La barbarie ormai trionfa ovunque.
La
barbarie ormai trionfa ovunque.
In
Palestina è in Corso un Genocidio!
Conoscenzealconfine.it
– (3 Novembre 2023) - Daniele Bianchi – ci dice:
Ora è
chiaro che Israele si sta impegnando in un genocidio del popolo palestinese.
Come
riportato da “Oltre La Linea”, lo stato israeliano ha “allentato” le sue regole
di ingaggio militare, dando essenzialmente ai suoi soldati il via libera per
uccidere chiunque incontrino all’interno della “Striscia di Gaza” come parte
delle loro operazioni di terra.
Politici
e soldati israeliani parlano apertamente di ridurre Gaza in polvere, di
eliminare i palestinesi e di immaginare coloni israeliani che vivono su una
terra che un tempo si chiamava Gaza.
I palestinesi vengono deliberatamente privati
di tutti i beni di prima necessità, compresi cibo, acqua, alloggio e
assistenza medica.
Le bombe aeree uccidono e mutilano
indiscriminatamente i palestinesi.
I
palestinesi vengono incoraggiati a lasciare le loro terre e case nel nord di
Gaza e dirigersi verso sud:
Israele vuole chiaramente colonizzare il nord
di Gaza e trasformarlo in una zona di sicurezza o militare, espellendo
permanentemente i palestinesi che attualmente vivono lì.
Gli
studiosi del genocidio hanno sempre sostenuto che tali atrocità di massa
raramente sono il prodotto di un “leader malvagio” o di “una piccola classe
politica estremista”.
La
realtà terrificante del genocidio è che avviene con il sostegno delle masse,
che si presenta sotto forma di partecipazione attiva (diretta e indiretta) o di
complicità attraverso il silenzio.
Non
sono sicuro che abbiamo mai visto un caso di genocidio sostenuto da così tanti
attori, apertamente e attivamente.
La
maggior parte delle istituzioni in Nord America, Europa occidentale e altrove
stanno partecipando attivamente a questo genocidio, oppure sono completamente
silenziose e quindi complici.
Affinché
un genocidio possa avvenire, sono necessari due elementi critici:
le capacità infrastrutturali e materiali per
commettere il genocidio e la capacità di nascondere il genocidio definendolo
qualcosa di diverso da quello che è. L’Occidente partecipa a entrambi questi
elementi critici.
In
termini di capacità materiali, l’impero degli Stati Uniti ha inviato non una,
ma due portaerei nella regione, e ha ampiamente chiarito con parole e fatti che
se qualche stato o gruppo tenta di entrare in gioco e aiutare i palestinesi nel
loro tentativo disperato di sopravvivere all’operazione genocida di Israele,
gli Stati Uniti interverranno con tutta la loro forza.
Il
Regno Unito ha anche inviato navi militari per sostenere questa minaccia
imperiale occidentale contro la popolazione della regione.
Gli
Stati Uniti stanno inviando attrezzature militari e armi a Israele,
rifiutandosi di chiedere un cessate il fuoco o una riduzione della tensione.
Le corporazioni e le istituzioni economiche
stanno fornendo sostegno finanziario a Israele nel nome del sostegno alle
vittime israeliane, oltre a offrire incentivi finanziari all’Egitto, tentando
di invogliarlo ad ospitare i rifugiati palestinesi a cui non sarà permesso di
rientrare nella Striscia di Gaza.
Anni
di aiuti e sostegno da parte degli Stati Uniti e dell’Occidente a Israele hanno
permesso a Israele di sviluppare le capacità infrastrutturali per compiere un
genocidio.
In
termini di occultamento, le istituzioni politiche, mediatiche, sociali e
culturali sono pienamente mobilitate in Occidente per nascondere questo atto di
genocidio, presentandolo come una giusta violenza nei confronti del popolo
ebraico vittima di tutto il mondo.
Coloro che esprimono sostegno alla Palestina in
Occidente vengono minacciati di perdita di posti di lavoro (e stanno
effettivamente perdendo il lavoro), possibili accuse penali e divieti, e altre
misure punitive e campagne di molestie.
I
media inviano continuamente e costantemente il messaggio oltraggioso che “Hamas”
è il responsabile della perdita della vita civile palestinese nella Striscia di
Gaza, tentando di lavarsi le mani del genocidio.
L’operazione
israeliana viene inquadrata come una missione per “eliminare Hamas” in
contrapposizione a ciò che realmente è:
un
genocidio del popolo palestinese e la sua cancellazione dalla carta geografica.
Le poche voci che mettono in discussione queste narrazioni vengono emarginate,
messe a tacere e de-platformizzate.
In
breve, tutte le istituzioni dell’establishment in Occidente sono mobilitate,
pienamente e coerentemente, in questo momento per consentire il genocidio dei
palestinesi, il tutto con il pretesto di proteggere la “civiltà” dalla
“barbarie”.
Mentre
scrivo questo, temo ciò che accadrà.
La sofferenza che i palestinesi hanno
sopportato finora è già insondabile e molto difficile da descrivere a parole.
E ciò
che accadrà sarà ancora peggio.
In
momenti come questo, tutto diventa chiaro.
Per molti di noi era chiaro da molto tempo, ma
ora non ci possono più essere dubbi.
L’Occidente imperiale è ancora fermamente
impegnato nel progetto imperiale lanciato contro il mondo alla fine del XV
secolo.
Sì, ha
cambiato e trasformato i suoi metodi, le sue tattiche, le sue strategie e il
suo apparato di potere e di forza.
I
giocatori sono cambiati, alcune cose sono diventate più complesse, altre meno.
E così
via.
Tutti
questi dibattiti accademici sono importanti, ma non in questo momento.
Ciò
che è importante in questo momento è dirlo chiaramente e ad alta voce:
l’Occidente imperiale è determinato a mantenere la sua supremazia e ucciderà
indiscriminatamente per raggiungere l’unico obiettivo che abbia mai avuto,
l’unico valore che abbia mai rappresentato, il potere e la ricchezza.
Lo
stesso progetto imperiale che ha brutalizzato milioni di neri africani,
commesso un genocidio contro milioni di popoli indigeni nelle Americhe, in
Australia, Nuova Zelanda e altrove, colonizzato l’Asia e l’Africa attraverso
una brutalità e una forza insondabili, distrutto innumerevoli società piene di
complessità e bellezza, massacrato civili nelle sue guerre imperiali in posti
come il Vietnam e l’Iraq, ha lanciato bombe atomiche sui civili giapponesi, ha
creato un’infrastruttura economica neocoloniale che deruba continuamente la
maggioranza della popolazione mondiale, e posso continuare all’infinito, ma
questo progetto è in corso e da nessuna parte in questo momento questo è più
visibile che in Palestina.
Il
mondo non dimenticherà mai nessuna di queste brutalità e ingiustizie.
Ricorderemo sempre i nostri morti e feriti; la nostra sofferenza ci guiderà
sempre nelle nostre azioni e ci fornirà lo slancio per creare un mondo
migliore.
Il
mondo sta vedendo che non viviamo in un sistema internazionale di
stati-nazione, ma in un ordine mondiale imperiale in cui l’Occidente regna
supremo (non
per molto ancora… – nota di conoscenze al confine); la supremazia bianca non è solo viva
e vegeta, ma è un’espressione delle condizioni materiali del nostro mondo.
In poche parole, il mondo vede come l’impero euro-americano
si pone, con forza, violenza e con ogni mezzo necessario, come signore del
mondo.
Il
mondo dovrebbe capire che l’unico modo per avviare un movimento serio per
uscire da questa era di modernità coloniale è estromettere gli stati
dell’Europa occidentale e del Nord America, non persone ma stati, dalle nostre
vite politiche ed economiche in tutto il mondo.
Le
persone in tutto il mondo devono iniziare a ritirare la propria partecipazione
da questo sistema che funziona principalmente per le potenze euro-americane e
le élite politiche ed economiche di tutto il mondo.
Non
fatelo solo per la Palestina, fatelo anche per il vostro bene.
Fatelo
per la vostra dignità, libertà e umanità.
I
popoli europei e nordamericani possono e devono unirsi a noi nella creazione di
questo mondo migliore.
Ma non
a meno che non partecipino attivamente allo smantellamento dell’ordine mondiale
imperiale che avvantaggia principalmente le loro élite politiche ed economiche.
Anche
voi potete e dovreste unirvi a questo coraggioso progetto di decolonizzazione
da pari a pari con il resto del mondo, ma mai più, come suoi signori.
Per te
e per il popolo israeliano, aderire al progetto di decolonizzazione è l’unico
modo per eludere ciò che la storia insegna come il destino inevitabile di tutti
i signori, ovvero la loro eventuale violenta sostituzione con nuovi signori.
(Daniele
Bianchi).
(oltrelalinea.news/in-palestina-e-in-corso-un-genocidio/).
STIAMO
NORMALIZZANDO
UN
GENOCIDIO?
Giasinrivista.org
– (24 Ottobre 2023) - Angelo Stefanini – ci dice:
(Angelo
Stefanini è un medico. Ha lavorato per anni con ONG in Africa.
Ha
insegnato alle università di Leeds (UK), Makerere (Uganda) e infine Bologna,
dove ha fondato il Centro di Salute Internazionale (CSI).
Nella Palestina occupata è stato direttore
dell’OMS (2002) e del programma sanitario italiano (2008-2011).
Dal
2015, come volontario di PCRF (Palestinian Children’s Relief Fund), compie
missioni periodiche nella Striscia di Gaza dove collabora al rafforzamento del
sistema sanitario locale.)
Sconcertato
e incredulo di fronte agli eventi a Gaza e in Israele, non posso non tornare
con la mente al mio primo impatto con la realtà israelo-palestinese, oltre
vent’anni fa.
Quando
quel mattino del gennaio 2002 ricevevo la telefonata da Ginevra con la proposta
a partecipare al bando per il posto di “Coordinatore dell’Ufficio OMS nei
territori palestinesi occupati” (TPO), chi mi parlava era un mio ex-studente di
un corso internazionale tenuto dieci anni prima all’Istituto Superiore di
Sanità, a Roma.
Allora
“desk-officer OMS per i TPO”, il mio interlocutore non poteva immaginare che in
quel momento, per la prima volta, indossavo proprio la stessa sgargiante
cravatta rossa (non ricordo il motivo visto che non amo le cravatte) che mi
aveva donato alla cena di chiusura del corso.
Accettai entusiasta (con in mente le parole di
Albert Einstein “La coincidenza è il modo di Dio di rimanere anonimo”) e, vinto
il bando, alla fine di marzo mi insediai a Gerusalemme.
Di “occupied Palestinian territories”
(oPt), ossia
Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, allora sapevo ben poco e immagino che la
scelta di ricoprire quella posizione nell’OMS fosse ricaduta su di me grazie ad
una serie di missioni esplorative condotte per conto dell’”ufficio regionale
EMRO” (East Mediterranean Regional Office) in paesi di quella regione.
Praticamente
a digiuno del contesto geo-politico che mi aspettava l’impatto fu per me
devastante.
Arrivavo
a Gerusalemme nei primi giorni dell’invasione militare israeliana della
Cisgiordania, l’Operazione scudo difensivo, la più grande operazione militare dopo la guerra dei
sei giorni del 1967.
Dal 3
al 17 aprile, gli israeliani presero d’assalto il campo profughi di Jenin abitato da circa quattordicimila
rifugiati uccidendo più di 50 palestinesi e rendendone 13.000 senzatetto.
L’intento
era di catturare o uccidere i responsabili di attentati suicidi che avevano
portato a più di settanta vittime civili israeliane nelle settimane precedenti.
L’attacco
venne condotto con una violenza eccezionale e, secondo l’organizzazione “Human
Rights Watch” (HRW), commettendo gravi violazioni del diritto umanitario
internazionale equivalenti a crimini di guerra.
Furono
invase le maggiori città della Cisgiordania, con periodi anche di diversi
giorni di coprifuoco totale.
Come
descritto dal rapporto di HRW, l’IDF (Israeli Defence Force) bloccò il passaggio di veicoli e
personale medico di emergenza per undici giorni, lasciando i feriti e i civili
nel campo, così come i malati, senza alcun accesso alle cure mediche urgenti.
Il
funzionamento delle ambulanze e degli ospedali nella “città di Jenin” fu
severamente limitato e le ambulanze ripetutamente attaccate.
L’IDF impedì alle organizzazioni
umanitarie, compreso il “Comitato internazionale della Croce Rossa e la stessa
OMS”, di accedere al campo e ai suoi abitanti civili. Questo blocco continuò per diversi
giorni anche dopo che la maggior parte dei palestinesi armati si era arresa.
Da
allora ad oggi, la mia conoscenza diretta della realtà israelo-palestinese è
venuta negli anni progressivamente migliorando sia durante il periodo trascorso
come funzionario dell’OMS, sia nei quasi quattro anni con la Cooperazione
Italiana (ora AICS Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo).
Anche
in seguito, rientrato in Italia, ho continuato a mantenere uno stretto legame
sia personale sia professionale e accademico con dirigenti di organizzazioni
internazionali, colleghi, politici, accademici e semplici cittadini palestinesi
e israeliani in Cisgiordania, Gerusalemme Est e soprattutto nella Striscia di Gaza.
Questa
visione privilegiata di quel mondo in un arco di vent’anni mi stimola a
interrogarmi su cosa sia cambiato e cosa NON è cambiato con il mutare del clima
politico interno ed internazionale;
se
esistano differenze o similitudini nella condotta e nelle strategie dei
principali attori di quello scenario;
se
soprattutto esista una direzione che gli eventi stanno seguendo e un esito
finale a cui stanno conducendo.
Sono
domande che mi pongo non come scienziato politico o esperto di relazioni
internazionali ma come, diciamo, un semplice “osservatore partecipante”.
Rileggendo
la corrispondenza che allora tenevo con familiari e amici, alcuni tratti di
quanto osservavo stanno riproponendosi in un modello di condotta da parte
israeliana che continua a ripetersi.
Scrivevo
nell’aprile del 2002 ai miei familiari:
Come
avrete visto e sentito, in questi giorni sta avendo luogo un intervento
militare da parte di Israele nei territori palestinesi particolarmente violento
e in molti suoi aspetti assolutamente ingiustificato e ingiustificabile:
mi riferisco alle violenze sia fisiche che
psicologiche a cui viene sottoposta in modo indiscriminato la popolazione
civile palestinese.
Questo
atteggiamento da parte dell’esercito israeliano appare chiaramente di tipo
intimidatorio, vendicativo e con lo scopo evidente di chiarire una volta per
tutte chi comanda e chi deve obbedire …
La
ragione addotta di combattere il terrorismo appare spesso ridicola, appunto per
i mezzi utilizzati, per l’intensità sproporzionata e per l’ovvio intento di
ritorsione. […]
Quello che ho potuto vedere con i miei occhi e
mi ha profondamente turbato è stata la distruzione gratuita, da parte dei carri
armati che scorrazzavano per le vie della città, di beni e infrastrutture che
faccio fatica a vedere associati con il terrorismo (giardini, monumenti,
marciapiedi, aiuole, fontane, fogne, cabine e pali della luce).
Le
strade deserte, oltre ad essere piene di detriti e resti delle case distrutte,
sono ormai colme di rifiuti, gettati dalla gente chiusa in casa che consuma
quel poco che ha a disposizione, ormai maleodoranti e circondati da nugoli di
mosche.
[…]
È come
operatore sanitario che mi sento indignato e non soltanto come cittadino del
mondo.
La
comunità umana si è data delle regole anche per, paradossalmente, fare le
guerre.
L’assistenza
ai feriti, la libera circolazione delle ambulanze e dei soccorsi umanitari sono
diritti umani basilari sanciti da convenzioni internazionali.
È ridicolo nascondersi dietro la scusa della lotta al
terrorismo per giustificare questo stato di cose.
Per
controllare che una ambulanza non contenga armi o terroristi è sufficiente
perquisirla accuratamente; non è giustificabile impedirle di portare aiuto ai
feriti, o addirittura arrestare il personale sanitario.
Gli
eventi di questi giorni dimostrano un totale disprezzo nei confronti della
protezione dei civili e una arrogante noncuranza delle leggi internazionali e
della sicurezza del personale umanitario.
Come
vent’anni fa (e come in tutte le guerre) la verità è sempre la prima vittima.
Colpito
dall’alto numero di amici a cui scrivevo che si mostravano stupiti di quanto
raccontavo loro, riportavo nella mia risposta uno studio della “Glasgow
University Media Group” che, riferendosi alla Gran Bretagna, mostrava come la
mancanza di comprensione da parte del pubblico del conflitto
israelo-palestinese e delle sue origini sia in buona parte da attribuire ai
media, in particolare alla televisione.
Agli spettatori, affermava lo studio, viene
raramente detto che i palestinesi sono vittime di un’occupazione militare
illegale.
Il
termine “territori occupati” è quasi mai spiegato. Addirittura, soltanto il 9% dei
giovani intervistati sanno che gli israeliani sono gli invasori e che gli
“insediamenti” sono vere e proprie colonie illegali di israeliani in territorio
palestinese che non appartiene loro.
Evidentemente
l’uso selettivo delle parole è determinante.
Lo
studio mostrava come le parole “assassinio”, “atrocità”, “linciaggio” e
“omicidio selvaggio e a sangue freddo” vengono usati soltanto per descrivere i
morti israeliani.
“Il
grado di prospettiva israeliana assunto dal giornalismo”, affermava il prof.
Greg Philo, “risulta chiaro se le affermazioni vengono ‘invertite’ e presentate
come azioni palestinesi:
ad esempio, non abbiamo trovato nessuna notizia che
affermi che ‘Gli attacchi palestinesi sono stati compiuti in rappresaglia per
l’assassinio di persone che oppongono resistenza alla illegale occupazione
israeliana’”.
Le
notizie e i servizi televisivi – scrivevo agli ignari amici – raramente tendono
a ricordare allo spettatore che Israele si è insediato con la forza sul 78%
della Palestina storica e, fin dal 1967, ha occupato illegalmente e imposto
varie forme di regime militare sul rimanente 22%.
I
ruoli dell’oppressore e della vittima sono regolarmente invertiti:
gli
israeliani non sono mai chiamati “terroristi”, pena l’accusa di antisemitismo
al giornalista che si azzardi a compiere un tale errore.
Tra i termini più recenti utilizzati dai media
troviamo “incursione”, che poi significa “aggredire esseri umani con carri
armati, aerei ed elicotteri da guerra”, e “ciclo di violenza” che suggerisce
nel migliore dei casi due contendenti uguali e posti sullo stesso piano, e non
che uno dei due tenta di opporsi con la violenza ad una violenta oppressione.
Io
stesso, qualche anno più tardi, come responsabile dei programmi sanitari
finanziati dal governo italiano, mi vedevo regolarmente rimuovere la parola
“occupati” dai miei rapporti al Ministero degli Esteri sull’andamento delle
attività nei “territori palestinesi”.
Meglio
ancora se usavo l’espressione “territori dell’autonomia palestinese”.
Vane
le mie rimostranze per ricordare al Console che “oPt”, acronimo di “occupied Palestinian territories”, è la locuzione ufficiale usata dalle
Nazioni Unite.
Se, da
poco “paracadutato” nei fatti cruenti della Cisgiordania, ero rimasto sconvolto
dalla brutalità e arroganza di Israele nei confronti delle regole d’ingaggio
imposte dalle convenzioni internazionali in caso di guerra, quello che sta
succedendo oggi a Gaza e in Israele, unito alla contemporanea crescente
violenza dei coloni in Cisgiordania, non regge assolutamente al confronto.
La differenza in termini quantitativi e qualitativi è
talmente abissale che contare i morti, i feriti, i sepolti sotto le macerie,
gli sfollati senza casa sta diventando un macabro esercizio statistico senza un
reale valore né morale né mediatico.
Dal
punto di vista politico già l’allora segretario alla Difesa USA Donald
Rumsfeld,
nei primi giorni della guerra in Afghanistan nel marzo 2002, in contemporanea
con l’invasione israeliana, affermava alla CBS News “We don’t do body counts” (Noi non contiamo i morti).
Il
modo di contare (o di non contare) i morti, di pesarne il valore e usarli come
arma dialettica contro l’avversario rimane una costante nella lotta per
ottenere il favore della vasta opinione pubblica e giustificare gravi crimini.
Israele è diventato un esperto del settore.
Nella cosiddetta “guerra al terrorismo”,
guerra in cui non esiste una vera simmetria delle parti (uno stato e un
movimento di lotta), quella più forte in termini militari e politici ha gioco
facile.
L’ignoranza
è anche oggi una delle più potenti armi contro i palestinesi e Gaza in
particolare.
È
l’ignoranza che sta facilitando e addirittura incoraggia questa barbarie.
Ignoranza della storia di un’occupazione durata 75 anni, ignoranza
dell’ingiustizia quotidiana e della persecuzione e apartheid affrontati dai
palestinesi, ignoranza dell’omicidio arbitrario e della detenzione di uomini,
donne e bambini palestinesi, tutti aspetti che hanno poca o nessuna copertura
nei media occidentali.
Ignoranza
storica che facilita la riscrittura della storia, il razzismo che celebra la
brutalità e la violenza contro persone ritenute inferiori e l’odio che
favorisce il massacro di un intero popolo con relativa facilità.
Ignoranza
che permette ai governi e ai media occidentali di inventare storie di stupri di
massa e decapitazioni di bambini, di ospedali bombardati dai propri pazienti,
certi che verranno ingurgitati dal loro pubblico ingenuo.
E così
i palestinesi sono l’incarnazione del male mentre i loro occupanti e carcerieri
israeliani, che li hanno oppressi per decenni, sono vittime innocenti di un
odio inspiegabile e irrazionale.
Deve
pur essere così perché ce lo dicono i nostri leader dei governi occidentali,
bastioni della democrazia, della libertà e dell’umanità, e ce lo ripetono
obbedientemente i loro alleati mediatici con una complicità coerente e
criminale.
L’effetto di questa macchina di propaganda (Hasbara in ebraico) è innegabile:
non a
caso Israele ne ha fatto un ministero.
Mentre
osserviamo la barbarie scatenata su Gaza, il fatto che questa venga acclamata
da così tante persone in tutto l’Occidente è un inquietante promemoria di
quanto il pubblico occidentale sia inconsciamente indottrinato.
Propaganda,
distorsioni e omissioni hanno fatto il loro lavoro: i palestinesi non sono
persone, ma animali.
E di
conseguenza meritano di morire.
Dopo
anni di sforzi, finalmente è stata raggiunta la normalizzazione del genocidio.
La
comparsa della parola “genocidio”, appunto, e la sua progressiva
normalizzazione è senza dubbio la novità più clamorosa nel discorso
israelo-palestinese.
Se da
quasi vent’anni era soltanto un professore israeliano bandito dal suo paese, “Ilan
Pappè”, che cercava di convincere il mondo del “genocidio incrementale” in
corso a Gaza, ora sta davanti ai nostri occhi stupefatti.
Il 15
ottobre più di 800 esperti di diritto internazionale, di studi sull’olocausto e
sul genocidio hanno firmato una dichiarazione pubblica in cui mettono in
guardia sulla possibilità che le forze israeliane commettano un genocidio
contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.
Tutto
questo è molto significativo perché, come sottolinea “Raz Segal”, esperto
israeliano di genocidio moderno, viene meno “il discorso sull’Olocausto, il
modo in cui Israele per decenni ha utilizzato l’Olocausto per negare,
distorcere, giustificare e razionalizzare la violenza di massa israeliana
contro i palestinesi e creare uno stato di impunità per Israele in tutto il
mondo.”
Segal
definisce l’assalto israeliano a Gaza un caso da manuale di “intento di
commettere un genocidio” e la razionalizzazione della sua violenza un “uso
vergognoso” delle lezioni dell’Olocausto.
Secondo
il diritto internazionale, il crimine di genocidio è definito “dall’intento di
distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o
religioso, in quanto tale.”
Nel
suo attacco omicida a Gaza, Israele ha annunciato a gran voce questo obiettivo,
confermato senza mezzi termini dal ministro della difesa israeliano “Yoav
Gallant” il 9 ottobre:
“Stiamo imponendo un assedio completo a Gaza.
Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è
chiuso. Stiamo combattendo animali umani e agiremo di conseguenza”.
I leader occidentali hanno rafforzato questa retorica
razzista descrivendo, quello che indubbiamente è un crimine di guerra di “Hamas”
ai sensi del diritto internazionale, come “un atto di puro male” (Presidente
Joe Biden) e una mossa che riflette un “male antico” (Ursula von der Leyen).
“Questo
linguaggio disumanizzante è chiaramente calcolato per giustificare la
distruzione su vasta scala di vite palestinesi;
l’affermazione del ‘male’, nel suo
assolutismo, rimuove le distinzioni tra militanti di “Hamas” e civili di Gaza e
oscura il contesto più ampio di colonizzazione e occupazione”, commenta “Raz
Segal”.
Dei
cinque atti che rientrano nella definizione di genocidio delle Nazioni Unite,
Israele a Gaza sta perpetrando le prime tre
(a)
uccisione di membri del gruppo;
b)
lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
c)
sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la
sua distruzione fisica, totale o parziale) attraverso i bombardamenti che nei
primi sei giorni hanno visto oltre 6.000 bombe devastare Gaza, una delle aree
più densamente popolate del mondo: più di quelle sganciate in un mese dalla
coalizione guidata dagli Stati Uniti nella lotta contro l’Isis.
“Human
Rights Watch” ha confermato che tra le armi utilizzate figurano bombe al
fosforo bianco, arma che brucia nell’aria e niente può fermarla, che dà fuoco a
corpi e edifici, creando fiamme che non si spengono a contatto con l’acqua.
Ciò dimostra chiaramente cosa intende “Gallant”
con “agire di conseguenza”:
non
prendere di mira singoli militanti di “Hamas”, come sostiene Israele, ma
scatenare una violenza mortale contro i palestinesi a Gaza “in quanto tali”,
nel linguaggio della” Convenzione sul genocidio delle Nazioni Unite”.
Israele
ha anche intensificato il suo assedio di Gaza in corso da 16 anni – il più
lungo della storia moderna, in chiara violazione del diritto umanitario
internazionale – fino a renderlo un “assedio completo”, secondo le parole di “Gallant”.
Questo
significa portare il blocco alla sua meta finale di annichilimento sistematico
dei palestinesi e della società palestinese a Gaza, uccidendoli, facendoli
morire di fame, tagliando le loro forniture d’acqua, cibo e carburante (vitale
per i generatori elettrici) e bombardando i loro ospedali.
Nel
frattempo, gli appelli al genocidio, a “cancellare” e “rasare al suolo” Gaza,
sono diventati onnipresenti sui social media israeliani.
A Tel
Aviv, appeso a un ponte è stato visto uno striscione con la scritta “Zero
Gazans”.
“C’è
il grave pericolo che ciò a cui stiamo assistendo possa essere una ripetizione
della “Nakba” del 1948 [“catastrofe”, termine utilizzato per gli eventi del
1947-1949, quando oltre 750.000 palestinesi furono sottoposti a pulizia etnica
nella Palestina storica e costretti nei campi profughi per creare lo Stato di
Israele] e della “Naksa” del 1967 [“battuta d’arresto”, espressione usata per
descrivere la sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni del 1967], anche se su
scala più ampia”, ha affermato “Francesca Albanese”, Relatrice Speciale delle
Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi
occupati dal 1967.
Israele utilizza da tempo la guerra per
giustificare la pulizia etnica dei palestinesi. I funzionari governativi hanno
apertamente chiesto un’altra “Nakba” e ciò che sta accadendo ora a Gaza
(compreso l’ordine, illegittimo secondo il diritto internazionale, alla
popolazione del nord della Striscia di spostarsi in massa verso il sud) è un
tentativo di costringere i residenti civili a rifugiarsi e a migrare in Egitto,
incoraggiato dalle promesse di Washington di condonare gran parte dell’enorme
debito egiziano.
È già
pronto nientemeno un “Piano per il reinsediamento e la riabilitazione
definitiva in Egitto dell’intera popolazione di Gaza”, “piano sostenibile ed
economicamente fattibile, che ben si allinea con gli interessi economici e
geopolitici dello Stato di Israele, dell’Egitto, degli Usa e dell’Arabia
Saudita”.
I
profughi, una volta attraversato il confine con l’Egitto, verranno ovviamente
lasciati a marcire nel Sinai.
Si
stanno creando le condizioni progettate per provocare la distruzione del gruppo
e bisogna essere trasparenti riguardo all’intento dichiarato che vediamo sempre
più palesemente.
“Dobbiamo essere chiari, afferma ancora “Raz
Segal,” sul fatto che la violenza israeliana contro i palestinesi è una
questione sistemica strutturale sin dalla creazione dello Stato israeliano,”
parte
integrante del progetto di colonialismo di insediamento che mira, ha sempre
mirato, alla eliminazione in tutti i modi della popolazione nativa.
“Il
sionismo, infatti, è considerato come una forma di colonialismo di insediamento
che mira ad impossessarsi della terra e a sbarazzarsi della popolazione
indigena” rispondendo ad una “logica di eliminazione”.
Tutto
questo mi conduce a una conclusione paradossale.
Se è vero che la comparsa e la normalizzazione
del termine “genocidio” nel discorso Israele-Palestina è un fenomeno nuovo
rispetto al momento del mio primo arrivo nella Palestina occupata, è
altrettanto vero che è almeno dal 1948 che il progetto coloniale sionista sta
realizzandosi.
È quindi dall’arrivo del sionismo nella
Palestina storica che opera la “natura coloniale della violenza” che
ridimensiona “la falsa simmetria tra ebrei israeliani e palestinesi,
considerati come parti con ruoli uguali all’interno di un conflitto, invece che
nella dicotomia coloni/nativi tipica delle società nate dall’insediamento
coloniale”.
Scrivevo
ad amici in Italia il 27 luglio 2002:
Il
massacro di Gaza ha suscitato il vespaio che chiunque, compreso “Sharon”,
poteva immaginare.
Chi
sosteneva la tesi che le bombe suicide palestinesi hanno una diversa rilevanza
morale rispetto alla violenza dell’esercito israeliano (in quanto le prime
colpiscono i civili mentre la seconda provoca “soltanto danni collaterali”),
ora si trova costretto a meditare.
Il
governo israeliano, come avrete sentito o letto, si è giustificato dicendo che
non aveva previsto che si verificassero morti civili.
Chi vedesse l’area della città di Gaza in cui
si è verificato il fatto si renderebbe conto della ridicolezza di tale
affermazione.
Quello che è successo è che, allo scopo di
uccidere un attivista palestinese membro di “Hamas”, per quanto considerato
pericoloso, è stato utilizzato un aereo da caccia F16 che ha sganciato una
bomba di una tonnellata su un appartamento in un quartiere residenziale
densamente popolato alla periferia della città di Gaza.
La maggior parte delle vittime, tutte civili,
si trovava nei palazzi adiacenti, tra cui uno di tre piani.
L’attacco
ha avuto luogo appena prima di mezzanotte quando tutti erano a letto a dormire.
15
palestinesi, tra cui più della metà bambini, sono stati uccisi, oltre 140
feriti. Come possono affermare le autorità israeliane che non si aspettavano
vittime civili?
Questa
storia si sta ripetendo almeno dall’inizio della seconda Intifada nel settembre
2000:
da
allora palestinesi e israeliani, da entrambe le parti sono stati uccisi, la
stragrande maggioranza civili disarmati.
Sostenere che i primi sono morti “per sbaglio”
mentre i secondi sono stati deliberatamente assassinati, ponendo così le due
parti su due posizioni morali diverse, va contro sia il senso comune sia le
prove a disposizione.
Tutte
le organizzazioni indipendenti per i diritti umani che hanno esaminato il
comportamento di Israele (come Amnesty International, Human Rights Watch,
B’Selem-Israele) hanno documentato un sistematico e deliberato uso della violenza contro
civili palestinesi disarmati da parte dell’esercito israeliano.
Scrive
il giornalista americano “Chris Hedges” nel suo “Diario da Gaza” pubblicato
nell’ottobre 2001 sulla rivista “Harpers”:
“Ieri gli israeliani hanno colpito otto giovani di cui
sei con meno di 18 anni. Uno ne aveva 12.
Oggi
pomeriggio ne hanno ammazzato uno di 11 anni, “Ali Murad”, e feriti seriamente
altri quattro.
Molti bambini sono stati uccisi nelle
situazioni di guerra in cui ho lavorato – dalle squadre della morte in El
Salvador e nel Guatemala, dai fondamentalisti in Algeria e dai cecchini Serbi –
ma non avevo mai visto finora dei soldati attirare dei bambini in trappola come
topi e poi ammazzarli, così per sport.
Allora,
20 anni fa, al mio arrivo nella Palestina occupata, come oggi che leggo
inorridito quei pochi messaggi whatsapp che amici “gazawi” riescono a inviarmi,
l’uccisione di persone innocenti da entrambe le parti è già abbastanza
esasperante.
Tuttavia,
se tali atti sono seguiti da un’alzata di spalle collettiva e dal tetro
eufemismo secondo cui le vittime rappresentano semplicemente “danni
collaterali”, disumanizzandole e banalizzando le sofferenze inflitte alle loro
famiglie, allora si aggiunge al danno la beffa.
In Israele, l’uso del termine “danno
collaterale” è diventato una sorta di giustificazione, addirittura un modo per
incolpare coloro che sono stati uccisi dall’”IDF” semplicemente perché si
trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato, scagionando così i veri
responsabili.
Guardandomi
alle spalle nel tempo e cercando di dare una risposta agli interrogativi che mi
ero posto, la vera novità che constato essere presente oggi di fronte a quanto
sta succedendo a Gaza è, da una parte, la totale, acritica complicità attiva
del blocco occidentale a quello che ormai si sta rivelando come reale
genocidio, dall’altra, la nostra mancanza di consapevolezza dell’abisso morale
in cui siamo sprofondati.
Nelle parole di un’amica palestinese: “È la morte
dell’umanità e della morale.”
. Il
blog di Angelo d'Orsi
CercaVAI
AL CONTENUTO
HOME
INFORMAZIONI CONTATTI ACCEDI
PIETÀ
L’È MORTA.
Angelodorsi.wordpress.com
– (29 OTTOBRE 2023) - ANGELO D'ORSI – ci dice:
ATTUALITÀ,
POLITICA INTERNAZIONALE.
ISTRUITEVI,
AGITATEVI, ORGANIZZATEVI.
Non
riusciamo a tenere la contabilità dei morti.
Siamo
ormai oltre quota 8000, di cui poco meno della metà, bambini.
Israele,
ha iniziato “l’operazione di terra”.
Nulla viene risparmiato dai bombardamenti
dell’aviazione di Israele, coadiuvata dalle forze di terra.
Ospedali
e chiese sono nel mirino incredibilmente.
La
“Mezza Luna Rossa Palestinese” informa di aver ricevuto dalle autorità
israeliane l’ordine di “evacuare immediatamente l’ospedale Al-Quds nella
Striscia di Gaza, poiché verrà bombardato.
E ci
si ripete che se i “gazawi” non vogliono morire possono semplicemente
andarsene.
Non ci
si spiega dove e come.
Il
presidente israeliano dal canto suo Netanyahu ha appena dichiarato, in modo
tronfio e arrogante:
“Da
ora esauriremo ogni opportunità per riportare i nostri fratelli e sorelle
rapiti al caldo abbraccio delle loro famiglie.
Chiunque
osi accusare le nostre truppe di commettere crimini di guerra è gente
completamente ipocrita.
L’IDF [le forze armate israeliane, chiamate
di “Difesa”: Israel Defense Forces] è l’esercito più morale ed etico del mondo e sta
facendo tutto il possibile per evitare di danneggiare coloro che non sono
coinvolti.
Il
cinismo dei nostri nemici non ha confini, commettono crimini di guerra, usano i
residenti di Gaza come scudi umani e gli ospedali come quartieri generali delle
loro attività terroristiche.
E molte persone ora, nel mondo, capiscono
molto bene ciò che abbiamo sostenuto in tutti questi anni.
Israele
non sta combattendo solo per la propria guerra, ma piuttosto questa è la guerra
dell’umanità nella sua interezza, la lotta dell’umanità contro la barbarie.
E i Nostri alleati nel mondo occidentale e i
nostri partner nel mondo arabo, oggi capiscono che se Israele non vince,
saranno i prossimi in questo tour di conquista dell’asse del male”.
Asse
del male, male assoluto, barbarie, animali non umani, umani animali, Gaza deve
essere distrutta, la nostra vendetta è incominciata, è giunta l’ora della resa
dei conti, gli spezzeremo le reni…
Queste
ed altre simili espressioni sono state usate, testualmente, da dirigenti,
civili e militari, di Israele, pronti a sacrificare gli ostaggi, e sempre più
crescono i nostri dubbi sugli avvenimenti del 7 ottobre.
Dubbi
per ora, e dovremo attendere elementi probanti per avere qualche certezza in
più.
Adesso
non si può che continuare a denunciare in ogni sede, con la voce più alta
possibile, in ogni forma, il genocidio in atto a Gaza, e sia pure in altre
forme, anche in Cisgiordania.
“Israele
ha il diritto di difendersi”, si ripete ovunque, e ci si chiedono giuramenti di
fedeltà occidentale: “tu condanni Hamas?” è la prima domanda.
“Tu
condanni l’invasione russa dell’Ucraina?”.
Non sono disposto ad accettare questa logica
semplicistica che nasconde i contesti e le responsabilità storiche.
Se Israele ha il diritto di difendersi, e
persino l’Ucraina, perché questo diritto viene negato ai popoli del Donbass, e
soprattutto al popolo palestinese?
Putin “criminale di guerra”; Netanyahu, difensore dei
“valori” occidentali?
Prima
che al bombardamento di tritolo e fosforo bianco (vietato), è necessario e
urgente ribellarsi a un altro bombardamento:
quello
delle menzogne, quello della propaganda, quello delle false verità di chi mira
alla completa eliminazione, uccidendo o espellendo, di un popolo.
E i nostri giornalisti sono non da oggi in
prima fila a sparare le loro bombe, le loro granate, i loro missili di
menzogne, o anche solo ad avallare quelle di Tel Aviv, di Kiev, di Washington,
di Londra, di Parigi, di Berlino.
Del
nostro governo non vale neppure la pena di parlare, per la posizione
ambiguamente miserabile espressa dalla signora Meloni, con l’astensione sulla
risoluzione ONU che chiede una “tregua umanitaria”.
Ma no: il genocidio deve proseguire.
Pietà
l’è morta. E allora, poi, non aspettatevi pietà.
PERCHÉ
GLI EBREI
SONO
COSÌ INFLUENTI?
Comedonchisciotte.org - Kevin Macdonald – The
Unz Review - CptHook – (04 Novembre 2023) – ci dice:
Le
popolazioni ebraiche hanno sempre avuto enormi effetti sulle società in cui
risiedono grazie a diverse qualità che sono centrali nella strategia evolutiva
del gruppo ebraico e che probabilmente sono state sottoposte a selezione
genetica nei “gruppi ebraici ashkenaziti”.
Innanzitutto,
gli ebrei sono etnocentrici e capaci di cooperare in gruppi altamente
organizzati, coesi ed efficaci.
Importante è anche l’intelligenza elevata,
compresa l’utilità dell’intelligenza per raggiungere la ricchezza, la ribalta
nei media e l’eminenza nel mondo accademico e nella professione legale.
Discuterò anche altre due qualità che hanno
ricevuto meno attenzione:
l’intensità psicologica, l’aggressività e,
infine, accennerò al fenomeno dei guru ebrei.
I
quattro tratti di fondo dell’etnocentrismo, dell’intelligenza e della
ricchezza, dell’intensità psicologica e dell’aggressività, insieme a una forte
leadership carismatica, fanno sì che gli ebrei siano in grado di produrre
gruppi formidabili ed efficaci, capaci di avere effetti potenti e trasformativi
sui popoli in cui vivono.
Nel
mondo post-illuminista, questi tratti influenzano il mondo accademico e il
mondo dei media mainstream e d’élite, amplificando così l’efficacia degli ebrei
rispetto alle società tradizionali.
Tuttavia,
anche prima dell’Illuminismo gli ebrei sono diventati ripetutamente un gruppo
d’élite e potente nelle società in cui risiedevano in numero sufficiente.
È
notevole che gli ebrei, di solito come una piccola minoranza, siano stati al
centro di un lungo elenco di eventi storici.
Gli
ebrei erano molto presenti nella mente dei Padri della Chiesa nel IV secolo,
durante gli anni formativi del dominio cristiano in Occidente.
In
effetti, ho suggerito che i duri atteggiamenti e norme antiebraiche della
Chiesa del IV secolo debbano essere intesi come una reazione difensiva contro
il potere economico e la schiavitù dei non ebrei da parte degli ebrei.
Gli
ebrei che si erano nominalmente convertiti al cristianesimo, ma che mantenevano
i loro legami etnici nel matrimonio e nel commercio, furono al centro dei 250
anni di Inquisizione in Spagna, Portogallo e nelle colonie spagnole del Nuovo
Mondo.
Fondamentalmente,
l’Inquisizione va vista come una reazione difensiva al dominio economico e
politico di questi “nuovi cristiani”.
I
critici ottocenteschi degli ebrei si lamentavano in genere dell’influenza
ebraica nei media e della ricchezza ebraica, che spesso rendeva le tradizionali
élite aristocratiche occidentali sottomesse a loro e, come “Richard Wagner”, si
lamentavano dell’influenza ebraica sulla cultura.
Gli ebrei sono stati anche al centro di tutti gli
eventi importanti del XX secolo, sono stati una componente necessaria della
rivoluzione bolscevica che dette origine all’Unione Sovietica, partecipando
volontariamente agli orrendi omicidi di massa dei primi decenni, e sono rimasti
un gruppo d’élite nell’Unione Sovietica fino a ben oltre la Seconda Guerra
Mondiale.
Sono
stati un punto centrale del nazionalsocialismo in Germania, in parte a causa
del ruolo degli ebrei nel bolscevismo, e sono stati i principali promotori
della rivoluzione culturale e multiculturale/multietnica negli Stati Uniti dopo
il 1965, compreso l’incoraggiamento di una massiccia immigrazione non bianca
nei Paesi di origine europea.
Nel mondo contemporaneo, i gruppi di pressione ebraici
americani organizzati e gli “ebrei neoconservatori (DemUsa)” profondamente
impegnati nell’amministrazione Bush e nei media, hanno avuto un ruolo cruciale
nel fomentare guerre a vantaggio di Israele, e ora gli “ebrei neocon
dell’amministrazione Biden” hanno stabilito il sostegno totale all’Ucraina
contro la Russia e a Israele contro Hamas.
In
questo momento l’”ADL” sta guidando la campagna per eliminare dai social media,
in particolare da “X” (Twitter), le idee a loro non gradite, e i miliardari
ebrei stanno inserendo nella lista nera gli studenti e ritirando i
finanziamenti alle università se non esprimono un entusiastico sostegno a
Israele.
In effetti, direi che stiamo assistendo ancora
una volta a un’incredibile dimostrazione del potere ebraico negli Stati Uniti.
Come
può una minoranza così piccola avere effetti così grandi sulla storia
dell’Occidente?
Non
discuterò il ruolo dell’individualismo occidentale nel facilitare l’influenza
ebraica.
Tendiamo
a vedere le persone come individui, come nell’”ideologia della meritocrazia
daltonica” così comune tra “i conservatori mainstream”.
Gli
ebrei sono etnocentrici.
In
altre sedi ho sostenuto che l’etnocentrismo degli ebrei può essere ricondotto
alle loro origini mediorientali.
La
cultura ebraica tradizionale presenta una serie di caratteristiche che
identificano gli ebrei con le culture ancestrali dell’area.
La più
importante di queste è che gli ebrei e le altre culture mediorientali si sono
evolute in circostanze che hanno favorito grandi gruppi dominati da maschi.
Questi gruppi erano fondamentalmente famiglie allargate con alti livelli di
endogamia (cioè il matrimonio all’interno del gruppo di parentela) e di
matrimonio consanguineo (cioè il matrimonio con parenti di sangue), compreso il
matrimonio zio-nipote sancito nell’Antico Testamento.
Queste
caratteristiche sono esattamente l’opposto delle tendenze dell’Europa
occidentale.
Mentre
le società occidentali tendono all’individualismo, la forma culturale ebraica
di base è il collettivismo, in cui esiste un forte senso dell’identità e dei confini
del gruppo e un particolarismo morale rappresentato dalla frase “È un bene per gli ebrei “.
Negli
scritti religiosi ebraici, i non ebrei non avevano alcuna posizione morale e
potevano essere sfruttati a piacimento, purché non danneggiassero l’intero
gruppo.
Le società mediorientali sono caratterizzate
dagli antropologi come “società segmentarie”, organizzate in gruppi
relativamente impermeabili e basati sulla parentela.
I
confini del gruppo sono spesso rafforzati da marcatori esterni come
l’acconciatura o l’abbigliamento, come gli ebrei hanno spesso fatto nel corso
della loro storia.
Gruppi
diversi si stabiliscono in aree diverse dove mantengono la loro omogeneità
accanto ad altri gruppi omogenei, come illustra questo resoconto di “Carleton
Coon”:
“Lì
l’ideale era sottolineare non l’uniformità dei cittadini di un Paese nel suo
complesso, ma l’uniformità all’interno di ogni segmento speciale e il massimo
contrasto possibile tra i segmenti.
I
membri di ogni unità etnica sentono il bisogno di identificarsi attraverso una
qualche configurazione di simboli.
Se in
virtù della loro storia possiedono qualche peculiarità razziale, la esalteranno
con tagli di capelli speciali e simili;
in ogni caso indosseranno abiti distintivi e
si comporteranno in modo caratteristico”.
Gli
ebrei sono all’estremo di questa tendenza mediorientale al collettivismo e
all’etnocentrismo.
Nella
mia trilogia sull’ebraismo ho fornito molti esempi di etnocentrismo ebraico di
cui, forse, il più importante è il “networking” etnico che è stato così
importante per il mio libro “The Culture of Critique”, e ho sostenuto in
diversi punti che l’etnocentrismo ebraico ha una base biologica.
Un
buon punto di partenza per riflettere sull’etnocentrismo ebraico è il lavoro di
“Israel Shahak”, in particolare il suo “Fondamentalismo ebraico in Israele”,
scritto a quattro mani con “Mezvinsky.
Gli
attuali fondamentalisti cercano di ricreare la vita delle comunità ebraiche
prima dell’Illuminismo (cioè prima del 1750 circa).
In
questo periodo la grande maggioranza degli ebrei credeva nella” Kabala”, la
tradizione mistica ebraica.
Studiosi ebrei influenti come “Gershom Scholem”
ignorarono l’ovvio materiale razzista ed esclusivista della letteratura
cabalistica usando parole come “uomini”, “esseri umani” e “cosmico” per
suggerire che la Kabala ha un messaggio universalista.
I testi attuali dicono che la salvezza è solo per gli
ebrei, mentre i non ebrei hanno “anime sataniche”.
L’etnocentrismo
che traspare da tali affermazioni non solo era la norma nella società ebraica
tradizionale, ma rimane una corrente potente del “fondamentalismo ebraico
contemporaneo”, con importanti implicazioni per la politica israeliana.
Ad
esempio, il rabbino “Menachem Mendel Schneerson”, in “Lubavitcher Rebbe”,
descriveva la differenza tra ebrei e non ebrei:
“Non
si tratta di un caso di cambiamento profondo in cui una persona si trova
semplicemente a un livello superiore.
Abbiamo piuttosto un caso di… una specie
totalmente diversa…. Il corpo di una persona ebrea è di qualità totalmente
diversa dal corpo di [membri] di tutte le nazioni del mondo….
La
differenza della qualità interna [del corpo]… è così grande che i corpi
sarebbero considerati come specie completamente diverse.
Questo
è il motivo per cui il Talmud afferma che c’è una differenza malacica di
atteggiamento nei confronti dei corpi dei non ebrei [rispetto ai corpi degli
ebrei]: ‘i loro corpi sono vani’…
Una
differenza ancora maggiore esiste per quanto riguarda l’anima.
Esistono
due tipi opposti di anima, un’anima non ebraica proviene da tre sfere
sataniche, mentre l’anima ebraica deriva dalla santità.”
Queste
persone, e gli etno-nazionalisti laici che hanno fondamentalmente le stesse
idee, sono saldamente al comando in Israele, il che ha portato a una lunga
serie di proteste da parte degli ebrei liberali in Israele e negli Stati Uniti.
Ci
sono un milione di altri esempi, ma per brevità mi limiterò a questo.
Persino
un importante apologeta di Israele come “Thomas Friedman” del “NYTimes” ha
recentemente scritto che l’attuale governo è una “coalizione di estrema destra di
suprematisti ebrei e di ebrei ultra ortodossi “. Ma l’”AIPAC” (la potentissima lobby ebrea,
N.d.T.) domina
ancora il Congresso e il ramo esecutivo e quindi non ci saranno cambiamenti a
breve.
Da “Mondo
Weiss”:
“Quando
a luglio la deputata “Jayapal” ha definito Israele uno Stato razzista,
democratici e repubblicani le sono saltati addosso in una sorta di “frenesia
alimentare” politica.
Si
sono accaniti sulla difesa di Israele, uno Stato il cui razzismo non è solo
evidente, ma anche un punto di orgoglio per molti membri del suo governo.
Hanno
approvato immediatamente e a stragrande maggioranza una risoluzione in cui si
afferma che ‘lo Stato di Israele non è uno Stato razzista o di apartheid’.
La Jayapal, ovviamente, ha votato con la
maggioranza.
I nove che hanno votato contro erano tutti
progressisti che sono in cima alla lista dei più odiati dall’AIPAC.
Il provvedimento è passato al Senato con un
consenso unanime.”
Un
sostegno analogo e schiacciante a Israele nell’aggressione a Gaza è passato
alla Camera dei Rappresentanti ed è stato unanime al Senato. I repubblicani e i
conservatori in generale sono particolarmente favorevoli a Israele.
Lo
stesso vale per i media conservatori.
Non sono sicuro del perché.
Da un
lato probabilmente perché una parte significativa del loro pubblico è
costituita da evangelici che pensano che il successo di Israele inaugurerà la
seconda venuta di Gesù e la fine dei tempi.
Potrebbe anche trattarsi del loro desiderio di
ottenere legittimità in un ambiente culturale completamente dominato dalla
sinistra, che
accusa chiunque si trovi alla destra di Mitt Romney di essere un fanatico
nazista.
L’etnocentrismo
risponde a particolari fattori ambientali, quelli che gli evoluzionisti
definiscono “meccanismi facoltativi”, cioè meccanismi che possono essere
innescati da circostanze esterne come la percezione di una minaccia. Il fenomeno della mentalità
dell’assediato è stato notato da molti autori come tipico della cultura ebraica
nel corso della storia (cfr. “A People That Shall Dwell Alone”, cap. 7, pp. 218-219)
“Tra
gli ebrei sembra essere comune un senso costante di minaccia incombente.
Scrivendo sul profilo clinico delle famiglie ebraiche, “Herz” e “Rosen” (1982)
notano che per le famiglie ebraiche ‘il senso di persecuzione (o della sua
imminenza) fa parte del patrimonio culturale e di solito è assunto con orgoglio.
La sofferenza è persino una forma di
condivisione con i propri compagni ebrei. Lega gli ebrei al loro patrimonio,
alla sofferenza degli ebrei nel corso della storia’. “Zborowski “e “Herzog”
(1952, 153) notano che le case degli ebrei benestanti nelle comunità
tradizionali “Shtetl dell’Europa orientale” avevano talvolta dei passaggi
segreti da utilizzare in caso di pogrom antisemiti, e che la loro esistenza era
‘parte dell’immaginario dei bambini che vi giocavano intorno’, proprio come la
memoria semi-rimossa faceva parte dell’abito mentale di ogni ebreo”.
(Nota del Traduttore: al riguardo si
veda anche Gilad Atzmon, “Disturbo da stress pre-traumatico” pubblicato su
ComeDonChisciotte già nel 2006 e citato pochi giorni fa da un lettore).
Un
buon esempio è la reazione degli ebrei americani alla guerra del 1967.
“Silberman”
osserva che all’epoca della guerra arabo-israeliana del 1967, molti ebrei
potevano identificarsi con l’affermazione del rabbino “Abraham Joshua Heschel”:
“Non sapevo quanto fossi ebreo”.
“
Silberman” commenta che “Questa era la risposta, non di un nuovo arrivato
all’ebraismo o di un devoto occasionale, ma dell’uomo che molti, me compreso,
considerano il più grande leader spirituale ebreo del nostro tempo“.
Molti
altri fecero la stessa sorprendente scoperta su sé stessi;
“Arthur
Hertzberg” scrisse che “la reazione immediata dell’ebraismo americano alla
crisi fu molto più intensa e diffusa di quanto si potesse prevedere. Molti
ebrei non avrebbero mai creduto che il grave pericolo per Israele potesse
dominare i loro pensieri e le loro emozioni escludendo tutto il resto”.
L’attuale
guerra a Gaza non fa eccezione.
Gli haredim (ebrei ultra-ortodossi conservatori,
N.d.T., foto del titolo), che di solito evitano il servizio militare per dedicare la
loro vita allo studio, si stanno arruolando nell’IDF e J Street, la lobby
sionista liberale, emette condanne di Hamas totalmente prive di contesto.
È la stessa cosa con la facoltà ebraica della mia ex
università, tutti liberali e ignari del ruolo del comportamento israeliano nel
produrre l’odio palestinese, ma inorriditi dal fatto che qualcuno possa
abbattere un poster di un ostaggio ebreo affisso in un edificio universitario e
che si appellano alla libertà di parola (dove erano al momento di condannare il
ruolo centrale dell’ADL nel censurare la libertà di parola sui social media?
Non
credo sia un caso che io e un paio di miei “fratelli d’arme” siamo stati
banditi da “X” dopo che Musk ha preso il comando e sta facendo del suo meglio
per evitare l’ira dei potenti).
Ci
sono ancora voci come “Jewish Voice of Peace” e “Mondo weiss” che da tempo
condannano le politiche israeliane nei confronti dei palestinesi, ma non
rappresentano certo la stragrande maggioranza del potere e del denaro della
comunità ebraica americana.
Questa
risposta evoluta alle minacce esterne è spesso manipolata dalle autorità
ebraiche che cercano di inculcare un più forte senso di identificazione del
gruppo, come ad esempio i messaggi di minaccia sempre crescente di
antisemitismo promulgati dall’ADL, accompagnati da richieste di donazioni.
Bar-Tal
et al. (1992)
notano che:
“…non
sorprende che la mentalità dell’assediato sia correlata all’etnocentrismo. La
convinzione che il mondo abbia intenzioni negative nei confronti del gruppo
indica la sua malvagità, cattiveria e aggressività. In questo contesto, il
gruppo non solo si sente vittima e padrone di sé, ma anche superiore al gruppo
esterno .”
Gli
ebrei sono intelligenti (e ricchi).
La
grande maggioranza degli ebrei americani è composta da ebrei ashkenaziti.
Si tratta di un gruppo molto intelligente, con
un quoziente intellettivo medio di circa 111, con una particolare forza nel
quoziente intellettivo verbale.
Poiché
il QI verbale è il miglior predittore del successo lavorativo e della mobilità
verso l’alto nelle società contemporanee, non sorprende che gli ebrei siano un
gruppo d’élite negli Stati Uniti.
L’intelligenza, così come gli altri tratti qui
discussi, erano probabilmente sottoposti a selezione genetica nelle società
ashkenazite tradizionali, perché agli studiosi venivano offerti matrimoni con
le figlie di ebrei ricchi e buone opportunità commerciali.
Ricchezza
e successo riproduttivo erano fortemente legati almeno prima del XIX secolo.
Tuttavia,
a causa delle differenze demografiche tra ebrei e bianchi americani, ci sono
molti più bianchi americani a qualsiasi livello di QI richiesto per la mobilità
verso l’alto e le posizioni di leadership nella società americana.
Ad esempio, con un QI di 140, gli americani
bianchi sono cinque volte più numerosi degli ebrei.
Il QI è quindi una spiegazione insufficiente
dell’influenza ebraica.
L’intelligenza
e la rete etnica sono importanti per il successo accademico, e nei capitoli due
e cinque di “The Culture of Critique” ho mostrato che gli ebrei e le
organizzazioni ebraiche hanno guidato lo sforzo intellettuale per negare
l’importanza delle differenze razziali ed etniche nelle vicende umane e per
patologizzare qualsiasi senso di identità o interesse bianco.
Il
ruolo degli ebrei nel creare il contesto intellettuale della legge
sull’immigrazione del 1965 si è basato sul successo del movimento Basiano in
antropologia nel plasmare i punti di vista accademici sulla razza, dominando l’”American
Anthropological Association” fin dagli anni Venti.
Ad esempio, la storica dell’antropologia “Gelya
Frank” ha osservato che “nel messaggio e nello scopo, [l’antropologia di Boas]
era una scienza esplicitamente antirazzista“.
Questo sovvertiva il forte senso della razza e
degli interessi razziali che erano tendenze prominenti nel mondo accademico e
nei media tradizionali.
La scienza è la lingua franca dell’Occidente,
quindi il prestigio dei bossiani era fondamentale per il loro successo.
L’intelligenza
è anche legata alla ricchezza.
In
base ai risultati passati, gli ebrei costituiscono probabilmente circa il 35%
degli americani più ricchi, e questo si traduce in un’infrastruttura ben
finanziata di cause ebraiche, dai think tank neocon all’AIPAC all’ADL e alle
campagne politiche, dove il Partito Democratico è fondamentalmente finanziato
da ebrei ricchi e la Coalizione Ebraica Repubblicana fornisce probabilmente il
40% delle donazioni del GOP (Great Old Party, partito repubblicano, N.d.T.),
finalizzate a sostenere Israele e a spostare il GOP a sinistra sulle questioni
sociali.
Il patrimonio dell’ADL nel 2021 ammontava a
238.000.000 di dollari; 62.000.000 di dollari in contributi. L’ADL nazionale,
come l’ACLU, l’SPLC, il NAACP e altri cosiddetti gruppi per i diritti civili, è
ora solo un gruppo del Partito Democratico esente da tasse e ha puntato tutto
sulla teoria critica anti-bianchi della razza, sulla follia di genere e
sull’opposizione a qualsiasi discorso sulla Grande Sostituzione, sostenendo che
l’idea stessa è razzista e antisemita (mentre afferma che Israele deve mantenere
la sua maggioranza ebraica controllando l’immigrazione e impedendo ai
palestinesi della Cisgiordania di votare).
L’ADL
è un attore molto importante nel regime di censura che pervade la sinistra in
Occidente.
In questo momento l’ADL sta conducendo una
campagna aggressiva per eliminare dai social media le idee che non gli
piacciono, soprattutto su “X” (Twitter), cosicché “Elon Musk” viene
abitualmente etichettato come antisemita dai media ebraici e qualsiasi menzione
dell’influenza di” George Soros” o il richiamo al globalismo viene considerato
antisemita.
Grazie
alle loro connessioni d’élite, sono stati in grado di fare pressione sugli
inserzionisti su Twitter, tanto che le entrate pubblicitarie sono diminuite del
40% rispetto ai tempi pre-Musk.
L’intelligenza
è evidente anche nell’attivismo ebraico.
Gli
ebrei e le organizzazioni ebraiche hanno organizzato, guidato, finanziato e
svolto la maggior parte del lavoro delle più importanti organizzazioni
anti-restrizione attive tra il 1945 e il 1965 e sono tuttora coinvolti in modo
significativo.
L’attivismo
ebraico è come un pressing a tutto campo nella pallacanestro: una pressione
intensa da ogni possibile direzione.
Ma
oltre all’intensità, gli sforzi ebraici sono molto ben organizzati, ben
finanziati e sostenuti da difese intellettuali sofisticate e dotte.
L’intelligenza
e l’organizzazione sono evidenti anche nel lobbismo ebraico a favore di
Israele.
Più di
trent’anni fa un funzionario del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha
osservato che “su tutti i tipi di questioni di politica estera il popolo
americano non fa sentire la propria voce.
I gruppi ebraici sono un’eccezione. Sono
preparati, superbamente informati. Hanno le idee chiare.
È
difficile per i burocrati non rispondere”.
All’epoca
si temeva che il Dipartimento di Stato rimanesse un bastione di WASP della
vecchia scuola.
Non è
più un problema, con i neoconservatori “Anthony Blinken”, “Victoria Nuland” e “Wendy
Sherman” saldamente al comando del Dipartimento di Stato.
Scrupolosità
ed intensità emotiva.
Nel
capitolo 7 del mio libro del 1994 sull’ebraismo, ho evidenziato due tratti
della personalità degli ebrei, la scrupolosità e l’intensità emotiva.
Entrambi
sono ereditabili e molto probabilmente sottoposti a selezione nelle comunità
ebraiche tradizionali.
La scrupolosità, che implica attenzione ai
dettagli, pulizia, ordine, impegno per raggiungere i risultati, persistenza
verso gli obiettivi di fronte alle difficoltà e capacità di focalizzare
l’attenzione e ritardare la gratificazione è, insieme al quoziente
intellettivo, legata alla mobilità verso l’alto.
La
scrupolosità sociale sembra essere una sorta di tratto rivolto a “non deludere
il gruppo“, originariamente proposto da Darwin (1871) come base della fedeltà
al gruppo.
Ci si
aspetta che gli individui con un alto livello di questo tratto provino un
intenso senso di colpa per non aver adempiuto ai loro obblighi nei confronti
del gruppo. Inoltre, data l’importanza, per l’ebraismo, del conformarsi alle
norme di gruppo, ci si aspetterebbe che gli individui con un basso livello di
questo tratto siano sproporzionatamente inclini ad abbandonare l’ebraismo,
mentre gli ebrei di successo, che erano i pilastri della comunità e quindi
incarnavano l’etica di gruppo dell’ebraismo, avrebbero una probabilità
sproporzionata di avere un alto livello di conformità di gruppo e anche di
avere successo riproduttivo nelle società tradizionali.
Il risultato è che ci sarebbero forti
pressioni di selezione verso alti livelli di scrupolosità sociale all’interno
della comunità ebraica.
La
scrupolosità era fortemente enfatizzata nella socializzazione ebraica.
Così,
un bambino cresciuto in una casa ebraica tradizionale sarebbe stato educato a
controllare continuamente il proprio comportamento per garantire il rispetto di
un gran numero di restrizioni, il gran numero di comandamenti della scrittura
religiosa ashkenazita.
Queste
sono esattamente le tipologie di influenze ambientali che ci si aspetta
rafforzino il sistema di scrupolosità, quelle che io chiamo “influenze
ambientali specifiche del sistema “.
Gli
ebrei tendono anche ad avere elevato tratto di personalità legato all’intensità
affettiva, cioè sono inclini a vivere esperienze emotive intense, sia positive
che negative.
Gli
individui con un alto livello di intensità affettiva hanno reti sociali più
complesse e vite più complesse, che includono obiettivi multipli e persino
conflittuali.
Sono
inclini a cambiamenti d’umore rapidi e frequenti e conducono una vita emotiva
varia e variabile.
Dal
punto di vista clinico, l’intensità degli affetti è correlata alla ciclotimia
(cioè a periodi alterni di euforia e depressione), al disturbo affettivo
bipolare (cioè alla psicosi maniaco-depressiva), ai sintomi nevrotici e ai
disturbi somatici (nervosismo, sensazione di disagio, respiro corto).
La
percezione comune degli operatori psichiatrici, ebrei e non, dalla fine del XIX
secolo fino ad almeno la fine degli anni Venti era che, rispetto ai gentili,
gli ebrei ashkenaziti (e in particolare gli ebrei maschi) avessero un sistema
nervoso relativamente sensibile e altamente reattivo, il che li rendeva più
inclini alle diagnosi di isteria, maniaco-depressione e nevrastenia (Gershon
& Liebowitz 1975; Gilman 1993 92ss) e depressione (solo gli uomini).
“ Gershon” e “Liebowitz” notano che il
45% [di un campione] di 22 pazienti presentava un disturbo affettivo bipolare,
più o meno lo stesso di una popolazione irachena, rispetto al 19% di uno studio
condotto su popolazioni del Nord Europa.
All’interno
di Israele, citano uno studio israeliano (in ebraico) che ha rilevato che i
disturbi affettivi erano “molto più diffusi” tra gli ebrei ashkenaziti rispetto
agli ebrei sefarditi.
E uno
studio “preliminare” ha rilevato un numero significativamente maggiore di
pazienti con psicosi affettive e meno con schizofrenia rispetto ai non ebrei.
Uno studio del 2000 ha rilevato che in un
campione di israeliani con disturbo bipolare, la fase maniacale era “molto più
comune nei pazienti bipolari israeliani” rispetto alle popolazioni europee e
americane (il 55% dei pazienti ha malattie caratterizzate principalmente da
manie, il 28% ha un numero approssimativamente uguale di manie e depressioni, e
il 17% soffre prevalentemente di depressioni, ma senza differenze tra le
popolazioni ashkenazite e sefardite).
Sottolineo
che l’intensità affettiva è anche legata alla creatività e alla fase maniacale
del disturbo affettivo bipolare, che sembra essere più comune tra gli ebrei.
Durante
gli episodi di mania la persona ha un’immagine grandiosa di sé (“Sono brillante
e potrei salvare il mondo se solo la gente mi ascoltasse”), un’attività
orientata all’obiettivo, come lavorare ossessivamente a un progetto per tutta
la notte, un coinvolgimento eccessivo in attività piacevoli, come gli acquisti
e la gratificazione sessuale, e pensieri frenetici che ovviamente la persona
maniacale ritiene brillanti. La parte depressiva è esattamente l’opposto.
Ma molte persone possono avere un alto livello
di emotività senza soddisfare i criteri della psicopatologia.
È
facile capire che persone con un’emotività positiva moderatamente alta
(ipomaniacali o normali) ma vicine alla gamma maniacale, sarebbero persone di
grande successo;
lavorerebbero con costanza per raggiungere gli
obiettivi e sarebbero molto sicure di sé e con un’alta autostima.
Queste persone tendono a ricoprire posizioni
di leadership in qualsiasi organizzazione si trovassero.
È
facile intuire che diventerebbero dei guru, creando un seguito di devoti, come
i rabbini carismatici delle comunità ebraiche tradizionali – guru ebrei come
Freud, Boas, Trotsky, ecc. di cui si parla in “Culture of Critique”.
Per
esempio, Albert Landmann nota che molti tratti della personalità di Trotzki
sono stereo tipicamente ebraici:
“Se si
accetta l’idea che l’antisemitismo sia stato guidato soprattutto dall’ansia e
dalla paura, rispetto al disprezzo, allora la misura in cui Trotzki divenne una
fonte di preoccupazione per gli antisemiti è significativa.
Anche
in questo caso, le parole di Johnson [cioè Paul Johnson, autore di ‘A History
of the Jews’] sono suggestive:
egli scrive del ‘potere demoniaco’ di Trotzki,
lo stesso termine, rivelatore, usato ripetutamente da altri per riferirsi
all’oratoria di Zinoviev o alla spietatezza di Uritsky [Zinoviev e Uritsky
erano altri due importanti bolscevichi degli inizi]. La sconfinata fiducia in sé
stesso di Trotzki, la sua nota arroganza e il suo senso di superiorità erano
altri tratti spesso associati agli ebrei.
C’erano
fantasie su Trotzki e altri bolscevichi, ma c’erano anche realtà attorno alle
quali le fantasie crescevano. (Albert Lindemann, ‘Esau’s Tears Modern Anti-Semitism and the
Rise of the Jews’ (Cambridge University Press, 1997, 448).
Il
movimento trotskista era un ambiente fortemente ebraico e molto amato dai miei
conoscenti ebrei radicali all’università.
Un
trotzkista di spicco, “Max Shachtman”
“…attirava
giovani discepoli ebrei, il familiare modello di rabbino-discepolo dei
movimenti intellettuali ebraici (qui, p. 17-18): ‘
I
giovani intorno a Shachtman facevano pochi sforzi per nascondere il loro
background newyorkese o le loro capacità e gusti intellettuali.
Anni dopo potevano ancora sentire la voce di
Shachtman nei discorsi degli altri.
In misura molto maggiore rispetto al Partito
Comunista degli Stati Uniti, che era molto più grande ed era impegnato a
seguire la linea sovietica, i trotskisti sopravvissero come un piccolo gruppo
incentrato su leader carismatici come Shachtman, che rendeva omaggio al famoso Trotzki.
Nell’ambiente
ebraico del movimento, Shachtman era molto ammirato come oratore per la sua
abilità nel dibattito e nella polemica.
Divenne la quintessenza del guru chassidico,
il leader di un gruppo affiatato e psicologicamente intenso:
‘Abbracciava
e baciava [i suoi seguaci]. Dava pizzicotti su entrambe le guance, con forza,
in un’abitudine che secondo alcuni mescolava sadismo e affetto”.
Un
altro esempio è “Leo Strauss”, figura di culto per i neocon e guru rabbinico
per eccellenza, con discepoli devoti come “Allan Bloom”.
“Gertrude
Himmelfarb” (1974, 61) ha osservato che: “Ci sono molti insegnanti eccellenti.
Hanno degli allievi.” Strauss” aveva dei discepoli”.
E “Levine”: “Questo gruppo ha i tratti di una
setta. Dopo tutto, c’è un insegnamento segreto e l’estrema serietà di coloro
che sono ‘iniziati’.
“Strauss”
assaporava il suo ruolo di guru per i discepoli adoranti, scrivendo una volta
“dell’amore del filosofo maturo per i cuccioli della sua razza, dai quali vuole
essere amato a sua volta”.
Molto
tempo fa lo psicoanalista “Fritz Wittels” osservava:
“I fedeli discepoli [di Freud] considerano i
libri degli altri come di nessun conto. Non riconoscono altra autorità che
quella di Freud; raramente si leggono o si citano a vicenda. Quando citano è
dal Maestro, per dare il puro latte della parola”.
L’intensità
affettiva influenza il tono e l’intensità dell’attivismo ebraico.
Tra gli ebrei esiste una massa critica
intensamente impegnata nelle cause ebraiche, una sorta di impegno 24 ore su 24,
7 giorni su 7, che produce risposte istantanee e massicce sulle questioni
ebraiche.
L’attivismo
ebraico ha una qualità instancabile, che non si placa mai.
Questa intensità va di pari passo con
l’argomentare in stile “pendio scivoloso“:
l’attivismo
ebraico è una risposta intensa perché anche la più banale manifestazione di
atteggiamenti o comportamenti antiebraici è vista come inevitabilmente
portatrice di omicidi di massa di ebrei se lasciata continuare.
Nel
mio libro del 1994 ho osservato il modello storico di una mentalità paranoica,
di assedio e di desiderio di vendetta che pervadeva le comunità ebraiche
tradizionali.
Le
interviste con i radicali ebrei della “Nuova Sinistra” hanno rivelato che molti
avevano fantasie distruttive in cui la rivoluzione avrebbe portato
“all’umiliazione, all’espropriazione, all’imprigionamento o all’esecuzione
degli oppressori”, combinate con la convinzione della propria onnipotenza e
della capacità di creare un ordine sociale non oppressivo, il che indica
chiaramente un’elevata sicurezza e autostima di sé. La tendenza è quella di una
bassa autocritica e di un’alta autostima di livello psicopatico.
Gli
ebrei sono aggressivi.
Gran
parte del precedente riguarda anche l’aggressività degli ebrei.
Gli
ebrei si sono sempre comportati in modo aggressivo nei confronti di coloro tra
cui hanno vissuto e sono stati percepiti come aggressivi dai loro critici.
Essere aggressivi e “invadenti” fa parte dello
stereotipo degli ebrei nelle società occidentali.
Purtroppo gli studi scientifici su questo
aspetto della personalità ebraica sono scarsi, ma “Hans Eysenck”, famoso per le
sue ricerche sulla personalità e per l’ispirazione di “Phil Rushton” sulle
differenze razziali, sostiene che gli ebrei sono effettivamente considerati,
dalle persone che li conoscono bene, più aggressivi.
Nell’America
del primo Novecento, il sociologo “Edward A. Ross” commentò la maggiore
tendenza degli immigrati ebrei a massimizzare il proprio vantaggio in tutte le
transazioni, dagli studenti ebrei che chiedono agli insegnanti voti più alti ai
poveri ebrei che cercano di ottenere più della solita elemosina.
“Nessun altro immigrato è così rumoroso,
pressante e sprezzante dei diritti altrui come gli ebrei “.
“Le
autorità lamentano che gli ebrei dell’Europa dell’Est non provano alcuna
riverenza per la legge in quanto tale e sono disposti a infrangere qualsiasi
ordinanza che trovano sulla propria strada…. Le compagnie di assicurazione
esaminano il rischio di incendio ebraico più da vicino di qualsiasi altro
[fulmini ebraici].
Gli
uomini del credito dicono che il commerciante ebreo è spesso “viscido” e
“fallirà” per liberarsi dei suoi debiti.
Per le
bugie l’immigrato ha una pessima reputazione.
Nel
North End di Boston “la disponibilità degli ebrei a commettere spergiuri è
diventata proverbiale “.
“Albert
Lindemann”, nel suo “Esau’s Tears”, ha notato la stessa cosa riguardo allo
spergiuro degli ebrei nella Russia zarista.
Queste
caratteristiche sono state talvolta rilevate dagli stessi ebrei.
In un sondaggio commissionato dall’”American
Jewish Committee” sugli ebrei di Baltimora nel 1962,
“due terzi degli intervistati hanno ammesso di
ritenere che gli altri ebrei siano invadenti, ostili, volgari, materialisti e
causa di antisemitismo. E questi erano solo quelli disposti ad ammetterlo “.
(Yaffe 1968, 73).
“Yaffe”
inserisce questo commento in una discussione sugli ebrei che odiano se stessi,
sottintendendo che gli ebrei stanno semplicemente accettando stereotipi che
sono fantasie di non ebrei bigotti).
Gli
ebrei erano unici come gruppo di immigrati americani per la loro ostilità verso
la cultura cristiana americana e per i loro sforzi energici e aggressivi di
cambiare tale cultura.
Dal punto di vista di “The International Jew”
di “Henry Ford”, nei quarant’anni precedenti gli Stati Uniti avevano importato
circa 3,5 milioni di immigrati ebrei, principalmente di lingua yiddish e
fortemente etnocentrici.
In
quel brevissimo periodo e molto prima di raggiungere un potere simile a quello
ottenuto dopo la seconda Guerra Mondiale e la rivoluzione contro-culturale
degli anni Sessanta, gli ebrei avevano avuto un effetto enorme sulla società
americana, in particolare nei loro tentativi di eliminare le espressioni del
cristianesimo dalla vita pubblica, a partire dal tentativo, nel 1899-1900, di
rimuovere la parola “cristiano” dalla Carta dei diritti della Virginia.
Il
giornale di Ford, il “Dearborn Independent”, dichiarò:
“La
determinazione degli ebrei a cancellare dalla vita pubblica ogni segno del
carattere cristiano predominante degli Stati Uniti è l’unica forma attiva di
intolleranza religiosa presente oggi nel Paese “.
Un
esempio prototipico dell’aggressività ebraica nei confronti della cultura
americana è stato il sostegno ebraico alle politiche liberali di immigrazione
che hanno avuto un effetto di trasformazione sugli Stati Uniti.
Come ho scritto in “The Culture of Critique”:
“Nel
tentativo di influenzare la politica di immigrazione in una direzione liberale,
i portavoce e le organizzazioni ebraiche hanno dimostrato un grado di energia
insuperabile per qualsiasi altro gruppo di pressione interessato.
L’immigrazione
ha costituito l’oggetto principale di cui si sono occupate praticamente tutte
le principali organizzazioni ebraiche di difesa e di relazioni comunitarie.
Nel
corso degli anni, i loro portavoce hanno partecipato assiduamente alle udienze
del Congresso e l’impegno ebraico è stato della massima importanza nel fondare
e finanziare gruppi non settari come la “National Liberal Immigration League” e
il “Citizens Committee for Displaced Persons ”.
L’epitome
dell’aggressione ebraica è la loro lunga crociata come minuscola minoranza per
alterare l’equilibrio etnico degli Stati Uniti, al fine di prevenire il tipo di
movimento di massa che si è verificato in Germania negli anni ’30.
Ci sono molte dichiarazioni di questo tipo da
parte di attivisti ebrei, ma la più recente che ho trovato è quella di “S. I.
Rosenbaum”, autore per il” Boston Globe”, che nel 2019 ha affermato che la
lezione principale “dell’Olocausto” è che “ la supremazia bianca potrebbe
rivoltarsi contro di noi in qualsiasi momento” e che la strategia di fare
appello alla maggioranza bianca “non ha mai funzionato per noi.
Non ci
ha protetto in Spagna, né in Inghilterra, né in Francia, né in Germania.
Non c’è motivo di pensare che funzionerà ora “.
La questione
centrale dell’impegno politico degli ebrei nelle società occidentali, ha
insistito, è “come sopravvivere come popolazione minoritaria“, dove l’unico grande vantaggio di
cui gode l’ebraismo americano è che “a differenza di altri luoghi in cui è
fiorito l’etno-nazionalismo, gli Stati Uniti si stanno rapidamente avvicinando
a una pluralità di minoranze“.
Presiedere
una coalizione di gruppi di non bianchi per opporsi attivamente agli interessi
dei bianchi è il nuovo imperativo etno-politico ebraico:
“Se
noi ebrei vogliono sopravvivere in futuro, dovremo stare con le persone di
colore per il nostro reciproco vantaggio “.
Nel
loro libro” Anglophobia” del 2023, “Harry Richardson” e “Frank Salter” notano
che le organizzazioni ebraiche hanno assunto un ruolo di leadership nella
promozione del multiculturalismo e dell’immigrazione in Australia, per esempio
stringendo alleanze con gruppi etnici poco organizzati e meno motivati.
Questo fenomeno di leadership si verifica
anche negli Stati Uniti, dove le organizzazioni ebraiche hanno stretto alleanze
con un’ampia varietà di organizzazioni di attivisti etnici non bianchi.
Le
accuse di antisemitismo e il senso di colpa per l’Olocausto non sono gli unici
strumenti dell’aggressività ebraica.
I
gruppi ebraici intimidiscono i loro nemici con una varietà di mezzi.
Le persone che si oppongono alle politiche su
Israele sostenute dalle organizzazioni di attivisti ebrei sono state licenziate
e messe nella lista nera del loro lavoro, molestate con lettere, sottoposte a
sorveglianza invasiva e minacciate di morte.
Sebbene
ci sia una grande autocensura nei media su Israele come risultato del ruolo
principale degli ebrei nella proprietà e nella produzione dei media, le lacune
in questa corazza vengono colmate in modo aggressivo.
Più di 30 anni fa “Paul Findley” osservava che
c’erano “minacce agli editori e ai dipartimenti pubblicitari, boicottaggi
orchestrati, calunnie, campagne di assassinio di personaggi e vendette
personali” , un fenomeno che, come notato sopra, è tuttora in corso.
Conclusione.
L’attuale
situazione negli Stati Uniti è il risultato di un impressionante dispiegamento
di potere e influenza ebraica. Bisogna considerare il fatto che gli ebrei americani sono
riusciti a mantenere un sostegno indiscusso a Israele fin dalla guerra del
1967, nonostante Israele si sia impadronito della terra e abbia intrapreso una
brutale occupazione dei palestinesi nei territori occupati, un’occupazione di
apartheid che molto probabilmente si concluderà con l’espulsione o la completa
sottomissione e degradazione dei palestinesi.
Nello stesso periodo le organizzazioni
ebraiche in America sono state una forza trainante, a mio avviso la principale,
per creare uno Stato dedicato a reprimere l’identificazione etnica tra gli
europei, per incoraggiare una massiccia immigrazione multietnica negli Stati
Uniti e per creare un sistema legale e un’ideologia culturale ossessivamente
sensibile alle lamentele e agli interessi delle minoranze etniche: la cultura
dell’Olocausto.
Tutto
questo avviene senza che i media di superficie osino sia pure sussurrare
dell’esistenza di due pesi e due misure.
La
comunità ebraica americana è ben organizzata e riccamente finanziata.
Ha raggiunto un grande potere ed è riuscita a
realizzare i propri interessi.
Uno
dei grandi miti spesso promulgati dagli apologeti ebraici è che gli ebrei non
hanno consenso e quindi non possono esercitare un vero potere.
In realtà esiste un grande consenso su ampie
questioni ebraiche, in particolare per quanto riguarda Israele e il benessere
degli altri ebrei stranieri, la politica sull’immigrazione e sui rifugiati, la
separazione tra Chiesa e Stato, il diritto all’aborto e le libertà civili.
I
massicci cambiamenti nelle politiche pubbliche su questi temi, a partire dalla
rivoluzione contro-culturale degli anni Sessanta, coincidono con il periodo di
crescente potere e influenza degli ebrei negli Stati Uniti.
In
effetti, è difficile trovare un’area significativa in cui le politiche
pubbliche siano in conflitto con gli atteggiamenti delle organizzazioni
ebraiche tradizionali.
“Kevin B. MacDonald” (cl. 1944) che
Wikipedia definisce “un teorico della cospirazione antisemita e suprematista
bianco”, attualmente in pensione dopo essere stato professore in pensione di
psicologia evolutiva presso la California State University, Long Beach, è
autore di sette libri sulla teoria evolutiva e sullo sviluppo infantile ed è
autore o redattore di oltre 30 articoli accademici in riviste specializzate.
Ha conseguito la laurea presso l’Università
del Wisconsin-Madison nel 1966 e il master in biologia presso l’Università del
Connecticut nel 1976.
Nel
1981 ha conseguito un dottorato di ricerca in scienze bio comportamentali
presso l’Università del Connecticut, con una tesi sullo sviluppo
comportamentale dei lupi.
È
redattore associato della rivista “Sexuality & Culture” e fornisce
contributi occasionali a “VDARE”, un sito web che si oppone all’immigrazione
incontrollata negli USA.)
(unz.com/article/why-are-jews-so-influential/).
L'orribile
agenda segreta dell'ONU
e
dell'OMS: schiavitù totale dell'umanità
attraverso
una "dittatura sanitaria globale."
Globalresearch.ca
- Peter Koenig, Dr. Astrid Stuckelberger e Mike Adams – (02 novembre 2023) – ci
dicono:
Le
dichiarazioni conclusive ufficiali dell'ONU e dell'OMS al termine
dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) a New York in merito alla
riunione a livello di alto livello sulla prevenzione, la preparazione e la
risposta alle pandemie sono riassunte come segue:
Nazioni
Unite.
La
riunione ad alto livello sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle
pandemie sarà incentrata sul tema:
"Creare
e mantenere lo slancio politico e la solidarietà per la prevenzione, la
preparazione e la risposta alle pandemie".
Segmento della plenaria:
Dichiarazioni
degli Stati membri e dei membri delle agenzie specializzate delle Nazioni
Unite.
(Emesso
il 20 set. 2023.)
Dichiarazione
dell'OMS sulla riunione ad alto livello sulla prevenzione, la preparazione e la
risposta alle pandemie:
L'Organizzazione
Mondiale della Sanità ha accolto con favore l'impegno storico dimostrato oggi
dai leader globali, all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per rafforzare
la cooperazione internazionale, il coordinamento, la governance e gli
investimenti necessari per prevenire il ripetersi del devastante impatto
sanitario e socioeconomico causato dal COVID-19, rendere il mondo meglio
preparato per la futura pandemia e tornare sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi di
Sviluppo Sostenibile.
"Il
primo vertice dei capi di Stato sulla prevenzione, la preparazione e la
risposta alle pandemie è una pietra miliare storica nell'urgente sforzo per
rendere tutte le persone del mondo più sicure e meglio protette dagli impatti
devastanti delle pandemie", ha dichiarato “Tedros Adhanom Ghebreyesus”, direttore
generale dell'OMS.
"Accolgo
con favore questo impegno da parte dei leader mondiali a fornire il sostegno
politico e la direzione necessari in modo che l'OMS, i governi e tutte le parti
coinvolte possano proteggere la salute delle persone e adottare misure concrete
per investire nelle capacità locali, garantire l'equità e sostenere l'architettura sanitaria di
emergenza globale di cui il mondo ha bisogno".
La
dichiarazione politica, approvata da “Dennis Francis”, presidente della 78esimo:
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite (2023) e il
risultato dei negoziati sotto l'abile guida degli ambasciatori “Gilad Erdan” di
Israele e “Omar Hilale” del Marocco, hanno sottolineato il ruolo centrale
svolto dall'OMS come "autorità di direzione e coordinamento sulla salute
internazionale" e la necessità di "impegnarsi ulteriormente per un
finanziamento sostenibile che fornisca finanziamenti adeguati e prevedibili
all'OMS, che le consente di disporre delle risorse necessarie per svolgere le
sue funzioni fondamentali".
Pubblicato
il 20 set. 2023.
Né la
dichiarazione dell'ONU né quella dell'OMS menzionano il numero di leader
mondiali o capi di Stato che hanno approvato i documenti cruciali dell'OMS, il “Regolamento
sanitario internazionale” (RSI) severamente rivisto (più di 90 punti di
revisione), compreso il “Trattato sulla pandemia” – che in realtà non è più un
trattato, poiché si prevede di farlo approvare durante la prossima “Assemblea
mondiale della sanità” (WHA) nel maggio 2024 – rendendo il nuovo “RSI“ effettivo
senza votazione.
L'intervista
completa con la “Dott.ssa Astrid Stuckelberger”.
Dal
momento che non ci sono resoconti ufficiali di questi incontri ONU/OMS "a
porte chiuse", possiamo fare affidamento solo sul "sentito
dire", secondo il quale ci sono stati diversi Stati membri che si sono
astenuti e altri che si sono opposti alla revisione dell'RSI.
Tra
gli obiettori c'era apparentemente la Federazione Russa.
L'intervista
di “Mike Adams” alla dottoressa “Astrid Stuckelberger” (26 settembre 2023)
sull'imminente dittatura sanitaria (pianificata) dell'ONU e dell'OMS
giustappone le dichiarazioni ufficiali dell'ONU/OMS.
Non
c'è nulla di costruttivo, nulla che il mondo possa desiderare di aspettarsi che
sia venuto fuori da questi incontri segreti, dibattiti.
Segreto,
come un culto della morte, pianifica un genocidio mondiale come parte della
"nuova" Agenda OMS/ONU.
Immaginate
dov'è finito il mondo? E dove ci porterà l'Agenda 2030 dell'ONU?
Con un
“sistema ONU” corrotto, con un'”Organizzazione Mondiale della Sanità” che non
si occupa più della salute e della malattia della popolazione, ma promuove la
morte.
E
questo su base mondiale.
Tutti
i governi – più di 190 governi nazionali, sono stati tutti cooptati, corrotti,
coerciti e apertamente minacciati – se non vanno avanti e mentono alle persone che
presumibilmente li hanno eletti, e se non tradiscono la fiducia e il denaro
(delle tasse) che queste persone hanno confidato loro – fondi popolari che
pagano anche i burocrati del governo, generalmente salari generosi.
Ecco
alcuni dei punti chiave che la dottoressa Astrid Stuckelberger ha sollevato
durante l'intervista a BOMBSHELL.
Per aver coraggiosamente parlato sin
dall'inizio dello scoppio di questa criminale pandemia, il dottor Stuckelberger
è stato un faro per la verità.
In
risposta, l'”Università di Ginevra” le ha tagliato tutti i corsi e l'ha privata
del suo posto di docente.
Viene
anche minacciata e costretta, spesso censurata – senza alcun risultato: Astrid
continua a parlare, a diffondere la verità il più lontano e ampiamente
possibile – in modo che le persone alla fine possano svegliarsi – alzarsi in
piedi – e smettere di obbedire.
La non obbedienza è un diritto di tutti.
Ecco
alcuni dei punti salienti dell'intervista del Dr. Stuckelberger:
Mentre
all'inizio dell'organizzazione l'OMS si batteva per proteggere la vita degli
anziani e dei bambini, oggi l'OMS promuove il suicidio per gli anziani e la
vaccinazione killer forzata per i bambini.
L'OMS
sta eliminando il personale – scienziati, medici e ricercatori, che sono
esperti etici e veri, sostituendoli con persone che non sono esperti, non etici
e corrotti.
I
programmi dell'OMS sul cibo, la nutrizione o i servizi igienico-sanitari di
base, si sono trasformati in programmi che stanno in gran parte supervisionando
lo sterminio delle persone sul pianeta terra, piuttosto che promuovere la
salute delle persone.
Negli
anni '90 l'OMS metteva ancora in guardia sui pericoli delle microonde 5G, sugli
effetti negativi del tenere il telefono all'orecchio... come ha influenzato il
cervello - non più.
Queste
avvertenze sono state eliminate dal sito web dell'OMS.
Questo
fa parte dell'accelerazione dell'eliminazione delle persone anziane e dell'in stupidimento
del cervello dei bambini e dei giovani adulti.
Inoltre,
l'OMS ha avvertito del pericolo di costruire antenne 5G sugli edifici
scolastici – poiché l'effetto sul cervello umano e sullo sviluppo del cervello
umano è devastante – anche questo avvertimento è scomparso dal sito web dell'OMS.
Intorno
all'anno 2000, il settore privato, con le lobby è entrato in vigore e Bill
Gates ha messo il piede nella porta dell'OMS.
Nel
2012 è stato letteralmente responsabile dei programmi di
vaccinazione/immunizzazione dell'OMS.
Oggi
l'OMS da sola ha il monopolio di tutto ciò che riguarda la salute – è un diktat
tirannico – ed è seguita da una severa censura, anche con punizioni per chi non
segue il mandato.
Il “segretario
generale delle Nazioni Unite”, “António Guterres”, sta facendo eco a ciò che
sta facendo l'OMS, promuovendo la censura [vietando le "fake news"] e
digitalizzando le informazioni sanitarie – con il monopolio dell'OMS.
Ma
l'OMS da sola non può controllare il mondo, poiché i Ministri della Salute, di
solito i rappresentanti dei paesi all'Assemblea Mondiale della Sanità, possono
non essere d'accordo con alcuni dettami e devono ascoltare i loro governi
[anche se, la maggior parte dei quali sono stati corrotti], hanno bisogno di un organismo globale
per garantire la piena conformità: le Nazioni Unite.
Pertanto,
l'ONU rivendicherà il diritto generale di controllare la censura e i dettami
sulla salute, cioè la vaccinazione / i programmi di immunizzazione, delegati
all'OMS – senza fare domande, il tutto con l'obiettivo di ridurre
massicciamente la popolazione mondiale, un obiettivo che è stato sul tavolo da
disegno politico fin dagli anni '70.
Si
veda il Rapporto Kissinger pubblicato nel 1974, nell'anno successivo al colpo
di stato militare sponsorizzato dagli Stati Uniti in Cile (11 settembre 1973).
L'OMS
è la porta d'accesso ai punti più sensibili e vulnerabili della nostra vita: la
vita e la morte, la salute e la malattia.
È l'ingresso alla loro – la Bestia – neuro-arma biotecnologica che è il
cosiddetto vaccino iniettivo – e vogliono lanciare migliaia di nuovi tipi di vaccini,
miliardi da somministrare nei prossimi anni – un programma perpetuo, che alimenta l'Agenda 2030 delle
Nazioni Unite – per aiutare a raggiungere i "17 Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile" (SDG).
Il
primo paragrafo della preparazione sulla risposta alla prevenzione delle
pandemie, si riferisce al pericolo costante e ripetuto di covid e pandemie
legate al covid... innescando una paura eterna, poiché il covid è stato sancito
nel cervello delle persone come “LA pandemia” e il “pericolo potenzialmente
letale”.
Stanno
generando una paura costante con qualcosa che non esisteva nemmeno, che non è
mai stato analizzato scientificamente, che non è mai stato isolato nei
laboratori, né con gli strumenti dell'OMS – si tratta sempre di infezioni,
perché non si possono vedere (i virus) e la gente non lo sa.
L'OMS,
insieme ai media (comprati), è un'organizzazione terroristica psicologica.
In
base alla nuova dichiarazione, l'OMS sta diventando un meccanismo permanente di
campagna di paura, con l'autorità tirannica mondiale di richiedere la quarantena
"preventiva" anche contro le politiche dei singoli paesi sovrani, e
le stanno attuando applicate dalla polizia e dall'esercito – a cui i governi dei paesi devono
obbedire, sotto minaccia.
Ma,
dice Astrid, "la Bestia sta perdendo potere, perché stiamo diventando più
consapevoli, ci stiamo svegliando e resistendo.
L'RSI
riveduta e la Convenzione sulle pandemie: sì, non è un trattato, in quanto sarà
adottato, nemmeno votato.
Questa
è l'imposizione da parte dell'ONU, sponsorizzata o imposta dagli Stati Uniti.
L'IHR
/ Pandemic Convention sarà adottata dall'OMS nel maggio 2024, senza votazione.
E
durante questo “UNGA 2023”, l'OMS e i suoi sponsor pubblici (principalmente la
Casa Bianca) e privati (principalmente l'industria farmaceutica) chiedono la
benedizione dell'ONU; e "essi" ricevettero la benedizione dell'ONU.
L'Australia
sta già addestrando la polizia e l'esercito a far rispettare le vaccinazioni
obbligatorie, sfondando le porte delle case delle famiglie e assicurandosi che
le scuole rispettino gli ordini vaxx.
Vogliono
sbarazzarsi dei bambini per spopolare il mondo – e naturalmente degli anziani,
che non contribuiscono all'economia, ma usano i soldi dello Stato per vivere in
pensione (pensioni)
– che il
consigliere israeliano di Klaus Schwab, Yuval Noah Hariri, chiama
"mangiatori inutili".
Questo
è il motivo per cui l'ex presidente Trump ha già detto che, se sarà rieletto
presidente, propagherà l'home shooting.
L'OMS
è gestita dalla McKinsey Consulting – il dottor Stuckelberger ha visto il
contratto – e dai media acquistati.
Loro,
"la Bestia", inventeranno un'emergenza pubblica, "naturale"
o una pandemia di un'epidemia mostruosa, per diffondere la paura e bloccare le
persone.
Stanno
mettendo in atto un piano per bloccare le persone, vogliono che i “vax” tornino
– è già visibile dai media.
[In
India è già stata dichiarata una nuova pandemia, con mascherine obbligatorie.
Un focolaio di virus Nipah (NiV) è stato confermato in India.
Sono
stati segnalati sei casi di Nipah, tra cui due decessi. Annotazione di PK)]
Tre
grandi media corporativi controllano il mondo:
AP =
Stampa Americana;
AFP =
Stampa francese; e
Reuters.
Sono
pagati per mentire.
Non
possono essere creduti, ma distribuiscono le loro notizie a tutti i media
mainstream locali, che devono riportare quasi testualmente la narrazione in
corso.
Dobbiamo
creare i nostri contro-media – come quello che state facendo voi, riferendosi a
“Mike Adams e altri”, per diffondere la verità e far sapere alla gente cosa sta
succedendo.
Loro –
"la Bestia" – stanno facendo tutto il possibile con l'aiuto dei
governi, che non sono più i VOSTRI governi.
I governi di oggi, in tutto il mondo, sono
costretti a fare ciò che "la Bestia" vuole che facciano, comprandoli
o minacciandoli.
Creeranno
qualsiasi cosa per mantenere il livello di paura, anche la peste è una
possibilità.
Tutto
quello che devono fare è creare una falsa malattia in una città, e poi
dichiararla una pandemia – e tutto ciò che viene con la pandemia – blocchi,
sbattere le porte per le vaccinazioni forzate anche nelle scuole, una tirannia
basata sulla paura – dove la gente obbedirà.
Ma lo
faranno? (Annotazione
PK).
Poi
useranno la loro vera arma, o con il vaccino, o negli ospedali, come a New
York, dove hanno incubato le persone... fino a quando non sono morti.
O
usando il 5G.
Il 5G
può essere diretto nel cervello delle persone, paralizzando gli individui o
programmandoli, alla Klaus Schwab, transumani digitalizzati, robotizzati e
obbedienti.
Con il
5G possono fare quello che vogliono; Il 5G non viene emesso solo dalle infinite
antenne in giro per il mondo, ma anche dai lampioni, o da altri oggetti che
meno te lo aspetti, e non lo sai; possibilmente anche attraverso il televisore.
"Vaccinazione" – le persone saranno iniettate
da un'arma binaria, che può essere attivata da una segnalazione remota...
attraverso il 5G, forse presto arriverà il 6G.
Ciò è
reso possibile grazie all'ossido di grafene nel corpo delle persone [coloro che
sono stati vaccinati] – a cui sono stati iniettati i falsi vaccini covid, alcuni dei
quali contenevano ossido di grafene, una sostanza sensibile altamente elettromagnetica
che reagirà alle micro-onde 5G.
Bio-n-Tech
vaxx di Pfizer = bio nano tech, o bio neuro tech... e l'mRNA – un programma per
computer – l'RNA
"modalità" – renderà gli esseri umani altamente vulnerabili al 5G.
Come esseri umani, siamo bio-elettromagnetici,
elettro-encefalogramma, il che rende il nostro cervello vulnerabile alla
manipolazione del 5G.
“Astrid
Stuckelberger”: "L'hacking della mente è al centro di ciò che sta accadendo."
“Dr.
James Giordano”: Il cervello è il campo di battaglia del futuro.
La
"Sindrome dell'Avana" è una delle manipolazioni cerebrali: è apparsa
per la prima volta nel 2016 nelle ambasciate degli Stati Uniti e del Canada a
L'Avana, Cuba.
Da
allora, la sindrome si è manifestata in molti altri luoghi: a Pechino, Mosca,
in Serbia...
Noi
esseri umani emettiamo onde – "onde d'amore" così come "onde di
rabbia" – i nostri stati d'animo sono espressi in onde elettromagnetiche.
Opposizione
controllata che parla di virus, covid, mRNA, PCR-test, la vaccinazione che
tutti possono tornare... questo è il loro piano, il piano della Bestia, la
perpetuazione di una frode assoluta.
“Mike
Adams”:
"Stiamo
assistendo alla completa perversione della scienza che distruggerà la
credibilità della scienza e della medicina. – Non c'è nessun isolato di
SARS-Covid-2, non c'è mai stato – è una frode totale".
"Mentre
la prossima pandemia viene lanciata – e sempre più persone sono vittime di
questa frode – il genocidio si sta svolgendo di fronte a noi".
Noi,
il Popolo, non possiamo permettere che ciò accada; Dobbiamo vincere questa
guerra.
Queste
sono le ultime parole parafrasate di “Astrid Stuckelberger”:
"Avremo
un'ondata di tempo difficile, che potrebbe durare 6 mesi all'anno... Chissà.
Quindi,
prenditi cura di te stesso.
Se sei
ben informato, sei meglio preparato per ciò che potrebbe accadere e prenditi
cura degli anziani e dei bambini.
Sono
preoccupato per i bambini. Andranno a caccia dei bambini..."
"C'è
già un avvertimento:
in
Norvegia devono vaccinare tutti i giovani... Non prendete alcun vaccino, stanno
cercando di vendervi tutti i tipi di vaccini comuni – non prendeteli, sono
tutti falsi vaccini a mRNA.
Concludendo
con una nota positiva: "Penso che siamo protetti per quello che siamo..."
Esiste
l'intervista completa.
(Peter
Koenig è un analista geopolitico ed ex Senior Economist presso la Banca
Mondiale e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dove ha lavorato per
oltre 30 anni in tutto il mondo.
Tiene
conferenze in università negli Stati Uniti, in Europa e in Sud America.
Scrive regolarmente per riviste online ed è
autore di “Implosion – An Economic Thriller about War”, “Environmental
Destruction and Corporate Greed”; e co-autore del libro di “Cynthia McKinney
“"When China Sneezes: From the Coronavirus Lockdown to the Global
Politico-Economic Crisis" (Clarity Press – 1 novembre 2020).
Peter
è ricercatore associato presso il “Centre for Research on Globalization” (CRG).
È anche Senior Fellow non residente presso il “Chongyang Institute
dell'Università Renmin di Pechino”.)
Israele
ha bisogno
di più "attenzione
immediata"
dell'Ucraina, dice il presidente
della
Camera degli Stati Uniti.
“La
triste realtà della guerra in Ucraina"
Globalresearch.ca
- Ahmed Adel – (03 novembre 2023) - ci dice:
Andando
nella direzione opposta ai desideri del presidente degli Stati Uniti “Joe Biden”,
la Camera dei rappresentanti voterà questa settimana un disegno di legge sugli
aiuti finanziari e militari per Israele, ha detto il presidente della Camera
dei rappresentanti degli Stati Uniti Mike Johnson.
La sua
dichiarazione è stata pronunciata un giorno prima che il ministro della Difesa
russo “Sergei Shoigu” rivelasse che l'esercito ucraino ha subito più di 90.000
perdite dall'inizio della controffensiva.
"Stiamo
per presentare un disegno di legge di finanziamento israeliano autonomo",
ha detto Johnson il 29 ottobre in un'intervista alla rete Fox News.
"Ci
sono molte cose che stanno accadendo in tutto il mondo che dobbiamo affrontare,
e lo faremo, ma in questo momento ciò che sta accadendo in Israele richiede
l'attenzione immediata, e penso che dobbiamo separarla per farla passare.
Credo che ci sarà un sostegno bipartisan per
questo, e ho intenzione di spingere molto duramente per questo".
Da
quando è tornato dal Medio Oriente, “Biden “ha cercato di approvare un disegno
di legge per 106 miliardi di dollari in aiuti per l'Ucraina, Israele e progetti
di difesa nazionale.
Nel documento del presidente, circa 61
miliardi di dollari andrebbero all'Ucraina, mentre 14 miliardi di dollari
sarebbero destinati al conflitto israelo-palestinese.
Finora,
il Congresso degli Stati Uniti ha approvato 113 miliardi di dollari di risorse
per l'Ucraina, ma da allora l'opposizione del Partito Repubblicano si è
rafforzata e molti non vogliono più avere nulla a che fare con il finanziamento
del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del conflitto in Ucraina.
Johnson crede che il disegno di legge sul
finanziamento solo israeliano otterrà un forte sostegno bipartisan sia alla
Camera che al Senato.
Alla
stessa luce di Johnson, si ricorda che il senatore repubblicano “Ted Cruz” ha
detto che i democratici del Senato e Biden stanno "giocando con i
finanziamenti di Israele" durante un'intervista del 22 ottobre con “Maria
Bartiromo” di FNC.
"Penso
che sia un grosso errore. Non so se passerà", ha detto” Cruz” a proposito
del pacchetto di aiuti Israele/Ucraina.
"Gli
ostaggi non sono detenuti solo da “Hamas”.
Gli
ostaggi sono detenuti anche dalla Casa Bianca di Biden, perché sta prendendo
Israele e dicendo:
"Puoi
avere l'aiuto militare di Israele se approvi tutto ciò che voglio sull'Ucraina,
se approvi i finanziamenti di Biden".
Evidentemente,
una settimana dopo, sta aumentando la pressione affinché Biden faccia marcia
indietro dal collegare gli aiuti a Israele con l'Ucraina.
A Washington c'è un'umiliante consapevolezza
che l'Ucraina non ha alcuna possibilità di vincere la guerra contro la Russia,
ma rimane una testardaggine nell'amministrazione Biden nel deviare dalla sua
politica fallimentare.
“Shoigu
“ha dichiarato al “10° Forum sulla sicurezza di Xiangshan” il 30 ottobre che da
quando Kiev ha lanciato la sua controffensiva nel giugno di quest'anno, le
forze armate ucraine hanno subito più di 90.000 perdite (morti e feriti) senza
ottenere alcun successo significativo sul campo di battaglia.
"Solo
dal 4 giugno – cioè dall'inizio della controffensiva ucraina ampiamente
pubblicizzata e generosamente sponsorizzata dall'Occidente – Kiev ha perso più
di 90.000 soldati uccisi e feriti, circa 600 carri armati e quasi 1.900 veicoli
corazzati di vario tipo", ha detto “Shoigu.”
La
notizia della catastrofica perdita dell'esercito ucraino non farà altro che
alimentare ulteriormente le richieste di porre fine al finanziamento degli
sforzi disperati di Kiev contro la Russia.
Per
mettere in prospettiva la cifra di 90.000, l'esercito britannico ha 76.220
effettivi attivi, dimostrando come l'Ucraina abbia perso più soldati in pochi
mesi delle dimensioni di un intero esercito di una presunta superpotenza.
Allo
stesso tempo,” Shoigu” ha espresso fiducia nel fatto che le forze armate russe
continueranno a "svolgere metodicamente e con sicurezza i compiti loro
assegnati e garantire la sicurezza dei civili".
In
precedenza, il presidente russo “Vladimir Putin” aveva già dichiarato che la
controffensiva ucraina non aveva avuto risultati.
All'epoca, il leader russo ha sottolineato che
la Russia stava procedendo con calma per completare i suoi obiettivi
nell'operazione militare speciale.
Questa
è la triste realtà della guerra nell'Europa orientale: la Russia ha distrutto
l'esercito ucraino senza nemmeno passare all'offensiva.
È proprio per questo motivo che Johnson vuole che gli
Stati Uniti spostino l'attenzione dall'Ucraina al Medio Oriente come priorità,
poiché gli interessi di Washington hanno la possibilità di essere preservati o
avanzati, a differenza dell'Europa orientale, dove Mosca ha contrastato con
successo i piani della NATO.
"La
mia intenzione non è quella di usare questo per giochi politici di parte.
Questa è una questione molto seria", ha detto il presidente della Camera
degli Stati Uniti, aggiungendo: "Dobbiamo affrontarla ora. Non dobbiamo
perdere altro tempo. E penso che lo faremo approvare alla Camera questa
settimana".
Una
volta approvato, il disegno di legge confermerà ufficialmente che l'Ucraina non
è più la principale questione estera da affrontare per Washington, segnando
l'inizio della fine del cieco sostegno occidentale a una causa persa.
(Ahmed
Adel è un ricercatore di geopolitica ed economia politica con sede al Cairo.
Collabora regolarmente con Global Research).
Rivelato
il documento
ufficiale "segreto"
israeliano:
espellere
tutti i palestinesi
da
Gaza,
Ministero dell'Intelligence israeliano
globalresearch.ca
- Yuval Abraham – (04 novembre 2023) – ci dice:
Un
documento del Ministero dell'Intelligence rivelato da “Local Call e +972”
mostra come l'idea del trasferimento della popolazione nel Sinai stia
raggiungendo discussioni ufficiali.
Il
Ministero dell'Intelligence israeliano sta raccomandando il trasferimento
forzato e permanente dei 2,2 milioni di residenti palestinesi della Striscia di
Gaza nella penisola egiziana del Sinai, secondo un documento ufficiale rivelato
per la prima volta per intero dal sito partner di “+972 Local Call”.
Il
documento di 10 pagine, datato 13 ottobre 2023, reca il logo del Ministero
dell'Intelligence, un piccolo ente governativo che produce ricerche politiche e
condivide le sue proposte con le agenzie di intelligence, l'esercito e altri
ministeri.
Valuta
tre opzioni per quanto riguarda il futuro dei palestinesi nella Striscia di
Gaza nel quadro della guerra in corso, e raccomanda un trasferimento completo
della popolazione come linea d'azione preferita.
Chiede
inoltre a Israele di arruolare la comunità internazionale a sostegno di questo
sforzo.
Il documento, la cui autenticità è stata
confermata dal ministero, è stato tradotto integralmente in inglese qui al
numero (+972).
L'esistenza
del documento non indica necessariamente che le sue raccomandazioni siano state
prese in considerazione dall'establishment della difesa israeliana. Nonostante
il suo nome, il Ministero dell'Intelligence non è direttamente responsabile di
alcun organismo di intelligence, ma piuttosto prepara in modo indipendente
studi e documenti politici che vengono distribuiti al governo israeliano e alle
agenzie di sicurezza per la revisione, ma non sono vincolanti.
Il
budget annuale del ministero è di 25 milioni di NIS e la sua influenza è
considerata relativamente piccola.
Attualmente
è guidato da “Gila Gamliel,” membro del partito “Likud” del primo ministro
“Benjamin Netanyahu”.
Tuttavia,
il fatto che un ministero del governo israeliano abbia preparato una proposta
così dettagliata nel mezzo di un'offensiva militare su larga scala sulla
Striscia di Gaza, a seguito dell'assalto mortale di “Hamas” e dei massacri
nelle comunità israeliane meridionali il 7 ottobre, riflette come l'idea del
trasferimento forzato della popolazione sia stata elevata al livello delle
discussioni politiche ufficiali.
I
timori di tali piani – che costituirebbero un grave crimine di guerra secondo
il diritto internazionale – sono cresciuti nelle ultime settimane, soprattutto
dopo che l'esercito israeliano ha ordinato a circa 1 milione di palestinesi di
evacuare il nord della Striscia di Gaza in vista dell'escalation dei
bombardamenti e delle incursioni di terra.
Il
documento raccomanda che Israele agisca per "evacuare la popolazione
civile nel Sinai" durante la guerra;
stabilire tendopoli e in seguito città più
permanenti nel Sinai settentrionale che assorbiranno la popolazione espulsa;
e poi
creare "una zona sterile di diversi chilometri ... all'interno
dell'Egitto, e [impedire] il ritorno della popolazione alle attività/residenze
vicino al confine con Israele".
Allo
stesso tempo, i governi di tutto il mondo, guidati dagli Stati Uniti, devono
essere mobilitati per attuare la mossa.
Una
fonte del Ministero dell'Intelligence ha confermato a “Local Call/+972 “che il
documento era autentico, che era stato distribuito all'establishment della
difesa dalla divisione politica del ministero e "non avrebbe dovuto
raggiungere i media".
"Chiarisci
che non c'è speranza di tornare."
Il
documento raccomanda inequivocabilmente ed esplicitamente il trasferimento di
civili palestinesi da Gaza come risultato desiderato della guerra.
L'esistenza
del piano è stata riportata per la prima volta la scorsa settimana sul giornale
economico israeliano “Calcalist”, e il testo completo del documento è
pubblicato e tradotto [allegato sotto per il documento completo].
Il
piano di trasferimento è suddiviso in diverse fasi.
Nella
prima fase,
si deve agire in modo chela popolazione di Gaza "evacui a sud",
mentre gli attacchi aerei si concentrano sul nord della Striscia di Gaza.
Nella
seconda fase, inizierà un'incursione di terra a Gaza, che porterà all'occupazione
dell'intera Striscia da nord a sud, e alla "pulizia dei bunker sotterranei
dai combattenti di “Hamas".
In
concomitanza con la rioccupazione di Gaza, i civili palestinesi saranno
spostati in territorio egiziano e non potranno tornare.
"È importante lasciare aperte le rotte di
viaggio verso sud per consentire l'evacuazione della popolazione civile verso
Rafah",
afferma il documento.
Secondo
un funzionario del Ministero dell'Intelligence, il personale del ministero
sostiene queste raccomandazioni.
La
fonte ha sottolineato che la ricerca del ministero "non si basa
sull'intelligence militare" e serve solo come base per le discussioni
all'interno del governo.
Il
documento propone di promuovere una campagna contro i civili palestinesi di
Gaza che "li motiverà ad accettare questo piano" e li porterà a
rinunciare alla loro terra.
"I messaggi dovrebbero ruotare attorno
alla perdita di terra, chiarendo che non c'è speranza di tornare nei territori
che Israele occuperà presto, che sia vero o meno.
L'immagine
deve essere:
'Allah ha fatto in modo che perdeste questa
terra a causa della leadership di “Hamas”, non c'è altra scelta che trasferirvi
in un altro posto con l'assistenza dei vostri fratelli musulmani'", si
legge nel documento.
Inoltre,
il documento incoraggia il governo a condurre una campagna pubblica nel mondo
occidentale per promuovere il piano di trasferimento "in un modo che non
inciti o diffami Israele".
Questo verrebbe fatto presentando l'espulsione della
popolazione di Gaza come una necessità umanitaria per ottenere il sostegno
internazionale, sostenendo che il trasferimento porterà a "meno vittime
tra la popolazione civile rispetto alle vittime previste se la popolazione
rimane".
Il
documento dice anche che gli Stati Uniti dovrebbero essere arruolati nel
processo per esercitare pressioni sull'Egitto per assorbire i residenti
palestinesi di Gaza, e che altri paesi europei – in particolare Grecia e Spagna
– così come il Canada dovrebbero aiutare ad assorbire e sistemare i rifugiati
palestinesi.
Il Ministero dell'Intelligence ha detto che il
documento non è stato ancora formalmente distribuito ai funzionari
statunitensi, ma solo al governo israeliano e alle agenzie di sicurezza.
Una
discussione politica più ampia.
La
scorsa settimana, il “Misgav Institute”, un think tank di destra guidato da “Meir
Ben-Shabbat”, uno stretto collaboratore del primo ministro Netanyahu ed ex capo
del “Consiglio di sicurezza nazionale israeliano”, ha pubblicato un documento
che chiedeva in modo simile il trasferimento forzato della popolazione di Gaza
nel Sinai.
L'istituto
ha recentemente cancellato il post da Twitter e dal suo sito web dopo aver
attirato una forte censura internazionale.
Di
nuovo la Nakba?
Documenti
trapelati confermano il piano israeliano di spingere i palestinesi in Egitto.
Lo
studio cancellato è stato scritto da “Amir Weitmann”, un attivista del Likud e,
secondo fonti a lui familiari, uno stretto collaboratore del ministro
dell'Intelligence “Gila Gamliel”.
La
scorsa settimana, su una pagina Facebook chiamata "Il piano per
riabilitare Gaza in Egitto", “Weitmann” ha intervistato il parlamentare
del Likud “Ariel Kallner”, che gli ha detto che "la soluzione che
proponete, di spostare la popolazione in Egitto, è una soluzione logica e
necessaria".
Questo
non è l'unico collegamento tra il Likud, il Ministero dell'Intelligence e il
think tank di destra.
Circa
un mese fa, il Ministero dell'Intelligence si è impegnato a trasferire circa 1
milione di NIS dal suo budget all'”Istituto Misgav” per condurre ricerche sui
paesi arabi.
Se l'”Istituto
Misgav “è stato in qualche modo coinvolto nella stesura delle raccomandazioni
del ministero per il trasferimento da Gaza, il suo logo, almeno, non appare sul
documento.
Fonti
del Ministero dell'Intelligence hanno detto che il rapporto su Gaza è stato uno
studio indipendente condotto dalla divisione politica del ministero, senza la
cooperazione di una parte esterna, ma hanno confermato che il ministero ha
recentemente iniziato a lavorare con l'”Istituto Misgav”, sottolineando che
l'ente governativo lavora con vari gruppi di ricerca con diverse agende
politiche. L'”Istituto Misgav” non ha ancora risposto alle domande per questo
articolo.
Inoltre,
il documento del ministero dell'Intelligence è trapelato per la prima volta in
un “piccolo gruppo WhatsApp” interno di attivisti di destra che, insieme al
sostenitore del “Likud” “Whiteman”, promuovono il ristabilimento degli
insediamenti israeliani nella Striscia di Gaza e il trasferimento dei
palestinesi che vi vivono.
Secondo
uno di questi attivisti, il documento del ministero dell'Intelligence li ha
raggiunti attraverso la mediazione di una "fonte del Likud", e la sua
distribuzione pubblica è legata a un tentativo di scoprire se "l'opinione
pubblica israeliana è pronta ad accettare idee di trasferimento da Gaza".
L'opzione
preferita.
Le
possibilità di attuare pienamente un tale piano, che equivarrebbe alla totale
pulizia etnica della Striscia di Gaza, sono trascurabili sotto molti aspetti.
Il
presidente egiziano “Abdel Fattah al-Sisi” ha dichiarato di opporsi fermamente
all'apertura del valico di Rafah per assorbire la popolazione palestinese da
Gaza.
Ha
sostenuto che lo spostamento dei palestinesi nel Sinai minaccerebbe la pace tra
Israele e l'Egitto e ha avvertito che porterebbe i palestinesi a usare il
territorio egiziano come base per continuare gli scontri armati con Israele.
Un
piano simile è stato presentato in passato da funzionari israeliani e, fino ad
ora, anch'esso non era maturato in una seria discussione politica.
Inoltre,
dopo settimane di notizie secondo cui gli Stati Uniti stavano tentando di
sollevare la possibilità di trasferire i palestinesi in Egitto come parte di un
"corridoio umanitario", il presidente degli Stati Uniti “Joe Biden”
ha affermato ieri che” lui e al-Sisi” erano impegnati a "garantire che i
palestinesi di Gaza non siano sfollati in Egitto o in qualsiasi altra
nazione".
Il
documento del ministero dell'Intelligence afferma che l'Egitto avrà
"l'obbligo, ai sensi del diritto internazionale, di consentire il
passaggio della popolazione" e che gli Stati Uniti possono contribuire al
processo "esercitando pressioni su Egitto, Turchia, Qatar, Arabia Saudita
ed Emirati Arabi Uniti affinché contribuiscano all'iniziativa, sia con risorse
che con l'assorbimento degli sfollati".
Propone
inoltre di condurre una campagna pubblica dedicata rivolta al mondo arabo, con
un "focus
sul messaggio di assistere i fratelli palestinesi e riabilitarli, anche al
prezzo di un tono che rimprovera o addirittura danneggia Israele".
Infine,
il documento rileva che la "migrazione su larga scala" di non
combattenti dalle zone di combattimento è un "risultato naturale e
ricercato" che si è verificato anche in Siria, Afghanistan e Ucraina,
concludendo che solo l'espulsione della popolazione palestinese costituirà "una risposta appropriata [che]
consentirà la creazione di una deterrenza significativa nell'intera
regione".
Il
documento presenta altre due opzioni su cosa fare con i residenti di Gaza il
giorno dopo la guerra.
Il
primo è
quello di permettere all'Autorità Palestinese (ANP), guidata dal partito Fatah
nella Cisgiordania occupata, di governare Gaza sotto l'egida israeliana.
La
seconda è
quella di coltivare un'altra "autorità araba locale" come alternativa
ad “Hamas”.
Entrambe
le opzioni, afferma il documento, sono indesiderabili per Israele da un punto
di vista strategico e di sicurezza, e non forniranno un messaggio sufficiente
di deterrenza, specialmente a “Hezbollah” in Libano.
Gli
autori dello studio hanno anche osservato che portare l'Autorità Palestinese a
Gaza era l'opzione più pericolosa delle tre, perché avrebbe potuto portare alla
creazione di uno stato palestinese.
"La
divisione tra la popolazione palestinese in Giudea e Samaria e Gaza è oggi uno
dei principali ostacoli che impediscono la creazione di uno Stato palestinese.
È inconcepibile che l'esito di questo attacco
[i massacri di Hamas del 7 ottobre] sia una vittoria senza precedenti per il
movimento nazionale palestinese e un percorso verso la creazione di uno Stato
palestinese", si legge nel documento.
Il
documento sostiene inoltre che un modello di governo militare israeliano e di
governo civile dell'Autorità Palestinese, come quello esistente in
Cisgiordania, è destinato a fallire a Gaza.
"Non
c'è modo di mantenere un'occupazione militare efficace a Gaza solo sulla base
della presenza militare senza insediamenti [israeliani], e nel giro di poco
tempo ci sarà una pressione interna israeliana e internazionale per il
ritiro".
Gli
autori hanno aggiunto che in una situazione del genere, lo Stato di Israele
"sarà considerato una potenza coloniale con un esercito occupante, simile
all'attuale situazione in Giudea e Samaria, ma anche peggiore".
Hanno osservato che l'Autorità Palestinese ha una
bassa legittimità tra l'opinione pubblica palestinese e che, sulla base della
precedente esperienza di Israele nel cedere il controllo di Gaza all'Autorità
Palestinese e all'eventuale presa del potere da parte di “Hamas”, Israele non
dovrebbe "ripetere lo stesso errore che ha portato alla situazione
attuale".
L'altra
opzione, la formazione di una leadership araba locale che sostituisca “Hamas”,
è indesiderabile secondo il documento, perché non ci sono movimenti locali di
opposizione ad “Hamas” e una nuova leadership rischia di essere più radicale.
"Lo scenario più plausibile è... non un
cambiamento ideologico, ma piuttosto l'emergere di nuovi movimenti islamisti,
forse ancora più estremi", ha affermato.
Gli autori menzionano la necessità di "creare un
cambiamento ideologico" nella popolazione palestinese attraverso un
processo di ciò che viene paragonato alla "denazificazione",
richiedendo a Israele di "dettare i programmi scolastici e di imporne
l'uso per un'intera generazione".
Infine,
il documento sosteneva che se la popolazione di Gaza fosse rimasta nella
Striscia, ci sarebbero state "molte vittime arabe" durante la
prevista rioccupazione del territorio, il che avrebbe danneggiato l'immagine
internazionale di Israele ancora più dell'espulsione della popolazione.
Per
tutte queste ragioni, la raccomandazione del Ministero dell'Intelligence è di
promuovere il trasferimento permanente di tutti i civili palestinesi da Gaza al
Sinai.
Il “Ministero
della Difesa”, l'”ufficio del portavoce dell'esercito” e l'”Istituto Misgav”
non hanno ancora risposto alle richieste di commento di (+972) al momento della
pubblicazione di questo articolo.
Tutte
le risposte ricevute verranno aggiunte.
La
dittatura finanziaria
cambia
la coscienza umana.
Globalresearch.ca
- Jaras Valiukėnas – (04 novembre 2023) -ci dice:
L'argomento
di questo articolo è fondamentale per lo sviluppo della nostra civiltà, o
meglio per il suo anti-sviluppo.
A mio parere, l'umanità si sta evolvendo,
considero inappropriati tutti i discorsi sulle conquiste della scienza moderna,
la scienza non è stata in grado di penetrare nella natura delle proprie
scoperte fondamentali, di cui ce ne sono davvero molte, e molti scienziati
famosi parlano direttamente di questo.
La
maggior parte degli sviluppi scientifici moderni lavora per distruggere gli
esseri umani, servendo il settore militare-industriale dell'economia.
Per quanto riguarda l'evoluzione della coscienza
umana, sotto questo aspetto le cose non vanno meglio;
Il suo crescente degrado è un fatto ovvio.
È
molto difficile dire con esattezza quando il nostro sviluppo ha preso la strada
sbagliata;
La
storia viene costantemente riscritta o completamente distrutta.
Ma un
fatto rimane ovvio, e sarà discusso in questa pubblicazione.
Il
problema che nessuno vuole notare.
Sono
passati poco più di 30 anni dal crollo dell'URSS, in questo breve periodo il
mondo è cambiato in modo irriconoscibile, assomiglia sempre più ad un enorme
mercato gestito da commercianti, in questo mondo c'è una sola regola: tutto
deve fare profitto!
Anche
la morte delle persone è vista dal punto di vista dell'ottenimento di un
profitto materiale.
Il
meccanismo di mercato si sta evolvendo;
Il
business ha influenzato l'arte, lo sport, la medicina, l'istruzione e molto
altro.
Il
modo stesso di pensare delle persone sta cambiando, sta diventando orientato al
mercato anche tra gli scolari, molti genitori ne parlano già apertamente.
Fin da piccoli i bambini assorbono la stessa
regola per tutti: il denaro è ricchezza, il denaro è potere, solo il denaro può
portare libertà e felicità.
Ma
anche con tutta l'apparente depravazione del sistema, le persone sono sempre
state, sono e saranno, ma, di regola, diventano emarginate nel mondo moderno. È
incoraggiante che ci siano più persone di questo tipo ogni giorno, e questo non
è un caso.
Penso
che tutti i discorsi sul ritorno della società moderna ai valori tradizionali
non dovrebbero essere presi sul serio, almeno per ora.
È impossibile sedersi su due sedie
contemporaneamente.
Nelle
condizioni di un'economia di mercato, di stratificazione sociale selvaggia, di
ideologia del consumo e di competizione tra le persone, tutto ciò che parla di
valori tradizionali non è altro che propaganda, che nasconde il crescente
processo di instaurazione del controllo digitale su una persona.
Tuttavia,
il principale ostacolo alle persone che tornano al loro vero scopo è la loro
fede nel denaro.
In
Unione Sovietica, la speculazione era perseguita dalla legge;
Nel mondo moderno, sta diventando un diritto
legale per tutti;
Inoltre, la speculazione è incoraggiata a
livello statale.
Non è
la persona creativa che è in grado di creare che viene valorizzata, ma quella
che può vendere la sua creazione con il massimo beneficio per sé stesso.
Lo spregevole imbonitore diventa la
personificazione del moderno ordine mondiale.
I
meccanismi di mercato sono penetrati profondamente nella coscienza di ogni
consumatore;
In
realtà, siamo tutti, salvo rare eccezioni, trader.
Nel
concetto di "commerciante" intendo non solo il principio del comprare
e vendere, l'essenza è molto più profonda.
Al
centro del pensiero di mercato si è sviluppato un riflesso che incoraggia il
consumatore a considerare il mondo intero, comprese le persone che lo
circondano, come un potenziale cibo per sé stesso.
In questo pensiero è completamente assente il
concetto di altruismo, che non corrisponde alla natura del mondo che ci
circonda e dell'uomo stesso;
Questo
fatto è direttamente correlato alla caduta del tasso di natalità, alla perdita
del senso di unità e molto altro.
Osservando
i cambiamenti che avvengono nelle persone nella cosiddetta società civilizzata,
oggi ho pochi dubbi che una persona dotata di ragione, inizialmente creata a
immagine e somiglianza del suo Creatore, essendo sotto l'influenza delle
proprie passioni ed emozioni materiali, si stia gradualmente trasformando nel
suo opposto.
Non sto parlando di eccezioni individuali, il
cui numero è in netto aumento, sto parlando della tendenza generale nello
sviluppo di tutto il mondo cosiddetto civilizzato.
Quanto
può durare un mondo come questo?
Il
punto di vista sul problema.
Io
stesso non sono uno storico, tanto meno un economista, quindi presenterò il mio
punto di vista su ciò che sta accadendo sulla base della mia esperienza.
Il
modello di mercato, come lo stesso sistema capitalista nel suo complesso, non
contraddice la natura biologica dell'uomo, ne è l'immagine speculare.
Questo
spiega la sua resilienza e la sua capacità di adattarsi a varie circostanze.
Il pericolo dello sviluppo istintivo della
civiltà risiede nell'inconsapevolezza delle conseguenze, sia per la persona
stessa che per la natura circostante.
Vediamo
già in cosa si trasforma una persona sotto l'influenza delle proprie passioni
ed emozioni, la stessa cosa accade con l'economia, la sfera sociale e la
politica.
Con la
crescente influenza dei meccanismi di mercato, l'umanità ha naturalmente
affrontato un declino dell'influenza delle decisioni ragionevoli in tutte le
sfere della sua esistenza;
Questa
è la legge della natura.
Solo
un cieco può non notare come varie figure politiche, sotto l'influenza delle
leggi del mercato, diventino primitivi gestori di trading il cui compito è
quello di servire gli interessi del grande capitale.
Quei
pochi politici che si rendono conto della depravazione del sistema non
rischiano di cambiare nulla in esso;
Ne
sono stati a lungo ostaggi.
La
dichiarazione del “Presidente del Kazakistan” a questo proposito è degna di
nota.
Il capo dello Stato, “Kassym-Jomart Tokayev”,
ha fatto una franca ammissione:
Che
cosa trattiene l'umanità dall'affrontare le forze decise a distruggerla?
"Se
questo o quel funzionario pubblico ha commesso un reato di corruzione per
errore, senza dolo, allora la responsabilità penale non dovrebbe essere
applicata a questo funzionario pubblico.
Altrimenti,
paralizzeremo l'apparato statale. "
“Tokayev”
ha inconsapevolmente ammesso che la corruzione è parte integrante del sistema.
Lo
dirò con parole mie:
"La
lotta contro la corruzione e altri vizi all'interno del sistema esistente non
significa affatto che il sistema diventerà più efficiente ed equo, il sistema
semplicemente cesserà di esistere.
Proprio
come ogni organismo biologico privato dei suoi istinti fondamentali cesserà di
esistere".
Il
sistema stabilito è un organismo vivente che, raggiunto il limite della sua
crescita, comincia a divorare sé stesso.
Paragono
sempre il moderno modello di mercato, o meglio la sua dipendenza dalla crescita
dei profitti materiali, alla dipendenza di una persona da una droga pesante, la
cui dose deve involontariamente aumentare.
Questo
processo non dura a lungo, da sette a dieci anni al massimo, seguito dalla
morte per overdose (crisi economica, guerra).
Se
lasci la stessa dose della droga, il tossicodipendente non riceverà più
un'ondata di energia, si libererà solo della sindrome del dolore (recessione,
degradazione, morte lenta).
Il
sistema capitalista è come un tossicodipendente di lunga data che sente che il
prossimo aumento della dose di droga potrebbe essere l'ultimo, ma non è più in
grado di fermarsi.
La
guerra e il sangue umano sono per lui una droga, e il complesso
militare-industriale è la sua anima.
L'istinto
animale spinge il tossicodipendente alle azioni più spericolate; c'è un solo
pensiero nella sua testa: tu muori oggi, e io morirò domani.
Solo
la militarizzazione dell'economia può sostenerne la crescita economica, e
quindi prolungare la vita del sistema, anche se solo per un breve periodo.
In
pratica, ciò significa un ulteriore aumento dei conflitti militari e
dell'incitamento all'odio tra i popoli.
Non è
più possibile nascondere le conseguenze di una politica folle;
varie
sanzioni economiche, genocidi e terrore, esplosioni di gasdotti, guerre
sanguinose, pandemie inventate, intensificazione intenzionale dell'odio tra i
popoli e molto altro, danno tutte le ragioni per credere che il periodo di
sviluppo inconscio della civiltà sia finito.
La
coscienza è il campo di battaglia per il futuro dell'umanità.
Nel
mondo moderno, enormi quantità di denaro vengono stanziate per la propaganda;
le
posizioni principali in questa direzione appartengono finora ai paesi
capitalisti dell'Occidente.
La
lotta per la coscienza è un processo biologico naturale per la borghesia.
L'efficacia della loro propaganda, come del sistema nel suo complesso, si basa
sulle debolezze della natura fisica dell'uomo, delle sue passioni e dei suoi
istinti innati, che a loro volta, senza sentire alcuna seria resistenza
interna, penetrano facilmente nella coscienza e alla fine la soggiogano.
Il
conflitto in Ucraina ha mostrato nella pratica la possibilità di manipolare la
coscienza pubblica, controllando la quale ci si può fare nemici anche di
persone legate da vincoli di sangue.
Oggi,
molti stanno cercando di trovare i responsabili della rinascita dell'odio per
tutto ciò che è russo in Ucraina, nei paesi baltici, nell'Asia centrale e in
Occidente in generale.
Nessuno
pensa nemmeno al fatto che semplicemente non sarebbe potuto accadere in nessun
altro modo.
Tutto
era prevedibile, la natura non tollera il vuoto, dopo aver ripulito la
coscienza delle persone dall'ideologia dei valori umani universali, il vuoto è
stato immediatamente riempito da "valori" opposti, con i quali
l'ideologia dell'odio e dell'inimicizia tra i popoli è direttamente correlata.
La
natura della coscienza.
La
coscienza umana, nonostante il segreto della sua natura nascosto alle persone,
è della massima importanza;
Secondo
molti scienziati famosi, la coscienza è in grado di cambiare la realtà
circostante.
Forse
è per questo che c'è una feroce lotta per l'influenza su di lui.
Esperimenti
scientifici in questa direzione sono stati condotti già negli anni '60 del
secolo scorso;
uno
dei primi leader nello studio dell'influenza della coscienza sull'ambiente fu
il professor “William A. Tiller”.
Gli
scienziati sovietici hanno anche parlato dell'impatto dell'energia sottile sul
mondo circostante, collegando direttamente l'energia rilasciata dagli esseri
umani con i disastri naturali.
Svolgendo molti anni di attente osservazioni
scientifiche, eminenti scienziati russi – i geofisici “Alexey Dmitriev” e” Igor
Yanitsky” e i loro colleghi sono giunti alla conclusione che l'energia mentale
umana, influenzando attivamente il campo geomagnetico, influenza anche il campo
elettrico della Terra e, di conseguenza, tutti i processi terrestri.
Il
nostro pianeta è vivo secondo personaggi famosi come “Goethe”, “Chardin”, “Vernadsk”y
e altri, il che significa che la tensione sociale nella coscienza globale può
causare disastri naturali.
La
terra non può più sopportare la tensione generata dal crescente caos nella
coscienza umana.
Lo scienziato fisico “David Bohm” sostiene che
se dieci persone o cento o più potessero essere come un tutt'uno, allora il
potere della loro influenza sarebbe molte volte maggiore di quello di una sola
persona, e quindi il risveglio della coscienza di tutta l'umanità diventerebbe
possibile.
Presta
attenzione a un fatto importante: in tutti i cosiddetti Stati democratici,
qualsiasi ideologia capace di unire le persone è proibita.
In
tutti questi paesi, le leggi del mercato e della concorrenza, che dividono le
persone in diversi gruppi sociali, sono un prerequisito.
Qualsiasi
unanimità nello stato è considerata una dittatura, che viene messa sotto
pressione con l'aiuto di varie sanzioni economiche al fine di democratizzarla.
Alle
persone viene detto con insistenza che ognuno dovrebbe avere la propria
opinione e la propria visione del mondo che li circonda;
Le
religioni sono divise in dozzine di confessioni, ognuna delle quali considera
vero solo il proprio insegnamento.
Si sta facendo di tutto per impedire l'unità
dei popoli.
La
competizione e l'animosità impediscono alleanze che potrebbero sfidare il
sistema esistente.
Tutti
i problemi della civiltà moderna sono iniziati proprio dal momento in cui
l'umanità ha cessato di sentirsi un tutt'uno, anche con la natura circostante.
A mio
avviso, dobbiamo capire e comprendere alcune cose importanti: chi, quando e a
quale scopo ha diviso le persone, instillando in loro l'idea di popoli eletti
ed eccezionali di Dio?
Chi e
per quale scopo ha separato l'uomo dalla natura, instillando in lui che solo
lui ha un'anima, e tutto il resto è senz'anima, compresi gli animali e il mondo
intero che lo circonda?
Quando
è avvenuta esattamente la sostituzione dei valori reali con quelli contraffatti
sotto forma di lingotti d'oro e cartamoneta?
Anche
il sistema bancario statale è stato separato dallo Stato stesso, al quale
dovrebbe appartenere di diritto;
Tutto ciò che può essere diviso è diviso.
L'interesse
bancario del sistema finanziario ha completato la formazione di un nuovo mondo,
le persone, tagliate fuori dalla natura e divise tra loro, hanno smesso di
rispondere alle menzogne e alla manipolazione della loro coscienza, sono
semplicemente diventate cieche.
Trovare le risposte a queste domande porterà
certamente all'inizio del risveglio della nostra coscienza.
È
possibile fermare i processi distruttivi?
Non
credo che il caos crescente possa essere fermato;
Questo
è un risultato naturale dello sviluppo dell'umanità nel corso di molti secoli
recenti.
Ma è
molto probabile che sia possibile minimizzare le tragiche conseguenze.
In
primo luogo,
è necessario abbandonare completamente la via istintiva dello sviluppo,
imboccando la strada della costruzione intelligente del proprio futuro. Libera l'economia dalla crescita
obbligatoria e dal massimo profitto.
Gli
interessi bancari dovrebbero essere vietati e l'intero settore finanziario
dovrebbe diventare un unico organismo dello Stato.
In
secondo luogo, la questione più importante è il rifiuto dei falsi valori materiali e
il ritorno a quelli veri, che sono la terra e l'acqua;
Le
persone dovrebbero sentirsi di nuovo un tutt'uno con la natura che le circonda.
Per quanto riguarda i valori spirituali, il loro ritorno sarà inevitabile in
condizioni di unità;
Siamo tutti una società con un destino comune.
Non
posso dire come mettere in pratica tutto questo, ma bisognerà farlo, altrimenti
lo farà la ruota della storia, ma con conseguenze più tragiche.
Tutti
i tentativi dei globalisti di cambiare la natura umana non faranno altro che
accelerare tutti i processi distruttivi.
Coloro
che non hanno ancora perso il contatto con la mente hanno avvertito questa
accelerazione per molti anni.
È
impossibile soggiogare completamente la coscienza di massa delle persone e
controllarla;
Per
prima cosa è necessario soggiogare l'intera natura circostante, l'uomo e la
natura sono una cosa sola.
L'aumento
degli incendi boschivi, della siccità, delle inondazioni e dei terremoti, la
crescita di varie malattie, virus e molto altro, è in gran parte il risultato
della crescita di emozioni negative nella mente umana, che per sua natura è
progettata per plasmare il mondo che ci circonda.
L'uomo,
a differenza di altre creature biologiche, è dotato, oltre che di essere un
animale, di un principio creativo, il che significa che è capace non solo di
distruggere, ma anche di creare come il suo Creatore.
È difficile riunire in un unico involucro
corporeo sia il principio creativo che quello animale, ognuno dei quali conduce
una continua lotta per l'"io" cosciente, per la coscienza di ciascuno
di noi.
Non è
un caso che la filosofia antica affermi che la vittoria su sé stessi è la
principale vittoria e il significato della vita umana sulla terra.
Questa
vittoria è impossibile senza la consapevolezza di sé e un senso di unità con la
natura circostante.
Per quanto riguarda il sistema nel suo
complesso, è necessario capire che esso riflette solo lo stato morale della
società.
"In
una società morale non ci può essere un'economia immorale".
Ho sentito questa affermazione ai tempi
dell'Unione Sovietica e ora sono completamente d'accordo con essa.
Conclusione.
L'uomo
e la natura che lo circonda sono un tutt'uno, lo sapevano bene i nostri
antenati, convivendoci in completa armonia.
Il
fatto che tutto nel nostro mondo sia interconnesso è confermato dalla scienza
quantistica.
Non è
affatto necessario essere uno scienziato per vedere l'ovvio, basta guardare una
mappa del pianeta, che, più o meno, è coperto per il 70% da acqua, il restante
30% è terra, il corpo umano è composto per il 70% da acqua e per il 30% da elementi
terrestri.
Forse questa è una coincidenza, penseranno in
molti, ma per qualche motivo io non la penso così.
Ogni materia biologica vivente per sua natura
è una continuazione della terra, e la terra è una continuazione del cielo.
Il corpo fisico di ognuno di noi a tempo
debito diventerà parte della terra, l'acqua, avendo mutato le sue proprietà,
salirà in cielo, si purificherà e si riverserà di nuovo sulla terra con la
pioggia, riempiendo di vita la natura circostante.
Questo è lo stesso eterno processo di
"semina e mietitura" di cui parlava Cristo nel suo tempo.
Come
possiamo uscire da questo ciclo chiuso della nostra natura fisica e realizzare
il significato della nostra vita in questo mondo?
Il
periodo sovietico, nonostante i suoi molti errori, ci ha dato una lezione
importante che dobbiamo comprendere a fondo e trarre conclusioni da soli.
Per me
personalmente, questo periodo mi ha aperto gli occhi su tutti i pregi e i
difetti della natura umana, sembrava l'inizio del risveglio da un sogno, poco
prima che iniziasse l'alba.
Per
quanto riguarda il potere del denaro e la dipendenza dell'umanità da esso,” il capo del clan Rothschild” ha risposto a questa domanda in
modo molto diretto: "La gente deve solo smettere di adorare il "Vitello
d'Oro" e questa dipendenza scomparirà.
(Jaras
Valiukėnas analizza i processi geopolitici in corso dall'inizio degli anni
2000. Attualmente vive in Lituania, è un oppositore della globalizzazione,
pubblica su vari media.)
Gli
Stati Uniti non hanno mai
avuto a che fare con la
libertà e la democrazia.
Globalresearch.ca - Jim Miles – (04 novembre
2023) – ci dice:
L'attenzione
del mondo si è rivolta al massacro di Gaza mentre il sistema politico-militare
israeliano mette in atto il suo marchio di pulizia etnica e genocidio contro il
popolo palestinese.
Gli
Stati Uniti fingono di stare a guardare per assicurarsi che il conflitto non si
diffonda in una conflagrazione regionale, un pretesto per razionalizzare e
mascherare il loro desiderio di una tale conflagrazione al fine di distruggere
l'Iran e la Siria come hanno distrutto la Libia, l'Iraq e l'Afghanistan nelle
recenti guerre.
Con la
loro stessa determinazione, gli Stati Uniti si proclamano indispensabili ed
eccezionali, una mitologia applicata ai tempi di vita dei loro cittadini,
mantenendoli ignoranti e disinteressati all'intero contesto globale dei
conflitti militari e dell'esercizio del potere militare al fine di proteggere
il potere delle corporazioni e degli Stati Uniti di regnare sovrani sul mondo.
Ciò ha
causato numerose azioni militari violente a livello globale nel corso
dell'ultimo secolo o più, oltre a creare problemi geopolitici più ampi che
dovrebbero e potrebbero essere risolti pacificamente se non fosse per la natura
bellicosa della politica estera degli Stati Uniti.
Israele
ha avuto origine nelle menti del sionismo cristiano britannico e statunitense
all'inizio del 1800, ma non è diventato un fattore globale fino a quando “Theodor
Herzl”, “Chaim Wiezmann”, “Ze'ev Jabotinsky” hanno iniziato a promulgare le
loro teorie del sionismo all'interno della sfera politica europea.
La
Gran Bretagna divenne il leader nella promozione di questo tipo di sionismo per
diverse ragioni:
il controllo del petrolio del Medio Oriente,
soprattutto in Iran all'epoca;
il
controllo del Canale di Suez e della sua rotta commerciale verso l'India
coloniale; e sebbene la Gran Bretagna avesse alcuni importanti ebrei
"assimilati", non voleva più emigrati dall'Europa.
La
lettera di “Balfour del 1917” di “Lord Arthur Balfour,” il ministro degli
Esteri britannico, promuoveva l'idea di uno stato ebraico in Palestina.
Anche
se questa era solo una lettera di intenti, divenne la politica britannica e
dopo il disastroso accordo di pace di Versailles divenne la politica ufficiale
della Società delle Nazioni.
Dopo
decenni di combattimenti contro le milizie ebraiche dell'”Haganah” e dell'”Irgun”
(allora dichiarate terroristiche), la Gran Bretagna si allontanò dal suo
mandato in Palestina.
Gli
Stati Uniti sono isolati nel sostenere il massacro di Gaza.
Ancor
prima che se ne andassero, le milizie ebraiche avevano già iniziato la loro
pulizia etnica dei villaggi e delle città palestinesi.
Quando
la Gran Bretagna uscì, il nuovo stato israeliano si annunciò e, usando la forza
militare, si creò come stato.
L'olocausto era già avvenuto, ma non era
ancora diventato il grido di battaglia come "ragion d'essere" per
l'esistenza di Israele.
Evangelizzazione
negli Stati Uniti.
Gli
Stati Uniti erano già coinvolti nella regione con il rovesciamento del governo
di “Mossadeq” regolarmente eletto in Iran.
Il pretesto era la libertà e la democrazia
contro il comunismo, pretesti che si sarebbero estesi militarmente in tutto il
mondo con l'avanzare del XX secolo: Vietnam, Corea, Cile, Cuba, Congo/Zaire,
tra gli altri.
Solo
con la Guerra dei Sei Giorni del 1967 gli Stati Uniti furono pienamente
coinvolti nel sostegno a Israele, come evidenziato dagli attacchi alla “USS
Liberty” che il governo degli Stati Uniti sotto” Lyndon Johnson” tenne lontano
dagli occhi del pubblico.
Questo
riporta questo breve riassunto storico ai sionisti statunitensi, o più
correttamente intese, alle “profezie evangeliche fondamentaliste cristiane
sull'Armageddon” e sulla seconda venuta.
È abbastanza ironico che all'interno di questo sistema
di credenze, tutti gli ebrei debbano essere riuniti in Israele in modo che
quando il messia ritornerà, gli ebrei moriranno o si convertiranno.
Da
questa strana argomentazione, miliardi di dollari di denaro statunitense sono
affluiti in Israele per sostenere gli insediamenti e le funzioni civili e
militari ebraiche.
Il
grande denaro è iniziato dopo la guerra dello “Yom Kippur” e il conseguente
accordo di pace con l'Egitto è stato comprato con miliardi di dollari
distribuiti a ciascuno negli anni successivi.
Sullo
sfondo c'era la pace, con le riunioni che si tenevano a Madrid, sabotate dagli
accordi di Oslo, che nella loro vera funzione fornivano semplicemente a Israele
il tempo di estendere la sua presa sulle terre palestinesi attraverso l'aumento
degli insediamenti e, dopo la rimozione di “Arafat,” l'assistenza del governo
di Abbas nel controllo dei palestinesi.
Gli Stati Uniti hanno da tempo dimostrato di
essere "incapaci di accettare".
Arriva
“Hamas”, un'organizzazione islamica sostenuta da Israele principalmente per
indebolire il potere del governo dell'OLP/Fatah.
All'inizio principalmente un'organizzazione
sociale/civica che forniva sostegno al popolo palestinese attraverso
l'istruzione, l'assistenza medica e altre organizzazioni civiche, si è
trasformata nell'odierno centro di potere a Gaza come risultato della sua
resistenza alla pulizia etnica in corso da parte di Israele e alla negazione
dei diritti dei palestinesi in tutti gli aspetti della società.
La
politica estera del governo degli Stati Uniti per il Medio Oriente è stata
catturata da Israele.
È stato sostenuto che Israele controlla il
governo degli Stati Uniti attraverso l'”AIPAC”, e questo sembra certamente vero
quando si considerano le azioni in Medio Oriente e Nord Africa.
Alla base di tutto ci sono ancora i
fondamentalisti cristiani che credono nell'esistenza di Israele, forse non così
rozzamente dichiarati come parte delle loro convinzioni fondamentaliste
sull'Armageddon, ma che sostengono i membri del Congresso che sono rabbiosi nei
confronti di Israele.
Il
petrolio e il dollaro USA.
Per
quanto riguarda lo Stato degli Stati Uniti, esso prende in prestito denaro ed
energia per sostenere Israele sia per il voto interno che per il potere e il
controllo che può esercitare sul Medio Oriente.
Nel
contesto contemporaneo, ciò include il tentativo di escludere l'influenza russa
(e sempre più gli investimenti cinesi), ma soprattutto il voler controllare la
proprietà delle risorse petrolifere e di gas della regione.
Le due
cose sono correlate in quanto la Russia è uno dei maggiori fornitori di
petrolio e gas al mondo, i sauditi stanno sostenendo l'”OPEC+” con tagli alla
produzione di petrolio e vendendo petrolio alla Cina al di fuori dell'utilizzo
del dollaro USA ed evitando così il sistema di pagamento “SWIFT” e il suo
controllo da parte degli Stati Uniti.
Senza
il controllo del prezzo del petrolio, non del petrolio stesso, il dollaro USA
subirà un drammatico fallimento.
Questa
è la linea di fondo degli Stati Uniti:
controllare
gli aspetti finanziari del mondo, mantenere il petrodollaro come valuta di
riserva globale.
Da
ciò, controllano i governi del mondo attraverso la manipolazione finanziaria (tassi di interesse, usura del FMI e
della Banca Mondiale, SWIFT e molte sanzioni) con il sostegno dell'esercito
statunitense per mantenere gli altri governi allineati con il loro sistema di
dominio.
Non ha
nulla a che fare con la pace, la libertà e la democrazia.
Il sostegno degli Stati Uniti agli attuali
attacchi israeliani contro Gaza non ha nulla a che fare con la pace e la
stabilità, se non con la stabilità garantita dalla potenza dei missili, delle
bombe e di altre armi di distruzione di massa statunitensi e israeliani.
Il posizionamento di estrema destra di Israele e i
suoi tentativi di pulizia etnica o di genocidio del popolo palestinese sono di
scarsa importanza per il governo degli Stati Uniti, o per i suoi servitori
adulatori in Canada e nell'UE.
Gli Stati
Uniti non si sono mai occupati di libertà e democrazia, e le loro attuali
azioni/inazioni in Medio Oriente dimostrano pienamente il loro desiderio di
potere e controllo al fine di sostenere la loro ricchezza finanziaria per le
proprie corporazioni e oligarchi.
È incoraggiante vedere le manifestazioni di
massa globali che sostengono Gaza e sfidano il desiderio di Israele di fare
pulizia etnica a Gaza.
Si è
verificata una divisione significativa nella geopolitica globale e le
argomentazioni degli Stati Uniti a favore dell'indispensabilità,
dell'eccezionalità, della libertà e della democrazia suonano vuote per la
maggior parte dei cittadini del mondo.
(Jim
Miles collabora regolarmente con Global Research.)
Perché
sostengo “Hamas”.
E
dovresti farlo anche tu.
Unz.com - KEVIN BARRETT – (29 OTTOBRE 2023) –
ci dice:
Nel
“False Flag” “Weekly News” di questa settimana ho superato “Cat McGuire” (per
una volta) nel dire cose che non piaceranno all'ADL.
Irritato
dal genocidio di Gaza, ho pronunciato molti commenti poco lusinghieri e/o
incendiari sul Popolo Eletto e sul suo Stato Eletto.
Ma di
tutte le cose "oy vey" che ho detto, ciò che l'ADL odierà di più è la
mia aperta dichiarazione di sostegno ad “Hamas”.
E
questa, naturalmente, è la ragione più ovvia per sostenere “Hamas”:
"Loro"
davvero, davvero non vogliono che tu lo faccia.
Gli strateghi che stanno cercando di mantenere in vita
il genocidio della Palestina apparentemente si rendono conto che se un numero
significativo di occidentali inizia a sostenere apertamente” Hamas” e il resto
della resistenza palestinese, la gallina dalle uova d'oro sionista sarà ben
cotta.
Questo è il motivo per cui hanno usato
tecniche di propaganda avanzate per iniettare l'obbligatorio disclaimer
"Io non sostengo Hamas, ma" in profondità nell'inconscio collettivo
dell'Occidente in generale e del suo popolo relativamente esperto di Palestina
in particolare.
A
"loro" non importa se deplori il massacro di migliaia di donne e
bambini di Gaza. A "loro" non importa se sostenete una soluzione a
due stati, o anche una soluzione a uno stato.
"Loro" possono convivere con te che chiedi
un cessate il fuoco. A "loro" potrebbe importare di meno se
pronunciate parole come apartheid o addirittura genocidio.
È come
quando “Joel Stein” ha detto:
"Non
mi interessa se gli americani pensano che stiamo gestendo i mezzi di
informazione, Hollywood, Wall Street o il governo.
Mi
interessa solo che possiamo continuare a farli funzionare".
La
posizione sionista è:
"Non
mi interessa se gli americani pensano che stiamo commettendo violazioni dei
diritti umani, apartheid o genocidio. Mi interessa solo che possiamo continuare
a commetterli".
Gli
americani che si lamentano delle violazioni dei diritti umani da parte dei
sionisti, dell'apartheid e del genocidio non fermeranno queste cose.
Saranno fermati solo sotto la minaccia delle
armi.
Ed è
davvero importante che le persone sostengano il diritto delle vittime del
genocidio di imbracciare le armi e fermare il genocidio.
Gli
ebrei, che si considerano vittime paradigmatiche del genocidio, dovrebbero
essere i primi a sostenere la resistenza armata contro il genocidio.
E in
effetti, gli ebrei più intelligenti e coraggiosi lo fanno.
Dai un'occhiata a ciò che “David Rovics” ha da dire
sull'inondazione di “Al-Aqsa” come la nuova rivolta del ghetto di Varsavia:
“Hamas”
è la cosa più vicina a un governo eletto che i palestinesi abbiano.
In
effetti, l'ultima volta che hanno avuto una vera elezione nei Territori
Occupati della Cisgiordania e di Gaza, “Hamas” ha vinto con una valanga di
voti... Combattere
fisicamente contro un esercito occupante, secondo il diritto internazionale che
tutti i paesi del mondo hanno sottoscritto molto tempo fa, è giustificato e non
è "terrorismo".
Perché
sostenere “Hamas” è strategicamente intelligente.
In
ogni lotta tra due parti, l'esito sarà in gran parte determinato dall'intensità
del sostegno di cui gode ciascuna parte in conflitto.
Paesi
piccoli e deboli come il Vietnam e l'Afghanistan sono stati in grado di
sconfiggere i potenti Stati Uniti perché erano molto più intensamente impegnati
a porre fine all'occupazione statunitense di quanto gli americani si fossero
impegnati a mantenerla.
Come i
palestinesi di oggi, erano disposti ad accettare un rapporto sbilanciato delle
vittime mentre continuavano ad aumentare il prezzo dell'occupazione al punto
che l'occupante ha scelto di smettere di pagarlo.
L'apparato
propagandistico occidentale attualmente permette e tacitamente incoraggia
l'intensità pro-sionista, mentre rende tabù l'intensità pro-Resistenza.
"Io sto con Israele" è accettabile, persino obbligatorio; "Io
sto con Hamas" è praticamente illegale e impensabile.
Quando
il lato A sostiene appassionatamente e intensamente i suoi combattenti, mentre
il lato B borbotta scuse e disclaimer obbligatori, ovviamente il lato A godrà di un
vantaggio morale che si tradurrà in un vantaggio sul campo di battaglia.
Ma quando il lato A è un aggressore criminale
e un perpetratore di genocidio, può trovare difficile mantenere il suo intenso
sostegno e impedire a persone neutrali che hanno a cuore la giustizia di
diventare appassionati sostenitori dell'altra parte.
Quindi
userà ogni trucco propagandistico per impedire ai neutrali e ai tiepidi
sostenitori dell'altra parte di diventare sfacciati e appassionati.
Il
modo migliore per cambiare la finestra di Overton pro-genocidio è quello di
gettarci un mattone dentro.
E legato a quel mattone, un semplice
messaggio: "SOSTENGO HAMAS".
La
gente a favore della guerra del Vietnam ha davvero odiato quando “Jane Fonda”
ha dato il cinque ad “Hanoi” mentre migliaia di americani si radunavano nelle
strade per gridare il loro sostegno ai Viet Cong:
"Ho,
Ho, Ho Chi Minh, l'NLF sta per vincere!"
Ma
questo, e le truppe americane che frammentano i loro ufficiali, è ciò che ha
posto fine alla guerra.
Le lamentele umanitarie sui bambini nati al
napalm e sui massacri di “My Lai” erano utili solo nella misura in cui facevano
incazzare abbastanza persone al punto da rendersi conto che i combattenti della
resistenza vietnamita erano i buoni, e lo Zio Sam era il cattivo, e che tutte
le persone oneste avevano il dovere morale di sostenere la resistenza
vietnamita.
Ciò ha
spostato radicalmente la “finestra di Overton”, al punto che "ritirarsi al
più presto e al diavolo le conseguenze" è diventata una posizione
intermedia e poi una realtà politica.
Se
riusciremo a far sì che un piccolo ma notevole numero di americani faccia
apertamente e sfacciatamente il tifo per “Hamas” a squarciagola, avrà sullo ZOG
lo stesso effetto che l'alluvione di “Al-Aqsa” ha avuto sugli israeliani:
li farà impazzire, perforerà il loro gonfiato
senso di invulnerabilità e li inciterà a scagliarsi in modi irrazionali e
strategicamente controproducenti.
La
maschera di ZOG si toglierà e mostrerà il suo volto psicotico e genocida
all'America, proprio come gli israeliani hanno mostrato il loro alla regione,
alle nazioni BRICS e al Sud del mondo.
E la
Finestra di Overton si sposterà.
Molto
presto la "fine degli aiuti a Israele" e la "soluzione di uno
Stato unico" diventeranno posizioni intermedie e poi realtà politiche.
Perché
sostenere “Hamas” è un vostro dovere morale.
Ho
iniziato spiegando perché sostenere “Hamas” è strategicamente intelligente,
piuttosto che affrontare l'argomento morale, perché gran parte del mio pubblico
capisce già quello che sto per dire.
Per
loro, i benefici strategici del sostegno ad Hamas potrebbero non essere
evidenti, anche se le argomentazioni morali lo sono.
Quindi
rischio di fare l'ovvio nel sottolineare che il punto più importante – la
foresta che la gente perde mentre scruta gli alberi – è che la causa
palestinese è giusta e quella sionista ingiusta.
Ogni
teoria della guerra giusta, sia essa cristiana, islamica o laica, si basa sul
principio di non aggressione:
la
parte che inizia l'aggressione, in questo caso attraversando i mari per
invadere, uccidere e rubare la terra e la proprietà dell'altra parte, ha torto,
mentre coloro che combattono per fermare quell'aggressione hanno ragione.
Nessuna
persona sana di mente che si prenda il tempo di studiare la storia della
Palestina in modo ragionevolmente completo e imparziale può non concludere che
non c'è mai stata una guerra nella storia che sia stata più ovviamente e
completamente giusta della guerra palestinese contro l'invasione, l'occupazione
e il genocidio sionista.
E di
tutte le grandi menzogne pronunciate nella storia, non ce n'è mai stata una più
grande di "Il conflitto israelo-palestinese? È complicato". No, non lo è.
E non
è un conflitto, è un genocidio.
Le
ragioni e i torti non sono minimamente complicati.
I
tentativi sionisti di offuscare l'ingiustizia del loro progetto genocida sono
così assurdi che sarebbero esilaranti se in questo momento non ci fossero più
di mille bambini di Gaza sepolti sotto le macerie di quelle che erano le loro
case, soffrendo e morendo lentamente in alcuni casi, morendo rapidamente e
misericordiosamente in altri.
Considera
le scuse più popolari:
"Yahweh
“ci ha dato la Palestina 3.000 anni fa. Sicuramente questo dovrebbe contare
qualcosa! Che cosa?
Non
onori gli affari immobiliari di “Yahweh” vecchi di 3000 anni?”
"Meritiamo la Palestina a causa
dell'Olocausto. Allora perché Israele non è in Germania? micron... Prossima scusa!"
"Siamo
un gruppo etnico, quindi meritiamo uno stato tutto nostro. E sì, sappiamo che
ci sono decine di migliaia di gruppi etnici sulla Terra, e che praticamente
nessuno di loro ha uno stato, ma siamo così speciali che ce lo meritiamo!
E se
non sei d'accordo, sei antisemita!"
"Siamo entrati in terribili conflitti
con tutti i vicini che abbiamo mai avuto, e siamo stati espulsi da più di 100
paesi senza alcuna ragione se non che ai nostri vicini piace perseguitarci
inutilmente, quindi dovreste simpatizzare e schierarvi con noi, qualunque cosa
facciamo".
"Ci
sono un sacco di terribili ingiustizie, quindi se ti lamenti di questa, devi
essere un antisemita!"
Versione
alternativa: "Gengis Khan (o Pol Pot o Stalin o Hitler) ha ucciso più
persone di noi, quindi perché ci stai attaccando, antisemita?"
"I
palestinesi e i loro sostenitori, così come li dipingiamo nella nostra macchina
propagandistica, sono persone molto cattive e malvagie, quindi dovreste fare il
tifo per noi mentre rubiamo le loro cose e li sterminiamo".
"Siamo
una democrazia anche se abbiamo assassinato o espulso la maggior parte delle
persone che avrebbero dovuto votare alle nostre elezioni".
"L'esistenza di Israele è davvero,
davvero benefica per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, anche se fa sì
che miliardi di persone in paesi geopoliticamente cruciali e ricchi di energia
odino le viscere dell'America".
"Dovete
sostenerci perché chiamiamo i nostri nemici 'terroristi' e altri brutti
nomi".
E
quando tutto il resto fallisce:
"Sostienici
e fai quello che diciamo, o non lavorerai mai più in questa città!"
Confutare
le argomentazioni esistenti a favore dell'esistenza di Israele sarebbe
superfluo e un insulto all'intelligenza del lettore.
Non
sono nemmeno argomenti, solo grugniti inarticolati e incoerenti e ululati di
psicopatia intossicata da tribù.
Ma
forse vale la pena spacchettarne una: la diffamazione del sangue
"terrorista".
Il terrorismo è solitamente definito come
"una tattica militare che consiste nell'attaccare deliberatamente i civili
per incitare alla paura e raggiungere un obiettivo politico".
E
questo è esattamente ciò che "Israele" è: un'organizzazione
terroristica.
I terroristi sionisti hanno attaccato e
terrorizzato la popolazione civile del territorio che hanno invaso, vale a dire
la Palestina, sin dal loro arrivo.
I vari
gruppi terroristici sionisti erano così ubriachi di terrorismo che si
terrorizzarono persino a vicenda, così come i loro compagni aggressori e
invasori, gli inglesi, in una sanguinosa orgia di terrore che non ha eguali
nella storia moderna.
Gran parte della storia può essere trovata nel libro
di “Thomas Suarez”
State of Terror: How Terrorism Created Modern
Israel.
Quindi
il conflitto è tra terroristi che hanno attraversato i mari per attaccare la popolazione
civile palestinese al fine di ucciderne alcuni e spaventare gli altri e farli
partire; e la popolazione civile che hanno terrorizzato.
Da un lato, i terroristi sionisti; dall'altra,
la Resistenza antiterroristica palestinese. In questo, come in tante altre
cose, la macchina della propaganda sionista ha capovolto la realtà.
Oggi,
i terroristi sionisti continuano deliberatamente a prendere di mira e uccidere
in massa civili palestinesi a migliaia.
Circa
due terzi dei palestinesi che uccidono sono donne e bambini.
I sionisti probabilmente uccidono un centinaio
di civili per ogni combattente di Hamas.
Confrontate
questo con” la tempesta di al-Aqsa”, l'operazione di “Hamas” che ha ucciso un
numero più o meno uguale di combattenti militari israeliani e civili.
E dei
civili uccisi nella tempesta di “al-Aqsa”, la maggior parte è stata uccisa
dall'esercito israeliano, accidentalmente nel fuoco incrociato, o
deliberatamente in conformità con la “direttiva Hannibal”, che raccomanda di
eliminare sia i sequestratori che gli ostaggi usando una potenza di fuoco
schiacciante per impedire al nemico di usare gli ostaggi come merce di scambio.
“Hamas”,
a differenza dei sionisti, prende di mira principalmente l'esercito israeliano,
quando può.
Chiaramente,
la tempesta di al-Aqsa ha preso di mira principalmente l'IDF. L'ordine di “Hamas” era di prendere
ostaggi, ma di evitare di uccidere civili disarmati.
E
mentre ci possono essere stati alcuni casi di palestinesi che hanno ucciso
civili, le prove fotografiche dimostrano che la peggiore carneficina –
frequentatori di festival musicali presi dal fuoco incrociato dell'artiglieria
pesante, case e kibbutz e altri edifici pieni di persone distrutti da carri
armati e proiettili di artiglieria – è stata perpetrata dall'IDF.
I soldati di “Hamas”, che trasportavano armi
leggere, non avrebbero potuto causare quel tipo di danni o uccidere un gran
numero di persone.
Questo
e la maggior parte del resto dei danni ai civili del 7 ottobre sono stati
inflitti dalle armi pesanti israeliane, non dalle armi da fuoco leggere di “Hamas”.
Ma che
dire dei razzi?
Dal momento che, a differenza di Israele,”
Hamas” non gode di miliardi di dollari di armi fornite dai contribuenti
statunitensi, spara razzi relativamente poco sofisticati che non possono
abbattere obiettivi militari induriti, ma spaventano e occasionalmente
danneggiano i "civili" israeliani.
Così... E' terrorismo questo? No, perché gli
israeliani sono coloni, non civili.
Secondo
il diritto internazionale, la resistenza militare contro l'occupazione,
compreso il prendere di mira i coloni, è legittima.
Quindi
possiamo discutere sulla proporzionalità – direi che “Hamas “pecca dalla parte
della misericordia facendo molto meno uccisione di coloni di quanto abbia tutto
il diritto di fare – ma alla fine della giornata, il diritto internazionale, la
moralità e il buon senso di base impongono che l'uso di razzi da parte di Hamas
per rappresaglia contro un genocidio di massa sia giustificabile e razionale,
come parte di una strategia su più fronti per continuare ad aumentare i costi
dell'occupazione al punto che l'occupante genocida alla fine seguirà il
consiglio di “Helen Thomas” e "se ne andrà dalla Palestina".
Discutendo
con O'Brien di Orwell
Sapete
chi ha perso la discussione non solo per la legge di Godwin, “alias reducto ad
Hitlerum”, ma anche per quale parte sente il bisogno di usare la coercizione
per costringere l'altra parte a tacere.
I terroristi sionisti non solo hanno perso
l'argomento, ma non hanno argomenti. Non c'è da stupirsi che invochino
incessantemente Hitler e i nazisti.
E non
c'è da stupirsi che cacciano costantemente i professori dalle università, che
facciano licenziare personalità dei media, che lanciano persecuzioni e
procedimenti giudiziari speciosi e, in generale, che terrorizzino tutti per
farli assecondare le loro assurdità genocide.
Discutere
con un sionista è come discutere con l'O'Brien di Orwell: sa di essere pieno di merda,
non si fa scrupoli e farà di tutto per rovinarti la vita.
Dicendo
"Mi piace Hamas", sto sostenendo un gruppo anti-terrorismo che i
terroristi sionisti hanno falsamente e mendacemente etichettato, in vero stile
orwelliano, "terroristi".
Forse
cercheranno di farmi processare per "sostegno materiale
all'antiterrorismo", anche se non ho spedito nemmeno un dirham a Hamas,
POB 123, Striscia di Gaza, Palestina occupata, né ho contribuito a nessuna
campagna “GoFundMe” di “Hamas” o comprato ciambelle dalle simpatiche vecchiette
di “Hamas” alla moschea locale.
(Se
vendessero baciava, lo prenderei in considerazione.)
Se
siete onesti con voi stessi, probabilmente dovrete ammettere che la ragione per
cui non siete ancora arrivati a sostenere apertamente “Hamas2 è la paura: la
paura di ciò che i sionisti potrebbero farvi.
Bene,
sono qui per dirvi che paura non è la parola giusta per questo. La parola
corretta è vigliaccheria.
I
palestinesi continuano a unirsi nella resistenza al genocidio, anche se i
sionisti rispondono costringendo i loro figli a morire agonizzanti, a migliaia,
sotto montagne di macerie.
E non
si può nemmeno ammettere apertamente e pubblicamente di sostenere quella
Resistenza?
A
pensarci bene, forse vigliaccheria non è la parola giusta. Non è abbastanza
forte.
Dai,
coltiva delle pietre.
Dillo
con me: "Io... APPOGGIARE... HAMAS".
Commenti
Posta un commento