Dio, patria e famiglia.
Dio,
patria e famiglia.
La
premier dell'Alberta Danielle Smith
difende
con forza i diritti dei genitori
nell'educazione
dei propri figli.
Lifestenews.com
- Antonio Murdoch – (6 nov. 2023) – ci dice:
"Indipendentemente
da quanto spesso l'estrema sinistra mina il ruolo dei genitori, voglio che tu
sappia che i diritti dei genitori e la scelta nell'educazione di tuo figlio
sono e continueranno ad essere un principio fondamentale di questo partito in
questo governo."
CALGARY,
Alberta ( LifeSiteNews ) – La premier dell’Alberta Danielle Smith ha detto durante il
fine settimana a circa 3.800 membri del suo Partito conservatore unito (UCP)
che difende inequivocabilmente i diritti dei genitori, affermando che la
società dipende da “famiglie forti e amorevoli” e che i genitori sono i
“principali caregiver” ed educatori” dei loro figli.
“Voglio
che tutti i genitori che ascoltano oggi mi sentano forte e chiaro.
I
genitori sono i principali tutori ed educatori dei loro figli", ha detto”
Smith” tra acclamazioni rauche mentre si rivolgeva ai membri dell'”UCP” all'”AGM”
del partito tenutasi lo scorso venerdì e sabato.
“Non
possiamo avere una provincia di successo, o una società di successo senza
famiglie forti e proficue.
E
indipendentemente da quanto spesso l’estrema sinistra mina il ruolo dei
genitori, voglio che tu sappia che i diritti dei genitori e la scelta
nell’educazione di tuo figlio sono e continueranno ad essere un principio
fondamentale di questo partito in questo governo”.
Le
osservazioni di Smith arrivano in un momento in cui l'estrema sinistra e gli
attivisti “LGBT” stanno spingendo affinché la loro propaganda venga collocata
nelle scuole pubbliche.
Tuttavia,
“Smith” ha affermato che il suo partito e il suo governo “non si scuseranno
mai” per aver sostenuto i diritti dei genitori.
Mentre
l’Alberta deve ancora introdurre ufficialmente una legislazione per combattere
l’estrema sinistra che cerca di spingere la loro agenda” LGBT “nelle aule
scolastiche,
i governi guidati dai conservatori del Saskatchewan e del New Brunswick sono
arrivati al punto di implementare in legge le politiche sul consenso dei
genitori.
Il
Saskatchewan, sotto il premier “Scott Moe”, ha recentemente approvato una nuova
politica a tutela dei diritti dei genitori secondo la quale i genitori devono
essere informati se il loro bambino cambia “genere” a scuola.
“Moe” ha seguito l'esempio del premier
del New Brunswick “Blaine Higgs”, che è stato condannato all'inizio di
quest'anno dagli attivisti “LGBT” per aver rivisto la politica provinciale
sull'“identità di genere” che consentiva alle scuole di nascondere lo status di
“transgender” degli studenti ai genitori.
Secondo
la nuova normativa, gli insegnanti necessitano del consenso dei genitori per
utilizzare nomi o pronomi diversi per gli studenti di età inferiore a 16 anni.
All'”Assemblea
generale dell'UCP”, tenutasi il 3 e 4 novembre a Calgary, i membri del partito
hanno approvato una serie di risoluzioni che chiedono la tutela dei diritti dei
genitori.
“La
risoluzione 8”, approvata dai membri dell’UCP, richiede il consenso dei
genitori affinché i bambini “cambiano” i loro pronomi a scuola.
I
membri dell'UCP hanno inoltre approvato “la risoluzione 17”, che chiede al
partito di sostenere un disegno di legge globale sui "diritti dei
genitori" che garantisca che tutta la legislazione riconosca e sostenga il
diritto dei genitori di essere informati e responsabili di tutte le decisioni
relative a tutti i servizi pagati dalla provincia, compresa l’istruzione e
l’assistenza sanitaria”.
I
membri del partito hanno anche approvato “la risoluzione 20”, che chiede al
partito di vietare l'uso di materiale pornografico da parte degli insegnanti.
Negli
ultimi mesi, molti canadesi preoccupati hanno protestato contro
l’indottrinamento “LGBT” nelle scuole del paese.
A
settembre, migliaia di canadesi da una costa all'altra hanno partecipato alla “Million
Pearson March”.
Secondo
la legge dell’Alberta, secondo la costituzione, la scelta dei genitori
nell’istruzione nella provincia comprende molte opzioni come scuole pubbliche,
scuole cattoliche finanziati con fondi pubblici, scuole charter, istruzione
domiciliare e scuole private.
I diritti dei genitori, tuttavia, non hanno impedito
agli attivisti “LGBT” di cercare di imporre la loro agenda alle scuole
pubbliche.
A
settembre, “Smith” ha rifiutato di espellere un “membro del caucus” che aveva
partecipato alla “Marcia di un milione di persone” contro l’indottrinamento “LGBT”,
aggiungendo di essere “in sintonia con i genitori” che non vogliono che ai loro
figli vengano insegnati contenuti sessuali espliciti a scuola.
DIO,
PATRIA, FAMIGLIA E LE
PARANOIE
DI UN POTERE INSICURO.
Spazioliberoblog.com – (21 settembre 2023) -
NICOLA R. PORRO – ci dice:
(Un
luogo aperto in cui confrontare le idee.)
La
nostra premier, in un sussulto di ritorno alle origini, ha rispolverato il
motto mazziniano – Dio, patria e famiglia – offrendone una declinazione
impropria e una versione deformante.
Il Dio di Mazzini non aveva nulla a che fare
con quello delle religioni storiche:
era il Creatore dell’universo che ispirava
l’illuministica religione dell’umanità evocata nel XIX secolo da “Auguste Comte”
in opposizione alle teologie tradizionali.
Quanto
alla patria non si capisce con che coraggio la destra italiana si appropri di
valori e idealità estranei alla sua storia.
Vogliono
arruolare il repubblicano Mazzini, il socialista Garibaldi, il libertario
Pisacane nelle fila della destra?
Consultassero
almeno un Bignami per l’esame di Storia.
La famiglia, poi: in quale mondo vivono questi
guardiani della conservazione? Siamo ancora alla retorica della “cellula
primaria”?
Credo di no, a giudicare almeno dalla
legittima libertà con cui i nostri governanti gestiscono le proprie convivenze,
paternità e maternità.
Il
motto mazziniano, maldestramente citato, intendeva piuttosto mobilitare e
nobilitare una lotta di popolo per l’unificazione del Paese, la liberazione
dallo straniero e una società democratica.
Conteneva
un appello a liberare l’Italia:
la
nostra patria – la terra dei padri – e non l’espressione geografica con cui
l’aveva dispregiativamente definita il cancelliere Metternich nel 1847.
Questione
nazionale e questione sociale erano strettamente intrecciate nel movimento
risorgimentale.
Il
nostro patriottismo non ha niente a che vedere con un’angusta, seppure
legittima, rivendicazione territoriale.
Promuove la rivolta contro tutti i poteri
reazionari, fa propria una visione cosmopolitica, solidarizza nel 1863 con
l’insurrezione indipendentistica della Polonia.
La “Giovine
Italia” di Mazzini annuncia la “Giovine Europa”.
Garibaldi
e Mazzini partecipano a Londra, nel 1864, alla fondazione dell’Internazionale
Socialista.
Nel corso della quale i congressisti decidono
all’unanimità di adottare, come simbolo identitario del movimento, il colore rosso
delle camicie garibaldine.
Democratico per definizione, il movimento
risorgimentale è progressista per vocazione e alieno da ogni forma di
nazionalismo.
Sogna
un’Italia aperta al mondo, promotrice di un’Europa “dei popoli e dei diritti”.
Il
nostro Risorgimento, insomma, non ha davvero nulla a che spartire con la
rappresentazione falsa e retorica che ne avrebbe offerto il fascismo e che si
riaffaccia nella narrazione sovranista della destra contemporanea.
Temo
però che non si tratti soltanto di propagandismo o di pura e semplice
ignoranza.
In gioco c’è forse una questione più profonda
che riguarda il significato e il valore attribuiti alla nozione stessa di
identità.
Allo
scopo le parole pronunciate nei giorni scorsi a Budapest da Giorgia Meloni sono
esemplari e insieme inquietanti.
Ci riportano indietro nel tempo, a quel
surreale comizio di Valenza del giugno 2022 quando l’attuale premier aveva
solleticato gli umori di una destra così spaventata dalla modernità da
rifugiarsi in rassicuranti identità pre-politiche: essere donna, madre,
cristiana, italiana… una collana di disarmanti banalità gridate come proclami
di battaglia.
Utili
forse, nelle intenzioni, a eccitare il fascistume di Vox le cui notti sono
evidentemente popolate dall’incubo delle misteriose, ma sicuramente spietate e
potentissime, ‘lobby lgbtq’.
L’appello
all’identità, la priorità ideologica ad essa conferita, descrivono del resto un
nitido perimetro subculturale.
Servono
a rovesciare e screditare un’idea alternativa – e ben più legittima – di
identità.
Quella che assume la diversità come risorsa,
che non teme la contaminazione, che vuole essere protagonista del progresso
senza complessi e senza alterigia.
Un’ampia
maggioranza della destra italiana – purtroppo lontana dal liberismo
conservatore d’impronta occidentale – è ancora evidentemente prigioniera dei
propri fantasmi.
Ha urlato Giorgia Meloni che «… Tutto ciò che ci definisce è sotto
attacco. Siamo solo numeri, strumenti, nelle mani di coloro che ci vogliono
manovrare».
Tanta enfasi esige però qualche precisazione.
Per
esempio: che cosa mai dovrebbe definirci?
E quale identità saremmo chiamati – e persino
tenuti – a condividere?
Per
andare sul sicuro ho provato a interpellare l’Enciclopedia Treccani che così
definisce la nozione di ‘identità’:
«L’essere tutt’uno, di persona o cosa che in
un primo tempo sia apparsa con nome o aspetti diversi che abbiano fatto credere
trattarsi di persone o cose distinte».
Formulazione
un po’ involuta ma indubbiamente suggestiva.
Ci interroga, ci costringe a riflettere.
Solleva
un dubbio che pesa come un macigno: ma esiste qualcosa che possiamo
battezzare con certezza identità, senza ambiguità o reticenze?
E se
identità non fosse altro che il prodotto di un bisogno di riconoscersi, di
trovarsi e di ritrovarsi?
In
altre parole, un bisogno sociale che costruisce l’identità attorno a un’idea di
comunità.
Con
un’avvertenza di capitale importanza:
ogni
comunità umana è il prodotto storico di diversità che si sono incontrate,
contaminate, integralmente fuse o provvisoriamente costituite.
Le radici dell’identità affondano nelle
diversità, le assumono, le rigenerano.
La
nostra identità non è che il prodotto di infinite osmosi, contaminazioni,
trasformazioni.
La
Storia con la esse maiuscola rappresenta il tentativo di gettare un po’ di luce
sui processi che nel tempo hanno conferito identità a comunità che si sono
incessantemente incontrate, scontrate, mescolate e trasformate.
Proprio
la Storia con la esse maiuscola dovrebbe insegnarci che il “successo” delle
culture umane è sempre direttamente proporzionale alla capacità di produrre
identità valorizzando, e non sopprimendo o mortificando, le diversità.
È un
crogiolo di fusione (melting pot) l’immagine che la sociologia americana ha
associato sin dai primi del Novecento agli Usa.
Non
proprio un Paese di retrovia…
Analogamente,
credere in Dio è un nobile sentimento se non produce uno stigma verso chi non
crede o coltiva altre fedi.
L’amor di patria perde ogni nobiltà se si
traduce in disprezzo delle patrie altrui.
La famiglia conserva la propria funzione sociale nella misura in cui non diventa
vessillo e strumento per anacronistiche campagne conservatrici.
La
Storia stessa è un universo di trasformazioni.
Le
categorie del presente non sono capaci di spiegare il passato né di predire il
futuro.
Talvolta
ci forniscono però preziosi idealtipi, capaci di resistere al tempo.
La
Roma dei Cesari ha fornito l’imprinting dell’imperialismo politico-militare.
Allo
stesso tempo, costituiva per l’epoca una metropoli multietnica e multiculturale
paragonabile all’attuale New York.
E
quanti mutamenti, quante variazioni sul tema, quante variazioni di senso hanno
conosciuto nei secoli le parole chiave di cui ci occupiamo!
Tornando
alla nostra riflessione, ad esempio, chi ha detto che la Patria o la Nazione,
rappresentino solo nozioni anacronistiche e incarnino solo sentimenti
regressivi?
Abbiamo
rimosso la Resistenza italiana, il Vietnam, i movimenti anticolonialistici del
Terzo Mondo?
Ciò
che è essenziale è piuttosto esorcizzare le paure senza rinunciare al banale
buon senso.
Nessuno
scandalo, nessuna minaccia alla democrazia, se allo stadio ci dividiamo in
‘Noi’ e ‘Loro’.
Parliamo
di gioco, di competizione, di una teatralizzazione dell’antagonismo
circoscritta in un tempo di novanta minuti e nello spazio di un rettangolo
erboso. Può anche scapparci una scazzottata, ma altra cosa è tracciare una linea
di demarcazione invalicabile che separa ciò che io sono da ciò che è l’altro.
L’avversario si trasforma inevitabilmente nel
nemico solo quando è percepito come il ‘diverso da me’.
È in
questo tornante che il patriottismo può degenerare nel nazionalismo e persino
farsi complice dei suoi orrori.
Se
dimentichiamo che tutti noi, cittadini di ogni tempo e di ogni latitudine,
siamo sempre uguali e contemporaneamente sempre diversi – e se non trasmettiamo
questa convinzione a chi verrà dopo di noi – anche un’innocua domanda di
identità potrà liberare tossine.
Il
primato assegnato all’identità può comprimere e reprimere un’idea di società in
cui si cammina insieme e insieme si affrontano rischi, difficoltà, dissensi.
Le domande giuste cui rispondere sono invece
di disarmante semplicità:
perché
dovremmo preoccuparci di difendere un’identità che non abbiamo mai perso?
Perché temiamo di smarrire una delle poche
cose che è impossibile smarrire? Perché fantastichiamo su un’identità
collettiva univoca quando esistono infinite differenti identità, individuali e
collettive?
Che senso ha fare appello alla difesa di
un’identità fintamente univoca, ipostatizzata, e perciò manipolabile da
qualsiasi demagogo?
Parlare
una sola lingua, nell’accezione estensiva e metaforica del termine, prima che
illiberale, è miope.
Le libere e prospere società dell’Occidente –
quelle che un vecchio umorista aveva definito” le peggiori del mondo, fatta
eccezione per tutte le altre” – sono tali in quanto sono (spesso) società
multiculturali nonché protagoniste di incessanti contaminazioni.
Dove vuole arrivare la destra quando finge di credere
che i suoi avversari desiderino un futuro nel quale sia negata la possibilità
di essere chi siamo?
Sino a
prova contraria sono piuttosto le autocrazie – non tutte, ma in larga
maggioranza, impregnate del pensiero reazionario – a perseguire simili disegni.
I veri leader, quelli capaci di ispirare i
propri seguaci, ma anche di dialogare con i propri avversari, devono sapersi
misurare con il dubbio. Perché non confrontarsi civilmente su questioni cruciali:
sappiamo davvero da dove siamo arrivati?
Siamo
consapevoli del fatto che ignorare o manipolare la Storia condanna a riviverne
gli orrori?
E soprattutto: abbiamo idea di un possibile
approdo del cammino comune? Abbiamo una mappa per raggiungere una destinazione
condivisa?
O
sbraitare su Dio, patria e famiglia è solo un diversivo di fine estate per non
parlare di attese deluse e promesse non mantenute?
(NICOLA
R. PORRO)
Elon
Musk dice a Joe Rogan
che
crede ancora che George Soros
"odi
fondamentalmente l'umanità."
Lifesitenews.com
– Andrea Walzer – (6 novembre 2023) – ci dice:
'Far
eleggere i procuratori distrettuali che si rifiutano di perseguire i reati;
questo
è parte del problema a San Francisco, Los Angeles e in un sacco di altre
città", ha detto Musk di George Soros.
(Life Site
News) — Elon
Musk ha criticato il miliardario di sinistra George Soros, affermando in una
recente intervista con il “podcaster Joe Rogan” che il mega-donatore “odia fondamentalmente l’umanità”.
“Secondo
me, lui [Soros] odia fondamentalmente l’umanità”, ha detto Musk a Rogan in un
episodio del podcast trasmesso il 31 ottobre.
“Sta
facendo cose che erodono il tessuto della civiltà”.
Come
esempio dei misfatti di Soros, Musk ha citato il finanziamento dei famigerati
“Soros DA” [procuratori distrettuali].
“Far
eleggere procuratori distrettuali che si rifiutano di perseguire il crimine;
questo è parte del problema a San Francisco, Los Angeles e in molte altre
città", ha affermato il magnate della tecnologia.
“Credo
che sia il principale collaboratore del Partito Democratico”, ha detto Musk.
Secondo “opensecrets.org”, Soros è stato il maggiore
donatore del Partito Democratico per quanto riguarda i contributi federali nel
2022.
Musk
ha spiegato che Soros è “molto intelligente” quando usa i fondi per raggiungere
i suoi obiettivi.
“Notoriamente,
ha venduto allo scoperto la sterlina britannica; è così che penso che abbia
guadagnato i suoi primi soldi", ha detto. "È bravo a individuare...
un rapporto qualità-prezzo che gli altri non vedono."
Musk
ha osservato che questa capacità di individuare opportunità con un buon
rapporto qualità-prezzo è il motivo per cui Soros investe così tanto nelle
elezioni locali.
"Una
delle cose che ha notato è che il rapporto qualità-prezzo nelle gare locali è
molto più alto che nelle gare nazionali", ha detto.
“Il
rapporto qualità-prezzo più basso è una corsa presidenziale.
Il successivo rapporto qualità-prezzo più
basso è una corsa al Senato, poi un Congresso”, ha continuato Musk.
"E
una volta che si arriva ai procuratori distrettuali della città e dello stato,
il rapporto qualità-prezzo è estremamente buono."
In
questo modo, Soros ha influenzato l’applicazione della legge senza dover
cambiare le regole sui libri, ha sostenuto Musk.
“Soros
ha capito che in realtà non è necessario cambiare le leggi; devi solo cambiare
il modo in cui vengono applicate.
"Se
nessuno sceglie di far rispettare le leggi, o le leggi vengono applicate in
modo differenziato, allora è come cambiare le leggi", ha affermato.
(Elon
Musk attacca Soros e suo figlio: "Distruggere la sicurezza pubblica"
con i finanziamenti ha svegliato i procuratori distrettuali "devono
fermarsi").
Dite
al Congresso di abrogare la legge “FACE”: salvare i bambini dall'aborto non
dovrebbe essere un crimine.
Ha
svegliato il "virus della mente" che ha infettato il mondo.
In
un'altra parte dell'intervista, Rogan ha chiesto a Musk perché avesse deciso di
acquistare Twitter/”X” un anno fa.
Il miliardario della tecnologia ha affermato
di ritenere che il “vecchio Twitter” stia avendo “un effetto corrosivo sulla
civiltà”.
Musk
ha affermato che il “vecchio Twitter”, intendendo la società prima di
acquisirla, era “fondamentalmente un braccio del governo” e “fondamentalmente
controllato dall’estrema sinistra”.
Ha
detto che parte del motivo per cui Twitter si è inclinato così tanto a sinistra
è stata la sede dell'azienda a San Francisco, una delle città più “di estrema
sinistra” degli Stati Uniti.
“…
Penso che San Francisco sia una bellissima città, e dovremmo davvero lottare
duramente per… raddrizzare la nave di San Francisco.
Se
cammini per il centro di San Francisco, proprio vicino al quartier generale di “X”/Twitter,
è un'apocalisse di zombie", ha dichiarato Musk.
Ha
detto che bisogna chiedersi: “Quale filosofia ha portato a questo risultato?”
Musk
ha descritto questa filosofia come un “virus della mente” (in precedenza lo aveva definito il
“virus della mente sveglia”).
“Quella
filosofia veniva trasmessa alla Terra”, ha detto.
“Una
filosofia che normalmente sarebbe piuttosto di nicchia e geograficamente
limitata, in modo che… l’area delle ricadute fosse limitata, è stata
effettivamente dotata di un’arma informatica, un’arma tecnologica per propagare
quello che è essenzialmente un virus mentale al resto della Terra.
E l’esito di quel virus mentale è molto chiaro
se si cammina per le strade del centro di San Francisco. È la fine della
civiltà”.
(Elon
Musk incolpa le scuole della California per aver scatenato la confusione di
genere del figlio con il "virus della mente sveglia").
Il “culto
della morte di sinistra” sta “propagando l’estinzione dell’umanità.”
Rogan
ha definito la filosofia del "woke" un "culto della morte",
al che Musk ha risposto: "È esattamente giusto".
Musk
ha definito gli ideologi di sinistra “estinzionisti” che stanno “propagando
l’estinzione dell’umanità”.
Il
miliardario ha affermato che questa propaganda è per lo più “implicita”, ma “a
volte è esplicita”, come nel caso di un attivista apparso sul frontespizio del”
New York Times” che desiderava che la popolazione umana fosse ridotta a zero.
“Quel
culto della morte era responsabile dei social media ed è ancora in gran parte
su Google e Facebook”, ha affermato Musk.
“Non
sono a favore dell'estinzione umana; lo sono e possono andare all’inferno”, ha
dichiarato.
Musk
ha avvertito che “se si porta l’ambientalismo alle estreme conseguenze, si
inizierà a vedere l’umanità come una piaga sulla superficie della terra”.
“Ma
questo in realtà è falso”, ha affermato. “La Terra potrebbe ospitare
probabilmente dieci volte la civiltà attuale.”
“Se
inizi a pensare che gli esseri umani siano cattivi, allora la conclusione
naturale è che gli esseri umani dovrebbero estinguersi”.
Il
magnate della tecnologia ha inoltre avvertito che se i modelli di intelligenza
artificiale saranno programmati dagli “estinzionisti, la loro funzione di
utilità sarà l’estinzione dell’umanità”.
“Il
movimento ambientalista, e io sono un ambientalista, è andato troppo oltre;
sono andati troppo oltre”, ha concluso Musk.
L’obiettivo
sinistro dell’agenda del
“cambiamento
climatico”: il controllo
totale su una cittadinanza spopolata.
Lifesitenews.com
- Ron Barca – (Lun. 28 agosto 2023) – ci dice:
Il
“cambiamento climatico” in definitiva non riguarda i combustibili fossili e le
vendite di veicoli elettrici.
Si
tratta invece di un mezzo per raggiungere un fine, un obiettivo diabolico e sinistro di
controllo a vantaggio delle élite: lo spopolamento.
(WND
News Center) – Controllo del clima. È molto più di quel quadrante rotondo sul muro.
I
governi attuali la vedono come un’opportunità molto più importante, estesa e di
vasta portata che, di fatto, non è altro che un’intrusione nelle casse
monetarie e nelle posizioni di potere dei loro cittadini – un’opportunità per
diffondere la ricchezza a donatori e sostenitori politici, acquisendo al
contempo un controllo più autoritario.
Ci
sono due elementi commoventi in questo “gioco di truffa” perpetrato nei
confronti dell’America e del mondo.
Il
primo è un esercizio più diretto e ovvio, basato sulla retorica presentata e
sulle azioni intraprese.
(Ad
esempio il cardinale Schönborn diffonde una falsa narrativa sul clima
attribuendo la colpa degli incendi al riscaldamento globale).
L’intrusione
nella vita pubblica è palesemente evidente quando il governo grida “CRISI
CLIMATICA “ed esercita le misure che ha adottato:
azioni
basate su affermazioni di eccessivo inquinamento dei combustibili fossili,
innalzamento del livello del mare, inondazioni, uragani, incendi e distruzione
del mondo.
Da qui
il loro dettato di eliminare stufe a gas, scaldabagni, caminetti, tosaerba,
vietando persino le auto a combustione interna e i veicoli elettrici a spinta,
insieme alla loro energia eolica e solare più pulita ma meno efficiente.
Dal
primo giorno alla Casa Bianca, il presidente ha cancellato e limitato i
gasdotti e la produzione.
Attenzione
all’ordine esecutivo “Emergenza climatica”.
Le
analisi dei recenti incendi alle Hawaii sono un’estensione di questa retorica
sul clima.
In
poche ore alcuni hanno proclamato la narrativa del “riscaldamento globale/crisi
climatica” come causa di distruzione e perdita di vite umane.
In
effetti, le decisioni di “Green New Deal/sostenibilità” da parte della compagnia elettrica
potrebbero essere responsabili – rifiutandosi di gestire adeguatamente la crescita
eccessiva della vegetazione delle proprie infrastrutture, concentrando invece sforzi e denaro
nell’acquisto di pannelli solari dalla Cina e perseguendo altre alternative
energetiche.
Inoltre,
le “preoccupazioni della società” si sono scatenate quando il leader delle
risorse idriche delle Hawaii, più interessato all'equità idrica per le piante
che a consentirne l'uso per proteggere proprietà e vite a “Lahaina”, non l'ha
fornita ai vigili del fuoco.
Le
conseguenze di questa crisi climatica continuano a rappresentare una minaccia
attraverso l’aumento dei prezzi del gas alla pompa, mentre la fornitura viene
ridotta e i costi complessivi aumentano.
Va
considerato che quasi il 72% delle merci viene consegnato tramite camion e
circa il 28% su rotaia, entrambi alimentati a gasolio.
Dire
al G20 di abbandonare le politiche climatiche radicali che causano inflazione e
blackout aumentando il costo del carburante, si aumenta anche il costo delle
merci, che vengono trasferite al consumatore come un onere oneroso.
Costi
del carburante e dei relativi fertilizzanti?
Per
gli agricoltori in aumento del 71% nel 2022 rispetto ai prezzi del 2021, con un
ulteriore aumento dei costi dei loro prodotti: il cibo.
La
conclusione è:
rendere
le cose costose, creare carenze e catastrofi, mettere in cattiva luce i
combustibili fossili, mostrare la necessità di ridurre o eliminare il loro
utilizzo… promuovere un’agenda.
L'entusiasmo
per i veicoli elettrici sta diminuendo poiché sempre più rapporti li mostrano
come potenzialmente pericolosi, che esplodono spontaneamente nei garage.
Inoltre, creano elevati costi di riparazione e
manutenzione e sono meno efficienti di quanto desiderato dal pubblico, oltre a
non disporre delle necessarie infrastrutture di supporto.
(“SaskPower”
avverte il governo di Trudeau che l’obiettivo di “elettricità pulita” non è
“fattibile” per la provincia).
Dopo
aver perso 1.000.000.000 di dollari lo scorso trimestre e aver previsto una
perdita di 3.000.000.000 di dollari per l'anno, Ford ha recentemente ridotto i
prezzi a causa della mancanza di domanda per i tanto pubblicizzati veicoli
elettrici.
L'amministratore
delegato della Ford, “Jim Farley”, ha sperimentato i suoi problemi con i
veicoli elettrici nella vita reale, e il
proprietario dell'F-150, “Dalbir Bala”,
ha abbandonato il suo camion elettrico
per problemi di ricarica durante un viaggio e costi di riparazione
eccessivi.
I
veicoli elettrici in ambienti caldi possono perdere fino al 30% della
percorrenza a circa 100 gradi.
Nell'estate dell'Arizona, dove recentemente
abbiamo avuto 51 giorni in più di 110 e tre giorni in più di 119, rischi di
perdere il 40% o il 60% della distanza percorsa con un veicolo elettrico.
Dopo
aver donato miliardi all'industria dei veicoli elettrici, “Proterra”,
produttore di autobus elettrici in prima linea, ha dichiarato bancarotta e tutti abbiamo visto l' esplosione
dell'autobus elettrico nelle notizie.
Questo
e il “New Deal verde” come parte della “truffa sul clima” non funzionano per
l’America.
Mettere
fuori legge le lampadine, limitare gli elettrodomestici, spingere gli ordini
del giorno non è ciò che il pubblico desidera, dato che solo circa il 7% degli
elettori è preoccupato.
D’altro canto, il prezzo più alto della
benzina e il costo dei beni rappresentano problemi importanti.
Il
secondo elemento, più sovversivo e diabolico, si basa su decenni di programmi
nascosti.
Alcuni
respingeranno questi concetti più diabolici come cospirativi, ma le politiche
per soddisfare i desideri delle élite, nascoste nell'ombra della coscienza
progressista per decenni, vengono finalmente promosse in tutto il mondo.
Un
reale comportamento climatico ha l’obiettivo molto più minaccioso, pericoloso e
collaborativo di soddisfare i programmi di esclusività delle élite assetate di
potere e la loro stretta mortale sui cittadini del mondo.
La
base?
“Anti umanesimo”
[spopolamento], trovato con “Thomas Malthus “e l’espansione delle credenze
malthusiane sulla popolazione.
La
nostra ampia intervista con “Jerome Corsi, Ph.D.”, ci ha fatto comprendere
meglio questo sordido fondamento della “crisi climatica”.
La sua
agenda non è persa nel tempo ma è avanzata nel mondo di oggi per estensione di
globalisti, neoconservatori e marxisti.
Il
“cambiamento climatico” in definitiva non riguarda i combustibili fossili e le
vendite di veicoli elettrici.
Si
tratta invece di un mezzo per raggiungere un fine, un obiettivo diabolico e
sinistro di controllo a vantaggio delle élite: lo spopolamento.
Sono
stati scritti libri su questa malizia.
Lo
spazio qui non consente un'esplorazione approfondita; tuttavia, i punti
principali sono evidenti e importanti da considerare.
Come
spiega “Corsi”: “Il movimento ambientalista sbocciò alla fine della Seconda Guerra
Mondiale, guidato da attivisti determinati a cambiare il nostro mondo”.
(Potresti
non essere effettivamente un "teorico della cospirazione", ma
qualcosa di completamente diverso).
“Harrison
Brown”, uno scienziato, ha lavorato al “progetto Manhattan”.
Nel
1954 scrisse “La sfida del futuro dell'uomo” affermando che “c'è troppa gente e
esauriremo tutte le risorse della Terra;
che
essenzialmente stavamo sprecando il futuro della Terra perché non ce n’è
abbastanza per tutti”.
Un
altro era “Paul Ehrlich.”
Nello
scrivere “The Population Bomb” nel 1968, sostenne che la popolazione umana era
troppo grande. I
l suo
punto di vista:
“Non
possiamo più permetterci di curare i sintomi del cancro della crescita
demografica, il cancro stesso deve essere tagliato.
Il
controllo della popolazione è l’unica risposta.”
Nella
moderna fabbrica di aborti di oggi,” Planned Parenthood”, si vede in azione il
piano di spopolamento selettivo e guidato dall'eugenetica di “Margaret Sanger”.
L'incaricato
di “Obama”,” John Holdren”, ha espresso le sue posizioni sulla popolazione.
Nel
1977 Holdren e i suoi colleghi – sì, “Paul e Anne Ehrlich” – pubblicarono il
libro “Ecoscience”, in cui “Holdren” e i suoi coautori sostengono la seria
considerazione di misure radicali per ridurre la popolazione umana.
Per
raggiungere i loro obiettivi di spopolamento, avevano bisogno di un martello
abbastanza potente da spaventare il pubblico e spingerlo all’azione, e questo
era” il cambiamento climatico”.
“Ehrlich
e Holdren” si concentrarono sul clima, decidendo che l’utilizzo di combustibili
a base di idrocarburi, che emettevano anidride carbonica, rappresentava una
minaccia ambientale empirica e pericolosa legata ai gas serra.
Farebbe
sì che la Terra diventasse troppo fredda o troppo calda. “Possiamo costringere le persone a
smettere di usare combustibili a base di idrocarburi”. (Vedi che sta arrivando?)
Sono
arrivati al punto di dire che le persone che “contribuiscono al deterioramento
sociale possono essere obbligate per legge ad esercitare la responsabilità
riproduttiva”.
Anche
il “Rapporto Kissinger”, del 10 dicembre 1974 (un tempo classificato e
conosciuto come “National Security Study Memorandum 200”), mette in evidenza le
implicazioni della crescita della popolazione mondiale per la sicurezza degli
Stati Uniti.
Kissinger
sostiene ciò che “Ehrlich” sosteneva nel 1968, cioè che ci sono troppe persone,
dicendo: “Dobbiamo porre un limite”.
Non si
sente parlare molto dell'Agenda 21 delle Nazioni Unite poiché si è trasformata
in Agenda 2030.
Scava
in profondità nelle società con aspirazioni globali e invadenti con città più
piccole “da 15 minuti”, vietando la vendita di veicoli a gas e togliendo
apparecchi a gas.
Tutto
per il massimo controllo?
Quando
la tua vita dipende da una fonte di energia per viaggiare, lavorare, divertirti
e vivere, sei vulnerabile ai capricci della persona che controlla
l'interruttore.
E se
vive una vita migliore e più libera nel comfort della sua dimora elevata,
separato dai servi del mondo, allora sarà ricompensato per il suo “pensiero
protettivo e progressista” volto a salvare il mondo dai gas serra.
La
truffa in atto nei confronti degli americani non riguarda l’aria più pulita,
l’eliminazione dei disastri naturali o la protezione della società.
Riguarda
il controllo, totale e assoluto, su ogni aspetto della propria vita, lavoro e
piaceri, anche sulla nostra semplice esistenza su questo pianeta.
('Causa
sconosciuta'? Il vero motivo per cui i giovani muoiono in numero record).
Il
tempo cambia.
Il
clima è abbastanza costante e non deve essere utilizzato come ariete per il
cambiamento sociale o le manovre politiche.
La Terra è stata sempre più calda e fredda e
cambierà continuamente in futuro, ma il tentativo dell'uomo di controllarla?
Sforzi
insignificanti.
Vedere
questa truffa governativa per quello che è permetterà alle persone di
comprendere informazioni rilevanti e incontaminate.
Una
risorsa per questa contabilità fattuale, e altro ancora, si trova nell’ultimo
libro di “Corsi”: “La verità su energia, riscaldamento globale e cambiamento
climatico: esporre
le bugie climatiche in un’era di disinformazione”.
Mi
piace la mia macchina, il caminetto e la mia bistecca di media qualità.
Dovremmo trovare modi per preservare le nostre vite preservando un pianeta
pulito e verde, ma non uccidendo i nostri simili.
La
minaccia esistenziale non è il cambiamento climatico. È la truffa del clima.
Il
cardinale Schönborn diffonde una
falsa
narrativa sul clima attribuendo
la
colpa degli incendi al riscaldamento globale.
Lifesitenews.com
- Andreas Walzer – (25 agosto 2023) – ci dice:
Contrariamente
a quanto afferma Schönborn e a quanto sostengono molti allarmisti climatici, le
alte temperature da sole non causano gli incendi boschivi.
(Life Site
News ) – Il
cardinale Christoph Schönborn ha promosso l’allarmismo sul cambiamento
climatico, collegando gli incendi al riscaldamento globale in un post sui
social media.
Oggi
Schönborn ha scritto su “X”, ex Twitter:
“I paradisi delle vacanze in fiore si stanno
trasformando in inferni ardenti”.
Il
cardinale si riferiva chiaramente ai recenti incendi in Grecia, Turchia, Hawaii
e Canada, tra gli altri.
“Centinaia
di migliaia di persone, turisti e gente del posto, sono dovute fuggire dalle
fiamme. Molti di loro hanno perso tutto, la casa, i beni” prosegue il
comunicato del cardinale.
“Numerose
persone sono già morte tra le fiamme. Tra loro, 18 rifugiati senza nome al
confine tra Grecia e Turchia.
Enormi
aree di terra sono state distrutte, le basi della vita per le persone, gli
animali e le piante sono state distrutte. "
“I
vigili del fuoco, che sono in servizio 24 ore su 24 e combattono le fiamme fino
allo sfinimento, compiono imprese sovrumane!
Rischiano
la vita per salvare le persone e la natura. “
Schönborn
sembra quindi collegare gli incendi al riscaldamento globale e lanciare un vago
invito all’azione, chiedendo alle persone di cambiare la propria vita.
“Le
ondate di calore e gli incendi boschivi sono un chiaro segno: la terra si sta
riscaldando! Non possiamo andare avanti come prima. Ci riguarda tutti”, ha
affermato il presule austriaco.
La
dichiarazione di Schönborn è stata ripresa dal presidente austriaco “Alexander
van der Bellen”, ex capo del “partito di estrema sinistra dei Verdi”.
(Sono
stati i piromani, e non i cambiamenti climatici, a causare gli incendi boschivi).
Contrariamente
a quanto afferma Schönborn e a quanto sostengono molti allarmisti climatici, le
alte temperature da sole non causano gli incendi boschivi.
Molti
piromani sono stati arrestati di recente, ad esempio in Grecia e Canada, e
probabilmente sono stati responsabili di aver appiccato gli incendi locali.
(Sostieni
9 sostenitori della vita pro-vita che rischiano 11 anni di prigione per aver
difeso i bambini non ancora nati dall'omicidio).
(I
media incolpano il “cambiamento climatico” per gli incendi in Canada nonostante
l’arresto di numerosi piromani).
Il
professor Michael Müller, esperto di incendi boschivi presso l’”Università
della Tecnologia di Dresda”, ha ripetutamente confermato che “quasi tutti gli
incendi boschivi sono causati dall’uomo” e ha affermato che “solo a causa delle temperature più
elevate o della maggiore siccità, non si innesca alcun incendio”.
Müller
ha anche affermato che il numero degli incendi boschivi in Germania e nelle
aree bruciate è costantemente diminuito dalla metà degli anni '70.
L'autore
Bjorn Lomborg ha sottolineato in un post su X, ex Twitter, che l'area bruciata
dagli incendi in Europa entro il 5 agosto 2023, era molto inferiore alla media
degli ultimi dieci anni durante lo stesso periodo di tempo, citando i dati del
Global Sistema informativo sugli incendi.
Cdl.
Schönborn promuove l’agenda allarmistica sul cambiamento climatico.
Nel
2020, Schönborn ha utilizzato la crisi del COVID per promuovere questioni
“ecologiche”, insinuando in un’intervista che Dio “vuole forse ricordarci che
ci ha affidato la creazione e non ce l’ha data per devastarla?”
“È
proprio necessario volare a Londra nel fine settimana per fare shopping?
È
davvero necessario trascorrere le vacanze di Natale alle Maldive?
È
davvero necessario avere enormi navi da crociera con 4.000 persone a bordo che
inquinano i mari in modo drammatico?
Abbiamo davvero bisogno di avere 200.000 aerei
in volo ogni giorno?” chiese l'arcivescovo di Vienna.
In
un’altra intervista nell’aprile 2023, Schönborn ha difeso la decisione dei
vescovi austriaci di aderire alle regole restrittive del governo sul COVID e ha
spinto ancora una volta la narrativa allarmista del cambiamento climatico,
dicendo:
“Abbiamo
solo questo globo”.
Ha
inoltre espresso simpatia per gli attivisti climatici radicali che si incollano
nelle strade per interrompere il traffico, anche se trova i loro metodi
discutibili.
Pulizia
Etnica di Gaza:
Ecco
il Piano Originale!
Conoscenzealconfine.it
– (7 Novembre 2023) - Massimo Mazzucco – ci dice:
Nei
giorni scorsi “Franco Fracassi” ha diffuso la notizia del documento del
Ministero dell’Intelligence israeliano nel quale si pianifica la pulizia etnica
di Gaza, con relativo trasferimento di tutti i suoi abitanti in Egitto.
Ne ha
parlato anche il blog di “Pepe Escobar” (grazie a Komax per la segnalazione).
Fracassi ha fatto una traduzione italiana del documento originale (Franco
conosce un pò di ebraico, e si è aiutato con Google).
La
traduzione quindi potrebbe non essere precisa al 100%, ma il senso del
documento traspare chiaramente.
Eccolo:
13
ottobre 2023 – UN PIANO PER IL REINSEDIAMENTO E LA RIABILITAZIONE DEFINITIVA IN
EGITTO DELL’INTERA POPOLAZIONE DI GAZA: ASPETTI ECONOMICI.
Attualmente
esiste un’opportunità unica e rara per evacuare l’intera Striscia di Gaza, in
coordinamento con il governo egiziano.
Questo documento presenterà un piano
sostenibile con un’elevata fattibilità economica, che ben si allinea con gli
interessi economici e geopolitici dello Stato di Israele, dell’Egitto, degli
Stati Uniti e dell’Arabia Saudita.
Una
sintesi di un piano immediato, realistico e sostenibile per il reinsediamento
umanitario e riabilitazione della popolazione araba della Striscia di Gaza.
Nel
2017, è stato riferito che ci sono circa 10 milioni di unità abitative sfitte
in Egitto, di cui circa la metà sono costruite e l’altra metà sono in
costruzione.
Ad
esempio, nelle due più grandi città satellite del Cairo, “Il 6 ottobre” e “Il
10 di Ramadan”, c’è un’enorme quantità di appartamenti costruiti e vuoti di
proprietà del governo e di privati, e aree edificabili sufficienti ad
ospitare circa 6 milioni di abitanti.
La
maggior parte della popolazione locale non riesce ad acquistare gli
appartamenti nonostante il prezzo molto basso (solo tra 150 e 300 dollari al
metro quadrato).
Anche
se lo stock di appartamenti vuoti cambia nel tempo, sembra rimanere molto
grande e disponibile per essere abitato da tutta la popolazione di Gaza.
Il
costo medio di un appartamento di 3 locali, con una superficie di 95 metri
quadrati per una famiglia media di Gaza composta da 5,14 persone, in una delle
due città sopra indicate, è di circa 19.000 dollari, tenendo conto
dell’estensione attualmente conosciuta dell’intera popolazione.
Vivono
nella Striscia di Gaza circa 1,4-2,2 milioni di persone, e si può stimare che
l’importo totale che sarà necessario trasferire all’Egitto per finanziare
questi progetti sia dell’ordine di 5-8 miliardi di dollari.
L’importo
riflette un valore compreso solo tra l’1% e l’1,5% del PIL dello Stato di
Israele e può essere facilmente finanziato dallo Stato di Israele, anche senza
alcun aiuto internazionale.
Come
verrà spiegato nel prossimo paragrafo, l’immissione di uno stimolo immediato di
questa portata nell’economia egiziana fornirebbe un beneficio enorme e
immediato al regime di al-Sisi.
Queste
somme di denaro, in rapporto all’economia israeliana, sono minime.
Se questo aiuta a spostare il problema verso
l’Egitto, è anche possibile raddoppiarle, triplicarle e addirittura
quadruplicarle per risolvere la questione della Striscia di Gaza, che da anni
rappresenta un ostacolo alla pace, alla sicurezza e alla stabilità, non solo
nella Striscia di Gaza, ma anche in tutto il mondo: investire alcuni miliardi
di dollari (anche se si tratta di 20 o 30 miliardi di dollari) per risolvere
questo difficile problema è una soluzione innovativa, economica e sostenibile.
In
questo contesto, è opportuno ricordare che lo Stato di Israele ha speso circa
200 miliardi di shekel in meno di un anno per curare l’epidemia di Corona.
Non
c’è motivo di ritenere che non saremmo in grado di permetterci un pagamento
immediato di 20-30 miliardi di shekel, che è fondamentalmente una sorta di
pagamento per l’acquisto della Striscia di Gaza, al quale possiamo comunque
aggiungere molto valore nel tempo, dato che si tratta effettivamente di un
investimento molto utile per lo Stato di Israele.
Le
condizioni del territorio di Gaza, simili a quelle dell’area di “Gush Dan”,
consentiranno in futuro alloggi di alta qualità per molti cittadini israeliani,
e di fatto espanderanno l’area di “Gush Dan” fino al confine con l’Egitto.
Darà
anche un enorme impulso agli insediamenti nel Negev.
CONTESTO
ECONOMICO – EGITTO.
Il
16/12/2022 il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un prestito di
salvataggio di 3 miliardi di dollari per l’Egitto, a fronte dell’aggravarsi
della crisi economica che attraversa (nel 01/2023 l’inflazione in Egitto è
salita al 26,5%), ma è legato a condizioni e riforme draconiane nell’economia
egiziana.
Sebbene il FMI abbia raccomandato di passare a
un tasso di cambio flessibile, si prevede che questo approccio aggraverà
l’inflazione e peggiorerà addirittura i problemi relativi al costo della vita.
Dal
03/2022, la sterlina egiziana ha perso circa la metà del suo valore (il tasso
di cambio ufficiale del dollaro è aumentato del 95%, da 15,7 a 30,7 sterline
per dollaro, molto meno del tasso del mercato nero), e questo deprezzamento del
valore della valuta ha già danneggiato l’economia egiziana, gonfiando
notevolmente i costi di importazione di prodotti alimentari nel Paese (circa il
70% della popolazione egiziana che vive con un reddito di pochi dollari al
giorno, sopravvive comprando pane e prodotti di prima necessità sovvenzionati
dal governo). Il settore privato in Egitto fatica a riprendersi, e la sua
produzione è in costante calo da 26 mesi consecutivi.
Alla
luce di questi dati, le raccomandazioni del FMI incontrano una forte
opposizione e, allo stesso tempo, la loro attuazione appare altamente
improbabile, dato il rischio che rappresentano per la stabilità del regime di
al-Sisi.
Sembra
che il governo egiziano intenda vendere le sue partecipazioni in 35 società
statali a investitori strategici entro la fine del 06/2024, quando al momento
di scrivere queste righe, è stato raccolto un importo di circa 5 miliardi di
dollari, con ulteriori 5 miliardi di dollari da essere raccolti.
“Se il
governo egiziano riuscisse a promuovere il piano di emissione e ad assicurarsi
ulteriori finanziamenti dai paesi del Golfo o da altri partner, la banca
centrale egiziana adotterà una politica di cambio più flessibile”, ha detto
l’economista “Hani Abdul-Fathuh” ad “Ahram Online”.
Il
debito dell’Egitto è pari al 6% del PIL per l’anno fiscale 2022-2023, con un
rapporto debito/PIL stimato al 95,6% in questi anni, con un PIL di 9,8, pari a
circa 318,23 miliardi di dollari.
Il
valore del deficit netto delle attività estere dell’Egitto ha raggiunto i 26,34
miliardi di dollari nel 07/2023 – il valore del deficit netto in attività
estere riflette il valore netto delle attività estere possedute dalle banche
statali meno le loro passività estere.
Il
regime di al-Sisi deve affrontare forti pressioni per ripagare i propri debiti,
a fronte della scarsa fiducia degli investitori.
Inoltre, il 05/10/2023 l’”agenzia di rating
Moody’s” ha abbassato il rating del credito dell’Egitto da B3 a CAA1, il che
significa che i debiti del governo egiziano sono un “rischio significativo”.
Si
tratta del punteggio più basso mai assegnato all’Egitto.
La
Cina è il quarto creditore più grande del governo egiziano, con un credito di
7,8 miliardi di dollari al 06/2023.
L’Egitto prevede di ricevere un prestito del
valore di circa mezzo miliardo di dollari in obbligazioni, costituite
principalmente da yuan cinesi, per aiutarlo ad adempiere ai propri obblighi.
La maggior parte del finanziamento del
progetto “Egypt
New Capital”,
che prevede il trasferimento di tutti gli uffici governativi in una nuova
città con processi di costruzione avanzati nel deserto a est del Cairo e vitale
per Sisi, proviene da prestiti e commissioni cinesi stimati in 4 miliardi di
dollari, con rendimenti elevati e enormi pagamenti di rimborso che l’Egitto ha
già difficoltà a fronteggiare.
Pertanto,
anche la Cina ha iniziato a mostrare cautela nell’investire in Egitto alla luce
delle sfide finanziarie che quest’ultimo si trova ad affrontare.
Tuttavia, anche se la Cina decidesse di iniziare a
ridurre i propri investimenti, vorrebbe comunque che il progetto “Egypt New Capital” e altri progetti venissero
completati.
La
Cina è attualmente concentrata sulle relazioni con gli Stati del Golfo, mentre
la sopravvivenza economica dell’Egitto è una questione importante per
quest’ultimo.
In uno
scenario in cui l’Egitto sarà profondamente indebitato nei confronti della
Cina, si creeranno conseguenze geopolitiche significative ed estese per la
regione.
Ciò è
motivo di grande preoccupazione per gli Stati Uniti, perché il mancato rispetto
da parte dell’Egitto dei suoi obblighi nei confronti della Cina e, di
conseguenza, l’acquisizione da parte della Cina di asset strategici in Egitto,
sarà un disastro strategico per gli Stati Uniti.
Anche
altri creditori dell’Egitto, come Germania, Francia e Arabia Saudita, non
vogliono assistere ad un fallimento totale dell’economia egiziana, quindi
anch’essi avranno un incentivo a mantenere l’economia egiziana fuori
dall’acqua, anche attraverso investimenti israeliani, con la riabilitazione
dell’intera popolazione di Gaza negli appartamenti esistenti in Egitto.
Per i
paesi europei, e in particolare per quelli dell’Europa occidentale, il
trasferimento dell’intera popolazione di Gaza in Egitto e la sua
riabilitazione, riducendo significativamente il rischio di immigrazione
clandestina nel loro territorio, rappresenta un enorme vantaggio.
Si
prevede che anche l’Arabia Saudita trarrà notevoli benefici dalla mossa perché
l’evacuazione della Striscia di Gaza significa l’eliminazione di un importante
alleato dell’Iran e un enorme contributo alla stabilità della regione, offrendo
quindi la possibilità di promuovere la pace con Israele senza continue
interferenze dall’opinione pubblica locale, a causa dei continui e ripetuti
scontri che accendono il fuoco dell’odio contro Israele.
Inoltre
ci sono paesi, come l’Arabia Saudita, che hanno bisogno di personale
qualificato nell’edilizia, come gli abitanti di Gaza.
L’Arabia
Saudita sta costruendo grandi progetti e la città del futuro “Naum”, e questo
potrebbe essere un incrocio di interessi anche a questo livello.
Si può
presumere che non pochi residenti di Gaza coglierebbero al volo l’opportunità
di vivere in un paese ricco e avanzato piuttosto che continuare a vivere in
povertà sotto il dominio di “Hamas”.
Questo
accordo tra Egitto e Israele potrà essere raggiunto entro pochi giorni
dall’inizio del flusso di immigrati da Gaza verso l’Egitto attraverso il valico
di Rafah.
Già oggi sono centinaia di migliaia gli
abitanti di Gaza che desiderano lasciare la Striscia.
L’IDF
deve creare le giuste condizioni affinché la popolazione di Gaza possa
immigrare in Egitto, con la cooperazione dell’Egitto dall’altra parte del
confine.
Inoltre,
la chiusura della questione di Gaza garantirà un’offerta stabile e maggiore del
gas israeliano all’Egitto e la sua liquefazione, nonché un maggiore controllo
da parte delle compagnie egiziane sulle riserve di gas esistenti davanti alle
coste di Gaza, insieme al trasferimento di Gaza, svuotata dei suoi abitanti,
allo Stato di Israele.
La popolazione totale di Gaza, circa 2 milioni
di abitanti, costituisce complessivamente meno del 2% del totale della
popolazione egiziana, che già oggi comprende 9 milioni di profughi.
Una
goccia nell’oceano.
(Massimo
Mazzucco)
(luogocomune.net/29-palestina/6360-pulizia-etnica-di-gaza-ecco-il-piano-originale).
LA
STORIA SEGRETA DI COME GLI USA
SONO
STATI UTILIZZATI PER CREARE ISRAELE.
Comedonchisciotte.org
- CptHook – (07 Novembre 2023) – Richard Cook – The Unz Review – ci dicono:
Scopriamolo
attraverso la recensione del libro "Against Our Better Judgment" di “Alison
Weir”.
Mentre la crisi che coinvolge israeliani e
palestinesi si aggrava dopo l’attacco di “Hamas” del 7 ottobre, potremmo
soffermarci ad esaminare come è stato creato lo Stato di Israele.
In
questo momento, mentre si profila la Terza Guerra Mondiale, mentre Israele sta
perpetrando massacri contro la popolazione civile di Gaza, con un bilancio di
oltre 9.000 morti, di cui oltre 4.000 bambini, e mentre un’armata occidentale
si sta radunando nel Mediterraneo orientale, è opportuno recensire il libro
della giornalista “Alison Weir ““Against Our Better Judgment: The Hidden
History of How the U.S. Was Used to Create Israel” (La storia nascosta di come
gli Stati Uniti sono stati usati per creare Israele).
Il
libro, pubblicato nel 2014, è ricco di dettagli spesso di difficile accesso ed
è magistralmente documentato.
Alison Weir è anche a capo di un gruppo da lei
fondato: “If Americans Knew”.
Il
libro di Alison Weir è di fondamentale importanza per considerare i modi per
ottenere una prospettiva più ampia al fine di disinnescare la situazione.
È anche di grande interesse per quanto
riguarda il più ampio conflitto potenziale, in cui i leader politici
statunitensi stanno di nuovo tirando fuori l’espressione “Asse del Male”,
questa volta Russia, Cina e Iran, quell’Iran che, naturalmente, i leader
statunitensi identificano come presunto sponsor dei gruppi di resistenza in
Palestina e dintorni, tra cui “Hamas”.
Di
seguito sono riportati quelli che ritengo i punti principali del libro. I miei
commenti editoriali sono in corsivo. I numeri di pagina indicati tra parentesi
si riferiscono alle citazioni dal libro.
L’origine
del sionismo negli Stati Uniti.
Il
libro inizia spiegando che il sostegno al sionismo, definito come il desiderio
di creare uno Stato nazionale ebraico in qualche parte del mondo, risale nella
storia degli Stati Uniti alla fine degli anni Ottanta del XIX secolo,
all’incirca nel periodo in cui il movimento sionista stava acquisendo notorietà
in Europa.
Nel
1910 gli aderenti statunitensi erano migliaia, anche se molti ebrei si
opponevano al sionismo perché non era nell’interesse del popolo ebraico e
avrebbe portato a un antagonismo nei suoi confronti.
Probabilmente la maggioranza degli ebrei
statunitensi non aveva mai sentito parlare di sionismo e/o era felice di
essersi assimilata alla società americana.
In effetti, in quel periodo negli Stati Uniti
non esisteva nulla che potesse anche solo lontanamente essere considerato un
“problema di antisemitismo”.
Il
ruolo del giudice associato della Corte Suprema degli Stati Uniti Louis
Brandeis e la creazione del” Parushim”.
Tuttavia,
alcune persone molto potenti divennero sioniste, tra cui il giudice della Corte
Suprema degli Stati Uniti Louis Brandeis, il cui principale discepolo fu il
futuro giudice della Corte Suprema Felix Frankfurter.
Brandeis
formò un’organizzazione segreta chiamata “Parushim”, il cui unico scopo era la
creazione di uno Stato ebraico in Palestina.
Questa
organizzazione sionista richiedeva un giuramento che sembrava dare potere di
vita e di morte ai suoi membri giurati.
“Parushim”,
scritto anche “Purushim”, è la parola ebraica da cui deriva il nome “Farisei”,
che significa “separatisti”.
Dai
farisei è nato l’ebraismo rabbinico e l’idea che “non dobbiamo assolutamente
essere assimilati o integrarci”. (prezi.com).
Vorrei
notare che il libro della Weir non mira a fornire un resoconto delle
motivazioni più profonde del movimento sionista, a parte la sua pretesa di
essere una reazione “all’antisemitismo” europeo.
Per un maggiore approfondimento, consiglio
un’attenta lettura del classico “The Controversy of Zion” del giornalista
britannico” Douglas Reed” (1895-1976).
Il
giudice Louis Brandeis era vicino al banchiere di Wall Street Jacob Schiff e fu
anche strettamente coinvolto nella creazione del Federal Reserve System, come
Schiff, anche se il coinvolgimento di Brandeis nelle questioni politiche
avvenne in gran parte dietro le quinte.
La
Federal Reserve, aggiungerei, era in gran parte un progetto del Money Trust
statunitense e dei Rothschild britannici/europei.
I
Rothschild erano anche fortemente coinvolti nel sionismo e nella creazione e
nel sostegno dello Stato sionista.
Il fatto che il sionismo fosse sponsorizzato
da persone incredibilmente ricche potrebbe indurci a chiederci fino a che punto
le ricompense finanziarie abbiano giocato un ruolo nella rapida conversione di
molti ebrei e non ebrei al sionismo durante questo periodo. Per informazioni
sulla creazione della Federal Reserve, si veda il mio libro “Our Country, Then
and Now” (Clarity Press, 2023).
La
collaborazione tra i “Parushim” e la Gran Bretagna.
I “Parushim”
del giudice Brandeis lavorarono a stretto contatto con i sionisti in Gran
Bretagna, anche con viaggi avanti e indietro, per convincere il governo
britannico a designare la Palestina come futura patria ebraica.
Questo
dopo che i leader sionisti avevano rifiutato luoghi come il Kenya.
Si
creò così un “contratto” tra la Gran Bretagna e i “Parushim”: se i britannici
avessero prodotto quella che divenne la “Dichiarazione Balfour”, i sionisti
statunitensi si sarebbero adoperati per assicurare l’ingresso degli Stati Uniti
nella Prima Guerra Mondiale contro la Germania al fianco della Gran Bretagna.
Questo
contratto fu rispettato da entrambe le parti, anche se, come negli Stati Uniti,
molti ebrei britannici si opposero al sionismo per ragioni simili, come una
minaccia all’assimilazione ebraica.
La “Dichiarazione
Balfour” specificava che doveva essere “chiaramente inteso che nulla sarà fatto
che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche
esistenti in Palestina” (p.97). All’epoca, le comunità non ebraiche costituivano il
92% della popolazione della Palestina.
Il
sionismo e il fallimento della pace con l’Impero Ottomano.
La
prima Guerra Mondiale iniziò nel 1914.
Nel 1915-1916 l’Impero Ottomano, alleato con
la Germania ma non in guerra contro gli Stati Uniti, si offrì di concludere una
pace separata con gli Stati Uniti.
Gli
Ottomani si erano anche offerti di permettere agli ebrei d’Europa di vivere in
pace ovunque nel loro impero.
Gli
Stati Uniti inviarono una delegazione per negoziare questa pace separata, ma
Brandeis informò i sionisti britannici dell’imminente arrivo della delegazione.
I sionisti britannici inviarono allora il loro
leader, “Chaim Weizmann”, a intercettare la delegazione statunitense a
Gibilterra, dove convinse i membri a interrompere i negoziati.
Il
motivo era che gli inglesi avrebbero rivendicato la Palestina dopo la guerra
come patria per gli ebrei e volevano quindi assicurarsi che la Palestina fosse
disponibile per il controllo britannico.
Il progetto britannico era quello di
distruggere l’Impero Ottomano, non di lasciarlo intatto attraverso una pace
separata promossa dagli Stati Uniti.
Avvertimenti
contro il progetto sionista.
I
diplomatici del Dipartimento di Stato americano, sia a Washington D.C. che in
Medio Oriente, erano consapevoli e mettevano in guardia dal progetto sionista,
sostenendo che un milione di palestinesi sarebbero stati sfollati o resi
virtualmente servi/schiavi degli invasori.
Prima
guerra mondiale.
Nel
1917 gli Stati Uniti entrarono in guerra a fianco della Gran Bretagna, secondo
l’accordo sionista, e la Germania fu sconfitta, insieme agli Ottomani.
La Gran Bretagna firmò anche un accordo
segreto con la Francia in base al quale avrebbe ottenuto il controllo della
Palestina dopo la guerra.
Il
controllo fu attuato attraverso lo strumento del “Mandato britannico approvato
dalla Società delle Nazioni”.
In
questo periodo, all’interno della società statunitense cominciò a manifestarsi
l’ostilità contro gli ebrei, in parte come reazione alla percezione che gli
ebrei controllassero le banche e altre istituzioni finanziarie.
Erano apparsi anche i “Protocolli degli
Anziani di Sion”.
Pur
essendo stati dichiarati un falso proveniente dalla Russia zarista, i
Protocolli ricevettero credito e pubblicità da Henry Ford e altri.
La
Germania era consapevole che i sionisti avevano contribuito alla sconfitta
della Germania nella Prima Guerra Mondiale.
Ciò
contribuì all’atteggiamento antiebraico dei tedeschi dopo la guerra e fu uno
dei fattori delle successive politiche antiebraiche naziste.
Durante
la prima Guerra Mondiale, i “Parushim” fornirono allo FBI un elenco di
americani che si opponevano al sionismo o alla guerra.
Molte
di queste persone furono arrestate e incarcerate.
Nel
frattempo Brandeis dirigeva le cose da dietro le quinte; era probabilmente la
persona più potente degli Stati Uniti, ma le sue attività politiche erano
segrete o condotte tramite procuratori.
Alla
fine della prima Guerra Mondiale, il presidente “Woodrow Wilson” inviò una
commissione in Palestina per indagare sulla situazione.
Conosciuta
come” Commissione King-Crane”, il suo rapporto “raccomandava di non sostenere
la posizione sionista di un’immigrazione illimitata di ebrei per fare della
Palestina uno Stato nettamente ebraico“.
Il
rapporto affermava che “i sionisti si aspettavano un’espropriazione
praticamente completa degli attuali abitanti non ebrei della Palestina“, che
“sarebbe stata necessaria la forza armata per raggiungere questo obiettivo” e
che “il progetto di fare della Palestina uno Stato ebraico distinto dovrebbe
essere abbandonato”. Il rapporto della Commissione King-Crane “fu soppresso”
(p.25).
Il
sionismo dopo la prima Guerra Mondiale.
Tra le
due guerre mondiali, un numero crescente di sionisti statunitensi lavorò per
promuovere il progetto di creazione di Israele.
In Germania, i sionisti sostennero l’ascesa
dei nazisti, che avrebbe portato gli ebrei tedeschi ad emigrare in Palestina.
In
Iraq, dove i leader ebrei non sostenevano il sionismo, gli ebrei iracheni
furono attaccati, persino uccisi, per costringerli a emigrare in Palestina.
Senza
suscitare ansia negli ebrei di tutto il mondo, che non si sentivano sicuri
nella loro patria, i pianificatori sionisti ritenevano che non ci sarebbe stato
un numero sufficiente di coloni ebrei per creare uno Stato sionista e
costringere i palestinesi ad andarsene.
Gli
oppositori del sionismo nel servizio diplomatico statunitense furono minacciati
di veder distrutta la loro carriera se non avessero appoggiato le affermazioni
secondo cui gli ebrei nei Paesi stranieri stavano subendo discriminazioni e
avrebbero dovuto trasferirsi in Palestina.
I
sionisti si adoperarono per limitare le opportunità di immigrazione per gli
ebrei [verso paesi] al di fuori della Palestina, compresi gli Stati Uniti e
sionisti si opposero inoltre alle misure del governo britannico per limitare il
numero di ebrei che potevano entrare in Palestina.
Il
famoso boicottaggio ebraico degli anni ’30 dei prodotti tedeschi potrebbe
essere stato istigato dai sionisti per promuovere un sentimento antiebraico che
portasse gli ebrei a desiderare di emigrare in Palestina.
Altri sionisti sostenevano per lo stesso scopo
che gli ebrei perseguitati erano inclini a diventare comunisti rivoluzionari.
Attività
sioniste tra le guerre mondiali.
Negli
Stati Uniti, durante gli anni Venti e Trenta, i leader sionisti ridussero
l’enfasi sulla creazione di uno Stato ebraico in Palestina e si dedicarono a
creare nuove istituzioni come imprese benefiche.
Un esempio fu la Hebrew University, aperta a
Gerusalemme nel 1925.
I
leader sionisti si lamentavano del fatto che, per la maggior parte, gli ebrei
statunitensi si consideravano prima di tutto cittadini americani.
Per
generare fondi e sostegno furono fondate organizzazioni come l’”American
Zionist Emergency Council” e lo “United Jewish Appeal”.
Nel
1948 le donazioni all’”United Jewish Appeal” erano quattro volte superiori a
quelle della Croce Rossa americana.
La
pubblicità e le attività di lobbying a favore del sionismo si scatenarono in
tutti gli Stati Uniti.
Alcuni
ebrei, come l’”American Council for Judaism” (Consiglio americano per
l’ebraismo), si opponevano ancora al sionismo, ritenendolo in contrasto con i
reali interessi ebraici.
L’ACJ si oppose alla “menzogna razzista
antisemita dei sionisti, secondo cui gli ebrei di tutto il mondo sarebbero un
corpo nazionale separato” (p.152).
La
difesa del sionismo negli Stati Uniti aveva potenti aderenti politici.
Il
deputato di New York Emanuel Celler disse al presidente Harry Truman:
“Ti
cacceremo dalla città” se non avesse appoggiato il programma. Il senatore Jacob
Javits disse: “Combatteremo fino alla morte per creare uno Stato ebraico in
Palestina, fosse anche l’ultima cosa che facciamo” (p.38).
La
propaganda sionista comprendeva il finanziamento di best-seller pro-sionisti da
parte di non ebrei.
Sionisti
come il ricco avvocato di Wall Street Samuel Untermyer iniziarono a inserire
nel discorso le idee “dispensazionaliste” del “sionismo cristiano” attraverso
la sponsorizzazione della “Scofield Reference Bible” (Untermyer fu anche uno
dei principali sostenitori della Federal Reserve e del boicottaggio ebraico
mondiale della Germania).
Oggi,
come tutti sappiamo, il “sionismo cristiano” tra gli “evangelici” fa parte del
sostegno di base della Lobby di Israele.
Ministri
evangelici di spicco come “Jerry Falwell” hanno ricevuto ingenti donazioni da
sostenitori sionisti.
Un’intera mitologia “dispensazionalista” che
coinvolge il “Rapimento“, ecc. è stata costruita e promossa per giustificare
l’unione politica tra questo gruppo di religiosi americani e le fazioni più
estreme della politica israeliana guidate oggi da figure come il Primo Ministro
Benjamin Netanyahu.
Sebbene
Netanyahu abbia fatto emergere questa folle mitologia per coprire il genocidio
israeliano a Gaza, l’argomento non è trattato in dettaglio nel libro di “Alison
Weir” e quindi non sarà trattato ulteriormente in questa sede.
Il
sostegno dei protestanti al sionismo.
Negli
anni ’30, i sionisti statunitensi stavano cercando di organizzare i protestanti
americani a loro sostegno.
Alla
fine della seconda Guerra Mondiale, il Consiglio cristiano per la Palestina
aveva raggiunto i 3.000 membri e l’”American Palestine Committee” i 6.500.
L’appello
ai protestanti si basava sul generare simpatia per i rifugiati, anche se non si
faceva menzione delle centinaia di migliaia di palestinesi diventati rifugiati
a causa della presa di potere sionista.
Durante
la guerra d’indipendenza israeliana del 1947-1949, oltre ai palestinesi furono
assaltate anche le chiese e le istituzioni cristiane in Palestina.
Inizio
del terrorismo e spartizione della Palestina da parte delle Nazioni Unite.
Negli
anni ’30 e ’40, in Palestina, i sionisti cercarono di acquistare terre
palestinesi, ma pochi abitanti vollero vendere.
I sionisti iniziarono quindi a organizzare
forze terroristiche per scacciarli.
Questi gruppi terroristici presero di mira
anche funzionari del governo britannico, poiché la Palestina era ancora un
Mandato britannico.
La “Weir”
cita una dichiarazione di “David ben Gurion,” primo ministro di Israele, che
suggerisce che questo fu almeno in parte l’inizio dell’odierno fenomeno
mondiale del terrorismo (per chi ancora non lo sapesse, Ben Gurion iniziò la
sua carriera come leader terrorista e in quegli anni in Palestina nacquero e
crebbero diverse organizzazioni terroristiche ebraiche, quali l’”Haganah”, l’”Irgun”
e la famigerata “Banda Stern”, N.d.T.).
All’inizio
della guerra del 1947-1949, gli ebrei costituivano il 30% della popolazione
palestinese, ma possedevano solo il 6-7% della terra.
Nel 1947, la Gran Bretagna rimise alle Nazioni
Unite il Mandato sulla Palestina. Una risoluzione dell’Assemblea Generale per
la spartizione assegnò ai sionisti il 55% della terra di Palestina.
Il Dipartimento di Stato americano si oppose
al piano di spartizione in quanto contrario ai desideri della popolazione
locale e in violazione degli interessi statunitensi e dei principi democratici.
I
funzionari avvertivano che la spartizione “avrebbe garantito che il problema
della Palestina sarebbe stato permanente e ancora più complicato in futuro”
(p.45).
I funzionari dissero che la proposta era per
“uno Stato razziale teocratico” che discriminava “sulla base della religione e
della razza”. (p.45)
Il principale funzionario antisionista del
Dipartimento di Stato, Loy Henderson, fu esiliato dai suoi superiori e nominato
ambasciatore in Nepal.
L’opposizione
del governo statunitense al sionismo.
Tuttavia,
praticamente l’intero esecutivo statunitense si opponeva a uno Stato ebraico in
Palestina.
Dichiarazioni e rapporti furono redatti da una
commissione del 1946 guidata dall’ambasciatore” Henry F. Grady”, dalla “CIA”,
dagli “Stati Maggiori Riuniti” e dal Sottosegretario di Stato “Dean Acheson”.
Un
rapporto del 1948 dello Stato Maggiore congiunto affermava che “la strategia
sionista cercherà di coinvolgere [gli Stati Uniti] in una serie sempre più
ampia e profonda di operazioni volte a garantire il massimo degli obiettivi
ebraici” (p.47).
I
leader ebraici erano ben consapevoli che la spartizione della Palestina da
parte delle Nazioni Unite era temporanea e che, col tempo, lo Stato ebraico si
sarebbe allargato fino ad assorbire l’intera regione.
Fu formulato il concetto di “Eretz Israel“, in
base al quale lo Stato sionista avrebbe inglobato la Transgiordania e parti del
Libano e della Siria.
I sionisti avevano anche iniziato a usare
l’antagonismo degli Stati Uniti verso l’Unione Sovietica come argomento per la
creazione di uno Stato ebraico filo-occidentale.
Questo richiamava i primi tempi del sionismo,
quando i leader sionisti caratterizzavano la loro proposta di Stato come un
baluardo dell’influenza britannica in Medio Oriente, cioè come un’estensione
del colonialismo e della geopolitica britannica.
Oggi i
sionisti sostengono che Israele è un avamposto della benigna influenza
“giudaico-cristiana” in Medio Oriente, mentre cercano di suscitare antagonismo
verso il miliardo di musulmani nel mondo in un presunto “scontro di civiltà”.
Questi atteggiamenti hanno assunto rilievo
nella politica statunitense durante la “guerra al terrorismo”
dell’amministrazione Bush/Cheney, che continua ancora oggi attraverso
l’etichettatura statunitense di gruppi antisionisti come “Hamas” e “Hezbollah”
come organizzazioni “terroristiche”. Questo nonostante il fatto storico sopra
citato che sono stati i sionisti a introdurre il terrorismo in Medio Oriente.
Il riconoscimento statunitense di
Israele e il ruolo del Presidente Truman.
Gli
Stati Uniti furono il primo Paese a riconoscere Israele come Stato indipendente
quando, il 14 maggio 1948, il Presidente Harry Truman rilasciò una
dichiarazione di riconoscimento in seguito alla proclamazione di indipendenza
di Israele avvenuta nella stessa data.
La
motivazione principale di Truman era ritenuta all’epoca, e lo è ancora oggi, la
conquista del sostegno degli ebrei nelle elezioni presidenziali di quell’anno.
La sua
decisione fu fortemente osteggiata dal Segretario di Stato George Marshall, dal
Segretario alla Difesa James Forrestal, dalla CIA e dal Consiglio di Sicurezza
Nazionale, nonché dall’alto funzionario del Dipartimento di Stato George
Kennan.
L’agente
dei servizi segreti Kermit Roosevelt scrisse:
“L’attuale
corso della crisi mondiale costringerà sempre più gli americani a rendersi
conto che i loro interessi nazionali e quelli dello Stato ebraico proposto in
Palestina stanno per entrare in conflitto” (p.51.)
Contrariamente alla convinzione che gli
interessi petroliferi statunitensi promuovessero il progetto sionista, i
funzionari sostenevano che la capacità degli Stati Uniti di accedere alle
risorse mediorientali ne avrebbe risentito.
Truman
aveva anche degli insider filo-sionisti ad alti livelli della sua
amministrazione.
“Alison
Weir” sottolinea che anche la corruzione ha avuto un ruolo importante.
Gore
Vidal scrisse: “Alla fine degli anni Cinquanta, John F. Kennedy, pettegolo di
fama mondiale e storico occasionale, mi raccontò che nel 1948, quando si era
candidato alla presidenza, Harry S. Truman era stato praticamente abbandonato
da tutti.
Poi un
sionista americano gli portò due milioni di dollari in contanti, in una
valigia, a bordo del suo treno per la campagna elettorale.
Ecco perché il riconoscimento di Israele
avvenne così in fretta” (p.167).
L’uomo
d’affari ebreo Abraham Feinberg ha spiegato la sua raccolta di denaro per
Truman in un’intervista orale pubblicata dalla Biblioteca Truman nel 1973.
La CIA
scoprì anche il traffico illegale di armi di Feinberg a favore di gruppi
sionisti.
Forse
sono il primo scrittore a sottolineare che l’azione di Truman nell’accettare
tangenti, se scoperta, avrebbe potuto essere vista e trattata come un reato
passibile di messa in stato di accusa.
La
conquista sionista della Palestina.
Al
momento della proclamazione dell’indipendenza di Israele e dell’immediato
riconoscimento da parte degli Stati Uniti, era stata approvata la risoluzione
delle Nazioni Unite sulla spartizione, con la conseguente guerra tra le forze
sioniste e quelle arabe.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
adottò il piano di spartizione con 33 voti favorevoli, 13 contrari e 10
astensioni, con molte nazioni sottoposte a intense pressioni e minacce
sioniste.
Ad esempio, “il finanziere e consigliere
presidenziale di lunga data Bernard Baruch disse alla Francia che avrebbe perso
gli aiuti statunitensi se avesse votato contro la spartizione” (p.55).
Un
mediatore svedese delle Nazioni Unite, il conte Folke Bernadotte, fu ucciso da
assassini sionisti.
A tutt’oggi, non è mai stata dimostrata alcuna
autorità legale accettata per la spartizione della Palestina da parte delle
Nazioni Unite.
In
altre parole, si trattò probabilmente di un’azione extra-legale in risposta
alle pressioni sioniste.
Sebbene
nei due decenni precedenti si fossero verificate sporadiche violenze tra ebrei
e arabi palestinesi, dopo la risoluzione dell’ONU per la spartizione i sionisti
dettero il via a massacri di palestinesi su larga scala.
Alla
fine della guerra d’indipendenza di Israele nel 1948, oltre 750.000 palestinesi
erano stati espulsi dal territorio controllato dai sionisti.
Lo storico israeliano Tom Segev ha scritto:
“Israele
è nato dal terrore, dalla guerra e dalla rivoluzione, e la sua creazione ha
richiesto una misura di fanatismo e crudeltà” (p.58).
Oggi
questo fatto è chiamato in arabo “Nakba”, “catastrofe”.
Il
massacro più noto avvenne nel villaggio di Deir Yessin nell’aprile del 1948,
prima che gli eserciti arabi si unissero alla lotta.
Lì,
254 abitanti del villaggio furono uccisi a sangue freddo.
I capi delle due milizie presenti a Deir
Yessin, l’Irgun e la Banda Stern, erano Menachem Begin e Yitzhak Shamir,
entrambi divenuti poi primi ministri di Israele. L’Irgun bombardò l’Hotel King
David di Gerusalemme il 22 luglio 1947, causando 86 morti. La Banda Stern sollecitò anche gli
aiuti delle potenze dell’Asse durante la seconda Guerra Mondiale.
Organizzazioni
di facciata sioniste negli Stati Uniti.
Durante
gli anni ’30 e ’40, i sionisti crearono una serie di organizzazioni di facciata
per raccogliere fondi utilizzati per finanziare le attività militanti in
Palestina.
Dopo
la seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti mantennero un embargo sulle armi
contro Israele e il Medio Oriente.
Tra i
promotori delle organizzazioni di facciata destinate a eludere l’embargo c’era
soprattutto l’Irgun.
Un
gruppo, l’Esercito ebraico degli ebrei apolidi e palestinesi, sosteneva di
essere stato costituito per combattere i nazisti in Europa, ma era invece
destinato a combattere gli inglesi e gli arabi in Palestina.
Questi gruppi sposavano ideologie radicali
come l’idea che “i non ebrei sono l’incarnazione di Satana e che il mondo è
stato creato solo per gli ebrei” (p.67).
Un altro gruppo, guidato dal rabbino ortodosso
Baruch Korff, organizzò un complotto, che fu rivelato dal “New York Herald
Tribune” per far saltare in aria il Foreign Office britannico a Londra.
Grazie
all’influenza politica, le accuse degli Stati Uniti contro Korff furono
ritirate. In seguito “divenne un amico intimo e un fervente sostenitore del
presidente Richard Nixon, che lo chiamava ‘il mio rabbino'” (p.71).
Il sostegno di Nixon a Israele si manifestò
nel gigantesco ponte aereo di forniture militari che contribuì a salvare
Israele dalla sconfitta nella guerra dello Yom Kippur del 1973.
Un’altra
importante organizzazione che raccoglieva fondi per inviare armi ai sionisti in
Palestina era il Sonneborn Institute.
Tra il 1939 e il maggio 1948 fu attiva anche
l’Agenzia Ebraica per Israele, che raccolse l’equivalente odierno di 3,5
miliardi di dollari.
Sionismo
e criminalità organizzata.
Tra i
finanziatori dell’indipendenza israeliana c’erano anche membri della
criminalità organizzata, tra cui “Meyer Lansky”, capo della mafia ebraica negli
Stati Uniti.
In un
articolo del 19 aprile 2018 su Tablet (tabletmag.com) intitolato “Gangsters for
Zion: Yom Ha’atzmaut:
Come i
mafiosi ebrei hanno aiutato Israele a ottenere l’indipendenza”, Robert Rockaway
scrisse: “Nel 1945, l’Agenzia Ebraica, il governo israeliano pre-statale
guidato da David Ben-Gurion, creò una vasta rete clandestina di acquisto e
contrabbando di armi in tutti gli Stati Uniti.
L’operazione
fu posta sotto l’egida dell’Haganah, il precursore clandestino delle Forze di
Difesa Israeliane, e coinvolse centinaia di americani di ogni estrazione
sociale.
Tra di
loro c’erano milionari, studenti rabbinici, commercianti di rottami metallici,
ex-militari, studenti universitari, scaricatori di porto, industriali, chimici,
ingegneri, protestanti e cattolici, oltre a ebrei.
Un
gruppo, che rimaneva anonimo e di cui si parlava raramente, era costituito da
uomini duri, di strada, senza paura e con accesso a contanti pronti: i gangster ebrei”.
Rockaway,
professore emerito dell’Università di Tel Aviv, scrisse anche che, grazie al
controllo dei porti statunitensi, la mafia ebraica organizzava consegne di armi a
Israele a bordo di navi battenti bandiera panamense.
Reclutamento
di ebrei da trasferire in Palestina.
“Quadri
sionisti si infiltrarono nei campi per rifugiati che erano stati allestiti per
ospitare gli sfollati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Questi infiltrati cercarono segretamente di
convogliare le persone in Palestina. Quando si scoprì che la maggior parte di
loro non voleva andare in Palestina, si adoperarono per convincerli, a volte
con la forza” (p.74).
Un’altra
fonte di reclutamento erano i bambini ebrei affidati a case cristiane.
I sionisti sostenevano di essere gli unici
rappresentanti di tutti gli ebrei del mondo per legittimare gli sforzi di
dirottare i sopravvissuti alla guerra verso Israele e non verso Paesi come gli
Stati Uniti, dove molti preferivano andare.
“Dopo che una campagna di reclutamento
volontario aveva portato a meno dello 0,3% della popolazione dei DP [sfollati],
fu attuata una leva obbligatoria” (p.79).
Ad
alcuni soldati arruolati fu richiesto di combattere in Palestina nella guerra
d’indipendenza sionista.
Nel frattempo, a Washington, D.C., si formò il
gruppo segreto Sieff, che svolgeva attività di lobbying a favore del progetto
sionista.
Il gruppo era protetto da persone potenti come
il giudice della Corte Suprema Felix Frankfurter, il Segretario al Tesoro Henry
Morgenthau Jr. e il già citato finanziere e consigliere presidenziale Bernard
Baruch.
Il
destino dei rifugiati palestinesi.
Tre
quarti di milione di rifugiati palestinesi fuggirono nelle regioni vicine in un
gigantesco disastro umanitario.
Un rapporto del Dipartimento di Stato del 1948
affermava:
“Il
totale degli aiuti diretti offerti… dal governo israeliano fino ad oggi
consiste in 500 casse di arance” (p.83).
Il
valore delle terre confiscate dai sionisti ammontava a 5,2 trilioni di dollari
in dollari odierni.
Anche
i cristiani hanno sofferto: “numerosi conventi, ospizi, seminari e chiese sono
stati distrutti o privati dei loro proprietari e custodi cristiani” (p.83).
I tentativi dei funzionari governativi
statunitensi di negare gli aiuti al governo israeliano a causa della crisi dei
rifugiati furono respinti dal presidente Truman.
Il
sionismo e i media.
Già
durante la Prima Guerra Mondiale i sionisti esercitavano un controllo quasi
totale sulla stampa statunitense.
Questo includeva l’inserimento di articoli
filo-sionisti in giornali prestigiosi come il “The New York Times”.
Nel
1953, lo scrittore Alfred Lilienthal scrisse:
“La cattura della stampa americana da parte
del nazionalismo ebraico fu, di fatto, incredibilmente completa. Sia le riviste
che i quotidiani, sia nelle notizie che negli editoriali, hanno dato
principalmente il punto di vista sionista sugli eventi prima, durante e dopo la
spartizione” (p.86).
La
coercizione sionista si estendeva al ritiro della pubblicità, alla
cancellazione degli abbonamenti e all’inserimento di giornalisti e autori nella
lista nera, anche di quelli che offrivano una semplice traccia di simpatia nei
confronti dei palestinesi sfollati.
Particolarmente
emotivi nel loro sostegno al sionismo furono i giornali “The Nation” e “New
Republic”.
Un
esempio di come i sionisti potessero distruggere la carriera di un autore fu
l’attacco all’allora famosa giornalista “Dorothy Thompson” dopo che “aveva
iniziato a parlare dei rifugiati palestinesi, a narrare un documentario sulla
loro condizione e a condannare il terrorismo ebraico” (p.92).
Sappiamo
tutti che la totale inclinazione dei media statunitensi verso il sionismo e
Israele domina le notizie a tutti i livelli e in tutto lo spettro ideologico,
dai giornali e network più importanti a ciò che resta del giornalismo delle
piccole città.
Questo include anche i cosiddetti
“indipendenti” come Breitbart.
L’inizio
di questo pregiudizio risale, forse non a caso, al periodo precedente la Prima
Guerra Mondiale, quando le redazioni dei giornali statunitensi furono prese in
mano da propagandisti simpatizzanti del Sistema della Riserva Federale e del
Fondo Monetario.
Oggi,
naturalmente, abbiamo Internet, che ha iniziato a fare breccia nel controllo
delle notizie da parte delle corporazioni mediatiche pro-establishment e dei
censori dello Stato profondo.
Tuttavia,
anche gli outlet su Internet devono essere cauti e spesso si riducono al ruolo
di “ritrovi limitati”, riportando solo storie selezionate che denunciano offese
israeliane particolarmente gravi, ma mai il “quadro generale”.
In
conclusione possiamo dire che, come chiarisce il libro di “Alison Weir”, sono
stati in gran parte i sionisti americani a finanziare e a permettere la
violenta presa di possesso della Palestina e a condividere così la
responsabilità, negli ultimi tre quarti di secolo, delle atrocità commesse
contro una popolazione eterogenea i cui antenati vivevano in pace e radicati
nella regione da millenni.
Questa
popolazione abitava anche la città santa di Gerusalemme, sacra alle religioni
ebraica, cristiana e islamica.
Il
libro chiarisce anche che ci si può opporre al sionismo – l’istituzione forzata
di uno Stato nazionale ebraico in Palestina – senza essere antiebraici o
“antisemiti”.
Naturalmente,
la maggior parte delle popolazioni indigene della Palestina sono “semiti” per
etnia e lingua.
Inoltre,
i più forti oppositori del movimento sionista originario in Gran Bretagna,
negli Stati Uniti e forse anche in altre nazioni, sono stati e sono tuttora
ebrei che si sono assimilati con successo alle culture ospitanti.
Ne
sono un esempio gli ebrei hassidici di Brooklyn, N.Y., e gli ebrei in Iran che
si rifiutano di sostenere Israele.
Si
potrebbero o dovrebbero scrivere molti altri volumi su come gli Stati Uniti
hanno aiutato Israele e il sionismo e sull’interferenza di Israele e del
sionismo negli affari interni degli Stati Uniti.
Includerei
un esame della possibile partecipazione di Israele agli assassinii di JFK/RFK e
agli attentati dell’11 settembre, dell’acquiescenza degli Stati Uniti al
programma di armi nucleari di Israele, dei legami di Israele con i
neoconservatori che controllano l’attuale politica estera degli Stati Uniti e
dell’attuale avvicinamento alla Terza Guerra Mondiale contro più della metà dei
Paesi del mondo, a cominciare dalla nemesi di Israele, l’Iran.
Gli
Stati Uniti inciamperanno nella Terza Guerra Mondiale a causa della loro
prigionia filo-sionista?
(Richard C. Cook è un analista federale statunitense in
pensione che ha lavorato presso la Commissione per il Servizio Civile degli
Stati Uniti, la FDA, la Casa Bianca di Carter, la NASA e il Tesoro degli Stati
Uniti. Come informatore all’epoca del disastro del Challenger, ha rivelato la
storia dei giunti O-ring difettosi che hanno distrutto lo Shuttle. Dopo aver
lavorato al Tesoro, ha esposto i difetti disastrosi di un sistema monetario
controllato dalla finanza privata e come consulente dell’American Monetary
Institute ha sostenuto la sostituzione del sistema della Federal Reserve con
una vera e propria moneta nazionale.)
(unz.com/article/review-against-our-better-judgment-by-alison-weir/)
Il
generale Michael Flynn suggerisce
che i
membri del Congresso siano
compromessi
a causa del "dormire con i bambini"
lifesitenews.com
- Doug Mainwaring – (Lun. 6 nov. 2023) – ci dice:
L'ex
consigliere dell'amministrazione Trump sostiene che il controllo del Paese
"è stato ceduto alle forze marxiste a causa dei comportamenti sessuali
depravati di alcuni legislatori".
Il
generale Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati
Uniti dell'ex presidente Trump, ha parlato a un evento elettorale per il
candidato al Senato degli Stati Uniti “Josh Mandel” il 21 aprile 2022, presso”
Mapleside Farms” a “Brunswick”, “Ohio”.
(
LifeSiteNews ) – In un’ampia intervista incentrata sullo stato deplorevole
dell’attuale leadership americana, il generale Michael Flynn ha suggerito che i
membri del Congresso vengono ricattati dai globalisti affinché eseguano i loro
ordini perché sono stati “compromessi dal dormire con i bambini”.
L’ex
consigliere per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump ha delineato
un quadro drammatico di Washington, DC, sotto assedio da parte di forze ostili,
dove coloro che ricoprono le cariche più alte del paese sono marxisti nel
cuore, veri credenti nell’agenda globalista:
Il
nostro Paese è sotto il controllo e abbiamo un disperato bisogno di leader
forti che si risolvano in questo caos e riportino il nostro Paese sulla
carreggiata.
Ma non
sarà da parte delle persone che sono attualmente sedute alla Casa Bianca o che
siedono in alcuni di questi dipartimenti governativi davvero critici come
Giustizia, Difesa, Stato e chiaramente il capo del nostro sistema di
intelligence.
Queste
sono persone radicalizzate – estremamente radicali – e sono marxiste e credono
in questa agenda globalista”.
Flynn
ha continuato a dipingere un quadro ancora più oscuro, in cui il controllo è
stato ceduto alle forze marxiste a causa dei comportamenti sessuali depravati
di alcuni legislatori.
La
Camera dei Rappresentanti ora “è totalmente, completamente distrutta”, ha detto
Flynn.
"Sono
totalmente di proprietà dei lobbisti aziendali e dei globalisti che possiedono
molte di queste persone perché sono state compromesse dai viaggi del “CODEL”
all'estero dove questi membri sia della Camera che del Senato vengono
compromessi andando a letto con i bambini."
"Viaggi
CODEL" è l'abbreviazione di visite ufficiali della "Delegazione dei
membri del Congresso" in paesi stranieri.
Flynn sta insinuando che in alcuni o molti di
questi viaggi potrebbero essersi verificate attività nefaste.
Occorre
chiedere al Congresso di porre fine al traffico di bambini poiché il film
"Sound of Freedom" espone una realtà scioccante.
Anche
se non verificata, la sorprendente affermazione di Flynn suona vera dopo le
rivelazioni degli ultimi anni riguardanti individui di alto profilo e celebrità
che si recavano nella famigerata isola caraibica di “Jeffrey Epstein” per
presumibilmente fare sesso con ragazze minorenni.
“Sound
of Freedom”,
il film rivoluzionario sul salvataggio dei bambini dall'industria globale del
traffico sessuale, dà credito anche all'affermazione di Flynn riguardante la
natura diffusa degli adulti che fanno sesso con i bambini.
Il
film vedeva “Jim Caviezel” nei panni dell'ex agente della “Homeland Security” “Tim
Ballard”, che lasciò il suo lavoro dieci anni fa per salvare bambini innocenti
intrappolati nell'orribile mondo sotterraneo dove fino a due milioni di bambini
in tutto il mondo vengono comprati e venduti per scopi sessuali ad adulti
depravati.
In
un’intervista con l’ex consigliere di Trump “Steve Bannon” la scorsa primavera,
“Caviezel” ha accusato il “Deep State globale” di collusione con i “media
mainstream” per nascondere la complicità del “Deep State” nel traffico di
bambini.
"L'isola
di Epstein non è l'unica isola là fuori dove hanno... bambini", ha
osservato la settimana scorsa nel” podcast War Room”.
“Ho
iniziato a notare che ogni volta che veniva fuori una storia sulla tratta –
qualsiasi cosa – il giorno dopo spariva”.
Diversi
anni fa, il senatore democratico americano “Robert Menendez” del “New Jersey”
fu indagato in seguito alle accuse di aver fatto sesso con prostitute minorenni
nella “Repubblica Dominicana”.
L'ex
deputato democratico caduto in disgrazia “Anthony Weiner” di “New York” è stato
dichiarato colpevole nel 2017 di comunicazione a luci rosse -
"sexting" - con una ragazza di 15 anni ed è stato condannato a quasi
due anni di prigione.
All'epoca
“Weiner” era sposato con “Huma Abedin”, vice capo dello “staff di Hillary
Clinton” mentre era segretaria di Stato americana dal 2009 al 2013 e
vicepresidente della “campagna di Clinton” per la presidenza degli Stati Uniti
nel 2016.
Gli
esempi di politici di Washington che si divertono con giovani prostitute non
sono sempre stati dominio dei democratici in carica.
Alla
fine degli anni ’80, si scoprì che i funzionari dell’amministrazione” Reagan e
Bush” frequentavano servizi di “callboy” – escort maschile – con nomi come
“Dream Boys” e “Man to Man”.
Il “Washington
Times” ha diffuso la storia, riferendo che “un giro di prostituzione
omosessuale è sotto indagine da parte delle autorità federali e distrettuali e
comprende tra i suoi clienti funzionari chiave delle amministrazioni Reagan e
Bush, ufficiali militari, assistenti del Congresso e uomini d'affari
statunitensi e stranieri con stretti legami con” L’élite politica di
Washington”.
“Flynn”
ha lanciato un terribile avvertimento durante il podcast basato
sull'attuale traiettoria della nazione.
"Gli
imperi nella storia del mondo crollano molto rapidamente", ha detto “Flynn”
alla conduttrice del podcast “Joy Thayer”.
“Abbiamo
un governo esagerato.
Abbiamo
una burocrazia incredibilmente corrotta e criminalizzata e leader eletti.
Abbiamo un debito sconcertante che non riusciremo mai a superare.
Abbiamo
un esercito sovraffaticato che non solo è sovraccaricato ma non è pronto.
E
abbiamo problemi interni nel nostro Paese con livelli incredibili di
criminalità”.
L’Ohio
sancisce l’aborto nella sua
costituzione,
diventando uno degli stati
più
favorevoli all’aborto della nazione.
Lifesitenews.com
- Ashley Sadler – (Mar. 7 nov. 2023) – ci dice:
“Ohio
Right to Life” ha affermato che l'emendamento "consoliderà l'aborto fino
alla nascita, con zero restrizioni, nella costituzione dell'Ohio".
(
LifeSiteNews ) – Il provvedimento elettorale radicale dell’Ohio per incorporare l’aborto
nella costituzione dello stato è stato approvato con un ampio margine martedì, nonostante la forte opposizione dei
sostenitori della vita.
L'approvazione
del numero 1 dell'”Ohio” rende lo stato di “Buckeye” uno dei più favorevoli all'aborto
nel paese insieme a “roccaforti di sinistra” come California e Vermont.
A
seguito di una massiccia campagna pro-aborto finanziata in gran parte da gruppi
di pressione esterni allo stato – che includeva l’uso di immagini cattoliche
per promuovere la misura radicale dell’aborto – e il fallimento di una
precedente iniziativa elettorale intesa a rafforzare il processo di emendamento
costituzionale dello stato, l’Ohio e gli elettori hanno deciso di approvare” il
numero 1” martedì sera, rendendo l’Ohio uno dei luoghi più pericolosi negli Stati
Uniti per i bambini non ancora nati.
Con
appena il 42% dei voti conteggiati martedì sera, l'emendamento è stato
approvato con un margine del 57%-43%.
La
misura pro-aborto,” Right to Reproductive Freedom with Protections for Health
and Safety Amendment” , è stata redatta dalla sezione dell’Ohio dell’”American
Civil Liberties Union” (ACLU) e sostenuta dal “braccio di difesa dei medici
dell’Ohio per i diritti riproduttivi” (OPRR) “Protect Choice Ohio”. (PCO).
(L’emendamento
radicale sull’aborto dell’Ohio consentirebbe l’aborto con nascita parziale e
smembramento: procuratore generale).
Modificherà l'articolo I della costituzione dello stato
dell'Ohio per
garantire che "[ogni] individuo ha il diritto di prendere e portare avanti le
proprie decisioni riproduttive, incluse ma non limitate a decisioni sulla
contraccezione, sul trattamento della fertilità, sulla continuazione della
propria gravidanza, sull'aborto spontaneo " cure e aborto”.
La
legge esistente dell’Ohio rende legale l’aborto fino alla 22a settimana di
gravidanza.
Secondo
il linguaggio dell’emendamento, lo Stato è tenuto a non “appesantire,
penalizzare, proibire, interferire o discriminare” il “diritto” all’aborto.
Le
restrizioni all’aborto sarebbero ancora tecnicamente ammissibili dopo la
“vitalità”, anche se ai medici viene data l’autorità di decidere la fattibilità
“caso per caso”.
Inoltre, gli aborti fino alla nascita sono
protetti dall’emendamento se ritenuti necessari per proteggere la vita o la
salute della madre, uno standard che può essere esteso fino a includere il
benessere mentale ed emotivo della madre per giustificare l’aborto facoltativo.
I
sostenitori della vita sottolineano che l’uccisione deliberata di un bambino
non ancora nato non è mai necessaria dal punto di vista medico.
(I
radicali pro-aborto rubano e distruggono i cartelli nelle chiese cattoliche che
si oppongono all’emendamento sull’aborto dell’Ohio).
“Ohio
Right to Life” ha definito” il numero 1” "l'iniziativa più pericolosa
nella storia dell'Ohio", sottolineando che "consentirà dolorosi
aborti tardivi in Ohio durante tutti i nove mesi di gravidanza".
(L’organizzazione
pro-vita ha osservato che l’emendamento “sancirà l’aborto fino alla nascita,
con zero restrizioni, nella costituzione dell’Ohio”.)
"La
serietà di questa iniziativa elettorale non può essere sopravvalutata",
hanno continuato, spiegando che l'emendamento significherà che "il parlamento dell'Ohio non potrà
approvare alcuna legge futura per proteggere i nascituri" e che "la questione
dell'aborto verrebbe strappata dalle nostre mani in modo permanente".
Oltre
a vietare esplicitamente la protezione dei bambini non ancora nati e a impedire
ai genitori di essere coinvolti nel caso in cui la loro figlia minorenne stia
cercando di abortire, la legge potrebbe anche lasciare “i bambini con confusione
di genere” vulnerabili alla sterilizzazione e alla mutilazione “con interventi
irreversibili sul genere”.
I
critici hanno avvertito che il linguaggio della legislazione potrebbe
minacciare i diritti dei genitori nei confronti dei bambini che soffrono di
disforia di genere, costringendoli a consentire ai bambini di ricevere
bloccanti della pubertà, ormoni sessuali incrociati, rimozione del seno o
interventi chirurgici di trasformazione genitale perché “l’identità di genere”
potrebbe essere inteso come relativo alla riproduzione.
(Il
gruppo pro-famiglia avverte che l’emendamento sull’aborto dell’Ohio porrebbe
fine al consenso dei genitori per le “transizioni” dei bambini).
Il
linguaggio estremo ha portato i cattolici e altri sostenitori della vita a pronunciarsi
con forza contro la misura.
“John
Hinshaw” e “Will Goodman”, sostenitori della vita che sono attualmente
incarcerati a Washington, DC per il loro coinvolgimento in uno sforzo di
“salvataggio” del 2020 in una famigerata struttura per aborti tardivi, hanno
condiviso una lettera con “LifeSiteNews” esortando gli elettori dell’Ohio a
respingere l’iniziativa elettorale e proteggere il nascituro.
E “Hinshaw”
e “Goodman” non sono soli.
“Fr.
Patrick Schultz”, vicario parrocchiale della chiesa cattolica del “Sacro Cuore
di Gesù” a “Wadsworth”, Ohio, in precedenza aveva criticato l’iniziativa
definendola “demoniaca” e tracciando parallelismi tra “l’antico mondo pagano” e
gli Stati Uniti moderni, sostenendo che gli” abortisti di Planned Parenthood”
sono equivalenti a "I sacerdoti di Moloch."
Un
altro sacerdote dell'Ohio, “p. Daniel Dury” ha definito la misura “estrema” e
“radicale” e ha esortato i cattolici a pregare, digiunare, spargere la voce e
votare contro.
Proprio
il mese scorso, i sacerdoti che rappresentavano 171 congregazioni religiose
nell’Ohio hanno firmato una lettera congiunta che invitava gli elettori a
respingere la proposta.
(171
leader religiosi dell’Ohio esortano i fedeli a votare no all’emendamento
“malvagio e diabolico” sull’aborto).
Dalla
storica vittoria pro-vita alla Corte Suprema degli Stati Uniti nel giugno 2022,
che ha ribaltato quasi 50 anni di precedente radicale federale sull’aborto
stabilito nel caso “Roe v. Wade”, i sostenitori della vita hanno sperimentato
un mosaico di vittorie e sconfitte a livello statale.
Mentre
stati come “Texas”, “Idaho”, “Oklahoma”,” Alabama” e “Kentucky” hanno approvato
ampie leggi a favore della vita per vietare quasi tutti gli aborti in tutto lo
stato, e altri stati come “Florida”, “Carolina del Nord” e “Nebraska” hanno
implementato restrizioni parziali sull’aborto basate sull’età gestazionale,
altri stati come la “California”, l’”Oregon”, “New York” e il “New Mexico” si
sono mossi nella direzione opposta.
Mentre
alcune leggi hanno favorito la causa pro-vita e si prevede che salveranno molti
bambini, i sostenitori della vita hanno subito una serie di sconfitte con
misure elettorali volte a sancire l’aborto nella costituzione dello stato o a
creare una protezione costituzionale per i nascituri.
Gli
elettori di “California”, “Vermont” e “Michigan” hanno approvato nel 2022
misure che consacrano l’aborto nelle loro costituzioni statali.
Nel frattempo, le misure opposte adottate in “Kentucky”
e “Kansas” per chiarire che le costituzioni di quegli stati non prevedono il
diritto all’aborto, e una misura nel “Montana” per proteggere i bambini nati
dopo aborti mal riusciti, sono tutte fallite alle urne.
L'allarmante
documentario di
“Dinesh
D'Souza” solleva la domanda:
"L'America sta diventando uno Stato di
polizia?".
Lifesitenews.com
- Doug Mainwaring – (Mar. 7 nov. 2023) – ci dice:
Il
regime consente l’anarchia pura, zero conseguenze per le popolazioni clienti,
mentre esercita una tirannia estrema su coloro che ritiene essere nemici
politici, vale a dire i conservatori rispettosi della legge.
(
LifeSiteNews ) — L'ultimo film di “Dinesh D'Souza”, “ Police State ”, comprime in due ore
diversi anni di storia di crescente comportamento tirannico da parte delle
agenzie di intelligence e delle forze dell'ordine che agiscono per
criminalizzare e controllare i conservatori, i cristiani e fondamentalmente
tutti i diritti di cittadini del centro politico.
Un
tema ricorrente in tutto il documentario è riassunto da “D'Souza” quando
afferma:
“Gli stati di polizia sono crudeli.
Distruggono le persone e le famiglie che li amano, ma a loro non importa. È più
importante che ci zittiscano se parliamo nel modo sbagliato”.
“Un elemento distintivo dello stato di
polizia è che è uno stato monopartitico. L'opposizione efficace viene
eliminata”, ha detto “D'Souza”.
“Un
servizio di intelligence nazionale serve un padrone: il governo che li paga.
Non
serve al popolo americano”, ha spiegato l’informatore dell’”FBI” “George Hill”,
uno dei numerosi informatori delle forze dell’ordine federali che hanno
partecipato al film.
Il
film racconta le esperienze di americani comuni che improvvisamente si
ritrovano trattati come nemici dello stato per nient'altro che partecipare a
una protesta o una manifestazione, essere a favore della vita o parlare alla
riunione del consiglio scolastico contro il materiale pornografico promosso nei
programmi di studio K-12.
Si
ritrovano intrappolati in una rete da incubo di minacce da parte delle forze
dell’ordine e problemi legali molto reali, spesso soggetti ad accuse e condanne
ampiamente sproporzionate rispetto a qualunque cosa lo stato abbia scelto di
accusarli.
La
giornalista “Julie Kelly”, che ha svolto un lavoro incredibile raccontando la
difficile situazione dei prigionieri politici del” 6 gennaio “detenuti a
Washington, ha preparato il terreno:
Decine
di agenti armati dell'FBI con corna di toro [scendono su] la tua casa per
terrorizzare il tuo quartiere così come terrorizzare te, scioccarti facendoti
addormentare, trascinarti fuori di casa mezzo vestito, rifiutarsi di darti un
mandato, saccheggiare la tua casa, ti portano all'ufficio sul campo dell'FBI
dove vieni interrogato e non hai nemmeno la possibilità di contattare un
avvocato.
Il
film racconta in modo approfondito diversi esempi di individui coinvolti nella
rete anti-conservatrice del governo negli ultimi anni, tra cui i manifestanti
pacifici pro-vita “Mark Houck” e “Bevelyn Beatty Williams” accusati di aver
violato” la legge FACE” ;
il pacifico manifestante del 6 gennaio “Matthew
Perna”, che si è tragicamente suicidato dopo essere stato minacciato di anni di
carcere a seguito di una maggiore accusa di terrorismo;
e,
notoriamente, l’ex presidente “Donald Trump”, che ora deve affrontare quattro
incriminazioni penali che comprendono quasi 100 accuse mentre il “Deep State”
cerca di impedirgli di candidarsi alle elezioni nel 2024.
Forse
ironicamente, il presidente Trump ha dovuto affrontare accuse inventate di
interferenza russa e di essere al timone di uno stato di polizia.
D'Souza
ha spiegato che è vero esattamente il contrario:
“Trump
sta fuggendo dallo stato di polizia. È il suo obiettivo principale."
"Viviamo
in tempi pericolosi", ha detto” Sherrona Bishop”, fondatrice di “America's
Mom”, la cui casa è stata perquisita da agenti dell'FBI equipaggiati con
equipaggiamento militare.
“Questo è uno stato di polizia adesso. Hanno
piena autorità. Hanno armato il Dipartimento di Giustizia ancora e ancora e
ancora. Quante altre volte devono farlo prima che tu riconosca che sei il
prossimo sul ceppo?
(Obama
“ha messo lo Stato contro repubblicani e conservatori”).
Il
conduttore radiofonico conservatore “Dan Bongino”, ex poliziotto e agente dei
servizi segreti che ha coprodotto il film, ha affermato che se dovesse
individuare il momento in cui gli Stati Uniti sono passati da repubblica
costituzionale a stato di polizia, dovrebbe essere il "Patriot" Act”,
promulgato poco dopo l’11 settembre apparentemente per combattere il terrorismo
che arriva sulle nostre coste dall’estero.
“Bongino”
ha spiegato che la missione dell'FBI è stata ampliata dalle forze dell'ordine
all'intelligence nazionale.
L’agenzia
aveva carta bianca per fare quello che voleva.
"Dopo
l'11 settembre, tutte le barriere erette tra il controspionaggio e le indagini
penali sono state rimosse", ha detto l'avvocato” John O'Connor”.
"Sotto
Bush, abbiamo visto questi strumenti usati contro i musulmani, ma Obama ha
portato la cosa a un livello completamente nuovo: ha rivolto lo stato contro
repubblicani e conservatori", ha detto “D'Souza”.
Come
si sono evolute le cose in modo tale che praticamente ogni agenzia governativa
sia allineata contro i conservatori?
Le
agenzie devono creare una domanda per i loro servizi, ha spiegato l'autore
investigativo conservatore “Peter Schweizer”.
“Uno
dei modi in cui queste agenzie governative lo stanno facendo è cambiando la
loro missione.
Si stanno spostando da quello che era il
terrorismo interno all’estremismo interno. E guardano all'estremismo in un modo
che dipinge chiunque sia di centrodestra come parte di questa sorta di
continuum [dell'estremismo interno].
"Nelle
viscere di queste task force inter-agenzia hanno sviluppato liste di controllo,
liste di censura e liste di obiettivi", è intervenuto” D'Souza”, "e
forse anche liste di eliminazione".
"Non
ho dubbi sull'esistenza di elenchi come questo", ha risposto “Schweizer”.
All'inizio
del film, “D'Souza” ha fornito una litania di dichiarazioni di politici e
giornalisti che hanno criticato la crescente utilizzazione del governo come
arma contro i cittadini comuni.
Il
“governo ha detto ai cittadini americani che non potevano andare in chiesa la
domenica”, ha detto il deputato “Jim Jordan”, riferendosi ai blocchi del
COVID-19. "Ma la cosa veramente spaventosa è ciò che abbiamo visto uscire
dall'ufficio dell'FBI di Richmond: se sei un cattolico pro-vita e pro-famiglia,
ti definiscono radicale."
"I
repubblicani vengono perseguiti per crimini per i quali i democratici vengono
lasciati andare", ha detto il senatore “Rand Paul”.
Più
tardi, “D'Souza” fa eco a quel sentimento: "L'FBI protegge i crimini dei
democratici, e i democratici proteggono i crimini dell'FBI".
"Non
abbiamo carri armati, macchinari e armi palesi che percorrono Pennsylvania
Avenue a Washington DC", ha osservato “Kash Patel”, ex procuratore del
Consiglio di sicurezza nazionale e della Camera degli Stati Uniti.
“I sovietici avevano uno stato di polizia in
stile più evidente. Ma ciò non significa che non ne avremo l’inizio qui in
America adesso”.
"Penso
che a volte le persone abbiano l'immagine che le persone cammineranno per
strada indossando uniformi con svastiche", ha detto “Schweizer”.
"No,
di solito è il burocrate senza volto che lavora da qualche parte nel
seminterrato e che porta avanti gli scopi più ampi stabiliti dai leader
potenti."
“Le
persone in Cina sanno più o meno che (il presidente) Xi è al comando”, ha
affermato il “dottor Darren Beattie”, fondatore ed editore di “Revolver News”.
“Lo
stato di polizia in America ha una qualità opaca. Non è chiaro chi sia
veramente al comando”.
I
militanti del 6 gennaio sono in prigione, i violenti rivoltosi del “BLM” e
dell'”Antifa” restano liberi.
Nel
ruolo dell'avvocato del diavolo, “Beattie” ha posto una domanda nella mente di
molte persone:
Se
siamo uno stato di polizia, come spieghi le rivolte dilaganti consentite sotto
la bandiera di “Black Lives Matter”?
Come
spieghi lo stato fatiscente di criminalità totale a San Francisco, New York,
Filadelfia e in tutte le altre città?
In che
modo ciò è coerente con il fatto che siamo uno stato di polizia?
È
molto semplice:
il
regime consente l'anarchia pura, zero conseguenze per le popolazioni clienti, e
il regime esercita una tirannia estrema su coloro che ritiene nemici politici,
vale a dire i conservatori rispettosi della legge.
"L'America
sarà uno stato di polizia a pieno titolo quando il paese stesso sarà stato
trasformato in una prigione", ha detto “D'Souza” alla fine del film.
“In un paese libero, il governo esiste per servire i
cittadini. In uno stato di polizia, il governo dichiara guerra ai cittadini”.
"E
non potrai nasconderti", ha aggiunto. “Hanno le loro liste e tu sei già su
una di esse. Potresti essere il prossimo.
Il
perno pubblico della
Russia
verso la Palestina.
Unz.com - PEPE ESCOBAR – (7 NOVEMBRE 2023) –
ci dice:
La
complessa e sfumata questione della neutralità geopolitica della Russia nella
tragedia israelo-palestinese è stata finalmente chiarita la scorsa settimana,
senza mezzi termini.
L'”allegato
A” mostra il presidente russo Vladimir Putin che si rivolge – di persona, il 30
ottobre – al Consiglio di sicurezza del suo paese, agli alti funzionari
governativi e ai capi delle agenzie di sicurezza.
Tra
gli altri notabili, il suo pubblico includeva il primo ministro “Mikhail
Mishustin”, il presidente della Duma “Vyacheslav Volodin”;
il
segretario del “Consiglio di sicurezza” “Nikolai Patrushev”, il ministro degli
Esteri “Sergei Lavrov”, il direttore dell'FSB “Alexander Bortnikov”; e il
direttore dell'”SVR” (intelligence estera) “Sergei Narishkin”.
Putin
non ha perso tempo per andare al sodo, descrivendo in dettaglio la posizione
ufficiale della Federazione Russa nell'attuale incandescenza geopolitica di due
guerre intrecciate, Ucraina e Israele-Palestina.
Questo
è stato indirizzato tanto al suo pubblico di alto profilo quanto alla
leadership politica dell'Egemone occidentale".
"Non
c'è alcuna giustificazione per i terribili eventi che si stanno verificando a
Gaza ora, dove centinaia di migliaia di persone innocenti vengono uccise
indiscriminatamente, senza avere un posto dove fuggire o nascondersi dai
bombardamenti.
Quando
vedi i bambini macchiati di sangue, i bambini morti, la sofferenza delle donne
e degli anziani, quando vedi i medici uccisi, naturalmente, ti viene da
stringere i pugni come lacrime agli occhi".
La
coalizione del caos guidata dagli Stati Uniti.
Poi è
arrivata un'anticipazione del contesto:
"Dobbiamo
capire chiaramente chi c'è in realtà dietro la tragedia dei popoli in Medio
Oriente e in altre regioni del mondo, chi ha organizzato questo caos letale e
chi ne trae beneficio".
Senza
mezzi termini, Putin ha descritto "le attuali élite al potere negli
Stati Uniti e nei suoi satelliti" come "i principali beneficiari
dell'instabilità globale che usano per estorcere la loro sanguinosa rendita.
Anche
la loro strategia è chiara.
Gli
Stati Uniti, come superpotenza globale, si stanno indebolendo e stanno perdendo
la loro posizione, e tutti lo vedono e lo capiscono, anche a giudicare
dall'andamento dell'economia mondiale".
Il
presidente russo ha fatto un collegamento diretto tra la spinta americana a
estendere "la sua dittatura globale" e l'ossessione politica di
promuovere un caos senza sosta:
"Questo
caos lo aiuterà a contenere e destabilizzare i suoi rivali o, come dicono loro,
i loro avversari geopolitici, tra i quali classificano anche il nostro paese,
che in realtà sono nuovi centri di crescita globale e paesi sovrani
indipendenti che non sono disposti a inchinarsi e svolgere il ruolo di
servitori".
Fondamentalmente,
Putin si è impegnato a "ripetere di nuovo" sia al suo pubblico
interno che a quello del Sud del mondo che
"le élite al potere degli Stati Uniti e
dei suoi satelliti sono dietro la tragedia dei palestinesi, il massacro in
Medio Oriente in generale, il conflitto in Ucraina e molti altri conflitti nel
mondo – in Afghanistan, Iraq, Siria, e così via".
È un
punto di vitale importanza.
Confondendo
gli autori del conflitto ucraino e della guerra a Gaza – "gli Stati Uniti
e i loro satelliti" – il presidente russo ha effettivamente messo Israele
sullo stesso piano dell'egemone occidentale e della sua agenda di
"caos".
Mosca
si allinea con la vera "comunità internazionale."
Essenzialmente,
ciò che questo ci dice è che la Federazione Russa si allinea inequivocabilmente
con la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica del Sud del mondo, dal
mondo arabo a tutte le terre dell'Islam e oltre, in Africa, Asia e America
Latina.
È
interessante notare che Mosca si allinea con le analisi del leader iraniano “Ayatollah
Khamenei” – un partner strategico della Russia – e del segretario generale di “Hezbollah”
“Hassan Nasrallah”, nel suo bruciante, sofisticato, discorso a tinte “Sun-Tzu”
lo scorso venerdì, sul "ragno che sta cercando di intrappolare l'intero
pianeta e il mondo intero nella sua ragnatela".
L'”allegato
B” sulla posizione ufficiale della Russia, in particolare su Israele-Palestina,
è venuto dal rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite,”
Vasily Nebenzya”, in una sessione speciale dell'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite sulla Palestina due giorni dopo il discorso di Putin.
“Nebenzya” ha chiarito abbondantemente che
Israele, in quanto potenza occupante, non ha "il diritto
all'autodifesa" – un fatto supportato da una sentenza consultiva della
Corte Internazionale delle Nazioni Unite nel 2004.
All'epoca,
la corte stabilì anche, con un voto giudiziario di 14 su 15, che la costruzione
da parte di Israele di un massiccio muro nella Palestina occupata, compresa
Gerusalemme Est, era contraria al diritto internazionale.
“Nebenzya”, in termini legali, ha annullato
l'argomento del "diritto all'autodifesa" evocato all'infinito
brandito da Tel Aviv e dall'intera galassia della NATO.
L'Egemone USA, protettore di Tel Aviv, ha
recentemente posto il veto alla bozza del “Consiglio di Sicurezza umanitario
delle Nazioni Unite del Brasile” solo perché non menzionava il "diritto di Israele
all'autodifesa".
Pur
sottolineando che Mosca riconosce il diritto di Israele a garantire la propria
sicurezza, Nebenzya
ha
sottolineato che questo diritto
"potrebbe
essere pienamente garantito solo in caso di un'equa risoluzione del problema
palestinese sulla base di risoluzioni riconosciute dal Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite".
I dati
dimostrano che Israele non rispetta alcuna risoluzione del Consiglio di
Sicurezza dell'ONU sulla Palestina.
Le
priorità di Lavrov nella Palestina occupata.
L'”allegato
C” sulla
posizione della Russia nei confronti di Israele/Palestina è stato fornito dal
ministro degli Esteri Sergei Lavrov in una conferenza stampa con il ministro
degli Esteri kuwaitiano” Sabah Al-Sabah”, due giorni dopo l'intervento di “Nebenzya”
alle Nazioni Unite.
Lavrov
ha ribadito le priorità di Mosca già sottolineate da Putin e Nebenzya:
un
cessate il fuoco urgente, corridoi umanitari e un ritorno al tavolo per
negoziare "uno
Stato palestinese indipendente, come previsto dal Consiglio di sicurezza
dell'Onu entro i confini del 1967, che coesista, in pace e sicurezza, con
Israele".
Lavrov
ha sottolineato ancora una volta che vengono impiegate diverse tattiche
diversive tra Stati Uniti e Israele "volte a ritardare (se non seppellire)
la decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di stabilire uno
stato palestinese".
Questo,
dice il ministro degli Esteri russo, implica condannare i palestinesi "a
un'esistenza eterna senza diritti. Ciò non garantirà né la pace né la sicurezza nella
regione, ma non farà altro che inasprire il conflitto. E non sarai in grado di guidarlo in
profondità. Saranno seminati i prossimi 'grappoli d'ira', che presto
'germoglieranno'".
L'analisi
di Lavrov, tanto quanto quella di Putin, converge con quella di Khamenei e
Nasrallah:
"Non
si tratta di Gaza, ma del conflitto israelo-palestinese. Lo Stato di Palestina
è parte integrante di questa soluzione".
La
Russia sta gettando i semi per esercitare il ruolo di mediatore fidato per
tutte le parti in Israele/Palestina – un ruolo totalmente inadatto all'Egemone
USA, soprattutto dopo la tacita approvazione dell'attuale pulizia etnica
israeliana di Gaza.
È
tutto qui, chiaramente formulato da Lavrov:
"Sarà di fondamentale importanza per noi
conoscere l'opinione unanime del mondo arabo".
Questo è un messaggio che prende di mira
specificamente i regimi sunniti vassalli da Washington.
Poi,
quando si metteranno d'accordo, "sosterremo la soluzione araba a questo
problema molto difficile".
Prerequisito
del multipolarismo: la pace in Palestina.
Esaminati
insieme, i reperti A, B e C mostrano come Mosca sia molto più avanti del gioco.
Il messaggio generale – che viene minuziosamente
decodificato in tutto il Sud del mondo/Maggioranza globale – è che anche
considerando le mosse non-stop dell'Impero del Caos, l'immutabile ed escludente Progetto Sionista è ormai morto sul
nascere.
La
soluzione meno peggiore, finora, è l'Iniziativa di Pace Araba del 2002,
sottoscritta da tutti, dalle terre dell'Islam alla Russia, all'Iran e alla
Cina: uno Stato palestinese indipendente, tornato ai confini del 1967, con
Gerusalemme Est come capitale.
Il
problema è come convincere il sionismo fuori controllo a fare marcia indietro.
I fatti imperativi sul terreno dovrebbero
includere la recisione del cordone ombelicale armato/cartolarizzato
Washington-Tel Aviv – e l'espulsione dallo spettro geopolitico della matrice sionista
cristiana neocon negli Stati Uniti, che sembra essere profondamente radicata nei silos
in tutto lo Stato profondo.
Entrambi
questi imperativi sono impossibili, a breve, medio e persino lungo termine.
Nel
frattempo, un semplice sguardo alla mappa mostra che, a tutti gli effetti, la
soluzione dei due Stati – dalla Cisgiordania alla Striscia di Gaza – è morta.
Può essere straziante per i leader del multipolarismo
ammetterlo.
Ci
vorrà un po' di tempo, e di cambiamento del discorso pubblico, per riconoscere
che l'unica
soluzione praticabile è l'anatema supremo per il progetto sionista:
uno stato unico con ebrei e arabi che vivono
insieme in pace.
Tutto
ciò ci porta a una formulazione netta:
senza
una soluzione giusta per la Palestina, la pace tangibile in tutto lo spettro
multipolare emergente rimane irraggiungibile.
L'attuale
orrore a Gaza dimostra che la pace continua a non essere una priorità per l'”Impero del Caos”, e ci vorrà una Russia – con forse
una Cina – per cambiare le carte in tavola.
Il
Vangelo di Gaza.
Cosa
dobbiamo imparare dalle
lezioni
bibliche di Netanyahu.
Unz.com - LAURENT GUYÉNOT – (6 NOVEMBRE 2023)
– ci dice:
In un
discorso in ebraico del 28 ottobre, “Netanyahu” ha giustificato il massacro
israeliano di civili a Gaza con un riferimento biblico ad “Amalek”.
Dovete
ricordare ciò che “Amalek” vi ha fatto, dice la nostra “Sacra Bibbia”.
E noi
ricordiamo. E combattiamo.
Le
nostre coraggiose truppe e i nostri combattenti che ora si trovano a Gaza e in
tutte le altre regioni di Israele, si stanno unendo alla catena degli eroi
ebrei, una catena che è iniziata 3.000 anni fa, da “Joshua ben Nun”, fino agli
eroi del 1948, “la Guerra dei Sei Giorni”, “la Guerra dell'Ottobre '73” e tutte
le altre guerre in questo paese.
Le nostre truppe eroiche hanno un obiettivo
principale supremo: sconfiggere completamente il nemico assassino e garantire la
nostra esistenza in questo paese.
Nella
Sacra Bibbia di Netanyahu, Dio dà al suo popolo eletto la Palestina, e lo
stesso Dio comanda loro di sterminare gli “Amalechiti”, un popolo arabo che si
trova sulla loro strada.
“Yahweh“chiede
a Mosè non solo di sterminare gli “Amalechiti”, ma di "cancellare la
memoria di “Amalek sotto il cielo." (Deuteronomio 25:19).
Toccò
a “Saul” finirli:
"Uccidete
l'uomo e la donna, il bambino e il lattante il bue e la pecora, il cammello e
l'asino", gli dice “Yahweh” (1Samuele 15:8).
Poiché Saul risparmiò il re amalechita “Agag”,
“Yahweh” gli tolse il regno e lo fece impazzire:
«Mi pento di aver fatto re Saul, perché ha infranto la
sua fedeltà a me e non ha eseguito i miei ordini» (15,11).
Il
santo profeta” Samuele”, che aveva una linea di comunicazione diretta con “Yahweh”,
dovette massacrare “Agag” stesso ("fece a pezzi Agag", nella “Revised
Standard Version”).
“Yahweh
“poi diede il regno a “Davide”, che si dimostrò uno sterminatore più
obbediente, per esempio quando mise il popolo di Rabba
"sotto
seghe, erpici di ferro e scuri di ferro, e li fece passare attraverso la
fornace di mattoni, e così fece con tutte le città dei figli di Ammon" (2 Samuele 12:31).
Nonostante
il loro completo genocidio nella Bibbia, gli “Amalechiti “rimangono l'eterno
incubo di Israele.
“Amalek”
venne associato, come suo nonno “Esaù”, a Roma e al cristianesimo, ma anche
all'”Iran, perché il cattivo del Libro di Ester, Aman, è indicato come un “agaghita”,
cioè un discendente del re amalechita “Agag”.
Ecco
perché l'impiccagione di Aman con i suoi dieci figli e il massacro di 75.000
persiani sono spesso confusi nella tradizione ebraica con lo sterminio degli “Amalechiti”
e la brutale esecuzione del loro re.
La
lettura della “Torah” la mattina di “Purim” è tratta dal racconto della
battaglia contro gli “Amalechiti”, che termina con la conclusione che
"Yahweh sarà in guerra con “Amalek” di generazione in generazione" (Esodo 17:16).[1]
In un
articolo del “New York Times” del 2009 intitolato "Le paure di Israele,
l'arsenale di “Amalek",” Jeffrey Goldberg” riferisce che, quando chiese a
uno dei consiglieri di “Netanyahu” "di valutare per me la profondità
dell'ansia di Netanyahu per l'Iran", la risposta che ricevette fu:
"Pensa ad Amalek".
Ora Netanyahu chiede agli israeliani di
ricordare “Amalek” mentre il loro esercito bombarda Gaza, uomini, donne,
bambini, neonati e bestiame compresi.
Netanyahu
non è impazzito, come ho spiegato prima.
Egli è
semplicemente posseduto dalla Bibbia, perché Israele e la Bibbia sono una cosa
sola.
La
follia di Netanyahu è radicata nella Bibbia.
La sua
ossessione per “Amalek” è collettiva, condivisa dagli ebrei religiosi sionisti
di tutto il mondo.
Ascoltiamo,
per esempio, questa conferenza di “Rabbi Eliyahu Kin”, tenuta nel 2009, sulla
domanda:
"Perché
gli ebrei devono distruggere Amalek?"
Lasciate
che ve lo riassuma.
Gli “Amalechiti”
meritarono il loro destino perché si opposero alla volontà di Dio.
La
volontà di Dio è buona, e opporsi alla volontà di Dio è male.
Quindi
sterminare Amalek è un bene, mentre salvare un solo Amalechita, come fece Saul,
è un male.
Infatti,
poiché Dio è buono, lo sterminio di Amalek è l'espressione della sua bontà. E
poiché "il modo migliore per amare ciò che Hashem (Dio) ama è odiare ciò
che Hashem odia", odiare Amalek è amare Dio.
La
ragione per cui gli Amalechiti odiano gli ebrei non è perché gli ebrei vogliono
sterminarli.
"Ciò che infastidisce Amalek è che
l'ebreo crede nel mussar, nella moralità, nell'etica, nell'essere buoni,
nell'essere gentili".
Gli
Amalechiti sono malvagi anche perché si oppongono alla Torah, in cui Dio ordina
che vengano sterminati.
In
definitiva, riassume Rabbi Kin, "siamo crudeli con Amalek perché abbiamo
bisogno di esserlo.
Perché è esattamente quello che ci farebbero
se ne avessero la possibilità". Perché?
Perché Amalek "è un concentrato di
odio".
E gli ebrei devono odiare l'odio, tranne
l'odio di Dio per Amalek, che devono amare come espressione dell'amore di Dio.
Come
si affronta questa follia collettiva?
Più
precisamente:
cosa c'è di sbagliato nel fatto che Netanyahu
citi la Bibbia?
È la
Sacra Bibbia, non è vero? La Parola di Dio!
A noi,
popoli cristianizzati, è stato anche insegnato che nei tempi antichi Dio scelse
gli ebrei, diede loro la Palestina e comandò loro di sterminare gli Amalechiti
(e i Madianiti, e molti altri popoli, sette nazioni in tutto).
Che
cosa possono obiettare i cristiani al rabbino?
Che
Dio era a sangue caldo in quei giorni, ma ora si è raffreddato?
Che
gli Amalechiti non ci sono più, o ora hanno il diritto di opporsi al progetto
biblico?
(Perché,
sapete, ora siamo Israele).
Basta con tutte queste strette di mano!
Dopo tutto, Dio, il creatore dell'universo,
ordina, nella nostra Bibbia cristiana, di sterminare Amalek, uomini, donne,
bambini e neonati (e bestiame, perché Yahweh non fa differenza).
È innegabile, indiscutibile, inconfutabile.
Ammettiamolo:
il Dio
dell'Antico Testamento è un diavolo assetato di sangue.
Alcune
persone lo sapevano da molto tempo e hanno cercato di metterci in guardia.
Bakunin, per esempio, che vedeva l'ebraicità
nel marxismo, affermò in Dio e lo Stato che di tutti gli dèi adorati dagli
uomini, Yahweh "era certamente il più geloso, il più vanitoso, il più
feroce, il più ingiusto, il più sanguinario, il più dispotico e il più ostile
alla dignità e alla libertà umana".
Per citare “John Kaminski”, "Yahweh ha
dato agli ebrei il diritto di rubare le terre degli altri (Deuteronomio 6:10-13, 6:18-19,
7:1-2).
Yahweh
diede agli Israeliti il diritto di commettere un genocidio, di annientare
totalmente i popoli le cui terre avevano il diritto dato da Dio di prendere
come proprie (Deuteronomio 7:16).
Yahweh
diede agli Israeliti il diritto di 'distruggerli (gli altri popoli) con una
potente distruzione finché non siano distrutti' (Deuteronomio 7:23).
Yahweh
diede agli Israeliti il diritto di uccidere e saccheggiare le altre razze delle
loro proprietà (Esodo 3:20-22).
Yahweh
ha fatto degli Israeliti un popolo 'santo', una razza superiore tra le altre
razze (Deuteronomio
7:6)".
Bakunin
fu tra quegli intellettuali perspicaci che, nel diciannovesimo secolo, si
resero conto che Israele era stato fin dall'inizio la creazione della divinità
più malvagia.
Ma la maggior parte delle persone non le ha
ascoltate, perché Israele era, per i cristiani, un'astrazione, una storia, una
leggenda sacra dei tempi mitologici.
Ma oggi, Israele è reale, e il suo carattere
infernale si manifesta chiaramente sotto gli occhi di tutti.
Mai
prima d'ora la realizzazione dell'anima malvagia di Israele è stata così
accessibile.
Viviamo
in un tempo di rivelazione, ed è meglio non perderlo.
"I
palestinesi si sono inconsapevolmente sacrificati allo scopo di illuminare
l'intera civiltà planetaria sulla profonda malvagità e sulla natura satanica
dello Stato sionista di Israele", ha scritto il Profeta da poltrona.
Un'affermazione profonda.
Gaza è
Cristo e Israele è Israele.
Ma Gaza è anche Amalek.
Amalek
era Cristo fin dall'inizio, ma noi non lo vedevamo, perché ci era stato detto
che Cristo era il figlio di Yahweh, e uno con lui.
Ora
possiamo cominciare a vedere il nostro tragico errore. Questo è il nostro
campanello d'allarme.
Affrontiamo
la verità su Yahweh e sul popolo eletto che ha creato a sua immagine (o
viceversa).
Perché
i cristiani non si sono mai accorti che, quando promise a Israele il dominio
sulle nazioni a condizione di adorazione esclusiva, Yahweh era lo stesso
diavolo che più tardi apparve a Gesù e "gli mostrò tutti i regni del mondo
e il loro splendore [e] gli disse: 'Ti darò tutte queste cose, se ti prostrerai ai miei
piedi e mi renderai omaggio'" (Matteo 4:8-10).
Dopo tutto, Satana è solo un "angelo di
Yahweh" nella Bibbia ebraica (Numeri 22 e 32), indistinguibile da Yahweh
stesso in “Cronache” 21.
Netanyahu
ci sta aprendo gli occhi e sto aspettando con impazienza la sua prossima
lezione biblica.
Dopo
aver menzionato Amalek, si riferì al biblico Giosuè come a un "eroe
ebreo".
Per
favore, leggete il “Libro di Giosuè” per capire cosa intende e cosa intendono
tutti gli israeliani che lo applaudono.
Giosuè
commise un genocidio dopo l'altro per ordine di Yahweh, uccidendo «uomini e
donne, giovani e vecchi» (6,21) In tutto il paese «non lasciò superstiti e pose ogni
essere vivente sotto la maledizione della perdizione, come aveva ordinato il
Signore, dio d'Israele» (10,40).
Tre
giorni prima di quel discorso, Netanyahu aveva dichiarato al suo popolo:
"Realizzeremo la profezia di Isaia".
Forse
ricorderete dalla vostra scuola domenicale che Isaia profetizzò un tempo in cui
tutte le nazioni "trasformeranno le loro spade in vomeri e le loro lance
in falci" (Isaia 2:4).
Ma
tornate alla vostra Bibbia e leggete l'”intera profezia” per capire cosa
intende Netanyahu.
Isaia
parla di un tempo in cui "la Legge uscirà da Sion" e Israele
"giudicherà fra le nazioni e farà da arbitro tra molti popoli"
(2:3-4).
Ecco
di più da “Isaia”:
"La nazione e il regno che non ti
serviranno periranno, e le nazioni saranno completamente distrutte"
(60:12);
«Succhierai il latte delle nazioni, succhierai
le ricchezze dei re» (60,16);
«Ti nutrirai delle ricchezze delle nazioni, le
soppianterai nella loro gloria» (61,5-6). «La spada del Signore è ingozzata di
sangue, è unta di grasso», dice Isaia in occasione di «una grande strage nel
paese di Edom [nonno di Amalek]» (34,6).
Un
uomo, nel II secolo d.C., vide chiaramente che Gesù non poteva essere il figlio
di Yahweh, che era invece il suo acerrimo nemico.
Il suo nome era “Marcione”.
Gli studiosi lo chiamano gnostico, perché ha insegnato
che Yahweh era un demiurgo malvagio, e Cristo, il dio buono, che scende dal
cielo per salvarci da Yahweh.
La
maggior parte dei testi che chiamiamo gnostici promuovevano questo punto di
vista, in una forma o nell'altra.
Nell'Apocrifo
di Giovanni, anch'esso del II secolo, “Yahweh” (o Yaltabaoth) è il primo di una
serie di entità demoniache chiamate “arconti”, che usurpa la posizione di Dio
proclamando:
"Io
sono un dio geloso, non c'è altro che me".
“Yaltabaoth”
e gli altri arconti tentano di imprigionare Adamo nel Giardino dell'Eden, un
falso paradiso.
Ma
Cristo, che è il primo eone, manda Eva da Adamo per liberare la luce
intrappolata in lui, e condurlo a mangiare il frutto liberatore dell'Albero
della Conoscenza.
Gli
studiosi moderni hanno stabilito che lo gnosticismo è sorto all'interno
dell'ebraismo, probabilmente in Samaria.
Secondo
l'opinione di “Gilles Quispel”, lo gnosticismo era un'eresia ebraica prima di
essere un'eresia cristiana.
Durante i primi tre secoli c'erano gnostici
cristiani e gnostici anticristiani, ma tutti sono ebrei.
In quanto eresia ebraica, lo gnosticismo può
essere visto come un rifiuto da parte degli ebrei spirituali della natura
materialistica e sadica di Yahweh.
Gli gnostici, tuttavia, prendevano ancora
troppo sul serio la loro “Torah” e accettavano la premessa che, prima di
diventare il dio di Israele, Yahweh era stato "Dio", il creatore del
mondo.
In
questo senso, erano ancora sotto un'illusione biblica.
Nell'infanzia
ebraica del cristianesimo, ci fu una lotta tra cristiani gnostici e cristiani
anti-gnostici.
“Marcione”
scrisse il “primo evangelium” e stabilì la prima “ekklesia organizzata”.
Era
ancora molto forte all'inizio del III secolo, secondo “Tertulliano”, che ci
dice anche che il “maestro gnostico Valentino” quasi divenne vescovo di Roma
(Contro Marcione).
Gli
gnostici, basandosi sull'insegnamento di Paolo, credevano che il nuovo patto di
Gesù li liberasse dal patto di Mosè, ma i loro nemici insistevano sulla
continuità, e sostenevano che il Nuovo Patto (o Testamento) adempisse piuttosto
che contraddire l'Antico.
Gli
anti-gnostici alla fine prevalsero e il “Tanakh ebraico” divenne parte del
canone cristiano.
Avrebbe
potuto essere una mossa politica saggia, purché lo scopo fosse quello di
convertire gli ebrei.
Ma
quando il cristianesimo divenne una religione gentile, i gentili adorarono “Yahweh”
insieme a Cristo.
Il cristianesimo
ci ha dato la potente storia di Cristo, l'uomo che voleva liberare gli ebrei
dal loro dio malvagio ed etnocentrico, ed è stato martirizzato per questo.
Ma il
cristianesimo divenne anche il cavallo di Yahweh nella civiltà dei Gentili.
Lo
spirito e l'insegnamento di Cristo sono venuti a noi mescolati con lo spirito e
l'insegnamento di Yahweh.
Lo spirito di Yahweh è lo spirito
dell'omicidio di massa:
"Lo
spirito di Yahweh venne su di lui (Sansone) e scese ad Ascalon, dove uccise
trenta dei loro uomini e li spogliò" (Giudici 14:19).
Lo
spirito di Yahweh è in tutto Israele, ora, più forte che mai, alimentato da un
secolo di bagni di sangue orchestrati dai sionisti.
In un
libro scritto con lo pseudonimo di “Seymour Light”, “The Marcion Thesis,
Revisited£, che raccomando, “Nick Kollerstrom” (autore anche del memorabile “Terror
on the Tub”e) sottolinea che, se dovessimo disegnare il ritratto di Yahweh,
dovrebbe essere un drago:
egli
"cavalca attraverso i cieli" (Deuteronomio 33:22) con le sue ali
(Salmo 17:8, 36:8, 91:4), mentre "fumo sale dalle sue narici e dalla sua
bocca divora fuoco" (Salmi 18:8 e Samuele 22:9).
Yahweh
condivide anche con i malvagi draghi della tradizione la sua brama d'oro che
accumula nella sua dimora:
"Mio
è l'argento, mio è l'oro!" (Aggeo 2:8).
(Secondo
1Re 10:14, la quantità d'oro accumulata ogni anno nel tempio di Salomone era di
"666 talenti d'oro").
Come i
draghi, anche Yahweh è un consumatore di giovani vergini:
trentadue di esse gli furono offerte dopo
l'uccisione dei “Madianiti”, presumibilmente bruciate come olocausti insieme ai
buoi, agli asini e alle pecore che facevano parte della parte di “Yahweh”
(Numeri 31).
Nell'episodio
della lotta di “Elia” con i profeti di “Baal”, il fuoco divoratore di “Yahweh”
è dato come prova definitiva che egli è Dio:
"Tu devi invocare il nome del tuo dio, e
io invocherò il nome di Yahweh;
il dio
che risponde col fuoco, è veramente Dio" (1Re 18:24).
Che
spiritualità!
È il
fuoco divoratore di Yahweh che ora si scatena su Gaza.
Faresti
meglio a rendertene conto ora:
“Yahweh”,
il dio di Israele, è “Satana”.
Una “psyop”
rabbinica di 2000 anni fa:
gli ebrei hanno inventato il
cristianesimo
per
ingannare i gentili?
Unz.com - ROCKABOATUS – (3 NOVEMBRE 2023) – ci
dice:
Chiunque
legge la letteratura nazionalista bianca è destinato a imbattersi in articoli
ostili al cristianesimo.
L'affermazione più importante sembra essere
che il cristianesimo stesso sia stato inventato dagli ebrei (sia da San Paolo
che da qualche cabala rabbinica sconosciuta) allo scopo di ingannare i gentili.
Il cristianesimo fu concepito dagli ebrei,
quindi, come un modo per condizionare i gentili ad essere solidali con gli
ebrei e le cause ebraiche e abbattere l'Impero Romano con la sua etica
radicalmente diversa.
Era un
mezzo per influenzarli fin dall'inizio ad opporsi a Roma, al suo potere e al
suo paganesimo.
Ritraendo
il più grande eroe del cristianesimo come un umile falegname ebreo diventato
Messia, insieme ai suoi apostoli ebrei e, in particolare, dal
"rabbino" “Paolo” come il suo principale teologo che ha plasmato ciò
che i cristiani dovevano credere, i gentili si sarebbero rivelati
inconsapevolmente grandi sostenitori di tutto ciò che è ebraico.
“Thomas Dalton” esprime bene questo
punto di vista:
La
conclusione più probabile di questo pasticcio è che l'”ebreo Paolo” e gli
anonimi evangelisti ebrei si sono inventati tutto:
che non c'è stato nessun Figlio di Dio che ha
operato miracoli, nessuna nascita verginale e nessuna resurrezione.
Lo fecero, non per fama o denaro, ma perché credevano che la
promulgazione di una teologia filo-ebraica e anti-romana avrebbe aiutato la
causa ebraica.
(Pro-ebraico, perché i cristiani devono
adorare il Dio ebreo, il rabbino ebreo Gesù e la 'vergine' ebrea Maria;
anti-romano,
perché "le potenze mondane" di Roma sono una manifestazione di Satana
e devono essere sconfitte).
E alla
fine ce l'ha fatta.
Il
giudeo-cristianesimo fiorì, sconfisse ideologicamente Roma e poi si stabilì
nella stessa Roma. ("Gesù l'ebreo", “The Occidental Observer”,
22/05/2023).
Questa
posizione è stata, essenzialmente, promossa nel corso degli anni da rispettati
razzisti bianchi come il defunto “Revilo P. Oliver” e “William L. Pierce”.
Ognuno
di questi uomini ha dato un grande contributo alla comprensione della questione
ebraica e
della necessità per i bianchi di frontiera, i propri interessi razziali e
culturali al di sopra di quelli dei gruppi esterni.
È interessante notare che il maggior numero di
razzisti bianchi nelle generazioni precedenti non sono stati così antagonisti
al cristianesimo come Oliver, Pierce, Dalton e altri sostenitori pro-bianchi
(ad esempio, “George Lincoln Rockwell”).
Mi
sembra, tuttavia, che nell'affrontare il cristianesimo e i problemi della
sovversione culturale ebraica, questi stimati scrittori hanno esagerato nelle
loro critiche.
Il loro zelo per sconfiggere il cristianesimo
non è sempre stato fondato su una vera conoscenza della teologia e della storia
cristiana.
Hanno
spesso fatto appello ad argomenti liberali obsoleti e più critici contro le
origini del cristianesimo (ad esempio, la teoria della derivazione pagana, comprese le
nozioni che i vangeli sono stati composti decenni o addirittura centinaia di
anni dopo la morte di Cristo) senza quasi alcuna consapevolezza di come gli studiosi
biblici conservatori abbiano confutato tali polemiche.
Quasi
tutto è una reazione eccessiva alla follia e all'ossessione bavosa che molti
cristiani oggi hanno per gli ebrei e Israele.
Gran
parte di ciò è anche il risultato della loro animosità verso gli ebrei che sono
stati in prima linea nell'orchestrare e finanziare le organizzazioni ebraiche
che promuovono l'immigrazione del Terzo Mondo in Occidente.
Tutto
ciò che è collegato al popolo ebraico, a Israele o alla Torah è visto come
fondamentalmente ostile al razzismo bianco.
Non ci
sono eccezioni a questo, e non ci sono nemmeno "buoni ebrei", anche
se alcuni potrebbero fare rare eccezioni per ebrei come “Gerard Menuhin,” “Benjamin
H. Freedman”, “Norman Finkelstein”, “Gilad Atzmon”, “Ron Unz” e pochi altri.
Poiché
il cristianesimo ha evidenti origini ebraiche – tra cui il suo fondatore, Gesù,
che era un discendente di Davide e di Abramo (Matteo 1:1) e che era anche un
ebreo osservante, così come San Paolo che sosteneva di essere stato
"circonciso" l'ottavo giorno, della nazione d'Israele, della tribù di
Beniamino, un ebreo degli ebrei, quanto alla Legge, un fariseo" (Filippesi
3:5) – si
ragiona che nessuna persona bianca dovrebbe essere associata al cristianesimo
perché è stato semplicemente inventato per ingannare i non ebrei e per
indebolire ogni parte dell'identità razziale europea.
Ma
tutto questo è vero? Il cristianesimo è stato "inventato" da Paolo o
da qualche fazione segreta di ebrei con l'esplicito scopo di ingannare i goyim?
E
quando i Gentili giungono alla fede nella persona di Gesù come raffigurata nel
Nuovo Testamento, è solo "parte del piano"?
In che modo tutto questo aiuta gli ebrei
quando gran parte del cristianesimo è diametralmente opposto all'ebraismo
talmudico?
Ci
sono una serie di ragioni per cui dovremmo seriamente mettere in discussione
questa teoria.
Mi
sembra che l'intera nozione piaccia a coloro che hanno un'animosità così
profondamente radicata nei confronti degli ebrei che non sono in grado di
vedere chiaramente quando si tratta di queste questioni.
Sono
così contrari alla sovversione culturale ebraica (giustamente) che non si sono
presi la brigata di riflettere attentamente sulla loro teoria secondo cui il
cristianesimo è stato "inventato" dagli ebrei per ingannare i gentili
e, quindi, garantire al popolo ebraico la supremazia sul mondo.
Può
sembrare persuasivo ad alcuni al primo ascolto, ma senza un'indagine
approfondita della questione, non si può essere certi della sua veridicità.
Va
notato che lo scopo di questo articolo non è quello di difendere il
cristianesimo come "vera religione" di per sé.
La mia
intenzione, invece, è quella di sfidare questa idea del cristianesimo come una
psyop ebraica, per mostrare che alcuni dei problemi più evidenti e fondamentali
con esso non sono mai o raramente affrontati da coloro che lo promuovono.
Non
sono riuscito a riflettere attentamente sulle implicazioni della loro teoria.
E non passa molto tempo prima che l'assiduo
studente si imbatta in una serie di problemi quando cerca di sostenere che il
cristianesimo è solo una trappola inventata dagli ebrei per ingannare i
gentili.
Consideriamo
alcuni di questi problemi.
Qualunque
cosa si possa pensare del cristianesimo, non si può ragionevolmente negare che
il cristianesimo fin dal suo inizio sia stato fondamentalmente opposto
all'ebraismo talmudico o farisaico.
Gesù
condannò apertamente i capi religiosi del suo tempo senza mezzi termini:
"Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti!" A questo punto, A questo
punto, A questo punto, "Guida cieche". A questo punto, A questo
punto, "Sciocchi e ciechi!" A questo punto, A questo punto, A questo
punto, "Pieno di rapina e di autoindulgenza". A questo punto, A
questo punto, "Sepolcri imbiancati a calce che all'esterno sembrano belli,
ma all'interno sono pieni di ossa di morti e di ogni impurità". A questo
punto, A questo punto, "Pieno di ipocrisia e illegalità". A questo
punto, A questo punto, "Figli di quelli che uccisero i profeti". A
questo punto, A questo punto, "Serpenti e nidiata di vipere" (Matteo
23,1-33).
E
questo solo da un capitolo del Nuovo Testamento!
L'intero
sistema rabbinico, quindi, è condannato da Gesù non solo perché deviava dagli
insegnamenti e dallo spirito espressi della Torah, ma perché i rabbini
imponevano così tante leggi aggiuntive al popolo ebraico che l'osservanza
religiosa divenne un giogo gravoso (vedi Atti 15:10).
Invece
di liberare il proprio popolo, i rabbini lo hanno solo ridotto in schiavitù.
Tuttavia,
dobbiamo chiederci:
In che
modo tali ostili denunciati di Gesù potrebbero in qualche modo rendere i
gentili cari agli ebrei, specialmente ai loro capi religiosi?
Se la persona di Gesù fosse stata inventata da
una cabala segreta di ebrei, a che vantaggio sarebbe loro dipingerlo come uno
che condanna continuamente l'ipocrisia rabbinica?
Perché dovrebbero dipingere Gesù come qualcuno
che ottiene sempre il meglio da loro?
In che
modo un Gesù 'inventato' che di volta in volta confuta i rabbini e diffama
sembra che la loro integrità e spiritualità servano a beneficio del 'piano'?
Questo
non sarebbe ovviamente dannoso per il loro scopo?
Tutto
questo è in linea con ciò che sappiamo degli ebrei, vale a dire la loro
arroganza e la loro natura auto-plaudente?
Si
potrebbe pensare che se gli ebrei dovessero "inventare" una religione
per attirare e ingannare i gentili, almeno si presenterebbero nella migliore
luce possibile, come vincitori in ogni disputa teologica, giusto?
Eppure
questo non è mai ciò che troviamo.
Il
Nuovo Testamento contiene numerosi passaggi che ritraggono il popolo ebraico in una
luce tutt'altro che lusinghiera.
Per
esempio, in Matteo 27, quando Pilato è riluttante a far uccidere Gesù, i Giudei
cominciarono a gridare ancora di più: "Crocifiggilo!"
Chiesero
persino che fosse liberato Barabba, un ladro e un ladro, al posto di Gesù.
I
Giudei erano così decisi a far crocifiggere Gesù che gridarono:
"Il
suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli!"
Ebbene,
sembra che abbiano esaudito il loro desiderio.
In un
altro passo, Paolo descrive gli ebrei increduli e i loro capi come coloro
"che uccisero il Signore Gesù ei profeti e ci cacciarono fuori.
Non
sono graditi a Dio, ma sono ostili a tutti" (1 Tessalonicesi 2:15).
Perché
i cospiratori filo-ebrei dovrebbero pensare che denunciare così ampio avrebbero
creato una visione simpatetica di loro tra i non ebrei?
Una
buona lettura del Nuovo Testamento, semmai, porta ad una visione esaltata di
Gesù e dei suoi discepoli e ad un'opinione molto bassa degli ebrei in generale.
Seriamente,
perché un ebreo, per non parlare di un caucus di ebrei, dovrebbe permettere
questo genere di cose in un documento religioso con cui intende ingannare i
gentili?
La
natura dell'ebreo, in generale, è quella di ritrarre sé stesso nel modo più
elevato, superiore in intelligenza, e sempre in grado di superare in astuzia i
goyim dalla mente ottusa che non sono diversi dalle bestie dei campi.
In
Apocalisse 3:9, l'apostolo “Giovanni” riporta le parole profetiche di Gesù:
"Ecco, io farò sì che quelli della sinagoga di
Satana, che dicono di essere Giudei e non lo sono, mentono, li farò venire e si
prostreranno ai tuoi piedi e farò loro conoscere che ti ho amato".
Ops,
sembra che il comitato segreto degli ebrei che ingannano i goyim si sia
dimenticato di togliere quel passaggio dal Nuovo Testamento!
Come si inserisce un testo come questo nel
grande "piano" ebraico per ingannare tutti i gentili?
I sostenitori di questa fantastica teoria non
ce lo dicono mai.
Alcuni
hanno sostenuto che anche molti ebrei riconoscono il benefico servizio del
cristianesimo nel diffondere la conoscenza di “Yahweh” e del popolo ebraico in
tutto il mondo.
In questo senso stretto, essi sostengono che
la diffusione del cristianesimo ha giovato agli ebrei.
C'è un elemento di verità in questo, ma non è
tutta la verità.
Non
dimenticate mai che gli ebrei spesso rivendicano falsamente la proprietà e che
hanno "inventato" questo o quello come mezzo per promuovere la loro
supremazia sui non ebrei.
Di
conseguenza, gran parte del mondo è ingannato nel credere che gli ebrei
possiedano capacità, intelligenza e una prodezza intellettuale di gran lunga
superiore ai gentili.
Così,
la conoscenza del popolo ebraico e quella del Dio ebraico possono essere state
diffuse in tutto il mondo a causa del cristianesimo, ma tale conoscenza è
ancora collegata a una conoscenza che non è particolarmente favorevole a loro.
In qualche modo, gli ebrei vanagloriosi
trascurano di menzionare questa importante verità.
Non si
esce dalla lettura del Nuovo Testamento con l'idea di quanto siano meravigliosi
gli ebrei.
Al contrario, li ritrae come ingannati e
abbastanza sciocchi da crocifiggere il loro Messia tanto atteso.
Essi
sono descritti come distorcenti legalisti della legge mosaica, accecati dalle
loro stesse false tradizioni, che sfidano il Nuovo Patto che Geremia aveva
predetto secoli prima (vedere Geremia 31), e come persecutori dei primi
cristiani, cosa che hanno continuato a fare per secoli.
Se c'è
qualche dubbio al riguardo, puoi guardare una serie di video su YouTube che
documentano quanto siano vili gli ebrei nel loro trattamento dei cristiani
nella cosiddetta "Terra Santa".
A
causa di questi passaggi sfavorevoli, gli ebrei descrivono il Nuovo Testamento
come "antisemita".
Ma, ancora
una volta, dobbiamo chiederci perché gli ebrei dovrebbero "creare" o
"inventare" un cristianesimo così "antisemita"?
In che modo questo li avvantaggerebbe? Non ce
lo dicono mai.
Ci
viene solo assicurato dalla folla del "Il cristianesimo è un inganno
ebraico" che è tutto "parte del piano".
È
interessante notare che, se gli ebrei devono condannare il Nuovo Testamento a
causa del suo palese "antisemitismo", allora dovrebbero sicuramente
condannare l'Antico Testamento allo stesso modo.
Avete
letto come “Yahweh” descrive il suo popolo, un popolo così ostinato che
dichiara a Mosè che la sua ira brucerà contro di loro e li distruggerà
completamente (Esodo 32:9)?
Hai
letto come Mosè descrive gli Israeliti, un popolo ribelle e testardo
(Deuteronomio 31:27)?
Avete
letto le molte parole descrittive e apertamente offensive che i profeti usarono
per denunciare gli Israeltiti? Non è bello.
Tuttavia, se queste stesse espressioni fossero
impiegate nel Nuovo Testamento (e alcune di esse lo sono), gli ebrei, con la
tipica reazione istintiva, lo descriverebbero come "antisemita".
Se è
così, forse dovrebbero semplicemente ammettere che l'intera Bibbia è piena di
"antisemitismo"?
Gli
ebrei sono troppo egocentrici per rendersi conto che se rendono
"antisemita" tutto ciò che non gli piace, allora finiranno certamente
per condannare la loro Bibbia ebraica.
È quasi impossibile discernere una verità così
semplice quando si è convinti che il loro popolo sia la "vittima
eterna" della storia e che "l'antisemitismo" sia solo il
risultato della "gelosia" e dell'"odio".
I
cristiani gentili nel Nuovo Testamento sono descritti come un popolo alla pari
con i credenti ebrei.
Insieme, sia gli ebrei che i greci (gentili)
sono descritti come uno in Cristo.
Così,
invece di esaltare gli ebrei come superiori ai gentili, il Nuovo Testamento
pone ripetutamente entrambi i gruppi su un piano di parità (vedere Galati
3:28-29). I privilegi ebraici della circoncisione, la propria discendenza
ebraica e il possesso della Legge mosaica non significano relativamente nulla
negli scritti di Pietro, Paolo, l'autore di Ebrei, e nel libro degli Atti.
Questi
non sono nulla di cui gli ebrei possono vantarsi, come è comune tra gli ebrei.
Perché
gli ebrei decisi a ingannare i gentili dovrebbero permettere che tali concetti
siano creduti, se stanno cercando di controllarli?
Il
Nuovo Testamento, infatti, impiega le stesse espressioni esaltate usate un
tempo dagli antichi israeliti ai cristiani gentili!
Scrivendo
ai credenti gentili, “San Pietro” li descrive come una "stirpe eletta, un
sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo in possesso di Dio" (1
Pietro 2:9).
All'inizio
dell'epistola, Pietro dice a questi stessi cristiani gentili che anche loro
hanno il privilegio di fare ciò che solo gli antichi sacerdoti levitici erano
autorizzati a fare nel tempio, vale a dire, "offrire sacrifici
spirituali" perché sono un "sacerdozio" santo» (1 Pietro 2:5).
Perché
una cabala di ebrei intenti a creare un cristianesimo per ingannare gli stupidi
goyim li ritrae come altrettanto privilegiati e speciali di loro?
Come
si concilia questo con un grande 'piano' per realizzare la supremazia ebraica
in tutto il mondo?
In
Galati 6:16, Paolo si riferisce ai cristiani gentili come "l'Israele di
Dio".
Nella sua epistola ai Romani, egli definisce
anche per i suoi lettori chi è un vero Giudeo:
"Poiché
non è Giudeo colui che lo è esteriormente, né la circoncisione è ciò che è
esteriormente nella carne.
Ma è
un ebreo che lo è interiormente; e la circoncisione è ciò che viene dal cuore,
mediante lo Spirito, non mediante la lettera, e la sua lode non viene dagli
uomini, ma da Dio" (Romani 2:28-29).
Nella
sua lettera ai Filippesi, egli avverte i cristiani gentili di "guardarsi
dalla falsa circoncisione; perché noi siamo la vera circoncisione " (3:2-3).
Il
punto nel fare riferimento a tutti questi passaggi insieme è quello di mostrare
quanto sia assurda l'idea che gli ebrei etnocentrici ed egoisti possono in
qualche modo "inventare" una religione che ponga i disprezzati
gentili su un piano di parità con loro.
Ancora
una volta, è questo il modo in cui gli ebrei non sono noti per pensare e
comportarsi?
Avete
mai conosciuto ebrei che danno ai non ebrei uno status e una posizione
preferenziale rispetto a sé stessi?
L'idea
stessa è assurda!
Sfida
tutto ciò che sappiamo del popolo ebraico.
Storicamente,
e in particolare nei tempi moderni, gli ebrei hanno lavorato febbrilmente per
minare e infine distruggere il cristianesimo.
Anche
quando non riescono ad annullare completamente la fede cristiana, cercano di
diluire il suo messaggio centrale di redenzione.
Per
mezzo di numerose decisioni della corte federale, gli ebrei hanno cercato di
sconfiggere ogni minima influenza religiosa che il cristianesimo potrebbe
permettersi nella pubblica piazza (ad esempio, la preghiera scolastica, i
simboli cristiani sulle proprietà federali o statali, gli sforzi pro-vita) .
Tuttavia,
perché dovrebbero farlo se il Cristianesimo si comporta con il loro grande
'piano' di ingannare e infine controllare i gentili?
Non
vorrebbero che l'influenza del cristianesimo si diffondesse se fosse in realtà
ideata per intrappolare i goyim?
Com'è
possibile che organizzazioni di attivisti ebraici come l'ADL e l'SPLC non siano
a conoscenza di questa grande cospirazione per ingannare i Bianchi per mezzo
del Cristianesimo?
Anche
l'idea che l'America sia una "nazione cristiana" ha un gran numero di
ebrei in armi.
Ma
perché?
Questo
non sarebbe in linea con "il piano"?
In che
modo l'opposizione a tutto ciò che è cristiano sarebbe servita a beneficiare
del 'piano' di abili ebrei che potenzialmente 'inventarono' il cristianesimo
per ingannare i gentili?
Mentre
è vero che i singoli cristiani e le nazioni cristiane europee nel corso dei
secoli hanno dato al popolo ebraico una certa quantità di simpatia e rifugio
dai loro nemici, alcune considerazioni importanti devono essere tenute a mente
prima di soccombere al punto di vista "il cristianesimo" è un inganno
ebraico".
La
prima è che, mentre gli ebrei a volte ricevettero rifugio dalle nazioni
cristiane, queste stesse nazioni li espulsero anche quando gli ebrei si
approfittarono dei nativi.
Quando
i cristiani ne ebbero abbastanza dei loro intrighi monetari, dell'usura, delle
industrie del vizio, della loro riluttanza ad assimilarsi e dei loro modi
parassitari, gli ebrei ottennero lo stivale collettivo.
A loro è successo più di un centinaio di
volte, in effetti.
La
seconda cosa da notare è che i cristiani europei non hanno permesso che i loro
sentimenti "antisemiti" nei confronti degli ebrei venissero
schiacciati perché il fondatore della loro religione era ebreo.
Non avevano tale colpa perché comprendevano la natura
ambigua degli ebrei.
È
diventato un fenomeno recente tra i cristiani moderni sentirsi in colpa per
tutto ciò che è collegato all'Olocausto, alla schiavitù e alla razza, perché siamo stati costantemente
bombardati dalla propaganda ebraica negli ultimi 60 anni che ci dice quanto
siamo malvagi per il solo fatto di essere bianchi.
I
sostenitori della teoria secondo cui il cristianesimo è semplicemente un
"piano ebraico per intrappolare i gentili creduloni" non sono
riusciti a cogliere quanto la teologia cristiana sia profondamente opposto al
legalismo ebraico, alla stessa “Legge mosaica”.
Gli
scrittori del Nuovo Testamento, per esempio, devono la Legge come appartenente
a un'epoca antica che è passata con la venuta di Cristo (Romani 7:4-6; 1
Corinzi 9:20-21; Galati 3:24-26; 5:1).
Il punto di partenza dell'obbedienza
cristiana, quindi, è ciò che Gesù disse e non ciò che Mosè dichiarò sul monte
Sinai (Matteo 17:1-8; Giovanni 1:17; Ebrei 3:1-6).
La
Legge stessa era "solo un'ombra dei beni futuri e non la forma stessa
delle cose" (Ebrei 10:1).
Il
Nuovo Patto ha sostituito l'Antico Patto ed è anche descritto come un
"patto migliore" che è stato promulgato su "migliori
promesse" (Ebrei 7:22; 8:6-13).
L'intero
sistema levitico con i suoi sacrifici animali, i suoi sacerdoti, il suo tempio
e persino le antiche promesse di terra sono stati eliminati in Cristo (Ebrei
7:12; 9:1-24; 11:8-16).
I cristiani cercano un "paese migliore,
cioè un paese celeste" (Ebrei 11:16), e non un fazzoletto di terra arido e
polveroso in Palestina.
Considerando
questo, ha davvero senso pensare che gli ebrei conniventi scrivano cose così
condannanti sul loro sistema religioso, sulle sue leggi e sullo stesso patto
tra loro e Yahweh in qualche bizzarro tentativo di rendere i gentili solidali
con la loro situazione contro l'impero romano?
Semmai, sembrerebbe avere l'effetto opposto,
poiché provocherebbe i non ebrei a rendere conto che le credenze religiose
ebraiche sono state abbandonate persino dal loro stesso Dio!
Tenderebbe
a dipingere gli ebrei osservanti che ancora si aggrappano alle loro tradizioni
religiose come se lo facessero invano.
Come
può un racconto palese antigiudaismo conquistare i "cani gentili"
quando il cristianesimo che gli ebrei valorizzanti "inventano"
condanna tutti i loro credi religiosi e le loro antiche istituzioni?
Come tutto potrebbe questo essere visto come
"pro-ebraico"?
L'intera teoria è un po' troppo intelligente
per il suo bene.
Alcuni
razzisti bianchi anti-cristiani hanno sostenuto che la diffusa popolarità del
"sionismo cristiano" negli Stati Uniti serve come "prova"
di come gli ebrei hanno ingannato le masse gentili attraverso il
"trucco" del cristianesimo.
Questi stessi "sionisti cristiani",
è vero, sostengono ogni possibile causa ebraica.
Finanziano anche milioni di dollari all'anno a
enti di beneficenza organizzati da Israele ea organizzazioni politiche
ebraiche.
Eppure
ciò che spesso non viene sottolineato è quanto sia relativamente recente il
movimento "sionista cristiano" in America.
Sì, ci
sono pastori cristiani influenti come “John Hagee” che non fanno quasi altro
che esortare i cristiani a 'stare dalla parte di Israele'.
Non
c'è dubbio che la “Bibbia di Schofield” del 1909 abbia avuto un'enfasi
apertamente filo-israeliana nell'ultimo secolo e abbia fatto molto per
diffondere le insidiose credenze del Dispensazionalismo.
Fu
finanziato e promosso da un ebreo, “Samuel Untermeyer “.
Ma
questa non è stata la posizione storica della maggior parte delle chiese
protestanti né della Chiesa cattolica.
I cristiani protestanti riformati, infatti,
sono stati in prima linea nella pubblicazione di libri critici del
"sionismo cristiano" e della teologia dispensazionale.
Secoli
prima della pubblicazione della “Bibbia di Schofield”, quindi, i cristiani non
erano così filo-ebraici come alcuni immaginano.
Il
riformatore protestante, “Martin Lutero”, non ebbe crisi di coscienza quando
scrisse la sua opera graffiante, “Gli ebrei e le loro menzogne” (1543).
Apparentemente,
il grande piano tra gli astuti ebrei di inventare un cristianesimo
"pro-ebraico" non ha funzionato così bene come pensavano per la
maggior parte della storia della chiesa.
Infine,
dobbiamo affrontare la questione se San Paolo il "rabbino" ha
inventato il cristianesimo.
Questa
è un'obiezione comune sollevata dai teologi liberali, compresi quelli che sono
razzisti bianchi anti-cristiani.
Lo
spazio non permetterà un esame dettagliato di questo problema, ma un paio di
punti degni di nota possono aiutare il lettore a riconoscere che questa teoria
dell'origine del cristianesimo difficilmente renderà giustizia all'evidenza
quando viene soppesata in modo equo.
Paolo,
senza dubbio, ha svolto un ruolo di primo piano nella formulazione di gran
parte della teologia cristiana, ma questo non è esattamente la stessa cosa che
ha "fondato" la fede cristiana.
Mentre alcuni potrebbero obiettare che le
lettere di Paolo sono state costituite per servire come diatribe
"anti-romane", tuttavia questo sembra meno che convincente se si
considera che egli istruì i primi cristiani in “Romani 13” a
"sottomettersi alle autorità governative, a non resistergli perché sono
stati stabilità da Dio", a "pregare per loro", "a pagare le
tasse, " e di "rendere onore a chi è dovuto" (vv.1-7).
San
Pietro, allo stesso modo, comanda ai suoi lettori: "Sottomettetevi per
amore del Signore ad ogni istituzione umana, sia al re come colui che ha
autorità, sia ai governatori, come da lui inviati, per castigare i
malfattori" (vv.13 -14).
Se
questo non è abbastanza chiaro, li esorta ulteriormente a "onorare il
re" (v.17).
Siamo
costretti a chiederci:
perché
un gruppo di scrittori "filo-ebrei" dovrebbe dire queste cose,
specialmente quando il loro scopo principale è quello di ingannare i gentili in
modo che diventino "anti-romani" come loro?
In che
modo tutto questo può promulgare una teologia anti-romana?
In
tutta onestà, non posso "dimostrare" la mia posizione, almeno non con
soddisfazione di tutti.
Il
meglio che potrei fare è fornire delle ragioni, comprese alcune prove interne
agli stessi scritti del Nuovo Testamento, per cui l'idea che Paolo sia il
fondatore del cristianesimo non è plausibile.
Per
esempio, Paolo si preoccupò di preservare un insieme di tradizioni che aveva
dagli apostoli (2 Tessalonicesi 2:15).
Egli,
a sua volta, esorta i cristiani ad attenersi fermamente a tali tradizioni.
Appellarsi
a un nucleo di credenze e tradizioni già in circolazione e ben note tra le più
grandi comunità cristiane ha poco senso se Paolo è un anticonformista o un
inventore di nuovi insegnamenti di cui non si era mai sentito parlare prima.
Paolo
era attento a distinguere tra le sue parole o opinioni e quelle di Gesù (1
Corinzi 7:12).
Indica la sua riluttanza ad attribuire a Gesù parole
che erano semplicemente sue.
Questo genere di cose non si addice a qualcuno
desideroso di plasmare un Gesù o di creare nuove dottrine dal nulla.
Inoltre,
non c'è alcuna prova convincente che gli scrittori dei Vangeli abbiano preso le
loro idee da Paolo, come se egli fosse la fonte indiscussa di ciò che avrebbero
dovuto dire e scrivere.
In effetti, la cosa interessante è come
nessuna delle controversie teologiche affrontate nelle epistole di Paolo si
trova nei Vangeli.
Si
potrebbe pensare che se si inventassero tutto, troverebbero il modo di inserire
un detto di Gesù che chiarisca qualsiasi questione di disputa teologica.
Ma
questo non accade mai nemmeno una volta.
La
ragione per cui Paolo non si appellava sempre ai detti o agli eventi dei
Vangeli (anche se a volte lo fa) è perché le sue lettere erano di natura ad
hoc, il che significa che avevano lo scopo di affrontare problemi immediati e
controversie presenti nelle chiese che aveva fondato.
Questi
erano argomenti che preoccupavano i cristiani a cui scriveva.
Così,
i Vangeli presentano il fondamento di chi i cristiani hanno creduto, mentre le
successive epistole di Paolo e Pietro servono come istruzioni e pratiche per la
vita cristiana – vale a dire, come deve essere vissuta ora che sono giunti alla
fede in Gesù.
Infine,
anche se si può affermare che Paolo era un ingannatore e sostenere che "si
è inventato tutto", questo non è il tipo di personaggio che troviamo
raffigurato nelle sue epistole.
Invece,
troviamo una persona che sembra devota alla verità, disposta a subito abusi e
rifiuti per amore del Vangelo, disposta a vivere in povertà piuttosto che
arricchirsi a spese degli altri, disposta a essere ridicolizzata piuttosto che
distruggere la sua testimonianza personale, e allo stesso tempo esorta con
forza i singoli cristiani e i leader della chiesa a vivere con circospezione,
santi e onorevolmente in tutto ciò che fanno (vedere Atti 20,33-35).
Anche
Pietro parla affettuosamente di Paolo e si riferisce alla "sapienza che
Dio gli ha dato" (2 Pietro 3:15-16).
Niente
di tutto ciò suggerisce una natura ambigua da parte sua o la manipolazione di
persone ed eventi per inventare una religione per rovesciare Roma.
Conclusione.
L'intera
nozione che il cristianesimo sia stato semplicemente inventato dagli ebrei per
ingannare i gentili e, quindi, renderli anti-romani e filo-ebraici è
insufficiente in ogni punto.
Non
può spiegare le molte esplicite affermazioni anti-farisaiche che si trovano nel
Nuovo Testamento.
Non si
sa logicamente spiegare perché questi scrittori filo-giudaici mettessero i
disprezzati gentili sullo stesso piano di loro.
Tutto ciò che lo riguarda è in contrasto con
ciò che sappiamo storicamente ed esperienzialmente del popolo ebraico in
termini di etnocentrismo, arroganza e natura autoglorificante.
Una
buona lettura del libro degli Atti, compresa quella delle lettere di Paolo e
Pietro, ritrae i primi cristiani come non particolarmente antiromani.
Questo
non significa che non considerassero Roma moralmente corrotta e politeista, ma
solo che questa non era la loro principale preoccupazione.
In
effetti, ci sono molti più passaggi che condannano le false tradizioni
religiose tra i rabbini, compresi gli avvertimenti contro i falsi insegnanti
ebrei, che quello di diffamare l'impero romano (vedere Filippesi 3:1-9).
La
teoria di una teologia ingannevole e manipolatrice creata e promossa dagli
ebrei fallisce perché i suoi sostenitori non si preoccupano mai o raramente di
seguirne il risultato logico o le implicazioni.
Perché,
per esempio, una serie di documenti (Nuovo Testamento) scritti da autori
"filo-ebraici" dipinge ripetutamente il popolo ebraico nella peggiore
luce possibile, attaccando non solo i loro antichi alberi genealogici
abramitici in cui confidavano, ma esponendo l'intero sistema rabbinico di quel
periodo come una farsa?
In che modo questo spingerebbe i gentili ad
essere "pro-ebrei"?
Perché
questi stessi autori esortavano i seguaci di Gesù a sottomettersi al governo
romano e ad altri governanti pagani se i loro sforzi erano motivati da una
"teologia antiromana"?
Niente
di tutto ciò ha un po' di senso perché la teoria è di natura reazionaria ed
emotiva.
È coltivata e diffusa da coloro che sanno poco
o nulla del cristianesimo, della sua storia e della sua teologia.
Sembra
persuasivo solo per coloro che non hanno l'acume di scavare più a fondo e porre
domande serie al riguardo.
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