La crisi climatica è una stupidaggine pazzesca: la grande balla.

 

La crisi climatica è una stupidaggine pazzesca: la grande balla.

 

Come ti Preparano alla De popolazione.

 

 Conoscenzealconfine.it – (25 Luglio 2023) – Carogiù – ci dice:

 

Quando l’ho letto pensavo fosse troppo una fake perché la gravità di quanto affermato in questo… titolo (?) supera ogni decenza.

Quando diciamo che vi stanno letteralmente fottendo il cervello intendiamo proprio questo.

Perché lo sterminio dei nativi americani raffreddò il Pianeta?

“Con l’arrivo degli europei, la popolazione dei nativi americani venne ridotta del 90% a causa di guerre e malattie: questo provocò indirettamente una diminuzione delle temperature globali, vediamo come…”.

Già! Perché? Me lo stavo chiedendo da una vita, come mai?

Questa è PNL pura, servita alle menti deboli e ai cervelli spugnosi, ammorbiditi da anni di colpi bassi e ammaestramento sociale, installata giorno dopo giorno attraverso i media asserviti che, a seconda del momento storico più opportuno per i piani di lorsignori, veicolano potenti messaggi tesi al lavaggio del cervello di chi non ha più filtri protettivi verso questi subdoli tentativi di annichilimento delle coscienze.

Se ascoltate l’intervento vi potrete rendere conto di come vengono veicolati messaggi su come alla distruzione dei nativi americani abbia contribuito il fatto che queste “non erano immunizzate” contro le malattie europee come il morbillo e vaiolo.

Cosa centra direte voi.

Dico che, usando la parola immunizzare, la mente vi porta subito al fatto che per essere “immunizzati” bisogna vaccinarsi, perché è questo il messaggio massivo che vi è stato vomitato addosso negli ultimi tre anni di psico pandemia. (traterraecielo.live/2021/09/18/quando-si-governa-con-la-mafia-nel-cuore/).

Quando invece oggi sappiamo (se non lo sapete informatevi) ed è riconosciuto a livello mondiale che quella” merda sperimentale” imposta col ricatto non ha mai immunizzato nessuno, al massimo ha fornito una fugace protezione temporanea per sé stessi per non più di tre mesi, a un costo per la nostra salute sul medio e lungo periodo incalcolabili (quindi non esiste nella visione criminale degli psicopatici che vi anno imposto il siero magico).

 PS: c’è anche il Grafene in quella merda, è ufficialmente ammesso dalla FDA americana, leggi qui (sfero.me/thought/giuliano-c-thought-1689708383155).

 

Ma dulcis in fundo, visto il terribile caldo estivo… (ma d’estate di solito non fa caldo? chiedo per un amico…) ecco la notizia scoop:

 “Lo sterminio dei nativi americani raffreddò il pianeta”.

Lo Sterminio dei Nativi Americani ha Raffreddato il Pianeta!

Con tanto di studio scientifico si dimostra attraverso una serie di stime e calcoli matematici (avete rotto coi vostri studi eterodiretti e preconfezionati su ordinazione) che coltivavano troppa terra e che l’eliminazione (volevo scrivere pulizia etnica ma forse qualcuno si potrebbe offendere) perpetrata nei loro confronti ha sostanzialmente aiutato a contribuire alla diminuzione delle temperature che perdurarono dal 1300 fino al 1870 (la cosiddetta “Piccola era glaciale”).

In pratica (considerando che l’italiota medio si ferma alla lettura dei titoli) quelli di Focus (La Scienza) ci dicono con nonchalance che per diminuire la temperatura della pianeta bisogna essere di meno!

Sì ridete pure… ma sappiate che ride bene chi ride ultimo e questi malati di mente psicopatici indirizzano tutto il loro potere mediatico, economico e politico verso la de popolazione del pianeta.

(Ma i malati di mente ossia pazzi non vanno ricoverati nei manicomi anche criminali? N.d.R.)

Adesso con questo tipo di propaganda pseudo-scientifica gli organi mediatici, dal loro pulpito di presunta autorevolezza scientifica, si volgono apertamente allo sdoganamento dello sterminio di massa per il bene del pianeta!

Volo troppo di fantasia? Sono complottista – tralasciando il dettaglio semantico che complottista è colui che opera il complotto non colui che lo denuncia o lo smaschera?

Ecco cosa ha detto la vice presidente degli USA qualche giorno fa durante un discorso:

“Se investiamo nell’energia pulita e nei veicoli elettrici e riduciamo la popolazione, i nostri figli potranno respirare aria più pulita e bere acqua più pulita” (Kamala Harris) (1)

Un errore di lettura così curiosamente uguale al concetto espresso già nel 2010 da “Bill Gates”:

“Il mondo oggi ha 6,8 miliardi di persone (fattore P) e ci dirigiamo verso i 9 miliardi.

Ora se facciamo un lavoro veramente egregio con i nuovi vaccini, la sanità, l’assistenza medica alla riproduzione, forse possiamo ridurlo (fattore P) del 10-15%“. (Bill Gates)

Ma tranquilli, nessuna correlazione!

Note: (1) Pare che “Kamala Harris abbia semplicemente sbagliato a leggere una parola. La trascrizione ufficiale del discorso alla Casa Bianca mostra la parola ‘popolazione’ depennata con accanto la parola ‘inquinamento’ tra parentesi, quindi l’ipotesi più ragionevole è che abbia semplicemente commesso un errore di lettura.”

Fonte: MSN

In pratica: ridurre la popolazione →ossia ridurre l’inquinamento.

 Ah beh, allora tutto ok e noi ci crediamo, sì! Non ha detto ciò che ha detto, ha sbagliato a leggere…

(Carogiù)

(traterraecieloblog.wordpress.com/2023/07/22/come-ti-preparano-alla-depopolazione/)

 

 

Clima, sos riscaldamento globale:

«Sistema correnti oceaniche al collasso

già nel 2025. Impatto su ogni abitante del pianeta»

msn.com -Il Messaggero - Redazione Web – (25-7 -2023) – ci dice:

Un sistema vitale di correnti oceaniche potrebbe scomparire entro pochi anni, se dovesse continuare il riscaldamento globale dovuto ai gas serra.

 Gli scienziati avvisano che un evento simile sarebbe catastrofico perché «colpirebbe ogni abitante del pianeta».

Lo afferma un nuovo studio pubblicato oggi - martedì 25 luglio - sulla rivista Nature:

 è stato scoperto che l'”Atlantic Meridional Overturning Current” (AMOC), di cui fa parte la corrente del Golfo, potrebbe collassare intorno alla metà del secolo, o addirittura già nel 2025.

L'AMOC è un complesso groviglio di correnti che funziona come un «gigantesco nastro trasportatore globale»:

trascina l'acqua calda dai tropici verso il Nord Atlantico, dove si raffredda, diventa più salata e sprofonda nell'oceano, prima di diffondersi verso sud.

 La sua scomparsa avrebbe conseguenze devastanti.

Gli effetti dello stravolgimento delle correnti oceaniche.

L'AMOC svolge un ruolo cruciale negli equilibri climatici.

 Il suo crollo avrebbe enormi implicazioni, secondo i climatologi:

 inverni molto più estremi, innalzamento del livello del mare e spostamento dei monsoni ai tropici.

Per anni gli scienziati hanno avvertito della sua instabilità, mentre la crisi climatica accelera inesorabilmente, minacciando di sconvolgere gli equilibri in fatto di temperature e salinità, da cui dipende la forza delle correnti dell'AMOC.

Il precedente storico.

Man mano che gli oceani si riscaldano e il ghiaccio si scioglie, più acqua dolce scorre nell'oceano e riduce la densità dell'acqua, rendendola meno in grado di affondare.

Quando l'acqua diventa troppo fresca, troppo calda, o entrambe le cose, il nastro trasportatore si ferma.

È già successo prima.

Più di 12.000 anni fa, il rapido scioglimento dei ghiacciai provocò il collasso dell'AMOC, causando enormi fluttuazioni di temperatura nell'emisfero settentrionale da 10 a 15 gradi Celsius (da 18 a 27 Fahrenheit) entro un decennio.

Quando collasserà di nuovo l'AMOC.

Un rapporto del 2019, stilato dal “Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici” (IPCC), prevedeva che l'AMOC si sarebbe indebolito nel corso di questo secolo, ma considerava improbabile il suo collasso definitivo prima del 2100.

Il nuovo studio diffuso oggi su “Nature”, tuttavia, giunge a conclusioni assai più allarmanti.

Ne parla “Peter Ditlevsen”, professore di fisica del clima all'Università di Copenaghen, nonché uno degli autori principali della nuova ricerca sullo stato di salute delle correnti oceaniche.

Secondo Ditlevsen esistono evidenti «segnali di preallarme» che portano gli esperti a prevedere un possibile crac dell'AMOC «forse già nel 2025 e non oltre il 2095».

Il punto di collasso più probabile - sempre secondo quanto riferisce lo scienziato (ben pagato! N.d.R.) - si verificherà «tra il 2039 e il 2070».

Clima, sos riscaldamento globale: «Sistema correnti oceaniche al collasso già nel 2025. Impatto su ogni abitante del pianeta»

Nelle conclusioni del rapporto chiede misure rapide ed efficaci per ridurre a zero l'inquinamento da riscaldamento del pianeta, per ridurre le temperature globali e rallentare lo scioglimento del polo Nord.

 «Il punto chiave di questo studio ci dice che non abbiamo molto tempo per farlo - ha spiegato alla “CNN” “Peter de Menocal”, presidente della “Woods Hole Oceanographic Institution” - la posta in gioco è appena aumentata».

 

 

Per giornali e tv la crisi

climatica non è un’emergenza.

Ghreenpeace.org – (18 aprile 2023) – Redazione – ci dice:

 

Oggi pubblichiamo il primo rapporto annuale con l’Osservatorio di Pavia sull’informazione dei cambiamenti climatici in Italia.

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L’attenzione dei principali media italiani nei confronti della crisi climatica è scarsa e sporadica, trascura il legame tra il riscaldamento del pianeta e gli eventi estremi come alluvioni e siccità che colpiscono sempre più duramente anche l’Italia, e omette le responsabilità delle aziende del gas e del petrolio nella più grave emergenza ambientale della nostra epoca.

Ecco cosa emerge dal primo rapporto annuale sull’informazione dei cambiamenti climatici nel nostro Paese, realizzato per noi dall’Osservatorio di Pavia, istituto di ricerca specializzato nell’analisi della comunicazione.

 Lo studio ha esaminato da gennaio a dicembre 2022 come la crisi climatica è stata raccontata dai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa), dai telegiornali serali delle reti Rai, Mediaset e La7 e da un campione di programmi televisivi di approfondimento.

Il rapporto sarà presentato domani 19 aprile al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia nell’ambito del panel “Un delitto senza colpevoli: l’influenza delle aziende inquinanti sui media e sul racconto della crisi climatica”.

Parteciperanno Riccardo Iacona, autore televisivo e conduttore di Presa Diretta, la giornalista climatica e autrice Stella Levantesi, ed Elisa Palazzi, fisica del clima all’Università di Torino.

Solo 2 articoli al giorno sui quotidiani italiani.

I risultati mostrano che il numero di articoli pubblicati dai principali quotidiani italiani in cui si parla di crisi climatica si attesta intorno a una media di appena 2 articoli al giorno.

 I principali picchi di attenzione si sono registrati a luglio, in concomitanza con la terribile siccità estiva che ha colpito il Nord Italia, e a novembre, in occasione del summit sul clima di Sharm el Sheik (COP27) e della tragica alluvione che si è abbattuta sull’isola di Ischia.

L’analisi ha inoltre misurato lo spazio offerto dai quotidiani alle pubblicità dell’industria dei combustibili fossili e delle aziende dell’automotive, aeree e crocieristiche, tra i maggiori responsabili del riscaldamento del pianeta.

 I risultati mostrano che, nel loro insieme, i cinque quotidiani hanno pubblicato una media di 2 pubblicità al giorno, evidenziando così la forte dipendenza della stampa italiana dai finanziamenti delle aziende inquinanti.

 L’influenza del mondo economico emerge anche dall’analisi dei soggetti che hanno più voce nel racconto mediatico della crisi climatica:

al primo posto si trovano infatti i rappresentanti dell’economia e della finanza (16%), che superano politici e istituzioni internazionali (15%), esperti (13%) e associazioni ambientaliste (13%).

I politici e le istituzioni nazionali si fermano all’11%, a conferma del sostanziale disinteresse della politica italiana verso la crisi climatica, documentata anche durante l’ultima campagna elettorale.

In base ai risultati dello studio, Greenpeace ha stilato la classifica per l’anno 2022 dei principali quotidiani italiani, valutati mediante cinque parametri.

Solo Avvenire raggiunge la sufficienza (3 punti su 5); scarsi i punteggi di Repubblica (2,4), Corriere (2,2) e La Stampa (2,2); chiude la classifica Il Sole 24 Ore (2,0), il quotidiano che risente della maggiore influenza da parte delle aziende inquinanti.

I TG ne parlano in meno del 2% delle notizie.

Non fanno meglio i telegiornali di prima serata, che hanno parlato esplicitamente di crisi climatica in meno del 2% delle notizie trasmesse.

 Studio Aperto e TG1 sono i telegiornali che in percentuale hanno dedicato più spazio al problema, mentre fanalino di coda si conferma il TG La7 di Enrico Mentana, con appena l’1% dei servizi trasmessi.

Un approfondimento nei mesi di luglio e agosto 2022, segnati da ondate di calore, siccità, incendi e dal crollo della Marmolada, ha infine evidenziato che, persino quando si parla di eventi estremi, la connessione con i cambiamenti climatici è riconosciuta in appena un quarto delle notizie trasmesse dai telegiornali.

La copertura mediatica nei programmi TV.

Gli eventi climatici estremi sono stati il principale motivo di attenzione da parte dei programmi televisivi di approfondimento, che hanno affrontato la crisi climatica in 218 delle 1.223 puntate monitorate, pari al 18% del totale.

Unomattina è il programma con il maggior numero di puntate dedicate (90), Carta bianca quello con la maggior frequenza rispetto alle puntate trasmesse (39%).

In fondo alla classifica si trovano le due trasmissioni di La7:

L’Aria che tira (8%) e Otto e mezzo/In Onda (6,5%), a conferma della scarsa attenzione mostrata da questa rete televisiva al riscaldamento globale.

Il ricatto economico delle aziende dei combustibili fossili.

I dati dimostrano senza equivoci che, nonostante l’intensificarsi degli eventi estremi sia ormai realtà anche in Italia, la crisi climatica non viene raccontata per quello che è:

un’emergenza che minaccia la vita sul pianeta e la sicurezza delle persone.

Il giornalismo ha un ruolo cruciale e una grande responsabilità, ma occorre liberare la stampa e la televisione dal ricatto economico delle aziende dei combustibili fossili che, con le loro “generose” pubblicità infarcite di greenwashing, inquinano anche l’informazione e ostacolano con ogni mezzo la transizione energetica verso le rinnovabili.

Il monitoraggio dei media italiani proseguirà anche nel 2023 nell’ambito della nostra campagna “Stranger Green” contro il greenwashing e la disinformazione sulla crisi climatica.

 L’obiettivo è contrastare l’influenza dell’industria fossile sul sistema dell’informazione, che minaccia la libertà di stampa, impedisce di conoscere la verità sulla crisi climatica e ritarda gli interventi di cui abbiamo urgente bisogno per accelerare la transizione energetica.

 

 

 

Schermare il sole per salvare la Terra.

Tio.ch – (30 gen. 2023) – Simona Gautieri – ci dice:

 

Potrà sembrare fantascienza, eppure la geoingegneria climatica viene vista da molti come l'ultima ratio contro il surriscaldamento globale.

L'emergenza climatica avanza inarrestabile senza che, fino a ora, sia stata trovata una soluzione capace di risolvere questa drammatica situazione.

Le proposte introdotte sono molteplici ma, l'evidenza dei fatti è che il surriscaldamento globale sia una realtà con cui facciamo i conti ogni giorno.

 Le temperature sempre più alte minacciano le aree povere del pianeta, così come i fenomeni atmosferici sempre più violenti e imprevedibili portano, con maggiore frequenza, morte e distruzione.

Uno scenario apocalittico davanti al quale non si vuole rimanere inermi anche se, inutile dirlo, la corsa contro il tempo ci vede perdenti nei confronti della Natura.

A tal proposito, si è tornato di recente a parlare di geoingegneria climatica, ossia di quella branca della ingegneria che viene applicata al clima.

Nello specifico, studia la creazione e l'applicazione di tutte quelle tecnologie volte a contrastare, su scala planetaria, le cause e gli effetti dei cambiamenti climatici.

Detto così può sembrare qualcosa di fantascientifico, eppure la geoingegneria climatica viene vista da molti come l'ultima risorsa per poter far fronte, in maniera convincente, al surriscaldamento globale.

 Fino a ora, i molteplici studi compiuti su tale fronte, si sono concentrati su due aspetti fondamentali del problema: l'eliminazione dell'anidride carbonica e la riduzione della radiazione solare.

Il problema anidride carbonica.

Con riguardo al primo aspetto, i progetti elaborati fino a ora hanno messo in evidenza una serie di problemi di difficile risoluzione.

 L'anidride carbonica, infatti, si trova dispersa nell'atmosfera in maniera estremamente diluita.

(E’ bizzarro solo pensare che la CO2 più pesante 4 volte dell’aria atmosferica possa alzarsi in volo come un pallone aereo statico e creare una cappa in alto e quindi creare un effetto serra sulla terra! N.D.R.)

Per assorbirne un solo litro sarebbe necessario l'utilizzo di 2.500 litri d'aria prodotta da fonti rinnovabili che, a loro volta, non emettano gas serra.

Anche la produzione di biocombustibili capaci di catturare l'anidride carbonica, stoccando poi il carbonio sequestrato in vecchi giacimenti petroliferi abbandonati è, per ora, di difficile applicazione visti gli altissimi costi della messa in atto del progetto.

 Rimane la proposta d'incrementare la riforestazione del pianeta che, per quanto sia cosa virtuosa, presuppone dei tempi troppo lunghi per poterne raccogliere gli effetti nell'immediatezza del problema.

Ridurre le radiazioni solari.

L'altro aspetto sul quale si può agire è la riduzione della radiazione solare.

 Si tratta di modificare temporaneamente la capacità dell'atmosfera di riflettere i raggi solari, respingendone una quantità maggiore rispetto a quanto accada di solito.

 Riducendo la radiazione solare che riesce a toccare il suolo si potrebbero ripristinare delle temperature accettabili, arrestandone il costante aumento.

 Come si sa, ogni giorno il nostro pianeta riceve energia dal Sole sotto forma di raggi solari, una parte della quale viene assorbita e una parte irradiata nuovamente di notte come radiazione infrarossa.

 L'effetto serra, provocato dalle emissioni umane, ha turbato tale equilibrio, aumentando la quantità di calore che rimane intrappolata nell'atmosfera e che determina, appunto, l'aumento delle temperature globali.

Per quanto, anche questa, sembri una idea abbastanza eccentrica, gli studi che si compiono in questa direzione hanno radici molto solide.

 Già nei primi anni '70 il sovietico Mikhail Budyko, considerato il fondatore della climatologia moderna, elaborò una teoria secondo la quale, per far fronte al surriscaldamento globale, si sarebbe potuto immettere solfuri, ossia composti contenenti atomi di zolfo, ad alta quota, in modo da riflettere in parte le radiazioni solari.

Impariamo dai vulcani.

L'idea nasce dall'osservazione di ciò che capita durante le grandi eruzioni vulcaniche, durante le quali ampi strati di nubi e aerosol gassoso creano uno schermo ai raggi solari, determinando un repentino abbassamento delle temperature.

 Il 1816, ad esempio, passò alla storia come “l'anno senza estate” dato che, a causa dell'eruzione del vulcano Tambora, le temperature medie diminuirono di ben 3 gradi.

 Nel 1992 la “geoingegneria solare” venne inserita, per la prima volta, in uno dei rapporti delle “National Accademies degli Stati Uniti”, mentre nel 2006 uno studio, pubblicato dal premio Nobel per la chimica “Paul Crutzen”, riaccese l'interesse per tali tipi di progetti.

L'opposizione della Lapponia a coprire il sole.

Lo scorso anno, ad esempio, l'Università di Harvard aveva in progetto di sperimentare l'immissione di solfuri e altre sostanze, nel nord della Svezia ma l'opposizione di un gruppo di sami, la popolazione indigena della Lapponia, ne interruppe la realizzazione.

I sami, infatti, lamentavano di non essere stati messi al corrente dei rischi del progetto e del suo effettivo impatto sull'ambiente.

 Fino a ora, infatti, gli studi sulla riduzione delle radiazioni solari sono stati unicamente di natura teorica, basati su modelli matematici e simulazioni fatte al computer.

 La difficoltà di reperire dei fondi per supportarli, poi, ha reso ulteriormente difficoltosa l'idea di poter procedere a un qualche tipo di sperimentazione.

I problemi logistici, infatti, sono tanti.

Il gruppo dell'Università di Harvard, con il loro progetto “ScoPEx”, ricerca ancora una soluzione su come poter disperdere i solfuri nell'atmosfera.

Gli stessi, infatti, dovrebbero essere liberati a una altitudine non toccata dai normali aerei di linea, motivo per il quale si è pensato all'utilizzo di palloni sonda, in grado di raggiungere i 20 mila metri di altezza, oppure l'impiego di aerei militari idonei a tale scopo.

Il costo di tale operazione, stimato tra i 5 e i 10 miliardi di dollari all'anno, rappresenta sicuramente un primo ostacolo da superare.

 Come detto, infatti, questo campo di ricerca ha dei costi enormi e la difficoltà di reperire finanziamenti rappresenta un enorme ostacolo alla messa in opera dei progetti.

Oltre a quello finanziario, esistono poi altri problemi, di ordine ambientale e politico, che, a oggi, rimangono di difficile soluzione.

L'incognita dell'ingegneria e tutti i suoi limiti.

A preoccupare maggiormente sono gli effetti concreti di una strategia che, fino a ora, non ha mai varcato la soglia dei laboratori per essere sperimentata nel mondo reale.

In molti si chiedono quali potrebbero essere gli effetti delle sostanze chimiche disperse nell'atmosfera e come potrebbero interagire con elementi già presenti in essa, come l'ozono.

Altri studiosi, invece, fanno notare che l'opera di schermatura del sole potrebbe creare una sorta di circolo vizioso in cui ciò che doveva essere una soluzione temporanea potrebbe diventare una condizione definitiva.

 Secondo uno studio del 2018, infatti, si è calcolato che, una volta interrotto un programma d'ingegneria solare su ampia scala senza aver diminuito l'emissione di anidride carbonica nell'aria, si avrebbe una ripresa del surriscaldamento globale di dieci volte superiore a quello attuale, con effetti devastanti per la biodiversità.

 L'abbassamento delle temperature, infatti, a prescindere dal successo della geoingegneria, non può prescindere da una riduzione delle emissioni di CO2.

 La paura, quindi, è quella che i Paesi che ne producono di più possano sentirsi confortati dai risultati ottenuti con i progetti di schermatura del sole, continuando a disperdere anidride carbonica nell'atmosfera.

(Esiste il piccolo problema consistente nel fatto reale che la Co2 non può esistere nell’alta atmosfera in quanto è più pesante 4 volte di più della stessa atmosfera. Quindi la Co2 si deposita sulla terra e sugli oceani! N.d.R.)

Lo scontro tra ecologia e interessi economici.

Questa è una delle più grandi obiezioni alla geoingegneria solare:

 la permanenza di anidride carbonica nell'alta atmosfera (impossibile! N.d.R.) avrebbe effetti devastanti sugli ecosistemi, a iniziare da quelli marini.

Non è un caso, infatti, che le società del settore energetico siano le più interessate a tale tipo di progetto.

 Le industrie petrolifere vedono nella soluzione proposta dalla geoingegneria solare un modo facile per continuare a fare affari con i combustibili fossili rimandando, a data da destinarsi, l'effettiva riduzione di utilizzo di tali fonti energetiche.

Si stima che, per avere il 50% delle possibilità di non superare gli 1,5° di aumento delle temperature globali rispetto al periodo preindustriale, non dovrebbe essere utilizzato il 90% di carbone e il 60% del petrolio.

 Il pericolo di perdere enormi possibilità di guadagno è quindi un potente motore per rimettere la soluzione del problema alla geoingegneria climatica, con tutti i limiti prima evidenziati.

Un'altra obiezione riguarda invece la natura globale dei progetti in essere.

 Per potersi avere degli effetti soddisfacenti, infatti, la geoingegneria dovrebbe agire a livello globale.

 Se ogni Paese adottasse autonomamente delle proprie strategie in merito, queste potrebbero avere delle ripercussioni per altri Paesi, in considerazione del fatto che nell'atmosfera non valgono i confini politici stabiliti dall'uomo e le sostanze in essa disperse finirebbero inevitabilmente per condizionare l'andamento climatico di uno Stato estraneo al progetto.

 Come ricordato dal New Yorker, in un suo articolo dedicato a tale problematica, se è vero che esistono diversi trattati internazionali che vietano il ricorso a sistemi di modifica delle condizioni meteorologiche come strumento di guerra, non esistono garanzie sufficienti per ridurre il rischio di conflitti dovuti all'applicazione della geoingegneria solare su ampia scala.

A fronte di tali problematiche, sono in tanti a chiedersi se non valga la pena investire in maniera seria nelle fonti di energia rinnovabili piuttosto che puntare la salvezza del pianeta su studi ingegneristici ancora troppo teorici.

Il piano nazionale di adattamento

ai cambiamenti climatici: le carenze

di un piano strategico per il futuro del paese.

  Scienzainrete.it - Minds For One Health – (25/05/2023) – ci dice:

Condividiamo il “position paper” a cura del gruppo di lavoro “Minds for One Health” (M4OH) dedicato al “Piano di adattamento ai cambiamenti climatici” (PNACC), attualmente in fase di valutazione:

il gruppo di esperti, docenti e ricercatori analizza il documento e ne evidenzia i limiti.

A cura di gruppo di lavoro sul” PNACC” di “Minds for One Health” (M4OH)

Premessa.

Si propone alla lettura il documento elaborato sul “Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici” (PNACC), attualmente in procedura di “Valutazione Ambientale Strategica” (VAS).

Il commento è stato inviato il 14 aprile scorso (ultima data utile) al responsabile della procedura di” Valutazione Ambientale Strategica” (VAS) del “Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica”.

I drammatici eventi estremi che si sono verificati in questi giorni in Emilia-Romagna e nelle Marche, alle cui vittime va tutta la nostra solidarietà, rappresentano l’ennesimo campanello di allarme che non può rimanere inascoltato.

 Se non interveniamo immediatamente e radicalmente, l’alternativa sarà quella di assistere sempre più frequentemente a eventi simili o più gravi e di dover sostenere enormi costi di sofferenza umana ed economici.

 Alla luce della gravità della situazione e delle previsioni, sono inaccettabili le azioni politiche palesemente in contrasto con le evidenze scientifiche sui legami tra cambiamenti climatici e le loro cause, come è il caso recente dell'attacco alla proposta di nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria da parte di alcune Regioni europee tra le quali Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

Il contesto di riferimento.

Come è noto, le due modalità con cui tradizionalmente si pensa di far fronte ai cambiamenti climatici sono:

la mitigazione, che aggredisce le cause dei cambiamenti del clima indotti dagli esseri umani, e che consiste nella progressiva riduzione fino all’azzeramento delle emissioni antropiche di gas a effetto serra, di cui l'anidride carbonica (CO2) è il principale componente; (purtroppo alcuni scienziati si sono presi l’incarico di misurare il peso della Co2 che risulta a loro 4 volte più pesante dell’atmosfera. Questo significa che l’alta atmosfera è priva del gas pesante Co2! N.d.R.) . 

L'adattamento, che parte dal presupposto che comunque i cambiamenti climatici indotti dalle attività antropiche sono in essere (in quanto non siamo stati capaci di ridurre le emissioni di gas serra nella misura dovuta, anzi le emissioni in questi ultimi anni stanno aumentando), e quindi occorre mettere in atto provvedimenti per fronteggiare questi cambiamenti “adattandovisi” nella miglior maniera possibile.

Il PNACC è focalizzato su questo.

Storicamente, quando il tema del cambiamento climatico è stato posto all'attenzione dei Capi di Stato e di Governo durante lo storico summit di Rio de Janeiro (1992), dove è stata aperta alle firme la “Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici” (UNFCCC), si puntava tutto sulla mitigazione, ovvero sulla riduzione progressiva delle emissioni di gas serra.

Col passare degli anni e dei decenni l’iniziale ottimismo è purtroppo scemato, in quanto si è dovuto prendere atto di una evoluzione ben diversa da quella sperata.

Infatti, da una parte le auspicate riduzioni non si verificavano (tra il 1990 e oggi è stata emessa più CO2 di quanto ne sia stata emessa dall'inizio della rivoluzione industriale fino al 1990), e dall'altra i cambiamenti climatici si stanno già verificando.

In particolare nella Conferenza delle Parti tenutasi a Parigi nel 2015 (la COP 21, XXI riunione annuale delle Parti firmatarie della UNFCCC), si era già dovuto prendere atto della incapacità di mettere in atto misure a mitigare l’effetto antropico sul clima:

 in pratica, una dichiarazione ufficiale del fallimento delle auspicate politiche di mitigazione.

Nonostante ciò la COP21 è rimasta trionfalmente pubblicizzata perché era stato sottoscritto l’accordo che proponeva l’obiettivo di lungo periodo di limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 ºC rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 ºC. Conseguentemente hanno sempre più acquistato rilievo le strategie di adattamento.

In tutto questo si inseriscono gli strumenti della cosiddetta geoingegneria climatica, ovvero il contrasto su scala planetaria degli effetti dei cambiamenti del clima con mezzi tecnologici;

in particolare si parla sempre di più della riduzione della radiazione solare che arriva sul nostro pianeta tramite l’immissione nell’alta atmosfera di microparticelle che riflettono verso lo spazio la radiazione solare in arrivo.

I documenti che trattano di geoingegneria climatica dichiarano esplicitamente che essa non sostituisce gli sforzi per la mitigazione (abbattimento delle emissioni di gas serra), ma il parlarne sempre più spesso fa sospettare una crescente sfiducia nei confronti della mitigazione.

(Le emissioni di Co2 rimangono a livello del terreno o degli oceani. Infatti la Co2 è un gas più pesante di 4 volte rispetto all’atmosfera dove dovrebbe librarsi e prendere il volo per diventare “Gas Serra”! N.d.R.)

Questa impostazione in realtà alimenta una situazione in cui i rimedi rischiano di essere peggiori del male.

Solo per fare un esempio, la menzionata immissione nell’alta atmosfera di microparticelle può alterare i cicli idrologici a livello globale con il rischio di modificare il regime dei monsoni che sono alla base della produzione di cibo per miliardi di persone.

 Gli effetti collaterali sarebbero su vasta scala, inclusi quelli sul piano geopolitico; ad esempio se gli USA decidessero di agire in tal senso come reagirebbero Cina e Russia?

Non è difficile prevedere che sarebbero i più deboli, ovvero i paesi del Sud del mondo, i meno responsabili dell’aumento della CO2 in atmosfera, a pagare il prezzo più alto.

In questo quadro ben si comprende che l’adattamento è sempre di più una priorità nelle agende dei Paesi, e questo emerge anche dal sempre maggiore ricorso alla parola resilienza.

Anche nel senso comune si percepisce come la fragilità di un sistema sia inversamente correlata alla resilienza.

 La fragilità di un sistema, o se si preferisce la sua resilienza, gioca un ruolo essenziale nelle strategie di adattamento, concetto complesso che richiede innanzitutto di distinguere tra necessità e possibilità effettiva di adattamento.

Questa distinzione trova riscontro nel VI Rapporto sul clima dell’IPCC (il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici dell’ONU) pubblicato nel 2022, la cui sintesi è stata pubblicata il 20 marzo 2023:

nel Rapporto si parla di “limiti dell’adattamento” distinguendoli in soft/leggeri e hard/pesanti, specificando altresì che gli sforzi per mantenere la temperatura globale entro 1,5 ºC potrebbero evitare solo in parte alcuni degli impatti più devastanti del cambiamento del clima, e in nessun modo altri, come migrazioni e guerre, che sono inevitabilmente destinati ad intensificarsi esponenzialmente se il riscaldamento globale supererà tale limite.

 Si parla di previsioni realistiche e non distopiche, ad esempio la fusione dei grandi ghiacciai dell’Himalaya, che regolano il ciclo idrologico in una vasta area dell’Asia dove vivono 1,4 miliardi di persone, avrà come conseguenza un’immensa catastrofe umanitaria.

Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC).

Tornando alle cose di casa nostra, l’Italia è profondamente innestata nel Mediterraneo, considerato un “hot spot”, ossia un’area identificata come particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici.

In particolare nell’area del Mediterraneo si stanno progressivamente incrementando la desertificazione, con connessi fenomeni di siccità e carestie, i conflitti, i traffici illeciti, il terrorismo e l’emigrazione.

A fronte del quadro tratteggiato, l’Italia e l’Europa affrontano i fenomeni migratori senza alcun collegamento con le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.

Per l’Italia a ciò si aggiunge l’enorme ritardo con cui è stato affrontato il tema dell’adattamento, e l’assoluta inadeguatezza degli strumenti individuati, in particolare il PNACC, come si cercherà di sostanziare di seguito.

La nostra analisi del PNACC parte da una considerazione molto semplice:

un piano è composto da una o più azioni, ciascuna caratterizzata da una sequenza di attività (dalla progettazione di massima alla progettazione esecutiva fino alla realizzazione e al collaudo), accompagnate dall'analisi dei tempi e delle risorse necessarie per il raggiungimento del relativo obiettivo.

 Il raggiungimento degli obiettivi delle singole azioni implica il perseguimento dell’obiettivo generale del piano.

Se si tratta di un piano nazionale vanno altresì esplicitati, per ogni azione, le eventuali sinergie o contrasti (da risolvere) con gli altri strumenti di pianificazione sovranazionali, nazionali, regionali e locali.

 La nostra analisi ci porta a concludere che il PNACC non è un piano con le caratteristiche essenziali sopra riportate.

La prima considerazione riguarda l’impostazione del documento principale, in cui più dell’82% delle 116 pagine è dedicato alla descrizione dei quadri normativi internazionale, europeo e nazionale, alla definizione del cambiamento climatico e al suo impatto e, infine, alla bibliografia.

Il gruppo di lavoro ritiene che su questi argomenti sarebbe stato sufficiente un rimando alle specifiche normative e ai documenti elaborati degli Enti istituzionali preposti, come per esempio il VI rapporto dell’IPCC o altri documenti di autorevoli soggetti come l’”Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) dell’ONU”.

L’impressione negativa è rafforzata dalla lettura del rimanente 18% del documento sulle azioni da intraprendere, argomento su cui ci si aspettava di trovare finalmente un Piano che, partendo dagli strumenti che si occupano delle azioni di adattamento al clima e dei collegamenti/sinergie con le azioni di mitigazione, ne andasse a definire nello specifico i rapporti gerarchici e le reciproche connessioni, costruendo un quadro di riferimento chiaro e armonico con gli altri strumenti di pianificazione nazionali (Piano qualità dell’aria, Piano tutela delle acque, Piano agricoltura etc.), regionali e locali e con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in cui inserire le azioni previste.

Nel documento principale le azioni invece non vengono descritte, in pratica manca quel percorso logico (e normativamente codificato) che espliciti le motivazioni delle scelte fatte, stabilisca gli obiettivi, ne documenti l’impatto positivo e gli eventuali impatti negativi residui con i relativi interventi di mitigazione.

A ogni azione devono essere poi abbinato un crono programma e un costo.

Così dovrebbe essere un Piano.

 

Le 361 azioni menzionate nel documento principale vengono elencate in un foglio Excel di un’appendice al Piano (la IV).

Per quanto riguarda i costi, una qualche definizione quantitativa è riservata solo ad alcune di esse: 5 azioni su 361, pari all’1,3%, contengono indicazioni quantitative.

Sui tempi, sulle risorse e competenze necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo di ogni azione si registra un’analoga carenza di dati e informazioni.

Manca inoltre il collegamento/sinergia delle azioni di adattamento con quelle di mitigazione, ovvero con le azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra.

Poiché il cambiamento climatico è effetto delle attività antropiche e tra queste sono chiaramente individuate quelle che comportano la maggior quantità di emissioni climalteranti (uso di combustibili fossili e biocarburanti, allevamenti e agricoltura intensivi, alcuni settori industriali, trasporto su ruota, etc.) o che causano una riduzione di assorbimento delle stesse (deforestazione e consumo di suolo), il PNACC dovrebbe urgentemente stabilire le azioni di adattamento utili a ridurre le emissioni e aumentare la capacità degli ecosistemi di assorbire anidride carbonica e al fine di stabilizzare la temperatura del pianeta o quanto meno limitarne l'ulteriore aumento.

 A tale proposito, si sottolinea che, in assenza di interventi utili ad interrompere questo trend, nessun ecosistema né popolazione saranno in grado di adattarsi alle temperature elevate e agli eventi connessi quali siccità, alluvioni, fusione dei ghiacci, acidificazione dei mari etc., eventi che si stima siano destinati a aumentare progressivamente in intensità e frequenza.

Il PNACC deve identificare gli obiettivi da raggiungere tramite azioni che devono essere assunte e declinate in ogni altro atto di pianificazione pertinente, con i dovuti livelli di priorità (da stabilire sulla base di criteri freddi di impatto e co-benefici), coordinamento e armonizzazione. Per fare questo, è indispensabile un confronto serrato e continuo con le Regioni e gli altri stakeholders pubblici e privati (Autorità di bacino e simili, Comunità montane e simili, associazioni, confederazioni, enti no profit etc.).

In tal senso il Piano è davvero carente se si considera che:

le Appendici I e II, come il documento principale, si dilungano sul quadro normativo e sulla procedura senza fornire alcun contributo utile al razionale sottostante all’individuazione delle azioni;

l’Appendice III di nuovo ribadisce gli impatti dei cambiamenti del clima e le vulnerabilità settoriali del nostro Paese, quando sarebbe stato sufficiente rimandare agli abbondanti riferimenti sulla materia;

manca qualsiasi indicazione su come il PNACC si integri con gli altri strumenti di pianificazione nazionali e regionali, primo fra tutti il PNRR, perdendo così l’occasione per meglio indirizzare i fondi del PNRR verso azioni di sostenibilità necessarie e urgenti;

non è affrontato il tema del tipo di organizzazione operativa necessaria all’attuazione del PNACC e le informazioni fornite sull’Osservatorio non appaiono sufficienti a valutare l’adeguatezza di questo strumento;

parimenti carenti sono gli elementi su come interagire con la governance degli altri piani (oltre al PNRR, i piani e i programmi nazionali e regionali per il risanamento della qualità dell’aria, per la riduzione del traffico automobilistico, per la pianificazione urbanistica e la tutela del suolo, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima etc.);

le misure “nature based” non sembrano avere il rilievo quantitativo e qualitativo che meriterebbero, benché la Strategia europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici le consigli caldamente: meno cemento e acciaio, più natura.

In particolare non appare adeguata la trattazione delle misure di adattamento che riguardano il suolo che, oltre a essere un ecosistema essenziale (Risoluzione del Parlamento Europeo del 28 aprile 2021 sulla protezione del suolo 2021/2548 RSP), che svolge una efficace funzione regolatrice nell’adattamento ai cambiamenti climatici, è la più grande riserva di carbonio terrestre (cfr. la citata Risoluzione 2021/2548 RSP) e, di fatto, la risorsa capace di trattenere più carbonio (evitando le ri-emissioni sotto forma di gas climalteranti) in simbiosi con la vegetazione, svolgendo dunque un ruolo anche nella mitigazione.

(Senza Co2 la vita vegetale e animale sarebbe impossibile sulla terra e infatti il gas Co2 pesa 4 volte quello dell’atmosfera! E questo è un fatto di cui pochi scienziati ne prendono atto. Forse non è una constatazione sufficientemente remunerativa per altri scienziati! N.d.R.)

Il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo sono le principali concause dei disastri cui assistiamo quotidianamente, legati ad alluvioni, frane, dissesti idro-geologici etc.

Manca un riferimento chiaro al tema dei co-benefici.

Come molti organismi scientifici nazionali ed internazionali hanno suggerito, l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico sono sostenuti, in gran parte, dalle medesime cause e si potenziano a vicenda.

Si prevede, infatti, che il cambiamento climatico esacerberà l’inquinamento atmosferico e altre esposizioni ambientali in molteplici modi.

È assolutamente necessario, pertanto, dare priorità alle misure che, in primis, riducano l’inquinamento atmosferico mitigando al contempo il cambiamento climatico.

In generale, il PNACC non affronta la necessità di adeguamento dell’architettura amministrativa e delle articolazioni a livello locale.

 A parer nostro, risulta molto complicato finalizzare azioni di adattamento/regolazione, ma anche di mitigazione climatica, rivolgendosi a un corpo amministrativo frammentato:

 è evidente che alcune competenze andrebbero riportate ad altri soggetti di scala adeguata.

Infine, il gruppo di lavoro ha rilevato e segnalato una serie di inesattezze e di errori nel testo, che non dovrebbero comparire in un documento di tale rilevanza. Tra quelli concettualmente più importanti:

a pagina 22 si legge “entro il 2070 le emissioni di CO2 scendono al di sotto dei livelli attuali (400 ppm) e la concentrazione atmosferica si stabilizza, entro la fine del secolo, a circa il doppio dei livelli pre-industriali.” Le locuzioni “concentrazione in atmosfera” ed “emissioni in atmosfera”, e le relative unità di misura, sono importanti e devono essere usate in maniera corretta, mentre nella frase citata c’è il doppio errore di riferire il termine “emissioni” alle concentrazioni in atmosfera di CO2, e di accostare il valore di 400 ppm (parti per milione) a misura di emissione anziché di concentrazione;

a pag. 89 si parla di effetti di secondo ordine, cioè che derivano dall’attuazione delle azioni di adattamento ma che non ne costituiscono il fine principale ed esplicito e a un certo punto si dice “Nel caso, infine, di effetti di secondo ordine negativi si parla di mal-adattamento (maladaptation) e questo si verifica quando un’azione aggrava la vulnerabilità al cambiamento climatico accentuandone gli impatti in settori diversi o in altri territori oppure quando accresce lo sforzo necessario per la mitigazione (ad esempio aumentando le emissioni di gas ad effetto serra).” Noi riteniamo che vadano del tutto evitate azioni responsabili di effetti negativi del secondo ordine, nel caso in cui si decidesse di adottarne qualcuna, questa andrebbe adeguatamente giustificata.

Si ribadisce l'opportunità di esplicitare le connessioni con gli altri strumenti di pianificazione nazionali e locali, in particolare con il PNRR e con il Piano nazionale qualità dell’aria.

A tale proposito si rileva che a pag. 11 si riporta che “il 37,5% delle risorse, pari a 71,7 miliardi di euro, deve essere utilizzato per sostenere gli obiettivi climatici, e il 15% di questo importo, a sua volta, è destinato alle misure di adattamento ai cambiamenti climatici”, ovvero 10,7 miliardi.

Sarebbe quanto mai opportuno precisare come è stato pianificato l’impiego dei rimanenti 61 miliardi, che dovrebbero essere impiegati evidentemente per obiettivi di mitigazione.

Conclusioni.

Non sembra esservi alcun dubbio che in questo momento particolarmente critico per la storia dell’umanità i cambiamenti climatici siano agli apici dei problemi a livello globale:

studi, analisi e dati fattuali mostrano che tali cambiamenti sono all’origine di ondate di calore, siccità, alluvioni, carestie, pandemie, conflitti, guerre, terrorismo, traffici illeciti, migrazioni.

L’ennesimo allarme contenuto nella sintesi che ha concluso la pubblicazione del “Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici” dell’IPCC (il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici dell’ONU) pubblicato il 20 marzo 2023, è stato lanciato mentre negli USA è stato approvato un nuovo immenso giacimento di petrolio in Alaska e in Cina sono in fase di autorizzazione 168 nuove centrali a carbone.

Le emissioni di gas serra devono dimezzarsi entro il 2030 per azzerarsi entro il 2050, invece nel 2022 hanno continuato a crescere: più 0,9% rispetto all’anno precedente.

 Le tecnologie per ridurre le emissioni ci sono e i loro costi sono crollati:

l’eolico costa circa il 55% in meno, il fotovoltaico e le batterie al litio circa l’85% in meno di quanto costassero alcuni anni fa.

 Le temperature sono aumentate più negli ultimi 50 anni che nei precedenti 2000.

La concentrazione in atmosfera di CO2 non era così alta da due milioni di anni, quella del metano – altro gas serra con tempi di residenza in atmosfera molto più brevi della CO2 (10-15 anni verso migliaia di anni della CO2) ma fino a 85 volte più dannoso per l’effetto serra – non era così alta da 800mila anni.

L’aumento globale di temperatura è già di 1,1 ºC, la cosiddetta “soglia di sicurezza” di +1,5 ºC è vicinissima e in alcune macro aree, come il Mediterraneo, è già stata superata.

Per quanto riguarda l’Italia, alle criticità menzionate sopra si aggiunge una cronica incapacità, o forse una non volontà, di pianificare:

le difficoltà sempre più emergenti a proposito del PNRR ne sono una manifestazione patente.

Purtroppo in questa realtà sempre più complessa la creatività e la fantasia, doti preziose del genio italico, non bastano:

oggi più che mai vale l’adagio di Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d'America:

 «By failing to plan, you are preparing to fail» (Non riuscendo a pianificare, ti stai preparando a fallire).

Questo gruppo di lavoro ha messo a disposizione dei precedenti governi dati e informazioni, indicazioni pratiche e suggerimenti ed è disponibile a continuare a farlo.

(Minds For One Health)

 

 

Geoingegneria: modificare il meteo

per combattere il cambiamento climatico.

Euronews.com - Maria Psara – ( 28/06/2023) – ci dice:

L'iniezione stratosferica di aerosol prevede il rilascio di particelle catarifrangenti al di sopra delle nuvole.

La Commissione europea lancia la discussione sul tema, in vista di una possibile regolamentazione a livello globale.

Ecco le tecnologie allo studio.

Si chiama geoingegneria ed è una possibile risposta al cambiamento climatico: prevede di modificare le condizioni meteorologiche per influire sulla temperatura della Terra.

Si tratta di una tecnologia controversa, i cui sviluppi (e i rischi) sono ancora da definire.

Rete Copernicus: 'Il surriscaldamento avanza velocemente'

Come funziona la geoingegneria.

Nello specifico, alcuni ricercatori stanno già lavorando su diversi tipi di tecnologie in grado di abbassare le temperature.

Una è chiamata iniezione di aerosol stratosferica: in pratica vengono rilasciate al di sopra delle nuvole minuscole particelle catarifrangenti, per respingere la luce solare.

Ma secondo gli esperti sarebbero necessari centinaia o persino migliaia di aerei, operativi per diversi anni, per ottenere effetti concreti.

Un'altra possibile soluzione è lo schiarimento delle nuvole marine, cioè un tentativo di aumentare la capacità riflettente delle nuvole più basse, con l'aiuto di apposite particelle rilasciate dalle barche.

El Niño 2023, il ritorno: significato di condizioni meteorologiche estreme e riscaldamento globale.

L'allarme degli scienziati.

Una parte rilevante della comunità scientifica è tuttavia molto critica:

450 scienziati hanno inviato una lettera aperta esprimendo le loro preoccupazioni.

"La ricerca non elimina le incertezze, perché l'impatto finale di queste tecnologie sarà noto solo quando verranno utilizzate su scala planetaria", spiega a Euronews “Frank Biermann”, professore di geoscienza all'Università di Utrecht, nei Paesi Bassi.

"Non si possono davvero eliminare tutte le incertezze con esperimenti in laboratorio, ma nemmeno gli esperimenti su piccola scala possono dirci davvero quali rischi potrebbero presentarsi quando si impiegano queste tecnologie su scala globale per molti, molti anni".

"E poi preoccupa il rischio geopolitico - sostiene il professore -. Cosa succede se alcuni Paesi procedono in autonomia?"

"Gli esperimenti su piccola scala non possono dirci davvero quali rischi potrebbero presentarsi quando si impiegano queste tecnologie su scala globale per molti anni"

 Frank Biermann :Professore di geoscienza all'Università di Utrecht.

Una discussione globale.

Oggi la geoingegneria viene discussa in diverse parti del mondo ed è considerata da alcuni come una potenziale risposta futura al cambiamento climatico.

Il 28 giugno la Commissione europea ha aperto una discussione sul tema, ritenendo che l'argomento debba essere discusso a livello internazionale, per decidere se e quale tipo di regolamentazione sia necessaria, prima di arrecare danni al pianeta.

"La questione ha risvolti globali e rischi considerevoli: nessuno dovrebbe fare esperimenti da solo su un pianeta in cui viviamo tutti", ha detto “Frans Timmermans”, vice-presidente della “Commissione e incaricato al Green Deal europeo”.

(Poverino ha paura di perdere i finanziamenti finalizzati al suo ruolo da Davos! N.d.R.)

Intanto un gruppo di scienziati, soprattutto statunitensi, procede con le ricerche: l'Ue dovrà accelerare se intende approvare una regolamentazione globale.

 

 

 

AGENDA ONU, GREAT RESET E

UOMO SINTETICO, TEMPO

DI DECISIONI FONDAMENTALI.

 Nogeoingegneria.com – Leonardo Guerra – (26 LUGLIO 2023) – ci dice:

L’Agenda 2030 ONU (ex Agenda ’21) identifica un piano generale, adottato nel 2015 da ben 193 paesi, che risale al 1992.

 I loro documenti dichiarano un intento nobile, la retorica si spreca:

“…per il miglioramento della qualità della vita e lo sviluppo sociale ed economico in armonia con l’ambiente”.

Il vero motivo dietro le loro dichiarazioni risulta essere, invece, quello di cercare di cambiare il sistema politico ed economico del mondo trasformandolo progressivamente in un “sistema totalitaristico 2.0, di stampo socialista-marxista, con una componente tecnologica pervasiva.

La scienza dogmatica è la nuova religione imposta da una tecnocrazia che ha nell’Intelligenza Artificiale (I.A.), l’“aiutante magico” del loro rituale ancestrale.

 Associata alla loro enorme capacità d’investimenti, di condizionare le scelte dei politici, consente, infatti, di annullare preventivamente, senza difficoltà, qualsiasi ostacolo, di qualsiasi natura sulla strada della realizzazione, quali:

evidenze scientifiche che smentiscono e contraddicono le loro tesi, leggi e costituzioni sia degli stati che internazionali che difendono i diritti fondamentali degli individui.

Questo progetto di “Nuovo Ordine Mondiale” è basato sul collettivismo totale, l’abolizione della proprietà privata e l’annichilimento dell’Essere Umano grazie alla bio-convergenza e alla fusione uomo-macchina.

Per ottenere tutto ciò, non può essere consentito avere alcuna indipendenza di alcun tipo.

Le persone e le masse, nel loro disegno, dovrebbero dipendere completamente dallo stato/governo in tutto e per tutto, ed essere costantemente e completamente censibili e controllabili grazie alla tecnologia.

 Sorveglianza e controllo sistemici, quindi, strumenti indispensabili per imporre il piano e farlo funzionare, annullandone i possibili rischi.

Le persone non dovrebbero possedere alcuna proprietà privata, inclusi terreni, e dovrebbero vivere confinate in città stabulario (“Città dei 15 minuti”, vecchia utopia bolscevica d’inizio ‘900), in appartamenti resi disponibili e attribuiti ai cittadini, beneficiari, grazie al sistema dei crediti sociali.

Lo slogan del W.E.F. recita, infatti: “non possiederai nulla e sarai felice”. Il tasso di auto private, nel programma, dovrebbe crollare dell’80% entro il termine del 2030, limitando così moltissimo la mobilità delle persone.

Chiunque possedesse un paio di ettari di terra, un proprio approvvigionamento idrico, coltivasse il proprio cibo e avesse un po’ di bestiame, rappresenterebbe, quindi, una minaccia seria per la società collettivista.

Perché non costretto ad implorare lo stato/governo per il cibo e/o i vestiti e, quindi, non controllabile.

Per completare e realizzare il tutto, serve soprattutto una nuova specie umana:

l’“uomo sintetico” o “post-umano”.

 Un uomo-massa che rinuncia volontariamente a tutte le prerogative distintive dell’essere umano:

libertà, verità, giustizia, senso critico, intelligenza, spiritualità, solidarietà, sentimenti e sviluppo delle proprie capacità mentali e spirituali.

Che accetti senza creare problemi di vivere unicamente ancorato agli aspetti materiali e superficiali della vita, con una percezione del proprio “senso del possibile” talmente schiacciata verso il basso da indurlo ad affidarsi esclusivamente e per tutto allo stato.

Sorgerebbe così nel cuore e nella mente delle persone un pervadente e diffuso sentimento di assuefatta rassegnazione che li indurrebbe a pensare che tutto sommato è meglio “eseguire gli ordini dello stato e sperare per il meglio”.

 

Nel frattempo, grazie all’eID, alla Digitalizzazione della nostra società, al “Cloud 5G e 6G” cercheranno di trasferire tutte le conoscenze umane all’I.A. (strumento militare, già operativo e a regime da molti anni).

 Tutte le nostre attività umane sono, infatti, segnali elettrici intercettabili e i nostri processi biometrici e mentali, algoritmi digitalizzabili.

Trasferibili tramite l’impianto di un microchip che metta in comunicazione diretta cervello umano e pc e/o  tramite Cloud 5G.

 In questo modo l’uomo biologico (maschio e femmina) si fonderebbe con quello digitale, diventando così trascurabile in modo definitivo (uomo sintetico).

L’indottrinamento “no-gender” dei bambini e i giovani, inizia precocemente per favorire lo sviluppo di questa cultura “woke” nelle giovani generazioni.

Qui si colloca il ruolo del movimento LGTBQ+ che vogliono far entrare in tutti i programmi scolastici fin dalla scuola materna, promuovendone la sessualizzazione precoce.

Starà, quindi, a noi esseri umani liberi, prima di tutto, vigilare attentamente e prepararci interiormente studiando sistemi e soluzioni utili per annullare tale rischio e difendere i nostri bambini e i nostri giovani, la nostra priorità assoluta e, allo stesso tempo, riuscire a mandare a monte anche questo ennesimo piano disumano dell’Agenda 2030.

Moltissimo, infine, dipenderà dalla quota di adesione volontaria al piano W.E.F. portato avanti dal nostro governo.

Se il numero di resistenti che rifiuteranno l’eID, il denaro elettronico, il Portafoglio d’Identità Digitale Europeo, uniti e organizzati, nei prossimi 8/12 mesi risultasse pari o superiore a 20 milioni di cittadini, il loro piano in Italia salterebbe in modo definitivo.

È tempo, quindi, di agire, meglio se tutti uniti e insieme.

Buona decisione a tutti.

(Leonardo Guerra)

(Leonardo Guerra, laurea in biologia molecolare con tesi sperimentale sul mRNA nel 1982 c/o UNIFE.

Ha ricoperto ruoli dirigenziali in Ricerca e Sviluppo (area Anti-Infettivi), nel settore dei Rapporti Istituzionali di primarie Multinazionali farmaceutiche fino a Giugno 2020.)

(liberopensare.com/agenda-onu-great-reset-e-uomo-sintetico-tempo-di-decisioni-fondamentali/)

 

 

 

 

BREVE STORIA DEGLI ESPERIMENTI

 MILITARI SEGRETI DEGLI STATI UNITI

 CHE HANNO PORTATO AD EPIDEMIE.

    Nogeoingegneria.com – Redazione – (24 LUGLIO 2023) – ci dice:

 

Prima del 2020, questo articolo poteva essere facilmente liquidato come una bufala.

Dopo le esperienze degli ultimi anni, fa impensierire non poco.

Non sono state presentate prove, ma… «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova».

Agatha Christie”.

L’anno scorso, un utente di Twitter ha pubblicato una storia sull’esercito statunitense che conduceva esperimenti di guerra biologica in aree densamente popolate degli Stati Uniti.

Gli esperimenti prevedevano l’introduzione di “organismi innocui” nei sistemi di ventilazione, nei sistemi sotterranei e nei sistemi di approvvigionamento idrico. Sono stati condotti anche test di aerosol, sia da navi al largo che da aerei che sorvolavano gli Stati Uniti.

Il “thread” di Twitter qui sotto fa un collegamento tra questi esperimenti e le successive epidemie di influenza, che ovviamente hanno portato a programmi di vaccinazione di massa.

Di seguito sono riportate due voci su Twitter pubblicate dall’Agente131711 il 4 e il 5 novembre 2022.

È possibile leggere il primo thread su Twitter o utilizzando l’applicazione Threadreader  e il secondo thread su Twitter.

Laddove l’Agente131711 ha utilizzato immagini di risorse nelle sue discussioni, abbiamo fornito il testo.

La storia scioccante e folle dei militari che spruzzano virus in segreto e conducono esperimenti sull’uomo.

Per le persone che non amano leggere i thread:

Ho realizzato questo video che mette in relazione la cronologia dei “50 anni di progressi dei vaccini” del CDC con gli esperimenti militari di irrorazione e i focolai di malattia noti.

È una cosa piuttosto assurda.

Mi rendo conto che ci sono state (presumibilmente) epidemie di influenza prima del 1900, ma non sono state dichiarate “epidemie” fino al 1900 circa.

Inoltre, le “prove” di queste presunte epidemie del 1800 sono a dir poco sommarie.

Tori Detroit: Storia segreta| Militari diffondono l’influenza, la regola 23 e la guerra biologica sui cittadini, 12 novembre 2022.

[Come menzionato nel video precedente, l’Agente131711 raccomanda la lettura di due libri: “Undue Risk: Secret State Experiments on Humans” (2001) di Jonathan D. Moreno e “Clouds of Secrecy: The Army’s Germ Warfare Tests over Populated Areas” (1988) di Leonard A. Cole. Gli interventi su Twitter dell’agente131711 si basano sul primo libro e su risorse online di riferimento].

Nel 1974, tre farmaci su quattro erano stati testati sui prigionieri.

In effetti, i produttori di farmaci costruiscono i loro laboratori proprio accanto alle prigioni per facilitarne l’accesso.

Dopo Norimberga, l’America è stato l’unico Paese occidentale a mantenere un vasto programma di sperimentazione in carcere.

 Nel 1974, circa tre quarti di tutti i farmaci approvati negli Stati Uniti venivano testati nelle carceri e diverse aziende farmaceutiche stavano costruendo strutture all’avanguardia vicino alle prigioni.

(Undue Risk: “Secret Government Experiments on Humans”, Jonathan D. Moreno, 2001, pag. 272.)

I militari hanno scelto di condurre esperimenti di “guerra biologica” in aree densamente popolate all’insaputa dei cittadini.

Questi includevano la contaminazione delle riserve d’acqua e l’irrorazione di tossine nell’aria.

La commissione propose di realizzare progetti per testare la vulnerabilità di “sistemi di ventilazione, sistemi sotterranei e sistemi di approvvigionamento idrico con organismi innocui”.

Secondo un rapporto al Congresso pubblicato quasi tre decenni dopo, “i test all’aperto di agenti biologici infettivi erano considerati essenziali per una comprensione definitiva dei potenziali BW, poiché molti fattori sconosciuti influenzano la degradazione dei microrganismi nell’atmosfera”. [enfasi aggiunta].

(Rischio illecito: esperimenti segreti del governo sugli esseri umani, Jonathan D. Moreno, 2001, pag. 274.)

Almeno 200 volte i militari hanno spruzzato “materiali” dagli aerei (e anche dalle navi) per vedere fino a che punto potevano diffondersi.

Sostengono che il “materiale” sia innocuo, ma…

Gli esperimenti sono stati condotti sia da navi che si trovavano al largo, sia da aerei che sorvolavano gli Stati Uniti continentali.

Questi test, utilizzando un tracciante innocuo, hanno dimostrato che è possibile raggiungere un raggio d’azione fino a diverse migliaia di chilometri quadrati senza che la popolazione si accorga dell’attacco.

Tra il 1949 e il 1969 sono stati condotti più di duecento test all’aperto per verificare la vulnerabilità degli Stati Uniti agli attacchi con agenti biologici.

(I siti dei test includevano Panama City, Florida; Washington National Airport, Washington D.C.; Oahu, Hawaii; Minneapolis, Minnesota; e St. Louis, Missouri. Le sostanze utilizzate in questi test erano Bacillus globigii, Serratia marcescens, Aspergillus fumigatus e solfuro di zinco e cadmio). [enfasi aggiunta]

Undue Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag. 275.

Nell’anno successivo ai “test”, i casi di polmonite triplicarono e scoppiò un’epidemia di influenza.

Come scoprirete di seguito, fu proprio questa epidemia influenzale a cambiare la storia.

L’anno successivo al test, il 1953, ci fu un’epidemia di influenza.

(Undue Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, p. 279).

Questa nuova epidemia di influenza era un nuovo ceppo mortale mai visto prima. Ma fortunatamente, solo 7 anni prima, era stato rilasciato il primo vaccino antinfluenzale per la somministrazione agli esseri umani.

1945: il vaccino antinfluenzale inattivato viene autorizzato per l’uso nella popolazione civile.

Cronologia storica dell’influenza, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Questo nuovo vaccino antinfluenzale è stato realizzato con uova di uccelli. Più precisamente, con uova di gallina, il che è piuttosto interessante perché …

Anni ’40: il dottor Thomas Francis Jr e il dottor Jonas Salk, in qualità di ricercatori senior dell’Università del Michigan, sviluppano il primo vaccino antinfluenzale inattivato con il supporto dell’esercito statunitense.

 Il loro vaccino utilizza uova di gallina fecondate in un processo che viene utilizzato ancora oggi per produrre la maggior parte dei vaccini antinfluenzali.

L’esercito è coinvolto in questa ricerca a causa dell’esperienza delle perdite di truppe dovute alle malattie influenzali e ai decessi durante la Prima Guerra Mondiale.

Questo vaccino originale contiene solo un virus dell’influenza A inattivato.

Cronologia storica dell’influenza, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Nel giro di 2 anni si verificò una nuova pandemia chiamata “H2N2”. La causa di questa pandemia furono gli uccelli.

 

Nel febbraio 1957, un nuovo virus dell’influenza A (H2N2) apparve in Asia orientale e scatenò una pandemia (“influenza asiatica”).

Questo virus H2N2 era costituito da tre geni diversi di un virus H2N2 derivato da un virus dell’influenza aviaria A, compresi i geni dell’emoagglutinina H2 e della neuraminidasi N2.

Pandemia 1957-1958 (virus H2N2), Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

La pandemia del 1957-1958 fu causata dal virus H2N2, originato da un virus dell’influenza aviaria.

 Questa pandemia è stata chiamata influenza asiatica perché Singapore e Hong Kong sono stati i primi luoghi in cui sono state segnalate le infezioni.

 Ha causato la morte di 1,1 milioni di persone in tutto il mondo.

Negli Stati Uniti sono morte in totale 116.000 persone.

 Influenza aviaria, Cleveland Clinic.

Meno di tre anni dopo, dopo che più di 1,1 milioni di persone erano morte a causa della pandemia H2N2, il Direttore Generale iniziò a raccomandare la vaccinazione antinfluenzale annuale.

Con l’aumento della disponibilità del vaccino antinfluenzale, aumentò anche il numero di malattie, epidemie e pandemie.

Nel giro di 2 anni dall’epidemia di H2N2, è emerso un altro nuovo ceppo di influenza, l’H3N2 (anch’esso causato dagli uccelli). All’H3N2 seguì l’H1N1, nota anche come “influenza suina”.

La paura nei confronti di questa influenza portò il 25% della popolazione statunitense a vaccinarsi in soli 10 mesi.

1968: emerge un nuovo virus influenzale H3N2 che scatena un’altra pandemia, causando circa 100.000 morti negli Stati Uniti e 1 milione nel mondo.

 La maggior parte di questi decessi riguarda persone di età superiore ai 65 anni.

 I virus H3N2 che circolano oggi sono discendenti del virus H3N2 emerso nel 1968.

Anni ’70: un’epidemia di H1N1 (influenza suina) tra gli allievi di Fort Dix porta a un programma di vaccinazione per prevenire una pandemia.

In 10 mesi viene vaccinato circa il 25% della popolazione statunitense (48 milioni di persone), circa il doppio del numero necessario per proteggere la popolazione a rischio.

 Il numero di casi di “sindrome di Guillain-Barre”, una malattia neurologica che in rari casi è stata collegata alla vaccinazione, è apparso più alto del previsto tra i vaccinati, per cui le autorità hanno deciso di interrompere il programma di vaccinazione.

Cronologia storica dell’influenza, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Fu in quel periodo che si verificò il primo grande caso giudiziario contro gli esperimenti di irrorazione militare, in cui i cittadini furono sconfitti e il caso fu archiviato.

Il tribunale che si occupò del caso concluse che il governo aveva esercitato correttamente la sua discrezione nello scegliere dove attaccare e quali batteri utilizzare, e il caso fu archiviato.

Anche la città di New York fu teatro di esperimenti sul campo di guerra biologica nel giugno 1966.

 All’insaputa della popolazione civile locale e delle autorità sanitarie, l’esercito introdusse il “Bacillus globigii” nei tunnel sotterranei di New York e nelle strade di Manhattan.

(Undue Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag. 276.)

Negli anni ’90, a causa delle continue epidemie, è stato introdotto il programma VFC (Vaccines For Children).

Nell’ambito di questo programma finanziato dal governo, i vaccini vengono forniti “gratuitamente” ai bambini.

Il CDC è il principale acquirente e funge da distributore.

Il programma “Vaccines For Children” (VFC) è un programma finanziato dal governo che fornisce vaccini gratuiti ai bambini che altrimenti non potrebbero essere vaccinati perché non possono permetterselo.

Il CDC acquista i vaccini a un prezzo scontato per distribuirli ai distributori registrati del VFC.

Programma Vaccini per i bambini (VFC), Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

1999: di fronte al dilagare dei focolai, l’OMS istituisce un programma di sorveglianza ed è ora coinvolta nella produzione e distribuzione di vaccini e nella preparazione alle emergenze.

1999: l’OMS pubblica un quadro per la pianificazione delle pandemie, sottolineando la necessità di migliorare la sorveglianza dell’influenza, la produzione e la distribuzione dei vaccini, i farmaci antivirali, la ricerca sull’influenza e la preparazione alle emergenze.

1999: gli inibitori della neuraminidasi oseltamivir (Tamiflu®) e zanamivir (Relenza®) vengono approvati per il trattamento delle infezioni influenzali.

Cronologia storica sull’influenza, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Questa è la breve storia degli esperimenti militari segreti che hanno portato a una pandemia.

La storia dell’articolo 23(d): La FDA, vaccini senza bisogno di autorizzazione e armi di distruzione di massa.

 

All’inizio degli anni ’90, su richiesta del Pentagono, il Dipartimento della Difesa ottenne dalla FDA il permesso speciale di utilizzare farmaci non approvati (vaccini) senza autorizzazione.

La relativa mancanza di esperienza con questi farmaci in condizioni di combattimento e il fatto che il Dipartimento della Difesa abbia ottenuto un permesso speciale dalla FDA per utilizzare questi “farmaci non approvati” senza ottenere il consenso informato hanno creato l’impressione che i soldati fossero usati come cavie. [enfasi aggiunta].

(Undue Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag. 316).

Il motivo di questa approvazione è presumibilmente che i militari sostenevano che Saddam Hussein avesse sviluppato agenti di guerra chimica e biologica, quindi non c’era tempo per testare adeguatamente i vaccini sperimentali, che erano ancora in fase “sperimentale”.

Per ignorare il corretto processo di approvazione, la FDA creò la “Regola 23(d)” che permetteva a questo nuovo vaccino “terapeutico”, non testato, di aggirare le fasi di sperimentazione richieste.

Tuttavia, sostenendo che si trattava di una “emergenza”, le regole furono cambiate.

§ 50.23 Eccezione ai requisiti generali.

(d) (1) Ai sensi del 10 U.S.C. 1107(f), il Presidente può rinunciare al requisito dell’approvazione preventiva per la somministrazione di un nuovo farmaco in fase di sperimentazione per un membro delle Forze Armate in relazione alla partecipazione di tale membro a una particolare operazione militare …

21 CFR § 50.23 – Eccezione ai requisiti generali, Cornell Law School-

La regola 23(d) richiede solo al Commissario di “soppesare” se la protezione potenziale dell’iniezione non testata sia superiore al rischio potenziale. In assenza di test, tuttavia, vi erano poche prove per orientare la ponderazione in un senso o nell’altro.

In risposta, l’FDA ha emanato la Regola 23(d), che prevede un’eccezione ai suoi regolamenti che consente al commissario di rinunciare al requisito del consenso in situazioni di lotta in cui il consenso “non è possibile”.

La norma prevede che il commissario prenda in considerazione tutte le prove sulla sicurezza e l’efficacia del farmaco, il contesto in cui deve essere utilizzato, la natura della condizione che si intende trattare o prevenire e la natura delle informazioni da fornire ai destinatari sui rischi e i benefici dell’assunzione dei farmaci.

“Undue Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag. 317).

È stato quindi approvato perché questi vaccini, sebbene non testati, sono stati considerati “sicuri ed efficaci”.

Finora, però, non è stato spiegato perché si è dovuto rinunciare a questa “approvazione”.

Ecco la spiegazione del Pentagono.

Anche se tutti coloro che hanno assunto uno di questi farmaci fossero stati veramente volontari, non è affatto chiaro che i preparati soddisfino la prima condizione del modulo di consenso, ossia che siano considerati “sicuri ed efficaci”. Alcuni osservatori hanno affermato che il PB [bromuro di piridostigmina] può causare problemi neurologici se assunto in condizioni di forte stress. [enfasi aggiunta].

(Undue Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, pag. 318.)

 

Il Pentagono ha sostenuto che “chiedere il consenso a un soldato è una mancanza di rispetto per le persone che indossano l’uniforme”.

 In sostanza, tutti i pazienti dovrebbero avere una fiducia cieca in tutti i medici, perché teoricamente il medico sa tutto meglio di un profano.

Hanno anche sostenuto che se, ad esempio, un fotografo di guerra sta fotografando un soldato che carica e usa le armi, non è semplicemente possibile rintracciare ogni singolo soldato per ottenere il consenso scritto.

Dopo la somministrazione delle iniezioni sperimentali, si scoprì che in pratica non era stato tenuto alcun registro, per cui il successo o il fallimento dei vaccini era completamente sconosciuto.

In seguito si scoprì che anche i registri erano stati deliberatamente “persi” o distrutti.

A parte una stima approssimativa del numero di persone che hanno assunto i farmaci, sono stati tenuti pochi registri, il che ha distrutto la possibilità di imparare qualcosa dall’esperienza.

 Peggio ancora, quando i veterani svilupparono problemi medici, si scoprì che non c’erano registri di chi avesse effettivamente assunto i farmaci e in quali condizioni. [enfasi aggiunta].

(Undue Risk: Secret Government Experiments on Humans, Jonathan D. Moreno, 2001, p. 316).

Nel 2022, nonostante le modifiche apportate alla Regola 23, i cambiamenti sembrano essere pochi.

Sebbene il consenso informato sia ora la legge, la Regola 23 prevede ancora un lungo elenco di eccezioni, tra cui:

Tempo insufficiente per ottenere il consenso.

Una situazione classificata come emergenza.

Ai sensi del 10 U.S.C. 1107(f), il presidente può rinunciare al consenso.

La ricompensa sembra superare il rischio.

E altro ancora.( Testo completo: CFR – Codice dei regolamenti federali Titolo 21).

Alla fine, si scopre che le armi chimiche di Hussein (“armi di distruzione di massa”) non esistono più perché, secondo le Nazioni Unite, egli ha “distrutto tutte le prove”.

Saddam si rese subito conto di aver sottovalutato la determinazione delle Nazioni Unite.

Nell’estate del 1991 prese una decisione fatale: distrusse unilateralmente le armi chimiche e i missili balistici rimasti, nonché tutte le armi biologiche.

Nel tentativo di distruggere le prove dell’esistenza di queste armi non dichiarate, il regime distrusse anche una grande quantità di documentazione.

Il consigliere presidenziale iracheno “Amir Hamudi Hasan Al Sa’adi “disse in seguito agli americani che questa decisione avrebbe avuto per l’Iraq conseguenze disastrose quanto l’invasione del Kuwait.

Che fine hanno fatto le armi di distruzione di massa di Saddam?

(Storia Oggi, 12 luglio 2016).

Ha anche distrutto i suoi missili balistici e poi ha distrutto il 100% dei documenti relativi a tutte queste armi, quindi le prove sono completamente scomparse. [Curioso.]

Anche se le armi di distruzione di massa sono scomparse, oltre 20 anni dopo, si applica ancora la regola militare degli Stati Uniti 23(d). Vedete come è andata a finire?

 Un’emergenza scompare, ma l’azione intrapresa rimane.

(expose-news.com/2023/07/15/history-of-secret-us-military-experiments/)

 

 

 

“GUERRA” METEOROLOGICA

NESSUNO VUOLE PARLARNE.

   Nogeoingegneria.com – Redazione – (21 LUGLIO 2023) – ci dice:

 

È ovvio che le guerre meteorologiche hanno avuto luogo, ed è difficile pensare che non abbiano luogo oggi solo perché la” Convenzione di Ginevra” lo vieta (1977).

Nemmeno i cosiddetti esperimenti scientifici condotti negli ultimi decenni erano noti al pubblico.

Se volessi esaminare documenti accademici liberamente, avrei bisogno di notevoli risorse finanziarie.

 I documenti non sono liberamente accessibili.

Tuttavia, sono stati divulgati abbastanza documenti da mostrare quanto fossero intense le discussioni su questi temi in passato.

 Oggi questa realtà è nascosta dietro la “minaccia del cambiamento climatico” indotto dall’uomo.

Che la manipolazione umana delle condizioni atmosferiche abbia un ruolo negli eventi estremi è più che probabile, ma non esattamente come vorrebbero farci credere.

 

La guerra meteorologica è un tipo di conflitto moderno in cui la nazione avversaria viene conquistata economicamente, con tatto e in modo occulto, subendo il massimo dolore possibile attraverso l’uso di tecniche deliberate di manipolazione meteorologica e di geoingegneria…

Il tipo più comune di guerra meteorologica è la semina delle nuvole, che può essere impiegata per aumentare le nevicate o le piogge.

La manipolazione meteorologica può essere utilizzata in battaglia perché può essere impiegata come arma tattica, strategica o come modo occulto per danneggiare l’economia di uno Stato nemico.

Per molti versi, le tecnologie militari di modificazione del tempo e le iniziative di controllo meteorologico sono simili.

Sono stati studiati la gestione degli uragani e di altri forti temporali, l’eliminazione della nebbia calda e super fredda, la modifica della copertura nuvolosa, l’aumento delle precipitazioni (pioggia o neve) e il controllo dei fulmini.

Le conseguenze dell’iniezione di inquinanti nell’atmosfera, del rivestimento del ghiaccio con il nerofumo, del rilascio di anidride carbonica congelata nelle nuvole per produrre tempeste di neve e dell’impoverimento dell’ozono sono state studiate attraverso esperimenti e modelli al computer.

 …Nel tentativo di alterare il tempo, nel 1924 il professore dell’Università di “Harvard Emory Leon Chaffee” sparò sabbia caricata da un aereo.

 (ndr. Fa pensare alle frequenti invasioni sabbiose dal Sahara).

 Nel 1930, “W. Veraart” sparò del ghiaccio secco nei cieli per modificare il tempo.

Solo il suo libro in lingua olandese contiene i risultati della sua indagine e la metodologia utilizzata.

“ Henry G. Houghton”, professore del MIT, nel 1938 spruzzò soluzioni igroscopiche nella nebbia per diradarla (Fleagle et al., 1974).

 L’articolo completo in inglese: (paradigmshift.com.pk/weather-warfare/)

Le risposte internazionali alle modificazioni meteorologiche.

(ndr:si parla di 35 anni fa) .

“Negli ultimi decenni abbiamo migliorato la nostra comprensione del sistema meteorologico ed esplorato modi per modificarlo.”

Oltre sessanta Paesi hanno sperimentato la modifica delle condizioni meteorologiche (ndr. parla del 2009).

La nuova tecnologia di modifica del tempo e del clima solleverà importanti problemi politici che richiederanno nuove risposte da parte della comunità internazionale.

La capacità degli Stati di stabilire le misure di cooperazione necessarie per sviluppare e gestire la nuova tecnologia dipende dalla presenza di incentivi sufficienti a farlo.

Questo articolo analizza gli schemi storici della cooperazione internazionale nel campo della meteorologia, per poi tracciare, su diversi orizzonti temporali, i previsti sviluppi e le capacità della tecnologia di modificazione del tempo e i potenziali problemi derivanti dall’uso di tale tecnologia.

 Ne deriva un quadro provvisorio delle responsabilità richieste, confronta le risposte probabili con quelle necessarie e valuta se saranno adeguate ai problemi previsti.”

 

 

 

 

IL PUNTO FINALE? LA GOVERNANCE

GLOBALE! SARÀ “NECESSARIA.”

 Nogeoingegneria.com – Redazione – (20 LUGLIO 2023) ci dice:

 

“The Anticipatory Governance of Solar Radiation Management”.

Leggiamo titoli come questo: Caldo record, raggiunti i 52 gradi: “Temperature inadatte alla vita”.

Record di temperatura di 52,2 °C a Sanbao in Cina: cosa c’è dietro ?

La stazione meteorologica che ha registrato il nuovo record di temperatura si trova nella città di “Turpan”, parte del deserto di “Kumtag”.

Il deserto di sabbia di 2500 km², vasto e privo di vegetazione, è uno dei paesaggi con le temperature di superficie più elevate del pianeta.

Dove vogliono arrivare con questa politica di paura e disinformazione?

Le intenzioni sono chiare, non c’è bisogno di immaginazione per vederle, basta andare a leggere le dichiarazioni e i documenti pertinenti, la crisi climatica causata dall’uomo (è più vero di quanto si pensi) e le proposte di massicci interventi di “salvataggio” richiedono una governance globale.

Quindi, se gli interventi saranno resi ufficiali, lo sarà anche il governo globale.

Per le Nazioni Unite, il clima e la salute sono già riuniti in una visione globale. Entrambi hanno bisogno di decisioni globalizzati, secondo loro.

 

La geoingegneria solare è in arrivo. È ora di regolamentarla.

Non esiste una governance internazionale completa per la modifica delle radiazioni solari.

È necessario che ci sia.

L’interesse e le preoccupazioni per la modificazione delle radiazioni solari (SRM, nota anche come geoingegneria solare) hanno preso slancio negli ultimi mesi:

dalla messa in funzione di una startup commerciale alle obiezioni espresse dai media sull’uso dell’Africa come laboratorio per la manipolazione dell’ambiente e alle relative reazioni, dai piani di eminenti scienziati per ricongelare l’Artico al raro sostegno bipartisan del Senato degli Stati Uniti per la ricerca scientifica su questa idea.

Come ha chiarito l’ultimo rapporto del “Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico” (IPCC), è più che probabile che il mondo superi, forse per diversi decenni, l’obiettivo di 1,5 gradi Celsius e gli impatti di un mondo che si riscalda si fanno sempre più sentire.

 I responsabili delle politiche climatiche sono in ansia e incerti su ciò che il futuro può riservare, ma un numero crescente di essi è consapevole che l’opzione di usare o non usare la MRS potrebbe far parte della discussione.

L’SRM mira ad affrontare un sintomo del cambiamento climatico riflettendo più luce solare nello spazio per ridurre direttamente la temperatura della Terra.

Esistono diversi tipi di SRM, tra cui schiarire le nuvole marine, dipingere di bianco i tetti, coprire i ghiacciai e iniettare aerosol nella stratosfera.

 Questo articolo si concentra su quest’ultima tipologia.

I governi, le Nazioni Unite e anche il settore privato stanno dedicando maggiore attenzione ai possibili rischi e benefici dell’uso di queste tecniche per aiutare a gestire i pericoli derivanti dal superamento temporaneo dell’obiettivo di 1,5 gradi Celsius.

Ma con l’aumentare delle conoscenze, sono emerse domande critiche.

 Dovrebbe esserci una sola mano sul termostato globale?

Nell’ambito di quale processo o istituzione internazionale verrebbero prese le decisioni epocali sull’impiego o meno, e tutti i Paesi e le preoccupazioni saranno rappresentati?

L’aumento della ricerca e la maggiore consapevolezza dell’SRM comprometteranno lo slancio globale per ridurre le emissioni, rimuovere il carbonio atmosferico e rafforzare l’adattamento?

Quali sarebbero le implicazioni di un dispiegamento unilaterale?

Come verrebbe applicato un accordo internazionale sul MSR, di qualsiasi natura esso sia?

Al momento non esiste una governance internazionale completa per queste tecniche.

 Secondo il rapporto dell’IPCC, la mancanza di una governance internazionale formale e solida per l’SRM rappresenta un rischio in sé, in quanto potrebbe portare ad azioni unilaterali e non informate e costringere i governi a reagire frettolosamente in caso di crisi.

Si pensi ai palloni aerostatici lanciati in Messico l’anno scorso come intervento di SRM commerciale su piccola scala, realizzato da una startup con sede negli Stati Uniti che vende “crediti di raffreddamento” per il rilascio di palloni aerostatici ad alta quota con aerosol.

Non sono state effettuate consultazioni preliminari con il governo o le comunità locali.

 Il lancio iniziale ha spinto il governo messicano ad annunciare che avrebbe bloccato tali attività.

L’azienda ha poi continuato i lanci dagli Stati Uniti, che finora non hanno preso provvedimenti.

Negli ultimi sei anni, noi della “Carnegie Climate Governance Initiative” abbiamo incontrato i rappresentanti dei governi e delle organizzazioni della società civile di tutto il mondo, incoraggiandoli ad affrontare la mancanza di governance per l’SRM.

Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi, il problema merita maggiore attenzione e in tempi brevi.

La tipologia di SRM più studiata e controversa è l’iniezione di aerosol stratosferico.

Se venisse impiegata su larga scala, abbasserebbe rapidamente la temperatura media globale e influenzerebbe tutti i Paesi e gli ecosistemi del mondo, ma non necessariamente in egual misura.

Attualmente, l’iniezione di aerosol stratosferico esiste solo nei modelli al computer e non è pronta per la diffusione, anche se sono stati tentati alcuni esperimenti all’aperto e altri sono stati implementati.

La premessa alla base, tuttavia, imita ciò che accade durante un’esplosione vulcanica, quando gli aerosol di zolfo vengono rilasciati nella bassa stratosfera.

Gli aerosol riflettono parte della luce solare nello spazio, abbassando temporaneamente il sole e quindi la temperatura globale.

Alcuni scienziati suggeriscono che gli aerei potrebbero rilasciare regolarmente aerosol riflettenti nella bassa stratosfera e che la temperatura della Terra si raffredderebbe significativamente nel giro di pochi mesi.

Nessun altro metodo per affrontare il riscaldamento potrebbe dare risultati così rapidi, con un prezzo minimo per i costi diretti dell’ordine di 20 miliardi di dollari all’anno per 1 grado Celsius di raffreddamento.

Qui sta parte del fascino e del pericolo di questa tecnica.

L’SRM non è una soluzione al cambiamento climatico perché non ne affronta la causa principale: l’eccesso di emissioni di gas serra.

Solo la riduzione delle emissioni e la rimozione del carbonio atmosferico possono farlo.

(Dovrebbe essere chiaro che la scienza ci dice che la CO2 è 4 volte più pesante dell’aria atmosferica.

La CO2 prodotta dall’uomo si stende sulla terra e sui mari e non può volare sulla stratosfera come un gas serra! N.d.R.)

L’SRM affronta uno dei suoi sintomi: l’aumento della temperatura.

 Secondo l’IPCC, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere un’integrazione agli sforzi complessivi per affrontare il cambiamento climatico.

(foreignpolicy.com/2023/05/23/solar-geoengineering-radiation-modification-srm-regulation-climate-change/)

 

 

 

LA CRESCITA DEL GHIACCIO MARINO

POLARE SMONTA LA NARRATIVA

DELLA CATASTROFE SUL CLIMA.

Comedonchisciotte.org – Redazione CDC - Beatrice Raso, meteoweb.eu –(26 Luglio 2023) – ci dice: 

Un nuovo studio rivela che l'area della piattaforma di ghiaccio antartica è cresciuta di 5305km² dal 2009 al 2019.

Un nuovo studio condotto da un team di scienziati del clima, pubblicato dalla “European Geosciences Union”, rivela che l’area della piattaforma di ghiaccio antartica è cresciuta di 5305km² dal 2009 al 2019, guadagnando 661Gt di massa di ghiaccio nell’ultimo decennio.

 “Le piattaforme di ghiaccio antartiche forniscono un supporto di rinforzo alla calotta glaciale, stabilizzando il flusso di ghiaccio a terra e il suo contributo al livello globale del mare.

Negli ultimi 50 anni, le osservazioni satellitari hanno mostrato che le piattaforme di ghiaccio crollano, si assottigliano e si ritirano;

 tuttavia, ci sono poche misurazioni del cambiamento in tutta l’Antartide nell’area della piattaforma di ghiaccio”, si legge nello studio, in cui gli autori hanno utilizzato i dati del satellite MODIS (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer) per misurare il cambiamento nella posizione e nell’area del fronte di distacco su 34 piattaforme di ghiaccio in Antartide dal 2009 al 2019.

“Nell’ultimo decennio, una riduzione dell’area nella Penisola Antartica (6693km²) e nell’Antartide occidentale (5563km²) è stata superata dalla crescita dell’area nell’Antartide orientale (3532km²) e dalle grandi piattaforme di ghiaccio di Ross e Ronne-Filchner (14028km²).

Il più grande ritiro è stato osservato sulla piattaforma di ghiaccio Larsen C, dove sono stati persi 5917km² di ghiaccio durante un evento di distacco singolo nel 2017, e il più grande aumento dell’area è stato osservato sulla piattaforma di ghiaccio di Ronne nell’Antartide orientale, dove un graduale avanzamento nell’ultimo decennio ha portato a un aumento dell’area di 5889km² dal 2009 al 2019.

Complessivamente, l’area della piattaforma di ghiaccio antartica è cresciuta di 5305km² dal 2009, con 18 piattaforme di ghiaccio in ritirata e 16 piattaforme più grandi in crescita nell’area”, si legge nello studio.

 “Le nostre osservazioni mostrano che le piattaforme di ghiaccio antartiche hanno guadagnato 661Gt di massa di ghiaccio nell’ultimo decennio, mentre l’approccio dello stato stazionario stimerebbe una sostanziale perdita di ghiaccio nello stesso periodo, dimostrando l’importanza di utilizzare le osservazioni del flusso di distacco variabile nel tempo per misurare il cambiamento”, evidenziano i ricercatori.

Cambiamenti piattaforma ghiaccio antartide 2009-2019.

“Questo set di dati mostra le differenze regionali nel comportamento del distacco delle piattaforme di ghiaccio e documenta la frequenza e l’entità degli eventi di distacco in tutto il continente su scale temporali decennali.

Queste osservazioni saranno utili per studi regionali sul cambiamento della piattaforma di ghiaccio in Antartide e possono essere utilizzate come set di dati di input per studi di modellazione o come set di dati di convalida per studi futuri che sviluppano metodi più automatizzati per misurare il cambiamento nella posizione del fronte di distacco della piattaforma di ghiaccio.

Gli studi futuri dovrebbero utilizzare gli archivi di dati satellitari storici per estendere la registrazione del cambiamento dell’area della piattaforma di ghiaccio, che ci consentirà di stabilire se vi è un cambiamento a lungo termine nella frequenza del distacco della piattaforma di ghiaccio in Antartide.

Dobbiamo sviluppare e applicare tecniche automatizzate per aumentare la frequenza con cui è possibile effettuare misurazioni del fronte del distacco, in particolare su piattaforme di ghiaccio e ghiacciai più piccoli, che consentiranno di caratterizzare e monitorare il comportamento del distacco stagionale a breve termine”, concludono gli autori dello studio.

Il ghiaccio marino polare e la narrativa della catastrofe sul clima.

I risultati di questo studio confermano le scoperte dell’eminente meteorologo Professor “J. Ray Bates”, la cui ricerca ha dimostrato che le tendenze nei livelli del ghiaccio marino polare danno poco motivo di allarme.

In un articolo, dal titolo “Il ghiaccio marino polare e la narrativa della catastrofe sul clima”, pubblicato poco più di un anno fa dalla “Global Warming Policy Foundation”, il Professor “Bates” ha confrontato le simulazioni dei modelli climatici – che prevedono una significativa riduzione dei livelli di ghiaccio marino in entrambi gli emisferi – con dati empirici e tendenze osservate nel ghiaccio marino artico e antartico.

“Bates” ha affermato: “nel 2007, Al Gore ci ha detto che i livelli del ghiaccio marino artico stavano ‘cadendo da una scogliera’.

 Ora è chiaro che si sbagliava completamente.

In effetti, le tendenze del ghiaccio marino sono un antidoto all’allarmismo climatico”.

Ghiaccio marino artico.

Nella sua ricerca, “Bates evidenzia” che per “il periodo 2013-2019, durante il quale si prevedeva che l’Artico sarebbe diventato libero dai ghiacci alla fine dell’estate, le proiezioni dei modelli sono ben lungi dall’essere confermate.

 La Figura 1 è una serie temporale dell’estensione media osservata del ghiaccio marino artico per settembre, nel periodo delle osservazioni satellitari (1979-2021). C’è stato un marcato declino del ghiaccio marino per un periodo successivo al 1996.

Tuttavia, dal 2007, invece di scomparire come previsto, il ghiaccio marino di settembre ha mostrato un tasso di declino molto più lento, rimanendo nella regione di 4,5 milioni di km².

Se si mantenesse la tendenza statistica dell’ultimo periodo di 15 anni, ci vorrebbero più di 500 anni prima che l’Artico resti senza ghiacci a settembre.

Sebbene non si possa fare molto affidamento su una tendenza lineare misurata in un periodo così breve, va ricordato che le drammatiche proiezioni della perdita di ghiaccio marino pubblicizzate da Al Gore erano basate su un modello che utilizzava dati osservativi su un periodo ancora più breve”.

Estensione media ghiaccio marino artico settembte 1979-2021.

“Qualsiasi discussione obiettiva sul recente declino del ghiaccio marino artico richiede anche che si prenda in considerazione l’evidenza relativa alla variabilità naturale del passato su una scala temporale pluridecennale.

 Nell’era pre-satellite, i dati affidabili sulla copertura del ghiaccio marino erano scarsi.

Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che esiste una forte relazione tra l’estensione del ghiaccio marino e le temperature misurate nelle stazioni artiche.

Le registrazioni delle temperature risalgono a molto prima e mostrano variazioni di lungo periodo, con il riscaldamento dell’Artico verificatosi tra il 1900 e gli anni del 1940, seguito dal raffreddamento fino agli anni del 1970, e poi da un rinnovato riscaldamento fino ad oggi.

Combinando le registrazioni della temperatura e del ghiaccio marino parziale, è possibile creare ricostruzioni statistiche dell’estensione totale del ghiaccio marino che risale agli inizi del 1900.

Alcune di queste ricostruzioni indicano che tra il 1900 e gli anni ’40 potrebbe essersi verificata un’estensione del ghiaccio marino artico paragonabile agli attuali livelli ridotti”, scrive Bates nel suo studio.

A supporto della variabilità naturale, il Professore cita l’esempio della “decisione del governo sovietico nel 1932 di sviluppare i mari del nord come rotta di trasporto regolare dall’Europa all’Asia, realizzata sulla base della scomparsa del ghiaccio marino.

 Il progetto è stato successivamente abbandonato quando il ghiaccio marino è tornato dopo il raffreddamento.

È chiaro che la variabilità naturale pluridecennale, scarsamente simulata dai modelli climatici, ha dato origine a grandi variazioni nel ghiaccio marino artico in passato e potrebbe essere un fattore di ciò che si sta osservando attualmente”, osserva Bates.

Ghiaccio marino antartico.

Nella sua ricerca, inoltre, Bates evidenzia come in “Antartide, nel frattempo, non c’è stato alcun cambiamento significativo nell’estensione media annua del ghiaccio marino nel periodo di misurazioni satellitari affidabili, nonostante le proiezioni dei modelli di un declino simile a quello nell’Artico.

Le osservazioni vengono nuovamente presentate per settembre, mese in cui i modelli prevedono cambiamenti significativi.

Nell’emisfero australe, settembre è il mese in cui l’estensione del ghiaccio marino raggiunge il massimo nel tardo inverno.

 La figura 2 mostra le medie di settembre per il periodo 1979-2021.

 Si può vedere che, contrariamente a quanto previsto dai modelli, la tendenza durante questo periodo è nella direzione di un lieve aumento dell’estensione del ghiaccio marino antartico”.

Estensione media ghiaccio marino antartide settembte 1979-2021.

Nel suo studio, Bates afferma, inoltre, che si dovrebbe fare poco affidamento sulle simulazioni dei modelli sul futuro declino del ghiaccio marino:

 “i modelli climatici non sono riusciti a prevedere la crescita del ghiaccio marino antartico e hanno mancato il recente marcato rallentamento del declino del ghiaccio marino nell’Artico.

Sarebbe ingiustificato pensare che riusciranno a sistemare le cose nei prossimi 30 anni”.

Il ghiaccio marino polare e i gas serra.

Le evidenze che Bates ha presentato nel suo studio “indicano che la risposta del ghiaccio marino polare all’aumento dei gas serra dovrebbe essere annoverata tra i molti aspetti irrisolti della scienza del clima”.

I fatti esposti nello studio “meritano di essere riconosciuti quando viene avanzata la nozione di emergenza climatica, che richiede i cambiamenti più drastici e immediati per l’economia mondiale.

Qualche preoccupazione potrebbe anche essere mostrata tra le persone coinvolte per la crescente eco-ansia inflitta alle giovani generazioni”, conclude Bates.

(Ma l’aumento futuro del gas serra non può comprendere la CO2 che è 4 volte più pesante dell’atmosfera e quindi precipita sulla terra e perciò non può essere causale al riscaldamento globale. N.D.R.)

(Beatrice Raso, meteoweb.eu)

(Beatrice Raso. Laureata in Lingue e Comunicazione)

(meteoweb.eu/2023/06/ghiaccio-marino-polare-narrativa-catastrofe-clima/1001255702/)

 

 

 

 

COME IL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI

HA APPENA VOTATO PER RENDERE

PERMANENTE LA GUERRA.

Comedonchisciotte.org - Redazione CDC – (25 Luglio 2023) - Eric Zuesse, southfront.org – ci dice: 

In un’audace dimostrazione della determinazione bipartisan del Congresso degli Stati Uniti dopo l’11 settembre di bloccare per sempre la manna che il Congresso ha temporaneamente concesso alle industrie della ‘Difesa’ dell’America (produttori di armi da guerra, ecc.), la proposta di Risoluzione del Congresso, il 19 luglio, “Sull’Emendamento (Paul Amdt. No. 222 )”, volta a “Esprimere il senso del Congresso che l’Articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico non sostituisce il requisito costituzionale che prevede che il Congresso dichiari la guerra prima che gli Stati Uniti si impegnino in una guerra“, è stata bocciata dal Senato degli Stati Uniti, con l’enorme margine bipartisan di 83 No e 16 Sì.

Tutti i 16 sì erano Senatori repubblicani.

 Tuttavia, anche 32 Repubblicani ed entrambi i Senatori ‘Indipendenti’ del Senato (Sanders del Vermont e King del Maine) hanno votato contro – hanno votato che la clausola della Costituzione degli Stati Uniti che richiede un’autorizzazione del Congresso prima che il Presidente degli Stati Uniti possa inviare le forze americane all’estero in una guerra, sia annullata se la NATO dichiara guerra.

 (Per esempio: se la NATO dichiara guerra alla Russia per quanto riguarda l’Ucraina – cosa che potrebbe accadere – allora l’America è automaticamente in guerra contro la Russia e non è necessaria alcuna autorizzazione del Congresso perché gli Stati Uniti possano lanciare immediatamente un’invasione nucleare della Russia).

Quindi: questo è stato tutt’altro che un voto di parte al Congresso:

 83 Senatori degli Stati Uniti, di entrambi e di nessun partito, l’hanno approvato.

Ma il popolo americano l’ha approvato?

Il popolo americano aveva votato quegli 83 Senatori in carica.

Perché il popolo americano lo ha fatto?

Forse perché gli stessi appaltatori della ‘Difesa’ che avevano finanziato le carriere politiche di questi Senatori hanno ANCHE finanziato i candidati del Partito opposto che correvano contro di loro?

 I miliardari devono finanziare entrambi i partiti perché ciò accada?

È a questo che si è ridotta la ‘democrazia’ americana?

Il 17 febbraio 2023, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha emesso il suo “Avviso sulla continuazione dell’Emergenza Nazionale in relazione alla Libia” e – sebbene circa la metà dei Senatori statunitensi si sia schierata pubblicamente contro le vendite di armi degli Stati Uniti nelle guerre mediorientali – ha annunciato pubblicamente che l’America continuerà l'”Emergenza Nazionale” che il Presidente Obama aveva annunciato nel 2011 per sbarazzarsi di Muammar Gheddafi (anche se Gheddafi è stato assassinato l’11 ottobre 2011).

Il Congresso non ha fatto nulla per opporsi alla continuazione di quell’autorizzazione da parte di Biden, affinché Biden continuasse la partecipazione dell’America a quelle guerre.

 Infine, il 13 giugno 2023, il Rappresentante dell’Arizona Paul Gosar ha titolato “Gosar introduce una legislazione che pone fine alla dichiarazione di emergenza nazionale della Libia“, e ha riferito che Gosar aveva appena introdotto “H.J. Res. 70, una legislazione che pone fine all’emergenza nazionale relativa alla Libia dichiarata dal Presidente Obama il 25 febbraio 2011 nell’Ordine Esecutivo 13566”.

Si tratta di una mossa di facciata, anche se lui la sostiene, perché da molti decenni ormai, il Congresso degli Stati Uniti non vota mai contro gli appaltatori di armamenti dell’America.

In effetti, il comunicato stampa di Gosar ha ammesso che “Attualmente ci sono 41 emergenze nazionali dichiarate ancora in vigore negli Stati Uniti“.

Il suo link mostra che queste ‘emergenze nazionali statunitensi’ sono contro: Iran, Nicaragua, Sudafrica, Libia (1986), Panama, Iraq (1990), armi chimiche e biologiche (di cui gli Stati Uniti sono stati i maggiori produttori) sono stati i maggiori produttori – ma questo Ordine Esecutivo 12735 del 1990 era diretto solo contro Paesi stranieri) – Haiti, Serbia e Montenegro, UNITA, Bosnia ed Erzegovina, “Terroristi”, Cuba, Birmania, Sudan, Serbia e Montenegro di nuovo, Talebani, Sierra Leone, Balcani occidentali, “Terroristi” di nuovo, Zimbabwe, Iraq di nuovo (2003), Siria, Liberia, Costa d’Avorio, Bielorussia, Repubblica Democratica del Congo, Libano, Corea del Nord, Somalia, Libia (2011), Russi in Ucraina (2014), Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Venezuela, Burundi, Nicaragua di nuovo, Mali, Cina, Cina di nuovo, Birmania di nuovo, Russia di nuovo, Etiopia, Afghanistan e Russia di nuovo.

Altri erano contrari, come i narcotici.

 Tuttavia, quelle che ho elencato erano già 45 “emergenze nazionali statunitensi”, in cui il Presidente poteva portare gli Stati Uniti in guerra indipendentemente dal Congresso degli Stati Uniti.

E, naturalmente, poiché tutti questi ‘funzionari pubblici’ dipendono essenzialmente dai miliardari americani, queste persone sono quelle che il Governo degli Stati Uniti rappresenta effettivamente.

 (Alcuni dicono che l’America è una repubblica anziché una democrazia, ma la vera domanda è: chi rappresentano effettivamente i rappresentanti?)

In ogni caso: il problema non è come interpretare la Costituzione, ma come ignorare la Costituzione in modo tale che la Corte Suprema degli Stati Uniti la ignori, che è il modo in cui i Presidenti degli Stati Uniti sono d’accordo con entrambe le Camere.

I Presidenti degli Stati Uniti sono d’accordo con entrambe le Camere del Congresso e con entrambi i Partiti del Congresso, per ignorare la Costituzione e per coprirla con scuse offuscanti che, agli osservatori occasionali, potrebbero sembrare credibili, ma che tuttavia sono false come una banconota da tre dollari e hanno il solo scopo di ingannare gli sciocchi votanti del pubblico, in modo da continuare l’ignoranza e le distorsioni di routine, ormai di lunga data, su ciò che i veri autori della Costituzione degli Stati Uniti avevano scritto e detto.

Queste questioni sono diventate invece oggetto di dibattito solo da parte di un’élite di ‘esperti’ accreditati dai rappresentanti dei miliardari d’America, al fine di mantenere il dibattito il più offuscato possibile e il più estraneo possibile agli interessi del pubblico, in modo che la Costituzione degli Stati Uniti ‘significhi’ solo ciò che gli attuali rappresentanti dei miliardari trovano accettabile che significhi.

Tuttavia, ora, in casi particolari come quelli discussi qui, la Corte Suprema degli Stati Uniti non viene nemmeno coinvolta.

Per decisione dell’Esecutivo e del Legislatore, la Costituzione degli Stati Uniti viene di fatto ignorata in queste questioni, quelle che sono di vitale importanza per i miliardari americani.

( Eric Zuesse, southfront.org) – (Eric Zuesse. Scrittore e ricercatore indipendente americano)

(southfront.org/eric-zuesse-how-u-s-congress-just-voted-to-make-war-permanent/)

Robert F. Kennedy, Jr. e

i Grandi Innominabili.

Unz.com - RON UNZ – (24 LUGLIO 2023) – ci dice:

 

Come erede 69enne della dinastia politica più famosa della storia moderna del nostro paese e figlio e nipote di leader americani uccisi, Robert F. Kennedy, Jr. ha vissuto tutta la sua vita sotto gli occhi del pubblico.

 Ma anche se ha avuto una carriera di successo come avvocato ambientale e attivista politico, l'America è un grande paese e fino agli ultimi due anni avevo avuto solo la più vaga impressione di lui.

Tutto è cambiato con l'epidemia di Covid e i vaccini sviluppati per controllarla.

Negli anni precedenti, Kennedy era diventato uno dei principali scettici sui vaccini e nel 2021, il movimento anti-vaxxing americano è stato improvvisamente trasformato da una causa emarginata ed eccentrica dei ricchi sobborghi liberali in una forza al centro incandescente della politica americana, situata in modo schiacciante nella destra repubblicana cospirativa.

Durante questa lunga crisi di salute pubblica, i media mainstream avevano elevato Anthony Fauci al ruolo del nostro salvatore nazionale, ma alla fine del 2021 Kennedy ha pubblicato un libro bollente che attaccava lui e la sua lunga carriera, che è diventato rapidamente un bestseller #1 di Amazon nonostante la mancanza di qualsiasi pubblicità significativa o copertura mediatica, e l'ho comprato e letto.

Sebbene fossi stato estremamente critico nei confronti del movimento anti-vaxxing, considerandolo sia allora che ora come per lo più crack pottery, sono rimasto molto colpito dalle informazioni sorprendenti che ha fornito nel suo testo e ho scritto una recensione fortemente favorevole che è stata ampiamente letta e diffusa:

(Pravda americana: Vaxxing, Anthony Fauci e l'AIDS

Ron Unz • The Unz Review • 6 dicembre 2021)

Poi, nel febbraio 2022, è scoppiata la guerra in Ucraina e le preoccupazioni di politica estera hanno sostituito tutto il resto.

Sia l'establishment del Partito Democratico che quello Repubblicano sono diventati implacabilmente ostili nei confronti della Russia, sostenendo con entusiasmo sanzioni economiche senza precedenti contro quel paese e i suoi cittadini, fornendo al contempo una raffica di aiuti militari e finanziari al regime ucraino sotto assedio.

Solo una manciata di figure di spicco di entrambi i lati del corridoio ideologico era disposta a sfidare questo consenso mediatico quasi unanime.

Questi oppositori hanno sottolineato i rischi estremi della nostra politica del rischio calcolato militare nel combattere una guerra per procura della NATO contro la Russia dotata di armi nucleari sul confine della Russia, e Kennedy alla fine si unì a questo piccolo gruppo.

Con le elezioni del 2024 che si avvicinano e il presidente Joe Biden a braccetto con l'establishment repubblicano a sostegno della nostra politica aggressiva sulla Russia, Kennedy ha fatto il passo audace di entrare in gara, sfidando coraggiosamente il presidente in carica del suo stesso partito su questioni di guerra e pace, proprio come suo padre aveva fatto una volta nella sua fatidica campagna del 1968.

Le difficoltà che Kennedy dovette affrontare furono enormi. Sebbene potesse essere tremendamente popolare tra gli anti-vaxxer impegnati, tali individui erano prevalentemente repubblicani, difficilmente di grande aiuto in una primaria democratica.

Kennedy non aveva mai ricoperto in precedenza cariche pubbliche, e con praticamente tutti i democratici eletti schierati contro di lui, i media si fecero beffe di quello che descrivevano come il suo sforzo senza speranza.

Ma poi sono usciti diversi sondaggi, che mostrano che ha ottenuto circa il 20% di sostegno democratico contro il presidente Biden, una cifra sorprendente così presto nella corsa.

Proprio come la vecchia Pravda sovietica aveva protetto il Partito Comunista dell'URSS al potere, i nostri media mainstream difendono ferocemente il nostro "Uni partito" democratico-repubblicano contro qualsiasi estraneo, che si chiamasse Trump o Kennedy, e quest'ultimo divenne presto il bersaglio di attacchi viziosi e faziosi su questioni reali o inventate.

La maggior parte di questi primi colpi mediatici sembrano aver avuto scarso impatto, ma a differenza dei politici di carriera per tutta la vita, Kennedy è piuttosto appassionato e schietto sui suoi problemi e la sua nascente campagna manca dell'esercito di gestori e scrittori di discorsi che proteggono il candidato da parole controverse.

 Così, durante una piccola cena a New York, alcune delle sue teorie sul Covid sono state catturate in video e presto smentite dall'ostile New York Post.

Il titolo esplosivo del Post diceva "RFK Jr. dice che il COVID potrebbe essere stato 'etnicamente mirato' per risparmiare gli ebrei", e la stessa pubblicazione ha poi pubblicato altre due storie nelle successive 24 ore.

 Presto scoppiò una tempesta mediatica nazionale, con il titolo del New York Times che denunciava Kennedy per la sua "Teoria della cospirazione bigotta del nuovo Covid".

Kennedy aveva pochi difensori iniziali e alcuni di questi potrebbero difficilmente aver aiutato la sua causa.

 Uno scrittore di un sito web razzista bianco ha elogiato il coraggio di Kennedy nello ipotizzare che il virus Covid fosse stato bioingegnerizzato per uccidere i gentili bianchi.

L'establishment politico e i suoi alleati mediatici ovviamente odiano Kennedy e hanno fatto del loro meglio per danneggiare la sua campagna, indulgendo liberamente in esagerazioni selvagge e cattivi insulti.

 Ma in questo caso particolare, le loro accuse sembrano quasi del tutto corrette. Si consideri, ad esempio, la difesa vocale di Kennedy montata dallo scrittore liberale Patrick Lawrence.

La lapidazione di R.F.K. Jr.

Quanto in basso andranno i media?

(Patrick Lawrence • Substack • 19 luglio 2023)

Lawrence affermò che gli attacchi dei media a Kennedy erano estremamente ingiusti, ma incluse le seguenti due citazioni dalle osservazioni di Kennedy:

COVID-19. C'è un argomento che è etnicamente mirato. COVID-19 attacca alcune razze in modo sproporzionato. COVID-19 è mirato ad attaccare caucasici e neri. Le persone più immuni sono gli ebrei ashkenaziti e i cinesi... Non sappiamo se sia stato deliberatamente preso di mira o meno, ma ci sono documenti là fuori che mostrano il differenziale e l'impatto razziale o etnico.

E dobbiamo parlare di armi biologiche.

 So molto sulle armi biologiche perché ho fatto un libro su di loro negli ultimi due anni e mezzo. E... La tecnologia che ora abbiamo... Abbiamo investito centinaia di milioni di dollari in microbi etnicamente mirati.

I cinesi hanno fatto la stessa cosa... Sappiamo che i cinesi stanno spendendo centinaia di milioni di dollari per sviluppare armi biologiche etnicamente mirate, e noi stiamo sviluppando armi biologiche etniche.

Questo è ciò di cui si occupano tutti quei laboratori in Ucraina.

Stanno raccogliendo DNA russo.

Stanno raccogliendo DNA cinese in modo da poter indirizzare le persone per razza.

Kennedy stava chiaramente suggerendo che il Covid potrebbe essere stato sviluppato come arma biologica etnicamente mirata, volta a uccidere i gentili bianchi e i neri.

 Dal momento che afferma anche che ebrei e cinesi "sono i più immuni", sembra implicare che sono i sospettati più probabili nel rilascio di un virus che ha probabilmente ucciso oltre venti milioni di persone in tutto il mondo, tra cui più di un milione di americani.

 Queste sono dichiarazioni assolutamente incendiarie da parte di un candidato presidenziale, molto più oltraggiose di qualsiasi cosa Donald Trump abbia mai pronunciato, e quindi l'incidente ha pienamente giustificato la pesante copertura che ne è derivata.

Tuttavia, i media attaccarono Kennedy per le sue osservazioni senza tentare di confutarlo, portando Lawrence e molti altri osservatori a supporre che fosse stato "politicamente scorretto" ma "scientificamente corretto".

Dovremmo quindi considerare se il candidato alla presidenza avesse qualche base fattuale per le sue teorie scioccanti.

La possibile creazione di armi biologiche a bersaglio etnico è stata discussa per decenni e nel corso degli anni ci sono state notizie di importanti sforzi di ricerca per svilupparle.

Ad esempio, già nel novembre 1998, il Sunday Times di Londra rivelò che Israele stava sviluppando un'arma "bomba etnica" mirata alle caratteristiche genetiche delle popolazioni arabe, e sicuramente altri paesi hanno fatto ricerche militari simili durante i decenni successivi.

Nel 2007, la Russia ha scoperto che varie organizzazioni occidentali stavano raccogliendo campioni di DNA russo, sollevando preoccupazioni plausibili sul fatto che stessimo sviluppando armi biologiche etniche mirate alla loro popolazione.

Quindi, in senso lato, le preoccupazioni di Kennedy sono perfettamente ragionevoli e un argomento molto appropriato per un potenziale leader americano.

Tuttavia, chiunque – per non parlare di un candidato presidenziale – sollevi questioni ultra-controverse dovrebbe essere ultra-attento con i suoi fatti, e questo non sembra essere stato il caso di Kennedy.

 

Ad esempio, sospetto fortemente che la massiccia infrastruttura di guerra biologica americana – la più grande e antica del mondo – abbia effettivamente svolto un lavoro di ricerca e sviluppo su armi biologiche a bersaglio etnico, ma non ho mai visto alcuna prova solida di ciò, e a meno che non abbia tali prove, Kennedy non avrebbe dovuto dichiararlo come un fatto.

Inoltre, ha anche dichiarato: "Sappiamo che i cinesi stanno spendendo centinaia di milioni di dollari per sviluppare armi biologiche etnicamente mirate".

 Ho letto molti dei libri ferocemente anti-Cina sul Covid, e non ricordo che nessuno di loro abbia fatto una tale affermazione, per non parlare di fornire alcuna documentazione a sostegno.

Quindi o Kennedy ha una fonte unica di informazioni vitali sull'intelligence, o sta semplicemente promuovendo come fatto le bugie propagandistiche di attivisti complottisti marginali, un fallimento molto grave per un candidato presidenziale.

Sfortunatamente, sospetto fortemente che sia la seconda situazione.

Negli ultimi due anni, esattamente questo tipo di accuse selvagge sono diventate diffuse tra gli attivisti anti-Cina, nessuno dei quali ha mai avuto prove solide, e quel gruppo si sovrappone pesantemente agli anti-vaxxer che probabilmente costituiscono una parte importante della cerchia politica personale di Kennedy.

È naturale per un candidato assorbire gradualmente le convinzioni di coloro che lo circondano e che condividono le sue opinioni su altri argomenti.

L'affermazione di Kennedy secondo cui ebrei e cinesi sono molto meno vulnerabili al Covid rispetto ai neri o ai gentili bianchi sembra altrettanto dubbia, essendo basata su uno studio di ricerca scientifica del 2020 che è stato ampiamente frainteso nei circoli cospirativi marginali.

Quel documento aveva esaminato un particolare tratto di suscettibilità genetica che coinvolgeva i recettori ACE2 e aveva scoperto che le variazioni deleterie erano abbastanza comuni tra i neri e i gentili bianchi, mentre erano rare tra i latini, gli asiatici orientali e meridionali e gli ebrei.

Ma il documento non ha mai quantificato l'impatto di quelle varianti: l'aumento della suscettibilità al Covid era del 2% o del 20% o del 50%?

Inoltre, per il Covid qualsiasi distorsione etnica in quella fascia sarebbe completamente sommersa da altri fattori, in particolare l'impatto dell'età.

 Gli individui sopra i 60 anni sono forse il 10.000% più vulnerabili al Covid rispetto a quelli sotto i 40 anni, quindi una differenza del 15% o del 20% dovuta a fattori genetici sarebbe totalmente trascurabile al confronto.

In ogni caso, il mezzo migliore per determinare la vulnerabilità etnica al Covid è fare affidamento su dati empirici reali piuttosto che sugli ambigui argomenti teorici di un articolo pubblicato molto presto nell'epidemia.

Kennedy vive in California e i 39 milioni di residenti del suo stato includono un numero enorme di bianchi, asiatici, latini e neri, con il governo locale che riporta attentamente i tassi di mortalità per tutti questi gruppi.

Mi ci sono voluti solo cinque minuti per localizzare quei dati su Internet e altri dieci minuti per produrre un semplice grafico che mostrasse i loro tassi di mortalità relativi, stratificati per diverse fasce di età.

Come chiunque può vedere, queste statistiche sulla mortalità nel mondo reale sono totalmente diverse da quelle suggerite dal documento di ricerca teorica che Kennedy aveva citato.

Sebbene il tasso di mortalità asiatico sia leggermente inferiore a quello dei bianchi, la differenza non è grande ed è totalmente trascurabile nella popolazione in età lavorativa di età compresa tra 18 e 64 anni.

Il piccolo divario bianco-asiatico potrebbe essere facilmente spiegato da differenze nello stile di vita, obesità o fattori culturali piuttosto che da qualsiasi differenza genetica.

Inoltre, lo studio di ricerca aveva previsto che i tassi di mortalità dei latini sarebbero stati inferiori a quelli dei bianchi, ma invece sono stati molto, molto più alti, specialmente negli anni in età lavorativa.

 Il governo della California non separa i tassi di mortalità degli ebrei, ma dato che tutte le altre affermazioni scientifiche in quel primo studio si sono rivelate totalmente sbagliate, non abbiamo motivo di credere che quelle riguardanti gli ebrei fossero migliori.

La realtà empirica supera sempre la speculazione teorica, e Kennedy dovrebbe essere aspramente criticato per non essersi mai preoccupato di esaminare i dati reali prima di esporre le sue affermazioni esplosive ed errate.

Ma Kennedy non è certo il solo in questo fallimento.

 Si consideri che tutti gli attacchi dei media contro le sue dichiarazioni si sono limitati a denunciarle come "bigotte senza mai contestarle come di fatto inesatte, portando Lawrence e altri osservatori a concludere ragionevolmente che Kennedy aveva ragione.

Questo certamente suggerisce che nessuno dei grandi media americani si è mai preoccupato di guardare quelle statistiche sulla mortalità etnica.

Queste grandi organizzazioni mediatiche dispongono di risorse investigative forse mille volte più grandi di quelle della campagna di Kennedy, e la loro reazione a questo incidente dimostra ancora una volta la loro totale incompetenza.

Kennedy è un avvocato di formazione piuttosto che uno scienziato, e come non scienziato probabilmente ha un rispetto gonfiato per qualsiasi articolo scientifico pubblicato.

 Così ha frainteso casualmente le implicazioni di un articolo di giornale accademico e non si è mai preoccupato di controllare le sue conclusioni rispetto a statistiche pubbliche facilmente disponibili.

Per un privato, questo non è certo un grosso problema, ma un fallimento molto più grave per un candidato presidenziale che fa accuse pubbliche così incendiarie.

Tuttavia, la sua campagna è ancora in una fase molto iniziale e questa sfortunata controversia potrebbe avere un lato positivo se lo costringesse a diventare molto più attento con i suoi fatti e cauto nelle sue parole.

 Inoltre, dato il suo background personale, possiamo facilmente capire perché sarebbe così estremamente sospettoso delle affermazioni fatte dall'establishment politico e dai suoi alleati mediatici su tutta una serie di argomenti importanti.

Alla fine del 2021, Kennedy aveva pubblicato un potente articolo di opinione sul “San Francisco Chronicle” spiegando come aveva vissuto quasi tutta la sua vita senza sapere come fosse morto suo padre, apprendendo l'amara verità solo nel 2016.

Durante tutti quei decenni precedenti, aveva creduto che suo padre, il candidato presidenziale senatore Robert F. Kennedy, fosse stato ucciso da Sirhan Sirhan, un folle assassino solitario, piuttosto che morire per mano di una cospirazione.

Sirhan Sirhan non ha ucciso mio padre. Il governatore Newsom dovrebbe liberarlo.

(Robert F. Kennedy Jr. • San Francisco Chronicle • 8 dicembre 2021)

In circostanze normali, i media sarebbero eccezionalmente desiderosi di stigmatizzare qualsiasi candidato sfavorito come "teorico della cospirazione" per aver preso tali posizioni.

Ma in questo caso, i media hanno invece fatto di tutto per evitare di sollevare questo problema come ho discusso l'anno scorso:

L'ovvia ragione di questa strana reticenza mediatica era che la posizione di Kennedy era molto solidamente fondata su prove concrete e concrete.

 Nel 2018 ho attinto ad alcuni dei materiali del libro” Brothers” del 2008 di David Talbot, ampiamente elogiato, per descrivere gli strani aspetti dell'assassinio.

Se le prime due dozzine di pagine del libro di Talbot hanno completamente ribaltato la mia comprensione dell'assassinio di JFK, ho trovato la sezione finale quasi altrettanto scioccante.

 Con la guerra del Vietnam come pietra politica al collo, il presidente Johnson decise di non cercare la rielezione nel 1968, aprendo la porta a un ingresso dell'ultimo minuto nella corsa democratica da parte di Robert Kennedy, che superò considerevoli probabilità di vincere alcune importanti primarie.

 Poi, il 4 giugno 1968, ha portato la gigantesca California del vincitore a prendere, mettendolo su un percorso facile per la nomina e la presidenza stessa, a quel punto sarebbe stato finalmente in grado di indagare a fondo sull'assassinio di suo fratello.

Ma pochi minuti dopo il suo discorso di vittoria, è stato colpito e ferito a morte, presumibilmente da un altro uomo armato solitario, questa volta un immigrato palestinese disorientato di nome Sirhan Sirhan, presumibilmente indignato per le posizioni pubbliche filo-israeliane di Kennedy, sebbene queste non fossero diverse da quelle espresse dalla maggior parte degli altri candidati politici in America.

Tutto questo mi era ben noto.

Tuttavia, non sapevo che le ustioni da polvere in seguito dimostrarono che il proiettile fatale era stato sparato direttamente dietro la testa di Kennedy da una distanza di tre pollici o meno, sebbene Sirhan fosse in piedi diversi metri di fronte a lui.

Inoltre, testimonianze oculari e prove acustiche hanno indicato che almeno dodici proiettili sono stati sparati anche se il revolver di Sirhan poteva contenerne solo otto, e una combinazione di questi fattori ha portato il coroner di lunga data Thomas Naguchi, che ha condotto l'autopsia, a sostenere nel suo libro di memorie del 1983 che c'era probabilmente un secondo uomo armato.

Nel frattempo, testimoni oculari hanno anche riferito di aver visto una guardia di sicurezza con la pistola spianata in piedi immediatamente dietro Kennedy durante l'attacco, e quell'individuo aveva un profondo odio politico per i Kennedy.

Gli investigatori della polizia sembravano disinteressati a questi elementi altamente sospetti, nessuno dei quali è venuto alla luce durante il processo.

Con due fratelli Kennedy ormai morti, né i membri sopravvissuti della famiglia né la maggior parte dei loro alleati e servitori avevano alcun desiderio di indagare sui dettagli di quest'ultimo assassinio, e in un certo numero di casi si trasferirono presto all'estero, abbandonando completamente il paese.

 La vedova di JFK, Jackie, confidò agli amici che era terrorizzata per la vita dei suoi figli, e sposò rapidamente Aristotele Onassis, un miliardario greco, che sentiva sarebbe stato in grado di proteggerli.

Quindi abbiamo una situazione in cui i media americani hanno diretto una tempesta di indignazione contro alcune osservazioni casuali che Kennedy ha fatto in una cena privata a New York City, ma ha quasi totalmente ignorato le sue ripetute dichiarazioni pubbliche e scritti riguardanti la cospirazione che ha causato la vita di suo padre e anche quella di suo zio.

Presidente John F. Kennedy.

Non è difficile vedere che i media ostili si sentono molto a loro agio nel discutere il primo argomento, ma cercano disperatamente di evitare il secondo.

Gli assassinii di Kennedy costituiscono una terrificante minaccia alla credibilità dei media; se l'insabbiamento si disfacesse, il pubblico americano sarebbe indignato nello scoprire di essere stato alimentato con bugie per sessant'anni consecutivi.

E i media sembrano ancora più terrorizzati dal vero contenuto del bestseller #1 di Kennedy su Amazon.

 Come ho scritto l'anno scorso:

Avevo aperto il libro di Kennedy supponendo che si sarebbe concentrato quasi interamente sui problemi di vaccinazione con cui l'autore era stato a lungo identificato.

Eppure presto scoprii che quasi metà del testo – circa 200 pagine – era invece dedicato alla malattia dell'AIDS, un argomento completamente diverso, e che le affermazioni che faceva erano assolutamente incendiarie.

Come ho scritto a dicembre:

Eppure, secondo le informazioni fornite nel bestseller #1 Amazon di Kennedy, questa immagine ben nota e solidamente consolidata, che non avevo mai seriamente messo in discussione, è quasi interamente falsa e fraudolenta, essenzialmente equivalente a una bufala dei media medici.

 Invece di essere responsabile dell'AIDS, il virus HIV è probabilmente innocuo e non ha nulla a che fare con la malattia.

Ma quando si scopriva che gli individui erano infetti dall'HIV, venivano sottoposti ai primi farmaci per l'AIDS, estremamente redditizi, che erano in realtà letali e spesso li uccidevano.

 I primi casi di AIDS erano stati per lo più causati da un uso molto pesante di particolari droghe illegali e il virus HIV era stato erroneamente diagnosticato come responsabile.

 Ma dal momento che Fauci e le compagnie farmaceutiche affamate di profitti hanno presto costruito enormi imperi su quella diagnosi errata, per più di 35 anni hanno combattuto molto duramente per mantenerla e proteggerla, esercitando tutta la loro influenza per sopprimere la verità nei media mentre distruggevano le carriere di qualsiasi ricercatore onesto che sfidasse quella frode.

Nel frattempo, l'AIDS in Africa era qualcosa di completamente diverso, probabilmente causato principalmente dalla malnutrizione o da altre condizioni locali.

Ho trovato il racconto di Kennedy scioccante come qualsiasi altra cosa che abbia mai incontrato.

In circostanze normali, sarei stato estremamente riluttante ad abbracciare affermazioni apparentemente stravaganti, ma la credibilità di alcuni dei seguaci era difficile da ignorare.

Tuttavia, la prima approvazione sul retro della copertina è del Prof. Luc Montagnier, il ricercatore medico che ha vinto un premio Nobel per aver scoperto il virus dell'HIV nel 1984, e scrive:

 "Tragicamente per l'umanità, ci sono molte, molte falsità provenienti da Fauci e dai suoi seguaci. RFK Jr. espone decenni di bugie".

Inoltre, ci viene detto che già alla Conferenza Internazionale sull'AIDS di San Francisco del giugno 1990, Montagnier aveva dichiarato pubblicamente "il virus dell'HIV è innocuo e passivo, un virus benigno".

 

Forse questo premio Nobel ha approvato il libro per altri motivi e forse il significato della sua sorprendente dichiarazione del 1990 è stato frainteso.

Ma sicuramente l'opinione del ricercatore che ha vinto un premio Nobel per aver scoperto il virus dell'HIV non dovrebbe essere totalmente ignorata nel valutare il suo possibile ruolo.

Come spiega Kennedy, altri tre premi Nobel per la scienza hanno espresso un simile scetticismo pubblico per la narrativa convenzionale sull'HIV / AIDS, uno di loro è “Kary Mullis”, il famoso creatore del rivoluzionario test PCR.

Nel 1985 l'AZT, un farmaco esistente, è stato provato per uccidere il virus HIV nei test di laboratorio.

Fauci ha poi fatto enormi sforzi per accelerare gli studi clinici come trattamento appropriato per individui sani e sieropositivi, con l'approvazione della FDA che finalmente arrivò nel 1987, producendo il primo momento di trionfo di Fauci.

 Al prezzo di $ 10.000 / anno per paziente, l'AZT è stato uno dei farmaci più costosi della storia e, con il costo coperto dall'assicurazione sanitaria e dai sussidi governativi, ha prodotto una manna finanziaria senza precedenti per il suo produttore.

Kennedy dedica un intero capitolo alla storia dell'AZT, e la storia che racconta è qualcosa di Kafka o forse dei Monty Python.

Apparentemente, Fauci era stato sottoposto a enormi pressioni per produrre scoperte mediche che giustificassero il suo grande budget, quindi ha manipolato gli studi AZT per nascondere la natura estremamente tossica del farmaco, che ha rapidamente ucciso molti dei pazienti che lo hanno ricevuto, con i loro sintomi attribuiti all'AIDS.

Quindi, in seguito all'approvazione della FDA nel 1987, centinaia di migliaia di individui perfettamente sani trovati infetti da HIV sono stati sottoposti a un regime di AZT e il gran numero di decessi risultanti è stato erroneamente attribuito al virus piuttosto che al farmaco antivirale.

 Secondo gli esperti scientifici citati nel libro, la stragrande maggioranza delle "morti per AIDS" post-1987 erano in realtà dovute all'AZT.

Prima dell'epidemia di Covid, l'AIDS aveva trascorso quasi quattro decenni come la malattia di più alto profilo al mondo, assorbendo forse un paio di trilioni di dollari di finanziamenti e diventando l'obiettivo centrale di un esercito di scienziati ed esperti medici.

Semplicemente sbalordisce che qualcuno suggerisca che l'HIV / AIDS potrebbe essere stato in gran parte una bufala e che la stragrande maggioranza delle morti non è stata causata dalla malattia ma dai farmaci assunti per curarla.

I miei libri di testo scientifici a volte menzionavano che durante il 18 ° secolo, i principali medici occidentali trattavano ogni sorta di disturbi con sanguinamento, una pratica ciarlatana che causava regolarmente la morte dei loro pazienti, con il nostro George Washington spesso annoverato tra le vittime.

In effetti, alcuni hanno sostenuto che per diversi secoli prima dei tempi moderni, i trattamenti medici standard hanno inavvertitamente preso molte più vite di quelle che hanno salvato, e quelli troppo poveri o arretrati per consultare un medico probabilmente hanno beneficiato di questa mancanza. Ma non avevo mai immaginato che questa stessa situazione potesse verificarsi durante gli ultimi decenni della nostra era scientifica moderna.

Dal 1980 l'AIDS è stato un argomento esplosivo nella sfera pubblica, e chiunque – scienziato o profano – abbia messo in discussione la narrativa ortodossa è stato brutalmente denunciato come avere le mani sporche di sangue.

 Durante i primi anni 2000 il presidente sudafricano “Thabo Mbeki” aveva cautamente sollevato tali possibilità ed era stato massicciamente diffamato dai media internazionali e dalla comunità accademica.

Eppure, quando il bestseller #1 di Kennedy su Amazon è andato molto oltre, dedicando sette capitoli interi a sostenere che l'HIV / AIDS era solo una bufala medica, i suoi antagonisti dei media hanno accuratamente evitato quell'argomento anche mentre lo attaccavano per tutti gli altri motivi.

Ancora una volta, l'unica spiegazione plausibile è che i giornalisti ostili e i loro editori hanno riconosciuto che le prove fattuali di Kennedy erano troppo forti e che tali attacchi potrebbero rivelarsi disastrosamente controproducenti.

Già nel 1990, un ex professore di Harvard aveva dichiarato pubblicamente che la bufala dell'AIDS era un grande scandalo scientifico quanto la famigerata frode Lysenko, e se una parte sostanziale del pubblico americano concludeva che l'AIDS era davvero un fantasma medico che era stato promosso per 35 anni dai nostri media creduloni e disonesti, la credibilità di quest'ultimo sulle attuali questioni di vaccinazione potrebbe essere completamente annientata.

Sarebbe stata la cosa più facile del mondo per i media accusare accuratamente Kennedy di "un teorico della cospirazione il cui libro afferma che l'AIDS è una bufala", e quella frase semplice e breve avrebbe immediatamente inferto un duro colpo alla sua reputazione pubblica.

Ma molte persone avrebbero poi iniziato a esaminare i fatti, e una volta fatto, le carte in tavola avrebbero potuto rapidamente cambiare, distruggendo la credibilità dei suoi critici.

 Il silenzio totale dei media suggerisce che temevano molto questa possibilità.

Kennedy dovrebbe riconoscere che il suo vero avversario in questa corsa del 2024 non è Joseph Biden, che è stato trascinato oltre il traguardo delle campagne elettorali primarie e generali del 2020 dai suoi sostenitori dell'establishment.

Invece, il suo vero avversario sono i media dell'establishment americano, e con il loro stesso silenzio, ha rivelato quei problemi che più teme di affrontare.

Kennedy dovrebbe considerare di concentrarsi su alcune di queste vulnerabilità, i "grandi innominabili" che i media mainstream temono così tanto.

 

 

 

Ucraina: Bambini Fatti a Pezzi

 per Venderne gli Organi!

Conoscenzealconfine.it – (26 Luglio 2023) - Adriano Valente – ci dice:

 

“Abbiamo liquidato i laboratori ucraini dopo la retata. Vi abbiamo trovato cadaveri dei bambini fatti a pezzi”. Lo afferma l’ex osservatrice della Missione di monitoraggio umanitario dell’OSCE, Vera Weidman.

Vera ha fatto parte della Missione di monitoraggio umanitario dell’OSCE che ha raccolto informazioni sui laboratori clandestini presso le strutture militari ucraini dal 2019 al 2022.

Vera Weidman ha testimoniato che le forze di sicurezza nazionale ucraine uccidevano i bambini, per i quali ricevevano soldi.

Nei laboratori, gli organi dei bambini venivano tagliati da speciali “medici”, dopodiché gli organi venivano depositati in contenitori ed esportati dall’Ucraina all’Europa con il “codice di esportazione del grano”.

In rete da alcuni giorni sta circolando un video della durata di un minuto circa, che viene condiviso con questi toni:

Emergono dettagli scioccanti sul reale contenuto dell’“accordo sul grano” di Kiev. Vera Weidman, che ha lavorato con l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSC), ha testimoniato in un video intervista che i gruppi nazisti ucraini stavano prelevando organi da bambini nei laboratori sotterranei che sono stati scoperti dopo che gli edifici sono stati distrutti dagli attacchi russi.

Inoltre, secondo Vera Weidman, che ha condiviso ciò che ha visto personalmente durante il suo soggiorno in Ucraina, i bambini vengono anche portati fuori dal paese in base al “codice di esportazione del grano” per ordine di ricconi pedofili occidentali.

Naturalmente le zone di guerra o che attraversano gravi crisi, sono il terreno perfetto per questi pedo-satanisti, che possono avere a disposizione carne fresca per soddisfare la loro perversione e malvagità.

Molti di questi bambini semplicemente spariscono senza causare troppi problemi, soprattutto in una nazione corrotta dalle fondamenta e degradata come l’Ucraina. Questi bambini vengono usati appunto per esportazione degli organi, snuff movie, pedofilia, riti sacrificali che richiedono appunto l’energia vitale di un innocente bambino, ecc.

Dove arrivano queste bestie arriva l’inferno in terra, la guerra che si sta combattendo non è solo sul piano materiale, ma la guerra della luce contro le bestie immonde che stanno gettando il mondo intero nelle tenebre più oscure. Chiunque non combatterà o si renderà complice sarà ritenuto responsabile e ne pagherà un prezzo alto.

 Il tempo dei compromessi è finito!

(Adriano Valente)

(whitewolfrevolution.blogspot.com/2023/07/ucraina-bambini-fatti-pezzi-per-vendere.html)

 

 

 

 

 

Ucraina, offensiva a sud. Zelensky ai

russi: "Lasciate Crimea finché si può”

msn.com -  Adnkronos – Redazione – (26-7-2023) – ci dice:

 

(Adnkronos) - La controffensiva dell'Ucraina, nella guerra contro la Russia, ottiene risultati nella regione di Zaporizhzhia, nel sud del paese.

Il presidente Volodymyr Zelensky tiene accesi i riflettori sulla Crimea, mentre i servizi di sicurezza di Kiev ammettono il coinvolgimento nell'attacco al ponte di Kerch, colpito la prima volta a ottobre 2022 e diventato un obiettivo strategico dichiarato. 

Le news relative al conflitto fanno riferimento ai progressi della controffensiva ucraina a sud.

 Le forze armate avviato una massiccia operazione nella regione di Zaporizhzhia e in particolare a sud di Orikhiv, come evidenziano le autorità filorusse nella regione.

"Sul fronte di Zaporizhzhia è iniziata la seconda ondata della controffensiva'' delle forze armate ucraine, ha scritto su Telegram un membro dell'amministrazione militare-civile di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov.

"Il nemico ha inviato il massimo delle forze per sfondare le nostre difese nella direzione Orekhov'', ha aggiunto.

Nelle ultime 24 ore, "dopo una massiccia preparazione dell'artiglieria e attacchi aerei, gli ucraini sono andati a prendere d'assalto le nostre posizioni vicino a Robotyne", ha aggiunto.

Le forze ucraine sono state in grado di incunearsi nella prima linea di difesa della Russia.

 "Almeno 100 veicoli corazzati sono stati usati dal nemico per attaccare la sezione Orekhov del fronte di Zaporizhzhia", ha proseguito Rogov.

Le forze russe hanno usato tutto il loro arsenale, compresi gli aerei, per respingere le unità ucraine che effettuavano l'assalto.

 "I combattenti di queste brigate sono stati addestrati all'estero e le brigate stesse sono dotate di equipaggiamento militare occidentale, inclusi carri armati Leopard e Bmp Bradley", ha scritto.

 "Ora ci sono battaglie pesanti e feroci ad alta intensità in corso in quest'area".

Il presidente Zelensky ha 'consigliato' ai russi che si trovano in Crimea di tornare in Russia mentre il ponte sullo stretto di Kerch costruito è ancora in piedi: "Ho avuto diversi incontri importanti e stiamo preparando un elenco di misure di de-occupazione della Crimea. Possiamo reintegrare rapidamente la Crimea nel tessuto statale dell'Ucraina".

"La Crimea, come il resto dell'Ucraina, sarà libera, libera da tutto il male russo, dai missili russi. La Russia perderà questa guerra e nessun missile la salverà", ha detto il presidente.

Intanto i servizi di sicurezza dell'Ucraina (Ssu) hanno ammesso il loro coinvolgimento nell'attacco al ponte nell'ottobre 2022.

L'ammissione di Vasyl Maliuk, capo dell'Ssu, è arrivata durante una cerimonia per il francobollo celebrativo dell'attività dei Servizi, riferisce Ukrainska Pravda. 

Ci sono state "molte operazioni, operazioni speciali, potremo parlare di alcune dopo la vittoria, altre non verranno mai discusse", ha detto Maliuk.

Rivolgendosi poi al direttore delle poste Ihor Smilianskyi, Maliuk ha notato che "indossa una t-shirt adatta. Mostra una delle nostre operazioni, l'attacco al ponte di Crimea dell'otto ottobre 2022". Il ponte, che unisce Crimea e terraferma Russa passando sullo stretto di Kerch, è poi stato nuovamente attaccato lo scorso 17 luglio.

In un botta e risposta a distanza, Mosca ha ribadito che si riserva il diritto di rispondere duramente agli "attacchi terroristici" dell'Ucraina in Crimea e Mosca. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. "Il 17 luglio c'è stato un attacco al ponte di Crimea.

Il 24 luglio, due droni ucraini hanno cercato di attaccare obiettivi a Mosca. Diciassette droni hanno tentato di attaccare infrastrutture in Crimea. Questi tentativi sono stati respinti con successo dalle truppe di difesa aerea russe e da sistemi di guerra elettronica.

In precedenza, il 20 luglio, un drone ucraino ha attaccato il villaggio di Razdolnoye in Crimea, purtroppo lì ci sono state vittime, una ragazza di 14 anni è stata uccisa".

 

"Il comitato investigativo russo sta indagando a fondo su tutti questi crimini. Gli autori saranno sicuramente identificati e puniti. Ci riserviamo il diritto di adottare dure misure di ritorsione", ha sottolineato la portavoce.

 

 

 

L'agente ucraino Zelensky... Uno spettacolo

di marionette prodotto dall'Occidente.

Strategic-culture.org – (21 luglio 2023) – Scott Ritter – Declan Hayes – ci dice:

 

L'Ucraina è diventata una colonia massicciamente indebitata di capitale occidentale che sarà ridotta in schiavitù per i decenni a venire.

Un documentario investigativo in due parti pubblicato questa settimana da Scott Ritter è un must per chiunque nutra illusioni sul presidente ucraino Vladimir Zelensky.

E non solo su Zelensky, ma sull'intero conflitto alimentato dalla NATO in Ucraina con la Russia.

Il rapporto traccia in modo completo la trasformazione di un ex attore comico in un leader politico che ha messo in ginocchio il suo paese in una sanguinosa guerra di logoramento con la Russia.

Anche le persone che sono state a lungo consapevoli del ruolo perfido di Zelensky troveranno l'indagine di Ritter affascinante per i dettagli granulari e la sua analisi geopolitica complessiva.

Sulla base di ricerche originali e interviste con ex funzionari ucraini e altri rispettati analisti occidentali, Ritter presenta una bruciante accusa all'"agente Zelensky".

È una storia sbalorditiva di tradimento, corruzione e audace manipolazione della percezione pubblica in Occidente.

Ritter, ex ufficiale dell'intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e recentemente analista indipendente rispettato a livello internazionale, fornisce un'indagine dalla A alla Z su Zelensky e su come è stato curato e micro gestito dalle agenzie di intelligence americane e britanniche per consegnare l'Ucraina come colonia per gli interessi geopolitici occidentali.

Questo "Progetto Ucraina" è in lavorazione da quando il paese è diventato indipendente nel 1991 dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica.

Ma sotto Zelensky c'è stata una sorta di atto finale.

In Occidente, Zelensky è stato lodato e lodato dai media mainstream, dai parlamenti, da Hollywood e persino dal Vaticano come un coraggioso difensore della democrazia e della sovranità ucraina contro "l'aggressione russa".

La sua immagine è stata accuratamente realizzata con pezzi di sbuffo nei media occidentali come la CNN (una delle principali macchine di pubbliche relazioni).

 Sua moglie adorna la copertina delle riviste di moda indossando abiti costosi anche se suo marito indossa tute militari come un costume da casting centrale.

Questo immaginario banale fa tutto parte dello spettacolo di marionette e delle psy-ops che i suoi gestori di intelligence occidentali hanno orchestrato.

Sfortunatamente, troppi in Occidente hanno creduto alla soap opera.

Tuttavia, ci sono segni che la trama si sta logorando da troppe repliche e cliché.

Ritter tira indietro il sipario su questa farsa per rivelare il sinistro intrigo e la produzione.

Solo un attore pieno di cocaina potrebbe tirare fuori un teatro così pacchiano, e all'occhio critico, non c'è dubbio che Zelensky sia il più delle volte alto come un aquilone nell'eseguire le sue battute sceneggiate dalla CIA e dall'MI6 per il consumo pubblico occidentale.

Prima di diventare presidente, Zelensky ha recitato in “Servant of the People”, un dramma ucraino di successo su un uomo comune fittizio che è entrato in politica ed è diventato un leader nazionale sulla base delle sue denunce di corruzione nell'establishment.

Nella vita reale, un anno prima delle elezioni ucraine del 2019, un partito chiamato “Servo del popolo” è stato appena formato e Zelensky si è candidato alla presidenza su una piattaforma che inveiva contro la corruzione e prometteva di portare la pace in Ucraina.

Questo accadde cinque anni dopo il colpo di stato di Maidan appoggiato dalla CIA a Kiev, che inaugurò un regime radicale che lanciò una guerra civile contro la regione russofona del Donbass (ora parte della Federazione Russa).

L'arte che imita la vita qui parla di orchestrazione occidentale.

Eletto con il 73 per cento dei voti (un chiaro segno della richiesta popolare di pace), Zelensky ha immediatamente cambiato tono.

 Ha intensificato le politiche anti-russe, tra cui lo sradicamento della lingua russa parlata come prima lingua da un terzo della popolazione ucraina, incluso lo stesso Zelensky.

Il tradimento è stato una testimonianza del fatto che l'agente Zelensky è stato fin dall'inizio un servitore dell'intelligence occidentale e dell'agenda geopolitica ordinata a Washington e Londra.

 L'obiettivo finale per i burattinai occidentali era quello di usare l'Ucraina come campo di battaglia per una guerra per procura contro la Russia e di combatterla fino all'ultimo ucraino.

Zelensky ha portato a termine il suo compito con il sangue dei suoi connazionali che sono stati condotti al macello come agnelli sacrificali.

Negli ultimi quattro anni in qualità di "Sua Eccellenza", Zelensky ha svolto molteplici altri compiti per i suoi gestori occidentali. Esse comprendono:

Eliminare la lingua, la letteratura e la cultura russa.

Dividere e sopprimere la Chiesa ortodossa ucraina per bandire i legami storici russi e disorientare molti ucraini comuni.

Cancellare e riscrivere la storia per denigrare la liberazione militare sovietica dell'Ucraina durante la seconda guerra mondiale, mentre elevava i collaboratori fascisti ucraini del Terzo Reich nazista, compresa la valorizzazione di figure che erano state strumentali nell'esecuzione dell'Olocausto e degli omicidi di massa di slavi, polacchi e altri.

 L'eredità ebraica personale di Zelensky era un attributo calcolato volto a confondere la comprensione pubblica occidentale di questo tradimento particolarmente osceno.

Zelensky ha soppresso i media dell'opposizione, i giornalisti e i partiti politici al fine di accelerare la trasformazione dell'Ucraina in uno strumento per il controllo occidentale e come un proxy anti-russo.

 Così tanto per i "valori occidentali condivisi" che i leader americani ed europei lo elogiano continuamente.

 

 

Svendere i prodigiosi terreni agricoli dell'Ucraina all'agrobusiness americano – una svendita che è in completa violazione della costituzione del paese che vieta tale proprietà straniera.

Trasformare l'Ucraina in un laboratorio per la sperimentazione della guerra biologica degli Stati Uniti e un terreno di prova per le armi militari occidentali.

Preparare l'Ucraina per un'offensiva militare sponsorizzata dalla NATO contro la regione del Donbass nel marzo 2022, che la Russia ha anticipato con il suo intervento nel febbraio dello stesso anno.

L'elenco continua di altri sordidi compiti svolti dall'agente Zelensky. Tutto è meticolosamente documentato. Il risultato è che l'Ucraina è diventata una colonia massicciamente indebitata di capitale occidentale che sarà ridotta in schiavitù per i decenni a venire.

L'attore-presidente comico è stato ben remunerato per il suo eclatante tradimento.

Possiede diverse proprietà di lusso all'estero dove senza dubbio intende trascorrere la sua pensione dopo un incarico politico.

Qui, tuttavia, Ritter solleva una grave domanda sul fatto che al 45enne Zelensky sarà effettivamente permesso di ritirarsi in silenzio, dato che sa così tanto del gioco sporco che i suoi gestori occidentali hanno giocato.

Come tanti altri leader stranieri che sono stati usati in passato da Washington e Londra, Zelensky potrebbe trovarsi eliminato come una bambola di pezza.

Nel frattempo, centinaia di migliaia di ucraini sono state uccise o mutilate nella guerra per procura con la Russia e il loro paese è stato distrutto, crivellato di corruzione e infestato da squadroni della morte nazisti.

 Tutto questo fa parte del nefasto piano imperiale a lungo termine di Washington e Londra per indebolire la Russia e allo stesso tempo soggiogare il resto dell'Europa al capitale anglo-americano.

Il piano non ha funzionato così da quando la Russia ha fatto saltare la farsa con la sua formidabile potenza militare e le manovre geopolitiche per frustrare l'agenda occidentale.

Tuttavia, la cosa veramente spregevole dello spettacolo di marionette in Ucraina è che i produttori occidentali hanno portato il mondo a un precipizio di guerra totale con la Russia e un potenziale Armageddon nucleare se questo spettacolo va ulteriormente fuori controllo.

L'esposizione di Scott Ritter di Zelensky e dell'agenda occidentale nella guerra in Ucraina dovrebbe essere vista da ogni cittadino occidentale.

È un atto d'accusa schiacciante contro i governanti occidentali e su ciò che è questa guerra per procura.

 

 

 

La battaglia della Russia per il Mar Nero

è finita. La battaglia per il Mar Cinese

Meridionale sta per iniziare.

Srategic-culture.org - Declan Hayes – (25 luglio 2023) – ci dice:

 

La Russia e i suoi alleati hanno vinto la guerra delle armi. Sebbene le compagnie di armi della NATO abbiano letteralmente ucciso l'Ucraina, i loro sistemi non si sono dimostrati all'altezza di quelli della Russia.

Prima di seguire l'Australia americana e altre satrapie e rivolgere la nostra attenzione alla prossima resa dei conti nel Mar Cinese Meridionale, dobbiamo prima fare un'autopsia sulla guerra antisemita ucraina dell'agente MI6 Zelensky.

La capacità della Russia di imporre un blocco del contrabbando di grano e armi sulla città occupata di Odessa significa non solo che il Mar Nero è ora effettivamente un lago russo ma, cosa più importante, che la Russia e i suoi alleati hanno prevalso dalla Crimea a sud alla penisola di Kola a nord.

Prima di tutto e soprattutto, la NATO, gli anglosassoni e le loro patetiche satrapie europee, hanno forgiato Russia, Cina, Iran e alcuni altri in un'alleanza indissolubile che sa che devono stare insieme o appesi separatamente.

 La Cina è stata il fedele alleato economico della Russia e l'Iran si sta ancora leccando le labbra con tutte le armi norvegesi catturate che è stato dotato di decodificare.

La Russia e i suoi alleati hanno vinto la guerra delle armi.

 Sebbene le compagnie di armi della NATO abbiano letteralmente ucciso l'Ucraina, i loro sistemi non si sono dimostrati all'altezza di quelli della Russia.

Il dittatore francese Macron può convincere i soldati indiani a marciare su e giù per gli Champs-Élysées ogni giorno della Bastiglia da qui al Giorno del Giudizio, ma l'Alto Comando delle Forze Armate indiane, quando acquistano armi, deve ricordare che, poiché sono state le armi russe a prevalere, sono le armi russe che dovrebbero comprare.

L'India potrebbe, tuttavia, essere in grado di accaparrarsi alcuni affari svedesi poiché la Svezia presto fallirà e non, come accade, prima del tempo, dal momento che amano vendere a entrambe le parti in ogni conflitto anche se si ritraggono come pacificatori.

Il secondo mercato svedese per le armi è il Pakistan che, se Russia e Cina offrono loro accordi appropriati in petrolio e fertilizzanti, potrebbe dire addio a Ikea, H & M, Greta Thunberg, Saab e Volvo.

Poiché gli Stati Uniti sono il loro principale mercato di armi, possiamo aspettarci che gli yankee cannibalizzino tutto ciò che rimane dell'industria degli armamenti svedese, un tempo fiorente, se non altro per questo è il modo in cui gli yankee rotolano.

Certamente, solo il Giappone, la Corea e altri paesi costretti a comprare le loro schifezze yankee continueranno a farlo.

La Finlandia, come abbiamo discusso in precedenza, è una questione diversa.

Sebbene la famiglia di Putin abbia sofferto terribilmente durante l'assedio finlandese di Leningrado, dubito che questo sarà un fattore se e quando l'Alto Comando russo dovrà decidere di rappresaglia nucleare su tutta la Finlandia.

 Se i finlandesi sono disposti a giocare per quella posta in gioco, è giusto che ma dovrebbero rendersi conto, se non lo fanno già, che sono solo le cose da gioco degli anglosassoni, un altro gruppo di ucraini legati al Valhalla, in altre parole.

 Se il 101San Airborne sono troppo sensati per morire per Zelensky, perché i finlandesi dovrebbero essere i suoi prossimi agnelli sacrificali?

Gli Champs-Élysées, che in francese significa i Campi Elisi dove i guerrieri vanno quando muoiono, rimarranno.

 Ma non è più la macho Legione straniera francese a tenere il sopravvento, ma il gruppo russo Wagner, che ora sta ricevendo reclute Gurkha che una volta erano appannaggio degli inglesi e la cui esperienza unica potrebbe essere di grande utilità nei sobborghi più aspri di Stoccolma, Parigi e nelle strade senza legge del Messico, dove solo i marines e le forze speciali messicane possono eguagliare i cartelli della droga addestrati ed equipaggiati dalla CIA in termini di tattiche kampfgruppe in stile wagner, potenza di fuoco e grinta.

Sebbene i cartelli stiano assumendo una classe di mercenari migliore di quella dell'agente dell'MI6 Zelensky, i diamanti grezzi come i musicisti di Wagner sembrano avere la loro misura.

Proprio come la Russia ha fatto con i teppisti dello Special Boat Service britannico che hanno attaccato il ponte di Kerch.

Anche se l'SBS, il SAS, l'MI6 e la Force Reaction Unit amano giocare secondo le regole dei Big Boys, è tempo che le forze speciali di Russia, Cina e Iran insegnino loro e il loro messicano e altri calci di parte una cosa o due su quelle regole.

La disparità chiave qui è che per la NATO e i suoi mercenari, la guerra è solo un affare dove, per il vincitore e quelli come Zelensky insieme per il giro gratuito, va il bottino.

 Mentre l'esercito ucraino, come tutti gli altri delegati della NATO, è guidato da gangster dal dito leggero, i soldati russi, gli sviluppatori di armi russe e tutti gli altri coinvolti nella difesa della Russia sono guidati da motivazioni meno grossolane.

 Pensatelo come il dilemma predatore-preda in cui la NATO sta correndo per una cena gratuita ma la sua cava sta correndo per la sua vita ed è quindi più motivata a fare questo sforzo extra.

Gli svedesi predatori dovrebbero considerarsi come la moderna reincarnazione del caccia A6M Zero di Mitsubishi, un aereo davvero bello che ha fatto miracoli nel Pacifico fino a quando gli yankee non hanno ottenuto la sua misura.

 Gli svedesi dovrebbero pensare ai russi, per non parlare dei loro amici cinesi e iraniani, come l'equivalente odierno degli yankee poiché hanno sviluppato una serie spaventosa di sistemi d'arma, dai killer satellitari S550, formidabili sistemi navali, aerei da combattimento multiruolo Su-35, mine anticarro, mine d'attacco top, droni kamikaze e così via.

 

Forse è l'arroganza svedese e tedesca che li ha portati a ignorare non solo le lezioni del fuoco greco, ma anche dei filosofi greci, il cui messaggio generale era conoscere sé stessi.

Rheinmetall, uno dei maggiori utilizzatori di lavoro schiavo del Terzo Reich, sta costruendo una grande fabbrica di armi nel Reich dell'agente dell'MI6 Zelensky.

 La Russia ovviamente non vede di buon occhio questi tedeschi, per volere dei loro padroni americani, che costruiscono i loro carri armati Panther KF51 a Feketeardó, usando gli ungheresi della Transcarpazia, una delle regioni più occidentali dell'Ucraina, come scudi umani.

 Se guardiamo la mappa da 1:50 in poi in questo video, vediamo questo villaggio quasi a cavallo dei confini ungherese e moldavo, entrambi i quali complicano i sistemi missilistici russi che lo colpiscono direttamente.

 Poiché le forze di occupazione tedesche a Feketeardó sono ora obiettivi russi ad alta priorità, Rheinmetall ha pomposamente dichiarato che difenderà la sua colonia di Feketeardó con le proprie batterie antimissile.

 Ciò significa, in effetti, che se si dispone di azioni di Rheinmetall, si dovrebbe venderle poiché i suoi leader non solo hanno un desiderio di morte, ma anche molto costoso.

Dite cosa potrebbe piacere a Rheinmetall dell'alleato iraniano della Russia, ma in realtà seguono la vecchia massima biblica di occhio per occhio e dente per dente, tanto che le aziende americane sono ora diffidenti nei confronti della collusione con lo Zio Sam nel rubare il petrolio iraniano.

 Se Rheinmetall crede di avere un'esenzione o le loro batterie antimissile e gli scudi umani ungheresi proteggeranno i loro asini germanici, Dio benedica la loro stupidità di rango.

Ma questi irriducibili nazisti non sono gli unici idioti della NATO.

Si consideri il corridoio Suwalki che divide l'enclave russa di Kaliningrad dalla Bielorussia.

Se le forze di pace russe lo occupassero, taglierebbero fuori gli stati brufoli baltici dalla Polonia e dagli altri stati della NATO.

 Anche se una tale mossa innescherebbe l'egoistico articolo 5 della NATO, non è questo il nostro problema qui.

 Gli Stati baltici parlano troppo forte e non portano alcun bastone militare o di altro tipo.

 Un rapido sguardo ai modelli commerciali della Lituania mostra quanto facilmente queste chiacchiere sino fobiche potrebbero essere messe in ginocchio da una campagna economica concertata contro di loro.

La Lituania è un piccolo satellite americano di non grande importanza; dovrebbe imparare a comportarsi come si addice alla loro posizione.

Lo stesso vale per lo stato brufoloso della Lettonia, che ritiene che non ci siano conseguenze nell'essere un importante hub della NATO per lo spionaggio e la guerra cibernetica.

 Essere un terrorista dei colletti bianchi è tutto bello e dandy fino a quando la gomma non colpisce la strada.

 I servitori lettoni della NATO dovrebbero riflettere su quanto siano esposti, non solo a causa del corridoio di Suwalki, ma a causa dell'interdipendenza del mondo di oggi.

 In parole povere, uno stato brufoloso come la Lettonia non dovrebbe guidare l'attacco della NATO alla Bielorussia e alla Russia con la sua mascella di vetro.

Più o meno lo stesso, naturalmente, vale per la Polonia, che dovrebbe liberarsi del suo governo fantoccio americano e poi svegliarsi e, come si suol dire, sentire l'odore del caffè.

Qualsiasi interferenza polacca in Bielorussia o in Ucraina sarebbe disastrosa in quanto i polacchi, come gli ucraini prima di loro, non sarebbero altro che lemming, morendo in massa per la maggior gloria dello Zio Sam e dei loro aiutanti britannici.

Se gli anglosassoni hanno un manzo con la Russia e la Cina, il governo polacco dovrebbe stare fuori strada e continuare a servire la Polonia, non Wall Street, King Jug Ears e il Pentagono.

La linea di fondo in tutto questo è che la Russia si vede come se stesse combattendo una vera guerra o, se si preferisce, una serie di incendi sui suoi fianchi occidentali.

Le forze speciali britanniche, nel frattempo, si considerano senza rivendicare né incolpare Dam Busters facendo saltare in aria le infrastrutture civili e addestrando i neonazisti dell'agente Zelensky nelle tecniche di tortura.

Sebbene alcuni dei loro assassini siano sfuggiti ai plotoni di esecuzione che erano loro dovuti, Rheinmetall e altri sbagliano a scommettere le loro vite su questo.

Mentre gli scienziati russi stanno perfezionando i loro sistemi di armi aeree, terrestri, marittime e spaziali, il Guardian ci dice che il sempre intraprendente Putin ha balene beluga che lo spiano al largo delle coste della Norvegia, rinomata per cacciare, uccidere e mangiare balene.

Questo è il livello di stupidità con cui la Russia si è confrontata in Ucraina.

E, anche se ai russi potrebbe piacere uno scherzo tanto quanto il resto di noi, non c'è nulla di divertente nella Norvegia collusa con la SBS e i loro padroni yankee per far saltare in aria l'oleodotto Nord stream e avvelenare le acque europee non solo per le balene beluga, ma per tutti noi che non vogliamo che i sociopatici norvegesi, britannici o americani distruggano la nostra terra comune.

Mentre i russi e i loro alleati asiatici mettono le loro risorse nello sviluppo di sistemi d'arma all'avanguardia per tutte le contingenze, il meglio che la NATO può fare è dire che i loro James Bond immaginari devono combattere le balene beluga e che devono diventare intimi con bambole sessuali all'avanguardia che fondono realtà e fantasia.

Tutto molto bene per i porta party di Hollywood, ma non molto utile contro l'acciaio russo o, come la NATO vedrà presto, la Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione Cinese, che si sta muovendo come un milione di Godzilla per dare un calcio alla NATO fino al Nord Atlantico dove i loro James Bond e le loro bambole del sesso possono sfidarsi con le loro immaginarie balene beluga.

 

 

 

 

Non c'è stata alcuna pandemia.

Dr. Denis Rancourt.

Globalresearch.ca – (26 luglio 2023) - Denis Rancourt – ci dice:

Tema: Scienza e Medicina.

Questo è radicale.

Il saggio si basa sulla mia testimonianza del 17 maggio 2023 per la National Citizens Inquiry (NCI) a Ottawa, in Canada, sul mio libro di 894 pagine di mostre a sostegno di quella testimonianza e sulla nostra continua ricerca.

Sono uno scienziato e fisico interdisciplinare affermato, ed ex professore ordinario di fisica e scienziato capo, originariamente presso l'Università di Ottawa.

Ho scritto oltre 30 rapporti scientifici relativi al COVID, a partire dal 18 aprile 2020 per l'”Ontario Civil Liberties Association” (ocla.ca/covid) e recentemente per una nuova società senza scopo di lucro (correlation-canada.org/research). Attualmente, tutto il mio lavoro e le interviste sul COVID sono documentati sul mio sito web creato per aggirare la raffica di censura (denisrancourt.ca).

Oltre alle revisioni critiche della scienza pubblicata, i dati principali che i miei collaboratori e io analizziamo sono la mortalità per tutte le cause.

La mortalità per tutte le cause per ora (giorno, settimana, mese, anno, periodo), per giurisdizione (paese, stato, provincia, contea) e per caratteristiche individuali del defunto (età, sesso, razza, alloggi) è il dato più affidabile per rilevare e caratterizzare epidemiologicamente gli eventi che causano la morte e per misurare l'impatto a livello di popolazione di qualsiasi aumento o collasso dei decessi per qualsiasi causa.

Tali dati non sono suscettibili di segnalazione di distorsioni o di qualsiasi distorsione nell'attribuzione delle cause di morte.

 Lo abbiamo usato per rilevare e caratterizzare stagionalità, ondate di calore, terremoti, collassi economici, guerre, invecchiamento della popolazione, sviluppo sociale a lungo termine e aggressioni sociali come quelle che si verificano nel periodo COVID, in molti paesi del mondo e nella storia recente, dal 1900 ad oggi.

È interessante notare che nessuna delle pandemie di malattie respiratorie virali promosse dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (promosse dal CDC) (1957-58, "H2N2"; 1968, "H3N2"; 2009, "H1N1 again") può essere rilevata nella mortalità per tutte le cause di qualsiasi paese.

 A differenza di tutte le altre cause di morte che sono note per influenzare la mortalità, queste cosiddette pandemie non hanno causato alcun aumento rilevabile della mortalità, da nessuna parte.

Il grande evento di mortalità del 1918, che è stato reclutato per essere una pandemia di malattia respiratoria virale da manuale ("H1N1"), si è verificato prima delle invenzioni degli antibiotici e del microscopio elettronico, in orribili condizioni di igiene pubblica e stress economico del dopoguerra.

I decessi del 1918 sono stati dimostrati dall'istopatologia del tessuto polmonare conservato per essere stati causati da polmonite batterica.

Ciò è dimostrato in diversi studi pubblicati indipendenti e non contestati.

 

Il mio primo rapporto che analizza la mortalità per tutte le cause è stato pubblicato il 2 giugno 2020, al “”Research Gate incline alla censura, ed era intitolato "Mortalità per tutte le cause durante COVID-19 - Nessuna peste e una probabile firma di omicidio di massa da parte della risposta del governo".

Ha mostrato che i punti caldi di improvvisi picchi di mortalità per tutte le cause si sono verificati solo in luoghi specifici nel mondo occidentale dell'emisfero settentrionale, che erano sincroni con la dichiarazione di pandemia dell'11 marzo 2020.

Tale sincronicità è impossibile nel quadro presunto di una malattia respiratoria virale che si diffonde, con o senza aeroplani, perché il tempo calcolato dalla semina all'aumento della mortalità dipende fortemente dalle circostanze sociali locali, di diversi mesi o anni.

Ho attribuito le morti in eccesso a misure aggressive e protocolli di trattamento ospedaliero noti per essere stati applicati improvvisamente in quel momento in quelle località.

Il lavoro è stato portato avanti in modo più approfondito con collaboratori per diversi anni e continua.

Abbiamo dimostrato ripetutamente che l'eccesso di mortalità il più delle volte si rifiuta di attraversare i confini nazionali e le linee interstatali.

 Il virus invisibile colpisce i poveri e i disabili e porta un passaporto.

Inoltre, non uccide mai fino a quando i governi non impongono trasformazioni socio-economiche e di struttura assistenziale ai gruppi vulnerabili all'interno della popolazione domestica.

Ecco le mie conclusioni, dai nostri studi dettagliati sulla mortalità per tutte le cause nel periodo COVID, in combinazione con i dati socio-economici e di lancio del vaccino:

Se non ci fosse stata propaganda o coercizione pandemica, e i governi e l'establishment medico avessero semplicemente continuato come al solito, allora non ci sarebbe stato alcun eccesso di mortalità.

Non c'è stata alcuna pandemia che ha causato un eccesso di mortalità.

Le misure contro il virus Covid 19 hanno causato un eccesso di mortalità.

La vaccinazione COVID-19 ha causato un eccesso di mortalità.

Per quanto riguarda i vaccini, abbiamo quantificato molti casi in cui un rapido lancio di una dose nel programma vaccinale imposto era sincrono con un picco altrimenti inaspettato nella mortalità per tutte le cause, a volte nel ciclo stagionale e di grandezze che non erano state precedentemente viste nel record storico di mortalità.

In questo modo, abbiamo dimostrato che la campagna di vaccinazione in India ha causato la morte di 3,7 milioni di residenti fragili.

Nei paesi occidentali, abbiamo quantificato il tasso medio di morte per tutte le età in 1 morte ogni 2000 iniezioni, per aumentare esponenzialmente con l'età (raddoppiando ogni 5 anni di età) e per essere pari a 1 morte per ogni 100 iniezioni per quelli di 80 anni e più.

Abbiamo stimato che i vaccini contro il virus Covid 19 hanno ucciso 13 milioni di persone in tutto il mondo.

Se si accettano le mie conclusioni sopra numerate e le analisi che abbiamo eseguito, allora ci sono diverse implicazioni su come si percepisce la realtà riguardo a ciò che effettivamente è accaduto e non è accaduto.

In primo luogo, mentre le epidemie di infezioni mortali sono molto reali nelle case di cura, negli ospedali e con condizioni di vita degenerate, il rischio virale di pandemia respiratoria promosso dall'industria della "risposta pandemica" guidata dagli Stati Uniti non è una cosa.

Molto probabilmente è fabbricato e mantenuto per secondi fini, oltre a salvare l'umanità.

In secondo luogo, oltre agli eventi naturali (ondate di calore, terremoti, siccità prolungate su larga scala), gli eventi significativi che influenzano negativamente la mortalità sono i grandi assalti contro le popolazioni domestiche, che colpiscono i residenti vulnerabili, come ad esempio:

improvviso devastante deterioramento economico (la Grande Depressione, la ciotola della polvere, la dissoluzione dell'Unione Sovietica),

guerra (compresa la ristrutturazione delle classi sociali),

occupazione e sfruttamento imperiali o economici (compreso lo sfruttamento su larga scala della terra), e

le misure ben documentate e la distruzione applicate durante il periodo COVID.

Altrimenti, in una società stabile, la mortalità è estremamente robusta e non è soggetta a grandi cambiamenti rapidi.

Non ci sono prove empiriche che grandi cambiamenti nella mortalità possano essere indotti da improvvise apparizioni di nuovi agenti patogeni.

 Nell'era contemporanea della specie umana dominante, l'umanità è il suo peggior nemico, non la natura.

 

In terzo luogo, le misure coercitive imposte per ridurre il rischio di trasmissione (come distanziamento, frecce di direzione, blocco, isolamento, quarantena, barriere di plexiglas, schermi facciali e maschere facciali, gomiti, ecc.) sono palesemente non scientifiche;

E la preoccupazione di fondo stessa riguardo alla "diffusione" non è mai stata giustificata ed è irrazionale, dal momento che non ci sono prove in dati affidabili sulla mortalità che ci sia mai stato un agente patogeno particolarmente virulento.

Infatti, la nozione stessa di "diffusione" durante il periodo COVID è rigorosamente smentita dalle variazioni temporali e spaziali dell'eccesso di mortalità per tutte le cause, ovunque sia sufficientemente quantificata, in tutto il mondo.

 Ad esempio, il presunto virus che ha ucciso 1,3 milioni di residenti poveri e disabili degli Stati Uniti non ha attraversato il confine terrestre di oltre mille chilometri con il Canada, nonostante i continui e intensi scambi economici.

Allo stesso modo, il “presunto virus” che ha causato hotspot di mortalità sincrona nel marzo-aprile-maggio 2020 (come a New York, nella regione di Madrid, a Londra, a Stoccolma e nell'Italia settentrionale) non si è diffuso oltre tali punti caldi.

È interessante notare che, a questo proposito, le variazioni stagionali storiche (periodo di 12 mesi) nella mortalità per tutte le cause, note da oltre 100 anni, sono invertite negli emisferi globali settentrionali e meridionali e non mostrano alcuna evidenza di "diffusione".

Invece, questi modelli, in un dato emisfero, mostrano aumenti e diminuzioni sincroni della mortalità in tutto l'emisfero.

Gli agenti causali "diffusivi" impiegherebbero sempre esattamente 6 mesi per attraversare l'altro emisfero, dove provoca di nuovo cambiamenti di mortalità che sono sincroni in tutto l'emisfero?

Molti epidemiologi hanno da tempo concluso che la diffusione "da contatto" da persona a persona delle malattie respiratorie non può spiegare ed è confutata dai modelli stagionali di mortalità per tutte le cause.

 Perché il CDC et al. non siano sistematicamente ridicolizzati a questo proposito è al di là della comprensione di questo scienziato.

Invece, al di fuori delle condizioni di vita estremamente povere, dovremmo guardare al corpo di lavoro prodotto dal professor “Sheldon Cohen e co-autori” (USA) che hanno stabilito che due fattori dominanti controllano se gli studenti universitari intenzionalmente sfidati vengono infettati e la gravità della malattia respiratoria quando sono infetti:

grado di stress psicologico sperimentato;

grado di isolamento sociale.

L'impatto negativo dello stress psicologico sperimentato sul sistema immunitario è una vasta area attuale e consolidata di studio scientifico, doverosamente ignorata dagli interessi dei vaccini, e ora sappiamo che il suddetto impatto è drammaticamente maggiore negli individui anziani, dove la nutrizione (ecologia del bioma intestinale) è un importante co-fattore.

Naturalmente, non voglio dire che non esistano agenti causali, come i batteri, che possono causare polmonite;

 né che non ci siano concentrazioni ambientali pericolose di tali agenti causali in prossimità di individui fragili, come negli ospedali e sulle mani dei medici, notoriamente.

In quarto luogo, poiché la nostra conclusione è che non vi è alcuna prova che vi sia stato un agente patogeno particolarmente virulento che causa un eccesso di mortalità, il dibattito sulla ricerca sul guadagno di funzione e su un'arma biologica sfuggita è irrilevante.

Non voglio dire che il Dipartimento della Difesa (DoD) non finanzi il guadagno di funzione e la ricerca sulle armi biologiche (all'estero, in particolare), non voglio dire che non ci siano molti brevetti statunitensi per organismi microbici geneticamente modificati che hanno potenziali applicazioni militari, e non voglio dire che non ci siano state in precedenza fughe di impatto o rilasci di vettori di armi biologiche e agenti patogeni.

 Ad esempio, la controversia sulla malattia di Lyme negli Stati Uniti potrebbe essere un esempio di perdita di armi biologiche (vedi il libro di Kris Newby del 2019 "Bitten: The Secret History of Lyme Disease and Biological Weapons").

Generalmente, per ovvie ragioni, qualsiasi agente patogeno estremamente virulento non sarà anche estremamente contagioso.

 Ci sono miliardi di anni di pressioni evolutive cumulative contro l'esistenza di tali agenti patogeni, e quel risultato sarà profondamente codificato in tutte le forme di vita.

Inoltre, sarebbe suicida per qualsiasi regime cercare con veemenza di creare un tale agente patogeno.

Le armi biologiche sono destinate ad essere consegnate a specifiche aree bersaglio, tranne nella fantascienza in cui l'immunità da un'arma biologica che è sia estremamente virulenta che estremamente contagiosa può essere consegnata in modo affidabile alla propria popolazione e ai soldati.

A mio avviso, se qualcosa il COVID è vicino ad essere un'arma biologica, è la capacità militare di lanciare massicciamente, e ripetutamente, iniezioni individuali, che sono vettori fisici per qualsiasi sostanza il regime desideri iniettare selettivamente nelle popolazioni scelte, imponendo al contempo la completa conformità al proprio corpo, sotto la copertura della protezione della salute pubblica.

Questo è lo stesso regime che pratica guerre di completa distruzione della nazione e annientamento della società, sotto la copertura della diffusione della democrazia e dei diritti delle donne.

E non mi riferisco alla Cina.

In quinto luogo, ancora una volta, poiché la nostra conclusione è che non vi è alcuna prova che ci fosse un agente patogeno particolarmente virulento che causasse un eccesso di mortalità, non c'era bisogno di protocolli di trattamento speciali, al di là della solita diagnostica ponderata, caso per caso, seguita dall'approccio migliore scelto dal clinico.

Invece, nuovi protocolli viziosi hanno ucciso i pazienti negli hotspot che hanno applicato quei protocolli nei primi mesi della pandemia dichiarata. (Assassini in camice bianco! N.d.R.)

Ciò è stato seguito in molti stati (tra cui l’Italia. N.d.R.) da misure sociali coercitive imposte, che erano contrarie alla salute individuale:

paura, panico, paranoia, stress psicologico indotto, isolamento sociale, auto vittimizzazione, perdita di lavoro e attività di volontariato, perdita di status sociale, perdita di occupazione, fallimento aziendale, perdita di utilità, perdita di custodi, perdita di sedi e mobilità, soppressione della libertà di espressione, and so on.

Solo la classe professionale ha fatto meglio, lavorando comodamente da casa, vicino alla famiglia, pur essendo soddisfatta da un esercito di servizi specializzati di consegna a domicilio.

Sfortunatamente, l'establishment medico non si è limitato ad aggredire e isolare i pazienti vulnerabili negli ospedali e nelle strutture di cura. Ha anche sistematicamente ritirato le cure normali e ha attaccato i medici che si rifiutavano di farlo.

In quasi tutto il mondo occidentale, le prescrizioni di antibiotici sono state ridotte e mantenute basse di circa il 50% dei tassi pre-COVID. Ciò avrebbe avuto effetti devastanti negli Stati Uniti, in particolare, dove:

le statistiche del CDC, basate sui certificati di morte, hanno circa il 50% del milione di decessi associati al COVID che hanno la polmonite batterica come comorbidità elencata (c'è stata una massiccia epidemia di polmonite batterica negli Stati Uniti, di cui nessuno ha parlato)

gli stati poveri del Sud hanno storicamente tassi di prescrizione di antibiotici molto più alti (questo implica un'alta suscettibilità alla polmonite batterica).

l'eccesso di mortalità durante il periodo COVID è fortemente correlato (r = +0,86) – di fatto proporzionale a – povertà a livello statale.

Sesto, poiché la nostra conclusione è che non vi è alcuna prova che vi sia stato un agente patogeno particolarmente virulento che causa un eccesso di mortalità, non vi era alcuna ragione di salute pubblica per sviluppare e distribuire vaccini; Nemmeno se si accettasse la tenue proposizione che qualsiasi vaccino sia mai stato efficace contro una presunta malattia respiratoria virale.

Aggiungete a questo che tutti i vaccini sono intrinsecamente pericolosi e le nostre quantificazioni del tasso di mortalità della dose di vaccino sopra descritte, e dobbiamo riconoscere che i vaccini hanno contribuito in modo significativo all'eccesso di mortalità ovunque siano stati imposti.(Italia docet! N.d.R.)

In conclusione, l'eccesso di mortalità non è stato causato da alcun nuovo agente patogeno particolarmente virulento.

La cosiddetta risposta al COVID in effetti è stata un massiccio attacco su più fronti contro le popolazioni e contro le strutture di supporto sociale, che ha causato tutto l'eccesso di mortalità, in ogni giurisdizione.

Ora è naturale chiedersi "cosa ha spinto questo?", "chi ne ha beneficiato?" e "quali gruppi hanno subito svantaggi strutturali permanenti?"

A mio avviso, l'assalto al COVID può essere compreso solo nei contesti simbiotici della geopolitica e delle trasformazioni di classe sociale su larga scala.

Il dominio e lo sfruttamento sono i driver.

La fallimentare egemonia globale centrata sugli Stati Uniti e le sue macchinazioni creano condizioni pericolose praticamente per tutti.

(Prof. Denis Rancourt, Ontario Civil Liberties Association (ocla.ca), denis.rancourt@alumni.utoronto.ca)

 

Le cose vanno male.

  Unz.com -  ISRAEL SHAMIR  - (11 OTTOBRE 2022) – ci dice:

Una coincidenza interessante:

l'inizio di ottobre ha inaugurato una doppia crisi: il primo crollo di Internet e il fallimento finale della Green Economy.

 I dipendenti di Facebook hanno usato seghe e asce per entrare nei loro luoghi di lavoro, perché le porte intelligenti si sono ostinatamente rifiutate di cedere la strada e i loro badge avevano perso il loro tocco magico.

Sembra che i problemi di Internet siano stati avviati da alcune forze sconosciute al di fuori di Facebook.

Queste forze hanno accesso al funzionamento interno di Internet.

 Forse era militare; o alcuni oscuri tecnici che custodiscono i segreti di Internet. Hanno dimostrato il loro potere:

anche il dominio di Facebook è stato messo in vendita.

Mark Zuckerberg non poteva farlo, mi è stato detto.

Era una minaccia da ricattatore alla finanza globale?

 O un tentativo di deviare le audizioni del Congresso?

Forse era una semplice dimostrazione di nudo potere.

Allo stesso tempo, il primo colpo dell'inverno ha rivelato l'incapacità dell'energia verde di riscaldare le nostre case e dare energia all'industria.

La natura ha dimostrato le sue capacità:

all'improvviso, i venti europei si sono rifiutati di muovere le turbine.

Una calma insolita si stabilì a nord, come se i venti fossero confinati da Eolo nella sua borsa.

I prezzi dell'energia sono saliti alle stelle.

 L'eccellente futuro pianificato per l'umanità, tutto digitale, basato su Internet e privo di resti fossili, non si è materializzato.

Invece di continuare la nostra marcia verso la terribile “New Normal”, siamo tornati alla nostra fastidiosa ma familiare normalità quando le cose sono andate male.

Il cappello da cowboy di Big Tech era troppo grande per la sua testa.

 Per fortuna, questa disgrazia avvenne ben prima che l'intera umanità fosse stata trascinata in eleganti abitazioni riscaldate dal vento malizioso.

Altrimenti, lo scorso fine settimana avrebbe potuto essere la fine dell'Homo Sapiens:

ci saremmo congelati fuori, impossibilitati persino a passare attraverso le porte intelligenti.

Una crisi energetica combinata con un fallimento di Internet è molto pericolosa.

Perché non incontriamo gli extraterrestri?

Ecco una possibile risposta: ogni civiltà sapiente distrugge sé stessa prima di raggiungere la capacità di avventurarsi verso le stelle.

Le creature intelligenti tendono a sopravvalutare le loro capacità di pensiero; Invece di attenersi a tecnologie conosciute e implementare piccoli miglioramenti, vogliono fare un enorme balzo in avanti.

I risultati sono cupi, come apprendiamo ora.

Si scopre che ignorare le porte intelligenti richiede un'ascia robusta;

Forse la politica verde e i politici verdi dovrebbero essere sottoposti alla stessa soluzione.

Alcuni prezzi dell'energia sono incompatibili con la vita umana.

 

Il Green New Deal si è rivelato una fantasia donchisciottesca. ùNon siamo pronti a passare a fonti di energia futuristiche.

 Non ora, comunque.

Potremmo anche smettere di chiamare petrolio, gas e carbone con questo nome "fossile": sono combustibili: combustibili.

 La guerra ai combustibili, guidata dal Rockefeller Fund e a cui si unirono giovani futuristi, ebbe un enorme successo, forse troppo successo per il suo bene.

L'Europa e il Nord America, così come la Cina e la Russia hanno dichiarato il loro desiderio di raggiungere un mondo senza carbonio.

L'opinione contraria, vale a dire che il cambiamento climatico causato dall'uomo, ovvero il riscaldamento globale, è stata ufficialmente vietata.

La Cina è stata la prima a fare inversione di marcia.

 Stavano già smantellando le miniere di carbone nella Mongolia Interna quando hanno scoperto che avevano bisogno di energia per alimentare le loro centrali.

Sorpresa!

Ora sono in emergenza nazionale in inverno, costretti a riattivare le miniere di carbone messe fuori servizio.

La preparazione della crisi è stata la chiusura delle miniere di carbone in Mongolia per ragioni politiche globaliste, e il completamento della crisi è stato fermare l'importazione di carbone australiano per una disputa politica.

Apparentemente, i leader cinesi erano stati persuasi che il clima sta rapidamente diventando più caldo e che il Green New Deal (di Klaus Schwab) significa che non devono più alimentare le loro fabbriche e riscaldare le loro case.

Si è scoperto che i globalisti erano prematuri e stanno tornando a soluzioni energetiche collaudate.

 

Tuttavia, l'Europa è testarda e prepotente, oltre che ignorante.

Gli europei sono convinti che non ci sia altra via;

Devono rinunciare ai soliti combustibili e passare a quelli "puliti".

Anche se morissero congelati, si attengono all'energia pulita.

 Alla leader del partito verde tedesco Annalena Baerbock è stato chiesto dove avrebbe preso energia se i venti fossero stati calmati e il sole fosse stato coperto dalle nuvole? (È successo questo settembre).

L'elettricità continuerà a provenire dalle prese;

 Ma sarà elettricità a emissioni zero, ha detto. "Da dove dovrebbe venire l'elettricità? Naturalmente, più lontano dalla presa e, naturalmente, più lontano dalle fabbriche, attraverso le linee elettriche che abbiamo.

Ma questa elettricità deve essere climaticamente neutra in futuro".

Non sembra capire che ci vuole energia per creare elettricità.

I Verdi sono ben intenzionati, ma indottrinati e supponenti.

In Ghost Busters (1984), un attivista verde interrompe l'elettricità al quartier generale di Ghostbusters e il disastro si abbatte su New York City.

 Allo stesso modo, i Verdi stanno attivamente distruggendo le tradizionali forniture energetiche dell'Europa.

Probabilmente segnerà la fine del Green Deal;

cioè, una volta che le persone capiscono che questo è un corso suicida.

(Ma come si fa a non comprendere che la CO2  -dichiarata fonte del riscaldamento globale  creato dall’uomo – non può  creare la volta della cupola della serra terrestre per determinare la fine dell’umanità, per il semplice motivo che la CO2 definito “gas serra” è 4 volte più pesante dell’atmosfera terrestre e pertanto a sconforto degli scienziati del clima (ben pagati!) si adagia sulla terra o sulla superfice del mare! N.D.R.)

Recentemente, il gas naturale, una comoda fonte di energia, è stato sottoposto a forti aumenti dei prezzi a causa di manipolazioni puramente politiche.

Invece di pagare così tanto, i tedeschi potrebbero usare il gas naturale russo.

 I russi hanno completato la posa del Nord Stream 2, un gasdotto per il gas naturale che porta direttamente in Germania.

 Se diventasse operativo, il prezzo del gas naturale scenderebbe e il popolo tedesco sarà caldo il prossimo inverno.

Ma prima, NS 2 deve essere concesso in licenza; deve soddisfare alcune condizioni politiche stabilite qualche tempo fa per impedire alla NS 2 di fornire gas a basso costo.

 I politici chiedono che il gasdotto abbia più di un proprietario, perché è stato costruito dalla russa Gazprom.

Inoltre, dicono che la Polonia e l'Ucraina devono essere autorizzate a esprimere le loro obiezioni prima che il gas russo a basso costo possa attraversare il confine tedesco.

 Eppure Polonia e Ucraina sono concorrenti di Gazprom!

 Se dipende dal loro permesso, nessun gas arriverà mai attraverso NS 2;

piuttosto continuerà ad essere consegnato a un prezzo molto più alto attraverso l'Ucraina e la Polonia fortemente anti-russe.

Putin ha rotto l'aumento dei prezzi del gas esprimendo la sua fiducia che il problema sarà risolto presto.

Se avesse sottolineato che è tutt'altro che certo, il prezzo sarebbe rimasto alle stelle, portando ancora più dividendi agli investitori di Gazprom.

 Putin ha agito contro i suoi interessi (e quelli della Russia) per puro altruismo? Beh, no.

Ma Putin vuole un business sano e sostenibile, che porti profitti stabili ogni anno; d'altra parte, i negoziatori tedeschi ed europei vogliono prezzi del gas naturale intollerabilmente alti, costringendo i cittadini a passare all'elettricità.

La Russia potrebbe trarre molto profitto oggi, ma non ci sarebbe nulla per domani. Putin preferisce avere clienti soddisfatti del gas in Europa.

Gli europei potrebbero avere energia più economica, sia per il riscaldamento che per la guida, ma i loro leader non lo permetteranno.

Hanno deciso che i prezzi dell'energia saranno alti, molto alti;

quindi sentirai ogni grado di Centigrado / Fahrenheit in tasca.

Putin ha dichiarato che gli europei hanno sbagliato i calcoli quando hanno deciso di abbandonare i combustibili tradizionali.

Forse lo ha detto per gentilezza, perché non c'è il minimo dubbio:

i leader europei e nordamericani sapevano che i carburanti "puliti" sono molto più costosi e molto meno affidabili, eppure lo hanno scelto.

(Delinquenti ed ignoranti! N.d.R.)

Potrebbe essere spiegato dalla loro ostilità verso la Russia?

Nessuno dei paesi benedetti dal gas naturale e dal petrolio (Iran, Venezuela, Russia) è alleato favorito dell'UE e del Regno Unito.

Sembra che i leader europei siano determinati a congelare tutte le case che vengono riscaldate dal gas naturale.

 I regolatori britannici hanno respinto i piani di Shell per sviluppare il giacimento di gas del Mare del Nord e Shell non è una società russa o iraniana.

 La mia spiegazione: vogliono uccidere petrolio e gas; E non si preoccupano dei cittadini congelati.

Nel Regno Unito, le bollette del carburante aumenteranno di £ 400; Chi non può permetterselo, lo lasci soffrire.

Questa crisi energetica politica è mondiale.

(Sono gli uomini di Davos che la vogliono! N.d.R.)

Uno dei motivi sono gli enormi acquisti governativi di tecnologia solare ed eolica inaffidabile.

Un altro motivo: l'energia combustibile è sotto investita.

 Per alcuni anni, le compagnie energetiche hanno creduto che non valesse la pena spendere soldi per i combustibili tradizionali;

Gli è stato detto che i combustibili stanno per scomparire.

 Ora forse ci ripenseranno.

Ora che ci rendiamo conto che abbiamo ancora bisogno di gas e petrolio, è meglio iniziare a investire in Russia perché questi prodotti si trovano solo nelle lontane terre artiche.

 Ci vuole tempo e denaro per sviluppare nuovi giacimenti di gas.

Il problema è che agli europei dell'est piace imbrogliare i russi. Sanno che i russi sono odiati dalle élite degli Stati Uniti e dell'UE;

Quindi credono che otterranno risultati migliori attraverso il contenzioso. Continuano a spostare i pali della porta per assicurarsi la vittoria.

I russi hanno iniziato a costruire NS 2 alcuni anni fa;

per contrastare questo sviluppo, la direttiva sul gas è stata applicata alla NS 2 nel 2020.

È stata una decisione particolare: la direttiva non esisteva quando i russi hanno iniziato a costruire il gasdotto.

Ma i leader dell'Europa orientale sono estremamente disonesti.

L'avvocato generale Michal Bobek ha recentemente invitato la corte a modificare la sua decisione. Lo farà o non lo farà?

Se l'UE non permetterà ai russi di gestire il gasdotto come meglio credono, forse gli europei non otterranno alcun gas naturale.

E poi, sarà questo inverno molto freddo che deciderà per gli europei.

La domanda è: preferiscono rimanere ben riscaldati, o preferiscono fregare i russi anche al prezzo del congelamento?

Anche i russi accettano l'idea del riscaldamento globale.

Pensano che all'interno del Green New Deal, saranno in grado di mostrare i loro talenti meccanici, la loro istruzione superiore.

È più adatto a loro che vendere petrolio come fanno gli arabi sauditi.

 Tuttavia, è tutt'altro che certo che appariranno effettivamente posti di lavoro sofisticati.

La Russia può essere piuttosto fredda, ma ha un grande vantaggio nei sistemi di riscaldamento nazionali costruiti nei giorni sovietici.

 Fa più caldo negli appartamenti di Mosca che a Gerusalemme in inverno.

In Israele, l'inverno è freddo; Mosca è migliore, come ho scoperto anni fa.

 

La Russia è assediata da Ucraina e Polonia, due stati vicini molto ostili, eppure Putin vuole ancora giocare con loro.

Con l'arrivo dell'inverno, molto presto vedremo se i regolatori persistono.

 Alla fine di ottobre si terrà la conferenza a Glasgow; e vedremo quanto gli europei sono disposti a pagare per "salvare il clima".

(Israel Shamir)

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