Dio, patria e famiglia.

 

Dio, patria e famiglia.

 

 

La premier dell'Alberta Danielle Smith

difende con forza i diritti dei genitori

nell'educazione dei propri figli.

Lifestenews.com - Antonio Murdoch – (6 nov. 2023) – ci dice:

 

"Indipendentemente da quanto spesso l'estrema sinistra mina il ruolo dei genitori, voglio che tu sappia che i diritti dei genitori e la scelta nell'educazione di tuo figlio sono e continueranno ad essere un principio fondamentale di questo partito in questo governo."

CALGARY, Alberta ( LifeSiteNews ) – La premier dell’Alberta Danielle Smith ha detto durante il fine settimana a circa 3.800 membri del suo Partito conservatore unito (UCP) che difende inequivocabilmente i diritti dei genitori, affermando che la società dipende da “famiglie forti e amorevoli” e che i genitori sono i “principali caregiver” ed educatori” dei loro figli.

“Voglio che tutti i genitori che ascoltano oggi mi sentano forte e chiaro.

I genitori sono i principali tutori ed educatori dei loro figli", ha detto” Smith” tra acclamazioni rauche mentre si rivolgeva ai membri dell'”UCP” all'”AGM” del partito tenutasi lo scorso venerdì e sabato.

“Non possiamo avere una provincia di successo, o una società di successo senza famiglie forti e proficue.

E indipendentemente da quanto spesso l’estrema sinistra mina il ruolo dei genitori, voglio che tu sappia che i diritti dei genitori e la scelta nell’educazione di tuo figlio sono e continueranno ad essere un principio fondamentale di questo partito in questo governo”.

Le osservazioni di Smith arrivano in un momento in cui l'estrema sinistra e gli attivisti “LGBT” stanno spingendo affinché la loro propaganda venga collocata nelle scuole pubbliche.

Tuttavia, “Smith” ha affermato che il suo partito e il suo governo “non si scuseranno mai” per aver sostenuto i diritti dei genitori.

Mentre l’Alberta deve ancora introdurre ufficialmente una legislazione per combattere l’estrema sinistra che cerca di spingere la loro agenda” LGBT “nelle aule scolastiche, i governi guidati dai conservatori del Saskatchewan e del New Brunswick sono arrivati ​​​​al punto di implementare in legge le politiche sul consenso dei genitori.

Il Saskatchewan, sotto il premier “Scott Moe”, ha recentemente approvato una nuova politica a tutela dei diritti dei genitori secondo la quale i genitori devono essere informati se il loro bambino cambia “genere” a scuola.

Moe” ha seguito l'esempio del premier del New Brunswick “Blaine Higgs”, che è stato condannato all'inizio di quest'anno dagli attivisti “LGBT” per aver rivisto la politica provinciale sull'“identità di genere” che consentiva alle scuole di nascondere lo status di “transgender” degli studenti ai genitori.

Secondo la nuova normativa, gli insegnanti necessitano del consenso dei genitori per utilizzare nomi o pronomi diversi per gli studenti di età inferiore a 16 anni.

All'”Assemblea generale dell'UCP”, tenutasi il 3 e 4 novembre a Calgary, i membri del partito hanno approvato una serie di risoluzioni che chiedono la tutela dei diritti dei genitori.

“La risoluzione 8”, approvata dai membri dell’UCP, richiede il consenso dei genitori affinché i bambini “cambiano” i loro pronomi a scuola.

I membri dell'UCP hanno inoltre approvato “la risoluzione 17”, che chiede al partito di sostenere un disegno di legge globale sui "diritti dei genitori" che garantisca che tutta la legislazione riconosca e sostenga il diritto dei genitori di essere informati e responsabili di tutte le decisioni relative a tutti i servizi pagati dalla provincia, compresa l’istruzione e l’assistenza sanitaria”.

I membri del partito hanno anche approvato “la risoluzione 20”, che chiede al partito di vietare l'uso di materiale pornografico da parte degli insegnanti.

Negli ultimi mesi, molti canadesi preoccupati hanno protestato contro l’indottrinamento “LGBT” nelle scuole del paese.

A settembre, migliaia di canadesi da una costa all'altra hanno partecipato alla “Million Pearson March”.

Secondo la legge dell’Alberta, secondo la costituzione, la scelta dei genitori nell’istruzione nella provincia comprende molte opzioni come scuole pubbliche, scuole cattoliche finanziati con fondi pubblici, scuole charter, istruzione domiciliare e scuole private.

 I diritti dei genitori, tuttavia, non hanno impedito agli attivisti “LGBT” di cercare di imporre la loro agenda alle scuole pubbliche.

A settembre, “Smith” ha rifiutato di espellere un “membro del caucus” che aveva partecipato alla “Marcia di un milione di persone” contro l’indottrinamento “LGBT”, aggiungendo di essere “in sintonia con i genitori” che non vogliono che ai loro figli vengano insegnati contenuti sessuali espliciti a scuola.

 

 

DIO, PATRIA, FAMIGLIA E LE

PARANOIE DI UN POTERE INSICURO.

 Spazioliberoblog.com – (21 settembre 2023) - NICOLA R. PORRO – ci dice:

(Un luogo aperto in cui confrontare le idee.)

 

La nostra premier, in un sussulto di ritorno alle origini, ha rispolverato il motto mazziniano – Dio, patria e famiglia – offrendone una declinazione impropria e una versione deformante.

 Il Dio di Mazzini non aveva nulla a che fare con quello delle religioni storiche:

 era il Creatore dell’universo che ispirava l’illuministica religione dell’umanità evocata nel XIX secolo da “Auguste Comte” in opposizione alle teologie tradizionali.

Quanto alla patria non si capisce con che coraggio la destra italiana si appropri di valori e idealità estranei alla sua storia.

Vogliono arruolare il repubblicano Mazzini, il socialista Garibaldi, il libertario Pisacane nelle fila della destra?

Consultassero almeno un Bignami per l’esame di Storia.

 La famiglia, poi: in quale mondo vivono questi guardiani della conservazione? Siamo ancora alla retorica della “cellula primaria”?

 Credo di no, a giudicare almeno dalla legittima libertà con cui i nostri governanti gestiscono le proprie convivenze, paternità e maternità.

Il motto mazziniano, maldestramente citato, intendeva piuttosto mobilitare e nobilitare una lotta di popolo per l’unificazione del Paese, la liberazione dallo straniero e una società democratica.

Conteneva un appello a liberare l’Italia:

la nostra patria – la terra dei padri – e non l’espressione geografica con cui l’aveva dispregiativamente definita il cancelliere Metternich nel 1847.

Questione nazionale e questione sociale erano strettamente intrecciate nel movimento risorgimentale.

Il nostro patriottismo non ha niente a che vedere con un’angusta, seppure legittima, rivendicazione territoriale.

 Promuove la rivolta contro tutti i poteri reazionari, fa propria una visione cosmopolitica, solidarizza nel 1863 con l’insurrezione indipendentistica della Polonia.

La “Giovine Italia” di Mazzini annuncia la “Giovine Europa”.

Garibaldi e Mazzini partecipano a Londra, nel 1864, alla fondazione dell’Internazionale Socialista.

 Nel corso della quale i congressisti decidono all’unanimità di adottare, come simbolo identitario del movimento, il colore rosso delle camicie garibaldine.

 Democratico per definizione, il movimento risorgimentale è progressista per vocazione e alieno da ogni forma di nazionalismo.

Sogna un’Italia aperta al mondo, promotrice di un’Europa “dei popoli e dei diritti”.

Il nostro Risorgimento, insomma, non ha davvero nulla a che spartire con la rappresentazione falsa e retorica che ne avrebbe offerto il fascismo e che si riaffaccia nella narrazione sovranista della destra contemporanea.

Temo però che non si tratti soltanto di propagandismo o di pura e semplice ignoranza.

 In gioco c’è forse una questione più profonda che riguarda il significato e il valore attribuiti alla nozione stessa di identità.

Allo scopo le parole pronunciate nei giorni scorsi a Budapest da Giorgia Meloni sono esemplari e insieme inquietanti.

 Ci riportano indietro nel tempo, a quel surreale comizio di Valenza del giugno 2022 quando l’attuale premier aveva solleticato gli umori di una destra così spaventata dalla modernità da rifugiarsi in rassicuranti identità pre-politiche: essere donna, madre, cristiana, italiana… una collana di disarmanti banalità gridate come proclami di battaglia.

Utili forse, nelle intenzioni, a eccitare il fascistume di Vox le cui notti sono evidentemente popolate dall’incubo delle misteriose, ma sicuramente spietate e potentissime, ‘lobby lgbtq’.

L’appello all’identità, la priorità ideologica ad essa conferita, descrivono del resto un nitido perimetro subculturale.

Servono a rovesciare e screditare un’idea alternativa – e ben più legittima – di identità.

 Quella che assume la diversità come risorsa, che non teme la contaminazione, che vuole essere protagonista del progresso senza complessi e senza alterigia.

Un’ampia maggioranza della destra italiana – purtroppo lontana dal liberismo conservatore d’impronta occidentale – è ancora evidentemente prigioniera dei propri fantasmi.

 Ha urlato Giorgia Meloni che «… Tutto ciò che ci definisce è sotto attacco. Siamo solo numeri, strumenti, nelle mani di coloro che ci vogliono manovrare».

 Tanta enfasi esige però qualche precisazione.

Per esempio: che cosa mai dovrebbe definirci?

 E quale identità saremmo chiamati – e persino tenuti – a condividere?

Per andare sul sicuro ho provato a interpellare l’Enciclopedia Treccani che così definisce la nozione di ‘identità’:

 «L’essere tutt’uno, di persona o cosa che in un primo tempo sia apparsa con nome o aspetti diversi che abbiano fatto credere trattarsi di persone o cose distinte».

Formulazione un po’ involuta ma indubbiamente suggestiva.

 Ci interroga, ci costringe a riflettere.

Solleva un dubbio che pesa come un macigno: ma esiste qualcosa che possiamo battezzare con certezza identità, senza ambiguità o reticenze?

E se identità non fosse altro che il prodotto di un bisogno di riconoscersi, di trovarsi e di ritrovarsi?

In altre parole, un bisogno sociale che costruisce l’identità attorno a un’idea di comunità.

Con un’avvertenza di capitale importanza:

ogni comunità umana è il prodotto storico di diversità che si sono incontrate, contaminate, integralmente fuse o provvisoriamente costituite.

 Le radici dell’identità affondano nelle diversità, le assumono, le rigenerano.

La nostra identità non è che il prodotto di infinite osmosi, contaminazioni, trasformazioni.

La Storia con la esse maiuscola rappresenta il tentativo di gettare un po’ di luce sui processi che nel tempo hanno conferito identità a comunità che si sono incessantemente incontrate, scontrate, mescolate e trasformate.

Proprio la Storia con la esse maiuscola dovrebbe insegnarci che il “successo” delle culture umane è sempre direttamente proporzionale alla capacità di produrre identità valorizzando, e non sopprimendo o mortificando, le diversità.

È un crogiolo di fusione (melting pot) l’immagine che la sociologia americana ha associato sin dai primi del Novecento agli Usa.

Non proprio un Paese di retrovia…

Analogamente, credere in Dio è un nobile sentimento se non produce uno stigma verso chi non crede o coltiva altre fedi.

 L’amor di patria perde ogni nobiltà se si traduce in disprezzo delle patrie altrui.

 La famiglia conserva la propria funzione sociale nella misura in cui non diventa vessillo e strumento per anacronistiche campagne conservatrici.

La Storia stessa è un universo di trasformazioni.

Le categorie del presente non sono capaci di spiegare il passato né di predire il futuro.

Talvolta ci forniscono però preziosi idealtipi, capaci di resistere al tempo.

La Roma dei Cesari ha fornito l’imprinting dell’imperialismo politico-militare.

Allo stesso tempo, costituiva per l’epoca una metropoli multietnica e multiculturale paragonabile all’attuale New York.

E quanti mutamenti, quante variazioni sul tema, quante variazioni di senso hanno conosciuto nei secoli le parole chiave di cui ci occupiamo!

Tornando alla nostra riflessione, ad esempio, chi ha detto che la Patria o la Nazione, rappresentino solo nozioni anacronistiche e incarnino solo sentimenti regressivi?

Abbiamo rimosso la Resistenza italiana, il Vietnam, i movimenti anticolonialistici del Terzo Mondo?

Ciò che è essenziale è piuttosto esorcizzare le paure senza rinunciare al banale buon senso.

Nessuno scandalo, nessuna minaccia alla democrazia, se allo stadio ci dividiamo in ‘Noi’ e ‘Loro’.

Parliamo di gioco, di competizione, di una teatralizzazione dell’antagonismo circoscritta in un tempo di novanta minuti e nello spazio di un rettangolo erboso. Può anche scapparci una scazzottata, ma altra cosa è tracciare una linea di demarcazione invalicabile che separa ciò che io sono da ciò che è l’altro.

 L’avversario si trasforma inevitabilmente nel nemico solo quando è percepito come il ‘diverso da me’.

È in questo tornante che il patriottismo può degenerare nel nazionalismo e persino farsi complice dei suoi orrori.

Se dimentichiamo che tutti noi, cittadini di ogni tempo e di ogni latitudine, siamo sempre uguali e contemporaneamente sempre diversi – e se non trasmettiamo questa convinzione a chi verrà dopo di noi – anche un’innocua domanda di identità potrà liberare tossine.

Il primato assegnato all’identità può comprimere e reprimere un’idea di società in cui si cammina insieme e insieme si affrontano rischi, difficoltà, dissensi.

 Le domande giuste cui rispondere sono invece di disarmante semplicità:

perché dovremmo preoccuparci di difendere un’identità che non abbiamo mai perso?

 Perché temiamo di smarrire una delle poche cose che è impossibile smarrire? Perché fantastichiamo su un’identità collettiva univoca quando esistono infinite differenti identità, individuali e collettive?

 Che senso ha fare appello alla difesa di un’identità fintamente univoca, ipostatizzata, e perciò manipolabile da qualsiasi demagogo?

Parlare una sola lingua, nell’accezione estensiva e metaforica del termine, prima che illiberale, è miope.

 Le libere e prospere società dell’Occidente – quelle che un vecchio umorista aveva definito” le peggiori del mondo, fatta eccezione per tutte le altre” – sono tali in quanto sono (spesso) società multiculturali nonché protagoniste di incessanti contaminazioni.

 Dove vuole arrivare la destra quando finge di credere che i suoi avversari desiderino un futuro nel quale sia negata la possibilità di essere chi siamo?

Sino a prova contraria sono piuttosto le autocrazie – non tutte, ma in larga maggioranza, impregnate del pensiero reazionario – a perseguire simili disegni.

 I veri leader, quelli capaci di ispirare i propri seguaci, ma anche di dialogare con i propri avversari, devono sapersi misurare con il dubbio. Perché non confrontarsi civilmente su questioni cruciali: sappiamo davvero da dove siamo arrivati?

Siamo consapevoli del fatto che ignorare o manipolare la Storia condanna a riviverne gli orrori?

 E soprattutto: abbiamo idea di un possibile approdo del cammino comune? Abbiamo una mappa per raggiungere una destinazione condivisa?

O sbraitare su Dio, patria e famiglia è solo un diversivo di fine estate per non parlare di attese deluse e promesse non mantenute?

(NICOLA R. PORRO)

 

 

 

 

Elon Musk dice a Joe Rogan

che crede ancora che George Soros

"odi fondamentalmente l'umanità."

Lifesitenews.com – Andrea Walzer – (6 novembre 2023) – ci dice:

'Far eleggere i procuratori distrettuali che si rifiutano di perseguire i reati;

questo è parte del problema a San Francisco, Los Angeles e in un sacco di altre città", ha detto Musk di George Soros. 

(Life Site News) — Elon Musk ha criticato il miliardario di sinistra George Soros, affermando in una recente intervista con il “podcaster Joe Rogan” che il mega-donatore “odia fondamentalmente l’umanità”.

“Secondo me, lui [Soros] odia fondamentalmente l’umanità”, ha detto Musk a Rogan in un episodio del podcast trasmesso il 31 ottobre.

“Sta facendo cose che erodono il tessuto della civiltà”.

Come esempio dei misfatti di Soros, Musk ha citato il finanziamento dei famigerati “Soros DA” [procuratori distrettuali].

“Far eleggere procuratori distrettuali che si rifiutano di perseguire il crimine; questo è parte del problema a San Francisco, Los Angeles e in molte altre città", ha affermato il magnate della tecnologia.

“Credo che sia il principale collaboratore del Partito Democratico”, ha detto Musk.

 Secondo “opensecrets.org”, Soros è stato il maggiore donatore del Partito Democratico per quanto riguarda i contributi federali nel 2022.

Musk ha spiegato che Soros è “molto intelligente” quando usa i fondi per raggiungere i suoi obiettivi.

“Notoriamente, ha venduto allo scoperto la sterlina britannica; è così che penso che abbia guadagnato i suoi primi soldi", ha detto. "È bravo a individuare... un rapporto qualità-prezzo che gli altri non vedono."

Musk ha osservato che questa capacità di individuare opportunità con un buon rapporto qualità-prezzo è il motivo per cui Soros investe così tanto nelle elezioni locali.

"Una delle cose che ha notato è che il rapporto qualità-prezzo nelle gare locali è molto più alto che nelle gare nazionali", ha detto.

“Il rapporto qualità-prezzo più basso è una corsa presidenziale.

 Il successivo rapporto qualità-prezzo più basso è una corsa al Senato, poi un Congresso”, ha continuato Musk.

"E una volta che si arriva ai procuratori distrettuali della città e dello stato, il rapporto qualità-prezzo è estremamente buono."

In questo modo, Soros ha influenzato l’applicazione della legge senza dover cambiare le regole sui libri, ha sostenuto Musk.

“Soros ha capito che in realtà non è necessario cambiare le leggi; devi solo cambiare il modo in cui vengono applicate.

"Se nessuno sceglie di far rispettare le leggi, o le leggi vengono applicate in modo differenziato, allora è come cambiare le leggi", ha affermato.

(​​Elon Musk attacca Soros e suo figlio: "Distruggere la sicurezza pubblica" con i finanziamenti ha svegliato i procuratori distrettuali "devono fermarsi").

Dite al Congresso di abrogare la legge “FACE”: salvare i bambini dall'aborto non dovrebbe essere un crimine.

Ha svegliato il "virus della mente" che ha infettato il mondo.

In un'altra parte dell'intervista, Rogan ha chiesto a Musk perché avesse deciso di acquistare Twitter/”X” un anno fa.

 Il miliardario della tecnologia ha affermato di ritenere che il “vecchio Twitter” stia avendo “un effetto corrosivo sulla civiltà”.

Musk ha affermato che il “vecchio Twitter”, intendendo la società prima di acquisirla, era “fondamentalmente un braccio del governo” e “fondamentalmente controllato dall’estrema sinistra”.

Ha detto che parte del motivo per cui Twitter si è inclinato così tanto a sinistra è stata la sede dell'azienda a San Francisco, una delle città più “di estrema sinistra” degli Stati Uniti.

“… Penso che San Francisco sia una bellissima città, e dovremmo davvero lottare duramente per… raddrizzare la nave di San Francisco.

Se cammini per il centro di San Francisco, proprio vicino al quartier generale di “X”/Twitter, è un'apocalisse di zombie", ha dichiarato Musk.

Ha detto che bisogna chiedersi: “Quale filosofia ha portato a questo risultato?”

Musk ha descritto questa filosofia come un “virus della mente” (in precedenza lo aveva definito il “virus della mente sveglia”).

“Quella filosofia veniva trasmessa alla Terra”, ha detto.

“Una filosofia che normalmente sarebbe piuttosto di nicchia e geograficamente limitata, in modo che… l’area delle ricadute fosse limitata, è stata effettivamente dotata di un’arma informatica, un’arma tecnologica per propagare quello che è essenzialmente un virus mentale al resto della Terra.

 E l’esito di quel virus mentale è molto chiaro se si cammina per le strade del centro di San Francisco. È la fine della civiltà”.

(​​Elon Musk incolpa le scuole della California per aver scatenato la confusione di genere del figlio con il "virus della mente sveglia").

Il “culto della morte di sinistra” sta “propagando l’estinzione dell’umanità.”

Rogan ha definito la filosofia del "woke" un "culto della morte", al che Musk ha risposto: "È esattamente giusto".

Musk ha definito gli ideologi di sinistra “estinzionisti” che stanno “propagando l’estinzione dell’umanità”.

 

Il miliardario ha affermato che questa propaganda è per lo più “implicita”, ma “a volte è esplicita”, come nel caso di un attivista apparso sul frontespizio del” New York Times” che desiderava che la popolazione umana fosse ridotta a zero.

“Quel culto della morte era responsabile dei social media ed è ancora in gran parte su Google e Facebook”, ha affermato Musk.

“Non sono a favore dell'estinzione umana; lo sono e possono andare all’inferno”, ha dichiarato.

Musk ha avvertito che “se si porta l’ambientalismo alle estreme conseguenze, si inizierà a vedere l’umanità come una piaga sulla superficie della terra”.

“Ma questo in realtà è falso”, ha affermato. “La Terra potrebbe ospitare probabilmente dieci volte la civiltà attuale.”

“Se inizi a pensare che gli esseri umani siano cattivi, allora la conclusione naturale è che gli esseri umani dovrebbero estinguersi”.

Il magnate della tecnologia ha inoltre avvertito che se i modelli di intelligenza artificiale saranno programmati dagli “estinzionisti, la loro funzione di utilità sarà l’estinzione dell’umanità”.

“Il movimento ambientalista, e io sono un ambientalista, è andato troppo oltre; sono andati troppo oltre”, ha concluso Musk.

 

 

 

L’obiettivo sinistro dell’agenda del

“cambiamento climatico”: il controllo

 totale su una cittadinanza spopolata.

Lifesitenews.com - Ron Barca – (Lun. 28 agosto 2023) – ci dice:

 

Il “cambiamento climatico” in definitiva non riguarda i combustibili fossili e le vendite di veicoli elettrici.

Si tratta invece di un mezzo per raggiungere un fine, un obiettivo diabolico e sinistro di controllo a vantaggio delle élite: lo spopolamento.

(WND News Center) – Controllo del clima. È molto più di quel quadrante rotondo sul muro.

I governi attuali la vedono come un’opportunità molto più importante, estesa e di vasta portata che, di fatto, non è altro che un’intrusione nelle casse monetarie e nelle posizioni di potere dei loro cittadini – un’opportunità per diffondere la ricchezza a donatori e sostenitori politici, acquisendo al contempo un controllo più autoritario.

Ci sono due elementi commoventi in questo “gioco di truffa” perpetrato nei confronti dell’America e del mondo.

Il primo è un esercizio più diretto e ovvio, basato sulla retorica presentata e sulle azioni intraprese.

​​(Ad esempio il cardinale Schönborn diffonde una falsa narrativa sul clima attribuendo la colpa degli incendi al riscaldamento globale).

 

L’intrusione nella vita pubblica è palesemente evidente quando il governo grida “CRISI CLIMATICA “ed esercita le misure che ha adottato:

azioni basate su affermazioni di eccessivo inquinamento dei combustibili fossili, innalzamento del livello del mare, inondazioni, uragani, incendi e distruzione del mondo.

Da qui il loro dettato di eliminare stufe a gas, scaldabagni, caminetti, tosaerba, vietando persino le auto a combustione interna e i veicoli elettrici a spinta, insieme alla loro energia eolica e solare più pulita ma meno efficiente.

Dal primo giorno alla Casa Bianca, il presidente ha cancellato e limitato i gasdotti e la produzione.

Attenzione all’ordine esecutivo “Emergenza climatica”.

Le analisi dei recenti incendi alle Hawaii sono un’estensione di questa retorica sul clima.

In poche ore alcuni hanno proclamato la narrativa del “riscaldamento globale/crisi climatica” come causa di distruzione e perdita di vite umane.

In effetti, le decisioni di “Green New Deal/sostenibilità” da parte della compagnia elettrica potrebbero essere responsabili – rifiutandosi di gestire adeguatamente la crescita eccessiva della vegetazione delle proprie infrastrutture, concentrando invece sforzi e denaro nell’acquisto di pannelli solari dalla Cina e perseguendo altre alternative energetiche.

Inoltre, le “preoccupazioni della società” si sono scatenate quando il leader delle risorse idriche delle Hawaii, più interessato all'equità idrica per le piante che a consentirne l'uso per proteggere proprietà e vite a “Lahaina”, non l'ha fornita ai vigili del fuoco.

Le conseguenze di questa crisi climatica continuano a rappresentare una minaccia attraverso l’aumento dei prezzi del gas alla pompa, mentre la fornitura viene ridotta e i costi complessivi aumentano.

Va considerato che quasi il 72% delle merci viene consegnato tramite camion e circa il 28% su rotaia, entrambi alimentati a gasolio.

Dire al G20 di abbandonare le politiche climatiche radicali che causano inflazione e blackout aumentando il costo del carburante, si aumenta anche il costo delle merci, che vengono trasferite al consumatore come un onere oneroso.

Costi del carburante e dei relativi fertilizzanti?

Per gli agricoltori in aumento del 71% nel 2022 rispetto ai prezzi del 2021, con un ulteriore aumento dei costi dei loro prodotti: il cibo.

La conclusione è:

rendere le cose costose, creare carenze e catastrofi, mettere in cattiva luce i combustibili fossili, mostrare la necessità di ridurre o eliminare il loro utilizzo… promuovere un’agenda.

L'entusiasmo per i veicoli elettrici sta diminuendo poiché sempre più rapporti li mostrano come potenzialmente pericolosi, che esplodono spontaneamente nei garage.

 Inoltre, creano elevati costi di riparazione e manutenzione e sono meno efficienti di quanto desiderato dal pubblico, oltre a non disporre delle necessarie infrastrutture di supporto.

(​​“SaskPower” avverte il governo di Trudeau che l’obiettivo di “elettricità pulita” non è “fattibile” per la provincia).

Dopo aver perso 1.000.000.000 di dollari lo scorso trimestre e aver previsto una perdita di 3.000.000.000 di dollari per l'anno, Ford ha recentemente ridotto i prezzi a causa della mancanza di domanda per i tanto pubblicizzati veicoli elettrici.

L'amministratore delegato della Ford, “Jim Farley”, ha sperimentato i suoi problemi con i veicoli elettrici nella vita reale,  e il proprietario dell'F-150, “Dalbir Bala”,  ha abbandonato il suo camion elettrico  per problemi di ricarica durante un viaggio e costi di riparazione eccessivi.

I veicoli elettrici in ambienti caldi possono perdere fino al 30% della percorrenza a circa 100 gradi.

 Nell'estate dell'Arizona, dove recentemente abbiamo avuto 51 giorni in più di 110 e tre giorni in più di 119, rischi di perdere il 40% o il 60% della distanza percorsa con un veicolo elettrico.

Dopo aver donato miliardi all'industria dei veicoli elettrici, “Proterra”, produttore di autobus elettrici in prima linea, ha dichiarato bancarotta  e tutti abbiamo visto l'  esplosione  dell'autobus elettrico nelle notizie.

Questo e il “New Deal verde” come parte della “truffa sul clima” non funzionano per l’America.

Mettere fuori legge le lampadine, limitare gli elettrodomestici, spingere gli ordini del giorno non è ciò che il pubblico desidera, dato che solo circa il 7% degli elettori è preoccupato.

 D’altro canto, il prezzo più alto della benzina e il costo dei beni rappresentano problemi importanti.

Il secondo elemento, più sovversivo e diabolico, si basa su decenni di programmi nascosti.

Alcuni respingeranno questi concetti più diabolici come cospirativi, ma le politiche per soddisfare i desideri delle élite, nascoste nell'ombra della coscienza progressista per decenni, vengono finalmente promosse in tutto il mondo.

Un reale comportamento climatico ha l’obiettivo molto più minaccioso, pericoloso e collaborativo di soddisfare i programmi di esclusività delle élite assetate di potere e la loro stretta mortale sui cittadini del mondo.

La base?

“Anti umanesimo” [spopolamento], trovato con “Thomas Malthus “e l’espansione delle credenze malthusiane sulla popolazione.

La nostra ampia intervista con “Jerome Corsi, Ph.D.”, ci ha fatto comprendere meglio questo sordido fondamento della “crisi climatica”.

La sua agenda non è persa nel tempo ma è avanzata nel mondo di oggi per estensione di globalisti, neoconservatori e marxisti.

Il “cambiamento climatico” in definitiva non riguarda i combustibili fossili e le vendite di veicoli elettrici.

Si tratta invece di un mezzo per raggiungere un fine, un obiettivo diabolico e sinistro di controllo a vantaggio delle élite: lo spopolamento.

Sono stati scritti libri su questa malizia.

Lo spazio qui non consente un'esplorazione approfondita; tuttavia, i punti principali sono evidenti e importanti da considerare.

Come spiega “Corsi”: “Il movimento ambientalista sbocciò alla fine della Seconda Guerra Mondiale, guidato da attivisti determinati a cambiare il nostro mondo”.

(​​Potresti non essere effettivamente un "teorico della cospirazione", ma qualcosa di completamente diverso).

“Harrison Brown”, uno scienziato, ha lavorato al “progetto Manhattan”.

Nel 1954 scrisse “La sfida del futuro dell'uomo” affermando che “c'è troppa gente e esauriremo tutte le risorse della Terra;

che essenzialmente stavamo sprecando il futuro della Terra perché non ce n’è abbastanza per tutti”.

Un altro era “Paul Ehrlich.”

Nello scrivere “The Population Bomb” nel 1968, sostenne che la popolazione umana era troppo grande. I

l suo punto di vista:

“Non possiamo più permetterci di curare i sintomi del cancro della crescita demografica, il cancro stesso deve essere tagliato.

Il controllo della popolazione è l’unica risposta.”

Nella moderna fabbrica di aborti di oggi,” Planned Parenthood”, si vede in azione il piano di spopolamento selettivo e guidato dall'eugenetica di “Margaret Sanger”.

L'incaricato di “Obama”,” John Holdren”, ha espresso le sue posizioni sulla popolazione.

Nel 1977 Holdren e i suoi colleghi – sì, “Paul e Anne Ehrlich” – pubblicarono il libro “Ecoscience”, in cui “Holdren” e i suoi coautori sostengono la seria considerazione di misure radicali per ridurre la popolazione umana.

Per raggiungere i loro obiettivi di spopolamento, avevano bisogno di un martello abbastanza potente da spaventare il pubblico e spingerlo all’azione, e questo era” il cambiamento climatico”.

“Ehrlich e Holdren” si concentrarono sul clima, decidendo che l’utilizzo di combustibili a base di idrocarburi, che emettevano anidride carbonica, rappresentava una minaccia ambientale empirica e pericolosa legata ai gas serra.

Farebbe sì che la Terra diventasse troppo fredda o troppo calda. “Possiamo costringere le persone a smettere di usare combustibili a base di idrocarburi”. (Vedi che sta arrivando?)

Sono arrivati ​​​​al punto di dire che le persone che “contribuiscono al deterioramento sociale possono essere obbligate per legge ad esercitare la responsabilità riproduttiva”.

Anche il “Rapporto Kissinger”, del 10 dicembre 1974 (un tempo classificato e conosciuto come “National Security Study Memorandum 200”), mette in evidenza le implicazioni della crescita della popolazione mondiale per la sicurezza degli Stati Uniti.

Kissinger sostiene ciò che “Ehrlich” sosteneva nel 1968, cioè che ci sono troppe persone, dicendo: “Dobbiamo porre un limite”.

Non si sente parlare molto dell'Agenda 21 delle Nazioni Unite poiché si è trasformata in Agenda 2030.

Scava in profondità nelle società con aspirazioni globali e invadenti con città più piccole “da 15 minuti”, vietando la vendita di veicoli a gas e togliendo apparecchi a gas.

Tutto per il massimo controllo?

Quando la tua vita dipende da una fonte di energia per viaggiare, lavorare, divertirti e vivere, sei vulnerabile ai capricci della persona che controlla l'interruttore.

E se vive una vita migliore e più libera nel comfort della sua dimora elevata, separato dai servi del mondo, allora sarà ricompensato per il suo “pensiero protettivo e progressista” volto a salvare il mondo dai gas serra.

La truffa in atto nei confronti degli americani non riguarda l’aria più pulita, l’eliminazione dei disastri naturali o la protezione della società.

Riguarda il controllo, totale e assoluto, su ogni aspetto della propria vita, lavoro e piaceri, anche sulla nostra semplice esistenza su questo pianeta.

(​​'Causa sconosciuta'? Il vero motivo per cui i giovani muoiono in numero record).

Il tempo cambia.

Il clima è abbastanza costante e non deve essere utilizzato come ariete per il cambiamento sociale o le manovre politiche.

 La Terra è stata sempre più calda e fredda e cambierà continuamente in futuro, ma il tentativo dell'uomo di controllarla?

Sforzi insignificanti.

Vedere questa truffa governativa per quello che è permetterà alle persone di comprendere informazioni rilevanti e incontaminate.

Una risorsa per questa contabilità fattuale, e altro ancora, si trova nell’ultimo libro di “Corsi”: “La verità su energia, riscaldamento globale e cambiamento climatico: esporre le bugie climatiche in un’era di disinformazione”.

Mi piace la mia macchina, il caminetto e la mia bistecca di media qualità. Dovremmo trovare modi per preservare le nostre vite preservando un pianeta pulito e verde, ma non uccidendo i nostri simili.

La minaccia esistenziale non è il cambiamento climatico. È la truffa del clima.

 

Il cardinale Schönborn diffonde una

falsa narrativa sul clima attribuendo

la colpa degli incendi al riscaldamento globale.

Lifesitenews.com - Andreas Walzer – (25 agosto 2023) – ci dice:

 

Contrariamente a quanto afferma Schönborn e a quanto sostengono molti allarmisti climatici, le alte temperature da sole non causano gli incendi boschivi.

(Life Site News ) – Il cardinale Christoph Schönborn ha promosso l’allarmismo sul cambiamento climatico, collegando gli incendi al riscaldamento globale in un post sui social media.

Oggi Schönborn ha scritto su “X”, ex Twitter:

 “I paradisi delle vacanze in fiore si stanno trasformando in inferni ardenti”.

Il cardinale si riferiva chiaramente ai recenti incendi in Grecia, Turchia, Hawaii e Canada, tra gli altri.

“Centinaia di migliaia di persone, turisti e gente del posto, sono dovute fuggire dalle fiamme. Molti di loro hanno perso tutto, la casa, i beni” prosegue il comunicato del cardinale.

“Numerose persone sono già morte tra le fiamme. Tra loro, 18 rifugiati senza nome al confine tra Grecia e Turchia.

Enormi aree di terra sono state distrutte, le basi della vita per le persone, gli animali e le piante sono state distrutte. "

“I vigili del fuoco, che sono in servizio 24 ore su 24 e combattono le fiamme fino allo sfinimento, compiono imprese sovrumane!

Rischiano la vita per salvare le persone e la natura. “

Schönborn sembra quindi collegare gli incendi al riscaldamento globale e lanciare un vago invito all’azione, chiedendo alle persone di cambiare la propria vita.

“Le ondate di calore e gli incendi boschivi sono un chiaro segno: la terra si sta riscaldando! Non possiamo andare avanti come prima. Ci riguarda tutti”, ha affermato il presule austriaco.

La dichiarazione di Schönborn è stata ripresa dal presidente austriaco “Alexander van der Bellen”, ex capo del “partito di estrema sinistra dei Verdi”.

(Sono stati i piromani, e non i cambiamenti climatici, a causare gli incendi boschivi).

Contrariamente a quanto afferma Schönborn e a quanto sostengono molti allarmisti climatici, le alte temperature da sole non causano gli incendi boschivi.

Molti piromani sono stati arrestati di recente, ad esempio in Grecia e Canada, e probabilmente sono stati responsabili di aver appiccato gli incendi locali.

(Sostieni 9 sostenitori della vita pro-vita che rischiano 11 anni di prigione per aver difeso i bambini non ancora nati dall'omicidio).

(​​I media incolpano il “cambiamento climatico” per gli incendi in Canada nonostante l’arresto di numerosi piromani).

Il professor Michael Müller, esperto di incendi boschivi presso l’”Università della Tecnologia di Dresda”, ha ripetutamente confermato che “quasi tutti gli incendi boschivi sono causati dall’uomo” e ha affermato che “solo a causa delle temperature più elevate o della maggiore siccità, non si innesca alcun incendio”.

Müller ha anche affermato che il numero degli incendi boschivi in ​​Germania e nelle aree bruciate è costantemente diminuito dalla metà degli anni '70.

L'autore Bjorn Lomborg ha sottolineato in un post su X, ex Twitter, che l'area bruciata dagli incendi in Europa entro il 5 agosto 2023, era molto inferiore alla media degli ultimi dieci anni durante lo stesso periodo di tempo, citando i dati del Global Sistema informativo sugli incendi.  

Cdl. Schönborn promuove l’agenda allarmistica sul cambiamento climatico.

Nel 2020, Schönborn ha utilizzato la crisi del COVID per promuovere questioni “ecologiche”, insinuando in un’intervista che Dio “vuole forse ricordarci che ci ha affidato la creazione e non ce l’ha data per devastarla?”

“È proprio necessario volare a Londra nel fine settimana per fare shopping?

È davvero necessario trascorrere le vacanze di Natale alle Maldive?

È davvero necessario avere enormi navi da crociera con 4.000 persone a bordo che inquinano i mari in modo drammatico?

 Abbiamo davvero bisogno di avere 200.000 aerei in volo ogni giorno?” chiese l'arcivescovo di Vienna.

In un’altra intervista nell’aprile 2023, Schönborn ha difeso la decisione dei vescovi austriaci di aderire alle regole restrittive del governo sul COVID e ha spinto ancora una volta la narrativa allarmista del cambiamento climatico, dicendo:

“Abbiamo solo questo globo”.

Ha inoltre espresso simpatia per gli attivisti climatici radicali che si incollano nelle strade per interrompere il traffico, anche se trova i loro metodi discutibili.

 

 

Pulizia Etnica di Gaza:

Ecco il Piano Originale!

Conoscenzealconfine.it – (7 Novembre 2023) - Massimo Mazzucco – ci dice:

 

Nei giorni scorsi “Franco Fracassi” ha diffuso la notizia del documento del Ministero dell’Intelligence israeliano nel quale si pianifica la pulizia etnica di Gaza, con relativo trasferimento di tutti i suoi abitanti in Egitto.

Ne ha parlato anche il blog di “Pepe Escobar” (grazie a Komax per la segnalazione). Fracassi ha fatto una traduzione italiana del documento originale (Franco conosce un pò di ebraico, e si è aiutato con Google).

La traduzione quindi potrebbe non essere precisa al 100%, ma il senso del documento traspare chiaramente.

 Eccolo:

13 ottobre 2023 – UN PIANO PER IL REINSEDIAMENTO E LA RIABILITAZIONE DEFINITIVA IN EGITTO DELL’INTERA POPOLAZIONE DI GAZA: ASPETTI ECONOMICI.

Attualmente esiste un’opportunità unica e rara per evacuare l’intera Striscia di Gaza, in coordinamento con il governo egiziano.

 Questo documento presenterà un piano sostenibile con un’elevata fattibilità economica, che ben si allinea con gli interessi economici e geopolitici dello Stato di Israele, dell’Egitto, degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita.

Una sintesi di un piano immediato, realistico e sostenibile per il reinsediamento umanitario e riabilitazione della popolazione araba della Striscia di Gaza.

Nel 2017, è stato riferito che ci sono circa 10 milioni di unità abitative sfitte in Egitto, di cui circa la metà sono costruite e l’altra metà sono in costruzione.

Ad esempio, nelle due più grandi città satellite del Cairo, “Il 6 ottobre” e “Il 10 di Ramadan”, c’è un’enorme quantità di appartamenti costruiti e vuoti di proprietà del governo e di privati, ​​e aree edificabili sufficienti ad ospitare circa 6 milioni di abitanti.

La maggior parte della popolazione locale non riesce ad acquistare gli appartamenti nonostante il prezzo molto basso (solo tra 150 e 300 dollari al metro quadrato).

Anche se lo stock di appartamenti vuoti cambia nel tempo, sembra rimanere molto grande e disponibile per essere abitato da tutta la popolazione di Gaza.

Il costo medio di un appartamento di 3 locali, con una superficie di 95 metri quadrati per una famiglia media di Gaza composta da 5,14 persone, in una delle due città sopra indicate, è di circa 19.000 dollari, tenendo conto dell’estensione attualmente conosciuta dell’intera popolazione.

Vivono nella Striscia di Gaza circa 1,4-2,2 milioni di persone, e si può stimare che l’importo totale che sarà necessario trasferire all’Egitto per finanziare questi progetti sia dell’ordine di 5-8 miliardi di dollari.

L’importo riflette un valore compreso solo tra l’1% e l’1,5% del PIL dello Stato di Israele e può essere facilmente finanziato dallo Stato di Israele, anche senza alcun aiuto internazionale.

Come verrà spiegato nel prossimo paragrafo, l’immissione di uno stimolo immediato di questa portata nell’economia egiziana fornirebbe un beneficio enorme e immediato al regime di al-Sisi.

Queste somme di denaro, in rapporto all’economia israeliana, sono minime.

 Se questo aiuta a spostare il problema verso l’Egitto, è anche possibile raddoppiarle, triplicarle e addirittura quadruplicarle per risolvere la questione della Striscia di Gaza, che da anni rappresenta un ostacolo alla pace, alla sicurezza e alla stabilità, non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in tutto il mondo: investire alcuni miliardi di dollari (anche se si tratta di 20 o 30 miliardi di dollari) per risolvere questo difficile problema è una soluzione innovativa, economica e sostenibile.

In questo contesto, è opportuno ricordare che lo Stato di Israele ha speso circa 200 miliardi di shekel in meno di un anno per curare l’epidemia di Corona.

Non c’è motivo di ritenere che non saremmo in grado di permetterci un pagamento immediato di 20-30 miliardi di shekel, che è fondamentalmente una sorta di pagamento per l’acquisto della Striscia di Gaza, al quale possiamo comunque aggiungere molto valore nel tempo, dato che si tratta effettivamente di un investimento molto utile per lo Stato di Israele.

Le condizioni del territorio di Gaza, simili a quelle dell’area di “Gush Dan”, consentiranno in futuro alloggi di alta qualità per molti cittadini israeliani, e di fatto espanderanno l’area di “Gush Dan” fino al confine con l’Egitto.

Darà anche un enorme impulso agli insediamenti nel Negev.

 

CONTESTO ECONOMICO – EGITTO.

Il 16/12/2022 il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un prestito di salvataggio di 3 miliardi di dollari per l’Egitto, a fronte dell’aggravarsi della crisi economica che attraversa (nel 01/2023 l’inflazione in Egitto è salita al 26,5%), ma è legato a condizioni e riforme draconiane nell’economia egiziana.

 Sebbene il FMI abbia raccomandato di passare a un tasso di cambio flessibile, si prevede che questo approccio aggraverà l’inflazione e peggiorerà addirittura i problemi relativi al costo della vita.

 

Dal 03/2022, la sterlina egiziana ha perso circa la metà del suo valore (il tasso di cambio ufficiale del dollaro è aumentato del 95%, da 15,7 a 30,7 sterline per dollaro, molto meno del tasso del mercato nero), e questo deprezzamento del valore della valuta ha già danneggiato l’economia egiziana, gonfiando notevolmente i costi di importazione di prodotti alimentari nel Paese (circa il 70% della popolazione egiziana che vive con un reddito di pochi dollari al giorno, sopravvive comprando pane e prodotti di prima necessità sovvenzionati dal governo). Il settore privato in Egitto fatica a riprendersi, e la sua produzione è in costante calo da 26 mesi consecutivi.

Alla luce di questi dati, le raccomandazioni del FMI incontrano una forte opposizione e, allo stesso tempo, la loro attuazione appare altamente improbabile, dato il rischio che rappresentano per la stabilità del regime di al-Sisi.

Sembra che il governo egiziano intenda vendere le sue partecipazioni in 35 società statali a investitori strategici entro la fine del 06/2024, quando al momento di scrivere queste righe, è stato raccolto un importo di circa 5 miliardi di dollari, con ulteriori 5 miliardi di dollari da essere raccolti.

“Se il governo egiziano riuscisse a promuovere il piano di emissione e ad assicurarsi ulteriori finanziamenti dai paesi del Golfo o da altri partner, la banca centrale egiziana adotterà una politica di cambio più flessibile”, ha detto l’economista “Hani Abdul-Fathuh” ad “Ahram Online”.

 

Il debito dell’Egitto è pari al 6% del PIL per l’anno fiscale 2022-2023, con un rapporto debito/PIL stimato al 95,6% in questi anni, con un PIL di 9,8, pari a circa 318,23 miliardi di dollari.

Il valore del deficit netto delle attività estere dell’Egitto ha raggiunto i 26,34 miliardi di dollari nel 07/2023 – il valore del deficit netto in attività estere riflette il valore netto delle attività estere possedute dalle banche statali meno le loro passività estere.

 

Il regime di al-Sisi deve affrontare forti pressioni per ripagare i propri debiti, a fronte della scarsa fiducia degli investitori.

 Inoltre, il 05/10/2023 l’”agenzia di rating Moody’s” ha abbassato il rating del credito dell’Egitto da B3 a CAA1, il che significa che i debiti del governo egiziano sono un “rischio significativo”.

Si tratta del punteggio più basso mai assegnato all’Egitto.

La Cina è il quarto creditore più grande del governo egiziano, con un credito di 7,8 miliardi di dollari al 06/2023.

 L’Egitto prevede di ricevere un prestito del valore di circa mezzo miliardo di dollari in obbligazioni, costituite principalmente da yuan cinesi, per aiutarlo ad adempiere ai propri obblighi.

 La maggior parte del finanziamento del progetto “Egypt New Capital”, che prevede il trasferimento di tutti gli uffici governativi in ​​una nuova città con processi di costruzione avanzati nel deserto a est del Cairo e vitale per Sisi, proviene da prestiti e commissioni cinesi stimati in 4 miliardi di dollari, con rendimenti elevati e enormi pagamenti di rimborso che l’Egitto ha già difficoltà a fronteggiare.

Pertanto, anche la Cina ha iniziato a mostrare cautela nell’investire in Egitto alla luce delle sfide finanziarie che quest’ultimo si trova ad affrontare.

 Tuttavia, anche se la Cina decidesse di iniziare a ridurre i propri investimenti, vorrebbe comunque che il progetto “Egypt New Capital” e altri progetti venissero completati.

La Cina è attualmente concentrata sulle relazioni con gli Stati del Golfo, mentre la sopravvivenza economica dell’Egitto è una questione importante per quest’ultimo.

In uno scenario in cui l’Egitto sarà profondamente indebitato nei confronti della Cina, si creeranno conseguenze geopolitiche significative ed estese per la regione.

Ciò è motivo di grande preoccupazione per gli Stati Uniti, perché il mancato rispetto da parte dell’Egitto dei suoi obblighi nei confronti della Cina e, di conseguenza, l’acquisizione da parte della Cina di asset strategici in Egitto, sarà un disastro strategico per gli Stati Uniti.

Anche altri creditori dell’Egitto, come Germania, Francia e Arabia Saudita, non vogliono assistere ad un fallimento totale dell’economia egiziana, quindi anch’essi avranno un incentivo a mantenere l’economia egiziana fuori dall’acqua, anche attraverso investimenti israeliani, con la riabilitazione dell’intera popolazione di Gaza negli appartamenti esistenti in Egitto.

Per i paesi europei, e in particolare per quelli dell’Europa occidentale, il trasferimento dell’intera popolazione di Gaza in Egitto e la sua riabilitazione, riducendo significativamente il rischio di immigrazione clandestina nel loro territorio, rappresenta un enorme vantaggio.

Si prevede che anche l’Arabia Saudita trarrà notevoli benefici dalla mossa perché l’evacuazione della Striscia di Gaza significa l’eliminazione di un importante alleato dell’Iran e un enorme contributo alla stabilità della regione, offrendo quindi la possibilità di promuovere la pace con Israele senza continue interferenze dall’opinione pubblica locale, a causa dei continui e ripetuti scontri che accendono il fuoco dell’odio contro Israele.

Inoltre ci sono paesi, come l’Arabia Saudita, che hanno bisogno di personale qualificato nell’edilizia, come gli abitanti di Gaza.

L’Arabia Saudita sta costruendo grandi progetti e la città del futuro “Naum”, e questo potrebbe essere un incrocio di interessi anche a questo livello.

Si può presumere che non pochi residenti di Gaza coglierebbero al volo l’opportunità di vivere in un paese ricco e avanzato piuttosto che continuare a vivere in povertà sotto il dominio di “Hamas”.

Questo accordo tra Egitto e Israele potrà essere raggiunto entro pochi giorni dall’inizio del flusso di immigrati da Gaza verso l’Egitto attraverso il valico di Rafah.

 Già oggi sono centinaia di migliaia gli abitanti di Gaza che desiderano lasciare la Striscia.

L’IDF deve creare le giuste condizioni affinché la popolazione di Gaza possa immigrare in Egitto, con la cooperazione dell’Egitto dall’altra parte del confine.

Inoltre, la chiusura della questione di Gaza garantirà un’offerta stabile e maggiore del gas israeliano all’Egitto e la sua liquefazione, nonché un maggiore controllo da parte delle compagnie egiziane sulle riserve di gas esistenti davanti alle coste di Gaza, insieme al trasferimento di Gaza, svuotata dei suoi abitanti, allo Stato di Israele.

 La popolazione totale di Gaza, circa 2 milioni di abitanti, costituisce complessivamente meno del 2% del totale della popolazione egiziana, che già oggi comprende 9 milioni di profughi.

Una goccia nell’oceano.

(Massimo Mazzucco)

(luogocomune.net/29-palestina/6360-pulizia-etnica-di-gaza-ecco-il-piano-originale).

 

 

 

LA STORIA SEGRETA DI COME GLI USA

SONO STATI UTILIZZATI PER CREARE ISRAELE.

Comedonchisciotte.org - CptHook – (07 Novembre 2023) – Richard Cook – The Unz Review – ci dicono:

Scopriamolo attraverso la recensione del libro "Against Our Better Judgment" di “Alison Weir”.

 Mentre la crisi che coinvolge israeliani e palestinesi si aggrava dopo l’attacco di “Hamas” del 7 ottobre, potremmo soffermarci ad esaminare come è stato creato lo Stato di Israele.

In questo momento, mentre si profila la Terza Guerra Mondiale, mentre Israele sta perpetrando massacri contro la popolazione civile di Gaza, con un bilancio di oltre 9.000 morti, di cui oltre 4.000 bambini, e mentre un’armata occidentale si sta radunando nel Mediterraneo orientale, è opportuno recensire il libro della giornalista “Alison Weir ““Against Our Better Judgment: The Hidden History of How the U.S. Was Used to Create Israel” (La storia nascosta di come gli Stati Uniti sono stati usati per creare Israele).

Il libro, pubblicato nel 2014, è ricco di dettagli spesso di difficile accesso ed è magistralmente documentato.

 Alison Weir è anche a capo di un gruppo da lei fondato: “If Americans Knew”.

 

Il libro di Alison Weir è di fondamentale importanza per considerare i modi per ottenere una prospettiva più ampia al fine di disinnescare la situazione.

 È anche di grande interesse per quanto riguarda il più ampio conflitto potenziale, in cui i leader politici statunitensi stanno di nuovo tirando fuori l’espressione “Asse del Male”, questa volta Russia, Cina e Iran, quell’Iran che, naturalmente, i leader statunitensi identificano come presunto sponsor dei gruppi di resistenza in Palestina e dintorni, tra cui “Hamas”.

Di seguito sono riportati quelli che ritengo i punti principali del libro. I miei commenti editoriali sono in corsivo. I numeri di pagina indicati tra parentesi si riferiscono alle citazioni dal libro.

 

L’origine del sionismo negli Stati Uniti.

Il libro inizia spiegando che il sostegno al sionismo, definito come il desiderio di creare uno Stato nazionale ebraico in qualche parte del mondo, risale nella storia degli Stati Uniti alla fine degli anni Ottanta del XIX secolo, all’incirca nel periodo in cui il movimento sionista stava acquisendo notorietà in Europa.

Nel 1910 gli aderenti statunitensi erano migliaia, anche se molti ebrei si opponevano al sionismo perché non era nell’interesse del popolo ebraico e avrebbe portato a un antagonismo nei suoi confronti.

 Probabilmente la maggioranza degli ebrei statunitensi non aveva mai sentito parlare di sionismo e/o era felice di essersi assimilata alla società americana.

 In effetti, in quel periodo negli Stati Uniti non esisteva nulla che potesse anche solo lontanamente essere considerato un “problema di antisemitismo”.

Il ruolo del giudice associato della Corte Suprema degli Stati Uniti Louis Brandeis e la creazione del” Parushim”.

Tuttavia, alcune persone molto potenti divennero sioniste, tra cui il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Louis Brandeis, il cui principale discepolo fu il futuro giudice della Corte Suprema Felix Frankfurter.

Brandeis formò un’organizzazione segreta chiamata “Parushim”, il cui unico scopo era la creazione di uno Stato ebraico in Palestina.

Questa organizzazione sionista richiedeva un giuramento che sembrava dare potere di vita e di morte ai suoi membri giurati.

“Parushim”, scritto anche “Purushim”, è la parola ebraica da cui deriva il nome “Farisei”, che significa “separatisti”.

Dai farisei è nato l’ebraismo rabbinico e l’idea che “non dobbiamo assolutamente essere assimilati o integrarci”. (prezi.com).

Vorrei notare che il libro della Weir non mira a fornire un resoconto delle motivazioni più profonde del movimento sionista, a parte la sua pretesa di essere una reazione “all’antisemitismo” europeo.

 Per un maggiore approfondimento, consiglio un’attenta lettura del classico “The Controversy of Zion” del giornalista britannico” Douglas Reed” (1895-1976).

 

Il giudice Louis Brandeis era vicino al banchiere di Wall Street Jacob Schiff e fu anche strettamente coinvolto nella creazione del Federal Reserve System, come Schiff, anche se il coinvolgimento di Brandeis nelle questioni politiche avvenne in gran parte dietro le quinte.

La Federal Reserve, aggiungerei, era in gran parte un progetto del Money Trust statunitense e dei Rothschild britannici/europei.

I Rothschild erano anche fortemente coinvolti nel sionismo e nella creazione e nel sostegno dello Stato sionista.

 Il fatto che il sionismo fosse sponsorizzato da persone incredibilmente ricche potrebbe indurci a chiederci fino a che punto le ricompense finanziarie abbiano giocato un ruolo nella rapida conversione di molti ebrei e non ebrei al sionismo durante questo periodo. Per informazioni sulla creazione della Federal Reserve, si veda il mio libro “Our Country, Then and Now” (Clarity Press, 2023).

La collaborazione tra i “Parushim” e la Gran Bretagna.

I “Parushim” del giudice Brandeis lavorarono a stretto contatto con i sionisti in Gran Bretagna, anche con viaggi avanti e indietro, per convincere il governo britannico a designare la Palestina come futura patria ebraica.

Questo dopo che i leader sionisti avevano rifiutato luoghi come il Kenya.

Si creò così un “contratto” tra la Gran Bretagna e i “Parushim”: se i britannici avessero prodotto quella che divenne la “Dichiarazione Balfour”, i sionisti statunitensi si sarebbero adoperati per assicurare l’ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale contro la Germania al fianco della Gran Bretagna.

Questo contratto fu rispettato da entrambe le parti, anche se, come negli Stati Uniti, molti ebrei britannici si opposero al sionismo per ragioni simili, come una minaccia all’assimilazione ebraica.

La “Dichiarazione Balfour” specificava che doveva essere “chiaramente inteso che nulla sarà fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina” (p.97). All’epoca, le comunità non ebraiche costituivano il 92% della popolazione della Palestina.

Il sionismo e il fallimento della pace con l’Impero Ottomano.

La prima Guerra Mondiale iniziò nel 1914.

 Nel 1915-1916 l’Impero Ottomano, alleato con la Germania ma non in guerra contro gli Stati Uniti, si offrì di concludere una pace separata con gli Stati Uniti.

Gli Ottomani si erano anche offerti di permettere agli ebrei d’Europa di vivere in pace ovunque nel loro impero.

Gli Stati Uniti inviarono una delegazione per negoziare questa pace separata, ma Brandeis informò i sionisti britannici dell’imminente arrivo della delegazione.

 I sionisti britannici inviarono allora il loro leader, “Chaim Weizmann”, a intercettare la delegazione statunitense a Gibilterra, dove convinse i membri a interrompere i negoziati.

Il motivo era che gli inglesi avrebbero rivendicato la Palestina dopo la guerra come patria per gli ebrei e volevano quindi assicurarsi che la Palestina fosse disponibile per il controllo britannico.

 Il progetto britannico era quello di distruggere l’Impero Ottomano, non di lasciarlo intatto attraverso una pace separata promossa dagli Stati Uniti.

Avvertimenti contro il progetto sionista.

I diplomatici del Dipartimento di Stato americano, sia a Washington D.C. che in Medio Oriente, erano consapevoli e mettevano in guardia dal progetto sionista, sostenendo che un milione di palestinesi sarebbero stati sfollati o resi virtualmente servi/schiavi degli invasori.

Prima guerra mondiale.

Nel 1917 gli Stati Uniti entrarono in guerra a fianco della Gran Bretagna, secondo l’accordo sionista, e la Germania fu sconfitta, insieme agli Ottomani.

 La Gran Bretagna firmò anche un accordo segreto con la Francia in base al quale avrebbe ottenuto il controllo della Palestina dopo la guerra.

Il controllo fu attuato attraverso lo strumento del “Mandato britannico approvato dalla Società delle Nazioni”.

 

In questo periodo, all’interno della società statunitense cominciò a manifestarsi l’ostilità contro gli ebrei, in parte come reazione alla percezione che gli ebrei controllassero le banche e altre istituzioni finanziarie.

 Erano apparsi anche i “Protocolli degli Anziani di Sion”.

Pur essendo stati dichiarati un falso proveniente dalla Russia zarista, i Protocolli ricevettero credito e pubblicità da Henry Ford e altri.

La Germania era consapevole che i sionisti avevano contribuito alla sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale.

Ciò contribuì all’atteggiamento antiebraico dei tedeschi dopo la guerra e fu uno dei fattori delle successive politiche antiebraiche naziste.

Durante la prima Guerra Mondiale, i “Parushim” fornirono allo FBI un elenco di americani che si opponevano al sionismo o alla guerra.

Molte di queste persone furono arrestate e incarcerate.

Nel frattempo Brandeis dirigeva le cose da dietro le quinte; era probabilmente la persona più potente degli Stati Uniti, ma le sue attività politiche erano segrete o condotte tramite procuratori.

Alla fine della prima Guerra Mondiale, il presidente “Woodrow Wilson” inviò una commissione in Palestina per indagare sulla situazione.

Conosciuta come” Commissione King-Crane”, il suo rapporto “raccomandava di non sostenere la posizione sionista di un’immigrazione illimitata di ebrei per fare della Palestina uno Stato nettamente ebraico“.

 

Il rapporto affermava che “i sionisti si aspettavano un’espropriazione praticamente completa degli attuali abitanti non ebrei della Palestina“, che “sarebbe stata necessaria la forza armata per raggiungere questo obiettivo” e che “il progetto di fare della Palestina uno Stato ebraico distinto dovrebbe essere abbandonato”. Il rapporto della Commissione King-Crane “fu soppresso” (p.25).

 

Il sionismo dopo la prima Guerra Mondiale.

Tra le due guerre mondiali, un numero crescente di sionisti statunitensi lavorò per promuovere il progetto di creazione di Israele.

 In Germania, i sionisti sostennero l’ascesa dei nazisti, che avrebbe portato gli ebrei tedeschi ad emigrare in Palestina.

In Iraq, dove i leader ebrei non sostenevano il sionismo, gli ebrei iracheni furono attaccati, persino uccisi, per costringerli a emigrare in Palestina.

Senza suscitare ansia negli ebrei di tutto il mondo, che non si sentivano sicuri nella loro patria, i pianificatori sionisti ritenevano che non ci sarebbe stato un numero sufficiente di coloni ebrei per creare uno Stato sionista e costringere i palestinesi ad andarsene.

Gli oppositori del sionismo nel servizio diplomatico statunitense furono minacciati di veder distrutta la loro carriera se non avessero appoggiato le affermazioni secondo cui gli ebrei nei Paesi stranieri stavano subendo discriminazioni e avrebbero dovuto trasferirsi in Palestina.

I sionisti si adoperarono per limitare le opportunità di immigrazione per gli ebrei [verso paesi] al di fuori della Palestina, compresi gli Stati Uniti e sionisti si opposero inoltre alle misure del governo britannico per limitare il numero di ebrei che potevano entrare in Palestina.

 

Il famoso boicottaggio ebraico degli anni ’30 dei prodotti tedeschi potrebbe essere stato istigato dai sionisti per promuovere un sentimento antiebraico che portasse gli ebrei a desiderare di emigrare in Palestina.

 Altri sionisti sostenevano per lo stesso scopo che gli ebrei perseguitati erano inclini a diventare comunisti rivoluzionari.

Attività sioniste tra le guerre mondiali.

Negli Stati Uniti, durante gli anni Venti e Trenta, i leader sionisti ridussero l’enfasi sulla creazione di uno Stato ebraico in Palestina e si dedicarono a creare nuove istituzioni come imprese benefiche.

 Un esempio fu la Hebrew University, aperta a Gerusalemme nel 1925.

I leader sionisti si lamentavano del fatto che, per la maggior parte, gli ebrei statunitensi si consideravano prima di tutto cittadini americani.

Per generare fondi e sostegno furono fondate organizzazioni come l’”American Zionist Emergency Council” e lo “United Jewish Appeal”.

Nel 1948 le donazioni all’”United Jewish Appeal” erano quattro volte superiori a quelle della Croce Rossa americana.

La pubblicità e le attività di lobbying a favore del sionismo si scatenarono in tutti gli Stati Uniti.

Alcuni ebrei, come l’”American Council for Judaism” (Consiglio americano per l’ebraismo), si opponevano ancora al sionismo, ritenendolo in contrasto con i reali interessi ebraici.

 L’ACJ si oppose alla “menzogna razzista antisemita dei sionisti, secondo cui gli ebrei di tutto il mondo sarebbero un corpo nazionale separato” (p.152).

 

La difesa del sionismo negli Stati Uniti aveva potenti aderenti politici.

Il deputato di New York Emanuel Celler disse al presidente Harry Truman:

“Ti cacceremo dalla città” se non avesse appoggiato il programma. Il senatore Jacob Javits disse: “Combatteremo fino alla morte per creare uno Stato ebraico in Palestina, fosse anche l’ultima cosa che facciamo” (p.38).

La propaganda sionista comprendeva il finanziamento di best-seller pro-sionisti da parte di non ebrei.

Sionisti come il ricco avvocato di Wall Street Samuel Untermyer iniziarono a inserire nel discorso le idee “dispensazionaliste” del “sionismo cristiano” attraverso la sponsorizzazione della “Scofield Reference Bible” (Untermyer fu anche uno dei principali sostenitori della Federal Reserve e del boicottaggio ebraico mondiale della Germania).

Oggi, come tutti sappiamo, il “sionismo cristiano” tra gli “evangelici” fa parte del sostegno di base della Lobby di Israele.

Ministri evangelici di spicco come “Jerry Falwell” hanno ricevuto ingenti donazioni da sostenitori sionisti.

 Un’intera mitologia “dispensazionalista” che coinvolge il “Rapimento“, ecc. è stata costruita e promossa per giustificare l’unione politica tra questo gruppo di religiosi americani e le fazioni più estreme della politica israeliana guidate oggi da figure come il Primo Ministro Benjamin Netanyahu.

Sebbene Netanyahu abbia fatto emergere questa folle mitologia per coprire il genocidio israeliano a Gaza, l’argomento non è trattato in dettaglio nel libro di “Alison Weir” e quindi non sarà trattato ulteriormente in questa sede.

Il sostegno dei protestanti al sionismo.

Negli anni ’30, i sionisti statunitensi stavano cercando di organizzare i protestanti americani a loro sostegno.

Alla fine della seconda Guerra Mondiale, il Consiglio cristiano per la Palestina aveva raggiunto i 3.000 membri e l’”American Palestine Committee” i 6.500.

L’appello ai protestanti si basava sul generare simpatia per i rifugiati, anche se non si faceva menzione delle centinaia di migliaia di palestinesi diventati rifugiati a causa della presa di potere sionista.

Durante la guerra d’indipendenza israeliana del 1947-1949, oltre ai palestinesi furono assaltate anche le chiese e le istituzioni cristiane in Palestina.

 

Inizio del terrorismo e spartizione della Palestina da parte delle Nazioni Unite.

 

Negli anni ’30 e ’40, in Palestina, i sionisti cercarono di acquistare terre palestinesi, ma pochi abitanti vollero vendere.

 I sionisti iniziarono quindi a organizzare forze terroristiche per scacciarli.

 Questi gruppi terroristici presero di mira anche funzionari del governo britannico, poiché la Palestina era ancora un Mandato britannico.

La “Weir” cita una dichiarazione di “David ben Gurion,” primo ministro di Israele, che suggerisce che questo fu almeno in parte l’inizio dell’odierno fenomeno mondiale del terrorismo (per chi ancora non lo sapesse, Ben Gurion iniziò la sua carriera come leader terrorista e in quegli anni in Palestina nacquero e crebbero diverse organizzazioni terroristiche ebraiche, quali l’”Haganah”, l’”Irgun” e la famigerata “Banda Stern”, N.d.T.).

 

All’inizio della guerra del 1947-1949, gli ebrei costituivano il 30% della popolazione palestinese, ma possedevano solo il 6-7% della terra.

 Nel 1947, la Gran Bretagna rimise alle Nazioni Unite il Mandato sulla Palestina. Una risoluzione dell’Assemblea Generale per la spartizione assegnò ai sionisti il 55% della terra di Palestina.

 Il Dipartimento di Stato americano si oppose al piano di spartizione in quanto contrario ai desideri della popolazione locale e in violazione degli interessi statunitensi e dei principi democratici.

I funzionari avvertivano che la spartizione “avrebbe garantito che il problema della Palestina sarebbe stato permanente e ancora più complicato in futuro” (p.45).

 I funzionari dissero che la proposta era per “uno Stato razziale teocratico” che discriminava “sulla base della religione e della razza”. (p.45)

 Il principale funzionario antisionista del Dipartimento di Stato, Loy Henderson, fu esiliato dai suoi superiori e nominato ambasciatore in Nepal.

 

L’opposizione del governo statunitense al sionismo.

Tuttavia, praticamente l’intero esecutivo statunitense si opponeva a uno Stato ebraico in Palestina.

 Dichiarazioni e rapporti furono redatti da una commissione del 1946 guidata dall’ambasciatore” Henry F. Grady”, dalla “CIA”, dagli “Stati Maggiori Riuniti” e dal Sottosegretario di Stato “Dean Acheson”.

Un rapporto del 1948 dello Stato Maggiore congiunto affermava che “la strategia sionista cercherà di coinvolgere [gli Stati Uniti] in una serie sempre più ampia e profonda di operazioni volte a garantire il massimo degli obiettivi ebraici” (p.47).

I leader ebraici erano ben consapevoli che la spartizione della Palestina da parte delle Nazioni Unite era temporanea e che, col tempo, lo Stato ebraico si sarebbe allargato fino ad assorbire l’intera regione.

 Fu formulato il concetto di “Eretz Israel“, in base al quale lo Stato sionista avrebbe inglobato la Transgiordania e parti del Libano e della Siria.

 I sionisti avevano anche iniziato a usare l’antagonismo degli Stati Uniti verso l’Unione Sovietica come argomento per la creazione di uno Stato ebraico filo-occidentale.

 Questo richiamava i primi tempi del sionismo, quando i leader sionisti caratterizzavano la loro proposta di Stato come un baluardo dell’influenza britannica in Medio Oriente, cioè come un’estensione del colonialismo e della geopolitica britannica.

 

Oggi i sionisti sostengono che Israele è un avamposto della benigna influenza “giudaico-cristiana” in Medio Oriente, mentre cercano di suscitare antagonismo verso il miliardo di musulmani nel mondo in un presunto “scontro di civiltà”.

 Questi atteggiamenti hanno assunto rilievo nella politica statunitense durante la “guerra al terrorismo” dell’amministrazione Bush/Cheney, che continua ancora oggi attraverso l’etichettatura statunitense di gruppi antisionisti come “Hamas” e “Hezbollah” come organizzazioni “terroristiche”. Questo nonostante il fatto storico sopra citato che sono stati i sionisti a introdurre il terrorismo in Medio Oriente.

 

Il riconoscimento statunitense di Israele e il ruolo del Presidente Truman.

Gli Stati Uniti furono il primo Paese a riconoscere Israele come Stato indipendente quando, il 14 maggio 1948, il Presidente Harry Truman rilasciò una dichiarazione di riconoscimento in seguito alla proclamazione di indipendenza di Israele avvenuta nella stessa data.

La motivazione principale di Truman era ritenuta all’epoca, e lo è ancora oggi, la conquista del sostegno degli ebrei nelle elezioni presidenziali di quell’anno.

La sua decisione fu fortemente osteggiata dal Segretario di Stato George Marshall, dal Segretario alla Difesa James Forrestal, dalla CIA e dal Consiglio di Sicurezza Nazionale, nonché dall’alto funzionario del Dipartimento di Stato George Kennan.

L’agente dei servizi segreti Kermit Roosevelt scrisse:

“L’attuale corso della crisi mondiale costringerà sempre più gli americani a rendersi conto che i loro interessi nazionali e quelli dello Stato ebraico proposto in Palestina stanno per entrare in conflitto” (p.51.)

 Contrariamente alla convinzione che gli interessi petroliferi statunitensi promuovessero il progetto sionista, i funzionari sostenevano che la capacità degli Stati Uniti di accedere alle risorse mediorientali ne avrebbe risentito.

Truman aveva anche degli insider filo-sionisti ad alti livelli della sua amministrazione.

“Alison Weir” sottolinea che anche la corruzione ha avuto un ruolo importante.

Gore Vidal scrisse: “Alla fine degli anni Cinquanta, John F. Kennedy, pettegolo di fama mondiale e storico occasionale, mi raccontò che nel 1948, quando si era candidato alla presidenza, Harry S. Truman era stato praticamente abbandonato da tutti.

Poi un sionista americano gli portò due milioni di dollari in contanti, in una valigia, a bordo del suo treno per la campagna elettorale.

 Ecco perché il riconoscimento di Israele avvenne così in fretta” (p.167).

L’uomo d’affari ebreo Abraham Feinberg ha spiegato la sua raccolta di denaro per Truman in un’intervista orale pubblicata dalla Biblioteca Truman nel 1973.

La CIA scoprì anche il traffico illegale di armi di Feinberg a favore di gruppi sionisti.

Forse sono il primo scrittore a sottolineare che l’azione di Truman nell’accettare tangenti, se scoperta, avrebbe potuto essere vista e trattata come un reato passibile di messa in stato di accusa.

 

La conquista sionista della Palestina.

Al momento della proclamazione dell’indipendenza di Israele e dell’immediato riconoscimento da parte degli Stati Uniti, era stata approvata la risoluzione delle Nazioni Unite sulla spartizione, con la conseguente guerra tra le forze sioniste e quelle arabe.

 L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò il piano di spartizione con 33 voti favorevoli, 13 contrari e 10 astensioni, con molte nazioni sottoposte a intense pressioni e minacce sioniste.

 Ad esempio, “il finanziere e consigliere presidenziale di lunga data Bernard Baruch disse alla Francia che avrebbe perso gli aiuti statunitensi se avesse votato contro la spartizione” (p.55).

Un mediatore svedese delle Nazioni Unite, il conte Folke Bernadotte, fu ucciso da assassini sionisti.

 A tutt’oggi, non è mai stata dimostrata alcuna autorità legale accettata per la spartizione della Palestina da parte delle Nazioni Unite.

In altre parole, si trattò probabilmente di un’azione extra-legale in risposta alle pressioni sioniste.

Sebbene nei due decenni precedenti si fossero verificate sporadiche violenze tra ebrei e arabi palestinesi, dopo la risoluzione dell’ONU per la spartizione i sionisti dettero il via a massacri di palestinesi su larga scala.

Alla fine della guerra d’indipendenza di Israele nel 1948, oltre 750.000 palestinesi erano stati espulsi dal territorio controllato dai sionisti.

 Lo storico israeliano Tom Segev ha scritto:

“Israele è nato dal terrore, dalla guerra e dalla rivoluzione, e la sua creazione ha richiesto una misura di fanatismo e crudeltà” (p.58).

Oggi questo fatto è chiamato in arabo “Nakba”, “catastrofe”.

 

Il massacro più noto avvenne nel villaggio di Deir Yessin nell’aprile del 1948, prima che gli eserciti arabi si unissero alla lotta.

Lì, 254 abitanti del villaggio furono uccisi a sangue freddo.

 I capi delle due milizie presenti a Deir Yessin, l’Irgun e la Banda Stern, erano Menachem Begin e Yitzhak Shamir, entrambi divenuti poi primi ministri di Israele. L’Irgun bombardò l’Hotel King David di Gerusalemme il 22 luglio 1947, causando 86 morti. La Banda Stern sollecitò anche gli aiuti delle potenze dell’Asse durante la seconda Guerra Mondiale.

Organizzazioni di facciata sioniste negli Stati Uniti.

Durante gli anni ’30 e ’40, i sionisti crearono una serie di organizzazioni di facciata per raccogliere fondi utilizzati per finanziare le attività militanti in Palestina.

Dopo la seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti mantennero un embargo sulle armi contro Israele e il Medio Oriente.

Tra i promotori delle organizzazioni di facciata destinate a eludere l’embargo c’era soprattutto l’Irgun.

Un gruppo, l’Esercito ebraico degli ebrei apolidi e palestinesi, sosteneva di essere stato costituito per combattere i nazisti in Europa, ma era invece destinato a combattere gli inglesi e gli arabi in Palestina.

 Questi gruppi sposavano ideologie radicali come l’idea che “i non ebrei sono l’incarnazione di Satana e che il mondo è stato creato solo per gli ebrei” (p.67).

 Un altro gruppo, guidato dal rabbino ortodosso Baruch Korff, organizzò un complotto, che fu rivelato dal “New York Herald Tribune” per far saltare in aria il Foreign Office britannico a Londra.

Grazie all’influenza politica, le accuse degli Stati Uniti contro Korff furono ritirate. In seguito “divenne un amico intimo e un fervente sostenitore del presidente Richard Nixon, che lo chiamava ‘il mio rabbino'” (p.71).

 Il sostegno di Nixon a Israele si manifestò nel gigantesco ponte aereo di forniture militari che contribuì a salvare Israele dalla sconfitta nella guerra dello Yom Kippur del 1973.

Un’altra importante organizzazione che raccoglieva fondi per inviare armi ai sionisti in Palestina era il Sonneborn Institute.

 Tra il 1939 e il maggio 1948 fu attiva anche l’Agenzia Ebraica per Israele, che raccolse l’equivalente odierno di 3,5 miliardi di dollari.

 

Sionismo e criminalità organizzata.

Tra i finanziatori dell’indipendenza israeliana c’erano anche membri della criminalità organizzata, tra cui “Meyer Lansky”, capo della mafia ebraica negli Stati Uniti.

In un articolo del 19 aprile 2018 su Tablet (tabletmag.com) intitolato “Gangsters for Zion: Yom Ha’atzmaut:

Come i mafiosi ebrei hanno aiutato Israele a ottenere l’indipendenza”, Robert Rockaway scrisse: “Nel 1945, l’Agenzia Ebraica, il governo israeliano pre-statale guidato da David Ben-Gurion, creò una vasta rete clandestina di acquisto e contrabbando di armi in tutti gli Stati Uniti.

L’operazione fu posta sotto l’egida dell’Haganah, il precursore clandestino delle Forze di Difesa Israeliane, e coinvolse centinaia di americani di ogni estrazione sociale.

Tra di loro c’erano milionari, studenti rabbinici, commercianti di rottami metallici, ex-militari, studenti universitari, scaricatori di porto, industriali, chimici, ingegneri, protestanti e cattolici, oltre a ebrei.

Un gruppo, che rimaneva anonimo e di cui si parlava raramente, era costituito da uomini duri, di strada, senza paura e con accesso a contanti pronti: i gangster ebrei”.

Rockaway, professore emerito dell’Università di Tel Aviv, scrisse anche che, grazie al controllo dei porti statunitensi, la mafia ebraica organizzava consegne di armi a Israele a bordo di navi battenti bandiera panamense.

 

Reclutamento di ebrei da trasferire in Palestina.

“Quadri sionisti si infiltrarono nei campi per rifugiati che erano stati allestiti per ospitare gli sfollati durante la Seconda Guerra Mondiale.

 Questi infiltrati cercarono segretamente di convogliare le persone in Palestina. Quando si scoprì che la maggior parte di loro non voleva andare in Palestina, si adoperarono per convincerli, a volte con la forza” (p.74).

Un’altra fonte di reclutamento erano i bambini ebrei affidati a case cristiane.

 I sionisti sostenevano di essere gli unici rappresentanti di tutti gli ebrei del mondo per legittimare gli sforzi di dirottare i sopravvissuti alla guerra verso Israele e non verso Paesi come gli Stati Uniti, dove molti preferivano andare.

 “Dopo che una campagna di reclutamento volontario aveva portato a meno dello 0,3% della popolazione dei DP [sfollati], fu attuata una leva obbligatoria” (p.79).

Ad alcuni soldati arruolati fu richiesto di combattere in Palestina nella guerra d’indipendenza sionista.

 Nel frattempo, a Washington, D.C., si formò il gruppo segreto Sieff, che svolgeva attività di lobbying a favore del progetto sionista.

 Il gruppo era protetto da persone potenti come il giudice della Corte Suprema Felix Frankfurter, il Segretario al Tesoro Henry Morgenthau Jr. e il già citato finanziere e consigliere presidenziale Bernard Baruch.

 

Il destino dei rifugiati palestinesi.

Tre quarti di milione di rifugiati palestinesi fuggirono nelle regioni vicine in un gigantesco disastro umanitario.

 Un rapporto del Dipartimento di Stato del 1948 affermava:

“Il totale degli aiuti diretti offerti… dal governo israeliano fino ad oggi consiste in 500 casse di arance” (p.83).

Il valore delle terre confiscate dai sionisti ammontava a 5,2 trilioni di dollari in dollari odierni.

Anche i cristiani hanno sofferto: “numerosi conventi, ospizi, seminari e chiese sono stati distrutti o privati dei loro proprietari e custodi cristiani” (p.83).

 I tentativi dei funzionari governativi statunitensi di negare gli aiuti al governo israeliano a causa della crisi dei rifugiati furono respinti dal presidente Truman.

Il sionismo e i media.

Già durante la Prima Guerra Mondiale i sionisti esercitavano un controllo quasi totale sulla stampa statunitense.

 Questo includeva l’inserimento di articoli filo-sionisti in giornali prestigiosi come il “The New York Times”.

Nel 1953, lo scrittore Alfred Lilienthal scrisse:

 “La cattura della stampa americana da parte del nazionalismo ebraico fu, di fatto, incredibilmente completa. Sia le riviste che i quotidiani, sia nelle notizie che negli editoriali, hanno dato principalmente il punto di vista sionista sugli eventi prima, durante e dopo la spartizione” (p.86).

La coercizione sionista si estendeva al ritiro della pubblicità, alla cancellazione degli abbonamenti e all’inserimento di giornalisti e autori nella lista nera, anche di quelli che offrivano una semplice traccia di simpatia nei confronti dei palestinesi sfollati.

Particolarmente emotivi nel loro sostegno al sionismo furono i giornali “The Nation” e “New Republic”.

Un esempio di come i sionisti potessero distruggere la carriera di un autore fu l’attacco all’allora famosa giornalista “Dorothy Thompson” dopo che “aveva iniziato a parlare dei rifugiati palestinesi, a narrare un documentario sulla loro condizione e a condannare il terrorismo ebraico” (p.92).

Sappiamo tutti che la totale inclinazione dei media statunitensi verso il sionismo e Israele domina le notizie a tutti i livelli e in tutto lo spettro ideologico, dai giornali e network più importanti a ciò che resta del giornalismo delle piccole città.

 Questo include anche i cosiddetti “indipendenti” come Breitbart.

L’inizio di questo pregiudizio risale, forse non a caso, al periodo precedente la Prima Guerra Mondiale, quando le redazioni dei giornali statunitensi furono prese in mano da propagandisti simpatizzanti del Sistema della Riserva Federale e del Fondo Monetario.

Oggi, naturalmente, abbiamo Internet, che ha iniziato a fare breccia nel controllo delle notizie da parte delle corporazioni mediatiche pro-establishment e dei censori dello Stato profondo.

Tuttavia, anche gli outlet su Internet devono essere cauti e spesso si riducono al ruolo di “ritrovi limitati”, riportando solo storie selezionate che denunciano offese israeliane particolarmente gravi, ma mai il “quadro generale”.

In conclusione possiamo dire che, come chiarisce il libro di “Alison Weir”, sono stati in gran parte i sionisti americani a finanziare e a permettere la violenta presa di possesso della Palestina e a condividere così la responsabilità, negli ultimi tre quarti di secolo, delle atrocità commesse contro una popolazione eterogenea i cui antenati vivevano in pace e radicati nella regione da millenni.

Questa popolazione abitava anche la città santa di Gerusalemme, sacra alle religioni ebraica, cristiana e islamica.

 

Il libro chiarisce anche che ci si può opporre al sionismo – l’istituzione forzata di uno Stato nazionale ebraico in Palestina – senza essere antiebraici o “antisemiti”.

Naturalmente, la maggior parte delle popolazioni indigene della Palestina sono “semiti” per etnia e lingua.

Inoltre, i più forti oppositori del movimento sionista originario in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e forse anche in altre nazioni, sono stati e sono tuttora ebrei che si sono assimilati con successo alle culture ospitanti.

Ne sono un esempio gli ebrei hassidici di Brooklyn, N.Y., e gli ebrei in Iran che si rifiutano di sostenere Israele.

Si potrebbero o dovrebbero scrivere molti altri volumi su come gli Stati Uniti hanno aiutato Israele e il sionismo e sull’interferenza di Israele e del sionismo negli affari interni degli Stati Uniti.

Includerei un esame della possibile partecipazione di Israele agli assassinii di JFK/RFK e agli attentati dell’11 settembre, dell’acquiescenza degli Stati Uniti al programma di armi nucleari di Israele, dei legami di Israele con i neoconservatori che controllano l’attuale politica estera degli Stati Uniti e dell’attuale avvicinamento alla Terza Guerra Mondiale contro più della metà dei Paesi del mondo, a cominciare dalla nemesi di Israele, l’Iran.

Gli Stati Uniti inciamperanno nella Terza Guerra Mondiale a causa della loro prigionia filo-sionista?

 (Richard C. Cook è un analista federale statunitense in pensione che ha lavorato presso la Commissione per il Servizio Civile degli Stati Uniti, la FDA, la Casa Bianca di Carter, la NASA e il Tesoro degli Stati Uniti. Come informatore all’epoca del disastro del Challenger, ha rivelato la storia dei giunti O-ring difettosi che hanno distrutto lo Shuttle. Dopo aver lavorato al Tesoro, ha esposto i difetti disastrosi di un sistema monetario controllato dalla finanza privata e come consulente dell’American Monetary Institute ha sostenuto la sostituzione del sistema della Federal Reserve con una vera e propria moneta nazionale.)

(unz.com/article/review-against-our-better-judgment-by-alison-weir/)

 

 

 

Il generale Michael Flynn suggerisce

che i membri del Congresso siano

compromessi a causa del "dormire con i bambini"

lifesitenews.com - Doug Mainwaring – (Lun. 6 nov. 2023) – ci dice:

 

L'ex consigliere dell'amministrazione Trump sostiene che il controllo del Paese "è stato ceduto alle forze marxiste a causa dei comportamenti sessuali depravati di alcuni legislatori".

Il generale Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti dell'ex presidente Trump, ha parlato a un evento elettorale per il candidato al Senato degli Stati Uniti “Josh Mandel” il 21 aprile 2022, presso” Mapleside Farms” a “Brunswick”, “Ohio”.

( LifeSiteNews ) – In un’ampia intervista incentrata sullo stato deplorevole dell’attuale leadership americana, il generale Michael Flynn ha suggerito che i membri del Congresso vengono ricattati dai globalisti affinché eseguano i loro ordini perché sono stati “compromessi dal dormire con i bambini”.

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump ha delineato un quadro drammatico di Washington, DC, sotto assedio da parte di forze ostili, dove coloro che ricoprono le cariche più alte del paese sono marxisti nel cuore, veri credenti nell’agenda globalista:

Il nostro Paese è sotto il controllo e abbiamo un disperato bisogno di leader forti che si risolvano in questo caos e riportino il nostro Paese sulla carreggiata.

Ma non sarà da parte delle persone che sono attualmente sedute alla Casa Bianca o che siedono in alcuni di questi dipartimenti governativi davvero critici come Giustizia, Difesa, Stato e chiaramente il capo del nostro sistema di intelligence.

Queste sono persone radicalizzate – estremamente radicali – e sono marxiste e credono in questa agenda globalista”.

Flynn ha continuato a dipingere un quadro ancora più oscuro, in cui il controllo è stato ceduto alle forze marxiste a causa dei comportamenti sessuali depravati di alcuni legislatori.

La Camera dei Rappresentanti ora “è totalmente, completamente distrutta”, ha detto Flynn.

"Sono totalmente di proprietà dei lobbisti aziendali e dei globalisti che possiedono molte di queste persone perché sono state compromesse dai viaggi del “CODEL” all'estero dove questi membri sia della Camera che del Senato vengono compromessi andando a letto con i bambini."

"Viaggi CODEL" è l'abbreviazione di visite ufficiali della "Delegazione dei membri del Congresso" in paesi stranieri.

 Flynn sta insinuando che in alcuni o molti di questi viaggi potrebbero essersi verificate attività nefaste.

 

Occorre chiedere al Congresso di porre fine al traffico di bambini poiché il film "Sound of Freedom" espone una realtà scioccante.

Anche se non verificata, la sorprendente affermazione di Flynn suona vera dopo le rivelazioni degli ultimi anni riguardanti individui di alto profilo e celebrità che si recavano nella famigerata isola caraibica di “Jeffrey Epstein” per presumibilmente fare sesso con ragazze minorenni.

“Sound of Freedom”, il film rivoluzionario sul salvataggio dei bambini dall'industria globale del traffico sessuale, dà credito anche all'affermazione di Flynn riguardante la natura diffusa degli adulti che fanno sesso con i bambini.

Il film vedeva “Jim Caviezel” nei panni dell'ex agente della “Homeland Security” “Tim Ballard”, che lasciò il suo lavoro dieci anni fa per salvare bambini innocenti intrappolati nell'orribile mondo sotterraneo dove fino a due milioni di bambini in tutto il mondo vengono comprati e venduti per scopi sessuali ad adulti depravati.

In un’intervista con l’ex consigliere di Trump “Steve Bannon” la scorsa primavera, “Caviezel” ha accusato il “Deep State globale” di collusione con i “media mainstream” per nascondere la complicità del “Deep State” nel traffico di bambini.

"L'isola di Epstein non è l'unica isola là fuori dove hanno... bambini", ha osservato la settimana scorsa nel” podcast War Room”.

“Ho iniziato a notare che ogni volta che veniva fuori una storia sulla tratta – qualsiasi cosa – il giorno dopo spariva”.

Diversi anni fa, il senatore democratico americano “Robert Menendez” del “New Jersey” fu indagato in seguito alle accuse di aver fatto sesso con prostitute minorenni nella “Repubblica Dominicana”.

L'ex deputato democratico caduto in disgrazia “Anthony Weiner” di “New York” è stato dichiarato colpevole nel 2017 di comunicazione a luci rosse - "sexting" - con una ragazza di 15 anni ed è stato condannato a quasi due anni di prigione.

All'epoca “Weiner” era sposato con “Huma Abedin”, vice capo dello “staff di Hillary Clinton” mentre era segretaria di Stato americana dal 2009 al 2013 e vicepresidente della “campagna di Clinton” per la presidenza degli Stati Uniti nel 2016.

Gli esempi di politici di Washington che si divertono con giovani prostitute non sono sempre stati dominio dei democratici in carica.

Alla fine degli anni ’80, si scoprì che i funzionari dell’amministrazione” Reagan e Bush” frequentavano servizi di “callboy” – escort maschile – con nomi come “Dream Boys” e “Man to Man”.

Il “Washington Times” ha diffuso la storia, riferendo che “un giro di prostituzione omosessuale è sotto indagine da parte delle autorità federali e distrettuali e comprende tra i suoi clienti funzionari chiave delle amministrazioni Reagan e Bush, ufficiali militari, assistenti del Congresso e uomini d'affari statunitensi e stranieri con stretti legami con” L’élite politica di Washington”.

“Flynn” ha lanciato un terribile avvertimento durante il podcast basato sull'attuale traiettoria della nazione.

"Gli imperi nella storia del mondo crollano molto rapidamente", ha detto “Flynn” alla conduttrice del podcast “Joy Thayer”.

“Abbiamo un governo esagerato.

Abbiamo una burocrazia incredibilmente corrotta e criminalizzata e leader eletti. Abbiamo un debito sconcertante che non riusciremo mai a superare.

Abbiamo un esercito sovraffaticato che non solo è sovraccaricato ma non è pronto.

E abbiamo problemi interni nel nostro Paese con livelli incredibili di criminalità”.

 

 

L’Ohio sancisce l’aborto nella sua

costituzione, diventando uno degli stati

più favorevoli all’aborto della nazione.

Lifesitenews.com - Ashley Sadler – (Mar. 7 nov. 2023) – ci dice:

 

“Ohio Right to Life” ha affermato che l'emendamento "consoliderà l'aborto fino alla nascita, con zero restrizioni, nella costituzione dell'Ohio".

 

( LifeSiteNews ) – Il provvedimento elettorale radicale dell’Ohio per incorporare l’aborto nella costituzione dello stato è stato approvato con un ampio margine  martedì, nonostante la forte opposizione dei sostenitori della vita.

L'approvazione del numero 1 dell'”Ohio” rende lo stato di “Buckeye” uno dei più favorevoli all'aborto nel paese insieme a “roccaforti di sinistra” come California e Vermont.

A seguito di una massiccia campagna pro-aborto finanziata in gran parte da gruppi di pressione esterni allo stato – che includeva l’uso di immagini cattoliche per promuovere la misura radicale dell’aborto – e il fallimento di una precedente iniziativa elettorale intesa a rafforzare il processo di emendamento costituzionale dello stato, l’Ohio e gli elettori hanno deciso di approvare” il numero 1” martedì sera, rendendo l’Ohio uno dei luoghi più pericolosi negli Stati Uniti per i bambini non ancora nati.

 

Con appena il 42% dei voti conteggiati martedì sera, l'emendamento è stato approvato con un margine del 57%-43%.

La misura pro-aborto,” Right to Reproductive Freedom with Protections for Health and Safety Amendment” , è stata redatta dalla sezione dell’Ohio dell’”American Civil Liberties Union” (ACLU) e sostenuta dal “braccio di difesa dei medici dell’Ohio per i diritti riproduttivi” (OPRR) “Protect Choice Ohio”. (PCO).

(​​L’emendamento radicale sull’aborto dell’Ohio consentirebbe l’aborto con nascita parziale e smembramento: procuratore generale).

Modificherà  l'articolo I della costituzione dello stato dell'Ohio per garantire che "[ogni] individuo ha il diritto di prendere e portare avanti le proprie decisioni riproduttive, incluse ma non limitate a decisioni sulla contraccezione, sul trattamento della fertilità, sulla continuazione della propria gravidanza, sull'aborto spontaneo " cure e aborto”.

La legge esistente dell’Ohio rende legale l’aborto fino alla 22a settimana di gravidanza.

Secondo il linguaggio dell’emendamento, lo Stato è tenuto a non “appesantire, penalizzare, proibire, interferire o discriminare” il “diritto” all’aborto.

Le restrizioni all’aborto sarebbero ancora tecnicamente ammissibili dopo la “vitalità”, anche se ai medici viene data l’autorità di decidere la fattibilità “caso per caso”.

 Inoltre, gli aborti fino alla nascita sono protetti dall’emendamento se ritenuti necessari per proteggere la vita o la salute della madre, uno standard che può essere esteso fino a includere il benessere mentale ed emotivo della madre per giustificare l’aborto facoltativo.

I sostenitori della vita sottolineano che l’uccisione deliberata di un bambino non ancora nato non è mai necessaria dal punto di vista medico.

(I radicali pro-aborto rubano e distruggono i cartelli nelle chiese cattoliche che si oppongono all’emendamento sull’aborto dell’Ohio).

“Ohio Right to Life” ha definito” il numero 1” "l'iniziativa più pericolosa nella storia dell'Ohio", sottolineando che "consentirà dolorosi aborti tardivi in ​​Ohio durante tutti i nove mesi di gravidanza".

(L’organizzazione pro-vita ha osservato che l’emendamento “sancirà l’aborto fino alla nascita, con zero restrizioni, nella costituzione dell’Ohio”.)

"La serietà di questa iniziativa elettorale non può essere sopravvalutata", hanno continuato, spiegando che l'emendamento significherà che "il parlamento dell'Ohio non potrà approvare alcuna legge futura per proteggere i nascituri" e che "la questione dell'aborto verrebbe strappata dalle nostre mani in modo permanente".

Oltre a vietare esplicitamente la protezione dei bambini non ancora nati e a impedire ai genitori di essere coinvolti nel caso in cui la loro figlia minorenne stia cercando di abortire, la legge potrebbe anche lasciare “i bambini con confusione di genere” vulnerabili alla sterilizzazione e alla mutilazione “con interventi irreversibili sul genere”.

I critici hanno avvertito che il linguaggio della legislazione potrebbe minacciare i diritti dei genitori nei confronti dei bambini che soffrono di disforia di genere, costringendoli a consentire ai bambini di ricevere bloccanti della pubertà, ormoni sessuali incrociati, rimozione del seno o interventi chirurgici di trasformazione genitale perché “l’identità di genere” potrebbe essere inteso come relativo alla riproduzione.

 

(​​Il gruppo pro-famiglia avverte che l’emendamento sull’aborto dell’Ohio porrebbe fine al consenso dei genitori per le “transizioni” dei bambini).

Il linguaggio estremo ha portato i cattolici e altri sostenitori della vita a pronunciarsi con forza contro la misura.

“John Hinshaw” e “Will Goodman”, sostenitori della vita che sono attualmente incarcerati a Washington, DC per il loro coinvolgimento in uno sforzo di “salvataggio” del 2020 in una famigerata struttura per aborti tardivi, hanno condiviso una lettera con “LifeSiteNews” esortando gli elettori dell’Ohio a respingere l’iniziativa elettorale e proteggere il nascituro.

E “Hinshaw” e “Goodman” non sono soli.

“Fr. Patrick Schultz”, vicario parrocchiale della chiesa cattolica del “Sacro Cuore di Gesù” a “Wadsworth”, Ohio, in precedenza aveva criticato l’iniziativa definendola “demoniaca” e tracciando parallelismi tra “l’antico mondo pagano” e gli Stati Uniti moderni, sostenendo che gli” abortisti di Planned Parenthood” sono equivalenti a "I sacerdoti di Moloch."

Un altro sacerdote dell'Ohio, “p. Daniel Dury” ha definito la misura “estrema” e “radicale” e ha esortato i cattolici a pregare, digiunare, spargere la voce e votare contro.

Proprio il mese scorso, i sacerdoti che rappresentavano 171 congregazioni religiose nell’Ohio hanno firmato una lettera congiunta che invitava gli elettori a respingere la proposta.

(171 leader religiosi dell’Ohio esortano i fedeli a votare no all’emendamento “malvagio e diabolico” sull’aborto).

Dalla storica vittoria pro-vita alla Corte Suprema degli Stati Uniti nel giugno 2022, che ha ribaltato quasi 50 anni di precedente radicale federale sull’aborto stabilito nel caso “Roe v. Wade”, i sostenitori della vita hanno sperimentato un mosaico di vittorie e sconfitte a livello statale.

Mentre stati come “Texas”, “Idaho”, “Oklahoma”,” Alabama” e “Kentucky” hanno approvato ampie leggi a favore della vita per vietare quasi tutti gli aborti in tutto lo stato, e altri stati come “Florida”, “Carolina del Nord” e “Nebraska” hanno implementato restrizioni parziali sull’aborto basate sull’età gestazionale, altri stati come la “California”, l’”Oregon”, “New York” e il “New Mexico” si sono mossi nella direzione opposta.

Mentre alcune leggi hanno favorito la causa pro-vita e si prevede che salveranno molti bambini, i sostenitori della vita hanno subito una serie di sconfitte con misure elettorali volte a sancire l’aborto nella costituzione dello stato o a creare una protezione costituzionale per i nascituri.

Gli elettori di “California”, “Vermont” e “Michigan” hanno approvato nel 2022 misure che consacrano l’aborto nelle loro costituzioni statali.

 Nel frattempo, le misure opposte adottate in “Kentucky” e “Kansas” per chiarire che le costituzioni di quegli stati non prevedono il diritto all’aborto, e una misura nel “Montana” per proteggere i bambini nati dopo aborti mal riusciti, sono tutte fallite alle urne.

 

 

 

 

L'allarmante documentario di

“Dinesh D'Souza” solleva la domanda:

 "L'America sta diventando uno Stato di polizia?".

Lifesitenews.com - Doug Mainwaring – (Mar. 7 nov. 2023) – ci dice:

 

Il regime consente l’anarchia pura, zero conseguenze per le popolazioni clienti, mentre esercita una tirannia estrema su coloro che ritiene essere nemici politici, vale a dire i conservatori rispettosi della legge.

( LifeSiteNews ) — L'ultimo film di “Dinesh D'Souza”, “ Police State ”, comprime in due ore diversi anni di storia di crescente comportamento tirannico da parte delle agenzie di intelligence e delle forze dell'ordine che agiscono per criminalizzare e controllare i conservatori, i cristiani e fondamentalmente tutti i diritti di cittadini del centro politico.

Un tema ricorrente in tutto il documentario è riassunto da “D'Souza” quando afferma:

 “Gli stati di polizia sono crudeli. Distruggono le persone e le famiglie che li amano, ma a loro non importa. È più importante che ci zittiscano se parliamo nel modo sbagliato”.

Un elemento distintivo dello stato di polizia è che è uno stato monopartitico. L'opposizione efficace viene eliminata”, ha detto “D'Souza”.

“Un servizio di intelligence nazionale serve un padrone: il governo che li paga.

Non serve al popolo americano”, ha spiegato l’informatore dell’”FBI” “George Hill”, uno dei numerosi informatori delle forze dell’ordine federali che hanno partecipato al film.

Il film racconta le esperienze di americani comuni che improvvisamente si ritrovano trattati come nemici dello stato per nient'altro che partecipare a una protesta o una manifestazione, essere a favore della vita o parlare alla riunione del consiglio scolastico contro il materiale pornografico promosso nei programmi di studio K-12.

Si ritrovano intrappolati in una rete da incubo di minacce da parte delle forze dell’ordine e problemi legali molto reali, spesso soggetti ad accuse e condanne ampiamente sproporzionate rispetto a qualunque cosa lo stato abbia scelto di accusarli.

La giornalista “Julie Kelly”, che ha svolto un lavoro incredibile raccontando la difficile situazione dei prigionieri politici del” 6 gennaio “detenuti a Washington, ha preparato il terreno:

 

Decine di agenti armati dell'FBI con corna di toro [scendono su] la tua casa per terrorizzare il tuo quartiere così come terrorizzare te, scioccarti facendoti addormentare, trascinarti fuori di casa mezzo vestito, rifiutarsi di darti un mandato, saccheggiare la tua casa, ti portano all'ufficio sul campo dell'FBI dove vieni interrogato e non hai nemmeno la possibilità di contattare un avvocato.

Il film racconta in modo approfondito diversi esempi di individui coinvolti nella rete anti-conservatrice del governo negli ultimi anni, tra cui i manifestanti pacifici pro-vita “Mark Houck” e “Bevelyn Beatty Williams” accusati di aver violato” la legge FACE” ;

 il pacifico manifestante del 6 gennaio “Matthew Perna”, che si è tragicamente suicidato dopo essere stato minacciato di anni di carcere a seguito di una maggiore accusa di terrorismo;

e, notoriamente, l’ex presidente “Donald Trump”, che ora deve affrontare quattro incriminazioni penali che comprendono quasi 100 accuse mentre il “Deep State” cerca di impedirgli di candidarsi alle elezioni nel 2024.

Forse ironicamente, il presidente Trump ha dovuto affrontare accuse inventate di interferenza russa e di essere al timone di uno stato di polizia.

D'Souza ha spiegato che è vero esattamente il contrario:

“Trump sta fuggendo dallo stato di polizia. È il suo obiettivo principale."

"Viviamo in tempi pericolosi", ha detto” Sherrona Bishop”, fondatrice di “America's Mom”, la cui casa è stata perquisita da agenti dell'FBI equipaggiati con equipaggiamento militare.

 “Questo è uno stato di polizia adesso. Hanno piena autorità. Hanno armato il Dipartimento di Giustizia ancora e ancora e ancora. Quante altre volte devono farlo prima che tu riconosca che sei il prossimo sul ceppo?

(Obama “ha messo lo Stato contro repubblicani e conservatori”).

Il conduttore radiofonico conservatore “Dan Bongino”, ex poliziotto e agente dei servizi segreti che ha coprodotto il film, ha affermato che se dovesse individuare il momento in cui gli Stati Uniti sono passati da repubblica costituzionale a stato di polizia, dovrebbe essere il "Patriot" Act”, promulgato poco dopo l’11 settembre apparentemente per combattere il terrorismo che arriva sulle nostre coste dall’estero.

“Bongino” ha spiegato che la missione dell'FBI è stata ampliata dalle forze dell'ordine all'intelligence nazionale.

L’agenzia aveva carta bianca per fare quello che voleva.

 

"Dopo l'11 settembre, tutte le barriere erette tra il controspionaggio e le indagini penali sono state rimosse", ha detto l'avvocato” John O'Connor”.

"Sotto Bush, abbiamo visto questi strumenti usati contro i musulmani, ma Obama ha portato la cosa a un livello completamente nuovo: ha rivolto lo stato contro repubblicani e conservatori", ha detto “D'Souza”.

Come si sono evolute le cose in modo tale che praticamente ogni agenzia governativa sia allineata contro i conservatori?

Le agenzie devono creare una domanda per i loro servizi, ha spiegato l'autore investigativo conservatore “Peter Schweizer”.

“Uno dei modi in cui queste agenzie governative lo stanno facendo è cambiando la loro missione.

 Si stanno spostando da quello che era il terrorismo interno all’estremismo interno. E guardano all'estremismo in un modo che dipinge chiunque sia di centrodestra come parte di questa sorta di continuum [dell'estremismo interno].

"Nelle viscere di queste task force inter-agenzia hanno sviluppato liste di controllo, liste di censura e liste di obiettivi", è intervenuto” D'Souza”, "e forse anche liste di eliminazione".

"Non ho dubbi sull'esistenza di elenchi come questo", ha risposto “Schweizer”.

All'inizio del film, “D'Souza” ha fornito una litania di dichiarazioni di politici e giornalisti che hanno criticato la crescente utilizzazione del governo come arma contro i cittadini comuni.

Il “governo ha detto ai cittadini americani che non potevano andare in chiesa la domenica”, ha detto il deputato “Jim Jordan”, riferendosi ai blocchi del COVID-19. "Ma la cosa veramente spaventosa è ciò che abbiamo visto uscire dall'ufficio dell'FBI di Richmond: se sei un cattolico pro-vita e pro-famiglia, ti definiscono radicale."

"I repubblicani vengono perseguiti per crimini per i quali i democratici vengono lasciati andare", ha detto il senatore “Rand Paul”.

Più tardi, “D'Souza” fa eco a quel sentimento: "L'FBI protegge i crimini dei democratici, e i democratici proteggono i crimini dell'FBI".

"Non abbiamo carri armati, macchinari e armi palesi che percorrono Pennsylvania Avenue a Washington DC", ha osservato “Kash Patel”, ex procuratore del Consiglio di sicurezza nazionale e della Camera degli Stati Uniti.

 “I sovietici avevano uno stato di polizia in stile più evidente. Ma ciò non significa che non ne avremo l’inizio qui in America adesso”.

"Penso che a volte le persone abbiano l'immagine che le persone cammineranno per strada indossando uniformi con svastiche", ha detto “Schweizer”.

"No, di solito è il burocrate senza volto che lavora da qualche parte nel seminterrato e che porta avanti gli scopi più ampi stabiliti dai leader potenti."

“Le persone in Cina sanno più o meno che (il presidente) Xi è al comando”, ha affermato il “dottor Darren Beattie”, fondatore ed editore di “Revolver News”.

“Lo stato di polizia in America ha una qualità opaca. Non è chiaro chi sia veramente al comando”.

I militanti del 6 gennaio sono in prigione, i violenti rivoltosi del “BLM” e dell'”Antifa” restano liberi.

 

Nel ruolo dell'avvocato del diavolo, “Beattie” ha posto una domanda nella mente di molte persone:

Se siamo uno stato di polizia, come spieghi le rivolte dilaganti consentite sotto la bandiera di “Black Lives Matter”?

Come spieghi lo stato fatiscente di criminalità totale a San Francisco, New York, Filadelfia e in tutte le altre città?

In che modo ciò è coerente con il fatto che siamo uno stato di polizia?

È molto semplice:

il regime consente l'anarchia pura, zero conseguenze per le popolazioni clienti, e il regime esercita una tirannia estrema su coloro che ritiene nemici politici, vale a dire i conservatori rispettosi della legge.

"L'America sarà uno stato di polizia a pieno titolo quando il paese stesso sarà stato trasformato in una prigione", ha detto “D'Souza” alla fine del film.

 “In un paese libero, il governo esiste per servire i cittadini. In uno stato di polizia, il governo dichiara guerra ai cittadini”.

"E non potrai nasconderti", ha aggiunto. “Hanno le loro liste e tu sei già su una di esse. Potresti essere il prossimo.

 

 

 

Il perno pubblico della

Russia verso la Palestina.

 Unz.com - PEPE ESCOBAR – (7 NOVEMBRE 2023) – ci dice:

 

La complessa e sfumata questione della neutralità geopolitica della Russia nella tragedia israelo-palestinese è stata finalmente chiarita la scorsa settimana, senza mezzi termini.

L'”allegato A” mostra il presidente russo Vladimir Putin che si rivolge – di persona, il 30 ottobre – al Consiglio di sicurezza del suo paese, agli alti funzionari governativi e ai capi delle agenzie di sicurezza.

Tra gli altri notabili, il suo pubblico includeva il primo ministro “Mikhail Mishustin”, il presidente della Duma “Vyacheslav Volodin”;

il segretario del “Consiglio di sicurezza” “Nikolai Patrushev”, il ministro degli Esteri “Sergei Lavrov”, il direttore dell'FSB “Alexander Bortnikov”; e il direttore dell'”SVR” (intelligence estera) “Sergei Narishkin”.

Putin non ha perso tempo per andare al sodo, descrivendo in dettaglio la posizione ufficiale della Federazione Russa nell'attuale incandescenza geopolitica di due guerre intrecciate, Ucraina e Israele-Palestina.

Questo è stato indirizzato tanto al suo pubblico di alto profilo quanto alla leadership politica dell'Egemone occidentale".

"Non c'è alcuna giustificazione per i terribili eventi che si stanno verificando a Gaza ora, dove centinaia di migliaia di persone innocenti vengono uccise indiscriminatamente, senza avere un posto dove fuggire o nascondersi dai bombardamenti.

Quando vedi i bambini macchiati di sangue, i bambini morti, la sofferenza delle donne e degli anziani, quando vedi i medici uccisi, naturalmente, ti viene da stringere i pugni come lacrime agli occhi".

La coalizione del caos guidata dagli Stati Uniti.

Poi è arrivata un'anticipazione del contesto:

"Dobbiamo capire chiaramente chi c'è in realtà dietro la tragedia dei popoli in Medio Oriente e in altre regioni del mondo, chi ha organizzato questo caos letale e chi ne trae beneficio".

Senza mezzi termini, Putin ha descritto "le attuali élite al potere negli Stati Uniti e nei suoi satelliti" come "i principali beneficiari dell'instabilità globale che usano per estorcere la loro sanguinosa rendita.

Anche la loro strategia è chiara.

Gli Stati Uniti, come superpotenza globale, si stanno indebolendo e stanno perdendo la loro posizione, e tutti lo vedono e lo capiscono, anche a giudicare dall'andamento dell'economia mondiale".

Il presidente russo ha fatto un collegamento diretto tra la spinta americana a estendere "la sua dittatura globale" e l'ossessione politica di promuovere un caos senza sosta:

"Questo caos lo aiuterà a contenere e destabilizzare i suoi rivali o, come dicono loro, i loro avversari geopolitici, tra i quali classificano anche il nostro paese, che in realtà sono nuovi centri di crescita globale e paesi sovrani indipendenti che non sono disposti a inchinarsi e svolgere il ruolo di servitori".

Fondamentalmente, Putin si è impegnato a "ripetere di nuovo" sia al suo pubblico interno che a quello del Sud del mondo che

 "le élite al potere degli Stati Uniti e dei suoi satelliti sono dietro la tragedia dei palestinesi, il massacro in Medio Oriente in generale, il conflitto in Ucraina e molti altri conflitti nel mondo – in Afghanistan, Iraq, Siria, e così via".

 

È un punto di vitale importanza.

Confondendo gli autori del conflitto ucraino e della guerra a Gaza – "gli Stati Uniti e i loro satelliti" – il presidente russo ha effettivamente messo Israele sullo stesso piano dell'egemone occidentale e della sua agenda di "caos".

Mosca si allinea con la vera "comunità internazionale."

Essenzialmente, ciò che questo ci dice è che la Federazione Russa si allinea inequivocabilmente con la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica del Sud del mondo, dal mondo arabo a tutte le terre dell'Islam e oltre, in Africa, Asia e America Latina.

È interessante notare che Mosca si allinea con le analisi del leader iraniano “Ayatollah Khamenei” – un partner strategico della Russia – e del segretario generale di “Hezbollah” “Hassan Nasrallah”, nel suo bruciante, sofisticato, discorso a tinte “Sun-Tzu” lo scorso venerdì, sul "ragno che sta cercando di intrappolare l'intero pianeta e il mondo intero nella sua ragnatela".

L'”allegato B” sulla posizione ufficiale della Russia, in particolare su Israele-Palestina, è venuto dal rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite,” Vasily Nebenzya”, in una sessione speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Palestina due giorni dopo il discorso di Putin.

“Nebenzya” ha chiarito abbondantemente che Israele, in quanto potenza occupante, non ha "il diritto all'autodifesa" – un fatto supportato da una sentenza consultiva della Corte Internazionale delle Nazioni Unite nel 2004.

All'epoca, la corte stabilì anche, con un voto giudiziario di 14 su 15, che la costruzione da parte di Israele di un massiccio muro nella Palestina occupata, compresa Gerusalemme Est, era contraria al diritto internazionale.

“Nebenzya”, in termini legali, ha annullato l'argomento del "diritto all'autodifesa" evocato all'infinito brandito da Tel Aviv e dall'intera galassia della NATO.

 L'Egemone USA, protettore di Tel Aviv, ha recentemente posto il veto alla bozza del “Consiglio di Sicurezza umanitario delle Nazioni Unite del Brasile” solo perché non menzionava il "diritto di Israele all'autodifesa".

Pur sottolineando che Mosca riconosce il diritto di Israele a garantire la propria sicurezza, Nebenzya ha sottolineato che questo diritto

"potrebbe essere pienamente garantito solo in caso di un'equa risoluzione del problema palestinese sulla base di risoluzioni riconosciute dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".

I dati dimostrano che Israele non rispetta alcuna risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla Palestina.

 

Le priorità di Lavrov nella Palestina occupata.

L'”allegato C” sulla posizione della Russia nei confronti di Israele/Palestina è stato fornito dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov in una conferenza stampa con il ministro degli Esteri kuwaitiano” Sabah Al-Sabah”, due giorni dopo l'intervento di “Nebenzya” alle Nazioni Unite.

 

Lavrov ha ribadito le priorità di Mosca già sottolineate da Putin e Nebenzya:

un cessate il fuoco urgente, corridoi umanitari e un ritorno al tavolo per negoziare "uno Stato palestinese indipendente, come previsto dal Consiglio di sicurezza dell'Onu entro i confini del 1967, che coesista, in pace e sicurezza, con Israele".

Lavrov ha sottolineato ancora una volta che vengono impiegate diverse tattiche diversive tra Stati Uniti e Israele "volte a ritardare (se non seppellire) la decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di stabilire uno stato palestinese".

Questo, dice il ministro degli Esteri russo, implica condannare i palestinesi "a un'esistenza eterna senza diritti. Ciò non garantirà né la pace né la sicurezza nella regione, ma non farà altro che inasprire il conflitto. E non sarai in grado di guidarlo in profondità. Saranno seminati i prossimi 'grappoli d'ira', che presto 'germoglieranno'".

L'analisi di Lavrov, tanto quanto quella di Putin, converge con quella di Khamenei e Nasrallah:

"Non si tratta di Gaza, ma del conflitto israelo-palestinese. Lo Stato di Palestina è parte integrante di questa soluzione".

La Russia sta gettando i semi per esercitare il ruolo di mediatore fidato per tutte le parti in Israele/Palestina – un ruolo totalmente inadatto all'Egemone USA, soprattutto dopo la tacita approvazione dell'attuale pulizia etnica israeliana di Gaza.

 

È tutto qui, chiaramente formulato da Lavrov:

 "Sarà di fondamentale importanza per noi conoscere l'opinione unanime del mondo arabo".

 Questo è un messaggio che prende di mira specificamente i regimi sunniti vassalli da Washington.

Poi, quando si metteranno d'accordo, "sosterremo la soluzione araba a questo problema molto difficile".

Prerequisito del multipolarismo: la pace in Palestina.

Esaminati insieme, i reperti A, B e C mostrano come Mosca sia molto più avanti del gioco.

 Il messaggio generale – che viene minuziosamente decodificato in tutto il Sud del mondo/Maggioranza globale – è che anche considerando le mosse non-stop dell'Impero del Caos, l'immutabile ed escludente Progetto Sionista è ormai morto sul nascere.

La soluzione meno peggiore, finora, è l'Iniziativa di Pace Araba del 2002, sottoscritta da tutti, dalle terre dell'Islam alla Russia, all'Iran e alla Cina: uno Stato palestinese indipendente, tornato ai confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale.

Il problema è come convincere il sionismo fuori controllo a fare marcia indietro.

 I fatti imperativi sul terreno dovrebbero includere la recisione del cordone ombelicale armato/cartolarizzato Washington-Tel Aviv – e l'espulsione dallo spettro geopolitico della matrice sionista cristiana neocon negli Stati Uniti, che sembra essere profondamente radicata nei silos in tutto lo Stato profondo.

Entrambi questi imperativi sono impossibili, a breve, medio e persino lungo termine.

Nel frattempo, un semplice sguardo alla mappa mostra che, a tutti gli effetti, la soluzione dei due Stati – dalla Cisgiordania alla Striscia di Gaza – è morta.

 Può essere straziante per i leader del multipolarismo ammetterlo.

Ci vorrà un po' di tempo, e di cambiamento del discorso pubblico, per riconoscere che l'unica soluzione praticabile è l'anatema supremo per il progetto sionista:

 uno stato unico con ebrei e arabi che vivono insieme in pace.

Tutto ciò ci porta a una formulazione netta:

senza una soluzione giusta per la Palestina, la pace tangibile in tutto lo spettro multipolare emergente rimane irraggiungibile.

L'attuale orrore a Gaza dimostra che la pace continua a non essere una priorità per l'”Impero del Caos”, e ci vorrà una Russia – con forse una Cina – per cambiare le carte in tavola.

 

 

 

Il Vangelo di Gaza.

Cosa dobbiamo imparare dalle

lezioni bibliche di Netanyahu.

 Unz.com - LAURENT GUYÉNOT – (6 NOVEMBRE 2023) – ci dice:

 

In un discorso in ebraico del 28 ottobre, “Netanyahu” ha giustificato il massacro israeliano di civili a Gaza con un riferimento biblico ad “Amalek”.

Dovete ricordare ciò che “Amalek” vi ha fatto, dice la nostra “Sacra Bibbia”.

E noi ricordiamo. E combattiamo.

Le nostre coraggiose truppe e i nostri combattenti che ora si trovano a Gaza e in tutte le altre regioni di Israele, si stanno unendo alla catena degli eroi ebrei, una catena che è iniziata 3.000 anni fa, da “Joshua ben Nun”, fino agli eroi del 1948, “la Guerra dei Sei Giorni”, “la Guerra dell'Ottobre '73” e tutte le altre guerre in questo paese.

 Le nostre truppe eroiche hanno un obiettivo principale supremo: sconfiggere completamente il nemico assassino e garantire la nostra esistenza in questo paese.

Nella Sacra Bibbia di Netanyahu, Dio dà al suo popolo eletto la Palestina, e lo stesso Dio comanda loro di sterminare gli “Amalechiti”, un popolo arabo che si trova sulla loro strada.

“Yahweh“chiede a Mosè non solo di sterminare gli “Amalechiti”, ma di "cancellare la memoria di “Amalek sotto il cielo." (Deuteronomio 25:19).

Toccò a “Saul” finirli:

"Uccidete l'uomo e la donna, il bambino e il lattante il bue e la pecora, il cammello e l'asino", gli dice “Yahweh” (1Samuele 15:8).

 Poiché Saul risparmiò il re amalechita “Agag”, “Yahweh” gli tolse il regno e lo fece impazzire:

 «Mi pento di aver fatto re Saul, perché ha infranto la sua fedeltà a me e non ha eseguito i miei ordini» (15,11).

Il santo profeta” Samuele”, che aveva una linea di comunicazione diretta con “Yahweh”, dovette massacrare “Agag” stesso ("fece a pezzi Agag", nella “Revised Standard Version”).

“Yahweh “poi diede il regno a “Davide”, che si dimostrò uno sterminatore più obbediente, per esempio quando mise il popolo di Rabba

"sotto seghe, erpici di ferro e scuri di ferro, e li fece passare attraverso la fornace di mattoni, e così fece con tutte le città dei figli di Ammon" (2 Samuele 12:31).

Nonostante il loro completo genocidio nella Bibbia, gli “Amalechiti “rimangono l'eterno incubo di Israele.

“Amalek” venne associato, come suo nonno “Esaù”, a Roma e al cristianesimo, ma anche all'”Iran, perché il cattivo del Libro di Ester, Aman, è indicato come un “agaghita”, cioè un discendente del re amalechita “Agag”.

Ecco perché l'impiccagione di Aman con i suoi dieci figli e il massacro di 75.000 persiani sono spesso confusi nella tradizione ebraica con lo sterminio degli “Amalechiti” e la brutale esecuzione del loro re.

La lettura della “Torah” la mattina di “Purim” è tratta dal racconto della battaglia contro gli “Amalechiti”, che termina con la conclusione che "Yahweh sarà in guerra con “Amalek” di generazione in generazione" (Esodo 17:16).[1]

In un articolo del “New York Times” del 2009 intitolato "Le paure di Israele, l'arsenale di “Amalek",” Jeffrey Goldberg” riferisce che, quando chiese a uno dei consiglieri di “Netanyahu” "di valutare per me la profondità dell'ansia di Netanyahu per l'Iran", la risposta che ricevette fu: "Pensa ad Amalek".

 Ora Netanyahu chiede agli israeliani di ricordare “Amalek” mentre il loro esercito bombarda Gaza, uomini, donne, bambini, neonati e bestiame compresi.

Netanyahu non è impazzito, come ho spiegato prima.

Egli è semplicemente posseduto dalla Bibbia, perché Israele e la Bibbia sono una cosa sola.

La follia di Netanyahu è radicata nella Bibbia.

La sua ossessione per “Amalek” è collettiva, condivisa dagli ebrei religiosi sionisti di tutto il mondo.

Ascoltiamo, per esempio, questa conferenza di “Rabbi Eliyahu Kin”, tenuta nel 2009, sulla domanda:

"Perché gli ebrei devono distruggere Amalek?"

Lasciate che ve lo riassuma.

Gli “Amalechiti” meritarono il loro destino perché si opposero alla volontà di Dio.

La volontà di Dio è buona, e opporsi alla volontà di Dio è male.

Quindi sterminare Amalek è un bene, mentre salvare un solo Amalechita, come fece Saul, è un male.

Infatti, poiché Dio è buono, lo sterminio di Amalek è l'espressione della sua bontà. E poiché "il modo migliore per amare ciò che Hashem (Dio) ama è odiare ciò che Hashem odia", odiare Amalek è amare Dio.

La ragione per cui gli Amalechiti odiano gli ebrei non è perché gli ebrei vogliono sterminarli.

 "Ciò che infastidisce Amalek è che l'ebreo crede nel mussar, nella moralità, nell'etica, nell'essere buoni, nell'essere gentili".

Gli Amalechiti sono malvagi anche perché si oppongono alla Torah, in cui Dio ordina che vengano sterminati.

In definitiva, riassume Rabbi Kin, "siamo crudeli con Amalek perché abbiamo bisogno di esserlo.

 Perché è esattamente quello che ci farebbero se ne avessero la possibilità". Perché?

 Perché Amalek "è un concentrato di odio".

 E gli ebrei devono odiare l'odio, tranne l'odio di Dio per Amalek, che devono amare come espressione dell'amore di Dio.

Come si affronta questa follia collettiva?

Più precisamente:

 cosa c'è di sbagliato nel fatto che Netanyahu citi la Bibbia?

È la Sacra Bibbia, non è vero? La Parola di Dio!

A noi, popoli cristianizzati, è stato anche insegnato che nei tempi antichi Dio scelse gli ebrei, diede loro la Palestina e comandò loro di sterminare gli Amalechiti (e i Madianiti, e molti altri popoli, sette nazioni in tutto).

Che cosa possono obiettare i cristiani al rabbino?

Che Dio era a sangue caldo in quei giorni, ma ora si è raffreddato?

Che gli Amalechiti non ci sono più, o ora hanno il diritto di opporsi al progetto biblico?

(Perché, sapete, ora siamo Israele).

 Basta con tutte queste strette di mano!

 Dopo tutto, Dio, il creatore dell'universo, ordina, nella nostra Bibbia cristiana, di sterminare Amalek, uomini, donne, bambini e neonati (e bestiame, perché Yahweh non fa differenza).

 È innegabile, indiscutibile, inconfutabile.

 

Ammettiamolo:

il Dio dell'Antico Testamento è un diavolo assetato di sangue.

Alcune persone lo sapevano da molto tempo e hanno cercato di metterci in guardia.

 Bakunin, per esempio, che vedeva l'ebraicità nel marxismo, affermò in Dio e lo Stato che di tutti gli dèi adorati dagli uomini, Yahweh "era certamente il più geloso, il più vanitoso, il più feroce, il più ingiusto, il più sanguinario, il più dispotico e il più ostile alla dignità e alla libertà umana".

 Per citare “John Kaminski”, "Yahweh ha dato agli ebrei il diritto di rubare le terre degli altri (Deuteronomio 6:10-13, 6:18-19, 7:1-2).

Yahweh diede agli Israeliti il diritto di commettere un genocidio, di annientare totalmente i popoli le cui terre avevano il diritto dato da Dio di prendere come proprie (Deuteronomio 7:16).

Yahweh diede agli Israeliti il diritto di 'distruggerli (gli altri popoli) con una potente distruzione finché non siano distrutti' (Deuteronomio 7:23).

Yahweh diede agli Israeliti il diritto di uccidere e saccheggiare le altre razze delle loro proprietà (Esodo 3:20-22).

Yahweh ha fatto degli Israeliti un popolo 'santo', una razza superiore tra le altre razze (Deuteronomio 7:6)".

Bakunin fu tra quegli intellettuali perspicaci che, nel diciannovesimo secolo, si resero conto che Israele era stato fin dall'inizio la creazione della divinità più malvagia.

 Ma la maggior parte delle persone non le ha ascoltate, perché Israele era, per i cristiani, un'astrazione, una storia, una leggenda sacra dei tempi mitologici.

 Ma oggi, Israele è reale, e il suo carattere infernale si manifesta chiaramente sotto gli occhi di tutti.

Mai prima d'ora la realizzazione dell'anima malvagia di Israele è stata così accessibile.

Viviamo in un tempo di rivelazione, ed è meglio non perderlo.

"I palestinesi si sono inconsapevolmente sacrificati allo scopo di illuminare l'intera civiltà planetaria sulla profonda malvagità e sulla natura satanica dello Stato sionista di Israele", ha scritto il Profeta da poltrona.

 Un'affermazione profonda.

Gaza è Cristo e Israele è Israele.

 Ma Gaza è anche Amalek.

Amalek era Cristo fin dall'inizio, ma noi non lo vedevamo, perché ci era stato detto che Cristo era il figlio di Yahweh, e uno con lui.

Ora possiamo cominciare a vedere il nostro tragico errore. Questo è il nostro campanello d'allarme.

Affrontiamo la verità su Yahweh e sul popolo eletto che ha creato a sua immagine (o viceversa).

 

Perché i cristiani non si sono mai accorti che, quando promise a Israele il dominio sulle nazioni a condizione di adorazione esclusiva, Yahweh era lo stesso diavolo che più tardi apparve a Gesù e "gli mostrò tutti i regni del mondo e il loro splendore [e] gli disse: 'Ti darò tutte queste cose, se ti prostrerai ai miei piedi e mi renderai omaggio'" (Matteo 4:8-10).

 Dopo tutto, Satana è solo un "angelo di Yahweh" nella Bibbia ebraica (Numeri 22 e 32), indistinguibile da Yahweh stesso in “Cronache” 21.

Netanyahu ci sta aprendo gli occhi e sto aspettando con impazienza la sua prossima lezione biblica.

Dopo aver menzionato Amalek, si riferì al biblico Giosuè come a un "eroe ebreo".

Per favore, leggete il “Libro di Giosuè” per capire cosa intende e cosa intendono tutti gli israeliani che lo applaudono.

Giosuè commise un genocidio dopo l'altro per ordine di Yahweh, uccidendo «uomini e donne, giovani e vecchi» (6,21) In tutto il paese «non lasciò superstiti e pose ogni essere vivente sotto la maledizione della perdizione, come aveva ordinato il Signore, dio d'Israele» (10,40).

Tre giorni prima di quel discorso, Netanyahu aveva dichiarato al suo popolo: "Realizzeremo la profezia di Isaia".

Forse ricorderete dalla vostra scuola domenicale che Isaia profetizzò un tempo in cui tutte le nazioni "trasformeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci" (Isaia 2:4).

Ma tornate alla vostra Bibbia e leggete l'”intera profezia” per capire cosa intende Netanyahu.

Isaia parla di un tempo in cui "la Legge uscirà da Sion" e Israele "giudicherà fra le nazioni e farà da arbitro tra molti popoli" (2:3-4).

Ecco di più da “Isaia”:

 "La nazione e il regno che non ti serviranno periranno, e le nazioni saranno completamente distrutte" (60:12);

 «Succhierai il latte delle nazioni, succhierai le ricchezze dei re» (60,16);

 «Ti nutrirai delle ricchezze delle nazioni, le soppianterai nella loro gloria» (61,5-6). «La spada del Signore è ingozzata di sangue, è unta di grasso», dice Isaia in occasione di «una grande strage nel paese di Edom [nonno di Amalek]» (34,6).

Un uomo, nel II secolo d.C., vide chiaramente che Gesù non poteva essere il figlio di Yahweh, che era invece il suo acerrimo nemico.

 Il suo nome era “Marcione”.

 Gli studiosi lo chiamano gnostico, perché ha insegnato che Yahweh era un demiurgo malvagio, e Cristo, il dio buono, che scende dal cielo per salvarci da Yahweh.

La maggior parte dei testi che chiamiamo gnostici promuovevano questo punto di vista, in una forma o nell'altra.

Nell'Apocrifo di Giovanni, anch'esso del II secolo, “Yahweh” (o Yaltabaoth) è il primo di una serie di entità demoniache chiamate “arconti”, che usurpa la posizione di Dio proclamando:

"Io sono un dio geloso, non c'è altro che me".

“Yaltabaoth” e gli altri arconti tentano di imprigionare Adamo nel Giardino dell'Eden, un falso paradiso.

Ma Cristo, che è il primo eone, manda Eva da Adamo per liberare la luce intrappolata in lui, e condurlo a mangiare il frutto liberatore dell'Albero della Conoscenza.

Gli studiosi moderni hanno stabilito che lo gnosticismo è sorto all'interno dell'ebraismo, probabilmente in Samaria.

Secondo l'opinione di “Gilles Quispel”, lo gnosticismo era un'eresia ebraica prima di essere un'eresia cristiana.

 Durante i primi tre secoli c'erano gnostici cristiani e gnostici anticristiani, ma tutti sono ebrei.

 In quanto eresia ebraica, lo gnosticismo può essere visto come un rifiuto da parte degli ebrei spirituali della natura materialistica e sadica di Yahweh.

 Gli gnostici, tuttavia, prendevano ancora troppo sul serio la loro “Torah” e accettavano la premessa che, prima di diventare il dio di Israele, Yahweh era stato "Dio", il creatore del mondo.

In questo senso, erano ancora sotto un'illusione biblica.

 

Nell'infanzia ebraica del cristianesimo, ci fu una lotta tra cristiani gnostici e cristiani anti-gnostici.

“Marcione” scrisse il “primo evangelium” e stabilì la prima “ekklesia organizzata”.

Era ancora molto forte all'inizio del III secolo, secondo “Tertulliano”, che ci dice anche che il “maestro gnostico Valentino” quasi divenne vescovo di Roma (Contro Marcione).

Gli gnostici, basandosi sull'insegnamento di Paolo, credevano che il nuovo patto di Gesù li liberasse dal patto di Mosè, ma i loro nemici insistevano sulla continuità, e sostenevano che il Nuovo Patto (o Testamento) adempisse piuttosto che contraddire l'Antico.

Gli anti-gnostici alla fine prevalsero e il “Tanakh ebraico” divenne parte del canone cristiano.

Avrebbe potuto essere una mossa politica saggia, purché lo scopo fosse quello di convertire gli ebrei.

Ma quando il cristianesimo divenne una religione gentile, i gentili adorarono “Yahweh” insieme a Cristo.

Il cristianesimo ci ha dato la potente storia di Cristo, l'uomo che voleva liberare gli ebrei dal loro dio malvagio ed etnocentrico, ed è stato martirizzato per questo.

Ma il cristianesimo divenne anche il cavallo di Yahweh nella civiltà dei Gentili.

Lo spirito e l'insegnamento di Cristo sono venuti a noi mescolati con lo spirito e l'insegnamento di Yahweh.

 Lo spirito di Yahweh è lo spirito dell'omicidio di massa:

"Lo spirito di Yahweh venne su di lui (Sansone) e scese ad Ascalon, dove uccise trenta dei loro uomini e li spogliò" (Giudici 14:19).

Lo spirito di Yahweh è in tutto Israele, ora, più forte che mai, alimentato da un secolo di bagni di sangue orchestrati dai sionisti.

In un libro scritto con lo pseudonimo di “Seymour Light”, “The Marcion Thesis, Revisited£, che raccomando, “Nick Kollerstrom” (autore anche del memorabile “Terror on the Tub”e) sottolinea che, se dovessimo disegnare il ritratto di Yahweh, dovrebbe essere un drago:

egli "cavalca attraverso i cieli" (Deuteronomio 33:22) con le sue ali (Salmo 17:8, 36:8, 91:4), mentre "fumo sale dalle sue narici e dalla sua bocca divora fuoco" (Salmi 18:8 e Samuele 22:9).

Yahweh condivide anche con i malvagi draghi della tradizione la sua brama d'oro che accumula nella sua dimora:

"Mio è l'argento, mio è l'oro!" (Aggeo 2:8).

(Secondo 1Re 10:14, la quantità d'oro accumulata ogni anno nel tempio di Salomone era di "666 talenti d'oro").

Come i draghi, anche Yahweh è un consumatore di giovani vergini:

 trentadue di esse gli furono offerte dopo l'uccisione dei “Madianiti”, presumibilmente bruciate come olocausti insieme ai buoi, agli asini e alle pecore che facevano parte della parte di “Yahweh” (Numeri 31).

Nell'episodio della lotta di “Elia” con i profeti di “Baal”, il fuoco divoratore di “Yahweh” è dato come prova definitiva che egli è Dio:

 "Tu devi invocare il nome del tuo dio, e io invocherò il nome di Yahweh;

il dio che risponde col fuoco, è veramente Dio" (1Re 18:24).

Che spiritualità!

È il fuoco divoratore di Yahweh che ora si scatena su Gaza.

Faresti meglio a rendertene conto ora:

“Yahweh”, il dio di Israele, è “Satana”.

 

 

 

 

Una “psyop” rabbinica di 2000 anni fa:

 gli ebrei hanno inventato il

cristianesimo per ingannare i gentili?

 Unz.com - ROCKABOATUS – (3 NOVEMBRE 2023) – ci dice:

 

Chiunque legge la letteratura nazionalista bianca è destinato a imbattersi in articoli ostili al cristianesimo.

 L'affermazione più importante sembra essere che il cristianesimo stesso sia stato inventato dagli ebrei (sia da San Paolo che da qualche cabala rabbinica sconosciuta) allo scopo di ingannare i gentili.

 Il cristianesimo fu concepito dagli ebrei, quindi, come un modo per condizionare i gentili ad essere solidali con gli ebrei e le cause ebraiche e abbattere l'Impero Romano con la sua etica radicalmente diversa.

Era un mezzo per influenzarli fin dall'inizio ad opporsi a Roma, al suo potere e al suo paganesimo.

Ritraendo il più grande eroe del cristianesimo come un umile falegname ebreo diventato Messia, insieme ai suoi apostoli ebrei e, in particolare, dal "rabbino" “Paolo” come il suo principale teologo che ha plasmato ciò che i cristiani dovevano credere, i gentili si sarebbero rivelati inconsapevolmente grandi sostenitori di tutto ciò che è ebraico.

Thomas Dalton” esprime bene questo punto di vista:

La conclusione più probabile di questo pasticcio è che l'”ebreo Paolo” e gli anonimi evangelisti ebrei si sono inventati tutto:

 che non c'è stato nessun Figlio di Dio che ha operato miracoli, nessuna nascita verginale e nessuna resurrezione.

 Lo fecero, non per fama o denaro, ma perché credevano che la promulgazione di una teologia filo-ebraica e anti-romana avrebbe aiutato la causa ebraica.

 (Pro-ebraico, perché i cristiani devono adorare il Dio ebreo, il rabbino ebreo Gesù e la 'vergine' ebrea Maria;

anti-romano, perché "le potenze mondane" di Roma sono una manifestazione di Satana e devono essere sconfitte).

E alla fine ce l'ha fatta.

Il giudeo-cristianesimo fiorì, sconfisse ideologicamente Roma e poi si stabilì nella stessa Roma. ("Gesù l'ebreo", “The Occidental Observer”, 22/05/2023).

Questa posizione è stata, essenzialmente, promossa nel corso degli anni da rispettati razzisti bianchi come il defunto “Revilo P. Oliver” e “William L. Pierce”.

Ognuno di questi uomini ha dato un grande contributo alla comprensione della questione ebraica e della necessità per i bianchi di frontiera, i propri interessi razziali e culturali al di sopra di quelli dei gruppi esterni.

 È interessante notare che il maggior numero di razzisti bianchi nelle generazioni precedenti non sono stati così antagonisti al cristianesimo come Oliver, Pierce, Dalton e altri sostenitori pro-bianchi (ad esempio, “George Lincoln Rockwell”).

 

Mi sembra, tuttavia, che nell'affrontare il cristianesimo e i problemi della sovversione culturale ebraica, questi stimati scrittori hanno esagerato nelle loro critiche.

 Il loro zelo per sconfiggere il cristianesimo non è sempre stato fondato su una vera conoscenza della teologia e della storia cristiana.

Hanno spesso fatto appello ad argomenti liberali obsoleti e più critici contro le origini del cristianesimo (ad esempio, la teoria della derivazione pagana, comprese le nozioni che i vangeli sono stati composti decenni o addirittura centinaia di anni dopo la morte di Cristo) senza quasi alcuna consapevolezza di come gli studiosi biblici conservatori abbiano confutato tali polemiche.

Quasi tutto è una reazione eccessiva alla follia e all'ossessione bavosa che molti cristiani oggi hanno per gli ebrei e Israele.

Gran parte di ciò è anche il risultato della loro animosità verso gli ebrei che sono stati in prima linea nell'orchestrare e finanziare le organizzazioni ebraiche che promuovono l'immigrazione del Terzo Mondo in Occidente.

Tutto ciò che è collegato al popolo ebraico, a Israele o alla Torah è visto come fondamentalmente ostile al razzismo bianco.

Non ci sono eccezioni a questo, e non ci sono nemmeno "buoni ebrei", anche se alcuni potrebbero fare rare eccezioni per ebrei come “Gerard Menuhin,” “Benjamin H. Freedman”, “Norman Finkelstein”, “Gilad Atzmon”, “Ron Unz” e pochi altri.

Poiché il cristianesimo ha evidenti origini ebraiche – tra cui il suo fondatore, Gesù, che era un discendente di Davide e di Abramo (Matteo 1:1) e che era anche un ebreo osservante, così come San Paolo che sosteneva di essere stato "circonciso" l'ottavo giorno, della nazione d'Israele, della tribù di Beniamino, un ebreo degli ebrei, quanto alla Legge, un fariseo" (Filippesi 3:5) – si ragiona che nessuna persona bianca dovrebbe essere associata al cristianesimo perché è stato semplicemente inventato per ingannare i non ebrei e per indebolire ogni parte dell'identità razziale europea.

 

Ma tutto questo è vero? Il cristianesimo è stato "inventato" da Paolo o da qualche fazione segreta di ebrei con l'esplicito scopo di ingannare i goyim?

E quando i Gentili giungono alla fede nella persona di Gesù come raffigurata nel Nuovo Testamento, è solo "parte del piano"?

 In che modo tutto questo aiuta gli ebrei quando gran parte del cristianesimo è diametralmente opposto all'ebraismo talmudico?

Ci sono una serie di ragioni per cui dovremmo seriamente mettere in discussione questa teoria.

Mi sembra che l'intera nozione piaccia a coloro che hanno un'animosità così profondamente radicata nei confronti degli ebrei che non sono in grado di vedere chiaramente quando si tratta di queste questioni.

Sono così contrari alla sovversione culturale ebraica (giustamente) che non si sono presi la brigata di riflettere attentamente sulla loro teoria secondo cui il cristianesimo è stato "inventato" dagli ebrei per ingannare i gentili e, quindi, garantire al popolo ebraico la supremazia sul mondo.

Può sembrare persuasivo ad alcuni al primo ascolto, ma senza un'indagine approfondita della questione, non si può essere certi della sua veridicità.

Va notato che lo scopo di questo articolo non è quello di difendere il cristianesimo come "vera religione" di per sé.

La mia intenzione, invece, è quella di sfidare questa idea del cristianesimo come una psyop ebraica, per mostrare che alcuni dei problemi più evidenti e fondamentali con esso non sono mai o raramente affrontati da coloro che lo promuovono.

Non sono riuscito a riflettere attentamente sulle implicazioni della loro teoria.

 E non passa molto tempo prima che l'assiduo studente si imbatta in una serie di problemi quando cerca di sostenere che il cristianesimo è solo una trappola inventata dagli ebrei per ingannare i gentili.

Consideriamo alcuni di questi problemi.

Qualunque cosa si possa pensare del cristianesimo, non si può ragionevolmente negare che il cristianesimo fin dal suo inizio sia stato fondamentalmente opposto all'ebraismo talmudico o farisaico.

Gesù condannò apertamente i capi religiosi del suo tempo senza mezzi termini: "Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti!" A questo punto, A questo punto, A questo punto, "Guida cieche". A questo punto, A questo punto, "Sciocchi e ciechi!" A questo punto, A questo punto, A questo punto, "Pieno di rapina e di autoindulgenza". A questo punto, A questo punto, "Sepolcri imbiancati a calce che all'esterno sembrano belli, ma all'interno sono pieni di ossa di morti e di ogni impurità". A questo punto, A questo punto, "Pieno di ipocrisia e illegalità". A questo punto, A questo punto, "Figli di quelli che uccisero i profeti". A questo punto, A questo punto, "Serpenti e nidiata di vipere" (Matteo 23,1-33).

E questo solo da un capitolo del Nuovo Testamento!

L'intero sistema rabbinico, quindi, è condannato da Gesù non solo perché deviava dagli insegnamenti e dallo spirito espressi della Torah, ma perché i rabbini imponevano così tante leggi aggiuntive al popolo ebraico che l'osservanza religiosa divenne un giogo gravoso (vedi Atti 15:10).

Invece di liberare il proprio popolo, i rabbini lo hanno solo ridotto in schiavitù.

Tuttavia, dobbiamo chiederci:

In che modo tali ostili denunciati di Gesù potrebbero in qualche modo rendere i gentili cari agli ebrei, specialmente ai loro capi religiosi?

 Se la persona di Gesù fosse stata inventata da una cabala segreta di ebrei, a che vantaggio sarebbe loro dipingerlo come uno che condanna continuamente l'ipocrisia rabbinica?

 Perché dovrebbero dipingere Gesù come qualcuno che ottiene sempre il meglio da loro?

In che modo un Gesù 'inventato' che di volta in volta confuta i rabbini e diffama sembra che la loro integrità e spiritualità servano a beneficio del 'piano'?

Questo non sarebbe ovviamente dannoso per il loro scopo?

Tutto questo è in linea con ciò che sappiamo degli ebrei, vale a dire la loro arroganza e la loro natura auto-plaudente?

Si potrebbe pensare che se gli ebrei dovessero "inventare" una religione per attirare e ingannare i gentili, almeno si presenterebbero nella migliore luce possibile, come vincitori in ogni disputa teologica, giusto?

Eppure questo non è mai ciò che troviamo.

 

Il Nuovo Testamento contiene numerosi passaggi che ritraggono il popolo ebraico in una luce tutt'altro che lusinghiera.

Per esempio, in Matteo 27, quando Pilato è riluttante a far uccidere Gesù, i Giudei cominciarono a gridare ancora di più: "Crocifiggilo!"

Chiesero persino che fosse liberato Barabba, un ladro e un ladro, al posto di Gesù.

I Giudei erano così decisi a far crocifiggere Gesù che gridarono:

"Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli!"

Ebbene, sembra che abbiano esaudito il loro desiderio.

In un altro passo, Paolo descrive gli ebrei increduli e i loro capi come coloro "che uccisero il Signore Gesù ei profeti e ci cacciarono fuori.

Non sono graditi a Dio, ma sono ostili a tutti" (1 Tessalonicesi 2:15).

Perché i cospiratori filo-ebrei dovrebbero pensare che denunciare così ampio avrebbero creato una visione simpatetica di loro tra i non ebrei?

Una buona lettura del Nuovo Testamento, semmai, porta ad una visione esaltata di Gesù e dei suoi discepoli e ad un'opinione molto bassa degli ebrei in generale.

Seriamente, perché un ebreo, per non parlare di un caucus di ebrei, dovrebbe permettere questo genere di cose in un documento religioso con cui intende ingannare i gentili?

La natura dell'ebreo, in generale, è quella di ritrarre sé stesso nel modo più elevato, superiore in intelligenza, e sempre in grado di superare in astuzia i goyim dalla mente ottusa che non sono diversi dalle bestie dei campi.

In Apocalisse 3:9, l'apostolo “Giovanni” riporta le parole profetiche di Gesù:

 "Ecco, io farò sì che quelli della sinagoga di Satana, che dicono di essere Giudei e non lo sono, mentono, li farò venire e si prostreranno ai tuoi piedi e farò loro conoscere che ti ho amato".

Ops, sembra che il comitato segreto degli ebrei che ingannano i goyim si sia dimenticato di togliere quel passaggio dal Nuovo Testamento!

 Come si inserisce un testo come questo nel grande "piano" ebraico per ingannare tutti i gentili?

 I sostenitori di questa fantastica teoria non ce lo dicono mai.

Alcuni hanno sostenuto che anche molti ebrei riconoscono il benefico servizio del cristianesimo nel diffondere la conoscenza di “Yahweh” e del popolo ebraico in tutto il mondo.

 In questo senso stretto, essi sostengono che la diffusione del cristianesimo ha giovato agli ebrei.

 C'è un elemento di verità in questo, ma non è tutta la verità.

Non dimenticate mai che gli ebrei spesso rivendicano falsamente la proprietà e che hanno "inventato" questo o quello come mezzo per promuovere la loro supremazia sui non ebrei.

Di conseguenza, gran parte del mondo è ingannato nel credere che gli ebrei possiedano capacità, intelligenza e una prodezza intellettuale di gran lunga superiore ai gentili.

Così, la conoscenza del popolo ebraico e quella del Dio ebraico possono essere state diffuse in tutto il mondo a causa del cristianesimo, ma tale conoscenza è ancora collegata a una conoscenza che non è particolarmente favorevole a loro.

 In qualche modo, gli ebrei vanagloriosi trascurano di menzionare questa importante verità.

Non si esce dalla lettura del Nuovo Testamento con l'idea di quanto siano meravigliosi gli ebrei.

 Al contrario, li ritrae come ingannati e abbastanza sciocchi da crocifiggere il loro Messia tanto atteso.

Essi sono descritti come distorcenti legalisti della legge mosaica, accecati dalle loro stesse false tradizioni, che sfidano il Nuovo Patto che Geremia aveva predetto secoli prima (vedere Geremia 31), e come persecutori dei primi cristiani, cosa che hanno continuato a fare per secoli.

Se c'è qualche dubbio al riguardo, puoi guardare una serie di video su YouTube che documentano quanto siano vili gli ebrei nel loro trattamento dei cristiani nella cosiddetta "Terra Santa".

A causa di questi passaggi sfavorevoli, gli ebrei descrivono il Nuovo Testamento come "antisemita".

Ma, ancora una volta, dobbiamo chiederci perché gli ebrei dovrebbero "creare" o "inventare" un cristianesimo così "antisemita"?

 In che modo questo li avvantaggerebbe? Non ce lo dicono mai.

Ci viene solo assicurato dalla folla del "Il cristianesimo è un inganno ebraico" che è tutto "parte del piano".

È interessante notare che, se gli ebrei devono condannare il Nuovo Testamento a causa del suo palese "antisemitismo", allora dovrebbero sicuramente condannare l'Antico Testamento allo stesso modo.

Avete letto come “Yahweh” descrive il suo popolo, un popolo così ostinato che dichiara a Mosè che la sua ira brucerà contro di loro e li distruggerà completamente (Esodo 32:9)?

Hai letto come Mosè descrive gli Israeliti, un popolo ribelle e testardo (Deuteronomio 31:27)?

Avete letto le molte parole descrittive e apertamente offensive che i profeti usarono per denunciare gli Israeltiti? Non è bello.

 Tuttavia, se queste stesse espressioni fossero impiegate nel Nuovo Testamento (e alcune di esse lo sono), gli ebrei, con la tipica reazione istintiva, lo descriverebbero come "antisemita".

Se è così, forse dovrebbero semplicemente ammettere che l'intera Bibbia è piena di "antisemitismo"?

Gli ebrei sono troppo egocentrici per rendersi conto che se rendono "antisemita" tutto ciò che non gli piace, allora finiranno certamente per condannare la loro Bibbia ebraica.

 È quasi impossibile discernere una verità così semplice quando si è convinti che il loro popolo sia la "vittima eterna" della storia e che "l'antisemitismo" sia solo il risultato della "gelosia" e dell'"odio".

I cristiani gentili nel Nuovo Testamento sono descritti come un popolo alla pari con i credenti ebrei.

 Insieme, sia gli ebrei che i greci (gentili) sono descritti come uno in Cristo.

Così, invece di esaltare gli ebrei come superiori ai gentili, il Nuovo Testamento pone ripetutamente entrambi i gruppi su un piano di parità (vedere Galati 3:28-29). I privilegi ebraici della circoncisione, la propria discendenza ebraica e il possesso della Legge mosaica non significano relativamente nulla negli scritti di Pietro, Paolo, l'autore di Ebrei, e nel libro degli Atti.

Questi non sono nulla di cui gli ebrei possono vantarsi, come è comune tra gli ebrei.

Perché gli ebrei decisi a ingannare i gentili dovrebbero permettere che tali concetti siano creduti, se stanno cercando di controllarli?

Il Nuovo Testamento, infatti, impiega le stesse espressioni esaltate usate un tempo dagli antichi israeliti ai cristiani gentili!

Scrivendo ai credenti gentili, “San Pietro” li descrive come una "stirpe eletta, un sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo in possesso di Dio" (1 Pietro 2:9).

All'inizio dell'epistola, Pietro dice a questi stessi cristiani gentili che anche loro hanno il privilegio di fare ciò che solo gli antichi sacerdoti levitici erano autorizzati a fare nel tempio, vale a dire, "offrire sacrifici spirituali" perché sono un "sacerdozio" santo» (1 Pietro 2:5).

Perché una cabala di ebrei intenti a creare un cristianesimo per ingannare gli stupidi goyim li ritrae come altrettanto privilegiati e speciali di loro?

Come si concilia questo con un grande 'piano' per realizzare la supremazia ebraica in tutto il mondo?

In Galati 6:16, Paolo si riferisce ai cristiani gentili come "l'Israele di Dio".

 Nella sua epistola ai Romani, egli definisce anche per i suoi lettori chi è un vero Giudeo:

"Poiché non è Giudeo colui che lo è esteriormente, né la circoncisione è ciò che è esteriormente nella carne.

Ma è un ebreo che lo è interiormente; e la circoncisione è ciò che viene dal cuore, mediante lo Spirito, non mediante la lettera, e la sua lode non viene dagli uomini, ma da Dio" (Romani 2:28-29).

Nella sua lettera ai Filippesi, egli avverte i cristiani gentili di "guardarsi dalla falsa circoncisione; perché noi siamo la vera circoncisione " (3:2-3).

Il punto nel fare riferimento a tutti questi passaggi insieme è quello di mostrare quanto sia assurda l'idea che gli ebrei etnocentrici ed egoisti possono in qualche modo "inventare" una religione che ponga i disprezzati gentili su un piano di parità con loro.

Ancora una volta, è questo il modo in cui gli ebrei non sono noti per pensare e comportarsi?

Avete mai conosciuto ebrei che danno ai non ebrei uno status e una posizione preferenziale rispetto a sé stessi?

L'idea stessa è assurda!

Sfida tutto ciò che sappiamo del popolo ebraico.

Storicamente, e in particolare nei tempi moderni, gli ebrei hanno lavorato febbrilmente per minare e infine distruggere il cristianesimo.

Anche quando non riescono ad annullare completamente la fede cristiana, cercano di diluire il suo messaggio centrale di redenzione.

Per mezzo di numerose decisioni della corte federale, gli ebrei hanno cercato di sconfiggere ogni minima influenza religiosa che il cristianesimo potrebbe permettersi nella pubblica piazza (ad esempio, la preghiera scolastica, i simboli cristiani sulle proprietà federali o statali, gli sforzi pro-vita) .

Tuttavia, perché dovrebbero farlo se il Cristianesimo si comporta con il loro grande 'piano' di ingannare e infine controllare i gentili?

Non vorrebbero che l'influenza del cristianesimo si diffondesse se fosse in realtà ideata per intrappolare i goyim?

Com'è possibile che organizzazioni di attivisti ebraici come l'ADL e l'SPLC non siano a conoscenza di questa grande cospirazione per ingannare i Bianchi per mezzo del Cristianesimo?

Anche l'idea che l'America sia una "nazione cristiana" ha un gran numero di ebrei in armi.

Ma perché?

Questo non sarebbe in linea con "il piano"?

In che modo l'opposizione a tutto ciò che è cristiano sarebbe servita a beneficiare del 'piano' di abili ebrei che potenzialmente 'inventarono' il cristianesimo per ingannare i gentili?

Mentre è vero che i singoli cristiani e le nazioni cristiane europee nel corso dei secoli hanno dato al popolo ebraico una certa quantità di simpatia e rifugio dai loro nemici, alcune considerazioni importanti devono essere tenute a mente prima di soccombere al punto di vista "il cristianesimo" è un inganno ebraico".

La prima è che, mentre gli ebrei a volte ricevettero rifugio dalle nazioni cristiane, queste stesse nazioni li espulsero anche quando gli ebrei si approfittarono dei nativi.

Quando i cristiani ne ebbero abbastanza dei loro intrighi monetari, dell'usura, delle industrie del vizio, della loro riluttanza ad assimilarsi e dei loro modi parassitari, gli ebrei ottennero lo stivale collettivo.

 A loro è successo più di un centinaio di volte, in effetti.

La seconda cosa da notare è che i cristiani europei non hanno permesso che i loro sentimenti "antisemiti" nei confronti degli ebrei venissero schiacciati perché il fondatore della loro religione era ebreo.

 Non avevano tale colpa perché comprendevano la natura ambigua degli ebrei.

È diventato un fenomeno recente tra i cristiani moderni sentirsi in colpa per tutto ciò che è collegato all'Olocausto, alla schiavitù e alla razza, perché siamo stati costantemente bombardati dalla propaganda ebraica negli ultimi 60 anni che ci dice quanto siamo malvagi per il solo fatto di essere bianchi.

I sostenitori della teoria secondo cui il cristianesimo è semplicemente un "piano ebraico per intrappolare i gentili creduloni" non sono riusciti a cogliere quanto la teologia cristiana sia profondamente opposto al legalismo ebraico, alla stessa “Legge mosaica”.

Gli scrittori del Nuovo Testamento, per esempio, devono la Legge come appartenente a un'epoca antica che è passata con la venuta di Cristo (Romani 7:4-6; 1 Corinzi 9:20-21; Galati 3:24-26; 5:1).

 Il punto di partenza dell'obbedienza cristiana, quindi, è ciò che Gesù disse e non ciò che Mosè dichiarò sul monte Sinai (Matteo 17:1-8; Giovanni 1:17; Ebrei 3:1-6).

La Legge stessa era "solo un'ombra dei beni futuri e non la forma stessa delle cose" (Ebrei 10:1).

Il Nuovo Patto ha sostituito l'Antico Patto ed è anche descritto come un "patto migliore" che è stato promulgato su "migliori promesse" (Ebrei 7:22; 8:6-13).

L'intero sistema levitico con i suoi sacrifici animali, i suoi sacerdoti, il suo tempio e persino le antiche promesse di terra sono stati eliminati in Cristo (Ebrei 7:12; 9:1-24; 11:8-16).

 I cristiani cercano un "paese migliore, cioè un paese celeste" (Ebrei 11:16), e non un fazzoletto di terra arido e polveroso in Palestina.

Considerando questo, ha davvero senso pensare che gli ebrei conniventi scrivano cose così condannanti sul loro sistema religioso, sulle sue leggi e sullo stesso patto tra loro e Yahweh in qualche bizzarro tentativo di rendere i gentili solidali con la loro situazione contro l'impero romano?

 Semmai, sembrerebbe avere l'effetto opposto, poiché provocherebbe i non ebrei a rendere conto che le credenze religiose ebraiche sono state abbandonate persino dal loro stesso Dio!

Tenderebbe a dipingere gli ebrei osservanti che ancora si aggrappano alle loro tradizioni religiose come se lo facessero invano.

Come può un racconto palese antigiudaismo conquistare i "cani gentili" quando il cristianesimo che gli ebrei valorizzanti "inventano" condanna tutti i loro credi religiosi e le loro antiche istituzioni?

 Come tutto potrebbe questo essere visto come "pro-ebraico"?

 L'intera teoria è un po' troppo intelligente per il suo bene.

 

Alcuni razzisti bianchi anti-cristiani hanno sostenuto che la diffusa popolarità del "sionismo cristiano" negli Stati Uniti serve come "prova" di come gli ebrei hanno ingannato le masse gentili attraverso il "trucco" del cristianesimo.

 Questi stessi "sionisti cristiani", è vero, sostengono ogni possibile causa ebraica.

 Finanziano anche milioni di dollari all'anno a enti di beneficenza organizzati da Israele ea organizzazioni politiche ebraiche.

Eppure ciò che spesso non viene sottolineato è quanto sia relativamente recente il movimento "sionista cristiano" in America.

Sì, ci sono pastori cristiani influenti come “John Hagee” che non fanno quasi altro che esortare i cristiani a 'stare dalla parte di Israele'.

Non c'è dubbio che la “Bibbia di Schofield” del 1909 abbia avuto un'enfasi apertamente filo-israeliana nell'ultimo secolo e abbia fatto molto per diffondere le insidiose credenze del Dispensazionalismo.

Fu finanziato e promosso da un ebreo, “Samuel Untermeyer “.

Ma questa non è stata la posizione storica della maggior parte delle chiese protestanti né della Chiesa cattolica.

 I cristiani protestanti riformati, infatti, sono stati in prima linea nella pubblicazione di libri critici del "sionismo cristiano" e della teologia dispensazionale.

Secoli prima della pubblicazione della “Bibbia di Schofield”, quindi, i cristiani non erano così filo-ebraici come alcuni immaginano.

Il riformatore protestante, “Martin Lutero”, non ebbe crisi di coscienza quando scrisse la sua opera graffiante, “Gli ebrei e le loro menzogne” (1543).

Apparentemente, il grande piano tra gli astuti ebrei di inventare un cristianesimo "pro-ebraico" non ha funzionato così bene come pensavano per la maggior parte della storia della chiesa.

Infine, dobbiamo affrontare la questione se San Paolo il "rabbino" ha inventato il cristianesimo.

Questa è un'obiezione comune sollevata dai teologi liberali, compresi quelli che sono razzisti bianchi anti-cristiani.

Lo spazio non permetterà un esame dettagliato di questo problema, ma un paio di punti degni di nota possono aiutare il lettore a riconoscere che questa teoria dell'origine del cristianesimo difficilmente renderà giustizia all'evidenza quando viene soppesata in modo equo.

Paolo, senza dubbio, ha svolto un ruolo di primo piano nella formulazione di gran parte della teologia cristiana, ma questo non è esattamente la stessa cosa che ha "fondato" la fede cristiana.

 Mentre alcuni potrebbero obiettare che le lettere di Paolo sono state costituite per servire come diatribe "anti-romane", tuttavia questo sembra meno che convincente se si considera che egli istruì i primi cristiani in “Romani 13” a "sottomettersi alle autorità governative, a non resistergli perché sono stati stabilità da Dio", a "pregare per loro", "a pagare le tasse, " e di "rendere onore a chi è dovuto" (vv.1-7).

San Pietro, allo stesso modo, comanda ai suoi lettori: "Sottomettetevi per amore del Signore ad ogni istituzione umana, sia al re come colui che ha autorità, sia ai governatori, come da lui inviati, per castigare i malfattori" (vv.13 -14).

Se questo non è abbastanza chiaro, li esorta ulteriormente a "onorare il re" (v.17).

Siamo costretti a chiederci:

perché un gruppo di scrittori "filo-ebrei" dovrebbe dire queste cose, specialmente quando il loro scopo principale è quello di ingannare i gentili in modo che diventino "anti-romani" come loro?

In che modo tutto questo può promulgare una teologia anti-romana?

In tutta onestà, non posso "dimostrare" la mia posizione, almeno non con soddisfazione di tutti.

Il meglio che potrei fare è fornire delle ragioni, comprese alcune prove interne agli stessi scritti del Nuovo Testamento, per cui l'idea che Paolo sia il fondatore del cristianesimo non è plausibile.

Per esempio, Paolo si preoccupò di preservare un insieme di tradizioni che aveva dagli apostoli (2 Tessalonicesi 2:15).

Egli, a sua volta, esorta i cristiani ad attenersi fermamente a tali tradizioni.

Appellarsi a un nucleo di credenze e tradizioni già in circolazione e ben note tra le più grandi comunità cristiane ha poco senso se Paolo è un anticonformista o un inventore di nuovi insegnamenti di cui non si era mai sentito parlare prima.

Paolo era attento a distinguere tra le sue parole o opinioni e quelle di Gesù (1 Corinzi 7:12).

 Indica la sua riluttanza ad attribuire a Gesù parole che erano semplicemente sue.

 Questo genere di cose non si addice a qualcuno desideroso di plasmare un Gesù o di creare nuove dottrine dal nulla.

Inoltre, non c'è alcuna prova convincente che gli scrittori dei Vangeli abbiano preso le loro idee da Paolo, come se egli fosse la fonte indiscussa di ciò che avrebbero dovuto dire e scrivere.

 In effetti, la cosa interessante è come nessuna delle controversie teologiche affrontate nelle epistole di Paolo si trova nei Vangeli.

Si potrebbe pensare che se si inventassero tutto, troverebbero il modo di inserire un detto di Gesù che chiarisca qualsiasi questione di disputa teologica.

Ma questo non accade mai nemmeno una volta.

La ragione per cui Paolo non si appellava sempre ai detti o agli eventi dei Vangeli (anche se a volte lo fa) è perché le sue lettere erano di natura ad hoc, il che significa che avevano lo scopo di affrontare problemi immediati e controversie presenti nelle chiese che aveva fondato.

Questi erano argomenti che preoccupavano i cristiani a cui scriveva.

Così, i Vangeli presentano il fondamento di chi i cristiani hanno creduto, mentre le successive epistole di Paolo e Pietro servono come istruzioni e pratiche per la vita cristiana – vale a dire, come deve essere vissuta ora che sono giunti alla fede in Gesù.

Infine, anche se si può affermare che Paolo era un ingannatore e sostenere che "si è inventato tutto", questo non è il tipo di personaggio che troviamo raffigurato nelle sue epistole.

Invece, troviamo una persona che sembra devota alla verità, disposta a subito abusi e rifiuti per amore del Vangelo, disposta a vivere in povertà piuttosto che arricchirsi a spese degli altri, disposta a essere ridicolizzata piuttosto che distruggere la sua testimonianza personale, e allo stesso tempo esorta con forza i singoli cristiani e i leader della chiesa a vivere con circospezione, santi e onorevolmente in tutto ciò che fanno (vedere Atti 20,33-35).

Anche Pietro parla affettuosamente di Paolo e si riferisce alla "sapienza che Dio gli ha dato" (2 Pietro 3:15-16).

Niente di tutto ciò suggerisce una natura ambigua da parte sua o la manipolazione di persone ed eventi per inventare una religione per rovesciare Roma.

Conclusione.

L'intera nozione che il cristianesimo sia stato semplicemente inventato dagli ebrei per ingannare i gentili e, quindi, renderli anti-romani e filo-ebraici è insufficiente in ogni punto.

Non può spiegare le molte esplicite affermazioni anti-farisaiche che si trovano nel Nuovo Testamento.

Non si sa logicamente spiegare perché questi scrittori filo-giudaici mettessero i disprezzati gentili sullo stesso piano di loro.

 Tutto ciò che lo riguarda è in contrasto con ciò che sappiamo storicamente ed esperienzialmente del popolo ebraico in termini di etnocentrismo, arroganza e natura autoglorificante.

Una buona lettura del libro degli Atti, compresa quella delle lettere di Paolo e Pietro, ritrae i primi cristiani come non particolarmente antiromani.

Questo non significa che non considerassero Roma moralmente corrotta e politeista, ma solo che questa non era la loro principale preoccupazione.

In effetti, ci sono molti più passaggi che condannano le false tradizioni religiose tra i rabbini, compresi gli avvertimenti contro i falsi insegnanti ebrei, che quello di diffamare l'impero romano (vedere Filippesi 3:1-9).

La teoria di una teologia ingannevole e manipolatrice creata e promossa dagli ebrei fallisce perché i suoi sostenitori non si preoccupano mai o raramente di seguirne il risultato logico o le implicazioni.

Perché, per esempio, una serie di documenti (Nuovo Testamento) scritti da autori "filo-ebraici" dipinge ripetutamente il popolo ebraico nella peggiore luce possibile, attaccando non solo i loro antichi alberi genealogici abramitici in cui confidavano, ma esponendo l'intero sistema rabbinico di quel periodo come una farsa?

 In che modo questo spingerebbe i gentili ad essere "pro-ebrei"?

Perché questi stessi autori esortavano i seguaci di Gesù a sottomettersi al governo romano e ad altri governanti pagani se i loro sforzi erano motivati da una "teologia antiromana"?

Niente di tutto ciò ha un po' di senso perché la teoria è di natura reazionaria ed emotiva.

 È coltivata e diffusa da coloro che sanno poco o nulla del cristianesimo, della sua storia e della sua teologia.

Sembra persuasivo solo per coloro che non hanno l'acume di scavare più a fondo e porre domande serie al riguardo.

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