Un popolo che combatte per la sua libertà e dignità non sarà mai sconfitto.
Un
popolo che combatte per la sua libertà e dignità non sarà mai sconfitto.
Per il
programma elettorale
di
“Pace, Terra e Dignità”
serviziopubblico.it – (2/14/2024) – Redazione
– ci dice:
Due
popoli vittime, l’Europa in fiamme, il mondo in pericolo, l’impoverimento
crescente, la Terra che trema, noi tutti senza pace.
Con le
elezioni europee, la salvezza può cominciare dall’Europa se riscopre sé stessa
e, a partire dalla riconciliazione tra la Russia, gli Stati Uniti e l’Occidente
si rivolge al mondo per costruire la pace.
Pace.
La
Pace non sta da sola.
Pace,
Terra e Dignità̀ sono i tre beni comuni primari di una politica che restituisca
innanzitutto ai giovani la speranza e la fiducia nel futuro, e possa promettere
l’ancora inattuato “diritto al perseguimento della felicità”.
Tutti
dicono di volere la pace nel mondo, ma questa non si può̀ nemmeno pensare se
prima non finiscono i massacri in Ucraina e in Medioriente, se non si pone fine
alla “terza guerra mondiale a pezzi” che arriva fino al Pacifico.
La Pace non solo è assenza di violenza delle
armi e di pratiche di guerra, vuol dire non rapporti antagonistici né sfide
militari o sanzioni genocide tra gli Stati, mettere la diplomazia al primo
posto, implica prossimità̀ e soccorso a tutti i popoli nei momenti di
difficoltà.
Oggi
risuona per l’Europa la domanda gridata da papa Francesco:
“Dove
vai Europa? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni?”.
“L’anima europea è nata dall’incontro di civiltà̀ e popoli, più̀ vasta degli
attuali confini dell’Unione”.
Ma
oggi essa è in pericolo perché ha tradito le ragioni per cui è nata.
Per adempiere al suo compito occorre che
ripudi le armi come mezzo di offesa agli altri popoli e di risoluzione delle
controversie internazionali, che ottenga il cessate il fuoco in Ucraina, che
intervenga con ininterrotta energia finché i popoli di Gaza e Palestina non
siano restituiti a godere il valore della vita e una umana convivenza.
Noi
consideriamo la guerra la manifestazione più̀ estrema del potere patriarcale
fondato sulla logica di potenza, sulla sopraffazione, sulla violenza.
Le
culture e le pratiche dei movimenti delle donne che vi si oppongono possono
essere determinanti per costruire un mondo nuovo, pacifico e giusto, fondato
sulla cura, sollecito delle differenze e avverso alle diseguaglianze.
Noi
non consideriamo la politica, nemmeno le elezioni, come lo scontro tra Amico e
Nemico.
Per questo partecipiamo ad esse non per
vincere seggi ma per sottrarre l’Europa alla guerra e invitare tutte le forze
politiche a riconoscersi in ciò̀ che è essenziale per tutti e ad esplorare le
strade verso un altro mondo possibile.
Perciò̀
chiediamo al Parlamento e alle Istituzioni europee che facciano queste scelte:
1)
Riguardo alla pace in Europa, non confondere la solidarietà̀ data all’aggredito
col rifornirlo di armi ed aizzarlo allo scontro promettendogli impossibili
vittorie, alimentando un conflitto infinito suscettibile di precipitare in una
terza guerra mondiale, fino al ricorso alle armi nucleari e alla distruzione
del genere umano e della natura.
Occorre
cessare l’invio di armi all’Ucraina e coadiuvarla in un negoziato che
garantisca la reciproca sicurezza alle parti e risolva con procedure
democratiche e di autodeterminazione il contrasto sulle terre contese.
2)
Riguardo agli orrori di Gaza l’Europa confermi la condanna della strage del 7
ottobre e il diritto degli israeliani a vivere in pace e in sicurezza.
Egualmente
l’Europa denunci il massacro in corso di donne, bambini e civili, l’espulsione
di milioni di persone dalle loro case, i territori occupati in dispregio delle
delibere dell’ONU, la pulizia etnica, il regime di apartheid e la soppressione
dei diritti civili dei palestinesi;
si
unisca alle richieste della Corte di Giustizia dell’Aja e agisca per il cessate
il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi israeliani e dei detenuti
politici palestinesi, a cominciare da “Marwan Barghouti”.
Vanno
anche liberati tutti gli incarcerati, nelle prigioni dello Stato d’Israele,
senza un capo d’accusa.
L’Europa
deve impegnarsi a farsi mediatrice e a promuovere la ricerca di una soluzione
della questione palestinese, nonché́ la riedificazione di Gaza, il ritorno alle
loro case distrutte dei suoi abitanti e un piano straordinario di aiuti
umanitari e sanitari.
3) La
soluzione dei “due popoli in due Stati” - prevista fin dall’origine, perseguita
fino all’uccisione di Rabin, e ora respinta da Israele – appare oggi più̀
difficilmente praticabile per la colonizzazione e l’occupazione progressiva dei
territori in cui i palestinesi devono poter tornare a vivere in pace.
L’Europa dovrebbe, dunque, anche incoraggiare
a esplorare la possibile convivenza tra i due popoli in un’unica terra,
assicurando pieni diritti politici ai palestinesi e un ordinamento
istituzionale comprensivo ed accogliente per ambedue i popoli.
L’Europa
per favorire questo processo, potrebbe aprire ai due popoli le porte
dell’Unione.
E
mentre il Sudafrica ha promosso alla Corte Internazionale dell’Aja una causa
per genocidio, l’Europa dovrebbe proporre a tutti gli Stati l’identificazione
della guerra stessa come genocidio e la sua inclusione nella normativa sul
genocidio, fatto salvo il diritto di difesa.
4)
L’Europa è una Unione di Stati ma non deve diventare un Super-Stato che
intenda la sovranità̀ come un potere supremo, sovrastante su ogni altro potere
e culminante nel diritto di guerra.
Di
conseguenza è da escludere la costituzione di un Esercito Europeo.
Al
contrario l’Europa, federazione di Stati, dovrà̀ aprire una fase nuova di
cooperazione fra i popoli, operare per riprendere la strada dei trattati sul
disarmo e la denuclearizzazione militare e civile, ridurre la spesa militare,
promuovere il controllo pubblico della produzione e dello scambio delle armi, e
stabilire la riconversione con finalità̀ civili delle proprie industrie
belliche.
Pace vuol dire trattare per diminuire in
Europa e in Italia la presenza di armi nucleari.
Le risorse sottratte alle spese di guerra
devono essere impiegate per ridurre il debito e le diseguaglianze, affrontare
le grandi sfide delle pandemie, del clima e delle migrazioni e per fare in modo
che ogni donna o uomo o bambino abbia cibo, acqua, medicine sufficienti e il
diritto a un futuro migliore.
5) Il
compito dell’Europa passa attraverso il Mediterraneo, anche per lo sviluppo da
dare ai rapporti col Medio Oriente e il mondo arabo-musulmano.
Attraverso
questo mare la vocazione dell’Europa si estende verso l’Africa e l’Asia, ed è
una contraddizione da rimuovere l’aver fatto della Sardegna un poligono di tiro
e della Sicilia una portaerei che minaccia la guerra.
6) Noi
vogliamo un’Europa che sia un insieme di comunità̀ pacifiche e aperte al mondo,
indipendente, amica ma non succube degli Stati Uniti e di alcun’altra potenza,
rispettosa delle diversità̀, protagonista in un mondo multipolare, non
sottoposta al dominio di un sovrano assoluto che si arroghi la missione del
guardiano universale.
Essa
deve sottrarsi alla logica dei blocchi e del vassallaggio nei confronti del
più̀ forte, che sacrifica i propri agli interessi altrui.
L’Europa deve collaborare con la Russia, con
la Cina e i Paesi che compongono l’arcipelago dei Brics.
7) Il
Vertice di Roma del novembre 1991 ha confermato, nonostante lo scioglimento del
Patto di Varsavia, l’esistenza della Nato ma in natura esclusivamente
difensiva: “nessuna delle sue armi sarà̀ mai usata se
non
per autodifesa, né essa si considera avversario di alcuno”.
Con l’estensione della Nato fino a minacciare
i confini della Russia, ignorando la richiesta di sicurezza di quel Paese,
questo impegno è stato tradito.
Trasformare
l’inaccettabile invasione russa dell’Ucraina in un conflitto mondiale,
abbandonare la strada della diplomazia, puntare alla sconfitta di Putin, ha
determinato un prezzo insopportabile di vittime ucraine e russe, la distruzione
di un intero Paese e il sacrificio delle speranze degli europei di ripresa
economica dopo la pandemia.
Occorre
far tacere le armi, ritrovare la strada per il dialogo e il disarmo
consensuale.
Riteniamo che con la Pace si potrà̀ di nuovo
immaginare un’Europa dove gradualmente scompaiano i blocchi militari
contrapposti e, quindi, anche la Nato.
Obiettivo
che sembrava possibile prima della guerra in Ucraina. Chiediamo all’Unione
Europea di far sospendere le minacciose esercitazioni militari “Staffaste
Defender” programmate dalla NATO per i prossimi mesi e di respingere nella
maniera più̀ assoluta l’idea di proiettare l’Alleanza Atlantica verso
l’indo-pacifico e il confronto armato con la Cina.
Riteniamo
peraltro che occorrano garanzie reciproche di sicurezza per tutti gli Stati e
consideriamo una minaccia alla Pace la pretesa di imporre con la forza i
“nostri valori”, la “nostra idea” di libertà e di democrazia e la supremazia
tecnologica e militare dell’Occidente. L’Europa dovrà̀ promuovere la cultura
della pace nelle scuole e nelle università̀, sostenere il diritto alle
obiezioni di coscienza e al rifiuto di combattere in tutto il mondo, creare un
corpo civile di pace europeo.
8)
L’Europa deve rifiutare il criterio delle relazioni internazionali come
“competizione strategica” tra le grandi Potenze com’è concepita dagli Stati
Uniti. Questa dottrina prevede comportamenti economici e militari che rendono
probabile una terza guerra mondiale.
È
quanto si teme in relazione alla crisi del Mar Rosso, che si potrebbe
trasformare in una pericolosa escalation che coinvolga il Libano la Siria e
l’Iran, e in relazione alla controversia su Taiwan che può̀ diventare
devastante per Cina, India, Giappone e Australia.
Siamo
oggi in un mondo multi-polare e l’Europa, non avendo interesse a creare un muro
tra Occidente e Oriente, deve operare per la coesistenza pacifica fra tutti gli
Stati e ascoltare le diverse voci del nuovo mondo.
9) Il
Parlamento Europeo deve avere l’iniziativa legislativa e deve partecipare al
processo decisionale nell’ambito della politica estera e della sicurezza
comune.
Nel quadro di un progressivo risanamento delle
relazioni internazionali, occorre ridare efficacia di intervento al “Consiglio
di Sicurezza dell’ONU “nel suo ruolo di difesa della pace, mediante la
revisione del diritto di veto, lo sviluppo delle procedure democratiche e
l’ingresso tra i Membri Permanenti di altri grandi Paesi come il Brasile,
l’India e il Sud Africa.
10) In
prospettiva più̀ generale l’Unione Europea deve promuovere una “Costituzione
Mondiale” con la creazione di efficaci Istituzioni di garanzia per la pace e
l’effettività̀ dei diritti e dei valori riconosciuti come comuni all’intera
umanità̀.
Terra.
Il
debito mondiale è tre volte maggiore del Prodotto Interno Lordo del mondo;
la
speculazione domina le transazioni economiche e condiziona il prezzo delle
materie energetiche e del cibo;
l’inflazione viene combattuta col rialzo dei
tassi di interesse, ovvero del costo del denaro, peggiorando le condizioni
della popolazione.
La
speculazione finanziaria minaccia oggi le democrazie sottraendo risorse ai
bisogni della società̀ e al lavoro produttivo.
La guerra ne riafferma il dominio.
A
causare l’aumento dei prezzi non sono tanto la domanda crescente di beni e
l'aumento dei salari, quanto i profitti troppo elevati di pochi colossali
oligopoli e di grandi aziende che dominano la politica e la costringono a un
ruolo gregario.
A livello globale non esistono istituzioni e
leggi internazionali in grado di esercitare il controllo e comminare sanzioni:
il mercato globale è deregolamentato.
La
vita di centinaia di milioni di persone dipende dalle scommesse sul futuro di
titoli di carta, i futures, che determinano il prezzo delle merci.
Anche in Europa per oltre il 90% la finanza è
impiegata per attività̀ puramente speculative a breve e brevissimo termine e
assorbe risorse dall'economia reale; solo qualche punto percentuale del
capitale finanziario viene impiegato per supportare effettivamente le attività̀
produttive.
1)
Compito dell’Unione Europea è impedire la fuga di capitali all'estero e
l’incontrollata globalizzazione della finanza, introdurre la” Tobin Tax” sui
movimenti speculativi e tassare le aziende del fossile (mentre oggi l’87% delle
emissioni non è soggetto a un costo), estendere ed aumentare la Carbon tax,
detassare le tecnologie verdi e abolire qualsiasi detrazione fiscale per chi
inquina. Le tasse delle multinazionali devono essere pagate dove le società̀
acquisiscono i loro ricavi ed i paradisi fiscali in Europa vanno aboliti.
2)
Occorre introdurre una separazione netta tra banche di deposito, che devono
curare i risparmi dei cittadini, e banche d’affari, che operano a rischio sui
mercati finanziari;
per evitare che i depositi dei risparmiatori
siano esposti a rischi speculativi sui mercati.
Attualmente solo banche commerciali hanno la
facoltà̀ di avere dei conti correnti presso le Banche Centrali che si
apprestano ad emettere una nuova moneta digitale.
Ma le
banche centrali devono aprirsi al pubblico, operare in maniera trasparente, e
gestire una moneta digitale pubblica direttamente a favore di cittadini,
imprese e enti pubblici:
una moneta sicura perché la Banca Centrale,
al contrario delle banche commerciali, non può̀ mai fallire.
3) La
politica economica di un Paese deve essere decisa dai Parlamentari
democraticamente eletti e non dalla BCE o da tecnocrati di Bruxelles.
Organi intergovernativi governano 540 milioni
di persone e la prima economia mondiale, comportandosi come il Gabinetto
d'affari della grande finanza.
L’Euro
è una moneta unica per 20 Paesi molto diversi tra loro, una moneta solo
deflattiva che frena l'economia.
La BCE agisce di norma con l’obiettivo di
combattere l’inflazione, privilegiando la stabilità dei prezzi.
Negli Stati Uniti la Federal Reserve
interviene da regolatore dell'economia anche per difendere l'occupazione e
promuovere lo sviluppo: circa il 40% del PIL è dedicato alla compensazione,
trasferendo risorse dallo Stato Federale ai singoli Stati.
Si
richiedono scelte politiche che non possono essere delegate al mercato.
Le
istituzioni dell’Unione che hanno effettivo potere decisionale, (Consiglio UE,
Commissione UE, Eurogruppo) non sono elette ma nominate dai governi.
Il
Parlamento conta poco e, soprattutto, la BCE, può̀ alzare i tassi di interesse
senza che nessuno possa criticare efficacemente le sue decisioni.
Il Parlamento Europeo deve poter discutere in
maniera incisiva le decisioni che riguardano la politica economica e monetaria.
4) Gli
investimenti delle banche commerciali sono legati al fossile per 7 euro su 10 e
se invertissero la proporzione a favore delle energie rinnovabili fallirebbero.
Non possiamo affidare ai banchieri e il futuro
del pianeta.
Dobbiamo
puntare a contenere il surriscaldamento in un grado e mezzo entro il 2030.
Per
raggiungere questo risultato dobbiamo ridurre di un grado la temperatura delle
case, mangiare meno carne, prendere il meno possibile l’aereo e non sprecare
acqua nel consumo domestico;
ma per
il 70% la riduzione delle emissioni di CO2 dipende da scelte politiche e
collettive.
L’Europa
deve considerare i boschi, la montagna, il mare beni comuni da tutelare. Senza
regole e controlli, e senza una comunità̀ attiva che se ne prenda cura,
finiranno per diventare privati.
Chi
svolge attività̀ nella pesca, nell’agricoltura, nell’allevamento, deve poter
essere considerato un operatore del servizio pubblico, sempre che la sua opera
si svolga nella tutela del paesaggio e della fauna, nel rispetto della natura e
nella produzione di cibo di qualità̀.
5)
Facciamo nostro l’appello di importanti economisti europei per la cancellazione
del debito pubblico in pancia alla BCE, che ammonta a un quarto del totale del
deficit degli Stati membri.
I
cittadini europei devono a loro stessi il 25% dei loro debiti.
La Bce
potrebbe offrire agli Stati europei i mezzi per la loro ricostruzione in chiave
ecologicamente sostenibile e riparare la frattura sociale, economica e
culturale che hanno creato la crisi sanitaria e le guerre.
Stiamo
parlando di 2.500 miliardi per l’Europa nel suo complesso.
La BCE
può̀ permettersi una simile azione, come riconosciuto da un gran numero di
economisti, anche tra coloro che si oppongono ad una tale risoluzione:
una
banca centrale può̀ funzionare con fondi propri negativi senza difficoltà.
I
privati non verrebbero danneggiati e le finanze pubbliche verrebbero sollevate
da enormi pesi pregressi che gravano sull’economia, lo sviluppo e la società̀.
6) La
transizione ecologica deve rappresentare un cambiamento radicale nel modo di
produrre, di consumare e di vivere.
Nei
Paesi dell'Unione europea gli edifici assorbono il 45 % dei consumi energetici.
Se si ristrutturano energeticamente si migliora il loro comfort termico,
riducendo al contempo sia le loro emissioni di anidride carbonica sia gli
importi delle bollette energetiche; e i risparmi delle famiglie sulle bollette
consentiranno di ammortizzare, in un certo numero di anni, gli investimenti
necessari.
Poché
non tutte le famiglie sono in grado di sostenere i costi iniziali, è compito e
interesse dello Stato farsene carico anche per ragioni di giustizia sociale.
L’obiettivo
da perseguire nella gestione dei rifiuti è la riduzione progressiva delle
quantità̀ che vengono portate allo smaltimento.
In
questo modo si ottengono due vantaggi direttamente proporzionali:
la riduzione dell'inquinamento generato dagli
impianti industriali e la riduzione dei costi di smaltimento.
La
raccolta differenziata deve essere molto accurata, in modo da ricavarne
materiali omogenei che possano essere venduti e utilizzati come materie prime
secondarie.
Una
gestione ecologica corretta dei rifiuti consente di ridurre i costi di gestione
e di accrescere gli utili.
Se le aziende che li gestiscono non sono
società̀ per azioni, ma società̀ pubbliche, gli utili non saranno distribuiti
agli azionisti sotto forma di dividendi, ma potranno tradursi in riduzioni
della tassa sulla raccolta dei rifiuti.
La
stessa modalità̀ può̀ essere adottata per l’acqua, una risorsa indispensabile
per la vita e per lo svolgimento delle attività̀ produttive, di cui la siccità̀
comincia a rendere drammatica la carenza.
L’obiettivo
principale è ridurre le perdite degli acquedotti che possono ammontare fino al
60 % dell'acqua catturata dalle falde idriche e gestire le reti con un consumo
di energia elettrica molto minore.
7) La
Pace e l’uscita dal meccanismo infernale del debito sono indispensabili per
affrontare alle radici i problemi che causano le migrazioni.
La
gestione dei confini avviene oggi in una logica militare che trasforma chi
richiede asilo politico ed è costretto a migrare per ragioni climatiche ed
economiche, in un nemico da combattere.
Come
se ci si trovasse di fronte ad una invasione armata.
Ma non
si possono mandare le Frecce Tricolori a bombardare i barchini o disseminare la
penisola di centri di detenzione per rinchiudervi tutti quelli che sbarcano
sulle nostre coste.
Una persona inerme e in difficoltà non può̀
essere considerata alla stregua di un invasore.
Non
solo l'Europa ma l'intero mondo occidentale deve farsi carico delle migrazioni.
È il momento di pagare gli interessi sulle risorse rapinate, sull'inquinamento
e lo sfruttamento del fossile che produce alluvioni e disastri, di cancellare o
ridurre i debiti dei Paesi in via di sviluppo, di elaborare non piani di aiuto
ma investimenti nei luoghi dove l'ondata migratoria è più forte.
La
politica dell'accoglienza deve avvenire nel rispetto della legalità̀ e dei
diritti umani, con una rete ordinata di assistenza, di selezione, di
formazione, di collaborazione lavorativa provvisoria e di studio.
I centri di detenzione vanno chiusi.
Dignità.
Nell’epoca
del liberismo globale deregolato l’influenza cinese nel mondo e la potenza
finanziaria di Pechino hanno spinto l’amministrazione statunitense a reagire
invocando un protezionismo unilaterale e aggressivo che è tra le cause
fondamentali degli attuali venti di guerra.
Fino a oggi, l'Unione europea si è accodata
mentre appare più che mai urgente avviare, presso l’ONU, un tavolo di
trattative per creare le "condizioni economiche per la pace”, come
richiesto dall’appello di autorevoli economisti di tutto il mondo.
1)
Proponiamo di rivedere completamente gli accordi di Maastricht sui quali sono
nate l’Unione e le cosiddette politiche di austerità̀.
Un
nuovo trattato dovrebbe prevedere piena occupazione, riduzione delle
diseguaglianze, intervento pubblico nell’economia, regolamentazione dei
capitali e della finanza e finalizzare.
L'Italia
degli ultimi trenta anni ha virato purtroppo verso i bassi salari, la riduzione
dei diritti dei lavoratori, l'economia della rendita e dei patrimoni finanziari
e immobiliari, aumentando enormemente le diseguaglianze.
A pagare sono state soprattutto le donne:
le
più povere, le più precarie, le più sottopagate, sulle cui spalle continua a
pesare la morsa del lavoro gratuito di riproduzione, di cura e accudimento.
Lo
stato sociale si è andato sempre più erodendo.
Robot,
automatismi e intelligenza artificiale stanno cambiando i rapporti di forza tra
l'uomo e la macchina.
Le
tecnologie non sono di per sé un rischio per i lavoratori ma lo è
l'accentramento in poche mani e in pochi Paesi delle sorti dell'innovazione,
dell'informazione e della cultura.
Saranno
in molti a perdere il lavoro per l’intelligenza artificiale e la transizione
ecologica.
Lo
Stato deve garantire a tutti l'occupazione e un'attività̀ di studio e di
riqualificazione permanente.
Per gestire le transizioni dalla
disoccupazione al lavoro; dal lavoro subordinato a quello autonomo; dal lavoro
alla formazione vanno abolite tutte le forme precarie di lavoro, a meno che non
siano tecnicamente giustificate come i lavori stagionali.
2) È
urgente introdurre un sostegno economico universale a chi resta senza lavoro.
Il
lavoro deve essere dignitoso, rispettare l’ambiente, riconoscere i diritti
sindacali; tener conto delle priorità̀ personali e familiari.
Il
lavoro deve essere un diritto non la conseguenza di un ricatto.
La
grande massa di disoccupati costringe le persone ad accettare condizioni
ingiuste e talvolta disumane.
Soprattutto
donne, giovani e lavoratori stranieri sono spinti ad accettare qualunque
condizione e qualunque salario, obbligati con proposte di lavoro criminali,
orari disumani e in condizioni di insicurezza.
Chi
percepisce il reddito deve partecipare a corsi di formazione tenendo conto
delle sue capacità e delle sue aspirazioni.
3)
L’orario di lavoro va portato in Europa prima a 35 ore e poi a 32.
Siamo
convinti che oggi serva lavorare meno per recuperare tempo e spazi di vita: il
concetto stesso di orario di lavoro, o meglio di “tempo in cui si è a
disposizione” va modificato, prevedendo il diritto alla disconnessione e a non
confondere strumenti di lavoro e strumenti privati.
Lavorare
meno ore (in ufficio) ma essere in ogni luogo o periodo del giorno
raggiungibile, ci rende vittime di un “tempo di lavoro senza fine”.
4) Il
solco tra i mega profitti (di pochissimi) e le retribuzioni è diventato una
voragine.
La
riduzione dell’orario non può̀, dunque, slegarsi dall’aumento dei livelli
salariali, anche perché si potrebbe arrivare al paradosso per cui determinate
categorie di lavoratori, avendo più tempo per loro stessi, non avrebbero
risorse sufficienti per impegnarlo proficuamente ad esempio, per viaggiare, per
frequentare un corso di formazione o, più banalmente, per iscriversi a una
palestra.
Vanno introdotti meccanismi automatici di
adeguamento di stipendi e pensioni all’inflazione.
5) Nel
nostro paese il taglio alle politiche di formazione avvenuto dal 2008 in poi ha
prodotto un calo del 10% degli immatricolati universitari, tanto da porci
all’ultimo posto in Europa per percentuale di laureate e laureati nella fascia
d'età 25-34 anni, con un valore del 27%, mentre la media UE è poco sotto il
40%.
Malgrado
questa situazione disastrosa e preoccupante, pochissimi riescono a trovare un
lavoro che sia adatto al grado d'istruzione acquisito e si è costretti a
emigrare o a entrare in competizione per lavori precari di basso livello.
Viviamo
nel mito di un sistema meritocratico che, dice “Joseph Stiglitz”, fa sì che
“Il 90% di quelli che nascono poveri, muoiono poveri, per quanto intelligenti e
laboriosi possano essere, e il 90% di quelli che nascono ricchi muoiono ricchi,
per quanto idioti o fannulloni possano essere.
Da ciò̀ si deduce che il merito non ha alcun
valore”.
6)
Bisogna sostenere artigiani e imprese familiari e ridurre le disparità tra le
diverse aree e offrire pari opportunità̀ ai giovani e alle giovani costrette a
emigrare dalle zone più deboli a quelle più forti e arrestare il processo per
cui l’istruzione non produce più la crescita economica, sociale e civile del
territorio. Contemporaneamente una rete efficiente di infrastrutture europee
deve impedire la porfirizzazione di una parte importante del nostro continente.
7)
Sono state smantellate le grandi industrie a partecipazione statale con un
impatto sulla formazione a tutti i livelli, dalla scuola, all'università̀, alla
ricerca.
I Paesi che cresceranno di più domani, Cina,
India, Sud Corea per esempio, sono quelli che oggi si sono occupati di meglio
rafforzare e diversificare il proprio sistema industriale, della ricerca e
dell'innovazione.
Un
grande programma pubblico europeo per la transizione verde, la ristrutturazione
e la riqualificazione degli edifici pubblici (scuole, ospedali, uffici) può̀
invertire questa tendenza.
8) Le
politiche di austerità̀ hanno reso impossibile l’investimento in risorse umane
per la pubblica amministrazione.
Ma un
piano per l’occupazione pubblica, con l’assunzione di giovani ad alta
qualifica, è indispensabile per ammodernare lo Stato, le amministrazioni del
settore sociale, la scuola e la ricerca.
Va
accelerata la digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche con software
open source, trasparente, non manipolabile da stranieri e agenzie estere,
sviluppabile “in casa” e non dipendente dalle grandi corporations mondiali.
9) A
tutti i cittadini europei vanno garantiti gli stessi diritti civili e umani e
la più completa libertà d’espressione.
Per difendere l’identità̀ europea va favorita
la nascita di social europei, di piattaforme europee per la produzione
culturale e il commercio on line.
Dopo
la pandemia, l’Unione Europea avrebbe dovuto mettere al centro delle sue
politiche la prevenzione e la tutela della salute.
Bisogna
ridurre la spesa per le armi e incrementare quelle per la salute.
Ma un
recente dossier della Caritas riassume così la situazione in cui ci troviamo
nel nostro Paese:
"...
in diciotto anni, l’Italia ha ridotto dello 0,4% il finanziamento del sistema
sanitario nazionale italiano.
I
fondi che rappresentavano il 7% del Prodotto interno lordo (Pil) nel 2001 sono
scesi a un importo pari al 6,6% nel 2019. Al contrario, la spesa militare è
cresciuta costantemente.
Nel
2018 è giunta a 25 miliardi di euro, pari all’1,4% del Pil, segnando un
aumento del 25% rispetto alle ultime tre legislature.
L’Esercito ha avanzato la proposta di una
“legge terrestre” per nuovi blindati, elicotteri, missili.
5
miliardi di euro in 6 anni; la stessa cifra garantirebbe 4.200 letti
ospedalieri in più all’anno.
Lo
scorso 3 aprile l’AD di Fincantieri ha dichiarato di essere in trattativa con
la Marina Militare per due nuovi sommergibili U-212, per un costo complessivo
di 1,3 miliardi di euro: l’equivalente di 13.100 letti di terapia intensiva.
Solo
però uscendo dal sistema di guerra sarà̀ possibile prendersi cura delle
persone e aprire un’era nuova per il mondo.
L'homo sapiens combatte armato dall'inizio
della sua esistenza.
Questo però non significa che la guerra sia
connaturata all’uomo e che non debba essere prevenuta e impedita come il
crimine di genocidio.
Il
Cardinale Martini scriveva: “Certamente l’odio che si è accumulato è grande e
grava sui cuori: vi sono persone e gruppi che se ne nutrono come di un veleno
che mentre tiene in vita insieme uccide.
Per superare l’idolo dell’odio e delle
violenze è molto importante imparare a guardare al dolore dell’altro.
La
memoria delle sofferenze accumulate alimenta l’odio quando essa è riferita
esclusivamente alla propria giusta causa.
Se
ciascun popolo guarderà̀ solo al proprio dolore, allora prevarrà̀ sempre la
vendetta.
Ma se
la memoria del dolore sarà̀ memoria della sofferenza anche dell’altro,
dell’estraneo e persino del nemico, allora essa potrà̀ rappresentare la
premessa di ogni futura politica di pace”.
Bill
Gates: La Follia del Vaccino
per il
Cambiamento Climatico.
Conoscenzealconfine.it
– (29 Maggio 2024) – Redazione – ci dice:
Bill
Gates vuole “salvare il mondo” distruggendo la flora intestinale dei bovini e
causandogli malattie autoimmuni.
“Arkeabio”
– la Startup Finanziata da un Fondo di Bill Gates (il criminale malato di mente
globale).
La
“stampa igienica” americana sta promuovendo una start-up di Boston che ha
appena ricevuto 26.5 milioni di dollari per produrre un “vaccino” per eliminare
il metano emesso dai rutti e dalle scoregge delle mucche
(myfringeopinion.medium.com/a-vaccine-to-make-cows-fart-less-just-a-did-you-know-0312aa712fd5),
(axios.com/2024/05/10/arkeabio-cow-emissions-bill-gates).
Sul
sito di “ArkeaBio” spiegano che il loro vaccino è “anti-metanogeno” e che è
indirizzato a colpire i batteri che vivono nell’apparato digerente delle mucche
responsabili delle emissioni di metano facendo sviluppare alle mucche degli
anticorpi selettivi per essi.
Dopodiché
sostengono che il loro prodotto sarà in grado di essere distribuito rapidamente
in tutto il mondo così da vaccinare più mucche possibili.
La
soluzione di questi criminali sarà distruggere la flora intestinale delle
povere mucche e il loro microbioma, così da provocare delle risposte
immunitarie verso batteri che per la mucca sono innocui, questo è per la loro
salute pericolosissimo e le può esporre a conseguenze che vanno dalle malattie
autoimmuni alla morte.
Nel
loro comunicato stampa ufficiale non viene indicata la tecnologia che intendono
usare per il vaccino e si limitano a dire che sarà “innovativa”, quindi sarà o
la tecnologia ricombinante, o quella a mRNA.
Attualmente
non sono disponibili studi per poter valutare quanti danni questa scelleratezza
porterà nel mondo.
Chi
Sono i Finanziatori?
Nel
comunicato stampa ufficiale sono riportati i finanziatori.
Breakthrough Energy Ventures
(breakthroughenergy.org/), che ha dato la maggior parte dei finanziamenti, è di
proprietà di Bill Gates.
Grantham
Foundation (granthamfoundation.org/about/) è di Jeremy e Hannelore Grantham, e
hanno nella loro missione principale il finanziamento a giornalisti, ONG e
scienziati per fare propaganda del cambiamento climatico e investimenti nelle
compagnie green.
AgrizeroNZ
(agrizero.nz/) come dice lo stesso nome ha come obiettivo azzerare totalmente
le emissioni, e si tratta di una partnership pubblico-privato formata dal
governo della nuova Zelanda con alcuni agribusiness.
Rabo
Ventures (raboinvestments.com/team/ventures/) si occupa di supportare la
“transizione” nel sistema di approvvigionamento mondiale, ed è parte di Rabo
Investments (raboinvestments.com/), che a sua volta fa parte di Rabobank e
anche loro spingono per la “transizione”.
Overview
(overview.earth/) si occupa esclusivamente di investire in compagnie che si
occupano di mitigare il “cambiamento climatico”.
Lo
stesso vale per l’ultimo investitore, (51 Food e AgTech Fund)
(the51.com/food-agtech-fund), un fondo di investimento femminista diretto da
sole donne il cui scopo è finanziare chi sta “trasformando i sistemi di
approvvigionamento” e spingono per l’introduzione della robotica nel campo
dell’agricoltura.
Tutti
i finanziatori sono accomunati dalla propaganda di un’imminente catastrofe
climatica e dall’uso di toni allarmistici e terroristici.
Ovviamente si tratta di una menzogna perché
non esiste alcuna crisi climatica (t.me/dereinzigeitalia/767) e le emissioni di
metano delle mucche sono totalmente innocue (t.me/dereinzigeitalia/463).
Il
Sistema Colpisce il Bestiame.
Questi
interventi se mai dovessero essere effettivamente praticati produrranno una
riduzione della qualità e della quantità della carne bovina disponibile sul
mercato, perché vaccinare contro batteri che popolano normalmente la flora
intestinale delle mucche avrà conseguenze disastrose per la salute di questi
animali.
Questo
non è l’unico attacco di Bill Gates mirato ai bovini. Assieme alla “Oxitec”, la
ditta nota per la creazione di zanzare OGM (t.me/dereinzigeitalia/803), sta
ideando delle zecche geneticamente modificate, con lo scopo di rendere sterili,
che normalmente attaccano i bovini.
Ovviamente
come per le zanzare questo avrà l’effetto contrario e non farà altro che far
aumentare i casi di basissi, una malattia che queste zecche possono portare ai
bovini, e che è potenzialmente letale.
Conclusioni.
La
retorica di una crisi climatica causata dall’emissione di un gas innocuo come
la CO2 è la perfetta copertura per i loro piani e qualsiasi danno che dovessero
causarci lo attribuiranno al clima.
Come
si può osservare, lo schema è sempre lo stesso:
creare
un finto problema (ieri il covid, oggi la crisi climatica) da dare in pasto
alla gente tramite manipolazione mediatica ad hoc e propaganda martellante, per
poi arrivare con finte soluzioni che rappresentano, queste sì, il vero pericolo
per la vita, nostra e del pianeta.
Il
loro vero scopo è quindi – e chi non lo ha ancora capito… beh, direi abbia seri
problemi di comprensione e consapevolezza – distruggere e sterminare la vita
con falsi pretesti, dando poi la colpa degli evidenti “effetti collaterali”
(ovviamente voluti, poiché rappresentano il vero scopo) di queste loro
“soluzioni” ancora ai suddetti finti problemi.
Un bel
giochino che funziona perché una massa di dormienti imbecilli dà ancora retta a
rutti e scoregge che escono dalla loro Tivvvù… (nota di conoscenze al confine).
(t.me/dereinzigeitalia)
Gli
Stati Uniti "guardano da vicino"
alla
vaccinazione dei lavoratori
esposti
all'influenza aviaria: ufficiale.
Theburningplatform.com
- Zachary Stieber via The Epoch Times – Redazione – ci dice:
I
funzionari degli Stati Uniti, del Canada e dell'Europa stanno prendendo in
considerazione la vaccinazione dei lavoratori e di altri contro l'influenza
aviaria ad alta patogenicità.
Il
governo degli Stati Uniti sta "esaminando da vicino" la possibilità
di vaccinare i lavoratori agricoli e altri a stretto contatto con il virus,
secondo “Dawn O'Connell,” assistente segretario per la preparazione e la
risposta presso l'Amministrazione degli Stati Uniti per la preparazione e la
risposta strategica.
“Angela
Rasmussen”, virologa presso l'Università del “Saskatchewan”, ha detto di aver
discusso con funzionari statunitensi e canadesi sull'uso dei vaccini per
proteggere i lavoratori dopo che l'influenza, o influenza aviaria, è passata
dagli uccelli al bestiame.
I
primi casi di “H5N1”, un ceppo influenzale, nei bovini sono stati rilevati
all'inizio di quest'anno, anche se alcuni scienziati affermano che le prove
disponibili indicano che i casi si verificheranno alla fine del 2023.
Le
discussioni sull'uso dei vaccini per cercare di prevenire una pandemia sono in
corso a livello governativo e tra gli scienziati in diversi luoghi, tra cui il
Regno Unito, ha affermato “Wendy Barclay”, presidente di virologia
dell'influenza presso l'”University College di Londra”, che ricerca anche
sull'influenza aviaria per l'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno
Unito.
Il
governo britannico non ha commentato, ma ha detto che sta monitorando la
situazione negli Stati Uniti.
Nell'Unione
europea, l'Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie
della Commissione europea sta lavorando a un approvvigionamento congiunto del
vaccino di “CSL Seqirus” per "prevenire potenzialmente una pandemia"
scatenata da individui esposti a uccelli e animali infetti, ha detto il
portavoce “Stefan De Keersmaecker”.
Una
portavoce di CSL, che ha contratti per i vaccini contro l'influenza pandemica
con 30 governi, ha affermato che l'azienda è in trattative con diversi governi
per l'approvvigionamento di vaccini dal 2022.
La
“Food and Drug Administration” degli Stati Uniti ha approvato un vaccino contro
l'influenza “A CSL “nel 2020, basandosi in gran parte sui risultati di
immunogenicità e sicurezza di un piccolo studio clinico su 319 persone.
Il
dottor Peter McCullough, un epidemiologo con sede in Texas, ha dichiarato sulla
piattaforma di social media “X” che senza studi più ampi, non è possibile
sapere se il vaccino è sicuro o efficace negli esseri umani.
La
formulazione del” vaccino CSL “è stata aggiornata per corrispondere più da
vicino all'influenza aviaria, che è un “virus dell'influenza A”.
I
funzionari statunitensi hanno recentemente dichiarato che stanno pianificando
di produrre 4,8 milioni di dosi del vaccino CSL aggiornato.
I
funzionari sanitari europei hanno anche affermato di essere in trattative per
acquisire il vaccino di CSL.
I
funzionari sanitari canadesi hanno dichiarato di aver incontrato GSK,
produttore dei vaccini antinfluenzali stagionali canadesi, per discutere
l'acquisizione e la produzione di un vaccino contro l'influenza aviaria
pre-pandemico.
Gli
Stati Uniti sono in trattative con Pfizer e Moderna, che producono vaccini
COVID-19 a base di acido ribonucleico messaggero (mRNA), su potenziali vaccini
pandemici.
I
ricercatori dell'Università della Pennsylvania hanno dichiarato in un articolo
del 23 maggio che il loro vaccino sperimentale contro l'influenza aviaria a
mRNA ha funzionato bene nei test preclinici nei furetti.
Da
quando i casi di influenza aviaria nel bestiame sono stati rilevati per la
prima volta, i casi sono stati confermati in 63 mandrie in nove stati, tra cui
Colorado, Michigan e South Dakota, secondo il Dipartimento dell'Agricoltura
degli Stati Uniti.
Casi
umani.
Sono
stati confermati anche due casi nell'uomo, uno in Michigan e uno in Texas. Da
allora entrambi si sono ripresi.
L'analisi
dei campioni di virus dei pazienti ha mostrato elevate somiglianze con la
diffusione del virus nelle mucche.
“Richard
Webby”, un virologo del” St. Jude Children's Research Hospital” che studia
l'influenza negli animali e negli uccelli per l'”Organizzazione Mondiale della
Sanità”, ha affermato che la situazione nei bovini da latte merita l'uso del
vaccino.
"Se
guardiamo ai livelli di esposizione che alcuni di questi agricoltori stanno
ottenendo, sono alti", ha detto Webby.
La
decisione su come e quando utilizzare il vaccino dipenderà dall'evidenza di un
aumento della trasmissione, della gravità della malattia, dei casi in persone
senza alcun legame con un allevamento di latticini e delle mutazioni del virus,
ha detto il vicedirettore principale dei “Centri statunitensi per il controllo
e la prevenzione delle malattie “(CDC) “Nirav Shah”.
L'agenzia
afferma sul suo sito web che il governo sta sviluppando vaccini contro
l'influenza aviaria "nel caso in cui siano necessari".
L'esposizione
umana al virus nelle operazioni avicole e lattiero-casearie potrebbe aumentare
il rischio che il virus muti e acquisisca la capacità di diffondersi facilmente
nelle persone.
Anche
i vaccini che funzionano male possono aumentare tale rischio.
Finora,
solo un cambiamento è stato rilevato nei casi umani, ha detto il CDC il 24
maggio.
"Questi
dati indicano che i virus rilevati in entrambe le mucche e nei due casi umani
mantengono principalmente caratteristiche genetiche aviarie e mancano di
cambiamenti che li renderebbero più adatti a infettare o trasmettere tra gli
esseri umani", ha affermato l'agenzia.
Per
ora, i funzionari del CDC affermano che il modo migliore per evitare
l'influenza aviaria è stare lontani da animali, fluidi e feci infetti.
Si
consiglia ai lavoratori che devono entrare in contatto con gli animali di
indossare dispositivi di protezione e di monitorarsi per i sintomi, tra cui
l'affaticamento.
Le
persone che si ammalano possono assumere antivirali antinfluenzali, che sono
più efficaci se ricevuti poco dopo lo sviluppo dei sintomi.
I
funzionari sanitari raccomandano anche di cuocere uova e pollame ad almeno 165
gradi Fahrenheit, cuocere la carne di manzo a temperature appropriate e
consumare solo latte pastorizzato.
I test
sulla carne bovina hanno rilevato che un virus surrogato era ancora presente
negli hamburger cotti al sangue, secondo il “Dipartimento dell'Agricoltura”.
Alti
livelli di virus dell'influenza aviaria sono stati rilevati nel latte crudo.
Alcuni
campioni pastorizzati sono risultati positivi, ma ulteriori test non hanno
mostrato alcun virus vitale, secondo la “Food and Drug Administration”.
L'apocalisse
può attendere:
come
la paura ha reso
il
«green» una fede globale.
Msn.com - Il Giornale – (29-05-2024) -
Riccardo Canaletti – ci dice:
I
termini «apocalisse» e «catastrofe» hanno avuto per lungo tempo due percorsi
diversi, ma sempre più frequentemente il primo viene associato al secondo.
Tra i
riferimenti autorevoli di questo nuovo «catastrofismo apocalittico» un posto
d'onore deve essere riservato a “Walter Benjamin” e in particolare alla “nona
delle sue diciassette Tesi sulla filosofia della storia” (1940), in cui compare
per la prima volta l'angelo della storia:
«Ha il viso rivolto al passato.
Dove ci appare una catena di eventi, egli vede
una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia
ai suoi piedi.
Egli
vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l'infranto.
Ma una
tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte
che egli non può più chiuderle».
Questa
tempesta è da intendersi quasi in senso letterale.
La
nuova ondata di attivismo per il clima, infatti, sembra temere una catastrofe
annunciata (in origine con il termine «apocalisse» si intendeva esattamente una
rivelazione).
Alla
apocalisse nucleare si è sostituita così una nuova forma di allarmismo
ecologico che sembra confermare quanto “Pierre Bayle”, nel suo studio sulle
comete, sostenne più o meno a ragione a proposito di ogni religione:
che il
loro potere derivasse dalla paura.
Ma la
paura non è mai costruttiva e ragionevole.
I nomi di alcuni movimenti, come” Extinction
Rebellion” o “Ultima Generazione” rendono bene l'idea.
In un'intervista a Sky del 2019 “Greta
Thunberg” disse:
«Non dobbiamo pensare all'ottimismo o al
pessimismo quanto piuttosto a essere realisti».
Tuttavia,
negli ultimi quattro anni il racconto dell'emergenza climatica è stato
tutt'altro che oggettivo.
Mentre
una parte politica ha continuato a negare l'impatto del “climate change”, i
movimenti legati a un “nuovo ambientalismo ideologico”, che combatte a un tempo
il razzismo, il colonialismo e soprattutto il capitalismo, hanno compensato con
abbondanti dosi di catastrofismo spacciato per scienza.
Questo
nonostante le legislazioni internazionali stiano vagliando programmi
ecosostenibili tanto stringenti quanto rischiosi.
Un
recente sondaggio del “Pew Research Center “mostra infatti come il 63% degli
americani sia convinto dell'impatto negativo del cambiamento climatico,
percentuale che aumenta se si considerano proprio i più giovani (78% tra i 18 e
i 29 anni).
Per
spiegare il” fenomeno del catastrofismo climatico” il giornalista americano
“Michael Shellenberger “(Eroe dell'Ambiente per il Time e vincitore del Green
Book Award) ha scritto un intero libro dal titolo decisamente esplicativo:
L'apocalisse
può attendere. Errori e falsi allarmi dell'ecologismo globale.
“Shellenberger”
conferma l'intuizione del nuovo ambientalismo come «neoreligione
giudaico-cristiana che ha sostituito Dio con la natura» e ipotizza una
possibile ragione psicologica del suo successo:
«Fornisce
alle persone una storia che li raffigura come eroi».
In
questo senso concettualizzare l'apocalisse conferisce agli attivisti un ruolo,
un'identità e un posto dalla parte dei buoni.
Il ché
è abbastanza curioso se si pensa che parliamo proprio di quelle generazioni che
più di tutte hanno cercato di smantellare i canonici ruoli di genere e molti
valori tradizionali, rinunciando contestualmente a vari modelli di identità,
dalla nazionalità al cognome dei padri.
Così,
chi si è trovato a relativizzare tutto ha poi cercato un ruolo stabile e
assoluto nel contesto del più grande fenomeno globale insieme alla pandemia da
covid-19, l'emergenza climatica.
Così
molti attivisti hanno preso spunto da poche notizie scientifiche per costruire
una narrativa terrificante di qualsiasi evento abbia a che fare con la natura.
Un
esempio recente:
gli
incendi estivi in Italia nel 2023.
La correlazione con il cambiamento climatico è
stata quasi immediata, nonostante fosse sbagliata.
Ad
agosto del 2023, quando si gridava all'emergenza, in Italia erano stati
registrati secondo l'”Effis “(lo “European Forest Fire Information System”
della Commissione Europea) 171 incendi contro i 481 dell'anno precedente (nel
2020 invece 498, 336 del 2019).
Se
esistesse davvero una correlazione diretta tra incendi e cambiamento climatico
dovremmo dedurre che nel 2023 le cose siano andate migliorate.
Ma
questo non fa crollare il castello del catastrofismo climatico?
Per loro fortuna il numero di incendi, anche
secondo l'ultimo rapporto dell'Ipcc, non è un indicatore del cambiamento
climatico, soprattutto in Italia, dove almeno la metà di questi eventi ha
origine dolosa.
Ma gli
apocalittici non retrocedono di un passo e continuano a citare la “Bibbia
dell'ambientalismo”, proprio l'ultimo report dell'Ipcc.
Lo
stesso che, pur confermando molte ipotesi poco tollerate dai negazionisti del
clima ha rinunciato allo scenario davvero apocalittico, quello chiamato RPC
8.5, in favore di uno scenario meno grave, l'RPC 6.0.
Questo
non significa che non esista alcuna emergenza ed è chiaro che sia necessario
pensare a delle soluzioni.
Ma non
si tratta della fine del mondo.
Il
come e il perché dello sforzo segreto della CIA per prendere
il
controllo dei social media.
Naturalnews.com
– (29/05/2024) - Ethan Huff – ci dice:
L'ultimo
rilascio di “Twitter Files” mostra che la “Central Intelligence Agency” (CIA)
ha condotto un enorme sforzo durante la "pandemia" di coronavirus di
Wuhan (COVID-19) per prendere il controllo del sistema di gestione dei
contenuti dell'allora Twitter (ora X).
I
giornalisti indipendenti “Michael Shellenberger”,” Matt Taibbi” e “Alex
Gutentag” hanno messo insieme un rapporto approfondito sulle loro ultime
scoperte, che rivelano che la CIA ha agito ben al di fuori dei suoi confini
giurisdizionali nel tentativo di controllare la traiettoria dei social media,
in particolare tra il 2021 e il 2022, quando il mondo è stato distratto dal
"virus".
Un
membro del consiglio di amministrazione di” InQTel,” la “società di venture
capital della CIA” guidata dalla missione, ha collaborato con la "ex"
comunità di intelligence (IC) e gli analisti della CIA per cercare di cooptare
l'intera piattaforma Twitter per i propri scopi, che erano poi incentrati sul
tentativo di tenere sotto controllo la narrativa COVID.
Secondo
"migliaia di pagine di Twitter Files e documenti", la CIA e i suoi
amici hanno cercato di micro-gestire ogni contenuto che passava attraverso
Twitter con il pretesto di combattere la "disinformazione" e la
cosiddetta "propaganda straniera".
“Shellenberger
et al.” spiegano nella loro denuncia che una considerevole coorte di individui
e organizzazioni legate al governo ha fatto di tutto in quel periodo per
controllare la libertà di parola perché sostenevano che fosse un problema di
sicurezza nazionale.
Esse
comprendono:
1) Un
appaltatore di lunga data dell'IC e alto funzionario di ricerca e sviluppo
(R&D) presso il Dipartimento della Difesa (DoD) che ha trascorso anni a
sviluppare tecnologie per rilevare gli informatori, che hanno definito
"minacce interne", come “Edward Snowden” e altri leaker di WikiLeaks.
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conoscenza ).
2)
“Nina Jankowicz”, la proposta di dirigere l'ormai disciolto “Disinformation
Governance Board” presso il Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS) che ha
aiutato le operazioni militari degli Stati Uniti e della NATO di "guerra
ibrida" in Europa.
3)
L'ex consigliere generale del “Federal Bureau of Investigation” (FBI) “Jim
Baker”, che ha contribuito a dare il via alla” bufala del Russiagate” – mentre
agiva come vice consigliere generale di Twitter, “Baker” ha anche avuto un
ruolo nel convincere i dirigenti dei social media a censurare la storia del
“New York Post “su “Hunter Biden”,
(Avete
letto il nostro precedente rapporto su come la CIA, in collaborazione con il
World Economic Forum [WEF] e altre” entità dello stato profondo”, controlli
l'intero impero dei media mainstream?)
“GoDaddy”,”
AWS” e” PayPal”: una diabolica trinità di censura.
Conosciuta
anche come "Scary Poppins", “Jankowicz” rimane un'aggressiva
promotrice delle restrizioni di parola online, che secondo lei sono necessarie
per contrastare la "disinformazione dilagante".
Piuttosto che lasciare che le fiches cadano
dove possono, “Jankowicz “ha lavorato al fianco di “Baker” per limitare alcuni
tipi di discorsi online, compresi quelli considerati "politicamente
sensibili".
Sembra
che “Jankowicz et al.” abbiano trascorso gran parte del loro tempo
concentrandosi su Twitter e altre piattaforme di social media in cui le idee
vanno a diffondersi, ma sappiamo anche che interi siti Web sono stati presi di
mira anche da “host di dominio” come “GoDaddy”, così come “Amazon Web Services”
(AWS) e “PayPal2.
Questo
trio di aziende è menzionato nel rapporto come colluso l'una con l'altra sotto
la direzione della CIA e dell'FBI per de-piattaformare e disincentivare
finanziariamente sia le persone che intere organizzazioni ritenute una minaccia
contro l'IC e le sue operazioni globali di controllo e censura.
"Questo
approccio rappresenta un'escalation significativa nell'uso della cooperazione
aziendale per ottenere quella che potrebbe essere essenzialmente considerata
censura con il pretesto della sicurezza nazionale", spiega “Zero Hedge” a
proposito della questione.
“Jankowicz”,
tra l'altro, è anche amico di “Christopher Steele”, l'ideatore del famigerato
dossier “Trump-Russia”, finanziato da “Hillary Clinton”, due volte fallita
aspirante presidente.
“Jankowicz
“è stata anche ricercatrice di disinformazione presso il “Wilson Center”, dove
ha fornito consulenza al “Ministero degli Esteri ucraino” in collaborazione con
la “Fulbright-Clinton Public Policy Fellowship”.
“Jankowicz”
ha anche supervisionato i programmi per la Russia e la Bielorussia presso
l'“Istituto Nazionale Democratico”, quindi ha avuto la sua mano in molte cose
relative alla parola e alla sua libera espressione.
Il
Primo Emendamento è troppo per “Jankowicz”, che crede che la libertà di parola
online debba essere regolamentata.
Qualsiasi
cosa di meno è paragonabile alla mancanza di regolamentazione governativa delle
automobili negli anni '60, ha sostenuto, chiedendo un approccio
"multipiattaforma", pubblico-privato per controllare ciò che viene
detto online.
Se
questo significa che le principali piattaforme di motori di ricerca come Google
devono essere censurate, insieme alle principali piattaforme di social media
come Facebook e Twitter, allora così sia, secondo Jankowicz, che crede che gli
Stati Uniti dovrebbero emulare l'Europa in termini di controllo di ciò che
viene detto online.
"La
legge tedesca “NetzDG” richiede alle società di social media e ad altri host di
contenuti di rimuovere i discorsi 'ovviamente illegali' entro 24 ore o di
affrontare una multa fino a 50 milioni di dollari", ha detto “Jankowicz”
in una denuncia ai legislatori statunitensi.
"Il
Congresso deve ancora approvare un disegno di legge che imponga anche la più
elementare delle norme relative ai social media e alla pubblicità
elettorale".
“Jankowicz”
ha scritto un libro, pubblicato nel 2020, che elogia un esperto di sicurezza
informatica della NATO per aver creato un "Centro di eccellenza", che
ha ideato l'ormai fallito “Disinformation Governance Board” che “Jankowicz” ha
diretto durante il suo breve periodo di esistenza.
Un
anno dopo quel breve periodo, Jankowicz ha continuato a lavorare in una società
di consulenza "anti-disinformazione" chiamata “Alethea Group” che,
indovinate un po', era composta da "ex" analisti della CIA e
dell'FBI.
“Althea”
si rivolge ai media indipendenti.
Alethea,
come ricorderete, si è scagliata contro i media indipendenti come “Zero Hedge”
per aver riferito del crollo della” Silicon Valley Bank” (SVB) in un modo che
presumibilmente "ha aumentato il panico online".
Althea
"ha messo in giro un 'dossier'", secondo “The Hedge”, che ha fatto
queste e altre false accuse sui media indipendenti.
Alla
fine “The Hedge” è stato eliminato dall'inclusione nel dossier, che un agente
ha lasciato su Twitter solo per essere deriso senza sosta per aver diffuso
un'evidente propaganda.
A
quanto pare l'opinione pubblica si sta accorgendo dei trucchi della CIA, e
questo tipo di comportamento da crociata contro la libertà di parola non è poi
così popolare tra “We the People”.
Va
anche notato che “Alethea” si è assicurata un massiccio pacchetto di
finanziamenti di serie B da 20 milioni di dollari per” Google Ventures” in un
momento di "continua siccità di investimenti" in cui pochissime
società di sicurezza informatica sono state in grado di raccogliere il denaro
di cui hanno bisogno per operare.
Anche
l'ex analista della CIA “Cindy Otis” proviene da Alethea, Otis ha anche scritto
un libro che nel suo caso elogia il famigerato hacker “Pieter "Mudge"
Zatzo che è stato assunto da Twitter per "affrontare tutto, dai passi
falsi ingegneristici alla disinformazione".
Jankowicz
ha parlato del "lavoro a tempo pieno" tra lei e Otis presso Alethea,
che presumibilmente è avvenuto in momenti separati. Jankowicz dice di aver
iniziato lì il 13 settembre 2021, mentre Otis se n'è andato prima e "per
quanto ne so... Da quel momento non è più stato impiegato con Alethea".
"Il
mio lavoro con Alethea Group come consulente (estate 2021) si è concentrato
strettamente sulla mia esperienza in materia relativa alla Russia", ha
detto Jankowicz.
"Mi
occupavo della traduzione in lingua russa e fornivo analisi culturali. Quando
sono entrata a far parte di Alethea come dipendente (autunno 2021) il mio
lavoro era interamente incentrato sui prodotti pubblici: modifiche al sito web
di Alethea, redazione di report pubblici, contatti con i media, ecc."
Chi
sta dicendo la verità?
“Shellenberger
et al.” dicono che le affermazioni e la cronologia di Jankowicz non sono
valide.
Il loro lavoro investigativo ha scoperto che
Jankowicz aveva un titolo di lavoro diverso presso Alethea mentre l'azienda era
partner di Twitter per gestire la "disinformazione" durante le
controverse elezioni del 2020.
Il
contratto “Statement of Work di Alethea” con Twitter la elenca come
"Direttore della ricerca tecnica", ma la fondatrice dell'azienda
“Lisa Kaplan” afferma che a Jankowicz "non è mai stato dato il titolo di
direttore della ricerca tecnica".
"Questo
è un riferimento a una categoria di lavoro per un contratto", ha detto
Jankowicz.
"Rispettiamo
la riservatezza dei clienti e non discutiamo i rapporti con i nostri clienti.
Nell'esaminare
i fogli presenze di Nina, ha fornito supporto a un cliente che non posso
rivelare, tuttavia posso confermare che mentre era impiegata come direttore per
gli affari esterni, Nina non ha mai lavorato presso Alethea per conto di
Twitter".
Quando
a Jankowicz sono state presentate prove documentate che la elencavano come
"Personale del fornitore", ha negato di aver mai visto un documento
del genere e ha offerto una battuta sostenendo che questi titoli non erano
scolpiti nella pietra e consentivano la "flessibilità"
dell'appaltatore.
La
dichiarazione di lavoro, tuttavia, è un contratto formale tra due aziende che è
molto specifico nei suoi termini.
Infatti,
il contratto prevede espressamente che "qualsiasi modifica al Personale
sopra elencato deve essere approvata da Twitter per iscritto".
In
altre parole, era piuttosto scolpito nella pietra, quindi chi sta mentendo e
chi sta dicendo la verità?
Jankowicz
ha parlato con “Public”, il “Substack ufficiale di Shellenberger”, affermando
di essere stata amica di Otis prima di lavorare a questo progetto, ma che
questo è accaduto così lontano in passato da non costituire una
"relazione" con la comunità dell'intelligence.
Coloro
che spingevano Alethea su Twitter avevano legami con l'intelligence degli Stati
Uniti.
Forse
ricorderete che nel luglio 2020, Twitter ha subito un attacco di phishing che
ha portato all'hacking degli account ufficiali di Joe Biden, Barack Obama,
Michael Bloomberg ed Elon Musk.
L'hack ha portato gli account a twittare
messaggi che chiedevano ai follower di inviare Bitcoin a un indirizzo di
portafoglio crittografico privato, che è stato successivamente collegato al
17enne Graham Ivan Clark, che è stato arrestato.
Tre
mesi dopo questo attacco di phishing, Jack Dorsey, il vecchio CEO di Twitter,
ha scritto in un'e-mail che "Mudge ha firmato", riferendosi a
“Zatko”, l'hacker che ha finito per essere assunto da Twitter, e che è stato
ringraziato dall'amico di Jankowicz “Otis “nel suo libro per il suo lavoro
sulla piattaforma di social media.
“Zatko”
era a malapena a Twitter da tre mesi quando ha fatto la sua prima grande
raccomandazione ai dirigenti di Twitter di "assumere l'Alethea Group"
per condurre una "indagine esterna" sull'"angolo della
disinformazione".
Twitter
ha finito per autorizzare la richiesta di Zatko, che ha poi portato Alethea a
indagare sull'"insurrezione" del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati
Uniti e su come è iniziata, secondo questi addetti ai lavori dello stato
profondo, a seguito delle "narrazioni iniziali 'Stop the Steal'"
emerse dalle elezioni rubate del 2020.
Zatko
si trasforma in un informatore.
In
un'e-mail del 4 febbraio 2021, Zatko ha descritto Alethea come "una
boutique di consulenza specializzata in operazioni di disinformazione e
contro-messaggistica". Ha anche rivelato che la società stava lavorando
non solo con se stessa, ma anche con “Yoel Roth”, ex capo di “Trust and Safety”
di Twitter.
"Le
organizzazioni e le persone dietro questa raccomandazione hanno la connessione
[sic] per portarla di fronte alle persone giuste nell'amministrazione", ha
scritto Zatko in un'altra corrispondenza via e-mail il 21 marzo 2021, che
conteneva anche un rapporto di 12 pagine co-redatto da” Vivian Schiller
“dell'Aspen Institute che spingeva per una censura ancora maggiore dei social
media guidata dal governo.
“Schiller”,
tra l'altro, ha guidato il "pre-bunking" della storia del laptop di
Hunter Biden.
Ha
anche legami con l'autore di bufale di” Hamilton68 Clint Watts” e vanta lavori
pubblicati dal “Mossaver-Rahmani Center “presso la “Harvard Kennedy School” e
dal “NYU Stern Center for Business and Human Rights”.
Non
molto tempo dopo tutto questo, sarebbe venuto fuori che Zatko "si era
impegnato con membri delle agenzie di intelligence statunitensi", con
“Shellenberger et al.” che notavano che "le attitudini nei confronti di
Zatko sarebbero state molto diverse due anni dopo" una volta che fosse
diventato un informatore, avesse citato in giudizio la società e si fosse
accontentato di 7,75 milioni di dollari.
"Ha
quindi presentato una denuncia al Dipartimento di Giustizia, alla SEC e alla
FTC, sostenendo che i dirigenti di Twitter avevano ingannato il governo, erano
stati negligenti nel proteggere i dati degli utenti e avevano violato un
decreto di consenso del 2011 con la FTC", riporta “Public.”
"Qualcuno
ha fatto trapelare la denuncia di Zatko al Washington Post, che ha contattato
Twitter per un commento il 19 agosto 2022... In un documento Google condiviso,
datato 21 agosto 2022, intitolato "Dichiarazioni di comunicazione /
Monitoraggio", i dirigenti di Twitter hanno perfezionato il linguaggio per
rispondere ai media sulle accuse di Zatko.
Twitter
alla fine avrebbe negato qualsiasi conoscenza di illeciti tra Zatko e l'IC con
cui ha formalmente accettato di lavorare "che gli avrebbe permesso di
lavorare con loro e fornire loro informazioni".
Successivamente,
verso la fine del 2022, Alethea ha incassato 10 milioni di dollari da”
Ballistic Ventures”, che ha come socio accomandatario “Ted Schlein”, che
"fornisce consulenza alla comunità di intelligence degli Stati Uniti, fa
parte del consiglio di amministrazione di” InQTel” [la società di venture
capital della CIA guidata dalla missione] ed è stata recentemente nominata
membro del consiglio di amministrazione del “CISA” Cybersecurity Advisory
Committee".
Nello
stesso anno, IQT ha pubblicato un rapporto sul suo "Disinformation
Workshop" che ha formulato raccomandazioni su attività simili a quelle
offerte da Alethea, compresi i servizi che "tracciano la confluenza di
cattive narrazioni".
“Schlein”
sta facendo finta di niente su tutto questo, affermando di non conoscere Zatko,
Jankowicz o Otis.
Afferma di non essere a conoscenza di alcuna
relazione tra Alethea e l'IC, e dice che fa semplicemente parte del consiglio
di amministrazione di Alethea.
La CIA
ha chiaramente le mani sporche in così tante cose su cui il pubblico fa
affidamento per la comunicazione.
La
lezione di Andreotti sull’astensionismo:
il non
voto è il colpo di grazia
per la
democrazia liberale.
Lacrunadellago.net
– (29/05/2024) - Cesare Sacchetti – ci dice:
Il suo
acume era in grado di andare al cuore delle questioni.
La sua
ironia, graffiante, faceva emergere quelle verità scomode che provocavano
spesso più di una irritazione nei suoi avversari o nemici politici, soprattutto
quelli dell’area comunista o post-comunista che sulla sua demonizzazione hanno
costruito tutta una falsa narrazione, sempre nel corso dell’ipocrita esercizio
di autoproclamarsi alfieri della “questione morale”.
Giulio
Andreotti è stato uno statista di rara sagacia e lungimiranza in grado di
leggere talmente bene gli eventi della politica da consentirgli di vedere
quanto sarebbe potuto accadere nel futuro dell’Italia e del mondo.
Il suo
sguardo andava al di là del tempo presente e sapeva vedere bene le future
contingenze politiche perché lo statista, come un bravo medico, fa della
anamnesi politica e sociale di un Paese la sua virtù più profonda, ovvero
quella che gli consente poi di somministrare la cura migliore per la nazione
malata.
L’ex
presidente del Consiglio tra i vari mali che affliggevano la democrazia
liberale ne aveva intravisto uno in particolare già molto tempo addietro,
quello del distacco tra la politica e il popolo, in un tempo quando ancora la
distanza tra i palazzi e il Paese reale non era affatto siderale come lo è di
questi tempi.
Questa
sua premonizione, per così dire, è stata fatta in un tempo nel quale ancora la
democrazia liberale non aveva ancora mostrato tutti gli inguaribili mali dai
quali essa era affetta in realtà già dal 1948, ma che non erano emersi
pienamente nell’epoca del dopoguerra poiché l’Italia, nell’applicazione di
questo sistema politico così disfunzionale era riuscita comunque a trovare una
sua via per assicurare il bene comune del Paese.
Questo
sempre in un quadro generale geopolitico in cui la persecuzione del bene comune
era una strada alquanto ardua in quanto l’Italia era stata rinchiusa nel
recinto dell’anglosfera sin dal 1943, quando a Cassibile si consumò uno dei
tradimenti più infami della storia di questo Paese poiché la sovranità
nazionale veniva rimessa nelle mani di Londra e Washington da uomini che non
avevano nemmeno la legittimità politica per farlo.
Andreotti
sapeva che l’Italia si trovava in tale recinto e non era nemmeno un amante
della carta che reputava non legittima da un punto di vista giuridico in quanto
essa era figlia di un’occupazione straniera, quella angloamericana, che aveva
supervisionato, o meglio commissariato, l’intera controversa fase della nascita
della Repubblica, partorita a suon di brogli elettorali, e la successiva
adozione della Costituzione del 1948 ispirata al modello degli illuministi
francesi quali Voltaire e Rousseau, devoti all’obbedienza massonica.
Ora si
ripresenta attuale come non mai una riflessione sull’astensionismo dell’ex
presidente del Consiglio che alcuni media mainstream hanno contestato
ritenendola invece non autentica.
Noi
siamo riusciti ad avere una testimonianza diretta e di prima mano che conferma
l’assoluta autenticità della riflessione di Andreotti sul fenomeno
dell’astensionismo e sulle sue conseguenze per la classe politica e la tenuta
del sistema liberal-democratico.
A
riferirci che il politico democristiano fece questa riflessione è stato il
diplomatico di carriera, “Gianpaolo Caprini”, che, tra i vari e numerosi
incarichi ricoperti durante la sua permanenza alla Farnesina, vanta anche
quello di console generale in Germania ad Hannover.
Il
contesto politico dell’Italia nei primi anni’80.
Siamo
nel 1984.
A palazzo Chigi c’è il leader del PSI, Bettino
Craxi, che ancora oggi detiene il record di aver presieduto il terzo esecutivo
più longevo della storia repubblicana, secondo soltanto ai due dell’epoca
berlusconiana degli anni 2000.
Il
governo era retto da una coalizione politica passata alla storia come
pentapartito della quale facevano parte ovviamente i socialisti assieme alla
DC, ai repubblicani, ai liberali e ai socialdemocratici.
Era
sicuramente una coalizione “composita”, per così dire, ma le alleanze politiche
eterogenee nella Prima Repubblica non erano affatto inconsuete perché alla fine
si riusciva sempre a trovare una sorta di terreno comune fondato sulla difesa
degli interessi nazionali del Paese, sempre nel perimetro della sovranità
limitata imposto dall’anglosfera, mentre per ciò che riguarda le politiche
economiche la bussola che si seguiva era quella dello stato imprenditore e
dell’economia mista, la terza via economica, come la definì uno storico
collaboratore di “Enrico Mattei”, “Benito Livigni”, che aveva assicurato
all’Italia crescita e prosperità economica.
Alla
Farnesina c’è Giulio Andreotti, che in quegli anni si era già distinto per aver
ricevuto alla Camera il “leader dell’Organizzazione per la liberazione della
Palestina, Yasser Arafat”, legato da una profonda amicizia all’allora ministro
degli Esteri.
Andreotti
non era davvero un simpatizzante della causa sionista.
Non era uno scendiletto dello stato ebraico
come i disgraziatissimi figuranti della indegna Seconda Repubblica che la cosa
“migliore” che sanno fare è dire “io sto con Israele”, non prima ovviamente di
aver compiuto il loro consueto viaggio di rito a Gerusalemme accompagnato da un
“doveroso” ripasso del Talmud, a dimostrazione, l’ennesima, che il liberalismo
è laico soltanto nei riguardi del cristianesimo mentre verso le altre
religioni, in primis ebraismo ed islam, i panni della “neutralità” atea vengono
prontamente dismessi.
In
questa fase, l’allora ministro degli Esteri seguiva la via di un rafforzamento
dei rapporti dell’Italia con il mondo arabo, dal quale l’Italia non può
prescindere per la sua naturale inclinazione mediterranea e per essere un Paese
ponte non solo tra Europa Occidentale ed Orientale ma anche tra Europa e
Africa.
L’Italia
è straordinaria e fondamentale sotto molteplici aspetti, e tra questi c’è anche
quello della geopolitica che la rendono un Paese con un peso strategico
fondamentale, che oggi non viene sfruttato minimamente poiché i figuranti
usciti dalla rivoluzione colorata di Mani Pulite hanno portato tale peso in
dote ai tecnocrati non eletti di Bruxelles, oltre che ai consueti circoli del
mondialismo che contano tra i quali ci sono tra gli altri, o meglio c’erano
visto il loro presente declino, il solito “Bilderberg”, la “Commissione
Trilaterale”, il “Royal Institute of International Affairs” e il “Club di Roma”
ai quali appartengono personaggi quali “Prodi”, “Monti” ed “Enrico Letta”,
soltanto per ricordarne alcuni.
La
differenza tra la Prima Repubblica e la Seconda è soprattutto questa.
La
Prima, nonostante le sue difficoltà, riusciva a conservare un suo spazio di
autonomia e a condurre una sua politica estera che in non poche occasioni si è
scontrata con quella imposta da Washington e dal movimento sionista mondiale.
La
Seconda è una congrega di passacarte che esegue gli ordini senza discutere,
senza fermarsi troppo a ragionare delle conseguenze che questi ordini
comportano per il Paese poiché i referenti non sono in casa, ma lontano, al di
là dei confini nazionali.
Andreotti
e l’astensionismo di massa che mette in crisi il sistema.
È nel
settembre del 1984 che Andreotti si sofferma a fare una sua riflessione
sull’astensionismo che si rivela mai attuale come ora.
Ad
andarlo a trovare in un pomeriggio di quel mese è proprio il citato diplomatico
di carriera, “Gianpaolo Caprini”, all’epoca consigliere a capo dell’”ufficio
studi degli Affari Economici “che si recò nel suo storico studio di San Lorenzo
in Lucina per portargli una foto che gli stava a cuore perché lo ritraeva tra
Andreotti assieme al suo mentore, Alcide De Gasperi.
“Ricordo
molto bene quel periodo, c’era una situazione alquanto tesa con la Germania
perché il 14 settembre del 1984, il ministro degli Esteri della Repubblica
Federale di Germania, “Hans-Dietrich Genscher” , rilasciò una nota formale di
protesta contro le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano, Giulio
Andreotti, per la sua contrarietà ad una riunificazione delle due Germanie”
dichiara il dottor Caprini che oggi riveste il ruolo di ambasciatore presso
l’ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme.
Andreotti
già allora dimostrava tutta la sua sapienza politica perché era perfettamente
conscio che quello che veniva chiamato “progetto europeo” altro non era che un
“progetto tedesco” che avrebbe finito per assicurare un enorme peso alla
“Germania riunificata”, lasciando agli altri Paesi il ruolo di gregari politici
ed economici.
Il
pericolo che voleva scongiurare l’allora ministro degli Esteri era quello di
finire nella gabbia politica ed economica di Berlino, dove l’industria italiana
sarebbe stata progressivamente smantellata dalla insostenibilità della moneta
unica, come poi purtroppo accade nei decenni successivi e dopo che il
centrosinistra dalemiano e prodiano prima, e il centrodestra berlusconiano poi,
consegnarono le leve della politica economica a Berlino che impose all’Europa
la disastrosa linea ordo-liberale dell’austerità.
L’ambasciatore
ricorda bene quei momenti e afferma che nonostante la situazione politica
alquanto incandescente per via dello scontro con Berlino, l’allora ministro
degli Esteri decise di riceverlo sia per avere la foto con De Gasperi, sia per
l’amicizia che lo legava a suo padre dai tempi del partito popolare .
“Andreotti
in quell’occasione ricordò la sua collaborazione con De Gasperi. Un ricordo che
favorii raccontandogli questa battuta riferitemi dal “Ministro della Real
Casa”, il Prefetto” Falcone Lucifero”.
“Andreotti
controllava sempre de Gasperi, lo seguiva come la sua ombra, era impossibile
parlargli senza aver a che fare con lui.
Pensa che una volta il Re (ndr Umberto II)
doveva parlare riservatamente con lui ed escogitammo un piano per farli
incontrare.
Lo
fecero ma servì a ben poco, Andreotti lo seppe e fece evitare cedimenti a De
Gasperi.
Era un
diavolo ma sapeva cosa faceva”.
“Tornando
alla tanto attuale decisione di non riunificare la Germania, aveva ben chiaro
il destino dell’Europa,” prosegue Caprini, ” e gli chiesi se la protesta del
PCI per questa sua dichiarazione poteva causare la caduta del governo.
Con il
suo modo conciso mi disse di no, allora gli feci notare che sul Popolo veniva
pubblicato un articolo firmato da “Giorgio Sacerdote” nel quale si riferiva che
questo scenario era auspicato dalle giovani leve DC, ed era proprio da quelle
leve che nascevano gli indecisi “tutti di area democristiana”, e che stavano
per di più aumentando”.
E fu
qui che Andreotti di fronte allo spunto della crescente massa astensionista
fece la sua diagnosi, ricca di lungimiranza e davvero profetica per i tempi
attuali.
“Caro
Caprini, rispose, si ricordi che l’astensionismo ci sarà sempre, è un fenomeno
crescente, le votazioni dello scorso anno (ndr. 1983) rispetto al ’76 è
cresciuto di 5 punti (88% di votanti ndr).
Non è
rilevante, per ora...(si soffermó) …lo sarà quando verrà toccata la soglia del
55/60%, allora per i politici sarà un problema.
Non lo
escludo che ci arriveremo, non ora, ma ci arriveremo e sarà allora che la
politica dovrà fare i conti con sé stessa ed affrontare la questione morale.”
Alla
fine poi l’allora ministro degli Esteri si soffermò anche a commentare le
condizioni dell’armistizio di Cassibile che avevano di fatto ridotto l’Italia
allo status di una colonia angloamericana.
“Come
vede “Covelli” e” Lauro” non dicono ai propri elettori dell’accordo segreto di
“Sciaboletta” e ciò che realmente è stato deciso a Cassibile, tuttavia con il
tempo si saprà e dove pensa che andranno i loro iscritti?
Parte
nell’MSI parte negli indecisi..”
L’ambasciatore
poi aggiunge che dopo questa riflessione sull’astensionismo da parte di
Andreotti, ci furono molte altre occasioni d’incontro.
“Posso
dire che in quel periodo e quando a seguire fu il Capo del Governo l’ho seguito
sempre come un grande maestro che aveva una chiara visione degli eventi in
divenire.”
Questo
lo scenario che tracciò l’ex senatore a vita 40 anni orsono.
Andreotti
aveva letteralmente previsto il futuro.
Aveva
previsto il divorzio tra il potere e il popolo, poiché il primo era purtroppo
destinato a diventare un affare sempre più distante dal secondo, dal momento
che i referenti della politica si sposteranno negli anni successivi in misura
sempre maggiore da Roma a Washington, a Londra, a Bruxelles e a Berlino.
L’anglosfera
e la sua infinita rete di circoli esclusivi hanno assorbito ciò che restava
della sovranità del Paese.
L’uomo
della DC era conscio che esisteva una battaglia internazionale e sovranazionale
per tenere prigioniera l’Italia nella gabbia del mondialismo e accompagnare poi
questo grande Paese al patibolo deciso per esso dal potere della massoneria e
del “Nuovo Ordine Mondiale”.
Ora
siamo nei momenti di cui parlava Andreotti a quasi ormai quasi 40 anni esatti
di distanza.
Ci troviamo già con soglie di astensionismo
pari al 60% nelle elezioni comunali.
Alle
politiche del 2022, se si considerano le schede bianche e nulle, i votanti sono
stati soltanto il 60%, la soglia più alta di astensionismo mai registrata nella
travagliata storia della repubblica dell’anglosfera.
Alle
europee del prossimo giugno, il “rischio” di superare il 50% di non votanti è
molto alto se si pensa che soltanto 5 anni fa, nel 2019, l’affluenza era stata
del 54% e stavolta il quadro è molto più in crisi di allora.
In
questo lasso di tempo, c’è stata la farsa pandemica.
C’è
stato il tentativo deliberato di sterminare un popolo attraverso delle
inoculazioni di massa che stanno producendo la strage quotidiana dei “malori
improvvisi”, spesso anche, purtroppo, in giovanissima età.
C’è
stato il tentativo deliberato di attuare il” Grande Reset davosiano” che
avrebbe cancellato definitivamente la storia millenaria di questa nazione così
invisa alla massoneria e al movimento sionista mondiale.
Adesso
gli esecutori di questo criminale piano si ritrovano con un pugno di mosche.
Tutto il potere che era stato dato loro dai loro referenti d’Oltralpe gli è
stato tolto.
La
governance mondiale è ormai sfumata.
Sullo
sfondo ci sono i clan dello “stato profondo” che si fanno guerra a vicenda in
una scia di arresti incrociati e di strane morti che sembrano avere il sapore
di una furiosa guerra tra bande in dismissione che cercano di sopravvivere.
Siamo
giunti ad un passo dallo scenario ventilato da Andreotti.
Siamo giunti ad un passo dal rifiuto
collettivo e generalizzato dell’intero sistema liberal-democratico che non è in
grado di assicurare il bene comune poiché esso mira al suo bene esclusivo a
discapito di tutti gli altri e di una intera nazione.
Ciò
spiega le suppliche degli ammuffiti occupanti delle istituzioni che stanno
praticamente pregando gli elettori di andare a votare perché il non voto è ciò
che dissangua questa classe politica di spregiudicati malfattori che non hanno
saputo fare altre che portare il Paese al macero.
Il
voto avrà un senso soltanto quando ci sarà una vera offerta politica che si
proponga di ricostruire il Paese dalle macerie che questi impostori hanno
seminato.
Adesso
è il momento di finire la demolizione.
Adesso
è il momento di tenere a mente la lezione di Giulio Andreotti.
Il
fallimento economico di tipo pianificato
cinese costringerà Pechino ad
invadere Taiwan (senza nascondere i fallimenti
di “Xi”).
Mittdolcino.com
– (28-5-2024) – Mitt Dolcino – ci dice:
“Xi” è
senza dubbio il miglior scolaro cinese. Ha dietro a sé una nazione laboriosa di
1.4 miliardi di persone, tutti ambiziosi, di norma giocatori d’azzardo,
abituati a piegare la testa col potere (le Triadi spiegano che la loro valvola
di sfogo è all’estero, in casa sono bastonati e dunque spinti nei loro traffici
illegali ad andare fuori, con il fentanil).
Insomma,
una nazione sotto controllo, anche lato malavita.
Ma che
resta dipendente dall’estero non solo per le materie prime ma anche per trovare
clienti.
Alla
fine sarà Pechino che attaccherà Taiwan perché nel grande gioco del capitalismo
“in salsa cinese” è destinata a perdere (dunque “Xi” deve cambiare gioco).
Prima
di tutto la Cina va rispettata, va detto chiaro.
Resta
il fatto che “Xi “sta giocando una partita non solo pericolosa ma fallimentare.
Il
motivo? I suoi presupposti sono profondamente sbagliati.
Mi
spiego.
“Xi”
ha barattato la sua industrializzazione con la disinflazione in Occidente.
Peccato che disinflazione serve solo ad
appagare politici occidentali corrotti, non per far crescere le economie
Occidentali.
“Xi”
questo lo sa ed è disposto a pagare dazio, coi politici stranieri, lui fa il
bene del proprio popolo, lo sappiamo.
Poi
però capitano politici che vogliono tornare al passato, alla crescita,
all’industria, fregandosene di disinflazionare.
Stile Trump, considerato giustamente dalla
Cina l’avversario più temibile.
Li’ la
strategia cinese salta per aria.
In
fondo la chiave di volta è solo quella sopra descritta, che trova d’accordo i
militari americani le loro famiglie, gli impiegati, gli operai ma NON i
finanzieri occidentali.
Anche
in tale contesto, lo scontro Clinton-Trump sta tutto in poche righe… (Bill
Clinton cancello’ lo “Steagall-Glass Act”, ossia il trampolino di lancio della
finanza diventata sovrastante, quasi senza limiti dei nostri giorni, secondo
molti la radice del declino USA).
Pillole
di crisi economica cinese…
Quando
lo scontro si innesca, quello vero, come ora, sappiate però che la Cina ha già
perso.
Il
motivo sta nel fatto che Pechino non può giocare a fare la capitalista essendo
comunista, senza materie prime e senza clienti sufficienti per i propri
prodotti, ben sapendo che l’ex Impero Celeste vive di “trade surplus” col suo
nemico, l’America ed i suoi (supposti) alleati.
In
breve, il capitalismo non è la panacea ma è il modello meno peggio esistente in
circolazione, dove esiste un quanto minimo appagamento dell’innata tendenza
umana al miglioramento continuo, se indirizzato dalla politica “sana”.
Il
rischio invece è tornare al feudalesimo, ossia approfittare degli altri, altra
innata scorciatoia umana, che la politica sana deve evitare (“neofeudalesimo è
Davos”, per intenderci, sulla base di un controllo sociale desiderato molto
simile a quello del modello cinese di Xi, ndr).
Stante
il fatto che gli USA non solo hanno ancora il primato militare e tecnologico
avanzato, ma hanno anche i clienti oltre che le materia prime, in primis il
petrolio, in aggiunta al controllo delle vie dei commerci, è abbastanza inutile
che la Cina si metta a letto coi francotedeschi, sempre bramosi di cacciare gli
americani dall’Europa, vedasi cd. “rivoluzione Green Made in China” (torniamo
ai politici occidentali corrotti).
Perché’
in fondo il vero punto è che se ti mancano risorse e clienti, è solo questione
di tempo prima di schiantarsi…
Vero,
la Cina punta a favorire gli emergenti, i BRICS, con termini di scambio
migliori dell’Occidente.
A
parte che il colonialista in Occidente non è mai stata l’America, ma gli ex
imperi coloniali europei, anche oggi, vedasi la disperazione francese alla
perdita delle colonie, quello che va compreso è che Pechino è destinata a
giocare, a termine, coi BRICS, la stessa partita coloniale di Gran Bretagna e
Francia, da secoli, anch’esse senza materie prime:
comprare risorse a basso costo dalle colonie e
vendere prodotti finiti a più alto valore aggiunto mandandole in “trade
deficit”, ossia indebitandole con la propria moneta (prima era la sterlina o il
Franco coloniale, ora lo Yuan).
Solo questione di tempo. Per poi fracassarle
con la salita del corso del debito caricato sulle colonie stesse…
Tutto
già visto.
Per
tale ragione Pechino può solo sperare di nascondere il fallimento economico del
più intelligente tra i suoi scolari, “Xi”, cambiando gioco.
Ossia
andando sull’ideologia, persa la partita economica in forza di autarchia USA,
blocco dei mari e guerre ovunque, non resta che toccare il sentimento cinese.
Ossia guardare a Taiwan.
Ecco
perché Pechino, relativamente a breve sarà costretta ad attaccare l’isola di
Formosa.
Fermiamoci
qui per ora, ben sapendo che le macerie saranno immense, anche tra gli alleati
di “Xi” (che faranno lo stesso, invadere, ad esempio la Francia contro il nord
Italia, per disperazione, sono aperte le scommesse).
La Von
der Leyen ha provato a fare
amicizia
con la Meloni. È fallito.
Politico.eu
– (30-5-2024) - BARBARA MOENS e HANNAH ROBERTS – ci dicono:
Il
leader italiano è troppo a destra per gli alleati della coalizione del “capo
della Commissione europea”.
Meloni
e Von der Leyen tengono conferenza stampa a Lampedusa mentre aumentano gli
arrivi di migranti.
La
presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha trascorso un anno
a corteggiare il primo ministro italiano di destra Giorgia Meloni come
potenziale partner sulla scena europea.
Sarebbe
sempre stata una relazione rischiosa.
Ma
nell'ultima settimana le è esploso in faccia.
Alla
vigilia delle elezioni europee, i partner della coalizione di centrosinistra di
von der Leyen a Bruxelles minacciano di impedirle un secondo mandato alla guida
dell’esecutivo dell’UE se collaborerà con la Meloni, che considerano troppo a
destra.
Proprio al momento giusto, questa settimana la
leader francese di estrema destra Marine Le Pen ha corteggiato attivamente la Meloni per
un’alleanza.
"Nel
tentativo di creare un ponte con la destra intransigente, von der Leyen si è
esposta alle critiche del centrosinistra", ha detto “Leo Goretti “del
think tank “Istituto Affari Internazionali di Roma”.
“Le ha
dato un profilo politico, che potrebbe non piacere ai suoi alleati. Come si
dice a Roma, chi entra in conclave da papa, esce da cardinale».
Il
capo della Commissione europea ha trascorso molto tempo in Italia. Von der
Leyen e Meloni hanno sorvegliato un punto di ingresso per i migranti in Italia
– e il blocco ha offerto le sue condoglianze alle comunità colpite dalle
inondazioni e si è unito quando Meloni ha discusso a Roma della sua strategia
politica ampliata nel continente africano.
"È
stato un classico esempio di come tenere vicini i tuoi amici e i tuoi
potenziali nemici", ha detto un funzionario dell'UE, al quale, come altri
citati in questo articolo, è stato concesso l'anonimato poiché non gli era
permesso di parlare liberamente.
Il
legame tra Meloni e von der Leyen – che negli ultimi giorni sono sembrati più
nemici che amici – sembra indebolirsi, al punto che è diventato una
responsabilità politica per von der Leyen nella sua ricerca di un secondo
mandato come capo della Commissione Europea e per l’obiettivo del suo partito
di mantenere l’equilibrio di potere nel prossimo Parlamento – e nell’Unione
Europea.
Per
ora, i due sono impegnati in una danza pericolosa, cercando di mantenere le
apparenze e allo stesso tempo di non offendere i loro stessi ranghi.
Ciò è
ironico, dato che la vicinanza percepita era una strategia puramente politica,
secondo addetti ai lavori politici.
Per
von der Leyen la posta in gioco è particolarmente alta.
«È una
questione di sopravvivenza, mentre per la Meloni non è vitale. Dopo sarà
comunque primo ministro”, ha detto “Goretti”.
Una
connessione improbabile.
Dall'esterno,
era un'amicizia improbabile.
Da
quando è diventata primo ministro nel 2022, Giorgia Meloni ha guidato il
governo italiano più di destra dalla Seconda Guerra Mondiale.
Von
der Leyen, ex ministro della Difesa tedesco, ha abbracciato il suo ruolo di
amministratore delegato dell’UE dal 2019 come bastione del conservatorismo
tradizionale, pubblicizzando la sua visione (e un accordo) per un continente
climaticamente neutro, gestendo la crisi del costo della vita, lavorando
attraverso una pandemia e annunciando il sostegno paneuropeo all’Ucraina
attraverso l’invasione russa.
Da
quando è diventato primo ministro nel 2022, Meloni ha guidato un governo
italiano di destra, spingendo per imporre maggiore influenza sull’emittente
statale e sostenendo un giro di vite sulla migrazione.
All’inizio,
il potenziale guadagno derivante dalla vicinanza alla Meloni sembrava grande
per il capo della Commissione Europea.
Mentre
il “Partito popolare europeo” di centrodestra, che ospita i
cristiano-democratici tedeschi di von der Leyen, è il gruppo più numeroso al
Parlamento europeo, secondo i sondaggi i gruppi alla sua destra sono pronti a
crescere dopo le elezioni.
Le
implicazioni erano vantaggiose per tutti: von der Leyen avrebbe avuto un
sostegno se la sua attuale coalizione di socialisti e liberali non avesse
ottenuto abbastanza voti alle elezioni del Parlamento europeo, e la Meloni
avrebbe potuto strategicamente lanciare se stessa e il suo gruppo di destra di
conservatori europei e Riformisti nel prossimo mix di coalizione.
Politicamente
tossico.
Von
der Leyen non ha escluso di collaborare con l'ECR, di cui fa parte Fratelli
d'Italia della Meloni, dopo le elezioni.
I
membri dell’ECR al Parlamento europeo sono generalmente fermamente
euroscettici, posizionandosi più a destra rispetto ai centristi di von der
Leyen.
I
socialisti e i liberali, che fanno parte dell’attuale coalizione di von der
Leyen a Bruxelles, stanno attaccando sempre più von der Leyen su questa
potenziale cooperazione mentre guarda ad un secondo mandato in carica.
Tanto
che hanno minacciato di silurare un secondo mandato se lei scegliesse di
collaborare con la Meloni o l'ECR.
Von
der Leyen si è resa vulnerabile anche alle critiche del suo stesso partito.
Quando
von der Leyen ha visitato Roma per fermare la campagna elettorale all'inizio di
questo mese, anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che è
vicepresidente del suo PPE, ha evitato le apparizioni pubbliche con lei.
All’interno
delle fila dei democratici cristiani italiani ci sono state accese discussioni
sulla possibilità di prendere le distanze da von der Leyen, con un senatore che
la descrive come un “cavallo zoppo”.
La
Meloni, invece, cerca di accontentare la sua base senza attaccare von der
Leyen.
Durante
un evento organizzato dal partito di estrema destra spagnolo Vox all’inizio di
questo mese, Meloni ha affermato che “l’esito delle elezioni europee potrebbe
segnare la fine delle maggioranze innaturali e controproducenti”.
Non ha
nominato direttamente von der Leyen, anche se il riferimento riguardava
soprattutto la coalizione del capo della Commissione a Bruxelles.
Dopotutto,
la Meloni ha bisogno dei poteri forti di Bruxelles. Durante l’accesa campagna
elettorale italiana per le elezioni europee, il leader italiano di estrema
destra e partner di coalizione della Meloni, Matteo Salvini, ha criticato la
Meloni per i suoi stretti legami con von der Leyen.
L’Italia
ha il secondo debito pubblico più alto in Europa dopo la Grecia e il suo
deficit annuale supera il limite dell’UE.
Ciò
prepara Roma ad uno scontro con la Commissione Europea, poiché la nuova serie
di regole fiscali dell’UE costringerà Bruxelles a punire i paesi con ampi
deficit. Secondo il Fondo monetario internazionale, il debito pubblico italiano
raggiungerà circa il 140% del Pil nel 2024 e si prevede che continuerà a
crescere.
Durante
questo mandato, Roma ha beneficiato anche di un buon rapporto con
Bruxelles.
«Per
la Meloni è stato utile perché le principali politiche a livello internazionale
ed europeo, come debito e immigrazione, partono tutte dalla Commissione e
quindi aveva tutto il vantaggio di negoziare e confrontarsi con lei», ha detto
“Marco Valbruzzi” dell'Università Federico di Napoli. II.
Durante
l’accesa campagna elettorale italiana per le elezioni europee, il leader
italiano di estrema destra e partner di coalizione della Meloni, Matteo
Salvini, ha criticato la Meloni per i suoi stretti legami con von der Leyen.
Eppure il primo ministro italiano sta
deliberatamente mantenendo aperte le sue opzioni, inclusa la potenziale
cooperazione con il leader di estrema destra più importante d’Europa, Le Pen.
Game
Over?
Mostrando
le loro carte così presto nella campagna, von der Leyen e Meloni rischiano di
subire più colpi che benefici dalla loro relazione.
Le
altre capitali europee, grandi e piccole, osservano la coppia con crescente
attenzione, chiedendosi:
la Meloni diventerà davvero all’improvviso il
re della prossima spartizione dei posti di lavoro più importanti europei e
sposterà la politica dell’UE a destra?
L’UE,
e in particolare il problema dei posti di lavoro più importanti dopo le
elezioni europee, è stata storicamente guidata dal leggendario motore
franco-tedesco.
Ma
negli ultimi anni quel motore ha cominciato a vacillare, e il difficile
rapporto personale tra il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere
tedesco Olaf Scholz non aiuta.
Lascia
un vuoto di potere che Meloni a volte, ad esempio spostando la politica
migratoria dell’UE più a destra, è riuscito a colmare con successo.
È
stata anche una figura chiave nel convincere il leader ungherese Viktor Orbán a
firmare per il sostegno dell’UE all’Ucraina.
Ma ciò
non rende la Meloni la regina europea per eccellenza, hanno affermato quattro
diplomatici e funzionari europei.
Innanzitutto,
il PPE è destinato a rimanere la più grande forza politica del Parlamento
europeo.
In
secondo luogo, l’invasione su vasta scala della Russia ha ribaltato la
situazione sul peso politico dell’Europa orientale.
I paesi dell’Est europeo stanno puntando
sempre più con decisione per ottenere una maggiore influenza politica a
Bruxelles, sia nel sostegno all’Ucraina che nei futuri portafogli di lavoro.
I
funzionari hanno sottolineato, ad esempio, la rinascita del cosiddetto
Triangolo di Weimar composto da Parigi, Berlino e Varsavia dopo il ritorno di
Donald Tusk del PPE al tavolo del Consiglio europeo.
Con
tutti gli occhi puntati sulla Meloni, i veri negoziatori dopo le elezioni
potrebbero essere trovati altrove, ha detto un altro diplomatico dell’UE.
"Tutti
dicono che l'Italia è il kingmaker, ma alla fine la strategia della Meloni non
avrà importanza".
(Barbara
Moens riferisce da Bruxelles. Hannah Roberts ha riferito da Roma. Jacopo
Barigazzi ha contribuito con un reportage da Bruxelles e Clea Caulcutt ha
contribuito con un reportage da Parigi.)
L’ok
di Biden alle armi Usa contro Mosca
e il
piano di Macron: saltano
le
linee rosse della Nato.
Msn.com – Il Giornale - Francesca Salvatore –
(30-5-2024) – ci dice:
Tra sì
decisi e Paesi che stanno riflettendo, la "linea Stoltenberg" degli
ultimi giorni non sembra essere più una grande eresia.
"Penso che sia arrivato il momento di
rimettere in discussione alcune delle restrizioni" riguardanti l'uso delle
armi occidentali da parte di Kiev "per consentire agli ucraini di
difendersi".
Lo ha
ribadito il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a Praga, dove
questa sera e domani si terrà una riunione informale dei ministri degli Esteri
Nato.
Nella
capitale ceca, Stoltenberg ha confermato che al vertice di Washington, in
programma dal 9 all'11 luglio, la Nato cercherà di rafforzare il proprio
sostegno a Kiev con un "impegno finanziario pluriennale", senza però
alcuna informazione ulteriore su cifre e simili.
Intanto, giunge una clamorosa la rivelazione
sulle mosse Usa:
il
presidente Biden avrebbe già dato il proprio assenso, tuttavia limitando l'area
alla sola regione di Kharkiv: lo rivelano due fonti Usa su “Politico”.
La
Danimarca sposa la linea Stoltenberg.
A
unirsi al club dei sì oggi è la Danimarca:
Copenaghen
si dichiara, infatti, favorevole all'uso degli F-16 che dona all'Ucraina per
colpire siti militari russi oltre il confine ucraino.
"Non è una posizione nuova: era già
chiaro quando abbiamo discusso della donazione in commissione Esteri al
Parlamento danese.
Abbiamo
detto che fa parte dell'autodifesa eventualmente attaccare anche installazioni
militari nel territorio degli aggressori", ha affermato il ministro degli
Esteri danese, Lokke Rasmussen, a margine del Consiglio Commercio.
"L'Ucraina può usare ciò che abbiamo
donato, anche al di là dei suoi confini, cioè per obiettivi in Russia, se è in
linea con il diritto internazionale":
rincara la dose anche il premier danese “Mette
Frederiksen”, osservando che i partner dell'Ucraina dovrebbero compiere
maggiori sforzi per rafforzare il sistema di difesa aerea del Paese,
accogliendo con favore la decisione della Germania di fornire il “sistema
Patriot”.
Secondo il primo ministro danese altri Paesi
dovrebbero fare lo stesso e l'Europa dovrebbe fornire più sistemi e missili
all'Ucraina.
(Stoltenberg:
"L'Italia è un alleato chiave, l'ho sottolineato a Meloni")
(Dailymotion).
Ma è
nella giornata di ieri che la cordata di assensi da parte di Sunak, Macron,
Scholz e Tusk, completata da Finlandia e Canada ha ribaltato, se non le sorti,
quantomeno la prospettiva della guerra.
Interessante
l'ipotesi proposta da Macron di creare una "coalizione europea di
istruttori militari per l'Ucraina":
una
forma ibrida tra l'intervento diretto e il mero sostegno a distanza, che
coinvolgerebbe un centinaio di specialisti per contribuire allo sminamento o
alla formazione di una nuova brigata motorizzata.
Restano
contrari Italia, Spagna e Belgio.
Non si
tratta più di una frattura tra falchi e colombe:
la
Nato come l'Europa ora si spacca sull'opportunità o meno di porsi più duramente
al cospetto di Vladimir Putin.
Non solo un passaggio epocale tra difesa e
offesa, bensì eventualità reale di guerra aperta.
Il
tabù che sta infatti crollando in queste ore, è infatti quello di vedere armi
Nato colpire il territorio russo e non, meramente, i russi occupanti l'Ucraina.
E poiché la guerra in Ucraina potrebbe essere,
sfortunatamente, solo il primo dei casi che riportano la guerra così vicino
all'Europa, conviene chiedersi che effetti avranno questi fronti sul futuro
dell'Alleanza.
La
linea Stoltenberg tra elezioni europee e nuovo Segretariato Nato.
Il
tutto è aggravato da due appuntamenti futuri:
le elezioni europee e quelle del prossimo
Segretario generale della Nato.
Eccezion fatta per “Sunak”, il fronte del sì è
tutto coinvolto nella tornata elettorale dell'Unione, con conseguenze pratiche
importanti sulla politica interna.
Questo costituisce anche prova di autonomia
europea di fronte a una Washington ancora titubante.
Nell'anno "più elettorale della
storia", l'Europa andrà al voto quasi cinque mesi prima degli Stati Uniti.
Le previsioni, come sappiamo, avevano
registrato un calo per la cosiddetta “maggioranza Ursula” (Pp, S&D, Re) in
favore di raggruppamenti di destra, euroscettici e indipendenti.
Questo aveva chiarito già da mesi la necessità
di una maggioranza solida e proattiva che possa reggere anche all'eventuale
rielezione di Donald Trump che chiuderebbe i "rubinetti" del supporto
americano a Kiev, anche da un punto di vista esistenziale.
Qualora,
infatti, il tycoon dovesse tornare alla Casa Bianca, è facile ipotizzare come i
rapporti con l'Europa - e i Paesi Nato in generale - muteranno bruscamente.
Se la
corsa ad un certo gradiente di autonomia strategica europea è di facile
comprensione, meno lo sono i toni accesi di Stoltenberg, che fanno dimenticare
i tempi della presunta "morte cerebrale Nato".
Il
Segretario Nato sembra farsi "più politico" di un tempo, così tanto
da apparire un disco rotto.
Questa
libertà d'azione potrebbe spiegarsi anche con la più banale delle ragioni:
Stoltenberg non ha più nulla da perdere negli ultimi mesi di mandato.
Al suo
trono ambiscono il papabile Mark Rutte ma anche il presidente romeno Klaus
Iohannis.
Difficile prevedere quando verrà raggiunta la
convergenza su un nome.
"Vediamo
che i russi possono stare sul lato russo del confine con una visione che è più
o meno la stessa della linea del fronte.
Possono
essere lì con l'artiglieria, i loro lanciamissili e gli aerei per munizioni e
carburante, più sicuri di quanto sarebbero stati se avessero potuto essere
attaccati con le armi più avanzate che l'Ucraina ha ricevuto.
E
quindi credo che sia giunto il momento di considerare alcune di queste
restrizioni per consentire agli ucraini di difendersi davvero" ha ribadito
anche oggi Stoltenberg, in apertura della ministeriale Esteri informale della
Nato a Praga.
Per il
Segretario, infatti, non si tratta di un reale cambio di prospettiva poiché il
diritto all'autodifesa comprende anche la possibilità di colpire obiettivi
militari, obiettivi legittimi al di fuori dell'Ucraina, obiettivi importanti,
come ad esempio al confine con il territorio russo.
Le
reazioni russe alla presa di posizione di Stoltenberg.
Se da
un lato, tutto questo provoca le prevedibili reazioni russe, con “Dimitry
Peskov” che derubrica il tutto a provocazioni che vogliono proseguire la
"guerra insensata", il ministro degli Esteri russo “Sergej Lavrov”,
in un'intervista all'agenzia di stampa “Ria Novosti”, afferma candidamente come
l'Occidente abbia nelle mani il conflitto, nonché la possibilità di accelerare
la soluzione diplomatica.
"Per
fare questo, è necessario che l'Occidente smetta di rifornire di armi
l'Ucraina, e che Kiev smetta di combattere.
Prima ciò accadrà, prima avremo una soluzione
politica".
E nel farlo azzarda anche un ruolo negoziale
per Pechino:
la Cina, a suo dire, potrebbe organizzare una
conferenza di pace alla quale potranno partecipare sia la Russia, sia
l'Ucraina.
“Lavorv”
ha poi ribadito che Mosca è aperta ai negoziati, "ma stiamo parlando di
pace e non di tregua".
Mentre
Washington si trincera dietro mille titubanze e una campagna elettorale pesante
come un macigno, l'Europa sembra aver svoltato verso una nuova fase, sebbene in
ordine sparso.
Presto la cronaca potrebbe restituirci notizie
di attacchi in Russia ben oltre Mosca o Belgorod.
Se
l'Alleanza abbia rialzato la testa o sia caduta in una gigantesca trappola,
solo la storia potrà dirlo.
Un
deputato canadese diventa virale
con
uno sfogo selvaggio sostenendo
che le
“emergenze climatiche” non
sono
“neutre rispetto al genere”.
Lifesitenews.com
- Antonio Murdoch – (30 maggio 2024 – ci dice:
La
deputata liberale “Laurel Collins” ha attirato critiche immediate dopo aver
affermato davanti a una commissione della Camera dei Comuni che "il
degrado degli ecosistemi ha un impatto sproporzionato su donne e ragazze...
Questa è la crisi esistenziale del nostro tempo".
OTTAWA
( LifeSiteNews ) – Lo sfogo sul “cambiamento climatico” di una deputata di
sinistra pro-aborto durante una recente riunione della commissione ambiente in
cui ha affermato che le “emergenze climatiche” non sono “neutre rispetto al
genere” poiché danneggiano “sproporzionatamente” le donne è diventato virale
con centinaia di migliaia di persone e di visualizzazioni.
Lo
sfogo virale è stato fatto dalla deputata del “Nuovo Partito Democratico”
“Laurel Collins “di Victoria, British Columbia, durante una riunione del
“Comitato Permanente per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile” del 23 maggio a
Ottawa, dopo essere stata innescata da un commento sull’”isteria climatica” da
parte di uno dei testimoni dell’incontro.
(Un
video pubblicato su “X” da “Wide Awake Media” dello sfogo di Collins ha avuto
300.000 visualizzazioni in poche ore).
Nell’incontro,”
Collins” ha esordito dicendo:
“Immagino di voler iniziare affrontando uno
dei commenti fatti dai testimoni sull’isteria climatica… Isteria, si riferisce
a qualcosa che è selvaggiamente emotivo. Viene dalla parola greca, grembo del
grembo. È usato nell'antica Grecia per riferirsi a cose associate alle donne.
“E
penso che spero che mi perdonerai se mi emoziono. Le emergenze climatiche non
sono neutre rispetto al genere. Il degrado degli ecosistemi ha un impatto
sproporzionato sulle donne e sulle ragazze… Questa è la crisi esistenziale del
nostro tempo”.
Non
ancora finito, “Collins” ha poi affermato che il “cambiamento climatico” è la
“crisi esistenziale del nostro tempo”, affermando che “quello che chiediamo
sono grandi ambizioni: è l’isteria climatica che mi rende selvaggiamente
emotivo, assolutamente”.
"Quando
penso al mio grembo, ai due bambini che ho partorito da quel grembo e al futuro
che stiamo lasciando loro, mi commuovo moltissimo", ha detto.
“Collins”,
che ha appena notato che aveva due figli, ha poi detto:
"non
è sorprendente sentire questo da qualcuno che ha scritto articoli a favore
della vita".
Ha
detto che i canadesi devono “pensare all’intersezione tra genere e crisi
climatica”, aggiungendo che “le persone attorno a questo tavolo e le persone
che ascoltano si asterranno dall’usare un linguaggio come l’isteria climatica”.
La
reazione allo sfogo della Collins è arrivata rapidamente sui social media, con
alcuni che hanno sottolineato che i suoi commenti non avevano alcun senso.
Il
noto psicologo canadese anti-sveglia, il dottor “Jordan Peterson”, ha preso di
mira lo sfogo di” Collins”.
"Un'isterica
si lamenta istericamente di una complicazione immaginaria di un problema
immaginario:
Canadesi:
questo è il @liberal_partyunder @JustinTrudeau", ha scritto Peterson su
“X” oggi.
Altri
hanno sottolineato che il genere non ha nulla a che fare con il tempo.
"Amico,
l'ultima volta che ho controllato un tornado non ho controllato il genere prima
di cancellarlo", ha commentato l'utente di “X” Julio Murillo in risposta a
un video clip dello sfogo di “Collins”.
L'utente
di “X” “Right Blend “ha detto riguardo ai commenti di Collins:
"Questa è un'insalata di parole che
applica 0 logica ma fa appello a “trigger emotivi".
Un
altro utente di “X”,” Based and Biased”, ha detto riguardo allo sfogo di
“Collins”: "Forse dovremmo vietare le emergenze climatiche".
Quando
si parla del cosiddetto “cambiamento climatico” causato dall’uomo, di cui la
sinistra predica da anni, la realtà è che l’altro lato del dibattito ha molte
prove per contrastare la narrativa della sinistra secondo cui l’uomo solo
sarebbe responsabile di un cambiamento, come nei modelli meteorologici della
Terra.
Uno
studio “peer-reviewed” del giugno 2017
condotto da due scienziati e uno statistico veterano ha confermato che
la maggior parte dei recenti dati sul riscaldamento globale sono stati
“fabbricati da scienziati del clima per farli sembrare più spaventosi”.
Come
notato da” LifeSiteNews”, i sostenitori della vita e della famiglia hanno
continuamente messo in guardia sull’allineamento del movimento di attivismo
climatico con i sostenitori dell’aborto e del controllo della popolazione e i
gruppi di pressione.
Il
governo federale del primo ministro Justin Trudeau, con il pieno sostegno
dell’NDP, è andato all-in nell’ideologia transgender radicale, inclusa la
cosiddetta “transizione” dei minori, introducendo allo stesso tempo leggi che
in superficie sembrano riguardare l'aiuto ai bambini.
Sotto
Trudeau, il governo federale ha stanziato milioni di soldi dei contribuenti per
finanziare gruppi LGBT di vario tipo e promuove in modo aggressivo un’agenda
pro-LGBT.
Da
quando è entrato in carica nel 2015, il governo Trudeau ha continuato a
promuovere un’agenda ambientale radicale, simile a quelle promosse dal “Great
Reset” del World Economic Forum e dagli “Obiettivi di sviluppo sostenibile”
delle Nazioni Unite.
La
riduzione e l’eventuale eliminazione dell’uso dei cosiddetti “combustibili
fossili” e la transizione verso un’energia “verde” inaffidabile sono state
spinte anche dal “World Economic Forum”, un’organizzazione in cui sono coinvolti “Trudeau e
alcuni membri del suo gabinetto” .
Non
festeggiamo ancora: l’OMS
potrebbe ancora far passare il trattato
sulla
pandemia attraverso una porta di servizio.
Lifesitenews.com
– Internazionale antiglobalista – (30 -5-2024) – ci dice:
Nonostante
le affermazioni secondo cui il trattato sulla pandemia è “morto”, il direttore
generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Ghebreyesus, ha
dichiarato che i negoziati continueranno.
(Internazionale
antiglobalista).
GINEVRA,
Svizzera ( LifeSiteNews ) – I negoziati per finalizzare sia gli emendamenti
proposti al Regolamento sanitario internazionale sia il nuovo Trattato sulla
pandemia si sono bloccati venerdì 24 maggio, portando molti a sostenere che il
trattato era “morto”. Tuttavia, il direttore generale dell’Organizzazione
mondiale della sanità, dottor Tedros Ghebreyesus, ha immediatamente dichiarato
che i negoziati sarebbero proseguiti.
Diverse
nazioni, tra cui gli Stati Uniti, hanno proposto una risoluzione, il cui effetto sarebbe che l’OMS continuerà a
negoziare gli emendamenti proposti all’IHR per tutta questa settimana, per
essere votati entro la fine della settimana.
(Un
deputato canadese avverte che il nuovo trattato pandemico dell’OMS potrebbe
sancire le restrizioni alla libertà dell’era COVID.)
Un
comunicato stampa dell'OMS chiarisce che intende finalizzare le modifiche al
regolamento sanitario internazionale entro il 1° giugno.
“Reggie
Littlejohn”, cofondatore della “Sovereignty Coalition” e presidente di
“Anti-Globalist International “, si è recato a Ginevra per l'”Assemblea
mondiale della sanità”.
Ha dichiarato:
La
negoziazione di emendamenti al Regolamento sanitario internazionale durante la
riunione dell'Assemblea mondiale della sanità, che sarà resa pubblica il giorno
del voto su tali emendamenti, costituisce una flagrante violazione
dell'articolo 55 dell'RSI, che richiede che tutti gli emendamenti proposti
siano diffusi nella loro forma finale quattro mesi prima del voto.
L’intento
dell’articolo 55 è quello di dare ai governi nazionali e alla società civile il
tempo di rivedere i cambiamenti proposti e analizzarne l’impatto.
Il
fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sia disposta a violare le
proprie leggi e regolamenti in modo così evidente indica il loro disprezzo per
lo stato di diritto.
Se
sono disposti a buttare dalla finestra anche le proprie garanzie procedurali,
perché dovremmo aspettarci che rispettino le leggi della nostra nazione?
“Littlejohn”
ha continuato:
“Oltre a questo, non abbiamo idea di cosa
stiano pianificando di aggiungere agli IHR, poiché li stanno negoziando questa
settimana in una scatola nera.
Cercheranno
di inserire disposizioni problematiche del Trattato sulla pandemia –
disposizioni che potrebbero danneggiare la nostra sovranità nazionale e la
libertà medica personale – nelle RSI, in modo che possano farle approvare con
il consenso anziché sottoporle alla rigorosa maggioranza dei 2/3 richiesta?
Da un trattato?
Dobbiamo fare tutto il possibile per fermare
la votazione di venerdì!”
(CORRELATO:
24 governatori repubblicani USA dicono a Biden che resisteranno al trattato
pandemico “incostituzionale” dell’OMS.)
La
Cina possiede grandi imprese statunitensi, terreni agricoli in 29 stati, uno
dei maggiori fornitori di carne in America e un numero sufficiente di cittadini
cinesi che hanno attraversato illegalmente il confine degli Stati Uniti dal
2021 per formare un grande esercito.
Allnewspipeline.com
- Susan Duclos - (30-5-2024) – ci dice:
Abbiamo
discusso in dettaglio come i cinesi, per lo più uomini in età militare che
attraversano il confine degli Stati Uniti, siano aumentati dell’8.500% da marzo
2021 a marzo 2024 , ma questa è solo una piccola parte del quadro più ampio se
consideriamo quanta parte dell’America è letteralmente posseduta dai cinesi,
che con la loro stretta alleanza con la Russia, sono ostili agli Stati Uniti.
Un
grafico fornito nell’articolo dell’”ANP”, offre un’immagine di ciò che dobbiamo
affrontare mentre il regime di Biden consente a sempre più nazioni straniere,
compresi paesi altamente ostili agli Stati Uniti, di entrare nel paese.
Un
esercito straniero all'interno dei nostri confini.
Poi,
il 29 maggio 2024, l'ANP ha pubblicato un articolo intitolato
"L'ammiraglio americano avverte che i cittadini stranieri stanno violando
le basi navali statunitensi 2-3 volte a settimana:
'Stanno arrivando velocemente e in massa con
un'ondata senza precedenti di cittadini cinesi'.
“Caudle”
ha inoltre affermato :
“Questo
è russo, cinese. Questo viene da tutte queste diverse nazioni. Stiamo
assistendo a un aumento”.
Poi
ieri, vediamo un articolo su “MSN” pubblicato per la prima volta sul “New York
Post” , che chiede "I funzionari di Biden stanno nascondendo un tentativo
di attacco terroristico da parte di immigrati clandestini?"
Questa
volta si trattava della base del Corpo dei Marines di Quantico, dove due
immigrati clandestini giordani guidavano un camion fino alle porte di Quantico.
Hanno
affermato di essere autisti delle consegne di Amazon e hanno tentato di
accedere a un sito che ospita l'accademia di formazione dell'FBI, scuole di
formazione per ufficiali militari, indagini penali militari e comandi di
intelligence.
La
rapida polizia militare ha fermato il camion e ha accusato gli uomini di
violazione di domicilio prima di consegnarli all'immigrazione e alle forze
dell'ordine degli Stati Uniti.
Nessuno
sa cosa sia successo dopo perché il governo si è rifiutato di rispondere se
questi uomini fossero sulla lista di controllo del terrorismo e, di fatto, ha
nascosto l'intera storia per due settimane fino a quando un organo di stampa
locale ha diffuso la storia e li ha costretti ad ammettere finalmente che era
avvenuta ossia un fatto accaduto.
Secondo
il rapporto locale che ha diffuso la notizia, uno di quegli uomini era sulla
nostra lista di controllo del terrorismo.
Va
molto peggio.
Il 24
maggio 2024, la corrispondente principale per la sicurezza nazionale di “Fox
News”,” Jennifer Griffin”, ha riferito
"Nuovi
dettagli sulla sparatoria a Carthage, nella Carolina del Nord, che coinvolge un
colonnello d'élite dell'esercito di San Francisco e due ceceni (russi) che si
trovavano illegalmente nel paese.
Operazioni
speciali hanno riferito di una crescente sorveglianza straniera su di loro e
sulle loro famiglie, sollevando preoccupazioni sulla loro vulnerabilità.
Tramite”
Twitchy” :
Una
misteriosa sparatoria nella Carolina del Nord, a nord di Fort Liberty, ex Fort
Bragg, non lontano da dove vivono e si addestrano alcune delle forze speciali
americane più d'élite, è oggetto di indagine da parte della Divisione
investigativa criminale dell'esercito e della polizia locale.
La sparatoria a Carthage, nella Carolina del
Nord, è avvenuta il 3 maggio alle 20:15 a seguito di una telefonata su un
sospetto intruso vicino alla proprietà di un soldato delle forze speciali.
Due
uomini ceceni che parlavano un inglese stentato sono stati trovati vicino alla
casa del soldato.
La
famiglia sostiene che il sospetto intruso, “Ramzan Daraev”, 35 anni, di
Chicago, stesse scattando foto ai loro figli.
Quando
si sono confrontati vicino a una linea elettrica in una parte boscosa della
proprietà, ne è seguito un alterco e “Daraev” è stato colpito più volte a
distanza ravvicinata.
Un
secondo uomo, “Dzhankutov Adsalan”, si trovava a bordo di un veicolo a una
certa distanza dal luogo dell'incidente ed è stato interrogato dalle autorità e
poi rilasciato. L'ufficio dello sceriffo della contea di Moore sta conducendo
le indagini.
Il
regime di Biden si rifiuta inoltre di "rivelare la nazionalità delle
persone sulla lista di controllo del terrorismo dell'FBI arrestate al confine
dalla Border Patrol, citando gli "interessi di privacy" delle persone
coinvolte", secondo Fox News .
L’interesse
alla privacy degli immigrati clandestini, presenti nella lista terroristica
dell’FBI, è più importante che dirci da dove provengono i terroristi che
entrano illegalmente nel paese.
Invece
di proteggere gli americani dai terroristi, proteggono i terroristi dagli
americani.
Irreale.
LASCIARE
CHE I CINESI COMPRANO L'AMERICA...
La
Cina sta anche comprando aziende americane.
La più
preoccupante sarebbe “Smithfield Foods”, la più grande acquisizione cinese mai
realizzata di un’azienda statunitense. “Smithfield Foods” è un produttore
leader di carne di maiale.
Altre
società statunitensi includono AMC Theatres, General Electric Appliances,
Motorola Mobility, Strategic Hotels & Resorts, Legendary Entertainment,
Ingram Micro, Nexteer Automotive, Ironman Triathlon, The Cleveland Cavaliers,
Riot Games, Gaylord Rockies Resort & Convention Center, Universal Music
Group ( quota di minoranza), Fisker Automotive, WeWork e Brookstone.
Un
altro fatto inquietante viene da un collegamento al sito web di Steve Quayle
del 29 maggio, con una nota che dice "GUARDA LA MAPPA", è un pezzo
del Daily Mail , con detta mappa che mostra quanti terreni agricoli
statunitensi possiedono i cinesi, e un disegno di legge da una deputata
repubblicana che cercava di impedire a entità straniere di acquistare altri
terreni agricoli statunitensi.
Le
entità cinesi possiedono terreni agricoli in 29 dei 50 stati degli Stati Uniti.
Un totale di 40 milioni di acri di terreni agricoli statunitensi sono di
proprietà di entità straniere.
Esiste
una mappa in questione.
Paesi
ostili agli Stati Uniti, tra cui Russia e Cina, stanno attraversando il confine
illegalmente, mettendo alla prova la sicurezza delle nostre basi militari, con
rapporti che elencano la Marina, i Marines e l'Aeronautica Militare come
obiettivi, uno dei quali sarebbe sulla lista di controllo dell'FBI, ma non era
“Non l'ho ammesso” finché un giornalista locale non ha rivelato la storia.
Ciò
lascia aperta la domanda molto pertinente: quanti altri cittadini stranieri
sulla lista di controllo del terrorismo non solo hanno attraversato il confine
illegalmente, ma hanno cercato di violare le nostre basi militari?
Se
mantenessero segreto l’incidente per due settimane fino a quando un giornalista
non diffondesse la storia, gli americani non avrebbero alcuna fiducia che il
regime di Biden sarebbe schietto con la nazione riguardo agli altri.
Una
forza cinese delle dimensioni di un ramo militare composta da uomini in età
militare si trova già illegalmente negli Stati Uniti, con un aumento
dell’8.500% da marzo 2021 a marzo 2024, insieme ai cinesi che possiedono
terreni agricoli in 20 dei 50 stati, oltre a possedere e molte società
statunitensi, e le partecipazioni in molte altre, dovrebbero rappresentare un
enorme campanello d’allarme per tutti gli americani.
Non
dobbiamo aspettare che la Russia e/o la Cina ci bombardino, tutto ciò che
devono fare è attivare le forze che già hanno in America, rifiutare di
permettere che il cibo proveniente da qualsiasi terreno agricolo di loro
proprietà venga acquistato dagli americani, e hanno già vinto metà della
battaglia.
Inoltre,
non abbiamo modo di sapere cosa hanno nei terreni agricoli, per quanto ne
sappiamo, potrebbero avere un arsenale, bombe e altre armi, aspettando solo che
la Cina attivi le cellule all’interno dell’America.
Biden
lascia che l'Ucraina colpisca
la
Russia con armi statunitensi mentre
l'Ucraina
attacca le difese nucleari russe.
Globalresearch.ca - Caitlin Johnstone – (31
maggio 2024) – ci dice:
Ebbene,
alla fine è successo: Biden sta ora lasciando che l'Ucraina colpisca il
territorio russo con armi fornite dagli Stati Uniti.
L'escalation della politica del rischio
calcolato, che sarebbe stata impensabile fino a pochi anni fa, sta diventando
sempre più comune man mano che l'Ucraina perde sempre più territorio ed è a
corto di soldati da combattere.
In un
nuovo rapporto di “Politico” intitolato "Biden ha segretamente dato
all'Ucraina il permesso di colpire all'interno della Russia con armi
statunitensi", che cita diversi funzionari statunitensi anonimi, gli
autori dell'articolo descrivono correttamente la nuova autorizzazione della
Casa Bianca come un "cambiamento sbalorditivo che l'amministrazione
inizialmente aveva detto che avrebbe intensificato la guerra coinvolgendo più
direttamente gli Stati Uniti nella lotta".
Questo
rapporto arriva poco dopo un articolo del “New York Times” intitolato "Da
alleati e consiglieri, cresce la pressione su Biden per consentire attacchi sul
territorio russo", in cui “David E. Sanger” ha previsto con precisione che
"Biden si sta avvicinando a quella che potrebbe rivelarsi una delle sue
decisioni più consequenziali nella guerra per l'Ucraina: se revocare il suo
divieto di sparare armi americane in territorio russo".
La
guerra che si allarga sempre di più.
“Politico”
riferisce che l'approvazione per questi attacchi è limitata
"esclusivamente vicino all'area di Kharkiv", ma, ancora una volta,
queste escalation erano una volta impensabili anche per questa amministrazione,
e ogni volta che viene autorizzata una nuova escalation i guerrafondai sono già
sulla buona strada per spingerne un'altra.
Nelle
prossime settimane assisteremo sicuramente a crescenti richieste a Biden di
autorizzare attacchi sostenuti dagli Stati Uniti più in profondità nel
territorio russo.
Questo
nuovo sviluppo arriva subito dopo aver appreso che l'Ucraina ha ripetutamente
attaccato i sistemi di allerta precoce della Russia per gli attacchi nucleari
in arrivo, con droni ucraini che hanno preso di mira i siti radar russi a
centinaia di chilometri dal territorio controllato dall'Ucraina.
Solo
pochi anni fa, se vi avessi detto che un rappresentante della NATO avrebbe
presto attaccato l'infrastruttura di difesa nucleare della Russia,
probabilmente avreste pensato che saremmo stati abbastanza vicini a un'altra
situazione di stallo nucleare a livello di crisi dei missili di Cuba, e che
avrebbe ricevuto alti livelli di allarme e attenzione.
Ma
questo rapporto fa a malapena notizia, e quasi nessuno in Occidente sa che sta
accadendo.
Ciò
avviene anche mentre “Reuters” riferisce che la Francia si sta preparando a
inviare "diverse centinaia" di truppe in Ucraina per addestrare le
forze ucraine, il che ovviamente significa che potremmo presto vedere le forze
armate di una potenza NATO essere uccise dall'esercito russo.
Ognuno
di questi tre nuovi sviluppi ha il potenziale per portare a eventi
imprevedibili che vanno fuori controllo in una guerra nucleare tra la NATO e la
Federazione Russa, che sarebbe la cosa peggiore che potrebbe accadere sul
pianeta Terra.
Non ci sono scuse per nessuno per giocare in
un luogo lontanamente vicino a un tale precipizio, eppure eccoci qui.
Come
abbiamo discusso l'anno scorso, la cosa terrificante del modello dell'Occidente
di continuare a intensificare contro la Russia ogni volta che non ottiene un
ICBM nucleare nel kisser per l'ultima escalation incentiva naturalmente la
Russia ad attaccare direttamente la NATO al fine di ristabilire la sua
credibilità per la deterrenza.
Finora
la Russia si è accontentata di rispondere all'escalation della NATO
semplicemente facendo irruzione in Ucraina con sempre maggiore ferocia, ma se
l'impero occidentale continua a interpretare ogni volta che la Russia non
attacca direttamente le forze della NATO come un segno che è sicuro continuare
l'escalation, a un certo punto la Russia dovrà colpire la NATO.
Non è
sensato o accettabile che tutto questo stia accadendo.
L'impero
ha consapevolmente provocato questa guerra, e ora sta diventando sempre più
disinvolto nel rischiare la vita di tutti su questo pianeta mentre il suo
procuratore è a corto di vite da mettere nei suoi ingranaggi.
Ed è
così difficile attirare l'attenzione su questo, perché ci sono così tante altre
cose orribili che accadono nel mondo di cui anche l'impero occidentale è
direttamente responsabile.
L'impero si sta comportando sempre più come un
animale ferito e messo all'angolo mentre la Cina cresce e gli Stati Uniti
sprofondano lentamente nel post-primato, l'unica differenza sostanziale è che
gli animali feriti e messi all'angolo hanno denti e artigli invece di armi da
Armageddon.
La
Cina prende di mira gli aerei e
gli agricoltori dell’UE mentre si
prepara la guerra commerciale.
Politico.eu
- CAMILLE GIJS e NICHOLAS VINOCUR – (30 MAGGIO 2024) – ci dicono:
Il
Ministero del Commercio cinese ha inviato una lettera al capo del commercio
dell'UE per esprimere fastidio per le recenti indagini commerciali e chiedere
un ripristino.
Il
segretario al Tesoro “Yellen” incontra i commissari europei in visita
“Margrethe Vestager” e “Valdis Dombrovskis”.
Nella
lettera a Valdis Dombrovskis, Pechino chiede un'ampia soluzione negoziata e
nuove idee per trovare soluzioni alle controversie commerciali.
BRUXELLES
– Pechino avverte l’Unione Europea che colpirà i suoi settori aeronautico e
agricolo a meno che Bruxelles non si ritiri da un’imminente guerra commerciale.
Con la
Commissione Europea che dovrebbe imporre tariffe sui veicoli elettrici cinesi
nei prossimi giorni, il Ministero del Commercio cinese ha inviato una lettera
di cinque pagine al capo del commercio dell’UE “Valdis Dombrovskis” chiedendo
un ripristino, secondo una persona con conoscenza diretta del dossier.
Un
portavoce della Commissione europea ha confermato a “POLITICO” che Dombrovskis
ha ricevuto la lettera.
"Stiamo
lavorando a una risposta", ha aggiunto il portavoce.
La
lettera, secondo la persona informata, chiarisce che Pechino è infastidita
dall’aumento del ritmo delle indagini commerciali avviate dall’esecutivo
dell’UE negli ultimi mesi e chiede una tregua per evitare un’ulteriore
escalation.
Tuttavia,
la Cina non si limita a chiedere la cessazione delle ostilità, ma segnala anche
potenziali ritorsioni.
Ciò
“inizierebbe” con l’aviazione e l’agricoltura, secondo qualcuno informato
dell’approccio di Pechino, che aveva familiarità con la lettera.
La
posta in gioco non potrebbe essere più alta:
gli
elettori eleggeranno un nuovo Parlamento europeo dal 6 al 9 giugno, e la
Commissione probabilmente rimanderà l’annuncio del risultato di un’indagine
durata nove mesi sui sussidi cinesi ai produttori di veicoli elettrici fino a
quando non saranno pubblicati i risultati.
Non è
ancora chiaro quale livello di dazi all’importazione imporrebbe Bruxelles, ma
gli analisti dicono che dovrebbero aumentare fino al 50% dall’attuale 10% per
livellare il vantaggio di costo di cui godono i produttori cinesi di veicoli
elettrici, guidati da “BYD”.
Secondo
“Rhodium Group”, le importazioni dell’UE di veicoli elettrici dalla Cina sono
salite a 11,5 miliardi di dollari nel 2023 da 1,6 miliardi di dollari nel 2020,
rappresentando il 37% di tutte le importazioni di veicoli elettrici.
Soluzione
negoziata.
Nella
lettera a Dombrovskis, Pechino chiede un’ampia soluzione negoziata e nuove idee
per trovare soluzioni alle controversie commerciali, a seguito dell’escalation
tra Bruxelles e Pechino che colpisce il commercio di tutto, dagli scanner di
sicurezza aeroportuali ai dispositivi medici.
Colpire
l’agricoltura potrebbe infliggere un duro colpo a un settore sensibile dell’UE,
con la Cina che è la terza destinazione delle esportazioni agroalimentari del
blocco e rappresenta il 6,4% del commercio agroalimentare totale dell’UE.
Le
misure più gravi nel settore dell’aviazione prenderebbero probabilmente di mira
“Airbus”, il produttore europeo di aeromobili che è il maggiore fornitore del
mercato cinese.
Pechino ha minacciato di prendere di mira
“Airbus” in passato, affermando notoriamente che non avrebbe acquistato i suoi
aerei se le compagnie aeree cinesi dovessero rientrare nelle norme UE sullo
scambio di emissioni di carbonio.
In
risposta all’indagine sui sussidi ai veicoli elettrici cinesi, Pechino a
gennaio ha lanciato un’indagine antidumping contro i produttori europei di
liquori, colpendo in particolare la Francia.
I produttori francesi di cognac temono di
diventare il bersaglio delle ire di Pechino una volta che l'esecutivo dell'UE
annuncerà ufficialmente le tariffe sui veicoli elettrici.
Il
presidente cinese” Xi Jinping” ha incontrato la presidente della Commissione
“Ursula von der Leyen” e il presidente francese “Emmanuel Macron” per colloqui
a tre a Parigi all’inizio di questo mese, ma il tono dei colloqui è stato
freddo e si è concluso solo con la promessa da parte del leader cinese di non
imporre dazi temporanei alle autorità cinesi.
Pericolo
per i Produttori francesi di cognac.
Proprio
la settimana scorsa, la Cina ha annunciato nuove sanzioni contro il colosso
aerospaziale statunitense” Boeing”, con la motivazione che vende armi a Taiwan,
che Pechino considera una provincia separatista.
LA
PSYCHOGUERRA CONTINENTALE
DELLA
EX-EUROPA.
Lapecoranera.it
– (30/05/2024) - Manlio Lo Presti – ci dice:
(Manlio
Lo Presti - Scrittore ed esperto di banche e finanza).
La
Rete è da tempo un’autostrada con decine di corsie.
Sopra ci transitano notizie di ogni genere e
di ogni provenienza.
Come
avviene nel mondo cosiddetto “cartaceo”, viaggiano molte informazioni false-
Camminano notizie manipolate con un testo vero nel quale ci sono innesti di
notizie infondate ed elaborate per creare rabbia e reazioni di odio nei
lettori.
Le
notizie parzialmente false sono quelle più difficili da smascherare.
I
tempi di diffusione condizionano il significato, costituiscono un additivo
segnaletico sulle “notizie” diffuse.
La scelta del momento è un indizio
segnaletico: perché ora e non prima;
perché ripetere ora se è stata pubblicata in
precedenza? I dubbi che suscitano domande garantiscono un freno alla credulità
acritica o condizionata da filtri ideologici.
In
particolare, gira da qualche giorno la notizia di “simulazione di guerra
mondiale”.
Il contenuto è interessante e vorrei
diffonderlo ma circola senza la fonte, il link di provenienza.
In
ambiente “whatsapp” leggo la dicitura “inoltrato molte volte”.
Mi
fermo e faccio una riflessione che ho maturato con l’esperienza di navigazione.
Non mi faccio guidare dalle convinzioni personali.
Copio e incollo la prima frase del testo sui
motori di ricerca.
Non
trovo niente. Mi fermo.
Cestino
la notizia.
Mi si
conferma il sospetto che le notizie con la dicitura “inoltrato molte volte”
siano false al 95% e siano tagliate e manipolate con pezzi falsi o esogeni per
far sembrare la notizia più plausibile.
La
“simulazione di guerra” è stata diffusa a febbraio del 2024 e localizzata in
Sardegna.
La regione fu letteralmente devastata – alla
faccia della ecologia green inclusiva SOSTENIBILE, ecc. da vari contingenti dei
Paesi dell’unione europea.
I movimenti ecologisti hanno lanciato proteste
di facciata ma nessuno di costoro si è mosso concretamente come fanno quando
vogliono buttandosi a terra sul luogo contestato, bandiere, clamori che
attirano i giornalisti, filmati lanciati in rete, interviste, ecc.
Silenzio
totale.
Anche
questo è un caso di “ecologia ad intermittenza” tipica del bis-pensiero della
sinistra al caviale.
I
danni ambientali sono stati pagati dalla ex-italia, ovviamente.
Nessuno
ha parlato della vastità di questi sfregi nel territorio della Sardegna.
Nessuno.
Sorge
la domanda: perché questa notizia è rilanciata proprio adesso?
Molto
vistoso l’uso ossessivo della catena degli spacciatori e diffusori in buona
fede (o forse no) che ripetono la condivisione sui propri profili e in
particolar modo sui gruppi di discussione in funzione nei canali WhatsApp,
Telegram, X (ex Twitter), Facebook.?
Diffondere
notizie adulterate con il metodo dell’innesto di falsità dentro un evento vero
è una tecnica cinica elaborata da tecnologi della sovversione esperti di media.
Ha lo scopo di creare caos per danneggiare progressivamente le capacità
cognitive della popolazione.
La gente non deve capire nulla!
Le informazioni devono essere contrastanti e
lanciate a grappolo tematico. Questa informazione viene riproposta a ridosso
del clima di guerra che circola e sulla proposta di usare armi europee e Usa in
territorio russo.
Ricordate
le centinaia di trasmissioni dove venivano intervistati o filmati “esperti
virologi” che spiegavano le loro ragioni senza un contraddittorio né un sereno
dibattito?
Da notare che nessuna opinione coincideva con
almeno un esperto fra gli oltre trecento medici consultati.
Ognuno
di costoro diceva una cosa diversa!
Questo
sistema delle notizie contrastanti e contraddittorie è usato con ampiezza di
mezzi nel narrare la “Guerra Ibrida” in corso nella ex-europa.
Le popolazioni devono essere abituate a vivere
con l’emergenza militare eterna. Una caratteristica creatasi con la vicenda
dello” psychovairuss” è la presenza di militari usati come coordinatori.
Non
c’erano civili capaci?
Non vi
era la disponibilità di organizzatori che potevano essere reclutati nei
santuari economici quali la Luiss, la Bocconi, il Politecnico di Torino, la
Sant’Anna di Pisa, la Federico II di Napoli.
No,
non c’erano!
L’arruolamento
del generale ha fatto capire che si è trattato di una operazione totalmente
militare.
Anche la coreografia correlata continuava a
confermarlo.
1)
segretezza ossessiva:
2)
enorme uso di mezzi di trasporto dell’esercito;
3)
parlare 24 ore al giorno di morti e non farli vedere alla pietà dei
sopravvissuti, con il racconto che erano sigillati nei ridetti mezzi che si
muovevano di notte in colonne lunghissime preferendo strade secondarie;
4) la
segretezza imposta esecutivamente sull’intera operazione;
5) contemporanea imposizione alla popolazione
di “avere fiducia nella scienza” totalmente occulta, ostile e opaca.
Non
c’è stata alcuna fonte di informazioni che abbia cercato di spiegare perché
l’ex presidente del Parlamento europeo è stato portato d’urgenza in un centro
clinico di Aviano e non a Bologna, Roma, Torino, Napoli.
Perché?
La
risposta è nella connotazione fortemente militarizzata della vicenda virus?
Il
meccanismo di “A.I. di Chrome” sulla questione così scrive:
“L’aeroporto
di Aviano (in inglese: Aviano Air Base o semplicemente Aviano AB) è
un’infrastruttura militare italiana utilizzata dall’USAF, l’aeronautica
militare statunitense.
Si trova nel comune di Aviano, in
Friuli-Venezia Giulia, ai piedi delle Prealpi Carniche, circa 15 chilometri a
nord di Pordenone.
Nella
base ha sede il “31st Fighter Wing” dell’aeronautica militare statunitense, a
sua volta parte dell’USAFE (United States Air Forces in Europe).
Questa
base è la più grande base aerea americana del Mediterraneo e ospita
cacciabombardieri F-16CM Fighting Falcon2.
La sua
posizione strategica e la sua importanza militare la rendono un punto chiave
per le operazioni aeree degli Stati Uniti in Europa .
”Opacità
totale secondo il principio che le masse devono sapere fatti e cose
precedentemente pastorizzate dall’alto.
Fa
sorridere la totale assenza di critiche alla nomina di un generale alla
coordinazione delle vaccinazioni e ora scomparso dai radar e le critiche
isteriche sulla candidatura di un altro generale.
Il
militare senza penna ha la pecca di essere fuori del “giglio magico” delle
sinistre da salotto inclusive genderiste globaliste sostenibili al caviale e,
quindi, deve essere sterminato.
Teniamo ben presente che stiamo parlando di
comparse usa-e-getta che saranno dimenticate dalle ondate della Storia.
Dopo
lo psychovairuss, la psychoscimmia, la psychoucraina, la psychoisraele, adesso
abbiamo la psychoguerra.
Tutta
la sarabanda rumorosissima avrà termine con le elezioni Usa.
I meccanismi di informazione sono identici a
quelli usati nella vicenda virologica. Primo fra questi la militarizzazione, la
segretezza, le notizie sparate senza verifica, ecc.
Un
esempio della opinabilità delle notizie dei conflitti in corso?
Non ci sono dati sul numero di morti fra i
militari e civili di Israele.
Non ci
sono dati sul numero di morti degli eserciti ucraini e russi.
Come è accaduto nella vicenda virologica,
circolano voci sparate con titoli roboanti di giornali o reti televisive tutte
in contraddizione fra loro.
Anche
in questo caso, sono intervistati opinionisti, professorini oppositori che sono
alle dipendenze di università private, ambasciatori in servizio, diplomatici in
pensione vecchie anticaglie tirate fuori alla bisogna, giornalisti dissenzienti
e giornalisti atlantisti, esperti alle dipendenze di strutture Nato, giornali
Nato, Istituzioni Nato, allineati Nato, siti Nato palesi e nascosti, professori
universitari dal piglio sussiegoso. Generalissimi e generalini.
La
narrazione delle procedure delle vicende epidemiche sopra descritte in sintesi
è la chiave perfetta per “leggere” lo svolgimento della coreografia rutilante e
smargiassa della guerra ucraina e di Gaza.
Identiche le tecniche di lavaggio del cervello
costruite sul falso totale o parziale, sul detto e il non-detto, sulla assenza
di fonti certificabili e correlate, sulla diffusione ossessiva di filmati senza
data, senza contesto, senza una fonte, sulla paura e sul caos diffuso da
provocatori professionali incaricati di diffondere odio e rabbia (contro i
quali poi si muovono i controllori umani e robotici dei canali di rete) e
contro i quali si creano leggi liberticide nella ex-europa.
La garrota va serrata lentamente.
La tecnica non è nuova.
La legge di Sparta diceva che «la legge non è
creata per essere rispettata, ma per colpire coloro che non la rispettano».
Tale teorema costituisce la dottrina USA del
bombardamento di Stati bersaglio (ricchi di materie prime o amici dei nemici
più grandi e pericolosi non attaccabili direttamente) accusati di non
rispettare norme internazionali.
Il copione è noto.
Ho
curato per anni rassegne stampa per alcune istituzioni italiane.
Ho
sempre filtrato le notizie prima di pubblicarle.
Il metodo è quello di porsi sempre cinque
domande prima di scrivere:
CHI,
COME, DOVE, QUANDO, PERCHE’.
Se il
metodo è applicato bene, cioè senza filtri ideologici e preconcetti di parte,
passa solo il 5% della massa di fatti irrilevanti ma propinati come eccezionali
usando pratiche linguistiche e mediatiche molto raffinate.
Pertanto,
non c’è affatto bisogno di una legge europea repressiva per stare attenti a
filtrare la marea collosa di notizie che ci investe ogni giorno.
Sarà
una ennesima normativa demagogica.
Una
pezza a colori che non deve risolvere più di tanto, in mancanza del solito
“buon senso”.
Corollario
del teorema: siamo sicuri che i diffusori seriali del novantacinque percento di
falsità lo facciano in buona fede?
Niente
è come sembra.
Che
cosa ha fatto Israele per
gli americani nell'ultima settimana?
Unz.com
- FILIPPO GIRALDI • (30 MAGGIO 2024) – ci dice:
Hanno
preso i nostri soldi e le nostre armi e ci hanno reso complici come criminali
di guerra.
La
“Jewish Virtual Library” afferma che "le relazioni tra Stati Uniti e
Israele si basano sui due pilastri dei valori condivisi e degli interessi
condivisi.
Data
questa comunanza di interessi e convinzioni, non dovrebbe sorprendere che il
sostegno a Israele sia uno dei valori di politica estera più pronunciati e
coerenti del popolo americano".
Questa è, naturalmente, la grande menzogna tra
le tante che costituiscono il legame che unisce i due paesi.
Le menzogne di supporto, regolarmente
sbandierate al Congresso, sono che Israele è una democrazia e un alleato.
Naturalmente
non è né l'uno né l'altro, in quanto si tratta di un regime di apartheid per
soli ebrei che non ha confini fissi e nessun accordo di sicurezza reciproco con
gli Stati Uniti.
Israele
e i suoi promotori non dicono mai la verità, in particolare quando ingannano il
governo degli Stati Uniti per fargli fornire più soldi e più armi, come è
accaduto sia apertamente che segretamente negli ultimi otto mesi durante
l'orribile pulizia etnica dei palestinesi.
Quindi,
come può accadere, in particolare perché Israele è manifestamente malvagio in
termini di trattamento dei palestinesi e sconsiderato nella sua aggressione
diretta contro vicini come il Libano e la Siria?
Il
fatto che non stia bombardando anche l'Egitto e la Giordania è in gran parte
attribuibile ai miliardi di dollari di aiuti che gli Stati Uniti danno a quei
paesi a condizione che mantengano un modus vivendi traballante con i sionisti
aggressivi e dotati di armi nucleari.
Data
la meravigliosa zona di comfort che Israele ha stabilito, in gran parte grazie
alla protezione degli Stati Uniti in organismi internazionali come le “Nazioni
Unite” e il “Consiglio di Sicurezza” dell'ONU, nonché nei confronti dei diversi
tribunali internazionali e delle agenzie di aiuto umanitario, Israele ha
regolarmente attaccato e ucciso i suoi vicini senza mai essere ritenuto
responsabile di nulla.
È un
modello che è particolarmente visibile ora che il massacro di palestinesi a
Gaza si avvicina alla soglia dei 50.000, costituiti per lo più da donne e
bambini.
Il recente oltraggioso assalto al campo
profughi del quartiere di Tal al Sultan vicino a Rafah, che ha ucciso almeno 45
persone e includeva fotografie grafiche del corpo di un bambino in fiamme senza
testa e di altri cadaveri ancora in fiamme e fumanti, era diretto contro i
senzatetto di Gaza che vivevano nelle tende e che erano stati precedentemente
cacciati dalle loro case distrutte nella parte settentrionale del paese.
E per
l'eterna vergogna di Biden e compagnia, il massacro ha usato armi di
fabbricazione e fornitura statunitensi.
Se a
questa carneficina si aggiunge la carestia che ora minaccia di uccidere altre
decine di migliaia di palestinesi a causa del governo israeliano e dei suoi
coloni estremisti che bloccano l'ingresso delle forniture alimentari, si può
capire la portata delle azioni genocide scelte da Israele.
L'affermazione
di Netanyahu secondo cui l'esercito ha usato solo piccole munizioni a Rafah e
stava prendendo di mira due funzionari di Hamas che si nascondevano tra i
civili era come al solito una menzogna e il campo non aveva alcun significato
come obiettivo militare.
Israele
ha dato seguito all'attacco con un altro bombardamento sulla vicina “al-Mawasi”
la notte successiva, che ha ucciso più di venti persone, e i carri armati dello
Stato ebraico stanno ora penetrando in profondità nella città, senza dubbio
prima di un assalto di fanteria che potrebbe uccidere altre decine di migliaia
di persone.
Hanno
anche tagliato l'accesso al punto di ingresso dall'Egitto a sud di Rafah.
Un alto funzionario del governo israeliano
prevede che la guerra continuerà fino alla fine dell'anno, per altri sette
mesi, e il successo sembra essere misurato dall'arrivo a un punto in cui
“Hamas” e tutti gli altri palestinesi ostili saranno uccisi o deportati.
Dopo
il massacro di Rafah, c'è stato senza dubbio l'obbligatorio scambio di
telefonate tra un beffardo primo ministro Benjamin Netanyahu e il sorridente
gigante mentale presidente Joe Biden, senza dubbio incluso il ringraziamento di
Bibi per le armi americane che si dice siano state utilizzate nell'omicidio.
È
davvero fantastico quando non devi nemmeno pagare per le armi usate per
uccidere qualcuno.
Per mostrare il suo apprezzamento per la
gratitudine israeliana, Biden ha senza dubbio mormorato una frase incisa sui
suoi lobi prefrontali, cioè "Israele ha il diritto di difendersi!".
L'interazione
transnazionale presumibilmente ha prodotto anche la tipica flatulenza che
emerge dalla macchina propagandistica della Casa Bianca.
Biden,
nel tentativo di far sembrare che stesse effettivamente facendo pressione su
Israele per ridurre le vittime civili, aveva precedentemente avvertito che
un'invasione su vasta scala di Rafah sarebbe stata difficile da sostenere e
sarebbe stata considerata una questione di "linea rossa", ma era una
trovata politica che non aveva mai avuto intenzione di portare a termine a
parte un arrivo ritardato di un carico di bombe super pesanti da 2000 libbre.
Molti
americani, anzi la maggioranza, sono giustamente profondamente sconvolti dal
sostegno dell'esercito e del governo degli Stati Uniti all'ultima guerra di
Israele e un Biden confuso sta ora contando i voti fingendo di avere
preoccupazioni umanitarie.
Ciononostante,
la Casa Bianca non si è spinta fino al punto di incolpare gli israeliani per il
loro eccessivo impegno.
In una conferenza stampa, l'ufficiale delle
comunicazioni della sicurezza nazionale di Biden, “John Kirby”, che secondo
quanto riferito era un ammiraglio una volta, forse sulla “Good Ship Lollypop”,
ha articolato come "Avete visto tutti le immagini, sono strazianti, sono
orribili. Non ci dovrebbero essere vite innocenti perse a causa di questo
conflitto. Israele, naturalmente, ha il diritto di attaccare Hamas...
Come
risultato di questo sciopero di domenica, non ho cambiamenti politici di cui
parlare. È successo e basta.
Gli
israeliani indagheranno su questo. Saremo molto interessati a ciò che
troveranno in quell'indagine".
Certo
che tu sei “John”, e sarà una grande e approfondita indagine da parte di
Israele, proprio come lo è stata nei casi degli americani morti a bordo della”
USS Liberty”, dell'attivista per la pace “Rachel Corrie”, della giornalista”
Shireen Abu Akleh” e, più recentemente, dell'ottantenne cittadino americano
“Omar Abdalmajeed As'ad” che è stato picchiato a morte da elementi
dell'"esercito più morale del mondo" di Israele dopo essere stato
arrestato per il crimine di essere stato -camminando- nel suo villaggio in
Cisgiordania.
Perché
“Joe” e compagnia sono così dediti a dissimulare la verità quando si tratta di
Israele e di tutte le sue opere maligne?
È a causa di un'entità conosciuta
eufemisticamente come la “Lobby di Israele”, ma che preferisco descrivere in
modo più accurato come l'”Entità Ebraica del Denaro In Politica” (AIPAC, ADL e
altri) sostenuta dalla “Scofield Bible Zio-Christian Crowd “guidata da
pagliacci come il Presidente della Camera “Mike Johnson”.
So che
è un boccone, ma è quello che è.
Israele
non ottiene il sostegno acritico e schiacciante degli Stati Uniti perché il suo
comportamento lo merita o perché serve gli interessi americani, ma piuttosto a
causa di tutto quel denaro giudiziosamente applicato per corrompere il governo
a tutti i livelli e per comprare e controllare il messaggio delle industrie dei
media e dell'intrattenimento.
Il professor “John Mearsheimer”, co-autore di
“The Israel Lobby del 2007”, ha a lungo sostenuto che "i sostenitori di
Israele andranno a mettere a tacere chiunque metta in discussione la loro
narrazione".
Ma
secondo “Mearsheimer”, qualcosa è cambiato a causa del 7 ottobreesimo:
"La
grande differenza è che oggi le attività della lobby sono completamente alla
luce del sole.
Penso
che poche persone sapessero molto della lobby all'epoca.
E
pochissime persone sapevano molto dell'influenza della lobby sulla politica
estera americana, soprattutto per quanto riguarda il Medio Oriente.
E
penso che abbiamo contribuito a smascherarlo e ora più persone capiscono cosa
sta succedendo.
La
lobby è ora costretta a operare molto di più all'aperto".
Pari
passo, tutta quella corruzione giudiziosamente applicata sta servendo a privare
gli americani dei loro diritti fondamentali, in particolare la libertà di
parola, poiché presto sarà illegale criticare sia gli ebrei che Israele.
E non
aspettatevi alcun sollievo dalle elezioni nazionali di novembre se ci sarà una
vittoria del GOP sotto forma di “Donald Trump “e possibilmente “Nikki Haley” o
qualche creatura del genere come pezzo di ricambio di “Zio con”.
Trump
si è venduto su ogni questione immaginabile per Israele nel 2016-2020 e lo
farebbe di nuovo.
I repubblicani si sono sforzati di diventare
il nuovo partito di "Israele prima di tutto" perché vogliono rubare
tutto quel denaro e il sostegno dei media ai democratici.
Il senatore “Lindsey Graham” della Carolina
del Sud ha chiesto di bombardare Gaza con armi nucleari, mentre “Nikki” è stata
in Israele a firmare le bombe da sganciare sui “Pal”s con un pennarello viola:
"Finiscili! L'America ama Israele".
La sua
sollecitazione a un esercito straniero finanziato e armato dal governo degli
Stati Uniti per uccidere i rifugiati che vivono nelle tende dopo la distruzione
delle loro case potrebbe essere considerato il modo più crudele per avallare
l'omicidio di massa, ma ehi, Israele è sempre al primo posto nei pensieri della
maggior parte dei membri del Congresso e di coloro che purtroppo siedono alla
Casa Bianca.
C'è
anche una legislazione in cantiere spinta dai repubblicani che si oppongono a
qualsiasi tentativo della Casa Bianca di cercare di condizionare il
comportamento sospendendo le spedizioni di armi al buon amico e alleato
Israele, non che Biden segua davvero quella strada.
Il
Congresso ha anche esercitato un'intensa pressione sulle università per
reprimere i gruppi pro-palestinesi nei campus sostenendo che sono antisemiti
mentre non fanno lo stesso nei confronti dei sostenitori a volte violenti di
Israele, e le università sono accondiscendenti, annullando la laurea dei
manifestanti o addirittura espellendoli.
“
Donald Trump” ha recentemente detto a un pubblico in gran parte ebraico che se
diventerà presidente deporterà tutti i manifestanti anti-israeliani, una
proposta interessante in quanto la maggior parte di coloro che manifestano sono
cittadini nativi americani e molti di loro sono ebrei.
Ha
anche invitato Israele a "finire" ciò che sta facendo ai palestinesi,
intendendo chiaramente che dovrebbero essere sterminati o costretti a emigrare,
e ha anche detto ai donatori ebrei che l'atmosfera di oggi negli Stati Uniti è
molto simile a "prima dell'olocausto".
Non
più il chiacchierone che chiedeva la fine delle guerre insensate, Trump ha ora
anche detto che se fosse stato presidente quando è avvenuto l'intervento russo
in Ucraina, le avrebbe bombardate.
Lo
stesso vale per la Cina se dovesse attaccare Taiwan. Entrambe le mosse
darebbero quasi certamente inizio alla Terza Guerra Mondiale, anche se né
l'Ucraina né Taiwan sono un interesse vitale per la sicurezza degli Stati
Uniti, ma Trump è troppo stupido per saperlo.
Il
segretario di Stato “Antony Blinken”, da parte sua, sollecita il rilascio da
parte degli Stati Uniti per il dispiegamento in Ucraina di sistemi missilistici
avanzati che sarebbero in grado di colpire in profondità la Russia.
Per
quanto stupide siano le idee, è quanto di più stupido si possa immaginare, dato
che i russi hanno già indicato che risponderanno con tutto ciò che hanno, il
che significa che gli obiettivi militari statunitensi in tutto il mondo
sarebbero considerati un bersaglio facile per la rappresaglia che potrebbe
usare armi nucleari.
Siamo
davvero entrati in qualcosa che potrebbe essere intitolato Psycho Zone se
dovesse essere trasformato in un film.
La
guerra viene trattata dai sociopatici di Washington, Israele e di alcune parti
d'Europa come se fosse qualcosa in cui entrare casualmente nel proprio tempo
libero.
Sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito,
così come in alcune altre capitali europee, si parla persino di avviare una
coscrizione attiva a un livello vicino alla guerra, in modo che noi amanti
della libertà possiamo dare un calcio a quei “Russkies” e “Chinks” buoni e
appropriati.
E per quanto riguarda la spazzatura
palestinese, il ponte di barche di Biden che è costato 320 milioni di dollari
sembra essere rotto, ma può ancora essere utilizzato per portare avanti il
piano di Netanyahu di spingere un mucchio di “Ay-rab “urlanti nel Mar
Mediterraneo per sbarazzarsene una volta per tutte.
Si
spera che non sappiano nuotare e che gli Eletti possano di nuovo prendere
possesso di ciò che è stato dato loro da “Yahweh”.
O
qualcosa del genere.
(Philip
M. Giraldi, Ph.D., è direttore esecutivo del Council for the National Interest,
una fondazione educativa deducibile dalle tasse 501 (c) 3.)
Beppe
Sala Vuole Tutta la Città al
Gay
Pride di Milano.
“I
Nonni Portino i Bimbi nelle Piazze”
Conoscenzealconfine.it
– (31 Maggio 2024) - Chiara Campo – ci dice:
Il
sindaco di Milano: “I nonni portino i bimbi agli incontri”.
Presto un Centro per “Arcigay” ed eventi.
Promette
un “Rainbow Center come in altre città internazionali, un centro servizi,
spazio eventi e dove troverà posto lo storico archivio dell’Arcigay milanese,
ci stiamo lavorando”.
E il
sindaco, nella diretta social “Cose in Comune” dedicata al mese del Pride, che
si è aperto il 29 maggio e si chiuderà il 29 giugno con il tradizionale corteo
arcobaleno dalla stazione Centrale all’Arco della Pace, ha detto ai 170/180
follower collegati:
“salirò
come sempre sul palco per ribadire con forza la nostra vicinanza, come Comune e
come uomo”.
Segnala
poi alcuni eventi clou, come le “Pride Square”, dove per tre giorni dal 26 al
28 giugno piazza Santa Francesca Romana, largo Bellintani e piazza Lavater
saranno aperte a dibattiti e incontri sul tema Lgbtq+ e dove Beppe Sala invita
a partecipare anche “le famiglie e i nonni con i bimbi.
Non è
un problema di indirizzare la cultura dei nostri bambini ma far conoscere loro
certe tematiche nella loro complessità, è utile per rendersi più conto dei temi
che trattiamo” (cose “essenziali” di cui far partecipi i bambini… nota di
conoscenze al confine).
Sala
contesta il mancato patrocinio della Regione al Pride.
Dal
2011 “il centrosinistra in Comune concede il patrocinio, la Regione un’altra
volta ha perso un’occasione e spero sia l’ultima.
É una scelta ideologica e non pratica,
patrocinare non significa fare una dichiarazione giurata in cui si dice
condivido pienamente tutto quello che queste comunità dicono e fanno, ma fare
un atto di sensibilità.
Noi
crediamo di stare con fermezza con chi difende i diritti umani nella loro
complessità”.
Il
capogruppo regionale di Fratelli d’Italia “Christian Garavaglia” ha difeso la
scelta dell’Ufficio di presidenza del Consiglio, “noi siamo per la lotta alla
discriminazione in ogni sua forma, lo sosteniamo con convinzione, ma proprio le
manifestazioni come il “Pride” hanno più volte dimostrato di offendere e
insultare chi ha opinioni diverse dalla loro. E le logiche divisive non
appartengono alla Regione”.
Sala
cita più volte “l’amata Costituzione” per difendere i diritti gay e tuona
ancora una volta contro l’interruzione delle trascrizioni dei figli nati
all’estero da coppie omo (sia mamme che papà tramite il ricorso alla Gpa,
gravidanza per altri) imposta “dal governo con circolare ministeriale ai
prefetti”, salvo riconoscere che “recepiva una sentenza della Corte
costituzionale”.
Il
sindaco “nel vuoto legislativo” aveva ripreso le registrazioni dal 2022.
“C’è un’apparente follia legislativa –
sostiene – perché se due mamme partoriscono in Italia si registra solo la madre
biologica, se i bimbi nascono all’estero si trascrivono tutte e due perché lo
dice il diritto europeo. Ma continueremo a batterci”.
Ribadisce
che Milano “è prima città italiana in ambito internazionale che ha accolto in
modo strutturale la comunità Lgbtq+, passando il messaggio che non devono avere
difficoltà a inserirsi sia socialmente che professionalmente.
E non
possiamo non riconoscere che Milano ha sviluppato interi sistemi economici e
professionali che sono un fiore all’occhiello del Paese in cui queste comunità
trovano gratificazione, mi riferisco alla moda e alla creatività.
Lo sviluppo che questi settori hanno avuto non
si sarebbe potuto realizzare senza il contributo fondamentale della comunità
gay”.
Queste
sono le priorità per il sindaco di Milano… non la criminalità, l’immigrazione
fuori controllo, le violenze, il degrado… le attese interminabili per le visite
mediche… ecc. ecc. (nota di conoscenze al confine)
(Chiara
Campo).
(ilgiornale.it/news/sala-vuole-tutti-piazza-gay-e-lgbt-2327846.html).
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