La barbarie ormai trionfa ovunque.

 

La barbarie ormai trionfa ovunque.

 

 

In Palestina è in Corso un Genocidio!

Conoscenzealconfine.it – (3 Novembre 2023) - Daniele Bianchi – ci dice:

 

Ora è chiaro che Israele si sta impegnando in un genocidio del popolo palestinese.

Come riportato da “Oltre La Linea”, lo stato israeliano ha “allentato” le sue regole di ingaggio militare, dando essenzialmente ai suoi soldati il ​​via libera per uccidere chiunque incontrino all’interno della “Striscia di Gaza” come parte delle loro operazioni di terra.

Politici e soldati israeliani parlano apertamente di ridurre Gaza in polvere, di eliminare i palestinesi e di immaginare coloni israeliani che vivono su una terra che un tempo si chiamava Gaza.

 I palestinesi vengono deliberatamente privati ​​di tutti i beni di prima necessità, compresi cibo, acqua, alloggio e assistenza medica.

 Le bombe aeree uccidono e mutilano indiscriminatamente i palestinesi.

I palestinesi vengono incoraggiati a lasciare le loro terre e case nel nord di Gaza e dirigersi verso sud:

 Israele vuole chiaramente colonizzare il nord di Gaza e trasformarlo in una zona di sicurezza o militare, espellendo permanentemente i palestinesi che attualmente vivono lì.

Gli studiosi del genocidio hanno sempre sostenuto che tali atrocità di massa raramente sono il prodotto di un “leader malvagio” o di “una piccola classe politica estremista”.

La realtà terrificante del genocidio è che avviene con il sostegno delle masse, che si presenta sotto forma di partecipazione attiva (diretta e indiretta) o di complicità attraverso il silenzio.

Non sono sicuro che abbiamo mai visto un caso di genocidio sostenuto da così tanti attori, apertamente e attivamente.

La maggior parte delle istituzioni in Nord America, Europa occidentale e altrove stanno partecipando attivamente a questo genocidio, oppure sono completamente silenziose e quindi complici.

Affinché un genocidio possa avvenire, sono necessari due elementi critici:

 le capacità infrastrutturali e materiali per commettere il genocidio e la capacità di nascondere il genocidio definendolo qualcosa di diverso da quello che è. L’Occidente partecipa a entrambi questi elementi critici.

In termini di capacità materiali, l’impero degli Stati Uniti ha inviato non una, ma due portaerei nella regione, e ha ampiamente chiarito con parole e fatti che se qualche stato o gruppo tenta di entrare in gioco e aiutare i palestinesi nel loro tentativo disperato di sopravvivere all’operazione genocida di Israele, gli Stati Uniti interverranno con tutta la loro forza.

Il Regno Unito ha anche inviato navi militari per sostenere questa minaccia imperiale occidentale contro la popolazione della regione.

Gli Stati Uniti stanno inviando attrezzature militari e armi a Israele, rifiutandosi di chiedere un cessate il fuoco o una riduzione della tensione.

 Le corporazioni e le istituzioni economiche stanno fornendo sostegno finanziario a Israele nel nome del sostegno alle vittime israeliane, oltre a offrire incentivi finanziari all’Egitto, tentando di invogliarlo ad ospitare i rifugiati palestinesi a cui non sarà permesso di rientrare nella Striscia di Gaza.

Anni di aiuti e sostegno da parte degli Stati Uniti e dell’Occidente a Israele hanno permesso a Israele di sviluppare le capacità infrastrutturali per compiere un genocidio.

In termini di occultamento, le istituzioni politiche, mediatiche, sociali e culturali sono pienamente mobilitate in Occidente per nascondere questo atto di genocidio, presentandolo come una giusta violenza nei confronti del popolo ebraico vittima di tutto il mondo.

 Coloro che esprimono sostegno alla Palestina in Occidente vengono minacciati di perdita di posti di lavoro (e stanno effettivamente perdendo il lavoro), possibili accuse penali e divieti, e altre misure punitive e campagne di molestie.

I media inviano continuamente e costantemente il messaggio oltraggioso che “Hamas” è il responsabile della perdita della vita civile palestinese nella Striscia di Gaza, tentando di lavarsi le mani del genocidio.

L’operazione israeliana viene inquadrata come una missione per “eliminare Hamas” in contrapposizione a ciò che realmente è:

un genocidio del popolo palestinese e la sua cancellazione dalla carta geografica. Le poche voci che mettono in discussione queste narrazioni vengono emarginate, messe a tacere e de-platformizzate.

In breve, tutte le istituzioni dell’establishment in Occidente sono mobilitate, pienamente e coerentemente, in questo momento per consentire il genocidio dei palestinesi, il tutto con il pretesto di proteggere la “civiltà” dalla “barbarie”.

Mentre scrivo questo, temo ciò che accadrà.

 La sofferenza che i palestinesi hanno sopportato finora è già insondabile e molto difficile da descrivere a parole.

E ciò che accadrà sarà ancora peggio.

In momenti come questo, tutto diventa chiaro.

 Per molti di noi era chiaro da molto tempo, ma ora non ci possono più essere dubbi.

 L’Occidente imperiale è ancora fermamente impegnato nel progetto imperiale lanciato contro il mondo alla fine del XV secolo.

Sì, ha cambiato e trasformato i suoi metodi, le sue tattiche, le sue strategie e il suo apparato di potere e di forza.

I giocatori sono cambiati, alcune cose sono diventate più complesse, altre meno.

E così via.

Tutti questi dibattiti accademici sono importanti, ma non in questo momento.

Ciò che è importante in questo momento è dirlo chiaramente e ad alta voce: l’Occidente imperiale è determinato a mantenere la sua supremazia e ucciderà indiscriminatamente per raggiungere l’unico obiettivo che abbia mai avuto, l’unico valore che abbia mai rappresentato, il potere e la ricchezza.

Lo stesso progetto imperiale che ha brutalizzato milioni di neri africani, commesso un genocidio contro milioni di popoli indigeni nelle Americhe, in Australia, Nuova Zelanda e altrove, colonizzato l’Asia e l’Africa attraverso una brutalità e una forza insondabili, distrutto innumerevoli società piene di complessità e bellezza, massacrato civili nelle sue guerre imperiali in posti come il Vietnam e l’Iraq, ha lanciato bombe atomiche sui civili giapponesi, ha creato un’infrastruttura economica neocoloniale che deruba continuamente la maggioranza della popolazione mondiale, e posso continuare all’infinito, ma questo progetto è in corso e da nessuna parte in questo momento questo è più visibile che in Palestina.

Il mondo non dimenticherà mai nessuna di queste brutalità e ingiustizie. Ricorderemo sempre i nostri morti e feriti; la nostra sofferenza ci guiderà sempre nelle nostre azioni e ci fornirà lo slancio per creare un mondo migliore.

Il mondo sta vedendo che non viviamo in un sistema internazionale di stati-nazione, ma in un ordine mondiale imperiale in cui l’Occidente regna supremo (non per molto ancora… – nota di conoscenze al confine); la supremazia bianca non è solo viva e vegeta, ma è un’espressione delle condizioni materiali del nostro mondo.

 In poche parole, il mondo vede come l’impero euro-americano si pone, con forza, violenza e con ogni mezzo necessario, come signore del mondo.

Il mondo dovrebbe capire che l’unico modo per avviare un movimento serio per uscire da questa era di modernità coloniale è estromettere gli stati dell’Europa occidentale e del Nord America, non persone ma stati, dalle nostre vite politiche ed economiche in tutto il mondo.

Le persone in tutto il mondo devono iniziare a ritirare la propria partecipazione da questo sistema che funziona principalmente per le potenze euro-americane e le élite politiche ed economiche di tutto il mondo.

Non fatelo solo per la Palestina, fatelo anche per il vostro bene.

Fatelo per la vostra dignità, libertà e umanità.

I popoli europei e nordamericani possono e devono unirsi a noi nella creazione di questo mondo migliore.

Ma non a meno che non partecipino attivamente allo smantellamento dell’ordine mondiale imperiale che avvantaggia principalmente le loro élite politiche ed economiche.

Anche voi potete e dovreste unirvi a questo coraggioso progetto di decolonizzazione da pari a pari con il resto del mondo, ma mai più, come suoi signori.

Per te e per il popolo israeliano, aderire al progetto di decolonizzazione è l’unico modo per eludere ciò che la storia insegna come il destino inevitabile di tutti i signori, ovvero la loro eventuale violenta sostituzione con nuovi signori.

(Daniele Bianchi).

(oltrelalinea.news/in-palestina-e-in-corso-un-genocidio/).

 

 

 

STIAMO NORMALIZZANDO

UN GENOCIDIO?

 

Giasinrivista.org – (24 Ottobre 2023) - Angelo Stefanini – ci dice:

 

(Angelo Stefanini è un medico. Ha lavorato per anni con ONG in Africa.

Ha insegnato alle università di Leeds (UK), Makerere (Uganda) e infine Bologna, dove ha fondato il Centro di Salute Internazionale (CSI).

 Nella Palestina occupata è stato direttore dell’OMS (2002) e del programma sanitario italiano (2008-2011).

Dal 2015, come volontario di PCRF (Palestinian Children’s Relief Fund), compie missioni periodiche nella Striscia di Gaza dove collabora al rafforzamento del sistema sanitario locale.)

Sconcertato e incredulo di fronte agli eventi a Gaza e in Israele, non posso non tornare con la mente al mio primo impatto con la realtà israelo-palestinese, oltre vent’anni fa.

Quando quel mattino del gennaio 2002 ricevevo la telefonata da Ginevra con la proposta a partecipare al bando per il posto di “Coordinatore dell’Ufficio OMS nei territori palestinesi occupati” (TPO), chi mi parlava era un mio ex-studente di un corso internazionale tenuto dieci anni prima all’Istituto Superiore di Sanità, a Roma.

Allora “desk-officer OMS per i TPO”, il mio interlocutore non poteva immaginare che in quel momento, per la prima volta, indossavo proprio la stessa sgargiante cravatta rossa (non ricordo il motivo visto che non amo le cravatte) che mi aveva donato alla cena di chiusura del corso.

 Accettai entusiasta (con in mente le parole di Albert Einstein “La coincidenza è il modo di Dio di rimanere anonimo”) e, vinto il bando, alla fine di marzo mi insediai a Gerusalemme.

 

Di “occupied Palestinian territories” (oPt), ossia Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, allora sapevo ben poco e immagino che la scelta di ricoprire quella posizione nell’OMS fosse ricaduta su di me grazie ad una serie di missioni esplorative condotte per conto dell’”ufficio regionale EMRO” (East Mediterranean Regional Office) in paesi di quella regione.

Praticamente a digiuno del contesto geo-politico che mi aspettava l’impatto fu per me devastante.

Arrivavo a Gerusalemme nei primi giorni dell’invasione militare israeliana della Cisgiordania, l’Operazione scudo difensivo, la più grande operazione militare dopo la guerra dei sei giorni del 1967.

Dal 3 al 17 aprile, gli israeliani presero d’assalto il campo profughi di Jenin abitato da circa quattordicimila rifugiati uccidendo più di 50 palestinesi e rendendone 13.000 senzatetto.

L’intento era di catturare o uccidere i responsabili di attentati suicidi che avevano portato a più di settanta vittime civili israeliane nelle settimane precedenti.

L’attacco venne condotto con una violenza eccezionale e, secondo l’organizzazione “Human Rights Watch” (HRW), commettendo gravi violazioni del diritto umanitario internazionale equivalenti a crimini di guerra.

Furono invase le maggiori città della Cisgiordania, con periodi anche di diversi giorni di coprifuoco totale.

Come descritto dal rapporto di HRW, l’IDF (Israeli Defence Force) bloccò il passaggio di veicoli e personale medico di emergenza per undici giorni, lasciando i feriti e i civili nel campo, così come i malati, senza alcun accesso alle cure mediche urgenti.

Il funzionamento delle ambulanze e degli ospedali nella “città di Jenin” fu severamente limitato e le ambulanze ripetutamente attaccate.

L’IDF impedì alle organizzazioni umanitarie, compreso il “Comitato internazionale della Croce Rossa e la stessa OMS”, di accedere al campo e ai suoi abitanti civili. Questo blocco continuò per diversi giorni anche dopo che la maggior parte dei palestinesi armati si era arresa.

Da allora ad oggi, la mia conoscenza diretta della realtà israelo-palestinese è venuta negli anni progressivamente migliorando sia durante il periodo trascorso come funzionario dell’OMS, sia nei quasi quattro anni con la Cooperazione Italiana (ora AICS Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo).

Anche in seguito, rientrato in Italia, ho continuato a mantenere uno stretto legame sia personale sia professionale e accademico con dirigenti di organizzazioni internazionali, colleghi, politici, accademici e semplici cittadini palestinesi e israeliani in Cisgiordania, Gerusalemme Est e soprattutto nella Striscia di Gaza.

Questa visione privilegiata di quel mondo in un arco di vent’anni mi stimola a interrogarmi su cosa sia cambiato e cosa NON è cambiato con il mutare del clima politico interno ed internazionale;

se esistano differenze o similitudini nella condotta e nelle strategie dei principali attori di quello scenario;

se soprattutto esista una direzione che gli eventi stanno seguendo e un esito finale a cui stanno conducendo.

Sono domande che mi pongo non come scienziato politico o esperto di relazioni internazionali ma come, diciamo, un semplice “osservatore partecipante”.

Rileggendo la corrispondenza che allora tenevo con familiari e amici, alcuni tratti di quanto osservavo stanno riproponendosi in un modello di condotta da parte israeliana che continua a ripetersi.

Scrivevo nell’aprile del 2002 ai miei familiari:

Come avrete visto e sentito, in questi giorni sta avendo luogo un intervento militare da parte di Israele nei territori palestinesi particolarmente violento e in molti suoi aspetti assolutamente ingiustificato e ingiustificabile:

 mi riferisco alle violenze sia fisiche che psicologiche a cui viene sottoposta in modo indiscriminato la popolazione civile palestinese.

Questo atteggiamento da parte dell’esercito israeliano appare chiaramente di tipo intimidatorio, vendicativo e con lo scopo evidente di chiarire una volta per tutte chi comanda e chi deve obbedire …

La ragione addotta di combattere il terrorismo appare spesso ridicola, appunto per i mezzi utilizzati, per l’intensità sproporzionata e per l’ovvio intento di ritorsione. […]

 Quello che ho potuto vedere con i miei occhi e mi ha profondamente turbato è stata la distruzione gratuita, da parte dei carri armati che scorrazzavano per le vie della città, di beni e infrastrutture che faccio fatica a vedere associati con il terrorismo (giardini, monumenti, marciapiedi, aiuole, fontane, fogne, cabine e pali della luce).

Le strade deserte, oltre ad essere piene di detriti e resti delle case distrutte, sono ormai colme di rifiuti, gettati dalla gente chiusa in casa che consuma quel poco che ha a disposizione, ormai maleodoranti e circondati da nugoli di mosche.

 

[…]

È come operatore sanitario che mi sento indignato e non soltanto come cittadino del mondo.

La comunità umana si è data delle regole anche per, paradossalmente, fare le guerre.

L’assistenza ai feriti, la libera circolazione delle ambulanze e dei soccorsi umanitari sono diritti umani basilari sanciti da convenzioni internazionali.

 È ridicolo nascondersi dietro la scusa della lotta al terrorismo per giustificare questo stato di cose.

Per controllare che una ambulanza non contenga armi o terroristi è sufficiente perquisirla accuratamente; non è giustificabile impedirle di portare aiuto ai feriti, o addirittura arrestare il personale sanitario.

Gli eventi di questi giorni dimostrano un totale disprezzo nei confronti della protezione dei civili e una arrogante noncuranza delle leggi internazionali e della sicurezza del personale umanitario.

Come vent’anni fa (e come in tutte le guerre) la verità è sempre la prima vittima.

Colpito dall’alto numero di amici a cui scrivevo che si mostravano stupiti di quanto raccontavo loro, riportavo nella mia risposta uno studio della “Glasgow University Media Group” che, riferendosi alla Gran Bretagna, mostrava come la mancanza di comprensione da parte del pubblico del conflitto israelo-palestinese e delle sue origini sia in buona parte da attribuire ai media, in particolare alla televisione.

 Agli spettatori, affermava lo studio, viene raramente detto che i palestinesi sono vittime di un’occupazione militare illegale.

Il termine “territori occupati” è quasi mai spiegato. Addirittura, soltanto il 9% dei giovani intervistati sanno che gli israeliani sono gli invasori e che gli “insediamenti” sono vere e proprie colonie illegali di israeliani in territorio palestinese che non appartiene loro.

Evidentemente l’uso selettivo delle parole è determinante.

Lo studio mostrava come le parole “assassinio”, “atrocità”, “linciaggio” e “omicidio selvaggio e a sangue freddo” vengono usati soltanto per descrivere i morti israeliani.

“Il grado di prospettiva israeliana assunto dal giornalismo”, affermava il prof. Greg Philo, “risulta chiaro se le affermazioni vengono ‘invertite’ e presentate come azioni palestinesi:

 ad esempio, non abbiamo trovato nessuna notizia che affermi che ‘Gli attacchi palestinesi sono stati compiuti in rappresaglia per l’assassinio di persone che oppongono resistenza alla illegale occupazione israeliana’”.

Le notizie e i servizi televisivi – scrivevo agli ignari amici – raramente tendono a ricordare allo spettatore che Israele si è insediato con la forza sul 78% della Palestina storica e, fin dal 1967, ha occupato illegalmente e imposto varie forme di regime militare sul rimanente 22%.

I ruoli dell’oppressore e della vittima sono regolarmente invertiti:

gli israeliani non sono mai chiamati “terroristi”, pena l’accusa di antisemitismo al giornalista che si azzardi a compiere un tale errore.

 Tra i termini più recenti utilizzati dai media troviamo “incursione”, che poi significa “aggredire esseri umani con carri armati, aerei ed elicotteri da guerra”, e “ciclo di violenza” che suggerisce nel migliore dei casi due contendenti uguali e posti sullo stesso piano, e non che uno dei due tenta di opporsi con la violenza ad una violenta oppressione.

Io stesso, qualche anno più tardi, come responsabile dei programmi sanitari finanziati dal governo italiano, mi vedevo regolarmente rimuovere la parola “occupati” dai miei rapporti al Ministero degli Esteri sull’andamento delle attività nei “territori palestinesi”.

Meglio ancora se usavo l’espressione “territori dell’autonomia palestinese”.

Vane le mie rimostranze per ricordare al Console che “oPt”, acronimo di “occupied Palestinian territories”, è la locuzione ufficiale usata dalle Nazioni Unite.

Se, da poco “paracadutato” nei fatti cruenti della Cisgiordania, ero rimasto sconvolto dalla brutalità e arroganza di Israele nei confronti delle regole d’ingaggio imposte dalle convenzioni internazionali in caso di guerra, quello che sta succedendo oggi a Gaza e in Israele, unito alla contemporanea crescente violenza dei coloni in Cisgiordania, non regge assolutamente al confronto.

 La differenza in termini quantitativi e qualitativi è talmente abissale che contare i morti, i feriti, i sepolti sotto le macerie, gli sfollati senza casa sta diventando un macabro esercizio statistico senza un reale valore né morale né mediatico.

Dal punto di vista politico già l’allora segretario alla Difesa USA Donald Rumsfeld, nei primi giorni della guerra in Afghanistan nel marzo 2002, in contemporanea con l’invasione israeliana, affermava alla CBS News “We don’t do body counts” (Noi non contiamo i morti).

Il modo di contare (o di non contare) i morti, di pesarne il valore e usarli come arma dialettica contro l’avversario rimane una costante nella lotta per ottenere il favore della vasta opinione pubblica e giustificare gravi crimini. Israele è diventato un esperto del settore.

 Nella cosiddetta “guerra al terrorismo”, guerra in cui non esiste una vera simmetria delle parti (uno stato e un movimento di lotta), quella più forte in termini militari e politici ha gioco facile.

L’ignoranza è anche oggi una delle più potenti armi contro i palestinesi e Gaza in particolare.

È l’ignoranza che sta facilitando e addirittura incoraggia questa barbarie. Ignoranza della storia di un’occupazione durata 75 anni, ignoranza dell’ingiustizia quotidiana e della persecuzione e apartheid affrontati dai palestinesi, ignoranza dell’omicidio arbitrario e della detenzione di uomini, donne e bambini palestinesi, tutti aspetti che hanno poca o nessuna copertura nei media occidentali.

Ignoranza storica che facilita la riscrittura della storia, il razzismo che celebra la brutalità e la violenza contro persone ritenute inferiori e l’odio che favorisce il massacro di un intero popolo con relativa facilità.

Ignoranza che permette ai governi e ai media occidentali di inventare storie di stupri di massa e decapitazioni di bambini, di ospedali bombardati dai propri pazienti, certi che verranno ingurgitati dal loro pubblico ingenuo.

E così i palestinesi sono l’incarnazione del male mentre i loro occupanti e carcerieri israeliani, che li hanno oppressi per decenni, sono vittime innocenti di un odio inspiegabile e irrazionale.

Deve pur essere così perché ce lo dicono i nostri leader dei governi occidentali, bastioni della democrazia, della libertà e dell’umanità, e ce lo ripetono obbedientemente i loro alleati mediatici con una complicità coerente e criminale.

 L’effetto di questa macchina di propaganda (Hasbara in ebraico) è innegabile:

non a caso Israele ne ha fatto un ministero.

Mentre osserviamo la barbarie scatenata su Gaza, il fatto che questa venga acclamata da così tante persone in tutto l’Occidente è un inquietante promemoria di quanto il pubblico occidentale sia inconsciamente indottrinato.

Propaganda, distorsioni e omissioni hanno fatto il loro lavoro: i palestinesi non sono persone, ma animali.

E di conseguenza meritano di morire.

Dopo anni di sforzi, finalmente è stata raggiunta la normalizzazione del genocidio.

La comparsa della parola “genocidio”, appunto, e la sua progressiva normalizzazione è senza dubbio la novità più clamorosa nel discorso israelo-palestinese.

Se da quasi vent’anni era soltanto un professore israeliano bandito dal suo paese, “Ilan Pappè”, che cercava di convincere il mondo del “genocidio incrementale” in corso a Gaza, ora sta davanti ai nostri occhi stupefatti.

Il 15 ottobre più di 800 esperti di diritto internazionale, di studi sull’olocausto e sul genocidio hanno firmato una dichiarazione pubblica in cui mettono in guardia sulla possibilità che le forze israeliane commettano un genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.

Tutto questo è molto significativo perché, come sottolinea “Raz Segal”, esperto israeliano di genocidio moderno, viene meno “il discorso sull’Olocausto, il modo in cui Israele per decenni ha utilizzato l’Olocausto per negare, distorcere, giustificare e razionalizzare la violenza di massa israeliana contro i palestinesi e creare uno stato di impunità per Israele in tutto il mondo.”

Segal definisce l’assalto israeliano a Gaza un caso da manuale di “intento di commettere un genocidio” e la razionalizzazione della sua violenza un “uso vergognoso” delle lezioni dell’Olocausto.

Secondo il diritto internazionale, il crimine di genocidio è definito “dall’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale.”

Nel suo attacco omicida a Gaza, Israele ha annunciato a gran voce questo obiettivo, confermato senza mezzi termini dal ministro della difesa israeliano “Yoav Gallant” il 9 ottobre:

 “Stiamo imponendo un assedio completo a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è chiuso. Stiamo combattendo animali umani e agiremo di conseguenza”.

 I leader occidentali hanno rafforzato questa retorica razzista descrivendo, quello che indubbiamente è un crimine di guerra di “Hamas” ai sensi del diritto internazionale, come “un atto di puro male” (Presidente Joe Biden) e una mossa che riflette un “male antico” (Ursula von der Leyen).

“Questo linguaggio disumanizzante è chiaramente calcolato per giustificare la distruzione su vasta scala di vite palestinesi;

 l’affermazione del ‘male’, nel suo assolutismo, rimuove le distinzioni tra militanti di “Hamas” e civili di Gaza e oscura il contesto più ampio di colonizzazione e occupazione”, commenta “Raz Segal”.

Dei cinque atti che rientrano nella definizione di genocidio delle Nazioni Unite, Israele a Gaza sta perpetrando le prime tre

(a) uccisione di membri del gruppo;

b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;

c) sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale) attraverso i bombardamenti che nei primi sei giorni hanno visto oltre 6.000 bombe devastare Gaza, una delle aree più densamente popolate del mondo: più di quelle sganciate in un mese dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti nella lotta contro l’Isis.

“Human Rights Watch” ha confermato che tra le armi utilizzate figurano bombe al fosforo bianco, arma che brucia nell’aria e niente può fermarla, che dà fuoco a corpi e edifici, creando fiamme che non si spengono a contatto con l’acqua.

 Ciò dimostra chiaramente cosa intende “Gallant” con “agire di conseguenza”:

non prendere di mira singoli militanti di “Hamas”, come sostiene Israele, ma scatenare una violenza mortale contro i palestinesi a Gaza “in quanto tali”, nel linguaggio della” Convenzione sul genocidio delle Nazioni Unite”.

Israele ha anche intensificato il suo assedio di Gaza in corso da 16 anni – il più lungo della storia moderna, in chiara violazione del diritto umanitario internazionale – fino a renderlo un “assedio completo”, secondo le parole di “Gallant”.

Questo significa portare il blocco alla sua meta finale di annichilimento sistematico dei palestinesi e della società palestinese a Gaza, uccidendoli, facendoli morire di fame, tagliando le loro forniture d’acqua, cibo e carburante (vitale per i generatori elettrici) e bombardando i loro ospedali.

Nel frattempo, gli appelli al genocidio, a “cancellare” e “rasare al suolo” Gaza, sono diventati onnipresenti sui social media israeliani.

A Tel Aviv, appeso a un ponte è stato visto uno striscione con la scritta “Zero Gazans”.

“C’è il grave pericolo che ciò a cui stiamo assistendo possa essere una ripetizione della “Nakba” del 1948 [“catastrofe”, termine utilizzato per gli eventi del 1947-1949, quando oltre 750.000 palestinesi furono sottoposti a pulizia etnica nella Palestina storica e costretti nei campi profughi per creare lo Stato di Israele] e della “Naksa” del 1967 [“battuta d’arresto”, espressione usata per descrivere la sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni del 1967], anche se su scala più ampia”, ha affermato “Francesca Albanese”, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi occupati dal 1967.

 Israele utilizza da tempo la guerra per giustificare la pulizia etnica dei palestinesi. I funzionari governativi hanno apertamente chiesto un’altra “Nakba” e ciò che sta accadendo ora a Gaza (compreso l’ordine, illegittimo secondo il diritto internazionale, alla popolazione del nord della Striscia di spostarsi in massa verso il sud) è un tentativo di costringere i residenti civili a rifugiarsi e a migrare in Egitto, incoraggiato dalle promesse di Washington di condonare gran parte dell’enorme debito egiziano.

È già pronto nientemeno un “Piano per il reinsediamento e la riabilitazione definitiva in Egitto dell’intera popolazione di Gaza”, “piano sostenibile ed economicamente fattibile, che ben si allinea con gli interessi economici e geopolitici dello Stato di Israele, dell’Egitto, degli Usa e dell’Arabia Saudita”.

I profughi, una volta attraversato il confine con l’Egitto, verranno ovviamente lasciati a marcire nel Sinai.

Si stanno creando le condizioni progettate per provocare la distruzione del gruppo e bisogna essere trasparenti riguardo all’intento dichiarato che vediamo sempre più palesemente.

 “Dobbiamo essere chiari, afferma ancora “Raz Segal,” sul fatto che la violenza israeliana contro i palestinesi è una questione sistemica strutturale sin dalla creazione dello Stato israeliano,”

parte integrante del progetto di colonialismo di insediamento che mira, ha sempre mirato, alla eliminazione in tutti i modi della popolazione nativa.

“Il sionismo, infatti, è considerato come una forma di colonialismo di insediamento che mira ad impossessarsi della terra e a sbarazzarsi della popolazione indigena” rispondendo ad una “logica di eliminazione”.

Tutto questo mi conduce a una conclusione paradossale.

 Se è vero che la comparsa e la normalizzazione del termine “genocidio” nel discorso Israele-Palestina è un fenomeno nuovo rispetto al momento del mio primo arrivo nella Palestina occupata, è altrettanto vero che è almeno dal 1948 che il progetto coloniale sionista sta realizzandosi.

  È quindi dall’arrivo del sionismo nella Palestina storica che opera la “natura coloniale della violenza” che ridimensiona “la falsa simmetria tra ebrei israeliani e palestinesi, considerati come parti con ruoli uguali all’interno di un conflitto, invece che nella dicotomia coloni/nativi tipica delle società nate dall’insediamento coloniale”.

Scrivevo ad amici in Italia il 27 luglio 2002:

Il massacro di Gaza ha suscitato il vespaio che chiunque, compreso “Sharon”, poteva immaginare.

Chi sosteneva la tesi che le bombe suicide palestinesi hanno una diversa rilevanza morale rispetto alla violenza dell’esercito israeliano (in quanto le prime colpiscono i civili mentre la seconda provoca “soltanto danni collaterali”), ora si trova costretto a meditare.

Il governo israeliano, come avrete sentito o letto, si è giustificato dicendo che non aveva previsto che si verificassero morti civili.

 Chi vedesse l’area della città di Gaza in cui si è verificato il fatto si renderebbe conto della ridicolezza di tale affermazione.

 Quello che è successo è che, allo scopo di uccidere un attivista palestinese membro di “Hamas”, per quanto considerato pericoloso, è stato utilizzato un aereo da caccia F16 che ha sganciato una bomba di una tonnellata su un appartamento in un quartiere residenziale densamente popolato alla periferia della città di Gaza.

 La maggior parte delle vittime, tutte civili, si trovava nei palazzi adiacenti, tra cui uno di tre piani.

L’attacco ha avuto luogo appena prima di mezzanotte quando tutti erano a letto a dormire.

15 palestinesi, tra cui più della metà bambini, sono stati uccisi, oltre 140 feriti. Come possono affermare le autorità israeliane che non si aspettavano vittime civili?

Questa storia si sta ripetendo almeno dall’inizio della seconda Intifada nel settembre 2000:

da allora palestinesi e israeliani, da entrambe le parti sono stati uccisi, la stragrande maggioranza civili disarmati.

 Sostenere che i primi sono morti “per sbaglio” mentre i secondi sono stati deliberatamente assassinati, ponendo così le due parti su due posizioni morali diverse, va contro sia il senso comune sia le prove a disposizione.

Tutte le organizzazioni indipendenti per i diritti umani che hanno esaminato il comportamento di Israele (come Amnesty International, Human Rights Watch, B’Selem-Israele) hanno documentato un sistematico e deliberato uso della violenza contro civili palestinesi disarmati da parte dell’esercito israeliano.

Scrive il giornalista americano “Chris Hedges” nel suo “Diario da Gaza” pubblicato nell’ottobre 2001 sulla rivista “Harpers”:

 “Ieri gli israeliani hanno colpito otto giovani di cui sei con meno di 18 anni. Uno ne aveva 12.

Oggi pomeriggio ne hanno ammazzato uno di 11 anni, “Ali Murad”, e feriti seriamente altri quattro.

 Molti bambini sono stati uccisi nelle situazioni di guerra in cui ho lavorato – dalle squadre della morte in El Salvador e nel Guatemala, dai fondamentalisti in Algeria e dai cecchini Serbi – ma non avevo mai visto finora dei soldati attirare dei bambini in trappola come topi e poi ammazzarli, così per sport.

Allora, 20 anni fa, al mio arrivo nella Palestina occupata, come oggi che leggo inorridito quei pochi messaggi whatsapp che amici “gazawi” riescono a inviarmi, l’uccisione di persone innocenti da entrambe le parti è già abbastanza esasperante.

Tuttavia, se tali atti sono seguiti da un’alzata di spalle collettiva e dal tetro eufemismo secondo cui le vittime rappresentano semplicemente “danni collaterali”, disumanizzandole e banalizzando le sofferenze inflitte alle loro famiglie, allora si aggiunge al danno la beffa.

 In Israele, l’uso del termine “danno collaterale” è diventato una sorta di giustificazione, addirittura un modo per incolpare coloro che sono stati uccisi dall’”IDF” semplicemente perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato, scagionando così i veri responsabili.

Guardandomi alle spalle nel tempo e cercando di dare una risposta agli interrogativi che mi ero posto, la vera novità che constato essere presente oggi di fronte a quanto sta succedendo a Gaza è, da una parte, la totale, acritica complicità attiva del blocco occidentale a quello che ormai si sta rivelando come reale genocidio, dall’altra, la nostra mancanza di consapevolezza dell’abisso morale in cui siamo sprofondati.

 Nelle parole di un’amica palestinese: “È la morte dell’umanità e della morale.”

 

 

 

. Il blog di Angelo d'Orsi

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PIETÀ L’È MORTA.

Angelodorsi.wordpress.com – (29 OTTOBRE 2023) - ANGELO D'ORSI – ci dice:

 

ATTUALITÀ, POLITICA INTERNAZIONALE.

ISTRUITEVI, AGITATEVI, ORGANIZZATEVI.

Non riusciamo a tenere la contabilità dei morti.

Siamo ormai oltre quota 8000, di cui poco meno della metà, bambini.

Israele, ha iniziato “l’operazione di terra”.

 Nulla viene risparmiato dai bombardamenti dell’aviazione di Israele, coadiuvata dalle forze di terra.

Ospedali e chiese sono nel mirino incredibilmente.

La “Mezza Luna Rossa Palestinese” informa di aver ricevuto dalle autorità israeliane l’ordine di “evacuare immediatamente l’ospedale Al-Quds nella Striscia di Gaza, poiché verrà bombardato.

E ci si ripete che se i “gazawi” non vogliono morire possono semplicemente andarsene.

Non ci si spiega dove e come.

Il presidente israeliano dal canto suo Netanyahu ha appena dichiarato, in modo tronfio e arrogante:

“Da ora esauriremo ogni opportunità per riportare i nostri fratelli e sorelle rapiti al caldo abbraccio delle loro famiglie.

Chiunque osi accusare le nostre truppe di commettere crimini di guerra è gente completamente ipocrita.

 L’IDF [le forze armate israeliane, chiamate di “Difesa”: Israel Defense Forces] è l’esercito più morale ed etico del mondo e sta facendo tutto il possibile per evitare di danneggiare coloro che non sono coinvolti.

Il cinismo dei nostri nemici non ha confini, commettono crimini di guerra, usano i residenti di Gaza come scudi umani e gli ospedali come quartieri generali delle loro attività terroristiche.

 E molte persone ora, nel mondo, capiscono molto bene ciò che abbiamo sostenuto in tutti questi anni.

Israele non sta combattendo solo per la propria guerra, ma piuttosto questa è la guerra dell’umanità nella sua interezza, la lotta dell’umanità contro la barbarie.

 E i Nostri alleati nel mondo occidentale e i nostri partner nel mondo arabo, oggi capiscono che se Israele non vince, saranno i prossimi in questo tour di conquista dell’asse del male”.

Asse del male, male assoluto, barbarie, animali non umani, umani animali, Gaza deve essere distrutta, la nostra vendetta è incominciata, è giunta l’ora della resa dei conti, gli spezzeremo le reni…

Queste ed altre simili espressioni sono state usate, testualmente, da dirigenti, civili e militari, di Israele, pronti a sacrificare gli ostaggi, e sempre più crescono i nostri dubbi sugli avvenimenti del 7 ottobre.

Dubbi per ora, e dovremo attendere elementi probanti per avere qualche certezza in più.

Adesso non si può che continuare a denunciare in ogni sede, con la voce più alta possibile, in ogni forma, il genocidio in atto a Gaza, e sia pure in altre forme, anche in Cisgiordania.

“Israele ha il diritto di difendersi”, si ripete ovunque, e ci si chiedono giuramenti di fedeltà occidentale: “tu condanni Hamas?” è la prima domanda.

“Tu condanni l’invasione russa dell’Ucraina?”.

 Non sono disposto ad accettare questa logica semplicistica che nasconde i contesti e le responsabilità storiche.

 Se Israele ha il diritto di difendersi, e persino l’Ucraina, perché questo diritto viene negato ai popoli del Donbass, e soprattutto al popolo palestinese?

 Putin “criminale di guerra”; Netanyahu, difensore dei “valori” occidentali?

Prima che al bombardamento di tritolo e fosforo bianco (vietato), è necessario e urgente ribellarsi a un altro bombardamento:

quello delle menzogne, quello della propaganda, quello delle false verità di chi mira alla completa eliminazione, uccidendo o espellendo, di un popolo.

 E i nostri giornalisti sono non da oggi in prima fila a sparare le loro bombe, le loro granate, i loro missili di menzogne, o anche solo ad avallare quelle di Tel Aviv, di Kiev, di Washington, di Londra, di Parigi, di Berlino.

Del nostro governo non vale neppure la pena di parlare, per la posizione ambiguamente miserabile espressa dalla signora Meloni, con l’astensione sulla risoluzione ONU che chiede una “tregua umanitaria”.

 Ma no: il genocidio deve proseguire.

Pietà l’è morta. E allora, poi, non aspettatevi pietà.

 

 

 

PERCHÉ GLI EBREI

SONO COSÌ INFLUENTI?

  Comedonchisciotte.org - Kevin Macdonald – The Unz Review - CptHook – (04 Novembre 2023) – ci dice:                                                             

 

Le popolazioni ebraiche hanno sempre avuto enormi effetti sulle società in cui risiedono grazie a diverse qualità che sono centrali nella strategia evolutiva del gruppo ebraico e che probabilmente sono state sottoposte a selezione genetica nei “gruppi ebraici ashkenaziti”.

Innanzitutto, gli ebrei sono etnocentrici e capaci di cooperare in gruppi altamente organizzati, coesi ed efficaci.

 Importante è anche l’intelligenza elevata, compresa l’utilità dell’intelligenza per raggiungere la ricchezza, la ribalta nei media e l’eminenza nel mondo accademico e nella professione legale.

 Discuterò anche altre due qualità che hanno ricevuto meno attenzione:

 l’intensità psicologica, l’aggressività e, infine, accennerò al fenomeno dei guru ebrei.

I quattro tratti di fondo dell’etnocentrismo, dell’intelligenza e della ricchezza, dell’intensità psicologica e dell’aggressività, insieme a una forte leadership carismatica, fanno sì che gli ebrei siano in grado di produrre gruppi formidabili ed efficaci, capaci di avere effetti potenti e trasformativi sui popoli in cui vivono.

Nel mondo post-illuminista, questi tratti influenzano il mondo accademico e il mondo dei media mainstream e d’élite, amplificando così l’efficacia degli ebrei rispetto alle società tradizionali.

Tuttavia, anche prima dell’Illuminismo gli ebrei sono diventati ripetutamente un gruppo d’élite e potente nelle società in cui risiedevano in numero sufficiente.

È notevole che gli ebrei, di solito come una piccola minoranza, siano stati al centro di un lungo elenco di eventi storici.

Gli ebrei erano molto presenti nella mente dei Padri della Chiesa nel IV secolo, durante gli anni formativi del dominio cristiano in Occidente.

In effetti, ho suggerito che i duri atteggiamenti e norme antiebraiche della Chiesa del IV secolo debbano essere intesi come una reazione difensiva contro il potere economico e la schiavitù dei non ebrei da parte degli ebrei.

Gli ebrei che si erano nominalmente convertiti al cristianesimo, ma che mantenevano i loro legami etnici nel matrimonio e nel commercio, furono al centro dei 250 anni di Inquisizione in Spagna, Portogallo e nelle colonie spagnole del Nuovo Mondo.

Fondamentalmente, l’Inquisizione va vista come una reazione difensiva al dominio economico e politico di questi “nuovi cristiani”.

I critici ottocenteschi degli ebrei si lamentavano in genere dell’influenza ebraica nei media e della ricchezza ebraica, che spesso rendeva le tradizionali élite aristocratiche occidentali sottomesse a loro e, come “Richard Wagner”, si lamentavano dell’influenza ebraica sulla cultura.

 Gli ebrei sono stati anche al centro di tutti gli eventi importanti del XX secolo, sono stati una componente necessaria della rivoluzione bolscevica che dette origine all’Unione Sovietica, partecipando volontariamente agli orrendi omicidi di massa dei primi decenni, e sono rimasti un gruppo d’élite nell’Unione Sovietica fino a ben oltre la Seconda Guerra Mondiale.

Sono stati un punto centrale del nazionalsocialismo in Germania, in parte a causa del ruolo degli ebrei nel bolscevismo, e sono stati i principali promotori della rivoluzione culturale e multiculturale/multietnica negli Stati Uniti dopo il 1965, compreso l’incoraggiamento di una massiccia immigrazione non bianca nei Paesi di origine europea.

 Nel mondo contemporaneo, i gruppi di pressione ebraici americani organizzati e gli “ebrei neoconservatori (DemUsa)” profondamente impegnati nell’amministrazione Bush e nei media, hanno avuto un ruolo cruciale nel fomentare guerre a vantaggio di Israele, e ora gli “ebrei neocon dell’amministrazione Biden” hanno stabilito il sostegno totale all’Ucraina contro la Russia e a Israele contro Hamas.

In questo momento l’”ADL” sta guidando la campagna per eliminare dai social media, in particolare da “X” (Twitter), le idee a loro non gradite, e i miliardari ebrei stanno inserendo nella lista nera gli studenti e ritirando i finanziamenti alle università se non esprimono un entusiastico sostegno a Israele.

 In effetti, direi che stiamo assistendo ancora una volta a un’incredibile dimostrazione del potere ebraico negli Stati Uniti.

Come può una minoranza così piccola avere effetti così grandi sulla storia dell’Occidente?

Non discuterò il ruolo dell’individualismo occidentale nel facilitare l’influenza ebraica.

Tendiamo a vedere le persone come individui, come nell’”ideologia della meritocrazia daltonica” così comune tra “i conservatori mainstream”.

Gli ebrei sono etnocentrici.

In altre sedi ho sostenuto che l’etnocentrismo degli ebrei può essere ricondotto alle loro origini mediorientali.

La cultura ebraica tradizionale presenta una serie di caratteristiche che identificano gli ebrei con le culture ancestrali dell’area.

La più importante di queste è che gli ebrei e le altre culture mediorientali si sono evolute in circostanze che hanno favorito grandi gruppi dominati da maschi. Questi gruppi erano fondamentalmente famiglie allargate con alti livelli di endogamia (cioè il matrimonio all’interno del gruppo di parentela) e di matrimonio consanguineo (cioè il matrimonio con parenti di sangue), compreso il matrimonio zio-nipote sancito nell’Antico Testamento.

Queste caratteristiche sono esattamente l’opposto delle tendenze dell’Europa occidentale.

Mentre le società occidentali tendono all’individualismo, la forma culturale ebraica di base è il collettivismo, in cui esiste un forte senso dell’identità e dei confini del gruppo e un particolarismo morale rappresentato dalla frase “È un bene per gli ebrei “.

Negli scritti religiosi ebraici, i non ebrei non avevano alcuna posizione morale e potevano essere sfruttati a piacimento, purché non danneggiassero l’intero gruppo.

 Le società mediorientali sono caratterizzate dagli antropologi come “società segmentarie”, organizzate in gruppi relativamente impermeabili e basati sulla parentela.

I confini del gruppo sono spesso rafforzati da marcatori esterni come l’acconciatura o l’abbigliamento, come gli ebrei hanno spesso fatto nel corso della loro storia.

Gruppi diversi si stabiliscono in aree diverse dove mantengono la loro omogeneità accanto ad altri gruppi omogenei, come illustra questo resoconto di “Carleton Coon”:

 

“Lì l’ideale era sottolineare non l’uniformità dei cittadini di un Paese nel suo complesso, ma l’uniformità all’interno di ogni segmento speciale e il massimo contrasto possibile tra i segmenti.

I membri di ogni unità etnica sentono il bisogno di identificarsi attraverso una qualche configurazione di simboli.

Se in virtù della loro storia possiedono qualche peculiarità razziale, la esalteranno con tagli di capelli speciali e simili;

 in ogni caso indosseranno abiti distintivi e si comporteranno in modo caratteristico”.

Gli ebrei sono all’estremo di questa tendenza mediorientale al collettivismo e all’etnocentrismo.

Nella mia trilogia sull’ebraismo ho fornito molti esempi di etnocentrismo ebraico di cui, forse, il più importante è il “networking” etnico che è stato così importante per il mio libro “The Culture of Critique”, e ho sostenuto in diversi punti che l’etnocentrismo ebraico ha una base biologica.

Un buon punto di partenza per riflettere sull’etnocentrismo ebraico è il lavoro di “Israel Shahak”, in particolare il suo “Fondamentalismo ebraico in Israele”, scritto a quattro mani con “Mezvinsky.

Gli attuali fondamentalisti cercano di ricreare la vita delle comunità ebraiche prima dell’Illuminismo (cioè prima del 1750 circa).

In questo periodo la grande maggioranza degli ebrei credeva nella” Kabala”, la tradizione mistica ebraica.

 Studiosi ebrei influenti come “Gershom Scholem” ignorarono l’ovvio materiale razzista ed esclusivista della letteratura cabalistica usando parole come “uomini”, “esseri umani” e “cosmico” per suggerire che la Kabala ha un messaggio universalista.

 I testi attuali dicono che la salvezza è solo per gli ebrei, mentre i non ebrei hanno “anime sataniche”.

L’etnocentrismo che traspare da tali affermazioni non solo era la norma nella società ebraica tradizionale, ma rimane una corrente potente del “fondamentalismo ebraico contemporaneo”, con importanti implicazioni per la politica israeliana.

Ad esempio, il rabbino “Menachem Mendel Schneerson”, in “Lubavitcher Rebbe”, descriveva la differenza tra ebrei e non ebrei:

“Non si tratta di un caso di cambiamento profondo in cui una persona si trova semplicemente a un livello superiore.

 Abbiamo piuttosto un caso di… una specie totalmente diversa…. Il corpo di una persona ebrea è di qualità totalmente diversa dal corpo di [membri] di tutte le nazioni del mondo….

La differenza della qualità interna [del corpo]… è così grande che i corpi sarebbero considerati come specie completamente diverse.

Questo è il motivo per cui il Talmud afferma che c’è una differenza malacica di atteggiamento nei confronti dei corpi dei non ebrei [rispetto ai corpi degli ebrei]: ‘i loro corpi sono vani’…

Una differenza ancora maggiore esiste per quanto riguarda l’anima.

Esistono due tipi opposti di anima, un’anima non ebraica proviene da tre sfere sataniche, mentre l’anima ebraica deriva dalla santità.”

Queste persone, e gli etno-nazionalisti laici che hanno fondamentalmente le stesse idee, sono saldamente al comando in Israele, il che ha portato a una lunga serie di proteste da parte degli ebrei liberali in Israele e negli Stati Uniti.

Ci sono un milione di altri esempi, ma per brevità mi limiterò a questo.

Persino un importante apologeta di Israele come “Thomas Friedman” del “NYTimes” ha recentemente scritto che l’attuale governo è una “coalizione di estrema destra di suprematisti ebrei e di ebrei ultra ortodossi “. Ma l’”AIPAC” (la potentissima lobby ebrea, N.d.T.) domina ancora il Congresso e il ramo esecutivo e quindi non ci saranno cambiamenti a breve.

Da “Mondo Weiss”:

 

“Quando a luglio la deputata “Jayapal” ha definito Israele uno Stato razzista, democratici e repubblicani le sono saltati addosso in una sorta di “frenesia alimentare” politica.

Si sono accaniti sulla difesa di Israele, uno Stato il cui razzismo non è solo evidente, ma anche un punto di orgoglio per molti membri del suo governo.

Hanno approvato immediatamente e a stragrande maggioranza una risoluzione in cui si afferma che ‘lo Stato di Israele non è uno Stato razzista o di apartheid’.

 La Jayapal, ovviamente, ha votato con la maggioranza.

 I nove che hanno votato contro erano tutti progressisti che sono in cima alla lista dei più odiati dall’AIPAC.

 Il provvedimento è passato al Senato con un consenso unanime.”

 

Un sostegno analogo e schiacciante a Israele nell’aggressione a Gaza è passato alla Camera dei Rappresentanti ed è stato unanime al Senato. I repubblicani e i conservatori in generale sono particolarmente favorevoli a Israele.

Lo stesso vale per i media conservatori.

 Non sono sicuro del perché.

Da un lato probabilmente perché una parte significativa del loro pubblico è costituita da evangelici che pensano che il successo di Israele inaugurerà la seconda venuta di Gesù e la fine dei tempi.

 Potrebbe anche trattarsi del loro desiderio di ottenere legittimità in un ambiente culturale completamente dominato dalla sinistra, che accusa chiunque si trovi alla destra di Mitt Romney di essere un fanatico nazista.

L’etnocentrismo risponde a particolari fattori ambientali, quelli che gli evoluzionisti definiscono “meccanismi facoltativi”, cioè meccanismi che possono essere innescati da circostanze esterne come la percezione di una minaccia. Il fenomeno della mentalità dell’assediato è stato notato da molti autori come tipico della cultura ebraica nel corso della storia (cfr. “A People That Shall Dwell Alone”, cap. 7, pp. 218-219)

 

“Tra gli ebrei sembra essere comune un senso costante di minaccia incombente. Scrivendo sul profilo clinico delle famiglie ebraiche, “Herz” e “Rosen” (1982) notano che per le famiglie ebraiche ‘il senso di persecuzione (o della sua imminenza) fa parte del patrimonio culturale e di solito è assunto con orgoglio.

 La sofferenza è persino una forma di condivisione con i propri compagni ebrei. Lega gli ebrei al loro patrimonio, alla sofferenza degli ebrei nel corso della storia’. “Zborowski “e “Herzog” (1952, 153) notano che le case degli ebrei benestanti nelle comunità tradizionali “Shtetl dell’Europa orientale” avevano talvolta dei passaggi segreti da utilizzare in caso di pogrom antisemiti, e che la loro esistenza era ‘parte dell’immaginario dei bambini che vi giocavano intorno’, proprio come la memoria semi-rimossa faceva parte dell’abito mentale di ogni ebreo”.

(Nota del Traduttore: al riguardo si veda anche Gilad Atzmon, “Disturbo da stress pre-traumatico” pubblicato su ComeDonChisciotte già nel 2006 e citato pochi giorni fa da un lettore).

 

Un buon esempio è la reazione degli ebrei americani alla guerra del 1967.

“Silberman” osserva che all’epoca della guerra arabo-israeliana del 1967, molti ebrei potevano identificarsi con l’affermazione del rabbino “Abraham Joshua Heschel”: “Non sapevo quanto fossi ebreo”.

“ Silberman” commenta che “Questa era la risposta, non di un nuovo arrivato all’ebraismo o di un devoto occasionale, ma dell’uomo che molti, me compreso, considerano il più grande leader spirituale ebreo del nostro tempo“.

Molti altri fecero la stessa sorprendente scoperta su sé stessi;

“Arthur Hertzberg” scrisse che “la reazione immediata dell’ebraismo americano alla crisi fu molto più intensa e diffusa di quanto si potesse prevedere. Molti ebrei non avrebbero mai creduto che il grave pericolo per Israele potesse dominare i loro pensieri e le loro emozioni escludendo tutto il resto”.

L’attuale guerra a Gaza non fa eccezione.

 Gli haredim (ebrei ultra-ortodossi conservatori, N.d.T., foto del titolo), che di solito evitano il servizio militare per dedicare la loro vita allo studio, si stanno arruolando nell’IDF e J Street, la lobby sionista liberale, emette condanne di Hamas totalmente prive di contesto.

 È la stessa cosa con la facoltà ebraica della mia ex università, tutti liberali e ignari del ruolo del comportamento israeliano nel produrre l’odio palestinese, ma inorriditi dal fatto che qualcuno possa abbattere un poster di un ostaggio ebreo affisso in un edificio universitario e che si appellano alla libertà di parola (dove erano al momento di condannare il ruolo centrale dell’ADL nel censurare la libertà di parola sui social media?

Non credo sia un caso che io e un paio di miei “fratelli d’arme” siamo stati banditi da “X” dopo che Musk ha preso il comando e sta facendo del suo meglio per evitare l’ira dei potenti).

Ci sono ancora voci come “Jewish Voice of Peace” e “Mondo weiss” che da tempo condannano le politiche israeliane nei confronti dei palestinesi, ma non rappresentano certo la stragrande maggioranza del potere e del denaro della comunità ebraica americana.

Questa risposta evoluta alle minacce esterne è spesso manipolata dalle autorità ebraiche che cercano di inculcare un più forte senso di identificazione del gruppo, come ad esempio i messaggi di minaccia sempre crescente di antisemitismo promulgati dall’ADL, accompagnati da richieste di donazioni.

Bar-Tal et al. (1992) notano che:

“…non sorprende che la mentalità dell’assediato sia correlata all’etnocentrismo. La convinzione che il mondo abbia intenzioni negative nei confronti del gruppo indica la sua malvagità, cattiveria e aggressività. In questo contesto, il gruppo non solo si sente vittima e padrone di sé, ma anche superiore al gruppo esterno .”

Gli ebrei sono intelligenti (e ricchi).

La grande maggioranza degli ebrei americani è composta da ebrei ashkenaziti.

 Si tratta di un gruppo molto intelligente, con un quoziente intellettivo medio di circa 111, con una particolare forza nel quoziente intellettivo verbale.

Poiché il QI verbale è il miglior predittore del successo lavorativo e della mobilità verso l’alto nelle società contemporanee, non sorprende che gli ebrei siano un gruppo d’élite negli Stati Uniti.

 L’intelligenza, così come gli altri tratti qui discussi, erano probabilmente sottoposti a selezione genetica nelle società ashkenazite tradizionali, perché agli studiosi venivano offerti matrimoni con le figlie di ebrei ricchi e buone opportunità commerciali.

Ricchezza e successo riproduttivo erano fortemente legati almeno prima del XIX secolo.

Tuttavia, a causa delle differenze demografiche tra ebrei e bianchi americani, ci sono molti più bianchi americani a qualsiasi livello di QI richiesto per la mobilità verso l’alto e le posizioni di leadership nella società americana.

 Ad esempio, con un QI di 140, gli americani bianchi sono cinque volte più numerosi degli ebrei.

 Il QI è quindi una spiegazione insufficiente dell’influenza ebraica.

 

L’intelligenza e la rete etnica sono importanti per il successo accademico, e nei capitoli due e cinque di “The Culture of Critique” ho mostrato che gli ebrei e le organizzazioni ebraiche hanno guidato lo sforzo intellettuale per negare l’importanza delle differenze razziali ed etniche nelle vicende umane e per patologizzare qualsiasi senso di identità o interesse bianco.

Il ruolo degli ebrei nel creare il contesto intellettuale della legge sull’immigrazione del 1965 si è basato sul successo del movimento Basiano in antropologia nel plasmare i punti di vista accademici sulla razza, dominando l’”American Anthropological Association” fin dagli anni Venti.

 Ad esempio, la storica dell’antropologia “Gelya Frank” ha osservato che “nel messaggio e nello scopo, [l’antropologia di Boas] era una scienza esplicitamente antirazzista“.

 Questo sovvertiva il forte senso della razza e degli interessi razziali che erano tendenze prominenti nel mondo accademico e nei media tradizionali.

 La scienza è la lingua franca dell’Occidente, quindi il prestigio dei bossiani era fondamentale per il loro successo.

 

L’intelligenza è anche legata alla ricchezza.

In base ai risultati passati, gli ebrei costituiscono probabilmente circa il 35% degli americani più ricchi, e questo si traduce in un’infrastruttura ben finanziata di cause ebraiche, dai think tank neocon all’AIPAC all’ADL e alle campagne politiche, dove il Partito Democratico è fondamentalmente finanziato da ebrei ricchi e la Coalizione Ebraica Repubblicana fornisce probabilmente il 40% delle donazioni del GOP (Great Old Party, partito repubblicano, N.d.T.), finalizzate a sostenere Israele e a spostare il GOP a sinistra sulle questioni sociali.

 Il patrimonio dell’ADL nel 2021 ammontava a 238.000.000 di dollari; 62.000.000 di dollari in contributi. L’ADL nazionale, come l’ACLU, l’SPLC, il NAACP e altri cosiddetti gruppi per i diritti civili, è ora solo un gruppo del Partito Democratico esente da tasse e ha puntato tutto sulla teoria critica anti-bianchi della razza, sulla follia di genere e sull’opposizione a qualsiasi discorso sulla Grande Sostituzione, sostenendo che l’idea stessa è razzista e antisemita (mentre afferma che Israele deve mantenere la sua maggioranza ebraica controllando l’immigrazione e impedendo ai palestinesi della Cisgiordania di votare).

L’ADL è un attore molto importante nel regime di censura che pervade la sinistra in Occidente.

 In questo momento l’ADL sta conducendo una campagna aggressiva per eliminare dai social media le idee che non gli piacciono, soprattutto su “X” (Twitter), cosicché “Elon Musk” viene abitualmente etichettato come antisemita dai media ebraici e qualsiasi menzione dell’influenza di” George Soros” o il richiamo al globalismo viene considerato antisemita.

Grazie alle loro connessioni d’élite, sono stati in grado di fare pressione sugli inserzionisti su Twitter, tanto che le entrate pubblicitarie sono diminuite del 40% rispetto ai tempi pre-Musk.

L’intelligenza è evidente anche nell’attivismo ebraico.

Gli ebrei e le organizzazioni ebraiche hanno organizzato, guidato, finanziato e svolto la maggior parte del lavoro delle più importanti organizzazioni anti-restrizione attive tra il 1945 e il 1965 e sono tuttora coinvolti in modo significativo.

L’attivismo ebraico è come un pressing a tutto campo nella pallacanestro: una pressione intensa da ogni possibile direzione.

Ma oltre all’intensità, gli sforzi ebraici sono molto ben organizzati, ben finanziati e sostenuti da difese intellettuali sofisticate e dotte.

L’intelligenza e l’organizzazione sono evidenti anche nel lobbismo ebraico a favore di Israele.

Più di trent’anni fa un funzionario del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha osservato che “su tutti i tipi di questioni di politica estera il popolo americano non fa sentire la propria voce.

 I gruppi ebraici sono un’eccezione. Sono preparati, superbamente informati. Hanno le idee chiare.

È difficile per i burocrati non rispondere”.

All’epoca si temeva che il Dipartimento di Stato rimanesse un bastione di WASP della vecchia scuola.

Non è più un problema, con i neoconservatori “Anthony Blinken”, “Victoria Nuland” e “Wendy Sherman” saldamente al comando del Dipartimento di Stato.

 

Scrupolosità ed intensità emotiva.

Nel capitolo 7 del mio libro del 1994 sull’ebraismo, ho evidenziato due tratti della personalità degli ebrei, la scrupolosità e l’intensità emotiva.

Entrambi sono ereditabili e molto probabilmente sottoposti a selezione nelle comunità ebraiche tradizionali.

 La scrupolosità, che implica attenzione ai dettagli, pulizia, ordine, impegno per raggiungere i risultati, persistenza verso gli obiettivi di fronte alle difficoltà e capacità di focalizzare l’attenzione e ritardare la gratificazione è, insieme al quoziente intellettivo, legata alla mobilità verso l’alto.

La scrupolosità sociale sembra essere una sorta di tratto rivolto a “non deludere il gruppo“, originariamente proposto da Darwin (1871) come base della fedeltà al gruppo.

Ci si aspetta che gli individui con un alto livello di questo tratto provino un intenso senso di colpa per non aver adempiuto ai loro obblighi nei confronti del gruppo. Inoltre, data l’importanza, per l’ebraismo, del conformarsi alle norme di gruppo, ci si aspetterebbe che gli individui con un basso livello di questo tratto siano sproporzionatamente inclini ad abbandonare l’ebraismo, mentre gli ebrei di successo, che erano i pilastri della comunità e quindi incarnavano l’etica di gruppo dell’ebraismo, avrebbero una probabilità sproporzionata di avere un alto livello di conformità di gruppo e anche di avere successo riproduttivo nelle società tradizionali.

 Il risultato è che ci sarebbero forti pressioni di selezione verso alti livelli di scrupolosità sociale all’interno della comunità ebraica.

La scrupolosità era fortemente enfatizzata nella socializzazione ebraica.

Così, un bambino cresciuto in una casa ebraica tradizionale sarebbe stato educato a controllare continuamente il proprio comportamento per garantire il rispetto di un gran numero di restrizioni, il gran numero di comandamenti della scrittura religiosa ashkenazita.

Queste sono esattamente le tipologie di influenze ambientali che ci si aspetta rafforzino il sistema di scrupolosità, quelle che io chiamo “influenze ambientali specifiche del sistema “.

 

Gli ebrei tendono anche ad avere elevato tratto di personalità legato all’intensità affettiva, cioè sono inclini a vivere esperienze emotive intense, sia positive che negative.

Gli individui con un alto livello di intensità affettiva hanno reti sociali più complesse e vite più complesse, che includono obiettivi multipli e persino conflittuali.

Sono inclini a cambiamenti d’umore rapidi e frequenti e conducono una vita emotiva varia e variabile.

Dal punto di vista clinico, l’intensità degli affetti è correlata alla ciclotimia (cioè a periodi alterni di euforia e depressione), al disturbo affettivo bipolare (cioè alla psicosi maniaco-depressiva), ai sintomi nevrotici e ai disturbi somatici (nervosismo, sensazione di disagio, respiro corto).

La percezione comune degli operatori psichiatrici, ebrei e non, dalla fine del XIX secolo fino ad almeno la fine degli anni Venti era che, rispetto ai gentili, gli ebrei ashkenaziti (e in particolare gli ebrei maschi) avessero un sistema nervoso relativamente sensibile e altamente reattivo, il che li rendeva più inclini alle diagnosi di isteria, maniaco-depressione e nevrastenia (Gershon & Liebowitz 1975; Gilman 1993 92ss) e depressione (solo gli uomini).

Gershon” e “Liebowitz” notano che il 45% [di un campione] di 22 pazienti presentava un disturbo affettivo bipolare, più o meno lo stesso di una popolazione irachena, rispetto al 19% di uno studio condotto su popolazioni del Nord Europa.

All’interno di Israele, citano uno studio israeliano (in ebraico) che ha rilevato che i disturbi affettivi erano “molto più diffusi” tra gli ebrei ashkenaziti rispetto agli ebrei sefarditi.

E uno studio “preliminare” ha rilevato un numero significativamente maggiore di pazienti con psicosi affettive e meno con schizofrenia rispetto ai non ebrei.

 Uno studio del 2000 ha rilevato che in un campione di israeliani con disturbo bipolare, la fase maniacale era “molto più comune nei pazienti bipolari israeliani” rispetto alle popolazioni europee e americane (il 55% dei pazienti ha malattie caratterizzate principalmente da manie, il 28% ha un numero approssimativamente uguale di manie e depressioni, e il 17% soffre prevalentemente di depressioni, ma senza differenze tra le popolazioni ashkenazite e sefardite).

Sottolineo che l’intensità affettiva è anche legata alla creatività e alla fase maniacale del disturbo affettivo bipolare, che sembra essere più comune tra gli ebrei.

Durante gli episodi di mania la persona ha un’immagine grandiosa di sé (“Sono brillante e potrei salvare il mondo se solo la gente mi ascoltasse”), un’attività orientata all’obiettivo, come lavorare ossessivamente a un progetto per tutta la notte, un coinvolgimento eccessivo in attività piacevoli, come gli acquisti e la gratificazione sessuale, e pensieri frenetici che ovviamente la persona maniacale ritiene brillanti. La parte depressiva è esattamente l’opposto.

 Ma molte persone possono avere un alto livello di emotività senza soddisfare i criteri della psicopatologia.

È facile capire che persone con un’emotività positiva moderatamente alta (ipomaniacali o normali) ma vicine alla gamma maniacale, sarebbero persone di grande successo;

 lavorerebbero con costanza per raggiungere gli obiettivi e sarebbero molto sicure di sé e con un’alta autostima.

 Queste persone tendono a ricoprire posizioni di leadership in qualsiasi organizzazione si trovassero.

È facile intuire che diventerebbero dei guru, creando un seguito di devoti, come i rabbini carismatici delle comunità ebraiche tradizionali – guru ebrei come Freud, Boas, Trotsky, ecc. di cui si parla in “Culture of Critique”.

Per esempio, Albert Landmann nota che molti tratti della personalità di Trotzki sono stereo tipicamente ebraici:

“Se si accetta l’idea che l’antisemitismo sia stato guidato soprattutto dall’ansia e dalla paura, rispetto al disprezzo, allora la misura in cui Trotzki divenne una fonte di preoccupazione per gli antisemiti è significativa.

Anche in questo caso, le parole di Johnson [cioè Paul Johnson, autore di ‘A History of the Jews’] sono suggestive:

 egli scrive del ‘potere demoniaco’ di Trotzki, lo stesso termine, rivelatore, usato ripetutamente da altri per riferirsi all’oratoria di Zinoviev o alla spietatezza di Uritsky [Zinoviev e Uritsky erano altri due importanti bolscevichi degli inizi]. La sconfinata fiducia in sé stesso di Trotzki, la sua nota arroganza e il suo senso di superiorità erano altri tratti spesso associati agli ebrei.

C’erano fantasie su Trotzki e altri bolscevichi, ma c’erano anche realtà attorno alle quali le fantasie crescevano. (Albert Lindemann, ‘Esau’s Tears Modern Anti-Semitism and the Rise of the Jews’ (Cambridge University Press, 1997, 448).

Il movimento trotskista era un ambiente fortemente ebraico e molto amato dai miei conoscenti ebrei radicali all’università.

Un trotzkista di spicco, “Max Shachtman”

“…attirava giovani discepoli ebrei, il familiare modello di rabbino-discepolo dei movimenti intellettuali ebraici (qui, p. 17-18): ‘

I giovani intorno a Shachtman facevano pochi sforzi per nascondere il loro background newyorkese o le loro capacità e gusti intellettuali.

 Anni dopo potevano ancora sentire la voce di Shachtman nei discorsi degli altri.

 In misura molto maggiore rispetto al Partito Comunista degli Stati Uniti, che era molto più grande ed era impegnato a seguire la linea sovietica, i trotskisti sopravvissero come un piccolo gruppo incentrato su leader carismatici come Shachtman, che rendeva omaggio al famoso Trotzki.

Nell’ambiente ebraico del movimento, Shachtman era molto ammirato come oratore per la sua abilità nel dibattito e nella polemica.

 Divenne la quintessenza del guru chassidico, il leader di un gruppo affiatato e psicologicamente intenso:

‘Abbracciava e baciava [i suoi seguaci]. Dava pizzicotti su entrambe le guance, con forza, in un’abitudine che secondo alcuni mescolava sadismo e affetto”.

Un altro esempio è “Leo Strauss”, figura di culto per i neocon e guru rabbinico per eccellenza, con discepoli devoti come “Allan Bloom”.

“Gertrude Himmelfarb” (1974, 61) ha osservato che: “Ci sono molti insegnanti eccellenti. Hanno degli allievi.” Strauss” aveva dei discepoli”.

 E “Levine”: “Questo gruppo ha i tratti di una setta. Dopo tutto, c’è un insegnamento segreto e l’estrema serietà di coloro che sono ‘iniziati’.

“Strauss” assaporava il suo ruolo di guru per i discepoli adoranti, scrivendo una volta “dell’amore del filosofo maturo per i cuccioli della sua razza, dai quali vuole essere amato a sua volta”.

Molto tempo fa lo psicoanalista “Fritz Wittels” osservava:

 “I fedeli discepoli [di Freud] considerano i libri degli altri come di nessun conto. Non riconoscono altra autorità che quella di Freud; raramente si leggono o si citano a vicenda. Quando citano è dal Maestro, per dare il puro latte della parola”.

L’intensità affettiva influenza il tono e l’intensità dell’attivismo ebraico.

 Tra gli ebrei esiste una massa critica intensamente impegnata nelle cause ebraiche, una sorta di impegno 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che produce risposte istantanee e massicce sulle questioni ebraiche.

L’attivismo ebraico ha una qualità instancabile, che non si placa mai.

 Questa intensità va di pari passo con l’argomentare in stile “pendio scivoloso“:

l’attivismo ebraico è una risposta intensa perché anche la più banale manifestazione di atteggiamenti o comportamenti antiebraici è vista come inevitabilmente portatrice di omicidi di massa di ebrei se lasciata continuare.

Nel mio libro del 1994 ho osservato il modello storico di una mentalità paranoica, di assedio e di desiderio di vendetta che pervadeva le comunità ebraiche tradizionali.

Le interviste con i radicali ebrei della “Nuova Sinistra” hanno rivelato che molti avevano fantasie distruttive in cui la rivoluzione avrebbe portato “all’umiliazione, all’espropriazione, all’imprigionamento o all’esecuzione degli oppressori”, combinate con la convinzione della propria onnipotenza e della capacità di creare un ordine sociale non oppressivo, il che indica chiaramente un’elevata sicurezza e autostima di sé. La tendenza è quella di una bassa autocritica e di un’alta autostima di livello psicopatico.

Gli ebrei sono aggressivi.

Gran parte del precedente riguarda anche l’aggressività degli ebrei.

Gli ebrei si sono sempre comportati in modo aggressivo nei confronti di coloro tra cui hanno vissuto e sono stati percepiti come aggressivi dai loro critici.

 Essere aggressivi e “invadenti” fa parte dello stereotipo degli ebrei nelle società occidentali.

 Purtroppo gli studi scientifici su questo aspetto della personalità ebraica sono scarsi, ma “Hans Eysenck”, famoso per le sue ricerche sulla personalità e per l’ispirazione di “Phil Rushton” sulle differenze razziali, sostiene che gli ebrei sono effettivamente considerati, dalle persone che li conoscono bene, più aggressivi.

Nell’America del primo Novecento, il sociologo “Edward A. Ross” commentò la maggiore tendenza degli immigrati ebrei a massimizzare il proprio vantaggio in tutte le transazioni, dagli studenti ebrei che chiedono agli insegnanti voti più alti ai poveri ebrei che cercano di ottenere più della solita elemosina.

 “Nessun altro immigrato è così rumoroso, pressante e sprezzante dei diritti altrui come gli ebrei “.

 

“Le autorità lamentano che gli ebrei dell’Europa dell’Est non provano alcuna riverenza per la legge in quanto tale e sono disposti a infrangere qualsiasi ordinanza che trovano sulla propria strada…. Le compagnie di assicurazione esaminano il rischio di incendio ebraico più da vicino di qualsiasi altro [fulmini ebraici].

Gli uomini del credito dicono che il commerciante ebreo è spesso “viscido” e “fallirà” per liberarsi dei suoi debiti.

Per le bugie l’immigrato ha una pessima reputazione.

Nel North End di Boston “la disponibilità degli ebrei a commettere spergiuri è diventata proverbiale “.

“Albert Lindemann”, nel suo “Esau’s Tears”, ha notato la stessa cosa riguardo allo spergiuro degli ebrei nella Russia zarista.

Queste caratteristiche sono state talvolta rilevate dagli stessi ebrei.

 In un sondaggio commissionato dall’”American Jewish Committee” sugli ebrei di Baltimora nel 1962,

 “due terzi degli intervistati hanno ammesso di ritenere che gli altri ebrei siano invadenti, ostili, volgari, materialisti e causa di antisemitismo. E questi erano solo quelli disposti ad ammetterlo “. (Yaffe 1968, 73).

“Yaffe” inserisce questo commento in una discussione sugli ebrei che odiano se stessi, sottintendendo che gli ebrei stanno semplicemente accettando stereotipi che sono fantasie di non ebrei bigotti).

 

Gli ebrei erano unici come gruppo di immigrati americani per la loro ostilità verso la cultura cristiana americana e per i loro sforzi energici e aggressivi di cambiare tale cultura.

 Dal punto di vista di “The International Jew” di “Henry Ford”, nei quarant’anni precedenti gli Stati Uniti avevano importato circa 3,5 milioni di immigrati ebrei, principalmente di lingua yiddish e fortemente etnocentrici.

In quel brevissimo periodo e molto prima di raggiungere un potere simile a quello ottenuto dopo la seconda Guerra Mondiale e la rivoluzione contro-culturale degli anni Sessanta, gli ebrei avevano avuto un effetto enorme sulla società americana, in particolare nei loro tentativi di eliminare le espressioni del cristianesimo dalla vita pubblica, a partire dal tentativo, nel 1899-1900, di rimuovere la parola “cristiano” dalla Carta dei diritti della Virginia.

Il giornale di Ford, il “Dearborn Independent”, dichiarò:

“La determinazione degli ebrei a cancellare dalla vita pubblica ogni segno del carattere cristiano predominante degli Stati Uniti è l’unica forma attiva di intolleranza religiosa presente oggi nel Paese “.

Un esempio prototipico dell’aggressività ebraica nei confronti della cultura americana è stato il sostegno ebraico alle politiche liberali di immigrazione che hanno avuto un effetto di trasformazione sugli Stati Uniti.

 Come ho scritto in “The Culture of Critique”:

“Nel tentativo di influenzare la politica di immigrazione in una direzione liberale, i portavoce e le organizzazioni ebraiche hanno dimostrato un grado di energia insuperabile per qualsiasi altro gruppo di pressione interessato.

L’immigrazione ha costituito l’oggetto principale di cui si sono occupate praticamente tutte le principali organizzazioni ebraiche di difesa e di relazioni comunitarie.

Nel corso degli anni, i loro portavoce hanno partecipato assiduamente alle udienze del Congresso e l’impegno ebraico è stato della massima importanza nel fondare e finanziare gruppi non settari come la “National Liberal Immigration League” e il “Citizens Committee for Displaced Persons ”.

 

L’epitome dell’aggressione ebraica è la loro lunga crociata come minuscola minoranza per alterare l’equilibrio etnico degli Stati Uniti, al fine di prevenire il tipo di movimento di massa che si è verificato in Germania negli anni ’30.

 Ci sono molte dichiarazioni di questo tipo da parte di attivisti ebrei, ma la più recente che ho trovato è quella di “S. I. Rosenbaum”, autore per il” Boston Globe”, che nel 2019 ha affermato che la lezione principale “dell’Olocausto” è che “ la supremazia bianca potrebbe rivoltarsi contro di noi in qualsiasi momento” e che la strategia di fare appello alla maggioranza bianca “non ha mai funzionato per noi.

Non ci ha protetto in Spagna, né in Inghilterra, né in Francia, né in Germania.

 Non c’è motivo di pensare che funzionerà ora “.

La questione centrale dell’impegno politico degli ebrei nelle società occidentali, ha insistito, è “come sopravvivere come popolazione minoritaria“, dove l’unico grande vantaggio di cui gode l’ebraismo americano è che “a differenza di altri luoghi in cui è fiorito l’etno-nazionalismo, gli Stati Uniti si stanno rapidamente avvicinando a una pluralità di minoranze“.

Presiedere una coalizione di gruppi di non bianchi per opporsi attivamente agli interessi dei bianchi è il nuovo imperativo etno-politico ebraico:

“Se noi ebrei vogliono sopravvivere in futuro, dovremo stare con le persone di colore per il nostro reciproco vantaggio “.

 

Nel loro libro” Anglophobia” del 2023, “Harry Richardson” e “Frank Salter” notano che le organizzazioni ebraiche hanno assunto un ruolo di leadership nella promozione del multiculturalismo e dell’immigrazione in Australia, per esempio stringendo alleanze con gruppi etnici poco organizzati e meno motivati.

 Questo fenomeno di leadership si verifica anche negli Stati Uniti, dove le organizzazioni ebraiche hanno stretto alleanze con un’ampia varietà di organizzazioni di attivisti etnici non bianchi.

 

Le accuse di antisemitismo e il senso di colpa per l’Olocausto non sono gli unici strumenti dell’aggressività ebraica.

I gruppi ebraici intimidiscono i loro nemici con una varietà di mezzi.

 Le persone che si oppongono alle politiche su Israele sostenute dalle organizzazioni di attivisti ebrei sono state licenziate e messe nella lista nera del loro lavoro, molestate con lettere, sottoposte a sorveglianza invasiva e minacciate di morte.

Sebbene ci sia una grande autocensura nei media su Israele come risultato del ruolo principale degli ebrei nella proprietà e nella produzione dei media, le lacune in questa corazza vengono colmate in modo aggressivo.

 Più di 30 anni fa “Paul Findley” osservava che c’erano “minacce agli editori e ai dipartimenti pubblicitari, boicottaggi orchestrati, calunnie, campagne di assassinio di personaggi e vendette personali” , un fenomeno che, come notato sopra, è tuttora in corso.

Conclusione.

L’attuale situazione negli Stati Uniti è il risultato di un impressionante dispiegamento di potere e influenza ebraica. Bisogna considerare il fatto che gli ebrei americani sono riusciti a mantenere un sostegno indiscusso a Israele fin dalla guerra del 1967, nonostante Israele si sia impadronito della terra e abbia intrapreso una brutale occupazione dei palestinesi nei territori occupati, un’occupazione di apartheid che molto probabilmente si concluderà con l’espulsione o la completa sottomissione e degradazione dei palestinesi.

 Nello stesso periodo le organizzazioni ebraiche in America sono state una forza trainante, a mio avviso la principale, per creare uno Stato dedicato a reprimere l’identificazione etnica tra gli europei, per incoraggiare una massiccia immigrazione multietnica negli Stati Uniti e per creare un sistema legale e un’ideologia culturale ossessivamente sensibile alle lamentele e agli interessi delle minoranze etniche: la cultura dell’Olocausto.

Tutto questo avviene senza che i media di superficie osino sia pure sussurrare dell’esistenza di due pesi e due misure.

La comunità ebraica americana è ben organizzata e riccamente finanziata.

 Ha raggiunto un grande potere ed è riuscita a realizzare i propri interessi.

Uno dei grandi miti spesso promulgati dagli apologeti ebraici è che gli ebrei non hanno consenso e quindi non possono esercitare un vero potere.

 In realtà esiste un grande consenso su ampie questioni ebraiche, in particolare per quanto riguarda Israele e il benessere degli altri ebrei stranieri, la politica sull’immigrazione e sui rifugiati, la separazione tra Chiesa e Stato, il diritto all’aborto e le libertà civili.

I massicci cambiamenti nelle politiche pubbliche su questi temi, a partire dalla rivoluzione contro-culturale degli anni Sessanta, coincidono con il periodo di crescente potere e influenza degli ebrei negli Stati Uniti.

In effetti, è difficile trovare un’area significativa in cui le politiche pubbliche siano in conflitto con gli atteggiamenti delle organizzazioni ebraiche tradizionali.

Kevin B. MacDonald” (cl. 1944) che Wikipedia definisce “un teorico della cospirazione antisemita e suprematista bianco”, attualmente in pensione dopo essere stato professore in pensione di psicologia evolutiva presso la California State University, Long Beach, è autore di sette libri sulla teoria evolutiva e sullo sviluppo infantile ed è autore o redattore di oltre 30 articoli accademici in riviste specializzate.

 Ha conseguito la laurea presso l’Università del Wisconsin-Madison nel 1966 e il master in biologia presso l’Università del Connecticut nel 1976.

Nel 1981 ha conseguito un dottorato di ricerca in scienze bio comportamentali presso l’Università del Connecticut, con una tesi sullo sviluppo comportamentale dei lupi.

È redattore associato della rivista “Sexuality & Culture” e fornisce contributi occasionali a “VDARE”, un sito web che si oppone all’immigrazione incontrollata negli USA.)

(unz.com/article/why-are-jews-so-influential/).

 

L'orribile agenda segreta dell'ONU

e dell'OMS: schiavitù totale dell'umanità

attraverso una "dittatura sanitaria globale."

Globalresearch.ca - Peter Koenig, Dr. Astrid Stuckelberger e Mike Adams – (02 novembre 2023) – ci dicono:

Le dichiarazioni conclusive ufficiali dell'ONU e dell'OMS al termine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) a New York in merito alla riunione a livello di alto livello sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie sono riassunte come segue:

Nazioni Unite.

La riunione ad alto livello sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie sarà incentrata sul tema:

"Creare e mantenere lo slancio politico e la solidarietà per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie".

 Segmento della plenaria:

Dichiarazioni degli Stati membri e dei membri delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite.

(Emesso il 20 set. 2023.)

 

Dichiarazione dell'OMS sulla riunione ad alto livello sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie:

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha accolto con favore l'impegno storico dimostrato oggi dai leader globali, all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per rafforzare la cooperazione internazionale, il coordinamento, la governance e gli investimenti necessari per prevenire il ripetersi del devastante impatto sanitario e socioeconomico causato dal COVID-19, rendere il mondo meglio preparato per la futura pandemia e tornare sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

"Il primo vertice dei capi di Stato sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie è una pietra miliare storica nell'urgente sforzo per rendere tutte le persone del mondo più sicure e meglio protette dagli impatti devastanti delle pandemie", ha dichiarato “Tedros Adhanom Ghebreyesus”, direttore generale dell'OMS.

"Accolgo con favore questo impegno da parte dei leader mondiali a fornire il sostegno politico e la direzione necessari in modo che l'OMS, i governi e tutte le parti coinvolte possano proteggere la salute delle persone e adottare misure concrete per investire nelle capacità locali, garantire l'equità e sostenere l'architettura sanitaria di emergenza globale di cui il mondo ha bisogno".

La dichiarazione politica, approvata da “Dennis Francis”, presidente della 78esimo:

 L'Assemblea generale delle Nazioni Unite (2023) e il risultato dei negoziati sotto l'abile guida degli ambasciatori “Gilad Erdan” di Israele e “Omar Hilale” del Marocco, hanno sottolineato il ruolo centrale svolto dall'OMS come "autorità di direzione e coordinamento sulla salute internazionale" e la necessità di "impegnarsi ulteriormente per un finanziamento sostenibile che fornisca finanziamenti adeguati e prevedibili all'OMS, che le consente di disporre delle risorse necessarie per svolgere le sue funzioni fondamentali".

Pubblicato il 20 set. 2023.

Né la dichiarazione dell'ONU né quella dell'OMS menzionano il numero di leader mondiali o capi di Stato che hanno approvato i documenti cruciali dell'OMS, il “Regolamento sanitario internazionale” (RSI) severamente rivisto (più di 90 punti di revisione), compreso il “Trattato sulla pandemia” – che in realtà non è più un trattato, poiché si prevede di farlo approvare durante la prossima “Assemblea mondiale della sanità” (WHA) nel maggio 2024 – rendendo il nuovo “RSI“ effettivo senza votazione.

L'intervista completa con la “Dott.ssa Astrid Stuckelberger”.

Dal momento che non ci sono resoconti ufficiali di questi incontri ONU/OMS "a porte chiuse", possiamo fare affidamento solo sul "sentito dire", secondo il quale ci sono stati diversi Stati membri che si sono astenuti e altri che si sono opposti alla revisione dell'RSI.

Tra gli obiettori c'era apparentemente la Federazione Russa.

L'intervista di “Mike Adams” alla dottoressa “Astrid Stuckelberger” (26 settembre 2023) sull'imminente dittatura sanitaria (pianificata) dell'ONU e dell'OMS giustappone le dichiarazioni ufficiali dell'ONU/OMS.

Non c'è nulla di costruttivo, nulla che il mondo possa desiderare di aspettarsi che sia venuto fuori da questi incontri segreti, dibattiti.

Segreto, come un culto della morte, pianifica un genocidio mondiale come parte della "nuova" Agenda OMS/ONU.

 

Immaginate dov'è finito il mondo? E dove ci porterà l'Agenda 2030 dell'ONU?

Con un “sistema ONU” corrotto, con un'”Organizzazione Mondiale della Sanità” che non si occupa più della salute e della malattia della popolazione, ma promuove la morte.

E questo su base mondiale.

Tutti i governi – più di 190 governi nazionali, sono stati tutti cooptati, corrotti, coerciti e apertamente minacciati – se non vanno avanti e mentono alle persone che presumibilmente li hanno eletti, e se non tradiscono la fiducia e il denaro (delle tasse) che queste persone hanno confidato loro – fondi popolari che pagano anche i burocrati del governo, generalmente salari generosi.

 

Ecco alcuni dei punti chiave che la dottoressa Astrid Stuckelberger ha sollevato durante l'intervista a BOMBSHELL.

 Per aver coraggiosamente parlato sin dall'inizio dello scoppio di questa criminale pandemia, il dottor Stuckelberger è stato un faro per la verità.

In risposta, l'”Università di Ginevra” le ha tagliato tutti i corsi e l'ha privata del suo posto di docente.

Viene anche minacciata e costretta, spesso censurata – senza alcun risultato: Astrid continua a parlare, a diffondere la verità il più lontano e ampiamente possibile – in modo che le persone alla fine possano svegliarsi – alzarsi in piedi – e smettere di obbedire.

 La non obbedienza è un diritto di tutti.

Ecco alcuni dei punti salienti dell'intervista del Dr. Stuckelberger:

Mentre all'inizio dell'organizzazione l'OMS si batteva per proteggere la vita degli anziani e dei bambini, oggi l'OMS promuove il suicidio per gli anziani e la vaccinazione killer forzata per i bambini.

L'OMS sta eliminando il personale – scienziati, medici e ricercatori, che sono esperti etici e veri, sostituendoli con persone che non sono esperti, non etici e corrotti.

I programmi dell'OMS sul cibo, la nutrizione o i servizi igienico-sanitari di base, si sono trasformati in programmi che stanno in gran parte supervisionando lo sterminio delle persone sul pianeta terra, piuttosto che promuovere la salute delle persone.

Negli anni '90 l'OMS metteva ancora in guardia sui pericoli delle microonde 5G, sugli effetti negativi del tenere il telefono all'orecchio... come ha influenzato il cervello - non più.

Queste avvertenze sono state eliminate dal sito web dell'OMS.

Questo fa parte dell'accelerazione dell'eliminazione delle persone anziane e dell'in stupidimento del cervello dei bambini e dei giovani adulti.

Inoltre, l'OMS ha avvertito del pericolo di costruire antenne 5G sugli edifici scolastici – poiché l'effetto sul cervello umano e sullo sviluppo del cervello umano è devastante – anche questo avvertimento è scomparso dal sito web dell'OMS.

 

Intorno all'anno 2000, il settore privato, con le lobby è entrato in vigore e Bill Gates ha messo il piede nella porta dell'OMS.

Nel 2012 è stato letteralmente responsabile dei programmi di vaccinazione/immunizzazione dell'OMS.

Oggi l'OMS da sola ha il monopolio di tutto ciò che riguarda la salute – è un diktat tirannico – ed è seguita da una severa censura, anche con punizioni per chi non segue il mandato.

Il “segretario generale delle Nazioni Unite”, “António Guterres”, sta facendo eco a ciò che sta facendo l'OMS, promuovendo la censura [vietando le "fake news"] e digitalizzando le informazioni sanitarie – con il monopolio dell'OMS.

Ma l'OMS da sola non può controllare il mondo, poiché i Ministri della Salute, di solito i rappresentanti dei paesi all'Assemblea Mondiale della Sanità, possono non essere d'accordo con alcuni dettami e devono ascoltare i loro governi [anche se, la maggior parte dei quali sono stati corrotti], hanno bisogno di un organismo globale per garantire la piena conformità: le Nazioni Unite.

Pertanto, l'ONU rivendicherà il diritto generale di controllare la censura e i dettami sulla salute, cioè la vaccinazione / i programmi di immunizzazione, delegati all'OMS – senza fare domande, il tutto con l'obiettivo di ridurre massicciamente la popolazione mondiale, un obiettivo che è stato sul tavolo da disegno politico fin dagli anni '70.

Si veda il Rapporto Kissinger pubblicato nel 1974, nell'anno successivo al colpo di stato militare sponsorizzato dagli Stati Uniti in Cile (11 settembre 1973).

L'OMS è la porta d'accesso ai punti più sensibili e vulnerabili della nostra vita: la vita e la morte, la salute e la malattia.

 È l'ingresso alla loro – la Bestia – neuro-arma biotecnologica che è il cosiddetto vaccino iniettivo – e vogliono lanciare migliaia di nuovi tipi di vaccini, miliardi da somministrare nei prossimi anni – un programma perpetuo, che alimenta l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite – per aiutare a raggiungere i "17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile" (SDG).

Il primo paragrafo della preparazione sulla risposta alla prevenzione delle pandemie, si riferisce al pericolo costante e ripetuto di covid e pandemie legate al covid... innescando una paura eterna, poiché il covid è stato sancito nel cervello delle persone come “LA pandemia” e il “pericolo potenzialmente letale”.

Stanno generando una paura costante con qualcosa che non esisteva nemmeno, che non è mai stato analizzato scientificamente, che non è mai stato isolato nei laboratori, né con gli strumenti dell'OMS – si tratta sempre di infezioni, perché non si possono vedere (i virus) e la gente non lo sa.

L'OMS, insieme ai media (comprati), è un'organizzazione terroristica psicologica.

In base alla nuova dichiarazione, l'OMS sta diventando un meccanismo permanente di campagna di paura, con l'autorità tirannica mondiale di richiedere la quarantena "preventiva" anche contro le politiche dei singoli paesi sovrani, e le stanno attuando applicate dalla polizia e dall'esercito – a cui i governi dei paesi devono obbedire, sotto minaccia.

Ma, dice Astrid, "la Bestia sta perdendo potere, perché stiamo diventando più consapevoli, ci stiamo svegliando e resistendo.

L'RSI riveduta e la Convenzione sulle pandemie: sì, non è un trattato, in quanto sarà adottato, nemmeno votato.

Questa è l'imposizione da parte dell'ONU, sponsorizzata o imposta dagli Stati Uniti.

L'IHR / Pandemic Convention sarà adottata dall'OMS nel maggio 2024, senza votazione.

E durante questo “UNGA 2023”, l'OMS e i suoi sponsor pubblici (principalmente la Casa Bianca) e privati (principalmente l'industria farmaceutica) chiedono la benedizione dell'ONU; e "essi" ricevettero la benedizione dell'ONU.

L'Australia sta già addestrando la polizia e l'esercito a far rispettare le vaccinazioni obbligatorie, sfondando le porte delle case delle famiglie e assicurandosi che le scuole rispettino gli ordini vaxx.

Vogliono sbarazzarsi dei bambini per spopolare il mondo – e naturalmente degli anziani, che non contribuiscono all'economia, ma usano i soldi dello Stato per vivere in pensione (pensioni) – che il consigliere israeliano di Klaus Schwab, Yuval Noah Hariri, chiama "mangiatori inutili".

Questo è il motivo per cui l'ex presidente Trump ha già detto che, se sarà rieletto presidente, propagherà l'home shooting.

L'OMS è gestita dalla McKinsey Consulting – il dottor Stuckelberger ha visto il contratto – e dai media acquistati.

Loro, "la Bestia", inventeranno un'emergenza pubblica, "naturale" o una pandemia di un'epidemia mostruosa, per diffondere la paura e bloccare le persone.

Stanno mettendo in atto un piano per bloccare le persone, vogliono che i “vax” tornino – è già visibile dai media.

[In India è già stata dichiarata una nuova pandemia, con mascherine obbligatorie. Un focolaio di virus Nipah (NiV) è stato confermato in India.

Sono stati segnalati sei casi di Nipah, tra cui due decessi. Annotazione di PK)]

Tre grandi media corporativi controllano il mondo:

AP = Stampa Americana;

AFP = Stampa francese; e

Reuters.

Sono pagati per mentire.

Non possono essere creduti, ma distribuiscono le loro notizie a tutti i media mainstream locali, che devono riportare quasi testualmente la narrazione in corso.

Dobbiamo creare i nostri contro-media – come quello che state facendo voi, riferendosi a “Mike Adams e altri”, per diffondere la verità e far sapere alla gente cosa sta succedendo.

Loro – "la Bestia" – stanno facendo tutto il possibile con l'aiuto dei governi, che non sono più i VOSTRI governi.

 I governi di oggi, in tutto il mondo, sono costretti a fare ciò che "la Bestia" vuole che facciano, comprandoli o minacciandoli.

 

Creeranno qualsiasi cosa per mantenere il livello di paura, anche la peste è una possibilità.

Tutto quello che devono fare è creare una falsa malattia in una città, e poi dichiararla una pandemia – e tutto ciò che viene con la pandemia – blocchi, sbattere le porte per le vaccinazioni forzate anche nelle scuole, una tirannia basata sulla paura – dove la gente obbedirà.

Ma lo faranno? (Annotazione PK).

Poi useranno la loro vera arma, o con il vaccino, o negli ospedali, come a New York, dove hanno incubato le persone... fino a quando non sono morti.

O usando il 5G.

Il 5G può essere diretto nel cervello delle persone, paralizzando gli individui o programmandoli, alla Klaus Schwab, transumani digitalizzati, robotizzati e obbedienti.

Con il 5G possono fare quello che vogliono; Il 5G non viene emesso solo dalle infinite antenne in giro per il mondo, ma anche dai lampioni, o da altri oggetti che meno te lo aspetti, e non lo sai; possibilmente anche attraverso il televisore.

"Vaccinazione" – le persone saranno iniettate da un'arma binaria, che può essere attivata da una segnalazione remota... attraverso il 5G, forse presto arriverà il 6G.

Ciò è reso possibile grazie all'ossido di grafene nel corpo delle persone [coloro che sono stati vaccinati] – a cui sono stati iniettati i falsi vaccini covid, alcuni dei quali contenevano ossido di grafene, una sostanza sensibile altamente elettromagnetica che reagirà alle micro-onde 5G.

 

Bio-n-Tech vaxx di Pfizer = bio nano tech, o bio neuro tech... e l'mRNA – un programma per computer – l'RNA "modalità" – renderà gli esseri umani altamente vulnerabili al 5G.

 Come esseri umani, siamo bio-elettromagnetici, elettro-encefalogramma, il che rende il nostro cervello vulnerabile alla manipolazione del 5G.

“Astrid Stuckelberger”: "L'hacking della mente è al centro di ciò che sta accadendo."

“Dr. James Giordano”: Il cervello è il campo di battaglia del futuro.

La "Sindrome dell'Avana" è una delle manipolazioni cerebrali: è apparsa per la prima volta nel 2016 nelle ambasciate degli Stati Uniti e del Canada a L'Avana, Cuba.

Da allora, la sindrome si è manifestata in molti altri luoghi: a Pechino, Mosca, in Serbia...

Noi esseri umani emettiamo onde – "onde d'amore" così come "onde di rabbia" – i nostri stati d'animo sono espressi in onde elettromagnetiche.

Opposizione controllata che parla di virus, covid, mRNA, PCR-test, la vaccinazione che tutti possono tornare... questo è il loro piano, il piano della Bestia, la perpetuazione di una frode assoluta.

“Mike Adams”:

"Stiamo assistendo alla completa perversione della scienza che distruggerà la credibilità della scienza e della medicina. – Non c'è nessun isolato di SARS-Covid-2, non c'è mai stato – è una frode totale".

"Mentre la prossima pandemia viene lanciata – e sempre più persone sono vittime di questa frode – il genocidio si sta svolgendo di fronte a noi".

Noi, il Popolo, non possiamo permettere che ciò accada; Dobbiamo vincere questa guerra.

Queste sono le ultime parole parafrasate di “Astrid Stuckelberger”:

"Avremo un'ondata di tempo difficile, che potrebbe durare 6 mesi all'anno... Chissà.

Quindi, prenditi cura di te stesso.

Se sei ben informato, sei meglio preparato per ciò che potrebbe accadere e prenditi cura degli anziani e dei bambini.

Sono preoccupato per i bambini. Andranno a caccia dei bambini..."

"C'è già un avvertimento:

in Norvegia devono vaccinare tutti i giovani... Non prendete alcun vaccino, stanno cercando di vendervi tutti i tipi di vaccini comuni – non prendeteli, sono tutti falsi vaccini a mRNA.

Concludendo con una nota positiva: "Penso che siamo protetti per quello che siamo..."

Esiste l'intervista completa.

(Peter Koenig è un analista geopolitico ed ex Senior Economist presso la Banca Mondiale e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dove ha lavorato per oltre 30 anni in tutto il mondo.

Tiene conferenze in università negli Stati Uniti, in Europa e in Sud America.

 Scrive regolarmente per riviste online ed è autore di “Implosion – An Economic Thriller about War”, “Environmental Destruction and Corporate Greed”; e co-autore del libro di “Cynthia McKinney “"When China Sneezes: From the Coronavirus Lockdown to the Global Politico-Economic Crisis" (Clarity Press – 1 novembre 2020).

Peter è ricercatore associato presso il “Centre for Research on Globalization” (CRG). È anche Senior Fellow non residente presso il “Chongyang Institute dell'Università Renmin di Pechino”.)

 

 

 

Israele ha bisogno di più "attenzione

immediata" dell'Ucraina, dice il presidente

della Camera degli Stati Uniti.

“La triste realtà della guerra in Ucraina"

Globalresearch.ca - Ahmed Adel – (03 novembre 2023) - ci dice:

 

Andando nella direzione opposta ai desideri del presidente degli Stati Uniti “Joe Biden”, la Camera dei rappresentanti voterà questa settimana un disegno di legge sugli aiuti finanziari e militari per Israele, ha detto il presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Mike Johnson.

La sua dichiarazione è stata pronunciata un giorno prima che il ministro della Difesa russo “Sergei Shoigu” rivelasse che l'esercito ucraino ha subito più di 90.000 perdite dall'inizio della controffensiva.

"Stiamo per presentare un disegno di legge di finanziamento israeliano autonomo", ha detto Johnson il 29 ottobre in un'intervista alla rete Fox News.

"Ci sono molte cose che stanno accadendo in tutto il mondo che dobbiamo affrontare, e lo faremo, ma in questo momento ciò che sta accadendo in Israele richiede l'attenzione immediata, e penso che dobbiamo separarla per farla passare.

 Credo che ci sarà un sostegno bipartisan per questo, e ho intenzione di spingere molto duramente per questo".

Da quando è tornato dal Medio Oriente, “Biden “ha cercato di approvare un disegno di legge per 106 miliardi di dollari in aiuti per l'Ucraina, Israele e progetti di difesa nazionale.

 Nel documento del presidente, circa 61 miliardi di dollari andrebbero all'Ucraina, mentre 14 miliardi di dollari sarebbero destinati al conflitto israelo-palestinese.

Finora, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato 113 miliardi di dollari di risorse per l'Ucraina, ma da allora l'opposizione del Partito Repubblicano si è rafforzata e molti non vogliono più avere nulla a che fare con il finanziamento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del conflitto in Ucraina.

 Johnson crede che il disegno di legge sul finanziamento solo israeliano otterrà un forte sostegno bipartisan sia alla Camera che al Senato.

 

Alla stessa luce di Johnson, si ricorda che il senatore repubblicano “Ted Cruz” ha detto che i democratici del Senato e Biden stanno "giocando con i finanziamenti di Israele" durante un'intervista del 22 ottobre con “Maria Bartiromo” di FNC.

"Penso che sia un grosso errore. Non so se passerà", ha detto” Cruz” a proposito del pacchetto di aiuti Israele/Ucraina.

"Gli ostaggi non sono detenuti solo da “Hamas”.

Gli ostaggi sono detenuti anche dalla Casa Bianca di Biden, perché sta prendendo Israele e dicendo:

"Puoi avere l'aiuto militare di Israele se approvi tutto ciò che voglio sull'Ucraina, se approvi i finanziamenti di Biden".

Evidentemente, una settimana dopo, sta aumentando la pressione affinché Biden faccia marcia indietro dal collegare gli aiuti a Israele con l'Ucraina.

 A Washington c'è un'umiliante consapevolezza che l'Ucraina non ha alcuna possibilità di vincere la guerra contro la Russia, ma rimane una testardaggine nell'amministrazione Biden nel deviare dalla sua politica fallimentare.

“Shoigu “ha dichiarato al “10° Forum sulla sicurezza di Xiangshan” il 30 ottobre che da quando Kiev ha lanciato la sua controffensiva nel giugno di quest'anno, le forze armate ucraine hanno subito più di 90.000 perdite (morti e feriti) senza ottenere alcun successo significativo sul campo di battaglia.

"Solo dal 4 giugno – cioè dall'inizio della controffensiva ucraina ampiamente pubblicizzata e generosamente sponsorizzata dall'Occidente – Kiev ha perso più di 90.000 soldati uccisi e feriti, circa 600 carri armati e quasi 1.900 veicoli corazzati di vario tipo", ha detto “Shoigu.”

 

La notizia della catastrofica perdita dell'esercito ucraino non farà altro che alimentare ulteriormente le richieste di porre fine al finanziamento degli sforzi disperati di Kiev contro la Russia.

Per mettere in prospettiva la cifra di 90.000, l'esercito britannico ha 76.220 effettivi attivi, dimostrando come l'Ucraina abbia perso più soldati in pochi mesi delle dimensioni di un intero esercito di una presunta superpotenza.

Allo stesso tempo,” Shoigu” ha espresso fiducia nel fatto che le forze armate russe continueranno a "svolgere metodicamente e con sicurezza i compiti loro assegnati e garantire la sicurezza dei civili".

In precedenza, il presidente russo “Vladimir Putin” aveva già dichiarato che la controffensiva ucraina non aveva avuto risultati.

 All'epoca, il leader russo ha sottolineato che la Russia stava procedendo con calma per completare i suoi obiettivi nell'operazione militare speciale.

Questa è la triste realtà della guerra nell'Europa orientale: la Russia ha distrutto l'esercito ucraino senza nemmeno passare all'offensiva.

È proprio per questo motivo che Johnson vuole che gli Stati Uniti spostino l'attenzione dall'Ucraina al Medio Oriente come priorità, poiché gli interessi di Washington hanno la possibilità di essere preservati o avanzati, a differenza dell'Europa orientale, dove Mosca ha contrastato con successo i piani della NATO.

"La mia intenzione non è quella di usare questo per giochi politici di parte. Questa è una questione molto seria", ha detto il presidente della Camera degli Stati Uniti, aggiungendo: "Dobbiamo affrontarla ora. Non dobbiamo perdere altro tempo. E penso che lo faremo approvare alla Camera questa settimana".

Una volta approvato, il disegno di legge confermerà ufficialmente che l'Ucraina non è più la principale questione estera da affrontare per Washington, segnando l'inizio della fine del cieco sostegno occidentale a una causa persa.

(Ahmed Adel è un ricercatore di geopolitica ed economia politica con sede al Cairo. Collabora regolarmente con Global Research).

 

 

 

 

Rivelato il documento ufficiale "segreto"

israeliano: espellere tutti i palestinesi

da Gaza, Ministero dell'Intelligence israeliano

globalresearch.ca - Yuval Abraham – (04 novembre 2023) – ci dice:

 

Un documento del Ministero dell'Intelligence rivelato da “Local Call e +972” mostra come l'idea del trasferimento della popolazione nel Sinai stia raggiungendo discussioni ufficiali.

Il Ministero dell'Intelligence israeliano sta raccomandando il trasferimento forzato e permanente dei 2,2 milioni di residenti palestinesi della Striscia di Gaza nella penisola egiziana del Sinai, secondo un documento ufficiale rivelato per la prima volta per intero dal sito partner di “+972 Local Call”.

Il documento di 10 pagine, datato 13 ottobre 2023, reca il logo del Ministero dell'Intelligence, un piccolo ente governativo che produce ricerche politiche e condivide le sue proposte con le agenzie di intelligence, l'esercito e altri ministeri.

Valuta tre opzioni per quanto riguarda il futuro dei palestinesi nella Striscia di Gaza nel quadro della guerra in corso, e raccomanda un trasferimento completo della popolazione come linea d'azione preferita.

Chiede inoltre a Israele di arruolare la comunità internazionale a sostegno di questo sforzo.

 Il documento, la cui autenticità è stata confermata dal ministero, è stato tradotto integralmente in inglese qui al numero (+972).

 

L'esistenza del documento non indica necessariamente che le sue raccomandazioni siano state prese in considerazione dall'establishment della difesa israeliana. Nonostante il suo nome, il Ministero dell'Intelligence non è direttamente responsabile di alcun organismo di intelligence, ma piuttosto prepara in modo indipendente studi e documenti politici che vengono distribuiti al governo israeliano e alle agenzie di sicurezza per la revisione, ma non sono vincolanti.

Il budget annuale del ministero è di 25 milioni di NIS e la sua influenza è considerata relativamente piccola.

Attualmente è guidato da “Gila Gamliel,” membro del partito “Likud” del primo ministro “Benjamin Netanyahu”.

Tuttavia, il fatto che un ministero del governo israeliano abbia preparato una proposta così dettagliata nel mezzo di un'offensiva militare su larga scala sulla Striscia di Gaza, a seguito dell'assalto mortale di “Hamas” e dei massacri nelle comunità israeliane meridionali il 7 ottobre, riflette come l'idea del trasferimento forzato della popolazione sia stata elevata al livello delle discussioni politiche ufficiali.

I timori di tali piani – che costituirebbero un grave crimine di guerra secondo il diritto internazionale – sono cresciuti nelle ultime settimane, soprattutto dopo che l'esercito israeliano ha ordinato a circa 1 milione di palestinesi di evacuare il nord della Striscia di Gaza in vista dell'escalation dei bombardamenti e delle incursioni di terra.

Il documento raccomanda che Israele agisca per "evacuare la popolazione civile nel Sinai" durante la guerra;

 stabilire tendopoli e in seguito città più permanenti nel Sinai settentrionale che assorbiranno la popolazione espulsa;

e poi creare "una zona sterile di diversi chilometri ... all'interno dell'Egitto, e [impedire] il ritorno della popolazione alle attività/residenze vicino al confine con Israele".

Allo stesso tempo, i governi di tutto il mondo, guidati dagli Stati Uniti, devono essere mobilitati per attuare la mossa.

Una fonte del Ministero dell'Intelligence ha confermato a “Local Call/+972 “che il documento era autentico, che era stato distribuito all'establishment della difesa dalla divisione politica del ministero e "non avrebbe dovuto raggiungere i media".

"Chiarisci che non c'è speranza di tornare."

Il documento raccomanda inequivocabilmente ed esplicitamente il trasferimento di civili palestinesi da Gaza come risultato desiderato della guerra.

L'esistenza del piano è stata riportata per la prima volta la scorsa settimana sul giornale economico israeliano “Calcalist”, e il testo completo del documento è pubblicato e tradotto [allegato sotto per il documento completo].

 

Il piano di trasferimento è suddiviso in diverse fasi.

Nella prima fase, si deve agire in modo chela popolazione di Gaza "evacui a sud", mentre gli attacchi aerei si concentrano sul nord della Striscia di Gaza.

Nella seconda fase, inizierà un'incursione di terra a Gaza, che porterà all'occupazione dell'intera Striscia da nord a sud, e alla "pulizia dei bunker sotterranei dai combattenti di “Hamas".

In concomitanza con la rioccupazione di Gaza, i civili palestinesi saranno spostati in territorio egiziano e non potranno tornare.

 "È importante lasciare aperte le rotte di viaggio verso sud per consentire l'evacuazione della popolazione civile verso Rafah", afferma il documento.

Secondo un funzionario del Ministero dell'Intelligence, il personale del ministero sostiene queste raccomandazioni.

La fonte ha sottolineato che la ricerca del ministero "non si basa sull'intelligence militare" e serve solo come base per le discussioni all'interno del governo.

Il documento propone di promuovere una campagna contro i civili palestinesi di Gaza che "li motiverà ad accettare questo piano" e li porterà a rinunciare alla loro terra.

 "I messaggi dovrebbero ruotare attorno alla perdita di terra, chiarendo che non c'è speranza di tornare nei territori che Israele occuperà presto, che sia vero o meno.

L'immagine deve essere:

 'Allah ha fatto in modo che perdeste questa terra a causa della leadership di “Hamas”, non c'è altra scelta che trasferirvi in un altro posto con l'assistenza dei vostri fratelli musulmani'", si legge nel documento.

Inoltre, il documento incoraggia il governo a condurre una campagna pubblica nel mondo occidentale per promuovere il piano di trasferimento "in un modo che non inciti o diffami Israele".

 Questo verrebbe fatto presentando l'espulsione della popolazione di Gaza come una necessità umanitaria per ottenere il sostegno internazionale, sostenendo che il trasferimento porterà a "meno vittime tra la popolazione civile rispetto alle vittime previste se la popolazione rimane".

Il documento dice anche che gli Stati Uniti dovrebbero essere arruolati nel processo per esercitare pressioni sull'Egitto per assorbire i residenti palestinesi di Gaza, e che altri paesi europei – in particolare Grecia e Spagna – così come il Canada dovrebbero aiutare ad assorbire e sistemare i rifugiati palestinesi.

 Il Ministero dell'Intelligence ha detto che il documento non è stato ancora formalmente distribuito ai funzionari statunitensi, ma solo al governo israeliano e alle agenzie di sicurezza.

Una discussione politica più ampia.

La scorsa settimana, il “Misgav Institute”, un think tank di destra guidato da “Meir Ben-Shabbat”, uno stretto collaboratore del primo ministro Netanyahu ed ex capo del “Consiglio di sicurezza nazionale israeliano”, ha pubblicato un documento che chiedeva in modo simile il trasferimento forzato della popolazione di Gaza nel Sinai.

L'istituto ha recentemente cancellato il post da Twitter e dal suo sito web dopo aver attirato una forte censura internazionale.

Di nuovo la Nakba?

Documenti trapelati confermano il piano israeliano di spingere i palestinesi in Egitto.

Lo studio cancellato è stato scritto da “Amir Weitmann”, un attivista del Likud e, secondo fonti a lui familiari, uno stretto collaboratore del ministro dell'Intelligence “Gila Gamliel”.

La scorsa settimana, su una pagina Facebook chiamata "Il piano per riabilitare Gaza in Egitto", “Weitmann” ha intervistato il parlamentare del Likud “Ariel Kallner”, che gli ha detto che "la soluzione che proponete, di spostare la popolazione in Egitto, è una soluzione logica e necessaria".

Questo non è l'unico collegamento tra il Likud, il Ministero dell'Intelligence e il think tank di destra.

Circa un mese fa, il Ministero dell'Intelligence si è impegnato a trasferire circa 1 milione di NIS dal suo budget all'”Istituto Misgav” per condurre ricerche sui paesi arabi.

Se l'”Istituto Misgav “è stato in qualche modo coinvolto nella stesura delle raccomandazioni del ministero per il trasferimento da Gaza, il suo logo, almeno, non appare sul documento.

Fonti del Ministero dell'Intelligence hanno detto che il rapporto su Gaza è stato uno studio indipendente condotto dalla divisione politica del ministero, senza la cooperazione di una parte esterna, ma hanno confermato che il ministero ha recentemente iniziato a lavorare con l'”Istituto Misgav”, sottolineando che l'ente governativo lavora con vari gruppi di ricerca con diverse agende politiche. L'”Istituto Misgav” non ha ancora risposto alle domande per questo articolo.

Inoltre, il documento del ministero dell'Intelligence è trapelato per la prima volta in un “piccolo gruppo WhatsApp” interno di attivisti di destra che, insieme al sostenitore del “Likud” “Whiteman”, promuovono il ristabilimento degli insediamenti israeliani nella Striscia di Gaza e il trasferimento dei palestinesi che vi vivono.

Secondo uno di questi attivisti, il documento del ministero dell'Intelligence li ha raggiunti attraverso la mediazione di una "fonte del Likud", e la sua distribuzione pubblica è legata a un tentativo di scoprire se "l'opinione pubblica israeliana è pronta ad accettare idee di trasferimento da Gaza".

L'opzione preferita.

Le possibilità di attuare pienamente un tale piano, che equivarrebbe alla totale pulizia etnica della Striscia di Gaza, sono trascurabili sotto molti aspetti.

Il presidente egiziano “Abdel Fattah al-Sisi” ha dichiarato di opporsi fermamente all'apertura del valico di Rafah per assorbire la popolazione palestinese da Gaza.

Ha sostenuto che lo spostamento dei palestinesi nel Sinai minaccerebbe la pace tra Israele e l'Egitto e ha avvertito che porterebbe i palestinesi a usare il territorio egiziano come base per continuare gli scontri armati con Israele.

Un piano simile è stato presentato in passato da funzionari israeliani e, fino ad ora, anch'esso non era maturato in una seria discussione politica.

Inoltre, dopo settimane di notizie secondo cui gli Stati Uniti stavano tentando di sollevare la possibilità di trasferire i palestinesi in Egitto come parte di un "corridoio umanitario", il presidente degli Stati Uniti “Joe Biden” ha affermato ieri che” lui e al-Sisi” erano impegnati a "garantire che i palestinesi di Gaza non siano sfollati in Egitto o in qualsiasi altra nazione".

Il documento del ministero dell'Intelligence afferma che l'Egitto avrà "l'obbligo, ai sensi del diritto internazionale, di consentire il passaggio della popolazione" e che gli Stati Uniti possono contribuire al processo "esercitando pressioni su Egitto, Turchia, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti affinché contribuiscano all'iniziativa, sia con risorse che con l'assorbimento degli sfollati".

Propone inoltre di condurre una campagna pubblica dedicata rivolta al mondo arabo, con un "focus sul messaggio di assistere i fratelli palestinesi e riabilitarli, anche al prezzo di un tono che rimprovera o addirittura danneggia Israele".

Infine, il documento rileva che la "migrazione su larga scala" di non combattenti dalle zone di combattimento è un "risultato naturale e ricercato" che si è verificato anche in Siria, Afghanistan e Ucraina, concludendo che solo l'espulsione della popolazione palestinese costituirà "una risposta appropriata [che] consentirà la creazione di una deterrenza significativa nell'intera regione".

Il documento presenta altre due opzioni su cosa fare con i residenti di Gaza il giorno dopo la guerra.

Il primo è quello di permettere all'Autorità Palestinese (ANP), guidata dal partito Fatah nella Cisgiordania occupata, di governare Gaza sotto l'egida israeliana.

La seconda è quella di coltivare un'altra "autorità araba locale" come alternativa ad “Hamas”.

Entrambe le opzioni, afferma il documento, sono indesiderabili per Israele da un punto di vista strategico e di sicurezza, e non forniranno un messaggio sufficiente di deterrenza, specialmente a “Hezbollah” in Libano.

Gli autori dello studio hanno anche osservato che portare l'Autorità Palestinese a Gaza era l'opzione più pericolosa delle tre, perché avrebbe potuto portare alla creazione di uno stato palestinese.

"La divisione tra la popolazione palestinese in Giudea e Samaria e Gaza è oggi uno dei principali ostacoli che impediscono la creazione di uno Stato palestinese.

 È inconcepibile che l'esito di questo attacco [i massacri di Hamas del 7 ottobre] sia una vittoria senza precedenti per il movimento nazionale palestinese e un percorso verso la creazione di uno Stato palestinese", si legge nel documento.

Il documento sostiene inoltre che un modello di governo militare israeliano e di governo civile dell'Autorità Palestinese, come quello esistente in Cisgiordania, è destinato a fallire a Gaza.

"Non c'è modo di mantenere un'occupazione militare efficace a Gaza solo sulla base della presenza militare senza insediamenti [israeliani], e nel giro di poco tempo ci sarà una pressione interna israeliana e internazionale per il ritiro".

Gli autori hanno aggiunto che in una situazione del genere, lo Stato di Israele "sarà considerato una potenza coloniale con un esercito occupante, simile all'attuale situazione in Giudea e Samaria, ma anche peggiore".

 Hanno osservato che l'Autorità Palestinese ha una bassa legittimità tra l'opinione pubblica palestinese e che, sulla base della precedente esperienza di Israele nel cedere il controllo di Gaza all'Autorità Palestinese e all'eventuale presa del potere da parte di “Hamas”, Israele non dovrebbe "ripetere lo stesso errore che ha portato alla situazione attuale".

L'altra opzione, la formazione di una leadership araba locale che sostituisca “Hamas”, è indesiderabile secondo il documento, perché non ci sono movimenti locali di opposizione ad “Hamas” e una nuova leadership rischia di essere più radicale.

 "Lo scenario più plausibile è... non un cambiamento ideologico, ma piuttosto l'emergere di nuovi movimenti islamisti, forse ancora più estremi", ha affermato.

 Gli autori menzionano la necessità di "creare un cambiamento ideologico" nella popolazione palestinese attraverso un processo di ciò che viene paragonato alla "denazificazione", richiedendo a Israele di "dettare i programmi scolastici e di imporne l'uso per un'intera generazione".

Infine, il documento sosteneva che se la popolazione di Gaza fosse rimasta nella Striscia, ci sarebbero state "molte vittime arabe" durante la prevista rioccupazione del territorio, il che avrebbe danneggiato l'immagine internazionale di Israele ancora più dell'espulsione della popolazione.

Per tutte queste ragioni, la raccomandazione del Ministero dell'Intelligence è di promuovere il trasferimento permanente di tutti i civili palestinesi da Gaza al Sinai.

Il “Ministero della Difesa”, l'”ufficio del portavoce dell'esercito” e l'”Istituto Misgav” non hanno ancora risposto alle richieste di commento di (+972) al momento della pubblicazione di questo articolo.

Tutte le risposte ricevute verranno aggiunte.

 

 

 

La dittatura finanziaria

cambia la coscienza umana.

Globalresearch.ca - Jaras Valiukėnas – (04 novembre 2023) -ci dice:

 

L'argomento di questo articolo è fondamentale per lo sviluppo della nostra civiltà, o meglio per il suo anti-sviluppo.

 A mio parere, l'umanità si sta evolvendo, considero inappropriati tutti i discorsi sulle conquiste della scienza moderna, la scienza non è stata in grado di penetrare nella natura delle proprie scoperte fondamentali, di cui ce ne sono davvero molte, e molti scienziati famosi parlano direttamente di questo.

La maggior parte degli sviluppi scientifici moderni lavora per distruggere gli esseri umani, servendo il settore militare-industriale dell'economia.

 Per quanto riguarda l'evoluzione della coscienza umana, sotto questo aspetto le cose non vanno meglio;

 Il suo crescente degrado è un fatto ovvio.

È molto difficile dire con esattezza quando il nostro sviluppo ha preso la strada sbagliata;

La storia viene costantemente riscritta o completamente distrutta.

Ma un fatto rimane ovvio, e sarà discusso in questa pubblicazione.

Il problema che nessuno vuole notare.

Sono passati poco più di 30 anni dal crollo dell'URSS, in questo breve periodo il mondo è cambiato in modo irriconoscibile, assomiglia sempre più ad un enorme mercato gestito da commercianti, in questo mondo c'è una sola regola: tutto deve fare profitto!

Anche la morte delle persone è vista dal punto di vista dell'ottenimento di un profitto materiale.

Il meccanismo di mercato si sta evolvendo;

Il business ha influenzato l'arte, lo sport, la medicina, l'istruzione e molto altro.

Il modo stesso di pensare delle persone sta cambiando, sta diventando orientato al mercato anche tra gli scolari, molti genitori ne parlano già apertamente.

 Fin da piccoli i bambini assorbono la stessa regola per tutti: il denaro è ricchezza, il denaro è potere, solo il denaro può portare libertà e felicità.

Ma anche con tutta l'apparente depravazione del sistema, le persone sono sempre state, sono e saranno, ma, di regola, diventano emarginate nel mondo moderno. È incoraggiante che ci siano più persone di questo tipo ogni giorno, e questo non è un caso.

Penso che tutti i discorsi sul ritorno della società moderna ai valori tradizionali non dovrebbero essere presi sul serio, almeno per ora.

 È impossibile sedersi su due sedie contemporaneamente.

Nelle condizioni di un'economia di mercato, di stratificazione sociale selvaggia, di ideologia del consumo e di competizione tra le persone, tutto ciò che parla di valori tradizionali non è altro che propaganda, che nasconde il crescente processo di instaurazione del controllo digitale su una persona.

Tuttavia, il principale ostacolo alle persone che tornano al loro vero scopo è la loro fede nel denaro.

In Unione Sovietica, la speculazione era perseguita dalla legge;

 Nel mondo moderno, sta diventando un diritto legale per tutti;

 Inoltre, la speculazione è incoraggiata a livello statale.

Non è la persona creativa che è in grado di creare che viene valorizzata, ma quella che può vendere la sua creazione con il massimo beneficio per sé stesso.

 Lo spregevole imbonitore diventa la personificazione del moderno ordine mondiale.

I meccanismi di mercato sono penetrati profondamente nella coscienza di ogni consumatore;

In realtà, siamo tutti, salvo rare eccezioni, trader.

Nel concetto di "commerciante" intendo non solo il principio del comprare e vendere, l'essenza è molto più profonda.

Al centro del pensiero di mercato si è sviluppato un riflesso che incoraggia il consumatore a considerare il mondo intero, comprese le persone che lo circondano, come un potenziale cibo per sé stesso.

 In questo pensiero è completamente assente il concetto di altruismo, che non corrisponde alla natura del mondo che ci circonda e dell'uomo stesso;

Questo fatto è direttamente correlato alla caduta del tasso di natalità, alla perdita del senso di unità e molto altro.

Osservando i cambiamenti che avvengono nelle persone nella cosiddetta società civilizzata, oggi ho pochi dubbi che una persona dotata di ragione, inizialmente creata a immagine e somiglianza del suo Creatore, essendo sotto l'influenza delle proprie passioni ed emozioni materiali, si stia gradualmente trasformando nel suo opposto.

 Non sto parlando di eccezioni individuali, il cui numero è in netto aumento, sto parlando della tendenza generale nello sviluppo di tutto il mondo cosiddetto civilizzato.

Quanto può durare un mondo come questo?

Il punto di vista sul problema.

Io stesso non sono uno storico, tanto meno un economista, quindi presenterò il mio punto di vista su ciò che sta accadendo sulla base della mia esperienza.

Il modello di mercato, come lo stesso sistema capitalista nel suo complesso, non contraddice la natura biologica dell'uomo, ne è l'immagine speculare.

Questo spiega la sua resilienza e la sua capacità di adattarsi a varie circostanze.

 Il pericolo dello sviluppo istintivo della civiltà risiede nell'inconsapevolezza delle conseguenze, sia per la persona stessa che per la natura circostante.

Vediamo già in cosa si trasforma una persona sotto l'influenza delle proprie passioni ed emozioni, la stessa cosa accade con l'economia, la sfera sociale e la politica.

Con la crescente influenza dei meccanismi di mercato, l'umanità ha naturalmente affrontato un declino dell'influenza delle decisioni ragionevoli in tutte le sfere della sua esistenza;

Questa è la legge della natura.

Solo un cieco può non notare come varie figure politiche, sotto l'influenza delle leggi del mercato, diventino primitivi gestori di trading il cui compito è quello di servire gli interessi del grande capitale.

Quei pochi politici che si rendono conto della depravazione del sistema non rischiano di cambiare nulla in esso;

Ne sono stati a lungo ostaggi.

La dichiarazione del “Presidente del Kazakistan” a questo proposito è degna di nota.

 Il capo dello Stato, “Kassym-Jomart Tokayev”, ha fatto una franca ammissione:

Che cosa trattiene l'umanità dall'affrontare le forze decise a distruggerla?

"Se questo o quel funzionario pubblico ha commesso un reato di corruzione per errore, senza dolo, allora la responsabilità penale non dovrebbe essere applicata a questo funzionario pubblico.

Altrimenti, paralizzeremo l'apparato statale. "

“Tokayev” ha inconsapevolmente ammesso che la corruzione è parte integrante del sistema.

Lo dirò con parole mie:

"La lotta contro la corruzione e altri vizi all'interno del sistema esistente non significa affatto che il sistema diventerà più efficiente ed equo, il sistema semplicemente cesserà di esistere.

Proprio come ogni organismo biologico privato dei suoi istinti fondamentali cesserà di esistere".

Il sistema stabilito è un organismo vivente che, raggiunto il limite della sua crescita, comincia a divorare sé stesso.

Paragono sempre il moderno modello di mercato, o meglio la sua dipendenza dalla crescita dei profitti materiali, alla dipendenza di una persona da una droga pesante, la cui dose deve involontariamente aumentare.

Questo processo non dura a lungo, da sette a dieci anni al massimo, seguito dalla morte per overdose (crisi economica, guerra).

Se lasci la stessa dose della droga, il tossicodipendente non riceverà più un'ondata di energia, si libererà solo della sindrome del dolore (recessione, degradazione, morte lenta).

 

Il sistema capitalista è come un tossicodipendente di lunga data che sente che il prossimo aumento della dose di droga potrebbe essere l'ultimo, ma non è più in grado di fermarsi.

La guerra e il sangue umano sono per lui una droga, e il complesso militare-industriale è la sua anima.

L'istinto animale spinge il tossicodipendente alle azioni più spericolate; c'è un solo pensiero nella sua testa: tu muori oggi, e io morirò domani.

Solo la militarizzazione dell'economia può sostenerne la crescita economica, e quindi prolungare la vita del sistema, anche se solo per un breve periodo.

In pratica, ciò significa un ulteriore aumento dei conflitti militari e dell'incitamento all'odio tra i popoli.

Non è più possibile nascondere le conseguenze di una politica folle;

varie sanzioni economiche, genocidi e terrore, esplosioni di gasdotti, guerre sanguinose, pandemie inventate, intensificazione intenzionale dell'odio tra i popoli e molto altro, danno tutte le ragioni per credere che il periodo di sviluppo inconscio della civiltà sia finito.

La coscienza è il campo di battaglia per il futuro dell'umanità.

Nel mondo moderno, enormi quantità di denaro vengono stanziate per la propaganda;

le posizioni principali in questa direzione appartengono finora ai paesi capitalisti dell'Occidente.

La lotta per la coscienza è un processo biologico naturale per la borghesia. L'efficacia della loro propaganda, come del sistema nel suo complesso, si basa sulle debolezze della natura fisica dell'uomo, delle sue passioni e dei suoi istinti innati, che a loro volta, senza sentire alcuna seria resistenza interna, penetrano facilmente nella coscienza e alla fine la soggiogano.

Il conflitto in Ucraina ha mostrato nella pratica la possibilità di manipolare la coscienza pubblica, controllando la quale ci si può fare nemici anche di persone legate da vincoli di sangue.

Oggi, molti stanno cercando di trovare i responsabili della rinascita dell'odio per tutto ciò che è russo in Ucraina, nei paesi baltici, nell'Asia centrale e in Occidente in generale.

Nessuno pensa nemmeno al fatto che semplicemente non sarebbe potuto accadere in nessun altro modo.

Tutto era prevedibile, la natura non tollera il vuoto, dopo aver ripulito la coscienza delle persone dall'ideologia dei valori umani universali, il vuoto è stato immediatamente riempito da "valori" opposti, con i quali l'ideologia dell'odio e dell'inimicizia tra i popoli è direttamente correlata.

La natura della coscienza.

La coscienza umana, nonostante il segreto della sua natura nascosto alle persone, è della massima importanza;

Secondo molti scienziati famosi, la coscienza è in grado di cambiare la realtà circostante.

Forse è per questo che c'è una feroce lotta per l'influenza su di lui.

Esperimenti scientifici in questa direzione sono stati condotti già negli anni '60 del secolo scorso;

uno dei primi leader nello studio dell'influenza della coscienza sull'ambiente fu il professor “William A. Tiller”.

Gli scienziati sovietici hanno anche parlato dell'impatto dell'energia sottile sul mondo circostante, collegando direttamente l'energia rilasciata dagli esseri umani con i disastri naturali.

 Svolgendo molti anni di attente osservazioni scientifiche, eminenti scienziati russi – i geofisici “Alexey Dmitriev” e” Igor Yanitsky” e i loro colleghi sono giunti alla conclusione che l'energia mentale umana, influenzando attivamente il campo geomagnetico, influenza anche il campo elettrico della Terra e, di conseguenza, tutti i processi terrestri.

Il nostro pianeta è vivo secondo personaggi famosi come “Goethe”, “Chardin”, “Vernadsk”y e altri, il che significa che la tensione sociale nella coscienza globale può causare disastri naturali.

La terra non può più sopportare la tensione generata dal crescente caos nella coscienza umana.

 Lo scienziato fisico “David Bohm” sostiene che se dieci persone o cento o più potessero essere come un tutt'uno, allora il potere della loro influenza sarebbe molte volte maggiore di quello di una sola persona, e quindi il risveglio della coscienza di tutta l'umanità diventerebbe possibile.

Presta attenzione a un fatto importante: in tutti i cosiddetti Stati democratici, qualsiasi ideologia capace di unire le persone è proibita.

 

In tutti questi paesi, le leggi del mercato e della concorrenza, che dividono le persone in diversi gruppi sociali, sono un prerequisito.

Qualsiasi unanimità nello stato è considerata una dittatura, che viene messa sotto pressione con l'aiuto di varie sanzioni economiche al fine di democratizzarla.

Alle persone viene detto con insistenza che ognuno dovrebbe avere la propria opinione e la propria visione del mondo che li circonda;

Le religioni sono divise in dozzine di confessioni, ognuna delle quali considera vero solo il proprio insegnamento.

 Si sta facendo di tutto per impedire l'unità dei popoli.

La competizione e l'animosità impediscono alleanze che potrebbero sfidare il sistema esistente.

Tutti i problemi della civiltà moderna sono iniziati proprio dal momento in cui l'umanità ha cessato di sentirsi un tutt'uno, anche con la natura circostante.

A mio avviso, dobbiamo capire e comprendere alcune cose importanti: chi, quando e a quale scopo ha diviso le persone, instillando in loro l'idea di popoli eletti ed eccezionali di Dio?

Chi e per quale scopo ha separato l'uomo dalla natura, instillando in lui che solo lui ha un'anima, e tutto il resto è senz'anima, compresi gli animali e il mondo intero che lo circonda?

Quando è avvenuta esattamente la sostituzione dei valori reali con quelli contraffatti sotto forma di lingotti d'oro e cartamoneta?

Anche il sistema bancario statale è stato separato dallo Stato stesso, al quale dovrebbe appartenere di diritto;

 Tutto ciò che può essere diviso è diviso.

L'interesse bancario del sistema finanziario ha completato la formazione di un nuovo mondo, le persone, tagliate fuori dalla natura e divise tra loro, hanno smesso di rispondere alle menzogne e alla manipolazione della loro coscienza, sono semplicemente diventate cieche.

 Trovare le risposte a queste domande porterà certamente all'inizio del risveglio della nostra coscienza.

È possibile fermare i processi distruttivi?

Non credo che il caos crescente possa essere fermato;

Questo è un risultato naturale dello sviluppo dell'umanità nel corso di molti secoli recenti.

Ma è molto probabile che sia possibile minimizzare le tragiche conseguenze.

In primo luogo, è necessario abbandonare completamente la via istintiva dello sviluppo, imboccando la strada della costruzione intelligente del proprio futuro. Libera l'economia dalla crescita obbligatoria e dal massimo profitto.

Gli interessi bancari dovrebbero essere vietati e l'intero settore finanziario dovrebbe diventare un unico organismo dello Stato.

In secondo luogo, la questione più importante è il rifiuto dei falsi valori materiali e il ritorno a quelli veri, che sono la terra e l'acqua;

Le persone dovrebbero sentirsi di nuovo un tutt'uno con la natura che le circonda. Per quanto riguarda i valori spirituali, il loro ritorno sarà inevitabile in condizioni di unità;

 Siamo tutti una società con un destino comune.

Non posso dire come mettere in pratica tutto questo, ma bisognerà farlo, altrimenti lo farà la ruota della storia, ma con conseguenze più tragiche.

 

Tutti i tentativi dei globalisti di cambiare la natura umana non faranno altro che accelerare tutti i processi distruttivi.

Coloro che non hanno ancora perso il contatto con la mente hanno avvertito questa accelerazione per molti anni.

È impossibile soggiogare completamente la coscienza di massa delle persone e controllarla;

Per prima cosa è necessario soggiogare l'intera natura circostante, l'uomo e la natura sono una cosa sola.

L'aumento degli incendi boschivi, della siccità, delle inondazioni e dei terremoti, la crescita di varie malattie, virus e molto altro, è in gran parte il risultato della crescita di emozioni negative nella mente umana, che per sua natura è progettata per plasmare il mondo che ci circonda.

L'uomo, a differenza di altre creature biologiche, è dotato, oltre che di essere un animale, di un principio creativo, il che significa che è capace non solo di distruggere, ma anche di creare come il suo Creatore.

 È difficile riunire in un unico involucro corporeo sia il principio creativo che quello animale, ognuno dei quali conduce una continua lotta per l'"io" cosciente, per la coscienza di ciascuno di noi.

Non è un caso che la filosofia antica affermi che la vittoria su sé stessi è la principale vittoria e il significato della vita umana sulla terra.

Questa vittoria è impossibile senza la consapevolezza di sé e un senso di unità con la natura circostante.

 Per quanto riguarda il sistema nel suo complesso, è necessario capire che esso riflette solo lo stato morale della società.

"In una società morale non ci può essere un'economia immorale".

 Ho sentito questa affermazione ai tempi dell'Unione Sovietica e ora sono completamente d'accordo con essa.

Conclusione.

L'uomo e la natura che lo circonda sono un tutt'uno, lo sapevano bene i nostri antenati, convivendoci in completa armonia.

Il fatto che tutto nel nostro mondo sia interconnesso è confermato dalla scienza quantistica.

Non è affatto necessario essere uno scienziato per vedere l'ovvio, basta guardare una mappa del pianeta, che, più o meno, è coperto per il 70% da acqua, il restante 30% è terra, il corpo umano è composto per il 70% da acqua e per il 30% da elementi terrestri.

 Forse questa è una coincidenza, penseranno in molti, ma per qualche motivo io non la penso così.

 Ogni materia biologica vivente per sua natura è una continuazione della terra, e la terra è una continuazione del cielo.

 Il corpo fisico di ognuno di noi a tempo debito diventerà parte della terra, l'acqua, avendo mutato le sue proprietà, salirà in cielo, si purificherà e si riverserà di nuovo sulla terra con la pioggia, riempiendo di vita la natura circostante.

 Questo è lo stesso eterno processo di "semina e mietitura" di cui parlava Cristo nel suo tempo.

Come possiamo uscire da questo ciclo chiuso della nostra natura fisica e realizzare il significato della nostra vita in questo mondo?

Il periodo sovietico, nonostante i suoi molti errori, ci ha dato una lezione importante che dobbiamo comprendere a fondo e trarre conclusioni da soli.

Per me personalmente, questo periodo mi ha aperto gli occhi su tutti i pregi e i difetti della natura umana, sembrava l'inizio del risveglio da un sogno, poco prima che iniziasse l'alba.

Per quanto riguarda il potere del denaro e la dipendenza dell'umanità da esso,” il capo del clan Rothschild” ha risposto a questa domanda in modo molto diretto: "La gente deve solo smettere di adorare il "Vitello d'Oro" e questa dipendenza scomparirà.

(Jaras Valiukėnas analizza i processi geopolitici in corso dall'inizio degli anni 2000. Attualmente vive in Lituania, è un oppositore della globalizzazione, pubblica su vari media.)

 

 

 

 

Gli Stati Uniti non hanno mai

 avuto a che fare con la

 libertà e la democrazia.

 Globalresearch.ca - Jim Miles – (04 novembre 2023) – ci dice:

 

L'attenzione del mondo si è rivolta al massacro di Gaza mentre il sistema politico-militare israeliano mette in atto il suo marchio di pulizia etnica e genocidio contro il popolo palestinese.

Gli Stati Uniti fingono di stare a guardare per assicurarsi che il conflitto non si diffonda in una conflagrazione regionale, un pretesto per razionalizzare e mascherare il loro desiderio di una tale conflagrazione al fine di distruggere l'Iran e la Siria come hanno distrutto la Libia, l'Iraq e l'Afghanistan nelle recenti guerre.

Con la loro stessa determinazione, gli Stati Uniti si proclamano indispensabili ed eccezionali, una mitologia applicata ai tempi di vita dei loro cittadini, mantenendoli ignoranti e disinteressati all'intero contesto globale dei conflitti militari e dell'esercizio del potere militare al fine di proteggere il potere delle corporazioni e degli Stati Uniti di regnare sovrani sul mondo.

Ciò ha causato numerose azioni militari violente a livello globale nel corso dell'ultimo secolo o più, oltre a creare problemi geopolitici più ampi che dovrebbero e potrebbero essere risolti pacificamente se non fosse per la natura bellicosa della politica estera degli Stati Uniti.

Israele ha avuto origine nelle menti del sionismo cristiano britannico e statunitense all'inizio del 1800, ma non è diventato un fattore globale fino a quando “Theodor Herzl”, “Chaim Wiezmann”, “Ze'ev Jabotinsky” hanno iniziato a promulgare le loro teorie del sionismo all'interno della sfera politica europea.

La Gran Bretagna divenne il leader nella promozione di questo tipo di sionismo per diverse ragioni:

 il controllo del petrolio del Medio Oriente, soprattutto in Iran all'epoca;

il controllo del Canale di Suez e della sua rotta commerciale verso l'India coloniale; e sebbene la Gran Bretagna avesse alcuni importanti ebrei "assimilati", non voleva più emigrati dall'Europa.

La lettera di “Balfour del 1917” di “Lord Arthur Balfour,” il ministro degli Esteri britannico, promuoveva l'idea di uno stato ebraico in Palestina.

Anche se questa era solo una lettera di intenti, divenne la politica britannica e dopo il disastroso accordo di pace di Versailles divenne la politica ufficiale della Società delle Nazioni.

Dopo decenni di combattimenti contro le milizie ebraiche dell'”Haganah” e dell'”Irgun” (allora dichiarate terroristiche), la Gran Bretagna si allontanò dal suo mandato in Palestina.

Gli Stati Uniti sono isolati nel sostenere il massacro di Gaza.

Ancor prima che se ne andassero, le milizie ebraiche avevano già iniziato la loro pulizia etnica dei villaggi e delle città palestinesi.

Quando la Gran Bretagna uscì, il nuovo stato israeliano si annunciò e, usando la forza militare, si creò come stato.

 L'olocausto era già avvenuto, ma non era ancora diventato il grido di battaglia come "ragion d'essere" per l'esistenza di Israele.

Evangelizzazione negli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti erano già coinvolti nella regione con il rovesciamento del governo di “Mossadeq” regolarmente eletto in Iran.

 Il pretesto era la libertà e la democrazia contro il comunismo, pretesti che si sarebbero estesi militarmente in tutto il mondo con l'avanzare del XX secolo: Vietnam, Corea, Cile, Cuba, Congo/Zaire, tra gli altri.

Solo con la Guerra dei Sei Giorni del 1967 gli Stati Uniti furono pienamente coinvolti nel sostegno a Israele, come evidenziato dagli attacchi alla “USS Liberty” che il governo degli Stati Uniti sotto” Lyndon Johnson” tenne lontano dagli occhi del pubblico.

 

Questo riporta questo breve riassunto storico ai sionisti statunitensi, o più correttamente intese, alle “profezie evangeliche fondamentaliste cristiane sull'Armageddon” e sulla seconda venuta.

 È abbastanza ironico che all'interno di questo sistema di credenze, tutti gli ebrei debbano essere riuniti in Israele in modo che quando il messia ritornerà, gli ebrei moriranno o si convertiranno.

Da questa strana argomentazione, miliardi di dollari di denaro statunitense sono affluiti in Israele per sostenere gli insediamenti e le funzioni civili e militari ebraiche.

Il grande denaro è iniziato dopo la guerra dello “Yom Kippur” e il conseguente accordo di pace con l'Egitto è stato comprato con miliardi di dollari distribuiti a ciascuno negli anni successivi.

Sullo sfondo c'era la pace, con le riunioni che si tenevano a Madrid, sabotate dagli accordi di Oslo, che nella loro vera funzione fornivano semplicemente a Israele il tempo di estendere la sua presa sulle terre palestinesi attraverso l'aumento degli insediamenti e, dopo la rimozione di “Arafat,” l'assistenza del governo di Abbas nel controllo dei palestinesi.

 Gli Stati Uniti hanno da tempo dimostrato di essere "incapaci di accettare".

Arriva “Hamas”, un'organizzazione islamica sostenuta da Israele principalmente per indebolire il potere del governo dell'OLP/Fatah.

 All'inizio principalmente un'organizzazione sociale/civica che forniva sostegno al popolo palestinese attraverso l'istruzione, l'assistenza medica e altre organizzazioni civiche, si è trasformata nell'odierno centro di potere a Gaza come risultato della sua resistenza alla pulizia etnica in corso da parte di Israele e alla negazione dei diritti dei palestinesi in tutti gli aspetti della società.

La politica estera del governo degli Stati Uniti per il Medio Oriente è stata catturata da Israele.

 È stato sostenuto che Israele controlla il governo degli Stati Uniti attraverso l'”AIPAC”, e questo sembra certamente vero quando si considerano le azioni in Medio Oriente e Nord Africa.

 Alla base di tutto ci sono ancora i fondamentalisti cristiani che credono nell'esistenza di Israele, forse non così rozzamente dichiarati come parte delle loro convinzioni fondamentaliste sull'Armageddon, ma che sostengono i membri del Congresso che sono rabbiosi nei confronti di Israele.

Il petrolio e il dollaro USA.

Per quanto riguarda lo Stato degli Stati Uniti, esso prende in prestito denaro ed energia per sostenere Israele sia per il voto interno che per il potere e il controllo che può esercitare sul Medio Oriente.

Nel contesto contemporaneo, ciò include il tentativo di escludere l'influenza russa (e sempre più gli investimenti cinesi), ma soprattutto il voler controllare la proprietà delle risorse petrolifere e di gas della regione.

Le due cose sono correlate in quanto la Russia è uno dei maggiori fornitori di petrolio e gas al mondo, i sauditi stanno sostenendo l'”OPEC+” con tagli alla produzione di petrolio e vendendo petrolio alla Cina al di fuori dell'utilizzo del dollaro USA ed evitando così il sistema di pagamento “SWIFT” e il suo controllo da parte degli Stati Uniti.

Senza il controllo del prezzo del petrolio, non del petrolio stesso, il dollaro USA subirà un drammatico fallimento.

Questa è la linea di fondo degli Stati Uniti:

controllare gli aspetti finanziari del mondo, mantenere il petrodollaro come valuta di riserva globale.

Da ciò, controllano i governi del mondo attraverso la manipolazione finanziaria (tassi di interesse, usura del FMI e della Banca Mondiale, SWIFT e molte sanzioni) con il sostegno dell'esercito statunitense per mantenere gli altri governi allineati con il loro sistema di dominio.

Non ha nulla a che fare con la pace, la libertà e la democrazia.

 Il sostegno degli Stati Uniti agli attuali attacchi israeliani contro Gaza non ha nulla a che fare con la pace e la stabilità, se non con la stabilità garantita dalla potenza dei missili, delle bombe e di altre armi di distruzione di massa statunitensi e israeliani.

 Il posizionamento di estrema destra di Israele e i suoi tentativi di pulizia etnica o di genocidio del popolo palestinese sono di scarsa importanza per il governo degli Stati Uniti, o per i suoi servitori adulatori in Canada e nell'UE.

Gli Stati Uniti non si sono mai occupati di libertà e democrazia, e le loro attuali azioni/inazioni in Medio Oriente dimostrano pienamente il loro desiderio di potere e controllo al fine di sostenere la loro ricchezza finanziaria per le proprie corporazioni e oligarchi.

 È incoraggiante vedere le manifestazioni di massa globali che sostengono Gaza e sfidano il desiderio di Israele di fare pulizia etnica a Gaza.

Si è verificata una divisione significativa nella geopolitica globale e le argomentazioni degli Stati Uniti a favore dell'indispensabilità, dell'eccezionalità, della libertà e della democrazia suonano vuote per la maggior parte dei cittadini del mondo.

(Jim Miles collabora regolarmente con Global Research.)

 

 

 

Perché sostengo “Hamas”.

E dovresti farlo anche tu.

 Unz.com - KEVIN BARRETT – (29 OTTOBRE 2023) – ci dice:

 

Nel “False Flag” “Weekly News” di questa settimana ho superato “Cat McGuire” (per una volta) nel dire cose che non piaceranno all'ADL.

Irritato dal genocidio di Gaza, ho pronunciato molti commenti poco lusinghieri e/o incendiari sul Popolo Eletto e sul suo Stato Eletto.

Ma di tutte le cose "oy vey" che ho detto, ciò che l'ADL odierà di più è la mia aperta dichiarazione di sostegno ad “Hamas”.

E questa, naturalmente, è la ragione più ovvia per sostenere “Hamas”:

"Loro" davvero, davvero non vogliono che tu lo faccia.

 Gli strateghi che stanno cercando di mantenere in vita il genocidio della Palestina apparentemente si rendono conto che se un numero significativo di occidentali inizia a sostenere apertamente” Hamas” e il resto della resistenza palestinese, la gallina dalle uova d'oro sionista sarà ben cotta.

 Questo è il motivo per cui hanno usato tecniche di propaganda avanzate per iniettare l'obbligatorio disclaimer "Io non sostengo Hamas, ma" in profondità nell'inconscio collettivo dell'Occidente in generale e del suo popolo relativamente esperto di Palestina in particolare.

 

A "loro" non importa se deplori il massacro di migliaia di donne e bambini di Gaza. A "loro" non importa se sostenete una soluzione a due stati, o anche una soluzione a uno stato.

 "Loro" possono convivere con te che chiedi un cessate il fuoco. A "loro" potrebbe importare di meno se pronunciate parole come apartheid o addirittura genocidio.

È come quando “Joel Stein” ha detto:

"Non mi interessa se gli americani pensano che stiamo gestendo i mezzi di informazione, Hollywood, Wall Street o il governo.

Mi interessa solo che possiamo continuare a farli funzionare".

La posizione sionista è:

"Non mi interessa se gli americani pensano che stiamo commettendo violazioni dei diritti umani, apartheid o genocidio. Mi interessa solo che possiamo continuare a commetterli".

Gli americani che si lamentano delle violazioni dei diritti umani da parte dei sionisti, dell'apartheid e del genocidio non fermeranno queste cose.

 Saranno fermati solo sotto la minaccia delle armi.

Ed è davvero importante che le persone sostengano il diritto delle vittime del genocidio di imbracciare le armi e fermare il genocidio.

Gli ebrei, che si considerano vittime paradigmatiche del genocidio, dovrebbero essere i primi a sostenere la resistenza armata contro il genocidio.

E in effetti, gli ebrei più intelligenti e coraggiosi lo fanno.

 Dai un'occhiata a ciò che “David Rovics” ha da dire sull'inondazione di “Al-Aqsa” come la nuova rivolta del ghetto di Varsavia:

“Hamas” è la cosa più vicina a un governo eletto che i palestinesi abbiano.

In effetti, l'ultima volta che hanno avuto una vera elezione nei Territori Occupati della Cisgiordania e di Gaza, “Hamas” ha vinto con una valanga di voti... Combattere fisicamente contro un esercito occupante, secondo il diritto internazionale che tutti i paesi del mondo hanno sottoscritto molto tempo fa, è giustificato e non è "terrorismo".

Perché sostenere “Hamas” è strategicamente intelligente.

In ogni lotta tra due parti, l'esito sarà in gran parte determinato dall'intensità del sostegno di cui gode ciascuna parte in conflitto.

Paesi piccoli e deboli come il Vietnam e l'Afghanistan sono stati in grado di sconfiggere i potenti Stati Uniti perché erano molto più intensamente impegnati a porre fine all'occupazione statunitense di quanto gli americani si fossero impegnati a mantenerla.

Come i palestinesi di oggi, erano disposti ad accettare un rapporto sbilanciato delle vittime mentre continuavano ad aumentare il prezzo dell'occupazione al punto che l'occupante ha scelto di smettere di pagarlo.

L'apparato propagandistico occidentale attualmente permette e tacitamente incoraggia l'intensità pro-sionista, mentre rende tabù l'intensità pro-Resistenza. "Io sto con Israele" è accettabile, persino obbligatorio; "Io sto con Hamas" è praticamente illegale e impensabile.

Quando il lato A sostiene appassionatamente e intensamente i suoi combattenti, mentre il lato B borbotta scuse e disclaimer obbligatori, ovviamente il lato A godrà di un vantaggio morale che si tradurrà in un vantaggio sul campo di battaglia.

 Ma quando il lato A è un aggressore criminale e un perpetratore di genocidio, può trovare difficile mantenere il suo intenso sostegno e impedire a persone neutrali che hanno a cuore la giustizia di diventare appassionati sostenitori dell'altra parte.

Quindi userà ogni trucco propagandistico per impedire ai neutrali e ai tiepidi sostenitori dell'altra parte di diventare sfacciati e appassionati.

Il modo migliore per cambiare la finestra di Overton pro-genocidio è quello di gettarci un mattone dentro.

 E legato a quel mattone, un semplice messaggio: "SOSTENGO HAMAS".

La gente a favore della guerra del Vietnam ha davvero odiato quando “Jane Fonda” ha dato il cinque ad “Hanoi” mentre migliaia di americani si radunavano nelle strade per gridare il loro sostegno ai Viet Cong:

"Ho, Ho, Ho Chi Minh, l'NLF sta per vincere!"

Ma questo, e le truppe americane che frammentano i loro ufficiali, è ciò che ha posto fine alla guerra.

 Le lamentele umanitarie sui bambini nati al napalm e sui massacri di “My Lai” erano utili solo nella misura in cui facevano incazzare abbastanza persone al punto da rendersi conto che i combattenti della resistenza vietnamita erano i buoni, e lo Zio Sam era il cattivo, e che tutte le persone oneste avevano il dovere morale di sostenere la resistenza vietnamita.

Ciò ha spostato radicalmente la “finestra di Overton”, al punto che "ritirarsi al più presto e al diavolo le conseguenze" è diventata una posizione intermedia e poi una realtà politica.

Se riusciremo a far sì che un piccolo ma notevole numero di americani faccia apertamente e sfacciatamente il tifo per “Hamas” a squarciagola, avrà sullo ZOG lo stesso effetto che l'alluvione di “Al-Aqsa” ha avuto sugli israeliani:

 li farà impazzire, perforerà il loro gonfiato senso di invulnerabilità e li inciterà a scagliarsi in modi irrazionali e strategicamente controproducenti.

La maschera di ZOG si toglierà e mostrerà il suo volto psicotico e genocida all'America, proprio come gli israeliani hanno mostrato il loro alla regione, alle nazioni BRICS e al Sud del mondo.

E la Finestra di Overton si sposterà.

Molto presto la "fine degli aiuti a Israele" e la "soluzione di uno Stato unico" diventeranno posizioni intermedie e poi realtà politiche.

Perché sostenere “Hamas” è un vostro dovere morale.

Ho iniziato spiegando perché sostenere “Hamas” è strategicamente intelligente, piuttosto che affrontare l'argomento morale, perché gran parte del mio pubblico capisce già quello che sto per dire.

Per loro, i benefici strategici del sostegno ad Hamas potrebbero non essere evidenti, anche se le argomentazioni morali lo sono.

Quindi rischio di fare l'ovvio nel sottolineare che il punto più importante – la foresta che la gente perde mentre scruta gli alberi – è che la causa palestinese è giusta e quella sionista ingiusta.

Ogni teoria della guerra giusta, sia essa cristiana, islamica o laica, si basa sul principio di non aggressione:

la parte che inizia l'aggressione, in questo caso attraversando i mari per invadere, uccidere e rubare la terra e la proprietà dell'altra parte, ha torto, mentre coloro che combattono per fermare quell'aggressione hanno ragione.

Nessuna persona sana di mente che si prenda il tempo di studiare la storia della Palestina in modo ragionevolmente completo e imparziale può non concludere che non c'è mai stata una guerra nella storia che sia stata più ovviamente e completamente giusta della guerra palestinese contro l'invasione, l'occupazione e il genocidio sionista.

E di tutte le grandi menzogne pronunciate nella storia, non ce n'è mai stata una più grande di "Il conflitto israelo-palestinese? È complicato". No, non lo è.

E non è un conflitto, è un genocidio.

Le ragioni e i torti non sono minimamente complicati.

I tentativi sionisti di offuscare l'ingiustizia del loro progetto genocida sono così assurdi che sarebbero esilaranti se in questo momento non ci fossero più di mille bambini di Gaza sepolti sotto le macerie di quelle che erano le loro case, soffrendo e morendo lentamente in alcuni casi, morendo rapidamente e misericordiosamente in altri.

Considera le scuse più popolari:

"Yahweh “ci ha dato la Palestina 3.000 anni fa. Sicuramente questo dovrebbe contare qualcosa! Che cosa?

Non onori gli affari immobiliari di “Yahweh” vecchi di 3000 anni?”

"Meritiamo la Palestina a causa dell'Olocausto. Allora perché Israele non è in Germania? micron... Prossima scusa!"

"Siamo un gruppo etnico, quindi meritiamo uno stato tutto nostro. E sì, sappiamo che ci sono decine di migliaia di gruppi etnici sulla Terra, e che praticamente nessuno di loro ha uno stato, ma siamo così speciali che ce lo meritiamo!

E se non sei d'accordo, sei antisemita!"

"Siamo entrati in terribili conflitti con tutti i vicini che abbiamo mai avuto, e siamo stati espulsi da più di 100 paesi senza alcuna ragione se non che ai nostri vicini piace perseguitarci inutilmente, quindi dovreste simpatizzare e schierarvi con noi, qualunque cosa facciamo".

"Ci sono un sacco di terribili ingiustizie, quindi se ti lamenti di questa, devi essere un antisemita!"

Versione alternativa: "Gengis Khan (o Pol Pot o Stalin o Hitler) ha ucciso più persone di noi, quindi perché ci stai attaccando, antisemita?"

"I palestinesi e i loro sostenitori, così come li dipingiamo nella nostra macchina propagandistica, sono persone molto cattive e malvagie, quindi dovreste fare il tifo per noi mentre rubiamo le loro cose e li sterminiamo".

"Siamo una democrazia anche se abbiamo assassinato o espulso la maggior parte delle persone che avrebbero dovuto votare alle nostre elezioni".

"L'esistenza di Israele è davvero, davvero benefica per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, anche se fa sì che miliardi di persone in paesi geopoliticamente cruciali e ricchi di energia odino le viscere dell'America".

"Dovete sostenerci perché chiamiamo i nostri nemici 'terroristi' e altri brutti nomi".

E quando tutto il resto fallisce:

"Sostienici e fai quello che diciamo, o non lavorerai mai più in questa città!"

Confutare le argomentazioni esistenti a favore dell'esistenza di Israele sarebbe superfluo e un insulto all'intelligenza del lettore.

Non sono nemmeno argomenti, solo grugniti inarticolati e incoerenti e ululati di psicopatia intossicata da tribù.

Ma forse vale la pena spacchettarne una: la diffamazione del sangue "terrorista".

 Il terrorismo è solitamente definito come "una tattica militare che consiste nell'attaccare deliberatamente i civili per incitare alla paura e raggiungere un obiettivo politico".

E questo è esattamente ciò che "Israele" è: un'organizzazione terroristica.

 I terroristi sionisti hanno attaccato e terrorizzato la popolazione civile del territorio che hanno invaso, vale a dire la Palestina, sin dal loro arrivo.

I vari gruppi terroristici sionisti erano così ubriachi di terrorismo che si terrorizzarono persino a vicenda, così come i loro compagni aggressori e invasori, gli inglesi, in una sanguinosa orgia di terrore che non ha eguali nella storia moderna.

 Gran parte della storia può essere trovata nel libro di “Thomas Suarez”

 State of Terror: How Terrorism Created Modern Israel.

Quindi il conflitto è tra terroristi che hanno attraversato i mari per attaccare la popolazione civile palestinese al fine di ucciderne alcuni e spaventare gli altri e farli partire; e la popolazione civile che hanno terrorizzato.

 Da un lato, i terroristi sionisti; dall'altra, la Resistenza antiterroristica palestinese. In questo, come in tante altre cose, la macchina della propaganda sionista ha capovolto la realtà.

Oggi, i terroristi sionisti continuano deliberatamente a prendere di mira e uccidere in massa civili palestinesi a migliaia.

Circa due terzi dei palestinesi che uccidono sono donne e bambini.

 I sionisti probabilmente uccidono un centinaio di civili per ogni combattente di Hamas.

Confrontate questo con” la tempesta di al-Aqsa”, l'operazione di “Hamas” che ha ucciso un numero più o meno uguale di combattenti militari israeliani e civili.

E dei civili uccisi nella tempesta di “al-Aqsa”, la maggior parte è stata uccisa dall'esercito israeliano, accidentalmente nel fuoco incrociato, o deliberatamente in conformità con la “direttiva Hannibal”, che raccomanda di eliminare sia i sequestratori che gli ostaggi usando una potenza di fuoco schiacciante per impedire al nemico di usare gli ostaggi come merce di scambio.

“Hamas”, a differenza dei sionisti, prende di mira principalmente l'esercito israeliano, quando può.

Chiaramente, la tempesta di al-Aqsa ha preso di mira principalmente l'IDF. L'ordine di “Hamas” era di prendere ostaggi, ma di evitare di uccidere civili disarmati.

E mentre ci possono essere stati alcuni casi di palestinesi che hanno ucciso civili, le prove fotografiche dimostrano che la peggiore carneficina – frequentatori di festival musicali presi dal fuoco incrociato dell'artiglieria pesante, case e kibbutz e altri edifici pieni di persone distrutti da carri armati e proiettili di artiglieria – è stata perpetrata dall'IDF.

 I soldati di “Hamas”, che trasportavano armi leggere, non avrebbero potuto causare quel tipo di danni o uccidere un gran numero di persone.

Questo e la maggior parte del resto dei danni ai civili del 7 ottobre sono stati inflitti dalle armi pesanti israeliane, non dalle armi da fuoco leggere di “Hamas”.

Ma che dire dei razzi?

 Dal momento che, a differenza di Israele,” Hamas” non gode di miliardi di dollari di armi fornite dai contribuenti statunitensi, spara razzi relativamente poco sofisticati che non possono abbattere obiettivi militari induriti, ma spaventano e occasionalmente danneggiano i "civili" israeliani.

 Così... E' terrorismo questo? No, perché gli israeliani sono coloni, non civili.

Secondo il diritto internazionale, la resistenza militare contro l'occupazione, compreso il prendere di mira i coloni, è legittima.

Quindi possiamo discutere sulla proporzionalità – direi che “Hamas “pecca dalla parte della misericordia facendo molto meno uccisione di coloni di quanto abbia tutto il diritto di fare – ma alla fine della giornata, il diritto internazionale, la moralità e il buon senso di base impongono che l'uso di razzi da parte di Hamas per rappresaglia contro un genocidio di massa sia giustificabile e razionale, come parte di una strategia su più fronti per continuare ad aumentare i costi dell'occupazione al punto che l'occupante genocida alla fine seguirà il consiglio di “Helen Thomas” e "se ne andrà dalla Palestina".

Discutendo con O'Brien di Orwell

Sapete chi ha perso la discussione non solo per la legge di Godwin, “alias reducto ad Hitlerum”, ma anche per quale parte sente il bisogno di usare la coercizione per costringere l'altra parte a tacere.

 I terroristi sionisti non solo hanno perso l'argomento, ma non hanno argomenti. Non c'è da stupirsi che invochino incessantemente Hitler e i nazisti.

E non c'è da stupirsi che cacciano costantemente i professori dalle università, che facciano licenziare personalità dei media, che lanciano persecuzioni e procedimenti giudiziari speciosi e, in generale, che terrorizzino tutti per farli assecondare le loro assurdità genocide.

Discutere con un sionista è come discutere con l'O'Brien di Orwell: sa di essere pieno di merda, non si fa scrupoli e farà di tutto per rovinarti la vita.

Dicendo "Mi piace Hamas", sto sostenendo un gruppo anti-terrorismo che i terroristi sionisti hanno falsamente e mendacemente etichettato, in vero stile orwelliano, "terroristi".

Forse cercheranno di farmi processare per "sostegno materiale all'antiterrorismo", anche se non ho spedito nemmeno un dirham a Hamas, POB 123, Striscia di Gaza, Palestina occupata, né ho contribuito a nessuna campagna “GoFundMe” di “Hamas” o comprato ciambelle dalle simpatiche vecchiette di “Hamas” alla moschea locale.

(Se vendessero baciava, lo prenderei in considerazione.)

Se siete onesti con voi stessi, probabilmente dovrete ammettere che la ragione per cui non siete ancora arrivati a sostenere apertamente “Hamas2 è la paura: la paura di ciò che i sionisti potrebbero farvi.

Bene, sono qui per dirvi che paura non è la parola giusta per questo. La parola corretta è vigliaccheria.

I palestinesi continuano a unirsi nella resistenza al genocidio, anche se i sionisti rispondono costringendo i loro figli a morire agonizzanti, a migliaia, sotto montagne di macerie.

E non si può nemmeno ammettere apertamente e pubblicamente di sostenere quella Resistenza?

A pensarci bene, forse vigliaccheria non è la parola giusta. Non è abbastanza forte.

Dai, coltiva delle pietre.

Dillo con me: "Io... APPOGGIARE... HAMAS".

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