Follie ecologiste.

 

Follie ecologiste.

 

 

“FdI” lancia Cavedagna:

"Basta follie ecologiste"

Ilrestodelcarlino.it – Giovanni Di Caprio – (7-4- 2024) – ci dice:

Il capogruppo in Comune in corsa per Bruxelles: "Va cambiata pelle alla Ue".

In platea tutto lo stato maggiore dei meloniani.

Foti: "In campo per vincere".

FdI lancia Cavedagna: "Basta follie ecologiste."

Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune è Stefano Cavedagna.

Continua il tour di presentazione in città del candidato alle prossime Europee dell’8-9 giugno per la circoscrizione Nord-Est di Fratelli d’Italia, Stefano Cavedagna, ieri mattina all’hotel Sydney a Bologna.

I primi cenni sul programma sono chiari:

 "Va cambiata pelle alla Ue, stoppando le follie ecologiste per colpa delle quali, per ora, entro il 2035 andremo in giro solo con le auto elettriche.

 Scelta che detta qui, nella “Motor Valley”, stona.

Oppure va detto no all’idea di mandarci obbligatoriamente a fare il cappotto termico nelle nostre abitazioni a spese delle famiglie italiane", dice.

 E sull’agricoltura, "la sua tutela è fondamentale e spesso viene abbandonata dall’Europa.

Soprattutto perché chi lavora la terra non è un criminale ma sfama tutti gli italiani", sottolinea.

Il candidato di “FdI” rassicura gli scettici:

"Noi siamo europeisti e abbiamo anche contribuito a fondare l’Europa, la quale deve partire dagli interessi italiani.

 Non ci sentirete mai dire la fastidiosa frase spesso usata da altri ’ce lo chiede l’Europa’".

 

Un profilo, quello del candidato bolognese, capogruppo dei meloniani in Comune, che soddisfa anche i vertici a Roma del partito di governo.

"Una figura solida e strutturata, appoggiata da tutto il partito e un uomo che è espressione di tutta la destra regionale.

Oltre a definire un segno di unità al nostro interno", ricorda “Galeazzo Bignami”, viceministro dei Trasporti.

 Non manca l’assist, con paragone sportivo, di Tommaso Foti, capogruppo “FdI” alla Camera:

"Questa è una partita in cui Fratelli d’Italia scende in campo non per giocare, ma per vincere".

Allora l’elezione di Cavedagna sarebbe "la ciliegina sulla torta di un percorso politico iniziato dal basso", e con l’occhio alle "elezioni regionali e comunali dei prossimi anni", chiude il capogruppo alla Camera di “FdI”.

 Secondo “Alberto Balboni”, presidente “Commissione Affari costituzionali del Senato”, invece, questa è "una scelta necessaria e convinta, soprattutto per la storia che ha avuto Cavedagna".

Classe 1989, ha iniziato nella "cantera" del partito, diventando portavoce nazionale dei giovani di” FdI”, ed è arrivato sino alla candidatura alle Europee.

A lanciare la volata di Cavedagna, è “Michele Barcaiuolo”, coordinatore regionale di “FdI”:

"Con Cavedagna aumentiamo le possibilità di vedere per la prima volta al Parlamento Ue un emiliano-romagnolo di destra".

Non manca qualche punzecchiatura agli avversari, in primis “Stefano Bonaccini” e la sua probabile candidatura Ue:

 "È sempre stato colui che voleva restare in Regione fino all’ultimo giorno e ora, invece, sembra che la voglia abbandonare appena possibile".

 

 

 

Follie ecologiste.

Nicolaporro.it - Francesco Giubilei – Liberi Libri – (5-1-2024) – ci dice:

 

Come l’ambientalismo ideologico e l’Unione europea condizionano la nostra vita.

Vandali che deturpano monumenti e capolavori del passato in nome del cambiamento climatico, comitati per il “no” che si oppongono alla realiz­zazione di qualsiasi opera bloccando la crescita del Paese, poli­tiche green che finiscono per colpire i ceti più deboli: l’ambientalismo negli ultimi anni ha assunto un carattere radicale.

L’Occidente in generale e l’Unione europea in particolare assecondano con un approccio dirigista l’applicazione di questo nuovo mantra che ha tutte le caratteristiche di una fede dogmatica, o di un’ideologia rivoluzionaria.

A pagare il conto, salatissimo, di una transizione ecologica priva di realismo sono le imprese e i cittadini europei, quelli italiani in particolare:

dalle direttive sulla casa green e sulle automobili elettriche cinesi, fino a movimenti ecologisti sempre più estremisti, non sembra esserci fine al processo di soppressione della libera azione umana in nome di un dirigismo che pretende di salvare il mondo fustigando l’Occidente.

In questo saggio, “Francesco Giubilei” passa in rassegna le principali derive dell’“ambientalismo ideologico contemporaneo” e le politiche che lo accompagnano, sottolineando la necessità di un immediato cambio di rotta culturale.

 

 

 

La linea di Poggianti:

Basta follie ecologiste.

Lanazione.it – Andrea Poggianti – Fabio Dragoni – (5-4-2024) – ci dicono:

 

Stasera a Palazzo Pretorio un dibattito sull’ambiente con l’autore Fabio Dragoni.

Incontri e dibattiti.

Entra nel vivo la campagna elettorale di Andrea Poggianti, candidato sindaco di Centrodestra per Empoli e La mia Empoli-lista civica.

"Ci apriamo alla cittadinanza – spiega Poggianti – dopo una decina di riunioni al mio comitato con i componenti delle liste che mi sostengono per predisporre una bozza di programma elettorale.

 Adesso siamo pronti a confrontarci con gli empolesi e a coinvolgerli per scrivere insieme il futuro della nostra città".

Gli appuntamenti sono partiti ieri sera, dalla frazione di Brusciana.

"A ogni appuntamento – spiega Poggianti –, ci saranno dieci tavoli dedicati ad altrettanti macro temi e in ciascuno saranno presenti due candidati consigliere delle nostre liste per moderare il dibattito raccogliendo richieste e spunti di riflessione dei partecipanti".

 La partecipazione è libera e aperta a tutti gli interessati.

"Questa iniziativa – continua Poggianti – rispecchia pienamente il mio pensiero di creare un dialogo costante con i cittadini".

Gli altri incontri in programma si svolgeranno martedì 9 aprile alle 21 al Dopolavoro Ferroviario in piazza Don Minzoni e poi venerdì 12 aprile alle 20.30 all’agriturismo Monte Magnoli, in via Poggio Piedi.

In occasione di quest’ultimo appuntamento l’incontro si concluderà con una cena su prenotazione (da effettuare al numero di telefono 379 1275098).

 Non solo incontri e cene.

 Per stasera alle 21 l’ex esponente di Fratelli d’Italia (fuoriuscito dal partito dopo la scelta del centrodestra di candidare Campinoti) terrà un dibattito a Palazzo Pretorio intitolato ’Tra ecologia e libertà’ con Fabio Dragoni.

Si tratta di un incontro aperto al pubblico per parlare di temi attuali come l’ecologia e l’impatto della transizione ecologica sulla città con l’autore del libro ’Per non morire al verde. Salvare l’uomo per salvare il pianeta’.

"Promuoviamo questa iniziativa perché il libro di Dragoni – spiega Poggianti – dà un’idea di come la follia ecologista possa portare a gravi conseguenze nella quotidianità.

Empoli non è esente da questi pericoli laddove l’ideologia ecologista pervada l’amministrazione comunale con progetti di assurde piste ciclabili in luoghi non idonei, parcheggi a pagamento e piani per la mobilità che finiscono per scoraggiare l’uso di autovetture private con conseguente limitazione della libertà di movimento personale, fino a mettere addirittura a rischio la salute dei cittadini attraverso la realizzazione del gassificatore".

 Nel libro di Dragoni si affrontano vari argomenti: dall’inquinamento al clima fino alle auto elettriche.

"Stiamo andando a sbattere contro un muro a 180 all’ora – commenta l’autore.

Questa è la sintesi delle follie imposte in nome del cambiamento climatico:

dal cappotto termico all’auto elettrica praticamente obbligatoria.

 Non serve rallentare perché sbattere contro il muro a 180 o a 110 poco cambia.

 Sempre a sbattere andiamo.

 Serve proprio cambiare direzione di marcia.

E quasi mai anche a destra c’è il coraggio di dire che bisogna cambiare senso di marcia".

 

 

LE EUROFOLLIE SECONDO

FRANCESCO GIUBILEI.

 Opinioni.it – Redazione – (01 dicembre 2023) – ci dice:

 

È uscito il nuovo libro di Francesco Giubilei, Follie ecologiste.

Come l’ambientalismo ideologico e l’Unione europea condizionano la nostra vita.

 Il tema dell’ambiente, che si trova ormai da qualche anno, specie in Europa e in Occidente, sempre più al centro di qualsiasi dibattito politico e mediatico, ha assunto un ruolo cardine in molte decisioni dei Governi nazionali ed Enti internazionali, arrivando così a influenzare inevitabilmente anche la quotidianità dei cittadini e la vita delle imprese.

 L’Unione europea in particolare, con un approccio dirigista e una iper-regolamentazione senza limiti, sta emanando direttive imposte dall’alto che soffocano qualsiasi settore, le cosiddette “euro follie”, con l’obiettivo di cambiare la società, le nostre abitudini e i nostri stili di vita.

Il problema, fa notare l’autore, non risiede certo negli aspetti positivi della questione ambientale che stanno a cuore a tutti e che non vengono negati, come la conservazione della natura, la cura del territorio, la realizzazione di città più verdi, la diminuzione dell’inquinamento, ma piuttosto “nella torsione ideologica avvenuta negli ultimi anni in seno all’ambientalismo, e nelle conseguenti direttive nazionali e sovranazionali da cui le nostre vite e le nostre libertà vengono, e verranno sempre più, bersagliate”.

Giubilei pone l’accento sugli errori, le ipocrisie e le contraddizioni di questo nuovo ambientalismo ideologico e radicale che mira a sopprimere la libera azione dell’uomo in nome di un dirigismo che pretende di salvare il mondo fustigando l’Occidente, e che ha tutte le caratteristiche di una fede dogmatica:

eco teppisti che deturpano monumenti e capolavori del passato, comitati per il “no” e movimenti ecologisti sempre più estremisti che si oppongono alla realizzazione di qualsiasi opera bloccando la crescita del Paese, “politiche green” che finiscono per colpire i ceti più deboli.

Una transizione ecologica priva di realismo che ignora, o fa finta di ignorare, le sue conseguenze sul sistema economico-sociale, per la quale pagheranno un conto salatissimo i cittadini europei e italiani in particolare, basti pensare alle direttive sulla casa green e sulle automobili.

È necessario allora un immediato cambio di rotta culturale.

(Francesco Giubilei, 31 anni, è editore, presidente della Fondazione Tatarella e di Nazione Futura.)

 

 

 

Tutti i segreti (e gli errori)

della “religione ecologista”.

  Nicolaporro.it – (8 – 12 – 2023) – Liberi Libri – Redazione – ci dice:

 

Nel giro di pochi anni l’ambiente è divenuto un tema centrale nel dibattito politico e mediatico facendo ricadere sotto il suo ombrello gli eventi più diversi.

Ciò ha inevitabilmente comportato che questo tema assumesse centralità nelle decisioni dei governi e delle entità sovranazionali, influenzando direttamente e in modo significativo, fin dentro la nostra quotidianità, la vita dei cittadini e delle imprese.

Una tendenza che appare destinata a crescere, in particolare in Europa e in Occidente.

A molti cittadini non sembrano essere ancora ben chiare le implicazioni che avranno nei prossimi anni le politiche ambientali e quale sarà l’impatto sulle loro vite.

Già oggi vivono sulla propria pelle le conseguenze di una iper-regolamentazione delle imprese – in particolare di piccole e medie dimensioni – costrette a fare i conti con un aumento esorbitante dei costi e delle leggi.

La” nuova Bibbia dell’Ue” si chiama “Green Deal”, un grande piano realizzato con l’obiettivo di raggiungere la neutralità energetica entro il 2050 (con una prima scadenza nel 2030) attraverso il “FIT for 55”, ovvero la riduzione delle emissioni del 55%.

Per capire il valore che le istituzioni europee attribuiscono a questo progetto, basterebbe citare le parole del presidente della Commissione europea “Ursula von der Leyen” secondo la quale il “Green Deal” sarà come lo sbarco dell’uomo sulla Luna!

Per quanto il piano dell’Ue sia in effetti “lunare” nei contenuti e nelle scadenze, purtroppo per i cittadini europei le conseguenze saranno ben concrete.

Presi individualmente, i regolamenti approvati dall’Unione europea negli ultimi anni possono apparire decisioni con un impatto limitato a singoli ambiti della società:

l’ambiente, l’alimentazione, la famiglia, la religione.

Tuttavia, se si uniscono i puntini, emerge un disegno politico ben preciso.

 Si tratta di un progetto portato avanti da una parte dell’establishment europeo per ridefinire i nostri stili di vita, le nostre usanze e le nostre tradizioni, un grande piano pedagogico di rieducazione basato su un leitmotiv: il senso di colpa.

«Dobbiamo cambiare il modo di vivere!», questo è il mantra che viene ripetuto perché a causa dei nostri comportamenti il pianeta starebbe morendo.

Bisogna smettere di mangiare carne poiché gli allevamenti producono troppo inquinamento.

Non si deve più dire che un bambino nasce da una mamma e un papà perché è discriminatorio.

 Non si possono celebrare le festività cristiane perché altrimenti i fedeli di altre religioni si offendono.

Dobbiamo rinnegare il nostro passato a causa di quanto accaduto con il colonialismo e così via, in un profluvio di politicamente corretto e di smania di cancellazione.

Se le politiche europee rappresentano lo strumento legislativo per modificare abitudini e stili di vita, è indubbio che ciò sia possibile perché il campo è stato preparato da una campagna mediatica e culturale senza precedenti per spingere un’agenda green dai precisi connotati ideologici.

Attori più recenti di questa narrazione, nuovi guerriglieri del “bene verde” dell’umanità sono le organizzazioni ambientaliste radicali, gli eco-attivisti catastrofisti (o, per meglio dire, “eco-teppisti”) che attraverso le loro azioni di disobbedienza rivendicano politiche ancor più rivoluzionarie sui temi ambientali.

Dalle strade bloccate alla vernice gettata su quadri e monumenti sempre a favore di telecamera e con toni tanto apocalittici quanto pacifisti, alcuni di questi gruppi hanno imboccato derive estremiste e violente.

Ma l’ambientalismo ideologico ha molte sfaccettature, ciascuna a suo modo dannosa come testimonia l’ambientalismo del “no a tutto”, particolarmente diffuso nel nostro Paese.

In inglese c’è un’espressione per descriverlo, ovvero “Nimby” (Not in my backyard, “Non nel mio cortile”) che sta a significare il rifiuto di opere – anche se necessarie – realizzate vicino a casa propria.

Più in generale, però, e alla base, c’è un problema di approccio culturale. Per opporsi alla retorica dell’“ambientalista collettivo” è necessario conoscere e approfondire le sue caratteristiche, i temi e le battaglie portate avanti con l’intento di cambiare radicalmente la nostra società con la scusa dell’ambiente.

Solo così ci si potrà poi concentrare su una parte più propositiva oggi quantomai necessaria.

 

 

 

Non ostacoliamo gli

allevatori under 40.

  Informatorezootecnico.edagricole.it - Ettore Prandini – (19 Marzo 2024) – ci dice:

 

Ettore Prandini è il presidente di Coldiretti.

Prima risposta alle loro esigenze: assicurare un giusto reddito (editoriale del presidente Coldiretti per l’Informatore Zootecnico)

Ventimila allevatori under 40.

Sono loro il futuro della nostra zootecnia, la spina dorsale del nostro settore agricolo.

Ragazze e ragazzi che, non senza fatica, hanno scelto in Italia di lavorare a contatto con gli animali, tra stalle e greggi, portando innovazione, modernità e creatività.

La metà di loro associa l’attività di coltivazione a quella di allevamento, altri quattromila conducono allevamenti bovini, quasi tremila sono impegnati nel settore ovicaprino e il resto è alla guida di aziende con suini, equini, avicoli e animali da compagnia.

Un esercito di giovani impegnato a garantire il futuro della Fattoria Italia, che, con 55 miliardi di valore, vanta un patrimonio zootecnico di oltre 6 milioni di bovini e bufale, oltre 8 milioni di pecore e capre, più di 8,5 milioni di maiali, altrettanti conigli e oltre 144 milioni di polli, senza dimenticare lo straordinario patrimonio di biodiversità dei nostri allevamenti.

Il loro quotidiano impegno è però ostacolato da una serie di fattori come le follie ecologiste, l'aumento dei costi di produzione e gli effetti dei cambiamenti climatici.

È per questo che Coldiretti è impegnata da mesi su tutti i fronti per dare risposte alle esigenze delle imprese.

Il primo è assicurare un giusto reddito agli allevatori, proprio a partire da quelli giovani che hanno maggiore necessità di rientrare degli investimenti effettuati e che devono vedersi riconosciuto un compenso equo per il proprio lavoro, che non scenda mai sotto i costi di produzione.

Coldiretti è stata l’unica organizzazione a scendere in campo contro le pratiche sleali, a tutela delle imprese agricole, denunciando nel settembre scorso la “multinazionale Lactalis” (che ha acquisito i marchi italiani Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani, Cadermartori e Nuova Castelli), perché aveva modificato unilateralmente gli accordi e non aveva pagato il prezzo pattuito agli allevatori. Dopo 5 mesi, l’Ispettorato del Ministero ha sanzionato l’azienda francese dopo averne riscontrato la condotta sleale in centinaia di casi.

No alle pratiche sleali.

Mai prima d’ora i piccoli allevatori erano riusciti a far valere le proprie ragioni rispetto agli abusi commerciali dei grandi gruppi industriali multinazionali e della distribuzione, abusi che in passato difficilmente venivano segnalati, per il timore di eventuali ritorsioni.

Ora, invece, Coldiretti garantisce l’anonimato alla singola impresa e offre così un maggiore potere contrattuale.

E dal latte siamo pronti a passare a tutte le filiere.

E anche in Europa abbiamo chiesto un rafforzamento della direttiva “Utp” contro le pratiche sleali, incentivando invece gli accordi di filiera, con un modello che rafforza i rapporti tra produzione, trasformazione e commercializzazione, garantendo il divieto di vendita sotto i costi di produzione dei prodotti agricoli.

No al cibo sintetico.

Ma ci siamo battuti nelle piazze e nelle sedi istituzionali anche contro un’altra minaccia per il futuro degli allevatori italiani:

il cibo sintetico, a partire da carne e latte.

Siamo stati i primi ad accendere la luce su un fenomeno che i potentati transnazionali hanno cercato di passare dapprima sotto silenzio e poi “travestire” da “soluzioni green” a colpi di fake news.

Coldiretti ha raccolto oltre due milioni di firme che hanno portato all’approvazione di una legge nazionale che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali.

Una legge che sta facendo da modello per altri Paesi europei, tanto che è nata una maggioranza qualificata di 19 stati membri dell'Ue pronta a chiedere la “moratoria” sul consumo e la produzione della “carne coltivata” per motivi di tutela della salute, etici, economici e ambientali.

No alle direttive assurde.

Ma siamo intervenuti in Europa anche contro l’assurda direttiva sulle emissioni che equiparava gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali, ottenendo l’esclusione delle stalle di bovini da latte e da carne, anche se rimangono le criticità per quelli suinicoli e avicoli.

È una nostra vittoria anche il ritiro della direttiva agrofarmaci che, con l’irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso dei fitofarmaci, avrebbe portato a una diminuzione della produzione di mais, indispensabile per gli allevamenti.

Rientrata poi al momento la modifica di alcune norme sul benessere animale che avrebbero causato problemi anche di carattere sanitario negli allevamenti.

Una norma sulla quale siamo comunque impegnati per far capire alla “Commissione Ue” l’inutilità di alcune pratiche che vorrebbero imporre alle imprese come, ad esempio, il divieto del taglio della coda nei suinetti.

 

No alla contrapposizione natura-agricoltura.

Occorre superare definitivamente quella ideologia ambientalista che ha messo in contrapposizione natura e agricoltura.

È vero l'esatto contrario:

sul territorio la presenza degli agricoltori e degli allevatori è il miglior antidoto ai rischi di dissesto idrogeologico e di spopolamento, soprattutto delle zone interne.

È per questo che, nel piano presentato alle istituzioni europee abbiamo chiesto, tra le altre cose, di aumentare i fondi proprio per favorire il ricambio generazionale all’interno della Politica agricola comune.

Lo dobbiamo anche e soprattutto ai nostri giovani allevatori e su questo fronte Coldiretti sarà sempre impegnata con forza.

 

 

 

Nel cambiamento del clima,

non c'entra l'uomo.

Italiaoggi.it – Anna Bono – Atlanticoquotidiano.it – (5 luglio 2019) – ci dice:

Lo afferma un manifesto firmato da un centinaio di scienziati italiani.

(Anna Bono -Atlanticoquotidiano.it)

Da trent'anni dicono che ci sono soltanto dieci anni per riuscire a salvare il pianeta.

I cambiamenti climatici si verificano da sempre, non è l'uomo a determinarli.

A dirlo non è una voce «fuori dal coro», ma un coro di voci:

quasi un centinaio di scienziati, tra i quali Franco Prodi, Antonino Zichichi e Franco Battaglia, che di recente hanno indirizzato ai politici italiani una lettera intitolata «Clima, una petizione controcorrente».

Non è vero che i cambiamenti climatici attuali sono al 99% di origine antropica, spiegano nella lettera, e non è vero che ad affermarlo sia il 97% degli scienziati mondiali.

 «Semmai», commenta uno dei firmatari, “Renato Angelo Ricci”, professore emerito di fisica all'Università di Padova,

 «l'unico 99 o 97% di consensi che si raccoglie attorno alla tesi è costituito dalla grande stampa e dai mezzi di comunicazione (purtroppo anche di divulgazione scientifica, che confondono opportunisticamente un sano scetticismo e dubbio scientifico con le banalità delle fake news) schierati compattamente dalla parte di chi sostiene il riscaldamento globale antropico, essendo a questo fine  ben remunerati.

E, così, ogni dieci anni, ci dicono che abbiamo solo dieci anni per salvare il pianeta.

Ne sono passati più di trenta. Ormai non si è perso solo il lume della ragione scientifica, ma anche il senso del ridicolo».

Peraltro, prosegue la lettera, se anche nella comunità scientifica prevalesse la teoria dell'origine antropica dell'aumento della temperatura sulla superficie terrestre, le verità scientifiche «non si affermano a colpi di maggioranza (Galileo insegna)».

C'è da aggiungere che oltre tutto molti degli «esperti» delle organizzazioni non governative ambientaliste e dello stesso” Ipcc”, l “'Intergovernmental Panel on Climate Change” delle Nazioni Unite, in realtà non sono scienziati con una specifica preparazione in materia.

“Philip Alston”, ad esempio, autore di un rapporto pubblicato il 25 giugno dal titolo «Cambiamento climatico e povertà», viene presentato come un esperto delle Nazioni Unite e probabilmente lo è, ma certo non in clima e ambiente perché è uno studioso australiano di diritto internazionale, attualmente docente presso la facoltà di legge della New York University e, dal 2014, relatore speciale Onu su estrema povertà e diritti umani.

“Alston” fonda il suo rapporto sulla teoria del riscaldamento globale di origine antropica, progressivo e inarrestabile a meno di arrivare a emissioni nette di CO2 pari a zero.

(Ma la CO2 è un gas più pesante dell’aria atmosferica e solo uno stupido può pensare che possa volare nell’alta atmosfera dove risiedono i gas serra! N.D.R)

Anche nella migliore, ma irrealistica ipotesi di un aumento della temperatura di soli 1,5 gradi entro il 2100, gli effetti, dice, saranno devastanti:

decine di milioni di nuovi poveri, enormi esodi di popolazione, carestie di proporzioni mai viste.

 «Il cambiamento climatico», si legge nel suo rapporto, «minaccia di vanificare 50 anni di progressi nello sviluppo, nelle condizioni di salute generali, nella lotta alla povertà.

 Può precipitare nella povertà più di 120 milioni di persone entro il 2030».

Le sue conseguenze sui diritti umani – spiega” Alston” – saranno gravissime e purtroppo finora in gran parte vengono ignorate:

 «il diritto alla vita, al cibo, alla casa e all'acqua ne sarà seriamente compromesso».

Inoltre, avrà un impatto negativo sulla democrazia perché indebolirà i diritti civili e politici.

 «La maggior parte degli organismi internazionali che difendono i diritti umani», prosegue, «hanno appena iniziato a preoccuparsi degli effetti del cambiamento climatico e c'è una lunga lista di iniziative da intraprendere benché il tempo per evitare conseguenze catastrofiche sia incredibilmente breve.

Mentre si fa sempre più vicina la crisi generale che minaccia i diritti umani di immense masse, le consuete, lacunose e parziali modalità di difesa dei diritti umani si dimostrano deplorevolmente inadeguate».

L'effetto più perverso, conclude “Alston”, sarà che «i poveri, responsabili in minima parte delle emissioni globali di CO2, dovranno sopportare tutto il peso del cambiamento climatico avendo per di più meno di tutti modo di proteggersi.

Si prefigura uno scenario di 'apartheid climatica', in cui i ricchi pagheranno per evitare surriscaldamento, fame e conflitti mentre il resto del mondo non sarà in grado di farlo».

“Alston” evidentemente ignora o sottovaluta la ben fondata obiezione che il riscaldamento globale di origine antropica è una mera congettura basata, come spiega anche la lettera degli scienziati italiani, su modelli climatici inadeguati, motivo per cui è irresponsabile suscitare tanta preoccupazione delineando scenari da fine del mondo e formulare sulla sua base programmi di contrasto planetari da decine di migliaia di miliardi di dollari per reperire i quali bisognerebbe ridurre i fondi destinati a chissà quanti importanti progetti.

Su una congettura l'”esperto Onu” costruisce scenari apocalittici, denuncia effetti «perversi», persino quantifica i danni in milioni di poveri. (Del resto anche l’ONU è sotto l’effetto attuale di una corruzione miliardaria! N.D.R.)

Da avvocato che conosce il significato e il peso delle parole, almeno poteva evitare di usare l'espressione a effetto «apartheid climatica» offendendo milioni di vittime di discriminazioni e ingiustizie razziali.

 

FOCUS: “MISSION IMPOSSIBLE”.

Cambiare il clima?

Si può, ma...

Almanacco. Cnr.it - Alessandro Frandi - Vincenzo Levizzani – (21-9- 2022) – ci dicono:                          

 

Pioggia.

Scopriamo insieme a Vincenzo Levizzani dell’”Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima” del Consiglio nazionale delle ricerche la "weather modification", cioè la tecnologia per influire sugli eventi atmosferici, in particolare per cercare di far piovere.

Il clima è stato spesso modificato dall’intervento umano.

Molte di queste modifiche, seppur circoscritte, hanno influito sull’evoluzione dell’umanità e delle altre specie viventi, determinando migrazioni e adattamenti, catastrofi e progressi.

Cerchiamo di comprendere meglio con” Vincenzo Levizzani”  dell'Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del “Cnr” i diversi fenomeni climatici, partendo dalle precipitazioni.

Fulmini.

Oggi si definisce "weather modification", modifica del clima, quell'insieme di “tecniche di ingegneria ambientale” volte ad alterare o manipolare intenzionalmente gli eventi atmosferici".

 Esistono, per esempio, molti luoghi sulla Terra dove piove poco e la disponibilità di acqua per le attività umane, soprattutto l’agricoltura, è troppo scarsa.

 "Questo spinge a esplorare la possibilità di modificare le nubi per rendere la precipitazione al suolo più abbondante.

 L’idea è di inseminare le nuvole potenzialmente precipitanti con particelle di aerosol che facciano condensare il vapore acqueo nella fase ghiaccio (i cosiddetti nuclei di ghiacciamento).

In questo modo si forma una maggiore quantità di cristalli, quindi il prodotto finale dovrebbe essere un accresciuto quantitativo di fiocchi di neve che, cadendo al di sotto del livello di zero termico della nube, si sciolgono in pioggia", chiarisce il ricercatore del Cnr-Isac.

 "Va da sé che questi tipi di intervento non possono avere luogo in un cielo sereno.

 Inoltre, che non tutte le nubi vanno bene.

 Occorrono quelle che manifestano una qualche capacità di formare precipitazione”.

L’idea è quella di "aiutare" la natura a fare il suo mestiere.

 In taluni luoghi l’uomo ha cercato di capire come aumentare le precipitazioni.

 "Il composto più usato è lo” ioduro d’argento” (AgI):

“i cristalli di AgI” hanno una struttura molto simile a quella cristallografica del ghiaccio e quindi sono estremamente indicati per questo scopo”.

 

Spiega Levizzani.

 “Si potrebbe pensare che le nubi si formino dal “vapore acqueo che sale in atmosfera” con l’aria riscaldata dal sole, e che quando supera il 100% di umidità relativa inizi il passaggio allo stato liquido e la formazione delle goccioline.

Ma la semplice sovra saturazione del vapore non basta.

Occorrono le particelle di aerosol atmosferico, i nuclei di condensazione, che attirano le molecole di vapore e consentono la formazione (nucleazione) di goccioline anche a basse sovra saturazioni.

Le goccioline sono formate da acqua, ma anche dal materiale di scioglimento delle particelle di aerosol.

Tutto può avvenire anche iniziando dalla fase ghiaccio, con i cristalli che si formano a temperature ben al di sotto dello zero termico.

Una volta che le goccioline o i cristalli si sono formati, collidono fra loro e formano gocce più grandi oppure i cristalli formano i fiocchi di neve che poi si sciolgono per formare le gocce di pioggia”.

In linea di principio, l’intervento sulle nubi non è contro natura.

La scienza ha cercato di venire incontro alle esigenze dell’uomo nella maniera meno intrusiva possibile.

"L’inseminazione delle nubi aumenta soltanto il numero di cristallini che si formano dal vapore acqueo, tutto qua.

Non stiamo modificando in modo sostanziale la struttura della nube.

 La aiutiamo solo a produrre più precipitazione.

 La cosa è diversa se pensiamo di influire sulla struttura di eventi estremi come gli uragani, un’idea venuta all’inizio della weather modification, soprattutto ai militari.

Le energie in gioco in questi fenomeni sono enormi e le conseguenze relativamente imprevedibili.

Ma i risultati di questi esperimenti sono stati deludenti e le ricerche sono state abbandonate” chiarisce “Levizzani”.

Tra gli aspetti positivi della weather modification, oltre al disporre di precipitazioni più abbondanti quando servono, è utilizzare la precipitazione in luoghi molto inquinati per pulire materialmente l’atmosfera".

 Le gocce d’acqua e i cristalli in caduta, infatti, catturano particelle e gas inquinanti e le trascinano al suolo.

 L’idea ha catturato l’attenzione delle autorità cinesi per le loro zone industriali.

Aspetti negativi o controindicazioni evidenti non ce ne sono, il materiale immesso in atmosfera è inerte e non inquina più di tanto. (E non si tratta di Co2, che essendo più pesante dell’aria atmosferica non può viaggiare nel cielo! N.D.R)

 La comunità scientifica non rileva problemi etici in queste tecniche. D’altra parte, non è possibile utilizzarle per scopi bellici o altro.

Ci sarebbe bisogno di enormi flotte di aerei e gli effetti sarebbero comunque troppo scarsi per suscitare preoccupazioni".

Anche sul piano della salute umana prosegue Levizzani

non dobbiamo pensare che questi interventi siano dannosi.

I composti utilizzati sono innocui e le quantità utilizzate minime.

Gli allarmismi (vedi le cosiddette scie chimiche) sono totalmente ingiustificati e derivano da scarsa conoscenza. Weather modification significa venire incontro alla sete d’acqua dell’uomo.

Allarmismi e complottismi sono del tutto fuori luogo”.

(L’intervento assurdo della CO2 nell’alta atmosfera è prevista solo da “scienziati” corrotti! N.D.R.)

 Un altro concetto da considerare è l'Atmospheric Assessment & Evaluation, cioè a verificare che l’inseminazione delle nubi produca effettivamente più pioggia.

"Qui iniziano i problemi. Attualmente non esiste un pieno consenso nella comunità scientifica sui risultati proposti, i risultati delle verifiche non sono del tutto convincenti.

 In talune circostanze l’inseminazione sembra funzionare, in altre no. Quindi, la weather modification è un concetto affascinante della fisica delle nubi, ma la sua applicabilità è limitata.

Cina ed Emirati Arabi hanno fatto investimenti consistenti, ma non sembra che abbiano ottenuto risultati all’altezza delle aspettative.

 Inoltre, Paesi quali Usa, Sud Africa e Cuba hanno abbandonato queste tecniche, giudicandole non del tutto affidabili.

(Vincenzo Levizzani, Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima.)

 

 

 

Il cambiamento climatico

non è causato dall’essere umano.

Zetaluiss.it - Caterina Di Terlizzi e Elena La Stella – (24 novembre 2022) – ci dicono:

(IDMO- Italian Digital Media Observatory).

Il cambiamento climatico non è causato dall’uomo.

La smentita della fake-news sul riscaldamento globale e le testimonianze degli esperti.

Il cambiamento climatico è uno dei più grandi problemi che la società contemporanea si trova ad affrontare.

 Nonostante la comunità scientifica sia unita nel considerare necessaria un’inversione di rotta del comportamento umano, il 06 luglio 2022, sul sito Byoblu, un articolo dimostra che i danni causati all’ambiente non siano di natura antropologica.

La tesi sostiene che nell’atmosfera terrestre si alternino cicli e sotto cicli e che periodicamente avvengano glaciazioni seguite da periodi molto più caldi.

Il riscaldamento globale, che ha allertato gli stati e la comunità scientifica, secondo il fisico “Franco Prodi”, sarebbe conseguenza della “Piccola Glaciazione”, ossia un periodo compreso fra il “1600 e il 1750”, durante il quale le temperature erano al di sotto della norma.

Nell’articolo pubblicato su “Byoblu” vengono riportate le parole di “Prodi”:

“Per gli scienziati favorevoli alla spiegazione naturale il riscaldamento attuale non sarebbe altro che il seguito della piccola glaciazione”.

Secondo il fisico, fra le cause del cambiamento climatico, è presente l’impatto dell’uomo, tuttavia non è possibile quantificarlo con attendibilità e fondamento scientifico. 

L’articolo mette in evidenza come i cittadini europei sarebbero ormai “resilienti” alle iniziative dello Stato che interviene “con sempre più vigore nella regolamentazione diretta della vita dei cittadini”.

In realtà, non esistono studi in grado di provare questa tesi, al contrario la comunità scientifica ha dimostrato che il riscaldamento globale è strettamente legato al comportamento antropologico.

Le emissioni di Co2 prodotte nell’ultimo secolo hanno subito una crescita esponenziale alterando drasticamente l’equilibrio del pianeta.

(Solo degli ignoranti “scientifici” possono sostenere che “il gas CO2” - pur essendo più pesante dell’aria atmosferica - possa veleggiare nell’alta atmosfera! N.D.R.)

Nel rapporto IPCC, Climate Change 2022 (redatto da ragionieri della scienza ben pagati! N.D.R.)

(report.ipcc.ch/ar6wg3/pdf/IPCC_AR6_WGIII_FinalDraft_FullReport.pdf), [FU1] sono illustrate le cause del cambiamento climatico e confermata come causa principale lo stile di vita e le abitudini della popolazione mondiale.

“Franco Prodi” durante la sua carriera accademica non ha mai pubblicato studi e ricerche scientifiche sul tema del riscaldamento globale e delle cause, al contrario già in passato ha esposto tesi divergenti dal parere quasi unanime della comunità scientifica prontamente smentite. (pagellapolitica.it/articoli/gli-errori-di-franco-prodi-sul-clima).

Anche nel sito di National Geographic,” Katharine Hayhoe”, climatologa della Texas Tech University e “Kathatine Wilkinson”, scrittrice e” pod caster” famosa analizzano il futuro dei cambiamenti climatici.

 “Si afferma che il cambiamento climatico è effettivo ed è causato dall’uomo”.

L’essere umano è la causa principale del riscaldamento globale ma, secondo le due esperte è possibile migliorarne la situazione, basti vedere come i livelli di CO2 sono migliorati durante il Covid -19 “le nostre scelte di oggi avranno un grosso impatto su quello che accadrà nel prossimo futuro”.

Le emissioni globali di gas a effetto serra sono aumentate fino al 2020, quando sono poi diminuite di circa il 7% in conseguenza al ridotto utilizzo di combustibili fossili.

I danni causati al pianeta terra sono di natura antropologica a differenza di quanto sostiene il sito Byoblu.

 Il petrolio e il gas rilasciano CO2 che si disperde nell’atmosfera causando l’effetto serra.

(Solo personaggi corrotti sino al midollo possono sostenere che la CO2 può viaggiare e quindi disperdersi nell’alta atmosfera pur essendo più pesante dell’aria atmosferica! N.D.R)

Il sito “Che cos’è il cambiamento climatico: cause e rimedi – Focus.it” dimostra come “le attività umane abbiano modificato l’atmosfera”.

 

 

 

Cambiamento climatico:

dipende dall'attività umana

ma non solo.

It.euronews.com – Redazione – (03/11/2021) – ci dice:

È scientificamente provato che l'attività umana sta riscaldando il nostro pianeta.

Ma la scienza ci dice che anche altri fattori, tra cui lo stato di vulcani e ghiacciai, possono influenzare il nostro clima.

Clima, l'attività dei vulcani.

Cominciamo con quello che può rendere il nostro clima più freddo.

Paradossalmente, accade che il raffreddamento possa avvenire attraverso l'attività, caldissima, dei vulcani.

Quelli grandi, specialmente quelli ai tropici, possono cambiare il nostro clima.

La polvere emessa dai Vulcani, che viene mandata in circolo nell'atmosfera, riflette la luce del sole, riducendo le temperature globali.

Nel 1991 un vulcano nelle Filippine ha eruttato e raffreddato il clima tra 0,1 e 0,2 gradi.

La cosa da tenere a mente riguardo ai vulcani è che l'effetto che hanno è piccolo e di breve durata.

 

Clima, la cappa sopra le città.

Poi c'è l'inquinamento da particelle fini delle auto e dell'industria.

Tradotto in un'immagine:

quella velatura marrone, che si vede sopra le città, sta effettivamente bloccando la radiazione solare.

In effetti, l'inquinamento dell'aria da parte dell'uomo rende il clima circa mezzo grado (-0,5C) più freddo.

Secondo “Vincent-Henri Peuch” del “Copernicus Atmosphere Monitoring Service”,

 "il fatto che ci siano emissioni industriali di “aerosol” significa che, di fatto, quello che viene percepito come cambiamento climatico è inferiore a quello che sarebbe se non ci fosse o ci fosse meno inquinamento da particolato".

Clima, la variabile ghiaccio.

Altre cose in natura possono rendere il nostro clima più caldo o più freddo.

Uno dei fattori è lo stato dei ghiacciai.

Se c'è molto ghiaccio che copre la terra o il mare, la coltre riflette la luce nell'atmosfera e raffredda il pianeta.

Se il ghiaccio si scioglie, rivela l'oceano scuro o la terra sottostante, che assorbe la luce del sole, e riscalda il pianeta.

Questo è quello che sta succedendo nell'Artico e in Siberia negli ultimi anni.

Sono tutte cose affascinanti, ma alla fine dei conti, la ragione numero uno in assoluto per cui il nostro pianeta si sta riscaldando ogni decennio siamo noi essere umani che facciamo cose come bruciare petrolio, gas e carbone, e tagliare le foreste.

 

 

Appello di 145 scienziati sul clima,

l'uomo non è il solo responsabile.

Ansa.it – (30 settembre 2019) – Redazione – ci dice:

No a politiche di 'riduzione acritica' della CO2.

(La Co2 è un gas più pesante dell’aria quindi -quando viene emesso- riamane sempre a contatto del terreno e degli oceani! N.D.R.)

ROMA - Un gruppo di 145 scienziati italiani (geologi, geofisici e studiosi del clima) ha presentato una petizione al Capo dello Stato, al presidente del consiglio e ai presidenti delle Camere, sostenendo che non esiste un consenso scientifico sull'origine umana del riscaldamento globale, che questo è un fenomeno che si è verificato anche in passato per cause naturali, che non c'è una emergenza climatica e che le politiche di riduzione delle emissioni sono inutili per governare il clima e negative per lo sviluppo economico.

Tra i firmatari dell'appello ci sono” Franco Prodi”, docente di Fisica dell'Atmosfera, “Renato Ricci”, già presidente delle “Società di Fisica” italiana ed europea) e il fisico “Antonino Zichichi”.

 I 145 scienziati italiani aderiscono ad un documento sottoscritto da 500 ricercatori di tutto il mondo dal titolo "Non c'è una emergenza climatica".

"Il riscaldamento globale antropico - scrivono i firmatari - è una congettura non dimostrata e dedotta solo da alcuni modelli teorici climatici.

La letteratura scientifica recente ha messo sempre più in evidenza l'esistenza di una variabilità climatica naturale legata soprattutto ai grandi cicli millenari, secolari e pluridecennali dell'attività solare e della circolazione oceanica, che sono stati responsabili di altri periodi caldi degli ultimi 10.000 anni".

Per i firmatari, "il cosiddetto consenso scientifico a favore del contributo antropico non sussiste, essendovi invece una notevole variabilità di opinioni tra gli specialisti del settore, climatologi, meteorologi, geologi e geofisici".

"E' scientificamente poco realistico - prosegue l'appello - individuare nelle emissioni umane praticamente l'unica causa del riscaldamento osservato dal secolo passato ad oggi e, quindi, le previsioni allarmistiche per il prossimo futuro dedotte da modelli climatici proponenti tale ipotesi non sono credibili".

"Posta la cruciale importanza che hanno i combustibili fossili per l'approvvigionamento energetico dell'umanità - conclude l'appello -, suggeriamo che non si aderisca a politiche di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in atmosfera con l'illusoria pretesa di governare il clima".

(Se la CO2 viene immessa nell’atmosfera (fenomeni vulcanici) essendo più pesante dell’aria atmosferica si affretta a scendere a livello del terreno, delle piante e degli oceani! N.D.R).

 

 

 

 

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

NON È CAUSATO DALL’UOMO.

 

Slacc-project.eu – Redazione – (20-1-2024) – ci dice:

Mito 1.

Gli scienziati non sono d’accordo sulle cause del cambiamento climatico, sull’impatto che l’uomo ha su di esso e sulle possibili conseguenze.

Per esempio, il “The Petition Project” presenta più di 31.000 scienziati che hanno firmato la petizione in cui si afferma che “non ci sono prove scientifiche convincenti che il rilascio di anidride carbonica da parte dell’uomo causerà, in un futuro prevedibile, un riscaldamento catastrofico dell’atmosfera terrestre…”.

 

Fatto.

Migliaia di scienziati che studiano il clima del sistema terrestre, la sua evoluzione e le attività umane, concordano sull’esistenza di un rapporto di causa ed effetto tra l’aumento dei gas serra di origine antropica e l’aumento della temperatura globale della Terra.

 Ciò è confermato dai rapporti del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), che riassumono i risultati pubblicati dalla comunità scientifica mondiale.

 Il consenso sul fatto che l’uomo stia causando il recente riscaldamento globale è condiviso dal 90% al 100% degli scienziati climatici editoriali, secondo sei studi indipendenti.

(L “IPCC” non è stata messo al corrente che il gas CO2 è più pesante dell’aria e quindi non può volare nelle alte sfere atmosferiche! N.D.R)

Questi risultati sono coerenti con il 97% di consenso riportato dalla ricerca di “Cooks” del 2013.

 Secondo le posizioni ufficiali di tutte le principali organizzazioni di ricerca sul clima del mondo e delle Accademie delle Scienze di 80 Paesi, l’uomo sta causando il riscaldamento globale.

Il consenso è schiacciante.

Naturalmente, ci sono singoli scienziati che sono scettici al riguardo. Tuttavia, sono molto pochi.

(Certamente le persone che si interessano a questi problemi climatici sono ben finanziati dai ricchi globalisti che vorrebbero sentirsi dire che la CO2 è più leggera dell’aria! N.D.R.)

Mito 2.

Il cambiamento climatico fa parte di un ciclo naturale. Il clima è già cambiato in passato e cambia sempre.

Ci sono state ere glaciali e periodi più caldi in cui sono stati trovati alligatori alle “Spitzbergen”.

Le ere glaciali si sono verificate in un ciclo di centomila anni negli ultimi 700 mila anni e ci sono stati periodi precedenti che sembrano essere stati più caldi di quelli attuali, nonostante i livelli di CO2 fossero più bassi di quelli attuali.

Più recentemente, abbiamo avuto il periodo caldo medievale e la piccola era glaciale.

 L’idea che l’uomo possa influenzare il clima su scala globale, intenzionalmente o meno, è una dimostrazione di arroganza.

 

Fatto.

L’esistenza di una variabilità climatica di origine naturale non può essere usata come argomento per negare o sminuire l’esistenza del riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra.

 La variabilità naturale si sovrappone a quella di origine antropica e la comunità scientifica ha gli strumenti per analizzare entrambe le componenti e studiarne le interazioni.

Molti fattori influenzano il clima, sia naturali – variazioni dell’attività solare, cambiamenti nell’orbita terrestre, eruzioni vulcaniche, ecc. sia antropogenici – emissioni di gas serra, anidride solforosa e aerosol, inquinamento atmosferico, cambiamenti nell’uso del suolo, ecc.

È interessante notare che il solo impatto dei fattori naturali avrebbe causato un raffreddamento negli ultimi decenni.

 Pertanto, possiamo concludere che il riscaldamento globale osservato è il risultato dell’attività antropica.

 Mentre il Periodo Caldo Medievale ha visto temperature insolitamente calde in alcune regioni, a livello globale il pianeta era più freddo rispetto alle condizioni attuali.

Le analisi scientifiche dimostrano che i gas a effetto serra, principalmente la CO2, (ma la CO2 essendo più pesante dell’aria atmosferica non potrà mai raggiungere la serra dei gas serra! N.D.R.),

hanno controllato la maggior parte dei cambiamenti climatici nel passato.

Le analisi dimostrano quanto il clima sia sensibile alle fluttuazioni della quantità di anidride carbonica nell’atmosfera (ma chi trascina la CO2 dentro la serra dei gas serra? N.D.R).   

 Le prove di ciò sono diffuse in tutta la documentazione geologica.

La prova è diffusa in tutta la documentazione geologica e dimostra chiaramente che questa volta la causa è l’uomo, soprattutto attraverso la “CO2” che emettiamo (e che rimane saldamente a contatto del terreno, delle piante e degli oceani! N.D.R)

 

Mito 3.

Il riscaldamento globale è una conseguenza dell’aumento dell’attività solare. Negli ultimi 100 anni si è registrato un aumento costante del numero di macchie solari, una tendenza che si è accelerata nell’ultimo secolo, proprio quando la Terra si è riscaldata.

Fatto.

Il Sole può influenzare il clima della Terra, ma non è responsabile della tendenza al riscaldamento che abbiamo visto negli ultimi decenni.

 Il riscaldamento registrato negli ultimi decenni è troppo rapido per essere legato a cambiamenti dell’orbita terrestre e troppo ampio per essere causato dall’attività solare.

Negli ultimi 35 anni, il sole ha mostrato una tendenza al raffreddamento.

Tuttavia, le temperature globali continuano ad aumentare.

 Se l’energia solare sta diminuendo mentre la Terra si riscalda, il sole non può essere l’elemento principale che controlla la temperatura.

(Ma non lo è neppure la “CO2” in quanto rimane sempre molto lontana dalla “serra dei gas serra”! N.D.R.)

Mito 4.

La “CO2” si trova naturalmente nell’atmosfera a livelli molto bassi e non è un inquinante.

 

Fatto.

La CO2 è un inquinante (acidificazione degli oceani), ma il suo impatto principale è l’effetto serra. (Ma la CO2 non può mai raggiungere” la serra” in quanto è più pesante dell’aria atmosferica! N.D.R.)

 Sebbene l’effetto serra sia un fenomeno naturale, un riscaldamento eccessivo ha gravi impatti negativi sull’agricoltura, sulla salute e sull’ambiente.

(Ma non prendetevela con la “povera CO2”in quanto il suo peso le impedisce di “volare” quindi di fare amicizia con gli altri gas serra, tra cui la H20! N.D.R).

 

Mito 5.

La CO2 umana rappresenta solo una minima parte delle emissioni di CO2.

Gli oceani, la terra e l’atmosfera si scambiano continuamente la CO2, ( ma questo  fatto non spiega il motivo per cui la CO2 dovrebbe salire sempre  nella serra situata nell’alta atmosfera! N.D.R.),

quindi il carico aggiuntivo dell’uomo è incredibilmente piccolo.

Un piccolo spostamento nell’equilibrio tra oceani e aria causerebbe un aumento di CO2 molto più grave di quello che potremmo produrre noi.

(La Co2 esistente negli oceani non può essere indotta dall’uomo a salire nell’alta atmosfera! Gli è sta impedito da suo peso, così intelligentemente previsto da Dio stesso! N.D.R).

Il ciclo naturale aggiunge e rimuove CO2 per mantenere l’equilibrio, mentre l’uomo aggiunge ulteriore CO2 senza rimuoverne alcuna.

(il ciclo naturale è stato previsto da Dio ed è quindi inutile che gli scienziati corrotti possano pensare di poterlo cambiare ora, e solo con le parole dettate da chi ha fornito loro il denaro per questo preciso motivo! N.D.R)

Mito 6.

I vulcani emettono più CO2 dell’uomo. Negli ultimi 250 anni, gli esseri umani hanno aggiunto all’atmosfera solo una parte di CO2 su 10.000. Una tosse vulcanica può farlo in un giorno.

 

Fatto.

Gli esseri umani emettono nell’atmosfera 100 volte più anidride carbonica dei vulcani.

 I vulcani emettono circa 0,3 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.

 Si tratta di circa l’1% delle emissioni umane di CO2, che ammontano a circa 29 miliardi di tonnellate all’anno

(Ma la Co2 non potrà mai salire nella” serra dei gas serra”! Se è questo che sostenete avete preso un abbaglio colossale!).

 

 

Altro che ‘l’uomo non c’entra’:

i cambiamenti climatici in

atto sono opera nostra.

Ilfattoquotidiano.it - Carmelo Zaccaria – (17 nov. 2023) – ci dice:

 

La neo presidente di Arpa Lombardia esclude che l’attività umana sia il fattore decisivo del cambiamento climatico, per cui i sempre più frequenti fenomeni meteorologici, come il nubifragio che ha devastato la Toscana, non sarebbero frutto del pervicace predominio dell’uomo sulla natura, ma fanno parte della normale evoluzione climatica in atto da varie ere geologiche, cioè “da quando la Terra esiste”.

 

Nondimeno la presenza dell’uomo nelle passate ere geologiche era minima, se non insignificante, mentre la sua attività è iniziata a manifestarsi all’incirca diecimila fa con le lavorazioni della terra, la costruzione di imbarcazioni e di villaggi, fermo restando che in questo periodo le condizioni atmosferiche si sono mostrate comunque stabili, senza pregiudicare l’equilibrio ecologico del pianeta.

Solo dopo l’avvento della Rivoluzione Industriale e l’uso scriteriato dei combustibili fossili i disastri ambientali, da sporadici e locali, sono diventati sempre più insistenti, rappresentando un incubo per la loro allarmante regolarità in tutto l’emisfero.

“L’uomo non c’entra”.

In Lombardia la presidente dell’Arpa nominata da Fontana (non laureata) nega i cambiamenti climatici

In realtà è stato” James Hansen”, climatologo di fama mondiale, a testimoniare per primo nel 1988 davanti al Congresso degli Stati Uniti di essere sicuro al 99% del reale trend verso il riscaldamento collegato all’attività umana.

Probabilmente si tratta di un limite psicologico radicato negli esseri umani, quello di essere incapaci di sacrificare le comodità presenti per prevenire una condanna imposta alle generazioni future, senza sapere che così facendo non proteggiamo affatto i nostri interessi, perché alla lunga, se non interveniamo, questo saccheggio sconsiderato delle risorse naturali del pianeta nuocerà anche a noi.

 L’esistenza quotidiana è poi sempre più scollegata dai luoghi fisici in cui viviamo, il mondo lo passiamo in rassegna attraverso il portale dei computer o le app del telefonino, per cui è difficile rendersi conto degli effetti catastrofici di una calamità in zone del mondo a noi distanti, che non frequentiamo;

non pensiamo mai possano verificarsi davanti ai nostri occhi.

Anche perché il cambiamento climatico si rivela molto lentamente per destare preoccupazione.

 

“Naomi Klein” nel “Il mondo in fiamme” descrive questo processo con l’occhio di chi sta viaggiando a bordo di un treno superveloce che sfreccia attraverso la campagna e sembra che tutto ciò che sta davanti sia fermo, persone, trattori, le auto nelle stradine;

 ma non è che sta fermo, è che si muove ad una velocità talmente bassa rispetto al treno da sembrare immobile;

il clima che cambia è come il panorama fuori dal finestrino che rispetto al nostro punto di vista in rapido movimento può sembrare statico, ma è un lento progresso che si può misurare in base all’arretramento delle calotte polari, al salire del livello degli oceani o agli incrementi frazionali della temperatura sopra la media, al ripetersi di cataclismi sempre più dirompenti.

“Rimuovere la dirigente Arpa negazionista del clima”:

la destra implode, col voto segreto passa mozione nel consiglio della Lombardia.

Un team di ricercatori inglesi ha affermato che la colonizzazione europea delle Americhe alla fine del XV secolo uccise così tante persone tra malattie e guerre che provocò cambiamenti nel clima della Terra.

In pratica la devastazione che accompagnò l’insediamento degli spagnoli non solo determinò lo sterminio di un numero spaventoso di popolazione, più di 50 milioni di abitanti, ma portò all’abbandono di un’enorme estensione di terreni agricoli.

La conseguente ricrescita di alberi e vegetazione in questi territori abbandonati avrebbe assorbito una quantità sufficiente di anidride carbonica dall’atmosfera tale da far raffreddare il pianeta.

 Un autore di questo studio, “Mark Maslin”, ha dichiarato in maniera agghiacciante che l’impatto formidabile sul raffreddamento dell’atmosfera, causato dal crollo della “CO2”, fu a sua volta “generato da genocidio”.

Comunque sia questa formidabile diminuzione dell’anidride carbonica nell’atmosfera fu provocata dalla mano dell’uomo e non fu certo un movimento spontaneo della natura.

10 falsi miti sul

cambiamento climatico.

  Am.pict.it - 10 Maggio 2023 – Redazione – ci dice:

 

Ormai assistiamo quasi ogni giorno a discussioni tra scienziati e meteorologi da una parte e negazionisti del cambiamento climatico dall’altra.

Vediamo meglio quali sono i principali falsi miti sul clima.

Con il proliferare di “fake news sul clima”, pubblicate da siti specializzati, si alimentano i falsi miti che possono anche manipolare alcune fette dell’opinione pubblica, con l’effetto di ritardare le fondamentali politiche di governi e aziende per contrastare il riscaldamento globale e l’aumento delle calamità naturali in tutto il globo.

Ecco i dieci falsi miti più comuni sul cambiamento climatico.

Nella storia del nostro pianeta il clima è cambiato di continuo.

Il nostro pianeta, che ha 4,5 miliardi di anni, ha visto alternarsi diversi cicli del clima.

Ha assistito a piccole e grandi ere glaciali per poi tornare ad avere climi caldi e miti in diverse fasce terrestri, favorendo così lo sviluppo della vita.

 Il problema è che questi movimenti avvenivano in diverse centinaia o migliaia di anni, mentre dopo l’industrializzazione causata dall’uomo l’impennata del caldo record si è notata in pochi decenni.

Il cambiamento climatico è causato naturalmente dal sole.

È vero che l'attività solare influenza la temperatura della Terra, ma quando si misurano l’impatto del sole, dei vulcani e di altri aspetti che influiscono sulle temperature del pianeta la componente sostanziale resta la CO₂.

 E gli scienziati ci dicono che, dal 1970, la temperatura media globale è aumentata a un ritmo sostenuto circa 170 volte rispetto al tasso degli ultimi 7.000 anni.

Inoltre, secondo le serie storiche, dal 1870 a oggi l’andamento del sole ha portato alla variazione della temperatura globale al massimo di uno 0,1 grado celsius.

Costa troppo ridurre le emissioni di carbonio.

La transizione ecologica richiede investimenti pesanti e molte competenze, nessuno può negarlo, ma crea moltissimi posti di lavoro e soprattutto ci costerà di meno rispetto allo scenario catastrofico al quale andremmo incontro se non lavorassimo per abbassare l’innalzamento delle temperature medie, come concordato negli accordi di Parigi.

Grazie a questi investimenti migliora infatti la qualità della vita di centinaia di migliaia di persone, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

Secondo il” Rapporto di Valutazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change” (IPCC), più riduciamo le emissioni di gas serra e maggiore sarà lo sviluppo socioeconomico sul lungo periodo.

Ignorare gli effetti del cambiamento climatico e continuare a vivere al di sopra delle nostre possibilità, invece, farebbe perdere fino al 20% del PIL globale.

La Groenlandia un tempo era verde e senza ghiacci.

Per suffragare la propria tesi, i negazionisti del clima dicono che non dobbiamo avere paura del riscaldamento globale perché circa un migliaio di anni fa anche la Groenlandia era tutta verde e non coperta dal ghiaccio come oggi.

Niente di più falso:

il nome Groenlandia effettivamente deriva da Grönland, che significa appunto “terra verde”, ma per via di una piccola estremità nel sud dell’isola che ancora oggi non ha ghiacci perenni.

Nemmeno gli scienziati concordano sulle cause del cambiamento climatico.

In realtà sono più del 90% gli esperti climatici e gli scienziati d’accordo sul fatto che le attività degli esseri umani sono il motivo del cambiamento climatico in atto.

Per riutilizzare una provocazione lanciata dalla climatologa “Kate Marvel”, che lavora nel “Goddard Institute” della NASA, “siamo più sicuri che” i gas serra prodotti dall'uomo” stiano causando il riscaldamento globale di quanto lo siamo sul fumo come causa del cancro”. Un’evidenza incontrovertibile.

 

La crisi climatica è colpa della Cina.

È vero che la Cina è il Paese che emette più gas serra in questo momento, poco meno di un terzo delle emissioni mondiali, ma se andiamo a vedere la quota pro capite di emissione di CO₂ scopriamo che ogni cinese emette la metà della CO₂ emessa da ogni americano.

Se, quindi, prendiamo la classifica dei Paesi con il più alto impatto pro-capite di emissioni di CO₂ troviamo Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita a guidare il gruppo.

 Inoltre, questa è solamente la fotografia attuale, mentre per avere una visione corretta dovremmo calcolare la quantità di gas serra emessa da ogni Paese dalla rivoluzione industriale in poi.

E la Cina di sicuro non è in cima all’elenco.

 

La CO₂ oggi è più bassa che in passato.

C’è chi prova a sostenere che possiamo continuare a emettere gas serra, spiegando che ai tempi dei dinosauri la CO₂ era più alta di oggi.

È vero che milioni di anni fa il livello di CO₂ del pianeta era maggiore rispetto a oggi, ma è anche vero che con quel clima lo sviluppo di forme di vita come i mammiferi, e dunque l’uomo, non era possibile.

Inoltre, se prendiamo gli ultimi 2,5 milioni di anni, la CO₂ ha oscillato tra i 290 ppm e i 190 ppm, mentre oggi siamo a 420 ppm e il livello continua a salire.

Ormai è tardi, il pianeta ha ancora pochi anni di vita.

Spesso si legge in articoli e report che abbiamo tempo fino al 2030 o al massimo fino al 2040 per invertire la tendenza in atto, poi inizierà il declino che porterà la Terra e l’umanità alla fine.

 In realtà, gli scienziati sono d’accordo sull’obiettivo di contenere l’aumento medio delle temperature al massimo di 1,5 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale, anche se sembra difficile poterlo raggiungere entro il 2030.

È più probabile che arriveremo a 2 gradi in più, con molti impatti negativi sull’aria e sugli ecosistemi, sia terrestri sia marini, ma non sarà la fine del pianeta.

 È sicuro però che maggiore sarà l’aumento della temperatura e più meccanismi irreversibili avremo attivato con i nostri comportamenti poco sostenibili.

 

Piante e animali si adatteranno a nuovi livelli di CO₂.

Sarebbe bello se fosse vero, ma anche le piante hanno un limite alla CO₂ che possono assorbire.

 Anche oggi le piante riescono ad assorbire solo il 25% dell’anidride carbonica creata dalle abitudini umane, mentre il resto finisce ogni anno nell’atmosfera. (Ma cosa significa questo fatto? Di quale atmosfera stiamo parlando? La Co2 è indispensabile alla vita nostra e a quella delle piante. Nell’alta atmosfera dove regna la serra dei gas, la Co2 non è certo di casa. Infatti è più pesante dell’aria e quindi non potrà mai volare nell’alto dei cieli! N.D.R).

  Nemmeno gli animali potranno adattarsi rapidamente a un mutato scenario climatico: come ci dimostra la storia, ogni grande cambiamento climatico ha portato a estinzioni di massa.

I modelli climatici sono inaffidabili.

Chi vuole screditare la ricerca scientifica se la prende con i modelli di previsione climatica sul lungo periodo.

 In realtà, già i primi modelli fisico-matematici degli Anni ’70 e ’80 erano affidabili:

una recente ricerca ha analizzato 17 proiezioni di modelli divulgati tra il 1970 e il 2007 e gli studiosi hanno scoperto che 14 modelli su 17, oltre l’80%, hanno anticipato correttamente le temperature e l’impennata delle emissioni di gas serra.

E con l’avanzamento tecnologico, oggi abbiamo sistemi di previsione molto più precisi e accurati.

 

 

 

 

La responsabilità dell’uomo

nel cambiamento climatico.

Geomagazine.it – Renato Sansone – (6 giugno 2022) – ci dice:

 

Il clima della Terra ha sempre mostrato un’alternanza ciclica tra periodi glaciali e interglaciali, segnando poco meno di 10.000 anni fa l’inizio dell’era climatica moderna e della civiltà umana. Si tratta di cambiamenti attribuiti a piccole variazioni orbitali capaci di modificare la quantità di energia solare ricevuta dal nostro pianeta.

Tuttavia, le osservazioni dirette mostrano che il clima del pianeta si sta scaldando ad un ritmo senza precedenti nel corso degli ultimi millenni.

L’avvento dei satelliti in orbita e della tecnologia ha permesso agli scienziati del clima di ottenere un quadro generale e una mole notevole di informazioni su scala globale.

Un corpo di dati che rivela i segnali di un mondo che cambia nell’atmosfera, nell’oceano, nella criosfera e nella biosfera.

IN SINTESI

La temperatura media della superficie terrestre è aumentata di circa 1.1°C dalla fine del XIX secolo, con un trend di riscaldamento in aumento negli ultimi 40 anni.

Gli oceani hanno mitigato parte di questo aumento termico facendo registrare un riscaldamento di oltre 3°C nei primi 100 metri dal 1969.

Le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide sono diminuite in massa.

 I dati del “Gravity Recovery and Climate Experimen”t della NASA mostrano che la Groenlandia ha perso una media di 279 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno tra il 1993 e il 2019, mentre l’Antartide ha perso circa 148 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno.

I ghiacciai si stanno ritirando quasi ovunque nel mondo, dalle le Alpi alla catena dell’Himalaya, dalle Ande alle Montagne Rocciose, dall’Alaska all’Africa.

Le osservazioni satellitari rivelano che la quantità di manto nevoso primaverile nell’emisfero settentrionale è diminuita negli ultimi cinque decenni e la neve subisce un processo di fusione in anticipo.

Il livello globale del mare è aumentato di 20 cm nel secolo scorso, con un tasso doppio negli ultimi due decenni.

L’estensione e lo spessore del ghiaccio marino artico sono diminuiti rapidamente negli ultimi decenni.

I record di caldo sono in numero estremamente maggiore rispetto a quelli di freddo.

Dall’avvento della rivoluzione industriale l’acidità delle acque superficiali oceaniche è aumentata di circa il 30%.

I GAS SERRA E LE ATTIVITA’ ANTROPICHE

Obiettivo primario, ridurre le emissioni di “biossido di carbonio” ossia di “CO2”.

La vita sulla Terra dipende dall’energia proveniente dal Sole.

 Circa la metà della luce che raggiunge l’atmosfera terrestre passa attraverso l’aria e le nubi fino alla superficie, dove viene assorbita e quindi irradiata verso l’alto sotto forma di calore infrarosso.

Circa il 90% di questo calore viene quindi assorbito dai gas serra e irradiato verso la superficie.

La capacità di influenzare il trasferimento di energia infrarossa attraverso l’atmosfera da parte dei gas serra fu scoperta soltanto nel XIX secolo.

Da quel momento si sviluppò il concetto di “effetto serra“, applicato alla climatologia dal fisico svedese “Svante Arrhenius”.

Gli anelli di accrescimento degli alberi.

Le carote di ghiaccio prelevate dalla Groenlandia, dall’Antartide e dai ghiacciai montani tropicali, così come i dati provenienti dagli anelli di accrescimento degli alberi, nei sedimenti oceanici, nelle barriere coralline e negli strati di rocce sedimentarie, mostrano che il clima terrestre risponde ai cambiamenti nei livelli di gas serra.

 Questa prova antica, o paleoclimatica, rivela che il riscaldamento attuale si sta verificando circa dieci volte più velocemente del tasso medio di riscaldamento dovuto al recupero dell’era glaciale.

L’anidride carbonica (CO2) prodotta dall’attività umana, inoltre, sta aumentando di oltre 250 volte più velocemente di quanto non fosse prodotta da fonti naturali dopo l’ultima era glaciale.

 

 Le emissioni di una fabbrica.

Oggi, le attività umane (principalmente la combustione di combustibili fossili) hanno fondamentalmente aumentato la concentrazione di gas serra nell’atmosfera terrestre, riscaldando il pianeta.

In effetti è emerso che i motori naturali, senza l’intervento umano, spingerebbero il nostro pianeta verso un periodo di raffreddamento.

Le attività industriali da cui dipende la nostra civiltà moderna hanno aumentato i livelli di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera da 280 parti per milione a circa 417 parti per milione negli ultimi 151 anni.

La comunità scientifica ha quindi concluso che c’è una probabilità maggiore del 95% che i gas serra prodotti dall’uomo come l’anidride carbonica (CO2), il metano e il protossido di azoto abbiano causato gran parte dell’aumento osservato delle temperature della Terra negli ultimi decenni. (Non si comprende il nesso tra gas serra in generale e Co2. La CO2 non potrà mai raggiungere la “serra dei gas serra” essendo più pesante dell’aria atmosferica: ossia non può volare nei cieli! N.D.R.)

 

PERCHE’ IL SOLE NON C’ENTRA?

La variabilità solare ha avuto un ruolo nei cambiamenti climatici passati.

Ad esempio, si pensa che una diminuzione dell’attività solare unita a un aumento dell’attività vulcanica abbia contribuito a innescare la piccola era glaciale tra il 1650 e il 1850 circa, quando la Groenlandia si raffreddò dal 1410 al 1720 e i ghiacciai avanzarono nelle Alpi.

Ma diverse linee di prova mostrano che l’attuale riscaldamento globale non può essere spiegato dai cambiamenti nell’energia del Sole.

Numero di macchie solari.

Dal 1978, una serie di strumenti satellitari ha misurato direttamente l’energia prodotta dal Sole.

 I dati satellitari mostrano un leggerissimo calo dell’irraggiamento solare (che è una misura della quantità di energia che il Sole emette) in questo periodo di tempo.

Quindi, la nostra stella non sembra essere responsabile della tendenza al riscaldamento osservata negli ultimi decenni.

Stime a lungo termine dell’irraggiamento solare sono state effettuate utilizzando registrazioni delle macchie solari e altri cosiddetti “indicatori proxy”, come la quantità di carbonio negli anelli degli alberi.

Le analisi più recenti di “questi proxy “indicano che i cambiamenti dell’irraggiamento solare non possono plausibilmente rappresentare più del 10% del riscaldamento del XX secolo.

Inoltre, dal 1750 la quantità media di energia proveniente dal Sole è rimasta praticamente costante e se il riscaldamento fosse causato da un Sole più attivo, gli scienziati si aspetterebbero di vedere temperature più calde in tutti gli strati dell’atmosfera.

Invece, hanno osservato un raffreddamento nell’alta atmosfera e un riscaldamento in superficie e nelle parti inferiori dell’atmosfera.

 Questo perché i gas serra intrappolano il calore nella bassa atmosfera.

I modelli climatici che includono i cambiamenti dell’irraggiamento solare, pertanto, non possono riprodurre l’andamento della temperatura osservato nell’ultimo secolo o più senza includere un aumento dei gas serra.

E I VULCANI?

Le eruzioni vulcaniche sono spesso discusse in relazione al cambiamento climatico perché rilasciano CO2 (e altri gas) nella nostra atmosfera.

(Già, ma la “Co2” deve obbligatoriamente dirigersi verso la terra o verso il mare, infatti essendo più pesante dell’aria atmosferica non può volare nell’alto dei cieli! N.D.R.)

Tuttavia, i contributi umani al ciclo del carbonio sono più di 100 volte quelli di tutti i vulcani del mondo messi insieme.

Le attività antropiche, oggi, emettono una quantità di biossido di carbonio così grande che servirebbe un’eruzione del Monte Saint Helens ogni 2,5 ore per pareggiare i conti.

 Oppure un’eruzione del Pinatubo due volte al giorno.

A tal punto che le emissioni annue prodotte dalle attività umane equivalgono a quelle che produrrebbe un’eruzione del supervulcano Yellowstone.

RICONOSCERE LA PROVENIENZA DELLA” CO2”.

Gli scienziati possono capire la provenienza del biossido di carbonio, CO2.

 

Alcuni strumenti permettono sia la misura della concentrazione della CO2, sia la composizione degli isotopi del carbonio (13C/12C) e dell’ossigeno (18O/16O), i più comuni isotopi stabili.

Combinandosi tra loro, gli isotopi delle due specie, formano molecole di CO2 che hanno le stesse proprietà chimiche, ma masse differenti.

È proprio la quantità di molecole di anidride carbonica con diverse abbondanze degli isotopi di carbonio ed ossigeno che indicano le diverse provenienze dei gas misurati (vulcanica, respirazione delle piante, combustibili fossili, etc.).

La composizione isotopica rappresenta una firma identificativa dell’origine della CO2.

Quindi, non tutte le molecole di CO2 sono uguali e gli scienziati riescono a scindere le cose.

 

DATI AFFIDABILI?

I record delle temperature globali calcolati dagli Stati Uniti e da altre importanti organizzazioni di ricerca sul clima sono notevolmente simili, nonostante le diverse tecniche di elaborazione.

 

Le tecniche utilizzate dal Goddard Institute for Space Studies (GISS), dal National Climatic Data Center (NCDC) e da altri gruppi autorevoli, come l’Hadley Center/Climatic Research Unit del British Meteorological Office, dell’Università dell’Anglia orientale (CRU) e l’Australian Bureau of Meteorology, sono sottoposti a revisione paritaria, così come i set di dati elaborati.

Un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro chiamata “Berkeley Earth”, finanziata da borse di studio, ha ideato le proprie tecniche di elaborazione dei dati per far fronte ai cambiamenti sopra elencati.

Anche in questo caso, i risultati sono molto simili ai risultati di NCDC, GISS e CRU.

IL CONSENSO SCIENTIFICO.

Gli scienziati del clima concordano in modo schiacciante sul fatto che gli esseri umani stiano causando il recente riscaldamento globale.

 La posizione di consenso è articolata dalla dichiarazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) secondo cui

“l’influenza umana è stata la causa dominante del riscaldamento osservato dalla metà del XX secolo” (Qin et al 2014, p 17).

Le accademie nazionali delle scienze di 80 paesi hanno rilasciato dichiarazioni a sostegno della posizione di consenso.

Che le attività antropiche stiano influenzando il clima della Terra è quindi accertato da circa il 98.4% della comunità scientifica.

Concordano diversi studi pubblicati su riviste scientifiche a revisione paritaria.

Ma non solo.

 Di tale parere sono oltre 200 organizzazioni scientifiche mondiali, tra cui quelle più note, nonché autorevoli:

IPCC, WMO, NOAA, Global Change Research Program, American Geophysical Union, American Meteorological Society, The Geological Society of America, e così via.

Tali risultati sono coerenti con il consenso riportato da “Cook et altri” (Environ. Res. Lett . 8 024024) sulla base di 11.944 abstract di documenti di ricerca, di cui 4014 hanno preso posizione sulla causa del recente riscaldamento globale.

Anche un’indagine sugli autori di quegli articoli (N=2412 articoli) ha sostenuto un consenso della stessa percentuale.

LA MINORANZA CHE NON FA TESTO.

(L’unico testo accertato scientificamente riguarda il peso del gas CO2: questo è superiore a quello dell’aria atmosferica. Quindi la Co2 non può volare nei cieli! N.D.R.).

Tol (2016 Environ. Res. Lett. 11 048001) raggiunge una conclusione diversa valutando risultati di indagini di non esperti come geologi economici e un gruppo auto-selezionato di coloro che rifiutano il consenso.

Gli sforzi per misurare il consenso scientifico devono identificare una popolazione di esperti pertinente e rappresentativa, valutare la loro opinione professionale in modo appropriato ed evitare distorsioni dovute a elementi ambigui nel campione.

Gli approcci che sono stati impiegati per valutare le opinioni degli esperti sul riscaldamento globale antropogenico (AGW) includono l’analisi di documenti sul clima sottoposti a revisione paritaria, l’indagine sui membri della comunità scientifica pertinente, compilando dichiarazioni pubbliche di scienziati e analisi matematiche dei modelli di citazione.

Il livello di consenso è infatti correlato all’esperienza nelle scienze del clima.

Pertanto, per esperti si intendono coloro i quali abbiano pubblicato ricerche “peer-reviewed” inerenti la materia.

L’idea è supportata da più studi indipendenti con variazioni di tempistica e/o metodologia, che includono analisi della letteratura, delle reti di citazioni e indagini sugli autori.

 

 

 

 

Dobbiamo ancora Essere

“Sfamati con il Piombo”?

Conoscenzealconfine.it – (12 Aprile 2024) - Paolo Borgognone – ci dice:

 

Speranza confessa di aver saputo della estrema gravità delle reazioni avverse da “benedizione”.

Vi ricordate quando in TV si diceva che coloro i quali protestavano contro l’obbligo di benedizione dovevano essere “sfamati con il piombo”?

I giornali e i TG invitavano la popolazione a dare “la caccia” ai “non benedetti”, a isolarli, a denunciarli, a discriminarli.

I “politici di regime” affermavano che si doveva introdurre il “green pass” anche per accedere ai supermercati e ai servizi di prima necessità.

Una parte dei subalterni, della popolazione stessa, la pensava come loro:

“O ti fai benedire o muori di fame”.

Questo volevano, in cuor loro, accadesse a chi denunciava i crimini che il regime stava compiendo.

Adesso si sappia che chi si batteva contro la violenza del regime e delle multinazionali private angloamericane che di fatto lo controllavano, non solo erano dalla parte del giusto e stavano difendendo loro stessi, ma stavano anche conducendo una battaglia di libertà, di verità e di salute pubblica PER TUTTI.

E adesso, dopo le confessioni di Speranza che riconosce ciò che a rischio della nostra incolumità e al prezzo della perdita dei nostri diritti andiamo dicendo da anni, dobbiamo ancora essere “sfamati con il piombo”?

(Paolo Borgognone)

(t.me/paolo_borgognone)

 

 

Santa Sede: "L'eutanasia è un crimine,

complice chi legifera"

Ansa.it- Redazione Ansa – (22 settembre 2020) – ci dice:

 

Congregazione vaticana per la Dottrina della fede; "Con tale atto, l'uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente"

CITTÀ DEL VATICANO.

"La Chiesa ritiene di dover ribadire come insegnamento definitivo che l'eutanasia è un crimine contro la vita umana perché, con tale atto, l'uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente".

Lo afferma la Congregazione vaticana per la Dottrina della fede nella Lettera "Samaritanus bonus".

"Coloro che approvano leggi sull'eutanasia e il suicidio assistito - aggiunge - si rendono, pertanto, complici del grave peccato che altri eseguiranno.

 Costoro sono altresì colpevoli di scandalo perché tali leggi contribuiscono a deformare la coscienza, anche dei fedeli".

L'eutanasia, spiega l'ex Sant'Uffizio, "è un atto intrinsecamente malvagio, in qualsiasi occasione o circostanza".

"Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale", ribadisce, e "qualsiasi cooperazione formale o materiale immediata ad un tale atto è un peccato grave contro la vita umana".

 "Dunque, l'eutanasia è un atto omicida che nessun fine può legittimare e che non tollera alcuna forma di complicità o collaborazione, attiva o passiva", aggiunge.

"Inguaribile non vuol dire incurabile" - "Inguaribile non è mai sinonimo di 'incurabile'".

È il concetto posto a premessa del documento "Samaritanus bonus. Lettera sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita", approvato dal Papa il 25 giugno scorso e pubblicato oggi, con cui la Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede - dinanzi alle iniziative legislative in vari Paesi sull'argomento - ribadisce i principi dottrinali e magisteriali contro l'eutanasia e il suicidio assistito, considerando che "il valore inviolabile della vita è una verità basilare della legge morale naturale ed un fondamento essenziale dell'ordine giuridico".

Secondo l'ex Sant'Uffizio, un ostacolo "che oscura la percezione della sacralità della vita umana è una erronea comprensione dalla 'compassione'.

Davanti a una sofferenza qualificata come 'insopportabile', si giustifica la fine della vita del paziente in nome della 'compassione'.

 Per non soffrire è meglio morire: è l'eutanasia cosiddetta 'compassionevole'.

Sarebbe compassionevole aiutare il paziente a morire attraverso l'eutanasia o il suicidio assistito.

In realtà, la compassione umana non consiste nel provocare la morte, ma nell'accogliere il malato, nel sostenerlo dentro le difficoltà, nell'offrirgli affetto, attenzione e i mezzi per alleviare la sofferenza".

Ecco, quindi che, "la Chiesa, nella missione di trasmettere ai fedeli la grazia del Redentore e la santa legge di Dio, già percepibile nei dettami della legge morale naturale, sente il dovere di intervenire in tale sede per escludere ancora una volta ogni ambiguità circa l'insegnamento del Magistero sull'eutanasia e il suicidio assistito, anche in quei contesti dove le leggi nazionali hanno legittimato tali pratiche".

 

 

 

 

 

I vaccini anti-Covid sono

efficaci e sicuri. La conferma del

più grande studio mai condotto.

Sanitainformazione.it – (23-2-2024) – Redazione- Valentina Arcovio – ci dice:

 

Anche se ormai la pandemia sembra un lontano ricordo, le polemiche sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid non si è mai spenta.

 A mettere un punto sulla questione, potrebbe essere il più ampio studio mai condotto sull’argomento, che ha coinvolto più di 99 milioni di persone provenienti da 8 paesi diversi.

 I risultati sono stati pubblicati sulla “rivista Vaccine”.

I vaccini anti-Covid sono efficaci e sicuri. La conferma del più grande studio mai condotto.

Anche se ormai la pandemia sembra un lontano ricordo, le polemiche sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid non si è mai spenta.

A mettere un punto sulla questione, potrebbe essere il più ampio studio mai condotto sull’argomento, che ha coinvolto più di 99 milioni di persone provenienti da Australia, Argentina, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Nuova Zelanda e Scozia.

 I risultati, pubblicati sulla rivista internazionale “Vaccine”, confermano sia l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, evidenziando solo rarissimi effetti collaterali.

Il rischio dopo i vaccini è generalmente simile a quello di fondo.

Nello studio i ricercatori hanno identificato potenziali collegamenti tra la vaccinazione ed effetti collaterali entro 42 giorni dalla somministrazione, confrontando i tassi di 13 condizioni mediche (neurologiche, ematiche e cardiache) dopo la vaccinazione con ciò che ci si aspetterebbe di vedere in assenza delle vaccinazioni.

“Il rischio fino a 42 giorni dopo la vaccinazione era generalmente simile al rischio di fondo per la maggior parte dei risultati”, scrivono gli autori dello studio.

L’analisi ha confermato tuttavia le associazioni già note tra i vaccini e i bassi rischi di miocardite, pericardite, sindrome di Guillain-Barré e trombosi del seno venoso cerebrale.

Gli effetti collaterali dei vaccini a vettore virale.

Per i vaccini a vettore virale, prodotti da Astrazeneca, i ricercatori hanno scoperto un aumento dei casi di sindrome di Guillain-Barré, un raro disturbo del sistema immunitario che colpisce i nervi:

sui 76 casi attesi in una popolazione di 99 milioni di persone, a prescindere della vaccinazione, ne sono stati osservati 190.

 Lo stesso legame non è stato invece riscontrato nei vaccini a mRna. Inoltre, dopo una prima dose del vaccino a vettore virale, è stato osservato un rischio 3 volte maggiore del previsto di trombosi del seno venoso cerebrale:

 su 99 milioni di persone sono stati osservati 69 eventi, rispetto ai 21 attesi.

I rischi erano 1,49 volte superiore dopo la prima dose del vaccino a mRna e 1,25 volte superiore dopo le seconde dosi.

Gli effetti collaterali “estremamente rari” dei vaccini a mRNA.

Dopo i vaccini a mRNA i ricercatori hanno rilevato che dopo una prima dose di vaccini a mRna, il rischio di pericardite, infiammazione del tessuto che circonda il cuore, era 1,7 volte superiore al previsto, ed è diventato 2,6 volte superiore dopo una quarta dose.

 Lo studio ha fatto luce su due altre condizioni legate ai vaccini, ma definite estremamente rare.

Sono la mielite trasversa, un’infiammazione di parte del midollo spinale, dopo i vaccini a vettore virale e l’encefalomielite acuta disseminata, un’infiammazione e un gonfiore del cervello e del midollo spinale dopo entrambi i tipi di vaccini.

Rispetto ai 2 casi attesi, infatti, dopo la vaccinazione a mRna sono stati osservati 7 casi di encefalomielite acuta disseminata.

 La mielite trasversa causa improvviso mal di schiena e a volte porta alla paralisi.

Circa un terzo delle persone guarisce, circa un terzo continua ad avere gli stessi problemi e circa un terzo recupera molto poco. L’encefalomielite acuta disseminata si manifesta con sintomi come confusione, eccessiva irritabilità, alterazioni della coscienza, e si può verificare la perdita della vista, disturbi motori, dell’equilibrio e della coordinazione. La prognosi è favorevole nella maggior parte dei casi (anche più del 70% dei pazienti).

“Bisogna avere fiducia nel sistema.”

“Julie Leask”, esperta di vaccini presso l’Università di Sydney, sottolinea che un’infezione da Covid aumenta il rischio di alcune di queste rare condizioni “molto più di quanto faccia un vaccino”.

Ha detto che gli studi hanno anche confermato che “i nostri esperti di vaccini stanno prestando attenzione a quando i vaccini portano a gravi effetti collaterali, e stanno agendo di conseguenza”.

 Conclude: “Avere fiducia in un sistema in grado di rilevare i problemi e affrontarli è una parte molto importante di un solido programma di vaccinazione”.

 

 

Il 'principe dei vaccini' si è comprato

la seconda casa più costosa di Londra.

Agi.it – (13 dicembre 2023) – Redazione – ci dice:

“Adar Poonawalla, amministratore delegato del” Serum Institute of India”, ha messo le mani su “Aberconway House”, una villa di quasi 2.500 metri quadrati situata nel quartiere di “Mayfair”.

AGI - L'amministratore delegato del “Serum Institute of India”, il più grande produttore di vaccini al mondo, “Adar Poonawalla”, ha acquistato la casa più costosa in vendita quest'anno a Londra per 138 milioni di sterline (oltre 160 milioni di euro), secondo i media britannici. Si tratta di “Aberconway House”, una villa di quasi 2.500 metri quadrati situata nel quartiere di “Mayfair”, non lontano da “Hyde Park”.

Con il suo acquisto, “Poonawalla” si è aggiudicato la seconda dimora più costosa nella storia della città, secondo il “Financial Times”.

 La casa, in passato sede della società di gioco d'azzardo “Rank Group”, secondo l'agenzia immobiliare “Wetherell” - che si è occupata della sua vendita e della sua conversione a uso residenziale - è stata costruita negli anni '20.

Fino a pochi giorni fa era nelle mani dell'imprenditrice polacca” Dominika Kulczyk”, che l'ha acquistata nel 2020 per 57 milioni di sterline (poco più di 68 milioni di euro all'epoca).

“Adar Poonawalla”, noto con il soprannome di "principe dei vaccini", è l'amministratore delegato del” Serum Institute of India”, un'azienda di farmaci e sieri fondata da suo padre nel 1966, secondo quanto riportato sul sito web.

 Nel 2011 ha ereditato la posizione e ha assunto il controllo delle operazioni quotidiane dell'azienda, con l'obiettivo di "ridurre il prezzo dei vaccini per renderli accessibili alle comunità in via di sviluppo".

Gli immobili di fascia alta, a Londra, sono rimasti attraenti per gli acquirenti internazionali nonostante le nuove misure di trasparenza introdotte per 'individuare' il flusso di denaro russo dopo l'avvio della guerra in Ucraina, mentre il resto del mercato immobiliare ha subito un rallentamento a causa del minor numero di acquirenti che fanno affidamento sui mutui.

Secondo il “Financial Times”, la famiglia “Poonawalla "non ha intenzione" di trasferirsi definitivamente nel Regno Unito, ma "la casa servirà come base per l'azienda e la famiglia" quando vi trascorreranno del tempo per seguire i loro affari.

 

 

 

 

“I Vaccini Mrna Contro il Covid Sono

Pericolosi”: La Florida Chiede di Abolirli

GlobalResearch.ca – (January 07, 2024) - Giorgio Valleris – ci dice:

 

I vaccini mRna sono: “un pericolo per la salute e l’integrità del genoma” e per questo andrebbero aboliti.

Il Dipartimento della Salute dello Stato della Florida si muove concretamente per scrivere la parola fine, una volta per tutte, alla somministrazione dei vaccini mRna.

Il capo del dipartimento sanitario dello Stato americano, “Joseph Abiodun Ladapo” denuncia apertamente il rischio di contaminazione del Dna umano.

Se i rischi dell’integrazione del Dna non sono stati valutati per i vaccini mRna -dice –, questi non sono appropriati per l’uso negli esseri umani”.

“Ladapo” scrive all’ “FDA” e al “CDC”: l’approvazione accelerata dei farmaci è rischiosa.

In una lettera inviata poche settimane fa al commissario della “Food and Drug Administration” Robert M. Califf  e al direttore del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC),” Mandy Cohen, “Ladapo” scrive:

“Garantire che i prodotti farmaceutici siano sicuri ed efficaci per il pubblico è la missione principale della “Food and Drug Administration”.

Questa funzione è essenziale e funge da base per la fiducia del pubblico nelle agenzie di regolamentazione e nei funzionari sanitari.

Sebbene le approvazioni accelerate per i farmaci soggetti a prescrizione esistano da oltre due decenni, la crisi degli oppioidi e la pandemia di Covid-19 sono solo due esempi che illustrano i rischi associati a questi processi accelerati per le approvazioni dei farmaci”.

A sostegno della sua tesi, il chirurgo alla guida dell’ente sanitario ricorda che già nel 2007 la “Food and Drug Administration”,  l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei farmaci, aveva prodotto un report nel quale segnalava che:

“L’integrazione del Dna potrebbe teoricamente avere un impatto sugli oncogeni umani, i geni che possono trasformare una cellula sana in una cellula cancerosa” e che l’integrazione del Dna potrebbe “provocare instabilità cromosomica”.

Le Campagne Militari Us/Nato Dal 1991 Ad Oggi.

Come rileva “Patrizia Floder Reitter” in un articolo pubblicato oggi sul quotidiano ‘La Verità’, si tratta di “dichiarazioni che hanno dato un altro, violento scossone alla credibilità delle verifiche effettuate dall’agenzia regolatoria statunitense”.

 

I precedenti in Florida: vaccini mRna sconsigliati ai bambini e ai maschi under 40.

Non un fulmine a ciel sereno se si considera che il capo del Dipartimento della sanità dello Stato della Florida, già nel marzo 2022 aveva sconsigliato la somministrazione dei vaccini anti covid ai bambini sani e qualche mese più tardi, precisamente il 7 ottobre 2022, la stessa raccomandazione era arrivata anche per quanto riguarda i maschi sotto i 40 anni perché, come si legge in una nota dello stesso dipartimento:

 “Il beneficio della vaccinazione è probabilmente controbilanciato da un rischio insolitamente alto di morte per cause cardiache tra gli uomini di questa fascia di età”.

Dagli Stati Uniti all’Europa.

Il caso della Florida segue quello della Danimarca, che, a settembre dello stesso anno, aveva interrotto le somministrazioni dei sieri anti-Covid in tutti i soggetti sotto i 50 anni, ad eccezione delle persone fragili.

 

Ron DeSantis: vietato obbligare i dipendenti a vaccinarsi.

Lo stesso governatore “Ron DeSantis” aveva consigliato a tutti i cittadini con meno di 65 anni di non effettuare il richiamo e aveva ​​firmato un pacchetto di leggi contro le norme federali che obbligano i lavoratori a vaccinarsi.

Disposizioni che, di fatto, vietano ai datori di lavoro privati di imporre la somministrazione dei vaccini mRna ai propri dipendenti permettendo a questi ultimi di “scegliere tra numerose esenzioni, incluse ma non solo, problemi religiosi o di salute, gravidanza o futura gravidanza”.

(Giorgio Valleris)

 

 

 

Guerra e pace in un oceano

di menzogne. C'è qualcuno a

Washington che si preoccupa

dei crimini di Israele?

Dott. Filippo Giraldi.

 Globalresearch.ca – (12 aprile 2024) - Filippo Giraldi – ci dice :

 

Ci si aspetta che chiunque sia coinvolto in politica dica il falso ogni volta che pensa di poterla fare franca per dare lustro alla propria immagine e allo stesso tempo distorcere la realtà per promuovere le politiche che vengono preferite.

Ciononostante, il record di crimini commessi da una serie di presidenti e dai loro principali collaboratori dall'inizio della cosiddetta "guerra al terrore" ha stabilito un nuovo minimo per la veridicità del governo.

 Si sarebbe potuto pensare che la “falsa intelligence” fabbricata da un gruppo di sionisti al Pentagono e alla Casa Bianca per lanciare le disavventure in Afghanistan e in Iraq sarebbe stata la peggiore possibile, ma la squadra di “Joe Biden” ha superato anche quei criminali purtroppo non incriminati lasciandosi manovrare dagli “amici della NATO e da Israele” in situazioni che sono a un passo dalla guerra nucleare.

 

Ascoltare” John Kirby”, “Lloyd Austin” e “Linda Thomas-Greenfield” che parlano suggeriscono che un corso di inglese correttivo potrebbe essere in ordine in quanto non possono articolare una frase che sia coerente, soprattutto perché spesso mentono o sono deliberatamente evasivi.

 E poi c'è lo stesso “Joe”, che può fare il broncio per l'uccisione di 13.000 bambini in Palestina e allo stesso tempo inviare segretamente armi agli israeliani che sono ansiosi di massacrarne ancora di più sulla base del giudizio che cresceranno per diventare "terroristi".

 " L'idea di “Joe” di uno scambio di opinioni con il governo israeliano è una minaccia di fare qualcosa di non specifico, seguita da un messaggio dai toni forti da parte del primo ministro “Benjamin Netanyahu” che gli dice: "Vai all'inferno!".

La banda di “Joe” non può confermare che gli israeliani stiano commettendo crimini di guerra legati al genocidio, anche se il resto del mondo, compresa la maggioranza degli americani, lo guarda accadere in televisione e ne è convinto.

Ma ehi, Israele è una piccola democrazia meravigliosa e il migliore amico e alleato dell'America in tutto il mondo.

O almeno questo è ciò che il Congresso, la Casa Bianca e i media dominati dagli ebrei vogliono farvi credere.

In realtà, Israele è uno stato razzista e settario che è stato un peso degli Stati Uniti sin dalla sua fondazione, qualcosa su cui il Segretario di Stato “George Marshall” aveva messo in guardia, ma “Harry Truman “voleva soldi ebraici per poter essere rieletto.

Alcune cose non cambiano mai mentre guardiamo “Biden” e “Trump” che combattono per gli “shekel” giurando la loro lealtà a Israele.

L'ultima ruga sulle conseguenze dell'amare così tanto Israele arriva con quello che sta succedendo con l'Iran, che ha visto la sua ambasciata del consolato generale a Damasco, in Siria, attaccata da aerei da combattimento israeliani, uccidendo due alti generali iraniani e un certo numero di altri iraniani, libanesi e siriani.

Per quel che vale, le ambasciate e i consolati sono generalmente considerati obiettivi militari intoccabili secondo i termini della Convenzione di Vienna, che cercava di far sì che i nemici parlassero tra loro anche nelle circostanze più avverse.

In realtà, la Siria ha combattuto Israele per l'ultima volta nel 1973, più di cinquant'anni fa, e da allora non è più entrata in guerra con gli israeliani, mentre Israele ha bombardato regolarmente la Siria e ucciso funzionari e scienziati iraniani per molti anni.

 L'Iran, come la Siria negli ultimi tempi, non ha mai attaccato Israele.

L'Iran ha detto che si venderà e Israele è entrato in stato di massima allerta.

E allora cosa fa “Biden”?

Ha avvertito l'Iran di fare marcia indietro e ignora il fatto che è stato Israele a fare l'attacco non provocato e a dare il via all'intera faccenda e promette un sostegno "ferreo" allo Stato ebraico se l'Iran osa fare qualcosa di serio in risposta.

 Ci sono anche rapporti secondo cui Israele e gli Stati Uniti stanno pianificando congiuntamente la loro possibile rappresaglia se l'Iran dovesse colpire.

Il generale Erik Kurilla , comandante del “Comando Centrale degli Stati Uniti”, è ora in viaggio verso Israele e dovrebbe incontrare il ministro della Difesa israeliano” Yoav Gallant” e alti funzionari delle “Forze di Difesa israeliane “per coordinare le possibili risposte degli Stati Uniti con quelle di Israele.

Si noti che il presidente” Biden” ha capovolto il giusto o il sbagliato dell'intera faccenda per fare esattamente ciò che Israele vuole, cioè sperare che gli Stati Uniti entrino in guerra con gli iraniani.

Questa è stata l'intenzione di “Netanyahu” fin dall'inizio e c'è anche un po' di ricatto con Israele che minaccia di iniziare a usare il suo arsenale nucleare segreto se gli Stati Uniti mettono di fornire armi allo Stato ebraico.

Il membro israeliano della Knesset “Nissim Vaturi” , rappresentante del partito del governo “Likud” del primo ministro “Benjamin Netanyahu” , ha lanciato la minaccia in modo poco sottile mentre discuteva della probabilità che l'Iran si vendesse contro Israele per aver bombardato la sua ambasciata.

 Ha detto:

"In caso di conflitto con l'Iran, se non riceviamo munizioni americane... Dovremo usare tutto quello che abbiamo".

In altre parole, Israele non avrà altra scelta che iniziare a sganciare armi nucleari sui suoi nemici e potrebbe anche attaccare i suoi amici che non sono riusciti a sostenerlo, un riferimento all'”Opzione Sansone” in cui un Israele assediato userebbe le sue armi nucleari per " abbattere tutti con loro".

La tempistica dell'attacco all'ambasciata suggerisce che Israele sta agendo come fa, cioè prendendo misure per cambiare la narrazione e ripristinare il suo perpetuo "vittimismo", perché ha sicuramente bisogno di una spinta alle pubbliche relazioni in un mondo in cui solo gli Stati Uniti e poche altre nazioni allineate con Washington non sono ancora pronti a rinunciare a “Bibi” e ai suoi “folli piani “per il dominio regionale.

L'orribile uccisione di centinaia di palestinesi nell'”ospedale Al-Shifa di Gaza” e l'assassinio mirato di sette dipendenti di un ente di beneficenza che stava portando cibo a coloro che morivano di fama a causa del blocco da parte di Israele dell'ingresso di aiuti umanitari sono state le notizie principali in tutto il mondo, e giustamente.

 Il disprezzo israeliano per qualsiasi comportamento che possa mostrare debolezza nel tentativo di rimuovere i palestinesi dalla Palestina ha portato lo Stato ebraico ad essere condannato e boicottato da gran parte del mondo, con altri in arrivo.

Ciononostante, anche in quei paesi che hanno fatto espressioni illegali pro-palestinesi, le manifestazioni che chiedono un cessate il fuoco hanno attirato centinaia di migliaia di manifestanti.

 I governi che dovranno affrontare le elezioni entro la fine dell'anno, compresi gli Stati Uniti e la Germania, sono sottoposti a notevoli pressioni per rispondere al sentimento popolare.

 In effetti, si sta già discutendo del fatto che il presidente “Joe Biden” potrebbe non riuscire a essere rieletto a causa della sua gestione con i guanti di “Netanyahu”, che ha valutato la debolezza di” Biden” e ha preso incurante il sostegno degli Stati Uniti come un dato di fatto, ignorando anche gli avvertimenti che ora stanno arrivando da Washington e altrove sul genocidio in corso.

In effetti, sarebbe utile ipotizzare che il conflitto a Gaza sia in parte usato come cortina fumogena per sviluppi con l'Iran e altri vicini israeliani che potrebbero rivelarsi più pericolosi nel lungo periodo.

Anche le persone ben informate potrebbero essere sorprese nell'apprendere che, anche se Israele non è in guerra legalmente con molti dei suoi vicini, è comunque de facto in guerra con tre paesi, il Libano, la Siria e l'Iran.

Ha scambiato fuoco con le milizie libanesi di Hezbollah sul suo confine settentrionale quasi quotidianamente da quando sono iniziati i combattimenti con Hamas in ottobre e ha cercato e apparentemente ottenuto garanzie statunitensi di sostegno diretto nel caso in cui Hezbollah intensificasse la sua attività.

 In Siria, che non ha in alcun modo attaccato Israele, le forze aeree e missilistiche israeliane hanno organizzato numerosi attacchi contro obiettivi che invariabilmente affermano essere "iraniani", anche se la maggior parte delle vittime sono siriani.

Dal 2017 ci sono stati attacchi missilistici e bombardamenti sulla Siria quasi settimanali, tra cui una serie di recenti incidenti che hanno coinvolto gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo che hanno messo in pericolo i passeggeri civili e gli equipaggi aerei.

Come riportato sopra, l'attacco più recente e più dannoso è stato diretto contro il “Consolato Generale iraniano”, che era collegato all'ambasciata iraniana situata in un quartiere di lusso a Damasco, la capitale della Siria.

 L'edificio è stato distrutto completamente da sei missili lanciati da aerei da combattimento F-35 che avevano attraversato il confine siriano da Israele, uccidendo diversi diplomatici di lunga data insieme al generale di brigata “Mohammad Reza Zahedi” e al vice di Zahedi, il generale “Haji Rahimi “.

 È stato anche riferito che il generale di brigata “Hossein Amirollah” , capo di stato maggiore della “forza al-Quds” in Siria e Libano, era tra le vittime, così come almeno un membro di Hezbollah.

Fonti in Siria hanno confermato che un totale di 13 persone sono state uccise nell'attacco, tra cui sei siriani.

 Il ministro degli Esteri iraniano, “Hossein Amir-Abdollahian” , ha dichiarato in seguito che:

"Riteniamo che questa aggressione abbia violato tutte le norme diplomatiche e i trattati internazionali.

Benjamin Netanyahu ha perso completamente il suo equilibrio mentale a causa dei successivi fallimenti a Gaza e del suo fallimento nel raggiungere i suoi obiettivi sionisti".

Sia l'Iran che Hezbollah hanno giurato vendetta.

E pochi giorni prima dell'attacco al consolato iraniano a Damasco, l'esercito israeliano aveva lanciato massicci attacchi contro un obiettivo nella provincia settentrionale di Aleppo, in Siria, uccidendo almeno 40 persone, la maggior parte dei quali soldati.

Gli attacchi aerei hanno colpito un deposito di armi, provocando una serie di esplosioni che hanno ucciso anche sei combattenti di Hezbollah.

Le “Forze di Difesa Israeliane” (IDF) hanno successivamente rivelato di aver rafforzato le difese aeree e di aver richiamato i riservisti in attesa di una risposta dal Libano o direttamente dallo stesso Iran.

“ Zahedi” era un importante funzionario iraniano, secondo quanto riferito responsabile delle operazioni dell' “IRGC” in Siria e Libano, delle milizie iraniane lì e dei legami con Hezbollah, ed era quindi il comandante più anziano delle forze iraniane nei due paesi.

La sua uccisione è stata la morte più significativa di un alto funzionario iraniano dall'omicidio a Baghdad del generale “Qassim Soleimani” da parte dell'amministrazione Trump nel gennaio 2020.

Poiché l'IRGC è un'organizzazione terroristica designata dagli Stati Uniti, Washington potrebbe aver approvato in anticipo l'azione israeliana, anche se ciò è stato negato dal Pentagono.

La possibile rappresaglia dell'Iran include la capacità di rispondere lanciando missili direttamente dal proprio territorio piuttosto che tramite uno qualsiasi dei suoi gruppi per procura, che includono le milizie che sostiene in Libano, Iraq e Yemen.

 Rispondendo a questa possibilità, il ministro degli Affari esteri israeliano “Israel Katz” ha avvertito sui social media che se Teheran attaccasse dal suo territorio, Israele reagirebbe e "attaccherebbe in Iran".

L'Iran potrebbe quindi scegliere di rispondere indirettamente o per procura, ma qualsiasi rappresaglia importante darebbe a Israele una scusa per aumentare il conflitto, che potrebbe essere proprio il motivo principale dell'attacco al Consolato Generale.

È opinione diffusa, tuttavia, che la leadership iraniana sia ansiosa di evitare qualsiasi escalation in uno scambio maggiore o anche minore che potrebbe essere definito una guerra.

Tuttavia, in tutta Teheran sono stati affissi manifesti in segno di pressione pubblica per una risposta iraniana.

"La sconfitta del regime sionista a Gaza continuerà e questo regime sarà vicino al declino e alla dissoluzione", ha detto la Guida Suprema, l'”Ayatollah Ali Khamenei”, in un discorso ai funzionari del Paese a Teheran.

 "Sforzi disperati come quello compiuto in Siria non li salveranno dalla sconfitta.

Naturalmente verranno anche schiaffeggiati per questo gesto", ha aggiunto.

Il ministro della Difesa israeliano “Gallant” ha risposto all'Ayatollah, affermando che Israele sta "aumentando la preparazione" di fronte alle minacce provenienti da tutto il Medio Oriente.

“Gallant” ha affermato che l'establishment della difesa del Paese sta "espandendo le nostre operazioni contro Hezbollah, contro altri organismi che ci minacciano", e ha ribadito che Israele "colpisce i nostri nemici in tutto il Medio Oriente... Sapremo come proteggere i cittadini di Israele e lo faremo, sappiamo come attaccare i nostri nemici".

Fonti di intelligence a Washington suggeriscono che l'Iran cercherà di rispondere magari facendo saltare in aria un'ambasciata israeliana o un altro edificio, o anche assassinando un funzionario israeliano, ma è più probabile che facciano qualcosa indirettamente attraverso un intermediario come Hezbollah o gli Houthi.

 Potrebbero anche inviare un messaggio più sottile accelerando il loro programma nucleare, anche se c'è il pericolo che ciò metta definitivamente in gioco gli Stati Uniti, che è esattamente ciò che Israele vorrebbe vedere.

Vogliono paralizzare l'Iran, ma preferirebbero di gran lunga che tutto il lavoro pesante – e le vittime e i costi – fossero sopportati da Washington.

Se dovesse verificarsi un intervento degli Stati Uniti e si verificasse un passo falso, potrebbe facilmente degenerare in una guerra regionale con Libano, Siria, Iraq e Iran tutti schierati contro gli Stati Uniti e Israele, con Cina e Russia che probabilmente giocherebbero un ruolo di supporto aiutando il paese.

Arabi e iraniani.

 E non dimenticare che Israele è dotato di armi nucleari. Se si mettesse nei guai si considererebbe una vittima e sarebbe tentato di fare qualcosa di molto pericoloso.

Quindi è facile vedere che Israele ha inscenato una provocazione deliberata per coinvolgere Washington nelle sue guerre.

Sta giocando con il fuoco nel tentativo di stabilire una volta per tutte il proprio dominio su tutti i suoi vicini.

È interessante notare che l'amministrazione “Biden”, stonata, sembra cadere nella trappola tesa dagli israeliani.

Oltre all'impegno "corazzato", ha anche votato contro una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU redatta da Russia e Cina per condannare l'attacco israeliano al Consolato Generale iraniano.

Il voto avrebbe dovuto essere un gioco da ragazzi data la chiara violazione del diritto internazionale e l'atto di guerra commesso da Israele nel fare ciò che ha fatto, ma gli Stati Uniti si sono uniti a Gran Bretagna e Francia nell’ esprimere il voto di veto "no" secondo quanto riferito dopo che "i diplomatici hanno detto gli Stati Uniti hanno detto ai colleghi del Consiglio che molti dei fatti di ciò che è accaduto lunedì a Damasco rimangono poco chiari".

Tutto ciò significa che Biden interviene ancora una volta in una situazione in cui Netanyahu ha il controllo e gli gira intorno.

(Filippo M. Giraldi, Ph.D. , è direttore esecutivo del Consiglio per l'interesse nazionale, una fondazione educativa deducibile dalle tasse 501(c)3) .

 

 

E SE SI TRATTASSE DI UN

CONDIZIONAMENTO A

LUNGO TERMINE?

Comedonchisciotte.org – (12 aprile 2024) – Alex BC Kraus -off-guardian.org – ci dice:

 

Ecco perché dovremmo imparare a pensare più a lungo termine.

Ho scritto questo pezzo in risposta all’articolo di “Todd Hayen” “La PsyOp Covid è fallita?”;

al quale vorrei aggiungere alcune osservazioni.

Sono d’accordo con “Hayen”: c’è qualcosa di strano nel presunto fallimento della “PsyOp Covid”.

 Sembra che ci sia qualcosa di sospetto. Ma cosa potrebbe essere?

Lo spiegherò di seguito.

Io stesso ho scritto due libri su questo argomento: “Corona – Krone der Technokratie?“. (Coronavirus – La corona della tecnocrazia?) e “Das globale Technat” (La tecnologia globale).

In quest’ultimo, il cui titolo è stato ispirato dagli eccezionali articoli di “Iain Davis” “Understanding Technocracy” e “Technocracy: The Operating System For The New International Rules-Based Order“, uno dei punti che ho sottolineato è che i lockdown non avevano motivazioni mediche, ma economiche:

paralizzando i cicli economici, cioè innescando artificialmente una fase di deflazione (caratterizzata, tra l’altro, da un calo della domanda), si è evitato il surriscaldamento inflazionistico causato dalla politica monetaria degli anni successivi al 2008 (l’ultima grande crisi finanziaria).

(Per ulteriori informazioni al riguardo, si legga l’articolo di Michael Bryant “COVID-19: Un’operazione finanziaria globale “).

 

Questa politica, nota anche come “Quantitative Easing”, insieme alla politica deliberata dei tassi d’interesse zero – che a mio avviso è servita da esca per attirare sempre più persone in una spirale di debito – avrebbe potuto innescare su scala globale una grave recessione, o addirittura un’iperinflazione, nel peggiore dei casi.

 I cosiddetti “Aiuti per la Covid” hanno dato all’élite ancora più potere sull’economia e sulla società.

Per le” elite”, l’aumento del debito pubblico e privato significa naturalmente un aumento di potere, perché il debito significa sempre e senza eccezioni anche un rapporto di dipendenza tra creditore e debitore.

In altre parole: se qualcuno dipende dall’offerta di credito, è più facile dettare le proprie condizioni.

(Se volete saperne di più sul contesto, vi consiglio vivamente l’articolo “Sustainable Debt Slavery” di “Whitney Webb” e” Iain Davis”.)

 

Quel che è certo è che, per tutto il 2019, i giornali tedeschi avevano pubblicato articoli su questa recessione o depressione potenzialmente imminente – e con frequenza crescente. Questi segnali non erano solo scritti su un muro, ma [erano così evidenti che] ballavano la Lambada con la coca.

 Poi, per puro caso, era emerso un “nuovo tipo di virus” che aveva permesso alla stampa di parlare solo della “recessione da coronavirus” e di non menzionare più le vere cause, quelle della politica monetaria.

Già questo era abbastanza indicativo – almeno per me.

 

In ogni caso, invece di concentrarci solo sugli aspetti “medici” della “pandemia”, credo che dovremmo piuttosto considerare la possibilità – come sospetta giustamente “Hayen” – che questo “evento”, con tutte le sue già tragiche conseguenze per tante persone, sia stato “solo” un primo passo di un processo più lungo e continuo.

Probabilmente non è un caso che il “World Economic Forum” abbia già parlato della nuova era in cui l’umanità è entrata, “l‘era della Policrisi”.

 Per “policrisi” si intendono: Clima, Guerra, Terrore e Pandemie.

Abbiamo avuto la prima pandemia – “Coronavirus”.

Abbiamo una guerra (Ucraina), che a mio avviso NON è un conflitto geopolitico “classico” o “convenzionale”, ma uno scontro che ha permesso alle élite – attraverso una catena di sanzioni e contro sanzioni – di aumentare ulteriormente il costo della vita (aumento dei prezzi dei combustibili fossili come il gas naturale, che erano già stati presi di mira dai cosiddetti “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile “, alias “Agenda 2030” delle Nazioni Unite).

Poco dopo l’inizio della guerra, le reti televisive mainstream tedesche hanno coniato la frase – sì, in tutta serietà – “Frieren gegen Putin” (“Congelare contro Putin”).

Ma stiamo scherzando?

Abbiamo avuto un attacco terroristico a Mosca, presumibilmente perpetrato dallo Stato dei servizi segreti”.

 Scusate, intendevo lo “Stato Islamico”, ovviamente.

Poco dopo, il giornale tedesco “Die Welt” (Il Mondo) ha messo in guardia su una possibile imminente catena di “attacchi terroristici mondiali” da parte dell’Intellige… “Stato Islamico”.

 

È solo la mia modestissima opinione, ma ho la strana sensazione che tutto questo serva a tenere le popolazioni “sulle spine”, a farle vivere in una costante paura, a occupare le loro menti e a distrarle dal fatto che, a livello di trattati internazionali, cioè a livello di Nazioni Unite, tutti e tre i “blocchi di potere” – Oceania (USA), Eurasia (UE) e Asia orientale (BRICS) – stanno già facendo “quadrare i conti” firmando contratti che li vincoleranno legalmente a “obiettivi globali”…

Io la chiamo la “bufala del multipolarismo “.

Per quanto riguarda i tanto discussi vaccini Covid, vorrei suggerire di smettere di concentrarsi solo su di essi e di guardare invece ai NUOVI vaccini che sono attualmente in fase di sviluppo.

Perché?

Perché dobbiamo considerare la possibilità che gli ingredienti somministrati con le vaccinazioni Covid scatenino l’effetto complessivo desiderato solo in COMBINAZIONE con vaccinazioni future.

Chiunque abbia svolto ricerche in questo campo – soprattutto le cause giudiziarie riguardanti le vaccinazioni – sa che in alcune circostanze può essere difficile attribuire effetti collaterali o danni alla vaccinazione.

 Ciò dipende molto dal tempo che intercorre tra la vaccinazione e la comparsa dei possibili effetti nocivi.

 Se mi vaccino e solo due o tre giorni dopo, o anche poche settimane dopo, si verificano tali effetti collaterali, la questione è abbastanza chiara.

Ma, se tra la vaccinazione e i possibili danni conseguenti passano anni, diventa molto più difficile dimostrarlo in una causa legale.

Perché, nel frattempo, molti altri fattori potrebbero aver scatenato questi effetti collaterali.

Quindi, la mia tesi è:

invece di puntare tutto su una sola carta, cioè su UNA vaccinazione, sarebbe molto più ingegnoso (in senso cattivo), se non altro per motivi di possibili conseguenze penali, fare affidamento per molti, molti anni su effetti che derivano solo da una combinazione di più vaccinazioni diverse.

Questo renderebbe non solo sempre più difficile, ma quasi impossibile, trovare l’ago medico nel pagliaio.

Non potrei essere più d’accordo con “Hayen” quando avverte delle possibili conseguenze a lungo termine.

Sì, è possibile che le vaccinazioni abbiano effetti collaterali che ancora non conosciamo.

 Alcuni di questi possibili effetti sono stati descritti da un autore tedesco, “Michael Nehls, PhD, MD, specializzato in biologia molecolare, nel suo libro “Das indoktrinierte Gehirn” (“Il cervello indottrinato”, non ancora disponibile in inglese).

Egli scrive dei possibili effetti a lungo termine di queste “vaccinazioni Covid” su un processo molto importante del cervello umano chiamato “neurogenesi ippocampale”, essenziale per lo sviluppo di una personalità stabile e, soprattutto, di una memoria sana.

Ma, come già detto, non credo che i vaccini Covid da soli “facciano la differenza”.

Nel suo articolo, “Hayen” scrive:

“Sì, tutto questo potrebbe ancora accadere, ma sembra che ci siano state più false partenze – partenze che non sono andate da nessuna parte.

Ma, se così fosse, si potrebbe pensare che non li avrebbero messi in circolazione solo per non farli continuare”.

Esattamente. Ma come potrebbero farli continuare?

Per sostenere ulteriormente l’argomentazione di “Hayen”, vorrei presentare ai lettori una citazione piuttosto sorprendente tratta da un libro di “Bertrand Russell”.

 Era stato pubblicato nel 1953 e si intitolava “L’impatto della scienza sulla società “.

Questa citazione mi ha fatto schizzare in piedi e prendere nota; sono convinto che siamo cavie in un processo di condizionamento a lungo termine.

Nel suo libro “L’impatto della scienza sulla società” Bertrand Russell aveva scritto:

“Fichte” [il filosofo tedesco Johann Gottlieb Fichte] ha stabilito che l’educazione dovrebbe mirare a distruggere il libero arbitrio, in modo che, dopo che gli alunni hanno lasciato la scuola, siano incapaci, per il resto della loro vita, di pensare o agire diversamente da come i loro maestri avrebbero voluto.

Ma, ai suoi tempi, questo era un ideale irraggiungibile: quello che lui considerava il miglior sistema esistente aveva prodotto Karl Marx”.

(Russel, L’impatto della scienza sulla società, 1953, Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, numero di catalogo 68-54290, pag. 50.”)

Come se queste parole da sole non fossero già abbastanza sconvolgenti (e già confermate dallo stato odierno dell'”istruzione” pubblica, se così si può ancora chiamare, soprattutto in Germania), vi prego di perdonarmi se ora vi spingerò oltre il limite.

Russell continua, ma vi prego di credermi, ogni somiglianza con eventi reali è puramente casuale, sono solo stupide teorie cospirative:

In futuro tali fallimenti non si verificheranno dove c’è una dittatura.

La dieta, le iniezioni e le ingiunzioni si combineranno, fin dalla più tenera età, per produrre il tipo di carattere e il tipo di credenze che le autorità considereranno desiderabili, e qualsiasi critica seria ai poteri che sono diventerà psicologicamente impossibile.

 Anche se tutti sono infelici, tutti si crederanno felici, perché il governo dirà loro che lo sono”.

(Russel, L’impatto della scienza sulla società, 1953, Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, numero di catalogo 68-54290, pag. 50).

Aspettate un attimo.

 Dieta? Intendete dire, come “Mangiate gli insetti”?

Come “Cibi trasformati”, forniti da aziende che sono di proprietà di persone che fanno parte di think tank come il “CFR,” “la Commissione Trilaterale”, come i” Bilderberger”, come il “Club di Roma” e simili?

 O da colossi finanziari come “Blackrock”, che sono anche le forze trainanti dietro l'”Agenda 2030″ (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, SDG), i “CBDC” (controllo finanziario totale) e così via?

E le iniezioni?

 Come le “vaccinazioni Covid”, per esempio?

 E forse molte altre a venire in occasione di future pandemie (o contro altre malattie), perché questo potrebbe benissimo essere un processo di condizionamento a lungo termine?

 E le ingiunzioni?

Intendete dire il distanziamento sociale, ecc.

Non fraintendetemi: non vi sto dicendo tutto questo perché credo che non abbiamo alcuna possibilità.

Non sto scrivendo queste righe per “demoralizzarvi” e deprimervi.

Al contrario.

Vi chiedo solo di non innamorarvi di ogni singolo “evento” che ci propinano per occupare la nostra mente e distrarci dai loro possibili obiettivi a lungo termine.

In Germania, in questo momento, stanno servendo al pubblico i cosiddetti “RKI-files” o “RKI-Protocols” (“RKI” sta per Robert Koch-Institut).

 Purtroppo, anche gran parte dei media alternativi tedeschi ci sono cascati.

Intendo dire le parti sincere.

 Non i disinformatori di professione comprati e pagati, perché è tristemente noto che il 90% dei nomi “più popolari” dei media alternativi tedeschi fanno opposizione controllata, sono gate keeper e personaggi specializzati in rivelazioni limitate.

Queste presunte, sensazionali, nuove “rivelazioni” non contengono nulla – assolutamente nulla – di veramente “nuovo”.

Divulgano solo, grazie tante, informazioni che erano note da almeno due anni.

Ma, soprattutto, sembra essere uno dei più vecchi trucchi dello Stato per la guerra psicologica:

far credere ai servi e agli schiavi che devono accettare solo le informazioni che sono state “confermate ufficialmente”.

“Confermate ufficialmente” dallo stesso Stato che ha mentito e che li ingannati per anni, tra l’altro.

Che ha rovinato molte delle loro aziende durante la demenza del Reset e del Build Back Better e che sta deliberatamente distruggendo l’industria tedesca secondo l’agenda della “decrescita” delineata da organizzazioni come il “Club di Roma” decenni fa.

A questo punto, non potrebbe essere più ovvio, ma:

“… l’educazione dovrebbe mirare a distruggere il libero arbitrio, in modo che, una volta lasciata la scuola, gli alunni siano incapaci, per il resto della loro vita, di pensare o agire diversamente da come avrebbero voluto i loro maestri”.

Se siamo consapevoli della possibilità che si tratti di un processo di condizionamento che può durare anni, forse anche decenni, possiamo imparare a pensare come fanno le élite:

non alle dosi quotidiane di “pornografia della paura” che ci viene somministrata per tenerci occupati e non farci mai rinsavire, ma a pensare più a lungo termine.

In questo modo, potremmo sviluppare una sensibilità più acuta per le strategie a lungo termine.

Credo che quello che stiamo vivendo in questo momento sia l’inizio della “rivoluzione manageriale” di cui parlava “James Burnham” nel suo libro omonimo, pubblicato nel 1941.

Burnham aveva scritto che, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si sarebbero dovute combattere “molte altre guerre”, fino a quando la “classe dirigente” non avrebbe preso il controllo di tutta la produzione.

Questo assomiglia molto al “Partenariato pubblico-privato globale” che il “WEF” propone da qualche tempo.

Un certo “Eric Arthur Blair, alias “George Orwell”, aveva adattato questa idea per il suo romanzo distopico “1984“, in cui descriveva un mondo diviso principalmente tra tre grandi blocchi di potere.

 Beh, sapete: USA, UE, BRICS. Scusate.

Troppo caffè stamattina.

 Intendevo “Oceania”, “Eurasia” e “Asia orientale”, ovviamente.

E non dimenticate: è tutto puramente casuale.

(Axel BC Krauss).

(off-guardian.org).

(off-guardian.org/2024/04/10/what-if-its-all-long-term-conditioning/.)

(Axel BC Krauss è un giornalista e pubblicista tedesco indipendente di Berlino).

 

 

 

 

Una dose del vaccino COVID-19 di Pfizer

contiene oltre 200 miliardi di frammenti

di DNA che possono essere incorporati

nel DNA umano, causando il cancro.

Vaccinedeaths.com – (4-1-2024) - Lance D Johnson – ci dice:

 

Diversi studi di laboratorio confermano ora che il vaccino a mRNA COVID-19 di Pfizer è fortemente contaminato da DNA plasmidico.

L'ultima analisi rileva che una dose del vaccino Pfizer contiene in genere oltre 200 miliardi di frammenti di DNA.

Questi frammenti di DNA possono incorporarsi nel DNA dell'individuo vaccinato e interferire con l'espressione degli oncogeni e dei geni di soppressione tumorale.

 Questa contaminazione del DNA ha implicazioni per il cancro per milioni di persone che sono state manipolate per prendere parte a questo esperimento di guerra biologica.

Il “Dr. Phillip Buckhaults”, un esperto di genomica del cancro, ha recentemente parlato delle sue scoperte di fronte al “Comitato ad hoc per gli affari medici del Senato della Carolina del Sud “sul Dipartimento della Salute e del Controllo Ambientale ("DHEC").

“Buckhaults” ha un dottorato di ricerca in biochimica e biologia molecolare;

Studia come i geni causano il cancro.

 Lui e il suo team sono specializzati nel rilevare pezzi di DNA estraneo in luoghi in cui possono incorporare o interferire con un'espressione genetica sana.

"Il vaccino Pfizer è contaminato da DNA plasmidico.

Non è solo “mRNA”, contiene frammenti di “DNA", ha detto il “Prof. Buckhaults” di fronte alla commissione del Senato della Carolina del Sud.

 Uno dei suoi colleghi ha recuperato fiale dei vaccini Pfizer contro il covid-19 dal programma di vaccinazione che gestiva a Columbia, nella Carolina del Sud.

 Il professor Buckhaults ha sequenziato tutto il DNA di quelle fiale.

 Era sorpreso di vedere del DNA.

Ha detto: "Si può capire di cosa si tratta e come ci è arrivato e sono un po' allarmato per le possibili conseguenze di questo sia in termini di salute umana che di biologia".

"Questo DNA può e probabilmente si integrerà nel DNA genomico delle cellule che sono state trasfettate con il mix di vaccini", ha avvertito.

Dice che il DNA potrebbe essere la ragione per cui le persone hanno eventi cardiaci e attacchi autoimmuni dopo la vaccinazione.

"Lo facciamo sempre in laboratorio; prendiamo pezzi di DNA, li mescoliamo con un complesso lipidico, come il vaccino Pfizer, lo versiamo sulle cellule e molto entra nelle cellule.

E molto di esso entra nel DNA di quelle cellule e diventa un dispositivo permanente della cellula".

Secondo “Buckhaults”, i rischi a lungo termine dell'integrazione del DNA includono il cancro.

"È anche un rischio teorico molto reale di cancro futuro in alcune persone.

A seconda di dove atterra questo pezzo di DNA estraneo nel genoma, può interrompere un oncosoppressore o attivare un oncogene".

Le alterazioni del DNA possono anche essere trasmesse alle generazioni future.

 Poiché il DNA dura centinaia di migliaia di anni, "le alterazioni del DNA possono persistere", secondo” Buckhaults”.

Gli scienziati della Pfizer sapevano della contaminazione del DNA e hanno cercato di tagliarla e nasconderla.

Il “Prof. Buckhaults” ha detto che la maggior parte del DNA nei vaccini di Pfizer conteneva circa 100 paia di basi.

 Alcuni erano lunghi da 500 a 5.000 paia di basi.

Le dimensioni non fanno differenza perché ognuno di questi frammenti può incorporarsi nel genoma umano.

 "Il rischio del genoma è solo una funzione di quante particelle ci sono", ha detto.

"Tutti questi piccoli pezzi di DNA che si trovano nel vaccino [danno] molte, molte migliaia di opportunità per modificare una cellula di una persona vaccinata".

“Buckhaults” ha detto che i pezzi sono molto piccoli perché sono stati tagliati durante il processo di produzione.

 "I pezzi sono molto piccoli perché durante il processo li hanno tagliati per cercare di farli andare via, ma in realtà hanno aumentato il rischio di modifica del genoma nel processo", ha detto.

Quando il “team di Buckhault” ha rimesso insieme tutti i frammenti di DNA, è stato in grado di determinare la fonte.

Il DNA tritato proviene da un plasmide chiamato “Agilent”, prodotto da “Agilent Technologies, Inc.”, una società di scienze della vita in California.

Secondo il “team di Buckhault”, “Pfizer” ha usato questo plasmide per clonare le proteine spike al suo interno.

Il plasmide viene quindi alimentato con una “RNA polimerasi” in modo che possa replicare l'mRNA.

Nel processo, questo mRNA viene quindi incapsulato in nanoparticelle lipidiche, che vengono iniettate nelle cellule per una consegna efficiente dell'mRNA e della contaminazione del DNA.

Buckhaults ha detto: "Loro [Pfizer-BioNTech] non sono riusciti a estrarre il DNA prima di farlo".

Anche se "hanno fatto qualche sforzo per tagliarlo... tutti questi piccoli pezzi di plasma sono stati impacchettati con l'RNA".

Buckhaults ha detto che è "chiaro come il giorno cosa è successo solo dalla scienza forense che ha esaminato il sequenziamento del DNA".

 

“Buckhaults” ha detto che le persone vaccinate possono essere testate per vedere se il “DNA plasmidico estraneo” alla fine si è integrato nel loro genoma.

Sebbene la maggior parte degli eventi avversi da vaccino sia difficile da dimostrare, questa integrazione lascia un'impronta che può essere rilevata in seguito.

 Le conseguenze di questa contaminazione del DNA sono devastanti per l'umanità e per le generazioni future.

(Le fonti includono: NaturalNews.com - Expose-News.com - SCStatehouse.php - Agilent.com).

 

 

 

 

 

“OMICIDIO AUTOMATIZZATO”:

COME ISRAELE UTILIZZA L’ “IA” A GAZA.

 Comedonchisciotte.org – (13 Aprile 2024) - Patrick Lawrence e Cara Marianna – ci dicono:

 

ZURIGO – “Il cambiamento tecnologico, pur aiutando l’umanità ad affrontare le sfide che la natura ci impone, porta ad un mutamento di paradigma:

Ci lascia meno capaci, non più, di usare le nostre facoltà intellettuali.

A lungo andare diminuisce la nostra mente.

 Ci sforziamo di migliorarci, mentre rischiamo di regredire all’età della pietra se la nostra infrastruttura tecnologica, sempre più complessa e sempre più fragile, crolla”.

Così “Hans Köchler”, eminente studioso viennese e presidente dell’ “International Progress Organization”, un think tank attivo a livello globale, si è rivolto al pubblico lo scorso giovedì sera, 4 aprile.

La data è significativa:

il giorno prima dell’intervento di” Köchler”, “+972 Magazine” e “Local Call”, pubblicazioni indipendenti in Israele-Palestina, avevano riferito che, mentre le “Forze di Difesa israeliane” proseguono la loro selvaggia invasione della Striscia di Gaza, utilizzano un programma di intelligenza artificiale chiamato “Lavender “che, finora, ha segnato circa 37.000 palestinesi come bersagli da uccidere.

Nelle prime settimane dell’assedio israeliano, secondo le fonti israeliane citate da “+972”, “l‘esercito ha dato ampia facoltà agli ufficiali di adottare le liste di uccisioni di “Lavender”, senza alcun obbligo di controllare a fondo il motivo per cui la macchina aveva fatto quelle scelte o di esaminare i dati di intelligence grezzi su cui esse si basavano “.

È stato agghiacciante sentire “Köchler” parlare in un paio di notiziari dopo che “+972 “aveva pubblicato queste rivelazioni, che si basavano su interviste confidenziali con sei ufficiali dell’intelligence israeliana direttamente coinvolti nell’uso dell’IA per designare i palestinesi da assassinare.

“Utilizzare le tecnologie per risolvere tutti i nostri problemi riduce la nostra capacità di prendere decisioni “, aveva affermato “Köchler”.

“Non siamo più in grado di pensare ai problemi. Ci allontanano dalla vita reale “.

“Köchler” aveva intitolato il suo intervento “La banalizzazione dello spazio pubblico” e il tema, a grandi linee, era l’impatto di tecnologie come le comunicazioni digitali e l’intelligenza artificiale sul nostro cervello, sul nostro comportamento e, in generale, sulla nostra umanità.

 È stato sconfortante, per usare un eufemismo, riconoscere che l’assedio di Israele a Gaza, di per sé assolutamente depravato, è una dimostrazione palese degli effetti disumanizzanti che queste tecnologie hanno su tutti coloro che ne dipendono.

 

Guardiamole con orrore e vediamo in esse il nostro futuro.

Nell’ “IDF”, per dirlo in un altro modo, quando la supervisione umana è mediata da algoritmi che gestiscono i sistemi di intelligenza artificiale, assistiamo alla frantumazione della moralità, dell’intelligenza umana e della responsabilità.

 C’è una rottura tra causalità e risultato, azione e conseguenza.

E questo è esattamente ciò che le tecnologie avanzate hanno in serbo per il resto dell’umanità.

L’intelligenza artificiale, come dice “Köchler”, non è intelligenza:

È una ‘intelligenza simulata’ perché non ha coscienza di sé “.

 Non è in grado, voleva dire, di prendere decisioni morali o di assumersi responsabilità etiche.

Nel caso” Lavender”, i dati prodotti sono stati accettati e trattati come se fossero stati generati da un essere umano, senza alcuna supervisione umana o verifica indipendente.

Un secondo sistema di intelligenza artificiale, sadicamente chiamato “Where’s Daddy?” [Dov’è papà?] – una definizione da psicopatici – è stato poi usato per seguire” i sospetti di Hamas” fino alle loro case.

 L’ “IDF” ha intenzionalmente preso di mira i militanti sospetti mentre si trovavano con le loro famiglie, utilizzando missili non guidati o bombe “a caduta libera”.

Questa strategia aveva il vantaggio di permettere a Israele di conservare le più costose armi a guida di precisione, o bombe “intelligenti”.

 

Come ha dichiarato una delle fonti di “+972 “alla rivista:

Non ci interessava uccidere gli operativi [di Hamas] solo quando si trovavano in un edificio militare o erano impegnati in un’attività militare…

 Al contrario, l’IDF li ha bombardati nelle loro case senza esitazione, come prima opzione.

 È molto più facile bombardare la casa di una famiglia. Il sistema è costruito per cercarli in queste situazioni.

Una volta che “Lavender “aveva identificato un potenziale sospetto, gli agenti dell’ “IDF” avevano a loro disposizione circa 20 secondi per verificare che l’obiettivo fosse un essere umano prima di decidere di colpire.

Non c’erano altre analisi umane dei “dati di intelligence grezzi”.

 Le informazioni generate da” Lavender” venivano trattate come se fossero “un ordine”, hanno detto le fonti a “+972”, un ordine ufficiale di uccidere.

Data la strategia di colpire i sospetti nelle loro case, l’ “IDF” aveva assegnato rapporti di uccisione accettabili per le sue campagne di bombardamento: da 20 a 30 civili per ogni agente di Hamas di livello inferiore.

 Per i leader di Hamas con il grado di comandante di battaglione o di brigata, le fonti di “+972” hanno detto che “l’esercito in diverse occasioni aveva autorizzato l’uccisione di più di 100 civili per l’assassinio di un singolo comandante “.

 

In altre parole, la politica israeliana, guidata e assistita dalla tecnologia “AI”, ha reso inevitabile l’uccisione di migliaia di civili, molti dei quali donne e bambini.

Non risulta che altre forze armate abbiano utilizzato programmi di intelligenza artificiale come” Lavender “e” Where’s Daddy”?

Ma è pura ingenuità supporre che questo uso diabolico di tecnologie avanzate non si diffonda altrove.

 Israele è già il principale esportatore al mondo di strumenti digitali di sorveglianza e forensi.

“Anadolu”, l’agenzia di stampa statale turca, aveva riferito che, già a febbraio, Israele stava usando Gaza come sito di sperimentazione di armi, per poi poter commercializzare questi strumenti come testati in battaglia.

“Antony Lowenstein”, un autore citato da “Anadolu”, lo definisce il marketing dell'”omicidio automatizzato”.

Ed è qui che ci troviamo:

“ Haaretz”, il quotidiano israeliano, ha riferito il 5 aprile che le armi “intelligenti” dimostratesi efficaci a Gaza sono state le principali attrattive all’”Airshow di Singapore” del mese scorso, “il più grande bazar di armi dell’Asia orientale”.

“Hans Köchler”, che da anni studia l’impatto delle tecnologie digitali, non sembrava aver letto il rapporto della “rivista +972” prima del suo intervento della scorsa settimana.

Questo ha reso le sue osservazioni ancora più inquietanti.

Non stava descrivendo – non specificamente – gli assassini che avevano utilizzato” Lavender” e altre tecnologie simili a Gaza.

Tutti noi vivremo e moriremo grazie a queste tecnologie faustiane: questo, il nostro destino comune, era stato l’argomento di “Köchler”.

Negli ultimi sei mesi, Israele ha annunciato la disumanizzazione che ci attende tutti, in quanto i sistemi di intelligenza artificiale sono tecnologie contro le quali abbiamo poche difese.

“L’autodeterminazione lascia il posto alla competenza digitale“, aveva detto “Köchler”.

“Non riusciamo a distinguere tra realtà virtuale e realtà“.

Oltre al “rapporto di +972” sull’ “uso dell’IA” ne sono arrivati altri, in una settimana caratterizzata da notizie stomachevoli sulla depravazione israeliana.

Nella sua edizione del 3 aprile,” The Guardian” ha rivelato che l’IDF impiega intenzionalmente cecchini e quadricotteri – droni FPV controllati a distanza – per colpire i bambini.

Le prove di ciò provengono da medici statunitensi e canadesi che, prestando servizio a Gaza, hanno curato molti bambini con ferite coerenti e facilmente identificabili come causate dai proiettili dei cecchini.

Questi proiettili sono più grandi delle munizioni generalmente utilizzate in combattimento, perché sono destinati ad uccidere piuttosto che a ferire.

Il “regime di Biden” non affronta mai questi sviluppi barbarici e i nostri media aziendali, con rare eccezioni come il pezzo del” Guardian” appena citato, non ce ne parlano quasi per niente.

I resoconti ufficiali e mediatici degli eventi a Gaza, le loro “narrazioni”, sono totalmente in contrasto con queste realtà.

 Come fanno, ci chiediamo, a farla franca con queste disonestà quotidiane?

Questa era la domanda più ovvia della scorsa settimana, visti gli estremi a cui si spinge la criminalità dell’IDF.

Se si cerca su Google “Lavender” e “The New York Times“, si ottiene “Lavender Oil Might Help You Sleep” [L’olio di lavanda può aiutarvi a dormire] e citazioni altrettanto frivole.

 Il Times non ha nemmeno menzionato l’“indagine di +972”.

 Se si leggono i resoconti dettagliati degli attacchi aerei del 1° aprile contro i tre veicoli per la consegna di cibo della “World Central Kitchen”, che hanno ucciso sette operatori umanitari, è ineluttabile il fatto che l’esercito israeliano li ha sistematicamente presi di mira, un camion dopo l’altro, fino a distruggerli tutti e tre, dopo che la WCK aveva accuratamente coordinato la distribuzione dei veicoli con le autorità israeliane.

Queste uccisioni sono del tutto in linea con la direttiva che “Yoav Gallant”, il ripugnante ministro della Difesa israeliano, aveva emanato il 9 ottobre:

 “Non ci sarà elettricità, né cibo, né acqua, né carburante, tutto sarà chiuso “.

E cosa abbiamo letto di questo incidente nei media tradizionali?

Come di consueto, l’esercito israeliano è stato autorizzato ad indagare sull’esercito israeliano – un’assurdità che nessun funzionario statunitense e nessun media ha mai messo in discussione.

 Il 5 aprile l’IDF ha annunciato il licenziamento di due ufficiali e l’ammonizione di altri tre per “cattiva gestione di informazioni critiche”.

 Il presidente Biden ha dichiarato di avere il “cuore spezzato”.

Il “New York Times” ha definito l’attacco “un’operazione sbagliata “, spiegando che gli alti ufficiali dell’IDF “sono stati costretti ad ammettere una serie di errori letali e di valutazioni sbagliate “.

Sentiamo continuamente il ritornello che Israele “non fa abbastanza per proteggere i civili “.

Quindi è stato un incidente deplorevole, siamo portati a concludere. Israele sta facendo del suo meglio.

Ha sempre fatto del suo meglio.

 A questo si aggiunge una cruda statistica:

dall’inizio dell’assedio, lo scorso ottobre, l’IDF ha ucciso più di 220 operatori umanitari, secondo il conteggio dell’ONU.

Come si può credere che si tratti di oltre 220 incidenti?

 “Siamo assolutamente chiari.

 Questa non è un’anomalia “, ha dichiarato” un funzionario di Oxfam”, “Scott Paul”, dopo l’attacco della “WCK.”

 “L’uccisione di operatori umanitari a Gaza è sistematica “.

C’è la realtà e c’è la meta-realtà, un termine che ho usato in precedenza in questo spazio.

 Come si affiancano le due cose?

 Come fa la seconda, la “realtà” evocata, a dimostrarsi così efficace? Come fanno tanti ad accettare la “narrazione” degli oltre 220 incidenti? Perché, più in generale, così tanti accettano la propaganda e le bugie quando sanno, in modo subliminale, di essere costantemente alimentati con bugie e propaganda?

Torno ancora una volta a “Hans Köchler”.

Nel suo discorso e in vari dei suoi numerosi libri, aveva sostenuto che i media elettronici – la televisione in primis – hanno condizionato le persone a basarsi per le informazioni su immagini e fotografie invece che sulla lettura.

“Perdono la capacità di analizzare il testo e quindi la capacità di comprendere i problemi“, aveva affermato. “Le persone vivono in mondi virtuali “.

Non possiamo pensare ad una descrizione migliore delle “narrazioni” dettate dal” regime di Biden” e diffuse dai “media aziendali”:

Ci presentano un mondo virtuale, consapevoli del fatto che, con le nostre menti abituate a immagini e fotografie, la maggior parte di noi scambierà questo mondo virtuale per la realtà, proprio come avverte Köchler.

 Come aveva osservato un membro del pubblico presente:

 “Come è possibile assistere ad un genocidio in tempo reale e nessuno dice nulla? La conoscenza non ha più alcun valore. Tutto è lecito e, se tutto è lecito, niente è lecito “.

Il regime di Biden rifornisce Israele di armi per perseguire il suo assedio criminale dei 2,3 milioni di palestinesi di Gaza.

Fornisce allo “Stato dell’apartheid” una copertura diplomatica presso le Nazioni Unite e una copertura legale presso la” Corte Internazionale di Giustizia”.

 Distorce e oscura la condotta “da età della pietra” dell’IDF.

 Tutto questo ci impone di parlare ora non del genocidio di Israele, ma del genocidio israelo-statunitense.

Ma il regime di Biden è anche colpevole di aver inflitto queste ferite multiple all’umanità in un’altra dimensione, una cosa che non dobbiamo dimenticare.

Con i suoi incessanti tentativi di sospenderci in una realtà virtuale di sua creazione, distante da ciò che sta facendo in nostro nome, ci conduce nel futuro disumanizzato e grottescamente tecnologizzato descritto da “Köchler”, proprio come fanno gli israeliani, che uccidono esseri umani all’ingrosso con” armi AI” e massacrano bambini innocenti con droni controllati a distanza.

(Patrick Lawrence e Cara Marianna).

(scheerpost.com).

(scheerpost.com/2024/04/09/patrick-lawrence-automated-murder-israels-ai-in-gaza/).

(Patrick Lawrence, corrispondente all’estero per molti anni, soprattutto per l’International Herald Tribune, è critico dei media, saggista, autore e conferenziere.).

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