La crisi climatica è una stupidaggine pazzesca: la grande balla.
La
crisi climatica è una stupidaggine pazzesca: la grande balla.
Come
ti Preparano alla De popolazione.
Conoscenzealconfine.it – (25 Luglio 2023) –
Carogiù – ci dice:
Quando
l’ho letto pensavo fosse troppo una fake perché la gravità di quanto affermato
in questo… titolo (?) supera ogni decenza.
Quando
diciamo che vi stanno letteralmente fottendo il cervello intendiamo proprio
questo.
Perché
lo sterminio dei nativi americani raffreddò il Pianeta?
“Con
l’arrivo degli europei, la popolazione dei nativi americani venne ridotta del
90% a causa di guerre e malattie: questo provocò indirettamente una diminuzione
delle temperature globali, vediamo come…”.
Già!
Perché? Me lo stavo chiedendo da una vita, come mai?
Questa
è PNL pura, servita alle menti deboli e ai cervelli spugnosi, ammorbiditi da
anni di colpi bassi e ammaestramento sociale, installata giorno dopo giorno
attraverso i media asserviti che, a seconda del momento storico più opportuno
per i piani di lorsignori, veicolano potenti messaggi tesi al lavaggio del
cervello di chi non ha più filtri protettivi verso questi subdoli tentativi di
annichilimento delle coscienze.
Se
ascoltate l’intervento vi potrete rendere conto di come vengono veicolati
messaggi su come alla distruzione dei nativi americani abbia contribuito il
fatto che queste “non erano immunizzate” contro le malattie europee come il
morbillo e vaiolo.
Cosa
centra direte voi.
Dico
che, usando la parola immunizzare, la mente vi porta subito al fatto che per
essere “immunizzati” bisogna vaccinarsi, perché è questo il messaggio massivo
che vi è stato vomitato addosso negli ultimi tre anni di psico pandemia. (traterraecielo.live/2021/09/18/quando-si-governa-con-la-mafia-nel-cuore/).
Quando
invece oggi sappiamo (se non lo sapete informatevi) ed è riconosciuto a livello
mondiale che quella” merda sperimentale” imposta col ricatto non ha mai
immunizzato nessuno, al massimo ha fornito una fugace protezione temporanea per
sé stessi per non più di tre mesi, a un costo per la nostra salute sul medio e
lungo periodo incalcolabili (quindi non esiste nella visione criminale degli psicopatici
che vi anno imposto il siero magico).
PS: c’è anche il Grafene in quella merda, è ufficialmente ammesso dalla FDA
americana, leggi qui (sfero.me/thought/giuliano-c-thought-1689708383155).
Ma
dulcis in fundo, visto il terribile caldo estivo… (ma d’estate di solito non fa
caldo? chiedo per un amico…) ecco la notizia scoop:
“Lo sterminio dei nativi americani raffreddò
il pianeta”.
Lo
Sterminio dei Nativi Americani ha Raffreddato il Pianeta!
Con
tanto di studio scientifico si dimostra attraverso una serie di stime e calcoli
matematici (avete
rotto coi vostri studi eterodiretti e preconfezionati su ordinazione) che coltivavano troppa terra e che
l’eliminazione (volevo scrivere pulizia etnica ma forse qualcuno si potrebbe offendere) perpetrata nei loro confronti ha
sostanzialmente aiutato a contribuire alla diminuzione delle temperature che
perdurarono dal 1300 fino al 1870 (la cosiddetta “Piccola era glaciale”).
In
pratica (considerando che l’italiota medio si ferma alla lettura dei titoli)
quelli di Focus (La Scienza) ci dicono con nonchalance che per diminuire la temperatura
della pianeta bisogna essere di meno!
Sì
ridete pure… ma sappiate che ride bene chi ride ultimo e questi malati di mente psicopatici
indirizzano tutto il loro potere mediatico, economico e politico verso la de popolazione
del pianeta.
(Ma i malati di mente ossia pazzi non
vanno ricoverati nei manicomi anche criminali? N.d.R.)
Adesso
con questo tipo di propaganda pseudo-scientifica gli organi mediatici, dal loro
pulpito di presunta autorevolezza scientifica, si volgono apertamente allo
sdoganamento dello sterminio di massa per il bene del pianeta!
Volo
troppo di fantasia? Sono complottista – tralasciando il dettaglio semantico
che complottista è colui che opera il complotto non colui che lo denuncia o lo
smaschera?
Ecco
cosa ha detto la vice presidente degli USA qualche giorno fa durante un
discorso:
“Se
investiamo nell’energia pulita e nei veicoli elettrici e riduciamo la popolazione, i nostri figli potranno respirare
aria più pulita e bere acqua più pulita” (Kamala Harris) (1)
Un
errore di lettura così curiosamente uguale al concetto espresso già nel 2010 da
“Bill Gates”:
“Il
mondo oggi ha 6,8 miliardi di persone (fattore P) e ci dirigiamo verso i 9
miliardi.
Ora se
facciamo un lavoro veramente egregio con i nuovi vaccini, la sanità,
l’assistenza medica alla riproduzione, forse possiamo ridurlo (fattore P) del
10-15%“.
(Bill Gates)
Ma
tranquilli, nessuna correlazione!
Note: (1)
Pare che “Kamala Harris abbia semplicemente sbagliato a leggere una parola. La
trascrizione ufficiale del discorso alla Casa Bianca mostra la parola
‘popolazione’ depennata con accanto la parola ‘inquinamento’ tra parentesi,
quindi l’ipotesi più ragionevole è che abbia semplicemente commesso un errore
di lettura.”
Fonte:
MSN
In
pratica: ridurre
la popolazione →ossia ridurre l’inquinamento.
Ah beh, allora tutto ok e noi ci crediamo, sì!
Non ha detto ciò che ha detto, ha sbagliato a leggere…
(Carogiù)
(traterraecieloblog.wordpress.com/2023/07/22/come-ti-preparano-alla-depopolazione/)
Clima,
sos riscaldamento globale:
«Sistema
correnti oceaniche al collasso
già
nel 2025. Impatto su ogni abitante del pianeta»
msn.com
-Il Messaggero - Redazione Web – (25-7 -2023) – ci dice:
Un
sistema vitale di correnti oceaniche potrebbe scomparire entro pochi anni, se
dovesse continuare il riscaldamento globale dovuto ai gas serra.
Gli scienziati avvisano che un evento simile
sarebbe catastrofico perché «colpirebbe ogni abitante del pianeta».
Lo
afferma un nuovo studio pubblicato oggi - martedì 25 luglio - sulla rivista
Nature:
è stato scoperto che l'”Atlantic Meridional
Overturning Current” (AMOC), di cui fa parte la corrente del Golfo, potrebbe
collassare intorno alla metà del secolo, o addirittura già nel 2025.
L'AMOC
è un complesso groviglio di correnti che funziona come un «gigantesco nastro
trasportatore globale»:
trascina
l'acqua calda dai tropici verso il Nord Atlantico, dove si raffredda, diventa
più salata e sprofonda nell'oceano, prima di diffondersi verso sud.
La sua scomparsa avrebbe conseguenze
devastanti.
Gli
effetti dello stravolgimento delle correnti oceaniche.
L'AMOC
svolge un ruolo cruciale negli equilibri climatici.
Il suo crollo avrebbe enormi implicazioni,
secondo i climatologi:
inverni molto più estremi, innalzamento del
livello del mare e spostamento dei monsoni ai tropici.
Per
anni gli scienziati hanno avvertito della sua instabilità, mentre la crisi climatica accelera
inesorabilmente, minacciando di sconvolgere gli equilibri in fatto di
temperature e salinità, da cui dipende la forza delle correnti dell'AMOC.
Il
precedente storico.
Man
mano che gli oceani si riscaldano e il ghiaccio si scioglie, più acqua dolce
scorre nell'oceano e riduce la densità dell'acqua, rendendola meno in grado di
affondare.
Quando
l'acqua diventa troppo fresca, troppo calda, o entrambe le cose, il nastro
trasportatore si ferma.
È già
successo prima.
Più di
12.000 anni fa, il rapido scioglimento dei ghiacciai provocò il collasso
dell'AMOC, causando enormi fluttuazioni di temperatura nell'emisfero
settentrionale da 10 a 15 gradi Celsius (da 18 a 27 Fahrenheit) entro un
decennio.
Quando
collasserà di nuovo l'AMOC.
Un
rapporto del 2019, stilato dal “Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici” (IPCC), prevedeva che l'AMOC si sarebbe indebolito nel
corso di questo secolo, ma considerava improbabile il suo collasso definitivo
prima del 2100.
Il
nuovo studio diffuso oggi su “Nature”, tuttavia, giunge a conclusioni assai più
allarmanti.
Ne
parla “Peter Ditlevsen”, professore di fisica del clima all'Università di
Copenaghen, nonché uno degli autori principali della nuova ricerca sullo stato
di salute delle correnti oceaniche.
Secondo
Ditlevsen esistono evidenti «segnali di preallarme» che portano gli esperti a
prevedere un possibile crac dell'AMOC «forse già nel 2025 e non oltre il 2095».
Il
punto di collasso più probabile - sempre secondo quanto riferisce lo scienziato
(ben
pagato! N.d.R.) - si verificherà «tra il 2039 e il 2070».
Clima,
sos riscaldamento globale: «Sistema correnti oceaniche al collasso già nel
2025. Impatto su ogni abitante del pianeta»
Nelle
conclusioni del rapporto chiede misure rapide ed efficaci per ridurre a zero
l'inquinamento da riscaldamento del pianeta, per ridurre le temperature globali
e rallentare lo scioglimento del polo Nord.
«Il punto chiave di questo studio ci dice che non
abbiamo molto tempo per farlo - ha spiegato alla “CNN” “Peter de Menocal”,
presidente della “Woods Hole Oceanographic Institution” - la posta in gioco è
appena aumentata».
Per
giornali e tv la crisi
climatica
non è un’emergenza.
Ghreenpeace.org
– (18 aprile 2023) – Redazione – ci dice:
Oggi
pubblichiamo il primo rapporto annuale con l’Osservatorio di Pavia
sull’informazione dei cambiamenti climatici in Italia.
(secure.gravatar.com/avatar/6fdf437e522cc4e13e859ce1e70a0a55?s=96&d=mm&r=g)
L’attenzione
dei principali media italiani nei confronti della crisi climatica è scarsa e
sporadica, trascura il legame tra il riscaldamento del pianeta e gli eventi
estremi come alluvioni e siccità che colpiscono sempre più duramente anche
l’Italia, e omette le responsabilità delle aziende del gas e del petrolio nella
più grave emergenza ambientale della nostra epoca.
Ecco
cosa emerge dal primo rapporto annuale sull’informazione dei cambiamenti
climatici nel nostro Paese, realizzato per noi dall’Osservatorio di Pavia,
istituto di ricerca specializzato nell’analisi della comunicazione.
Lo studio ha esaminato da gennaio a dicembre
2022 come la crisi climatica è stata raccontata dai cinque quotidiani nazionali
più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La
Stampa), dai telegiornali serali delle reti Rai, Mediaset e La7 e da un
campione di programmi televisivi di approfondimento.
Il
rapporto sarà presentato domani 19 aprile al Festival Internazionale del
Giornalismo di Perugia nell’ambito del panel “Un delitto senza colpevoli:
l’influenza delle aziende inquinanti sui media e sul racconto della crisi
climatica”.
Parteciperanno
Riccardo Iacona, autore televisivo e conduttore di Presa Diretta, la
giornalista climatica e autrice Stella Levantesi, ed Elisa Palazzi, fisica del
clima all’Università di Torino.
Solo 2
articoli al giorno sui quotidiani italiani.
I
risultati mostrano che il numero di articoli pubblicati dai principali
quotidiani italiani in cui si parla di crisi climatica si attesta intorno a una
media di appena 2 articoli al giorno.
I principali picchi di attenzione si sono
registrati a luglio, in concomitanza con la terribile siccità estiva che ha
colpito il Nord Italia, e a novembre, in occasione del summit sul clima di
Sharm el Sheik (COP27) e della tragica alluvione che si è abbattuta sull’isola
di Ischia.
L’analisi
ha inoltre misurato lo spazio offerto dai quotidiani alle pubblicità
dell’industria dei combustibili fossili e delle aziende dell’automotive, aeree
e crocieristiche, tra i maggiori responsabili del riscaldamento del pianeta.
I risultati mostrano che, nel loro insieme, i
cinque quotidiani hanno pubblicato una media di 2 pubblicità al giorno,
evidenziando così la forte dipendenza della stampa italiana dai finanziamenti
delle aziende inquinanti.
L’influenza del mondo economico emerge anche
dall’analisi dei soggetti che hanno più voce nel racconto mediatico della crisi
climatica:
al
primo posto si trovano infatti i rappresentanti dell’economia e della finanza
(16%), che superano politici e istituzioni internazionali (15%), esperti (13%)
e associazioni ambientaliste (13%).
I
politici e le istituzioni nazionali si fermano all’11%, a conferma del
sostanziale disinteresse della politica italiana verso la crisi climatica,
documentata anche durante l’ultima campagna elettorale.
In
base ai risultati dello studio, Greenpeace ha stilato la classifica per l’anno
2022 dei principali quotidiani italiani, valutati mediante cinque parametri.
Solo Avvenire
raggiunge la sufficienza (3 punti su 5); scarsi i punteggi di Repubblica (2,4),
Corriere (2,2) e La Stampa (2,2); chiude la classifica Il Sole 24 Ore (2,0), il
quotidiano che risente della maggiore influenza da parte delle aziende
inquinanti.
I TG
ne parlano in meno del 2% delle notizie.
Non
fanno meglio i telegiornali di prima serata, che hanno parlato esplicitamente
di crisi climatica in meno del 2% delle notizie trasmesse.
Studio Aperto e TG1 sono i telegiornali che in
percentuale hanno dedicato più spazio al problema, mentre fanalino di coda si
conferma il TG La7 di Enrico Mentana, con appena l’1% dei servizi trasmessi.
Un
approfondimento nei mesi di luglio e agosto 2022, segnati da ondate di calore,
siccità, incendi e dal crollo della Marmolada, ha infine evidenziato che,
persino quando si parla di eventi estremi, la connessione con i cambiamenti
climatici è riconosciuta in appena un quarto delle notizie trasmesse dai
telegiornali.
La
copertura mediatica nei programmi TV.
Gli
eventi climatici estremi sono stati il principale motivo di attenzione da parte
dei programmi televisivi di approfondimento, che hanno affrontato la crisi
climatica in 218 delle 1.223 puntate monitorate, pari al 18% del totale.
Unomattina
è il programma con il maggior numero di puntate dedicate (90), Carta bianca
quello con la maggior frequenza rispetto alle puntate trasmesse (39%).
In
fondo alla classifica si trovano le due trasmissioni di La7:
L’Aria
che tira (8%) e Otto e mezzo/In Onda (6,5%), a conferma della scarsa attenzione
mostrata da questa rete televisiva al riscaldamento globale.
Il
ricatto economico delle aziende dei combustibili fossili.
I dati
dimostrano senza equivoci che, nonostante l’intensificarsi degli eventi estremi
sia ormai realtà anche in Italia, la crisi climatica non viene raccontata per
quello che è:
un’emergenza
che minaccia la vita sul pianeta e la sicurezza delle persone.
Il
giornalismo ha un ruolo cruciale e una grande responsabilità, ma occorre
liberare la stampa e la televisione dal ricatto economico delle aziende dei
combustibili fossili che, con le loro “generose” pubblicità infarcite di
greenwashing, inquinano anche l’informazione e ostacolano con ogni mezzo la
transizione energetica verso le rinnovabili.
Il
monitoraggio dei media italiani proseguirà anche nel 2023 nell’ambito della
nostra campagna “Stranger Green” contro il greenwashing e la disinformazione
sulla crisi climatica.
L’obiettivo è contrastare l’influenza dell’industria
fossile sul sistema dell’informazione, che minaccia la libertà di stampa,
impedisce di conoscere la verità sulla crisi climatica e ritarda gli interventi
di cui abbiamo urgente bisogno per accelerare la transizione energetica.
Schermare
il sole per salvare la Terra.
Tio.ch
– (30 gen. 2023) – Simona Gautieri – ci dice:
Potrà
sembrare fantascienza, eppure la geoingegneria climatica viene vista da molti
come l'ultima ratio contro il surriscaldamento globale.
L'emergenza
climatica avanza inarrestabile senza che, fino a ora, sia stata trovata una
soluzione capace di risolvere questa drammatica situazione.
Le
proposte introdotte sono molteplici ma, l'evidenza dei fatti è che il
surriscaldamento globale sia una realtà con cui facciamo i conti ogni giorno.
Le temperature sempre più alte minacciano le
aree povere del pianeta, così come i fenomeni atmosferici sempre più violenti e
imprevedibili portano, con maggiore frequenza, morte e distruzione.
Uno
scenario apocalittico davanti al quale non si vuole rimanere inermi anche se,
inutile dirlo, la corsa contro il tempo ci vede perdenti nei confronti della
Natura.
A tal
proposito, si è tornato di recente a parlare di geoingegneria climatica, ossia
di quella branca della ingegneria che viene applicata al clima.
Nello
specifico, studia la creazione e l'applicazione di tutte quelle tecnologie
volte a contrastare, su scala planetaria, le cause e gli effetti dei
cambiamenti climatici.
Detto
così può sembrare qualcosa di fantascientifico, eppure la geoingegneria
climatica viene vista da molti come l'ultima risorsa per poter far fronte, in
maniera convincente, al surriscaldamento globale.
Fino a ora, i molteplici studi compiuti su
tale fronte, si sono concentrati su due aspetti fondamentali del problema: l'eliminazione dell'anidride carbonica
e la riduzione della radiazione solare.
Il
problema anidride carbonica.
Con
riguardo al primo aspetto, i progetti elaborati fino a ora hanno messo in
evidenza una serie di problemi di difficile risoluzione.
L'anidride carbonica, infatti, si trova dispersa
nell'atmosfera in maniera estremamente diluita.
(E’
bizzarro solo pensare che la CO2 più pesante 4 volte dell’aria atmosferica
possa alzarsi in volo come un pallone aereo statico e creare una cappa in alto
e quindi creare un effetto serra sulla terra! N.D.R.)
Per
assorbirne un solo litro sarebbe necessario l'utilizzo di 2.500 litri d'aria
prodotta da fonti rinnovabili che, a loro volta, non emettano gas serra.
Anche
la produzione di biocombustibili capaci di catturare l'anidride carbonica,
stoccando poi il carbonio sequestrato in vecchi giacimenti petroliferi
abbandonati è, per ora, di difficile applicazione visti gli altissimi costi
della messa in atto del progetto.
Rimane la proposta d'incrementare la
riforestazione del pianeta che, per quanto sia cosa virtuosa, presuppone dei
tempi troppo lunghi per poterne raccogliere gli effetti nell'immediatezza del
problema.
Ridurre
le radiazioni solari.
L'altro
aspetto sul quale si può agire è la riduzione della radiazione solare.
Si tratta di modificare temporaneamente la
capacità dell'atmosfera di riflettere i raggi solari, respingendone una
quantità maggiore rispetto a quanto accada di solito.
Riducendo la radiazione solare che riesce a
toccare il suolo si potrebbero ripristinare delle temperature accettabili,
arrestandone il costante aumento.
Come si sa, ogni giorno il nostro pianeta
riceve energia dal Sole sotto forma di raggi solari, una parte della quale
viene assorbita e una parte irradiata nuovamente di notte come radiazione
infrarossa.
L'effetto serra, provocato dalle emissioni
umane, ha turbato tale equilibrio, aumentando la quantità di calore che rimane
intrappolata nell'atmosfera e che determina, appunto, l'aumento delle
temperature globali.
Per
quanto, anche questa, sembri una idea abbastanza eccentrica, gli studi che si
compiono in questa direzione hanno radici molto solide.
Già nei primi anni '70 il sovietico Mikhail Budyko,
considerato il fondatore della climatologia moderna, elaborò una teoria secondo
la quale, per far fronte al surriscaldamento globale, si sarebbe potuto
immettere solfuri, ossia composti contenenti atomi di zolfo, ad alta quota, in
modo da riflettere in parte le radiazioni solari.
Impariamo
dai vulcani.
L'idea
nasce dall'osservazione di ciò che capita durante le grandi eruzioni
vulcaniche, durante le quali ampi strati di nubi e aerosol gassoso creano uno schermo
ai raggi solari, determinando un repentino abbassamento delle temperature.
Il 1816, ad esempio, passò alla storia come
“l'anno senza estate” dato che, a causa dell'eruzione del vulcano Tambora, le temperature medie diminuirono di
ben 3 gradi.
Nel 1992 la “geoingegneria solare” venne
inserita, per la prima volta, in uno dei rapporti delle “National Accademies
degli Stati Uniti”, mentre nel 2006 uno studio, pubblicato dal premio Nobel per
la chimica “Paul Crutzen”, riaccese l'interesse per tali tipi di progetti.
L'opposizione
della Lapponia a coprire il sole.
Lo
scorso anno, ad esempio, l'Università di Harvard aveva in progetto di
sperimentare l'immissione di solfuri e altre sostanze, nel nord della Svezia ma
l'opposizione di un gruppo di sami, la popolazione indigena della Lapponia, ne
interruppe la realizzazione.
I
sami, infatti, lamentavano di non essere stati messi al corrente dei rischi del
progetto e del suo effettivo impatto sull'ambiente.
Fino a ora, infatti, gli studi sulla riduzione
delle radiazioni solari sono stati unicamente di natura teorica, basati su
modelli matematici e simulazioni fatte al computer.
La difficoltà di reperire dei fondi per supportarli,
poi, ha reso ulteriormente difficoltosa l'idea di poter procedere a un qualche
tipo di sperimentazione.
I
problemi logistici, infatti, sono tanti.
Il
gruppo dell'Università di Harvard, con il loro progetto “ScoPEx”, ricerca
ancora una soluzione su come poter disperdere i solfuri nell'atmosfera.
Gli
stessi, infatti, dovrebbero essere liberati a una altitudine non toccata dai
normali aerei di linea, motivo per il quale si è pensato all'utilizzo di
palloni sonda, in grado di raggiungere i 20 mila metri di altezza, oppure
l'impiego di aerei militari idonei a tale scopo.
Il costo
di tale operazione, stimato tra i 5 e i 10 miliardi di dollari all'anno,
rappresenta sicuramente un primo ostacolo da superare.
Come detto, infatti, questo campo di ricerca ha dei
costi enormi e la difficoltà di reperire finanziamenti rappresenta un enorme
ostacolo alla messa in opera dei progetti.
Oltre
a quello finanziario, esistono poi altri problemi, di ordine ambientale e
politico, che, a oggi, rimangono di difficile soluzione.
L'incognita
dell'ingegneria e tutti i suoi limiti.
A
preoccupare maggiormente sono gli effetti concreti di una strategia che, fino a
ora, non ha mai varcato la soglia dei laboratori per essere sperimentata nel
mondo reale.
In
molti si chiedono quali potrebbero essere gli effetti delle sostanze chimiche
disperse nell'atmosfera e come potrebbero interagire con elementi già presenti
in essa, come l'ozono.
Altri
studiosi, invece, fanno notare che l'opera di schermatura del sole potrebbe
creare una sorta di circolo vizioso in cui ciò che doveva essere una soluzione
temporanea potrebbe diventare una condizione definitiva.
Secondo uno studio del 2018, infatti, si è calcolato
che, una volta interrotto un programma d'ingegneria solare su ampia scala senza
aver diminuito l'emissione di anidride carbonica nell'aria, si avrebbe una ripresa
del surriscaldamento globale di dieci volte superiore a quello attuale, con
effetti devastanti per la biodiversità.
L'abbassamento delle temperature, infatti, a
prescindere dal successo della geoingegneria, non può prescindere da una
riduzione delle emissioni di CO2.
La paura, quindi, è quella che i Paesi che ne
producono di più possano sentirsi confortati dai risultati ottenuti con i
progetti di schermatura del sole, continuando a disperdere anidride carbonica
nell'atmosfera.
(Esiste
il piccolo problema consistente nel fatto reale che la Co2 non può esistere
nell’alta atmosfera in quanto è più pesante 4 volte di più della stessa
atmosfera. Quindi la Co2 si deposita sulla terra e sugli oceani! N.d.R.)
Lo
scontro tra ecologia e interessi economici.
Questa
è una delle più grandi obiezioni alla geoingegneria solare:
la permanenza di anidride carbonica nell'alta atmosfera
(impossibile!
N.d.R.) avrebbe
effetti devastanti sugli ecosistemi, a iniziare da quelli marini.
Non è
un caso, infatti, che le società del settore energetico siano le più
interessate a tale tipo di progetto.
Le industrie petrolifere vedono nella
soluzione proposta dalla geoingegneria solare un modo facile per continuare a
fare affari con i combustibili fossili rimandando, a data da destinarsi,
l'effettiva riduzione di utilizzo di tali fonti energetiche.
Si stima
che, per avere il 50% delle possibilità di non superare gli 1,5° di aumento
delle temperature globali rispetto al periodo preindustriale, non dovrebbe
essere utilizzato il 90% di carbone e il 60% del petrolio.
Il pericolo di perdere enormi possibilità di
guadagno è quindi un potente motore per rimettere la soluzione del problema
alla geoingegneria climatica, con tutti i limiti prima evidenziati.
Un'altra
obiezione riguarda invece la natura globale dei progetti in essere.
Per potersi avere degli effetti soddisfacenti,
infatti, la geoingegneria dovrebbe agire a livello globale.
Se ogni Paese adottasse autonomamente delle
proprie strategie in merito, queste potrebbero avere delle ripercussioni per
altri Paesi, in considerazione del fatto che nell'atmosfera non valgono i
confini politici stabiliti dall'uomo e le sostanze in essa disperse finirebbero
inevitabilmente per condizionare l'andamento climatico di uno Stato estraneo al
progetto.
Come ricordato dal New Yorker, in un suo
articolo dedicato a tale problematica, se è vero che esistono diversi trattati
internazionali che vietano il ricorso a sistemi di modifica delle condizioni
meteorologiche come strumento di guerra, non esistono garanzie sufficienti per
ridurre il rischio di conflitti dovuti all'applicazione della geoingegneria
solare su ampia scala.
A
fronte di tali problematiche, sono in tanti a chiedersi se non valga la pena
investire in maniera seria nelle fonti di energia rinnovabili piuttosto che
puntare la salvezza del pianeta su studi ingegneristici ancora troppo teorici.
Il
piano nazionale di adattamento
ai
cambiamenti climatici: le carenze
di un
piano strategico per il futuro del paese.
Scienzainrete.it - Minds For One Health – (25/05/2023)
– ci dice:
Condividiamo
il “position paper” a cura del gruppo di lavoro “Minds for One Health” (M4OH)
dedicato al “Piano di adattamento ai cambiamenti climatici” (PNACC),
attualmente in fase di valutazione:
il
gruppo di esperti, docenti e ricercatori analizza il documento e ne evidenzia i
limiti.
A cura
di gruppo di lavoro sul” PNACC” di “Minds for One Health” (M4OH)
Premessa.
Si
propone alla lettura il documento elaborato sul “Piano Nazionale di Adattamento
ai Cambiamenti Climatici” (PNACC), attualmente in procedura di “Valutazione
Ambientale Strategica” (VAS).
Il
commento è stato inviato il 14 aprile scorso (ultima data utile) al
responsabile della procedura di” Valutazione Ambientale Strategica” (VAS) del “Ministero
dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica”.
I
drammatici eventi estremi che si sono verificati in questi giorni in
Emilia-Romagna e nelle Marche, alle cui vittime va tutta la nostra solidarietà,
rappresentano l’ennesimo campanello di allarme che non può rimanere
inascoltato.
Se non interveniamo immediatamente e
radicalmente, l’alternativa sarà quella di assistere sempre più frequentemente
a eventi simili o più gravi e di dover sostenere enormi costi di sofferenza
umana ed economici.
Alla luce della gravità della situazione e
delle previsioni, sono inaccettabili le azioni politiche palesemente in
contrasto con le evidenze scientifiche sui legami tra cambiamenti climatici e
le loro cause, come è il caso recente dell'attacco alla proposta di nuova
direttiva europea sulla qualità dell’aria da parte di alcune Regioni europee
tra le quali Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.
Il
contesto di riferimento.
Come è
noto, le due modalità con cui tradizionalmente si pensa di far fronte ai
cambiamenti climatici sono:
la
mitigazione,
che aggredisce le cause dei cambiamenti del clima indotti dagli esseri umani, e
che consiste nella progressiva riduzione fino all’azzeramento delle emissioni
antropiche di gas a effetto serra, di cui l'anidride carbonica (CO2) è il
principale componente; (purtroppo alcuni scienziati si sono presi l’incarico di
misurare il peso della Co2 che risulta a loro 4 volte più pesante
dell’atmosfera. Questo significa che l’alta atmosfera è priva del gas pesante
Co2! N.d.R.) .
L'adattamento, che parte dal presupposto che
comunque i cambiamenti climatici indotti dalle attività antropiche sono in
essere (in quanto non siamo stati capaci di ridurre le emissioni di gas serra
nella misura dovuta, anzi le emissioni in questi ultimi anni stanno aumentando),
e quindi occorre mettere in atto provvedimenti per fronteggiare questi
cambiamenti “adattandovisi” nella miglior maniera possibile.
Il
PNACC è focalizzato su questo.
Storicamente,
quando il tema del cambiamento climatico è stato posto all'attenzione dei Capi
di Stato e di Governo durante lo storico summit di Rio de Janeiro (1992), dove
è stata aperta alle firme la “Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici”
(UNFCCC), si
puntava tutto sulla mitigazione, ovvero sulla riduzione progressiva delle emissioni
di gas serra.
Col
passare degli anni e dei decenni l’iniziale ottimismo è purtroppo scemato, in
quanto si è dovuto prendere atto di una evoluzione ben diversa da quella
sperata.
Infatti,
da una parte le auspicate riduzioni non si verificavano (tra il 1990 e oggi è
stata emessa più CO2 di quanto ne sia stata emessa dall'inizio della
rivoluzione industriale fino al 1990), e dall'altra i cambiamenti climatici si
stanno già verificando.
In
particolare nella Conferenza delle Parti tenutasi a Parigi nel 2015 (la COP 21,
XXI riunione annuale delle Parti firmatarie della UNFCCC), si era già dovuto
prendere atto della incapacità di mettere in atto misure a mitigare l’effetto
antropico sul clima:
in pratica, una dichiarazione ufficiale del fallimento
delle auspicate politiche di mitigazione.
Nonostante
ciò la COP21 è rimasta trionfalmente pubblicizzata perché era stato
sottoscritto l’accordo che proponeva l’obiettivo di lungo periodo di limitare
l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 ºC rispetto ai
livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 ºC. Conseguentemente hanno sempre più
acquistato rilievo le strategie di adattamento.
In
tutto questo si inseriscono gli strumenti della cosiddetta geoingegneria
climatica, ovvero il contrasto su scala planetaria degli effetti dei
cambiamenti del clima con mezzi tecnologici;
in
particolare si parla sempre di più della riduzione della radiazione solare che
arriva sul nostro pianeta tramite l’immissione nell’alta atmosfera di
microparticelle che riflettono verso lo spazio la radiazione solare in arrivo.
I
documenti che trattano di geoingegneria climatica dichiarano esplicitamente che
essa non sostituisce gli sforzi per la mitigazione (abbattimento delle
emissioni di gas serra), ma il parlarne sempre più spesso fa sospettare una
crescente sfiducia nei confronti della mitigazione.
(Le
emissioni di Co2 rimangono a livello del terreno o degli oceani. Infatti la Co2
è un gas più pesante di 4 volte rispetto all’atmosfera dove dovrebbe librarsi e
prendere il volo per diventare “Gas Serra”! N.d.R.)
Questa
impostazione in realtà alimenta una situazione in cui i rimedi rischiano di
essere peggiori del male.
Solo
per fare un esempio, la menzionata immissione nell’alta atmosfera di
microparticelle può alterare i cicli idrologici a livello globale con il
rischio di modificare il regime dei monsoni che sono alla base della produzione
di cibo per miliardi di persone.
Gli effetti collaterali sarebbero su vasta
scala, inclusi quelli sul piano geopolitico; ad esempio se gli USA decidessero
di agire in tal senso come reagirebbero Cina e Russia?
Non è
difficile prevedere che sarebbero i più deboli, ovvero i paesi del Sud del
mondo, i meno responsabili dell’aumento della CO2 in atmosfera, a pagare il
prezzo più alto.
In
questo quadro ben si comprende che l’adattamento è sempre di più una priorità
nelle agende dei Paesi, e questo emerge anche dal sempre maggiore ricorso alla
parola resilienza.
Anche
nel senso comune si percepisce come la fragilità di un sistema sia inversamente
correlata alla resilienza.
La fragilità di un sistema, o se si preferisce
la sua resilienza, gioca un ruolo essenziale nelle strategie di adattamento,
concetto complesso che richiede innanzitutto di distinguere tra necessità e
possibilità effettiva di adattamento.
Questa
distinzione trova riscontro nel VI Rapporto sul clima dell’IPCC (il Panel
Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici dell’ONU) pubblicato nel 2022, la
cui sintesi è stata pubblicata il 20 marzo 2023:
nel
Rapporto si parla di “limiti dell’adattamento” distinguendoli in soft/leggeri e
hard/pesanti, specificando altresì che gli sforzi per mantenere la temperatura
globale entro 1,5 ºC potrebbero evitare solo in parte alcuni degli impatti più
devastanti del cambiamento del clima, e in nessun modo altri, come migrazioni e
guerre, che sono inevitabilmente destinati ad intensificarsi esponenzialmente
se il riscaldamento globale supererà tale limite.
Si parla di previsioni realistiche e non
distopiche, ad esempio la fusione dei grandi ghiacciai dell’Himalaya, che
regolano il ciclo idrologico in una vasta area dell’Asia dove vivono 1,4
miliardi di persone, avrà come conseguenza un’immensa catastrofe umanitaria.
Il
Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC).
Tornando
alle cose di casa nostra, l’Italia è profondamente innestata nel Mediterraneo,
considerato un “hot spot”, ossia un’area identificata come particolarmente
vulnerabile ai cambiamenti climatici.
In
particolare nell’area del Mediterraneo si stanno progressivamente incrementando
la desertificazione, con connessi fenomeni di siccità e carestie, i conflitti,
i traffici illeciti, il terrorismo e l’emigrazione.
A
fronte del quadro tratteggiato, l’Italia e l’Europa affrontano i fenomeni
migratori senza alcun collegamento con le strategie di adattamento ai
cambiamenti climatici.
Per
l’Italia a ciò si aggiunge l’enorme ritardo con cui è stato affrontato il tema
dell’adattamento, e l’assoluta inadeguatezza degli strumenti individuati, in
particolare il PNACC, come si cercherà di sostanziare di seguito.
La
nostra analisi del PNACC parte da una considerazione molto semplice:
un
piano è composto da una o più azioni, ciascuna caratterizzata da una sequenza
di attività (dalla progettazione di massima alla progettazione esecutiva fino
alla realizzazione e al collaudo), accompagnate dall'analisi dei tempi e delle
risorse necessarie per il raggiungimento del relativo obiettivo.
Il raggiungimento degli obiettivi delle
singole azioni implica il perseguimento dell’obiettivo generale del piano.
Se si
tratta di un piano nazionale vanno altresì esplicitati, per ogni azione, le
eventuali sinergie o contrasti (da risolvere) con gli altri strumenti di
pianificazione sovranazionali, nazionali, regionali e locali.
La nostra analisi ci porta a concludere che il PNACC
non è un piano con le caratteristiche essenziali sopra riportate.
La
prima considerazione riguarda l’impostazione del documento principale, in cui
più dell’82% delle 116 pagine è dedicato alla descrizione dei quadri normativi
internazionale, europeo e nazionale, alla definizione del cambiamento climatico
e al suo impatto e, infine, alla bibliografia.
Il
gruppo di lavoro ritiene che su questi argomenti sarebbe stato sufficiente un
rimando alle specifiche normative e ai documenti elaborati degli Enti
istituzionali preposti, come per esempio il VI rapporto dell’IPCC o altri
documenti di autorevoli soggetti come l’”Organizzazione meteorologica mondiale
(OMM) dell’ONU”.
L’impressione
negativa è rafforzata dalla lettura del rimanente 18% del documento sulle
azioni da intraprendere, argomento su cui ci si aspettava di trovare finalmente
un Piano che, partendo dagli strumenti che si occupano delle azioni di
adattamento al clima e dei collegamenti/sinergie con le azioni di mitigazione,
ne andasse a definire nello specifico i rapporti gerarchici e le reciproche
connessioni, costruendo un quadro di riferimento chiaro e armonico con gli
altri strumenti di pianificazione nazionali (Piano qualità dell’aria, Piano
tutela delle acque, Piano agricoltura etc.), regionali e locali e con il Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in cui inserire le azioni previste.
Nel
documento principale le azioni invece non vengono descritte, in pratica manca
quel percorso logico (e normativamente codificato) che espliciti le motivazioni
delle scelte fatte, stabilisca gli obiettivi, ne documenti l’impatto positivo e
gli eventuali impatti negativi residui con i relativi interventi di
mitigazione.
A ogni
azione devono essere poi abbinato un crono programma e un costo.
Così
dovrebbe essere un Piano.
Le 361
azioni menzionate nel documento principale vengono elencate in un foglio Excel
di un’appendice al Piano (la IV).
Per
quanto riguarda i costi, una qualche definizione quantitativa è riservata solo
ad alcune di esse: 5 azioni su 361, pari all’1,3%, contengono indicazioni
quantitative.
Sui
tempi, sulle risorse e competenze necessarie per il raggiungimento
dell’obiettivo di ogni azione si registra un’analoga carenza di dati e
informazioni.
Manca
inoltre il collegamento/sinergia delle azioni di adattamento con quelle di
mitigazione, ovvero con le azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi
nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra.
Poiché
il cambiamento climatico è effetto delle attività antropiche e tra queste sono
chiaramente individuate quelle che comportano la maggior quantità di emissioni
climalteranti (uso di combustibili fossili e biocarburanti, allevamenti e
agricoltura intensivi, alcuni settori industriali, trasporto su ruota, etc.) o
che causano una riduzione di assorbimento delle stesse (deforestazione e
consumo di suolo), il PNACC dovrebbe urgentemente stabilire le azioni di
adattamento utili a ridurre le emissioni e aumentare la capacità degli
ecosistemi di assorbire anidride carbonica e al fine di stabilizzare la
temperatura del pianeta o quanto meno limitarne l'ulteriore aumento.
A tale proposito, si sottolinea che, in assenza di
interventi utili ad interrompere questo trend, nessun ecosistema né popolazione
saranno in grado di adattarsi alle temperature elevate e agli eventi connessi
quali siccità, alluvioni, fusione dei ghiacci, acidificazione dei mari etc.,
eventi che si stima siano destinati a aumentare progressivamente in intensità e
frequenza.
Il
PNACC deve identificare gli obiettivi da raggiungere tramite azioni che devono
essere assunte e declinate in ogni altro atto di pianificazione pertinente, con
i dovuti livelli di priorità (da stabilire sulla base di criteri freddi di
impatto e co-benefici), coordinamento e armonizzazione. Per fare questo, è
indispensabile un confronto serrato e continuo con le Regioni e gli altri
stakeholders pubblici e privati (Autorità di bacino e simili, Comunità montane
e simili, associazioni, confederazioni, enti no profit etc.).
In tal
senso il Piano è davvero carente se si considera che:
le
Appendici I e II, come il documento principale, si dilungano sul quadro
normativo e sulla procedura senza fornire alcun contributo utile al razionale
sottostante all’individuazione delle azioni;
l’Appendice
III di nuovo ribadisce gli impatti dei cambiamenti del clima e le vulnerabilità
settoriali del nostro Paese, quando sarebbe stato sufficiente rimandare agli
abbondanti riferimenti sulla materia;
manca
qualsiasi indicazione su come il PNACC si integri con gli altri strumenti di
pianificazione nazionali e regionali, primo fra tutti il PNRR, perdendo così
l’occasione per meglio indirizzare i fondi del PNRR verso azioni di
sostenibilità necessarie e urgenti;
non è
affrontato il tema del tipo di organizzazione operativa necessaria
all’attuazione del PNACC e le informazioni fornite sull’Osservatorio non
appaiono sufficienti a valutare l’adeguatezza di questo strumento;
parimenti
carenti sono gli elementi su come interagire con la governance degli altri
piani (oltre al PNRR, i piani e i programmi nazionali e regionali per il
risanamento della qualità dell’aria, per la riduzione del traffico
automobilistico, per la pianificazione urbanistica e la tutela del suolo, il
Piano nazionale integrato per l’energia e il clima etc.);
le
misure “nature based” non sembrano avere il rilievo quantitativo e qualitativo
che meriterebbero, benché la Strategia europea sull’adattamento ai cambiamenti
climatici le consigli caldamente: meno cemento e acciaio, più natura.
In
particolare non appare adeguata la trattazione delle misure di adattamento che
riguardano il suolo che, oltre a essere un ecosistema essenziale (Risoluzione
del Parlamento Europeo del 28 aprile 2021 sulla protezione del suolo 2021/2548
RSP), che svolge una efficace funzione regolatrice nell’adattamento ai
cambiamenti climatici, è la più grande riserva di carbonio terrestre (cfr. la citata Risoluzione 2021/2548
RSP) e, di fatto, la risorsa capace di trattenere più carbonio (evitando le ri-emissioni sotto forma
di gas climalteranti) in simbiosi con la vegetazione, svolgendo dunque un ruolo
anche nella mitigazione.
(Senza
Co2 la vita vegetale e animale sarebbe impossibile sulla terra e infatti il gas
Co2 pesa 4 volte quello dell’atmosfera! E questo è un fatto di cui pochi
scienziati ne prendono atto. Forse non è una constatazione sufficientemente
remunerativa per altri scienziati! N.d.R.)
Il consumo
e l’impermeabilizzazione del suolo sono le principali concause dei disastri cui
assistiamo quotidianamente, legati ad alluvioni, frane, dissesti idro-geologici
etc.
Manca
un riferimento chiaro al tema dei co-benefici.
Come
molti organismi scientifici nazionali ed internazionali hanno suggerito,
l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico sono sostenuti, in gran
parte, dalle medesime cause e si potenziano a vicenda.
Si
prevede, infatti, che il cambiamento climatico esacerberà l’inquinamento
atmosferico e altre esposizioni ambientali in molteplici modi.
È
assolutamente necessario, pertanto, dare priorità alle misure che, in primis,
riducano l’inquinamento atmosferico mitigando al contempo il cambiamento
climatico.
In
generale, il PNACC non affronta la necessità di adeguamento dell’architettura
amministrativa e delle articolazioni a livello locale.
A parer nostro, risulta molto complicato
finalizzare azioni di adattamento/regolazione, ma anche di mitigazione
climatica, rivolgendosi a un corpo amministrativo frammentato:
è evidente che alcune competenze andrebbero
riportate ad altri soggetti di scala adeguata.
Infine,
il gruppo di lavoro ha rilevato e segnalato una serie di inesattezze e di
errori nel testo, che non dovrebbero comparire in un documento di tale
rilevanza. Tra quelli concettualmente più importanti:
a
pagina 22 si legge “entro il 2070 le emissioni di CO2 scendono al di sotto dei
livelli attuali (400 ppm) e la concentrazione atmosferica si stabilizza, entro
la fine del secolo, a circa il doppio dei livelli pre-industriali.” Le
locuzioni “concentrazione in atmosfera” ed “emissioni in atmosfera”, e le
relative unità di misura, sono importanti e devono essere usate in maniera
corretta, mentre nella frase citata c’è il doppio errore di riferire il termine
“emissioni” alle concentrazioni in atmosfera di CO2, e di accostare il valore
di 400 ppm (parti per milione) a misura di emissione anziché di concentrazione;
a pag.
89 si parla di effetti di secondo ordine, cioè che derivano dall’attuazione
delle azioni di adattamento ma che non ne costituiscono il fine principale ed
esplicito e a un certo punto si dice “Nel caso, infine, di effetti di secondo
ordine negativi si parla di mal-adattamento (maladaptation) e questo si
verifica quando un’azione aggrava la vulnerabilità al cambiamento climatico
accentuandone gli impatti in settori diversi o in altri territori oppure quando
accresce lo sforzo necessario per la mitigazione (ad esempio aumentando le
emissioni di gas ad effetto serra).” Noi riteniamo che vadano del tutto evitate
azioni responsabili di effetti negativi del secondo ordine, nel caso in cui si
decidesse di adottarne qualcuna, questa andrebbe adeguatamente giustificata.
Si
ribadisce l'opportunità di esplicitare le connessioni con gli altri strumenti
di pianificazione nazionali e locali, in particolare con il PNRR e con il Piano
nazionale qualità dell’aria.
A tale
proposito si rileva che a pag. 11 si riporta che “il 37,5% delle risorse, pari
a 71,7 miliardi di euro, deve essere utilizzato per sostenere gli obiettivi climatici,
e il 15% di questo importo, a sua volta, è destinato alle misure di adattamento
ai cambiamenti climatici”, ovvero 10,7 miliardi.
Sarebbe
quanto mai opportuno precisare come è stato pianificato l’impiego dei rimanenti
61 miliardi, che dovrebbero essere impiegati evidentemente per obiettivi di
mitigazione.
Conclusioni.
Non
sembra esservi alcun dubbio che in questo momento particolarmente critico per
la storia dell’umanità i cambiamenti climatici siano agli apici dei problemi a
livello globale:
studi,
analisi e dati fattuali mostrano che tali cambiamenti sono all’origine di
ondate di calore, siccità, alluvioni, carestie, pandemie, conflitti, guerre,
terrorismo, traffici illeciti, migrazioni.
L’ennesimo
allarme contenuto nella sintesi che ha concluso la pubblicazione del “Sesto
Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici” dell’IPCC (il Panel
Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici dell’ONU) pubblicato il 20 marzo
2023, è stato lanciato mentre negli USA è stato approvato un nuovo immenso giacimento
di petrolio in Alaska e in Cina sono in fase di autorizzazione 168 nuove
centrali a carbone.
Le
emissioni di gas serra devono dimezzarsi entro il 2030 per azzerarsi entro il
2050, invece nel 2022 hanno continuato a crescere: più 0,9% rispetto all’anno
precedente.
Le tecnologie per ridurre le emissioni ci sono
e i loro costi sono crollati:
l’eolico
costa circa il 55% in meno, il fotovoltaico e le batterie al litio circa l’85%
in meno di quanto costassero alcuni anni fa.
Le temperature sono aumentate più negli ultimi
50 anni che nei precedenti 2000.
La
concentrazione in atmosfera di CO2 non era così alta da due milioni di anni, quella del metano – altro gas serra
con tempi di residenza in atmosfera molto più brevi della CO2 (10-15 anni verso
migliaia di anni della CO2) ma fino a 85 volte più dannoso per l’effetto serra
– non era così alta da 800mila anni.
L’aumento
globale di temperatura è già di 1,1 ºC, la cosiddetta “soglia di sicurezza” di
+1,5 ºC è vicinissima e in alcune macro aree, come il Mediterraneo, è già stata
superata.
Per
quanto riguarda l’Italia, alle criticità menzionate sopra si aggiunge una
cronica incapacità, o forse una non volontà, di pianificare:
le
difficoltà sempre più emergenti a proposito del PNRR ne sono una manifestazione
patente.
Purtroppo
in questa realtà sempre più complessa la creatività e la fantasia, doti
preziose del genio italico, non bastano:
oggi
più che mai vale l’adagio di Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli
Stati Uniti d'America:
«By failing to plan, you are preparing to
fail» (Non
riuscendo a pianificare, ti stai preparando a fallire).
Questo
gruppo di lavoro ha messo a disposizione dei precedenti governi dati e
informazioni, indicazioni pratiche e suggerimenti ed è disponibile a continuare
a farlo.
(Minds
For One Health)
Geoingegneria:
modificare il meteo
per
combattere il cambiamento climatico.
Euronews.com
- Maria Psara – ( 28/06/2023) – ci dice:
L'iniezione
stratosferica di aerosol prevede il rilascio di particelle catarifrangenti al
di sopra delle nuvole.
La
Commissione europea lancia la discussione sul tema, in vista di una possibile
regolamentazione a livello globale.
Ecco
le tecnologie allo studio.
Si
chiama geoingegneria ed è una possibile risposta al cambiamento climatico:
prevede di modificare le condizioni meteorologiche per influire sulla
temperatura della Terra.
Si
tratta di una tecnologia controversa, i cui sviluppi (e i rischi) sono ancora
da definire.
Rete
Copernicus: 'Il surriscaldamento avanza velocemente'
Come
funziona la geoingegneria.
Nello
specifico, alcuni ricercatori stanno già lavorando su diversi tipi di
tecnologie in grado di abbassare le temperature.
Una è
chiamata iniezione di aerosol stratosferica: in pratica vengono rilasciate al di
sopra delle nuvole minuscole particelle catarifrangenti, per respingere la luce
solare.
Ma
secondo gli esperti sarebbero necessari centinaia o persino migliaia di aerei,
operativi per diversi anni, per ottenere effetti concreti.
Un'altra
possibile soluzione è lo schiarimento delle nuvole marine, cioè un tentativo di
aumentare la capacità riflettente delle nuvole più basse, con l'aiuto di
apposite particelle rilasciate dalle barche.
El
Niño 2023,
il ritorno:
significato di condizioni meteorologiche estreme e riscaldamento globale.
L'allarme
degli scienziati.
Una
parte rilevante della comunità scientifica è tuttavia molto critica:
450
scienziati hanno inviato una lettera aperta esprimendo le loro preoccupazioni.
"La
ricerca non elimina le incertezze, perché l'impatto finale di queste tecnologie
sarà noto solo quando verranno utilizzate su scala planetaria", spiega a
Euronews “Frank Biermann”, professore di geoscienza all'Università di Utrecht,
nei Paesi Bassi.
"Non
si possono davvero eliminare tutte le incertezze con esperimenti in
laboratorio, ma nemmeno gli esperimenti su piccola scala possono dirci davvero
quali rischi potrebbero presentarsi quando si impiegano queste tecnologie su
scala globale per molti, molti anni".
"E
poi preoccupa il rischio geopolitico - sostiene il professore -. Cosa succede
se alcuni Paesi procedono in autonomia?"
"Gli
esperimenti su piccola scala non possono dirci davvero quali rischi potrebbero
presentarsi quando si impiegano queste tecnologie su scala globale per molti
anni"
Frank Biermann :Professore di geoscienza
all'Università di Utrecht.
Una
discussione globale.
Oggi
la geoingegneria viene discussa in diverse parti del mondo ed è considerata da
alcuni come una potenziale risposta futura al cambiamento climatico.
Il 28
giugno la Commissione europea ha aperto una discussione sul tema, ritenendo che
l'argomento debba essere discusso a livello internazionale, per decidere se e
quale tipo di regolamentazione sia necessaria, prima di arrecare danni al
pianeta.
"La
questione ha risvolti globali e rischi considerevoli: nessuno dovrebbe fare
esperimenti da solo su un pianeta in cui viviamo tutti", ha detto “Frans
Timmermans”, vice-presidente della “Commissione e incaricato al Green Deal europeo”.
(Poverino ha paura di perdere i
finanziamenti finalizzati al suo ruolo da Davos! N.d.R.)
Intanto
un gruppo di scienziati, soprattutto statunitensi, procede con le ricerche:
l'Ue dovrà accelerare se intende approvare una regolamentazione globale.
AGENDA
ONU, GREAT RESET E
UOMO
SINTETICO, TEMPO
DI
DECISIONI FONDAMENTALI.
Nogeoingegneria.com – Leonardo Guerra – (26
LUGLIO 2023) – ci dice:
L’Agenda
2030 ONU (ex Agenda ’21) identifica un piano generale, adottato nel 2015 da ben
193 paesi, che risale al 1992.
I loro documenti dichiarano un intento nobile,
la retorica si spreca:
“…per
il miglioramento della qualità della vita e lo sviluppo sociale ed economico in
armonia con l’ambiente”.
Il
vero motivo dietro le loro dichiarazioni risulta essere, invece, quello di
cercare di cambiare il sistema politico ed economico del mondo trasformandolo
progressivamente in un “sistema totalitaristico 2.0, di stampo
socialista-marxista, con una componente tecnologica pervasiva.
La
scienza dogmatica è la nuova religione imposta da una tecnocrazia che ha
nell’Intelligenza Artificiale (I.A.), l’“aiutante magico” del loro rituale
ancestrale.
Associata alla loro enorme capacità
d’investimenti, di condizionare le scelte dei politici, consente, infatti, di
annullare preventivamente, senza difficoltà, qualsiasi ostacolo, di qualsiasi
natura sulla strada della realizzazione, quali:
evidenze
scientifiche che smentiscono e contraddicono le loro tesi, leggi e costituzioni
sia degli stati che internazionali che difendono i diritti fondamentali degli
individui.
Questo
progetto di “Nuovo Ordine Mondiale” è basato sul collettivismo totale,
l’abolizione della proprietà privata e l’annichilimento dell’Essere Umano
grazie alla bio-convergenza e alla fusione uomo-macchina.
Per
ottenere tutto ciò, non può essere consentito avere alcuna indipendenza di
alcun tipo.
Le
persone e le masse, nel loro disegno, dovrebbero dipendere completamente dallo
stato/governo in tutto e per tutto, ed essere costantemente e completamente
censibili e controllabili grazie alla tecnologia.
Sorveglianza e controllo sistemici, quindi,
strumenti indispensabili per imporre il piano e farlo funzionare, annullandone
i possibili rischi.
Le
persone non dovrebbero possedere alcuna proprietà privata, inclusi terreni, e
dovrebbero vivere confinate in città stabulario (“Città dei 15 minuti”, vecchia
utopia bolscevica d’inizio ‘900), in appartamenti resi disponibili e attribuiti
ai cittadini, beneficiari, grazie al sistema dei crediti sociali.
Lo
slogan del W.E.F. recita, infatti: “non possiederai nulla e sarai felice”. Il
tasso di auto private, nel programma, dovrebbe crollare dell’80% entro il
termine del 2030, limitando così moltissimo la mobilità delle persone.
Chiunque
possedesse un paio di ettari di terra, un proprio approvvigionamento idrico,
coltivasse il proprio cibo e avesse un po’ di bestiame, rappresenterebbe,
quindi, una minaccia seria per la società collettivista.
Perché
non costretto ad implorare lo stato/governo per il cibo e/o i vestiti e,
quindi, non controllabile.
Per
completare e realizzare il tutto, serve soprattutto una nuova specie umana:
l’“uomo
sintetico” o “post-umano”.
Un uomo-massa che rinuncia volontariamente a
tutte le prerogative distintive dell’essere umano:
libertà,
verità, giustizia, senso critico, intelligenza, spiritualità, solidarietà,
sentimenti e sviluppo delle proprie capacità mentali e spirituali.
Che
accetti senza creare problemi di vivere unicamente ancorato agli aspetti
materiali e superficiali della vita, con una percezione del proprio “senso del
possibile” talmente schiacciata verso il basso da indurlo ad affidarsi
esclusivamente e per tutto allo stato.
Sorgerebbe
così nel cuore e nella mente delle persone un pervadente e diffuso sentimento
di assuefatta rassegnazione che li indurrebbe a pensare che tutto sommato è
meglio “eseguire gli ordini dello stato e sperare per il meglio”.
Nel
frattempo, grazie all’eID, alla Digitalizzazione della nostra società, al “Cloud
5G e 6G” cercheranno di trasferire tutte le conoscenze umane all’I.A. (strumento militare, già operativo
e a regime da molti anni).
Tutte le nostre attività umane sono, infatti,
segnali elettrici intercettabili e i nostri processi biometrici e mentali,
algoritmi digitalizzabili.
Trasferibili
tramite l’impianto di un microchip che metta in comunicazione diretta cervello
umano e pc e/o tramite Cloud 5G.
In questo modo l’uomo biologico (maschio e
femmina) si fonderebbe con quello digitale, diventando così trascurabile in
modo definitivo (uomo sintetico).
L’indottrinamento
“no-gender” dei bambini e i giovani, inizia precocemente per favorire lo
sviluppo di questa cultura “woke” nelle giovani generazioni.
Qui si
colloca il ruolo del movimento LGTBQ+ che vogliono far entrare in tutti i
programmi scolastici fin dalla scuola materna, promuovendone la
sessualizzazione precoce.
Starà,
quindi, a noi esseri umani liberi, prima di tutto, vigilare attentamente e
prepararci interiormente studiando sistemi e soluzioni utili per annullare tale
rischio e difendere i nostri bambini e i nostri giovani, la nostra priorità
assoluta e, allo stesso tempo, riuscire a mandare a monte anche questo ennesimo
piano disumano dell’Agenda 2030.
Moltissimo,
infine, dipenderà dalla quota di adesione volontaria al piano W.E.F. portato
avanti dal nostro governo.
Se il
numero di resistenti che rifiuteranno l’eID, il denaro elettronico, il
Portafoglio d’Identità Digitale Europeo, uniti e organizzati, nei prossimi 8/12
mesi risultasse pari o superiore a 20 milioni di cittadini, il loro piano in Italia salterebbe
in modo definitivo.
È
tempo, quindi, di agire, meglio se tutti uniti e insieme.
Buona
decisione a tutti.
(Leonardo
Guerra)
(Leonardo
Guerra, laurea in biologia molecolare con tesi sperimentale sul mRNA nel 1982
c/o UNIFE.
Ha
ricoperto ruoli dirigenziali in Ricerca e Sviluppo (area Anti-Infettivi), nel
settore dei Rapporti Istituzionali di primarie Multinazionali farmaceutiche
fino a Giugno 2020.)
(liberopensare.com/agenda-onu-great-reset-e-uomo-sintetico-tempo-di-decisioni-fondamentali/)
BREVE
STORIA DEGLI ESPERIMENTI
MILITARI SEGRETI DEGLI STATI UNITI
CHE HANNO PORTATO AD EPIDEMIE.
Nogeoingegneria.com – Redazione – (24
LUGLIO 2023) – ci dice:
Prima
del 2020, questo articolo poteva essere facilmente liquidato come una bufala.
Dopo
le esperienze degli ultimi anni, fa impensierire non poco.
Non
sono state presentate prove, ma… «Un indizio è un indizio, due indizi sono una
coincidenza, ma tre indizi fanno una prova».
Agatha
Christie”.
L’anno
scorso, un utente di Twitter ha pubblicato una storia sull’esercito statunitense
che conduceva esperimenti di guerra biologica in aree densamente popolate degli
Stati Uniti.
Gli
esperimenti prevedevano l’introduzione di “organismi innocui” nei sistemi di
ventilazione, nei sistemi sotterranei e nei sistemi di approvvigionamento
idrico. Sono stati condotti anche test di aerosol, sia da navi al largo che da
aerei che sorvolavano gli Stati Uniti.
Il “thread”
di Twitter qui sotto fa un collegamento tra questi esperimenti e le successive
epidemie di influenza, che ovviamente hanno portato a programmi di vaccinazione
di massa.
Di
seguito sono riportate due voci su Twitter pubblicate dall’Agente131711 il 4 e
il 5 novembre 2022.
È
possibile leggere il primo thread su Twitter o utilizzando l’applicazione
Threadreader e il secondo thread su
Twitter.
Laddove
l’Agente131711 ha utilizzato immagini di risorse nelle sue discussioni, abbiamo
fornito il testo.
La
storia scioccante e folle dei militari che spruzzano virus in segreto e
conducono esperimenti sull’uomo.
Per le
persone che non amano leggere i thread:
Ho
realizzato questo video che mette in relazione la cronologia dei “50 anni di progressi
dei vaccini” del CDC con gli esperimenti militari di irrorazione e i focolai di
malattia noti.
È una
cosa piuttosto assurda.
Mi
rendo conto che ci sono state (presumibilmente) epidemie di influenza prima del
1900, ma non sono state dichiarate “epidemie” fino al 1900 circa.
Inoltre,
le “prove” di queste presunte epidemie del 1800 sono a dir poco sommarie.
Tori
Detroit: Storia
segreta| Militari diffondono l’influenza, la regola 23 e la guerra biologica
sui cittadini, 12 novembre 2022.
[Come menzionato nel video precedente,
l’Agente131711 raccomanda la lettura di due libri: “Undue Risk: Secret State
Experiments on Humans” (2001) di Jonathan D. Moreno e “Clouds of Secrecy: The
Army’s Germ Warfare Tests over Populated Areas” (1988) di Leonard A. Cole. Gli
interventi su Twitter dell’agente131711 si basano sul primo libro e su risorse
online di riferimento].
Nel
1974, tre farmaci su quattro erano stati testati sui prigionieri.
In
effetti, i produttori di farmaci costruiscono i loro laboratori proprio accanto
alle prigioni per facilitarne l’accesso.
Dopo
Norimberga, l’America è stato l’unico Paese occidentale a mantenere un vasto
programma di sperimentazione in carcere.
Nel 1974, circa tre quarti di tutti i farmaci
approvati negli Stati Uniti venivano testati nelle carceri e diverse aziende
farmaceutiche stavano costruendo strutture all’avanguardia vicino alle
prigioni.
(Undue
Risk: “Secret Government Experiments on Humans”, Jonathan D. Moreno, 2001, pag.
272.)
I
militari hanno scelto di condurre esperimenti di “guerra biologica” in aree
densamente popolate all’insaputa dei cittadini.
Questi
includevano la contaminazione delle riserve d’acqua e l’irrorazione di tossine
nell’aria.
La
commissione propose di realizzare progetti per testare la vulnerabilità di
“sistemi di ventilazione, sistemi sotterranei e sistemi di approvvigionamento
idrico con organismi innocui”.
Secondo
un rapporto al Congresso pubblicato quasi tre decenni dopo, “i test all’aperto
di agenti biologici infettivi erano considerati essenziali per una comprensione
definitiva dei potenziali BW, poiché molti fattori sconosciuti influenzano la
degradazione dei microrganismi nell’atmosfera”. [enfasi aggiunta].
(Rischio illecito: esperimenti segreti
del governo sugli esseri umani, Jonathan D. Moreno, 2001, pag. 274.)
Almeno
200 volte i militari hanno spruzzato “materiali” dagli aerei (e anche dalle
navi) per vedere fino a che punto potevano diffondersi.
Sostengono
che il “materiale” sia innocuo, ma…
Gli
esperimenti sono stati condotti sia da navi che si trovavano al largo, sia da
aerei che sorvolavano gli Stati Uniti continentali.
Questi
test, utilizzando un tracciante innocuo, hanno dimostrato che è possibile
raggiungere un raggio d’azione fino a diverse migliaia di chilometri quadrati
senza che la popolazione si accorga dell’attacco.
Tra il
1949 e il 1969 sono stati condotti più di duecento test all’aperto per
verificare la vulnerabilità degli Stati Uniti agli attacchi con agenti
biologici.
(I
siti dei test includevano Panama City, Florida; Washington National Airport,
Washington D.C.; Oahu, Hawaii; Minneapolis, Minnesota; e St. Louis, Missouri.
Le sostanze utilizzate in questi test erano Bacillus globigii, Serratia
marcescens, Aspergillus fumigatus e solfuro di zinco e cadmio). [enfasi
aggiunta]
Undue
Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag.
275.
Nell’anno
successivo ai “test”, i casi di polmonite triplicarono e scoppiò un’epidemia di
influenza.
Come
scoprirete di seguito, fu proprio questa epidemia influenzale a cambiare la storia.
L’anno
successivo al test, il 1953, ci fu un’epidemia di influenza.
(Undue
Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, p. 279).
Questa
nuova epidemia di influenza era un nuovo ceppo mortale mai visto prima. Ma
fortunatamente, solo 7 anni prima, era stato rilasciato il primo vaccino
antinfluenzale per la somministrazione agli esseri umani.
1945:
il vaccino antinfluenzale inattivato viene autorizzato per l’uso nella
popolazione civile.
Cronologia
storica dell’influenza, Centri per il controllo e la prevenzione delle
malattie.
Questo
nuovo vaccino antinfluenzale è stato realizzato con uova di uccelli. Più
precisamente, con uova di gallina, il che è piuttosto interessante perché …
Anni
’40: il dottor Thomas Francis Jr e il dottor Jonas Salk, in qualità di
ricercatori senior dell’Università del Michigan, sviluppano il primo vaccino
antinfluenzale inattivato con il supporto dell’esercito statunitense.
Il loro vaccino utilizza uova di gallina
fecondate in un processo che viene utilizzato ancora oggi per produrre la
maggior parte dei vaccini antinfluenzali.
L’esercito
è coinvolto in questa ricerca a causa dell’esperienza delle perdite di truppe
dovute alle malattie influenzali e ai decessi durante la Prima Guerra Mondiale.
Questo
vaccino originale contiene solo un virus dell’influenza A inattivato.
Cronologia
storica dell’influenza, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Nel
giro di 2 anni si verificò una nuova pandemia chiamata “H2N2”. La causa di
questa pandemia furono gli uccelli.
Nel
febbraio 1957, un nuovo virus dell’influenza A (H2N2) apparve in Asia orientale
e scatenò una pandemia (“influenza asiatica”).
Questo
virus H2N2 era costituito da tre geni diversi di un virus H2N2 derivato da un
virus dell’influenza aviaria A, compresi i geni dell’emoagglutinina H2 e della neuraminidasi
N2.
Pandemia
1957-1958 (virus H2N2), Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.
La
pandemia del 1957-1958 fu causata dal virus H2N2, originato da un virus
dell’influenza aviaria.
Questa pandemia è stata chiamata influenza
asiatica perché Singapore e Hong Kong sono stati i primi luoghi in cui sono
state segnalate le infezioni.
Ha causato la morte di 1,1 milioni di persone
in tutto il mondo.
Negli
Stati Uniti sono morte in totale 116.000 persone.
Influenza aviaria, Cleveland Clinic.
Meno
di tre anni dopo, dopo che più di 1,1 milioni di persone erano morte a causa
della pandemia H2N2, il Direttore Generale iniziò a raccomandare la
vaccinazione antinfluenzale annuale.
Con
l’aumento della disponibilità del vaccino antinfluenzale, aumentò anche il
numero di malattie, epidemie e pandemie.
Nel
giro di 2 anni dall’epidemia di H2N2, è emerso un altro nuovo ceppo di
influenza, l’H3N2 (anch’esso causato dagli uccelli). All’H3N2 seguì l’H1N1,
nota anche come “influenza suina”.
La
paura nei confronti di questa influenza portò il 25% della popolazione
statunitense a vaccinarsi in soli 10 mesi.
1968:
emerge un nuovo virus influenzale H3N2 che scatena un’altra pandemia, causando
circa 100.000 morti negli Stati Uniti e 1 milione nel mondo.
La maggior parte di questi decessi riguarda
persone di età superiore ai 65 anni.
I virus H3N2 che circolano oggi sono
discendenti del virus H3N2 emerso nel 1968.
Anni
’70: un’epidemia di H1N1 (influenza suina) tra gli allievi di Fort Dix porta a
un programma di vaccinazione per prevenire una pandemia.
In 10
mesi viene vaccinato circa il 25% della popolazione statunitense (48 milioni di
persone), circa il doppio del numero necessario per proteggere la popolazione a
rischio.
Il numero di casi di “sindrome di Guillain-Barre”, una
malattia neurologica che in rari casi è stata collegata alla vaccinazione, è
apparso più alto del previsto tra i vaccinati, per cui le autorità hanno deciso
di interrompere il programma di vaccinazione.
Cronologia
storica dell’influenza, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Fu in
quel periodo che si verificò il primo grande caso giudiziario contro gli
esperimenti di irrorazione militare, in cui i cittadini furono sconfitti e il
caso fu archiviato.
Il
tribunale che si occupò del caso concluse che il governo aveva esercitato
correttamente la sua discrezione nello scegliere dove attaccare e quali batteri
utilizzare, e il caso fu archiviato.
Anche
la città di New York fu teatro di esperimenti sul campo di guerra biologica nel
giugno 1966.
All’insaputa della popolazione civile locale e
delle autorità sanitarie, l’esercito introdusse il “Bacillus globigii” nei
tunnel sotterranei di New York e nelle strade di Manhattan.
(Undue
Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag.
276.)
Negli
anni ’90, a causa delle continue epidemie, è stato introdotto il programma VFC
(Vaccines For Children).
Nell’ambito
di questo programma finanziato dal governo, i vaccini vengono forniti
“gratuitamente” ai bambini.
Il CDC
è il principale acquirente e funge da distributore.
Il
programma “Vaccines For Children” (VFC) è un programma finanziato dal governo
che fornisce vaccini gratuiti ai bambini che altrimenti non potrebbero essere
vaccinati perché non possono permetterselo.
Il CDC
acquista i vaccini a un prezzo scontato per distribuirli ai distributori
registrati del VFC.
Programma
Vaccini per i bambini (VFC), Centri per il controllo e la prevenzione delle
malattie.
1999:
di fronte al dilagare dei focolai, l’OMS istituisce un programma di
sorveglianza ed è ora coinvolta nella produzione e distribuzione di vaccini e
nella preparazione alle emergenze.
1999:
l’OMS pubblica un quadro per la pianificazione delle pandemie, sottolineando la
necessità di migliorare la sorveglianza dell’influenza, la produzione e la
distribuzione dei vaccini, i farmaci antivirali, la ricerca sull’influenza e la
preparazione alle emergenze.
1999:
gli inibitori della neuraminidasi oseltamivir (Tamiflu®) e zanamivir (Relenza®)
vengono approvati per il trattamento delle infezioni influenzali.
Cronologia
storica sull’influenza, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Questa
è la breve storia degli esperimenti militari segreti che hanno portato a una
pandemia.
La storia
dell’articolo 23(d): La FDA, vaccini senza bisogno di autorizzazione e armi di
distruzione di massa.
All’inizio
degli anni ’90, su richiesta del Pentagono, il Dipartimento della Difesa ottenne
dalla FDA il permesso speciale di utilizzare farmaci non approvati (vaccini)
senza autorizzazione.
La
relativa mancanza di esperienza con questi farmaci in condizioni di
combattimento e il fatto che il Dipartimento della Difesa abbia ottenuto un
permesso speciale dalla FDA per utilizzare questi “farmaci non approvati” senza
ottenere il consenso informato hanno creato l’impressione che i soldati fossero
usati come cavie. [enfasi aggiunta].
(Undue
Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag.
316).
Il
motivo di questa approvazione è presumibilmente che i militari sostenevano che
Saddam Hussein avesse sviluppato agenti di guerra chimica e biologica, quindi
non c’era tempo per testare adeguatamente i vaccini sperimentali, che erano
ancora in fase “sperimentale”.
Per
ignorare il corretto processo di approvazione, la FDA creò la “Regola 23(d)”
che permetteva a questo nuovo vaccino “terapeutico”, non testato, di aggirare
le fasi di sperimentazione richieste.
Tuttavia,
sostenendo che si trattava di una “emergenza”, le regole furono cambiate.
§
50.23 Eccezione ai requisiti generali.
(d)
(1) Ai sensi del 10 U.S.C. 1107(f), il Presidente può rinunciare al requisito
dell’approvazione preventiva per la somministrazione di un nuovo farmaco in
fase di sperimentazione per un membro delle Forze Armate in relazione alla
partecipazione di tale membro a una particolare operazione militare …
21 CFR
§ 50.23 – Eccezione ai requisiti generali, Cornell Law School-
La
regola 23(d)
richiede solo al Commissario di “soppesare” se la protezione potenziale
dell’iniezione non testata sia superiore al rischio potenziale. In assenza di
test, tuttavia, vi erano poche prove per orientare la ponderazione in un senso
o nell’altro.
In
risposta, l’FDA ha emanato la Regola 23(d), che prevede un’eccezione ai suoi regolamenti che
consente al commissario di rinunciare al requisito del consenso in situazioni
di lotta in cui il consenso “non è possibile”.
La
norma prevede che il commissario prenda in considerazione tutte le prove sulla
sicurezza e l’efficacia del farmaco, il contesto in cui deve essere utilizzato,
la natura della condizione che si intende trattare o prevenire e la natura
delle informazioni da fornire ai destinatari sui rischi e i benefici
dell’assunzione dei farmaci.
“Undue
Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag.
317).
È
stato quindi approvato perché questi vaccini, sebbene non testati, sono stati
considerati “sicuri ed efficaci”.
Finora,
però, non è stato spiegato perché si è dovuto rinunciare a questa
“approvazione”.
Ecco
la spiegazione del Pentagono.
Anche
se tutti coloro che hanno assunto uno di questi farmaci fossero stati veramente
volontari, non è affatto chiaro che i preparati soddisfino la prima condizione
del modulo di consenso, ossia che siano considerati “sicuri ed efficaci”.
Alcuni osservatori hanno affermato che il PB [bromuro di piridostigmina] può
causare problemi neurologici se assunto in condizioni di forte stress. [enfasi
aggiunta].
(Undue
Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag.
318.)
Il
Pentagono ha sostenuto che “chiedere il consenso a un soldato è una mancanza di
rispetto per le persone che indossano l’uniforme”.
In sostanza, tutti i pazienti dovrebbero avere
una fiducia cieca in tutti i medici, perché teoricamente il medico sa tutto
meglio di un profano.
Hanno
anche sostenuto che se, ad esempio, un fotografo di guerra sta fotografando un
soldato che carica e usa le armi, non è semplicemente possibile rintracciare
ogni singolo soldato per ottenere il consenso scritto.
Dopo
la somministrazione delle iniezioni sperimentali, si scoprì che in pratica non
era stato tenuto alcun registro, per cui il successo o il fallimento dei
vaccini era completamente sconosciuto.
In
seguito si scoprì che anche i registri erano stati deliberatamente “persi” o
distrutti.
A
parte una stima approssimativa del numero di persone che hanno assunto i
farmaci, sono stati tenuti pochi registri, il che ha distrutto la possibilità
di imparare qualcosa dall’esperienza.
Peggio ancora, quando i veterani svilupparono
problemi medici, si scoprì che non c’erano registri di chi avesse
effettivamente assunto i farmaci e in quali condizioni. [enfasi aggiunta].
(Undue
Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, p. 316).
Nel
2022, nonostante le modifiche apportate alla Regola 23, i cambiamenti sembrano
essere pochi.
Sebbene
il consenso informato sia ora la legge, la Regola 23 prevede ancora un lungo
elenco di eccezioni, tra cui:
Tempo
insufficiente per ottenere il consenso.
Una
situazione classificata come emergenza.
Ai
sensi del 10 U.S.C. 1107(f), il presidente può rinunciare al consenso.
La
ricompensa sembra superare il rischio.
E
altro ancora.( Testo completo: CFR – Codice dei regolamenti federali Titolo 21).
Alla fine,
si scopre che le armi chimiche di Hussein (“armi di distruzione di massa”) non
esistono più perché, secondo le Nazioni Unite, egli ha “distrutto tutte le
prove”.
Saddam
si rese subito conto di aver sottovalutato la determinazione delle Nazioni
Unite.
Nell’estate
del 1991 prese una decisione fatale: distrusse unilateralmente le armi chimiche
e i missili balistici rimasti, nonché tutte le armi biologiche.
Nel
tentativo di distruggere le prove dell’esistenza di queste armi non dichiarate,
il regime distrusse anche una grande quantità di documentazione.
Il
consigliere presidenziale iracheno “Amir Hamudi Hasan Al Sa’adi “disse in
seguito agli americani che questa decisione avrebbe avuto per l’Iraq
conseguenze disastrose quanto l’invasione del Kuwait.
Che
fine hanno fatto le armi di distruzione di massa di Saddam?
(Storia
Oggi, 12 luglio 2016).
Ha
anche distrutto i suoi missili balistici e poi ha distrutto il 100% dei
documenti relativi a tutte queste armi, quindi le prove sono completamente
scomparse.
[Curioso.]
Anche
se le armi di distruzione di massa sono scomparse, oltre 20 anni dopo, si
applica ancora la regola militare degli Stati Uniti 23(d). Vedete come è andata
a finire?
Un’emergenza scompare, ma l’azione intrapresa rimane.
(expose-news.com/2023/07/15/history-of-secret-us-military-experiments/)
“GUERRA”
METEOROLOGICA
NESSUNO
VUOLE PARLARNE.
Nogeoingegneria.com – Redazione – (21 LUGLIO
2023) – ci dice:
È
ovvio che le guerre meteorologiche hanno avuto luogo, ed è difficile pensare
che non abbiano luogo oggi solo perché la” Convenzione di Ginevra” lo vieta
(1977).
Nemmeno
i cosiddetti esperimenti scientifici condotti negli ultimi decenni erano noti
al pubblico.
Se
volessi esaminare documenti accademici liberamente, avrei bisogno di notevoli
risorse finanziarie.
I documenti non sono liberamente accessibili.
Tuttavia,
sono stati divulgati abbastanza documenti da mostrare quanto fossero intense le
discussioni su questi temi in passato.
Oggi questa realtà è nascosta dietro la “minaccia del
cambiamento climatico” indotto dall’uomo.
Che la
manipolazione umana delle condizioni atmosferiche abbia un ruolo negli eventi
estremi è più che probabile, ma non esattamente come vorrebbero farci credere.
La
guerra meteorologica è un tipo di conflitto moderno in cui la nazione
avversaria viene conquistata economicamente, con tatto e in modo occulto,
subendo il massimo dolore possibile attraverso l’uso di tecniche deliberate di
manipolazione meteorologica e di geoingegneria…
Il tipo
più comune di guerra meteorologica è la semina delle nuvole, che può essere
impiegata per aumentare le nevicate o le piogge.
La
manipolazione meteorologica può essere utilizzata in battaglia perché può
essere impiegata come arma tattica, strategica o come modo occulto per
danneggiare l’economia di uno Stato nemico.
Per
molti versi, le tecnologie militari di modificazione del tempo e le iniziative
di controllo meteorologico sono simili.
Sono
stati studiati la gestione degli uragani e di altri forti temporali,
l’eliminazione della nebbia calda e super fredda, la modifica della copertura
nuvolosa, l’aumento delle precipitazioni (pioggia o neve) e il controllo dei
fulmini.
Le
conseguenze dell’iniezione di inquinanti nell’atmosfera, del rivestimento del
ghiaccio con il nerofumo, del rilascio di anidride carbonica congelata nelle nuvole per
produrre tempeste di neve e dell’impoverimento dell’ozono sono state studiate attraverso
esperimenti e modelli al computer.
…Nel tentativo di alterare il tempo, nel 1924
il professore dell’Università di “Harvard Emory Leon Chaffee” sparò sabbia
caricata da un aereo.
(ndr. Fa pensare alle frequenti invasioni
sabbiose dal Sahara).
Nel 1930, “W. Veraart” sparò del ghiaccio
secco nei cieli per modificare il tempo.
Solo
il suo libro in lingua olandese contiene i risultati della sua indagine e la
metodologia utilizzata.
“
Henry G. Houghton”, professore del MIT, nel 1938 spruzzò soluzioni igroscopiche
nella nebbia per diradarla (Fleagle et al., 1974).
L’articolo completo in inglese: (paradigmshift.com.pk/weather-warfare/)
Le
risposte internazionali alle modificazioni meteorologiche.
(ndr:si parla di 35 anni fa) .
“Negli
ultimi decenni abbiamo migliorato la nostra comprensione del sistema
meteorologico ed esplorato modi per modificarlo.”
Oltre
sessanta Paesi hanno sperimentato la modifica delle condizioni meteorologiche (ndr. parla del 2009).
La
nuova tecnologia di modifica del tempo e del clima solleverà importanti
problemi politici che richiederanno nuove risposte da parte della comunità
internazionale.
La
capacità degli Stati di stabilire le misure di cooperazione necessarie per
sviluppare e gestire la nuova tecnologia dipende dalla presenza di incentivi
sufficienti a farlo.
Questo
articolo analizza gli schemi storici della cooperazione internazionale nel
campo della meteorologia, per poi tracciare, su diversi orizzonti temporali, i
previsti sviluppi e le capacità della tecnologia di modificazione del tempo e i
potenziali problemi derivanti dall’uso di tale tecnologia.
Ne deriva un quadro provvisorio delle
responsabilità richieste, confronta le risposte probabili con quelle necessarie
e valuta se saranno adeguate ai problemi previsti.”
IL
PUNTO FINALE? LA GOVERNANCE
GLOBALE!
SARÀ “NECESSARIA.”
Nogeoingegneria.com – Redazione – (20 LUGLIO
2023) ci dice:
“The
Anticipatory Governance of Solar Radiation Management”.
Leggiamo
titoli come questo: Caldo record, raggiunti i 52 gradi: “Temperature inadatte
alla vita”.
Record
di temperatura di 52,2 °C a Sanbao in Cina: cosa c’è dietro ?
La
stazione meteorologica che ha registrato il nuovo record di temperatura si
trova nella città di “Turpan”, parte del deserto di “Kumtag”.
Il
deserto di sabbia di 2500 km², vasto e privo di vegetazione, è uno dei paesaggi
con le temperature di superficie più elevate del pianeta.
Dove
vogliono arrivare con questa politica di paura e disinformazione?
Le
intenzioni sono chiare, non c’è bisogno di immaginazione per vederle, basta
andare a leggere le dichiarazioni e i documenti pertinenti, la crisi climatica
causata dall’uomo (è più vero di quanto si pensi) e le proposte di massicci
interventi di “salvataggio” richiedono una governance globale.
Quindi,
se gli interventi saranno resi ufficiali, lo sarà anche il governo globale.
Per le
Nazioni Unite, il clima e la salute sono già riuniti in una visione globale.
Entrambi hanno bisogno di decisioni globalizzati, secondo loro.
La
geoingegneria solare è in arrivo. È ora di regolamentarla.
Non
esiste una governance internazionale completa per la modifica delle radiazioni
solari.
È
necessario che ci sia.
L’interesse
e le preoccupazioni per la modificazione delle radiazioni solari (SRM, nota anche come geoingegneria
solare) hanno preso slancio negli ultimi mesi:
dalla
messa in funzione di una startup commerciale alle obiezioni espresse dai media
sull’uso dell’Africa come laboratorio per la manipolazione dell’ambiente e alle
relative reazioni, dai piani di eminenti scienziati per ricongelare l’Artico al
raro sostegno bipartisan del Senato degli Stati Uniti per la ricerca
scientifica su questa idea.
Come
ha chiarito l’ultimo rapporto del “Gruppo intergovernativo di esperti sul
cambiamento climatico” (IPCC), è più che probabile che il mondo superi, forse
per diversi decenni, l’obiettivo di 1,5 gradi Celsius e gli impatti di un mondo
che si riscalda si fanno sempre più sentire.
I responsabili delle politiche climatiche sono
in ansia e incerti su ciò che il futuro può riservare, ma un numero crescente
di essi è consapevole che l’opzione di usare o non usare la MRS potrebbe far
parte della discussione.
L’SRM
mira ad affrontare un sintomo del cambiamento climatico riflettendo più luce
solare nello spazio per ridurre direttamente la temperatura della Terra.
Esistono
diversi tipi di SRM, tra cui schiarire le nuvole marine, dipingere di bianco i
tetti, coprire i ghiacciai e iniettare aerosol nella stratosfera.
Questo articolo si concentra su quest’ultima
tipologia.
I
governi, le Nazioni Unite e anche il settore privato stanno dedicando maggiore
attenzione ai possibili rischi e benefici dell’uso di queste tecniche per
aiutare a gestire i pericoli derivanti dal superamento temporaneo
dell’obiettivo di 1,5 gradi Celsius.
Ma con
l’aumentare delle conoscenze, sono emerse domande critiche.
Dovrebbe esserci una sola mano sul termostato
globale?
Nell’ambito
di quale processo o istituzione internazionale verrebbero prese le decisioni
epocali sull’impiego o meno, e tutti i Paesi e le preoccupazioni saranno
rappresentati?
L’aumento
della ricerca e la maggiore consapevolezza dell’SRM comprometteranno lo slancio
globale per ridurre le emissioni, rimuovere il carbonio atmosferico e
rafforzare l’adattamento?
Quali
sarebbero le implicazioni di un dispiegamento unilaterale?
Come
verrebbe applicato un accordo internazionale sul MSR, di qualsiasi natura esso
sia?
Al
momento non esiste una governance internazionale completa per queste tecniche.
Secondo il rapporto dell’IPCC, la mancanza di
una governance internazionale formale e solida per l’SRM rappresenta un rischio
in sé, in quanto potrebbe portare ad azioni unilaterali e non informate e
costringere i governi a reagire frettolosamente in caso di crisi.
Si
pensi ai palloni aerostatici lanciati in Messico l’anno scorso come intervento
di SRM commerciale su piccola scala, realizzato da una startup con sede negli
Stati Uniti che vende “crediti di raffreddamento” per il rilascio di palloni
aerostatici ad alta quota con aerosol.
Non
sono state effettuate consultazioni preliminari con il governo o le comunità
locali.
Il lancio iniziale ha spinto il governo
messicano ad annunciare che avrebbe bloccato tali attività.
L’azienda
ha poi continuato i lanci dagli Stati Uniti, che finora non hanno preso
provvedimenti.
Negli
ultimi sei anni, noi della “Carnegie Climate Governance Initiative” abbiamo
incontrato i rappresentanti dei governi e delle organizzazioni della società
civile di tutto il mondo, incoraggiandoli ad affrontare la mancanza di
governance per l’SRM.
Sebbene
siano stati compiuti alcuni progressi, il problema merita maggiore attenzione e
in tempi brevi.
La
tipologia di SRM più studiata e controversa è l’iniezione di aerosol
stratosferico.
Se
venisse impiegata su larga scala, abbasserebbe rapidamente la temperatura media
globale e influenzerebbe tutti i Paesi e gli ecosistemi del mondo, ma non
necessariamente in egual misura.
Attualmente,
l’iniezione di aerosol stratosferico esiste solo nei modelli al computer e non
è pronta per la diffusione, anche se sono stati tentati alcuni esperimenti
all’aperto e altri sono stati implementati.
La
premessa alla base, tuttavia, imita ciò che accade durante un’esplosione
vulcanica, quando gli aerosol di zolfo vengono rilasciati nella bassa
stratosfera.
Gli
aerosol riflettono parte della luce solare nello spazio, abbassando
temporaneamente il sole e quindi la temperatura globale.
Alcuni
scienziati suggeriscono che gli aerei potrebbero rilasciare regolarmente
aerosol riflettenti nella bassa stratosfera e che la temperatura della Terra si
raffredderebbe significativamente nel giro di pochi mesi.
Nessun
altro metodo per affrontare il riscaldamento potrebbe dare risultati così
rapidi, con un prezzo minimo per i costi diretti dell’ordine di 20 miliardi di
dollari all’anno per 1 grado Celsius di raffreddamento.
Qui
sta parte del fascino e del pericolo di questa tecnica.
L’SRM
non è una soluzione al cambiamento climatico perché non ne affronta la causa
principale: l’eccesso di emissioni di gas serra.
Solo
la riduzione delle emissioni e la rimozione del carbonio atmosferico possono
farlo.
(Dovrebbe essere chiaro che la scienza
ci dice che la CO2 è 4 volte più pesante dell’aria atmosferica.
La CO2
prodotta dall’uomo si stende sulla terra e sui mari e non può volare sulla
stratosfera come un gas serra! N.d.R.)
L’SRM
affronta uno dei suoi sintomi: l’aumento della temperatura.
Secondo l’IPCC, nella migliore delle ipotesi,
potrebbe essere un’integrazione agli sforzi complessivi per affrontare il
cambiamento climatico.
(foreignpolicy.com/2023/05/23/solar-geoengineering-radiation-modification-srm-regulation-climate-change/)
LA
CRESCITA DEL GHIACCIO MARINO
POLARE
SMONTA LA NARRATIVA
DELLA
CATASTROFE SUL CLIMA.
Comedonchisciotte.org
– Redazione CDC - Beatrice Raso, meteoweb.eu –(26 Luglio 2023) – ci dice:
Un
nuovo studio rivela che l'area della piattaforma di ghiaccio antartica è cresciuta
di 5305km² dal 2009 al 2019.
Un
nuovo studio condotto da un team di scienziati del clima, pubblicato dalla “European
Geosciences Union”, rivela che l’area della piattaforma di ghiaccio antartica è
cresciuta di 5305km² dal 2009 al 2019, guadagnando 661Gt di massa di ghiaccio
nell’ultimo decennio.
“Le piattaforme di ghiaccio antartiche
forniscono un supporto di rinforzo alla calotta glaciale, stabilizzando il
flusso di ghiaccio a terra e il suo contributo al livello globale del mare.
Negli
ultimi 50 anni, le osservazioni satellitari hanno mostrato che le piattaforme
di ghiaccio crollano, si assottigliano e si ritirano;
tuttavia, ci sono poche misurazioni del
cambiamento in tutta l’Antartide nell’area della piattaforma di ghiaccio”, si
legge nello studio, in cui gli autori hanno utilizzato i dati del satellite
MODIS (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer) per misurare il
cambiamento nella posizione e nell’area del fronte di distacco su 34
piattaforme di ghiaccio in Antartide dal 2009 al 2019.
“Nell’ultimo
decennio, una riduzione dell’area nella Penisola Antartica (6693km²) e
nell’Antartide occidentale (5563km²) è stata superata dalla crescita dell’area
nell’Antartide orientale (3532km²) e dalle grandi piattaforme di ghiaccio di
Ross e Ronne-Filchner (14028km²).
Il più
grande ritiro è stato osservato sulla piattaforma di ghiaccio Larsen C, dove
sono stati persi 5917km² di ghiaccio durante un evento di distacco singolo nel
2017, e il più grande aumento dell’area è stato osservato sulla piattaforma di
ghiaccio di Ronne nell’Antartide orientale, dove un graduale avanzamento
nell’ultimo decennio ha portato a un aumento dell’area di 5889km² dal 2009 al
2019.
Complessivamente,
l’area della piattaforma di ghiaccio antartica è cresciuta di 5305km² dal 2009,
con 18 piattaforme di ghiaccio in ritirata e 16 piattaforme più grandi in
crescita nell’area”, si legge nello studio.
“Le nostre osservazioni mostrano che le
piattaforme di ghiaccio antartiche hanno guadagnato 661Gt di massa di ghiaccio
nell’ultimo decennio, mentre l’approccio dello stato stazionario stimerebbe una
sostanziale perdita di ghiaccio nello stesso periodo, dimostrando l’importanza
di utilizzare le osservazioni del flusso di distacco variabile nel tempo per
misurare il cambiamento”, evidenziano i ricercatori.
Cambiamenti
piattaforma ghiaccio antartide 2009-2019.
“Questo
set di dati mostra le differenze regionali nel comportamento del distacco delle
piattaforme di ghiaccio e documenta la frequenza e l’entità degli eventi di
distacco in tutto il continente su scale temporali decennali.
Queste
osservazioni saranno utili per studi regionali sul cambiamento della
piattaforma di ghiaccio in Antartide e possono essere utilizzate come set di
dati di input per studi di modellazione o come set di dati di convalida per
studi futuri che sviluppano metodi più automatizzati per misurare il
cambiamento nella posizione del fronte di distacco della piattaforma di
ghiaccio.
Gli
studi futuri dovrebbero utilizzare gli archivi di dati satellitari storici per
estendere la registrazione del cambiamento dell’area della piattaforma di ghiaccio,
che ci consentirà di stabilire se vi è un cambiamento a lungo termine nella
frequenza del distacco della piattaforma di ghiaccio in Antartide.
Dobbiamo
sviluppare e applicare tecniche automatizzate per aumentare la frequenza con
cui è possibile effettuare misurazioni del fronte del distacco, in particolare
su piattaforme di ghiaccio e ghiacciai più piccoli, che consentiranno di
caratterizzare e monitorare il comportamento del distacco stagionale a breve
termine”, concludono gli autori dello studio.
Il
ghiaccio marino polare e la narrativa della catastrofe sul clima.
I
risultati di questo studio confermano le scoperte dell’eminente meteorologo
Professor “J. Ray Bates”, la cui ricerca ha dimostrato che le tendenze nei
livelli del ghiaccio marino polare danno poco motivo di allarme.
In un
articolo, dal titolo “Il ghiaccio marino polare e la narrativa della catastrofe
sul clima”, pubblicato poco più di un anno fa dalla “Global Warming Policy
Foundation”, il Professor “Bates” ha confrontato le simulazioni dei modelli
climatici – che prevedono una significativa riduzione dei livelli di ghiaccio
marino in entrambi gli emisferi – con dati empirici e tendenze osservate nel
ghiaccio marino artico e antartico.
“Bates”
ha affermato: “nel 2007, Al Gore ci ha detto che i livelli del ghiaccio marino
artico stavano ‘cadendo da una scogliera’.
Ora è chiaro che si sbagliava completamente.
In
effetti, le tendenze del ghiaccio marino sono un antidoto all’allarmismo
climatico”.
Ghiaccio
marino artico.
Nella
sua ricerca, “Bates evidenzia” che per “il periodo 2013-2019, durante il quale
si prevedeva che l’Artico sarebbe diventato libero dai ghiacci alla fine
dell’estate, le proiezioni dei modelli sono ben lungi dall’essere confermate.
La Figura 1 è una serie temporale
dell’estensione media osservata del ghiaccio marino artico per settembre, nel
periodo delle osservazioni satellitari (1979-2021). C’è stato un marcato
declino del ghiaccio marino per un periodo successivo al 1996.
Tuttavia,
dal 2007, invece di scomparire come previsto, il ghiaccio marino di settembre
ha mostrato un tasso di declino molto più lento, rimanendo nella regione di 4,5
milioni di km².
Se si
mantenesse la tendenza statistica dell’ultimo periodo di 15 anni, ci vorrebbero
più di 500 anni prima che l’Artico resti senza ghiacci a settembre.
Sebbene
non si possa fare molto affidamento su una tendenza lineare misurata in un
periodo così breve, va ricordato che le drammatiche proiezioni della perdita di
ghiaccio marino pubblicizzate da Al Gore erano basate su un modello che
utilizzava dati osservativi su un periodo ancora più breve”.
Estensione
media ghiaccio marino artico settembte 1979-2021.
“Qualsiasi
discussione obiettiva sul recente declino del ghiaccio marino artico richiede
anche che si prenda in considerazione l’evidenza relativa alla variabilità
naturale del passato su una scala temporale pluridecennale.
Nell’era pre-satellite, i dati affidabili
sulla copertura del ghiaccio marino erano scarsi.
Tuttavia,
studi recenti hanno dimostrato che esiste una forte relazione tra l’estensione
del ghiaccio marino e le temperature misurate nelle stazioni artiche.
Le
registrazioni delle temperature risalgono a molto prima e mostrano variazioni
di lungo periodo, con il riscaldamento dell’Artico verificatosi tra il 1900 e
gli anni del 1940, seguito dal raffreddamento fino agli anni del 1970, e poi da
un rinnovato riscaldamento fino ad oggi.
Combinando
le registrazioni della temperatura e del ghiaccio marino parziale, è possibile
creare ricostruzioni statistiche dell’estensione totale del ghiaccio marino che
risale agli inizi del 1900.
Alcune
di queste ricostruzioni indicano che tra il 1900 e gli anni ’40 potrebbe
essersi verificata un’estensione del ghiaccio marino artico paragonabile agli
attuali livelli ridotti”, scrive Bates nel suo studio.
A
supporto della variabilità naturale, il Professore cita l’esempio della
“decisione del governo sovietico nel 1932 di sviluppare i mari del nord come
rotta di trasporto regolare dall’Europa all’Asia, realizzata sulla base della
scomparsa del ghiaccio marino.
Il progetto è stato successivamente
abbandonato quando il ghiaccio marino è tornato dopo il raffreddamento.
È
chiaro che la variabilità naturale pluridecennale, scarsamente simulata dai
modelli climatici, ha dato origine a grandi variazioni nel ghiaccio marino
artico in passato e potrebbe essere un fattore di ciò che si sta osservando
attualmente”, osserva Bates.
Ghiaccio
marino antartico.
Nella
sua ricerca, inoltre, Bates evidenzia come in “Antartide, nel frattempo, non
c’è stato alcun cambiamento significativo nell’estensione media annua del
ghiaccio marino nel periodo di misurazioni satellitari affidabili, nonostante
le proiezioni dei modelli di un declino simile a quello nell’Artico.
Le
osservazioni vengono nuovamente presentate per settembre, mese in cui i modelli
prevedono cambiamenti significativi.
Nell’emisfero
australe, settembre è il mese in cui l’estensione del ghiaccio marino raggiunge
il massimo nel tardo inverno.
La figura 2 mostra le medie di settembre per
il periodo 1979-2021.
Si può vedere che, contrariamente a quanto
previsto dai modelli, la tendenza durante questo periodo è nella direzione di
un lieve aumento dell’estensione del ghiaccio marino antartico”.
Estensione
media ghiaccio marino antartide settembte 1979-2021.
Nel
suo studio, Bates afferma, inoltre, che si dovrebbe fare poco affidamento sulle
simulazioni dei modelli sul futuro declino del ghiaccio marino:
“i modelli climatici non sono riusciti a
prevedere la crescita del ghiaccio marino antartico e hanno mancato il recente
marcato rallentamento del declino del ghiaccio marino nell’Artico.
Sarebbe
ingiustificato pensare che riusciranno a sistemare le cose nei prossimi 30
anni”.
Il
ghiaccio marino polare e i gas serra.
Le
evidenze che Bates ha presentato nel suo studio “indicano che la risposta del ghiaccio
marino polare all’aumento dei gas serra dovrebbe essere annoverata tra i molti
aspetti irrisolti della scienza del clima”.
I
fatti esposti nello studio “meritano di essere riconosciuti quando viene
avanzata la nozione di emergenza climatica, che richiede i cambiamenti più
drastici e immediati per l’economia mondiale.
Qualche
preoccupazione potrebbe anche essere mostrata tra le persone coinvolte per la
crescente eco-ansia inflitta alle giovani generazioni”, conclude Bates.
(Ma
l’aumento futuro del gas serra non può comprendere la CO2 che è 4 volte più
pesante dell’atmosfera e quindi precipita sulla terra e perciò non può essere
causale al riscaldamento globale. N.D.R.)
(Beatrice
Raso, meteoweb.eu)
(Beatrice
Raso. Laureata in Lingue e Comunicazione)
(meteoweb.eu/2023/06/ghiaccio-marino-polare-narrativa-catastrofe-clima/1001255702/)
COME
IL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI
HA
APPENA VOTATO PER RENDERE
PERMANENTE
LA GUERRA.
Comedonchisciotte.org
- Redazione CDC – (25 Luglio 2023) - Eric Zuesse, southfront.org – ci dice:
In
un’audace dimostrazione della determinazione bipartisan del Congresso degli
Stati Uniti dopo l’11 settembre di bloccare per sempre la manna che il
Congresso ha temporaneamente concesso alle industrie della ‘Difesa’ dell’America
(produttori di armi da guerra, ecc.), la proposta di Risoluzione del Congresso,
il 19 luglio, “Sull’Emendamento (Paul Amdt. No. 222 )”, volta a “Esprimere il
senso del Congresso che l’Articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico non
sostituisce il requisito costituzionale che prevede che il Congresso dichiari
la guerra prima che gli Stati Uniti si impegnino in una guerra“, è stata
bocciata dal Senato degli Stati Uniti, con l’enorme margine bipartisan di 83 No
e 16 Sì.
Tutti
i 16 sì erano Senatori repubblicani.
Tuttavia, anche 32 Repubblicani ed entrambi i Senatori
‘Indipendenti’ del Senato (Sanders del Vermont e King del Maine) hanno votato
contro – hanno votato che la clausola della Costituzione degli Stati Uniti che
richiede un’autorizzazione del Congresso prima che il Presidente degli Stati
Uniti possa inviare le forze americane all’estero in una guerra, sia annullata
se la NATO dichiara guerra.
(Per esempio: se la NATO dichiara guerra alla
Russia per quanto riguarda l’Ucraina – cosa che potrebbe accadere – allora
l’America è automaticamente in guerra contro la Russia e non è necessaria
alcuna autorizzazione del Congresso perché gli Stati Uniti possano lanciare
immediatamente un’invasione nucleare della Russia).
Quindi:
questo è stato tutt’altro che un voto di parte al Congresso:
83 Senatori degli Stati Uniti, di entrambi e
di nessun partito, l’hanno approvato.
Ma il
popolo americano l’ha approvato?
Il
popolo americano aveva votato quegli 83 Senatori in carica.
Perché
il popolo americano lo ha fatto?
Forse
perché gli stessi appaltatori della ‘Difesa’ che avevano finanziato le carriere
politiche di questi Senatori hanno ANCHE finanziato i candidati del Partito
opposto che correvano contro di loro?
I miliardari devono finanziare entrambi i
partiti perché ciò accada?
È a
questo che si è ridotta la ‘democrazia’ americana?
Il 17
febbraio 2023, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha emesso il suo
“Avviso sulla continuazione dell’Emergenza Nazionale in relazione alla Libia” e
– sebbene circa la metà dei Senatori statunitensi si sia schierata
pubblicamente contro le vendite di armi degli Stati Uniti nelle guerre
mediorientali – ha annunciato pubblicamente che l’America continuerà
l'”Emergenza Nazionale” che il Presidente Obama aveva annunciato nel 2011 per sbarazzarsi
di Muammar Gheddafi (anche se Gheddafi è stato assassinato l’11 ottobre 2011).
Il
Congresso non ha fatto nulla per opporsi alla continuazione di
quell’autorizzazione da parte di Biden, affinché Biden continuasse la
partecipazione dell’America a quelle guerre.
Infine, il 13 giugno 2023, il Rappresentante
dell’Arizona Paul Gosar ha titolato “Gosar introduce una legislazione che pone
fine alla dichiarazione di emergenza nazionale della Libia“, e ha riferito che
Gosar aveva appena introdotto “H.J. Res. 70, una legislazione che pone fine
all’emergenza nazionale relativa alla Libia dichiarata dal Presidente Obama il
25 febbraio 2011 nell’Ordine Esecutivo 13566”.
Si
tratta di una mossa di facciata, anche se lui la sostiene, perché da molti
decenni ormai, il Congresso degli Stati Uniti non vota mai contro gli
appaltatori di armamenti dell’America.
In
effetti, il comunicato stampa di Gosar ha ammesso che “Attualmente ci sono 41
emergenze nazionali dichiarate ancora in vigore negli Stati Uniti“.
Il suo
link mostra che queste ‘emergenze nazionali statunitensi’ sono contro: Iran,
Nicaragua, Sudafrica, Libia (1986), Panama, Iraq (1990), armi chimiche e
biologiche (di cui gli Stati Uniti sono stati i maggiori produttori) sono stati
i maggiori produttori – ma questo Ordine Esecutivo 12735 del 1990 era diretto
solo contro Paesi stranieri) – Haiti, Serbia e Montenegro, UNITA, Bosnia ed
Erzegovina, “Terroristi”, Cuba, Birmania, Sudan, Serbia e Montenegro di nuovo,
Talebani, Sierra Leone, Balcani occidentali, “Terroristi” di nuovo, Zimbabwe,
Iraq di nuovo (2003), Siria, Liberia, Costa d’Avorio, Bielorussia, Repubblica
Democratica del Congo, Libano, Corea del Nord, Somalia, Libia (2011), Russi in
Ucraina (2014), Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Venezuela, Burundi,
Nicaragua di nuovo, Mali, Cina, Cina di nuovo, Birmania di nuovo, Russia di
nuovo, Etiopia, Afghanistan e Russia di nuovo.
Altri
erano contrari, come i narcotici.
Tuttavia, quelle che ho elencato erano già 45
“emergenze nazionali statunitensi”, in cui il Presidente poteva portare gli
Stati Uniti in guerra indipendentemente dal Congresso degli Stati Uniti.
E,
naturalmente, poiché tutti questi ‘funzionari pubblici’ dipendono
essenzialmente dai miliardari americani, queste persone sono quelle che il
Governo degli Stati Uniti rappresenta effettivamente.
(Alcuni dicono che l’America è una repubblica
anziché una democrazia, ma la vera domanda è: chi rappresentano effettivamente
i rappresentanti?)
In
ogni caso: il problema non è come interpretare la Costituzione, ma come
ignorare la Costituzione in modo tale che la Corte Suprema degli Stati Uniti la
ignori, che è il modo in cui i Presidenti degli Stati Uniti sono d’accordo con
entrambe le Camere.
I
Presidenti degli Stati Uniti sono d’accordo con entrambe le Camere del
Congresso e con entrambi i Partiti del Congresso, per ignorare la Costituzione
e per coprirla con scuse offuscanti che, agli osservatori occasionali,
potrebbero sembrare credibili, ma che tuttavia sono false come una banconota da
tre dollari e hanno il solo scopo di ingannare gli sciocchi votanti del
pubblico, in modo da continuare l’ignoranza e le distorsioni di routine, ormai
di lunga data, su ciò che i veri autori della Costituzione degli Stati Uniti
avevano scritto e detto.
Queste
questioni sono diventate invece oggetto di dibattito solo da parte di un’élite
di ‘esperti’ accreditati dai rappresentanti dei miliardari d’America, al fine
di mantenere il dibattito il più offuscato possibile e il più estraneo
possibile agli interessi del pubblico, in modo che la Costituzione degli Stati
Uniti ‘significhi’ solo ciò che gli attuali rappresentanti dei miliardari
trovano accettabile che significhi.
Tuttavia,
ora, in casi particolari come quelli discussi qui, la Corte Suprema degli Stati
Uniti non viene nemmeno coinvolta.
Per
decisione dell’Esecutivo e del Legislatore, la Costituzione degli Stati Uniti
viene di fatto ignorata in queste questioni, quelle che sono di vitale
importanza per i miliardari americani.
( Eric
Zuesse, southfront.org) – (Eric Zuesse. Scrittore e ricercatore indipendente americano)
(southfront.org/eric-zuesse-how-u-s-congress-just-voted-to-make-war-permanent/)
Robert
F. Kennedy, Jr. e
i
Grandi Innominabili.
Unz.com
- RON UNZ – (24 LUGLIO 2023) – ci dice:
Come
erede 69enne della dinastia politica più famosa della storia moderna del nostro
paese e figlio e nipote di leader americani uccisi, Robert F. Kennedy, Jr. ha
vissuto tutta la sua vita sotto gli occhi del pubblico.
Ma anche se ha avuto una carriera di successo
come avvocato ambientale e attivista politico, l'America è un grande paese e
fino agli ultimi due anni avevo avuto solo la più vaga impressione di lui.
Tutto
è cambiato con l'epidemia di Covid e i vaccini sviluppati per controllarla.
Negli
anni precedenti, Kennedy era diventato uno dei principali scettici sui vaccini
e nel 2021, il movimento anti-vaxxing americano è stato improvvisamente
trasformato da una causa emarginata ed eccentrica dei ricchi sobborghi liberali
in una forza al centro incandescente della politica americana, situata in modo
schiacciante nella destra repubblicana cospirativa.
Durante
questa lunga crisi di salute pubblica, i media mainstream avevano elevato
Anthony Fauci al ruolo del nostro salvatore nazionale, ma alla fine del 2021
Kennedy ha pubblicato un libro bollente che attaccava lui e la sua lunga
carriera, che è diventato rapidamente un bestseller #1 di Amazon nonostante la
mancanza di qualsiasi pubblicità significativa o copertura mediatica, e l'ho
comprato e letto.
Sebbene
fossi stato estremamente critico nei confronti del movimento anti-vaxxing,
considerandolo sia allora che ora come per lo più crack pottery, sono rimasto
molto colpito dalle informazioni sorprendenti che ha fornito nel suo testo e ho
scritto una recensione fortemente favorevole che è stata ampiamente letta e
diffusa:
(Pravda
americana: Vaxxing, Anthony Fauci e l'AIDS
Ron
Unz • The Unz Review • 6 dicembre 2021)
Poi,
nel febbraio 2022, è scoppiata la guerra in Ucraina e le preoccupazioni di
politica estera hanno sostituito tutto il resto.
Sia
l'establishment del Partito Democratico che quello Repubblicano sono diventati
implacabilmente ostili nei confronti della Russia, sostenendo con entusiasmo
sanzioni economiche senza precedenti contro quel paese e i suoi cittadini,
fornendo al contempo una raffica di aiuti militari e finanziari al regime
ucraino sotto assedio.
Solo
una manciata di figure di spicco di entrambi i lati del corridoio ideologico
era disposta a sfidare questo consenso mediatico quasi unanime.
Questi
oppositori hanno sottolineato i rischi estremi della nostra politica del
rischio calcolato militare nel combattere una guerra per procura della NATO
contro la Russia dotata di armi nucleari sul confine della Russia, e Kennedy
alla fine si unì a questo piccolo gruppo.
Con le
elezioni del 2024 che si avvicinano e il presidente Joe Biden a braccetto con
l'establishment repubblicano a sostegno della nostra politica aggressiva sulla
Russia, Kennedy ha fatto il passo audace di entrare in gara, sfidando
coraggiosamente il presidente in carica del suo stesso partito su questioni di
guerra e pace, proprio come suo padre aveva fatto una volta nella sua fatidica
campagna del 1968.
Le
difficoltà che Kennedy dovette affrontare furono enormi. Sebbene potesse essere
tremendamente popolare tra gli anti-vaxxer impegnati, tali individui erano
prevalentemente repubblicani, difficilmente di grande aiuto in una primaria
democratica.
Kennedy
non aveva mai ricoperto in precedenza cariche pubbliche, e con praticamente
tutti i democratici eletti schierati contro di lui, i media si fecero beffe di
quello che descrivevano come il suo sforzo senza speranza.
Ma poi
sono usciti diversi sondaggi, che mostrano che ha ottenuto circa il 20% di
sostegno democratico contro il presidente Biden, una cifra sorprendente così
presto nella corsa.
Proprio
come la vecchia Pravda sovietica aveva protetto il Partito Comunista dell'URSS
al potere, i
nostri media mainstream difendono ferocemente il nostro "Uni partito"
democratico-repubblicano contro qualsiasi estraneo, che si chiamasse Trump o Kennedy, e quest'ultimo divenne
presto il bersaglio di attacchi viziosi e faziosi su questioni reali o
inventate.
La
maggior parte di questi primi colpi mediatici sembrano aver avuto scarso
impatto, ma a differenza dei politici di carriera per tutta la vita, Kennedy è
piuttosto appassionato e schietto sui suoi problemi e la sua nascente campagna
manca dell'esercito di gestori e scrittori di discorsi che proteggono il
candidato da parole controverse.
Così, durante una piccola cena a New York, alcune
delle sue teorie sul Covid sono state catturate in video e presto smentite
dall'ostile New York Post.
Il
titolo esplosivo del Post diceva "RFK Jr. dice che il COVID potrebbe
essere stato 'etnicamente mirato' per risparmiare gli ebrei", e la stessa
pubblicazione ha poi pubblicato altre due storie nelle successive 24 ore.
Presto scoppiò una tempesta mediatica
nazionale, con il titolo del New York Times che denunciava Kennedy per la sua
"Teoria
della cospirazione bigotta del nuovo Covid".
Kennedy
aveva pochi difensori iniziali e alcuni di questi potrebbero difficilmente aver
aiutato la sua causa.
Uno scrittore di un sito web razzista bianco ha
elogiato il coraggio di Kennedy nello ipotizzare che il virus Covid fosse stato
bioingegnerizzato per uccidere i gentili bianchi.
L'establishment
politico e i suoi alleati mediatici ovviamente odiano Kennedy e hanno fatto del
loro meglio per danneggiare la sua campagna, indulgendo liberamente in
esagerazioni selvagge e cattivi insulti.
Ma in questo caso particolare, le loro accuse sembrano
quasi del tutto corrette. Si consideri, ad esempio, la difesa vocale di Kennedy
montata dallo scrittore liberale Patrick Lawrence.
La
lapidazione di R.F.K. Jr.
Quanto
in basso andranno i media?
(Patrick
Lawrence • Substack • 19 luglio 2023)
Lawrence
affermò che gli attacchi dei media a Kennedy erano estremamente ingiusti, ma
incluse le seguenti due citazioni dalle osservazioni di Kennedy:
COVID-19.
C'è un argomento che è etnicamente mirato. COVID-19 attacca alcune razze in
modo sproporzionato. COVID-19 è mirato ad attaccare caucasici e neri. Le
persone più immuni sono gli ebrei ashkenaziti e i cinesi... Non sappiamo se sia
stato deliberatamente preso di mira o meno, ma ci sono documenti là fuori che
mostrano il differenziale e l'impatto razziale o etnico.
E
dobbiamo parlare di armi biologiche.
So molto sulle armi biologiche perché ho fatto un
libro su di loro negli ultimi due anni e mezzo. E... La tecnologia che ora
abbiamo... Abbiamo investito centinaia di milioni di dollari in microbi
etnicamente mirati.
I
cinesi hanno fatto la stessa cosa... Sappiamo che i cinesi stanno spendendo
centinaia di milioni di dollari per sviluppare armi biologiche etnicamente mirate,
e noi stiamo sviluppando armi biologiche etniche.
Questo
è ciò di cui si occupano tutti quei laboratori in Ucraina.
Stanno
raccogliendo DNA russo.
Stanno
raccogliendo DNA cinese in modo da poter indirizzare le persone per razza.
Kennedy
stava chiaramente suggerendo che il Covid potrebbe essere stato sviluppato come
arma biologica etnicamente mirata, volta a uccidere i gentili bianchi e i neri.
Dal momento che afferma anche che ebrei e
cinesi "sono i più immuni", sembra implicare che sono i sospettati
più probabili nel rilascio di un virus che ha probabilmente ucciso oltre venti
milioni di persone in tutto il mondo, tra cui più di un milione di americani.
Queste sono dichiarazioni assolutamente incendiarie da
parte di un candidato presidenziale, molto più oltraggiose di qualsiasi cosa
Donald Trump abbia mai pronunciato, e quindi l'incidente ha pienamente
giustificato la pesante copertura che ne è derivata.
Tuttavia,
i media attaccarono Kennedy per le sue osservazioni senza tentare di
confutarlo, portando Lawrence e molti altri osservatori a supporre che fosse
stato "politicamente scorretto" ma "scientificamente
corretto".
Dovremmo
quindi considerare se il candidato alla presidenza avesse qualche base fattuale
per le sue teorie scioccanti.
La
possibile creazione di armi biologiche a bersaglio etnico è stata discussa per
decenni e nel corso degli anni ci sono state notizie di importanti sforzi di
ricerca per svilupparle.
Ad
esempio, già nel novembre 1998, il Sunday Times di Londra rivelò che Israele
stava sviluppando un'arma "bomba etnica" mirata alle caratteristiche
genetiche delle popolazioni arabe, e sicuramente altri paesi hanno fatto
ricerche militari simili durante i decenni successivi.
Nel
2007, la Russia ha scoperto che varie organizzazioni occidentali stavano
raccogliendo campioni di DNA russo, sollevando preoccupazioni plausibili sul
fatto che stessimo sviluppando armi biologiche etniche mirate alla loro
popolazione.
Quindi,
in senso lato, le preoccupazioni di Kennedy sono perfettamente ragionevoli e un
argomento molto appropriato per un potenziale leader americano.
Tuttavia,
chiunque – per non parlare di un candidato presidenziale – sollevi questioni
ultra-controverse dovrebbe essere ultra-attento con i suoi fatti, e questo non
sembra essere stato il caso di Kennedy.
Ad
esempio, sospetto fortemente che la massiccia infrastruttura di guerra
biologica americana – la più grande e antica del mondo – abbia effettivamente
svolto un lavoro di ricerca e sviluppo su armi biologiche a bersaglio etnico,
ma non ho mai visto alcuna prova solida di ciò, e a meno che non abbia tali
prove, Kennedy non avrebbe dovuto dichiararlo come un fatto.
Inoltre,
ha anche dichiarato: "Sappiamo che i cinesi stanno spendendo centinaia di
milioni di dollari per sviluppare armi biologiche etnicamente mirate".
Ho letto molti dei libri ferocemente anti-Cina
sul Covid, e non ricordo che nessuno di loro abbia fatto una tale affermazione,
per non parlare di fornire alcuna documentazione a sostegno.
Quindi
o Kennedy ha una fonte unica di informazioni vitali sull'intelligence, o sta
semplicemente promuovendo come fatto le bugie propagandistiche di attivisti
complottisti marginali, un fallimento molto grave per un candidato
presidenziale.
Sfortunatamente,
sospetto fortemente che sia la seconda situazione.
Negli
ultimi due anni, esattamente questo tipo di accuse selvagge sono diventate
diffuse tra gli attivisti anti-Cina, nessuno dei quali ha mai avuto prove
solide, e quel gruppo si sovrappone pesantemente agli anti-vaxxer che
probabilmente costituiscono una parte importante della cerchia politica
personale di Kennedy.
È
naturale per un candidato assorbire gradualmente le convinzioni di coloro che
lo circondano e che condividono le sue opinioni su altri argomenti.
L'affermazione
di Kennedy secondo cui ebrei e cinesi sono molto meno vulnerabili al Covid
rispetto ai neri o ai gentili bianchi sembra altrettanto dubbia, essendo basata
su uno studio di ricerca scientifica del 2020 che è stato ampiamente frainteso
nei circoli cospirativi marginali.
Quel
documento aveva esaminato un particolare tratto di suscettibilità genetica che
coinvolgeva i recettori ACE2 e aveva scoperto che le variazioni deleterie erano
abbastanza comuni tra i neri e i gentili bianchi, mentre erano rare tra i
latini, gli asiatici orientali e meridionali e gli ebrei.
Ma il
documento non ha mai quantificato l'impatto di quelle varianti: l'aumento della
suscettibilità al Covid era del 2% o del 20% o del 50%?
Inoltre,
per il Covid qualsiasi distorsione etnica in quella fascia sarebbe
completamente sommersa da altri fattori, in particolare l'impatto dell'età.
Gli individui sopra i 60 anni sono forse il
10.000% più vulnerabili al Covid rispetto a quelli sotto i 40 anni, quindi una
differenza del 15% o del 20% dovuta a fattori genetici sarebbe totalmente
trascurabile al confronto.
In
ogni caso, il mezzo migliore per determinare la vulnerabilità etnica al Covid è
fare affidamento su dati empirici reali piuttosto che sugli ambigui argomenti
teorici di un articolo pubblicato molto presto nell'epidemia.
Kennedy
vive in California e i 39 milioni di residenti del suo stato includono un
numero enorme di bianchi, asiatici, latini e neri, con il governo locale che
riporta attentamente i tassi di mortalità per tutti questi gruppi.
Mi ci
sono voluti solo cinque minuti per localizzare quei dati su Internet e altri
dieci minuti per produrre un semplice grafico che mostrasse i loro tassi di
mortalità relativi, stratificati per diverse fasce di età.
Come
chiunque può vedere, queste statistiche sulla mortalità nel mondo reale sono
totalmente diverse da quelle suggerite dal documento di ricerca teorica che
Kennedy aveva citato.
Sebbene
il tasso di mortalità asiatico sia leggermente inferiore a quello dei bianchi,
la differenza non è grande ed è totalmente trascurabile nella popolazione in
età lavorativa di età compresa tra 18 e 64 anni.
Il
piccolo divario bianco-asiatico potrebbe essere facilmente spiegato da
differenze nello stile di vita, obesità o fattori culturali piuttosto che da
qualsiasi differenza genetica.
Inoltre,
lo studio di ricerca aveva previsto che i tassi di mortalità dei latini
sarebbero stati inferiori a quelli dei bianchi, ma invece sono stati molto,
molto più alti, specialmente negli anni in età lavorativa.
Il governo della California non separa i tassi
di mortalità degli ebrei, ma dato che tutte le altre affermazioni scientifiche
in quel primo studio si sono rivelate totalmente sbagliate, non abbiamo motivo
di credere che quelle riguardanti gli ebrei fossero migliori.
La
realtà empirica supera sempre la speculazione teorica, e Kennedy dovrebbe
essere aspramente criticato per non essersi mai preoccupato di esaminare i dati
reali prima di esporre le sue affermazioni esplosive ed errate.
Ma
Kennedy non è certo il solo in questo fallimento.
Si consideri che tutti gli attacchi dei media
contro le sue dichiarazioni si sono limitati a denunciarle come "bigotte
senza mai contestarle come di fatto inesatte, portando Lawrence e altri
osservatori a concludere ragionevolmente che Kennedy aveva ragione.
Questo
certamente suggerisce che nessuno dei grandi media americani si è mai
preoccupato di guardare quelle statistiche sulla mortalità etnica.
Queste
grandi organizzazioni mediatiche dispongono di risorse investigative forse
mille volte più grandi di quelle della campagna di Kennedy, e la loro reazione
a questo incidente dimostra ancora una volta la loro totale incompetenza.
Kennedy
è un avvocato di formazione piuttosto che uno scienziato, e come non scienziato
probabilmente ha un rispetto gonfiato per qualsiasi articolo scientifico
pubblicato.
Così ha frainteso casualmente le implicazioni
di un articolo di giornale accademico e non si è mai preoccupato di controllare
le sue conclusioni rispetto a statistiche pubbliche facilmente disponibili.
Per un
privato, questo non è certo un grosso problema, ma un fallimento molto più
grave per un candidato presidenziale che fa accuse pubbliche così incendiarie.
Tuttavia,
la sua campagna è ancora in una fase molto iniziale e questa sfortunata
controversia potrebbe avere un lato positivo se lo costringesse a diventare
molto più attento con i suoi fatti e cauto nelle sue parole.
Inoltre, dato il suo background personale, possiamo
facilmente capire perché sarebbe così estremamente sospettoso delle
affermazioni fatte dall'establishment politico e dai suoi alleati mediatici su
tutta una serie di argomenti importanti.
Alla
fine del 2021, Kennedy aveva pubblicato un potente articolo di opinione sul “San
Francisco Chronicle” spiegando come aveva vissuto quasi tutta la sua vita senza
sapere come fosse morto suo padre, apprendendo l'amara verità solo nel 2016.
Durante
tutti quei decenni precedenti, aveva creduto che suo padre, il candidato
presidenziale senatore Robert F. Kennedy, fosse stato ucciso da Sirhan Sirhan,
un folle assassino solitario, piuttosto che morire per mano di una cospirazione.
Sirhan
Sirhan non ha ucciso mio padre. Il governatore Newsom dovrebbe liberarlo.
(Robert
F. Kennedy Jr. • San Francisco Chronicle • 8 dicembre 2021)
In
circostanze normali, i media sarebbero eccezionalmente desiderosi di
stigmatizzare qualsiasi candidato sfavorito come "teorico della
cospirazione" per aver preso tali posizioni.
Ma in
questo caso, i media hanno invece fatto di tutto per evitare di sollevare
questo problema come ho discusso l'anno scorso:
L'ovvia
ragione di questa strana reticenza mediatica era che la posizione di Kennedy
era molto solidamente fondata su prove concrete e concrete.
Nel 2018 ho attinto ad alcuni dei materiali del libro”
Brothers” del 2008 di David Talbot, ampiamente elogiato, per descrivere gli
strani aspetti dell'assassinio.
Se le
prime due dozzine di pagine del libro di Talbot hanno completamente ribaltato
la mia comprensione dell'assassinio di JFK, ho trovato la sezione finale quasi
altrettanto scioccante.
Con la guerra del Vietnam come pietra politica
al collo, il presidente Johnson decise di non cercare la rielezione nel 1968,
aprendo la porta a un ingresso dell'ultimo minuto nella corsa democratica da
parte di Robert Kennedy, che superò considerevoli probabilità di vincere alcune
importanti primarie.
Poi, il 4 giugno 1968, ha portato la
gigantesca California del vincitore a prendere, mettendolo su un percorso
facile per la nomina e la presidenza stessa, a quel punto sarebbe stato
finalmente in grado di indagare a fondo sull'assassinio di suo fratello.
Ma
pochi minuti dopo il suo discorso di vittoria, è stato colpito e ferito a
morte, presumibilmente da un altro uomo armato solitario, questa volta un
immigrato palestinese disorientato di nome Sirhan Sirhan, presumibilmente
indignato per le posizioni pubbliche filo-israeliane di Kennedy, sebbene queste
non fossero diverse da quelle espresse dalla maggior parte degli altri
candidati politici in America.
Tutto
questo mi era ben noto.
Tuttavia,
non sapevo che le ustioni da polvere in seguito dimostrarono che il proiettile
fatale era stato sparato direttamente dietro la testa di Kennedy da una
distanza di tre pollici o meno, sebbene Sirhan fosse in piedi diversi metri di
fronte a lui.
Inoltre,
testimonianze oculari e prove acustiche hanno indicato che almeno dodici
proiettili sono stati sparati anche se il revolver di Sirhan poteva contenerne
solo otto, e una combinazione di questi fattori ha portato il coroner di lunga
data Thomas Naguchi, che ha condotto l'autopsia, a sostenere nel suo libro di
memorie del 1983 che c'era probabilmente un secondo uomo armato.
Nel
frattempo, testimoni oculari hanno anche riferito di aver visto una guardia di
sicurezza con la pistola spianata in piedi immediatamente dietro Kennedy
durante l'attacco, e quell'individuo aveva un profondo odio politico per i
Kennedy.
Gli
investigatori della polizia sembravano disinteressati a questi elementi
altamente sospetti, nessuno dei quali è venuto alla luce durante il processo.
Con
due fratelli Kennedy ormai morti, né i membri sopravvissuti della famiglia né
la maggior parte dei loro alleati e servitori avevano alcun desiderio di
indagare sui dettagli di quest'ultimo assassinio, e in un certo numero di casi
si trasferirono presto all'estero, abbandonando completamente il paese.
La vedova di JFK, Jackie, confidò agli amici che era
terrorizzata per la vita dei suoi figli, e sposò rapidamente Aristotele
Onassis, un miliardario greco, che sentiva sarebbe stato in grado di
proteggerli.
Quindi
abbiamo una situazione in cui i media americani hanno diretto una tempesta di
indignazione contro alcune osservazioni casuali che Kennedy ha fatto in una
cena privata a New York City, ma ha quasi totalmente ignorato le sue ripetute
dichiarazioni pubbliche e scritti riguardanti la cospirazione che ha causato la
vita di suo padre e anche quella di suo zio.
Presidente
John F. Kennedy.
Non è
difficile vedere che i media ostili si sentono molto a loro agio nel discutere
il primo argomento, ma cercano disperatamente di evitare il secondo.
Gli
assassinii di Kennedy costituiscono una terrificante minaccia alla credibilità
dei media; se l'insabbiamento si disfacesse, il pubblico americano sarebbe
indignato nello scoprire di essere stato alimentato con bugie per sessant'anni
consecutivi.
E i
media sembrano ancora più terrorizzati dal vero contenuto del bestseller #1 di
Kennedy su Amazon.
Come ho scritto l'anno scorso:
Avevo
aperto il libro di Kennedy supponendo che si sarebbe concentrato quasi
interamente sui problemi di vaccinazione con cui l'autore era stato a lungo
identificato.
Eppure
presto scoprii che quasi metà del testo – circa 200 pagine – era invece
dedicato alla malattia dell'AIDS, un argomento completamente diverso, e che le
affermazioni che faceva erano assolutamente incendiarie.
Come
ho scritto a dicembre:
Eppure,
secondo le informazioni fornite nel bestseller #1 Amazon di Kennedy, questa
immagine ben nota e solidamente consolidata, che non avevo mai seriamente messo
in discussione, è quasi interamente falsa e fraudolenta, essenzialmente
equivalente a una bufala dei media medici.
Invece di essere responsabile dell'AIDS, il
virus HIV è probabilmente innocuo e non ha nulla a che fare con la malattia.
Ma
quando si scopriva che gli individui erano infetti dall'HIV, venivano
sottoposti ai primi farmaci per l'AIDS, estremamente redditizi, che erano in
realtà letali e spesso li uccidevano.
I primi casi di AIDS erano stati per lo più
causati da un uso molto pesante di particolari droghe illegali e il virus HIV
era stato erroneamente diagnosticato come responsabile.
Ma dal momento che Fauci e le compagnie
farmaceutiche affamate di profitti hanno presto costruito enormi imperi su
quella diagnosi errata, per più di 35 anni hanno combattuto molto duramente per
mantenerla e proteggerla, esercitando tutta la loro influenza per sopprimere la
verità nei media mentre distruggevano le carriere di qualsiasi ricercatore
onesto che sfidasse quella frode.
Nel
frattempo, l'AIDS in Africa era qualcosa di completamente diverso,
probabilmente causato principalmente dalla malnutrizione o da altre condizioni
locali.
Ho
trovato il racconto di Kennedy scioccante come qualsiasi altra cosa che abbia
mai incontrato.
In
circostanze normali, sarei stato estremamente riluttante ad abbracciare
affermazioni apparentemente stravaganti, ma la credibilità di alcuni dei
seguaci era difficile da ignorare.
Tuttavia,
la prima approvazione sul retro della copertina è del Prof. Luc Montagnier, il
ricercatore medico che ha vinto un premio Nobel per aver scoperto il virus
dell'HIV nel 1984, e scrive:
"Tragicamente per l'umanità, ci sono molte, molte
falsità provenienti da Fauci e dai suoi seguaci. RFK Jr. espone decenni di
bugie".
Inoltre,
ci viene detto che già alla Conferenza Internazionale sull'AIDS di San
Francisco del giugno 1990, Montagnier aveva dichiarato pubblicamente "il
virus dell'HIV è innocuo e passivo, un virus benigno".
Forse
questo premio Nobel ha approvato il libro per altri motivi e forse il
significato della sua sorprendente dichiarazione del 1990 è stato frainteso.
Ma
sicuramente l'opinione del ricercatore che ha vinto un premio Nobel per aver
scoperto il virus dell'HIV non dovrebbe essere totalmente ignorata nel valutare
il suo possibile ruolo.
Come
spiega Kennedy, altri tre premi Nobel per la scienza hanno espresso un simile
scetticismo pubblico per la narrativa convenzionale sull'HIV / AIDS, uno di loro
è “Kary Mullis”, il famoso creatore del rivoluzionario test PCR.
Nel
1985 l'AZT, un farmaco esistente, è stato provato per uccidere il virus HIV nei
test di laboratorio.
Fauci
ha poi fatto enormi sforzi per accelerare gli studi clinici come trattamento
appropriato per individui sani e sieropositivi, con l'approvazione della FDA
che finalmente arrivò nel 1987, producendo il primo momento di trionfo di
Fauci.
Al prezzo di $ 10.000 / anno per paziente, l'AZT è
stato uno dei farmaci più costosi della storia e, con il costo coperto
dall'assicurazione sanitaria e dai sussidi governativi, ha prodotto una manna
finanziaria senza precedenti per il suo produttore.
Kennedy
dedica un intero capitolo alla storia dell'AZT, e la storia che racconta è
qualcosa di Kafka o forse dei Monty Python.
Apparentemente,
Fauci era stato sottoposto a enormi pressioni per produrre scoperte mediche che
giustificassero il suo grande budget, quindi ha manipolato gli studi AZT per
nascondere la natura estremamente tossica del farmaco, che ha rapidamente
ucciso molti dei pazienti che lo hanno ricevuto, con i loro sintomi attribuiti
all'AIDS.
Quindi,
in seguito all'approvazione della FDA nel 1987, centinaia di migliaia di
individui perfettamente sani trovati infetti da HIV sono stati sottoposti a un
regime di AZT e il gran numero di decessi risultanti è stato erroneamente
attribuito al virus piuttosto che al farmaco antivirale.
Secondo gli esperti scientifici citati nel libro, la
stragrande maggioranza delle "morti per AIDS" post-1987 erano in
realtà dovute all'AZT.
Prima
dell'epidemia di Covid, l'AIDS aveva trascorso quasi quattro decenni come la
malattia di più alto profilo al mondo, assorbendo forse un paio di trilioni di
dollari di finanziamenti e diventando l'obiettivo centrale di un esercito di
scienziati ed esperti medici.
Semplicemente
sbalordisce che qualcuno suggerisca che l'HIV / AIDS potrebbe essere stato in
gran parte una bufala e che la stragrande maggioranza delle morti non è stata
causata dalla malattia ma dai farmaci assunti per curarla.
I miei
libri di testo scientifici a volte menzionavano che durante il 18 ° secolo, i
principali medici occidentali trattavano ogni sorta di disturbi con
sanguinamento, una pratica ciarlatana che causava regolarmente la morte dei
loro pazienti, con il nostro George Washington spesso annoverato tra le
vittime.
In
effetti, alcuni hanno sostenuto che per diversi secoli prima dei tempi moderni,
i trattamenti medici standard hanno inavvertitamente preso molte più vite di
quelle che hanno salvato, e quelli troppo poveri o arretrati per consultare un
medico probabilmente hanno beneficiato di questa mancanza. Ma non avevo mai immaginato che
questa stessa situazione potesse verificarsi durante gli ultimi decenni della
nostra era scientifica moderna.
Dal
1980 l'AIDS è stato un argomento esplosivo nella sfera pubblica, e chiunque –
scienziato o profano – abbia messo in discussione la narrativa ortodossa è
stato brutalmente denunciato come avere le mani sporche di sangue.
Durante i primi anni 2000 il presidente
sudafricano “Thabo Mbeki” aveva cautamente sollevato tali possibilità ed era
stato massicciamente diffamato dai media internazionali e dalla comunità
accademica.
Eppure,
quando il bestseller #1 di Kennedy su Amazon è andato molto oltre, dedicando
sette capitoli interi a sostenere che l'HIV / AIDS era solo una bufala medica,
i suoi antagonisti dei media hanno accuratamente evitato quell'argomento anche
mentre lo attaccavano per tutti gli altri motivi.
Ancora
una volta, l'unica spiegazione plausibile è che i giornalisti ostili e i loro
editori hanno riconosciuto che le prove fattuali di Kennedy erano troppo forti
e che tali attacchi potrebbero rivelarsi disastrosamente controproducenti.
Già
nel 1990, un ex professore di Harvard aveva dichiarato pubblicamente che la
bufala dell'AIDS era un grande scandalo scientifico quanto la famigerata frode
Lysenko, e se una parte sostanziale del pubblico americano concludeva che
l'AIDS era davvero un fantasma medico che era stato promosso per 35 anni dai
nostri media creduloni e disonesti, la credibilità di quest'ultimo sulle
attuali questioni di vaccinazione potrebbe essere completamente annientata.
Sarebbe
stata la cosa più facile del mondo per i media accusare accuratamente Kennedy
di "un
teorico della cospirazione il cui libro afferma che l'AIDS è una bufala", e quella frase semplice e breve
avrebbe immediatamente inferto un duro colpo alla sua reputazione pubblica.
Ma
molte persone avrebbero poi iniziato a esaminare i fatti, e una volta fatto, le
carte in tavola avrebbero potuto rapidamente cambiare, distruggendo la
credibilità dei suoi critici.
Il silenzio totale dei media suggerisce che
temevano molto questa possibilità.
Kennedy
dovrebbe riconoscere che il suo vero avversario in questa corsa del 2024 non è
Joseph Biden, che è stato trascinato oltre il traguardo delle campagne
elettorali primarie e generali del 2020 dai suoi sostenitori dell'establishment.
Invece,
il suo vero avversario sono i media dell'establishment americano, e con il loro
stesso silenzio, ha rivelato quei problemi che più teme di affrontare.
Kennedy
dovrebbe considerare di concentrarsi su alcune di queste vulnerabilità, i
"grandi innominabili" che i media mainstream temono così tanto.
Ucraina:
Bambini Fatti a Pezzi
per Venderne gli Organi!
Conoscenzealconfine.it
– (26 Luglio 2023) - Adriano Valente – ci dice:
“Abbiamo
liquidato i laboratori ucraini dopo la retata. Vi abbiamo trovato cadaveri dei
bambini fatti a pezzi”. Lo afferma l’ex osservatrice della Missione di
monitoraggio umanitario dell’OSCE, Vera Weidman.
Vera
ha fatto parte della Missione di monitoraggio umanitario dell’OSCE che ha
raccolto informazioni sui laboratori clandestini presso le strutture militari
ucraini dal 2019 al 2022.
Vera
Weidman ha testimoniato che le forze di sicurezza nazionale ucraine uccidevano
i bambini, per i quali ricevevano soldi.
Nei
laboratori, gli organi dei bambini venivano tagliati da speciali “medici”,
dopodiché gli organi venivano depositati in contenitori ed esportati
dall’Ucraina all’Europa con il “codice di esportazione del grano”.
In
rete da alcuni giorni sta circolando un video della durata di un minuto circa,
che viene condiviso con questi toni:
Emergono
dettagli scioccanti sul reale contenuto dell’“accordo sul grano” di Kiev. Vera Weidman, che ha lavorato con
l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSC), ha
testimoniato in un video intervista che i gruppi nazisti ucraini stavano
prelevando organi da bambini nei laboratori sotterranei che sono stati scoperti
dopo che gli edifici sono stati distrutti dagli attacchi russi.
Inoltre,
secondo Vera Weidman, che ha condiviso ciò che ha visto personalmente durante
il suo soggiorno in Ucraina, i bambini vengono anche portati fuori dal paese in base al
“codice di esportazione del grano” per ordine di ricconi pedofili occidentali.
Naturalmente
le zone di guerra o che attraversano gravi crisi, sono il terreno perfetto per
questi pedo-satanisti, che possono avere a disposizione carne fresca per
soddisfare la loro perversione e malvagità.
Molti
di questi bambini semplicemente spariscono senza causare troppi problemi,
soprattutto in una nazione corrotta dalle fondamenta e degradata come
l’Ucraina. Questi
bambini vengono usati appunto per esportazione degli organi, snuff movie,
pedofilia, riti sacrificali che richiedono appunto l’energia vitale di un
innocente bambino, ecc.
Dove
arrivano queste bestie arriva l’inferno in terra, la guerra che si sta
combattendo non è solo sul piano materiale, ma la guerra della luce contro le
bestie immonde che stanno gettando il mondo intero nelle tenebre più oscure. Chiunque non combatterà o si renderà
complice sarà ritenuto responsabile e ne pagherà un prezzo alto.
Il tempo dei compromessi è finito!
(Adriano
Valente)
(whitewolfrevolution.blogspot.com/2023/07/ucraina-bambini-fatti-pezzi-per-vendere.html)
Ucraina,
offensiva a sud. Zelensky ai
russi:
"Lasciate Crimea finché si può”
msn.com
- Adnkronos – Redazione – (26-7-2023) – ci dice:
(Adnkronos)
- La controffensiva dell'Ucraina, nella guerra contro la Russia, ottiene
risultati nella regione di Zaporizhzhia, nel sud del paese.
Il
presidente Volodymyr Zelensky tiene accesi i riflettori sulla Crimea, mentre i
servizi di sicurezza di Kiev ammettono il coinvolgimento nell'attacco al ponte
di Kerch, colpito la prima volta a ottobre 2022 e diventato un obiettivo
strategico dichiarato.
Le
news relative al conflitto fanno riferimento ai progressi della controffensiva
ucraina a sud.
Le forze armate avviato una massiccia
operazione nella regione di Zaporizhzhia e in particolare a sud di Orikhiv,
come evidenziano le autorità filorusse nella regione.
"Sul
fronte di Zaporizhzhia è iniziata la seconda ondata della controffensiva''
delle forze armate ucraine, ha scritto su Telegram un membro
dell'amministrazione militare-civile di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov.
"Il
nemico ha inviato il massimo delle forze per sfondare le nostre difese nella
direzione Orekhov'', ha aggiunto.
Nelle
ultime 24 ore, "dopo una massiccia preparazione dell'artiglieria e
attacchi aerei, gli ucraini sono andati a prendere d'assalto le nostre
posizioni vicino a Robotyne", ha aggiunto.
Le
forze ucraine sono state in grado di incunearsi nella prima linea di difesa
della Russia.
"Almeno 100 veicoli corazzati sono stati
usati dal nemico per attaccare la sezione Orekhov del fronte di
Zaporizhzhia", ha proseguito Rogov.
Le
forze russe hanno usato tutto il loro arsenale, compresi gli aerei, per
respingere le unità ucraine che effettuavano l'assalto.
"I combattenti di queste brigate sono
stati addestrati all'estero e le brigate stesse sono dotate di equipaggiamento
militare occidentale, inclusi carri armati Leopard e Bmp Bradley", ha
scritto.
"Ora ci sono battaglie pesanti e feroci
ad alta intensità in corso in quest'area".
Il
presidente Zelensky ha 'consigliato' ai russi che si trovano in Crimea di
tornare in Russia mentre il ponte sullo stretto di Kerch costruito è ancora in
piedi: "Ho avuto diversi incontri importanti e stiamo preparando un elenco
di misure di de-occupazione della Crimea. Possiamo reintegrare rapidamente la
Crimea nel tessuto statale dell'Ucraina".
"La
Crimea, come il resto dell'Ucraina, sarà libera, libera da tutto il male russo,
dai missili russi. La Russia perderà questa guerra e nessun missile la
salverà", ha detto il presidente.
Intanto
i servizi di sicurezza dell'Ucraina (Ssu) hanno ammesso il loro coinvolgimento
nell'attacco al ponte nell'ottobre 2022.
L'ammissione
di Vasyl Maliuk, capo dell'Ssu, è arrivata durante una cerimonia per il
francobollo celebrativo dell'attività dei Servizi, riferisce Ukrainska
Pravda.
Ci
sono state "molte operazioni, operazioni speciali, potremo parlare di
alcune dopo la vittoria, altre non verranno mai discusse", ha detto
Maliuk.
Rivolgendosi
poi al direttore delle poste Ihor Smilianskyi, Maliuk ha notato che
"indossa una t-shirt adatta. Mostra una delle nostre operazioni, l'attacco
al ponte di Crimea dell'otto ottobre 2022". Il ponte, che unisce Crimea e
terraferma Russa passando sullo stretto di Kerch, è poi stato nuovamente
attaccato lo scorso 17 luglio.
In un
botta e risposta a distanza, Mosca ha ribadito che si riserva il diritto di
rispondere duramente agli "attacchi terroristici" dell'Ucraina in
Crimea e Mosca. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria
Zakharova. "Il 17 luglio c'è stato un attacco al ponte di Crimea.
Il 24
luglio, due droni ucraini hanno cercato di attaccare obiettivi a Mosca.
Diciassette droni hanno tentato di attaccare infrastrutture in Crimea. Questi
tentativi sono stati respinti con successo dalle truppe di difesa aerea russe e
da sistemi di guerra elettronica.
In
precedenza, il 20 luglio, un drone ucraino ha attaccato il villaggio di
Razdolnoye in Crimea, purtroppo lì ci sono state vittime, una ragazza di 14
anni è stata uccisa".
"Il
comitato investigativo russo sta indagando a fondo su tutti questi crimini. Gli
autori saranno sicuramente identificati e puniti. Ci riserviamo il diritto di
adottare dure misure di ritorsione", ha sottolineato la portavoce.
L'agente
ucraino Zelensky... Uno spettacolo
di
marionette prodotto dall'Occidente.
Strategic-culture.org – (21 luglio 2023) – Scott
Ritter – Declan Hayes – ci dice:
L'Ucraina
è diventata una colonia massicciamente indebitata di capitale occidentale che
sarà ridotta in schiavitù per i decenni a venire.
Un
documentario investigativo in due parti pubblicato questa settimana da Scott
Ritter è un must per chiunque nutra illusioni sul presidente ucraino Vladimir
Zelensky.
E non
solo su Zelensky, ma sull'intero conflitto alimentato dalla NATO in Ucraina con
la Russia.
Il
rapporto traccia in modo completo la trasformazione di un ex attore comico in
un leader politico che ha messo in ginocchio il suo paese in una sanguinosa
guerra di logoramento con la Russia.
Anche
le persone che sono state a lungo consapevoli del ruolo perfido di Zelensky
troveranno l'indagine di Ritter affascinante per i dettagli granulari e la sua
analisi geopolitica complessiva.
Sulla
base di ricerche originali e interviste con ex funzionari ucraini e altri
rispettati analisti occidentali, Ritter presenta una bruciante accusa
all'"agente Zelensky".
È una
storia sbalorditiva di tradimento, corruzione e audace manipolazione della
percezione pubblica in Occidente.
Ritter,
ex ufficiale dell'intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e
recentemente analista indipendente rispettato a livello internazionale,
fornisce un'indagine dalla A alla Z su Zelensky e su come è stato curato e
micro gestito dalle agenzie di intelligence americane e britanniche per consegnare
l'Ucraina come colonia per gli interessi geopolitici occidentali.
Questo
"Progetto Ucraina" è in lavorazione da quando il paese è diventato
indipendente nel 1991 dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica.
Ma
sotto Zelensky c'è stata una sorta di atto finale.
In
Occidente, Zelensky è stato lodato e lodato dai media mainstream, dai
parlamenti, da Hollywood e persino dal Vaticano come un coraggioso difensore
della democrazia e della sovranità ucraina contro "l'aggressione
russa".
La sua
immagine è stata accuratamente realizzata con pezzi di sbuffo nei media
occidentali come la CNN (una delle principali macchine di pubbliche relazioni).
Sua moglie adorna la copertina delle riviste
di moda indossando abiti costosi anche se suo marito indossa tute militari come
un costume da casting centrale.
Questo
immaginario banale fa tutto parte dello spettacolo di marionette e delle
psy-ops che i suoi gestori di intelligence occidentali hanno orchestrato.
Sfortunatamente,
troppi in Occidente hanno creduto alla soap opera.
Tuttavia,
ci sono segni che la trama si sta logorando da troppe repliche e cliché.
Ritter
tira indietro il sipario su questa farsa per rivelare il sinistro intrigo e la
produzione.
Solo
un attore pieno di cocaina potrebbe tirare fuori un teatro così pacchiano, e
all'occhio critico, non c'è dubbio che Zelensky sia il più delle volte alto
come un aquilone nell'eseguire le sue battute sceneggiate dalla CIA e dall'MI6
per il consumo pubblico occidentale.
Prima
di diventare presidente, Zelensky ha recitato in “Servant of the People”, un
dramma ucraino di successo su un uomo comune fittizio che è entrato in politica
ed è diventato un leader nazionale sulla base delle sue denunce di corruzione
nell'establishment.
Nella
vita reale, un anno prima delle elezioni ucraine del 2019, un partito chiamato “Servo
del popolo” è stato appena formato e Zelensky si è candidato alla presidenza su
una piattaforma che inveiva contro la corruzione e prometteva di portare la
pace in Ucraina.
Questo
accadde cinque anni dopo il colpo di stato di Maidan appoggiato dalla CIA a
Kiev, che inaugurò un regime radicale che lanciò una guerra civile contro la
regione russofona del Donbass (ora parte della Federazione Russa).
L'arte
che imita la vita qui parla di orchestrazione occidentale.
Eletto
con il 73 per cento dei voti (un chiaro segno della richiesta popolare di
pace), Zelensky ha immediatamente cambiato tono.
Ha intensificato le politiche anti-russe, tra
cui lo sradicamento della lingua russa parlata come prima lingua da un terzo
della popolazione ucraina, incluso lo stesso Zelensky.
Il
tradimento è stato una testimonianza del fatto che l'agente Zelensky è stato
fin dall'inizio un servitore dell'intelligence occidentale e dell'agenda
geopolitica ordinata a Washington e Londra.
L'obiettivo finale per i burattinai
occidentali era quello di usare l'Ucraina come campo di battaglia per una
guerra per procura contro la Russia e di combatterla fino all'ultimo ucraino.
Zelensky
ha portato a termine il suo compito con il sangue dei suoi connazionali che
sono stati condotti al macello come agnelli sacrificali.
Negli
ultimi quattro anni in qualità di "Sua Eccellenza", Zelensky ha
svolto molteplici altri compiti per i suoi gestori occidentali. Esse
comprendono:
Eliminare
la lingua, la letteratura e la cultura russa.
Dividere
e sopprimere la Chiesa ortodossa ucraina per bandire i legami storici russi e
disorientare molti ucraini comuni.
Cancellare
e riscrivere la storia per denigrare la liberazione militare sovietica
dell'Ucraina durante la seconda guerra mondiale, mentre elevava i collaboratori
fascisti ucraini del Terzo Reich nazista, compresa la valorizzazione di figure
che erano state strumentali nell'esecuzione dell'Olocausto e degli omicidi di
massa di slavi, polacchi e altri.
L'eredità ebraica personale di Zelensky era un
attributo calcolato volto a confondere la comprensione pubblica occidentale di
questo tradimento particolarmente osceno.
Zelensky
ha soppresso i media dell'opposizione, i giornalisti e i partiti politici al
fine di accelerare la trasformazione dell'Ucraina in uno strumento per il
controllo occidentale e come un proxy anti-russo.
Così tanto per i "valori occidentali
condivisi" che i leader americani ed europei lo elogiano continuamente.
Svendere
i prodigiosi terreni agricoli dell'Ucraina all'agrobusiness americano – una
svendita che è in completa violazione della costituzione del paese che vieta
tale proprietà straniera.
Trasformare
l'Ucraina in un laboratorio per la sperimentazione della guerra biologica degli
Stati Uniti e un terreno di prova per le armi militari occidentali.
Preparare
l'Ucraina per un'offensiva militare sponsorizzata dalla NATO contro la regione
del Donbass nel marzo 2022, che la Russia ha anticipato con il suo intervento
nel febbraio dello stesso anno.
L'elenco
continua di altri sordidi compiti svolti dall'agente Zelensky. Tutto è
meticolosamente documentato. Il risultato è che l'Ucraina è diventata una
colonia massicciamente indebitata di capitale occidentale che sarà ridotta in
schiavitù per i decenni a venire.
L'attore-presidente
comico è stato ben remunerato per il suo eclatante tradimento.
Possiede
diverse proprietà di lusso all'estero dove senza dubbio intende trascorrere la
sua pensione dopo un incarico politico.
Qui,
tuttavia, Ritter solleva una grave domanda sul fatto che al 45enne Zelensky
sarà effettivamente permesso di ritirarsi in silenzio, dato che sa così tanto
del gioco sporco che i suoi gestori occidentali hanno giocato.
Come
tanti altri leader stranieri che sono stati usati in passato da Washington e
Londra, Zelensky potrebbe trovarsi eliminato come una bambola di pezza.
Nel
frattempo, centinaia di migliaia di ucraini sono state uccise o mutilate nella
guerra per procura con la Russia e il loro paese è stato distrutto, crivellato
di corruzione e infestato da squadroni della morte nazisti.
Tutto questo fa parte del nefasto piano
imperiale a lungo termine di Washington e Londra per indebolire la Russia e
allo stesso tempo soggiogare il resto dell'Europa al capitale anglo-americano.
Il
piano non ha funzionato così da quando la Russia ha fatto saltare la farsa con
la sua formidabile potenza militare e le manovre geopolitiche per frustrare
l'agenda occidentale.
Tuttavia,
la cosa veramente spregevole dello spettacolo di marionette in Ucraina è che i
produttori occidentali hanno portato il mondo a un precipizio di guerra totale
con la Russia e un potenziale Armageddon nucleare se questo spettacolo va
ulteriormente fuori controllo.
L'esposizione
di Scott Ritter di Zelensky e dell'agenda occidentale nella guerra in Ucraina
dovrebbe essere vista da ogni cittadino occidentale.
È un
atto d'accusa schiacciante contro i governanti occidentali e su ciò che è
questa guerra per procura.
La
battaglia della Russia per il Mar Nero
è
finita. La battaglia per il Mar Cinese
Meridionale
sta per iniziare.
Srategic-culture.org
- Declan Hayes – (25 luglio 2023) – ci dice:
La
Russia e i suoi alleati hanno vinto la guerra delle armi. Sebbene le compagnie
di armi della NATO abbiano letteralmente ucciso l'Ucraina, i loro sistemi non
si sono dimostrati all'altezza di quelli della Russia.
Prima
di seguire l'Australia americana e altre satrapie e rivolgere la nostra
attenzione alla prossima resa dei conti nel Mar Cinese Meridionale, dobbiamo
prima fare un'autopsia sulla guerra antisemita ucraina dell'agente MI6
Zelensky.
La
capacità della Russia di imporre un blocco del contrabbando di grano e armi
sulla città occupata di Odessa significa non solo che il Mar Nero è ora
effettivamente un lago russo ma, cosa più importante, che la Russia e i suoi
alleati hanno prevalso dalla Crimea a sud alla penisola di Kola a nord.
Prima
di tutto e soprattutto, la NATO, gli anglosassoni e le loro patetiche satrapie
europee, hanno forgiato Russia, Cina, Iran e alcuni altri in un'alleanza
indissolubile che sa che devono stare insieme o appesi separatamente.
La Cina è stata il fedele alleato economico
della Russia e l'Iran si sta ancora leccando le labbra con tutte le armi norvegesi
catturate che è stato dotato di decodificare.
La
Russia e i suoi alleati hanno vinto la guerra delle armi.
Sebbene le compagnie di armi della NATO
abbiano letteralmente ucciso l'Ucraina, i loro sistemi non si sono dimostrati
all'altezza di quelli della Russia.
Il
dittatore francese Macron può convincere i soldati indiani a marciare su e giù
per gli Champs-Élysées ogni giorno della Bastiglia da qui al Giorno del
Giudizio, ma l'Alto Comando delle Forze Armate indiane, quando acquistano armi,
deve ricordare che, poiché sono state le armi russe a prevalere, sono le armi
russe che dovrebbero comprare.
L'India
potrebbe, tuttavia, essere in grado di accaparrarsi alcuni affari svedesi
poiché la Svezia presto fallirà e non, come accade, prima del tempo, dal
momento che amano vendere a entrambe le parti in ogni conflitto anche se si
ritraggono come pacificatori.
Il
secondo mercato svedese per le armi è il Pakistan che, se Russia e Cina offrono
loro accordi appropriati in petrolio e fertilizzanti, potrebbe dire addio a
Ikea, H & M, Greta Thunberg, Saab e Volvo.
Poiché
gli Stati Uniti sono il loro principale mercato di armi, possiamo aspettarci
che gli yankee cannibalizzino tutto ciò che rimane dell'industria degli
armamenti svedese, un tempo fiorente, se non altro per questo è il modo in cui
gli yankee rotolano.
Certamente,
solo il Giappone, la Corea e altri paesi costretti a comprare le loro schifezze
yankee continueranno a farlo.
La
Finlandia, come abbiamo discusso in precedenza, è una questione diversa.
Sebbene
la famiglia di Putin abbia sofferto terribilmente durante l'assedio finlandese
di Leningrado, dubito che questo sarà un fattore se e quando l'Alto Comando
russo dovrà decidere di rappresaglia nucleare su tutta la Finlandia.
Se i finlandesi sono disposti a giocare per
quella posta in gioco, è giusto che ma dovrebbero rendersi conto, se non lo
fanno già, che sono solo le cose da gioco degli anglosassoni, un altro gruppo
di ucraini legati al Valhalla, in altre parole.
Se il 101San Airborne sono troppo sensati per
morire per Zelensky, perché i finlandesi dovrebbero essere i suoi prossimi
agnelli sacrificali?
Gli
Champs-Élysées, che in francese significa i Campi Elisi dove i guerrieri vanno
quando muoiono, rimarranno.
Ma non è più la macho Legione straniera
francese a tenere il sopravvento, ma il gruppo russo Wagner, che ora sta
ricevendo reclute Gurkha che una volta erano appannaggio degli inglesi e la cui
esperienza unica potrebbe essere di grande utilità nei sobborghi più aspri di
Stoccolma, Parigi e nelle strade senza legge del Messico, dove solo i marines e
le forze speciali messicane possono eguagliare i cartelli della droga
addestrati ed equipaggiati dalla CIA in termini di tattiche kampfgruppe in
stile wagner, potenza di fuoco e grinta.
Sebbene
i cartelli stiano assumendo una classe di mercenari migliore di quella
dell'agente dell'MI6 Zelensky, i diamanti grezzi come i musicisti di Wagner
sembrano avere la loro misura.
Proprio
come la Russia ha fatto con i teppisti dello Special Boat Service britannico
che hanno attaccato il ponte di Kerch.
Anche
se l'SBS, il SAS, l'MI6 e la Force Reaction Unit amano giocare secondo le
regole dei Big Boys, è tempo che le forze speciali di Russia, Cina e Iran
insegnino loro e il loro messicano e altri calci di parte una cosa o due su
quelle regole.
La
disparità chiave qui è che per la NATO e i suoi mercenari, la guerra è solo un
affare dove, per il vincitore e quelli come Zelensky insieme per il giro
gratuito, va il bottino.
Mentre l'esercito ucraino, come tutti gli
altri delegati della NATO, è guidato da gangster dal dito leggero, i soldati
russi, gli sviluppatori di armi russe e tutti gli altri coinvolti nella difesa
della Russia sono guidati da motivazioni meno grossolane.
Pensatelo come il dilemma predatore-preda in
cui la NATO sta correndo per una cena gratuita ma la sua cava sta correndo per
la sua vita ed è quindi più motivata a fare questo sforzo extra.
Gli
svedesi predatori dovrebbero considerarsi come la moderna reincarnazione del
caccia A6M Zero di Mitsubishi, un aereo davvero bello che ha fatto miracoli nel
Pacifico fino a quando gli yankee non hanno ottenuto la sua misura.
Gli svedesi dovrebbero pensare ai russi, per
non parlare dei loro amici cinesi e iraniani, come l'equivalente odierno degli
yankee poiché hanno sviluppato una serie spaventosa di sistemi d'arma, dai
killer satellitari S550, formidabili sistemi navali, aerei da combattimento
multiruolo Su-35, mine anticarro, mine d'attacco top, droni kamikaze e così
via.
Forse
è l'arroganza svedese e tedesca che li ha portati a ignorare non solo le
lezioni del fuoco greco, ma anche dei filosofi greci, il cui messaggio generale
era conoscere sé stessi.
Rheinmetall,
uno dei maggiori utilizzatori di lavoro schiavo del Terzo Reich, sta costruendo
una grande fabbrica di armi nel Reich dell'agente dell'MI6 Zelensky.
La Russia ovviamente non vede di buon occhio
questi tedeschi, per volere dei loro padroni americani, che costruiscono i loro
carri armati Panther KF51 a Feketeardó, usando gli ungheresi della
Transcarpazia, una delle regioni più occidentali dell'Ucraina, come scudi
umani.
Se guardiamo la mappa da 1:50 in poi in questo
video, vediamo questo villaggio quasi a cavallo dei confini ungherese e
moldavo, entrambi i quali complicano i sistemi missilistici russi che lo
colpiscono direttamente.
Poiché le forze di occupazione tedesche a
Feketeardó sono ora obiettivi russi ad alta priorità, Rheinmetall ha
pomposamente dichiarato che difenderà la sua colonia di Feketeardó con le
proprie batterie antimissile.
Ciò significa, in effetti, che se si dispone
di azioni di Rheinmetall, si dovrebbe venderle poiché i suoi leader non solo
hanno un desiderio di morte, ma anche molto costoso.
Dite
cosa potrebbe piacere a Rheinmetall dell'alleato iraniano della Russia, ma in
realtà seguono la vecchia massima biblica di occhio per occhio e dente per
dente, tanto che le aziende americane sono ora diffidenti nei confronti della
collusione con lo Zio Sam nel rubare il petrolio iraniano.
Se Rheinmetall crede di avere un'esenzione o
le loro batterie antimissile e gli scudi umani ungheresi proteggeranno i loro
asini germanici, Dio benedica la loro stupidità di rango.
Ma
questi irriducibili nazisti non sono gli unici idioti della NATO.
Si
consideri il corridoio Suwalki che divide l'enclave russa di Kaliningrad dalla
Bielorussia.
Se le
forze di pace russe lo occupassero, taglierebbero fuori gli stati brufoli
baltici dalla Polonia e dagli altri stati della NATO.
Anche se una tale mossa innescherebbe
l'egoistico articolo 5 della NATO, non è questo il nostro problema qui.
Gli Stati baltici parlano troppo forte e non
portano alcun bastone militare o di altro tipo.
Un rapido sguardo ai modelli commerciali della
Lituania mostra quanto facilmente queste chiacchiere sino fobiche potrebbero
essere messe in ginocchio da una campagna economica concertata contro di loro.
La
Lituania è un piccolo satellite americano di non grande importanza; dovrebbe
imparare a comportarsi come si addice alla loro posizione.
Lo
stesso vale per lo stato brufoloso della Lettonia, che ritiene che non ci siano
conseguenze nell'essere un importante hub della NATO per lo spionaggio e la
guerra cibernetica.
Essere un terrorista dei colletti bianchi è
tutto bello e dandy fino a quando la gomma non colpisce la strada.
I servitori lettoni della NATO dovrebbero
riflettere su quanto siano esposti, non solo a causa del corridoio di Suwalki,
ma a causa dell'interdipendenza del mondo di oggi.
In parole povere, uno stato brufoloso come la
Lettonia non dovrebbe guidare l'attacco della NATO alla Bielorussia e alla
Russia con la sua mascella di vetro.
Più o
meno lo stesso, naturalmente, vale per la Polonia, che dovrebbe liberarsi del
suo governo fantoccio americano e poi svegliarsi e, come si suol dire, sentire
l'odore del caffè.
Qualsiasi
interferenza polacca in Bielorussia o in Ucraina sarebbe disastrosa in quanto i
polacchi, come gli ucraini prima di loro, non sarebbero altro che lemming,
morendo in massa per la maggior gloria dello Zio Sam e dei loro aiutanti
britannici.
Se gli
anglosassoni hanno un manzo con la Russia e la Cina, il governo polacco
dovrebbe stare fuori strada e continuare a servire la Polonia, non Wall Street,
King Jug Ears e il Pentagono.
La
linea di fondo in tutto questo è che la Russia si vede come se stesse
combattendo una vera guerra o, se si preferisce, una serie di incendi sui suoi
fianchi occidentali.
Le
forze speciali britanniche, nel frattempo, si considerano senza rivendicare né
incolpare Dam Busters facendo saltare in aria le infrastrutture civili e
addestrando i neonazisti dell'agente Zelensky nelle tecniche di tortura.
Sebbene
alcuni dei loro assassini siano sfuggiti ai plotoni di esecuzione che erano
loro dovuti, Rheinmetall e altri sbagliano a scommettere le loro vite su
questo.
Mentre
gli scienziati russi stanno perfezionando i loro sistemi di armi aeree,
terrestri, marittime e spaziali, il Guardian ci dice che il sempre
intraprendente Putin ha balene beluga che lo spiano al largo delle coste della
Norvegia, rinomata per cacciare, uccidere e mangiare balene.
Questo
è il livello di stupidità con cui la Russia si è confrontata in Ucraina.
E,
anche se ai russi potrebbe piacere uno scherzo tanto quanto il resto di noi,
non c'è nulla di divertente nella Norvegia collusa con la SBS e i loro padroni
yankee per far saltare in aria l'oleodotto Nord stream e avvelenare le acque
europee non solo per le balene beluga, ma per tutti noi che non vogliamo che i
sociopatici norvegesi, britannici o americani distruggano la nostra terra
comune.
Mentre
i russi e i loro alleati asiatici mettono le loro risorse nello sviluppo di
sistemi d'arma all'avanguardia per tutte le contingenze, il meglio che la NATO
può fare è dire che i loro James Bond immaginari devono combattere le balene
beluga e che devono diventare intimi con bambole sessuali all'avanguardia che
fondono realtà e fantasia.
Tutto
molto bene per i porta party di Hollywood, ma non molto utile contro l'acciaio
russo o, come la NATO vedrà presto, la Marina dell'Esercito Popolare di
Liberazione Cinese, che si sta muovendo come un milione di Godzilla per dare un
calcio alla NATO fino al Nord Atlantico dove i loro James Bond e le loro
bambole del sesso possono sfidarsi con le loro immaginarie balene beluga.
Non
c'è stata alcuna pandemia.
Dr.
Denis Rancourt.
Globalresearch.ca
– (26 luglio 2023) - Denis Rancourt – ci dice:
Tema:
Scienza e Medicina.
Questo
è radicale.
Il
saggio si basa sulla mia testimonianza del 17 maggio 2023 per la National
Citizens Inquiry (NCI) a Ottawa, in Canada, sul mio libro di 894 pagine di
mostre a sostegno di quella testimonianza e sulla nostra continua ricerca.
Sono
uno scienziato e fisico interdisciplinare affermato, ed ex professore ordinario
di fisica e scienziato capo, originariamente presso l'Università di Ottawa.
Ho
scritto oltre 30 rapporti scientifici relativi al COVID, a partire dal 18
aprile 2020 per l'”Ontario Civil Liberties Association” (ocla.ca/covid) e
recentemente per una nuova società senza scopo di lucro
(correlation-canada.org/research). Attualmente, tutto il mio lavoro e le
interviste sul COVID sono documentati sul mio sito web creato per aggirare la
raffica di censura (denisrancourt.ca).
Oltre
alle revisioni critiche della scienza pubblicata, i dati principali che i miei
collaboratori e io analizziamo sono la mortalità per tutte le cause.
La
mortalità per tutte le cause per ora (giorno, settimana, mese, anno, periodo),
per giurisdizione (paese, stato, provincia, contea) e per caratteristiche
individuali del defunto (età, sesso, razza, alloggi) è il dato più affidabile
per rilevare e caratterizzare epidemiologicamente gli eventi che causano la
morte e per misurare l'impatto a livello di popolazione di qualsiasi aumento o
collasso dei decessi per qualsiasi causa.
Tali
dati non sono suscettibili di segnalazione di distorsioni o di qualsiasi
distorsione nell'attribuzione delle cause di morte.
Lo abbiamo usato per rilevare e caratterizzare
stagionalità, ondate di calore, terremoti, collassi economici, guerre,
invecchiamento della popolazione, sviluppo sociale a lungo termine e
aggressioni sociali come quelle che si verificano nel periodo COVID, in molti
paesi del mondo e nella storia recente, dal 1900 ad oggi.
È
interessante notare che nessuna delle pandemie di malattie respiratorie virali
promosse dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (promosse
dal CDC) (1957-58, "H2N2"; 1968, "H3N2"; 2009, "H1N1
again") può essere rilevata nella mortalità per tutte le cause di
qualsiasi paese.
A differenza di tutte le altre cause di morte che sono
note per influenzare la mortalità, queste cosiddette pandemie non hanno causato
alcun aumento rilevabile della mortalità, da nessuna parte.
Il
grande evento di mortalità del 1918, che è stato reclutato per essere una
pandemia di malattia respiratoria virale da manuale ("H1N1"), si è
verificato prima delle invenzioni degli antibiotici e del microscopio
elettronico, in orribili condizioni di igiene pubblica e stress economico del
dopoguerra.
I
decessi del 1918 sono stati dimostrati dall'istopatologia del tessuto polmonare
conservato per essere stati causati da polmonite batterica.
Ciò è
dimostrato in diversi studi pubblicati indipendenti e non contestati.
Il mio
primo rapporto che analizza la mortalità per tutte le cause è stato pubblicato
il 2 giugno 2020, al “”Research Gate incline alla censura, ed era intitolato "Mortalità per tutte le cause
durante COVID-19 - Nessuna peste e una probabile firma di omicidio di massa da
parte della risposta del governo".
Ha
mostrato che i punti caldi di improvvisi picchi di mortalità per tutte le cause
si sono verificati solo in luoghi specifici nel mondo occidentale dell'emisfero
settentrionale, che erano sincroni con la dichiarazione di pandemia dell'11
marzo 2020.
Tale
sincronicità è impossibile nel quadro presunto di una malattia respiratoria
virale che si diffonde, con o senza aeroplani, perché il tempo calcolato dalla
semina all'aumento della mortalità dipende fortemente dalle circostanze sociali
locali, di diversi mesi o anni.
Ho
attribuito le morti in eccesso a misure aggressive e protocolli di trattamento
ospedaliero noti per essere stati applicati improvvisamente in quel momento in
quelle località.
Il
lavoro è stato portato avanti in modo più approfondito con collaboratori per
diversi anni e continua.
Abbiamo
dimostrato ripetutamente che l'eccesso di mortalità il più delle volte si
rifiuta di attraversare i confini nazionali e le linee interstatali.
Il virus invisibile colpisce i poveri e i
disabili e porta un passaporto.
Inoltre,
non uccide mai fino a quando i governi non impongono trasformazioni
socio-economiche e di struttura assistenziale ai gruppi vulnerabili all'interno
della popolazione domestica.
Ecco
le mie conclusioni, dai nostri studi dettagliati sulla mortalità per tutte le
cause nel periodo COVID, in combinazione con i dati socio-economici e di lancio
del vaccino:
Se non
ci fosse stata propaganda o coercizione pandemica, e i governi e l'establishment
medico avessero semplicemente continuato come al solito, allora non ci sarebbe
stato alcun eccesso di mortalità.
Non
c'è stata alcuna pandemia che ha causato un eccesso di mortalità.
Le
misure contro il virus Covid 19 hanno causato un eccesso di mortalità.
La
vaccinazione COVID-19 ha causato un eccesso di mortalità.
Per
quanto riguarda i vaccini, abbiamo quantificato molti casi in cui un rapido
lancio di una dose nel programma vaccinale imposto era sincrono con un picco
altrimenti inaspettato nella mortalità per tutte le cause, a volte nel ciclo
stagionale e di grandezze che non erano state precedentemente viste nel record
storico di mortalità.
In
questo modo, abbiamo dimostrato che la campagna di vaccinazione in India ha
causato la morte di 3,7 milioni di residenti fragili.
Nei
paesi occidentali, abbiamo quantificato il tasso medio di morte per tutte le
età in 1 morte ogni 2000 iniezioni, per aumentare esponenzialmente con l'età
(raddoppiando ogni 5 anni di età) e per essere pari a 1 morte per ogni 100
iniezioni per quelli di 80 anni e più.
Abbiamo
stimato che i vaccini contro il virus Covid 19 hanno ucciso 13 milioni di
persone in tutto il mondo.
Se si
accettano le mie conclusioni sopra numerate e le analisi che abbiamo eseguito,
allora ci sono diverse implicazioni su come si percepisce la realtà riguardo a
ciò che effettivamente è accaduto e non è accaduto.
In
primo luogo, mentre le epidemie di infezioni mortali sono molto reali nelle
case di cura, negli ospedali e con condizioni di vita degenerate, il rischio
virale di pandemia respiratoria promosso dall'industria della "risposta
pandemica" guidata dagli Stati Uniti non è una cosa.
Molto
probabilmente è fabbricato e mantenuto per secondi fini, oltre a salvare
l'umanità.
In
secondo luogo, oltre agli eventi naturali (ondate di calore, terremoti, siccità
prolungate su larga scala), gli eventi significativi che influenzano
negativamente la mortalità sono i grandi assalti contro le popolazioni
domestiche, che colpiscono i residenti vulnerabili, come ad esempio:
improvviso
devastante deterioramento economico (la Grande Depressione, la ciotola
della polvere, la dissoluzione dell'Unione Sovietica),
guerra
(compresa
la ristrutturazione delle classi sociali),
occupazione
e sfruttamento imperiali o economici (compreso lo sfruttamento su larga
scala della terra), e
le
misure ben documentate e la distruzione applicate durante il periodo COVID.
Altrimenti,
in una società stabile, la mortalità è estremamente robusta e non è soggetta a
grandi cambiamenti rapidi.
Non ci
sono prove empiriche che grandi cambiamenti nella mortalità possano essere
indotti da improvvise apparizioni di nuovi agenti patogeni.
Nell'era contemporanea della specie umana
dominante, l'umanità è il suo peggior nemico, non la natura.
In
terzo luogo, le misure coercitive imposte per ridurre il rischio di
trasmissione (come distanziamento, frecce di direzione, blocco, isolamento,
quarantena, barriere di plexiglas, schermi facciali e maschere facciali,
gomiti, ecc.) sono palesemente non scientifiche;
E la
preoccupazione di fondo stessa riguardo alla "diffusione" non è mai
stata giustificata ed è irrazionale, dal momento che non ci sono prove in dati
affidabili sulla mortalità che ci sia mai stato un agente patogeno
particolarmente virulento.
Infatti,
la nozione stessa di "diffusione" durante il periodo COVID è
rigorosamente smentita dalle variazioni temporali e spaziali dell'eccesso di
mortalità per tutte le cause, ovunque sia sufficientemente quantificata, in
tutto il mondo.
Ad esempio, il presunto virus che ha ucciso 1,3
milioni di residenti poveri e disabili degli Stati Uniti non ha attraversato il
confine terrestre di oltre mille chilometri con il Canada, nonostante i
continui e intensi scambi economici.
Allo
stesso modo, il “presunto virus” che ha causato hotspot di mortalità sincrona
nel marzo-aprile-maggio 2020 (come a New York, nella regione di Madrid, a Londra, a
Stoccolma e nell'Italia settentrionale) non si è diffuso oltre tali punti
caldi.
È
interessante notare che, a questo proposito, le variazioni stagionali storiche
(periodo di 12 mesi) nella mortalità per tutte le cause, note da oltre 100
anni, sono invertite negli emisferi globali settentrionali e meridionali e non
mostrano alcuna evidenza di "diffusione".
Invece,
questi modelli, in un dato emisfero, mostrano aumenti e diminuzioni sincroni
della mortalità in tutto l'emisfero.
Gli
agenti causali "diffusivi" impiegherebbero sempre esattamente 6 mesi
per attraversare l'altro emisfero, dove provoca di nuovo cambiamenti di
mortalità che sono sincroni in tutto l'emisfero?
Molti
epidemiologi hanno da tempo concluso che la diffusione "da contatto"
da persona a persona delle malattie respiratorie non può spiegare ed è
confutata dai modelli stagionali di mortalità per tutte le cause.
Perché il CDC et al. non siano sistematicamente
ridicolizzati a questo proposito è al di là della comprensione di questo
scienziato.
Invece,
al di fuori delle condizioni di vita estremamente povere, dovremmo guardare al
corpo di lavoro prodotto dal professor “Sheldon Cohen e co-autori” (USA) che
hanno stabilito che due fattori dominanti controllano se gli studenti
universitari intenzionalmente sfidati vengono infettati e la gravità della
malattia respiratoria quando sono infetti:
grado
di stress psicologico sperimentato;
grado
di isolamento sociale.
L'impatto
negativo dello stress psicologico sperimentato sul sistema immunitario è una
vasta area attuale e consolidata di studio scientifico, doverosamente ignorata
dagli interessi dei vaccini, e ora sappiamo che il suddetto impatto è
drammaticamente maggiore negli individui anziani, dove la nutrizione (ecologia del bioma intestinale) è un importante co-fattore.
Naturalmente,
non voglio dire che non esistano agenti causali, come i batteri, che possono
causare polmonite;
né che non ci siano concentrazioni ambientali
pericolose di tali agenti causali in prossimità di individui fragili, come
negli ospedali e sulle mani dei medici, notoriamente.
In
quarto luogo, poiché la nostra conclusione è che non vi è alcuna prova che vi
sia stato un agente patogeno particolarmente virulento che causa un eccesso di
mortalità, il dibattito sulla ricerca sul guadagno di funzione e su un'arma
biologica sfuggita è irrilevante.
Non
voglio dire che il Dipartimento della Difesa (DoD) non finanzi il guadagno di
funzione e la ricerca sulle armi biologiche (all'estero, in particolare), non
voglio dire che non ci siano molti brevetti statunitensi per organismi
microbici geneticamente modificati che hanno potenziali applicazioni militari,
e non voglio dire che non ci siano state in precedenza fughe di impatto o
rilasci di vettori di armi biologiche e agenti patogeni.
Ad esempio, la controversia sulla malattia di
Lyme negli Stati Uniti potrebbe essere un esempio di perdita di armi biologiche
(vedi il libro di Kris Newby del 2019
"Bitten: The Secret History of Lyme Disease and Biological Weapons").
Generalmente,
per ovvie ragioni, qualsiasi agente patogeno estremamente virulento non sarà
anche estremamente contagioso.
Ci sono miliardi di anni di pressioni
evolutive cumulative contro l'esistenza di tali agenti patogeni, e quel
risultato sarà profondamente codificato in tutte le forme di vita.
Inoltre,
sarebbe suicida per qualsiasi regime cercare con veemenza di creare un tale
agente patogeno.
Le
armi biologiche sono destinate ad essere consegnate a specifiche aree
bersaglio, tranne nella fantascienza in cui l'immunità da un'arma biologica che
è sia estremamente virulenta che estremamente contagiosa può essere consegnata
in modo affidabile alla propria popolazione e ai soldati.
A mio
avviso, se qualcosa il COVID è vicino ad essere un'arma biologica, è la
capacità militare di lanciare massicciamente, e ripetutamente, iniezioni
individuali, che sono vettori fisici per qualsiasi sostanza il regime desideri
iniettare selettivamente nelle popolazioni scelte, imponendo al contempo la
completa conformità al proprio corpo, sotto la copertura della protezione della
salute pubblica.
Questo
è lo stesso regime che pratica guerre di completa distruzione della nazione e
annientamento della società, sotto la copertura della diffusione della
democrazia e dei diritti delle donne.
E non
mi riferisco alla Cina.
In
quinto luogo, ancora una volta, poiché la nostra conclusione è che non vi è
alcuna prova che ci fosse un agente patogeno particolarmente virulento che
causasse un eccesso di mortalità, non c'era bisogno di protocolli di
trattamento speciali, al di là della solita diagnostica ponderata, caso per
caso, seguita dall'approccio migliore scelto dal clinico.
Invece,
nuovi protocolli viziosi hanno ucciso i pazienti negli hotspot che hanno
applicato quei protocolli nei primi mesi della pandemia dichiarata. (Assassini in camice bianco! N.d.R.)
Ciò è
stato seguito in molti stati (tra cui l’Italia. N.d.R.) da misure sociali coercitive
imposte, che erano contrarie alla salute individuale:
paura,
panico, paranoia, stress psicologico indotto, isolamento sociale, auto vittimizzazione,
perdita di lavoro e attività di volontariato, perdita di status sociale,
perdita di occupazione, fallimento aziendale, perdita di utilità, perdita di
custodi, perdita di sedi e mobilità, soppressione della libertà di espressione,
and so on.
Solo
la classe professionale ha fatto meglio, lavorando comodamente da casa, vicino
alla famiglia, pur essendo soddisfatta da un esercito di servizi specializzati
di consegna a domicilio.
Sfortunatamente,
l'establishment medico non si è limitato ad aggredire e isolare i pazienti
vulnerabili negli ospedali e nelle strutture di cura. Ha anche sistematicamente
ritirato le cure normali e ha attaccato i medici che si rifiutavano di farlo.
In
quasi tutto il mondo occidentale, le prescrizioni di antibiotici sono state
ridotte e mantenute basse di circa il 50% dei tassi pre-COVID. Ciò avrebbe
avuto effetti devastanti negli Stati Uniti, in particolare, dove:
le
statistiche del CDC, basate sui certificati di morte, hanno circa il 50% del
milione di decessi associati al COVID che hanno la polmonite batterica come
comorbidità elencata (c'è stata una massiccia epidemia di polmonite batterica
negli Stati Uniti, di cui nessuno ha parlato)
gli
stati poveri del Sud hanno storicamente tassi di prescrizione di antibiotici
molto più alti (questo implica un'alta suscettibilità alla polmonite batterica).
l'eccesso
di mortalità durante il periodo COVID è fortemente correlato (r = +0,86) – di
fatto proporzionale a – povertà a livello statale.
Sesto,
poiché la nostra conclusione è che non vi è alcuna prova che vi sia stato un
agente patogeno particolarmente virulento che causa un eccesso di mortalità,
non vi era alcuna ragione di salute pubblica per sviluppare e distribuire
vaccini; Nemmeno
se si accettasse la tenue proposizione che qualsiasi vaccino sia mai stato
efficace contro una presunta malattia respiratoria virale.
Aggiungete
a questo che tutti i vaccini sono intrinsecamente pericolosi e le nostre
quantificazioni del tasso di mortalità della dose di vaccino sopra descritte, e
dobbiamo riconoscere che i vaccini hanno contribuito in modo significativo
all'eccesso di mortalità ovunque siano stati imposti.(Italia docet! N.d.R.)
In
conclusione, l'eccesso di mortalità non è stato causato da alcun nuovo agente
patogeno particolarmente virulento.
La
cosiddetta risposta al COVID in effetti è stata un massiccio attacco su più
fronti contro le popolazioni e contro le strutture di supporto sociale, che ha
causato tutto l'eccesso di mortalità, in ogni giurisdizione.
Ora è
naturale chiedersi "cosa ha spinto questo?", "chi ne ha
beneficiato?" e "quali gruppi hanno subito svantaggi strutturali
permanenti?"
A mio
avviso, l'assalto al COVID può essere compreso solo nei contesti simbiotici
della geopolitica e delle trasformazioni di classe sociale su larga scala.
Il
dominio e lo sfruttamento sono i driver.
La
fallimentare egemonia globale centrata sugli Stati Uniti e le sue macchinazioni
creano condizioni pericolose praticamente per tutti.
(Prof.
Denis Rancourt, Ontario Civil Liberties Association (ocla.ca),
denis.rancourt@alumni.utoronto.ca)
Le
cose vanno male.
Unz.com -
ISRAEL SHAMIR - (11 OTTOBRE 2022)
– ci dice:
Una
coincidenza interessante:
l'inizio
di ottobre ha inaugurato una doppia crisi: il primo crollo di Internet e il
fallimento finale della Green Economy.
I dipendenti di Facebook hanno usato seghe e
asce per entrare nei loro luoghi di lavoro, perché le porte intelligenti si
sono ostinatamente rifiutate di cedere la strada e i loro badge avevano perso
il loro tocco magico.
Sembra
che i problemi di Internet siano stati avviati da alcune forze sconosciute al
di fuori di Facebook.
Queste
forze hanno accesso al funzionamento interno di Internet.
Forse era militare; o alcuni oscuri tecnici
che custodiscono i segreti di Internet. Hanno dimostrato il loro potere:
anche
il dominio di Facebook è stato messo in vendita.
Mark
Zuckerberg non poteva farlo, mi è stato detto.
Era
una minaccia da ricattatore alla finanza globale?
O un tentativo di deviare le audizioni del Congresso?
Forse
era una semplice dimostrazione di nudo potere.
Allo
stesso tempo, il primo colpo dell'inverno ha rivelato l'incapacità dell'energia
verde di riscaldare le nostre case e dare energia all'industria.
La
natura ha dimostrato le sue capacità:
all'improvviso,
i venti europei si sono rifiutati di muovere le turbine.
Una
calma insolita si stabilì a nord, come se i venti fossero confinati da Eolo
nella sua borsa.
I prezzi
dell'energia sono saliti alle stelle.
L'eccellente futuro pianificato per l'umanità,
tutto digitale, basato su Internet e privo di resti fossili, non si è
materializzato.
Invece
di continuare la nostra marcia verso la terribile “New Normal”, siamo tornati
alla nostra fastidiosa ma familiare normalità quando le cose sono andate male.
Il
cappello da cowboy di Big Tech era troppo grande per la sua testa.
Per fortuna, questa disgrazia avvenne ben
prima che l'intera umanità fosse stata trascinata in eleganti abitazioni
riscaldate dal vento malizioso.
Altrimenti,
lo scorso fine settimana avrebbe potuto essere la fine dell'Homo Sapiens:
ci
saremmo congelati fuori, impossibilitati persino a passare attraverso le porte
intelligenti.
Una
crisi energetica combinata con un fallimento di Internet è molto pericolosa.
Perché
non incontriamo gli extraterrestri?
Ecco
una possibile risposta: ogni civiltà sapiente distrugge sé stessa prima di
raggiungere la capacità di avventurarsi verso le stelle.
Le
creature intelligenti tendono a sopravvalutare le loro capacità di pensiero;
Invece di attenersi a tecnologie conosciute e implementare piccoli
miglioramenti, vogliono fare un enorme balzo in avanti.
I
risultati sono cupi, come apprendiamo ora.
Si
scopre che ignorare le porte intelligenti richiede un'ascia robusta;
Forse
la politica verde e i politici verdi dovrebbero essere sottoposti alla stessa
soluzione.
Alcuni
prezzi dell'energia sono incompatibili con la vita umana.
Il
Green New Deal si è rivelato una fantasia donchisciottesca. ùNon siamo pronti a passare a fonti
di energia futuristiche.
Non ora, comunque.
Potremmo
anche smettere di chiamare petrolio, gas e carbone con questo nome
"fossile": sono combustibili: combustibili.
La guerra ai combustibili, guidata dal Rockefeller
Fund e a cui si unirono giovani futuristi, ebbe un enorme successo, forse
troppo successo per il suo bene.
L'Europa
e il Nord America, così come la Cina e la Russia hanno dichiarato il loro
desiderio di raggiungere un mondo senza carbonio.
L'opinione
contraria, vale a dire che il cambiamento climatico causato dall'uomo, ovvero
il riscaldamento globale, è stata ufficialmente vietata.
La
Cina è stata la prima a fare inversione di marcia.
Stavano già smantellando le miniere di carbone
nella Mongolia Interna quando hanno scoperto che avevano bisogno di energia per
alimentare le loro centrali.
Sorpresa!
Ora
sono in emergenza nazionale in inverno, costretti a riattivare le miniere di
carbone messe fuori servizio.
La
preparazione della crisi è stata la chiusura delle miniere di carbone in
Mongolia per ragioni politiche globaliste, e il completamento della crisi è
stato fermare l'importazione di carbone australiano per una disputa politica.
Apparentemente,
i leader cinesi erano stati persuasi che il clima sta rapidamente diventando
più caldo e che il Green New Deal (di Klaus Schwab) significa che non devono
più alimentare le loro fabbriche e riscaldare le loro case.
Si è
scoperto che i globalisti erano prematuri e stanno tornando a soluzioni
energetiche collaudate.
Tuttavia,
l'Europa è testarda e prepotente, oltre che ignorante.
Gli
europei sono convinti che non ci sia altra via;
Devono
rinunciare ai soliti combustibili e passare a quelli "puliti".
Anche
se morissero congelati, si attengono all'energia pulita.
Alla leader del partito verde tedesco Annalena
Baerbock è stato chiesto dove avrebbe preso energia se i venti fossero stati
calmati e il sole fosse stato coperto dalle nuvole? (È successo questo
settembre).
L'elettricità
continuerà a provenire dalle prese;
Ma sarà elettricità a emissioni zero, ha
detto. "Da dove dovrebbe venire l'elettricità? Naturalmente, più lontano
dalla presa e, naturalmente, più lontano dalle fabbriche, attraverso le linee
elettriche che abbiamo.
Ma
questa elettricità deve essere climaticamente neutra in futuro".
Non
sembra capire che ci vuole energia per creare elettricità.
I
Verdi sono ben intenzionati, ma indottrinati e supponenti.
In
Ghost Busters (1984), un attivista verde interrompe l'elettricità al quartier
generale di Ghostbusters e il disastro si abbatte su New York City.
Allo stesso modo, i Verdi stanno attivamente
distruggendo le tradizionali forniture energetiche dell'Europa.
Probabilmente
segnerà la fine del Green Deal;
cioè,
una volta che le persone capiscono che questo è un corso suicida.
(Ma come si fa a non comprendere che
la CO2 -dichiarata fonte del
riscaldamento globale creato dall’uomo –
non può creare la volta della cupola
della serra terrestre per determinare la fine dell’umanità, per il semplice motivo
che la CO2 definito “gas serra” è 4 volte più pesante dell’atmosfera terrestre
e pertanto a sconforto degli scienziati del clima (ben pagati!) si adagia sulla
terra o sulla superfice del mare! N.D.R.)
Recentemente,
il gas naturale, una comoda fonte di energia, è stato sottoposto a forti
aumenti dei prezzi a causa di manipolazioni puramente politiche.
Invece
di pagare così tanto, i tedeschi potrebbero usare il gas naturale russo.
I russi hanno completato la posa del Nord
Stream 2, un gasdotto per il gas naturale che porta direttamente in Germania.
Se diventasse operativo, il prezzo del gas
naturale scenderebbe e il popolo tedesco sarà caldo il prossimo inverno.
Ma
prima, NS 2 deve essere concesso in licenza; deve soddisfare alcune condizioni
politiche stabilite qualche tempo fa per impedire alla NS 2 di fornire gas a
basso costo.
I politici chiedono che il gasdotto abbia più
di un proprietario, perché è stato costruito dalla russa Gazprom.
Inoltre,
dicono che la Polonia e l'Ucraina devono essere autorizzate a esprimere le loro
obiezioni prima che il gas russo a basso costo possa attraversare il confine
tedesco.
Eppure Polonia e Ucraina sono concorrenti di
Gazprom!
Se dipende dal loro permesso, nessun gas
arriverà mai attraverso NS 2;
piuttosto
continuerà ad essere consegnato a un prezzo molto più alto attraverso l'Ucraina
e la Polonia fortemente anti-russe.
Putin
ha rotto l'aumento dei prezzi del gas esprimendo la sua fiducia che il problema
sarà risolto presto.
Se
avesse sottolineato che è tutt'altro che certo, il prezzo sarebbe rimasto alle
stelle, portando ancora più dividendi agli investitori di Gazprom.
Putin ha agito contro i suoi interessi (e
quelli della Russia) per puro altruismo? Beh, no.
Ma
Putin vuole un business sano e sostenibile, che porti profitti stabili ogni
anno; d'altra parte, i negoziatori tedeschi ed europei vogliono prezzi del gas
naturale intollerabilmente alti, costringendo i cittadini a passare
all'elettricità.
La
Russia potrebbe trarre molto profitto oggi, ma non ci sarebbe nulla per domani.
Putin preferisce avere clienti soddisfatti del gas in Europa.
Gli
europei potrebbero avere energia più economica, sia per il riscaldamento che
per la guida, ma i loro leader non lo permetteranno.
Hanno
deciso che i prezzi dell'energia saranno alti, molto alti;
quindi
sentirai ogni grado di Centigrado / Fahrenheit in tasca.
Putin
ha dichiarato che gli europei hanno sbagliato i calcoli quando hanno deciso di
abbandonare i combustibili tradizionali.
Forse
lo ha detto per gentilezza, perché non c'è il minimo dubbio:
i
leader europei e nordamericani sapevano che i carburanti "puliti"
sono molto più costosi e molto meno affidabili, eppure lo hanno scelto.
(Delinquenti ed ignoranti! N.d.R.)
Potrebbe
essere spiegato dalla loro ostilità verso la Russia?
Nessuno
dei paesi benedetti dal gas naturale e dal petrolio (Iran, Venezuela, Russia) è
alleato favorito dell'UE e del Regno Unito.
Sembra
che i leader europei siano determinati a congelare tutte le case che vengono
riscaldate dal gas naturale.
I regolatori britannici hanno respinto i piani
di Shell per sviluppare il giacimento di gas del Mare del Nord e Shell non è
una società russa o iraniana.
La mia spiegazione: vogliono uccidere petrolio
e gas; E non si preoccupano dei cittadini congelati.
Nel
Regno Unito, le bollette del carburante aumenteranno di £ 400; Chi non può
permetterselo, lo lasci soffrire.
Questa
crisi energetica politica è mondiale.
(Sono gli uomini di Davos che la
vogliono! N.d.R.)
Uno dei
motivi sono gli enormi acquisti governativi di tecnologia solare ed eolica
inaffidabile.
Un
altro motivo: l'energia combustibile è sotto investita.
Per alcuni anni, le compagnie energetiche
hanno creduto che non valesse la pena spendere soldi per i combustibili
tradizionali;
Gli è
stato detto che i combustibili stanno per scomparire.
Ora forse ci ripenseranno.
Ora
che ci rendiamo conto che abbiamo ancora bisogno di gas e petrolio, è meglio
iniziare a investire in Russia perché questi prodotti si trovano solo nelle
lontane terre artiche.
Ci vuole tempo e denaro per sviluppare nuovi
giacimenti di gas.
Il
problema è che agli europei dell'est piace imbrogliare i russi. Sanno che i russi sono odiati dalle
élite degli Stati Uniti e dell'UE;
Quindi
credono che otterranno risultati migliori attraverso il contenzioso. Continuano
a spostare i pali della porta per assicurarsi la vittoria.
I
russi hanno iniziato a costruire NS 2 alcuni anni fa;
per
contrastare questo sviluppo, la direttiva sul gas è stata applicata alla NS 2
nel 2020.
È
stata una decisione particolare: la direttiva non esisteva quando i russi hanno
iniziato a costruire il gasdotto.
Ma i
leader dell'Europa orientale sono estremamente disonesti.
L'avvocato
generale Michal Bobek ha recentemente invitato la corte a modificare la sua
decisione. Lo farà o non lo farà?
Se
l'UE non permetterà ai russi di gestire il gasdotto come meglio credono, forse
gli europei non otterranno alcun gas naturale.
E poi,
sarà questo inverno molto freddo che deciderà per gli europei.
La
domanda è: preferiscono rimanere ben riscaldati, o preferiscono fregare i russi
anche al prezzo del congelamento?
Anche
i russi accettano l'idea del riscaldamento globale.
Pensano
che all'interno del Green New Deal, saranno in grado di mostrare i loro talenti
meccanici, la loro istruzione superiore.
È più
adatto a loro che vendere petrolio come fanno gli arabi sauditi.
Tuttavia, è tutt'altro che certo che
appariranno effettivamente posti di lavoro sofisticati.
La
Russia può essere piuttosto fredda, ma ha un grande vantaggio nei sistemi di
riscaldamento nazionali costruiti nei giorni sovietici.
Fa più caldo negli appartamenti di Mosca che a
Gerusalemme in inverno.
In
Israele, l'inverno è freddo; Mosca è migliore, come ho scoperto anni fa.
La
Russia è assediata da Ucraina e Polonia, due stati vicini molto ostili, eppure
Putin vuole ancora giocare con loro.
Con
l'arrivo dell'inverno, molto presto vedremo se i regolatori persistono.
Alla fine di ottobre si terrà la conferenza a
Glasgow; e vedremo quanto gli europei sono disposti a pagare per "salvare
il clima".
(Israel
Shamir)
Commenti
Posta un commento