Iran, Siria e Iran.
Iran,
Siria e Iran.
La
Liberazione della Sala e
il
Senso di Trump per l’Iran.
Conoscenzealconfine.it
– (10 Gennaio 2025) – Redazione – ci dice:
Trump
fa liberare la giornalista italiana arrestata in Iran. Nello stesso giorno, pubblica su
Truth un video di Jeffrey Sachs contro Netanyahu e le guerre infinite…
Cecilia
Sala torna libera dopo il viaggio lampo del primo ministro italiano in America.
Inutile
dilungarsi su altro, due osservazioni.
La
prima è che l’attuale amministrazione Usa, a trazione Blinken data la
senescenza di Biden, non ha fatto nulla in tal senso.
La
seconda è che la Sala è stata liberata il giorno dopo la visita della Meloni a
Mar-a-lago, segno che il team Trump, nonostante le apparenze e le narrazioni,
ha contatti ben oleati con Teheran, tanto che gli è bastato, a lui o chi per
lui, alzare il telefono per ottenere quanto richiesto.
Trump,
l’Iran e Netanyahu.
Significativo
in tal senso, ma anche a più ampio spettro, quanto pubblicato sul social Truth
da Trump, o chi per lui, nel giorno nel quale è avvenuta la liberazione
dell’ostaggio – presumibilmente in cambio della liberazione dell’uomo di
Teheran improvvidamente arrestato dalla magistratura italiana;
iniziativa interpretata, non a torto,
dall’Iran come atto ostile.
Riportiamo
dal “Time sofisrael” dell’8 gennaio:
“Il
presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha condiviso un video sul suo
account “Truth Social” in cui un professore definisce il primo ministro Benjamin Netanyahu un
‘oscuro figlio di puttana’, accusandolo di essere ‘ossessivo’ nella sua ansia di spingere
gli Stati Uniti a dichiarare guerra all’Iran”.
“Trump
ha condiviso una parte di una lezione tenuta dal professore di economia della
Columbia University, “Jeffrey Sachs”, in cui questi parla del pretesto per
l’invasione statunitense dell’Iraq e di come il governo statunitense all’epoca
stesse cercando di trovare un modo per convincere il popolo americano a quella
‘guerra menzognera’ “.
” ‘Da
dove è venuta quella guerra?’ chiede Sachs retoricamente, in un discorso nel
quale critica le decisioni dell’amministrazione Obama.
Sapete
una cosa? È abbastanza sorprendente.
Quella
guerra è stata innescata in realtà da Netanyahu.
Nel
1995 Netanyahu riteneva che l’unico modo per liberarsi di Hamas e Hezbollah era
rovesciare i governi che li sostengono: Iraq, Siria e Iran’ “.
“E
quel tizio [Netanyahu] non ha niente altro se non questa ossessione e sta
ancora cercando di spingerci a combattere contro l’Iran, ancora oggi, questa
settimana.
È un figlio di puttana infido e oscuro, mi
dispiace dirlo.
Ci ha
trascinati nelle guerre infinite e, grazie all’influenza che ha nella politica
statunitense, ha ottenuto ciò che voleva “.
Post
significativo quello di Trump e da leggersi, appunto, a vari livelli.
Ci torneremo (è ancora presto per commentare
le sparate trumpiane su Panama, Groenlandia e Canada).
(piccolenote.it/mondo/cecilia-sala-e-il-senso-di-trump-per-liran).
Oms:
Prepararsi alla
Pandemia
che Verrà…
Conoscenzealconfine.it
– (13 Gennaio 2025) – imolaoggi.it – Redazione - ci dice:
Il
contrasto all’epidemia che verrà – perché verrà, non è una questione di sé, ma
di quando – potrà essere efficace solo se il mondo sarà adeguatamente preparato
e capace di affrontarla in modo condiviso.
Questo,
in estrema sintesi, il messaggio lanciato dal direttore generale
dell’Organizzazione mondiale della sanità, “Tedros Adhanom Ghebreyesus”, in occasione della “Giornata
internazionale per la preparazione alle epidemie” celebrata lo scorso 27
dicembre.
La
necessità di una maggiore cooperazione è stata evocata ricostruendo il quadro
delle minacce pandemiche del 2024:
“Quest’anno
i Paesi hanno combattuto focolai di Mpox, Marburg, colera, Dengue, influenza
aviaria” ha evidenziato Ghebreyesus in un video postato sulla piattaforma “X”,
“mentre il cambiamento climatico sta guidando la diffusione “di queste malattie
in nuove aree.
“Negli
ultimi cinque anni, l’Oms ha sostenuto i Paesi per costruire una sorveglianza
più forte, sequenziamento genomico, assistenza clinica, produzione locale di
vaccini, diagnostica e trattamenti, sistemi sanitari più forti e più
collaborazione intersettoriale.
E,
soprattutto” ha concluso il direttore generale dell’agenzia sanitaria dell’Onu
“i Paesi stanno continuando a negoziare il “Pandemic accord dell’Oms”, un nuovo
strumento legale per rafforzare la preparazione e la ‘prevenzione’ di pandemie”.
Le
solite minchiate di Ghebreyesus… ogni tanto ci riprova… poveretto deve pure
arrivare alla pensione! (nota di conoscenze al confine).
(rifday.it).
(imolaoggi.it/2025/01/09/oms-prepararsi-alla-pandemia-che-verra/).
Meta:
Stop Anche all’Indottrinamento
su “Inclusività e Diversità.”
Conoscenzealconfine.it
– (14 Gennaio 2025) – imolaoggi.it- Redazione – ci dice:
Da
Washington alla Silicon Valley, il vento negli Stati Uniti sta cambiando…
Con
l’imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e il controllo di Camera e
Senato da parte dei repubblicani, le grandi aziende del tech si stanno
riallineando su posizioni più conservatrici.
L’esempio
più eclatante del nuovo corso è “Meta” che, in una settimana, si è sbarazzata
prima dei “fact-checker” e poi dei “programmi per la tutela di inclusività e
diversità”.
Sarebbero
“antiquati” e inadeguati rispetto ai “nuovi scenari”, secondo una nota interna
dell’azienda guidata da Mark Zuckerberg.
La big
tech proprietaria di Facebook e Instagram ha assicurato che continuerà a
cercare personale “diverso”, ma non con le attuali politiche.
La mancanza di diversità razziale e di genere
nella Silicon Valley è oggetto di discussione da anni e sono stati proprio i programmi ‘DEI’
(diversity, equity and inclusion) a riportare un po’ d’equilibro.
Secondo
gli ultimi dati ufficiali, grazie a quelle linee guida Meta ha raddoppiato il
numero di dipendenti neri e ispanici negli Stati Uniti rispettivamente dal 3,8%
e 5,2% al 4,9% e 6,7%.
La
società di Zuckerberg ha anche annunciato che non si dedicherà più a
diversificare le sue forniture ma si concentrerà invece sulle piccole e medie
imprese.
Stop,
inoltre, ai corsi di formazione su “equità e inclusione”, che saranno
sostituiti da programmi che “combattano i pregiudizi nei confronti di tutti,
indipendentemente dal background”.
Tutto
questo a pochi giorni dall’annuncio shock che tutte le piattaforme “Meta”
faranno a meno dei “fact-checker£, una mossa aspramente criticata da “Joe Biden”,
che in questi anni non ha mai preso posizioni così nette sulle decisioni di
aziende private.
Dopo
la vittoria di Trump a novembre sono state tante le grandi corporation
americane a virare a destra.
A
dicembre Amazon ha annunciato l’eliminazione di “programmi obsoleti”
sull’inclusione.
Quindi è toccato anche a Walmart, McDonald’s,
Ford e Lowe’s. JPMorgan Chase e BlackRock si sono invece ritirate questa
settimana dai programmi per la lotta al cambiamento climatico.
(ansa.it/canale_tecnologia/notizie/software_app/2025/01/11/meta-fa-fuori-anche-i-programmi-su-diversita-e-inclusione_277736fa-907c-4681-bfe0-25239957d203.html).
(imolaoggi.it/2025/01/11/meta-stop-anche-allindottrinamento-su-inclusivita-e-diversita/)
Il
NATO-Scettico, Vaccino-Scettico,
Filorusso Milanovic Stravince
Elezioni Presidenziali in Croazia.
Conoscenzealconfine.it
– (15 Gennaio 2025) – Renovatio21 – Redazione – ci dice:
Il
presidente croato in carica, Zoran Milanovic, noto per la sua posizione critica
nei confronti dell’UE e della NATO e per la sua opposizione agli aiuti
occidentali all’Ucraina, si è assicurato un secondo mandato con una
schiacciante vittoria elettorale.
Milanovic
ha ottenuto il 74,68% dei voti al ballottaggio presidenziale di domenica,
sconfiggendo nettamente il suo rivale del partito al governo, l’Unione
Democratica Croata (HDZ), Dragan Primorac, ha affermato lunedì la Commissione
elettorale statale del Paese.
Secondo
quanto riportato dalla commissione, circa il 45% dei circa 3,5 milioni di
elettori registrati ha partecipato alle elezioni.
“È un
messaggio plebiscitario del popolo croato rivolto a tutti coloro che dovrebbero
ascoltarlo, e chiedo loro di ascoltarlo”, ha affermato Milanovic nel suo
discorso della vittoria.
Milanovic
ha costantemente criticato il sostegno di Zagabria all’Ucraina, descrivendo il
conflitto come una guerra per procura della NATO contro la Russia.
L’anno
scorso, ha esercitato la sua autorità presidenziale come capo delle forze
armate del paese per bloccare l’impiego di cinque ufficiali croati nella
missione NATO in Germania, sottolineando che intende essere “un partecipante paritario
nelle questioni di politica estera… In materia di difesa e sicurezza, fungerò
da Comandante in Capo, non come un pari, ma come l’autorità di grado più alto,
perché questo è ciò che stabilisce la Costituzione “.
Il
primo ministro croato Andrej Plenkovic, aveva precedentemente definito
Milanovic “filo-russo” e “il barboncino di Putin”, sostenendo che rappresentava
una minaccia per la democrazia e la reputazione internazionale della Croazia.
Milanovic
ha respinto queste accuse, affermando che la sua preoccupazione principale era
quella di impedire che la Croazia rimanesse coinvolta nel conflitto ucraino.
Dopo
l’escalation tra Mosca e Kiev nel febbraio 2022, il governo croato ha fornito
all’Ucraina 300 milioni di euro in aiuti militari, tra cui la consegna di carri
armati e veicoli da combattimento per la fanteria.
Milanovic,
che ha assunto la carica presidenziale nel 2020, ha guadagnato notorietà sia
nell’UE che nella NATO andando contro la vulgata convenzionale su molte
questioni.
A
giugno, aveva affermato che lo slogan “Slava Ukraini” (“gloria all’Ucraina”) –
ripetuto da molti funzionari occidentali – non è diverso da quello degli
alleati croati dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, e lo ha
denunciato come dannoso per l’immagine della Croazia.
All’inizio
di quest’anno, Milanovic aveva insistito sul fatto che la Croazia non era in
guerra con la Russia e aveva criticato la decisione tedesca di inviare carri
armati in Ucraina, criticando quindi il trattamento riservato dall’UE a Stati
membri come Polonia e Ungheria e ha accusato Bruxelles di trattare la Croazia
come un bambino “ritardato”.
Il
presidente croato aveva in seguito dichiarato che la “dichiarazione di guerra”
proferita dal ministro tedesco al Consiglio d’Europa, costituiva una follia.
A fine
2022 il Milanovic aveva dichiarato che questa era una guerra degli USA condotta
sulle spalle degli ucraini.
Negli
stessi giorni, la Croazia ha rifiutato di aderire alla missione di sostegno UE
per l’Ucraina;
lo stesso presidente prima della deflagrazione
del conflitto aveva accusato Londra per le tensioni che stavano per esplodere
in Ucraina.
Milanovic
ha affermato che proteggerà la Croazia dall’essere trascinata nella guerra di
qualcun altro.
Una
posizione più volte ribadite in questi mesi.
Come
riportato da “Renovatio 21”, durante il biennio pandemico il vertice dello
Stato croato ne aveva avute anche per i media che spingevano per il vaccino a
tutti i costi.
Di
recente, Milanovic si era espresso contro il bombardamento israeliano dei
civili di Gaza, dichiarando che si era molto oltre l’autodifesa.
(renovatio21.com/il-nato-scettico-covid-scettico-filorusso-barboncino-di-putin-milanovic-stravince-le-elezioni-presidenziali-in-croazia/)
L’Asse
Iran-Siria: radici
ideologiche, obiettivi pragmatici.
Ispionline.it
– (1 Ott. 2024) – Mauro Primavera – ci dice:
Insieme
al Libano, la Siria è tornata a essere un terreno di scontro tra le forze
filo-iraniane – appartenenti al cosiddetto “Asse della resistenza”, di cui
l’Iran ne costituiva il perno – e Israele.
Inquadramento
storico: le origini dell’alleanza tra la Siria e l’Iran.
L’alleanza
tra Damasco e Teheran risale all’indomani della rivoluzione iraniana del 1979.
Nel
febbraio di quell’anno l’allora presidente siriano e leader del partito Ba‘th
Hafez al-Assad, padre dell’attuale presidente Bashar, riconobbe, primo leader
del mondo arabo, la neonata Repubblica islamica allo scopo di contenere
l’ambiziosa agenda regionale del presidente iracheno Saddam Hussein – il
governo di Damasco fu infatti l’unico paese della regione a sostenere Teheran
nella guerra con l’Iraq del 1980-1988 – che formalmente apparteneva allo stesso
partito e allo stesso orientamento ideologico di Assad.
L’asse
Damasco-Teheran mise infatti definitivamente fine agli schemi di alleanze a
matrice nazionalista e socialista che fin dagli anni Cinquanta avevano
caratterizzato le relazioni di gran parte dei paesi arabi in Levante e Nord
Africa. L’asse serviva anche a controbilanciare il peso politico dell’Egitto di
Sadat, ormai allontanatosi dal socialismo arabo e dal nasserismo, e a rimarcare
la postura antisraeliana dopo gli Accordi di Camp David e il trattato di pace
israelo-egiziano del 1979.
Oltre
alla realpolitik e ai calcoli geopolitici, l’alleanza con Teheran trovava
giustificazioni di natura ideologica e identitaria.
Entrambi
gli Stati si facevano portavoce della “lotta all’imperialismo” che riprendeva,
seppur con metodi e strumenti diversi, le istanze progressiste del movimento
dei Paesi non allineati e del terzomondismo come l’antioccidentalismo – o, per
meglio dire, l’antiamericanismo – e l’ostilità allo Stato ebraico.
Questi
temi rappresentavano un efficace punto di convergenza tra ideologie (baathismo
e khomeinismo) completamente diverse, se non addirittura incompatibili, e nei
decenni successivi vennero riaggiornati in base alle esigenze geopolitiche dei
due paesi e dei mutamenti avvenuti nello scenario globale e internazionale.
Occorre
infine menzionare il revival sciita che costituiva, seppur in maniera molto
debole, un ulteriore trait d’union tra i due paesi:
da una
parte Teheran aveva costruito dopo la rivoluzione un innovativo e peculiare
sistema istituzionale ispirato in parte ai principi dell’Islam sciita;
dall’altra
Assad, pur mantenendo una sorta di “laicismo” di stato e il panarabismo come
ideologia ufficiale, concesse di fatto sempre più potere a esponenti
burocratici e militari appartenenti al gruppo sciita alawita, che fino a pochi
anni prima era estraneo alla vita politica e sociale del paese.
La
prima fase della guerra civile (2011-2015).
Il
punto di svolta nelle relazioni siro-iraniane avvenne nel marzo del 2011,
quando la Siria venne raggiunta dall’ondata di proteste (proto)rivoluzionarie
note come Primavere arabe che, originatasi nel Nord Africa, avevano raggiunto
parte del Levante e del Golfo.
Nel
caso siriano, la società civile e i partiti di opposizione organizzarono una
serie di manifestazioni per richiedere l’instaurazione di un sistema
democratico multipartitico, la fine dell’egemonia del Ba‘th e le dimissioni di
Assad.
La risposta del presidente fu brutale:
le proteste vennero duramente represse dalle
forze di polizia e dall’esercito. L’opposizione, sfruttando l’isolamento
internazionale del regime e la presenza nelle proprie fila di alcuni ufficiali
disertori, si organizzò e nel luglio del 2011 fondò l’Esercito siriano libero,
segnando così l’inizio della guerra civile.
L’Iran,
sebbene all’inizio avesse accolto benevolmente le proteste popolari nel resto
del mondo arabo interpretandole come la continuazione della rivoluzione del
1979, decise di schierarsi dalla parte di Assad.
Troppi,
infatti, erano gli interessi che legavano i due paesi: l
a
caduta del governo filo-sciita in uno stato arabo a maggioranza sunnita avrebbe
comportato la fine dell’asse Beirut-Damasco-Teheran, a tutto vantaggio di
Arabia Saudita, Qatar e Turchia, interessati a estendere la loro influenza sul
Levante. Durante i primi mesi di guerra l’Iran rifornì Damasco di armi,
munizioni e carburante senza impegnarsi direttamente nel conflitto.
All’inizio
gli aiuti venivano inviati attraverso i valichi di frontiera con l’Iraq, ma, a
seguito dell’avanzata delle opposizioni e la conseguente chiusura delle vie
terrestri, Teheran ricorse a rotte di rifornimento alternative:
una via aria, resa possibile grazie al fatto
che il regime aveva mantenuto il controllo di alcuni aeroporti militari nelle
regioni orientali, e una via mare, sfruttando il corridoio che dal Golfo
giungeva al porto siriano di Tartus passando per il Canale di Suez.
A
differenza del movimento libanese sciita Hezbollah, che era presente con propri
uomini nei territori di frontiera con il Libano, l’Iran si limitò a fornire
supporto e assistenza all’esercito siriano.
Nel
corso del 2012 giunsero nel paese alcuni esponenti della Forza Quds, uno dei
reparti del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (Sepahi-e Pasdaran;
Irgc), capeggiate dal comandante Qasem Soleimani, che negli anni seguenti
diventò una delle figure più influenti in Siria e in tutto il Medio Oriente.
Gli
iraniani contribuirono alla formazione, nel novembre del 2012, delle Forze
nazionali di difesa (Ndf; Quwwat al-Difa’ al-Watani), un insieme di gruppi
paramilitari e di miliziani volontari che combatterono insieme all’esercito
governativo e a Hezbollah.
Il
processo di riorganizzazione avviato da iraniani e libanesi fu graduale e, nei
primi anni, limitato alla formazione di un ristretto numero di unità.
Le
forze dell’opposizione, invece, erano riuscite ad allestire, grazie a
consistenti finanziamenti esteri, un vero e proprio esercito in grado di
infliggere pesanti sconfitte alle forze governative.
Quest’ultime
furono costrette a ritirarsi, tra la fine del 2012 e la prima metà del 2013,
dalle province orientali, ripiegando verso i grandi centri abitati dell’ovest.
La
profonda crisi politica e militare del governo centrale siriano rese necessario
un cambio di strategia da parte di Teheran che, di comune accordo con il suo
alleato Hezbollah, optò per l’intervento diretto nel conflitto.
Ciò fu
anche conseguenza della mutata percezione iraniana sulla reale efficacia delle
Primavere arabe.
Se
inizialmente qualche esponente di spicco, come l’allora presidente Mahmoud
Ahmadinejad e l’ex presidente Hashemi Rafsanjani, aveva espresso dubbi sulla
convenienza politica ed economica di sostenere Assad, con l’esacerbarsi del
conflitto nell’establishment iraniano prevalse la linea interventista.
L’intento
era quello di salvare un regime considerato di vitale importanza per la sfera
di influenza di Teheran sullo scenario regionale e, allo stesso tempo, per
contenere quella delle potenze regionali e internazionali ostili alla
Repubblica islamica applicando la “strategia di difesa avanzata”.
La
Siria, infatti, rappresentava un punto di collegamento geografico tra
Hezbollah, presente in Libano, e le milizie sciite in Iraq che, dopo la caduta
di Saddam Hussein, conobbero una rapida ascesa politica e sociale.
A
livello geopolitico, inoltre, la Repubblica islamica si contrappose sia ai
progetti post-Assad promossi da Turchia e Qatar, vicini ai movimenti delle
Primavere arabe e ai partiti islamisti, sia a quelli dell’Arabia Saudita e
degli Emirati Arabi Uniti, profondamenti avversi a Teheran.
Infine,
per l’Iran il conflitto civile siriano fu l’occasione per misurare la propria
forza militare e testare le capacità delle diverse milizie sciite che aveva
contribuito a finanziare e formare negli anni precedenti:
è il
caso delle brigate afgane Fatemiyoun e di quelle pachistane Zainabiyoun.
La
seconda fase della guerra civile (2015-2019).
Il 30
settembre 2015 il parlamento della federazione russa approvò la richiesta del
presidente Vladimir Putin di effettuare attacchi aerei in Siria.
Ciò
segnò l’inizio dell’intervento diretto di Mosca nel conflitto, il primo
compiuto dal paese fuori dall’orbita post-sovietica.
L’obiettivo
ufficiale era quello di difendere il paese dal terrorismo jihadista;
in
realtà, il Cremlino intendeva rafforzare la presenza militare e il peso
geopolitico in Medio Oriente.
L’ingresso di Mosca rappresentò uno
spartiacque per il corso della guerra.
Fino ad allora il regime si era limitato a
contenere l’avanzata delle organizzazioni salafite e jihadiste, in particolar
modo il cosiddetto Stato islamico (Isis), che minacciava la capitale, e il
Fronte al-Nusra (dal 2017 Tahrir al-Sham), che aveva occupato i quartieri
orientali di Aleppo.
Nel
2015 l’esercito siriano e i suoi alleati avviarono una vasta controffensiva,
riconquistando gran parte del paese, ad eccezione del Rojava, i territori
nordorientali controllati dalla coalizione curda delle Forze democratiche
siriane (Sdf), dell’ex governatorato di Idlib e di alcune enclave in mano ai
miliziani dell’Isis e a gruppi dell’opposizione.
Il
successo fu dovuto in larga misura al coordinamento militare tra Iran e Russia,
che era iniziato molto prima del formale ingresso di Mosca nel conflitto.
Dopo
una serie di incontri tenuti in primavera, nel giugno 2016 Soleimani fissò i
termini dell’accordo con il Cremlino per la divisione dei compiti nella
campagna militare:
i
russi misero a disposizione la loro aviazione per colpire in profondità nei
territori controllati da al-Nusra e Isis e, al contempo, assicurare adeguata
copertura aerea all’avanzata delle truppe; al contempo gli iraniani
coordinarono, congiuntamente a Hezbollah e ai vertici siriani, le operazioni
terrestri.
Al di
là dell’obiettivo dichiarato dalle due potenze – ossia l’eliminazione dei
gruppi terroristi e il ripristino dell’autorità statuale di Damasco – la
partnership russo-iraniana aveva una duplice finalità:
testare le capacità militari e strategiche e
dar sostanza a un ambizioso disegno geopolitico, che mirava a creare in Medio
Oriente un nuovo polo di potenza contrapposto tanto a quello delle monarchie
del Golfo quanto all’influenza degli Stati Uniti e al blocco occidentale.
Inoltre il controllo della Siria avrebbe permesso a Teheran di estendere la sua
profondità strategica nell’area levantina e di aumentare la deterrenza nei
confronti di Israele.
La
controffensiva fu segnata da due episodi fondamentali.
Il
primo fu la riconquista di Palmira e delle zone desertiche, indispensabili per
sventare la minaccia jihadista sulla capitale e riottenere il controllo dei
valichi di frontiera con il vicino Iraq.
Il
secondo fu la ripresa nel dicembre 2016 di Aleppo, che prima della guerra era
la città più popolosa e ricca del paese.
Assad
sfruttò questi successi militari per migliorare la sua immagine pubblica e
stabilire un nuovo patto sociale con la popolazione che, in buona sostanza,
prevedeva il miglioramento delle condizioni economiche e di sicurezza in cambio
della lealtà al presidente.
In
realtà, la riconquista dei territori non fu seguita da un effettivo ripristino
dell’autorità statuale e delle forze di sicurezza.
In
effetti, l’esercito siriano, presentava ora numerose fragilità:
l’influenza
degli attori esterni lo aveva infatti trasformato in un corpo d’armata
eterogeno in cui i tradizionali reparti operavano assieme alle nuove milizie
locali e ai battaglioni sciiti stranieri.
Questo
nuovo assetto produsse importanti mutamenti anche nella struttura interna.
Infatti alla tradizionale catena di comando verticale se ne aggiunse una di
tipo “orizzontale”, in cui gli ufficiali siriani si relazionavano sia con i
loro parigrado russi, iraniani e libanesi sia con alcuni signori della guerra
locali e contractor privati.
L’indebolimento
dell’autorità dell’alto comando siriano e delle truppe regolari permise a
Teheran di estendere e rafforzare il suo network militare nel paese levantino.
A
partire dal 2016 la presenza della Forza Quds in Siria venne rafforzata
dall’arrivo di un contingente dell’esercito regolare iraniano (Artesh),
composto da cecchini e corpi speciali.
La città di Deir el-Zor fu scelta dall’Irgc
come nuovo centro di comando, per via della sua posizione geografica strategica
che la collocava a metà strada tra le grandi città dell’ovest e l’Iraq, dove
risiedevano le altre milizie sciite.
Nel
2018, si stima che i combattenti sciiti (filo)iraniani presenti in Siria
ammontassero a circa 80.000 unità.
Il
maggiore impegno dell’Iran determinò però un consistente aumento dei costi
militari e di vite per la Repubblica islamica:
se
fino al 2014 il numero dei caduti in battaglia era stato piuttosto contenuto,
durante la controffensiva del 2015-2016 perirono almeno un migliaio di
combattenti, di cui 39 generali dell’Irgc.
Il
bilancio fu aggravato anche dagli errori di coordinamento tra russi e iraniani.
Ad esempio, nel maggio 2016 il Fronte al-Nusra
e altri battaglioni jihadisti inflissero, anche a causa dell’inadeguata
copertura dell’aviazione russa, gravi perdite alle Irgc e alle milizie sciite
impegnate nell’assedio del villaggio di Khan Touman che, situato lungo
l’autostrada che collega Aleppo e Damasco, costituiva un obiettivo di alto
valore strategico.
Per giustificare l’intervento militare di
fronte all’opinione pubblica, la Repubblica islamica decise di sviluppare,
congiuntamente all’hard power strategico e militare, il soft power religioso,
enfatizzando l’enorme valore che la Siria rivestiva per lo sciismo.
A tal proposito il Corpo delle guardie della
rivoluzione islamica costruì e restaurò numerosi santuari.
Il
sito più venerato e visitato fu quello di Sayyida Zaynab, a sud di Damasco, che
ospitava numerose reliquie e la tomba di Zaynab, figlia maggiore del califfo
Ali, figura centrale per gli sciiti.
All’inizio
della guerra i pasdaran assunsero il controllo del sito, trasformandolo in un
centro culturale al fine di creare un luogo protetto e riservato ai miliziani
sciiti; diffondere, attraverso conversioni e progetti educativi, lo sciismo
nella regione; e creare una meta per il turismo religioso con pellegrini
provenienti da Libano, Iraq e Iran.
Sayyida Zaynab rappresentava infine uno dei
più importanti casi di ingegneria demografica: attorno all’area si era infatti
sviluppato un centro urbano popolato da sciiti non siriani, ovvero di militari
iraniani e profughi iracheni che avevano abbandonato il paese a seguito
dell’intervento angloamericano del 2003.
La
fase attuale (2020-2024).
Il
declino delle forze dell’opposizione e delle organizzazioni jihadiste permise
all’Iran di dedicare maggiori energie e risorse al consolidamento della propria
sfera di influenza.
L’assassinio
del generale Soleimani avvenuto il 3 gennaio 2020 costituì una grave perdita
per la Repubblica islamica:
in
otto anni di permanenza in Siria, il comandante della Forza Quds era riuscito a
invertire il corso del conflitto grazie alle sue capacità decisionali, che
portarono alla formazione di un vasto network militare pan-sciita in Siria, e
alle sue doti relazionali che gli permisero di coordinarsi con gli ufficiali
russi e libanesi.
La
scomparsa di Soleimani non produsse alcuna battuta d’arresto per le attività di
Teheran.
Infatti,
nei mesi successivi all’attentato, la coalizione sciita compì una serie di
attacchi contro obiettivi statunitensi e israeliani in Iraq e Siria.
La politica religiosa dei santuari proseguì
con la costruzione di nuovi siti culturali e militari, tra cui spicca quello di
‘Ayn ‘Ali, sorto all’inizio del 2021 nei pressi della città di Deir el-Zor.
L’organizzazione di iniziative culturali e
religiose serviva a dimostrare l’enorme influenza che l’Iran aveva acquisito
sul territorio. Le milizie sciite furono in grado di inserirsi nelle complesse
dinamiche locali, al punto da stringere legami con i locali signori della
guerra pro-Assad e con le tribù dell’Eufrate per condurre, tra il 2023 e il
2024, attacchi contro la coalizione curda delle Sdf.
Il 7
ottobre 2023 l’avvio dell’operazione “Diluvio di al-Aqsa” da parte di Hamas e
il conflitto a Gaza hanno segnato l’inizio dell’escalation armata sull’intero
scacchiere regionale.
Insieme al Libano, la Siria è tornata a essere
un terreno di scontro tra le forze filo-iraniane – appartenenti al cosiddetto
“Asse della resistenza”, di cui l’Iran costituiva il perno – e Israele.
Quest’ultimo
dopo il 7 ottobre ha intensificato gli attacchi missilistici sul suolo siriano
con l’obiettivo di eradicare il network militare iraniano.
Tel
Aviv è riuscita a eliminare esponenti iraniani di primo piano: il 25 dicembre
2023 il generale delle forze Quds Razi Mousavi, incaricato di supervisionare il
coordinamento militare tra Damasco e Teheran, è stato assassinato nel quartiere
damasceno di Sayyida Zaynab;
il 1°
aprile 2024 un attacco ha distrutto il consolato iraniano a Damasco, uccidendo
il generale Mohammad Reza Zahedi e altri sei membri delle Irgc.
Tel
Aviv ha colpito inoltre numerose postazioni dell’esercito siriano a Dara‘a e
nel Golan, e danneggiato gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo.
A
seguito dell’escalation di violenza, il comandante in capo dell’Irgc Hossein
Salami ha aggiornato la strategia militare di Teheran, minacciando la
rappresaglia armata in caso di nuovi attacchi da parte di Israele.
Tuttavia,
la Repubblica islamica al momento preferisce evitare il confronto diretto,
poiché la guerra su scala regionale potrebbe compromettere il suo disegno
geopolitico in Medio Oriente e, per quanto riguarda la Siria, destabilizzare un
paese estremamente fragile e frammentato.
Occorre
infine considerare la posizione del presidente Assad che, pur continuando a far
parte dell’Asse della resistenza, negli ultimi anni ha avviato un complesso
processo di normalizzazione con alcuni Paesi arabi (tra cui gli Emirati Arabi
Uniti) e persino con qualche cancelleria occidentale, allo scopo di
legittimarsi a livello regionale e di ridurre la dipendenza politica e militare
dall’Iran.
Gli
incendi della California
l’ombra
delle armi ad energia diretta.
Lacrunadellago.net – (14/01/2025) – Cesare
Sacchetti – ci dice:
Mel
Gibson dopo aver rilasciato la sua intervista al popolare conduttore
radiofonico, Joe Rogan, contempla la sua casa di Malibù ridotta in macerie e
commenta come la distruzione sembra sia stata fatta di proposito.
Gli
incendi della California appaiono anomali sin dal principio soprattutto per
questa ragione.
Il
cemento si è fuso e gli alberi intorno sono rimasti intatti e non è certo
questo il normale modus operandi di un incendio, seppur doloso, e seppur
appiccato con dei potenti inneschi quali kerosene e benzina.
Qualche
anno addietro, nel 2017, sempre la California fu suo malgrado protagonista di
altri incendi che presentavano le stesse identiche caratteristiche.
Gli
incendi del 2017 nella California del Nord.
C’erano
case rase al suolo che sembravano essere state bombardate da degli aerei e
intorno materiali altamente infiammabili che non sono stati sfiorati dalle
fiamme.
A
rilevare l’anomalia in quell’occasione di questi incendi “selettivi” è stato,
tra gli altri, il capo del dipartimento anti-incendi dello stato della
California che disse come non avesse assolutamente senso che nel cuore della
notte fossero partiti 60 inneschi dal nulla seguiti da fortissime raffiche di
vento superiori ai 100 chilometri orari e da scintille testimoniate e riprese
da diverse persone nella zona.
A
spiegare che il fenomeno all’epoca non era affatto naturale fu un altro
pompiere, il capitano “John Lord”, che disse esplicitamente che quegli incendi
non erano il risultato di un incidente dovuto al fumo di una sigaretta o ad
altri combustibili comunque potenti come la benzina.
Il
capitano dei pompieri in California, John Lord, spiega come gli incendi siano
il risultato di armi ad energia diretta.
Lord,
che vanta una lunga esperienza negli incendi, spiegò in quell’occasione come a
scatenare l’inferno nelle contee di Mendocino, Santa Rosa e Sonoma fossero
state delle armi ad energia diretta, le cosiddette “DEW”, che sono in grado di
causare dei buchi che penetrano i cofani delle automobili e vanno dritte ai
motori.
Le
temperature che riescono a sviluppare queste armi ad energia diretta sono
estremamente alte e ciò spiegherebbe perché le fiamme siano state in grado di
distruggere intere case radendole al suolo senza nemmeno lasciare il classico
scheletro che si vede in seguito ad un incendio normale e senza far bruciare
gli alberi.
Si
tratta di sofisticate armi ad energia laser in grado di sviluppare temperature
alquanto elevate, superiore ai 1300 gradi centigradi che spiegherebbero la
ragione per le quali negli incendi californiani del 2017 e di oggi materiali
come il vetro, che richiede una temperatura di fusione di 1500 gradi
centigradi, si siano sciolti completamente.
Sono
armi estremamente pericolose e anche anonime sotto certi aspetti perché possono
essere utilizzate da un punto all’altro della Terra o anche attraverso i
satelliti dallo spazio verso la Terra poiché i laser sono in grado di compiere
enormi distanze senza troppa difficoltà.
Soltanto
l’anno passato a scrivere un articolo sul loro funzionamento è stata la “Rand
Corporation”, un think-tank molto vicino al Pentagono e del quale hanno fatto
parte personaggi di spicco dello “stato profondo “di Washington e della lobby
sionista dei neocon come Donald Rumsfeld e Condoleezza Rice, già membri
dell’amministrazione di George W. Bush che scatenò l’inferno in Medio Oriente
pur di compiacere lo stato ebraico e i suoi “sogni” di espansione nell’area.
Sono
chiaramente armi militari alquanto avanzate e questo restringe notevolmente il
campo degli attori che ne hanno la disponibilità.
Negli
ultimi tempi si è avuto un saggio della loro efficacia anche nel campo della
battaglia navale, quando, ad esempio, sono state utilizzate per affondare navi
da guerra e sottomarini o imbarcazioni civili come sembra nel caso dello “yacht
Bayesian”, sul quale venne scritto un precedente contributo su questo blog.
In
quell’occasione alcune fonti di intelligence ci rivelarono che ad affondare la
barca di “Mike Lynch”, già AD di “Darktrace” molto vicino al Mossad e all’MI6,
era stato con ogni probabilità un servizio segreto straniero, in particolare
quello della Russia, che aveva deciso di colpire l’imbarcazione come risposta a
Londra e al suo costante appoggio al regime nazista ucraino.
La
tecnologia negli ultimi 30 anni ha fatto approdare la guerra tra spie verso un
territorio che soltanto qualche tempo fa sarebbe stato considerato degno di un
film come” Guerre Stellari”, ma ormai i “progressi” in ambito militare e
spaziale sono talmente avanzati da aver trasformato in realtà degli scenari che
un tempo potevano essere soltanto immaginati dalla cinematografia.
Le
armi ad energia diretta sono a pieno titolo parte di queste sofisticate
tecnologie e nel 2017 il loro utilizzo è servito per portare avanti la falsa narrazione dei cambiamenti
climatici che imputa all’uomo la “colpa” del cosiddetto “riscaldamento globale”
di cui in realtà non c’è traccia alcuna se non nelle scombinate previsioni
delle Nazioni Unite e di altri “scienziati” fedeli a gruppi di influenza quali
il Club di Roma e il club di Davos.
La
narrazione dei cambiamenti climatici nasconde in realtà l’intento di giungere
ad una deindustrializzazione del mondo Occidentale per accompagnare l’Europa e
gli Stati Uniti verso la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, quella
nella quale di fatto l’industria non esiste più e dove le automobili lasciano
il posto a bici e monopattini elettrici, dei quali si è avuto purtroppo un
assaggio negli ultimi anni in Europa e in Italia.
Gli
incendi e la strategia della tensione.
Stavolta
la ratio di questi incendi che non sono affatto naturali come vogliono far
credere i media è da ricercarsi probabilmente nel tentativo di attuare un
attentato terroristico negli Stati Uniti che sono nelle ultime settimane al
centro di una serie di attacchi, gli uni concatenati agli altri.
Nelle
ultime settimane si è assistito difatti ad uno scatenamento di quegli apparati
di intelligence che si erano prefissi di destabilizzare l’Europa e gli Stati
Unti, dato
che ormai ai servizi segreti ancora fedeli alla fallita agenda del mondialismo
non resta molto altro che provare a perseguire la strategia del caos.
Tra la
fine del 2024 e l’inizio del 2025 si è avuto un saggio di questa strategia
coordinata sulle due sponde dell’Atlantico, attraverso accoltellamenti eseguiti
lo stesso giorno in Italia e Germania, la notte di San Silvestro, e proseguita
poi a Capodanno con altri due attacchi in contemporanea negli Stati Uniti,
culminati nella strage di New Orleans e nell’attentato bomba di Las Vegas.
In
tutti e due gli attentati sembra essere chiara la presenza degli apparati
militari del Pentagono ostili alla presidenza Trump se si pensa che a Las Vegas
risultava esserci nell’auto esplosa di fronte alla Trump Tower, “Matthew
Livelsberger”, membro delle forze speciali dei Berretti Verdi, e sull’auto che
invece è piombata addosso alla folla a New Orleans invece c’era “Shamsud-Din
Bahar Jabbar”, altro membro dell’esercito americano.
Non si
sta parlando quindi di due “pazzi” solitari che agiscono per la solita “ISIS”,
brand che in realtà cela un’operazione del Mossad e della CIA, ma di due uomini
addestrati dal Pentagono e che hanno in comune anche la provenienza dalla
caserma di Fort Bragg, nel Nord – Carolina, presso la quale hanno ricevuto il
loro addestramento.
A Fort
Bragg sembra esserci proprio una divisione apposita per addestrare gli
assassini, o i candidati manciuriani, da utilizzare non di rado in operazioni suicide e
a rendere ancora più incredibile le già evidenti connessioni tra i due
attentatori di Las Vegas e New Orleans c’è anche il fatto che nel luogo dove
questi venivano “formati” era di casa un altro uomo come “Ryan Routh”.
Routh
risulta aver fatto avanti ed indietro dalla caserma di Fort Bragg ed è lì che
probabilmente ha ricevuto il suo addestramento per provare a mettere in atto il
secondo attentato contro Donald Trump che risale al mese di settembre 2024.
Sarebbe
altrettanto interessante verificare se anche il primo attentatore di Trump,
tale “Thomas Crooks,” di origini ebraiche, avesse fatto qualche visita a questa
caserma, ma appare certo che l’aspirante assassino del presidente americano
aveva potenti entrature ed appoggi, se si pensa che faceva parte della
scuola di formazione del potente fondo di investimenti BlackRock, nel quale
confluiscono i capitali dei Rothschild, dei Rockefeller e delle altre ricche
famiglie al vertice della governance globale.
Gli
incendi in California hanno quindi tutta l’apparenza di essere un prosieguo di
questa strategia della tensione che si manifesta attraverso una costante
esecuzione di attentati eseguiti attraverso la tecnica della falsa bandiera
oppure in danni alle infrastrutture e/o a luoghi di grande interesse nazionale.
Non
c’è evidentemente a questo punto una logica meramente politica nell’esecuzione
di questi attentati quanto una del sabotaggio, espressione di quei poteri che
pur di non dichiarare la loro resa provano a lasciare dietro di sé una lunga
scia di macerie.
Alcuni
hanno ipotizzano che dietro il movente di questi incendi potesse esserci la
volontà di ricostruire Los Angeles secondo i principi delle cosiddette “smart city “volute dal forum di
Davos in vista delle Olimpiadi del 2028, ma l’appuntamento appare ancora un
po’ troppo lontano per formulare una simile ipotesi, soprattutto se si
considera che dopo una simile devastazione l’economia in California e a Los
Angeles difficilmente tornerà a girare come prima.
A
spiegarlo è stato, tra gli altri, lo stesso Trump che ha dichiarato come ora
molti ricchi residenti californiani che pagavano fior di tasse allo stato della
California porteranno le tende altrove e una della città più famose negli Stati
Uniti e nel mondo perderà tutto il suo cosiddetto “appeal”.
Los
Angeles veniva definita nella retorica anglosassone come la “città dei sogni”
per essere la casa di Hollywood, il regno della cinematografia mondiale, dove
alberga in realtà una rete di potenti massoni e satanisti che attraverso
l’industria cinematografica hanno rovesciato addosso al pubblico americano e
internazionale tutti i liquami che i signori di questo mondo volevano
rovesciare.
Hollywood
è stata utilizzata per giungere ad una degradazione morale e non si può mettere
in dubbio il suo strettissimo legame con influenti signori della lobby sionista
ed ebraica che hanno costruito questa industria a loro immagine e somiglianza.
Ad
alcuni le fiamme sono sembrate anche per questo simboliche come una sorta di
fuoco purificatore che distrugge comunque una terra troppo infetta da ideologie
anticattoliche e anticristiane che soltanto il giorno prima degli incendi si
erano prese gioco di Dio alla cerimonia dei Golden Globes, l’appuntamento che
precede l’assegnazione degli Oscar.
È
certamente un’epoca che tramonta e forse, dopotutto, non è un male, perché di
buono dagli schermi del cinema negli ultimi decenni è venuto molto poco, e il
talento vero non è mai riuscito ad emergere perché soffocato da altri mediocri
attori completamente asserviti al “pensiero woke”.
Ci si
chiede quindi cosa ci sarà da attendersi nei prossimi giorni da qui
all’inaugurazione di Trump per il 20 gennaio.
Considerato
lo stato di assoluto panico e furore da parte di chi ha perduto la battaglia per
trascinare l’umanità verso il Grande Reset nel 2020-2021, non è da escludersi che possano
esserci altri tentativi di sabotaggio o attacchi terroristici eseguiti con
modalità non dissimili da quelle viste sino ad ora.
A
Mar-a-Lago, la residenza di Trump in Florida, l’allerta è massima e le misure
di sicurezza sono massicce tanto che ci sono barriere di cemento già ad un
kilometro di distanza dalla casa del presidente.
Il
ritorno ufficiale di Donald Trump è la nemesi di tutti quegli ambienti del
potere mondialista che hanno governato l’America e l’Europa indisturbati per
larga parte dell’900, e ogni singolo attacco o sabotaggio che viene eseguito
rientra nella logica della destabilizzazione.
Si è
di fronte ad un apparato in dismissione che si dimena come un tonno nella rete
e non accetta la sua fine.
L’America
era il Paese fondamentale nell’assetto della governance mondiale e la sua
perdita è un danno irreparabile per coloro che aspiravano a costruire un
governo unico mondiale.
A
spiegarlo, tra gli altri, fu uno dei suoi non compianti membri chiave, quale
Henry Kissinger, appartenente a molti club di spicco del globalismo, quali il
Bilderberg, il Club di Roma e il forum di Davos davanti al quale nel 1980 l’ex
segretario di Stato americano di origini ebraiche annunciava come per la prima
volta la politica estera fosse divenuta globale, e non più consegnata alla
dimensione degli Stati nazionali.
Nel
tempo presente, si assiste al fenomeno inverso, e le élite globali, o ciò
rimane di esse, stanno dando fondo a tutte le loro ultime risorse pur di
arrecare il massimo danno possibile alla parte altrui.
Il
tempo però a disposizione per i signori del caos è sempre di meno e il
definitivo smantellamento di ciò che resta del loro apparato in America e in
Europa sarà inevitabile una volta che avrà inizio la seconda, o terza,
amministrazione di Trump.
Si è
nella logica della coda della strategia della tensione che si era annunciata in
anticipo su questo blog un mese fa, ma si è al tempo stesso nella fase
terminale del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale.
Non
resta che continuare a mantenere i nervi saldi e attendere la fase finale nella
quale la testa del serpente verrà definitivamente schiacciata.
Cosa
dovrebbe fare Trump.
Theburningplatform.com
- Paul Craig Roberts – (16-1-2025) – ci dice:
Le
agenzie di sicurezza americane hanno a lungo usato il mantello della sicurezza
nazionale per evitare di essere responsabili dei loro crimini, come gli
assassinii del presidente John F. Kennedy e di suo fratello, Robert F. Kennedy,
e i numerosi omicidi di leader stranieri e pasticci.
A
partire dal regime di Clinton, anche i presidenti e gli incaricati non addetti
alla sicurezza hanno iniziato a sfuggire alle responsabilità.
La
situazione è peggiorata nel regime di George W. Bush/Dick Cheney, ed è esplosa
nel regime di Biden con il procuratore generale, l'FBI e i procuratori generali
e i pubblici ministeri democratici che hanno usato la legge come arma contro
Trump, i suoi avvocati e i suoi sostenitori.
Molte
persone sono state rovinate finanziariamente.
Molti sono stati ingiustamente imprigionati e
lo stesso Trump si è visto rubare la sua rielezione nel 2020 dal furto di voti
più sfacciato ed evidente della storia americana.
Le
prove sono chiare che lo stesso Biden è colpevole di aver venduto l'influenza
del vicepresidente e del presidente con suo figlio, Hunter, che era il
commerciante e condivideva i ricavi.
Eppure il Dipartimento di Giustizia degli
Stati Uniti ha impedito qualsiasi indagine e incriminazione.
La
pratica di elevare i titolari di alte cariche allo status privilegiato di un re
o di un'aristocrazia al di sopra sia della legge che della Costituzione degli
Stati Uniti non deve continuare nel regime di Trump.
Se lo farà, gli alti funzionari avranno
ottenuto il diritto degli occupanti abusivi di essere al di sopra della legge,
e la Costituzione degli Stati Uniti sarà ridotta a un documento morto.
A
questo punto, l'unico modo per evitare un collasso dello stato di diritto negli
Stati Uniti è che il regime di Trump persegua implacabilmente i funzionari del
Dipartimento di Giustizia, dell'FBI e della Casa Bianca che hanno applicato
selettivamente la legge sotto forma di “law fare” contro gli oppositori
politici.
Se i
responsabili evitano la responsabilità, sarà stato stabilito un precedente
legale e i diritti differenziati e lo status basati sulla razza e sul genere
che sono già in vigore saranno affiancati da speciali privilegi legali per gli
alti funzionari governativi.
Significherebbe
la fine di ogni possibilità di un governo responsabile.
Questa
dovrebbe essere la massima priorità del regime di Trump.
È
ancora più importante della chiusura delle frontiere.
Sul
fronte della guerra, Trump dovrebbe semplicemente allontanarsi dal conflitto
con l'Iran e la Russia.
Le
guerre distraggono dalle questioni interne e impediranno di concentrarsi sul
rendere l'America di nuovo grande.
Le
guerre porteranno più propaganda sui "terroristi" e più violazioni
delle libertà civili degli Stati Uniti, che non è un percorso per rendere
l'America di nuovo grande.
Non
c'è alcun motivo per il sangue americano, il denaro dei contribuenti e una
maggiore emissione di debito degli Stati Uniti al fine di arricchire le casse
del complesso militare/di sicurezza e di espandere la frontiera del Grande
Israele.
Trump
dovrebbe rendersi conto che Israele non ha alcun valore per l'America. Israele
è un peso morto al nostro collo, e l'incondizionato sostegno americano alle
guerre di Israele e al genocidio dei palestinesi è costato enormemente alla
reputazione dell'America.
Se
l'America ha mai avuto un lustro morale, non ce l'ha più.
L'Iran
e la Russia non minacciano gli Stati Uniti.
Il
Medio Oriente è pieno di problemi per l'Iran, il cui governo non ha bisogno di
problemi con gli Stati Uniti.
L'Ucraina è un problema della Russia, non nostro.
Washington
è responsabile del conflitto.
Trump dovrebbe scusarsi e rimuoverci dal
conflitto.
Nel
momento in cui Trump smetterà di inviare denaro e armi all'Ucraina e a Israele,
la pace scenderà nel mondo.
Trump
dovrebbe tornare alla sua posizione originale secondo cui la NATO non ha alcun
valore per l'America.
Se la NATO non esistesse, la Russia e l'Europa
sarebbero impegnate in iniziative economiche reciprocamente vantaggiose.
Queste iniziative creerebbero finanziamenti e
opportunità di business anche per gli americani.
Tutti
prospererebbero.
È la
ricerca dell'egemonia da parte di Washington – il controllo sugli altri – che
sta sopprimendo l'attività economica in tutto il mondo ed erodendo il tenore di
vita di tutti gli americani tranne l'uno per cento più ricco.
“
MAGA“America non ha alcun interesse nelle agende delle politiche dei gruppi di
lobby di interesse speciale che beneficiano solo una piccola percentuale di
persone che sono già così ricche da non poter spendere la loro enorme quantità
di reddito e ricchezza.
I
problemi del mondo hanno origine a Washington e sono istituzionalizzati nella
lobby israeliana, nel complesso militare/di sicurezza, in Big Pharma e nel suo
controllo sull'alto costo e sull'inefficacia della medicina americana che
sacrifica la salute degli americani e l'integrità dei medici ai profitti di Big
Pharma.
Queste sono le vere minacce per l'America che, se
l'America vuole essere di nuovo grande, queste minacce, non la Russia e l'Iran,
devono essere distrutte ed eliminate.
Se il
regime di Trump riuscirà a ristabilire il rispetto per uno stato di diritto
incriminando e perseguendo il Dipartimento di Giustizia, l'FBI e altri
funzionari per il loro comportamento criminale, e se Trump riuscirà a disimpegnare
la macchina da guerra USA/Israele, avrà salvato il mondo dalla guerra nucleare
e ristabilito gli Stati Uniti come la principale nazione a cui il mondo guarda
per la leadership.
La mia
preoccupazione è che Trump amerà il ruolo della guerra.
Come
credeva Winston Churchill, non c'è niente di più eccitante che essere un leader
di guerra, soprattutto se si immaginano prospettive di vittoria.
Trump
è estremamente suscettibile di entrare in guerra sulla base del consiglio che
Putin non ha linee rosse perché Putin ha troppa paura del conflitto.
Con l'isolamento dell'Iran dalla distruzione
della Siria e un governo riformista che vuole essere libero dalle restrizioni
religiose e fare soldi in Occidente, Trump è stato avvisato che è tempo di far
crollare l'Iran.
(rt.com/news/610763-trump-envoy-iran-pressure/)
Quando
l'élite al potere ti blocca altrove, la loro agenda diventa la tua unica
scelta.
Trump
ha combattuto così duramente solo per il gusto di essere usato
dall'establishment americano ben istituzionalizzato?
La
terza cosa che Trump dovrebbe fare immediatamente è chiudere i laboratori di
guerra biologica degli Stati Uniti che Washington sta gestendo in tutto il
mondo.
Questi
laboratori stanno cercando di creare agenti patogeni mortali che sono altamente
contagiosi.
I laboratori stanno anche tentando di
indirizzare gli agenti patogeni a specifiche etnie, raccogliendo, ad esempio,
DNA russo nella speranza di trovare del materiale unico per i russi a cui
collegare l'agente patogeno.
Questi
laboratori americani sono tutti illegali.
Washington cerca di evitare la responsabilità
localizzando i suoi laboratori di guerra biologica in altri paesi.
Trump
dovrebbe fermare immediatamente l'attività e perseguire i responsabili,
compreso il Congresso degli Stati Uniti, se il Congresso ha autorizzato questa
attività illegale.
Coloro
che traggono profitto da questa attività malvagia affermano che dobbiamo farlo
perché lo fanno i nostri nemici, ma non forniscono mai alcuna documentazione
per la loro affermazione.
Indipendentemente da ciò, come dimostra l'esperienza
del Covid, quando un agente patogeno viene rilasciato va ovunque.
Usarne
uno come arma si traduce nella stessa autodistruzione della guerra nucleare.
Gran
parte della scienza è impegnata nelle armi. La scienza deve tornare a
migliorare la salute e la condizione umana.
Se
Trump riuscirà ad affrontare le vere sfide che abbiamo di fronte invece di
essere trascinato in false sfide al servizio di interessi particolari, passerà
alla storia come il più grande presidente americano della storia.
Il
clima Jeezus porta via.
Theburningplatform.com
- Guest Post di Jim Kunstler – (13-1-2025) – ci dice:
"State
Farm, il mio assicuratore per decenni, ha cancellato la mia assicurazione e
tutti quelli che si trovavano nelle nostre immediate vicinanze poco prima
dell'incendio.
State
Farm NON c'era...» — “James Woods”.
"I
cosiddetti progressisti hanno finalmente ottenuto ciò di cui presumibilmente
avevano avvertito, ma che in realtà desideravano:
lo
sfratto dei ricchi discendenti dei colonizzatori, l'incenerimento delle loro
case e la distruzione di una città che, più di ogni altra, rappresenta la
nostra sanguinosa storia di supremazia e conquista bianca". — “Michael Shellenberger”.
Per
coloro che negli Stati Uniti sono interessati a far collassare gli Stati Uniti,
l'incendio di Los Angeles è il regalo che continuerà a dare, e George Soros non
ha dovuto sborsare un centesimo per farlo accadere.
Dal
punto di vista della diversità, dell'equità e dell'inclusione, il fuoco si è
spento, ripulendo quasi l'intera popolazione “Pac Pal” da altezzosi, ricchi e
bianchi "alleati" degli oppressi e degli emarginati – che ora avranno
Los Angeles tutta per sé.
“ Chez
Whitey “è "chiuso per lavori di ristrutturazione" e potrebbero
volerci vent'anni prima che possa riaprire, se mai lo farà.
Probabilmente
mai, se la” California Coastal Commission” ha qualcosa da dire al riguardo.
E
perché non dovrebbero?
In
genere non approvano che le cose vengano costruite direttamente sulla spiaggia.
Probabilmente
erano tutti in ginocchio domenica nella Chiesa della Fede del Lusso a
ringraziare “Climate Jeezus” per aver spazzato via Malibu e le colline sopra di
essa.
La
figlia di Ronald Reagan, “Patti Davi”s, si lacerò i suoi abiti nella pagina
degli editoriali domenicali del New York Times, lamentandosi:
"La
mia rabbia per quello che abbiamo fatto a questa fragile e squisita Terra è
stata soffocata dal dolore fino all'altra sera, quando stavo guardando un
programma di notizie con un gruppo di commentatori.
L'argomento era Los Angeles in fiamme e una persona ha menzionato il
cambiamento climatico come causa.
Un
altro commentatore ha sorriso e ha detto che non credeva che fosse la causa.
Ho
sentito la rabbia salire oltre il mio dolore.
Il mio
primo pensiero è stato: "Pensi di saperne più degli scienziati?"
Naturalmente,
il mio primo pensiero è stato: chi paga quegli scienziati?
La
stessa domanda che si potrebbe porre agli scienziati del CDC, del NIH, della
FDA e del NIAID che hanno dichiarato che il Covid-19 non è stato assolutamente
creato in un laboratorio di Wuhan e che i vaccini a mRNA sono "sicuri ed
efficaci".
Il mio
secondo pensiero è stato:
potresti
trovare un esempio migliore di recitazione performativa utopica-woke?
Il mio terzo pensiero è stato: da quando gli
"esperti" sono infallibili?
Il mio
quarto pensiero è stato: la scienza non progredisce sulla base di
un'argomentazione continua?
Il mio
quinto pensiero è stato:
se “Patti
Davis” sta guardando il telegiornale, deve essere in un posto confortevole e
probabilmente lussuoso che non si è bruciato.
Questo
per quanto riguarda i miei pensieri, intrattenuti senza lo strappo dei vestiti.
Più
che altro per quanto riguarda l'incendio in sé, ci si deve chiedere cosa stia
succedendo a quelle decine di migliaia di sfollati e famiglie in questo
momento.
Quanti
di loro dormono nelle loro proprietà fumanti, o nelle loro auto, o
semplicemente tremano su un marciapiede da qualche parte.
Non
sembra possibile che tutti abbiano trovato un posto dove andare, certamente non
a casa dei loro vicini, che erano tutti bruciati.
E ci
sono così tante camere d'albergo non occupate da "senza documenti".
Ad
ogni modo, quante famiglie possono soggiornare in camere d'albergo che costano
$ 1.000 a notte, e per quante notti?
Quanti
di loro hanno perso assolutamente tutto, compresa la possibilità di un futuro?
Il che
ti porta a renderti conto che abbiamo appena iniziato a vedere gli effetti a
catena di questa catastrofe.
Quelle
decine di migliaia di esauriti non si presenteranno al lavoro presto.
Avranno tutto ciò che possono fare per trovare
un tetto sopra la testa mentre si affannano con i funzionari della FEMA, i
burocrati dello Stato della California, gli agenti delle compagnie assicurative
e altri "aiutanti".
I dilemmi della ricostruzione sono già stati
provati dai notiziari.
Anche
se i politici sospendessero tutti i codici edilizi e urbanistici e le questioni
fiscali, da dove arriveranno così tanti appaltatori in un lasso di tempo
ragionevole?
E dove
si mette tutta quella poltiglia di plastica fusa e la cenere tossica che rimane
sul terreno dove un tempo c'era la vita delle persone?
Se hai
perso una casa del valore di $ 5 milioni, ti costerà almeno $ 10 milioni per
sostituirla.
Buona
fortuna, anche se eri una star del cinema di medio livello.
Naturalmente,
se la tua assicurazione è stata cancellata di recente – o semplicemente non ne
avevi perché costava troppo – allora non c'è alcuna possibilità che tu possa
anche solo fantasticare di vivere sulle colline sopra Malibu mai più.
E quel
lavoro che non sei in grado di fare in questo momento a causa delle pressanti
esigenze di pura sopravvivenza nella “Gerarchia dei Bisogni di Maslow.” . .
Potresti non andare mai più a fare quel lavoro.
Anche
l'azienda per cui hai lavorato potrebbe non esserci più.
Se mai
ci fosse un proverbiale ultimo granello di sabbia in una frana, il Grande
Incendio di Los Angeles del 2025 deve essere una cosa sicura nei confronti
dell'economia statunitense, in particolare dal punto di vista finanziario.
Un
sacco di proprietari di case non pagheranno i loro mutui su un lotto vuoto
fumante.
Le
banche non sono in condizioni favolose in questi giorni.
Quanti
prestiti andati a male ci vorranno per distruggere banche già instabili?
E, a proposito, il collaterale non c'è nemmeno
più.
Il rep
man è fuori dai giochi.
Cosa
succede alle compagnie assicurative? E le compagnie di riassicurazione che
teoricamente sostengono gli assicuratori?
Vi
dirò cosa succede: saranno sostenuti dal governo, che non ha i soldi per
sostenerli, ma lo creerà dai pixel sugli schermi. . . il che significa
aspettarsi un notevole aumento dell'inflazione (cioè un calo del potere
d'acquisto del dollaro), che sarà un occhio nero per la nuova amministrazione
Trump.
In che
modo tutto questo si ripercuote sull'economia statunitense nel suo complesso?
Nessuno
lo sa ancora, ma i segnali non sono rassicuranti.
Si
possono dedurre innumerevoli catene di conseguenze.
L'azione
di venerdì sui mercati finanziari è sembrata un tremito di cose a venire.
La Bolla di Tutte le Bolle rimane. . . per
quanto tempo?
Perdonate
ogni singolo prigioniero
politico
J6 – ogni singolo.
Theburningplatform.com
- Guest Post di Kurt Schlichter – (16-1-2025) – ci dice:
Ehi,
avete sentito parlare di quella “coppia J6 amante di Trump” che ha lanciato una
bomba e ferito permanentemente un poliziotto?
Ha
avuto cinque anni.
Sua moglie non aveva anni.
Sì,
quei J6er se la sono cavata davvero facilmente. Oh, aspetta, errore mio.
Non
erano imputati J6.
Erano
un paio di stronzi “Anti fa” che erano arrabbiati perché il commentatore
conservatore” Michael Knowles” stava per parlare di “sciocchezze transgender”.
Invece di essere trattato con lo stesso disprezzo e la stessa durezza degli
imputati del J6, questo giudice federale ha detto che erano qualcosa sulla
falsariga di persone molto belle.
Quanti
anni pensi che un imputato J6 otterrebbe se ferisse permanentemente un
poliziotto con una bomba?
Circa un milione. Ma c'è una differenza
vitale.
L'amministrazione
Biden (sic) likes i terroristi “Antifa” e odia i patrioti.
Il
fatto è che abbiamo un sistema giudiziario a doppio binario, il che è
intollerabile. Ciò significa che non dobbiamo tollerarlo.
Ciò significa che non dobbiamo accettarlo.
Ciò
significa che non dobbiamo fingere che qualsiasi verdetto emesso da esso sia
giusto o valido. Ciò significa che non dobbiamo permettere alle persone che ce
lo impongono per metterci a tacere, intimidirci e vendicarci per il crimine di sfidarli.
Tutti
i procedimenti giudiziari J6 sono illegittimi, non perché le azioni degli
imputati J6siano tutte incontaminate – la stragrande maggioranza è colpevole
solo di pensare che, come parte del Popolo, avevano il diritto di camminare per
la Casa del Popolo – ma perché non sono stati trattati esattamente allo stesso
modo di coloro che sono politicamente allineati con le persone che li
perseguitano.
E non c'è modo di annullare la macchia del
sistema giudiziario a due livelli.
Ci
sono rapporti secondo cui il presidente Trump commuterà le sentenze per far
uscire le persone dal carcere, quindi seguirà un "processo" di grazia
per valutare ogni condanna.
No,
no, no.
Ogni
condanna – ogni singola condanna, comprese quelle di persone costrette a
dichiararsi colpevoli (e sono state costrette) – è macchiata dalle azioni del
Dipartimento di Giustizia, dalle azioni di giudici prevenuti e dal fatto che la
sede di Washington era manifestamente ingiusta. Nessuna condanna J6 può
reggere. Ogni condanna era ingiusta e ingiusta.
Donald
Trump deve rimediare a questa grave ingiustizia. Deve perdonare ogni singolo
prigioniero politico J6 deendant/politico – ognuno di loro (e no, non intendo i
lacchè del governo).
Non mi
interessa se hanno attraversato la rotonda scattando selfie.
Non mi interessa se hanno saccheggiato la
vasta scorta di alcolici di Nancy Pelosi. Non mi interessa nemmeno se hanno
colpito un poliziotto.
La
sinistra ha picchiato i poliziotti – e peggio – in tutto il paese durante le
rivolte dopo la morte di quel criminale tossicodipendente, e non sono stati
trattati esattamente allo stesso modo dei J6ers.
Le loro accuse sono state respinte o
minimizzate.
Hanno
avuto delle pause e si sono scusati.
Non
sono stati soggetti a persecuzioni simili a quelle di Javert da parte dei
democratici dello stato profondo, che includevano l'arresto da parte di squadre
SWAT, trattenuti senza cauzione per lunghi periodi, torturati nelle carceri di
Washington, accusati di crimini che non erano crimini, "difesi" da
difensori pubblici di sinistra che volevano vederli condannati, processati da
giudici che avevano già dimostrato la loro parzialità, condannati da un partito
95%+ democratico DC giurie e condannati a pene detentive ridicolmente lunghe.
La
crudeltà selvaggia e la malizia del corrotto Dipartimento di Giustizia e
dell'FBI devono essere ripudiate.
Il presidente Donald Trump deve perdonare ogni singola
vittima.
Non
c'è altra alternativa. Non ci sono compromessi.
Qualsiasi
cosa che non sia un ripudio totale di questo pogrom convalida l'indicibile male
perpetrato contro i cittadini patriottici.
E non
è tutto.
Il
presidente Trump dovrebbe anche scusarsi con loro a nome del popolo e del
governo americano, oltre a dirigere il Dipartimento di Giustizia a risolvere le
loro richieste multimilionarie di diritti civili senza contenziosi.
Ma non esageriamo.
Tutto
inizia con la grazia a tutti loro nel primo giorno dell'amministrazione Trump
2.0.
Non il
pendolarismo – il pendolarismo implica una certa validità delle condanne – ma
il perdono, perché i procedimenti giudiziari ingiusti non possono stare in
piedi in tutto o in parte, e ognuno di essi in quei tribunali farsa era
ingiusto.
La
sinistra piangerà, e questo è un bene.
Hanno bisogno di perdere.
Hanno
bisogno di vedere che quello che hanno fatto è finito nel nulla.
E
devono essere ritenuti responsabili.
I dipendenti governativi che erano dietro
queste atrocità – i pubblici ministeri, gli agenti dell'FBI, i brutali teppisti
delle guardie carcerarie – devono essere tutti identificati e tutti devono
essere perseguiti dove appropriato – a differenza di loro, non abbiamo
intenzione di incastrare o costringere i nostri oppositori.
Li riterremo responsabili.
Non
possiamo lasciar perdere tutto questo.
Non
possiamo lasciarcelo passare.
E
certamente non possiamo abbandonare le persone che sono state torturate non a
causa di ciò che presumibilmente hanno fatto, ma a causa di chi hanno votato.
È una
caratteristica, e non un difetto, che i democratici e i lacchè dei media del
regime saranno indignati da questo giusto atto di giustizia.
Hanno
bisogno di essere arrabbiati e mostrare che non possono vincere.
Questa
è un'importante lezione pratica.
La
vendetta del J6 è stata un crimine vergognoso che supera di gran lunga i falsi
crimini della storia americana – come il "maccartismo" – di cui la
sinistra si lamenta sempre.
Ma ci
saranno anche repubblicani che piangeranno per questo, e sbagliano a farlo. Sbagliano a farlo perché la questione
vitale non è se un individuo si è spinto troppo oltre il 6 gennaio.
Si
tratta di una persecuzione sistematica dei cittadini americani che non deriva
da una considerazione individualizzata delle loro esatte circostanze, ma
semplicemente perché erano affiliati al partito fuori dal potere.
Non si
può tollerare questo in una società libera.
Se lo tolleri, smette di essere una società
libera.
E
tollerare questo a causa di alcuni cliché zoppicanti come "rispettare lo
stato di diritto" è ridicolo: questi stessi procedimenti giudiziari sono
un attacco diretto allo stato di diritto.
Dare credibilità a queste accuse e condanne,
indipendentemente dal fatto che la persona sia accusata di violazione di
domicilio o di aver preso a pugni un piede piatto, significa accettare un
sistema giudiziario a due livelli.
Ecco
perché l'idea che le persone condannate per "violenza" non debbano
essere graziate è così fuorviante.
Accettare
la validità di qualsiasi procedimento giudiziario J6 significa accettare che
questi procedimenti giudiziari parziali e tirannici possano mai generare un
risultato giusto.
Un
sistema giudiziario a due livelli che prende di mira il nostro popolo in una
sede di parte di fronte a giudici di parte attraverso statuti applicati in modo
errato non potrà mai produrre un risultato giusto.
Nessuno
dei procedimenti intrapresi contro questi imputati J6 potrebbe mai essere
giusto.
Ogni
singolo processo è stato ed è assolutamente corrotto.
Ogni
singolo verdetto del processo è stato fatalmente contaminato. Ogni
dichiarazione di colpevolezza è stata presuntivamente forzata.
Nessuno
di essi può essere accolto.
Cercare
di scegliere tra i presunti meritevoli e i presunti immeritevoli imputati del
J6 ignora la realtà che ogni singola condanna è moralmente contaminata e deve
essere annullata.
L'unico modo per ottenere giustizia è
perdonare ognuno di loro – e poi pagare loro un risarcimento per la grave
violazione dei loro diritti civili.
In
pratica, ognuno di loro deve anche essere perdonato immediatamente, perché
passare attraverso un processo di selezione e scelta tra di loro per decidere
chi è degno richiederà tempo.
Tutti
questi cittadini hanno sofferto abbastanza per questa ingiustizia.
Un
presunto imputato J6 meritevole non dovrebbe aspettare un secondo in più per la
sua ingiusta condanna per essere spazzato via e la sua vita per poter
ricominciare mentre i membri dello staff riversano i documenti del tribunale
cercando di scegliere tra chi dovrebbe essere graziato e chi non dovrebbe
essere basato su alcuni criteri arbitrari.
E questo pur assumendo implicitamente
che questo sistema giudiziario a due livelli possa mai essere giusto.
Se si accetta il paradigma meritevole/immeritevole
– cosa che io non condivido – è ancora meglio che dieci imputati presunti
immeritevoli siano graziati piuttosto che un imputato meritevole trascorra un
solo giorno in più in carcere o sia gravato da una condanna ingiusta.
Quindi,
il residente P deve perdonare ognuno di loro il 20 gennaio.
Le
nuove regole richiedono anche questi indulti.
Joe
Biden ha già graziato il figlio stronzo, oltre a commutare le condanne di 1.300
criminali, tra cui pervertiti, spie e persino un giudice malvagio da cartone
animato che ha preso tangenti per imprigionare i bambini in un riformatorio
privato.
È
quasi certo che il “presidente Demento” – o chiunque prenda decisioni per lui
perché, a questo punto, è una melanzana umana – perdonerà un sacco di altri
stronzi nella sua cerchia ristretta, così come spazzatura come Liz Cheney e
Anthony Fauci.
Ma va
bene così.
I loro
immeritati indulti avrebbero fornito copertura dai piagnucolosi per i perdoni
del J6.
Il
presidente Trump non può affrontare i suoi stessi sostenitori che hanno
lasciato marcire il suo popolo mentre i veri criminali democratici se la cavano
liberamente. Il presidente Trump dovrebbe strappare la benda e perdonare ognuno
di loro non appena toglie la mano dalla Bibbia.
Facendo tutto in una volta, creerà una
tempesta mediatica incentrata sulla grazia che distoglierà l'attenzione dalle
dozzine di altre cose vitali, ma potenzialmente controverse, che farà quel
primo giorno.
Mentre
i suoi nemici concentrano il loro fuoco sulla grazia, tutte le altre cose
importanti scivoleranno attraverso le fessure.
Il
sistema giudiziario a doppio binario degli ultimi quattro anni è intollerabile,
e ciò che è intollerabile non deve essere tollerato.
Fare
qualsiasi cosa tranne perdonare ognuno degli imputati del J6 significa
tollerare questa disgustosa e vergognosa campagna di persecuzione.
L'intera
jihad di sinistra contro i manifestanti del J6 è contaminata ed è stata
illegittima fin dall'inizio e per tutto il tempo.
Permettere
che questa farsa continui è un'ingiustizia nei confronti dei sostenitori del
Presidente che sono stati perseguitati, ed è un insulto agli Stati Uniti
d'America e alla nostra Costituzione.
I
Fondatori, nella loro saggezza, hanno fornito un mezzo per il “residente P” per
annullare questo tipo di persecuzione malevola, e dovrebbe assolutamente
esercitarla.
Le urla e i lamenti dei democratici e dei loro
lacchè mediatici di regime renderanno solo molto più dolce fare la cosa giusta.
Il
primo ordine del giorno del nuovo
Congresso
è proteggere Israele.
Unz.com
- Philip Giraldi – (10 gennaio 2025) – ci dice:
Cosa
verrà inaugurato esattamente?
La
grande notizia della scorsa settimana sono stati gli incendi record in
California, che hanno distrutto più di 9.000 case.
Ci
sono state le solite smentite astute da parte dei politici su chi fosse
responsabile della promessa, ma non eseguita rimozione della vegetazione dalle
aree boschive.
Ho
particolarmente apprezzato il commento dell'attore Mel Gibson, che ha perso la
casa, quando ha discusso del disastro con il “pod caster Joe Rogan”.
Rogan,
un ex californiano, ha detto: "Hanno speso 24 miliardi di dollari l'anno
scorso per i senza tetto , e quanto hanno speso per prevenire questi incendi
boschivi?"
Rogan
ha chiesto e ha risposto: "Zip".
"Zip", ha concordato Gibson. "E
nel 2019, [il governatore Gavin] Newsom ha detto, sai, che si sarebbe preso
cura della foresta, avrebbe mantenuto la foresta e fatto tutte quelle cose. Non
ha fatto nulla".
"Inoltre,
hanno tagliato l'acqua", ha risposto Rogan e Gibson ha poi scherzato:
"Tutti i nostri soldi delle tasse probabilmente sono andati al gel per
capelli di Gavin".
Sempre
dal file delle cattive notizie proviene il rapporto secondo cui l'incendio ha
costretto il presidente Joe Biden a cancellare il suo viaggio a Roma, dove
avrebbe dovuto avere un'udienza con Papa Francesco il 10 gennaio.
Ciò
che Biden si aspetta di realizzare a Washington per aiutare a mitigare gli
effetti dell'incendio non è chiaro, poiché ha inviato tutti i soldi disponibili
nel Tesoro per sostenere le guerre in Ucraina e Gaza.
Inoltre,
gli assistenti di “Genocide Joe” dovrebbero spiegargli che la California è
considerata parte degli Stati Uniti.
Molti
di noi cattolici tradizionali che hanno fatto pressioni sul Vaticano avrebbero
preferito che Biden si recasse in Italia nella speranza che il Papa potesse
essere disposto a ristabilire una certa autorità morale proveniente dal Papato
facendo la cosa giusta, che sarebbe quella di scomunicare Biden per il suo sostegno
attivo all'aborto, al matrimonio gay e al genocidio degli arabi cristiani
perpetrato dagli israeliani in Palestina.
Si è
sempre dato per scontato che il Papa non avrebbe in nessun caso scomunicato un
presidente americano, ma valeva chiaramente la pena di fare lo sforzo di
dimostrare che potrebbe effettivamente esserci una qualche responsabilità nel
governo degli Stati Uniti, anche se dovesse provenire da una fonte straniera.
Ahimè,
quella speranza era forse illusoria.
Si
prevede che la vera grande storia emergerà la prossima settimana, quando
qualcuno senza dubbio si comporterà male all'Inaugurazione a Washington.
Anche
mentre si sta preparando il trasferimento dell'autorità presidenziale da Joe
Biden a Donald Trump, ci sono stati i soliti segnali contrastanti combinati con
narrazioni discutibili provenienti dai due partiti politici.
Donald
Trump ha aperto la strada con una raffica di proposte di politica estera che
hanno lasciato perplessi come risposta alla corretta convinzione che
l'amministrazione Biden abbia malamente gestito la sua responsabilità di
mantenere gli Stati Uniti al sicuro e di impegnarsi in una politica estera che
avrebbe beneficiato il popolo americano.
Ciò
significa che l'appello di Trump a un drastico cambio di direzione tra la
classe politica profondamente radicata nel nostro paese per evitare di ripetere
la disastrosa esperienza dell'Afghanistan in Medio Oriente, Europa orientale e
Taiwan è sensato.
Ma
sfortunatamente, il rimedio “MAGA” potrebbe essere altrettanto grave o
addirittura peggiore del pasticcio lasciato dal gruppo di decisori politici di
Biden, a partire dal peggior Segretario di Stato nella memoria vivente nella
persona dell'ultimo avvocato israeliano Antony Blinken.
In
effetti, il fallimento totale degli ultimi quattro anni suggerisce, guardando
al futuro, che il vero pericolo che affrontano gli americani è che i segnaposto
a livello di gabinetto spesso ignoranti che proliferavano sotto Biden sembrano
essere ampiamente duplicati sotto il regime entrante del presidente eletto
Donald Trump.
Data
la cultura che produce nominati politici di alto livello, i consiglieri della
Casa Bianca sono raramente selezionati per la loro esperienza o conoscenza e
invece sono troppo spesso acquisiti a causa di profilazione razziale o etnica o
come ricompensa per la loro lealtà personale al capo dello stato.
L'ironia
è che Donald Trump ha avuto ragione nel capire che gli americani sono stanchi
di guerre in luoghi che non possono trovare su una mappa.
In effetti, Trump potrebbe aver ottenuto il
suo margine di vittoria su Biden attraverso gli elettori che sono stati
attratti dal suo rifiuto verbale delle "guerre stupide" che sono
proliferate negli ultimi venticinque anni.
Ma ora
che ha vinto, Trump è sfrenato e il suo lato oscuro è stato scatenato.
I suoi candidati per i posti di gabinetto sono
quasi tutti aggressivamente sionisti e filo-israeliani, ma anche combattivi nei
confronti sia della Russia che della Cina.
Lo
stesso Trump ha confuso le acque nelle ultime settimane chiedendo di riprendere
il controllo del Canale di Panama per contrastare le presunte estorsione sui
pedaggi e il coinvolgimento cinese nelle sue operazioni, ha minacciato di
"pagare l'inferno" ai cittadini di Gaza se non rilasciano gli ostaggi
israeliani entro il giorno dell'insediamento, ha chiesto di annettere la
Groenlandia per migliorare la sicurezza degli Stati Uniti, non ha respinto i
recenti aumenti di truppe di Biden in Siria, ha chiesto di rinominare il Golfo
del Messico, ha proposto che il Canada diventi il 51 ° stato e si dice che stia
discutendo con gli israeliani di un attacco all'Iran.
Lui e i suoi portavoce hanno anche avvertito
la Russia che gli Stati Uniti forniranno più armi all'Ucraina se Vladimir Putin
non accetterà i negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina "in un
giorno" dopo l'insediamento di Donald Trump, sebbene il futuro presidente
stia ora ammettendo che potrebbe volerci più tempo.
Trump si è anche ripetutamente autodefinito
come il candidato "più filo-israeliano" per una carica pubblica, in
modo simile alle affermazioni fatte dal cattolico Joe Biden, membro del country
club, secondo cui sarebbe un sionista, poiché essere vicino a Israele e agli
ebrei americani è attualmente una condizione conditio sine qua non per coloro
che sono attivi nella politica americana.
Il
nuovo predominio del GOP sia alla Camera che al Senato significa che il
Congresso sarà a bordo per fornire supporto alla nuova Amministrazione e
significherà anche raddoppiare la quasi totale sottomissione attuale a Israele
e al Primo Ministro Benjamin Netanyahu.
Il
nuovo repubblicano ha dominato la Camera dei rappresentanti del 119 ° Congresso
come uno dei suoi primi atti ufficiali, uno che non ha nulla a che fare con gli
Stati Uniti, ha appena approvato una legge con 243 voti a favore e 140
contrari, con 45 democratici che si sono uniti alla maggioranza dei
repubblicani.
Il
rappresentante” Thomas Massie” è stato l'unico membro del” caucus del GOP” ad
avere sufficiente integrità per rifiutarsi di votare a favore della legge.
"The
Illegitimate Court Counteraction Act" ha sanziona la Corte penale
internazionale (CPI) per il suo tentativo di notificare mandati di arresto a
Benjamin Netanyahu e all'ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant per
il crimine di genocidio.
I membri della corte saranno vietati nei loro
viaggi negli Stati Uniti e i loro beni personali saranno soggetti a confisca.
Tutti
i funzionari della corte che tentano di arrestare o indagare sul primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu sono tutelati dalla legge.
E’
probabile che il disegno di legge passi attraverso il Senato prima di essere
firmato da Trump.
Il rappresentante “Brian Mast” della Florida,
presidente della commissione per gli affari esteri della Camera e co-sponsor
della legislazione, ha commentato che "l'America sta approvando questa
legge perché un tribunale farsa sta cercando di arrestare il primo ministro del
nostro grande alleato".
Mast,
un veterano dell'esercito israeliano senza gambe che a volte indossa la sua
uniforme delle IDF alle sessioni del Congresso, ha accusato la corte di
antisemitismo.
Ha
aggiunto che "Questo disegno di legge invia un messaggio incredibilmente
importante in tutto il mondo... Non ostacolate l'America o i nostri alleati che
cercano di riportare a casa il nostro popolo.
Non vi
verrà data alcuna tregua e, ancora una volta, non sarete certamente i benvenuti
sul suolo americano".
Si
suppone che ci saranno ulteriori leggi per effettuare la deportazione dei
manifestanti pro-palestinesi, come Trump ha promesso più volte, così come
ulteriori misure per criminalizzare ogni critica allo stato ebraico, rendendo
Israele ancora una volta il grande vincitore delle recenti elezioni.
Gli
Stati Uniti invaderanno la Groenlandia, il Messico, il Canada, l'Iran e Panama?
Chi lo sa?
Ma di
sicuro la nuova amministrazione somiglierà molto alle guerre su richiesta di
Joe Biden o forse anche peggio, forse includendo anche un raddoppio dell'uso
della forza maggiore come risposta impulsiva mal concepita a politiche che
hanno fallito in modo palese e abbastanza visibile negli ultimi vent'anni.
Gli
americani oggi sono meno sicuri, più turbati dal dissenso interno e più poveri
di quanto non fossero nel 2001.
È tempo che entrambe le parti smettano di
cercare di salvare la faccia tirando fuori gli stessi vecchi slogan basati
sulla paura e sulle minacce che sono stati usati dagli animali politici per
tenere a bada un pubblico intimidito.
Trump
deve capire che se non si verificherà un vero cambiamento, il movimento “Make
America Great Again” (MAGA) diventerà una breve nota a piè di pagina in un
futuro libro di storia, visto come poco più che il primo passo di un grande
sconvolgimento e di un riordino rivoluzionario che sicuramente seguirà quando
il popolo americano si renderà conto di essere stato ingannato e si solleverà,
proprio come nel 1776, per riconquistare la propria libertà.
(Philip
M. Giraldi, Ph.D., è direttore esecutivo del “Council for the National Interest”,
una fondazione educativa 501(c)3).
I
delegati di Washington attaccano
Turk Stream
mentre Trump si prende
il
merito del cessate il fuoco.
Unz.com - Mike Whitney – (15 gennaio 2025) –
ci dice:
Lo
scorso fine settimana, i delegati degli Stati Uniti hanno lanciato un attacco
con droni su una parte critica del gasdotto Turk Stream situato nel sud-ovest
della Russia.
L'incidente è stato in gran parte ignorato dai
media mainstream, ma la sua importanza per gli europei affamati di energia non
può essere sopravvalutata. L'attacco è chiaramente una continuazione della
stessa politica ostile che ha portato al sabotaggio del gasdotto Nord Stream.
(Nota: il più grande atto di terrorismo industriale
della storia.)
L'obiettivo
strategico di questi attacchi è isolare la Russia bloccando tutti i tentativi
di integrazione economica al fine di dividere il mondo in blocchi belligeranti.
Questo
processo di "disaccoppiamento" ha lo scopo di ritrarre la Russia come
una minaccia emergente per l'Occidente, giustificando così le operazioni
segrete di Washington.
Questo è tratto da un articolo dell'”Asia
Times”:
Gli
ucraini hanno inviato nove droni per attaccare una stazione di compressione del
gas naturale nella regione di Krasnodar, nella Russia meridionale.
La stazione di compressione faceva parte del
gasdotto Turk Stream. Tutti i droni sarebbero stati abbattuti.
Ci
sono stati alcuni danni minori, ma la stazione di compressione sta funzionando
normalmente.
Il
gasdotto va dalla Russia alla Turchia (con) alcuni flussi di gas diretti verso
l'Unione Europea...
Un
rapporto chiave afferma che "Nel 2024, il gas russo ha raggiunto l'Europa
tramite tre rotte: transito attraverso l'Ucraina (30%), tramite la Turchia e il
gasdotto Turk stream (31%) e come GNL (39%)".
Le
consegne di GNL provengono principalmente da Stati Uniti e Russia...
Né gli
Stati Uniti né la Russia possono aumentare le consegne di GNL per compensare la
cessazione del trasporto attraverso l'Ucraina.
Se
l'attacco ucraino al Turk Stream avesse avuto successo, oltre il 60% delle
forniture di gas naturale importate dall'Europa sarebbe stato interrotto.E ci sono problemi con il trasporto
e la trasmissione via terra....
L'impatto
economico ha già spinto la Germania in recessione e ha contribuito a rafforzare
il crollo del governo di coalizione di Olaf Scholz.
Interrompere
le consegne di gas e attaccare i gasdotti che alimentano l'Europa potrebbe far
precipitare l'Europa in una spirale di morte, ma ai padroni di Kiev o non
importa o, in alternativa, stanno cercando di dimostrare agli europei che è
meglio che aiutino a salvare l'Ucraina o morderanno la mano che li nutre.
L'attacco al gasdotto Turk Stream dell'Ucraina invia un messaggio all'Europa,
“Asia Times”:
Naturalmente,
una minaccia terroristica di questa portata avrebbe dovuto essere in prima
pagina, ma, invece, la storia è stata relegata nelle ultime pagine dove è
rimasta in gran parte inosservata.
Dobbiamo
presumere, tuttavia, che se i delegati ucraini non avessero agito su ordine
esplicito di Washington, allora i funzionari statunitensi li avrebbero
rimproverati attivamente o avrebbero minacciato di ritenerli responsabili.
Ma non è successo nulla del genere.
Invece,
la Casa Bianca si è scrollata di dosso l'incidente come se nulla fosse
accaduto.
È
strano, non è vero?
L'ancora
di salvezza energetica dell'UE era a un passo dall'annientamento e l'equipaggio
di Biden non ha mostrato il minimo interesse.
Si può
solo concludere che il loro silenzio è un'ammissione di colpa.
In
ogni caso, il massimo diplomatico russo, “Sergei Lavrov”, non si è lasciato
ingannare dalla performance di Washington né ha esitato a identificare gli
Stati Uniti come la parte responsabile.
In una
conferenza stampa martedì, “Lavrov” ha dichiarato senza mezzi termini:
Gli
Stati Uniti non tollerano la concorrenza in nessun settore, compresa l'energia.
Stanno avallando incautamente attività terroristiche volte a minare la
stabilità energetica dell'Unione europea.
Stanno
incoraggiando i loro delegati ucraini a disabilitare Turk Stream in seguito al
sabotaggio di Nord Stream.
Le
accuse di Lavrov sono state ignorate dai media occidentali, così come
affermazioni simili durante la rissa di Nord Stream nel 2022.
Tuttavia,
vale la pena prestare attenzione al modo sprezzante in cui Washington tratta i
suoi alleati dell'UE, la cui redditività economica a lungo termine viene
sacrificata in modo che gli Stati Uniti possano infliggere una "sconfitta
strategica" alla Russia.
Sembra un prezzo alto da pagare per un
obiettivo che non offre alcun beneficio tangibile.
Ecco
altro da “Aljazeera”:
La
Russia ha dichiarato lunedì di aver abbattuto nove droni ucraini che avevano
tentato di attaccare parte dell'infrastruttura di Turk Stream...
Il
gasdotto è l'ultimo a trasportare gas russo nell'UE dopo che l'Ucraina si è
rifiutata di rinnovare un contratto di transito scaduto alla fine del 2024.
L'interruzione di quella rotta ha ulteriormente interrotto l'unità dell'UE
sulla guerra, con la Slovacchia che afferma che causerà una crisi e minaccia di
bloccare il sostegno dell'UE a Kiev.
La
Russia ha definito l'attacco al gasdotto, che corre sotto il Mar Nero fino alla
Turchia prima di inviare il gas in Ungheria e Austria, un "atto di
terrorismo energetico"...
Mosca
ha accusato gli agenti ucraini sostenuti dagli Stati Uniti di sabotare il Nord
Stream.
Il
gasdotto sotto il Mar Baltico è esploso nel settembre 2022.
La
Russia accusa Stati Uniti e Ucraina di aver preso di mira il gasdotto Turk Stream
,” Aljazeera”.
Questi
atti senza precedenti di sabotaggio industriale aiutano a mostrare la
disperazione delle élite occidentali che vedono gli atti segreti del terrorismo
come l'unico rimedio all'erosione del loro potere globale e al loro rapido
scivolamento verso il collasso economico.
La
forte escalation delle ostilità in Ucraina, in Medio Oriente e nello Stretto di
Taiwan indica che i mandarini della politica estera degli Stati Uniti hanno
scelto la guerra come unico rimedio alla loro situazione finanziaria sempre più
precaria.
Ci aspettiamo che la situazione peggiori molto
dopo che Trump entrerà in carica lunedì e i media inizieranno a gettare le basi
per una guerra con l'Iran.
Se
osserviamo attentamente le deliberazioni che circondano i negoziati per il
cessate il fuoco, vediamo che la vera intenzione di Israele non è una
cessazione delle ostilità, ma una pausa temporanea nell'azione che fornirà
copertura legale ai funzionari dell'amministrazione uscente, mentre lucida
l'immagine di Trump come un "leader forte".
(Due piccioni con una fava.)
E
mentre Netanyahu non ha intenzione di fermare la guerra finché il suo piano per
il Grande Israele non sarà realizzato, ha bisogno di affrontare le esigenze
politiche (e legali) dei suoi benefattori per esprimere la sua gratitudine per
il loro sostegno "incondizionato."
Questo
è tratto da un articolo su “antiwar.com” intitolato L'inviato di Trump ha fatto
pressione su Netanyahu per far avanzare l'accordo per il cessate il fuoco a
Gaza:
Gli
esperti dei media israeliani si lamentano della pressione dell'amministrazione
Trump entrante.
…
L'inviato entrante del presidente eletto Donald Trump in Medio Oriente, “Steve
Witkoff”, si è appoggiato duramente al primo ministro israeliano Benjamin
Netanyahu per convincerlo ad accettare compromessi per portare avanti un
accordo sugli ostaggi di Gaza e sul cessate il fuoco, hanno riferito lunedì i
media israeliani.
Witkoff,
un investitore immobiliare, è volato in Israele dal Qatar per incontrare
Netanyahu sabato. La pressione che Witkoff ha esercitato su Netanyahu è stata
accreditata per i progressi nei negoziati degli ultimi giorni, e funzionari di
tutte le parti stanno ora affermando che un accordo è vicino.
Secondo
“Haaretz” , Witkoff ha "costretto Israele ad accettare un piano che
Netanyahu aveva ripetutamente respinto negli ultimi sei mesi".
Netanyahu
aveva spinto per un accordo che prevedeva solo un cessate il fuoco temporaneo,
ma secondo i resoconti, il nuovo piano comporterebbe un ritiro israeliano
completo...
“Reuters”
ha riferito lunedì che i mediatori avevano fornito a Israele e Hamas una bozza
finale dell'accordo dopo una "svolta" nei colloqui e che i funzionari
ne avrebbero discusso martedì...
Non è
chiaro come Witkoff abbia fatto pressione su Netanyahu o se abbia minacciato di
tagliare gli aiuti militari.
Questa
è un'assurdità.
Nessuno
sta facendo pressione su Bibi, men che meno nessuno del team di transizione di
Trump.
Come sa chiunque segue la politica, Israele ha una
morsa sulla Casa Bianca, sull'establishment della politica estera e su entrambe
le Camere del Congresso. Tenete presente che quando Biden ha detto a Bibi di
non invadere Rafah l'anno scorso, Netanyahu ha preso in giro il naso e si è
precipitato comunque in avanti senza conseguenze.
Quindi,
di certo non ha ceduto al “rookie Witkoff”.
Inoltre,
se Trump avesse effettivamente fatto pressione su Netanyahu, avremmo sentito
urla di protesta dal grande raduno di coloni fanatici che ha invitato al suo
insediamento.
Ma
questo non è successo.
Dai
un'occhiata:
Una
delegazione di leader estremisti dei coloni ebrei israeliani è stata invitata a
partecipare all'insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald
Trump, lunedì prossimo a Washington, come riportato da “Israel Hayom” il 13
gennaio.
Il gruppo
parteciperà all'inaugurazione come ospiti ufficiali e terrà incontri con i
funzionari dell'amministrazione entrante e con i leader delle comunità ebraiche
e cristiane evangeliche degli Stati Uniti.
"Il
nostro obiettivo è rafforzare i collegamenti esistenti e crearne di nuovi.
L'attenzione di Washington è rivolta altrove al momento.
Trump
è concentrato sulle questioni di sovranità della Groenlandia, non sulle
preoccupazioni di Israele in Giudea e Samaria.
Il
tempismo è cruciale.
Dobbiamo procedere in modo strategico e
appropriato", ha detto un funzionario del consiglio al quotidiano ebraico.
Il
movimento dei coloni israeliani gode di una forte influenza nel Partito
Repubblicano degli Stati Uniti e con il Presidente eletto Trump.
Il
Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e i suoi sostenitori dei coloni
spesso paragonano Trump al re persiano biblico “Ciro”, che aiutò gli ebrei a
tornare da Babilonia a Gerusalemme e a ricostruire il tempio.
Durante
il suo primo mandato presidenziale, Trump ha riconosciuto la sovranità
israeliana sulle alture del Golan siriane occupate.
Israele
occupa illegalmente il Golan dal 1967 e ha occupato ulteriore terra lì subito
dopo la caduta del governo siriano il mese scorso.
I leader dei coloni ebrei prevedono che Trump li
aiuterà a raggiungere il loro obiettivo di annettere la Cisgiordania, che
Israele ha occupato illegalmente nel 1967, e di espellere con la forza la sua
popolazione palestinese indigena.
L'aspettativa
si estende in parte da una donazione di 100 milioni di dollari alla sua
campagna da parte della miliardaria israelo-americana Mariam Adelson.
Gli
estremisti parteciperanno all'inaugurazione di Trump, “La culla”.
Trump
è il presidente più sionista della storia degli Stati Uniti. Non costringerà Bibi a fare nulla.
La
performance di Witkoff è stata progettata per convincere i sostenitori del MAGA
che Trump è "il capo".
Ma è
tutto per lo spettacolo.
Trump
ha già dato a Netanyahu il via libera per "finire il lavoro" a Gaza e
in Cisgiordania, così come ha già dichiarato che Israele dovrebbe colpire i
siti nucleari iraniani, che è la corsia preferenziale per una Terza Guerra
Mondiale.
In
altre parole, Trump prenderà i suoi ordini di marcia da Tel Aviv proprio come
ogni altro presidente degli ultimi 50 anni.
Questo
è tratto da un articolo di “The Hill” di mercoledì:
Il
presidente eletto Trump ha elogiato l'accordo di cessare il fuoco tra Israele e
Hamas raggiunto mercoledì, dicendo che non sarebbe accaduto senza la sua
vittoria a novembre sul vicepresidente “Harris”.
"Questo
epico accordo di cessate il fuoco sarebbe potuto accadere solo a seguito della
nostra storica vittoria a novembre, in quanto ha segnalato al mondo intero che
la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per
garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati", ha
detto in un post su “Truth Social”.
Trump
ha detto che il suo inviato speciale per il Medio Oriente, “Steve Witkoff,” ha
lavorato a stretto contatto con i negoziatori del presidente Biden per
raggiungere una conclusione sull'accordo...
Trump
ha detto che” Witkoff” e il suo team di sicurezza nazionale entrante
"continueranno a lavorare a stretto contatto con Israele e i nostri
alleati per assicurarsi che Gaza non diventi mai più un rifugio sicuro per i
terroristi".
"Continueremo
a promuovere la “PACE ATTRAVERSO LA FORZA” in tutta la regione, mentre
costruiamo sullo slancio di questo cessate il fuoco per espandere ulteriormente
gli storici Accordi di Abramo.
Questo è solo l'inizio di grandi cose a venire
per l'America e, in effetti, per il mondo!" ha aggiunto.
Trump
aveva avvertito che si sarebbe scatenato "l'inferno" in Medio Oriente
se Hamas non avesse rilasciato gli ostaggi prima del suo giuramento di lunedì.
Trump: la mia vittoria presidenziale ha portato al cessate il fuoco tra Israele
e Hamas, “The Hill”.
Ovviamente,
questa trovata politica è stata inventata qualche tempo fa con l'intenzione di
gonfiare l'immagine di Trump come leader forte e saggio.
L'intera
produzione sembra essere un remake della crisi degli ostaggi iraniani in cui
Teheran fu convinta a trattenere gli ostaggi fino a quando Jimmy Carter non
lasciò l'incarico.
Ciò
fece sembrare Reagan un grande eroe che spaventò i nemici dell'America fino
alla sottomissione.
Questo
stupido kabuki del cessate il fuoco è troppo simile alla versione originale per
essere qualcosa di più di una frode di pubbliche relazioni.
Ciò
che ci dice è che i burattinai di Tel Aviv vogliono pompare gli indici di
gradimento del pubblico di Trump prima che trascini il paese in guerra con
l'Iran.
Vale
la pena notare che Israele non ha ancora cacciato i palestinesi da Gaza, il che
significa che il conflitto continuerà per un po' di tempo.
Ecco
perché dovremmo ignorare la cortina fumogena del "cessate il fuoco" e
concentrarci sugli sviluppi nel “Sinai”, che è l'unica area abbastanza grande
da ospitare 2 milioni di rifugiati.
Date
un'occhiata a questo estratto da un articolo su “The Cradle”:
Mentre
Israele accusa l'Egitto di accumulo militare nella penisola del Sinai, le
tensioni tra i due stati... stanno raggiungendo il punto di ebollizione.
Funzionari
israeliani e think tank neoconservatori alleati stanno ora intensificando
attivamente la retorica che accusa il Cairo di aver violato il trattato di
pace, accennando alle ambizioni di Tel Aviv di espandersi in territorio
egiziano.
Nel
settembre 2024, la “Fondazione per la difesa delle democrazie” (FDD) con sede a
Washington ha pubblicato un rapporto in cui accusava l'Egitto di aver
presumibilmente aiutato Hamas attraverso i tunnel che conducevano a Gaza per
consentire al movimento di resistenza palestinese di sviluppare le proprie
capacità militari.
Le
accuse sono esagerate, data la lunga acrimonia del Cairo nei confronti delle
organizzazioni legate alla Fratellanza musulmana.
Normalizzare
l'espansione: Israele punta al Sinai egiziano, “The Cradle”.
E’
stato costruito il “Muro di confine” con l'Egitto.
I
"tunnel di Hamas" sono la giustificazione preferita da Israele per
bombardare ospedali, moschee, scuole, università e infrastrutture civili.
Ora ci
aspettiamo che venga utilizzato per violare il confine e spingere i palestinesi
in Egitto.
Ecco
di più:
...a
settembre, l'analista militare israeliano “Alon Ben-David” ha ammesso su “Channel
13 News” che "non è stato trovato nessun singolo tunnel aperto nel
territorio egiziano.
Non è stato scoperto nessun singolo tunnel
utilizzabile sotto il “Philadelphi Corridor".
Tuttavia,
le accuse di Tel Aviv non finiscono qui.
L'ex
ambasciatore israeliano in Egitto, “David Govrin”, ha ora accusato il Cairo di
aver violato il trattato di normalizzazione rafforzando la sua presenza
militare nel Sinai.
È
stato citato da “Yedioth Aharonoth” mentre diceva:
"Dopo
tutti questi anni, e anche dopo il 7 ottobre 2023, restano dubbi sul genuino
riconoscimento di Israele da parte dell'Egitto entro i suoi confini del
1948".
Il 7
gennaio, lo stato di occupazione ha formalmente chiesto spiegazioni all'Egitto
in merito alle sue attività militari nel Sinai, citando violazioni del trattato
relative alla smilitarizzazione....
Normalizzare
l'espansione: Israele punta al Sinai egiziano, “The Cradle.”
Quindi,
Israele sta chiaramente inventando un pretesto per portare avanti il suo piano
di spingere la popolazione autoctona nel Sinai.
Questo
è il finale sionista, il controllo completo su tutta la terra tra il fiume e il
mare.
Questo
obiettivo non può essere raggiunto se il cessate il fuoco regge, quindi il
cessate il fuoco non reggerà.
Questo
è certo.
Ecco
di più:
In
seguito all'Operazione Al-Aqsa Flood, le relazioni tra Il Cairo e Tel Aviv
hanno iniziato a deteriorarsi in modo significativo.
Inizialmente,
lo stato di occupazione aveva proposto che l'Egitto facilitasse la pulizia
etnica tramite un'espulsione di massa della popolazione di Gaza nel Sinai,
creando una zona cuscinetto tra Gaza e la Palestina occupata.
Il
presidente Sisi ha respinto categoricamente il piano, innescando ulteriori
tensioni....
La
visione sionista per l'espansione in Egitto.
L'anno
scorso, documenti scoperti nei “British National Archives” hanno fatto luce
sulla campagna storica di Israele per legittimare la sua rivendicazione sulla
penisola del Sinai.
Durante l'occupazione israeliana del Sinai in
seguito alla guerra del 1967, i lobbisti filo-israeliani e i think tank in
Occidente hanno diffuso narrazioni per delegittimare la sovranità egiziana
sulla regione strategica.
... Argomentazioni
simili sono riemerse per giustificare le ambizioni espansionistiche di Israele.
Il 6
gennaio, gli account dei social media arabo-israeliani hanno pubblicato una
mappa che mostra i presunti territori degli antichi regni di Giuda e Israele...
queste affermazioni .... includono sottilmente parti dell'Egitto moderno, in
particolare il Sinai.
Normalizzare
l'espansione: Israele punta al Sinai egiziano, “The Cradle”.
(Documenti
britannici rivelano i piani israeliani di annullare la sovranità egiziana sulla
strategica penisola del Sinai, “Middle East Monitor”.)
Così,
mentre il genocidio continua a Gaza, e gli attacchi aerei israeliani persistono
in Libano, e la guerra settaria si intensifica in Siria, e gli Stati Uniti e il
Regno Unito continuano i loro bombardamenti sullo Yemen;
il
campo di battaglia si sta preparando per un evento ancora più grande e
catastrofico:
attacchi
aerei preventivi sui giacimenti petroliferi iraniani, sui siti nucleari e sulle
infrastrutture critiche.
Questo
è ciò che è in serbo per tutti noi nei mesi e negli anni a venire se Israele
non viene fermato.
E con
Trump che si è insediato lunedì, le possibilità di fermare Israele sono peggiori
che mai.
Lo
stato della strategia
militare
occidentale.
Comedonchisciotte.org
– Markus - Lee Slusher – (16 Gennaio 2025) – ci dice:
All’inizio
del 2023, il capo del Comando europeo degli Stati Uniti e Comandante supremo
delle forze alleate della NATO, il generale Christopher Cavoli, aveva osservato
che “la precisione può battere la massa”.
È vero: la precisione può battere la massa.
Ma
alcuni Paesi hanno ora la capacità di rendere la precisione occidentale molto
meno precisa, sia con l’”hard kill” (armi cinetiche) che con il “soft kill”
(contromisure elettroniche).
Più
precisamente, questi Paesi possiedono ora sia la precisione che la massa,
mentre l’Occidente è costretto a fare affidamento su una versione degradata
della prima e ha da tempo abbandonato la seconda.
Proiezione
di potenza contro difesa nazionale.
Il
“momento unipolare” del periodo successivo alla Guerra Fredda ha portato a
nozioni completamente sbagliate sulla natura del potere militare.
È importante capire la differenza tra
proiezione di potenza e difesa nazionale.
La maggior parte delle forze armate esiste per
fornire quest’ultima, ossia i mezzi con cui proteggere le proprie nazioni dalle
minacce nelle rispettive regioni. Pochissimi Paesi hanno la capacità di
proiettare il potere lontano da casa.
Ma il
primato militare degli Stati Uniti negli ultimi decenni, in particolare la
capacità di condurre e sostenere guerre in luoghi lontani, è diventato per
molti il segno distintivo della potenza militare in generale.
Secondo questa visione, ogni nazione incapace
di proiettare il proprio potere a livello globale (in sostanza tutte quelle che
non sono gli Stati Uniti) è quindi sostanzialmente inferiore.
Questa
visione non è corretta.
Ciò
che conta in definitiva in guerra è la forza che può essere schierata, sia
quella dell’attaccante che quella del difensore, nel momento e nel luogo
specifici in cui è necessaria.
Si
consideri la conclusione che molti hanno tratto sulla Russia dopo il crollo del
regime di Assad.
“La Russia è una tigre di carta con le armi
nucleari!”.
Secondo
questo pensiero, l’incapacità della Russia di continuare a sostenere Assad, o
la sua decisione di non farlo, si tradurrebbe in qualche modo in una debolezza
altrove, in particolare in Ucraina.
Anche questo non è corretto.
Quando
la Russia era intervenuta in Siria nel 2015, era stato ampiamente accettato il
fatto che questa operazione rappresentava probabilmente il limite delle
capacità di proiezione di potenza della Russia.
Certo,
il Paese dispone di formidabili forze aeree, navali e missilistiche
strategiche, ma queste servono principalmente come deterrente.
L’obiettivo
principale di tutte le forze russe è quello di difendere la Russia, soprattutto
ai confini occidentali e meridionali, quelli minacciati dalla NATO.
Qui la
Russia rimane incredibilmente forte.
Una
logica simile si applica alla Cina.
Ad
esempio, coloro che deridono la mancanza di una vera e propria capacità navale
“blue water” del Paese, trascurano la potenza di questa forza nelle acque
costiere della Cina.
L’operazione
“Desert Storm”era stata il momento culminante del breve periodo di supremazia
militare degli Stati Uniti.
Era avvenuta poco dopo la caduta del Muro di
Berlino e poco prima del crollo dell’Unione Sovietica.
Nei
circoli militari è in corso un dibattito sul significato di “Desert Storm”.
Sia i
critici che i sostenitori continuano a fraintendere diversi elementi chiave.
I
critici sottolineano che la coalizione guidata dagli Stati Uniti aveva avuto
molti mesi di tempo per concentrare una forza di invasione in Arabia Saudita,
lo aveva fatto senza contestazioni (a parte gli attacchi con missili Scud) e
aveva poi sconfitto un nemico inferiore.
Queste
cose sono tutte vere.
Quello
che i critici non riescono a capire è che la capacità di fare tutto questo –
dal punto di vista diplomatico, economico, logistico, militare, eccetera – era
di per sé un’espressione di straordinaria potenza.
Inoltre,
essi minimizzano il fatto che questa coalizione possedeva davvero tecnologie
operative che altri Paesi, tra cui Russia e Cina, all’epoca non avevano, così
come le innovazioni negli armamenti che queste asimmetrie avrebbero contribuito
a sviluppare negli anni successivi.
Questo
vale soprattutto per Mosca e Pechino.
Il
principale errore di fondo commesso degli ammiratori di quella guerra, tra cui
molti membri dell’establishment della difesa statunitense, è pensare che
un’operazione del genere sia replicabile oggi.
Essi
ignorano il fatto che la maggior parte dei membri della coalizione manteneva
ancora le enormi forze dell’epoca della Guerra Fredda, che ormai non esistono
più. Esagerano l’attuale portata dell’influenza diplomatica e della capacità
industriale dell’Occidente.
Infine, si aggrappano incrollabilmente alla
nozione di superiorità della tecnologia militare occidentale.
Queste
persone sono solidificate nell’ambra del 1991.
La
natura fluida delle lacune di capacità.
Per
decenni, gli Stati Uniti hanno effettivamente avuto il monopolio di molte
capacità decisive, in particolare in termini di dispiegamento su scala e con
ampia portata geografica.
Tra
queste figurano le munizioni a guida di precisione, la visione notturna,
l’attacco globale e altre ancora.
L’assenza
di conflitti ad alta intensità tra gli Stati Uniti e altre nazioni aveva
esaltato questa realtà.
Ma
l’elenco delle nazioni con capacità avanzate continua a crescere e i divari di
capacità continuano a ridursi.
In alcuni casi, questi divari sono stati
colmati, in particolare nella tecnologia missilistica (compresa quella
ipersonica), nella difesa aerea, nella guerra elettronica e, più recentemente,
nei sistemi senza pilota.
Ancora
più importante, e con la persistente incredulità degli oppositori, alcuni Paesi
sono ora in vantaggio rispetto agli Stati Uniti e ai loro alleati in alcuni
settori.
Se si
scava abbastanza nelle argomentazioni degli evangelisti della NATO, alla fine
si troverà l’unico pilastro su cui poggia il loro sistema di credenze.
Un
simile scambio potrebbe iniziare con i loro tanto vantati missili da crociera
Tomahawk.
Mentre
questi proiettili si staranno lentamente dirigendo verso i bersagli previsti, e
supponendo che la maggior parte di essi non venga abbattuta o interdetta
elettronicamente, i missili russi – superiori per velocità, gittata e carico
utile – saranno già stati lanciati.
Alcuni
avranno già colpito ed altri saranno sulla loro scia.
Consideriamo
l’”Oreshnik”, per il quale non esistono contromisure pubblicamente note.
La
teoria prevalente è che l’”Oreshnik” sia un missile balistico a gittata
intermedia riprogettato che trasporta sei veicoli di rientro multipli e
indipendenti, ognuno dei quali trasporta sei proiettili.
È in
grado di colpire obiettivi in tutta Europa e altrove in pochi minuti.
Sebbene l’”Oreshnik” abbia una capacità
nucleare, tali testate non sarebbero necessarie – a meno di un Armageddon –
data la portata, la velocità e la potenza distruttiva del missile.
Questo
è un punto chiave.
La Russia sta cercando di ottenere una
superiorità strategica eliminando la necessità di armi nucleari.
Forse
ci è già riuscita. Sarebbe uno scacco matto, almeno in termini di guerra
convenzionale.
Quale
potrebbe essere l’utilizzo dell’”Oreshnik”?
Ci sono risposte ovvie, come colpire i sistemi
missilistici, le basi e le fabbriche della NATO, ma c’è un obiettivo molto più
significativo.
Al
centro del piano della NATO per la difesa dell’Europa c’è l’aspettativa che
truppe e materiali americani e canadesi possano essere trasportati in Europa, e
gli Stati Uniti sono sempre stati di gran lunga il fornitore principale.
Ma
come ci arriverebbero?
Il
trasporto aereo sarebbe insufficiente: semplicemente non ha la portata
necessaria.
Un
conflitto di questo tipo richiederebbe una massa, e la massa si muove via mare.
Si potrebbe ipotizzare che la Russia tenga i porti europei sotto sorveglianza
persistente, anche a terra.
Con
l’Oreshnik e altri missili, la Russia potrebbe distruggere i porti entro
mezz’ora, con attacchi in successione se necessario.
Il continente rimarrebbe con quello che aveva
a disposizione.
L’anello più debole diventerebbe l’obiettivo
primario e tutto in Europa rimarrebbe vulnerabile ai continui attacchi dei
sistemi al di là dell’orizzonte della Russia.
Qui i
difensori della NATO giocano la loro carta vincente, la potenza aerea.
Tuttavia, molti di questi velivoli sono obsoleti, mentre molti di quelli russi
sono più avanzati.
Inoltre, lungo la sua periferia con la NATO, la Russia
possiede la rete di difesa aerea e il complesso di guerra elettronica più
avanzati che esistano.
Quest’ultimo si è già dimostrato efficace
contro molte delle tecnologie da cui dipende l’intero modo di fare la guerra
della NATO, in particolare le bombe a guida GPS.
Le
loro speranze sembrano essere riposte nell’F-35.
Tutto
si riduce a questo aereo, un velivolo soprannominato Lightning [fulmine] anche
se ha dimostrato di avere difficoltà a volare proprio in quelle condizioni
atmosferiche.
L’F-35 può sconfiggere tutte queste minacce?
Nessuno
lo sa e questa è la risposta più onesta che si possa dare.
Né gli
Stati Uniti né nessun altro ha mai volato contro minacce così formidabili.
Farlo sarebbe un azzardo straordinario e dovrebbe essere inteso esplicitamente
come tale.
In
questo caso molti soffrono di un caso potenzialmente terminale di “cervello da
F-35” per il quale una sconfitta catastrofica potrebbe essere l’unico rimedio.
Chiunque
pensi che la Cina non abbia capacità simili, forse con l’eccezione di un
analogo dell’Oreshnik, è un pazzo.
Si consideri la possibilità di una difesa, o
addirittura di un rifornimento, di Taiwan da parte degli Stati Uniti in caso di
guerra con la Cina, una fantasia molto popolare nell’establishment della
politica estera statunitense.
La Cina ha costruito una robusta rete di
sensori e lanciatori che collega la sorveglianza terrestre e spaziale con molte
migliaia di missili in grado di colpire obiettivi nei cieli e nei mari
adiacenti.
Anche
se gli Stati Uniti disponessero di armamenti sufficienti per sostenere una
guerra di questo tipo (e non è così), il Paese non ha il trasporto marittimo e
la capacità di penetrare le difese cinesi.
L’intera idea di una simile operazione è
militarmente e logisticamente anacronistica.
Appartiene
per lo più ai maniaci della storia, senza alcuna esperienza operativa nel mondo
reale, che popolano l’ecosistema dei think tank.
Contrariamente
ai discorsi occidentali, l’Iran possiede almeno alcune di queste capacità.
Certo,
la macchina bellica iraniana è in gran parte traballante, ma questi elementi
poco brillanti coesistono con capacità avanzate.
I governi e i media occidentali hanno
celebrato la “difesa” di Israele nell’aprile e nell’ottobre del 2024.
Hanno
deriso i missili iraniani come “rozzi”, nonostante il fatto che i proiettili
abbiano penetrato in massa la difesa aerea di Israele e abbiano colpito
obiettivi sensibili.
Il
fatto che l’Iran non abbia eseguito un attacco catastrofico di vasta portata è
stato erroneamente interpretato come una mancanza di capacità e non come un
segno di moderazione.
L’Iran
ha risposto alle provocazioni israeliane comunicando di non volere una guerra
più ampia e, cosa fondamentale, mostrando in anteprima alcune delle sue
capacità offensive di alto livello.
Per quanto riguarda Israele, bisogna anche
considerare la capacità degli “Houthi” di inviare missili su Tel Aviv anche in
presenza dei principali sistemi di difesa aerea degli Stati Uniti, noti come”THAAD”.
Forze
e mantenimento.
È
comune in Occidente, in particolare tra i Paesi membri della NATO, pubblicare
grafici che mostrano le forze collettive in termini di uomini e materiali.
Questi
grafici mostrano il totale degli effettivi, compresi i riservisti, e i numeri
di una serie di veicoli, pezzi di artiglieria, aerei e altri strumenti di
guerra.
Queste cose si visualizzano bene su una diapositiva di
“PowerPoint”.
Il presupposto è che in un conflitto si
verifichi una sinergia e che l’insieme di questi fattori disparati formi un
insieme superiore alla somma delle sue parti.
Sebbene la visione da trentamila metri in
alcuni casi possa essere istruttiva, questo non è uno di quelli.
Singolarmente,
la maggior parte degli eserciti occidentali possiede un potere di combattimento
simile o solo marginalmente superiore a quello delle gendarmerie (forze di
polizia militarizzate in grado di gestire estesi disordini civili interni).
Per questo motivo, la loro idoneità
all’impiego all’estero è limitata alle operazioni di mantenimento della pace e
alla fornitura di aiuti umanitari e, anche in questo caso, solo in condizioni
in cui le parti in conflitto siano sufficientemente deboli o poco inclini a
impegnarli in combattimento.
La
capacità di questi eserciti di difendere i propri Paesi da minacce straniere
incontra limitazioni simili.
Persino
l’esercito britannico, un tempo potente, potrebbe schierare al massimo tre
brigate.
Per
essere chiari, alcuni eserciti occidentali sono più grandi e più capaci dei
loro anemici fratelli, anche se nessuno possiede la massa di un tempo.
Che
dire allora della loro capacità collettiva, grande e piccola?
È
difficile stabilire una cosa del genere, e ancor meno mantenerla, senza
frequenti esercitazioni su larga scala in cui i partecipanti testino ogni passo
della “strada verso la guerra” e lo facciano come collettività.
Questo
include:
la
mobilitazione, l’addestramento e l’equipaggiamento dei riservisti, il
dispiegamento delle forze dalle guarnigioni alle aree di sosta fino alle linee
del fronte, il fuoco e le manovre in vaste aree geografiche e molte altre cose.
L’ultima
volta era accaduto durante l’esercitazione “Campaign Reforger” (ritorno delle
forze NATO in Germania) nel 1993.
Da
allora la NATO ha optato per esercitazioni piccole e poco frequenti, che spesso
coinvolgono solo elementi di comando o forze operative limitate.
Anche
in questo caso, le esercitazioni hanno rivelato ulteriori carenze.
Certo, questi Paesi hanno maturato molti anni
di esperienza nel mantenimento della pace nei Balcani e nei combattimenti a
bassa intensità in Afghanistan, ma queste esperienze si sono verificate in
condizioni ideali, in particolare con superiorità aerea e linee di rifornimento
incontrastate.
Un
problema molto più urgente è l’attuale stato della produzione industriale della
difesa in tutto l’Occidente.
Sebbene alcuni di noi lo abbiano sottolineato per
anni, la realtà ha finalmente iniziato a farsi strada nel discorso mainstream,
al di là dei confini del commentario sulla difesa e sulla politica estera.
Nel dicembre 2024, “The Atlantic” ha
pubblicato un articolo intitolato “The Crumbling Foundation of America’s
Military” .
Il
pezzo osservava, correttamente, che gli Stati Uniti non sono in grado di
fornire all’Ucraina armi e munizioni sufficienti per sostenere un combattimento
ad alta intensità contro la Russia.
Questo sarebbe vero anche se l’Ucraina avesse
il numero di truppe necessario (ma non ce l’ha).
Il
documento ha poi messo in dubbio, ancora una volta correttamente, che gli Stati
Uniti possano produrre abbastanza materiale per combattere una guerra ad alta
intensità.
Gli
Stati Uniti non potrebbero farlo né attualmente né nei prossimi anni, e i loro
alleati si trovano in una posizione ancora più pericolosa.
Come
nel caso dei grafici che mostrano i punti di forza aggregati delle truppe
occidentali, dei veicoli e così via, molti traggono conclusioni sbagliate dalla
potenza economica totale dell’Occidente.
Si
pensi alla “illusione globale sul PIL collettivo”.
Gli
anni di combattimenti in Ucraina hanno rivelato carenze sia nella produzione
che nelle scorte in tutto l’Occidente.
Eppure,
molti persistono nella convinzione che la somma del potere economico
occidentale significhi che la vittoria contro la Russia – sia nella guerra per
procura in Ucraina che in una potenziale guerra diretta con la NATO – sia
assicurata.
“La
Russia è un nano economico!” gridano.
Il PIL
è solo una misura della massa economica, spesso fuorviante.
Ad
esempio, tranne che nei confronti estremi tra le nazioni più ricche e quelle
più povere, il PIL dice poco sul benessere economico e sulla qualità della vita
quotidiana di una persona normale.
Dice
ancora meno sulla capacità di un Paese di fare la guerra.
Anche
in questo caso, ciò che conta in combattimento è la forza che può essere introdotta,
nel momento e nel luogo specifico in cui è necessaria.
Una
logica simile si applica alla produzione e alla distribuzione di armamenti.
Nelle
nazioni occidentali, il PIL è costituito in gran parte da elementi come i
servizi professionali, gli immobili e la spesa pubblica non militare.
In
altre parole, il PIL collettivo non può essere caricato in un obice e sparato
contro il nemico.
La
relazione tra PIL e potenza militare esiste solo nella misura in cui una
nazione può trasformare la propria ricchezza in armi.
L’apice
della capacità americana di fare questo si era avuto durante la Seconda Guerra
Mondiale, un conflitto da cui si sono tratti insegnamenti errati che continuano
a tormentarci.
Gli
Stati Uniti avevano trasformato Detroit in un’enorme fabbrica di armamenti e
avevano fatto lo stesso in tutto il resto del Paese.
All’epoca
gli Stati Uniti non solo avevano le fabbriche per farlo, ma anche il know-how.
La perdita della produzione nazionale ha
comportato la scomparsa di molte delle competenze necessarie.
Poi ci
sono le realtà delle catene di approvvigionamento, che sono altrettanto crude.
Coloro
che sostengono che gli Stati Uniti potrebbero combattere una guerra contro la
Cina devono spiegare come il Paese potrebbe produrre armi e munizioni
sufficienti e, allo stesso tempo, dipendere dal suo nemico per molti dei
materiali necessari.
Poi,
naturalmente, c’è la questione di come pagare tutto questo.
Fare i
conti con la realtà.
Una
critica comune ad argomentazioni come la mia è la presunta implicazione che gli
avversari dell’Occidente siano in qualche modo onnipotenti o invincibili.
Nel
migliore dei casi si tratta di un fraintendimento, nel peggiore di
un’argomentazione farlocca.
Anche
in questo caso, bisogna considerare lo scopo di un esercito e il progetto ad
esso associato.
L’esercito statunitense del secondo dopoguerra
era sufficiente per contrastare l’influenza sovietica.
Il suo
predecessore dopo la Guerra Fredda aveva permesso la crescita dell'”ordine
internazionale basato sulle regole”, in particolare quando gli ex nemici
avevano dovuto affrontare conflitti interni e di riorientamenti economici.
Ma il
gioco è cambiato.
Negli
ultimi anni, i più potenti concorrenti degli Stati Uniti hanno costruito
formidabili difese nazionali in grado di contrastare la proiezione di potenza
occidentale.
Queste
nazioni hanno correttamente identificato e adattato le asimmetrie tra le
proprie forze e quelle dell’egemone.
Non
hanno smantellato ed esternalizzato l’apparato industriale necessario a
sostenere la difesa dei rispettivi Paesi.
Pertanto, la loro ascesa è avvenuta di pari
passo con il declino imperiale.
Ma in
tutto l’Occidente era così forte la percezione di una perenne supremazia
militare degli Stati Uniti che gli alleati dell’America, per decenni, hanno
accettato di buon grado di scivolare nell’impotenza militare.
L’attuale
equilibrio del potere militare tra gli Stati Uniti e i loro avversari è in una
fase di stallo.
Gli
Stati Uniti non sono in grado di proiettare una potenza sufficiente a
sottomettere i loro avversari, ma questi ultimi sono ancora meno in grado di
proiettarla contro il territorio americano, almeno per ora.
(Lee
Slusher)
DIE
WELT: “LA POTENTE ALLEANZA
PER IL
CLIMA STA FINENDO.”
Comedonchisciotte.org
– Redazione CDC – 1(5 Gennaio 2025) – ci dice:
Una
rete composta dal World Economic Forum, grandi aziende, le Nazioni Unite e le
banche ha cercato di costringere l’economia globale a diventare climaticamente
neutra. Per anni, le aziende sono state costrette a sottomettersi. Ma ora la
struttura antidemocratica sta crollando.
“Il
futuro sarà plasmato da noi, attraverso una comunità potente come quella
presente qui in questa stanza.
Abbiamo
i mezzi per migliorare lo stato del mondo”, ha annunciato il capo del World
Economic Forum (WEF), Klaus Schwab, all’incontro annuale del 2022 a Davos.
L’anno
successivo, l’inviato per il clima del governo degli Stati Uniti, John Kerry,
rifletté sull’importanza dell’istituzione:
“Se ci
pensate, è piuttosto straordinario che noi – un gruppo selezionato di persone –
siamo in grado di riunirci e parlare effettivamente di salvare il pianeta a
causa di tutto ciò che ci ha toccato nella nostra vita”.
Il WEF
comprende circa un migliaio di grandi aziende, oltre a politici e fondazioni di
ricchi finanzieri.
Nel
2020, il forum ha adottato un “manifesto” che proclama una “quarta rivoluzione
industriale”.
Le aziende non dovrebbero più servire solo i
loro finanziatori, ma “tutti i gruppi di interesse”.
In
stretta collaborazione con banche, assicurazioni e casse pensioni, istituzioni
globali come le Nazioni Unite e il WEF hanno portato avanti l’obiettivo di
fondere politica ed economia per un mondo rispettoso del clima.
I
lobbisti non sono soggetti a un processo democratico, e non c’è stata alcuna
votazione sul fatto che la comunità internazionale voglia ristrutturare la sua
prospera economia secondo le idee di questa associazione.
Molto
prima del 2020, gruppi finanziari come il gestore patrimoniale “BlackRock”
hanno usato la loro influenza per costringere le aziende e gli investitori a
ritirare i loro soldi dai settori che hanno elevate emissioni di gas serra, in
conformità con le linee guida della rete.
BlackRock
detiene enormi blocchi di azioni di società di tutto il mondo e i suoi
dipendenti siedono nei consigli di sorveglianza a dozzine.
Il
gestore patrimoniale tiene un elenco di società che sono sotto esame per
presunti modelli di business negligenti in termini di rischi climatici.
Se le
società non cambiano la loro strategia, BlackRock vota contro il management
durante le assemblee generali annuali.
“Chiediamo
alle aziende di divulgare un piano su come il loro modello di business sia
compatibile con un’economia a zero emissioni, ovvero un’economia in cui il
riscaldamento globale è limitato ben al di sotto dei due gradi”, ha scritto il
presidente di BlackRock “Larry Fink” ai dirigenti delle grandi aziende nel
2021.
L’anno
successivo, Fink ha seguito l’esempio:
le aziende che non pianificano un futuro senza
emissioni di CO₂ saranno lasciate indietro.
Il
nervosismo nei consigli di amministrazione crebbe.
Anche
altri colossi dell’industria finanziaria come “State Street” e “Vanguard” hanno
esercitato pressioni, costringendo le aziende a sottostare alle normative sul
clima per non essere tagliate fuori dal capitale.
La
“Business Roundtable”, un’associazione aziendale negli Stati Uniti, ha
dichiarato nel 2019 di non voler più lavorare solo per gli azionisti, ma “per
un’economia al servizio di tutti gli americani”, ovvero la protezione del
clima.
Il
governo degli Stati Uniti sotto Joe Biden ha emanato una serie completa di
regole per gli “investimenti sostenibili”.
Tutto
sembrava essere perfettamente organizzato, gli attivisti per il clima hanno
elogiato il movimento.
Ma ora sembra che la festa sia finita.
BlackRock
abbandona la “Net Zero Asset Managers Initiative”, l’alleanza centrale per il
clima di oltre 300 grandi aziende, il cui obiettivo è ridurre a zero le
emissioni di CO₂ dell’economia.
La
decisione di BlackRock fa seguito al ritiro dall’iniziativa di grandi istituti
di credito:
le
maggiori banche JPMorgan, Goldman Sachs, Wells Fargo Citi, Bank of America e
Morgan Stanley avevano lasciato l’alleanza nelle scorse settimane.
Le
prime crepe si sono verificate ben due anni fa, quando “Vanguard” ha lasciato
l’alleanza net-zero.
Nel
novembre 2023, Wall Street si è inchinata:
la
borsa americana ha rimosso i termini “sostenibile” e “trasformazione” dai nomi
dei fondi, “dopo rendimenti deludenti”.
BlackRock
ora giustifica il suo ritiro dall’Alleanza per il Clima affermando che
l’adesione ha “causato confusione sulle pratiche di BlackRock”.
ESG:
criteri di valutazione radicalmente nuovi.
Tra le
aziende normali ha regnato fin dall’inizio la confusione.
Questo perché, con la linea guida sul clima,
non era più solo il successo di un’azienda con i clienti, il suo profitto, a
decidere il prezzo delle azioni, ma criteri di valutazione radicalmente nuovi:
“Environmental, Social, Governance”.
La
scala ESG indica in quale misura le aziende sono gestite in modo rispettoso del
clima, socialmente giusto e moderno.
Proviene
dal rapporto del 2004 “Who Cares Wins” del Programma delle Nazioni Unite per
l’Ambiente, UNEP.
Mentre
le aziende erano effettivamente tenute a soddisfare le esigenze delle persone
per generare entrate, la scala ESG dovrebbe incoraggiarle a raggiungere gli
obiettivi climatici indipendentemente dallo scopo dell’azienda.
“In
qualità di azienda, se ti rendi conto che il capitale ti viene sottratto e
assegnato a un concorrente con un punteggio ESG più alto perché hai un
punteggio ESG basso, quale incentivo più forte può esserci?”,
commentò
“Philipp Hildebrand”, vicepresidente di “BlackRock”, nel 2019.
All’inizio
tutto è andato secondo i piani:
gli
investimenti nei combustibili fossili sono diminuiti.
“Le
pressioni ESG hanno anche spinto le società di combustibili fossili quotate in
borsa a ridurre le spese di esplorazione e a disinvestire le attività di
combustibili fossili”, ha dichiarato l’economista della “New York University
Aswath Damodaran.”
Le raffinerie hanno dovuto chiudere, i prezzi
dell’energia sono aumentati.
La
Federal Reserve statunitense ha dichiarato che l’ESG e il cambiamento climatico
sono una priorità, e anche l’autorità di regolamentazione bancaria statunitense
si è unita all’agenda, in modo che i prestiti possano ora essere collegati alle
regole sul clima.
L’Unione Europea ha inoltre imposto un’ampia
rendicontazione ESG per le aziende.
Sono emerse centinaia di società di consulenza
specializzate.
In
occasione dell’”obbligo di rendicontazione ESG”, il governo tedesco ha promosso
l’”Industria 4.0″ e “l’utilizzo dell’ESG come motore di progresso”.
Nella
sua lettera, indirizzata alle aziende in Germania, ha parlato chiaramente:
“Perché la rendicontazione ESG non è un ‘nice-to-have’ ed è ora importante per
tutte le aziende”, è stato il primo punto.
Dal
2021, negli Stati Uniti si è formata una resistenza.
“Se si
pensa al motivo per cui i prezzi della benzina sono così alti, gran parte di
esso è un problema di approvvigionamento, e uno dei motivi per cui non abbiamo
abbastanza offerta è che non abbiamo abbastanza capitale per i progetti di
petrolio e gas”, si è lamentato “Marlo Oaks”, tesoriere dello Stato dello Utah,
nel 2021.
I
procuratori generali hanno avvertito BlackRock, State Street e Vanguard di
dubitare che il gestore patrimoniale stesse agendo nel migliore interesse
fiduciario dei suoi clienti, come richiesto dalla legge, e hanno intentato una
causa.
L’analista
finanziario UBS ha declassato le azioni BlackRock, “a causa dei rischi di
investimento ESG”.
Innervosito,”
Larry Fink” ha preso le distanze.
Nell’estate
del 2023 ha annunciato per la prima volta di non voler più utilizzare il
termine “ESG”, che era degenerato in un grido di battaglia politico.
L’economista
“Damodaran” sogghignò:
“Fink
assomiglia a un piromane che si lamenta degli incendi che lo circondano”.
Ora
BlackRock sta facendo un ulteriore passo avanti.
(giubberossenews.it/2025/01/14/die-welt-la-potente-alleanza-per-il-clima-sta-finendo/)
Trasformare
il dollaro in un'arma
come
arma. Può funzionare?
Unz.com
- Michael Hudson – (12 gennaio 2025) - ci dice:
Trump
ha promosso una serie di piani per rendere forte l'America, a spese di altri
paesi.
Dato il suo "vinciamo; You Lose",
alcuni dei suoi piani produrrebbero l'effetto opposto a quello che immagina.
Questo
non sarebbe un grande cambiamento nella politica degli Stati Uniti. Ma
suggerisco che la legge di Hudson potrebbe raggiungere il picco sotto Trump:
ogni
azione degli Stati Uniti che attacca altri paesi tende a ritorcersi contro e
finisce per costare alla politica americana almeno il doppio.
Abbiamo
visto che è diventato normale per i paesi stranieri essere i beneficiari
dell'aggressione politica degli Stati Uniti.
Questo
è ovviamente il caso delle sanzioni commerciali americane contro la Russia. Se
gli Stati Uniti non saranno i perdenti (come il taglio del gasdotto Nord Stream
ha portato all'impennata delle esportazioni di GNL), allora i loro alleati ne
pagheranno il costo.
Il
costo in pochi anni potrebbe essere che gli Stati Uniti abbiano perso l'Europa
e la NATO a causa della pressione dei paesi europei per dichiarare la loro
indipendenza dalla politica degli Stati Uniti.
Per
accelerare la partenza dell'ospite europeo, i leader della NATO chiedono
sanzioni contro Russia e Cina, affermando che "le importazioni equivalgono
alla dipendenza".
Seguiranno
le contro-sanzioni russe e cinesi che impediranno la vendita di altre materie
prime all'UE.
Negli
spettacoli passati abbiamo discusso il piano di Trump di aumentare le tariffe
statunitensi e di usarle in modo molto simile all'imposizione contro i paesi
che cercano di agire in modi che non si incastrano nella politica estera degli
Stati Uniti.
C'è un
sacco di opposizione a questa proposta da parte degli interessi repubblicani, e
alla fine è il Congresso che deve approvare le sue proposte.
Quindi
Trump probabilmente minaccia troppi interessi acquisiti per rendere questa
grande battaglia all'inizio della sua amministrazione.
Sarà
impegnato a combattere per ripulire l'FBI, la CIA e l'esercito che si oppongono
a lui dal 2016.
Il
tentativo di Trump di trasformare il dollaro in un'arma avrà successo migliore
delle sanzioni commerciali statunitensi?
Il
vero jolly potrebbe rivelarsi la minaccia di Trump di armare il dollaro.
Almeno
quella sfera di politica estera è più sotto il controllo del suo ramo
esecutivo.
Insieme
alla sua spinta a controllare il commercio mondiale del petrolio e le
principali piattaforme mediatiche, Trump vuole essere in grado di danneggiare
altri paesi.
Questa
è la sua idea di negoziazione e di transazione.
Nell'edizione
del weekend del “Tempi Finanziari” , l'articolo di “Gillian Tett” sulla
proposta di Trump di "Maganomics" cita il professore di “Stanford “Matteo
Maggiori” che
sottolinea che il potere nazionale "non riguarda solo i beni, ma anche il
denaro. Stimiamo che il potere geoeconomico degli Stati Uniti si basi sui
servizi finanziari, mentre il potere cinese si basa sulla produzione".
Quindi,
oltre a puntare a controllare l'offerta mondiale di petrolio e GNL, Trump vuole
basare il potere degli Stati Uniti sul suo sistema finanziario.
Di
recente ha minacciato di punire i paesi BRICS per cercare un'alternativa al
dollaro.
Questa
strategia si basa sul fatto che i paesi hanno bisogno di accedere ai dollari
statunitensi e ai mercati finanziari, proprio come hanno bisogno del petrolio e
della tecnologia dell'informazione sotto il controllo commerciale degli Stati
Uniti.
Gli
Stati Uniti hanno cercato di bloccare la Russia e altri paesi dal sistema di
compensazione bancaria “SWIFT”, ma come di solito accade con le sanzioni,
Russia e Cina hanno creato il proprio sistema di ripiego, quindi quel piano non
ha funzionato.
Gli Stati
Uniti hanno ottenuto dalla Banca d'Inghilterra di confiscare l'offerta d'oro
del Venezuela e di offrirla all'opposizione di destra.
Ha
funzionato.
E l'UE
e gli Stati Uniti insieme hanno confiscato i 300 miliardi di dollari della
Russia. Ha funzionato, e l'UE ha semplicemente dato gli interessi (circa 50
miliardi di dollari che si erano accumulati) all'Ucraina per aiutare a
combattere la Russia.
Ma
prima, gli Stati Uniti hanno sequestrato tutte le riserve monetarie
dell'Ucraina come custodia, apparentemente per aiutarla a ripagare i debiti che
ha accumulato.
Non
credo che questo oro sarà reso disponibile per la ricostruzione dell'Ucraina.
Semplicemente riflette un modello statunitense di accaparramento di asset.
L'esercito
statunitense ha sequestrato la riserva d'oro della Libia quando Gheddafi ha
cercato di usarla per creare un'alternativa africana basata sull'oro al dollaro
da detenere per le banche centrali.
E gli
Stati Uniti hanno anche sequestrato la riserva d'oro della Siria mentre usciva,
lasciando solo le esportazioni di petrolio come trofeo statunitense della sua
conquista.
Hanno
fatto lo stesso con le riserve auree dell'Afghanistan mentre usciva. Quindi,
ovviamente, gli Stati Uniti prevedono che l'oro tornerà a svolgere un ruolo
importante nel sistema monetario mondiale.
(Per aggiungere la beffa al danno, quando i funzionari
statunitensi hanno finalmente restituito all'Iran i soldi che aveva sequestrato
dalle sue riserve, hanno definito questo un regalo e il Congresso ha attaccato
l'atto.)
La
grande domanda è quanto aggressiva possa funzionare la politica finanziaria
statunitense nel lungo periodo.
Allontanerà
altri paesi?
Diventerà
controproducente come altri giochi internazionali degli Stati Uniti?
Parliamo
di come è probabile che il sistema monetario mondiale si evolverà in risposta
al tentativo americano di ottenere il controllo finanziario.
Per
me, un tentativo del genere sembra impossibile da realizzare.
Come
può l'America o qualsiasi altra nazione immaginare di poter basare il proprio
potere internazionale solo sulla finanza?
Tutti
i paesi possono creare finanza e denaro.
Ma non
tutti i paesi possono industrializzarsi, o nel caso degli Stati Uniti e della
Germania, re-industrializzarsi.
Gli
Stati Uniti si sono deindustrializzati, e le loro politiche neoliberiste di
privatizzazione hanno caricato l'economia con un enorme sovraccarico di
servizio del debito, costi di assicurazione sanitaria e costi immobiliari.
il
settore FIRE (Finanza, Assicurazioni e Immobili) ha aumentato la sua quota del
PIL dichiarato, ma il suo reddito non è affatto per un "prodotto".
Si
tratta di un trasferimento dall'economia della produzione e del consumo al
settore della rendita.
Ciò
rende il PIL americano molto più "vuoto" di quello della Cina e della
sua economia di mercato socializzato.
Quando
il costo del credito e degli affitti aumenta, aumenta anche il PIL.
Il
denaro oggi viene creato sul computer.
Qualsiasi
nazione forte e autosufficiente o raggruppamento regionale può creare la
propria moneta.
Non
hanno più bisogno di basare il loro denaro e il loro debito su lingotti
d'argento e oro.
Quindi
penso che Trump stia vivendo in un mondo passato – soprattutto considerando la
folla repubblicana di destra del "denaro forte" che si strugge per il
vecchio standard del “gold exchange”, insistendo sul fatto che la creazione di
moneta pubblica è intrinsecamente inflazionistica (come se il credito bancario
non lo fosse affatto).
Immagino
che sia questo che lo rende un genio:
è in
grado di sostenere due punti di vista opposti allo stesso tempo, ognuno con la
propria logica che contraddice l'altro punto di vista.
Gli
Stati Uniti erano molto forti nel mondo di un tempo, quando l'oro era la
principale risorsa delle banche centrali.
Sulla scia della seconda guerra mondiale, il
Tesoro degli Stati Uniti fu in grado di monopolizzare l'80% dell'oro monetario
delle banche centrali mondiali entro il 1950, quando scoppiò la guerra di
Corea.
Altri paesi avevano bisogno di dollari dopo la
seconda guerra mondiale per acquistare le esportazioni statunitensi e per
pagare i debiti denominati in dollari, e vendevano il loro oro per ottenere
questi dollari.
Ma nel
1971, la spesa militare estera degli Stati Uniti aveva dissipato quel
controllo.
Le
statistiche che ho compilato per Arthur Andersen nel 1967 hanno mostrato che
l'intero deficit della bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti, il deficit che
stava prosciugando l'oro degli Stati Uniti, era dovuto alla spesa militare
statunitense all'estero.
Quindi le riserve monetarie delle banche
centrali sono arrivate a consistere principalmente di debito del Tesoro degli
Stati Uniti su cui hanno speso il loro eccesso di dollari.
Questo è stato il cambiamento che il mio libro
“Super Imperialism” ha descritto nel 1972.
Ma i
tentativi degli Stati Uniti di trasformare la finanza in un'arma hanno portato
i paesi non solo a cercare di evitare di detenere più dollari, ma anche a
evitare di lasciare il loro oro in deposito negli Stati Uniti o in Gran
Bretagna.
Persino
la Germania ha chiesto che le sue riserve auree le venissero restituite dalla
Federal Reserve Bank di New York, dove è stata detenuta gran parte delle
riserve auree delle banche centrali europee, sin dagli anni '30, quando si è
verificata un'ondata di capitale in fuga verso gli Stati Uniti mentre incombeva
la seconda guerra mondiale.
Come
la valuta nazionale, la moneta internazionale è debito, a meno che non sia un
asset puro come l'oro.
Gli
Stati Uniti sono stati in grado di sostituire l'oro con il debito pubblico e
privato degli Stati Uniti in gran parte perché forniva una piattaforma per i
pagamenti internazionali.
Ciò
sembrava renderlo "buono quanto l'oro" per le riserve internazionali.
Questo
non sembra che sarà uno stato permanente degli affari internazionali. Chiunque
può creare denaro.
Ma
come si fa a farlo accettare?
Questo
è il problema che gli Stati Uniti devono affrontare oggi.
Con
l'aumento del debito degli Stati Uniti, per quanto tempo potrà far accettare i
dollari da altre economie se non c'è alcun bisogno intrinseco per gli altri
paesi di utilizzarli per effettuare pagamenti sul proprio commercio estero,
prestiti e investimenti?
Il
denaro è debito pubblico.
Sia
che sia emesso in formato cartaceo o elettronico, conserva il suo valore in
ultima analisi pur essendo pagato in tasse.
Ma
Trump e i repubblicani vogliono tagliare le tasse.
Se non
c'è bisogno di ottenere dollari per pagare le tasse, perché tenerli?
Il groviglio
del debito estero.
Un
sostegno per il dollaro è la necessità per il Sud del mondo e le altre economie
debitorie di ottenere dollari per pagare i debiti esteri che hanno accumulato.
Ma
quanto può durare? Ecco il problema:
se
pagano i debiti esteri che hanno accumulato seguendo le politiche distruttive
del FMI, della Banca Mondiale e di altre politiche del “Washington Consensus”,
non avranno soldi da investire nella loro crescita economica.
A chi
metteranno gli interessi al primo posto: quelli degli obbligazionisti e delle
banche statunitensi, o quelli della loro stessa economia?
Detto
in altri termini:
per
quanto tempo i paesi debitori accetteranno di rimanere in un sistema che aveva
promesso di aiutarli a crescere, quando tutto ciò che ha fatto è stato
lasciarli ulteriormente indebitati e costringerli a vendere diritti minerari,
infrastrutture e imprese pubbliche per raccogliere i soldi per pagare questi
debiti al fine di mantenere i loro tassi di cambio?
Il
sistema è truccato contro di loro.
Questo
problema è aggravato oggi dal tasso di cambio crescente del dollaro rispetto a
molte altre valute.
Le
idee di Trump sono molto confuse nel tentativo di affrontare questo problema.
Da un lato ha parlato di volere un tasso di cambio più basso per il dollaro.
Crede che una svalutazione competitiva
potrebbe in qualche modo rendere le esportazioni statunitensi più competitive.
Ma l'economia statunitense è già troppo
deindustrializzata sotto il neoliberismo per ricostruire il suo potere
industriale nel prossimo futuro.
Quindi forzare il dollaro al ribasso è poco
pratico come mezzo per stimolare le esportazioni statunitensi.
Trump
ha parlato di riduzione dei tassi di interesse per aiutare ad alimentare un
boom del mercato azionario e obbligazionario.
Per molti paesi, come il Canada,
l'abbassamento dei tassi di interesse porta a un deflusso di capitali verso
paesi stranieri che pagano tassi più alti.
Ma
l'economia statunitense è diversa.
L'abbassamento
dei tassi di interesse del QE ha effettivamente attratto capitali stranieri,
aumentando così il tasso di cambio del dollaro.
L'abbassamento dei tassi di interesse statunitensi
dopo il picco del tasso di interesse del 20% di Paul Volcker nel 1980 ha
portato al più grande rally del mercato obbligazionario della storia, insieme a
un mercato azionario in forte espansione che ha attratto investitori
internazionali.
Per
cominciare, l'anticipazione delle politiche di Trump l'ha spinta verso l'alto.
Proprio dallo scorso ottobre, il tasso di cambio del dollaro canadese si è
deprezzato, tanto che il dollaro USA acquista 1,44 dollari canadesi, rispetto a
1,34 dollari canadesi.
Il prezzo di un euro rispetto al dollaro USA è
sceso da $ 1,12 a $ 1,03.
E le
valute dei paesi del Sud del mondo sono sotto forte pressione a causa del
tentativo di mantenere il passo con le loro obbligazioni in dollari USA e altri
prestiti denominati in dollari.
Quindi,
nel bene e nel male, sembra che quest'anno ci aspetta un dollaro forte.
E
Trump ha chiarito che vuole mantenere il "privilegio esorbitante" del
dollaro di essere in grado di drenare semplicemente denaro, lasciando che altri
paesi impediscano alle loro valute di apprezzarsi e danneggiare la loro espansione
riciclando i loro afflussi di dollari per continuare a comprare cambiali del
Tesoro degli Stati Uniti.
Ma questi pagherò stanno salendo
vertiginosamente con l'esplosione del deficit di bilancio.
Un
problema correlato è per quanto tempo il credito facile della Federal Reserve
può continuare a gonfiare i prezzi delle azioni e delle obbligazioni, dato
l'aumento degli arretrati e dei default.
La minaccia più grande è quella degli immobili
commerciali, i cui pagamenti ipotecari programmati superano gli attuali redditi
da locazione, poiché gli edifici più vecchi affrontano tassi di posti vacanti
crescenti.
Prendiamo
gli immobili commerciali.
Tassi
di occupazione del 40% in vecchi edifici.
E non
possono essere gentrificati per uso residenziale, perché non hanno finestre
aperte per l'aria fresca, o una bella vista, o supporto di quartiere.
Come
l'area finanziaria della City di Londra, Wall Street e altri centri finanziari
degli Stati Uniti in alti edifici in vetro senza servizi, viste, quartieri ad
uso misto o aria fresca dalle finestre aperte.
Nel
settore dei beni di consumo, i prestiti per l'acquisto di automobili, i debiti
delle carte di credito e i prestiti agli studenti stanno diminuendo sempre di
più.
Qualcosa
deve cedere.
E
questo non avrà effetti solo sui mercati finanziari statunitensi, ma anche
sulla bilancia dei pagamenti, poiché il capitale straniero fugge verso la
salvezza abbandonando gli Stati Uniti.
Sarebbe
la prima volta in più di un secolo che questa fuga verso la salvezza è lontano
dagli Stati Uniti, non verso di essi.
L'economia
degli Stati Uniti è stata ridisegnata per gonfiare i guadagni finanziari, anche
se si sta deindustrializzando esternalizzando la sua forza lavoro.
Così,
quello che sembrava essere l'industria statunitense è stato sostituito dalla deindustrializzazione
finanziarizzata.
Ciò
significa che la spinta dei BRICS a difendersi collettivamente contro
l'egemonia degli Stati Uniti implica in realtà un fondamentale ampio e diviso
in quello che è un modo desiderabile di organizzare le economie e opporsi al
capitalismo finanziario come predatorio.
Soprattutto
perché Trump sta cercando di spingerlo, imponendo sanzioni contro i paesi che
si allontanano dal dollaro.
Gli
ebrei sono
il
problema.
Unz.com
- Wyatt Peterson – (8 gennaio 2025) – ci dice:
“Il
martirio di San Simone da Trento per omicidio rituale ebraico".
Artista: Giovanni Gasparro.
"Pertanto,
nessun ebreo, ortodosso o meno, può coscienziosamente astenersi dal cooperare
con gli altri per l'elevazione dell'intera comunità ebraica."
Moses
Hess, pioniere del sionismo e del comunismo, “The Revival of Israel: Rome and
Jerusalem” (1862).
L'apostolo
Matteo registra l'insegnamento di Gesù che "Ogni albero sano produce
frutti buoni, ma l'albero malato produce frutti cattivi" (Matteo 7:17).
Questo è certamente vero per l'ebraismo, i cui
"frutti cattivi" includono sionismo, comunismo, femminismo ,
talmudismo, capitalismo predatorio, olocaustianesimo , pornografia e matrimonio
gay , solo per citarne alcuni.
Con la
"guerra" di Israele che entra nel giorno 457 al momento in cui
scrivo, e le Forze di difesa israeliane che continuano a usare munizioni
americane per distruggere gli ultimi ospedali rimasti a Gaza, è finalmente
diventato socialmente accettabile criticare Benjamin Netanyahu e aspetti della
sua campagna militare in Medio Oriente.
Molti
nuovi critici, tuttavia, non sono inclini a pronunciare una sola parola
denigratoria sugli "ebrei" o sulla sacrosanta religione ebraica,
nonostante Netanyahu invochi Amalek per giustificare il massacro di uomini,
donne e bambini nella regione.
La
settimana scorsa ho ricevuto un'e-mail da un mio vecchio amico che sostiene
Israele da quando lo conosco.
Abbiamo
lavorato insieme per sei anni a partire dalla metà degli anni 2000 e in quel
periodo il conflitto Israele/Palestina è stato uno dei temi su cui eravamo più
in disaccordo.
Essendo
un po' un cementhead il cui cervello si è fossilizzato durante l'era
Reagan-Bush, era spesso una persona difficile con cui conversare, soprattutto
se si trattava di temi astratti.
(La sua risposta alla mia affermazione che
l'11 settembre era stato un lavoro interno è stata qualcosa del tipo "Come
osi! Quel giorno sono morti un sacco di americani!!").
Detto questo, sono rimasto piacevolmente sorpreso nel
vedere che la sua e-mail includeva un link a un articolo del New York Times
intitolato "Il Dipartimento di Stato dice al Congresso che ha intenzione
di inviare 8 miliardi di dollari in armi a Israele".
Sotto
il link c'era un breve commento in cui si lamentava il fatto che il governo
americano non riesce nemmeno a sfamare e ospitare i propri veterani, eppure
riesce in qualche modo a inviare miliardi di dollari in aiuti esteri e
attrezzature militari a Israele.
Nella
mia risposta l'ho ringraziato per avermi inviato l'articolo del NYT e gli ho
detto che sarebbe stato bello incontrarci presto per un caffè per discutere
ulteriormente le cose.
L'ho
informato che l'aiuto straniero/militare che l'America dà a Israele è solo la
punta dell'iceberg e ho fornito alcuni link ad altre notizie che pensavo
potessero trovare utili, tra cui uno a un recente articolo che ho scritto
intitolato "La morsa ebraica", in cui menziono che dopo l'uragano
Harvey ha devastato la città di Dickinson, Texas nel 2017, i funzionari della
città hanno subordinato i fondi federali di soccorso al sostegno a Israele.
Sapendo
che si immagina un vero patriota dell'America Innanzitutto, ho pensato che le
informazioni incendiarie si sarebbero adattate perfettamente al suo ritrovato
scetticismo nei confronti della "relazione speciale" dell'America con
lo Stato ebraico.
Inutile dire che rimasi deluso quando mi
rispose e mi rimproverò per il mio uso del termine "morsa ebraica",
suggerendo che in futuri articoli avrei potuto prendere in considerazione la
possibilità di sostituire "ebreo" con "sionista" per
evitare di turbare gli ebrei comuni che non hanno nulla a che fare con attività
nefaste.
Come tutti coloro che scrivono e/o parlano
apertamente della supremazia ebraica, mi sono imbattuto in questo suggerimento
molte volte in passato.
Si tratta di un consiglio tipico piuttosto,
spesso fornito da qualche gonfio saputello che di recente ha visto un video di
Abby Martin ed è emerso dall'esperienza come esperto di affari mondiali.
Il
problema con il ragionamento del mio amico sta nella sua imprecisione; ci sono
molti aspetti problematici dell'ebraismo che non si adattano perfettamente
sotto la tettoia "sionista".
In
effetti, spesso alcuni degli elementi peggiori dell'ebraismo si manifestano
all'interno di sette ultra-ortodosse che rifiutano totalmente il sionismo e lo
stato di Israele per motivi religiosi.
Infatti, le tradizioni ortodosse sostengono
che la fondazione del vero stato di Israele non deve precedere la venuta del
Messia ebreo:
"il
popolo fu scongiurato di non tornare collettivamente nella Terra d'Israele
mediante l'esercizio della forza fisica, né di 'ribellarsi alle nazioni del
mondo', né di 'affrettare la Fine'.
In
breve, fu loro richiesto di attendere la redenzione celeste, completa,
miracolosa, soprannaturale e metastorica che è totalmente distinta dal regno
dell'impegno umano."
Tuttavia,
contrariamente a quanto potrebbero sostenere i guardiani che limitano le loro
lamentele al solo sionismo, l'opposizione ultra-ortodossa all'Israele moderno
non rende ipso facto questi gruppi più santi dei massacratori delle IDF di
Netanyahu.
Gli
insegnamenti fondamentali dell'ebraismo ortodosso derivano dal Talmud
babilonese (noto anche come “Torah SheBa'al peh” ), una raccolta di opere
rabbiniche descritte da Wikipedia come "il testo centrale dell'ebraismo
rabbinico e il testo principale della legge ebraica ( halakha ) e della
teologia ebraica".
Il
Talmud è diviso in due sezioni: la Mishnah (istruzione) e la Gemara
(completamento).
La
Mishnah è una raccolta scritta di tradizioni ebraiche che comprende la Torah
orale, presumibilmente trasmessa da Dio a Mosè sul Monte Sinai e conservata
oralmente per circa 1600 anni fino a quando non fu messa per iscritto nel terzo
secolo d.C.;
la Gemara è un compendio di commenti e
dibattiti sulla Mishnah.
Non
sono un esperto di religioni mondiali, ma oserei dire che l'ebraismo ortodosso
è l'unico i cui testi più sacri contengono elaborati dibattiti sulla liceità
dell'abuso sessuale sui bambini.
Ad
esempio, il trattato del Talmud Sanhedrin 54b , confermato dall'autorità
halakhica del XII secolo Mosè Maimonide come legge rabbinica correttamente
interpretata, afferma in parte:
"La
Torah non considera il rapporto sessuale di uno che ha meno di nove anni come
il rapporto sessuale di uno che ha almeno nove anni, poiché l'atto sessuale di
un maschio ha lo status legale di rapporto sessuale a tutti gli effetti, l'età
minima è di nove anni.
Pertanto,
proprio come colui che si impegna attivamente in un rapporto sessuale non è
responsabile se ha meno di nove anni, come il rapporto sessuale di un tale
bambino non ha lo status halakhico di rapporto sessuale, così. anche, se un
bambino che ha meno di nove anni si impegna in un rapporto omosessuale
passivamente, colui che intraprende un rapporto sessuale con lui non è
responsabile.
Un'opinione
simile riguardo all'abuso sessuale sulle ragazze è stata espressa dal rabbino
Rava, uno dei rabbini più frequentemente citati nel Talmud, e può essere
trovata nel trattato Ketubot 11b :
"Un
maschio adulto che ha avuto un rapporto sessuale con una bambina minorenne di
meno di tre anni non ha fatto nulla, poiché un rapporto sessuale con una
bambina di meno di tre anni equivale a ficcare un dito nell'occhio.
Nel
caso di un occhio, dopo che una lacrima cade da esso, un'altra lacrima si forma
per sostituirla.
Allo
stesso modo, l'imene rotto della bambina di età inferiore a tre anni viene
ripristinato."
Dibattiti
e meditazioni come questi abbondano nelle sordide pagine del Talmud, e la
bizzarra relazione tra ebrei ultra-ortodossi e bambini piccoli può essere
osservata nel rituale della circoncisione “metzitzah b'peh” , che spesso è
stato responsabile della trasmissione dell'herpes , provocando in alcuni casi
la morte dello sfortunato neonato.
Alla
luce di tutto ciò, non sorprende che l'oscura setta ultra-ortodossa “Lev Tahor”
sia recentemente tornata alla ribalta della cronaca a seguito di accuse di
rapimento, matrimoni forzati e stupro di minori.
“Lev
Tahor” aderisce a una rigida interpretazione della legge rabbinica, opponendosi
con forza all'ideologia politica del sionismo per motivi talmudici. Sebbene
fondato a Gerusalemme nel 1988 dal rabbino Shlomo Helbrans e con una presenza
considerevole nella città israeliana di Beit Shemash, il gruppo è ampiamente
odiato all'interno dello stato ebraico, guadagnandosi la designazione
dispregiativa di "Talebani ebrei".
Nel
1990, il rabbino Helbrans trasferì il gruppo negli Stati Uniti e quattro anni
dopo fu arrestato e imprigionato dopo essere stato accusato di aver rapito un
ragazzo di 13 anni.
Durante
la sua incarcerazione (ha scontato due anni di una condanna a quattro anni), ex
membri del gruppo hanno accusato Helbrans di aver abusato sessualmente di
diversi bambini che erano sotto la sua custodia, cosa per niente insolita tra i
ranghi di Lev Tahor.
Dopo
essere stato rilasciato dalla prigione, Helbrans fu deportato in Israele e nel
2001 trasferì il gruppo in Canada, dove rimasero fino alla fuga in Guatemala
nel 2008, tra accuse di rapimento, promozione di matrimoni tra minorenni e
abusi sessuali.
Nel
2014, Lev Tahor fu espulso da un villaggio del Guatemala occidentale dopo una
"aspra lite" con la comunità indigena, che "accusava gli ebrei
di evitare gli abitanti del villaggio e di imporre la loro religione e i loro
costumi" mentre "minava la fede cattolica che era predominante a San
Juan La Laguna", secondo un rapporto della BBC del 30 agosto 2014.
Dopo
questo incidente, i membri del gruppo si trasferirono nella città messicana di
Huixtla, dove il loro complesso nella giungla fu perquisito nel 2022 dalla
polizia che arrestò venti ebrei, i quali in seguito fuggirono tutti dal centro
di detenzione in cui erano trattenuti dopo una rivolta e un'aggressione alle
guardie.
Nel
luglio 2024, Yoil, Yakov e Shmiel Weingarten, tutti ex leader di Lev Tahor,
sono stati dichiarati colpevoli di aver rapito due bambini e sono stati
condannati a 12 e 14 anni di prigione.
Cinque mesi dopo, le autorità guatemalteche hanno
fatto irruzione nel complesso di Lev Tahor nella città di Oratorio, salvando
160 bambini sospettati di essere vittime di abusi.
Nel
giro di pochi giorni una folla di ebrei composta da 100 membri di Lev Tahor ha
preso d'assalto il "centro di cura" dove erano tenuti i bambini nel
tentativo fallito di catturarli, tagliando le gomme dei veicoli governativi e
impegnandosi in violenti scontri con la polizia.
Le
ultime notizie sono arrivate solo pochi giorni fa, quando Jonathan Emmanuel
Castillo, un leader di Lev Tahor, è stato arrestato a El Salvador con l'accusa
di tratta di esseri umani, stupro e abuso di minori.
I
difensori della sinagoga affermeranno che Lev Tahor è solo una setta marginale
che non rappresenta in alcun modo la fede ortodossa saggia.
Ma se
Lev Tahor è una setta insignificante che conta solo poche centinaia di membri
in tutto il mondo, lo stesso non si può dire del gruppo ultra-ortodosso Satmar.
Fondata
in Ungheria dal rabbino Joel Teitelbaum nel 1905, Satmar si diffonde a
Brooklyn, New York, dopo la seconda guerra mondiale e da allora è
"cresciuta fino a diventare una delle più grandi dinastie chassidiche del
mondo", superando in dimensioni anche la potenza politica internazionale “Chabad
Lubavitch”, i cui rappresentanti sono stati ospitati alla Casa Bianca da tutti
i presidenti a partire da Jimmy Carter.
Nel
novembre 2013, il giornalista Christopher Ketcham ha intervistato il rabbino
Nuchem Rosenberg, un informatore all'interno della comunità Satmar, e ha
pubblicato le sue scoperte in un articolo perla rivista Vicedal titolo
provocatorio "La catena di montaggio dei bambini-stupri":
Durante
una visita a Gerusalemme nel 2005, il rabbino Rosenberg entrò in un mikvah in
uno dei quartieri più sacri della città, Mea She'arim.
"Ho
aperto la porta che dava su uno schvitz", mi ha detto.
"Vapori
dappertutto, riesco a malapena a vedere. I miei occhi si abituano, e vedo un
vecchio, della mia età, una lunga barba bianca, un uomo dall'aspetto santo,
seduto tra i vapori.
Sulle sue ginocchia, di fronte a lui , c'è un
bambino, forse di sette anni e il vecchio sta facendo sesso anale con questo
ragazzo". ...
"Questo
ragazzo è stato trafitto dall'uomo come un animale, come un maiale, e il
ragazzo non diceva nulla.
Ma sul
suo volto c'è la paura.
Il
vecchio [mi guarda] senza alcun timore, come se questa fosse una pratica
comune. Non si fermò.
Ero
così arrabbiata che l'ho affrontato.
Ha
tolto il ragazzo dal suo pene e io l'ho preso da parte Ho detto a quest'uomo:
'È un peccato davanti a Dio .
Che
cosa stai facendo all'anima di questo ragazzo? distruggendo questo ragazzo!'
Aveva una spugna su un bastoncino per pulirsi la schiena e mi ha colpito in
faccia con essa «Come osi interrompermi!», disse. Avevo sentito parlare di
queste cose per molto tempo, ma ora le avevo viste".
La
crisi degli abusi sessuali sui minori nell'ebraismo ultra-ortodosso, come
quella nella Chiesa cattolica, ha prodotto la sua quota di titoli scioccanti
negli ultimi anni. A New York e nelle importanti comunità ortodosse di Israele
e Londra, le accuse di molestie e stupri su minori sono state dilaganti.
I presunti abusatori sono insegnanti, rabbini,
padri, zii, figure di autorità maschile. Le vittime, come quelle dei preti
cattolici, sono per lo più ragazzi.
Il
rabbino Rosenberg ritiene che circa la metà dei giovani maschi nella comunità
chassidica di Brooklyn, la più grande negli Stati Uniti e una delle più grandi
al mondo, siano stati vittime di aggressioni sessuali perpetrate dai loro
anziani.
Ben
Hirsch, direttore di “Survivors for Justice”, un'organizzazione di Brooklyn che
difende le vittime di abusi sessuali ortodossi, pensa che il numero reale sia
più alto. "Da
prove aneddotiche, stiamo guardando oltre il 50 percento. È quasi diventato un
rito di passaggio".
Gli
ebrei ultra-ortodossi che denunciano questi abusi vengono rovinati e condannati
all'esilio dalla loro stessa comunità.
La dottoressa Amy Neustein, una sociologa
ebrea ortodossa non fondamentalista... mi ha raccontato la storia di una serie
di madri chassidiche di Brooklyn che ha conosciuto e che si lamentavano del
fatto che i loro figli fossero preda dei loro mariti.
In
questi casi, gli uomini accusati "coinvolgono molto rapidamente ed
efficacemente i rabbini, i politici ortodossi e i potenti rabbini ortodossi che
fanno donazioni generose ai club politici".
L'obiettivo,
mi ha detto, è "escludere la madre dalla vita del bambino". I
tribunali rabbinici mettono da parte le madri e gli effetti sono permanenti. La
madre viene "amputata". Una donna di cui la dottoressa Neustein era
amica... ha perso i contatti con tutti e sei i suoi figli, incluso un neonato
che stava allattando al momento della loro separazione.
Ketcham
continua descrivendo cosa accade ai whistleblower come il rabbino Rosenberg,
che tentano di gettare una luce di controllo sui pervertiti quartieri
dell'ebraismo ultra-ortodosso:
Quando
il rabbino Rosenberg vuole fare il bagno in un mikvah a Brooklyn per
purificarsi, nessuno lo vorrà.
Quando
vuole andare in sinagoga, nessuno lo vuole.
"È
finito nella comunità, massacrato", ha detto un collega rabbino che ha
voluto parlare solo in forma anonima.
"Nessuno
lo guarderà, e quelli che parleranno con lui, non possono farlo sapere.
La pressione nella nostra comunità è
incredibile".
L'ebraismo
ortodosso ha leggi severe riguardo ai moisers o "informatori", che
proibiscono a un ebreo di informare un altro ebreo, indipendentemente dalla sua
trasgressione.
Non è
raro che una famiglia che denuncia alle autorità accuse di abusi sessuali venga
emarginata dai suoi confratelli.
Un articolo del New York Times del 9 maggio 2012
intitolato "Ultra-Orthodox Shun Their Own for Reporting Child Sexual
Abuse" convalida la segnalazione di Ketcham mentre descrive in dettaglio
le traversie della famiglia Jungreis, il cui figlio mentalmente difettoso è
stato abusato sessualmente da un membro della comunità ebraica:
Il
primo shock è arrivato quando Mordechai Jungreis ha scoperto che il suo figlio
adolescente mentalmente disabile era stato molestato in uno stabilimento
balneare rituale ebraico a Brooklyn.
Il
secondo è arrivato dopo che il signor Jungreis ha sporto denuncia e l'uomo
accusato di abusi è stato arrestato.
Vecchi
amici hanno iniziato a camminare impassibili davanti a lui e alla sua famiglia
per le strade di Williamsburg.
Il
loro padrone di casa li ha cacciati dal loro appartamento.
Messaggi
anonimi riempivano la loro segreteria telefonica, maledicendo il signor
Jungreis per aver denunciato un altro ebreo.
E, ha
detto, la madre di un bambino in sedia a rotelle ha affrontato la suocera del
signor Jungreis, dicendo che lo stesso uomo aveva molestato suo figlio e che
lei "non ha denunciato questo crimine, quindi perché ha dovuto farlo tuo
genero?"
Le vittime di abusi e le loro famiglie sono
state espulse da scuole religiose e sinagoghe, evitate da altri ebrei
ultra-ortodossi e prese di mira per molestie volte a distruggere le loro
attività.
Inutile
dire che individui malati esistono in tutti gli ambiti della vita, non da
ultimo nella Chiesa cattolica e in altre sette cristiane.
La differenza è che quando un prete cattolico
o un pastore protestante molesta un bambino, sta agendo contro gli insegnamenti
fondamentali della sua fede, mentre il rabbino talmudico sta agendo in accordo
con i suoi!
Sebbene molti ebrei che oggi detengono il
potere politico probabilmente non leggano il Talmud o addirittura non
frequentino la sinagoga, sembrano comunque possedere caratteristiche simili a
quelle di coloro che lo fanno (viene subito in mente la cerchia di amici empi di
Jeffrey Epstein).
Ron
Unz, in un articolo del 2018 intitolato "Stranezze della religione
ebraica", ha fornito una spiegazione ragionevole per questo fenomeno:
“… è
importante tenere a mente che fino a qualche generazione fa, quasi tutti gli
ebrei europei erano profondamente ortodossi, e ancora oggi direi che la
stragrande maggioranza degli adulti ebrei aveva nonni ortodossi.
Modelli culturali e atteggiamenti sociali
altamente distintivi possono facilmente insinuarsi in una popolazione più
ampia, specialmente in una che ignora l'origine di quei sentimenti..."
Il
reverendo Ted Pike fa un'osservazione simile nel suo articolo "Pedofilia:
lo sporco segreto del Talmud":
"Praticamente
tutti i magnati dei media che hanno fondato Hollywood e le tre grandi reti
televisive erano immigrati, o i loro figli, provenienti da comunità ebraiche
prevalentemente ortodosse dell'Europa orientale.
Alla
fine del XIX secolo, la maggior parte degli ebrei europei era un popolo del
libro.
Ma il
loro libro non era la Bibbia.
Era il
Talmud babilonese.
A
tutt'oggi, il Talmud rimane la massima autorità morale, etica e legale
dell'ebraismo".
Di
recente ho letto un libro intitolato “Jews Are The Problem” , scritto
dall'attivista nero Ayo Kimathi.
Il
libro è relativamente breve, con le sue 160 pagine in formato 5,5" X
8,5", ma riesce a coprire un'ampia gamma di argomenti.
Sebbene
conoscessi gran parte delle informazioni presentate, ho trovato “Jews Are The
Problem” una lettura interessante e lo consiglierei come una buona introduzione
alla questione ebraica per chiunque cerchi di capire perché il nostro mondo
moderno appare come appare.
Il
signor Kimathi merita notevoli elogi, non solo per ciò che ha scritto, ma anche
per il titolo che ha scelto per il suo libro.
Avrebbe potuto facilmente chiamare il suo
libro " I sionisti sono il problema ", o " Gli attivisti
secolarizzanti sono il problema ", o " I saggi talmudici sono il
problema ", o qualsiasi altro titolo meno incendiario, ma impreciso, che
sarebbe stato senza dubbio più gradito all'uomo medio della strada.
Invece, ha scelto di parlare francamente,
esibendo "grande audacia di parola". (2 Corinzi 3:12)
Sulla
quarta di copertina del suo libro, il signor Kimathi scrive quanto segue:
Siamo
pronti ad accettare la realtà che il desiderio ebraico di controllare il
pianeta e sterminare la maggioranza della sua popolazione, nera, bianca, gialla
e marrone, è reale?
Siamo
pronti ad accettare la realtà che il loro piano di conquista globale è quasi
completato?
Crediamo
davvero che non ci sia un collegamento comune tra la carenza di cibo globale,
il COVID-19, la pedofilia nelle scuole, la normalizzazione transgender, i
prezzi alle stelle del carburante, il crollo del dollaro e il traffico
organizzato di sesso minorile e di organi?
Questo
libro fornisce il collegamento.
GLI
EBREI SONO IL PROBLEMA.
Capisco
perché le persone indietreggiano quando sentono la parola "ebreo"
quando viene usata in un contesto negativo.
Dopo una vita di condizionamenti, molte
persone in Occidente si sono abituate a credere che qualsiasi critica agli
ebrei porterà inevitabilmente una sorta di olocausto.
Oltre
a questo, sono sicuro che quasi tutti gli americani probabilmente conoscono
qualcuno che è nato in una famiglia ebrea ed è un cittadino onesto (persino
Hitler ha nominato Emil Maurice un ariano onorario nel 1935).
I
volti della simpatica famiglia ebrea in fondo alla strada sono senza dubbio tra
le prime immagini che entrano nella mente delle Sally Soccer Moms e di Joe
Six-Packs quando vengono pronunciate parole dure sugli ebrei.
Ma se
non siamo in grado di parlare chiaramente e di affrontare la questione così
come esiste realmente, non come vorremmo che esistesse, non abbiamo alcuna
speranza di fornire una spiegazione coerente per la minaccia fondamentale che
il nostro mondo deve affrontare oggi.
La posta in gioco è alta e il tempo degli
eufemismi intelligenti e delle evasioni sdolcinate è finito.
E' giunto il momento di identificare qualcosa
di più della guerra, del sionismo e di Bibi Netanyahu come ostacoli alla pace
nel mondo.
Se
entrambi in qualche modo scomparissero domani, il frutto marcio dell'albero
malato dell'ebraismo continuerebbe ad avvelenare il mondo.
Ayo
Kimathi ha ragione: gli ebrei sono il problema.
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