Schiavi dei globalisti.
Schiavi
dei globalisti.
Il
progetto per il 2030 delle élite di Davos
Creare
degli schiavi felici di esserlo.
Radio-radio.it
– (18-1-2023) – Diego Fusaro – ci dice:
Continua
indefessamente il forum di Davos, forse meglio noto come “World Economic Forum”.
Come
già altre volte abbiamo ricordato, si tratta di un importante consesso nel
quale i padroni del capitale, il blocco oligarchico neoliberale della
plutocrazia sans frontières, si danno convegno.
E lo
fanno con un obiettivo molto preciso, quello di fissare, decidere, concordare
le linee fondamentali, la traiettoria generale del loro interesse, del loro
“tableau de borde”.
Insomma,
si tratta di una sorta di consesso internazionale, quasi una “internazionale
liberal finanziaria”, mediante la quale “i padroni del mondo” decidono sovranamente
quali sono i loro interessi e come imporli al mondo intero, chiamandoli,
progresso e interesse dell’umanità tutta.
I padroni del mondo decidono in maniera
autocratica cosa fare e cosa imporre e utilizzano poi, di volta in volta, i
singoli governi nazionali come passacarte, come semplici maggiordomi chiamati a
tradurre in norme, decreti e prassi politica le decisioni che loro, il blocco
oligarchico neoliberale, hanno sovranamente scelto.
Ecco
perché al tempo del neoliberismo non abbiamo più partiti che incarnano visioni
diverse che provano a tradurle in prassi.
Al contrario, abbiamo quello che più volte ho definito
il partito unico, articolato, neoliberale, ove destra e sinistra svolgono
semplicemente la parte di due maggiordomi che si contendono il posto per
servire il padrone.
In questo caso il padrone coincide con
l’oligarchia finanziaria tecnocratica “no border”.
E i
maggiordomi sono due sostanzialmente, uno in livrea fucsia, il maggiordomo di
sinistra, l’altro in livrea bluette, il maggiordomo di destra.
I due
maggiordomi contendono soltanto per poter servire, per poter avere di volta in
volta l’esclusiva nel servire il padrone.
Ecco
perché non vi sono più visioni diverse del mondo, ma semplicemente vi è
un’alternanza senza alternativa che fa sì che la politica diventi, con
l’alternanza senza alternativa di destra e sinistra, una sorta di omogeneità
bipolare.
I padroni del mondo stanno decidendo l’agenda per il
2030, come apertamente la chiamano a Davos,
un’agenda
basata sulla green economy, ossia sulle fonti rinnovabili del profitto per il
padronato cosmopolitico, sul transumanesimo, ossia sulla disumanizzazione
integrale dei rapporti umani, con annessa riduzione dell’uomo a semplice
macchina tra le macchine.
Ancora,
con il trionfo della resilienza, ovvero della passiva accettazione di tutto da
parte dei dominati, ridotti a un polo passivo che non rivoluziona più
l’esistente ma si limita a lavorare su di sé per meglio accettarlo.
C’è una locandina che più volte abbiamo menzionato,
che mostra un giovane dal sorriso inebetito che dice nel 2030 non posseggo più
nulla e sono felice.
Insomma, questo è il progetto dell’élite globalista
neoliberale privarci di tutto e costringerci a essere oltretutto felici di
essere stati privati di tutto.
Insomma,
il sogno per il 2030, progettato a Davos con spietata e lucida precisione, è
quello di avere degli schiavi che siano felici di esserlo e che, se proprio
debbono ribellarsi, lo fanno unicamente contro chi eventualmente metta in
discussione la schiavitù.
Proprio
come nell’antro di Platone, i cavernicoli, gli ottenebrati dell’antro, sono
quelli che si battono unicamente in nome delle proprie catene, contro ogni
anelito di liberazione, contro ogni desiderio di migliore libertà.
(Radioattività
con Diego Fusaro).
Agenda
2030 -
padroni e schiavi?
La verità sul Grande Reset e l'influenza di
WEF, Blackrock e delle élite globaliste - Crisi economica - Carenza di cibo -
Iperinflazione globale.
Amazon.it
– (31 agosto 2022) - Rebel Press Media (Autore) – ci dice:
Questo
libro espone l'agenda delle élite globali e il prossimo reset della civiltà
umana.
“Rebel
Press Media” scava in profondità nella verità non detta su come i media
mainstream si sono venduti e continuano a mentire su ciò che sta realmente
accadendo...
Collegando
i punti tra lo stato attuale del mondo e la verità sulle prossime guerre
mondiali, il controllo della popolazione, i chip dei vaccini e i passaporti.
“Rebel Media Press” spiega come si svolgerà il Grande
Reset e come i nostri governi, i globalisti, la Cina e la Russia detteranno la
politica futura in Occidente.
Questo
libro vi mostrerà cosa sta arrivando nei prossimi 10 anni e come prepararsi.
Vi
dirà anche come ricostruire meglio dopo che questo reset sarà avvenuto, in modo
da evitare un'altra epoca buia come quella che seguì la seconda guerra
mondiale.
Questo
libro esporrà la verità su ciò che sta realmente accadendo nel mondo.
Che impatto avrà su di voi "Build Back
Better"?
Cosa succederà nella prossima guerra mondiale?
Che ruolo avrà il coronavirus nell'avanzamento
del Nuovo Ordine Mondiale?
Cosa
significa tutto questo, e come puoi prepararti al prossimo capitolo della
nostra storia?
Meritate
di sapere cosa sta succedendo in modo da potervi preparare per il futuro, o
almeno essere in grado di raccontarlo ai vostri figli quando vi chiederanno
perché le cose erano diverse allora.
“I
Pandora Papers” e la distruzione del pianeta
non
sono delle perversioni del capitalismo.
Sono
il capitalismo.
Transform- italia.it – (13/10/2021) -
Alessandro Scassellati – ci dice:
Sfruttare
le persone, sfruttare la terra, distruggere il Pianeta e mantenere segreta la
gestione dei capitali accumulati è questo il modo normale in cui operano i
capitalisti e il capitalismo.
Comprendere
questo richiede a tutti noi di riesaminare ciò che sappiamo o pensiamo di
sapere su come è stato costruito il mondo attuale e di iniziare a incorporare
questa comprensione nelle nostre discussioni quotidiane.
“Pandora
Papers”, paradisi fiscali e tassazione.
Ogni
volta che c’è una fuga di documenti da isole remote e da giurisdizioni oscure
dove i ricchi nascondono i loro soldi, come la pubblicazione il 3 ottobre
scorso dei “Pandora
Papers1”,
ci chiediamo come possano accadere cose del genere.
Come
siamo arrivati a vivere in un sistema globale che consente di trasferire grandi
ricchezze all’estero, non tassate e nascoste alla vista del pubblico?
I
politici mainstream condannano questi fenomeni come “il volto inaccettabile del
capitalismo”.
Ma, non è così, perché questo, insieme alla
distruzione ecologica del Pianeta, è il vero volto del capitalismo
globalizzato.
Semplicemente,
i” Pandora Papers” – come prima di loro i “Wiki Leaks” (2006), “HSBC/Swiss
Leaks” (2007), “Offshore Leaks” (2013), “China Leaks” (2014), “Luxembourg Leaks”
(2014), “Panama Papers” (2016),” Bahamas Leaks” (2016), “Football Leaks”
(2016), “Money Island” (2017),” Malta File”s (2017), “Paradise Papers” (2017), “Dubai
Papers” (2018), “Mauritius Leaks” (2019), “FinnCen Files” (2020), “Luanda Leaks”
(2020) e “OpenLux” (2021) – disvelano il mondo parallelo della finanza offshore, dove non valgono le regole ufficiali
dell’economia (trasparenza, equità, responsabilità) che sono tenuti a
rispettare tutti coloro che vivono solo del loro lavoro quotidiano e non hanno
accumulato grandi patrimoni attraverso le speculazioni finanziarie, la
corruzione e la frode.
In
particolare, i “Pandora Papers “evidenziano le disuguaglianze all’interno di un
sistema fiscale che dà ai ricchi e ai potenti l’accesso a privilegi non
disponibili alle persone normali.
Ad
esempio, Tony Blair ha sfruttato delle lacune legali per non pagare 312 mila
sterline di imposte su un palazzo comprato nel 2017.
La
mossa non è illegale, ma evidenzia una scappatoia che permette ai ricchi
proprietari di non pagare una tassa che un britannico qualunque deve invece
affrontare.
La
narrazione mainstream giustifica da decenni l’esistenza del sistema offshore
come uno strumento neutro che sarebbe semplicemente usato male da alcune
persone.
In
quasi tutti i Paesi è legale avere attività offshore o fare ricorso a società
anonime intestate a prestanome.
Questi strumenti sono considerati addirittura
necessari per gli affari internazionali, in un’economia globalizzata dove
l’intrico di leggi e norme fiscali nazionali ostacolerebbe qualsiasi
alternativa.
Sono
paradisi fiscali non solo i piccoli Paesi dei Caraibi, ma anche Stati piccoli,
ma potenti,
come
Singapore ed Emirati Arabi Uniti con Dubai come centro finanziario, o territori
che fanno parte di una superpotenza, come Hong Kong per la Cina, South Dakota,
Nevada e Delaware per gli USA e Cipro e Lussemburgo per l’Unione Europea.
Ogni
paradiso fiscale ha la sua specializzazione all’interno del grande gioco della
finanza offshore – ad esempio, Jersey è specializzata in trust, le British Virgin Islands in
costituzione di società che garantiscono l’anonimato, il Liechtenstein in
fondazioni -, differiscono anche nella loro tolleranza verso la criminalità (tra i
territori britannici Gibilterra è più a rischio di Guernsey, ma più pulita di
Anguilla) e servono regioni geografiche diverse (Mauritius e Seychelles per
l’Africa e l’India; Emirati Arabi Uniti per il Medio Oriente; Cipro per l’ex
Unione Sovietica; le Bahamas per gli Stati Uniti).
Un
fenomeno, quello dei paradisi fiscali, che è strettamente legato a quello della
“secessione
privata dalla società” – fenomeno di segregazione sociale che il filosofo politico
Michael J.
Sandel definisce
“sky-boxification
of society”,
utilizzando la metafora delle cabine di lusso per i vip negli stadi di
baseball, mentre i poveri stanno sotto il sole o la pioggia – da parte delle
imprese globali e dei ricchi che le controllano, che ha eroso e ridotto le basi
fiscali degli Stati in tutto il mondo e limitato la loro capacità di
ridistribuire i benefici economici derivanti dall’integrazione commerciale e di
intervenire direttamente nell’economia per sostenere la domanda aggregata.
Il
rovescio della medaglia dell’elusione ed evasione fiscale dei ricchi e delle
grandi multinazionali, infatti, è dato da bassi salari, tasse elevate sulle
persone fisiche che lavorano e taglio dei servizi pubblici, a cominciare da
quelli relativi al welfare.
A fronte dell’elusione e degli abbattimenti
delle aliquote fiscali per ricchi e imprese, i governi si sono finanziati sia
attraverso l’indebitamento crescente sia aumentando la tassazione su consumi e
lavoro.
I sistemi fiscali sono via via diventati sempre meno
progressivi e il carico fiscale sui salari (ad esempio, per gli oneri
previdenziali) è rimasto più o meno costante o è cresciuto, mentre le imposte
su persone fisiche e consumi e l’IVA sono decisamente aumentate ovunque.
Finora
i paradisi fiscali hanno aiutato i più ricchi e potenti del mondo ad
appropriarsi di una parte sproporzionata dei benefici della globalizzazione,
impedendo a tutti gli altri di vedere quanto possiedono.
Questo,
a sua volta, ha eroso la fiducia nei governi e nelle istituzioni democratiche
in tutto il mondo, facendo crescere la sensazione che l’economia sia un gioco
truccato.
Limitare
le operazioni dei paradisi fiscali e imporre una vera trasparenza sulla
proprietà di capitali finanziari, immobili ed imprese è fondamentale se i
cittadini vogliono veramente essere in grado di “riprendere il controllo” dei
destini dei loro Paesi.
In
genere, sono puniti solo gli usi illegali dei paradisi fiscali, come l’evasione
fiscale, la corruzione o il riciclaggio di denaro.
Anno
dopo anno, però, le rivelazioni della stampa investigativa confermano la natura
diffusa degli abusi di questo sistema.
I diversi scandali mostrano l’incapacità degli
Stati di sorvegliare in modo efficace questi territori opachi del mondo
finanziario, che concentrano patrimoni per più di 8.700 miliardi di dollari, secondo una stima fatta
dall’economista dell’Università della California, Berkeley, Gabriel Zucman nel
2017.
Zucman
stima che
due terzi dei profitti esteri delle multinazionali americane e il 5% di tutti
gli utili netti prodotti nell’economia mondiale, finiscano nei paradisi
fiscali, eludendo centinaia di miliardi di euro di tasse negli USA e in Europa.
Il FMI
stima che
ogni anno nel mondo si scambiano tangenti per un importo di 1,5–2 trilioni di
dollari, mentre l’elusione ed evasione fiscale costa ai governi più di 3
trilioni di dollari all’anno e almeno altri 5 trilioni vengono persi attraverso
le attività illecite di riciclaggio (money laundering).
Soldi che potrebbero essere destinati
all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alle infrastrutture per milioni di
persone in tutto il mondo.
Ma, il
costo per la società è molto maggiore: la corruzione distorce gli incentivi e
mina la fiducia del pubblico nelle istituzioni.
È la
causa di molte ingiustizie economiche che donne, uomini e bambini subiscono
ogni giorno.
Inoltre,
il “FMI” e il “Financial Stability Board” (FSB) avvertono da anni che c’è
sempre il rischio che parti non regolamentate del sistema finanziario possano
andare in crisi e scatenare il panico.
Forte
è la preoccupazione per l’aumento delle “banche ombra” non regolamentate – lo”
shadow banking”, l’intermediazione finanziaria non bancaria e quindi non
sottoposta alle stesse regole delle banche ordinarie, un fenomeno che valeva
ormai 52 mila miliardi di dollari, il 14% degli assets finanziari globali a
fine 2017, e che viene trainato da Cina e paradisi fiscali quali Isole Cayman,
Irlanda e Lussemburgo, Paesi che insieme raccolgono i due terzi dell’incremento
registrato dal 2011 in poi – e la mancanza di restrizioni su assicuratori e
gestori patrimoniali, come preoccupante è la crescita delle banche globali ad
una scala più ampia rispetto al 2008 e quindi il timore che siano di nuovo
“troppo grandi per fallire“.
A fine
2017, l’universo degli “altri intermediari finanziari” che svolgeva un’attività
bancaria, ma al tempo stesso non era una banca centrale, un istituto di credito
privato, un’istituzione pubblica, una compagnia assicurativa o un fondo
pensione era in grado ormai di manovrare oltre 116 mila dei 382 mila miliardi
di dollari del sistema finanziario: una quota pari al 30,5%.
Nell’ultimo
decennio sono stati fatti alcuni passi avanti per cercare di mettere sotto
controllo i fenomeni legati ai paradisi fiscali:
nel
2017 nell’Unione Europea è stato abolito il segreto bancario;
dal
2019 la trasparenza è in teoria la norma in tutto il mondo e grazie allo
scambio automatico d’informazioni sui conti bancari, le autorità fiscali di un
Paese sanno se un loro cittadino ha soldi all’estero;
un numero crescente di Paesi ha istituito
registri dei proprietari reali delle società, in modo da spezzare il segreto
dei prestanome.
Sull’onda
delle rivelazioni dei “Pandora Papers”, il Parlamento Europeo ha approvato una
risoluzione che chiede regole più severe sui super-ricchi che spostano la loro
ricchezza offshore.
Inoltre, il Parlamento ha chiesto la riforma
del codice di condotta dell’UE sulla tassazione delle imprese, un processo
guidato da un gruppo poco noto di funzionari governativi, che ha lo scopo di
garantire che le politiche fiscali degli Stati membri dell’UE evitino una corsa
al ribasso.
Dal
2017 il gruppo è anche responsabile della redazione della lista nera dell’UE
dei paradisi fiscali, che attualmente è composta da nove giurisdizioni al di
fuori del blocco.
Secondo
il Parlamento, il codice di condotta deve diventare un’arma nella lotta contro
l’elusione e l’evasione fiscale e per questo propone un codice rivisto chiamato
“Fatal”, quadro sugli accordi fiscali aggressivi e le aliquote basse.
Le
giurisdizioni con aliquote fiscali molto basse o nulle sarebbero
automaticamente classificate come paradisi fiscali.
Negli
ultimi 40 anni, l’approccio paradigmatico dei governi ai temi della mobilità
dei capitali, tasse e welfare si è strutturato intorno all’idea che, in un
mondo dominato dal capitale globale, gli investitori avrebbero cercato i
migliori rendimenti che avrebbero potuto ottenere a livello globale.
Se
quei rendimenti fossero stati ridotti da “distorsioni” come le tasse, gli
investimenti sarebbero andati verso Paesi che tassano meno.
Di
conseguenza, quei costosi ed espansivi stati assistenziali che gli economisti
neoliberisti avevano sempre preso di mira dovevano sparire.
Finanziarli
attraverso la tassazione dei ricchi e delle società avrebbe ridotto gli
investimenti e l’occupazione.
Pertanto,
abbiamo assistito ad una “competizione tributaria” globale tra Stati, un
dumping fiscale attuato anche all’interno dell’Eurozona, dove la tassazione
media sui profitti delle imprese è passata dal 40% del 1980 a poco più del 18%,
con alcuni Paesi – Irlanda, Olanda, Malta, Lussemburgo, Cipro, isole di Man e
di Jersey e con anche gli altri territori dipendenti dalla corona inglese:
le Isole Vergini Inglesi, le Bermuda, le Isole
Cayman e le Isole Turks e Caicos – che sono ormai dei veri e propri paradisi
fiscali.
Una
“competizione tributaria” che ha incentivato le “global corporations” e gli
altri possessori di capitali ad erodere la base fiscale o ad abbandonare i
Paesi a più alta tassazione.
In ogni caso, gli investimenti e l’occupazione
non sono aumentati, ma calati.
Nelle
ultime settimane, dopo un negoziato avviato in sede OCSE nel 2013, 136 Paesi
hanno trovato un accordo su un regime di tassazione minima globale del 15% dei
profitti delle 100 maggiori global corporations, ovunque abbiano la loro
residenza fiscale.
Un
accordo che è stato definito “storico” e salutato da governi e media mainstream
come un passo rilevante verso l’introduzione di un sistema di tassazione
internazionale più equo ed efficiente.
L’entusiasmo dell’OCSE per questo accordo
lascia alquanto perplessi:
“questa imposta farebbe entrate nelle casse
degli Stati 150 miliardi di dollari l’anno e le nuove regole sulla
redistribuzione dei profitti riguarderebbero 125 miliardi di dollari di
profitti che saranno tassati nei Paesi in cui le grandi società generano
entrate, ma hanno una limitata presenza fisica”.
Sul
piano quantitativo, si tratta di una goccia nel mare magnum dei profitti non
tassati.
Un’aliquota del 15% è molto vicina a quelle vigenti
nei paradisi fiscali come Irlanda, Svizzera o Singapore, mentre oggi, tutti i
Paesi del G7 sono già molto al di sopra della soglia del 15%, per cui con
questa aliquota molti dei Paesi UE perderanno molte risorse.
Riconoscendo
che le multinazionali potranno continuare a spostare i loro profitti nei
paradisi fiscali in cambio di un’unica imposta del 15%, l’accordo raggiunto in
sede OCSE ufficializza l’avvento di un mondo in cui gli ultra-ricchi pagano
strutturalmente meno tasse del resto della popolazione.
Se
anche i profitti delle “global corporations” venissero effettivamente tassati
al 15%, infatti, c’è da dire che oggi nei Paesi ricchi la pressione fiscale sta
in gran parte sulle spalle del ceto medio.
Di fatto, oggi esistono due sistemi fiscali
separati.
Uno è per la gente comune, che guadagna la
maggior parte del proprio denaro in salari e stipendi.
L’altro
è per le grandi imprese e i ricchi, che guadagnano la maggior parte dei loro
soldi attraverso la proprietà di beni quotati in borsa, imprese private e altre
forme di capitale.
Le
piccole e medie imprese, come anche le classi popolari e medie, non hanno
nessuna possibilità di creare filiali per spostare i propri profitti o redditi
in Paesi con una tassazione conveniente.
Questi
contribuenti non hanno altra scelta che pagare le normali imposte.
Ma, se
all’imposta sul reddito e sui profitti si sommano i contributi sociali, i
lavoratori dipendenti e i piccoli e medi lavoratori autonomi dei Paesi
dell’Unione Europea o negli Stati Uniti si ritrovano a pagare dei tassi molto
più alti del 15%: almeno il 20-30%, e spesso anche il 40-50%.
Il meno fortunato dei lavoratori dipendenti, paga il
23% in Italia, fino a 15 mila euro di reddito annuale.
In Irlanda, dove la corporate tax è del 12,5%,
qualsiasi reddito da lavoro sotto i 35 mila euro è tassato per il 20%, mentre
sopra quel livello si arriva al 40%.
La
quota delle entrate federali negli Stati Uniti che deriva dalla tassazione del
lavoro è passata dal 50% nel 1950 a oltre l’80% di oggi, mentre le società
hanno visto la loro quota scendere dal 30% nel 1950 a meno del 10% attuale.
In
ogni caso, mettere sotto controllo i paradisi fiscali e far pagare anche solo
un’aliquota del 15% alle global corporations e ai ricchi richiederà la
collaborazione degli intermediari finanziari che registrano le società e sono
responsabili della raccolta delle informazioni sui loro clienti.
Tra questi ci sono i 14 studi legali al centro
dei “Pandora Papers”, ma anche un gruppo molto più ampio composto da banchieri,
avvocati, notai, gestori patrimoniali, contabili senza i quali il mercato
offshore non esisterebbe.
Per qualche migliaio di euro questi
professionisti mettono a disposizione una vasta gamma di strumenti che
permettono ai clienti di nascondersi dietro coperture di comodo e rendere
opachi i loro patrimoni, dalla società virtuale con un prestanome al fondo che
garantisce l’anonimato per generazioni alle dinastie del capitale.
I professionisti di questa “industria della
difesa della ricchezza” che operano nei paradisi fiscali e che sono custodi di
segreti, una volta chiamati in causa, respingono ogni responsabilità, dando la
colpa ai loro clienti e agli Stati che, sostengono, non sono in grado di
effettuare i controlli.
Questo
nonostante studi legali, banche e altri intermediari sarebbero obbligati a
verificare l’integrità dei loro clienti e la legalità delle loro transazioni
ma, come dimostrano gli scandali, raramente lo fanno.
In
generale, gli attivisti sostengono che persino con l’accordo imminente
dell’OCSE e l’inasprimento delle regole sui paradisi fiscali, la fuga di
notizie mostra che non è cambiato abbastanza dalla divulgazione dei “Panama
Papers”.
Chiedono
una maggiore trasparenza dei flussi di denaro offshore, compresa la
segnalazione pubblica delle tasse pagate dalle società su base nazionale e il
divieto delle società di comodo.
“Non c’è motivo di permettere di operare alle
società anonime “, afferma “Alex Cobham”, coordinatore del gruppo di pressione
che opera per la giustizia fiscale, il “Tax Justice Network”.
“Nessuno si comporta meglio quando non può
essere visto “.
“Sembra ovvio che le società di comodo,
società prive di sostanza economica, il cui unico scopo è quello di evitare le
tasse o altre leggi, dovrebbero essere messe fuori legge “, ha aggiunto “Gabriel
Zucman”.
Un’azione
di repressione dell’evasione fiscale internazionale è difficile, perché
richiede volontà politica e un coordinamento internazionale, ma dal punto di
vista tecnico-pratico sarebbe relativamente facile.
Strumenti
legali efficaci per prevenire l’evasione fiscale offshore sono incredibilmente
semplici e possono essere attuati in brevissimo tempo, come gli Stati Uniti
hanno dimostrato con il giro di vite sugli oligarchi russi legati al regime di
Putin.
Tutto
quello che si deve fare è rendere illegale per le banche l’esecuzione di
transazioni con territori che non rispettano le regole sulla trasparenza
fiscale. Questo li chiuderebbe all’istante.
Un lavoro che può essere svolto efficacemente
disponendo di un registro trasparente degli assets e reprimendo i trust e le
altre strutture fiduciarie.
Nel capitalismo
è il capitale che comanda.
Il
vero problema è che al centro del capitalismo c’è un presupposto con enormi
implicazioni e generalmente poco esaminato:
hai
diritto a una quota delle risorse del mondo tanto grande quanto il tuo denaro
(il tuo capitale liquido) può comprare.
Puoi
acquistare, oltre al lavoro, tutta la terra, lo spazio atmosferico, i minerali,
la carne e il pesce che puoi permetterti, indipendentemente da chi potrebbe
esserne privato.
Se puoi pagarle, puoi possedere intere catene
montuose e pianure fertili.
Puoi
bruciare tutto il carburante che vuoi.
Ogni
euro o dollaro garantisce un certo diritto sulla ricchezza naturale del mondo.
Tutto può essere trasformato in una merce.
Gli esseri umani e il loro lavoro, flora e
fauna, bestiame e raccolti.
Tutto
ciò che viene estratto dalla terra può essere mercificato.
Petrolio
e tutti i metalli – rame, mercurio, litio – da cui dipendono la produzione
industriale e il commercio.
Le
merci delle colonie e il commercio degli schiavi furono la linfa vitale del
primo capitalismo europeo.
Contratti
commerciali e strumenti finanziari divennero strumenti di conquista,
colonizzazione e mercificazione.
I contratti futures sono stati essi stessi
trasformati in merci astratte e già alla metà del XIX secolo, i contratti
futures presso il Chicago Board of Trade per grano, legname e carne hanno
superato i commerci in contanti.
Ma
perché questo? Quale giusto principio equipara i numeri in un conto in banca,
magari tenuto offshore in un paradiso fiscale, al diritto di possedere le
risorse della Terra?
La
giustificazione standard risale a “John Locke” (1632-1704) che nel suo “Secondo
Trattato sul Governo” (1689) ha formalizzato una falsa narrazione storica del
capitalismo, affermando che “All’inizio tutto il mondo era l’America “, una
tabula rasa senza persone la cui ricchezza era semplicemente ammassata lì,
pronta per essere presa da chi se la voleva prendere.
Ma, noi sappiamo che l’America era abitata
quando venne “scoperta” da Cristoforo Colombo nel 1492 – come erano abitate le
terre “scoperte” in Asia, Africa e Sud America dagli altri grandi
viaggiatori/esploratori europei, da Vasco De Gama a Ferdinando Magellano, da
Bartolomeu Dias ad Amerigo Vespucci – e gli indigeni dovevano essere uccisi o
ridotti in schiavitù per creare una terra nullius.
Tra
l’altro, il nocciolo della questione è stato il massiccio e secolare commercio
transatlantico di africani schiavizzati che venivano messi a lavorare per
coltivare tabacco, cotone, caffè, cacao, indaco, riso, soprattutto zucchero, e
altre colture da reddito nelle piantagioni del Nuovo Mondo.
Senza
i popoli africani trafficati dalle coste dell’Africa (almeno 12 milioni di
persone), le Americhe avrebbero contato poco nell’ascesa dell’Europa e del
capitalismo europeo.
Il
lavoro africano, sotto forma di schiavi, fu ciò che rese possibile lo sviluppo
delle Americhe.
Senza
di esso, i progetti coloniali dell’Europa nel Nuovo Mondo sono inimmaginabili.
Attraverso
lo sviluppo dell’agricoltura delle piantagioni per la produzione di colture
commerciali, i legami profondi e spesso brutali dell’Europa con l’Africa hanno
guidato la nascita di un’economia capitalista veramente globale.
Lo zucchero coltivato dagli schiavi africani
ha accelerato l’unione dei processi che chiamiamo industrializzazione.
Ha
trasformato radicalmente le diete, rendendo possibile una produttività dei
lavoratori molto più elevata.
E così
facendo, lo zucchero ha rivoluzionato la società europea.
Sulla
scia dello zucchero, il cotone coltivato da persone schiavizzate nel sud
dell’America del nord ha contribuito a lanciare la prima rivoluzione
industriale, insieme a una seconda ondata di consumismo.
L’abbigliamento
abbondante e vario per le masse è diventato una realtà per la prima volta nella
storia umana.
La
portata del boom del cotone americano prima della guerra civile, che ha reso
possibile tutto ciò, è stata a dir poco sorprendente se si considera che il
valore derivato dal commercio e dalla proprietà delle persone schiavizzate nei
soli Stati Uniti – non considerando il cotone e gli altri prodotti che
producevano – era maggiore di quello di tutte le fabbriche, le ferrovie e i
canali del Paese messi insieme.
In
ogni caso, il diritto al possesso del mondo, sosteneva” Locke”, si è instaurato
con il duro lavoro:
quando
un “uomo” ha “mescolato il suo lavoro” con le ricchezze naturali e “con ciò ne
ha fatto sua proprietà”: i frutti raccolti, i minerali estratti e la terra
coltivata sono diventati sua proprietà esclusiva, perché ci ha messo il lavoro.
Secondo
“Locke”, il “suo” lavoro includeva anche il lavoro di coloro che lavoravano per
lui.
Ma perché le persone che effettivamente
facevano il lavoro non avrebbero dovuto essere quelle che acquisivano i diritti
di proprietà?
Questo
è comprensibile solo quando si considera che per “uomo“, “Locke” non intendeva
tutta l’umanità, ma solo gli uomini bianchi europei possidenti.
Coloro
che lavoravano per loro non avevano tali diritti.
Per
cui, gli uomini europei che hanno rivendicato grandi quantità di ricchezze
naturali fuori dall’Europa non vi hanno mescolato il proprio lavoro, ma quello
dei loro schiavi.
Ciò che questo significava, alla fine del XVII
secolo, era che i diritti fondiari su larga scala potevano essere giustificati,
secondo il sistema di “Locke”, solo dalla proprietà degli schiavi.
“Daniel
Defoe” (1660-1731), l’autore inglese di Robinson Crusoe (1719), ma anche un
commerciante di schiavi, uno scrittore di pamphlet e una spia, ha scritto:
“No
commercio africano, no negri; no negri, no zucchero, ginger, indaco etc.;
niente zucchero etc., niente isole, niente continente; nessun continente,
nessun commercio”.
Ciò
nonostante, la narrazione di “Locke” è diventata la favola giustificativa che
il capitalismo
racconta di sé – si diventa ricchi attraverso il duro lavoro (l’etica del
lavoro protestante), l’individualismo e la spinta imprenditoriale, aggiungendo
valore alla ricchezza naturale – e questa narrazione può essere considerata il
più grande colpo propagandistico di successo della storia umana.
Quasi un secolo fa, il pioniere e studioso dei
diritti civili WEB “Du Bois” aveva già affermato molto di ciò che avevamo
bisogno di sapere su questo argomento.
“È
stato il lavoro dei neri a stabilire il moderno commercio mondiale, che è
iniziato prima come commercio nei corpi degli schiavi stessi “, ha scritto.
Ora è
finalmente il momento di riconoscerlo.
Tutto
l’argomento di “Locke” è stato poi sviluppato e sistematizzato dal giurista “William
Blackstone “nel XVIII secolo, i cui libri sono stati immensamente influenti in
Inghilterra, America e altrove.
Sosteneva
che il diritto di un uomo al “dominio unico e dispotico” sulla terra fosse
stabilito dalla persona che per prima la ha occupata, per produrre cibo.
Questo diritto avrebbe potuto essere scambiato
per denaro.
Il
colonizzatore europeo poteva non solo cancellare tutti i diritti precedenti, ma
poteva anche cancellare tutti i diritti futuri.
Una
volta che ha mescolato il suo lavoro con la terra, l’uomo europeo e i suoi
discendenti hanno acquisito il diritto su di essa in perpetuo, fino a quando
non decidono di venderla.
In tal
modo, questo ha impedito a tutti i futuri richiedenti di acquisire la ricchezza
naturale con gli stessi mezzi.
Ci si
potrebbe domandare cosa c’era nel lavoro degli uomini bianchi che trasformava
magicamente tutto ciò che toccava in proprietà privata?
In
realtà, l’intera struttura era fondata sul saccheggio:
saccheggio di altre persone, saccheggio di
altre nazioni, saccheggio di altre specie e saccheggio del futuro dell’umanità
stessa.
Lo
sviluppo del capitalismo e la distruzione del pianeta.
E’
impossibile valutare l’attuale modo di produzione capitalistico globale, con la
sua organizzazione in catene di produzione e rifornimento di merci (supply and
value chains) e i suoi flussi finanziari, senza tenere conto della lunga storia
della colonizzazione e dell’imperialismo, dove le potenze e le imprese
euro-americane sono state in grado di diventare ricche e potenti grazie ai
processi di saccheggio, sfruttamento ed espropriazione delle loro colonie che
hanno operato per secoli, distruggendo, destrutturando e ristrutturando le
configurazioni economiche, sociali, culturali e politiche del resto del mondo.
Il
modo di produzione capitalistico è variato nei suoi requisiti in tempi
differenti e anche nelle pressioni che ha esercitato, a partire dall’Europa, su
differenti aree geografiche del mondo attraverso il dipanarsi del processo di
globalizzazione.
Ogni
fase di avanzamento e ogni sforzo per arginare la marea della depressione ha
avuto i suoi effetti sulle popolazioni di tutto il mondo – “i popoli senza
storia” organizzati sulla base di modi di produzione non capitalistici (modi
tributari e modi basati sui sistemi di parentela), i miliardi di
cacciatori-raccoglitori, pastori nomadi, pescatori, contadini e lavoratori
rurali – che via via sono rimaste intrappolate nel processo di “sviluppo del
sottosviluppo” di cui ha scritto “André Gunder Frank” e nella rete delle
interconnessioni capitalistiche (le catene del valore), costrette al lavoro
schiavistico (ancora oggi l’ILO stima che nel mondo oltre 40 milioni di persone
– soprattutto bambini, donne e giovani – vivano in una qualche forma di moderna
schiavitù relativa al lavoro o al matrimonio forzati) o ad avere la libertà di
vendere la loro abilità di lavorare.
I
colonizzatori europei hanno incontrato enormi difficoltà a convincere “i popoli
senza storia” a lavorare nelle loro miniere e piantagioni.
Queste
popolazioni tendevano a preferire il loro stile di vita di sussistenza e
autoconsumo, mentre i salari offerti non erano abbastanza alti da indurli al
lavoro. Pertanto, i colonizzatori europei si sono caricati del “fardello
dell’uomo bianco” (come lo definiva “Rudyard Kipling” nella sua poesia del
1899) per guidarli verso una “civiltà superiore” e hanno dovuto costringere
queste popolazioni, “per metà demoni e per metà fanciulli”, ad entrare nel
mercato del lavoro con la “violenza civilizzatrice”: hanno imposto tasse,
privatizzato i beni comuni, sottratto terre, e limitato l’accesso al cibo, o
semplicemente con la violenza (uccisioni indiscriminate, mutilazioni punitive,
stupri e torture) hanno forzato le persone a lasciare le loro terre e divenire
schiavi.
Non a caso le avanguardie organizzate del
capitalismo globale – come l’inglese “East India Company” – operavano
combinando la motivazione del profitto propria delle imprese con i poteri
governativi propri degli Stati sovrani.
Per
circa quattro secoli, il Regno Unito (in competizione con Spagna, Portogallo,
Olanda, Francia e altre potenze europee) ha sistematicamente saccheggiato altre
parti del mondo:
sequestrando
persone dall’Africa e costringendole a lavorare come schiavi nei Caraibi e nel
Nord America, prosciugando incredibili ricchezze dall’India, imponendo il
consumo di oppio alla Cina con le Guerre dell’Oppio (1839-42 e 1856-60) ed
estraendo i materiali necessari per alimentare la sua Rivoluzione Industriale
attraverso un sistema di lavoro a contratto spesso difficilmente distinguibile
dalla schiavitù totale.
Il
processo di integrazione forzata dei popoli colonizzati nel sistema capitalista
del lavoro ha causato diffuse distruzioni, dislocazioni, espropriazioni,
immiserimenti, carestie e milioni di morti.
Le popolazioni indigene sono state spogliate
delle terre comuni e degli altri beni collettivi, rendendo impossibile la
sussistenza comunitaria e introducendo la proprietà privata per garantire
“ricchezza e progresso”.
“Per
ironia della sorte, il contributo iniziale dell’uomo bianco al mondo dell’uomo
nero è consistito principalmente nell’introdurlo agli usi del flagello della
fame” – ha notato “Karl Polanyi “nel suo libro “La Grande Trasformazione”
(1944:164).
“Così
i coloni possono decidere di abbattere gli alberi del pane per creare una
scarsità artificiale di cibo o imporre al nativo una tassa sulla capanna per
costringerlo a barattare il suo lavoro.
In entrambi i casi l’effetto è simile a quello
delle “recinzioni Tudor” con la loro scia di orde vagabonde.”
Prima
della rivoluzione industriale capitalistica in Europa e nel resto del mondo,
sosteneva “Polanyi”, la società era mediata dalla produzione
domestico-familiare, dalla reciprocità e dalla ridistribuzione.
La
maggior parte delle persone coltivava il proprio cibo e produceva i beni di cui
aveva bisogno, non c’erano mercati universali.
Fiere
settimanali erano eventi occasionali dove prodotti eccedenti, di lusso e di
lunga distanza (come le spezie) venivano scambiati o venduti, mentre il grosso
della produzione era per il consumo domestico o locale.
Le
persone si sostenevano a vicenda senza un calcolo esatto, i beni venivano
spesso condivisi (reciprocità).
La povertà, la disoccupazione e la fame di
alcuni in un villaggio, mentre altri acquisivano una grande ricchezza, erano
pressoché sconosciute o comunque tenute sotto controllo attraverso i meccanismi
della ridistribuzione.
Nel
libro “Las venas abiertas de America Latina” (1971), “Eduardo Galeano” ha
scritto:
“la
nostra ricchezza ha sempre generato la nostra povertà nutrendo la prosperità
degli altri“.
Galeano
ha descritto la lunga tragica storia dell’America Latina, dalla sua
colonizzazione all’era dei colpi di Stato militari degli anni ’70, evidenziando
come in questo lungo periodo, la ricchezza del continente è stata depredata a
beneficio delle potenze imperiali (in Europa e nel Nord America) e anche degli
oligarchi locali.
Le popolazioni indigene e la terra sono state
spogliate della loro ricchezza.
Le terre comuni sono state privatizzate per
inserire monocolture intensive, piantagioni di caffè, zucchero, cacao e altre
commodities per il mercato globale, coltivate da popolazioni indigene
trasformate in proletari retribuiti con miseri salari o da schiavi africani.
Foreste,
fiumi, terra e sottosuolo – tutti sono stati convertiti dal loro stato naturale
in materia prima per l’accumulazione capitalista.
Maggiori erano le risorse, tanto maggiore è
stato il saccheggio e tanto più le persone sono diventate povere.
Un
processo che è stato basato sia sull’“accumulazione per sfruttamento” del
lavoro vivo nella produzione, come evidenziato da Karl Marx e da Rosa
Luxemburg, sia su quella che il geografo “David Harvey” ha definito
“accumulazione per spoliazione” (accumulation by dispossession), un meccanismo
che ha continuato ad operare fino ai giorni nostri attraverso la creazione e la
successiva gestione di grandi e piccole crisi finanziarie che consentono a
capitalisti e alle organizzazioni che essi controllano di appropriarsi e
centralizzare beni e risorse a prezzi da saldo.
In
alcuni momenti gli effetti del capitalismo sono stati diretti, il risultato
dell’investimento o del disinvestimento nei sistemi di sfruttamento e
rifornimento di materie prime o in piantagioni e imprese di produzione di
derrate alimentari o in impianti industriali in varie regioni del globo. In
altri momenti i suoi effetti sono stati trasmessi attraverso il meccanismo del
mercato, intensificando o diminuendo l’impatto trasformativo del modo di
produzione capitalistico sui modi di vita delle popolazioni locali in giro per
il mondo.
Ogni avanzamento ha comportato cambiamenti nel
modo in cui il lavoro sociale è stato organizzato a livello locale.
Quando l’avanzamento è stato seguito da una
ritirata, però, non è stato più possibile ritornare ai precedenti adattamenti e
modi di produzione e si sono determinate situazioni critiche – miseria,
disoccupazione, dislocazione, razzismo, sfruttamento e degradazione – per la
sopravvivenza fisica e culturale delle popolazioni coinvolte.
Lo
sviluppo e il sottosviluppo di differenti aree geografiche del mondo, le
relazioni tra aree centrali e periferie, a livello internazionale, nazionale e
locale, è dunque il risultato storico del dispiegarsi del processo di
accumulazione del capitale a livello globale che ha via via modificato e
distrutto sistemi di vita, assetti sociali e politici, sistemi economici e
configurazioni culturali, deprivando “i popoli vinti” dell’identità culturale e
del diritto di autodeterminazione.
Il
saccheggio del Pianeta continua e alimenta i conti nei paradisi fiscali.
Come
spiega “Laleh Khalili” in un articolo nella” London Review of Books”,
l’economia coloniale estrattiva non è mai finita.
Continua,
ad esempio, attraverso multinazionali e commercianti di materie prime che
lavorano con cleptocrati e oligarchi, appropriandosi delle risorse dei Paesi
poveri senza pagarle quello che realmente valgono, con l’aiuto di strumenti
intelligenti come “prezzi di trasferimento” intra-aziendale (in cui diverse
parti di un’impresa si vendono reciprocamente input in modo che la sede fiscale
possa segnalare una perdita), inversioni abilitate dallo Stato (dove un’azienda
riduce la sua tassa cambiando la sua nazionalità) e la tassazione “sandwich”
(dove le aziende possono spostare le royalty offshore attraverso Paesi che non
hanno ritenute alla fonte).
Persiste attraverso l’uso di paradisi fiscali
offshore e regimi di segretezza da parte di élite corrotte, che drenano la
ricchezza della loro nazione e la ri-incanalano in “fondi onshore “, la cui
vera proprietà è nascosta da società anonime di comodo offshore.
Il
saccheggio e la distruzione da parte del capitalismo infuriano ancora in tutto
il mondo, bruciando persone, foreste e altri sistemi ecologici.
Sebbene
il denaro che accende il fuoco distruttore possa essere nascosto, si può
vederlo incenerire ogni territorio che possiede ancora ricchezze naturali non
sfruttate: l’Amazzonia, l’Africa occidentale, la Papua occidentale.
Quando
il capitale esaurisce il pianeta da bruciare, rivolge la sua attenzione al
fondo dell’oceano profondo e inizia a speculare sullo spostamento nello spazio.
I
saccheggi e i disastri ecologici locali iniziati con le ondate coloniali ora si
stanno fondendo in uno disastro globale.
Tutti
noi siamo reclutati sia come consumatori che come consumati, distruggendo i
nostri sistemi di supporto vitale per conto di oligarchi che tengono i loro
soldi e la loro moralità altrove, nei conti bancari e nelle società anonime
parcheggiate nei paradisi fiscali.
Quando
vediamo accadere le stesse cose in luoghi a migliaia di chilometri di distanza,
dovremmo smettere di trattarli come fenomeni isolati e riconoscere l’esistenza
di uno schema.
Tutti
i discorsi sul capitalismo “addomesticato“, sul capitalismo “riformato“, sul
capitalismo “coscienzioso” e “responsabile”, e sul capitalismo “verde”
dipendono da un’idea sbagliata di cosa sia il capitalismo.
Il vero volto del capitalismo è ciò che
vediamo nei “Pandora Paper”s e nella “distruzione ecologica del Pianeta”.
La forza trainante del capitalismo è sempre la
stessa: massimizzare il ritorno dell’investimento.
Un
obiettivo perseguito in modo incessante, indipendentemente dalle conseguenze
umane o ambientali.
E
neanche la morte del pianeta pare essere una motivazione sufficiente per
riuscire ad imporre il suo radicale cambiamento.
(Alessandro
Scassellati)
La
“Testa del Serpente”
è a Ginevra.
Conoscenzealconfine.it
– (16 Novembre 2023) – Pascal Najadi – Redazione – ci dice:
Pascal
Najadi (figlio di uno dei fondatori del WEF):
“Ginevra.
Sembra bella. È bella. Ha un lago. Ha il “Jet D’Eau”. È molto tranquilla. Ma
c’è un lato oscuro in questo.
Tutto
il male nel mondo, legato al “democidio”, purtroppo viene da Ginevra”.
“C’è
l’OMS a Ginevra. C’è GAVI.
Poi c’è il WEF, il “World Economic Forum”, di
cui mio padre è stato cofondatore e che lasciò a “Klaus Schwab” per disgusto –
il quale gode dell’immunità diplomatica – agli inizi degli anni ottanta.
Io, da
cittadino svizzero, proprio qui adesso, dichiaro che il “WEF” non è più idoneo
per l’immunità diplomatica.
Mi appello alle autorità e alla sicurezza
svizzere per arrestare immediatamente quelle persone.
Perché?
Il WEF, l’OMS, GAVI, Big Pharma, Big Tech,
Bill Gates, tutti hanno spinto per l’”iniezione globale all’umanità di un’arma
biologica”, iniettando i nano lipidi in 5,7 miliardi di persone.
E noi
svizzeri li ospitiamo? È terribile.
Non
possiamo tollerare alcuna entità che promuove un veleno da iniettare
nell’umanità.
Ma
l’avete fatto. Ne sono vittima… ne sto morendo.
E
anche mia madre. È un “democidio” e sarete giudicati.
Sarà corretto in nome dell’umanità”.
“Astrid
Stuckelberger” (scienziata, scrittrice):
“Forse c’è una sindrome Svizzera-Ginevra, ma
sicuramente esiste una sindrome delle “Nazioni Unite”.
Perché
le persone hanno tanta paura di quello che sta succedendo, perché le “Nazioni
Unite” ne sono coinvolte.
Ma le
persone lì dentro non capiscono.
Chi capisce, tace o prova a parlare in altri modi per
aiutare le persone a svegliarsi.
Quindi se lo capisci, lo sai perché è stato molto
facile creare un governo mondiale.
Non
c’è una forza capace di fermarlo e dire “Noi, il popolo”… questo è importante.
Ed è
quello che stiamo facendo ora.
Stiamo
cercando di costruire un movimento “We the People”.
È molto globale, qualcosa di completamente
diverso.
Ma
quello che sta succedendo a Ginevra in questo momento è il completo contrario.
L’OMS
non ha alcun diritto a dare ordini né dettare ordini al mondo intero come
invece hanno fatto.
Eppure
l’”Alleanza Globale per l’Immunizzazione Vaccinale”, GAVI, ha ottenuto
l’immunità totale dal governo svizzero.
Lo puoi trovare su “admin.lex” nel database svizzero.
Andate a controllare.
Questo
è un colpo di stato, chiaramente.
È la
scena di un crimine globale.
E
stiamo portando delle prove alla gente, con umiltà.
Perché,
nella scienza c’è sempre un dubbio. È un dubbio sano.
E penso che sia un atteggiamento molto
importante”.
Pascal
Najadi:
“Sono
convinto, personalmente, che Ginevra avrà un futuro migliore. La neutralità
svizzera deve essere ripristinata.
Non abbiamo futuro se non siamo neutrali.
E i
giovani che sopravvivono a questo saranno i garanti, si spera, che tali
istituzioni non potranno mai più prendere piede nel nostro beato paese.
Mai più.
La
testa del serpente è a Ginevra. Lo considero un diretto, chiaro e reale
pericolo per la popolazione svizzera. Ma posso dirvi che verrà tagliata.
Se hai
un castello di carte, e questo è il castello di carte di un criminale, basta
che la giustizia tolga una sola carta e crolla l’intero castello di carte.
Ma non
è possibile farlo solo con la speranza.
Tutti
ora devono cambiare spirito. “Soprattutto tutti i vaccinati, tutti gli inoculati, sapendo
di essere stati avvelenati”.
Noi
siamo le masse. Siamo miliardi di persone.
Alziamoci
e diciamo basta. Non ci stiamo.
In francese: ‘Ni oublí. Ni pardon.’
Perché
siamo i guardiani dell’umanità e la nostra luce annienta l’oscurità del male.
Sempre “.
(imolaoggi.it/2023/11/05/la-testa-del-serpente-e-a-ginevra/)
Lorenzo
Fontana: "Aboliamo
la
Legge Mancino". Salvini concorda
, ma
frena (all'unisono con Di Maio).
Huffingtonpost.it
– (3 agosto 2018) - Redazione – Huffpost – ci dice:
Rilanciata
la battaglia leghista contro la norma "usata dai globalisti per ammantare
di antifascismo il loro razzismo anti-italiano".
Ma i
vice premier escludono interventi.
Non
c'è alcuna emergenza razzismo in Italia. Anzi.
Il
razzismo è diventata una bandiera dietro cui si nascondono gli attacchi dei
globalisti al popolo italiano.
Il
ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, in un post su
Facebook, respinge con forza la vulgata sull'ondata di razzismo in Italia e si
spinge oltre, annunciando di voler abolire la Legge Mancino, che sanziona e
condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, e aventi per
scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali,
etnici, religiosi o nazionali, oltre a punire anche l'utilizzo di simbologie
legate ai suddetti movimenti politici.
Una
posizione che trova d'accordo Matteo Salvini, anche lui impegnato a respingere
con forza l'idea di un'emergenza razzismo in Italia.
"Alle
idee, anche le più strane, si risponde con le idee, non con le manette" risponde il ministro
dell'Interno al Agi che gli chiede se sostenga ancora la battaglia, storica della
Lega, per l'abrogazione della Legge Mancino.
Matteo
Salvini però frena e all'unisono con Luigi Di Maio, escono due dichiarazioni
per escludere l'abolizione della Legge Mancino dal perimetro di Governo.
Il vice premier leghista ribadisce la sua
posizione favorevole ma precisa all'Ansa che "se mi chiedete se faremo una
proposta di legge o una raccolta di firme per abolire la legge Mancino dico di
no. È un'idea ma sicuramente non è una priorità per la Lega e il Governo".
Luigi
Di Maio, allo stesso modo, afferma che la Legge Mancino deve restare dov'è.
"La discussione sull'abrogazione della Legge Mancino può chiudersi tanto
rapidamente quanto si è aperta.
Prima
di tutto non è nel Contratto di Governo.
In
secondo luogo è uno di quegli argomenti usati per fare un po' di distrazione di
massa che impedisce di concentrarsi al 100% sulle reali esigenze del Paese:
lotta alla povertà, lavoro e imprese.
La
Legge Mancino - sottolinea il vicepremier M5S - per me deve rimanere dov'è.
Le
pensioni d'oro invece devono scomparire alla velocità della luce".
A
stretto giro chiude anche Giuseppe Conte.
"L'abrogazione
della legge Mancino non è prevista nel contratto di governo e non è mai stata
oggetto di alcuna discussione o confronto tra i membri del governo" dice
il premier su Facebook.
"Personalmente credo che il rispetto
delle idee sia un valore fondamentale di ogni sistema democratico, ma allo
stesso modo ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativi che
contrastano la propaganda e l'incitazione alla violenza e qualsiasi forma di
discriminazione razziale, etnica e religiosa".
“Il
racconto di Buba: "Urlavano bastardo e nero. Poi due italiani mi hanno
sparato.")
Lorenzo
Fontana aveva acceso il dibattito e scatenato un'ondata di polemiche da parte
del centrosinistra, della comunità ebraica e intellettuale.
"Abroghiamo
la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda
normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo
anti-italiano" afferma Fontana su Facebook.
"I
burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il
loro grande inganno è stato svelato".
"I fatti degli ultimi giorni - scrive
ancora Fontana - rendono sempre più chiaro come il razzismo sia diventato
l'arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e
commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo
italiano, accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza
dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l'intollerabile lontananza
dalla retorica del pensiero unico.
Una
sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni.
Tutte le prime pagine dei giornali, montando
il caso ad arte, hanno puntato il dito contro la preoccupante ondata di
razzismo, per scoprire, in una tragica parodia, che non ce n'era neanche
l'ombra.
Se c'è quindi un razzismo, oggi, è in primis
quello utilizzato dal circuito mainstream contro gli italiani.
La ragione?
Un popolo che non la pensa tutto alla stessa
maniera e che è consapevole e cosciente della propria identità e della propria
storia fa paura ai globalisti, perché non è strumentalizzabile.
Abroghiamo
la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda
normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo
anti-italiano".
La
legge Mancino è nata nel giugno del 1993 e condanna gesti, azioni e slogan
legati all'ideologia nazifascista, aventi per scopo l'incitazione alla violenza
e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.
La legge punisce anche l'utilizzo di
simbologie legate a suddetti movimenti politici. È nota come legge Mancino, dal
nome dell'allora Ministro dell'Interno che ne fu proponente, il democristiano
Nicola Mancino.
Uno
dei primi effetti della legge fu lo scioglimento, proprio nel '93, del “Movimento
Politico Occidentale”, un'organizzazione di estrema destra fondata nel 1984 dal
quello che ne fu per anni il leader, “Maurizio Boccacci”.
Ad
oggi è il principale strumento legislativo che l'ordinamento italiano offre per
la repressione dei crimini d'odio.
La
Lega Nord ha proposto nel 2014 un referendum per abrogarla sostenendo che si
tratta di una legge "liberticida".
E i
critici della legge Mancino sostengono fra l'altro che essa sarebbe
incostituzionale, in quanto in contrasto con l'art. 21 della Costituzione, che
garantisce la libertà di manifestazione del pensiero.
La
legge prevede la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a
6.000 euro di chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio
razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di
discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
e la
reclusione da sei mesi a quattro anni di chi, in qualsiasi modo, incita a
commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi
razziali, etnici, nazionali o religiosi.
In
virtù della legge è vietata, inoltre, la formazione di ogni organizzazione,
associazione, movimento o gruppo che abbia come scopo l'incitamento alla
violenza sempre per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
La
legge Mancino, che modifica una norma del '75, vieta l'accesso ai luoghi dove
si svolgono competizioni agonistiche a tutte quelle persone "che vi si
recano con questi emblemi o simboli.
I trasgressori saranno puniti con la
reclusione fino a un anno".
Da
tempo si discute in merito ad una possibile estensione della Legge Mancino ai
reati basati sulla discriminazione in base all'orientamento sessuale e
all'identità di genere.
"Fratelli
d'Italia condivide la proposta del ministro Fontana di abrogare la legge
Mancino.
Siamo
sempre stati contrari ai reati di opinione perché riteniamo la libertà di
espressione sacra e inviolabile".
Lo
dichiara il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.
"Abbiamo
già proposto l'abrogazione di questa norma nella scorsa legislatura quando il
Pd e la sinistra hanno tentato di approvare in Parlamento la folle proposta di
legge Fiano: siamo pronti a rifarlo oggi", spiega.
L'OCCIDENTE
SI SALVA SE GUARDIAMO
IN
CASA NOSTRA COME SIAMO DIVENTATI,
NON
CON LE BOMBE SUI POPOLI.
It.linkedin.com
– Post di Cristiano Donelli – (2 -11-2023) – ci dice:
Il
Generale Vannacci ha rappresentato una schiarita tanto improvvisa quanto carica
di speranza nel buio sempre più pesto in cui il “presunto progresso” dei giorni nostri ci ha portati.
Gli
stessi modernizzatori arcobaleno che dalle due coste americane vogliono
colonizzare il pensiero dei pochi paesi, fra cui ahinoi noi, che ancora pendono
dalle loro labbra non disdegnano di andare in giro per il mondo a portare il
loro modello disgregatore grazie all'aiuto di una metodologia che solo ciechi schiavi
possono ritenere efficace e giusta.
Innanzitutto
si devono creare con schematicità e pazienza tensioni continue fra popoli
confinanti dove ci sono quelli che non vedono di buon occhio la loro egemonia
imposta, successivamente produzione, fornitura e lancio di bombe su chi si
ostina ad avere un pensiero di vita differente dal loro.
In
questa maniera l'Occidente, in particolare le patrie della piccola grande
Europa, vera culla dei valori che vorremmo preservare, avrà tutto da perdere, con gli americani che sotto sotto
rideranno vedendoci preda di migrazioni incontrollabili, di abbassamento ulteriore del
nostro benessere e della nostra competitività, in ultimo la perdita totale
delle nostre identità che sono quelle che possono dare orgoglio e desiderio di
autonomia.
Vannacci
ha un carattere inscalfibile, è ligio al piano di non farsi mai portare da un urlatore
televisivo qualunque al livello di guerrafondai attenti alle bombe di moda al
momento, ora per certa destra quelle biancoazzurre dopo che è passata la
sbornia del gialloblu.
Infatti
ci lascia anche una lettura delle cose che accadono che in pochi riescono a
scorgere perché ognuno tende a farsi pre-digerire i concetti dai pensatori a
cui più si vuole riferire:
viva l'Ucraina e a morte Putin, viva Israele e
radere al suolo Gaza, ma mai nessuno che esce e dice che sarebbe meglio ritrovare
l'autonomia decisionale, quantomeno di pensiero, in modo che da noi si pensi
alla serenità, alla pace, ai nostri valori, alla nostra ripresa economica.
Per
raggiungere un quadro così desiderato e, se continuiamo con queste distrazioni
rovinose, forse impossibile bisogna spazzare via velocemente quella mollezza
d'animo che ci porta ad accettare tutto, dalle bombe globaliste su fieri
popoli al Natale cancellato perché urtiamo mica i musulmani ben consci
dell'importanza delle regole religiose bensì quelli dei nostri che vogliono
ridurre tutto a consumismo e piattume.
Come
disse un altro che di queste cose del mondo appena ne capisce il mondo deve
essere dei patrioti e non dei globalisti, i primi vogliono che ognuno rimanga
in pace a casa propria con la propria religione e le proprie usanze, gli altri sono quelli che portano ciò
che piangiamo tuttora.
Verso
la dittatura digitale.
Prigione
digitale prossima, ventura.
Gruppolaico.it
– (12 novembre 2023) – Redazione – ci dice:
Un uomo imprigionato dietro un QR code. E per
di più con la mefitica mascherina. Dittatura digitale e dittatura sanitaria
intrecciate tra loro, insieme alla dittatura ecologico-green.
Ma
certamente la digitalizzazione assoluta della nostra vita in tutti gli ambiti è
la meta finale del progetto criminale globale chiamato “Grande Reset” e della
sua “Agenda 2030”, partorita attraverso l’”ONU” asservito all’aristocrazia
finanziario-usuraia, che lo finanzia e quindi lo manipola per i propri
diabolici progetti di governance globale.
Lo
scopo finale del “criminale Grande Reset” è quindi una “tecno-gabbia” in cui
essere rinchiusi per realizzare il nuovo uomo “normalizzato”, addomesticato,
iper-sorvegliato e iper-condizionato, puro fornitore di dati, secondo i
desiderata dell’ élite pluri-miliardaria:
“Un
passaporto vaccinale internazionale, un’identità digitale, un sistema di
credito sociale e una moneta digitale della banca centrale (CBDC) formano un
sistema di controllo digitale che bloccherà la popolazione in perpetuo.
Il
riconoscimento facciale è una parte essenziale della struttura di controllo, in
quanto è la “password” della vostra identità digitale.”
A
tutto ciò vanno aggiunte le diaboliche “smart city” con le loro ossessionanti “ZTL”
(già in via di esecuzione a Trieste e Oxford, in Inghilterra) in modo da essere
rinchiusi in uno spazio ristretto, sotto continua sorveglianza digitale e
potendo muoversi soltanto per quanto è permesso.
No,
non dimentichiamo la tragedia di Gaza e l’orrore di quanto vi sta accadendo:
il nostro sito sta fornendo ampie
documentazioni.
Ma
inseriamo la guerra in medio-oriente e quella in ucraina dentro un quadro
generale che vede collegate queste orrende guerre alle dittature sanitarie,
ecologiche e digitali in via di elaborazione e realizzazione con conseguenti
crisi energetiche ed economiche che facilitano la nostra sottomissione.
Se ci
fermiamo solo su un particolare (pure di enorme importanza come la tragedia di
Gaza) e perdiamo di vista il quadro generale del progetto criminale del Grande Reset con le sue varie ignobili
sfaccettature dittatoriali in elaborazione (come quella digitale, appunto)
allora siamo “fottuti” e l’operazione di “distrazione di massa” è riuscita.
E non fai caso all’ultima “telecamerina” che
hanno messo sulla strada dove abiti….
D’altra
parte consapevolezza e conseguente Resistenza costano fatica, impegno,
dedizione: è in gioco la nostra dignità di uomini/donne liberi. (GLR)
La
vostra identità digitale sarà la vostra “prigione digitale.”
La
vostra identità digitale sarà la vostra “prigione digitale”.
Perché
presto potreste ritrovarvi in una “prigione digitale”!
La
vostra prigione digitale è già stata costruita e sarà il “Lockdown Finale”.
Un
passaporto vaccinale internazionale, un’identità digitale, un sistema di
credito sociale e una moneta digitale della banca centrale (CBDC) formano un
sistema di controllo digitale che bloccherà la popolazione in perpetuo.
Il
riconoscimento facciale è una parte essenziale della struttura di controllo, in
quanto è la “password” della vostra identità digitale.
Entro
la fine del 2023, nel mondo ci saranno 1 miliardo di telecamere di sorveglianza
che raccolgono dati, tutte collegate a Internet e all’intelligenza artificiale
(AI).
Anche
le telecamere e i dispositivi di registrazione audio nei telefoni cellulari,
nelle automobili e negli elettrodomestici intelligenti raccolgono e condividono
dati.
Tutti
questi dati vengono poi utilizzati per assegnare a ogni persona un punteggio
individuale, basato sul suo comportamento, sulla sua espressione e sulla sua
interazione con il mondo. In ultima analisi, il punteggio del credito sociale
determinerà ciò che si può o non si può fare, ciò che si può comprare e dove si
può andare.
Tutti
questi fattori si stanno unendo per controllare la popolazione globale.
Come
osserva “Zeee”, questa prigione digitale, che è già in gran parte costruita,
sarà la chiusura definitiva dell’umanità.
L’identità
digitale è stata descritta dal “World Economic Forum” (WEF) come un nuovo
capitolo del contratto sociale.
Il
problema, come ha osservato “Jabbi”, è che il nuovo contratto sociale del WEF
non è stato accettato da nessuno di noi.
È
stato rivisto dal WEF e dai suoi alleati e imposto al resto di noi, senza il
nostro consenso.
La
stragrande maggioranza delle persone non sa nemmeno cosa comporti questo nuovo
contratto sociale, né come influenzerà la loro vita quotidiana e la loro
capacità decisionale individuale.
Questo,
per ovvie ragioni, non è mai stato completamente delineato perché, se fosse
compreso da tutti, praticamente nessuno sulla terra lo accetterebbe.
Dopo
tutto, poche persone con un’intelligenza normale amano farsi dettare la vita da
qualcun altro.
La
vostra identità digitale sarà la vostra prigione digitale.
In un
video, “Jabbi”propone una presentazione che spiega la prigione digitale che è
la vostra identità digitale – in altre parole, come la vostra identità digitale
si collega al sistema di credito sociale in arrivo e controllerà ciò che potete
o non potete fare nella vostra vita quotidiana.
La
buona notizia è che le persone in tutto il mondo stanno iniziando a rendersi
conto di ciò che sta accadendo.
Come ha spiegato la filosofa legale “Eva
Vlaardingerbroek”, il motivo per cui ora ci sono proteste di massa in Europa è
che si stanno rendendo conto che il sistema di passaporto per il vaccino
COVID-19 lanciato in Europa è un sistema di controllo (alla cinese) che non ha
una data di scadenza.
Si
stanno rendendo conto che è destinato a essere permanente e che sarà ampliato.
Un
giovane cinese descrive il funzionamento dell’ID digitale, dei CBDC e del
sistema di credito sociale in Cina.
Nel
2017 avevano già la tecnologia per detrarre automaticamente le multe dal vostro
conto per infrazioni come l’attraversamento sulle strisce pedonali, e la rete
di controllo sta diventando sempre più grande e sofisticata.
È
questo che vogliamo in Occidente?
È
questo che volete per i vostri figli e i vostri nipoti?
Se non
è così, dovete partecipare al movimento per impedirlo, iniziando ad apportare
cambiamenti nella vostra vita per affamare la bestia dei vostri dati personali
ed educando la vostra famiglia e i vostri amici su questa necessità.
Gli ID
digitali saranno necessari in tutto il mondo per partecipare alla società entro
il 2030.
Con
l’aiuto della “Bill and Melinda Gates Foundation” e della” Rockefeller
Foundation”, le “Nazioni Unite” (corrotte sino al midollo! N.D.R.) hanno piani grandiosi per
schiavizzare permanentemente ogni essere umano su questo pianeta entro il 2030.
L’implementazione
di ID digitali in tutto il mondo sta avvenendo proprio ora e arriverà con un
sistema di pagamento completamente digitale senza contanti e la completa
distruzione dell’illusione della libertà.
Mercoledì
8 novembre 2023, è previsto un evento di lancio virtuale per quello che viene
definito l’agenda “50-in-5”.
Le”
Nazioni Unite”, la “Bill and Melinda Gates Foundation” e i partner della “Rockefeller
Foundation” stanno lanciando la campagna per accelerare l’implementazione
dell’ID digitale, pagamento digitale e lancio della condivisione dei dati in 50
paesi sotto l’egida dell’infrastruttura pubblica digitale (DPI) entro il 2028,
secondo un rapporto del “Daily Exposé”.
Il “Programma
di sviluppo delle Nazioni Unite” (UNDP) ha annunciato l’intenzione di
implementare “ID digitali” in tutto il mondo entro il 2030 e saranno
obbligatori per le persone che desiderano partecipare alla società, secondo “Reclaim
the Net”.
In
preparazione di questa agenda permanente per “la schiavitù digitale”, mesi di
preparazione e un budget di circa $ 6,8 milioni sono stati accantonati per il
lancio di questo meccanismo di identificazione digitale supportato da
biometrici.
Esseri
umani morali hanno iniziato a mettere in discussione non solo un sistema di
identificazione digitale, ma un sistema in cui una classe dirigente schiaccia
tutti sotto di esso.
Potrebbe bloccarsi o rendere impossibile
schiavizzare l’umanità, una volta che gli esseri alla fine capiranno di essere
schiavi.
Sfortunatamente,
rendersi conto che siamo schiavi è il primo passo per liberarsi ed è il passo
più difficile.
I DPI
vengono venduti come un meccanismo per l’inclusione finanziaria, la
convenienza, il miglioramento dell’assistenza sanitaria e il progresso verde.
Ma
chiunque abbia due cellule cerebrali da strofinare insieme capisce che questa è
la fine del gioco; un sistema di schiavitù totale e completo dal quale gli
esseri umani non hanno alcuna possibilità di fuggire.
Si
tratta di una “frase onnicomprensiva applicata a un incombente sistema di
governance tecnocratico alimentato da tre componenti fondamentali: ID digitale,
pagamenti digitali come le valute digitali delle banche centrali (CBDC) e
massiccia condivisione di dati”.
Per
“partecipare” alla “società” dovrai essere il loro schiavo per sempre.
Ecco
di cosa si tratta.
Proprio
adesso, le persone stanno cominciando a rendersi conto che la schiavitù non è
mai stata abolita, ma solo estesa per includere tutti.
Una
volta che una massa critica di esseri umani capirà che questo sistema che i
governanti hanno creato per tenerci sotto il loro controllo è stato fatto solo
per garantire che le persone rispettino volontariamente la loro oppressione,
inizieremo a liberarci.
Fino
ad allora, i governanti continueranno a stringere le catene invisibili che
abbiamo legato al nostro collo.
(Mac
Slavo) - (vocidallastrada.org)
EURO
DIGITALE: DOBBIAMO PREOCCUPARCI?
Riteniamo
interessante e per questo pubblichiamo l’articolo che segue, dove vengono
presentati alcuni degli aspetti tecnici del progetto (Euro Digitale), a tutti
gli effetti una valuta digitale di Banca Centrale (CBDC).
Parliamo
di un nuovo mezzo di pagamento a corso legale, nato apparentemente per
contrapporsi alle criptovalute, veri e propri strumenti finanziari ad alto
rischio per la loro estrema volatilità, in quanto derivano da una emissione “out of thin air” a carattere privato, senza la
presenza di alcun sottostante né di garanzie reali.
Cosa
bolle davvero in pentola a Francoforte, cosa sarà l’Euro Digitale?
Euro
Digitale: dobbiamo
preoccuparci?
In
questi ultimi mesi, si fa un gran parlare di Euro digitale, ossia di quello
che, nella mente dei nostri burocrati europei, dovrebbe diventare il fratellino
digitale della moneta contante.
Dal
momento che noi tutti già usiamo la nostra bella carta di credito o di debito
per fare i nostri pagamenti elettronici, la domanda che sorge naturale è: ma
davvero se ne sentiva il bisogno?
Cerchiamo
quindi di fare ordine per capire di cosa si sta parlando, anche considerando
che la fase di preparazione di questa nuova piattaforma di pagamento è partita
il primo novembre scorso.
Cos’è
l’Euro digitale.
In
estrema sintesi, si tratta di una CBDC (Central Bank Digital Currency), ossia della forma digitale della
moneta cartacea emessa dalla BCE.
Si affianca quindi agli altri mezzi di
pagamento elettronici, con la differenza fondamentale che qui parliamo di una
moneta elettronica emessa direttamente dalla Banca Centrale Europea, moneta che
per sua natura è un’attività per il sistema economico in generale, senza diventare la
passività di nessuno.
A
differenza della moneta elettronica emessa dalle banche commerciali che,
all’atto dell’emissione per esempio di un mutuo a un privato, contestualmente
vede accendersi un correlativo credito della banca verso chi ha avuto il
prestito secondo il seguente schema:
Come
si nota, il saldo di ricchezza finanziaria aggiuntiva risulta essere, con la
moneta emessa all’interno del sistema delle banche commerciali, uguale a 0 a differenza di quella di BCE che
effettivamente può creare nuova ricchezza finanziaria, con l’emissione di
moneta che va ad aggiungersi a quella in circolo nel settore privato, grazie
alla spesa pubblica dello stato.
Ma al
di là dell’aspetto finanziario della questione, cosa cambia a noi utenti dei
servizi di pagamento se anziché pagare con la carta di credito che sottrae
fondi dal conto corrente del pagatore per accreditarli su quello del venditore,
paghiamo con il futuro borsellino elettronico fornitoci dalla BCE?
Pochissimo
dal punto di vista operativo ma probabilmente tutto dal punto di vista
sostanziale.
Andiamo
quindi a capire quali sono le caratteristiche di questo futuro Euro Digitale e
i relativi potenziali vantaggi e svantaggi.
Caratteristiche
dell’Euro digitale.
Abbiamo
affermato sopra che l’Euro Digitale è una “CBDC” (Central Bank Digital
Currency).
La prima lettera dell’acronimo riporta al concetto di
centralizzazione e già qui capiamo una differenza con le criptovalute:
queste
hanno come caratteristica fondamentale quella di essere decentralizzate su
blockchain pubblica, ottenendo vantaggi sia in termini di sicurezza tecnica
(almeno con la potenza computazionale attuale) che di riservatezza.
La centralizzazione
perseguita da una Banca Centrale, fa invece perdere questi vantaggi tecnici,
favorendo il rischio di controllo totale sulle transazioni.
Sappiamo
che Fabio Panetta, dal primo novembre 2023 “Governatore della Banca d’Italia”
nonché già membro del “Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea”, ha
assicurato sulla testa degli italiani tutti che nessuno si permetterà mai di
mettere il becco nelle transazioni digitali di noi cittadini, ma siccome la
testa è nostra, avere qualche rassicurazione tecnica sarebbe stato meglio.
Fabio Panetta, nuovo governatore della Banca
d’Italia in carica dal 1° novembre 2023, arriva direttamente dal board della
Bce.
Legato
al tema della riservatezza c’è quello della potenziale programmabilità di
questo Euro digitale.
Anche qui, i documenti assicurano che mai e
poi mai questa moneta digitale diventerà, pur essendolo possibile dal punto di
vista tecnico, programmabile.
Quindi
mai nessuno si permetterà di stabilire limiti di spesa avendo riguardo al
luogo, al quando, alla cosa e al destinatario dei pagamenti.
Vabbè,
fidiamoci sulla parola che non ci bloccheranno l’acquisto di ulteriori litri di
carburante o ci lasceranno al freddo perché abbiamo raggiunto i nostri limiti
di CO2.
Certo
che, se manterranno la parola, non coglieranno uno dei potenziali vantaggi di
una” CBDC” che, nell’ambito degli scambi commerciali, potrebbe offrire dei
vantaggi sia in termini di maggiore velocità di vedersi accreditati i denari,
che di creazione di regole sottostanti alla transazione finanziaria che
potrebbero anticipare eventuali liti in giudizio civile.
Infatti,
se realizzata su architettura DLT (come la blockchain), la transazione in Euro
digitale potrebbe avere uno “smart contract” associato con una regola per cui
al verificarsi di una condizione, per esempio il ritiro della merce da parte
del corriere, fa scattare il pagamento.
Direi
quindi che, stante le dichiarazioni nei documenti ufficiali, nessun vantaggio
rispetto alla moneta elettronica bancaria che già usiamo ma potenziali
ulteriori rischi riguardo all’utilizzo del contante per quanto riguarda la
riservatezza sulle nostre abitudini.
Un’altra
caratteristica dell’Euro digitale è di essere, agli effetti giuridici,
esattamente la copia dematerializzata della moneta contante:
in
linea teorica dovrebbe quindi, pur essendo in formato elettronico, dare il
vantaggio agli esercenti di riceverla esattamente con lo stesso valore
quantitativo del contante senza privazioni dovute alle commissioni bancarie.
Per
ora non è dato sapere se ciò sarà effettivamente così, visto che nel Digital
Euro Package si citano sibilline remunerazioni per gli intermediari per non
meglio specificati servizi a valore aggiunto alla clientela:
il diavolo sta nei dettagli e siccome questi
dettagli ancora non li hanno esplicitati, si sente puzza di zolfo.
D’altronde, aspettarsi che la BCE disintermedi
le banche sarebbe pura utopia, oltre che un suicidio per molte banche che
sicuramente avranno amici alla BCE stessa.
Un
vantaggio decantato nei documenti è l’inclusività, concetto con il quale
affermano che anche gli anziani e i disabili potranno effettuare pagamenti
digitali.
Sembra
quasi che siano convinti che attualmente questi concittadini siano esclusi per
un qualche bug delle piattaforme di pagamento o che saranno in grado di
semplificare rispetto a oggi con l’utilizzo del portafoglio digitale:
forse
pensano a un chip sottocutaneo ma la soluzione sarebbe la stessa già in uso
oggi da parte di qualche tifoso della tecnologia spinta.
In realtà,
l’unica vera inclusività che si può intravedere è che anche i soggetti
attualmente esclusi dal sistema bancario per i più disparati motivi, dovrebbero
poter usare l’euro digitale perché in caso contrario, sarebbe come dichiarare
che non è contante.
Riguardo
all’inclusività un altro vantaggio propinatoci è che con l’Euro digitale
potrebbero, in casi di crisi tipo Covid, accreditare direttamente sui
portafogli digitali dei cittadini europei gli Euro:
falso vantaggio perché già oggi potrebbero
accreditare denari sui nostri conti correnti, anche a quei nostri concittadini
che ora sono esclusi dal sistema bancario facendo semplicemente una legge che
non permetta di escluderli totalmente, permettendogli le semplici operazioni di
versamento, pagamento con carta di debito e prelievo dagli ATM.
Ma
quanto è green l’Euro digitale.
Sappiamo
che mamma Ue, è molto sensibile al tema dell’ambiente è che è disposta a
qualsiasi sacrificio, nostro, per salvare il pianeta.
Peccato
che un’infrastruttura tecnologica in grado di supportare il numero di server,
con il relativo raffreddamento, necessari a un progetto di questo tipo
considerando anche le necessarie crittografie di sicurezza che su tale
struttura dovrebbero poggiarsi, sarà molto energivora.
Una
piattaforma per un servizio di questo tipo dovrà anche essere anche molto ben
ridondata, per cui mi sa che mamma UE dovrà mettersi l’animo in pace riguardo
alla CO2.
Conclusioni.
A
dirla tutta, non sembra che l’Euro digitale porterà vantaggi sostanziali
rispetto al sistema attuale di piattaforme di pagamenti.
Come
abbiamo visto, anche i vantaggi di inclusività o sono falsi o superabili con
delle semplici normative ad hoc che si potrebbero legiferare in un paio di
sedute tanto sono semplici.
Al
contrario, i rischi relativi alla privacy sono enormi e tutti affidati al buon
cuore dei governanti: la limitazione delle libertà personali è dietro l’angolo.
(Massimo
Russo) - (comedonchisciotte.org/).
Massimo
Russo. Esperto di economia, Presidente dell’Associazione MMT Lombardia.
(finance.ec.europa.eu/publications/digital-euro-package_it)
(ecb.europa.eu/ecb/educational/explainers/tell-me-more/html/what_is_money.it.html)
La
moneta digitale delle banche centrali è la fine della libertà.
La
moneta digitale della banca centrale (CBDC) metterà fine alla libertà umana.
Non
lasciatevi ingannare dalle garanzie di sicurezza, dalle promesse di anonimato e
di protezione dei dati.
Sono
tutti inganni e diversivi per nascondere l’intento malevolo che si cela dietro
la diffusione globale della CBDC.
La
moneta digitale delle banche centrali è il meccanismo di controllo sociale
autoritario più completo e di vasta portata mai concepito.
La sua “interoperabilità” consentirà di
collegare in rete le CBDC” emesse da varie banche centrali nazionali per
formare un unico sistema globale centralizzato di sorveglianza e controllo
delle “CBDC”.
Se
permettiamo che prevalga, la CBDC consegnerà il governo globale dell’umanità
nelle mani dei banchieri.
Il
CBDC è diverso da qualsiasi tipo di “denaro” che conosciamo.
È
programmabile e nel suo codice si possono scrivere “contratti intelligenti” per
controllare i termini e le condizioni della transazione.
Le
decisioni politiche e i programmi politici più ampi, che limitano le nostre
vite a piacimento, possono essere applicati utilizzando la” CBDC “senza bisogno
di leggi. La responsabilità democratica, già un concetto farsesco, diventerà
letteralmente priva di significato.
Il “CBDC
“consentirà livelli di sorveglianza davvero senza precedenti, poiché ogni
nostra transazione sarà monitorata e controllata.
Non
solo i prodotti, i beni e i servizi che acquistiamo, ma anche le transazioni
che facciamo tra di noi saranno supervisionate dai banchieri centrali dello
Stato di governance globale.
La raccolta dei dati si espanderà fino a
comprendere ogni aspetto della nostra vita.
Ciò
consentirà ai pianificatori centrali di progettare la società esattamente come
desiderano i banchieri.
Il “CBDC”
può essere e sarà collegato ai nostri ID digitali e, attraverso i nostri
“portafogli” CBDC, legato ai nostri conti individuali di crediti di carbonio e
ai certificati jab.
Il “CBDC”
limiterà la nostra libertà di vagare e consentirà ai nostri programmatori di
regolare il nostro comportamento se ci allontaniamo dalla “nostra funzione
Technate” designata.
Lo
scopo del “CBDC” è stabilire la tirannia di una dittatura.
Se
permettiamo che la “CBDC “diventi il nostro unico mezzo di scambio monetario,
verrà usata per renderci schiavi.
Non
fatevi illusioni: La “CBDC” è la fine del gioco.
Il
“CBDC al dettaglio” estende la supervisione della banca centrale e le permette
di governare ogni aspetto della nostra vita.
Il
CBDC al dettaglio è lo scenario da incubo definitivo per noi “cittadini”.
La
banca centrale del Regno Unito – la Bank of England (BoE) - ha recentemente
pubblicato le specifiche tecniche previste per il suo” CBDC”, che chiama
ingannevolmente “Digital Pound”.
La “BoE” afferma categoricamente che:
“Il
CBDC non
sarà anonimo perché la capacità di identificare e verificare gli utenti è
necessaria per prevenire i reati finanziari e per soddisfare gli obblighi
legali e normativi applicabili. [. . .]
Saranno
accettati diversi livelli di identificazione per garantire che il CBDC sia
accessibile a tutti. [. . . ]
Gli
utenti devono essere in grado di variare le loro preferenze in materia di
privacy per soddisfare le loro esigenze di privacy entro i parametri stabiliti
dalla legge, dalla Banca e dal Governo.
Una
migliore funzionalità della privacy potrebbe far sì che gli utenti traggano
maggiori benefici dalla condivisione delle loro informazioni personali”.
Ancora
una volta, è fondamentale capire che il “CBDC” non è affatto come il contante.
Il
contante può essere preferito dai “criminali”, ma è più ampiamente preferito
dalle persone che non vogliono condividere tutti i loro dati personali
semplicemente per condurre affari o acquistare beni e servizi.
La
sterlina digitale metterà fine a questa possibilità per i cittadini britannici.
Così come i CBDC di tutti gli altri Paesi la faranno cessare per i loro
cittadini.
Il
modello della “BoE” non prevede vie di fuga.
Anche
per coloro che non sono in grado di presentare “documenti” approvati dallo
Stato su richiesta, saranno applicati “diversi livelli di identificazione” per
garantire che la griglia di controllo del CBDC sia “per tutti”. La BoE, il ramo
esecutivo del governo e la magistratura formano una partnership che determinerà
i “parametri” accettabili delle “preferenze di privacy” della BoE, non degli
utenti.
Più
dati personali si condividono con la BoE e i suoi partner statali, più dolce
sarà l’uso consentito del” CBDC.
Tutto
dipende dalla vostra volontà di conformarvi.
Se non
vi conformate, non sarete in grado di funzionare come cittadini e sarete di
fatto esclusi dalla società tradizionale.
Se
accettiamo semplicemente l’introduzione del “CBDC”, il concetto di essere umano
libero è ormai superato.
Un
politico europeo: “pessime notizie” sugli ID digitali e sulle valute digitali
delle banche centrali.
“Ho
appena lasciato la stanza in cui si sono svolte le trattative sull’identità
digitale e ho una brutta notizia “, ha annunciato mercoledì il deputato
olandese al Parlamento europeo “Rob Ross”.
Su “X”,
in un post allegato con un video, ha scritto:
«ULTIM’ORA:
Pessima notizia.
Il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno appena
raggiunto un accordo sull’introduzione dell’identità digitale, la “eID”.
Subito
dopo, il
commissario UE Breton ha dichiarato:
“Ora
che abbiamo un portafoglio di identità digitale, dobbiamo aggiungerci
qualcos’altro…”, suggerendo una connessione tra “CBDC” e “eID”.
Hanno
ignorato tutti gli esperti di privacy e gli specialisti in sicurezza.
Stanno
portando avanti tutto. Non sono ottimista.
Ma non
è ancora troppo tardi.
Il
Parlamento deve ancora votare su questo.
Fate sapere ai vostri eurodeputati che siete
contrari all’identità digitale e che volete che i vostri eurodeputati votino
contro!»
Non
conformarsi.
Come
ha scritto George Orwell, l’autore di 1984, “Il vero potere si ottiene quando la classe dirigente controlla gli
elementi materiali essenziali della vita, concedendoli e negandoli alle masse
come se fossero privilegi”
Se
tutto questo non finisce subito, ciò che conoscete come libertà verrà
trasformato in privilegi che possono essere attivati e disattivati in un
istante.
Guardate
la Cina; questo è ciò che intendono portare in Occidente.
E gli ID digitali + CBDC sono gli strumenti perfetti necessari
per renderla realtà.
Come
ha affermato “Catherine Austin Fitts”, “l’accesso alle vostre risorse
finanziarie può essere negato o bloccato se non fate ciò che vi viene detto”.
Perciò,
piuttosto che aspettare che la tirannia totale vi colpisca, è più importante
che mai iniziare a resistere ora.
“Nego
il consenso”: ecco come fuggire dalla geolocalizzazione nella tecno gabbia dati
su Smartphone e cellulari.
DOCUMENTI.
La
fase 2) del grande reset avanza nella controversa transizione digitale
imperniata sulla rete 5G:
dopo
Green Pass come strumento di controllo e tracciamento sociale e dopo le prove
di IT-Altert per la simulazione di emergenze su Smartphone e cellulari (oggi il
caso ha voluto che in Toscana un terremoto vero si verificasse in simultanea
all’invio del test allerta!), da un comitato di cittadini arriva la disponibilità della
documentazione per opporsi alla costruzione di Big Data, la grande banca dati per la
geolocalizzazione del popolo in stile grande controllo orwelliano, capitalismo
della sorveglianza e sistema di credito sociale cinese mimetizzato
all’occidentale.
“Le
Smart City, il 5G, gli operatori telefonici e altre entità sconosciute,
elaborano i dati sulla tua posizione.
Sempre
“, scrivono dal “comitato informale di cittadinanza attiva” – “ora puoi
decidere di fermare tutto questo e liberarti da statistiche, studi, pubblicità
e controllo.
Attraverso
l’esercizio dei diritti consentito dal Regolamento (UE) 2016/679 sulla
protezione dei dati personali, puoi bloccare il trattamento dati e uscire dal
controllo”.
(Alcuni
studiosi credono che l’adozione degli ID Digitali + CBDC abbiano un” preciso
scopo” per i capi globalisti.
Ormai
è stato dimostrato che attualmente tutte le banche centrali occidentali e anche
tutte le banche commerciali private “creano denaro dal nulla” per effettuare i
prestiti ai clienti richiedenti.
Attualmente
“la truffa” escogitata è la seguente: tutto il denaro dal nulla creato dalle
banche con i prestiti, viene scritto
nei libri contabili delle banche come “PASSIVO “. Ma in realtà è un “ATTIVO”.
In
Italia, ad esempio, con questo fatto circa mille miliardi di euro annuali di
prestiti ai clienti effettuati dalle
grandi banche nazionali sono indicati come “PASSIVO” per le banche. Dato che
invece è un “ATTIVO” creato dal nulla, ne discende che le banche private
sottraggono al sistema fiscale italiano una somma di circa 250-300 miliardi di
euro ogni anno e questo solo per l’Italia! Con l’adozione del sistema di “ CBDC
“che la BCE vuole ora adottare tutto questo “furto di denaro pubblico”
sfuggirebbe ad ogni controllo successivo della finanza. Ed il gioco sporco è
fatto! N.D.R.).
Il
Mondo Arabo-Islamico si è Riunito per
Affrontare il Conflitto Israelo-Palestinese.
Conoscenzealconfine.it
– (17 Novembre 2023) - Michele Manfrin – ci dice:
Decine
di leader e di alti funzionari dei Paesi membri della Lega Araba e
dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) si sono riuniti in Arabia
Saudita, a Riyadh, per un vertice straordinario congiunto il cui risultato è la
ferma condanna dell’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza e dei
crimini di guerra commessi dal governo di occupazione coloniale contro il
popolo.
La
dichiarazione finale prodotta con la mediazione delle varie posizioni in campo
– da quelle più aggressive e intransigenti a quelle più soft e attendiste –
chiede l’immediata cessazione dell’aggressione, rifiutando di accettare la
giustificazione di autodifesa presentata da Israele alla comunità
internazionale.
I
Paesi chiedono di rompere immediatamente l’assedio di Gaza e di imporre
l’ingresso immediato di convogli di aiuti umanitari che trasportino cibo,
medicine e carburante.
Viene
poi chiesta la partecipazione delle organizzazioni internazionali a questo
processo e la protezione degli equipaggi umanitari per consentire loro di
svolgere pienamente il loro ruolo, con il sostegno all’Agenzia delle Nazioni Unite per il
soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA).
Secondo
i Paesi presenti al vertice, l’incapacità del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite (corrotte sino al midollo! N.D.R.) di agire rappresenta una complicità
che permette a Israele di continuare la sua brutale aggressione.
Pertanto, la dichiarazione finale chiede al Consiglio
di Sicurezza di prendere una decisione immediata che condanni la distruzione
degli ospedali nella Striscia di Gaza nonché il taglio dell’elettricità,
dell’acqua e dei servizi di base, compresi i servizi di comunicazione e
Internet.
Secondo
la dichiarazione, quello che Israele sta compiendo è una punizione collettiva
che, ai sensi del diritto internazionale, rappresenta un crimine di guerra.
Dunque,
quello che viene chiesto dai Paesi del vertice congiunto arabo-islamico è che
il “Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” prenda una decisione vincolante
che imponga la fine dell’aggressione e della violazione delle leggi
internazionali così come, invece, il rispetto delle legittime risoluzioni.
La
dichiarazione finale chiede inoltre al “Procuratore della Corte Penale
Internazionale” di completare l’indagine sui crimini di guerra e sui crimini
contro l’umanità commessi da Israele contro il popolo palestinese in tutti i
territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est.
La
dichiarazione invita gli Stati membri dell’OIC e della Lega a esercitare
pressioni diplomatiche, politiche e legali e ad adottare qualsiasi misura
deterrente per fermare i crimini delle autorità di occupazione coloniale contro
l’umanità.
I Segretariati della Lega Araba e dell’Organizzazione della
Cooperazione Islamica (OIC) vengono incaricati di istituire due unità di monitoraggio
dei media per documentare i crimini delle autorità di occupazione contro il
popolo palestinese e di creare piattaforme mediatiche digitali per pubblicarli
e denunciare queste pratiche illegali e disumane.
I
Paesi arabo-islamici denunciano quindi il doppio standard nell’applicazione del
diritto internazionale, avvertendo che ciò mina seriamente la credibilità degli
Stati che proteggono Israele, inficiando le possibili azioni multilaterali.
Questo,
spiegano, mette a nudo la selettività nell’applicazione del sistema dei valori
umani e sottolinea che le posizioni dei Paesi arabi e islamici saranno
influenzate da due pesi e due misure, che porteranno a una spaccatura tra
civiltà e culture.
La
dichiarazione finale condanna anche lo spostamento di circa 1,5 milioni di
palestinesi dal nord al sud della Striscia di Gaza come ulteriore crimine di
guerra, ai sensi della “Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 e del suo
allegato del 1977”.
Condanna
inoltre l’uccisione di giornalisti, bambini e donne, l’attacco ai paramedici e
l’uso del fosforo bianco (proibito a livello internazionale) negli attacchi
israeliani alla Striscia di Gaza e al Libano.
Vengono
inoltre condannate le ripetute minacce israeliane di riportare il Libano all’
“età della pietra” e invita gli Stati parte dell’accordo a prendere una
decisione collettiva per condannare e respingere tali azioni e dichiarazioni.
Inoltre, viene espresso sostegno all’Egitto e alla sua
volontà di non permettere la diaspora palestinese da Gaza.
Il
vertice ha poi espresso la necessità, entro un periodo di tempo specifico, di
intraprendere un processo di pace con garanzie internazionali basato
sull’attuazione della soluzione dei due Stati, portando così alla cessazione
dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi, compresa Gerusalemme
Est, il Golan siriano occupato, le fattorie di Shebaa, le colline di Kafr,
Shoba e la periferia della città libanese di Al-Mari.
Infine,
si chiede che venga garantita una rete economico-finanziaria da parte dei Paesi
arabo-islamici a supporto della popolazione palestinese e in vista della
necessaria ricostruzione di Gaza.
La
dichiarazione finale congiunta della Lega Araba e dell’OIC è certamente un compromesso rispetto
alle varie posizioni espresse dai Paesi partecipanti al vertice, che evidenzia
le divisioni regionali su come rispondere alla guerra ma anche un certo
pragmatismo e una dose di realpolitik.
Ad
esempio, una bozza di risoluzione più intransigente, sostenuta dall’Iran, avrebbe chiesto di impedire, quindi
bloccare, il trasferimento in Israele di attrezzature militari statunitensi
dalle basi USA presenti nei Paesi arabi;
il congelamento di tutti i legami diplomatici
ed economici con Israele;
di
interrompere ogni fornitura di petrolio;
di
impedire il passaggio di voli “da e per” Israele;
di
formare una missione congiunta per fare pressione sulle nazioni occidentali per
un cessate il fuoco.
I
Paesi che hanno votato contro questa risoluzione sono stati: Egitto, Giordania, Arabia Saudita,
Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Sudan, Marocco, Mauritania e Gibuti.
Il
presidente iraniano Ebrahim Raisi, nel suo primo viaggio in Arabia Saudita da quando i due Paesi
hanno ripreso i legami diplomatici – grazie all’intermediazione cinese – ha
detto che i Paesi islamici dovrebbero designare l’esercito israeliano come
“organizzazione terroristica” per la sua condotta a Gaza.
Raisi ha anche sollecitato i Paesi arabi a
sostenere sanzioni e boicottaggio energetico contro Israele, nonché la
necessità dell’invio di ispettori internazionali presso gli impianti nucleari
israeliani.
Insomma,
quanto emerso dal vertice di Riyadh tra i Paesi arabo-islamici, nonostante le
divisioni e le differenze, mostra un fronte unito e un approccio pragmatico che
cerca di lasciare demagogia e propaganda ai margini del dibattito.
La realpolitik arabo-islamica può essere
interpretata sotto diversi punti di vista e in base agli sfaccettati interessi
dei vari Paesi ma certamente restituisce un’immagine unitaria come non si
vedeva da tempo, e sappiamo quanto il mondo arabo-islamico sia stato diviso e
in conflitto al suo interno.
Inoltre,
ovviamente, si intravede anche la necessità per questi Paesi, sul fronte
interno, di placare gli animi di coloro che invadono piazze e strade delle
proprie città in protesta contro l’aggressione di Israele e in sostengo del
popolo palestinese, e che chiedono ai propri governi di agire affinché cessi la
sofferenza della popolazione civile sotto assedio.
(Michele
Manfrin)
(lindipendente.online/2023/11/13/il-mondo-arabo-islamico-si-e-riunito-per-affrontare-il-conflitto-israelo-palestinese/)
(claudiomartinotti.blogspot.com)
Il
Grande Reset. La Grande Risistemazione.
Golpe
finanziario per futuri schiavi.
Gruppolaico.it
– (18-2-2021) – Redazione – CATHERINE AUSTIN FITTS - ci dice:
Il mondo è minacciato molto seriamente da Big
Money, Big Pharma, Big Tech, Big Agricolture, Warp Speed e Media alleati tra di
loro e denominati Mr. Global) per il folle progetto di stravolgimento del mondo e
dell’umanità chiamato Grande Reset coperto, per ora, dal virus e dalla paura indotta:
questo ci dice l’importante articolo che segue
e che propone riflessioni urgentissime di una grande esperta americana di
economia finanziaria.
Questo
articolo è un grande contributo alla comprensione (per chi ha conservato il
senso critico e il pensiero) del diabolico progetto d’ingegneria umana e sociale veicolato
attraverso un virus normale presentato ad hoc come la peste nera del XXI secolo.
Virus
che pochissimo ha a che fare con veri problemi sanitari ma è piuttosto un
“magico” virus politico e soprattutto economico-finanziario.
Ma ha
ragione Einstein:
la vera minaccia del mondo non sono questi
operatori del male (nascosti dietro le sigle presentate sopra) per quanto
pericolosissimi.
La
vera minaccia sono coloro che mascherati, tamponati, distanziati, vaccinati,
manipolati nella capoccia tollerano tutto:
i diabolici covidioti, esseri rattrappiti
egoisticamente sulle loro ossessioni e paure che permettono ai Big…, descritti
sopra e nell’articolo, di portare avanti i loro disegni criminali e nulla si
chiedono se non di salvarsi la pellaccia.
Dio ci
salvi da loro, anche se sono in famiglia o tra i nostri amici.
Anzi
soprattutto!
INTERVISTA
A “CATHERINE AUSTIN FITTS ”:
PLANET
LOCKDOWN.
“Ho
appena pubblicato un enorme studio chiamato “The state of our currencies”, e quello che descrivo è il fatto che
per molti decenni il dollaro è stato la valuta di riserva, ma il sistema sente
il peso degli anni ed è in crisi.
I
grandi banchieri centrali stanno cercando di introdurre un nuovo sistema che
però non è ancora pronto.
Siamo quindi in un periodo di grandi
cambiamenti e incertezza in cui i grandi banchieri stanno cercando di mantenere
il sistema del dollaro.
Allo stesso tempo stanno cercando di
accelerare l’introduzione del nuovo sistema, cercando però che nessuno capisca
esattamente cosa sta succedendo.
(CATHERINE
AUSTIN FITTS)
Il
nuovo sistema coinvolge diversi settori ed industrie, e lo descrivo come la
fine delle valute.
Non è
che stiamo introducendo una nuova valuta, stiamo essenzialmente introducendo un
nuovo sistema di transazione che sarà tutto digitale ed essenzialmente farà
sparire le valute come le conosciamo oggigiorno.
La
sfida per loro ora è come commercializzare un sistema che se venisse capito
dalla gente, nessuno poi lo accetterebbe.
E ovviamente il modo per farlo è con una crisi
sanitaria.
Intervistatore:
“E
perché una crisi sanitaria rappresenta un modo efficace?”
Perché
generalmente, se un piccolo gruppo di persone vuole controllare la massa, la
domanda è come condurre tutte le pecore al macello senza che se ne accorgano e
facciano resistenza.
Il perfetto escamotage sono i nemici
invisibili.
Abbiamo
avuto quindi la guerra al terrorismo con i terroristi invisibili, e adesso ABBIAMO UN VIRUS, PERFETTO
PERCHÉ È INVISIBILE E NON PUOI PROVARE CHE NON ESISTE, PERCHÉ È APPUNTO INVISIBILE.
Quindi
i nemici invisibili sono sempre i preferiti, in particolare se spaventano le
persone, che sentiranno così di aver bisogno del governo per proteggerle dal
nemico invisibile.
La
seconda tattica molto efficace è il dividi et impera, ovvero mettere gli uomini
e le donne l’uno contro l’altro, i bianchi e i neri l’uno contro l’altro etc.
etc., e in questo i media giocano un ruolo molto importante.
Puoi
quindi impedire alle persone di riunirsi, puoi impedire alle persone di
organizzarsi, puoi impedire alle persone di incontrarsi e parlare di quello che
sta succedendo e così via, e con il tracciamento puoi anche controllare chi sta
parlando con chi.
Se
riesci a convincerli a svolgere il loro lavoro e la loro istruzione online,
puoi letteralmente ascoltare tutto ciò che dicono.
In
questo modo puoi istituire un livello di sorveglianza straordinario, tutto in
nome della teoria secondo cui ti stanno proteggendo da un virus invisibile.
È una
strategia brillante, e come puoi vedere sta funzionando con molte persone. Non
tutte, ma molte persone.
Non voglio sottovalutare la capacità di coloro
al potere di introdurre agenti patogeni che uccidono le persone e non voglio
suggerire che le persone non si ammalano, ma essenzialmente quello che stanno
cercando di fare è convincere le persone ad accettare una soluzione senza
sapere dove questa porterà eventualmente e quali saranno le conseguenze.
Si sta
parlando di un sistema di transazione che non è più una valuta, è un sistema di
controllo.
Se
ogni banca centrale introduce una valuta di banca centrale digitale, avrà la
capacità di controllare completamente come utilizzi i tuoi soldi.
Se non ti comporti come vogliono loro, sei
finito.
E
inoltre vogliono combinare questo con” il transumanesimo”, il che significa letteralmente farsi
iniettare sostanze che possono istituire l’equivalente di un sistema operativo
nel tuo corpo, collegandoti al sistema finanziario letteralmente fisicamente.
Intervistatore:
“Qual è il vero scopo delle misure di
lockdown?”
Quello
che stanno cercando di fare è centralizzare drasticamente il controllo
economico e politico.
Per
esempio:
abbiamo 100 piccole imprese in una comunità. Le dichiari non essenziali, le fai
chiudere e improvvisamente società come Amazon e Walmart possono prendersi
tutte le quote di mercato.
Nel
frattempo i titolari di queste piccole imprese devono continuare a pagare il
saldo delle loro carte di credito o il loro mutuo, quindi sono intrappolate nei
debiti e alla ricerca di denaro per pagare le spese quotidiane.
Allo
stesso tempo c’è la Federal Reserve che istituisce una forma di quantitative
leasing in cui comprano obbligazioni societarie e la gente che sta prendendo la
quota di mercato può sostanzialmente finanziare allo 0,1%, quando tutti gli
altri pagano dal 16 al 17% delle loro carte di credito senza reddito.
In
pratica riescono a portare via la loro quota di mercato senza problemi, mentre
queste persone sono occupate a trovare un modo per dare da mangiare alla
propria famiglia.
Nelle
elezioni del 2016 abbiamo visto il sostegno della popolazione per candidati che
rappresentavano il populismo in una varietà di modi diversi.
Bernie
Sanders era un populista rispetto agli altri candidati, Donald Trump era un
populista rispetto agli altri candidati, e la classe dirigente globale si rese
conto che aveva un problema.
Problema che poteva essere risolto
distruggendo il reddito indipendente delle piccole imprese e dei liberi
professionisti.
Se per
esempio prendiamo un medico, un avvocato, un commercialista, professionisti
indipendenti con un loro studio, queste persone generalmente sosterranno i
candidati populisti.
Quindi
il modo per sconfiggere i candidati populisti e chiudere le loro entrate e il
loro sostegno è mettere fine alle attività di questo tipo di persone.
In
questo modo non ci sarà nessuno a finanziare un Bernie Sanders o un Donald
Trump.
Intervistatore:
“Quindi
i lockdown sembrano essere più uno strumento economico che un piano di
mitigazione dei virus.”
Questa
è una guerra economica, ed ha avuto un grande successo.
La
classe capitalista globale (e non dovrei chiamarlo capitalismo, si tratta di
totalitarismo economico) da aprile 2020 ha aumentato il suo patrimonio del 27%.
Sono
stati in grado di consolidare quantità fantastiche di ricchezza economica, non
solo eliminando il reddito della classe media e consolidandolo nelle loro
aziende, ma
aumentando significativamente la ricchezza e il potere dei più grandi paesi del
G7 e della Cina nei confronti dei mercati emergenti.
I
Paesi con la tecnologia più avanzata, accesso all’intelligenza artificiale, a
sistemi digitali, e anche allo spazio, stanno consolidando drammaticamente il
potere economico nei confronti delle nazioni più deboli.
Stiamo quindi assistendo a un consolidamento
della centralizzazione del potere economico nelle nazioni più ricche e più
potenti e nell’uno per cento delle persone che le controlla.
Descriverei
il covid19 come l’istituzione dei controlli necessari per convertire il pianeta
dal processo democratico alla tecnocrazia.
Ciò a
cui stiamo assistendo è un cambiamento nel controllo e l’ingegnerizzazione di
nuovi sistemi di controllo.
È
quindi molto più simile a un colpo di stato che a un virus.
Ogni
implicazione del colpo di stato finanziario è stata magicamente risolta dal
virus magico.
E se guardi il mondo attraverso la matematica
del tempo e del denaro, è abbastanza sorprendente che qualcuno ci creda, ma in
molti ci credono davvero.
Intervistatore:
“Come pensi che sarà la tecnocrazia verso cui siamo
spinti?”
La
tecnocrazia verso la quale stanno spingendo è ciò che viene chiamato
transumanesimo.
Si
tratta di iniettare materiali nel corpo che creano l’equivalente di un sistema
operativo.
Tutti
conoscono l’idea di Microsoft che ti fa scaricare un sistema operativo nel tuo
computer che dà a Microsoft e altri un accesso al tuo computer, e
periodicamente devi aggiornarlo perché ci sono nuovi virus.
Si
torna così al virus magico che può risolvere tutti i problemi, e questo è un
sistema simile per il tuo corpo.
Inietti materiali nel tuo corpo che
essenzialmente creano l’equivalente di un sistema operativo e di un ricevitore.
In
questo modo puoi letteralmente collegare tutte le persone al cloud e questo
include collegarle al loro sistema di transazione.
È ciò che la Bibbia chiama il marchio della
bestia.
In pratica si sta parlando di essere in grado di
identificare digitalmente e tracciare le persone in relazione alle loro
transazioni finanziarie.
Si
tratta di un mondo caratterizzato da zero privacy.
Ma la
cosa più importante da capire è che con una o più criptovalute della banca
centrale si sta parlando di un sistema in cui ogni banca centrale del mondo può
impedirti individualmente di effettuare transazioni se a loro non piace il modo
in cui ti comporti.
Molte
persone conoscono il sistema di credito sociale cinese.
Si tratta di qualcosa molto simile.
Con
una “smart grid” a cui sono collegate le loro auto elettriche, le loro comunità
e ora anche il loro corpo, è possibile avere una sorveglianza 24 ore su 24, 7
giorni su 7, e se le persone non fanno quello che dicono e si comportano come
vogliono loro, ti possono bloccare tutte le transazioni, possono impedirti di
muoverti con la macchina, allontanarti da un punto per più di una certa
distanza, in un sistema di controllo digitale completo manovrato dai banchieri
centrali attraverso il denaro.
Stiamo
digitalizzando tutto, inclusi il corpo e la mente umana.
Questo
sistema fornisce il controllo completo non solo della tua capacità di
effettuare transazioni finanziarie, che è collegata al tuo corpo, ma anche una
tecnologia di controllo mentale molto sofisticata attraverso i media e le
connessioni al cloud.
In
pratica si sta parlando di collegarsi completamente ad un grosso computer. Transumanesimo e tecnocrazia vanno di
pari passo.
Lo
descriverei come un sistema di schiavitù dove si passa dalla libertà di
muoversi e libertà di dire ciò che vogliamo ad un sistema di controllo completo(
24- 7), compreso il controllo mentale.
Mr.
Global vuole
passare a un sistema di schiavitù e noi vogliamo rimanere una civiltà umana, e
questo è il disaccordo fondamentale che si presenta ora davanti a noi.
Osservando
cosa sta succedendo,
- ci
sono i colossi di Big Tech che costruiscono il cloud e le telecomunicazioni, i
militari che puntano allo spazio e stanno lanciando i satelliti,
- Big
Pharma che sta sviluppando le iniezioni di questi ingredienti misteriosi che
modificano il tuo “dna” e per quanto ne sappiamo ti rendono sterile,
- e
poi abbiamo i media che diffondono la propaganda;
- e
poi abbiamo i grandi banchieri che stanno progettando i sistemi cripto
centralizzati (Big Money, ndr.)
Intanto
i media stanno cercando di tenere questi eventi separati, in modo che la gente
non possa vedere come tutte queste cose andranno a costituire un sistema
integrato, che è fondamentalmente integrato nel tuo corpo e nella tua mente, con lo scopo di istituire un sistema
di schiavitù.
In
altre parole i media stanno cercando di tenere la popolazione all’oscuro dei
veri obiettivi finali, in modo da riuscire a implementarli e farli accettare
prima che la gente si renda conto che si tratta di una trappola.
Intervistatore:
“Siamo
stati messi in trappola quest’anno?”
Si, ma
la porta non si è ancora chiusa. La trasparenza può far infatti far saltare il piano
dei globalisti.
All’inizio
dell’anno, quando ho scritto l’articolo “Injection fraud” e ho detto che Bill Gates sta cercando di installare un sistema
operativo nel tuo corpo con il virus come scusa per doverlo aggiornare.
Tre
mesi dopo “Yahoo Finance” ha pubblicato un sondaggio in cui risultava che il
44% dei repubblicani pensava che “Bill Gates” volesse impiantare dei chip nel
loro corpo, e ho pensato “ok, stiamo facendo progressi”.
Questo
è esattamente il momento in cui Bill Gates si è fatto un po’ da parte e hanno
spostato l’attenzione sull’operazione “Warp Speed”, guidata da “Moncef Slaoui”, ex-dirigente del dipartimento vaccini
alla “GlaxoSmithKline”
ed esperto di interfacce macchina-cervello iniettabili.
Direi un curriculum perfetto per quel lavoro.
Uno
degli sviluppi più importanti avvenuti nel 2019 oltre all’approvazione del
piano diretto in corso da parte dei grossi banchieri nella “Jackson Hall”, è
stata l’emissione da parte del dipartimento della difesa del contratto “JEDI
Cloud” a Microsoft.
Anche
Amazon è essenzialmente un appaltatore delle agenzie di intelligence.
Hanno
infatti iniziato a generare profitti stipulando importanti contratti con la CIA
e con tutte le 17 agenzie di intelligence statunitensi per i loro servizi
cloud.
Poi
alla fine del 2019 anche “Leidos” ha fatto un grosso contratto con la marina.
Quindi
quei tre enormi contratti cloud danno la possibilità, una volta che tutti sono
collegati a loro, di riprogettare radicalmente come funzionano i flussi di
cassa.
Puoi
quindi far chiudere tutte le piccole imprese o quasi, e mettere tutti su un
reddito di base universale, che è fondamentalmente un sistema di controllo, e
gestire il tutto attraverso il cloud militare.
La
tecnologia ti dà la possibilità di istituire un sistema di controllo completo e
centralizzare ulteriormente il controllo economico e politico.
La
tratta degli schiavi era incredibilmente redditizia, più redditizia
dell’estrazione mineraria, più redditizia dei narcotici, più redditizia di
tutti i vizi, e quindi se ora hanno la capacità tecnologica di implementare la
schiavitù, il loro atteggiamento penso sia “okay, facciamolo”.
E la
tecnologia rende anche molto più facile per un piccolo gruppo di persone
riunirsi ed essere molto potenti.
Per
esempio, se introducono una tecnologia energetica rivoluzionaria, il pericolo è
che un piccolo gruppo di pazzi possa utilizzarlo come arma.
Più
potente è la tecnologia che si integra, maggiore è il pericolo che si perda il
controllo.
Ci
sono altre teorie sul motivo per cui alcune persone vorrebbero il controllo
completo.
Considerando la difficoltà di sfamare e
gestire una popolazione sempre più numerosa, se ora hai la biotecnologia che
permette a Mr. Global di vivere 150 anni, non puoi mantenere quel segreto.
Cioè,
se il più ricco vive 150 anni e noi no, il segreto verrà scoperto presto.
Quindi
perché non ridimensionare la popolazione, usare la robotica per tutto e avere
comunque una vita molto lussuosa senza tutti i problemi gestionali di prima?
Penso
che il piano di Mr. Global sia di usare la tecnologia per passare a un sistema
in cui tra la robotica, l’intelligenza artificiale e il software, poche persone
possono controllare le popolazioni con meno preoccupazioni.
Bisogna
tenere a mente che Mr. Global ha molta paura della popolazione generale.
La leadership negli Stati Uniti si è riunita
più volte per discutere su come desecretare tutto, e ogni volta giungono alla
conclusione è impossibile.
Non è
possibile perché le responsabilità sono troppo grandi.
La
storia del governo è che la popolazione generale a volte si ribella e uccide la
leadership.
Mr.
Global ha paura dei 325 milioni di americani armati.
Ecco
perché il secondo emendamento (nella Costituzione americana, ndr) è una
questione così delicata.
La
maggior parte delle persone in tutto il mondo non capisce come mai gli
americani tengano così tanto alle loro armi e al loro diritto di possederle.
Sarebbe
davvero molto conveniente se potessero disarmare la popolazione, e vedrai che
se i democratici vinceranno queste elezioni questa è la prima cosa che
proveranno a fare.
Dopo aver fatto indossare a tutti i pannolini
per il viso, proveranno a portare via le armi.
Ed è
per questo che i repubblicani che detengono il senato sono stati un problema
così grande, perché non possono farlo se i repubblicani tengono la maggioranza
in senato.
intervistatore:
“Le
elezioni sono davvero un casino eh?”
In
America esiste una vecchia tradizione di frode elettorale.
Quello
che dico a tutti è che nessuno di questi candidati sarebbe stato il candidato
senza qualche frode, ma non ho mai visto una frode così palese come questa, e
penso in una certa misura che non avrebbero potuto fermare una vittoria a
valanga di Trump senza ricorrere al covid 19.
Penso
che fosse molto importante per loro sbarazzarsi di Trump.
Il problema è che hanno commesso frodi
massicce e in un modo ovvio e palese, quasi come se si rivolgessero alla
popolazione dicendo “devi fingere che questo sia il presidente anche se sai che
non lo è”.
Abbiamo
un falso virus, un virus magico, un falso presidente, un sistema politico
magico, e tutto ciò sta davvero diventando molto simile a un culto. È tutto ciò
che posso dire. Molte persone pensavano di poter rimanere su una posizione
neutrale, ma ora è chiaro che o scegli il culto o scegli la verità. Non c’è via
di mezzo.
Quando
sono iniziate le rivolte e i governatori hanno deciso che non si poteva andare
in chiesa a causa del pericolo del virus magico, ma si poteva invece
partecipare alle rivolte e alle proteste, io e i miei colleghi abbiamo
cominciato ad analizzare le rivolte.
La
prima cosa che abbiamo fatto è stata guardare lo stato, le città, se il
governatore fosse democratico o repubblicano, e quali erano i casi covid e le
morti. Ci siamo ben presto accorti che qualcosa che non andava.
Federal
Reserve.
Ci
sono 12 banche, una sede centrale e poi le filiali per un totale di 37 sedi
della Federal Reserve.
Abbiamo segnato tutte le città in cui ci sia
una filiale, una banca, o la sede centrale, e quello che abbiamo scoperto è che
in 34 delle 37 delle aree con banche presenti ci sono state rivolte e
disordini.
Questo
non è quindi casuale.
Abbiamo
allora iniziato ad analizzare “Minneapolis”, prendendo i dati di tutti gli
edifici e delle attività commerciali danneggiate o bruciate, localizzandole
sulla mappa e registrando a quale distanza si trovano rispetto alle banche della Federal Reserve.
Una volta fatto questo abbiamo potuto
individuare le zone di opportunità.
Una
zona di opportunità è un meccanismo di protezione fiscale creato nel 2018 per
aiutare i miliardari che vendono le loro azioni a evitare le plusvalenze.
Se per esempio sei Jeff Bezos, che ha venduto 10 miliardi di
dollari di azioni quest’anno, e trasferisci i tuoi proventi in investimenti
nella zona di opportunità, gestendoli in un certo modo puoi evitare tutte le
tasse sulle plusvalenze. Quindi questo è straordinariamente redditizio.
Guardando
alle aree in cui sono avvenute le rivolte, ho notato come tutti gli edifici e
le attività commerciali distrutti lungo Lake Street fossero proprio in fondo
allE zone di opportunità.
Mi
sono messa a ridere e ho detto,
“Queste
non sono rivolte, questo è un piano di acquisizione immobiliare!”
Ad
esempio, ho una fiorente serie di piccole imprese di proprietà di afroamericani
e ispanici lungo un particolare viale nella zona di opportunità.
Prima
dichiaro queste attività non essenziali mettendole in crisi e poi scateno i
disordini con incendi, saccheggi e danneggiamenti.
Così ora la loro attività è chiusa, sono
schiacciati dai loro debiti, e come se non bastasse adesso l’edificio è stato
danneggiato e ovviamente l’assicurazione non copre tutte le riparazioni.
È chiaro che ora sarà molto più facile ed
economico per me arrivare e acquistare tutti quegli edifici.
Voilà, si chiama capitalismo dei disastri.
Abbiamo
analizzato “Minneapolis”, poi abbiamo mappato “Kenosha”, poi “Portland” e ora
stiamo facendo un posto in “Ohio” e gli schemi che stiamo vedendo sono gli
stessi.
Come
ho detto secondo me si tratta di piani di acquisizione di proprietà
immobiliari.
Ad
esempio si prevede che il 49% delle attività di “San Francisco” cesseranno
l’attività entro la fine dell’anno.
Immagina
quanti immobili saranno disponibili a basso prezzo. È fenomenale. Questo rende
molto più economico costruire la “smart grid” attorno alle banche della Federal
Reserve, cosa che presumo vogliano fare se hanno intenzione di lanciare il loro
sistema di criptovaluta.
Mr.
Global sta ora implementando la robotica.
Questa
è una delle nuove tecnologie che sta davvero iniziando a fare un’enorme
differenza.
la
domanda per Mr. Global è “cos’è più efficiente a fare cosa?”, in altre parole,
se devo gestire il pianeta e tutte le risorse naturali e raccoglierle a mio
vantaggio e assicurarmi che il mio rischio sia ridotto, in che modi e tempi mi
conviene usare robot e umani?
La
genialità di collegare tutti al cloud con un sistema cripto è che con il
software AI (intelligenza artificiale, ndr) posso fare in modo che gli umani
insegnino ai robot attraverso il software AI come svolgere tutto il loro lavoro.
Ero
all’”Aspen Institute” del 2017 e stavo discutendo con un “venture capitalist”,
e lui mi ha guardato con degli occhi incredibilmente spenti e mi ha detto “sai che posso automatizzare ogni
azienda tramite software e robotica e licenziare così tutti gli umani? Non ne abbiamo più bisogno.”
La
domanda che si sta facendo Mr. Global quindi è “cosa c’è di più efficiente? Se
posso fare tutto con i robot allora cosa me ne faccio degli umani?”
Stiamo
passando dal sistema attuale a una tecnocrazia.
La mia
visione del mondo è che gli esseri umani sono individui sovrani, la cui libertà
viene dall’autorità divina.
Questo
è ciò intorno a cui ruotano la carta dei diritti, la dichiarazione di
indipendenza, la costituzione.
Nella
visione tecnocratica invece, un essere umano rappresenta una risorsa naturale
come un giacimento di petrolio, da utilizzare come tale.
Non
sono più individui sovrani ma solamente forza lavoro, che può essere più o meno
efficiente rispetto ad un robot.
Mr.
Global vede la razza umana come il bestiame, non ci vede individui della stessa
specie.
E con la biotecnologia puntano a vivere molto
più a lungo di noi e in modo molto diverso da noi.
Intervistatore:
“Quindi qual è la soluzione?”
La
cosa molto importante da capire parlando di un sistema transumanista, un
sistema di schiavitù, è che la maggior parte di noi lo ha sostenuto, finanziato
e costruito.
Quindi,
quando guardo tutti i grandi dirigenti farmaceutici, mi chiedo perché stiano
costruendo un sistema in cui i loro figli o nipoti saranno schiavi?
Perché
le banche centrali lo fanno?
C’è
una teoria in America secondo la quale se guadagni abbastanza riesci ad uscire
dal sistema, puoi mangiare cibo biologico e non mangiare OGM, e i nipoti non
dovranno prendere i vaccini.
Ma se guardi a chi sta implementando tutte
queste diverse attività, siamo proprio noi che stiamo costruendo il nostro
sistema di schiavitù.
Questo
significa che abbiamo anche il potere di fermarci.
In
altre parole non dobbiamo finanziare le aziende che stanno facendo questo, non
dobbiamo lavorare per le aziende che lo stanno promuovendo, e non dobbiamo
nemmeno pagare le tasse perché il governo non sta assolutamente rispettando le
leggi relative alla gestione finanziaria.
Abbiamo
la capacità di ritenerli responsabili.
Stiamo
costruendo la prigione e la stiamo finanziando.
Questo
ci dà però anche il potere di fermarci, ed è per questo che è così importante
che ci rendiamo conto di dove sta andando il sistema.
Non ci
saranno eccezioni.
Bisogna
portare trasparenza su ciò che sta accadendo.
Rendersi conto di dove sta andando il sistema
e smettere di finanziarlo.
Se
lavori per Big Pharma e stai contribuendo a tutto ciò, fermati!
Trova
qualcos’altro da fare.
Bisogna
iniziare la conversazione sul nostro futuro, perché dovremo ricostruire
l’economia da zero se non vogliamo essere altamente centralizzati.
Si tratta quindi di assumersi le proprie
responsabilità e diventare individui attivi nella resistenza.
Anni
fa ero a Washington e stavo scrivendo un assegno sul mio conto private banking
alla JP
Morgan Chase e nel frattempo ero impegnata in 12 diversi percorsi di contenzioso con
le persone che stavano cercando di progettare la bolla immobiliare.
Io stavo cercando di fermare la bolla
immobiliare.
Quindi
mi sono resa conto “perché ho un conto in una banca che è coinvolta in questo
crimine?”.
Se
domani tutti in America si svegliassero e chiudessero il conto JP Morgan Chase
e si affidassero ad una cooperativa di credito locale o ad una banca
comunitaria, sarebbe una rivoluzione.
Sarebbe
una rivoluzione totale.
Abbiamo
il potere di far saltare questo piano, ma dobbiamo ammettere i nostri sbagli e
correggerli attivamente, perché quasi tutti siamo complici nella sua
attuazione.
O sei
dalla parte del sistema di schiavitù transumanista o sei da quella del sistema
umano.
Ma se
sei per un sistema umano allora dovrai trovare un modo per fare soldi e
impegnarti socialmente in un sistema umano e smettere di contribuire alla
creazione di un sistema transumano.
Non
aiutare i militari nell’operazione “Warp Speed”, non aiutare i vari miliardari
di Big Tech a capire come iniettare nanoparticelle nel tuo corpo e collegarle
al cloud, non aiutare le grandi aziende farmaceutiche a fare iniezioni che
stanno avvelenando bambini americani a morte, non aiutare Big Agricolture a far
crescere cibo OGM che sta avvelenando a morte l’America, non aiutare il governo
a istituire provvedimenti corrotti per crisi sanitarie progettate, che fanno
parte dei capitalismo dei disastri e servono ad arricchire i grossi miliardari
e così via.
(“valdovaccaro.com”)
(youtube.com/watch?v=4NKZgE52tP0&feature=youtu.be)
“Abbiamo il potere di far saltare questo piano, ma
dobbiamo ammettere i nostri sbagli e correggerli attivamente, perché quasi
tutti siamo complici nella sua attuazione” scrive la Austin.
Abbiamo
il potere di prendere coscienza. Abbiamo il potere di rimanere umani. Abbiamo
il potere della nostra dignità, se ancora l’abbiamo. Abbiamo il potere di
Resistere, comunque.”
(Catherine Austin Fitts è presidente
di Solari, Inc., editrice del Solari Report e membro amministratore di Solari
Investment Advisory Services, LLC. Catherine è stata amministratore delegato e
membro del consiglio di amministrazione della banca d’investimento di Wall
Street Dillon, Read & Co. Inc., assistente segretario per l’edilizia
abitativa e commissario federale per l’edilizia presso il Dipartimento per
l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano degli Stati Uniti nella prima
Amministrazione Bush, ed era il presidente di Hamilton Securities Group, Inc.
Catherine ha progettato e chiuso oltre 25$ miliardi di transazioni e
investimenti fino ad oggi e ha guidato il portafoglio e la strategia di
investimento per 300 miliardi di dollari di attività e passività finanziarie).
L'attacco
di Adonis: «Le religioni
portano guerra: combattiamole
con ateismo e poesia»
lespresso.it
– (14-2-2020) – Gigi Riva – ci dice:
I
monoteismi spingono all'odio. E l’Islam è in agonia.
La
critica radicale a tutte le fedi di una delle più grandi voci della letteratura
araba.
Che accusa: «I libri sacri servono solo a
giustificare il potere dei dittatori che l'Occidente ama tanto»
Varcati
il primo gennaio scorso i novant’anni di vita, Adonis insiste con ancora
maggiore convinzione nel definirsi “areligioso”.
Il
pretesto per tornare con lui sui temi della fede è l’uscita in Italia del nuovo
libro “Profezia
e potere”
(Guanda, 240 pagine, 18 euro), una conversazione con la psicanalista Houria Abdelouahed, in pratica la seconda parte del
loro precedente lavoro dal titolo “Violenza e Islam”.
Una
requisitoria senza appello contro l’interpretazione del Corano da parte dei
fondamentalisti, accompagnata dalla convinzione che quattordici secoli dopo
Maometto la società scaturita dalle sue profezie è in via di dissoluzione.
Anche
un “j’accuse” feroce contro i monoteismi e la loro sostanziale similitudine.
Infine una critica all’Occidente per aver
tradito i valori di cui è stato portatore nel mondo.
E
perché il tutto non sembri apocalittico, la speranza nell’apertura di una nuova
era in cui si rimettano in discussione dogmi, chiusure e si ponga termine a
schiavitù e sopraffazioni.
“Adonis”
è lo pseudonimo preso non a caso (e vedremo il perché) dalla mitologia greca di
Ali Ahmad
Said Esber,
poeta siriano tra i massimi dell’intera letteratura araba, più volte indicato
come possibile vincitore del Nobel per la letteratura, mai premiato
dall’Accademia di Stoccolma a causa, stando ai si dice, di alcune prese di
posizione a favore di Bashar Assad.
Lasciato il suo Paese e trovato riparo in
Libano, dagli anni ’90 ha scelto Parigi come meta del suo “buen retiro”.
Qualche
motivo della scelta affonda nella sua adesione convinta ai Lumi e nella
condivisione degli ideali della Rivoluzione “par excellence”.
Ha
base alla Défense dove riceve i visitatori nel caffè di un grande albergo.
Da
dove ancora si muove sovente per una mostra, un festival, una conferenza. Un
attivismo che lo definisce non solo come poeta, ma come intellettuale engagé.
“Adonis”,
la sua critica del Corano è radicale, assoluta. E muove dalla considerazione
che sulle bandiere dello Stato islamico c’è scritto: «Dio è Messaggero di
Maometto».
Uno
stupefacente ribaltamento di ruoli.
«Bisogna
contestualizzare la frase.
Abbiamo, io e Houria, voluto sottolineare come tutto
quanto il profeta desiderava ha sempre trovato una risposta adeguata da Allah.
Come
se Allah fosse lui stesso.
Così
ha potuto giustificare le guerre di conquista, le carneficine, l’arricchimento.
Dunque la presa del potere e il commercio sono le travi portanti per Maometto.
E la validazione arriva dal divino».
Per
paradosso, dunque, l’interpretazione letterale del testo fornisce delle ragioni
agli islamisti dell’Isis.
Non
hanno fatto altro che tornare ai dettami originali della loro religione.
«È
così. E non è una sorpresa. Il Corano peraltro non è unidimensionale. Facendo
un’esegesi del testo ciascuno lo può invocare come pezza d’appoggio per le
proprie nefandezze. Noi lo abbiamo studiato profondamente guardando il contesto
storico».
Anche
se non si sa se quello arrivato a noi corrisponde esattamente a quello
tramandato dal “Messaggero”.
«Ci
sono state sette diverse versioni. Sei sono state distrutte perché ne rimanesse
una sola, perché una sola fosse accettata e non fossero possibili paragoni. Ma
in fondo questa è una discussione per studiosi. La cosa che conta è che milioni
di persone prendono per buono il testo sopravvissuto.
Noi
abbiamo analizzato il rapporto che ne emerge col potere, col denaro, tra
Oriente e Occidente.
Anche se il testo è unico abbiamo contato
almeno diciannove diverse interpretazioni.
Ciascuno
ha il suo Islam.
C’è
quello Saudita, quello del Fratelli musulmani, peraltro molto divisi tra loro a
seconda dei Paesi, eccetera.
E alla
fine, dunque non è nemmeno più essenziale il testo ma il proposito».
E
quale sarebbe il proposito?
«Non
mi stanco di ripeterlo: giustificare attraverso la parola di Dio il proprio
potere, il proprio arricchimento.
In
fondo non vale solo per il Corano.
Il
Cristianesimo gli somiglia, basti pensare agli evangelici e alla loro influenza
negli Stati Uniti.
Le religioni altro non sono se non ideologie,
invece che regolatrici del rapporto pratico dell’uomo con Dio».
Lei
sostiene infatti che i tre monoteismi hanno lo stesso problema.
«Esatto,
ma a gradi differenti.
I musulmani in grado maggiore perché hanno
deciso che Dio non ha più nulla da dire visto che Maometto è stato riconosciuto
come l’ultimo profeta.
In
fondo, tuttavia, il Cristianesimo dice la stessa cosa seppur indirettamente.
E così l’Ebraismo, pur se interpreta il
Cristianesimo in un modo e l’Islam in un altro. Ciascun monoteismo dice: io sono la
verità e non c’è verità all’infuori della mia».
Il
Cristianesimo ammette almeno che l’ebraismo sia il fratello maggiore.
«Ma
bisognerebbe che tale posizione fosse accettata dall’Ebraismo. Il percorso è
perverso. I musulmani dicono che gli ebrei hanno tradito la Bibbia, negano la
crocefissione di Gesù e dunque l’essenza stessa della fede dei cristiani.
Ciascuno nega l’altro».
È
questa pretesa di esclusività la radice di ogni guaio?
«La
visione monoteista segna l’inizio della decadenza dell’umanità, porta guerre e
odio.
Il monoteismo non ha mai prodotto un
Aristotele, un Platone, un Omero.
Nella Bibbia il libro di Giobbe, secondo me il
più bello, altro non è se non la riscrittura di un grande poema sumero.
Il
monoteismo è anti creazione perché ogni creazione mette in dubbio il ruolo di
Dio come unico creatore.
Dunque
è contro la creazione artistica. Perché se uno scrittore è solo il trascrittore
delle parole ispirate da un Dio, non conta nulla».
Lei
benché “areligioso” ritiene più interessante il politeismo perché ammette una
pluralità.
«Non
c’è una forza unica che impone la sua legge. Con gli dei nel mondo greco si
discuteva. Loro avevano pulsioni umane, si innamoravano, entravano in guerra.
Proclamare Dio come invisibile provoca la conseguenza che nessuno lo può
discutere se è invisibile. E se qualcuno, un profeta, parla con lui perché non
lo possono fare altri? È contraddittorio».
Tornando
agli effetti pratici del monoteismo c’è sempre da chiedersi perché nel mondo
arabo-musulmano abbia potuto prendere piede l’Isis.
«In
altre religioni ci sono state uguali deviazioni. La nostra modernità, intesa
sotto gli aspetti tecnici e non spirituali, è stata inventata dagli ebrei.
Marx, Einstein, tutti.
Altri
ebrei accettano quanto avviene oggi contro i palestinesi. E come si è potuto
accettare lo sterminio dei pellerossa da parte degli americani?».
A
proposito di quanto avviene in Medio Oriente e dintorni, lei punta l’indice
contro l’Occidente.
«Quando
sceglie l’appoggio a Erdogan, ad al-Sisi, ad altri dittatori, l’Occidente
mostra tutti i segni della sua decadenza. Non avrei mai immaginato che la
Francia, con la tradizione della sua Rivoluzione, potesse seguire la politica
americana di sopraffazione e dominio.
La Francia si perde, i suoi proverbiali
intellettuali non esistono più, sono diventati funzionari. Quando qualcuno
parla fuori dal coro come” Régis Debray”, viene isolato. L’Occidente tradisce i
suoi valori in nome del petrolio, dello spazio strategico».
Come
li può recuperare?
«L’uomo
è l’essere che ha creato Dio. Può creare di nuovo e distruggere ciò che ha
creato. C’è da chiedersi come mai soprattutto nella tradizione araba non c’è
nessun grande poeta, nessun grande artista che fosse anche credente. Credenti sono i rais, i dittatori».
La
religione ha bisogno di dittatori?
«Al
contrario: sono i dittatori ad aver bisogno di Dio per sostenere che sono la
sua ombra, la sua proiezione sulla terra».
Anche
la democrazia non se la passa bene ai giorni nostri.
«Resta
però il meno peggio tra i sistemi. Per questo dobbiamo salvarla malgrado
tutto».
È
innegabile che nei Paesi cristiani la democrazia abbia permesso di compiere un
percorso più lungo sulla strada dei diritti dell’uomo. E questo nonostante lei
sostenga che oggi questa visione sia tradita.
«Bisognerebbe
vedere quale era il retropensiero quando si è verificato questo cammino. L’uomo
è terribile, può essere al tempo stesso inferno o paradiso. Perché troppo
spesso lo spinge la logica potere-denaro».
L’uomo
lupo per l’uomo, insomma.
«Esatto.
Ma non solo le persone singole. Anche i popoli commettono errori. E cosa sono i
popoli se non un insieme di individui?».
Soprattutto,
l’uomo è lupo per la donna.
Nel
libro lei
e Houria riflettete
sul perché nell’Islam non siano state prese a modello due donne emancipate come
Khadija e
Aisha, due
mogli di Maometto.
«Il
maschile è il male. Nel mondo arabo le donne stavano indubbiamente meglio prima
dell’Islam. E però anche nelle altre religioni monoteiste le donne non se la
passano meglio. Nonostante il Cristo fosse al fianco della donna. Nel giudaismo
ortodosso non si può vedere il corpo nudo della donna nemmeno nell’intimità,
nel cristianesimo si è dovuta inventare una donna vergine e madre».
E
tuttavia è nell’Islam che sono più oppresse e sottomesse. Perché non hanno
reagito?
«Perché chi deteneva il potere non lo
ha permesso.
In 14 secoli i musulmani non sono riusciti a realizzare uno Stato degno di
questo nome, a fondare una università autonoma anti-istituzionale. Sono rimasti beduini presi dal potere. Per questo dobbiamo riscrivere la
storia di tutti questi secoli».
E se
fosse riscritta quale sarebbe il ruolo del Corano da qui al futuro?
«L’Islam
è in piena decomposizione. E proprio l’Isis segna l’inizio della fine. È ora
che si cominci a separare la religione dallo Stato, rifondare tutto su altri
presupposti. Averroè stesso ha indicato Aristotele come primo maestro non certo Maometto. Dobbiamo ripensare tutto e
riscrivere tutto».
Adonis,
lei scrive: se Dio è tutto ci si trova come dentro un uovo e se Dio elegge un
popolo...
«...
Dio è il primo razzista. È evidente, perché distingue tra umani e umani. Per
questo dico che anche l’Occidente ha lo stesso problema con un Dio razzista».
Lei
invita l’Occidente a salvare l’Oriente. Come?
«Appoggiando
le forze progressiste come non ha mai fatto. Ha sempre preferito i
fondamentalisti, i dittatori. L’Occidente non vede più l’uomo, solo gli
interessi. Ha iniziato a tradire i suoi ideali a partire dal ventesimo secolo e
si ritrova in una catastrofe etica. Subisce, come tutto il resto del mondo, la
pressione americana».
I
neo-conservatori americani sostenevano, all’apogeo del loro potere con George
W. Bush, che la terra è una giungla e loro sono il leone che la deve governare.
Perché
loro vengono da Marte e l’Europa da Venere.
«Chi
ha trasformato il mondo in giungla? Non certo gli arabi malgrado i loro errori.
Nemmeno i cinesi. Ma la superpotenza che ha l’ossessione del potere».
C’è da
chiedersi perché il potere sia un’ossessione per l’uomo.
«Perché
è la sua natura. Succede anche nei rapporti familiari, con la moglie che magari
pure ami».
Ma se
è natura profonda come può cambiare?
«Con
la cultura. La cultura corregge la natura per permetterci di approdare alla
libertà e all’uguaglianza. Ognuno di noi ha esperienza di coppie che ci sono
riuscite».
In
realtà le disuguaglianze crescono. Anche quelle economiche.
«Le
persone sono diventate numeri. E da numeri problemi. Basta vedere che cosa
succede coi migranti».
Eravamo
meno egoisti quando eravamo più poveri.
«L’uomo
è apertura. L’egoismo è il sintomo di una malattia che va curata».
Dall’insieme
del suo pensiero risulta un grande pessimismo verso il futuro.
«Nel
breve termine sì. Ma a lungo termine l’umanità ritroverà il cammino verso la
costruzione di un mondo migliore».
Un
mondo che lei immagina senza monoteismi. Un Dio che sia, come Bertolt Brecht fa
dire al suo Galileo, “in noi o in nessun luogo”.
«Dio
ha bisogno dell’uomo. L’uomo non ha bisogno di Dio».
Che ne
facciamo di tutti i libri sacri allora?
«Ognuno
deve avere la libertà di credere ciò che vuole. Ma la civiltà deve essere
regolata dai diritti degli individui».
Dunque
i testi sacri solo come letteratura?
«Dipende
quali».
E ad
Adonis scappa un sorriso.
(GIGI
RIVA).
Jordan
Peterson si schiera contro
il
multiculturalismo: "miracolo della stupidità."
Unz.com
- ROCKABOATUS – (17 NOVEMBRE 2023) – ci dice:
Le
testate giornalistiche hanno recentemente pubblicato un'intervista che “Jordan Peterson” ha avuto con “Camilia Tomney” in cui ha descritto il
multiculturalismo come "così puerile, moralista e non sofisticato che è una
specie di miracolo di stupidità" (Ben Chapman, GB News, 11 / 5/2023).
Jordan
ha inoltre affermato che "è improbabile che il multiculturalismo abbia successo a
causa delle diverse caratteristiche delle diverse culture".
"Improbabile
che ci riesca"?
Non è
ormai diventato abbondantemente evidente che il multiculturalismo è stato un
misero fallimento in tutto l'Occidente?
Come poteva essere un pensiero rivoluzionario
da parte sua?
E solo ora sta dicendo questo genere di cose
in pubblico? La destra dissidente è stata messa in guardia contro il
multiculturalismo per decenni. Eppure, come al solito, i
"conservatori" tradizionali sono sempre in ritardo.
In
questa stessa intervista, “Jordan” ha anche affermato:
"Se
pensi di poter importare una moltitudine di cultura senza una rubrica
unificante e non importare il problema del conflitto interpersonale e sociale,
sei cieco o stupido o entrambe le cose. Ed entrambi sono una combinazione
terribile . Allora, come cosa?
Su quali basi il multiculturalismo diventa
pace?
Agiti
una bacchetta magica e all'improvviso tutti rinunciano alle loro differenze
culturali e possono vivere in armonia".
Parte
del motivo per cui Jordan si è espresso interesse in questo modo è stato a causa dei
commenti recentemente rilasciati dall'ex primo ministro, John Howard, che ha anche detto a “GB News” di
avere "dubbi" sull'idea del multiculturalismo:
"Credo
che quando si migra in un altro paese, ci si dovrebbe ragionevolmente aspettare
che si assorba la cultura mainstream di quel paese. Certo, conserva il tuo
affetto per la Grecia o per il luogo da cui sei venuto".
Il
ministro dell'Interno del Regno Unito, “Suella Braverman”, pensa che anche il
multiculturalismo abbia fallito.
Tuttavia,
dobbiamo chiederci:
perché
Jordan Peterson e alcuni dignitari britannici hanno recentemente cambiato tono
quando si tratta delle questioni che circondano il multiculturalismo?
I
problemi associati alla massiccia immigrazione dal Terzo Mondo non avrebbero
dovuto essere segnalati molto tempo fa da queste stesse persone?
Perché
questo è stato portato alla ribalta ora?
E che senso potrebbe mai avere riunire vari
gruppi razziali con valori, culture, costumi e religioni contrastanti in un
"melting pot" destinato a causare nient'altro che lotte e conflitti?
La
verità è che i leader eletti della Gran Bretagna, dell'America e di molte altre
nazioni occidentali sapevano da sempre dei problemi intrinseci connessi
all'immigrazione del Terzo Mondo.
Non
erano all'oscuro dei problemi sociali ed economici che avrebbero creato.
Come
potrebbe non esserlo? Tutto quello che dovrebbero fare è guardare in qualsiasi
angolo di strada a Londra o New York City e guardarsi intorno.
Qualcuno
di questi rimpianti sul multiculturalismo potrebbe essere il risultato di come
i musulmani hanno reagito ai recenti eventi del governo israeliano contro il
popolo palestinese?
È
difficile immaginare che qualcos'altro ne sia la causa, perché queste stesse
persone non hanno mai detto nulla mentre i Bianchi venivano sfollati
razzialmente e culturalmente nelle loro terre negli ultimi cinquant'anni.
Erano, apparentemente, ignari di tutto ciò (in
realtà non lo erano), ma non importava fino a quando non colpì gli ebrei che
vivevano in Gran Bretagna e in America.
Improvvisamente,
ci sono "preoccupazioni" e "riserve" sull'importazione di
così tanti musulmani perché la maggior parte di loro si sente ostile verso il
popolo ebraico.
Così ora diventa un 'problema' mentre prima
era solo qualcosa che i Bianchi dovevano 'succhiare e accettare'.
Ora, apparentemente senza una ragione
apparente, cominciano a sorgere delle "domande".
Anche
lo stesso vecchio guerrafondaio, Henry Kissinger, ha espresso il suo rammarico.
L'attacco
di “Hamas” contro Israele, celebrato per le strade di Berlino, indica che la
Germania ha permesso a troppi stranieri di entrare nel paese", secondo
l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger.
È
stato un grave errore nel far entrare così tante persone di cultura, religione
e concetti completamente diversi, perché si crea un gruppo di pressione
all'interno di ogni paese che lo fa", ha detto l'ex diplomatico americano
di 100 anni in un'intervista con l'amministratore delegato di Axel Springer, “Mathias
Döpfner”, per la TV tedesca Welt.
“Axel
Springer” è la società madre di “POLITICO”.
Kissinger, nato in Germania – che fuggì dalla
Germania nazista con la sua famiglia nel 1938, e divenne l'architetto della
politica estera americana durante la guerra del Vietnam – ha detto che è stato
"doloroso", in risposta a una domanda sul vedere gli arabi a Berlino
festeggiare l'assalto a Israele dello scorso fine settimana (“RedState” ,
"Henry Kissinger ammette l'immigrazione incontrollata , il
multiculturalismo è un errore" di Ward Clark, 13/10/2023).
La
lezione è che il multiculturalismo diventa un problema in Occidente solo quando
colpisce gli ebrei.
Non
importa quando distrugge le società e i paesi che i Bianchi indigeni hanno
creato per sé stessi.
Diventa
una questione di profonda preoccupazione solo quando gli ebrei sono minacciati
dalla stessa immigrazione africana e musulmana che hanno lavorato per portare
in tutta Europa e in America.
La
Grande Sostituzione è, a quanto pare, stata trasformata nell'essere il Grande
Rimpianto!
Non
credo proprio, naturalmente, che tutto questo fermerà gli sforzi coordinati
degli attivisti ebrei per sostituire i bianchi.
Possono
cessare per un po'.
Probabilmente
continueranno a sostenere l'immigrazione non bianca fino a quando proverrà da
nazioni asiatiche e africane dove ci sono popolazioni musulmane più piccole.
Ma per
quanto riguarda gli ebrei che lavorano per sostituire per sempre i bianchi, non
contate sul fatto che questa missione cesserà mai.
Se lo
facessero, dovrebbero anche smettere di iper ventilare i "nazisti" e
l'"Olocausto" – e questa è una mucca da mungere troppo redditizia!
Le
molte organizzazioni di attivisti ebraici che elemosinano denaro dai bianchi
per aiutare "lo straniero" (cioè i musulmani che non si assimilano) e per "salvare l'Europa dalla
sua xenofobia" (come Barbara Lerner Spectre) promuovendo una maggiore immigrazione
straniera possono subito un duro colpo, ma c'è sempre qualche sionista
cristiano che sarà felice di inviare loro i loro sudati “shekel”.
Ecco
come 1200 rabbini hanno firmato un documento in cui si impegnano a sostenere
ancora di più l'immigrazione in Europa. La donna dall'aspetto piuttosto
disgustoso che ne esulta rivela quanto sia accettabile e diffusa tra quasi
tutti gli ebrei, laici e religiosi.
Tornando
a Jordan
Peterson –
che è diventato nient'altro che il cagnolino di Ben Shapiro – avete notato quanto sia arrabbiato
e animato per il conflitto israelo-palestinese?
Per
qualche ragione, non l'ho mai visto così animato in passato sullo spostamento
razziale dei bianchi.
Sembrava
che non gli importasse molto.
Era
animato e piangeva persino quando parlava dei suoi disturbi fisici, tra cui la
sua spirale discendente nella tossicodipendenza e i pensieri suicidi.
Ma sembrava non avere alcun senso di urgenza
quando si trattava dei pestaggi quotidiani che i bianchi ricevono per mano dei
neri in tutta l'America e in Europa.
A lui importava poco, da quello che ho potuto
determinare, quando le grandi città dell'Occidente diventavano luoghi
pericolosi da visitare a causa di criminali musulmani e africani.
Gran
parte dell'Europa e degli Stati Uniti nel corso di diversi decenni si è
trasformata in un incubo ostile e multiculturale, e Peterson ha detto poco o nulla fino a poco
tempo fa.
Se
l'ha fatto, di certo non ne ha fatto uno dei temi principali del suo messaggio
al mondo.
E se
avesse osato difendere anche solo un po' i bianchi, è altamente improbabile che
gli sarebbe stato offerto il suo lussuoso lavoro per lavorare al fianco di Ben Shapiro.
Dopotutto,
Shapiro ha dichiarato che non gli interessa
"l'imbrunimento dell'America".
Tuttavia,
sospetto che gli importerebbe se lo stesso "imbrunimento" si
verificasse nella sua amata terra di Israele.
L'apparente
inversione di un numero crescente di funzionari eletti in tutta Europa e in
America potrebbe essere solo una cosa temporanea.
La mia
speranza è che cresca.
In entrambi i casi, dimostra che, nonostante
l'alta opinione che gli ebrei hanno di sé stessi e della loro presunta
intelligenza superiore, i loro sforzi per promuovere l'immigrazione di massa in
Occidente hanno messo in luce quanto siano dipendenti da schemi utopici che
pensano di avvantaggiare gli ebrei, ma poi si rivelano non esserlo.
L'era precedente il comunismo.
Il
loro programma di cancellare i Bianchi nei loro paesi si è in gran parte
ritorto contro di loro.
Gli
ebrei non si sentono più al sicuro nei paesi che hanno cercato di sovvertire.
I migranti che ci si aspettavano
danneggiassero e spiazzassero i bianchi stanno anche danneggiando e, in alcuni
casi, uccidendo gli ebrei per le strade, oltre a profanare le loro sinagoghe.
Man
mano che il governo israeliano intensifica il massacro del popolo palestinese,
la situazione non potrà che peggiorare per gli ebrei che vivono in gran parte
dell'Europa e dell'America.
Gli
"animali domestici razziali" che gli ebrei si aspettavano
estinguerebbero selvaggiamente i bianchi indigeni si stanno rivoltando contro
di loro.
Niente
di tutto questo ha funzionato secondo il piano dei nostri bolscevichi ebrei
contemporanei.
Non c'è da stupirsi che Henry Kissinger sia così costernato da tutto questo. Credetemi, non sta piangendo per
quello che sta succedendo agli europei bianchi, ma per come sta andando contro
gli ebrei!
Come
dovrebbero rispondere i Bianchi a tutto questo?
Non pretendo di conoscere tutte le soluzioni,
ma forse questo potrebbe essere il momento giusto per parlare con i nostri
amici e i nostri cari del perché le società multiculturali non funzionano?
Il
pericolo in cui si trovano attualmente gli ebrei potrebbe darci l'opportunità
di ricordare anche a loro perché incoraggiare e finanziare l'immigrazione di
massa non bianca nei nostri paesi non è una buona cosa – e perché anche
l'immigrazione ebraica in Occidente è stata un disastro.
Gli ebrei, dopo tutto, non si sono mai
veramente assimilati alla cultura cristiana occidentale.
Come élite mediatico-accademica, sono stati
determinanti nel cambiarla per adattarla a sé stessi, e gran parte di ciò è
stato quello di spostare i popoli di origine europea e le loro culture.
La
loro fedeltà alla loro patria etnica rimane una potente corrente tra gli ebrei;
da qui i loro sforzi per dominare la politica
estera dei paesi occidentali
Molti
ebrei, come ci si potrebbe aspettare, negheranno che il loro popolo abbia avuto
un ruolo nell'"imbrunimento" dell'Europa e dell'America.
Ma
sospetto che un numero crescente di ebrei ammetterà questa inquietante realtà.
Come
possono non farlo quando per decenni gli ebrei sono stati in prima linea in
ogni causa politica e sociale che distrugge la cultura, compresa quella
dell'immigrazione di massa?
Motivi
di ottimismo
Unz.com
- JAMES EDWARDS – (17 NOVEMBRE 2023) – ci dice:
Adattato
dalle osservazioni fornite alla 20a conferenza sul Rinascimento americano, 12
agosto 2023.
Questa
è in realtà la terza volta che parlo davanti a un incontro del Rinascimento
americano.
E ogni volta che “Jared” mi chiama e mi chiede di parlare,
penso tra me: "Dannazione. Molte persone devono averlo rifiutato quest'anno. Ma
farò del mio meglio per non rovinare tutto oggi, o almeno per non cadere dal
palco.
Ma
dovrei subito menzionare il fatto che un certo “Samuel Jared Taylor” ha fatto più apparizioni come ospite
nel mio programma radiofonico settimanale di qualsiasi altro sfidante e, come
puoi immaginare, siamo diventati amici nel corso di questo periodo.
Quindi,
quando ero a Washington nel gennaio del 2017 con due credenziali stampa per
vedere Donald Trump prestare giuramento come presidente degli Stati Uniti, a
chi pensi che abbia chiesto di unirsi a me?
Naturalmente,
se sei a Washington e hai una credenziale stampa del genere, lo chiederai a Jared.
E così
eccoci lì, seduti tanto distanti dal presidente quanto sono seduto io da “Jared”
in questo momento, mentre prestava giuramento e prestava giuramento.
E la stampa riconobbe” Jared” a prima vista
quel giorno e venne a intervistarlo. Penso che fossero un po' confusi e forse
un po' sconcertati su come eravamo tra loro quel giorno.
L'ultima
volta che ho parlato ad AmRen è stato nel 2016 alla conferenza di primavera di quell'anno.
Avevo
appena intervistato Donald Trump, Jr., e i media ne sono rimasti apoplettici
per almeno un anno.
In
realtà, il “New York Times” e il “Washington Post” potrebbero ancora scrivere
articoli al riguardo.
Non ci
sono mai aggiornamenti, ma ciò non impedisce che sia una notizia dell'ultima
ora.
Ma
quell'anno dissi con sicurezza che Donald Trump sarebbe stato eletto presidente
degli Stati Uniti.
Nella
primavera del 2016, molte persone non ci credevano, anche quelle che volevano
che lo credesse.
È il messaggio che condividerò con voi oggi lo
condivido con la stessa dose di fiducia.
Il
2016 è successo solo otto anni fa, ma siamo un mondo lontano da dove eravamo
allora.
E per molti aspetti, forse inavvertitamente, è
grazie a Donald Trump che sono arrivati tutti questi cambiamenti, che ci
offriranno opportunità che prima non esistevano.
E
lasciatemi anche assicurarvi, prima di continuare, che qualsiasi ingenuità
giovanile che potrei aver posseduto una volta è stata annientata da tempo.
Sono
stato attaccato praticamente da tutti i media del mondo prima o poi: un
incessante battito di tamburi di ridicolo, calunnia e condanna.
Ho un
record incontaminato di battute d'arresto e sconfitte.
Sono
stato denunciato per nome e a verbale dal Congresso degli Stati Uniti. Sono
stato bannato da ogni piattaforma di social media e da ogni società di
elaborazione di carte di credito del pianeta.
Ma ho
avuto ragione anche su molte cose in quel periodo.
E sono
ancora pieno di zelo perché credo che la nostra causa sia giusta e che le cose
cambieranno per noi.
Le cose cambiano.
Mark
Weber è un
uomo per il quale nutro un immenso rispetto. Ha fatto un'osservazione molto
semplice ma profonda durante il suo ultimo discorso al “Forum di Scandza”.
"Le
cose non andranno sempre così".
Quando
ho iniziato a dedicarmi all'attivismo e alla difesa, come tutti i ragazzi,
pensavo che avrei potuto girare il timone da solo.
Il motivo per cui non avevamo ancora vinto era
semplicemente perché non ero arrivato sulla scena.
Ma non ci ho messo molto a capire che questo
problema sarebbe stato un po' più difficile da risolvere.
Ho rapidamente rinunciato a quel pensiero e ho adottato
la mentalità secondo cui avrei servito felicemente come fedele pastore di
qualunque gregge avessi.
Ma ora
comincio a pensare che abbiamo una reale possibilità di assistere a qualcosa di
straordinario in arrivo nel brevissimo termine.
Questo
impero corrotto e appiccicoso sotto il quale viviamo non resisterà alla prova
del tempo.
Nessun
impero lo fa mai. Gli Stati Uniti non faranno eccezione.
Questo
posso dirtelo.
È un
peccato per tutti noi qui presenti che siamo nati durante il punto più basso
dell'esperimento americano.
Abbiamo
passato una vita a guardare le cose peggiorare progressivamente.
E
quando senti i media dell'establishment parlare di progresso, credimi, qualcosa
è semplicemente peggiorato progressivamente.
Abbiamo
osservato per anni come la società in generale sia andata in malora senza che
se ne veda la fine.
Ma poi
inspiegabilmente, e soprattutto negli ultimi due anni, i bianchi dell'America
centrale hanno ricominciato a mostrare il polso.
Non
fraintendeteci, la base del Partito Repubblicano – l'elettore medio di Trump –
sta mostrando segni di una coscienza razziale emergente.
E ci
sono montagne di dati statistici e prove aneddotiche a sostegno della mia
affermazione.
Ma
prima fate un viaggio indietro con me, se volete, alla fine degli anni 2000,
proprio nel periodo in cui persone come me, Jared e Peter Brimelow stavano facendo le nostre ultime
apparizioni come ospiti su CNN, Fox News, C-SPAN e altri canali mainstream simili.
Sì, ci
avevano addosso. Parlano ancora di noi.
Semplicemente
non ci parlano più, e c'è una differenza in questo.
Ma se
si guarda allo stato del cosiddetto conservatorismo a quel tempo, si vedevano i
bianchi disamorati parlare a favore di persone come Glenn Beck.
Per
fortuna quei giorni sono passati: i giorni del Tea Party.
Non che gli stessi “Tea Partiers” fossero
necessariamente ridicoli, ma le persone che affermavano di rappresentare il
movimento lo erano sicuramente.
Peter
Brimelow e io siamo stati intervistati dalla CNN in tandem.
"I
bianchi sono oppressi dal punto di vista razziale?" era la domanda.
Ma è
stato in risposta alla manifestazione di “Glenn Beck” che ha avuto a Washington
al Lincoln Memorial.
E
questo è quello che stava succedendo all'epoca all'interno della base che
sarebbe poi diventata la base Trump.
Glenn
Beck diceva
cose del tipo:
"Eccoci
qui, e ora mi trovo qui dove una volta si trovava il grande Martin Luther King
Jr.
Ma
permettetemi di fare un passo indietro perché non ho il diritto di stare sullo
stesso piedistallo del dottor Reverendo King".
Non
possiamo vincere con un ragazzo del genere, ed è questo che mi ha portato a
scrivere il “libro Sciamanismo del razzismo”:
come i
liberali usano la parola R. Allora la gente ancora non lo capiva ed era scritto
a livello elementare per uno scopo introduttivo.
Ma la gente non capiva cosa intendessero i
nostri oppositori con la parola "razzismo".
Non lo
intendevano nel modo in cui molte persone pensano che lo facciano. Vogliono
solo che ti ritiri dal campo.
Lanciano
accuse del genere per farti girare le ruote piuttosto che concentrarti sul
realizzare effettivamente qualcosa.
Ma ora
la gente lo capisce, in gran parte, credo, grazie a Trump.
Trump
è stato denunciato praticamente ogni giorno come un "razzista", un
"bigotto", un "suprematista bianco" o un
"fascista" ogni singolo giorno, dal giorno in cui è sceso da quella
scala mobile nella Trump Tower.
Penso
che abbia intorpidito le persone rispetto al dolore che una volta avevano
queste parole "stai zitto".
La
sinistra ha esagerato.
Trump avrebbe potuto curare il cancro o
camminare sull'acqua e il titolo sarebbe stato: "Donald Trump è un
razzista".
Le
persone cominciano sempre più a capire di cosa parlava il defunto Bob Whitaker.
Queste
persone non sono antirazziste. Sono anti-bianchi. Abbiamo fatto molta strada su
questo fronte in un breve lasso di tempo.
Dove
siamo ora?
Per
rispondere, condividerò con te alcune statistiche e alcuni dati che ti
aiuteranno a prepararti. Ecco un titolo.
"Il
73% degli elettori di Trump pensa che i democratici stiano cercando di
sostituire i bianchi con immigrati e persone di colore che condividono le loro
opinioni politiche, un nuovo risultato scioccante nei sondaggi".
Ora
questi sono i numeri con cui possiamo vincere.
Il 73%
di decine di milioni di persone, e queste persone sono meno ingenue riguardo
alla razza nell'”era
post-George Floyd-Joe Biden”.
“Blake
Masters”, che si è candidato al Senato dell'Arizona nel 2022, ha apertamente
incolpato la violenza armata delle "persone di colore, francamente",
secondo un titolo dell'epoca.
Ed
ecco il bello di dire la verità: una volta che alcune persone iniziano a farlo, anche
altre persone iniziano a farlo.
Può
essere contagioso in questo modo.
Tulsi
Gabbard,
forse l'ultima democratica onesta – o ex democratica, per così dire – ha
recentemente aggiunto il termine "anti-bianco" al suo vocabolario.
Non
c'è niente di sbagliato nel prendere tempo in questo momento perché le persone
ci stanno rapidamente raggiungendo.
Non
dobbiamo uscire e fare nulla perché le persone ci arrivano secondo il loro
programma.
Ma
fino a che punto stanno recuperando terreno?
Secondo
me, mentre parliamo, il terreno si sta spostando ed è osservabile in tempo
reale.
Come
stiamo cominciando a vedere, milioni di elettori repubblicani bianchi credono
che avere un leader forte sia più importante che proteggere la "nostra
democrazia" con la “D” maiuscola, come scrive ora il “Washington Post” .
Secondo
un recente sondaggio di Yahoo News/YouGov, gli elettori di Trump dello “stato rosso” sono ora
più propensi a dire che starebbero meglio che peggio se il loro stato si
separasse, un argomento che affronteremo a breve.
Ma non
è solo qui che assistiamo a questi fermenti.
Il
leader ungherese, Viktor Orban, ha criticato gli europei occidentali perché, cito, "si mescolano con i non europei" e ha affermato che gli
ungheresi non vogliono diventare una razza mista.
Orban non è un candidato fallito al Senato
degli Stati Uniti e non è un ex membro del Congresso.
È il
primo ministro in carica di una grande nazione europea.
Nel
frattempo, persone come Ben Sassee, grazie a Dio, sono finite.
Sono
stati sostituiti. Liz Cheney ha ottenuto 30 punti.
La dinastia Bush/Cheney/Clinton è finita. Puf, se ne
sono andati. E sarebbe stato insondabile immaginarlo fino al 2015.
Diamo
un'occhiata a ulteriori dati sui sondaggi.
Un sondaggio pubblicato subito dopo l'insediamento di
Biden ha rilevato che l'87% degli elettori di Trump è preoccupato per la
discriminazione anti-bianca, l'80% degli elettori di Trump rifiuta la teoria
del cosiddetto "privilegio bianco", il 64% degli elettori di Trump
ritiene che la propria razza ed etnia siano importanti per la propria identità,
e il 40% degli elettori di Trump ritiene che la propria razza ed etnia siano
estremamente importanti per il proprio senso di identità.
Perché
tutto questo sta accadendo ora?
Le nostre idee non sono più corrette o giuste
oggi di quanto non lo fossero dieci anni fa, vent'anni fa, cinquant'anni fa o
cento anni fa.
Ma è
solo negli ultimi due o tre anni – non solo durante l'era Trump – che gran
parte di questo si è cristallizzato.
Che
cosa accadde in quel periodo che potrebbe aver causato lo sviluppo di questo
nascente senso di solidarietà razziale bianca?
Ho una lista:
1)-
Dall'estate di San Giorgio, almeno 200 monumenti confederati sono stati
distrutti da un'orgia di violenza di massa e dalle azioni dei governi di
sinistra. Si trattò di un assalto a tutto campo all'eredità americana che
andava da Robert
E. Lee ai Padri Fondatori ai missionari cristiani.
2)-
Donald Trump e i suoi sostenitori sono stati censurati ed eliminati da Internet
da “Big Tech”.
3)-
Sei mesi di violenza continua da parte di “Antifa” e “Black Lives Matter”,
dalla morte di “George Floyd” alle elezioni del 2020.
L'FBI
e il Dipartimento di Giustizia hanno chiuso un occhio su questa violenza.
4)-
L'FBI e il Dipartimento di Giustizia, di fatto, sono diventati un'arma contro
Trump e i suoi sostenitori. Hanno lanciato una guerra interna al terrorismo
contro ribelli inesistenti.
5)-Il
New York Times e i media dell'establishment sono andati oltre il livello di
cattiveria raggiunto negli anni precedenti, al punto che ora abbiamo attacchi
razziali contro i bianchi che sono diventati un bombardamento senza fine.
6)- La
definizione di razzismo è stata cambiata, e i conservatori ora capiscono che
"razzista" significa semplicemente qualsiasi persona bianca, almeno
nel modo in cui viene utilizzato dalla sinistra e da troppi “RINO” e
conservatori dell'establishment oggi.
La sinistra crede che tutti i bianchi siano
complici nel perpetuare il razzismo sistemico e la supremazia bianca.
7)-
L'establishment politico, culturale e aziendale ha abbracciato
"l'equità", un concetto che punisce i bianchi sulla base della razza.
8)-
Troppe persone da contare sono state derubate, licenziate e messe a tacere per
diversità di opinioni.
9)-
Donald Trump ha detto ai suoi follower che le elezioni del 2020 gli sono state
rubate a titolo definitivo e il 70% crede che sia vero.
10)- E
infine, c'è stata una spinta simultanea a indottrinare i bambini con la “Critical
Race Theory” e la “propaganda transgender” dall'asilo in poi.
Ma che
tipo di impatto pensi che tutte queste cose hanno avuto sugli atteggiamenti
razziali dei bianchi?
Ebbene,
secondo un altro incredibile sondaggio, nove elettori di Trump su dieci dicono
che i bianchi sono sotto attacco in America in una certa misura.
Ora,
questi la pensano come me.
E non
credo che il dentifricio tornerà nel tubetto su queste cose.
Avere
un senso di coscienza razziale bianca sta diventando sempre più in voga.
Ha
ancora senso etichettarci come gruppi di odio o estremisti? Secondo i dati dei sondaggi, ora
facciamo parte del mainstream.
I nazionalisti bianchi, se si vuole usare
questo termine, stanno ottenendo risultati migliori tra i sostenitori di Trump
rispetto ai giornalisti.
Per anni, il nostro collettivo ha lavorato
duramente nei vigneti e ora sta iniziando a dare i suoi frutti.
Ma a
volte devi aspettare che si presentino le giuste condizioni e che i tuoi nemici
giochino troppo.
Ora ti starai chiedendo, e se il nemico
vedesse quello che dici oggi e frenasse un po'? Non possono farlo. Non lo
faranno.
Sono così entusiasti dell'odio verso il nostro
popolo che non ci sono freni sul loro treno. Continueranno ad accelerare
l'inevitabile.
Ecco
altri numeri del sondaggio.
Il 92%
degli elettori di Trump pensa che i media mainstream siano identici al Partito
Democratico.
L'86%
vuole costruire un muro.
Il 77% si sente come se fosse stato
imbavagliato dalla correttezza politica. Il 62% vuole deportare tutti gli
stranieri illegali.
E
ancora, quando mi riferisco agli "elettori di Trump", sapete di chi
sto parlando: repubblicani bianchi, America centrale.
Gli
atteggiamenti stanno cambiando.
Quando vedi qualcuno come “Ron DeSantis dire correttamente in una conferenza
stampa che
il massacro della parata natalizia di “Waukesha” è stato un attacco
anti-bianco, cosa che ha fatto, datti una pacca sulle spalle, perché l'hai
fatto.
Questi politici stanno solo cercando di tenere il
passo con la situazione attuale dei loro elettori.
Ho una
teoria sulla natura umana che è a metà strada tra pragmatismo e cinismo: credo
che ci siano pochissime persone su entrambi i lati dello spettro politico che
hanno convinzioni inflessibili.
Quelli
di noi in questa stanza aumenteranno o cadranno con le nostre convinzioni,
qualunque cosa accada.
Certamente c'è un gruppo di persone dall'altra
parte dello spettro politico che vuole vederci distrutti a tutti i costi.
Ma la
maggior parte delle persone nel mezzo si prendono semplicemente cura di sé
stesse e delle proprie famiglie.
Faranno
e diranno tutto ciò di cui hanno bisogno per andare avanti nella vita.
Prenderanno il percorso di minor resistenza.
Si conformeranno a qualunque siano le tendenze
e le mode attuali della società. Beh, indovina un po'?
Faranno esattamente la stessa cosa quando
riprenderemo il controllo delle leve del potere istituzionale.
Preferirei,
naturalmente, che tutti fossero veri credenti, specialmente i nostri funzionari
eletti e i titani dell'industria.
Ma si
metteranno in riga ogni volta che arriverà il giorno in cui potremo esercitare
più influenza dei nostri avversari.
È così
semplice.
Il
cambiamento non è sempre così lontano come sembra.
Come
ho già detto, i politici stanno già cercando di tenere il passo con la base su
molte delle nostre domande.
Lo
stesso vale per gli influencer conservatori come “Charlie Kirk” e “Matt Walsh”.
Stanno
dicendo e facendo punti che hanno fatto cacciare persone come noi dalle loro
riunioni ed eventi solo un paio di anni fa.
Sta
già accadendo a singhiozzo.
Ma
ecco alcune altre cose che erano tabù e venivano discusse solo in riunioni come
questa che tutti abbiamo visto entrare nel mainstream conservatore negli ultimi
anni.
Abbiamo
membri del Congresso in carica che dicono cose come "i giornalisti sono
nemici del popolo" o "abolire l'FBI".
Donald
Trump ha fatto tantissimo per aiutarci a minare la fiducia in queste
istituzioni corrotte.
Ha
davvero accelerato le cose di decenni in questo senso.
La criminalità dei neri su bianchi, la Grande Sostituzione, il termine "anti-bianco",
la difesa
dei bianchi in generale, cose come l'opposizione all'azione affermativa, le assunzioni basate sulla razza, l'opposizione alla teoria critica
della razza, la denuncia dell'SPLC e dell'ADL.
Jumpy
Dumpty non
verrà rimesso insieme.
E non
è solo perché i bianchi stanno cominciando ad avere questo sviluppo della
coscienza razziale.
È perché la diversità e il multiculturalismo
hanno già preso la decisione per noi, che lo vogliamo o no.
Siamo
su un binario a senso unico.
Gli
Stati Uniti sono composti da molte nazioni litigiose che sono divise a metà.
Per
semplificare, pensate all'America dello stato rosso ea quello blu.
Non
solo queste due parti non possono essere d'accordo su una fede, una lingua, un
costume, un modo di vivere ed eroi simili – tutte cose che rendono una società
coesa – ma
non possono nemmeno più essere d'accordo su cosa sia un uomo o una donna.
Potete
stare certi che il tempo è poco per una società del genere.
Non
andrà avanti per sempre.
In
questo momento il sistema è sottoposto a una notevole quantità di stress, non
ultimo quello che riguarda i numerosi arresti e incriminazioni di Donald Trump.
Questo
è un uomo che viene trascinato in tribunale su e giù per la costa orientale. È
senza precedenti nella storia americana.
Non sto solo dicendo che nessuno vivo oggi
l'ha visto prima.
Nessuno
nella storia della Repubblica, da Jamestown a Plymouth Rock, ha mai visto nulla
di simile prima.
L'America
dello stato blu sta tentando di mettere in prigione il presidente dell'America
dello stato rosso.
Allo
stato attuale delle cose, stiamo osservando Trump, che è attualmente in testa
nei sondaggi su Biden, vincendo la nomination repubblicana, essendo stato
condannato per molteplici reati ed è stato mandato in prigione per più vite
durante il ciclo elettorale del 2024.
Date
queste circostanze, è quasi impossibile pensare a ciò che potrebbe riservarci
il prossimo anno.
Ma
questo scenario e la catena di eventi che potrebbe scatenare sarà qualcosa da
vedere.
Penso che l'anno prossimo ci aspetta qualcosa
che potrebbe cambiare il corso della storia.
Per
essere chiari e per ribadire, l'attuale presidente degli Stati Uniti sta
utilizzando il Dipartimento di Giustizia per eliminare il suo principale rivale
alle prossime elezioni.
Non si
può esagerare quanto sia radicale.
Come Brad Griffin ha ulteriormente sostenuto:
Potrebbe
trattarsi di una crisi costituzionale.
Un
voto per Trump è un voto per portare tutto questo al culmine.
Dopo
il 6 gennaio, i democratici non accetteranno mai la legittimità di una vittoria
e di una presidenza di Trump.
Il Deep State (dei DEM) non accetterà mai una
presidenza Trump alla luce delle sue minacce.
I
sostenitori di Trump non accetteranno mai l'illegittimità della sua
incarcerazione o della sua rimozione dall'incarico come risultato di questa
caccia alle streghe. Nessuno prenderà l'iniziativa.
Ma tutta
la polarizzazione e l'animosità che si sono accumulate per decenni potrebbero
presto esplodere.
Sono
d'accordo. Gli eventi si stanno muovendo a un ritmo più veloce che mai.
Sentiamo l'attrazione della cascata.
Ricapitoliamo.
Il
principale candidato repubblicano alla presidenza, l'ex presidente, è stato
incriminato qua e là.
La più
grande guerra terrestre in Europa dalla seconda guerra mondiale è scoppiata e
può andare fuori controllo in qualsiasi momento.
Non
dimenticate di tenere d'occhio anche Taiwan e la Cina.
I
"normies" si sono radicalizzati nel senso migliore del termine negli
ultimi tre anni sotto Joe Biden.
La
maggior parte delle persone nel paese ora si aspetta che ci sia una guerra
civile nel corso della loro vita.
La polarizzazione è fuori scala.
Le
generazioni "Più Grandi" e "Silenziose" sono nei cimiteri.
L'ordine del secondo dopoguerra è destabilizzante. L'intero sistema sta
perdendo la sua legittimità agli occhi di milioni di persone.
Sono
pronti per un cambiamento rivoluzionario.
Cambiamenti rivoluzionari come questo possono
avvenire molto gradualmente e poi molto rapidamente, tutti in una volta.
La
fiducia dell'opinione pubblica nelle istituzioni sta semplicemente svanendo tra
vaste fasce della popolazione.
Le
persone che rappresentano la metà del paese hanno perso la loro fiducia nei
media, nell'esercito, nelle forze dell'ordine federale, nel sistema giudiziario
e persino nelle stesse elezioni.
C'è una profonda sfiducia, a dir poco, nei
confronti del governo federale.
Questo
è necessario prima che possa avvenire qualsiasi cambiamento reale. Dovete
spogliarvi di questa fiducia in queste istituzioni e abiurare il regno.
E
questo è un altro regalo, credo, che Trump ci ha inavvertitamente fatto.
Non
credo che volesse farlo, per essere chiari, ma era il risultato inevitabile
della sua presenza sulla scena politica.
Trump
ha ripetutamente detto che non può ottenere un processo equo a “New York” o
Washington DC”, e ha assolutamente ragione.
La
legge è stata completamente strumentalizzata.
Guardate
cosa sta succedendo oggi a Charlottesville, più di sei anni dopo il raduno “Unite
the Right”, dove ci sono uomini che vengono
arrestati solo ora per aver acceso “torce tiki”.
Rischiano
cinque anni di carcere per aver esercitato i loro diritti sanciti dal Primo
ritiene.
Nel
frattempo, allo stesso evento, lo stesso giorno e alla stessa ora, c'era un
uomo di colore con un lanciafiamme improvvisato che stava sparando attivamente
verso le persone e, per quanto ne so, non ha mai avuto problemi.
E questo è ciò che la legge è ora. L'unica cosa che conta quando si va
in tribunale negli stati blu in questi giorni è da che parte stai.
Tutto
ciò dimostra che Trump e i suoi sostenitori semplicemente non possono ottenere
un processo equo o ricevere una giustizia equa.
In questa fase avanzata di declino, credo che
riformare il sistema esistente sia assolutamente fuori questione.
E non
mi sentivo così nel 2017, ma mi sento così adesso e lo faccio ormai da alcuni
anni.
Sono
arrivato al punto in cui non voglio rendere di nuovo grande l'America, come
insistono Trump e i suoi seguaci.
Voglio lasciarlo alle spalle e imparare dagli
errori.
E la
legittimità del sistema deve evaporare prima che questo cambiamento possa
avvenire.
Per
fortuna, siamo sulla buona strada.
Le
persone hanno perso la fiducia nel sistema.
Entrambe
le parti si vedono come nemici mortali in un conflitto esistenziale.
Il divario anche solo quattro o cinque anni
fa, durante il primo mandato di Trump, non era così ampio come lo è adesso.
Le
cose non torneranno alla normalità.
Deve
verificarsi un evento che allievi questa pressione crescente, questo stress, in
un modo o nell'altro.
E
penso che ci aspetta uno sconvolgimento, una guerra o una sorta di
riallineamento economico.
Il
malcontento che ribolle appena sotto la superficie dovrà essere sfogato.
Sta
diventando sempre più chiaro, sicuramente ormai, che non possiamo votare per
escluderci da questo.
Questo
paese è disgenico in molti modi e degenerato praticamente in ogni modo.
L'America
dello stato blu sta cercando di mettere in prigione il presidente dell'America
dello stato rosso.
Le legislature statali conservatrici approvano
abitualmente leggi solo per vederle ribaltate da giudici federali disonesti
provenienti da altre parti del paese.
Ma se
queste cose possono ampliare ulteriormente il divario, allora dovremmo
accoglierlo con favore, perché almeno questo ci dà l'opportunità di considerare
soluzioni alternative. La balcanizzazione dell'America potrebbe non essere una prospettiva
piacevole, ma è accaduta a molte nazioni diverse nel corso della storia. Perché
dovremmo essere un'eccezione?
Con
l'attuale accordo dobbiamo capire che il nostro popolo non ha futuro in questo
continente.
Se
continuiamo su questa strada non avremo futuro.
Questa
è una certezza demografica.
La nostra salvezza potrebbe benissimo
risiedere nella separazione.
E se un divorzio nazionale – potete chiamarlo
secessione se lo scegliete – è ciò che è nel nostro futuro, allora tanto vale
cominciare a prenderlo seriamente in considerazione, come ho fatto io.
Ho
avuto l'opportunità di scrivere il capitolo di apertura di un libro pubblicato
di recente,
L'onorevole causa.
La
questione del divorzio nazionale viene esaminata attraverso la lente
dell'identità meridionale, ma le idee che io e i miei 11 coautori abbiamo
inserito in questo sono applicabili a tutte le persone, un certo numero di riviste e
giornali internazionali e, naturalmente.
È un
libro serio che solleva una questione seria.
Perché
questo libro e il suo messaggio hanno trovato un pubblico adesso?
Ti dirò.
Un
recente sondaggio Rasmussen ha rilevato che il 47% degli elettori repubblicani
sostiene il divorzio nazionale.
Te l'avevo detto che saremmo tornati su
questo. Sempre più repubblicani sostengono queste idee.
Che si
tratti di opporsi all'anti-witismo, o alla Grande Sostituzione, o di sostenere un divorzio
nazionale come fanno anche figure repubblicane tradizionali come la deputata “Marjorie Taylor Greene”, le nostre idee
"estremiste" sembrano sicuramente diventare mainstream.
Il
Paese è più polarizzato ora che in qualsiasi momento dai tempi della Guerra tra
gli Stati.
Abbiamo differenze inconciliabili, per usare
un eufemismo.
Milioni di persone sono aperte alla secessione
e l'opinione pubblica sta cominciando ad accettarlo.
I
movimenti di secessione stanno nascendo in tutto il paese e non solo in teoria.
Potresti
aver sentito che parti dell'Oregon stanno votando a livello di contea per
staccarsi e unirsi all'Idaho, per esempio.
Ma
sapevate che questo è successo in Texas proprio l'estate scorsa?
La “rivista
Salon” ha recentemente scritto che "i repubblicani del Texas hanno avuto un assaggio
di quanto sia diventato di destra il loro partito.
Alla
convention statale del Partito Repubblicano, i delegati hanno dichiarato
ufficialmente Joe Biden un presidente illegittimo e hanno proposto di abrogare il “Voting
Rights Act” del 1965.
Questo
non è il Partito Repubblicano del Massachusetts, che compete un po' come fanno
i generali di Washington.
Questo
è il più grande partito repubblicano del paese, il partito repubblicano del
Texas.
E sì,
il tema della secessione sembra avere un battito cardiaco in Texas.
“Rolling
Stone” ha riferito che il rappresentante dello stato del Texas Bryan Slaton aveva presentato un disegno di legge
che avrebbe indetto un referendum per la secessione del Texas dagli Stati Uniti
nella votazione del 2024.
Il disegno di legge 3596 della Camera avrebbe
consentito ai texani di votare, cito: "Se lo stato debba o meno indagare
sulla possibilità dell'indipendenza del Texas e presentare potenziali piani al
legislatore".
In una
dichiarazione, Slaton ha scritto:
"Dopo
decenni di continui abusi dei nostri diritti e delle nostre libertà da parte
del governo federale, è tempo che il popolo del Texas faccia sentire la propria
voce".
Penso
che accadrà l'anno prossimo? No, non lo so.
Ma il
nocciolo della questione è che non sono solo le persone dei “Sons of Confederate Veterans” a parlarne.
Si
tratta di funzionari attuali ed ex eletti nei governi di contea e nelle
legislature statali.
Ho un
altro esempio di cui posso quasi garantire che non hai sentito parlare. Sapevate che la questione della
secessione è già arrivata all'aula della New Hampshire State House? Un titolo del “Portland Press Herald”
recita:
"La Camera del New Hampshire vota sulla
secessione dagli Stati Uniti".
La
proposta prevedeva che "l'indipendenza dagli Stati Uniti e tutti i riferimenti agli
Stati Uniti negli statuti e nei regolamenti della Costituzione dello Stato del
New Hampshire fossero annullati".
Ora,
come probabilmente hai intuito, è fallito, altrimenti ne avresti davvero
sentito parlare.
Ma 13
parlamentari hanno votato a favore e, così facendo, il deputato Matthew Santonastaso ha sostenuto che era solo questione
di tempo prima che l'Unione crollasse.
"Il divorzio nazionale avverrà. È
inevitabile e abbiamo l'opportunità di superare tutto questo", ha
affermato.
Oregon,
Texas, New Hampshire: al momento sono semplici scosse, ma qualcosa sta
succedendo.
La
secessione, tra l'altro, è al 20% nel New Hampshire.
È uno
su cinque l'ultima volta che ho controllato.
I
nostri problemi non sono né più né meno validi oggi che nei decenni o nelle
generazioni precedenti, come ho detto prima, ma il momento non era quello
giusto.
Le
condizioni non erano ancora favorevoli, ma ci stanno arrivando.
La
retorica politica è diventata molto più stridente e apocalittica da entrambe le
parti.
Le attuali tendenze di disintegrazione
culturale, polarizzazione e instabilità politica non possono continuare per
sempre.
Una
volta raggiunta una certa soglia, l'instabilità si trasforma in conflitto, e il
conflitto risolve la polarizzazione sconfiggendo una parte o l'altra e
stabilendo una nuova normalità.
Questo è ciò che accadrà e non abbiamo bisogno
di fare nulla per affrettare la giornata.
Non
dobbiamo praticare o sostenere la violenza in alcun modo, poiché il sistema sta
rapidamente crollando e perde credibilità e legittimità su base giornaliera.
Perché
non abbiamo già vinto?
Molte
persone ora sono d'accordo con noi. Le condizioni stanno diventando più
favorevoli.
Allora
perché non abbiamo ancora girato l'angolo? Non così in fretta.
Ci
sono molte ragioni per questo, non ultimo il fatto che la nostra gente è ancora
del tutto troppo a suo agio.
La
nostra gente dovrà prima soffrire un po' di più.
Non
penso che la nostra gente – non la gente qui oggi, ma la nostra razza in
generale – meriti una sorta di evento deus ex machina per tirarci fuori dagli
errori che abbiamo commesso.
Penso che dovremo imparare da loro.
Forse
dovremo imparare alcune dure lezioni. Anche se, ovviamente, potremmo sperare
che Trump
sia come Sansone e porti con sé la rovina della casa.
Ma
raramente le cose sono così semplici e dovremo essere messi alla prova. Dovremo
essere resi duri di nuovo.
Raro è
l'uomo disposto a correre dei rischi quando è relativamente contento.
Ma un gruppo di persone che soffrono insieme
si uniscono.
Prima
dovrà accadere un evento. Non penso che sarà così facile come l'elezione o
l'incarcerazione di Trump, anche se penso che questo ci porterà più avanti
sulla strada. Ma un collasso economico qui, una guerra nucleare là – ehi, chi
lo sa?
Il
punto è questo: aspettate fino a quando tutte queste persone che ora sono d'accordo con
noi e che stanno diventando un po' più coraggiose si troveranno ad affrontare
la realtà che non possono pagare l'affitto, nutrire sé stesse e le loro
famiglie e tenere i propri figli al caldo.
Non
tutte le crisi del genere portano a una soluzione favorevole, ma alcune crisi
possono renderlo possibile e questo è tutto ciò che possiamo realisticamente
sperare.
Tutto
ciò che possiamo sperare è una possibilità.
Questo
sistema gonfio che ci governa non crollerà facilmente. Questo sistema di
totalitarismo morbido diventerà molto più rigido quando inizierà ad essere
esercitata una reale pressione contro di esso.
In
quel momento faresti molto bene a ricordare che non sei un individuo, ma parte
di un collettivo che esiste all'interno di un continuum che ci collega ai
nostri lontani antenati e ai nostri futuri discendenti.
Le
nostre vite individuali significano molto poco rispetto a qualcosa di così
grande e meraviglioso.
E se
permettete a voi stessi di separarvi da tutte le cose che ci rendono ciò che
siamo e ciò che siete voi – le nostre tradizioni, i nostri eroi, le nostre
feste, la nostra fede, la nostra cultura – allora siete praticamente già morti.
Allora,
di cosa ti preoccupi? Questo è qualcosa che dovrebbe temprare i tuoi nervi.
E a
volte le cose si fanno difficili, potresti perdere gli amici.
Potresti
avere problemi con il lavoro, potresti perdere il lavoro.
Ehi,
questa è una cosa difficile. A volte succedono queste cose.
Ma
qualunque cosa accada, non tradire mai un fratello. Non comportatevi mai in un
modo che porti disonore alla nostra causa e al nostro popolo, specialmente
quando siete sotto attacco.
È una
cosa stimolante impegnarsi nella lotta del proprio tempo.
Risveglia
quello spirito faustiano che esiste nei cuori e nelle menti degli uomini
dell'Occidente.
I
grandi uomini non si creano mai se non attraverso grandi prove.
Le
avversità non sono ostacoli, ma piuttosto la nostra più grande opportunità per
migliorare, forgiare il nostro carattere, lavorare di più, diventare più
intelligenti e dimostrare il nostro valore.
So che
sembra un cliché. È un cliché.
Ma il
futuro non è stato ancora scritto e durante il nostro tempo limitato sulla
terra abbiamo voce in capitolo su come andrà.
Dovresti
accoglierlo con favore. Tendiamo a vedere le cose solo attraverso la lente
della nostra brevissima vita.
A
volte è difficile vedere prima o oltre le nostre esperienze personali.
Sono
sicuro che ad un certo punto durante i 700 anni in cui la penisola iberica fu
occupata dai musulmani, quelle persone avranno sicuramente pensato che la fine
fosse arrivata.
Ma le
cose andarono meglio, e quando finalmente si liberarono dalle catene, iniziò
l'era dell'esplorazione e la nostra gente conquistò il mondo.
L'impero
azteco era all'apice del suo potere circa cinque minuti prima che Cortez
sbarcasse sulla riva armato di 600 uomini e con la determinazione di bruciare
le barche.
E sono sicuro che il popolo russo – quelle
belle persone che hanno sofferto, sono state uccise e affamate dai bolscevichi
e dai comunisti – pensavano che il sole non sarebbe mai più sorto.
Ma
basti dire che adesso c'è un nuovo sceriffo in città.
Sto
paragonando le mele alle arance?
Lo sto semplificando troppo? Forse.
Erano
tempi diversi, persone diverse e situazioni diverse.
Ma le cose cambiano, e cambieranno anche qui.
Avremo
bisogno di un leader.
Avremo
bisogno di qualcuno che possa sfruttare l'energia. Le rivoluzioni vengono
dall'alto.
Non
sono dal basso verso l'alto.
Avremo
bisogno che quell'uomo entri nel momento, quel momento in cui il tempo e le
circostanze si intersecano e il cambiamento può avvenire.
Quell'incrocio
dove trovi il luogo dove il messaggio incontra la gente.
Quindi
che non tutti possono essere sinceri. Capisco che la situazione di ognuno è
diversa. Non tutti hanno le stesse opportunità di servire. Ma tutti possono
sostenere o servire in qualche modo.
Ci
sono così tante persone su questo podio questa fine settimana e tra la folla
stessa che meritano il vostro sostegno.
Fai il
tuo dovere per far parte della squadra. Partecipa a tutti i modi possibili. Ti
farà sentire bene essere uno stakeholder.
Ci
sono stato per tutta la mia vita adulta.
Ora ho
circa 40 anni. Mia moglie è qui con me oggi. È stata con me fin da prima del
primo passo.
Non
permettete mai a nessuno di dirvi che avere queste convinzioni rette e sincere
vi rassegnerà a una vita familiare caotica o disfunzionale. Ho tre bambini
piccoli. Ho già condotto una vita piena in molti modi.
Ho
vissuto, ho amato, ho combattuto.
Finora
è stato un viaggio straordinario e gratificante, con pochi preziosi rimpianti.
Penso che le cose cambieranno, anzi, sono convinto che sarà così.
Penso
che la nostra gente abbia troppo talento e sia troppo meravigliosa per agire in
questo modo e, francamente, il sistema attuale è troppo assurdo e disfunzionale
per essere sopportato.
Non
posso dirvi l'ora esatta, il luogo o il catalizzatore che determinerà il nostro
perno.
Ma
voglio che tu creda che un giorno si aprirà una finestra di opportunità che
consentirà di ripristinare l'ordine.
Ma se
mi sbaglio, e se stiamo per iniziare l'ultima buona battaglia che la civiltà
occidentale potrà mai conoscere, allora affrontiamola con la stessa determinazione
con cui il
generale confederato Patrick Cleburne affrontò le battaglie del suo tempo
quando disse:
"Se questa causa così cara al mio cuore è
destinata a fallire, prego il cielo di lasciarmi cadere con essa, mentre il mio
volto è rivolto verso il nemico e il mio braccio combatte per ciò che so essere
giusto".
Grazie,
signore e signori.
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