Ladri di potere.
Ladri
di potere.
La
Verità sulle Persecuzioni Naziste
Contro
gli Ebrei e la Memoria
Selettiva
del “Culto Olocausto”.
Conoscenzealconfine.it
– (27 Novembre 2024) - Cesare Sacchetti – ci dice:
Dopo
che un cinema di Milano si è rifiutato di trasmettere il film documentario
sulla vita di Liliana Segre, il ministro dell’Istruzione leghista, Valditara,
si è subito precipitato per “riparare al torto” prendendo la decisione di far
vedere quel film nelle scuole.
Nei
giorni scorsi, questa notizia, non sorprendentemente, è finita sulle prime
pagine dei quotidiani.
Ciò
non deve destare alcuna sorpresa perché è notoria la sudditanza del mondo
politico italiano e occidentale nei riguardi di tutto ciò che è espressione
degli ambienti sionisti ed ebraici.
Se si
rimuovono per un attimo i veli dell’ipocrisia, si vedrà chiaramente che la
natura laica della tanto decantata democrazia liberale mette su un piedistallo
tutto quanto proviene dallo stato di Israele e dal suo popolo, e invece
dimentica costantemente tutto ciò che appartiene alla vera identità del Paese
nella quale la democrazia è praticata.
Si
tratta di un vecchio equivoco.
Alcuni
sono davvero convinti che la democrazia sia stata fatta per il loro bene,
quando in realtà i suoi ideatori, il mondo illuminista massonico francese, lo
hanno fatto proprio per affermare il dominio della massoneria stessa e del
potere della finanza ebraica, che dopo il 1789 francese ha preso indubbiamente
il sopravvento.
Ciò
pero non era evidentemente abbastanza.
Non
era soltanto necessario creare un sistema liberale di ispirazione
risorgimentale che mettesse al bando la religione cristiana e stendesse invece
il tappeto ad ogni altra religione, soprattutto quella ebraica, ma occorreva
instillare una sorta di senso di colpa.
Era
necessario far maturare un profondo senso di odio contro sé stessi per quanto
accaduto agli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Ognuno
deve farsi portatore del male.
Ognuno
è implicitamente colpevole della persecuzione nazista messa in atto contro gli
ebrei e le scuole sono quel luogo dove i giovani sin da quando muovono i primi
passi nel mondo, debbono ricevere questo imprinting che li porta a considerare
gli ebrei come vittime e i loro nonni come carnefici.
La
storia, quella vera, non viene loro raccontata.
I
giovani vengono investiti da questo fiume di bugie sin da piccoli poiché poi,
un domani, chi ha loro mentito spera che essi diventino il frutto perfetto di
tale programmazione, ovvero i cittadini della liberal-democrazia sempre pronti
a considerare questo sistema come il migliore di tutti e a non sapere che in
realtà sin dai primi anni di vita questo potere li programma per renderli
schiavi.
Se i
giovani sapessero la verità sin dal principio, probabilmente molte cose
cambierebbero.
Ogni
anno gli studenti vengono sottoposti a quella che non è una educazione, ma un aggressivo e martellante
lavaggio del cervello che vuole rappresentare ai loro occhi gli ebrei come vittime
dei cristiani che li hanno lasciati alla mercé dei macellai nazisti.
La
Storia del Patto tra Nazisti e Sionisti.
Nessun
insegnante osa per tale ragione raccontare la storia dell’alleanza che si
consumò sin dal primo istante tra nazismo e sionismo, dopo che Hitler salì al
potere nel 1933.
Gli
ebrei sionisti sono stati i primi a riconoscere immediatamente il potere del
fuhrer.
Nessuno di loro gridava al pericolo nazista,
ma anzi trattarono il nuovo regime tedesco come un interlocutore indispensabile
per giungere già lo stesso anno della presa del potere di Hitler, alla famigerata “Haavara”.
(
Quando Adolf Hitler sale al potere e inaugura la stagione della Germania
Nazista nel 1933, uno dei suoi primissimi atti di governo è stabilire un solido
patto con la federazione sionista della Germania e l’agenzia ebraica per la
Palestina.
Così
nasce “Haavara”, ovvero quel trattato senza il quale la costruzione del futuro
stato ebraico sarebbe stata praticamente impossibile.
Attraverso tale accordo infatti giungono in Palestina
almeno 70mila ebrei tedeschi altamente preparati e specializzati che avranno un
ruolo di primo piano nello stabilire la futura classe dirigente israeliana).
Sono
stati i sionisti a bussare alle porte del regime nazista per chiedergli di
trasferire immediatamente gli ebrei tedeschi in Palestina, nel luogo dove era
già iniziata la colonizzazione ebraica già da prima del crollo dell’impero
ottomano.
Il
sionismo voleva a tutti i costi la Palestina e Gerusalemme perché tale
filosofia, o meglio religione, auspica un giorno che Gerusalemme diventi la
capitale del mondo intero per volontà del messia ebraico, così tanto atteso
dalle varie lobby sioniste, quali la famigerata “Chabad”.
I
rappresentanti del sionismo si intendono subito con quelli del nazismo, che si
premurano sin dai primi istanti di fare in modo che gli ebrei tedeschi si
trasferiscano in Palestina.
I nazisti faranno arrivare in Palestina
massicci fondi per consentire ai” tedeschi askenaziti” di iniziare a vivere lì
con tutti i fondi necessari.
Una
enorme mole di denari e macchinari industriali si sposta da Berlino verso i
deserti della Palestina e la verità che non viene raccontata ai ragazzi è
proprio questa.
Lo
storico” Edwin Black” nel suo libro su tale accordo, “La storia non detta dell’accordo
segreto tra il Terzo Reich e la Palestina ebraica” ha stimato il giro d’affari mosso
dalla “Haavara” dal 1933 al 1939 a circa 105 milioni di marchi.
I sionisti ci tengono talmente tanto ai loro rapporti
con i nazisti che consentono a questi di aprire delle sedi del partito nazista
in Palestina.
I
nazisti non sono stati additati dai sionisti come il “male assoluto”.
Sono
stati accolti con ogni onore e riverenza.
Questa è la verità nascosta.
Lo
stato di Israele oggi esiste anche e soprattutto grazie ad Adolf Hitler, colui
che nei libri di testo viene raffigurato come il “dittatore” e “oppressore” del
popolo ebraico, ma ovviamente tali libri nulla dicono su quella pagina che può
smontare tutta la loro falsa narrazione.
Quando
Hitler iniziò a deportare gli ebrei non sionisti che volevano restare in
Germania, non erano certo i movimenti sionisti ad opporsi a queste persecuzioni.
I
sionisti erano i primi a gioire che quelli che avrebbero dovuto essere i loro
fratelli venivano portati via nei campi di concentramento, condannati a morire
di stenti e di lavori forzati.
La
famiglia Rothschild che sin dai primi istanti ha messo a disposizione ingenti
capitali per aiutare gli insediamenti ebraici in Palestina, era la stessa
famiglia che lasciava gli ebrei alla mercé di Adolf Hitler e dei nazisti.
Non
c’era nessuna opposizione tra questa famiglia di banchieri e i nazisti.
Il vero apparente paradosso che è stato
nascosto dagli storici liberali è proprio questo.
I due regimi sionisti e nazisti si intendevano alla
perfezione, tanto che la storia dello stesso Hitler rivela come in realtà egli
non fosse affatto ostile agli ebrei durante il suo soggiorno a Vienna, ma anzi
nutriva una profonda e sincera ammirazione verso la famiglia Rothschild.
Chi
Era Veramente Adolf Hitler?
Tale
ammirazione del fuhrer forse può spiegarsi con quanto scritto in un rapporto
della polizia austriaca che nel 1934 su ordine del cancelliere austriaco
Dolfuss, aveva
scoperto che Hitler era direttamente imparentato con questa famiglia, poiché
sua nonna, Maria Anna Schicklgruber, era una domestica presso la casa del
barone “Salomon Mayer von Rothschild” di Vienna, e “Alois”, padre di Hitler,
era il frutto di tale relazione illegittima.
A dare
notizia dell’esistenza di questo rapporto è stato lo storico “Walter Lange” nel
suo libro “The
Secret Wartime Report”.
Ovviamente
non è questa la pagina di storia che i vari esponenti della comunità ebraica e
sionista vogliono che i giovani sappiano.
Non è
questo che si vuole far sapere alle giovani menti che se fossero informate sin
dal principio di queste verità nascoste sulle cattedre della scuola
sessantottina, vero e proprio monumento all’ignoranza, all’incompetenza e alla
ideologia liberal-progressista, forse gli studenti comprenderebbero subito chi
tira i fili delle loro vite e chi li vuole trasformare in amebe ignoranti e obbedienti.
Se la
storia fosse raccontata per quello che è veramente, allora i giovani non solo
dovrebbero sapere le vere origini di Hitler, i finanziamenti ricevuti dal
partito nazista da parte delle banche di New York, e gli accordi con i
sionisti, ma dovrebbero anche conoscere che a finire in quei campi di
concentramento furono anche molti cattolici.
C’è un
libro proibito che non viene mai dato da leggere agli studenti, ai quali invece viene puntualmente
assegnata la
lettura del controverso “Diario di Anna Frank”, sulla cui effettiva autenticità
sono stati sollevati diversi dubbi.
La
Persecuzione Nascosta dei Nazisti Contro i Cattolici.
Agli
studenti non viene mai detto del libro del prete austriaco John Lenz, dal titolo
“Cristo a Dachau”.
Padre
Lenz era un sacerdote molto devoto e sin da subito ostile al regime nazista che
aveva sostituito l’adorazione di Dio con quella del fuhrer.
Sin dai primi istanti della presa del potere
nazista, “padre Lenz” finisce nelle liste nere della Gestapo che nel 1938 lo
mette subito in prigione.
Il pio
sacerdote austriaco non fa ammenda alcuna, ma ribadisce davanti ai suoi persecutori
che il nazismo è un pericolo per la cristianità ed è suo dovere spirituale
combattere quei regimi politici che si sono fatti nemici di Dio. Inizia così il suo calvario.
“Padre
Lenz” prima finisce in prigione e passa il Natale di quell’anno nel carcere di “Rossauer
Lände” di Vienna nel quale non farà mai mancare il suo conforto spirituale agli
altri detenuti che scopriranno Dio proprio in quegli infelici momenti,
giungendo alla conversione e alla auspicabile salvezza della loro anima.
A
Vienna però era solo l’inizio del calvario di “padre Lenz”.
Le SS decidono di trasferirlo nel luogo più
disumano possibile e lo portano a “Dachau”, laddove all’ingresso c’è la
famigerata scritta “Arbeit Macht Frei”.
In
quel luogo ci sono altri 2400 sacerdoti, frati, missionari che provenivano da
ogni Paese europeo e che erano finiti lì dentro soltanto per la loro “colpa” di
voler essere fedeli al magistero evangelico e non a quello nazista.
A
Dachau ci fu il massacro dei cattolici.
Un
terzo di quei cattolici fu ucciso e dopo una lunga prigionia di 5 anni, la Chiesa chiese a padre Lenz di scrivere un libro per raccontare
la sua storia e lasciare alle generazioni future una testimonianza della
persecuzione subita dai cattolici e dai cristiani per mano di Hitler.
La
scuola però non vuole ricordare quella pagina.
Vuole
seppellirla tra altre mille pagine nelle quali si narra della persecuzione
ebraica, senza raccontarne nemmeno una nella quale c’è scritto che gli aguzzini
degli ebrei oltre ai nazisti sono stati i sionisti, e non si racconta nemmeno
ovviamente che altri ebrei, come il “rabbino Weissmandl”, accusarono le varie “lobby sioniste” di aver mandato volontariamente al
macello gli ebrei tedeschi che non vollero andare in Palestina, pur di fornire
al futuro stato ebraico il pretesto sul quale sarebbe nato.
È il
pretesto dell’olocausto sopra il cui altare è stato posto quel senso di colpa del
quale si diceva prima e che viene posto sulle spalle delle giovani generazioni,
che però
negli ultimi tempi sembrano dare sempre più crescenti segnali di risveglio e
voglia di abbeverarsi a quelle fonti che la scuola, fatta a immagine e
somiglianza delle lobby sioniste, gli nega.
La
memoria in questo regime liberal-democratico è, come si è visto, chiaramente
selettiva.
Si
deve ricordare all’infinito quanto accaduto agli ebrei vittime dei nazisti, e
dei sionisti, nel corso della seconda guerra mondiale ma non si deve dire nulla sui
mandanti sionisti e su tutte le altre vittime non ebraiche, e soprattutto
cattoliche, vittime delle stesse persecuzioni.
È
evidente che il messaggio che passa è puramente talmudico.
Le vite dei non ebrei non contano nulla in quanto
appunto non ebree.
Si
grida al razzismo ma non si denuncia mai il vero razzismo che questa ideologia
nutre verso tutto ciò che non è ebreo.
La
Campagna di Fango Contro Pio XII.
Il
culto dell’olocausto poi ha raggiunto anche nuove vette della vergogna negli
ultimi anni.
Non
contento di aver cancellato dalla storia tutte quelle pagine che dimostrano
come il sionismo fosse alleato del nazismo, ha proceduto anche a gettare fango,
come ama fare, sulla figura di Pio XII.
Papa
Pacelli viene diffamato da anni da vari esponenti della comunità ebraica con la
falsa accusa di aver lasciato che Hitler perseguitasse gli ebrei, quando questi diffamatori sono
smentiti persino da un altro ebreo, “Isaac Herzog”, patriarca di Gerusalemme
che scrisse personalmente al pontefice per ringraziarlo di aver salvato
migliaia di bambini ebrei.
Per
non parlare poi del fatto che Pio XII denunciò sin da subito il pericolo del
regime nazista alle varie cancellerie europee, mentre gli esponenti del
congresso sionista mondiale ci stringeva accordi per lasciare che gli ebrei
andassero nei campi di concentramento e guadagnare così il tributo di sangue
che il sionismo desiderava per far nascere lo stato ebraico.
La
memoria che ci viene trasmessa è chiaramente quella che i vari signori di
questo decadente potere hanno voluto impartirci negli ultimi 80 anni, ma non è
quella autentica e reale.
Questi
signori non hanno alcun interesse ovviamente a dire come sono andate veramente
le cose.
Vogliono
plagiare le menti per sottometterle sin dalla prima infanzia e portarle a
pensare che la verità sia in qualche modo “antisemita”.
La
storia però sembra essere dotata di una sua forza.
Per
quanto questo potere si sia adoperato per sopprimere la verità, questa alla
fine riesce a trovare sempre il passaggio dove poter sgorgare con tutta la sua
forza.
Questo
è quello che i falsari della memoria non riescono più a controllare.
Non
riescono più a controllare il desiderio delle persone di voler sapere le verità
taciute sui banchi di scuola.
E
questo desiderio è epidemico. Una volta che esso si diffonde, è inarrestabile.
(Cesare
Sacchetti).
(lacrunadellago.net/la-verita-sulle-persecuzioni-naziste-contro-gli-ebrei-e-la-memoria-selettiva-del-culto-olocaustico/).
Perché
gli Stati Uniti perderanno
una
guerra con la Russia.
Unz.com
- Mike Whitney – (27 novembre 2024) - ci dice:
Non
smetto mai di essere stupito dalla convinzione diffusa che l'esercito americano
sia superiore a qualsiasi altro sul pianeta.
Su
quali basi si fonda questa fede?
Gli
Stati Uniti non si sono impegnati in una vera guerra dai tempi della Corea.
Nessuno nelle forze armate statunitensi ha ALCUNA esperienza con conflitti ad
alta intensità.
(Will
Schryver, analista militare).
Se gli
Stati Uniti lanciano un attacco nucleare di "decapitazione" contro la
Russia che uccide il presidente Putin e i suoi generali, la Russia ha un
sistema di backup in atto che si venderà automaticamente.
Il sistema” Dead Hand” è progettato per
raccogliere dati da sensori sparsi in tutta la Russia su radiazioni, calore e
attività sismica che confermano un attacco nucleare.
Se il
sistema non riceve istruzioni dal “Centro di Comando” di Mosca entro un
determinato periodo di tempo, il sistema lancerà autonomamente 4.000 missili
balistici intercontinentali tattici e strategici contro gli Stati Uniti,
garantendo la completa distruzione del paese e l'incenerimento di centinaia di
milioni di americani.
Il messaggio di Mosca è semplice: "Anche se un attacco preventivo
eliminerà i nostri leader, la nostra 'mano morta' vi ucciderà tutti".
(Dead
Hand, Rapporto sul pianeta).
La
maggior parte degli americani continua a credere che gli Stati Uniti
prevarranno in una guerra convenzionale con la Russia.
Ma
semplicemente non è così.
Per
cominciare, la tecnologia missilistica all'avanguardia e i sistemi di difesa
missilistica della Russia sono di gran lunga superiori a quelli prodotti dai
produttori di armi occidentali.
In
secondo luogo, la Russia può schierare un esercito di oltre 1 milione di truppe
da combattimento temprate dalla battaglia che hanno sperimentato una guerra ad
alta intensità e sono pronte ad affrontare qualsiasi nemico possano affrontare
in futuro.
In terzo luogo, gli Stati Uniti non hanno più
la capacità industriale per eguagliare l'impressionante produzione russa di
armi letali, proiettili di artiglieria, munizioni e missili balistici
all'avanguardia.
In
breve, la capacità militare russa supera di gran lunga quella degli Stati Uniti
nelle aree che contano davvero:
armi
ad alta tecnologia, capacità industriale militare e manodopera esperta.
Al
fine di portare a casa questo punto generale, ho preso estratti dal lavoro di
tre analisti militari che spiegano queste domande in modo più dettagliato,
sottolineando le drammatiche carenze delle moderne forze armate statunitensi ei
problemi che è probabile che incontrino di fronte a un nemico tecnologicamente
più avanzato e formidabile.
Il
primo estratto è tratto da un articolo di “Alex Vershinin” intitolato “The
Return of Industrial Warfare”.
La
guerra in Ucraina ha dimostrato che l'era della guerra industriale è ancora
qui. Il consumo massiccio di attrezzature, veicoli e munizioni richiede una
base industriale su larga scala per il rifornimento - la quantità ha ancora una
qualità propria.
Il tasso di consumo di attrezzature e
attrezzature in Ucraina può essere sostenuto solo da una base industriale su
larga scala.
Questa
realtà dovrebbe essere un avvertimento concreto per i paesi occidentali, che
hanno ridimensionato la capacità industriale militare e sacrificato la scala e
l'efficacia per l'efficienza.
Questa
strategia si basa su presupposti errati sul futuro della guerra ed è stata
influenzata sia dalla cultura burocratica dei governi occidentali che
dall'eredità dei conflitti a bassa intensità.
Attualmente,
l'Occidente potrebbe non avere la capacità industriale per combattere una
guerra su larga scala.
La
capacità della base industriale dell'Occidente.
Il
vincitore di una guerra prolungata tra due potenze quasi pari si basa ancora su
quale parte abbia la base industriale più forte.
Un
paese deve avere la capacità manifatturiera per costruire enormi quantità di
munizioni o avere altre industrie manifatturiere che possano essere rapidamente
convertite alla produzione di munizioni.
Sfortunatamente,
l'Occidente non sembra più avere né l'una né l'altra...
In un
recente” war game” che ha coinvolto le forze statunitensi, britanniche e
francesi, le forze britanniche hanno esaurito le scorte nazionali di munizioni
critiche dopo otto giorni...
Presupposti
errati.
La
prima ipotesi fondamentale sul futuro del combattimento è che le armi a guida
di precisione ridurranno il consumo complessivo di munizioni, richiedendo un
solo colpo per distruggere il bersaglio.
La guerra in Ucraina sta mettendo in
discussione questa ipotesi... La seconda ipotesi cruciale è che l'industria può
essere accesa e spenta a piacimento...
Sfortunatamente,
questo non funziona per gli acquisti militari.
Negli Stati Uniti c'è un solo cliente per i
proiettili di artiglieria: l'esercito.
Una
volta che gli ordini diminuiscono, il produttore deve chiudere le linee di
produzione per tagliare i costi e restare in attività.
Le piccole aziende potrebbero chiudere del
tutto.
Generare nuova capacità è molto impegnativo,
soprattutto perché c'è così poca capacità produttiva rimasta da cui attingere
lavoratori qualificati ...
Anche i problemi della catena di fornitura sono
problematici perché i sottocomponenti possono essere prodotti da un
subappaltatore che o chiude i battenti, con perdita di ordini o ri-attrezzature
per altri clienti o che fa affidamento su parti dall'estero, possibilmente da
un paese ostile....
Conclusione.
La
guerra in Ucraina dimostra che la guerra tra avversari pari o quasi pari
richiede l'esistenza di una capacità di produzione industriale, su larga scala
e tecnicamente avanzata ...
Affinché
gli Stati Uniti agiscano come arsenale della democrazia in difesa dell'Ucraina,
è necessario esaminare attentamente il modo e la scala in cui gli Stati Uniti
organizzano la propria base industriale...
Se la
competizione tra autocrazie e democrazie è realmente entrata in una fase
militare, allora l'arsenale della democrazia deve prima migliorare radicalmente
il proprio approccio alla produzione di materiale in tempo di guerra.
(“Il
ritorno della guerra industriale “, Alex Vershinin, Rusi).
In
conclusione:
gli
Stati Uniti non hanno più la base industriale o le scorte necessarie per
prevalere in una guerra prolungata tra due potenze quasi alla pari.
In poche parole, gli Stati Uniti non vinceranno una
guerra convenzionale estesa con la Russia.
Ecco
come l'analista “Lee Slusher” ha riassunto la situazione in un recente post su
Twitter:
...
Gli Stati Uniti avevano effettivamente il monopolio su molte capacità decisive,
come munizioni guidate di precisione, visione notturna, attacco globale, ecc.
Penso
che l'assenza di conflitti ad alta intensità tra gli Stati Uniti e altre
nazioni abbia avuto molto a che fare con queste asimmetrie.
Non c'era bisogno che gli Stati Uniti
applicassero la massa quando le loro capacità avanzate, o anche solo la
minaccia di esse, erano sufficienti per raggiungere obiettivi politici...
L'elenco delle nazioni con capacità avanzate
continua a crescere.
Allo stesso tempo, gli eserciti occidentali e
le basi industriali della difesa continuano a erodersi.
L'Occidente ha scambiato i suoi grandi
eserciti permanenti con un affidamento su capacità americane boutique che un
tempo erano decisive ma ora sono sempre più comuni.
Ciò ha
lasciato l'Occidente senza il suo vantaggio tecnologico e senza la sua
precedente massa militare.
Coloro
che credono ancora nella supremazia militare degli Stati Uniti non riescono a
rendersi conto di questi cambiamenti.
Peggio
ancora, la maggior parte di loro nutre nozioni caricaturalmente sottovalutate
sulle capacità militari russe.
Non
riescono a rendersi conto che la Russia ha sia un vantaggio tecnologico che una
massa militare.
La
reputazione che l'esercito statunitense aveva era meritata per un po', ma tutto
cambia.
(Lee
Slusher @LeeBTConsulting).
Conclusione:
gli
avversari dell'America, Russia, Cina, Iran, hanno raggiunto o superato gli USA
in tecnologia missilistica avanzata, veicoli aerei senza pilota (UAV), guerra
elettronica, sistemi di difesa missilistica all'avanguardia, ecc., il che sta
gradualmente aumentando la parità tra gli stati, mentre pone fine al periodo di
supremazia militare degli USA.
Il
secolo americano sta rapidamente volgendo al termine.
Passiamo
all'analista militare numero 2, “Will Schyver”, che trae conclusioni simili a
quelle di “Vershinin” ma da un'angolazione leggermente diversa. Dai un'occhiata.
Sono
più convinto che mai che gli USA NON potrebbero stabilire la superiorità aerea
contro la Russia, né in una settimana né in un anno.
Mai.
Semplicemente
non potrebbe essere fatto.
Sarebbe
una sfida di proiezione di potenza logistica ben oltre le attuali capacità
dell'esercito degli Stati Uniti.
La
potenza aerea americana si sarebbe dimostrata principalmente inferiore alle
difese aeree estremamente potenti e abbondantemente fornite introdotte dai
russi.
Proprio
come la maggior parte dei razzi GMLRS lanciati da HIMARS, dei missili HARMS,
dei missili ATACMS e dei missili Storm Shadow britannici vengono abbattuti in
Ucraina, la stragrande maggioranza dei missili a guida di precisione a lungo
raggio degli Stati Uniti verrebbe abbattuta e gli Stati Uniti esaurirebbero
molto rapidamente il loro limitato inventario di queste munizioni in un futile
tentativo di sopraffare la capacità russa di continuare a rispondere al fuoco.
La
soppressione americana delle difese aeree nemiche si sarebbe dimostrata
inadeguata al compito di sconfiggere radar e missili di difesa aerea
estremamente sofisticati, profondamente stratificati e altamente mobili.
la
guerra in Ucraina ha reso perfettamente chiaro che tutti i tipi di sistemi di
difesa aerea occidentali sono inferiori persino ai sistemi sovietici S-300 e
Buk vecchi di decenni che l'Ucraina aveva originariamente schierato.
E
anche se i sistemi occidentali fossero stati formidabili, semplicemente non
esisterebbero in quantità che si avvicinino ai numeri necessari per fornire una
difesa credibile in ampia portata e profondità.
Per
complicare ulteriormente le cose, le scarse scorte di munizioni statunitensi e
gli insormontabili limiti di produzione consentirebbero agli Stati Uniti di
condurre una guerra aerea contro la Russia o la Cina al massimo per poche
settimane.
Inoltre,
in uno scenario di combattimento ad alta intensità nell'Europa orientale, nei
mari della Cina o nel Golfo Persico, le richieste di manutenzione per gli aerei
statunitensi travolgerebbero la loro fornitura prossima.
Le
tariffe per la capacità di missione crollerebbero persino più in basso dei loro
notoriamente abissali standard in tempo di pace.
Gli
Stati Uniti, letteralmente dopo solo pochi giorni, vedrebbero tassi di capacità
di missione inferiori al 10% per l'F-22 e l'F-35, e tassi inferiori al 25% per
quasi tutte le altre piattaforme nell'inventario.
Sarebbe
un enorme imbarazzo per il Pentagono... ma non una grande sorpresa...
In
parole povere, la potenza aerea statunitense come iniziativa estesa all'intero
teatro bellico non potrebbe essere sostenuta nel contesto di un campo di
battaglia regionale e globale non permissivo contro uno o più avversari alla
pari.
Nell'Europa
orientale, la Russia avrebbe devastato le basi e le rotte di rifornimento della
NATO.
Il Mar
Baltico e il Mar Nero diventerebbero a tutti gli effetti laghi russi dove le
navi della NATO non potrebbero avventurarsi.
Molti
sono convinti che queste siano affermazioni isteriche infondate.
A mio
avviso, le semplici realtà militari, matematiche e geografiche della situazione
impongono queste conclusioni, e coloro che vi si oppongono sono tipicamente
accecati dal mito dell'eccezionalismo americano e dai suoi mali concomitanti a
tal punto che non sono in grado di discernere le cose come sono realmente...
Sono
sempre più convinto che, se gli Stati Uniti sceglieranno di fare una guerra
diretta contro la Russia, la Cina o l'Iran, ne risulterà una guerra contro
tutti e tre contemporaneamente.
E
questa, abbastanza sorprendentemente, è solo una delle molteplici dure verità
che il culto” #EmpireAtAllCosts”, e coloro che acconsentono ai suoi deliranti
progetti, dovrebbero
prendere in seria considerazione mentre continuano a barcollare verso l'abisso
di una guerra che non potrebbero mai vincere...
(“Barcollando verso l'abisso”, Will
Schryver, Substack).
C'è
molto su cui riflettere qui, ma, in sostanza, “Schryver “sta soppesando l'impressionante capacità di difesa
aerea della Russia contro le "scarse scorte di munizioni e le insuperabili
limitazioni di produzione" americane, la cui combinazione suggerisce che
un'offensiva militare statunitense probabilmente si esaurirebbe prima di
infliggere gravi danni al nemico.
Ancora una volta, il nostro analista militare
deduce che gli Stati Uniti non vinceranno in uno scontro diretto con la Russia.
Infine,
abbiamo estratto un breve testo più lungo di “Kit Klarenberg”, che è più un
giornalista investigativo che un analista militare.
In un pezzo intitolato “Collapsing Empire:
China and Russia Checkmate US Military” , “Klarenberg “descrive nei dettagli
quella che lui chiama "l'analisi inesorabilmente cupa di ogni aspetto della
gonfia e decadente macchina da guerra globale dell'Impero".
Se
anche solo metà di ciò che dice l'autore è vero, allora possiamo essere
ragionevolmente certi che l'escalation degli Stati Uniti con la Russia è la
scorciatoia verso una catastrofe militare diversa da qualsiasi cosa il mondo
abbia visto dalla caduta di Berlino nel maggio del 1945.
Data
un'occhiata.
Il 29
luglio, .... la “RAND Corporation” ha pubblicato una valutazione storica dello
stato della “National Defense Strategy “(NDS) del Pentagono per il 2022 e
dell'attuale prontezza militare degli Stati Uniti...
Le sue
conclusioni sono nette, un'analisi inesorabilmente cupa di ogni aspetto della
gonfia e decadente macchina da guerra globale dell'Impero.
In breve, gli Stati Uniti "non sono
preparati" in alcun modo significativo per una seria
"competizione" con i suoi principali avversari, e vulnerabili o
addirittura significativamente surclassati in ogni sfera della guerra...
il dominio mondiale dell'Impero è giudicato nella
migliore delle ipotesi tristemente inadeguato, nella peggiore delle ipotesi del
tutto delirante.
Dal
rapporto “Rand”:
"Riteniamo
che la portata delle minacce che gli Stati Uniti devono affrontare sia
sottovalutata e significativamente peggiore...
Per
molti versi, la Cina sta superando gli Stati Uniti...
nella
produzione di difesa e nella crescita delle dimensioni della forza e, sempre di
più, della capacità di forza ed è quasi certo che continuerà a farlo ...
[Pechino]
ha ampiamente annullato il vantaggio militare degli Stati Uniti nel Pacifico
occidentale attraverso due decenni di investimenti militari mirati.
Senza
un cambiamento significativo da parte degli Stati Uniti, l'equilibrio di potere
continuerà a spostarsi a favore della Cina".
"Come
minimo, gli Stati Uniti dovrebbero presumere che se entrano in un conflitto
diretto che coinvolge Russia, Cina, Iran o Corea del Nord, quel paese trarrà
beneficio dagli aiuti economici e militari degli altri ...
Questo
nuovo allineamento di nazioni contrarie agli interessi degli Stati Uniti crea
un rischio reale, se non la probabilità, che il conflitto ovunque possa
diventare una guerra multi-teatro o globale...
Poiché
gli avversari degli Stati Uniti stanno cooperando più strettamente tra loro di
prima, gli Stati Uniti e i loro alleati devono essere preparati ad affrontare
un asse di avversari multipli.
"
Commissione per la difesa nazionale, Rand”.
Come
il rapporto della Commissione spiega in dettaglio forense, Washington sarebbe
quasi completamente indifesa in un simile scenario, e probabilmente sconfitta
quasi all'istante...
Non è
solo il fatto di essere troppo dispersa sulla Grande Scacchiera a far sì che
l'esercito dell'Impero "manchi sia delle capacità che della capacità richieste
per essere sicuro di poter dissuadere e prevalere in combattimento"...
La “Commissione
RAND” ha scoperto che la "base industriale della difesa" di Washington è
completamente "incapace di soddisfare le esigenze di equipaggiamento,
tecnologia e munizioni" degli Stati Uniti, per non parlare dei suoi
alleati.
"Un
conflitto prolungato, specialmente in più teatri, richiederebbe una capacità
molto maggiore di produrre, mantenere e rifornire armi e munizioni"
rispetto a quella attualmente in atto...
Per
decenni, l'esercito statunitense "ha impiegato tecnologie all'avanguardia per il
suo decisivo vantaggio per decenni". Questa "presunzione di indiscussa
superiorità tecnologica" da parte dell'Impero significava che Washington
aveva "il lusso di costruire capacità squisite, con lunghi cicli di
acquisizione e poca tolleranza per fallimenti o rischi".
Quei
giorni sono però finiti da tempo, con Cina e Russia che "incorporano la
tecnologia a velocità crescente"...
La
"base industriale della difesa" americana oggi sta crollando,
crivellata da una miriade di problemi deleteri...
Per
affrontare questi problemi, la Commissione chiede... di reindustrializzare gli
USA dopo anni di esternalizzazione, offshoring e negligenza. Non viene fornita
alcuna tempistica, anche se probabilmente ci vorranno decenni...
Siamo
entrati in una strana era imperiale in fase avanzata, paragonabile alla
Glasnost dell'Unione Sovietica, in cui elementi del brain trust imperiale
statunitense possono vedere con accecante chiarezza che l'intero progetto
egemonico globale di Washington sta barcollando rapidamente e irreversibilmente
verso l'estinzione...
L'impero
in collasso: Cina e Russia mettono sotto scacco l'esercito statunitense.
(Kit
Klarenberg, Substack)
Ancora
una volta, vediamo le stesse critiche ripetute più e più volte.
Cinque
secoli di supremazia hanno prodotto un gruppo di élite occidentali così
ubriache di arroganza da essere incapaci di vedere ciò che è dolorosamente
ovvio per tutti gli altri, ovvero che il modello imperiale di sfruttamento
occidentale (l'"ordine basato sulle regole") sta crollando e che
nuovi centri di potere stanno rapidamente emergendo.
Sembra
ora che queste stesse élite siano pronte a trascinare il mondo in una
catastrofica Terza Guerra Mondiale per preservare la loro presa sul potere e
impedire ad altre nazioni di raggiungere l'indipendenza e la prosperità che
hanno guadagnato.
Fortunatamente, Washington fallirà in questo
sforzo proprio come ha fallito in tutti i suoi altri interventi risalenti al
1945.
Perché
gli Stati Uniti non hanno più la tecnologia, la manodopera o la capacità
industriale necessarie per vincere una guerra con la Russia.
È
tutta un'altra storia.
La
giustizia intimidita
dall’ideologia
al potere.
Msn.com
– La Stampa – (29-11-2024) – Redazione – ci dice:
Fin
dalle prime lezioni di diritto costituzionale, nel primo anno di
giurisprudenza, si fissa il principio della divisione dei poteri come principio
guida nel passaggio dallo Stato assoluto a quello liberale, sullo sfondo
dell’articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del
cittadino.
Questo sanno, almeno, quanti hanno seguito
quel corso di studi;
questo dovrebbero sapere i tantissimi
connazionali che hanno avuto una esperienza parlamentare, capi dei partiti in
testa.
Questa banale premessa diventa meno banale se
si considera che nel declinante anno in corso corre l’anniversario di una
trentennale, furibonda battaglia politica che ha per oggetto non tanto
l’adesione al principio, quanto la formidabile attuazione che ne hanno dato i
nostri padri costituenti.
Data
di inizio il 1994, dopo quarant’anni di proficuo e pacifico sistema incentrato
sul parlamento, capace di ovviare a una impossibile alternanza alla guida del
governo per le fratture internazionali della guerra fredda.
Grazie
alla presenza e alla collaborazione, nelle nostre Camere, di due grandi partiti
costituzionali, l’uno sempre, l’altro mai al governo:
la democrazia cristiana e il partito
comunista.
Da
allora, percorrendo con eccesso di sintesi fenomeni come Tangentopoli e Mani
pulite, con contorno di partiti dissolti ed elettorati orfani in libera
offerta, nasce quella che chiamiamo, per comodità e apparenza, seconda
Repubblica.
Due i
poteri da scardinare da parte del partito e contestuale governo berlusconiano,
piombato in campo a dichiarata difesa e potenziamento di un impero a un tempo
economico e soprattutto mediatico:
il
primo, proprio la centralità del Parlamento, messa dai Costituenti ad ostacolo
deliberato di un incontrollato potere decisionale governativo.
In subordine solo apparente, il potere
pregnante del sistema pubblico radiotelevisivo, ostacolo politico e giuridico
allo sviluppo competitivo di quel potere mediatico privato.
Il quarto potere: il più ambito per il raggiungimento
di quelli politici.
Il
parlamento deve passare sotto il controllo pieno del governo:
ed è
la stagione della «privatizzazione» delle Camere, uno snaturamento che tocca il
suo livello estremo, al limite della sovversione costituzionale, con la nomina
di legali, e diretto dei dipendenti, del capo del governo alla guida delle
commissioni Giustizia delle Camere.
Prodromo
delle legittimamente famigerate leggi ad personam.
È
esploso il contrasto più violento, tra potere politico e potere
giurisdizionale.
Contrasto che ne crea un altro, quello del potere
politico con il potere di garanzia del capo dello Stato, mirabile invenzione
dei costituenti, di cui non si sopporta il ruolo di regia e decisione nella
formazione dei governi, fino alla nomina dei ministri (qualcuno ricorderà il
caso Previti/Scalfaro); e quello di promulga delle leggi, per intuibili motivi.
Un
quadro a tinte forti, con una precisazione necessaria:
nella
strategia, senza remore, del Cavaliere, manca un sottofondo ideologico
minaccioso per gli assetti istituzionali, e quindi un pericolo concreto di
concorrenza costituzionale formale.
Il livello è quello di abitudini
costituzionali materiali:
che
non siano state poi nel tempo rimosse le catene che hanno bloccato e umiliato
le Camere, è colpa precipua dell’inerzia delle opposizioni costituzionali.
Per
convinzione di stabilità complessiva, e per non elegante convenienza nei propri
turni di governo.
Ed
ora, l’oggi.
La odierna coalizione di destra, all’apparenza
fotocopia dell’originario centrodestra, assomma questi tratti distintivi: un
forte tasso di ideologia assente nel pragmatismo berlusconiano.
La
stessa ideologia che portò il partito avo dell’odierno presidente del Consiglio
a una naturale incompatibilità costituzionale.
In
parte subita, in parte non minore strutturale, mai dismessa.
Quindi,
la revisione costituzionale come marchio distintivo, assente nella precedente
versione di centrodestra:
come
emerge dagli obiettivi prioritari di questa coalizione di governo.
Ancora: una inedita intolleranza per le
posizioni ostili nella comunicazione, fino allo scontro individuale,
giurisdizionale, tra il capo della coalizione e singoli esponenti di area di
opposizione.
L’assalto,
massiccio, ai posti chiave del servizio pubblico, senza la disposizione di una
classe giornalistica predisposta allo scopo.
Infine,
davvero preoccupante, democraticamente, l’intimidazione al potere giudiziario,
senza l’alibi di una legittima difesa emozionale.
Sullo
sfondo, un quadro costituzionale alternativo, lo sguardo girato all’indietro. Chi può e deve, chi ha prerogative di
garanzia, chi ha a cuore la «nostra» Costituzione, ha motivo e materia di
riflessione profonda.
(Montesquieu.tn@gmail.com)
La
strana morte di Will Rothschild
e la
crisi dell’impero della famiglia
più
potente del mondo.
Lacrunadellago.net
- Cesare Sacchetti – (29/11/2024) – ci dice:
Un
uomo che muore nella sua casa dopo che un incendio è scoppiato nella sua
abitazione per una sorta di incidente domestico.
Messa
in questi termini, si potrebbe pensare ad una banale disgrazia e ad un uomo
molto poco fortunato al quale è toccato una morte di questo genere.
L’uomo
però al quale sarebbe toccato questa sorte non era un proprio un signor
nessuno, ma era Will Rothschild, membro della famigerata dinastia di banchieri di origine
ebraica sorta a Francoforte nel XVIII secolo.
Will
veniva descritto come un tipo molto riservato, uno di quelli che amava condurre
uno stile di vita lontano dai riflettori dei media.
La
casa di Will Rothschild è stata fotografata in fiamme.
Will Rothschild
viveva in una strada chiamata Lookout Mountain, immersa tra le colline di
Hollywood, nei luoghi dove ci sono quei divi del cinema così tanto vicini allo
stato profondo americano, al partito democratico e a tutta quella ragnatela di
potenti lobby sioniste ed ebraiche che la fanno da padrone in California e
negli Stati Uniti.
Non è
chiaro però cosa sia effettivamente successo.
I pompieri sarebbero giunti sul posto circa 45
minuti dopo che le fiamme avrebbero avvolto la casa, e avrebbero impiegato
almeno 33 minuti per spegnere il rogo.
Alcuni
hanno messo in rilievo la singolarità di tale numero, dato che il 33, com’è
noto, è il massimo grado della massoneria, e spesso ricorre in quelle morti che
non hanno una spiegazione chiara.
Questa
potrebbe essere forse una di quella, poiché appare certamente strano che un
uomo così ricco non abbia dotato la sua casa di un sistema di allarme
anti-incendio né che non sia riuscito a fuggire dalle fiamme, quando la sua
abitazione sembrava avere diverse vie d’uscita.
Al
momento infatti non si sa se sia stata una eventuale intossicazione a procurare
la morte del 87enne oppure se il decesso non sia stato ancora più atroce con
l’uomo che potrebbe essere morto bruciato vivo.
Will è
stato trovato così dai pompieri, carbonizzato, e per ora non si può nemmeno
escludere che qualcuno sia penetrato nella sua abitazione, lo abbia ucciso e
poi abbia dato le fiamme alla casa nel tentativo di cancellare le sue tracce.
Le
autorità di Los Angeles hanno assicurato che ci sarà una meticolosa inchiesta,
e questo non lascia sperare troppo bene considerati i precedenti del” LAPD,” il
dipartimento di polizia di Los Angeles, che quando si tratta di profili così
in vista, non hanno troppe difficoltà a sfornare una versione nella quale
attribuiscono al caso o alla fatalità i decessi di questi personaggi.
Le
altre strane morti in casa Rothschild: Amschel Mayer.
A casa
Rothschild non è comunque la prima strana morte che si verifica.
Anni addietro, nel 1996, morì in circostanze
mai chiarite il figlio di Victor Rothschild, Amschel Mayer, chiamato così in
omaggio al capostipite della famiglia di banchieri.
Amschel
era considerato un po’ l’astro nascente dei rampolli del casato dei Rothschild.
Aveva
rilevato la presidenza della “Rothschild Asset Management”, l’azienda di
famiglia, e grazie alla sua gestione le finanze del fondo avevano iniziato a
stabilizzarsi.
Una
foto di Amschel Mayer Rothschild.
Nulla
lasciava presagire una sua improvvisa e drammatica morte come quella che gli
capitò nel luglio del 1996, nella stanza di una suite di un lussuoso albergo
parigino, “Le Bristol”.
Amschel
fu ritrovato esanime a terra nella sua camera e la polizia quando entrò nella
stanza vide che era stato strangolato.
Attorno
al collo aveva la cinta del suo accappatoio, e il 41enne figlio di Victor
avrebbe legato questa alla sbarra degli asciugamani del bagno per poi trovare
la morte da solo per strangolamento.
Gli
agenti della “gendarmerie di Parigi” una volta entrati nella stanza hanno
provato a fare qualche prova per vedere se effettivamente fosse possibile che “Amschel”
fosse riuscito ad uccidersi in quella maniera.
Uno di
loro prese la cinta, ancora parzialmente legata alla sbarra, le diede una forte
strattonata e il risultato fu quello di far crollare tutta l’attaccatura della
sbarra.
Impossibile
che il figlio del terzo barone Rothschild si sia tolto la vita in quel modo.
La
cinta era stata con ogni probabilità sistemata da qualcuno dopo che al
banchiere era stata inferta una morte per strangolamento dalla stessa persona
che era entrata in quella stanza e che era uscito una volta preparata la finta
scena del suicidio.
Nessun
ispettore della “gendarmerie “ha mai detto che si è trattato di suicidio, ma
iniziarono ad arrivare forti pressioni sulla polizia francese da potenti
ambienti per derubricare la morte a suicidio.
Il
giornalista” Ian Gooding” racconta che il potente magnate dei media, “Rupert
Murdoch”, iniziò a tempestare di fax le redazioni del suo impero mediatico per
trattare la morte di Amschel come dovuta ad un attacco cardiaco, nonostante
l’uomo risultasse in perfetta salute e aveva invece la fama di essere uno
sportivo.
Non si
doveva scrivere altro.
Non si
doveva neanche provare a sollevare un dubbio sulla morte della giovane promessa
di casa Rothschild che non ha lasciato nemmeno un biglietto prima di morire e
non aveva nessuna apparente ragione di togliersi la vita così improvvisamente.
Non
crede alla sua morte per suicidio un dirigente del potente fondo di
investimenti, “Keefe, Bruyette & Woods”, il quale all’epoca disse che “c’era molto di più in questa storia” che i media non avevano interesse a
raccontare e che la polizia francese non poteva o voleva svelare, anche perché
subito dall’alto, pare dallo stesso presidente “Jacques Chirac”, giunse
l’ordine di archiviare immediatamente l’indagine, che di fatto non poté nemmeno
iniziare.
Amschel
era arrivato a Parigi per chiudere un importante affare.
Aveva il compito di gestire una fusione tra le
succursali francesi dell’impero di questa famiglia con la “N.M. Rothschild” di
Londra.
Se
questa operazione fosse andata in porto, il centro degli affari di questi
banchieri si sarebbe spostato ancora di più a Londra, e forse questo, non è da
escludersi, può aver suscitato qualche invidia o gelosia nel ramo francese della
famiglia, da sempre arbitro della politica francese e finanziatore di numerose
campagne elettorali, da ultimo quella dell’attuale presidente” Emmanuel Macron”,
che è cresciuto all’ombra dei Rothschild francesi soprattutto grazie alla sua
consorte ed ex insegnante di liceo, Brigitte, così ben introdotta in questi
ambienti.
Non è
mai stato stabilito veramente quale potesse essere il movente della improvvisa
morte di Amschel, ma questo non deve destare alcuna sorpresa.
La
segretezza della famiglia Rothschild.
Per
più di 200 anni, la regola della famiglia Rothschild è stata quella della
segretezza, della impenetrabilità e della chiusura al mondo esterno.
Non si
entra in questa famiglia se non si riceve prima un attento scrutinio da parte
dei capi della famiglia che sono molto scrupolosi nel far diventare loro
parenti coloro che magari in futuro possono mettere a rischio gli interessi dei
Rothschild.
I
Rothschild sono talmente ossessionati dalle infiltrazioni del mondo esterno che
nella famiglia ci sono stati non pochi matrimoni tra cugini di primo grado, a
dimostrazione della volontà di restringere il più possibile matrimoni con altre
famiglie.
Se si
entra, vuol dire che si è devoti a servire questi banchieri che da quando hanno
iniziato la loro dinastia, siedono su un fiume di ricchezze fatto di sangue e
guerre, da loro scatenate soprattutto dopo la rivoluzione francese, quando il nuovo pensiero illuminista apre le
porte al mondo della finanza ebraica prima invece saldamente respinto dal
cattolicesimo e dal mondo cristiano.
Il
1789 cambia tutto e assegna la vittoria a coloro che hanno fatto dell’usura e
della speculazione la loro regola di vita.
Più di
due secoli dopo, i Rothschild sono ancora qui e un’altra strana morte si
aggiunge a quella di Amschel, quella appunto di Will, anche se stavolta pare
essere un contesto storico molto differente da quello del 1996.
L’impero
in quegli anni appariva incontrastato e in continua espansione.
Nulla
sembrava fermare la volontà di questi banchieri di arrivare alla costruzione
del loro “Nuovo Ordine Mondiale” e alla manifestazione del “moschiach ebraico “così
tanto atteso da loro e dalla famigerata setta sionista dei” Chabad Lubavitch”.
La
crisi dell’impero dei banchieri di Francoforte.
I
Rothschild in questi anni vivono una crisi che appare senza precedenti.
Hanno
già lasciato la scena importanti figure di rilievo come “Lord Jacob”, il quarto
barone dei Rothschild, anch’egli figlio del citato “Victor” e fratellastro di “Amschel”,
ed “Evelyn de Rothschild, “il cugino di Jacob e suo nemico per tanti anni per
dei dissapori sorti all’inizio degli anni’70 sull’uso del nome di famiglia e la
destinazione dell’immenso patrimonio di questi banchieri.
Esiste
una foto di Jacob, a sinistra, assieme a Evelyn de Rothschild.
Proprio
il “problema” del denaro, questo appare essere l’elemento di novità assoluta in
questa dinastia.
L’anno scorso infatti il casato originario di
Francoforte ha deciso di mettere all’asta la sua preziosa collezione d’arte,
una mossa imprevista, e forse impensabile per una famiglia la cui ricchezza è
sempre stata immensamente vasta, tanto che il capostipite della famiglia, “Amschel
Mayer”, ordinò ai suoi cinque figli prima di morire nel 1812, di non svelare
mai la vera entità del patrimonio famigliare e di servirsi di una tela di
prestanome e agenti per nascondere la vera ricchezza di famiglia.
Un
insegnamento che sembra essere stato fedelmente seguito nei secoli a venire,
tanto che diversi banchieri americani di origine ebraica, quali “John Morgan”,
fondatore della famigerata banca d’affari “JP Morgan” nel 1871, sono in realtà dei rappresentanti
degli stessi Rothschild negli Stati Uniti.
Stavolta
però forse gli affari non vanno più a gonfie vele come un tempo.
La
famiglia che sedeva sul tetto del mondo sembra aver perduto le leve del
controllo monetario, soprattutto dopo che si è insediata l’amministrazione
Trump dal 2016 in poi e forse la loro creatura, la “Federal Reserve Bank”, istituita
nel 1913, non garantisce più loro quella “creazione illimitata di moneta” sopra
la quale avevano costruito la loro immensa fortuna.
A
dirlo fu proprio il loro capostipite, il già citato “Mayer Amschel,” che spiegò
come non avesse importanza chi faceva le leggi in un determinato Paese fino a
quando lui
e la sua famiglia avessero avuto il controllo della creazione di moneta
attraverso delle banche centrali non controllate dai governi, ma dalle banche private, come è ancora oggi,
ad esempio, “banca d’Italia”, partecipata da istituti bancari privati e persino
priva della capacità di stampare moneta, rimessa alla BCE.
I
Rothschild si trovano a dover fare i conti con una situazione inedita
determinata sia dalla perdita della finanza americana, sia dalla perdita delle
immense miniere che questi gestivano in Africa, come accaduto recentemente in
Gabon, Paese nel quale i vasti giacimenti di manganese, indispensabili per la
produzione d’uranio, sono stati perduti dopo che il precedente governo filo
francese è stato spodestato da una giunta militare vicina alla Russia.
La
partita a scacchi che si è giocata in questi anni è quella che ha visto
politici saldamente opposti al mondialismo, quali Trump e Putin, e il cartello
bancario mondiale che ha tentato ogni strada per liberarsi dei due presidenti e
per preservare il suo sterminato impero finanziario.
Oggi i
Rothschild però non sono più forti come prima.
Sono
costretti a vendersi i gioielli di famiglia tra i quali si possono vedere
sontuose statue e dipinti molti simili a quelli che si vedono in una delle loro
feste tenutesi nel 1972 nello sfarzoso castello di “Chateau de Ferrières”, di
proprietà di” Guy de Rothschild”, membro del ramo francese della famiglia.
Al
ballo mascherato gli invitati che presero parte a quella festa indossavano
strane maschere veneziane, molto simili a quelle che si vedevano nel celebre
film di “Stanley Kubrick”, “Eyes Wide Shut”, nel quale il protagonista Bill,
interpretato da Tom Cruise, entrava in un palazzo identico ad un’altra storica
residenza dei Rothschild, Mentmore Towers, e si ritrovava nel mezzo di una
cerimonia chiaramente satanica.
Esistono
le maschere indossate alla festa dei Rothschild del’72.
Anche quella indossata dal protagonista di “Eyes
Wide Shut”
Lo spiccato
“interesse” di questa dinastia per il mondo dell’occulto e del satanismo è
alquanto noto, tanto che” Lord Jacob” aveva piacere a farsi ritrarre assieme
alla famigerata occultista “Marina Abramovich” di fronte a dipinti con chiare
raffigurazioni sataniche, e in uno di questi si vede persino lo stesso Lucifero
che chiama a raccolta le sue legioni.
Il
principe di questo mondo è il dio di questi potenti che stanno attraversando
una decadente fase della loro storia, e si ritrovano a dover fare i conti con
la crisi del loro impero e con la liquidazione del mondialismo.
I
servi di questi poteri non hanno mai voluto apprendere una lezione.
Il
loro potere è effimero e limitato ed è destinato a sparire.
Adesso,
a quanto pare, ne stanno avendo una testimonianza diretta.
La
questione dei mercenari italiani
in
Ucraina: il governo Meloni ha
autorizzato
la loro presenza a Kiev?
Lacrunadellago.net
– Cesare Sacchetti - (28/11/2024) – ci
dice:
A
leggere l’ultimo articolo del “Corriere” sulla situazione al fronte ucraino, si
trasecola.
Sì,
perché dopo il famigerato articolo nel quale si narrava che i russi fossero a
corto di calzini (sic), a via Solferino stavolta hanno deciso di andare ben
oltre.
L’ultimo
articolo sulla guerra in Ucraina è firmato da “Lorenzo Cremonesi” e narra la
situazione che stanno vivendo i mercenari italiani che stanno combattendo
contro la Russia.
Esiste
la foto dell’articolo del Corriere sui mercenari italiani in Ucraina.
L’”house
organ” delle élite liberali italiane non si è posto nemmeno il problema che
questi signori sono tutti in aperta violazione delle leggi penali italiane che
spiegano alquanto esplicitamente come in nessun modo gli italiani non possano
recarsi e partecipare in nessun fronte di guerra straniero senza una previa
autorizzazione dell’esecutivo.
Se si
legge l’articolo 244 del codice penale scritto nel 1930 si respira intanto una
boccata di ossigeno perché si trova un lessico e una chiarezza di pensiero
perduti oggi nei meandri delle bizantine leggi scritte nella storia più
recente, da menti che non conoscono bene il diritto ma che soprattutto sono
prive anche della necessaria logica per scriverle.
Non è
questo il caso di questo articolo e di altri del codice penale scritto dal
compianto giurista “Alfredo Rocco”, una delle tante raffinate menti di quegli
anni assieme agli altri consiglieri giuridici ed economici dei quali si
circondava Mussolini, ma ciò nell’odierna democrazia liberale non si può dire
perché la verità sfocia nella cosiddetta “apologia del fascismo”.
Il
testo è ad ogni modo il seguente e non lascia molto spazio agli equivoci.
“Chiunque,
senza l’approvazione del Governo, fa arruolamenti o compie altri atti ostili
contro uno Stato estero, in modo da esporre lo Stato italiano al pericolo di
una guerra, è punito con la reclusione da sei a diciotto anni; se la guerra
avviene, è punito con l’ergastolo.
Qualora
gli atti ostili siano tali da turbare soltanto le relazioni con un Governo
estero, ovvero da esporre lo Stato italiano o i suoi cittadini, ovunque
residenti, al pericolo di rappresaglie o di ritorsioni, la pena è della
reclusione da tre a dodici anni.
Se segue la rottura delle relazioni
diplomatiche, o se avvengono le rappresaglie o le ritorsioni, la pena è della
reclusione da cinque a quindici anni”.
Semplice,
chiaro e inequivocabile ed è quindi del tutto evidente che in tale caso i
mercenari italiani sul fronte ucraino siano dei fuorilegge che si trovano lì
per aiutare un regime di chiara ispirazione nazista che, tra l’altro, si è
insediato illegalmente nel 2014 grazie ad un colpo di Stato, il famigerato” Euromaidan,” sovvenzionato dall’ineffabile George
Soros, e
che ha perduto anche l’ultima parvenza di legittimità che aveva in quanto il mandato presidenziale di
Zelensky è terminato nel marzo di quest’anno, ma questo ovviamente non fa comodo
ricordarlo ai liberal-democratici sempre pronti ad impartire lezioni sul culto
dei diritti umani alla Russia e ai Paesi del mondo multipolare.
I
mercenari di fronte al Corriere sembrano quasi stilare un “cahier de doleances”,
e forse è questa la ragione per la quale il quotidiano ha pensato “bene” di
lasciarli parlare.
Affermano
che la situazione sarebbe disperata in quanto le milizie di mercenari e quelle
regolari non disporrebbero nemmeno delle granate a mano, senza contare che
molti soldati, militari e paramilitari, si trovano tra le mani dei veri e
propri ferrivecchi, buoni per combattere la guerra forse una trentina di anni
fa o anche prima.
C’è
molto mito attorno alle armi che l’Occidente, Stati Uniti ed UE, hanno inviato
a Kiev, ma la realtà dei fatti non è quella che alcuni credono.
Gli
Stati Uniti si sono guardati bene dal mandare anche soltanto metà della metà
del sostegno bellico che potevano offrire, e questo dall’altra parte del blocco
Euro-Atlantico, a Bruxelles, ha suscitato più di qualche ira poiché la
cosiddetta amministrazione Biden sembrava praticamente intenzionata a lasciare
al suo destino Zelensky e i suoi.
Bruxelles
da sola è in grado di fare ben poco, e Londra, l’altra stampella
dell’anglosfera, non è certo in grado di sostituire il ruolo militare degli
Stati Uniti, anche se si è data non poco da fare negli ultimi 2 anni e mezzo
per provocare la Russia in ogni modo, ma il Cremlino non è stato certo a
guardare e ha risposto duramente allo stato canaglia britannico.
Resta
da capire però effettivamente quanto sia coinvolta l’Italia in questa guerra, e
nessun giornalista del mainstream sta facendo, non sorprendentemente, le
domande che andrebbero fatte al governo Meloni né tantomeno ci pensano le
defunte false opposizioni della Lega, al governo, e del M5S, che dopo aver dato
il suo pieno sostegno ai nazisti ucraini adesso prova a farsi passare come
“messaggero di pace”.
L’ipocrisia
non ha confini dalle parti dei penta stellati, ma ciò che è più interessante
ora è risalire al coinvolgimento dell’Italia in tale situazione bellica.
Il
coinvolgimento militare dell’Italia in Ucraina.
Le
prime notizie di una presenza italiana, illegale, si sono avute subito al principio
della guerra, nell’aprile del 2022, quando i russi erano impegnati nella
eliminazione del battaglione di criminali e tagliagole nazisti addestrato dalla
CIA, il famigerato battaglione Azov.
Molti
ricorderanno che nel corso dei combattimenti che stavano avendo luogo
nell’acciaieria dell’”Azovstaal”, più di una fonte affermò che assieme ai
nazisti dell’Azov erano presenti diversi consulenti della NATO, tra i quali
sembravano esserci già allora ufficiali europei e anche italiani.
All’epoca
era ancora in carica il governo Draghi che, nonostante la decisione già presa,
e anticipata su questo blog, di lasciare palazzo Chigi a gennaio per la mancata
ricompensa del Quirinale, non fece mancare il suo sostegno ai nazisti ucraini
in tale fase, e la prima persona alla quale bisognerebbe chiedere conto della
presenza, illegale e non autorizzata dal Parlamento, di militari italiani in
Ucraina sarebbe proprio lui, l’uomo del Britannia.
Nulla
è mutato apparentemente con l’attuale esecutivo di Giorgia Meloni e Guido
Crosetto, perché, nei mesi scorsi, sono emerse due vicende molto controverse
che riguardano il sostegno militare italiano a Kiev.
La
prima riguarda
il caso del tenente colonnello dei Bersaglieri, Claudio Castiglia, che, secondo un canale ucraino,” The
Militarist”, avrebbe perso la vita in Ucraina dopo che i russi avevano effettuato un
bombardamento contro un sito nel quale sarebbero stati presenti sia soldati
ucraini sia diversi consulenti della NATO.
Esiste
una foto di Claudio Castiglia impegnato in una esercitazione NATO in Germania
nel dicembre del 2012.
A
rendere ancora più particolare l’indiscrezione è il fatto che questa sia
trapelata da ambienti decisamente lontani dalla Russia, ed è quindi
estremamente difficile per i vari propagandisti della NATO praticare il
consueto esercizio che bolla tutto ciò che non piace come “propaganda russa”.
Castiglia
poi non era un militare ordinario, per così dire.
Era un
ufficiale della NATO in servizio presso la base di Solbiate Olona, nel
varesotto, e a questa struttura è stato assegnato un ruolo molto specifico.
La
base fu infatti creata nel 2001 e al suo interno c’è oltre ad un contingente di
militari italiani, che rappresenta il 75% del personale presente, un folto
assembramento di soldati della NATO proveniente da vari Paesi, tra i quali
Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna e Turchia.
“Solbiate
Olona” è stata pensata per uno scopo molto preciso e peculiare, quale quello di
consentire un “rapido dispiegamento” delle forze del patto atlantico in
previsione di missioni contro quei Paesi giudicati una “minaccia” dalla NATO, e negli
ultimi 35 anni in particolare si sono avuti molteplici esempi della natura
aggressiva e terroristica di questa organizzazione che non ha esitato a
bombardare illegalmente Belgrado nel 1999, a invadere altrettanto illegalmente
l’Afghanistan nel 2001 e a bombardare e uccidere Gheddafi nel 2011.
Castiglia
era per tale struttura che lavorava ed è certamente singolare che un canale
ucraino abbia scritto che proprio lui, un ufficiale addestrato dalla NATO, si
trovasse lì, ma il ministero della Difesa di Crosetto all’epoca si lasciò andare al suo
esercizio di indignazione a comando, stracciandosi le vesti contro i cosiddetti
“seminatori di odio”, ma guardandosi bene dal fornire delle spiegazioni serie
sulla presenza di consulenti del patto atlantico in Ucraina.
L’Italia
ha assistito Zelensky nell’attacco alla Crimea?
Nei
tempi più recenti, c’è stato un atto poi, se possibile, ancora più ostile da
parte del governo italiano nei riguardi della Russia.
A
spiegare come l’Italia abbia partecipato de facto ad un atto di guerra contro
la Russia sono stati alcuni analisti militari interpellati dal sito “GreatGameofIndia”.
Lo
scorso giugno infatti i lettori ricorderanno come l’Ucraina abbia lanciato
contro le spiagge della Crimea ben 5 missili ATACM , abbattuti dalla contraerea
russa degli S-500, anche se secondo alcuni esperti il vero obbiettivo non
sarebbero stati tanto i bagnanti russi, ma la base di Sebastopoli lì vicino,
una delle più importanti per tutte le operazioni di guerra che il Cremlino
pianifica nell’Ucraina Orientale.
Questi
missili però hanno una particolarità.
Non
possono giungere al loro bersaglio se non sono teleguidati da un sistema
satellitare o da dei droni aerei che li aiutino a colpire l’obbiettivo prestabilito.
A
Sigonella,
un nome che un tempo evocava la spina dorsale della defunta classe politica
della Prima Repubblica, si fanno proprio questo tipo di operazioni.
Nella
base militare siciliana oltre ovviamente ai reparti dell’aereonautico militare
italiano ci sono quelli delle forze armate americane e il comando AGS della NATO che si
serve proprio di droni spia per quelle operazioni di ricognizione che precedono
attacchi come quello avvenuto contro la Crimea.
A
differenza di quello che qualcuno può pensare, nessuna operazione di questo
tipo può avvenire senza l’esplicito consenso del Paese ospitante, in questo
caso l’Italia, e se si sono levati dei droni in volo per assistere gli ATACM
ucraini, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della
Difesa, Guido Crosetto, devono avere in qualche modo dato il loro consenso.
A
rafforzare l’ipotesi che il governo italiano abbia dato tale autorizzazione è
il fatto che prima dell’attacco contro la Crimea si è alzato da Sigonella un
Global Hawk, un aereo spia, che ha sorvolato la zona del Mar Nero nel momento
in cui è avvenuto l’attacco, per poi fare rientro alla base militare poche ore
dopo.
Esiste
la foto dell’aereo spia che si è levato in volo da Sigonella e che sorvolava il
Mar Nero al momento dell’attacco contro la Russia.
Il
coinvolgimento dell’Italia sembra quindi avvenire a due livelli: li primo è
quello nel quale l’Italia mette a disposizione i suoi consulenti e le sue
strutture militari per attaccare la Russia; il secondo è quello nel quale
arrivano dei mercenari sul posto che combattono proprio sul terreno forse
diretti proprio, in segreto, dai consulenti italiani ed europei della NATO.
Nessuno
dei due livelli rientra evidentemente nell’alveo della legalità. Si è in pieno
territorio illegale sia nel primo caso, poiché ufficialmente non c’è stata
nessuna autorizzazione parlamentare all’invio di consulenti militari italiani
in Ucraina, né tantomeno risulta esserci per quella che riguarda i mercenari
italiani schierati con ciò che è rimasto delle truppe naziste ucraine.
Il
doppiopesismo della magistratura italiana.
Nessuno
sta dicendo nulla, né dentro il Parlamento né fuori, dove in teoria dovrebbe
intervenire quell’oggetto misterioso che si chiama “magistratura”.
Eppure
i togati e la polizia si mossero rapidamente quando si trattava di sanzionare
gli italiani che erano andati a combattere nel Donbass, regione nella quale i
nazisti ucraini hanno commesso indecenti crimini contro la popolazione locale,
da ultimo la strage di Solidavo, un villaggio del Donbass dove i tagliagole di
Zelensky hanno ucciso inermi civili prima di darsi alla fuga.
A
intervenire all’epoca, nell’agosto del 2018, fu la procura di Genova che oggi,
stranamente, non mostra lo stesso interesse nei confronti di quei mercenari italiani
che sono andati tra le fila dei nazisti di Kiev a combattere illegalmente
contro la Russia.
In
questa piccola e variegata umanità, ci sarebbero sia militanti della cosiddetta
“destra estrema” sia elementi della sinistra radicale, a dimostrazione che
ognuna di queste ideologie è solo un orpello, perché ognuno di questi personaggi
combatte per aiutare la NATO e per difendere l’ormai decaduto braccio militare
del mondialismo.
Nessuno
però continua a fare a Giorgia Meloni e Guido Crosetto la più ovvia delle
domande: avete autorizzato l’invio di consulenti NATO dell’Italia e di
mercenari italiani in Ucraina?
Il
nemico in questa storia non è la Russia. È chi pur di provare a salvare l’ormai
decaduto patto atlantico mette in pericolo la sicurezza di un intero Paese.
Il
ministro della Giustizia di Trump:
”
verranno pubblicati i nomi
del
caso Epstein.”
Lacrunadellago.net
– (26/11/2024) – Cesare Sacchetti – ci dice:
I
media si sono esibiti ancora una volta nel loro consueto esercizio, ovvero
quello di provare a far finta di nulla quando stanno per scoppiare le
conseguenze di enormi scandali.
Stavolta
lo scandalo è quello che riguarda il famigerato pedofilo al servizio del Mossad, “Jeffrey
Epstein”, morto
in circostanze misteriose nel 2019, anche se alcuni sostengono che si sia
trattato di una finta morte, per impedire proprio agli uomini coinvolti nel suo
giro di pedofilia di toglierlo dalla scena.
Il
ministro della Giustizia nominato da Trump, Pam Bondi, già avvocato dello stesso Trump
durante la farsa della prima messa in stato di accusa contro il presidente
americano, ha
fatto sapere nei giorni scorsi che dopo il 20 gennaio non sussiste più alcuna
ragione di continuare a tenere segreti i nomi del caso Epstein.
Da
Epstein andavano un po’ tutti i personaggi in vista dell’alta società di New
York senza dimenticare i vip di quel mondo hollywoodiano che oggi stanno
facendo a gara per lasciare gli Stati Uniti, forse ben consci che la terra
sotto i loro piedi adesso scotta troppo.
Le
origini di Epstein e della sua misteriosa ricchezza.
Epstein
nasce come insegnante di matematica e poi riesce, ancora oggi non è chiaro
come, ad accumulare una enorme ricchezza superiore al miliardo di dollari.
Sono
diverse le teorie che hanno provato a spiegare come ad un certo punto
l’insegnante divenuto finanziere sia riuscito ad accumulare tale somma, e una
delle più accreditate è quella secondo la quale sia stato un altro miliardario
di origini ebraiche, “Lesley Wexner”, ad aiutarlo a salire i gradini della
finanza di New York, dopo che nel 1981 Epstein aveva fondato il “suo fondo di
investimenti “e Wexner gli aveva messo a disposizione le sue ricchezze nonostante
all’epoca il pedofilo fosse un emerito signor nessuno in quel mondo.
Esiste
la foto di “Leslie Wexner”, a sinistra, “Jeffrey Epstein,” a destra.
“Wexner
“evidentemente sapeva su Epstein qualcosa che gli altri in quegli anni non
sapevano e decide di mettergli in mano tutti quei milioni, sicuro che non
sarebbero andati perduti, come è effettivamente stato, perché presto il giovane
Epstein inizia a diventare un nome in quell’ambiente e diviene al tempo stesso
uno dei volti più in vista della élite newyorchese.
New
York è il posto dove la finanza ebraica è profondamente radicata, persino più
di Londra, tanto che questa città si è guadagnata anche il soprannome di “Jew
(ebreo in inglese ndr) York” talmente è alto il numero di ebrei che vivono
nella Grande Mela.
In
quegli anni però si sono aperte porte probabilmente ancora più grandi e segrete
per l’astro nascente della finanza newyorchese, poiché, secondo diverse fonti,
tra le quali
l’ex agente del Mossad Ari Ben-Menashe, Epstein viene reclutato dal Mossad
stesso per
allestire una
potente e criminale macchina dei ricatti ai danni di tutti i personaggi più in
vista della società americana.
Ad
Epstein viene affidato il compito di costruire una trappola per topi, dove il
“formaggio” è qualche minorenne o bambino che dev’essere dato in pasto al
predatore di turno, e Israele in ciò non ha alcuna difficoltà a trovare le sue
vittime, poiché in questo Paese il traffico di esseri umani è uno dei più vasti
al mondo, anche se i media non lo dicono per timore di non macchiare l’immagine
della “unica democrazia del Medio Oriente”.
Iniziano
così dagli anni’90 i viaggi a bordo del cosiddetto “Lolita Express”, l’aereo
privato di Epstein sul quale salgono a bordo persino ex presidenti americani, quali “Bill
Clinton”, molto intimo del pedofilo e con una spiccata passione non solo per le
donne, ma soprattutto per le minorenni.
Il
miliardario di New York era già di casa alla Casa Bianca anche durante gli anni
della presidenza Clinton, tanto che il presidente nel 1993 lo riceveva con
tutti gli onori a Washington assieme alla immancabile “Ghislaine Maxwell,”
figlia del miliardario inglese di origini ebraiche, “Robert Maxwell”, anch’egli
spia del Mossad, morto nel 1991 in circostanze mai chiarite al largo del suo
yacht sulle sue Canarie.
Esiste
la foto di Ghislaine Maswell, Jeffrey Epstein, al centro, e Bill Clinton.
Robert
era pieno di debiti ed era noto anche per essere un imbroglione, circostanza
che gli aveva consentito di costruire un impero mediatico nel Regno Unito, nel
quale c’era anche il quotidiano “Daily Mirror”.
I suoi
intrallazzi però erano andati evidentemente troppo oltre e verso la fine degli
anni’80, il faccendiere aveva così tanti debiti che non poteva uscirne senza
prima ricevere un grosso versamento di denaro, e allora “Robert” partorisce
l’idea più pericolosa che potesse venirgli in mente;
quella
di iniziare a ricattare il Mossad per avere quei denari, pena la rivelazione di
tutti gli affari sporchi dei servizi israeliani.
Nel
quartier generale del Mossad non l’hanno presa probabilmente troppo bene, e
allora “Robert Maxwell” fa la misteriosa fine che fa, ma la” figlia Ghislaine”
sembra comunque intenzionata a seguire le orme del padre e aiutare Jeffrey Epstein nel ricattare
le sue vittime.
A “Little
Saint James”, l’isola privata di Epstein, c’è un vero e proprio museo degli
orrori.
E’ qui
che i pedofili dell’alta società americana andavano per “svernare” e tra loro,
oltre il già citato “Bill Clinton”, c’erano anche il principe “Andrea di
Windsor, una famiglia altrettanto coinvolta nel giro pedofilo, e anche attori
del calibro di” Kevin Spacey”, che, secondo alcune testimonianze, era così
sadico nei confronti delle sue vittime che metteva a disagio persino gli altri
frequentatori dell’isola.
In
questo paradiso dei Caraibi circondato da acque cristalline e una vegetazione
lussureggiante però sembrano andati in scena atti persino più ripugnanti di
quelli che praticavano i vari orchi contro i e le minorenni che Epstein gli
procurava.
Esiste
la foto della tortura e l’omicidio di una bambina per mano di Hillary Clinton.
A
Little Saint James si è superata la soglia di ogni immaginabile disumanità
quando nella villa di Epstein è giunto un altro personaggio, “Hillary Clinton”,
forse più potente del marito stesso, e “Huma Abedin”, la sua assistente, che
hanno inflitto le più orrende possibili torture contro una bambina inerme.
Esiste
anche la foto di Hillary Clinton accompagnata sempre dalla “fedele” “Huma
Abedin.”
Hillary
Clinton e Huma avrebbero tolto la pelle del viso ad una bambina per poi
indossare macabramente la maschera di sangue di questa povera innocente in un
rito che ricorda non poco quelli che venivano consumati nei secoli scorsi da
alcuni esponenti delle comunità ebraica in Europa il giorno della festa ebraica
del Purim.
In
quei giorni, degli ebrei uscivano e rapivano dei fanciulli i quali poi venivano
brutalmente dissanguati in questi orrendi sacrifici umani, dei quali ha persino
narrato un esponente stesso della comunità ebraica di Roma, “Ariel Toaff”, nel
suo celebre “Pasque di Sangue” prima che ovviamente si scatenasse la canea
contro il figlio del celebre rabbino, “Elio Toaff”, per costringerlo quasi a
ritrattare quanto scritto nel suo saggio.
La
storia però, sepolta dagli storici liberali, è quella e ci sono svariati casi
di questi sacrifici di bambini che si sono consumati, e si consumano tuttora,
nei luoghi del potere e il caso di” San Simonino” di Trento, ucciso dagli ebrei
del posto nel marzo del 1475 è forse il più famigerato.
Si celebrò
anche un processo e ben 15 ebrei furono bruciati vivi per aver torturato e
ucciso il povero Simonino.
A “Little
Saint James “e in altri luoghi frequentati da questi potenti, queste
“tradizioni” non si sono mai interrotte ed è quello che è toccato a quella
bambina uccisa da “Hillary Clinton” e “Huma Abedin.”
Il
video è stato trovato sul computer dell’ex marito di Huma,” Anthony Weiner”£,
politico democratico anch’egli di origini ebraiche, e salvato in una cartella
dal nome molto esplicativo quale “polizza assicurativa”.
“Weiner “aveva scelto quel nome per
una ragione molto precisa in quanto quel video avrebbe dovuto metterlo al
riparo da qualsiasi tentativo di incriminazione nei suoi confronti per i suoi
stessi scandali sessuali nei quali il marito di Huma scambiava messaggi erotici
con delle minorenni.
Se si
pensa che “Weiner” ha scontato soltanto due anni di carcere per questi casi, si
può pensare che effettivamente quella polizza gli abbia garantito una certa
protezione, e ovviamente i media si sono premurati di non dare mai alcuna
visibilità a quello che l’ex marito della “Abedin” aveva sul suo computer.
Il
video era, e risulta ancora esserlo, nel possesso del dipartimento di polizia
di New York, i cui agenti di polizia erano stati incaricati di sequestrare il
computer dell’uomo nel corso dell’inchiesta contro di lui per i messaggi
sessuali mandati a delle minorenni.
Dopo
che lo hanno visto, non pochi poliziotti si sono sentiti male e hanno dovuto
ricorrere ad un supporto psicologico per provare non tanto a cancellare, ma
almeno a rendere più sopportabile il dolore inferto da quelle immagini.
Nessuno
dei diretti interessati dal 2019 ad oggi, anno nel quale il video fu pubblicato
sulla bacheca di” 8chan”, ha mai smentito l’autenticità delle immagini, e oggi
il video circola ancora in alcuni luoghi del “dark web.”
Gli “snuff
“movie sono parte di questo giro di pedofilia e costituiscono il cuore centrale
di questa rete di assassini e satanisti internazionali.
Ovunque
si inizi a indagare sui pedofili di alto bordo, si incappa in questi film
dell’orrore, come si è potuto vedere per il caso “Dutroux “del quale si è
parlato in precedenza.
Anche
in quel caso esisteva un giro di alto bordo della società belga ed europea, del
quale facevano parte, secondo i testimoni vittime di questi aguzzini, gli
stessi reali belgi e persino un presidente della Commissione europea, quale “Herman
Van Rompuy.”
Il
segreto che lega questi orchi è proprio questo degli “snuff movie”. Ognuno,
come sapeva molto bene “Stanley Kubrick,” è legato all’altro dagli
inconfessabili orrori commessi da tutti loro e chi vuole rompere la catena del
segreto va inevitabilmente incontro alla morte.
I
testimoni scomodi morti misteriosamente.
È la
sorte toccata alle decine di testimoni e aguzzini del “caso Dutroux,” morti in
circostanze misteriose prima che potessero rivelare ciò che sapevano, ed è la
stessa sorte toccata a molti personaggi in passato che avrebbero potuto recare
danno ai coniugi “Bill e Hillary Clinton”.
Addirittura
il conto delle morti sospette risale al 1977, quando “Susan Coleman”, amante di “Bill “e incinta del
prossimo governatore dell’Arkansas, viene trovata morta con un colpo di pistola
dietro la testa e la polizia locale riesce ad archiviare il tutto come
“suicidio”.
Esiste
una foto di Suzanne Coleman.
Sorte
simile è toccata ad un giornalista investigativo come “Danny Casolaro “che
stava indagando sulla corruzione della “coppia Clinton “prima di essere
ritrovato morto in una vasca di bagno dello “Sheraton Hotel” a Martinsburg,
nella Virginia Occidentale, nel 1991, esattamente un anno prima che” Bill
Clinton “vincesse le elezioni presidenziali.
E la
scia di strane morti è proseguita per tutti gli anni’90 e 2000 fino ad arrivare
a quella di “Seth Rich”, membro del partito democratico, e da tempo sotto
osservazione, che aveva fatto trapelare le email di Hillary Clinton a “Wikileaks”,
probabilmente perché ormai saturo del puzzo del malaffare che si respirava in
quel partito.
“Seth”
è stato ucciso nel luglio del 2016 a Washington in una rapina “andata a monte”,
un motivo a dir poco pretestuoso, e ad oggi ancora si ignorano le identità dei
suoi assassini.
Epstein
negli anni intanto continuava ad espandere la sua rete di ricatti fino a quando
non fu accusato di numerosi casi di prostituzione minorile nel 2008, ma fu
salvato da un accordo segreto stretto tra l’allora procuratore della Florida, “Alexander
Acosta”, e lo stesso “Epstein.”
Al
pedofilo vennero dati soltanto due anni di carcere dopo che ad Acosta era stato
detto di andarci con la mano leggera nei suoi confronti in quanto il
miliardario era “uomo dei servizi”.
In
quel momento, tutti si sarebbero aspettati che Epstein fosse abbandonato dai
suoi vecchi amici.
Soltanto
“Donald Trump” aveva avuto il coraggio anni prima di buttarlo fuori da uno dei
suoi locali in Florida, mentre lo sorprese a molestare una minorenne e soltanto
Trump si rivelò disposto ad aiutare la giustizia a mettere dietro le sbarre
l’uomo del Mossad.
Gli
altri invece nemmeno dopo la condanna al carcere tagliarono i ponti con lui. Epstein aveva un’agenda fitta di
appuntamenti con personaggi appartenenti alla famiglia Rothschild, Woody Allen
e il famoso linguista Noam Chomsky.
A
metterlo dietro le sbarre una volta per tutte è stata l”’amministrazione di
Trump” durante il suo primo mandato nel 2019, e l’anno successivo, nel 2020, lo
stesso governo di Trump è riuscito ad assicurare alla giustizia anche la sodale
di Epstein, Ghislaine Maxwell, che oggi sconta una condanna a 20 anni per
sfruttamento della prostituzione minorile.
Oggi
forse si è vicini alla chiusura del cerchio di questa lunga catena di abusi e
orrori pedofili.
Il
prossimo anno potrebbe essere rilasciata la lista di tutti i nomi associati a
Epstein, e alcuni forse sono proprio quelli con i quali il miliardario si
incontrava negli anni precedenti il suo arresto.
Tra
questi, c’era, tra gli altri, anche” Bill Gates”, il quale non poteva non
sapere che Epstein era un pedofilo condannato dai tribunali della Florida.
Sarà
forse questa la ragione per la quale, come si diceva al principio, molti
personaggi di alto profilo stanno iniziando a lasciare il Paese.
“Richard
Gere” ha già fatto le valige per trasferirsi in Spagna
. La
conduttrice televisiva,” Ellen DeGeneres”, ha scelto invece Londra come
“rifugio”, e pare che altri presto sceglieranno la stessa strada ufficialmente
per non vivere sotto un altro mandato di Trump, ma ufficiosamente sembra che
diversi di questi altisonanti nomi del mondo dello spettacolo siano coinvolti
sia nello scandalo di “Epstein “sia in quello di “Puff Diddy”.
I
personaggi che per anni hanno fatto parte indisturbati di questi enormi giri di
pedofilia non hanno mai avuto così paura come la hanno ora.
Mike
Adams Spiega che Cos’è
il Sistema
d’Arma “Oreshnik.”
Conoscenzealconfine.it
– (29 Novembre 2024) – Redazione - Claudio Martinotti Doria – ci dice:
Mike
Adams, docente di fisica e ricercatore scientifico: “Fino ad ora, quasi nessuno
in occidente capisce cosa sia il sistema d’arma Oreshnik, appena dimostrato
dalla Russia”.
“Tanto
di cappello a Theodore Postol, Scott Ritter e Brian Berletic, le uniche tre persone che ho
trovato che lo capiscono.
Ho
calcolato l’energia cinetica delle submunizioni (usando stime di massa) e ho
esaminato ciò che è attualmente noto su queste armi.
La mia
conclusione?
La
NATO è finita.
L’occidente
non ha idea di cosa si trova ad affrontare.
Il
sistema d’arma russo “Oreshnik” è scacco matto per la NATO e gli Stati Uniti.
Tutte
le portaerei americane potrebbero essere distrutte in pochi minuti.
Tutte
le basi militari statunitensi, tutti i bunker sotterranei, tutti i siti di
lancio di missili balistici intercontinentali, i cantieri navali, ecc… possono
essere distrutti da questi missili usando l’energia cinetica non nucleare.
Non
esistono trattati esistenti (per quanto ne so) che vietino questo sistema
d’arma, e non distrugge le infrastrutture circostanti o le popolazioni civili
di massa.
È
un’arma chirurgica distruttiva e inarrestabile che essenzialmente lancia
fulmini metallici dal cielo, proprio come il martello di Thor o le comete di
Dio.
Nessuno ha protezione contro di essa, e la
portata di queste armi, montate su veicoli di lancio intercontinentali, è
globale.
Ora
l’occidente deve ritirarsi o ricorrere al nucleare.
Molto probabilmente sceglieranno le armi
nucleari per disperazione, fai attenzione.
La
Russia ha appena cambiato le sorti della guerra e ha raggiunto il dominio
globale.
Nessuno
nella stampa occidentale se ne è nemmeno accorto.
Sono troppo stupidi, troppo presuntuosi o
troppo arroganti per capire cosa è appena successo.
È come
giocare a scacchi con Putin e pensare di poter competere, quando all’improvviso
la regina di Putin spara un lanciafiamme sulla scacchiera e frigge tutti i tuoi
pezzi, dando loro fuoco.
Pensavi
di giocare a “scacchi”, ma Putin stava giocando a un altro gioco chiamato
“lanciafiamme”.
Questo è ciò che è accaduto”.
La
cosa drammatica è che ha ragione… I lobotomizzati che ci governano non hanno
minimamente capito cos’è successo con la messa in campo del “sistema Oreshnik”
russo.
Noi
abbiamo mentecatti come Tajani che dicono che sono missili sovietici
rimodernati (LombardiaRussiaGeN/28776).
E
quando hai al governo simili lobotomizzati, le cose non possono che finire
malissimo per noi…
(t.me/LombardiaRussiaGeN/28739).
(t.me/LombardiaRussiaGeN).
Oreshnik
- Il colpo di scena
a 3 km
al secondo.
Unz.com
- Pepe Escobar – (22 novembre 2024) – ci dice:
Niente
da vedere qui. Solo una demo ipersonica. Beh, non proprio.
L'americano
medio è in grado di dare un senso al mondo solo attraverso i film. Torniamo
quindi a un classico:
la sequenza iniziale di “Apocalypse Now” di
“Coppola” – la controparte della guerra del Vietnam di “Cuore di tenebra” di
“Joseph Conrad”, ambientata in Congo.
Nel
film, il capitano “Willard” (Martin Sheen) è a malapena in grado di mettere in
scena un soliloquio da ubriaco da solo nella sua stanza a Saigon.
Sta
aspettando il suo incarico:
una
missione speciale fino al “Cuore di Tenebra” (nel film, rappresentato
dall'incursione illegale americana/bombardamento indiscriminato della
Cambogia).
“Willard”,
nel “VO”, mormora a malapena:
"Ogni
minuto che rimango in questa stanza, divento più debole e Charlie diventa più
forte".
Charlie,
fuori nella giungla, era il modo in cui i soldati americani si riferivano ai
Vietcong.
Spunto
dalla "guerra americana" – come la chiamano i vietnamiti – alla
guerra per procura USA/NATO in Ucraina.
L'Impero
Americano è ora un capitano ubriaco di fronte alla giungla (rinnovata) – come
lo ha definito quello stupido spagnolo Borrell, il "capo" della
politica estera dell'UE uscente.
Ogni
minuto che il Capitano rimane nel suo giardino decrepito – la controparte di
una squallida stanza di Saigon – Charlie, nella giungla, diventa più forte.
Ciò
che è ancora più inquietante è che Charlie, ora, non è il Vietcong.
Charlie
ora è la Russia nucleare e ipersonica.
“Capitan
America” credeva che avrebbe intimidito “Russkie Charlie” con
l'"autorizzazione" direttamente dallo “Stato Profondo” per l'Ucraina ad attaccare obiettivi all'interno
della Federazione Russa con l'ATACMS.
Tali
attacchi erano già avvenuti in passato nei nuovi territori della Russia.
Tuttavia, due nuovi sono stati scatenati dopo l'"autorizzazione",
contro Kursk e Bryansk; uno con “ATACMS” e l'altro con “Storm Shadows”.
Poi è
arrivata l'inevitabile risposta russa. Cos'è stato? Nuovi ipersonici multipli?
Zeus? Superuomo?
Il
vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dimitri "Unplugged"
Medvedev, non ha resistito a un conciso trolling :
"Quindi
è quello che volevi? Beh, ce l'hai dannatamente bene!"
I
ratti collettivi dell'Ovest si stavano prevedibilmente affrettando in tutto lo
spettro dopo aver visto quello che è stato inizialmente interpretato come una
dimostrazione di RS-26 "pacchetto di testate convenzionali".
Poi il
presidente Putin ha messo in un verbale.
Punti
chiave:
le
armi occidentali a lungo raggio sono state utilizzate contro la Russia, che ha
reagito con il nuovo sistema ipersonico balistico a medio raggio
"Oreshnik" contro la fabbrica Yuzhmash di Dnipropetrovsk;
inoltre, l'uso delle armi a lungo raggio da
parte del nemico non può ostacolare il corso dell'Operazione Militare Speciale
(SMO).
Ma
questo è stato il messaggio chiave che Putin ha trasmesso agli americani, alla
NATO e all'Occidente collettivo:
"Stiamo
conducendo test di combattimento del sistema missilistico Oreshnik in risposta
alle azioni aggressive dei paesi della NATO contro la Russia.
La questione dell'ulteriore dispiegamento di
missili a medio e corto raggio sarà decisa da noi, a seconda delle azioni degli
Stati Uniti e dei loro satelliti.
Gli
obiettivi per la distruzione durante ulteriori test dei nostri nuovi sistemi
missilistici saranno determinati da noi in base alle minacce alla sicurezza
della Federazione Russa armi siano usate contro le nostre strutture.
E in caso di escalation di azioni aggressive, risponderemo
anche in modo deciso e speculare che le élite al potere di quei paesi che hanno
in programma di usare i loro contingenti militari contro la Russia ci pensino seriamente
due volte".
Signore,
vuole un po' di insalata di nocciole?
L'interpretazione
iniziale di questa mossa de facto che ha cambiato le carte in tavola era che la
Russia aveva lanciato un singolo missile mobile stradale RS-26 Rubezh contro la
fabbrica di produzione di missili Yuzhmash a Dnepropetrovsk, equipaggiata con
sei testate indipendenti, non nucleari (corsivo mio), ognuna delle quali a sua
volta dispiegava altre testate (chiamatelo 6×6 = 36).
Questo
di per sé ha cambiato l'"essenza" della guerra in Ucraina, come lo
stesso Putin l'aveva precedentemente riconosciuto quando si trattava
dell'"autorizzazione" agli attacchi da parte dell'”ATACMS “.
Il
discorso di Putin ha stabilito che la Russia ha effettivamente utilizzato un
missile a medio raggio (da 1.000 a 3.000 km) completamente nuovo, l'Oreshnik ("Nocciola").
Anche
i funzionari statunitensi hanno ammesso che si tratta di un sistema
"sperimentale"; Ciò implica che ne sappiamo qualcosa.
Lo
stesso Putin ha anche fatto riferimento ai "test di combattimento". Ciò che è stabilito al di là di ogni
test, nelle parole di Putin, è che la "nocciola" può essere inviata
in dono a qualsiasi obiettivo in tutta la NATO.
Oreshnik
è tosto come i missili.
Può
raggiungere il Regno Unito in soli 19 minuti; Bruxelles nel 14; Berlino
nell'11; e Varsavia in 8 minuti.
E,
naturalmente, viaggiando a oltre Mach 10, semplicemente non può essere
intercettato da nulla nell'arsenale collettivo dell'Occidente.
Ciò
include gli Stati Uniti.
MISSILE
IPERSONICO ORESHNIK: L'INARRESTABILE RISPOSTA DELLA RUSSIA ALLE AZIONI DELLA
NATO.
Tipo:
Sistema di missili balistici a medio raggio con capacità ipersoniche non
nucleari.
Velocità:
raggiunge Mach 10, equivalente a 2,5-3 chilometri al secondo.
Contromisure:
Moderna difesa aerea e missilistica... (t.co/nBbP0eA8F3
pic.twitter.com/XmECUqZwFb)
—
Sputnik (@SputnikInt) 21 novembre 2024.
L'alto
potere distruttivo è un dato di fatto, già garantito dal fattore sorpresa;
Sai cosa ti colpisce solo dopo essere stato
colpito (forse).
Una potenziale opzione è che “Oreshnik” abbia
preso di mira officine sotterranee segrete a Yuzhmash, dove la NATO aveva
inviato attrezzature e parti per missili balistici a corto raggio (da 500 km a
1.500 km).
Nei
suoi quattro libri e nel suo blog, l'indispensabile “Andrei Martyanov” ha
chiarito che "la Russia ha una schiacciante superiorità convenzionale
nell'escalation" rispetto all'Egemone.
Quindi,
sì: questo test di un IRCM (un missile convenzionale) con MIRV (Multiple
Independent Reentry Vehicles) ipersonici potrebbe essere solo una demo,
un'anteprima di cos'altro potrebbe essere in serbo.
Martyanov:
"La
NATO non ha alcuna capacità di fermare il fuoco a lungo raggio della
Russia".
La "demo" è anche abbinata a una nuova
possibilità di rendere la guerra un affare relativamente civile:
Mosca
avvertirà i civili di qualsiasi imminente attacco di Oreshnik.
Coloro che non se ne andranno lo faranno a
loro rischio e pericolo.
Come
ha osservato Martyanov, "questo non è più solo SMO".
Infatti:
da un bel po' di tempo siamo ben oltre un'operazione militare speciale: questa
è una decisione da fare o morire NATO v.
Aggravato
dal fatto che le élite dominanti dell'Egemone sono congenitamente incapaci di
fermare l'escalation.
Nemmeno
la demo di Oreshnik fermerà l'escalation.
Uno scenario plausibile è che l'intelligence
militare statunitense sia venuta a conoscenza di un attacco missilistico
balistico russo a medio raggio e poi abbia informato Kiev e la NATO.
Mosca
ha poi avvertito gli Stati Uniti 30 minuti prima dell'attacco (questa è la
norma, per evitare malintesi sul nucleare);
Gli
americani non solo lo hanno confermato, ma hanno sottolineato che non c'era
alcun rischio di un attacco nucleare russo su Kiev, ora o nel prossimo futuro.
“Oreshnik”
infatti è una tacita dimostrazione che la Russia non ha bisogno del nucleare
per risolvere nulla nel teatro di guerra ucraino.
Quindi
supponiamo che l'escalation sia stata controllata, per ora.
Eppure
abbiamo ancora quasi due mesi di un'amministrazione statunitense completamente
squilibrata al potere.
La
demenza congenita della NATO suggerisce che l'escalation continuerà.
La
differenza però è stratosferica: ora non sanno se “Oreshnik “che consegna loro un biglietto da
visita è accompagnato da una bomba nucleare o meno.
Nonostante
tutta la demenza intrinseca dell'attuale amministrazione uscente, gli americani
che capiscono il mondo solo attraverso i film potrebbero aver dimenticato che è
stato Trump 1.0 a ritirare gli Stati Uniti dal trattato INF, nel 2019.
Se gli
Stati Uniti fossero rimasti, la Russia non sarebbe stata in grado di sviluppare
e utilizzare l'Oreshnik.
Ma ora
è tempo di insalata di nocciole, per tutti;
Un
ottimo modo per regolare la pressione sanguigna.
Quand'è
che un cessate il fuoco
non è
un cessate il fuoco?
Unz.com - Filippo Giraldi – (30 novembre 2024)
– ci dice:
Quando
è stato istituito da Washington e Israele è coinvolto.
Stiamo
forse assistendo a un'altra mossa furtiva da parte di Washington e Benjamin
Netanyahu di Israele per rafforzare la posizione israeliana in un Medio Oriente
in guerra, fingendo di fare qualcos'altro.
Il
presidente Joe Biden e il suo cast di ignoranti hanno piagnucolato per mesi sul
loro desiderio di organizzare un cessate il fuoco "umanitario" a Gaza
e in Libano, mentre in alternativa si lamentavano del "diritto di
difendersi" dello stato ebraico, ma in qualche modo gli accordi proposti
non hanno mai soddisfatto del tutto “Netanyahu”.
“Bibi”
ha ripetutamente dichiarato che non accetterà alcuna sospensione dei
combattimenti, presumibilmente finché tutti i palestinesi non saranno morti, ma
accetterebbe una sorta di sospensione dei conflitti finché avrà la possibilità
di tornare a scatenare l'omicidio di massa ogni volta che gli fa comodo.
Lui
etichetta ingannevolmente questo come "assicurarsi che i cattivi
'terroristi' rispettino l'accordo".
In quel contesto in cui tutti mentono a tutti
gli altri, “Genocide Joe” è riuscito a trascinare il suo misero sedere oltre il
traguardo con una formula di pace temporanea per il Libano approvata dagli USA
e "condita con i considerando", che si adatta perfettamente a “Bibi”.
In effetti, gli andava così bene che non ha resistito
a rinnovare il suo attacco ai libanesi giovedì scorso, prima ancora che
l'inchiostro si fosse asciugato sui documenti del cessate il fuoco.
Il
cessate il fuoco, organizzato in gran parte da “Amos Hochstein”, un israeliano
che ha prestato servizio nell'esercito israeliano e ora è il negoziatore
itinerante di “Biden”, è stato concordato il 27 novembre.
Le sue
disposizioni scritte includono 60 giorni per Hezbollah per ritirarsi sul fiume
Litani, 18 miglia a nord del confine, mentre Israele si ritira da tutto il
Libano meridionale che ha occupato.
L'esercito
libanese occuperà l'area lasciata libera da Hezbollah e lavorerà con i soldati
UNIFIL per monitorare il processo e mantenere la pace in quella che sarà
designata come zona libera da armi.
A complicare l'accordo, c'è una lettera parallela
degli Stati Uniti a Israele che conferma il sostegno americano a Israele per
"agire per autodifesa", un termine che Israele può sfruttare per re-intervenire
in Libano.
Nella
lettera, gli Stati Uniti si impegnano anche a condividere con Israele
l'intelligence sull'Iran che fornisce qualsiasi supporto a Hezbollah.
A Israele sarà consentito di agire "per
legittima difesa" se Hezbollah viola il cessate il fuoco nell'area a sud
del Litani e gli sarà anche consentito di condurre voli di ricognizione sul
Libano per monitorare gli sviluppi.
Come
al solito, il Primo Ministro Netanyahu ha rivendicato una "vittoria",
affermando di aver raggiunto un accordo con gli Stati Uniti in base al quale
Israele avrebbe "mantenuto la piena libertà di azione militare" nel
Libano meridionale.
"Se
Hezbollah viola l'accordo e cerca di armarsi, attaccheremo.
Se
cerca di rinnovare l'infrastruttura terroristica vicino al confine,
attaccheremo. Se lancia un razzo, se scava un tunnel, se porta un camion con
missili, attaccheremo".
Poiché
35.000 militanti di Hezbollah vivono effettivamente nella zona disarmata e
presumibilmente cercheranno di tornare a casa, Israele avrà sempre una scusa per
riprendere la sua offensiva.
Di
sicuro, il Libano era felice di accettare qualsiasi tregua dalla distruzione
provocata dalle bombe e dai colpi di artiglieria israeliani, anche se le forze
di terra israeliane avevano avuto meno successo.
Le
perdite di guerra del Libano sono state calcolate in oltre 8,5 miliardi di
dollari, insieme a migliaia di civili uccisi e feriti.
Ciò
include la distruzione di 100.000 case da parte di Israele e impatti
sostanziali su salute, istruzione e agricoltura, secondo la Banca Mondiale.
Ma ci
sono comunque, ovviamente, molte speculazioni sul perché sia stato raggiunto un
accordo, data l'incessante richiesta di Netanyahu di avere mano libera per
punire i suoi vicini e la solita codardia di “Biden” ogni volta che viene
affrontato dal “gauleiter” israeliano.
La teoria più interessante sul perché Israele abbia
accettato il cessate il fuoco redatto dagli Stati Uniti con il Libano è che il
governo israeliano ha finalmente capito che non sta esattamente vincendo le sue
due piccole guerre, anche se ha ucciso decine di migliaia, o forse anche
centinaia di migliaia, di arabi.
Per
quanto riguarda le vittime di Israele, si suppone che il Dipartimento della
Difesa degli Stati Uniti conosca approssimativamente o addirittura nei dettagli
il numero di morti e feriti che la Forza di occupazione israeliana (IOF) sta
sostenendo nella sua guerra non convenzionale sia a Gaza che nel Libano
meridionale.
Alcuni
analisti credibili hanno persino concluso che l'esercito israeliano è sotto una
pressione considerevole a causa di un alto tasso di vittime nei combattimenti a
terra che coinvolgono i suoi migliori soldati, l'eccessiva dipendenza dai
riservisti e la carenza di equipaggiamento e armi nonostante i ponti aerei di “Biden”
che si verificano quasi quotidianamente.
Ci sono segnalazioni secondo cui persino il
Pentagono sta ora esaurendo alcuni tipi di armi, tra cui proiettili di
artiglieria e bombe intelligenti.
Una tregua nei combattimenti contro il nemico
ancora formidabile di Hezbollah sarebbe gradita sia al governo israeliano che
ai pianificatori militari, in particolare perché il cessate il fuoco è redatto
per favorire Israele, che può intervenire in Libano a piacimento semplicemente
sostenendo un fallimento libanese nell'applicare l'accordo.
Netanyahu potrebbe anche aspettarsi il fattore
Trump tra sette settimane.
Donald Trump è sempre stato un sostenitore di
Israele senza conseguenze e il suo gabinetto è composto da sionisti incalliti.
Quindi,
ci sono tutte le ragioni per cui Netanyahu dovrebbe credere che con Trump al
potere sarà in grado di manipolare le circostanze che coinvolgono sia i gazawi
che i libanesi per consentire una mossa sostenuta dagli Stati Uniti verso
l'attacco su larga scala all'Iran che “Bibi” desidera da decenni.
La
"vittoria" è diventata anche sfuggente mentre i combattimenti si
trascinano fino al secondo anno su tutti i fronti e la "liberazione degli
ostaggi" da parte di Israele non solo non si è concretizzata, ma ha
portato all'uccisione effettiva di alcuni prigionieri di Hamas con bombe e
colpi d'arma da fuoco israeliani.
Israele non è riuscito a stabilire nessuna delle
"realtà" che voleva creare invadendo il Libano:
non c'è
una zona cuscinetto e invece una ritirata completa delle IOF, nessun disarmo di
Hezbollah, nessun ritiro di Hezbollah e nessuna rimozione di Hezbollah dal
potere politico in Libano.
Pubblicamente, Israele ha ottenuto un
disaccoppiamento tra Gaza e Libano, ma è stato anche punito con un mandato di
arresto internazionale per molteplici crimini di guerra e genocidio emesso
contro il Primo Ministro e l'ex Ministro della Difesa di Israele.
Anche
se gli Stati Uniti si sono schierati in difesa di Israele, le richieste di
isolamento di Israele in tutto il mondo a causa del suo genocidio in corso
chiaramente dimostrato si intensificheranno.
L'interruzione
e l'affondamento dell'economia israeliana a causa dell'evacuazione della parte
settentrionale del paese sotto la pressione di Hezbollah, un numero crescente
di boicottaggi internazionali e la chiusura di molte aziende, sono stati
ampiamente osservati, così come lo è stata anche l'effettiva partenza di molti
ebrei israeliani più istruiti in possesso di passaporti statunitensi ed
europei.
Tra
gli ebrei israeliani contrari alla guerra della diaspora e persino nei giornali
liberali come “Haaretz” si parla molto bene che Israele si sta autodistruggendo
in un senso molto reale.
Tutto
questo deriva dalla crescente convinzione che la leadership israeliana abbia
iniziato a rendersi conto di non avere una soluzione militare efficace né per
porre fine alla guerra a proprio favore né per estenderla agli Stati Uniti come
alleati nell'attacco all'Iran.
Se
Netanyahu e i suoi generali avessero pensato di poter continuare la carneficina
per altri novanta giorni fino all'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca,
avrebbero quasi certamente preso quella direzione senza parlare di cessate il
fuoco.
Invece,
i rapporti trapelati suggeriscono che gli stessi generali si lamentano del
fatto che il governo di Netanyahu "non ha un piano" e hanno chiesto
un taglio a causa delle pesanti perdite.
Ci
sono, di sicuro, altre teorie per spiegare lo sviluppo a sorpresa del
cosiddetto cessate il fuoco, in particolare perché coinvolge così da vicino gli
Stati Uniti e Israele, nessuno dei quali è affidabile.
La
tregua nei combattimenti dà certamente alle “IOF” una pausa durante la quale
possono riorganizzarsi e riequipaggiarsi con l'aiuto di Washington.
E,
come notato sopra, la concessione a Israele di potersi impegnare nuovamente se
determina che il Libano non sta rispettando il cessate il fuoco sarà facile da
manipolare poiché Israele è, se non altro, un maestro dell'inganno.
Quindi
l'accordo di deporre le armi avvantaggia Israele con Netanyahu, sostenuto dagli
Stati Uniti, che continua a essere in grado di dare ordini su cosa verrà dopo
sul fronte di Hezbollah.
Quindi
il cessate il fuoco reggerà o è un altro espediente degli Stati Uniti e di
Israele?
Infatti, come notato sopra, la tregua precaria
tra Israele e il gruppo militante Hezbollah è stata violata da Israele nel suo
secondo giorno in Libano giovedì, con un attacco aereo che ha inevitabilmente
dichiarato di aver preso di mira i militanti che violavano i termini
dell'accordo di cessate il fuoco.
L'attacco israeliano è stato il primo del suo
genere da quando il cessate il fuoco sostenuto dagli Stati Uniti è entrato in
vigore prima dell'alba del giorno prima.
Nonostante
la chiara violazione, nessuno dei due combattenti della guerra, Israele o
Hezbollah, sembrava desideroso di tornare immediatamente ai combattimenti su
vasta scala.
L'esercito israeliano ha affermato che l'incidente, vicino
al confine nel Libano meridionale, aveva preso di mira due militanti che
entravano in una base missilistica di Hezbollah che era stata utilizzata per
sparare in Israele.
L'esercito libanese, che è destinato a svolgere un ruolo
importante nell'applicazione della tregua, ha anche accusato Israele di aver
violato il cessate il fuoco "diverse altre volte" giovedì pomeriggio.
L'esercito
israeliano ha affermato che i suoi soldati avevano di fatto intercettato altri
militanti che tentavano di entrare nel Libano meridionale.
"Con
lo stesso potere che abbiamo usato per garantire l'accordo, ora lo faremo
rispettare non meno", ha affermato il tenente generale” Herzi Halevi”,
capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, in un video successivo.
Non
c'è dubbio su come si comporterà Israele in futuro e su quanto poco gli Stati
Uniti, in quanto garanti dell'accordo insieme alla Francia, saranno tentati di
intervenire per mantenere la pace contrariamente ai desideri di Netanyahu.
Questa
faziosità di Washington è esattamente il problema e suggerisce che sia
l'integrità che la fattibilità del cessate il fuoco potrebbero ragionevolmente
essere messe in discussione.
(Philip
M. Giraldi, Ph.D., è direttore esecutivo del Council for the National Interest,
una fondazione educativa deducibile dalle tasse 501(c)3.)
“TERRE
PERDUTE
ED
ENIGMI IRRISOLTI.”
Inchiostronero.it - Rita Remagnino – (30
-11-2024) – ci dice:
Misteri
sepolti nel tempo e territori avvolti dal fascino dell’ignoto.
Nato
per vivere sulla terra l’uomo è sempre stato attratto dal mare e bramoso di
conoscere le sue ricchezze nascoste, il mistero dei suoi abissi tenebrosi.
Un’inclinazione
che trovò interessanti corrispondenze nella fase di massima estensione della
calotta (tra i 21.000 e i 17.000 anni fa), quando il basso livello delle acque
oceaniche offrì alla navigazione un buon numero di approdi intermedi,
soprattutto nel Pacifico, il bacino marino di maggior interesse geo-strategico
della preistoria.
Poi le
inondazioni postglaciali alzarono vertiginosamente il livello degli oceani, e
di molte civiltà non rimase al di sopra dell’acqua la minima traccia visibile
di ciò che erano state.
Non
che fosse la prima volta, perché milioni di anni prima il Pacifico aveva già
fatto una vittima eccellente, il «continente di Zealandia», sprofondato per il
94%;
proprio
la presenza subacquea dei suoi resti permise ai navigatori dell’Era Glaciale di
spostarsi in acque relativamente poco profonde tra la Nuova Zelanda e
l’Antartide Minore (sgombro dai ghiacci fino al 4000 a.C. circa).
Finché
sprofondò anche la «piattaforma di Sahul» che circa 18.000 anni fa univa
l’Australia alla Nuova Guinea.
Identico destino per la «piattaforma della
Sonda», una fertile distesa di terre basse e ben irrigate che arrivava a sud
fino a Surabaya (Giava), a est fino alle Filippine e a nord fino a Taiwan.
Per
farla breve tra i 15.000 e i 7.000 anni fa una serie di diluvi catastrofici
frantumò quasi tutti i ponti di comunicazione che garantivano da tempo
immemorabile i contatti tra le principali piattaforme continentali affacciate
al Pacifico.
Gran
parte delle carte nautiche meticolosamente tracciate dalle generazioni
precedenti divenne così obsoleta, e di conseguenza fu eliminata.
Eccetto
qualche raro cartiglio prima assimilato dalle mappe pre-tolemaiche delle
Americhe attribuite a Marino di Tiro (I-II secolo d.C.) e poi finito nelle
biblioteche delle famiglie altolocate del Rinascimento italiano, che
riprodussero quelle immagini in forma artistica.
Ne è
un esempio il planisfero oggi visibile nella Casa degli Atellani, ex-Casa
Landi, una dimora quattrocentesca appartenuta a Ludovico il Moro, duca di
Milano.
Pur essendo anteriore alla «scoperta
dell’America» l’affresco (1450) mostra le Americhe e l’Antartide privo di
ghiacci nonché, nel bel mezzo del Pacifico, un’isola grande come un continente
e un’isola un po’ più piccola.
“Mu” e
“Lemuria”?
Se
pure in misura minore un certo fermento deve esserci stato anche nell’area
atlantica, dove il ricercatore “Riccardo Magnani” avrebbe addirittura
ricostruito le rotte che veicolarono i legami di sangue esistiti tra nobili
casate del XV secolo quali gli Sforza e i Medici e le” famiglie reali inca” del
Sudamerica (R. Magnani, Nessuno ha mai scoperto
le Americhe per davvero, Independently published, 2021).
“Lemuria”,
leggenda o realtà?
Lemuria
un ipotetico continente scomparso, collocato nell’Oceano Indiano o in quello
Pacifico.
I
geologi calcolano che quasi il 15% della superficie della Terra (intorno ai 25
milioni di chilometri quadrati) sia stata inghiottita dall’innalzamento del
livello del mare provocato dallo scioglimento dei ghiacciai del Würm.
Le acque alluvionali si sarebbero spinte fino
al 40° parallelo di latitudine nord nel Nordamerica e fino al 50° parallelo in
Europa, estendendosi alle pianure di Manciuria, Mongolia e Siberia, per andare
infine a spegnere la loro furia nell’Oceano Artico (G. Hancock, Civiltà sommerse,
Corbaccio, Milano, 2002).
È
tuttora visibile il confine della «linea di deriva» dove il ghiaccio si
arrestò, sebbene i geologi ritengano che la fanghiglia sia scesa molto più in
basso.
Una
circostanza confermata dalle narrazioni tradizionali;
quelle
degli indiani Pueblo, per esempio, raccontano che gli effetti devastanti
dell’onda d’urto arrivarono fino al Nuovo Messico, provocando danni fuori dalla
capacità d’immaginazione dell’attuale secolo eco-fobico.
Casa
degli Atellani.
Chiaramente
le inondazioni non ridussero soltanto la superficie terrestre ma decimarono la
popolazione, spianando così la strada a modelli culturali di tipo
«conservativo».
Nel senso che la società umana funziona a corrente
alternata:
quando
l’alto livello di identità collettiva dà vita a un «popolo» strutturato, l’”ethnos”
spinge per entrare nella Storia, le conquiste seguono il tempo lineare, gli
individui sono mediamente più dinamici e ragionano in termini «di Mare»; ma non
appena il gruppo perde forza riducendosi numericamente prevale il semplice
punto di vista «di Terra», dominato dai cicli scanditi delle lune e delle
stagioni, e allora si formano nuove convergenze attorno a colonne portanti
quali la lingua, i miti e le credenze, le usanze e i costumi (A.G. Dugin, Geopolitica, Manuale della
scienza delle civiltà, vol. II, Aga, 2023).
L’avvicendamento
dei punti di vista sembra essere comunque una costante storica, come del resto
la conservazione della Memoria.
In
assenza della trasmissione orale oggi nessuno parlerebbe più del «continente di
mezzo» esistito in tempi remoti tra l’Asia e le Americhe, invece l’argomento
continua a tenere banco nonostante l’esiguità delle fonti scritte.
Le
testimonianze più significative provengono da alcune tavolette rinvenute in
Tibet e sull’Isola di Pasqua.
Il “Riveda”
fa inoltre esplicito riferimento ai «tre continenti che erano», lasciando
intendere un … qualcosa presente nel Pacifico tra le due masse continentali.
L’ipotesi
prevalente (e più affascinante) parla di un «continente perduto», o scomparso
tra i flutti.
Nulla
esclude tuttavia la possibilità che questa fantomatica terra sia stata in
realtà una fitta rete di vasti arcipelaghi separati da brevi bracci di mare.
Cosa che, tra l’altro, troverebbe riscontri
nell’ampia diffusione della medesima cultura e dello stesso ceppo linguistico
all’interno dell’enorme area marina confinante a nord con le isole Hawaii, a
est con l’Isola di Pasqua e le Fiji, a sud con la Nuova Zelanda e a ovest con
le Maldive.
Faceva
parte di questa «terra di mezzo» uno dei tanti misteri irrisolti degli ultimi
decenni, “Nan Madol”, sull’isola di “Pohnpei£ (ex Ponapé), dove le imponenti
strutture megalitiche appaiono francamente sproporzionate per un isolotto perso
nell’oceano di appena 347 km quadrati di superficie.
Nel
suo libro “The Lost Continent of Mu” (1926) “James Churchward “si disse sicuro
che le rovine appartenessero al continente perduto di “Mu”, del quale sarebbero
state espressioni altrettanto tangibili il poco distante trilite di “Tonga”, il
“marae di Raiatea” e i “moai” dell’Isola di Pasqua.
E qui il giro dell’oca torna al punto di
partenza, ovvero all’ipotesi della remota esistenza di una rete interconnessa
di arcipelaghi.
Nessun
vero continente, insomma, ma costellazioni di isole più o meno grandi, scogli e
isolette.
Ancora oggi i nativi descrivono ai visitatori
gli splendori di un tempo primordiale in cui convivevano in un fantomatico
«Regno dei Re del Sole» i giganti “Kauna “con i nani preistorici; razze estinte
delle quali parleremo più avanti.
Testimonianze.
Sino
alla colonizzazione del Nuovo Mondo gli Europei che da almeno tre secoli
battevano le coste dell’Asia in cerca di merci non conoscevano la «rotta
pacifica», perciò accantonarono in quattro e quattr’otto i racconti degli
anziani del Perù imperniati sui viaggi avventurosi del «Grande Nonno» “Tupac
Yupanqui”, il quale sarebbe stato un assiduo frequentatore delle isole abitate
dagli indigeni con la «pelle scura».
D’altra
parte, se gli antenati degli “Incas” non avessero veramente vissuto certe
esperienze, per quale motivo avrebbero dovuto conoscere l’esistenza di un
lontano arcipelago nel Pacifico popolato da razze differenti dalla propria?
Probabilmente
in epoche pre-diluviane i rapporti di buon vicinato fra i popoli rivieraschi
affacciati al Pacifico erano la norma;
poi le
acque marine raggiunsero il massimo tasso di sollevamento e gli incontri
cominciarono a diradare, fino a cessare del tutto.
Prima
di allora, però, l’esteso arcipelago che chiamiamo per capirci «terra di
mezzo», o «continente perduto», fu un corpo unico e la sua pivot area, ovvero
il cuore geostrategico del periodo glaciale, si trovava nelle attuali “Hawaii”,
che la storia geologica del pianeta conferma essere appartenute a un ben più
vasto agglomerato di terre emerse.
Ad
affermarlo non è soltanto la geologia marina ma parlano le parole, ovvero i
corposi retaggi linguistici che tuttora accomunano culture tra loro distanti e
differenti.
Ma
certo non si può pretendere che imbozzolato nelle finzioni del mondo
tecnologico l’”Homo Demens “capisca l’importanza del linguaggio, o conosca la
consuetudine degli “Antichi” di considerare determinante per la buona o la
cattiva riuscita di un’impresa l’attribuzione del nome giusto.
Anche
se non tutti la pensano in questo modo, come dimostra la scelta della severa “Vladivostok”
(dal russo-slavo «il governatore d’Oriente») di riprendersi indietro il vecchio
nome di “Haishenwai” (in cinese «la scogliera dei cetrioli di mare»).
Una
decisione che ha tutta l’aria di un ravvedimento; ci voleva tanto ad ammettere
che il Pacifico non è mai stato, né sarà in futuro, proprietà di qualcuno, e
dunque non c’è niente da «governare»?
Al
posto delle «isole perdute», o «terre scomparse», oggi nel bacino che contiene
metà dell’acqua del pianeta c’è un enorme ammasso solido, che, visto da lontano
assomiglia a un’isola, però è spazzatura.
Merito
del progresso, se così si può chiamare un percorso di apprendimento durato
appena 500 anni, mentre all’epoca della loro distruzione le civiltà di “Lemuria”
e “Mu” praticavano scienze derivate dal perfezionamento di esperienze vecchie
di almeno 100.000 anni.
Impossibile
dire oggi se anche a quei tempi la «natura scientifica» dell’uomo si mostrasse
accentratrice, egoistica e dominatrice, o se invece l’arte magica dello
scienziato coincidesse con la visione del saggio che “nascondendo la propria
luce coltiva sé stesso nell’oscurità”, cioè persegue il suo progetto mantenendo
un profilo basso.
Un
modo di fare che ha fatto breccia soprattutto nella cultura asiatica, dove
tuttora Stati-civiltà come la Russia e la Cina esercitano l’arte di governare
con misura, infatti i governi del “Lupo Guerriero” (Deng Xiaoping) e dell’”Orso
Nero” (Vladimir Putin) stanno dando i loro frutti.
Ciò
non significa che alla resa finale dei conti l’Oriente si dimostrerà migliore
dell’Occidente, perché il capitalismo è capitalismo da qualsiasi parte lo si
guardi e il mantenimento dell’attuale paradigma globalista non permette alcun
sostanziale miglioramento.
Tuttavia
c’è differenza tra l’imporre qualcosa a qualcuno con il pugno di ferro e il
raggiungere lo stesso obiettivo attraverso l’uso della politica e della
diplomazia, cioè assumendo il punto di vista dell’Altro.
Ma
forse due semplici esempi tratti dall’”Età delle Esplorazioni Geografiche”, o “Età
della Vela”, da cui è iniziato il cosiddetto periodo moderno, possono spiegare
il concetto meglio di tanti giri di parole.
L’Europa
e l’Occidente stavano ancora dormendo nel limbo «precolombiano», quando il
grande navigatore cinese “Zheng He” (1405-1433) partì alla scoperta della «vera
India», cioè dell’Oceano Indiano e delle sue coste, dove curò i propri affari
tenendo conto anche di quelli altrui.
In
segno di gratitudine la Thailandia eresse in suo onore una statua interamente
placcata d’oro (attualmente conservata nel Maritime Experience Museum di
Singapore), mentre i resti della flotta di Zheng continuano ad essere trattati
come reliquie.
Esiti
opposti ebbe l’impresa del navigatore europeo Cristoforo Colombo (1451-1506),
divenuto suo malgrado il simbolo della rapina a mano armata delle Americhe, le
cui statue oggi vengono abbattute e deturpate.
Purtroppo
la società umana non fu più la stessa dopo la nascita del brigantaggio
economico legalizzato ed applicato su larga scala dalla Compagnia Britannica
delle Indie Orientali (nata nel XVI secolo per volere della regina Elisabetta I
d’Inghilterra), la prima corporation privata «padrona di popoli e nazioni».
Certo
non si può sperare di trovare bontà e poesia nell’accumulo di ricchezze; ma un
conto è mettere l’economia di mercato sotto il controllo e la direzione
strategica di un potere politico che agisce nell’interesse di una collettività
(ad esempio, uno Stato), altra cosa è lo sfruttamento incondizionato di un
Sistema Paese da parte di società private d’investimento che succhiano linfa
dalle popolazioni.
A
ragione qualcuno potrebbe obiettare, che, in fondo, la solfa non cambia se si è
sudditi di un “regno globalista” o se si è sudditi di un’”oligarchia globalista”,
dato che entrambi i meccanismi sono basati sul medesimo paradigma.
Verissimo; nel primo caso però sia la gabbia
che il carceriere sono visibili e riconoscibili, esiste dunque la possibilità
di guardare oltre le sbarre e magari scorgere una «terza via».
(Rita
Remagnino)
I tuoi
dati privati di chiamate e messaggi di testo sono stati rubati dalla Cina
perché ha violato lo strumento di sorveglianza illegale del governo degli Stati
Uniti che ci spia tutti.
Naturalnews.com – (29/11/2024) - Ethan Huff –
ci dice:
L'establishment
politico è in subbuglio per una recente violazione della sicurezza del settore
delle telecomunicazioni, presumibilmente causata da un gruppo di hacker legato
al Partito Comunista Cinese (PCC).
Il
senatore “Mark R. Warner” (D-Va.), presidente della “Commissione Intelligence
del Senato,” afferma che un gruppo di hacker chiamato "Salt Typhoon"
è responsabile di aver scatenato il "peggior hack delle telecomunicazioni
nella storia della nostra nazione".
I dati
rubati erano destinati alle forze dell'ordine statunitensi, ma invece sono
finiti nelle mani di funzionari di Pechino, ci è stato detto.
Secondo
quanto riferito, “Salt Typhoon” ha ottenuto l'accesso a cavi che gli hanno
permesso di ascoltare in diretta le chiamate audio, alcune delle quali sono
state instradate attraverso più reti di telecomunicazioni tramite connessioni
"trust" che sono state sfruttate.
Meno
di 150 persone sono state direttamente colpite dalla violazione, la maggior
parte delle quali nella capitale della nazione.
Tuttavia,
potenzialmente "milioni" di persone hanno avuto le loro chiamate e i
loro registri di testo hackerati dal gruppo, che potrebbe utilizzare le
informazioni in essi contenute per prendere di mira gli americani per la “sorveglianza”.
(Già in estate, uno dei più grandi
fornitori di servizi IT al mondo che fornisce servizi al complesso
militare-industriale degli Stati Uniti ha subito una grave violazione della
sicurezza informatica che ha messo a rischio di divulgare pubblicamente i file
più sensibili del governo degli Stati Uniti.)
Gli
hacker cinesi hanno anche inseguito Trump e Vance.
Washington
è davvero sconvolta da tutta questa faccenda perché è solo lui autorizzato a
spiare gli americani in questo modo.
Il fatto che anche la Cina si sia unita al
divertimento ha fatto infuriare l'élite politica statunitense.
L'industria
delle telecomunicazioni è a conoscenza dell'attacco informatico almeno da
settembre, quando ha iniziato a notificare al governo che stava accadendo
qualcosa di illecito.
Secondo”
Warner”, ciò che ha fatto il tifone sale fa sì che gli” hack” di “Colonial
Pipeline” e “SolarWinds” "sembrino un gioco da ragazzi" e gli
intrusi, dice, sono ancora attivi.
Washington
definisce la violazione un'operazione di spionaggio, non un preludio al
sabotaggio delle infrastrutture come alcuni credono.
Il tempo dirà, ovviamente, quale scenario si
rivelerà vero.
A
quanto pare, gli “hacker” di “Salt Typhoon” hanno fatto irruzione in un sistema
governativo che archivia le richieste di intercettazioni telefoniche criminali
delle forze dell'ordine statunitensi in modo che le persone di interesse
possano essere identificate dalle autorità.
Per
quanto riportato, gli” hacker “non hanno compromesso l'effettivo sistema di
intercettazione utilizzato per ascoltare le chiamate delle persone.
Washington
considera il suo sistema di intercettazioni telefoniche un meccanismo di
"intercettazione legale", ma non quando la Cina lo usa.
Il
sistema contiene comunicazioni non crittografate, inclusi i messaggi di testo
che sono stati catturati nella violazione, anche se si dice che tutte le
comunicazioni crittografate “end-to-end,” come quelle utilizzate su “Signal”,
rimangano sicure.
Al di
là di questo, si sa molto poco, poiché il regime di “Joe Biden” sta tenendo la
questione sotto controllo.
L'FBI
e la CISA hanno rilasciato una dichiarazione congiunta affermando che i
colpevoli sono stati identificati.
Ora
sappiamo anche che le aziende di telecomunicazioni colpite includono AT&T,
T-Mobile e Verizon.
"Questo
è uno sforzo continuo da parte della Cina per infiltrarsi nei sistemi di
telecomunicazione di tutto il mondo per esfiltrare enormi quantità di
dati", afferma “Warner” sullo scopo dell'attacco.
I
media riportano anche che il presidente eletto Donald Trump e il vicepresidente
eletto JD Vance sono stati hackerati dalla Cina, così come altre figure
politiche chiave, tra cui persone della campagna di “Kamala Harris” e del “Dipartimento
di Stato”.
Quest'ultima
intrusione non era direttamente correlata alle elezioni, tanto per essere
chiari.
L'hacking è avvenuto mesi prima del giorno
delle elezioni, con alcuni incidenti accaduti più di un anno fa, prima degli
eventi del 7 ottobre in Israele.
Pechino,
intanto, nega di essere a conoscenza dell'attentato.
I
funzionari affermano di non impiegare nessuno per infiltrarsi nei sistemi
informatici stranieri e che questo attacco informatico deve essere stato
perpetrato da qualcun altro.
(Le
ultime notizie sulla Cina comunista possono essere trovate su Communism.news.)
(IBTimes.com).
(NaturalNews.com).
RUTTI,
SCOREGGE E TASSE:
La
Danimarca diventa il primo paese
a
tassare le emissioni di metano
degli
animali da allevamento.
Naturalnews.com
– (29/11/2024) - Cassie B. – ci dice:
La
Danimarca ha appena approvato la prima tassa al mondo sull'eruttazione e la
flatulenza degli animali nel tentativo di proteggere l'ambiente.
La
tassa è in fase di negoziazione da diversi anni ed è stata appena approvata dal
parlamento danese.
La
misura, che entrerà in vigore nel 2030, vedrà gli agricoltori addebitare un
costo di 300 corone danesi (circa 43 dollari) per ogni tonnellata di anidride
carbonica equivalente prodotta dalle loro operazioni.
Questa tassa sarà più che raddoppiata entro
cinque anni, raggiungendo le 750 corone (o circa $ 106 in questo momento) entro
il 2035.
Tuttavia,
gli agricoltori riceveranno uno sconto del 60% perché non esiste ancora la
tecnologia per eliminare completamente la flatulenza.
Gli
sconti aumenteranno per gli agricoltori che adotteranno misure come l'invio del
letame di maiale a macchine in grado di convogliare il metano alla rete del gas
o l'utilizzo di additivi nelle mucche che ridurranno il metano nei loro rutti.
Naturalmente,
ci si deve chiedere quali sostanze chimiche in grado di modificare la chimica
del corpo di un animale abbastanza da ridurre il metano nei loro rutti
potrebbero fare alla salute delle persone che le consumano.
Il
ministro della transizione verde del governo, “Jeppe Bruus”, ha dichiarato in
una dichiarazione:
"Faremo
tutto il necessario per raggiungere i nostri obiettivi climatici.
[Si
tratta] di un compito enorme, enorme, quello che è ora in corso:
trasformare
gran parte della nostra terra da produzione agricola a silvicoltura, a spazi
naturali, per garantire che possiamo riportare la vita sulle nostre coste".
La
Danimarca ha un numero di mucche e maiali cinque volte superiore a quello delle
persone e quasi due terzi della terra del paese è utilizzata per l'agricoltura.
Di
conseguenza, l'agricoltura contribuisce all'inquinamento più di qualsiasi altra
industria, mettendola nel mirino dei politici verdi.
“Arla
Foods,” la più grande cooperativa lattiero-casearia d'Europa, è favorevole alla
mossa.
Sebbene
non sostengano necessariamente una tassa, credono che il compromesso sia una
soluzione ragionevole alle preoccupazioni ambientali associate all'allevamento
di latticini.
L'amministratore
delegato dell'azienda, “Peder Tuborgh” ha dichiarato: "Capiscono che devono farlo;
vogliono farlo. Sanno che sta proteggendo la loro reputazione e stanno ancora
producendo".
Un
allevatore di latticini che rifornisce “Arla Foods”, “Jens Christian Sorensen”,
ha detto che sta cercando di capire cosa significherà la tassa per lui, dato
che ha 300 mucche da latte insieme ad altri 360 vitelli che non producono
ancora latte ma producono metano.
Sta
investendo in sensori che possono avvisarlo quando le sue mucche sono malate e
sta monitorando anche il loro consumo di cibo e la produzione di latte.
Nel
frattempo, la domanda di prodotti lattiero-caseari danesi è in aumento con
l'aumento del consumo globale di prodotti lattiero-caseari.
Due
terzi del burro danese e metà del suo latte in polvere vengono esportati.
La
Danimarca prevede inoltre di convertire il 15% dei suoi terreni agricoli in
foreste.
Questa
non è l'unica grande mossa che la Danimarca ha fatto di recente in nome
dell'ambiente.
Il
paese ha anche annunciato la scorsa settimana che convertirà il 15% dei suoi
terreni agricoli in habitat naturali e foreste come un modo per ridurre l'uso
di fertilizzanti e il suo impatto sulla vita marina.
Il
governo ha stanziato 6,1 miliardi di dollari per l'acquisto di terreni dagli
agricoltori nei prossimi due decenni.
Hanno
anche in programma di piantare un miliardo di alberi su terreni agricoli
durante lo stesso periodo di tempo.
(Technocracy.news)
– (NYTimes.com) – (Reuters.com).
Human
Rights Watch denuncia l'attacco
aereo
israeliano in Libano che ha
ucciso
giornalisti come CRIMINE DI GUERRA.
Naturalnews.com – (29/11/2024) - Richard Brown
– ci dice:
“Human
Rights Watch” (HRW) ha denunciato un attacco aereo israeliano in Libano
avvenuto alla fine di ottobre, che ha ucciso tre giornalisti e ne ha feriti
altri quattro, definendolo un crimine di guerra.
Secondo
il gruppo, l'attacco aereo del 25 ottobre rientra nella definizione di crimine
di guerra in quanto si è trattato di un attacco deliberato contro i civili.
È
successo la mattina presto all'”Hasbaya Village Club Resort,” nel sud del
Libano, dove più di una dozzina di giornalisti soggiornavano da settimane.
“HRW”
non ha trovato prove di attività o forze militari nell'area in quel momento.
Inizialmente,
Israele ha affermato di aver colpito un edificio utilizzato da
"terroristi", ma in seguito ha detto che l'incidente era "sotto
esame".
Questo, nonostante le Forze di Difesa
Israeliane (IDF) fossero presumibilmente a conoscenza della presenza dei
giornalisti nell'edificio.
(Israele
ha condotto 106 attacchi aerei sul Libano in 24 ore, uccidendo 17 persone e
sfollandone migliaia nel mezzo dell'escalation del conflitto.)
“HRW” ha condotto la propria indagine
sulla questione, intervistando otto persone – tra cui tre giornalisti feriti e
il proprietario del resort – e visitando il sito.
I
filmati e le immagini satellitari hanno corroborato le sue scoperte.
Quasi
tre settimane dopo, il 14 novembre, “HRW “ha inviato lettere all'esercito
israeliano e alle autorità libanesi chiedendo chiarimenti, ma non ha ricevuto
risposta.
L'attacco
ha ucciso tre giornalisti:
il
cameraman di Al Mayadeen Ghassan Najjar e l'ingegnere delle trasmissioni
satellitari di Al Mayadeen Mohammed Reda.
Anche
Wissam Kassem, un cameraman del canale televisivo Al-Manar, affiliato a
Hezbollah, è stato ucciso.
Diversi
altri sono rimasti gravemente feriti, tra cui Hassan Hoteit, un cameraman del
fornitore di servizi satellitari ISOL for Broadcast, e l'operatore di “Al
Jazeera” Ali Mortada.
I
giornalisti avevano fatto reportage nella regione dal 1° ottobre, dopo la loro
evacuazione per ordine israeliano.
“Mortada”
ha ricordato di essersi svegliato per l'esplosione e di essere stato ferito
dalla caduta di pezzi di cemento.
Ha
anche raccontato di aver trovato i corpi dei suoi colleghi e parti del corpo
tra le macerie.
Da
quando il conflitto tra Israele e Hezbollah è iniziato lo scorso ottobre, le
forze israeliane hanno ripetutamente preso di mira giornalisti e media, tra cui
“Al Mayadeen”.
HRW ha
documentato un attacco nell'ottobre 2023 che ha ucciso “Issam Abdallah di
Reuters” e ferito altre sei persone.
Il
mese successivo, due giornalisti di Al Mayadeen furono uccisi in un attacco
aereo israeliano.
Le
munizioni con aggiornamento di fabbricazione statunitense sono state utilizzate
per l'attacco aereo di Hasbaya.
Secondo
HRW, l'IDF ha utilizzato una bomba sganciata dall'aria dotata di un kit di
guida “Joint Direct Attack Munition” (JDAM) di fabbricazione statunitense.
La
munizione potenziata ha colpito l'edificio in cui si trovavano i giornalisti ed
è esplosa all'impatto.
L'indagine
del gruppo ha confermato che i resti della munizione utilizzata nell'attacco
aereo del 25 ottobre erano coerenti con un kit di guida” JDAM “prodotto dalla
società aerospaziale americana “Boeing”.
Il kit
JDAM utilizza le coordinate satellitari per guidare con precisione le bombe
verso i loro obiettivi, indicando che l'attacco è stato deliberato e non
accidentale.
“HRW”
ha scritto a “Boeing” e “Woodard”, un'altra società statunitense che produce
componenti per i” sistemi JDAM”, ma non ha ricevuto risposta.
Il
gruppo ha anche precedentemente documentato altri incidenti in cui Israele ha
usato armi fornite dagli Stati Uniti contro i civili.
Detto
questo, HRW ha chiesto a Washington di sospendere i trasferimenti di armi a Tel
Aviv.
"La
storia dell'esercito israeliano di attacchi mortali contro i giornalisti, senza
responsabilità, offre poche speranze di giustizia in questa e nelle future
violazioni", ha detto “Richard Weir”, ricercatore senior di HRW per le
crisi, i conflitti e le armi.
"L'uso
da parte di Israele di armi statunitensi per prendere di mira e uccidere
illegalmente giornalisti lontani da qualsiasi obiettivo militare offusca sia
Israele che gli Stati Uniti".
"Mentre
aumentano le prove dell'uso illegale da parte di Israele di armi statunitensi,
anche in apparenti crimini di guerra, i funzionari statunitensi devono decidere
se sostenere il diritto statunitense e internazionale fermando le vendite di
armi a Israele – o rischiare di essere trovati legalmente complici di gravi
violazioni".
Esiste
un breve filmato di bombe israeliane
equipaggiate con sistemi di guida per munizioni JDAM di fabbricazione
statunitense, simili a quelli utilizzati nell'attacco aereo di Hasbaya del 25
ottobre in Libano che ha ucciso giornalisti.
(Un video è tratto dal canale Cynthia's Pursuit of
Truth su Brighteon.com.)
Il
progetto di “AfD” per la Germania:
“Fuori
dall’Euro e dall’Unione Europea”
Comedonchisciotte.org
– Redazione CDC – (1° Dicembre 2024) – ci dice:
La
formazione politica “Alternative für Deutschland” è in ascesa di consensi in
vista delle elezioni del prossimo 23 febbraio, nella bozza di programma
elettorale c'è un cambiamento radicale del ruolo tedesco in Europa e la
normalizzazione dei rapporti con la Russia.
“Spiegel”
è storicamente uno dei principali media mainstream tedeschi, significativo però
questo articolo sul nuovo corso di “Alternative für Deutschland”, partito di
opposizione in Germania che ha ottenuto il 15,9% dei voti alle ultime elezioni
europee di giugno, e adesso è una delle formazioni politiche favorite. L’approccio dello “Spiegel” è da
media di sistema, ma le informazioni che emergono sono comunque molto
interessanti.
La
campagna elettorale tedesca per le elezioni politiche anticipate del 23
febbraio 2025 è appena iniziata. (spiegel.de).
Il
partito Alternativa per la Germania (AfD) torna ad essere antieuropeista nella
bozza finale del suo programma elettorale.
Secondo
il documento, di cui” SPIEGEL” è entrato in possesso, il partito ha concordato
che la Germania dovrebbe lasciare l’Unione Europea e il sistema euro.
“Riteniamo
necessario che la Germania esca dall’Unione Europea e crei una nuova comunità
europea”,
si legge nel documento.
L’UE
deve essere sostituita da un “Gruppo economico e di interesse (GIE)”.
A tal
fine, si dovrebbe tenere un referendum su una “modifica degli articoli europei
presenti nella ‘Legge fondamentale’”.
Allo
stesso tempo, secondo il rapporto, il partito sottolinea che “ una rottura dura
sarebbe controproducente.
La
transizione verso la nuova GIE dovrebbe quindi essere negoziata per consenso
sia con i vecchi Stati partner dell’UE che con le nuove parti interessate”.
Il
documento prosegue affermando che la Germania deve “uscire dal sistema euro” ed
introdurre una moneta nazionale stabile, “possibilmente mantenendo l’euro”.
Anche
questo “non avverrà senza costi di transizione”.
Tuttavia,
questi sarebbero inferiori ai “costi strutturali della permanenza nel sistema
dell’euro”.
L’AfD
aveva sostenuto posizioni simili nella campagna elettorale per il Bundestag del
2021, ma in seguito aveva fatto marcia indietro su un possibile “ Dexit”.
A
febbraio, il capogruppo parlamentare dell’AfD “Tino Chrupalla” aveva dichiarato
alla radio” Deutschlandfunk” che era troppo tardi per una “dexit”.
Questa
è stata anche la posizione della leader del suo co-partito “Alice Weidel.”
I due sono attualmente invece intenzionati a
fare una campagna per una riforma dell’UE.
La
bozza dell’”AfD “contiene altri punti di programma radicali:
l’aborto dovrebbe “rimanere un’assoluta eccezione” ed
essere consentito solo “in casi di indicazione terapeutica o criminologica”.
Il
partito ritiene che il numero di aborti praticati ogni anno in Germania sia
troppo elevato.
L’AfD
vuole invece adattare le sessioni di consulenza obbligatorie prima di un
aborto:
“Durante
la consulenza sulla gravidanza, alle madri dovrebbero essere mostrate immagini
ad ultrasuoni del bambino in modo che esse siano consapevoli del suo stadio di
sviluppo”, si legge nella bozza.
Nel
documento, il partito formula anche una posizione sull’”identità di genere”.
L’AfD
vuole revocare la legge sull’autodeterminazione approvata dal governo di
coalizione, che consente alle persone trans di cambiare il proprio genere e il
nome sulla carta d’identità.
Si
parla di un presunto “culto trans” e di una presunta “sessualizzazione precoce”
dei bambini.
L’AfD vuole vietare l’uso dei bloccanti della
pubertà, utilizzati per il cambio di sesso dei giovani.
Politica
economica e sociale: deregolamentare il Bitcoin.
L’AfD
si batte anche per una politica economica basata su “economia di mercato,
responsabilità nazionale e cooperazione amichevole tra i Paesi europei”.
Per il Partito, ciò include inizialmente
l’uscita dall’eurozona.
Allo
stesso tempo, l’AfD vuole mantenere il denaro contante come “”diritto civile“”.
Quale sia la valuta che l’AfD vuole introdurre dopo
l’uscita dall’eurozona rimane aperto.
Tuttavia,
ha parole di elogio per il Bitcoin.
A loro
dire, dovrebbe essere ulteriormente deregolamentato.
Sicurezza:
torniamo al commercio con la Russia.
Nella
sua bozza, l’AfD dedica diverse pagine alla politica di sicurezza.
La Russia è citata come fornitore di gas a
basso costo, con cui si dovrebbero riprendere gli scambi commerciali.
L’Ucraina
deve lottare per il suo futuro di Stato neutrale “al di fuori dell’UE e della
NATO”.
Non
una parola sulla guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina.
Nella bozza
non c’è nemmeno un accenno al servizio militare obbligatorio.
Il leader del partito AfD, “Chrupalla”, lo
aveva chiesto di recente.
Fino a
poco tempo fa, nel proprio programma elettorale, l’AfD era l’unico partito a
insistere sul ripristino del servizio militare obbligatorio.
La
bozza programmatica sarà discussa e adottata alla conferenza nazionale del
partito AfD a gennaio.
(spiegel.de).
(spiegel.de/politik/deutschland/afd-draengt-in-entwurf-des-wahlprogramms-auf-eu-austritt-deutschlands-a-43fdde27-7347-4c1e-9586-19ba23b49457).
La
deindustrializzazione manda in frantumi
le
illusioni “verdi” della Germania.
Comedonchisciotte.org
- Redazione CDC – (26 Novembre 2024) – ci dice:
La
deindustrializzazione manda in frantumi le illusioni “verdi” della Germania.
Negli
ultimi giorni si sono susseguiti titoli disastrosi sui progetti pilota della
“transizione verde” dell’economia tedesca.
È di
pochi giorni fa la notizia dell’insolvenza dell’”azienda HH2E” di Amburgo, su
cui puntava il ministro dell’Economia “Robert Habeck” (Verdi) per iniziare la
produzione di “idrogeno verde” nel Paese.
La
spina è stata staccata quando l’azionista di maggioranza da maggio, il “gruppo
londinese Foresight”, ha ritirato i fondi per i programmi di idrogeno.
Fino a
quel momento, la prospettiva di HH2E era di produrre entro il 2030 fino a
240.000 tonnellate di “idrogeno verde” con l’elettrolisi basata sull’energia
solare ed eolica, in quattro siti produttivi.
Questo
avrebbe dovuto essere il primo grande passo verso la creazione di capacità
nazionali sostitutive del carbone e del gas per la produzione di “acciaio
verde”, per le infrastrutture di trasporto e per altri settori dell’economia.
Le
cattive notizie sono quasi quotidiane anche per l’industria automobilistica:
alla Volkswagen e all’Audi (entrambe del
gruppo VAG), le vendite drammaticamente basse di automobili elettriche stanno
costringendo la direzione a ridurne la produzione, a introdurre il lavoro a
tempo parziale e a chiudere i siti produttivi, molto probabilmente tre alla “VW”
e almeno uno all’Audi.
La Ford di Colonia, che ha smesso di produrre
auto con motore endotermico e ha investito 1,8 miliardi di euro nella
produzione esclusiva di e-SUV, si aspettava profitti elevati.
Invece, le vendite del” SUV Explorer “sono partite
molto malamente, tanto che per ogni auto venduta al prezzo di 49.000 euro,
l’azienda ha registrato una perdita di 44.000 euro.
La direzione ha tirato il freno d’emergenza, una volta
che le perdite sono salite a 1,3 miliardi di euro nel terzo trimestre di
quest’anno, e ha deciso di ridurre la produzione giornaliera da 630 a 480
veicoli, di produrre meno giorni alla settimana e di adottare il lavoro a tempo
parziale.
Il
sogno degli ideologi verdi, i quali, in preda all’euforia, già vedevano 15
milioni di auto elettriche in circolazione in Germania entro il prossimo
decennio, si è infranto.
In
realtà, non v’è un numero sufficiente di potenziali acquirenti che possano
permettersi il prezzo elevato di un’auto elettrica e che dispongano di villetta
con ricarica, né un numero sufficiente di stazioni di ricarica disponibili per
infondere fiducia in coloro che potrebbero acquistarne una.
Inoltre,
le case automobilistiche hanno ridotto drasticamente le assunzioni nei loro
dipartimenti di ricerca e sviluppo:
57% in
meno nel periodo gennaio-ottobre 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023.
Questo
manda il preoccupante messaggio che non si stanno sviluppando seriamente nuovi
modelli.
Il
settore automotive, che già prevedeva di perdere circa un terzo dei suoi
780.000 posti di lavoro a causa del passaggio a un futuro di mobilità
elettrica, sarà costretto, visto il crollo di quest’ultima, ad effettuare altri
licenziamenti.
E va
da sé che anche le innumerevoli aziende fornitrici, con altre centinaia di
migliaia di posti di lavoro, saranno trascinate nella spirale negativa delle
case automobilistiche.
(Movisol.org).
(movisol.org/la-deindustrializzazione-manda-in-frantumi-le-illusioni-verdi-della-germania/).
Questa
“distopia” si basa
sul
nascondere verità scomode.
Globalresearch.ca
– (30 novembre 2024) - Caitlin Johnstone – ci dice:
Questa
civiltà è costruita sulla pratica di nascondere continuamente verità scomode
lontano dalla vista e dalla mente.
Un
intero impero tenuto insieme dalla compartimentazione e dall'evitamento.
Le
verità scomode ci vengono nascoste in molti modi diversi.
Sono
nascoste alle nostre menti tramite propaganda, indottrinamento, censura,
manipolazione di algoritmi e altre forme di controllo narrativo utilizzate per
manipolare il modo in cui pensiamo al nostro mondo.
Verità
scomode sono anche nascoste ai nostri occhi e alle nostre orecchie fisiche
dalla manipolazione della realtà materiale.
Stiamo soffocando il mondo in via di sviluppo
con la plastica mentre spediamo le montagne di spazzatura che l'occidente
produce verso i paesi più poveri, per esempio.
Se le nazioni dovessero tenere i rifiuti che
producono e consumano entro i propri confini, la civiltà occidentale
costringerebbe le sue aziende a smettere di scaricare i costi dell'industria
sull'ambiente o si troverebbe sepolta nella spazzatura.
Spediamo
la nostra spazzatura lontano, lontano dalla vista e dalla mente, per nascondere
le contraddizioni e gli abusi che sono insiti nella nostra società capitalista,
così possiamo fingere che tutto vada bene.
Verità
scomode vengono nascoste quando vengono approvate leggi per costringere i
senzatetto a trasferirsi lontano dai quartieri ricchi e da altri luoghi in cui
non sono desiderati, o costringerli tutti a vivere in "città di
tende", come Donald Trump afferma di voler fare.
Non ci
sono mai piani per dare a queste persone una casa o risolvere i problemi di
fondo che creano povertà e senzatetto;
ci sono solo piani per nascondere i sintomi
delle ingiustizie e degli abusi che sono intrecciati nel tessuto della civiltà
in cui viviamo.
Si può
misurare la salute di una società da come tratta i suoi guerrafondai e i suoi
pacificatori.
Verità
scomode vengono nascoste quando condanniamo l'uso passato della schiavitù nei
nostri paesi mentre esternalizziamo immense quantità di schiavitù salariata al
sud del mondo, estraendo manodopera e risorse da nazioni impoverite a tassi
esorbitanti e sempre più ingiusti.
La sofferenza, l'impoverimento, la fatica
incessante e le terribili condizioni di lavoro di questi lavoratori stranieri
vengono tenute lontane dalla vista e dalla mente mentre ci ingozziamo di beni a
basso costo e gli ributtiamo in faccia la nostra spazzatura.
Le
verità scomode vengono nascoste da quanto i nostri governanti siano più a loro
agio nell'usare la forza violenta in nazioni lontane rispetto a qui a casa.
Nel
mondo occidentale potresti doverti preoccupare di essere aggredito da un agente
di polizia o da una squadra SWAT che sfonda la tua porta e uccide il tuo cane
se sei sospettato di spaccio di droga, ma non devi preoccuparti che la tua casa
venga bombardata o che i tuoi figli vengano giustiziati da cecchini militari
mentre giocano per strada.
Poiché
le nazioni straniere sono fuori dalla vista e dalla mente, i dirigenti
dell'impero occidentale non ci pensano due volte a far piovere fuoco su di loro
per promuovere i loro interessi strategici.
Camminiamo
in questa distopia perversa e ridiamo e scherziamo e ci comportiamo come se
tutto andasse bene, ma non va tutto bene.
Le persone soffrono e muoiono a livelli
inimmaginabili a causa dei sistemi che ci permettono di vivere in questo modo,
e se non fosse per il modo ingannevole in cui questo viene sempre nascosto alla
vista e alla mente, lo vedremmo in prima persona proprio di fronte a noi.
E
saremmo costretti a possederlo.
La
civiltà occidentale è come un castello su una montagna, e la montagna è fatta
di cadaveri umani e madri in lacrime e bambini affamati, e tutti nel castello
fingono che la montagna non ci sia.
Forma
il fondamento stesso di tutto ciò che è la nostra società, ma cerchiamo di non
pensarci troppo.
Non
sono solo i propagandisti a mentirci. Mentiamo anche a noi stessi.
Ed è
sempre stato così.
I benestanti si sono sempre nascosti lontano
dalla sofferenza dei loro sudditi.
Nel corso dei secoli, i palazzi sono stati
isole paradisiache in mezzo a oceani di sofferenza umana causa dai monarchi che
vi hanno vissuto.
I
ricchi quartieri sono sempre segregati, separati dalla vita dei poveri sulle
cui spalle sono costruite.
Questo
è l'intero mondo occidentale in questo momento. Questo è ciò che siamo. Questo
è quello che stiamo facendo.
Questa
è una civiltà fatta di pensieri ingannevoli, parole ingannevoli e azioni
ingannevoli.
Tutto
ciò che lo riguarda è fraudolento.
La
verità non può rimanere nascosta per sempre, però.
C'è solo un limite di tempo che possiamo
continuare così.
Un
giorno non saremo in grado di continuare ad agitarci guardando in tutte le
direzioni tranne che nella realtà, e la verità si farà sentire.
l
cartello della Federal Reserve:
le
otto famiglie.
Globalresearch.ca
– (10 novembre 2024) - Dean Henderson – ci dice:
I
quattro cavalieri del sistema bancario (Bank of America, JP Morgan Chase,
Citigroup e Wells Fargo) possiedono i quattro cavalieri del petrolio (Exxon
Mobil, Royal Dutch/Shell, BP e Chevron Texaco) ; in tandem con Deutsche Bank,
BNP, Barclays e altri vecchi colossi finanziari europei. Ma il loro monopolio
sull'economia globale non finisce ai margini del settore petrolifero.
Secondo
i documenti depositati dalla società presso la SEC nel modulo 10K, i quattro
cavalieri dell'oro della banca sono tra i primi dieci azionisti di quasi tutte le società Fortune 500.
Chi
sono dunque gli azionisti di queste banche centrali?
Questa
informazione è molto più protetta.
Le mie
richieste alle agenzie di regolamentazione bancaria in merito alla proprietà
azionaria delle prime 25 holding bancarie statunitensi hanno ottenuto lo “status
di Freedom of Information Act”, prima di essere respinte per motivi di
"sicurezza nazionale".
Ciò è
piuttosto ironico, poiché molti degli azionisti della banca risiedono in
Europa.
Un
importante deposito per la ricchezza dell'oligarchia globale che possiede queste
holding bancarie è la US Trust Corporation, fondata nel 1853 e ora di proprietà
della Bank
of America.
Un
recente US Trust Corporate Director e Honorary Trustee è stato Walter
Rothschild.
Altri
direttori includevano “Daniel Davison” di JP Morgan Chase, “Richard Tucke”r di
Exxon Mobil, “Daniel Roberts” di Citigroup e “Marshall Schwartz” di Morgan
Stanley.
JW
McCallister, un insider dell'industria petrolifera con connessioni con la Casa
dei Saud,
ha scritto su “The Grim Reaper” che le informazioni da lui acquisite dai
banchieri sauditi citavano l'80% della proprietà della Federal Reserve Bank di
New York, di gran lunga la più potente filiale della Fed, da parte di sole otto
famiglie, quattro delle quali risiedono negli Stati Uniti.
Sono i Goldman Sachs, i Rockefeller, i Lehman e i Kuhn
Loeb di New York; i Rothschild di Parigi e Londra; i Warburg di Amburgo; i
Lazard di Parigi; e gli Israel Moses Seif di Roma.
Il CPA
“Thomas D. Schauf” corrobora le affermazioni di “McCallister”, aggiungendo che dieci banche controllano tutte le
dodici filiali della Federal Reserve Bank.
Cita
la NM Rothschild di Londra, la Rothschild Bank di Berlino, la Warburg Bank di
Amburgo, la Warburg Bank di Amsterdam, la Lehman Brothers di New York, la
Lazard Brothers di Parigi, la Kuhn Loeb Bank di New York, la Israel Moses Seif
Bank d'Italia, la Goldman Sachs di New York e la JP Morgan Chase Bank di New
York.
“Schauf
“elenca “William Rockefeller”, “Paul Warburg”, “Jacob Schiff” e “James Stillman”
come individui che possiedono grandi azioni della Fed.
Gli
Schiff sono insider di Kuhn Loeb. Gli Stillman sono insider di Citigroup, che hanno sposato un
membro del clan Rockefeller all'inizio del secolo.
“Eustace
Mullins” giunse alle stesse conclusioni nel suo libro “The Secrets of the
Federal Reserve”, in cui mostra grafici che collegano la Fed e le sue banche affiliate
alle famiglie dei Rothschild, Warburg, Rockefeller e degli altri.
Il
controllo che queste famiglie di banchieri esercitano sull'economia globale non
può essere sopravvalutato ed è intenzionalmente avvolto nel segreto.
Il
loro braccio mediatico aziendale è veloce a screditare qualsiasi informazione
che esponga questo cartello di banche centrali private come "teoria della
cospirazione".
Eppure
i fatti rimangono.
La
casa di Morgan.
La
Federal Reserve Bank nacque nel 1913, lo stesso anno in cui morì il rampollo
bancario statunitense J. Pierpont Morgan e fu fondata la Rockefeller
Foundation.
La “House
of Morgan” presiedeva la finanza americana dall'angolo tra Wall Street e Broad,
agendo
come una banca centrale quasi statunitense dal 1838, quando George Peabody la
fondò a Londra.
Peabody
era un socio in affari dei Rothschild.
Nel 1952 il ricercatore della Fed “Eustace
Mullins” avanzò la supposizione che i Morgan non fossero altro che agenti
dei Rothschild.
Mullins scrisse che Rothschild, "... preferiva operare in modo
anonimo negli Stati Uniti dietro la facciata di JP Morgan & Company".
L'autore
“Gabriel Kolko” ha dichiarato: "Le attività di Morgan nel 1895-1896 nella
vendita di obbligazioni d'oro statunitensi in Europa si basavano su un'alleanza
con la Casa dei Rothschild".
La
piovra finanziaria dei Morgan ha avvolto rapidamente i suoi tentacoli in tutto
il mondo.
La”
Morgan Grenfell” operava a Londra.” Morgan et Ce” governarono Parigi.
I
cugini “Lambert dei Rothschild” fondarono la “Drexel & Company” a
Filadelfia.
La”
House of Morgan “si rivolgeva agli Astor, ai DuPont, ai Guggenheim, ai
Vanderbilt e ai Rockefeller.
Ha
finanziato il lancio di AT&T, General Motors, General Electric e DuPont.
Come
le banche “Rothschild” e “Barings” con sede a Londra, Morgan è entrata nella
parte più lontana della struttura di potere in molti paesi.
Nel
1890 la Casa di Morgan prestava alla banca centrale egiziana, finanziando le
ferrovie russe, i titoli del governo provinciale brasiliano e finanziando
progetti di opere pubbliche argentine.
Una recessione nel 1893 aumentò il potere di
Morgan.
Quell'anno
Morgan salvò il governo degli Stati Uniti dal panico bancario, formando un
sindacato per sostenere le riserve governative con una spedizione di 62 milioni
di dollari di oro Rothschild.
Morgan
fu la forza trainante dell'espansione occidentale negli Stati Uniti,
finanziando e controllando le ferrovie dirette a ovest attraverso il trust di
voto.
Nel 1879 la New York Central Railroad di
Cornelius Vanderbilt, finanziata da Morgan, concesse tariffe di spedizione
preferenziali al nascente monopolio della “Standard Oil” di “John D. Rockefelle”r,
cementando il rapporto “Rockefeller/Morgan”.
La “Casa
di Morgan” cadde ora sotto il controllo dei Rothschild e delle famiglie
Rockefeller.
Un
titolo del New York Herald recitava:
"I
re delle ferrovie formano un gigantesco trust". J. Pierpont Morgan, che
una volta affermò: "La competizione è un peccato", ora opinò
allegramente: "Pensateci. Tutto il traffico ferroviario concorrente a
ovest di St. Louis fu posto sotto il controllo di una trentina di uomini.
Il
banchiere di Morgan e Edward Harriman,” Kuhn Loeb”, deteneva il monopolio delle
ferrovie, mentre le dinastie bancarie Lehman, Goldman Sachs e Lazard si unirono
ai Rockefeller nel controllo della base industriale statunitense.
Nel
1903 il Fondo Bancario fu istituito dalle Otto Famiglie.
Benjamin
Strong del Bankers
Trust è
stato il primo governatore della Federal Reserve Bank di New York.
La creazione della Fed nel 1913 fonde il potere delle
Otto Famiglie con la potenza militare e diplomatica del governo degli Stati
Uniti.
Se i loro prestiti all'estero non fossero stati
pagati, gli oligarchi avrebbero potuto schierare i marines statunitensi per
riscuotere i debiti.
Morgan,
Chase e Citibank hanno formato un sindacato internazionale di prestiti.
La
Casa Morgan era in buoni rapporti con la Casa britannica dei Windsor e con la
Casa italiana dei Savoia.
Anche i Kuhn Loeb, i Warburg, i Lehman, i
Lazard, gli Israel Moses Seif e i Goldman Sachs avevano stretti legami con la
famiglia reale europea. Nel 1895 Morgan controllava il flusso di oro in entrata
e in uscita dagli Stati Uniti.
La
prima ondata americana di fusioni era agli inizi e veniva promossa dai
banchieri.
Nel
1897 ci furono sessantanove fusioni industriali.
Nel 1899 ce n'erano milleduecento.
Nel
1904 John Moody, fondatore della “Moody's Investor Services”, disse che era
impossibile parlare degli interessi di Rockefeller e Morgan come separati.
La
sfiducia pubblica nei confronti della combine si diffuse.
Molti li consideravano dei traditori al servizio dei
vecchi soldi europei.
La
Standard Oil di Rockefeller, la US Steel di Andrew Carnegie e le ferrovie di
Edward Harriman furono tutte finanziate dal banchiere Jacob Schiff di Kuhn
Loeb, che lavorò a stretto contatto con i Rothschild europei.
Diversi
stati occidentali misero al bando i banchieri.
Il
predicatore populista William Jennings Bryan fu candidato tre volte alla
presidenza dai Democratici dal 1896 al 1908.
Il tema centrale della sua campagna
anti-imperialista era che l'America stava cadendo nella trappola della
"servitù finanziaria del capitale britannico".
Teddy
Roosevelt sconfisse Bryan nel 1908, ma fu costretto da questo incendio
populista dilagante a promulgare lo “Sherman Anti-Trust Act”. Poi se la prese
con lo “Standard Oil Trust”.
Nel
1912 si tennero le udienze” Pujo”, che affrontarono la questione della
concentrazione del potere a Wall Street.
Nello stesso anno la signora “Edward Harriman “vendette
le sue consistenti azioni nella “Guaranty Trust Bank” di New York a JP Morgan,
creando la “Morgan Guaranty Trust”.
Il giudice Louis Brandeis convinse il presidente
Woodrow Wilson a chiedere la fine dei consigli di amministrazione interconnessi.
Nel 1914 fu approvato il “Clayton Anti-Trust
Act”.
Jack
Morgan, figlio e successore di J. Pierpont, rispose invitando i clienti di
Morgan, Remington e Winchester, ad aumentare la produzione di armi.
Sosteneva
che gli Stati Uniti dovevano entrare nella prima guerra mondiale.
Sollecitato
dalla “Carnegie Foundation” e da altri fronti dell'oligarchia, Wilson si adattò.
Come
scrisse “Charles Tansill” in “America Goes to War”, "Anche prima dello
scontro delle armi, la società francese Rothschild Freres inviò un telegramma
alla Morgan & Company di New York suggerendo l'emissione di un prestito di
100 milioni di dollari, una parte sostanziale dei quali sarebbe stata lasciata negli
Stati Uniti per pagare gli acquisti francesi di beni americani".
La
Casa Morgan finanziò metà dello sforzo bellico degli Stati Uniti, mentre
riceveva commissioni per l'allineamento di appaltatori come” GE”,” Du Pont”, “US
Steel”, “Kennecott” e “ASARCO”.
Tutti erano clienti Morgan.
Morgan
finanziò anche la guerra boera britannica in Sudafrica e la guerra
franco-prussiana.
La conferenza di pace di Parigi del 1919 fu
presieduta da Morgan, che guidò sia gli sforzi di ricostruzione tedeschi che
alleati.
Negli
anni '30 il populismo riemerse in America dopo che Goldman Sachs, Lehman Bank e
altri trassero profitto dal crollo del 1929.
Il presidente della House Banking Committee
Louis McFadden (D-NY) disse della Grande Depressione:
"Non
fu un incidente. Fu un evento attentamente progettato... I banchieri
internazionali cercarono di creare qui una condizione di disperazione in modo
da poter emergere come governanti di tutti noi".
Il
senatore” Gerald Ny”e (D-ND) presiedette un'indagine sulle munizioni nel 1936.
Nye
concluse che la House of Morgan aveva fatto precipitare gli Stati Uniti nella
prima guerra mondiale per proteggere i prestiti e creare un'industria bellica
in piena espansione.
Nye in seguito produsse un documento intitolato “The
Next War”, che cinicamente faceva riferimento al "vecchio trucco della dea
della democrazia", attraverso il quale il Giappone poteva essere usato per
attirare gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale.
Nel
1937 il Segretario degli Interni “Harold Ickes” mise in guardia dall'influenza
delle "60 famiglie americane".
Lo
storico “Ferdinand Lundberg” scrisse in seguito un libro con lo stesso identico
titolo.
Il giudice della Corte Suprema William O. Douglas
deplorò, "L'influenza Morgan... la più perniciosa nell'industria e nella
finanza odierne".
Jack
Morgan rispose spingendo gli Stati Uniti verso la seconda guerra mondiale.
Morgan aveva stretti rapporti con le famiglie Iwasaki
e Dan, i due clan più ricchi del Giappone, che possedevano rispettivamente
Mitsubishi e Mitsui, da quando le aziende emersero dagli shogunati del XVII
secolo.
Quando
il Giappone invase la Manciuria, massacrando contadini cinesi a Nanchino,
Morgan minimizzò l'incidente.
Morgan
aveva anche stretti rapporti con il fascista italiano Benito Mussolini, mentre
il nazista tedesco “Dr. Hjalmer Schacht” era un collegamento della “Morgan Bank”
durante la seconda guerra mondiale.
Dopo la guerra, i rappresentanti di Morgan
incontrarono Schacht alla Banca dei regolamenti internazionali (BRI) a Basilea,
in Svizzera.
La
casa dei Rockefeller.
La “BRI”
è la banca più potente del mondo, una banca centrale globale per le Otto
Famiglie che controllano le banche centrali private di quasi tutte le nazioni
occidentali e in via di sviluppo.
Il primo Presidente della “BRI” fu il
banchiere” Rockefeller Gates McGarrah”, un funzionario della Chase Manhattan e
della Federal Reserve. McGarrah era il nonno dell'ex direttore della CIA
Richard Helms.
I
Rockefeller, come i Morgan, avevano stretti legami con Londra.
David Icke scrive in “Children of the Matrix”,
che i Rockefeller e i Morgan erano solo "gofer" per i Rothschild
europei.
La “BRI”
è di proprietà della Federal Reserve, della Banca d'Inghilterra, della Banca
d'Italia, della Banca del Canada, della Banca Nazionale Svizzera, della
Nederlandsche Bank, della Bundesbank e della Banca di Francia.
Lo
storico Carroll Quigley ha scritto nel suo libro epico “Tragedy and Hopeche” la
“BRI” faceva parte di un piano:
"Creare
un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private in grado di
dominare il sistema politico di ogni paese e l'economia del mondo nel suo
insieme... che sia controllato in modo feudale dalle banche centrali del mondo
che agiscono di concerto con accordi segreti".
Il
governo degli Stati Uniti ha avuto una storica diffidenza nei confronti della “BRI”,
facendo pressioni senza successo per la sua scomparsa alla Conferenza di
Bretton Woods del 1944 dopo la seconda guerra mondiale.
Invece il potere delle Otto Famiglie è stato
esacerbato, con la creazione di “Bretton Woods” del “FMI” e della “Banca
Mondiale”.
La
Federal Reserve statunitense ha acquisito le azioni della “BRI” solo nel
settembre 1994.
La”
BRI” blocca almeno il 10% delle riserve monetarie di almeno 80 banche centrali
del mondo, del FMI e di altre istituzioni multilaterali.
Funge
da agente finanziario per accordi internazionali, raccoglie informazioni
sull'economia globale e funge da prestatore di ultima istanza per prevenire il
collasso finanziario globale.
La”
BRI” promuove un'agenda di fascismo capitalista monopolistico.
Ha
concesso un prestito ponte all'Ungheria negli anni '90 per garantire la
privatizzazione dell'economia di quel paese.
Servi
come canale per il finanziamento di “Eight Families” di Adolf Hitler, guidato
da “J. Henry Schroeder “di Warburg e dalla “Mendelsohn Bank” di Amsterdam.
Molti
ricercatori affermano che la “BRI” è al nadir del riciclaggio globale di denaro
sporco.
Non è
un caso che la BRI abbia sede in Svizzera, nascondiglio preferito per le
ricchezze dell'aristocrazia mondiale e sede della “Loggia Alpina” della
Massoneria Italiana P-2 e dell'Internazionale Nazista.
Altre istituzioni controllate dalle Otto
Famiglie includono il World Economic Forum, la Conferenza Monetaria
Internazionale e l'Organizzazione Mondiale del Commercio.
Bretton
Woods è stata una manna per le Otto Famiglie.
Il FMI e la Banca Mondiale sono stati
fondamentali per questo "nuovo ordine mondiale".
Nel
1944 le prime obbligazioni della Banca Mondiale furono emesse da Morgan Stanley
e First Boston.
La
famiglia francese Lazard divenne più coinvolta negli interessi della Casa dei
Morgan.
“Lazard
Freres”, la più grande banca d'investimento francese, è di proprietà delle
famiglie “Lazard” e “David-Weill”, vecchi rampolli bancari genovesi
rappresentati da “Michelle Davide”.
Un
recente presidente e amministratore delegato di Citigroup è stato Sanford
Weill.
Nel
1968 Morgan Guaranty lanciò Euro-Clear, un sistema di compensazione bancaria
con sede a Bruxelles per i titoli in eurodollari.
Fu il
primo tentativo automatizzato di questo tipo.
Alcuni
iniziarono a chiamare Euro-Clear "La Bestia".
Bruxelles funge da quartier generale per la
nuova Banca centrale europea e per la NATO.
Nel 1973 i funzionari di Morgan si
incontrarono segretamente alle Bermuda per resuscitare illegalmente la vecchia
House of Morgan, vent'anni prima che il “Glass Steagal Act” fosse abrogato.
Morgan e i Rockefeller fornirono il sostegno
finanziario a Merrill Lynch, facendola diventare una delle “Big 5”
dell'investment banking statunitense.
Merrill
ora fa parte di Bank of America.
John
D. Rockefeller usò la sua ricchezza petrolifera per acquisire “Equitable Trust”,
che aveva inghiottito diverse grandi banche e società entro gli anni '20.
La Grande Depressione contribuì a consolidare
il potere di Rockefeller. La sua Chase Bank si fuse con la Manhattan Bank di “Kuhn
Loeb” per formare Chase Manhattan, cementando un rapporto familiare di lunga
data.
I Kuhn-Loeb avevano finanziato, insieme ai Rothschild,
la ricerca di Rockefeller per diventare il re del settore petrolifero.
La National City Bank di Cleveland fornì a
John D. il denaro necessario per intraprendere la sua monopolizzazione
dell'industria petrolifera statunitense.
La
banca fu identificata nelle udienze del Congresso come una delle tre banche di
proprietà dei Rothschild negli Stati Uniti durante gli anni '70 dell'Ottocento,
quando Rockefeller si costituì per la prima volta come Standard Oil of Ohio.
Un
socio della “Rockefeller Standard Oil” era “Edward Harkness”, la cui famiglia
arrivò a controllare la “Chemical Bank”.
Un
altro era James Stillman, la cui famiglia controllava la “Manufacturers Hanover
Trust”.
Entrambe
le banche si sono fuse sotto l'ombrello della JP Morgan Chase. Due delle figlie
di “James Stillman” hanno sposato due dei figli di William Rockefeller.
Le due
famiglie controllano anche una grossa fetta della Citigroup.
Nel
settore assicurativo, i Rockefeller controllano Metropolitan Life, Equitable
Life, Prudential e New York Life. Le banche Rockefeller controllano il 25% di
tutti gli asset delle 50 maggiori banche commerciali statunitensi e il 30% di
tutti gli asset delle 50 maggiori compagnie assicurative.
Le compagnie assicurative, la prima negli Stati Uniti
fu lanciata dai massoni attraverso la loro “Woodman’s of America”, svolgono un ruolo chiave nel traffico di droga
alle Bermuda.
Tra le
aziende sotto il controllo di Rockefeller figurano Exxon Mobil, Chevron Texaco,
BP Amoco, Marathon Oil, Freeport McMoran, Quaker Oats, ASARCO, United, Delta,
Northwest, ITT, International Harvester, Xerox, Boeing, Westinghouse,
Hewlett-Packard, Honeywell, International Paper, Pfizer, Motorola, Monsanto,
Union Carbide e General Foods.
La
Fondazione Rockefeller ha stretti legami finanziari con le fondazioni Ford e
Carnegie.
Altri
sforzi filantropici della famiglia includono il Rockefeller Brothers Fund, il
Rockefeller Institute for Medical Research, il General Education Board, la
Rockefeller University e la University of Chicago, che sforna un flusso costante di
economisti di estrema destra come apologeti del capitale internazionale, tra
cui Milton Friedman.
La
famiglia possiede 30 Rockefeller Plaza, dove ogni anno viene acceso l'albero di
Natale nazionale, e il Rockefeller Center.
David
Rockefeller è stato determinante nella costruzione delle torri del World Trade
Center.
La
casa principale della famiglia Rockefeller è un imponente complesso nella parte
settentrionale dello stato di New York noto come Pocantico Hills.
Possiedono
anche un duplex di 32 stanze sulla 5th Avenue a Manhattan, una villa a
Washington, DC, il Monte Sacro Ranch in Venezuela, piantagioni di caffè in
Ecuador, diverse fattorie in Brasile, una tenuta a Seal Harbor, nel Maine e
resort nei Caraibi, alle Hawaii e a Porto Rico.
Le
famiglie Dulles e Rockefeller sono cugine.
Allen
Dulles creò la CIA, aiutò i nazisti, insabbiato l'omicidio di Kennedy dal suo
piedistallo della Commissione Warren e strinse un accordo con la Fratellanza
Musulmana per creare assassini controllati mentalmente.
Il
fratello “John Foster Dulles” presiedette i “falsi trust della Goldman Sachs”
prima del crollo della borsa del 1929 e aiutò il fratello a rovesciare i
governi in Iran e Guatemala.
Entrambi
erano membri della “Skull & Bones”, del “Council on Foreign Relations”
(CFR) e massoni di 33° grado.
I
Rockefeller hanno avuto un ruolo determinante nel fondare il “Club di Roma”
orientato allo spopolamento nella loro tenuta di famiglia a Bellagio, in
Italia. La loro tenuta di Pocantico Hills ha dato vita alla Commissione
Trilaterale.
La famiglia è uno dei principali finanziatori del “movimento
eugenetico” che ha generato Hitler, la clonazione umana e l'attuale ossessione
per il DNA nei circoli scientifici statunitensi.
John
Rockefeller Jr. guidò il “Population Council” fino alla sua morte.
Il suo omonimo figlio è un senatore del West
Virginia.
Il fratello “Winthrop Rockefeller “era il
tenente governatore dell'Arkansas e rimane l'uomo più potente di quello stato.
In un'intervista dell'ottobre 1975 con la
rivista “Playboy”, il vicepresidente “Nelson Rockefeller” – che era anche
governatore di New York – articolò la visione paternalistica del mondo della
sua famiglia: "Sono un grande sostenitore della pianificazione economica, sociale,
politica, militare, della pianificazione del mondo totale".
Ma di
tutti i fratelli Rockefeller, è il fondatore della Commissione Trilaterale (TC)
e presidente della Chase Manhattan David che ha guidato l'agenda fascista della
famiglia su scala globale.
Ha difeso lo Scià dell'Iran, il regime di
apartheid sudafricano e la giunta cilena di Pinochet.
Era il più grande finanziatore del CFR, del TC
e (durante la guerra del Vietnam) del “Comitato per una pace efficace e
duratura in Asia”, una manna contrattuale per coloro che si guadagnavano da
vivere con il conflitto.
Nixon
gli chiese di diventare Segretario del Tesoro, ma Rockefeller rifiutò
l'incarico, sapendo che il suo potere era molto più grande al timone della
Chase.
L'autore
Gary Allen scrive in “The Rockefeller File” che nel 1973 "David
Rockefeller incontrò ventisette capi di stato, inclusi i governanti della
Russia e della Cina Rossa".
Dopo
il colpo di stato del 1975 contro il primo ministro australiano “Gough Whitlam”,
il suo successore” Malcolm Fraser”, nominato dalla Corona britannica, si recò
negli Stati Uniti, dove incontrò il Presidente Gerald Ford dopo aver
conferito con “David Rockefeller”.
(Dean
Henderson è l'autore di Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four
Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics &
Terror Network e The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries. Il suo blog
Left Hook è all'indirizzo : deanhenderson.wordpress.com).
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