mercenari locali era molto efficace perché conoscevano il terreno, parlavano la lingua locale e conoscevano le usanze locali. I mercenari lo facevano ovviamente per i soldi, la moneta romana con il suo valore universale era molto richiesta.

Il motivo principale, però, era che dopo 25 anni di servizio i mercenari venivano premiati con l'ambita cittadinanza romana. L'attrazione della cultura romana era grande, e questo faceva parte di una guerra psicologica. Una delle prime cose che si faceva dopo aver conquistato una nuova area era la costruzione di imponenti strutture pubbliche come teatri e bagni.

Ovviamente, anche oggigiorno le persone si lasciano sedurre dalle comodità e delle attrazioni superficiali. Tuttavia, i mezzi che le autorità attuali hanno a disposizione rendono la situazione molto diversa. Gli sviluppi della tecnologia fanno sì che il controllo delle masse richieda molta meno manodopera, e sia anche molto più diretto. È difficile sapere esattamente come funzionino queste tecnologie e come vengano impiegate, ma è comunque possibile farsi un'idea.

Questo è diverso per quanto riguarda la psicologia. Huxley vedeva il rischio portato dalle nuove tecnologie, ma era particolarmente preoccupato per gli sviluppi della psicologia.

È un'area che attira meno l'attenzione, ma che può influire profondamente la mente e il comportamento delle persone. La manipolazione di massa attraverso la psicologia si basa sugli esperimenti di Pavlov.

 Stimolando e ripetendo concetti e riflessi si sa come influenzare il comportamento.

Lo stimolo può essere fisico o mentale (emotivo). Il soggetto viene portato in un leggero stato di ipnosi continua, che lo rende ricettivo alle influenze esterne. Il comportamento può quindi essere controllato in modo prevedibile, oppure "pre-programmato".                         La gente non ne è consapevole ma questo è proprio il punto, la consapevolezza è l'oggetto della psicologia. Huxley aveva previsto che quanto prima si comincia ad attuare il condizionamento mentale, tanto più sarà efficace.

In “Il Nuovo Mondo” il condizionamento inizia dai bambini prima ancora che possano parlare e camminare. Nel suo libro ‘Brave New World revisited’, Huxley scrive (nel 1958!) che una dittatura mondiale preferirebbe manipolare la popolazione geneticamente, ma che questo "non è ancora possibile". (L’editing genomico è oggi realtà, e fa parte del Piano d'Azione COVID-19 del Forum Economico Mondiale. Inoltre, i vaccini per il COVID manipolano il genoma umano).

Ora, ci sono critici che ritengono che Huxley abbia ingrandito il ruolo della psicologia applicata nella società, e che la manipolazione di massa sia più fantascienza che realtà. Eppure la manipolazione di massa è una tecnica che è stata applicata su larga scala.

 I libri "Crystallizing Public Opinion (1923)" e "Propaganda (1928)" di Edward Bernays, nipote di Freud, furono la base della propaganda di massa e del marketing moderno. Il libro ‘Propaganda’ inizia con la seguente frase:

"La manipolazione consapevole e intelligente dei costumi e delle opinioni delle masse è un elemento importante nella società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo invisibile costituiscono un governo invisibile che è il vero potere del nostro Paese. Siamo governati, le nostre menti sono plasmate, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, in gran parte da uomini di cui non abbiamo mai sentito parlare.“

Uno sguardo interessante dietro le quinte della manipolazione di massa è un'intervista al fuggitivo agente del KGB Yuri Bezmenov. Nell’intervista, degna di nota condotta nel 1984, Bezmenov spiegò che il KGB era molto meno coinvolto nello spionaggio di quanto si supponeva, e che il 90% delle sue attività rientrava nella guerra psicologica. Bezmenov disse che questo in Occidente non è diverso, e che la manipolazione di massa è stata sviluppata alla perfezione dalle autorità americane.

Nell'intervista Bezmenov aveva previsto che in un prossimo futuro (qualche decennio) questo sistema avrebbe creato delle persone che non sarebbero state in grado di riconoscere una dittatura.

 Quando si presenteranno alla gente i fatti chiari e inconfutabili, dice Bezmenov, non ci si crederà, perché si è abituati a non crederci. Bezmenov aggiunse che "ci si sveglierà solo quando si sentirà lo stivale del soldato sotto il sedere".

Sembra che Aldous Huxley novanta anni fa ci abbia azzeccato. È ovvio che le autorità attuali applicano i metodi di "Il Nuovo Mondo". Non siamo arrivati alla società del terrore del 1984 di Orwell.

Tuttavia, i recenti sviluppi mostrano un preoccupante aumento della violenza da parte delle autorità. Le profonde restrizioni alla libertà che vengono imposte, le campagne di paura, le regole assurde, tutte impensabili un anno fa, sono una forma di violenza.

Quando si affrontano i fatti e si seguono gli sviluppi con lucidità, diventa chiaro che tutto ciò non diminuirà, ma anzi, peggiorerà. Gli inganni e le manipolazione hanno assunto forme grottesche, e si dice sempre più apertamente che i "dissidenti” oppure “negazionisti” devono essere affrontati con durezza.

Se ciò non viene fermato, non passerà molto tempo prima che lo stivale del soldato di cui parlava Bezmenov si faccia sentire. Alla domanda del titolo: "chi aveva ragione? si può quindi rispondere: entrambi. I due libri danno insieme un quadro completo della strada che l'umanità ha imboccato. Non possiamo dire di non essere stati avvertiti...

 

 

 

 

Benvenuti nell'anno 2040 .

Un nuovo mondo è possibile.

Minettippolito.blogspot.com -  Redazione -(19 giugno 2022)- ci dice :

QUATTRO CHIACCHERE TRA AMICI.

Benvenuti in Italia nell’anno 2040.                                                                  Benvenuti nella mia città, o dovrei dire “la nostra comunità”. Non possiedo niente, tutto ciò che ho, e quello che sono, è messo in comunione, ma sono felice e, soprattutto. LIBERO!

Potrebbe sembrarti strano, ma ha perfettamente senso per noi, in questa nostra nuova città. Tutti noi, fino a ieri considerati numeri e classificati come meri consumatori, oggi siamo diventati fruitori di beni e servizi creati da noi stessi. Abbiamo accesso ai trasporti, all’alloggio, al cibo e a tutte le cose di cui abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana. Una dopo l’altra tutte queste cose sono diventate gratuite, quindi alla fine non aveva senso per noi possedere molto.

Tutto è avvenuto quando è caduto il vecchio sistema politico, fondato su una moneta a debito e sull’usura praticata da banche private che non rispondevano, per nessuna delle loro azioni, ai cittadini.

I ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Ad un certo punto, questi faccendieri globalisti  , avevano anche pensato, per risolvere il problema di queste evidenze non più eclissabili, di ridurre la popolazione mondiale di oltre il 50%,  attraverso pandemie e guerre, e di rendere i sopravvissuti sottomessi e controllabili a distanza per mezzo di microchip e restrizioni sociali.

Poi c’è stato il crollo.

E’ accaduto spontaneamente, il sistema si è come arrotolato su se stesso.

Dapprima un piccolo gruppo di persone, poco meno del 10% della popolazione, ha cominciato a disobbedire, subendo discriminazione e isolamento da parte dei politici globalisti corrotti. Poi il 10% è diventato 20, quando altri hanno iniziato a comprendere come tali ingiustizie non facevano altro che rafforzare gli animi di chi, invece, doveva essere abbattuto.

 

Sono nate le prime comunità indipendenti e autonome, formate dagli esclusi, con le loro economie bio, le loro scuole e la loro sanità.

E quando è stato chiaro ai più che i prodotti delle nostre comunità erano i migliori, che quegli insegnati non erano solo impiegati statali ma dei missionari e che quei medici non erano dei semplici burocrati ma che prestavano attenzione alla cura psicofisica dei loro pazienti, quel 20% arrivò al 30, con molte simpatie anche all’interno del 70% che non voleva abbandonare le vecchie comodità, e non riusciva ancora a vedere che quelle comodità altro non erano che catene.

Con un terzo della popolazione che non rispondeva più alle chiamate del sistema, a nulla potevano servire i campi di rieducazione che lo stato stava preparando per i dissenzienti.

Cercarono un dialogo, un confronto, che venne rifiutato.

I costi per il mantenimento del loro status quo erano diventati insostenibili: nelle loro città, che volevano abitate da pochi zombie obbedienti alla propaganda, qualcuno iniziò a risvegliarsi scoprendo che un diverso modo di vivere era possibile.

Le scuole statali si svuotarono, così come gli ospedali, e i medici di famiglia restarono senza lavoro.

E i militari iniziarono a rifiutarsi di reprimere con la forza le manifestazioni sempre più importanti e numerose, ma anche di provocare incidenti con le nostre libere comunità, perché al loro interno c’erano i loro figli che lavoravano e le nostre scuole erano frequentate dai loro nipoti.

Iniziarono così a intrattenersi rapporti costanti e duraturi tra le due realtà, fino a vedere eletti nostri rappresentanti dapprima nei loro piccoli comuni, poi nei loro grandi centri.

I comuni conquistati democraticamente raggiunsero in fretta una loro autonomia dal centro politico grazie al repentino dissolvimento dello stato profondo, ma soprattutto grazie all’utilizzo di una moneta parallela, una moneta legata al lavoro, e che nessuno aveva interesse ad accumulare.

Una volto sciolto il vecchio legame schiavista col denaro, tutto è stato più facile.

Le città cambiarono volto in men che non si dica.

La comunicazione, la rete internet e quella telefonica, sono diventate gratuite per tutti. Le notizie e le opinioni si diffondono libere.

Non sentiamo il bisogno di un governo centrale, ma, oltre ad un comitato di gestione eletto in ogni città, che noi chiamiamo comunità, abbiamo un coordinamento generale che si riunisce una volta al mese e si rinnova ogni tre anni.

Gli eletti sono tutti volontari nominati tra le varie categorie.

Non esiste una destra e una sinistra, stereotipi vecchi di una vecchia politica, come non ci sono più le classi sociali.

Abbiamo raggiunto un sistema altamente democratico che permette anche a chi non fa parte del comitato o del coordinamento, di fare sentire la sua voce e le proprie idee per il bene di tutti.

Le nostre vite, non essendo più legate al possesso, né del denaro né di nessun altro bene, sono diventate più semplici e libere. La povertà e la criminalità sono state praticamente azzerate.

L’energia è diventata veramente pulita, e non più dipendente, per la sua produzione, dal carbone e dal petrolio.

Abbiamo pannelli solari per l’autonomia energetica installati su ogni abitazione, mentre le fabbriche fruiscono di energia pulita proveniente da vecchie centrali atomiche riconvertite a vapore.

La scienza, ripulita dagli interessi di pochi speculatori globalisti , ha fatto passi da gigante. 

Il prezzo dei trasporti è calato drasticamente. Non aveva più senso per noi possedere un’auto perché abbiamo iniziato a trasportarci in modo molto più organizzato e coordinato, con un trasporto pubblico più veloce e conveniente dell’auto.

Quando vado a trovare alcuni miei amici, o per muovermi all’interno della mia comunità, uso una delle tantissime piccole auto elettriche con batterie rigeneranti messe a disposizione dalla mia comunità stessa, e che nulla hanno a che vedere con quelle di vecchio auto elettriche, le cui batterie non producevano elettricità ma erano soltanto immagazzinartici di energia prodotta da centrali, magari a carbone. Non erano per nulla ecologiche.

Mi piace, però, anche l’esercizio e la corsa. Quindi non disdegno la bicicletta, con pedalata assistita, o una corsa nei grandi parchi sorti numerosi in ogni comunità.

L’aria è pulita, l’acqua è pulita e nessuno oserebbe toccare le aree protette della natura perché costituiscono un tale valore per il nostro benessere. Nelle città abbiamo molto spazio verde e piante e alberi dappertutto.

Per i viaggi più lunghi, ad esempio per andare a un concerto o a vedere una partita di calcio a centinaia di chilometri di distanza, uso il treno superveloce a lievitazione magnetica, e quando arriverò a destinazione so che troverò una delle migliaia di piccole auto elettriche messe a disposizione da quella comunità per i suoi cittadini e i visitatori. Stesso iter per le mie vacanze.

E’ così ovunque. Ogni comunità è cresciuta autonomamente ma di concerto con le altre.

Anche gli altri paesi stanno, piano piano, adeguandosi, ritenendo il nostro sistema il migliore possibile oggi.

 

Ad esempio la Grecia è già ad un ottimo punto di sviluppo. Così  come la Spagna e diversi paesi nord africani.

E non è strano constatare come i paesi che hanno subito di più le oppressioni del vecchio sistema oligarchico globalista , siano quelli maggiormente avanti in questo nuova concezione di mondo.

Tutto è progettato per la durata, la riparabilità e la riciclabilità. I materiali stanno fluendo più rapidamente nella nostra economia e possono essere trasformati in nuovi prodotti abbastanza facilmente. I problemi ambientali sembrano lontani, poiché utilizziamo solo energia pulita e metodi di produzione puliti. Le nostre industrie più fiorenti sono il turismo e l’agricoltura, strettamente legati tra loro. Queste fanno del nostro paese una meta ambita da tutti gli abitanti del pianeta appartenenti a qualsiasi società.

Le nostre università sono tra le più frequentate al mondo, fornendo agli studenti ogni mezzo per aumentare la loro cultura e la formazione professionale in ogni campo.

Non mancano le aziende meccaniche ed elettromeccaniche.

Lavoriamo quanto basta, 36 ore settimanali da distribuire come meglio crediamo per i 200 giorni lavorativi annuali, e abbiamo molto tempo libero da poter utilizzare per sviluppare la nostra creatività e la nostra istruzione.

Quando tentarono di fare in modo che l’intelligenza artificiale e i robot prendessero il sopravvento su gran parte del nostro lavoro, si è avuto, improvvisamente, un moto di ribellione da parte di tutti.

Molti capirono che sarebbero stati sostituiti e rimpiazzati e che quel progresso che veniva loro proposto era qualcosa di dispotico e distopico.

Oggi quel concetto non ha più senso, dal momento che il lavoro che facciamo può essere svolto in tranquillità. Non so davvero se lo definirei più “lavoro”. È più come tempo di pensiero, tempo di creazione e tempo di sviluppo. Abbiamo scoperto come utilizzare tutte queste nuove tecnologie per scopi migliori rispetto al semplice ammazzare il tempo o lavorare.

E’ bellissimo vedere cosa siamo riusciti a realizzare:

Noi che eravamo la loro “più grande preoccupazione”, i reietti,  coloro che smisero di vivere nelle loro città e di seguire le loro leggi contraddittorie, siamo diventati, invece, i salvatori della civiltà. 

Coloro che decisero di dire basta quando la tecnologia era diventata troppa e ingombrante, che hanno visto i robot e l’intelligenza artificiale impossessarsi di gran parte del loro lavoro e delle loro vite, coloro che si sono pacificamente rivoltati contro un sistema globalista  politico corrotto e marcio nel profondo, fino a estraniarsi da esso e ad auto esiliarsi, partendo da piccole comunità fuori dalle loro ormai invivibili città, abbiamo ricollocato la tecnologia e la scienza all’interno dei loro argini e messo il tutto al servizio dell’uomo.

Abbiamo cominciato formando  piccole comunità autosufficienti, semplicemente occupando case vuote e abbandonate di piccoli villaggi del XIX secolo.

Siamo ripartiti da questo e dalla nostra mai sopita spiritualità per realizzare un miracolo che è sotto gli occhi di tutti.

Un nuovo mondo, non globalizzato , dove veramente ogni uomo è libero e padrone del suo futuro. Dove ogni comunità, dalla più piccola alla più grande, è autonoma nel suo vivere semplice e complesso.

Ovunque posso andare e so che a nessuno interesserà sapere dove e perché, e in nessun luogo sarò registrato.

E’ una vita semplice ed onesta, la mia, ed è una bella vita, degna di essere vissuta. Molto meglio del percorso in cui ci trovavamo, dove, ad un certo punto, è diventato così chiaro che non potevamo continuare con lo stesso modello di crescita legato a doppia mandata a personaggi globalisti senza scrupoli, creatori, per sopravvivere, di cose terribili quali: pandemie di malattie create in laboratorio, cambiamenti climatici artificiali, crisi sociali con milioni di rifugiati, carestie promosse a tavolino e guerre consequenziali.

Abbiamo perso troppe persone prima di renderci conto che potevamo fare le cose diversamente. Alcuni hanno scelto liberamente la loro fine, altri sono stati soggiogati da decenni di indottrinamento mediatico.

Ma adesso ci siamo, il futuro è nostro!

Ed è solo l’inizio… 

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