Schiavi dei globalisti.

 

Schiavi dei globalisti.

 

 

Il progetto per il 2030 delle élite di Davos

Creare degli schiavi felici di esserlo.

Radio-radio.it – (18-1-2023) – Diego Fusaro – ci dice:

 

Continua indefessamente il forum di Davos, forse meglio noto come “World Economic Forum”.

Come già altre volte abbiamo ricordato, si tratta di un importante consesso nel quale i padroni del capitale, il blocco oligarchico neoliberale della plutocrazia sans frontières, si danno convegno.

E lo fanno con un obiettivo molto preciso, quello di fissare, decidere, concordare le linee fondamentali, la traiettoria generale del loro interesse, del loro “tableau de borde”.

Insomma, si tratta di una sorta di consesso internazionale, quasi una “internazionale liberal finanziaria”, mediante la quale “i padroni del mondo” decidono sovranamente quali sono i loro interessi e come imporli al mondo intero, chiamandoli, progresso e interesse dell’umanità tutta.

 I padroni del mondo decidono in maniera autocratica cosa fare e cosa imporre e utilizzano poi, di volta in volta, i singoli governi nazionali come passacarte, come semplici maggiordomi chiamati a tradurre in norme, decreti e prassi politica le decisioni che loro, il blocco oligarchico neoliberale, hanno sovranamente scelto.

Ecco perché al tempo del neoliberismo non abbiamo più partiti che incarnano visioni diverse che provano a tradurle in prassi.

 Al contrario, abbiamo quello che più volte ho definito il partito unico, articolato, neoliberale, ove destra e sinistra svolgono semplicemente la parte di due maggiordomi che si contendono il posto per servire il padrone.

 In questo caso il padrone coincide con l’oligarchia finanziaria tecnocratica “no border”.

E i maggiordomi sono due sostanzialmente, uno in livrea fucsia, il maggiordomo di sinistra, l’altro in livrea bluette, il maggiordomo di destra.

I due maggiordomi contendono soltanto per poter servire, per poter avere di volta in volta l’esclusiva nel servire il padrone.

Ecco perché non vi sono più visioni diverse del mondo, ma semplicemente vi è un’alternanza senza alternativa che fa sì che la politica diventi, con l’alternanza senza alternativa di destra e sinistra, una sorta di omogeneità bipolare.

 I padroni del mondo stanno decidendo l’agenda per il 2030, come apertamente la chiamano a Davos,

un’agenda basata sulla green economy, ossia sulle fonti rinnovabili del profitto per il padronato cosmopolitico, sul transumanesimo, ossia sulla disumanizzazione integrale dei rapporti umani, con annessa riduzione dell’uomo a semplice macchina tra le macchine.

Ancora, con il trionfo della resilienza, ovvero della passiva accettazione di tutto da parte dei dominati, ridotti a un polo passivo che non rivoluziona più l’esistente ma si limita a lavorare su di sé per meglio accettarlo.

 C’è una locandina che più volte abbiamo menzionato, che mostra un giovane dal sorriso inebetito che dice nel 2030 non posseggo più nulla e sono felice.

 Insomma, questo è il progetto dell’élite globalista neoliberale privarci di tutto e costringerci a essere oltretutto felici di essere stati privati di tutto.

Insomma, il sogno per il 2030, progettato a Davos con spietata e lucida precisione, è quello di avere degli schiavi che siano felici di esserlo e che, se proprio debbono ribellarsi, lo fanno unicamente contro chi eventualmente metta in discussione la schiavitù.

Proprio come nell’antro di Platone, i cavernicoli, gli ottenebrati dell’antro, sono quelli che si battono unicamente in nome delle proprie catene, contro ogni anelito di liberazione, contro ogni desiderio di migliore libertà.

(Radioattività con Diego Fusaro).

 

Agenda 2030 - padroni e schiavi?

 La verità sul Grande Reset e l'influenza di WEF, Blackrock e delle élite globaliste - Crisi economica - Carenza di cibo - Iperinflazione globale.

Amazon.it – (31 agosto 2022) - Rebel Press Media (Autore) – ci dice:

 

Questo libro espone l'agenda delle élite globali e il prossimo reset della civiltà umana.

“Rebel Press Media” scava in profondità nella verità non detta su come i media mainstream si sono venduti e continuano a mentire su ciò che sta realmente accadendo...

Collegando i punti tra lo stato attuale del mondo e la verità sulle prossime guerre mondiali, il controllo della popolazione, i chip dei vaccini e i passaporti.

Rebel Media Press” spiega come si svolgerà il Grande Reset e come i nostri governi, i globalisti, la Cina e la Russia detteranno la politica futura in Occidente.

Questo libro vi mostrerà cosa sta arrivando nei prossimi 10 anni e come prepararsi.

Vi dirà anche come ricostruire meglio dopo che questo reset sarà avvenuto, in modo da evitare un'altra epoca buia come quella che seguì la seconda guerra mondiale.

Questo libro esporrà la verità su ciò che sta realmente accadendo nel mondo.

 Che impatto avrà su di voi "Build Back Better"?

 Cosa succederà nella prossima guerra mondiale?

 Che ruolo avrà il coronavirus nell'avanzamento del Nuovo Ordine Mondiale?

Cosa significa tutto questo, e come puoi prepararti al prossimo capitolo della nostra storia?

Meritate di sapere cosa sta succedendo in modo da potervi preparare per il futuro, o almeno essere in grado di raccontarlo ai vostri figli quando vi chiederanno perché le cose erano diverse allora.

 

 

 

“I Pandora Papers” e la distruzione del pianeta

non sono delle perversioni del capitalismo.

Sono il capitalismo.

 Transform- italia.it – (13/10/2021) - Alessandro Scassellati – ci dice:

 

Sfruttare le persone, sfruttare la terra, distruggere il Pianeta e mantenere segreta la gestione dei capitali accumulati è questo il modo normale in cui operano i capitalisti e il capitalismo.

Comprendere questo richiede a tutti noi di riesaminare ciò che sappiamo o pensiamo di sapere su come è stato costruito il mondo attuale e di iniziare a incorporare questa comprensione nelle nostre discussioni quotidiane.

“Pandora Papers”, paradisi fiscali e tassazione.

Ogni volta che c’è una fuga di documenti da isole remote e da giurisdizioni oscure dove i ricchi nascondono i loro soldi, come la pubblicazione il 3 ottobre scorso dei “Pandora Papers1”, ci chiediamo come possano accadere cose del genere.

Come siamo arrivati a vivere in un sistema globale che consente di trasferire grandi ricchezze all’estero, non tassate e nascoste alla vista del pubblico?

I politici mainstream condannano questi fenomeni come “il volto inaccettabile del capitalismo”.

 Ma, non è così, perché questo, insieme alla distruzione ecologica del Pianeta, è il vero volto del capitalismo globalizzato.

Semplicemente, i” Pandora Papers” – come prima di loro i “Wiki Leaks” (2006), “HSBC/Swiss Leaks” (2007), “Offshore Leaks” (2013), “China Leaks” (2014), “Luxembourg Leaks” (2014), “Panama Papers” (2016),” Bahamas Leaks” (2016), “Football Leaks” (2016), “Money Island” (2017),” Malta File”s (2017), “Paradise Papers” (2017), “Dubai Papers” (2018), “Mauritius Leaks” (2019), “FinnCen Files” (2020), “Luanda Leaks” (2020) e “OpenLux” (2021) – disvelano il mondo parallelo della finanza offshore, dove non valgono le regole ufficiali dell’economia (trasparenza, equità, responsabilità) che sono tenuti a rispettare tutti coloro che vivono solo del loro lavoro quotidiano e non hanno accumulato grandi patrimoni attraverso le speculazioni finanziarie, la corruzione e la frode.

In particolare, i “Pandora Papers “evidenziano le disuguaglianze all’interno di un sistema fiscale che dà ai ricchi e ai potenti l’accesso a privilegi non disponibili alle persone normali.

Ad esempio, Tony Blair ha sfruttato delle lacune legali per non pagare 312 mila sterline di imposte su un palazzo comprato nel 2017.

La mossa non è illegale, ma evidenzia una scappatoia che permette ai ricchi proprietari di non pagare una tassa che un britannico qualunque deve invece affrontare.

La narrazione mainstream giustifica da decenni l’esistenza del sistema offshore come uno strumento neutro che sarebbe semplicemente usato male da alcune persone.

In quasi tutti i Paesi è legale avere attività offshore o fare ricorso a società anonime intestate a prestanome.

 Questi strumenti sono considerati addirittura necessari per gli affari internazionali, in un’economia globalizzata dove l’intrico di leggi e norme fiscali nazionali ostacolerebbe qualsiasi alternativa.

Sono paradisi fiscali non solo i piccoli Paesi dei Caraibi, ma anche Stati piccoli, ma potenti, come Singapore ed Emirati Arabi Uniti con Dubai come centro finanziario, o territori che fanno parte di una superpotenza, come Hong Kong per la Cina, South Dakota, Nevada e Delaware per gli USA e Cipro e Lussemburgo per l’Unione Europea.

Ogni paradiso fiscale ha la sua specializzazione all’interno del grande gioco della finanza offshore – ad esempio, Jersey è specializzata in trust, le British Virgin Islands in costituzione di società che garantiscono l’anonimato, il Liechtenstein in fondazioni -, differiscono anche nella loro tolleranza verso la criminalità (tra i territori britannici Gibilterra è più a rischio di Guernsey, ma più pulita di Anguilla) e servono regioni geografiche diverse (Mauritius e Seychelles per l’Africa e l’India; Emirati Arabi Uniti per il Medio Oriente; Cipro per l’ex Unione Sovietica; le Bahamas per gli Stati Uniti).

 

Un fenomeno, quello dei paradisi fiscali, che è strettamente legato a quello della “secessione privata dalla società” – fenomeno di segregazione sociale che il filosofo politico Michael J. Sandel definisce “sky-boxification of society”, utilizzando la metafora delle cabine di lusso per i vip negli stadi di baseball, mentre i poveri stanno sotto il sole o la pioggia – da parte delle imprese globali e dei ricchi che le controllano, che ha eroso e ridotto le basi fiscali degli Stati in tutto il mondo e limitato la loro capacità di ridistribuire i benefici economici derivanti dall’integrazione commerciale e di intervenire direttamente nell’economia per sostenere la domanda aggregata.

 

Il rovescio della medaglia dell’elusione ed evasione fiscale dei ricchi e delle grandi multinazionali, infatti, è dato da bassi salari, tasse elevate sulle persone fisiche che lavorano e taglio dei servizi pubblici, a cominciare da quelli relativi al welfare.

 A fronte dell’elusione e degli abbattimenti delle aliquote fiscali per ricchi e imprese, i governi si sono finanziati sia attraverso l’indebitamento crescente sia aumentando la tassazione su consumi e lavoro.

 I sistemi fiscali sono via via diventati sempre meno progressivi e il carico fiscale sui salari (ad esempio, per gli oneri previdenziali) è rimasto più o meno costante o è cresciuto, mentre le imposte su persone fisiche e consumi e l’IVA sono decisamente aumentate ovunque.

 

Finora i paradisi fiscali hanno aiutato i più ricchi e potenti del mondo ad appropriarsi di una parte sproporzionata dei benefici della globalizzazione, impedendo a tutti gli altri di vedere quanto possiedono.

Questo, a sua volta, ha eroso la fiducia nei governi e nelle istituzioni democratiche in tutto il mondo, facendo crescere la sensazione che l’economia sia un gioco truccato.

Limitare le operazioni dei paradisi fiscali e imporre una vera trasparenza sulla proprietà di capitali finanziari, immobili ed imprese è fondamentale se i cittadini vogliono veramente essere in grado di “riprendere il controllo” dei destini dei loro Paesi.

In genere, sono puniti solo gli usi illegali dei paradisi fiscali, come l’evasione fiscale, la corruzione o il riciclaggio di denaro.

Anno dopo anno, però, le rivelazioni della stampa investigativa confermano la natura diffusa degli abusi di questo sistema.

 I diversi scandali mostrano l’incapacità degli Stati di sorvegliare in modo efficace questi territori opachi del mondo finanziario, che concentrano patrimoni per più di 8.700 miliardi di dollari, secondo una stima fatta dall’economista dell’Università della California, Berkeley, Gabriel Zucman nel 2017.

Zucman stima che due terzi dei profitti esteri delle multinazionali americane e il 5% di tutti gli utili netti prodotti nell’economia mondiale, finiscano nei paradisi fiscali, eludendo centinaia di miliardi di euro di tasse negli USA e in Europa.

Il FMI stima che ogni anno nel mondo si scambiano tangenti per un importo di 1,5–2 trilioni di dollari, mentre l’elusione ed evasione fiscale costa ai governi più di 3 trilioni di dollari all’anno e almeno altri 5 trilioni vengono persi attraverso le attività illecite di riciclaggio (money laundering).

 Soldi che potrebbero essere destinati all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alle infrastrutture per milioni di persone in tutto il mondo.

Ma, il costo per la società è molto maggiore: la corruzione distorce gli incentivi e mina la fiducia del pubblico nelle istituzioni.

È la causa di molte ingiustizie economiche che donne, uomini e bambini subiscono ogni giorno.

Inoltre, il “FMI” e il “Financial Stability Board” (FSB) avvertono da anni che c’è sempre il rischio che parti non regolamentate del sistema finanziario possano andare in crisi e scatenare il panico.

Forte è la preoccupazione per l’aumento delle “banche ombra” non regolamentate – lo” shadow banking”, l’intermediazione finanziaria non bancaria e quindi non sottoposta alle stesse regole delle banche ordinarie, un fenomeno che valeva ormai 52 mila miliardi di dollari, il 14% degli assets finanziari globali a fine 2017, e che viene trainato da Cina e paradisi fiscali quali Isole Cayman, Irlanda e Lussemburgo, Paesi che insieme raccolgono i due terzi dell’incremento registrato dal 2011 in poi – e la mancanza di restrizioni su assicuratori e gestori patrimoniali, come preoccupante è la crescita delle banche globali ad una scala più ampia rispetto al 2008 e quindi il timore che siano di nuovo “troppo grandi per fallire“.

A fine 2017, l’universo degli “altri intermediari finanziari” che svolgeva un’attività bancaria, ma al tempo stesso non era una banca centrale, un istituto di credito privato, un’istituzione pubblica, una compagnia assicurativa o un fondo pensione era in grado ormai di manovrare oltre 116 mila dei 382 mila miliardi di dollari del sistema finanziario: una quota pari al 30,5%.

 

Nell’ultimo decennio sono stati fatti alcuni passi avanti per cercare di mettere sotto controllo i fenomeni legati ai paradisi fiscali:

nel 2017 nell’Unione Europea è stato abolito il segreto bancario;

dal 2019 la trasparenza è in teoria la norma in tutto il mondo e grazie allo scambio automatico d’informazioni sui conti bancari, le autorità fiscali di un Paese sanno se un loro cittadino ha soldi all’estero;

 un numero crescente di Paesi ha istituito registri dei proprietari reali delle società, in modo da spezzare il segreto dei prestanome.

Sull’onda delle rivelazioni dei “Pandora Papers”, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che chiede regole più severe sui super-ricchi che spostano la loro ricchezza offshore.

 Inoltre, il Parlamento ha chiesto la riforma del codice di condotta dell’UE sulla tassazione delle imprese, un processo guidato da un gruppo poco noto di funzionari governativi, che ha lo scopo di garantire che le politiche fiscali degli Stati membri dell’UE evitino una corsa al ribasso.

Dal 2017 il gruppo è anche responsabile della redazione della lista nera dell’UE dei paradisi fiscali, che attualmente è composta da nove giurisdizioni al di fuori del blocco.

Secondo il Parlamento, il codice di condotta deve diventare un’arma nella lotta contro l’elusione e l’evasione fiscale e per questo propone un codice rivisto chiamato “Fatal”, quadro sugli accordi fiscali aggressivi e le aliquote basse.

Le giurisdizioni con aliquote fiscali molto basse o nulle sarebbero automaticamente classificate come paradisi fiscali.

Negli ultimi 40 anni, l’approccio paradigmatico dei governi ai temi della mobilità dei capitali, tasse e welfare si è strutturato intorno all’idea che, in un mondo dominato dal capitale globale, gli investitori avrebbero cercato i migliori rendimenti che avrebbero potuto ottenere a livello globale.

Se quei rendimenti fossero stati ridotti da “distorsioni” come le tasse, gli investimenti sarebbero andati verso Paesi che tassano meno.

Di conseguenza, quei costosi ed espansivi stati assistenziali che gli economisti neoliberisti avevano sempre preso di mira dovevano sparire.

Finanziarli attraverso la tassazione dei ricchi e delle società avrebbe ridotto gli investimenti e l’occupazione.

Pertanto, abbiamo assistito ad una “competizione tributaria” globale tra Stati, un dumping fiscale attuato anche all’interno dell’Eurozona, dove la tassazione media sui profitti delle imprese è passata dal 40% del 1980 a poco più del 18%, con alcuni Paesi – Irlanda, Olanda, Malta, Lussemburgo, Cipro, isole di Man e di Jersey e con anche gli altri territori dipendenti dalla corona inglese:

 le Isole Vergini Inglesi, le Bermuda, le Isole Cayman e le Isole Turks e Caicos – che sono ormai dei veri e propri paradisi fiscali.

Una “competizione tributaria” che ha incentivato le “global corporations” e gli altri possessori di capitali ad erodere la base fiscale o ad abbandonare i Paesi a più alta tassazione.

 In ogni caso, gli investimenti e l’occupazione non sono aumentati, ma calati.

Nelle ultime settimane, dopo un negoziato avviato in sede OCSE nel 2013, 136 Paesi hanno trovato un accordo su un regime di tassazione minima globale del 15% dei profitti delle 100 maggiori global corporations, ovunque abbiano la loro residenza fiscale.

Un accordo che è stato definito “storico” e salutato da governi e media mainstream come un passo rilevante verso l’introduzione di un sistema di tassazione internazionale più equo ed efficiente.

 L’entusiasmo dell’OCSE per questo accordo lascia alquanto perplessi:

 “questa imposta farebbe entrate nelle casse degli Stati 150 miliardi di dollari l’anno e le nuove regole sulla redistribuzione dei profitti riguarderebbero 125 miliardi di dollari di profitti che saranno tassati nei Paesi in cui le grandi società generano entrate, ma hanno una limitata presenza fisica”.

Sul piano quantitativo, si tratta di una goccia nel mare magnum dei profitti non tassati.

 Un’aliquota del 15% è molto vicina a quelle vigenti nei paradisi fiscali come Irlanda, Svizzera o Singapore, mentre oggi, tutti i Paesi del G7 sono già molto al di sopra della soglia del 15%, per cui con questa aliquota molti dei Paesi UE perderanno molte risorse.

Riconoscendo che le multinazionali potranno continuare a spostare i loro profitti nei paradisi fiscali in cambio di un’unica imposta del 15%, l’accordo raggiunto in sede OCSE ufficializza l’avvento di un mondo in cui gli ultra-ricchi pagano strutturalmente meno tasse del resto della popolazione.

Se anche i profitti delle “global corporations” venissero effettivamente tassati al 15%, infatti, c’è da dire che oggi nei Paesi ricchi la pressione fiscale sta in gran parte sulle spalle del ceto medio.

 Di fatto, oggi esistono due sistemi fiscali separati.

 Uno è per la gente comune, che guadagna la maggior parte del proprio denaro in salari e stipendi.

L’altro è per le grandi imprese e i ricchi, che guadagnano la maggior parte dei loro soldi attraverso la proprietà di beni quotati in borsa, imprese private e altre forme di capitale.

 

Le piccole e medie imprese, come anche le classi popolari e medie, non hanno nessuna possibilità di creare filiali per spostare i propri profitti o redditi in Paesi con una tassazione conveniente.

Questi contribuenti non hanno altra scelta che pagare le normali imposte.

Ma, se all’imposta sul reddito e sui profitti si sommano i contributi sociali, i lavoratori dipendenti e i piccoli e medi lavoratori autonomi dei Paesi dell’Unione Europea o negli Stati Uniti si ritrovano a pagare dei tassi molto più alti del 15%: almeno il 20-30%, e spesso anche il 40-50%.

 Il meno fortunato dei lavoratori dipendenti, paga il 23% in Italia, fino a 15 mila euro di reddito annuale.

 In Irlanda, dove la corporate tax è del 12,5%, qualsiasi reddito da lavoro sotto i 35 mila euro è tassato per il 20%, mentre sopra quel livello si arriva al 40%.

La quota delle entrate federali negli Stati Uniti che deriva dalla tassazione del lavoro è passata dal 50% nel 1950 a oltre l’80% di oggi, mentre le società hanno visto la loro quota scendere dal 30% nel 1950 a meno del 10% attuale.

 

In ogni caso, mettere sotto controllo i paradisi fiscali e far pagare anche solo un’aliquota del 15% alle global corporations e ai ricchi richiederà la collaborazione degli intermediari finanziari che registrano le società e sono responsabili della raccolta delle informazioni sui loro clienti.

 Tra questi ci sono i 14 studi legali al centro dei “Pandora Papers”, ma anche un gruppo molto più ampio composto da banchieri, avvocati, notai, gestori patrimoniali, contabili senza i quali il mercato offshore non esisterebbe.

 Per qualche migliaio di euro questi professionisti mettono a disposizione una vasta gamma di strumenti che permettono ai clienti di nascondersi dietro coperture di comodo e rendere opachi i loro patrimoni, dalla società virtuale con un prestanome al fondo che garantisce l’anonimato per generazioni alle dinastie del capitale.

 I professionisti di questa “industria della difesa della ricchezza” che operano nei paradisi fiscali e che sono custodi di segreti, una volta chiamati in causa, respingono ogni responsabilità, dando la colpa ai loro clienti e agli Stati che, sostengono, non sono in grado di effettuare i controlli.

Questo nonostante studi legali, banche e altri intermediari sarebbero obbligati a verificare l’integrità dei loro clienti e la legalità delle loro transazioni ma, come dimostrano gli scandali, raramente lo fanno.

In generale, gli attivisti sostengono che persino con l’accordo imminente dell’OCSE e l’inasprimento delle regole sui paradisi fiscali, la fuga di notizie mostra che non è cambiato abbastanza dalla divulgazione dei “Panama Papers”.

Chiedono una maggiore trasparenza dei flussi di denaro offshore, compresa la segnalazione pubblica delle tasse pagate dalle società su base nazionale e il divieto delle società di comodo.

 “Non c’è motivo di permettere di operare alle società anonime “, afferma “Alex Cobham”, coordinatore del gruppo di pressione che opera per la giustizia fiscale, il “Tax Justice Network”.

 “Nessuno si comporta meglio quando non può essere visto “.

 “Sembra ovvio che le società di comodo, società prive di sostanza economica, il cui unico scopo è quello di evitare le tasse o altre leggi, dovrebbero essere messe fuori legge “, ha aggiunto “Gabriel Zucman”.

Un’azione di repressione dell’evasione fiscale internazionale è difficile, perché richiede volontà politica e un coordinamento internazionale, ma dal punto di vista tecnico-pratico sarebbe relativamente facile.

Strumenti legali efficaci per prevenire l’evasione fiscale offshore sono incredibilmente semplici e possono essere attuati in brevissimo tempo, come gli Stati Uniti hanno dimostrato con il giro di vite sugli oligarchi russi legati al regime di Putin.

Tutto quello che si deve fare è rendere illegale per le banche l’esecuzione di transazioni con territori che non rispettano le regole sulla trasparenza fiscale. Questo li chiuderebbe all’istante.

 Un lavoro che può essere svolto efficacemente disponendo di un registro trasparente degli assets e reprimendo i trust e le altre strutture fiduciarie.

Nel capitalismo è il capitale che comanda.

Il vero problema è che al centro del capitalismo c’è un presupposto con enormi implicazioni e generalmente poco esaminato:

hai diritto a una quota delle risorse del mondo tanto grande quanto il tuo denaro (il tuo capitale liquido) può comprare.

Puoi acquistare, oltre al lavoro, tutta la terra, lo spazio atmosferico, i minerali, la carne e il pesce che puoi permetterti, indipendentemente da chi potrebbe esserne privato.

 Se puoi pagarle, puoi possedere intere catene montuose e pianure fertili.

Puoi bruciare tutto il carburante che vuoi.

Ogni euro o dollaro garantisce un certo diritto sulla ricchezza naturale del mondo. Tutto può essere trasformato in una merce.

 Gli esseri umani e il loro lavoro, flora e fauna, bestiame e raccolti.

Tutto ciò che viene estratto dalla terra può essere mercificato.

Petrolio e tutti i metalli – rame, mercurio, litio – da cui dipendono la produzione industriale e il commercio.

Le merci delle colonie e il commercio degli schiavi furono la linfa vitale del primo capitalismo europeo.

Contratti commerciali e strumenti finanziari divennero strumenti di conquista, colonizzazione e mercificazione.

 I contratti futures sono stati essi stessi trasformati in merci astratte e già alla metà del XIX secolo, i contratti futures presso il Chicago Board of Trade per grano, legname e carne hanno superato i commerci in contanti.

 

Ma perché questo? Quale giusto principio equipara i numeri in un conto in banca, magari tenuto offshore in un paradiso fiscale, al diritto di possedere le risorse della Terra?

La giustificazione standard risale a “John Locke” (1632-1704) che nel suo “Secondo Trattato sul Governo” (1689) ha formalizzato una falsa narrazione storica del capitalismo, affermando che “All’inizio tutto il mondo era l’America “, una tabula rasa senza persone la cui ricchezza era semplicemente ammassata lì, pronta per essere presa da chi se la voleva prendere.

 Ma, noi sappiamo che l’America era abitata quando venne “scoperta” da Cristoforo Colombo nel 1492 – come erano abitate le terre “scoperte” in Asia, Africa e Sud America dagli altri grandi viaggiatori/esploratori europei, da Vasco De Gama a Ferdinando Magellano, da Bartolomeu Dias ad Amerigo Vespucci – e gli indigeni dovevano essere uccisi o ridotti in schiavitù per creare una terra nullius.

 

Tra l’altro, il nocciolo della questione è stato il massiccio e secolare commercio transatlantico di africani schiavizzati che venivano messi a lavorare per coltivare tabacco, cotone, caffè, cacao, indaco, riso, soprattutto zucchero, e altre colture da reddito nelle piantagioni del Nuovo Mondo.

Senza i popoli africani trafficati dalle coste dell’Africa (almeno 12 milioni di persone), le Americhe avrebbero contato poco nell’ascesa dell’Europa e del capitalismo europeo.

Il lavoro africano, sotto forma di schiavi, fu ciò che rese possibile lo sviluppo delle Americhe.

Senza di esso, i progetti coloniali dell’Europa nel Nuovo Mondo sono inimmaginabili.

Attraverso lo sviluppo dell’agricoltura delle piantagioni per la produzione di colture commerciali, i legami profondi e spesso brutali dell’Europa con l’Africa hanno guidato la nascita di un’economia capitalista veramente globale.

 Lo zucchero coltivato dagli schiavi africani ha accelerato l’unione dei processi che chiamiamo industrializzazione.

Ha trasformato radicalmente le diete, rendendo possibile una produttività dei lavoratori molto più elevata.

E così facendo, lo zucchero ha rivoluzionato la società europea.

Sulla scia dello zucchero, il cotone coltivato da persone schiavizzate nel sud dell’America del nord ha contribuito a lanciare la prima rivoluzione industriale, insieme a una seconda ondata di consumismo.

L’abbigliamento abbondante e vario per le masse è diventato una realtà per la prima volta nella storia umana.

La portata del boom del cotone americano prima della guerra civile, che ha reso possibile tutto ciò, è stata a dir poco sorprendente se si considera che il valore derivato dal commercio e dalla proprietà delle persone schiavizzate nei soli Stati Uniti – non considerando il cotone e gli altri prodotti che producevano – era maggiore di quello di tutte le fabbriche, le ferrovie e i canali del Paese messi insieme.

In ogni caso, il diritto al possesso del mondo, sosteneva” Locke”, si è instaurato con il duro lavoro:

quando un “uomo” ha “mescolato il suo lavoro” con le ricchezze naturali e “con ciò ne ha fatto sua proprietà”: i frutti raccolti, i minerali estratti e la terra coltivata sono diventati sua proprietà esclusiva, perché ci ha messo il lavoro.

Secondo “Locke”, il “suo” lavoro includeva anche il lavoro di coloro che lavoravano per lui.

 Ma perché le persone che effettivamente facevano il lavoro non avrebbero dovuto essere quelle che acquisivano i diritti di proprietà?

 

Questo è comprensibile solo quando si considera che per “uomo“, “Locke” non intendeva tutta l’umanità, ma solo gli uomini bianchi europei possidenti.

Coloro che lavoravano per loro non avevano tali diritti.

Per cui, gli uomini europei che hanno rivendicato grandi quantità di ricchezze naturali fuori dall’Europa non vi hanno mescolato il proprio lavoro, ma quello dei loro schiavi.

 Ciò che questo significava, alla fine del XVII secolo, era che i diritti fondiari su larga scala potevano essere giustificati, secondo il sistema di “Locke”, solo dalla proprietà degli schiavi.

“Daniel Defoe” (1660-1731), l’autore inglese di Robinson Crusoe (1719), ma anche un commerciante di schiavi, uno scrittore di pamphlet e una spia, ha scritto:

“No commercio africano, no negri; no negri, no zucchero, ginger, indaco etc.; niente zucchero etc., niente isole, niente continente; nessun continente, nessun commercio”.

Ciò nonostante, la narrazione di “Locke” è diventata la favola giustificativa che il capitalismo racconta di sé – si diventa ricchi attraverso il duro lavoro (l’etica del lavoro protestante), l’individualismo e la spinta imprenditoriale, aggiungendo valore alla ricchezza naturale – e questa narrazione può essere considerata il più grande colpo propagandistico di successo della storia umana.

 Quasi un secolo fa, il pioniere e studioso dei diritti civili WEB “Du Bois” aveva già affermato molto di ciò che avevamo bisogno di sapere su questo argomento.

“È stato il lavoro dei neri a stabilire il moderno commercio mondiale, che è iniziato prima come commercio nei corpi degli schiavi stessi “, ha scritto.

Ora è finalmente il momento di riconoscerlo.

Tutto l’argomento di “Locke” è stato poi sviluppato e sistematizzato dal giurista “William Blackstone “nel XVIII secolo, i cui libri sono stati immensamente influenti in Inghilterra, America e altrove.

Sosteneva che il diritto di un uomo al “dominio unico e dispotico” sulla terra fosse stabilito dalla persona che per prima la ha occupata, per produrre cibo.

 Questo diritto avrebbe potuto essere scambiato per denaro.

Il colonizzatore europeo poteva non solo cancellare tutti i diritti precedenti, ma poteva anche cancellare tutti i diritti futuri.

Una volta che ha mescolato il suo lavoro con la terra, l’uomo europeo e i suoi discendenti hanno acquisito il diritto su di essa in perpetuo, fino a quando non decidono di venderla.

In tal modo, questo ha impedito a tutti i futuri richiedenti di acquisire la ricchezza naturale con gli stessi mezzi.

Ci si potrebbe domandare cosa c’era nel lavoro degli uomini bianchi che trasformava magicamente tutto ciò che toccava in proprietà privata?

In realtà, l’intera struttura era fondata sul saccheggio:

 saccheggio di altre persone, saccheggio di altre nazioni, saccheggio di altre specie e saccheggio del futuro dell’umanità stessa.

Lo sviluppo del capitalismo e la distruzione del pianeta.

E’ impossibile valutare l’attuale modo di produzione capitalistico globale, con la sua organizzazione in catene di produzione e rifornimento di merci (supply and value chains) e i suoi flussi finanziari, senza tenere conto della lunga storia della colonizzazione e dell’imperialismo, dove le potenze e le imprese euro-americane sono state in grado di diventare ricche e potenti grazie ai processi di saccheggio, sfruttamento ed espropriazione delle loro colonie che hanno operato per secoli, distruggendo, destrutturando e ristrutturando le configurazioni economiche, sociali, culturali e politiche del resto del mondo.

Il modo di produzione capitalistico è variato nei suoi requisiti in tempi differenti e anche nelle pressioni che ha esercitato, a partire dall’Europa, su differenti aree geografiche del mondo attraverso il dipanarsi del processo di globalizzazione.

Ogni fase di avanzamento e ogni sforzo per arginare la marea della depressione ha avuto i suoi effetti sulle popolazioni di tutto il mondo – “i popoli senza storia” organizzati sulla base di modi di produzione non capitalistici (modi tributari e modi basati sui sistemi di parentela), i miliardi di cacciatori-raccoglitori, pastori nomadi, pescatori, contadini e lavoratori rurali – che via via sono rimaste intrappolate nel processo di “sviluppo del sottosviluppo” di cui ha scritto “André Gunder Frank” e nella rete delle interconnessioni capitalistiche (le catene del valore), costrette al lavoro schiavistico (ancora oggi l’ILO stima che nel mondo oltre 40 milioni di persone – soprattutto bambini, donne e giovani – vivano in una qualche forma di moderna schiavitù relativa al lavoro o al matrimonio forzati) o ad avere la libertà di vendere la loro abilità di lavorare.

I colonizzatori europei hanno incontrato enormi difficoltà a convincere “i popoli senza storia” a lavorare nelle loro miniere e piantagioni.

Queste popolazioni tendevano a preferire il loro stile di vita di sussistenza e autoconsumo, mentre i salari offerti non erano abbastanza alti da indurli al lavoro. Pertanto, i colonizzatori europei si sono caricati del “fardello dell’uomo bianco” (come lo definiva “Rudyard Kipling” nella sua poesia del 1899) per guidarli verso una “civiltà superiore” e hanno dovuto costringere queste popolazioni, “per metà demoni e per metà fanciulli”, ad entrare nel mercato del lavoro con la “violenza civilizzatrice”: hanno imposto tasse, privatizzato i beni comuni, sottratto terre, e limitato l’accesso al cibo, o semplicemente con la violenza (uccisioni indiscriminate, mutilazioni punitive, stupri e torture) hanno forzato le persone a lasciare le loro terre e divenire schiavi.

 Non a caso le avanguardie organizzate del capitalismo globale – come l’inglese “East India Company” – operavano combinando la motivazione del profitto propria delle imprese con i poteri governativi propri degli Stati sovrani.

Per circa quattro secoli, il Regno Unito (in competizione con Spagna, Portogallo, Olanda, Francia e altre potenze europee) ha sistematicamente saccheggiato altre parti del mondo:

sequestrando persone dall’Africa e costringendole a lavorare come schiavi nei Caraibi e nel Nord America, prosciugando incredibili ricchezze dall’India, imponendo il consumo di oppio alla Cina con le Guerre dell’Oppio (1839-42 e 1856-60) ed estraendo i materiali necessari per alimentare la sua Rivoluzione Industriale attraverso un sistema di lavoro a contratto spesso difficilmente distinguibile dalla schiavitù totale.

Il processo di integrazione forzata dei popoli colonizzati nel sistema capitalista del lavoro ha causato diffuse distruzioni, dislocazioni, espropriazioni, immiserimenti, carestie e milioni di morti.

 Le popolazioni indigene sono state spogliate delle terre comuni e degli altri beni collettivi, rendendo impossibile la sussistenza comunitaria e introducendo la proprietà privata per garantire “ricchezza e progresso”.

“Per ironia della sorte, il contributo iniziale dell’uomo bianco al mondo dell’uomo nero è consistito principalmente nell’introdurlo agli usi del flagello della fame” – ha notato “Karl Polanyi “nel suo libro “La Grande Trasformazione” (1944:164).

“Così i coloni possono decidere di abbattere gli alberi del pane per creare una scarsità artificiale di cibo o imporre al nativo una tassa sulla capanna per costringerlo a barattare il suo lavoro.

 In entrambi i casi l’effetto è simile a quello delle “recinzioni Tudor” con la loro scia di orde vagabonde.”

Prima della rivoluzione industriale capitalistica in Europa e nel resto del mondo, sosteneva “Polanyi”, la società era mediata dalla produzione domestico-familiare, dalla reciprocità e dalla ridistribuzione.

La maggior parte delle persone coltivava il proprio cibo e produceva i beni di cui aveva bisogno, non c’erano mercati universali.

Fiere settimanali erano eventi occasionali dove prodotti eccedenti, di lusso e di lunga distanza (come le spezie) venivano scambiati o venduti, mentre il grosso della produzione era per il consumo domestico o locale.

Le persone si sostenevano a vicenda senza un calcolo esatto, i beni venivano spesso condivisi (reciprocità).

 La povertà, la disoccupazione e la fame di alcuni in un villaggio, mentre altri acquisivano una grande ricchezza, erano pressoché sconosciute o comunque tenute sotto controllo attraverso i meccanismi della ridistribuzione.

Nel libro “Las venas abiertas de America Latina” (1971), “Eduardo Galeano” ha scritto:

“la nostra ricchezza ha sempre generato la nostra povertà nutrendo la prosperità degli altri“.

Galeano ha descritto la lunga tragica storia dell’America Latina, dalla sua colonizzazione all’era dei colpi di Stato militari degli anni ’70, evidenziando come in questo lungo periodo, la ricchezza del continente è stata depredata a beneficio delle potenze imperiali (in Europa e nel Nord America) e anche degli oligarchi locali.

 Le popolazioni indigene e la terra sono state spogliate della loro ricchezza.

 Le terre comuni sono state privatizzate per inserire monocolture intensive, piantagioni di caffè, zucchero, cacao e altre commodities per il mercato globale, coltivate da popolazioni indigene trasformate in proletari retribuiti con miseri salari o da schiavi africani.

Foreste, fiumi, terra e sottosuolo – tutti sono stati convertiti dal loro stato naturale in materia prima per l’accumulazione capitalista.

 Maggiori erano le risorse, tanto maggiore è stato il saccheggio e tanto più le persone sono diventate povere.

Un processo che è stato basato sia sull’“accumulazione per sfruttamento” del lavoro vivo nella produzione, come evidenziato da Karl Marx e da Rosa Luxemburg, sia su quella che il geografo “David Harvey” ha definito “accumulazione per spoliazione” (accumulation by dispossession), un meccanismo che ha continuato ad operare fino ai giorni nostri attraverso la creazione e la successiva gestione di grandi e piccole crisi finanziarie che consentono a capitalisti e alle organizzazioni che essi controllano di appropriarsi e centralizzare beni e risorse a prezzi da saldo.

In alcuni momenti gli effetti del capitalismo sono stati diretti, il risultato dell’investimento o del disinvestimento nei sistemi di sfruttamento e rifornimento di materie prime o in piantagioni e imprese di produzione di derrate alimentari o in impianti industriali in varie regioni del globo. In altri momenti i suoi effetti sono stati trasmessi attraverso il meccanismo del mercato, intensificando o diminuendo l’impatto trasformativo del modo di produzione capitalistico sui modi di vita delle popolazioni locali in giro per il mondo.

 Ogni avanzamento ha comportato cambiamenti nel modo in cui il lavoro sociale è stato organizzato a livello locale.

 Quando l’avanzamento è stato seguito da una ritirata, però, non è stato più possibile ritornare ai precedenti adattamenti e modi di produzione e si sono determinate situazioni critiche – miseria, disoccupazione, dislocazione, razzismo, sfruttamento e degradazione – per la sopravvivenza fisica e culturale delle popolazioni coinvolte.

Lo sviluppo e il sottosviluppo di differenti aree geografiche del mondo, le relazioni tra aree centrali e periferie, a livello internazionale, nazionale e locale, è dunque il risultato storico del dispiegarsi del processo di accumulazione del capitale a livello globale che ha via via modificato e distrutto sistemi di vita, assetti sociali e politici, sistemi economici e configurazioni culturali, deprivando “i popoli vinti” dell’identità culturale e del diritto di autodeterminazione.

Il saccheggio del Pianeta continua e alimenta i conti nei paradisi fiscali.

Come spiega “Laleh Khalili” in un articolo nella” London Review of Books”, l’economia coloniale estrattiva non è mai finita.

Continua, ad esempio, attraverso multinazionali e commercianti di materie prime che lavorano con cleptocrati e oligarchi, appropriandosi delle risorse dei Paesi poveri senza pagarle quello che realmente valgono, con l’aiuto di strumenti intelligenti come “prezzi di trasferimento” intra-aziendale (in cui diverse parti di un’impresa si vendono reciprocamente input in modo che la sede fiscale possa segnalare una perdita), inversioni abilitate dallo Stato (dove un’azienda riduce la sua tassa cambiando la sua nazionalità) e la tassazione “sandwich” (dove le aziende possono spostare le royalty offshore attraverso Paesi che non hanno ritenute alla fonte).

 Persiste attraverso l’uso di paradisi fiscali offshore e regimi di segretezza da parte di élite corrotte, che drenano la ricchezza della loro nazione e la ri-incanalano in “fondi onshore “, la cui vera proprietà è nascosta da società anonime di comodo offshore.

 

Il saccheggio e la distruzione da parte del capitalismo infuriano ancora in tutto il mondo, bruciando persone, foreste e altri sistemi ecologici.

Sebbene il denaro che accende il fuoco distruttore possa essere nascosto, si può vederlo incenerire ogni territorio che possiede ancora ricchezze naturali non sfruttate: l’Amazzonia, l’Africa occidentale, la Papua occidentale.

Quando il capitale esaurisce il pianeta da bruciare, rivolge la sua attenzione al fondo dell’oceano profondo e inizia a speculare sullo spostamento nello spazio.

I saccheggi e i disastri ecologici locali iniziati con le ondate coloniali ora si stanno fondendo in uno disastro globale.

Tutti noi siamo reclutati sia come consumatori che come consumati, distruggendo i nostri sistemi di supporto vitale per conto di oligarchi che tengono i loro soldi e la loro moralità altrove, nei conti bancari e nelle società anonime parcheggiate nei paradisi fiscali.

Quando vediamo accadere le stesse cose in luoghi a migliaia di chilometri di distanza, dovremmo smettere di trattarli come fenomeni isolati e riconoscere l’esistenza di uno schema.

Tutti i discorsi sul capitalismo “addomesticato“, sul capitalismo “riformato“, sul capitalismo “coscienzioso” e “responsabile”, e sul capitalismo “verde” dipendono da un’idea sbagliata di cosa sia il capitalismo.

 Il vero volto del capitalismo è ciò che vediamo nei “Pandora Paper”s e nella “distruzione ecologica del Pianeta”.

 La forza trainante del capitalismo è sempre la stessa: massimizzare il ritorno dell’investimento.

Un obiettivo perseguito in modo incessante, indipendentemente dalle conseguenze umane o ambientali.

E neanche la morte del pianeta pare essere una motivazione sufficiente per riuscire ad imporre il suo radicale cambiamento.

(Alessandro Scassellati)

 

 

 

 

La “Testa del Serpente”

 è a Ginevra.

Conoscenzealconfine.it – (16 Novembre 2023) – Pascal Najadi – Redazione – ci dice:

 

Pascal Najadi (figlio di uno dei fondatori del WEF):

“Ginevra. Sembra bella. È bella. Ha un lago. Ha il “Jet D’Eau”. È molto tranquilla. Ma c’è un lato oscuro in questo.

Tutto il male nel mondo, legato al “democidio”, purtroppo viene da Ginevra”.

“C’è l’OMS a Ginevra. C’è GAVI.

 Poi c’è il WEF, il “World Economic Forum”, di cui mio padre è stato cofondatore e che lasciò a “Klaus Schwab” per disgusto – il quale gode dell’immunità diplomatica – agli inizi degli anni ottanta.

Io, da cittadino svizzero, proprio qui adesso, dichiaro che il “WEF” non è più idoneo per l’immunità diplomatica.

 Mi appello alle autorità e alla sicurezza svizzere per arrestare immediatamente quelle persone.

Perché?

 Il WEF, l’OMS, GAVI, Big Pharma, Big Tech, Bill Gates, tutti hanno spinto per l’”iniezione globale all’umanità di un’arma biologica”, iniettando i nano lipidi in 5,7 miliardi di persone.

E noi svizzeri li ospitiamo? È terribile.

Non possiamo tollerare alcuna entità che promuove un veleno da iniettare nell’umanità.

Ma l’avete fatto. Ne sono vittima… ne sto morendo.

E anche mia madre. È un “democidio” e sarete giudicati.

 Sarà corretto in nome dell’umanità”.

“Astrid Stuckelberger” (scienziata, scrittrice):

 “Forse c’è una sindrome Svizzera-Ginevra, ma sicuramente esiste una sindrome delle “Nazioni Unite”.

Perché le persone hanno tanta paura di quello che sta succedendo, perché le “Nazioni Unite” ne sono coinvolte.

 

Ma le persone lì dentro non capiscono.

 Chi capisce, tace o prova a parlare in altri modi per aiutare le persone a svegliarsi.

 Quindi se lo capisci, lo sai perché è stato molto facile creare un governo mondiale.

Non c’è una forza capace di fermarlo e dire “Noi, il popolo”… questo è importante.

Ed è quello che stiamo facendo ora.

Stiamo cercando di costruire un movimento “We the People”.

 È molto globale, qualcosa di completamente diverso.

 

Ma quello che sta succedendo a Ginevra in questo momento è il completo contrario.

L’OMS non ha alcun diritto a dare ordini né dettare ordini al mondo intero come invece hanno fatto.

Eppure l’”Alleanza Globale per l’Immunizzazione Vaccinale”, GAVI, ha ottenuto l’immunità totale dal governo svizzero.

 Lo puoi trovare su “admin.lex” nel database svizzero.

 Andate a controllare.

 

Questo è un colpo di stato, chiaramente.

È la scena di un crimine globale.

E stiamo portando delle prove alla gente, con umiltà.

Perché, nella scienza c’è sempre un dubbio. È un dubbio sano.

 E penso che sia un atteggiamento molto importante”.

 

Pascal Najadi:

“Sono convinto, personalmente, che Ginevra avrà un futuro migliore. La neutralità svizzera deve essere ripristinata.

 Non abbiamo futuro se non siamo neutrali.

E i giovani che sopravvivono a questo saranno i garanti, si spera, che tali istituzioni non potranno mai più prendere piede nel nostro beato paese.

 Mai più.

La testa del serpente è a Ginevra. Lo considero un diretto, chiaro e reale pericolo per la popolazione svizzera. Ma posso dirvi che verrà tagliata.

Se hai un castello di carte, e questo è il castello di carte di un criminale, basta che la giustizia tolga una sola carta e crolla l’intero castello di carte.

Ma non è possibile farlo solo con la speranza.

Tutti ora devono cambiare spirito. “Soprattutto tutti i vaccinati, tutti gli inoculati, sapendo di essere stati avvelenati”.

Noi siamo le masse. Siamo miliardi di persone.

Alziamoci e diciamo basta. Non ci stiamo.

 In francese: ‘Ni oublí. Ni pardon.’

Perché siamo i guardiani dell’umanità e la nostra luce annienta l’oscurità del male. Sempre “.

(imolaoggi.it/2023/11/05/la-testa-del-serpente-e-a-ginevra/)

 

 

Lorenzo Fontana: "Aboliamo

la Legge Mancino". Salvini concorda

, ma frena (all'unisono con Di Maio).

Huffingtonpost.it – (3 agosto 2018) - Redazione – Huffpost – ci dice:

 

Rilanciata la battaglia leghista contro la norma "usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano".

Ma i vice premier escludono interventi.

Non c'è alcuna emergenza razzismo in Italia. Anzi.

Il razzismo è diventata una bandiera dietro cui si nascondono gli attacchi dei globalisti al popolo italiano.

Il ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, in un post su Facebook, respinge con forza la vulgata sull'ondata di razzismo in Italia e si spinge oltre, annunciando di voler abolire la Legge Mancino, che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, e aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, oltre a punire anche l'utilizzo di simbologie legate ai suddetti movimenti politici.

Una posizione che trova d'accordo Matteo Salvini, anche lui impegnato a respingere con forza l'idea di un'emergenza razzismo in Italia.

"Alle idee, anche le più strane, si risponde con le idee, non con le manette" risponde il ministro dell'Interno al Agi che gli chiede se sostenga ancora la battaglia, storica della Lega, per l'abrogazione della Legge Mancino.

 

Matteo Salvini però frena e all'unisono con Luigi Di Maio, escono due dichiarazioni per escludere l'abolizione della Legge Mancino dal perimetro di Governo.

 Il vice premier leghista ribadisce la sua posizione favorevole ma precisa all'Ansa che "se mi chiedete se faremo una proposta di legge o una raccolta di firme per abolire la legge Mancino dico di no. È un'idea ma sicuramente non è una priorità per la Lega e il Governo".

Luigi Di Maio, allo stesso modo, afferma che la Legge Mancino deve restare dov'è. "La discussione sull'abrogazione della Legge Mancino può chiudersi tanto rapidamente quanto si è aperta.

Prima di tutto non è nel Contratto di Governo.

In secondo luogo è uno di quegli argomenti usati per fare un po' di distrazione di massa che impedisce di concentrarsi al 100% sulle reali esigenze del Paese: lotta alla povertà, lavoro e imprese.

La Legge Mancino - sottolinea il vicepremier M5S - per me deve rimanere dov'è.

Le pensioni d'oro invece devono scomparire alla velocità della luce".

A stretto giro chiude anche Giuseppe Conte.

"L'abrogazione della legge Mancino non è prevista nel contratto di governo e non è mai stata oggetto di alcuna discussione o confronto tra i membri del governo" dice il premier su Facebook.

 "Personalmente credo che il rispetto delle idee sia un valore fondamentale di ogni sistema democratico, ma allo stesso modo ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l'incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa".

“Il racconto di Buba: "Urlavano bastardo e nero. Poi due italiani mi hanno sparato.")

Lorenzo Fontana aveva acceso il dibattito e scatenato un'ondata di polemiche da parte del centrosinistra, della comunità ebraica e intellettuale.

"Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano" afferma Fontana su Facebook.

"I burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il loro grande inganno è stato svelato".

"I fatti degli ultimi giorni - scrive ancora Fontana - rendono sempre più chiaro come il razzismo sia diventato l'arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano, accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l'intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico.

Una sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni.

 Tutte le prime pagine dei giornali, montando il caso ad arte, hanno puntato il dito contro la preoccupante ondata di razzismo, per scoprire, in una tragica parodia, che non ce n'era neanche l'ombra.

 Se c'è quindi un razzismo, oggi, è in primis quello utilizzato dal circuito mainstream contro gli italiani.

 La ragione?

 Un popolo che non la pensa tutto alla stessa maniera e che è consapevole e cosciente della propria identità e della propria storia fa paura ai globalisti, perché non è strumentalizzabile.

Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano".

La legge Mancino è nata nel giugno del 1993 e condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.

 La legge punisce anche l'utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici. È nota come legge Mancino, dal nome dell'allora Ministro dell'Interno che ne fu proponente, il democristiano Nicola Mancino.

Uno dei primi effetti della legge fu lo scioglimento, proprio nel '93, del “Movimento Politico Occidentale”, un'organizzazione di estrema destra fondata nel 1984 dal quello che ne fu per anni il leader, “Maurizio Boccacci”.

Ad oggi è il principale strumento legislativo che l'ordinamento italiano offre per la repressione dei crimini d'odio.

La Lega Nord ha proposto nel 2014 un referendum per abrogarla sostenendo che si tratta di una legge "liberticida".

E i critici della legge Mancino sostengono fra l'altro che essa sarebbe incostituzionale, in quanto in contrasto con l'art. 21 della Costituzione, che garantisce la libertà di manifestazione del pensiero.

La legge prevede la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro di chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;

e la reclusione da sei mesi a quattro anni di chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

In virtù della legge è vietata, inoltre, la formazione di ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia come scopo l'incitamento alla violenza sempre per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

La legge Mancino, che modifica una norma del '75, vieta l'accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche a tutte quelle persone "che vi si recano con questi emblemi o simboli.

 I trasgressori saranno puniti con la reclusione fino a un anno".

Da tempo si discute in merito ad una possibile estensione della Legge Mancino ai reati basati sulla discriminazione in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere.

"Fratelli d'Italia condivide la proposta del ministro Fontana di abrogare la legge Mancino.

Siamo sempre stati contrari ai reati di opinione perché riteniamo la libertà di espressione sacra e inviolabile".

Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

"Abbiamo già proposto l'abrogazione di questa norma nella scorsa legislatura quando il Pd e la sinistra hanno tentato di approvare in Parlamento la folle proposta di legge Fiano: siamo pronti a rifarlo oggi", spiega.

 

 

 

 

L'OCCIDENTE SI SALVA SE GUARDIAMO

IN CASA NOSTRA COME SIAMO DIVENTATI,

NON CON LE BOMBE SUI POPOLI.

It.linkedin.com – Post di Cristiano Donelli – (2 -11-2023) – ci dice:

 

Il Generale Vannacci ha rappresentato una schiarita tanto improvvisa quanto carica di speranza nel buio sempre più pesto in cui il “presunto progresso” dei giorni nostri ci ha portati.

Gli stessi modernizzatori arcobaleno che dalle due coste americane vogliono colonizzare il pensiero dei pochi paesi, fra cui ahinoi noi, che ancora pendono dalle loro labbra non disdegnano di andare in giro per il mondo a portare il loro modello disgregatore grazie all'aiuto di una metodologia che solo ciechi schiavi possono ritenere efficace e giusta.

Innanzitutto si devono creare con schematicità e pazienza tensioni continue fra popoli confinanti dove ci sono quelli che non vedono di buon occhio la loro egemonia imposta, successivamente produzione, fornitura e lancio di bombe su chi si ostina ad avere un pensiero di vita differente dal loro.

In questa maniera l'Occidente, in particolare le patrie della piccola grande Europa, vera culla dei valori che vorremmo preservare, avrà tutto da perdere, con gli americani che sotto sotto rideranno vedendoci preda di migrazioni incontrollabili, di abbassamento ulteriore del nostro benessere e della nostra competitività, in ultimo la perdita totale delle nostre identità che sono quelle che possono dare orgoglio e desiderio di autonomia.

Vannacci ha un carattere inscalfibile, è ligio al piano di non farsi mai portare da un urlatore televisivo qualunque al livello di guerrafondai attenti alle bombe di moda al momento, ora per certa destra quelle biancoazzurre dopo che è passata la sbornia del gialloblu.

Infatti ci lascia anche una lettura delle cose che accadono che in pochi riescono a scorgere perché ognuno tende a farsi pre-digerire i concetti dai pensatori a cui più si vuole riferire:

 viva l'Ucraina e a morte Putin, viva Israele e radere al suolo Gaza, ma mai nessuno che esce e dice che sarebbe meglio ritrovare l'autonomia decisionale, quantomeno di pensiero, in modo che da noi si pensi alla serenità, alla pace, ai nostri valori, alla nostra ripresa economica.

Per raggiungere un quadro così desiderato e, se continuiamo con queste distrazioni rovinose, forse impossibile bisogna spazzare via velocemente quella mollezza d'animo che ci porta ad accettare tutto, dalle bombe globaliste su fieri popoli al Natale cancellato perché urtiamo mica i musulmani ben consci dell'importanza delle regole religiose bensì quelli dei nostri che vogliono ridurre tutto a consumismo e piattume.

Come disse un altro che di queste cose del mondo appena ne capisce il mondo deve essere dei patrioti e non dei globalisti, i primi vogliono che ognuno rimanga in pace a casa propria con la propria religione e le proprie usanze, gli altri sono quelli che portano ciò che piangiamo tuttora.

 

 

 

Verso la dittatura digitale.

Prigione digitale prossima, ventura.

Gruppolaico.it – (12 novembre 2023) – Redazione – ci dice:

 

 Un uomo imprigionato dietro un QR code. E per di più con la mefitica mascherina. Dittatura digitale e dittatura sanitaria intrecciate tra loro, insieme alla dittatura ecologico-green.

Ma certamente la digitalizzazione assoluta della nostra vita in tutti gli ambiti è la meta finale del progetto criminale globale chiamato “Grande Reset” e della sua “Agenda 2030”, partorita attraverso l’”ONU” asservito all’aristocrazia finanziario-usuraia, che lo finanzia e quindi lo manipola per i propri diabolici progetti di governance globale.

Lo scopo finale del “criminale Grande Reset” è quindi una “tecno-gabbia” in cui essere rinchiusi per realizzare il nuovo uomo “normalizzato”, addomesticato, iper-sorvegliato e iper-condizionato, puro fornitore di dati, secondo i desiderata dell’ élite pluri-miliardaria:

“Un passaporto vaccinale internazionale, un’identità digitale, un sistema di credito sociale e una moneta digitale della banca centrale (CBDC) formano un sistema di controllo digitale che bloccherà la popolazione in perpetuo.

Il riconoscimento facciale è una parte essenziale della struttura di controllo, in quanto è la “password” della vostra identità digitale.”

A tutto ciò vanno aggiunte le diaboliche “smart city” con le loro ossessionanti “ZTL” (già in via di esecuzione a Trieste e Oxford, in Inghilterra) in modo da essere rinchiusi in uno spazio ristretto, sotto continua sorveglianza digitale e potendo muoversi soltanto per quanto è permesso.

No, non dimentichiamo la tragedia di Gaza e l’orrore di quanto vi sta accadendo:

 il nostro sito sta fornendo ampie documentazioni.

Ma inseriamo la guerra in medio-oriente e quella in ucraina dentro un quadro generale che vede collegate queste orrende guerre alle dittature sanitarie, ecologiche e digitali in via di elaborazione e realizzazione con conseguenti crisi energetiche ed economiche che facilitano la nostra sottomissione.

Se ci fermiamo solo su un particolare (pure di enorme importanza come la tragedia di Gaza) e perdiamo di vista il quadro generale del progetto criminale del Grande Reset con le sue varie ignobili sfaccettature dittatoriali in elaborazione (come quella digitale, appunto) allora siamo “fottuti” e l’operazione di “distrazione di massa” è riuscita.

 E non fai caso all’ultima “telecamerina” che hanno messo sulla strada dove abiti….

D’altra parte consapevolezza e conseguente Resistenza costano fatica, impegno, dedizione: è in gioco la nostra dignità di uomini/donne liberi. (GLR)

 

La vostra identità digitale sarà la vostra “prigione digitale.”

La vostra identità digitale sarà la vostra “prigione digitale”.

Perché presto potreste ritrovarvi in una “prigione digitale”!

La vostra prigione digitale è già stata costruita e sarà il “Lockdown Finale”.

Un passaporto vaccinale internazionale, un’identità digitale, un sistema di credito sociale e una moneta digitale della banca centrale (CBDC) formano un sistema di controllo digitale che bloccherà la popolazione in perpetuo.

Il riconoscimento facciale è una parte essenziale della struttura di controllo, in quanto è la “password” della vostra identità digitale.

Entro la fine del 2023, nel mondo ci saranno 1 miliardo di telecamere di sorveglianza che raccolgono dati, tutte collegate a Internet e all’intelligenza artificiale (AI).

Anche le telecamere e i dispositivi di registrazione audio nei telefoni cellulari, nelle automobili e negli elettrodomestici intelligenti raccolgono e condividono dati.

Tutti questi dati vengono poi utilizzati per assegnare a ogni persona un punteggio individuale, basato sul suo comportamento, sulla sua espressione e sulla sua interazione con il mondo. In ultima analisi, il punteggio del credito sociale determinerà ciò che si può o non si può fare, ciò che si può comprare e dove si può andare.

Tutti questi fattori si stanno unendo per controllare la popolazione globale.

Come osserva “Zeee”, questa prigione digitale, che è già in gran parte costruita, sarà la chiusura definitiva dell’umanità.

 

L’identità digitale è stata descritta dal “World Economic Forum” (WEF) come un nuovo capitolo del contratto sociale.

Il problema, come ha osservato “Jabbi”, è che il nuovo contratto sociale del WEF non è stato accettato da nessuno di noi.

È stato rivisto dal WEF e dai suoi alleati e imposto al resto di noi, senza il nostro consenso.

La stragrande maggioranza delle persone non sa nemmeno cosa comporti questo nuovo contratto sociale, né come influenzerà la loro vita quotidiana e la loro capacità decisionale individuale.

Questo, per ovvie ragioni, non è mai stato completamente delineato perché, se fosse compreso da tutti, praticamente nessuno sulla terra lo accetterebbe.

Dopo tutto, poche persone con un’intelligenza normale amano farsi dettare la vita da qualcun altro.

 

La vostra identità digitale sarà la vostra prigione digitale.

In un video, “Jabbi”propone una presentazione che spiega la prigione digitale che è la vostra identità digitale – in altre parole, come la vostra identità digitale si collega al sistema di credito sociale in arrivo e controllerà ciò che potete o non potete fare nella vostra vita quotidiana.

La buona notizia è che le persone in tutto il mondo stanno iniziando a rendersi conto di ciò che sta accadendo.

 Come ha spiegato la filosofa legale “Eva Vlaardingerbroek”, il motivo per cui ora ci sono proteste di massa in Europa è che si stanno rendendo conto che il sistema di passaporto per il vaccino COVID-19 lanciato in Europa è un sistema di controllo (alla cinese) che non ha una data di scadenza.

Si stanno rendendo conto che è destinato a essere permanente e che sarà ampliato.

Un giovane cinese descrive il funzionamento dell’ID digitale, dei CBDC e del sistema di credito sociale in Cina.

Nel 2017 avevano già la tecnologia per detrarre automaticamente le multe dal vostro conto per infrazioni come l’attraversamento sulle strisce pedonali, e la rete di controllo sta diventando sempre più grande e sofisticata.

È questo che vogliamo in Occidente?

È questo che volete per i vostri figli e i vostri nipoti?

Se non è così, dovete partecipare al movimento per impedirlo, iniziando ad apportare cambiamenti nella vostra vita per affamare la bestia dei vostri dati personali ed educando la vostra famiglia e i vostri amici su questa necessità.

 

Gli ID digitali saranno necessari in tutto il mondo per partecipare alla società entro il 2030.

Con l’aiuto della “Bill and Melinda Gates Foundation” e della” Rockefeller Foundation”, le “Nazioni Unite” (corrotte sino al midollo! N.D.R.) hanno piani grandiosi per schiavizzare permanentemente ogni essere umano su questo pianeta entro il 2030.

L’implementazione di ID digitali in tutto il mondo sta avvenendo proprio ora e arriverà con un sistema di pagamento completamente digitale senza contanti e la completa distruzione dell’illusione della libertà.

Mercoledì 8 novembre 2023, è previsto un evento di lancio virtuale per quello che viene definito l’agenda “50-in-5”.

Le” Nazioni Unite”, la “Bill and Melinda Gates Foundation” e i partner della “Rockefeller Foundation” stanno lanciando la campagna per accelerare l’implementazione dell’ID digitale, pagamento digitale e lancio della condivisione dei dati in 50 paesi sotto l’egida dell’infrastruttura pubblica digitale (DPI) entro il 2028, secondo un rapporto del “Daily Exposé”.

Il “Programma di sviluppo delle Nazioni Unite” (UNDP) ha annunciato l’intenzione di implementare “ID digitali” in tutto il mondo entro il 2030 e saranno obbligatori per le persone che desiderano partecipare alla società, secondo “Reclaim the Net”.

 

In preparazione di questa agenda permanente per “la schiavitù digitale”, mesi di preparazione e un budget di circa $ 6,8 milioni sono stati accantonati per il lancio di questo meccanismo di identificazione digitale supportato da biometrici.

Esseri umani morali hanno iniziato a mettere in discussione non solo un sistema di identificazione digitale, ma un sistema in cui una classe dirigente schiaccia tutti sotto di esso.

 Potrebbe bloccarsi o rendere impossibile schiavizzare l’umanità, una volta che gli esseri alla fine capiranno di essere schiavi.

Sfortunatamente, rendersi conto che siamo schiavi è il primo passo per liberarsi ed è il passo più difficile.

I DPI vengono venduti come un meccanismo per l’inclusione finanziaria, la convenienza, il miglioramento dell’assistenza sanitaria e il progresso verde.

Ma chiunque abbia due cellule cerebrali da strofinare insieme capisce che questa è la fine del gioco; un sistema di schiavitù totale e completo dal quale gli esseri umani non hanno alcuna possibilità di fuggire.

Si tratta di una “frase onnicomprensiva applicata a un incombente sistema di governance tecnocratico alimentato da tre componenti fondamentali: ID digitale, pagamenti digitali come le valute digitali delle banche centrali (CBDC) e massiccia condivisione di dati”.

Per “partecipare” alla “società” dovrai essere il loro schiavo per sempre.

Ecco di cosa si tratta.

Proprio adesso, le persone stanno cominciando a rendersi conto che la schiavitù non è mai stata abolita, ma solo estesa per includere tutti.

Una volta che una massa critica di esseri umani capirà che questo sistema che i governanti hanno creato per tenerci sotto il loro controllo è stato fatto solo per garantire che le persone rispettino volontariamente la loro oppressione, inizieremo a liberarci.

Fino ad allora, i governanti continueranno a stringere le catene invisibili che abbiamo legato al nostro collo.

(Mac Slavo) - (vocidallastrada.org)

 

EURO DIGITALE: DOBBIAMO PREOCCUPARCI?

 

Riteniamo interessante e per questo pubblichiamo l’articolo che segue, dove vengono presentati alcuni degli aspetti tecnici del progetto (Euro Digitale), a tutti gli effetti una valuta digitale di Banca Centrale (CBDC).

Parliamo di un nuovo mezzo di pagamento a corso legale, nato apparentemente per contrapporsi alle criptovalute, veri e propri strumenti finanziari ad alto rischio per la loro estrema volatilità, in quanto derivano da una emissione “out of thin air” a carattere privato, senza la presenza di alcun sottostante né di garanzie reali.

Cosa bolle davvero in pentola a Francoforte, cosa sarà l’Euro Digitale?

Euro Digitale: dobbiamo preoccuparci?

In questi ultimi mesi, si fa un gran parlare di Euro digitale, ossia di quello che, nella mente dei nostri burocrati europei, dovrebbe diventare il fratellino digitale della moneta contante.

Dal momento che noi tutti già usiamo la nostra bella carta di credito o di debito per fare i nostri pagamenti elettronici, la domanda che sorge naturale è: ma davvero se ne sentiva il bisogno?

Cerchiamo quindi di fare ordine per capire di cosa si sta parlando, anche considerando che la fase di preparazione di questa nuova piattaforma di pagamento è partita il primo novembre scorso.

Cos’è l’Euro digitale.

In estrema sintesi, si tratta di una CBDC (Central Bank Digital Currency), ossia della forma digitale della moneta cartacea emessa dalla BCE.

 Si affianca quindi agli altri mezzi di pagamento elettronici, con la differenza fondamentale che qui parliamo di una moneta elettronica emessa direttamente dalla Banca Centrale Europea, moneta che per sua natura è un’attività per il sistema economico in generale, senza diventare la passività di nessuno.

A differenza della moneta elettronica emessa dalle banche commerciali che, all’atto dell’emissione per esempio di un mutuo a un privato, contestualmente vede accendersi un correlativo credito della banca verso chi ha avuto il prestito secondo il seguente schema:

Come si nota, il saldo di ricchezza finanziaria aggiuntiva risulta essere, con la moneta emessa all’interno del sistema delle banche commerciali, uguale a 0 a differenza di quella di BCE che effettivamente può creare nuova ricchezza finanziaria, con l’emissione di moneta che va ad aggiungersi a quella in circolo nel settore privato, grazie alla spesa pubblica dello stato.

Ma al di là dell’aspetto finanziario della questione, cosa cambia a noi utenti dei servizi di pagamento se anziché pagare con la carta di credito che sottrae fondi dal conto corrente del pagatore per accreditarli su quello del venditore, paghiamo con il futuro borsellino elettronico fornitoci dalla BCE?

Pochissimo dal punto di vista operativo ma probabilmente tutto dal punto di vista sostanziale.

Andiamo quindi a capire quali sono le caratteristiche di questo futuro Euro Digitale e i relativi potenziali vantaggi e svantaggi.

Caratteristiche dell’Euro digitale.

 

Abbiamo affermato sopra che l’Euro Digitale è una “CBDC” (Central Bank Digital Currency).

 La prima lettera dell’acronimo riporta al concetto di centralizzazione e già qui capiamo una differenza con le criptovalute:

queste hanno come caratteristica fondamentale quella di essere decentralizzate su blockchain pubblica, ottenendo vantaggi sia in termini di sicurezza tecnica (almeno con la potenza computazionale attuale) che di riservatezza.

La centralizzazione perseguita da una Banca Centrale, fa invece perdere questi vantaggi tecnici, favorendo il rischio di controllo totale sulle transazioni.

Sappiamo che Fabio Panetta, dal primo novembre 2023 “Governatore della Banca d’Italia” nonché già membro del “Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea”, ha assicurato sulla testa degli italiani tutti che nessuno si permetterà mai di mettere il becco nelle transazioni digitali di noi cittadini, ma siccome la testa è nostra, avere qualche rassicurazione tecnica sarebbe stato meglio.

 Fabio Panetta, nuovo governatore della Banca d’Italia in carica dal 1° novembre 2023, arriva direttamente dal board della Bce.

Legato al tema della riservatezza c’è quello della potenziale programmabilità di questo Euro digitale.

 Anche qui, i documenti assicurano che mai e poi mai questa moneta digitale diventerà, pur essendolo possibile dal punto di vista tecnico, programmabile.

Quindi mai nessuno si permetterà di stabilire limiti di spesa avendo riguardo al luogo, al quando, alla cosa e al destinatario dei pagamenti.

Vabbè, fidiamoci sulla parola che non ci bloccheranno l’acquisto di ulteriori litri di carburante o ci lasceranno al freddo perché abbiamo raggiunto i nostri limiti di CO2.

Certo che, se manterranno la parola, non coglieranno uno dei potenziali vantaggi di una” CBDC” che, nell’ambito degli scambi commerciali, potrebbe offrire dei vantaggi sia in termini di maggiore velocità di vedersi accreditati i denari, che di creazione di regole sottostanti alla transazione finanziaria che potrebbero anticipare eventuali liti in giudizio civile.

Infatti, se realizzata su architettura DLT (come la blockchain), la transazione in Euro digitale potrebbe avere uno “smart contract” associato con una regola per cui al verificarsi di una condizione, per esempio il ritiro della merce da parte del corriere, fa scattare il pagamento.

Direi quindi che, stante le dichiarazioni nei documenti ufficiali, nessun vantaggio rispetto alla moneta elettronica bancaria che già usiamo ma potenziali ulteriori rischi riguardo all’utilizzo del contante per quanto riguarda la riservatezza sulle nostre abitudini.

Un’altra caratteristica dell’Euro digitale è di essere, agli effetti giuridici, esattamente la copia dematerializzata della moneta contante:

in linea teorica dovrebbe quindi, pur essendo in formato elettronico, dare il vantaggio agli esercenti di riceverla esattamente con lo stesso valore quantitativo del contante senza privazioni dovute alle commissioni bancarie.

Per ora non è dato sapere se ciò sarà effettivamente così, visto che nel Digital Euro Package si citano sibilline remunerazioni per gli intermediari per non meglio specificati servizi a valore aggiunto alla clientela:

 il diavolo sta nei dettagli e siccome questi dettagli ancora non li hanno esplicitati, si sente puzza di zolfo.

 D’altronde, aspettarsi che la BCE disintermedi le banche sarebbe pura utopia, oltre che un suicidio per molte banche che sicuramente avranno amici alla BCE stessa.

Un vantaggio decantato nei documenti è l’inclusività, concetto con il quale affermano che anche gli anziani e i disabili potranno effettuare pagamenti digitali.

Sembra quasi che siano convinti che attualmente questi concittadini siano esclusi per un qualche bug delle piattaforme di pagamento o che saranno in grado di semplificare rispetto a oggi con l’utilizzo del portafoglio digitale:

forse pensano a un chip sottocutaneo ma la soluzione sarebbe la stessa già in uso oggi da parte di qualche tifoso della tecnologia spinta.

In realtà, l’unica vera inclusività che si può intravedere è che anche i soggetti attualmente esclusi dal sistema bancario per i più disparati motivi, dovrebbero poter usare l’euro digitale perché in caso contrario, sarebbe come dichiarare che non è contante.

Riguardo all’inclusività un altro vantaggio propinatoci è che con l’Euro digitale potrebbero, in casi di crisi tipo Covid, accreditare direttamente sui portafogli digitali dei cittadini europei gli Euro:

 falso vantaggio perché già oggi potrebbero accreditare denari sui nostri conti correnti, anche a quei nostri concittadini che ora sono esclusi dal sistema bancario facendo semplicemente una legge che non permetta di escluderli totalmente, permettendogli le semplici operazioni di versamento, pagamento con carta di debito e prelievo dagli ATM.

Ma quanto è green l’Euro digitale.

Sappiamo che mamma Ue, è molto sensibile al tema dell’ambiente è che è disposta a qualsiasi sacrificio, nostro, per salvare il pianeta.

Peccato che un’infrastruttura tecnologica in grado di supportare il numero di server, con il relativo raffreddamento, necessari a un progetto di questo tipo considerando anche le necessarie crittografie di sicurezza che su tale struttura dovrebbero poggiarsi, sarà molto energivora.

Una piattaforma per un servizio di questo tipo dovrà anche essere anche molto ben ridondata, per cui mi sa che mamma UE dovrà mettersi l’animo in pace riguardo alla CO2.

Conclusioni.

A dirla tutta, non sembra che l’Euro digitale porterà vantaggi sostanziali rispetto al sistema attuale di piattaforme di pagamenti.

Come abbiamo visto, anche i vantaggi di inclusività o sono falsi o superabili con delle semplici normative ad hoc che si potrebbero legiferare in un paio di sedute tanto sono semplici.

Al contrario, i rischi relativi alla privacy sono enormi e tutti affidati al buon cuore dei governanti: la limitazione delle libertà personali è dietro l’angolo.

(Massimo Russo) - (comedonchisciotte.org/).  

Massimo Russo. Esperto di economia, Presidente dell’Associazione MMT Lombardia.

(finance.ec.europa.eu/publications/digital-euro-package_it)

(ecb.europa.eu/ecb/educational/explainers/tell-me-more/html/what_is_money.it.html)

La moneta digitale delle banche centrali è la fine della libertà.

La moneta digitale della banca centrale (CBDC) metterà fine alla libertà umana.

Non lasciatevi ingannare dalle garanzie di sicurezza, dalle promesse di anonimato e di protezione dei dati.

Sono tutti inganni e diversivi per nascondere l’intento malevolo che si cela dietro la diffusione globale della CBDC.

La moneta digitale delle banche centrali è il meccanismo di controllo sociale autoritario più completo e di vasta portata mai concepito.

 La sua “interoperabilità” consentirà di collegare in rete le CBDC” emesse da varie banche centrali nazionali per formare un unico sistema globale centralizzato di sorveglianza e controllo delle “CBDC”.

Se permettiamo che prevalga, la CBDC consegnerà il governo globale dell’umanità nelle mani dei banchieri.

Il CBDC è diverso da qualsiasi tipo di “denaro” che conosciamo.

È programmabile e nel suo codice si possono scrivere “contratti intelligenti” per controllare i termini e le condizioni della transazione.

Le decisioni politiche e i programmi politici più ampi, che limitano le nostre vite a piacimento, possono essere applicati utilizzando la” CBDC “senza bisogno di leggi. La responsabilità democratica, già un concetto farsesco, diventerà letteralmente priva di significato.

 

Il “CBDC “consentirà livelli di sorveglianza davvero senza precedenti, poiché ogni nostra transazione sarà monitorata e controllata.

Non solo i prodotti, i beni e i servizi che acquistiamo, ma anche le transazioni che facciamo tra di noi saranno supervisionate dai banchieri centrali dello Stato di governance globale.

 La raccolta dei dati si espanderà fino a comprendere ogni aspetto della nostra vita.

Ciò consentirà ai pianificatori centrali di progettare la società esattamente come desiderano i banchieri.

Il “CBDC” può essere e sarà collegato ai nostri ID digitali e, attraverso i nostri “portafogli” CBDC, legato ai nostri conti individuali di crediti di carbonio e ai certificati jab.

Il “CBDC” limiterà la nostra libertà di vagare e consentirà ai nostri programmatori di regolare il nostro comportamento se ci allontaniamo dalla “nostra funzione Technate” designata.

Lo scopo del “CBDC” è stabilire la tirannia di una dittatura.

Se permettiamo che la “CBDC “diventi il nostro unico mezzo di scambio monetario, verrà usata per renderci schiavi.

Non fatevi illusioni: La “CBDC” è la fine del gioco.

Il “CBDC al dettaglio” estende la supervisione della banca centrale e le permette di governare ogni aspetto della nostra vita.

Il CBDC al dettaglio è lo scenario da incubo definitivo per noi “cittadini”.

La banca centrale del Regno Unito – la Bank of England (BoE) - ha recentemente pubblicato le specifiche tecniche previste per il suo” CBDC”, che chiama ingannevolmente “Digital Pound”.

 La “BoE” afferma categoricamente che:

“Il CBDC non sarà anonimo perché la capacità di identificare e verificare gli utenti è necessaria per prevenire i reati finanziari e per soddisfare gli obblighi legali e normativi applicabili. [. . .]

Saranno accettati diversi livelli di identificazione per garantire che il CBDC sia accessibile a tutti. [. . . ]

Gli utenti devono essere in grado di variare le loro preferenze in materia di privacy per soddisfare le loro esigenze di privacy entro i parametri stabiliti dalla legge, dalla Banca e dal Governo.

Una migliore funzionalità della privacy potrebbe far sì che gli utenti traggano maggiori benefici dalla condivisione delle loro informazioni personali”.

Ancora una volta, è fondamentale capire che il “CBDC” non è affatto come il contante.

Il contante può essere preferito dai “criminali”, ma è più ampiamente preferito dalle persone che non vogliono condividere tutti i loro dati personali semplicemente per condurre affari o acquistare beni e servizi.

La sterlina digitale metterà fine a questa possibilità per i cittadini britannici. Così come i CBDC di tutti gli altri Paesi la faranno cessare per i loro cittadini.

Il modello della “BoE” non prevede vie di fuga.

Anche per coloro che non sono in grado di presentare “documenti” approvati dallo Stato su richiesta, saranno applicati “diversi livelli di identificazione” per garantire che la griglia di controllo del CBDC sia “per tutti”. La BoE, il ramo esecutivo del governo e la magistratura formano una partnership che determinerà i “parametri” accettabili delle “preferenze di privacy” della BoE, non degli utenti.

Più dati personali si condividono con la BoE e i suoi partner statali, più dolce sarà l’uso consentito del” CBDC.

Tutto dipende dalla vostra volontà di conformarvi.

Se non vi conformate, non sarete in grado di funzionare come cittadini e sarete di fatto esclusi dalla società tradizionale.

Se accettiamo semplicemente l’introduzione del “CBDC”, il concetto di essere umano libero è ormai superato.

 

Un politico europeo: “pessime notizie” sugli ID digitali e sulle valute digitali delle banche centrali.

 

“Ho appena lasciato la stanza in cui si sono svolte le trattative sull’identità digitale e ho una brutta notizia “, ​​ha annunciato mercoledì il deputato olandese al Parlamento europeo “Rob Ross”.

Su “X”, in un post allegato con un video, ha scritto:

 

«ULTIM’ORA: Pessima notizia.

 Il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno appena raggiunto un accordo sull’introduzione dell’identità digitale, la “eID”.

Subito dopo, il commissario UE Breton ha dichiarato:

“Ora che abbiamo un portafoglio di identità digitale, dobbiamo aggiungerci qualcos’altro…”, suggerendo una connessione tra “CBDC” e “eID”.

Hanno ignorato tutti gli esperti di privacy e gli specialisti in sicurezza.

Stanno portando avanti tutto. Non sono ottimista.

Ma non è ancora troppo tardi.

Il Parlamento deve ancora votare su questo.

 Fate sapere ai vostri eurodeputati che siete contrari all’identità digitale e che volete che i vostri eurodeputati votino contro!»

Non conformarsi.

Come ha scritto George Orwell, l’autore di 1984, “Il vero potere si ottiene quando la classe dirigente controlla gli elementi materiali essenziali della vita, concedendoli e negandoli alle masse come se fossero privilegi”

Se tutto questo non finisce subito, ciò che conoscete come libertà verrà trasformato in privilegi che possono essere attivati ​​e disattivati ​​in un istante.

Guardate la Cina; questo è ciò che intendono portare in Occidente.

 E gli ID digitali + CBDC sono gli strumenti perfetti necessari per renderla realtà.

Come ha affermato “Catherine Austin Fitts”, “l’accesso alle vostre risorse finanziarie può essere negato o bloccato se non fate ciò che vi viene detto”.

Perciò, piuttosto che aspettare che la tirannia totale vi colpisca, è più importante che mai iniziare a resistere ora.

 

 

“Nego il consenso”: ecco come fuggire dalla geolocalizzazione nella tecno gabbia dati su Smartphone e cellulari. 

DOCUMENTI.

La fase 2) del grande reset avanza nella controversa transizione digitale imperniata sulla rete 5G:

dopo Green Pass come strumento di controllo e tracciamento sociale e dopo le prove di IT-Altert per la simulazione di emergenze su Smartphone e cellulari (oggi il caso ha voluto che in Toscana un terremoto vero si verificasse in simultanea all’invio del test allerta!), da un comitato di cittadini arriva la disponibilità della documentazione per opporsi alla costruzione di Big Data, la grande banca dati per la geolocalizzazione del popolo in stile grande controllo orwelliano, capitalismo della sorveglianza e sistema di credito sociale cinese mimetizzato all’occidentale.

“Le Smart City, il 5G, gli operatori telefonici e altre entità sconosciute, elaborano i dati sulla tua posizione.

Sempre “, scrivono dal “comitato informale di cittadinanza attiva” – “ora puoi decidere di fermare tutto questo e liberarti da statistiche, studi, pubblicità e controllo.

Attraverso l’esercizio dei diritti consentito dal Regolamento (UE) 2016/679 sulla protezione dei dati personali, puoi bloccare il trattamento dati e uscire dal controllo”.

(Alcuni studiosi credono che l’adozione degli ID Digitali + CBDC abbiano un” preciso scopo” per i capi globalisti.  

Ormai è stato dimostrato che attualmente tutte le banche centrali occidentali e anche tutte le banche commerciali private “creano denaro dal nulla” per effettuare i prestiti ai clienti richiedenti.

Attualmente “la truffa” escogitata è la seguente: tutto il denaro dal nulla creato dalle banche con i prestiti,   viene scritto nei libri contabili delle banche come “PASSIVO “. Ma in realtà è un “ATTIVO”.

In Italia, ad esempio, con questo fatto circa mille miliardi di euro annuali di prestiti ai clienti  effettuati dalle grandi banche nazionali sono indicati come “PASSIVO” per le banche. Dato che invece è un “ATTIVO” creato dal nulla, ne discende che le banche private sottraggono al sistema fiscale italiano una somma di circa 250-300 miliardi di euro ogni anno e questo solo per l’Italia! Con l’adozione del sistema di “ CBDC “che la BCE vuole ora adottare tutto questo “furto di denaro pubblico” sfuggirebbe ad ogni controllo successivo della finanza. Ed il gioco sporco è fatto! N.D.R.).  

 

Il Mondo Arabo-Islamico si è Riunito per

 Affrontare il Conflitto Israelo-Palestinese.

Conoscenzealconfine.it – (17 Novembre 2023) - Michele Manfrin – ci dice:

 

Decine di leader e di alti funzionari dei Paesi membri della Lega Araba e dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) si sono riuniti in Arabia Saudita, a Riyadh, per un vertice straordinario congiunto il cui risultato è la ferma condanna dell’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza e dei crimini di guerra commessi dal governo di occupazione coloniale contro il popolo.

La dichiarazione finale prodotta con la mediazione delle varie posizioni in campo – da quelle più aggressive e intransigenti a quelle più soft e attendiste – chiede l’immediata cessazione dell’aggressione, rifiutando di accettare la giustificazione di autodifesa presentata da Israele alla comunità internazionale.

I Paesi chiedono di rompere immediatamente l’assedio di Gaza e di imporre l’ingresso immediato di convogli di aiuti umanitari che trasportino cibo, medicine e carburante.

Viene poi chiesta la partecipazione delle organizzazioni internazionali a questo processo e la protezione degli equipaggi umanitari per consentire loro di svolgere pienamente il loro ruolo, con il sostegno all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA).

Secondo i Paesi presenti al vertice, l’incapacità del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (corrotte sino al midollo! N.D.R.) di agire rappresenta una complicità che permette a Israele di continuare la sua brutale aggressione.

 Pertanto, la dichiarazione finale chiede al Consiglio di Sicurezza di prendere una decisione immediata che condanni la distruzione degli ospedali nella Striscia di Gaza nonché il taglio dell’elettricità, dell’acqua e dei servizi di base, compresi i servizi di comunicazione e Internet.

Secondo la dichiarazione, quello che Israele sta compiendo è una punizione collettiva che, ai sensi del diritto internazionale, rappresenta un crimine di guerra.

Dunque, quello che viene chiesto dai Paesi del vertice congiunto arabo-islamico è che il “Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” prenda una decisione vincolante che imponga la fine dell’aggressione e della violazione delle leggi internazionali così come, invece, il rispetto delle legittime risoluzioni.

La dichiarazione finale chiede inoltre al “Procuratore della Corte Penale Internazionale” di completare l’indagine sui crimini di guerra e sui crimini contro l’umanità commessi da Israele contro il popolo palestinese in tutti i territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est.

La dichiarazione invita gli Stati membri dell’OIC e della Lega a esercitare pressioni diplomatiche, politiche e legali e ad adottare qualsiasi misura deterrente per fermare i crimini delle autorità di occupazione coloniale contro l’umanità.

 I Segretariati della Lega Araba e dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) vengono incaricati di istituire due unità di monitoraggio dei media per documentare i crimini delle autorità di occupazione contro il popolo palestinese e di creare piattaforme mediatiche digitali per pubblicarli e denunciare queste pratiche illegali e disumane.

I Paesi arabo-islamici denunciano quindi il doppio standard nell’applicazione del diritto internazionale, avvertendo che ciò mina seriamente la credibilità degli Stati che proteggono Israele, inficiando le possibili azioni multilaterali.

Questo, spiegano, mette a nudo la selettività nell’applicazione del sistema dei valori umani e sottolinea che le posizioni dei Paesi arabi e islamici saranno influenzate da due pesi e due misure, che porteranno a una spaccatura tra civiltà e culture.

La dichiarazione finale condanna anche lo spostamento di circa 1,5 milioni di palestinesi dal nord al sud della Striscia di Gaza come ulteriore crimine di guerra, ai sensi della “Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 e del suo allegato del 1977”.

Condanna inoltre l’uccisione di giornalisti, bambini e donne, l’attacco ai paramedici e l’uso del fosforo bianco (proibito a livello internazionale) negli attacchi israeliani alla Striscia di Gaza e al Libano.

Vengono inoltre condannate le ripetute minacce israeliane di riportare il Libano all’ “età della pietra” e invita gli Stati parte dell’accordo a prendere una decisione collettiva per condannare e respingere tali azioni e dichiarazioni.

 Inoltre, viene espresso sostegno all’Egitto e alla sua volontà di non permettere la diaspora palestinese da Gaza.

Il vertice ha poi espresso la necessità, entro un periodo di tempo specifico, di intraprendere un processo di pace con garanzie internazionali basato sull’attuazione della soluzione dei due Stati, portando così alla cessazione dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est, il Golan siriano occupato, le fattorie di Shebaa, le colline di Kafr, Shoba e la periferia della città libanese di Al-Mari.

Infine, si chiede che venga garantita una rete economico-finanziaria da parte dei Paesi arabo-islamici a supporto della popolazione palestinese e in vista della necessaria ricostruzione di Gaza.

La dichiarazione finale congiunta della Lega Araba e dell’OIC è certamente un compromesso rispetto alle varie posizioni espresse dai Paesi partecipanti al vertice, che evidenzia le divisioni regionali su come rispondere alla guerra ma anche un certo pragmatismo e una dose di realpolitik.

Ad esempio, una bozza di risoluzione più intransigente, sostenuta dall’Iran, avrebbe chiesto di impedire, quindi bloccare, il trasferimento in Israele di attrezzature militari statunitensi dalle basi USA presenti nei Paesi arabi;

 il congelamento di tutti i legami diplomatici ed economici con Israele;

di interrompere ogni fornitura di petrolio;

di impedire il passaggio di voli “da e per” Israele;

di formare una missione congiunta per fare pressione sulle nazioni occidentali per un cessate il fuoco.

I Paesi che hanno votato contro questa risoluzione sono stati: Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Sudan, Marocco, Mauritania e Gibuti.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi, nel suo primo viaggio in Arabia Saudita da quando i due Paesi hanno ripreso i legami diplomatici – grazie all’intermediazione cinese – ha detto che i Paesi islamici dovrebbero designare l’esercito israeliano come “organizzazione terroristica” per la sua condotta a Gaza.

 Raisi ha anche sollecitato i Paesi arabi a sostenere sanzioni e boicottaggio energetico contro Israele, nonché la necessità dell’invio di ispettori internazionali presso gli impianti nucleari israeliani.

Insomma, quanto emerso dal vertice di Riyadh tra i Paesi arabo-islamici, nonostante le divisioni e le differenze, mostra un fronte unito e un approccio pragmatico che cerca di lasciare demagogia e propaganda ai margini del dibattito.

 La realpolitik arabo-islamica può essere interpretata sotto diversi punti di vista e in base agli sfaccettati interessi dei vari Paesi ma certamente restituisce un’immagine unitaria come non si vedeva da tempo, e sappiamo quanto il mondo arabo-islamico sia stato diviso e in conflitto al suo interno.

Inoltre, ovviamente, si intravede anche la necessità per questi Paesi, sul fronte interno, di placare gli animi di coloro che invadono piazze e strade delle proprie città in protesta contro l’aggressione di Israele e in sostengo del popolo palestinese, e che chiedono ai propri governi di agire affinché cessi la sofferenza della popolazione civile sotto assedio.

(Michele Manfrin)

(lindipendente.online/2023/11/13/il-mondo-arabo-islamico-si-e-riunito-per-affrontare-il-conflitto-israelo-palestinese/)

(claudiomartinotti.blogspot.com)

 

 

 

 

 

Il Grande Reset. La Grande Risistemazione.

Golpe finanziario per futuri schiavi.

Gruppolaico.it – (18-2-2021) – Redazione – CATHERINE AUSTIN FITTS - ci dice:

 

 Il mondo è minacciato molto seriamente da Big Money, Big Pharma, Big Tech, Big Agricolture, Warp Speed e Media alleati tra di loro e denominati Mr. Global) per il folle progetto di stravolgimento del mondo e dell’umanità chiamato Grande Reset coperto, per ora, dal virus e dalla paura indotta:

 questo ci dice l’importante articolo che segue e che propone riflessioni urgentissime di una grande esperta americana di economia finanziaria.

Questo articolo è un grande contributo alla comprensione (per chi ha conservato il senso critico e il pensiero) del diabolico progetto d’ingegneria umana e sociale veicolato attraverso un virus normale presentato ad hoc come la peste nera del XXI secolo.

Virus che pochissimo ha a che fare con veri problemi sanitari ma è piuttosto un “magico” virus politico e soprattutto economico-finanziario.

Ma ha ragione Einstein:

 la vera minaccia del mondo non sono questi operatori del male (nascosti dietro le sigle presentate sopra) per quanto pericolosissimi.

La vera minaccia sono coloro che mascherati, tamponati, distanziati, vaccinati, manipolati nella capoccia tollerano tutto:

 i diabolici covidioti, esseri rattrappiti egoisticamente sulle loro ossessioni e paure che permettono ai Big…, descritti sopra e nell’articolo, di portare avanti i loro disegni criminali e nulla si chiedono se non di salvarsi la pellaccia.

Dio ci salvi da loro, anche se sono in famiglia o tra i nostri amici.

Anzi soprattutto!

 

INTERVISTA A “CATHERINE AUSTIN FITTS ”:

PLANET LOCKDOWN.

“Ho appena pubblicato un enorme studio chiamato “The state of our currencies”, e quello che descrivo è il fatto che per molti decenni il dollaro è stato la valuta di riserva, ma il sistema sente il peso degli anni ed è in crisi.

I grandi banchieri centrali stanno cercando di introdurre un nuovo sistema che però non è ancora pronto.

 Siamo quindi in un periodo di grandi cambiamenti e incertezza in cui i grandi banchieri stanno cercando di mantenere il sistema del dollaro.

 Allo stesso tempo stanno cercando di accelerare l’introduzione del nuovo sistema, cercando però che nessuno capisca esattamente cosa sta succedendo.

(CATHERINE AUSTIN FITTS)

Il nuovo sistema coinvolge diversi settori ed industrie, e lo descrivo come la fine delle valute.

Non è che stiamo introducendo una nuova valuta, stiamo essenzialmente introducendo un nuovo sistema di transazione che sarà tutto digitale ed essenzialmente farà sparire le valute come le conosciamo oggigiorno.

La sfida per loro ora è come commercializzare un sistema che se venisse capito dalla gente, nessuno poi lo accetterebbe.

 E ovviamente il modo per farlo è con una crisi sanitaria.

Intervistatore:

“E perché una crisi sanitaria rappresenta un modo efficace?”

Perché generalmente, se un piccolo gruppo di persone vuole controllare la massa, la domanda è come condurre tutte le pecore al macello senza che se ne accorgano e facciano resistenza.

 Il perfetto escamotage sono i nemici invisibili.

Abbiamo avuto quindi la guerra al terrorismo con i terroristi invisibili, e adesso ABBIAMO UN VIRUS, PERFETTO PERCHÉ È INVISIBILE E NON PUOI PROVARE CHE NON ESISTE, PERCHÉ È APPUNTO INVISIBILE.

Quindi i nemici invisibili sono sempre i preferiti, in particolare se spaventano le persone, che sentiranno così di aver bisogno del governo per proteggerle dal nemico invisibile.

La seconda tattica molto efficace è il dividi et impera, ovvero mettere gli uomini e le donne l’uno contro l’altro, i bianchi e i neri l’uno contro l’altro etc. etc., e in questo i media giocano un ruolo molto importante.

Puoi quindi impedire alle persone di riunirsi, puoi impedire alle persone di organizzarsi, puoi impedire alle persone di incontrarsi e parlare di quello che sta succedendo e così via, e con il tracciamento puoi anche controllare chi sta parlando con chi.

Se riesci a convincerli a svolgere il loro lavoro e la loro istruzione online, puoi letteralmente ascoltare tutto ciò che dicono.

In questo modo puoi istituire un livello di sorveglianza straordinario, tutto in nome della teoria secondo cui ti stanno proteggendo da un virus invisibile.

È una strategia brillante, e come puoi vedere sta funzionando con molte persone. Non tutte, ma molte persone.

 Non voglio sottovalutare la capacità di coloro al potere di introdurre agenti patogeni che uccidono le persone e non voglio suggerire che le persone non si ammalano, ma essenzialmente quello che stanno cercando di fare è convincere le persone ad accettare una soluzione senza sapere dove questa porterà eventualmente e quali saranno le conseguenze.

Si sta parlando di un sistema di transazione che non è più una valuta, è un sistema di controllo.

Se ogni banca centrale introduce una valuta di banca centrale digitale, avrà la capacità di controllare completamente come utilizzi i tuoi soldi.

 Se non ti comporti come vogliono loro, sei finito.

E inoltre vogliono combinare questo con” il transumanesimo”, il che significa letteralmente farsi iniettare sostanze che possono istituire l’equivalente di un sistema operativo nel tuo corpo, collegandoti al sistema finanziario letteralmente fisicamente.

Intervistatore:

 “Qual è il vero scopo delle misure di lockdown?”

Quello che stanno cercando di fare è centralizzare drasticamente il controllo economico e politico.

Per esempio:

 abbiamo 100 piccole imprese in una comunità. Le dichiari non essenziali, le fai chiudere e improvvisamente società come Amazon e Walmart possono prendersi tutte le quote di mercato.

Nel frattempo i titolari di queste piccole imprese devono continuare a pagare il saldo delle loro carte di credito o il loro mutuo, quindi sono intrappolate nei debiti e alla ricerca di denaro per pagare le spese quotidiane.

Allo stesso tempo c’è la Federal Reserve che istituisce una forma di quantitative leasing in cui comprano obbligazioni societarie e la gente che sta prendendo la quota di mercato può sostanzialmente finanziare allo 0,1%, quando tutti gli altri pagano dal 16 al 17% delle loro carte di credito senza reddito.

In pratica riescono a portare via la loro quota di mercato senza problemi, mentre queste persone sono occupate a trovare un modo per dare da mangiare alla propria famiglia.

Nelle elezioni del 2016 abbiamo visto il sostegno della popolazione per candidati che rappresentavano il populismo in una varietà di modi diversi.

Bernie Sanders era un populista rispetto agli altri candidati, Donald Trump era un populista rispetto agli altri candidati, e la classe dirigente globale si rese conto che aveva un problema.

 Problema che poteva essere risolto distruggendo il reddito indipendente delle piccole imprese e dei liberi professionisti.

Se per esempio prendiamo un medico, un avvocato, un commercialista, professionisti indipendenti con un loro studio, queste persone generalmente sosterranno i candidati populisti.

Quindi il modo per sconfiggere i candidati populisti e chiudere le loro entrate e il loro sostegno è mettere fine alle attività di questo tipo di persone.

In questo modo non ci sarà nessuno a finanziare un Bernie Sanders o un Donald Trump.

Intervistatore:

“Quindi i lockdown sembrano essere più uno strumento economico che un piano di mitigazione dei virus.”

Questa è una guerra economica, ed ha avuto un grande successo.

La classe capitalista globale (e non dovrei chiamarlo capitalismo, si tratta di totalitarismo economico) da aprile 2020 ha aumentato il suo patrimonio del 27%.

Sono stati in grado di consolidare quantità fantastiche di ricchezza economica, non solo eliminando il reddito della classe media e consolidandolo nelle loro aziende, ma aumentando significativamente la ricchezza e il potere dei più grandi paesi del G7 e della Cina nei confronti dei mercati emergenti.

I Paesi con la tecnologia più avanzata, accesso all’intelligenza artificiale, a sistemi digitali, e anche allo spazio, stanno consolidando drammaticamente il potere economico nei confronti delle nazioni più deboli.

 Stiamo quindi assistendo a un consolidamento della centralizzazione del potere economico nelle nazioni più ricche e più potenti e nell’uno per cento delle persone che le controlla.

Descriverei il covid19 come l’istituzione dei controlli necessari per convertire il pianeta dal processo democratico alla tecnocrazia.

Ciò a cui stiamo assistendo è un cambiamento nel controllo e l’ingegnerizzazione di nuovi sistemi di controllo.

È quindi molto più simile a un colpo di stato che a un virus.

Ogni implicazione del colpo di stato finanziario è stata magicamente risolta dal virus magico.

 E se guardi il mondo attraverso la matematica del tempo e del denaro, è abbastanza sorprendente che qualcuno ci creda, ma in molti ci credono davvero.

Intervistatore:

 “Come pensi che sarà la tecnocrazia verso cui siamo spinti?”

La tecnocrazia verso la quale stanno spingendo è ciò che viene chiamato transumanesimo.

Si tratta di iniettare materiali nel corpo che creano l’equivalente di un sistema operativo.

Tutti conoscono l’idea di Microsoft che ti fa scaricare un sistema operativo nel tuo computer che dà a Microsoft e altri un accesso al tuo computer, e periodicamente devi aggiornarlo perché ci sono nuovi virus.

Si torna così al virus magico che può risolvere tutti i problemi, e questo è un sistema simile per il tuo corpo.

 Inietti materiali nel tuo corpo che essenzialmente creano l’equivalente di un sistema operativo e di un ricevitore.

In questo modo puoi letteralmente collegare tutte le persone al cloud e questo include collegarle al loro sistema di transazione.

 È ciò che la Bibbia chiama il marchio della bestia.

 In pratica si sta parlando di essere in grado di identificare digitalmente e tracciare le persone in relazione alle loro transazioni finanziarie.

Si tratta di un mondo caratterizzato da zero privacy.

Ma la cosa più importante da capire è che con una o più criptovalute della banca centrale si sta parlando di un sistema in cui ogni banca centrale del mondo può impedirti individualmente di effettuare transazioni se a loro non piace il modo in cui ti comporti.

Molte persone conoscono il sistema di credito sociale cinese.

 Si tratta di qualcosa molto simile.

Con una “smart grid” a cui sono collegate le loro auto elettriche, le loro comunità e ora anche il loro corpo, è possibile avere una sorveglianza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e se le persone non fanno quello che dicono e si comportano come vogliono loro, ti possono bloccare tutte le transazioni, possono impedirti di muoverti con la macchina, allontanarti da un punto per più di una certa distanza, in un sistema di controllo digitale completo manovrato dai banchieri centrali attraverso il denaro.

Stiamo digitalizzando tutto, inclusi il corpo e la mente umana.

Questo sistema fornisce il controllo completo non solo della tua capacità di effettuare transazioni finanziarie, che è collegata al tuo corpo, ma anche una tecnologia di controllo mentale molto sofisticata attraverso i media e le connessioni al cloud.

In pratica si sta parlando di collegarsi completamente ad un grosso computer. Transumanesimo e tecnocrazia vanno di pari passo.

Lo descriverei come un sistema di schiavitù dove si passa dalla libertà di muoversi e libertà di dire ciò che vogliamo ad un sistema di controllo completo( 24- 7), compreso il controllo mentale.

Mr. Global vuole passare a un sistema di schiavitù e noi vogliamo rimanere una civiltà umana, e questo è il disaccordo fondamentale che si presenta ora davanti a noi.

Osservando cosa sta succedendo,

- ci sono i colossi di Big Tech che costruiscono il cloud e le telecomunicazioni, i militari che puntano allo spazio e stanno lanciando i satelliti,

- Big Pharma che sta sviluppando le iniezioni di questi ingredienti misteriosi che modificano il tuo “dna” e per quanto ne sappiamo ti rendono sterile,

- e poi abbiamo i media che diffondono la propaganda;

- e poi abbiamo i grandi banchieri che stanno progettando i sistemi cripto centralizzati (Big Money, ndr.)

Intanto i media stanno cercando di tenere questi eventi separati, in modo che la gente non possa vedere come tutte queste cose andranno a costituire un sistema integrato, che è fondamentalmente integrato nel tuo corpo e nella tua mente, con lo scopo di istituire un sistema di schiavitù.

In altre parole i media stanno cercando di tenere la popolazione all’oscuro dei veri obiettivi finali, in modo da riuscire a implementarli e farli accettare prima che la gente si renda conto che si tratta di una trappola.

Intervistatore:

“Siamo stati messi in trappola quest’anno?”

Si, ma la porta non si è ancora chiusa. La trasparenza può far infatti far saltare il piano dei globalisti.

All’inizio dell’anno, quando ho scritto l’articolo “Injection fraud” e ho detto che Bill Gates sta cercando di installare un sistema operativo nel tuo corpo con il virus come scusa per doverlo aggiornare.

Tre mesi dopo “Yahoo Finance” ha pubblicato un sondaggio in cui risultava che il 44% dei repubblicani pensava che “Bill Gates” volesse impiantare dei chip nel loro corpo, e ho pensato “ok, stiamo facendo progressi”.

Questo è esattamente il momento in cui Bill Gates si è fatto un po’ da parte e hanno spostato l’attenzione sull’operazione “Warp Speed”, guidata da “Moncef Slaoui”, ex-dirigente del dipartimento vaccini alla “GlaxoSmithKline” ed esperto di interfacce macchina-cervello iniettabili.

 Direi un curriculum perfetto per quel lavoro.

Uno degli sviluppi più importanti avvenuti nel 2019 oltre all’approvazione del piano diretto in corso da parte dei grossi banchieri nella “Jackson Hall”, è stata l’emissione da parte del dipartimento della difesa del contratto “JEDI Cloud” a Microsoft.

Anche Amazon è essenzialmente un appaltatore delle agenzie di intelligence.

Hanno infatti iniziato a generare profitti stipulando importanti contratti con la CIA e con tutte le 17 agenzie di intelligence statunitensi per i loro servizi cloud.

Poi alla fine del 2019 anche “Leidos” ha fatto un grosso contratto con la marina.

Quindi quei tre enormi contratti cloud danno la possibilità, una volta che tutti sono collegati a loro, di riprogettare radicalmente come funzionano i flussi di cassa.

Puoi quindi far chiudere tutte le piccole imprese o quasi, e mettere tutti su un reddito di base universale, che è fondamentalmente un sistema di controllo, e gestire il tutto attraverso il cloud militare.

La tecnologia ti dà la possibilità di istituire un sistema di controllo completo e centralizzare ulteriormente il controllo economico e politico.

La tratta degli schiavi era incredibilmente redditizia, più redditizia dell’estrazione mineraria, più redditizia dei narcotici, più redditizia di tutti i vizi, e quindi se ora hanno la capacità tecnologica di implementare la schiavitù, il loro atteggiamento penso sia “okay, facciamolo”.

E la tecnologia rende anche molto più facile per un piccolo gruppo di persone riunirsi ed essere molto potenti.

Per esempio, se introducono una tecnologia energetica rivoluzionaria, il pericolo è che un piccolo gruppo di pazzi possa utilizzarlo come arma.

Più potente è la tecnologia che si integra, maggiore è il pericolo che si perda il controllo.

Ci sono altre teorie sul motivo per cui alcune persone vorrebbero il controllo completo.

 Considerando la difficoltà di sfamare e gestire una popolazione sempre più numerosa, se ora hai la biotecnologia che permette a Mr. Global di vivere 150 anni, non puoi mantenere quel segreto.

Cioè, se il più ricco vive 150 anni e noi no, il segreto verrà scoperto presto.

Quindi perché non ridimensionare la popolazione, usare la robotica per tutto e avere comunque una vita molto lussuosa senza tutti i problemi gestionali di prima?

Penso che il piano di Mr. Global sia di usare la tecnologia per passare a un sistema in cui tra la robotica, l’intelligenza artificiale e il software, poche persone possono controllare le popolazioni con meno preoccupazioni.

Bisogna tenere a mente che Mr. Global ha molta paura della popolazione generale.

 La leadership negli Stati Uniti si è riunita più volte per discutere su come desecretare tutto, e ogni volta giungono alla conclusione è impossibile.

Non è possibile perché le responsabilità sono troppo grandi.

La storia del governo è che la popolazione generale a volte si ribella e uccide la leadership.

Mr. Global ha paura dei 325 milioni di americani armati.

 

Ecco perché il secondo emendamento (nella Costituzione americana, ndr) è una questione così delicata.

La maggior parte delle persone in tutto il mondo non capisce come mai gli americani tengano così tanto alle loro armi e al loro diritto di possederle.

Sarebbe davvero molto conveniente se potessero disarmare la popolazione, e vedrai che se i democratici vinceranno queste elezioni questa è la prima cosa che proveranno a fare.

 Dopo aver fatto indossare a tutti i pannolini per il viso, proveranno a portare via le armi.

Ed è per questo che i repubblicani che detengono il senato sono stati un problema così grande, perché non possono farlo se i repubblicani tengono la maggioranza in senato.

intervistatore:

“Le elezioni sono davvero un casino eh?”

In America esiste una vecchia tradizione di frode elettorale.

Quello che dico a tutti è che nessuno di questi candidati sarebbe stato il candidato senza qualche frode, ma non ho mai visto una frode così palese come questa, e penso in una certa misura che non avrebbero potuto fermare una vittoria a valanga di Trump senza ricorrere al covid 19.

Penso che fosse molto importante per loro sbarazzarsi di Trump.

 Il problema è che hanno commesso frodi massicce e in un modo ovvio e palese, quasi come se si rivolgessero alla popolazione dicendo “devi fingere che questo sia il presidente anche se sai che non lo è”.

 

Abbiamo un falso virus, un virus magico, un falso presidente, un sistema politico magico, e tutto ciò sta davvero diventando molto simile a un culto. È tutto ciò che posso dire. Molte persone pensavano di poter rimanere su una posizione neutrale, ma ora è chiaro che o scegli il culto o scegli la verità. Non c’è via di mezzo.

Quando sono iniziate le rivolte e i governatori hanno deciso che non si poteva andare in chiesa a causa del pericolo del virus magico, ma si poteva invece partecipare alle rivolte e alle proteste, io e i miei colleghi abbiamo cominciato ad analizzare le rivolte.

La prima cosa che abbiamo fatto è stata guardare lo stato, le città, se il governatore fosse democratico o repubblicano, e quali erano i casi covid e le morti. Ci siamo ben presto accorti che qualcosa che non andava.

 

Federal Reserve.

Ci sono 12 banche, una sede centrale e poi le filiali per un totale di 37 sedi della Federal Reserve.

 Abbiamo segnato tutte le città in cui ci sia una filiale, una banca, o la sede centrale, e quello che abbiamo scoperto è che in 34 delle 37 delle aree con banche presenti ci sono state rivolte e disordini.

Questo non è quindi casuale.

Abbiamo allora iniziato ad analizzare “Minneapolis”, prendendo i dati di tutti gli edifici e delle attività commerciali danneggiate o bruciate, localizzandole sulla mappa e registrando a quale distanza si trovano rispetto alle banche della Federal Reserve.

 Una volta fatto questo abbiamo potuto individuare le zone di opportunità.

Una zona di opportunità è un meccanismo di protezione fiscale creato nel 2018 per aiutare i miliardari che vendono le loro azioni a evitare le plusvalenze.

 Se per esempio sei Jeff Bezos, che ha venduto 10 miliardi di dollari di azioni quest’anno, e trasferisci i tuoi proventi in investimenti nella zona di opportunità, gestendoli in un certo modo puoi evitare tutte le tasse sulle plusvalenze. Quindi questo è straordinariamente redditizio.

Guardando alle aree in cui sono avvenute le rivolte, ho notato come tutti gli edifici e le attività commerciali distrutti lungo Lake Street fossero proprio in fondo allE zone di opportunità.

Mi sono messa a ridere e ho detto,

“Queste non sono rivolte, questo è un piano di acquisizione immobiliare!”

Ad esempio, ho una fiorente serie di piccole imprese di proprietà di afroamericani e ispanici lungo un particolare viale nella zona di opportunità.

Prima dichiaro queste attività non essenziali mettendole in crisi e poi scateno i disordini con incendi, saccheggi e danneggiamenti.

 Così ora la loro attività è chiusa, sono schiacciati dai loro debiti, e come se non bastasse adesso l’edificio è stato danneggiato e ovviamente l’assicurazione non copre tutte le riparazioni.

 È chiaro che ora sarà molto più facile ed economico per me arrivare e acquistare tutti quegli edifici.

 Voilà, si chiama capitalismo dei disastri.

Abbiamo analizzato “Minneapolis”, poi abbiamo mappato “Kenosha”, poi “Portland” e ora stiamo facendo un posto in “Ohio” e gli schemi che stiamo vedendo sono gli stessi.

Come ho detto secondo me si tratta di piani di acquisizione di proprietà immobiliari.

Ad esempio si prevede che il 49% delle attività di “San Francisco” cesseranno l’attività entro la fine dell’anno.

Immagina quanti immobili saranno disponibili a basso prezzo. È fenomenale. Questo rende molto più economico costruire la “smart grid” attorno alle banche della Federal Reserve, cosa che presumo vogliano fare se hanno intenzione di lanciare il loro sistema di criptovaluta.

Mr. Global sta ora implementando la robotica.

Questa è una delle nuove tecnologie che sta davvero iniziando a fare un’enorme differenza.

la domanda per Mr. Global è “cos’è più efficiente a fare cosa?”, in altre parole, se devo gestire il pianeta e tutte le risorse naturali e raccoglierle a mio vantaggio e assicurarmi che il mio rischio sia ridotto, in che modi e tempi mi conviene usare robot e umani?

 

La genialità di collegare tutti al cloud con un sistema cripto è che con il software AI (intelligenza artificiale, ndr) posso fare in modo che gli umani insegnino ai robot attraverso il software AI come svolgere tutto il loro lavoro.

Ero all’”Aspen Institute” del 2017 e stavo discutendo con un “venture capitalist”, e lui mi ha guardato con degli occhi incredibilmente spenti e mi ha detto “sai che posso automatizzare ogni azienda tramite software e robotica e licenziare così tutti gli umani? Non ne abbiamo più bisogno.”

La domanda che si sta facendo Mr. Global quindi è “cosa c’è di più efficiente? Se posso fare tutto con i robot allora cosa me ne faccio degli umani?”

Stiamo passando dal sistema attuale a una tecnocrazia.

La mia visione del mondo è che gli esseri umani sono individui sovrani, la cui libertà viene dall’autorità divina.

Questo è ciò intorno a cui ruotano la carta dei diritti, la dichiarazione di indipendenza, la costituzione.

Nella visione tecnocratica invece, un essere umano rappresenta una risorsa naturale come un giacimento di petrolio, da utilizzare come tale.

Non sono più individui sovrani ma solamente forza lavoro, che può essere più o meno efficiente rispetto ad un robot.

Mr. Global vede la razza umana come il bestiame, non ci vede individui della stessa specie.

 E con la biotecnologia puntano a vivere molto più a lungo di noi e in modo molto diverso da noi.

Intervistatore:

 “Quindi qual è la soluzione?”

La cosa molto importante da capire parlando di un sistema transumanista, un sistema di schiavitù, è che la maggior parte di noi lo ha sostenuto, finanziato e costruito.

Quindi, quando guardo tutti i grandi dirigenti farmaceutici, mi chiedo perché stiano costruendo un sistema in cui i loro figli o nipoti saranno schiavi?

Perché le banche centrali lo fanno?

 

C’è una teoria in America secondo la quale se guadagni abbastanza riesci ad uscire dal sistema, puoi mangiare cibo biologico e non mangiare OGM, e i nipoti non dovranno prendere i vaccini.

 Ma se guardi a chi sta implementando tutte queste diverse attività, siamo proprio noi che stiamo costruendo il nostro sistema di schiavitù.

Questo significa che abbiamo anche il potere di fermarci.

In altre parole non dobbiamo finanziare le aziende che stanno facendo questo, non dobbiamo lavorare per le aziende che lo stanno promuovendo, e non dobbiamo nemmeno pagare le tasse perché il governo non sta assolutamente rispettando le leggi relative alla gestione finanziaria.

Abbiamo la capacità di ritenerli responsabili.

Stiamo costruendo la prigione e la stiamo finanziando.

Questo ci dà però anche il potere di fermarci, ed è per questo che è così importante che ci rendiamo conto di dove sta andando il sistema.

Non ci saranno eccezioni.

Bisogna portare trasparenza su ciò che sta accadendo.

 Rendersi conto di dove sta andando il sistema e smettere di finanziarlo.

Se lavori per Big Pharma e stai contribuendo a tutto ciò, fermati!

Trova qualcos’altro da fare.

Bisogna iniziare la conversazione sul nostro futuro, perché dovremo ricostruire l’economia da zero se non vogliamo essere altamente centralizzati.

 Si tratta quindi di assumersi le proprie responsabilità e diventare individui attivi nella resistenza.

Anni fa ero a Washington e stavo scrivendo un assegno sul mio conto private banking alla JP Morgan Chase e nel frattempo ero impegnata in 12 diversi percorsi di contenzioso con le persone che stavano cercando di progettare la bolla immobiliare.

 Io stavo cercando di fermare la bolla immobiliare.

Quindi mi sono resa conto “perché ho un conto in una banca che è coinvolta in questo crimine?”.

Se domani tutti in America si svegliassero e chiudessero il conto JP Morgan Chase e si affidassero ad una cooperativa di credito locale o ad una banca comunitaria, sarebbe una rivoluzione.

Sarebbe una rivoluzione totale.

Abbiamo il potere di far saltare questo piano, ma dobbiamo ammettere i nostri sbagli e correggerli attivamente, perché quasi tutti siamo complici nella sua attuazione.

O sei dalla parte del sistema di schiavitù transumanista o sei da quella del sistema umano.

Ma se sei per un sistema umano allora dovrai trovare un modo per fare soldi e impegnarti socialmente in un sistema umano e smettere di contribuire alla creazione di un sistema transumano.

Non aiutare i militari nell’operazione “Warp Speed”, non aiutare i vari miliardari di Big Tech a capire come iniettare nanoparticelle nel tuo corpo e collegarle al cloud, non aiutare le grandi aziende farmaceutiche a fare iniezioni che stanno avvelenando bambini americani a morte, non aiutare Big Agricolture a far crescere cibo OGM che sta avvelenando a morte l’America, non aiutare il governo a istituire provvedimenti corrotti per crisi sanitarie progettate, che fanno parte dei capitalismo dei disastri e servono ad arricchire i grossi miliardari e così via.

(“valdovaccaro.com”)

(youtube.com/watch?v=4NKZgE52tP0&feature=youtu.be)

 

 “Abbiamo il potere di far saltare questo piano, ma dobbiamo ammettere i nostri sbagli e correggerli attivamente, perché quasi tutti siamo complici nella sua attuazione” scrive la Austin.

Abbiamo il potere di prendere coscienza. Abbiamo il potere di rimanere umani. Abbiamo il potere della nostra dignità, se ancora l’abbiamo. Abbiamo il potere di Resistere, comunque.”

(Catherine Austin Fitts è presidente di Solari, Inc., editrice del Solari Report e membro amministratore di Solari Investment Advisory Services, LLC. Catherine è stata amministratore delegato e membro del consiglio di amministrazione della banca d’investimento di Wall Street Dillon, Read & Co. Inc., assistente segretario per l’edilizia abitativa e commissario federale per l’edilizia presso il Dipartimento per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano degli Stati Uniti nella prima Amministrazione Bush, ed era il presidente di Hamilton Securities Group, Inc. Catherine ha progettato e chiuso oltre 25$ miliardi di transazioni e investimenti fino ad oggi e ha guidato il portafoglio e la strategia di investimento per 300 miliardi di dollari di attività e passività finanziarie).

 

 

L'attacco di Adonis: «Le religioni

 portano guerra: combattiamole

 con ateismo e poesia»

lespresso.it – (14-2-2020) – Gigi Riva – ci dice:

 

I monoteismi spingono all'odio. E l’Islam è in agonia.

La critica radicale a tutte le fedi di una delle più grandi voci della letteratura araba.

 Che accusa: «I libri sacri servono solo a giustificare il potere dei dittatori che l'Occidente ama tanto»

Varcati il primo gennaio scorso i novant’anni di vita, Adonis insiste con ancora maggiore convinzione nel definirsi “areligioso”.

Il pretesto per tornare con lui sui temi della fede è l’uscita in Italia del nuovo libro “Profezia e potere” (Guanda, 240 pagine, 18 euro), una conversazione con la psicanalista Houria Abdelouahed, in pratica la seconda parte del loro precedente lavoro dal titolo “Violenza e Islam”.

Una requisitoria senza appello contro l’interpretazione del Corano da parte dei fondamentalisti, accompagnata dalla convinzione che quattordici secoli dopo Maometto la società scaturita dalle sue profezie è in via di dissoluzione.

Anche un “j’accuse” feroce contro i monoteismi e la loro sostanziale similitudine.

 Infine una critica all’Occidente per aver tradito i valori di cui è stato portatore nel mondo.

E perché il tutto non sembri apocalittico, la speranza nell’apertura di una nuova era in cui si rimettano in discussione dogmi, chiusure e si ponga termine a schiavitù e sopraffazioni.

“Adonis” è lo pseudonimo preso non a caso (e vedremo il perché) dalla mitologia greca di Ali Ahmad Said Esber, poeta siriano tra i massimi dell’intera letteratura araba, più volte indicato come possibile vincitore del Nobel per la letteratura, mai premiato dall’Accademia di Stoccolma a causa, stando ai si dice, di alcune prese di posizione a favore di Bashar Assad.

 Lasciato il suo Paese e trovato riparo in Libano, dagli anni ’90 ha scelto Parigi come meta del suo “buen retiro”.

Qualche motivo della scelta affonda nella sua adesione convinta ai Lumi e nella condivisione degli ideali della Rivoluzione “par excellence”.

Ha base alla Défense dove riceve i visitatori nel caffè di un grande albergo.

Da dove ancora si muove sovente per una mostra, un festival, una conferenza. Un attivismo che lo definisce non solo come poeta, ma come intellettuale engagé.

“Adonis”, la sua critica del Corano è radicale, assoluta. E muove dalla considerazione che sulle bandiere dello Stato islamico c’è scritto: «Dio è Messaggero di Maometto».

Uno stupefacente ribaltamento di ruoli.

«Bisogna contestualizzare la frase.

 Abbiamo, io e Houria, voluto sottolineare come tutto quanto il profeta desiderava ha sempre trovato una risposta adeguata da Allah.

Come se Allah fosse lui stesso.

Così ha potuto giustificare le guerre di conquista, le carneficine, l’arricchimento. Dunque la presa del potere e il commercio sono le travi portanti per Maometto. E la validazione arriva dal divino».

Per paradosso, dunque, l’interpretazione letterale del testo fornisce delle ragioni agli islamisti dell’Isis.

Non hanno fatto altro che tornare ai dettami originali della loro religione.

«È così. E non è una sorpresa. Il Corano peraltro non è unidimensionale. Facendo un’esegesi del testo ciascuno lo può invocare come pezza d’appoggio per le proprie nefandezze. Noi lo abbiamo studiato profondamente guardando il contesto storico».

Anche se non si sa se quello arrivato a noi corrisponde esattamente a quello tramandato dal “Messaggero”.

«Ci sono state sette diverse versioni. Sei sono state distrutte perché ne rimanesse una sola, perché una sola fosse accettata e non fossero possibili paragoni. Ma in fondo questa è una discussione per studiosi. La cosa che conta è che milioni di persone prendono per buono il testo sopravvissuto.

Noi abbiamo analizzato il rapporto che ne emerge col potere, col denaro, tra Oriente e Occidente.

 Anche se il testo è unico abbiamo contato almeno diciannove diverse interpretazioni.

Ciascuno ha il suo Islam.

C’è quello Saudita, quello del Fratelli musulmani, peraltro molto divisi tra loro a seconda dei Paesi, eccetera.

E alla fine, dunque non è nemmeno più essenziale il testo ma il proposito».

 

E quale sarebbe il proposito?

«Non mi stanco di ripeterlo: giustificare attraverso la parola di Dio il proprio potere, il proprio arricchimento.

In fondo non vale solo per il Corano.

Il Cristianesimo gli somiglia, basti pensare agli evangelici e alla loro influenza negli Stati Uniti.

 Le religioni altro non sono se non ideologie, invece che regolatrici del rapporto pratico dell’uomo con Dio».

Lei sostiene infatti che i tre monoteismi hanno lo stesso problema.

«Esatto, ma a gradi differenti.

 I musulmani in grado maggiore perché hanno deciso che Dio non ha più nulla da dire visto che Maometto è stato riconosciuto come l’ultimo profeta.

In fondo, tuttavia, il Cristianesimo dice la stessa cosa seppur indirettamente.

 E così l’Ebraismo, pur se interpreta il Cristianesimo in un modo e l’Islam in un altro. Ciascun monoteismo dice: io sono la verità e non c’è verità all’infuori della mia».

Il Cristianesimo ammette almeno che l’ebraismo sia il fratello maggiore.

«Ma bisognerebbe che tale posizione fosse accettata dall’Ebraismo. Il percorso è perverso. I musulmani dicono che gli ebrei hanno tradito la Bibbia, negano la crocefissione di Gesù e dunque l’essenza stessa della fede dei cristiani. Ciascuno nega l’altro».

 

È questa pretesa di esclusività la radice di ogni guaio?

«La visione monoteista segna l’inizio della decadenza dell’umanità, porta guerre e odio.

 Il monoteismo non ha mai prodotto un Aristotele, un Platone, un Omero.

 Nella Bibbia il libro di Giobbe, secondo me il più bello, altro non è se non la riscrittura di un grande poema sumero.

Il monoteismo è anti creazione perché ogni creazione mette in dubbio il ruolo di Dio come unico creatore.

Dunque è contro la creazione artistica. Perché se uno scrittore è solo il trascrittore delle parole ispirate da un Dio, non conta nulla».

Lei benché “areligioso” ritiene più interessante il politeismo perché ammette una pluralità.

«Non c’è una forza unica che impone la sua legge. Con gli dei nel mondo greco si discuteva. Loro avevano pulsioni umane, si innamoravano, entravano in guerra. Proclamare Dio come invisibile provoca la conseguenza che nessuno lo può discutere se è invisibile. E se qualcuno, un profeta, parla con lui perché non lo possono fare altri? È contraddittorio».

Tornando agli effetti pratici del monoteismo c’è sempre da chiedersi perché nel mondo arabo-musulmano abbia potuto prendere piede l’Isis.

«In altre religioni ci sono state uguali deviazioni. La nostra modernità, intesa sotto gli aspetti tecnici e non spirituali, è stata inventata dagli ebrei. Marx, Einstein, tutti.

Altri ebrei accettano quanto avviene oggi contro i palestinesi. E come si è potuto accettare lo sterminio dei pellerossa da parte degli americani?».

A proposito di quanto avviene in Medio Oriente e dintorni, lei punta l’indice contro l’Occidente.

«Quando sceglie l’appoggio a Erdogan, ad al-Sisi, ad altri dittatori, l’Occidente mostra tutti i segni della sua decadenza. Non avrei mai immaginato che la Francia, con la tradizione della sua Rivoluzione, potesse seguire la politica americana di sopraffazione e dominio.

 La Francia si perde, i suoi proverbiali intellettuali non esistono più, sono diventati funzionari. Quando qualcuno parla fuori dal coro come” Régis Debray”, viene isolato. L’Occidente tradisce i suoi valori in nome del petrolio, dello spazio strategico».

Come li può recuperare?

«L’uomo è l’essere che ha creato Dio. Può creare di nuovo e distruggere ciò che ha creato. C’è da chiedersi come mai soprattutto nella tradizione araba non c’è nessun grande poeta, nessun grande artista che fosse anche credente. Credenti sono i rais, i dittatori».

La religione ha bisogno di dittatori?

«Al contrario: sono i dittatori ad aver bisogno di Dio per sostenere che sono la sua ombra, la sua proiezione sulla terra».

Anche la democrazia non se la passa bene ai giorni nostri.

«Resta però il meno peggio tra i sistemi. Per questo dobbiamo salvarla malgrado tutto».

È innegabile che nei Paesi cristiani la democrazia abbia permesso di compiere un percorso più lungo sulla strada dei diritti dell’uomo. E questo nonostante lei sostenga che oggi questa visione sia tradita.

«Bisognerebbe vedere quale era il retropensiero quando si è verificato questo cammino. L’uomo è terribile, può essere al tempo stesso inferno o paradiso. Perché troppo spesso lo spinge la logica potere-denaro».

 

L’uomo lupo per l’uomo, insomma.

«Esatto. Ma non solo le persone singole. Anche i popoli commettono errori. E cosa sono i popoli se non un insieme di individui?».

Soprattutto, l’uomo è lupo per la donna.

Nel libro lei e Houria riflettete sul perché nell’Islam non siano state prese a modello due donne emancipate come Khadija e Aisha, due mogli di Maometto.

«Il maschile è il male. Nel mondo arabo le donne stavano indubbiamente meglio prima dell’Islam. E però anche nelle altre religioni monoteiste le donne non se la passano meglio. Nonostante il Cristo fosse al fianco della donna. Nel giudaismo ortodosso non si può vedere il corpo nudo della donna nemmeno nell’intimità, nel cristianesimo si è dovuta inventare una donna vergine e madre».

E tuttavia è nell’Islam che sono più oppresse e sottomesse. Perché non hanno reagito?

«Perché chi deteneva il potere non lo ha permesso. In 14 secoli i musulmani non sono riusciti a realizzare uno Stato degno di questo nome, a fondare una università autonoma anti-istituzionale. Sono rimasti beduini presi dal potere. Per questo dobbiamo riscrivere la storia di tutti questi secoli».

 

E se fosse riscritta quale sarebbe il ruolo del Corano da qui al futuro?

«L’Islam è in piena decomposizione. E proprio l’Isis segna l’inizio della fine. È ora che si cominci a separare la religione dallo Stato, rifondare tutto su altri presupposti. Averroè stesso ha indicato Aristotele come primo maestro non certo Maometto. Dobbiamo ripensare tutto e riscrivere tutto».

 

Adonis, lei scrive: se Dio è tutto ci si trova come dentro un uovo e se Dio elegge un popolo...

«... Dio è il primo razzista. È evidente, perché distingue tra umani e umani. Per questo dico che anche l’Occidente ha lo stesso problema con un Dio razzista».

Lei invita l’Occidente a salvare l’Oriente. Come?

«Appoggiando le forze progressiste come non ha mai fatto. Ha sempre preferito i fondamentalisti, i dittatori. L’Occidente non vede più l’uomo, solo gli interessi. Ha iniziato a tradire i suoi ideali a partire dal ventesimo secolo e si ritrova in una catastrofe etica. Subisce, come tutto il resto del mondo, la pressione americana».

I neo-conservatori americani sostenevano, all’apogeo del loro potere con George W. Bush, che la terra è una giungla e loro sono il leone che la deve governare.

Perché loro vengono da Marte e l’Europa da Venere.

«Chi ha trasformato il mondo in giungla? Non certo gli arabi malgrado i loro errori. Nemmeno i cinesi. Ma la superpotenza che ha l’ossessione del potere».

C’è da chiedersi perché il potere sia un’ossessione per l’uomo.

«Perché è la sua natura. Succede anche nei rapporti familiari, con la moglie che magari pure ami».

Ma se è natura profonda come può cambiare?

«Con la cultura. La cultura corregge la natura per permetterci di approdare alla libertà e all’uguaglianza. Ognuno di noi ha esperienza di coppie che ci sono riuscite».

 

In realtà le disuguaglianze crescono. Anche quelle economiche.

«Le persone sono diventate numeri. E da numeri problemi. Basta vedere che cosa succede coi migranti».

Eravamo meno egoisti quando eravamo più poveri.

«L’uomo è apertura. L’egoismo è il sintomo di una malattia che va curata».

Dall’insieme del suo pensiero risulta un grande pessimismo verso il futuro.

«Nel breve termine sì. Ma a lungo termine l’umanità ritroverà il cammino verso la costruzione di un mondo migliore».

Un mondo che lei immagina senza monoteismi. Un Dio che sia, come Bertolt Brecht fa dire al suo Galileo, “in noi o in nessun luogo”.

«Dio ha bisogno dell’uomo. L’uomo non ha bisogno di Dio».

Che ne facciamo di tutti i libri sacri allora?

«Ognuno deve avere la libertà di credere ciò che vuole. Ma la civiltà deve essere regolata dai diritti degli individui».

Dunque i testi sacri solo come letteratura?

«Dipende quali».

E ad Adonis scappa un sorriso.

(GIGI RIVA).

 

 

 

 

Jordan Peterson si schiera contro

il multiculturalismo: "miracolo della stupidità."

Unz.com - ROCKABOATUS – (17 NOVEMBRE 2023) – ci dice:

 

Le testate giornalistiche hanno recentemente pubblicato un'intervista che “Jordan Peterson” ha avuto con “Camilia Tomney” in cui ha descritto il multiculturalismo come "così puerile, moralista e non sofisticato che è una specie di miracolo di stupidità" (Ben Chapman, GB News, 11 / 5/2023).

Jordan ha inoltre affermato che "è improbabile che il multiculturalismo abbia successo a causa delle diverse caratteristiche delle diverse culture".

"Improbabile che ci riesca"?

Non è ormai diventato abbondantemente evidente che il multiculturalismo è stato un misero fallimento in tutto l'Occidente?

 Come poteva essere un pensiero rivoluzionario da parte sua?

 E solo ora sta dicendo questo genere di cose in pubblico? La destra dissidente è stata messa in guardia contro il multiculturalismo per decenni. Eppure, come al solito, i "conservatori" tradizionali sono sempre in ritardo.

In questa stessa intervista, “Jordan” ha anche affermato:

"Se pensi di poter importare una moltitudine di cultura senza una rubrica unificante e non importare il problema del conflitto interpersonale e sociale, sei cieco o stupido o entrambe le cose. Ed entrambi sono una combinazione terribile . Allora, come cosa?

 Su quali basi il multiculturalismo diventa pace?

Agiti una bacchetta magica e all'improvviso tutti rinunciano alle loro differenze culturali e possono vivere in armonia".

Parte del motivo per cui Jordan si è espresso interesse in questo modo è stato a causa dei commenti recentemente rilasciati dall'ex primo ministro, John Howard, che ha anche detto a “GB News” di avere "dubbi" sull'idea del multiculturalismo:

"Credo che quando si migra in un altro paese, ci si dovrebbe ragionevolmente aspettare che si assorba la cultura mainstream di quel paese. Certo, conserva il tuo affetto per la Grecia o per il luogo da cui sei venuto".

Il ministro dell'Interno del Regno Unito, “Suella Braverman”, pensa che anche il multiculturalismo abbia fallito.

Tuttavia, dobbiamo chiederci:

perché Jordan Peterson e alcuni dignitari britannici hanno recentemente cambiato tono quando si tratta delle questioni che circondano il multiculturalismo?

I problemi associati alla massiccia immigrazione dal Terzo Mondo non avrebbero dovuto essere segnalati molto tempo fa da queste stesse persone?

Perché questo è stato portato alla ribalta ora?

 E che senso potrebbe mai avere riunire vari gruppi razziali con valori, culture, costumi e religioni contrastanti in un "melting pot" destinato a causare nient'altro che lotte e conflitti?

La verità è che i leader eletti della Gran Bretagna, dell'America e di molte altre nazioni occidentali sapevano da sempre dei problemi intrinseci connessi all'immigrazione del Terzo Mondo.

Non erano all'oscuro dei problemi sociali ed economici che avrebbero creato.

Come potrebbe non esserlo? Tutto quello che dovrebbero fare è guardare in qualsiasi angolo di strada a Londra o New York City e guardarsi intorno.

Qualcuno di questi rimpianti sul multiculturalismo potrebbe essere il risultato di come i musulmani hanno reagito ai recenti eventi del governo israeliano contro il popolo palestinese?

È difficile immaginare che qualcos'altro ne sia la causa, perché queste stesse persone non hanno mai detto nulla mentre i Bianchi venivano sfollati razzialmente e culturalmente nelle loro terre negli ultimi cinquant'anni.

 Erano, apparentemente, ignari di tutto ciò (in realtà non lo erano), ma non importava fino a quando non colpì gli ebrei che vivevano in Gran Bretagna e in America.

Improvvisamente, ci sono "preoccupazioni" e "riserve" sull'importazione di così tanti musulmani perché la maggior parte di loro si sente ostile verso il popolo ebraico.

 Così ora diventa un 'problema' mentre prima era solo qualcosa che i Bianchi dovevano 'succhiare e accettare'.

 Ora, apparentemente senza una ragione apparente, cominciano a sorgere delle "domande".

Anche lo stesso vecchio guerrafondaio, Henry Kissinger, ha espresso il suo rammarico.

L'attacco di “Hamas” contro Israele, celebrato per le strade di Berlino, indica che la Germania ha permesso a troppi stranieri di entrare nel paese", secondo l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger.

È stato un grave errore nel far entrare così tante persone di cultura, religione e concetti completamente diversi, perché si crea un gruppo di pressione all'interno di ogni paese che lo fa", ha detto l'ex diplomatico americano di 100 anni in un'intervista con l'amministratore delegato di Axel Springer, “Mathias Döpfner”, per la TV tedesca Welt.

“Axel Springer” è la società madre di “POLITICO”.

 Kissinger, nato in Germania – che fuggì dalla Germania nazista con la sua famiglia nel 1938, e divenne l'architetto della politica estera americana durante la guerra del Vietnam – ha detto che è stato "doloroso", in risposta a una domanda sul vedere gli arabi a Berlino festeggiare l'assalto a Israele dello scorso fine settimana (“RedState” , "Henry Kissinger ammette l'immigrazione incontrollata , il multiculturalismo è un errore" di Ward Clark, 13/10/2023).

 

La lezione è che il multiculturalismo diventa un problema in Occidente solo quando colpisce gli ebrei.

Non importa quando distrugge le società e i paesi che i Bianchi indigeni hanno creato per sé stessi.

Diventa una questione di profonda preoccupazione solo quando gli ebrei sono minacciati dalla stessa immigrazione africana e musulmana che hanno lavorato per portare in tutta Europa e in America.

La Grande Sostituzione è, a quanto pare, stata trasformata nell'essere il Grande Rimpianto!

Non credo proprio, naturalmente, che tutto questo fermerà gli sforzi coordinati degli attivisti ebrei per sostituire i bianchi.

Possono cessare per un po'.

Probabilmente continueranno a sostenere l'immigrazione non bianca fino a quando proverrà da nazioni asiatiche e africane dove ci sono popolazioni musulmane più piccole.

Ma per quanto riguarda gli ebrei che lavorano per sostituire per sempre i bianchi, non contate sul fatto che questa missione cesserà mai.

Se lo facessero, dovrebbero anche smettere di iper ventilare i "nazisti" e l'"Olocausto" – e questa è una mucca da mungere troppo redditizia!

Le molte organizzazioni di attivisti ebraici che elemosinano denaro dai bianchi per aiutare "lo straniero" (cioè i musulmani che non si assimilano) e per "salvare l'Europa dalla sua xenofobia" (come Barbara Lerner Spectre) promuovendo una maggiore immigrazione straniera possono subito un duro colpo, ma c'è sempre qualche sionista cristiano che sarà felice di inviare loro i loro sudati “shekel”.

 

Ecco come 1200 rabbini hanno firmato un documento in cui si impegnano a sostenere ancora di più l'immigrazione in Europa. La donna dall'aspetto piuttosto disgustoso che ne esulta rivela quanto sia accettabile e diffusa tra quasi tutti gli ebrei, laici e religiosi.

Tornando a Jordan Peterson – che è diventato nient'altro che il cagnolino di Ben Shapiro – avete notato quanto sia arrabbiato e animato per il conflitto israelo-palestinese?

Per qualche ragione, non l'ho mai visto così animato in passato sullo spostamento razziale dei bianchi.

Sembrava che non gli importasse molto.

Era animato e piangeva persino quando parlava dei suoi disturbi fisici, tra cui la sua spirale discendente nella tossicodipendenza e i pensieri suicidi.

 Ma sembrava non avere alcun senso di urgenza quando si trattava dei pestaggi quotidiani che i bianchi ricevono per mano dei neri in tutta l'America e in Europa.

 A lui importava poco, da quello che ho potuto determinare, quando le grandi città dell'Occidente diventavano luoghi pericolosi da visitare a causa di criminali musulmani e africani.

 

Gran parte dell'Europa e degli Stati Uniti nel corso di diversi decenni si è trasformata in un incubo ostile e multiculturale, e Peterson ha detto poco o nulla fino a poco tempo fa.

Se l'ha fatto, di certo non ne ha fatto uno dei temi principali del suo messaggio al mondo.

E se avesse osato difendere anche solo un po' i bianchi, è altamente improbabile che gli sarebbe stato offerto il suo lussuoso lavoro per lavorare al fianco di Ben Shapiro.

Dopotutto, Shapiro ha dichiarato che non gli interessa "l'imbrunimento dell'America".

Tuttavia, sospetto che gli importerebbe se lo stesso "imbrunimento" si verificasse nella sua amata terra di Israele.

L'apparente inversione di un numero crescente di funzionari eletti in tutta Europa e in America potrebbe essere solo una cosa temporanea.

La mia speranza è che cresca.

 In entrambi i casi, dimostra che, nonostante l'alta opinione che gli ebrei hanno di sé stessi e della loro presunta intelligenza superiore, i loro sforzi per promuovere l'immigrazione di massa in Occidente hanno messo in luce quanto siano dipendenti da schemi utopici che pensano di avvantaggiare gli ebrei, ma poi si rivelano non esserlo.

 L'era precedente il comunismo.

Il loro programma di cancellare i Bianchi nei loro paesi si è in gran parte ritorto contro di loro.

Gli ebrei non si sentono più al sicuro nei paesi che hanno cercato di sovvertire.

 I migranti che ci si aspettavano danneggiassero e spiazzassero i bianchi stanno anche danneggiando e, in alcuni casi, uccidendo gli ebrei per le strade, oltre a profanare le loro sinagoghe.

Man mano che il governo israeliano intensifica il massacro del popolo palestinese, la situazione non potrà che peggiorare per gli ebrei che vivono in gran parte dell'Europa e dell'America.

Gli "animali domestici razziali" che gli ebrei si aspettavano estinguerebbero selvaggiamente i bianchi indigeni si stanno rivoltando contro di loro.

Niente di tutto questo ha funzionato secondo il piano dei nostri bolscevichi ebrei contemporanei.

 Non c'è da stupirsi che Henry Kissinger sia così costernato da tutto questo. Credetemi, non sta piangendo per quello che sta succedendo agli europei bianchi, ma per come sta andando contro gli ebrei!

 

Come dovrebbero rispondere i Bianchi a tutto questo?

 Non pretendo di conoscere tutte le soluzioni, ma forse questo potrebbe essere il momento giusto per parlare con i nostri amici e i nostri cari del perché le società multiculturali non funzionano?

Il pericolo in cui si trovano attualmente gli ebrei potrebbe darci l'opportunità di ricordare anche a loro perché incoraggiare e finanziare l'immigrazione di massa non bianca nei nostri paesi non è una buona cosa – e perché anche l'immigrazione ebraica in Occidente è stata un disastro.

 Gli ebrei, dopo tutto, non si sono mai veramente assimilati alla cultura cristiana occidentale.

 Come élite mediatico-accademica, sono stati determinanti nel cambiarla per adattarla a sé stessi, e gran parte di ciò è stato quello di spostare i popoli di origine europea e le loro culture.

La loro fedeltà alla loro patria etnica rimane una potente corrente tra gli ebrei;

 da qui i loro sforzi per dominare la politica estera dei paesi occidentali

Molti ebrei, come ci si potrebbe aspettare, negheranno che il loro popolo abbia avuto un ruolo nell'"imbrunimento" dell'Europa e dell'America.

Ma sospetto che un numero crescente di ebrei ammetterà questa inquietante realtà.

Come possono non farlo quando per decenni gli ebrei sono stati in prima linea in ogni causa politica e sociale che distrugge la cultura, compresa quella dell'immigrazione di massa?

 

 

 

 

Motivi di ottimismo

Unz.com - JAMES EDWARDS – (17 NOVEMBRE 2023) – ci dice:

 

Adattato dalle osservazioni fornite alla 20a conferenza sul Rinascimento americano, 12 agosto 2023.

Questa è in realtà la terza volta che parlo davanti a un incontro del Rinascimento americano.

 E ogni volta che “Jared” mi chiama e mi chiede di parlare, penso tra me: "Dannazione. Molte persone devono averlo rifiutato quest'anno. Ma farò del mio meglio per non rovinare tutto oggi, o almeno per non cadere dal palco.

Ma dovrei subito menzionare il fatto che un certo “Samuel Jared Taylor” ha fatto più apparizioni come ospite nel mio programma radiofonico settimanale di qualsiasi altro sfidante e, come puoi immaginare, siamo diventati amici nel corso di questo periodo.

Quindi, quando ero a Washington nel gennaio del 2017 con due credenziali stampa per vedere Donald Trump prestare giuramento come presidente degli Stati Uniti, a chi pensi che abbia chiesto di unirsi a me?

Naturalmente, se sei a Washington e hai una credenziale stampa del genere, lo chiederai a Jared.

E così eccoci lì, seduti tanto distanti dal presidente quanto sono seduto io da “Jared” in questo momento, mentre prestava giuramento e prestava giuramento.

 E la stampa riconobbe” Jared” a prima vista quel giorno e venne a intervistarlo. Penso che fossero un po' confusi e forse un po' sconcertati su come eravamo tra loro quel giorno.

L'ultima volta che ho parlato ad AmRen è stato nel 2016 alla conferenza di primavera di quell'anno.

Avevo appena intervistato Donald Trump, Jr., e i media ne sono rimasti apoplettici per almeno un anno.

In realtà, il “New York Times” e il “Washington Post” potrebbero ancora scrivere articoli al riguardo.

Non ci sono mai aggiornamenti, ma ciò non impedisce che sia una notizia dell'ultima ora.

Ma quell'anno dissi con sicurezza che Donald Trump sarebbe stato eletto presidente degli Stati Uniti.

Nella primavera del 2016, molte persone non ci credevano, anche quelle che volevano che lo credesse.

 È il messaggio che condividerò con voi oggi lo condivido con la stessa dose di fiducia.

Il 2016 è successo solo otto anni fa, ma siamo un mondo lontano da dove eravamo allora.

 E per molti aspetti, forse inavvertitamente, è grazie a Donald Trump che sono arrivati tutti questi cambiamenti, che ci offriranno opportunità che prima non esistevano.

E lasciatemi anche assicurarvi, prima di continuare, che qualsiasi ingenuità giovanile che potrei aver posseduto una volta è stata annientata da tempo.

Sono stato attaccato praticamente da tutti i media del mondo prima o poi: un incessante battito di tamburi di ridicolo, calunnia e condanna.

Ho un record incontaminato di battute d'arresto e sconfitte.

Sono stato denunciato per nome e a verbale dal Congresso degli Stati Uniti. Sono stato bannato da ogni piattaforma di social media e da ogni società di elaborazione di carte di credito del pianeta.

Ma ho avuto ragione anche su molte cose in quel periodo.

E sono ancora pieno di zelo perché credo che la nostra causa sia giusta e che le cose cambieranno per noi.

 Le cose cambiano.

Mark Weber è un uomo per il quale nutro un immenso rispetto. Ha fatto un'osservazione molto semplice ma profonda durante il suo ultimo discorso al “Forum di Scandza”.

"Le cose non andranno sempre così".

Quando ho iniziato a dedicarmi all'attivismo e alla difesa, come tutti i ragazzi, pensavo che avrei potuto girare il timone da solo.

 Il motivo per cui non avevamo ancora vinto era semplicemente perché non ero arrivato sulla scena.

 Ma non ci ho messo molto a capire che questo problema sarebbe stato un po' più difficile da risolvere.

 Ho rapidamente rinunciato a quel pensiero e ho adottato la mentalità secondo cui avrei servito felicemente come fedele pastore di qualunque gregge avessi.

Ma ora comincio a pensare che abbiamo una reale possibilità di assistere a qualcosa di straordinario in arrivo nel brevissimo termine.

Questo impero corrotto e appiccicoso sotto il quale viviamo non resisterà alla prova del tempo.

Nessun impero lo fa mai. Gli Stati Uniti non faranno eccezione.

Questo posso dirtelo.

È un peccato per tutti noi qui presenti che siamo nati durante il punto più basso dell'esperimento americano.

Abbiamo passato una vita a guardare le cose peggiorare progressivamente.

E quando senti i media dell'establishment parlare di progresso, credimi, qualcosa è semplicemente peggiorato progressivamente.

Abbiamo osservato per anni come la società in generale sia andata in malora senza che se ne veda la fine.

Ma poi inspiegabilmente, e soprattutto negli ultimi due anni, i bianchi dell'America centrale hanno ricominciato a mostrare il polso.

Non fraintendeteci, la base del Partito Repubblicano – l'elettore medio di Trump – sta mostrando segni di una coscienza razziale emergente.

E ci sono montagne di dati statistici e prove aneddotiche a sostegno della mia affermazione.

Ma prima fate un viaggio indietro con me, se volete, alla fine degli anni 2000, proprio nel periodo in cui persone come me, Jared e Peter Brimelow stavano facendo le nostre ultime apparizioni come ospiti su CNN, Fox News, C-SPAN e altri canali mainstream simili.

Sì, ci avevano addosso. Parlano ancora di noi.

Semplicemente non ci parlano più, e c'è una differenza in questo.

Ma se si guarda allo stato del cosiddetto conservatorismo a quel tempo, si vedevano i bianchi disamorati parlare a favore di persone come Glenn Beck.

Per fortuna quei giorni sono passati: i giorni del Tea Party.

 Non che gli stessi “Tea Partiers” fossero necessariamente ridicoli, ma le persone che affermavano di rappresentare il movimento lo erano sicuramente.

Peter Brimelow e io siamo stati intervistati dalla CNN in tandem.

"I bianchi sono oppressi dal punto di vista razziale?" era la domanda.

Ma è stato in risposta alla manifestazione di “Glenn Beck” che ha avuto a Washington al Lincoln Memorial.

E questo è quello che stava succedendo all'epoca all'interno della base che sarebbe poi diventata la base Trump.

Glenn Beck diceva cose del tipo:

"Eccoci qui, e ora mi trovo qui dove una volta si trovava il grande Martin Luther King Jr.

Ma permettetemi di fare un passo indietro perché non ho il diritto di stare sullo stesso piedistallo del dottor Reverendo King".

Non possiamo vincere con un ragazzo del genere, ed è questo che mi ha portato a scrivere il “libro Sciamanismo del razzismo”:

come i liberali usano la parola R. Allora la gente ancora non lo capiva ed era scritto a livello elementare per uno scopo introduttivo.

 Ma la gente non capiva cosa intendessero i nostri oppositori con la parola "razzismo".

Non lo intendevano nel modo in cui molte persone pensano che lo facciano. Vogliono solo che ti ritiri dal campo.

Lanciano accuse del genere per farti girare le ruote piuttosto che concentrarti sul realizzare effettivamente qualcosa.

 

Ma ora la gente lo capisce, in gran parte, credo, grazie a Trump.

Trump è stato denunciato praticamente ogni giorno come un "razzista", un "bigotto", un "suprematista bianco" o un "fascista" ogni singolo giorno, dal giorno in cui è sceso da quella scala mobile nella Trump Tower.

Penso che abbia intorpidito le persone rispetto al dolore che una volta avevano queste parole "stai zitto".

La sinistra ha esagerato.

 Trump avrebbe potuto curare il cancro o camminare sull'acqua e il titolo sarebbe stato: "Donald Trump è un razzista".

Le persone cominciano sempre più a capire di cosa parlava il defunto Bob Whitaker.

Queste persone non sono antirazziste. Sono anti-bianchi. Abbiamo fatto molta strada su questo fronte in un breve lasso di tempo.

Dove siamo ora?

Per rispondere, condividerò con te alcune statistiche e alcuni dati che ti aiuteranno a prepararti. Ecco un titolo.

"Il 73% degli elettori di Trump pensa che i democratici stiano cercando di sostituire i bianchi con immigrati e persone di colore che condividono le loro opinioni politiche, un nuovo risultato scioccante nei sondaggi".

Ora questi sono i numeri con cui possiamo vincere.

Il 73% di decine di milioni di persone, e queste persone sono meno ingenue riguardo alla razza nell'”era post-George Floyd-Joe Biden”.

“Blake Masters”, che si è candidato al Senato dell'Arizona nel 2022, ha apertamente incolpato la violenza armata delle "persone di colore, francamente", secondo un titolo dell'epoca.

Ed ecco il bello di dire la verità: una volta che alcune persone iniziano a farlo, anche altre persone iniziano a farlo.

Può essere contagioso in questo modo.

Tulsi Gabbard, forse l'ultima democratica onesta – o ex democratica, per così dire – ha recentemente aggiunto il termine "anti-bianco" al suo vocabolario.

Non c'è niente di sbagliato nel prendere tempo in questo momento perché le persone ci stanno rapidamente raggiungendo.

Non dobbiamo uscire e fare nulla perché le persone ci arrivano secondo il loro programma.

Ma fino a che punto stanno recuperando terreno?

Secondo me, mentre parliamo, il terreno si sta spostando ed è osservabile in tempo reale.

Come stiamo cominciando a vedere, milioni di elettori repubblicani bianchi credono che avere un leader forte sia più importante che proteggere la "nostra democrazia" con la “D” maiuscola, come scrive ora il “Washington Post” .

Secondo un recente sondaggio di Yahoo News/YouGov, gli elettori di Trump dello “stato rosso” sono ora più propensi a dire che starebbero meglio che peggio se il loro stato si separasse, un argomento che affronteremo a breve.

Ma non è solo qui che assistiamo a questi fermenti.

Il leader ungherese, Viktor Orban, ha criticato gli europei occidentali perché, cito, "si mescolano con i non europei" e ha affermato che gli ungheresi non vogliono diventare una razza mista.

Orban non è un candidato fallito al Senato degli Stati Uniti e non è un ex membro del Congresso.

È il primo ministro in carica di una grande nazione europea.

Nel frattempo, persone come Ben Sassee, grazie a Dio, sono finite.

Sono stati sostituiti. Liz Cheney ha ottenuto 30 punti.

 La dinastia Bush/Cheney/Clinton è finita. Puf, se ne sono andati. E sarebbe stato insondabile immaginarlo fino al 2015.

Diamo un'occhiata a ulteriori dati sui sondaggi.

 Un sondaggio pubblicato subito dopo l'insediamento di Biden ha rilevato che l'87% degli elettori di Trump è preoccupato per la discriminazione anti-bianca, l'80% degli elettori di Trump rifiuta la teoria del cosiddetto "privilegio bianco", il 64% degli elettori di Trump ritiene che la propria razza ed etnia siano importanti per la propria identità, e il 40% degli elettori di Trump ritiene che la propria razza ed etnia siano estremamente importanti per il proprio senso di identità.

Perché tutto questo sta accadendo ora?

 Le nostre idee non sono più corrette o giuste oggi di quanto non lo fossero dieci anni fa, vent'anni fa, cinquant'anni fa o cento anni fa.

Ma è solo negli ultimi due o tre anni – non solo durante l'era Trump – che gran parte di questo si è cristallizzato.

Che cosa accadde in quel periodo che potrebbe aver causato lo sviluppo di questo nascente senso di solidarietà razziale bianca?

 Ho una lista:

1)- Dall'estate di San Giorgio, almeno 200 monumenti confederati sono stati distrutti da un'orgia di violenza di massa e dalle azioni dei governi di sinistra. Si trattò di un assalto a tutto campo all'eredità americana che andava da Robert E. Lee ai Padri Fondatori ai missionari cristiani.

 

2)- Donald Trump e i suoi sostenitori sono stati censurati ed eliminati da Internet da “Big Tech”.

 

3)- Sei mesi di violenza continua da parte di “Antifa” e “Black Lives Matter”, dalla morte di “George Floyd” alle elezioni del 2020.

L'FBI e il Dipartimento di Giustizia hanno chiuso un occhio su questa violenza.

4)- L'FBI e il Dipartimento di Giustizia, di fatto, sono diventati un'arma contro Trump e i suoi sostenitori. Hanno lanciato una guerra interna al terrorismo contro ribelli inesistenti.

5)-Il New York Times e i media dell'establishment sono andati oltre il livello di cattiveria raggiunto negli anni precedenti, al punto che ora abbiamo attacchi razziali contro i bianchi che sono diventati un bombardamento senza fine.

6)- La definizione di razzismo è stata cambiata, e i conservatori ora capiscono che "razzista" significa semplicemente qualsiasi persona bianca, almeno nel modo in cui viene utilizzato dalla sinistra e da troppi “RINO” e conservatori dell'establishment oggi.

 La sinistra crede che tutti i bianchi siano complici nel perpetuare il razzismo sistemico e la supremazia bianca.

7)- L'establishment politico, culturale e aziendale ha abbracciato "l'equità", un concetto che punisce i bianchi sulla base della razza.

8)- Troppe persone da contare sono state derubate, licenziate e messe a tacere per diversità di opinioni.

9)- Donald Trump ha detto ai suoi follower che le elezioni del 2020 gli sono state rubate a titolo definitivo e il 70% crede che sia vero.

10)- E infine, c'è stata una spinta simultanea a indottrinare i bambini con la “Critical Race Theory” e la “propaganda transgender” dall'asilo in poi.

Ma che tipo di impatto pensi che tutte queste cose hanno avuto sugli atteggiamenti razziali dei bianchi?

Ebbene, secondo un altro incredibile sondaggio, nove elettori di Trump su dieci dicono che i bianchi sono sotto attacco in America in una certa misura.

Ora, questi la pensano come me.

E non credo che il dentifricio tornerà nel tubetto su queste cose.

Avere un senso di coscienza razziale bianca sta diventando sempre più in voga.

Ha ancora senso etichettarci come gruppi di odio o estremisti? Secondo i dati dei sondaggi, ora facciamo parte del mainstream.

 I nazionalisti bianchi, se si vuole usare questo termine, stanno ottenendo risultati migliori tra i sostenitori di Trump rispetto ai giornalisti.

 Per anni, il nostro collettivo ha lavorato duramente nei vigneti e ora sta iniziando a dare i suoi frutti.

Ma a volte devi aspettare che si presentino le giuste condizioni e che i tuoi nemici giochino troppo.

 Ora ti starai chiedendo, e se il nemico vedesse quello che dici oggi e frenasse un po'? Non possono farlo. Non lo faranno.

 Sono così entusiasti dell'odio verso il nostro popolo che non ci sono freni sul loro treno. Continueranno ad accelerare l'inevitabile.

Ecco altri numeri del sondaggio.

Il 92% degli elettori di Trump pensa che i media mainstream siano identici al Partito Democratico.

L'86% vuole costruire un muro.

 Il 77% si sente come se fosse stato imbavagliato dalla correttezza politica. Il 62% vuole deportare tutti gli stranieri illegali.

E ancora, quando mi riferisco agli "elettori di Trump", sapete di chi sto parlando: repubblicani bianchi, America centrale.

Gli atteggiamenti stanno cambiando.

 Quando vedi qualcuno come “Ron DeSantis dire correttamente in una conferenza stampa che il massacro della parata natalizia di “Waukesha” è stato un attacco anti-bianco, cosa che ha fatto, datti una pacca sulle spalle, perché l'hai fatto.

 Questi politici stanno solo cercando di tenere il passo con la situazione attuale dei loro elettori.

Ho una teoria sulla natura umana che è a metà strada tra pragmatismo e cinismo: credo che ci siano pochissime persone su entrambi i lati dello spettro politico che hanno convinzioni inflessibili.

Quelli di noi in questa stanza aumenteranno o cadranno con le nostre convinzioni, qualunque cosa accada.

 Certamente c'è un gruppo di persone dall'altra parte dello spettro politico che vuole vederci distrutti a tutti i costi.

Ma la maggior parte delle persone nel mezzo si prendono semplicemente cura di sé stesse e delle proprie famiglie.

Faranno e diranno tutto ciò di cui hanno bisogno per andare avanti nella vita. Prenderanno il percorso di minor resistenza.

 Si conformeranno a qualunque siano le tendenze e le mode attuali della società. Beh, indovina un po'?

 Faranno esattamente la stessa cosa quando riprenderemo il controllo delle leve del potere istituzionale.

Preferirei, naturalmente, che tutti fossero veri credenti, specialmente i nostri funzionari eletti e i titani dell'industria.

Ma si metteranno in riga ogni volta che arriverà il giorno in cui potremo esercitare più influenza dei nostri avversari.

È così semplice.

Il cambiamento non è sempre così lontano come sembra.

Come ho già detto, i politici stanno già cercando di tenere il passo con la base su molte delle nostre domande.

Lo stesso vale per gli influencer conservatori come “Charlie Kirk” e “Matt Walsh”.

Stanno dicendo e facendo punti che hanno fatto cacciare persone come noi dalle loro riunioni ed eventi solo un paio di anni fa.

Sta già accadendo a singhiozzo.

Ma ecco alcune altre cose che erano tabù e venivano discusse solo in riunioni come questa che tutti abbiamo visto entrare nel mainstream conservatore negli ultimi anni.

Abbiamo membri del Congresso in carica che dicono cose come "i giornalisti sono nemici del popolo" o "abolire l'FBI".

Donald Trump ha fatto tantissimo per aiutarci a minare la fiducia in queste istituzioni corrotte.

Ha davvero accelerato le cose di decenni in questo senso.

 La criminalità dei neri su bianchi, la Grande Sostituzione, il termine "anti-bianco", la difesa dei bianchi in generale, cose come l'opposizione all'azione affermativa, le assunzioni basate sulla razza, l'opposizione alla teoria critica della razza, la denuncia dell'SPLC e dell'ADL.

 

Jumpy Dumpty non verrà rimesso insieme.

E non è solo perché i bianchi stanno cominciando ad avere questo sviluppo della coscienza razziale.

 È perché la diversità e il multiculturalismo hanno già preso la decisione per noi, che lo vogliamo o no.

Siamo su un binario a senso unico.

Gli Stati Uniti sono composti da molte nazioni litigiose che sono divise a metà.

Per semplificare, pensate all'America dello stato rosso ea quello blu.

Non solo queste due parti non possono essere d'accordo su una fede, una lingua, un costume, un modo di vivere ed eroi simili – tutte cose che rendono una società coesa – ma non possono nemmeno più essere d'accordo su cosa sia un uomo o una donna.

Potete stare certi che il tempo è poco per una società del genere.

Non andrà avanti per sempre.

In questo momento il sistema è sottoposto a una notevole quantità di stress, non ultimo quello che riguarda i numerosi arresti e incriminazioni di Donald Trump.

Questo è un uomo che viene trascinato in tribunale su e giù per la costa orientale. È senza precedenti nella storia americana.

 Non sto solo dicendo che nessuno vivo oggi l'ha visto prima.

Nessuno nella storia della Repubblica, da Jamestown a Plymouth Rock, ha mai visto nulla di simile prima.

L'America dello stato blu sta tentando di mettere in prigione il presidente dell'America dello stato rosso.

Allo stato attuale delle cose, stiamo osservando Trump, che è attualmente in testa nei sondaggi su Biden, vincendo la nomination repubblicana, essendo stato condannato per molteplici reati ed è stato mandato in prigione per più vite durante il ciclo elettorale del 2024.

Date queste circostanze, è quasi impossibile pensare a ciò che potrebbe riservarci il prossimo anno.

Ma questo scenario e la catena di eventi che potrebbe scatenare sarà qualcosa da vedere.

 Penso che l'anno prossimo ci aspetta qualcosa che potrebbe cambiare il corso della storia.

Per essere chiari e per ribadire, l'attuale presidente degli Stati Uniti sta utilizzando il Dipartimento di Giustizia per eliminare il suo principale rivale alle prossime elezioni.

Non si può esagerare quanto sia radicale.

Come Brad Griffin ha ulteriormente sostenuto:

Potrebbe trattarsi di una crisi costituzionale.

Un voto per Trump è un voto per portare tutto questo al culmine.

Dopo il 6 gennaio, i democratici non accetteranno mai la legittimità di una vittoria e di una presidenza di Trump.

 Il Deep State (dei DEM) non accetterà mai una presidenza Trump alla luce delle sue minacce.

I sostenitori di Trump non accetteranno mai l'illegittimità della sua incarcerazione o della sua rimozione dall'incarico come risultato di questa caccia alle streghe. Nessuno prenderà l'iniziativa.

Ma tutta la polarizzazione e l'animosità che si sono accumulate per decenni potrebbero presto esplodere.

Sono d'accordo. Gli eventi si stanno muovendo a un ritmo più veloce che mai. Sentiamo l'attrazione della cascata.

Ricapitoliamo.

Il principale candidato repubblicano alla presidenza, l'ex presidente, è stato incriminato qua e là.

La più grande guerra terrestre in Europa dalla seconda guerra mondiale è scoppiata e può andare fuori controllo in qualsiasi momento.

Non dimenticate di tenere d'occhio anche Taiwan e la Cina.

I "normies" si sono radicalizzati nel senso migliore del termine negli ultimi tre anni sotto Joe Biden.

La maggior parte delle persone nel paese ora si aspetta che ci sia una guerra civile nel corso della loro vita.

 La polarizzazione è fuori scala.

Le generazioni "Più Grandi" e "Silenziose" sono nei cimiteri. L'ordine del secondo dopoguerra è destabilizzante. L'intero sistema sta perdendo la sua legittimità agli occhi di milioni di persone.

Sono pronti per un cambiamento rivoluzionario.

 Cambiamenti rivoluzionari come questo possono avvenire molto gradualmente e poi molto rapidamente, tutti in una volta.

La fiducia dell'opinione pubblica nelle istituzioni sta semplicemente svanendo tra vaste fasce della popolazione.

Le persone che rappresentano la metà del paese hanno perso la loro fiducia nei media, nell'esercito, nelle forze dell'ordine federale, nel sistema giudiziario e persino nelle stesse elezioni.

 C'è una profonda sfiducia, a dir poco, nei confronti del governo federale.

Questo è necessario prima che possa avvenire qualsiasi cambiamento reale. Dovete spogliarvi di questa fiducia in queste istituzioni e abiurare il regno.

E questo è un altro regalo, credo, che Trump ci ha inavvertitamente fatto.

Non credo che volesse farlo, per essere chiari, ma era il risultato inevitabile della sua presenza sulla scena politica.

Trump ha ripetutamente detto che non può ottenere un processo equo a “New York” o Washington DC”, e ha assolutamente ragione.

La legge è stata completamente strumentalizzata.

Guardate cosa sta succedendo oggi a Charlottesville, più di sei anni dopo il raduno “Unite the Right”, dove ci sono uomini che vengono arrestati solo ora per aver acceso “torce tiki”.

Rischiano cinque anni di carcere per aver esercitato i loro diritti sanciti dal Primo ritiene.

Nel frattempo, allo stesso evento, lo stesso giorno e alla stessa ora, c'era un uomo di colore con un lanciafiamme improvvisato che stava sparando attivamente verso le persone e, per quanto ne so, non ha mai avuto problemi.

 E questo è ciò che la legge è ora. L'unica cosa che conta quando si va in tribunale negli stati blu in questi giorni è da che parte stai.

Tutto ciò dimostra che Trump e i suoi sostenitori semplicemente non possono ottenere un processo equo o ricevere una giustizia equa.

 In questa fase avanzata di declino, credo che riformare il sistema esistente sia assolutamente fuori questione.

 

E non mi sentivo così nel 2017, ma mi sento così adesso e lo faccio ormai da alcuni anni.

Sono arrivato al punto in cui non voglio rendere di nuovo grande l'America, come insistono Trump e i suoi seguaci.

 Voglio lasciarlo alle spalle e imparare dagli errori.

E la legittimità del sistema deve evaporare prima che questo cambiamento possa avvenire.

Per fortuna, siamo sulla buona strada.

 

Le persone hanno perso la fiducia nel sistema.

Entrambe le parti si vedono come nemici mortali in un conflitto esistenziale.

 Il divario anche solo quattro o cinque anni fa, durante il primo mandato di Trump, non era così ampio come lo è adesso.

Le cose non torneranno alla normalità.

Deve verificarsi un evento che allievi questa pressione crescente, questo stress, in un modo o nell'altro.

E penso che ci aspetta uno sconvolgimento, una guerra o una sorta di riallineamento economico.

Il malcontento che ribolle appena sotto la superficie dovrà essere sfogato.

Sta diventando sempre più chiaro, sicuramente ormai, che non possiamo votare per escluderci da questo.

Questo paese è disgenico in molti modi e degenerato praticamente in ogni modo.

L'America dello stato blu sta cercando di mettere in prigione il presidente dell'America dello stato rosso.

 Le legislature statali conservatrici approvano abitualmente leggi solo per vederle ribaltate da giudici federali disonesti provenienti da altre parti del paese.

Ma se queste cose possono ampliare ulteriormente il divario, allora dovremmo accoglierlo con favore, perché almeno questo ci dà l'opportunità di considerare soluzioni alternative. La balcanizzazione dell'America potrebbe non essere una prospettiva piacevole, ma è accaduta a molte nazioni diverse nel corso della storia. Perché dovremmo essere un'eccezione?

Con l'attuale accordo dobbiamo capire che il nostro popolo non ha futuro in questo continente.

Se continuiamo su questa strada non avremo futuro.

Questa è una certezza demografica.

 La nostra salvezza potrebbe benissimo risiedere nella separazione.

 E se un divorzio nazionale – potete chiamarlo secessione se lo scegliete – è ciò che è nel nostro futuro, allora tanto vale cominciare a prenderlo seriamente in considerazione, come ho fatto io.

Ho avuto l'opportunità di scrivere il capitolo di apertura di un libro pubblicato di recente, L'onorevole causa.

La questione del divorzio nazionale viene esaminata attraverso la lente dell'identità meridionale, ma le idee che io e i miei 11 coautori abbiamo inserito in questo sono applicabili a tutte le persone, un certo numero di riviste e giornali internazionali e, naturalmente.

È un libro serio che solleva una questione seria.

Perché questo libro e il suo messaggio hanno trovato un pubblico adesso?

 Ti dirò.

Un recente sondaggio Rasmussen ha rilevato che il 47% degli elettori repubblicani sostiene il divorzio nazionale.

 Te l'avevo detto che saremmo tornati su questo. Sempre più repubblicani sostengono queste idee.

Che si tratti di opporsi all'anti-witismo, o alla Grande Sostituzione, o di sostenere un divorzio nazionale come fanno anche figure repubblicane tradizionali come la deputata “Marjorie Taylor Greene”, le nostre idee "estremiste" sembrano sicuramente diventare mainstream.

Il Paese è più polarizzato ora che in qualsiasi momento dai tempi della Guerra tra gli Stati.

 Abbiamo differenze inconciliabili, per usare un eufemismo.

 Milioni di persone sono aperte alla secessione e l'opinione pubblica sta cominciando ad accettarlo.

I movimenti di secessione stanno nascendo in tutto il paese e non solo in teoria. Potresti aver sentito che parti dell'Oregon stanno votando a livello di contea per staccarsi e unirsi all'Idaho, per esempio.

Ma sapevate che questo è successo in Texas proprio l'estate scorsa?

La “rivista Salon” ha recentemente scritto che "i repubblicani del Texas hanno avuto un assaggio di quanto sia diventato di destra il loro partito.

Alla convention statale del Partito Repubblicano, i delegati hanno dichiarato ufficialmente Joe Biden un presidente illegittimo e hanno proposto di abrogare il “Voting Rights Act” del 1965.

Questo non è il Partito Repubblicano del Massachusetts, che compete un po' come fanno i generali di Washington.

Questo è il più grande partito repubblicano del paese, il partito repubblicano del Texas.

E sì, il tema della secessione sembra avere un battito cardiaco in Texas.

“Rolling Stone” ha riferito che il rappresentante dello stato del Texas Bryan Slaton aveva presentato un disegno di legge che avrebbe indetto un referendum per la secessione del Texas dagli Stati Uniti nella votazione del 2024.

 Il disegno di legge 3596 della Camera avrebbe consentito ai texani di votare, cito: "Se lo stato debba o meno indagare sulla possibilità dell'indipendenza del Texas e presentare potenziali piani al legislatore".

In una dichiarazione, Slaton ha scritto:

"Dopo decenni di continui abusi dei nostri diritti e delle nostre libertà da parte del governo federale, è tempo che il popolo del Texas faccia sentire la propria voce".

Penso che accadrà l'anno prossimo? No, non lo so.

Ma il nocciolo della questione è che non sono solo le persone dei “Sons of Confederate Veterans” a parlarne.

Si tratta di funzionari attuali ed ex eletti nei governi di contea e nelle legislature statali.

Ho un altro esempio di cui posso quasi garantire che non hai sentito parlare. Sapevate che la questione della secessione è già arrivata all'aula della New Hampshire State House? Un titolo del “Portland Press Herald” recita:

 "La Camera del New Hampshire vota sulla secessione dagli Stati Uniti".

La proposta prevedeva che "l'indipendenza dagli Stati Uniti e tutti i riferimenti agli Stati Uniti negli statuti e nei regolamenti della Costituzione dello Stato del New Hampshire fossero annullati".

Ora, come probabilmente hai intuito, è fallito, altrimenti ne avresti davvero sentito parlare.

Ma 13 parlamentari hanno votato a favore e, così facendo, il deputato Matthew Santonastaso ha sostenuto che era solo questione di tempo prima che l'Unione crollasse.

 "Il divorzio nazionale avverrà. È inevitabile e abbiamo l'opportunità di superare tutto questo", ha affermato.

Oregon, Texas, New Hampshire: al momento sono semplici scosse, ma qualcosa sta succedendo.

La secessione, tra l'altro, è al 20% nel New Hampshire.

È uno su cinque l'ultima volta che ho controllato.

I nostri problemi non sono né più né meno validi oggi che nei decenni o nelle generazioni precedenti, come ho detto prima, ma il momento non era quello giusto.

Le condizioni non erano ancora favorevoli, ma ci stanno arrivando.

La retorica politica è diventata molto più stridente e apocalittica da entrambe le parti.

 Le attuali tendenze di disintegrazione culturale, polarizzazione e instabilità politica non possono continuare per sempre.

Una volta raggiunta una certa soglia, l'instabilità si trasforma in conflitto, e il conflitto risolve la polarizzazione sconfiggendo una parte o l'altra e stabilendo una nuova normalità.

 Questo è ciò che accadrà e non abbiamo bisogno di fare nulla per affrettare la giornata.

Non dobbiamo praticare o sostenere la violenza in alcun modo, poiché il sistema sta rapidamente crollando e perde credibilità e legittimità su base giornaliera.

Perché non abbiamo già vinto?

Molte persone ora sono d'accordo con noi. Le condizioni stanno diventando più favorevoli.

Allora perché non abbiamo ancora girato l'angolo? Non così in fretta.

Ci sono molte ragioni per questo, non ultimo il fatto che la nostra gente è ancora del tutto troppo a suo agio.

La nostra gente dovrà prima soffrire un po' di più.

Non penso che la nostra gente – non la gente qui oggi, ma la nostra razza in generale – meriti una sorta di evento deus ex machina per tirarci fuori dagli errori che abbiamo commesso.

 Penso che dovremo imparare da loro.

Forse dovremo imparare alcune dure lezioni. Anche se, ovviamente, potremmo sperare che Trump sia come Sansone e porti con sé la rovina della casa.

Ma raramente le cose sono così semplici e dovremo essere messi alla prova. Dovremo essere resi duri di nuovo.

Raro è l'uomo disposto a correre dei rischi quando è relativamente contento.

 Ma un gruppo di persone che soffrono insieme si uniscono.

Prima dovrà accadere un evento. Non penso che sarà così facile come l'elezione o l'incarcerazione di Trump, anche se penso che questo ci porterà più avanti sulla strada. Ma un collasso economico qui, una guerra nucleare là – ehi, chi lo sa?

Il punto è questo: aspettate fino a quando tutte queste persone che ora sono d'accordo con noi e che stanno diventando un po' più coraggiose si troveranno ad affrontare la realtà che non possono pagare l'affitto, nutrire sé stesse e le loro famiglie e tenere i propri figli al caldo.

Non tutte le crisi del genere portano a una soluzione favorevole, ma alcune crisi possono renderlo possibile e questo è tutto ciò che possiamo realisticamente sperare.

Tutto ciò che possiamo sperare è una possibilità.

Questo sistema gonfio che ci governa non crollerà facilmente. Questo sistema di totalitarismo morbido diventerà molto più rigido quando inizierà ad essere esercitata una reale pressione contro di esso.

In quel momento faresti molto bene a ricordare che non sei un individuo, ma parte di un collettivo che esiste all'interno di un continuum che ci collega ai nostri lontani antenati e ai nostri futuri discendenti.

Le nostre vite individuali significano molto poco rispetto a qualcosa di così grande e meraviglioso.

E se permettete a voi stessi di separarvi da tutte le cose che ci rendono ciò che siamo e ciò che siete voi – le nostre tradizioni, i nostri eroi, le nostre feste, la nostra fede, la nostra cultura – allora siete praticamente già morti.

Allora, di cosa ti preoccupi? Questo è qualcosa che dovrebbe temprare i tuoi nervi.

E a volte le cose si fanno difficili, potresti perdere gli amici.

Potresti avere problemi con il lavoro, potresti perdere il lavoro.

Ehi, questa è una cosa difficile. A volte succedono queste cose.

Ma qualunque cosa accada, non tradire mai un fratello. Non comportatevi mai in un modo che porti disonore alla nostra causa e al nostro popolo, specialmente quando siete sotto attacco.

È una cosa stimolante impegnarsi nella lotta del proprio tempo.

Risveglia quello spirito faustiano che esiste nei cuori e nelle menti degli uomini dell'Occidente.

I grandi uomini non si creano mai se non attraverso grandi prove.

Le avversità non sono ostacoli, ma piuttosto la nostra più grande opportunità per migliorare, forgiare il nostro carattere, lavorare di più, diventare più intelligenti e dimostrare il nostro valore.

So che sembra un cliché. È un cliché.

Ma il futuro non è stato ancora scritto e durante il nostro tempo limitato sulla terra abbiamo voce in capitolo su come andrà.

Dovresti accoglierlo con favore. Tendiamo a vedere le cose solo attraverso la lente della nostra brevissima vita.

A volte è difficile vedere prima o oltre le nostre esperienze personali.

Sono sicuro che ad un certo punto durante i 700 anni in cui la penisola iberica fu occupata dai musulmani, quelle persone avranno sicuramente pensato che la fine fosse arrivata.

Ma le cose andarono meglio, e quando finalmente si liberarono dalle catene, iniziò l'era dell'esplorazione e la nostra gente conquistò il mondo.

L'impero azteco era all'apice del suo potere circa cinque minuti prima che Cortez sbarcasse sulla riva armato di 600 uomini e con la determinazione di bruciare le barche.

 E sono sicuro che il popolo russo – quelle belle persone che hanno sofferto, sono state uccise e affamate dai bolscevichi e dai comunisti – pensavano che il sole non sarebbe mai più sorto.

Ma basti dire che adesso c'è un nuovo sceriffo in città.

 

Sto paragonando le mele alle arance?

 Lo sto semplificando troppo? Forse.

Erano tempi diversi, persone diverse e situazioni diverse.

 Ma le cose cambiano, e cambieranno anche qui.

Avremo bisogno di un leader.

Avremo bisogno di qualcuno che possa sfruttare l'energia. Le rivoluzioni vengono dall'alto.

Non sono dal basso verso l'alto.

Avremo bisogno che quell'uomo entri nel momento, quel momento in cui il tempo e le circostanze si intersecano e il cambiamento può avvenire.

Quell'incrocio dove trovi il luogo dove il messaggio incontra la gente.

Quindi che non tutti possono essere sinceri. Capisco che la situazione di ognuno è diversa. Non tutti hanno le stesse opportunità di servire. Ma tutti possono sostenere o servire in qualche modo.

Ci sono così tante persone su questo podio questa fine settimana e tra la folla stessa che meritano il vostro sostegno.

Fai il tuo dovere per far parte della squadra. Partecipa a tutti i modi possibili. Ti farà sentire bene essere uno stakeholder.

Ci sono stato per tutta la mia vita adulta.

Ora ho circa 40 anni. Mia moglie è qui con me oggi. È stata con me fin da prima del primo passo.

Non permettete mai a nessuno di dirvi che avere queste convinzioni rette e sincere vi rassegnerà a una vita familiare caotica o disfunzionale. Ho tre bambini piccoli. Ho già condotto una vita piena in molti modi.

Ho vissuto, ho amato, ho combattuto.

Finora è stato un viaggio straordinario e gratificante, con pochi preziosi rimpianti. Penso che le cose cambieranno, anzi, sono convinto che sarà così.

Penso che la nostra gente abbia troppo talento e sia troppo meravigliosa per agire in questo modo e, francamente, il sistema attuale è troppo assurdo e disfunzionale per essere sopportato.

Non posso dirvi l'ora esatta, il luogo o il catalizzatore che determinerà il nostro perno.

Ma voglio che tu creda che un giorno si aprirà una finestra di opportunità che consentirà di ripristinare l'ordine.

Ma se mi sbaglio, e se stiamo per iniziare l'ultima buona battaglia che la civiltà occidentale potrà mai conoscere, allora affrontiamola con la stessa determinazione con cui il generale confederato Patrick Cleburne affrontò le battaglie del suo tempo quando disse:

 "Se questa causa così cara al mio cuore è destinata a fallire, prego il cielo di lasciarmi cadere con essa, mentre il mio volto è rivolto verso il nemico e il mio braccio combatte per ciò che so essere giusto".

Grazie, signore e signori.

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