La rivolta contro il genocidio dei popoli sarà l’inizio della rivoluzione globale.
La
rivolta contro il genocidio dei popoli sarà l’inizio della rivoluzione globale.
Massacro
imperialista in Medio
Oriente
– Socialismo o barbarie!
Rivoluzione.red.it – (12 Gennaio 2024) –
Redazione Editoriale – ci dice:
L’editoriale
di Rivoluzione n. 104.
“Sebbene
il Medio Oriente continui ad essere afflitto da problematiche ricorrenti, la
regione è più tranquilla di quanto non lo sia stata per decenni.”
Questo scriveva in un saggio il 2 ottobre
scorso “Jake Sullivan”, consigliere per la sicurezza nazionale del governo
statunitense. Scendendo più nei particolari,” Sullivan” aggiungeva anche che
“abbiamo ridimensionato la crisi a Gaza”.
La
totale mancanza di prospettive e la miopia della classe dominante del paese più
potente del pianeta non si potrebbe illustrare in maniera più efficace.
Dopo
soli cinque giorni, l’attacco di “Hamas” smentiva questa descrizione:
dal 7 ottobre è esplosa in Palestina la guerra
più cruenta da decenni a questa parte. Un conflitto che ora minaccia di
estendersi a tutta la regione mediorientale.
Tre
mesi di attacchi dell’esercito israeliano (IDF) a Gaza hanno causato una
carneficina di proporzioni inaudite.
Mentre
scriviamo, i morti nella Striscia sono quasi 23mila, oltre 60mila i feriti e
7mila i dispersi.
Mille
sono i bambini mutilati (in quasi due anni di guerra, in Ucraina si contano 30
casi simili), il 90% soffre di grave malnutrizione.
Secondo il” Wall Street Journal”, circa il 70%
delle 439mila case nella Striscia di Gaza e circa il 50% delle altre tipologie
di edifici sono stati significativamente danneggiati o completamente distrutti
da Israele.
In Cisgiordania, dove i coloni hanno mano libera e costruiscono
nuovi avamposti, i palestinesi uccisi sono oltre 300, con la complicità e
l’inazione dell’”ANP”.
La
Striscia è un mattatoio a cielo aperto.
Israele aveva suggerito l’evacuazione della
popolazione verso il sud di Gaza “per la vostra sicurezza”.
Risultato:
i corridoi “sicuri” sono stati bombardati senza pietà, i campi profughi di “Rafah”
e “Khan Youbis”, nel sud della Striscia, sono bersagli quotidiani per l’ “Idf”.
Come per il campo profughi di “Maghazi”, dove
la notte di Natale sono state uccise 70 persone.
“Danni collaterali” li ha chiamati Israele.
Tutta
la retorica sul diritto internazionale e sul rispetto delle convenzioni delle
Nazioni Unite si è rivelata per quello che è: specchietti per le allodole.
Sono
145 i funzionari dell’ONU uccisi a Gaza:
Israele
li considera “sodali di Hamas”.
La “stampa libera” occidentale nasconde e
minimizza i crimini di Israele. Chi li documenta viene tolto di mezzo: sono 77 i
giornalisti uccisi a Gaza in tre mesi, in stragrande maggioranza palestinesi.
Nel
capitalismo l’unica legge e l’unica verità valide sono quelle del più forte.
La
pulizia etnica a Gaza.
L’obiettivo
del “governo Netanyahu” è la pulizia etnica nella Striscia di Gaza.
Oltre
al piano originario di spingere tutti i gazawi nella penisola del Sinai, ora si
affianca la strada degli accordi con vari paesi africani, tra cui il Congo, che
“ospiterebbero” i profughi in cambio di finanziamenti.
Una
vera e propria deportazione. C
ome ha
spiegato il ministro dell’Intelligence, Gila Gamliel, “la migrazione è il
programma migliore e più realistico per il giorno successivo alla fine dei
combattimenti (…)
Non ci
sarà lavoro e il 60% dei terreni agricoli di Gaza diventeranno zone cuscinetto
di sicurezza”.
In un
progetto presentato dal ministro della Difesa” Gallant”, i confini di Gaza
saranno controllati da Israele, una forza multinazionale gestirà la
ricostruzione e un organismo politico palestinese gradito ai sionisti si
occuperà del governo civile.
Tale
proposta, formulata su pressione americana, ha scatenato la reazione
dell’estrema destra religiosa, che vorrebbe invece il controllo totale su Gaza.
Al di
là di queste divisioni, nei fatti stiamo assistendo alla fine dell’idea dei
“due popoli, due Stati” attraverso il tentativo di eliminazione fisica di uno
dei due popoli.
Washington
ha chiesto più volte a Israele di essere “più cauto” nella sua offensiva.
In
realtà, l’imperialismo USA finge di preoccuparsi della popolazione di Gaza.
Continua
a sostenere Israele senza esitazioni;
a
novembre la Camera dei Rappresentanti ha approvato aiuti militari per 14,5
miliardi di dollari.
Le preoccupazioni umanitarie sono solo una
cortina fumogena per l’opinione pubblica;
all’ONU
i rappresentati americani si oppongono a ogni risoluzione per il “cessate il
fuoco”.
Gli
Stati Uniti non hanno alternative:
sosterranno fino in fondo Israele perché è
l’unico alleato affidabile nella regione.
E lo
faranno a lungo, poiché l’offensiva a Gaza sta incontrando non poche
difficoltà.
Nonostante
la sproporzione di forze in campo e contro tutte le previsioni, la resistenza
dei palestinesi è estremamente agguerrita.
Israele
non ha piegato “Hamas e le altre milizie”, non ha liberato gli ostaggi e, a
livello internazionale, mentre l’appoggio di massa ai palestinesi non accenna a
diminuire, Israele e l’imperialismo USA sono sempre più isolati.
Per
Netanyahu, tuttavia, non esiste un piano B, l’unica garanzia di sopravvivenza
politica (anche personale) è non solo quella di continuare, ma anzi di
allargare il conflitto.
La
destabilizzazione del Medio Oriente.
In
realtà la regione mediorientale è destabilizzata da decenni e la responsabilità
sono da addebitare all’imperialismo americano, a cominciare dall’invasione
dell’Iraq del 2003.
L’esito
del rovesciamento di Saddam Hussein e degli altri conflitti degli ultimi
vent’anni, dalla guerra in Libano del 2006 tra Israele e Hezbollah a quella in
Siria del decennio scorso, è stato contrario ai desiderata degli Stati Uniti:
il
rafforzamento dell’influenza dell’Iran in Medio Oriente.
La
guerra a Gaza ha fornito l’opportunità a Washington, che condivide questo
obiettivo con Israele, di limitare questa espansione di Teheran.
Non a
caso dopo il 7 ottobre gli americani hanno inviato navi da guerra nella
regione, sia nel Mediterraneo orientale che nel Mar Rosso.
I piani
dell’imperialismo si devono tuttavia confrontare con un ostacolo: il movimento
formidabile di solidarietà verso i palestinesi che si è scatenato in tutto il
mondo arabo, che ha rinfocolato i terreni di scontro già aperti da tempo.
Uno di
questi si trova in Yemen.
Le
rivoluzioni arabe nel paese affacciato sul golfo di Aden si sono espresse nella
rivolta della minoranza” houthi”, di professione sciita, da sempre
discriminata.
Per schiacciare la rivolta, l’Arabia Saudita,
assieme ad altri Stati arabi e africani (con l’appoggio della “comunità
internazionale”), ha lanciato l’invasione dello Yemen nel marzo del 2015.
Nel
silenzio dei mass media, l’intervento ha provocato, in questi otto anni, oltre
200mila vittime e 2 milioni di profughi.
L’azione
saudita non è riuscita a sconfiggere le “milizie houthi”, che controllano
tuttora l’ovest del paese.
Dalle
loro postazioni, sono state le uniche ad aver intrapreso un’azione militare
contro Israele in risposta ai suoi bombardamenti su Gaza.
Hanno iniziato con il lancio di missili contro
le città israeliane, che sono stati in gran parte intercettati;
in seguito hanno iniziato a prendere di mira
le navi che transitano dallo stretto di “Bab el Mandeb” per entrare nel Mar
Rosso e poi nel Canale di Suez.
Attraverso
questa rotta si svolge il 12% del traffico marittimo mondiale e, ad oggi, metà
delle navi dirette verso Israele attraverso il Mar Rosso (che trasportano, tra
l’altro, rifornimenti di armi e combustibile) sono state bloccate, mentre le
principali compagnie di navigazione hanno optato per rotte alternative.
Gli “attacchi
houthi” non hanno fatto alcuna vittima, ma subito la “comunità internazionale”
si è mobilitata contro i “terroristi” che minacciano di bloccare “l’economia
globale e il libero flusso del commercio”, come dichiarato dai membri della
coalizione “Guardiano della prosperità”, assemblata dagli Stati Uniti e di cui
fa parte anche l’Italia.
Le operazioni militari hanno già provocato
l’affondamento di tre navi houthi e la morte di dieci ribelli.
La
difesa del profitto e dell’ordine imperialista vale immensamente di più della
vita di un bambino palestinese.
Infatti, mentre ogni reazione dei palestinesi
e di chi si schiera dalla loro parte è definita un atto di terrorismo, lo
stesso metro di valutazione non viene utilizzato per le azioni di chi è
arruolato nel “mondo libero”.
Il 4
gennaio scorso gli USA hanno ucciso a Baghdad uno dei leader di Hashd al-Shaabi
(Forze di Mobilitazione Popolare), le milizie paramilitari filo-iraniane, nate
per combattere l’ISIS ma ormai ufficialmente parte integrante delle forze
armate irachene.
Un
portavoce della Casa Bianca ha giustificato l’azione come “una risposta
proporzionata alla minaccia agli interessi americani”.
Il giorno di Natale, Israele aveva eliminato
un importante generale dei pasdaran iraniani a Damasco.
Gli
USA mantengono 2.500 soldati in Iraq e circa 900 in Siria, con la scusa della
“lotta al terrorismo”.
Ben
poche son state le voci che hanno denunciato il raid israeliano a Beirut il 3
gennaio scorso, che ha ucciso il numero due Hamas, “Saleh al-Arouri”, e altre
sei persone.
L’intensità
delle schermaglie tra IDF e Hezbollah è cresciuta in maniera costante dal 7
ottobre, con 150 vittime, in stragrande maggioranza libanesi.
Il
conflitto si allarga?
Secondo
il “Wall Street Journal”, Biden lo scorso 11 ottobre convinse Netanyahu a non
lanciare un attacco preventivo contro Hezbollah.
La
classe dominante americana è poco lungimirante ma non del tutto stupida e ha
probabilmente suggerito di agire con cautela in quella fase, comprendendo i
rischi di una guerra sul fronte settentrionale, che non potrebbe evitare di
coinvolgere l’Iran, mentre il fronte di Gaza è ancora aperto.
Qualcuno
dotato di buona memoria si sarà forse ricordato che l’ultimo conflitto con
Hezbollah, nel 2006, si concluse con la sconfitta di Israele e il conseguente
ritiro delle sue truppe dal paese dei Cedri.
Se Washington
fino ad oggi ha esitato, non è certo per considerazioni pacifiste, ma per il
rischio che una guerra in tutta la regione si possa concludere negativamente.
Tuttavia
il raid a Beirut non può essere stato effettuato senza l’approvazione degli USA
e la strage rivendicata dall’Isis in Iran durante la commemorazione
dell’assassinio del “generale Suleimani” è funzionale all’escalation della
guerra.
Sul fronte interno, mentre ci sono divisioni
aperte sulla guerra in Ucraina, l’establishment statunitense è unanime
sull’appoggio a Israele.
Infine,
“Gallant” (che in agosto aveva già parlato di volere ridurre il Libano a una
“condizione medievale”), prima del tour che il segretario di Stato “Blinken”
sta conducendo in Medio Oriente, ha già avvisato:
“Se gli sforzi diplomatici non avranno esito,
non esiteremo ad attaccare al nord.”
Le
borghesie di tutto il mondo arabo temono come la peste un coinvolgimento nella
guerra.
Sono poste tra l’incudine della politica imperialista
di Israele e il martello della radicalizzazione delle masse.
Dall’inizio
dell’aggressione a Gaza non hanno mosso un dito in sostegno della Palestina, né
fatto mancare una goccia di petrolio a Israele.
“Non mischiamo il commercio con la politica”,
nelle parole di un ministro degli Emirati Arabi.
Il Bahrein addirittura partecipa
all’operazione “Guardiano della prosperità”.
L’imperialismo
si prepara dunque a effettuare nuovi massacri.
Le borghesie arabe si rassegnano alla
capitolazione.
I
comunisti della Tendenza Marxista Internazionale spiegano che solo il
protagonismo delle masse, quelle stesse che sono scese in piazza in solidarietà
a Gaza in Medio Oriente e il tutto il mondo, può fermare l’allargamento del
conflitto.
Solo una nuova Intifada in Palestina e una rivoluzione
nell’intera regione, che rovesci tutti i governi reazionari e corrotti, potrà
fermare l’incubo di nuovi massacri e la barbarie di nuove guerre imperialiste.
Direttiva
Case “Green”,
Via
Libera Finale del Parlamento” UE”.
Conoscenzealconfine.it
– (13 Marzo 2024) – Redazione – ci dice:
Strasburgo
– Via libera finale della Plenaria alla direttiva sulle case green, che si pone
l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050 per il parco immobiliare
dell’Unione europea.
La
direttiva, oggetto di un complesso negoziato tra i Paesi membri e tra le
istituzioni comunitarie, è stata approvata con 370 voti favorevoli, 199
contrari e 46 astenuti.
Al
momento dell’approvazione l’eurodeputato della Lega “Angelo Ciocca” ha
inscenato una protesta con un fischietto da arbitro, il cui suono è rimbalzato
nell’Aula per diversi secondi.
La presidente di turno dell’Aula ha chiesto a
Ciocca di allontanarsi, definendo “deplorevole e senza precedenti” il suo
gesto.
I
partiti italiani della maggioranza di governo hanno votato contro la direttiva
sulle case green approvata oggi in Plenaria all’Eurocamera.
Forza
Italia, Fdi e Lega hanno infatti votato compatti “no” alla direttiva nonostante
in Aula sia approdata una versione più soft, dopo l’intesa tra le istituzioni
comunitarie.
Il
Ppe, nel voto in Aula, si è spaccato ma più della metà ha seguito le
indicazioni positive giunte dalla commissione Industria del Pe.
Anche “Renew” si è divisa in Aula, con una
parte minoritaria schierata contro il testo.
Tra le
delegazioni italiane a favore della direttiva hanno votato Pd, M5S, Avs e Iv.
L’intesa
politica prevede vincoli più soft rispetto alle richieste iniziali della
Commissione Ue e andrà ora confermata anche dagli Stati membri a livello
ministeriale, prima di essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale Ue ed entrare in
vigore entro i successivi venti giorni.
La
direttiva stabilisce un percorso verso un parco immobiliare a emissioni zero
entro il 2050:
dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali
dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero, dal 2028 per gli edifici
pubblici.
Almeno
il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato
entro il 2030 e il 26% entro il 2033.
Per le case si applicherà un obiettivo di
riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Per garantire flessibilità ai governi, le
misure di ristrutturazione adottate dal 2020 saranno conteggiate ai fini
dell’obiettivo (non è un caso che anche il malefico pass si chiamasse green…
guardavano già avanti “loro”, al successivo step della malefica Agenda: la
presa per il c… green! – nota di conoscenze al confine)
e gli
Stati potranno scegliere di applicare esenzioni per gli edifici storici, per
gli edifici agricoli, per scopi militari e per quelli utilizzati solo
temporaneamente.
Una
volta entrata in vigore, i Ventisette avranno due anni di tempo per adeguarsi
alla direttiva presentando a Bruxelles un piano nazionale di ristrutturazione,
ovvero una tabella di marcia per indicare la via che intendono seguire per
centrare gli obiettivi. (ANSA).
Ho
sulla punta della lingua tante di quelle imprecazioni e insulti, che se dovessi
scriverli tutti raddoppierei facilmente la lunghezza di questo articolo… (nota di conoscenze al confine).
(imolaoggi.it/2024/03/12/direttiva-case-green-via-libera/)
Il
blocco economico, commerciale
e finanziario degli Stati Uniti
contro
Cuba: un caso di genocidio
al rallentatore.
Italiacuba.it
– Redazione – (29/10/2023) – ci dice:
Forse
le pagine più tristi della storia umana sono legate alla parola genocidio, che
merita una definizione chiara, uno studio attento e un ripudio senza
compromessi.
Viviamo
in un’epoca in cui lo sviluppo tecnologico consente di compiere genocidi su una
scala prima sconosciuta, al punto da poter distruggere l’umanità in un istante,
né più né meno.
Il
termine “genocidio” fu usato per la prima volta nel 1944 da “Raphael Lemkin”,
un giurista ebreo polacco che nel 1939 era fuggito dalla persecuzione nazista:
“L’attuazione di azioni coordinate volte alla
distruzione di elementi decisivi della vita di gruppi nazionali, con
l’obiettivo del loro annientamento”.
Il
crudele e illegale blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati
Uniti contro Cuba è un esempio eccezionale di genocidio, portato avanti per più
di sei decenni, senza precedenti nella storia, in modo sistematico e
sanguinario contro il nostro Paese.
Genocidi
e massacri: dall’opulenta Cartagine alla Striscia di Gaza.
La
Bibbia descrive lo sterminio dei Mediditi (Numeri 31), quando l’esercito
tribale israelita uccise tutti gli uomini medi, ma catturò donne e bambini per
usarli come bottino.
Forse
il primo caso di genocidio sistematicamente pianificato e perpetrato fu la
distruzione di Cartagine da parte dei Romani alla fine della Terza Guerra
Punica (149-146 a.C.).
Molti
esempi di genocidio sono stati compiuti in nome della “fede”.
Le
Crociate in Terra Santa costituirono eventi di estrema violenza contro gli
abitanti del Levante (chiamato anche Vicino Oriente o più comunemente Medio
Oriente), le cui conseguenze continuano a creare genocidi ed enormi pericoli
per la razza umana.
Le
invasioni delle tribù nomadi erano spesso accompagnate da atti di genocidio.
Nel
XIII secolo, le armate mongole di Gengis Khan spazzarono via intere nazioni.
In
totale, morirono tra i 12 e i 18 milioni di persone, un numero paragonabile
solo alla conquista europea delle Americhe.
Il
continente africano fu massacrato.
La
ferocia del re Leopoldo II del Belgio in Congo causò tra i due e i cinque
milioni di morti.
Il XX
e il XXI secolo, l’apice del genocidio.
L’imperialismo,
il genocidio più grande e crudele
L’imperialismo
è la fase più alta del capitalismo, in cui la socializzazione delle forze
produttive è gigantesca, contemporaneamente alla concentrazione e alla
centralizzazione del capitale e al consolidamento del dominio mondiale delle
potenze e della subordinazione dei popoli coloniali e dipendenti.
La tecnologia e le capacità industriali
raggiungono livelli prima sconosciuti.
In queste condizioni, il genocidio si sviluppa
al massimo.
Nell’Impero
zarista, centinaia di migliaia di ebrei e musulmani furono uccisi nei “pogrom”
tra il 1903 e il 1911.
Il
Giappone imperialista massacrò gli europei che vivevano nelle colonie
asiatiche, gli indonesiani, i filippini, i malesi, i birmani, i vietnamiti, ma
le principali vittime dell’impero giapponese furono i cinesi (molti milioni di
morti), un esempio di estrema ferocia è il massacro di Nanchino.
Nel
genocidio contro il popolo armeno, circa due milioni di civili armeni furono
uccisi nell’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1923.
L’Olocausto
nazista è stato un caso particolare ed estremo di genocidio, sei milioni di
vittime assassinate hanno reso l’Olocausto ebraico un crimine inconcepibile e
indimenticabile nella storia dell’umanità.
Durante
l’Olocausto nazista ci fu anche un numero maggiore di vittime non ebree, quasi
mai menzionate.
Il numero totale delle vittime dell’Olocausto
nazista si aggira tra i 15 e i 17 milioni.
Altri
esempi di genocidio sono stati il “Terrore bianco” in Spagna (1936-1945), con
circa 130 000 esecuzioni extragiudiziali;
la
fine del Vicereame britannico dell’India, quando indù, musulmani e sikh si
attaccarono a vicenda, grazie agli squilibri sociali dell’eredità coloniale,
con circa due milioni di vittime;
il dittatore Rafael L. Trujillo ordinò il
massacro degli haitiani nella Repubblica Dominicana, causando la morte di 20
000-30 000 persone.
Grandi
massacri post-GM si sono verificati ad esempio in Algeria, dove durante la
guerra d’indipendenza sono stati uccisi più di 300.000 civili.
Vietnam:
gli Stati Uniti del XX secolo abbracciano la bandiera del genocidio
internazionale.
Già
tra il 1945 e il 1954, i francesi, la Legione Straniera e i loro alleati, in
particolare gli Stati Uniti, iniziarono il “genocidio del Vietnam” fino alla
loro schiacciante sconfitta a “Dien Bien Phu” (1954).
Gli
Stati Uniti, che avevano già commesso atti di genocidio contro i propri
abitanti originari in modo intermittente per lungo tempo (in realtà fin dalla
colonizzazione britannica e poi dalla nascita della nuova nazione), durante la
fase finale del conflitto in Indocina si imbarcarono in innumerevoli crimini
barbari, causando perdite e dolori senza precedenti a tutti i popoli della
regione, in primo luogo ai vietnamiti. Almeno tre milioni di civili e soldati
vietnamiti morirono durante la guerra.
Dall’arrivo
di Cristoforo Colombo in America fino alla fine del XIX secolo, la popolazione
nativa del cosiddetto Nuovo Mondo si ridusse da 30-50 a 12-18 milioni, forse il
più grande crimine della storia, la “Singolarità” della violenza sociale.
A
Cuba, il genocidio è iniziato fin dall’inizio della colonia spagnola
sull’isola.
Devo dire con grande tristezza che questi
tragici episodi della nostra storia lontana e/o più recente sono stati meno
studiati di quanto meritino per la loro importanza e il loro significato nella
formazione e nello sviluppo della nostra nazione.
La
conquista comportò il quasi completo annientamento dei nativi cubani.
La
popolazione aborigena di Cuba morì per la maggior parte durante i primi 50 anni
di colonizzazione spagnola, molti morirono per sfinimento e cattiva
alimentazione.
I maltrattamenti e le malattie sconosciute
portate dagli europei.
L’incontro
tra due mondi fu particolarmente infelice e sfortunato. Anche se non cerchiamo
di comprendere i fatti storici con i paradigmi odierni, non ci sono dubbi
sull’estrema crudeltà degli europei nei confronti dei nativi delle terre
americane e degli schiavi che in seguito portarono dall’Africa.
La ri-concentrazione
fu un crimine genocida puro e semplice.
In
poche settimane, circa 500.000 cubani (di cui non più di 100.000 in età
militare) furono costretti a rispettare l’ordine di ri-concentrazione del
famigerato “Valeriano Weyler”, su una popolazione totale di circa 1.700.000
persone.
Si
stima che tra i 150.000 e i 200.000 cubani morirono soprattutto per fame e
malattie, uno sconcertante 10% della popolazione cubana. Poveri e ricchi,
bambini e anziani.
“Weyler”
ordinò la concentrazione della popolazione rurale di Cuba occidentale in centri
urbani che divennero “campi di concentramento”, uno strano esempio di
genocidio.
Nel
dicembre 1896, si stima che circa 400.000 cubani non combattenti fossero stati
riconcentrati in luoghi scelti a tale scopo.
La misura creò una situazione spaventosa, con
il governo coloniale incapace di fornire cibo a queste popolazioni (nemmeno
alle proprie truppe), con gravi condizioni di insalubrità che portarono a
carestie ed epidemie.
La ri-concentrazione
si concluse nel marzo 1898 con un completo fallimento.
Fu forse l’atto più brutale della storia
cubana.
Il
massacro degli “Independientes de Color”.
Caino uccide di nuovo Abele
Si
trattò della repressione di una rivolta che chiedeva l’uguaglianza sociale e
politica per i neri nella Cuba del primo Novecento.
Iniziata
il 20 maggio 1912, provocò la morte di oltre 3.000 neri e meticci in quella che
non fu una vera e propria guerra, ma un massacro.
Molti
leader del “Partito Indipendente di Colore” furono uccisi dopo essere stati
fatti prigionieri.
La
rivolta nell’Oriente, principale teatro del conflitto, fu guidata dai leader
degli” Independientes de Color”:
il
colonnello “Pedro Ivonet”, che aveva partecipato all’Invasione dell’Ovest
durante la “Guerra Necesaria”, ed “Evaristo Estenoz”, anch’egli ufficiale dell’”esercito
di Mambí”.
Il 27
maggio 1912 il presidente “José Miguel Gómez inviò “in Oriente un contingente
di rinforzo di oltre 1.200 soldati.
I
gruppi armati non erano numerosi, né ben armati né organizzati.
Un
evento che vanificò la portata della rivolta fu l’arresto preventivo, il 19
maggio 1912, di numerosi leader degli “Independientes de Color”.
La
cosiddetta “Legge sui Fuggitivi” servì a coprire decine di omicidi. Diverse
migliaia di persone furono braccate come bestie selvagge dalle forze
governative.
La
maggior parte degli assassini e degli uccisi erano stati compagni d’armi
dell’Esercito di Liberazione, per aggiungere ignominia alla tragedia.
La
Rivoluzione cubana trionfa, una pietra miliare nella storia della Patria
Grande.
Quando
il 1° gennaio 1959 trionfò la “Rivoluzione cubana”, la politica estera
statunitense, che aveva già stabilito il suo concetto di “nemico”,
concettualizzò il “campo socialista” e le sue istituzioni formatesi dalla fine
della Seconda guerra mondiale nei Paesi dell’Europa orientale e centrale (in
Unione Sovietica dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1917).
Questo
concetto è stato incorporato nel repertorio della Guerra Fredda e della lotta
contro la “diffusione del comunismo” nel mondo.
Sebbene
la Rivoluzione cubana non avesse ancora definito il suo carattere socialista,
la potenza imperiale iniziò un processo di soffocamento economico, finanziario,
commerciale e culturale nei suoi confronti, che nel corso di oltre 60 anni non
fece che peggiorare.
In
modo generale possiamo chiamare questo processo “blocco”, che includerebbe
quasi tutte o tutte le forme di azioni non militari contro la Repubblica di
Cuba e la sua Rivoluzione, insisto, anche prima che questa assumesse un
carattere socialista.
Il
blocco degli Stati Uniti contro il popolo cubano: una forma speciale e
“mascherata” di Genocidio.
Sì, è
senza dubbio una forma speciale di genocidio, un atto di sterminio prolungato e
occulto.
La Rivoluzione cubana è stata considerata fin
dall’inizio dal governo statunitense come un affronto al potere imperiale.
Pochi
mesi dopo il trionfo della Rivoluzione cubana, anche se non aveva ancora
definito il suo carattere socialista, il Presidente “Dwight Eisenhower” sospese
l’acquisto della quota di zucchero e poco dopo ruppe le relazioni diplomatiche
con Cuba il 3 gennaio 1961.
La
Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio afferma
che il genocidio è un crimine di diritto internazionale definito dall’intento
di “distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale…”.
Tra
gli atti caratteristici del genocidio si legge:
“Uccisione
di membri del gruppo [nazione], lesioni fisiche o mentali a membri del gruppo;
infliggere
intenzionalmente al gruppo condizioni di esistenza calcolate per portare alla
sua distruzione fisica in tutto o in parte…”.
Mai in
tutta la storia dell’umanità un intero Paese è stato sottoposto a un blocco
economico, commerciale e finanziario così prolungato come quello che 13 governi
statunitensi hanno mantenuto contro Cuba negli ultimi 60 anni.
Una vera e propria guerra economica, spietata
e crudele.
Ufficialmente,
il blocco è iniziato il 7 febbraio 1962, con la firma di un ordine esecutivo da
parte del presidente John F. Kennedy, che inaspriva le sanzioni economiche
contro Cuba e ne promuoveva l’isolamento internazionale, con l’evidente intento
di provocare la sconfitta della rivoluzione.
L’obiettivo
principale del blocco è quello di infliggere le maggiori sofferenze al popolo
cubano con lo scopo di allontanarlo dalla rivoluzione e dai suoi leader, in
modo che sia il popolo stesso a porre fine alla rivoluzione.
Il
blocco, o come erroneamente lo chiama il governo statunitense, l’embargo, è stato approfondito con la legge
promossa dai senatori “Robert Torricelli” e “Bob Graham” nel 1992, chiamata “Cuban
Democracy Act”, che ha cercato di approfondire l’isolamento internazionale di
Cuba, soprattutto tenendo conto dei gravi danni che la caduta dell’URSS aveva
causato.
Questa legge era una sorta di colpo di grazia
da assestare a Cuba nel suo momento più difficile e consisteva nel divieto di
fare affari con le filiali di aziende statunitensi in qualsiasi parte del
mondo;
l’altro aspetto importante era il divieto per
le navi di entrare nelle acque statunitensi se avevano precedentemente toccato
un porto cubano entro 180 giorni.
Qualche
anno dopo, nel marzo 1996, fu approvata una nuova legge contro Cuba, questa
volta sponsorizzata dal senatore “Jesse Helms “e dal rappresentante “Dan Burton”,
intitolata:
“
Cuban Freedom and Democratic Solidarity Act”.
Questa
legge enfatizza le sanzioni internazionali contro Cuba, proibendo il commercio
con le filiali di aziende statunitensi situate in Paesi terzi, vietando il
finanziamento indiretto, escludendo il governo cubano dalla partecipazione a
tutte le organizzazioni del sistema di cooperazione internazionale, con la
minaccia a quelle organizzazioni che accettano la partecipazione di Cuba di
ridurre il contributo finanziario ad esse da parte del governo statunitense,
nonché di detrarre l’importo della cooperazione approvata per Cuba dal
finanziamento dell’organizzazione che l’ha realizzata;
insiste sul fatto che il blocco sarà eliminato
quando ci sarà un ipotetico governo di transizione e un governo democratico,
che sarebbe qualificato in questo modo solo dal “potere e dalla discrezione”
del governo statunitense, una “prerogativa” che va contro ogni principio di
diritto internazionale.
Come
verrà espresso nella seconda parte di questo documento, il blocco contro Cuba è
un atto di Genocidio al rallentatore, un atto crudele per cercare di soffocare,
disintegrare Cuba e il suo popolo, creare il caos e condurre il Paese verso una
guerra civile dalle conseguenze incalcolabili.
Gli
Interessi della UE,
dell’Oms
e di Big Pharma
Conoscenzealconfine.it
– (14 Marzo 2024) - Lino Palma- ci dice:
L’interesse
dell’UE, dell’OMS e di Big Pharma per la salute pubblica è uguale all’interesse
dell’industria degli armamenti per la pace nel mondo, cioè niente del tutto.
L’eurodeputata
“Christine Anderson” ha dichiarato:
“La
strategia dell’UE per la salute globale potrebbe essere riassunta in poche
parole:
sprecare
miliardi di soldi dei contribuenti direttamente nelle casse di Big Pharma per
un prodotto inutile, dannoso e perfino mortale”.
Mettere
i costi causati dalle iniezioni letali sui contribuenti.
Permettere
alla presidente della Commissione Europea “Ursula von der Layen” di arricchire
personalmente suo marito “Heiko von der Layen”, approfittando della sua merda
pubblica…
gli
ultimi tre anni hanno dimostrato che l’interesse dell’UE, dell’OMS e delle
grandi aziende farmaceutiche nei confronti della salute pubblica equivale
all’interesse dell’industria degli armamenti per la pace nel mondo, cioè niente
del tutto.”
Quando
le persone capiranno che veniamo ingannati continuamente? Tutto questo dannato
sistema è una grande bugia.
Ci mentono sulla storia.
Ci mentono in politica.
Ci mentono sulla nostra salute.
Ci
mentono con i progressi tecnologici.
Ci
mentono con energia gratuita.
Questo
sistema fraudolento basato sull’inganno e sulla menzogna non vuole il meglio per te.
Ricordati:
1) Non
fidarti, verifica.
2) Non
credere, metti in discussione assolutamente tutto.
(Lino
Palma)
(Laforzadellaverita.wordpress.com/2024/03/09/gli-interessi-della-ue-dell-oms-e-di-big-pharma/).
La
"redenzione attraverso
il
genocidio" porrà fine all'età
d'oro
degli ebrei americani?
Unz.com
- KEVIN BARRETT – (10 MARZO 2024) – ci dice:
È in
corso un'apocalisse, o un cataclisma,
Stiamo
vivendo un'apocalisse ebraica?
Molti
dei miei amici la pensano così.
“Linh Dinh “non è l'unico a pensare che gli
"Jewjabs" del COVID siano un complotto per sterminare i goyim.
Poi c'è il presunto piano ebraico di
distruggere l'America attraverso il crimine e l'immigrazione incontrollata.
“Linh”
mi ha recentemente inviato un'e-mail:
"Almeno fino a poco tempo fa, non si
pensava che il crimine fosse andato fuori controllo a San Francisco e in altre
città americane.
Al
contrario, vedo chiaramente il caos alimentato dagli ebrei.
Con
l'insediamento di procuratori come “Alvin Bragg” a Manhattan e “Larry Krasner”
a Filadelfia, c'è un'impennata del crimine e del caos in tutti gli Stati Uniti,
e l'ebreo “Mayorkas” come “Segretario della Sicurezza Nazionale” sta
permettendo a tutti questi immigrati illegali di affluire?"
La
completa distruzione finale del mondo, come descritto nel Libro
dell'Apocalisse; Un evento che comporta danni o danni su scala impressionanti o
catastrofici. (Google)
Una
parola greca che significa "rivelazione", "uno svelamento o uno
svolgersi di cose non conosciute in precedenza e che non potevano essere
conosciute senza lo svelamento". (Wikiquote )
Ovviamente
l'autoproclamato "Stato ebraico" sta infliggendo "distruzione o
danni su scala impressionante o catastrofica" alle donne e ai bambini
affamati di Gaza.
Quel
genocidio, osteggiato dalla maggior parte del mondo ma sostenuto dagli Stati
Uniti e dai suoi vassalli, rischia di esplodere in una guerra molto più grande
che potrebbe uccidere miliardi di persone e infliggere distruzioni su una scala
ancora più spaventosa o catastrofica.
(E
l’Italia sta a guardare … entrando in guerra tramite la “Nato”? N.D.R)
E poi
c'è la guerra alla Russia attraverso l'Ucraina.
I
russi hanno fatto sapere senza mezzi termini che si sentono minacciati dal
punto di vista esistenziale e che risponderanno con armi nucleari se la marea
dovesse volgere troppo forte contro di loro.
Secondo il “Doomsday Clock del Bulletin of
Atomic Scientists”, il mondo è quanto più vicino che sia mai stato a una guerra
nucleare che metterà fine alla civiltà.
Che
cosa ha a che fare questo con gli ebrei?
Alcuni dicono "tutto".
Il “movimento
neoconservatore “che ha dirottato la politica estera degli Stati Uniti l'11
settembre 2001, è per circa il 90% ebraico, ed è questa cabala
sconsideratamente aggressiva che ha portato il mondo sull'orlo della
distruzione nucleare.
Ma gli
ebrei americani non sono per lo più “colombe di sinistra” su tutte le questioni
non legate a Israele?
Sì, ma i loro leader tribali – gli ebrei più ricchi e
influenti – non lo sono.
Il
movimento neoconservatore, che vede nell'impero statunitense, accanitamente
falco e ultra-militarizzato, il necessario garante della sicurezza del Grande
Israele, domina l'apparato del potere tribale ebraico.
Quando
gli ebrei interni all'establishment dissentono, come il defunto “Stephen Cohen”
e l'"elefante canaglia" “Jeffrey Sachs” , vengono rapidamente
emarginati dai media.
Anche
i neoconservatori ebrei, come “Victoria Nuland”, recentemente licenziata, sono
sospettati di odiare i russi, e i “goy ortodossi “in generale, a causa di
antiche animosità etniche.
Alcuni vedono la brutale guerra in Ucraina
come una sanguinosa vendetta sugli slavi orchestrata dagli ebrei.
Ciò mi
sembra plausibile.
Dopotutto,
è ampiamente accettato dai critici di “Zbigniew Brzezinski” che “Zbig “fosse un
accanito falco anti-Mosca perché le sue radici etniche nella nobiltà polacca lo
portavano naturalmente a odiare appassionatamente i russi.
Allora
perché non è altrettanto ampiamente accettato che gli ebrei neoconservatori
americani abbiano distrutto l'Ucraina e ucciso centinaia di migliaia di
cristiani slavi ortodossi per ragioni simili?
Apocalisse
come "svelamento."
Se gli
ebrei stanno giocando un ruolo sproporzionato nel caos, nella distruzione e
negli spargimenti di sangue in continua accelerazione che ci circondano, la
scoperta di quel ruolo, attraverso il genocidio di Gaza in bella vista, si
adatta al secondo significato di “apocalisse”.
Anche se lo Stato ebraico è stato fin dall'inizio
un'operazione di genocidio estremamente mendace – " era un assassino fin
dall'inizio, non mantenendo la verità, perché non c'è verità in lui " – il
genocidio sionista e le grandi bugie erano molto più facili da ignorare o
tornare indietro in quell'epoca passata, quell'"età d'oro delle bugie
ebraiche", prima del 7 ottobre 2023.
Oggi,
il mondo intero è costretto ad assistere al genocidio in tempo reale.
Ed è costretto a comprendere che questo
genocidio incredibilmente crudele e orribile è una cosa tipicamente ebraica.
Il
rabbino israeliano “Eliyahu Mali”, che dirige la scuola religiosa “Shirat Moshe”
in Israele, dove gli studenti prestano servizio nell'esercito, ha detto che
"non ci sono persone innocenti" a Gaza e che tutti i bambini nella
piccola enclave devono essere massacrati. (fonte)
“Cat
McGuire” ed io abbiamo commentato il “False Flag Weekly News” di questa
settimana :
Kevin
Barrett: "Uccidi i bambini, uccidi le madri, uccidi gli anziani, uccidili
tutti".
Questa
è la dottrina religiosa ebraica fondamentale secondo il rabbino “Elihu Mali”.
Ora, ovviamente, c'è stata una reazione contro
di lui in Israele, ma tutta la reazione non è dovuta al fatto che pensano che
quello che sta dicendo sia necessariamente sbagliato.
È
piuttosto uno scandalo dire queste cose in modo tale che i “goy” possano
sentirle. E i” goy” li ascoltano e lo diffondono in giro.
E
quindi i suoi connazionali israeliani non sono minimamente turbati da ciò che
dice, perché praticamente tutti gli ebrei israeliani sono d'accordo con questo,
in un modo o nell'altro.
Invece,
vorrebbero solo che non lo avesse detto in video e che il video non fosse stato
catturato e inviato al mondo.
Questo
la dice lunga sulla maturità morale del popolo del cosiddetto Israele.
“Cat
McGuire”:
Beh,
c'è una sorta di logica contorta in loro.
Durante
la Pasqua ebraica, gli ebrei presumibilmente recitano questa frase dell'“Haggadah”:
"In ogni generazione, i nostri nemici
insorgono per distruggerci".
Quindi, se questo è stato inculcato nella vostra legge
religiosa per secoli e secoli, ha un senso logico.
"Prendilo alla radice. Togli le erbacce
presto. È strano, ma probabilmente è anche per questo che “Laurent Guyénot”,
nel suo eccellente libro “Da Yahweh a Sion”, finisce per pensare che si tratti
di un popolo psicopatico.
“Kevin
Barrett”: Giusto.
Quindi
ecco il nostro annuncio di servizio pubblico:
"Per
favore, combatti l'antisemitismo uccidendo tutti i non ebrei quando sono
bambini, in modo che non possano crescere per diventare “goy”. Perché sappiamo
tutti che i” goy “odiano gli ebrei e vogliono ucciderli. Quindi alzatevi e
uccidete prima, salvate gli ebrei, uccidete tutti i “goy” quando sono ancora
bambini e/o uccidete le loro madri.
Questo
è stato un annuncio di servizio pubblico da parte della “Lega
Anti-Defecazione".
Fine
dell'Età dell'Oro?
“Foyer”
attribuisce agli ebrei, e non ai “Padri Fondatori”, il merito di aver inventato
il liberalismo americano:
Il
liberalismo ha contribuito a scatenare un'età dell'oro dell'ebraismo americano,
un periodo senza precedenti di sicurezza, prosperità e influenza politica.
Gli
ebrei, che una volta erano stati esclusi dall'establishment americano, ne
divennero membri a pieno titolo.
E
sorprendentemente, raggiunto hanno il potere in generale senza dover
abbandonare la loro identità.
Nelle
aule delle facoltà e nelle stanze degli autori televisivi, nelle piccole
riviste e nelle grandi case editrici, hanno infuso quell'identità nella cultura
più ampia.
Le loro ansie divennero ansie americane.
I loro sogni sono diventati sogni americani.
Ma
quell'epoca sta volgendo al termine. I movimenti politici in ascesa in America
– il “MAGA” da un lato, la sinistra illiberale dall'altro – avrebbero demolito
gli ultimi pilastri del consenso che gli ebrei avevano contribuito a stabilire.
Considerano
concetti come tolleranza, equità, meritocrazia e cosmopolitismo come finzioni
perniciose.
L'età
dell'oro dell'ebraismo americano ha lasciato il posto a un'età dell'oro di
cospirazione, iperbole sconsiderata e violenza politica, tutte tendenze ostili
al temperamento democratico.
Il
pensiero estremista e il comportamento delle folle non sono mai stati positivi
per gli ebrei.
E ciò
che è un male per gli ebrei, si può sostenere, è un male per l'America.
Sì, si
può discutere.
Dagli
ebrei. Ma per coloro che sono al di fuori della loro bolla di narcisismo
tribale ultra-etnocentrico, non è così ovvio che tutto ciò che è buono per gli
ebrei è buono per l'America, e viceversa.
Né è ovvio che gli ebrei siano i creatori,
piuttosto che i distruttori, del liberalismo americano.
Anche
se concederò loro un certo cosmopolitismo, non sono sicuro che gli ebrei siano
esattamente esempi di "tolleranza, equità, meritocrazia". Prendiamo
l'equità meritocratica:
il mito secondo cui il successo ebraico si
basa esclusivamente sul merito piuttosto che sullo spietato nepotismo tribale,
come altri miti che avvantaggiano gli ebrei (Dio ci ha dato la Palestina, noi
siamo Eletti, l'Olocausto, ecc.) non regge all'esame accurato.
Il
dominio ebraico dei media americani ha sconvolto i presidenti degli Stati Uniti
e sconcertato eloquenti osservatori ebrei tra cui “Joel Stein” e “Philip Weiss”.
E
mentre “Stein” sembra pensare che gli ebrei siano gli unici a poter creare
media audiovisivi al di sopra del livello di “Davey” e “Goliath “, “Weiss” è
più realistico:
riconosce
che gli ebrei si sentono più a loro agio con altri ebrei, motivo per cui si
assumono a vicenda per posizioni giornalistiche. E presumibilmente perché si
nominano a vicenda nei rispettivi consigli di amministrazione, si raccomandano
a vicenda per posizioni di gabinetto, si ammettono a vicenda in università
d'élite, si lasciano accedere reciprocamente alle migliori opportunità finanziarie
e discriminano in altro modo i non ebrei.
Questa è "equità e meritocrazia"?
Se gli
ebrei non dovrebbero prendersi il merito dell'"equità e della
meritocrazia" dell'America, sarebbero anche le ultime persone in America
che dovrebbero vantarsi della "tolleranza".
Nessun
gruppo etnico sulla Terra è meno tollerante nei confronti dei discorsi che non
gli piacciono.
La
guerra alla libertà di parola che alla fine culminò nella nuova era di censura
pervasiva è quasi interamente una creazione ebraica
Guidata
dall'ADL, dall'SPLC e da altri gruppi ebraici, e dotata di una patina
intellettuale da parte di ebrei come il guru anti-verità dell'11 settembre “Cass
Sunstein”, la “lobby pro-censura” ha praticamente smantellato tutti coloro che
non piacciono agli ebrei, rendendo la libertà -e-giusto internet un bel ricordo
di un passato non così lontano.
Quindi
sì, Franklin Foyer, l'età d'oro del liberalismo americano è finita – e sono gli
ebrei che l'hanno uccisa.
Perché
gli ebrei americani d'élite hanno ucciso la libertà di parola? Risposta breve:
perché sono paranoici.
Proprio
come il rabbino “Eliyahu Mali” è così paranoico nei confronti dei bambini che
crescono fino a diventare nemici degli ebrei da sostenere l'uccisione di loro e
delle loro madri in massa, creando così miliardi di nuovi nemici i cui bambini
dovranno essere massacrati, persone come “Franklin Foyer” sono così paranoici '
che sentono il bisogno di censurare coloro con cui non sono d'accordo, facendo
arrabbiare le vittime della censura e i loro amici e creando nemici ancora più
numerosi e più arrabbiati che a loro volta avranno bisogno di essere censurati
ancora più spietatamente.
Si può
sostenere che ci sono due tipi di ebrei tribali: i traumatizzanti che fanno il
lavaggio del cervello ei traumatizzati che subiscono il lavaggio del
cervello.
I
primi sono sedicenti superuomini straussiani che credono che il modo migliore
di vivere sia quello di apparire buoni agli altri, mentre vivono vite segrete
come psicopatici spietatamente amorali e che abbracciano il male.
Questi
elitari tribali (Netanyahu ne è un classico esempio) cospirano l'uno con
l'altro per traumatizzare gli ebrei comuni con miti terrificanti su come i “goyim”
siano pronti a prenderli.
“Franklin
Foyer” è tra i lavatori del cervello o tra quelli a cui è stato fatto il
lavaggio del cervello?
Deliberatamente
o no, egli vomita freneticamente, quasi disperatamente, mitologia tribale
egoistica.
La
vacanza ebraica dalla storia si è conclusa l'11 settembre 2001. All'epoca non
sembrava così.
Ma gli
attacchi terroristici hanno aperto un'era di crisi perpetua, che è diventata
terreno fertile dove l'odio per gli ebrei ha messo radici.
Anche se “Osama bin Laden” rivendicò il merito
del complotto, ciò non impedì ad alcune persone di cercare di scaricare la
colpa.
Una
teoria spiegava in modo squisitamente assurdo come il Mossad, il servizio di
intelligence israeliano, aveva rovesciato le Torri Gemelle.
Ma
c'era anche una versione più sofisticata di questa teoria del complotto, che
aveva una patina di rispettabilità accademica.
A sinistra, è diventato un luogo comune
inveire contro i neoconservatori, intellettuali guerrafondai che si dice
sussurrino all'orecchio dell'establishment americano, sollecitando l'invasione
dell'Iraq e la guerra contro l'Iran.
Ciò
non era del tutto slegato dalla realtà:
i neoconservatori erano un gruppo di membri di
“think tank” e operatori politici in gran parte ebrei, alcuni dei quali
ricoprivano incarichi di rilievo nell'amministrazione del presidente George W.
Bush.
Ma il
discorso rabbioso sui neoconservatori è anche un traffico di vecchi cliché
pericolosi.
Ha gonfiato il loro ruolo negli eventi
mondiali e ha attribuito loro i motivi peggiori.
Uomini
come “Paul Wolfowitz”, il secondo funzionario di grado più alto del “Pentagono
di Bush”, e “William Kristol”, l'editore del “Weekly Standard” , sono stati
descritti dai critici di sinistra come imbroglioni che minano l'interesse
nazionale al servizio della loro segreta lealtà verso Israele.
Il segretario alla Difesa “Donald Rumsfeld”,
per esempio, si oppose all'idea che gli ebrei tirassero le fila del governo
degli Stati Uniti. "Suppongo che ciò implica che il presidente, il
vicepresidente, io e Colin Powell siamo appena caduti da un camion di rape per
accettare questi lavori", ha detto.
Nel
2007,” Stephen Walt” e “John Mearsheimer,” professori rispettivamente ad “Harvard”
e all' “Università di Chicago”, spiegarono ciò che altri suggerivano in “The
Israel Lobby” and “US Foreign Policy” , un libro pubblicato da una venerabile
casata,” Farrar”,” Straus” e “Giroux”, che presto è arrivato nella lista dei
best-seller del “New York Times” .
Questo
era l'opposto dello sdolcinato tributo a “Streisand”:
lo Stato ebraico non come un amico ma come un
cattivo che manipola di nascosto il potere americano per raggiungere i propri
fini.
“Foyer”
implica che il movimento per la verità sull'11 settembre sia stato responsabile
di aver innescato una catena di eventi che hanno portato Israele a essere
sempre più visto come "non un amico ma un cattivo".
Mi
piacerebbe pensare che sia vero, dato che ho avuto un ruolo significativo in
quel movimento.
Anche
Israele è la creazione di "personaggi molto diversi da quanto immaginano
coloro che non sono dietro le quinte".
Lungi
dall'essere una “creazione nazionalista democratica secolare” di atei che
abbracciano la modernità come “Theodore Herzl”, è il prodotto di maghi neri
satanici come “Sabbatei Zevi” e “Jacob Frank”.
Mentre persone come “Franklin Foyer” parlano
del "fanatismo religioso che (ha) iniziato a permeare l'ala destra (di
Israele), inclusa la sua attuale coalizione di governo", ignorano il fatto
che Israele è sempre stato il prodotto del satanico "religioso
sabbatiano-frankista".
"Fanatismo.
Questa scomoda verità è almeno parzialmente svelata nello straordinario
"Redenzione attraverso il genocidio" di “Barnett Rubin” :
la Corte Internazionale di Giustizia ha
stabilito che la campagna israeliana a Gaza pone una minaccia plausibile e
urgente di genocidio.
I futuri storici del messianismo ebraico
potrebbero raccontare come nel 2024 la "redenzione attraverso il
peccato" sia diventata "redenzione attraverso il genocidio", con
il sostegno incondizionato degli Stati Uniti".
“Rubin”,
una figura dell'establishment che ha ricoperto incarichi presso il “CFR”, “Yale”
e “Columbia”, spiega:
I
rabbini del Talmud vietavano di tentare di affrettare l'arrivo del messia, ma i
movimenti ereticali hanno cercato di forzarne la redenzione.
“Gershom
Scholem”, uno storico che ha dedicato la sua vita allo studio del misticismo
ebraico, ha avvertito che "gli ebrei hanno sempre avuto un'attrazione
fatale per il messianismo" e "il sionismo non fa eccezione".
Già negli anni '20,” Scholem “paragonò i
predecessori sionisti di estrema destra del “partito Likud di Netanyahu” a “Sabbatei
Zevi”, che si proclamò messia a Smirne (oggi Izmir, Turchia) nel 1648... I
Sabbatiani inventarono una versione più oscura di “tikkun”, che richiedeva i
suoi credenti a scandagliare le profondità del male per salvare le scintille
della creazione.
“Scholem”
la chiamava "redenzione attraverso il peccato".
La
dottrina della "redenzione attraverso il peccato" suggerisce che
quanto maggiore è il peccato, tanto maggiore è la redenzione.
Gli ebrei sionisti hanno inflitto al mondo
l'idea che il più grande di tutti i peccati sia il genocidio (con gli ebrei che
svolgono il ruolo di vittime immacolate).
Questo è il nocciolo della religione
dell'Olocausto, la religione ufficiale de facto dell'Occidente dominato dagli
ebrei.
Se
fossi un sionista sabbatiano-frankista che cerca la massima redenzione
possibile, mentire, in stile gioco di pietà, su un falso genocidio e usare
quella grande bugia per commettere un vero genocidio, non sarebbe il peccato
più grande, più succoso e più redentore che tu abbia mai commesso. potrebbe
eventualmente impegnarsi?
Non
c'è da stupirsi che stiano lucidando le loro giovenche rosa e si stiano
preparando per l'Anticristo:
pensano
di essere stati così malvagi che il rappresentante supremo del Diavolo sulla
Terra sarà costretto a venire e unirsi a loro.
Concluderò
citando la mia personale diatriba su “False Flag Weekly News”:
Tutta
questa filosofia della “redenzione attraverso il peccato” si accorda con il”
neoconservatorismo”, che si basa sul capovolgimento filosofico di “Leo Strauss”
della tradizione filosofica occidentale, un po' nello stesso modo in cui “Sabbatai
Zevi” capovolse la tradizione religiosa ebraica.
E per “Strauss”, proprio come per “Shabtai
Zvi,” il bene è male e il male è bene.
Più sei malvagio, meglio è.
“Leo
Strauss” riformula esattamente quel pensiero in termini filosofici riscrivendo”
i dialoghi di Platon2e in modo tale che quando Platone sostiene la virtù,
"l'uomo virtuoso è l'uomo felice",” Strauss” favorisce l'antagonista
di “Socrate” (Trasimaco) che sostiene che l'uomo veramente felice è l'uomo che
sembra essere virtuoso all'esterno ma è assolutamente malvagio all'interno, e
quindi ottiene il meglio da entrambi i mondi:
può godersi i riconoscimenti di tutte le
persone che pensano che sia buono, in più può godersi lo stupro, la tortura e
l'omicidio: bambini piccoli, suppongo, o qualsiasi altra cosa stia facendo.
Quindi
questo è ora dominante tra l'élite ebraica, in un modo o nell'altro, sia che si
tratti della versione sabbatiana per quelle persone a cui piace andare alle
orge e stuprare e uccidere i bambini, sia che sia la versione straussiana –
alcuni di loro probabilmente lo fanno anche loro, ma altri sono solo filosofi
che credono nel male.
E se hanno la possibilità di farlo con”
Jeffrey Epstein”, lo fanno.
Questa
è la mentalità dominante tra l'élite ebraica che domina l'America e sta
permettendo questo genocidio.
Quindi
ci troviamo di fronte al maschio.
Siamo
in guerra e abbiamo bisogno di identificare il nemico.
È la
tribù ebraica gestita da questa élite satanico-straussiana.
Va da
sé che ci sono molti ebrei non tribali, così come alcuni tribali relativamente
non sottoposti a lavaggio del cervello e/o ben intenzionati.
Dobbiamo
distinguere tra la piccola minoranza di sommi sacerdoti del “Frankismo
Sabbateano e del neoconservatorismo e il loro numero molto più ampio di seguaci
a cui è stato fatto il lavaggio del cervello a vari livelli.
Il
primo imperativo strategico è “deprogrammare i seguaci”.
Emma
Bonino e la paura
dell’establishment
italiano
per la
fine del Nuovo Ordine Mondiale.
Lacrunadellago.net
– Cesare Sacchetti – (14-3 2024) – ci dice:
Quando
guarda dalla finestra del suo appartamento romano nel quale è stata raggiunta
dal filosofo “Massimo Adinolfi” per una conversazione sullo stato dell’arte
della geopolitica presente, “Emma Bonino” vede scenari a tinte fosche.
Le
tinte fosche sono quelle che riguardano la fine delle vecchie sicurezze del
passato.
Quel passato così tanto venerato dalla élite “liberal-progressista”
“italiana” che ha dedicato tutte le sue energie per conto dei suoi referenti
d’Oltremanica e d’Oltreoceano ad abbruttire e tentare di spazzare via la culla
della cristianità mondiale e la sede dell’Impero Romano.
L’Italia
è tutto ciò che il protestantesimo anglosassone odia.
L’Italia
nella sua antica tradizione e splendore è l’antidoto alle avanzate delle forze
massoniche che negli ultimi decenni hanno scristianizzato un intero continente
consegnandolo alla immigrazione di massa nel tentativo di costruire
quell’archetipo genetico kalergiano che altro non è che il “meticciato”.
Emma
Bonino ha dedicato la sua vita a questa “missione”.
Emma Bonino ha dedicato la sua vita a
perpetrare quello stupro controculturale eseguito per trasformare questo Paese
da una sana nazione cattolica ad una consegnata al vuoto dell’ateismo e del
laicismo che ora vediamo approdare nei territori del luciferianesimo sempre più
spinto.
La
storica leader del partito radicale assieme ad un altro riprovevole
personaggio,” Marco Pannella”, definito “luciferino” dal pentito radicale “Danilo
Quinto” che convertitosi nuovamente al cattolicesimo denunciò le “spese folli
di Pannella” e il disegno anticristo di questo partito che ha condotto una guerra
ideologica sin dalla sua esistenza contro l’Italia.
Una
guerra ideologica, ma soprattutto spirituale, ispirata dagli ambienti massonici
ai quali “Giacinto”, in arte “Marco”, era vicinissimo e che ha portato la sua
creatura politica a condurre tutte le battaglie dei cosiddetti “diritti civili”
dei quali “Emma Bonino “è stata una fiera campionessa.
E’
attraverso tale grimaldello illuminista che si consuma la rivoluzione
controculturale che porta il primo gravissimo attacco alla famiglia, pilastro
della società antica, attraverso il divorzio, passato soprattutto per il
tradimento della Democrazia Cristiana e per la defezione della Chiesa
post-conciliare rappresentata allora da “Montini”,” Paolo VI”, già coinvolto in
gravi scandali che lo vedevano persino nelle vesti di delatore dell’URSS che
negli anni 50 e che fece giustiziare
diversi vescovi in incognito dall’altra parte della cortina di ferro.
L’altro
paletto piantato nel cuore dell’Italia è stato l’aborto, altro fiore all’occhiello del
partito radicale, a sua volta passato per il secondo grande tradimento della “Balena
Bianca” che piuttosto che arrestare l’avanzata modernista che stava sfigurando
il volto del Paese si faceva da parte e lasciava che lo stupro avesse luogo.
Emma
Bonino in
quegli anni era lì a condurre la battaglia per uccidere i bambini nel grembo
della madre e la cultura liberale massonica della morte che è stata in grado di chiamare l’infanticidio come un “diritto di
libertà”
per la madre alla quale viene assegnato potere di vita e di morte sul proprio
nascituro.
Questo
è il paradosso e l’ipocrisia del culto dei diritti civili che chiama “diritto” la facoltà di
uccidere un innocente e “civiltà” la campagna per l’abolizione della pena di morte
anche per il più efferato dei criminali.
I
radicali sono
coloro che sono in prima linea per attuare questa moderna strage di innocenti
in quella che pare una rivisitazione dell’antico culto israelita del “dio
Moloch”, al quale venivano appunto sacrificati i bambini, e sono al tempo stesso in prima linea
per assicurare protezioni e assistenza legale ai peggiori delinquenti che hanno
popolato le nostre carceri.
Sono
una infezione, a tutti gli effetti, ma oggi la Bonino, espressione “massima” di
questo mondo in Italia, vede un futuro dove ciò che è stato costruito da lei e
dai suoi sodali internazionali, su tutti il finanziere di origine ebraica George Soros che ha
finanziato i radicali, non è più certo.
La
fine dell’anglosfera e della” liberal-democrazia”.
Ad
essere messa in discussione è l’impalcatura politica internazionale sorta dal
dopoguerra.
Dal
cumulo di macerie della seconda guerra mondiale nacque uno Stato coloniale etero
diretto dallo stato profondo di Washington, quel grumo di poteri finanziari e
lobby sioniste, quali l’”AIPAC” e “Chabad Lubavitch”, che ha governato per più di un secolo
gli Stati Uniti d’America, Paese protestante “eletto” dall’ebraismo
internazionale.
Questa
struttura è quella che ha dominato l’Italia e l’Europa Occidentale per quasi 80
anni.
È quella composta dalle istituzioni
sovranazionali quali il “Fondo monetario internazionale”, la “Banca mondiale,”
la” NATO” e soltanto da ultima l’“Unione europea”.
Il
potere passa dalle mani delle nazioni a quelle degli organi sovranazionali
che diventano gli assoluti padroni della storia del novecento, da noi definito in precedenza a tutti
gli effetti come il secolo ebraico.
Questo
status quo è ad un passo dalla sua definitiva dipartita.
Emma
Bonino, nella sua paura di avere davanti a sé il vuoto, non gira intorno alla questione
quando fa la sua diagnosi.
“Al
momento, anche a causa delle pessime relazioni con Russia e Cina, l’intero
sistema multilaterale è in panne.
In panne sistemiche:
dalle
Nazioni Unite all’Organizzazione mondiale del commercio, alla Banca mondiale,
all’OCSE: non funziona più nulla.
Il ritorno di “Trump”, in questo scenario, con
il suo approccio esasperatamente transattivo, anche alle relazioni
internazionali più spinose, rischia seriamente di decretare la fine del sistema
organizzato di relazioni del dopoguerra.
Un
sistema in cui l’“UE”, fondata su un patto istituzionale profondamente
strutturato, ha prosperato e di cui ha bisogno.”
La
campana dunque sta suonando per Bruxelles e per tutti i sistemi politici
europei che erano strettamente dipendenti da tale architettura sovranazionale.
Il
venir meno degli Stati Uniti come garante del mondo sovranazionale del
dopoguerra mette fine a tutto ciò che dipendeva da questo ruolo della
superpotenza americana.
Un
ruolo che appariva insostituibile già all’alba della seconda guerra mondiale quando un gruppo di intellettuali
progressisti quali “Thomas Mann”, “Gaetano Salvemini” e “Christian Guass,” tra
gli altri, scriveva un saggio breve intitolato “La città dell’uomo” nel quale
invitata gli Stati Uniti ad assurgere al ruolo di leader del mondialismo per
poter condurre poi il resto del mondo verso il governo mondiale.
L’impero
americano era soltanto un mezzo per un fine più “grande”, ma la inevitabile
sparizione del primo impedisce il raggiungimento del secondo.
Questo
ha provocato in Europa Occidentale una condizione di abbandono e smarrimento
come mai si era vista prima del 1945.
A
Washington oggi non ci sono più i vecchi amici di una volta e adesso le élite
europee si trovano di fronte ad una contingenza storica che mette in dubbio la
loro stessa sopravvivenza.
Questa
condizione di assoluta novità porta inevitabilmente alla crisi della classe
politica italiana che italiana lo è solo formalmente e che senza l’ombrello di
Washington non ha possibilità di sopravvivere a questa nuova fase della storia.
Sono
questi i pensieri che tormentano” Emma Bonino” e “Mario Draghi”, un altro
personaggio che ha servito questi poteri che hanno cercato in ogni modo di
annichilire l’Italia.
Questo
porta la radicale a dichiararsi pienamente d’accordo con l’uomo del Britannia
quando questi ha affermato almeno in tre distinte occasioni negli ultimi 6 mesi
che è necessario quanto prima costruire l’edificio kalergiano degli Stati Uniti
d’Europa.
Come
degli assetati nel deserto, i vari rappresentanti del mondialismo invocano la
salvezza sovranazionale del superstato europeo per provare a preservare uno
status quo che non può più essere preservato.
E le
ragioni che rendono impossibile, ad oggi, una costruzione di un apparato unico
sovranazionale europeo, che in realtà è una impostura della vera Europa
cristiana, sono spiegate dalla stessa “Emma Bonino”.
Nessun
Paese europeo è in grado di sostituire gli Stati Uniti nella leadership del “vecchio
ordine liberale internazionale”.
Nessuno
ha la forza politica, militare ed economica di Washington.
Gli
Stati europei sono deboli e fragili perché essi si trovano imprigionati in un
sistema economico che ha finito per strangolare anche il Paese che più di tutti
aveva beneficiato della moneta unica e dell’UE, la Germania.
La
Francia di Macron appare invischiata negli stessi problemi economici e seppur
con un esercito leggermente più strutturato di quello tedesco non ha certo la
capacità di assurgere a potenza leader europea.
L’Italia
è il Paese che si trova nella fase più avanzata della crisi liberal-democratica
con
livelli di astensionismo elevatissimi e una popolazione che vuole in larga
parte l’uscita dall’eurocrazia e persino quella della NATO stessa.
Non ci
sono attori che possono sostituire l’America.
Quando
quindi Draghi, Bonino e gli altri esponenti delle élite liberali invocano gli “USE”
non fanno altro che illudere loro stessi.
Non
fanno altro che provare a mettere la testa sotto la sabbia nella speranza che
poi il mondo esterno in qualche mondo si conformi a ciò che essi vogliono.
Quando
poi decideranno di sollevare il capo troveranno probabilmente che il mondo è
andato ancora più lontano dai desideri ai quali loro aspiravano.
C’è un
mondo che sta scomparendo e c’è un processo storico che appare ormai
inesorabile.
Siamo alla fine dell’era sovranazionale e
all’inizio, o meglio al ritorno, di quella nazionale.
Il XX
secolo sta finendo definitivamente in questo scorcio di anni 20 del XXI secolo.
L’ordine del dopoguerra è già formalmente
morto e manca soltanto l’atto ufficiale del suo decesso che sarà rappresentato
con ogni probabilità dalle presidenziali americane che si terranno il prossimo
novembre e nelle quali si annuncia il trionfo di Donald Trump.
Il
2024 è un anno carico di eventi storici che decideranno le sorti dell’Italia e
del mondo per molti anni a venire.
È un
anno dove c’è un bivio non inferiore a importanza a quello nel quale l’Europa e
l’Italia si trovarono di fronte alla fine della seconda guerra mondiale quando
si affermava il potere dell’anglosfera che ha oppresso tutti coloro che hanno
subito la loro influenza.
Questo
bivio conduce dritto verso la fine del Nuovo Ordine Mondiale ed è questa prospettiva che
atterrisce” Draghi”, “Bonino”, “Mattarella”, “Renzi” e molti altri ancora in
Italia.
La
prospettiva che la storia ha già scritto una sentenza che prevede l’estinzione di questi biechi
personaggi traditori del “loro” Paese e dei poteri massonici che essi hanno
servito per molti e lunghi anni.
Le
guerre dentro la massoneria:
la
libera muratoria spaccata e
il
fallimento del mondialismo.
Lacrunadellago.net
– Cesare Sacchetti – (12 -3 – 2024) – ci dice:
Il
vecchio detto che i panni sporchi si lavano in famiglia vale certamente per la
società segreta della massoneria.
Se c’è
un luogo dove ci sono panni sporchi e nerissimi quello è proprio la massoneria
laddove si sono consumati efferati omicidi e orrendi rituali satanici in
omaggio alle regole di quella che la ipocrita vulgata liberale chiama “associazione filantropica”.
Questi
filantropi sono quelli che rapirono nel 1826 il massone americano “William
Morgan” che, deluso da quanto visto al chiuso delle logge, era pronto a
scrivere un libro nel quale si rivelavano i rituali segreti per salire i gradi
più alti della libera muratoria.
“Morgan”
non fece in tempo a fare le sue rilevazioni poiché venne rapito e ucciso dopo
che fu messo in prigione sulla base di false accuse.
Il suo
corpo decomposto riemerse dalle acque del lago Ontario, uno dei grandi laghi
del Nord-America, nel 1827 e la cospirazione per l’omicidio dell’ex massone era così vasta da coinvolgere persino
uomini delle forze dell’ordine come lo sceriffo della contea di Niagara, nello
stato di New York, “Eli Bruce”, massone a sua volta, che invece che adoperarsi
per scoprire la verità sulla morte di Morgan si impegnò invece per cancellarne
le tracce e occultare quanto accaduto.
Questo
aiuta a comprendere le ragioni per le quali molti omicidi restano insoluti
ancora ai giorni nostri oppure quelle per le quali spesso finiscono dietro le
sbarre dei capri espiatori innocenti ai quali vengono addossate le colpe di
quei crimini commessi dalla potente organizzazione massonica.
La
massoneria è presente in ogni nervo vitale dello Stato e l’infezione è così
profonda che ormai le istituzioni non sono nemmeno più statali o pubbliche ma
soltanto una emanazione degli iscritti alle logge massoniche.
Questa
è la eredità della Costituzione del 1948 scritta sotto dettatura degli
occupanti americani e alla cui preparazione parteciparono, non
sorprendentemente, diversi massoni.
Se nel
ventennio fascista la massoneria veniva messa al bando nel 1925 con “una legge
di scioglimento delle logge”, nell’era repubblicana e atlantista essa invece
trova la sua piena affermazione e legittimazione tanto poi da decidere delle
carriere dei vari giudici, politici e militari di alto grado nella “corrotta
Repubblica liberal-democratica”.
Adesso
appare esserci però un elemento di novità o meglio di crisi massonica, anche se
come si vedrà a breve c’è ampia letteratura al riguardo, ed è quello che
riguarda la guida della più grande loggia d’Italia, ovvero il celebre “Grande
Oriente d’Italia” la cui obbedienza va alla prima gran Loggia d’Inghilterra
fondata nel 1717.
Questa
ancora oggi è considerata dagli studiosi, nemici e amici della massoneria, come
la data di nascita ufficiale della massoneria seppur esistono delle tracce
storiche di società segrete nei secoli addietro che possono essere considerate dei
precursori della massoneria, come accadde per” i templari”, nati inizialmente
come un gruppo di cavalieri devoti a Cristo fino a quando non fu scoperto che
in realtà nelle loro logge si praticavano riti satanici, circostanza che portò alle loro
esecuzioni su ordine di Filippo IV, re di Francia, nel 1307 e al loro
scioglimento ordinato dall’allora pontefice Clemente V.
Quanto
accadeva nel cuore dei templari non è molto diverso da quanto accadeva e accade
ancora oggi nella modernità nel cuore delle logge massoniche.
“Morgan”
fu barbaramente ucciso perché ruppe il segreto massonico.
A dare
contezza di questo giuramento fu, tra gli altri, lo scrittore e avvocato
spagnolo “Eduard Emil Eckert” che nel suo libro sulla massoneria dal titolo “La franc-maçonnerie dans sa véritable
signification” spiega come i massoni quando entrano nella “fratellanza” e quando
soprattutto salgono ai gradi superiori pronunciassero giuramenti di segretezza
che prevedevano che il corpo del malcapitato che violava il “voto” fosse appeso
nella sua loggia dopo aver subito atroci supplizi.
Sono
questi i “fratelli muratori”.
Questo
il loro vero volto che si cela dietro la ipocrita maschera della “filantropia”, sotto la quale non c’è altro che
una sfrenata ambizione di imporre il loro dominio su ogni nazione del mondo per
poter giungere alla loro tanto desiderata “Repubblica universale” devota al
culto del “Grande Architetto dell’Universo”, la figura criptica che la libera
muratoria chiama dio e che diversi massoni ed ex massoni hanno rivelato essere
Satana.
Il
Grande Oriente d’Italia (GOI) dilaniato da lotte intestine.
Ora
c’è un po’ di discordia nel cuore del “GOI italiano” e questa riguarda
principalmente la guida di questa obbedienza.
I
massoni hanno tenuto delle elezioni recentemente per stabilire il successore di
“Stefano Bisi”, gran maestro del 33° grado, al quale formalmente è succeduto “Antonio
Seminario” che ora sarebbe il nuovo capo della massoneria italiana anche se ci
sono contestazioni da parte di altri candidati.
Su
tutti c’è l’altro massone che ha corso contro Seminario, “Leo Taroni”, che ha
dichiarato invece che è stata la sua lista “Noi insieme” ad aver vinto le
elezioni e si dichiara pronto a ricorrere alle carte bollate qualora la
commissione elettorale nazionale del GOI non dovesse riconoscere le sue
ragioni.
Che ci
fosse aria pesante nel GOI lo si era già capito in realtà dallo scorso novembre
quando i vari massoni iniziavano a scambiarsi accuse incrociate sulla loro
reciproca contiguità con i mafiosi e sulla loro gestione “leggera”, per così
dire, delle casse della massoneria.
L’atmosfera
appare quella di una generale resa dei conti nella più importante obbedienza
massonica italiana che vanta oltre 21mila iscritti, i cui nomi non vengono
divulgati per ragioni di “riservatezza”, sempre in omaggio all’ipocrita adagio
della libera muratoria che afferma di non essere una società segreta eppure non
dice chi sono i suoi appartenenti né tantomeno informa il pubblico esterno
delle decisioni che vengono prese nel suo seno.
Piuttosto
assassina coloro che rompono il giuramento di segretezza come capitato a “Morgan
e ad altri muratori che sono stati puniti per aver rivelato al mondo gli
inconfessabili e orrendi segreti della massoneria.
Non è
questa la prima volta che ci sono duri scontri per la leadership della
massoneria in Italia, anche se i lettori dovrebbero tenere a mente una
circostanza della quale avevamo già dato conto in altre occasioni.
I nomi
dei gran maestri del 33° grado non sono i nomi dei veri signori delle logge.
Le
massonerie, di ogni grado e obbedienza, sono strutturate attraverso dei gradi
segreti che vanno oltre il 33° nei quali ci sono i veri maestri occulti di
questa società segreta.
A dare
conto dalla struttura occulta fu il cardinal cileno” Caro Y Rodriguez “nel suo
saggio “Massoneria smascherata”, rivelazioni che poi furono confermate
pienamente quando nel 1992 esplose un altro grave scandalo in seno alla
massoneria in seguito all’inchiesta del procuratore di Palmi, “Agostino Cordova”,
che era vicino a scoprire le logge segrete e i loro nomi fino a quando non
venne la solita” procura di Roma £rappresentata in quell’occasione dalla moglie
di “Bruno Vespa”, “Augusta Iannini”, ad uccidere la sua inchiesta.
Il
precedente del quale si faceva comunque menzione è quello che riguarda il caso
di “Adriano Lemmi”, proprio gran maestro del GOI nel 1885, carica che riuscì a
ricoprire dopo una feroce lotta intestina in seno alle logge italiane sopita
soltanto per la protezione che “Lemmi” aveva da parte di “Albert Pike”, gran
maestro della “loggia di Charleston”.
“Lemmi
riuscì” a salire sul gradino più alto della massoneria italiana poiché era
appunto membro di una di quelle logge segrete, in questo caso “quella
palladiana”, che gli assicurava un potere ben maggiore rispetto a quello degli
altri fratelli.
Il
personaggio, banchiere e usuraio convertitosi all’ebraismo, ha una lunga storia
di corruzione, malaffare e omicidi eseguiti per conto del suo mentore,”
Giuseppe Mazzini” che lo stimava talmente tanto da considerare il suo
contributo come pari a quello di dieci uomini.
“Lemmi”
era anche animato da un profondo odio verso la religione cristiana che arrivò a manifestarsi persino
nella decisione di porre un crocefisso nelle latrine delle sue logge massoniche
con questo messaggio “prima di scaricare, sputate sul traditore, Gloria a Satana!”, come rivelato dall’ex massone “Domenico
Margiotta” nella sua opera “Adriano Lemmi, Chef suprême des francs-maçons”.
Soltanto
questo fatto, tra i molti già citati, dovrebbe dare l’idea dello spirito che
governa le logge ma ovviamente i lettori non troveranno questo “ritratto di
Lemmi nel sito del GOI,” laddove il satanista prediletto da Pike viene descritto invece come un “grande
patriota dallo spirito democratico”.
Questa
epoca, quella del “Risorgimento italiano”, era una nella quale il potere della
massoneria cresceva incontrastato e seppur a volte c’erano dei dissidi e faide
dovuti soprattutto a questioni di supremazia interna, ciò non impediva alla
libera muratoria di continuare ad espandersi a differenza di quello che invece
accade ora.
La
massoneria in crisi per il declino del mondialismo.
In
quegli anni, i massoni vedevano avvicinarsi sempre più rapidamente il loro
“sogno” di instaurare
una repubblica universale che avrebbe portato alla fine delle patrie e ad un unico
Stato mondiale dominato dal culto umanitario e illuminista dei diritti umani.
Oggi i
massoni si guardano allo specchio e scoprono con amarezza che tale “sogno” è
sempre più lontano e che piuttosto che avvicinarsi esso si allontana.
Alcuni
anni addietro, un ex membro del GOI, “Giuliano Di Bernardo”, e fondatore della “Gran
loggia regolare”, commentando la storia di Casaleggio e del M5S, da lui
apertamente sostenuto, dichiarò, come fatto da altri massoni prima di lui, qual
era il fine al quale aspirava la società segreta alla quale lui appartiene.
«Entrambi
(riferendosi a Casaleggio ndr) riteniamo che nel futuro dell’umanità
scompariranno le differenziazioni ideologiche, religiose e politiche.
Per me a governare sarà una comunione di
illuminati, presieduta dal “tiranno illuminato”, per Casaleggio a condurre
l’umanità sarà la rete».
Questa
figura del “tiranno illuminato” del quale parlava “Di Bernardo” non è altri che
l’Anticristo
del quale parla il “libro della Rivelazione e che un giorno instaurerà sul
mondo intero una dittatura tra le più sanguinarie e feroci della storia”.
E’ la
stessa figura della quale parla la setta sionista Chabad che attende il “moschiach” che un giorno ricostruirà il Tempio di
Gerusalemme per inaugurare l’era del Nuovo Ordine Mondiale.
Questa
era però nel presente momento storico appare lontana dalla sua manifestazione.
La
massoneria si aspettava di vedere il trionfo definitivo della sua “filosofia”
dalla” farsa pandemica” attraverso l’edificazione della “società del Grande
Reset”.
È per
questo che negli anni del colpo di Stato globale “pandemico” si vedevano
ovunque le
varie logge sostenere la repressione della popolazione a tutto beneficio della “tirannia
di Davos”.
Ed è
per la medesima ragione che l’”ex gran maestro “Bisi “esprimeva tutto il suo sostegno al certificato verde,
moderna riedizione delle leggi razziali, assieme alle vaccinazioni.
La
massoneria per poter trionfare aveva bisogno della manifestazione definitiva
del Grande Reset e del suo “tiranno illuminato”.
Ora i
liberi muratori si ritrovano smarriti senza più i vecchi riferimenti di un
tempo, considerata la crisi dei loro referenti a Londra e Washington, e senza
più di conseguenza le protezioni di una volta.
Tutti
sono un po’ nudi e non ci sarebbe da sorprendersi se in tale contesto le liti e
i dissapori dei fratelli muratori si aggravassero ancora di più.
C’è
una nave che affonda ed è quella dello stato profondo italiano.
Ed è
proprio su quella nave che la massoneria è a bordo.
Il
vero potere che governa
la
mafia si chiama massoneria.
Lacrunadellago.net
– Cesare Sacchetti – (04/10/2023) – ci dice:
L’immagine
che ci è stata trasmessa del mafioso nel corso dei decenni è una folkloristica veicolata
principalmente dalla solita ideologia liberal-progressista attraverso la cinematografia occupata
da tempo da tali circoli “intellettuali”.
Siamo
stati abituati ad immaginare il mafioso come un uomo con la coppola in testa,
con la lupara in mano e che parla in stretto dialetto siciliano.
Questo
è il mafioso che ha trasmesso la cinematografia e la letteratura dove raramente
si esce da tale stereotipo.
La
mafia però per essere compresa davvero non può prescindere da un’analisi che si
interessi del vero potere che gestisce tale associazione a delinquere.
E il
potere vero che governa la mafia si chiama massoneria.
La
storia dei rapporti tra mafia e massoneria è una di quelle scabrose che non
viene mai raccontata realmente e fino in fondo dalla storiografia liberale.
Quest’ultima
è invece tutta intenta a farci credere che il mafioso sia sostanzialmente
quello che abbiamo accennato prima e che non esistono altre forze di gran
lunghe più potenti che governano questa associazione dietro le quinte.
Ciò
deriva dalla esigenza del liberalismo di proteggere il “buon nome” della
massoneria descritta
ancora ipocritamente come null’altro che un’associazione filantropica di
buontemponi che non fanno alcun male, e quando ciò capita si tratta
solamente di alcune mele marce ostili alla causa dei grembiulini.Questa
raffigurazione è ovviamente falsa perché la massoneria, tutta e non solamente
alcune sue parti, si è sempre servita della mafia per raggiungere i suoi scopi.
Questo
occorreva già nel XIX secolo quando nasceva il movimento risorgimentale che
sulla carta dichiarava di voler unificare l’Italia ma che in realtà nutriva
aspirazioni che andavano molto oltre la causa dell’Italia Unita.
Lo
scopo vero del movimento risorgimentale era infatti quello di colpire la Chiesa
Cattolica considerata il massimo nemico dalla massoneria sin dai suoi esordi.
Nonostante
ciò che dichiarano i massoni, la massoneria non è affatto neutrale nei
confronti delle religioni, soprattutto di quella cristiana.
La
massoneria pretende di apparire come un’associazione in grado di riunire uomini
di diversi fedi ma tutta la sua simbologia e i suoi reali scopi non sono null’altro che
l’esternazione di una religione anti-cristica di chiaro stampo luciferiano.
Ciò
ovviamente non viene rilevato agli adepti che si trovano a scalare i primi
gradini della società perché altrimenti la vera natura della massoneria
desterebbe troppo allarme tra i suoi seguaci.
A
dirlo non è la letteratura cattolica ma gli stessi massoni quali “Albert Pike”
ed ex massoni quali “Domenico Margiotta” che hanno rivelato come solamente i
massoni di grado più elevato, quelli vicini al 33°, vengono messi al corrente
del fatto che il dio della massoneria definito come Grande Architetto
dell’Universo non è null’altro che Lucifero.
È tale
culto luciferiano che aderivano gli uomini più importati del Risorgimento quali
Giuseppe Mazzini, mente creatrice del rito palladiano, e Giuseppe Garibaldi, “Grande
Ierofante della loggia Mizraim”, che sarà poi la stessa loggia alla quale
aderirà nel XX secoli un altro famigerato seguace della religione luciferiana,
quale “Aleister Crowley”.
Quando
la massoneria decide di conquistare il Meridione e di abbattere l’allora Regno
delle Due Sicilie si serve appunto dell’aiuto della mafia.
Sin
dai primi istanti i massoni e i camorristi locali assoldati sono stati del
tutto decisivi per consentire alle camicie rosse di conquistare la Calabria, la
Sicilia e la Campania.
Non è
affatto azzardare affermato che l’impresa risorgimentale massonica senza il
decisivo apporto della mafia sarebbe stata probabilmente destinata al
fallimento.
La
massoneria governa la mafia.
La
mafia quindi come si vede sin dai suoi primi istanti di vita ha goduto della
protezione massonica.
Ciò
che vediamo oggi con le varie associazioni mafiose che gestiscono il traffico
di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione e il traffico di esseri
umani non è altro che il risultato dello scellerato patto che è stato
costituito tra mafia e massoneria ai tempi del Risorgimento.
La
mafia non è un fenomeno mafioso, ma massonico perché i suoi appartenenti sono
tutti iscritti alla massoneria.
Quando
il pentito di mafia “Maurizio Avola” iniziò a collaborare con la giustizia
negli anni 90 fece proprio queste rilevazioni.
I
capimafia, quelli che vediamo nelle pagine dei quotidiani descritti come i
“capi” della mafia, sono tutti iscritti alle logge.
“Toto
Riina” detto U’ Curtu, era iscritto alla massoneria stando a quanto riferisce “Avola”,
così come lo era “Nitto Santapaola”.
Se
attingiamo dalle recenti cronache che riguardano la cattura e la successiva
morte di “Matteo Messina Denaro” vediamo che la musica non cambia.
Scopriamo che è stato il potere della
massoneria a garantire al capomafia una latitanza durata trent’anni trascorsa
non in qualche remoto luogo del pianeta, ma a casa sua, nel trapanese.
Sono
state le logge massoniche a consentire a Messina Denaro di restare a piede
libero. Sono loro dunque il vero Stato che ormai è ridotto a mero simulacro
giuridico proprio per il potere dei grembiulini.
Non si
sta parlando però solamente della massoneria coperta o irregolare ma anche di
quella ufficiale e riconosciuta dal” Grande Oriente d’Italia” che pratica il
rito scozzese.
Qui
esiste un equivoco di fondo veicolato, a volte in buonafede, da alcuni storici,
magistrati e giornalisti volto a far credere che il problema sia solamente la
massoneria clandestina e non quella ufficiale.
La
distinzione è del tutto fuorviante perché la massoneria ufficiale non è una
associazione pubblica e trasparente come viene erroneamente dichiarato.
Si
pensi a questo proposito che ancora oggi le logge autorizzate si rifiutano di
divulgare i nomi dei loro iscritti e tantomeno le decisioni che vengono prese
nel seno della massoneria.
La
definizione quindi di “pubblico” contrasta con la natura stessa di questa
società che resta quella della assoluta segretezza.
Il
mondo esterno non deve sapere chi sono i partecipanti iscritti alle logge né
tantomeno lo debbono sapere i massoni di rango inferiore.
Solamente
gli iniziati che arrivano al vertice dell’organizzazione vengono messi al
corrente dei veri scopi della massoneria che, come dichiarato dagli stessi
massoni ed ex di alto rango, non sono altro che l’infiltrazione delle istituzioni e la
fine dello Stato nazionale.
La
massoneria ispira a quella che viene definita dai suoi stessi membri come
“Repubblica universale” nella quale non c’è più la religione di Dio come
fondamento morale della società ma piuttosto quella del dio massonico Lucifero.
Sin da
quando è nata, la massoneria ha dichiarato guerra al cristianesimo in ogni sede
e con ogni mezzo.
L’idea della società secolare che si spoglia
della sua eredità cristiana per abbracciare invece una identità laicista e
ateista è alla base dell’illuminismo propalato dai suoi filosofi massoni, quali”
Voltaire” e “Rousseau”.
Tutto
il mondo moderno di cui nostro malgrado respiriamo i miasmi ogni giorno è
permeato da questo pensiero che non ha altro scopo che quello di annientare
l’identità cristiana dell’Italia e dell’Europa.
L’errata
distinzione tra massoneria ufficiale e coperta.
Quando
si afferma pertanto che occorre mettere al bando solamente la massoneria
coperta si commette un errore madornale che consente alle logge di proseguire
indisturbate la loro attività eversiva.
È lo
stesso errore che commise “Tina Anselmi”, storica presidente della commissione
d’inchiesta sulla” loggia P2”, quando affermava in una intervista a Repubblica
del 1992 che la “Costituzione riconosce il diritto alla libertà di associazione”.
La
massoneria però non è un circolo bocciofilo.
Quando
i suoi iniziati si infiltrano in ogni ganglo delle istituzioni ne cambiano
l’agenda e i fini.
Quando
i giornalisti, i magistrati, i politici e gli accademici sono in larga parte
massoni non si ha più uno Stato inteso come concetto giuridico che dispone
dell’uso della forza e della capacità di fare le leggi.
Si ha
soltanto una riduzione dello Stato a circolo massonico che persegue i suoi
scopi e i suoi interessi incompatibili con quelli del bene comune.
Coloro
che non sono massoni, ad esempio, sono scartati dai vari concorsi per ascendere ai
vertici dello Stato così come coloro che non fanno parte di questa società
segreta difficilmente possono fare carriera in magistratura, corpo profondamente contaminato
dall’infiltrazione massonica, o in politica.
La
società che ha creato la “Costituzione liberal-democratica del 1948” è una
dominata dalla massoneria sotto ogni aspetto.
È
dominata dal pensiero massonico sin dai primi articoli della Carta in quanto i
padri costituenti non si sono ispirati alla tradizione cattolica e greco-romana
per scrivere il documento.
Si
sono ispirati al filone liberal-progressista che ha stabilito che una civiltà
millenaria come l’Italia sia fondata sul lavoro come una qualsiasi repubblica
social-marxista nella quale tra l’altro il lavoro non c’è nemmeno più perché
esso è stato annientato dal credo neoliberale che domina il mondo economico
moderno.
A
tessere le lodi della Costituzione sono, non sorprendentemente, anche gli
stessi massoni che ricordano come diversi padri costituenti erano iscritti al “Grande
Oriente d’Italia”.
L’inchiesta
del “procuratore Cordova” sulla massoneria.
Un
altro magistrato, “Agostino Cordova”, provò a indagare sulla massoneria già 30
anni orsono.
“Cordova”
era il procuratore della Repubblica a Palmi che nel 1992 aveva scoperto assieme
al sostituto “Francesco Neri” nei computer della massoneria, e di importanti
logge riconosciute a livello internazionale, la presenza di archivi segreti
dove c’erano delle logge coperte ed iscritti di nomi eccellenti.
Si
parlava di importanti esponenti politici, del mondo della finanza e della
magistratura.
È quel
grumo di potere che oggi viene definito con l’espressione “stato profondo” per
descrivere tutto quel sottobosco di gruppi segreti che controllano la macchina
statale e la utilizzano per i loro scopi di natura chiaramente eversiva.
L’inchiesta
stava arrivando ai vertici del Grande Oriente d’Italia, la loggia più
importante d’Italia, prima che questa non venisse uccisa negli anni successivi
dalla solita famigerata procura di Roma che non a caso si era guadagnata già
allora l’appellativo di “porto delle nebbie” laddove ogni inchiesta scomoda si
smarrisce e viene prontamente archiviata dai magistrati romani.
Quando
l’inchiesta partì il “sostituto Neri” fece però una dichiarazione che voleva
mettere in rilievo, auspicabilmente in buonafede, quell’errore di fondo che era
alla base della stessa analisi della “Anselmi”.
“Neri”
si espresse contro l’idea che la massoneria fosse “tutta un qualcosa di
illegale.
Voglio
sottolineare che siamo in democrazia e l’associazionismo è una delle
espressioni più alte della libertà individuale.”
Anche
qui ci si chiede come si possa definire come semplice “associazionismo” una
società che non rivela i suoi scopi al mondo esterno e agli iniziati inferiori
e che fa un aperto traffico di influenze arrivando a gestire per conto proprio
la cosa pubblica e le nomine dei vertici dello Stato.
Ciò
che va affrontato è il nodo che sta alla base della natura di questa società
eversiva.
Non
può esistere piena sovranità dello Stato e non può esistere la difesa degli
interessi pubblici laddove c’è un’organizzazione che si infiltra nello Stato e
ne governa la sua politica.
Che
alcune logge siano coperte è una conseguenza del fatto che si consenta ad altre
logge pubbliche di esistere e di coprire con la chiara complicità delle seconde
i nomi degli iscritti più potenti.
È
tutto pienamente in linea con la segretezza e il carattere eversivo di questa
associazione.
La
compartimentalizzazione è ciò che governa questa società segreta.
I
segreti vengono rivelati solo ad un manipolo di “eletti” e spesso gli iniziati
dei primi gradi non sanno nemmeno chi sono i veri signori della loggia come
spiegò mirabilmente il “cardinale cileno Caro Rodriguez” nella sua opera
“Massoneria smascherata”.
L’unica
cura per risolvere questa infezione che ha contaminato ogni parte dello Stato è
quella che fu adottata nel 1925, quando l’allora governo fascista decise di
mettere fuori legge la massoneria.
La
massoneria è l’organizzazione più antifascista che esista e non si fa fatica a comprenderne le
ragioni visto che il fascismo fu praticamente l’unico che decise di affrontare
la questione massonica nell’unica maniera nella quale la si poteva affrontare.
Quella
dello scioglimento delle logge.
E qui
si ritorna dunque al problema iniziale che era stato affrontato in questa
analisi.
La
mafia non può essere sconfitta se prima non si sconfigge la massoneria.
La
massoneria è il livello superiore che gestisce la mafia.
La
vera antimafia si chiama anti massoneria.
IL
DRAGO È SICURO DI SÉ E DELINEA
LA SUA
TABELLA DI MARCIA PER LA MODERNIZZAZIONE
DELLA
CINA.
Comedonchisciotte.org
– Pepe Escobar -Strategic -Culture.su - Redazione
CDC. (14 Marzo 2024) – ci dice:
Mentre
il Progetto Ucraina finisce nel dimenticatoio della storia, il Progetto Taiwan
andrà in overdrive.
Le Guerre per Sempre non muoiono mai.
Questo
è l’ “Anno del Drago di Legno”, secondo la cultura cinese classica wuxing
(“cinque elementi”).
Il
drago, uno dei 12 segni dello zodiaco cinese, è un simbolo di potere, nobiltà e
intelligenza.
Il
legno aggiunge crescita, sviluppo e prosperità.
Si
tratta di un breve riassunto di dove la Cina si sta dirigendo nel 2024.
La
seconda sessione del 14° “Comitato Nazionale della Conferenza Consultiva
Politica del Popolo Cinese” (CPPCC) si è conclusa domenica a Pechino.
Il
mondo intero deve sapere che nel quadro della “democrazia di base con
caratteristiche cinesi”, un fenomeno estremamente complesso – e affascinante –
l’importanza del CPPCC è fondamentale.
Il
CPPCC convoglia le aspettative di ampio respiro del cinese medio verso il
livello decisionale, e di fatto consiglia il Governo centrale su una vasta
gamma di questioni, dalla vita quotidiana alle strategie di sviluppo di alta
qualità.
Quest’anno,
la maggior parte delle discussioni si è concentrata su come guidare la Cina
verso una modernizzazione ancora più rapida.
Essendo
la Cina, i concetti – come i fiori – sono sbocciati in tutto lo scenario, come
“nuove forze produttive di qualità”, “approfondimento della riforma”, “apertura
ad alto livello” e un nuovo favoloso concetto, “diplomazia dei grandi Paesi con
caratteristiche cinesi”.
Come
ha sottolineato il “Global Times”, “il 2024 non è solo un anno critico per
raggiungere gli obiettivi del ’14° Piano quinquennale’, ma anche un anno chiave
per realizzare la transizione verso uno sviluppo economico di alta qualità”.
Scommettere
sugli investimenti strategici.
Partiamo
quindi dal primo ‘rapporto di lavoro’ del Premier cinese “Li Qiang”, consegnato
una settimana fa, che ha aperto la sessione annuale del” Congresso Nazionale
del Popolo”.
Il punto chiave da cui partire è che Pechino
perseguirà gli stessi obiettivi economici del 2023.
Il che
si traduce in una crescita annuale del 5%.
Naturalmente,
i rischi di deflazione, la flessione del mercato immobiliare e la fiducia delle
imprese un po’ vacillante non svaniranno.
“Li” è
stato molto realista, sottolineando che Pechino è “fortemente consapevole”
delle sfide future:
“Raggiungere gli obiettivi di quest’anno non
sarà facile”.
E ha
aggiunto: “La
crescita economica globale manca di vapore e i problemi regionali di hotspot
continuano a scoppiare. Questo ha reso l’ambiente esterno della Cina più
complesso, severo e incerto”.
La
strategia di Pechino rimane incentrata su una “politica fiscale proattiva e una
politica monetaria prudente”.
In
poche parole: la canzone rimane la stessa. Non ci sarà alcun tipo di “stimolo”.
Le
risposte più profonde si trovano nella relazione di lavoro/bilancio rilasciata
dalla “Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme”: l’attenzione si
concentrerà sul cambiamento strutturale, attraverso fondi extra per la scienza,
la tecnologia, l’istruzione, la difesa nazionale e l’agricoltura.
Traduzione:
La Cina
scommette sugli investimenti strategici, la chiave per una transizione
economica di alta qualità.
In
pratica, Pechino investirà molto nella modernizzazione dell’industria e nello
sviluppo di “nuove forze produttive di qualità”, come i veicoli a nuova
energia, la bio manifattura e il volo spaziale commerciale.
Il
Ministro della Scienza “Yin Hejun” è stato chiaro:
è previsto un aumento dell’8,1% degli
investimenti nazionali in ricerca e sviluppo nel 2023.
Vuole
di più – e lo otterrà: la spesa per la R&S crescerà del 10% per un totale
di 370,8 miliardi di yuan.
Il
mantra è “autosufficienza”.
Su
tutti i fronti, dalla produzione di chip all’intelligenza artificiale.
È in
corso una guerra tecnologica senza esclusione di colpi – e la Cina è totalmente
concentrata a contrastare il “contenimento tecnologico” da parte dell’Egemone,
tanto quanto il suo obiettivo finale è quello di strappare la supremazia
tecnologica al suo principale concorrente.
Pechino non può permettersi di essere vulnerabile ai
punti di blocco tecnologici imposti dagli Stati Uniti e alle interruzioni della
catena di approvvigionamento.
Quindi
i problemi economici a breve termine non causeranno notti insonni.
La
leadership di Pechino guarda sempre avanti, concentrandosi sulle sfide a lungo
termine.
Imparare
le lezioni dal campo di battaglia del Donbass.
Pechino
continuerà a guidare lo sviluppo economico di Hong Kong e Macao, e investirà
ancora di più nella cruciale “Greater Bay Area”, che è il principale hub di
alta tecnologia, servizi e finanza della Cina meridionale.
Taiwan,
ovviamente, era al centro del rapporto di lavoro;
Pechino
si oppone fermamente alle “interferenze esterne” – un codice per le tattiche
degli Egemoni.
Questo
diventerà ancora più difficile a maggio, quando “William Lai Ching-te”, che
flirta con l’indipendenza, diventerà Presidente.
Per
quanto riguarda la difesa, ci sarà solo un aumento del 7,2% nel 2024, che sono noccioline
rispetto al bilancio della difesa dell’Egemone, che ora si avvicina a 900
miliardi di dollari.
Quello
della Cina è di 238 miliardi di dollari, anche se il PIL nominale della Cina si
sta avvicinando a quello degli Stati Uniti.
Gran
parte del budget per la difesa cinese sarà destinato alla tecnologia emergente
– considerando le lezioni di immenso valore che il PLA sta imparando dal “campo
di battaglia del Donbass”, nonché la parte di interazioni profonde del
partenariato strategico Russia-Cina.
E
questo ci porta alla diplomazia.
La Cina continuerà a posizionarsi saldamente
come campione del Sud globale.
Questo è stato reso esplicito dal Ministro
degli Esteri “Wang Yi” in una conferenza stampa a margine del “Congresso
Nazionale del Popolo”.
Le
priorità di “Wang Yi” sono:
“mantenere relazioni stabili con le
grandi potenze; unire le mani con i Paesi vicini per il progresso; impegnarsi
per la rivitalizzazione con il Sud globale”.
“Wang
Yi” ha sottolineato ancora una volta che Pechino favorisce un mondo multipolare
“equo e ordinato” e una “globalizzazione economica inclusiva”.
E
naturalmente non poteva permettere al Segretario di Stato americano “Little
Blinken” – sempre fuori dai suoi schemi – di farla franca con la sua ultima
‘ricetta’:
“È
inammissibile che chi ha il pugno più grosso abbia l’ultima parola, ed è
decisamente inaccettabile che alcuni Paesi debbano essere al tavolo mentre
altri possono essere solo nel menu”.
Il “BRI”
come acceleratore globale.
In
particolare, “Wang Yi” ha ribadito l’importanza di una cooperazione di “alta
qualità” nell’ambito dell’ “Iniziativa Belt and Road” (BRI).
Ha
definito la BRI come “un motore per lo sviluppo comune di tutti i Paesi e un
acceleratore per la modernizzazione del mondo intero”. “Wang Yi” ha dichiarato
di sperare nell’emergere di un “momento del Sud globale nella governance
globale”, in cui la Cina e la BRI svolgono un ruolo essenziale.
La
relazione di lavoro di “Li Qiang”, per inciso, conteneva solo un paragrafo
sulla “BRI”.
Ma poi
troviamo questa chicca, quando “Li” si riferisce al “£Nuovo Corridoio
Internazionale per il Commercio Terra-Mare “– che collega il sud-ovest della
Cina, privo di sbocchi sul mare, con la costa orientale, attraverso la “provincia
di Guangxi”.
Traduzione:
Il BRI
si concentrerà sull’apertura di nuove strade economiche per le regioni meno
sviluppate della Cina, diversificandosi dalla precedente enfasi sullo Xinjiang.
Il
dottor “Wei Yuansong” è un membro del “CPPCC” e del “Partito Democratico dei
Contadini e dei Lavoratori Cinesi”, che è uno degli otto partiti non
appartenenti al PCC nella politica cinese (pochi al di fuori della Cina lo
sanno).
Ha
offerto alcuni commenti affascinanti sulla “BRI” a “Fengmian News” e ha anche
sottolineato la necessità di “raccontare bene la storia della Cina” per evitare
“conflitti e incidenti” lungo la strada della BRI.
Per
questo, “Wei” suggerisce la necessità di utilizzare un “linguaggio
internazionale” nel raccontare queste storie; ciò implica l’uso dell’inglese.
Per
quanto riguarda ciò che “Wang Yi “ha detto nella sua conferenza stampa, in realtà questo è stato
discusso in dettaglio alla “Conferenza Centrale sugli Affari Esteri” a porte
chiuse che si è tenuta alla fine del 2023, dove è stato stabilito che la Cina
ha affrontato “opportunità strategiche” per aumentare la sua “influenza
internazionale, il suo fascino e il suo potere”, nonostante “venti forti e
acque agitate”.
Il
punto chiave:
la guerra narrativa tra la Cina e
l’Egemone sarà spietata. Pechino è sicura di essere in grado di offrire stabilità,
investimenti, connettività e una solida diplomazia a tutto il Sud globale,
invece di guerre per sempre.
Ciò si
riflette, ad esempio, nel fatto che “Ma Xinmin”, consulente legale del
Ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato alla “Corte Internazionale di Giustizia”
che i Palestinesi hanno il diritto alla resistenza armata quando si tratta di
combattere lo Stato colonialista, razzista e di apartheid di Israele.
Pertanto,
“Hamas” non può essere definita un’organizzazione terroristica.
Questa
è la posizione schiacciante in tutte le terre dell’Islam e nella maggior parte
del Sud globale – che collega Pechino con il Brasile, membro dei BRICS, e con
il Presidente Lula, che ha paragonato il genocidio di Gaza al genocidio nazista
della Seconda Guerra Mondiale.
Come
resistere alle sanzioni collettive dell’Occidente.
Le Due
Sessioni hanno rispecchiato la piena comprensione di Pechino che le tattiche di
contenimento e destabilizzazione degli Egemoni rimangono la sfida più grande
per l’ascesa pacifica della Cina.
Ma
allo stesso tempo ha riflesso la fiducia della Cina nel suo potere diplomatico
globale come forza per la pace, la stabilità e lo sviluppo economico.
Si
tratta di un equilibrio estremamente delicato che solo il Regno di Mezzo sembra
in grado di raggiungere.
Poi
c’è il fattore Trump.
L’economista
“Ding Yifan”, ex vicedirettore dell’”Istituto di Sviluppo Mondiale”, parte del “Centro
di Ricerca sullo Sviluppo” del Consiglio di Stato, è uno di coloro che sanno
che la Cina sta imparando lezioni chiave dalla Russia su come resistere alle
sanzioni collettive dell’Occidente – che saranno inevitabili contro la Cina,
soprattutto se Trump tornerà alla Casa Bianca.
E
questo ci porta alla questione chiave assoluta attualmente discussa a Mosca,
all’interno del partenariato Russia-Cina e presto tra i BRICS: pagamenti
alternativi al dollaro americano, aumento del commercio tra le “nazioni amiche”
e controlli sulla fuga di capitali.
Quasi
tutto il commercio Russia-Cina è ora in yuan e rubli.
Mentre
il commercio russo con l’UE è diminuito del 68% nel 2023, il commercio con
l’Asia è aumentato del 5,6% – con nuovi punti di riferimento raggiunti con la
Cina (240 miliardi di dollari) e l’India (65 miliardi di dollari) – e l’84%
delle esportazioni energetiche totali della Russia è destinato alla Cina. Ossia esportazioni energetiche totali
della Russia verso “Paesi amici”.
Le due
sessioni non sono entrate nel dettaglio di alcune questioni geopolitiche
estremamente spinose.
Per esempio, la versione indiana della
multipolarità – considerando l’irrisolta storia d’amore di Nuova Delhi con
Washington – è molto diversa da quella cinese.
Tutti
sanno – e nessuno più dei russi – che all’interno dei BRICS 10 la questione strategica più
importante è come gestire la tensione perpetua tra India e Cina.
Ciò
che è chiaro, anche dietro la nebbia di buona volontà che avvolge le Due
Sessioni, è
che Pechino è pienamente consapevole di come l’Egemone stia – deliberatamente –
già oltrepassando una linea rossa cinese chiave, stazionando ufficialmente
‘truppe permanenti’ a Taiwan.
“Dallo
scorso anno, le Forze Speciali statunitensi” stanno addestrando i taiwanesi al
funzionamento dei “nano micro droni” Black Hornet.
Nel
2024 i consiglieri militari statunitensi saranno dislocati a tempo pieno nelle
basi dell’esercito sulle isole “Kinmen e Penghu”.
Coloro
che guidano la politica estera degli Stati Uniti dietro “il manichino del Crash
Test” alla Casa Bianca credono che, anche se sono impotenti a gestire gli “Houthi
Ansarallah” nel Mar Rosso, sono in grado di colpire il Dragone.
Nessun
atteggiamento modificherà la tabella di marcia del Dragone.
La
risoluzione politica del CPPCC su Taiwan chiede di unire “tutte le forze
patriottiche”, di “approfondire l’integrazione e lo sviluppo in vari campi
attraverso lo Stretto di Taiwan” e di impegnarsi al massimo per la
“riunificazione pacifica”.
Ciò si
tradurrà in pratica in una maggiore cooperazione economica/commerciale, più
voli diretti, più porti e basi logistiche.
Mentre
il Progetto Ucraina finisce nel dimenticatoio della storia, il Progetto Taiwan
andrà in overdrive.
Le guerre per sempre non muoiono mai.
Fatevi
sotto. Il Dragone è pronto.
(Pepe
Escobar,
strategic-culture.su)
(Pepe
Escobar è un analista geopolitico e autore indipendente. Il suo ultimo libro è”
Raging Twenties.)
Divieti
pregiudizievoli:
il
Congresso Usa si scaglia su TikTok.
Globalresearch.ca
- Dr. Binoy Kampmark – (14 marzo 2024) - ci dice:
Com'è
deliziosa l'ipocrisia politica.
Abbondante
e ricco, si manifesta nei corridoi del potere con regolarità.
In
definitiva, questo non è molto nel Congresso degli Stati Uniti, evidente
durante i dibattiti sull'opportunità di vietare la piattaforma TikTok negli
Stati Uniti.
Gran
parte di questo sembra basarsi sul presupposto che le aziende straniere non
abbiano il diritto di aspirare, mercificare e utilizzare i dati personali degli
utenti, deridendo, se non cancellando del tutto la privacy.
Le
aziende statunitensi, tuttavia, lo sono.
Se è
vero che alcuni aspetti della Silicon Valley hanno attirato l'ira di quelli di “The
Hill” in preda a slanci di rabbia, giganti come “Meta” e “Google” continuano a
usare il modello di business del capitalismo della sorveglianza con
rassicurazione e impunità.
Nel
maggio 2023, la disparità di trattamento tra le aziende è stata messa a nudo in
un'audizione al Congresso che ha schiaffeggiato le mani di “Mark Zuckerberg” e “Sundar
Pinchai “con scarsi risultati, mentre lacerava il” CEO” di TikTok “Shou Zi Chew”
.
"La vostra piattaforma dovrebbe essere
vietata", ha tuonato la presidente” Cathy McMorris-Rodgers” (R-WA) della “Commissione
per l'Energia e il Commercio della Camera”.
La
preoccupazione in corso, e con qualche fondamento, è il legame di “TikTok! con
la società madre “Byte Dance”.
Avendo
sede in Cina, il nesso con lo stato autoritario che esercita influenza sulle
sue operazioni è una preoccupazione legittima, date le leggi sulla sicurezza
nazionale che richiedono all'azienda di condividere i dati con i funzionari.
Ma la
linea dell'interrogatorio si rivelò ottusa e confusa, rivelando un'ossessione
per i temi che risuonavano con l'isteria maccartista.
In
diverse occasioni, la parola "comunisti" è uscita dalle labbra dei
politici arrabbiati, compresi i riferimenti regolari al Partito della Comunità
Cinese.
“Alex
Cranz”, scrivendo per “The Verge “, ha riassunto bene la “sessione di tormento”:
"Tra la loro ossessione per il
comunismo, il loro tono spesso odioso e condiscendente, e l'occasionale supposizione
che” Chew” fosse cinese, nonostante i suoi ripetuti richiami al fatto che fosse
singaporiano, l'udienza è stata un pasticcio strano, brutale e xenofobo ".
“TikTok”
, da parte sua, continua a dire alle autorità di regolamentazione di aver
adottato misure adeguate per escludere i dati dei suoi 150 milioni di utenti
negli Stati Uniti dalle operazioni di” Byte Dance”, spendendo 1,5 miliardi di
dollari nei suoi sforzi per farlo.
Un'indagine
di gennaio del “Wall Street Journal” , tuttavia, ha rilevato che "i manager a volte istruiscono i
lavoratori a condividere i dati con i colleghi in altre parti dell'azienda e
con i lavoratori di Byte Dance senza passare attraverso i canali ufficiali".
Che
shock.
“Cranz”
potrebbe anche aver menzionare qualcos'altro: che l'intero spettacolo era
vaudevilliano nella sua ignoranza delle pratiche del governo degli Stati Uniti
che comportavano il fare esattamente ciò di cui Byte Dance e TikTok sono
accusati:
chiedere
alle aziende di condividere i dati degli utenti con i funzionari.
Se
deve essere dimenticato per tutto il resto, le rivelazioni di “Edward Snowden”
del 2013 sulla collaborazione della “National Security Agency” con le società
di telecomunicazioni e internet statunitensi su questo punto dovrebbero essere
custodite nelle vendite dei posteri.
Il
programma” PRISM”, come è stato chiamato, prevedeva la partecipazione di
aziende “Big Tech” come Google, Facebook, YouTube e Apple nella condivisione
dei dati personali degli utenti con la “NSA”.
In gran parte a causa delle “rivelazioni di
Snowden”, la crittografia end-to-end è diventata sia urgente che modica.
"Un'enorme
frazione del traffico Internet globale ha viaggiato nudo
elettronicamente", ha osservato Snowden in un'intervista a “The Atlantic”
l'anno scorso. "Ora è uno spettacolo raro."
La “Camera
dei Rappresentanti” degli Stati Uniti ha ora messo in atto le sue minacce
contro TikTok “approvando un disegno di legge che apre la strada alla possibile
imposizione di un divieto dell'app.
Dà a Byte Dance un periodo di grazia di sei
mesi per vendere la sua partecipazione nella società, per evitare che si trovi
di fronte a un blocco a livello nazionale.
Se
passerà al Senato è una questione aperta, data l'opposizione di alcuni
repubblicani, tra cui il candidato presidenziale Donald Trump.
Altri politici temono di perdere un ponte inestimabile
nella comunicazione con i giovani elettori.
Il 13
marzo, però, i giusti brillavano di fiducia.
Il
principale democratico della Camera, “Hakeem Jeffries”, ha sostenuto che il
disegno di legge ridurrebbe "la probabilità che i dati degli utenti di TikTok
vengano sfruttati e la privacy minata da un avversario straniero ostile", mentre il repubblicano del Wisconsin “Mike
Gallagher” ha dichiarato che gli Stati Uniti non possono più "correre il rischio di avere una
piattaforma di notizie dominante in America controllata da una società che è in
debito con il Partito Comunista Cinese".
Il
sottotesto: meglio lasciare il saccheggio e l'abuso alle aziende statunitensi.
I
quaderni macchiati da giganti come Meta e Google hanno avuto la tendenza a
comparire solo in modi moralmente circoscritti, risparmiando il modello delle
loro operazioni commerciali da un severo esame.
Il 31
gennaio, la” Commissione Giustizia del Senato” ha dato una farsesca
dimostrazione di sproloquio e dispiacere sulla questione di quella che ha
definito "la crisi dello sfruttamento minorile online".
Erano
in mostra i terrori degli animali domestici a lungo nutriti:
la mania per i pedofili che usano le
piattaforme dei social media per perseguitare la loro preda; estorsio
finanziaria di giovani; sfruttamento sessuale; Spaccio.
Il
senatore Josh Hawley (R-MO) ha parlato molto di Zuckerberg in quell'occasione, ma
solo come puntello per scusarsi con le vittime dell'approccio di Meta agli
utenti bambini.
Il CEO di Meta sa da tempo che tali
manifestazioni palliative servono solo come falsa catarsi;
La
sostanza e la logica del modo in cui le operazioni aziendali raccolgono i dati
non cambiano mai.
E lo
spettacolo è stato anche ancora più sinistro nel fornire uno sfondo per la
paranoia del Congresso, esemplificata da misure proposte come il “Kids Online
Safety Act” (KOSA).
La “Electronic
Frontier Foundation” ha giustamente definito il” KOSA” un disegno di legge
sulla censura che contrabbanda concetti come il "dovere di diligenza"
come pretesto per monitorare le informazioni e la condotta su Internet.
L'attacco a TikTok è apparentemente simile nel
proteggere gli utenti negli Stati Uniti dagli occhi indiscreti dei funzionari
di Pechino mentre saluta gli eclatanti assalti alla privacy da parte dei
colossi della Silicon Valley.
Com'è
meravigliosamente patriottico.
(Il
Dr. Binoy Kampmark è stato uno studioso del Commonwealth presso il Selwyn
College di Cambridge. Attualmente insegna presso l'Università RMIT.)
Il
ballo dei vampiri è finito.
Unz.com
- ANDREW ANGLIN – (14 MARZO 2024) – ci dice:
Adoro
l'immaginario di una palla di vampiro.
Possiamo
anche parlare di "orgia di sangue".
L'era
in cui le élite occidentali sono in grado di sfruttare altre nazioni e altri
popoli in tutto il mondo sta volgendo al termine, ha detto il presidente russo “Vladimir
Putin” in un'intervista esclusiva pubblicata da “Rossiya” e “RIA Novosti” mercoledì.
Il
presidente ha affermato che negli ultimi secoli, il cosiddetto "miliardo
d'oro" si è abituato a essere in grado di "riempirsi la pancia di
carne umana e le tasche di denaro" mentre "parassitava" altri
popoli in Africa, Asia e America Latina.
"Ma
devono capire che il ballo dei vampiri sta finendo", ha detto” Putin”.
Ha
aggiunto che i cittadini delle suddette regioni, che sono state continuamente
sfruttate dall'Occidente negli ultimi 500 anni, hanno iniziato ad associare la
lotta della Russia per la sovranità con "le proprie aspirazioni alla
sovranità e allo sviluppo indipendente".
Questo
sta sicuramente accadendo.
Potrebbe
anche essere il risultato più importante della guerra in Ucraina, se ci
guardiamo indietro nella storia.
La
Russia è diventata l'alfiere della resistenza contro l'Impero del Male.
Allo
stesso tempo, Putin ha osservato che le élite occidentali hanno un forte
desiderio di "congelare la situazione attuale" e preservare lo
"stato ingiusto delle cose negli affari internazionali".
In
precedenza, nel suo discorso programmatico all' “Assemblea federale russa” il
mese scorso, Putin ha affermato che l'Occidente, con le sue "abitudini
coloniali" di "accendere conflitti nazionali in tutto il mondo",
intende fare tutto il possibile per bloccare lo sviluppo della Russia e
trasformarla, come ha fatto con l'Ucraina, in uno stato” fallito morente”.
"Al
posto della Russia, vogliono uno spazio dipendente, appassito e morente, dove
possono fare quello che vogliono", ha detto.
Questa
è esattamente e precisamente la verità.
Queste
persone hanno succhiato il sangue e banchettato con la carne di tutto il mondo
per secoli.
So che
alcuni esponenti della destra difenderanno il colonialismo. Non riesco a
capirlo. Che senso aveva spendere tutto quel denaro, sprecare tutta
quell'energia creativa, quando nella maggior parte di questi luoghi, le
stazioni commerciali avrebbero potuto fare la stessa cosa che installare
governi coloniali?
Naturalmente
sosterrò il progetto coloniale americano, ma nonostante le stupide voci su un
genocidio degli indiani, non c'era praticamente nessuno che vivesse in America.
Ci
sono più indiani vivi ora di quanti ce ne fossero quando arrivarono i coloni.
(È la
stessa identica storia per l'Australia.)
In
Asia e in Africa, e nella maggior parte dell'America Latina, gli europei
avrebbero potuto creare stazioni commerciali, piccole città e lavorare con i
nativi per ottenere ciò che volevano dalla terra, in cambio di perline o
qualsiasi cosa fosse interessata alla gente del posto.
Quelle
stazioni commerciali non sarebbero mai state chiuse, e ora avremmo buoni
rapporti con questi vari popoli primitivi.
Il
progetto coloniale era particolarmente folle se si considera che, nello stesso
momento in cui gli europei stavano sprecando risorse su questo, i musulmani
stavano occupando enormi porzioni dell'Europa.
Basta
studiare questa “gif” per un po' e spiegare come questa sia stata
un'allocazione logica delle risorse.
Sarebbe
stato molto più sensato liberare Costantinopoli piuttosto che andare in giro
per l'Asia e l'America Latina.
Il
punto chiave qui è che il progetto coloniale non è mai finito, e in effetti è
diventato molto peggiore.
Il
progetto coloniale è stato il precursore del globalismo moderno.
Dopo
gli stupidi, finti, ingegneristici "movimenti indipendentisti"
durante il periodo post-bellico in questi ex territori coloniali, l'Occidente –
in particolare, americano e, in misura minore, il Regno Unito – si è lasciato
alle spalle le istituzioni "private", e fondamentalmente ha scaricato
tutte le responsabilità che aveva durante l'era coloniale, e invece ha iniziato
a controllare le finanze di questi paesi, mettendoli nella trappola del debito.
Ossia puntellare
le peggiori persone possibili come sovrani, mentre si usa costantemente la
minaccia della forza militare.
Ora,
gli ex territori coloniali o sono sudditi dell'Impero del Male, attraverso il
sistema finanziario, o sono "stati canaglia" che osano rivendicare
l'indipendenza.
Confronta
e contrasta con il modello cinese.
Se si
guarda a ciò che la Cina sta facendo in questo momento, tutto questo diventa
molto ovvio.
La
Cina è sul punto di "conquistare il mondo" senza sparare un solo
colpo.
Ma
questa "conquista" non si basa sulla soppressione delle popolazioni
locali, ma piuttosto sulla creazione di sistemi commerciali in cui tutti si
arricchiscono.
Invece
di concedere prestiti paralizzanti, la Cina investe in infrastrutture nelle
nazioni con cui è alleata, e poi collabora con la gente del posto per produrre
e spostare beni in tutto il pianeta.
È la versione moderna di ciò che i cinesi
hanno sempre fatto, ovvero creare stazioni commerciali.
La
gente dice che io sono per la Cina, ma sto solo descrivendo la situazione.
Riconosco che ci sono alcuni potenziali
problemi con questo sistema, in particolare in Asia, dove i paesi stanno
subendo la Sinoficazione.
In Asia, i cinesi non ti invadono con le bombe, creano
rotte commerciali e poi spostano le persone e poi iniziano a sposare donne
locali (o addirittura portano donne a sposare uomini locali), e all'improvviso
tutti i cartelli per le strade in certe aree sono in cinese, e tutti parlano
cinese.
Tuttavia,
questo deve essere bilanciato con ciò che i cinesi stanno facendo per le
economie di questi paesi.
I paesi del sud-est asiatico dovranno fare
accordi in cui ottengono l'investimento, ma consentono solo una sinoficiazione
limitata, se desiderano preservare le loro identità tradizionali.
Oppure,
tutta l'Asia sarà semplicemente sinoficata.
Onestamente,
questo non è davvero il mio problema.
I
cinesi non vogliono sinoficare i paesi bianchi, perché non considerano le
popolazioni geneticamente compatibili.
Se un cinese sposa una donna malese, lui e il
resto dei cinesi considerano la prole cinese al 100%.
Questo
non è vero se un cinese sposa una donna bianca.
Quindi
non c'è alcuna minaccia di sinoficazione nei paesi bianchi.
Inoltre, se avessimo il controllo dei nostri
paesi, potremmo facilmente porre dei limiti all'immigrazione cinese, perché non
abbiamo bisogno di investimenti e di sviluppo infrastrutturale come fanno nel
sud-est asiatico.
Al di là di questo, i cinesi considerano
l'Asia il loro regno, e non hanno quel sentimento verso i territori al di fuori
dell'Asia (pensavano di essere felici di commerciare con loro).
Proprio
come possiamo guardare alla storia dei bianchi, e vedere questa folle spinta a
usare la violenza per conquistare e soggiogare le persone, possiamo guardare
alla storia dei cinesi e vedere che il loro intero modus operandi era il potere
attraverso il mercantilismo.
Suppongo
che sia necessario notare che nulla di tutto ciò ha a che fare con il
"comunismo del PCC".
Ora ci
sono tanti cinesi a “Kuala Lumpur” quanti sono i malesi (questi sono i numeri
del 2010, presumo che i cinesi siano la maggioranza ora). Molti di loro sono
per metà malesi, ma sono cinesi.
Ci
sono ovviamente importanti legami commerciali con la Cina continentale, ma non
c'è stato alcun tentativo di modificare il governo della Malesia, che è ancora
fermamente islamico.
Gran
parte del paese applica ancora la legge islamica, tra cui l'hijab per le donne,
le multe per chi mangia durante il Ramadan e così via.
Il
governo del paese è ancora interamente malese.
Non ci
sono ONG cinesi che lavorano per distruggere l'Islam in Malesia. Non c'è alcun
tentativo di imporre il "comunismo cinese".
Francamente,
il "comunismo cinese" è una bufala.
Parlare del "Partito Comunista
Cinese" come di qualcosa di diverso dall'attuale sistema ufficiale della
Cina continentale è ridicolo. Potremmo ricordare la clip del senatore omosessuale “Tom
Cotton” che molesta il “CEO di TikTok” di Singapore, chiedendogli se è un “membro
del Partito Comunista Cinese”.
Questo
è ridicolo a tanti livelli diversi.
Ma soprattutto, non c'è luce del giorno tra i
singaporiani e gli abitanti della terraferma quando si tratta di affari.
Byte Dance,
che possiede TikTok, è una società continentale.
Hanno
assunto un amministratore delegato di Singapore in parte perché Singapore è
nominalmente alleata con gli Stati Uniti, e presumibilmente perché è
competente, ma lo hanno assunto perché è cinese.
Non
perché sia simpatizzante del comunismo, cosa che ovviamente non è.
La solidarietà razziale collettiva cinese è
circa sei milioni di volte più forte di qualsiasi sistema ideologico nominale a
cui sono nominalmente associati, e il più grande elemento osservabile della
solidarietà razziale è che sentono una parentela l'uno con l'altro e questa
parentela è in gran parte basata sugli affari.
Nota:
non
voglio ridurre tutta la cultura cinese al business.
Se vai in Cina, o in una Chinatown, e li
guardi, puoi vedere che hanno una cultura molto complicata.
È solo che è per lo più impenetrabile per i bianchi (e
in larga misura, anche per gli altri asiatici). Quello che possiamo osservare e
capire è che a tutti loro piace molto fare soldi.
Dovremmo
anche notare che la cultura è ultra tradizionale.
Le
loro tradizioni sono ovviamente diverse, ma non così diverse.
I cinesi sono universalmente contrari al
femminismo e all'omosessualità, per le ovvie ragioni che questi sono visti come
una minaccia alla coesione dell'identità collettiva cinese, che è tenuta
insieme dalla tradizione.
Lo
dico con molta modestia: ci sono pochissimi bianchi sulla terra che possiedono
lo stesso livello di comprensione dei cinesi che ho io.
E
sento di capire molto poco.
Ma capisco abbastanza per essere in grado di
osservarli, e capire cosa stanno facendo, e perché lo stanno facendo.
Capisco che considerarli come una minaccia
militare sia del tutto insensato.
Anche
qualcuno con una comprensione molto scarsa dei cinesi dovrebbe essere in grado
di vedere la loro storia e, forse ancora più importante, il loro attuale
esercito, e rendersi conto che questo non è un popolo marziale. L'unica ragione
per cui hanno un esercito è perché l'Occidente li minaccia costantemente di
guerra.
Più di
2000 anni fa, quando venivano molestati dai cavalieri nomadi, invece di
radunare un esercito e marciare nelle steppe e schiacciare i loro predoni (cosa
che avevano assolutamente la capacità di fare), spendevano le loro risorse
costruendo un gigantesco muro (ancora la più grande struttura artificiale sulla
terra) per impedire ai nomadi di molestarli.
I
nomadi lo trovarono molto noioso, e decisero di cavalcare verso ovest, dove
avrebbero potuto trovare persone interessate all'ultra-violenza.
Siamo
stati facili da trovare.
Il
ballo dei vampiri deve finire
Sopra,
ho delineato quella che considero la cosa più terribile possibile che i cinesi
potrebbero fare, ovvero Sinofy gran parte dell'Asia mentre stabiliscono rotte
commerciali.
Ancora
una volta, devo dire: non mi interessa molto.
Che
differenza fa per me?
Nel
frattempo, gli Stati Uniti stanno tentando di costringere tutti a sottostare a
un unico sistema globale, che è rappresentato dall'omosessualità.
La bandiera arcobaleno è il simbolo del
neo-imperialismo americano.
Il
sesso anale è considerato dall'Impero del Male non negoziabile.
Il governo degli Stati Uniti sanziona i paesi
che si rifiutano di piegarsi alla loro agenda anale.
Ora, il leader della religione tradizionale
dominante dell'Occidente è d'accordo nell'imporre questa agenda anale al mondo
intero.
Le
ragioni di ciò non sono semplicemente legate al fatto che Washington, DC, è il
posto più gay del mondo.
(Anche se Washington è il posto più gay del
mondo, il che non è un fatto irrilevante).
La
ragione per cui l'omosessualità è così importante per l'Impero del Male è che
per accettare l'omosessualità come normativa, devi abbandonare ogni elemento
della tua identità culturale tradizionale.
Non si può avere una cultura, una religione o
un ordine sociale tradizionali che coesistono con l'omosessualità normalizzata
e celebrata pubblicamente.
Nessuna
cultura tradizionale sulla terra è compatibile con questo. Pertanto, accettando l'omosessualità,
un popolo cede tutta la propria identità all'Impero.
Questo
lascia un vuoto, che viene poi riempito dalla "cultura" dell'America,
che si basa interamente sul consumismo materialista, ateo, nichilista, egoista
e totalmente alienante.
Attraverso
la promozione aggressiva dell'omosessualità, l'Impero del Male con sede a
Washington spera di trasformare il mondo intero in una massa mista di contadini
intercambiabili senza alcuna fedeltà a nient'altro che ai propri desideri
materiali.
Si
tratta di una popolazione completamente malleabile. Se non hai fedeltà alla
nazione, alla tradizione, alla religione, sei l'essere umano più facilmente
controllabile che si possa concepire.
Questa
è la Palla del Vampiro.
Stanno
tentando di trasformare ogni essere umano sulla terra in cibo, in carburante
per la loro infernale macchina di dominio.
È una macchina che mangia non solo la carne,
ma anche le anime umane.
Questa
orgia di sangue sta volgendo al termine.
Ora è tutto allineato.
Si tratta solo di guardare le tessere del
domino cadere.
La
grande intervista russa di Putin
è
molto più dura di quella di Tucker.
Unz.com
- ANDREW ANGLIN – (14 MARZO 2024) – ci dice:
Intervista
completa.
Ho
scritto una lunga cosa sulla base di alcuni di questi commenti in precedenza,
ma penso che sia importante vedere tutti i commenti principali che Putin ha
fatto nella sua recente grande intervista con “Dmitry Kiselyov”, il capo di
“Rossiya Segodnya”, che è stata rilasciata prima delle prossime elezioni.
Anche
se sono un grande sostenitore dell'intervista a “Tucker”, vorrei che fosse
andata in direzioni più simili a questa.
Questa
è roba che risuona con gli americani conservatori.
È così
folle paragonare questo ragazzo a “Joe Biden”.
Solo a
pensarci ti fa sentire come se fossi sotto acido.
Il
"ballo dei vampiri" western sta finendo.
Le
nazioni non occidentali stanno lottando per la sovranità e stanno guardando con
interesse mentre” la Russia” affronta gli “Stati Uniti ei suoi alleati”, ha
affermato “Putin”.
Le
élite occidentali hanno "fatto a pezzi i poveri popoli dell'Africa" e
hanno sfruttato l'America Latina e l'Asia per 500 anni, ha affermato,
aggiungendo che l'Occidente rimane disperato per proteggere il suo vantaggio
sleale.
"Per
secoli si sono abituati a riempirsi lo stomaco di carne umana e le tasche di
denaro. Ma devono rendersi conto che questa 'palla di vampiri' sta volgendo al
termine".
La
recente retorica aggressiva del presidente francese “Emmanuel Macron” potrebbe
essere stata uno sfogo emotivo dopo che il suo paese si è ritirato dai suoi ex
domini coloniali in Africa, ha suggerito Putin. Parigi ha accusato Mosca di minarlo,
anche se Putin ha insistito sul fatto che la Russia "non ha estromesso
nessuno" dal continente.
La
Russia non ha spremuto nulla.
Potresti
invece descriverlo come uno scoppio pieno di brufoli di puss.
L'occupazione
francese fu un'infezione in Africa e, di fatto, fu in gran parte responsabile
del grande trasferimento di popolazione africana in Europa.
Nessuna
"linea rossa."
Beh,
soprattutto con Macron, è artificiosamente artificioso.
Putin
ha anche affermato che l'invio di truppe occidentali in aiuto di Kiev
minaccerebbe lo stato dell'Ucraina.
La Polonia
nutre rancore in particolare per le terre perse a favore dell'URSS dopo la
seconda guerra mondiale, ha sostenuto il leader russo, intendendo che se
Varsavia avesse schierato forze militari in Ucraina, "non se ne
andrebbero".
Ho
sostenuto, come hanno fatto diversi russi, che la Russia dovrebbe offrire
l'Ucraina occidentale alla Polonia in cambio dell'uscita dalla NATO e dello
sviluppo di una posizione neutrale nei confronti della Russia.
Gli
ucraini non si sono mai governati da soli.
Hanno
bisogno di qualcuno che faccia loro da babysitter.
La Russia non vuole la Galizia e ha la
possibilità di darla alla Polonia.
Potrebbe
sembrare fantasioso, ma in realtà non lo è. Non proprio.
Mosca
resta impegnata nella pace con l'Ucraina, ma non si accorderà sulla base della
"lista dei desideri alimentata dalla droga" di Kiev, ha sottolineato
Putin.
La
sicurezza russa deve essere garantita in modo da colmare il divario di fiducia
creato dalle promesse non mantenute dell'Occidente, ha aggiunto.
Kiev
"massacra le proprie truppe per le pubbliche relazioni."
La
mancanza di vittorie in prima linea dell'Ucraina sta spingendo il suo governo
ad azioni sconsiderate che non hanno alcun valore militare, ha sostenuto Putin,
citando il tentativo di Kiev di stabilire un punto d'appoggio a est del fiume
Dnepr.
Stavano
mandando la loro gente nel tritacarne. I soldati erano letteralmente scalzi di
recente [a causa di problemi di approvvigionamento]", ha affermato il
presidente.
Mosca
ritiene che Kiev stia sacrificando uomini nella speranza di nascondere la sua
situazione disperata e ottenere più aiuti occidentali.
Questo
è chiaro.
Ma mi
interessa anche l'idea che il regime di Kiev stia deliberatamente cercando di
eliminare l'intera popolazione del paese per liberare spazio per qualche altro
scopo.
Secondo
alcune stime, se includiamo le persone che sono fuggite (che non hanno
intenzione di tornare) e le persone che sono morte, la popolazione dell'Ucraina
è meno della metà di quella del febbraio 2022.
La
Russia è pronta alla guerra nucleare.
L'invio
da parte degli Stati Uniti di una significativa forza militare in Ucraina rappresenterebbe
una "linea rossa" per la Russia, ha affermato Putin, aggiungendo che
ritiene questo scenario non plausibile.
"Per
noi [il conflitto in Ucraina] è una questione di vita o di morte; per loro si
tratta di migliorare la loro posizione tattica [a livello globale e in
Europa]", ha detto il presidente.
Sì, ci
sono alcuni detti sugli "uomini che non hanno nulla da perdere" che
mi vengono in mente.
Putin
ha insistito sul fatto che la Russia è pronta se gli Stati Uniti provano a
"fare il pollo".
Mosca
è pronta a usare armi nucleari e considera il suo arsenale "più avanzato
di quello di chiunque altro", ha avvertito.
Washington
ha abbastanza esperti di deterrenza strategica, incluso il presidente “Joe
Biden”, per evitare una conflagrazione nucleare, ha suggerito il leader russo,
ma ha aggiunto che se gli Stati Uniti abbandonano la loro moratoria de facto
sui test nucleari, Mosca farà lo stesso.
Ebbene,
il generale “Petraeus” ha detto che non sarebbe un grosso problema se la Russia
usasse una bomba atomica.Penso che Milley, per quanto stravagante fosse, avesse una
visione realistica su questo, ma se n'è andato. Non credo che “Blinken” e “Sullivan
“capiscano molto di niente.
Putin
ha ragione quando dice che ci sono persone che capiscono la domanda, ma c'è
qualcuno al potere che le ascolterebbe?
Le
basi militari americane sono "un buco nero di corruzione" Il settore
degli armamenti russo deve "ottenere il massimo profitto per ogni rublo
investito", ha insistito Putin, sottolineando che il paese non è l'URSS,
che non è riuscita a tenere traccia delle spese per la difesa.
L'esercito
americano è un esempio di spesa mastodontica minata da una scarsa efficienza,
secondo il leader russo.
Lo
sviluppo da parte della Russia dell'aliante ipersonico con capacità nucleare “Avangard
“è stato un buon investimento perché ha "annullato" il sistema
nazionale di missili anti-balistici degli Stati Uniti, ha sostenuto Putin.
Trump
ha accusato Putin di favorire "Sleepy Joe".
“Kiselyov” ha chiesto se Putin abbia
effettivamente preferito” Joe Biden” a “Donald Trump” nella corsa presidenziale
americana, o se stesse "trollando" gli americani quando ha nominato
il suo preferito il mese scorso.
Putin
ha rivelato che quando Trump era in carica, il repubblicano aveva accusato il
leader russo di favorire il suo rivale democratico.
"Ha
detto testualmente: 'Vuoi che vinca 'Sleepy Joe'?'"
Se
fossi stato Putin, avrei preferito Trump nel 2016, ma dopo quell'esperienza, e
data la situazione attuale, penso che preferirei “Biden”.
Non ci
sono prove che Trump sia il candidato per la pace.
Sta
spingendo per un massacro senza fine a Gaza, e recentemente ha detto che
dovremmo inviare soldi all'Ucraina, dovrebbero essere solo "prestiti"
(che non dovrebbero mai rimborsare, e ovviamente non potrebbero mai) invece di
"aiuti".
Trump
farebbe meglio a convincere uomini bianchi competenti a combattere in qualunque
guerra diversa.
I suoi sostenitori lo sosterrebbero
principalmente, perché” MAGA” è diventato un culto della personalità.
Nessuno
si chiede nemmeno perché quel muro non sia mai stato costruito.
Voterò
semplicemente per “Putin”.
Non
c'è nulla nella Costituzione degli Stati Uniti che dica che il presidente degli
Stati Uniti non possa essere anche il presidente della Russia.
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